Glee di DreamGirl91 (/viewuser.php?uid=24457)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Don't Stop Believing - Solitudine ***
Capitolo 2: *** Can't Fight This Feeling-Vieni A Ballare ***
Capitolo 3: *** You Can't Always Get What You Want - Niente ***
Capitolo 4: *** What I Did For Love - Amare ***
Capitolo 5: *** Keep Holding On - Freddo ***
Capitolo 6: *** For He's A Jolly Good Fellow-Festa di Compleanno ***
Capitolo 7: *** Mr.Cellophane-Invisibile ***
Capitolo 1 *** Don't Stop Believing - Solitudine ***
Salve
a tutti!!
Allooooora, questa è una raccolta di ficcy sulle note delle
canzoni interpretate dai ragazzi di Glee (bellissima serie di Fox,
consiglio di vederla!!). Non utilizzerò
tutte le canzoni, perché sono davvero molto varie come
genere e
non tutte sono adatte ad una fanfic... alcune non saprei davvero come
introdurle! Inoltre non utilizzerò le canzoni sempre nello
stesso modo, a volte scriverò delle vere e proprie song-fic,
altre volte userò solo qualche verso come spunto...
Personaggi/Pairings:
molto, molto vari. Tendenzialmente direi canon,
perché le coppie canon sono quelle che preferisco, ma
vedremo.
Sicuramente la coppia che
NON ci
sarà MAI è Harry/Hermione.
Per quanto riguarda la New Generation, mi piacerebbe scrivere una
Rose/Scorpius... ma anche qui vedremo che cosa uscirà a
seconda
della canzone.
Nel corso della fanfic, non seguirò l'ordine in cui le
canzoni
sono state cantate nel telefilm... né nessun altro tipo di
ordine!
Uhm... mi sembra tutto... beh, ovviamente non posseggo i personaggi
né le canzoni e non scrivo a scopo di lucro^^
Fanfic n°1:
trae
ispirazione da due versi della canzone "Don't Stop Believing", sigla di
Glee e cantata nella versione originale dai Journey. Avrei voluto che
la mia prima fanfic della raccolta fosse una Ron/Hermione, visto il mio
amore infinito per questa splendida coppia, ma ho ritenuto che la
canzone si adattasse meglio ad una Harry/Ginny, dunque... che
Harry/Ginny sia!!;
D
Missing moment ambientato durante Deathly Hallows... Special guest
star: George Weasley xD
GLEE
1. Don't Stop Believing -
Solitudine
Ginny
era seduta
alla finestra e contemplava il buio con aria sconsolata, beandosi,
nonostante tutto, del silenzio e della quiete tipici delle serene notti
primaverili.
Non era mai stato facile per lei... non è facile essere la
più piccola della famiglia e non è facile essere
l'unica
ragazza in mezzo a sei ragazzi. Fin da quand'era piccola, a volte
sentiva il bisogno di staccare la spina, di allontanarsi da tutti
quanti e stare un po' da sola con se stessa.
Se non altro questo era facile alla Tana, dove le bastava andare nella
sua camera, e a Hogwarts, dove era se possibile ancora più
facile
trovare un angolino dove starsene in solitudine... ma ora non era a
casa sua, o a Hogwarts. Era da zia Muriel. Confinata a casa di zia
Muriel da quasi un mese. Si sentiva come un uccello in gabbia.
Sbuffò, tentando di ricordare a se stessa che le sarebbe
potuta andare molto peggio.
Avrebbe potuto essere a Hogwarts a subire chissà quali
torture per mano di Alecto e Amycus Carrow.
Avrebbe potuto essere imprigionata ad Azkaban, o anche morta.
Avrebbe potuto essere dispersa chissà dove, come lui.
Ginny sentì un brivido lungo tutta la colonna
vertebrale.
Si era ritrovata a pensare a lui, di nuovo. Chiuse gli occhi, contando
mentalmente il tempo che era passato dall'ultima volta che si erano
visti: otto mesi, ventidue giorni e tre ore... dall'ultima volta che si
erano parlati: otto mesi, ventidue giorni e cinque ore... dall'ultima
volta che si erano baciati... otto mesi, ventitré giorni e
dieci
ore.
Riaprì gli occhi, sentendo un improvviso groppo in gola.
Pensare a lui le faceva male.
Probabilmente non avrebbe dovuto comportarsi così. Loro due
neanche stavano più insieme ufficialmente... però
lei
sapeva che il fatto che lui l'avesse lasciata non significava che non
l'amasse più... anzi! Era proprio per amore che l'aveva
lasciata, un amore che per anni se n'era stato nascosto in un angolo
del cuore di Ginny, non corrisposto... un amore che finalmente lui
aveva iniziato a ricambiare. Un amore che, nonostante tutto,
semplicemente non poteva essere soffocato in alcun modo.
Sospirò, guardando una stella particolarmente luminosa nel
cielo senza luna.
Si chiese dove fosse, che cosa stesse facendo, se anche lui la stesse
pensando.
Forse anche lui, ovunque si trovasse in quel momento, stava guardando
quella stessa stella pensando a lei. Non era un pensiero
così
assurdo, dopotutto, no?
Lentamente un pensiero, sempre lo stesso, spaventoso e orribile come al
solito, la colse: e se lui fosse stato ferito, o peggio - il solo
pensiero era troppo terribile da sopportare - morto?
Probabilmente se avessero conosciuto i suoi pensieri, gli altri
l'avrebbero tranquillizzata, dicendole che lui stava certamente bene,
che se gli fosse successo qualcosa l'avrebbero sicuramente saputo,
perché Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato avrebbe voluto che
tutti lo sapessero se fosse finalmente riuscito a catturare e uccidere
il Bambino Sopravvissuto, uccidendo così anche quel timido
barlume di speranza che nonostante tutto continuava ad ardere nei loro
cuori...
D'accoro, questo era vero, assolutamente vero. Ma era anche vero che
nessuno considerava che i Mangiamorte e il Capo Mangiamorte in persona
non erano affatto gli unici pericoli là fuori... privazioni,
stenti, bestie e creature magiche di ogni tipo... magari non erano
proprio Lord Voldemort, ma potevano anche loro rappresentare un
pericolo, no?
Ginny non si sentì più in grado di
trattenere il pianto,
e sentì le lacrime iniziare a scorrerle sulle guance, e lei
non
poté fare altro che lasciarle scorrere, impotente.
Imprecò mentalmente contro la guerra, i Mangiamorte e
qualunque
altra cosa stesse provocando in lei quel turbinio di emozioni.
Perché doveva essere tutto così dannatamente
complicato?
Perché quell'amore
doveva essere così dannatamente complicato?
Perché fino ad allora le aveva portato più
sofferenza che altro?
Perché mai si era dovuta innamorare proprio di Harry Potter?
E per quale dannato motivo lui doveva essere così
maledettamente
lontano? Perché non poteva semplicemente essere
lì a
stringerla fra le braccia come era giusto che facesse un ragazzo
normale con la ragazza che amava?
Sentiva di non farcela più. Il dolore, la preoccupazione, la
mancanza di lui si erano fatti troppo pesanti da sopportare.
Aveva solo sedici anni, non era affatto giusto che dovesse sopportare
tutto questo. Sentì montare una rabbia irrazionale pensando
alla
risposta che le avrebbe certamente dato zia Muriel se le avesse detto
una cosa del genere... "Ginevra,
la vita non è giusta, te l'ha mai detto nessuno? Ragazza
capricciosa e ingrata! Ai miei tempi..." Bah! Vecchia
pazza! Non la sopportava più, doveva proprio venirle in
mente anche in un momento come quello?
E poi lei odiava piangere, odiava sentirsi debole. Aveva pianto a
stento persino al funerale di Silente, eppure pareva che da un po' di
notti a quella parte non sapesse fare altro, accucciata sul davanzale
della cucina di zia Muriel mentre tutti dormivano.
E si odiava per questo. Non voleva piangere. Voleva essere forte.
Eppure non ce la faceva.
"Ginny?"
La ragazza smise subito di piangere e si voltò verso la voce
familiare che aveva parlato dall'oscurità della cucina. Non
rispose.
"Ginny, sei tu?" chiese ancora la voce.
Ginny si riscosse e si asciugò velocemente le lacrime, non
avendo alcun desiderio di farsi vedere in quello stato.
"Sì, sono io." rispose, tornando a guardare fuori dalla
finestra.
Il proprietario della voce entrò nel cono di luce della
finestra, permettendo alla ragazza di scorgere i suoi lineamenti.
Si avvicinò a lei, e sorrise.
"Neanche tu riesci a dormire, eh?" le chiese George in un sussurro, con
il suo solito tono allegro.
Lei fece un semplice cenno di diniego.
"Ti capisco. A giudicare da come si agita, Fred probabilmente sta
sognando un incontro di lotta lib... Ginny, ma stai piangendo?"
Il tono di lui non era più scherzoso, si era fatto tutto ad
un
tratto preoccupato. Sapeva quanto fosse difficile far piangere la
sorella.
Ginny si voltò a guardarlo negli occhi, ma fu costretta a
distogliere immediatamente lo sguardo.
"No..." negò lei, ma sapeva che lui non ci avrebbe creduto.
A
parte Ron, che, anche se Ginny non avrebbe mai voluto ammetterlo, era
sempre stato il suo fratello preferito in assoluto, era George quello
al quale si sentiva più legata. Data l'indole giocherellona
di
lui, a molti sarebbe stato difficile crederlo, ma nel corso degli anni,
George si era sempre dimostrato molto attento nei confronti delle
persone alle quali teneva (specialmente poi se si trattava di Fred o
Ginny) ed era un'ottima spalla su cui piangere.
Come aveva previsto, lui non le credette.
"Ginevra Weasley," disse serio sedendosi accanto a lei. "In tutta la
mia vita ti avrò vista piangere si e no tre o quattro volte.
So
che odi piangere e so quanto sia difficile farti arrivare alle lacrime,
per cui o mi dici di tua spontanea volontà che cosa sta
succedendo, o te lo estorco a forza!"
Normalmente avrebbe riso, ma in quel momento non sentiva di
averne la forza.
"Non ridi delle mie minacce? Allora è proprio grave..."
commentò George, che pur nascondendosi dietro il suo solito
umorismo, era visibilmente preoccupato per lo stato in cui si trovava
la sorella.
Ginny sospirò.
"Non saprei spiegartelo nemmeno io, George, è che..." si
interruppe brevemente, non riuscendo nemmeno lei a capire bene che cosa
volesse dire.
"Che...?" la esortò lui.
"Non lo so!" scoppiò lei, ricominciando a piangere. "E' solo
che... è tutto così strano, assurdo, confuso! Tu
e gli
altri ve ne andate fuori a rischiare la vita quasi tutti i giorni, e io
devo starmene qui a pregare di potervi rivedere. La mia migliore amica
e mio fratello sono dispersi chissà dove e... e Harry..."
La voce le si spezzò completamente e lei si
ritrovò,
senza sapere come, circondata dalle braccia del fratello, a piangere
contro il suo petto.
"Calmati Ginny," le disse lui dolcemente, accarezzandole i capelli. "Se
noi combattiamo... se Hermione, Ron e Harry combattono, è
per
costruire un modo migliore, per il nostro futuro."
"Lo so! Lo so, capisco il motivo per cui combattete, davvero... anzi,
se ne avessi la possibilità, combatterei anche io, e lo sai!
E' che... non
ce la faccio a non essere preoccupata, qui, tutta sola, con quella
vecchia stupida pipistrella che se ne va in giro a borbottare
insensatezze tutto il giorno!"
George soffocò a fatica una risata e Ginny sentì
il suo sorrisino tra i capelli.
"In effetti non ti invidio... chiusa qui con zia Muriel ventiquattro
ore su ventiquattro!" scherzò. "Però, Ginny,
seriamente... devi stare tranquilla, o impazzirai. Devi avere fiducia
che tutto andrà bene. Io e gli altri staremo benone, te lo
prometto. E lo stesso vale per Ron e Hermione, dovunque siano. E
Harry... scusa, ma io avevo l'impressione che tu lo amassi quel
ragazzo... o forse mi sbaglio?"
Ginny si allontanò da lui quei pochi centimetri necessari a
guardarlo negli occhi.
"Che cosa c'entra questo ora?" chiese, gli occhi ancora
lucidi ora accesi di stupore.
"C'entra eccome," rispose George annuendo convinto. "Se lo ami
così tanto... non credi che lo sapresti se gli accadesse
qualcosa? Non credi che lo sentiresti?"
"Come sarebbe mai possibile? Siamo così lontani..."
"Non conta," replicò lui convinto. Esitò un
attimo prima di
aggiungere: "Voglio raccontarti un segreto. Mi prometti che lo
manterrai?"
Ginny annuì, e per un momento le sembrò di essere
tornata
una bambina alla quale si racconta la favola della buonanotte. George
sorrise.
"Capita a volte che io venga mandato in missione da solo, mentre Fred
viene mandato da qualche altra parte. Quando capita... devo essere
molto lucido, e molto concentrato su ciò che devo fare, e
non
è facile esserlo quando lui rischia la vita
chissà
dove. Ma poi... beh, semplicemente mi dico che lo saprei. Non ha senso
che io rimanga in ansia per lui, perché se gli accadesse
qualcosa lo saprei immediatamente, perché il bene che gli
voglio
va oltre le distanze, e se dovesse morire, la mia vita non sarebbe mai
più la stessa. Lo sentirei, sarebbe come se qualcuno
portasse
via una parte di me. E lo stesso vale per te, per mamma, per
papà, per Ron... lo saprei se vi accadesse qualcosa, ovunque
io
voi siate. E così è per te con Harry, ne sono
certo."
Ginny lo guardò, soppesando le sue parole.
Fu con una fitta al cuore che si accorse di quanto avesse ragione.
Fred, George, Hermione, Ron... Harry... li amava tutti troppo per non
accorgersene se fosse successo loro qualcosa. Troppo.
Specialmente Harry.
"Hai ragione," gli disse piano. Abbassò lo sguardo. "Ma...
non
posso fare a meno di stare in pena. Forse è vivo, ma... per
quanto? Tu-Sai-Chi potrebbe trovarlo e ucciderlo in ogni istante,
potrebbe non tornare mai più da me, potrebbe..." si
interruppe,
mentre un nuovo bruciore si faceva strada nella sua gola. "Che cosa
dovrei fare, aspettare pazientemente il suo ritorno con quest'angoscia
che non mi abbandona nemmeno un attimo? Starmene qui buonina a
lasciarmi dilaniare dal terrore che possa morire in ogni singolo
istante?"
George soppesò un secondo le parole di lei.
"Devi solo crederci," disse alla fine. "Sai... non perdere mai la
speranza, tenere stretta al cuore la consapevolezza che un giorno
potrai riabbracciarlo. Continuare a credere nel sentimento che vi
unisce. Un po'... un po' come dice quella vecchia canzone Babbana..."
Ginny lo guardò interrogativa. Da quando George ascoltava
musica Babbana?
"Ma sì," insistette lui. "Quella che ci
canticchiava sempre papà una volta..."
Ah, ecco. Sì, ascoltare musica Babbana era decisamente
più il genere di cose che suo padre avrebbe
fatto.
Ma ancora non riusciva a...
Poi, un lampo di comprensione si accese nei suoi occhi, e lei
ricordò chiaramente. Sì, certo... le era sempre
piaciuta
quella canzone.
"Non smettere di
crederci, aggrappati a quel sentimento..."
recitò con un filo di voce.
"Esatto," confermò George con un sorriso.
Ginny lo guardò per qualche istante colma di gratitudine.
"Grazie," disse poi semplicemente, tornando a rifugiarsi tra le sue
braccia.
"Non c'è di che sorellina," rispose lui semplicemente
stringendola forte.
"George?" chiese lei dopo qualche istante.
"Sì?"
"Me la canti?"
George sorrise lievemente.
"Don't stop
believing, Hold
on to that feeling..."
Rimasero
così per un tempo indefinito, con Ginny, per una volta
così vulnerabile, che si lasciava abbracciare e sostenere da
suo
fratello.
Piano piano, sentiva il peso opprimente che da tanto, troppo tempo
gravava sul suo stomaco farsi più leggero.
E, mentre si addormentava cullata dalle note di quella canzone, un
timido sorriso iniziava a spuntare sul suo volto.
AUTHOR'S
NOTES
So esattamente che cosa
state pensando... come dite? No, no, non posseggo l'Occhio Interiore
come la Cooman... xD
Semplicemente immagino che molti di voi siano perplessi nel vedere une
Ginny così vulnerabile e un George così serio...O_o
lo
è stato anche per me scriverne (e molto xD),
ma poi ho
pensato... beh, che secondo me Ginny non può non aver
attraversato un periodo del genere, con mezza famiglia sempre coinvolta
in chissà quali missioni pericolose e la sua migliore amica,
suo
fratello e il ragazzo che ama dispersi chissà dove in giro
per la Gran Bretagna! E
George... beh, per me sia lui che Fred dietro quell'immagine scherzosa
e giocherellona, nascondono una grande sensibilità e
capacità di ascoltare e aiutare le persona alle quali
tengono...
capacità che sanno tirar fuori nel momento opportuno^^
ovviamente la mia è solo un'interpretazione dei personaggi,
ma
ci tenevo a specificare perché io non abbia ritenuto
opportuno
inserire
OOC
tra gli avvertimenti...
Beh,
fatemi
sapere che ne pensate!;)
Baci,
DreamGirl91
|
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Capitolo 2 *** Can't Fight This Feeling-Vieni A Ballare ***
Fanfic
n°2:
mi è stata ispirata dalla canzone "Can't Fight This
Feeling", versione originale di Reo Speedwagon.
Trama:
Missing
moment ambientato durante il matrimonio di Bill e Fleur. I pensieri di
Ron mentre balla per la prima volta con la ragazza che ama da una vita.
Per parcondicio, stavolta come guest star abbiamo... *rullo di tamburi*
Fred Weasley!! xD
GLEE
2. Can't Fight This Feeling - Vieni A Ballare
Vieni a ballare, le ho
detto. Vieni a ballare.
E con un tono imperativo e scocciato, per giunta. Bell'invito, Ron,
complimenti, ottimo lavoro. Per una volta che ho il coraggio di
invitarla... mi prenderei a schiaffi!
Ma forse non dovrei preoccuparmene: ci penserà lei, a
prendermi a schiaffi. Giustamente,
aggiungerei. Potrebbe anche decidere di farmi attaccare di nuovo da
quei suoi canarin... che... che miseriaccia sta facendo?
Perché si sta alzando?
Perché mi sta porgendo la mano come per invitarmi a seguirla?
Non... non vorrà mica ballare sul serio? Dopo quell'invito?
Invece pare proprio di sì, a giudicare dal suo sorriso.
Vagamente sorpreso, mi alzo e la seguo tra la folla. Tenendo la sua
mano stretta nella mia, sento lo stomaco in subbuglio e le orecchie in
fiamme. E' incredibile l'effetto che riesce a farmi questa ragazza.
Hermione, te l'ho mai detto che sei straordinaria? No,
perché se
non l'ho fatto devo assolutamente ricordarmi di prendermi a calci. Non
esiste nessuna come te, nessuna. Nessuna così bella, nessuna
così intelligente, nessuna così dolce,
compassionevole e
forte allo stesso tempo. Nessuna.
Sei proprio unica.
Il mio cuore accelera mentre raggiungiamo il centro della pista da
ballo. Mentre poggio la mano sul
fianco di Hermione (non credo che le mie orecchie possano umanamente
diventare più rosse), sono vagamente consapevole del fatto
che
stia iniziando una nuova canzone. Un lento.
Fantastico! Che fortuna sfacciata!
Da quanto tempo è che desidero ballare un lento con lei? Da
quanto tempo è che sono perdutamente innamorato di lei?
Quanto?
Troppo per poterlo ricordare. Davvero troppo.
I
can't fight this feeling any longer
And
yet I'm still afraid to let it flow
What
started out as friendship, has grown stronger
I only wish I had the
strength to let it show
Come sei bella oggi, Hermione... se possibile persino più
del solito.
Ti sorrido e arrossisci lievemente mentre sorridi a tua volta.
Adoro il tuo sorriso, è sempre riuscito a scaldarmi il cuore
in una maniera assolutamente inspiegabile.
E i tuoi occhi... mi fanno impazzire i tuoi occhi. Così
grandi,
così profondi, così dolci... chi l'ha detto che
gli occhi
chiari sono più belli? Io, personalmente, non ricordo di
aver
mai visto nulla di più meraviglioso dei tuoi occhi scuri, di
un
castano bellissimo e indefinibile.
Distrattamente ascolto le parole della dolce canzone che risuona per
il giardino, e mi rendo conto che sembrano fatte apposta per descrivere
ciò che provo per te, sai Hermione?
Tutto è iniziato con un'amicizia, la nostra amicizia, che
è cresciuta e si è rafforzata in questi anni...
fino a
diventare, prima ancora che me ne potessi rendere pienamente conto,
qualcosa di infinitamente più grande. Qualcosa che vorrei
avere
il fegato di dimostrarti.
Perché io ti amo, Hermione. Ti amo moltissimo, da sempre.
E ormai non posso più nasconderlo. Eppure non so come
dirtelo, ho troppa paura di un tuo rifiuto.
And
even as I wander
I'm
keeping you in sight
You're
a candle in the window
On
a cold, dark winter's night
And I'm getting closer than
I ever thought I might
Le faccio fare una
goffa giravolta, e la sento ridere lievemente.
"Lo so, non sono un grande ballerino," le dico mentre poggio nuovamente
la mano sul suo fianco.
Lei deve temere di aver ferito i miei sentimenti, perché
dice:
"Oh, no... no, Ron, non volevo dire..."
"Va tutto bene, Hermione. So di essere un pessimo ballerino...
d'altronde non si può essere perfetti, no?" aggiungo con un
piccolo ghigno.
Sorridi ancora.
Non è vero, sai? Si
può essere perfetti. Tu ne sei la prova
vivente.
Mentre ti guardo negli occhi, mi chiedo se ricambi, o potrai mai
ricambiare ciò che provo per te.
A volte mi sembra di percepire qualcosa da parte tua... ma
com'è
possibile che una come te possa anche solo pensare a uno come me? Sei
troppo bella, troppo intelligente, troppo... troppo!
My
life has been such a whirlwind since I saw you
I've
been running round in circles in my mind
And
it always seems that I'm following you, girl
Cause you take me to the
places that alone I'd never find
Da quando sei arrivata
nella mia vita l'hai stravolta completamente, l'hai resa più
ricca, più piena.
Con te accanto non ho bisogno di altro per essere felice.
Potrai mai perdonarmi per non averlo capito prima?
Potrai mai perdonarmi per essermi messo con Lavanda?
Il mio cuore è sempre stato solo tuo. Mai suo. Vuoi la
verità? Ho preferito scegliere lei piuttosto che aspettare
te e
sentirmi rifiutato. Sono stato stupido, lo so. Stupido e codardo. E il
guaio è che lo sono ancora... sì,
perché
altrimenti ti direi quanto tu abbia reso speciale la mia vita
semplicemente standomi accanto.
E ti sono molto grato per questo... mi sa che non ti ringrazio
abbastanza... miseriaccia
Ron! Ok, mi ricorderò di darmi un paio
di frustate o sbattere ripetutamente la testa contro un muro anche per
questo.
Comunque, a scanso di equivoci, Hermione... grazie.
Grazie di avermi insegnato tante cose che non avrei mai saputo se non
fosse stato per te.
Grazie per avermi portato in tanti luoghi che mai avrei trovato da solo.
Grazie di aver reso la mia vita tanto bella.
"Grazie," sussurro quasi inconsapevolmente.
"Per che cosa?" mi domandi.
Miseriaccia!
Arrossisco lievemente.
"Grazie... perché sei sempre con me, anche se non me lo
merito."
Sono certo di averti stupito. E in positivo, per una volta.
Il tuo sorriso si fa ancora più dolce.
Hermione, lo sai che mi farai impazzire, vero?
And
even as I wander I'm keeping you in sight
You're
a candle in the window on a cold, dark winter's night
And I'm getting closer than
I ever thought I might
Tanto per non
imbarazzarmi ulteriormente, lei si stringe forte a me e appoggia il
viso contro il mio petto.
No, non sono assolutamente imbarazzato, proprio per nulla. Non sto
arrossendo, non sto tremando e soprattutto
il cuore che sta battendo all'impazzata non è
il mio, proprio no.
Hermione, lo sai che mi hai già
fatto impazzire, vero?
Però, nonostante tutto, non posso fare a meno di sorridere e
sentire un calore indescrivibile nel cuore mentre ti stringo finalmente
tra le mie braccia.
Una stella. Sei una come una piccola, dolce stella, calda e luminosa.
La mia
bellissima stella.
Può uno come
me aspirare all'amore di una persona speciale come te?
Non lo so, ma al momento non m'importa.
Ora importa solo poterti stringere forte a me, accarezzare i tuoi
capelli e annusare il tuo profumo.
Non avrei mai creduto che un giorno sarebbe successo, non pensavo che
sarei mai riuscito ad arrivare tanto vicino a te, al tuo cuore.
Eppure sta succedendo, sta succedendo proprio a me.
Mi sento l'uomo più fortunato dell'intero universo.
And
I can't fight this feeling anymore
I've
forgotten what I started fighting for
It's
time to bring this ship into the shore
And throw away the oars,
forever
Non penso di poter
più sopprimere l'amore che sento per te.
Sinceramente al momento neanche riesco più a ricordare
perché esattamente volessi cercare di sopprimerlo... mi
rendo
conto ora che sarebbe assolutamente impossibile. Vederti, parlarti,
sfiorarti... senza innamorarmi di te ogni secondo di più?
Che
sciocchezze, impossibile.
E temo di non poter nemmeno più nascondere ciò
che
provo... al momento la voglia di baciarti, di dirti finalmente quanto
ti amo è irresistibile.
E forse... forse è meglio così, no?
Forse dovresti sapere la verità.
Forse è tempo di mettere le carte in tavola, di rischiare.
Mi stacco - anche se controvoglia - da te per poterti guardare negli
occhi.
Oh, Hermione... non sai quanto vorrei saper usare la Legilimanzia in
questo momento... non sai quanto vorrei sapere che cosa stai pensando.
Io ti amo... potrai mai amarmi anche tu?
Cause
I can't fight this feeling anymore
I've
forgotten what I started fighting for
And
if I have to crawl upon the floor
Come
crushing through your door
Baby, I can't fight this
feeling anymore.
La canzone finisce, ma
noi non accenniamo a volerci muovere dalla nostra posizione.
Io ti sto ancora guardando negli occhi, occhi che formulano una muta
domanda... ti e mi stai
chiedendo perché mai io continui a fissarti senza dire nulla.
Sei talmente bella da togliere il fiato.
"I-io..." balbettò, schiarendomi la voce.
"Sì?"
Sbaglio o nei suoi occhi c'è un'attesa mista a... speranza?
"Hermione, io volevo dirti che..."
"Sì?"
Sì, ecco... Hermione, capisco che tu sia ansiosa di sapere
che
cosa io abbia da dirti e tutto il resto, ma... credi
che potresti evitare di avvicinare così il tuo viso al mio?
Non
che tu mi stia mettendo in imbarazzo o altro, eh? Non è che
io
non riesca a pensare con i tuoi occhi e le tue labbra...
così vicini a me, ma... beh, diciamo che per lo meno non
riesco a pensare lucidamente.
"Io..." ora glielo dico, sì glielo dico, giuro che glielo...
"volevo solo dirti quanto tu sia incredibilmente bella stasera."
Imbecille.
Sono-un-imbecille.
"Oh," dice lei. Sembra vagamente delusa... "Oh, grazie Ron anche...
anche tu stai molto bene."
Le sorrido debolmente, e intanto pianifico il mio suicidio in circa
cento fantasiosi modi.
E' incredibile. Sono un Grifondoro, ho combattuto con dei Mangiamorte e
ho
affrontato ogni sorta di belva malefica, comprese svariate decine
di acromantule - acromantule!
E io soffro di aracnofobia! - ... dove diavolo è finito
tutto il mio coraggio?
E' mai possibile che io sia talmente imbranato da non riuscire neanche
a dire a Hermione quanto io l'ami?
"Ehi Hermione!" chiama una voce conosciuta con tono allegro.
Ci voltiamo entrambi.
"Hermione, ti andrebbe di fare un ballo con me?"
"Certo Fred, naturalmente."
"Grandioso. Non ti dispiace, vero fratellino?"
Scuoto la testa mentre lascio andare Hermione per permettere a mio
fratello di prendere il mio posto.
Prima di andare via le rivolgo un ultimo, rapido sorriso, al quale lei
risponde.
Se non altro, considero tristemente, lui è mio fratello e
non
quel viscido Viktor Krum, e sono più che certo che non abbia
mire su di lei.
Eh già, perché io sono anche gelosissimo,
è un altro dei miei tanti difetti.
A pensarci bene potrei fustigarmi anche per questo più
tardi. Sì, dovrei proprio...
Mi giro e la guardo volteggiare tra le braccia di Fred.
Ancora una volta non posso fare a meno di rimanere completamente
estasiato mentre l'ammiro.
Un sorriso si allarga sul mio volto.
La amo, che posso farci?
Beh, per oggi è andata così. Non sono ancora
riuscito a
confessarle i miei sentimenti. Oh, ma un giorno lo farò,
statene
pur certi.
Forse non oggi e neanche domani, ma un giorno lo farò.
E allora... allora sarà mia, la mia Hermione.
AUTHOR'S NOTES
Ma salve!!
Perdonatemi tantissimo per il mio tremendo ritardo... purtroppo non
riesco ad essere molto costante negli aggiornamenti...:((
Rieccomi con la seconda fanfic della mia raccolta... la prima
Ron/Hermione!!^^
Spero che vi sia piaciuta... se avete tempo/voglia fatemi sapere...
Kary91: grazie^^
sono contenta
che la mia shot ti sia piaciuta... anche io sono molto appassionata di
Glee... e sono d'accordo con la tua visione di Fred e
George... li
adoro!!*-* Non
preoccuparti se non
riuscirai a seguire ogni aggiornamento... sono già contenta
che
tu mi abbia lasciato una recensione!! Ancora grazie...:)))
Ringrazio tanto anche le due persone che mi hanno inserito tra le
seguite, jadina94 e
malandrina4ever...
e confettina
che mi ha aggiunto tra le fanfic da ricordare!! Spero che questa
seconda one-shot sia stata di vostro gradimento!!;) Grazie anche a chi
ha solo letto.
Baci,
DreamGirl91
|
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Capitolo 3 *** You Can't Always Get What You Want - Niente ***
Fanfic
n°3:
mi è stata ispirata dalla canzone "You Can't Always Get What
You Want", versione originale dei Rolling Stones.
Trama: Molly
riflette sulla sua vita... non era certo così che se l'era
immaginata, quand'era bambina... ma diversa non significa
necessariamente peggiore! ;) Special guest star: Ninfadora...
Non chiamarmi Ninfadora,
autrice! Io sono Tonks! è_é
...Ninfadora Tonks, che
preferisce essere nota solo con il cognome.^^
Lo preferiresti
anche tu se quella sciocca di tua madre ti avesse chiamato Ninfadora...-.-"
(conversazione "rubata" da HP5... anche se, certo, in quel caso Tonks
stava parlando con Remus e non con me ù_ù)
GLEE
3. You Can't Always Get What You Want - Niente
"Molly?" chiese Tonks, bevendo un sorso di tè. "Se
potessi
cambiare qualcosa, qualsiasi cosa della tua vita, che cambieresti?"
Molly non rispose. La sua mente aveva cominciato a vagare lontano,
lontano... fino ad arrivare alla sua infanzia, quando era ancora
semplicemente la piccola Molly Prewett.
La sua famiglia non era mai stata ricca, avevano sempre dovuto faticare
per arrivare alla fine del mese. Ricordava che quando era molto
piccola, prima di dormire, si rannicchiava sotto le coperte, e
fantasticava, pensando al suo futuro, a come tutto sarebbe cambiato.
Per prima cosa, lei sarebbe diventata una grande, grandissima attrice e
avrebbe recitato in tutti i teatri del mondo magico. Ebbene
sì,
Molly amava recitare, e ogni Natale costringeva i fratelli a prendere
parte a dei piccoli spettacolini che mettevano poi in scena insieme
davanti ai genitori.
La donna non l'aveva mai rivelato a nessuno se non a suo fratello
Fabian, ma d'altro canto nessuno gliel'aveva mai chiesto a parte lui.
Un altro dei tanti sogni della piccola Molly era essere più
indipendente possibile... si ripeteva sempre che l'ultima cosa che
avrebbe voluto era sposarsi molto giovane ed essere ancorata a casa per
tutta la vita, costretta a badare ai suoi innumerevoli figli.
No, lei non sarebbe finita così.
Tanto per cominciare, lei non avrebbe iniziato a pensare al matrimonio
prima dei venticique-trent'anni, e sicuramente non prima di aver
guadagnato molti soldi con la sua carriera da grande attrice.
Dopodiché, quando fosse stata pronta, avrebbe sposato un
uomo...
un uomo che sarebbe stato bello e possibilmente ricco, con il quale
avrebbe finalmente avuto non più di uno o due figli. E
insieme
avrebbero avuto una bella casa, magari con un elfo domestico per
aiutarla a sbrigare tutte le faccende e lasciarle abbastanza tempo da
continuare il suo tanto amato lavoro.
E sorrideva, Molly, rannicchiata sotto le coperte, con la testa piena
di tanti bei sogni.
Avrebbe avuto una vita speciale, lei. Una vita perfetta.
Avrebbe ottenuto tutto ciò che desiderava.
E si addormentava con il sorriso sulle labbra.
Ma poi... la vita aveva avuto modo di disattendere ogni più
piccolo desiderio.
Tanto per cominciare, aveva pian piano soffocato i suoi grandi sogni di
gloria e aveva rinunciato all'idea di diventare una ricchissima e
famosissima attrice, optando per il ruolo di felice moglie dell'uomo
perfetto, bellissimo e ricchissimo con il quale si sarebbe di certo
sposata...
Poi era andata a Hogwarts e aveva conosciuto Arthur che, certo, amava,
ma che non era esattamente l'uomo bellissimo e (tantomeno)
ricchissimo che lei aveva sempre sognato.
A causa della guerra che devastava l'Inghilterra, aveva finito per
sposarsi molto giovane, non sapendo se sarebbe mai riuscita a vedere
l'alba del giorno seguente. Presto aveva avuto figli, tanti figli, figli
di cui doveva occuparsi.
E una casa, e gli gnomi sempre in cortile, il bucato da fare, le stanze
da pulire e i pasti da preparare.
Insomma, non si poteva certo dire che avesse ottenuto ciò
che voleva, proprio per niente.
Molly guardò brevemente Tonks, che continuava a scrutarla
con aria curiosa, in attesa.
Accennò un sorriso. La sua domanda le aveva fatto ricordare
una
conversazione avuta tanti, tanti anni prima con sua madre.
"Mamma?" aveva chiesto
la piccola Molly "Ti ricordi tutti i sogni che avevi da piccola?"
"Certo, mia cara," aveva risposto la signora Prewett.
"E si sono avverati tutti?"
"No, non direi."
Molly aveva sgranato i suoi begli occhioni castani, soppesando la
risposta della madre.
"Mamma... tu sei felice?" aveva domandato alla fine, trattenendo il
fiato.
"Certo che sono felice, tesoro."
"Ma..." aveva obiettato la piccola. "ha detto che non hai realizzato i
tuoi sogni!"
La signora Prewett aveva smesso di sferruzzare per qualche secondo e
alzato lo sguardo in modo da poter guardare sua figlia negli
occhi, con un sorriso dolce.
"Hai ragione, l'ho detto. Ed è così infatti,"
aveva
confermato la donna. "Purtroppo nella vita non si può avere
sempre ciò che si vuole. Ma ti svelerò un
segreto, piccola mia: a
volte, la vita fa in modo di farci avere esattamente
ciò di cui abbiamo bisogno."
Molly non aveva capito il discorso della madre, ma non
l'aveva mai dimenticato.
E ora che tutti i suoi sogni di bambina erano stati infranti, ora che
era moglie e madre, sempre troppo presa dalle faccende di casa per
occuparsi di molto altro... ora sì che l'aveva capito il
discorso della signora Prewett.
Non aveva ottenuto ciò che voleva... ma aveva ottenuto
ciò che le serviva davvero.
Il suo Arthur, i suoi splendidi figli... gli amici e i compagni dei
figli che ormai erano entrati di diritto a far parte della grande
famiglia Weasley...
Anche semplicemente pensando a loro il suo cuore si riempì
di gioia.
Non credeva che se fosse stata una grande attrice sposata con un uomo
bello e ricco avrebbe potuto essere più felice.
"Allora, Molly?"
La voce di Tonks la riportò alla realtà, e Molly
volse lo
sguardo verso la bella strega dai capelli rosa, che la guardava con
occhi pieni di curiosità.
"Se potessi farlo, che cosa cambieresti della tua vita?"
ripeté.
Un ampio sorriso si aprì sul volto della signora Weasley.
"Niente, cara," rispose. "Non cambierei niente."
You
can't always get what you want
But
if you try sometimes you might find
You
get what you need
AUTHOR'S NOTES
Ma salve!!
Ok, sarò sincera, non sono soddisfatta di questa fanfic.
Cioè, si capisce a grandi linee ciò che ho
tentato di
esprimere, ma non sono certa di averlo espresso al meglio,
dammit!>.<
Insomma, temo che da ciò che ho scritto si capisca che Molly
si
è dovuta accontentare, ma non credo che sia così!
Voglio
dire in realtà ciò di cui si è
"accontentata"
è tutto ciò che la rende davvero felice no??
Ecco, mi
incasino anche a spiegarlo adesso, uffi...:(( beh, spero che i miei
siano inutili problemi e che voi abbiate capito...e soprattutto che vi
sia piaciuto!! Fatemi sapere:))
Ora passiamo ai dovuti ringraziamenti.
Slytherin_Yuna: Ma
grazieee...
sì in effetti Glee e HP sono meravigliosi in una maniera
indescrivibile!! Ho letto la tua fanfic, ti ho anche lasciato un
commentino, l'hai letto?? Anche io quando ho sentito quella canzone mi
sono sentita subito ispiratissima e ho avuto un'idea per una fanfic...
probabilmente sarà la prossima che pubblicherò!^^
Grazie
per la recensione, spero che
continuerai a seguirmi!!:)) Ah, dimenticavo, grazie millissime per aver
aggiunto la ficcy tra le preferite*-*
Ringrazio inoltre CaroF e terryborry che
hanno aggiunto la storia tra le seguite.
Grazie anche a chi ha solo letto.
Baci,
DreamGirl91
|
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Capitolo 4 *** What I Did For Love - Amare ***
Fanfic n°4:trae
ispirazione dalla canzone "What I Did For Love", da "A Chorus Line"...
questa canzone è un capolavoro, ascoltatela:') avrei voluto
utilizzare tutto il testo e non solo una parte,:( ma poi avrei dovuto
cambiare completamente storia, e a me piaceva questa u.u xD
Trama: Che
cosa succederebbe se Harry e Draco si incontrassero per caso alcuni
anni dopo la Battaglia di Hogwarts?
GLEE
4. What I Did For Love - Amare
Harry sbuffò,
rileggendo per decima volta il rapporto per essere sicuro di non aver
commesso errori.
Non importa se sei il grande salvatore del mondo magico, quando sei un
novellino nella sezione Auror del Ministero ti becchi tutti i casi
noiosi, quelli di cui nessuno si vuole occupare... e guai a te se pensi
di non svolgerli con tutto l'impegno possibile!
E così Harry si divideva da giorni tra gente che perdeva
antichi cimeli di famiglia e furtarelli da quattro soldi.
Quello che stava esaminando in quel momento era il rapporto
dell'interessantissimo caso di Madama Bennet, che aveva smarrito il suo
braccialetto di perle... che era stato poi ritrovato attorno al suo polso.
Appoggiò i fogli sul tavolo e si stropicciò gli
occhi.
Sbirciò l'orologio. Mancavano dieci minuti, solo dieci
minuti. E
se in quei dieci minuti non si fosse presentato più nessuno,
forse per una volta lui sarebbe riuscito ad uscire da quel posto ad un
orario decente...
"Ehi, novellino!"
...vana speranza.
"Sì, Debbie?" chiese Harry guardando con aria affranta
l'Auror.
"Hai finito con quel rapporto? Qui fuori c'è un caso molto
interessante tutto per te!" annunciò perfidamente allegra
lei.
Sì, come no,
interessante come un campione di cacca di Doxy pensò
Harry mentre allungava i fogli del rapporto a Debbie con aria
afflitta.
"Grazie, novellino... signore, si accomodi."
Harry non osò guardare il nuovo arrivato. Tremava al solo
pensiero di
trovarsi davanti un altro signor Jones che non riusciva più
a
trovare la sua dentiera.
"Potter?"
disse il nuovo arrivato chiaramente stupito.
Quella voce...
No. Tutti
ma non lui.
Harry alzò gli occhi e si ritrovò faccia a faccia
con
l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in qual momento... o in
qualsiasi momento, per dirla tutta.
"Malfoy!"
bocchegiò Harry. "Che ci fai qui?"
"Non l'hai sentita la tua collega? Sono il tuo nuovo caso... novellino."
"Taci, Furetto. Se sei venuto a farmi perdere tempo vattene, altrimenti
smettila di fare dello spirito e siediti."
Chiunque li avesse sentiti avrebbe pensato che più di tre
anni e
svariate vicende poco simpatiche quali rapimenti, torture e la
più grande battaglia che si fosse mai vista nel mondo magico
non
fossero riusciti a mutare di una virgola i rapporti dei due ragazzi,
eppure entrambi, pur facendo finta nulla sapevano che niente era come
prima.
Guardando negli occhi il ragazzo che gli stava davanti, Harry rivisse
in un istante tutto ciò
che era successo tra loro... anni di odio puro, poi all'improvviso...
Malfoy che diventava un Mangiamorte, Malfoy che non voleva
uccidere Silente, Malfoy che veniva costretto a torturare la gente,
Harry che gli salvava la vita... Harry che per quanto si sforzasse non
riusciva a provare più odio per quel ragazzo biondo,
quell'ex-Mangiamorte che gli stava di fronte... antipatia, disprezzo
forse... ma non odio, non più.
Draco si sedette, e si ritrovò a pensare che quella era la
prima
volta che parlava con Potter da quella sera, la sera della battaglia,
nella Stanza delle Necessità. Oh, certo, era capitato di
incontrarsi, di incrociare per qualche secondo gli occhi, ma nulla di
più. Avvertì una strana stretta allo stomaco nel
pensare
a quanto tempo fosse passato da quando era un ragazzino felicemente
ignaro di ciò che significasse davvero considerare Babbani e
Mezzosangue razze inferiori, e volerle eliminare. Molto tempo era
passato da quando aveva scoperto, e nel modo peggiore, il vero
significato di ciò che aveva sempre predicato senza davvero
conoscere, molto tempo da quando aveva scoperto che quel significato
non gli piaceva per niente.
Il prolungato silenzio diede modo a Harry di riorganizzare i pensieri.
Stava lavorando, maledizione, lavorando.
Tempo un quarto d'ora al massimo e Malfoy se ne sarebbe andato, lui
sarebbe stato libero di tornare a casa, magari più tardi
sarebbe
andato a trovare Ginny e avrebbe dimenticato completamente
quell'incontro.
"Allora... che cosa ti è successo?"
"Eh?" rispose Draco, ancora immerso nei suoi pensieri.
Harry sbuffò.
"La denucia, Malfoy, la denuncia... che cosa è successo?"
"Modera i toni, Potter... chi ti ha insegnato l'educazione?"
"Senti, davvero, se sei venuto a farmi perdere tempo..."
"No. Ieri ho accompagnato mia madre a Diagon Alley e le hanno rubato
un'antica collana fatta dai goblin."
Harry annuì.
"Quando vi siete accorti che non c'era più?"
"Dunque, quando siamo entrati a Diagon Alley c'era, poi siamo andati
alla Gringott, poi al Ghirigoro e lì ci siamo accorti che
non
c'era più."
"Solo alla Gringott e al Ghirigoro?"
"Non siamo andati a Notturn Alley, se è questo che vuoi
sapere." replicò Draco asciutto.
"Non ti scaldare, Malfoy, sto solo facendo il mio lavoro. Allora, una
breve descrizione della collana?"
"Fatta dai goblin. Catenina d'argento con ciondolo di smeraldo
rappresentante un fiore. Credo che fosse nella famiglia di mia madre da
un paio di generazioni."
"Valore indicativo?"
"Direi circa millesettecento galeoni."
"Caspita..." commentò Harry annotando tutto sul rapporto.
"Molto
bene, abbiamo finito, faremo tutto il possibile per recuperare la
collana, ma non posso assicurarti niente. Ti daremo notizie al
più presto, puoi andare."
Draco non si mosse dal suo posto. Rimase a fissare Harry, quasi a
valutarlo.
"Malfoy...?" disse Harry dopo un po', incerto.
"Lo so che cosa pensi Potter," disse Draco lasciando Harry
completamente spiazzato.
"Cos...? Di che cosa stai parlando?"
"Non fingere di non capire. Vedo come mi guardi, anzi ad essere sincero
vedo come mi guardate tutti. E so benissimo che cosa pensate di me. E'
un Mangiamorte come tutti gli altri, un bastardo... che cosa ci fa
ancora a piede libero? Dovrebbe marcire ad Azkaban, forse meriterebbe
persino la morte per quello che ha fatto. E' questo quello
che pensate, non tentare di negarlo."
"Ma io..." Harry non concluse la frase. Lui non pensava che Malfoy
dovesse marcire ad Azkaban, proprio no. Però...
però Harry non poteva negare di aver pensato che se fosse
stato
per lui avrebbe passato almeno un paio di mesetti in prigione.
Sicuramente non
gli avrebbero fatto male.
"Guarda che lo so Potter.
Vedo
benissimo come mi guardate tutti, non sono cieco. E sono stufo
di
essere fissato come un fenomeno da baraccone."
"Benvenuto nel mio mondo," rispose acido Harry e fu il turno di Draco
di ammutolire.
"Sì, beh," riprese dopo qualche istante. "Il fatto
è che non ne posso più. Voi, tutti voi,
non sapete un bel niente. Giudicate ma non sapete. Nessuno si
è
mai degnato di chiedermi perché io sia diventato un
Mangiamorte,
o che cosa ne pensassi di quello che ero costretto a fare per ordine
del Signore Oscuro. Nessuno si è mai soffermato a pensare
che
forse tutti gli innocenti morti durante la guerra non siano le sole
vittime."
Boom. Detto fatto.
Odio riesploso in dieci secondi netti. Quelle parole fecero salire il
sangue al cervello a Harry.
"Tu osi sostenere
di essere una vittima?"
"Maledizione Potter! Non una vittima nel senso in cui lo è
stato
Fred Weasley, o Lupin... ma sì, una vittima. Una vittima
degli eventi."
"Il tuo destino te lo sei scelto tu."
"No!"
esclamò Draco esasperato. "Io non ho scelto un bel
niente, lo vuoi capire? Non dico di essere totalmente innocente,"
aggiunse, precedendo la risposta di Harry.
Quest'ultimo non disse nulla, si limitò a squadrare Draco
con estremo disprezzo.
Malfoy sospirò.
"Quello che devi capire, Potter," disse. "E' che io non sono stato
cresciuto in una famiglia come la tua."
"Scusa, mi devo essere perso qualcosa... anche tu dormivi nel
ripostiglio del sottoscala dei tuoi zii e venivi usato come punching
ball da tuo cugino?" lo interruppe Harry brusco ripensando con amarezza
agli anni della sua infanzia.
Draco sembrò sul punto di replicare, ma non lo fece.
"Molto bene. Diciamo allora che non sono cresciuto in una famiglia come
quella del tuo amico Weasley."
"Tu li hai sempre disprezzati!" protestò Harry. "Ricordi?
Babbanofili, traditori del proprio sangue, straccioni..."
"Tu non capisci," sostenne Draco. "E sembra che nemmeno ti
interessi capire. Io sono cresciuto sentendomi dire che Mezzosangue e
Babbani erano feccia, mentre io ero praticamente un principe... che
dovevo evitare quella gente, far sentire loro tutto il peso della loro
inferiorità. Fin da quando ero bambino mio padre mi
raccontava
quale grande uomo fosse il Signore Oscuro, quale terribile tragedia
fosse
la sua scomparsa... è questo quello che mi è
stato
insegnato, sono questi gli ideali che mi sono stati trasmessi fin da
quando ero piccolo. Credimi, se ti avessero fatto il lavaggio del
cervello fin dall'età di due anni, tu non saresti tanto
diverso
da me, San Potter!"
Harry rimase in silenzio, incapace di parlare. Si rese conto in quel
momento che, pur avendolo odiato per tanti anni, non ricordava di aver
mai parlato davvero con Malfoy fino a quel momento. Si erano insultati,
sfidati, minacciati... ma no, non c'era mai stata alcuna vera
conversazione tra loro. O, se c'era stata, Harry doveva averla rimossa.
"Non dico di non avere colpe, ma perché un ragazzo di sedici
anni dovrebbe essere così impaziente di farsi marchiare a
fuoco?" dicendo questo scoprì il braccio sinistro, mostrando
il
Marchio Nero e facendo rabbrividire lievemente Harry. "Allora ero solo
un ragazzino e credevo che diventare Mangiamorte fosse la cosa migliore
che mi potesse capitare..."
Harry non poté fare a meno di notare il verbo al passato e
il sorriso amaro con cui fu detta la frase.
"Perché non ti sei ribellato poi?" domandò, ormai
completamente preso dalla storia di Malfoy, del tutto dimentico del
desiderio di tornare a casa e vedere Ginny.
"A parte una minaccia di morte da parte del mago più potente
del
mondo? Sai, non tutti abbiamo aspirazioni suicide."
"Silente avrebbe potuto aiutarti, proteggerti..."
"Detesto essere io a darti la brutta notizia, ma Silente è
morto," gli ricordò Draco, sulla difensiva.
"Ma tu avevi smesso di credere che essere un Mangiamorte fosse il
massimo già da prima, non è vero? Non sono
stupido
Malfoy, ricordo benissimo il modo in cui piangevi in quel bagno... non
sembravi un Mangiamorte, sembravi solo un ragazzino impaurito."
Draco si irrigidì per un istante al ricordo dell'episodio,
poi
guardò attentamente Harry per qualche istante, valutandolo.
"Vuoi sapere tutta la verità Potter? Te la dirò.
Ma tu osa raccontarlo
a qualcun altro e ti ammazzo. E fossi in te prenderei sul serio le mie
minacce."
"D'accordo," replicò Harry scrollando le spalle e ostentando
indifferenza, ma facendosi in realtà attentissimo.
"Bene, eccola, la verità: essere un Mangiamorte fa schifo.
Essere prigioniero nella propria casa fa schifo, vivere sotto una
costante minaccia di morte fa schifo, essere costretti a torturare
degli uomini che urlano e gemono e si contorcono a
terra mentre tu
sei lì davanti a loro e piangi e vorresti solo poter
abbassare
quella bacchetta ma non puoi e..." Draco chiuse per un secondo gli
occhi e respirò a fondo. "Beh, sappi che quello fa ancora
più schifo. Non avrei voluto che andasse a finire
così.
Non avrei voluto combattere quella stupida guerra, che non è
mai stata davvero mia. Ma la sai una cosa?
Non rimpiango niente
di
quello cho ho fatto. Se potessi tornare indietro, non cambierei nessuna
mia decisione. E lo sai perché? Perché per quanto
io
abbia sofferto, ho sempre avuto un'ottima ragione per fare quello che
ho fatto."
"E quale? Salvare la tua pellaccia?" domandò Harry
infervorandosi nuovamente.
"No, Potter! Se avessi la bontà di lasciarmi finire... la
ragione non è mai stata salvare
la mia pellaccia, o almeno non solo, perché non
era solo la mia
pellaccia ad essere minacciata. L'ho fatto, Potter... per
amore."
...I can't regret
What I did for love.
Look, my eyes are dry...
Harry guardò Malfoy con gli occhi sgranati. Amore? Stava
scherzando? Stava forse
male? No, non sembrava più pallido del solito...
"Non mi guardare in quel modo, Potter, forse la notizia ti
scioccherà, ma anche io ho dei sentimenti. E anche io amo.
Tutto
ciò che ho fatto durante la guerra l'ho fatto per amore... e
non
rimpiango né rimpiangerò mai nulla, non
è
possibile. Sono certo che se ami davvero qualcuno nella tua miserabile
vita tu possa capirmi... non si può rimpiangere
ciò che
si fa per amore. Guardami, Potter. Ti sto parlando del periodo
più buio della mia vita... vedi forse anche una sola lacrima? No."
"Ma... ma..." esitò Harry senza sapere bene nemmeno lui come
formulare una domanda di senso compiuto. Ma Draco sembrò
capire.
"Quando il Signore Oscuro mi... chiese...
di diventare un Mangiamorte, certo, io ero convinto di non poter
chiedere di meglio dalla vita... ma anche se non fosse stato
così, non avrei esitato un secondo: sapevo che avrebbe
ucciso i
miei genitori altrimenti e io non avrei mai potuto permettere che
ciò
accadesse. Ecco perché non ho chiesto l'aiuto di Silente,
ecco
perché nonostante tutto il dolore e la disperazione sono
andato
avanti con il mio piano."
"Ma non l'hai terminato," sussurrò Harry. "Non hai ucciso
Silente."
Draco alzò un sopracciglio.
"Piton è arrivato prima che lo facessi, Silente voleva che
fosse lui ad
ucciderlo, non ricordi?"
"Ma tu non l'avresti fatto comunque, vero? Non penso che l'avresti
ucciso nemmeno se avessi avuto tutto il tempo del mondo."
Draco esitò un secondo, preso alla sprovvista.
"Che tu ci creda o no, non sono un assassino," tagliò corto,
distogliendo lo sguardo.
Harry annuì. Non aveva difficoltà a crederlo.
"E dopo la morte di Silente? Voldemort ha continuato a minacciare i
tuoi?"
"Sì. E anche me. Ma non ti mentirò... avevo anche
un'altra ragione per non ribellarmi per quanto odiassi quella
situazione."
"E cioè?"
"Beh... avresti dovuto vedere il modo in cui mi guardava mio
padre. Finalmente fiero, così palesemente felice di vedere
suo
figlio seguire le sue orme... non ho mai voluto deluderlo."
Harry non fece fatica a immaginarlo. Ricordò il volto
bramoso di
Lucius Malfoy quando aveva creduto di poter consegnare il grande Harry Potter
a Voldemort... voleva riconquistare la fiducia del suo padrone, credeva
ancora negli ideali da lui predicati.
"Penso... penso che si possa considerare un'altra forma di amore,"
disse, incrociando brevemente gli occhi di Draco.
"Forse," concesse quest'ultimo.
...Gone, love is never gone
As we travel on
Love's what we'll remember...
"Comunque, penso che potremmo dire che il punto è tutta
quella roba che Silente predicava sempre..."
Harry si lasciò sfuggire un mezzo sorriso.
"L'amore è più potente di qualsiasi magia?"
domandò.
"Sì, sì, quello," disse Draco sbrigativo e
palesemente
imbarazzato. "Vedi, Potter, ho scoperto a mie spese, e nel modo
più duro possibile, ciò che persino io,
che sinceramente non ci ho mai creduto più di tanto, posso
arrivare a fare per amore... e non credo che potrò mai
scordarlo. Sarà una cosa che mi porterò sempre
dentro,
per tutta la vita."
"Ne parli come se fosse una cosa orribile," constatò
Harry.
"E' una debolezza," disse Draco alzando le spalle. "Non ho mai avuto
simpatia per le debolezze."
"Al contrario," replicò Harry, convinto. "Io penso che sia
una grande forza."
Draco soppesò le parole di Harry per qualche
istante, poi distolse lo sguardo.
Si alzò e Harry seppe che la conversazione era finita.
"Bene, arrivederci, Potter. Ricorda, prova a raccontare tutto questo a
qualcuno e..."
"Lo so. Mi ammazzi."
"Vedi di non dimenticarlo."
"Arrivederci, Malfoy. Ti farò sapere della collana al
più presto."
Draco annuì e se ne andò senza aggiungere altro.
Guardandolo andare via, Harry sentì qualcosa sciogliersi
dentro
di lui, e seppe che tutto era cambiato. Il disprezzo che aveva
sempre provato per Malfoy era impravvisamente scomparso. Sicuramente
lui e Malfoy non sarebbero mai stati amici, ma ora tra loro era nato un
piccolo germoglio di rispetto. Era una novità.
E mentre pensava a Malfoy, a tutto quello che si erano detti, non
poté non ricordare tutto quello che lui aveva fatto
per amore nella sua vita. Tutte le azioni nobili e tutte le sciocchezze
- le enormi
sciocchezze - fatte per amore... e non poté che dare ragione
a Malfoy.
...Won't forget
Can't regret
What I did for love...
Non avrebbe mai potuto dimenticare ciò che aveva fatto per
amore.
E non l'avrebbe mai
rimpianto.
AUTHOR'S NOTES
Ciauuu!!
Lo so, lo so, avevo detto che avrei pubblicato "To Sir, With Love"...
ma quando ho scoperto che Rachel aveva cantato questa canzone
ho dovuto per forza scrivere e pubblicare questa*-* spero che vi sia
piaciuta^^ Non c'è niente di particolare da dire, a parte
che
adoro il personaggio di Draco fin dai tempi del 2°
libro(pensa un po'...non
si era capito per niente!-.-"
n.d.Voi)(Ehm...^^n.d.Me xD)... fatemi sapere!:))
Passiamo senza ulteriori indugi ai ringraziamenti!!
JaneTheAngel: Neanche
tu mi hai avvertito di aver ricominciato a pubblicare... e con un nuovo
nick per giunta!! Siamo pari u.u Tesoro, che dire?? Grazie*-* sono
contenta che ti siano piaciute... credo
che il motivo per cui ti siano piaciute di più
le altre due sia che ritraggono i personaggi in maniera un po'... come
dire? Alternativa xD
rispetto al solito... che è poi anche il motivo per cui mi
sono sentita molto più sicura a pubblicare la Ron/Hermione
rispetto alle altre due... boh, magari tutto ciò non c'entra
nulla in realtà e io sto solo sproloquiando come al
solito...u.u xD Fammi sapere che ne pensi di questa(potevo forse non
scriverla??^^) Grazie ancora, un bacio <3
_lily_luna_: Aww
grazie*-*
sìsì, certo che conosco Defying Gravity...
è una
delle mie canzoni preferite!! Naturalmente scriverò una
storia
su quella canzone, ci mancherebbe...!!;)) Purtroppo però non
so dirti quanto esattamente dovrai ancora aspettare, perché
sinceramente ci tengo molto e non la pubblicherò prima di
essere
davvero convinta
di ciò che ho scritto... e per ora non mi è
venuta ancora
alcuna illuminazione divina sulla trama... ne ho già pensate
un
paio, ma nessuna che mi soddisfacesse davvero...:(( comunque la
scriverò prima o
poi, promesso!!xD
Slytherin_Yuna: Ma
figurati!! Dispiaciuta di che?? Ti capisco fin troppo bene;)) Sono
tanto contenta che ti sia piaciuta anche la 3°, spero che anche
questa qui non sia da meno^^ la prossima volta posterò sicuramente "To
Sir, With Love"... grazie del commentino!!:))
Grazie anche a chi ha solo letto:)
Baci,
DreamGirl
|
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Capitolo 5 *** Keep Holding On - Freddo ***
Fanfic
n°5:tratta
da "Keep Holding On" di Avril Lavigne.
Trama: La
ficcy nataliziaaa*-* ragazzi, quanto amo il Natale^^ ambientata durante
Deathly Hallows... è Natale, Ron se n'è andato da
tempo e
Harry non ha ancora ripreso conoscenza dopo la visita a Godric's
Hollow. E' la storia di una profonda, bellissima amicizia-io adoro
Harry e Hermione COME AMICI.(Un
po' triste e decisamente alternativa come ficcy natalizia in
effetti...:S avrei
potuto scegliere una delle canzoni natalizie cantate
durante lo speciale di Natale... ma all'ispirazione non si comanda!xD)
Special guest star:...nessuno. Siamo a corto di fondi. Mi spiace. u.u xD
GLEE
5. Keep Holding On - Freddo
Harry urla per
l'ennesima volta. E piange, si contorce, manda maledizioni contro il
cielo.
E Hermione non può fare altro che stargli
accanto, sussurrargli parole di conforto che lui non
può
sentire dal limbo in cui è precipitato.
"Ssh, va tutto bene, Harry, tutto bene..."
E gli stringe la mano, Hermione, cerca di calmarlo. E prega, prega che
tutto finisca presto, prega che gli incantesimi di protezione che ha
dovuto formulare in fretta, troppo
in
fretta questa volta, impediscano ai Mangiamorte di sentirli e
trovarli... piange. Ha paura come non ricorda di averne mai avuta. Non
vuole morire, vuole tornare a casa e riabbracciare i suoi genitori.
Vuole festeggiare il Natale con loro, non in quella tenda fredda e
buia. Vuole cantare i carols e mangiare il pudding...
Ma non può.
Il suo posto è lì, vicino a Harry. Lo
è sempre stato.
Perciò continua a bagnargli la fronte, a tenergli la mano, a
sussurrargli che tutto andrà per il meglio...
You're not alone
Together we stand
I'll be by your side
You know I'll take your hand
Harry si contorce, e Hermione
gli posa dolcemente una mano tremante sulla fronte. Scotta
terribilmente.
"Tranquillo, ci sono io..." mormora accarezzandogli i capelli. "Non sei
solo, Harry, ci sono io qui con te. Sarò sempre qui accanto
a
te, lo sai. Ci sono sempre stata e ci sarò sempre...
calmati,
Harry, ti prego... sei al sicuro, nessuno può farti del
male."
Prende la sua mano, la stringe, intreccia le loro dita mentre continua
ad accarezzagli il viso.
"Non ti lascerò mai solo," promette, stringendo
più forte la mano dell'amico nella sua.
When
it gets cold
And it feels like the end
There's no place to go
You know I won't give in
No, I won't give in
Harry
sembra calmarsi lievemente per un attimo, ma subito inizia a tremare e
battere i denti... Hermione vorrebbe sapere se sia dovuto al freddo,
alla febbre o alle visioni che lo stanno tormentando, vorrebbe davvero
poter fare qualcosa di concreto per alleviare il suo dolore.
Ricacciando coraggiosamente indietro le lacrime lascia la sua mano e
prende una coperta. Lo copre, continuerà a delirare,
Hermione ne
è certa, ma se non altro starà al caldo.
Un brivido scuote anche lei, fa freddo, fa davvero freddo. Il Natale
più gelato che lei si ricordi.
E' un freddo che penetra nelle ossa e nel cuore, non c'è
nessun
calore, nessuna speranza... nessun posto dove andare a riscaldarsi.
Chiunque si arrenderebbe, convinto di non poter arrivare a vedere
l'alba, ma non Hermione.
Lei sa di non poter rinunciare, di dover continuare a combattere. Per
se stessa, per Harry e per tutto il mondo magico.
Ma fa tanto freddo... e lei ha così tanta paura...
Vorrebbe un po' di speranza, vorrebbe qualcosa per scaldarsi.
Qualcuno che la scaldasse...
Ron...
So far away
I wish you were here
Before it's too late
This could all disappear
Harry
urla ancora, che cosa Hermione non riesce a capirlo. Forse sta parlando
in serpentese, o forse sta semplicemente delirando.
Hermione non lo sa. Per la prima volta nella sua vita non ha la minima
idea di che cosa fare.
Piange, non riesce più a trattenere le lacrime.
Si raggomitola, si fa più piccola che mai nel tentativo di
scaldarsi.
Si tiene la testa con le mani.
E' stanca di pensare, è stanca di soffrire.
Vuole solo dormire, vuole che qualcuno la aiuti ad uscire da questa
brutta situazione.
Ron...
"Dove sei?"
urla al cielo, singhiozzando, e le sue urla si confondono con quelle di
Harry, in un unico dolore.
Ha bisogno di Ron, del suo Ron qui e ora, ha bisogno che lui la
conforti, che le dica che tutto andrà bene, che la faccia
ridere
con una delle sue stupide battute inopportune.
Ha bisogno che lui la scaldi,
che la scaldi dentro, nel cuore, nell'anima... ha bisogno di quel
calore che solo lui sa darle.
Ha bisogno di lui perché sente di non potercela
più fare
da sola, e non vuole arrendersi, non vuole che tutto quello per cui
hanno lavorato vada in fumo... vuole solo che il suo Ron torni da lei.
Before the doors close
And it feels like the end
With you by my side
I will fight and defend
I'll fight and defend
Ma lui non verrà.
Le dice una vocina sincera in testa. E tu dovrai cavartela da sola.
E ha ragione, quella vocina... Hermione se l'è
sempre cavata da sola, sempre,
perché lei è forte, è indipendente,
è
coraggiosa... perché ci sono cose che semplicemente vanno
fatte,
perché sono troppo importanti... più importanti
di lei,
di Harry, di Ron... più importanti del suo dolore e del suo
bisogno di riabbracciare il ragazzo che ama.
Hermione lo sa, deve rialzarsi e continuare a lottare,
perché è la cosa più giusta.
E deve farlo senza Ron, perché Ron in questo momento
probabilemente è alla Tana a dormire al caldo delle sue
coperte,
nel suo letto... non sente il freddo che la sta divorando, non sa
né saprà mai che cosa sta provando Hermione
adesso,
quanto avrebbe bisogno di lui... chissà poi se gliene
importerebbe. No, Ron non può aiutarla ora.
Prendendo un lungo respiro, Hermione si asciuga le lacrime e si rialza,
si riavvicina a Harry, ricomincia a bagnargli la fronte, che
è
ancora troppo calda...
"Coraggio, Harry," lo incita. "Coraggio, ce la puoi fare. Siamo
solo tu e io, ma insieme possiamo fare tutto. Ce la faremo, vedrai,
solo noi due. Ti risveglierai, troveremo quegli Horcrux e uccideremo
Tu-Sai-Chi, te lo prometto."
Hear me when I say
When I say I believe
Nothing's gonna change
Nothing's gonna change destiny
Whatever's meant to be
Will work out perfectly
E Hermione si sente davvero
sicura di quello che promette.
"Credimi, andrà così," ripete convinta. "E'
destino che vada così, tu sei il Prescelto, tu ci salverai,
e io
sarò lì con te."
Non ha mai creduto molto, lei, alla Divinazione, alle Profezie... ma
crede fortemente nel destino, e sa che quello di Harry è
vivere,
sconfiggere Voldemort e essere finalmente felice. Perché
è giusto, perché se lo merita.
Se è destino che accada, accadrà.
Ed è
destino che sia così, Hermione ne è certa.
Keep holding on
'Cause you know we'll make it through
We'll make it through
Just stay strong
'Cause you know I'm here for you
I'm here for you
There's nothing you could say
Nothing you could do
There's no other way when it comes to the truth
Sembra che le visioni
si stiano lievemente calmando.
Approfittando del momento tranquillo, Hermione si sporge in avanti e
posa delicatamente le labbra sulla fronte di Harry. E' calda, ma la
febbre sembra essere scesa un pochino.
"Bravo, Harry, così..." lo incoraggia lei. "Bravissimo,
resisti,
andrà tutto bene. Ce la faremo noi due insieme, vedrai. Sii
forte e tutto andrà bene. Sì, te lo prometto.
Stai
tranquillo, ci sono io qui per te. E non importa quante volte
litigheremo, che cosa tu possa dirmi o farmi, io non ti
lascerò
mai, non smetterò mai di volerti bene e di lottare con te."
Harry urla ancora, gli incubi ricominciano.
Ma Hermione non si lascia più spaventare. Sono insieme,
questo è ciò che conta. Tutto andrà
bene.
So keep holding on
'Cause you know we'll make it through
We'll make it through
Dal suo inferno, Harry pare
percepire la sua presenza, il suo calore in mezzo a tutto quel gelo.
Muove la mano, come a cercare qualcosa che lo scaldi, che riempia il
suo vuoto.
Hermione la prende e la stringe forte tra le sue, come se non volesse
staccarsene più.
Questo non calma gli incubi di Harry, non lo fa smettere di urlare e
piangere... ma Hermione potrebbe giurare di vedere un'espressione
più serena sul suo viso.
E mentre stringe la mano gelata di Harry nella sua, mentre lo accarezza
dolcemente, gli bagna la fronte e gli sussurra parole di conforto,
sente qualcosa di caldo e piacevole nascere nel suo petto.
In tutto quel freddo, un piccolo seme sta germogliando.
Un piccolo seme d'amore.
Hermione sa benissimo che non si tratta né si
tratterà
mai dello stesso tipo d'amore che la lega a Ron... però è
amore.
Harry è da sempre il suo compagno di mille
giochi e avventure, il suo migliore amico. E' quasi come se fosse suo
fratello.
Anzi, è suo
fratello.
E semplicemente tenendo la sua mano, può sentire
chiaramente un meraviglioso tepore farsi strada nel freddo mortale in
cui sono avvolti.
"Buon Natale fratello," sussurra rivolgendo un lieve sorriso a Harry.
Ne è più certa che mai, verranno a capo di tutto,
loro due.
Insieme.
AUTHOR'S NOTES
Non so come mi sia
venuta fuori, lo giuro.
Però mi piace... e spero che piaccia anche a voi.^^
Mi sembra giusto dedicare questo capitolo a Jane The Angel...
Buon Natale, ti voglio bene!;)
I
ringraziamenti alle recensioni arriveranno tramite il nuovo geniale
metodo di efp*-*
Grazie anche a chi ha solo letto, e chi ha aggiunto a preferiti,
seguiti ecc.!!
Buon Natale a tutti! <3
DreamGirl91
|
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Capitolo 6 *** For He's A Jolly Good Fellow-Festa di Compleanno ***
ATTENZIONE:
I
personaggi potrebbero risultare... ma che dico? Risulteranno sicuramente OOC.
Tutto ciò perché la
fanfic è nata guardando quel piccolo capolavoro che
è A
Very Potter Musical... se non l'avete visto, fatelo, perché
merita davvero (già solo per l'attore che interpreta
Voldemort... AMO.*-*)... però
siete avvisati: dopo amerete Voldemort e shipperete assolutamente
Voldemort/Raptor...xD
Comunque guardatelo. A parte Voldemort, l'attrice (si, attrice)
che interpreta Draco è una grande e -come dimenticarlo?-
Harry
è interpretato dal meraviglioso Darren Criss, ovvero il
nostro
Blaine di gLee!;D
Ma passiamo senza ulteriori indugi alla fanfic!!
Fanfic
n°6:ispirata
da "For He's A Jolly Good Fellow" aka. "Perché è
un bravo ragazzo"... ok, lo so, strana canzone, MA
le
parole andavano con la trama, e la canzone è stata su gLee (episodio
"Acafellas" u.u),
dunque... che fanfic sia!xD
Trama: Fanfic
di Capodanno ambientata durante Deathly Hallows... storia tutta per il
nostro
Lord Voldy, che vedrete alle prese con i festeggiamenti per il suo
compleanno (data importantissima da ricordare in quanto anniversario
della venuta al mondo della sua Meravigliosa e Venerabile Persona),
l'imperdonabile stoltezza dei suoi indegni servitori e il ricordo di un
amico perduto... fanfic assolutamente assurda, me ne rendo conto... per
di più è di genere... boh! Malinconico, comico,
fluff...
comunque sicuramente un genere strano
per una fanfic sul nostro malvagio preferito xD
GLEE
6.
For He's A Jolly Good Fellow - Festa di Compleanno
"Avada Kedavra!"
strillò Voldemort, senza puntare nessuno in particolare,
desiderando solo vederli morti tutti, tutti quanti.
Poi si voltò e uscì come una furia dalla stanza,
sbattendo la porta e tornando subito nelle sue stanze.
Col senno di poi, fu una fortuna che l'unica vittima fosse stata
quell'inutile spina nel fianco di Rowle,
tanto dopo il disastro a Tottenham Court Road aveva deciso che presto
l'avrebbe ucciso comunque...
L'Oscurissimo si buttò sulla sua poltrona prefererita,
sospirando sconfortato.
Li odiava, li odiava tutti, ecco.
Non gli sembrava di aver chiesto chissà che cosa, anzi era
stato
insolitamente poco esigente, a dirla tutta. Che male poteva mai esserci
a voler festeggiare il proprio compleanno come si deve, per una volta?
Tutto quello che voleva era un vero
compleanno, con una vera
festa!
E quegli idioti di Mangiamorte che cosa avevano fatto?
Avevano addobbato il salone di Casa Malfoy con odiosi festoni di carta verde a
forma di serpente, gli avevano preparato una schifosissima torta-gelato
al pistacchio e gli avevano persino cantato Tanti Auguri A Te!
Era troppo forse chiedere che quelli che si dicevano servitori devoti
si ricordassero che lui non sopportava i festoni di carta, detestava il
gelato al pistacchio e soprattutto odiava quella stupida, insulsa
canzoncina che gli avevano propinato? Come potevano quegli inetti non
saperlo? Si interessavano davvero così poco a lui, ai suoi
gusti? Che razza di seguaci erano?
Persino Bellatrix che
pure
aveva sempre sostenuto di essere la più fedele tra i suoi
Mangiamorte, l'unica a capirlo davvero, non era stata in grado di
organizzargli una festa in perfetto stile Voldemort. Che sconforto!
Il povero Lord sprofondò di più nella sua
poltrona. La
verità era che il problema non era affatto quella stupida
festa,
o quei collaboratori indegni e incapaci, il vero problema era
tutta la sua vita.
Fin da quando era un dolce Signorino Oscuro, un tenero semino di Male
nel mondo, nessuno aveva mai tenuto in gran conto il suo compleanno.
Quando era all'orfanotrofio, la direttrice si dimenticava sempre di
festeggiare anche il piccolo Oscurino durante la festa di Capodanno e
gli altri bambini lo odiavano. E per delle sciocchezze, per giunta! Si
trattava solo di un paio di giocattoli rubati e conigli impiccati, che
bisogno c'era di fare tante storie?
Poi a Hogwarts, certo, le cose erano cambiate... era rispettato...
ammirato, persino! Schiere di fan adoranti lo seguivano per tutto il
Castello. Però nessuno si fermava mai a scuola a Natale
tranne
lui, e così il compleanno finiva sempre per passarlo da
solo... non che
gli dispiacesse, naturalmente... in fondo, chi poteva dirsi davvero
degno di passare del tempo con lui? Nessuno... solo Lord Voldemort era
degno di Lord Voldemort!
Però,
se solo per una volta qualcuno
gli avesse organizzato una festa come si deve... ma nessuno sembrava
esserne in grado, nemmeno adesso che era circondato di fedeli seguaci
che certamente non avevano niente di meglio da fare a Capodanno.
Stupidi, stupidi Mangiamorte!
Tutto ciò che chiedeva dalla vita-oltre, naturalmente, a
conquistare il mondo, sterminare i Babbani e sottomettere i
Mezzosangue-era semplicemente avere la
festa di compleanno che non aveva mai avuto... e che grazie a
loro
non avrebbe mai
avuto.
Dalle profondità del suo sconforto, una vocina sincera disse
all'Oscuro che quella non era propriamente la verità. In
effetti, una vera
festa lui
l'aveva avuta. Voldemort si chiese perché gli venisse in
mente
quella storia proprio in quel momento... la credeva superata ormai,
dimenticata. Eppure, ora seppe che, ben lungi dall'essere dimenticata,
era ancora un ricordo molto vivido nella sua mente, un ricordo che non
sarebbe scomparso mai.
Tutto era accaduto... accidenti, esattamente sei anni prima. Erano
già passati sei anni? Possibile?
Ricordava che quella mattina era stato svegliato da una voce alquanto
fastidiosa...
"Mio signore? Mio
signore?" chiamò la voce.
L'Oscuro si svegliò, pronto a mandare un bel Crucio
allo
sciagurato che aveva avuto l'ardire di svegliarlo, chiunque egli
fosse-salvo poi
ricordarsi che, non avendo una bacchetta, né tantomeno un
corpo,
ciò non sarebbe stato possibile.
"Che c'è?" domandò bruscamente, la voce ancora
impastata dal sonno.
"Scusatemi se disturbo il vostro sonno, Vostra Oscurità..."
"Raptor te l'ho già detto," lo interruppe lui seccato.
"Lascia perdere tutte queste formalità.
Vengo con te persino in bagno e ti ho visto piangere come una ragazzina
leggendo i romanzi di Jane Austen, puoi chiamarmi Voldemort, direi che
siamo arrivati a questo punto."
"Bene, Voldemort.
C'è una questione della massima importanza da risolvere."
"E sarebbe?" domandò l'Oscuro facendosi attento. Forse
mentre
dormiva c'erano state delle complicazioni con il piano ammazza-Potter?
Forse il suo servo stava per dirgli che non sarebbero mai riusciti a
rubare la Pietra Filosofale, e che lui non avrebbe mai riavuto il suo
corpo?
Voldemort aspettò con il fiato sospeso l'ardua sentenza.
"Beh... mi stavo chiedendo... sapet-sai che giorno è oggi?"
Il Signore Oscuro si sentì-metaforicamente-cadere le braccia.
Tutto qui?
Era stato svegliato per fugare i dubbi di Raptor sulla data?
"Ma che...? Raptor, sei impazzito? Che cosa...?"
"Oggi è il tuo compleanno."
Voldemort ammutolì. Il suo compleanno? Era il 31
dicembre? Di già? E lui non se n'era ricordato? Possibile?
Raptor accennò una risatina.
"Scommetto che te ne sei dimenticato, preso com'eri dai tuoi propositi
di vendetta..." aveva commentato. "Mi sono fatto portare dalla cucina
una torta al cioccolato, e ci ho messo anche le candeline-verdi e
argento, naturalmente!"
E poi si era messo a cantare. Ma non quella squallida 'Tanti Auguri'...
aveva cantato 'For He's A Jolly Good Fellow', in assoluto la canzone di
compleanno preferita dall'Oscuro!
"Perché
è un bravo ragazzo... anzi!
Perché è l'Oscuro Signore
Perché è l'Oscuro Signore
Perché è l'Oscuro Signore...
Nessuno lo può negar!"
Raptor concluse la canzoncina con un piccolo applauso.
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, però, non disse nulla,
troppo sconcertato per parlare.
Evidentemente il suo silenzio fu male interpretato, perché
fu
con un imbarazzo assai più grande e una vocina assai
più
piccola che il professore disse:
"Buon compleanno, Voldemort."
"Raptor..." iniziò l'Oscuro, preso completamente alla
sprovvista, incerto su come comportarsi in una situazione del genere.
"Tutto
ciò è veramente... inaspettato... e... oh, ma guarda, ci sono
anche dei graziosi serpenti di gomma sul tavolo..."
"Già... non è come riavere il tuo corpo tutto per
te, ma ho pensato che ti sarebbero piaciuti... io, naturalmente,
ho sempre preferito i fiori... ricordo quando mia madre mi
cucinò una torta di compleanno a forma di orchidea per i
miei nove anni, il giorno
più bello della mia vita..."
"E quand'è il tuo compleanno, Raptor?" domandò
istintivamente Voldemort.
"Oh, non te l'ho mai detto? E' oggi."
"Davvero? Ma pensa... che coincidenza."
"Già," disse Raptor. Poi, esitante, aggiunse: "Sai,
Voldemort... quando mi hai chiesto di legare la tua anima alla mia, in
effetti ero un po' nervoso, ma adesso credo che sia davvero forte...
insomma, è quasi come avere un coinquilino molto simpatico,
o
addirittura..."
"Sì, sì," lo interruppe Voldemort, capendo
perfettamente-ma anche no-che
cosa intendesse. "Capisco, è come avere uno schiavo, come uno dei miei fedeli
Mangiamorte..."
"Ma no," replicò l'altro accennando una risatina. "E' come
avere un amico."
Potrete capire lo sconvolgimento dell'Oscurissimo a queste parole.
"Non ho mai avuto un amico."
"Beh, ne hai uno ora."
Ne hai uno ora...
Amico...
Basta! Pensò Voldemort riscuotendosi. Amicizia,
amore...
tutte sciocchezze. Baggianate alle quali solo gente come quello
smidollato di Potter, o Silente, potevano credere. Raptor era morto, e
lui non lo rimpiangeva. Non lo rimpiangeva affatto. In effetti, non
sapeva nemmeno perché gli fosse venuto in mente in quel
momento.
Raptor era stato una pedina come tante altre, era previsto che morisse
per la causa. Il suo era solo uno dei tanti sacrifici
necessari
alla conquista del mondo. E Voldemort non lo rimpiangeva
e non si
sentiva in colpa per averlo lasciato morire così. E
soprattutto non
sentiva la sua mancanza, proprio no.
L'Oscuro si alzò, deciso a torturare un po' i
collaboratori
incapaci che si ritrovava, costringerli a rimettere a posto tutto il
casino che avevano fatto e poi rimettersi subito al lavoro. Uccidere
Potter, trovare la Bacchetta di Sambuco, conquistare il mondo... era un
uomo impegnato, lui! Non aveva certo tempo per la nostalgia, o le feste
di compleanno, che sciocchezze!
Tuttavia, prima di andarsene, Voldemort non poté fare a meno
di
lanciare uno sguardo al serpentello di gomma che aveva abilmente
trafugato ad un bambino l'Halloween passato e che curiosamente
assomigliava molto a quei
serpenti su quel
tavolo, quel
particolare compleanno.
"Buon compleanno, amico,"
sussurrò prima di chiudersi la porta alle spalle.
AUTHOR'S NOTES
Ma salve!!
Prima di tutto non ho la minima idea di quando compia gli anni il caro
Raptor e non l'ho trovato da nessuna parte, per cui mi sono sentita
libera di assegnargli un compleanno io u.u (tra l'altro ho visto che il
povero caro non figura nella lista dei personaggi di HP su EFP... ma
povero, lui
no e Theodore Nott che sarà stato nominato 3 volte in 7
libri
sì?? Povero, maltratto, dolcissimo
Quirrell...ç_ç)
Inoltre, ci tengo a dire che un paio di conversazioni sono tratte da A
Very Potter Musical (di nuovo vi invito a guardarlo^^)... sarebbero
quella su Raptor che deve chiamare il nostro Oscuro semplicemente Voldemort, e quella
sull'amicizia... non sono proprio riportate parola per parola e sono
decisamente fuori contesto però...^^
Questa è una storia di amicizia, ma sappiate che la mia
mente perversa
romantica ci vede molto molto
slash :D
Ovviamente la parte in corsivo è il flashback, ma ho come
l'impressione che ci foste arrivati da soli xD
Cooomunque questa fanfic è naturalmente dedicata al nostro
malvagio preferito...
Auguroni, Oscurissimo e
Perfido Lord del nostro cuore!!;)
I ringraziamenti ve li mando con l'apposito programma (che è
davvero una figata pazzesca, lasciatemelo dire). Grazie anche a chi ha
solo letto^^
Ah, quasi dimenticavo, ho fatto uccidere Rowle, perché
è
l'unico Mangiamorte che mi è venuto in mente che non mi pare
sia
stato nominato durante la Battaglia di Hogwarts... potrei sbagliarmi,
però u.u in tal caso, fatemelo notare!;)
Baci
e tanti auguri... buon anno nuovo!
DreamGirl91
P.S.: Remember: reviewing is totally awesome!!
xD ...scherzo. YOU are
totally awesome^^
|
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Capitolo 7 *** Mr.Cellophane-Invisibile ***
Fanfic n°7:
trae
ispirazione dalla canzone "Mr.Cellophane", del musical "Chicago"
Trama: Neville
ha da sempre l'impressione di essere invisibile agli occhi degli
altri... potrà mai una persona speciale notarlo?
GLEE
7. Mr.Cellophane - Invisibile
Neville si appoggiò contro la parete e sbirciò
dietro l'angolo.
Lei era lì, bellissima come sempre, con i capelli biondi che
le
incorniciavano delicatamente il viso mentre rideva insieme ad
un'amica.
Hannah.
Come ogni volta che la vedeva da qualche mese a quella parte,
sentì una strana stretta allo stomaco e desiderò
di
potere andare da lei... parlarle... magari invitarla ad andare con lui
a Hogsmeade il prossimo weekend. O magari anche solo salutarla.
In teoria non dovrebbe essere così difficile. Lui e Hannah
non
erano amici, ma erano compagni di scuola da anni, ormai... non avrebbe
dovuto essere così difficile avvicinarsi a lei e dirle un
semplice ciao.
Eppure lo era. Perché lui non era un ragazzo qualsiasi...
lui era Neville.
Neville l'invisibile.
If someone stood up in a crowd
And
raised his voice up way out loud
And
waved his arm
and shook his leg
You'd
notice him
Neville
era esattamente il tipo di ragazzo che nessuno notava. Quello che bene
o male piaceva a tutti, ma di cui nessuno si ricordava mai davvero.
Quello troppo timido per imporsi, che si trattasse di spiegare a sua
nonna che non era una tragedia non eccellere in Trasfigurazione e
andare invece bene in Incantesimi o di chiedere alla ragazza che gli
piaceva di uscire.
Avrebbe voluto essere diverso... un po' più come... come Harry ad esempio.
Harry era il tipo che parlava e veniva ascoltato. Il leader nato che
aveva il coraggio di a urlare al mondo ciò che pensava,
di ribellarsi alle ingiustizie... e lui non riusciva nemmeno a salutare
Hannah. Patetico.
Ma la verità era che lui semplicemente non poteva essere
come
Harry. Avrebbe voluto, ma non poteva. Alcune persone nascevano per
essere notate, per brillare... alcune, semplicemente, no. Ed era una
cosa che non si poteva cambiare.
And
even without clucking like a hen
Everyone
gets noticed, now and then,
Unless,
of course, that personage should be
Invisible,
inconsequential me
Ma
in realtà il punto non era essere come Harry.
Neville non aveva mai voluto essere famoso o roba del
genere, no.
Il punto era che tutti, prima o poi, venivano notati per qualcosa.
Tutti.
Persino Ron, che - Neville lo sapeva - soffriva il fatto di essere
sempre messo in ombra ora dai cinque fratelli maggiori, ora dal suo
migliore amico, veniva notato decisamente molto più di lui.
Se ad un qualsiasi studente di Hogwarts fosse stato nominato Ron
Weasley, probabilmente questo avrebbe subito pensato: "Ah, l'amico di
Potter". Poteva non essere il massimo, ma era sempre meglio di
ciò che lo stesso studente avrebbe pensato se gli fosse
stato
nominato Neville: "Paciock? E chi è?"
Insomma, in un modo o nell'altro, per un motivo o per l'altro, prima o
poi tutti venivano notati per qualcosa.
Tranne Neville.
Cellophane,
Mister Cellophane
Should
have been my name
Cause
you can look right through me
Walk
right by me
and never know I'm there
Neville sembrava quasi
essere trasparente, mentre camminava per i corridoi di Hogwarts.
La gente passava senza notarlo, senza quasi vederlo.
Si aveva quasi l'impressione che gli sguardi della gente lo
attraversassero... che vedessero un posto vuoto dove c'era lui. Lui era
il ragazzo invisibile.
Per questo,
pur a malincuore,
aveva sempre dovuto rinunciare a parlare con Hannah. Chi era lui per
rivolgere la parola a una ragazza bella e speciale come lei?
Probabilmente lei aveva persino difficoltà a ricordare il
suo nome, che senso aveva rendersi ridicoli?
Nessuno.
Neville sospirò e uscì dal suo angolino.
Come ogni giorno le sarebbe passato accanto senza salutarla, facendo
attenzione a non farsi notare troppo mentre l'ammirava.
Ovviamente questo non sarebbe stato un problema. Lui era invisibile.
Hannah era rimasta sola e stava rovistando nella borsa dei libri. La
sua amica doveva averla lasciata per andare a lezione.
Neville le si avvicinò lanciandole fuggevoli sguardi, con il
cuore che batteva più veloce ad ogni passo.
Quando fu a pochi passi da lei, Hannah chiuse la borsa e
alzò lo sguardo.
Sorrise.
"Ciao, Neville."
Neville si sentì quasi mancare il fiato.
Lei l'aveva salutato.
L'aveva salutato!
Ma com'era possibile? Lui era invisibile...
"C-ciao, Hannah."
"Che cosa fai di bello?" domandò, ancora sorridente.
"Niente di che. Ora buca," rispose lui, ancora incredulo che lei gli
avesse rivolto la parola.
"Beato te..." commentò Hannah. "Io ho Trasfigurazione. Ti va
di accmpagnarmi fino in classe?"
Neville annuì, troppo stupito e di gran lunga troppo
emozionato e felice per riuscire a parlare.
"Fantastico," disse lei, mentre si avviavano insieme verso l'aula di
Trasfigurazione.
Mentre camminavano a fianco a fianco per i corridoi, Neville seppe con
certezza che non era cambiato nulla.
Lui era ancora invisibile, la gente continuava a trapassarlo con lo
sguardo come se fosse trasparente - era praticamente certo che un paio
di persone si fossero chieste perché mai Hannah stesse
parlando
e ridendo da sola.
Ma,
per la prima volta nella sua vita, seppe con altrettanta sicurezza che
non gli importava, né gli sarebbe mai importato di essere
invisibile per tutto il resto del mondo finché
Hannah fosse stata accanto a lui e avesse continuato a sorridergli in
quel modo.
Che cosa poteva importargli del resto del mondo, quando lei sembrava
vederlo così chiaramente?
AUTHOR'S NOTES
Ciauuu!!
Lo so, lo so, manco da un po' di tempo... chiedo perdono!*occhi da cucciolo e
labbruccio tremulo*:D
Beh, anche se un po' in ritardo questa fanfic è stata
scritta in
onore della bellissima vittoria di Chris Colfer ai Golden Globe!*-*
Neville prima
di diventare l'eroe che conosciamo era proprio uno di quei ragazzi che
avrebbero avuto bisogno di unirsi al gLee
per emergere e scorprire se stessi... almeno io lo vedo
così...
in un certo senso secondo me il suo "Glee Club" è stato
l'ES...
ok, basta paragoni scemi xD
Comunque non doveva essere così all'inizio, ma ho dovuto dare a
questo ragazzo un lieto fine, mi faceva troppa tenerezza^^
Grazie a chi legge, commenta, aggiunge a preferiti, seguiti, da
ricordare... siete meravigliosi!!:))
Hugs&Butterfly Kisses<3
DreamGirl91
|
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