SHINRA HIGH SCHOOL

di Tico_Sarah
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - L'inizio della settimana ***
Capitolo 2: *** 2. Fiducia ***
Capitolo 3: *** 3 - Pregiudizio ***
Capitolo 4: *** 4. Punizione ***
Capitolo 5: *** 5. Energia Mako ***
Capitolo 6: *** 6 - Domande Senza Risposta ***
Capitolo 7: *** 7 - Fine Settimana ***
Capitolo 8: *** 8 - Cosa Importa Dei Misteri? ***
Capitolo 9: *** 9 - Loveless ***
Capitolo 10: *** 10 - Amore ***
Capitolo 11: *** 11 - Le Regole Del Gioco ***
Capitolo 12: *** 12 - Simbolo ***
Capitolo 13: *** 13 - Ombre ***
Capitolo 14: *** 14 - Ricatto ***
Capitolo 15: *** 15 - L'inizio Del Torneo ***
Capitolo 16: *** 16. La Decisione Di Zack ***
Capitolo 17: *** 17 - Verso La Verità ***
Capitolo 18: *** 18 - Il Ritorno ***
Capitolo 19: *** 19. Sacrificio ***
Capitolo 20: *** 20. Contro Sephiroth ***
Capitolo 21: *** 21. Debolezze ***
Capitolo 22: *** 22 - L'alba Di Un Nuovo Inizio ***



Capitolo 1
*** 1 - L'inizio della settimana ***


1

 

In terzo B, la situazione del lunedì si faceva sempre più drammatica ogni settimana che passava dall’inizio della scuola. La percentuale dei malati, il lunedì saliva misteriosamente a cifre vertiginose, e quelli che, ignari del loro destino, prendevano la cartella e si dirigevano in aula, venivano puntualmente freddati da un’interrogazione.

Le prime due ore del lunedì erano diventate più simili ad un girone dell’inferno che ad una lezione di matematica. 

Tutti i lunedì, il professor Hojo entrava, rivolgeva un’occhiata alla classe per calcolare quanta gente avesse dato forfait, e si sedeva con ambigua soddisfazione sulla sedia della cattedra, incrociando le dita sotto il mento. E il bello era che, tutte le volte, il commento era più o meno questo:- buongiorno ragazzi, c’è qualcuno che vuol venire volontario?-

Bè, a quel punto chiunque avrebbe desiderato avere il potere del teletrasporto come in Dragon Ball e sparire dalla circolazione, peccato che ciò non era concesso a nessuno, quindi il commento successivo del professore si tramutava in un vero e proprio sarcasmo:- non c’è tutta questa fila di gente, vedo, quindi sarò costretto a chiamare io.-

La reazione degli studenti era varia, ma fondamentalmente finalizzata a diventare più invisibili possibile. C’era chi fingeva di cercare qualcosa per terra o dentro lo zaino, chi, speranzoso, alzava la mano per andare al bagno, chi assumeva un’aria da finto tonto e chi, rassegnato, correva a ripassare quegli ultimi due minuti che precedevano il massacro.

A quel punto, qualcuno doveva pur scaricare la tensione in qualche modo, e se ne usciva con una frase del tipo:- uffa, non ho studiato.-

Così, il professore si accorgeva di lui e chiedeva alla classe:- chi è stato a parlare?-

Ovviamente, la classe avrebbe fatto di tutto pur di rimanere unita, ma a volte è necessario sacrificare qualche pedina per il bene comune, no?

-è stato lui!-

Tutte le teste si girano verso un’unica direzione, e persino qualche dito corre ad indicare un ragazzino biondo nelle ultime file.

Hojo sorride, prende il registro con una mano, il gessetto con l’altra e chiama il diretto interessato come se fosse condannato a morte:- Cloud Strife, venga pure.-

Un gemito, e Cloud si alza, rassegnato a non poter scappare ad suo destino.

 

*

 

Tifa camminava per il lungo corridoio senza perdere d’occhio l’orologio. Erano le otto e un quarto, ed era in ritardo catastrofico!

In realtà, era il suo primo giorno in quella scuola, e non riusciva a trovare la sua classe, quindi continuava a vagare per la scuola senza la più pallida idea di dove si sarebbe dovuta dirigere.

Sbuffò sonoramente e accellerò il passo, nervosa.

“Ma guarda,è il primo giorno e sono già in ritardo! Scommetto che il professore penserà che io sia una ritardataria cronica...! Spero di no, anche perché non è colpa mia se in questa scuola non c’è uno straccio di bidello... uff... dove sarà il terzo B?”

Stava per svoltare l’angolo quando urtò contro un ragazzo che procedeva nella direzione opposta, anch’egli immerso nel filo dei suoi pensieri.- ei! guarda dove vai!- protestò lui, stizzito.

-bè, potrei dire la stessa cosa di te!- ribattè Tifa, rivolgendo un’occhiata di fuoco al ragazzo dai lunghi capelli argentati.- e soprattutto potresti chiedere scusa...!-

Lui la guardò con aria di sufficienza.- non ti ho mai vista da queste parti, sei una di quelle provincialotte appena trasferitesi in città, eh?-

-io non sono provincialotta!- strillò Tifa, arrabbiata. – e tu sei un vero maleducato!-

Il ragazzo incrociò le braccia sul petto con aria lugubre, poi la fissò con sguardo indecifrabile.- va bene, va bene, scusa, non intendevo ferirti.-

-bugiardo.-

-ei, ho chiesto scusa, che vuoi di più?!- esclamò lui, di nuovo innervosito.

Tifa sfoggiò un’aria da sapiente.- non so che farmene delle tue scuse, se non sono sincere. Piuttosto, dato che voi gente di città siete così colta, perché non mi dici dove si trova il terzo B?-

-sei del terzo B?- chiese il platinato, mutando espressione di colpo.

-allora?- chiese Tifa, guardandolo sospettosa.- qualcosa non va?-

Lui alzò il pollice e indicò una porta alle sue spalle.- è la classe vicino alla mia.- disse, in tono cupo.

Tifa si offese.- che c’è? Non ti va che io stia nella classe vicina alla tua? Dimmelo subito, almeno mettiamo le cose in chiaro!-

-calma, calma. Ma non ho tempo per fare da baby sitter, io.- disse il ragazzo, lanciandole un’occhiata di bieco.- se vuoi fare il giro della scuola non rivolgerti a me, hai capito?-

-non l’avrei fatto comunque.- sbottò Tifa, facendogli la linguaccia.

-bene.-

Ci fu un attimo di silenzio, in cui i due rimasero a fissarsi, poi Tifa si innervosì nuovamente.- insomma, se non mi vuoi tra i piedi perché non mi lascia passare?-

-guarda che il corridoio è piuttosto largo.- osservò lui, reclinando il capo verso destra.

-che antipatico.- sbuffò Tifa.

Cercò di oltrepassare il ragazzo, ma lui le bloccò il polso e la trattenne. –aspetta.-

Tifa lo guardò male.- che vuoi? Sei pure un maniaco, adesso?-

-sono Sephiroth.- si presentò lui, indignato.

-Tifa.- rispose la ragazza, liberandosi della presa con uno strattone e rivolgendosi di nuovo al ragazzo.- voi gente di città siete proprio strana.-

Sephiroth fece una strana smorfia, abbinandola ad uno sbuffo, poi assunse di nuovo la sua espressione impassibile.- in realtà, potrei dire lo stesso di te.-

-io vengo da Nibheleim.- lo informò Tifa.- è un bel posto, sai? Dovresti capitarci, cambieresti idea su tante cose.-

-nah, io non cambio idea.- rispose Sephiroth, sarcastico.

“ma chi è questo? Parla come un vecchio di ottant’anni... che antipatico, non ditemi che dovrò sorbirmelo tutti i giorni...”

-che classe fai?- chiese Tifa, tanto per prolungare il discorso.

-quinto D.- fu la pronta risposta.- ora devo andare.-

-beh, vai, non ho più bisogno di niente!- esclamò Tifa, lieta di potersi sbarazzare del ragazzo.

Lui le diede le spalle e aggiunse, in tono piatto:- ci vediamo in giro, Tifa.-

Tifa gli fece il verso di nascosto, poi si trascinò davanti alla porta della propria classe e rimase a fissarla con il cuore che batteva freneticamente.

“Oddio... che faccio, entro? E se poi non piaccio ai miei compagni? E se gli stessi antipatica perchè vengo da fuori, come a quel Sephiroth? Cosa penseranno di me? Meglio aggiustarsi i capelli... lo sapevo, avrei dovuto mettermi l’altra maglietta... beh, ormai è fatta... sono già in ritardo disastroso, tanto vale farsi coraggio, forse il prof sarà clemente...”

Prese un bel respiro, si lisciò i capelli neri, e posò una mano sulla porta, bussando concitatamente.

-avanti.- rispose una voce strascicata.

Tifa entrò. La classe era spaziosa, e un silenzio tombale era planato sulle teste degli studenti, che erano tutte rivolte verso di lei.

“Vorrei sprofondare...”

-ah, tu devi essere la nuova studentessa.- disse il professor Hojo, senza alzarsi dalla cattedra.

Il biondino che stava alla lavagna la guardò, curioso e felice che avesse interrotto la sua disastrosa interrogazione.

-salve...- biascicò Tifa, arrossendo.

Hojo appoggiò la testa su una mano e le disse:- trova posto da qualche parte, sei già in ritardo.-

Il volto di Tifa diventò color porpora, e si guardò intorno in cerca di un posto libero su cui sedersi.

Individuò una ragazza castana dai begli occhi verdi, che stava agitando una mano indicando il posto vuoto vicino a lei.

“Avanti Tifa, fatti coraggio!”

-ciao, io sono Aerith.-

-Tifa.-

Un ragazzo dai capelli corvini si allungò sul banco e infilò la sua testa tra quella delle due compagne.- e io sono Zack.-

-piacere, Zack!- esclamò Tifa, sollevata di aver già fatto due conoscenze. Non era poi così terribile...

-tu vieni da Nibheleim?- chiese il ragazzo, curioso.

-sì, come fai a...-

-me lo ha detto lui.-

-lui chi?-

-Cloud.- specificò Aerith, indicando il biondo alla lavagna, che era arrossito violentemente sotto le frecciatine sarcastiche di Hojo, riguardo alla sua incompetenza in matematica.

-quello è Cloud?!- esclamò Tifa, strabuzzando gli occhi.- cavolo, ma certo! Non l’avrei mai riconosciuto, non ci vediamo da così tanto tempo... –

“in realtà ero così tesa che non avrei riconosciuto neanche mia madre...”

Aerith sembrò capire i miei pensieri e sorrise.- è una settimana che Cloud dice che una sua amica si sarebbe trasferita a Midgar, ormai è come se tutti ti conoscessimo...-

-davvero?- mormorò Tifa, imbarazzata.

“Cloud, ti ammazzo...”

-parla così bene di te...- disse Zack, con una nota di rammarico.- sembra che tra voi ci sia del tenero...-

Tifa scosse violentemente il capo e iniziò a muovere le mani e a sbracciare, imbarazzata.- no, no, cosa dici? Siamo solo amici!- disse, forse a voce un po’ troppo alta.

-Gaisborough, Fair e tu, ragazza nuova, se avete così tanta voglia di parlare potete venire alla lavagna ad aiutare il vostro compagno Strife...-

“Non si è neanche degnato di conoscere il mio nome, è persino più antipatico di quel Sephitor, o come diavolo si chiama...”

Aerith aveva abbassato lo sguardo, mentre Zack  tornava al suo posto, in silenzio.

Tifa si voltò a guardare la compagna di banco. Sembrava simpatica.

La ragazza notò lo sguardo di Tifa e le sorrise, quindi le sussurrò:- avanti, a me puoi dirlo!-

-ti giuro, non c’è niente tra me e Cloud... a parte una bella amicizia, se è questo che intendi... sai, proveniamo dallo stesso villaggio.-

Aerith le fece l’occhiolino e iniziò a scribacchiare qualche appunto su un foglio, che poi nascose nel quaderno.- allora, hai conosciuto qualcuno, qui a scuola?-

-sì.- rispose Tifa, in tono tetro.

La castana ridacchiò.- non ne sembri molto contenta.-

-bah, era un cretino.- disse Tifa, ricordando con irritazione il ragazzo dai capelli argentati.

-dai, chi era?-

-ha detto di chiamarsi Sephitor... credo... –

-Sephiroth?!- esclamò Zack, intromettendosi di nuovo nella conversazione.- tu l’hai conosciuto?-

Tifa annuì.

-è una specie di legenda qui dentro!- disse Zack, eccitato.- non sai quanti tornei di scherma abbia vinto, è un campione...! Wow! Potresti presentarmelo, no...?-

-non credo. Io e lui non ci siamo presi in simpatia.- disse Tifa, tagliente.

Zack sembrò un po’ deluso.- che peccato...-

Tifa ripensò a Sephiroth. In effetti era un bel ragazzo, alto, dal fisico aitante e dai lineamenti affascinanti. Probabilmente più della metà della scuola lo considerava un dio in terra e stendeva il tappeto rosso al suo passaggio.

“Tsk, sarà il solito ragazzo tutto muscoli e niente cervello.”, pensò Tifa, malevola. “Scommetto che non saprebbe mettere in fila due parole, senza l’aiuto di qualcuno... ah, se ci ripenso... !”

-anche io tiro di scherma, sai?- la informò Zack, orgogliosamente. - Va molto di moda qui a scuola.-

-no, io amo la lotta libera.- rispose Tifa, con noncuranza.- e tu, Aerith?-

Lei arrossì.- io amo i fiori...-

“Com’è dolce e semplice, questa ragazza... sento che saremo ottime amiche!”

Tifa sorrise senza neanche rendersene conto.- è davvero una passione splendida.-

-lo credi davvero?-

-certo!-

-allora ti porterò a vedere una cosa, dopo la scuola!- esclamò Aerith, felice.

Tifa sorrise di nuovo.- ne sarò felice.-

-ora basta, Gaisborough e compagnia bella, venite alla lavagna.-

-oh no!-

 

*

 

-è quello il nuovo professore?-

-così pare.-

-è il figlio del preside?-

-un raccomandato, di sicuro.-

-non so se sia più raccomandato lui o Hojo...-

Sephiroth incrociò le braccia al petto e si poggiò sullo schienale della sedia, guardando il soffitto con aria afflitta, come al solito.

“Ci mancava quella provincialotta... Mi chiedo come abbia osato mancarmi di rispetto...”

-allora, Tseng, qualche novità con la ragazza della porta a fianco?- ridacchiò una voce proveniente dal ragazzo davanti a Sephiroth.

-Genesis, fatti i cavoli tuoi.- rispose il compagno di banco, imbarazzato.

Angeal si avvicinò a Sephiroth e indicò il professore che si sedeva sulla cattedra, leggermente nervoso.- secondo te l’ha assunto il padre?-

Sephiroth fece le spallucce.- e che ne so?-

Genesis buttò indietro la testa e si rivolse ad Angeal.- ma che domande, ovvio.-

Tseng guardò il ragazzo dai capelli ramati e lo rimproverò:- non dovreste dire così...-

Angeal storse il naso:- forse, ma ho tutta l’impressione che questa sia l’ennesima mossa del preside per controllarci meglio...-

-ancora con quella storia, Angeal?- chiese Sephiroth, spazientito.- ti ho già detto che Shinra non controlla proprio nessuno.-

-non ne sarei così convinto...- replicò Angeal.- soprattutto perché ho visto come ti guarda, Sephiroth...-

-ei, non dovreste criticare il preside se ha certe tendenze...- ammiccò Genesis, sorridendo.

-a proposito di tendenze...- proruppe Tseng, assumendo l’aria di chi deve sfoggiare un pettegolezzo fresco di giornata.- non avete saputo la novità?-

-che novità?-

-sembra che la moglie del professor Hojo abbia una relazione con uno dei professori di questa scuola.- confidò Tseng.

Genesis si fece interessato:- come, come? Con chi?-

Angeal sospirò, Sephiroth sbuffò.- sembrate delle vecchiette pettegole.-

-dai, non ti interessa?- lo punzecchiò Genesis, furbetto.- Sephiroth, devi decidere da che parte stare una volta tanto... non fare l’organismo asessuato come solito tuo...-

Sephiroth gli mollò uno schiaffo dietro la nuca.- e tu non fare il pettegolo.-

-vuoi la sfida, Sephiroth?- replicò istantaneamente Genesis, voltandosi di scatto.- guarda che per me non è un problema...-

-basta.- disse seccamente Angeal.- il professore sta facendo l’appello...-

Genesis emise uno strano suono, poi sfoderò un libro rilegato con cura e dopo aver costituito una barriera fatta di astucci, si mise a leggere in silenzio.

Tseng appoggiò la testa su una mano e guardò la scritta “Loveless” impressa a caratteri cubitali sul frontespizio.- è la tua nuova passione?- chiese, in tono piatto.

-certo.- rispose Genesis, distrattamente.

-era una domanda retorica.-

-l’avevo capito.-

-non dovresti seguire la lezione?-

-l’ inglese non mi interessa.- rispose Genesis, alzando appena gli occhi verso il professore.

Tseng rinunciò a mandare avanti la conversazione e si mise a guardare il sole che brillava fuori dalla finestra.

Sotto quello stesso sole aveva incontrato una ragazza splendida, pochi giorni prima.

Era andato a Midgar per sbrigare alcune faccende personali, quando aveva intravisto una piccola chiesa che lo aveva notevolmente incuriosito. Spinto dal desiderio di vedere come fosse all’interno, aveva varcato il grande portone d’ingresso, e ciò che aveva visto lo aveva piacevolmente sorpreso.

Una distesa di fiori bianchi e gialli crescevano sul pavimento, donando a quella chiesetta uno splendore ancestrale e mistici riflessi. China ad accarezzarli, a sfiorarli e a contemplarli, stava una ragazza giovane, sui sedici anni, dai lunghi capelli castani raccolti in una treccia, e l’abito celeste. Lei era il fiore più bello e delicato, in quella distesa colorata.

Tseng non aveva mai creduto ai colpi di fulmine, ma da quando l’aveva vista non era riuscito a togliersela dalla testa.

Ogni notte, sognava di stringerla, di baciarla, o di confidargli i suoi più intimi segreti. Desiderava che quei dolci e vividi occhi verdi si rivolgessero solo a lui, e quando aveva scoperto che quella ragazza era la stessa che frequentava la classe accanto alla sua, ne era rimasto colpito. Come aveva fatto a non notarla prima?

Angeal, che conosceva Zack, gliel’aveva fatta presentare, ma non gli era sembrato che lei ricambiasse i suoi sentimenti. Beh, in fondo era normale, non lo conosceva affatto...

Sorrise. Non vedeva l’ora che suonasse la ricreazione.

Il cuore gli scalpitava in petto: le avrebbe parlato di nuovo, e non vedeva l’ora che accadesse.

 

*

 

Zack e Cloud erano seduti su una panchina di legno, situata nel cortile dove tutti gli studenti passavano la ricreazione. Il biondo sembrava assorto nei suoi pensieri, mentre mordicchiava la sua colazione, e la sua espressione si rilassava e si contraeva a seconda della piega che prendeva la riflessione.

Zack rimase a guardarlo per qualche minuto, poi, infastidito dal suo silenzio, decise di prendere l’iniziativa.- Cloud, qualcosa non va?-

Il biondo si voltò verso l’amico, distrattamente.- eh?-

-ti ho chiesto che c’è qualcosa che ti turba- ripetè Zack, scandendo bene le parole.

-no, niente.- rispose frettolosamente Cloud, arrossendo.

“Avanti, dillo che stai pensando a lei...”, pensò Zack.

Il ragazzo si sentì assalire dalla gelosia, e il cuore iniziò a martellargli nella cassa toracica come se volesse saltargli fuori dal petto.- dai, vedrai che riuscirai a recuperare l’interrogazione...- disse, senza accorgersi di aver parlato in tono sardonico.

Cloud si offese, ma non aggiunse altro al riguardo, continuando a guardare il flusso di studenti che gli passavano davanti.

“è così distante...”, pensò Zack, afflitto. “Che sia arrabbiato con me?”

Zack emise un gemito.

-che succede?- si affrettò a chiedere Cloud, voltandosi verso l’amico, in tono apprensivo.

-non volevo offenderti.- rispose Zack, studiandosi le mani per non guardarlo negli occhi.

Il biondo sorrise flebilmente e poi tornò a fissare il cielo.- Tifa è una bella ragazza?- chiese, inaspettatamente.

Zack deglutì, ma continuò a dissimulare la sua gelosia.- certo, è molto bella.- rispose.

Cloud iniziò a torturarsi le dita, sfoggiando un’aria perplessa.

“chissà a cosa pensa...”

-sei strano, oggi.- disse il biondo all’improvviso, senza guardare l’amico.

-ma che dici?!- esclamò Zack, grattandosi la nuca e ridendo nervosamente. –strano io? Sono sempre il solito Zack!-

Il biondo fece una smorfia di disappunto,  ma non continuò il discorso. Sembrava molto distratto, quella mattina, alla lavagna non era riuscito a spiccicare parola, poi ogni tanto sorrideva come se stesse catturando un pensiero dolce e confortante, e l’attimo dopo si incupiva di colpo, come se esso gli sfuggisse di mano. Zack guardò i suoi capelli biondi, dischiudendo leggermente le labbra.

Erano così lucenti, al sole; sembravano brillare di una luce propria.

Sorrise dolcemente e la sua mano si mosse verso di essi, prendendone un ciuffetto tra le dita.- se ti confidi  potrei aiutarti.- disse, pazientemente. - è a questo che servono gli amici, no?-

Cloud arrossì violentemente, mentre Zack gli accarezzava i capelli, ma non si ritrasse e lo lasciò fare tranquillamente, guardandogli le labbra sottili. – non è niente di importante.-

-ma sembra che per te lo sia.- disse Zack, insistente.

-dai Zack, non preoccuparti...- ripetè Cloud.

-ha a che fare con Tifa?-

Lentamente, Cloud annuì.

Il dito di Zack sfiorò la guancia rossa di Cloud.- ti piace?-

Il biondo scattò in piedi, stringendo i pugni.- no, è proprio quello il problema! Tifa non mi piace per niente!-

Silenzio.

“e con questo cosa vuol dire?”

Gli occhi di Cloud divennero lucidi di una rabbia e di una emozione che Zack non riuscì a classificare.

Cloud sbuffò e gli rivolse uno sguardo strano, poi gli diede le spalle.- che scemo, sei.-

-ma che stai dicendo, Cloud?-  chiese Zack, preoccupato, sfiorandogli la spalla con la mano.

Stavolta, il biondo si allontanò e si voltò a guardarlo, fuori di sé.- stammi lontano, Zack...-

-ma che dici?! Siamo amici, no?!- esclamò il moro, arrabbiato.

Cloud abbassò lo sguardo e, senza aggiungere nient’altro, scappò via.

“Ma che gli prende? ... chi lo capisce è bravo...”, pensò Zack, lasciandosi cadere sulla panchina, con le mani tra i capelli. “Non voglio perderti, Cloud... Ormai sei troppo importante, per me...”

 

*

Tifa stava cercando di farsi largo tra una folla scalpitante per cercare di raggiungere la palestra. Chissà perché, la fila di ragazze in gonnella arrivava fino in cima alle scale.

La giovane studentessa si fece largo tra la gente, spintonando le ragazze di lato e schivando le loro gomitate, fino ad arrivare alla prima fila.

“vorrei sapere il motivo di tanta agitazione... sembrano un branco di galline...”, pensò, stizzita. “e poi hanno in coraggio di criticare i paesani che vengono a Midgar... ma guarda che bisogna fare per sapere se in questa scuola fanno dei corsi di lotta libera...”

Si tuffò in avanti e spinse di lato una ragazza bionda, che la rimbrottò, furiosa.- ei, tu! Se vuoi volevi vedere saresti dovuta venire prima...! mi hai sentito?!-

Tifa scosse una mano con noncuranza, poi vide che, al centro di tutta quell’attenzione vi erano due ragazzi, vestiti da schermidori. Uno era a terra e si massaggiava la schiena, l’altro lo sovrastava, puntandogli il fioretto al petto. Sembrava che si stessero parlando, perché il ragazzo in piedi scuoteva leggermente il capo a destra e a sinistra, muovendo la mano libera con fare oratorio.

Lo sconfitto si portò una mano alla visiera e se la tolse, scagliandola lontano.- vaffanculo, Sephiroth!- gridò.

A quel punto, il ragazzo in piedi si alzò la visiera, e Tifa potè riconoscere i freddi occhi del ragazzo di quella mattina.- non essere sempre così plateale, Genesis...- stava dicendo, cercando di sovrastare le voci della folla.

Il ragazzo chiamato Genesis sembrava veramente irritato, guadagnandosi tutta la comprensione di Tifa.

-che idiota.- disse Genesis, alzandosi.

Un sorrisetto malevolo si dipinse sul volto di Sephiroth.

-basta, non c’è più niente da vedere!- gridò una voce possente.- filate tutti in classe... anche voi due!-

Un uomo enorme si fece largo tra la folla, che si disperse per la palestra, ridendo o commentando lo scontro.

Tifa saltellò di lato e lasciò passare quell’uomo enorme dalla pelle scura, cercando di capire chi fosse.

-di nuovo qui a giocare, eh, Rhapsodos?- chiese l’uomo, lanciando a Genesis uno sguardo torvo.

Sephiroth ghignò, ma la sua risatina fu subito interrotta da un altro sguardo accigliato del nuovo arrivato.

-ci scusi, prof...- sbottò Genesis, ancora irritato per aver perso lo scontro.

Tifa fissò lo sguardo su Sephiroth, e per un attimo i loro occhi si incontrarono, poi il ragazzo girò la testa altrove e si dileguò tra la folla che saliva le scale per tornare nelle proprie classi.

Genesis lo seguì poco dopo, con passo pesante, sbuffando, mentre Tifa lo evitava spostandosi a destra per non essere travolta.

Il professore fece una strana smorfia.- quel tipo mi farà impazzire...-

-um... scusi...- esordì Tifa.- lei è il professor Barret...?-

-ovvio! Vedi altre persone con scritto “Barret” sul cartellino?!-, esclamò, indicandosi un pezzo di plastica che aveva appeso sulla maglia. – dimmi, tu sei la nuova ragazza, vero?!-

-Tifa...-

“Potrebbe fare a meno di strillare...”, pensò Tifa, facendo una smorfia.

-la stavo cercando per sapere se fate dei corsi di lotta libera, qui a scuola...-

Barret la guardò come se fosse un’extraterrestre.- lotta libera? Mi spiace, Tifa... ma qui facciamo solo scherma... sai, va molto di moda...-

-oh...-

-bè, potresti fare scherma!-

-no, no...- rispose Tifa.

“Se lo facessi dovrei incontrarmi tutti i giorni con quel tipo...”

-come mai tutta quella gente?- chiese Tifa, incuriosita.- erano qui per vedere lo scontro?-

Barret sospirò.- Sephiroth è il nostro campione, e Genesis è l’eterno secondo.- rispose, in tono laconico.- ma quando si affrontano, la gente viene sempre qui per vedere lo scontro... non so se hai notato che sono tutte ragazze...-

-già, ci avevo fatto caso...-, rispose Tifa, imbronciata.

“Dovevo aspettarmelo... Zack mi aveva accennato che Sephiroth fosse una specie di dio, qui a scuola, ma non mi aspettavo che avesse un seguito simile...”

-scusa se ho reagito male, di norma non caccio via il pubblico, ma quando quei due si affrontano la situazione diventa insostenibile... tra fan e ammiratrici innamorate... um... ma volevi dirmi solo questo?-

Tifa ci pensò su, poi fece un leggero cenno d’assenso con il capo.- in realtà volevo fare qualche attività per i crediti scolastici, ma proprio non saprei cosa....-

Barret le diede una pacca sulla spalla con la sua mano enorme.- potevi dirmelo prima, no?!-

“Ai!”

-bè, se non ti piace la scherma potresti prendere parte al giornalino d’istituto...- propose Barret.

-giornalino...?- fece eco Tifa, massaggiandosi la spalla.

-devi parlare con il professor Valentine.- le disse Barret.- oggi non c’è, il lunedì ha la giornata libera.-

-domani?-

-domani ci sarà sicuramente... adesso torna in classe, la lezione è iniziata a dieci minuti!- la bacchettò severamente.

Tifa sobbalzò.- ah... cavolo... arrivederci prof!-

-ciao, Tifa!-

 

*

 

L’ultima campanella delle lezioni era suonata già da un pezzo, e Tifa si trascinava verso l’uscita, sfinita, con Aerith al seguito.- mi spiace, ma non credo che verrò con te, oggi pomeriggio... il professor Hojo mi ha dato da studiare un mondo e quell’altro per recuperare il programma di matematica e scienze... per domani...-

Erano all’uscita, e Tifa si era appena portata fuori dal cancello.

Aerith sembrò dispiaciuta, ma capì la scelta di Tifa e le sorrise.- certo, ti capisco. Non preoccuparti, ci andremo domani, se oggi non puoi.-  disse, prima di salutarla e andarsene.

Tifa era rimasta da sola.

“mi spiace per lei... Ma oggi ho veramente tanto da fare...”

Ad un tratto si sentì afferrare per un braccio, violentemente. –ciao bocconcino, ti sei persa?-

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

 

Ho finito!! ^O^

Bè, diciamo che ho fatto una faticaccia tra compiti di letteratura e compiti di fisica... quindi non ho ricontrollato gli errori... ovviamente, se ce ne sono fatemelo presente, e lo stesso vale per i nomi (che sono sempre propensa a sbagliare... =.=).

Cmq, fatemi sapere cosa pensate della storia... che ovviamente, è una CloudXZack e SephirothXTifa, ma questo si era capito... (credo...)

Eh eh... chi salverà Tifa dalle grinfie dei suoi aggressori? Lo so, se Tifa si dovesse trovare in un vicolo cieco con un aggressore dovrebbe essere quest’ ultimo ad avere paura... ma dato che la storia deve proseguire...

Non fate caso alla depressione di Genesis, è che proprio non lo sopporto... MUAHAHAHAHAH! *strozza Genesis*

Spero che questa settimana avrò più tempo a disposizione, dato il ponte del 7 e la festa dell’8...

Bè, me ne vado di corsa perché oggi ho da fare!

Un bacione a tutti!

 

KISSES

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

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Capitolo 2
*** 2. Fiducia ***


2

 

Tifa cercò di liberare il braccio con uno strattone, ma il ragazzo che la teneva stretta non sembrava

avere intenzione di mollare la presa.

Dietro di lui, altri due ragazzi. Il più grande era alto e muscoloso, e guardava l’aggressore di Tifa con aria ebete, come se avesse qualcosa da dire ma non fosse capace di farlo; il suo compagno seguiva qualcosa in lontananza, con aria distratta.

Il capo della banda non voleva lasciar andare la ragazza, e continuava a ghignare senza ritegno.- perché non vieni con noi? Potremmo berci qualcosa... -

Tifa fece una smorfia.- lasciami andare. -

Lui la avvicinò a sé e le passò un dito sulla guancia.- potremmo divertirci molto, non trovi?-.

-non credo... - ribattè Tifa, allontanandogli la mano con uno schiaffo.- lasciami, ho detto.-

“Ma guarda che tipo...”

Il ragazzo non eseguì l’ordine, anzi, se possibile s’irritò ancor di più e le strinse il braccio fino a farle male.

-ei!- replicò Tifa, con un gemito.

-non puoi darmi ordini, bambolina.-

La ragazza gli lanciò uno sguardo di fuoco e la sua mano libera si abbattè sulla guancia del ragazzo. – vattene via!-

-che caratterino... - apostrofò lui, massaggiandosi il punto colpito. - adesso basta, o vieni con me con le buone oppure... -

-... oppure vorresti fare un viaggio di non ritorno in presidenza, Kadaj?- chiese una voce gelida alle sue spalle.

Il ragazzo sbiancò e lasciò andare Tifa, voltandosi verso l’uomo che era appena arrivato. - Professor Valentine... -

-fila via, o sarò costretto a parlare con il preside Shinra.- lo minacciò il professore, incrociando le braccia sul petto e battendo l’indice sull’avambraccio.

Il volto di Kadaj si contrasse in una smorfia, tuttavia fece un cenno ai suoi due compagni, e insieme scapparono via, veloci.

-stai bene?- chiese Vincent, guardando Tifa con cipiglio apprensivo.

Lei annuì.- la ringrazio... -

-Vincent Valentine.- rispose lui, stringendole la mano.- e tu devi essere Tifa Lockheart.  Il professor Wallace mi ha detto che avrei ricevuto una tua visita.-.

Tifa esibì un’aria perplessa. - il professor Wallace?-

-Barret.- si corresse Vincent, scuotendo leggermente il capo.- hai ragione, ti sei appena trasferita qui... beh, vedo che hai già conosciuto i nostri tre “soggetti".-

-quei tre?- chiese Tifa, indicando un punto impreciso alle sue spalle.

-esatto. Meglio che gli stai lontana.-

Vincent sorrise flebilmente e la invitò ad entrare di nuovo nella scuola, dopo averle posato una mano sulla spalla.-insomma, vorresti aderire al giornalino d’istituto?- chiese, facendole da guida attraverso il corridoio, fino ad arrivare alla redazione del giornalino.- beh, è ammirevole. Sai, non abbiamo molti associati, quest’anno.-

“Ma io voglio soltanto avere crediti... meglio omettere questo particolare.”, pensò Tifa, arrossendo.

-mi fa piacere che tu voglia darti così da fare, considerando che sei appena arrivata...!- esclamò Vincent, prima di essere interrotto dalla suoneria del cellulare. - scusami... intanto firma questi moduli.-

Tifa prese i fogli di carta e lanciò un’occhiata al professore, con la coda nell’occhio. Quando aveva visto di chi era la chiamata, si era subito fatto pallido, e, a disagio, si era allontanato da lei il più possibile, in modo che non potesse sentire la conversazione.

La ragazza trotterellò fino al tavolo e iniziò a scribacchiare sui fogli.

“Nome... Tifa Lockheart. Classe... 3°B.”

-Ti ho detto di no!- esclamò improvvisamente il professore, che intanto si guardava in giro, furtivo.

Tifa lo fissò, cercando di non farsi notare, e tentò di decifrare ciò che stava dicendo. Colse solo qualche parola di quella fitta discussione. “Avevamo deciso così... non è possibile... pericolo... sono stufo... troppe bugie...”, lesse Tifa, sulle labbra di Vincent. “Ma di che parla...? Sembra una cosa davvero grave.”

Lasciò andare la penna e si concentrò solo sul professore, che intanto, immerso com’era nella discussione non aveva notato la curiosità della ragazza.

“Non dovrei farmi gli affari suoi... ”, si pentì Tifa “è che non riesco proprio a farne a meno...”

Tutto d’un tratto il professore terminò la chiamata e si accorse che lei lo stava guardando. - qualcosa non va?- chiese, con una nota d’irritazione nella voce.

-no, niente. Ho finito. - rispose subito Tifa, senza esitare.

Il professore si riavvicinò e prese i fogli, sospettoso. - hai sentito nulla?-

Tifa scosse la testa.- no.-

“Teoricamente non ho sentito niente...”, pensò, ridacchiando. “E comunque sono proprio un essere spregevole. Non dovrei farmi gli affari degli altri...”

Vincent strinse gli occhi, poi una scintilla di furbizia, mista a ostilità, animò i suoi occhi, e le disse:- avrei un primo articolo da proporti. -

-un articolo?- chiese Tifa, perplessa. - su cosa?-

-su chi, vorrai dire. - disse Vincent, posando una mano sul tavolo, sorridendo ironicamente.

Tifa ebbe la netta impressione di aver intuito il soggetto cui l’uomo si stava riferendo, tuttavia lasciò parlare lui.

-Nessuno dei miei giornalisti è ancora riuscito ad ottenere un’intervista da Sephiroth, eppure, ora che la Midgar Cup è alle porte, sarebbe uno scoop avere una sua dichiarazione, dato che è il favorito.-

-Midgar Cup?- ripetè Tifa.

-la coppa che si aggiudica il più bravo spadaccino di Midgar. Un evento a dir poco unico, e Sephiroth vi parteciperà, ovviamente.- spiegò Vincent, in tono sardonico. - avanti, non potrà dire di no a una bella ragazza come te.-

Tifa era rimasta a bocca aperta, con gli occhi spalancati. - ma io...-

Il professore gi voltò le spalle.- ti affido la stesura dell’articolo. Una dichiarazione in esclusiva su Sephiroth: cosa l’ha spinto a diventare schermidore, da quando tempo esercita questo sport, cosa pensa della Midgar Cup... eccetera eccetera.-

“Nooooo! Non può essere possibile...!”

-ma...!-

-in bocca al lupo.-

“Sob... la prossima volta imparo a farmi gli affari miei.”

 

*

 

-sono veramente belli. - disse Zack, rivolto ad Aerith, che stava piegata sulla distesa di fiori, guardandoli con aria malinconica.

La ragazza si alzò e si voltò verso di lui, socchiudendo gli occhi.- qualcosa non va, Zack?- chiese, guardandolo con attenzione.

Zack scacciò a pugni la tristezza e sorrise, cercando di assumere la sua solita allegria.- Io?! No, no di certo! Tutto bene!-

Aerith incrociò le braccia dietro la schiena e gli rivolse un sorriso dolce. – sai che a me puoi dire tutto.-

-davvero, non è niente d’importante. - rispose Zack, che però non riuscì a mentire tanto bene da far bere la bugia alla ragazza, che sembrò ancora più guardinga.

-dai, non ti sarai innamorato di Tifa.-

-no, no!- esclamò Zack, arrossendo.

Aerith chiuse gli occhi e sorrise. - allora?-

Lui sospirò, deciso a non voleva sputare il rospo.

La ragazza gli si avvicinò e gli posò una mano sul petto, all’altezza del cuore.- com’è che batte così forte?-, chiese, inclinando leggermente il capo verso destra.

-non è niente d’importante. - rispose Zack, odiandosi. - mi spiace, Aerith, ma non posso dirtelo. -

Aerith allontanò la mano da lui e rimase a fissarlo, comprensiva e curiosa. - non ti fidi?-

-mi fido di te, Aerith. È di me che non mi fido... - disse Zack, spostando lo sguardo sui fiori.

Lei lo costrinse a guardarla, portandogli una mano sulla guancia.- tu non puoi nascondermi niente. Non puoi nascondere niente a nessuno. -

-come?-

Aerith rise. - i sentimenti ti si leggono in faccia!- esclamò, divertita. - e secondo me... - esitò.- ... secondo me ti piace qualcuno. -

Zack non confermò, né smentì, l’affermazione della ragazza, semplicemente lasciò che lei arrivasse da sola a tirare le sue conclusioni.

-qualcuno di cui non vuoi rivelarmi l’identità, quindi significa che hai paura di parlarne. - disse Aerith, cercando di leggergli i pensieri.- avanti, dammi un aiutino. -

Zack sospirò.- Aerith... ti prego.-

Lei si discostò da lui e gli diede le spalle.- è Cloud, eh?-

“Come diavolo...?”, pensò Zack, strabuzzando gli occhi.

Per un lungo istante, nessuno parlò, né Aerith, che si dondolava leggermente, canticchiando, né Zack, che veniva improvvisamente assalito da un’ emozione mai provata prima.

Fin ora aveva solo sfiorato questo sentimento, cercando di rinchiuderlo in una parte nascosta del proprio cuore, ma ora che Aerith l’aveva smascherato, era come se esso prendesse una forma ben definita e quanto mai realistica. Ora che ne aveva parlato, si era reso conto di quanto quel sentimento fosse vero.

-sì.- rispose, improvvisamente.

Lei si voltò di scatto, con le mani dietro la schiena e sorrise, furbetta.- ah! Lo sapevo!-

-si vede così tanto?- chiese Zack, abbassando gli occhi.

Aerith rise. - no, non preoccuparti. Ed io non lo dirò a nessuno, se non vuoi. -

-preferirei così.- disse Zack.- non tanto per me... ma per Cloud. Oggi era strano, anzi, da quando è tornata Tifa è strano.-

Gli occhi della ragazza si fecero lucidi. - mi spiace, Zack... -

-già. Quando gli ho chiesto se gli piaceva Tifa mi ha risposto: “No, Tifa non mi piace per niente, è proprio questo il problema!”-

-chissà che gli è preso, ultimamente. - osservò Aerith, portandosi una mano sul mento.- cercherò di parlargli, se vuoi.-

Zack scosse il capo.- voglio che me lo dica lui. Insomma, può darsi che se ne sia accorto e che non voglia più essere mio amico... boh.-

-devi credere in Cloud, Zack.- disse Aerith, comprensiva. - cerca di dargli tempo, forse ha qualche problema personale... -

-va bene, ma vorrei che avesse fiducia in me.-

-si fida ciecamente di te.-

Zack abbassò lo sguardo.- non ne sono più sicuro.-

-ora sei tu che non ti fidi di lui. -

Il ragazzo restò interdetto e non seppe cosa rispondere, quindi abbassò il capo, grattandosi la nuca.- hai ragione.-

Aerith gli rivolse un sorriso allegro.- su col morale, non c’è ragione di essere così triste! Cerca di guardare il lato positivo delle cose...!-

Zack scrollò la testa.- non so...-

-perché non fai un regalo a Cloud?- chiese Aerith, sporgendosi leggermente verso di lui.- scommetto che gli farà piacere riceverne uno! I regali sono così belli!-

-non ti facevo così materialista, Aerith.- ribattè Zack, furbetto.

-beh, un regalo fatto col cuore è il più bel dono esistente al mondo, è come se donassi all’altro una parte di te.- rispose la ragazza, sempre sorridendo.

-mm... anche se volessi non potrei... sai, le mie risorse economiche sono un tantino...- esordì Zack, quando si interruppe, e nei suoi occhi balenò una scintilla.-  Aerith, che ne dici di metterci in affari?-

-affari?- fece eco Aerith, perplessa.- che vuol dire?-

-pensaci bene... i fiori a Midgar sono una rarità! Immagina se ne vendessimo! Sarebbe un successo garantito!- esclamò Zack, con slancio.- e poi potrei racimolare i Guil necessari a comprare il regalo per Cloud...-

Aerith lo guardò, comprensiva, poi incrociò le mani dietro la schiena e sorrise.- dovremmo costruire qualcosa di adeguato per muoverci per Midgar con i fiori...-

-ci penso io!- esclamò Zack, battendosi una mano sul petto.- anzi, mi metto subito al lavoro! Grazie Aerith! Non so proprio come sdebitarmi!-

Lei sorrise dolcemente.- vederti felice è il compenso adeguato.-

Zack la guardò, commosso, poi le prese le mani tra le sue e disse: - grazie Aerith.-

 

*

 

“Va bene, Tifa, calmati. Sei una ragazza adulta (o quasi) devi riuscire a controllarti.”, pensò mentre si allungava un leggero schiaffo. “e pensa che tra pochi minuti sarà tutto finito e non dovrai più vedere quello sbruffone, se non in fotografia.”

-allora, che vuoi?! Ti avevo detto che non ti avrei fatto da baby sitter!- esclamò la voce scontrosa di Sephiroth.

Tifa s’irritò appena lo vide.- guarda che avevo nessuna intenzione di venire da “sua signoria”, ma quel professor Valentine mi ha ordinato di scrivere uno stupido articolo su di te...!- si morse il labbro quando vide una scintilla di soddisfazione brillare negli occhi di Sephiroth, che incrociò le braccia sul petto e la fissò, con aria palesemente malevola.

Angeal, che si era appena avvicinato ai due, rimase a osservare Tifa, curioso.- tu devi essere l’alunna nuova. Zack mi ha parlato di te.-

-Tifa.- mugugnò la ragazza, ignorando i sorrisetti di Sephiroth.

-Angeal.-

Sephiroth mosse una mano  per intimare l’amico a tacere, poi aspettò che Tifa formulasse la sua richiesta.

-mi serve un’intervista per il giornalino.- disse lei, controvoglia.- e se potessi concedermela...-

-no.-

“ecco, il solito antipatico...”

-che ti costa?! Devi solo dire due parole, no?!- esclamò Tifa, spazientita, puntandogli un dito al petto con stizza.- o devi essere sempre il solito sbruffone...?-

Angeal fissò il voltò di Sephiroth, che passava velocemente da ironico, a confuso, ad arrabbiato, per poi esplodere in un luccichio di aperta ostilità.- esatto, quindi niente intervista.-

Tifa sbuffò, ma non si arrese.- sono solo due domande riguardo alla Midgar Cup...-

Sephiroth si portò le mani sui fianchi e abbassò gli occhi, facendo una strana smorfia.- ah, già.-

-cosa ti costa se non mezz’ora del tuo tempo...?- lo incalzò Tifa, cogliendo il suo attimo di esitazione.

-no.- ribadì lui, cocciuto.- ho detto di no e non cambio idea!-

-sbruffone!-

-rompiscatole.-

-antipatico!-

-provinciale.-

Tifa strinse i pugni.- sei veramente detestabile...!-

Sephiroth non si scompose.- potrei dire la stessa cosa di te...-

-basta.- replicò una terza voce, quella di Angeal.- dovreste smetterla di comportarvi come due bambini piccoli.-

-noi non ci comportiamo come bambini piccoli!- esclamarono in coro Sephiroth e Tifa.

Angeal alzò un sopracciglio, poi rivolse gli occhi al cielo, mentre i due si lanciavano occhiate di fuoco l’uno con l’altra.

-io non concedo interviste.- rincarò Sephiroth, con veemenza.

-ei, non prendertela con me, è colpa del prof!-

-Sephiroth.- lo apostrofò Angeal, posandogli una mano sul braccio.- smettila. Non è questo il modo.-

Sephiroth si morse il labbro e guardò l’amico, che gli sorrideva come se stesse parlando a un fratello. Sospirò, poi si rivolse a Tifa. - va bene. -

“YEAH! Ho vinto!”

-ma a una condizione.-

“Noooo... lo sapevo che c’era la fregatura...”

Sephiroth ritrovò la sua ironia.- io ti concederò un’intervista in esclusiva se tu troverai un fiore selvatico, qui a Midgar.-

Tifa lo guardò, sbigottita.- tutto qui?-

-certo.-

-Sephiroth!- esclamò Angeal, contrariato, venendo istantaneamente zittito dall’amico.

“beh, pensavo qualcosa di peggio, sinceramente...”, pensò Tifa, sorridendo beffarda. – non ci vorrà molto! Te lo porterò entro domani!-

-se lo dici tu.- rispose Sephiroth, divertito, dando le spalle a Tifa.- buona ricerca.-

-ei! Cosa mi da la certezza che manterrai la promessa?!- gli gridò dietro lei, mentre il ragazzo dai capelli argentati si allontanava.

Sephiroth si fermò e scosse le spalle.- Angeal...-

Il ragazzo dai capelli corvini non si era mosso per raggiungere l’amico, era rimasto a guardare a terra con aria seccata e rassegnata.- ci penso io, farò da testimone per la scommessa.-

-ecco qui.- soggiunse Sephiroth, proseguendo per la sua strada.

Tifa guardò Angeal, che rispose al suo sguardo.- non ci sono fiori selvatici a Midgar. Sono praticamente impossibili da trovare.-

-come?!- esclamò Tifa, spalancando gli occhi.- stai dicendo sul serio?!-

Angeal annuì.

-oh no... mi ha fregata...-

“Che bastardo... lui lo sapeva e si è approfittato della mia ignoranza! Che trucchetto ignobile, adesso se non troverò un fiore per domani perderò la scommessa... e devo anche studiare scienze! Sob... lo sapevo che era una cattiva idea... No, non posso arrendermi. Gli strapperò quell’intervista, ormai è una questione d’orgoglio! ...Uff... ma dove lo pesco un fiore, non possono essere così rari, oppure sì? Cos’ha detto Aerith...

 

io amo i fiori...

 

... ma se li ama, vuol dire che devono esserci, da qualche parte.”, rifletté Tifa, mentre una scintilla di furbizia gli balenava negli occhi. “e se ci sono, io li troverò... gli darò una lezione che non dimenticherà molto facilmente, a quel Sephiroth!”

Angeal era rimasto a guardare tutte le espressioni di Tifa, in silenzio.

-ciao Angeal...- disse una voce lugubre.

Il ragazzo si voltò.- Genesis, hai un’aria terribile. - scherzò, gioviale.

-lasciamo stare. - ribattè il castano, spostando lo sguardo su Tifa, che intanto ghignava soddisfatta. –e tu saresti...?-

-è Tifa Lockheart.- rispose Angeal, poiché la ragazza sembrava troppo immersa nei suoi pensieri per rispondere. - ha appena scommesso un’intervista con Sephiroth.-

-scommessa?- fece eco Genesis, curioso. - cos’ha scommesso?-

-un fiore selvatico per un’intervista.-

Genesis rise.- impossibile! Non crescono fiori, a Midgar!-

-invece sì!- esclamò Tifa, con veemenza.- e ve lo dimostrerò!-

-certo che hai un bel caratterino.- osservò Genesis, con un sorriso.- beh, se la metti in questi termini, non possiamo fare altro che fidarci di te, vero Angeal?- chiese all’amico, che diede una scrollata di spalle.

Tifa si portò le mani ai fianchi e rise.- ah ah ah! Ti ringrazio Genesis!-

Il castano si portò una mano al mento e la fissò intensamente. - se vuoi che ti dia una mano... -

-Genesis!- lo apostrofò Angeal, scettico.

Genesis gli rivolse uno sguardo sfuggente abbinandolo a un sorriso ironico. - le belle fanciulle vanno sempre aiutate. -

Tifa ridacchiò con una punta di malizia.- comincerei dagli Slums, se per te non è un problema.-

Angeal scosse leggermente il capo, ma tacque.

-sì, conosco un amico che mi ha parlato di una ragazza che coltiva fiori in una chiesetta dei bassifondi- disse Genesis.

-stai parlando di Aerith, vero?- chiese Tifa, prendendogli una mano per poi trascinarlo lontano da Angeal, che continuava a scuotere il capo, contrariato.

-la fanciulla castana con gli occhi verdi, se non sbaglio.- disse Genesis, lasciandosi trascinare dalla ragazza senza opporre resistenza.

Lei si voltò verso di lui e annuì.- esatto. - ma tu e Sephiroth non siete amici? Perché vuoi aiutarmi?-

Genesis non rispose.

-oggi ho visto il vostro scontro...- fece Tifa, in tono vago.- sembra che tra di voi non corra buon sangue, a prima vista...-

-no, è solo che... - mormorò Genesis, fermandosi di colpo. Tifa lo lasciò e si soffermò a guardare il suo viso che si abbassava e i suoi occhi che si riempivano di rancore. -... non voglio annoiarti, Tifa.-

Tifa sorrise conciliante. - non mi annoi! Dato che hai accettato di aiutarmi... forse potrei fare qualcosa per te.-

Genesis la guardò e scrollò il capo.- no. Tra me e lui c’è una semplice rivalità, tutto qua, ma siamo amici.- rise nervosamente e riprese a camminare.

-um... se lo dici tu... - sussurrò Tifa, per poi allungare il passo verso di lui.- ... mi fido di te.-

 

 

*

-non risponde?- chiese Aerith, mentre Zack metteva via il cellulare per l’ennesima  volta.

-macchè...- sospirò lui, abbattuto.- beh, che ne dici del nostro carretto?- chiese, ritrovando la solita vitalità.

Una terza voce rispose alla sua domanda.- dico che è proprio ciò che mi serviva!- esclamò Tifa, soddisfatta, per poi spiegare brevemente la scommessa che aveva fatto con Sephiroth e rivelare che era stato Genesis a raccontarle della chiesetta, così da giustificare la sua presenza lì invece di essere a casa a studiare.

-era proprio questo che volevo farti vedere...- disse Aerith, sottovoce.

Tifa le sorrise e le fece l’occhiolino.- mi regaleresti un fiorellino, Aerith?- chiese con voce leziosa.

Zack si intromise immediatamente.- alt! Frena l’entusiasmo!- esclamò, sghignazzando.- niente guil, niente fiori.-

Genesis, che era stato in disparte fino ad allora guardò Zack che allungava la mano verso la ragazza e obiettò: -non pensavo che avessi fini di lucro, Zack.-

Il ragazzo lo ignorò, poi guardò Tifa con occhi languidi.- per favore...-

Lei sorrise.- beh, non posso proprio dirti di no...- disse, divertita.- ma poi dovrai spiegarmi cosa con questi soldi,  okay?-

Aerith ridacchiò e diede le spalle al ragazzo, che intanto era arrossito violentemente.

Tifa si fece civettuola.- oh oh!- lo canzonò.- potevi dirmelo che era per una   ragazza, no?!-

-sì, bè... più o meno...- biascicò Zack.

Genesis spostò lo sguardo da Zack a Aerith e viceversa. “Chissà cosa stanno tramando, quei due...”, pensò.

 

*

 

 

 

[3 Messaggi in segreteria]

 

[Cloud, sono Zack. Ti ho chiamato anche a casa, ma non hai risposto... volevo dirti che sono preoccupato per te e che mi piacerebbe aiutarti, se tu mi dessi l’occasione per farlo... richiamami appena puoi.]

 

[Sono di nuovo io, Zack. Ho pensato che forse avresti avuto voglia di parlare con qualcuno, ma non rispondi né a casa né al cellulare, dunque mi sono chiesto dove sei andato a cacciarti... lo so che rischio di diventare monotono, ma vorrei aiutarti. Richiamami.]

 

[È il terzo messaggio che ti mando, ma si può sapere perché non rispondi al telefono?! Dove sei? Cloud, se ho fatto qualcosa che non va, dimmelo, non lasciarmi così sulle spine! Ti prego, chiamami.]

 

Cloud spense il cellulare e lo tirò sul letto. In realtà era in casa, non aveva voglia di uscire o di parlare, aveva bisogno di stare da solo.

Se solo avesse avuto il coraggio di pensare lo avrebbe fatto, ma quel coraggio gli era mancato, ed era rimasto a contemplare le pagine, completamente in bianco, del quaderno aperto sulla scrivania.  Aveva persino paura di prendere la penna per scrivere, perché sapeva bene quali lettere avrebbe tracciato la sua mano, e preferiva non vederle scritte, per ora. Passò due dita sul foglio di carta e poi fissò lo sguardo fuori dalla finestra, dove il sole che splendeva, radioso, sembrava prendersi gioco dei suoi dubbi.

Era stato convinto che vedere Tifa lo avrebbe messo a disagio, in ragione di quella sbandata che aveva per lei fin da quando erano piccoli, invece vederla non gli aveva dato nessun’altra emozione che non fosse legata all’ amicizia che provava nei suoi confronti.

Tifa era diventata davvero bella, ma non era lei che Cloud voleva.

Si sedette sul letto e si guardò le mani. “Mi fido di te... so che vorresti aiutarmi, ma non puoi, non ora, almeno. Se non fosse così doloroso potrei anche vederti, ma non riesco a non pensare a... lasciami tempo per riflettere, ti prego.”

Si sdraiò e rimase a fissare il soffitto. “Non avrei mai immaginato che avrei trovato un amico come te, ma non avrei mai neanche pensato di... beh, sei la persona più importante che ho, devo capire se vale la pena rischiare di perderti.”, pensò con angoscia. “Se mi stessi inventando tutto? E se fosse solo una mia esagerazione adolescenziale? ...Mm... Se fosse così, non avrei ragione di preoccuparmi, passerà presto. Forse mi sveglierò domani e non ci penserò neanche più...”

 

Driiin driiiin driiiiin

 

“...Ti chiedo solo un po’ di tempo. Per favore, fidati di me, Zack.”

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

 

Fine secondo chappy!!

Che dire? Innanzitutto, mi ha fatto veramente piacere ricevere commenti ^O^ spero che continuerete a seguire

Quanto alla storia avrei una manciata di commenti da fare...

Ecco la ribalta di Genesis, Sephy farà meglio a darsi una svegliata, altrimenti sarà troppo tardi U.U

Um... pensavo di inserire anche AerithXTseng, ma non è che ne sia proprio sicura... volevo fare un esperimento... beh, vediamo.

Avete capito con chi parla il nostro Vincy? Penso di sì... altrimenti lo scoprirete il prossimo chappy +.+

 

Beh, dato che non ho nient’altro da dire rispondo alle recensioni!

 

LadySnape: U.U Se ti dicessi qualcosa al riguardo farei Spoiler... comunque è vero, Sephiroth è il figlio di Hojo e Lucretia (se così possiamo chiamarlo).

 

Tifa_Heart: Credo che il povero Cloud dovrebbe studiare di più la matematica! XD

 

ChiyoChan8: salviamo Genesis dalla spietata narratrice ... MUAHAHAHAH

 

Ranchan: è da un po’ di tempo che sto pensando ad una SephirothXTifa... quanto a Zack, beh, non sono una patita delle coppie Yaoi, ma la CloudXZack mi piace un casino *applaude*

 

 

 Cavolo... quanti OOC... non uccidetemi, devo arrivare alla fine della ficcy... *scappa*

 

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Capitolo 3
*** 3 - Pregiudizio ***


3

 

-ho riportato i compiti in classe.- disse Hojo, in tono annoiato. - a parte due o tre persone, sembra che qui dentro la matematica sia un insolvibile arcano... - si alzò dalla sedia e iniziò a tirare i compiti qua e là per la classe, senza risparmiare commenti sarcastici. - Rhapsodos, cerchi di pensare meno alle favole e si concentri su qualcosa di più concreto. -

Genesis gli fece il verso appena si fu girato e iniziò a sondare la patina rossa che copriva l’inchiostro nero, in cerca del voto.- cavolo...- sbottò.- tre?!-

-wow, ti sei superato Genesis!- lo prese in giro Tseng.

-non si preoccupi, tra lei e Rhapsodos è una bella sfida.- disse Hojo, riconsegnando il compito a Tseng, che ancora rideva.

Il sorriso gli morì sulle labbra.

-argh! Tre e mezzo... meno? Che voto è “tre e mezzo meno”?!- esclamò Tseng, forse a voce un po’ troppo alta, perché Hojo gli lanciò un’occhiataccia.

-Hewley, Sephiroth, complimenti.- commentò infine, mentre terminava la distribuzione e si preparava per la seconda ondata di sarcasmo.

-naturalmente, non siete una classe che proporrei per le Olimpiadi della matematica, non v’è dubbio. - esordì, ridacchiando alla propria battuta, poi continuò dicendo frasi del tipo:- dovete studiare di più... la matematica non è un’opinione... eppure mi sembra, di essere molto chiaro nelle spiegazioni... -, eccetera.

Genesis si accasciò sul banco, demoralizzato. - mezz’ora di predica per ribadire lo stesso concetto...-

Tseng guardava Hojo in preda alla più completa passività, annuendo di tanto in tanto.

Sephiroth spostò la sua attenzione fuori dalla porta aperta, da cui s’intravedeva uno scorcio di corridoio. Stava giusto pensando alla scommessa che aveva fatto con Tifa, e alla sua agonica ricerca di un fiore, che lei si materializzò nel suo campo visivo, sbracciando.

Il ragazzo fu felice di avere una scusa per assentarsi, dunque, senza interrompere l’emozionante discorso del professore, uscì dalla classe in fretta e furia.

-allora?- chiese, assumendo un cipiglio dispettoso.

Lei sorrise, furbetta.- tu mi devi un’intervista.- disse, soddisfatta.

Sephiroth indietreggiò, sogghignando. - ah, non credo proprio... la nostra scommessa era che... - s’interruppe perché lei gli aveva infilato qualcosa tra i capelli argentati. Le dita di Sephiroth raggiunsero il punto dov’era l’oggetto e lo sfiorarono. Era qualcosa di delicato e vellutato al tatto.

“no, non dirmi che...”, pensò, esterrefatto, mentre lei continuava a sorridere.

Prese l’oggetto e se lo portò davanti al viso, sbigottito, poi, ancora incredulo, lo annusò. Profumava.

-non dici nulla?- chiese Tifa beffarda.

Sephiroth, che non riusciva più a dissimulare la sua perplessità, continuò a esaminare il fiore, aggrottando la fronte.- dove...?-

-in una chiesetta dei bassifondi.- gli disse Tifa, prontamente. - puoi andare a controllare tu stesso. -

-... no.- rispose lui, sospirando. - ho capito, ho capito.-

“Finalmente!”, pensò Tifa. “Ce ne hai messo di tempo!”

-beh, visto che io sono un uomo di parola... ti concederò l’intervista.- disse, ridandole il fiore.

Lei scosse la testa.- tienilo tu!- esclamò.- io non ci faccio proprio niente.-

-e cosa dovrei farci io?- chiese Sephiroth, arrogantemente.

Tifa si allontanò da lui, diretta verso la sua classe.- ti ricorderà che sei stato battuto da una provinciale!-

Sephiroth si lasciò sfuggire un sorriso.- a casa mia alle quattro, ti spiego dopo dove si trova.-

La ragazza annuì e corse via, mentre lui rimaneva immobile a fissare il fiore nelle sue mani, rigirandolo tra le dita. Stava giusto chiedendosi come avesse fatto a trovare un fiore a Midgar, quando gli venne in mente la ragazza di cui parlava sempre Tseng... com’è che si chiamava? ...Aerith.

Beh, in fondo aveva ricevuto proprio ciò che si meritava. Sorrise alla piccola e fragile pianta.- forse ho sottovalutato le provinciali.- si disse, in tono laconico.

 

*

 

Mentre il professor Rufus Shinra spiegava gli intrecci e le indimenticabili date della storia, Zack fissava il banco vuoto di Cloud con l’aria di chi era appena stato investito da un tram. Temeva che quell’assenza fosse dovuta a lui, e si sentiva estremamente in colpa.

Tifa, appena rientrata in classe, si sedette vicino ad Aerith e iniziò a scribacchiare appunti a casaccio, allegramente. Ciò fece irritare Zack, che si chiedeva perché lei non si fosse preoccupata di Cloud da quando era arrivata a Midgar.

Aerith si voltò verso l’amico, che ostentava un’aria di aperta inimicizia nei confronti di Tifa, e gli rivolse uno sguardo di bieco.

-a proposito.- mormorò Tifa - sapete perché Cloud non è venuto, oggi?-

-boh.- rispose Zack, irritato.

-gli ho telefonato un miliardo di volte, ma non risponde...-

Quelle parole rincuorarono il ragazzo, che le chiese: - pensavo di andare a trovarlo, oggi pomeriggio. Vuoi venire?-

Tifa abbassò lo sguardo.- mi spiace, ma oggi ho da fare.-

-anche oggi?- chiese Aerith, dispiaciuta.

-ho ottenuto un’intervista con Sephiroth.- disse Tifa, gonfiandosi d’orgoglio.- e tu, Zack? Sei riuscito a racimolare qualche Guil?-

-più o meno...- farfugliò Zack, imbarazzato.

-hai pensato a cosa fare alla tua ragazza?- domandò Tifa, gioviale.

Aerith e Zack si scambiarono uno sguardo, poi lui poggiò il mento sul palmo della mano, rassegnato.- no. Non ne ho idea.-

-non dirmi che non hai mai fatto un regalo a una ragazza!- esclamò Tifa. - non preoccuparti, ti aiutiamo io e Aerith, vero?!-

La castana abbassò gli occhi.- um... penso di sì...-

-ma che avete, tutti e due? Sembrate proprio strani, stamattina. - osservò Tifa, sospettosa, fissando lo sguardo sui due amici, che guardavano entrambi direzioni differenti. –non è che mi state nascondendo qualcosa?-

Zack rise nervosamente.- e cosa...?-

-mm... non lo so. Tutte queste occhiatine...-

Aerith si sentiva a disagio nel raccontare bugie, tuttavia non volle tradire l’amicizia di Zack, dunque rimase in silenzio a torcersi le dita, a disagio.

-siamo contenti per la tua intervista.- cercò di svicolare Zack.

Tifa era perplessa, però sorrise al ragazzo.- ed io sono contenta che Cloud abbia trovato un amico come te. Ti preoccupi così tanto per lui! Sai, è un tipo piuttosto riservato...-

-già, me ne sono accorto...- mugugnò Zack.

-Fair!- apostrofò Rufus.- ti sembra di essere al mercato?!-

Il moro arrossì e si grattò la nuca.- no, prof!-

-e allora smettila di chiacchierare e segui la lezione.- ordinò il professore, lanciandogli un’occhiataccia per poi proseguire la lezione, camminando avanti e indietro davanti alla cattedra.

Tifa si accorse che Zack lo stava guardando male.- qualcosa non va?-

-sai chi è?- chiese il moro, sottovoce.

-il professore di storia, no?- scherzò Tifa.

-non in quel senso.- disse Zack.- è il figlio del preside Shinra, Rufus.-

-davvero?- mormorò Tifa, spostando lo sguardo sul professore.- e quindi?-

Zack sospirò.- ad Angeal non piace, anzi, a essere sinceri, ad Angeal non piace neanche Hojo.-

-sono d’accordo con lui.- sbottò Tifa, ripensando al professore di scienze con irritazione.

“Se possibile, è perfino più acido di Sephiroth...”, pensò, riducendo gli occhi a fessure. “mi ha dato da studiare cinquanta pagine di scienze! Cinquanta! E tutte per oggi!”

-il fatto è che secondo Angeal, Hojo nasconde qualcosa di grosso, e teme che quel qualcosa sia legato a Sephiroth.-

-a Sephiroth?- fece eco Tifa, sorpresa.- dici davvero?-

Zack sorrise e scollò le spalle.- ma io non ho idea di quali impressioni abbia. Secondo me, sono solo impressioni, e persino Sephiroth non ci bada più di tanto...-

Tifa si sentì facile preda della curiosità, in quel momento. La sua energia naturale esplose nel suo corpo, e iniziò a picchiettare sul banco con la penna.

“impressioni? Su Sephiroth? E cosa dovrebbe essere? Hojo sarà uno di quei topi di biblioteca che non fanno altro che stare rinchiusi a studiare, o a eseguire esperimenti scientifici...”, sorrise, “ovviamente, non credo che abbia eseguito esperimenti scientifici su Sephiroth, sarebbe a dir poco illegale... eh eh!”, ridacchiò, facendo roteare la penna tra le dita, “e poi, da quanto ho saputo Hojo è sposato... dubito che avrebbe il tempo e lo spazio per fare esperimenti del genere...”, e qui, senza rendersene conto, scrisse il  nome Sephiroth sul foglio. Si fermò, lo contemplò, poi s’irritò di nuovo e lo cancellò in fretta e furia, lacerando la pagina con la punta della penna.

 

*

 

Vincent barrò crudelmente un’intera frase, contenuta in un tema di un compito in classe, e vi scrisse sopra qualche appunto, poi posò la penna e prese la tazzina poggiata sulla scrivania e ne bevve il contenuto in un sol sorso.

Dalle piccole finestre della redazione nel giornalino scolastico filtrava poca luce, ma in fondo lui coabitava bene con quel deficit. La lampada di vetro illuminava quel poco che bastava per vedere l’inchiostro impresso sui fogli protocollo, su cui stava lavorando. Le grida che provenivano dal cortile erano l’unica cosa che lo infastidiva. 

Correggeva i compiti in classe del quinto D, accanto aveva il modulo d’iscrizione di Tifa e, sopra di esso, troneggiava il suo cellulare. Guardò distrattamente l’ora sul display e si accorse che era troppo tardi per terminare la correzione; aveva poco più di dieci minuti, dopodichè avrebbe dovuto fare lezione al secondo E. Si alzò e fece per prendere la giacca, quando la porta dell’ufficio si aprì.

-ei!- esclamò una voce.

Vincent alzò lo sguardo così velocemente che rischiò di farsi male al collo.- tu? Che ci fai qui?-

Una donna dai lunghi capelli castani, legati in una coda di cavallo, incrociò le mani dietro la schiena e lo guardò, furbetta.- sono venuta a riportarti il borsellino.- disse, arrossendo.- l’hai lasciato a casa mia, l’altra sera.-

Il professore sospirò e si aggiustò la cravatta.- Lucretia...-

-non c’è bisogno che mi ringrazi.- sorrise lei, porgendogli l’oggetto che teneva in mano.

Vincent lo prese, esitante.- non dovevi venire qui. Hojo sospetta di noi, e circolano alcune voci, ultimamente...-

Lucretia sbuffò.- volevo vederti.-

-certo, lo capisco.- disse Vincent, dolcemente, avvicinandosi a lei e prendendole le mani tra le sue.- ma dobbiamo stare attenti, te l’ho già detto ieri.-

La donna sorrise e lo guardò, poi si liberò della presa e corse verso la scrivania, poggiandovi entrambe le mani.- verrai al congresso sull’energia Mako, domani?- chiese, allegra.

Vincent annuì.- devo venirci.-

-e perché?-

-perché ci sarai anche tu.- rispose lui, accennando un sorriso.

Lucretia abbassò lo sguardo sulle scartoffie seminate sulla scrivania, per dissimulare il rossore che le aveva colorato le guancie.- sono compiti in classe?-

Il professore annuì.- non credo che t’interessino.- disse, di rimando.

La donna gli lanciò uno sguardo e iniziò a giocherellare con i fogli, guardandoli o ammucchiandoli in una pila ordinata. –i tuoi allievi sembrano veramente bravi!-

Vincent soffocò una risata in uno sbuffo.- certo. Hanno me come loro professore.-

La risata di Lucretia lo rese felice. Vederla ridere, o soltanto sorridere, lo rendeva sempre felice.

Stava per avvicinarsi a lei per baciarla, quando la vide irrigidirsi.- qualcosa non va?-

La donna non rispose. Continuava a guardare il foglio che aveva in mano come se fosse un fantasma; la mano con cui lo reggeva le tremava, le labbra si erano fatte taglienti e le narici si erano dilatate, il tutto, sommato a quel terrore che gli si era inspiegabilmente acceso negli occhi.

-Lucretia!- esclamò Vincent, spaventato da quella reazione.

Lei sussultò e nascose rapidamente il compito che stava guardando sotto gli altri, per non fargli vedere quale fosse.- niente, niente.- farfugliò.

Sembrava confusa, e i suoi occhi avevano preso a roteare in tutte le direzioni, cercando qualcosa d’impreciso.

-non sembra.- obiettò Vincent, irritato.- tutt’altro, sei pallida come un lenzuolo. Dì la verità, c’è qualcosa che nascondi?-

Lei cercò di sorridere, ma era quanto mai chiaro che fosse tutta finzione.- ma che dici?! Non nascondo niente a nessuno! A proposito, ora vado. Non voglio rubarti altro tempo...!-

Vincent la afferrò per il polso prima che potesse aprire la porta e la perforò con lo sguardo.- Lucretia, scappa con me. Andiamo via di qui. Fuggiamo da Hojo e da Shinra.- propose, con veemenza.

Lei gli rivolse un’occhiata spaurita.- non credo sia una buona idea...-

-ma è l’unico modo che abbiamo per avere un futuro.- ribattè Vincent, con voce eccitata.- e non dovrai più vedere quel...-

-lascia che ci pensi, Vincent.- disse lei, con un sorriso stanco.- domani sera ci vedremo e ti darò una risposta.-

-ma non farti scoprire da Hojo.- si raccomandò il professore,- è fondamentale. Quell’uomo è pazzo, e tu lo sai.-

Lucretia annuì, e lui la lasciò andare per la sua strada, preoccupato. Che cosa poteva averla spaventata così all’improvviso? Raggiunse la scrivania e prese i compiti tra le mani.

Non c’era alcun modo di poter capire quale fosse l’incriminato, ormai si era confuso con gli altri.

Vincent sospirò. “Ma perché deve sempre essere tutto così complicato...?”

 

*

Zack evitò un affondo di Angeal e rispose con uno a sua volta, che fu parato prontamente.

-non sei concentrato, Zack. l tuoi attacchi non sono né potenti né veloci come al solito.- lo rimproverò Angeal, alzandosi la visiera.

Il moro si tolse la maschera da schermidore a sua volta, e si morse il labbro.- scusa, Angeal...-

-non devi scusarti con me.- disse Angeal, seccamente.- se vuoi diventare un campione serve concentrazione. Scusati con te stesso.-

-ah... ancora prediche?-

Angeal lo guardò e abbassò il fioretto.- Genesis mi ha detto che ieri vagavi per gli Slums in cerca di Guil.-

-quel traditore...- sbuffò Zack, arrabbiato.

Angeal inarcò le sopracciglia e iniziò a girargli intorno,- insomma... è la verità?-

Zack annuì e  si posò una mano su un fianco, guardandosi gli stivali.- verissimo.-

-è questa la ragione per cui sei così deconcentrato?-

Il ragazzo stava per rispondere quando, portando lo sguardo dietro le spalle di Angeal, vide Sephiroth che si stava dirigendo verso di loro.

Angeal si voltò.- Sephiroth... gli allenamenti ci saranno domani.-

Il ragazzo dai capelli argentati si fermò e lo guardò. Dall’espressione che aveva, sembrava voler dire qualcosa, tuttavia rimase a guardare l’amico con aria emblematica, silenziosamente.

Zack lo fissò, ammirato. Sephiroth era una di quelle persone che avevano l’eleganza nel sangue; carismatico e misterioso, suggeriva un rispetto immediato.

-lui è Zack Fair.- presentò Angeal, poiché l’amico non sembrava intenzionato a parlare.

Lo sguardo di Sephiroth si soffermò sul moro. – tu sei nella stessa classe della provincial... di Tifa, vero?-, e detto ciò, sulle sue labbra passò l’ombra di un sorriso.

-sì.- fu la pronta risposta di Zack.

-Angeal mi ha parlato molto di te.- aggiunge Sephiroth, in tono piatto.

Zack lanciò uno sguardo ad Angeal, di sfuggita.- bè, grazie.-

-e mi ha anche detto che voi diventare un campione.-

-mi impegno perché il mio sogno si avveri.- disse Zack.

Sephiroth rimase in silenzio per alcuni istanti, sembrava spaesato.- quindi parteciperai alla Midgar Cup?-

Zack annuì. Davanti a quell’imponente ragazzo dai capelli argentati si sentiva lievemente in imbarazzo, ma in fondo, succedeva così a tutti.

Sephiroth puntò gli occhi su Angeal.- anche tu?-

-te l’ho detto ieri. Ma dove hai la testa?- chiese l’amico, incrociando le braccia sul petto.

-non so.- fu la vaga risposta.

-Angeal... io devo andare.- disse Zack, mentre salutava il suo allenatore e Sephiroth, per poi fuggire via.

-tu parteciperai al torneo, vero?- chiese Angeal, osservandolo attentamente.

-certo.-

-e anch’io!- esclamò una terza voce, quella di Genesis, che avanzava verso di loro tenendo un libro aperto sulle mani.

-ancora Loveless?- chiese Sephiroth, irritato.

- L’infinito mistero è il dono della dea. Perciò lo cerchiamo e andiamo verso il cielo. La superficie dell’acqua si increspa. L’anima vagante non conosce requie.- recitò Genesis, contemplando le pagine del volume. – anche se il domani è arido di promesse, nulla impedirà il mio ritorno.-, disse, alzando gli occhi verso Sephiroth.

-con questo, cosa vorresti dire?- chiese Sephiroth, calmo.

Genesis chiuse il libro con uno scatto secco.- noi due ci affronteremo, amico mio.-

Angeal lo rimproverò:- Genesis!-

-che sia, allora.- rispose Sephiroth, tranquillamente.- io sono qua.-

-no, non ora.- disse Genesis, lanciandogli uno sguardo intenso.- alla Midgar Cup. Quella sarà la nostra battaglia finale.-

Angeal scosse il capo, esasperato.- Genesis ,non c’è verso di ragionare con te.-

-la scuola ha  bisogno di un nuovo eroe.- ribattè Genesis, imperterrito.

Sephiroth stava per rispondere a tono, quando la campanella interruppe la conversazione, così ripiegò su un banale:- fa come vuoi.-

 

*

 

Dopo la scuola, Zack congedò tutti in fretta e furia e si catapultò per le vie di Midgar con la sua solita energia, diretto a casa di Cloud.

La vendita di fiori aveva fruttato un bel gruzzoletto, e Zack aveva persino scelto il regalo per Cloud. L’unico problema rimaneva quando darglielo, visto che il biondo sembrava fare di tutto pur di evitarlo, quindi aveva deciso che avrebbe fatto irruzione a casa di Cloud, anche a costo di usare le maniere forti.

Avendo deciso così, anche sull’eccitazione del momento, non aveva esitato a gettarsi contro la porta della casa del biondo, gridando a squarciagola:- CLOUD! APRIMI!-

Nessuna risposta.

Corse in giardino e il suo sguardo volò verso la finestra, dove sapeva esserci la camera di Cloud. Vide un’ombra e sorrise, quindi si riavvicinò alla porta e cominciò a molestare il campanello suonandolo mille volte, con vigore. –GUARDA CHE SE NON MI APRI BUTTO GIU’ LA PORTA! SO CHE SEI DENTRO! APRIMI!-

Luogo comune, ma quando si trattava di Zack, la cosa si sarebbe tranquillamente potuta tramutare in realtà.

Il moro aspettò qualche altro minuto, poi si allontanò, e dopo aver preso la rincorsa, si buttò a capofitto contro il duro legno. Però, invece di sfondare la porta, essa si aprì, e lui precipitò in casa, inciampando, perdendo l’equilibrio e finendo contro il divano, che si rovesciò rovinosamente sopra di lui.

Cloud chiuse la porta, scoppiando in una fragorosa risata,- Zack!-

Zack si tolse il divano di dosso, gemendo, e dopo averlo rimesso a posto, vi sprofondò, massaggiandosi la spalla, - ai... Cloud, è colpa tua, dovevi farmi sfondare la porta.-

Il biondo continuava a ridere, e Zack fu felice di vederlo così allegro.

“Sembra che non ce l’abbia con me... ma è ancora presto per dirlo.”

Cloud gli si avvicinò e gli sfiorò la guancia con un dito.- scemo.-

-non volevi rispondermi.- obiettò Zack, mortificato.- mi hai fatto preoccupare!- esclamò, alzandosi di nuovo in piedi.

-non volevo.- rispose Cloud, arrossendo.- solo che...-

-credevo fossimo amici!- disse Zack.- cos’hai, Cloud? Fai di tutto per evitarmi!-

Il biondo si morse il labbro. Non era così facile da dire...

“Parla Cloud, dì qualcosa...”, pensò Zack, stringendo i pugni.

-mi spiace.- disse il biondo, sedendosi sul divano, stancamente.- avevo molto da studiare.-

Zack rimase in piedi, a fissarlo.- Tifa è preoccupata per te.-, gli disse.

Gli occhi azzurri di Cloud si incontrarono con quelli di Zack, e quest’ultimo avvertì una tremenda fitta al cuore, come se glielo stessero trafiggendo con un pugnale. Amava quegli occhi. Lo facevano sentire come un naufrago in un oceano, meravigliato dalla sua bellezza, e spaventato dalla sua immensità.  Sorrise dolcemente allo sguardo dell’amico.

-non voglio disturbarla.- disse Cloud, piano.- sai, mi ha chiamato molte volte, ieri...-

-anche io.- soggiunse Zack, quasi meccanicamente.- ma non hai risposto. Eravamo preoccupati. E oggi non sei venuto a scuola. Perché?-

Cloud si alzò dal divano e fronteggiò l’amico.- non mi sentivo bene.-

Zack si mise a braccia conserte.- uh oh! Credevo che ti volessi iscrivere alla Midgar Cup! Altrimenti a cosa sarebbero serviti i nostri allenamenti privati?- chiese, in un moto d’ironia.- se stai male, ti conviene non partecipare...-

-no, no. Ora sto bene.- fece Cloud, inciampando nelle sue stesse parole.

Il moro guardò i suoi occhi diventare lucidi e si preoccupò.- senti, forse dovresti uscire un po’, non trovi?-

Cloud lo guardò, imbarazzato.- uscire? Um...-

-che ne dici di andare a farci un giro, domani pomeriggio?!- esclamò Zack, gioviale.- in fondo, non è una cattiva idea.-

-mm...-

L’energia di Zack contagiò meccanicamente anche Cloud, che sorrise.

-chiameremo anche Aerith e Tifa, quindi non preoccuparti, saremo in buona compagnia.-. disse Zack, soddisfatto.

“Finalmente! Allora mi sbagliavo! Non ce l’aveva con me! Ah, che liberazione, Aerith aveva ragione! Doveva solo risolvere alcuni problemi... Ora dovrò solo dargli il regalo!”

-secondo te riuscirò ad affrontare la Midgar Cup?- chiese Cloud, incupendosi di colpo.

Il moro si fece serio e gli posò una mano su una spalla.- puoi farcela, Cloud, devi solo credere in ciò che fai. È logico, affronterai avversari più grandi di te, ma servirà solo ad accrescere la tua esperienza. Se vuoi diventare un campione, devi essere concentrato.-

Gli occhi di Cloud brillarono.- grazie, Zack... ti ringrazio per aver creduto in me...-

“Sì! Dillo allo zio Zack, che risolve tutti i tuoi problemi...!”, pensò Zack, sorridendo sornione, “Tutto sommato, le prediche di Angeal non sono del poi così insensate...”

 

*

Tifa si aggiustò i capelli e suonò al campanello della casa di Sephiroth. “Ce la faccio, ce la faccio, ce la faccio!”

Il ragazzo dai capelli argentati aprì, e i due si scambiarono un’occhiataccia.

“Ok, non ce la faccio... no! Avanti, Tifa, sopportalo per un’altra oretta, poi non lo rivedrai più!”, pensò, mentre lui si scansava per lasciarla entrare.

La villetta di Sephiroth aveva due piani, molti, per una persona sola, così risultava fredda e vuota; il divano di pelle nera era illuminato da una luce riflessa dalla lama di una lunga katana che stava appesa sopra una mensola, in sala. Quella lunga spada affascinò Tifa, che si avvicinò per osservarla. Sotto di essa, c’era una targhetta metallica ov’era scritta in chiare lettere la parola “Masamune”.

-Dev’essere molto pesante.- notò Tifa, osservando il riflesso distorto di Sephiroth sulla lama.

Il ragazzo, alle sue spalle, voltò la testa a sinistra e lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi.- sì.-

-ha anche un nome?- chiese Tifa, avendo letto la parola incisa sulla targa.

-Masamune.- rispose, ovviamente, Sephiroth.

-l’hai mai impugnata?-

-no.-

-pensi di usarla in futuro?-

-forse.-

Tifa si voltò e decise di porre fine a quel monosillabico dialogo.- cominciamo l’intervista?-

Lui annuì, lentamente, facendole cenno di accomodarsi sul divano.

“Il solito antipatico, potrebbe sforzarsi un po’ di più.”, pensò Tifa, con uno sbuffo, “qualcuno dovrebbe insegnargli cos’è il patto sociale, a questo qui.”

Sephiroth si sistemò sulla poltrona davanti a Tifa; tra loro due, un tavolinetto di cristallo permise a Tifa di poggiarvi un registratore.

-quello a che serve?- chiese Sephiroth, a disagio, fissando l’apparecchio.

-a registrare la tua intervista.- spiegò Tifa, bruscamente.

Lui fece un’espressione contorta.- devi farlo per forza?-

-non puoi pretendere che mi scriva ogni tua singola parola, che tra parentesi, scommetto non mi ripeterai.- disse la ragazza, prendendo in mano un blocco per gli appunti e poggiandolo sulle gambe.

Sephiroth rimase in silenzio, cercando di trattenere qualsiasi commento che potesse terminare in una baruffa verbale, poi la guardò mentre schiacciava il pulsante Record del registratore, e si preparò a rispondere alla prima domanda.

-Quando hai cominciato a fare scherma?- chiese Tifa.

-quattro anni.-

-e perché?-

-mi sono sempre piaciute le armi.-

-ma nella scherma non si fanno combattimenti veri.- osservò Tifa.

-non fa niente.-, fu la pacata risposta del ragazzo.

-ma cosa ti ha spinto a diventare schermidore, precisamente?-

-non ne ho idea. Suppongo di avercela nel sangue.-

“Sbruffone”

Tifa scribacchiò qualche appunto sul foglio, poi continuò con le sue domande:- sei il campione in carica della scuola, cosa si prova a essere in una posizione simile?-

Sephiroth congiunse le sopracciglia.- io...-

“Ah, bella risposta!”, pensò Tifa, irritata.

Lui esitava.- io... non so.-

-secondo te, qual è l’avversario da dover temere di più?-

-nessuno.- fu la risposta, stavolta tempestiva.

Tifa posò la penna e sospirò.- e va bene...- disse, spegnendo il registratore.- non vuoi parlare, eh?-

Sephiroth le rivolse uno sguardo del tipo: non è che non voglio parlare, è che non ho niente da dire.

-non posso fare un’intervista così succinta, mi aspettavo che dicessi qualcosa di più approfondito... che ne so...? Zack va sempre in giro vantandosi  del suo sogno di diventare un campione...-

-io non ho sogni.- rispose Sephiroth.- io sono il migliore. Senza sforzo. Io posso superare chiunque, che sogni dovrei avere? Diventare un campione? Sono già un campione. Diventare il migliore? Sono già il migliore.-, disse, con una punta di amarezza nella voce.

Tifa fu sorpresa di vedere quello sguardo così malinconico, mentre lo diceva.- tu non... tu non hai un padre? O una madre?-

-tutto ciò che so di me, si ferma al nome di mia madre: Jenova.- disse Sephiroth.

“Non pensavo che soffrisse così tanto... Nah, ma cosa sto pensando?! Avanti, è Sephirot!”

I due rimasero in silenzio alcuni istanti, poi Tifa chiese:- precisamente... che rapporto c’è tra te e Genesis?-

-rivalità.-

-capisco...-

-lui e il suo stupido Loveless...- borbottò Sephiroth, indispettito.- non fa altro che leggere quel libro dalla mattina alla sera... e poi ogni volta che apre bocca inizia a recitarlo.-

Tifa sorrise flebilmente e cambiò argomento.- pensi di vincere il torneo, dunque?-

-ovvio.-

-e poi?-

Sephiroth rimase interdetto, tuttavia aggiunse:- e poi... si vedrà.-

Tifa lo fissò.- vuoi... vuoi che ti faccia altre domande a cui darai altrettante risposte insignificanti, oppure che me ne vada?-, disse in tono aspro.

Lui dischiuse appena le labbra, poi disse:- no, devi rimanere. Ho perso la scommessa.-

-come vedi, non sei il migliore in assoluto!- esclamò Tifa, beffarda.

Stavolta, al ragazzo sfuggì un sorriso e indicò il fiore che gli aveva regalato Tifa, il cui gambo era immerso nell’acqua contenuta in un bicchiere.

Tifa lo guardò, “Forse... forse ho avuto troppi pregiudizi, su di lui... sembra una persona così... triste. In fondo, anche se mi rimane papà, so benissimo cosa si prova a perdere la propria madre...”

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

 

Salve a tutti!

Ho finitoooo! Terzo Chappy terminato! Prima di rispondere alle recensioni vorrei ringraziare tutti coloro che hanno aggiunto la ficcy ai preferiti e ai seguiti! Grazie!

 

ChiyoChan8: U.U vero? Eppure Kadaj, secondo me, ha tutte le caratteristiche del bulletto, anche nella trama originale...


LadySnape: lo so, purtroppo. Penso che Vincent sia uno dei personaggi più OOC di tutta la storia...

 

DarkFaxas96: ti ringrazio infinitamente! Non sai quanto mi faccia piacere, e sono veramente onorata che ti abbia ispirata! Grazie ancora!

 

Tifa_heart: I due si sono finalmente ritrovati! Adesso Zack avrà il suo Cloud tutto per lui... XD!

 

Bè, non ho altro da dire, spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Al prossimo chappy!

Kisses!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** 4. Punizione ***


4

 

Stasera in auditorium, conferenza sull’energia Mako, tenuta dal professor Hojo, dalle ore 21.00 alle ore 23.00. ingresso aperto al pubblico: biglietto, dieci Guil.

 

-due ore di simposio, eh?- lesse Genesis, affiancando Angeal, che era intento a fissare il cartello davanti all’entrata della scuola con aria assorta.- conferenza sull’energia Mako, tenuta dal professor... Hojo.-

-cos’è l’energia Mako?- chiese Sephiroth.

-non so.- rispose il moro, perplesso.- in realtà non ne ho mai sentito parlare...-

-scommetto che tu ci sarai, vero, amico mio?- chiese Genesis sarcasticamente all’indirizzo di Angeal, che scosse il capo.

Sephiroth guardò ancora un po’ le lettere impresse a caratteri cubitali sul cartello, poi spostò la sua attenzione verso un gruppo di studenti, che poco più in là lo stavano fissando tenendo un giornale in mano.

“Ha fatto in fretta.”, pensò Sephiroth, pentitosi di aver rilasciato l’intervista “Non pensavo che l’avrebbe pubblicata da un giorno all’altro... fesso io, che gliel’ho concesso... bè, ormai è fatta. Spero solo che non si sia inventata nulla... ma che hanno da ridere?!”

Il ragazzo dai capelli argentei raggiunse il gruppetto e strappò bruscamente il giornale di mano a uno dei ragazzini, che sussultò.

Sephiroth lanciò a tutti un’occhiataccia, poi fissò lo sguardo sulla pagina spiegazzata e vide che recava la sua foto.

 “C’è scritto esattamente ciò che ho detto...”, osservò, sollevato, “nessuna bugia, nessun fatto inventato... nessun insulto. E allora che avevano tanto da ridere? Mah...”

Stava per richiudere il giornale quando notò qualcosa che non doveva esserci. “Il campione dell’istituto e la ragazza di provincia: se son rose, fioriranno?... ma che cavolo...?”

-che hai?- gli chiese Angeal, preoccupato.

Sephiroth sobbalzò.- non è niente, voi andate.-

-se non ti sbrighi farai tardi.- disse Genesis in tono annoiato.

-andate.- ordinò Sephiroth.

Angeal gli lanciò uno sguardo preoccupato, poi trascinò Genesis all’interno dell’edificio.

-e voi che avete da guardare?!- esclamò Sephiroth irritato, rivolto al gruppo di studenti che, speranzosi, speravano di riprendersi il giornale.- andate in classe!-

I ragazzi corsero via, spaventati, e Sephiroth rimase finalmente solo a leggere l’articolo, “Il tenebroso Sephiroth ha  concesso ieri un’intervista alla nuova ragazza che da pochi giorni, frequenta la nostra scuola: Tifa Lockheart. Secondo alcune recenti notizie, i due si sono incontrati varie volte, e pare che in entrambi sia sbocciato il germoglio dell’amore...  che stupidaggine.”, pensò, “chiunque abbia scritto quest’articolo non dev’essere del tutto sano di mente... non ci sopportiamo, figuriamoci riuscire ad avere una relazione... io e la provinciale?! Bah...”

Il ragazzo si trascinò fin dentro la scuola e gettò il giornale nel cestino, infastidito, quindi si diresse lentamente verso la sua classe.

-Sephiroth, sei in ritardo.- gli disse Vincent, non appena fu entrato in classe.

Angeal guardò l’amico che si sedeva al suo posto e gli parlò, in tono apprensivo:- è successo qualcosa? Sembri turbato...-

Tseng si voltò leggermente verso Sephiroth, facendogli intendere di aver letto l’articolo, tuttavia non disse nulla.

-prima di cominciare la lezione avrei un paio di avvisi.- proruppe Vincent, appoggiandosi alla cattedra.- il primo riguarda la conferenza che si terrà stasera, all’auditorium. Ovviamente, non è obbligatoria, tuttavia, se veniste, sarebbe un’occasione per imparare qualcosa.-

Qualcuno sospirò e si mise a scarabocchiare sul quaderno per manifestare il proprio disinteresse.

-pensavo di andarci.- disse Angeal, piano.- tanto per curiosità.-

Sephiroth annuì.- a me non interessa.-

-il secondo riguarda la gita di domenica.- disse Vincent, e stavolta tutti si misero in ascolto.

Genesis si raddrizzò sulla sedia, che scricchiolò.- finalmente si ragiona...-

-Reno, distribuisci questi.- ordinò Vincent, passando al ragazzo dai capelli rossi un plico di fogli.- sono tutte le informazioni necessarie per la partenza. Come saprete, andremo assieme al 3°B, che sarà accompagnato dal professor Rufus Shinra.-

-insieme al 3° B?- fece eco Sephiroth, sconfortato.

-qualche problema?- gli chiese Vincent, in tono apatico.

Il ragazzo scosse la testa e voltò lo sguardo altrove.-no.-

-sei strano oggi.- osservò Angeal.

-Costa del Sol, signori! Sole, mare e spiaggia!- esclamò Genesis, gioviale.- a te farebbe proprio bene, amico, non hai una bella cera...-

-taci.- intimò Sephiroth, seccamente.

-qualcosa non va con Tifa?- chiese Angeal, abbassando la voce e guadagnandosi tutta la gratitudine di Sephiroth.

-hai letto il giornale?... sono tutte menzogne! Chi ha scritto quell’articolo?!- rispose Sephiroth.

Angeal lo guardò, preoccupato.- l’ho letto. Non so chi l’abbia scritto, non c’era il nome, però forse... dovresti parlare con lei.-

-cosa dovrei dire a quella provinciale?!- ribattè Sephiroth, irritato.- da quando è arrivata non ha fatto altro che combinare guai!-

-non mi sembra...- fece Angeal, tentando di calmare l’amico.

“E allora perché mi sento così male...?”, si chiese Sephiroth, mordendosi il labbro e incrociando le braccia sul petto. “Perché?!”

Angeal gli posò una mano sulla spalla e gli sorrise.- vedrai, la gente dimentica presto.-

-se lo dici tu...- mormorò Sephiroth, abbattuto.- sapevo di stare facendo uno sbaglio. Lo sapevo.-

-Sephiroth...- esordì Angeal, nel tentativo di consolare l’amico, che però appoggiò il mento sul palmo della mano e si chiuse in un ostinato silenzio.

 

*

-io non avrei mai scritto queste cose!- esclamò Tifa, prendendo a schiaffi il giornale.

Il professor Hojo si era distratto a parlare con un bidello e ognuno ne aveva approfittato per rilassarsi, scambiando due parole con il compagno. Era solo la prima ora ma Cloud desiderava già che fosse l’ultima.

Il biondo guardò Tifa con aria perplessa.- non... non c’è niente tra voi... vero?-

Tifa lo guardò male.- ovvio. È solo uno sbruffone antipatico.-

Zack ridacchiò.- chi litiga vuol comprare...-

-non scherziamo, Zack!- replicò Tifa, sbattendogli il giornale davanti agli occhi.- Secondo alcune recenti notizie, i due si sono incontrati varie volte, e pare che in entrambi sia sbocciato il germoglio dell’amore. Incontri segreti, regali e parole dolci... dolci?! È già un miracolo se finora non ci siamo presi a pugni!- sbottò.

Aerith si sporse a leggere l’articolo, che tra l’altro era anche piuttosto lungo.- Addirittura, il fascinoso campione, ha regalato alla sua bella un fiore selvatico, che il giorno prima ha faticosamente cercato per le vie di Midgar...-

-...trovare un fiore selvatico a Midgar non è impresa da poco, sarà vero amore?- proseguì Cloud, divertito. – uh uh! Veramente?!-

Tifa sospirò e iniziò a raccontargli la storia della scommessa e di come fosse riuscita a trovare un fiore a Midgar.- ... dopodichè ha risposto alle mie domande e tanti saluti!-

Zack ridacchiava.- chiunque abbia scritto quest’articolo non via ha risparmiato niente, eh? Senti qui...Ci auguriamo che questa rovente storia d’amore si coroni con un bacio davanti al romantico tramonto di Costa del Sol.-

-robaccia!- mugugnò Tifa, -piuttosto la morte!-

Aerith le sorrideva.- non dovreste parlarne?-

-certo!- sbottò Tifa, con cipiglio guerrigliero.- se pesco chi ha scritto l’articolo... ne parleremo all’ospedale, dopo che l’avrò gonfiato di legnat...-

-no, no! Io dicevo di Sephiroth!- fece Aerith, muovendo le mani.

Gli occhi di Tifa brillavano di una luce omicida -voi non sapete chi può essere stato...?-

Cloud cercò di calmarla meglio che potè:- dai, tanto fra una settimana se ne saranno dimenticati tutti! –

Tifa scattò in piedi e battè le mani sul banco.- è una questione d’orgoglio!- gridò.

-Lockheart, venga a mostrare il suo orgoglio alla classe, se ci tiene così tanto!- disse una voce gelida alle sue spalle.

Tifa rabbrividì.- no, prof... no... io...-

Hojo si sedette dietro la cattedra e prese il registro.- siamo tutt’orecchi... cominci pure.-

Cloud appoggiò la testa su una mano e guardò Zack. Sembrava allegro come al solito; con una mano tracciava dei cerchi su un foglio, e con l’altra riproduceva alcuni movimenti della scherma.

Davanti al biondo, Aerith guardava Tifa, che si trascinava verso la lavagna, rassegnata.

Zack sorrise alla sua opera e la mostrò a Cloud.

Era una specie di obbrobrio fatto di cerchi e spirali ammassate l’una sull’altra che, invece di esprimere le abilità artistiche di Zack, dimostrava quanto esse fossero carenti. Il biondo trattenne una risata.

-non ti piace?- sussurrò Zack, offeso.

Cloud cercò di mentire al meglio che potè:- è fantastico...-

-non è vero.- mormorò il moro, guardandolo furbamente.- Cloud bugiardo.-

-ei!-

Zack ridacchiò.- ed io che volevo aprire un’agenzia tuttofare... hai stroncato la mia carriera sul nascere!-

-esagerato, non credo che qualcuno ti chiederebbe un ritratto.- scherzò Cloud.

-hai ragione, ma se succedesse, dovrei rifiutare.- osservò il moro, giocherellando con un angolo del foglio.- e allora sarà  colpa tua.-

-mia?-

-sei tu che non credi nelle mie doti artistiche.- disse Zack, rivolgendo a Cloud un’occhiata penetrante, facendolo arrossire. – potresti aiutarmi nella mia agenzia. Sarebbe una buona idea, non trovi?-

Cloud sfuggì lo sguardo dell’amico.- sono certamente più bravo di te a disegnare.-

Zack gli sorrise e guardò i suoi capelli d’oro. -certo.- disse, con aria sognante.

 

*

 

Tifa si sedette su una delle panchine in cortile e alzò lo sguardo al cielo, con aria lugubre, attorcigliando il giornale che aveva in mano.

-piaciuto l’articolo?- chiese una voce.

Lei sobbalzò.- Kadaj... ancora tu?!-

Il ragazzo sorrise e accennò al giornale.- allora?-

-aspetta...- mormorò Tifa, alzandosi dalla panchina  e gettandovi sopra la rivista.- sei stato tu?!-

Kadaj esibì un sorriso malevolo.- non dovevi metterti contro di me.-

-io?!- esclamò Tifa –hai scritto un mucchio di scemenze anche su Sephiroth!-

Il ragazzo le diede le spalle.- la prossima volta eviterai di sfidarmi.-

-eh, no!- esclamò Tifa, arrabbiata.- ti giuro che non la passerai liscia! Affrontami, se ne hai il coraggio!-

Kadaj si voltò lentamente.-tu...cosa vorresti fare?-

Tifa si mise in posizione da combattimento e sollevò i pugni, decisa a fare quella pazzia. “Se mi prendono, mi sospendono, ma non m’importa niente!”

-sei una sciocca.- la rimproverò Kadaj, in tono asciutto, - ma se vuoi la sfida, è ciò che avrai!-

La ragazza stava per avventarsi su di lui, quando si sentì bloccare da qualcuno che s’ era frapposto tra lei e Kadaj, spingendo l’uno dalla parte opposta all’altro, nel tentativo di separarli.

- Tifa!- esclamò la voce di Sephiroth.- che stai facendo?!-

Lei si divincolò ferocemente, cercando di scansare il ragazzo.- spostati, Sephiroth! Lo faccio a pezzi!- gridò.

Sephiroth cercò di tenerla ferma, ma anche Kadaj iniziò a dare in escandescenze.- togliti di mezzo! È una questione tra me e lei!-

-è stato lui! Lui ha scritto l’articolo!- strillò Tifa, continuando a scalciare.

-sei stato tu?!- esclamò Sephiroth, stupefatto.

Kadaj lo fissò con aria di sfida.- esatt...-, si interruppe perché Sephiroth gli aveva mollato un pugno così potente, da farlo rotolare svariati metri più in là.

Tifa si bloccò; la gente iniziava ad accorrere, eccitata. Addirittura, qualche telefonino s’issò contro di loro, pronto a riprendere la scena.

Sephiroth strinse i pugni e piantò entrambi i piedi a terra, tentando in tutti i modi di frenare la rabbia che lo stava assalendo.

La ragazza era rimasta a bocca aperta, e guardava Kadaj che si rialzava, massaggiandosi la mandibola.

-sei pazzo!- gridò Kadaj, all’indirizzo di Sephiroth.

-non quanto te!- esclamò Tifa, che riprese ad agitarsi dietro al ragazzo dai capelli argentati.- non dovresti invadere la privacy delle persone!-

Kadaj, nonostante la notevole ferita, sorrise e si guardò intorno, indicando tutta la gente che ridacchiava e li indicava.

Tifa congiunse le sopracciglia e si sarebbe avventata nuovamente su di lui, se Sephiroth non le avesse bloccato un braccio per fermarla.

-ei! Tu hai avuto la tua parte!- obiettò Tifa, irritata.

-no.- disse Sephiroth.- non ti abbassare al suo livello...-

-tu l’hai fatto.-

Il ragazzo abbassò lo sguardo ma non la lasciò.- stai ferma, siamo già abbastanza nei guai senza che tu ci metta il tuo contributo...-

-che succede qui?!- gridò una voce, sovrastando gli schiamazzi della folla.- fatemi passare!-

Tifa si voltò. Quando vide Rufus Shinra comprese le parole di Sephiroth, dunque ringhiò qualche imprecazione contro Kadaj e aspettò che il professore si rendesse conto di ciò che era successo, guardando la scena.

-Sephiroth, Kadaj, Tifa. Nel mio ufficio. Ora! Anzi, portate Kadaj in infermeria. Voi due venite con me.- disse, tagliente.- abbiamo da fare una bella chiacchierata con il vicepreside.-

 

Hojo, seduto dietro la scrivania, ascoltava le parole di Rufus Shinra distrattamente, rivolgendo tutta la sua attenzione nell’osservazione di Tifa e Sephirot che, seduti davanti a lui, guardavano due direzioni diverse.

Shinra terminò il racconto e aspettò che Hojo parlasse.

-e così...- esordì Hojo, lievemente ironico,-... vi siete fatti beccare.-

Sephiroth lo guardò.- è colpa mia!- disse, di getto.

-Sephiroth!- lo rimproverò Rufus.- dì le cose come stanno! Chi ha cominciato...?-

Hojo lo zittì con lo sguardo e si rivolse di nuovo al ragazzo, esaminando ogni suo movimento.- non avresti dovuto prendere a pugni il tuo compagno.- disse, socchiudendo gli occhi e aggiustandosi gli occhiali sul naso. –hai una spiegazione?-

Sephiroth si morse il labbro.“Non verrò certo a dirla a te.”, pensò.

Tifa si accalorò e iniziò a picchiettare il terreno con il piede.- ho cominciato io.-

-Lockheart, lei mi sembra una ragazza troppo irrequieta per i miei gusti.- le disse Hojo, in tono pacato.- tuttavia, se anche lei avesse cominciato, è stato il suo amico a scagliarsi contro Kadaj.-

-se non mi avesse fermata lo avrei fatto io.- ribattè Tifa, con orgoglio.

-ovviamente...- riprese Hojo, ignorandola.- penso di poter immaginare il motivo del vostro litigio. E sebbene io sia d’accordo sul fatto che Kadaj sia diventato incontrollabile, non posso certo lasciarvi impuniti.-

-è colpa mia.- ripetè Sephiroth, ostinato.- ho già detto che è solo colpa mia.-

Tifa lo guardò, stupita. - ma che dici?!- esclamò, infastidita da quel cambio di atteggiamento.

“Perché stai cercando di difendermi, Sephiroth?! Sai bene che siamo entrambi colpevoli...!”, pensò, indispettita.

Rufus stava per dire qualcosa ma si trattenne e sbuffò.- sospendiamoli. È la prassi.-

-no.- disse Hojo – avrei qualcosa di meglio.-

Sephiroth e Tifa si scambiarono uno sguardo atterrito.

Il professore sorrise e disse:- le vostre due classi andranno in gita, giusto? Bene, voi non ci andrete. Rimarrete a scuola.-

“Che cosa?!”, pensò Tifa, inorridendo “Noooo! Non può farci questo! Sob... non potrebbe andare peggio di così...-

-aiuterete Reeve a sistemare la biblioteca.- disse Hojo, tranquillamente - una domenica in compagnia dei libri vi calmerà, altrimenti sarò costretto a prendere misure più drastiche. Ora andate, ho bisogno di discutere con Rufus di alcune incombenze. Quella è la porta.-

Tifa si alzò, sconsolata, e uscì con Sephiroth alle calcagna.

-stronzo.- borbottò la ragazza, chiudendo la porta. -non poteva sospenderci? Un’intera domenica  in biblioteca è persino peggio!-

Sephiroth rise malevolo.- appunto.-

-e tu perché ti ostini a trattarmi come una bambina?! Sapevo a cosa andavo incontro! Non avevo bisogno che tu giocassi a scaricabarile...!- esclamò, mollandogli un pugno sul braccio.

Sephiroth abbassò lo sguardo.- non prendertela. In fondo sono stato io a cominciare. Se mi fossi controllato...-

-...lo avrei picchiato io!- completò Tifa, con rabbia.- non può approfittarsi delle persone!-

Il ragazzo vide i suoi occhi farsi lucidi di rancore contro Kadaj, e forse, anche contro di lui. -sono intervenuto per fermarti e invece ho finito per peggiorare la situazione.- disse.- mi sento responsabile.-

Tifa montò su tutte le furie e gli diede le spalle, rimanendo in silenzio, con gli occhi chiusi.- che scemo.-

Sephiroth abbassò lo sguardo.- ormai è fatta.-

“E io che speravo di non rivederlo più...”, pensò Tifa, rassegnata, “Sembra che più lo pensi e meno ciò accada.”

Si voltò quel tanto che bastava per poter intravedere Sephiroth, che aveva voltato la testa e guardava a terra con aria indecifrabile. “è una persecuzione, non mi libererò mai di lui.”

 

*

 

Zack si fermò davanti alla bacheca situata nel corridoio del primo piano e cercò la comunicazione dell’inizio della Midgar Cup.

Cloud lo affiancò.- cosa stai guardando?-

-tra un mese.- disse Zack, piano.- i partecipanti sono tanti, ma a mio avviso gli unici degni di nota sono Angeal, Genesis e Sephiroth. In più ci siamo noi due.-

-un mese passa in fretta.- commentò Cloud, sospirando pesantemente.- e io temo di non farcela, Zack...-

Il moro si voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso raggiante.- ce la farai, Cloud.-

-mm...- mormorò Cloud, arrossendo.

Zack gli passò un braccio attorno alle spalle, gioviale.-cerca di non essere troppo pessimista, ok? Altrimenti finirai veramente per non farcela! E comunque è solo un torneo, abbiamo altri due anni da passare in questa scuola!- rise, cercando di tirare su il morale dell’amico.

Cloud guardò il foglio e lo lesse svariate volte.- sono cinque anni che Sephiroth è in questa scuola, ma nessuno è mai riuscito a battere né lui, né Angeal, né Genesis.- osservò, perplesso.

-e quindi?- chiese Zack, scrollando il capo.

-non so... non ti sembra... strano?- domandò Cloud, mentre i suoi occhi azzurri s’illuminavano di una strana luce.

-sinceramente... non me lo sono mai chiesto.- rispose Zack, portandosi una mano dietro la nuca.- ma credo che sia grazie al loro impegno...  insomma... sono sempre ad allenarsi...-

-però...- proseguì Cloud, incerto - ... bisogna dire che la forza di Sephiroth si allontana di molto dai parametri normali...-

-Cloud!- esclamò Zack –cosa stai cercando di dire?!-

Il biondo arrossì.- no, niente... erano solo pensieri miei!-

-pensavo che tu volessi essere come lui.- gli ricordò Zack, fissandolo intensamente.- come Sephiroth. Non fai altro che ripeterlo.-

-sì, mi piacerebbe...- disse  Cloud, abbassando lo sguardo.- è il mio sogno.-

-e allora dovresti iniziare ad avere la sua sicurezza, tanto per cominciare.- fece Zack.- non chiederti come andrà un incontro, fa del tuo meglio e basta.-

Cloud sorrise e annuì.

-ei, cosa state facendo?- chiese una voce.

-niente, Aerith.- rispose subito Zack.- ma che succede?-

-Tifa e Sephiroth hanno appena dato spettacolo in cortile.- rispose la ragazza, preoccupata.

-Tifa e... e chi?!- esclamò Zack, a bocca aperta.

Aerith incrociò le dita e socchiuse gli occhi verdi.- Tifa ha litigato con Kadaj, hanno iniziato a bisticciare, poi è arrivato Sephiroth che ha impedito che scoppiasse una baruffa  ma dopo...- abbassò lo sguardo, dispiaciuta.- ... ha finito per peggiorare la situazione.-

-che ha fatto?!- esclamò Zack, allarmato.

-ha preso a pugni Kadaj.- rispose Aerith, piano.

Zack si mise le mani sui fianchi.- ha fatto bene!-

-no, non ha fatto bene!- esclamò Aerith.- adesso ci andranno di mezzo entrambi!-

-anche Tifa?- chiese Cloud, in tono apprensivo.

Aerith annuì.- li ho visti entrare nell’ufficio di Hojo.-

-e Kadaj?-

-in infermeria.-

Zack sospirò.- scommetto che è per la storia dell’articolo, altrimenti Tifa non lo avrebbe affrontato così apertamente.-

-ma sono solo stupidaggini!- esclamò Aerith, aggrottando le sopracciglia. – perché hanno reagito così?!-

-bè, Sephiroth l’ha fatto sicuramente per orgoglio...- disse Zack.- quanto a Tifa... temo che cacciarsi nei guai faccia parte del suo DNA.-

Gli occhi di Cloud iniziarono a farsi inquieti.- speriamo che non li puniscano troppo severamente...-

-tranquilli.- rispose Tifa, facendosi largo tra gli studenti che animavano il corridoio.- niente sospensione, né a me, né a Sephiroth.-

I tre la guardarono con aria interrogativa.

-però non possiamo venire in gita.- disse Tifa, abbattuta.- mi spiace.-

Aerith la guardò, preoccupata, poi le posò una mano su una spalla.- dai, ci saranno altre occasioni.-

-guarda la faccenda dal lato positivo.- disse Zack, scrollando le spalle.- almeno così non dovrete scambiarvi alcun bacio romantico.-

-che consolazione.- mugugnò Tifa.

 

*

 

-Reeve! È pronto l’auditorium?!- esclamò Barret, schiacciando tutti i fili che collegavano le casse acustiche al microfono, mentre passava.- siamo in ritardo! La conferenza inizia tra qualche ora!-

-calmati, sono ancora le una...- disse Reeve, con calma.- per le nove sarà pronto.-

La testa bionda di un uomo con una chiave inglese stretta tra i denti, fece capolino da dietro una delle casse.

-a che punto siamo, Cid?- chiese Reeve, voltandosi verso il tecnico, che intanto stava sistemando uno degli apparecchi difettosi.

Cid si tolse la chiave inglese dalla bocca, -quasi a posto.- rispose, burbero.

Barret si volse verso uno dei tanti manifesti che tappezzavano l’auditorium.- dicono che ci sarà anche il preside...-

-Shinra è un uomo potente.- disse Reeve, mentre Cid bestemmiava contro un groviglio di fili colorati.- e come uomo potente non può esporsi troppo. Tuttavia, pare che stasera  parteciperà oltre a lui, anche Hollander.-

Barret abbassò lo sguardo. “Anche lui? Ma cos’è realmente quest’energia Mako?”

 

 

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Capitolo 5
*** 5. Energia Mako ***


5

 

-questo bar non è molto conosciuto.- disse Zack, mentre si sedeva su una sedia e aspettava che i tre amici lo imitassero.- però io ci vengo spesso. È familiare, e soprattutto alla portata del mio portafogli.- scherzò.

Cloud si guardò intorno. In effetti, il locale era piuttosto piccolo, le pareti erano piene di strani quadri e i tavoli non erano più di tre. Da una parte, un barista distratto aveva appena fatto cadere un bicchiere e si affrettava a chinarsi per raccogliere i pezzi di vetro, scomparendo dietro il bancone.

Tifa ridacchiò. Quando aveva visto Zack correre verso di lei con un pacchetto in mano, non si sarebbe mai aspettata di scoprire a chi fosse indirizzato quel regalo. Dapprima aveva pensato che fosse per lei, poi lo sguardo di Zack si era soffermato a guardare il ragazzo biondo che, in compagnia di Aerith, li stava raggiungendo sul luogo dell’appuntamento, e allora aveva capito tutto. Il regalo era per Cloud! Tifa doveva ammettere di essere stata toccata dalla gelosia, in quel momento, ma quando aveva visto lo sguardo di Cloud di fronte a Zack, si era resa conto che doveva farsi da parte.

Notò che Aerith le stava sorridendo.

-ei, Aerith! Come procede la vendita dei fiori?- chiese Zack, allegramente.

Aerith spostò lo sguardo su di lui, continuando a sorridere.- molto bene! Ma lo sai che non lo faccio per soldi.-

-sì, sì- rispose Zack, incrociando le braccia sul petto.- l’ordine del giorno è: “Aiutare la gente e distribuire felicità.”-

-esatto.- disse Aerith, furbetta.

-puoi dire ciò che vuoi, ma l’istinto affaristico di Zack Fair supera ogni limite.- fece ironicamente Zack, iniziando a dondolarsi sulla sedia.

Cloud rise.- sarà per questo che sei sempre al verde...-

-non sono sempre al verde!- replicò Zack.- ok... magari è vero, ma non significa niente!-

-cosa posso portarvi?- chiese la voce della cameriera.

Tifa la guardò bene. “Eppure mi sembra di averla già vista da qualche parte...”

-Yuffie!- esclamò Aerith.- che ci fai qui?!-

La ragazza sorrise.- ci lavoro!-

Zack fece una faccia perplessa.- ma da quando?-

-più o meno da cinque ore.- rispose Yuffie, giocherellando con la penna che aveva in mano.

“Ecco dove l’ho vista...! Viene in classe con noi!”

-allora ragazzi, cosa vi porto?!- esclamò Yuffie.

-quattro caffè andranno benissimo.- rispose Zack.- e cerca di non combinare disastri, quando ce li porti, ok?-

-nessun problema!- fece Yuffie, scattando sull’attenti –con me i vostri caffè sono al sicuro!- disse, allontanandosi verso il bancone.

Cloud la guardò mentre inciampava e sospirò.- penso proprio che faremmo meglio a metterci comodi.-

Tifa si scambiò un’occhiata con Zack, che si schiarì la voce e iniziò a parlare:- Cloud, avrei una cosa da darti.-

-una cosa?- chiese il biondo, perplesso.- per me?-

Zack annuì e prese in mano la busta infiocchettata.

La carta argentata rispecchiò il viso stupito di Cloud.- bè... io... non posso accettare...-

-e perché?- chiese Zack, gioviale.- te lo sei meritato! E poi è una cosa che ti sarà veramente utile!-

Cloud prese la busta, esitante.- non dovevi... non è il mio compleanno...-

-e allora?!- intervenne Tifa, con slancio.- non deve per forza essere il giorno del tuo compleanno per farti un regalo! A me Aerith ha regalato un portachiavi, vero Aerith?!-

La castana la guardò, inarcando le sopracciglia.- Tifa...-

Tifa mise il broncio e abbassò lo sguardo, arrossendo.- continuate pure, fate finta che io non esista...-

Cloud si lasciò sfuggire una risatina, poi si decise ad aprire il pacco, ci guardò dentro, e ne tirò fuori una divisa da schermidore bianca.- ma cosa...? Zack! Ti sarà costata un capitale!-

-nah, niente che non mi potessi permettere, e poi tu non ne hai una...- disse Zack, eccitato.- non fare complimenti e prendila. È il mio incoraggiamento a dare del tuo meglio, Cloud.-

Il biondo arrossì e strinse la divisa tra le dita, mentre i suoi occhi si facevano lucidi.

Aerith guardò Tifa e intercettò i suoi pensieri. Sapevano di essere di troppo, in quel momento.

Zack si alzò in piedi e posò una mano sulla spalla di Cloud.- quando indosserai quella divisa, ricordati di me. Ricordati della nostra amicizia.-

Cloud sorrise flebilmente e i suoi occhi azzurri vagarono sul volto di Zack, che sorrideva come sempre.- grazie.-

I quattro rimasero in silenzio per qualche minuto, poi si udì il rumore di una tazza in frantumi e un grido. Tutti si voltarono verso Yuffie, che era scivolata e aveva rovesciato il caffè a terra.

Aerith scoppiò a ridere e corse ad aiutarla.- Yuffie!- esclamò.

 

*

 

-ma si può sapere cosa ti prende, Sephiroth?!- esclamò Angeal, dando l’ultima stoccata contro l’amico, che inciampò all’indietro.

-non lo so!- esclamò Sephiroth, togliendosi la maschera con un rapido gesto.- ma vorrei tanto saperlo.-

Angeal si alzò la visiera.- sei deconcentrato.-

Il ragazzo dai capelli argentati si alzò e socchiuse gli occhi.

-non starai ancora pensando all’articolo! Sei già finito nei guai, non peggiorare la situazione!- esclamò Angeal, con veemenza.

-non è per quello!- ribattè Sephiroth, offeso.- non ci penso neanche più, a quella... cosa.-

-e allora qual è il problema?! Sephiroth, da quando ti conosco non hai mai perso il controllo! Mai! Lunedì è cominciata la settimana, oggi è solo giovedì... e in questo lasso di tempo hai fatto cose che non ti ho mai visto fare!- disse Angeal, rivolgendo a Sephiroth uno sguardo penetrante, come se volesse leggergli l’anima.

Sephiroth si morse il labbro e abbassò gli occhi.- oggi ho preso a pugni Kadaj, non per la storia dell’articolo.-

Angeal lo guardò in attesa di altre informazioni, ma l’amico non disse nient’altro.

“L’ho fatto per lei... l’ho fatto perché ho pensato che Kadaj avrebbe potuto farle del male. Ecco perché l’ho fatto.”, pensò Sephiroth, con franchezza. “Ma non ho nessuna voglia di dirlo... neanche a te, Angeal.”

-e va bene.- mormorò il moro, sconsolato.- riprendiamo l’allenamento. Un’ultima cosa: hai per caso visto Genesis?-

Sephiroth si guardò intorno.- no. Pensavo che fosse solo in ritardo.-

-un’ora di ritardo è troppo anche per lui.- disse Angeal, in tono apprensivo.- ultimamente è strano. Vorrei proprio sapere cosa gli passa per la testa.-

-hai ragione.- rispose Sephiroth, ripensando all’amico.

-forse Tifa ne sa qualcosa.- fece Angeal, sovrappensiero.

Sephiroth sobbalzò.- Tifa e Genesis si conoscono?!-

-si sono incontrati il giorno che tu hai messo in piedi quella farsa della scommessa. Non sono proprio amici, tuttavia ogni tanto li ho visti in cortile insieme.- rispose il moro, sorpreso del cambiamento di atteggiamento dell’amico.- Sephiroth, ma tu...-

-io cosa?!- chiese Sephiroth, stizzito.

Angeal esitò.- no, niente.-

Il ragazzo dai capelli argentati tentò di riprendere il controllo della voce e dell’espressione.- lascialo perdere. Probabilmente sarà in biblioteca a imparare a  memoria un nuovo capitolo di Loveless.- borbottò.

-non essere così severo con lui.- lo rimbrottò Angeal.- è tuo amico.-

-lo so.- rispose Sephiroth.- almeno questo, lo so.-

Stava per rimettersi la maschera e alzare il fioretto, quando intravide una donna dietro la porta della palestra. Appena si accorse di essere stata vista, corse via, scomparendo alla vista del ragazzo.

-Sephiroth?-

Lui si voltò verso l’amico e scrollò il capo.- sto bene. Riprendiamo.-

 

*

 

-è un peccato che le ragazze non siano volute venire.- disse Cloud, entrando nella chiesetta e trascinandosi dietro anche Zack.

-sai com’è Aerith. Appena ha visto che Yuffie era in difficoltà ha insistito per aiutarla.- disse Zack, ringraziando mentalmente le due amiche.

Cloud si fermò davanti ai fiori e li guardò, posando la busta a terra.- il tuo regalo mi ha fatto molto piacere.- disse, piano.

Il moro gli si avvicinò e gli sorrise.- dai, era solo una stupidaggine.-

Cloud, arrossendo, si voltò verso l’amico e raccolse tutto il coraggio che possedeva per riuscire a guardarlo negli occhi.- non era affatto una stupidaggine.-

-sì, beh...- biascicò Zack, grattandosi la nuca, imbarazzato.- sai...-

-la gente non crede facilmente in me.- disse Cloud, in tono malinconico.- e io non faccio molto per meritare la loro fiducia.-

-ma che dici...?- tentò di consolarlo Zack, passandogli una mano tra i capelli dorati.

Cloud scosse il capo, come a voler dire che non doveva interromperlo.- invece tu hai creduto in me. Tu credi in me... e questo regalo è molto importante. Quando la indosserò, sarà come avere te, al mio fianco.-

Le labbra di Zack, appena dischiuse, si aprirono in un lieve sorriso.

-non è solo un regalo.- rincarò Cloud, abbassando di nuovo lo sguardo.- non è solo questo, è molto di più.-

Il moro rimase a fissare l’amico per qualche istante, poi, all’improvviso, lo strinse in un abbraccio e chiuse gli occhi.- Cloud...- sussurrò.- ti ringrazio.-

Il biondo sentì il proprio cuore saltare di gioia e di stupore a quel contatto, e dopo qualche istante, le sue mani si posarono sulla schiena di Zack.

Sentì la sua voce che gli parlava nell’orecchio, tremante di emozione e di tristezza:- vorrei poterti dire che questo è un abbraccio da amici.- bisbigliò Zack, stringendo la presa. –ma purtroppo non posso.-

Cloud si mosse appena.- cosa vuol dire?- chiese, piano.

Zack prese un respiro profondo e le sue labbra si avvicinarono all’orecchio dell’amico.- vuol dire, Cloud... che tu per me sei più di un amico. È lo stesso concetto che hai detto poco fa, parlando del mio regalo. Tra le righe, io ti considero la persona per me più importante.-

“Zack... ma allora...”, pensò Cloud, fremente d’eccitazione, “allora anche tu... non mi sembra vero!”

-so che non dovevo dirtelo, e se non vorrai più parlarmi lo accetterò.- disse Zack, in tono affranto.- voglio solo che tu sia felice.-

Cloud sciolse l’abbraccio per poterlo guardare negli occhi.- Zack...-

Il moro aveva abbassato lo sguardo a terra e aveva congiunto le sopracciglia.

-non avercela con me...-

-Zack...-

-non potevo continuare a mentirti...-

-Zack!-

-lo so, lo so! Se non vuoi più essere mio amico va bene, ma non avercela con me!-

La risata di Cloud interruppe il suo monologo, e il ragazzo si costrinse a guardare l’amico negli occhi.

-che scemo!- esclamò Cloud, divertito, dandogli una leggera spinta.- non mi hai neanche fatto parlare!-

Zack arrossì violentemente.- ah! Scusa.-

Cloud giocherellò con i suoi capelli neri, attorcigliandoseli sulle dita e guardandoli, commosso.- chi ti ha detto che io non voglia più essere tuo amico?-

-beh...- farfugliò Zack.

Lentamente, le dita di Cloud lasciarono i capelli di Zack e scivolarono sulle sue labbra.- e chi ti ha detto che io non provi le stesse cose?-

Il cuore di Zack, che aveva iniziato a scalpitare nella cassa toracica, fece un balzo così forte, che sembrò volergli saltare fuori dal petto.- vuoi dire che...-

Cloud annuì.- non avrei mai avuto il coraggio di dirtelo, Zack... quando ho visto Tifa pensavo di essere ancora innamorato di lei... mi sono chiesto se i miei sentimenti per te fossero veri...tu sei tutto per me, Zack. Sei un fratello, un amico... e ora saresti anche il mio ragazzo... se per te va bene.-

Zack cercò di trattenere il grido di gioia che stava cercando di salirgli in gola e rispose con un sorriso raggiante.- sei sicuro?-

-sai che la sicurezza non è la mia migliore amica.- disse Cloud, timidamente.- ma su questo non ho dubbi. Io voglio stare con te.-

-e tutte le voci, i pettegolezzi, le critiche che ci seguiranno?- chiese Zack, appassionatamente.

Cloud gli posò la fronte sul torace ed esclamò.- al diavolo! Che si arrangino!-

Le braccia di Zack circondarono Cloud, che alzò lo sguardo verso il viso di Zack.- ti voglio bene.-

Il moro sorrise e posò le labbra sulle sue, con la stessa incertezza di chi sta scoprendo qualcosa di nuovo, poi sorrise e lo baciò nuovamente, stavolta con più fermezza, mentre sentiva un’enorme felicità travolgerlo e scacciare prepotentemente ogni pensiero che non riguardasse unicamente, il ragazzo che aveva tra le braccia.

 

*

 

La pallida luce della luna si rispecchiò sulla carrozzeria  nera di una lunga limousine, ferma davanti al cancello della scuola. Da essa, scesero un uomo distinto e Rufus Shinra, che gli fece largo tra la folla che sostava nel cortile.

Il preside Shinra si guardò intorno, compiaciuto.

La gente stava confluendo all’interno dell’edificio, diretta verso l’auditorium, mentre alcuni gruppi si fermavano a commentare l’argomento della conferenza, tenendo tra le mani il volantino che stavano distribuendo all’entrata.

-ah, professor Valentine!- esclamò Shinra, avvicinandosi all’uomo che, in disparte, stava parlando con Barret.

-preside...- disse Vincent, stringendo la mano a Shinra.- è un piacere rivederla. Non capita spesso, qui a scuola.-

-vorrei essere più presente, mio caro Valentine.- rispose Shinra, spostando lo sguardo su Barret.- come procedono i preparativi della Midgar Cup, professor Wallace?-

-bene, signore. È quasi tutto pronto, tra un  mese inizierà il torneo.-

-non vedo l’ora. E ora, scusatemi, ma ho appena rintracciato la signorina Crescent e suo marito...-

Lo sguardo di Vincent saettò verso Lucretia, che, poco distante da lui, stava sorridendo a Rufus Shinra. –ci vediamo dentro, preside.-

Shinra avanzò verso la folla e allargò le braccia verso Hojo.- ecco qui il mio vice!-

Hojo si sistemò gli occhialetti sul naso e sorrise.- preside. Pensavo che sarebbe venuto in compagnia di quello scienziato di quart’ordine...-

-se ti riferisci a me, Hojo, sono dietro di te.- disse una voce profonda.

-ah, ecco Hollander.- salutò Shinra, stringendogli la mano.- spero che questa non diventi un’occasione per battibeccare su chi di voi due sia il migliore...-

-non si preoccupi, preside. Oggi i riflettori sono miei.- disse Hojo, ironicamente.

-sarò lieto di assistere al suo fiasco.- ribattè Hollander, altrettanto tagliente.- energia Mako?! E cosa sarebbe?-

-in realtà mi è sembrato davvero interessante.- si intromise Shinra.- per questo ho accettato di tenere qui la conferenza.-

Lucretia sorrise a Shinra, poi cercò Vincent tra la folla. Lo vide mentre stava entrando e cercò una scusa per allontanarsi.- vado a prendere il posto.-

-aspetti, vengo con lei, signorina Crescent.- disse Rufus, seguendola.

Hojo diede una scrollata di spalle.- meglio che vada anche io, devo preparare i miei appunti.-

Il professore entrò nell’auditorium gremito di gente, guardandosi intorno con aria soddisfatta. Riconobbe tra il pubblico anche Angeal, Tseng e qualche altro studente del terzo e del quarto anno.

“Peccato che lui non sia venuto.”, pensò, mentre si apprestava a mettere in ordine i fogli con gli appunti. “mi avrebbe interessato vederlo tra il pubblico.”

Aspettò che le ultime persone entrassero, poi, una volta chiuse le porte dell’auditorium e sistemati gli strumenti, salì sul podio di legno e diede due colpetti al microfono.

-signori e signore buonasera. Ultimamente avrete seguito alla televisione le ricerche sulle fonti di energia alternative. Ebbene, dopo lunghe ricerche, io e il mio team di ricercatori siamo riusciti a trovare quest’energia! Tutti noi conosciamo il flusso vitale che scorre nel pianeta, ma pochi di noi sono riusciti a creare un congegno capace di estrapolarne la forza e usarla per creare energia. -

Hollander fu il primo ad intervenire.- ma davvero? E lei ci sarebbe riuscito, professore?-

Hojo sorrise ironicamente.- ovviamente. Rude!- esclamò, all’indirizzo di un ragazzone pelato.- portami la Materia.-

Lucretia si morse un labbro. Era il momento della dimostrazione.

I giornalisti si prepararono a scattare foto,come un pistolero si appresta ad affrontare un duello nel far west; Angeal si raddrizzò sulla sedia e si sporse a vedere quell’oggetto sferico, posato su un cuscino di velluto rosso.

-Cos’è questa pagliacciata?- chiese Hollander, perplesso.- una pallina?-

Hojo prese la sfera tra le mani e la sollevò, in modo che tutti potessero vederla.- ho immagazzinato una piccola parte di quell’energia in questa sfera. Guardate.- ordinò, passando l’oggetto a Rude.

Il ragazzo annuì, si volse verso il pubblico, sollevò il braccio e vi adagiò la sfera, che venne prontamente assorbita, tra lo sbigottimento generale.

I flash partirono istantaneamente, poi Rude si voltò verso una cassa di legno e, dopo aver allungato la mano e averne fatto scaturire una palla di fuoco, la incendiò!

Qualche grido unito a più di un’espressione di sorpresa seguirono la performance di Rude, mentre un gruppo di ragazzi si attivava repentinamente per spegnerle.

Hojo proseguì come se nulla fosse, ignorando il vocio generale: -Questa foto, mostra una fonte di Mako, trovata su un sentiero del monte Nibel!-

Vincent strabuzzò gli occhi e guardò un buco, da cui fuoriusciva una forte luce.- ma cos’è?!-

-una fonte di Mako! Grazie a questa nuova fonte di energia, avremo un potere completamente nuovo!-

Shinra sorrise, applaudì e chinò leggermente il capo, “Molto bravo, Hojo. Sapevo che non mi avresti deluso.”

-tu sei pazzo, Hojo!- gridò Barret, alzandosi di scatto.- così consumeremo il flusso vitale del pianeta! Sarà destinato a morire!-

-sciocchezze!- rispose Hojo.- pensa a quante cose si potrebbe fare con un’energia del genere!  Non solo elettricità, ma si potrebbe anche provare su esseri umani!-

-...- Angeal guardò il professore, sbigottito. -ma... così diventerebbero... -

-mostri.- proseguì Tseng, a bassa voce.

-è pazzo.- mormorò Angeal, scuotendo il capo.

-oppure è un genio.- aggiunse Tseng, guardandosi le mani.- chi può dire se tutto ciò è giusto o sbagliato?-

-Tseng!- esclamò Angeal, sconvolto.- ma ti rendo conto di ciò che ha detto?! Si tratta di effettuare esperimenti sulle persone!-

-parla piano, Shinra ci guarda.- ammonì Tseng, coprendosi la bocca con una mano.

Angeal, colto dal panico guardò Shinra, che lo fissava, mentre Hollander gli sussurrava qualcosa all’orecchio.

“Cos’hai da guardare?!”, pensò, turbato.

Per fuggire quello sguardo si alzò e scappò verso l’uscita, come se fossero le sue gambe a guidarlo. Non fece in tempo ad aprire la porta dell’auditorium che trovò Genesis, appoggiato agli armadietti.

-conferenza interessante?- chiese.

Angeal chiuse il portone senza far rumore e osservò l’amico.- come mai sei qui?-

-avevo voglia di sentire la conferenza, poi ci ho ripensato.- rispose Genesis, posandosi una mano sulla fronte.- Angeal, amico mio, le parche sono crudeli. Non ci sono sogni, non c’è più onore. La freccia ha lasciato l’arco della dea.-

-Loveless?-

Il ragazzo si staccò dagli armadietti e cercò di sorridere, senza riuscirci.- perché siamo così forti?! Tutto merito dei nostri allenamenti? O qualcosa di più? Angeal...-

Angeal capì cosa voleva dire.- non essere sciocco. Non è possibile.-

Le labbra di Genesis si fecero taglienti.- come fai ad esserne così sicuro?-

-è ridicolo.- sillabò Angeal.- sono solo delle tue impressioni, sbagliate, per giunta. Non fissarti con questa storia assurda.-

Genesis non era ancora convinto, ma si tranquillizzò e voltò le spalle all’amico.- forse hai ragione. Sono solo mie impressioni.-

Angeal annuì e si rivolse verso l’auditorium, asciugandosi il sudore sulla fronte.- energia Mako... ma non può essere possibile... non può.-



 

 

 

Angolino dell’autrice:

 

Finalmente Cloud e Zack si sono decisi! *salta di gioia* come sono cariniiii!

Bando alle ciance e rispondo alle recensioni!

 

yukino_lang08: sono felice che ti piaccia! Ti ringrazio molto anche per aver recensito, mi ha fatto davvero piacere :-)

 

LadySnape: grazie per avermi fatto notare l’errore sul nome di Lucretia. Come ho già detto, sbagliare i nomi è diventata la mia firma...

 

Tifa_heart: beati loro! Fanno una gita in Costa del Sol! I nostri prof non sono così clementi... faticano pure a portarci in gita... *sniff*

 

ChiyoChan8: mistero XD comunque ne succederanno delle belle.

 

Eternal_Daydreamer: wow, davvero?! Grazie! Per quanto riguarda la coppia VincentxYuffie, non preoccuparti, non ho nessuna intenzione di inserircela... non mi piace e soprattutto non ne avrò la possibilità ih ih... al prox Chappy!

 

Inoltre, voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aggiunta tra i preferiti e tra i seguiti!

 

Preferiti:

 

agentekuruta

DarkFaxas96

Esha

Eternal_Daydreamer

H a c h i

lenina blu

Ranchan

thembra

yukino_lang08

 

seguita:

 

ChiyoChan8

DarkFazas96

Eternal_Daydreamer

LadySnape

lenina blu

Ranchan

Tifa_heart

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** 6 - Domande Senza Risposta ***


6

 

Venerdì mattina Tifa era di nuovo in ritardo e guardava l’orologio correndo per il corridoio, proprio come il prima giorno, solo che a differenza di esso, sapeva perfettamente dove dirigersi. Aveva quasi raggiunto la sua classe, quando, dalla finestra, intravide Genesis, piuttosto solo e sconsolato, seduto su una panchina del cortile. Così, aveva percorso solo pochi passi verso la sua classe, che era subito tornata indietro, uscendo in cortile con la cartella ancora in mano.

-ei, Genesis!- esclamò, arrivandogli alle spalle.

Lui non sembrò averla sentita. I suoi occhi scivolavano sui versi di Loveless e le sue labbra si aprivano al ritmo delle parole, senza però emettere alcun suono.

Tifa si fermò dietro di lui e sorrise.- stai ancora leggendo Loveless?-

Genesis sussultò e chiuse il libro con uno scatto.- ah, Tifa. Non dovresti essere in classe? La lezione è iniziata da dieci minuti.-

-beh, sono in ritardo. Entrerò direttamente in seconda ora. Tu piuttosto! Che ci fai qui tutto solo?- chiese la ragazza, posando la cartella a terra e sedendosi accanto al ragazzo.

-avevo bisogno di riflettere.- rispose Genesis, sfuggendo accuratamente il suo sguardo.

-su, domani andrete in gita! Rifletterai sulla sabbia di Costa del Sol!- disse Tifa, cercando di tirargli su il morale.

Il ragazzo cercò di abbozzare un sorriso, ma venne talmente male che sembrò una smorfia, quindi si affrettò a dire:- no, non verrò.-

Tifa ci rimase male.- ei! Pensa a me e a Sephiroth. Dovremo rimanere chiusi in biblioteca tutta domenica! Immagina che spasso...- sospirò.

A quel punto, a Genesis sfuggì un lieve sorriso.- andrò a Banora.-

-um...? Banora?- ripetè Tifa, avvicinandosi una mano al mento.

Genesis annuì.- io sono nato a Banora. È un posto molto familiare, gli abitanti non sono tanti e i miei genitori sono i capi del villaggio.- disse, in tono nostalgico.- anche Angeal è nato a Banora. Sai, laggiù ci sono quelle che chiamiamo “accidenmele” ...-

-acciden... cosa?- chiese Tifa, perplessa.

-accidenmele.- ripetè Genesis, ridacchiando. –sono mele tipiche del nostro villaggio, che si possono raccogliere quando vuoi durante l’anno.-

Tifa scosse il capo.- ah! Ho capito di cosa stai parlando!-

Genesis abbassò lo sguardo sul libro che teneva stretto tra le dita e congiunse le sopracciglia.- il dono della dea...-

-le accidenmele sarebbero... il dono della dea?- domandò Tifa.

Lui fece un cenno con il capo e si alzò, guardando il cielo con aria distratta.- ci sono molte interpretazioni.-

La ragazza lo fissò, poi lui si voltò verso di lei e le sorrise.

-io e Angeal rubavamo le accidenmele, quando eravamo piccoli.- sogghignò, dopodichè chiuse gli occhi e sospirò.- meglio che vada. Oggi non entrerò a scuola. Ho molte faccende da sbrigare.-

Tifa si alzò dalla panchina e fece per seguirlo, quando udì il suono della campanella.- Genesis!-

Il ragazzo si fermò.- che c’è?-

-se hai bisogno di aiuto...-

-grazie, Tifa.-

-mm... di niente.- mormorò lei, afflitta.

“Tanto scommetto che non ammetteresti mai di averne bisogno...” pensò la ragazza, prendendo la cartella in mano e dirigendosi verso l’entrata della scuola.  

 

*

-Lucretia.-

L’ ufficio del giornalino era stato colmo di studenti fino a pochi minuti prima, quando Lucretia era entrata, visibilmente turbata. Allora Vincent aveva ordinato a tutti di tornare nelle proprie classi, rivolgendo alla donna tutte le sue attenzioni.

Lucretia si era subito seduta sulla poltrona davanti la scrivania, aveva posato entrambe le mani in grembo e aveva abbassato lo sguardo. Sembrava voler dire qualcosa di importante.

-hai pensato alla mia proposta?- chiese Vincent, piano.

Lei, lentamente, annuì.

-e qual è la tua risposta?-

-Vincent, io...- mormorò Lucretia.- io non... non posso.-

Il professore si irrigidì e aggrottò le sopracciglia.- perché? Stai pensando a Hojo?-

La donna scosse violentemente la testa, con tanto vigore da far capire a Vincent che stava mentendo. Le lanciò uno sguardo penetrante.- ovviamente no.- ironizzò.

Lucretia si alzò dalla poltrona, lo sguardo ferito, gli occhi lucidi.- Vincent!-

Lui si accorse di essere andato un po’ troppo oltre ed esitò.- scusami.- mormorò, mentre si lasciava cadere sulla sedia dietro la scrivania.- non avercela con me.-

-no.- sussurrò Lucretia, abbassando il capo.- semmai sono io il problema.-

Vincent si passò una mano sugli occhi.- sei sicura che è ciò che vuoi?-

-in che senso?-

-quell’uomo ti controlla.-

-non è vero!- esclamò lei, furiosa.

-tu sei assoggettata da Hojo, Lucretia!- la incalzò Vincent, alzandosi di nuovo.

Lucretia strinse i pugni.- tu non sai...-

Lo sguardo dell’uomo si fece penetrante.

-vorrei che non dimenticassi che io sono... una scienziata.-  disse Lucretia, in un mormorio confuso.

-e con questo?-

-...-

-Lucretia?- la chiamò Vincent, avvicinandosile e prendendole le mani tra le sue.- amore mio... cosa ti succede?-

Lei alzò subito lo sguardo, pallida in volto.- temo di aver fatto troppi sbagli nella mia vita. E ora ne pago le conseguenze.-

Vincent scosse leggermente il capo e la abbracciò.- stai tranquilla. Resteremo a Midgar finchè non sarai pronta, ma cerca di pensare anche a te stessa.-

Il corpo di Lucretia fu scosso da un leggero singhiozzo, e Vincent la strinse a sé ancor di più.

“Perché ho come l’impressione che mi nasconda qualcosa?”, pensò il professore, chiudendo gli occhi. “Vorrei proprio sapere quale segreto tiene così gelosamente...”

 

*

 

Cloud e Zack passeggiavano per le strade di Midgar, mano nella mano.

Il moro aveva dovuto usare tutto il suo charme per poter convincere Cloud a marinare la scuola, cosa che il biondo non era avvezzo a fare, e ora si guardava intorno, come se avesse paura di vedere un mostro saltar fuori da uno dei vicoli.

Zack non potè fare a meno notare il disagio di Cloud.- si può sapere cos’hai?-

Cloud sussultò.- no, niente!- esclamò, arrossendo.

-dai, a me puoi dire tutto.- insistè Zack, fermandosi.

-non è così importante...- biascicò Cloud, imbarazzato.- è solo che... se ci beccassero faremmo compagnia a Tifa, domenica.-

Il moro scoppiò in una risata, guadagnandosi un’occhiataccia, poi scompigliò i capelli del compagno e gli disse:- oh, Cloud!-

-Zack!- protestò il ragazzo, con malcelato divertimento.- non prendermi in giro.-

-nah, se devo dirti la verità... quasi quasi stare in biblioteca tutti soli...- ridacchiò, facendo arrossire  Cloud fino alle punte delle orecchie.- non sarebbe male...-

Il biondo lasciò che Zack gli prendesse il viso tra le mani e gli scoccasse un bacio sulle labbra, poi abbassò lo sguardo.

Zack rimase per un po’ ad accarezzargli il viso delicatamente, contemplando i suoi lineamenti con aria assorta.- io sto bene ovunque sei tu.-

Cloud sorrise, compiaciuto.- anche io.- disse, mentre il compagno gli passava un braccio sulle spalle e insieme ricominciavano a passeggiare per le vie di Midgar.

-sai, non ho mai visto Nibheleim.- disse Zack.- un giorno dovrai portarmi laggiù, non credi?-

Cloud arrossì.- um...-

-dovrai farmi conoscere tutti i tuoi amici, la tua famiglia...-

Il biondo si morse il labbro e rimase in silenzio per qualche istante, poi sospirò.- io...-

Zack abbassò lo sguardo.- avanti, se non vuoi che sappiano di noi due...-

Il biondo ritrovò coraggio.- non è questo!-

-beh... allora... qual è il problema?-

-non ho molti amici... anzi, a dire il vero, penso che Tifa sia la mia unica amica.- confessò il ragazzo, voltando la testa per non guardare Zack.

-Cloud...- mormorò Zack, bloccandosi di colpo.- ... tu non devi avere paura di dirmi nulla!-

Il biondo prese le mani di Zack tra le sue e vi posò le labbra. –lo so... è solo che... io sono così.-

-sai che ti dico, Cloud?- disse Zack, liberandosi della presa ed abbracciando il compagno.- non saprei proprio immaginare un mondo dove tu non esisti.-

Cloud nascose il viso tra le pieghe dei vestiti di Zack e si strinse a lui, senza dire nulla, il volto animato da un forte rossore.

 

 

*

 

Angeal girava e rigirava la penna tra le dita, sottolineando qualche frase dell’articolo che stava leggendo. La prima pagina recava la foto della dimostrazione data da Hojo durante la conferenza,  accanto, quella della fonte Mako a Nibelheim.

Ricordò le parole di Genesis mentre guardava il suo banco vuoto.

-Genesis si è dato alla macchia stamattina?- scherzò Sephiroth, avendo notato dov’era diretto lo sguardo dell’amico.- ieri notte ha fatto le ore piccole?-

Angeal socchiuse gli occhi e gli raccontò della conferenza, cercando di parlare più piano possibile.- ... dopodichè se n’è andato.-

Sephiroth si mostrò preoccupato.- vuoi dire che pensa di essere stato... modificato? Ma è impossibile! Non ha mai visto Hojo prima di venire qui a Midgar, e la scoperta sull’energia Mako è troppo recente.- osservò.

-è quello che penso anche io.- disse Angeal, leggermente sollevato.- però lui si sente... diverso.-

-qualcuno dovrebbe stappargli quel libro dalle mani.- borbottò Sephiroth, lanciando un’occhiata a Rufus Shinra e pensando a Genesis.

Il moro ignorò l’ultima affermazione di Sephiroth e iniziò a picchiettare sul banco con le dita.- non ha senso. Inoltre sostiene che non solo lui, ma anche altri abbiano avuto lo stesso destino...-

Sephiroth sorrise, sarcastico.- con “altri”, intende noi due?-

Angeal annuì.- siamo dentro questa scuola da cinque anni e siamo sempre un paio di spanne sopra ai nostri coetanei.-

-e allora?- chiese Sephiroth, cercando di mantenere la sua solita espressione impassibile e sarcastica.- siamo abili, dotati e magari ci alleniamo più degli altri.-

“e vorrei poter credere che non ci sia altro.”, pensava, intanto.

-sono preoccupato, Sephiroth...- ammise Angeal.- se facesse qualche pazzia?-

-hai detto che ieri non ha assistito alla conferenza, quindi non ha sentito la parte sugli esperimenti umani... allora com’è che gli è balenata in testa questa strana idea?-

-non lo so.- rispose Angeal.

-bah... io direi di lasciarlo in pace. Scommetto che gli passerà presto...- mugugnò Sephiroth.

-Sephiroth.-

-che c’è?- chiese Sephiroth, guardando l’amico.

Angeal sorrise.- sei preoccupato per lui, vero?-

Sephiroth abbassò lo sguardo e annuì.- tienilo d’occhio domenica.-

-mm... c’è Tifa fuori dalla classe...- lo informò il moro, gettando lo sguardo fuori dalla porta.- ti sta chiamando.-

-me?- domandò Sephiroth, prontamente.

Angeal lo guardò, perplesso.- sì...-

Il ragazzo dai capelli argentati guardò Shinra che scriveva alla lavagna, e dopo aver chiesto il permesso, uscì velocemente dalla classe.

Tifa smise di sbracciare e lo trascinò lontano dalla classe.- Sephiroth! Si può sapere cosa sta prendendo al tuo amico?!-

-al mio... di chi parli?- fece Sephiroth, confuso, mentre si liberava della presa della ragazza con uno strattone.- insomma, ti vuoi calmare?-

-sto parlando di Genesis! G- e- n- e...-

-ho capito!- la interruppe Sephiroth, irritato.- non sono stupido!-

-oh, davvero?- chiese Tifa, come se ciò fosse una novità.

Sephiroth le lanciò un’occhiataccia.- cos’è successo?-

Tifa gli raccontò della conversazione avuta con Genesis e delle sue intenzioni di andare a Banora quella domenica.

-a Banora?!- esclamò Sephiroth, sorpreso.- e cosa ci va a fare laggiù?!-

-boh. Ha detto che è tanto tempo che non ci va...-

-maledizione.- sbottò Sephiroth, abbassando gli occhi.- questa non ci voleva.-

Tifa lo guardò.- cosa gli sta succedendo?-

-non sono affari tuoi.- replicò Sephiroth, tagliente.

La ragazza lo affrontò apertamente, puntandogli un dito al petto.- lui è tuo amico! Anche se non vuoi dirmelo, faresti bene ad aiutarlo!-

-credi che non ci abbia pensato?!- esclamò Sephiroth, indignato.- avevo già raccomandato ad Angeal di tenerlo sotto controllo domenica! E ora si scopre che se ne va a Banora! Banora!-

Tifa accolse con sorpresa il nervosismo del ragazzo, che in genere era sempre quieto e impassibile, e si sentì stranamente in colpa.- non volevo...-

Sephiroth sospirò e le diede le spalle.- sono preoccupato per lui, ma più di questo, cosa posso fare? Quando si fissa non c’è modo di farlo ragionare... avevo sperato che almeno Angeal... ma niente.-

-Angeal... cosa?- fece Tifa, di nuovo innervosita.

“Ma perché non ci pensa lui? Non è forse il campione dei campioni?”, pensò la ragazza, perforandolo con lo sguardo.

-speravo che riuscisse a farlo tornare in sé. Sai, sono amici di infanzia, e Genesis da sicuramente più retta a lui che a me.-

-non sei un suo amico?- fece Tifa, scrollando le spalle.- se invece di piangerti addosso gli mostrassi solo un po’ di comprensione scommetto che darebbe retta anche a te.-

Sephiroth scosse il capo.- no. Io e lui... beh, è un po’ più complicato.-

-è tuo amico.- insistè Tifa, avanzando qualche passo verso il ragazzo e guardandolo negli occhi.

Lui rimase in silenzio, lo sguardo basso, i pugni stretti. –meglio che vada. Non dovremmo perdere tempo così.- fece,dandole le spalle con uno scatto.

-Sephiroth!- lo richiamò Tifa.- l’ argomento è solo rimandato!-

-se non avessi preso a pugni Kadaj sarei potuto andare a Banora e seguire Genesis.- le disse Sephiroth, muovendo una mano.

-e allora?- chiese Tifa, arrabbiata.- stai dicendo che è colpa mia?! –

Sephiroth non rispose, si avviò verso la sua classe, continuando a muovere la mano in segno di saluto.

-ei! Non ti ho chiesto io di intervenire!-

-Lockheart! In classe!- disse una voce glaciale alle sue spalle.

-scusi professor Valentine.- biascicò Tifa, sussultando.

Vincent intravide Sephiroth che rientrava in classe.

“mm... il 5°D deve avere qualche legame con il segreto di Lucretia... forse indagando un po’ più a fondo, riuscirò a scoprire qualcosa... non so perché, ma ho l’impressione che dovrò scavare in un pantano di melma...”

 

*

 

[1 messaggio in segreteria]

 

[Buongiorno, professor Hollander, l’ho chiamata per informarla che sarò a Banora per domenica. Spero non manchi all’appuntamento. Ah, cerchi di non portarsi dietro ospiti indesiderati.]

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

 

Ciao a tutti! n_n

Um... che dire? Questo chappy è veramente corto, ma serviva per collegarmi ai prossimi...  spero non siate rimasti delusi...

Beh, nel prossimo proverò la AerithxTseng che ho già preannunciato cinque capitoli fa... U.U ...

 

...Devo ammettere che questa ficcy sta diventando sempre di più una rielaborazione di ff7... *scappa*

 

lalli_L: U.U devo ammettere che da quando ho iniziato a scrivere questa ficcy Genesis mi piace ogni giorno di più. Considerando che nel primo chappy volevo distruggerlo... (Ei! nd Genesis – stai zitto tu! nd autrice) dicevo... beh, non posso che ringraziarti! (avevo pensato anche alla AngealxGenesis, ma poi l’ho scartata perché mi piace l’idea che i due siano amici.)

 

ChiyoChan8: hai proprio ragione XD! Ti ringrazio per i complimenti!

 

TaKari94: ti ringrazio! Beh, diciamo che Sephiroth è il mio personaggio maschile preferito, Tifa il mio personaggio femminile preferito... non poteva che uscirne un pairing! Quanto a ZackxCloud... beh, inutile parlarne XD!

 

Kairih: non sai quanto mi abbia fatto piacere ricevere una tua recensione! Ho veramente amato la tua ficcy  “Un dolce sospiro”! Beh, che dirti? Ti capisco benissimo ^_^!! E grazie ancoraaa!

 

Eternal_Daydreamer: troppo generosa... se hai dei consigli, non esitare a darmeli (io adoro i consigli)

 

Tifa_heart: l’energia Mako è uno degli aspetti del gioco che ho conservato. In realtà, la mia intenzione iniziale era di eliminarlo completamente, poi ci ho ripensato...

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** 7 - Fine Settimana ***


7

 

Sabato mattina l’uscita della scuola era colma di studenti ansiosi. Finalmente era finita la settimana!

-domani gita!- esclamò Zack, felice.- ei, dovremmo trovare qualche gioco da fare in spiaggia!-

Tifa mugugnò qualcosa d’indecifrabile e gli lanciò un’occhiataccia.- spero che piova...-

Il moro scoppiò a ridere e passò un braccio intorno alle spalle di Cloud.- oh, Tifa. -

Cloud lo guardò.- oggi sei di ottimo umore, vero?-

-nah, lui è sempre di ottimo umore.- disse Tifa, sorridendo.- sono proprio contenta che voi due stiate insieme. Ti ci voleva una persona come Zack.- fece, all’indirizzo del biondo.

-tranquilla, mi predo io cura di lui!- rispose Zack, raggiante.

-ei, guardate che sono qui!- protestò Cloud, dando una leggera gomitata al compagno.- so badare a me stesso!-

Zack lo baciò sulla fronte.- ma sì! Lo sappiamo!-

Tifa rise e si guardò intorno.- avete visto Aerith?-

-veramente è da un po’ che non la vedo.- ammise il moro - forse aveva un impegno ed è dovuta scappare...-

-Zack- lo chiamò la voce di Angeal, appena comparso tra la folla.- vieni qui, ho bisogno di parlarti.-

Cloud si scambiò uno sguardo con il compagno, che gli fece cenno di aspettare, per poi allontanarsi insieme all’amico.

-qualcosa non va?- chiese Zack, vedendo l’espressione preoccupata che era comparsa sul volto di Angeal.

-non verrò domani.- disse l’amico, abbassando lo sguardo a terra.

-cosa?! E perché?!-

Angeal sfuggì il suo sguardo, e ciò non tranquillizzò affatto l’amico, che insistè nel voler una spiegazione.- Si può sapere che ti prende?-

-...-

-Angeal!- lo richiamò Zack, irritato da quel comportamento.- non ti va che io stia con Cloud?-

-eh?- chiese Angeal, alzando subito lo sguardo, confuso.- tu... con chi?-

Zack capì di aver appena fatto una gaffe pazzesca e arrossì, iniziando a grattarsi la nuca.- beh... pensavo lo sapessi...-

-insieme...? In  quel senso?!- domandò Angeal, con voce incerta.

L’amico annuì e cercò di sorridere.- io e lui stiamo insieme! ...In quel senso.-

-oh...- esordì Angeal, spiazzato.- beh... complimenti...?-

Zack gli posò una mano sulla spalla e gli lanciò uno sguardo penetrante.- io gli voglio bene. Non giudicarmi per questo.-

Angeal sospirò, poi, dopo una lunga pausa, sorrise e rispose: - non è compito mio giudicare, non sono né un dio, né un giudice.-

-ah! Grazie Angeal!- strillò Zack, cercando di abbracciarlo.

Stranamente, Angeal non si ritrasse da Zack; rimase immobile nella sua posizione, mentre sentiva solo vagamente le esclamazioni di gioia dell’amico.

Quando Zack lo lasciò, i due si scambiarono uno sguardo e Angeal gli diede le spalle.- beh, torna dalla tua anima gemella.-

-ei! non mi hai ancora detto perché non verrai in gita!- gli gridò dietro Zack, ancora troppo felice per poter comprendere appieno il disagio dell’amico.

Angeal scosse il capo.- non preoccuparti per me!- esclamò, cercando di dissimulare il suo turbamento.- sopravvivrò!-

Zack si posò le mani sui fianchi e inclinò il capo di lato, confuso. “ma che gli prende?”

All’improvviso, qualcuno gli coprì gli occhi.- indovina chi sono!-

Il moro sorrise, e tutti i suoi dubbi svanirono nel nulla, mentre gridava l’unico nome che avrebbe voluto pronunciare per tutta la vita.- Cloud!-

 

*

 

- domani ci sarai?- chiese Tseng, mentre Aerith faceva l’equilibrista sul ciglio del marciapiede, fuori dalla scuola.

Lei sorrise furbamente e socchiuse gli occhi smeraldini.- perché non dovrei esserci? Forse tu non vuoi che venga?-

Tseng mosse le mani.- no, non volevo dire questo!-

Aerith incrociò le braccia dietro la schiena con fare dispettoso.- allora perché me l’hai chiesto?-

-niente...- bofonchiò Tseng.- stavo pensando che Tifa e Sephiroth saranno in punizione, Genesis non verrà... e credo di aver sentito dire lo stesso anche ad Angeal.-

-oh...- disse Aerith, dispiaciuta.- eppure pensavo che tutti volessero andare a Costa del Sol...-

Tseng rise.- hai ragione, ma temo che ultimamente ne stiano succedendo di tutti i colori...-

-in che senso?- chiese Aerith, scendendo dal marciapiede, incuriosita dalle parole del ragazzo.

-non so... sento che si sta smuovendo qualcosa, sotto la sabbia. In senso metaforico.-

Aerith abbassò lo sguardo.- sì, ho avuto la stessa impressione...- sussurrò, posandosi una mano sul cuore.- temo che ci sia qualcosa che non vada... Tifa dice che Genesis si comporta in modo sempre più strano... e anche Angeal non è da meno.-

Tseng la fissò, in silenzio. Quella ragazza osservava molto coloro che la circondavano, pensò. Forse capiva molto più di tanti altri che si ritenevano amici l’un l’altro.

-ti preoccupi sempre troppo.- la prese in giro Tseng, sorridendo.- sono solo impressioni, in fondo.-

Aerith non sembrò esserne convinta, si limitò ad annuire e a guardarsi alle spalle.- laggiù...-

-cosa dovrei guardare?-

-c’è Sephiroth.- disse Aerith, ridacchiando.

-allora?-

-l’unico a non essere toccato dai problemi è lui!- esclamò Aerith.

Tseng fissò il ragazzo che si muoveva tra la folla, da solo, cercando di evitare le sue tante ammiratrici.-strano...- disse il ragazzo.- ... chissà dove sono Angeal e Genesis...-

Aerith sorrise.- ma ci pensi? Prima non ci parlavamo mai! E ora siamo sempre insieme!- esclamò, allegra.

-non mi sembra che siamo sempre insieme...- obiettò Tseng, dubbioso.

-ei, abbiamo fatto progressi in una settimana!- esclamò Aerith, in tono falsamente arrabbiato.

-se lo dici tu...- fece Tseng, divertito.

-peccato che non verranno tutti in gita... potevamo organizzare una cena insieme.- disse Aerith, in tono avvilito.- mi sarebbe piaciuto.-

Tseng giocherellò con la cartella che portava in mano, poi la guardò.- potremmo organizzarla dopo la Midgar Cup.-

-dopo la... hai ragione!- esclamò Aerith, battendo un pugno sul palmo della mano.- è veramente una splendida idea! Dopo la Midgar Cup!-

-si presuppone che abbiano tutti risolto i propri problemi...- ipotizzò Tseng, sovrappensiero.- o almeno spero.-

-vorrei poterli aiutare in qualche modo...- mormorò Aerith.-  ma non saprei da dove cominciare.-

-lascia perdere.- le disse Tseng.- è una causa persa in partenza...-

-non è vero.- lo smentì Aerith, accigliata.- io voglio aiutare i miei amici. Anzi, io voglio aiutare le persone!-

Tseng le rivolse un sorriso.- allora avrai già deciso il tuo mestiere...!-

-ovvio!- esclamò Aerith, in tono di sfida.- voglio fare l’infermiera! ...Che hai tanto da ridere?!-

-sarai una bellissima infermiera.- ridacchiò Tseng.

Aerith arrossì e abbassò lo sguardo.- che stupido...-

-ei, era un complimento!- si affrettò a spiegare Tseng, mentre gli occhi verdi della ragazza si posavano su di lui.

Per un attimo calò il silenzio, poi Aerith scappò via ridendo, sicura che lui l’avrebbe seguita.

 

*

 

-allora, il viaggio e il soggiorno  ho potuti pagarli solo grazie alla vendita dei fiori giù negli Slums...- disse Zack, alzando gli occhi al cielo, pensieroso.- e poi ci sarebbe ancora la questione di Angeal da risolvere...-

-questione di Angeal?- fece eco Cloud, curioso, mentre apriva la porta di casa sua girando, un paio di volte la chiave nella serratura.- gli è successo qualcosa?-

Zack scrollò il capo e seguì Cloud in casa.- vallo a capire...-

-ho visto che vi siete parlati...- disse Cloud, arrossendo.

Il moro si sorprese e lo guardò con una punta di malizia.- non sarai geloso?!-

-io?! Geloso?!?- esclamò Cloud, colto in fallo.- ma che dici...?-

-ah ah ah! Il mio piccolo Cloud è geloso!- rise Zack, scompigliandogli i capelli, gioviale.

Cloud si ritrasse e gli lanciò un’occhiata obliqua.- ho visto che l’hai abbracciato...-

Zack si addolcì e provvide a scuotere il capo, sebbene non riuscisse a togliersi quel sorrisetto compiaciuto dalle labbra.- no, no. Ero solo felice perché ho il suo lasciapassare... per stare con te.-

-non è mica tuo padre.- commentò Cloud, leggermente infastidito.- che lasciapassare?-

-Angeal è un caro amico per me, oltre che il mio mentore.- spiegò Zack, cercando di far capire al biondo quanta importanza avesse per lui quell’argomento.- mi sarebbe dispiaciuto mentirgli su noi due... o magari averlo contro per lo stesso motivo.-

Cloud era incerto.- stai avendo ripensamenti?- gli chiese.

Zack scosse subito il capo.- affatto! Penso che questa sia la scelta più buona che abbia mai fatto nella mia vita! Non potrei mai pentirmene! Combatterei contro il mondo intero per te, Cloud!- e così dicendo allargò le braccia.

-davvero?- domandò Cloud, commosso.

-te l’ho detto. Non devi avere dubbi su noi due. Abbi dubbi su ciò che vuoi, ma non su noi due.- sorrise il moro, posandogli una mano sulla spalla.

Gli occhi azzurri di Cloud si spostarono dagli occhi alle labbra di Zack, desiderosi.- capisco.- disse, in tono strascicato.

Zack intuì i suoi pensieri e non potè fare a  meno di sorridere, quindi si allontanò dal biondo e si stravaccò sul divano, facendogli segno di venire accanto a lui.

-mi stavi parlando della questione di Angeal.- gli rammentò Cloud, mentre si accoccolava tra le braccia del compagno, che si allacciarono alla sua vita.

Il mento di Zack si posò sulla spalla di Cloud e lì il moro rimase a riflettere, tranquillizzato dal contatto con il ragazzo ma agitato dal ricordo dello sguardo che aveva avuto Angeal, al momento di parlargli.

-non so cos’abbia, ma sicuramente è qualcosa di grave.- rispose Zack, dopo una lunga pausa.

Cloud, che stava contando i battiti del cuore di Zack, quando lo sentì parlare di nuovo, si riscosse di colpo.- eh?-

Un leggero sorriso si delineò sulle labbra del moro, che con pazienza ripetè:- Angeal è sempre molto calmo, ma oggi sembrava piuttosto preoccupato. Mi chiedo se non gli sia successo qualcosa di veramente grave.-

-non credo, altrimenti te l’avrebbe detto.- rispose subito Cloud, alzando una mano e accarezzando la guancia di Zack.- hai appena detto quanto sia importante la vostra amicizia...-

Zack ci pensò su, poi decise che in fondo Cloud aveva ragione, e cercò di chiudere la discussione.- non hai tutti i torti.- mormorò.

“Vorrei anche poterci credere.”, pensava, intanto, “e se Genesis c’entrasse qualcosa...?”

-a proposito, ho preso il letto in camera tua.- lo informò Cloud.

-hai fatto bene.- gli rispose Zack, mentre un’idea folle gli attraversava il cervello.- così potremo stare da soli e senza disturbatori.-

-Domenica pomeriggio saremo in spiaggia tutta la giornata.- iniziò a programmare Cloud.- peccato che Tifa, Sephiroth e Genesis non verranno.-

-neanche Angeal.- lo corresse Zack, seccamente.

“Eppure un po’ di sole gli avrebbe fatto bene!”, si disse, ridacchiando.

-uh? Neanche Angeal? Ma che gli prende a tutti quanti?-

Zack rise amaramente.- non lo so proprio...-

-vabbè... comunque, la sera saremo tutti alla mensa dell’albergo per la cena. –

-ottimo, ottimo.- commentò Zack.

Cloud voltò la testa verso di lui.- poi a nanna.-

-eh eh...-

-Zack!- lo rimbrottò Cloud, arrossendo.- non pensare...-

-io non penso niente.- mentì Zack, mentre quella folle idea di prima si faceva sempre più chiara e definita nella sua testa.- cerco di non pensare...-

Cloud gli mollò una gomitata.- smettila.- e dopo scoppiarono a ridere tutti entrambi.

-comunque.- continuò Cloud, cercando di nascondere al meglio la sua eccitazione.- lunedì mattina ripartiremo. Saremo a Midgar per pranzo.-

-chissà se troveremo i cadaveri di Sephiroth e Tifa, al ritorno.- scherzò Zack, con ironia.

-ma che dici, Zack?!- lo apostrofò Cloud, inorridendo.

-quei due non si possono vedere: chiudili in una biblioteca e sarà come aver legato insieme un gatto e un topo...-

-spero che Tifa non sia il topo.- disse, Cloud con aria lugubre.

-certamente Sephiroth non è un gatto.- rifletté Zack.- ma non è neanche il topo.-

-che metafora stupida.- rise Cloud, divertito.

Zack era felice. Amava sentire le rare risate di Cloud scoppiare nell’aria grazie a lui, e soprattutto adorava i suoi occhi azzurri illuminarsi e brillare, quando rideva, mai troppo apertamente, con una certa compostezza data dal suo carattere riservato; e quelle confidenze che il biondo usava fare solo a lui, per Zack erano come un tesoro prezioso da custodire nel cuore, meglio di qualunque altro dono.

-è la realtà.- si giustificò Zack.

Cloud si alzò, sciogliendo la presa del moro. - chi arriva in cucina per ultimo domani paga da bere!-

-cosa...? Ei! Così non vale! Uh? Aspetta Cloud, il telefono!-

 

*

 

Silenzio.

Un uomo dalla lunga coda di cavallo aveva appena voltato le spalle a Vincent e aveva piegato il capo in avanti. –ovviamente...- esordì, in tono lezioso.- è stata una libera scelta.-

-quanto libera?- chiese subito Vincent, insistendo sull’argomento.

Hojo si voltò di nuovo, stavolta non sembrava più sorpreso delle domande dell’uomo, piuttosto si era rassegnato.- ci terrei a ricordarti che siamo due scienziati.-

-non ne dubito.- disse Vincent, in tono piatto.

-e dunque lei sarebbe “l’altro”?- chiese Hojo, curioso e divertito.- devo ammettere che dovevo aspettarmelo.-

-non cambi argomento, professor Hojo, risponda alle mie domande.-

Hojo sogghignò.- e perché non va a porle direttamente a lei?-

-so che non mi risponderà.- fece Vincent, sbirciando le tante scartoffie presenti sulla scrivania del vicepreside.- ma io so del ritrovamento di quel corpo alieno, che chiamate Jenova.-

Anche se si stava dimostrando impassibile, quasi auto-ironico, le labbra dello scienziato ebbero un leggero fremito, e dagli occhietti penetranti che sostavano su Vincent, solo uno sciocco non poteva coglierne il risentimento.

-è stato lei?- chiese Hojo, fremente di rabbia repressa.- è stato lei a rubare gli appunti a Nibheleim?!-

-ho trovato tante altre cose interessanti, per così dire.- persistette Vincent, scuotendo leggermente il capo.- cos’avete fatto laggiù, oltre a scoprire quella fonte di energia?-

Hojo si trattenne e cercò di riacquistare la solita, fredda, compostezza.- nulla che non sia per il bene dell’umanità.-

Vincent non si trattenne dal lanciargli uno sguardo schifato.- è tutto ciò che ha da dire?-

Lo scienziato sorrise.- non vedo cos’altro ci sia.-

-mostri... non so bene neanche io cosa siano... o cos’altro ci sia in quel posto.-

-è un reattore. È il progresso.- lo reguardì Hojo.- l’abbiamo costruito con i fondi fornitici da Shinra.-

Vincent fu sorpreso dalla velocità e dalla precisione della risposta, tuttavia non si fece molti problemi, inebriato com’era dalla vicinanza alla verità.- allora c’è anche Shinra dietro tutto questo?-

Hojo annuì, e un ghigno gli si disegnò sulle labbra crudeli.- e ovviamente, anche Hollander. Hai letto gli appunti del professor Gast, immagino.-

-cos’avrei dovuto fare? Era l’unico modo per sapere.- rispose Vincent, pacato.- e ora mi spieghi questa faccenda...-

-saprai che Sephiroth non è una persona normale, allora.- disse Hojo, stranamente docile.

-sì.-

-e che è nato da Lucrecia, mia moglie.- e si curò di sottolineare l’aggettivo “mia” con molta cura.

Di nuovo, Vincent fece un segno affermativo.

-le cellule di Jenova che ha in corpo gli permettono di fare cose fuori dal comune! Dopo tanta fatica, ecco il guerriero perfetto!- esclamò Hojo, delirante.

-a cosa serve un guerriero perfetto?- domandò Vincent, incerto.

-secondo te, a cosa serve finanziare la ricerca di un’energia alternativa? A salvare il mondo dall’inquinamento?- e scoppiò a ridere.

-cosa state cercando di fare tu e Shinra, insieme ad Hollander?!- gridò Vincent, spazientito e confuso.

Hojo s’irrigidì.- no, non nominare quel traditore.-

-chi? Hollander?-

-dopo la costruzione del reattore, ha rubato alcune provette contenenti cellule di Jenova.- disse lo scienziato, abbagliato dalla rabbia.- ed è scappato! Che sorpresa rivederlo a quella conferenza! E Shinra non lo ripudia dal progetto. Anzi! Ma è soltanto una svista. Perché Sephiroth è l’esperimento che cambierà il modo di fare la guerra. T’immagini? Un esercito composto da uomini capaci di disarmare un intero continente in tempi decimati!-

-e Shinra ha... no... Shinra è d’accordo con voi!-

-una scuola e un capitale non bastano per chi comprende l’essenza del potere.- disse Hojo, aggirando la scrivania e aprendo un cassetto.- per chi davvero vuole dominare, l’unica soluzione è disfarsi degli ostacoli, come la debolezza.-

-di cosa stai parlando?!- esclamò Vincent, sconvolto.- di che debolezza?!-

-armi e uomini possono essere una sola cosa.- disse Hojo, felice.- l’impero di Shinra si estenderà rapido per ogni luogo, e parallelo ad esso, il progresso scientifico! Che si prenda pure ciò che vuole! Lui deve tutto... a me!-

Vincent indietreggiò alla vista della pistola che era appena stata puntata verso di lui.- sei pazzo!-

Hojo fece un gesto sprezzante.- ma credi davvero che ti avrei lasciato andare con tutte queste informazioni in mano?!-

Ed ecco spiegata la docilità dello scienziato nel rivelare vitali informazioni.

Non fece in tempo a gridare, o a scappare, Vincent, che il proiettile lo fulminò, dritto, preciso, lasciandogli appena il tempo di pensare a quella famosa visione della vita passata rivissuta al momento della morte. Gli diede appena il tempo di comprendere la leggerezza che aveva commesso, schernita dallo scoppio di risate, ancor più forti del boato della pistola, che esplosero nell’ufficio dell’assassino.

Poco tempo anche per sentire le grida familiari Lucrecia...

Poco tempo per pensare che c’erano ancora misteri da svelare. Ma in fondo, il volere di Hojo era proprio quello di non farli venire alla luce, almeno finchè non fosse giunto il momento giusto.

Ma quando sarebbe stato il momento giusto...?

 

-che hai fatto?!- gridò Lucrecia, portandosi le mani alle labbra, scioccata dalla vista del corpo esanime di Vincent, giacente bocconi sul pavimento, in una pozza di sangue.

Hojo continuava a ridere convulsamente, divertito dalla fine del rivale e dalla reazione della moglie.

-Vincent!-

-ha scoperto tutto.- rideva ancora Hojo, dopo qualche minuto trascorso dalla tragedia.

-no! Io non posso più continuare così!- urlò Lucrecia.

Hojo capì al volo le sue intenzioni e, smesso di ridere, l’afferrò per le spalle.- sai che verrai trascinata anche tu nel baratro, dottoressa Crescent!-

Lucrecia si divincolò.- lasciami!-

Lo scienziato ubbidì alla sprovvista, e lei per poco non cadde, a causa del suo dimenarsi ferocemente.

Lucrecia lo fissò, pallida in volto e tremante, a malapena riusciva a reggersi sulle ginocchia fattesi molli.-oddio... in che sciagura...- biascicò.

Hojo sorrise atrocemente.- dovrò trovare quel bifolco di Hollander al più presto.- commentò, ignorando la moglie.- le cose stanno prendendo una piega inaspettata... oltre alle cellule di Jenova sono stati rubati anche gli appunti sull’esperimento di Sephiroth... se quello scienziato di quart’ordine dovesse avanzare ancora con quel suo “progetto G”, saranno guai grossi...- pensava ad alta voce, le mani dietro la schiena ancora impugnavano la pistola.- se non tengo nell’ombra questa storia fino alla legalizzazione del Mako, i miei piani andranno in fumo... e anche quelli di Shinra. A proposito, dovrò informarlo immediatamente, penserà lui ad infangare la storia dell’omicidio... non gli sarà difficile.- e detto ciò, ancora parlottando, se ne tornò ai suoi piani, come se non fosse successo nulla.

 

*

 

 Le luci della casa di Sephiroth, nonostante fosse notte inoltrata, erano ancora accese, segno evidente che dentro il ragazzo era ancora sveglio. Due ombre indistinte si spostavano nel salotto di casa.

-sono le due...- stava commentando Sephiroth, poggiato ad una parete, in disparte, mentre Angeal si sedeva sul divano e rimaneva a fissare lo schermo del televisore.- perché non sei a casa a dormire? Domani dovrete partire presto.-

-non vado a Costa del Sol.- fu la rapida risposta del moro, che, preso il telecomando in mano, prese a rigirarlo tra le dita con occhi spenti.- vado a Banora.-

-Banora?- ripetè Sephiroth, staccandosi dalla parete.- Angeal... non avrai intenzione di seguire Genesis, vero?-

Il moro trasse un profondo respiro e si voltò verso l’amico, tirando il telecomando lontano da sé.- cosa dovrei fare?-

-non so.- bisbigliò Sephiroth, abbassando gli occhi.

-appunto.- disse piano Angeal, per poi avvicinarsi all’amico.- lui andrà laggiù, potrebbe avere bisogno di qualcuno che lo costringa a ragionare...-

-e se fossi tu a perderti?- chiese Sephiroth, lanciando ad Angeal uno sguardo penetrante.

Il moro sorrise flebilmente e mosse appena il capo.- il mio onore e la mia razionalità possono sopportare qualche pazzia.-

Sephiroth fece uno sbuffo.- che domande sciocche, faccio...- ironizzò, a bassa voce.

-tuttavia, ho bisogno che tu mi faccia un favore.- disse Angeal, in tono solenne.

-quale favore?- chiese Sephiroth, interessato ma deciso a non darlo a vedere.

-ho bisogno che tu ti occupi di Zack.-

-occuparmi...? Io non sono un baby-sitter!-

Angeal gli diede le spalle per non mostrargli quanto in realtà fosse turbato.- ho solo bisogno che lo alleni per l’avvento della Midgar Cup...-

-perché ci tieni così tanto?-

-perché... perché ha bisogno di essere preparato.- rispose Angeal, di getto, quasi con rabbia.

-per cosa?- domandò Sephiroth.

Angeal abbassò il capo e si avviò verso la porta, in silenzio, mentre Sephiroth gli gridava dietro:- per cosa, Angeal?!?-

Il ragazzo dai capelli argentati tacque, mentre la porta d’ingresso veniva sbattuta con violenza dal moro, poi si lasciò cadere sul divano, e avvicinata una mano alla fronte, sospirò pesantemente.

“Vorrei andare anche io a Banora... ma perché ho come l’impressione che ciò che sta succedendo tra Angeal e Genesis non mi riguarda?”, pensò, con amarezza, “e poi, come se non bastasse sono in punizione... bah... Mi chiedo se lei sarà felice di stare con me... ma cosa vado a pensare? Ovviamente non lo sarà... mi odia. Eppure vorrei che non fosse così... come fare per capovolgere la situazione? Io non so niente di queste cose. Niente.”

Lanciò uno sguardo al fiore, che ancora immerso nell’acqua del bicchiere, stava lentamente sfiorendo. “Dovrò fare qualcosa per quell’affare... forse la ragazza dei fiori saprebbe curarlo meglio di me.”, rifletté, mentre sentiva le palpebre farsi pesanti e i pensieri diventare sfuggevoli.  “Domani  mattina devo ricordarmi di chiederle come si cura un fiore... no... lo farò lunedì, anzi, martedì mattina... nah... per allora sarà già secco... dovrò chiederlo a qualcuno altro... potrei chiederlo a lei... a...Tifa...”

 

 

 

Angolino dell’autrice!

 

Salveeeee! Ho finito il settimo chappy!!! Ah, come soddisfatta di Cloud e Zack! Sono così... così... teneriiii (ok, basta)

Commenti: va bene, il povero Vincy, che non si fa mai gli affari suoi (soprattutto in questa ficcy) è finito male! (non uccidetemi, prendetevela con Hojo, io non c’entro nulla... [ma l’autrice sei tu! – nd tutti - dettagli, dettagli- nd autrice]).  

Beh, il prossimo capitolo avremo le risposte a tutte le domande precedenti, di cui abbiamo avuto un assaggio in questo... avremo Angeal, Genesis e Hollander a Banora, Sephiroth e Tifa nella biblioteca e Zack, Cloud, Aerith e gli altri a Costa Del Sol! E non solo...

 

E inoltre, prima di rispondere alle recensioni, ringrazio tutti coloro che seguono la storia, che l’hanno aggiunta ai preferiti e a quelli che hanno recensito! È veramente un onore per me!

Grazie e alla prossima! n_n

 

yukino_lang08: n_n ti ringrazio! Sono davvero contenta che ti piaccia! Lo ammetto, mi sono divertita un sacco a farli litigare U.U... eh eh ^_^

 

Kairih: siamo d’accordo su tutto! (abbasso i compiti! Viva Cloud e Zack!). Pare che Vincent abbia scavato più a fondo di quanto pensasse, poverino... Non so te, ma io Hojo proprio non lo sopporto... ha vinto la battagli ma non la guerra! Quanto a Cloud e Zack (uh uh siamo sempre lì!) li adoro! XD

 

lalli_l: è vero, qualcuno salvi Genesis! Mi fa troppa pena, poveraccio... *sniff* (il mio animo sensibile sta prevalendo su quello omicida sempre di più! [non ci fare caso, sono pazza])

 

TaKari94: penso che mi ci vorranno due capitoli per la domenica, in quanto sarà piuttosto piena... anche io non vedevo l’ora di arrivare alla scena della biblioteca! Sarà un vero piacere scriverla!

Quanto a Genesis... hai ragione... (ma vuoi metterti d’accordo con te stessa?!- nd Genesis; sparisci!- nd autrice); ti ringrazio per i complimenti!

 

Tifa_heart: eh, già. E saranno guai belli grossi. Beh, bisogna ammettere che Genesis ha la calamita per i guai...

 

ChiyoChan8: ah ah! Ti accompagno, ho sempre desiderato andare a Banora! È davvero un bel posto! Povero Sephiroth... l’ho fatto davvero esaurire in questa fan fic! XD

 

Eternal_Daydreamer: il riposo è importantissimo (lo dice un’esperta, se potessi, dormirei 25 ore su 24) XD! Infatti, ormai devo ammettere che per quanto abbia districato gli eventi, li abbia rimessi insieme come mi è parso e piaciuto e abbia cambiato un bel po’ di cosette... è ufficiale. Il problema è che togliendo tutti gli elementi fantasy la storia si riduceva alla solita lagna... (ovviamente è una mia opinione) così, ho fatto un mix tra realtà e fantasia. Quanto al precedente capitolo, era ciò che io chiamo “di passaggio”, infatti, mi serviva per collegarmi a questo e ai prossimi (frutto della mia mente bacata)... le risposte sono confuse, ma ci penserà Genesis a chiarircele, il prossimo capitolo.  Ormai siamo ad un passo dalla verità, come si suol dire...

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** 8 - Cosa Importa Dei Misteri? ***


8.

 

-Mi spiace per voi, ragazzi.- disse Reeve, aprendo la porta della biblioteca, una stanza labirintica a causa dei numerosi scaffali.

Tifa sospirò pesantemente e voltò la testa verso Sephiroth, che, a capo chino, sembrava intento ad ammirare il pavimento sotto i suoi piedi. Quando si accorse di essere guardato, sobbalzò e fece una strana smorfia.

-il professor Hojo avrebbe voluto essere a controllarvi, ma ha avuto una chiamata urgente dal preside... sapete, dopo quella disgrazia...-

-che disgrazia?- chiese Tifa, curiosa.

Reeve la guardò ed esibì un mezzo sorriso.- il decesso del professor Valentine...-

-è morto?!- fece Sephiroth, stupito.

-omicidio. Il colpevole sembra essere svanito nel nulla...- spiegò Reeve, scuotendo il capo, come a voler esaltare il suo disappunto.- non si sa proprio nulla di ciò che è successo... a parte che gli hanno sparato un colpo in piena fronte... Rufus ha trovato il cadavere in palestra.-

Tifa rabbrividì. “uh... un omicida nella nostra scuola? Voglio scappare!!!”

Sephiroth, che era immerso nei suoi pensieri, riuscì a intravedere l’espressione terrorizzata comparsa sul volto di Tifa e diede una scrollata di spalle.- cosa dobbiamo fare?-

-allora, Lockheart, giusto?- domandò all’indirizzo di Tifa, che annuì.- tu dovrai sistemare quella pila di libri laggiù- e indicò una colonna di libri rilegati con cura – negli appositi scaffali. Tu, Sephiroth, devi fare l’inventario di quello scaffale. Scrivi i nomi dei libri in questa lista. Bene, direi che per ora è tutto. Quando avrete finito, venite da me, vi troverò qualcos’altro da fare.-

Reeve esibì un sorriso di circostanza e uscì dalla biblioteca augurandogli un buon lavoro.

Tifa gli fece il verso, indispettita.- Quando avete finito venite da me, vi troverò qualcos’altro da fare...- lo scimmiottò.

-Tifa...- la rimproverò Sephiroth, con un certo disappunto.- ci terranno qui anche domenica prossima, se continui così.-

Lei fece un gesto sprezzante con la mano e si avvicinò alla pila di libri assegnatale, rimboccandosi le mani.- vediamo... sarà meglio cominciare...-

Dietro di lei, Sephiroth si lasciò sfuggire un sorriso e, presa carta e penna, si avviò allo scaffale che doveva catalogare; rimase a fissare i volumi con occhi vacui, poi, accortosi con la coda nell’occhio che Tifa stava riponendo un libro sullo stesso scaffale, le disse, sarcastico:- paura?-

La ragazza sobbalzò, colta alla sprovvista.- io? Paura? Mai!- esclamò, forse un po’ troppo in fretta.

-ovviamente.- rispose Sephiroth, in tono sardonico.

-ah... perché tu no?- chiese lei, seccata.

-no.- fu la concisa risposta.

Tifa ripose il libro tra gli altri e corse a prenderne altri tre.- però è un po’ inquietante... non conoscevo il professore da molto tempo... senza contare che mi ha fatto fare quella fastidiosa intervista...-

-ah, già...- rammentò Sephiroth, scribacchiando qualche appunto sul foglio che aveva in mano.

-non era una cattiva persona.- concluse Tifa, realmente dispiaciuta.- e non vedo perché qualcuno dovesse prendersela con lui.-

Sephiroth stava per prendere un libro in mano per leggerne il titolo, quando bloccò la mano a mezz’aria e s’irrigidì. La sua mente aveva iniziato a fare strani collegamenti con il singolare comportamento di Genesis, il turbamento di Angeal, la morte di Vincent e qualcosa che fin d’ora aveva considerato un particolare trascurabile... ricordò la conversazione che avevano avuto lunedì...

 

- soprattutto perché ho visto come ti guarda, Sephiroth...-

-ei, non dovreste criticare il preside se ha certe tendenze...- ammiccò Genesis, sorridendo.

-a proposito di tendenze...- proruppe Tseng, assumendo l’aria di chi deve sfoggiare un pettegolezzo fresco di giornata.- non avete saputo la novità?-

-che novità?-

-sembra che la moglie del professor Hojo abbia una relazione con uno dei professori di questa scuola.- confidò Tseng.

Genesis si fece interessato:- come, come? Con chi?-

Angeal sospirò, Sephiroth sbuffò.- sembrate delle vecchiette pettegole.-

 

La mano di Sephiroth si abbassò e scivolò lungo il fianco.

-ei...- lo chiamò Tifa, preoccupata.- Sephiroth! Che ti prende?!-

Lui si riscosse subito.- niente, niente...- la rassicurò, tornando alla sua lista.

Per un po’, Tifa rimase a fissare le sue labbra che si muovevano appena, citando i titoli dei libri che stava trascrivendo, poi parlò:- sei sicuro di stare bene?-

-perché oggi ti preoccupi così tanto per me?- chiese il platinato, che intanto seguitava a scrivere e a guardare i titoli dei libri con aria falsamente concentrata su di essi.

Tifa si rimangiò tutte le sue parole.- scusa, non dovevo.-

“e ti pareva...”, pensò, a disagio, “... ma perché non me ne sto zitta?!”

-se anche ci fosse un assassino, non se la prenderà con te- disse Sephiroth, inaspettatamente.

Lei sobbalzò.- come?-

-dovrà passare sul mio cadavere.- borbottò Sephiroth.

“cosa, cosa, cosa?!? Ho sentito bene?!”

-che hai detto?- chiese Tifa, mentre il suo cuore iniziava a battere velocemente.

Sephiroth si morse il labbro e le diede le spalle.- no, nulla... ho detto... um... è veramente brutta la storia del cadavere...-

-mm... certo... davvero brutta.- farfugliò Tifa, confusa.- sì... beh... no! Aspetta! Tu sai qualcosa, vero Sephiroth?!- domandò, ritrovando la grinta e correndogli davanti.

Lui voltò la testa.- niente che non siano solo mie supposizioni.-

Tifa si avvicinò le dita alle tempie.- ma perché bisogna sempre interpretarti?!-

-uh?-

-non fare quella faccia! Perché devo sempre tirarti fuori le cose con le tenaglie?!- esclamò Tifa, arrabbiata.- perché devo sempre capire i tuoi pensieri?! Perché?!-

Sephiroth era sorpreso dal rossore che aveva velato il volto della ragazza e irritato dal tono che stava usando.- che vuoi che faccia?! Ti ricordo che noi due non siamo amici!-

-ma se sono stata più tempo con te che con i miei veri amici!- ribattè Tifa, tagliente.- e non vuoi ammettere che tra noi due ci sia qualcos...-

Tra i due calò il silenzio; Tifa era rimasta con le labbra leggermente aperte, incapace di finire la frase, Sephiroth aveva sgranato gli occhi e stretto i pugni, sbigottito.

La ragazza si allontanò, in silenzio e prese in mano un altro paio di libri.- Loveless...- mormorò, guardando il titolo di uno di essi.

Sephiroth non si muoveva, mentre ascoltava i passi di lei che risuonavano per la biblioteca, mentre lo stropiccio delle pagine libri che lei apriva, amplificato dal silenzio, raggiungeva a malapena le sue orecchie.

La seguì con lo sguardo.

-credo che questo vada nel tuo scaffale.- disse Tifa, allungandogli il volume di Loveless.

Sephiroth evitò il suo sguardo.- puoi mettercelo tu.- disse, in un mormorio.

Le lancette dell’orologio della biblioteca scandivano i secondi in cui Tifa metteva il libro sullo scaffale, il lieve fruscio della penna di Sephiroth sul foglio, i respiri dei due ragazzi.

Le mani di Tifa si mossero sulla copertina di un libro e lo riposero sull’ennesimo scaffale.

Dal cortile non proveniva alcun rumore, il corridoio era vuoto dei suoi schiamazzi e la biblioteca era vuota di ogni rumore. La domenica a scuola: un delirio di taciturnità

Passarono diversi minuti, poi Sephiroth si avviò verso la porta.- devo assentarmi un attimo.- disse, rivolto a Tifa, che si voltò immediatamente verso di lui.

-a... aspetta!- esclamò, ansiosamente.

Sephiroth, messa la mano sulla maniglia, si bloccò.

-um...- biascicò Tifa.- io... vengo con te.-

Il ragazzo si voltò, inarcando le sopracciglia.- non dirai sul serio?-

Tifa gonfiò le guance e arrossì.- uh...-

-senti...- esordì Sephiroth, incrociando le braccia sul petto.- non penso che tu abbia chiaro il concetto di “servizi pubblici”.-

Il viso della ragazza divenne paonazzo e i suoi occhi si spostarono direttamente sulle proprie scarpe; aveva capito cosa volesse dire Sephiroth, e iniziò a balbettare:- no, io... no... non intendevo... pensavo che...-

Le labbra di Sephiroth s’inclinarono in un sorriso.- aspetta qui. Tornerò a breve.- disse, quindi uscì.

Tifa chiuse gli occhi, quando chiuse la porta. Sentiva il cuore battere forte, lo stomaco stretto da una morsa terribile e le mani tremare.

“c’è un assassino...” pensò, impaurita. “con una pistola... e cattive intenzioni... se ha ucciso il professore perché dovrebbe arrestarsi davanti a me...?”, immagini tremende le passarono davanti agli occhi.

“ha una pistola.”, pensava, inorridendo.

Derise la sua stessa angoscia. “Tifa, sei una combattente! Dovresti vergognarti, farti vedere così piagnucolosa e tremante! Pensa a cosa direbbe lui...?”

Sbarrò gli occhi, “Ma cosa m’importa del suo giudizio? Lo ritengo così importante? E se gli facesse del male? Lui è forte, ma quello ha una pistola!”

Iniziò a mordicchiarsi un’unghia, nervosamente. Ogni ticchettio le sembrava che fossero passi minacciosi, ogni respiro veniva interrotto al minimo rumore, ogni senso era teso al massimo. Se chiudeva gli occhi, vedeva pericoli orribili, se li apriva, temeva che quei pericoli divenissero realtà.

“Ma perché?”, si chiese, “Ti prego, fai in fretta...”

Individuò la lista dei libri che stava compilando Sephiroth. Sfiorò il foglio con le dita, senza riuscire a trattenere un sorriso.

 

*

 

Sephiroth si nascose dietro l’angolo di un corridoio e, accertatosi che non ci fosse nessun altro oltre a lui, si avvicinò alla porta dell’ufficio di Hojo e posò una mano sulla maniglia.

“Dannazione, è chiusa!”, pensò, “come faccio a... ?Ei! Qui dentro c’è qualcuno!”

Spiò nel buco della serratura. Una donna dai lunghi capelli castani stava frugando nei cassetti della scrivania; sembrava allarmata, e il suo viso era pallido e sconvolto.

“Quella donna l’ho già vista... era in palestra, qualche giorno fa. Sono sicuro che fosse lei...” dovette ritrarsi in fretta perché lei stava uscendo, così si nascose in fretta dietro ad una fila di armadietti e aspettò che se ne andasse, sperando di non essere visto.

Quando il rumore dei tacchi della donna fu a distanza di sicurezza, Sephiroth si riavvicinò alla porta, lasciata aperta, e la sospinse.

L’ufficio di Hojo era molto grande, la luce che filtrava dalla finestra a bifora, non bastava a illuminarlo completamente, la scrivania era in penombra e vi erano sopra dei fogli sparpagliati; Sephiroth notò un armadietto alla sua sinistra, nell’angolo più remoto dell’ufficio.

“Quella doveva essere la moglie di Hojo... Chissà perché andava così di fretta. Beh, fortuna per me, almeno sono potuto entrare.”

Prese i fogli sulla scrivania per leggerli, ma non c’era niente d’interessante; solo comunicazioni scolastiche, o inviti da parte di personaggi di spicco, molti dal preside.

“Sembrano molto legati.”, pensò Sephiroth, notando quante lettere Shinra avesse spedito allo scienziato.

Posò i fogli, dove li aveva trovati e passò al setaccio dei cassetti. “Se quella donna non ha trovato niente, non scoprirò nulla neanche io, ma vale la pena tentare...”

Anche qui, solo copie di documenti o circolari scolastiche, compiti in classe (a proposito, chissà dov’era quel vecchio compito di scienze andato male...), scartoffie riguardanti il giornalino scolastico e anche una molta per parcheggio in divieto di sosta!

-ma pensa...- sussurrò Sephiroth, scansando il foglio di contravvenzione con una mano.- uff... fine.-

Il secondo cassetto era ancora più vuoto del primo. Penne, graffette, una riga, squadre, un libro di scienze, uno di chimica applicata... niente di niente.

Si alzò da dietro la scrivania, chiuse i cassetti e si guardò in giro.

“Resta l’armadio.”, si avvicinò alle ante di legno, ma esse erano sprangate. Si mise le mani sui fianchi. “mm...”

Una mano gli picchiettò sulla spalla.- questa potrebbe esserti utile?-

Sephiroth prese la forcina nera che la mano gli porgeva, senza pensarci due volte.- è proprio ciò che fa al caso mio!- esclamò, iniziando ad armeggiare sulla serratura con la molletta. -Devo ringraziare Genesis e le sue lezioni di scasso se... ei...-

Si voltò.

Gli occhi di Tifa sembravano brillare di una curiosità irrefrenabile.- colto in flagrante!-

Sephiroth fece cadere la molletta a terra, mentre le ante dell’armadio si aprivano da sole, cigolando.- Tifa...? Che... che ci fai qui?- balbettò.

Le labbra di Tifa erano sorridenti, quasi trionfanti.- ero venuta cercarti. Sai, dovresti chiudere la porta, quando commetti un’effrazione.-

-non ho commesso effrazioni.-

L’armadio cigolante sembrò dissentire.

-ok, sono entrato. Ma la porta era aperta!- la informò lui, con l’aria di chi la sa lunga.

-beh, mi pare un ragionamento logico.- concluse Tifa, ironica.- benone. Si può sapere che ci fai in quest’ufficio? Questa cosa sembra l’inizio di un film horror, Sephiroth...-

-non esagerare.- le disse Sephiroth rivolgendosi all’armadio.- vediamo cosa c’è qui dentro...-

Tifa s’intrufolò sotto le sue braccia e iniziò a ispezionare i ripiani più bassi, inginocchiandosi a terra.

-... ah!-

-che succede?- si affrettò a chiedere Sephiroth, abbassando lo sguardo su di lei.

-un ragno imbalsamato... che schifo, prendilo tu!-

-ei!- protestò Sephiroth, schivando il piccolo insetto nero, che cadde a terra vicino l’armadio.- non toccare niente!-

Tifa ignorò completamente Sephiroth e continuò la sua esplorazione.- oh oh... ma guarda guarda... non pensavo che il prof leggesse certe riviste...-

-smettila.-

-scusa. Ei! Questo è il mio compito di matematica! Ah! Quattro e mezzo... –

Sephiroth sorrise.- credo che ti serviranno ripetizioni.-

-e qui cosa c’è...? un portachiavi a forma di ragno! Ma è fissato?!-

-Loveless... dev’essere una congiura.- mormorò Sephiroth, improvvisamente, mentre il suo volto si adombrava.

Tifa scosse il capo.- ti stai fissando anche tu, Sephiroth?!-

-no, Loveless il libro!- esclamò Sephiroth mostrandole il volume.- l’ho trovato qui.-

-il professor Hojo è un tipo veramente strano...-

Sephiroth soffocò ogni ulteriore commento in uno sbuffo.- continua a guardare.- intimò.

-“Scienza Senza Frontiere”, un libro di scienze. Nulla da segnalare.-

-questo non credo sia suo...- disse Sephiroth, trionfante.

Tifa si alzò.- cos’è?-

-il cellulare di Vincent Valentine.- rispose Sephiroth, in tono piatto.

- ed è... macchiato di una strana cosa rossa...- commentò Tifa.

Lui guardò la macchia, poi avvicinò alle narici per annusarla.

Dalla faccia contorta che fece, Tifa capì che non era nulla di buono.- Sephiroth...?-

-andiamo via.- disse Sephiroth, sbrigativo, riponendo il cellulare nell’armadio.- non c’è niente qui.-

Chiuse di nuovo le ante e gettò la forcina nel cesto, sotto lo sguardo attonito di Tifa.- muoviamoci, se Reeve non ci trova, ci toccherà passare il resto della nostra vita in punizione.-

Detto ciò, afferrò Tifa per un polso e la trascinò in biblioteca, ignorando le sue feroci proteste.

Appena furono all’interno della stanza, Tifa diede un forte strattone e si liberò della presa.- perché non mi dici mai niente?!-

Sephiroth la guardò, gli occhi ridotti a fessure.- non è il momento di litigare.-

-invece lo è, eccome!- replicò Tifa, allontanandosi da lui.- maledizione! Io voglio aiutarti!-

-non ho bisogno del tuo aiuto!- esclamò Sephiroth.- ho bisogno che mi lasci in pace!-

-non lo farò!- rispose Tifa, con veemenza.

Sephiroth montò su tutte le furie e iniziò ad alzare la voce.- che diritto hai di impicciarti nella mia vita?!-

-lo stesso diritto che hai tu nel poter aiutare Genesis, solo che non lo fai!-

-cosa ne sai tu, di quello che voglio fare per Genesis?! Niente! – gridò Sephiroth, scagliando il braccio verso l’esterno.- la tua è presunzione!-

-e la tua è accidia!-

Sephiroth digrignò i denti e masticò uno stentato:- ma cosa vai blaterando?-

-non gli hai ancora parlato, vero?!- esclamò Tifa, con rabbia.

-io...-

-lo vedi?!?-

Per il platinato fu come ricevere una botta in testa.- non ho intenzione di tornare sull’argomento, ne abbiamo già discusso...-

-le cose ti entrano da un orecchio e ti escono dall’altro.- dichiarò Tifa, tagliente.

-cosa ne sai tu?!- chiese Sephiroth, furioso.- cosa ne sai dell’accidia?-

Tifa gli lanciò uno sguardo di sfida.

-ho sempre vissuto da solo, l’unica compagnia che avevo si fermava ad Angeal e Genesis, me la sono sempre cavata solo con le mie forze! Mia madre non l’ho mai vista e mio padre... figuriamoci!- esclamò, facendo un passo avanti verso Tifa.- e, sì! Non faccio i salti mortali per Genesis, ma ciò non significa che non m’importi nulla!-

La ragazza arrossì lievemente sotto lo sguardo greve di Sephiroth.

-sei contenta ora?- domandò Sephiroth, abbassando gli occhi.

-io... no. Non potrei essere contenta.- mormorò Tifa.

Sephiroth mosse la testa e chiuse gli occhi.- cosa vuoi che ti dica?- sussurrò.- non posso essere che così. Io non... non so neanche che significa ricevere affetto, Tifa... come pensi che possa darne ad altri?-

-Sephiroth...-

Lui tacque, cercando di terminare la conversazione ma Tifa non si diede per vinta.- parlami! Guardami! Sono qui! Posso aiutarti!-

-non ho bisogno del tuo aiuto!- rincarò Sephiroth, con slancio.

-sì invece!-

-perché ti ostini tanto?!-

-perché ti amo!-

Di nuovo silenzio.

Sephiroth boccheggiò qualcosa, senza risultati.

-no, scusa. Non dovevo dirlo... non so cosa mi sia preso... io...- cercò di rimediare Tifa, iniziando a muovere gli occhi in giro come se cercasse una via di fuga.

-dicevi sul serio?- domandò Sephiroth, deglutendo.

Lentamente, Tifa fece un segno d’assenso con la testa, incapace di parlare, sebbene avesse voluto dirgli tante altre cose.

Sephiroth rimase a riflettere, confuso.- pensavo non mi sopportassi...-

-non ti sopportavo, infatti.- ammise Tifa, mentre lo sguardo di lui si faceva sempre più interrogativo.- però... non ho mai creduto che tu mi odiassi. Piuttosto... l’ho interpretato come un tuo modo di... dare affetto.-

-e tutto ciò...?-

-dal giorno dell’intervista. Tu forse hai parlato poco, ma io ho capito molto.- disse Tifa, stringendosi nelle spalle.

Il platinato si allontanò da lei e raggiunse la scrivania, posandovi una mano, mentre l’altra correva alla fronte.

-non dovevo dirtelo.- proferì Tifa, in un sussurro, intanto che osservava le spalle del ragazzo alzarsi ed abbassarsi al ritmo del suo respiro.- io... dì qualcosa, almeno.-

Lui si voltò, pallido in volto.- Tifa...- la chiamò, allargando le braccia.

Tifa sobbalzò e gli si avvicinò, perplessa e, lentamente, gli allacciò le braccia intorno alla vita.

Sephiroth avvertì un forte brivido e la chiuse in un abbraccio, posandole una mano sui capelli neri e affondandovi il viso. Sentì il loro profumo e il respiro di lei sulla pelle, e ciò gli diede una sensazione mai provata prima.

Lei era diversa da tutte le sue ammiratrici: era così indipendente, coraggiosa e allo stesso tempo, così dolce...  il motivo per cui che una creatura simile avesse scelto uno come lui rimaneva un mistero.

Ma cosa importa dei misteri?

 

 

 

Angolino dell’autrice!

 

Un applauso!!!

Finalmente! Ecco qui l’esordio della coppia SephirothxTifa!

Non vedevo l’ora di arrivare questo capitolo! I due si sono dati alla guerra verbale fino all’ultimo, ma alla fine hanno dovuto cedere! Che belloooooo!

Spero che vi sia piaciuto! ^_^

Cloud e Zack sono molto più teneri, ma in fondo, per quanto mi sforzi, non riesco ad immaginare altro modo con cui i due sarebbero riusciti a dichiararsi l’un l’altro.

Sul serio, ero troppo ansiosa di scrivere questo chappy!!! Così ho anticipato l’aggiornamento...

*saltella di qua e di là*

U.u... mi sono ripresa. Non ho retto, scusatemi...

Bene! Commenti:

Sephiroth ha trovato il cellulare macchiato di sangue (di Vincent) nell’ufficio di Hojo. Noi sappiamo bene chi è stato l’assassino, ma Sephiroth no...

Nei prossimi capitoli lasceremo per un po’ Tifa e Sephiroth bollire nella loro pentola per spostarci altrove, e vediamo se finalmente riusciamo a venir fuori dalla faccenda del Mako una volta per tutte...

Cosa stava cercando Lucrecia nell’ufficio di Hojo? (si aprono le scommesse)

In sintesi, non mancheranno i colpi di scena, ve l’assicuro.

 

 

TaKari94: eh eh! Entrambi erano partiti, solo che detestavano ammetterlo! Le tante fan di Sephiroth si mangeranno le mani quando lo sapranno... XD

 

lalli_L: per quanto mi sforzi, davvero non riesco a capire Lucrecia... per me è un vero mistero. Povero Vincent, è proprio sfortunato... perché non si trova un’altra ragazza, con tutte quelle che ci sono? XD forse gli sarebbe convenuto, visti i fatti.

 

Tifa_heart: passerebbero un casino di guai comunque (la spietata narratrice non concede niente a nessuno MUAHAHA! [questi sono chiari sintomi di pazzia... o di dispotismo XD])

 

Kairih: XD! Anche a me è dispiaciuto farlo morire... però era logico che finisse così (considerando la “bontà” di Hojo). Quanto a Cloud e Zack hai la mia completa approvazione. Pensavo di fare una manifestazione di protesta contro la morte di Zack... non mi è proprio andata giù! Poverinooo *sniff*  *alza un cartello: SALVATE ZACK*

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** 9 - Loveless ***


9.

 

Genesis si guardava intorno, furtivo, mentre si avviava verso le case di Banora evitando accuratamente di passare per la sua. Si fermò alla piazzetta del paese, circondata da basse casette, dimore degli abitanti del villaggio.

Era una bella giornata, il sole gli illuminava i capelli rossi e gli riscaldava la pelle. 

Quell’ambiente tranquillo, soleggiato e familiare faceva a pugni con l’umore del ragazzo, i cui occhi si spostavano cupi e inquieti in ogni direzione.

-sei tremendamente in ritardo.- commentò una voce profonda. –e non ho ancora capito perché hai voluto che ci incontrassimo qui.-

-volevo stare lontano dagli scocciatori.- disse Genesis, conciso.

Gli occhi di Hollander seguirono ogni movimento del ragazzo, che si avvicinava lentamente verso di lui. 

Genesis lo fissò con espressione indecifrabile.- è stata una sorpresa vederla alla conferenza.-

-non potevo mancare.- disse Hollander, posandosi una mano sulla maglietta.- ero curioso di conoscere l’esito delle ricerche di Hojo...-

-e delle sue.- proruppe Genesis, gelido.

L’atteggiamento dello scienziato mutò di colpo.-...-

-anche lei ha collaborato con il professore, vero?- chiese Genesis, con voce suadente.- le ricerche sull’energia Mako e tutto il resto.-

Hollander sembrò cogliere l’ultima allusione con una certa riluttanza, i suoi occhi si erano fatti sfuggevoli.-più o meno...-

-quello che non mi spiego...- disse Genesis, sempre più mellifluo.- è il motivo per cui lei indossi una maglia che dimostra chiaramente un legame con Banora...-

-ah ah! Solo per questo mi hai fatto venire qui?- domandò Hollander. –per la scritta sulla mia maglietta?-

-ho visto che ci ha posato una mano sopra, poco fa.- lo incalzò Genesis, circospetto.- puro caso... o qualcosa di più? Magari perché qui c’è veramente un legame con il suo passato.-

Hollander fece una smorfia, poi sorrise.

-lo immaginavo.- fece Genesis, socchiudendo gli occhi.- allora temo che dovrà dirmi il suo segreto, professor Hollander!- esclamò, sguainando una spada scarlatta e puntandola al collo dello scienziato.

-Genesis!- protestò Hollander, facendosi pallido.

-non può prendermi in giro ancora a lungo. Mi dica la verità!-

-non c’è nessuna verità.- affermò Hollander, mentre faceva qualche passo indietro, seguito a ruota dalla lama di Genesis, sulle cui labbra si era disegnato un sorriso arrogante.

-temo che io e lei non ci siamo capiti, professore.- insistè Genesis, scandendo bene le parole.- sono sicuro che lei abbia qualcosa da nascondere, e io voglio sapere cosa.-

Hollander continuò ad indietreggiare finchè le sue spalle non toccarono la parete di una casa, dunque rimase immobile, sotto lo sguardo penetrante del ragazzo, cercando di escogitare un modo per uscire da quella pericolosa situazione.

La lama di Genesis si posò di piatto sotto il mento di Hollander.- parli.-

Hollander sogghignò, nervoso.- sei arrivato alla conclusione tutto da solo...?-

-niente scherzi! Sono stato preso in giro abbastanza!- esclamò Genesis, in tono aspro.- lo ammette anche lei, con la sua affermazione.-

-chi te l’ha detto? Hojo?-

-dunque c’entra anche lui?-

-non direttamente.-

Genesis fece una smorfia sprezzante.- dovevo immaginarlo. Mi dica tutto, Hollander, o saranno costretti a venire a prenderla in barella.-

-progetto G.- nominò Hollander, quasi balbettando, ma senza perdere la sua normale strafottenza.

-G?- mormorò Genesis, angosciato.- la “G” sta per Genesis?-

-progetto Gilian.- corresse Hollander, con un sorriso lezioso.

Il ragazzo s’irrigidì e sbarrò gli occhi.- ... Progetto... Gilian, hai detto?-

-durante una spedizione speleologica, anni addietro,  io, insieme ad un certo professor Faramis Gast e Hojo, trovammo il corpo di un alieno. Tempo dopo, grazie alle ricerche e alle analisi di Gast, siamo riusciti a scoprire gli enormi poteri di quel mostro...-

-non ci capisco più niente.- disse Genesis, incredulo.- voi... avete trovato... per caso, un corpo alieno? Tre scienziati che giocano a fare gli speleologi?-

-non essere così ingenuo, a quel tempo stavamo già cercando una fonte di energia alternativa, anche grazie alle risorse finanziarie di Shinra.-

-quindi...-

-sì, veramente per caso. Il Mako è stato scoperto più tardi, con mio grande rammarico.-

Gli occhi di Genesis si ridussero a fessure. Temeva di aver capito qual era il nodo della discussione.

-Gast analizzò le cellule di quel mostro. Scoprimmo che, se iniettate negli esseri umani, potevano offrire poteri strepitosi.- raccontò Hollander, in preda ai ricordi.- fu allora che iniziarono i dissidi tra noi. Hojo non era contrario ad effettuare esperimenti, così come non lo ero io. Gast invece, si oppose... lasciò il nostro team. Credo che si sia sposato e abbia avuto una figlia, ma non si seppe più niente di lui da quando Hojo ne ordinò l’esecuzione.-

-così siete rimasti voi due?-

-Hojo era fuori di sé. Quell’uomo è pazzo.-

-non quanto te.- aggiunse Genesis, sprezzante.

Hollander non mancò di accennare un sorriso scaltro.- non volevo sottostare ad Hojo, volevo dimostrare a Shinra che non era l’unico a cui poteva affidarsi, quindi... ho rubato alcune provette contenenti cellule dell’alieno e sono scappato.

-ho iniettato quelle cellule  nel tuo feto, ma non ottenni il risultato sperato. Difatti, il tuo corpo sta lentamente scendendo verso l’oblio, vero?-

Genesis lo zittì con un ringhio.- dolori, nausea, continui mal di testa e le forze sembrano abbandonarmi ogni giorno di più. È a questo che ti riferisci?-

Hollander annuì.

-hai detto Progetto Gilian. Anche Angeal è...-

-no, lui è diverso. Lui è perfetto!- esclamò Hollander, in tono estasiato.- è il mio successo, il mio asso nella manica contro quello scienziato di second’ordine...!-

Genesis abbassò la spada e gli diede una spinta, facendolo incespicare e cadere a terra.-anche Angeal è un mostro?!- esclamò, con rabbiosa calma.

Hollander rimase seduto a terra e lo guardò mentre alzava la spada.- se mi uccidi, sarai destinato a morire!-

-che sia! Ma avrai la mia stessa sorte!- esclamò Genesis, tra i denti.

-Genesis!-

Il rosso si fermò a metà del gesto, al suono di quella voce.

-cosa stai facendo?!- gridò Angeal, spuntato fuori da chissà dove.- dove hai preso quell’arma...?-

-queste domande non ti si addicono, amico mio.- replicò Genesis, abbassando il braccio.

Hollander strisciò lontano dal rosso e si rialzò, sgrullandosi i vestiti della polvere e della terra.- per fortuna sei arrivato, Angeal.-

Il moro lanciò un’occhiata di bieco allo scienziato, poi tornò ad occuparsi di Genesis.- si può sapere cosa ti è successo?-

Il respiro di Genesis sembrava calmo ma i suoi occhi avevano assunto una strana venatura tra l’arroganza e la collera; Hollander guardava i due con estremo interesse, lanciando uno sguardo alla spada di Genesis, di tanto in tanto; Angeal aspettava una risposta esauriente che giustificasse una reazione così eccessiva.

-tu non capisci.-

-professor Hollander... cerchi di farlo ragionare...- si raccomandò Angeal, ormai giunto all’esasperazione.

-Angeal, tu non... non hai niente che non va, ultimamente?- chiese Genesis all’amico.

-te l’ho già detto. Lui è prefetto.- ripetè Hollander, con foga. –un perfetto mostro!-

Il moro sobbalzò.- come?!-

-finiamola con questa commedia.- si intromise Genesis, tagliente.- il nostro amico qui, ha giocato a fare l’allegro chirurgo e noi ne paghiamo le conseguenze.-

-vuoi spiegarmi...?- fece Angeal, irritato da tutto quel parlare per riferimenti.

Genesis sbuffò e gli raccontò tutto ciò che aveva saputo da Hollander, mentre le sopracciglia dell’amico si arcuavano sempre di più, in un’espressione di completa incredulità.

Hollander aveva ripreso a ghignare.

Angeal era sconvolto, indeciso se voleva sapere altro o ridere della faccenda e considerarla come uno scherzo. Avrebbe scelto la seconda opzione, se lo sguardo disperato di Genesis e quello soddisfatto di Hollander, non gli avessero dato la conferma a quell’assurda storia.

-un esercito di armi umane, uomini modificati geneticamente per formare un plotone diretto alla conquista del continente! Con la scoperta di quell’alieno, denominato Jenova, le nostre azioni hanno preso fini più elevati di una sciocca ricerca di energia...-

-Angeal... ha detto “Jenova”?- sussurrò Genesis, sommessamente.

-e Sephiroth?- si affrettò a chiedere il moro.

-Sephiroth... mi dispiace, ma queste sono informazioni riservat...-

-dannazione!- gridò Genesis, mentre lo afferrava per la maglietta e se lo trascinava vicino.- cosa sai, riguardo a Sephiroth?!-

Hollander, di tutta risposta, scoppiò a ridere.

Angeal posò una mano sulla spalla di Genesis.- basta. È inutile.-

-hai sentito quello che ci ha fatto?!- esclamò il ragazzo, che intanto scuoteva Hollander al meglio che poteva, sebbene usasse una mano sola.- noi siamo mostri!-

-basta!- rincarò Angeal, scioccato.- non dire più quella parola...!-

-e quale vuoi che usi, amico mio?- soffiò Genesis, permettendo che Hollander si liberasse della presa e cercasse una via di fuga.

-lascialo andare.- mormorò Angeal, con aria stanca.

Genesis alzò la testa e impugnò saldamente l’elsa della spada.- se sono un mostro, mi comporterò come tale. La prima cosa che voglio, è che quell’essere scompaia dalla mia vista per sempre!-

-fermo!- strillò Hollander, coprendosi il viso con la mani, per evitare di vedere la lama della spada di Genesis abbattersi sul proprio corpo.- se mi uccidi, chi ti aiuterà a fermare la degradazione?!-

Il ragazzo esitò.- ...-

Angeal era troppo stordito, capiva solo vagamente le parole dello scienziato e le risposte di Genesis, tuttavia, comprese che i due stavano per tirare in ballo qualcosa di più grande di loro. Cellule aliene? Ancora peggio del Mako... e Jenova non era un nome molto comune.

-hai solo un modo per sopravvivere... lascia che ti spieghi.-

Il moro lesse le parole sulle labbra di Hollander e sbiancò.- Genesis! Non avrai intenzione di...?!-

- L’anima spezzata aveva sogni del domani. L’orgoglio è perduto. Le ali strappate, la fine è vicina.
Anche se il domani è arido di promesse, nulla impedirà il mio ritorno.
-

-non farlo, non puoi!- esclamò Angeal, mentre un ghigno d’approvazione si disegnava sul volto di Hollander, che nascondeva a stento la paura che gli si leggeva ancora in faccia.

Genesis ripose l’arma e guardò Angeal che lo fissava a sua volta. Gli passò accanto e lo oltrepassò, con passo strascicato.-puoi vivere in questo tipo di mondo?-

Angeal cercò la risposta a quella domanda nella sua testa, ma non gli venne in mente nulla.

Hollander tirò un sospiro di sollievo e guardò Genesis che si allontanava da loro.

-Sephiroth...- bisbigliò Angeal.

-professor Hollander,- disse Genesis, senza voltarsi - tu vieni con me.-

 

*

 

Genesis aveva avuto l’impressione che quella giornata sarebbe finita male fin da quando aveva aperto gli occhi. Sull’altura su cui era salito, poteva vedere la sua casa, tutto ciò che essa aveva rappresentato per lui: famiglia, affetto, speranze...  l’albero di accidenmele gli fece tornare in mente la sua infanzia.  Angeal era stato il suo primo vero amico, colui che ora l’aveva seguito fin Banora per scoprire le sue intenzioni. Di questo, Genesis non seppe dire se doversi arrabbiare o essergli grato.

Strinse con mano tremante la mela viola che teneva con tanta cura, mentre la testa ricominciava a fargli male. Barcollò leggermente e si lasciò cadere a terra, sfinito.

La rabbia e la frustrazione stavano avendo la meglio su ogni altro pensiero, quando la voce di Angeal risuonò di nuovo nell’aria, tempestiva come sempre.

-era questa la verità che cercavi?- chiese il moro, in piedi dietro le sue spalle.

Genesis guardava ancora la mela e la sua casa, tuttavia non ignorò l’amico:- quale onore possiamo avere, dalla nostra situazione? Siamo mostri.-

-è finita?-

Il rosso, che intanto aveva recuperato le forze, si alzò e lanciò l’accidenmela ad Angeal, che la afferrò al volo.- dimmelo tu.-

Il sorrisetto di Genesis lasciò intendere ad Angeal che Hollander era ancora legato e imbavagliato. Aveva ritenuto una scelta sbagliata lasciare che l’amico reagisse così, ma in fondo, doveva ammettere che quell’uomo spregevole si meritasse anche di peggio.

Sua madre stessa l’aveva riconosciuto, quando poco prima era andato da lei in cerca di spiegazioni. 

Il progetto G... o per meglio dire, Progetto Gilian, aveva dato vita a Angeal. A differenza di Genesis, Hollander iniettò le cellule di Jenova nel corpo di sua madre cosicché lui le ricevesse direttamente, per questo poteva considerarsi “perfetto”. Una vera fortuna...

Sua madre... come aveva potuto nascondergli un dettaglio così importante della sua vita?

-devo parlare con Sephiroth prima di non riuscire più a vedere la luce del sole.- disse Genesis.

-non te lo premetterò, è una follia!- esclamò Angeal.

-tu non vuoi vendetta?- chiese Genesis, allargando le braccia.- tu non vuoi che i responsabili di ciò paghino? Hollander non è altro che un codardo, lui sarebbe il primo a perire sotto la mia spada, se soltanto non mi servisse.-

Angeal digrignò i denti. Vendetta? Forse era l’unica cosa che desiderava. Ma...

-Hollander pagherà, e dopo di lui Shinra. Prima, però, devo recuperare le cellule di Jenova, così facendo, fermerò la degradazione.- diceva Genesis.

-e come pensi di fare?-

-nel modo che ha suggerito Hollander.-

-non capisci che così farai solo il suo gioco?- fece Angeal, innervosito dalla testardaggine del’amico.

-e sia.-

-te lo impedirò!- esclamò Angeal, con slancio.

Genesis s’irrigidì e guardò l’amico con occhi spenti.- puoi provare. Ma saresti costretto ad uccidermi. Cosa ne è del tuo tanto decantato onore?! Tradire un amico, non mi sembra ci sia da esserne orgogliosi. Non capisci che siamo soltanto dei mostri? Degli errori. Errori da cancellare, almeno per gli altri. Io  non ho paura di morire, ma se proprio debbo farlo... trascinerò coloro che l’hanno voluto con me.-

Il moro deglutì e chiuse le palpebre; già l’aria di casa gli appariva meno familiare e le certezze del futuro cadevano come un castello di sabbia. Era possibile che ci fosse qualcosa di giusto, nella disperata collera di Genesis?

“Zack... perdonami, ti prego.”

-non so se i veri mostri siamo noi o colui che ci creò.- aggiunse Genesis, sempre più glaciale.- ma io non ho intenzione di lasciargliela passare liscia. Se è di un mostro che necessitano, allora lo avranno.- e detto ciò, si avviò verso il paese, lasciando Angeal da solo, a riflettere.

“Quant’è facile rovinare delle vite per i propri interessi? I miei presentimenti erano giusti...”, si disse Angeal, assalito dalla rabbia. “Ero sicuro che Shinra avesse qualcosa da nascondere. Da come ci guardava... era come... soddisfatto. Cosa fare? Combattere per la vendetta o contro di essa?”

Il moro riprese a muoversi dopo avariati minuti, chiedendosi dove potesse essere andato Genesis. Come riuscire a riportarlo in sé, se neanche Angeal era sicuro di ciò che doveva dire o semplicemente pensare?

Che situazione penosa.

Si trascinò fino alla propria casa e rimase a fissarla, indeciso se chiamarla ancora “casa” oppure no.

Vendicarsi sembrava un’ottima soluzione. Ma il gioco valeva la candela?

Probabilmente Genesis lo riteneva come una priorità, ma Angeal non era portato a pensarla in questo modo. Avrebbe dovuto mettere a repentaglio tante cose: l’amicizia di Zack, di Sephiroth, di Cloud, di Tseng, l’onore, i sogni.  Avrebbe dovuto distruggere il simbolo del suo futuro: la propria scuola; e del suo passato: la propria casa.

Spinse la porta di legno con riluttanza. Dentro era tutto molto tranquillo, quasi come se ogni cosa fosse sospesa tra il tempo e lo spazio, immobile e irreale, in attesa che qualcuno interrompesse quel silenzio.

Angeal spostò lo sguardo a terra e rabbrividì.

-madre!- esclamò, inginocchiandosi accanto al corpo di Gilian, steso bocconi sul pavimento.- madre!-

-è morta.- lo informò la voce di Genesis, che si era affacciato dallo stipite della porta.

-madre!- esclamò, sollevandola per le spalle.

-è inutile, non si sveglierà...-

-Genesis! Smettila!-

-non poteva più vivere così.-

Angeal tacque, si volse verso Genesis che intanto, sulla soglia dell’ingresso, guardava la scena con aria indecifrabile.

Il moro adagiò il corpo di Gilian a terra e si alzò per uscire, ripetendo le parole di Genesis:– se è un mostro che vogliono, è ciò che avranno.-

Genesis  gli andò dietro, recitando:- Amico mio, voli via adesso? Verso un mondo che ci disprezza entrambi? Ti attende soltanto un triste domani, non importa da dove soffi il vento.-

-torno a Midgar.- rispose Angeal, in tono pacato.

-e per quale ragione?-

-questo mi fa supporre che non ti vedrò più?-

-almeno per ora.-

I due si fermarono.

-sappi che rispetto le tue scelte, ma non le approvo.- affermò Genesis.

-non m’interessa.- rispose Angeal.

Genesis lo esaminò attentamente, poi socchiuse gli occhi, mentre l’amico ricominciava a camminare con passo accelerato.

-arrivederci, amico mio.- gli gridò Genesis. –che la fortuna ti assista.-

-non prendermi in giro.- arrivò secca la risposta di Angeal.- non c’è fortuna per noi.-

Genesis sorrise e si voltò dalla parte opposta a quella del moro, mormorando: - L’infinito mistero è il dono della dea. Perciò lo cerchiamo e andiamo verso il cielo. La superficie dell’acqua si increspa. L’anima vagante non conosce requie. Anche se il domani è arido di promesse, nulla impedirà il mio ritorno.-

 

 

Angolino dell’autrice:

Sob... ma poverini... :-(

Beh, non penso che ci siano commenti da fare... *autrice in depressione*

 

 

LadySnape: ^_^ grazie! Spero continuerai a seguire!

 

Tifa_heart: fosse per me lo sbatterei in galera e butterei via la chiave *odia Hojo*,  non so proprio cosa passasse per la testa a Lucrecia quando si sono sposati... (ovviamente questo non c’entra niente con il fatto che Hojo ha ucciso Vincent... em... ok, c’entra eccome)

 

TaKari94: XD non so perché, ma vedo perfettamente Genesis che insegna a Sephiroth come scassinare una serratura... è più forte di me U___U Forse perché ho sempre associato il rosso ad un vero birbante (in senso buono, naturalmente)... ti ringrazio e alla prossima!!

 

Yukino_lang08: più che un odiare è un “odio et amo”... anche perché l’idea per il pairing mi è venuta in mente mentre leggevo una poesia sull’argomento. Ok... vado a nascondermi *scappa*

 

Eternal_Daydreamer: xdxdxdxdxd! Parole sante! Io divento pericolosa ogni volta che gioco a final fantasy (soprattutto a ff7): inizio a saltare dappertutto e a strillare frasi senza senso (mi diverto un casino, non posso farci niente XD).  Coooomunque! La tua recensione mi è piaciuta molto! Ho riso per una settimana di fila, ogni volta che mi veniva in mente! Grazie, e alla prossima! ^___^

 

Kairih: mi spiace che ti senta poco bene *-*, mi raccomando, riguardati e guarisci presto!  Quanto a Sephiroth, lo trovo un personaggio molto triste... non mi passa per la testa di giudicare lui, ma solo le sue azioni (che sono un tantino esagerate)... però, d’altro canto, bisogna ammettere che lui non ha mai saputo cosa fosse l’affetto di una famiglia, che secondo me è importantissimo per la formazione di un individuo, e che la mentalità a cui erano sottoposti all’interno del mondo ff7 ha fatto la gran parte del suo gioco nelle azioni dei personaggi (mi fermo qui perché il mio cervello ha iniziato a fare tutti collegamenti ingarbugliati...). Um... *tilt*... questo è colpa della scuola XD!

 

 

Un ringraziamento a chi si è aggiunto recentemente alla lista dei seguiti e a tutti gli altri!!

* abbraccio*

 

Vi mando un grande bacione a tuttiiiiii!

E alla prossima!

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** 10 - Amore ***


10.

 

Il sole era caldo e piacevole sulla pelle, i suoi raggi bagnavano la sabbia dorata di Costa del Sol e riscaldava l’acqua del mare, le cui piccole onde s’infrangevano delicatamente sulla spiaggia e coprivano le orme dei passanti.

Un venticello flebile, quasi restio a disturbare i visitatori di quel luogo, soffiava dolcemente sul viso di Cloud, pettinando i suoi indomabili capelli biondi.

La sua mano era stretta dentro quella di Zack, che camminava placidamente accanto a lui, leggermente tramante di  un’emozione inspiegabile; quella stessa emozione che era così bella e così spaventosa al tempo stesso.

Perché Cloud sentiva di amarlo.

Amava ogni cosa di lui: quel suo fare così ottimista, la sua allegria, la sua voglia di vivere.  Ammirava il suo corpo che sembrava scolpito da un artista, e i suoi lineamenti, il suo viso perfetto, i suoi occhi e i capelli neri che gli solleticavano il collo. 

Avrebbe tanto voluto dirglielo, anzi, avrebbe voluto gridare a tutto il mondo quanto lo amasse, ma il suo carattere costituiva una seria restrizione. La timidezza...

Abbassò lo sguardo.

Se ricordava tutta la sua infanzia a Nibheleim prima di arrivare alla Shinra, gli saliva un groppo in gola. Non era mai stato così aperto e socievole come lo era Zack; mai.

Eppure, quella ragazza di nome Tifa aveva deciso di essere sua amica anche dopo quell’incidente...

Zack invece sembrava essere a suo agio ovunque si trovasse, perciò gli sembrava che loro due si completassero a vicenda...  e ciò glielo faceva amare ancora di più.

La sua mano ebbe un fremito che fece voltare Zack.

-che c’è?- gli chiese, dolcemente.

Cloud gli sorrise.

-niente.-

-perché ogni volta che te lo chiedo, rispondi “niente”?- chiese Zack, furbetto. -forse vorresti dire qualcosa ma non hai il coraggio...?-

Il biondo arrossì violentemente e bofonchiò qualcosa d’indecifrabile.

Zack strinse la mano di Cloud nella sua e i suoi occhi si mossero sul viso di quest’ultimo, osservando la sfumatura vermiglia che aveva assunto e i suoi occhi inquieti. Voleva dirgli qualcosa, questo era certo; aveva la tipica aria di chi vorrebbe parlare, ma non lo fa, e conoscendo il carattere riservato di Cloud, non era certo un fatto strano.

Per un po’, si era beato dell’acqua che gli bagnava i piedi, del calore del sole e della presenza di Cloud, chiedendosi se quella felicità sarebbe durata per sempre.

Niente durava per sempre...

Ma chi l’aveva detta quella stupidaggine? Se le cose durassero per sempre, la loro bellezza si perderebbe nella monotonia dell’eternità. Pensare di poter passare una vita con la persona amata, vivere momenti gioiosi e tristi, superarli insieme... cosa c’era di più bello?

Altrimenti perché si dovrebbe amare?

Perché affidare la propria vita nelle mani di una persona speciale, perché legarsi a quella persona?

Cosa caratterizza la felicità?

I momenti difficili.

Quando erano entrati nella loro stanza d’albergo, Cloud l’aveva rimproverato per il modo con cui aveva preso i vestiti e li aveva gettati alla rinfusa nella cassettiera. Era stato bello vederlo mettere a posto il suo disordine; in qualche modo, aveva immaginato il loro futuro insieme... o meglio, aveva immaginato il suo desiderio di un futuro insieme a Cloud.

Sempre che anche l’altro provasse gli stessi sentimenti.

-sai... stavo pensando...- esordì Zack, mentre voltava lo sguardo verso la distesa d’acqua cristallina alla sua destra – ...che potrei davvero aprire un’agenzia tuttofare...-

Cloud rise e si strinse a lui.

-beh, non è una cattiva idea, ma non accettare commissioni di quadri...-

- la mia è arte moderna!- esclamò Zack, indignato –ha un suo significato.-

-arte moderna, eh?- ripetè Cloud, che non la smetteva di ridere.

Stavolta, anche Zack scoppiò in una risata.

-sono un artista incompreso.-

-ottima scusa!- rispose Cloud, furbetto.

Il moro lasciò la mano del compagno e si posò le mani sui fianchi, corrugando le sopracciglia:- ei!-

Cloud gli lanciò uno sguardo e fece una buffa smorfia: - mi disegneresti così...-

Zack gli posò una mano sulla testa e gli scompigliò i capelli, dispettoso:- ovviamente, Cloudy!-

-Cloudy?!- ripetè il biondo, ritraendosi subito.

Il sorrisetto sulle labbra di Zack si allargò ancor di più, e lui diede le spalle a Cloud, mentre con un gesto della mano lo incitava a seguirlo:- l’ultimo che entra in acqua, paga da bere!-

I loro occhi s’incontrarono, poi si sorrisero a vicenda e iniziarono a correre verso il mare, ridendo a crepapelle.

 

*

 

-dove saranno andati Cloud e Zack?- chiese Aerith, agitata, mentre si rifugiava all’ombra.- è un’oretta che non li vedo.-

Anche Tseng si portò sotto l’ombrellone e si lasciò cadere sulla sdraio, con un sospiro:- lasciali stare... stanno passeggiando sul lungomare.

-mm...-

Poco lontano Barret stava avendo un’animata discussione con Rufus Shinra, che ascoltava a malapena le sue grida di protesta contro l’inquinamento globale, facendo di tanto in tanto un cenno con il capo.

-chissà perché il professor Valentine non è più venuto.- disse Aerith, mentre Tseng si sdraiava, le mani incrociate dietro la testa e un’aria pensierosa sul volto.

-non so.- fu la risposta di Tseng.

Aerith s’inginocchiò vicino alla sdraio e avvicinò il volto a quello del ragazzo, che si voltò automaticamente dall’altra parte, suscitando una risatina da parte della castana.

-credevo che sapessi tutto di tutti.- lo canzonò Aerith, allegramente.

Tseng si tirò a sedere e lei si alzò, le labbra inarcate all’insù, sorridenti.

Gli occhi verdi della ragazza erano solari come sempre, e rispecchiavano fedelmente ogni emozione della loro proprietaria.

Il moro scosse leggermente il capo e mosse una mano come a voler scacciare una mosca fastidiosa.

-non proprio tutto.-

Reno e Rude avevano appena gettato in acqua un loro compagno, che ora si dibatteva ferocemente, imprecando contro di loro.

L’ammonimento di Shinra arrivò quasi immediatamente:- ei voi! State calmi!-

Tseng seguì con occhi divertiti la scena, poi tornò a occuparsi di Aerith:- allora... dimmi un po’...-

Lei arrossì a quello sguardo penetrante, aspettandosi chissà quale domanda.

-qual è il tuo colore preferito?-

Aerith sobbalzò:- uh? Il mio...-

-già.- la incalzò Tseng, in tono amichevole.

-mm...- pensò Aerith, alzando gli occhi al cielo.- vediamo... il mio colore preferito, eh? Il rosa!-

Tseng sembrò sorpreso:- credevo fosse il celeste.-

-sì...- mormorò Aerith, arrossendo.- diciamo che... l’azzurro è il colore del cielo, no?-

Era ovvio.

-a me il cielo spaventa un po’...- disse Aerith, imbarazzata.- so che è una cosa stupida... ecco, non metterti a ridere.-

Il ragazzo non trovò una spiegazione plausibile a quella paura che la ragazza diceva di avere, quindi gli sfuggì un sorriso di troppo, che fece arrabbiare Aerith.

-so che è una cosa ridicola.- disse lei, stringendo i pugni.- perché dovrei avere paura del cielo...? Però... prima di venire a scuola, io ho sempre abitato negli Slums! E da lì... il cielo non è visibile. Si vede soltanto l’ombra di quella piattaforma.-

Tseng era sinceramente dispiaciuto per averla offesa.

-non avevo mai visto il cielo. Per questo ne avevo paura. E poi è così grande... immenso...- aggiunse Aerith, indicando una nuvoletta con un dito.

-mi spiace, non  ci avevo pensato.-

-non ti preoccupare.- rispose Aerith, gentilmente.- lo capisco.-

Il ragazzo sospirò pesantemente.

La castana si chinò su di lui e gli posò una mano su una guancia con delicatezza.

Tseng la guardò negli occhi; i loro volti erano così vicini che il ragazzo poteva avvertire il respiro di Aerith sulla propria pelle...

-dite “chease”!!-

Il flash di una macchina fotografica investì i due ragazzi senza neanche dargli il tempo di voltarsi a guardare l’obiettivo.

-Yuffie!- protestò Aerith.

Yuffie fece qualche rapido saltello sul posto e sventolò all’aria la sua macchina fotografica nuova fiammante:-  ho deciso di fare un album su questa gita!-

Tseng sbuffò, si alzò dalla sdraio e incrociò le braccia al petto, irritato.

-non vi sembra un’idea fantastica?!- esclamò Yuffie, felice.

Aerith lanciò un’occhiata a Tseng, poi rispose a Yuffie, che non la smetteva di agitarsi:- sì, molto bella...-

-ho una fotografia per ognuno! Mancano solo Cloud e Zack che sono spariti!- la informò Yuffie. –per caso sapete dove sono andati?-

Tseng scosse il capo.

-non disturbarli adesso.- si raccomandò Aerith.

Yuffie ignorò la sua richiesta e corse via, scattando foto a destra e a manca.

-Kisaraghi!- strepitò Rufus Shinra, strappandogli la macchinetta di mano – smettila di infastidire i tuoi compagni! Non riavrai quest’affare prima di stasera!-

Barret trotterellò lontano dal collega e da Yuffie e si diresse verso Aerith e Tseng, che, imbarazzati, guardavano in due direzioni differenti.

-ragazzi!- esclamò Barret,  con il suo vocione.- spero che vi stiate divertendo!-

Aerith annuì e incrociò le dita delle mani:- certo!-

-che sono questi musi lunghi, allora?!-

Tseng non rispose e si allontanò borbottando.

-professore, per caso sa che ora è?-

-mezzogiorno! Tra un’ora ci aspettano in mensa per il pranzo e... oh, guarda laggiù! Hanno montato la rete da beach volley! Vieni, ragazza! Gettiamoci nella mischia!-

 

*

 

Zack si lasciò cadere sul letto, le braccia spalancate, le labbra socchiuse, gli occhi rivolti al soffitto.

Cloud era sul letto di fianco, a fissare la parete di fronte con le ginocchia al petto e un’aria piuttosto distratta.

Dopo tutto il movimento che avevano fatto quella mattina, e il pranzo – piuttosto pesante, oltretutto – erano sgattaiolati in camera e avevano deciso di stendersi un po’, per riposare i muscoli.

Il moro si mosse leggermente e si mise su un fianco, posando la testa su una mano.

-ei, Cloud.-

Quando si sentì chiamare in causa, il biondo ebbe un leggero fremito e si voltò.

-cosa possiamo fare oggi pomeriggio?-

Cloud fece le spallucce e strinse un po’ di più le ginocchia al petto.

Zack sorrise flebilmente e lo osservò a lungo, poi si alzò, si avvicinò al letto di Cloud, si sedette su di esso e accarezzò i capelli del biondo.

-sei stanco?- gli chiese Zack, in tono apprensivo.

Il ragazzo rimase per un po’ ad assaporare quel tocco, poi si avvicinò a Zack lasciò che la testa si posasse sulle sue gambe.

Rimase in quella posizione infantile per un po’, ricevendo carezze e parole dolci da Zack, che muoveva le mani sui suoi capelli e sul suo viso.

-non sono stanco.- rispose Cloud dopo una lunga pausa.

-sembra così.- notò il moro, abbassando il tono di voce.

-Zack...-

-dimmi.-

-io...-

Io ti amo. Ma non vale pensarlo, Cloud. Devi dirglielo!!”, si disse il biondo, esitando.

-che c’è?- gli chiese Zack, con calma.

Cloud non sembrava voler continuare, anche se avrebbe voluto farlo con tutto il cuore.

Maledetta timidezza...

No, stavolta era troppo importante per farsi sopraffare dal proprio carattere chiuso ed introverso, lui era troppo importante... doveva parlare. Doveva dirlo.

-Zack io...-

Ma si fermò di nuovo. Quant’era difficile!

Gli occhi di Zack s’immersero in quelli azzurri di Cloud, cercando di capire cosa volesse dirgli di così difficile... o di così importante.

-sai che con me puoi parlare liberamente, vero?- gli domandò il moro, con dolcezza.

Il capo di Cloud si mosse lentamente su e giù, e la sua mano si andò a posare su quella di Zack, bloccandola, accarezzandola.

Zack s’immobilizzò e rimase a fissare il viso di Cloud intensamente.

- dillo, Cloud.-

-io... io...- prese un bel respiro, impugnò il coraggio a due mani e chiuse gli occhi.- ti amo.-

Quelle parole sembrarono risuonare nella stanza e rimbombargli nelle orecchie mille volte, nonostante fossero state pronunciate con voce flebile.

Ma a quel punto, sentiva quasi come se tutta la felicità del mondo fosse racchiusa in quella confessione, e le ripetè a voce più alta, stavolta aprendo gli occhi e guardando Zack dritto in faccia:- ti amo.-

Il moro era rimasto in silenzio per qualche istante, la sua mano aveva preso a tremare di emozione ed eccitazione insieme, e i suoi occhi si erano riempiti di gioia.

Quel timido e riservato ragazzo... il suo Cloud...

Socchiuse gli occhi, Zack, ripetendosi mentalmente quello che aveva detto Cloud. Eppure non suonava così bene se non era la sua voce a pronunciarle. Non erano così belle, quelle parole.

Il suo Cloud...

Lo stesso Cloud che ora sollevava la testa dalle sue gambe e si sedeva accanto a lui, lo sguardo basso, i pugni chiusi.

-so che ti sembrerà esagerato.-

Cloud avrebbe voluto dire tante altre cose, ma gli riuscì solo quella frase.

-no. Non è esagerato.- rispose la voce tremante di Zack.

Il biondo si voltò a guardare il compagno e si lasciò abbracciare dalle sue braccia amorevoli, che lo strinsero forte al corpo di Zack, il cui cuore batteva a velocità inaudita; sembrava che cantasse – un canto di gioia.

Un battito.

Una mano di Zack si posò dietro la nuca di Cloud e gli premette il viso sul proprio torace.

Un battito.

Un respiro.

Cloud si lasciò cullare dai sentimenti che lo legavano a Zack, mentre quest’ultimo affondava il viso nei suoi capelli – quei capelli che tanto amava.

Un battito.

Un respiro.

Un sussurro.

-non è affatto esagerato.-

Era la voce di Zack che parlava, commossa, eccitata, appassionata, scossa da tanti altri sentimenti che non riusciva neanche a contare.

-anche io ti amo.-

La presa dietro la testa si allentò, dando modo a Cloud di alzare il viso e guardare Zack negli occhi, che si facevano sempre più vicini.

Le labbra di Zack si fermarono un attimo, a pochi millimetri da quelle di Cloud, poi il ragazzo reclinò leggermente il capo di lato e le avvicinò a quelle del biondo; prima con delicatezza, poi, quando sentì il biondo rispondere al bacio, con più foga.

Avrebbe potuto nutrirsi di quei baci.

Zack interruppe il bacio e staccò leggermente le labbra da quelle di Cloud, per stringerlo di nuovo  forte a sé.

-Cloud...-

 

*

 

-ho un messaggio dal preside Shinra!-

Un buffo gatto nero era appena comparso alla  porta della camera di Rufus Shinra,  lo aveva salutato e ora era stato invitato ad entrare nella stanza.

-e poi non si dica che detesto gli animali.- borbottò Rufus, lasciando che il gatto si arrampicasse sulla poltrona e gli porgesse la lettera che teneva in mano.

Rufus Shinra aprì la busta, ne estrasse il foglio che vi era contenuto e lo lesse velocemente.

 

Purtroppo, abbiamo un problema serio. Pare che il soggetto Genesis Rhapsodos abbia scoperto la verità sugli esperimenti di Hollander e l’abbia attaccato, a Banora.

Dopo il furto dei documenti del professor Hojo, temo che se gli stessi finissero nelle sue mani avremmo una quantità inimmaginabile di guai.  Non solo, pare che Angeal Hewley fosse a Banora con Genesis e sia venuto anch’egli a  conoscenza della verità.

Come avrai immaginato, ciò non è affatto una buona cosa.

Soprattutto, se le stesse informazioni dovessero entrare in possesso di Sephiroth, la situazione avrebbe gravi complicanze.

È con grande rammarico che devo darti questo ordine, Rufus.

Mi spiace davvero, ma devo ordinarti di sparare a vista ad Angeal, semmai lo vedessi.

E sono sicuro che sarà così. Ho sentito che un ragazzo che frequenta la tua classe, di nome Zack Fair, è un suo grande amico.

Hollander, per ora, può controllare Genesis, ma non sarà così per molto. Trova un modo per far cadere Angeal nella rete; sono sicuro che Genesis lo seguirà.

Purtroppo, questa è l’ unica soluzione a cui sono arrivato dopo gli ultimi avvenimenti.

L’omicidio di Vincent Valentine è stato nascosto sotto un bel cumulo di macerie, e difficilmente salterà fuori... ma questo è un lavoro più delicato.

Mi affido a te, figlio mio.

 

Il  preside

 

 

Quando terminò, espresse il suo disappunto con uno strano sbuffo, poi guardò il gatto con aria scocciata:- e quindi?-

-dobbiamo ritrovare quei documenti al più presto.-

-mm...- borbottò Rufus, avvicinandosi una mano al mento.- Reeve è bloccato a scuola con quei due mocciosi?-

-sì.-

-e hanno mandato il suo gatto?-

-non sono un gatto.- replicò l’animale, indignato.- sono un cyborg!-

Shinra fece un buffo verso, tra il divertimento e la sorpresa, poi lanciò la busta sul letto e infilò la lettera nella sua ventiquattr’ore, scrollando il capo.

-temo che questa storia non si concluderà affatto bene.- commentò, mentre sfilava dalla stessa borsa una pistola e prendeva la mira su un bersaglio immaginario.- cosa sono io? Un burattino? Beh, non mi resta che eseguire gli ordini. Mi spiace un po’ per quei due ragazzi. In fondo non erano cattivi, ed erano molto promettenti. Che spreco.-

 

*

 

Tseng aveva deciso di far vedere ad Aerith il lato più bello del cielo; quando esso si tingeva di rosso, arancione e giallo, al tramonto.

Lei era una romantica, era sicuro che le sarebbe piaciuto.

Così, l’aveva condotta per mano sulla spiaggia, a tramonto inoltrato, dopo averle messo una benda che gli coprisse gli occhi.

Lei rideva, divertita, camminando grazie alla guida di Tseng.

Quando arrivarono alla spiaggia, il sole già scompariva dietro l’orizzonte, nascondendosi dietro il mare.

-sei pronta?- le chiese, togliendole la benda.

Aerith guardò quello spettacolo con occhi spalancati.

Era così bello. La luce del sole giocava con i riflessi dell’acqua, il rosso del tramonto si mischiava con l’azzurro del mare e il cielo non era più celeste, ma di una stupenda sfumatura arancione, che si rifletteva sulla spiaggia e sulle piccole onde che s’infrangevano continuamente sulla costa.

-allora? Il cielo ti fa ancora paura?- le chiese Tseng.

Lei abbassò gli occhi e arrossì.

-non devi avere paura.- la rassicurò lui, posandole le mani sulle spalle.

Aerith lo guardò, dispiaciuta.

-non ti piace?- domandò Tseng, un po’ deluso.

Sperava in una reazione più allegra, sinceramente.

-non posso farci niente.- rispose Aerith, piano.- ma... ma se i miei amici sono con me, non ho paura.-

Tseng rimase a fissarla in silenzio, poi sorrise flebilmente.- non volevo rattristarti.-

Gli occhi di Aerith s’illuminarono della luce del tramonto e le sue labbra si aprirono in un sorriso.

-non l’hai fatto.-

-sembra di sì...- mormorò Tseng, sconfortato.

-beh, però hai dimostrato di tenere a me. E questo mi fa piacere.- disse lei, a bassa voce, come se quello fosse un segreto.

Tseng la guardò, sorpreso.

Lei gli si avvicinò un po’ e gli sussurrò:- sai, è un po’ di tempo che me lo stavo chiedendo...-

-sì?-

-io... io non ti piaccio neanche un pochino?- chiese Aerith, vergognosamente.

-un... pochino?- fece eco Tseng.

Aerith abbassò lo sguardo, mortificata.- scusa, non dovevo dirtelo...-

-tu mi piaci. Ma non un pochino.... - disse Tseng, divertito, mentre lei alzava subito la testa.- tu mi piaci tanto... e mi piacciono i tuoi fiori.-

Lei rise e si dondolò un po’ su se stessa.- grazie, Tseng.-

Il ragazzo la abbracciò; ancora non gli era ben chiaro cosa stesse succedendo, ma qualunque cosa fosse... gli piaceva.

 

Angolino dell’autrice:

 

Pubblico con un ritardo strepitoso, oggi... e senza aver ricontrollato gli errori. Il punto è che ho scritto su ispirazione e, dati gli impegni scolastici (la scuola mi sta davvero massacrando, ultimamente), non ho avuto tempo di ricontrollare per bene.

Beh! Commenti:

 

1-      Questo capitolo all’insegna del Clack, ma penso si fosse notato!

2-      C’è anche la AerithxTseng, che ormai ha preso il via!

3-      U.u poveri Angeal e Genesis. Oltre al danno anche la beffa. Ok, ammetto che vedo Rufus Shinra come un personaggio altamente odioso. (non lo sopporto) ma questa è una mia opinione, anche se devo ammettere che lo trovo interessante. (interessante ma odioso. Un po’ come Genesis.)

4-      Capito chi è il gatto, vero?!

 

Stavolta mi sono affidata al correttore grammatica e ortografia di Word (che in genere non uso perché mi fa imbestialire...)

 

Takari94: mi è dispiaciuto un sacco per Angeal e Genesis. Soprattutto per Angeal, che è uno dei miei personaggi preferiti  di tutta la saga di FF. Ho amato quel personaggio; è costruito molto bene.

Ammetto di essermi commossa, quando Zack ha dovuto ucciderlo... sob.

 

Tifa_heart: ah ah! Ti ringrazio, spero che questo capitolo non ti abbia delusa.

 

Kairih: un inno alla Clack! È da un po’ che voglio scrivere qualche scena più esplicita, ma ho intenzione di procedere con calma. Eh eh. Quanto li adoro *ama*

Ho capito quel che vuoi dire su Genesis; in effetti, gli ho dato quella parlantina per esaltare la sua passione per l’epica. Dato che sul gioco parla praticamente il “Lovlessese” (ok, dopo questa, tutti a casa.)

Sono contenta che ti piaccia la AerithxTseng!

E grazieee!

 

LadySnape: sì, ma data la natura di Hollander, che principalmente è quella di scappare, e l’amicizia che c’era ancora tra Angeal e Genesis, mi sembrava inutile farli combattere. Comunque, l’azione ci sarà, ma dovremo aspettare ancora un po’.

 

lalli_L: mentre scrivevo quel capitolo mi è venuta voglia di spupazzare Genesis, lo ammetto. È un personaggio molto triste, ma anche accecato dalla rabbia. Mi spiace per lui, davvero.

 

BEH, CIAO A TUTTI! E ALLA PROSSIMA!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** 11 - Le Regole Del Gioco ***


11.

 

A volte la vita è imprevedibile.

Un lunedì come tanti altri: la tua settimana già è iniziata male e sei pure in ritardo; corri per il corridoio senza avere alcuna idea di dove andare, e sai che invece dovresti già trovarti in classe; come se non bastasse, mentre ti affanni alla ricerca della meta, ti scontri con un ragazzo dai capelli argentati, dal nome che è uno scioglilingua, che la prima cosa che fa è insultarti. Sai che non potrai sopportare la sua vista, eppure ogni giorno te lo ritrovi tra i piedi.

Poi che succede?

Ti assegnano un articoletto proprio su di lui e sei costretta a fargli delle domande, a cui sai, non ti risponderà.

Tuttavia, da quelle poche e semplici domande, fatte velocemente, cui ti è stata data una risposta breve e concisa, riesci a capire quanta tristezza, quanto dolore, si cieli dietro quei particolari occhi verdi.

Sono sempre così freddi e indifferenti, capaci di nascondere tutte le emozioni, ma tu ora sai di aver sbagliato, di aver dato un giudizio troppo affrettato.

Da quel giorno ti trovi a pensarlo tante volte, addirittura speri di essere guardata da lui.

Lui che sembra indifferente e continua a rivolgersi a te come una “provinciale”, a trattarti male.

Poi, col passare dei giorni, ti chiama per nome. È una grande sorpresa: significa che sta iniziando ad avere stima di te.

Quei sentimenti di odio e rancore che provi verso di lui si stanno trasformando, lo sai, però non puoi fare a meno di bisticciarci. È diventata quasi un’abitudine; un modo per salutarsi. Strano modo, ma sempre un “modo”.

Così, proprio quando stai per prendere a pugni un bulletto, arriva lui, ti dice di stare ferma e di ragionare... e poi che fa? Si lancia contro il tuo avversario e lo stende con un destro micidiale.

Inizi a pensare che l’abbia fatto per proteggerti, tuttavia ti da fastidio e lo aggredisci.

Non doveva intromettersi, quello era un tuo errore.

Esclusi dalla gita, relegati in biblioteca per la domenica.

La giornata parte abbastanza bene. Cerchi di essere cordiale.

Vieni a sapere che un tuo professore è stato ucciso: non si sa dove, né quando, né perché. E’ successo e basta, e a te non fa certo piacere.

Lui però sembra strano. Sicuramente non ha paura, e ti dice quelle belle parole, che poi non ha il coraggio di ripeterti.

Se anche ci fosse un assassino, non se la prenderà con te. Dovrà passare sul mio cadavere

Di nuovo lo attacchi verbalmente. Non perché ti dia fastidio la sua presenza – di quella ormai te ne sei fatta una ragione – ma perché vuoi sapere cosa pensa; cosa prova.

Seguono attimi d’imbarazzo; ovviamente, lui è troppo orgoglioso per ammettere di tenere a te.

Lui se ne va, e dopo un po’, tu lo segui. È inevitabile.

Senti di odiarlo, ma provi qualcosa di strano, nei suoi confronti... hai voglia di aiutarlo, di diminuire la sua sofferenza... e allora ti accorgi di amarlo.

E così, finisci tra le sue braccia, a contare le ore che ti separano dal rincontrarlo.

Ti desti ancor prima che la sveglia inizi a cantare, ti vesti, fai velocemente colazione , saluti tuo padre con affetto – se non ci fosse lui! – e corri via, verso la scuola.

Diversamente dall’altra settimana, questa inizia bene.

Sai dove devi andare, sai di essere in orario e sai che il ragazzo dai capelli argentati stavolta non ti aggredirà. O almeno in teoria.

 

*

 

Sephiroth era in piedi davanti alla bacheca della scuola e i suoi occhi si muovevano con visibile sdegno sul foglio che stava leggendo.

Appena sentì che qualcuno gli si era avvicinato si voltò a vedere chi fosse, mutando espressione di colpo:- ah, ciao Tifa.-

La sua voce era come sempre dura e fredda, ma c’era un tentativo di sembrare dolce, in quel semplice saluto.

-allora? Novità sull’omicidio del prof?- chiese Tifa.

Il platinato rispose indicando il foglio appeso alla bacheca:- suicidio. Inchiesta chiusa.-

-suicidio?- ripetè Tifa, perplessa.

-così pare.- disse Sephiroth, con una scrollata di spalle. –sinceramente, non la bevo.-

-beh... anche se con metodi poco ortodossi... noi avremmo trovato una prova.- fece Tifa, eccitata. Sephiroth sorrise, sarcastico.- oh, certo.- fece con ironia, - potremmo andare dall’ispettore e dire: “Domenica ci siamo infiltrati nell’ufficio di Hojo e abbiamo trovato il cellulare di Vincent Valentine sporco di sangue in un armadietto”. Come no!-

-uh, che antipatico.- borbottò Tifa, abbassando le spalle.

Il ragazzo si pentì quasi subito di quell’esternazione e scosse il capo, come se volesse scacciare quell’idea dai suoi pensieri.- faremmo meglio a starne fuori. Ecco quello che volevo dire.-

Tifa s’impuntò sulla sua teoria e gli mormorò:- ma ... e se Hojo avesse davvero ucciso Vincent Valentine? Pensa! La farebbe franca!-

Sephiroth la guardò, esasperato.- non capisci, Tifa? Dietro tutta questa storia c’è lo zampino di Shinra. Ha camuffato l’omicidio, e le indagini non procederanno mai nella giusta direzione. Ci sarebbero prove falsificate, testimoni occultati, giudici corrotti... non immischiamoci in queste cose.-

-però...- cercò di ribattere Tifa, scoraggiata.- però, secondo te è stato Hojo.-

Il platinato rimase in silenzio per un po’, poi abbassò gli occhi a terra.- sì. Probabilmente Vincent Valentine aveva una relazione con la moglie di Hojo, che l’ha ammazzato.-

-dici?!- esclamò Tifa, curiosa.

Sephiroth annuì, in silenzio, “... non dovrebbe esserci altro... in teoria...”, si disse.

Tifa lesse la circolare in cui si annunciava la morte di Vincent e scosse il capo.- chissà se gli altri sono a conoscenza di questa cosa...-

-lasciali in pace. Sapranno tutto domani mattina.- fu la risposta del ragazzo, che intanto iniziava a percorrere il corridoio deserto.

-come mai oggi non c’è nessuno?- chiese Tifa.- eppure la prima campanella non è ancora suonata!-

-sono tutti stati portati in aula in anticipo.- spiegò Sephiroth.- probabilmente li stanno informando del “suicidio” del  professor Valentine. Saranno tutti in lutto.-

-oh! Tutti tranne Hojo.-

Sephiroth ammiccò alla ragazza.

- tutti tranne Hojo. E Shinra.-

Stavano per svoltare l’angolo, quando si scontrarono con una donna castana, che sembrava andare molto di fretta. Tutti i fogli che aveva in mano le si rovesciarono a terra e si sparpagliarono ovunque.

-ci scusi!- esclamò Tifa, mortificata.- noi non...-

La donna ignorò Tifa del tutto, e subito procedette con la raccolta dei documenti caduti mentre Sephiroth si chinava ad aiutarla.

“sembra che il lunedì sia diventata la giornata degli scontri...”, ridacchiò Tifa.

La donna si sbrigò a prendere i fogli e vide che Sephiroth le porgeva i restanti, quindi li prese, lanciò al ragazzo un’occhiata terrorizzata, si alzò e scappò subito via, senza nemmeno ringraziare.

Anche Sephiroth si tirò su, e rimase a fissare la direzione in cui correva la donna con aria confusa.

Si domandò perché l’avesse guardato in quel modo. Era come se avesse... paura. Paura di lui, senza dubbio.

La mano di Tifa si posò sul suo braccio, facendolo trasalire.- chi era?-

Sephiroth si voltò e ricominciò a camminare, con passo incerto.- Lucrecia.-

-Lucrecia?!- ripetè Tifa, correndogli dietro.

-la moglie di Hojo.- puntualizzò Sephiroth, con un certo sarcasmo. –chissà perché andava così di fretta.-

Tifa lo osservò bene.- Sephiroth, tu...-

-non ho niente.- si affrettò a dire il ragazzo.

“Perché mi ha guardato così?!”, pensava intanto Sephiroth, nel panico, “perché era così spaventata, a dir poco terrorizzata dalla mia vista?! Cos’ho fatto? L’ho sorpresa a spiare il mio allenamento con Angeal e Genesis, l’ho trovata a scarufare nei cassetti di Hojo; la rincontro oggi, guardandola negli occhi per la prima volta in assoluto e lei... ha paura?”

Sephiroth si fermò quasi istintivamente e si guardò le mani, scioccato.

“Da dove proviene la mia forza? È davvero naturale? Perché faccio paura alla gente? Io non voglio fare paura...”

-Sephiroth? Terra chiama Sephiroth!-

Il platinato tenne gli occhi sul palmo delle mani, poi li sollevò su Tifa, che lo guardava in un misto di apprensione e rimprovero.

-io...-

-uff - sbuffò Tifa, prendendolo sottobraccio.- non ricominciamo, ok?! Ne abbiamo già parlato ieri! Dobbiamo smetterla con questa storia!-

Se lo tirò per tutto il corridoio, mostrando una forza singolare per una ragazza, quindi lo fece entrare nella classe del 3°B, che quella mattina vuota.

-e va bene.- disse Tifa, con decisione.- stai seduto qui... da bravo.-

Sephiroth non capiva. L’aveva fatto sedere dietro un banco delle prime file e ora si era parata davanti alla lavagna, impugnando un gessetto.

Subito iniziò a fare qualche disegnino sulla lavagna: una farfalla, un albero, un gatto – orrendo, notò Sephiroth – una specie di moto, una spada dalla lunga lama, poi iniziò a picchiettare su ciascuna figura con la punta del gessetto.

-sul serio, qual è il tuo problema?- chiese infine.

-Tifa, spiegami cos’è quella roba, ti prego...- biascicò Sephiroth, impotente.

La ragazza sorrise.- un test psicologico! Dimmi cosa vedi! Che immagine ti sembra... questa?- e indicò la sagoma del gatto con il gessetto.

-non lo so.- scherzò Sephiroth, vagamente divertito.- un gatto... credo.-

-ottimo, ottimo.- disse Tifa, osservandolo attentamente.- e questa?-

-una farfalla.-

-e questa?-

-non ne sono sicuro. Penso che sia un albero...-

-penultima immagine.-

-una moto.-

-sì, interessante.- commentò la ragazza, mentre indicava l’ultima immagine rimasta.- e questa?-

Sephiroth sospirò, poi guardò meglio la figura. Benché fosse piuttosto stilizzata, quella spada così lunga, sembrava proprio la...

-quella è la Masamune!- esclamò Sephiroth.- che c’entra? Tifa... dimmi che è uno scherzo...-

-l’ho visto in un film... ieri sera.- rispose lei, perplessa.- però... sembrava molto più figo.-

Il platinato si portò una mano alla fronte e le sue spalle furono scosse da una risata silenziosa.

Tifa lanciò il gessetto sulla cattedra e sorrise.

-in teoria, adesso dovrei aver capito tutto della tua psicologia... ma in realtà non mi sembra molto efficace...- commentò la ragazza.

Sephiroth smise di ridere e nascose il viso dietro una mano.- hai ragione, mi sembra un metodo un po’ stupido.-

Lei corse a sedersi vicino a Sephiroth e lo osservò per un po’.

- dimmi cosa non va.-

Il ragazzo abbassò la mano e mosse i suoi occhi sul viso di Tifa, che intanto aspettava una risposta, speranzosa.

-non capiresti...-

-se neanche me ne dai l’occasione...-

Lui sbuffò.- hai detto di amarmi.-

Tifa arrossì e annuì.- sì, e proprio per questo...-

-allora rispetta la mia scelta. Se non voglio parlare, non forzarmi...- mormorò Sephiroth.

-preferisci soffrire in silenzio, invece che parlarne con me?- domandò Tifa, leggermente irritata.

Nessuna risposta venne dal platinato, che preferì tacere e abbassare gli occhi.

-fai come vuoi.- rispose Tifa, glaciale.- ma sappi che non mi arrendo molto facilmente! Riuscirò a sapere cosa ti passa per la testa, anche a costo di aprirtela e sapere cosa c’è dentro!- esclamò, battendo un pugno sul banco, con enfasi.

“Beh... ha reso molto bene l’idea.”, pensò Sephiroth, con un sorriso ironico, “queste sue frasi sono così femminili... il bello è che sarebbe capace di aprirmi la testa come un cocomero, se solo volesse... ma cosa sto pensando?!”

- A proposito!- esclamò Sephiroth.- sai niente di botanica?-

-e questo sarebbe “a proposito”?- borbottò Tifa, corrugando le sopracciglia.

-il fiore che mi hai dato si sta seccando e non ho idea di come fare a tenerlo in vita...-

Tifa si strinse nelle spalle.- puoi sempre prenderne un altro. Quella chiesa degli Slums ne è piena.-

Sephiroth fece una faccia sofferente.

-Non è la stessa cosa...-

-Non dirmi che ti sei affezionato a quel fiore!- strepitò Tifa, battendo un pugno sul palmo della mano.- lo sapevo! Lo sapevo che alla fin fine eri un bonaccione, Seph.-

-Seph?!- fece eco lui, sconcertato.

Lei lo ignorò.

- che carino, non pensavo ti fossi tenuto quel fiore!-

“Seph? Carino? Bonaccione?! Lo sta facendo apposta... sa che odio certe cose...”

“Ma guarda, guarda il nostro Sephy... chi avrebbe mai immaginato che avrebbe tenuto il fiore della scommessa così a lungo?”

-lo vedi? Ti dico una cosa e tu mi prendi in giro.- l’accusò Sephiroth, con noncuranza.

Tifa ridacchiò.

- oh, concedimi un momento di gloria...-

-Giuro che butterò via quel fiore appena torno a casa!-

-non lo farai!- esclamò Tifa, ridendo.

Lui si fece dispettoso.- invece sì!-

Tifa gli diede una leggera spinta sul braccio.- dai, non ti offendere! Stavo solo scherzando!-

Il platinato avvicinò il volto a quello di Tifa sorridendo furbetto, e la guardò negli occhi da vicino, mentre il viso di lei si colorava di una lieve tonalità vermiglia.

La mano di Tifa si posò sulla guancia di Sephiroth e la accarezzò dolcemente, scostandogli i capelli da viso.

-beh, potresti prendere qualcos’altro al posto del fiore.- mormorò Tifa.

-tipo?- bisbigliò lui, in risposta.

-... trova qualcosa che possa sostituire il fiore.-

-che significa?-

-un regalo.- rispose Tifa, curiosa di vedere cos’avrebbe rimediato Sephiroth.- in fondo, io ho trovato il fiore. Tu, trova un regalo che vada bene per tutti e due.-

Sephiroth congiunse le sopracciglia, perplesso.- per tutti e due?-

-buona fortuna.-

Sephiroth sorrise.- e in cambio?-

-ti concederò un’intervista.-

Lui sembrò un po’ deluso.

-un’intervista... in privato.-

-mi sembra un’ottima idea.- concluse Sephiroth.-mi servirà meno di un giorno.-

-questa l’ho già sentita.- rise Tifa, mentre lui si allontanava.

La porta del 3°B si aprì di scatto, e prima di riuscire a vedere chi fosse a entrare, si udì la sua voce.

-Sephiroth!-

Il platinato si alzò di scatto.- Angeal?!-

Angeal si chiuse la porta alle spalle e spostò gli occhi da Tifa a Sephiroth e viceversa.- non ho interrotto niente, vero?-

Tifa scosse il capo.- che ti succede, sembri sconvolto... e dove hai preso quella spada enorme?-

La ragazza indicò con un dito la pesante Buster Sword che Angeal teneva in mano, chiedendosi come facesse a impugnarla così facilmente.

-già, che ci fai con quell’arnese?- la voce di Sephiroth arrivò in un mix di preoccupazione e sgomento.

-abbiamo un problema. Un problema grosso.-

Sephiroth fece cenno ad Angeal di sedersi e, presa una sedia, si sistemò su di essa, dirimpetto all’amico.

Il moro poggiò la Buster Sword su un banco e posò i gomiti sulle ginocchia, con aria affranta.

-Angeal...- lo chiamò Sephiroth, incerto.- sei... sei andato a Banora... e...?-

-aspetta! Angeal è andato a Banora?!- esclamò Tifa, sorpresa.- perché non ne sapevo niente?!-

Sephiroth la zittì con lo sguardo e incitò Angeal a parlare.- allora? Dov’è Genesis?-

-lui... lui non tornerà a Midgar. Non per adesso, almeno.- rispose Angeal, in tono lugubre.

-perché? Angeal, dimmi cos’è successo.- lo incalzò Sephiroth, con foga.

“Sephiroth sembra preoccupato...”, notò Tifa, stupita, “che si aspettasse qualcosa di brutto...? E poi... non sapevo che Angeal avesse seguito Genesis! Perché devo essere sempre l’ultima a sapere le cose?!”

Angeal lanciò un’occhiata a Tifa.- devo parlarti in privato, Sephiroth.-

Tifa si offese, tuttavia non replicò e se  ne andò, in silenzio.

Quando la porta si fu chiusa, Angeal si rivolse di nuovo all’amico.- progetto G.-

Il platinato si fece attento.- progetto... G? Genesis?-

-progetto Gilian.-  corresse Angeal.

-cos’è questa storia? Progetto... e Gilian è il nome di tua madre! Avevi detto che il tuo onore e la tua razionalità potevano sopportare qualche pazzia! Invece ho come l’impressione che tu stia per tirare fuori una storia a dir poco assurda!- esclamò Sephiroth, indicando la Buster Sword.- Angeal!-

-non posso dirti altro, per ora.- disse Angeal, con riluttanza.

-oh, certo. Mi hai informato di molte cose, infatti.- mugugnò Sephiroth, irritato.- cosa vi passa per la testa? Perché Genesis non torna a Midgar?-

Il moro sfuggì lo sguardo penetrante di Sephiroth e si alzò, mentre con la mano sollevava la Buster Sword.

-è quella cosa del Mako? Delle modifiche? Parla, Angeal.- gli intimò Sephiroth, alzandosi a sua volta e parandoglisi davanti.-  ...parla.-

Angeal esitò e fissò le labbra tremanti dell’amico.- tu...-

Sephiroth annuì.- prima ho incontrato la moglie di Hojo. Mi ha guardato come se fossi un... un mostro. Ma che dico? Molto peggio. Era terrorizzata.-  raccontò.- io... l’ho detto solo a te, Angeal. Di te mi fido.-

Il moro scrollò il capo.- fai male. Di me non c’è da fidarsi.-

-Angeal... hai sempre giocato il ruolo della coscienza, mia e di Genesis... come potrei non fidarmi di te?-

-io sono... io sono poco meno di un mostro.- mormorò Angeal, afflitto.- e dei mostri, non c’è da fidarsi.-

Sephiroth aveva tutta l’aria di aver ricevuto un colpo in testa, tuttavia cercò di mantenere la sua solita espressione enigmatica.- allora è vero? Rispondi, Angeal!-

-ti ho chiesto di occuparti di Zack.- gli rammentò l’amico, in tono atono, mentre abbassava gli occhi a terra.- solo questo è importante.-

-... non ti capisco.- disse Sephiroth, dando le spalle a Angeal.- te, Genesis... non vi capisco.-

“è una strana sensazione.”, pensò Sephiroth, guardandosi le mani, “è come se le risposte che cercavo da tempo... fossero tutte qui, davanti a me. Devo solo fare ordine.”

-ci rivedremo alla Midgar Cup.- lo informò Angeal.- non posso mancare, e sarà così anche per Genesis.-

Angeal gli posò una mano sulla spalla e gli sorrise.- occupati di Zack. È tutto quello che ti chiedo.-

-... va bene.-

“non credere di poter scappare così. Non te lo permetterò. Sento che tu hai le risposte che mi servono... sento che tu sai cose che io non conosco... e sento anche che mi stai deliberatamente nascondendo la verità. Perché? Tu non sei uno sprovveduto, Angeal. Se hai deciso di tacere, devi avere un ottimo motivo. E io voglio sapere qual è.”

Tifa lasciò passare il moro e si affacciò a guardare Sephiroth.- è successo qualcosa?-

-non ci sto capendo più niente, Tifa.- rispose Sephiroth in tono asciutto.- Genesis è scomparso e anche Angeal se ne va...- fece una smorfia e abbassò la testa, lasciandosi cadere sulla sedia.

“Cosa direbbe lei se... se sapesse dei miei sospetti?”, pensò Sephiroth, mentre Tifa gli posava una mano sulla testa e gli accarezzava i capelli argentati, “come mi giudicherebbe? Cambierebbe opinione su di me? O sarebbe in grado di capire? Potrei parlargliene, ma...”

-quando tornano i tuoi amici?- chiese Sephiroth, in modo da svicolare ogni ulteriore commento.

-penso saranno qui entro le due... ho sentito Cloud al telefono proprio ieri sera.- gli disse Tifa, con dolcezza.- come mai ti interessa?-

-devo allenare Zack per la Midgar Cup.- spiegò il platinato, sperando che la ragazza non chiedesse nient’altro.- dato che abbiamo meno di tre settimane volevo informarlo subito...-

-so che non vuoi dirmi niente ma... vedo questa situazione piuttosto complicata. Sei sicuro di riuscire a risolverla?-

-non preoccuparti per me. Me la sono sempre cavata da solo.-

Tifa sorrise flebilmente, “quanto sei cocciuto.”

 

*

 

-qualcuno si è introdotto nel mio ufficio.-

Una voce fredda raggiunse l’uomo che sedeva di fronte alla scrivania di Hojo, che gli camminava intorno, inquieto.

-suvvia, professore, si dia una calmata.- lo reguardì Shinra, con forzata calma.

-questo ...coso... ne è la prova.- sbottò Hojo, facendo penzolare un ragnetto di gomma davanti al preside.- era dentro l’armadio, ma stamane l’ho trovato vicino l’armadio.-

-ne è proprio sicuro?- domandò Shinra, scansando il ragno con una mano e un’aria schifata sul volto.- può anche essersi sbagliato.-

-no. Sono uno scienziato, ricorda? Ricordo benissimo quello che faccio e quello che non faccio. Domenica qualcuno si è introdotto nel mio ufficio.- insistè Hojo, testardo.

Shinra sospirò.- e quindi?-

-qualcuno è stato qui, domenica.- disse Hojo, sovrappensiero.- scommetto che è stato lui ad entrare.-

-lui?-

Hojo si sedette dietro la scrivania e iniziò a scrivere qualche appunto su un foglio.- c’erano tre persone, domenica. Tifa Lockheart, Sephiroth e Reeve Tuesti.-

-non può essere stato Reeve.- commentò Shinra.

-e allora rimangono i due ragazzi.-

-ma cosa ti fa pensare che sia stato Sephiroth?-

-perché se i suoi due amici, Angeal e Genesis, hanno scoperto la verità... sicuramente gli sarà venuto qualche sospetto.- rispose Hojo, in tono piatto.- sicuramente, uno dei due gli ha già detto qualcosa...-

Shinra strinse gli occhi.- lui sa?-

-per forza, altrimenti perché dovrebbe venire qua? Ma Genesis Rhapsodos è con Hollander, quindi rimane Angeal. Sono praticamente certo che si aggira da qualche parte nella scuola.-

-bene. Ho dato ordine a Rufus di aprire fuoco contro Angeal.- lo informò Shinra, in tono placido.- si è avvicinato prima di quanto sperassi; lo avremo fuori combattimento in meno tempo del previsto.-

-io starei attento.- gli suggerì Hojo, glaciale.- per il semplice fatto che quei ragazzi non sono persone normali. Le cellule di Jenova gli permettono di avere abilità sopra il normale...-

-lo so. Ma vuole che una pallottola non li fermi?-

Lo scienziato sogghignò e si strinse nelle spalle, facendo intendere a Shinra che lui si sarebbe lavato le mani da qualunque imprevisto.- ci pensi bene, preside. Sephiroth non è pronto per sapere la verità.-

-per questo, Angeal e Genesis devono morire. In fondo sono solo esperimenti andati male, che per di più, presto diventeranno un pericolo.-

-ho iniziato gli esperimenti con il Mako.- proferì Hojo, appassionatamente.

Shinra annuì.- bene. Ma si preoccupi anche di ritrovare gli appunti di Gast.-

-oh... ma non è chiaro?-

-cosa?-

-Vincent Valentine. Con ogni probabilità, li ha consegnati a mia moglie. Tutto sta... nel farmi dire dove sono.-

Shinra annuì.- sì, l’avevo pensato anch’io. Credevo che Lucrecia fosse dalla nostra parte.-

- pare che fosse così. Almeno prima di Vincent Valentine.- disse Hojo, sempre più glaciale.

Lo scienziato sembrava calmo, ma spostava fogli e penne con gesti stizziti che fecero intendere a Shinra il suo nervosismo. Era evidente che la storia del tradimento non gli era ancora andata giù.

-un’altra cosa, preside. Mi spieghi perché ha lasciato che Hollander continuasse con gli esperimenti dopo quello che ha fatto. Se lei non lo avesse aiutato, non avremmo questi problemi.-

Il preside non rispose, si limitò a fare uno sberleffo e a sogghignare.

Hojo lo guardò, con gli occhi che sprizzavano scintille.

-si faccia riconsegnare gli appunti di Gast.- ordinò Shinra, mentre si alzava dalla poltrona e si infilava la giacca.- se pensa che l’abbia Lucrecia, la costringa a restituirli. Un’ultima cosa, professore... vorrei che ricordasse che gli esperimenti devono essere ancora un segreto. Rovesciato il governo e le leggi, potremo avere il permesso di effettuare esperimenti su larga scala. Ma per ora... a tutti coloro che hanno ripensamenti si deve... com’è che si dice in gergo ... tappare la bocca per sempre.-

Hojo lo fissò, si aggiustò gli occhiali sul naso e posò un pugno sulla scrivania, abbinando al gesto una scrollata del capo.- questo si era capito.-

-anche Hollander. L’unico motivo per cui l’ho finanziato, era perché in questo modo potevo averlo sotto il mio controllo.- spiegò Shinra, soddisfatto.- ed è proprio quello che è stato.-

-non ci tengo a finire nelle carceri di Junon.- rispose Hojo, tagliente.- quindi, temo che dovremo agire ancora nell’ombra.-

Il preside gli lanciò uno sguardo eloquente.- tutti coloro che hanno ripensamenti.- sottolineò con cura. – se si viene coinvolti nel progetto, non se ne esce. Queste sono le regole del gioco.-

E la sua voce era seria, quasi minacciosa.

Hojo rimase in silenzio per un po’, poi fu scosso da una risata convulsa.

 

*

 

-puoi venire a casa mia.-

Angeal aveva percorso tutto il cortile della scuola e stava per andarsene, quando fu richiamato da una voce profonda. Si fermò, restò a contemplare il cielo azzurro, strinse l’elsa della Buster Sword tra le dita e si voltò leggermente.

-penso che sia meglio.- aggiunse Sephiroth, in piedi alle spalle dell’amico.

-non posso accettare.-

-fai come ti pare.- sbottò il platinato,- era solo una proposta.-

Il moro socchiuse gli occhi.- strana proposta, da parte tua.-

Sephiroth sbuffò.

Angeal rise.- pensavo detestassi Tifa.-

-eh? No... io...- farfugliò Sephiroth, imbarazzato.- um...-

-ha un’ottima influenza su di te.- notò Angeal, in tono  paterno.- e non è appiccicosa come le tue solite ammiratrici.-

-Angeal... per favore... non cambiare discorso.-

-non so...- mormorò Angeal, indeciso.- non so se sia una buona idea. io ho bisogno di restare solo.-

-hai paura che se stessi con me troppo a lungo mi confesseresti tutti i tuoi “oscuri segreti”?- domandò, con una nota di sarcasmo nella voce.

-più o meno.- rispose Angeal, con amarezza.

Sephiroth strinse i pugni.- non ti costringo. È una tua scelta. Casa mia è grande, e tu sei invitato. Giuro che non ti chiederò nulla, e ti terrò informato sui progressi di Zack.-

-per quello c’è il telefono.- ribattè Angeal, divertito.

-senti, non disturbarti, va bene?- sbottò infine il platinato, avendo perso la pazienza.- io ci ho provato. E poi non dica che non l’ho fatto...-

-Tifa?-

-esatto.-

Angeal si sporse dalla spalla di Sephiroth e riuscì a scorgere la ragazza che, accucciata dietro una panchina, stava seguendo tutti i loro movimenti.

-beh, vedo che hai trovato la ragazza giusta per te, Sephiroth.-

-mi ricatta.- mugugnò Sephiroth, anche se dal suo tono traspariva un certo piacere,- non so come, ma si è procurata una foto di me in... lasciamo perdere che è meglio.- arrossì.

Il moro si sarebbe rotolato a terra dal gran ridere, se non fosse per lo sguardo fulminante di Sephiroth.

-e va bene.- cedette Angeal - verrò. Ma devi promettermi che non farai alcuna domanda...-

-ho la faccia di uno che non mantiene le promesse?-

-se è per questo, non hai neanche la faccia di uno che si fa ricattare dalla fidanzata...- scherzò Angeal, andandosene senza smettere di sghignazzare.

Sephiroth montò su tutte le furie.- non siamo fidanzati!... non proprio... o sì? Boh. Ei, Tifa, siamo fidanzati, noi due?!-

-scemo! Certo che sì!-

-non chiamarmi scemo!-

-non è colpa mia, se lo sei!-

-provinciale!-

-sbruffone!-

-rompiscatole!-

-antipatico!-

 

 

Angolino dell’autrice

 

Finitoooo! Bene, oggi ho pubblicato in anticipo (sono un po’ fuori con i tempi, ultimamente). Dovrei anche riuscire a inserire il prossimo capitolo, domenica.

Beh, non altro da aggiungere, penso che il capitolo parli da solo... 

 

ChiyoChan8: ^_^ Yuffie e la sua macchina fotografica! Ha una personalità... travolgente!

 

LadySnape: già. Poverini, facciamoli anche divertire! XD

 

Tifa_heart: infatti, il gatto è Caith Sith! U.u quanto mi piace quel gatto... mi sta troppo simpatico.

 

Kairih: beh, non posso che ringraziarti, anche se l’ho ricontrollata e gli errori ci sono (stupido correttore di Word, non dovevo fidarmi!). Coooomunque! Ti ringrazio dei complimenti!

Ah, e scusa per il disturbo, è che siamo veramente in una situazione disperata... basta vedere, per capire.

 

 

CIAOOOOOOOO ^___________^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** 12 - Simbolo ***


12

 

Tifa voltava le pagine dell’album fotografico di Yuffie in silenzio, seduta sul divano di Cloud.

Sephiroth aveva parlato chiaro, quella mattina: “non dire a nessuno che Angeal è a casa mia, soprattutto a Zack. Mi raccomando. Deve restare un segreto.”

Sbuffò. Segreti, segreti, segreti... le sarebbe piaciuto sapere perché tutti avevano qualcosa da nascondere!

Era stata lei a suggerire l’idea di ospitare Angeal, ma forse sarebbe stato meglio che lui non avesse accettato la proposta, almeno Tifa avrebbe potuto dire “non so dove sia Angeal” senza rimorsi di coscienza.

E poi chissà dove si era rintanato Genesis...

-ah, avrei voluto esserci anch’io!- sospirò, chiudendo l’album.- dev’essere stato stupendo!-

Cloud avvicinò il bicchiere che aveva in mano alle labbra e arrossì; Zack esibì un sorriso a trentadue denti; Aerith sognava ad occhi aperti con la testa poggiata su una mano e Tseng, accanto a lei, la guardava con aria trasognata.

Tifa sghignazzò. Si rendeva perfettamente conto della situazione.

-non vedo l’ora di raccontare tutto ad Angeal!- disse Zack, allegramente.

-a proposito di Angeal...- si intromise Cloud, abbassando il bicchiere ormai vuoto e guardandone il fondo.- non è venuto alla gita. Qualcuno sa dov’è?-

-no!- si affrettò a rispondere Tifa.- io non so nulla!-

-sarà la decima volta che lo chiamo.- mormorò Zack, senza notare l’aria colpevole assunta dalla ragazza.- mm... Angeal...- si alzò dal divano guardando il display del cellulare.

Il biondo lo seguì con lo sguardo, dispiaciuto.- Zack...-

-non preoccupatevi! Sono sicuro che sarà in palestra...-

Tifa abbassò lo sguardo e si mordicchiò un’unghia, “Davvero non posso dirglielo? Che male ci sarebbe...?”

Tseng notò che l’aria si era fatta notevolmente pesante e si affrettò a deviare il discorso su un altro argomento:- beh... ci sono novità?-

Peccato che avesse scelto quello sbagliato.

-il professor Valentine è morto.-

-che?!- fu lo scalpiccio generale.

Zack strabuzzò gli occhi e crollò sul divano, fissando Tifa con aria incredula.

Aerith aggrottò la fronte.- mi spiace... come...?-

“Non penso che ti arrabbierai, se almeno condivido questo segreto.”, rifletté Tifa, pensando a Sephiroth.

Così, la ragazza raccontò agli amici tutto quello che era successo domenica e quella mattina a scuola, tra i mormorii increduli degli amici.

-wow! Lo sapevo che Hojo era un assassino!- commentò Zack, gioviale.- in effetti ha un po’ l’aria da scienziato pazzo...-

-non dire così, mi fai venire i brividi.- lo apostrofò Cloud.

-tutto questo è... incredibile. No, incredibile non esprime il concetto dignitosamente.- borbottò Tseng, scuotendo il capo.

-povero professore...- disse Aerith, in tono sommesso.- era una brava persona...-

-Sephiroth mi aveva detto che era meglio farvelo sapere domani...- proferì Tifa, dopo un attimo di pausa.- però, visto che me l’hai chiesto...!-

-se l’avessi saputo me ne sarei stato zitto.- ribattè Tseng, posando una mano su quella di Aerith, che intanto aveva abbassato gli occhi colmi di tristezza.

-ragazzi, non so voi...- intervenne Cloud.- ma qui stanno succedendo parecchie cose strane...-

Tifa era completamente d’accordo con lui. Avrebbe pagato oro per sapere qualcosa!

La curiosità la stava divorando, senza contare che Sephiroth sembrava essere stato turbato dall’ultimo colloquio che aveva avuto con Angeal...

-allora, i vostri nomi sono già nell’elenco per la Midgar Cup?- chiese Tifa, nel tentativo di risollevare il morale ai suoi amici.

-certo!- disse Zack, felice di poter affrontare un argomento più allegro.

-anche il mio.- rispose Tseng.

-ma... non sarà pericoloso, vero?- chiese Aerith, preoccupata.

Zack rise.- ma no! Nella scherma non si combatte con armi vere! Neanche il combattimento è un reale duello! È uno sport come un altro!-

-quindi... non correrete il rischio di farvi male?- domandò ancora Aerith, a disagio.

Tseng le rivolse un sorriso confortante e strinse la sua mano.- no. Non devi preoccuparti.-

La castana non sembrava volersi convincere delle parole degli amici; continuava a ostentare un’espressione di preoccupazione e incertezza sul viso.

-perché non dovrebbe esserlo? In fondo è solo uno sport!- soggiunse Tifa, alzandosi dal divano e allungando le braccia verso l’alto.- beh! Che ne dite di andare a fare una passeggiata? Non ce la faccio più a stare rinchiusa in casa!-

 

*

 

-insomma...- esordì Sephiroth, mentre faceva avanti e indietro davanti alla porta di casa, indeciso se uscire o meno.- ... non ho la più pallida idea di cosa fare ad una ragazza... Angeal... cosa si regala ad una donna...?-

Il moro, che stava riflettendo in disparte, si riscosse di colpo: - eh?-

Sephiroth smise di camminare.

-cosa si regala a una donna?-

Angeal fece un sorrisetto e gli rispose:-  che ne so...? Qualunque cosa... un vestito, un gioiello... fiori, cioccolatini...-

-mi ha detto che devo trovare un regalo adatto a entrambi...- sussurrò Sephiroth, alzando lo sguardo al soffitto.- come se fosse facile.-

-se resti qui dentro non te ne farai mai un’idea.- gli disse Angeal, con pazienza.- smetti di agitarti e vatti a fare un giro per Midgar. Sai, le commesse in genere ti aiutano a decidere un regalo... entra in un negozio e prova a spiegargli quello che cerchi.-

-commesse...- ripetè piano Sephiroth, curioso.- è la prima volta in assoluto che faccio un regalo ad una persona...-

-c’è sempre una prima volta per tutto.- rispose il moro, con indifferenza.

Sephiroth sorrise e uno strano luccichio gli animò gli occhi.

Angeal alzò un sopracciglio.- meglio che ti sbrighi.- gli disse, in tono di rimprovero.

-non puoi accompagnarmi?- gli domandò Sephiroth, incerto.- non sono bravo in queste cose...-

-vedrai che ci riuscirai tranquillamente. Tifa è una ragazza semplice, l’importante è che t’impegni per farle questo regalo...-

Il platinato si soffermò a guardare l’amico, poi annuì.- non sapevo fossi così profondo, Angeal. A quanto pare c’è un lato sensibile in tutti...-

-era rivolto a me?- gli chiese Angeal, notando il suo sguardo incerto.

-forse.- rispose Sephiroth, e detto questo, uscì di casa.

Angeal rimase a guardare la porta, poi attraversò l’ingresso, la sala, salì le scale, entrò in camera sua, prese la Buster Sword e uscì di casa anche lui, diretto chissà dove.

 

*

 

Il primo negozio che Sephiroth aveva incontrato sulla sua strada vendeva profumi. Era rimasto a lungo davanti alla vetrina, suscitando l’interesse della cassiera, dopodichè aveva deciso di farsi coraggio e aveva trotterellato fino all’ingresso.

Entrato in quella bottega di profumi, era riuscito a non scappare subito, per chissà quale influenza divina, e aveva iniziato a gironzolare intorno agli scaffali guardandoli con aria indecisa.

La stessa cassiera che lo aveva visto davanti all’entrata, accorse ad aiutarlo.

-posso darle una mano?- gli chiese gentilmente.

Voltandosi Sephiroth per poco non urtò lo scaffale dei profumi.

-uh... sì...- farfugliò.- io devo... em... fare un regalo alla mia ragazza.-

- oh... ma certo.- disse la cassiera, delusa.

Sephiroth si schiarì la voce.- cosa mi consiglia?-

-dipende...- esordì la cassiera, ritrovando il suo tono professionale.- potrei consigliarle questo profumo... senta com’è dolce e delicato...!- e glielo spruzzò in faccia.

Il platinato prese a tossire e scacciò l’odore smuovendo l’aria con una mano.- sì... direi che è piuttosto... travolgente.-

La bionda annuì.- i nostri profumi sono della miglior qualità presente sul mercato! Questo è il nostro sigillo di garanzia!- esclamò con orgoglio, indicando un bollino d’oro incollato sulla scatola di quell’arma letale che chiamava “profumo”.

-oppure questo.- disse la cassiera, e prese un’altra bottiglietta dallo scaffale.- senta, senta!-

Sephiroth stavolta si mise a distanza di sicurezza.- per cari... voglio dire... no, grazie.- rispose, cercando di essere cortese.- mi fido della sua parola...-

-ma signore, un profumo va sentito sulla pelle!- gli disse, con gli occhi che brillavano.- deve provarlo! Lo provi, signore!-

Rassegnato, il platinato ricevette un’altra vaporata di profumo in pieno viso.

L’odore pungente di quest’ultimo era impossibile da respirare, e fu costretto a trattenere il fiato e a mostrare un sorriso di circostanza.- ... non mi biace...- borbottò.

-scusi?-

-non mi piace!- strillò Sephiroth.

-non si agiti!- lo reguardì la bionda, offesa.- forse dovrebbe provare con qualcos’altro... tipo una trousse.-

-una che cosa?- chiese Sephiroth, sbalordito.

“Ma come fanno le donna a sopportare tutte queste cose...? E poi ci mancava di incontrare una profumomane...”, si disse.

-una trousse!- fece lo spelling la cassiera.- trucchi!-

Sephiroth scosse il capo. Il profumo era un conto, ma addirittura farsi provare addosso dei trucchi... no, questo era troppo.

- la ringrazio... ci penserò su.- e scappò via.

 

Il secondo negozio vendeva vestiti. Vestiti di ogni genere e anche piuttosto costosi.

Era entrato solo dopo aver fatto il conto del suo budget e, dopo aver fissato un tetto massimo di Guil da spendere, si era avventurato tra manichini e abiti di tutti i colori e dimensioni.

Stavolta si rivolse direttamente alla commessa. Non poteva essere peggio dell’altra.

-insomma, lei vuole fare un regalo alla sua ragazza, eh?-

La commessa era una donna sui cinquant’anni, alta, smilza, con un certo nervosismo nei movimenti. Parlava a velocità inaudita e sembrava eccitata per qualcosa.

In compenso, notò Sephiroth confortato, vestiva molto bene, e sicuramente poteva dargli qualche buon consiglio. O almeno sperava fosse così.

-ricordo quando avevo la tua età!- disse, agitando le mani guantate.- oh, era tutto così facile! Niente marito, niente figli, niente mutuo da pagare. Solo libertà e spensieratezza! Ah, gli amori giovanili sono così belli! E pensare che tanti li disprezzano! Secondo me siete così belli voi ragazzi, che andate in giro mano nella mano, l’uno accanto all’altro...- e nel dirlo gli diede un buffetto sulla guancia che lo fece rabbrividire.

-sì...- cercò di tagliare corto Sephiroth.- dovrei trovare un regalo alla mia ragazza...-

-oh!- strillò la commessa, avvicinandosi una mano alla fronte con fare teatrale.- che cosa romantica! Due cuori legati insieme! Questo mi ricorda il giorno del mio matrimonio! Quando mio marito mi mise la fede al dito, sentivo che nulla ci avrebbe più separati!-

“o – santo – cielo... qualcuno mi salvi.”

La donna fece qualche giravolta tra i manichini e gli portò un tailleur – rosa confetto, tra l’altro – con la gonna merlata di bianco.

Sephiroth sbattè le palpebre varie volte.- um...-

Gli venne da ridere, immaginando Tifa con quel completo addosso, e da piangere, quando si rese conto della situazione disperata in cui si trovava.

-no! No!- esclamò, esasperato.- non è proprio il genere che si addice alla mia ragazza! Lei è un tipo piuttosto... non è così femminile!-

La commessa fece una faccia perplessa, poi la sua espressione si fece di colpo allegra e sorridente e sparì di nuovo tra i vestiti, per poi ricomparire con un completo militare.- ecco!-

Sephiroth, basito, riuscì solo a bofonchiare un:- non è proprio quello che intendevo.-

La donna sembrò ancora delusa e s’immerse di nuovo nella sua ricerca.

Tornò poco dopo, ma di Sephiroth non c’era più neanche l’ombra.

-ei! dov’è andato quel ragazzo?! I ragazzi di oggi! Non c’è più rispetto per noi adulti! Questo mi fa venire in mente quando...-

 

Come terza tappa, tenendo conto dei consigli di Angeal, provò con una gioielleria.

Il cassiere per lo meno sembrava meno espansivo della donna della boutique.

Molto meno espansivo.

-buongiorno...-

I suoi occhi biavi si spostarono dalla calcolatrice su cui stava picchiettando a Sephiroth e lo squadrarono con noncuranza.- ah... un cliente.- mugugnò.

Sephiroth si mostrò più cordiale possibile.- vorrei comprare qualcosa per la mia ragazza.-

-va bene.-

-lei cosa mi consiglia?-

-un anello.-

-mm... altro?-

-si guardi in giro e decida.-

Il platinato lo fissò per un po’; il cassiere lo teneva d’occhio, mentre la sua mascella cadente gli donava un’aria sempre meno amichevole.

Alla fine, disturbato da quello sguardo penetrante, Sephiroth optò per il piano B...

-grazie e arrivederci.- borbottò il cassiere, annoiato.

...scappare.

 

Ormai rassegnato, avendo girato oltre cinque negozi in più, tra gioiellerie, pasticcerie, negozi di scarpe e simili, si lasciò cadere, sfinito, su una panchina.

La ricerca non aveva dato alcun risultato, e poi si era allontanato talmente tanto da casa, che per tornare indietro gli sarebbe servito tutto il resto della giornata. Guardò l’orologio: erano le 18:00.

Per fortuna, le giornate erano abbastanza lunghe e aveva tutto il tempo per ripercorrere i suoi passi. Ciò che gli dava fastidio era il fatto di non aver trovato nulla.

-mi scusi, ragazzo... posso sedermi qui?- chiese una voce.

Sephiroth si voltò. Una vecchina stava in piedi per miracolo, sorretta dal suo grezzo bastone di legno, in attesa di una risposta.

-prego.- rispose il platinato, con indifferenza. In fondo, era solo una povera vecchina.

I due rimasero in silenzio, ognuno a guardare una direzione differenza, immersi nei propri pensieri. Poi la vecchina gli sorrise.- qualcosa non va, ragazzo?-

Sephiroth la fissò. Possibile che quella fosse l’ennesima persona stramba della giornata?

-direi che molte cose non vanno! Mi hanno spruzzato in faccia profumi, umiliato, maltrattato, esasperato! Dovevo trovare un regalo per la mia ragazza e non sono riuscito a comprarle niente perché un branco d’idioti non ha fatto altro che complicarmi le cose!- si sfogò.

-mi spiace per te, giovanotto.- rispose la vecchina, con un sorriso.- dovevi fare un regalo per la sua fidanzata?-

-sì. Qualcosa che andasse bene sia per me sia per lei... sa, è una storia lunga.- borbottò Sephiroth, incrociando le braccia sul petto e assumendo una faccia imbronciata.

La vecchina infilò la mano in tasca e ne estrasse un piccolo ciondolo a forma di cuore.

Il platinato la restò di sasso quando gli prese una mano e gli posò sopra quel monile d’argento.- cosa fa?!-

-prendilo tu, giovanotto. Io non ci faccio più niente con questo.-

-non posso accettare... potrei... potrei pagarglielo.- propose Sephiroth, con slancio.

La vecchina sorrise.- non ce n’è bisogno. Questo me lo regalò mio marito il giorno che ci siamo fidanzati. L’ho portato fino alla sua morte, e ormai non ci faccio più niente.- disse, gentilmente.

Sephiroth strinse il ciondolo nella mano, in imbarazzo.- ma se è così importante per lei...-

-voi giovani siete la forza del domani.- disse la vecchina, con energia.- e guarda... questo ciondolo si separa in due parti. Una metà la tieni per te, l’altra la dai alla tua fidanzata!-

-la ringrazio signora. Ma è sicura che non sia un problema per lei?-

-giovanotto, ho centodue anni, ti pare che per me faccia differenza, averlo oppure no?- e detto questo, s’immerse nei suoi pensieri, con un sorriso nostalgico sulle labbra.

Sephiroth la guardò, stupito.

Allora esistevano molte più persone buone di quanto pensasse.

-non so come sdebitarmi.-

-promettimi che proteggerai la tua fidanzata da qualunque cosa, va bene? Ah, l’amore è così bello... è un sentimento così forte che non muore mai.-

 

*

 

Le luci, a casa di Cloud, erano accese.

Dentro, Zack e Cloud consumavano una cena ordinata al ristorante, in silenzio.

Zack pensava ad Angeal, a dove poteva essersi cacciato e Cloud lo guardava con la coda nell’occhio, consapevole di quanto il moro fosse preoccupato per il suo maestro.

A un tratto, parlò.- Stavamo pensando di fare una cena dopo la Midgar Cup.- gli disse, cercando di buttare il discorso su qualche argomento frivolo.- noi, Sephiroth, Genesis...- dovette fermarsi perché Zack aveva emesso un gemito.

-grazie per averci provato Cloud.- gli disse, con un sorriso cupo, mentre lasciava le posate sul tavolo e si alzava, facendo scricchiolare la sedia.- non ho fame. Credo che me ne andrò a dormire...-

Il biondo si alzò a sua volta e lo fissò.- questo non sei tu, Zack.-

-come?- chiese il moro, perplesso.- che vuol dire?-

Cloud arrossì di colpo e aggiunse:- quello che ho detto. Il mio Zack non si arrenderebbe mai. Continuerebbe a essere ottimista come sempre.-

-al telefono non risponde, a casa non c’è, non è andato a scuola... non lo vedo da sabato. Io temo... temo che gli sia successo qualcosa di brutto.- disse, con gli occhi che si facevano lucidi.

-Zack...-

-mi spiace, ma proprio non ce la faccio. Non so cosa gli passi per la testa, e l’ho visto così strano, quella volta... che amico sono stato?! Dovevo aiutarlo, e invece l’ho ignorato!-

-non essere così duro con te stesso.- gli sussurrò Cloud.

Il moro scrollò il capo.- avrei dovuto insistere!- gridò, battendo un pugno sul tavolo, facendo tintinnare piatti e bicchieri.- dovevo insistere!-

Cloud fece il giro della tavola e gli si avvicinò, allacciandogli le braccia alla vita.- tu sei un ottimo amico.- gli bisbigliò all’orecchio.

Zack si strinse a lui e affondò il viso nei suoi capelli biondi.- no. Non in questo caso.- disse, uscendo dalla cucina.

-perché ci tieni così tanto?- gli corse dietro Cloud, leggermente infastidito.

Il moro era entrato in sala e si era gettato sul divano, il viso nascosto tra le mani.

-Angeal è abbastanza grande da poter badare a se stesso.- gli ricordò Cloud, in tono asciutto.- e sicuramente è in grado si risolvere un problema. Perché ti disperi così? Hai detto che non c’è niente  tra voi due, a parte amicizia...-

-tu non lo conosci come lo conosco io, Cloud.- gli rispose Zack, alzando leggermente il viso.- il suo comportamento ai miei occhi è più che sospetto!-

-può darsi che domani torni a scuola.-

-non ci spero.-

-Zack.-

Il moro rimase in silenzio, a guardare Cloud che gli si avvicinava e gli posava una mano sul viso e si chinava a baciarlo. Lasciò che le labbra del biondo s’incastrassero con le sue e rispose al bacio che, dapprima dolce e lento, si fece rapidamente più energico e appassionato.

Zack prese il volto di Cloud tra le mani e lo spinse delicatamente all’indietro, adagiandogli la testa sui cuscini.

Era da un po’ che ci pensava.

Il biondo lo guardò negli occhi per un po’, poi si lasciò baciare da Zack.

-Cloud, io...- era Zack che parlava sottovoce.

Il suo tono era caldo e dolce e allo stesso tempo eccitato.

-volevo chiedertelo... ma se non sei pronto...- aggiunse, in tono sommesso.- non ti forzerò Cloud... non voglio forzarti.-

Il biondo socchiuse gli occhi e sentì il respiro di Zack lieve sulla pelle, il contatto con il suo corpo gli dava uno strano brivido dietro la schiena e l’unica cosa che voleva era che il moro lo baciasse.

Voleva i suoi baci.

E ora voleva anche il suo corpo. 

-Zack... sono pronto... con te... sono pronto.-

 

*

 

-la ringrazio, signora Crescent.-

-mi raccomando... quegli appunti devono rimanere nascosti!-

-non si preoccupi, non è mia intenzione farli leggere a nessuno. Sono troppo pericolosi.-

-sono contenta che almeno tu lo capisca, Angeal.-

Il moro era leggermente immerso nell’ombra serale che proiettava un albero dalle alte fronde sull’erba della villa di Hojo.

Lucrecia, davanti a lui, si guardava intorno, circospetta.

-mi spiace per Vincent Valentine.- disse Angeal, dopo un attimo di silenzio.

-ha rubato lui quegli appunti.- gli spiegò Lucrecia, a bassa voce.- mio marito l’ha ucciso. Io... non ho potuto evitarlo ma... mi sento colpevole...-

“Se solo avessi accettato di fuggire con lui...”, pensò con rimorso, “tutto questo non sarebbe successo.”

Angeal non aggiunse altro.- vada a casa, ha fatto già troppo per me.-

-stai attento.- lo ammonì Lucrecia.- ho trovato una lettera di Shinra nell’ufficio di mio marito. Sembra che vogliano ucciderti.-

-beh, hanno poca fantasia.- replicò ironico il moro, mentre usciva dal cancelletto del giardino.

Lucrecia abbassò lo sguardo.- in bocca al lupo.-

 

 

 

Angolino dell’autrice:

 

Eeeeeeh! Eccomi qua! Purtroppo, la sottoscritta autrice ha dovuto calare il sipario. U.u questioni di raiting, sapete com’è... non posso andare troppo oltre, altrimenti dovrei mettere un bel ROSSO.

Muahahaha... è che mentalmente sto ancora seguendo la scena... (scusate, anch’io ho un animo pervertito...)

*sghignazza*

È inutile, non riesco a riprendermi... *continua a sghignazzare*

Basta, meglio che risponda alle recensioni... *non la smette di sghignazzare*

 

Takari94: TI CHIEDO PERDONO! L’altra volta non ti ho risposto! Giuro che non l’ho fatto apposta, è che sono sempre di fretta durante la settimana! *cartello: PERDONO!*

Ah, sono proprio un’idiota... certe volte non so come faccio a fare questi errori così cretini... scusa ancora!

 

LadySnape: U.u Ho fatto delle “caricature” di personaggi in questo capitolo, che ne dici? Il povero Sephiroth se l’è vista brutta, per fortuna la vecchina...

 

Kairih: ih ih... spero che questo capitolo ti sia piaciuto... mi spiace non essere andata più a fondo con le descrizioni, ma... beh, ti lascio la scena all’immaginazione... XD

 

ChiyoChan8: Genesis tornerà tra poco. Spero che qualcuno lo aiuti a rinsavire... ^_^

 

RoseMari: ti ringrazio! Hai preso proprio il nodo di tutte e tre le coppie. Mi fa piacere! Comunque, neanche io sono una fan della Yaoi, ma la Clack mi fa impazzire! Non so perché... *_____* li adoro. Sono contenta tu che l’abbia apprezzata un po’ di più! E grazie ancora!

 

Tifa_heart: Uh uh... Tifa lo fa impazzire. Mi fanno tenerezza quei due... hanno un che di dolce...

 

P.s: l’idea del cuore è un po’ banale, ma date le circostanze l’ho trovata azzeccatissima. Anche il titolo che ho dato al capitolo lo sottolinea...Vai a capire cosa si inventa la mia mente bacata... però la vecchina è così... tenera! (adoro i vecchietti, non posso farci niente...)

Non ho mai apprezzato i simboli del suddetto tipo, ma la mia mente è aperta a tutto, soprattutto perché mi piaceva l’idea di un legame tra Sephiroth e Tifa. Boh... ditemi voi che ne pensate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** 13 - Ombre ***


13.

 

Uno... due... tre...

Cloud si era trovato a contare, chissà come.

In realtà, fino a poco prima stava dormendo profondamente, poi si era svegliato. Svegliato per un motivo abbastanza sciocco: aveva avuto un incubo.

Non doveva essere tanto grave, visto che  neanche lo ricordava, tuttavia, ora cercava di scrollarsi di dosso quell’orribile sensazione...

L’odore del sangue...

Strano sogno.

Troppo strano.

Si strinse meccanicamente al suo compagno, che ancora lo teneva stretto a se, circondandolo con le sue braccia nude e calde.

Zack dormiva, invece, con un’espressione di totale beatitudine sul viso.

Erano ancora le tre; inutile svegliarlo per parlargli di una cosa che neanche si ricordava, quindi appoggiò la fronte al suo petto e chiuse gli occhi, cercando di riprendere sonno.

Era così strano... quella pace... la notte fuori aveva l’aria di essere buia e fredda, invece sotto le coperte si stava estremamente caldi e comodi.

-Cloud...-

La voce assonnata e flebile di Zack aveva appena interrotto il silenzio.

-non dormi?-

-scusa.- mormorò Cloud, appoggiando di nuovo la testa sul cuscino, a pochi centimetri dal viso di Zack.

La mano del moro gli accarezzò l’avambraccio dolcemente.- perché?-

-un incubo.- rispose Cloud, vergognandosi di se stesso.

-stai calmo. Era solo un sogno.- sbadigliò Zack.- e comunque, non pensavo che avere un rapporto con me ti facesse venire gli incubi...- il suo tono era scherzoso, ma il nervosismo che aveva assalito Cloud gli impedì di notarlo.

Si morse il labbro.- non è quello!- esclamò.

Zack sorrise e gli spostò i capelli biondi dal viso, cercando di individuarne i tratti nel buio.-Era veramente così orribile?-

-non ricordo.- fece Cloud, avvampando.

-torna a dormire. Ci sono io qui. Che ore sono?- domandò.

-le tre.-

-mm...- bofonchiò Zack.- domani mattina c’à scuola.-

Il biondo si mosse appena, facendo frusciare le coperte.- fuori fa freddo.-

-probabilmente sì.- sussurrò Zack, in dormiveglia.- non ci pensare... qui si sta bene.-

-ti amo Zack.-

Un sorriso.- anch’io. Torna a dormire...-

...quattro...cinque...sei...

 

*

 

Tifa aspettava davanti al cancello della scuola, i capelli sciolti sulle spalle e la cartella in mano; aspettava Sephiroth, ma pensava a Zack. Chissà per quanto tempo sarebbe riuscita a tenergli nascosta la storia di Angeal.

I suoi occhi si spostavano irrequieti ovunque, fino a incontrare gli sguardi torvi che un gruppo di ragazze le stavano lanciando. S’irritò, ma resto immobile limitandosi a volgere la sua attenzione alla massa di studenti che stavano entrando in cortile.

Dedusse, forse dalla scritta “I Love Sephiroth” impressa sulle loro magliette, che erano fan del platinato, e si disse che era meglio ignorarle e ridere sulla faccenda.

Sephiroth era suo, nessuna ammiratrice glielo avrebbe portato via...

Due braccia alle sue spalle la avvolsero, e la voce profonda del platinato le parlò all’orecchio:- ho trovato il tuo regalo.-

Tifa sorrise e si lasciò abbracciare dal ragazzo.

- dì la verità: ti ha aiutato Angeal?-

Lui la lasciò, lievemente imbarazzato:- più o meno...-

-allora?- chiese Tifa, curiosa.

Sephiroth prese a frugare nelle tasche e ne estrasse il ciondolo cuoriforme che gli aveva regalato la vecchina il giorno prima.

Tifa guardò il pendaglio d’argento che le ciondolava davanti al viso e lo sfiorò con le dita.- ma...-

-guarda.- le ordinò Sephiroth, prendendo il ciondolo tra le dita e dividendolo in due.- si staccano... um... ecco. Tu prendi questa metà...- bofonchiò, porgendole una parte dell’oggetto.

-è...-

-so che non ti piacerà... ma secondo me...-

Un dito di lei corse alle labbra di Sephiroth, intimandogli di tacere.

-questo è il regalo più bello che qualcuno mi abbia mai fatto.-

Sephiroth abbassò gli occhi e farfugliò un confuso:- sì... è quello che si dice...-

-è quello che dico io.- sorrise Tifa, stringendo la sua metà nella mano con delicata forza.- è un regalo stupendo.-

Abbassò il dito e lasciò il platinato a riflettere, poi gli allacciò le braccia alla vita e lo strinse forte a se.

-tu porterai l’altra metà?- gli domandò.

Lui sciolse l’abbraccio e la guardò negli occhi.

-ovvio.-

-senza capricci?-

Il platinato fece una strana risata, a metà tra un sospiro e uno sbuffo, poi le posò le mani sulle spalle.

-niente capricci.-

Tifa si rallegrò, perché il suo sguardo sembrava sincero, quindi aggiunse:- allora facciamo così? Ognuno porta la sua metà... almeno finchè staremo insieme.-

Sephiroth annuì, ripensando alle parole della vecchietta.

Questo me lo regalò mio marito il giorno che ci siamo fidanzati. L’ho portato fino alla sua morte, e ormai non ci faccio più niente”

Gli sarebbe piaciuto che anche loro due vivessero insieme... doveva ammetterlo. Sentire la voce di Tifa tutti i giorni bacchettarlo, riprenderlo, riempirlo di attenzioni... lo faceva sentire finalmente meno solo, e la sua compagnia colmava quel grande vuoto che aveva nel cuore.

Era un tipo di affetto diverso dall’amicizia per Angeal e Genesis, qualcosa che lo faceva tremare, imbarazzare, emozionare e anche intimorire.

-ti è piaciuto fare shopping?- gli domandò Tifa, gioviale.- perché qualche volta potresti accompagnarmi!-

Sephiroth rabbrividì, tuttavia cercò di sorridere.

-oh... è stata un’esperienza... unica...- dichiarò, mentre ricordava le sue avventure con una certa angoscia.- travolgente, direi...-

Tifa sembrò felice e lo abbracciò, dopodichè guardò il ciondolo d’argento e fu scossa da una risatina.

Sephiroth la fissò. Meglio così, dopo tutta la fatica che aveva fatto...

Le sorrise e le posò una mano sulla testa, accarezzandole i capelli.

-stanno arrivando i tuoi amici.- la informò.- ci vediamo dopo...-

-hai da fare oggi pomeriggio?-

-vieni a casa mia.- le disse Sephiroth.- devo farti vedere una cosa.-

Tifa sbarrò gli occhi.- cosa?-

-sorpresa!- esclamò il ragazzo, allontanandosi.

Le labbra di Tifa si aprirono in un sorriso, “sembra che il suo umore sia migliorato.”, pensò soddisfatta.

Rivolse una smorfia alle ragazze del fan Club, che ancora la fissavano con sguardo ebete, e si avvicinò alla compagnia di amici.

Cloud e Zack erano ancora mezzi addormentati; Aerith ridacchiava senza tregua e Tseng la ammoniva con lo sguardo, benché si vedesse chiaramente che anche lui era tentato dal farsi due risate.

-che succede?- chiese allegramente Tifa, quando l’ebbe raggiunti.

Zack sbadigliò; Cloud fece uno strano verso.

Tseng baciò Aerith sulla fronte e si avviò in classe, sghignazzando.

Aerith si accostò a Tifa e ammiccò ai due ragazzi, dicendo:- qualcuno ha fatto le ore piccole. Molto piccole.-

Tifa le rivolse uno sguardo incerto, poi afferrò il concetto e spalancò le labbra e gli occhi:- oh... oh... oh oh oh!- rise.

Zack la fulminò con gli occhi, poi sbattè le palpebre un paio di volte e prese a fare flessioni sulle gambe.

-pronto per affrontare la nuova giornata!- proferì con energia.- prima ora: scienze!- il sorriso gli morì sulle labbra e il suo volto si oscurò.- l’assassino...-

Cloud gli allungò una gomitata, apostrofandolo:- Zack!-

Il moro alzò gli occhi al cielo e gli scompigliò i capelli:- andiamo! Ho affrontato ben di peggio nella vita!-

Aerith lo guardò:- tipo?-

-non lo diresti se fossi capitata agli allenamenti di scherma, il giorno in cui si esercitano anche Sephiroth, Genesis e Angeal!- spiegò Zack, scuotendo il capo.- cambieresti idea su molte cose... sono tipo... hai presente le mandrie di bufali, vero? Beh, moltiplicala per tre.-

Cloud rise:- oh, Zack...-

“Sembra che stia bene.”, pensò Tifa, sollevata, “Forse i giorni dei problemi sono finiti! Genesis tornerà a scuola, Angeal si farà di nuovo vivo... e Zack e Cloud sono fantastici insieme... Aerith sta con Tseng... l’umore di Sephiroth sembra nettamente migliorato! Sì, non c’è niente da temere! Si sta risolvendo tutto...”

 

*

 

 Angeal smise di camminare.

Aveva deciso di farsi una passeggiata per Midgar, ma se n’era pentito quasi subito, quando aveva percepito che qualcuno lo stava seguendo.

Improvvisamente, il cellulare prese a vibrare nella sua tasca, lo prese, guardò il numero e rispose:- Genesis!-

-ti stanno seguendo.-

Il moro fece una smorfia e ribattè:- me ne ero accorto.-

La voce di Genesis si fece più tranquilla.

-è Rufus Shinra. Ti segue a distanza.-

-e tu come lo sai?- chiese Angeal, riprendendo a camminare, nervosamente.

-lo so perché io sto seguendo lui.- disse Genesis, come se fosse scontato.- ha una pistola. Cerca di seminarlo, o di combatterlo.-

-sei scemo? Ha una pistola!- esclamò Angeal.

Genesis rise:- e allora? Tu sei un mostro!-

-smettila. Dimmi dove sei, piuttosto...- rimproverò il moro, guardandosi intorno.

Il rosso fece un attimo di pausa, poi il suo tono di voce calò notevolmente:- sono poco distante da te... ma non è una buona idea incontrarci.-

-perché?- insistette Angeal.

-non voglio cadere nella trappola di Shinra. Quello ci vuole morti... ed io devo trovare il dono della dea.-

-il dono della dea? Siamo arrivati a questi livelli...?-

-hai letto gli appunti di Gast?-

Angeal s’irrigidì:- come fai a...-

-lo so. Io... è complicato.- bofonchiò Genesis; sembrava imbarazzato.- ma non è questo il punto. Devi seminare Rufus Shinra. Resta in luoghi affollati o cercherà di ammazzarti. -

Il moro socchiuse gli occhi:- Mi recherò alla chiesa degli Slums.-

-cosa?! Sei pazzo?! Ho detto luoghi affollati!!- gridò Genesis, allarmato.- Angeal! Non provarci nemmeno! Ti farai ammazzare! ANG...-

Ma l’amico aveva già riagganciato e si era diretto di corsa verso i bassifondi.

 

*

 

-detto questo, credo che possiamo passare agli avvisi di carattere generale.- concluse Hojo, sedendosi dietro la cattedra e posando il gessetto su di essa con noncuranza.- come saprete, il suicidio di Vincent Valentine ci ha lasciato tutti alquanto spiazzati.-
-come no....- borbottò Zack, ostile.-vorrei vedere...-

-tuttavia, non potete certo rimanere senza insegnante di lettere; dunque il vostro nuovo professore sarà Reeve Tuesti.-

-il bibliotecario?- domandò Tifa, confusa.

-sì.- rispose Hojo, annuendo.- e vi prego di non essere confusionari come vostro solito.- e così dicendo guardò un certo gruppetto che ghignava tra le ultime file.- altra cosa: mancano due settimane precise alla Midgar Cup. È stata leggermente anticipata per motivi di carattere... puramente formale.-

“Mi piacerebbe sapere questi motivi”, pensò Tifa, sospettosa.

-comunque, l’avviso a tal riguardo è stato esposto in bacheca. Se qui dentro ci fosse qualche partecipante... Fair e Strife, giusto?.. andate ad informarvi.-

Tifa si girò verso i ragazzi e gli fece l’occhiolino.

-infine...  volevo dire che portare pon pon, tamburi, trombe eccetera, sarà vietato per tutto lo svolgimento della Midgar Cup. Vi ricordo che la palestra non è uno stadio, e in quanto tale, qualsiasi coro e incitamento troppo rumoroso, sarà stroncato dal sottoscritto. Vi avviso adesso, in modo da evitare qualsivoglia disguido al riguardo.- aggiunse, con gli occhi che brillavano di una luce pericolosa.

Qualcuno brontolò, ma non osò ribattere nulla, al massimo si levò qualche “uffa!” di delusione e di amarezza.

Evidentemente, molti si erano già organizzati per fare ciò che Hojo aveva appena proibito.

-oh, che antipatico.- sbuffò Tifa, arrabbiata.- ed io che volevo fare un tifo sfegatato... avevo preparato anche i cartelli...-

-non penso che i cartelli siano proibiti.- osservò Aerith, incerta.

-vuoi scommettere?-

-ebbene sì, Lockheart, i cartelli sono proibiti.- rispose la voce glaciale di Hojo.

“Ma come diavolo ha fatto a sentirmi...?!”, pensò Tifa, sussultando.

Hojo aprì il registro e sorrise.

-vediamo un po’.- disse, cambiando argomento.- i vostri voti in scienze sono veramente penosi. Io non so cos’abbiate in testa, ma se non iniziate a studiare seriamente, quest’estate avremo un maggiorato afflusso di gente rispetto all’anno passato.- sorrise, malevolo.- adesso sta per suonare la ricreazione e non ho tempo; domani farò un’interrogazione a tappeto, quindi preparatevi.-

Cloud si riscosse solo al suono della campanella e si guardò intorno, perplesso:- eh?-

-...quaranta...cinquanta... devo studiare sessanta pagine!- esclamò Zack, con voce strozzata.- sono... sono un’ infinità!-

-guarda che non hai contato le sette che ha spiegato oggi...- lo corresse Tifa, sfogliando il libro di scienze.- sono sessantasette.-

-settanta, se contiamo tutti gli approfondimenti.-  si intromise Aerith.

Il biondo lo fissò.- oggi pomeriggio possiamo studiare scienze insieme...-

-uff... oggi pomeriggio avevo intenzione di andare a stanare Angeal...- grugnì Zack, avvilito.

-cosa?!- squittì Tifa, colta alla sprovvista.

Zack le rivolse un sorriso raggiante.

-ieri sera una persona mi ha fatto capire che non devo abbattermi! Lo cercherò e lo troverò! Anche a costo di girare per tutta Midgar!-

Tifa farfugliò qualcosa d’indecifrabile e gli diede le spalle, iniziando a scarabocchiare sul libro di scienze, agitata.

Aerith la guardò di sfuggita, poi si rivolse al moro:- se vuoi, posso aiutarti.-

-sarebbe fantastico!-

-a questo punto mi unisco anche io.- disse Cloud, piano.

Zack gli scoccò un bacio sulla fronte e gli scompigliò i capelli:- ah, sei il migliore Cloud!-

-tu vieni, Tifa?- chiese Cloud.

Lei scrollò il capo:- mi spiace, ma oggi pomeriggio ho da fare...devo vedere Sephiroth.-

Aerith la guardò, preoccupata:- non vorrei dirtelo... ma da quando stai con lui sembri più... um... tetra.-

-ma no! Cosa stai dicendo?! Io tetra?! Ma figuriamoci!- rise nervosamente Tifa, muovendo le mani freneticamente.

“Non vorrei nascondere niente ai miei amici ma... questo segreto non mi appartiene e dunque... dovrò tenerlo per me.”, si disse, sprofondando nello sconforto.

Zack si alzò di scatto, rovesciando la sedia all’indietro:- vieni Cloud! Andiamo a informarci per la Midgar Cup! Non vorremo arrivare ultimi!-

Il biondo annuì e rimise a posto la sedia di Zack, mentre quest’ultimo correva in corridoio, pieno di energie come al solito.

La mano di Aerith si posò su quella di Tifa e la strinse.

-sei sicura di stare bene?-

Tifa sorrise e reclinò il capo di lato.- ceeerto.-

Gli occhi verdi della castana la indagarono a fondo, poi Aerith replicò:-non sembra. Ti ha fatto qualcosa Sephiroth?-

-no, no! Lui è fantastico! Un po’ lugubre... ma a questo possiamo rimediare.- e ammiccò all’amica. -Questa mattina mi ha regalato questo ciondolo... dovrò farci una collana.- spiegò, cercando di svicolare la discussione che sapeva, la castana stava per affrontare.

Aerith sembrò sollevata.

-mi raccomando...- disse, in tono apprensivo.- cerca di stare attenta, ok?-

-sono attentissima.- rispose Tifa, alzandosi.- vieni! Andiamo dagli altri!-

 

*

 

-tu devi essere impazzito, vecchio mio.- commentò Genesis.

Angeal, che fino a poco prima stava guardando i fiori che crescevano nella chiesa, si voltò e guardò il rosso che avanzava verso di lui, il passo stanco e gli occhi vacui.

-come mai sei venuto?- chiese il moro, curioso.

Genesis si fermò e rispose:- perché sei disarmato. Dove hai lasciato la Buster Sword?-

-a casa di Sephiroth.-

-ah, allora è li che alloggi?- domandò il rosso, trafiggendo l’amico con lo sguardo.- dovevo immaginarlo. Tuttavia... pensavo che avessi capito l’importanza della nostra missione. Credevo avessi compreso che il nostro compito è adempiere alle volontà dei nostri creatori. I mostri conquistano il mondo, amico mio, o in alternativa lo distruggono.-

Angeal sospirò profondamente.

-oggi ho lasciato la Buster Sword perché voglio godermi questa giornata senza pensare alle mie condizioni. Sephiroth è stato gentile a ospitarmi.-

Genesis sorrise, malevolo, poi soggiunse:- sai cos’è Sephiroth?-

-ho dato una letta agli appunti di Gast.- confessò Angeal, con una sfumatura di imbarazzo.- io pensavo... in effetti, Jenova non è un nome che si sente spesso.-

-era quasi scontato che sua madre e l’alieno fossero collegati.-

-dove hai lasciato Hollander?- chiese Angeal, cambiando argomento.

-oh... l’ho legato a un palo della luce.- scherzò il rosso, ironico.- non preoccuparti per lui. Piuttosto... ti avevo detto di scappare da Shinra, mi pare!-

Angeal non gli staccò gli occhi di dosso, mentre l’amico gli si avvicinava con passo svelto.

-io non voglio scappare.- proferì il moro, deciso.- io voglio la vendetta, Genesis... però... voglio anche che qualcuno mi fermi.-

Genesis s’irrigidì.

-cosa stai farfugliando?!-

-a quello posso pensarci io.- s’intromise una voce.

I due amici si voltarono verso il portone d’entrata, davanti al quale Rufus Shinra, armato di pistola, li squadrava con incredibile calma.

-questo è colpa tua, vecchio mio.- commentò Genesis, in tono sarcastico.

-allora... Hewley e Rhapsodos. È un piacere vedervi ancora.- disse Shinra, caricando l’arma. –come mai non vi si vede più?-

Il rosso gli rivolse un’occhiata di sfida.

-non far finta di non saperlo...-

-Genesis!- lo riprese Angeal, posandogli una mano sul braccio.- smettila.-

Rufus Shinra sogghignò.

-ascolta il tuo amico, Rhapsodos, perché mi spiace dirvelo ma... non uscirete da qui dentro.-

Il rosso sorrise, beffardo, poi strinse gli occhi e rispose: - Quando la guerra delle bestie porterà la fine del mondo, la dea scenderà dal cielo. Ali di luce e oscurità si dispiegheranno. Ella ci guiderà verso la felicità, il suo dono eterno. La leggenda racconterà di sacrificio alla fine del mondo-

-cosa...?- chiese Rufus, sbalordito.- che vuol... – poi capì.- Loveless? Di nuovo.-

-non capisci che tuo padre ti controlla?- domandò Genesis, tagliente.- un po’ come controlla Hollander e Hojo... e noi due.- disse, accennando ad Angeal.

Rufus digrignò i denti, ma non negò nulla.

-da quando hai messo piede in quella scuola tuo padre non fa altro che controllarti per pedinare noi.- proseguì il rosso, allargando le braccia.

-non importa!-

-GENESIS!-

Esplose uno sparo; dalla canna della pistola partì un proiettile che Genesis deviò con la spada; Angeal era rimasto pietrificato; Rufus Shinra sparò di nuovo.

Genesis schivò il proiettile, corse verso di lui, lo disarmò con un gesto fulmineo, lo rovesciò a terra, si sedette prontamente sulla sua schiena, gli bloccò il braccio dietro di essa, sfoderò la spada e gliela puntò al collo.

-stai calmo.- intimò Genesis.- non c’è bisogno di agitarsi tanto.-

Rufus ringhiò un’imprecazione contro il rosso.

-noi mostri siamo pericolosi.- borbottò Genesis.- Quando la guerra delle bestie porterà la fine del mondo, la dea scenderà dal cielo. Ali di luce e oscurità si dispiegheranno. Ella ci guiderà verso la felicità, il suo dono eterno. La leggenda racconterà di sacrificio alla fine del mondo.-

Angeal raccolse la pistola di Rufus e la osservò a lungo, in silenzio, poi chiese:- cosa vuoi fargli?-

-và via, Angeal.- rispose Genesis, con calma.

-cosa gli farai?!- ripetè il moro, scandendo bene le parole.

Genesis voltò la testa verso l’amico e gli gridò:- vattene via! Poteva ucciderti!-

“Ma sentilo...”, pensò Angeal, indispettito, “E dire che un tempo ero io che lo rimproveravo...”

-tanto succederà prima o poi.- sogghignò Rufus.

Il rosso lo schiacciò a terra con forza.

-stai zitto tu. Angeal!-

-io...- esitò il moro, incerto.- cosa intendi fare... tu...?-

-non sto più scherzando.- soffiò Genesis, minaccioso.- vai via. Te l’ho già detto: se vuoi fermarmi, devi uccidermi.-

L’ultima affermazione di Genesis fece scoppiare a ridere Rufus, che venne prontamente zittito dalla spada del rosso, che si avvicinò pericolosamente alla sua pelle.

Angeal tacque.

-decidi: o te ne vai o mi affronti.- lo incalzò il rosso.

-e va bene. Fai come ti pare.- disse Angeal, demoralizzato.

Genesis annuì:- bene. Rimane da recitare l’atto finale di questa storia, Angeal. Tu che parte farai? L’eroe... o il mostro? Decidi in fretta, perché non rimane molto tempo. E Sephiroth?-

-non sa niente. Quasi niente.- puntualizzò Angeal.

Il rosso sorrise malevolo.- ovviamente.-

-mancano due settimane alla Midgar Cup.- lo informò Angeal, mentre lo oltrepassava e si dirigeva all’uscita.

-grazie di avermelo detto.-

-arrivederci, Genesis.-

 

*

Lucrecia era appena entrata nell’ex-ufficio di Vincent e si era seduta dietro la scrivania.

Ricordò tutti i momenti che aveva passato con lui con nostalgia e rimorso, poi pensò alla sua vita con Hojo.

Le aveva sottratto suo figlio e lo aveva reso un pericolo per l’umanità.

Nascose gli occhi dietro una mano e sospirò.

Hojo aveva ucciso Vincent... e non aveva alcun rimorso.

Aveva cercato nel suo ufficio qualcosa che lo legasse all’omicidio, ma sembrava che Hojo avesse nascosto ogni traccia del misfatto, anche grazie al prontissimo aiuto del preside e alla corruzione di alcuni ufficiali.

Lucrecia abbassò gli occhi sulla lettera che aveva in mano, o meglio, sul frammento della lettera che aveva trovato nell’ufficio del marito.

...quindi dobbiamo passare al piano di riserva. Prendi il ragazzo – Shinra”
Era piuttosto enigmatica, ma Lucrecia era quasi sicura che parlasse di Sephiroth.

Altrimenti, a quale altro ragazzo poteva far riferimento?

 

 

 

Angolino dell’autrice

 

Salve! Ahem... che dire... direi che in questo capitolo sono stata piuttosto pigra con le descrizioni... *si nasconde* ...lo ammetto...

Beh, non ho particolari commenti da fare... a parte che la storia si sta avviando verso la conclusione, infatti, dopo il prossimo capitolo farò un salto avanti nel tempo, arrivando direttamente al tanto atteso torneo!

E adesso rispondo alle recensioni... (è una settimana che non connetto, quindi perdonatemi... colpa della fine del quadrimestre... non ribatto.)

 

RoseMari: I commessi sono terribili! Alcuni sono dei veri e propri “Soggetti”, a mio parere... U.u  per quanto riguarda la tua fantasia non sei andata troppo lontano dalle mie intenzioni; ottima interpretazione ^_^

Ti ringrazio molto per aver recensito! Mi fa veramente piacere! (sto diventando ripetitiva... forse dovrei inventarmi una nuova frase... um...+.+)

 

LadySnape: oh oh! Spero che tu non sia rimasta delusa da questo capitolo... =.= A me non convince tanto... boh... Ripeto! Se hai consigli/suggerimenti/osservazioni sulla morfosintassi eccetera, fammeli presente! ^_^

 

TaKari94: Per fortuna! Sai, sono sempre sbadata, ma questi ultimi tempi più che mai... sarà che ho la testa tra le nuvole, ma quello non è una novità! XD

 

ChiyoChan8: è l’inesperienza di Sephiroth... Eh eh... un Sephiroth truccato è il massimo! Poverino, l’ho trattato come una bambola, in quel capitolo! Ed ecco il ritorno di Genesis! Anche se per averlo del tutto in scena mancano un paio di capitoli.

 

Tifa_heart: minimo! Muahahaha! Bisogna avere anche un piano C: Uccidere il commesso Muahahaha (ok, questi sono chiari segni di pazzia... [il mio lato omicida tende ad avere il sopravvento XD])

 

Kairih: *sorrisetto* essendo una fan del Clack all’ennesima potenza... eh eh eh... ok, la smetto... anche se mi è difficile concentrarmi quando... lasciamo perdere *si nasconde*

Viva le vecchine! (ecco il mio lato tenero... che torna di nuovo in superficie)

 

PS: non fate caso al titolo di questo capitolo; il mio cervello (come sempre, ma stavolta più del solito) ha iniziato a fare collegamenti ingarbugliatissimi che servirebbe un’intera One-Shoot per spiegare...

 

Inoltre, oggi colgo l’occasione per ringraziare coloro che seguono o che hanno aggiunto ai preferiti! Eccoli qui!

 

 

Seguiti

 

alice_maya

ChiyoChan8

DarkFaxas96

Eternal_Daydreamer

Kairih

LadySnape

lenina blu

Lilian Edwards

Namine23

Ranchan

RoseMari

sesshoyue

Shiva Fuyu

TaKari94

Tifa_heart

 

 

Preferiti

 

agentekuruta

DarkFaxas96

Esha

Eternal_Daydreamer

H a c h i

HighWind90

lalli_L

lenina blu

Namine23

Ranchan

RoseMari

thembra

yukino_lang08

 

e ovviamente, quelli che recensiscono; è un incentivo per me ad andare avanti anche quando la voglia scarseggia...

 

UN SUPER ABBRACCIO  A TUTTI!

*scappa*

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Capitolo 14
*** 14 - Ricatto ***


14.

 

Dopo pranzo Angeal si era fermato davanti ad una finestra della sala, a contemplare il viottolo adiacente alla villa di Sephiroth con aria lugubre.

-Angeal, non mi avevi detto che oggi saresti andato a Midgar.-

Il moro si voltò verso Sephiroth, appena sceso dalle scale che conducevano al piano superiore e ora fermo sull’ultimo gradino, a guardare Angeal con aria incerta.

-credevo non t’interessasse.- rispose il moro alzando le spalle.- ho soltanto fatto una passeggiata fino agli Slums. Volevo vedere quella chiesetta di cui Zack parlava tanto...-

Sephiroth si mise seduto sullo scalino, con aria stanca.- dovrei sentirmi offeso?-

-eh?- domandò il moro, confuso.- in che senso...?-

-credevo mi reputassi molto più furbo.- osservò Sephiroth, in tono asciutto.- ormai ti conosco abbastanza bene da capire che nascondi qualcosa.-

Angeal soffocò una risata in un colpo di tosse.-sì... beh, ho incontrato Genesis.-

Il platinato lo perforò con lo sguardo.-Genesis è tornato?-

-è qui a Midgar. Rufus Shinra ci ha attaccati nella chiesa e lui l’ha messo fuori combattimento...-

Sephiroth si alzò di scatto e si portò velocemente vicino ad Angeal, guardandolo con occhi penetranti.- Rufus Shinra vi dà la caccia?!- esclamò, indignato e sorpreso.

-diciamo di sì...-

-perché?- chiese Sephiroth, cercando di nascondere l’impazienza che filtrava attraverso la sua voce.

Angeal lo rimproverò con lo sguardo.- avevi detto che non avresti fatto domande.-

-ma...- Sephiroth si morse il labbro e strinse i pugni, cercando di reprimere il desiderio di sapere ogni dettaglio.- hai ragione. Io mantengo la mia parola...-

-bene.- rispose Angeal, in tono piatto.- in fondo non è neanche nulla di interessante.-

“come no.”, pensò Sephiroth, irritato da tutto quel mistero. “E allora perché cerchi di tenerlo nascosto?”

Sephiroth rimase in silenzio, sotto gli occhi inquisitori di Angeal, che intanto sperava non gli fossero più fatte domande.

-Tifa arriverà tra poco.- lo informò il platinato, con voce sommessa.-se vuoi, puoi farti un’altra passeggiata.-

Angeal fissò l’amico.-mi spiace.- gli disse, poi gli posò una mano sulla spalla.-davvero.-

“Dispiace più a me”, lo corresse mentalmente Sephiroth, con lo sguardo rivolto al pavimento, “Ma in fondo che importa...?”

Il campanello suonò insistentemente, interrompendo il silenzio che si era creato tra i due amici; Angeal sorrise.- credo che sia la tua bella.- commentò, per poi avviarsi verso l’ingresso.

Sephiroth rimase immobile fino a quando Tifa non irruppe nel salotto, allegra come sempre.

-ciao!- esclamò, gioviale, sventolando la collana con il ciondolo, soddisfatta.- l’ho messa, vedi?!-

Sephiroth annuì.- non sono mica cieco.- obiettò.

Tifa sorrise.-pensavo di sì, invece.-

-io vado.- si intromise Angeal, di umore lievemente migliore.- mi sgranchisco le gambe e torno per ora di cena...-

-Angeal!- lo richiamò Tifa, prima che uscisse dalla casa.- Zack ti sta cercando. Probabilmente è in giro per Midgar...-

Il moro sorrise flebilmente.- grazie dell’informazione.-

-di niente...- mormorò Tifa, mentre la porta si chiudeva.- sbaglio o mi è sembrato un po’ strano?-

-Genesis è a Midgar.- le riferì Sephiroth, con nonchalance.

Tifa sgranò gli occhi.- qui?! E allora perché non si fa vivo?!-

Sephiroth abbassò gli occhi.- non so.-

-lasciamoli stare.- brontolò Tifa.- pensiamo a noi! Cosa dovevi farmi vedere?!-

-vieni con me.- ordinò il platinato, prendendola per mano e trascinandola sulle scale.

-è un altro segreto?- chiese Tifa, con un sorrisetto.- dì la verità, hai una doppia identità e non vuoi farmelo sapere?-

Arrivarono sul pianerottolo e Sephiroth imboccò il corridoio a sinistra, fino a raggiungere una porta chiusa, in fondo ad esso.

-e questo è il tuo laboratorio segreto, scommetto.-

Sephiroth le lanciò un’occhiataccia.- e se così fosse?-

-sarei la ragazza di un super eroe!- esclamò Tifa, gioviale.- la cosa m’intriga!-

Lui rimase a guardarla qualche secondo, poi si abbandonò a un sorriso stiracchiato.- allora rimarrai delusa.-

-peccato.- borbottò Tifa, scherzosamente.- fammi vedere cosa c’è dietro questa porta dei misteri, uomo indecifrabile...-

-indecifrabile io?- domandò Sephiroth, sfilando una chiave dalla tasca.

-imperscrutabile.- aggiunse Tifa, alzando un dito.

-non è vero.-

-non mi dici mai niente.- obiettò la ragazza.

Sephiroth bofonchiò qualcosa, poi infilò la chiave nella serratura e la girò tre volte, mentre Tifa chiedeva:- sto dicendo una stupidaggine?-

-sì.- rispose lui, ostinato, per poi dare una spinta alla porta di legno con un gesto stizzito.

La ragazza sorrise, compiaciuta:- allora dovrai svelarmi i tuoi segreti.-

Il platinato sbuffò e le fece segno di entrare.-prima le signore.-

-io non sono una signora!- protestò Tifa.-signorina, semmai.-

-entra senza tante storie.- replicò Sephiroth, soffocando una risata in un grugnito.-possibile che con voi donne non si possa mai parlare...?-

Tifa si guardò intorno; quella stanza quadrangolare era completamente vuota, a parte una libreria instabile e uno scaffale accostato alla parete di fronte, i cui vetri proteggevano alcuni oggetti per non permettere alla polvere di avere il sopravvento su di essi.

La finestra rettangolare dava su un ampio balcone che si affacciava nel giardino situato nel retro della villa, dove l’erba incolta si ergeva verso l’alto per cinquanta centimetri.

Sephiroth curava poco quel giardino, e l’impressione di Tifa, ovvero che quella casa fosse troppo grande per una persona sola, si rafforzava sempre di più, facendola sentire triste per il suo padrone.

I vetri della finestra erano, a dispetto della libreria impolverata, completamente tirati a lucido e anche il parquet del pavimento era lindo e ben tenuto.

Tifa si avvicinò alla libreria e lesse un paio di titoli di sfuggita, mentre Sephiroth apriva la finestra e lasciava passare aria.

-questa stanza a cosa serve, precisamente?- chiese la ragazza, curiosa.

Il platinato indicò lo scaffale alle spalle di Tifa e lei trotterellò verso di esso, fino a riconoscere il nome della loro scuola sulle tante targhe che lo abitavano.

-ei!- esclamò, leggendo i titoli sulle lastre d’argento.- cui c’è il tuo nome!-

-sono quattro anni di scherma a scuola. Quattro anni di vittorie.- spiegò Sephiroth, raggiungendo Tifa.- le ho tenute qui dentro, per ricordo.-

-una stanza per quattro targhe d’argento?- fece Tifa, perplessa.

Sephiroth sorrise e aggiunse:- sono laccate, non è argento vero.-

Lei incrociò le braccia sul petto, poi diede una scorsa ai vari trofei. “Primo classificato: fioretto, primo classificato: sciabola, primo classificato: sciabola, primo classificato: fioretto... sembra che il mio Mr Simpatia ci sappia fare con ferri e daghe.”, pensò.

-rettifico: una stanza per quattro targhe laccate d’argento?- chiese, sarcastica.

-sembra strano, ma lì c’è tutto quello che sono.- rispose Sephiroth, senza guardarla.- se non sbaglio mi hai chiesto perché tiro di scherma, vero?-

Tifa arcuò le sopracciglia.- sì... ma è stato tanto tempo fa...-

“Dove vuole arrivare?”, si domandò la ragazza.

-non conosco i miei genitori, ma questo lo sai già. Io ho... sempre avuto l’impressione di meritare ciò che mi è successo.- mormorò, nel tentativo di riacquistare la sua solita calma.- quando ci siamo conosciuti, io, Angeal e Genesis, condividevamo questa passione per le armi e per il combattimento non solo con il fioretto, ma anche con spade vere.-

-ma è pericoloso!- esclamò Tifa, sgranando gli occhi.

Sephiroth sorrise.-non per noi. Genesis è sempre stato il tipo tutto pepe, io quello asociale e Angeal quello perfettino. Insomma, si stava bene insieme.-

-faccio scherma da una vita, Tifa... e forse è l’unica cosa che mi abbia reso felice. Attraverso di essa ho incontrato i miei amici, grazie ad essa mi sento finalmente libero. Quando affronto un avversario, non penso più a niente: è l’istinto a guidarmi.- cercò di spiegare Sephiroth, mentre posava gli occhi sulla sua mano sinistra.- penso di essere nato per questo. Per essere un campione.-

-la tua modestia è sorprendente.- commentò Tifa, imbarazzata da quell’improvvisa confessione.- dovresti anche pensare a qualcos’altro... ad esempio, potresti mettere queste tue abilità a servizio degli altri. Perché non entri nella polizia, o in qualche corpo speciale...?-

Il platinato fece una smorfia.- io...-

-hai appena detto di essere un campione, ma non servirà a niente, se non lo condividi con gli altri.- lo incalzò Tifa, in tono appassionato.- e tu ne hai tanto di talento.-

-sì... immagino sia così...- sussurrò Sephiroth socchiudendo gli occhi, mentre gli venivano in mente tutte le cose che aveva sospettato nei giorni precedenti.- oppure... se...- si bloccò, indeciso se continuare oppure fermarsi.

“Avanti, sputa il rospo!”, lo incitò mentalmente Tifa, con il cuore che iniziava a correre furiosamente. “Come pensi che possa aiutarti se non parli!? Stupido!”
Sephiroth strinse i pugni, indeciso.- ma... se... io fossi qualcos’altro?-

Tifa rimase di sasso, poi scoppiò a ridere:-oh, certo. Sei un alieno!-

-farebbe differenza?-

Lei smise di ridere e lo guardò dolcemente.

-ti piacerebbe avere un mostro accanto?- domandò Sephiroth, incerto.

-se il mostro sei tu, non farebbe alcuna differenza.- disse lei, reclinando il capo di lato.- e poi, Tifa Lockheart può sottomettere qualsiasi creatura.-

“Quanto è scemo.”, pensò lei, intenerita, “Pensa che se fosse diverso da com’è non lo amerei ugualmente? Però non c’è bisogno di fare tutti questi giri di parole.”

-il segreto che non voglio dirti... ha a che fare con una cosa del genere.- disse Sephiroth, senza scendere nei dettagli e raccontare la storia confusa del Mako. Sarebbe stato solo ridicolo dire: Angeal e Genesis pensano di essere stati modificati con l’energia Mako.

-segreto?- chiese Tifa, colta alla sprovvista.- credevo non volessi dirmelo.-

-sì, perché è più o meno quello che ho detto. Io credo di avere qualcosa che non va in me. Perché sono così forte? Non riesce a battermi nessuno, nessuno ci è riuscito e mai nessuno ci riuscirà. E se io fossi un mostro, Tifa?-

-sei scemo?- gli domandò lei, irritata.-ti sembrano cose da dire?!-

Sephiroth si spazientì e le diede le spalle, si avvicinò alla finestra aperta e uscì dal balcone, terrorizzato.

Tifa gli corse subito dietro.

-cosa vuol dire?!- quasi gridò.

Lui si voltò, sconvolto.- quello che ho detto! Hai sentito parlare dell’energia Mako?!-

-sì, ho letto  sul giornale.- boccheggiò Tifa.- ma... è stata una scoperta molto recente... no! Non dirmi che voi tre idioti...-

Sephiroth si appoggiò al parapetto e si portò una mano sugli occhi.- non sono idiozie! Spiegherebbe tante di quelle cose fin ora non sono riuscito a capire... –

Tifa lo affiancò e gli posò una mano sull’avambraccio.- cosa ti ha detto Angeal? Perché Genesis è andato via? Perché tu sei entrato nell’ufficio di Hojo?! No! Non mentirmi! Voglio sapere!- gridò.

-lui... ha parlato di un “progetto  G”, che ha denominato come “progetto Gilian”. La madre di Angeal si chiama Gilian.- bisbigliò Sephiroth, sconfortato e allo stesso tempo felice di non dover più nascondere nulla, di potersi disfare di quel peso enorme.

-quindi, lui pensa di essere modificato geneticamente.- farfugliò Tifa, sconcertata.- e da chi?-

-da Hojo... penso. È l’unico che abbia avuto accesso all’energia Mako oltre a Shinra...-

La ragazza sondò i lineamenti contriti di Sephiroth e scosse il capo, mentre stringeva la presa intorno al braccio del platinato.- e tu eri entrato nell’ufficio del professore per...-

-cercare qualcosa che mi desse informazioni.- completò Sephiroth.- ma poi tu...-

-non volevo esserti di peso.- disse Tifa, con rammarico.- ma permettimi di dire... che è una cavolata. Tutto quello che hai detto, è una cavolata.-

-quando abbiamo incontrato la moglie di Hojo, ricordi?-

Tifa annuì.

-sembrava spaventata di vedermi.  Anzi, era terrorizzata. Pensaci, non è assurdo come sembra! Si ricollega tutto a lui!-

-e ti reputi un mostro?!- chiese Tifa, con voce strozzata.- tu!? Se fosse anche lontanamente vero, il mostro sarebbe Hojo! Quello che secondo te ha fatto è illegale!-

Sephiroth la zittì con lo sguardo, mentre si strofinava gli occhi e tornava a guardare il pavimento.- se fosse la verità... se i miei sospetti fossero fondati... chi sarei io?-

-... tu...-

La mano di Tifa si mosse dal braccio di Sephiroth, scivolando sui suoi vestiti, arrivò fino alla spalla, poi al collo, dove brillava una catena d’argento. Tifa la tirò con delicatezza e portò alla luce il ciondolo da sotto la maglietta, poi rimase a contemplarlo, mentre la luce del sole vi si rispecchiava sopra.

Sephiroth rimase immobile e guardò a sua volta la metà del cuore che lei rigirava tra le dita.

-questa è una domanda facile.- disse Tifa, piano.-chi sei tu?-

-non è facile.-

-sì. Invece. Io lo so.- fece, in tono serio.- sei un saccente, antipatico, presuntuoso, lugubre giovane di Midgar, meglio conosciuto come Sephiroth, per tre volte miglior spadaccino della città. E chi lo sa? Forse del mondo!-

-quattro volte.- corresse Sephiroth, preso alla sprovvista.- e... aspetta!- scosse leggermente il capo, ma sorrise flebilmente.- non ti importa proprio niente, vero?-

-no.- rispose lei.- sei sempre antipatico. Sei sempre presuntuoso. Sei sempre lugubre. Sei tu, Sephiroth. Sei la persona che amo.-

-come hai fatto a innamorarti di me...?- chiese Sephiroth, dubbioso.

Tifa fece le spallucce.- l’amore è imprevedibile.-

-non t’importa?-

-la storia che mi hai raccontato mi sembra una grande stupidata, ma anche se fosse vero, no. Non m’importa. E perchè dovrebbe? L’importante è che tu non ti comporti come un mostro. Perché allora dovrai vedertela con me.-

Il platinato rimase in silenzio qualche istante, poi le posò le mani sulle spalle e la guardò attentamente.- ti ho detto tutto.-

-non ti senti meglio?-

-un po’.-

Tifa armeggiò con le due metà e le incastrò, formando il ciondolo completo.- guarda qua. Non so dove tu abbia trovato quest’aggeggio... è troppo sdolcinato per uno come te... ma lo adoro. Ti adoro.-

Sephiroth le baciò la fronte, poi scese con le labbra fino all’altezza di quelle di Tifa e le guardò, ammirato.- se mai qualcosa... o qualcuno... dovesse farti paura, vieni da me. Ti proteggerò io.-

-stanne certo.- mormorò Tifa.- non ti liberai mai di me.-

-sei proprio una provinciale.- sorrise lui, dopodichè incastrò le labbra con quelle della ragazza e la baciò dolcemente, mentre sentiva un forte brivido risalirgli la schiena.

La strinse a sé e le mise una mano tra i capelli, mentre aumentava il ritmo del bacio. Oramai lei era solo sua.

Solo sua...

 

*

 

-parla! Parla o giuro che non uscirai da questa chiesa!- gridò Genesis, inchiodando Rufus Shinra a un muro e stringendogli le dita attorno al collo come una morsa.

-non lo farei se fossi in te.- lo redarguì Rufus, cercando di liberarsi dalla presa del rosso.

-non provocarmi. Voglio sapere quali sono i veri piani di tuo padre! Perché creare dei mostri? A quale scopo?!- ringhiò Genesis, a pochi centimetri dal viso di Shinra.- e voglio saperlo ora...-

-quante cose vuoi, Rhapsodos? Il dono della dea, sapere le volontà di mio padre, le cellule di Jenova...-

Genesis digrignò i denti e con la mano libera sguainò la spada.-stà zitto!-

Rufus sorrise, qualcuno afferrò Genesis per una spalla, lo girò e gli mollò un pugno in faccia, cogliendolo di sorpresa e facendogli sfuggire la spada di mano.

-sei pazzo?!- gridò Zack.

-ti ringrazio, Fair!- ansimò Rufus, che intanto era stato lasciato da Genesis.

Genesis si guardò intorno, furioso.- dove hai lasciato i tuoi amichetti?-

-che importa?!- gli chiese Zack, con ansia.- perché l’hai aggredito?!-

-che importa?- lo scimmiottò Genesis, in risposta.

-ti ha dato di volta il cervello, per caso?! Dov’è Angeal?! Cosa ci fai qui?!-

-perché non te lo fai raccontare da lui?- chiese il rosso, indicando Shinra.- scommetto che te lo saprà spiegare meglio di noi...-

-noi?-

Rufus congiunse le sopracciglia e si portò più lontano possibile dal rosso, che barcollò all’indietro, ridendo.

-rispondimi!- esclamò Zack.- dov’è Angeal?!-

-a casa di Sephiroth, ma non per molto ancora.- rispose Genesis, fermandosi e ergendosi in tutta la sua statura.- forse se ne è già andato.-

Zack non capiva.- perché siete tutti così misteriosi?-

Genesis allargò le braccia, con aria sconsolata e malinconica.

-rispondi!-

-basta, Fair- lo richiamò Rufus, agitato.- se non vuole rispondere non ti dirà niente. Lascialo andare.-

-decidi di non rivelare la verità, Shinra?- gli chiese il rosso, arrabbiato.- ma se non lo fai tu sarà Angeal a farlo.-

-che verità?- s’intromise Zack.

Rufus imprecò sottovoce, poi cercò di ricomporsi e si schiarì la voce con un colpo di tosse, volgendo lo sguardo altrove.

-arrivederci, Zack.- disse Genesis,con cipiglio arrogante.- ci vediamo alla Midgar Cup!-

-no, non te ne andrai, invece!- lo contraddì Zack, con decisione.- prima dovrai dirmi tutto!-

-ZACK!-

La voce di Aerith che lo chiamava fuori dalla chiesa lo distrasse e diede l’occasione a Genesis di filarsela, seguito a ruota dal moro e da Rufus Shinra.

Quando Zack uscì, la scena che gli si presentò gli fece gelare il sangue nelle vene; anche Genesis si fermò davanti alla chiesa e spalancò gli occhi, sorpreso.

Angeal aveva appena mollato un pugno a uno sconosciuto mentre Aerith, in piedi dietro di lui tremava di paura tra le braccia di Tseng.

Non molto lontano dal trio di ragazzi, Cloud era stato preso in ostaggio da un uomo che lo trascinava a forza verso un’auto nera.

-Cloud!- gridò Zack, catapultandosi verso il biondo.- Cloud!-

Angeal lo afferrò per la maglietta e lo costrinse a fermarsi, gridando:- Stai fermo, testone! Ti spara!-

-non me ne frega niente!- replicò Zack, cercando di liberarsi dalla salda presa di Angeal, che lo teneva fermo dopo avergli passato un braccio attorno al collo.-lasciami! Lo ammazzo quello stronzo!-

Genesis corse verso l’amico ed entrambi si scambiarono uno sguardo attonito, mentre l’uomo imponeva a Cloud di entrare nella macchina e partiva con una sonora sgommata.

-ANGEAL!- gridò Zack.

-non li raggiungerai mai! Stai calmo!-

-CALMO?! CALMO?! L’HA RAPITO! E TU NON HAI FATTO NIENTE PER FERMARLO!-

Tseng strinse Aerith tra le braccia, cercando di tranquillizzarla.- non potevamo fare niente. Eravamo disarmati.-

Angeal lasciò Zack, che cadde in avanti e inciampò, finendo carponi sul terreno, ancora ansante dal tanto gridare e agitarsi.

-è inutile agitarsi.- disse Genesis, tranquillamente.- e poi... –

-chiudi il becco.- gli ordinò Zack, tagliente.- che ne vuoi sapere tu?!-

-sono arrivati in due! Ci hanno sparato addosso!- esclamò Aerith, stringendosi a Tseng.- per fortuna sono arrivati Angeal e Tseng!-

Zack si tirò su; sembrava disperato.- perché hanno preso Cloud?!- strillò, con voce strozzata.- perché?!-

Genesis voltò il capo.- chiediamolo a... ei, dov’è andato Shinra?!-

-maledetto, dovesse colpirmi un fulmine se lui non centra niente con questa storia!- borbottò Angeal, tra i denti.

-beh...- esordì Genesis, ritrovando il suo tono strafottente.- ad ogni rapimento corrisponde una richiesta di riscatto.-

Zack rivolse una smorfia.- e cosa vorrebbero in cambio?! Cloud è solo un ragazzo di campagna.-

Il cellulare di Zack emise qualche breve squillo.

-eccola.- commentò Genesis, interessato, ricevendo un’occhiataccia da parte di Angeal.

-è un messaggio...- informò Zack, malinconico.- vediamo un po’... o merd...- imprecò.

-cosa c’è scritto?!- lo incalzò Aerith, preoccupata nel vederlo impallidire.

-dice... Abbiamo rapito il tuo amico...-

-ma che perspicacia.- osservò Genesis, ironico.

-...se vuoi rivederlo vivo...- continuò Zack, sputando le parole a fatica.

-questa è una frase fatta.- replicò il rosso.

-lo fai finire?!- lo apostrofò Angeal.

Zack fece una pausa, poi deglutì e continuò.- devi uccidere Angeal Hewley.-

 

 

 

Angolino dell’autrice:

 

*si nasconde*

Dopo aver letto questo capitolo verrete a cercarmi per uccidermi, quindi prendo precauzioni in anticipo...

Comunque mi è piaciuto molto scriverlo, soprattutto per la SephirothxTifa... eh eh, le ha detto tutto.

E alla fine il colpo di scena! Cloud è stato rapito! Poverino! Chi lo salverà?!

Alla fine il biglietto trovato da Lucrecia parlava proprio del nostro amico biondo, non di Sephiroth... e Zack deve uccidere Angeal per liberarlo!  Cosa deciderà? Salvare Angeal o salvare Cloud?

*queste cose sono frutto della mia mente bacata*

Muahahaha! Scusate... (muahahaha!) xd

 

 

RoseMari: ah! Non bisogna aver paura di dire ciò che si pensa! Beh, Sephiroth e Tifa dopo quattordici capitoli sono diventati più intimi e dolci l’uno con l’altro; è la coppia principale insieme al CloudxZack e mi piacciono ogni capitolo di più. ^_^ grazie dei complimenti, sono veramente lusingata.  (Il libro di Zack avrebbe un successone)

 

Kairih: il prossimo capitolo inizierò direttamente con la Midgar Cup, tanto ormai non c’è più niente da raccontare... a parte la fine del povero Cloud *sniff*. Spero che qualcuno distrugga quel dannato preside prima che io, l’autrice, lo faccia prima dei personaggi! *grrr*. A proposito! Quando pubblicherai la tua nuova fic su ff 7? Sono proprio curiosa!

 

Tifa_heart: eh eh! Ti ringrazio tanto! Beh, mi piace mostrare il lato umano di Sephiroth, lo ammetto (in fondo anche lui è un uomo, no?!). Quindi ho pensato a qualcosa che per lui potesse essere importante, o comunque fonte di qualche sentimento... *ripeto: queste cose sono frutto della mia mente bacata*

 

TaKari94: xD eh, già. Spero non vorrai uccidermi per il rapimento di Cloud... le cose per Zack si sono messe veramente male... *scappa*

 

E con questo ho finito! Me la filo finchè sono in tempo... ringrazio i preferiti e chi si è aggiunto ai seguiti! Fatevi conoscere! Tico_Sarah è un’autrice molto socievole! (e pazza, ma questi sono dettagli)


AH, E BUON SAN VALENTINOOOOO!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** 15 - L'inizio Del Torneo ***


15.

 

-si prega gli studenti che parteciperanno alla Midgar Cup di recarsi immediatamente in palestra; gli altri potranno entrare soltanto all’inizio della seconda ora, previa autorizzazione dei propri insegnanti.-

 

Tifa appoggiò le spalle al muro e alzò lo sguardo al soffitto, dove c’erano gli altoprlanti. Era sgattaiolata via dalla propria classe pochi minuti prima per raggiungere l’entrata della palestra, aveva svoltato a destra e si era fermata davanti agli spogliatoi maschili.

-hai finito?!- esclamò, rivolta alla porta.

-non cominciare a seccarmi.- rispose la voce di Sephiroth, estremamente nervosa, mentre lui usciva sistemandosi i guanti della divisa da schermidore. Sotto braccio teneva la maschera, e in una mano il fioretto.

Lei sorrise.- qualcuno è di pessimo umore, stamattina. Credevo che non ti facesse paura questo torneo.-

Sephiroth abbassò gli occhi, abbattuto.- no. Non è questo.-

-pensa, io devo preoccuparmi per tutti.- disse Tifa, portandosi una mano su un fianco.- di te, di Zack, di Cloud... e quando una settimana fa è partito anche Tseng...-

Il platinato impugnò il fioretto e iniziò a prendere la mira su un bersaglio immaginario, muovendo il polso e facendo oscillare il filo metallico.- sì, è stata una sorpresa. Come sta la ragazza dei fiori?-

-è preoccupata.- rispose Tifa, in tono apprensivo.- lei... Aerith... è molto triste, ultimamente.-

Sephiroth si fermò e rimase a contemplare il volto della ragazza.- gli ultimi avvenimenti hanno scosso anche me, cosa credi? In queste settimane non ho fatto altro che allenare Zack, e... beh... ti posso garantire che Angeal non avrà vita facile. –

-in che senso?- chiese Tifa, preoccupata.

-è migliorato molto. Queste ultime due settimane, poi, non ha fatto altro che allenarsi... ti giuro che mi ha messo KO un paio di volte.-

Tifa ridacchiò.- ma dai...non eri il super campione?-

-è vero.- rispose Sephiroth, aprendosi nel suo primo, vero sorriso.- e ammetto che il titolo mi fa gola, ma... questi mesi ho scoperto qualcosa che...-

-aspetta! Non dirlo! Devo registrarti!- esclamò Tifa, mentre infilava le mani in tasca, alla ricerca del suo cellulare.

Sephiroth riprese il suo cipiglio ironico e gli diede un colpetto sulla fronte con le dita.- non ci provare.-

-uffa... questa sì che sarebbe stata un’intervista.- protestò Tifa, massaggiandosi il punto colpito.- senti... ma come mai il fioretto?-

-beh... per gli incontri preliminari della Midgar Cup si è sempre usato il fioretto. Soltanto per le finali si usa la spada.- rispose il platinato, porgendole l’arma.- non è certo la Masamune, ma...- s’interruppe; il suo viso s’oscurò e i suoi occhi si abbassarono improvvisamente.

-... che succede?- chiese Tifa, sorpresa da quel cambio di atteggiamento.- guarda che non puoi usare la Masamune in uno scontro di scherma! Taglieresti il tuo avversario in due!- rise.

-probabile.- disse Sephiroth, inspiegabilmente a disagio.- forse... è meglio che vada a chiedere chi sarà il mio avversario. Scusami...- e fece per andarsene dopo aver ripreso in mano il fioretto.

Tifa lo guardò, ansiosa.- Sephiroth...-

Lui si fermò.- che c’è?-

-mi hai... mi hai detto tutto?-

-sì.- rispose Sephiroth, in tono pacato prima di andarsene.

“Sono sicura che nasconde qualcos’altro”, pensò Tifa, mordicchiandosi un’unghia, “Maledizione...”

-ho una brutta sensazione, sai?- disse Aerith, comparsa improvvisamente alle spalle di Tifa, che sobbalzò.

-A...Aerith!- esclamò Tifa, nervosa.- che ci fai qui sotto? Gli spettatori possono entrare in palestra solo all’inizio della seconda ora! Manca ancora mezz’ora!-

La castana sembrava meno solare del solito, forse a causa della partenza improvvisa di Tseng.

Tifa ricordò chiaramente quando, sette giorni prima, il ragazzo l’aveva annunciata a tutti...

 

...

 

-che vuol dire “parto”?!- gridò Zack, battendo un pugno sul tavolo.

La sua voce riecheggiò in modo lugubre per tutta la cucina di casa Lockheart. In genere si ritrovavano tutti da Cloud, ma ora che l’abitazione del biondo era vuota, nessuno osava metterci piede.

Soprattutto Zack, preferiva tenere la chiave di quella casa come se fosse una reliquia, senza permettesi di entrarvi.

Tseng posò la tazza del caffè sul tavolo e scosse la testa.- calmati.-

-no che non mi calmo!- esclamò Zack, facendo il giro della tavola fino a raggiungere l’amico e guardarlo con occhi inquieti.- non c’è ragione per cui tu debba scappare!-

-non sto scappando- replicò Tseng, calmo.- tornerò presto.-

Aerith era rimasta di sasso, e Tifa le aveva subito afferrato la mano per darle un supporto.

Ma in fondo, Aerith era molto più forte di quel che appariva e sorrise a Tifa, che fu sollevata nel vedere che l’amica stava bene.

In un angolo, vicino al lavandino stava, in silenzio, il platinato Sephiroth a osservare la scena.

-diglielo anche tu!- fece Zack con enfasi voltandosi verso di lui.- diglielo che non deve partire! Abbiamo bisogno di lui!-

-no.- rispose Sephiroth, seccamente.- non abbiamo bisogno di lui. Tu hai bisogno di lui, Zack.-

Per il moro fu come ricevere un colpo in testa.- io...-

-Seph...- aveva iniziato a dire Tifa, sconcertata, ma il platinato la aveva subito zittita con un’occhiataccia.

-perché devi partire?- chiese Aerith, piano.

Tseng la guardò,  e per un attimo apparve molto più  triste di quanto stesse cercando di nascondere.- ho alcune cose da sbrigare.-

-oh, certo. Vorrei proprio sapere quali.- sbottò Zack, irritato dalle parole di Sephiroth.

-non posso dirvi nulla.- aggiunse Tseng, senza trovare il coraggio di guardare Aerith negli occhi.- fidatevi di me.-

-come ci siamo fidati di Genesis?!- esclamò Zack, al limite della sopportazione.- e io...-

Sephiroth si avvicinò a Zack e lo guardò dritto in faccia.- hanno rapito Cloud. Fattene una ragione. L’hanno rapito per motivi sconosciuti, ma l’hanno fatto; questo è un dato di fatto, Zack. E se vuoi rivederlo vivo...- e si curò di sottolineare l’ultima parola con molta attenzione-... devi uccidere Angeal.-

-come possono chiedermi questo...?- mormorò Zack, distrutto.-Tu non puoi capire!-

Sephiroth si limitò ad alzare le spalle.-forse.- rispose, in tono piatto.

-Cloud...- mormorò Zack, lasciandosi cadere su una sedia.- Angeal...-

Tifa rimase a fissare il platinato, sconcertata, ma lui accennò un sorriso nella sua direzione che la calmò.

-devi prednere una decisione al più presto.- commentò Tseng.- prima che comincia la Midgar Cup devi aver già deciso, perché Angeal userà armi vere.-

-no...- sussurrò Zack, dopo aver nascosto il viso dietro le mani.

Aerith e Tseng si guardarono, lei congiunse le sopracciglia, tristemente, poi sorrise e gli fece capire che non ce l’aveva con lui. In fondo, sarebbe stato via solo per poco tempo... doveva solo avere fiducia.

 

...

 

-ho una brutta sensazione.- spiegò la ragazza dagli occhi verdi, con calma forzata.- non posso spiegartelo... è una cosa che sento... e che non so esprimere a parole.-

Tifa le prese le mani tra le sue e sorrise.- vedrai che andrà tutto bene.-

-sono sette giorni che Tseng non mi chiama.-

-buongiorno, donzelle.- disse una terza voce, estremamente allegra.- spero di non aver interrotto nulla.- ridacchiò Genesis.

-che ci fai qui?- gli chiese Tifa, piuttosto sgarbatamente.

Genesis sorrise, furbetto.- voi cosa ci fate qui. Siete davanti allo spogliatoio degli uomini, gentili fanciulle. E per di più credevo che Hojo avesse proibito l’ingresso  fino alla seconda ora a chi non partecipa alla Midgar Cup.-

Aerith arrossì.- sì... ma...-

Il rosso iniziò a picchiettare a terra con il piede, poi si fece serio.- Tifa, devo parlarti.-

La ragazza ne fu sorpresa, quindi disse ad Aerith di lasciarla sola con lui.- tanto ci vediamo tra poco.- aggiunse, per cercare di giustificarsi.

Genesis attese che la castana salisse le scale che conducevano al corridoio principale, poi si rivolse a Tifa.- avete pià trovato il vostro amico?- chiese, un po’ ansiosamente.

-no.- rispose lei, sconsolata.- magari.-

-e quindi... è ancora valida la richiesta di riscatto.- fece Genesis, incerto.

-che t’importa?- chiese Tifa, con rabbia.- tu ci hai traditi tutti!-

-io?!- esclamò Genesis, una volta persa la calma.- non puoi parlare di ciò che non conosci!-

Tifa lo perforò con gli occhi.- può darsi. Ma ora guarda cosa sta per succere ad Angeal e Zack! Si ammazzeranno a vicenda!-

-non sono cose che mi riguardano!-

-beh, dovrebbero! Perché Angeal è tuo amico!-

Genesis rimase interdetto.-... io...-

-e se non sbaglio anche Sephiroth lo è.-

Il rosso fece una smorfia di dissenso.- amico? Con quella sua presunzione di essere il migliore... e poi perché? Perché è un mostro da laboratorio, Tifa! Ma tu questo non lo capirai finchè non lo vedrai agire come tale!- esclamò.

-non parlare così di lui!- obiettò Tifa, con veemenza.- non lo merita!-

Genesis sogghignò.- lo vedrai, mia giovane amica, lo vedrai. Perché tutti i mostri prima o poi vengono fuori.-

Tifa corrugò la fronte e gli mollò uno schiaffo tanto forte da lasciargli il segno della mano sulla guancia.- qui vedo solo un mostro! E non è certo Sephiroth!- urlò.

-... infatti. Io sono un mostro, e non lo nascondo.- concluse Genesis, furioso e offeso.- ma qualcun altro non lo  terrà nascosto ancora per molto, ti do la mia parola!- e entrò nello spogliatoio.

Tifa si mise una mano tra i capelli e si appoggiò di nuovo al muro, afflitta.

“Ma com’è potuto succedere...?”

 

*

 

--tu sei nel decimo turno, Zack.- disse Sephiroth, dopo aver letto la lista degli sfidanti che gli aveva dato Barret.- contro Angeal.-

Il moro non rispose; finì di sistemarsi la divisa bianca senza spiccicare parola, mentre il brusio dovuto agli studenti che si affollavano sulle tribune dell’ampia palestra gli entrava a forza nella testa.

-mi hai capito?- lo incalzò Sephiroth.

-sì, sì.- lo accontentò Zack, prima di posare il fioretto sulla panchina sotto la tribuna di destra, dove si erano appena fermati.

-dov’è Angeal?- chiese Sephiroth, nel tentativo di intavolare una discussione.

Zack scrollò le spalle.

-pare che l’arbitro sia Rufus Shinra.- osservò Sephiroth, i cui occhi si mossero velocemente sul figlio del preside che parlava con il padre intorno al tavolo della giuria.- se davvero ci sono loro dietro il rapimento...-

-basta.- disse Zack, seccato.- non dire più quella parola. Ho capito. Me ne sono fatto una ragione. Guarda, ho anche la borsa.-

Sephiroth guardò il sacchettò scuro nascosto sotto la panchina.-cosa c’è lì dentro?-

-la mia spada.- rispose Zack.- quella vera. Quella che si macchierà del sangue del mio miglior amico.-

-allora...?-

Zack annuì. Quello sguardo risoluto e posato non si era mai visto nei suoi occhi, eppure Sephiroth non capiva se stesse effettivamente dicendo la verità...

-non puoi proprio capire, Sephiroth?- domandò Zack, in tono greve.- quello che sto provando?-

Sephiroth si sentì in qualche modo schiacciare dall’atteggiamento del moro, quasi quest’ultimo lo stesse minacciando con la forza.

Sì, aveva riflettuto a lungo sulla questione, ma non aveva trovato la forza necessaria di collegare tutti gli eventi accaduti fino a quel momento: i sospetti di Angeal, l’omicidio di Vincent, la comparsa in scena della moglie di Hojo, la scoperta di Genesis, riferitagli in modo così confuso, il rapimento... aveva come l’impressione che tutto fosse legato da un filo sottilissimo, e aveva il terrore che quel filo fosse in realtà la Shinra High School.

-cosa ti succederebbe se fosse stata Tifa, ad essere rapita?- gli domandò Zack.

Sephiroth si riscosse di colpo dai suoi pensieri. Quella domanda non era giunta inaspettata.

Aveva pensato anche a quello.

-non ti capisco, Zack. Ma posso provarci.- rispose il platinato.- Angeal è mio amico, e non voglio che tu lo uccida. mi spiace.-

Zack era perplesso.- che vuol dire?-

Di nuovo, Sephiroth cambiò atteggiamento e non rispose.

 

*

 

Passata un’ora dal suono della seconda campanella della mattinata, la palestra era stracolama di gente; alcuni si erano addirittura dovuti arrampicare sulla scalinata che portava fuori dalla palestra; altri erano in piedi sulle gradinate, eccitati.

Genesis, in particolare, era in fondo alla palestra, distante da Sephiroth e Zack, con gli occhi che si muovevano rapidi sui giudici di gara, tra i quali spuntava un nervosissimo Hollander, un soddisfatto Hojo, il preside Shinra e suo figlio Rufus.

Tutti e quattro erano immersi in una fitta chiacchierata, ma Genesis era praticamente sicuro che qualunque cosa fosse accaduta non avrebbero fermato i combattimenti.

Prese un bel respiro e si posò una mano sulla guancia. Perché Tifa aveva reagito così, quando le aveva detto quelle cose? Era soltanto la verità, non c’era bisogno di sacaldarsi tanto...

E quando Zack aveva cercato in tutti i modi di poter salvare il suo compagno?

Perché tutti si agitavano così tanto per proteggersi a vicenda?

 

Angeal era chiuso negli spogliatoi da molti minuti, ad osservare la Buster Sword poggiata alla panca di legno. Avrebbe dovuto affrontare Zack, si augurò che Sephiroth l’avesse allenato a dovere.

Aveva sperato tante cose per il suo futuro... ora sperava soltanto che qualcuno ponesse fine a quell’esistenza di mostro che lo aspettava. E chi meglio del proprio miglior amico, ora che c’era in gioco anche la vita di un innocente?

Sorrise e prese la grande spada in mano, accarezzandola con lo sguardo. La sua morte sarebbe servita a qualcosa di utile, al contrario della sua vita.

Si alzò e si lasciò sfuggire un sospiro.

-a noi due, Zack.-

 

*

 

 

-attenzione!- la voce di Shinra rimbombò per la palestra, assordante.- permettetemi di dire due parole prima di cominciare questo emozionante torneo! Innanzitutto, vi prego di non perdere la calma, perché qualunque cosa accadrà oggi...- e si soffermò a guardare Zack- sarà falsa. Non ci sarà proprio nulla di reale, ma sarà tutto il frutto di un’elaborata recita. Ringrazio in anticipo i collaboratori.-

Scoppiò un applauso da parte di chi non aveva capito quell’infame gioco di messaggi subliminali.

Zack fece un verso schifato nei confronti del preside e dalla tribuna arrivarono puntuali i fischi di Tifa.

Sephiroth si augurò che Hojo non capisse da dove provenissero.

-detto ciò, auguro buona fortuna ai nostri partecipanti e corro ad aprire il torneo con uno scontro tra il campione in carica, Sephiroth e… Kadaj! Prego i due sfidandi di raggiungere il tappeto centrale, grazie.- si allontanò dal microfono e sussurrò qualcosa al figlio, che annuì e si portò al centro della palestra.

Sephiroth si calò la maschera sul viso, prese in mano il fioretto e si avvicinò al tappeto indicato da Shinra.

“Kadaj...”, pensò, compiaciuto, “Ci rivediamo.”

La maschera copriva il volto di Kadaj, ma Sephiroth era sicuro che il  suo avversario stesse pensando le stesse cose, visto il loro ultimo ma breve incontro.

Shinra si frappose tra i due, che intanto prendevano posizione e sguainavano il fioretto l’uno contro l’altro.

L’arbitro guardò prima Sephiroth, poi Kadaj, allungò le mani tra i due e gridò:- ANDATE!-

Il platinato evitò la prima stoccata dell’avversario con facilità, si mantenne a distanza, lo esaminò bene.

Cinque punti.

Chi arrivava per primo al punteggio stabilito si sarebbe aggiudicato la vittoria.

Sephiroth rimase a molleggiare sulle gambe per un po’, poi intuì che l’avversario avrebbe attaccato di nuovo.

Kadaj balzò in avanti, Sephiroth si tirò indietro, la punta del fioretto nemico colpì lo sterno del platinato, ma non abbastanza forte da poter essere considerato un punto valido; Sephiroth si portò rapidamente indietro, poi saltellò in avanti con eleganza e tirò un colpo veloce contro la spalla destra di Kadaj, che però svicolò il ferro e mandò a vuoto l’attacco.

Sephiroth sorrise sotto la maschera, parò velocemente un attacco troppo lento di Kadaj, scattò un po’ indietro, impegnò il suo fioretto con quello dell’avversario, di nuovo all’attacco, lo fece roteare con un gesto deciso del braccio e colpì Kadaj con una stoccata precisissima e potente.

Rufus alzò il bracio dalla parte di Sephiroth, mentre il tabellone lampeggiava di verde sotto il suo nome e il numero uno sostituiva lo zero accompagnato da un fragoroso applauso.

Un punto per il platinato.

I due atleti si diposero di nuovo l’uno davanti all’altro.

Sephiroth impugnò saldamente l’elsa del fioretto e si mise in guardia; lo stesso fece Kadaj.

Stavolta il platinato non aspettò; ormai conosceva i movimenti dell’avversario; partì in affondo subito dopo aver individuato un punto scoperto sotto la spalla sinistra.

Kadaj ebbe a malapena il tempo di reagire che già il tabellone segnava  il secondo punto di Sephiroth.

Tre: il platinato rimase a lungo senza attaccare, né Kadaj provò a farlo, finchè Sephiroth non portò avanti la gamba opposta al braccio armato, fece qualche passo veloce verso di lui e invece di colpirlo lo superò, si voltò e segnò un punto colpendolo alla schiena.

Tre punti per Sephiroth.

Ora ne mancavano solo due e avrebbe vinto.

Avvertiva il nervosismo di Kadaj come un leone che fiuta la sua preda, ma nervosismo voleva dire deconcentrazione.

Cercò di segnare il quarto punto con una stoccata veloce che però venne parata, respinta e restituita. Kadaj riuscì a colpire Sephiroth poco sopra l’ombelico.

Il braccio di Rufus si alzò dalla parte di Kadaj.

Sephiroth barcollò all’indietro, sorpreso da quell’ultimo attacco.

Si rimproverò per essersi deconcentrato. Anche troppa sicurezza era sinonimo di distrazione.

Sospirò.

Tre a uno per il campione. Avrebbe concluso quello scontro in due minuti.

Si sistemò la maschera sul viso e contemporaneamente si mise in guardia.

Rincuorato dal primo successo dopo tanti fallimenti, Kadaj si portò subito all’offensiva, schizzò in avanti e puntò al torace di Sephiroth; quest’ultimo schivò prontamente il fioretto avversario e rispose con un fendente che però andò a vuoto, colpì con un affondo che venne malamente deviato, si portò indietro, caricò un secondo affondo che cozzò contro il fioretto di Kadaj, quindi svincolò il ferro da quello avversario e tirò una stoccata.

Il tabellone s’illuminò di verde per Sephiroth e il quattro si sostituì al tre, con conseguente scoppiò di applausi.

Sephiroth era stranamente eccitato. Non lo era mai stato tanto; in genere riusciva sempre a contenersi e a non demoralizzare troppo i suoi avversari.

Ma stavolta no.

Esaminò a fondo ogni singolo movimenti di Kadaj, vide che portava il peso sulla gamba avanti e seppe che avrebbe atttaccato ancor prima che questi potesse davvero farlo; parò il colpo, lo deviò e affondò la punta del fioretto nella spalla sinistra di Kadaj, che ormai aveva individuato come il suo punto debole.

Gli applausi esplosero, fragorosi, mentre Rufus assegnava l’ultimo punto scagliando il braccio in aria in direzione di Sephiroth, che diede le spalle a Kadaj e se ne andò tra il clamore generale.

La voce di Shinra provvide a placare gli animi degli studenti e chiamò i secondi partecipanti al torneo.

-Sephiroth!-

La voce di Tifa lo chiamò, mentre lei gli correva incontro e gli buttava le bracia al collo, entusiasta.

-ei, che ci fai qui?!- chiese il platinato, in tono di rimprovero.

Lei sorrise.- sono venuta a congratularmi! Non avevo mai visto niente del genere!-

Sephiroth le sorrise e le fece l’occhiolino di sfuggita.

-non montarti la testa, adesso.- disse Tifa, arrossendo.

-complimenti, Sephiroth!- disse Zack, che intanto aveva ritrovato spirito.

-adesso torno di sopra, altrimenti mi perdo Aerith... vieni anche tu?- chiese, rivolta a Sephiroth.- quando hai il prossimo incontro?-

-non verrò sulle tribune.- brontolò Sephrioth, indicando il suo fan club che si scambiava occhiate maligne con quello di Genesis e Angeal.- quello è un campo minato.-

Tifa abbassò gli occhi, “Se solo Cloud avesse visto...”

-beh, allora io me ne vado.- disse Tifa, scappando via.

Sephiroth osservò Zack a lungo, prima di azzardarsi a chiedere come mai avesse così improvvisamente riassunto la sua solita vitalità dopo quattordici giorni di depressione. Forse era successo qualcosa mentre stava combattendo?

-ho preso la mia decisione.- disse Zack, in tono deciso.- e non tornerò indietro, qualunque cosa accada!-

-e... tanto per sapere... qual è la tua decisione?- domandò Sephiroth, incerto.

Il moro fece un’espressione enigmatica e se ne andò, lasciando il platinato con l’amaro in bocca e una gran curiosità.

 

 

Angolino dell’autrice:

 

Saaalve! ^___^ Ecco qui la vostra autrice che, come sempre, vi intrattiene in modo magnifico (ma quale magnifico?! – nd tutti ;  sob, sono un’autrice sola e abbandonata – nd Tico) *offre pasticcini ai lettori*

Che dire di questo chappy? Innanzitutto, che spero di aver reso decentemente la scena dello scontro Kadaj vs Sephiroth... cioè... si ha meno libertà di descrizione in un combattimento del genere... ma scrivere quel pezzo mi è piaciuto molto.

Ormai manca veramente poco alla fine di questa storia (finalmente, non se ne poteva più! – nd tutti); eh, sì, mancano quattro capitoli, rispettando la scaletta della storia che mi sono fatta.

Ok! Prossimo capitolo: l’autrice si andrà a nascondere per non essere uccisa da uno stormo di lettori che vorranno la sua testa! Scherzo... ma preparatevi psicologicamente lo stesso... perché saprete la scelta di Zack!

 

Ma non me ne andrò prima di aver ringraziato preferiti e seguiti e aver risposto alle vostre stupende recensioni! Vedo davvero ripagato il mio lavoro quindi, o prodi che seguite questa pazza storia di una pazza autrice (???),  vi ringrazio tutti!!!

 

 

RoseMary: U.u e di che? Sono contenta che ti abbia fatto piacere! *abbraccia*

1:Lasciamo perdere... anche io sono in alto mare riguardo a Ragazzi&Co...  perciò sorvoliamo... punto 2: eh già. Visto che coraggiosa? Anche se lì stanno ancora parlando per ipotesi  quindi rimane, per lei, un’evenienza abbastanza remota, visto che non siamo nella Midgar di ff7.

3: ?_? mistero. *faccia da Enrico Ruggeri*

Grazie tante, e un grande abbraccio!

 

TaKari94: ho la bocca cucita, anche se ho una gran voglia di fare spoiler. Ma povero Cloud... l’autrice lo terrà al sicuro sotto la sua penna protettrice (o meglio, la sua tastiera protettrice, visto che ormai siamo nell’era della tecnologia) XD – Sephy e Tifa sono felici insieme, e l’autrice farà di tutto per aiutarli (scherzo Muahahaha! xD); beh, farà ciò che è in suo potere (ovvero tutto! Muahahaha!) non preoccuparti, mi sotterrerò appena finito di risponderti... *prende una pala e inzia a scavare una buca, ma prima manda un bacio a TaKari*

 

alice_maya: Innanzitutto, piacere di conoscerti! Poi... Genesis mi sta molto più simpatico e il mio lato omicida non vuole più linciarlo (DX) ah ah! 2: non preoccuparti, questo è il regno delle contraddizioni (io stessa sono un contraddizione); 3: la SephirothxTifa è un pairing originale, ma proprio per questo mi piace! E per quanto riguarda Hojo... *strozza lo scienziato senza pietà*. Ti saluto e ti ringrazio davvero per la recensione! Tanti baci!

 

Kairih: l’avevo immaginato xd; ci sono rimasta anche io quando mi è venuta in mente quella scena... a volte mi sorprendo pure io delle cavolate che vado scrivendo.... ih ih ^_^

Anche a me Genesis non è mai piaciuto (preferisco di gran lunga Angeal. E Sephiroth), tuttavia... boh... è un personaggio dalla psicologia molto complessa... tecnicamente ben fatto e molto interessante. U.u  meglio che la finisco, potrei andare avanti all’infinito... *abbraccia Kairih* e grazie!

 

Tifa_Heart: piano piano arranchiamo verso la fine svelando particolari su particolari! ^_^ Davvero, Cloud ci va sempre di mezzo, poveraccio! Devo essere sincera: ho amato il Cloud di Crisis Core. Non so perché... forse per via di quella faccia da cuccciolo indifeso... (doh, non posso credere di avere anche un lato materno, mi sto rammollendo)... muahahah! *abbraccia anche Tifa_heart*. Tanti ringraziamenti e alla prossima!

 

the one winged angel: felice di conoscere anche te! U.u una fan di Sephiroth, eh? *abbraccia*

Innanzitutto ti ringrazio dei complimenti! Poi sono contenta che di piaccia la ZackxCloud nonostante tu non sia una fan di questo pairing!  Il mio povero, povero Angeal... *sniff* dovrò fondare un comitato “Salviamo Angeal”. Aiutateloooooo

Bene, dopo questo sclero ti saluto e ti abbraccio! Grazie per aver recensito!

 

 

Oggi l’autrice  se ne va dispensando pace e amore! ^_____^ alla prossima!

 

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Capitolo 16
*** 16. La Decisione Di Zack ***


16.

 

Sephiroth buttò l’occhio fuori dallo spogliatoio e uscì, mentre rigirava nervosamente tra le mani la maschera da schermidore.

-Genesis è passato.- lo informò Angeal, che gli veniva incontro proprio in quel momento per entrare nello spogliatoio.- ha eliminato il suo avversario in cinque minuti.-

-bene.- borbottò Sephiroth, abbassando gli occhi.

-ti consiglio di dare un’occhiata al tabellone.- disse il moro, posandogli una mano sulla spalla.- ma credo che tu abbia già capito chi titroverai davanti, al prossimo turno.-

Il platinato annuì senza enfasi, poi si scostò dall’amico.- buona fortuna.-

Angeal sorrise.- sei preoccupato per me?-

-no.- rispose immediatamente Sephiroth, a disagio.- sì.- si contraddì subito dopo, scrollando le spalle.- questo è l’effetto devastante che una donna può provocare su un uomo...-

L’amico moro smise di sorridere di botto e corrugò la fronte.- meglio che mi prepari.-

-Angeal...- lo chiamò Sephiroth, mentre l’altro si apprestava ad entrare nello spogliatoio.

-dimmi.-

-no, niente. Vai tranquillo.-

 

*

 

Il decimo turno di eliminatorie arrivò molto prima di quanto Zack avesse voluto. Il ragazzo prese la spada vera al posto del fioretto e sia avviò verso il centro della palestra.

Vide Rufus Shinra scambiarsi un’occhiata soddisfatta con il padre, mentre dalle tribune ai lati della palestra scoppiava un tumulto di fischi e applausi.

Hojo, seduto vicino a Shinra, guardava con aria di sufficienza tutti gli studenti che gridavano.

-non possono stare zitti?- chiese al preside, che gli rispose con un cenno noncurante del capo.

Zack si fermò dove l’arbitro Rufus gli stava indicando e guardò con odio quei giudici che lo avevano costretto a fare l’equilibrista su una corda sottile, senza sostegni e senza ombrello, con il rischio di farlo cadere o a destra o a sinistra, senza preavviso.

Così come un equilibrista vola senza difficoltà su quella cordicella sospesa nel vuoto, lui arrancava faticosamente, cercando di raggiungere uno dei due estremi, dove lo aspettavano da una parte il suo immenso amore e dall’altra la sua più grande amicizia.

Qualunque fosse la ragione di un tale comportamento, Zack non lo sapeva, ma aveva capito che sotto tutto ciò c’era Shinra: quella era cosa ovvia, altrimenti non gli sarebbe stato permesso di affrontare un incontro di scherma con delle armi vere.

Il rapimento di Cloud non lo aveva solo intristito, ma gli aveva dato modo di pensare a tanti piccoli particolari che Zack, irriflessivo com’era, non aveva notato: il suicidio di Vincent era fin troppo sospetto. La sparizione di Genesis per giorni gli era sembrata strana, ma non rilevante, almeno finchè non lo aveva sorpreso a menar le mani a Rufus Shinra, nella chiesa. E Angeal? Piccoli problemi, si era detto. E ora si ritrovava a doverlo uccidere.

Pensandoci bene, era piuttosto strano il fatto che il ricattatore avesse chiesto di uccidere proprio Angeal...

Quella era una commedia progettata a regola d’arte, e Zack era solo un Cavallo che presto , mosso da Shinra alla perfezione, avrebbe dovuto mangiare una Torre.

Zack individuò Genesis sugli spalti che faceva il simpatico con un gruppo di ragazzine del primo anno; ed ecco un Alfiere.

E Cloud era solo un pedone, che presto sarebbe stato mangiato, se il Cavallo non avesse tolto di mezzo la Torre.

Il moro si stava rendendo conto di quanto quella storia somigliasse una partita a scacchi. Le pedine mangiate, i meccanismi pensati con la massima accuratezza, i trabocchetti in ogni angolo... Shinra stava giocando con loro, probabilmente stava protegendo sè stesso, il Re...

Ma allora, si domandò Zack, chi era la Regina, la pedina più pericolosa, in grado di muoversi in qualsiasi direzione e in qualsiasi verso?

Si voltò istintivamente verso Sephiroth, che guardava Tifa sbracciare sulla tribuna alle sue spalle.

Scrollò il capo.

No.

-Fair.- lo chiamò Rufus, tirandolo via con forza dai suoi pensieri.- è arrivato il tuo avversario.-

Zack era talmente assorto che non si era accorto né dell’aumento del clamore dagli spalti, né della presenza di Angeal d’innanzi a lui. Sondò per un attimo il volto serio di Angeal, contemplandolo come se stese guardando il proprio fratello, poi percorse con gli occhi il suo braccio e si soffermò sulla Buster Sword.

“Ma potrei lasciarci la pelle anch’io.”, pensò Zack, con rassegnazione. Si riscosse subito. “No! Se perdo, Cloud morirà!”

Rufus si allontanò da loro, lasciandoli soli in mezzo alla palestra, tra i fischi, gli sguardi basiti e lo schiamazzo generale che Shinra stava provvedendo a placare ribadendo il discorso di apertura.

I due al centro delle polemiche non udivano nulla; i loro occhi erano legati da un contatto invisibile, e ognuno era segretamente intento a captare i pensieri dell’altro.

-ma prima,- disse improvvisamente Angeal, approfittando della confusione,- dovrò spiegarti una cosa.-

-era ora.- replicò seccamente Zack.- vorrei proprio sapere cosa ti passa per la testa!-

Fece per avvicinarsi ad Angeal, ma quest’ultimo sollevò la Buster Sword e gliela puntò allo stomaco.

-io sono il frutto di un esperimento.-

-oh, certo.- obiettò ironicamente Zack.

-devi ascoltarmi, è importante. Cominciò tutto quando venne trovato un organismo alieno risalente a duemila anni fa. Hollander rubò alcune cellule di questo mostro ai due scienziati operativi in quel momento. Uno era Hojo; l’altro si chiamava Faramis Gast, e precisamente era il padre di Aerith.-

Zack strabuzzò gli occhi:- che cosa?!?-

-esatto. Ma di ciò saprai tutto a tempo debito.-

-ah, sì?! E quando?!- strillò Zack, stizzito.- che aspettavi a dirmelo?!-

-l’organismo di cui ti ho parlato è stato denominato come “Jenova”.- aggiunse Angeal, mentre il sangue di Zack gli si raggelava nelle vene e lui si voltava verso Sephiroth.- vedo che hai capito.-

-Tifa mi ha detto che... che sua madre si chiamava Jenova, ma che lui non l’ha mai conosciuta... –

-comunque, rubate queste cellule, Hollander, finanziato da Shinra che teneva i piedi in due scarpe, iniziò il suo esperimento: il progetto G. G sta per Gilian, mia madre.-

Zack lo guardò, pallido.- e quindi? Anche tu sei...-

-Prima, Hollander iniettò queste cellule nel suo feto.- e accennò a Genesis con il capo.- Poi, non contento, le introdusse nell’utero di mia madre, da cui nacqui io... e di conseguenza... possiedo quelle cellule nel corpo. Tuttavia, nel fisico di Genesis, tutto ciò ha innescato una controindicazione, e lui non potrà sopravvivere per molto.-

-ma allora perché è qui e non all’ospedale?!- esclamò Zack, irritato.

Angeal si morse il labbro.- perché, Zack... questo processo di degradazione, come ha suggerito Hollander, può essere fermato solo usando cellule di Jenova pure.-

-e quindi?! Spiegati meglio, io non capisco!-

-quindi vuol dire che oggi, Sephiroth saprà delle sue origini.-

Zack s’irrigidì.

-io sono un mostro, Zack. Ora che lo sai...- disse, sguainando la Buster Sword, che sferzò l’aria, -... puoi affrontarmi con consapevolezza.-

Il cervello di Zack aveva smesso di funzionare per un attimo, inebetendo il suo proprietario fino a quando, di botto, non riprese ad elaborare le informazioni più velocemente del normale.

Zack non aveva capito molto del discorso di Angeal, o di quello che esso poteva sottointendere, ma aveva capito perfettamente che, vista la reazione di Genesis e Angeal, quella di Sephiroth non sarebbe certo stata migliore...

Fece una smorfia.

-ormai non possono più fare niente.- disse Angeal, con una nota di compiacimento nella voce.- sebbene siano riusciti ad incastrare me, non riusciranno a nascondergli più nulla... Sephiroth e Genesis si scontreranno poco dopo di noi. Da una parte mi spiace, ma dall’altra...-

-che vuol dire?!-

-cominciamo.- li interruppe Rufus, placato il trambusto.- prego.-

Zack brandì la spada, che in confronto a quella di Angeal sembrava quasi ridicola, e si preparò ad affrontare il suo scontro.

Ormai aveva deciso.

Non poteva più tirarsi indietro.

-andate!- esclamò Rufus, tirandosi subito indietro.

Zack partì all’attacco per primo e cercò di colpire Angeal con un colpo che caricò dall’alto e fece crollare verso il basso. L’azione, però, fu interrotta da un calcio di Angeal che gli arrivò dritto nello stomaco, respingendolo con violenza.

Angeal accennò un sorrisetto.

Zack piantò entrambi i piedi a terra e, presa l’elsa della spada come un battitore di baseball che impugna la sua mazza, aspettò la carica di Angeal, che intanto gli si era gettato contro e aveva scagliato un fendente laterale addosso a Zack, che riuscì a pararla appena in tempo per non essere tagliato a metà dalla mastodontica lama.

Le due spade cozzarono creando un urto che scosse tutto il  braccio di Zack, fino a fargli male.

Angeal forzò la difesa di Zack con decisione e la ruppe di colpo, strappando la spada dalle mani di Zack, che però riuscì a togliersi dalla traiettoria della Buster Sword rotolando all’indietro.

Stavolta perse l’equilibrio, tanta era stata la fretta e l’improvvisazione, e prima che potesse tirarsi in piedi, inciampò e si vide conficcare a terra la lama metallica della Buster Sword, che gli aveva colpito la guancia sinistra di striscio.

Deglutì, e cadde seduto a terra, paralizzato, mentre sentiva che il punto colpito iniziava a bruciare e pulsare dolorosamente. Ci passò sopra il dorso della mano e guardò il rosso del sangue che macchiava il guanto della divisa bianca. Sbiancò e, stordito com’era, non riuscì a mancare il pugno che Angeal gli assestò sotto il mento.

Riuscì a riprendersi appena in tempo per abbassarsi e sottrarsi a un secondo pugno, si piegò sulle gambe come un atleta di salto in lungo che si prepara a saltare, e si scagliò di testa contro Angeal che, vicino com’era, fu obbligato a ricevere tutto il peso Zack nello stomaco.

Mentre Angeal barcollava portandosi una mano sullo stomaco, tossendo, l’avversario correva a raccogliere la spada caduta poco lontano, la raccoglieva al volo e, approfittando del momento favorevole, si buttava di nuovo all’attacco, cercando di colpire Angeal con un taglio di lato, che però fu deviato dalla Buster Sword, che venne issata in alto da Angeal con il serio intento di tagliare la testa a Zack, che però, adattatosi al ritmo del combattimento, schivò piegandosi di nuovo sulle ginocchia e, visto che mentre effettuava quella manovra, Angeal era scoperto dal torace in giù, si infilò sotto le sue braccia e lo colpì con un secondo fendente che lo centrò al fianco.

Avvertito il colpo e il dolore che ne conseguiva, Angeal fu costretto a indietreggiare per evitare successivi e pericolosi attacchi, ma Zack, portatosi di nuovo vicino a lui, prese a effettuare una scarica di colpi che l’altro parò con uno sforzo considerevole.

La velocità di Zack era molto ridotta rispetto all’inizio del combattimento, anche in seguito alla stanchezza, ma il pensiero di Cloud gli dava nuova forza, mentre Angeal che era stato ferito, aveva la divisa macchiata di quel rosso che sembrava voler decretare, quasi fosse un segno del destino, i punti che Angeal stava perdendo, travolto dalla furia del suo amico.

Con un ultimo gesto disperato, Zack riuscì a strappare la spada dalle mani di Angeal, che finì irrimediabilmente a terra, in ginocchio, ansante, una mano a terra e l’altra posata sulla ferita che gocciolava sangue sul pavimento.

Angeal rimase a fissare le goccioline rosse che lo abbandonavano una dopo l’altra, poi alzò lo sguardo verso Zack, che più pallido di lui, gli aveva avvicinato la punta della spada tra gli occhi.

-bravo...- rantolò Angeal, con una smorfia di dolore accompagnata da un gemito, mentre faceva leva sulle braccia e sulle ginocchia per alzarsi.

Zack allontanò la spada dal viso di Angeal e la fece scorrere fino al cuore, dove la punta metallica premette, non troppo forte da ferire.

-hai vinto.- mormorò Angeal, guardandosi il guanto oramai completamente rosso, così come lo era il suo fianco sinistro.- finisci il tuo lavoro.-

Zack annuì.- mi spiace... Angeal... ma prima, suppongo che dovrò dirti una cosa.-

Gli spalti si erano completamente ammutoliti.

Zack passò in rassegna con lo sguardo tutti gli studenti, chiedendosi se davvero non avessero intuito puzza d’imbroglio. Vide che qualcuno si era coperto gli occhi.

-tu non sei un mostro.- disse Zack, dopo un attimo di pausa.

Angeal abbassò la testa e chiuse gli occhi, poi lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi e tacque.

Sentiva la spada di Zack che gli premeva sul suo cuore, ansiosa di perforare la carne.

Poi aprì gli occhi e vide una lacrima abbandonare quelli già lucidi di Zack.

-mi spiace.- ripetè quest’ultimo, tristemente.

-quindi hai fatto la tua scelta.- ansimò Angeal, stremato e pallido.- vai, fai in fretta.-

Zack allontanò la spada e si preparò a colpire.

Riusciva quasi a palpare l’ansia che correva tra gli studenti, Rufus Shinra, il preside, Hojo, Hollander e chiunque altro stesse guardando quel macabro spettacolo. La sentiva chiaramente mentre lo avvolgeva come un serpente, gli si abbarbicava con le sue spire sul corpo e lo stringeva fino a fargli male, mentre il suo cuore era stretto da una mano gelida e ai suoi occhi, scorrevano, lente, le lacrime che non riusciva più a trattenere.

Vedeva gli occhi di Hojo sprizzare scintille e quelli di Shinra illuminarsi di una lugubre luce di piacere, mentre al contrario, quelli di Zack rappresentavano tutto il dolore e la sconsolazione che stava provando.

Anche tempo sembrava essersi fermato ad aspettare che la lama già sporca di sangue trafiggesse il cuore di Angeal, immerso in un atteggiamento di serena rassegnazione.

Poi, a Zack venne in mente Cloud.

Gli apparvero chiaramente i suoi occhi di zaffiro, i suoi capelli dorati che illuminavano più del sole... e il suo volto, le sue labbra, quella sua timidezza che tanto Zack amava.

Smise di indugiare e scagliò la spada contro il cuore di Angeal.

 

Angeal chiuse gli occhi, aspettò il dolore, la carne che veniva lacerata dal metallo affilato, la morte che incombeva sempre più bramosa di abbracciarlo...

 

Aspettò un colpo che non arrivò mai, perché subito dopo, invece del grido di Angeal, si udì il rumore del metallo che colpiva qualcosa di duro, ripetendo lo stesso suono varie volte, tamburellando quasi stesse eseguendo una melodia stonata.

Poi, la voce di Zack, chiara e forte: -ma io non sono un assassino.-

Angeal ebbe appena il tempo di rendersi conto di ciò che era successo, quando sentì le forze abbandonarlo completamente e svenne, crollando a terra tra le grida spaventate della gente.

 

*

 

-chiama un’ambulanza.- ordinò Zack a Aerith, appena riuscì a trascinarsi sotto gli spalti.- sbrigati!-

Aerith lo vide sconvolto, ma non osò obiettare e prese subito il cellulare.

Zack si guardò intorno, smarrito e confuso allo stesso tempo, dando le spalle al corpo sanguinante, di Angeal ancora disteso a terra, poi gli si avvicinò e gli s’inginocchiò accanto.

-hai... fatto la scelta sbagliata. - lo rimproverò Angeal, con il volto riverso a terra.

Zack accostò il volto a quello dell’amico e scosse la testa.- no. Non ho fatto una scelta. Io ho deciso di non diventare ciò che non voglio essere.-

-decidere e scegliere non sono forse la stessa cosa?- chiese Angeal, ansimando sonoramente.

-a volte non puoi scegliere come essere.- disse Zack, posandogli una mano sulla spalla.- ma puoi decidere chi essere. Anche tu puoi decidere di comportarti come un eroe o come un mostro, pur non avendo potuto scegliere come essere...-

-Zack...- sussurrò Angeal.- prendi la Buster Sword. Quello è il simbolo del mo onore... te lo cedo volentieri...- e perse di nuovo i sensi.

Zack si alzò e guardò la spada di Angeal a terra. La prese.

-forse, questa mi sarebbe servita prima.- mormorò, con voce spezzata.- o non è così... Cloud?-

 

Cloud...

 

“Perdonami...”

 

*

 

Rufus aveva appena spento il cellulare, poi si era rivolto al padre, pallido.

-che c’è ora?!- strillò Shinra, furioso.- fai ammazzare l’ostaggio, non m’importa.-

-a tal riguardo... ho appena saputo che l’ostaggio... -

-non m’interessa!- esclamò Shinra.- sbrigatevela da soli!- e se ne andò sbracciando.

 

 

 

Angolino dell’autrice:

 

O.o quasi mi dispiace interrompere questo momento con le mie chiacchiere, quindi penso che non mi tratterrò molto... insomma... devo prima nascondermi nel mio laboratorio segreto *voce dagli altoparlanti* ahem! Così mi sento più sicura. Il capitolo è corto... ma questa settimana i professori sembrano volere la mia testa, quindi...  purtroppo non ho tempo per rispondere alle recensioni perché sono veramente sommersa di lavoro! Giuro che vi rispronderò nel prossimo capitolo, anche se mi dispiace non farlo ora. Devo studiare ancora una cinquantina di pagine di storia per lunedì (sapete com’è, lavoro arretrato... [pigra! – nd tutti; em... – nd autrice])

Bene, ringrazio seguiti e preferiti e chi si è aggiunto recentemente e vado perché sono sommersa di lavoro!

Grazie, grazie, grazie!

^___________^

 

 

 

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Capitolo 17
*** 17 - Verso La Verità ***


17.

 

Tseng entrò a scuola nel momento in cui l’ambulanza partiva a sirene spiegate, seguito da un altro ragazzo già vestito da schermidore.

-vai in palestra. Il tuo combattimento inizia tra pochi minuti...- disse Tseng, fermatosi ad aspettare il compagno. –mi raccomando, non parlare e tieni addosso la maschera, per ora.- si raccomandò il moro.

-sei sicuro che andrà tutto bene...?- chiese lo schermidore, mentre si sistemava la maschera sul viso.- insomma...-

Tseng sospirò pesantemente.- non sono mica un indovino. Tu concentrati e vedrai che vincerai il combattimento.-

Il ragazzo annuì, poi corse in direzione della palestra.

Tseng si guardò intorno per assicurarsi che in giro non ci fosse nessuno, poi si lanciò verso gli spogliatoi.

Una volta dentro iniziò a girare per la stanza in cerca della borsa di Angeal. La trovò quasi subito, per fortuna, su una delle panche più nascoste, la prese, la aprì velocemente e iniziò a rovistare al suo interno. Sempre per fortuna – sembrava che quel giorno le cose andassero particolarmente bene – trovò immediatamente quello che cercava.

Tseng estrasse il plico di fogli che aveva ripescato dalla borsa, la chiuse e s’infilò la cartella sotto la maglietta, molto più tranquillo.

Trasse un profondo sospiro, poi uscì velocemente dagli spogliatoi cercando nuovamente di non essere notato.

 

*

 

Tifa uscì in cortile durante la pausa.

L’ultimo scontro delle eliminatorie aveva dato la possibilità di fare una pausa, permettendo agli studenti di prendere una boccata d’aria o di andare a pranzo. Il sole aveva passato il punto più alto del cielo da dieci minuti, e fuori si stava molto meglio rispetto all’interno, oramai irrespirabile, della palestra.

La ragazza si sedette su una panchina e allungò le braccia verso l’alto per sgranchirsele un po’, dopodichè rimase a guardare il cielo.

Il combattimento di Zack era riuscito ad accorciarle la vita di almeno vent’anni con tutti le emozioni che le aveva dato. Angeal sembrava davvero un osso duro da battere, eanche adesso Tifa ancora non sapeva dire se il fatto che Zack non lo avesse ucciso fosse un bene o un male.

C’era qualcosa in lei che pulsava dolorosamente.

Avrebbe più rivisto Cloud?

Chiuse gli occhi e cercò di richiamare alla mente l’immagine del biondo.

Cosa c’entrava con Angeal? Anzi, cosa c’entrava con Shinra?

-alla fine non l’ha fatta, eh?-

Tifa aprì gli occhi e seguì con lo sguardo Sephiroth che si sedeva accanto a lei.

-secondo te...- eserdì Tifa, incerta.- ... ha fatto bene, vero? Voglio dire... e se adesso Zack si crederà indirettamente l’assassino di Cloud...?-

-lui non ha ucciso Angeal. Qualcun altro ucciderà Cloud. Zack non è un assassino.-

-non parlare così...- gemette Tifa, accigliata.

-avresti preferito che Zack lo diventasse davvero?- domandò Sephiroth.

Lei scosse la testa.- no... però...-

-era una trappola. E come in tutte le trappole si è sempre costretti a perdere qualcosa.- rispose il platinato, con una nota di rammarico nella voce.

Tifa rimase in silenzio per un po’, con il capo chino e le mani chiuse a pugni che tremavano.- Cloud era un mio amico.- sibilò.- e non hai il diritto di dire queste cose.-

-Tifa...-

-anche se per te non conta nulla, non è detto che debba essere così anche per me! E per Zack! E per Aerith! Cloud è nostro amico! E forse anche di più! Cloud fa parte di noi!- esclamò, balzando in piedi, furiosa e con gli occhi lucidi.

Sephiroth rimase in silenzio a guardarla, poi disse:- sto solo cercando di essere realista.-

-beh, va ad essere realista da qualche altra parte!- gridò lei, e scappò via senza dare a Sephiroth  il tempo di dire nient’altro.

 

*

 

Hollander si affrettò a raggiungere l’ingresso della scuola cercando di evitare Genesis, che però comparve dal nulla e lo afferrò prontamente per la collottola.

- dove stai andando, professore?- chiese Genesis, suadente.

-a fare una passeggiata.- rispose prontamente Hollander, cercando di divincolarsi dalla salda presa del giovane.- è una così bella giornata fuori...-

-quindi non te la stavi svignando?- lo incalzò il rosso, divertito.- io invece volevo un’informazione.-

-che tipo d’informazione?- borbottò Hollander.

Genesis allentò la presa ma non lo lasciò, quindi avvicinò il volto a quello dell’uomo e mormorò:- voglio sapere dov’è Cloud Strife.-

-Strife? Non conosco nessuno Strife!- gracchiò Hollander, sempre più agitato.

Il rosso lo lasciò andare di colpo, facendolo inciampare e cadere a terra.

-ovviamente no!- esclamò sarcasticamente il rosso.- ma se mi dai questa informazione io te ne do una ancora migliore.-

Hollander si rialzò dolorante.- un’informazione migliore?- fece eco, incuriosito.

-su Sephiroth.- rispose Genesis, con l’aria più seria che riuscì a mettere insieme.

Il professore sbattè le palpebre varie volte, poi cedette.- non lo sappiamo. È scappato poco fa.-

-davvero?-

-sembra che qualcuno lo abbia lasciato fuggire...- affermò Hollander.- e così non sappiamo dov’è.-

Genesis lo scrutò attentamente.- è la verità.-

-sì. Perché t’interessa tanto? Non hai particolari rapporti con Cloud Strife...?-

-con Cloud Strife no. Ma con Angeal Hewley sì.- rispose pacatamente Genesis, esibendo un’aria indecifrabile.

-adesso devi rivelarmi ciò che sai.- gli ricordò Hollander, sorridendo.

Genesis stava per parlare, quando notò che Sephiroth stava tornando all’ingresso, così sorrise e disse:- secondo te, professore, è meglio combattere con una spada o con una Katana?- e se ne andò fischiettando.

Hollander fece per voltarsi, arrabbiatissimo, quando qualcuno lo richiamò.

-Hollander!-

-signor preside.-

-dobbiamo trovare il fuggitivo! Dovessimo inseguirlo in capo al mondo!- ringhiò Shinra, cercando di non farsi sentire da nessuno.- non può essersi allontanato troppo da Madeoheim!-

Hollander seguì Genesis con lo sguardo; ancora non gli era andato giù che il rosso l’avesse ingannato.- certo.- rispose distrattamente.

Shinra s’infuriò ancor di più e se ne andò esasperato.- riprendiamo il torneo.-

 

*

 

Tseng s’infilò in una classe e posò la cartella che aveva rubato sulla cattedra. La aprì.

-o no... no... questi non sono gli appunti di Gast! Ma allora... Eppure mi aveva detto che erano qui!- esclamò. Sparpagliò tutti i fogli contenuti nella cartella in preda all’angoscia, poi si bloccò.- Genesis... maledizione a te...-

 

*

 

Aerith era rimasta da sola sugli spalti per almeno quaranta minuti.

Vide la sagoma di Tifa materializzarsi tra la folla, che intanto riprendeva i propri posti, e tirò un sospiro di sollievo.

La ragazza mora non disse nulla quando si sedette, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e fissò gli occhi sui tappeti al centro della palestra, dove stava Rufus Shinra.

-Zack non è con te?- chiese Aerith, preoccupata.

-eh?-

-Zack! Non è con te?!- esclamò di nuovo la castana, cercando di sovrastare il cicaleccio.

-no.- rispose Tifa, con un movimento della testa.- non so dove sia.-

-capisco... non sei preoccupata?-

-tu?-

-un po’.- disse Aerith, con semplicità.- ma qualcosa che mi dice che Cloud sta bene.-

Tifa le sorrise.- vorrei poterlo credere anche io.-

Gli occhi verdi di Aerith s’illuminarono, e lei indicò Shinra che si rimetteva seduto al suo tavolo insieme a Hollander.- ricominciano.-

-i prossimi incontri ad eliminazione diretta ci avvicineranno alla finale. Verrà usata come arma la Sciabola. Il totale dei punti da ottenere per aggiudicarsi l’incontro da adesso in poi saranno quindici. Cominciamo tra cinque minuti. Intanto si preparino per l’incontro Genesis Rhapsodos e Sephiroth.- annunciò Shinra, mentre la sua voce rimbombava per la palestra attraverso gli altoparlanti.

Lo stomaco di Tifa si contrasse violentemente quando vide una figura vestita di bianco avvicinarsi a Rufus Shinra. Era sicuramente Sephiroth, a giudicare dalla statura e dal portamento, e ciò le diede una strana sensazione.

Il modo con cui aveva reagito prima era stato più che legittimo. Sephiroth doveva imparare cosa significasse rispettare i sentimenti degli altri... altrimenti chi avrebbe rispettato i suoi?

Anche se Tifa avrebbe preferito farsi spiegare un po’ le regole dei combattimenti...

Poco dopo si avvicinò un baldanzoso Genesis, che ancora non si era neanche infilato la maschera, ma che aveva tutta l’aria di essere serio, nonostante il suo temperamento focoso.

 

-scusate il ritardo.- disse distrattamente.- quando cominciamo?-

Sephiroth gli rivolse un’occhiata penetrante da sotto la visiera; Rufus Shinra gli fece cenno di accomodarsi sui tappeti.- adesso.- rispose, in tono piatto.

Genesis accennò a un sorrisetto sarcastico.

Rufus Shinra stava per far cenno di disporsi in posizione e iniziare il combattimento, quando Genesis lo spinse da una parte con forza.

-Rhapsodos!- protestò Rufus, rivolgendo un’occhiata al padre che, stizzito, era saltato in piedi rovesciando la sedia.

Subito le urla esplosero dagli spalti; alcuni ragazzi iniziarono a fischiare, altri applaudirono, altri ancora sgranarono gli occhi. Era l’ennesimo colpo di scena della giornata, e il torneo si stava trasformando sempre più in una commedia che in una gara.

-sei scemo?!- esclamò la voce di Sephiroth, mentre quest’ultimo si alzava la visiera, pallido in volto.- Genesis!-

Il rosso  si voltò verso Shinra e gli rivolse un sorriso trionfante.- fermi pure questo combattimento, preside!- esclamò, divertito.- credevo che fosse solo una farsa messa in piedi per divertire gli studenti! O sbaglio?! Non c’erano forse degli attori, tra noi?! Molte delle scene che abbiamo visto oggi, appartenevano ad una “elaborata recita”, se non erro!-

Shinra ringhiò qualche oscena imprecazione contro il rosso, poi si sedette e rivolse un’occhiata ai due collaboratori. Hojo sembrò stranamente eccitato; Hollander prese a sudare, nervoso, e Rufus Shinra si allontanò dal luogo del combattimento, annichilito.

Sephiroth si mise in guardia, sfoderando la sciabola.- cos’è questa storia?-

-avevo bisogno di un po’ di privacy.- disse Genesis, tra i fischi.

-non mi sembra il posto adatto per una chiacchierata tra amici...-

-... sì che lo è... –

-cosa vuoi?-

-il tuo aiuto.- rispose Genesis, immediatamente.- mi servi tu.-

-io?- replicò Sephiroth, allontanandosi dal rosso, che intanto  avanzava nella sua direzione.- che vuoi dire?-

-Angeal ha fatto di tutto purchè tu non lo sapessi. Ti ha proibito di fare domande su di lui, su di me, perfino su di te. Eppure avevi il diritto di sapere...-

Sephiroth lo gardò storto.- sapere cosa?-

-ti ha detto del progetto G, vero?-

-sì... ma... non dirmi che sei coinvolto anche tu!-

Genesis gli lanciò un’occhiata eloquente che lo fece arretrare ancora.

-con il Mako?!-

-molto di più.- disse Genesis.- molto di più di un semplice esperimento. Io, te, Angeal... siamo tutti mostri, amico mio. Ma l’avrai già capito. Vedi, noi siamo stati creati. E i nostri creatori utilizzarono le cellule di un alieno che giunse sulla terra duemila anni fa... Hojo, Hollander e Gast...-

Sephiroth s’irrigidì.- un... alieno? Di duemila anni fa? Creati...?-

Genesis capì di averlo in pugno ancor prima che gli avesse fatto quelle domande.- pensaci... pensa a tutto quello su cui hai riflettuto questi ultimi giorni. Tu non hai mai conosciuto tua madre... vero?!- esclamò.

-io...-

-sai come si chiama l’alieno che usarono per gli esperimenti?- chiese Genesis, mentre gli occhi gli brillavano.

-no.-

-Jenova! Ti dice nulla?!-

Sephiroth fece una smorfia e si voltò quasi automaticamente a guardare Hojo, i cui occhi lanciavano scintille.

-loro? Chi è questo Gast?- boccheggiò Sephiroth.

-è colui che mise per iscritto tutto l’esperimento, amico mio. Nero su bianco. E si dà il caso... che io sappia dove siano gli appunti.-

Il platinato digrignò i denti e si abbassò la visiera con un gesto secco.

-vedo che hai capito.- disse Genesis, imitandolo.- battimi, e io ti dirò dove sono gli appunti... ma se ti batto io... tu dovra condividere le tue cellule con me, mostro.-

-sta zitto! Le tue sono tutte frottole!-

-... non hai che da scoprirlo.- lo incalzò Genesis, soddisfatto dell’effetto prodotto.-Il primo che arriva a quindici vince l’incontro... e la verità!-

Sephiroth e Genesis si disposero l’uno davanti all’altro, con le armi rivolte l’una verso l’altra.

Il platinato fu il primo ad attaccare; velocemente portò il peso in avanti e scagliò una stoccata contro Genesis, che però riuscì a deviarla e a mandare il colpo a vuoto, contrattaccando a sua volta.

Sephiroth si tirò indietro, poi sfoderò la sciabola e simulò un’altra stoccata, che invece modificò in un colpo laterale un attimo prima di attaccare, colpendo un fianco di Genesis.

Genesis continuò il combattimento, si abbassò sulle ginocchia e schivò l’attacco di Sephiroth, che fu abbastanza veloce da evitare di essere colpito all’addome.

Il rosso gli s’infilò sotto il braccio, gli apparve alle spalle e lo colpì alla schiena, Sephiroth si voltò e attaccò con una sequenza di tre attacchi, di cui solo l’ultimo riuscì a cogliere nel segno il braccio sinistro dell'avversario.

I tre minuti che seguirono furono un continuo schivare, attaccare, parare ed contrattaccare con affondi e stoccate.

Da una parte Genesis, deciso a vincere, dall’altra Sephiroth, che sembrava aver abbandonato la posatezza e la riflessione negli attacchi che aveva adottato nei combattimenti precedenti: sembrava quasi che menasse gli attacchi a caso, alcune volte colpendo Genesis alle gambe, punto non valido negli incontri con la Sciabola Sciabola.

Al decimo punto, segnato al sesto minuto, Genesis si accorse della parità e mandò a segno un attacco che gli diede un minimo vantaggio.

Mancavano solo tre minuti alla fine del combattimento.

La sciabola di Sephiroth e quella di Genesis s’incrociarono, il platinato respinse quella dell’avversario con forza e lo colpì alla spalla sinistra.

Genesis saltellò all’indietro e si tolse dal raggio d’azione del platinato.

Di nuovo pari.

Sephiroth non si tirò indietro, ricominciò ben presto ad attaccare, ma stavolta parve farlo con più lucidità.

Genesis aveva appena preparato il suo attacco che Sephiroth lo aveva preceduto e lo aveva colpito allo stomaco, in quel momento ingenuamente scoperto, poi evitò il contrattacco del rosso e mandò a segno un altro punto.

Sembrava che il platinato si fosse deciso a mettere fine al combattimento.

Il quattordicesimo punto arrivò talmente veloce che Genesis ebbe appena il tempo di capire cosa stesse succedendo, poi riuscì ad attaccare Sephiroth e a segnarne uno in suo favore, ma non bastò.

A dieci secondi dalla fine, Sephiroth ultimò un attacco che gli aggiudicò l’intero combattimento, ma colpì tanto forte che, nonstante l’arma non fosse vera, Genesis emise un gemito.

Sephiroth non diedie a Shinra neanche il tempo di arbitrare che già si era avvicinato a Genesis e lo guardava con aria glaciale.- non m’importa se sono o no quello che hai detto...- disse, in tono cupo ma deciso.- Tu marcirai.-

Genesis lo guardò, ansante, socchiuse gli occhi, riducendoli a due fessure, dopodichè disse qualcosa a Sephiroth a bassa voce, per impedire che Rufus Shinra sentisse cosa si stessero dicendo.

Il platinato gli diede e le spalle e se ne andò dalla palestra, ignorando gli applausi e le proteste di Rufus Shinra.

-sembra che i nostri sforzi non siano serviti a un granchè... – osservò Hojo, ridacchiando.

Il preside sbuffò.

Genesis fissò il platinato che si allontanava, poi mormorò:- Amico mio, il tuo desiderio è il portatore della vita, il dono della dea. Quando la guerra delle bestie porterà la fine del mondo, la dea scenderà dal cielo. Ali di luce e oscurità si dispiegheranno. Ella ci guiderà verso la felicità… il suo dono eterno...-


Angolino dell’autrice:

 

 Eccomi *pant...puff* scusate per il ritardo disastragico! (Disastragico?! Disastroso! Tragico! – nd Fratello; ma stai zitto! – nd me)

Scusate davvero!! E scusate anche per il capitolo corto. In realtà ho dovuto rallentare l’andamento della storia per ragioni tecniche... ultimamente ho una marea di cose da fare tra la scuola (X_X) e lo sport (X_X)

Insomma, la vostra autrice preferita (e modesta, soprattutto) ha avuto un periodo di fuoco, ma ne è uscita viva (uscita, per così dire... diciamo che le acque si sono calmate)

Comuuuuunque, non posso far altro che ringraziare di cuore tutti coloro che recensiscono *fuochi d’artificio* e coloro che sono tra i preferiti e i seguiti *fuochi d’artificio*! Ho notato che abbiamo un nuovo seguito e lo ringrazio infinitamente *fuochi d’artificio*.

Ma bando alle mie solite ciance e vado con le risposte alle recensioni!

 

LadySnape: vorrei ringraziarti, ma ormai sto diventando ripetitiva... um... ah! Oizargnir it (ok, sono fuori di testa... comunque va letto da destra verso sinistra! U.u una delle mie solite uscite...) *corre a nascondersi*

 

The one wild angel: xdxdxdxdxd! Ho deciso come andrà a finire la storia, e quindi ho già scritto il destino di tutti i personaggi Muahahahahaha! No, dai, a parte gli scherzi. Penso che ormai siamo più o meno tutti affezionati al rosso... anche l’autrice... e vabbè... Sephy è Sephy *sbav sbav*

 

Kairih: veeeeeeeeeeeero!!! Ammetto di averci messo le mani fin dall’inizio, sulla faccenda della morte di Angeal... mi è sembrata troppo ingiusta (il mio Angeal *coccola*). Ma in fondo è la stessa reazione che ho avuto con la morte di Zack ( che è stata più o meno questa: NOOOOOO, ZACK NOOOOOO! TUTTO MA NON ZAAAAACK *pianto disperato*) Em... XD Poi, non so se hai visto Advent Children Complete, ma semmai non l’avessi fatto ti consiglio caldamente di vederlo!

 

Tifa_heart: Oh no! Il mio laboratorio segreto! (il laboratorio di Dexter... ♫ ok, sono fuori di testa)

Adesso dovrò inserire un ordigno di auto-distruzione in questo capitolo, in modo che nessuno scopra dove sia! Muahahahaha! (Oppure potrei semplicemente costruire un altro laboratorio... Um... no, l’esplosivo fa più scena! Muahahaha!) XD

 

RoseMari: eh eh eh... resisti ancora un po’... Sinceramente non pensavo che questa storia sarebbe venuta così complicata... sono soddisfatta! E grazie per i complimenti! *_* Povero Cloudy...  che fine avrà fatto ?_? (l’ho rinchiuso nel mio laboratorio segreto! Muahahah!)

Ps: non preoccuparti per il ritardo (lo dice una che di ritardi se ne intende)

 

Takari94:  Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Beh, visto che, come ha detto Kairih nella sua ultima recensione, in questa situazione Angeal non si è trasformato, non c’era alcun motivo perché Zack lo uccidesse. Il mio Zack e il mio Angeal *coccola*

 

Eternal_Daydreamer: la mia prof di lettere alle medie diceva sempre: “le insegnanti hanno un sesto senso e sono una razza non in estinzione”. Ed è vero. Le insegnanti riescono a beccarti nell’unico giorno in cui non sei preparato. Come fanno, chissà?_? E soprattutto, pretendono di massacrarti con il lavoro che loro hanno fatto in una settimana e che tu devi imparare in meno di quarantotto ore. Bah... insomma, buona fortuna!

Comunque, mi fa molto piacere che tu abbia recensito e ti ringrazio infinite volte!(al diavolo le frasi di circostanza! ;-D)

 

Alla prossima, ragazzi e ragazze!! :-D

XD

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Capitolo 18
*** 18 - Il Ritorno ***


18.

 

 

 

Zack si fermò davanti al cartellone degli incontri, rivolse un’occhiata distratta al ragazzo che era in piedi lì davanti e infine cercò il nome del suo prossimo avversario nei quarti di finale.

Pensò che ci fosse troppa gente a quel torneo, e lui si sentiva stanco per poterli affrontare tutti.

Stanco.

Zack non era mai stato “stanco”.

Il ragazzo accanto a lui abbassò la testa.

Il moro notò quel movimento con la coda nell’occhio e si costrinse a sorridergli. -ei, qualcosa non va?-

L’altro non rispose.

“Evidentemente non ha voglia di parlare.”, si disse Zack, “e neanche io.”

-Zack...-

Il moro si voltò a guardare il ragazzo che aveva parlato con gli occhi spalancati.

Quella voce.

Cloud.

Ma non poteva essere la sua voce... Cloud era stato rapito, portato chissà dove, forse addirittura ucciso... no, era la suggestione, e lui faceva male a sperare di averne sentito la voce.

Era un’illusione.

Non poteva essere così facile.

Il ragazzo alzò la testa e si tolse la maschera velocemente.

Zack sbattè le palpebre diverse volte prima di decidersi a catalogare la visione che aveva davanti come reale.

I capelli dorati di Cloud e i suoi occhi azzurri.

Non poteva essere vero. Oppure sì?

Il moro alzò una mano verso di essi e vi posò una mano, v’infilò le dita e li accarezzò, poi fece scivolare la mano sul viso del ragazzo biondo e lo fissò negli occhi per svariati istanti.

Cloud sorrideva timidamente.

-sei tu...- mormorò, ancora incredulo e al tempo stesso travolto da una felicità immensa.- sei tu!-

Il biondo annuì senza dire nulla, guardò gli occhi di Zack che si facevano lucidi di emozione e cercò di trattenere le lacrime che anche lui stava per versare.

Zack gli posò le mani sulle spalle. Non sapeva cosa fare, sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa, ma cosa? Avrebbe dovuto chiedergli come avesse fatto a fuggire? Chi l’avesse portato a scuola? Da quanto tempo era lì?

Chiuse gli occhi.

Le domande dopo.

Ora c’era tempo solo per loro due.

 

*

 

Tifa era corsa via senza nemmeno sapere dove sarebbe arrivata.

Era semplicemente scappata via.

Aveva lasciato Aerith sulle tribune in compagnia di Tseng, comparso dal nulla come una visione, e ignorando le proteste dei due amici che l’avevano invitata a rimanere con loro, era scappata e aveva preso a camminare velocemente per i corridoi della scuola.

Si fermò di botto proprio davanti alla porta della biblioteca e si mise le mani sui fianchi.

Ne era passato di tempo da quel giorno...

Sul suo viso passò l’ombra di un sorriso, posò una mano sulla maniglia della porta, la aprì ed entrò lentamente.

Udì il rumore di qualcosa che veniva rovesciato a terra e vide qualcuno che muoveva si tra gli scaffali.

La ragazza corse a vedere chi fosse.- ti serve aiut...? Sephiroth?-

Il platinato sobbalzò, raccolse il libro che gli era caduto e lo posò su uno scaffale velocemente.- cosa ci fai qui?- chiese bruscamente.

-sei ancora arrabbiato con me?- domandò lei, notando il comportamento freddo del ragazzo.

Il platinato non rispose.

Tifa si sentì in colpa.- non volevo risponderti in quel modo... però devi capire che sono veramente in ansia per Cloud... tu non lo sei per Angeal...?-

-Angeal?- fece eco Sephiroth, confuso.- ah, sì, sì. Lo sono, lo sono.-

-ma che hai?- chiese Tifa, irritata.- sembri su un altro mondo. Genesis ti ha detto qualcosa?-

-lasciami in pace.- fu la risposta.

La ragazza lo guardò perplessa e sorpresa allo stesso tempo.- “lasciami in pace”? Sei sicuro di stare bene? Non vorrei che avessi preso una botta in testa...-

Lui aveva uno sguardo strano. Sembrava quasi felice, turbato, confuso e arrabbiato allo stesso tempo, e i suoi occhi verdi guardavano tutto senza in realtà vedere niente.

-non ho preso nessuna botta in testa.- disse il platinato, dandole le spalle e iniziando a scorrere i titoli dei libri su di uno scaffale. –non ho niente.-

-Sephiroth... se Genesis ti ha trattato male lo faccio a pezzi con le mie mani...-

-vattene.-

Tifa s’irrigidì di fronte al tono tagliente del platinato, in parte offesa, in parte preoccupata.

-va bene. Me ne vado...- rispose lei, cercando di controllare la voce tremante.- non voglio darti fastidio.-

Sephiroth rimase in silenzio. Il discorso era finito lì.

Tifa uscì dalla biblioteca in fretta, strinse i pugni cercando disperatamente di non piangere.

Perché l’aveva trattata così? Che si fosse già dimenticato di lei? Forse non l’amava più?

Sicuramente c’entrava Genesis in tutto questo; gli aveva detto qualcosa durante lo scontro che l’aveva turbato tanto, e lei voleva sapere cosa.

Uscì in cortile a prendere una boccata d’aria e trovò Genesis seduto su una panchina, da solo.

-cosa gli hai detto?!-

Il rosso si alzò di scatto e si voltò verso la ragazza.- cosa t’importa?-

-voglio sapere cosa gli hai detto!- gridò Tifa con voce tremante.

-solo la verità!-

-dilla anche a me, allora!- ordinò lei.

Genesis fece un segno di diniego con il capo.- rischio di coinvolgerti.-

-l’hai già fatto!- urlòTifa, stringendo i pugni.- siamo tutti coinvolti: io, Zack, Cloud, Aerith! Tutti!-

-tu non capisci!- esclamò Genesis, avvicinandosi a lei.

-sei sempre stato tu a dirmi una marea di stupidaggini! Sei sempre stato tu, Genesis! TU!- gridò Tifa in risposta, battendogli l’indice sul petto.- e non negarlo! Tutti quei dannati discorsi sulla verità, su Loveless! Apri gli occhi!-

-i miei occhi sono attenti e vigili! Stanne fuori!- ripetè Genesis, con decisione.

-voglio sapere cos'hai detto a Sephiroth!-

-perché?!- tuonò il rosso, spazientito.

-io lo amo.- sussurrò Tifa.- e sento che lo sto perdendo...-

-lo perderai comunque, lascialo stare! Dimenticalo! O te ne pentirai!- esclamò Genesis, prendendola per i polsi.- basta giocare, qui si parla di cose che non puoi comprendere!-

-avevo ragione!- rispose Tifa, cercando di liberarsi dalla presa del rosso.- fai sempre queste profezie, mi hai sempre detto cose incomprensibili! Adesso voglio sapere tutta la verità!-

-dimenticalo!-

-NO!-

Genesis si fermò, sbalordito.- sei pazza...-

-non quanto te.- ringhiò Tifa.- c’eri tu, quando hanno rapito Cloud, c’eri tu quando Sephiroth ha deciso di rinchiudersi in biblioteca, c’eri tu quando Angeal ha lasciato Midgar! C’eri tu!-

-smettila!-

-rispondi!-

-... sì, sì va bene. Io c’ero. È un po’ anche colpa mia se...-

-è colpa tua e basta!- sottolineò Tifa.

Genesis scosse il capo e aumentò la stretta sui polsi di Tifa.- non mi prenderò questa responsabilità!-

-beh, dovresti! Mi hai coinvolta tu, e adesso devi spiegarmi.-

Il rosso boccheggiò qualcosa d’indecifrabile, poi congiunse le sopracciglia e la fissò intensamente.- no.-

-perché?!-

Lui la lasciò.- perché ho deciso così. Se ti succedesse qualcosa...- abbassò lo sguardo e pensò “sarebbe colpa mia.”

-assumiti le tue responsabilità.- bisbigliò Tifa, perforandolo con lo sguardo.-

Genesis le rivolse uno sguardo in tralice.-no.-

 

 

*

 

-Cloud!- strillò Aerith, felice.- sei qui!-

Tifa si costrinse a sorridere. Era contentissima che il biondo fosse lì con loro, lo abbracciò, ma non riuscì a togliersi dalla testa tutti gli avvenimenti che aveva vissuto poco prima di ricevere quella splendida notizia.

Zack, deciso a non mollare il biondo a nessuno, si strinse un po’ più a lui e gli cinse le spalle con un braccio.- l’avevo detto io. Il mio Cloud è forte!-

Aerith si fece furbetta.- ah,  ma non eri tu quello che ciondolava per la scuola come un’anima in pena?-

Tseng ridacchiò.

-davvero?- chiese il biondo, rivolgendo a Zack un sorriso raggiante.

Zack arrossì e si grattò la nuca, imbarazzato.- beh, sì... magari un pochino...-

Cloud lo rassicurò con lo sguardo e gli diede un bacio sulla guancia.

-sarei venuto a cercarti in lungo e in largo!- esclamò Zack, eccitato.- e avrei preso a calci nel c...-

-Zack!- lo apostrofò Tseng.

Il moro arrossì.- ...nel didietro i tuoi rapitori.-

Aerith prese la mano di Tseng e la accarezzò.- ma come hai fatto a trovarlo?-

-non mi ha trovato lui- disse Cloud.- mi hanno liberato.-

-credevo che ti volessero morto.- osservò Tifa, sospettosa.- e Zack non ha ucciso Angeal.-

-è stata una donna.- chiarì Cloud, in tono sommesso.-non si è presentata, ma ha detto che doveva farsi perdonare... non so né perché né da chi. Mi ha aiutato a chiamare Tseng, che è venuto a prendermi.-

-per questo sono partito.- spiegò Tseng.

-ma perché non ti sei più fatto sentire?- chiese Aerith, accigliata.- mi hai fatto preoccupare!-

Il ragazzo le sorrise flebilmente.- non era mia intenzione.-

-qui ne sono successe di tutti i colori.- disse Zack.- Angeal è all’ospedale, e Sephiroth non si sa dove sia...-

-è in biblioteca.- rispose Tifa, tagliente.- non vuole essere disturbato.-

-il solito antipatico.- borbottò Zack.- credevo si fosse addolcito un po’.-

Tseng si mostrò estremamente turbato.- e cosa sta facendo?-

-boh, legge.- disse semplicemente Tifa.- la sua gentilezza è disarmante.- aggiunse poi, in tono ironico.

Tseng e Cloud si scambiarono uno sguardo atterrito.

-qualcosa non va?- domandò Zack, impressionato da quella reazione.- adesso siamo insieme! Angeal si riprenderà! E tornerà tutto alla normalità.-

-Zack...- mormorò Cloud, abbassando lo sguardo.

Il moro smise di sorridere.- cosa sta succedendo?-

Tseng raccontò per l’ennesima volta la storia del Mako, lasciando Aerith e Tifa di sasso; Zack ricordò le parole di Angeal con una fitta al cuore e si voltò verso Cloud.

-Angeal mi aveva detto di prendere quegli appunti e distruggerli.- disse Tseng, con angoscia.- ma quando sono andato a cercarli, dentro la sua borsa non c’erano più. Penso che li abbia presi Genesis...-

Tifa sbarrò gli occhi.- vuoi dire che quella roba è in mano di Genesis?-

-se lo è...- corresse Tseng.- se non li ha già presi Sephiroth.-

-io non capisco... vuol dire che Sephiroth è realmente un...-  esordì Tifa, senza avere il coraggio di andare avanti.

-sì, Tifa...- rispose Tseng.- lui, Genesis e Angeal.-

In quel momento, qualcosa scoppiò nell’ala sinistra della scuola producendo un rumore assordante; gli allarmi antincendio si azionarono tutti in una volta e l’acqua eruppe copiosa dai tubi riversandosi sul pavimento, mentre le sirene iniziavano a gridare l’allarme.

-ah! Acqua!- gridò Zack, cercando di sovrastare la confusione.- si può sapere cos’è successo?!-

-c’è odore di fumo.- osservò Aerith.

-siamo fradici...- brontolò Cloud,  mentre l’acqua continuava a sgorgare dal soffitto.

Tifa agrottò la fronte.- dev’essere esploso qualcosa...-

-dobbiamo andarcene.- disse Tseng.- usciamo dalla scuola!-

-no!- esclamò Tifa.- devo trovare Sephiroth! Era in biblioteca! Lo scoppio proveniva da qualla direzione!-

-Tifa! Torna qui!- esclamò Tseng, esasperato.- dannazione! Zack! Dove vai?!-

-vado da lei! Tu porta Aerith e Cloud in salvo!-

-Zack!- esclamò Cloud.

Il moro gli scompigliò i capelli bagnati e gli sorrise.- sarà solo un piccolo incidente! Tseng, mi raccomando...-

Tseng incrociò le dita.- andiamo... forza!-

 

 

Angolino dell’autrice ritardataria

 

Salve a tutti! Scusate il ritardo... l’altro capitolo ho detto le ultime parole famose... siamo sicuri che non ci sono prof qui intorno, vero? Comunque eccomi qua. Da oggi l’aggiornamento riprenderà con il suo normale ritmo, quindi il prossimo aggiornamento ci sarà domenica prossima!

Ma passiamo alle comunicazioni di servizio!

Vi ringrazio tutti (preferiti, seguiti e recensori)!

Poi devo chiedere scusa se il capitolo è corto, ma date le mie condizioni non sono stata in grado di scriverne uno decente... spero di non avervi delusi (senza contare che prima mi si è bloccato il computer e non avevo salvato, quindi ho perso gran parte del mio lavoro *sigh*)

Ho ricostruito il mio laboratorio segreto in un posto ancora più segreto! Muahahaha! Quindi andrò a nascondermici non appena avrò finitito qui...

Perdonate le mie frasi intricate, ho il cervello fuso... revisionerò questo capitolo appena avrò un attimo di tempo.

E infine rispondo alle recensioni!  

 

Kairih: Che fortuna!!! Dove vi hanno portati? Ti sei divertita? O.o amo le gite! Nella nostra scuola quest’anno ci portano tutti a Praga... e già è tanto se ci portano lì... siamo veramente a corto di fondi.  Voglio andare in gita anche ioooooooooooo! *sob*

 

 

TaKari94:  dire che è una croce è un eufemismo... io direi che è una gran rottura di... em... lasciamo perdere XD. E poi l’altra volta c’erano anche i colloqui generali...  Beh... ti ringrazio per la comprensione e per i complimenti!

 

Tifa_heart: XD Spero che questo capitolo *guarda quello che ha scritto e se ne vergona* non ti abbia delusa. Volevo scrivere di più, ma non ho veramente avuto neanche un secondo... più spazio da dedicare alla libera espressione! Ecco cosa ci vuole! *campagna elettorale*.

 

RoseMari: U.u... ci provo. Sono tutti esasperati perché sono sempre con la testa tra le nuvole, ma nessun osi rende conto che sono molto più attenta e osservo molto più di quel che credono. Viva la fantasia *campagna elettorale*! Beh, è tornato il povero Cloud! Veramente era tornato nel capitolo 17 all’inizio... era il tipo che stava con Tseng!

 

The one winged angel: troppi complimenti *arrossisce*! :-D Ti ringrazio! Anche se non mi piace molto come ho scritto questo capitolo... in realtà mi sono girate le scatole per colpa del computer che mi si è bloccato, in più ho dovuto riscriverlo dopo un bel periodo di stasi e non ne sono pienamente soddisfatta.  Comunque sono felice che ti piaccia la CloudXZack! Grazie!

 

Um... vi chiedo di prepararvi psicologicamente per i prossimi capitoli...  io intanto me ne vado nel mio nuovo laboratorio segreto.*scappa*

 

Baci e alla prossima!

Tico_Sarah

 

 

 

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Capitolo 19
*** 19. Sacrificio ***


19.

Zack seguì Tifa sgusciando tra la folla che stava evacuando in massa l’edificio, ma ben presto la perse di vista e decise di dirigersi verso il luogo dell’esplosione, sicuro che l’avrebbe trovata lì.

Si fece largo a gomitate tra gli studenti e s’infilò in un corridoio libero.

Qui vi trovò Tifa, sconvolta.

-Torniamo indietro!- esclamò Zack, correndo verso di lei.

-devo trovare Sephiroth!- ribattè Tifa, in tono che non ammetteva repliche.

Lui scosse la testa e l’afferrò per un braccio.- sarà già fuori, non è uno stupido!-

-è lui...- mormorò Tifa, con voce spezzata.- l’esplosione veniva dalla biblioteca.-

-ma non può essere! Sephiroth non avrebbe mai fatto una cosa del genere…- affermò il ragazzo.- scommetto che ti sta aspettando di fuori, e che sarà in pensiero per te...-

In quel momento una seconda esplosione fece tremare il corridoio, Zack sussultò e lasciò Tifa, che si lanciò verso le scale per salire al piano superiore. 

-torna qui! Potrebbe crollare tutto!- le gridò dietro, ma lei non lo ascoltò e continuò a salire i gradini.

Zack si lasciò sfuggire un’imprecazione, poi si gettò nuovamente all’inseguimento di Tifa.

Tifa corse attraverso il lungo corridoio al piano superiore, dove si stava dilatando una nube di fumo, arrivò a un bivio e svoltò a destra. Qui si respirava meglio, per fortuna.

Intanto, anche Zack aveva raggiunto il punto in cui il corridoio si divideva, e per un attimo fu indeciso da che parte andare, poi, sperando di aver preso la strada giusta, si diresse verso sinistra.

 

*

 

-sono ancora lì dentro!- esclamò Tseng, lanciando un’occhiata all’orologio.- sono già quindici minuti che siamo tutti usciti!-

Aerith indicò la parte sinistra dell’edificio che si stava sgretolando.- guardate!-

Cloud guardò preoccupato i calcinacci che cedevano e crollavano a terra, mentre in lontananza si udivano già le sirene dei pompieri e delle ambulanze.

-mancheranno solo loro.- sbottò Tseng.

-sbagliato.- lo contraddì Reno, comparendogli alle spalle.- mancano all’appello parecchie persone.-

-chi?- domandò Tseng, confuso.

- il preside, il professor Hojo, Genesis, Rufus Shinra, Sephiroth e il professor Hollander, oltre ai vostri amici.- li informò Reno, osservando la scuola con apprensione.- spero che siano tutti interi.-

Cloud si accigliò, e quando Reno si fu allontanato, si decise a parlare:- perché Shinra non è uscito?-

Tseng gli lanciò un’occhiata confusa.

-dobbiamo tornare dentro.- disse Cloud, trovando la grinta.- Zack e Tifa potrebbero essere in difficolà!-

-temo che il responsabile di tutto questo disastro sia proprio Sephiroth.- affermò Tseng, - e che i nostri amici siano davvero in pericolo. Ma non possiamo tornare nella scuola! È troppo azzardato! E Zack ha chiesto di occuparmi di te...-

-non sono un bambino.- borbottò il biondo, arrabbiato.- e voglio aiutare Zack. Non sopporterei di non rivederlo mai più...-

-sarebbe da irresponsabili entrare.- disse Aerith, piano.

-mi chiedo soltanto come sia possibile che avvengano tutte queste esplosioni... oh...!- esclamò Tseng, sbiancando.

-la Materia.- disse.- adesso che ci penso, molto tempo fa c’è stata una conferenza sull’energia Mako, e Hojo ha dato una dimostrazione di come una parte dell’energia Mako, inglobata, possa sprigionare una potenza simile a quella di un esplosivo...-

-davvero può?- fece Cloud, perplesso.

Aerith incrociò le braccia dietro la schiena.- l’ho visto al telegiornale.-

-io non ne sapevo nulla.- mormorò Cloud, imbarazzato.

Tseng esibì un sorriso.- la morale è semplice: mai mancare alle conferenze indette da uno scienziato pazzo.-

-se ti sentisse.- ribattè Cloud, arrossendo.

Il sorriso morì sulle labbra di Tseng.- ma Sephiroth non c’era...-

Aerith rimase a fissare il moro, pensierosa, poi il suo viso si fece raggiante.- quindi non può essere stato Sephiroth! Non sapeva che esistessero queste… Materie.-

-potrebbe averlo visto in televisione, o sul giornale.- fece presente Cloud.

Tseng scosse il capo.- no. Io stesso pensavo che esistesse una sola di quelle strane sfere magiche, e la stessa è stata usata da Rude nella dimostrazione... quindi non credevo che ce ne fossero altre… nella scuola, poi... solo Hojo poteva saperlo.-

-tutto torna! Hojo è dentro la scuola! È stato lui!- esclamò Cloud, trionfante.

Tseng era perplesso.- ma c’è qualcosa che non mi quadra.-

-a me sembra tutto chiaro.- disse Aerith.

-ad esempio: perché Hojo avrebbe deciso di distruggere la Shinra? Ci lavora.-

-perché è pazzo, non è una spiegazione sufficiente?- domandò Cloud.

-sinceramente no.- rispose l’amico.- non adesso.-

Aerith sembrò di nuovo preoccupata.- in che senso?-

-vi ho detto che Angeal mi aveva chiesto di distruggere gli appunti di Gast... vero?- chiese Tseng, facendo memoria locale.- beh, e vi ho anche detto che però pensavo che li avesse presi Genesis.-

- durante l’incontro tra Sephiroth e Genesis ci sono stati alcuni problemi. Hanno parlato a lungo prima di iniziare il combattimento, e dopo, Genesis deve aver detto qualcosa a Sephiroth, perché lui se ne andato di corsa... sembrava piuttosto arrabbiato...- rammentò Aerith.

-forse gli ha detto dove trovare gli appunti. A quest’ora Sephiroth saprà già tutto.- disse Tseng, avvertendo una forte stretta allo stomaco.

-ma resta la questione della Materia!- esclamò Cloud.- non poteva sapere dov’era!-

Tseng abbassò gli occhi, ci pensò un attimo, poi si morse il labbro inferiore e disse in un mormorio:- ho come l’impressione che c’entri Hojo, in qualche modo.-

-Zack ha detto che era solo un piccolo incidente...- biascicò il biondo, con gli occhi lucidi.

-troppo ottimista.- ribattè Tseng, rivolgendo lo sguardo verso la Shinra.- qui sta per succedere il finimondo.-

Aerith scosse la testa.- no!-

I due ragazzi si voltarono verso di lei.

-hai detto che... che gli appunti furono scritti da un certo Gast.- disse Aerith, con voce tremante.- era mio padre.-

Tseng fece per abbracciarla, ma lei si scansò e strinse i pugni.

-mi sento responsabile.- ammise Aerith.- e non posso pensare che Zack e Tifa stanno andando a cercare Sephiroth! Potrebbe addirittura ucciderli!-

-Aerith...-

-io vado!- esclamò lei, e partì di corsa verso la scuola.

-Aerith!- gridò Tseng.

-vado con lei!- disse Cloud, incoraggiato dalla decisione dell’amica.- anch’io devo salvare Zack!-

Tseng rimase da solo, poi scosse la testa, esasperato, e anche lui si diresse verso la Shinra.

 

*

 

Tifa dovette fermarsi perché aveva raggiunto la fine del corridoio.

Qui era tutto silenzioso, in modo quasi irreale.

Si avvicinò all’ultima porta in fondo al corridoio e lesse la targhetta con scritto il nome del preside: era l’ufficio di Shinra.

-era tutto perfetto.- stava mormorando una voce.

Tifa notò che la porta era semiaperta, e cercò spiare con discrezione cosa stesse accadendo all’interno della stanza.

Shinra era solo e stava guardando fuori dalla finestra.

-ho lavorato per anni a questo progetto.- stava dicendo il preside- ma se proprio è destinato a fallire, devo trovare il modo per cavarmela.-

Tifa congiunse le sopracciglia e pensò che forse era meglio non andare oltre e continuare a cercare Sephiroth.

Dopo tutto quello che Shinra aveva fatto si meritava di restare nella scuola, che fosse pericoloso o no; forse presto sarebbero arrivati i pompieri e l’avrebbero salvato, quindi non c’era bisogno di preoccuparsi.

Si allontanò dalla porta nell’istante in cui Genesis faceva capolino dalla classe adiacente all’ufficio.

-e tu che ci fai ancora qui?!- esclamò il rosso rivolto a Tifa.

-potrei farti la stessa domanda.- replicò lei, fermandosi di botto.

-sto cercando Sephiroth.-

-beh, andiamo nella stessa direzione.- rispose Tifa, agitata.- sono minuti che corro qua dentro, in alcuni punti si muore dal caldo, ma non lo trovo...-

Genesis buttò un occhio fuori dalla finestra.- il sole sta per tramontare.-

-che c’entra?!- esclamò Tifa, irritata.

-tra poco sarà buio. Dobbiamo sbrigarci.-

Tifa lo guardò in cagnesco.- perché non mi hai detto niente?-

-cos...?- Genesis si piegò appena in tempo per evitare un destro della ragazza.-ti è andato di volta il cervello, per caso?!-

Lei cercò di dargli un calcio negli stinchi, ma lui si scansò e di seguito parò un altro pugno di Tifa.

-non voglio farti del male!- le disse Genesis, arretrando.- ma se proprio ci tieni...-

Tifa cercò di colpirlo al viso con un sinistro, ma il rosso le scivolò sotto il braccio e, con un gesto fulmineo, la spinse contro il muro, intrappolandola tra sé e la parete.

Lei si dibattè ferocemente.- lasciami andare!-

-ho detto che non volevo farti del male!- rispose Genesis, cercando di calmarla.

-Voglio farti a pezzi con le mie mani!- fu la risposta.

Improvvisamente la porta dell’ufficio di Shinra si aprì, e alla soglia comparve il preside con una pistola in mano.- Genesis.-

Il rosso si allontanò dalla ragazza come se scottasse e rimase a fissare il preside, basito.

Tifa rimase attaccata alla parete e spostò lo sguardo da Shinra a Genesis e viceversa.

-ti stavo proprio cercando.- disse il preside a Genesis, guardandolo con occhi vitrei.

Genesis si scambiò un’occhiata con Tifa.

Il preside ignorò la ragazza e si concentrò soltanto su Genesis.- sei stato tu a sollevare questo polverone, lo sai? Se non fossi esistito, tutto questo non sarebbe successo, perché tutto sarebbe andato secondo i miei piani.- disse, con rancore.

-non è vero!- esclamò Tifa, arrabbiata.- lei non può controllare le persone!-

-Sephiroth avrebbe scoperto tutto comunque.- aggiunse Genesis,- e avrebbe reagito proprio come ha fatto...-

Tifa avvertì una fitta al cuore. Allora era vero. Era stato Sephiroth.

-non importa, perché adesso tutto il lavoro di una vita è andato in fumo. E la prima cosa che devo fare... è recidere i rami secchi. Tanto, sarebbe stata comunque la degradazione a ucciderti.- fece Shinra, con un sorriso terribile.

Genesis fece un passo indietro quando il preside gli puntò contro la pistola, la sua mano corse all’elsa della spada che teneva nel fodero e le sue dita si strinsero attorno ad essa.

Il ghigno di Shinra si trasformò in una vera risata.- non penserai di cavartela con così poco, vero?-

Genesis estrasse la spada.- non mi farò uccidere così facilmente.-

-puoi scappare, ma lei non sarebbe altrettanto veloce.- e Shinra accennò a Tifa.

-non lo farai...- ringhiò Genesis.

-proviamo.- lo incalzò Shinra.

Tifa si sentì travolgere dalla rabbia.- tanto mi ucciderai lo stesso, no? Niente testimoni.-

-anche se non lo facessi io, sarà certamente lui a trovarti.- disse Shinra.- e non ti salverai neanche tu, stanne certa.-

Genesis aumentò la stretta attorno all’elsa.

Shinra indicò la spada con lo sguardo.-gettala a terra.-

Il rosso esitò, poi lanciò l’arma ai piedi Shinra, con aria arrendevole.

Tifa rimase di sasso.

“Perché? Potevi salvarti, Genesis! Sei il solito cretino!”, pensò Tifa.

-così iniziamo a ragionare.- commentò Shinra, soddisfatto.- adesso puoi anche morire in pace. Tanto sarebbe accaduto lo stesso.-

-appunto.- rispose Genesis, alzando entrambe le mani in segno di resa.

-ammirevole.- disse Shinra.- beh, sei un vero cavaliere se ti sacrifichi per salvare lei.-

-me?!- esclamò Tifa, sorpresa.

Shinra annuì.- è stato uno scambio silenzioso, ma sempre uno scambio.-

Genesis abbassò lo sguardo.-smettila di blaterare cose senza senso.-

-bene.-

Tifa guardò prima gli occhi avidi di Shinra, poi la spada a terra.

Doveva prenderla e restituirla a Genesis.

Una terza, tempestiva, esplosione provocò un’ennesima scossa che distrasse Shinra, dando l’occasione a Tifa di proiettarsi in avanti, di prendere la spada di Genesis e di lanciargliela.

Shinra capì l’azione della ragazza troppo tardi per interromperla, ma quando se ne accorse cambiò obiettivo e puntò la pistola contro la ragazza, pronto a premere il grilletto; nello stesso tempo Genesis prese la spada e si buttò di peso su di TIfa, appena in tempo per impedire al proiettile che esplose di ferirla a morte.

Tifa gridò e cadde di lato, sbattendo una spalla contro la parete; Genesis brandì la spada e trafisse Shinra prima che questi potesse sparare di nuovo.

La lama della spada perforò il corpo del preside, che restò come fulminato, con il braccio ancora teso.

La pistola gli cadde di mano con un tondo metallico, Genesis estrasse la spada e il corpo inerme del preside piombò a terra, senza vita.

Tifa si vergognò dell’esclamazione di esultanza che non potè trattenere.

Il rosso deglutì, si posò una mano sotto la clavicola destra e cadde in ginocchio, ansante.

-Genesis!- esclamò lei, correndogli vicino.

-il proiettile.- gemette Genesis.

Lei spalancò gli occhi e vide che la mano del ragazzo si stava lentamente macchiando di rosso.

-devo portarti fuori di qui.- disse velocemente Tifa.

-fuori da dove?- chiese Genesis.

-dalla scuola, stupido.- rispose lei.- non ho voglia di scherzare, va bene? Ce la fai ad alzarti? Ti aiuto io.-

-è solo un graffio.- sminuì Genesis.- tu vai a cercare Sephiroth.-

-no.- insistè Tifa.- non si lasciano gli amici in difficoltà.-

-posso camminare.- disse Genesis, imbarazzato.

-andiamo.-

Genesis la seguì lentamente attraverso il corridoio, rifiutando ostinatamente ogni tentativo di farsi aiutare.

Per un po’ i due rimasero in silenzio, poi, quando giunsero di nuovo al bivio che aveva attraversato Tifa minuti prima, Genesis si decise a parlare:- ti hanno raccontato tutto?-

-sì. Mi chiedo solo perché non l’abbia fatto tu.- gli rinfacciò Tifa.- è un secolo che ti rincorro per aiutarti, mi pare.-

Il rosso sbuffò.- non mi sembrava una storia credibile.-

-hai messo in pericolo molta gente.- lo rimproverò Tifa.

-è colpa mia.- ammise Genesis.- ma non posso prendermi tutta la responsabilità, non ho  deciso io di effettuare quegli esperimenti.-

Tifa non rispose.

-Hollander è stato il relatore del mio progetto. Si è staccato dal gruppo prima che fosse creato Sephiroth.-

-creato.- ripetè piano Tifa.- fa venire i brividi.-

-già.-

-credo che abbia fatto lo stesso effetto anche a lui.- sussurrò Tifa.

Genesis annuì, lentamente.- ho nascosto io gli appunti. E sempre io gli ho detto dove trovarli.-

-l’avevo intuito.- replicò lei, tagliente.

-non volevo metterti in mezzo.-

-credo che io mi sia “messa in mezzo”, da quando ho incontrato Sephiroth.- ribattè Tifa, con una certa ironia.- ma forse avrei preferito sapere tutto fin dall’inizio. Quello che non mi è chiaro... è perché tu abbia cercato di tagliarmi fuori.-

Genesis sorrise, lievemente imbarazzato.- non c’è una ragione precisa.-

-e non capisco neanche cosa ti abbia spinto a voler farti ammazzare al posto mio.- rincarò lei, sospettosa.

-c’è qualcuno qui!!- esclamò una voce profonda.

-i soccorsi.- ansimò Genesis, cambiando velocemente argomento.- non vedo l’ora di togliermi quest’affare...- brontolò, accennando al proiettile.- adesso vai a cercare Sephiroth. Forse a te darà più ascolto che a me.-

-credi?-

Lui sorrise debolmente.- vai.-

Tifa lo guardò, rincuorata, “Adesso ti porteranno in salvo.”, pensò.

-vai!- esclamò Genesis.

 

*

 

Zack si fermò, paralizzato dal terrore.

La direzione che aveva scelto di percorrere era completamente in  fiamme. Alcuni calcinacci cadevano in una voragine che si era creata in mezzo al corridoio, da cui si intravedeva il paino terra, mentre il vento soffiava dal buco nel soffitto, alimentando le fiamme.

Zack era giunto davanti al baratro e l’aveva fissato orripilato, poi aveva guardato il cielo giunto ormai all’ora del crepuscolo, e infine aveva posato, incredulo, lo sguardo sul ragazzo che sostava tranquillamente in mezzo alle fiamme, dall’altra parte della spaccatura.

Sephiroth impugnava la Masamune e non sembrava aver notato la presenza di Zack. Continuava a mormorare cose che il moro non riusciva a capire.

-Sephiroth!- gli gridò Zack, furioso.- sei stato tu a fare tutto questo?! Io mi fidavo di te!-

Il platinato lo guardò con occhi vaqui, poi ghignò e si lanciò nel baratro, seguito dall’urlo di Zack:- SEPHIROTH!-

 

 

Angolino dell’autrice:

 

Salve a tutti!

Per cominciare, buona pasqua a tutti!  *distribuisce uova di cioccolato a tutti i lettori*

Facciamo un applauso a Genesis, visto che in questo capitolo si è comportato da vero cavaliere. Ammetto che quando ho pensato alla storia, prima di scrivere il capitolo uno, avevo la seria intenzione di farlo fuori. Poi ci ho ripensato, perché pian piano mi ci sono affezionata... bravo Genesis *abbraccia*

Quanto a Shinra, ditegli addio... *sguardo malvagio*

 

Detto questo, rispondo alle recensioni!

 

RoseMari: Genesis è sano e salvo... vorrei dire lo stesso per Sephiroth *_*. Povero il mio Sephi *stritola in un abbraccio* (ma guarda cosa mi tocca subire – nd Sephiroth ; su, non fare il difficile, Sephi – nd me). Come hai letto, c’entra proprio il nostro “first class Soldier” nell’esplosione. Eh sì... ha causato un bel marasma. Buona pasqua! *abbraccia*

 

TaKari94: Ti ringrazio! Su Sephiroth hai ragione, ma in fondo cosa può fare poveretto...? Quanto mi dispiace per lui, mi fa troppa pena... (non ho bisogno della tua compassione! – nd Sephiroth; ma come siamo suscettibili oggi...– nd me). Sono felice che ti sia piaciuto l’incontro tra Zack e Cloud! Buona pasqua!

Baci baci

 

Tifa_heart: O.o uh oh! *si guarda intorno furtiva* +.+ Allora dovrò installare il dispositivo di emergenza inventato da me: l’“anti-lettori-infuriati-che-hanno-una-grandissima-voglia-di-uccidere-l’autrice”... meglio conociuto con l’acronimo di ALICHUGVDULA... XD. Forse dovrei chiamarlo semplicemente “Allarme” ^_^. No, troppo banale MUAHAHAHAH!!! :-D

Passando oltre...buona pasqua anche a te! *abbraccia*

 

Kairih: BUONA PAQUAAAA! Ok, mi calmo ^_^ sono esagitata come sempre. Ahem! Grazie per i complimenti! Eh già, la mitica donna inizia con la L. ih ih... quanto al nostro eroe platinato, cercheremo di farlo tornare in sé con una padellata in testa (ei!- nd Sephiroth; stai zitto tu, perché oggi devi mettere bocca in tutto quello che dico?- nd me; perché non fai altro che dire stupidaggini.- nd Sephiroth).

Dico solo una cosa sul clack: l’autrice farà di tutto pur di proteggere i due piccioncini!!!! (fortuna che dovevi essere imparziale =.=’ – nd Sephiroth)

Ti saluto e ancora auguri!*manda bacio*

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Capitolo 20
*** 20. Contro Sephiroth ***


20.

 

 

Aerith e i suoi compagni erano appena entrati nell’ingresso della scuola che videro un uomo correre goffamente verso di loro.

-ecco l’uscita!- ansimò Hollander, e avrebbe superato il gruppo se Tseng non gli si fosse parato davanti per fermarlo.

Hollander cercò di raggirare il ragazzo, che però non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare, e per un po’ i due rimasero a guardarsi, in silenzio, poi Hollander sfoderò tutta la sua faccia tosta:- salve ragazzi! Dove state andando? Fuori di qui, spero!- e sorrise, sornione.

Tseng lo fulminò con lo sguardo.- ha intenzione di scappare e lasciare la scuola al macello, vero?-

-sì.- ammise Hollander guardando l’uscita dietro le spalle di Tseng con desiderio.- se permetti...- e cercò di passare, ma Tseng non glielo permise.

-professore, ha visto i nostri amici?- chiese gentilmente Aerith.

-non li ho visti!- sbottò Hollander, spazientito.- insomma, lasciatemi andare!-

Tseng si scambiò un’occhiata con Cloud, che si strinse nelle spalle, rassegnato.

-deve aiutarci, professore!- lo implorò Aerith.- i nostri amici sono qui dentro!-

-e cosa dovrei fare?! Mica sono un mago, non posso farli comparire!- ribattè Hollander, con stizza.- e poi ci sono quei pazzi furiosi! Non intendo rimanere qui un secondo di più!-

-si riferisce a Sephiroth?- domandò Cloud.

-lui! Proprio lui!- esclamò Hollander, esasperato.- e quello scienziato dei miei stivali che gli ha dato la materia per distruggere la scuola! Fossi in voi non rimarrei un secondo di più!-

La voce di Hollander si perse per il corrioio.

I tre ragazzi rimasero un po’ in silenzio a guardarsi; Hollander continuò a guardare l’uscita, spaventato.

Tseng interruppe il silenzio:- quindi Hojo è qui?- chiese.

Lo scienziato annuì.- certo che è qui! Quello è pazzo! Si crede di poter controllare quella... quella cosa.- disse, in tono aspro.- ma si illude. Lo farà fuori non appena lo troverà.-

-Tifa è in pericolo!- esclamò Cloud, allarmato.

-anche noi!- rincarò Hollander.

Un rumore frenetico di passi li fece voltare, e per un attimo, il cuore di tutti prese a battere incessantemente.

Il volto di Zack fece capolino da dietro un angolo, e insieme a lui, la grande spada che gli aveva dato Angeal.

-Zack!- lo chiamò Cloud.

Il moro li guardò e si aprì in un sorriso raggiante, che però gli morì subito sulle labbra.- vi avevo detto di andarvene! È troppo pericoloso qui!-

-appunto!- aggiunse Hollander.

Tseng ignorò il professore.- è impossibile tenere buoni questi due.- e accennò ad Aerith e Cloud, che arrossirono.

Zack posò lo sguardo sul biondo e si addolcì.- non volevo che qualcuno vi facesse del male...-

Hollander strinse gli occhi.- bene, adesso che siamo tutti insieme, io proporrei di andarcene!- e lanciò un’occhiata terrorizzata alla Buster Sword.

-Tifa è ancora in giro!- li informò Zack, in tono angosciato.- purtroppo non sono riuscito a trovarla. In compenso, ho visto Sephiroth.-

-Sephiroth?!- fece eco Hollander, sul punto di svenire.- perché non ce ne andiamo e basta?!-

-aveva in mano una katana enorme... e quindi sono corso a prendere la Buster Sword...- spiegò Zack.- non so dove abbia preso quella spada, ma non può averla trovata qui a scuola.-

-forse gliel’ha data Hojo insieme alle Materie.- disse Aerith.

-cosa sono le Materie?- chiese Zack, perplesso.

-è una lunga storia.- rispose Tseng.- comunque, sono la fonte delle esplosioni.-

-beh, l’importante è saperlo.- grugnì Zack.

-no, l’importante è scappare.- lo contraddì Hollander, in tono supplichevole.

Aerith si accostò a Tseng, da cui ricevette uno sguardo dolce.

Cloud era meno preoccupato, ora che c’era Zack con lui. Perlomeno adesso sapeva che il moro stava bene, e questo gli era di grande conforto.

Il biondo accarezzò il viso di Zack con lo sguardo. L’importante era stare insieme. Nel bene e nel male.

-andiamo di sopra.- disse Tseng.- forse Tifa è andata per di là...-

*

 

Tifa si appoggiò al muro, sfinita, e si lasciò scivolare sulla parete in preda allo sconforto.

La testa le girava, e sentiva che le gambe ormai reggevano a stento il suo peso, tanto che aveva rischiato già un paio di volte di rotolare giù dalle scale.

Aveva assistito all’ omicidio di un uomo spregevole, era vero, ma pur sempre un uomo... il pensiero la stava assillando da una decina di minuti, mescolandosi con la paura e  la stanchezza.

Si rialzò a fatica e guardò il pavimento con occhi vuoti. Forse era ora di uscire dalla scuola? Il caldo era insopportabile, il fumo invadeva gran parte dei corridoi e i calcinacci cadevano a terra di tanto in tanto, facendola sobbalzare.

Tifa decise che era meglio relegare quei pensieri in un angolo buio della propria mente e si avviò di nuovo lungo il corridoio.

Pensò a cosa avrebbe potuto dire a Sephiroth quando l’avesse visto. Avrebbe potuto rassicurarlo dicendogli di non preoccuparsi, che lei non lo avrebbe abbandonato;  ma lui gli avrebbe creduto? Sembrava a dir poco assurdo, ma Sephiroth aveva trovato sua madre...

Proseguì lungo il corridoio, ma ben presto dovette fermarsi.

Quella parte della scuola era completamente in macerie, e lì non c’era alcun modo di passare, così fece marcia indietro e tentò di seguire un’altra strada.

Le esplosioni sembravano aver cessato di devastare la scuola, e adesso il terreno non tremava più. Che Sephiroth avesse rinunciato ai piani distruttivi?

Era una speranza molto remota.

Che sciocca... pensava davvero di poterlo fermare? Pensava davvero di contare così tanto per lui, da fargli dimenticare tutto il male subito? Posò una mano sul ciondolo che Sephiroth gli aveva regalato. Sì. Davvero pensava tutto questo.

Lei sapeva di amarlo. E lui anche.

Doveva solo ricordarglielo.

Si lasciò cullare un po’ dalla speranza, dopodichè riprese a correre lungo il corridoio, confortata da quel nuovo barlume di luce.

Udì uno sparo. Poi un altro, e un altro ancora.

Percorse la direzione da cui erano provenuti i colpi e si infilò nell’ennesimo corridoio.

Qui, trovò Rufus Shinra che le dava le spalle.

L’uomo stava indietreggiando mentre puntava la pistola contro Sephiroth, che lo guardava con occhi folli e la Masamune sguainata.

Tifa si morse il labbro e la vista le si annebbiò quasi completamente.

Non vide il viso di Shinra, ma il terrore che lui provava era quasi palpabile.

Sephiroth alzò la spada.

Partì un proiettile.

Il platinato lo deviò senza difficoltà e brandì la Masamune, pronto ad uccidere.

Tifa deglutì.

Non era lui... non poteva essere lo stesso ragazzo che aveva conosciuto.

Si sentì travolgere dalla rabbia, si guardò intorno e individuò un estintore poco lontano da lei, si diresse verso di esso e lo prese in mano.

Rufus continuò ad indietreggiare.

Nessuno dei due si era accorto della presenza della ragazza, che si avvicinò velocemente, alzò l’estintore e con quello colpì alla nuca Rufus, che crollò a terra privo di sensi.

Sephiroth si immobilizzò e la guardò con occhi vitrei, poi posò lo sguardo su Rufus, e infine tornò a fissare la ragazza, che lasciò cadere l’estintore ai suoi piedi.

-fermati!- esclamò, trovando finalmente la voce.

Per tutta risposta, il platinato le puntò contro la masamune.

Tifa si dimostrò pronta a combattere.- non puoi andartene così, chiaro?!-

Sephiroth non disse nulla, sembrava che neanche la riconoscesse.

La ragazza si mise in posizione di combattimento e lo guardò con aria di sfida, sebbene si sentisse invadere dalla paura. Sephiroth scavalcò il corpo esanime di Rufus Shinra e si diresse verso di lei.

Non sarebbe stato difficile, per lui, sbarazzarsi del nuovo ostacolo. Era solo una ragazzina.

-dì qualcosa, almeno!-

Lui non rispose.

Lei congiunse le sopracciglia.

Quegli occhi... la guardavano con tanta freddezza e crudeltà... ma non si poteva cambiare idea così velocemente... aveva detto di amarla. Da qualche parte, nel profondo, quel sentimento doveva ancora esserci.

Sephiroth vibrò un colpo verso di lei, colpendola di striscio al braccio di striscio.

L’avvertimento di Sephiroth sembrava essere chiaro: andarsene, o morire.

Tifa barcollò all’indietro e si posò una mano sulla ferita. Era difficile poter dire se era davvero il graffio a farle davvero male. Strinse i pugni con determinazione e si gettò contro di lui.

Sephiroth schivò i pugni e i calci di Tifa con facilità impressionante, poi, con un gesto fulmineo, l’afferrò per il collo e la sollevò da terra.

-togliti di mezzo...- ordinò a Tifa.

Lei fece una smorfia sprezzante e un sorrisetto lugubre.-... sono qui per fermarti...-

-fermarmi?- rise Sephiroth.- non puoi fermarmi. Nessuno di voi mortali può.-

La stretta del platinato intorno al collo della ragazza aumentò. Lei gli posò entrambe le mani sul polso e tentò disperatamente di sciogliere la morsa che la teneva imprigionata, sicchè potesse tornare a respirare.

-Sephir...oth…- annaspò Tifa, cercando inutilmente di repirare.

Lui sollevò la Masamune, pronto a colpire.- ti avevo avvertito.-

-no...-

Chiuse gli occhi e cercò ancora di riprendere fiato. Impossibile.

Doveva davvero finire così...?

-pagherete per l’affronto arrecato a mia madre.- mormorò Sephiroth, glaciale, e fece per colpirla.

Sephiroth si bloccò a metà del gesto.

Tifa aprì gli occhi, vide una scintilla di esitazione negli occhi di lui, che la lasciò di colpo.

La mora crollò a terra in ginocchio; riusciva finalmente a respirare. Si accarezzò il collo arrossato e alzò d’istinto lo sguardo su Sephiroth, che la sovrastava.

Lui scrollò il capo.

-madre...- sussurrò, più a sé stesso che altro.

Tifa era spaventata, ma quell’attimo di indugio la confortò.

Lentamente, con le poche forze che le erano rimaste, Tifa si rialzò da terra, ostinata.

Sephiroth la fissò e fece un paio di passi indietro.

-non ti ricordi di me?- chiese Tifa, con voce roca.

Lui impugnò la Masamune.- togliti.- ripetè. Sembrava confuso.

Lei barcollò, riprese l’equilibrio e si portò i pugni davanti al viso.- hai detto di amarmi.-

-non è possibile, io amo solo la madre!- disse Sephiroth.

-forse ora.- ribattè Tifa.

Sephiroth cercò di calpirla nuovamente, ma non portò a termine neanche questa azione.

Perché non riusciva a colpirla?  Che quella ragazza avesse usato qualche trucco?

Lui doveva distruggere quella maledetta scuola e andare da madre. Solo questo. Doveva distruggere ogni ostacolo che gli si sarebbe parato davanti.

Era facile.

I pensieri gli affollavano la testa e si mecolavano, confusi, creando un vortice in cui era impossibile distinguerli... tutti pensieri che doveva cancellare, appartenenti al suo passato da mortale.

Lui era il figlio di Jenova, e lei non era che una mortale.

Lui doveva diventare un dio.

E per farlo, doveva distruggere quella ragazzina impertinente e ostinata, altrimenti non avrebbe mai potuto agire liberamente.

Sorrise brutalmente.

Era talmente indifesa in confronto a lui, che non sarebbe bastato molto per abbatterla.

Decise che sarebbe stato divertente giocare un po’. In fondo non aveva fretta. Aveva aspettato diciotto anni per incontrare la madre, non avrebbe fatto differenza attendere altri miseri dieci minuti.

Sferrò su attacchi consecutivi contro Tifa, abbastanza lenti da permetterle di schivarli e di contrattaccare. La spinse indietro con alcune sferzate.

Lei si lasciò condurre dal platinato fino in fondo al corridoio, finchè non trovò la strada bloccata da una parete.

Tifa quasi morì di paura quando sentì le spalle toccare il muro.

Sephiroth sogghignò.

Adesso avrebbe posto fine a quel gioco.

Tifa ansimava sonoramente.

Lo fissò negli occhi, disperata e rassegnata.

Combattere non serviva: lui era più forte. Parlare non seriva: lui non voleva ascoltare.

Ma davvero non poteva far altro che arrendersi, lasciar scivolare le braccia lungo i fianchi e aspettare il colpo di grazia?

 

 

Angolino dell’autrice:

 

Salve a tuttiii! Eccomi di nuovo con un altro capitolo della fic! Scommetto che non vedete l’ora che finisca, vero? Beh, tenenetevi forte, perché il prossimo sarà il penultimo capitolo!

L’autrice ha da fare un paio di comunicazioni di servizio:

1-      Mi piace un sacco descrivere Hollander come un fifone. Credo che si fosse capito...

2-      Tifa ha steso Rufus e ha affrontato Sephiroth! E lui cosa farà? Lo vedremo nel prossimo capitolo!

3-      Per tutti quelli che hanno trovato le traccie di una GenesisxTifa, mi complimento con loro! Ebbene sì, ragazzi... */////*  *scappa*

 

 

Concludo dando l’appuntamento alla prossima settimana! Penultimo capitolo prima dell’epilogo! Sento già la vostra mancanza, mi sono affezionata a tutti voi! *si commuove*

 

Tifa_heart: va bene, va bene... ho capito. Dai, ti dico direttamente dove si trova il mio rifugio segreto, ma non dirlo a nessuno, ok? *dice qualcosa nell’orecchio a Tifa_heart* E ti giuro che non ho piazzato nessuna trappola mortale xdxdxd. Sì, è impossibile pensare a doppi sensi in quel punto... ih ih... *gli arriva un piatto in testa* 

Em... passando oltre... vieni ad abbracciare la zia Tico! *stritola Tifa_heart in un abbraccio*

 

TaKari94: sì, ormai ho deciso definitivamente come andrà a finire la storia... ma ecco: Zack ha ritrovato i suoi amici; ora rimane solo Tifa da salvare! *si nasconde nel suo laboratorio segreto*

Se Sephi non si riprende ora lo andiamo a prendere e lo riempiamo di legnate, ok? (ma sentila! – nd Sephiroth ; non sottovalutare la potenza di noi donne, Sephi! – nd me)

Al prossimo capitolo!

Kisses!

 

the one winged angel: non preoccuparti, non mi annoio mai a leggere le recensioni! Mi piace sapere cosa pensano gli altri di ciò che scrivo!

Credo che molti dei lettori desiderano farmi fuori per aver fatto morire Vincent... *indossa un elmetto protettivo e il giubbino anti-proiettile*; quanto alla cotticina di Genesis per Tifa... credo che mi nasconderò nel mio laboratorio segreto... ma non preoccuparti! Tifa sta con Sephiroth, e quindi hai Genesis tutto per te! La dea possiamo direttamente abbatterla... dovrei avere qualcosa nel mio laboratorio segreto che fa al caso nostro Muahahaha... (O.o l’autrice è sempre più pazza...)

Sì, sì... Cloud e Zack sono nella mia cerchia dei protetti (alla faccia dell’imparzialità letteraria); em...per quanto riguarda Sephi... al massimo se non rinsavisce lo andiamo a prendere personalmente e lo facciamo rinsavire noi... XD

Ciao! Alla prossima! *manda un bacio*

 

Kairih: ah! Non me lo ricordare! *muore* la scuola è ricominciata da quattro giorni e mi hanno già sommersa di lavoro! *piange disperatamente*

Sigh... ah, passiamo alle cose felici... sìììì! *esulta come una pazza* difendiamo il Clack a qualunque costo! *musichetta di vittoria*  U.u

Ormai penso che Genesis sia il personaggio più apprezzato della fic... perfino l’autrice ora gli vuole bene *guarda Genesis con occhi luccicosi*. Mi mancherà alla fine di questa storia!

A te invece mando un abbraccione!

Alla prossima!

 

RoseMari: ^_^ ti ringraziooo! Spero che anche questo ti sia piaciuto! Tengo ancora le cose in sospeso fino al prossimo capitolo, almeno potrò fare il gran finale! Sigh sob... mi mancherete tutti... no, non è ora degli addii... *_* *abbraccia RoseMari scoppiando in lacrime* (l’autrice si è addolcita)

Tanti baci!

 

 

Ps: il prossimo capitolo sarà il gran finale; dopodichè ci sarà l’epilogo in cui ci sarà la conclusione e i miei ultimi saluti a tutti!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** 21. Debolezze ***


21.

 

Sephiroth esitava.

Chissà perché vedere il viso della ragazza, non solo gli metteva addosso uno strano disagio, ma rievocava strane sensazioni che lui non ricordava di aver mai vissuto. Piccoli frammenti di ricordi sepolti dalla rabbia e dall’odio, che riaffioravano uno a uno mentre lei lo fissava.

Ma a mettergli quell’ansia insiegabile non erano i ricordi, quanto le sensazione ad essi collegate. La gelosia, l’affetto, l’amore; tutte piccole cose che s’intrecciavano insieme fino a costituire una grande tela che lo avvolgeva, scaldando il gelo che provava.

Lo sguardo del platinato scivolò sul piccolo ciondolo che pendeva al collo di Tifa e lo osservò con curiosità. Ne aveva uno simile anche lui.

-dove l’hai preso?- le chiese.

-che t’importa?- fu la risposta.- se non ricordi neanche chi sono, non ha senso dirtelo.-

-smettila!- ordinò il platinato, più furioso di quando aveva saputo la verità.- ho bisogno di saperlo!-

Tifa si morse il labbro e sorrise, sprezzante.- se vuoi liberarti di me, fallo.-

-stanne certa.- borbottò Sephiroth, ammaliato dal ciondolo di lei.- ma prima dimmi dove hai preso quell’affare!- intimò.

-dovresti ricordartelo, visto che me l’hai dato tu!- esclamò Tifa.- non ricordi neanche questo?!-

-i-io?- domandò Sephiroth, confuso, poi tirò fuori da sotto la maglietta l’altra metà del ciondolo.

Tifa ritrovò un briciolo di speranza.- Sephiroth! Perché fai tutto questo?!-

Lui non rispose, appogiò la Masamune a terra, allungò una mano verso di lei e le strappò la collana dal collo, poi fece combaciare le due metà. Sentì una scossa e ricordò quel giorno che aveva passato per  Midgar in cerca di un regalo per sé stesso e per...

-Tifa.- mormorò. Ecco come si chiamava la ragazza. Tifa. Ripetè mentalmente quel nome finchè non gli  tornò familiare.

-sì?!- esclamò Tifa, emozionata.- ti ricordi?-

Sephiroth strinse il ciondolo in mano e se lo avvicinò al petto, senza dire nulla.

Il suo cervello aveva ripreso a elaborare le informazioni a velocità impressionante.

Aveva trovato la verità che cercava da tempo immemorabile; finalmente aveva compreso la realtà sulle sue origini, aveva scoperto chi era sua madre, aveva capito che doveva vendicarsi di coloro che le avevano fatto del male, che l’avevano incatenata, oltraggiata.

Ma tutto questo ad un prezzo molto alto.

Aveva anche sacrificato tutto ciò che era stato in grado di dare un significato alla sua vita: l’affetto, l’amore, l’amicizia.

-ti ricordi quando mi hai detto che se qualcosa mi avesse fatto paura, tu mi avresti protetta?- domandò Tifa.- quella volta, a casa tua! Beh, adesso c’è qualcosa che mi fa paura! Sei tu, Sephiroth!-

Lui sobbalzò e indietreggiò.- io! Io devo far paura! Devo schiacciare voi umani per conto di mia madre!-

-mandale i miei saluti, allora! Sempre che tu riesca a farlo! Non mi sembra una madre molto presente!-

-tu non capisci! Lei c’è, sei tu che non puoi sentirla...- esclamò Sephiroth, cadendo in ginocchio.

Tifa si gettò su di lui e gli buttò le braccia al collo.- ti prego! Basta!-

Sephiroth sentì il calore del suo corpo e la abbracciò a sua volta.- Tifa!-

-ci sono io qui! - esclamò Tifa, scoppiando in lacrime.-Io ti amo!-

Sephiroth rimase in silenzio, tremante. Si sentiva un bambino indifeso. Poteva accettare la verità per com’era, terminare la sua opera di distruzione e diventare padrone del mondo, oppure dare retta a Tifa, tradendo così la madre.

Chiuse gli occhi e aumentò involontariamente la stretta attorno al corpo della ragazza.

-avevo portato la Masamune per un solo motivo...proteggere Angeal da Zack. Non volevo che morisse.-

Lei soffocò un singhiozzo e affondò il viso nei capelli argentati di lui.- non voglio perderti.-

Lo disse in tono sommesso, quasi implorante, e Sephiroth sentì una stretta allo stomaco.- e alla fine guarda che ho fatto... io... sono un mostro.-

Tifa chiuse gli occhi e chiuse gli occhi, facendo scivolare le lacrime sulle guance.

-puoi... puoi perdonarmi? Puoi perdonare una persona come me? Sempre che sia possibile.-

-sì... posso farlo... sono abbastanza forte... per entrambi.-

Sephiroth guardò la parete di fronte, ma in reraltà non iusciva a vederla.-per tutti... e due?- domandò, con una vena d’incertezza.

Lei sorrise flebilmente.- per me... e per te. Capita a tutti di avere momenti di debolezza...-

-non capisci proprio?- chiese Sephiroth.- la gente non distrugge le cose in un momento di debolezza...-

-... infatti! Muoio di paura, okay?! Ma cosa posso fare?! Posso soltanto affrontare i problemi... solo questo.-

Sephiroth chiuse gli occhi e rimase tra le braccia della ragazza, inerte. E lui cosa poteva fare? Che confusione...

La solitudine.

Ci era così abituato che anche se fosse rimasto l’unico essere dell’universo, non avrebbe fatto molta differenza. Ma pensandoci bene, lui non era solo.

Aveva Angeal e aveva Genesis; in un certo senso, anche loro avevano condiviso il suo destino, in parte...

Aveva Zack. Si era affezionato molto a quel ragazzo; in qualche modo gli ricordava Angeal.

Aveva Tifa.

Gli esseri umani commettono errori.

Ma lui non era umano.

Oppure sì? Cosa significa davvero essere un uomo?

-Sephiroth...-

-puoi lasciarmi, ora.- mormorò il platinato.- mi stai stritolando.-

Lei fece uno strano suono, a metà tra una risata è un singhiozzo, sciolse l’abbraccio e rimase inginocchiata davanti a lui, mentre si asciugava le lacrime con un dito.

Sephiroth abbassò lo sguardo e vide che il cuore era caduto a terra. Probabilmente l’aveva lasciato senza rendersene conto.

Tifa lo prese e lo guardò.- cosa vuoi fare?-

-dammi la mia metà.- rispose Sephiroth, poi sospirò.

-cosa ne facciamo di Shinra?-

Sephiroth si voltò e scorse il corpo dell’uomo steso a terra.- si meriterebbe di rimanere qui. Almeno sconterebbe i peccati del padre... e i suoi. Ma io sono l’ultima persona che può parlare di peccati, dunque... vieni. Aiutiamolo.-

-ben detto! Vedo che ti sei ripreso.-

-già...- sbottò lui, alzandosi.- stai bene?- e le porse una mano.

-sì.- rispose Tifa.- anche se per una attimo ho temuto il peggio.-

Sephiroth sbuffò e corse da Rufus Shinra.- pensi di rimanere lì a guardarmi o intendi darmi una mano?! Sei tu che l’hai tramortito!-

-n-non è morto?-

-no. Ha la testa dura...- la confortò Sephiroth.- forse più dura di quell’estintore.-

-... non è divertente.- mormorò lei, e corse ad aiutarlo.- e la Masamune?-

-lasciala lì.- fu la risposta.- preferisco che rimanga dov’è.-

-ah... va bene.-

Quando lo sollevarono Rufus Shinra emise un gemito.

-secondo te ce ne sarà grato?- chiese Tifa, speranzosa.

-non contarci troppo. Andiamo.-

Si trascinarono il corpo di Rufus fino alle scale, poi Sephiroth si fermò e guardò la zona sottostante.- arriva qualcuno.-

Il volto di Zack fece capolino da un angolo del corridoio e dietro di lui, ad uno ad uno, comparvero anche tutti gli altri.

-Tifa!- gridò Cloud, felice.- stai bene!-

Lei sorrise.- e perché non dovrei?!-

Tseng la guardò con occhi increduli.- cosa ci fate con Rufus Shinra?-

Sephiroth si lasciò sfuggire una risata.- meglio non saperlo.-

-s-stai bene anche tu?- gli chiese timidamente Aerith.

Lui annuì malinconicamente.- credo che ora sia tutto a posto.-

Zack corse verso di loro e prese il posto di Tifa nel sostenere Rufus.- sapevo che non potevi essere andato del tutto fuori di testa.-

-devo ringraziare Tifa.- rispose Sephiroth, piano.- altrimenti questa scuola non esisterebbe più.-

Hollander guardò Sephiroth con aria sospettosa, e quando il ragazzo incrociò il suo sguardo insistente, il professore quasi si nascose dietro a Tseng.

Tifa intanto era corsa verso Cloud e lo aveva stretto in un abbraccio soffocante.- che bello vedervi tutti qui!-

Tseng annuì e scansò Hollander con una spintarella.- adesso però andiamo via.-

Cloud sorrise all’amico.- non abbiamo più nessuna ragione per rimanere qui!-

-Sephiroth, se sei stanco, ti sostituisco io.- si propose Cloud.

Zack guardò il biondo sorridendo. Era una delle poche volte in cui Cloud si offriva così spontaneamente di fare qualcosa, doveva essere veramente felice, ma in fondo perché non avrebbe dovuto esserlo?

Il platinato fissò il biondo, quasi ne fosse rimasto ammaliato. Non aveva mai ricevuto una richiesta così apertamente da lui, quindi lo lasciò fare, e aspettò di far passare tutti gli amici prima di accodarsi al resto del gruppo.

La testa gli faceva ancora piuttosto male, ma almeno riusciva a pensare lucidamente.

Vide che Tifa aveva intrapreso con Tseng una fitta chiacchierata e non osò interromperli, quindi rimase in silenzio fin quando Aerith non gli rivolse la parola.

-mi dispiace. Per ciò che ha fatto mio padre, intendo.-

Sephiroth non la guardò neanche, tuttavia rispose:- non devi. Tu non c’entri nulla.-

Aerith abbassò lo sguardo mortificata.

-forse noi due siamo più simili di quanto pensiamo, ma in modi diversi.- aggiunse Sephiroth.- avevo intenzione di ucciderti... Aerith.-

-già... lo immaginavo.- mormorò lei, arrossendo.

Lui si voltò e la osservò attentamente.- sei molto più forte e coraggiosa di quel che sembra. Probabilmente, lo sei anche più di me.-

La ragazza sorrise.- quindi... possiamo essere amici?-

-e perché no?- domandò Sephiroth, con un sorriso sincero, poi accellerò il passo e la lasciò da sola.

Aerith lo seguì con gli occhi, poi corse al fianco di Tseng e prese a sorridergli.

-è successo qualcosa?- le domandò Tseng.

-niente che valga la pena raccontare!- esclamò la castana.

 

*

 

Fuori era sera, ormai.

Eppure nessuno aveva abbandonato il cortile esterno della scuola, e neanche i pompieri avevano interrotto il loro lavoro; avevano domato l’incendio e ora erano tutti entusiasti.

La polizia e il pronto soccorso erano parcheggiati nei dintorni, e quando intravidero il gruppo che usciva dalla scuola, non esitarono a correre in loro aiuto.

I medici portarono via Rufus Shinra in barella, ma l’ispettore di polizia, non appena vide Hollander gli piombò addosso e gli mise le manette ai polsi, suscitando la sorpresa generale.

-abbiamo ricevuto una segnalazione! Una soffiata!- spiegò il poliziotto, trionfante.- prove, tante prove! Un intero laboratorio di prove! Esperimenti illeciti, traffici illegali!- era così felice che aveva le lacrime agli occhi.

-lasciatemi!- strillò Hollander.

-signor Hollander! Lei è in arresto!-

Tifa e Sephiroth si scambiarono un’occhiata, poi un bambino si avvicinò al platinato e lo costrinse ad abbassarsi per sussurrargli nell’orecchio qualcosa. Il platinato fece una faccia sorpresa, poi seguì il ragazzino in mezzo alla folla.

-ma dove va?- chiese Zack.

-non so.- rispose Tifa.- dovremmo lasciarlo andare così...?-

Aerith sorrise.- direi di sì!-

-RAGAZZI!- il vocione del professor Barret esplose nell’aria, e un secondo dopo le sue enormi mani avevano mollato una pacca terribile a Zack e Cloud.- Sono così felice che stiate bene!-

-anche noi...- tossì Zack.

Cloud scoppiò a ridere di gusto.

Tseng circondò con un braccio le spalle di Aerith e le sorrise.

Zack scappò lontano da Barret, trascinò Cloud con sé, e non appena furono lontani dal gruppo, lo baciò appassionatamente.

Cloud rispose al bacio con la stessa intensità, poi il moro gli prese il volto tra le mani, lo scostò dal suo e lo guardò con amore.

- è tutto finito Cloud...?-

-perché me lo chiedi?- domandò il biondo, perplesso.

Zack aveva gli occhi lucidi e il volto acceso dall’emozione.- perché ho già provato quanto sia stato doloroso perderti... e non è un’esperieza che vorrei riprovare...-

Cloud sgranò gli occhi, poi gli sorrise.- è tutto finito.-

Il moro quasi scoppiò in lacrime, quando lo disse, lo abbracciò e lo tenne stretto a lungo.

 

 

 

*

Sephiroth fu portato in strada; davanti al cancello della scuola sostava una macchina nera, e davanti ad essa c’era una donna che sorrideva.

-Sephiroth.- disse Lucrecia Crescent.

Il bambino rise e si allontanò di corsa, lasciando i due da soli.

-signora Crescent.- farfugliò Sephiroth, abbassando la testa.

Lei sorrise dolcemente.- forse avrei dovuto dirtelo. Forse avrei dovuto essere più forte, non trovi?-

-tutti abbiamo le nostre debolezze.- bisbigliò Sephiroth.

-ma le mie non fanno altro che ferire chi mi sta vicino.- ammise Lucrecia.

-anche le mie.- rispose Sephiroth.

-allora, tale madre, tale figlio.- scherzò Lucrecia.

-mm... che battuta infelice.- commentò il platinato.

Lucrecia gli si avvicinò e gli prese una mano tra le sue.- perdonami.-

Sephiroth deglutì.-va bene.-

-grazie.-

Lei lo lasciò e si diresse verso la macchina.

-signora Crescent!- la richiamò Sephiroth.- è stata lei a confessare tutto alla polizia?!-

-no, ti sbagli.- rispose lei, senza voltarsi, mentre apriva lo sportello.- è stata un’altra persona.-

-posso sapere chi...?-

-uno spettro, forse.- disse lei, enigmatica.- o forse un uomo. Non saprei come chiamare un uomo che risorge dall’oltretomba.- e salì in macchina, lasciando Sephiroth più confuso che mai.

La macchina partì, e il platinato la guardò allontanarsi sempre di più, fino a sparire completamente nella notte.

Quella sarebbe stata l’ultima voolta che avrebbe visto Lucrecia Crescent, era sicuro. Ma chissà a chi si riferiva, parlando in quel modo... “uno spettro, forse. O forse un uomo. Non saprei come chiamare un uomo che risorge dall’oltretomba.”

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

 

Eccomi qui! Che fatica, ragazzi... rispondo vado subito a nascondermi nel mio laboratorio.

Scusate il ritardo... di questi tempi mi stanno massacrando di lavoro! *sob*

Non ho neanche il tempo di rispondere alle recensioni, ma non vi preoccupate! Lo farò nel prossimo ed ultimo capitolo!

Un grande bacio a tutti e alla prossima!

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** 22 - L'alba Di Un Nuovo Inizio ***


22.

 

-Angeal, testa o croce?-

-nessuna delle due, non ho voglia di giocare.-

-suvvia, non essere sempre così serio.-

Genesis lanciò in aria una moneta e la afferrò al volo.- testa o croce?- ripetè con insistenza.

Il moro sbuffò.- se non la pianti chiamo l’infermiera.- minacciò.

L’amico sorrise, gli tirò addosso la monetina e incrociò le mani dietro la nuca.- che noia. Sembra che tutti si siano dimenticati di noi, eh?-

-sono solo le nove di mattina.- fece presente Angeal, lanciando un’occhiata all’orologio appeso sopra la porta della loro stanza d’ospedale.- credo che l’orario delle visite cominci tra un paio d’ore...-

Genesis fece finta di non sentirlo e cominicò a lamentarsi.- stamattina al telegiornale non mi hanno neanche nominato!-

-questo dovrebbe essere un bene.- borbottò Angeal, prendendo in mano la moneta.- sei responsabile della dipartita di Shinra, no?-

-legittima difesa, amico mio. Legittima difesa.- sillabò Genesis.- e comunque se lo meritava. Cambiando argomento... hai per caso visto il mio volume di Loveless? Ero sicuro di averlo poggiato sul comodino...-

Angeal ridacchiò.- forse te l’hanno rubato.-

Il rosso spalancò gli occhi: sembrava aver preso sul serio le parole dell’amico.

-stavo scherzando.- si giustificò Angeal.- non guardarmi in quel modo...-

-hai ragione! Scommetto che è stato il tizio della stanza accanto!- esclamò Genesis.- ieri lo stava guardando!-

-Genesis, perfavore... il tizio della stanza accanto non può scendere neanche dal letto, figuriamoci rubare il tuo libro.- sospirò Angeal.- l’avrai messo da qualche parte e ora non ricordi più dove.-

-io ricordo tutto.- sbottò Genesis, testardo.- niente l’hai preso tu?!-

Angeal si sdraiò sul letto e gli diede le spalle, ignorandolo.

-Angeal! Confessa!-

-piantala.-

-l’hai preso tu!-

-no...-

-ah! Lo sapevo!-

-uff... gioca con la tua monetina e non rompermi l’anima!- e gli lanciò l’oggetto.

Genesis sorrise.- testa o croce?-

-mm... testa.- sbottò Angeal.

-ei! Ma come fai ad azzeccare sempre?!-

-segreto.-

-dimmelo!-

-no.-

-dai!-

-no!-

-Angeal!-

-basta!-

*

 

Sephiroth era imbabolato davanti al posto vuoto che aveva occupato la Masamune, fissando la targhetta con su scritto il nome della Katana con occhi vuoti.

-forse dovremmo andare a riprenderla?- chiese una voce flebile alle sue spalle.

Lui si riscosse di colpo ma continuò a guardare nella stessa direzione, mentre rispose:- non credo sia possibile.-

Tifa lo affiancò e gli posò un mano sul braccio e con l’altra gli porse una tazza di liquido fumante.- tieni.- aggiunse.

Il platinato prese la tazza e ne fissò il contenuto.- cos’è questa roba?-

-camomilla.- rispose Tifa con un sorriso.

-non mi stai prendendo in giro, vero?- domandò Sephiroth, perplesso.

Lei scosse la testa.- stanotte non hai dormito, credo che tu sia stanco.-

Sephiroth si ricordò solo in quel momento che la notte precedente aveva invitato Tifa a dormire a casa sua; si sentiva più tranquillo da quando c’era lei, ma nulla gli aveva permesso di prendere sonno. Era stata una notte dura, per lui, tormentata dagli incubi. Abbassò lo sguardo.

“Qualunque cosa richiede tempo”, pensò, stringendo la tazza tra le dita, “devo solo avere pazienza.”

Tifa, dal canto suo, lo guardava preoccupata e anche un po’ pietosamente.

Lui guardò l’orologio e bevve la camomilla senza fare storie.- sono solo le nove.-

-e tu sei sveglio dalle due. Vai a riposarti, io metto un po’ a posto...- Tifa si guardò intorno. C’era veramente ben poco da mettere a posto, la sala era estremamente ordinata, e quello era il luogo dove Sephiroth trascorreva la maggior parte del suo tempo.

Sephiroth sorrise.- la tua camomilla non fa effetto. Mi sento come prima.-

Lei gli strappò la tazza di mano.- guarda che non è una pozione magica.- ribattè, offesa.

-sì. Lo so.- disse Sephiroth, e si andò a sedere sul divano.

Tifa corse a mettere a posto la tazza e tornò da lui velocemente.

Lo trovò più rilassato, o forse era suggestione, seduto sul divano con la testa rivolta all’indietro e lo sguardo al soffitto.

-cosa stai pensando?- chiese lei.

Il platinato non rispose, al che Tifa si andò a sedere vicino a lui e gli posò la testa sul petto.

Ascoltò il battito di Sephiroth che da calmo e regolare aumentava di velocità e sorrise.

-vuoi accompagnarmi a trovare Angeal e Genesis?- chiese lui, a bassa voce.

-sì.-

Sephiroth smise di guardare il soffitto, chinò la testa su di lei e gli baciò i capelli.- grazie.-

 

*

 

-inizio a dubitare che il piano di Zack per far soldi sia così efficace come pensa.- disse Aerith, guardando il carrettino dei fiori con aria incerta.

-stai calma, sono solo le nove... abbiamo tutta la giornata davanti.- la trinquillizzò Tseng, iniziando a sistemare i fiori al meglio che poteva.

Aerith gli sorrise e fece per rispondere, quando si avvicinò un ometto.- s-salve...-

Lei lo accolse con un calore e mille riguardi che lo misero a suo agio, dopodichè gli chiese se poteva aiutarlo.

-beh... mi hanno detto che qui vendete fiori. Fiori veri...-

Tseng annuì.- al centodieci per cento.-

-sapete... è il mio anniversario di matrimonio, e volevo regalare un mazzo di fiori a mia moglie.-

Aerith si mostrò contentissima.- sono sicura che lo apprezzerà tantissimo.-

L’ometto arrossì.- lo spero. Credo che prenderò quel mazzo lì...-

La castana fu talmente felice che non si curò di dirgli il prezzo, così lo fece Tseng al posto suo.

Quando l’ometto se ne fu andato, Aerith sembrava su un altro mondo. Fare soldi era l’ultimo dei suoi pensieri, quando si trattava di far felice la gente, ed era sicura che quell’uomo avrebbe fatto una splendida figura con sua moglie.

-come mai quel sorrisetto?- chiese Tseng, pur sapendo già cosa stesse pensando la sua ragazza.

Lei lo guardò, furbetta, dopodichè gli scossò un bacio sulla guancia e riprese a sistemare i fiori.

-comunque, dopo ne porteremo un po’ anche a Genesis e Angeal.- disse Aerith,allegramente.- non vorrei che pensassero che ci siamo dimenticati di loro.-

Tseng rise.

-guarda un altro cliente!- esclamò Aerith, e si preparò ad affrontare la senconda gioia della giornata.

A dispetto di tutto quello che era successo la sera precedente, ora Aerith si sentiva troppo felice pensarci.

 

*

 

Zack e Cloud erano usciti di casa alle otto e mezza; in mezz’ora erano riusciti a percorrere svariati chilometri senza neanche rendersene conto: avevano troppe cose da dirsi per tener conto dei dettagli come camminare, tanto che più di una volta, Zack era stato costretto ad aggirare un palo contro il quale avrebbe sicuramente sbattuto il naso. Era talmente preso da Cloud che vedeva a malapena la gente passargli accanto.

Cloud era felice di quelle attenzioni, sia perché finalmente aveva, dopo tanto, troppo tempo, ritrovato il suo Zack, sia perché il moro era una delle poche persone che riuscivano a farlo sentire a suo agio.

Gli aveva chiesto già tre volte di raccontargli lo scontro con Angeal, e per tre volte aveva risposto che avrebbe voluto vederlo combattere.

Era passati anche davanti alla Shinra. Era impossibile entrare; la scuola era stata chiusa dalla polizia e dentro brulicava di agenti e vigili del fuoco che ispezionavano se l’ambiente era sicuro.

-ho sentito al telegiornale che Hojo non è disperso.- aveva detto Cloud.

-ma... meglio così.- era stata la risposta di Zack.- mi chiedo dove si sia cacciata quella vecchia volpe, ma in fondo non mi interessa poi così tanto.-

Avevano raggiunto quel piccolo locale dove erano andati la volta che si erano confessati il loro amore a vicenda, ma lo avevano trovato chiuso.

-è un peccato.- disse Cloud, guardando l’insegna “Vendesi Attività”, fuori dalla porta.

Zack sembrò concordare.- già. Ci sono troppi bar, qua in giro.- commentò poi.

Il biondo vide un baluginio di furbizia negli occhi del compagno e lo fissò con sguardo interrogativo.

-stavo pensando che adesso dovremo entrare in un’altra scuola.- disse Zack.

Cloud annuì silenziosamente.

L’altro gli prese le mani tra le sue con entusiasmo.- perché non smettiamo di studiare?-

-c-come?!- balbettò Cloud.

-apriamo un negozio tuttofare! Proprio qui!- esclamò Zack.

-non credo che sia una buona idea...-

Ma il moro non lo ascoltava più.

-dopo tutto quello che è successo ne ho veramente abbastanza della scuola! L’ho sempre detto io che studiare fa male! Dobbiamo cambiare aria, Cloudy. Tu e io! Pensaci! Questa è una buona posizione per fare affari!-

-Z-Zack...-

-e poi pensa! Ci renderemo indipendenti! Ah! Già non vedo l’ora!-

-forse faremmo meglio a riflettere bene...- mormorò Cloud, arrossendo.

Il moro lo baciò velocemente sulle labbra e cominciò a pianificare tutto il loro futuro con grande allegria.

 

*

 

Era mezzogiorno quando tutti si ritrovarono all’ospedale di Midgar, nella stanza di Genesis e Angeal.

-vi sembra questa l’ora di arrivare?!- li rimbrottò Genesis, ammiccando all’orologio.

Sephiroth lo guardò male:- l’orario delle visite è iniziato solo da cinque minuti.-

-come state?- chiese Tseng.

Aerith si avvicinò ai due e gli mostrò il mazzo di fiori con brio, lo stesso che poi infilò nel vaso che si trovava accanto alla finestra.

-grazie Aerith.- disse Angeal, con un sorriso gentile.

Tifa ispezionò l’espressione di Genesis e notò con piacere che non recava più tracce del suo antico rancore, o anche se c’erano, lui non le dava a vedere.

-stamani qualcuno ha rubato il mio libro!- annunciò Genesis con fervore.

Zack scoppiò a ridere.- l’avrai messo da qualche parte e non te lo ricordi.-

-è quello che gli ho detto anche io.- rincarò Angeal, soddisfatto.- ma non mi da retta.-

-perché non la smetti con quello stupido libro?- chiese bruscamente il platinato, guadagnandosi un’occhiataccia.- tanto ormai lo conosci a memoria.-

Aerith tornò accanto a Tseng e lì rimase ad aspettare la risposta del rosso, che però sorrise con diplomazia ed annunciò:- giusto! Volete che vi racconti una storia?!-

-no!- esclamarono tutti, all’unisono. Perfino Cloud, che finora era rimasto nascosto dietro le spalle di Zack, si affrettò a dire:- preferiremmo di no...-

-begli amici che siete.- sbottò Genesis, offeso.

Sephiroth si lasciò sfuggire un sorrisetto.

-tu che hai da ridere?!- abbaiò Genesis, alla volta del platinato.

-stavo pensando a cosa tu abbia intenzione di fare nel prossimo futuro.- rispose Sephiroth, con ironia.

Genesis sembrò pronto a rispondere.- questa è un’ottima domanda, amico mio. In effetti penso che adesso che Rufus Shinra è stato arrestato, Vincent Valentine è scomparso e le cose sono tornate alla normalità, le scuole avranno bisogno di un nuovo professore di letteratura. E chi, meglio di me, può occupare tale posto?-

Angeal lo guardò sbigottito.- tu, un professore?!-

-che c’è di male?- relicò Genesis, con fermezza.- sono un tipo molto paziente. E tu, Sephiroth? Tu che vuoi fare?-

Il platinato abbassò lo sguardo. Era già tanto se era lì, in piedi a scherzare con loro. Era già tanto se avrebbe passato una settimana tranquilla.

Calò il silenzio, poi Sephiroth strinse i pugni e disse:- io farò il poliziotto.- disse.

Non era male come inizio.

Lui avrebbe dovuto fare del male agli altri, almeno in teoria. In pratica avrebbe fatto qualcosa che aiutasse il prossimo, qualcosa che gli avrebbe permesso di esprimere le sue capacità, qualcosa che lo avrebbe coinvolto giorno dopo giorno.

Si guardò intorno e vide che tutti gli sguardi erano puntati su di lui; quello compassionevole di Aerith, quello impassibile di Tseng, quello ironico di Genesis e quello soddisfatto di Angeal. Scorse Tifa che sorrideva impercettibilmente, ma sembrava fiera di lui, e Zack che invece manifestava con tutta sincerità il suo orgoglio. E dietro di lui, Cloud, lo guardava con ammirazione.

Qualunque cosa fosse successa dopo, Sephiroth avrebbe saputo di non essere solo.

 

*

 

La macchina nera viaggiava da ore ormai, diretta in un posto lontano, sperduto, dimenticato.

-qualcosa non va, Lucrecia?- domandò una voce.

Lei stava guardando fuori dal finestrino, quando si sentì chiamare.- no, tutto bene.-

-stai pensando a Hojo?- lo sguardo di Vincent Valentine si fece duro.

Lucrecia sorrise.- stavo pensando che prima o poi ricomparirà quando meno ce lo aspettiamo.-

-ora che Rufus Shinra e Hollander sono in carcere, può fare ben poco da solo.- commentò Vincent, con astio.- ma non è questo il problema, vero? Stai pensando a tuo figlio.-

-mi spiace averlo lasciato da solo.-

-non è solo.- rispose subito Vincent.- è un individuo solitario, non c’è dubbio, ma non è solo.-

Lucrecia lo fissò con gli occhi lucidi.- è stato un miracolo che tu ti sia salvato. Almeno non sarò sola neanche io.-

Vincent annuì.- già... un vero miracolo. Sono stato in coma per settimane... ma alla fine eccomi qua.-

-tu sei forte Vincent.- mormorò Lucrecia.- a differenza di me.-

-non devi più temere nulla.- rispose Vincent.- diciamo che questa è... l’alba di un nuovo inizio.-

E nelle strade che si diramavano verso l’orizzonte, la macchina si perse per sempre.

 

 

The End

 

Angolino dell’autrice:

e qui si conclude la nostra storia. Sono così commossa che sto per mettermi a piangere. Ok, forse sto esagerando... innanzitutto,  ho allestito un rinfresco in questo angolino, quindi, per chiunque voglia azzuffarsi, c’è cibo e champagne a volontà! 

Che dire? Questa fan fiction è stata una grande soddisfazione; sia perché ho amato scriverla, riga dopo riga, sia perchè ammonta a ventidue capitoli, ciascuno con dietro una barca di lavoro.

Spero che vi abbia dato le emozioni che desideravo trasmettere, e vi sia piaciuta dal primo capitolo fino all’ultimo!

Ma passiamo ai ringraziamenti! Ringrazio infinitamente i preferiti:

 

agentekuruta

 BloodyKamelot

DarkFaxas96

Esha

Eternal_Daydreamer

HighWind90

lalli_L

lenina blu

Namine23

Ranchan

RoseMari

saya_blood

the one winged angel

yukino_lang08

 

 

 

e i seguiti:

 

 alice_maya

 Bennu

 ChiyoChan8

 DarkFaxas96

 Eris_96

 Eternal_Daydreamer

 Kairih

 karolalpha

 LadySnape

 lenina blu

 Lilian Edwards

 Namine23

 Nena Hyuga

 o0ciao0o

 OpterinZ

 Ranchan

 RoseMari

 sesshoyue

Shiva Fuyu

TaKari94

the one winged angel

Tifa_heart

zack_fair

 

 

Infine, un grazie speciale a tutti coloro che hanno recensito, e che mi hanno riempito di gioia e di orgoglio con i loro complimenti!

Dunque ringrazio:

 

ChiyoChan8

Ranchan

LadySnape

Tifa_heart

Kairih

DarkFaxas96

yukino_lang08

Eternal_Daydreamer

 lalli_L

Takari94

RoseMari

the one winged angel

alice_maya

KiaElle

 

 

 

Infine, rispondo alle recensioni (ci sono anche le risposte dello scorso capitolo, a chi interessa):

 

 

KiaElle: xdxdxd ti ringrazio del pensiero! Anzi, è stato un vero orgoglio ricevere la tua esortazione! Putroppo, l’unico blocco che avevo era quello dei miei professori, che nonostante siamo a maggio, ci massacrano di lavoro come a febbraio. XD! Ti mando un grande bacio e sono felice che la ficcy ti sia piaciuta!

 

Tifa_heart: *corre da Tifa_heart per abbracciarla ma cade in una trappola e finisce appesa al soffitto a testa in giù* argh! Maledizione! Trappole a parte... spero che l’ultimo capitolo ti sia piaciuto! Sigh! Sono così commossa, non mi hai mai lasciata dal primo capitolo fino all’ultimo *scoppia a piangere* appena riesco a liberarmi vengo lì e ti stritolo in un abbraccio! *_*

 

Kairih: hai ragione! Sephiroth è il cattivo più cattivo della storia dei videogiochi, ma in fondo ci sono mille modi diversi di vedere ed interpretare questo personaggio, ed è per questo che mi piace. Per quanto mi riguarda, io tendo sempre a giustificarlo, non posso farci niente... a parte questo, è stato un vero onore averti tra i miei lettori! *abbraccia* Ma non ti libererai di me finchè continuerai a scrivere Clack! *occhiolino* Ci sentiamo!

 

the one winged angeal: Sarà una gioia per tutti i fan di Vincent sapere che ora sta bene! Ma in questo caso, non è proprio esatto dire che Lucrecia abbandona Sephiroth, diciamo soltanto che i due si sono “salutati”.  Ora Lucrecia, in compenso, può stare con Vincent ed essere felice, e lo stesso vale per Sephiroth. Ma lasciamo perdere i commenti! Ho un regalo per te! Il Super-Laserone-Ammazza-Dee: lo SLAD. Te lo cedo volentieri, come promesso, almeno potrai scaricare la tua ira sulla dea di Genesis! Muahahahahah! *abbraccia*

 

TaKari94: grazie anche a te per tutti i tuoi complimenti! *riempe di baci* Ecco l’ultimo chappy della storia! È incredibile quanto tempo sia passato da quando ho pubblicato il primo capitolo di questa storia... ormai mi ci ero affezionata anche io. Comunque, semmai troverò qualche fan fiction, scritta da te sarò la prima a recensire!

Un bacio

 

karolalpha: sono contenta che ti sia piaciuta! E ti ringrazio per aver recensito! Un bacio anche a te!

 

Un abbraccio a tutti, e tanti saluti!!!

 

 

Tico_Sarah

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