HOT SLUDGE

di kitsune999
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~Déjà-Vu ***
Capitolo 2: *** ~Houston, abbiamo un problema. ***
Capitolo 3: *** ~Hot Sludge. ***



Capitolo 1
*** ~Déjà-Vu ***



1.
~Déjà-Vu


La cannuccia di Gwen, precisa come un dardo, lo centrò proprio in mezzo alle sopracciglia.
- Ti farà male bere tutti quei frullati.
Con una smorfia, Ben rispedì il molesto oggetto volante al mittente ed enumerò sulle dita a quanto era arrivato quel giorno.
- E' solo il quinto - Annunciò, senza trattenersi dall'emettere subito dopo un poderoso rutto liberatorio - Non sono neanche all'inizio.
Diede un'altra sorsata e, mentre le sue papille gustative intonavano l'Alleluja, Kevin, mezzo stravaccato sulla panca e meno interattivo che mai, commentò con un grugnito.
Metallo sì, metallo no. Si erano ritrovati da Mr. Smoothies da circa una ventina di minuti ed era da almeno dieci che si metallizzava e smetallizzava una mano, gingillandosi con degli spiccioli ripescati nelle tasche, al che Ben, ormai stufo di vedere quel siparietto, prese la mira e imitò il gesto di poco fa della cugina, scoccando la propria cannuccia. Dopo essersi premurato di sputarvi dentro, naturalmente.
- Ma sei deficiente?! - Con un gesto stizzito – e schifato – la vittima si ripulì la guancia e lo afferrò per il bavero della giacca, fissandolo come se volesse polverizzarlo.
- Oh, wow! Una reazione, finalmente – Ribatté sardonico l'altro, scrollandosi dalla sua presa con fare seccato.
- Fammi incazzare e vedrai che reazione – Gli mostrò il pugno ringhiandogli contro qualche altro amabile appellativo, finché non venne freddato da uno dei pluricollaudati sguardi ammonitori di Gwen.
Probabilmente sarebbe finita lì se non fosse stato per il beffardo “
A cuccia” sibilato da Ben, a cui immancabilmente seguirono minacce di morte assortite e svariati scrocchi di nocche. Ancora una volta fu la ragazza a suonare il gong di fine secondo round, intimando a tutti e due di calmare i bollenti spiriti.
- Kevin, va tutto bene? Oggi sei strano.
Tralasciando che un affare a cui lavorava da settimane gli era andato a puttane, che aveva preso l'ennesima multa per eccesso di velocità e che aveva perso tutta la mattina cercando di raccattare un pezzo di ricambio per l'auto - che puntualmente non aveva trovato - sì, andava tutto a meraviglia.
- Figurati, quello è sempre strano - Rincarò Ben, guadagnandosi uno scappellotto da parte della cugina. Quella frazione di secondo in cui abbassò la guardia fu provvidenziale per Kevin, che con mossa fulminea gli svuotò il contenuto del proprio bicchiere sulla testa.
Ebbasta, non ne poteva più. Già normalmente sopportava poco il suo sarcasmo, ci mancava solo che lo cogliesse quando gli giravano.
- Non guardarmi così. Questa roba è imbevibile, solo a te può piacere, e visto che l'apprezzi tanto finisci pure anche il mio! Scommetto che i tuoi capelli al retrogusto di cane bagnato lo renderanno ancora più buono.
Ben, lo scazzo che si allargava a vista d'occhio sul viso, digrignò i denti e lasciò che una Gwen altrettanto scazzata e armata di tovagliolo lo ripulisse alla meno peggio dalla colata di frullato al discutibile gusto cioccolato-carota. - Io e te facciamo i conti dopo, qui c'è troppa gente – Sillabò lui occhieggiandolo minaccioso da sotto il ciuffo appicicaticcio incollatoglisi alla fronte, mimando in contemporanea il taglio della gola con la mano distesa davanti al collo. Figurarsi, pensò l'artefice del misfatto guardandolo annoiato puntellandosi su un gomito, se credeva di fargli paura si sbagliava di grosso. Non aveva ancora girato i tacchi soltanto perché si sentiva inchiodato alla panca dallo sguardo di rimprovero della testarossa che gli sedeva di fronte, la quale, per sdrammatizzare un po', si era offerta di prestare al cugino il suo nuovo “miracoloso shampoo lucidante al Tè bianco e miele”. - Passa da me dopo, vedrai che risultato! Non tutto il male vien per nuocere, questo è il pretesto giusto per dire addio alla tua capigliatura stopposa! - Ben le diede dell'imbonitrice di piazza e obiettò che non erano affatto stopposi.
A proposito di shampoo, a Kevin l'occhio cadde involontariamente su quell'impeccabile chioma ramata dagli incantevoli riflessi dorati. Era da tempo immemore che moriva dalla voglia di spettinarla - o meglio - moriva dalla voglia di affondare le dita fra quei capelli lisci e lucenti sempre così dannatamente in ordine. Accarezzarli, scompigliarli, arruffarli. Poi magari sbatterla spalle al muro, oppure sul sedile reclinabile della Challenger, andava bene anche il cofano purchè non ci fossero rompiballe nei dintorni, e...snap.
Snap snap.
L'oggetto delle sue fantasie alla “
cosa-non-ti-farei” gli stava schioccando due dita davanti al naso.
- Sei ancora con noi? Mi sembravi caduto un attimo in catalessi, dai fiato ai tuoi pensieri!
Più che darvi fiato avrebbe voluto darvi atto, considerò lui con l'espressione di chi è stato beccato con le mani nella marmellata. Suo malgrado, si ritrovò a boccheggiare per quel secondo in più che diede a Ben la succosa opportunità di sfotterlo.
- Lascialo perdere, Gwen. E' la sua solita faccia stordita, io non vedo niente di nuovo.
Inizialmente l'altro gliela passò senza replicare, ma poi optò per la coerenza e lo mandò gioiosamente affanculo, ottenendo di rimando un dito medio alzato.
- Qualcuno mi ricordi perché mi trovo qui con voi, oggi. Avrei di meglio da fare che passare il mio tempo con degli imbecilli - Declamò passandosi una mano fra i capelli, specificando subito dopo che l'insulto era chiaramente riferito solo a uno dei due cugini Tennyson.
- Ti ho chiamato io, avrei qualcosa da chiederti - Rispose Gwen neutra e Kevin indicò Ben con il pollice, replicando caustico - E perché c'è anche il coso?
- Perché il
coso ha un appuntamento qui con la sua ragazza – puntualizzò l'interpellato, ponendo particolare enfasi sulle ultime parole – un concetto del tutto estraneo ad alcuni soggetti.
- Significa che fra poco te ne vai? Grazie a Dio... - Fece una piccola pausa ad effetto per creare più
phatos – ...Ma poi, lei lo sa di essere la tua ragazza? Non avrai neanche ancora avuto il fegato di baciarla.
Mentre la pace fra i due si rivelava essere sempre più un'astrazione utopica, Gwen trasecolò e si chiese se Kevin non fosse davvero un idiota totale come sosteneva il cugino. Si stava addentrando in un terreno pericoloso, dato che fare certe insinuazioni equivaleva né più né meno che a servirgli la propria testa su un piatto d'argento, esponendosi a facili repliche. Lui, dal canto suo, sì, ne era consapevole, esattamente come lo era di non riuscire a frenare la lingua quando aveva i nervi solleticati: perciò, onde evitare potesse arrivargli in risposta un prevedibile “
Senti da che pulpito”, si affrettò a tentare di aggiustare il tiro.
- Devo dire che quella poverina ha proprio il gusto dell'orrido, un po' mi dispiace per lei.
- Sì, bé... - Ben, il volto livido e una mano già sull'Omnitrix, assottigliò gli occhi e lo incenerì con lo sguardo – Anche a me dispiace parecchio per mia cugina, potrebbe avere molto di meglio.
Sentendosi chiamata in causa inutilmente,
Gwen si passò una mano sul viso, valutando quale fosse più opportuno trucidare per primo e invocando la Divina Provvidenza affinché Julie si palesasse al più presto per portarsi via almeno uno di quei due grulli. Certo che anche Ben, ci fosse una volta in cui non raccogliesse le sue frecciate! Lo guardò perentoria allargando le braccia, con un'espressione alla “non ci posso credere, dacci un taglio”, ma ovviamente lui non la considerò affatto, troppo preso dall'alterco con la sua ex-nemesi. Che, a dirla tutta, in certi momenti appariva assai poco ex.
- Prego, Tennyson? Non credo di aver capito bene.
- Hai capito benissimo – Incrociò le braccia al petto e lo fissò tracotante, prima di affondare il coltello fino al manico - A parte il fatto che sei talmente un fallimento che non si sa se e quando arriverai mai a concludere qualcosa con lei, tu non la meriti.
Era la goccia che faceva traboccare il vaso.
Gwen sapeva perfettamente quanto Ben riuscisse a essere velenoso se eccessivamente stuzzicato, ma quello era proprio un colpo basso. Per un istante le parve perfino di percepire il rumore che la delicata pazienza di Kevin, sottile come un filo di seta, aveva prodotto rompendosi.
Trattenne il fiato, indecisa se intromettersi e prendere in mano la situazione oppure restare a guardare passivamente l'evolversi degli eventi. Non poteva negare che quello scambio di battute taglienti avviato da Ben la incuriosisse non poco. Mentre una parte di lei le stava urlando a gran voce di starsene buona a osservare quale sarebbe stata la reazione di Kevin, l'altra parte, quella razionale, le urlava ancor più forte che l'unico contrattacco a cui avrebbe assistito sarebbe stato puramente di tipo fisico, e non di certo verbale. In altre parole, se non voleva che arrivassero alle mani, sarebbe dovuta intervenire.
Tuttavia, nonostante le divergenze di opinioni, sembrava esistere fra di loro una sorta di tacito accordo: in un attimo schizzarono in piedi e, senza dire una parola, si diressero entrambi al parcheggio di Mr. Smoothies per dare a quel confronto serrato, al riparo da occhi indiscreti, il più scontato degli epiloghi. Gwen li seguì a ruota, alzando gli occhi al cielo e interrogandosi sull'inutilità del genere maschile.
A grandi falcate raggiunsero l'auto di Kevin e per un nanosecondo lei credette che avesse intenzione di andarsene, nel qual caso avrebbe volentieri levato le tende con lui. Vana, ingenua speranza.
- Ripeti un po' quello che hai detto. - Il suo tono di voce era insolitamente calmo, di quella stessa calma che precede la tempesta.
- Cosa, che sei un fallito o che non meriti una come Gwen?
- Ok ragazzi, basta così. Ne ho abbastanza delle vostre diatribe da maschi oltraggiati, vedete di farla finita, e subito. Oggi proprio non è giornata.
E non lo era davvero. La notte prima aveva dormito poco e male al pensiero di ciò che l'aspettava a breve, ossia l'esame pratico per la patente. Non ne era sicura, ma le era parso di aver avuto perfino un incubo in cui ad ogni incrocio, invece che dello stop canonico, incoccava inesorabilmente in un segnale di "attenzione alle antilopi": le mancava solo di assistere a quei due che, in un crescendo rossiniano, litigavano come due figuranti in tribunale.
Non si aspettava di certo che diventassero intimi amici, o che cavalcassero insieme un unicorno sulla spiaggia al tramonto. Però, che diamine! I tempi della scuola materna erano passati da un pezzo, era troppo chiedere che facessero almeno lo sforzo di fingere di sopportarsi civilmente?
Ad ogni modo sapeva che sarebbe stato fiato sprecato, perché quella volta ci stavano andando giù piuttosto pesanti con le diffamazioni reciproche, specie Ben. Difatti, neanche il tempo di finire l'ultima frase che Kevin, con una mano sulla carrozzeria, aveva già provveduto a metallizzarsi completamente nella tonalità di verde tamarro della sua Challenger. Ecco la ragione per cui aveva voluto avvicinarsi alla macchina, altro che levare le tende! Gli mancavano solo le strisce nere per un perfetto
pendant mimetico, arguì lei sospirando rassegnata: benché non avesse alcuna voglia di intervenire, decise comunque di fare un ultimo tentativo per stroncare sul nascere la carneficina. Raccogliendo tutta la propria pazienza si intromise fra i due contendenti che, già contrapposti in pose plastiche, la squadrarono infastiditi come fosse un chewing-gum incollato alla suola mentre, in tono da esecuzione sommaria, scandiva:
- Ben, leva quella mano dall'Omnitrix. Kevin, sotterra l'ascia. Adesso io e te ce ne andiamo a fare qualche guida, ok? Ho bisogno di esercitarmi in vista dell'esame.
Quello alzò un sopracciglio e protestò indignato che se lo poteva pure scordare, perchè mai e poi mai avrebbe messo a repentaglio la salute della propria preziosissima auto.
- Abbaia finché vuoi, tanto finirai con lo scodinzolare come al solito - Gongolò Ben, e si congedò facendogli le condoglianze.




✪✪✪✪



Ebbene sì, avete scoperto il mio vergognoso segreto, occasionalmente seguo Ben 10 =__=;
E' che 'sti due sono troppo *fluffy* insieme. C'è una UST così forte tra loro che non potevo evitare di scriverci su qualche scemocacchiata just for fun.
Finora ho visionato solo metà della seconda stagione di AF, pertanto non ho idea se ciò che ho scritto sia più o meno in linea con quello che succederà effettivamente. Date a questa fanfic il tempo che merita e gioite, sarà composta da soli tre capitoli, quindi se non altro almeno sarà abbastanza breve xD



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Capitolo 2
*** ~Houston, abbiamo un problema. ***



2. ~Houston, abbiamo un problema.


- Lo specchietto laterale destro serve a qualcosa, Gwen. Non è un ornamento, sai?
- Lo so, difatti lo sto guardando!-
La rapida successione di eventi che si verificò dopo queste ultime funeste parole gettò nello sconforto il povero Kevin, che assistette impotente a ciò che credette essere La Catastrofe: la Challenger urtò in retromarcia spedita l'alto gradino del marciapiede, vi salì sopra, ripiombò a terra con un tonfo che fece cigolare le già provate sospensioni e infine completò l'opera con un discreto poggino sul parafango della vettura posteggiata dietro di loro.
Gwen non ebbe neanche il tempo di rendersi conto di cosa fosse effettivamente successo che Kevin si era già catapultato fuori, dopo essersi riappropriato delle chiavi levandole bruscamente dal quadro e aver tirato il freno a mano con una tale veemenza che lei, per un attimo, si era chiesta se non stesse cercando di estirparlo. Con fare concitato e borbottando come una caffettiera controllò accigliato gli eventuali danni, sospirando di sollievo nel constatare che sulla carrozzeria - di entrambe le auto, ma soprattutto della SUA - non c'era nemmeno un graffio, salvo una piccola incrinatura del tutto trascurabile a uno dei suoi due fanali di coda. Decise che su quello poteva anche passare sopra, in fondo si trattava pur sempre di Gwen, e sapeva fin troppo bene che non riusciva né ad avercela con lei, né a negarle mai nulla.
Comunque, si disse, grazie al Cielo la Catastrofe era stata scongiurata, ma per quanto ancora sarebbe durata quella portentosa fortuna? Non era saggio continuare a sfidare la sorte, e poi la tensione lo stava logorando: erano passati solo venti minuti dall'inizio dell'esercitazione, ma gli sembrava fossero trascorse ore. Sarebbe stato di gran lunga meglio rimanere ad azzuffarsi con Tennyson.
- La bimba sta bene? - Ironizzò Gwen quando, rientrando nell'abitacolo, lui le rivolse uno sbuffo e un'occhiata esasperata.
- Avresti dovuto iniziare a sterzare il benedetto volante prima di finire sul marciapiede, ti pare? Prega che non ti facciano fare qualche parcheggio a esse, o prenderai la patente nell'Anno del Mai. Senti, finiamola qui, non ho la forza per reggere oltre.
Non avrebbe voluto essere così ruvido, ma - tra l'altro – uno squisito mal di testa lo stava uccidendo da quando avevano cominciato quello stillicidio. Prese a massaggiarsi le tempie, finché un silenzio oltremodo inquietante lo indusse ad alzare gli occhi verso di lei.
Come previsto, lo stava squadrando a braccia conserte con un broncio da manuale.
Di fronte a cotanto scazzo, e involutosi ormai nella costernazione poiché non aveva nessuna voglia di litigare, ripescò con un sospiro le chiavi dalla tasca e gliele lanciò.
- Non te la prendere, non dicevo troppo sul serio...Ti do qualche dritta per l'esame, vuoi?
Gwen, urtata da quel “
troppo”, le afferrò al volo e lo guardò di sbieco stringendosi nelle spalle, invitandolo a proseguire con un gesto della mano equivalente più o meno a un “su, sentiamo, se proprio devi”. Mantenendo una vaga aria indolente, lo ascoltò mentre le sciorinava pazientemente quel racconto di vita vissuta: come prima cosa le avrebbero fatto fare una verifica delle condizioni dell'auto, consistente nello salire in macchina, allacciarsi la cintura, sorridere all'esaminatore, regolare gli specchietti, sorridere alla vita, provare le frecce, sorridere un altro po' e infine dare una controllatina a luci e freni, ricordandosi però che in quella fase il motore andava tenuto rigorosamente spento. Da lì in poi sarebbe cominciato l'esame vero e proprio, che, a sentire lui, era a prova di idiota. – Basta eseguire gli ordini e in un quarto d'ora avrai la tua patente, garantito. Stai tranquilla. -
- Io sono tranquillissima, sei tu che ti alteri per un nonnulla! Rilassati, non ho intenzione di distruggere la tua piccola – Affermò lei, indirizzandogli uno sguardo insofferente - ...E, comunque, quel commento acido di poco fa riguardo ai parcheggi a esse potevi risparmiartelo.
- E perché? Mica ti ho detto niente di nuovo, dovresti saperlo che non sono il tuo forte! Se ti dovesse capitare nella prova almeno spera di avere un esaminatore clemente, che chiuda un occhio... - Si interruppe un attimo e poi riprese - ...
due occhi sul fatto che tu ci sia proprio negata. E' per questo che ti ho consigliato di sorridere a oltranza anche a costo di farti venire una paresi, col tuo bel faccino magari lo ammorbidirai al punto che lascerà correre.
Kevin si augurava che dopo la sua esauriente spiegazione le fosse passata la voglia di guidare, tanto le aveva chiaramente lasciato a intendere che per il suo tallone d'Achille c'era poco da fare se non auspicare nella buona sorte, e invece lei, come galvanizzata, dichiarò stoicamente di voler continuare a provare. Tanto prima o poi le sarebbe riuscito un parcheggio decente, no?
No, pensò lui afflitto, coprendosi il volto con una delle sue mani enormi. Un pomeriggio del genere rischiava di fargli apparire la guerra di trincea come un modo delizioso per passare il tempo.
Sempre restando in tema di cose deliziose, in quel frangente Gwen, senza preavviso, gli saltò al collo e lo baciò fugacemente sulla guancia, bisbigliandogli un soffice “grazie” all'orecchio che gli fece venire la pelle d'oca.
Turbato da quell'inaspettata manifestazione d'affetto, a Kevin riecheggiarono nel cervello le parole di Ben. Già, e lui quand'è che avrebbe concluso qualcosa? Quel nano fetente non aveva mica tutti i torti, doveva riconoscerlo. La loro pseudo-relazione vegetava a uno stadio primordiale dall'alba dei tempi.
Rimase pietrificato come una colonna di basalto mentre si dava del cretino, pensando che avrebbe voluto stringerla a sé per ricambiare quel bacio casto con un altro un po' meno casto. Quando si decise a poggiarle almeno una mano sulla schiena – così, giusto per non fare la figura della statua di sale -, rimase col braccio sospeso a mezz'aria perché nel frattempo lei si era già ritratta e, tutta contenta, aveva rimesso in moto l'auto.
- Ok, dolcezza! Allacciati la cintura, si parte!
In risposta all'entusiasmo di Gwen arrivarono soltanto un sibilo e uno schiocco di lingua.
Seguiti subito dopo da un boato apocalittico proveniente dall'avantreno e da un agghiacciante urlo beduino di Kevin.



✪✪✪✪



Ed eccoci anche al secondo e penultimo capitolo di questa bislacca fanfic.
Ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno letto, in particolare le due anime pie che mi hanno lasciato una recensione, ossia
Blackhorse96, che ne ha scritto una davvero esauriente e l'ha anche messa nelle favorite (!), e SakuSasu92, che mi ha gentilmente fatto sapere cosa ne pensa, riempiendomi di immane gaudio.
Donne, you made my day xD

Grazie mille *O*

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Capitolo 3
*** ~Hot Sludge. ***



3. ~Hot Sludge.



- Sono sicura che non ci sia nessuna relazione fra ciò che è successo al motore e la mia insignificante svista al parcheggio. Ne sono certa, mi hai sentito? E' una cosa che doveva già succedere.
Gwen stava proclamando per l'ennesima volta la propria estraneità ai fatti, mentre Kevin era scomparso già da tempo sotto la Challenger e le rispondeva solo a sporadici mugugni, troppo occupato con le riparazioni.
Il rumoraccio misto tra un orribile cigolare di lamiere e uno stridio che si era udito forte e chiaro all'accensione era imputabile principalmente alla pompa dell'olio, che aveva deciso di tirare le cuoia proprio quel giorno. Gwen, oltre alle leggere bestemmie in sottofondo, lo aveva sentito biascicare anche a proposito di un paio di altri problemi, ma non ricordava che termini tecnici avesse usato.
- Avevi già tutti i pezzi di ricambio che ti servono?
Kevin riemerse con la faccia impiastricciata di fuliggine e olio da motori e si raddrizzò, stiracchiandosi.
- Ah-ha. Sono un tipo previdente, io - Rispose pragmatico, mettendosi ad armeggiare con qualcosa dentro il cofano. - E' che ho sempre saputo che questo momento sarebbe arrivato, solo che non avevo idea di quando.
- Vedi che io non c'entro? Ne ero certa – Esclamò Gwen, sorridendo compiaciuta.
- Non ti ho mai accusato di niente. Eri tu che ti sentivi in colpa.
- Sì, ma so bene quanto sia spropositato il tuo auto-centrismo. Non credere che sia stata poi così contenta di esercitarmi con quella carretta, era come stare seduti su una poltrona di spine. Sentivo la tua aura minacciosa e il tuo fiato sul collo, rischiavo la vita al minimo errore – Lo punzecchiò, buttando distrattamente un occhio a quello che stava facendo.
- Carretta? Cosa mi tocca sentire. Me l'hai chiesto tu di guidarla, non ti lamentare...E ringrazia che io te l'abbia concesso – Replicò lui, riponendo l'ultimo attrezzo che aveva usato e pulendosi il viso con uno straccio. - Renditi utile, metti in moto. Credo di aver quasi finito.
In realtà, ci volle un altro po' prima che si udissero nuovamente i 380 cavalli con il loro caratteristico rombo corposo: le riparazioni si rivelarono più rognose del previsto, complice anche il fatto che la Challenger aveva appena compiuto un terzo di secolo.
Dopo svariati - Ok, accendi, dovremmo esserci – finalmente arrivò quello giusto, e il solito fragore tuonante da buttar giù i muri e devitalizzare i denti riempì il garage. Kevin richiuse il cofano soddisfatto del proprio operato, poi si tolse la maglietta lercia usandola per asciugarsi il sudore e le si avvicinò, dopo che lei gli aveva lanciato un'occhiata tossicchiando per richiamare la sua attenzione. - Che c'è, ti attizzo, non è vero? - Le sussurrò a un dito dalla faccia, ammiccando malizioso al proprio fisico. Finché si trattava di fare il buffone non aveva nessuna remora, ma affrontare il discorso con un approccio più serio, come avrebbe voluto Gwen, lo metteva pesantemente in difficoltà. - Apprezzeresti di più se mi cospargessi di olio anche i bicipiti? In effetti metterebbe in risalto i miei muscoli scolpiti, che ne pensi? - Ottenne come replica un'alzata di occhi al soffitto. - Penso sia meglio che tu ti vada a fare una doccia, e poi ne riparleremo. Comunque, c'è una cosa che vorrei domandarti.
- Dimmi.
Si scrutarono per qualche istante, in silenzio. L'unico rumore che si sentiva era lo scoppiettio cadenzato del motore della Dodge.
- Innanzitutto ti chiedo scusa per Ben. Lo sai com'è fatto, non è cattivo. Sono convinta che non pensasse veramente ciò che ha detto.
Kevin la guardò scettico e alzò lievemente le spalle, bofonchiando un “
anche se fosse, cazzi suoi.” Avrebbe voluto aggiungere inoltre che invece con tutta probabilità lo pensava davvero, eccome. Del resto, lui stesso in primis credeva di non essere la persona più adatta a lei, ma non c'era verso che accettasse di farselo dire proprio da quello, per quanto evidentemente e diametralmente opposta gli fosse Gwen. La tipica ragazza bene, assennata, intelligente e compassata e il tipico ragazzaccio irruento, rozzo e pure ex-sociopatico. Che c'azzeccavano insieme due come loro? Per Kevin questo rappresentava il principale deterrente, eppure lei sembrava non essersene mai fatta chissà quale problema, così come aveva sempre sorvolato con nonchalance sul fatto che fosse dotato della stessa sensibilità poetica di uno scarabeo stercorario.
- Dunque...è sorto un
piccolo imprevisto. Ma piccolo piccolo, eh.
D'un tratto, un brivido gli serpeggiò lungo la schiena. Si ricordò che anche da Mr. Smoothies era sul punto di chiedergli qualcosa, ma alla luce di ciò che era successo dopo aveva concluso che si trattasse della prova di guida; invece, a quanto pareva, c'era dell'altro. Cos'era quella strana sensazione? Il suo sopracciglio alzato, che per l'occasione stava salendo rapidamente a raggiungere l'attaccatura dei capelli, denotava tutta la sua perplessità. Quel brutto presentimento venne confermato anche dal suo eccessivo tentennare, caratteristica che decisamente non le apparteneva.
- E' scomodo parlare in piedi, sediamoci in macchina, ok? - Temporeggiò lei, prendendo posto all'interno ed esortandolo a fare lo stesso con un cenno della mano.
Kevin, per decenza - e per evitare di diffondere ulteriormente i propri olezzi tutt'altro che al
gelsomino - si infilò di nuovo la maglietta, sempre più perplesso, poi si sedette, spense il motore e restò in attesa che si spiegasse. Rimasero avvolti da un silenzio greve, e Gwen si accoccolò sul sedile appoggiandogli la testa sulle ginocchia, lasciandolo deliziosamente spiazzato.
- Ecco...mio padre da oggi è fuori città con mia madre.
Hm, cosa udivano le sue orecchie? Sulla sua faccia preoccupata si dipinse un sordido ghigno che riuscì a celare a malapena. Non c'erano dubbi, quello ero un chiaro invito! Che in queste cose lei fosse più disinvolta di lui l'aveva sempre saputo, ma che fosse così intraprendente...Leggendo la sua espressione, Gwen gli scoccò un'occhiataccia e continuò il discorso, prendendo a giocherellare con una ciocca di lunghi capelli ramati e dimostrando un improvviso ed inusitato interesse per le proprie doppie punte.
- E la macchina di mia madre è dal carrozziere. Sai, l'incidente della settimana scorsa...
Kevin annuì lentamente, non capendo più dove volesse andare a parare. E adesso che c'entrava l'auto di sua madre?
- E io domani ho il test di guida.
Ok, era ufficialmente confuso.
- So che per te sarà dura da accettare, ma è per una giusta causa – Continuò lei vaga, gettandolo sempre di più nel panico. La sensazione sgradevole che aveva avuto all'inizio stava riaffiorando prepotentemente, anche se venne temporaneamente mitigata da un suo abbraccio. Col volto sprofondato nella sua spalla, la sentì biascicare qualcosa di cui udì distintamente soltanto le ultime parole.
- ...La tua macchina.
La replica di Kevin si espresse mediante un urlo strozzato. C'era già arrivato, ma la recondita speranza che potesse sussistere un margine di errore nella sua deduzione era dura a morire.
- La mia macchina cosa?!
- Dovresti prestarmela per l'esame...
Lui trasalì e si portò una mano alla tempia, mentre sentiva che il mal di testa gli stava scoppiando di nuovo. Gwen lo stava ancora guardando con occhi luccicanti traboccanti di aspettative quando lui commentò, sarcastico:
- Se accetto, almeno dovresti darmi qualcosa in cambio.
Inizialmente lei rimase un po' interdetta, poi fece spallucce e bisbigliò, a un tiro di bacio dalle sue labbra:
- Oh, va bene, se è il prezzo da pagare...
Il cuore gli mancò un battito e si congratulò con se stesso per l'ardire che aveva avuto nel fare quell'allusione, perché una reazione così diretta era un filino più di quanto si aspettasse: immaginava che al massimo gli sarebbe potuta valere uno sguardo in tralice e un abbraccio – o in alternativa una scoppola - , con il consueto ghigno alla “
ti conosco, mascherina!
Stavolta però col cavolo che avrebbe esitato, si disse risoluto prendendole il volto fra le mani, ebbro di quel contatto così piacevole e inaspettato.
- ...Se non ti dà noia che in questo momento ti stia sporcando di morchia, direi che sì, è il prezzo da pagare.
Gwen si sistemò a cavalcioni su di lui e gli sfiorò la mascella squadrata depositandogli un bacio sullo zigomo, mormorandogli suadente che allora poteva anche stare fermo e non toccarla per niente, se temeva che la morchia la potesse infastidire. Per tutta risposta lui la cinse più stretta e le soffiò sulle labbra, un attimo prima di annullare le distanze:
- Neanche per idea. Non concedo sconti, il prezzo è questo.

- ...Mi sa che dovevo chiedertela in prestito prima, l'auto.


✪✪✪✪



*Intona cori angelici* Alleluja, è finita! *O*
Come promesso, veloce e indolore xD
Mah. Ho l'impressione che qui in realtà la vera protagonista
sia la cattivissima Dodge Challenger di Kevin xD
Ad ogni modo, in AF mi ha sempre lasciato un po' perplessa il comportamento di Ben riguardo alla questione Gwevin. Possibile che non abbia niente da dire in merito? I casi sono due: o a Ben non interessa una cippa della cugina e se ne sbatte altamente se esce con tipi tutto sommato poco raccomandabili, o ha un interesse nei confronti di Kevin e spera che lui alla lunga si stufi di lei e la faccia fuori, in modo da poter coronare il loro sogno d'amore senza più avere terzi incomodi fra i piedi *
vagheggiamenti yaoi mode OFF*
In entrambi i casi, si evince che di Gwen non gliene possa fregare di meno xD
Penso che gli autori avrebbero potuto sviluppare meglio questa parte, ai fini di renderla un minimo più credibile. Mi spiego, e correggetemi se sbaglio, fino alla fine della prima serie lei e Kevin non si sono quasi filati di striscio, e poi
puff, a inizio della seconda si incontrano di nuovo dopo cinque anni senza essersi visti e, dal nulla, nasce un feeling (e il canon, finalmente). Fin qui potrebbe anche essere, non voglio sindacare sull'eventuale colpo di fulmine, ma mi sembra assai improbabile che Ben, considerato il suo caratterino e visti i precedenti di Kevin, dia candidamente il proprio benestare lasciando che la cugina esca con un trafficante di armi dalle evidenti turbe comportamentali, perennemente invischiato in attività poco chiare e che, piccolo dettaglio, ha tentato di ucciderlo svariate volte. Che Gwen si fidi e lo ritenga cambiato mi può star bene, ma che lo faccia anche Ben così su due piedi mi sembra difficile da credere. Se avesse mantenuto una certa diffidenza di fondo (insieme all'esclusione drastica dalla cerchia delle amicizie, ma vabbè, non stiamo a porci troppe domande xDD), sarebbe stato un comportamento molto più normale.
D'altra parte, cosa è
normale in questo cartone? XD
Terminati gli sproloqui, lasciatemi precisare una cosa, ovvero: ho passato dieci minuti a gongolare
in maniera assai poco dignitosa sulle recensioni.
Blackhorse96
, altro che tedio. Forse volevi dire insano squeeamento, perché questo mi ha suscitato la lettura dei tuoi commenti.
LaProZ
, grazie mille anche a te, e non preoccuparti di sembrare una fangirl invasata. Ti capisco molto bene, è l'effetto collaterale che causano questi due.
Ragazze, voi mi ripagate del sudore versato per scrivere questa fanfic. Grazie di cuore per avermi seguito pazientemente sin qui *
abbracciostritolante*
Detto questo, passiamo a fare una piccola puntualizzazione per rendere chiare alcune parti.
In America, oltre al fatto di poter prendere la patente a 16 anni, non si fa la prova pratica utilizzando la macchina della Scuola Guida: è l'esaminando che deve preoccuparsi di recuperarne una, e normalmente si usa quella dei propri genitori. Inoltre, il conseguimento della patente non richiede la trafila burocratica a cui siamo abituati in Italia, perché di solito nel giro di una settimana si ottiene tutto, e spendendo una somma ridicola se paragonata alle migliaia di euro a cui si può arrivare qui.
Dio benedica l'America.
E l'olio da motori. Perché si sa che non esiste niente di più arrapante di un nerboruto meccanico che fa capolino slittando da sotto una macchina, tutto impiastricciato di lubrificante che ne esalta “casualmente” i muscoli ben torniti e gli addominali cesellati. Ok, la pianto di divagare sputtanando al mondo le mie kink.

P.S. Purtroppo, non mi limito allo scrivere: sono solita disegnare anche fanartine scrause, e QUI potete trovare la mia galleria su DeviantART dedicata a Ben 10.

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