Massimo, Franco e Lorenzo: 3 Cuori per lei

di La Ragazza col Cappotto Bianco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sei mai stato innamorato? ***
Capitolo 2: *** Un Conte che non conta? ***
Capitolo 3: *** Ven a Mi... ***
Capitolo 4: *** Buoni e Cattivi ***
Capitolo 5: *** Notti Agitate ***



Capitolo 1
*** Sei mai stato innamorato? ***


 

1. Sei mai stato innamorato?

 

È una di quelle mattinate che inzia male, per il conte Massimo Augusto Calderon de la Hoya.

Il bel moretto era appoggiato alla credenza, cercando di aprire in tutti i modi un cartone di latte trovato in frigo.

"Guardatemi..." pensava intanto, spazientito. "Guardate come mi sono ridotto..." e diede uno strattone al cartone, tanto forte che cadde sul pavimento esplodendo sul tonfo.

Max lanciò un grugnito e cominciò a tamponarsi i pantaloni schizzati di latte con un fazzoletto.

In cucina era appena entrato Lorenzo, spingendosi su una sedia a rotelle come sempre, seguito da Greta che aveva già le mani nei capelli vedendo il disastro del conte.

"Cosa afere fatto!" gridò la tedesca sorpassando Lorenzo.

"Mi...mi dispiace, Greta" mormorò con la voce di un topo Massimo, e si andò a sedere al tavolo, coprendosi la faccia con le mani.

Lorenzo strisciò da lui, aprendo la bocca come per dire qualcosa, ma sobbalzò all'indietro appena Max sbatté un pugno sul tavolo, come per liberare tutta la sua rabbia.

    "Va tutto bene..." sospirò il conte. L'autocontrollo gliel'avevano insegnato, in fondo.

Ma per quanto volesse bene ai bambini, per quanto si fosse affezzionato alla casa Fritzenwalden e...beh, a Florencia, non riusciva ancora a non sentire la nostalgia della bella vita.

Si girò verso Lorenzo, e lo vide immerso nei suoi pensieri.

In realtà, quell'uomo gli era da sempre sembrato un pò strano, ma ultimamente lo vedeva pensieroso, come...come innamorato.

Chissà cosa frullava nella testa di quell'uomo. Non doveva essere bello stare su una sedia a rotelle.

Poche volte Max faceva caso al generale.

Alla sua vita, al suo passato, ai suoi sentimenti. Non ci pensava mai.

Non era per cattiveria, era che...lo vedeva solo come... per cosa lo vedeva?

Ma di certo, Massimo Augusto Calderon de la Hoya non aveva certo tempo per pensare a un generale paralitico, con tutto quello che lo tormentava.

Tutelare i bambini, badare ai soldi, alla casa, al bene di tutti, a Flor...oh, Flor.

Però vedendolo pensieroso, per un attimo si domandò che cosa vagasse nel cuoricino di Lorenzo.

Chissà se aveva una donna nel cuore, come lui aveva Flor. Si, oramai Massimo si stava innamorando di Flor.

Magari si sarebbero potuti confidare...l'uno con l'altro.

"Sai qualcosa di Flor?" gli chiede il conte - è andata a portare i bambini a scuola, ma dovrebbe essere tornata da un pezzo.

"No...non saprei" mormorò Lorenzo fissando un punto vuoto. Appena il conte Max aveva pronunciato quel nome, Flor, Lorenzo si era sentito tremare il cuore.

Come se Cupido esistesse veramente, e in quell'istante avesse fatto breccia nel cuore del finto generale russo.

Qualcosa di inspiegabile, qualcosa di diverso.

Fuochi d'artificio, scoppiati da tutte le parti, un tumulto...d'amore.

Con Delfina, Lollo aveva avuto parecchi tumulti. Ma la maggior parte erano di rabbia, di gelosia.

Voglia di vendetta.

Delfina, sua moglie. La amava moltissimo. Aveva lottato per averla.

E cosa aveva guadagnato? Una suocera che lo chiamava hippie rognoso.

Ma per Florencia...era diverso. Non provava tutti quei risentimenti, verso di lei.

Provava voglia di stringerla, accarezzare i suoi lunghi capelli.

Ma non era solo da quel momento. Da un pò di giorni Lollo si sentiva...così.

Max batté un altro pugno sul tavolo, e a quel punto si stava alterando veramente.

"Per diavolo, Lorenzo" disse tenebrosamente arrabbiato.

Il finto generale uscì per un attimo dai suoi pensieri. "Cosa succede, Massimo?"

"Ho bisogno di... " e fece un lungo respiro per rilassare la voce. " Tregua. Non ce la faccio più."

Max si portò i palmi delle mani sulla fronte, dando l'aria di essere davvero disperato, per poi spostare lo sguardo su Lorenzo, in attesa di una risposta.

Ma Lorenzo non parlava. Fissava il pavimento. Era caduto in un silenzio vuoto. Non gli era mai capitato.

L'esplosione di rabbia e tensione accumulata del conte Max si attenuò.

" Lorenzo vorrei chiederti una cosa. Molto personale..."

" Mi dica..."

" Lorenzo, tu sei mai stato innamorato?"

Ora Max non aveva più quell'espressione tra l'arrabbiato e lo sconvolto. Era serio, e fissava con i suoi occhi azzurri, gli occhi scuri di Lorenzo.

Lorenzo odiava, quando qualcuno lo fissava così. E poi, perché quella domanda?

"Intendo innamorato sul serio. Qualcosa che...che ti arde nel cuore" Max si batté il pugno sul petto.

"Qualcosa che daresti ad una sola donna, nel mondo. Un sentimento diverso."

"Stupido cuore" pensò Lorenzo agitato "smettila di battere così forte".

Ma il cuore non stava ad ascoltare Lorenzo. Tamburellava sempre più forte.

Lui voleva parlare, ma restò con la bocca aperta senza dire niente.

Si leggeva la preoccupazione negl'occhi del conte. "Di me puoi fidarti, Lorenzo".

"Ehm, io.." cominciò il finto generale scostandosi con una mano un ciuffetto di capelli nero carbone. "Io pensavo di esserlo. Ma ho capito che non era così. L'amore nel male non è amore, il risentimento non è amore, io ora LO SO cos'é l'amore, o almeno credo che quello che provo per..."

Si bloccò all'improvviso.

Non voleva che quel fiume di parole uscisse dalla sua bocca.

"Per chi?" Max si sporse in avanti. Ora era davvero curioso.

"Lorenzo, te lo ripeto, di me puoi fidarti. E poi mi farebbe davvero bene avere un...confidente".

La risposta lampante nella mente di Lorenzo era quello di chiudere la bocca, fare retromarcia e scappare immediatamente da quella conversazione.

Ma qualcosa lo teneva incollato lì.

Il sentimento che racchiudeva dentro di sé, temeva si esplodere da un momento all'altro.

DOVEVA dirlo. A qualcuno.

Leggeva la sincerità negl'occhi di Max.

"Okay, però mi giuri..." disse abbassando la voce "mi giuri di non dirlo a nessuno."

"Parola di Massimo Augusto Calderon de la Hoya" rispose deciso lui. "Raccontami tutto".

Lorenzo fece un respiro profondo. "Io è da tanto che ci penso e..."

"BUONGIORNO!" una voce femminile fece allegramente irruzzione in cucina.

Flor lasciò cadere le borse della spesa vicino al frigorifero e gettò le braccia al collo di Lorenzo, stampandogli un bacio sulla guancia.

"Lorenzo! Come stai?" gli accarezzò il cappello. "Buongiorno conte" disse poi, rivolta a Max, con tono sprezzante.

"Buongiorno, Florencia" rispose, brusco. Non era proprio la mattina adatta per i suoi capricci.

"Abbastanza bene, grazie. Tu come stai?" esclamò Lorenzo, con la felicità negl'occhi.

"Le fatine mi hanno regalato una mattinata fantastica!" Flor saltellava per la cucina con quella sua aria allegra che attira tutti come api al miele.

Il conte Max sembrava davvero alterato. "Flor, se non ti dispiace, io e Lorenzo stavamo facendo un discorso".

"Oh, mi dispiace, conte brontolone, per aver osato distubarti! Sai a chi assomigli quando fai così? Proprio a Brontolo dei Sette Nani! Tranquillo, tranquillo, io ho molto da fare stamattina e devo ancora lavare le tazze della colazione. Su, cosa aspetti? Fuori dal mio regno, devo lavorare!"

Flor guardava con aria da sfida il conte. Max pensava se non fosse il caso di tirargli una padellata in testa. Lorenzo sorrideva a Flor.

"Forza Lorenzo, andiamo di là". Disse Max.

"Veramente" disse Lollo spingendosi sulla sua sedia a rotelle "preferirei stare qui ad aiutare Flor".

"Che carino! Ma certo Lorenzo!"esclamò lei. Lollo aveva un sorriso a trentadue denti.

"Allora io sciacquo e tu asciughi d'accordo? Che gentiluomo! Altro che qualche conte viziato di mia conoscenza!" E Flor cominciò a chiacchierare con Lorenzo, mentre Massimo usciva dalla cucina a passo pesante.

Mentre parlava con lei, Lorenzo si sentiva bene.

Non si sentiva pressato, minacciato, come con Delfina, ogni volta.

Semplicemente si sentiva bene.

"Che cosa state facendo?"

Una voce tenebrosa dall'uscio della cucina. Una ragazza alta, snella, con una coda di cavallo lunghissima e l'espressione da strega pronta ad incenerire con lo sguardo.

"Oh, no!" esclamò Lorenzo. "Non è come sembra! Sembra che stiamo lavando i piatti, ma in realtà stiamo amoreggiando!"

Flor scoppiò in una fragorosa risata. Delfina lo guardò in viperesco.

Se gli sguardi potessero parlare...

Delfina si inginocchiò davanti alla sedia a rotelle di Lorenzo, avvicinandosi al suo viso a pochi centimetri dal naso, fino a fargli sentire la sua rabbia con le vibrazioni del corpo.

Flor si girò con in mano una tazza sgocciolante.
Non sapeva perché ma aveva solo voglia di prendere da quella coda Delfina e allontanarla da Lorenzo. "Allontanati dal mio Lorenzo, brutta strega!" gridò improvvisamente.

Lorenzo e Delfina sbarrarono gl'occhi, così come Flor, che rendendosi conto della sciocchezza che gli era appena uscita dalla bocca non riusciva più a riconnettere il cervello.

La tazza che aveva in mano cadde e si frantumò in mille pezzi. "Ma cosa mi succede, Flor, controllati...oh fatine..." pensò stranita.

"Cosa sta succedendo in questa casa!" esclamò Max arrivando di corsa.

Lorenzo sembrava pallido.

Delfina stava per delirare.

Flor stava per svenire.

E svenne, tra le braccia di Massimo.

 

SPAZIO AUTRICE: Ehilà! Vi è piaciuto questo capitolo? La storia tra Lorenzo e Flor sarà molto intricata, se succederà qualcosa di concreto succederà tra taante puntate ;-) Baci, recensiteee mi raccomandooo!

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Capitolo 2
*** Un Conte che non conta? ***


 

 

2. Un conte che non conta?

 

Da quando aveva aperto gl'occhi, le sembrava di vedere attraverso una cascata di champagne con tante bollicine.

Continuava a sbattere le palpebre, cercando di mettere a fuoco l'immagine davanti a lei.

Si rese conto di essere sdraiata sul divano, con una mano che le premeva sulla fronte impedendole di muoversi.

Florencia cominciò a scalciare.

"AH!" una scarpata arrivò negli stinchi del conte viziato, che lasciò andare la ragazza.

Flor si sentì presa per i polsi. "Flor, FLOR! Si è svegliata!" era Nicholas.

"Me ne sono accorto..." mormorò Max.

"Finalmente, Piccolo Cardo..."

"Forse io dofere preparare mia tisana speciale per Floricienta, ja?"

"Ragazzi, allontanatevi, lasciatela respirare..."

"Flor! Come stai Flor?"

"Tommy, non gridare! Franco vai a prendere acqua e zucchero!"

Tutte quelle voci rimbombavano nella testa della ragazza, come in una stanza vuota.

Cos'era successo? Non riusciva a ricordare proprio niente, aveva un cerchio alla testa...

Continuò a sbattere gl'occhi. Stava mettendo a fuoco. Ma le girava tanto la testa non riusciva a...

"FLORENCIA! Smettila immediatamente di fissarmi in questo modo!" era la Strega Minore.

"Povera la mia piccola" si intromise Malala accarezzando i capelli alla figlia.

Per i dieci minuti che seguirono, Flor non era connessa con il mondo reale.

Sentiva il blaterare di Malala e Massimo che discutevano, la mano di Franco stretta attorno alla sua.

Sapeva di aver fatto qualcosa. Non ricordava cosa ma...lo sentiva. E non era qualcosa di bello.

Per i dieci minuti che seguirono, nemmeno la Strega Delfina era connessa con il mondo reale.

Tutti amavano la Cardo. Tutti. Lei aveva avuto l'amore di Federico.

E ora stava conquistando anche l'amore del conte. Glielo si leggeva negl'occhi: Massimo era innamorato di Flor.
E Delfina stava rimanendo da sola. Era da tempo che stava sospettando anche di Lorenzo...

Nessuno si sarebbe preoccupata così per lei se fosse svenuta.

Per i dieci minuti che seguirono, anche Massimo non connetteva con il mondo reale.

Non ci poteva fare niente. Era proprio innamorato.

"Allora Flor" disse solenne Nico, piantandosi davanti a lei. "Ora dimmi: perché sei svenuta?"

Parlava lentamente facendo gesti. Flor chiuse gl'occhi per tre secondi, e li riaprì.

"Io..."provò a dire. "stavo solo lavando le tazze, sarà stato un abbassamento di pressione".

"Appunto" disse il conte "dobbiamo fare un discorso sulle tue mansioni. Probabilmente ti abbiamo caricato troppo di responsabilità e ora il tuo corpo ne risente".

Qualcosa arrivò alla mente di Flor.
"...Se non ti dispiace io e Lorenzo stavamo facendo un discorso..."

Dov'era Lorenzo? Si, si, se lo sentiva, centrava qualcosa Lorenzo. Si guardava attorno ma non lo vedeva.

"Nico, non vedi che non respira? ALLONTANATI!". Franco prese per un braccio il fratello.

"Allontanati dal mio Lorenzo..."

Flor si prese il viso tra le mani. Non aveva potuto dirlo veramente.

Arrivò in salotto Greta, con un secchio d'acqua e uno spazzolone in mano, ansimando.

"Fraulen Malalala, Er Lorenza afere vomitato appena in bagno"

"Oh mio dio" sospirò la Strega Maggiore.

 

Delfina Santillan entrò nel bagno vicino allo studio, in punta di piedi.

Lorenzo Monaco era seduto sulla sedia a rotelle, davanti al lavandino e si sciacquava il viso pallido.

Vide la ragazza, ma come se non ci fosse, prese un asciugamano e si asciugò.

"Lorenzo" cominciò la vipera con tono di chi sta per esplodere. "Che cosa sta succedendo?"

"Ho vomitato" gemì Lorenzo. "Credo che sia un virus in circolazione".

"Intendo dire cosa succede tra te" Delfina fece una pausa. "E Florencia".

Lui alzò le spalle come gesto di noncuranza. Delfina si sentì morire.

Lei era sempre stata quella vendicativa. Forte. Sempre pronta a lottare.

Ma ora, non poteva perdere anche Lorenzo...no, Lorenzo no. Lui era SUO. E lo amava. Moltissimo.

Stava per lanciarsi in una delle sue solite proteste, rinfacciargli la frase di Florecia in cucina, poco tempo prima. Ma non parlò. Restò immobile. Qualcuno aveva trovato un modo per ferirla veramente.

"Smettila di fare finta di star male" riuscì a mormorare.

 

Franco girava per la stanza agitato.

Lui era lì. Lui era lì, davanti alla cucina, quando Florencia si era sentita male.

La sua piccola Flor. Sceglieva sempre la persona sbagliata... prima Massimo e ora...Lorenzo? Quel paralitico. Gli puzzava di bruciato.

E il problema, forse più grande di tutti, è che lui era ancora innamorato di lei.

Pazzamente.

Doveva impedire a Massimo di prendersi Flor. A tutti i costi.

 

Con la sedia a rotelle, Lorenzo sorpassò Delfina senza degnarla di uno sguardo.

Greta lo portò in una stanza e lo aiutò a distendersi, raccomandandogli di riposarsi.

Rimase solo, guardando il soffitto. Pensò a Delfina, sembrava veramente sconvolta.

Pensò a Flor. L'aveva vista tra le braccia di Massimo, l'avevano portata subito in salotto, e lui era dovuto correre in bagno per vomitare.

Sapeva benissimo che non ne era un virus, il motivo. Quella frase.

"Il mio Lorenzo". Allora anche Flor provava qualcosa per lui? Per un povero finto paralitico ferito in guerra?

Sentiva veramente lo stomaco sottosopra.

"Permesso?" Qualcuno entrò nella stanza. Era lei.

"È strano vederti proprio nel momento in cui ti stavo pensando" disse piano Lorenzo, guardandola, come se stesse riflettendo ad alta voce.

La ragazza fece una risatina debole. "Siamo stati proprio sfortunati io e te, oggi..." disse.

"Come stai?"

"Ora bene. Credo di aver avuto un abbassamento di pressione..."rispose pensierosa.

"Credo che ci sia un virus" sentenziò lui. Flor si sedette sul letto, prendendogli la mano.

Ora Lorenzo era davvero emozionato. Voleva parlare, dire qualcosa di intelligente. Per lui non era mai stato un problema.

Possedeva un carisma eccezzionale, ma con lei, con Flor, svaniva. E quella sensazione gli piaceva.

Piano, la ragazza avvolse il finto generale in un abbraccio. Era confusa. Era terribilmente confusa.

Nel suo cuore c'era Federico. Quanto le mancava il Freezer.

E Massimo? Massimo cosa contava per lei?

Ma abbracciare Lorenzo le piaceva. Le dava una sensazione di sicurezza.

Senza rendersene conto, Lollo strinse le braccia sulla vita di Flor, da averla così vicina tanto da sentire il suo lieve profumo.

Poi cominciò ad accarezzarle i capelli, e pian piano Flor alzò il viso.

Le sue labbra erano a cinque millimetri da quelle di Lorenzo.

"Dov'è l'hippie rognoso!?" un tonfo della porta.

Malala si bloccò al vedere della scena, senza sbroccare parola.

 SPAZIO AUTRICEEE! Che bel casino eh! Tra Massimo, Franco, e ora anche Lorenzo! Ma il cuoricino di Flor è ancora tutto per il Freezer...mi sa che Lorenzo e tutti gli altri dovranno aspettare!

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Capitolo 3
*** Ven a Mi... ***


  

    3. Ven A Mi ...

 

"È che non sono convinto, capito Gretina ? Non mi convince per niente".

"Er Lorenza ezere solo poverello paralitico ferito in guerra e che ora ezere su sedia a rotelle". Greta stava radunando gli ingredienti per la cena e Franco le girava attorno.

Il biondino con gl'occhi azzurri ci aveva provato e riprovato tante volte.

E pensava anche di esserci riuscito. Ma non aveva dimenticato Florencia.

Quando Federico aveva mollato quella strega cattiva di Delfina sull'altare, Franco si sentiva al settimo cielo.

Finalmente Flor e Fede insieme: come doveva essere, com'era giusto. E poi...il disastro.

Il gemello non poteva che fare altro che sentirsi in colpa.

Essere innamorato della stessa donna di tuo fratello defunto. Ma lui l'aveva amata da sempre. Dal primo momento.

Ma lo sapeva, lo sapeva con certezza, il cuore di Flor era per il Freezer.

E sapeva anche che il suo unico amore non poteva essere suo. Ma doveva proteggerla.

Almeno questo. Doveva proteggerla da Lorenzo.

Ma reprimere il suo amore non era facile. Facile per niente.

"Si chiama Lorenzo, Gretina. Non Lorenza. LORENZO." Franco si sfregò la faccia.

"Aiutare me con cena, piuttosto!" disse Greta, passandogli un pomodoro e un coltello.

"Pelare!"

Perché? Perché dopo tutto quel tempo la rossa riccioluta era ancora nel suo cuore?

Perché, dopo la sua ultima storia con Amelì?

Perché? Perché, dannazione!

"ER FRANCO!" gridò Greta facendo irruzione tra i pensieri di Franco.

"Le tue mani stare sanguinando!"

Il biondino si guardò le mani. "Non è sangue" disse. "Ho spappolato un pomodoro."

 

...

 

"Me ne vado, me ne vado! Vedi, me ne sto andando!"

Flor uscì dalla camera degl'ospiti gesticolando esageratamente, con le All Stars ai piedi e le guance paonazze, sorpassando Malala.

La Strega Maggiore la guardò come se fosse spazzatura, e l'avesse contaminata a distanza.

"Sparisci, donna inutile!" mormorò a denti stretti.

Poi si voltò verso Lorenzo, con espressione furibonda e la faccia rossa di rabbia (no, non era colpa della sua lozione auto abbronzante).

Il finto generale restava sdraiato guardandosi le gambe, facendo finta di niente e intrecciando le dita come faceva quando era nervoso.

Aveva la testa vuota, non poteva credere di aver avuto un contatto così con Florencia.

A ripensarci gli tremavano le mani.

La donna si avvicinò lentamente. Si dice che il predatore aspetti a lungo prima di acchiappare la preda.

"Sei solo un..." iniziò la donna. "Un hippie rognoso?" la interruppe Lollo.

"Esatto" grugnì Malala, sbattendo un cuscino sul pavimento. "Che diavolo stavi facendo con quella serva?"

"Fa parte del mio piano" disse calmo il finto generale russo. Ma la Strega non stava ad ascoltarlo più.

Malala era pure una strega malvagia, ma era molto furba e aveva nasato da subito la faccenda.

"Il piano, eh? Ti stanno sudando le mani come un cane bavoso. E ora ascoltami bene, sottospecie di hippie rognoso da due soldi..."

Malala Torres Oviedo si avvicinò con aria pericolosa. Lorenzò rimaneva immobile e pensò che Delfina era tutta sua madre. Era proprio tutta sua madre.

"NESSUNO...nessuno imbroglia Malala Torres Oviedo vedova Santillan".

Dopo un'ultima occhiata cagnesca, la donna dai capelli neri si voltò per uscire.

"Lorenzo" disse per ultimo mentre era sulla porta. "Tu sei un cattivo. E nelle storie i cattivi non possono cambiare".

Scosse la testa e uscì atteggiandosi in tutte le sue protuberanze.

Ora nella mente vuota e incredula di Lorenzo Monaco rimbombava in continuazione l'ultima frase di Malala.

Quel suo sentimento così puro, così vero, quel sentimento di cui il Conte Max tanto parlava, non andava a braccetto con tutte le bugie e tutta la cattiveria passata di Lollo.

Flor pensava che lui fosse un paralitico.

Flor pensava che lui fosse un buono.

Ma lui quante ne aveva fatte e quante ne faceva ancora?

Lorenzo non voleva Flori con l'inganno.

Ma se le avrebbe detto tutta la verità lei non l'avrebbe più guardato in faccia.

Lui era...un cattivo.

E così triste di questo che una lacrima gli scivolò sul naso.

"Lorenzo? Posso?"

"Certo, Massimo, entra". Si pulì in fretta con la manica mentre il conte di Kricoragan entrò in tutto il suo splendore e il suo carisma.

"Come stai?"

"Un pò meglio"

"Non si direbbe, sei giallo, sembri un Simpson..."

Massimo era riuscito a strappare una specie di sorriso sul volto del generale.

"Ti va di restare da noi questa notte? Non ti mando a casa in queste condizioni. Greta potrebbe farti la sua tisana speciale. È contro tutti i mali!".

Lorenzo si tirò su a sedere improvvisamente agitato. "Non posso. Non posso proprio..."

Il conte minimo sembrava sorpreso. "Ma non dire sciocchezze! Su, ti va di scendere a mangiare qualcosa? Se non hai più la nausea, così ti ricolorisci"

Mentre lo aiutava a sedersi sulla carrozzina, Massimo cominciò a parlare del discorso interrotto la mattina da Flor.

"Che begl'occhi che ha" pensò intanto Lollo, guardandolo. "Flor si innamorerà di sicuro di lui. Non ti un povero paralitco".

 

...

 

Con un rapido gesto, Robertina afferrò il bicchiero pieno d'acqua e cerco di dare una bella lavata a quella peste di Tommy, ma centrò in pieno Massimo.

Il conte di Kricoragan si alzò di scatto, mentre Greta andò "in soccorso" di corsa.

"Oh, God, bambinen! Guarda coza afere fatto a povero conte!"

"Mi dispiace,mi dispiace,perdonami Massimo!" esclamò Roby con le mani tra i capelli.

Tutti ridacchiavano.

Greta cercava di asciugare con la sua "delicatezza"il maglione del conte minimo con uno straccio mentre lui si allontanava impaurito.

Franco si era seduto di fianco a Florencia e guardava male sia Massimo sia Lorenzo.

Lorenzo non ci faceva caso, era ancora sconvolto, mentre Max, appena si riaccomodò, gli chiese "hai qualche problema con me, Franco?".

"Ho tanti problemi con te, e tu lo sai."

Flor posò le posate.

"E se sono qui seduti con voi è solo per la mia famiglia e faccio un grande sforzo ad averti davanti e a sopportare la tua faccia da falso"

"Franco, basta, per carità!" esclamò Flor prendendolo per un polso.

Max sospirò. "Come stai Lorenzo?" chiese poi per attenuare l'atmosfera pesante.

Lollo non reagì. Delfina gli schioccò le dita davanti al naso e lui sobbalzò.

"Che ti prende stasera?" mormorò con voce suadente la Strega Minore.

"Scusate..." rispose lui con voce piccola.

Per tutto il resto della cena, nessuno parlò, a parte il vociare dei bambini con Greta.

Massimo sentiva improvvisamente la stanchezza di quegl'ultimi giorni sulle spalle.

Doveva assolutamente parlare con Franco.

Anche Franco non si sentiva in forma. Per tutta la sera era stato di fianco a Flor come un cagnolino ma lei sembrava assente.

Flor aveva pensato per tutta la sera a Federico.

Aveva voglia di piangere...il suo più grande amore era morto. Cosa le importava degl'altri?

Anche Lorenzo, per la prima volta si sentì debole e indifeso.

Flor l'aveva ignorato per tutta la sera.

Pensò afflitto che dopo quello che era successo nella stanza degl'ospiti...le cose non sarebbero più state come prima.

Non lo voleva. E lui? E lui che cosa ne avrebbe fatto di tutti i suoi sentimenti per lei?

Il suo sguardo si incrociò per sbaglio con quello di Florencia.

Lui abbassò subito gl'occhi sentendosi l'Etna in eruzione dentro il petto.

Anche Flor sentì un terremoto dentro. "Lorenzo..." pensò impaurita. "Com'è possibile?"

" Devo vomitare..."gemì Flor e corse fuori dalla sala da pranzo.

Nico si alzò per andare ad aiutarla.

"Sarà un virus" disse Massimo.

"Che schifo" mormorò a denti stretti Malala e Delfina scoppiò a ridere.

"Ma che donna sei?" mormorò a sua volta Lorenzo improvvisamente rivolto a Delfina.

Non lo voleva dire. Gli era scappato.

Delfina lo guardò sbigottita.

Le venne improvvisamente da piangere.

"Che serata disastrosa" pensò Lorenzo.

SPAZIO AUTRICEE! Ciaoo ! Allora allora, che dire di questo capitolo? Mi sono dilungata molto sulle sensazioni dei personaggi e non sullo svolgimento della vicenda ...scusate :'( (povero Frank!!) nella prossima puntata ci sarà un colpo di scena...Recensitee...=)

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Capitolo 4
*** Buoni e Cattivi ***


 

 

 

  1. Buoni e Cattivi

 

Quando tutti furono sazi, Greta cominciò a sparecchiare mentre Massimo si sedette con i bambini in salotto.

Flor non era più tornata giu e Nicholas gli aveva detto che non aveva vomitato ma aveva preferito sdraiarsi e riposare.

Il conte voleva andare a salutarla ma aveva promesso ai bambini di giocare a nascondino.

Roby esclamò: "Ora conto, voi nascondetevi!"

"Vieni con me Massimo!" Tommy lo prese per un braccio e lo condusse in uno stanzino.

"Okay, qui non ci troverà mai, è il mio nascondiglio preferito!"

"Molto onorato di conoscerlo" ghignò Max. "E dopo nascondino andiamo a vedere come sta Florencia, d'accordo?" aggiunse.

Tomhas fece un sorrisino complice. "Ti piace, vero?"

"Chi?"

"Ma come chi, Flor!"

"No, no, ti sbagli!"

"Ah ah! Guarda che faccia, si, che ti piace e anche tanto!"

Al conte era sfuggito un sorrisino. "Se vi sposate vuol dire che rimarrai per sempre qui!"

"Ma non ci sposeremo mai, Tomhas!"

"TROVATI!" Robertina spalancò la porta dello stanzino.

"Ma come hai fatto?" chiese incredulo il piccolo Tommy. "Era un nascondiglio perfetto!"

"Semplice" disse con aria modesta Roby. "Vi si sentiva parlare fino in salotto. Allora Massimo, a quando le nozze?"

 

...

Greta la tedesca era in cucina a riordinare. Quella povera donna!

Lo dicevano tutti che lavorava troppo, ma tutti erano bravi a parlare e nessuno ad aiutarla.

Tranne Lorenzo, che quella sera si era offerto volontario per aiutarla.

Non che ne avesse veramente voglia, ovvio.

È solo che visto che oramai doveva restare lì per la notte, doveva trovare il modo per stare lontano da Delfina, da Massimo, da Flor e specialmente da Malala.

Non aveva mai avuto paura di quella donna immonda con la parrucca, ma ora che aveva capito di lui e Florencia aveva un motivo per temerla.

Aveva una nuova nemica.

"Er Lorenza, io federe lei preoccupata" sentenziò Greta con le mani sotto il getto bollente dell'acqua.

"No Greta. Posso darti una mano a fare qualcosa?" rispose con finta tranquillità.

"A Gretina non la si fa, signor Lorenza! Lei ezere innamorato si fede da ezprezione di occhi!"

Lorenzo si portò le mani al viso come segno di esasperazione e ripose nella credenza forchette e coltelli asciutti, facendo finta di niente.

"E forse" continuò la tedesca imperterrita "afere capito anche chi ezere"

Lorenzo guardò il vuoto con una finta espressione sorpresa.

"Ti prego Dio ti prego" pregò intanto in silenzio.

Greta si avvicinò a Lorenzo e gli punzecchiò la guancia. "Floricienta nel suo cuoricinen!" canticchiò.

Il finto generale scosse la testa.

"Floricienta!" cantilenava in continuazione la donna agitando un mestolo.

Ora Lorenzo aveva due motivi per preoccuparsi.

 

...

"Flor? Posso entrare? Sono Franco..."

"Franco! Certo, vieni!"

Era sempre piacevole entrare nella stanza colorata di Florecia. Ti faceva...sentire meglio.

Il biondo tirò un sospiro. Era giunto il momento.

Doveva parlare a Flor.

Sentiva il cuore tamburellare forte.

Si sedette di fianco a lei. Flor sorrideva stentamente, aveva ancora le farfalle nello stomaco.

Franco aprì la bocca. Aveva provato il suo discorso allo specchio del bagno cinque minuti prima.

Flor continuava a sorridere in attesa che dicesse qualcosa.

La mente di Franco diceva di far uscire la voce. Ma Franco non ascoltava la mente.

E contro tutto, contro tutti, improvvisamente, la baciò.

 

...

Ore 23.45.

Il finto generale russo era stato accompagnato nella stanza degl'ospiti da Greta, che non aveva smesso neanche per un secondo di lanciargli occhiate eloquenti, e da Massimo, che gli aveva fatto un gesto del tipo "ne parliamo domani" e gli aveva augurato la buonanotte.

Il conte Max uscì dalla stanza e si scontrò con una ragazza che veniva di corsa dal corridoio.

"Flor, accidenti!"

"Mi scusi conte minimo" ansimò lei. "è qui Lorenzo? In questa camera?"

"Si, perc..."

Floricienta lo sorpassò subito, lasciandolo nei dubbi.

"Posso entrare, Lorenzo?"

"Entra, Delfina"

"Non sono Delfina..." mormorò Flor entrando e chiudendosi la porta alle spalle.

Lorenzo la fissò per due secondi netti, per poi posare nuovamente lo sguardo nel vuoto.

Il vuoto che lo aveva accompagnato per tutta la serata.

"Lorenzo ti devo parlare" disse d'un fiato. "è urgente..."

Lui non la guardava neanche. "Lorenzo è successa una cosa...è che Franco mi..."

E la ragazza cominciò a singhiozzare. "Lorenzo ti prego guardami, ho bisogno di te..."

"Non è vero" disse d'improvviso Lollo, lasciandola senza parole.

"Non mi guardi neanche più in faccia dopo quello che è successo oggi pomeriggio" finalmente Lorenzo si girò verso di lei.

"È perché sono un paralitico vero? È perché non potrei mai essere bello e forte come Massimo".

Flor sembrava sconvolta. "Non dire così...ti prego..."

"Voglio camminare" Lorenzo si mise seduto e non fece in tempo ad alzarsi in piedi che Flor l'aveva gia bloccato.

"Scordatelo, Lorenzo" disse ferma Florencia mentre una lacrima le scivolava sulla guancia.

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta.

"Chi é?" gridò Lollo.

"Franco!" rispose la voce da dietro la porta. "Lorenzo, Flor è lì con te?"

Flor fece gesti frenetici di no, agitata. "No!" gridò ancora Lollo. "Non è qui!"

"Okay!" rispose il biondino. "Buonanotte!"

Franco se ne andò. Flor gli era scappata improvvisamente, mentre si baciavano.

Doveva assolutamente rimediare le cose.

Nel frattempo, sempre nella stanza degl'ospiti dove stava Lorenzo, Flor lo stava implorando da dieci minuti di poter dormire lì, con lui, con la scusa del timore del temporale e dei fulmini.

In realtà non voleva uscire da quella stanza. Non si sentiva di affrontare Franco.

"Ti prego Lorenzo...ho paura dei temporali..."

Un rombo di tuono fece sobbalzare entrambi e Flor si sdraiò sul letto insieme a Lorenzo stringendolo, facendo finta di aver paura.

Lorenzo non se la sentiva proprio. Dormire insieme a lei.

Gli sarebbe venuto da vomitare un'altra volta.

"Ora gli dico di no" pensò Lorenzo. "E non si discute".

Lorenzo fece un sospiro, mentre Flor lo guardava implorante.

"Su Lollo" si fece coraggio. "Digli di no."

"Okay, Flor...resta pure" mormorò alla fine.

SPAZIO AUTRICEEE....sééra! Il finale del capitolo un pò ambiguo...Massimo? Franco? Lorenzo?

Eheheheh....bacìì

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Capitolo 5
*** Notti Agitate ***


   

 

5. Notti agitate

 

Entrambe Streghe erano rinchiuse nella tana già da un bel pò.

La Strega Maggiore era sdraiada sulle sue lenzuola leopardate, con appiccicato Bonilla, che come al solito la seguiva come un cagnolino.

"Ti faccio un bel massaggio, mia Regina?" le chiese Bonilla.

"Ti vedo stressata, vita mia!"

Era vero. Malala non si sarebbe mai aspettata che ci fosse qualcosa tra Flor e l'hippie rognoso.

In fondo, nonostante l'odiasse, anche l'hippie rognoso era un cattivo ed era dei loro.

E qualche volta, anche la mente geniale di Malala, doveva ammettere che spesso Lorenzo aveva delle buone idee.

Sapeva che sua figlia era realmente innamorata di quell'uomo.

Si, Delfina era cattiva ed era una strega, voleva solo i soldi e vivere da ricca, ma...era innamorata.

Invece la Strega Maggiore non era mai stata innamorata veramente: per questo non capiva sua figlia.

Come poteva sprecare tutto quel ben di Dio che si ritrovava come corpo per correre dietro a un bavoso come l'hippie rognoso?

Delfina continuava a fare avanti e indietro per la stanza, mordicchiandosi le unghie.

"Vita mia!" esclamò Malala. "Ti rovinerai la manicure! Qual'é il problema?"

"FLORENCIA!" ringhiò la ragazza, e paonazza in viso uscì dalla stanza sbattendo la porta.

La Strega Maggiore sospirò.

Stava pensando se dire o no alla figlia di quello che aveva visto tra l'hippie e la Cardo.

Se gliel'avesse detto, Delfina avrebbe disfatto terra e cielo.

E oltretutto si sarebbero create complicazioni inutili, che si sarebbero potuti evitare...

Mentre se Malala avesse tenuto il becco zitto, ci sarebbero stati un sacco di evidenti vantaggi.

La Cardo e quell'uomo immondo si sarebbero messi insieme, lui non avrebbe più intralciato i loro piani.

E Delfina avrebbe potuto occuparsi unicamente del conte Max e dei soldi senza distrazioni.

E, cosa più importante, quella serva di Florencia avrebbe smesso di alitare addosso a Massimo.

Malala aveva intuito che Flor sarebbe stata un problema tra sua figlia e il conte.

Era una strega, ma era furba.

 

...

 

Massimo si sdraiò nel suo meraviglioso letto, rilassandosi immediatamente.

Finalmente poteva svuotare la mente, senza bambini e gente che sta male intorno.

"Mio conte!" Evaristo entrò con la sua aria agitata, facendo un mezzo inchino, e si avvicinò al letto.

"Come non detto" pensò Max. Ci mancava solo il maggiordomo con una delle sue.

Prima di cominciare il discorso, Evaristo si scusò mille volte per averlo disturbato e altre mille volte per aver urtato il comodino rischiando di far cadere la lampada.

"Devo parlarle di Lorenzo. È molto urgente"

Max sgranò gli occhioni azzurri.

"Evaristo non dirmi che mi hai disturbato per...questo! Te l'ho detto. Il generale è una persona affidabilissima, e ora.."
"Ma..."
" e ora fuori da qui!"

Spinse fino alla porta il maggiordomo, si chiuse a chiave e ritornò a dormire.

Aveva gia spento la luce da alcuni minuti, e gia gli capitava che il suo pensiero volasse su Florencia.

Le era piaciuta fin dal primo momento.

Così tanto perfetta per lui, che se avesse dovuto scegliere una ragazza in tutto il mondo, indubbiamente avrebbe scelto Flor.

Purtroppo la sua fama da donnaiolo e la morte di Federico Fritzenwalden, non potevano fare altro che allontanarli.

Ma era con lei che il conte di Kricoragan voleva passare i suoi giorni, solo con lei,

Il pensiero di Flor riempiva gli rempiva la mente. La sua voce le sue orecchie e il suo sorriso i suoi sogni.

E nonostante fosse tarda notte, il conte non riuscì ad addormentarsi.

Non gli era mai capitato di soffrire di insonnia.

 

...

Lorenzo Monaco cercava di muoversi il meno possibile.

Avrebbe fatto anche a meno di respirare, se avrebbe potuto.

Quel momento che aveva tanto sognato, su cui aveva tanto fantasticato era capitato all'improvviso.

QUEL momento. Ma era impreparato, cosa innaturale per uno come Lorenzo.

Ma cosa gli capitava?

Che fine aveva fatto quel Lollo, quello cattivo e vendicativo? Com'era possibile che il suo cuore si fosse sciolto come burro per una ragazzina?

Quando si guardava allo specchio non si riconosceva. Il suo dentro traspariva così bene anche da fuori, che anche Greta se ne era accorta...

Ma nonostante tutto rimaneva innamorato di Delfina, ma avrebbe fatto un omicidio ogni volta che Massimo toccava Florencia.

Anche la ragazza era parecchio agitata. Continuava a mordersi il labbro, come faceva spesso.

Non era a suo agio. Lorenzo era un suo magnifico amico.

L'aveva aiutata a far uscire i bambini da quel maledetto collegio in cui le streghe li avevano rinchiusi.

Si, un suo meraviglioso amico. Ma era un uomo.

Ed era nel letto con lui.

Era consapevole di esserci solo per non vedere Franco, dopo quel bacio dai motivi così ambigui.

Si, era solo per quello ma...sentiva un nodo allo stomaco. Che non andava più via.

Passarono solo dieci minuti da quando i due si erano dati la buonanotte, ma per entrambi sembrò un'eternità.

Da qualche giorno, prima di addormentarsi Lorenzo chiedeva un desiderio.

Lui e lei fino al risveglio, ritrovarla accanto a lui alla mattina.

Ora non era più un sogno. Era realtà.

Spaventosissima, piacevolissima realtà.

 

...

 

Il gemello biondino dagl'occhi azzurri andò verso il bagno a passo veloce, con le guance bagnate di lacrime.

Pensò che ci sarebbe rimasto rinchiuso per sempre, a piangere, e a pensare a lei.

Lei, che mentre le loro labbra erano posate l'una sull'altra si era alzata all'improvviso ed era letteralmente fuggita via dalla stanza.

E così, Franco Fritzenwalden ci ricadeva ancora. Soffriva ancora.

Sempre per lei, sempre per Florencia.

Quel suo gesto, quel suo bacio, così impulsivo.

Lui non voleva. Ma oramai la frittata era fatta.

Franco aprì la porta del bagno e ci trovò dentro Delfina.

Non era proprio il momento di sentire la voce di una vipera.

"Vattene, strega, questo non è il tuo bagno" disse Franco cercando di controllare la voce.

La Strega Minore alzò il viso.

Aveva anche lei il volto bagnato di lacrime, la matita sbavata e gl'occhi gonfi.

Per un attimo anche Franco restò sorpreso. "basta con le sceneggiate, vipera" disse poi.

"Non ti crediamo più! VATTENE!"

Delfina sorpassò Franco e si fermò alla porta. "Che aspetti!" urlò lui. "Vai via!"

"Franco, tu sai cosa vuol dire essere innamorati?" mormorò Delfina tra i singhiozzi.

A Franco scivolò un'altra lacrima.

"Di sicuro" rispose lui "tu non lo sai dopo quello che hai fatto a mio fratello".

La Strega Minore scosse la testa.

"Anche tu stai soffrendo per amore" disse Delfina mentre la sua voce si incrinava pericolosamente.

"Le tue lacrime sono lacrime amare" e scoppiò in un pianto inconsolabile, scappando via.

Franco rimase senza fiato. Delfina innamorata?

Ma poi pensò che in fondo era solo la Strega.

Chiuse la porta a chiave, si tolse i vestiti e si mise sotto il getto dell'acqua calda della doccia.

In modo che le sue lacrime potessero scivolare via con l'acqua e, forse, potesse scivolare via anche il dolore che gli ardeva nel petto.

 

...

 

Il rombo di un tuono.

Flor abbracciò di colpo il finto generale russo, fingendo di avere paura.

Gli cinse le braccia attorno al petto e lo strinse forte. Ma perché lo faceva?

Il finto paralitico sudò freddo. Non era preparato, non era pronto...

"Lorenzo perdonami" sussurrò improvvisamente la ragazza. "Perdonami per oggi...ti prego."

Lollo restava immobile come una statua, duro come un sasso mentre Flor lo abbracciava.

Un altro tuono, accompagnato da un fulmine che per due microsecondi illuminò la stanza.

Lorenzo era un uomo con carisma. Senza paura.

E ricambiò l'abbraccio di Flor, sorridendo compiaciuto. "Che nottata tremenda" commentò.

Silenzio. E poi: "Sei un amico" gli disse Floricienta.

Il sorriso di Lollo si spense. Un amico. Solo un amico.

E così i due si addormentarono, stretti l'uno all'altra.

 

...

 

Il temporale si trasformò in una leggera pioggerellina che batteva sui vetri.

Oramai era notte ffonda, tutti dormivano in casa Fritzenwalden.
Perfino Franco, che aveva annebbiato il suo dolore addormentandosi.

 

"..Te siento en el olvido
Te siento en el recuerdo
Te siento en cada parte
te siento en todo el cuerpo ..Amore sono io..

Flor, amore mio, sono io...Federico..."

 

 

La povera ragazza aprì gl'occhi di colpo, presa da una sensazione di caduta nel vuoto.

Stava sognando la voce di Federico.

Un brivido le percosse la schiena. No...voleva continuare a sognare...

Come d'istinto strinse ancora di più il generale russo. Lui aprì gli occhi, stordito.

"Federico, Freezer mio, dove sei..." pensò Flor.

I due si fissarono, nessuno dei due ebbe il coraggio di parlare.

La ragazza voleva solo riaddormentarsi, sognare il suo amore.

Chiuse gl'occhi, si avvicinò, poteva percepire il profumo di Lorenzo.

Sfiorò le sue labbra su quelle di lui, fino a quando Lorenzo le schiuse delicatamente.

Le morbide, calde, labbra di Florencia.

Il finto generale pensava di sognare.

E visto che pensava di sognare, non ebbe timore a stringere la ragazza a se.

Sperò di non svegliarsi mai.

Un bacio timido, interminabilmente lungo, forse troppo.

Fino a quando il sonno prese il sopravvento, ed entrambi, scossi e emozionati chiusero gli occhi.

Ripiombarono in un sonno, destinato a durare fino alla mattina dopo.

 

 

 

SPAZIO AUTRICEE! Beh che dire...mi sa che Delfina sta realmente maluccio per via di Lorenzo...voi che dite? Ah ah! Per non parlare del mitico Frank...poverino...si risolverà tutto ma...non posso darvi anticipazioni! Dico solo che...questi due baci (quello di Frank e quello di Lollo) saranno l'inizio di mooolti guai... Lorenzo penserà di aver sognato...Flor era consapevole ma...per lei sarà tutto uno sbaglio...!

Per Valery96: Il nostro Lollooo *_* grz per il commento...comunque Flor lo seguo su Boing...tu? Nella puntata di oggi il nostro mitico Lollo ha tirato una bella torta in faccia a Evaristo...ihihih mitico...dai dimmi che ne pensi del capitolo! Aggiornerò presto! Besitos bella!

 

 

 

 

 

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