HOT SLUDGE di kitsune999 (/viewuser.php?uid=62802)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~Déjà-Vu ***
Capitolo 2: *** ~Houston, abbiamo un problema. ***
Capitolo 3: *** ~Hot Sludge. ***
Capitolo 1 *** ~Déjà-Vu ***
1.
~Déjà-Vu
La
cannuccia di Gwen, precisa come un dardo, lo centrò proprio
in mezzo
alle sopracciglia.
-
Ti farà male bere tutti quei frullati.
Con
una smorfia, Ben rispedì il molesto oggetto volante al
mittente ed
enumerò sulle dita a quanto era arrivato quel giorno.
-
E' solo il quinto - Annunciò, senza trattenersi
dall'emettere subito
dopo un poderoso rutto liberatorio - Non sono neanche all'inizio.
Diede
un'altra sorsata e, mentre le sue papille gustative intonavano
l'Alleluja, Kevin, mezzo stravaccato sulla panca e
meno
interattivo che mai, commentò con un grugnito.
Metallo
sì, metallo no. Si erano ritrovati da Mr. Smoothies da circa
una
ventina di minuti ed era da almeno dieci che si metallizzava e
smetallizzava una mano, gingillandosi con degli spiccioli ripescati
nelle tasche, al che Ben, ormai stufo di vedere quel siparietto,
prese la mira e imitò il gesto di poco fa della cugina,
scoccando la
propria cannuccia. Dopo essersi premurato di sputarvi dentro,
naturalmente.
-
Ma sei deficiente?! - Con un gesto stizzito – e schifato
– la
vittima si ripulì la guancia e lo afferrò per il
bavero della
giacca, fissandolo come se volesse polverizzarlo.
-
Oh, wow! Una reazione, finalmente – Ribatté
sardonico l'altro,
scrollandosi dalla sua presa con fare seccato.
-
Fammi incazzare e vedrai che reazione – Gli mostrò
il pugno
ringhiandogli contro qualche altro amabile appellativo,
finché non
venne freddato da uno dei pluricollaudati sguardi ammonitori di Gwen.
Probabilmente
sarebbe finita lì se non fosse stato per il beffardo
“A
cuccia”
sibilato da Ben, a cui immancabilmente seguirono minacce di morte
assortite e svariati scrocchi di nocche. Ancora una volta fu la
ragazza a suonare il gong di fine secondo round, intimando a tutti e due
di calmare i bollenti spiriti.
-
Kevin, va tutto bene? Oggi sei strano.
Tralasciando
che un affare a cui lavorava da settimane gli era andato a puttane,
che aveva preso l'ennesima multa per eccesso di velocità e
che aveva
perso tutta la mattina cercando di raccattare un pezzo di ricambio
per l'auto - che puntualmente non aveva trovato - sì, andava
tutto a
meraviglia.
-
Figurati, quello è sempre strano - Rincarò Ben,
guadagnandosi uno
scappellotto da parte della cugina. Quella frazione di secondo in cui
abbassò la guardia fu provvidenziale per Kevin, che con
mossa
fulminea gli svuotò il contenuto del proprio bicchiere sulla
testa.
Ebbasta,
non ne poteva più. Già normalmente sopportava
poco il suo sarcasmo,
ci mancava solo che lo cogliesse quando gli giravano.
-
Non guardarmi così. Questa roba è imbevibile,
solo a te può
piacere, e visto che l'apprezzi tanto finisci pure anche il mio!
Scommetto che i tuoi capelli al retrogusto di cane bagnato lo
renderanno ancora più buono.
Ben,
lo scazzo che si allargava a vista d'occhio sul viso,
digrignò i
denti e lasciò che una Gwen altrettanto scazzata e armata di
tovagliolo lo ripulisse alla meno peggio dalla colata di frullato al
discutibile gusto cioccolato-carota. - Io e te facciamo i conti dopo,
qui c'è troppa gente – Sillabò lui
occhieggiandolo minaccioso da
sotto il ciuffo appicicaticcio incollatoglisi alla fronte, mimando
in contemporanea il taglio della gola con la mano distesa davanti al
collo. Figurarsi, pensò l'artefice del misfatto guardandolo
annoiato
puntellandosi su un gomito, se credeva di fargli paura si sbagliava
di grosso. Non aveva ancora girato i tacchi soltanto perché
si
sentiva inchiodato alla panca dallo sguardo di rimprovero della
testarossa che gli sedeva di fronte, la quale, per sdrammatizzare un
po', si era offerta di prestare al cugino il suo nuovo “miracoloso
shampoo lucidante al Tè bianco e miele”.
- Passa da me dopo,
vedrai che risultato! Non tutto il male vien per nuocere, questo
è
il pretesto giusto per dire addio alla tua capigliatura stopposa! -
Ben le diede dell'imbonitrice di piazza e obiettò che non
erano
affatto stopposi.
A
proposito di shampoo, a Kevin l'occhio cadde involontariamente su
quell'impeccabile chioma ramata dagli incantevoli riflessi dorati.
Era da tempo immemore che moriva dalla voglia di spettinarla - o
meglio - moriva dalla voglia di affondare le dita fra quei capelli
lisci e lucenti sempre così dannatamente in ordine.
Accarezzarli,
scompigliarli, arruffarli. Poi magari sbatterla spalle al muro,
oppure sul sedile reclinabile della Challenger, andava bene anche il
cofano purchè non ci fossero rompiballe nei dintorni,
e...snap.
Snap
snap.
L'oggetto
delle sue fantasie alla “cosa-non-ti-farei”
gli stava schioccando due dita davanti al naso.
-
Sei ancora con noi? Mi sembravi caduto un attimo in catalessi, dai
fiato ai tuoi pensieri!
Più
che darvi fiato avrebbe voluto darvi atto, considerò lui con
l'espressione di chi è stato beccato con le mani nella
marmellata.
Suo malgrado, si ritrovò a boccheggiare per quel secondo in
più che
diede a Ben la succosa opportunità di sfotterlo.
-
Lascialo perdere, Gwen. E' la sua solita faccia stordita, io non vedo
niente di nuovo.
Inizialmente
l'altro gliela passò senza replicare, ma poi optò
per la coerenza e
lo mandò gioiosamente affanculo, ottenendo di rimando un
dito medio
alzato.
-
Qualcuno mi ricordi perché mi trovo qui con voi, oggi. Avrei
di
meglio da fare che passare il mio tempo con degli imbecilli -
Declamò
passandosi una mano fra i capelli, specificando subito dopo che
l'insulto era chiaramente riferito solo a uno dei due cugini
Tennyson.
-
Ti ho chiamato io, avrei qualcosa da chiederti - Rispose Gwen neutra
e Kevin indicò Ben con il pollice, replicando caustico - E
perché
c'è anche il coso?
-
Perché il coso
ha
un appuntamento qui con la
sua ragazza – puntualizzò
l'interpellato, ponendo particolare enfasi sulle ultime parole
– un
concetto del tutto estraneo ad alcuni soggetti.
-
Significa che fra poco te ne vai? Grazie a Dio... - Fece una piccola
pausa ad effetto per creare più phatos
– ...Ma poi, lei lo sa di essere la tua ragazza? Non avrai
neanche
ancora avuto il fegato di baciarla.
Mentre
la pace fra i due si rivelava essere sempre più un'astrazione
utopica, Gwen
trasecolò e si chiese se Kevin non fosse davvero un idiota
totale
come sosteneva il cugino. Si stava addentrando in un terreno
pericoloso, dato che fare certe insinuazioni equivaleva né
più né
meno che a servirgli la propria testa su un piatto d'argento, esponendosi
a facili repliche. Lui, dal canto suo, sì, ne era
consapevole,
esattamente come lo era di non riuscire a frenare la lingua quando
aveva i nervi solleticati: perciò, onde evitare potesse
arrivargli
in risposta un prevedibile “Senti
da che pulpito”,
si affrettò a tentare di aggiustare il tiro.
- Devo dire che quella
poverina ha proprio il gusto dell'orrido, un po' mi dispiace per lei.
- Sì, bé... - Ben, il
volto livido e una mano già sull'Omnitrix,
assottigliò gli occhi e
lo incenerì con lo sguardo – Anche a me dispiace
parecchio per mia
cugina, potrebbe avere molto di meglio.
Sentendosi
chiamata in causa inutilmente, Gwen
si passò una mano sul viso, valutando quale fosse
più opportuno
trucidare per primo e invocando la Divina Provvidenza
affinché Julie
si palesasse al più presto per portarsi via almeno uno di
quei due
grulli. Certo che anche Ben, ci fosse una volta in cui non
raccogliesse le sue frecciate! Lo
guardò perentoria allargando le braccia, con un'espressione
alla
“non
ci posso credere, dacci un taglio”,
ma ovviamente
lui non la considerò affatto, troppo preso dall'alterco con
la sua
ex-nemesi. Che, a dirla tutta, in certi momenti appariva assai poco
ex.
- Prego, Tennyson? Non
credo di aver capito bene.
- Hai capito benissimo
– Incrociò le braccia al petto e lo
fissò tracotante, prima di
affondare il coltello fino al manico - A parte il fatto che sei
talmente un fallimento che non si sa se e quando arriverai mai a
concludere qualcosa con lei, tu non la meriti.
Era la goccia che
faceva traboccare il vaso.
Gwen sapeva
perfettamente quanto Ben riuscisse a essere velenoso se
eccessivamente stuzzicato, ma quello era proprio un colpo basso. Per
un istante le parve perfino di percepire il rumore che la delicata
pazienza di Kevin, sottile come un filo di seta, aveva prodotto
rompendosi.
Trattenne il fiato,
indecisa se intromettersi e prendere in mano la situazione oppure
restare a guardare passivamente l'evolversi degli eventi. Non poteva
negare che quello scambio di battute taglienti avviato da Ben la
incuriosisse non poco. Mentre una parte di lei le stava urlando a
gran voce di starsene buona a osservare quale sarebbe stata la
reazione di Kevin, l'altra parte, quella razionale, le urlava ancor
più forte che l'unico contrattacco a cui avrebbe assistito
sarebbe
stato puramente di tipo fisico, e non di certo verbale. In altre
parole, se non voleva che arrivassero alle mani, sarebbe dovuta
intervenire.
Tuttavia, nonostante le
divergenze di opinioni, sembrava esistere fra di loro una sorta di
tacito accordo: in un attimo schizzarono in piedi e, senza dire una
parola, si diressero entrambi al parcheggio di Mr. Smoothies per dare
a quel confronto serrato, al riparo da occhi indiscreti, il
più
scontato degli epiloghi. Gwen li seguì a ruota, alzando gli
occhi al
cielo e interrogandosi sull'inutilità del genere maschile.
A grandi falcate
raggiunsero l'auto di Kevin e per un nanosecondo lei credette che
avesse intenzione di andarsene, nel qual caso avrebbe volentieri
levato le tende con lui. Vana, ingenua speranza.
- Ripeti un po' quello
che hai detto. - Il suo tono di voce era insolitamente calmo, di
quella stessa calma che precede la tempesta.
- Cosa, che sei un
fallito o che non meriti una come Gwen?
-
Ok ragazzi, basta così. Ne ho abbastanza delle vostre
diatribe da
maschi oltraggiati, vedete di farla finita, e subito. Oggi proprio
non è giornata.
E
non lo era davvero. La notte prima aveva dormito poco e male al
pensiero di ciò che l'aspettava a breve, ossia l'esame
pratico per
la patente. Non ne era sicura, ma le era parso di aver avuto perfino
un incubo in cui ad ogni incrocio, invece che dello stop canonico,
incoccava inesorabilmente in un segnale di "attenzione alle
antilopi": le mancava solo di assistere a quei due che, in un
crescendo rossiniano, litigavano come due figuranti in tribunale.
Non
si aspettava di certo che diventassero intimi amici, o che
cavalcassero insieme un unicorno sulla spiaggia al tramonto.
Però,
che diamine! I tempi della scuola materna erano passati da un pezzo,
era troppo chiedere che facessero almeno lo sforzo di fingere di
sopportarsi civilmente?
Ad
ogni modo sapeva che sarebbe stato fiato sprecato, perché
quella
volta ci stavano andando giù piuttosto pesanti con le
diffamazioni
reciproche, specie Ben. Difatti, neanche il tempo di finire l'ultima
frase che Kevin, con una mano sulla carrozzeria, aveva già
provveduto a metallizzarsi completamente nella tonalità di
verde
tamarro della sua Challenger. Ecco la ragione per cui aveva voluto
avvicinarsi alla macchina, altro che levare le tende! Gli mancavano
solo le strisce nere per un perfetto pendant
mimetico,
arguì
lei sospirando
rassegnata: benché non avesse alcuna voglia di intervenire,
decise
comunque di fare un ultimo tentativo per stroncare sul nascere la
carneficina. Raccogliendo tutta la propria pazienza si intromise fra
i due contendenti che, già contrapposti in pose plastiche,
la
squadrarono infastiditi come fosse un chewing-gum incollato alla
suola mentre, in tono da esecuzione sommaria, scandiva:
-
Ben, leva quella mano dall'Omnitrix. Kevin, sotterra l'ascia. Adesso
io e te ce ne andiamo a fare qualche guida, ok? Ho bisogno di
esercitarmi in vista dell'esame.
Quello
alzò un sopracciglio e protestò indignato che se
lo poteva pure
scordare, perchè mai e poi mai avrebbe messo a repentaglio
la salute
della propria preziosissima auto.
- Abbaia finché vuoi,
tanto finirai con lo scodinzolare come al solito - Gongolò
Ben, e si
congedò facendogli le condoglianze.
✪✪✪✪
Ebbene
sì, avete scoperto il mio vergognoso segreto,
occasionalmente seguo
Ben 10 =__=;
E'
che 'sti due sono troppo *fluffy*
insieme. C'è una UST così forte tra loro che non
potevo evitare di
scriverci su qualche scemocacchiata
just for fun.
Finora
ho visionato solo metà della seconda stagione di AF, pertanto non ho
idea se ciò che ho scritto sia più o meno in
linea con quello che
succederà effettivamente. Date a questa fanfic il tempo che
merita e
gioite, sarà composta da soli tre capitoli, quindi se non
altro almeno sarà
abbastanza breve xD
|
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Capitolo 2 *** ~Houston, abbiamo un problema. ***
2.
~Houston,
abbiamo un problema.
-
Lo specchietto laterale destro serve a qualcosa, Gwen. Non è
un
ornamento, sai?
-
Lo so, difatti lo sto guardando!-
La
rapida successione di eventi che si verificò dopo queste
ultime
funeste parole gettò nello sconforto il povero Kevin, che
assistette
impotente a ciò che credette essere La Catastrofe: la
Challenger
urtò in retromarcia spedita l'alto gradino del marciapiede,
vi salì
sopra, ripiombò a terra con un tonfo che fece cigolare le
già
provate sospensioni e infine completò l'opera con un
discreto
poggino sul parafango della vettura posteggiata dietro di loro.
Gwen
non ebbe neanche il tempo di rendersi conto di cosa fosse
effettivamente successo che Kevin si era già catapultato
fuori, dopo
essersi riappropriato delle chiavi levandole bruscamente dal quadro e
aver tirato il freno a mano con una tale veemenza che lei, per un
attimo, si era chiesta se non stesse cercando di estirparlo. Con fare
concitato e borbottando come una caffettiera controllò
accigliato
gli eventuali danni, sospirando di sollievo nel constatare che sulla
carrozzeria - di entrambe le auto, ma soprattutto della SUA - non
c'era nemmeno un graffio, salvo una piccola incrinatura del tutto
trascurabile a uno dei suoi due fanali di coda. Decise che su quello
poteva anche passare sopra, in fondo si trattava pur sempre di Gwen,
e sapeva fin troppo bene che non riusciva né ad avercela con
lei, né
a negarle mai nulla.
Comunque,
si disse, grazie al Cielo la Catastrofe era stata scongiurata, ma per
quanto ancora sarebbe durata quella portentosa fortuna? Non era
saggio continuare a sfidare la sorte, e poi la tensione lo stava
logorando: erano passati solo venti minuti
dall'inizio dell'esercitazione, ma gli sembrava fossero trascorse
ore. Sarebbe stato di gran lunga meglio rimanere ad azzuffarsi con
Tennyson.
-
La bimba sta bene? - Ironizzò Gwen quando, rientrando
nell'abitacolo, lui le rivolse uno sbuffo e un'occhiata esasperata.
- Avresti dovuto iniziare a sterzare il benedetto volante prima di
finire sul marciapiede, ti pare? Prega che non ti facciano fare
qualche parcheggio a esse, o prenderai la patente nell'Anno del Mai.
Senti, finiamola qui, non ho la forza per reggere oltre.
Non
avrebbe voluto essere così ruvido, ma - tra l'altro
– uno squisito
mal di testa lo stava uccidendo da quando avevano cominciato quello
stillicidio. Prese a massaggiarsi le tempie, finché un
silenzio
oltremodo inquietante lo indusse ad alzare gli occhi verso di lei.
Come
previsto, lo stava squadrando a braccia conserte con un broncio da
manuale.
Di
fronte a cotanto scazzo, e involutosi ormai nella costernazione
poiché non aveva nessuna voglia di litigare,
ripescò con un sospiro
le chiavi dalla tasca e gliele lanciò.
-
Non te la prendere, non dicevo troppo sul serio...Ti do qualche
dritta per l'esame, vuoi?
Gwen,
urtata da quel “troppo”,
le afferrò al volo e lo guardò di sbieco
stringendosi nelle spalle,
invitandolo a proseguire con un gesto della mano equivalente
più o
meno a un “su,
sentiamo, se proprio devi”.
Mantenendo una vaga aria indolente, lo ascoltò mentre le
sciorinava
pazientemente quel racconto di vita vissuta: come prima cosa le
avrebbero fatto fare una verifica delle condizioni dell'auto,
consistente nello salire in macchina, allacciarsi la cintura,
sorridere all'esaminatore, regolare gli specchietti, sorridere alla
vita, provare le frecce, sorridere un altro po' e infine dare una
controllatina a luci e freni, ricordandosi però che in
quella fase
il motore andava tenuto rigorosamente spento. Da lì in poi
sarebbe
cominciato l'esame vero e proprio, che, a sentire lui, era a prova di
idiota. – Basta eseguire gli ordini e in un quarto d'ora
avrai la
tua patente, garantito. Stai tranquilla. -
-
Io sono tranquillissima, sei tu che ti alteri per un nonnulla!
Rilassati, non ho intenzione di distruggere la tua piccola –
Affermò lei, indirizzandogli uno sguardo insofferente -
...E,
comunque, quel commento acido di poco fa riguardo ai parcheggi a esse
potevi risparmiartelo.
-
E perché? Mica ti ho detto niente di nuovo, dovresti saperlo
che non
sono il tuo forte! Se ti dovesse capitare nella prova almeno spera di
avere un esaminatore clemente, che chiuda un occhio... - Si
interruppe un attimo e poi riprese - ...due
occhi
sul fatto che tu ci sia proprio negata. E' per questo che ti ho
consigliato di sorridere a oltranza anche a costo di farti venire una
paresi, col tuo bel faccino magari lo ammorbidirai al punto che
lascerà correre.
Kevin
si augurava che dopo la sua esauriente spiegazione le fosse passata
la voglia di guidare, tanto le aveva chiaramente lasciato a intendere
che per il suo tallone d'Achille c'era poco da fare se non auspicare
nella buona sorte, e invece lei, come galvanizzata, dichiarò
stoicamente di voler continuare a provare. Tanto prima o poi le
sarebbe riuscito un parcheggio decente, no?
No,
pensò lui afflitto, coprendosi il volto con una delle sue
mani
enormi. Un pomeriggio del genere rischiava di fargli apparire la
guerra di trincea come un modo delizioso per passare il tempo.
Sempre
restando in tema di cose deliziose, in quel frangente Gwen, senza
preavviso, gli saltò al collo e lo baciò
fugacemente sulla guancia,
bisbigliandogli un soffice “grazie” all'orecchio
che gli fece
venire la pelle d'oca.
Turbato
da quell'inaspettata manifestazione d'affetto, a Kevin riecheggiarono
nel cervello le parole di Ben. Già, e lui quand'è
che avrebbe
concluso qualcosa? Quel nano fetente non aveva mica tutti i torti,
doveva riconoscerlo. La loro pseudo-relazione vegetava a uno stadio
primordiale dall'alba dei tempi.
Rimase
pietrificato come una colonna di basalto mentre si dava del cretino,
pensando che avrebbe voluto stringerla a sé per ricambiare
quel
bacio casto con un altro un po' meno casto. Quando si decise a
poggiarle almeno una mano sulla schiena – così,
giusto per non
fare la figura della statua di sale -, rimase col braccio sospeso a
mezz'aria perché nel frattempo lei si era già
ritratta e, tutta
contenta, aveva rimesso in moto l'auto.
-
Ok, dolcezza! Allacciati la cintura, si parte!
In
risposta all'entusiasmo di Gwen arrivarono soltanto un sibilo e uno
schiocco di lingua.
Seguiti
subito dopo da un boato apocalittico proveniente dall'avantreno e da
un agghiacciante urlo beduino di Kevin.
✪✪✪✪
Ed eccoci
anche al secondo e penultimo capitolo di questa bislacca fanfic.
Ringrazio
sentitamente tutti coloro che hanno letto, in particolare le due
anime pie che mi hanno lasciato una recensione, ossia Blackhorse96,
che
ne ha scritto una davvero esauriente e l'ha anche messa nelle
favorite (!), e SakuSasu92,
che mi ha gentilmente fatto sapere cosa ne pensa, riempiendomi di
immane gaudio.
Donne,
you made my day xD
Grazie
mille *O*
|
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Capitolo 3 *** ~Hot Sludge. ***
3.
~Hot
Sludge.
-
Sono sicura che non ci sia nessuna relazione fra ciò che
è successo
al motore e la mia insignificante svista al parcheggio. Ne sono
certa, mi hai sentito? E' una cosa che doveva già succedere.
Gwen
stava proclamando per l'ennesima volta la propria estraneità
ai
fatti, mentre Kevin era scomparso già da tempo sotto la
Challenger e
le rispondeva solo a sporadici mugugni, troppo occupato con le
riparazioni.
Il
rumoraccio misto tra un orribile cigolare di lamiere e uno stridio
che si era udito forte e chiaro all'accensione era imputabile
principalmente alla pompa dell'olio, che aveva deciso di tirare le
cuoia proprio quel giorno. Gwen, oltre alle leggere bestemmie in
sottofondo, lo aveva sentito biascicare anche a proposito di un paio
di altri problemi, ma non ricordava che termini tecnici avesse usato.
-
Avevi già tutti i pezzi di ricambio che ti servono?
Kevin
riemerse con la faccia impiastricciata di fuliggine e olio da motori
e si raddrizzò, stiracchiandosi.
-
Ah-ha. Sono un tipo previdente, io - Rispose pragmatico, mettendosi
ad armeggiare con qualcosa dentro il cofano. - E' che ho sempre
saputo che questo momento sarebbe arrivato, solo che non avevo idea
di quando.
-
Vedi che io non c'entro? Ne ero certa – Esclamò
Gwen, sorridendo
compiaciuta.
-
Non ti ho mai accusato di niente. Eri tu che ti sentivi in colpa.
-
Sì, ma so bene quanto sia spropositato il tuo
auto-centrismo. Non
credere che sia stata poi così contenta di esercitarmi con
quella
carretta, era come stare seduti su una poltrona di spine. Sentivo la
tua aura minacciosa e il tuo fiato sul collo, rischiavo la vita al
minimo errore – Lo punzecchiò, buttando
distrattamente un occhio a
quello che stava facendo.
-
Carretta? Cosa mi tocca sentire. Me l'hai chiesto tu di guidarla, non
ti lamentare...E ringrazia che io te l'abbia concesso –
Replicò
lui, riponendo l'ultimo attrezzo che aveva usato e pulendosi il viso
con uno straccio. - Renditi utile, metti in moto. Credo di aver quasi
finito.
In realtà, ci volle un altro po' prima che si udissero nuovamente i 380 cavalli con il loro caratteristico rombo corposo: le riparazioni si
rivelarono più rognose del previsto, complice anche il fatto
che la
Challenger aveva appena compiuto un terzo di secolo.
Dopo
svariati - Ok, accendi, dovremmo esserci – finalmente
arrivò
quello giusto, e il solito fragore tuonante da buttar giù i
muri e
devitalizzare i denti riempì il garage. Kevin richiuse il
cofano
soddisfatto del proprio operato, poi si tolse la maglietta lercia
usandola per asciugarsi il sudore e le si avvicinò, dopo che
lei gli
aveva lanciato un'occhiata tossicchiando per richiamare la sua
attenzione. - Che c'è, ti attizzo, non è vero? -
Le sussurrò a un
dito dalla faccia, ammiccando malizioso al proprio fisico.
Finché si
trattava di fare il buffone non aveva nessuna remora, ma affrontare
il discorso con un approccio più serio, come avrebbe voluto
Gwen, lo
metteva pesantemente in difficoltà. - Apprezzeresti di
più se mi
cospargessi di olio anche i bicipiti? In effetti metterebbe in
risalto i miei muscoli scolpiti, che ne pensi? - Ottenne come replica
un'alzata di occhi al soffitto. - Penso sia meglio che tu ti vada a
fare una doccia, e poi ne riparleremo. Comunque, c'è una
cosa che
vorrei domandarti.
-
Dimmi.
Si
scrutarono per qualche istante, in silenzio. L'unico rumore che si
sentiva era lo scoppiettio cadenzato del motore della Dodge.
-
Innanzitutto ti chiedo scusa per Ben. Lo sai com'è fatto,
non è cattivo. Sono convinta che non pensasse veramente
ciò che ha detto.
Kevin
la guardò scettico e alzò lievemente le spalle,
bofonchiando un
“anche
se fosse, cazzi suoi.”
Avrebbe voluto aggiungere inoltre che invece con tutta
probabilità
lo pensava davvero, eccome. Del resto, lui stesso in primis credeva di
non essere la persona più adatta a lei, ma non c'era verso che accettasse
di farselo dire proprio da quello,
per quanto evidentemente e diametralmente opposta gli fosse Gwen.
La tipica ragazza bene,
assennata, intelligente e compassata e il tipico ragazzaccio
irruento, rozzo e pure ex-sociopatico. Che c'azzeccavano insieme due
come loro? Per Kevin questo rappresentava il principale deterrente,
eppure lei sembrava non essersene mai fatta chissà quale
problema,
così come aveva sempre sorvolato con nonchalance
sul fatto che fosse dotato della stessa sensibilità poetica
di uno
scarabeo stercorario.
-
Dunque...è sorto un piccolo
imprevisto. Ma piccolo piccolo, eh.
D'un
tratto, un brivido gli serpeggiò lungo la schiena. Si
ricordò che
anche da Mr. Smoothies era sul punto di chiedergli qualcosa, ma alla
luce di ciò che era successo dopo aveva concluso che si
trattasse
della prova di guida; invece, a quanto pareva, c'era dell'altro.
Cos'era quella strana sensazione? Il suo sopracciglio alzato, che per
l'occasione stava salendo rapidamente a raggiungere l'attaccatura dei
capelli, denotava tutta la sua perplessità. Quel brutto
presentimento venne confermato anche dal suo eccessivo tentennare,
caratteristica che decisamente non le apparteneva.
-
E' scomodo parlare in piedi, sediamoci in macchina, ok? -
Temporeggiò
lei, prendendo posto all'interno ed esortandolo a fare lo stesso con
un cenno della mano.
Kevin,
per decenza - e per evitare di diffondere ulteriormente i propri
olezzi tutt'altro che al gelsomino
- si infilò di nuovo la maglietta, sempre più
perplesso, poi si
sedette, spense il motore e restò in attesa che si
spiegasse.
Rimasero avvolti da un silenzio greve, e Gwen si accoccolò
sul
sedile appoggiandogli la testa sulle ginocchia, lasciandolo deliziosamente spiazzato.
-
Ecco...mio padre da oggi è fuori città con mia
madre.
Hm,
cosa udivano le sue orecchie? Sulla sua faccia preoccupata si dipinse
un sordido ghigno che riuscì a celare a malapena. Non
c'erano dubbi,
quello ero un chiaro invito! Che in queste cose lei fosse
più
disinvolta di lui l'aveva sempre saputo, ma che fosse così
intraprendente...Leggendo la sua espressione, Gwen gli
scoccò
un'occhiataccia e continuò il discorso, prendendo a
giocherellare
con una ciocca di lunghi capelli ramati e dimostrando un improvviso
ed inusitato interesse per le proprie doppie punte.
-
E la macchina di mia madre è dal carrozziere. Sai,
l'incidente della
settimana scorsa...
Kevin
annuì lentamente, non capendo più dove volesse
andare a parare. E
adesso che c'entrava l'auto di sua madre?
-
E io domani ho il test di guida.
Ok,
era ufficialmente confuso.
-
So che per te sarà dura da accettare, ma è per
una giusta causa –
Continuò lei vaga, gettandolo sempre di più nel
panico. La
sensazione sgradevole che aveva avuto all'inizio stava riaffiorando
prepotentemente, anche se venne temporaneamente mitigata da un suo
abbraccio. Col volto sprofondato nella sua spalla, la sentì
biascicare qualcosa di cui udì distintamente soltanto le
ultime
parole.
-
...La tua macchina.
La
replica di Kevin si espresse mediante un urlo strozzato. C'era
già
arrivato, ma la recondita speranza che potesse sussistere un margine
di errore nella sua deduzione era dura a morire.
-
La mia macchina cosa?!
-
Dovresti prestarmela per l'esame...
Lui
trasalì e si portò una mano alla tempia, mentre
sentiva che il mal
di testa gli stava scoppiando di nuovo. Gwen lo stava ancora
guardando con occhi luccicanti traboccanti di aspettative quando lui
commentò, sarcastico:
-
Se accetto, almeno dovresti darmi qualcosa in cambio.
Inizialmente
lei rimase un po' interdetta, poi fece spallucce e
bisbigliò, a un
tiro di bacio dalle sue labbra:
-
Oh, va bene, se è il prezzo da pagare...
Il
cuore gli mancò un battito e si congratulò con se
stesso per
l'ardire che aveva avuto nel fare quell'allusione, perché
una
reazione così diretta era un filino più di quanto
si aspettasse:
immaginava che al massimo gli sarebbe potuta valere uno
sguardo in
tralice e un abbraccio – o in alternativa una scoppola - ,
con il
consueto ghigno alla “ti
conosco, mascherina!”
Stavolta
però col cavolo che avrebbe esitato, si disse risoluto
prendendole
il volto fra le mani, ebbro di quel contatto così piacevole
e
inaspettato.
-
...Se non ti dà noia che in questo momento ti stia sporcando
di
morchia, direi che sì, è il prezzo da pagare.
Gwen
si sistemò a cavalcioni su di lui e gli sfiorò la
mascella
squadrata depositandogli un bacio sullo zigomo, mormorandogli
suadente che allora poteva anche stare fermo e non toccarla per
niente, se temeva che la morchia la potesse infastidire. Per tutta
risposta lui la cinse più stretta e le soffiò
sulle labbra, un
attimo prima di annullare le distanze:
-
Neanche per idea. Non concedo sconti, il prezzo è questo.
-
...Mi sa che dovevo chiedertela in prestito prima, l'auto.
✪✪✪✪
*Intona
cori angelici*
Alleluja,
è finita! *O*
Come
promesso, veloce e indolore xD
Mah.
Ho l'impressione che qui in realtà
la vera
protagonista
sia la cattivissima Dodge Challenger di Kevin xD
Ad
ogni modo, in AF mi ha sempre lasciato un po' perplessa il
comportamento di Ben riguardo alla questione Gwevin. Possibile che
non abbia niente da dire in merito? I casi sono due: o a Ben non
interessa una cippa della cugina e se ne sbatte altamente se esce con
tipi tutto sommato poco raccomandabili, o ha un interesse nei
confronti di Kevin e spera che lui alla lunga si stufi di lei e la
faccia fuori, in modo da poter coronare il loro sogno d'amore senza
più avere terzi incomodi fra i piedi *vagheggiamenti
yaoi mode OFF*
In
entrambi i casi, si evince che di Gwen non gliene possa fregare di
meno xD
Penso
che gli autori avrebbero potuto sviluppare meglio questa parte, ai
fini di renderla un minimo più credibile. Mi spiego, e
correggetemi se sbaglio, fino alla fine
della prima serie lei e Kevin non si sono quasi filati di striscio, e
poi puff,
a inizio della seconda si incontrano di nuovo dopo cinque anni senza
essersi visti e, dal nulla, nasce un feeling (e il
canon,
finalmente). Fin qui potrebbe anche essere, non voglio sindacare
sull'eventuale colpo di fulmine, ma mi sembra assai improbabile che
Ben, considerato il suo caratterino e visti i precedenti di Kevin,
dia candidamente il proprio benestare lasciando che la cugina esca
con un trafficante di armi dalle evidenti turbe comportamentali,
perennemente invischiato in attività poco chiare e che,
piccolo
dettaglio, ha tentato di ucciderlo svariate volte. Che Gwen si fidi e
lo ritenga cambiato mi può star bene, ma che lo faccia anche
Ben
così su due piedi mi sembra difficile da credere. Se avesse
mantenuto una certa diffidenza di fondo (insieme all'esclusione
drastica dalla cerchia delle amicizie, ma vabbè, non stiamo
a porci
troppe domande xDD), sarebbe stato un comportamento molto
più
normale.
D'altra
parte, cosa è normale
in questo cartone? XD
Terminati
gli sproloqui, lasciatemi precisare una cosa, ovvero: ho
passato dieci minuti a gongolare in maniera assai
poco dignitosa sulle recensioni.
Blackhorse96,
altro che tedio. Forse volevi dire
insano squeeamento, perché
questo mi ha suscitato la lettura dei tuoi commenti.
LaProZ,
grazie mille anche a te, e non preoccuparti di sembrare una fangirl invasata.
Ti capisco molto bene, è l'effetto collaterale che causano
questi due.
Ragazze,
voi mi ripagate del sudore versato per scrivere questa fanfic. Grazie
di cuore per avermi seguito pazientemente sin qui
*abbracciostritolante*
Detto
questo, passiamo a fare una piccola puntualizzazione per rendere
chiare alcune parti.
In
America, oltre al fatto di poter prendere la patente a 16 anni, non
si fa la prova pratica utilizzando la macchina della Scuola Guida:
è
l'esaminando che deve preoccuparsi di recuperarne una, e normalmente
si usa quella dei propri genitori. Inoltre, il conseguimento della
patente non richiede la trafila burocratica a cui siamo abituati
in Italia, perché di solito nel giro di una settimana si
ottiene tutto, e
spendendo una somma ridicola se paragonata alle migliaia di euro a
cui si può arrivare qui.
Dio
benedica l'America.
E
l'olio da motori. Perché si sa che non esiste niente di
più
arrapante di un nerboruto meccanico che fa capolino slittando da
sotto una macchina, tutto impiastricciato di lubrificante che ne
esalta “casualmente” i muscoli ben torniti e gli
addominali
cesellati. Ok, la pianto di divagare sputtanando al mondo le mie
kink.
P.S.
Purtroppo, non mi limito allo scrivere: sono solita disegnare anche
fanartine scrause, e QUI
potete trovare la mia galleria su DeviantART
dedicata a Ben 10.
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