Glee

di DreamGirl91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Don't Stop Believing - Solitudine ***
Capitolo 2: *** Can't Fight This Feeling-Vieni A Ballare ***
Capitolo 3: *** You Can't Always Get What You Want - Niente ***
Capitolo 4: *** What I Did For Love - Amare ***
Capitolo 5: *** Keep Holding On - Freddo ***
Capitolo 6: *** For He's A Jolly Good Fellow-Festa di Compleanno ***
Capitolo 7: *** Mr.Cellophane-Invisibile ***



Capitolo 1
*** Don't Stop Believing - Solitudine ***


Salve a tutti!!
Allooooora, questa è una raccolta di ficcy sulle note delle canzoni interpretate dai ragazzi di Glee (bellissima serie di Fox, consiglio di vederla!!). Non utilizzerò tutte le canzoni, perché sono davvero molto varie come genere e non tutte sono adatte ad una fanfic... alcune non saprei davvero come introdurle! Inoltre non utilizzerò le canzoni sempre nello stesso modo, a volte scriverò delle vere e proprie song-fic, altre volte userò solo qualche verso come spunto...
Personaggi/Pairings: molto, molto vari. Tendenzialmente direi canon, perché le coppie canon sono quelle che preferisco, ma vedremo. Sicuramente la coppia che
NON ci sarà MAI è Harry/Hermione.
Per quanto riguarda la New Generation, mi piacerebbe scrivere una Rose/Scorpius... ma anche qui vedremo che cosa uscirà a seconda della canzone.
Nel corso della fanfic, non seguirò l'ordine in cui le canzoni sono state cantate nel telefilm... né nessun altro tipo di ordine!
Uhm... mi sembra tutto... beh, ovviamente non posseggo i personaggi né le canzoni e non scrivo a scopo di lucro^^

Fanfic n°1: trae ispirazione da due versi della canzone "Don't Stop Believing", sigla di Glee e cantata nella versione originale dai Journey. Avrei voluto che la mia prima fanfic della raccolta fosse una Ron/Hermione, visto il mio amore infinito per questa splendida coppia, ma ho ritenuto che la canzone si adattasse meglio ad una Harry/Ginny, dunque... che Harry/Ginny sia!!;
D Missing moment ambientato durante Deathly Hallows... Special guest star: George Weasley xD



GLEE


1. Don't Stop Believing - Solitudine


Ginny era seduta alla finestra e contemplava il buio con aria sconsolata, beandosi, nonostante tutto, del silenzio e della quiete tipici delle serene notti primaverili.
Non era mai stato facile per lei... non è facile essere la più piccola della famiglia e non è facile essere l'unica ragazza in mezzo a sei ragazzi. Fin da quand'era piccola, a volte sentiva il bisogno di staccare la spina, di allontanarsi da tutti quanti e stare un po' da sola con se stessa.
Se non altro questo era facile alla Tana, dove le bastava andare nella sua camera, e a Hogwarts, dove era se possibile ancora più facile trovare un angolino dove starsene in solitudine... ma ora non era a casa sua, o a Hogwarts. Era da zia Muriel. Confinata a casa di zia Muriel da quasi un mese. Si sentiva come un uccello in gabbia.
Sbuffò, tentando di ricordare a se stessa che le sarebbe potuta andare molto peggio.
Avrebbe potuto essere a Hogwarts a subire chissà quali torture per mano di Alecto e Amycus Carrow.
Avrebbe potuto essere imprigionata ad Azkaban, o anche morta.
Avrebbe potuto essere dispersa chissà dove, come lui.

Ginny sentì un brivido lungo tutta la colonna vertebrale.
Si era ritrovata a pensare a lui, di nuovo. Chiuse gli occhi, contando mentalmente il tempo che era passato dall'ultima volta che si erano visti: otto mesi, ventidue giorni e tre ore... dall'ultima volta che si erano parlati: otto mesi, ventidue giorni e cinque ore... dall'ultima volta che si erano baciati... otto mesi, ventitré giorni e dieci ore.
Riaprì gli occhi, sentendo un improvviso groppo in gola. Pensare a lui le faceva male.
Probabilmente non avrebbe dovuto comportarsi così. Loro due neanche stavano più insieme ufficialmente... però lei sapeva che il fatto che lui l'avesse lasciata non significava che non l'amasse più... anzi! Era proprio per amore che l'aveva lasciata, un amore che per anni se n'era stato nascosto in un angolo del cuore di Ginny, non corrisposto... un amore che finalmente lui aveva iniziato a ricambiare. Un amore che, nonostante tutto, semplicemente non poteva essere soffocato in alcun modo.
Sospirò, guardando una stella particolarmente luminosa nel cielo senza luna.
Si chiese dove fosse, che cosa stesse facendo, se anche lui la stesse pensando.
Forse anche lui, ovunque si trovasse in quel momento, stava guardando quella stessa stella pensando a lei. Non era un pensiero così assurdo, dopotutto, no?
Lentamente un pensiero, sempre lo stesso, spaventoso e orribile come al solito, la colse: e se lui fosse stato ferito, o peggio - il solo pensiero era troppo terribile da sopportare - morto?
Probabilmente se avessero conosciuto i suoi pensieri, gli altri l'avrebbero tranquillizzata, dicendole che lui stava certamente bene, che se gli fosse successo qualcosa l'avrebbero sicuramente saputo, perché Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato avrebbe voluto che tutti lo sapessero se fosse finalmente riuscito a catturare e uccidere il Bambino Sopravvissuto, uccidendo così anche quel timido barlume di speranza che nonostante tutto continuava ad ardere nei loro cuori...
D'accoro, questo era vero, assolutamente vero. Ma era anche vero che nessuno considerava che i Mangiamorte e il Capo Mangiamorte in persona non erano affatto gli unici pericoli là fuori... privazioni, stenti, bestie e creature magiche di ogni tipo... magari non erano proprio Lord Voldemort, ma potevano anche loro rappresentare un pericolo, no?

Ginny non si sentì più in grado di trattenere il pianto, e sentì le lacrime iniziare a scorrerle sulle guance, e lei non poté fare altro che lasciarle scorrere, impotente.
Imprecò mentalmente contro la guerra, i Mangiamorte e qualunque altra cosa stesse provocando in lei quel turbinio di emozioni.
Perché doveva essere tutto così dannatamente complicato?
Perché quell'amore doveva essere così dannatamente complicato?
Perché fino ad allora le aveva portato più sofferenza che altro?
Perché mai si era dovuta innamorare proprio di Harry Potter?
E per quale dannato motivo lui doveva essere così maledettamente lontano? Perché non poteva semplicemente essere lì a stringerla fra le braccia come era giusto che facesse un ragazzo normale con la ragazza che amava?
Sentiva di non farcela più. Il dolore, la preoccupazione, la mancanza di lui si erano fatti troppo pesanti da sopportare.
Aveva solo sedici anni, non era affatto giusto che dovesse sopportare tutto questo. Sentì montare una rabbia irrazionale pensando alla risposta che le avrebbe certamente dato zia Muriel se le avesse detto una cosa del genere... "Ginevra, la vita non è giusta, te l'ha mai detto nessuno? Ragazza capricciosa e ingrata! Ai miei tempi..." Bah! Vecchia pazza! Non la sopportava più, doveva proprio venirle in mente anche in un momento come quello?
E poi lei odiava piangere, odiava sentirsi debole. Aveva pianto a stento persino al funerale di Silente, eppure pareva che da un po' di notti a quella parte non sapesse fare altro, accucciata sul davanzale della cucina di zia Muriel mentre tutti dormivano.
E si odiava per questo. Non voleva piangere. Voleva essere forte.
Eppure non ce la faceva.

"Ginny?"
La ragazza smise subito di piangere e si voltò verso la voce familiare che aveva parlato dall'oscurità della cucina. Non rispose.
"Ginny, sei tu?" chiese ancora la voce.
Ginny si riscosse e si asciugò velocemente le lacrime, non avendo alcun desiderio di farsi vedere in quello stato.
"Sì, sono io." rispose, tornando a guardare fuori dalla finestra.
Il proprietario della voce entrò nel cono di luce della finestra, permettendo alla ragazza di scorgere i suoi lineamenti.
Si avvicinò a lei, e sorrise.
"Neanche tu riesci a dormire, eh?" le chiese George in un sussurro, con il suo solito tono allegro.
Lei fece un semplice cenno di diniego.
"Ti capisco. A giudicare da come si agita, Fred probabilmente sta sognando un incontro di lotta lib... Ginny, ma stai piangendo?"
Il tono di lui non era più scherzoso, si era fatto tutto ad un tratto preoccupato. Sapeva quanto fosse difficile far piangere la sorella.
Ginny si voltò a guardarlo negli occhi, ma fu costretta a distogliere immediatamente lo sguardo.
"No..." negò lei, ma sapeva che lui non ci avrebbe creduto. A parte Ron, che, anche se Ginny non avrebbe mai voluto ammetterlo, era sempre stato il suo fratello preferito in assoluto, era George quello al quale si sentiva più legata. Data l'indole giocherellona di lui, a molti sarebbe stato difficile crederlo, ma nel corso degli anni, George si era sempre dimostrato molto attento nei confronti delle persone alle quali teneva (specialmente poi se si trattava di Fred o Ginny) ed era un'ottima spalla su cui piangere.

Come aveva previsto, lui non le credette.
"Ginevra Weasley," disse serio sedendosi accanto a lei. "In tutta la mia vita ti avrò vista piangere si e no tre o quattro volte. So che odi piangere e so quanto sia difficile farti arrivare alle lacrime, per cui o mi dici di tua spontanea volontà che cosa sta succedendo, o te lo estorco a forza!"
Normalmente avrebbe riso, ma  in quel momento non sentiva di averne la forza.
"Non ridi delle mie minacce? Allora è proprio grave..." commentò George, che pur nascondendosi dietro il suo solito umorismo, era visibilmente preoccupato per lo stato in cui si trovava la sorella.
Ginny sospirò.
"Non saprei spiegartelo nemmeno io, George, è che..." si interruppe brevemente, non riuscendo nemmeno lei a capire bene che cosa volesse dire.
"Che...?" la esortò lui.
"Non lo so!" scoppiò lei, ricominciando a piangere. "E' solo che... è tutto così strano, assurdo, confuso! Tu e gli altri ve ne andate fuori a rischiare la vita quasi tutti i giorni, e io devo starmene qui a pregare di potervi rivedere. La mia migliore amica e mio fratello sono dispersi chissà dove e... e Harry..."
La voce le si spezzò completamente e lei si ritrovò, senza sapere come, circondata dalle braccia del fratello, a piangere contro il suo petto.
"Calmati Ginny," le disse lui dolcemente, accarezzandole i capelli. "Se noi combattiamo... se Hermione, Ron e Harry combattono, è per costruire un modo migliore, per il nostro futuro."
"Lo so! Lo so, capisco il motivo per cui combattete, davvero... anzi, se ne avessi la possibilità, combatterei anche io, e lo sai! E' che... non ce la faccio a non essere preoccupata, qui, tutta sola, con quella vecchia stupida pipistrella che se ne va in giro a borbottare insensatezze tutto il giorno!"
George soffocò a fatica una risata e Ginny sentì il suo sorrisino tra i capelli.
"In effetti non ti invidio... chiusa qui con zia Muriel ventiquattro ore su ventiquattro!" scherzò. "Però, Ginny, seriamente... devi stare tranquilla, o impazzirai. Devi avere fiducia che tutto andrà bene. Io e gli altri staremo benone, te lo prometto. E lo stesso vale per Ron e Hermione, dovunque siano. E Harry... scusa, ma io avevo l'impressione che tu lo amassi quel ragazzo... o forse mi sbaglio?"
Ginny si allontanò da lui quei pochi centimetri necessari a guardarlo negli occhi.

"Che cosa c'entra questo ora?" chiese, gli occhi ancora lucidi ora accesi di stupore.
"C'entra eccome," rispose George annuendo convinto. "Se lo ami così tanto... non credi che lo sapresti se gli accadesse qualcosa? Non credi che lo sentiresti?"
"Come sarebbe mai possibile? Siamo così lontani..."
"Non conta," replicò lui convinto. Esitò un attimo prima di aggiungere: "Voglio raccontarti un segreto. Mi prometti che lo manterrai?"
Ginny annuì, e per un momento le sembrò di essere tornata una bambina alla quale si racconta la favola della buonanotte. George sorrise.
"Capita a volte che io venga mandato in missione da solo, mentre Fred viene mandato da qualche altra parte. Quando capita... devo essere molto lucido, e molto concentrato su ciò che devo fare, e non è facile esserlo quando lui rischia la vita chissà dove. Ma poi... beh, semplicemente mi dico che lo saprei. Non ha senso che io rimanga in ansia per lui, perché se gli accadesse qualcosa lo saprei immediatamente, perché il bene che gli voglio va oltre le distanze, e se dovesse morire, la mia vita non sarebbe mai più la stessa. Lo sentirei, sarebbe come se qualcuno portasse via una parte di me. E lo stesso vale per te, per mamma, per papà, per Ron... lo saprei se vi accadesse qualcosa, ovunque io voi siate. E così è per te con Harry, ne sono certo."
Ginny lo guardò, soppesando le sue parole.
Fu con una fitta al cuore che si accorse di quanto avesse ragione.
Fred, George, Hermione, Ron... Harry... li amava tutti troppo per non accorgersene se fosse successo loro qualcosa. Troppo. Specialmente Harry.
"Hai ragione," gli disse piano. Abbassò lo sguardo. "Ma... non posso fare a meno di stare in pena. Forse è vivo, ma... per quanto? Tu-Sai-Chi potrebbe trovarlo e ucciderlo in ogni istante, potrebbe non tornare mai più da me, potrebbe..." si interruppe, mentre un nuovo bruciore si faceva strada nella sua gola. "Che cosa dovrei fare, aspettare pazientemente il suo ritorno con quest'angoscia che non mi abbandona nemmeno un attimo? Starmene qui buonina a lasciarmi dilaniare dal terrore che possa morire in ogni singolo istante?"
George soppesò un secondo le parole di lei.
"Devi solo crederci," disse alla fine. "Sai... non perdere mai la speranza, tenere stretta al cuore la consapevolezza che un giorno potrai riabbracciarlo. Continuare a credere nel sentimento che vi unisce. Un po'... un po' come dice quella vecchia canzone Babbana..."
Ginny lo guardò interrogativa. Da quando George ascoltava musica Babbana?

"Ma sì," insistette lui. "Quella che ci canticchiava sempre papà una volta..."
Ah, ecco. Sì, ascoltare musica Babbana era decisamente più il genere di cose che suo padre avrebbe fatto.
Ma ancora non riusciva a...
Poi, un lampo di comprensione si accese nei suoi occhi, e lei ricordò chiaramente. Sì, certo... le era sempre piaciuta quella canzone.
"Non smettere di crederci, aggrappati a quel sentimento..." recitò con un filo di voce.
"Esatto," confermò George con un sorriso.
Ginny lo guardò per qualche istante colma di gratitudine.
"Grazie," disse poi semplicemente, tornando a rifugiarsi tra le sue braccia.
"Non c'è di che sorellina," rispose lui semplicemente stringendola forte.
"George?" chiese lei dopo qualche istante.
"Sì?"
"Me la canti?"
George sorrise lievemente.

"Don't stop believing, Hold on to that feeling..."
Rimasero così per un tempo indefinito, con Ginny, per una volta così vulnerabile, che si lasciava abbracciare e sostenere da suo fratello.
Piano piano, sentiva il peso opprimente che da tanto, troppo tempo gravava sul suo stomaco farsi più leggero.
E, mentre si addormentava cullata dalle note di quella canzone, un timido sorriso iniziava a spuntare sul suo volto.



AUTHOR'S NOTES

So esattamente che cosa state pensando... come dite? No, no, non posseggo l'Occhio Interiore come la Cooman... xD
Semplicemente immagino che molti di voi siano perplessi nel vedere une Ginny così vulnerabile e un George così serio...O_o lo è stato anche per me scriverne (e molto xD), ma poi ho pensato... beh, che secondo me Ginny non può non aver attraversato un periodo del genere, con mezza famiglia sempre coinvolta in chissà quali missioni pericolose e la sua migliore amica, suo fratello e il ragazzo che ama dispersi chissà dove in giro per la Gran Bretagna! E George... beh, per me sia lui che Fred dietro quell'immagine scherzosa e giocherellona, nascondono una grande sensibilità e capacità di ascoltare e aiutare le persona alle quali tengono... capacità che sanno tirar fuori nel momento opportuno^^ ovviamente la mia è solo un'interpretazione dei personaggi, ma ci tenevo a specificare perché io non abbia ritenuto opportuno inserire
OOC tra gli avvertimenti...
Beh, fatemi sapere che ne pensate!;)
Baci,
DreamGirl91

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Capitolo 2
*** Can't Fight This Feeling-Vieni A Ballare ***


Fanfic n°2: mi è stata ispirata dalla canzone "Can't Fight This Feeling", versione originale di Reo Speedwagon.
Trama: Missing moment ambientato durante il matrimonio di Bill e Fleur. I pensieri di Ron mentre balla per la prima volta con la ragazza che ama da una vita. Per parcondicio, stavolta come guest star abbiamo... *rullo di tamburi* Fred Weasley!! xD


GLEE

2. Can't Fight This Feeling - Vieni A Ballare

Vieni a ballare, le ho detto. Vieni a ballare. E con un tono imperativo e scocciato, per giunta. Bell'invito, Ron, complimenti, ottimo lavoro. Per una volta che ho il coraggio di invitarla... mi prenderei a schiaffi!
Ma forse non dovrei preoccuparmene: ci penserà lei, a prendermi a schiaffi. Giustamente, aggiungerei. Potrebbe anche decidere di farmi attaccare di nuovo da quei suoi canarin... che... che miseriaccia sta facendo? Perché si sta alzando? Perché mi sta porgendo la mano come per invitarmi a seguirla?
Non... non vorrà mica ballare sul serio? Dopo quell'invito?
Invece pare proprio di sì, a giudicare dal suo sorriso. Vagamente sorpreso, mi alzo e la seguo tra la folla. Tenendo la sua mano stretta nella mia, sento lo stomaco in subbuglio e le orecchie in fiamme. E' incredibile l'effetto che riesce a farmi questa ragazza.
Hermione, te l'ho mai detto che sei straordinaria? No, perché se non l'ho fatto devo assolutamente ricordarmi di prendermi a calci. Non esiste nessuna come te, nessuna. Nessuna così bella, nessuna così intelligente, nessuna così dolce, compassionevole e forte allo stesso tempo. Nessuna. Sei proprio unica.
Il mio cuore accelera mentre raggiungiamo il centro della pista da ballo. Mentre poggio la mano sul
fianco di Hermione (non credo che le mie orecchie possano umanamente diventare più rosse), sono vagamente consapevole del fatto che stia iniziando una nuova canzone. Un lento.
Fantastico
! Che fortuna sfacciata!
Da quanto tempo è che desidero ballare un lento con lei? Da quanto tempo è che sono perdutamente innamorato di lei? Quanto?
Troppo per poterlo ricordare. Davvero troppo.

I can't fight this feeling any longer

And yet I'm still afraid to let it flow
What started out as friendship, has grown stronger
I only wish I had the strength to let it show

Come sei bella oggi, Hermione... se possibile persino più del solito.
Ti sorrido e arrossisci lievemente mentre sorridi a tua volta.
Adoro il tuo sorriso, è sempre riuscito a scaldarmi il cuore in una maniera assolutamente inspiegabile.
E i tuoi occhi... mi fanno impazzire i tuoi occhi. Così grandi, così profondi, così dolci... chi l'ha detto che gli occhi chiari sono più belli? Io, personalmente, non ricordo di aver mai visto nulla di più meraviglioso dei tuoi occhi scuri, di un castano bellissimo e indefinibile.
Distrattamente ascolto le parole della dolce canzone che risuona per il giardino, e mi rendo conto che sembrano fatte apposta per descrivere ciò che provo per te, sai Hermione?
Tutto è iniziato con un'amicizia, la nostra amicizia, che è cresciuta e si è rafforzata in questi anni... fino a diventare, prima ancora che me ne potessi rendere pienamente conto, qualcosa di infinitamente più grande. Qualcosa che vorrei avere il fegato di dimostrarti.
Perché io ti amo, Hermione. Ti amo moltissimo, da sempre.
E ormai non posso più nasconderlo. Eppure non so come dirtelo, ho troppa paura di un tuo rifiuto.

And even as I wander
I'm keeping you in sight
You're a candle in the window
On a cold, dark winter's night
And I'm getting closer than I ever thought I might

Le faccio fare una goffa giravolta, e la sento ridere lievemente.
"Lo so, non sono un grande ballerino," le dico mentre poggio nuovamente la mano sul suo fianco.
Lei deve temere di aver ferito i miei sentimenti, perché dice:
"Oh, no... no, Ron, non volevo dire..."
"Va tutto bene, Hermione. So di essere un pessimo ballerino... d'altronde non si può essere perfetti, no?" aggiungo con un piccolo ghigno.
Sorridi ancora.
Non è vero, sai? Si può essere perfetti. Tu ne sei la prova vivente.
Mentre ti guardo negli occhi, mi chiedo se ricambi, o potrai mai ricambiare ciò che provo per te.
A volte mi sembra di percepire qualcosa da parte tua... ma com'è possibile che una come te possa anche solo pensare a uno come me? Sei troppo bella, troppo intelligente, troppo... troppo!


My life has been such a whirlwind since I saw you
I've been running round in circles in my mind
And it always seems that I'm following you, girl
Cause you take me to the places that alone I'd never find

Da quando sei arrivata nella mia vita l'hai stravolta completamente, l'hai resa più ricca, più piena.
Con te accanto non ho bisogno di altro per essere felice.
Potrai mai perdonarmi per non averlo capito prima?
Potrai mai perdonarmi per essermi messo con Lavanda?
Il mio cuore è sempre stato solo tuo. Mai suo. Vuoi la verità? Ho preferito scegliere lei piuttosto che aspettare te e sentirmi rifiutato. Sono stato stupido, lo so. Stupido e codardo. E il guaio è che lo sono ancora... sì, perché altrimenti ti direi quanto tu abbia reso speciale la mia vita semplicemente standomi accanto.
E ti sono molto grato per questo... mi sa che non ti ringrazio abbastanza... miseriaccia Ron! Ok, mi ricorderò di darmi un paio di frustate o sbattere ripetutamente la testa contro un muro anche per questo.
Comunque, a scanso di equivoci, Hermione... grazie.
Grazie di avermi insegnato tante cose che non avrei mai saputo se non fosse stato per te.
Grazie per avermi portato in tanti luoghi che mai avrei trovato da solo.
Grazie di aver reso la mia vita tanto bella.
"Grazie," sussurro quasi inconsapevolmente.
"Per che cosa?" mi domandi.
Miseriaccia! Arrossisco lievemente.
"Grazie... perché sei sempre con me, anche se non me lo merito."
Sono certo di averti stupito. E in positivo, per una volta.
Il tuo sorriso si fa ancora più dolce.
Hermione, lo sai che mi farai impazzire, vero?

And even as I wander I'm keeping you in sight
You're a candle in the window on a cold, dark winter's night
And I'm getting closer than I ever thought I might

Tanto per non imbarazzarmi ulteriormente, lei si stringe forte a me e appoggia il viso contro il mio petto.
No, non sono assolutamente imbarazzato, proprio per nulla. Non sto arrossendo, non sto tremando e soprattutto il cuore che sta battendo all'impazzata non è il mio, proprio no.
Hermione, lo sai che mi hai già fatto impazzire, vero?
Però, nonostante tutto, non posso fare a meno di sorridere e sentire un calore indescrivibile nel cuore mentre ti stringo finalmente tra le mie braccia.
Una stella. Sei una come una piccola, dolce stella, calda e luminosa. La mia  bellissima stella.
Può uno come me aspirare all'amore di una persona speciale come te?
Non lo so, ma al momento non m'importa.
Ora importa solo poterti stringere forte a me, accarezzare i tuoi capelli e annusare il tuo profumo.
Non avrei mai creduto che un giorno sarebbe successo, non pensavo che sarei mai riuscito ad arrivare tanto vicino a te, al tuo cuore.
Eppure sta succedendo, sta succedendo proprio a me.
Mi sento l'uomo più fortunato dell'intero universo.

And I can't fight this feeling anymore
I've forgotten what I started fighting for
It's time to bring this ship into the shore
And throw away the oars, forever

Non penso di poter più sopprimere l'amore che sento per te.
Sinceramente al momento neanche riesco più a ricordare perché esattamente volessi cercare di sopprimerlo... mi rendo conto ora che sarebbe assolutamente impossibile. Vederti, parlarti, sfiorarti... senza innamorarmi di te ogni secondo di più? Che sciocchezze, impossibile.
E temo di non poter nemmeno più nascondere ciò che provo... al momento la voglia di baciarti, di dirti finalmente quanto ti amo è irresistibile.
E forse... forse è meglio così, no?
Forse dovresti sapere la verità.
Forse è tempo di mettere le carte in tavola, di rischiare.
Mi stacco - anche se controvoglia - da te per poterti guardare negli occhi.
Oh, Hermione... non sai quanto vorrei saper usare la Legilimanzia in questo momento... non sai quanto vorrei sapere che cosa stai pensando.
Io ti amo... potrai mai amarmi anche tu?

Cause I can't fight this feeling anymore
I've forgotten what I started fighting for
And if I have to crawl upon the floor
Come crushing through your door
Baby, I can't fight this feeling anymore.

La canzone finisce, ma noi non accenniamo a volerci muovere dalla nostra posizione.
Io ti sto ancora guardando negli occhi, occhi che formulano una muta domanda... ti e mi stai chiedendo perché mai io continui a fissarti senza dire nulla.
Sei talmente bella da togliere il fiato.
"I-io..." balbettò, schiarendomi la voce.
"Sì?"
Sbaglio o nei suoi occhi c'è un'attesa mista a... speranza?
"Hermione, io volevo dirti che..."
"Sì?"
Sì, ecco... Hermione, capisco che tu sia ansiosa di sapere che cosa io abbia da dirti e tutto il resto, ma... credi che potresti evitare di avvicinare così il tuo viso al mio? Non che tu mi stia mettendo in imbarazzo o altro, eh? Non è che io non riesca a pensare con i tuoi occhi e le tue labbra... così vicini a me, ma... beh, diciamo che per lo meno non riesco a pensare lucidamente.
"Io..." ora glielo dico, sì glielo dico, giuro che glielo... "volevo solo dirti quanto tu sia incredibilmente bella stasera."
Imbecille.
Sono-un-imbecille.
"Oh," dice lei. Sembra vagamente delusa... "Oh, grazie Ron anche... anche tu stai molto bene."
Le sorrido debolmente, e intanto pianifico il mio suicidio in circa cento fantasiosi modi.
E' incredibile. Sono un Grifondoro, ho combattuto con dei Mangiamorte e ho affrontato ogni sorta di belva malefica, comprese svariate decine di acromantule - acromantule! E io soffro di aracnofobia! - ... dove diavolo è finito tutto il mio coraggio?
E' mai possibile che io sia talmente imbranato da non riuscire neanche a dire a Hermione quanto io l'ami?
"Ehi Hermione!" chiama una voce conosciuta con tono allegro.
Ci voltiamo entrambi.
"Hermione, ti andrebbe di fare un ballo con me?"
"Certo Fred, naturalmente."
"Grandioso. Non ti dispiace, vero fratellino?"
Scuoto la testa mentre lascio andare Hermione per permettere a mio fratello di prendere il mio posto.
Prima di andare via le rivolgo un ultimo, rapido sorriso, al quale lei risponde.
Se non altro, considero tristemente, lui è mio fratello e non quel viscido Viktor Krum, e sono più che certo che non abbia mire su di lei.
Eh già, perché io sono anche gelosissimo, è un altro dei miei tanti difetti.
A pensarci bene potrei fustigarmi anche per questo più tardi. Sì, dovrei proprio...
Mi giro e la guardo volteggiare tra le braccia di Fred.
Ancora una volta non posso fare a meno di rimanere completamente estasiato mentre l'ammiro.
Un sorriso si allarga sul mio volto.
La amo, che posso farci?
Beh, per oggi è andata così. Non sono ancora riuscito a confessarle i miei sentimenti. Oh, ma un giorno lo farò, statene pur certi.
Forse non oggi e neanche domani, ma un giorno lo farò.
E allora... allora sarà mia, la mia Hermione.




AUTHOR'S NOTES

Ma salve!!
Perdonatemi tantissimo per il mio tremendo ritardo... purtroppo non riesco ad essere molto costante negli aggiornamenti...:((
Rieccomi con la seconda fanfic della mia raccolta... la prima Ron/Hermione!!^^
Spero che vi sia piaciuta... se avete tempo/voglia fatemi sapere...
Kary91: grazie^^ sono contenta che la mia shot ti sia piaciuta... anche io sono molto appassionata di Glee... e sono d'accordo con la tua visione di Fred e George... li adoro!!*-* Non preoccuparti se non riuscirai a seguire ogni aggiornamento... sono già contenta che tu mi abbia lasciato una recensione!! Ancora grazie...:)))
Ringrazio tanto anche le due persone che mi hanno inserito tra le seguite, jadina94 e malandrina4ever... e confettina che mi ha aggiunto tra le fanfic da ricordare!! Spero che questa seconda one-shot sia stata di vostro gradimento!!;) Grazie anche a chi ha solo letto.
Baci,
DreamGirl91

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Capitolo 3
*** You Can't Always Get What You Want - Niente ***


Fanfic n°3: mi è stata ispirata dalla canzone "You Can't Always Get What You Want", versione originale dei Rolling Stones.
Trama: Molly riflette sulla sua vita... non era certo così che se l'era immaginata, quand'era bambina... ma diversa non significa necessariamente peggiore! ;) Special guest star: Ninfadora...
Non chiamarmi Ninfadora, autrice! Io sono Tonks! è_é
...Ninfadora Tonks, che preferisce essere nota solo con il cognome.^^
Lo preferiresti anche tu se quella sciocca di tua madre ti avesse chiamato Ninfadora...-.-"
(conversazione "rubata" da HP5... anche se, certo, in quel caso Tonks stava parlando con Remus e non con me ù_ù)


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3. You Can't Always Get What You Want - Niente


"Molly?" chiese Tonks, bevendo un sorso di tè. "Se  potessi cambiare qualcosa, qualsiasi cosa della tua vita, che cambieresti?"

Molly non rispose. La sua mente aveva cominciato a vagare lontano, lontano... fino ad arrivare alla sua infanzia, quando era ancora semplicemente la piccola Molly Prewett.
La sua famiglia non era mai stata ricca, avevano sempre dovuto faticare per arrivare alla fine del mese. Ricordava che quando era molto piccola, prima di dormire, si rannicchiava sotto le coperte, e fantasticava, pensando al suo futuro, a come tutto sarebbe cambiato.
Per prima cosa, lei sarebbe diventata una grande, grandissima attrice e avrebbe recitato in tutti i teatri del mondo magico. Ebbene sì, Molly amava recitare, e ogni Natale costringeva i fratelli a prendere parte a dei piccoli spettacolini che mettevano poi in scena insieme davanti ai genitori.
La donna non l'aveva mai rivelato a nessuno se non a suo fratello Fabian, ma d'altro canto nessuno gliel'aveva mai chiesto a parte lui.
Un altro dei tanti sogni della piccola Molly era essere più indipendente possibile... si ripeteva sempre che l'ultima cosa che avrebbe voluto era sposarsi molto giovane ed essere ancorata a casa per tutta la vita, costretta a badare ai suoi innumerevoli figli.
No, lei non sarebbe finita così.
Tanto per cominciare, lei non avrebbe iniziato a pensare al matrimonio prima dei venticique-trent'anni, e sicuramente non prima di aver guadagnato molti soldi con la sua carriera da grande attrice.
Dopodiché, quando fosse stata pronta, avrebbe sposato un uomo... un uomo che sarebbe stato bello e possibilmente ricco, con il quale avrebbe finalmente avuto non più di uno o due figli. E insieme avrebbero avuto una bella casa, magari con un elfo domestico per aiutarla a sbrigare tutte le faccende e lasciarle abbastanza tempo da continuare il suo tanto amato lavoro.
E sorrideva, Molly, rannicchiata sotto le coperte, con la testa piena di tanti bei sogni.
Avrebbe avuto una vita speciale, lei. Una vita perfetta.
Avrebbe ottenuto tutto ciò che desiderava.
E si addormentava con il sorriso sulle labbra.

Ma poi... la vita aveva avuto modo di disattendere ogni più piccolo desiderio.
Tanto per cominciare, aveva pian piano soffocato i suoi grandi sogni di gloria e aveva rinunciato all'idea di diventare una ricchissima e famosissima attrice, optando per il ruolo di felice moglie dell'uomo perfetto, bellissimo e ricchissimo con il quale si sarebbe di certo sposata...
Poi era andata a Hogwarts e aveva conosciuto Arthur che, certo, amava, ma che non era esattamente l'uomo bellissimo e (tantomeno) ricchissimo che lei aveva sempre sognato.
A causa della guerra che devastava l'Inghilterra, aveva finito per sposarsi molto giovane, non sapendo se sarebbe mai riuscita a vedere l'alba del giorno seguente. Presto aveva avuto figli, tanti figli, figli di cui doveva occuparsi.
E una casa, e gli gnomi sempre in cortile, il bucato da fare, le stanze da pulire e i pasti da preparare.
Insomma, non si poteva certo dire che avesse ottenuto ciò che voleva, proprio per niente.

Molly guardò brevemente Tonks, che continuava a scrutarla con aria curiosa, in attesa.
Accennò un sorriso. La sua domanda le aveva fatto ricordare una conversazione avuta tanti, tanti anni prima con sua madre.

"Mamma?" aveva chiesto la piccola Molly "Ti ricordi tutti i sogni che avevi da piccola?"
"Certo, mia cara," aveva risposto la signora Prewett.
"E si sono avverati tutti?"
"No, non direi."
Molly aveva sgranato i suoi begli occhioni castani, soppesando la risposta della madre.
"Mamma... tu sei felice?" aveva domandato alla fine, trattenendo il fiato.
"Certo che sono felice, tesoro."
"Ma..." aveva obiettato la piccola. "ha detto che non hai realizzato i tuoi sogni!"
La signora Prewett aveva smesso di sferruzzare per qualche secondo e alzato lo sguardo in modo da poter guardare sua figlia negli occhi, con un sorriso dolce.
"Hai ragione, l'ho detto. Ed è così infatti," aveva confermato la donna. "Purtroppo nella vita non si può avere sempre ciò che si vuole. Ma ti svelerò un segreto, piccola mia: a volte, la vita fa in modo di farci avere esattamente ciò di cui abbiamo bisogno."

Molly non aveva capito il discorso della madre, ma non l'aveva mai dimenticato.
E ora che tutti i suoi sogni di bambina erano stati infranti, ora che era moglie e madre, sempre troppo presa dalle faccende di casa per occuparsi di molto altro... ora sì che l'aveva capito il discorso della signora Prewett.
Non aveva ottenuto ciò che voleva... ma aveva ottenuto ciò che le serviva davvero.
Il suo Arthur, i suoi splendidi figli... gli amici e i compagni dei figli che ormai erano entrati di diritto a far parte della grande famiglia Weasley...
Anche semplicemente pensando a loro il suo cuore si riempì di gioia.
Non credeva che se fosse stata una grande attrice sposata con un uomo bello e ricco avrebbe potuto essere più felice.

"Allora, Molly?"
La voce di Tonks la riportò alla realtà, e Molly volse lo sguardo verso la bella strega dai capelli rosa, che la guardava con occhi pieni di curiosità.
"Se potessi farlo, che cosa cambieresti della tua vita?" ripeté.
Un ampio sorriso si aprì sul volto della signora Weasley.
"Niente, cara," rispose. "Non cambierei niente."


You can't always get what you want
But if you try sometimes you might find
You get what you need




AUTHOR'S NOTES

Ma salve!!
Ok, sarò sincera, non sono soddisfatta di questa fanfic.
Cioè, si capisce a grandi linee ciò che ho tentato di esprimere, ma non sono certa di averlo espresso al meglio, dammit!>.<
Insomma, temo che da ciò che ho scritto si capisca che Molly si è dovuta accontentare, ma non credo che sia così! Voglio dire in realtà ciò di cui si è "accontentata" è tutto ciò che la rende davvero felice no?? Ecco, mi incasino anche a spiegarlo adesso, uffi...:(( beh, spero che i miei siano inutili problemi e che voi abbiate capito...e soprattutto che vi sia piaciuto!! Fatemi sapere:))
Ora passiamo ai dovuti ringraziamenti.
Slytherin_Yuna: Ma grazieee... sì in effetti Glee e HP sono meravigliosi in una maniera indescrivibile!! Ho letto la tua fanfic, ti ho anche lasciato un commentino, l'hai letto?? Anche io quando ho sentito quella canzone mi sono sentita subito ispiratissima e ho avuto un'idea per una fanfic... probabilmente sarà la prossima che pubblicherò!^^ Grazie per la recensione, spero che continuerai a seguirmi!!:)) Ah, dimenticavo, grazie millissime per aver aggiunto la ficcy tra le preferite*-*
Ringrazio inoltre CaroF e terryborry che hanno aggiunto la storia tra le seguite.
Grazie anche a chi ha solo letto.
Baci,
DreamGirl91

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Capitolo 4
*** What I Did For Love - Amare ***


Fanfic n°4:trae ispirazione dalla canzone "What I Did For Love", da "A Chorus Line"... questa canzone è un capolavoro, ascoltatela:') avrei voluto utilizzare tutto il testo e non solo una parte,:( ma poi avrei dovuto cambiare completamente storia, e a me piaceva questa u.u xD
Trama: Che cosa succederebbe se Harry e Draco si incontrassero per caso alcuni anni dopo la Battaglia di Hogwarts?


GLEE

4. What I Did For Love - Amare


Harry sbuffò, rileggendo per decima volta il rapporto per essere sicuro di non aver commesso errori.
Non importa se sei il grande salvatore del mondo magico, quando sei un novellino nella sezione Auror del Ministero ti becchi tutti i casi noiosi, quelli di cui nessuno si vuole occupare... e guai a te se pensi di non svolgerli con tutto l'impegno possibile!
E così Harry si divideva da giorni tra gente che perdeva antichi cimeli di famiglia e furtarelli da quattro soldi.
Quello che stava esaminando in quel momento era il rapporto dell'interessantissimo caso di Madama Bennet, che aveva smarrito il suo braccialetto di perle... che era stato poi ritrovato attorno al suo polso.
Appoggiò i fogli sul tavolo e si stropicciò gli occhi. Sbirciò l'orologio. Mancavano dieci minuti, solo dieci minuti. E se in quei dieci minuti non si fosse presentato più nessuno, forse per una volta lui sarebbe riuscito ad uscire da quel posto ad un orario decente...
"Ehi, novellino!"
...vana speranza.
"Sì, Debbie?" chiese Harry guardando con aria affranta l'Auror.
"Hai finito con quel rapporto? Qui fuori c'è un caso molto interessante tutto per te!" annunciò perfidamente allegra lei.
Sì, come no, interessante come un campione di cacca di Doxy pensò Harry mentre allungava i fogli del rapporto a Debbie con aria afflitta.
"Grazie, novellino... signore, si accomodi."
Harry non osò guardare il nuovo arrivato. Tremava al solo pensiero di trovarsi davanti un altro signor Jones che non riusciva più a trovare la sua dentiera.
"Potter?" disse il nuovo arrivato chiaramente stupito.
Quella voce...
No. Tutti ma non lui.
Harry alzò gli occhi e si ritrovò faccia a faccia con l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in qual momento... o in qualsiasi momento, per dirla tutta.
"Malfoy!" bocchegiò Harry. "Che ci fai qui?"
"Non l'hai sentita la tua collega? Sono il tuo nuovo caso... novellino."
"Taci, Furetto. Se sei venuto a farmi perdere tempo vattene, altrimenti smettila di fare dello spirito e siediti."
Chiunque li avesse sentiti avrebbe pensato che più di tre anni e svariate vicende poco simpatiche quali rapimenti, torture e la più grande battaglia che si fosse mai vista nel mondo magico non fossero riusciti a mutare di una virgola i rapporti dei due ragazzi, eppure entrambi, pur facendo finta nulla sapevano che niente era come prima.
Guardando negli occhi il ragazzo che gli stava davanti, Harry rivisse in un istante tutto ciò che era successo tra loro... anni di odio puro, poi all'improvviso... Malfoy che diventava un Mangiamorte, Malfoy che non voleva uccidere Silente, Malfoy che veniva costretto a torturare la gente, Harry che gli salvava la vita... Harry che per quanto si sforzasse non riusciva a provare più odio per quel ragazzo biondo, quell'ex-Mangiamorte che gli stava di fronte... antipatia, disprezzo forse... ma non odio, non più.
Draco si sedette, e si ritrovò a pensare che quella era la prima volta che parlava con Potter da quella sera, la sera della battaglia, nella Stanza delle Necessità. Oh, certo, era capitato di incontrarsi, di incrociare per qualche secondo gli occhi, ma nulla di più. Avvertì una strana stretta allo stomaco nel pensare a quanto tempo fosse passato da quando era un ragazzino felicemente ignaro di ciò che significasse davvero considerare Babbani e Mezzosangue razze inferiori, e volerle eliminare. Molto tempo era passato da quando aveva scoperto, e nel modo peggiore, il vero significato di ciò che aveva sempre predicato senza davvero conoscere, molto tempo da quando aveva scoperto che quel significato non gli piaceva per niente.
Il prolungato silenzio diede modo a Harry di riorganizzare i pensieri. Stava lavorando, maledizione, lavorando. Tempo un quarto d'ora al massimo e Malfoy se ne sarebbe andato, lui sarebbe stato libero di tornare a casa, magari più tardi sarebbe andato a trovare Ginny e avrebbe dimenticato completamente quell'incontro.
"Allora... che cosa ti è successo?"
"Eh?" rispose Draco, ancora immerso nei suoi pensieri.
Harry sbuffò.
"La denucia, Malfoy, la denuncia... che cosa è successo?"
"Modera i toni, Potter... chi ti ha insegnato l'educazione?"
"Senti, davvero, se sei venuto a farmi perdere tempo..."
"No. Ieri ho accompagnato mia madre a Diagon Alley e le hanno rubato un'antica collana fatta dai goblin."
Harry annuì.
"Quando vi siete accorti che non c'era più?"
"Dunque, quando siamo entrati a Diagon Alley c'era, poi siamo andati alla Gringott, poi al Ghirigoro e lì ci siamo accorti che non c'era più."
"Solo alla Gringott e al Ghirigoro?"
"Non siamo andati a Notturn Alley, se è questo che vuoi sapere." replicò Draco asciutto.
"Non ti scaldare, Malfoy, sto solo facendo il mio lavoro. Allora, una breve descrizione della collana?"
"Fatta dai goblin. Catenina d'argento con ciondolo di smeraldo rappresentante un fiore. Credo che fosse nella famiglia di mia madre da un paio di generazioni."
"Valore indicativo?"
"Direi circa millesettecento galeoni."
"Caspita..." commentò Harry annotando tutto sul rapporto. "Molto bene, abbiamo finito, faremo tutto il possibile per recuperare la collana, ma non posso assicurarti niente. Ti daremo notizie al più presto, puoi andare."
Draco non si mosse dal suo posto. Rimase a fissare Harry, quasi a valutarlo.
"Malfoy...?" disse Harry dopo un po', incerto.
"Lo so che cosa pensi Potter," disse Draco lasciando Harry completamente spiazzato.
"Cos...? Di che cosa stai parlando?"
"Non fingere di non capire. Vedo come mi guardi, anzi ad essere sincero vedo come mi guardate tutti. E so benissimo che cosa pensate di me. E' un Mangiamorte come tutti gli altri, un bastardo... che cosa ci fa ancora a piede libero? Dovrebbe marcire ad Azkaban, forse meriterebbe persino la morte per quello che ha fatto. E' questo quello che pensate, non tentare di negarlo."
"Ma io..." Harry non concluse la frase. Lui non pensava che Malfoy dovesse marcire ad Azkaban, proprio no. Però... però Harry non poteva negare di aver pensato che se fosse stato per lui avrebbe passato almeno un paio di mesetti in prigione. Sicuramente non gli avrebbero fatto male.
"Guarda che lo so Potter. Vedo benissimo come mi guardate tutti, non sono cieco. E sono stufo di essere fissato come un fenomeno da baraccone."
"Benvenuto nel mio mondo," rispose acido Harry e fu il turno di Draco di ammutolire.
"Sì, beh," riprese dopo qualche istante. "Il fatto è che non ne posso più. Voi, tutti voi, non sapete un bel niente. Giudicate ma non sapete. Nessuno si è mai degnato di chiedermi perché io sia diventato un Mangiamorte, o che cosa ne pensassi di quello che ero costretto a fare per ordine del Signore Oscuro. Nessuno si è mai soffermato a pensare che forse tutti gli innocenti morti durante la guerra non siano le sole vittime."
Boom. Detto fatto.
Odio riesploso in dieci secondi netti. Quelle parole fecero salire il sangue al cervello a Harry.
"Tu osi sostenere di essere una vittima?"
"Maledizione Potter! Non una vittima nel senso in cui lo è stato Fred Weasley, o Lupin... ma sì, una vittima. Una vittima degli eventi."
"Il tuo destino te lo sei scelto tu."
"No!" esclamò Draco esasperato. "Io non ho scelto un bel niente, lo vuoi capire? Non dico di essere totalmente innocente," aggiunse, precedendo la risposta di Harry.
Quest'ultimo non disse nulla, si limitò a squadrare Draco con estremo disprezzo.
Malfoy sospirò.
"Quello che devi capire, Potter," disse. "E' che io non sono stato cresciuto in una famiglia come la tua."
"Scusa, mi devo essere perso qualcosa... anche tu dormivi nel ripostiglio del sottoscala dei tuoi zii e venivi usato come punching ball da tuo cugino?" lo interruppe Harry brusco ripensando con amarezza agli anni della sua infanzia.
Draco sembrò sul punto di replicare, ma non lo fece.
"Molto bene. Diciamo allora che non sono cresciuto in una famiglia come quella del tuo amico Weasley."
"Tu li hai sempre disprezzati!" protestò Harry. "Ricordi? Babbanofili, traditori del proprio sangue, straccioni..."
"Tu non capisci," sostenne Draco. "E sembra che nemmeno ti interessi capire. Io sono cresciuto sentendomi dire che Mezzosangue e Babbani erano feccia, mentre io ero praticamente un principe... che dovevo evitare quella gente, far sentire loro tutto il peso della loro inferiorità. Fin da quando ero bambino mio padre mi raccontava quale grande uomo fosse il Signore Oscuro, quale terribile tragedia fosse la sua scomparsa... è questo quello che mi è stato insegnato, sono questi gli ideali che mi sono stati trasmessi fin da quando ero piccolo. Credimi, se ti avessero fatto il lavaggio del cervello fin dall'età di due anni, tu non saresti tanto diverso da me, San Potter!"
Harry rimase in silenzio, incapace di parlare. Si rese conto in quel momento che, pur avendolo odiato per tanti anni, non ricordava di aver mai parlato davvero con Malfoy fino a quel momento. Si erano insultati, sfidati, minacciati... ma no, non c'era mai stata alcuna vera conversazione tra loro. O, se c'era stata, Harry doveva averla rimossa.
"Non dico di non avere colpe, ma perché un ragazzo di sedici anni dovrebbe essere così impaziente di farsi marchiare a fuoco?" dicendo questo scoprì il braccio sinistro, mostrando il Marchio Nero e facendo rabbrividire lievemente Harry. "Allora ero solo un ragazzino e credevo che diventare Mangiamorte fosse la cosa migliore che mi potesse capitare..."
Harry non poté fare a meno di notare il verbo al passato e il sorriso amaro con cui fu detta la frase.
"Perché non ti sei ribellato poi?" domandò, ormai completamente preso dalla storia di Malfoy, del tutto dimentico del desiderio di tornare a casa e vedere Ginny.
"A parte una minaccia di morte da parte del mago più potente del mondo? Sai, non tutti abbiamo aspirazioni suicide."
"Silente avrebbe potuto aiutarti, proteggerti..."
"Detesto essere io a darti la brutta notizia, ma Silente è morto," gli ricordò Draco, sulla difensiva.
"Ma tu avevi smesso di credere che essere un Mangiamorte fosse il massimo già da prima, non è vero? Non sono stupido Malfoy, ricordo benissimo il modo in cui piangevi in quel bagno... non sembravi un Mangiamorte, sembravi solo un ragazzino impaurito."
Draco si irrigidì per un istante al ricordo dell'episodio, poi guardò attentamente Harry per qualche istante, valutandolo.
"Vuoi sapere tutta la verità Potter? Te la dirò. Ma tu osa raccontarlo a qualcun altro e ti ammazzo. E fossi in te prenderei sul serio le mie minacce."
"D'accordo," replicò Harry scrollando le spalle e ostentando indifferenza, ma facendosi in realtà attentissimo.
"Bene, eccola, la verità: essere un Mangiamorte fa schifo. Essere prigioniero nella propria casa fa schifo, vivere sotto una costante minaccia di morte fa schifo, essere costretti a torturare degli uomini che urlano e gemono e si contorcono a terra mentre tu sei lì davanti a loro e piangi e vorresti solo poter abbassare quella bacchetta ma non puoi e..." Draco chiuse per un secondo gli occhi e respirò a fondo. "Beh, sappi che quello fa ancora più schifo. Non avrei voluto che andasse a finire così. Non avrei voluto combattere quella stupida guerra, che non è mai stata davvero mia. Ma la sai una cosa? Non rimpiango niente di quello cho ho fatto. Se potessi tornare indietro, non cambierei nessuna mia decisione. E lo sai perché? Perché per quanto io abbia sofferto, ho sempre avuto un'ottima ragione per fare quello che ho fatto."
"E quale? Salvare la tua pellaccia?" domandò Harry infervorandosi nuovamente.
"No, Potter! Se avessi la bontà di lasciarmi finire... la ragione non è mai stata salvare la mia pellaccia, o almeno non solo, perché non era solo la mia pellaccia ad essere minacciata. L'ho fatto, Potter... per amore."

...I can't regret
What I did for love.
Look, my eyes are dry...


Harry guardò Malfoy con gli occhi sgranati. Amore? Stava scherzando? Stava forse male? No, non sembrava più pallido del solito...
"Non mi guardare in quel modo, Potter, forse la notizia ti scioccherà, ma anche io ho dei sentimenti. E anche io amo. Tutto ciò che ho fatto durante la guerra l'ho fatto per amore... e non rimpiango né rimpiangerò mai nulla, non è possibile. Sono certo che se ami davvero qualcuno nella tua miserabile vita tu possa capirmi... non si può rimpiangere ciò che si fa per amore. Guardami, Potter. Ti sto parlando del periodo più buio della mia vita... vedi forse an
che una sola lacrima? No."
"Ma... ma..." esitò Harry senza sapere bene nemmeno lui come formulare una domanda di senso compiuto. Ma Draco sembrò capire.
"Quando il Signore Oscuro mi... chiese... di diventare un Mangiamorte, certo, io ero convinto di non poter chiedere di meglio dalla vita... ma anche se non fosse stato così, non avrei esitato un secondo: sapevo che avrebbe ucciso i miei genitori altrimenti e io non avrei mai potuto permettere che ciò accadesse. Ecco perché non ho chiesto l'aiuto di Silente, ecco perché nonostante tutto il dolore e la disperazione sono andato avanti con il mio piano."
"Ma non l'hai terminato," sussurrò Harry. "Non hai ucciso Silente."
Draco alzò un sopracciglio.
"Piton è arrivato prima che lo facessi, Silente voleva che fosse lui ad ucciderlo, non ricordi?"
"Ma tu non l'avresti fatto comunque, vero? Non penso che l'avresti ucciso nemmeno se avessi avuto tutto il tempo del mondo."
Draco esitò un secondo, preso alla sprovvista.
"Che tu ci creda o no, non sono un assassino," tagliò corto, distogliendo lo sguardo.
Harry annuì. Non aveva difficoltà a crederlo.
"E dopo la morte di Silente? Voldemort ha continuato a minacciare i tuoi?"
"Sì. E anche me. Ma non ti mentirò... avevo anche un'altra ragione per non ribellarmi per quanto odiassi quella situazione."
"E cioè?"
"Beh... avresti dovuto vedere il modo in cui mi guardava mio padre. Finalmente fiero, così palesemente felice di vedere suo figlio seguire le sue orme... non ho mai voluto deluderlo."
Harry non fece fatica a immaginarlo. Ricordò il volto bramoso di Lucius Malfoy quando aveva creduto di poter consegnare il grande Harry Potter a Voldemort... voleva riconquistare la fiducia del suo padrone, credeva ancora negli ideali da lui predicati.
"Penso... penso che si possa considerare un'altra forma di amore," disse, incrociando brevemente gli occhi di Draco.
"Forse," concesse quest'ultimo.

...Gone, love is never gone
As we travel on
Love's what we'll remember...


"Comunque, penso che potremmo dire che il punto è tutta quella roba che Silente predicava sempre..."
Harry si lasciò sfuggire un mezzo sorriso.
"L'amore è più potente di qualsiasi magia?" domandò.
"Sì, sì, quello," disse Draco sbrigativo e palesemente imbarazzato. "Vedi, Potter, ho scoperto a mie spese, e nel modo più duro possibile, ciò che persino io, che sinceramente non ci ho mai creduto più di tanto, posso arrivare a fare per amore... e non credo che potrò mai scordarlo. Sarà una cosa che mi porterò sempre dentro, per tutta la vita."
"Ne parli come se fosse una cosa orribile," constatò Harry. 
"E' una debolezza," disse Draco alzando le spalle. "Non ho mai avuto simpatia per le debolezze."
"Al contrario," replicò Harry, convinto. "Io penso che sia una grande forza."
Draco soppesò le parole di Harry per qualche istante, poi distolse lo sguardo.
Si alzò e Harry seppe che la conversazione era finita.
"Bene, arrivederci, Potter. Ricorda, prova a raccontare tutto questo a qualcuno e..."
"Lo so. Mi ammazzi."
"Vedi di non dimenticarlo."
"Arrivederci, Malfoy. Ti farò sapere della collana al più presto."
Draco annuì e se ne andò senza aggiungere altro.
Guardandolo andare via, Harry sentì qualcosa sciogliersi dentro di lui, e seppe che tutto era cambiato. Il disprezzo che aveva sempre provato per Malfoy era impravvisamente scomparso. Sicuramente lui e Malfoy non sarebbero mai stati amici, ma ora tra loro era nato un piccolo germoglio di rispetto. Era una novità.
E mentre pensava a Malfoy, a tutto quello che si erano detti, non poté non ricordare tutto quello che lui aveva fatto per amore nella sua vita. Tutte le azioni nobili e tutte le sciocchezze - le enormi sciocchezze - fatte per amore... e non poté che dare ragione a Malfoy.

...Won't forget
Can't regret
What I did for love...


Non avrebbe mai potuto dimenticare ciò che aveva fatto per amore.
E non l'avrebbe mai rimpianto.




AUTHOR'S NOTES

Ciauuu!!
Lo so, lo so, avevo detto che avrei pubblicato "To Sir, With Love"... ma quando ho scoperto che Rachel aveva cantato questa canzone ho dovuto per forza scrivere e pubblicare questa*-* spero che vi sia piaciuta^^ Non c'è niente di particolare da dire, a parte che adoro il personaggio di Draco fin dai tempi del  2° libro(pensa un po'...non si era capito per niente!-.-" n.d.Voi)(Ehm...^^n.d.Me xD)... fatemi sapere!:))
Passiamo senza ulteriori indugi ai ringraziamenti!!
JaneTheAngel: Neanche tu mi hai avvertito di aver ricominciato a pubblicare... e con un nuovo nick per giunta!! Siamo pari u.u Tesoro, che dire?? Grazie*-* sono contenta che ti siano piaciute... credo che il motivo per cui ti siano piaciute di più le altre due sia che ritraggono i personaggi in maniera un po'... come dire? Alternativa xD rispetto al solito... che è poi anche il motivo per cui mi sono sentita molto più sicura a pubblicare la Ron/Hermione rispetto alle altre due... boh, magari tutto ciò non c'entra nulla in realtà e io sto solo sproloquiando come al solito...u.u xD Fammi sapere che ne pensi di questa(potevo forse non scriverla??^^) Grazie ancora, un bacio <3
_lily_luna_: Aww grazie*-* sìsì, certo che conosco Defying Gravity... è una delle mie canzoni preferite!! Naturalmente scriverò una storia su quella canzone, ci mancherebbe...!!;)) Purtroppo però non so dirti quanto esattamente dovrai ancora aspettare, perché sinceramente ci tengo molto e non la pubblicherò prima di essere davvero convinta di ciò che ho scritto... e per ora non mi è venuta ancora alcuna illuminazione divina sulla trama... ne ho già pensate un paio, ma nessuna che mi soddisfacesse davvero...:(( comunque la scriverò prima o poi, promesso!!xD
Slytherin_Yuna: Ma figurati!! Dispiaciuta di che?? Ti capisco fin troppo bene;)) Sono tanto contenta che ti sia piaciuta anche la 3°, spero che anche questa qui non sia da meno^^ la prossima volta posterò sicuramente "To Sir, With Love"... grazie del commentino!!:))
Grazie anche a chi ha solo letto:)
Baci,
DreamGirl

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Capitolo 5
*** Keep Holding On - Freddo ***


Fanfic n°5:tratta da "Keep Holding On" di Avril Lavigne.
Trama: La ficcy nataliziaaa*-* ragazzi, quanto amo il Natale^^ ambientata durante Deathly Hallows... è Natale, Ron se n'è andato da tempo e Harry non ha ancora ripreso conoscenza dopo la visita a Godric's Hollow. E' la storia di una profonda, bellissima amicizia-io adoro Harry e Hermione COME AMICI.(Un po' triste e decisamente alternativa come ficcy natalizia in effetti...:S avrei potuto scegliere una delle canzoni natalizie cantate durante lo speciale di Natale... ma all'ispirazione non si comanda!xD)
Special guest star:...nessuno. Siamo a corto di fondi. Mi spiace. u.u xD


GLEE

5. Keep Holding On - Freddo


Harry urla per l'ennesima volta. E piange, si contorce, manda maledizioni contro il cielo.
E Hermione non può fare altro che stargli accanto, sussurrargli parole di conforto che lui non può sentire dal limbo in cui è precipitato.
"Ssh, va tutto bene, Harry, tutto bene..."
E gli stringe la mano, Hermione, cerca di calmarlo. E prega, prega che tutto finisca presto, prega che gli incantesimi di protezione che ha dovuto formulare in fretta, troppo in fretta questa volta, impediscano ai Mangiamorte di sentirli e trovarli... piange. Ha paura come non ricorda di averne mai avuta. Non vuole morire, vuole tornare a casa e riabbracciare i suoi genitori. Vuole festeggiare il Natale con loro, non in quella tenda fredda e buia. Vuole cantare i carols e mangiare il pudding...
Ma non può.
Il suo posto è lì, vicino a Harry. Lo è sempre stato.
Perciò continua a bagnargli la fronte, a tenergli la mano, a sussurrargli che tutto andrà per il meglio...

You're not alone
Together we stand
I'll be by your side
You know I'll take your hand

Harry si contorce, e Hermione gli posa dolcemente una mano tremante sulla fronte. Scotta terribilmente.
"Tranquillo, ci sono io..." mormora accarezzandogli i capelli. "Non sei solo, Harry, ci sono io qui con te. Sarò sempre qui accanto a te, lo sai. Ci sono sempre stata e ci sarò sempre... calmati, Harry, ti prego... sei al sicuro, nessuno può farti del male."
Prende la sua mano, la stringe, intreccia le loro dita mentre continua ad accarezzagli il viso.
"Non ti lascerò mai solo," promette, stringendo più forte la mano dell'amico nella sua.

When it gets cold
And it feels like the end
There's no place to go
You know I won't give in
No, I won't give in

Harry sembra calmarsi lievemente per un attimo, ma subito inizia a tremare e battere i denti... Hermione vorrebbe sapere se sia dovuto al freddo, alla febbre o alle visioni che lo stanno tormentando, vorrebbe davvero poter fare qualcosa di concreto per alleviare il suo dolore.
Ricacciando coraggiosamente indietro le lacrime lascia la sua mano e prende una coperta. Lo copre, continuerà a delirare, Hermione ne è certa, ma se non altro starà al caldo.
Un brivido scuote anche lei, fa freddo, fa davvero freddo. Il Natale più gelato che lei si ricordi.
E' un freddo che penetra nelle ossa e nel cuore, non c'è nessun calore, nessuna speranza... nessun posto dove andare a riscaldarsi. Chiunque si arrenderebbe, convinto di non poter arrivare a vedere l'alba, ma non Hermione.
Lei sa di non poter rinunciare, di dover continuare a combattere. Per se stessa, per Harry e per tutto il mondo magico.
Ma fa tanto freddo... e lei ha così tanta paura...
Vorrebbe un po' di speranza, vorrebbe qualcosa per scaldarsi.
Qualcuno che la scaldasse...
Ron...

So far away
I wish you were here
Before it's too late
This could all disappear

Harry urla ancora, che cosa Hermione non riesce a capirlo. Forse sta parlando in serpentese, o forse sta semplicemente delirando.
Hermione non lo sa. Per la prima volta nella sua vita non ha la minima idea di che cosa fare.
Piange, non riesce più a trattenere le lacrime.
Si raggomitola, si fa più piccola che mai nel tentativo di scaldarsi.
Si tiene la testa con le mani.
E' stanca di pensare, è stanca di soffrire.
Vuole solo dormire, vuole che qualcuno la aiuti ad uscire da questa brutta situazione.
Ron...
"Dove sei?" urla al cielo, singhiozzando, e le sue urla si confondono con quelle di Harry, in un unico dolore.
Ha bisogno di Ron, del suo Ron qui e ora, ha bisogno che lui la conforti, che le dica che tutto andrà bene, che la faccia ridere con una delle sue stupide battute inopportune.
Ha bisogno che lui la scaldi, che la scaldi dentro, nel cuore, nell'anima... ha bisogno di quel calore che solo lui sa darle.
Ha bisogno di lui perché sente di non potercela più fare da sola, e non vuole arrendersi, non vuole che tutto quello per cui hanno lavorato vada in fumo... vuole solo che il suo Ron torni da lei.

Before the doors close
And it feels like the end
With you by my side
I will fight and defend
I'll fight and defend

Ma lui non verrà. Le dice una vocina sincera in testa. E tu dovrai cavartela da sola.
E ha ragione, quella vocina... Hermione se l'è sempre cavata da sola, sempre, perché lei è forte, è indipendente, è coraggiosa... perché ci sono cose che semplicemente vanno fatte, perché sono troppo importanti... più importanti di lei, di Harry, di Ron... più importanti del suo dolore e del suo bisogno di riabbracciare il ragazzo che ama.
Hermione lo sa, deve rialzarsi e continuare a lottare, perché è la cosa più giusta.
E deve farlo senza Ron, perché Ron in questo momento probabilemente è alla Tana a dormire al caldo delle sue coperte, nel suo letto... non sente il freddo che la sta divorando, non sa né saprà mai che cosa sta provando Hermione adesso, quanto avrebbe bisogno di lui... chissà poi se gliene importerebbe. No, Ron non può aiutarla ora.
Prendendo un lungo respiro, Hermione si asciuga le lacrime e si rialza, si riavvicina a Harry, ricomincia a bagnargli la fronte, che è ancora troppo calda...
"Coraggio, Harry," lo incita. "Coraggio, ce la puoi fare. Siamo solo tu e io, ma insieme possiamo fare tutto. Ce la faremo, vedrai, solo noi due. Ti risveglierai, troveremo quegli Horcrux e uccideremo Tu-Sai-Chi, te lo prometto."

Hear me when I say
When I say I believe
Nothing's gonna change
Nothing's gonna change destiny
Whatever's meant to be
Will work out perfectly

E Hermione si sente davvero sicura di quello che promette.
"Credimi, andrà così," ripete convinta. "E' destino che vada così, tu sei il Prescelto, tu ci salverai, e io sarò lì con te."
Non ha mai creduto molto, lei, alla Divinazione, alle Profezie... ma crede fortemente nel destino, e sa che quello di Harry è vivere, sconfiggere Voldemort e essere finalmente felice. Perché è giusto, perché se lo merita.
Se è destino che accada, accadrà.
Ed è destino che sia così, Hermione ne è certa.

Keep holding on
'Cause you know we'll make it through
We'll make it through
Just stay strong
'Cause you know I'm here for you
I'm here for you
There's nothing you could say
Nothing you could do
There's no other way when it comes to the truth

Sembra che le visioni si stiano lievemente calmando.
Approfittando del momento tranquillo, Hermione si sporge in avanti e posa delicatamente le labbra sulla fronte di Harry. E' calda, ma la febbre sembra essere scesa un pochino.
"Bravo, Harry, così..." lo incoraggia lei. "Bravissimo, resisti, andrà tutto bene. Ce la faremo noi due insieme, vedrai. Sii forte e tutto andrà bene. Sì, te lo prometto. Stai tranquillo, ci sono io qui per te. E non importa quante volte litigheremo, che cosa tu possa dirmi o farmi, io non ti lascerò mai, non smetterò mai di volerti bene e di lottare con te."
Harry urla ancora, gli incubi ricominciano.
Ma Hermione non si lascia più spaventare. Sono insieme, questo è ciò che conta. Tutto andrà bene.

So keep holding on
'Cause you know we'll make it through
We'll make it through

Dal suo inferno, Harry pare percepire la sua presenza, il suo calore in mezzo a tutto quel gelo.
Muove la mano, come a cercare qualcosa che lo scaldi, che riempia il suo vuoto.
Hermione la prende e la stringe forte tra le sue, come se non volesse staccarsene più.
Questo non calma gli incubi di Harry, non lo fa smettere di urlare e piangere... ma Hermione potrebbe giurare di vedere un'espressione più serena sul suo viso.
E mentre stringe la mano gelata di Harry nella sua, mentre lo accarezza dolcemente, gli bagna la fronte e gli sussurra parole di conforto, sente qualcosa di caldo e piacevole nascere nel suo petto.
In tutto quel freddo, un piccolo seme sta germogliando.
Un piccolo seme d'amore.
Hermione sa benissimo che non si tratta né si tratterà mai dello stesso tipo d'amore che la lega a Ron... però è amore.
Harry è da sempre
il suo compagno di mille giochi e avventure, il suo migliore amico. E' quasi come se fosse suo fratello.
Anzi, è suo fratello.
E semplicemente tenendo la sua mano, può sentire chiaramente un meraviglioso tepore farsi strada nel freddo mortale in cui sono avvolti.
"Buon Natale fratello," sussurra rivolgendo un lieve sorriso a Harry.
Ne è più certa che mai, verranno a capo di tutto, loro due.
Insieme.


AUTHOR'S NOTES

Non so come mi sia venuta fuori, lo giuro.
Però mi piace... e spero che piaccia anche a voi.^^
Mi sembra giusto dedicare questo capitolo a Jane The Angel... Buon Natale, ti voglio bene!;)
I ringraziamenti alle recensioni arriveranno tramite il nuovo geniale metodo di efp*-*
Grazie anche a chi ha solo letto, e chi ha aggiunto a preferiti, seguiti ecc.!!
Buon Natale a tutti! <3
DreamGirl91

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Capitolo 6
*** For He's A Jolly Good Fellow-Festa di Compleanno ***


ATTENZIONE: I personaggi potrebbero risultare... ma che dico? Risulteranno sicuramente OOC. Tutto ciò perché la fanfic è nata guardando quel piccolo capolavoro che è A Very Potter Musical... se non l'avete visto, fatelo, perché merita davvero (già solo per l'attore che interpreta Voldemort... AMO.*-*)... però siete avvisati: dopo amerete Voldemort e shipperete assolutamente Voldemort/Raptor...xD
Comunque guardatelo. A parte Voldemort, l'attrice (si, attrice) che interpreta Draco è una grande e -come dimenticarlo?- Harry è interpretato dal meraviglioso Darren Criss, ovvero il nostro Blaine di gLee!;D

Ma passiamo senza ulteriori indugi alla fanfic!!

Fanfic n°6:ispirata da "For He's A Jolly Good Fellow" aka. "Perché è un bravo ragazzo"... ok, lo so, strana canzone, MA le parole andavano con la trama, e la canzone è stata su gLee (episodio "Acafellas" u.u), dunque... che fanfic sia!xD
Trama: Fanfic di Capodanno ambientata durante Deathly Hallows... storia tutta per il nostro Lord Voldy, che vedrete alle prese con i festeggiamenti per il suo compleanno (data importantissima da ricordare in quanto anniversario della venuta al mondo della sua Meravigliosa e Venerabile Persona), l'imperdonabile stoltezza dei suoi indegni servitori e il ricordo di un amico perduto... fanfic assolutamente assurda, me ne rendo conto... per di più è di genere... boh! Malinconico, comico, fluff... comunque sicuramente un genere strano per una fanfic sul nostro malvagio preferito xD



GLEE

6. For He's A Jolly Good Fellow - Festa di Compleanno

"Avada Kedavra!" strillò Voldemort, senza puntare nessuno in particolare, desiderando solo vederli morti tutti, tutti quanti.
Poi si voltò e uscì come una furia dalla stanza, sbattendo la porta e tornando subito nelle sue stanze.
Col senno di poi, fu una fortuna che l'unica vittima fosse stata quell'inutile spina nel fianco di Rowle, tanto dopo il disastro a Tottenham Court Road aveva deciso che presto l'avrebbe ucciso comunque...
L'Oscurissimo si buttò sulla sua poltrona prefererita, sospirando sconfortato.
Li odiava, li odiava tutti, ecco.
Non gli sembrava di aver chiesto chissà che cosa, anzi era stato insolitamente poco esigente, a dirla tutta. Che male poteva mai esserci a voler festeggiare il proprio compleanno come si deve, per una volta?
Tutto quello che voleva era un vero compleanno, con una vera festa!
E quegli idioti di Mangiamorte che cosa avevano fatto?
Avevano addobbato il salone di Casa Malfoy con odiosi festoni di carta verde a forma di serpente, gli avevano preparato una schifosissima torta-gelato al pistacchio e gli avevano persino cantato Tanti Auguri A Te!
Era troppo forse chiedere che quelli che si dicevano servitori devoti si ricordassero che lui non sopportava i festoni di carta, detestava il gelato al pistacchio e soprattutto odiava quella stupida, insulsa canzoncina che gli avevano propinato? Come potevano quegli inetti non saperlo? Si interessavano davvero così poco a lui, ai suoi gusti? Che razza di seguaci erano?
Persino Bellatrix che pure aveva sempre sostenuto di essere la più fedele tra i suoi Mangiamorte, l'unica a capirlo davvero, non era stata in grado di organizzargli una festa in perfetto stile Voldemort. Che sconforto!
Il povero Lord sprofondò di più nella sua poltrona. La verità era che il problema non era affatto quella stupida festa, o quei collaboratori indegni e incapaci, il vero problema era tutta la sua vita.
Fin da quando era un dolce Signorino Oscuro, un tenero semino di Male nel mondo, nessuno aveva mai tenuto in gran conto il suo compleanno.
Quando era all'orfanotrofio, la direttrice si dimenticava sempre di festeggiare anche il piccolo Oscurino durante la festa di Capodanno e gli altri bambini lo odiavano. E per delle sciocchezze, per giunta! Si trattava solo di un paio di giocattoli rubati e conigli impiccati, che bisogno c'era di fare tante storie?
Poi a Hogwarts, certo, le cose erano cambiate... era rispettato... ammirato, persino! Schiere di fan adoranti lo seguivano per tutto il Castello. Però nessuno si fermava mai a scuola a Natale tranne lui, e così il compleanno finiva sempre per passarlo da solo... non che gli dispiacesse, naturalmente... in fondo, chi poteva dirsi davvero degno di passare del tempo con lui? Nessuno... solo Lord Voldemort era degno di Lord Voldemort!
Però, se solo per una volta qualcuno gli avesse organizzato una festa come si deve... ma nessuno sembrava esserne in grado, nemmeno adesso che era circondato di fedeli seguaci che certamente non avevano niente di meglio da fare a Capodanno.
Stupidi, stupidi Mangiamorte! Tutto ciò che chiedeva dalla vita-oltre, naturalmente, a conquistare il mondo, sterminare i Babbani e sottomettere i Mezzosangue-era semplicemente avere la festa di compleanno che non aveva mai avuto... e che grazie a loro non avrebbe mai avuto.
Dalle profondità del suo sconforto, una vocina sincera disse all'Oscuro che quella non era propriamente la verità. In effetti, una vera festa lui l'aveva avuta. Voldemort si chiese perché gli venisse in mente quella storia proprio in quel momento... la credeva superata ormai, dimenticata. Eppure, ora seppe che, ben lungi dall'essere dimenticata, era ancora un ricordo molto vivido nella sua mente, un ricordo che non sarebbe scomparso mai.
Tutto era accaduto... accidenti, esattamente sei anni prima. Erano già passati sei anni? Possibile?
Ricordava che quella mattina era stato svegliato da una voce alquanto fastidiosa...

"Mio signore? Mio signore?" chiamò la voce.
L'Oscuro si svegliò, pronto a mandare un bel Crucio allo sciagurato che aveva avuto l'ardire di svegliarlo, chiunque egli fosse-salvo poi ricordarsi che, non avendo una bacchetta, né tantomeno un corpo, ciò non sarebbe stato possibile.
"Che c'è?" domandò bruscamente, la voce ancora impastata dal sonno.
"Scusatemi se disturbo il vostro sonno, Vostra Oscurità..."
"Raptor te l'ho già detto," lo interruppe lui seccato. "Lascia perdere tutte queste formalità
. Vengo con te persino in bagno e ti ho visto piangere come una ragazzina leggendo i romanzi di Jane Austen, puoi chiamarmi Voldemort, direi che siamo arrivati a questo punto."
"Bene,
Voldemort. C'è una questione della massima importanza da risolvere."
"E sarebbe?" domandò l'Oscuro facendosi attento. Forse mentre dormiva c'erano state delle complicazioni con il piano ammazza-Potter?
Forse il suo servo stava per dirgli che non sarebbero mai riusciti a rubare la Pietra Filosofale, e che lui non avrebbe mai riavuto il suo corpo?
Voldemort aspettò con il fiato sospeso l'ardua sentenza.
"Beh... mi stavo chiedendo... sapet-
sai che giorno è oggi?"
Il Signore Oscuro si sentì-metaforicamente-cadere le braccia.
Tutto qui?
Era stato svegliato per fugare i dubbi di Raptor sulla data?
"Ma che...? Raptor, sei impazzito? Che cosa...?"
"Oggi è il tuo compleanno."
Voldemort ammutolì. Il suo compleanno? Era il 31 dicembre? Di già? E lui non se n'era ricordato? Possibile?
Raptor accennò una risatina.
"Scommetto che te ne sei dimenticato, preso com'eri dai tuoi propositi di vendetta..." aveva commentato. "Mi sono fatto portare dalla cucina una torta al cioccolato, e ci ho messo anche le candeline-verdi e argento, naturalmente!"
E poi si era messo a cantare. Ma non quella squallida 'Tanti Auguri'... aveva cantato 'For He's A Jolly Good Fellow', in assoluto la canzone di compleanno preferita dall'Oscuro!
"Perché è un bravo ragazzo... anzi!
Perché è l'Oscuro Signore
Perché è l'Oscuro Signore
Perché è l'Oscuro Signore...
Nessuno lo può negar!
"
Raptor concluse la canzoncina con un piccolo applauso.
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, però, non disse nulla, troppo sconcertato per parlare.
Evidentemente il suo silenzio fu male interpretato, perché fu con un imbarazzo assai più grande e una vocina assai più piccola che il professore disse:
"Buon compleanno, Voldemort."
"Raptor..." iniziò l'Oscuro, preso completamente alla sprovvista, incerto su come comportarsi in una situazione del genere. "Tutto ciò è veramente...
inaspettato... e... oh, ma guarda, ci sono anche dei graziosi serpenti di gomma sul tavolo..."
"Già... non è come riavere il tuo corpo tutto per te, ma ho pensato che ti sarebbero piaciuti... io, naturalmente, ho sempre preferito i fiori... ricordo quando mia madre mi cucinò una torta di compleanno a forma di orchidea per i miei nove anni, il giorno più bello della mia vita..."
"E quand'è il tuo compleanno, Raptor?" domandò istintivamente Voldemort.
"Oh, non te l'ho mai detto? E' oggi."
"Davvero? Ma pensa... che coincidenza."
"Già," disse Raptor. Poi, esitante, aggiunse: "Sai, Voldemort... quando mi hai chiesto di legare la tua anima alla mia, in effetti ero un po' nervoso, ma adesso credo che sia davvero forte... insomma, è quasi come avere un coinquilino molto simpatico, o addirittura..."
"Sì, sì," lo interruppe Voldemort, capendo perfettamente-ma anche no-che cosa intendesse. "Capisco, è come avere uno
schiavo, come uno dei miei fedeli Mangiamorte..."
"Ma no," replicò l'altro accennando una risatina. "E' come avere un amico."
Potrete capire lo sconvolgimento dell'Oscurissimo a queste parole.
"Non ho mai avuto un amico."
"Beh, ne hai uno ora."

Ne hai uno ora...

Amico...


Basta! Pensò Voldemort riscuotendosi. Amicizia, amore... tutte sciocchezze. Baggianate alle quali solo gente come quello smidollato di Potter, o Silente, potevano credere. Raptor era morto, e lui non lo rimpiangeva. Non lo rimpiangeva affatto. In effetti, non sapeva nemmeno perché gli fosse venuto in mente in quel momento. Raptor era stato una pedina come tante altre, era previsto che morisse per la causa. Il suo era solo uno dei tanti sacrifici necessari alla conquista del mondo. E Voldemort non lo rimpiangeva e non si sentiva in colpa per averlo lasciato morire così. E soprattutto non sentiva la sua mancanza, proprio no.
L'Oscuro si alzò, deciso a torturare un po' i collaboratori incapaci che si ritrovava, costringerli a rimettere a posto tutto il casino che avevano fatto e poi rimettersi subito al lavoro. Uccidere Potter, trovare la Bacchetta di Sambuco, conquistare il mondo... era un uomo impegnato, lui! Non aveva certo tempo per la nostalgia, o le feste di compleanno, che sciocchezze!
Tuttavia, prima di andarsene, Voldemort non poté fare a meno di lanciare uno sguardo al serpentello di gomma che aveva abilmente trafugato ad un bambino l'Halloween passato e che curiosamente assomigliava molto a quei serpenti su quel tavolo, quel particolare compleanno.
"Buon compleanno, amico," sussurrò prima di chiudersi la porta alle spalle.



AUTHOR'S NOTES

Ma salve!!
Prima di tutto non ho la minima idea di quando compia gli anni il caro Raptor e non l'ho trovato da nessuna parte, per cui mi sono sentita libera di assegnargli un compleanno io u.u (tra l'altro ho visto che il povero caro non figura nella lista dei personaggi di HP su EFP... ma povero, lui no e Theodore Nott che sarà stato nominato 3 volte in 7 libri sì?? Povero, maltratto, dolcissimo Quirrell...ç_ç)
Inoltre, ci tengo a dire che un paio di conversazioni sono tratte da A Very Potter Musical (di nuovo vi invito a guardarlo^^)... sarebbero quella su Raptor che deve chiamare il nostro Oscuro semplicemente Voldemort, e quella sull'amicizia... non sono proprio riportate parola per parola e sono decisamente fuori contesto però...^^
Questa è una storia di amicizia, ma sappiate che la mia mente perversa romantica ci vede molto molto slash :D
Ovviamente la parte in corsivo è il flashback, ma ho come l'impressione che ci foste arrivati da soli xD
Cooomunque questa fanfic è naturalmente dedicata al nostro malvagio preferito...

Auguroni, Oscurissimo e Perfido Lord del nostro cuore!!;)

I ringraziamenti ve li mando con l'apposito programma (che è davvero una figata pazzesca, lasciatemelo dire). Grazie anche a chi ha solo letto^^
Ah, quasi dimenticavo, ho fatto uccidere Rowle, perché è l'unico Mangiamorte che mi è venuto in mente che non mi pare sia stato nominato durante la Battaglia di Hogwarts... potrei sbagliarmi, però u.u in tal caso, fatemelo notare!;)
Baci e tanti auguri... buon anno nuovo!
DreamGirl91
P.S.: Remember: reviewing is totally awesome!! xD ...scherzo. YOU are totally a
wesome^^

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Capitolo 7
*** Mr.Cellophane-Invisibile ***


Fanfic n°7: trae ispirazione dalla canzone "Mr.Cellophane", del musical "Chicago"
Trama: Neville ha da sempre l'impressione di essere invisibile agli occhi degli altri... potrà mai una persona speciale notarlo?



GLEE

7. Mr.Cellophane - Invisibile


Neville si appoggiò contro la parete e sbirciò dietro l'angolo.
Lei era lì, bellissima come sempre, con i capelli biondi che le incorniciavano delicatamente il viso mentre rideva insieme ad un'amica.
Hannah.
Come ogni volta che la vedeva da qualche mese a quella parte, sentì una strana stretta allo stomaco e desiderò di potere andare da lei... parlarle... magari invitarla ad andare con lui a Hogsmeade il prossimo weekend. O magari anche solo salutarla.
In teoria non dovrebbe essere così difficile. Lui e Hannah non erano amici, ma erano compagni di scuola da anni, ormai... non avrebbe dovuto essere così difficile avvicinarsi a lei e dirle un semplice ciao.
Eppure lo era. Perché lui non era un ragazzo qualsiasi... lui era Neville.
Neville l'invisibile.

If someone stood up in a crowd

And raised his voice up way out loud
And waved his arm and shook his leg
You'd notice him

Neville era esattamente il tipo di ragazzo che nessuno notava. Quello che bene o male piaceva a tutti, ma di cui nessuno si ricordava mai davvero. Quello troppo timido per imporsi, che si trattasse di spiegare a sua nonna che non era una tragedia non eccellere in Trasfigurazione e andare invece bene in Incantesimi o di chiedere alla ragazza che gli piaceva di uscire.
Avrebbe voluto essere diverso... un po' più come... come Harry ad esempio.
Harry era il tipo che parlava e veniva ascoltato. Il leader nato che aveva il coraggio di a urlare al mondo ciò che pensava, di ribellarsi alle ingiustizie... e lui non riusciva nemmeno a salutare Hannah. Patetico.
Ma la verità era che lui semplicemente non poteva essere come Harry. Avrebbe voluto, ma non poteva. Alcune persone nascevano per essere notate, per brillare... alcune, semplicemente, no. Ed era una cosa che non si poteva cambiare.

And even without clucking like a hen
Everyone gets noticed, now and then,
Unless, of course, that personage should be
Invisible, inconsequential me

Ma in realtà il punto non era essere come Harry.
Neville non aveva mai voluto essere famoso o roba del genere, no.
Il punto era che tutti, prima o poi, venivano notati per qualcosa.
Tutti.
Persino Ron, che - Neville lo sapeva - soffriva il fatto di essere sempre messo in ombra ora dai cinque fratelli maggiori, ora dal suo migliore amico, veniva notato decisamente molto più di lui.
Se ad un qualsiasi studente di Hogwarts fosse stato nominato Ron Weasley, probabilmente questo avrebbe subito pensato: "Ah, l'amico di Potter". Poteva non essere il massimo, ma era sempre meglio di ciò che lo stesso studente avrebbe pensato se gli fosse stato nominato Neville: "Paciock? E chi è?"
Insomma, in un modo o nell'altro, per un motivo o per l'altro, prima o poi tutti venivano notati per qualcosa.
Tranne Neville.

Cellophane, Mister Cellophane
Should have been my name
Cause you can look right through me
Walk right by me and never know I'm there
 
Neville sembrava quasi essere trasparente, mentre camminava per i corridoi di Hogwarts.
La gente passava senza notarlo, senza quasi vederlo.
Si aveva quasi l'impressione che gli sguardi della gente lo attraversassero... che vedessero un posto vuoto dove c'era lui. Lui era il ragazzo invisibile.
Per questo, pur a malincuore, aveva sempre dovuto rinunciare a parlare con Hannah. Chi era lui per rivolgere la parola a una ragazza bella e speciale come lei?
Probabilmente lei aveva persino difficoltà a ricordare il suo nome, che senso aveva rendersi ridicoli?
Nessuno.
Neville sospirò e uscì dal suo angolino.
Come ogni giorno le sarebbe passato accanto senza salutarla, facendo attenzione a non farsi notare troppo mentre l'ammirava.
Ovviamente questo non sarebbe stato un problema. Lui era invisibile.
Hannah era rimasta sola e stava rovistando nella borsa dei libri. La sua amica doveva averla lasciata per andare a lezione.
Neville le si avvicinò lanciandole fuggevoli sguardi, con il cuore che batteva più veloce ad ogni passo.
Quando fu a pochi passi da lei, Hannah chiuse la borsa e alzò lo sguardo.
Sorrise.
"Ciao, Neville."
Neville si sentì quasi mancare il fiato.
Lei l'aveva salutato.
L'aveva salutato!
Ma com'era possibile? Lui era invisibile...
"C-ciao, Hannah."
"Che cosa fai di bello?" domandò, ancora sorridente.
"Niente di che. Ora buca," rispose lui, ancora incredulo che lei gli avesse rivolto la parola.
"Beato te..." commentò Hannah. "Io ho Trasfigurazione. Ti va di accmpagnarmi fino in classe?"
Neville annuì, troppo stupito e di gran lunga troppo emozionato e felice per riuscire a parlare.
"Fantastico," disse lei, mentre si avviavano insieme verso l'aula di Trasfigurazione.
Mentre camminavano a fianco a fianco per i corridoi, Neville seppe con certezza che non era cambiato nulla.
Lui era ancora invisibile, la gente continuava a trapassarlo con lo sguardo come se fosse trasparente - era praticamente certo che un paio di persone si fossero chieste perché mai Hannah stesse parlando e ridendo da sola.
Ma, per la prima volta nella sua vita, seppe con altrettanta sicurezza che non gli importava, né gli sarebbe mai importato di essere invisibile per tutto il resto del mondo finché Hannah fosse stata accanto a lui e avesse continuato a sorridergli in quel modo.
Che cosa poteva importargli del resto del mondo, quando lei sembrava vederlo così chiaramente?




AUTHOR'S NOTES

Ciauuu!!
Lo so, lo so, manco da un po' di tempo... chiedo perdono!*occhi da cucciolo e labbruccio tremulo*:D
Beh, anche se un po' in ritardo questa fanfic è stata scritta in onore della bellissima vittoria di Chris Colfer ai Golden Globe!*-*
Neville prima di diventare l'eroe che conosciamo era proprio uno di quei ragazzi che avrebbero avuto bisogno di unirsi al gLee per emergere e scorprire se stessi... almeno io lo vedo così... in un certo senso secondo me il suo "Glee Club" è stato l'ES... ok, basta paragoni scemi xD
Comunque non doveva essere così all'inizio, ma ho dovuto dare a questo ragazzo un lieto fine, mi faceva troppa tenerezza^^
Grazie a chi legge, commenta, aggiunge a preferiti, seguiti, da ricordare... siete meravigliosi!!:))
Hugs&Butterfly Kisses<3
DreamGirl91

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