Kiss me under the rain

di Tikkia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. L'arrivo. ***
Capitolo 2: *** 2. Il matrimonio ***
Capitolo 3: *** 3. I doveri coniugali ***
Capitolo 4: *** 4. Inaspettato ***
Capitolo 5: *** 5. Conversazione ***
Capitolo 6: *** 6. Dichiarazione ***
Capitolo 7: *** 7. Incontro notturno ***
Capitolo 8: *** 8. Novità ***
Capitolo 9: *** 9. 'Va tutto bene' ***
Capitolo 10: *** 10. Kiss me under the rain ***
Capitolo 11: *** 11. Giorni felici ***
Capitolo 12: *** 12. La lettera ***
Capitolo 13: *** 13. La fine. ***
Capitolo 14: *** 13.bis: Alternative End ***



Capitolo 1
*** 1. L'arrivo. ***


1. L'arrivo in Inghilterra Mi accingo a scrivere questo diario per mantenere vivo il ricordo di una storia d’amore tormentata e tragica, perché non vadano vanificati tutti i sacrifici che ho, che abbiamo, compiuto finora.
 
Mi chiamo Hinata Hyuuga. Faccio parte della nobile e ricca famiglia degli Hyuuga, una famiglia di commercianti.
Per motivi di lavoro mio padre si è dovuto trasferire con tutta la famiglia dal Gippone all’Inghilterra. Naturalmente, sono stata costretta ad abbandonare il mio amato Giappone e la mia adorata villa per trasferirmi nella pericolosa ed ipocrita Inghilterra dell’età vittoriana. Strappata dalla mia casa e costretta ad abitare in un luogo che mi da il voltastomaco. Ma dopotutto ero solo una bambina di 10 anni. Il cui destino era già stato deciso.
Al nostro arrivo in Inghilterra, ci stabilimmo subito a Londra in un’enorme villa in stile occidentale, con un giardino immenso e ben curato dai servi che ci avevano aspettato per tutto quel tempo. Ci accolsero tutti in riga, con dei gentili sorrisi e gioiose esclamazioni. Servili, appunto.
-Benvenuto nella vostra nuova casa, padrone. Abbiamo preparato tutto in modo che voi e la vostra famiglia vi troviate a vostro agio.-
E via dicendo. Complimenti infiniti a me, mia madre e mia sorella. Esclamazioni di sorpresa alla vista di cotanta bellezza. Sorrisi, parole gentili. Ipocrisia. Non li guardavo nemmeno, annoiata e disgustata. Solo più avanti avrei capito che errore fosse stato non averlo fatto!
I primi giorni furono atroci: quasi ogni sera c’era un festa, un ricevimento o qualcosa del genere alla quale, non si accettavano discussioni, dovevamo partecipare.
-È per farci conoscere!- soleva ripetere mio padre. –Hinata ed Hanabi devono imparare a comportarsi come delle dame occidentali. Quale occasione migliore per osservare il comportamento delle inglesi e, perché no, farsi anche delle amiche?-
Ma io non volevo amiche. Le mi vere amiche erano lontano lontano, in Giappone. Le “amiche” che mi sarei fatta qui sarebbero state false ed ipocrite, come conveniva essere in Inghilterra. Non era questo che volevo. Piuttosto sarei rimasta sola.
Ma, ancora una volta, ero solo una bambina di 10 anni e non dovevo neanche osare andare contro gli ordini di mio padre.
Così ubbidii e le mie prime notti in Inghilterra le passai a ballare e a fare amabilmente conversazione con delle “dame” che, per abbigliamento e modi di fare, mi parevano di più delle prostitute, che non delle donne d’alta società. Chissà, magari lo erano veramente.
Ma sopportai. Andai avanti ostentando un falso sorriso, sempre, ogni giorno, ogni momento della giornata.
Gli anni passarono. Ormai gli Hyuuga erano conosciuti in tutta Londra e nelle città adiacenti. La mia famiglia era entrata prepotentemente nel mercato inglese e nel giro di pochi anni era diventata molto potente anche in Inghilterra.
Per questo mio padre stava poco tempo in casa e, quando tornava alla villa, si chiudeva nel suo studio a lavorare. Così mia madre passava sempre più tempo con me ed Hanabi. Spesso mi arrivavano lettere delle mie amiche dal Giappone, alle quali rispondevo sempre con grande entusiasmo. Tutto sommato, all’interno della villa, era una vita piacevole. Ma la mia relativa felicità non era destinata a durare.
  Erano passati 5 anni dal nostro arrivo in Inghilterra. Quel giorno ero in camera da letto con Hanabi, mentre lei dipingeva io mi divertivo ad intrecciarle i capelli nei modi più strani. Mia madre entrò in camera trafelata, ma con un’espressione gioiosa in volto.
-Hinata.- disse –Potresti venire in soggiorno un attimo, per favore?-
Mi alzai  facendo una carezza ad Hanabi e seguii mia madre. In soggiorno c’erano mio padre ed altre due persone. le riconobbi subito, dal momento che avevo trascorso con loro la maggior parte della mia infanzia: erano mio zio Hizashi e mio cugino Neji.
Fui molto contenta di rivederli: erano il mio unico contatto con il Giappone, oltre alle lettere che mi scambiavo con le mie amiche. Li salutai con un profondo inchino ed un gran sorriso: era come se un pezzo di Giappone fosse entrato in casa mia. Rimanemmo a parlare per più di due ore. Parlammo di mio padre e dell’avvento della famiglia Hyuuga nel mercato inglese, parlammo di me, Hanabi e mia madre e di quanto bene ci eravamo inserite nella società femminile londinese, parlammo del Giappone e di tutto ciò che era successo durante la nostra assenza. Ma, stranamente, notai, non fecero parola sul perché della loro visita.
Stavo per dare voce ai miei pensieri quando mio padre mi interruppe.
-Hinata.- cominciò schiarendosi al voce. –Forse ti chiedi perché Hizashi-san e Neji-san siano giunti fino a Londra dal Giappone.-
Annuii arrossendo: i miei pensieri si intuivano così facilmente?
-Ebbene,- proseguì – Neji-san e suo padre sono qui per una proposta di matrimonio.-
Mi voltai verso Neji con un sorriso.
–Oh, Neji-san, ma è fantastico! E chi è la fortunata donna che avrà l’onore di avervi come marito?- chiesi sinceramente felice per mio cugino. Era bello che avesse trovato una donna con al quale condividere la sua vita.
-Ma è ovvio, Hinata.- disse brusco mio padre, come infastidito. –Sei tu!- esclamò come se fosse la cosa più ovvia.
Il mondo smise di girare. Non capivo: perché Neji avrebbe dovuto sposarmi? L’ho sempre visto come un fratello e sono sicura che anche per lui era lo stesso. Perché avremmo dovuto sposarci? Inoltre, avevamo entrambi solo 15 anni. Ma, come aggiunse mio padre più tardi, 15 anni era un’età ragionevole per diventare moglie.
Quando il tempo riprese a scorrere, aprii la bocca per quella che mi sembrò la prima volta dopo mesi.
-Perché?- semplicemente chiesi.
Tutti i presenti si voltarono a guardarmi come se avessi appena detto che volevo farmi monaca. Poi mio padre iniziò ad innervosirsi.
-Come sarebbe a dire perché? Perché così è deciso. Il vostro matrimonio manderà avanti la dinastia degli Hyuuga e vostro figlio sarà l’erede dell’impero economico che sto creando.- esclamò.
-Ma padre! Io non voglio sposarmi!- esclamai senza pensarci.
Non mi accorsi nemmeno dello schiaffo fin quando non iniziai a sentire un forte bruciore sulla guancia destra.
-Silenzio!- gridò mio padre. Era arrabbiato. Molto arrabbiato. –Tu non hai il diritto di decidere cosa puoi fare e cosa non puoi fare, la tua vita è sotto il mio comando e, presto, sarà sotto quello di Neji-san. Il vostro matrimonio si terrà tra una settimana e verrà celebrato nel giardino della villa, sono stato chiaro?- urlò mio padre.
Non lo stavo guardando: il ceffone di qualche momento prima mi aveva fatto girare la faccia ed ora mi ritrovavo ad osservare Neji, impassibile, con le lacrime agli occhi.
-Ed ora vattene in camera tua, prima di disonorarmi oltre.- concluse mio padre agitando la mano in aria con un gesto di stizza.
Trattenendo le lacrime mi profusi in quattro profondi inchini, uno per ogni membro della mia famiglia, e mi avviai verso al mia stanza. Raggiuntala, mi buttai sul letto e piansi tutte le lacrime che avevo.

Note dell'autrice:
Eccomi di nuovo qui con la mia seconda NAruHina! Questa è ambientata nell'Inghilterra vittoriana (influenze di Kuroshitsuji, mannaggia!) e, come avrete capito, è un AU. Forse Hinata sembrerà un po' OOC, me ne sono resa conto mentre scrivevo, ma tenete bene a mente che questo è un diario che Hinata scrive a posteriori, dopo averne passate di cotte e di crude! Se continuerete a seguirmi scoprirete il perchè di questo tono duro e freddo che usa la piccola Hyuuga!

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Capitolo 2
*** 2. Il matrimonio ***


2. Il martimonio

Il giorno del mio matrimonio il sole splendeva alto nel cielo. Mia madre lo interpretò come un buon segno e continuava a ripetermi quanto ero bella e fortunata mentre mi agghindava i capelli.
Io annuivo con lo sguardo vuoto, ma in realtà non la ascoltavo minimamente. Di lì a poche ore sarei stata sposata con mio cugino. Avrei diviso la mia vita, la mia casa, il mio letto con lui per sempre. Ed avevo solo 15 anni.
La cerimonia fu sfarzosa, esagerata. C’erano più di 100 invitati, tra conoscenti di mio padre e nobili in affari con lui. Mentre il prete recitava la formula che avrebbe unito me e Neji per sempre, vidi due dame, due delle mie presunte amiche, indicarmi con cenni della testa, bisbigliare qualcosa e ridere di sottecchi. Le stesse dame che, poco dopo, sarebbero venute a congratularsi con me con le lacrime agli occhi. Schifosamente ipocrite, come sempre.
Vuoi tu, Neji Hyuuga prendere la qui presente Hinata Hyuuga come tua sposa e blablabla?
Si lo voglio.
No, non voglio, ma devo farlo o disonorerei la famiglia. E mio padre mi torcerebbe il collo. Quindi, si lo voglio.
Fine. Eravamo sposati.
-Ora puoi baciare la sposa.- disse il prete con un sorriso bonario. Era felice di aver unito due nuove anime sotto la mano di Dio, il prete. Proprio lui che ogni notte se la spassava nei bordelli di Whitechapel. Ipocrita pure lui.
Neji si chinò rapidamente verso di me e posò un piccolo e casto bacio sulle mie labbra. Quasi non lo sentii. Si stacco un attimo dopo, come se avesse fretta.
E, pensandoci a posteriori, questo avrebbe dovuto dirmela lunga sul futuro comportamento di mio marito nei miei confronti.
La festa proseguì tra danze e divertimenti vari, e si concluse a tarda sera.
Mia madre mi accompagnò nella mia stanza. Pensavo, forse un po’ ingenuamente, che avrei continuato a dormire nel mio letto, e fu un gran sollievo per me essere condotta in camera mia. Ma il mio sollievo si sgonfiò ben presto: mi madre mi spogliò del vestito da sposa e mi fece indossare una camicia da notte di seta lillà.
-Si intona con i tuoi occhi.- mi disse con un sorriso. Poi mi accarezzò il viso e, baciandomi la fronte, mi sospinse fuori dalla stanza, indirizzandomi verso quella che sarebbe diventata camera mia e di Neji. A quanto pareva, l’ala destra della villa era diventata di nostra proprietà, come scoprii io stessa in seguito.
Tenendo a freno le lacrime entrai nella mia nuova camera da letto. Mio marito ancora non c’era, così mi sedetti sul letto ad aspettarlo, torcendomi le mani.
Ora, non che non sapessi cosa effettivamente succedeva durante la prima notte di nozze –ne avevo discusso con mia madre qualche giorno prima– ma ero comunque afflitta da mille dubbi e paure.
Neji ancora non arrivava e stavo già per tirare un sospiro di sollievo e mettermi a dormire, quando la porta si aprì e ne entrò mio marito, in tenuta da notte.
Mi salutò con un veloce inchino, al quale mi affrettai a rispondere,e si infilò sotto le coperte senza dire nulla, voltandosi su un fianco e dandomi al schiena.
Ero confusa: che stava succedendo? Stavo per chiedere a mio marito il perché del suo comportamento quando egli si voltò verso di me, aprendo la bocca per parlarmi per la prima volta dopo il matrimonio.
-Hinata-sama, potreste spegnere le candele?- chiese usando un tono estremamente formale.
Lo guardai inebetita per qualche secondo. Poi, dal momento che non smetteva di fissarmi, annuii lentamente un paio di volte e mi affrettai ad ubbidirgli.
Quando tornai sotto le coperte rimasi in attesa per più di un’ora. Poi, quasi senza accorgermene, mi addormentai.

Note dell'autrice:
Ed ecco il secondo capitolo! Ora, dal momento che mi è stato fatto notare, volevo scusarmi per gli strafalcioni storici e culturali che ho scritto e che, molto probabilmente, continuerò a scrivere. Vi chiedo di chiudere un occhio (o anche due) su queste tranvate e di considerarle come licenza poetica (lol) ma di farmeli comunque notare, ne terrò conto per il futuro.
Detto questo:
 
@ ecila94hina: grazie della recensione! Purtroppo farò delle pubblicazioni irregolari perché in questo periodo sono stra impegnata, quindi dovrai portare un po’ di pazienza! Vedremo Naruto molto presto ;)
 
@luminum10: guarda, io di solito sono per le fic happy end e demenziali, non so cosa mi è preso quando ho iniziato a scrivere questa! Spero ti piaccia comunque, alla prossima!

@kry333: riciau! Felice che il primo impatto sia buono ^_^ continua a seguirmi e ne vedrai di belle ;)
 
@michiyo1age: compagna! Chiedo scusa a sua generabilissima maestà delle usanze & della storia studiata bene :P apparte gli scherzi…gomen veramente, sai che non sono una cima in ste cose! Chiudi un occhio, pliz! E scusa per lo spioler :P alla prossima!

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Capitolo 3
*** 3. I doveri coniugali ***


3. I doveri coniugali Quando mi svegliai il sole era sorto già da un pezzo. Mi tirai su di scatto, spalancando gli occhi e guardandomi in giro, disorientata. Mi ricordavo di essere stata sposata con Neji. Mi ricordavo di essere andata nella nostra nuova camera matrimoniale. Mi ricordavo di averlo aspettato, timorosa. Mi ricordavo di averlo visto entrare e di averlo visto stendersi sul letto quasi ignorandomi. Mi ricordavo di aver spento le candele e di essermi addormentata. Ma allora perchè diavolo i servi non mi avevano svegliata ad un'ora conveniente? Più avanti mia madre mi spiegò che era tradizione presso gli Hyuuga di lasciare che la prima mattina dopo le nozze i due sposi si riposassero delle “fatiche” della notte precedente. Ma le mie fatiche contemplavano l'essersi alzata dal letto e l'aver spento le candele. Tutto qua.
Mi voltai verso mio marito e notai con sgomento che il letto era vuoto. Mi guardai intorno, alla ricerca di mio marito. Dov'era andato? Perchè non era nel letto con me? Gli era successo qualcosa? Ammetto di essere stata troppo apprensiva a quel tempo e ciò che feci di seguito non fece altro che peggiorare la mia situazione.
Senza nemmeno preoccuparmi di cambiarmi, uscii dalla camera ancora in camicia da notte e corsi verso la stanza dei miei genitori. Solo a metà strada mi ricordai che, a quell'ora, sarebbero già stati svegli. Quindi mi diressi verso il soggiorno, sempre correndo, preoccupata. Quando giunsi nell'enorme salone ero sudata e stavo ansimando. Non rivolsi subito l'attenzione alle persona lì presenti, troppo impegnata a riempire i polmoni di ossigeno. Fu solo dopo qualche attimo che riuscii a rantolare qualcosa.
-Neji...dov'è...Neji...?- chiesi ansimando.
Poi alzai la tesa e desiderai di non essere mia nata: davanti a me, mio padre, mia madre e mio marito stavano amabilmente bevendo il the e mi fissavano con gli occhi sgranati. Confusa, spostai lo sguardo prima su Neji e poi sui miei genitori. Ed io ero davanti a loro, con i capelli scarmigliati e in camicia da notte.
-Ma...- provai a dire indicando debolmente mio marito, che mi fissava impassibile, come al solito. Ma mia madre non mi lasciò parlare. Profondendosi in scuse infinite verso Neji, mi afferrò per un braccio e mi condusse fuori dal soggiorno, mormorandomi di seguirla nella sua stanza.
Quando mi ebbe spiegato che l'avevo messa molto in imbarazzo presentandomi in soggiorno quasi nuda -nonostante indossassi la mia camicia da notte ed uno scialle, ma mia madre era sempre stata una donna molto pudica- mi vestì adeguatamente e mi pettinò i capelli, legandomeli in una crocchia in cima alla testa. Non avevo mai sopportato quella pettinatura, preferivo di gran lunga tenerli sciolti. Mi sembrava come se la mia acconciatura mi rappresentasse: capelli sciolti, ero libera; capelli raccolti, ero in gabbia. Probabilmente legai questo ragionamento al fatto che, da quando mi sposai con Neji, non tenni più i capelli sciolti. Ma non vorrei tediare troppo il lettore -chiunque esso sarà- con gli inutili pensieri di una ragazzina.
Orbene.
Dopo essere stata vestita e pettinata in modo conveniente, mia madre mi riaccompagnò in soggiorno, con un'aria molto più serena di prima. Mi fecero sedere accanto a mio marito, che mi porse una tazza di the in modo tanto cavalleresco quanto distaccato. Ma i miei genitori parvero non accorgersi della sua indifferenza nei miei confronti.
-Sembra proprio che il matrimonio sia riuscito bene!- esclamò mio padre. -Vedere Hinata così preoccupata per l'assenza di suo marito vuol dire molto, figlio mio.- disse rivolto a Neji. Dal giorno in cui ci eravamo -o meglio, ci avevano- fidanzati, mio padre aveva iniziato a chiamare Neji in quel modo. La cosa aveva riempito di orgoglio ed onore mio marito.
-Oh si!- contribuì mia madre -Hinata è veramente molto innamorata, Neji-san!-
Io non parlai e guardai di sottecchi mio marito, per vedere la sua reazione. Dal canto suo, egli posò la sua tazza di the e, chinando la testa in segno di rispetto, mi rivolse un breve sguardo.
-Sono felice che Hinata-sama ricambi i miei sentimenti.- disse. Formale. Come al solito. Certamente non era quello il tono che usava un innamorato.
Ora, non che io fossi innamorata di lui ma, dal momento che avrei dovuto passare la mia intera vita con lui, mi sarebbe stato di conforto sapere che mio marito provava almeno un po' d'affetto per me.
Mi sorpresi quando, sotto lo sguardo compiaciuto dei miei genitori, Neji posò delicatamente la sua mano sopra la mia.
Continuammo a parlare di me e Neji -senza accennare alla notte precedente- per qualche tempo. Poi mio padre fu costretto a congedarsi per motivi di lavoro e mia madre decise si lasciare a me e Neji un po' di intimità.
Non sapevo come iniziare il discorso, ma troppi interrogativi riempivano la mia mente. Perchè la sera prima si era subito messo a dormire? Perchè la mattina si era alzato e mi aveva lasciata sola? Perchè non mi aveva voluta quella sera? Perchè diceva di amarmi ma non me lo dimostrava?
Decisi di iniziare con la domanda più innocua.
-Neji-san?- chiesi usando la forma di cortesia, senza apparire distaccata come lo era lui -Posso chiederti perchè stamattina ti sei alzato senza svegliarmi?-
Mio marito mi guardò per qualche secondo, mantenendo un'espressione impassibile. Poi, distogliendo lo sguardo, finalmente mi rispose.
-Dormivate così beatamente che non ho avuto il coraggio di svegliarvi.- rispose. Bugia. Non gli credevo. Ma annuii comunque. Poi ripartii all'attacco.
-E...perchè ieri sera ti sei subito coricato?- continuai.
-Ero molto stanco, Hinata-sama.- iniziò, ma lo interruppi.
- Neji-san, sei mio marito: ti prego, dammi del tu.- lo supplicai. Almeno quello mi avrebbe aiutata a sopportare la mia nuova condizione. Neji fece uno strano gesto, come di stizza, ma annuì e rimase in silenzio. A quanto pareva, secondo lui, aveva risposto in modo soddisfacente alla mia domanda.
Sospirai. Ora veniva la parte difficile. Io ero sempre stava una ragazza molto timida, schiva e pudica. Non avevo mai parlato con mia sorella o con mia madre di uomini e cose come il sesso, anche se erano l'argomento principale delle discussioni tra le dame inglesi. Parlarne ora con mio marito mi sembrava una cosa terribilmente imbarazzante. Ma in quel momento si stava parlando del mio futuro. Così presi coraggio e parlai.
-Neji-san...perchè non hai voluto...perchè non hai voluto...unirti a me?- chiesi arrossendo violentemente.
Neji mi guardò e non mi rispose. Rimase solo a fissarmi, mentre il mio rossore cresceva esponenzialmente allo scorrere del tempo. Poi si alzò e mi venne vicino.
-Hinata-sama...Hinata. Mi dispiace infinitamente di non aver compreso i tuoi bisogni prima. Ora devo assentarmi, devo discutere con mio padre di alcune cose importanti, ma ti prometto che stasera compirò i miei doveri di marito.- disse tenendomi le mani e guardandomi negli occhi.
Incapace di rispondergli, l'unica cosa che fui in grado di fare fu guardarlo uscire dal salone senza volgersi indietro. Fu una gran fortuna per me: se l'avesse fatto avrebbe visto le lacrime di disperazione che scendevano sul mio volto. Mi ero appena resa conto che, senza volerlo, mi ero condannata da sola.
Ora, non che Neji non mi attirasse. Voglio dire, è un bell’uomo e, se non fosse stato per il suo comportamento distaccato e per il fatto che lo vedevo come un fratello, la prospettiva di un matrimonio con lui non sarebbe stata poi così malvagia. Ma Neji non era l’ideale di marito che volevo per me, non c’era nulla da fare.
Quella notte Neji tenne fede alla sua promessa ed adempì ai suoi doveri coniugali. Fu tutto molto veloce. E doloroso. Non fu piacevole, per niente. Mio marito era distaccato, freddo, non mi guardava nemmeno negli occhi. A dire il vero, non mi guardava affatto. L'unica volta che lo fece fu non appena ebbe finito di spogliarmi, ma percorse velocemente il mio corpo illuminato dalla luce della luna per poi iniziare il suo compito.
Quando ebbe terminato, mi fece una carezza sulla guancia e si rivestì, per addormentarsi subito dopo.
Il mio unico sollievo fu quello che, almeno, non avremmo più dovuto ripetere quell'esperienza tanto presto.
Mi addormentai piangendo: prima, dopo e durante l'atto Neji non mi aveva mai baciata. Mio marito, l'uomo con il quale avrei dovuto condividere la mia vita per sempre, non mi avrebbe mai fatto conoscere l'amore.

Note dell'autrice:
Beeeeeeeeeeene siamo a tre! Chiedo scusa per il ritardo e l'irregolarità delle pubblicazioni ma, sapete com'è, fime maggio implica un sacco di interrogazioni&compiti in classe...quindi il tempo rimasto per scrivere è davvero poco! quindi non disperate e date sempre un occhio che non abbia aggiornato a vostra insaputa!
Ed ora veniamo ai commenti:

@kry333: ebbene sì, hanno fatto uno sposalizio lampo! Hanno ingabbiato la piccola Hinata senza possibilità di scampo! Ma credo proprio che nel prossimo capitolo incontrerà qualcUNO che potrebbe aiutarla con la sua tristezza ;)

@Cassandra_Wolf: grazie dei complimenti ^///^ bè, tutte le fan (ed i fan) delle NaruHina qua trovano pane per i propri denti! Spero di non deludere le tue aspettative ma, da quello che ti aspetti, pare proprio che io e te ci intenderemo benissimo!XD

@luminum10: stringi i denti! Credo che la piccola Hinata abbia avuto i tuoi stessi pensieri riguardo al matrimonio ;) e parlando di Naruto...chissà, forse nel prossimo capitolo...continua a seguirmi per vedere chi salterà fuori ;)

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Capitolo 4
*** 4. Inaspettato ***


4. Insolito Passarono due anni. Due anni di apatia, indifferenza e freddezza nei miei confronti da parte di mio marito. All’inizio mi faceva male, molto male: mi vedevo chiusa in una gabbia, senza via d’uscita, condannata a vivere per sempre con una persona che mi ignorava pur condividendo il suo letto con me ogni sera. Ma più i mesi passavano, più iniziavo a prendere lo stesso comportamento di Neji: saluti freddi, mi rivolgevo a lui con tono formale e, quando capitava l’occasione -o meglio, l’obbligo- di conversare, parlavamo per lo più del tempo o dei suoi progressi insieme a mio padre. Neji, infatti, aveva iniziato a lavorare con mio padre, aiutandolo ad espandere sempre di più la compagnia Hyuuga nel mondo dell’economia. Così mio marito era in casa solo di mattina presto e durante la notte, oltre che nei giorni festivi. Quelli erano gli unici giorni che passavamo insieme: andavamo a passeggiare nei parchi o a fare spese nei negozi di Londra. E, durante quelle gite per le boutique, Neji tendeva a comprarmi molti regali. Un giorno gli chiesi il perché e lui, dopo avermi osservata per qualche attimo com’era solito fare, rispose che lo faceva perché rientrava nei doveri di un marito e perché voleva dimostrarmi il suo amore. Regali e veloci carezze: questo era il concetto di “amore” che aveva mio marito.
Quando facevamo l’amore -una volta ogni due mesi, così si era deciso poiché Neji tornava a casa sempre molto stanco da lavoro- alla fine diceva sempre di amarmi. Ma erano parole vuote, senza significato. Sembravano più una formula di chiusura, che una dichiarazione di un sentimento così nobile, impetuoso e distruttivo come l’amore.
Ma questo era Neji Hyuuga. Questo era mio marito.
E, crescendo, iniziai a diventare come impermeabile ai suoi comportamenti: tutto sommato la mia vita procedeva bene. Bastava semplicemente accantonare il fatto che mio marito mi ignorava e che ero praticamente chiusa in gabbia. Passavo le mie giardino e, talvolta, nella villa. Oppure andavo nella stanza di Hanabi a chiacchierare e a acconciarle i capelli come facevo prima di essere sposata. In quei momenti ero veramente felice, mi sembrava di essere tornata nel passato. L’unica differenza era che anche Hanabi, ora, si divertiva a giocare con i mie capelli, che mi arrivavano ormai all’osso sacro.
-Hinata, sono così belli! Perché non li lasci sciolti?- mi chiedeva sempre.
-Perché mamma vuole che li tenga legati, Hanabi.- solevo rispondere in tono neutro. Ma la mia dolce sorellina non desisteva e continuava a dirmi quanto fossero morbidi e lucidi i miei capelli e quanto fossi diventata bela io stessa. E -accantonando per un attimo la modestia- non potevo che trovarmi d’accordo con la piccola Hanabi: a diciassette anni ero già quasi completamente sviluppata. Il mio corpo era snello e flessuoso ed ero mediamente alta. Le mi curve erano morbide, ma non troppo, “morbide e sode come una pesca matura” soleva dire mia  madre -aggiungendo sempre qualche piccola lamentela sul mio seno che, secondo lei, era un po’ troppo grande e rischiava di risultare volgare-. Ma, a quanto pareva, la mia non trascurabile bellezza non aveva alcun effetto su mio marito, l’unico uomo che doveva impressionare. Ma, come ho già detto, ci avevo fatto l’abitudine. E presto, anche se non potevo saperlo, avrei incontrato qualcuno in grado di apprezzarmi veramente.
Un giorno mi stavo avventurando attraverso i piani inferiori della villa, dedicati soprattutto alla servitù. Stavo passeggiando, un po’ malinconica per via della pioggia, immersa nei miei pensieri quando il mio vagheggiare della mente venne interrotto da un forte rumore come di piatti che si rompevano. Spostai la mia attenzione dal paesaggio fuori della finestra alla porta della stanza poco lontano da me: da lì era provenuto il rumore ed ora se ne sentiva un altro, che parevano quasi dei colpi. Mi avvicinai un po’ timorosa, non sapendo cosa avrei potuto trovare -ripensandoci a posteriori, probabilmente non avrei potuto trovarmi davanti agli occhi una scena tanto diversa da quella che vidi allora- ed aprii cautamente la porta. Davanti a me si presentò una scena che non dimenticherò mai per due motivi. Il primo fu per la crudeltà di ciò che stava succedendo.
Nel mezzo della cucina c’era il cuoco, un omaccione grande e grosso, panciuto e con un’immensa forza nelle braccia, chinato a terra che stava malmenando un ragazzo che avrà avuto la mia età o qualche anno di meno -più avanti venni a conoscenza del fatto che eravamo coetanei-. Accanto al ragazzo, steso a terra, c’erano i resti di quelli che probabilmente erano stato una teiera ed una tazzina da the. Quasi non notai che facevano parte del mio servizio da the preferito. Ero come ipnotizzata dalla scena, specialmente dal povero ragazzo, che tentava in tutti i modi di difendersi dai colpi del cuoco coprendosi con e braccia la testa ed il collo. Dopo qualche attimo riuscii a sbloccarmi ed entrai nella cucina, avvicinandomi al cuoco stando attenta a non essere colpita dai suoi pugni. Mentre mi avvicinavo, mi chiesi come facesse quel povero ragazzo a resistere a quei terribili colpi.
-Basta! Basta!!- gridai con tono autoritario. Il cuoco si fermò con le mani all’aria, pronto a colpire di nuovo, e si girò a guardarmi con espressione irosa. Espressione che cambiò subito in una mortificata quando si accorse chi gli stava di fronte.
-P-Padroncina Hinata!- esclamò con un tremolio della voce. Si guardò rapidamente intorno poi, avvicinandosi velocemente al ragazzo, lo prese per il colletto della camiciola che indossava -quella tipica della divisa dei servi, notai- e cercò di metterlo in piedi senza che crollasse a terra.
-Saluta la padroncina, Naruto!- ringhiò l’uomo scrollando il giovane. Questi alzò a fatica la testa, mostrando un volto tumefatto pieno di ematomi e con qualche traccia di sangue in alcuni punti. Nonostante il dolore terribile che doveva aver provato, il ragazzo fece una buffa smorfia che avrebbe voluto essere un sorriso in mia direzione ed accennò un piccolo inchino tremante -per il dolore, ne ero certa-.
-B-buongiorno padroncina Hinata.- mormorò con voce tremante.
Io non riuscii a rispondergli subito. Ero allibita: nonostante il volto distrutto, un occhio nero e semi chiuso e i piccoli grumi di sangue che gli uscivano dalla bocca, quello era il ragazzo più bello che io avessi mai visto. E questo fu il secondo motivo per cui non dimenticherò mai quella scena: mi innamorai a prima vista. Il classico colpo di fulmine.
Rimasi a fissarlo inebetita per qualche attimo. Poi, recuperata la lucidità, puntai uno sguardo gelido sul cuoco.
-Che cosa è successo?- chiesi.
-Ecco…il ragazzo qui ha fatto cadere la teiera e la tazzina da the, padroncina. Gliel’avevo detto di tenerlo molto da conto, dal momento che è il vostro servizio preferito, ma a quanto pare questo stupido non mi ha ascoltato.- disse il cuoco impacciato, scoccando un’occhiata di fuoco a Naruto. Il giovane, dal canto suo, incassò la testa nelle spalle quel tanto che il tremendo dolore che provava gli permetteva.
-I-io…mi…mi dispiace padron- - provò a dire, ma lo interruppi.
-E questo ti sembra un buon motivo per massacrarlo? Non voglio che una cosa del genere si ripeta mai più mi hai capito? mai più!- esclamai rossa di rabbia. Come si permetteva quel rozzo di ammazzare di botte quel povero ragazzo solo per un errore da poco conto come quello. Il cuoco mormorò qualcosa ed annuì imbarazzato abbassando lo sguardo.
-Ora torna alle tue mansioni.- dissi con un’ultima occhiata gelida. –Tu no.- aggiunsi rivolta a Naruto, quando vidi che stava zoppicando dietro all’uomo.
Se non fosse stato per le sue serie condizioni fisiche, mi sarei anche messa a ridere: Naruto si era bloccato con un piede a mezz’aria e mi stava guardando con gli occhi sbarrati. Decisi di sorridergli per tranquillizzarlo -e anche perché non potei farne a meno-.
-Seguimi, devi medicarti.- gli dissi voltandomi ed avviandomi verso la piccola “stanza infermieristica”, come la chiamavamo io ed Hanabi. Era una piccola stanzetta dotata di un letto ed una sedia nella quale erano presenti tutte le medicine, le garze e l’occorrente per effettuare un primo soccorso.
Non mi voltai per vedere se il ragazzo mi seguiva: potevo chiaramente sentirlo ansimare e zoppicare ad un paio di metri da me: la distanza che un servitore deve mantenere dal padrone. La cosa mi fece esalare un sospiro di delusione: mi sarebbe piaciuto averlo vicino per osservarlo meglio.
Arrivati alla stanzina aprii la porta e mi fermai per aspettarlo. Come avevo immaginato, si bloccò a circa due metri da me, barcollante e tremante.
-Avvicinati, se rimani ancora lì cadrai per terra…- gli dissi avvicinandomi. Lui fece di nuovo la faccia che aveva fatto pochi minuti prima e sgranò ancora di più gli occhi quando mi offrii come appoggio per evitare che cadesse.
-N-no, io…voi…ecco, non dovete, posso…non…i-io…- balbettò il giovane in difficoltà. Capii che, agendo in quel modo, non lo aiutavo, anzi, così mi scostai con un sospiro, in modo da farlo entrare comodamente per dalla porta. Il giovane zoppicò fino al letto e, quando mi passò accanto, notai che era alto più o meno come Neji, forse un po’ di più.
Controllando che nessuno passasse in quel momento da quelle parti, entrai anch’io nella stanzina e mi chiusi la porta alle spalle, con un rinnovato interesse verso quell’inattesa ma gradita sorpresa che ora stava ansimando ad occhi chiusi nel lettino di fronte a me.

Note dell'autrice:
Signore e signori, quarto capitolo! E, finalmente, la grande entrata in scena di Naru-chan! Ho notato, rileggendo il capitolo, che in tutte le mie fic Naruto le prende più o meno forte...e dire che lo adoro! Mah, vabbè, così è più drammatica la cosa XD da qui in poi il nostro piccolo volpino sarà molto presente nella vita di Hinata per riportarle il sorriso e la felicità! Se volete sapere come, continuate a seguirmi! ;)
ps: ringrazio infinitamente chi ancora mi segue nonstante l'irregolarità della pubblicazione! I love u! ♥

@luminum10: eccoti servita! Spero di essere riuscita, almeno in parte, a curare la tua depressione ;) e vedrai i capitoli successivi eheheheh!

@kry333: contenta dell'arrivo di quel qualcUNO? Secondo me lo è stata anche Hinata ;) e lo sarà ancora di più nei capitoli a venire, vedremo la piccola Hina-chan sorridere più spesso! Alla prossima!

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Capitolo 5
*** 5. Conversazione ***


5. Conversazione Chiusi la porta con una mandata di chiave, per evitare che qualcuno entrasse. Né io né il giovane ragazzo ci saremmo trovati in una bella situazione se ci avessero “scoperto”. Non che stessimo facendo qualcosa di illecito, ma probabilmente i miei genitori avrebbero pensato che stessi mancando di rispetto a mio marito tradendolo.
Così andai verso l’armadio dei medicamenti ed aprii il cassetto in cui c’erano le garze: pensai che fasciare i punti messi peggio avrebbe aiutato il povero Naruto.
Quando mi girai a guardare il ragazzo, egli si era addormentato. Il suo respiro si era fatto più pesante e regolare e teneva la bocca leggermente aperta. mi chiesi come facesse a dormire con tutti quegli ematomi.
Mi diressi verso di lui e, posatagli una mano su un punto relativamente sano del braccio, lo scossi leggermente.
-Hei…ehm…N-Naruto!- chiamai, leggermente imbarazzata. Non lo conoscevo ancora abbastanza bene da poterlo chiamare per nome, ma non conoscendone il cognome non potei farne a meno.
Dopo un paio di leggeri movimenti, il giovane aprì gli occhi di malavoglia. Si guardò intorno spaesato ad occhi socchiusi, con una faccia tra il perplesso e il turbato e si soffermò con insistenza sul mio viso. Dopo qualche attimo di silenzio ed immobilità, Naruto sgranò gli occhi ed aprì la bocca formando una buffa “o”. Ridacchiai a quell’espressione e lui si mise a sedere repentinamente, cercando di dire qualcosa.
-Oddio! Padroncina Hinata! Che ci fate voi qui? Dove siamo? Perché?-
Aspettai pazientemente che finisse le domande, poi gli risposi accompagnando le mie parole con un sorriso sincero.
-Ti ho condotto in questa stanza per medicarti, le tue ferite non sono cosa da poco conto.- gli dissi accennando al suo volto.
Lui si tastò leggermente gli zigomi ed il resto del corpo, accennando a qualche smorfia di dolore.
-Mh, già, il vecchio me le ha date di gusto…- constatò sbuffando. Non abituata ad un linguaggio così schietto, scoppiai a ridere. Lui mi rispose con un timido sorriso. Era la prima volta che vedevo un sorrisino così bello. Neji non sorrideva mai, o raramente. E,se lo faceva, i sorrisi erano sempre rivolti a mio padre.
-Coraggio, togliti la camicia. Ho visto che il cuoco infieriva particolarmente sulle costole.- dissi.
Lui mi guardò come se avessi perso il senno. Poi cercò di accampare qualche scusa. Era evidente, comunque, che non trovava conveniente spogliarsi davanti alla sua padroncina. Ma non ci feci caso.
Alla fine, però, desistette ed iniziò a sbottonarsi la divisa. Quando la lasciò cadere a terra approfittai del suo sguardo basso per osservarlo bene: nonostante la sua giovane età, il suo corpo era già ben sviluppato, con dei bei muscoli sodi. Aveva la pelle un po’ abbronzata, la tipica pelle delle classi inferiori. Iniziai a fasciargli il petto, pieno di ematomi. Durante l’operazione ero a stretto contatto con Naruto e, non seppi spiegarmi il perché, la cosa mi fece piacere. Mi piaceva sentire il calore che il ragazzo emanava. Quando ebbi finito lo lasciai rivestire e mi diressi di nuovo verso l’armadio: guardandolo da vicino, infatti,  avevo notato che sul viso aveva delle lesioni piuttosto gravi e che non riusciva ad aprire un occhio. Mi ricordai che, nell’armadio, c’era una pomata importata dall’India che, negli anni passati, aveva curato le piccole ferite che riportava Hanabi durante i suoi giochi quando era piccola.
-Questo può aiutare le ferite che hai sul volto, Naruto.- dissi, per poi mordermi un labbro: non eravamo certo “amici”, non avevo alcun diritto di chiamarlo per nome. Ma decisi di tentare. –Posso chiamarti Naruto?- chiesi arrossendo leggermente.
Lui mi guardò per qualche attimo con un’espressione sorpresa poi, con un leggero rossore, notai, si esibì nuovamente nel timido sorriso che mi aveva donato poco prima.
-Certo, padroncina! Chiamatemi pure come volete!- rispose. Non mi sentii ancora di permettergli di chiamarmi per nome, anche se mi sarebbe piaciuto.
Mi avvicinai e gli alzai delicatamente il viso con le dita. Poi iniziai a spalmargli delicatamente la pomata sugli zigomi, sul sopracciglio sinistro e sull’occhio destro. Lo avvertii di chiuderlo, prima mi compiere quest’ultimo gesto. Nell’atto di curarlo, mi trovai molto vicino al suo viso -una distanza che mia madre, se fosse stata presente, avrebbe considerato irrispettosa e disdicevole- ed ebbi così modo di osservarlo per bene. Aveva gli occhi di un blu intenso, magnetico, il blu di un cielo estivo dopo un temporale. I capelli biondi gli ricadevano a ciuffi sulla fronte ed erano tutti scompigliati, e la sua bocca aveva una leggera curva in su, sempre piegata in un leggero sorriso.
Quando terminai il medicamento, mi scostai con disappunto: era bello stare ad osservarlo. Presi una benda adagiata vicino a Naruto e la stracciai in una fascia più piccola, che gli allacciai dietro la testa a mo’ di benda, in modo che gli coprisse l’occhio.
-Dovrai lasciarla lì per un paio di giorni, poi il tuo occhio dovrebbe essere guarito.- annunciai mentre riponevo la scatola con la pomata.
Naruto mi sorrise, un vero sorriso di gratitudine questa volta -che mi fermò il cuore- e piegò leggermente la testa a mo’ di inchino.
-Vi ringrazio molto, padroncina. Senza di voi probabilmente ora sarei ancora in cucina d essere massacrato di botte dal vecchio!- esclamò.
Gli sorrisi, mi sorrise. E, per la prima volta in 7 anni, fui veramente felice.
-Ora però è meglio che io torni in cucina, o tutto il lavoro che avete fatto sarà vano se il vecchio mi ripiglia.- disse con un sospiro. Annuii ed uscimmo dalla stanzina.
Lui corse subito verso la cucina e notai che zoppicava molto meno. E, dal momento che aveva smesso di piovere, uscii in giardino a passo di danza: finalmente avevo trovato qualcuno di cui interessarmi.

Note dell'autrice:
Hallo hallo minna!! Come va? Se va bene, snoo happy per voi!:) Se va male, gustatevi il mio nuovo capitolo e vedrete che la fortuna tornerà a sorridervi! X3 niente Luna Nera per nessunoooooo!!!!!
[momento di sclero finito]
Coff, coff...ebbene: buondì followatori (o meglio, buonasera, vista l'ora!) ecco a voi il quinto capitolo! LA prima conversazione di Naruto ed Hinata! Capitolo un po' cortino, ma va così: a periodi! Ci sono capitoli lunghi come una coda in autostrada a ferragosto e capitoli corti come le vacanze estive(ç_ç)! Ma dopotutto, nella botte piccola sta il vino buono ( ein quella grande ce n'è di più), quindi ho risolto entrambi i problemi epistemologici della lunghezza del capitolo! E prima di scrivere una seconda fic nascosta nelle note in cui parlo del mio sclero quotidiano, passo alle risposte ai commentini!
Continuate a seguirmi! ♥

@michiyo1age: che recensione colorita! Strano linguaggio, Ciuci, non è da te! Grazie della recensione e, si, anch'io voglio i capelli di Hinata ç_ç sigh...Ah, se qui Naruto ti è sembrato imbranato...aspetta di vedere nel prossimo capitolo! Fortuna che la sua imbranataggine servirà a qualcosa...ma non faccio ulteriori spoiler (te ne ho già fatti XD)!

@WinterMoon: ehilà! Grazie della recensione e dei complimenti! Le tue preghiere sono state esaudite, probabilmete la pubblicazione si farà più frequente e regolare d'or in poi! :) continua a seguirmi!

@luminum10: al vostro servizio! :D per ora i due piccioncini si stanno conoscenda, ma aspetta di vedere i prossimi capitoli..........eheheheeh! ;)

@bella fuori edward dentro: grazie della recensione! :) l'idea era di rendere il carattere dei eprsonaggi esattamente come li hai descritti, vuol dire che ha funzionato XD al prossimo chappy! baci

@kry333: eheh, Hinata sa essere spaventosa quando vuole! Era ora che tirasse fuori un po' di p...orgoglio :D grazie della recensione, al prossimo chappy!!

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Capitolo 6
*** 6. Dichiarazione ***


6. Dichiarazione Due giorni dopo l’incontro con Naruto decisi di andare a trovarlo per saggiarne le condizioni fisiche. E, naturalmente, per rivedere i suoi meravigliosi occhi azzurri.
Feci per uscire dalla mia stanza -Neji era, come al solito, al lavoro- ma, appena fuori dalla porta, mi scontrai con qualcuno che veniva nella mia stanza di gran cosa.
Finii a terra, con il misterioso sconosciuto sopra di me. Quando realizzai chi era, quasi lanciai un urlo. Un urlo di gioia: il misterioso sconosciuto era Naruto. Accortosi della nostra posizione sconveniente, il ragazzo balzò in piedi ed iniziò a profondersi in infinite scuse, maledicendosi per la sua sbadataggine. L’unica cosa che fui in grado di fare fu mettermi a sedere senza proferire parola, osservando divertita la reazione del giovane biondino. Quando si fu calmato, mi guardò per un attimo, dall’alto, con una buffa espressione perplessa. Poi si diete una manata sulla fonte e mi tese una mano. Io guardai prima la sua mano, poi lui, poi di nuovo la sua mano. Dovevo avere un’espressione piuttosto perplessa, poiché lui ridacchiò e la flettè un paio di volte.
-Vi dispiacerebbe prendere la mia mano, padroncina Hinata? Lo faccio per aiutarvi, vi assicuro che non ho secondi fini!- esclamò con un occhiolino. Quel gesto mi fece mancare un colpo al cuore ed arrossii violentemente.
Afferrai la mano del giovane che, mettendoci troppa forza nell’alzarmi, mi fece finire goffamente contro il suo petto. Ci separammo velocemente, entrambi imbarazzati per quelle strane circostanze che si erano verificate in quei minuti.
-Chiedo scusa per l’intrusione, padroncina Hinata, ma mi hanno ordinato di venire a pulire la vostra stanza…- disse Naruto abbassando lo sguardo. Io annuii e mi misi da parte, per lasciarlo lavorare.
-Ti dispiace se rimango qui?- chiesi timidamente. Lui mi guardò sorpreso, ma annuì ripetutamente. Così mi sedetti su una piccola poltrona in un angolo e rimasi ad osservare il giovane biondino che rassettava la stanza mia e di mio marito.
-Come vanno le ferite?- chiesi per conversare. Avevo infatti notato che si era tolto la benda dall’occhio -che, peraltro, era tornato sanissimo, come se non fosse mai stato ferito-.
-Mh? Oh, bene, molto bene! La vostra pomata ha funzionato in un modo veramente fantastico!- rispose lui alzando lo sguardo dai cuscini che stava sprimacciando.
-Ne sono lieta.– dissi sorridendogli –Ma è insolito che le ferite siano guarite solo in due giorni! Solitamente, anche con l’aiuto della pomata, ci mettono almeno una settimana per ristabilirsi completamente!- esclamai sinceramente sorpresa: con Hanabi era sempre stato così.
-Ah, bè, ma io sono sempre stato così, anche da bambino guarivo subito dalle botte che prendevo!- disse con un sorrisone.
Ridacchiai e rimasi in silenzio ad osservarlo. Era un gran lavoratore e si impegnava davvero molto: tempo un’ora ed aveva già finito di spolverare la mia immensa stanza.
Prima di uscire, decise di aprire la porta finestra della stanza per far passare un po’ d’aria ed io, spinta da chissà quale forza sconosciuta, mi avvicinai velocemente a lui e, sfiorandogli il polso, uscii nella terrazza della mia stanza e mi appoggiai al parapetto. Il giovane biondino, dopo qualche attimo di esitazione, mi seguii e si appoggiò di schiena accanto a me -molto più vicino di quanto non fosse mai stato di sua volontà-. Gli sorrisi e, dopo qualche attimo, senza un vero perché, scoppiai in una risata sinceramente felice. Era la prima volta che ridevo così di gusto: ero contenta. Molto contenta.
-È bello vedervi così felice, padroncina Hinata.- mi disse Naruto sorridendo con affetto. –Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato vedervi ridere.-
Lo guardai sorpresa: sembrava che quel ragazzo che io non avevo mai visto prima sapesse molto su di me.
-Cosa intendi dire?- chiesi curiosa.
-Bè…- iniziò lui guardando lontano all’orizzonte –Tutte le volte che vi vedevo eravate sempre malinconica, triste…non sorridevate mai e, e spero di non mancare di rispetto dicendo questo, non sembravate felice con vostro marito, il padroncino Neji.-
Lo guardai sgranando gli occhi. Come aveva fatto quel giovane a capire così bene le mie sensazioni solo guardandomi? Decisi di indagare oltre.
-Ma…ma come fai a sapere qeuste cose? Come…quando mi hai visto con Neji?- chiesi confusa.
-Bè…non vorrei turbarvi con questo ma…- mormorò portandosi una mano dietro la testa –Da quando siete arrivata nella villa 7 anni fa, ho continuato ad osservarvi di nascosto. E chi potrebbe biasimarmi? Siete bellissima, padroncina Hinata!- confessò arrossendo e piantando i suoi occhi magnetici nei miei. Blu su violetto, lo strano colore tipico degli Hyuuga.
-I-io…- provai a dire, ma fui interrotta: Naruto mi fece una delicata carezza sulla guancia, senza staccare gli occhi dai miei.
Ora, sebbene Neji me ne avesse fatte molte, in quei tre anni di matrimonio, nessuna di quelle di mio marito mi aveva mai riscaldato dentro come quell’unica carezza che mi fece Naruto.
Chiusi gli occhi, godendomi quella sensazione di calore e pace che le carezze di Naruto mi procuravano. Non mi accorsi nemmeno di quello che accadde dopo. Fui solo consapevole che di qualcosa di morbido e caldo si era posato sulle mie labbra. Riaprii velocemente gli occhi e vidi che Naruto si era chinato su di me e stava premendo le sue labbra sulle mie. Realizzai subito che mi stava baciando -un bacio casto e delicato, a fior di labbra- e non capii più nulla. Seppi solo che era infinitamente bello e dolce ma, al contempo, anche proibito e sbagliato. Mi ricordai che eravamo sulla terrazza che dava sulla stanza mia e di Neji. Mia e di mio marito. Ero sposata. E mi stavo baciando con un servo.
Mi separai repentinamente dal giovane biondino, rossa in volto e spaventata. Lo guardai mentre si rendeva conto di ciò che aveva fatto: abbassò lo sguardo ed arrossì violentemente  mentre cercava delle parole da dirmi. Scuse, pensai. Non fu così.
-Padroncina Hinata…Hinata.- disse alzando gli occhi e chiamandomi per nome per la prima volta –Io ti amo. Ti amo e ti ho sempre amata, dalla prima volta in cui ti ho vista, al tuo arrivo qui alla villa. Ti ho amata quando ti sei sposata con il padroncino Neji, ti ho amata quando mi hanno detto di pulire le vostre lenzuola sporche di sangue dopo la seconda notte di nozze, ti ho amata quando ti vedevo passeggiare per il giardino, ti ho amata quando ti vedevo insieme al padroncino Neji come moglie e marito, ti ho amata quando sei venuta a salvarmi dal cuoco, ti ho amata quando mi hai curato e ti ho amata un attimo fa quando finalmente sono riuscito a realizzare il mio sogno e baciarti. Sono pronto ad accettare le conseguenze del mio gesto, sei libera di buttarmi fuori dalla villa, non me ne importerebbe niente. In questo momento sono l’uomo più felice della terra.- disse tenendomi le mani.
Io non riuscii a proferire parola. L’unica cosa che fui in grado di fare fu piangere. Piangere tutte le mie lacrime. Lacrime di gioia perché finalmente avevo trovato qualcuno che mi amava, lacrime di tristezza perché Neji non mi aveva mai fatto provare ciò che sentivo ora, lacrime di rabbia perché per 7 anni ero vissuta nella malinconia più totale quando Naruto era a pochi passi da me e, infine, lacrime di disperazione perché quello che stavo facendo era pericolosissimo: stavo tradendo mio marito con un servitore della villa.
Ma non me ne importava nulla. Mi abbandonai contro il petto di Naruto, che mi strinse forte tra le sue braccia, continuando a sussurrarmi in suo amore accarezzandomi i capelli.
Rimanemmo così per diverso tempo, poi lui dovette tornare alle sue mansioni.
-Possiamo vederci stasera, Neji sarà fuori casa con mio padre per due giorni.- dissi sulle sue labbra mentre ci salutavamo. –Ma sarà pericoloso.-
-Hinata,- disse lui sorridendo leggermente –per te sarei disposto ad affrontare tutta la tua famiglia, se necessario. Niente può essere troppo pericoloso, se alla fine posso arrivare a te.- mormorò baciandomi delicatamente.
Con un’ultima carezza mi lasciò nella mia stanza, sola, frastornata ma incredibilmente ed infinitamente felice.

Note dell'autrice:
Buon pomeriggio, followers! Tutto bene? Con maggio finirò tutti i miei impegni scolastici, quindi è moooolto probabile che la pubblicazione si farà più frequente! Let's go! Sesto chappy, finalmente l'ammore è scoppiato tr i due! Rileggendola mi è piaciuta molto la dichiarazione di Naruto (si, mi faccio i complimenti da sola u.u), solo mi sembra di aver troppo accellerato le cose...vabbè, non potevo più (farvi) aspettare ;) continuate a seguirmi per vivere con Naru-chan e Hina-chan la loro dolce storia d'amore! Alla prossima!

@kry333: paf, colpo di scena! Dalla tua recensione non te l'aspettavi, eh? Piaciuta la sorpresa? Una bella dichiarazione al posto della famiglia Hyuuga+Neji ;) spero di non aver deluso le tue aspettative :P

@bella fuori edward dentro: ma Naruto è sempre figo! Lo sarebbe anche se lo riempissero di pugni fino a sfigurarlo! E non credere che non l'abbia fatto apposta a presentarvelo a petto nudo ;) (Hinata non è l'unica ammiratrice del volpino u.u) In quanto a Hinata...mmmh, lei vorrebbe dire a suo padre quello che pensa, ma a quel tempo era una cosa improponibile che una ragazza decidesse il suo destino! Ma chissà, magari tirerà fuori un altor po' di coraggio durante la fic! Per scoprirlo, continua a seguirmi ;) baci

@WinterMoon: felice che la storia ti abbia presa :) in questo capitolo è toccato a Naruto tirare fuori il coraggio e dichiararsi alla piccola Hinata! Mi pare ci sia riuscito piuttosto bene ;) ora le cose si faranno più complicate per la giovane coppietta!

@luminum10: e ora? Ora sei al settimo cielo? *fare felici le persone con la sua fic è diventato il suo scopo* spero di si ;) io, mentre scrivevo, lo ero! Stavo incitando Naruto durante la scrittura XD (si, aprlo con i personaggi mentre scrivo u.u). Alla prossima!

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Capitolo 7
*** 7. Incontro notturno ***


7. Incontro notturno

Quella sera ero incredibilmente tesa. Non mi ero mai sentita così nervosa, nemmeno la mia prima notte di matrimonio. Dopotutto, quella volta, non stavo facendo niente di male o di proibito; anzi, era una cosa normale! Ma quella sera…quella sera avrei tradito il mio ignaro marito, lontano per motivi di lavoro, non con un altro nobile, ma con un servo della nostra villa.
Stavo aspettando Naruto seduta sul bordo del letto, immersa nei miei pensieri. Ebbi una sorta di sensazione di deja-vu della mia prima sera di nozze: stessa camicia, stessa ansia, stessa posizione…stesso anche il ritardo del mio compagno -io e Naruto avevamo deciso di proposito di incontrarci a tarda notte, in modo da non essere disturbati da nessuno.-.
Quando il mio Amore entrò nella stanza, mi gettai tra le sue braccia euforica, quasi ridendo per la felicità. Lui ridacchiò alla mia reazione e mi strinse forte, come quando mi aveva dichiarato i suoi sentimenti. Poi mi alzò delicatamente il mento e posò un dolce bacio sulle mie labbra. All’inizio fu proprio come il primo bacio che mi aveva dato quel pomeriggio. Poi l’intensità crebbe e, in breve, dovemmo staccarci, ansimanti ed arrossati, per riprendere fiato. In quel breve attimo di separazione, Naruto mi guardò dritta negli occhi, per poi spaziare su tutto il mio viso, accarezzandomi delicatamente, quasi avesse paura di rompermi. Riprendemmo a baciarci con foga, quasi con avidità. Non avevo mai provato una sensazione simile, era così dolce ma passionale allo stesso tempo…E, presto, non ci bastò più rimanere semplicemente in piedi a baciarci: Naruto fece scivolare le sue mani dal mio viso ai miei fianchi, e mi diede una leggera spinta in modo da farmi retrocedere verso il letto. Devo fare una premessa: il mio equilibrio è piuttosto scarso, ho sempre avuto problemi anche da bambina. Così, bastò quella delicata spintarella del mio Amore per farmi incespicare e cadere all’indietro -sul letto, fortunatamente- in un modo che potrei definire solo con una parola: ridicolo. Naruto, con le braccia tese a mezz’aria, improvvisamente vuote, mi guardò inarcando un sopracciglio e scoppiò in una risata. Io mi vergognai subito di me stessa, pensai di aver rovinato tutto. Ma, per fortuna, mi sbagliavo.
-Hinata,- disse Naruto adagiandosi delicatamente sopra di me –sei così buffa…e dolce! Sono così contendo che tu ricambi i miei sentimenti!- mormorò dolcemente sulle mie labbra. Poi posò la sua fronte contro la mia e rimase a guardami per qualche tempo, con un velato sorriso che gli aleggiava sulle labbra. Forse non ne era a conoscenza -come mi confermò più tardi- ma quell’espressione era, per me, incredibilmente sensuale. Tanto che mi venne subito voglia di baciarlo di nuovo. Riprendemmo il nostro gioco di lingue e labbra e, dopo qualche minuto, le mani di Naruto andarono ai bottoni della mia camicia da notte. Era giunto il momento fatidico. Lo imitai, slacciandogli la leggera camicia di cotone che indossava -i bottoni si slacciarono alquanto facilmente, dal momento che le asole erano consumate, il che mi rese il compito molto più semplice- e, liberatolo dalla camicia, le mie mani andarono ai suoi pantaloni.
Probabilmente risultai un poco inesperta: quando io e Neji avevamo un rapporto, ognuno si spogliava da solo. Non c’erano nessun contatto né prima né dopo l’atto, probabilmente perché nessuno dei due ne sentiva il bisogno. Comunque, l’operazione si rivelò meno difficoltosa del previsto. In breve eravamo entrambi nudi, intrecciati l’uno sull’altro. Aprii gli occhi -che, fino a quel momento, avevo tenuto chiusi- e mi persi dentro il blu acceso di quelli del mio Amore. La tacita domanda che leggevo dentro di essi ebbe come risposta il bacio più appassionato che riuscii a dargli  e che lui accettò con un rantolo di piacere.
Poi successe.
Una cosa totalmente diversa da ciò che avevo provato fino a quel momento con Neji: era un’esplosione di colori, di sapori, di profumi…era come se la primavera fosse scoppiata dentro di me, mi sentivo…come dire? In fiore. Credo che sia l’espressione più giusta. Aprii gli occhi in estasi e l’espressione inebriata di Naruto mi fece provare, se possibile, ancora più piacere. Lui in me, io in lui.
Poi, in un attimo, tutto finì. Crollammo sul letto, uno sopra l’altro, sudati ed ansimanti, rossi in volto. Ma felici, incredibilmente felici. O, almeno, io lo ero. E, a giudicare dal viso del mio Amore, anche lui condivideva il mio stesso sentimento. Scivolò fuori di me e mi rotolò accanto, per lasciarmi respirare. Voltò il viso verso di me, per guardarmi, ed io vidi i suoi capelli biondi farsi più chiari sotto i raggi della Luna. Alzò una mano tremante verso di me e la poggiò delicatamente sul mio viso, iniziando a carezzarmi come aveva fatto quel pomeriggio, prima di baciarmi. Ci guardammo in silenzio per diversi minuti. Poi lui decise di rompere il silenzio, in un modo molto dolce.
-Ti amo.- mormorò sorridendomi affettuosamente.
-Anch’io amo te. Come non ho mai amato nessun’altro.- risposi posando la mia mano sulla sua.
Si avvicinò a me e mi accolse tra le sue braccia, stringendomi forte com’era solito fare. Affondò il viso nei miei capelli ed inspirò forte.
-Hai un buonissimo profumo…- constatò a bassa voce.
Dal canto mio, mi appoggiai al suo petto, muovendo leggermente al testa su e giù, in una sorta di carezza.
Rimanemmo abbracciati a sussurrarci parole d’amore per tutta la notte. Alle prime luce dell’alba -seppur controvoglia- Naruto tornò nelle stanze della servitù. Non era saggio trattenersi troppo, specialmente di mattina. Dovevamo tornare a comportarci come se nulla fosse successo, dovevamo tornare a fingere come avremmo fatto in futuro.
Mentre il mio Amore si rivestiva provai un senso di gioia infinita: avevo finalmente provato cos’era l’Amore vero. Ed avevo trovato qualcuno che amavo e che mi amava, una persona alla quale potevo appartenere e che mi apparteneva completamente.
Ci salutammo con un lungo e passionale bacio che rischiò di riportarci nel letto. Ma la mia prudenza riuscì a bloccarci: con un enorme sforzo di volontà, mi staccai da Naruto, che cercava in tutti i modi di continuare il bacio, nonostante le nostre bocche si fossero ormai separate. Mi sottrassi alla tentazione con un risolino, posandogli una mano sul petto ed allontanandolo delicatamente.
-Vai, non è saggio trattenersi.- lo rimproverai dolcemente.
-Come comandi, cuor mio.- disse posandomi un bacio sulla fronte e sui palmi di entrambe le mani.
Lo guardai andarsene silenziosamente verso le scale e, nel frattempo, mi portai alle labbra i miei palmi con sopra ancora impresso il calore dei baci di Naruto. Ero felice, lo ero veramente, e mi addormentai felice.
Ma, quando venni svegliata qualche ora dopo, la mia felicità scemò nella più cupa tristezza: Neji era rientrato prima del previsto. La mia felicità, nata appena quella sera, era già morta quando vidi lo sguardo inespressivo di mio marito quando mi salutò con un lieve bacio. Un bacio vuoto insipido. Ora più che mai me ne rendevo conto.
Decisi di tornare a fingere. Con un sorriso freddo accennai ad un breve inchino.
-Bentornato, Neji-san.- dissi.
-Buongiorno, moglie mia.- rispose.
Rimanemmo in silenzio immobili per qualche attimo, senza sapere bene cosa dire. Poi, dopo avermi fissato -come al solito- in modo inespressivo, Neji si diresse verso il letto -quel letto su cui io e Naruto avevamo fatto l’amore con così tanta foga e piacere qualche ora prima- e, senza guardarmi, iniziò a spogliarsi.
-Hinata, sono molto stanco. Spero di non offendervi se mi riposerò per il resto della mattinata.- disse con tono neutro.
-Non c’è problema, Neji-san. –risposi formale. –Non dovete certo chiedermi il permesso di dormire.-
-Non intendevo questo.- disse lui –Parlavo dei nostri doveri coniugali: sono passati due mesi dall’ultimo nostro rapporto. Spero che non vi offenderete se sposteremo il nostro impegno a stasera.- concluse con calma.
Lo guardai pietrificata. Non sentendo giungere risposta, Neji si voltò verso di me con un sopracciglio alzato, a mo’ di domanda. Mi affrettai ad annuire poi, scusandomi, uscii dalla stanza.
Corsi in giardino e mi sedetti su una panchina nascosta sotto un salice. E lì piansi tutte le mie lacrime.

Note dell'autrice:
*festeggia per il capitolo* wooooooo!!! Vai forte Naru-chaaaaaaaaan1!! X3
Hola followers! Capitolo 7, finalmente! Probabilmente il capitolo che tutte voi stavate aspettando (e, improvvisamente i followers si ridurranno a...0!!!) O____O speriamo di no! Coooomunque...spero di avevri fatte felici come lo è Hinata, e anche Naruto, probabilmente...Ma continuate a seguirmi pliiiiiz! éwè Anche se so che vorrete uccidermi per quello che ho fatto accadere alla fine!
Un mega grazie a chi l'ha fatto fino ad ora!

@WinterMoon: ecco, ECCO!! L'avevo detto io che era troppo presto *panico da "oddio non sta andando secondo i miei piani"*
...
Vabbè, accontentatevi XD non potevo allungare troppo l'agonia! Comuqnue immagini bene: ora iniziano i problemi dei due innamorati!

@bella fuori edward dentro: nuuuuu non voglio che le mie followers piangano ç_ç però vuol dire che ha funzionato! Comuqnue, piaciuto il chappy? Te l'aspettavi, nè? Alla prossima!

@michiyo1age: ciuci....no -.- i titoli li scelgo io e non farò dei titoli spoilerosi! U____U bè, userò le sabbie del tempo e tornerò indietro per evitare di farti il mega spoilerone, contenta? :P comunque si, ci sono delle stra influenze di Kuroshitsuji riguardo all'ambientazione...Soono fatta così, mi faccio condizionare! X3 alla prossima (e recensiscimi in fretta! è_é)

@kry333:  eheh, ci speravo ;)  *altro piccolo attacco di panico da "avevo ragione è troppo presto"* cooomunque...non voglio fare spoiler (ne ho già fatto uno pesante a michiyo, sono fortunata se sono ancora viva!) ma....chissà, forse non hai proprio del tutto torto ;) seguimi per vedere che succederà! Alla prossima!

@luminum:  eeeeeeeeeeeeh grande festa! Chissà questo come ti piacerà, allora! ;) cooomunque...se ti dicessi ora cosa succede ai due protagonisti sarebbe ega spolier, nè? Pazienza, mia cara, pazienza ;) Alla prossima!

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Capitolo 8
*** 8. Novità ***


8. Novità Quella notte riuscii a non piangere. Durante l’atto sentivo le lacrime pronte a spiccare il balzo dai miei occhi, ma riuscii coraggiosamente a trattenerle. Pensai ad altro per tutto il tempo, cercai di non pensare assolutamente al fatto che stavo facendo sesso -sesso, non amore - con un uomo, che per inciso era mio marito, che non era Naruto.
Quando mio marito ebbe finito, rotolò a pancia in su e rimase qualche minuto a fissare il soffitto, pensieroso. Il suo comportamento mi mandò subito in agitazione: di solito, alla fine dell’atto, Neji si rivestiva subito e si addormentava profondamente. Quella notte, invece, dopo aver fissato il soffitto per un po’, si voltò verso di me ed impiantò i suoi occhi violetti nei miei, così simili ai suoi.
-Hinata, c’è qualcosa che vi turba?- chiese aggrottando le sopracciglia.
Fortunatamente la scarsa illuminazione gli impedì di vedere il violento rossore che si era diffuso sulle mie gote. Distolsi lo sguardo dal suo e, raccogliendo tutta la mia sfacciataggine, ostentai un’espressione sorpresa.
-Ma certo che no, marito mio! Come vi viene in mente?- chiesi con tono falsamente sorpreso.
-Mi sembrava che foste turbata da qualcosa…se posso azzardarmi, riguarda il nostro rapporto ed i nostri doveri coniugali?- chiese. “Doveri coniugali”. Quanto odiavo quando usava quel termine. Ma in quel momento ero davvero spaventata: allora aveva davvero capito qualcosa. Iniziai a sudare freddo e a balbettare qualcosa, ma dalle mie labbra uscirono solo frasi smozzicate. Il mio incontenibile, imbarazzato e spaventato balbettio venne interrotto dalle labbra di Neji, che si posarono delicatamente sulle mie. Il primo impulso fu quelli di ritrarmi a quel contatto, ma mi feci forza e non mi mossi. Fortunatamente fu un breve bacio, leggero e casto. Da bambini. Ma andava bene così. Quando pose fine al bacio, Neji mi guardò portando un dito sulla mia guancia.
-Hinata, non dovete spiegarmi niente.- disse con tono tranquillo –Capisco le vostre esigenze e non vi biasimo. Anzi, condivido totalmente il vostro comportamento ed i vostri sentimenti.-
Strabuzzai gli occhi e rimasi a bocca aperta: non solo mio marito era venuto a conoscenza del mio tradimento, ma addirittura lo approvava? E, dalle sue parole, potevo capire che anche lui aveva un’amante. Venni assalita da una gioia incontenibile: in questo modo avremmo potuto vivere il nostro vero amore senza problemi e senza nasconderlo l’uno all’altra. Avremmo potuto sorvolare sul fatto che eravamo marito e moglie e vedere il nostro matrimonio come una semplice unione delle nostre famiglie. Mi alzai lentamente e, con un sorriso, presi la mano a Neji, in un gesto d’amicizia.
-Oh, Neji, speravo tanto che pronunciaste queste parole!- esclamai commossa. Ma Neji non mi diede il tempo di finire i miei ringraziamenti: mi strinse la mano e mi guardò con affetto.
-Sono felice che la pensiate come me.- disse accalorato –Non mi aspettavo che anche voi sentiate il bisogno di aumentare i nostri rapporti notturni. In questi tempi più che mai, ma questo è un discorso che vorrei affrontare con calma domani mattina, se mi è consentito. Inoltre, presto avremmo bisogno di un erede. Ma anche di questo vorrei discuterne con calma domani mattina.- disse. Io lo guardai stralunata: non comprendevo le sue parole.
-Dunque,- proseguì lui –Potreste dirvi soddisfatta se ponessimo i nostri doveri coniugali ogni due settimane? Mi rendo conto che è un lasso di tempo molto ristretto, rispetto a quello a cui siamo stati abituati finora, ma vedrete che ci abitueremo.- concluse con un sorriso.
Io annuii, senza sapere bene cosa stava succedendo. Neji mi fece un’ultima carezza e, dopo avermi voltato la schiena, si addormentò. La mia mente rimase a rielaborare la conversazione appena avvenuta per qualche ora, senza riuscire a trovarne un senso. Poi, improvvisamente, capii: Neji non sapeva del mio tradimento. Neji non aveva a sua volta un’amante. Neji non voleva esprimermi il suo consenso al mio nuovo amore.
Neji voleva aumentare la frequenza dei nostri rapporti. Neji voleva diventare un marito migliore. Neji voleva un erede. Neji voleva un figlio da me.
Quando mi resi conto dell’entità della cosa, feci l’unica cosa che fui capace di fare: svenni.
Quando, la mattina dopo, i servi mi svegliarono, trovai il letto vuoto, e mi augurai che la conversazione della sera prima fosse stata solo un orribile incubo. Ma i servi distrussero quella debole speranza: mi riferirono che mio marito mi attendeva in sala da pranzo per fare colazione con me e per parlare di alcune faccende molto importanti.
Lasciai che i servi mi vestissero e mi avviai verso la sala da pranzo in una sorta di trance: vedevo la villa, ma non la guardavo; sentivo le voci, ma non le ascoltavo. Continuavo a camminare imperterrita, senza pensare a nulla.
Quando arrivai in sala da pranzo, aprii la porta e desiderai che fosse tutto un sogno: mi morsi le labbra fino a farle sanguinare, nella vana speranza che mi risvegliassi nel mio letto. Inutile. Riuscii solo a ferirmi. Entrai nella sala da pranzo e vidi mio marito in mia attesa, che giocava pensieroso con le volute del fumo del suo the. Risvegliato da suoi pensieri dalla mia apparizione, mi sorrise e mi fece segno di andare a sedersi vicino a lui.
Obbedii come un fantasma e, quando mi sedetti, mi sforzai di alzare lo sguardo su di lui senza piangere. Era calmissimo e sereno.
-Dunque, Hinata.- esordì –Volevo parlarvi di una questione riguardante il nostro rapporto che mi sta molto a cuore…-

Note dell'autrice:
Salve followers! No, ferme, che fate? Mettete giù quei coltelli! Hey, Hey! No, andate via, lontane da me! Se mi uccidete non potrete sapere come va a finire la fic, no? Ah, non vi importa? Fantastico...oh cazzo! *viene smembrata dalle followers*

Ehm, ehm! Spero che la scenetta da me riportata non sia una premonizione O_o lo so, è stato un capitoletto bastardello (e anche cortino), ma che ci volete fare? L'autrice decide! E l'autrice è una bella carognetta u_u fatevi forza e stringete i denti! Ricordatevi che c'è ancora Naruto e che le pubblicazioni si faranno motlo più regolari, dal momento che con oggi 31 maggio ho finito tutto ciò che riguarda compiti in classe&interrogazioni! Il che implica più tempo per scrivere :) alla prossima! (Vi ho detto di posare i coltelli!)

@michiyo1age: allora fai così: ogni volta che entri a vedere se ho aggiornato, torna 10 minuti dopo! Cooomunque:  Neji, più che ghiaccio, è un vero e proprio iceberg! Anche se in questo capitolo si scioglie un po' (ma mi sa che non vi piacerà molto!)...E la povera Hinata diventa moooolto più "povera" in questo chappy...ma che vuoi che ci faccia, Werther influenza molto!

@Ainsel: uuh, carne nuova! Felice che la mia fic sia una di quelle che ti battezzano al NaruHina! Comunque si, ho provato ad immaginarmi un Naruto nobile, ma...no, direi porprio che è come i cavoli amerenda! Alla prossima!

@bella fuori edward dentro: ho sorvolato sull'atto, contenta? ;) però mi sa che a questo punto avresti preferito se non l'avessi fatto, invece di far proseguire così la storia! (sono masochista e controproducente: perchè faccio capitoli che non piaceranno ai followers?)

@kry333: Eh già, al vita della dolce coppietta non sarà per niente facile! Entrambi dovranno rpendere decisioni difficili e pericolose e chissaà se riusciranno a coronare il loro sogno d'amore? Con Neji e la sua famiglia, Hinata ha proprio delle belle gatte da pelare! E in più l'autrice bastarda la mette anche nei guai con Neji! Povera Hina-chan...

@WinterMoon: ok, allora non mi deprimo! Piuttosto, c'è da chiedersi come farà Hinata a sopportare il nuovo "orario" dei doveri coniugali (sto iniziando a parlare come Neji, oddio!) dopo quella notte con Naruto, e soprattutto come rieagirà a Naruto? *le idee frullano nella testa dell'autrice*

@luminum10:  ohi ohi...mi sa che domani mattina mi sveglio fredda O_____O mantieni la calma, ricordati ch se mi uccidi non saprai come va a finire la fic! *si arrampica sugli specchi* Ricordati che NAruto potrebbe saltare fuori da un momento all'altro! Non uccidermiiiiiiiiiiiiiii!!

@Gavroche: ciau ciccia! Finalmente ti ho convinta ad iscriverti :)  chissà se mi insulterai in questo capitolo? bacini

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Capitolo 9
*** 9. 'Va tutto bene' ***


9. "Va tutto bene" -Dunque, Hinata. – esordì Neji –Volevo parlarvi di una questione riguardante il nostro rapporto che mi sta molto a cuore.- disse intrecciando le dita con un espressione neutra.
Io deglutii: mi ricordavo alcuni sprazzi della conversazione avvenuta la sera prima.
-Ebbene- continuò –inizerò dalla questione che riguarda tanto me quando voi, Hinata: vostro padre, durante uno dei nostri colloqui fuori dall’ambiente del lavoro, ha più volte espresso il desiderio di avere presto un nipote. Questo mi ha fatto riflettere, Hinata. Siamo sposati da 3 anni ormai, e gli Hyuuga stanno facendo ogni giorno sempre più progressi nel mondo del mercato. Quando verrà il momento dovrò prendere il posto di vostro padre, e a sua volta dovrà farlo un nostro erede, un altro Hyuuga. Per questo, Hinata, se noi procreassimo ora, il nostro erede, nel momento in cui dovrà sostituirmi, avrà le conoscenze adatte per mandare avanti in modo sicuro il dominio economico della famiglia Hyuuga.- disse senza lasciarmi la possibilità di rispondere.
“Il nostro erede”. Non disse mai, nemmeno più avanti, “nostro figlio”. Ogni volta che ne parlavamo, si riferiva a lui come “il nostro erede”.
Non potei fare altro che annuire in silenzio e dichiararmi d’accordo con lui: dopotutto, erano quelli i doveri di una buona moglie. Feci per aprire bocca, ma Neji mi bloccò con un lieve cenno della mano.
-Perdonatemi, Hinata, ma vorrei esporvi tutte le questioni, prima di discuterne. – disse parlandomi come se fosse ad un colloquio di lavoro. Mi scusai e lo lasciai proseguire.
-Questa era la prima questione. La seconda riguarda il viaggio d’affari che dovrò compiere tra poco.- disse estremamente serio. Mi feci subito attenta, dal momento che nella mia mente si era formato il pensiero che, se Neji andava in viaggio di lavoro, io e Naruto avremmo potuto vederci più spesso.
-Io e vostro padre- proseguì mio marito –dovremo assentarci per un periodo di circa due mesi per stringere un contratto con un’azienda irlandese. Nonostante il loro Paese non sia ricco, questa azienda è piuttosto facoltosa e, se riuscissimo a metterci in affare con lei, probabilmente riusciremo ad estendere le nostre rotte.- fece una pausa e si limitò a fissarmi, forse in attesa di una qualche reazione. Dal momento che non ce ne furono, riprese con un sospiro.
-Mi rendo conto che un bravo marito non dovrebbe mai lasciare sua moglie da sola…ma in questo caso non posso fare altrimenti. Sono infinitamente dispiaciuto del mio comportamento, Hinata, spero possiate perdonarmi.- concluse chinando leggermente il capo a mo’ di scusa.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, sorseggiando il the. Io pensavo a diverse cose: il figlio che avremo dovuto avere, il viaggio di Neji, Naruto…
Posai la mia tazzina e guardai mio marito, in attesa di commenti.
-Neji…- iniziai –innanzitutto vi prego di non scusarvi per il vostro viaggio: vi capisco, è un’ottima occasione per espandere la compagnia Hyuuga, e dubito che una circostanza simile possa verificarsi nuovamente. Perciò, sono assolutamente d’accordo circa il vostro viaggio.- mi fermai, prendendo fiato. Ora arrivava la parte più spinosa.
-Riguardo all’erede…- proseguii, ma mi bloccai a metà –Riguardo all’erede…credo che abbiate ragione.- dirlo mi costò un’enorme fatica. Non riuscii a proseguire e feci un gesto come per dire che avevo finito.
Neji terminò al sua tazza di the, mi passò accanto e mi fece una carezza sui capelli.
-Sapevo che mi avreste capito, Hinata.- disse con un sorriso leggero. –Vado a discutere del viaggio insieme a vostro padre. Con permesso.- uscì dalla sala da pranzo lasciandomi sola con i miei fantasmi.
Finii la colazione e decisi di uscire in giardino per passeggiare e distrarmi. Casualmente vidi Naruto da lontano, mentre stava spazzando l’immenso cortile di casa mia. Quando mi vide, i suoi occhi si illuminarono e mi fece un segno di saluto con la mano, accompagnando il gesto con un sorriso caloroso. Sorrisi di rimando -un sorriso triste, però- e gli feci segno di seguirmi senza farsi vedere.
Mi diressi verso la mia panchina e mi sedetti ad aspettarlo. Dopo qualche minuto, il giovane biondo mi raggiunse, leggermente ansimante.
-Volevi dirmi qualcosa?- chiese Naruto prendendomi per mano.
Annuii, ma non riuscii a proferire parola. Come avrei potuto dirgli che avrei dovuto avere rapporti con Neji ogni quindici giorni? E che avrei dovuto avere un figlio con lui? Gli occhi mi si riempirono di lacrime al solo pensiero, e gli strinsi forte la mano nel tentativo di trattenerle.
-Hinata, che succede?- chiese Naruto preoccupato, sedendosi accanto a me e circondandomi le spalle con un braccio.
-Oh, Naruto!- esclamai scoppiando in lacrime. mi abbandonai ai singhiozzi contro il suo petto, mentre lui, senza chiedermi niente, mi accarezzava la testa e mi stringeva forte. Quando mi calmai, il mio Amore mi staccò leggermente da lui e, alzandomi il viso, piantò i suoi occhi blu nei miei.
-Hinata, cosa succede?- ripetè.
-Naruto…Neji vuole un figlio da me.- buttai fuori tutto d’un fiato, abbassando gli occhi. Naruto rimase immobile e zitto per qualche momento, poi il suo sguardo si fece vuoto.
-Perché.- chiese con voce incolore. Sembrava quasi un’affermazione.
Mi morsi il labbro fino a farlo sanguinare. Dovevo andare fino in fondo.
-Vuole un erede al più presto. Per questo vuole aumentare i nostri rapporti ad uno ogni quindici giorni.- continuai con voce tremante. Alzai leggermente lo sguardo verso Naruto, che rimaneva immobile con lo sguardo spento.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto. Stavo per rompere quel silenzio pregandolo di parlarmi, ma venni bloccata: Naruto mi abbracciò così forte che mi tolse il respiro, ed affondò il volto nei miei capelli. Ricambiai l’abbraccio, singhiozzando e stringendolo.
-Va tutto bene. Posso sopportare, non preoccuparti. Se tu non ubbidissi a quello che dice, Neji si insospettirebbe e cercherebbe di dividerci. Piuttosto che perderti per sempre preferisco sopportare e stringere i denti. Ormai ci sono abituato. Va tutto bene.- disse con voce umida. Anche lui stava piangendo. Mi prese il capo tra le mani ed incollò le sue labbra alle mie, esplorando la mia bocca con la sua lingua. Ricambiai il bacio con forza, intrecciando e toccando la sua lingua con la mia, disperatamente. Poi Naruto si concentrò sul mio labbro inferiore, mordicchiandolo e succhiandolo avidamente, come se da esso distillasse una linfa vitale. Proseguì verso il mio collo, alternando dolci baci a passionali -ma comunque delicati- morsi, che, talvolta, mi lasciavano leggeri segni rossi. Iniziò a slacciare i bottoni sul petto del mio vestito ed appoggiò le mani sui miei seni. Mi sfuggì un gemito di piacere, e la sua bocca raggiunse nuovamente la mia, catturando quel gemito e fondendolo con un suo rantolo.
Con una mano, Naruto mi alzò la gonna e stava iniziando a slacciarsi i pantaloni, quando sentimmo una voce che lo chiamava in lontananza.
-Ragazzo! Ragazzo! Dove diavolo ti sei cacciato! Muoviti, devi darmi una mano in cucina per il pranzo!- esclamò il cuoco, la cui voce proveniva dal cortile.
Io e Naruto ci staccammo a malincuore e ci ricomponemmo frettolosamente: io mi riallacciai i bottoni del vestito e lui quelli dei pantaloni; mi passai una mano tra i capelli per ordinarli e mi stirai la gonna.
-Devo andare, Hinata. Non devi preoccuparti di quello che mi hai detto, riuscirò a sopportare, vedrai. Per te questo ed altro.- disse sulle mie labbra, alternando le parole con rapidi colpi di lingua.
Annuii e ripresi a baciarlo per salutarlo. Prima che se ne andasse, lo bloccai per un momento.
-Come fai a sopportare tutto questo?- gli chiesi, timorosa. Lui mi guardò sorpreso e mi regalò uno dei suoi sorrisi stupendi.
-Non è ovvio, Hinata?- chiese allontana dosi –Perché ti amo!- esclamò correndo via.
Lo guardai andarsene seduta sulla panchina. “Perché ti amo”. Ti amo. Naruto mi amava. Ed io amavo lui. E, nonostante tutto, saremo stati felici insieme.
Con questa convinzione, ripresi a passeggiare cogliendo fiori e pensando a quei minuti appena passati che erano riusciti a farmi dimenticare di tutte le mie disgrazie.

Note dell'autrice:
Rieccomi qua! Stranamente non mi avete squartata in modi più o meno violenti, e ciò mi rallegra molto! Per farmi perdonare, ecco a voi un capitoletto lungo con un bel finale (almeno spero!). Mi sono lasciata rpendere un po' la mano nella descrizione degli "atteggiamenti" di Hinata e Naruto, ma dopo quello che vi ho fatto nell'ultimo chappy, credo che sia di dovere XD Probabilmente ho scritto una marea di cazzate quando Neji parla dell'azienda irlandese, ma vi prego siate clementi...(sto parlando soprattutto come te, michiyo!)!

@michiyo1age: ciuci, lo sai che quello che leggo influenza il mio modo di scrivere! Dovevi bloccarmi prima di comprarlo ed aspettare che finissi la fic XD vabbè dai, come fece il buon Goethe, momenti di über tristezza e momenti di über felicità...dopotutto (te che sai come va a finire), sono d'obbligo in questa storia!

@kry333: mi sa che ho fatto male a scrivere quel chappy...dovrò iniziare a guardarmi le spalle! Non si sa mai che mi abbiate messo dei sicari all'inseguimento O_o comunque Neji può essere visto in due modi, secondo me: 1)come antagonista: infatti è anche colpa sua se Naru e Hina non possono vivere la loro storia d'amore; 2)come vittima: dopotutto lui sta solo ubbidendo agli ordini del padre di Hina (che stima moltissimo), ma neanche lui è molto convinto di quello che sta facendo...chissà, magari nel corso della storia si evolverà (tipo pokemon XD)...Spero che questo capitolo ti sai piaciuto sia per com'è scritto sia per quello che succede (almeno alla fine)!

@Vaius: grazie della recensione! Infatti un figlio biondo potrebbe essere un bel problemuccio per i nostri eroi! [/SPOILER, attenti a non leggere se non volete vederlo...a scanso di equivoci lo metto in bianco, per leggerlo evidenziatelo col mouse!: è probabile che succederà una cosa del genere! /SPOILER] E chissà come reagirebbero Neji e sporattutto il padre di Hina O___O

@WinterMoon: la valle di lacrime c'è stata, effettivamente...ma è stata asciugata dall'amore di Naru-chan! E il finale non posso dirtelo, oppure ti farei un mega spoiler! Devi pazientare ancora un po' ;) [autrice sadica]

@luminum10: nuuuuuuuuuu pliz, don't kill meeeeeee! Posso sperare nel tuo perdono dopo questo capitolo? *w* si, dai! Alla prossima! :)

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Capitolo 10
*** 10. Kiss me under the rain ***


10. Dimmelo Così i giorni passarono. Neji sarebbe partito a due mesi dall’annuncio del viaggio e, a quanto pareva, mio marito aveva intenzione di concepire l’erede in quei due mesi d’attesa. Infatti, tenemmo fede alle nuove regole che ci eravamo imposti: ogni due settimane avevamo un rapporto. Ogni volta che accadeva chiudevo gli occhi, stringevo i denti e sopportavo.
Ormai era passato un mese, ma purtroppo -o per fortuna, dipendeva dai punti di vista- non ero ancora rimasta incinta. Neji non diceva nulla ed ogni volta, alla fine dell’atto, accompagnava la sua solita formula di chiusura con delle parole di speranza per la nascita dell’erede. Io mi dicevo d’accordo con lui, e mi scusavo ogniqualvolta in cui non presentavo i sintomi tipici di una donna incinta.
Ne avevo naturalmente parlato con mia madre: lei ne era rimasta entusiasta e continuava a ripetere che Neji ed io avevamo avuto un’ottima idea nel decidere di avere un figlio ora. Annuivo e davo ragione a mia madre, fingendo un entusiasmo che non possedevo. Hanabi, al contrario della mia genitrice, aveva capito cosa ne pensavo sull’avere un figlio con Neji ma, saggiamente, aveva deciso di non farlo notare a mia madre, restando in silenzio e lanciandomi di tanto in tanto uno sguardo perplesso.
Un giorno decisi di confessarle tutto: del fatto che non volevo un figlio da Neji, del fatto che non lo amavo e di Naruto. Sperai che mia sorella fosse comprensiva verso di me ma, dal momento che era sempre stata la mia confidente i quegli anni, non ebbi motivo di dubitarne.
Così andai nelle sue stanze con la scusa di stare un po’ con lei, ed iniziai ad intrecciarle i capelli mentre lei dipingeva. Ebbi una sorta di deja-vu del giorno in cui venni a conoscenza del fatto che Neji sarebbe diventato mio marito. Non ci feci caso e, dopo aver preso un profondo respiro, iniziai la mia confessione.
-Hanabi…- iniziai timorosa. Lei mi dava le spalle, cosa che mi rendeva molto più facile il parlarle.
-Dimmi Hinata, ti ascolto.- mi incitò lei continuando a dipingere serena.
-Ecco…io…io volevo parlarti di Neji.- dissi abbassando lo sguardo. –Insomma, io…lui…noi…- provai a spiegare senza trovare le parole.
-Tu non vuoi un figlio da lui perché non lo ami.- concluse lei per me.
La guardai strabuzzando gli occhi, sinceramente sorpresa: certamente -come ho già detto- ero a conoscenza del fatto che avesse intuito che qualcosa tra me e Neji non andava…ma non mi aspettavo assolutamente che avesse capito così bene i miei sentimenti.
Hanabi si girò, dal momento che me ne stavo in silenzio, e vidi sul suo viso un’espressione adulta che non pensavo di poter scorgere nella mia dolce sorella.
-Ma non è tutto, vero Hinata? C’è dell’altro.- disse inarcando un sopracciglio. Io scossi la testa e mi preparai a darle la notizia più scandalosa.
-Io…io mi sono innamorata di un altro.- mormorai.
-Avevo capito anche questo, Hinata. Se non fosse stato così, probabilmente ti saresti già suicidata.- disse agitando la mano e dimostrando una schiettezza a me sconosciuta. Probabilmente si accorse della mia sorpresa, poiché addolcì il tono e mi carezzò la guancia.
-Non volevo essere così dura, Hinata.- si scusò –Ma lo sappiamo tutte e due che, se non fosse stato per un nuovo amore, l’avresti fatto veramente.-
Mia sorella mi conosceva veramente bene. Ma non le avevo ancora detto di chi mi ero innamorata.
-Si ma, Hanabi, il ragazzo di cui mi sono innamorata…ecco, lui è uno dei nostri servi. Si chiama Naruto.- dissi tutto d’un fiato.
Osservai la reazione di mia sorella: il suo sguardo passò prima dall’incuriosito all’incredulo, poi dall’incredulo all’arrabbiato e, infinte, dall’arrabbiato allo spaventato. Dopodiché mi abbracciò e scoppiò a piangere.
-Oh, Hinata!- esclamò tra i singhiozzi –Ma come…come hai potuto fare una cosa simile? Io speravo di aiutarti in qualche maniera ed invece…ma perché?- mi chiese piangendo.
Io rimasi allibita davanti alla sua reazione e mi spaventai non poco. Non riuscivo a muovermi, tanto ero spaventata: pensai che Hanabi sarebbe andata a dire tutto a mia madre, distruggendo così il mio sogno d’amore. Ma la mia adorata sorellina -fortunatamente- deluse le mie aspettative.
-Lo sa qualcun altro?- mi chiese asciugandosi gli occhi.
-No, sei la prima a cui lo dico…non en ho mia parlato nemmeno con le nostre amiche in Giappone.- dissi scuotendo la testa.
Hanabi annuì meccanicamente e si portò una mano al mento, assumendo una posa ed un’espressione pensierosa.
-Bene. Meno persone lo sanno meglio è…però credo che dovresti dirlo almeno a Temari, dal momento che sa come la pensi su Neji…- mormorò tra sé e sé.
Temari Nara era una delle mie migliori amiche. Era più grande di me, ma si era sposata alla mia età con un ricco ragazzo della nostra città, Shikamaru Nara. Nonostante tutto, Temari e Shikamaru si amavano molto -o almeno così la mia amica mi raccontava nelle sue lettere- e mi avevano proposto più di una volta di parlare con mio padre in seguito al mio matrimonio con Neji per aiutarmi in qualche modo -aiuto che avevo sempre rifiutato-.
-Si, potrebbe essere una buona idea…- assentii io con un cenno della testa.
Rimasi a discutere con Hanabi per diverse ore, durante le quali discutemmo su cosa scrivere a Temari e su come recapitarle la lettera senza il pericolo che qualcuno la vedesse.
Quando uscii, mi sentii molto più leggera e decisi di uscire in giardino, nonostante il cielo fosse pieno di grossi nuvoloni carichi di pioggia. Prima di uscire, però, passai accanto alla cucina e diedi due leggeri colpi alla porta, allontanandomene in fretta. Quello era il segnale che io e Naruto avevamo inventato per darci messaggi: quando passavo davanti alla cucina nel tardo pomeriggio -momento della giornata in cui Naruto lavorava lì- e davo due leggeri colpi alla porta, il mio Amore sapeva che lo aspettavo alla nostra panchina nascosta dal salice.
Infatti, dopo qualche minuto dal mio arrivo alla panchina, Naruto comparve da dietro un cespuglio.
-Hinata…- mormorò baciandomi con passione. Risposi al bacio altrettanto appassionatamente, posando le mani sulle sue spalle mentre lui mi stringeva la vita con le sue braccia.
Quando ci separammo, leggermente ansimanti, Naruto mi rivolse un sorriso.
-Ci sono novità?- chiese con tono neutro. Non mi piaceva quando usava quel tono: era incolore, diverso dal suo solito tono entusiasta, ed era segno che il mio Amore stava soffrendo e non voleva darlo a vedere.
-Non sono incinta.- risposi con un sospiro –Ma Neji non demorde. E ho raccontato ad Hanabi di noi.- dissi infilando una mano della sua. A quell’affermazione, il giovane biondino fece una delle sue facce sorprese che tanto mi divertivano. Si rilassò subito appena udì la mia risata serena, e mi strinse la mano con un sospiro di sollievo.
-Cosa ne pensa?- chiese con una buffa smorfia. Ridacchiai.
-Ha detto che, se fossi stato un nobile, ci avrebbe potuto aiutare più facilmente. Ma ciò non toglie che ci fornirà il suo aiuto. Inoltre, presto avremmo un’altra alleata.- dissi con tono allegro e gli raccontai di Temari e del fatto che, con la collaborazione della mia migliore amica e di mia sorella, le speranze di un amore felice forse non erano così remote.
Naruto ascoltava in silenzio, carezzandomi leggermente la mano e posandovi sopra delicati baci. Quando finii di parlare, rimanemmo in silenzio per qualche minuto, mentre io attendevo una sua qualche reazione. Speravo in un sorriso ed in una rassicurazione. Non fu così.
-E come la mettiamo se rimani incinta?- chiese lui con tono incolore. Mi allarmai subito.
-Naruto…ho già chiesto a Temari nella lettera che le spedirò di spedirmi delle piante che impediscono alle donne di concepire figli. Non sarà un problema, vedrai.- risposi sicura.
-Già. E finchè Neji non avrà un figlio non sarà contento, quindi continuerà a portarti a letto sempre più di frequente per raggiungere il suo scopo. Quanto credi che ci metterà ad accorciare il tempo tra un rapporto e l’altro? È strano che non l’abbia già fatto.- disse lui con tono agitato. Cercai di rispondere, ma una stretta di mano particolarmente forte mi bloccò le parole in gola, facendole svanire in un mugolio di dolore. Intanto aveva iniziato a piovere.
-Io non ce la faccio, Hinata. Ti avevo detto che sarebbe andato tutto bene, che avrei sopportato, ma solo ora mi rendo conto che non è così, che non posso resistere. Non riesco a sopportare il fatto che Neji ti porti a letto ogni quindici giorni, non posso sopportare il fatto che ti abbracci e ti baci senza nemmeno amarti, non posso sopportare il fatto che lui possa stare con te nello stesso modo in cui io sto con te. Tu sei mia. Lui non può, lui non deve nemmeno osare guardarti.- disse con crescente rabbia e con gli occhi lucidi. La pioggia ormai aveva iniziato a cadere ed eravamo entrambi bagnati. Io lo guardai inebetita: non mi sarei mai aspettata una reazione del genere. Poi si girò verso di me, con uno sguardo strano e febbricitante e mi prese il capo tra le mani.
-Dimmi che ami solo me. Dimmi che fai l’amore con lui solo perché lui ti costringe. Dimmelo, Hinata, dimmelo ti prego! Anche se fosse una bugia, voglio che tu mi dica che ami me e solo me!- gridò piangendo e posando la fronte sulla mia.
I suoi capelli biondi, bagnati dalla pioggia, gli coprivano gli occhi e la stessa cosa facevano i miei. Rimanemmo in silenzio, poi io gli alzai il viso e piantai i miei occhi violetti nei sui resi ancora più blu dal pianto.
-Naruto, come puoi anche solo pensare che io possa amare Neji? Come potrei non amarti dopo tutto quello che abbiamo, che stiamo, passando pur di stare insieme anche solo per qualche minuto? Io ti amo Naruto, ti amo più della mia stessa vita. Se tu dovessi morire, la mia intera esistenza sarebbe annullata, senza di te io non sono niente! Sono disposta anche ad abbandonare la mia famiglia per stare con te e se l’unica soluzione fosse la fuga, non esiterei a scappare insieme a te. Ti amo, ti amo e ti amerò per sempre.- dissi con tono fermo incatenandolo con lo sguardo.
Il mio Amore aprì la bocca più volte, cercando di dire qualcosa, ma vanificai i suoi tentativi affondando al mia lingua nella sua bocca, stringendolo a me con una forza che non sospettavo di avere.
Naruto rispose con altrettanto vigore e, in breve, finimmo sull’erba bagnata a fare l’amore con disperazione.
Fu tutto, come sempre, bellissimo, indescrivibile. Nonostante la pioggia sferzasse i nostri corpi nudi, io ed il mio Amore non ce ne curavamo, tanto eravamo presi l’uno dall’altra. A fine atto, ci rivestimmo velocemente e cercammo di ripararci alla bell’e meglio sotto i rami del salice, ottenendo lo scarsi risultati.
Ci guardammo e scoppiammo a ridere come due bambini, baciandoci dolcemente e rapidamente.
-Hinata, vorrei chiederti di non dormire più con Neji…ma ci daremmo la zappa sui piedi, e non sarebbe una cosa intelligente da fare. Mi basta solo che tu mi assicuri che ami solo me almeno la metà di quanto io amo te…- mormorò accarezzandomi i capelli.
-Naruto,- dissi –non esiste misura per poterti descrivere la grandezza del mio amore per te. Te l’ho confermato prima: ti amo più della mia stessa vita, sarei pronta a lasciare ogni cosa per te.- esclamai. –Ed ora fai silenzio e baciami, mio Amore.- mormorai sulle sue labbra.
Ubbidì al mio ordine, ma si staccò da me dopo poco, con un risolino.
-Che succede?- chiesi –Ti burli di me?-
-Ma no, sciocca.- rispose lui baciandomi le guance –è che le tue labbra sanno da pioggia…hanno davvero un ottimo sapore!- disse facendomi l’occhiolino e riprendemmo a baciarmi.
Continuammo a baciarci e ad accarezzarci per diverse ore, incuranti della pioggia e del pericolo che correvamo agendo in quel modo nel giardino della villa.

Note dell'autrice:
Buondì! Chiedo scusa per il ritardo, ma ho avuto prima una carenza di ispirazione e poi una carenza ti tempo materiale...non potendo usufruire delle sabbie del tempo, ho dovuto risolvermi a scrivere tutto oggi! Coooooomuqnue: capitolo 10!!! C'è da festeggiare! Per premio volgio una polizza sulla vita contro possibili attacchi da parte di followers imbestialite :P
Capitoletto un po' triste, soprattutto nella parte in cui Naruto sclera...E grande entrata in scena della salvatrice Temari! La biondina avrà un ruolo piuttosto importante! E 10 punti stima ad Hanabi!

@Gavroche: ti rispondo per prima, cicci! Adoro le tue recensioni: riesco quasi a sentire il tono con cui le dici :P probailmente il capitolo che tanto attendi sarà il prossimo o forse quello dopo ancora! Comunque non ci vorrà motlo :D grazie della rec!

@ecil94hina: finalmente una che vede Neji come vittima! Brava ragazza! Comunque non credo che Neji sia innamorato di Hinata: le vuole bene ma non la ama...alla prossima recensione!

@belle fuori edward dentro: grazie della recensione! Non piangere sempre però, mi sento in colpa XD

@michiyo1age: il cassetto werther non si chiuderà tanto presto! Mi serve! E comunque si, quei due sono come conigli...ci danno dentro ogni volta che possono (come dargli torto, piccini?) Contenta della comparsa di Temari peraltro già sopsata con Shika? Piccolo omaggio alla mia compagna :)

@kry333: penso che più o meno tutti abbiano capito che Naruto non sarebbe riuscito a sopportare a lungo la pressione! E, mi spiace, ma nessuna Ten Ten in vista, o la mia fic diventerebbe un romanzo stile guerra e pace XD

@Vaius: la risposta al quesito Ten Ten è sulla risposat alla recensione qua sopra! Magari, visto che è così richiesta, potrei fare un capitlo extra in cui compare...ci penserò! Alla prossima!

@WinterMoon: Si guarda, ho ridacchaito anch'io mentre scrivevo la parte in cui Neji le diceva del viaggio! Mi è sfuggito un commentino tipo "Si, Neji, sei proprio un amrito cattivo..." :D e, dal momento che non vuoi sapere nulla in anticipo, mi femro qua ;) alla prossima!

@luminum10: fiù, l'ho scampata! :P comunque tra i due mi pare che sia Hinata quella che la sopporta meglio...dopotutto ormai è impermeabile a Neji, invece Naruto con il suo caratterino focoso è molto più suscettibile e sensibile a questa cosa...e si è visto, direi! Alla prossima!

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Capitolo 11
*** 11. Giorni felici ***


11. Giorni felici Dopo l’ultimo nostro incontro, io e Naruto decidemmo di non vederci più fino alla partenza di mio marito, per scongiurare gli eventuali rischi di essere scoperti da qualcuno.
Finalmente venne il giorno in cui Neji partì per il suo lungo viaggio in Irlanda. La sera prima non avevamo adempito ai nostri  doveri coniugali poiché -su mio consiglio- mio marito aveva preferito coricarsi subito, in modo d a essere perfettamente riposato per il giorno dopo. Così l’indomani mattina accompagnammo Neji e mio padre al porto, insieme ad alcuni servi -tra i quali presenziava anche Naruto-. Quando arrivò il momento di partire, mia madre e mio padre si salutarono con un casto bacio e con una carezza da parte di mio padre. Poi lui le fece le raccomandazioni del caso -che non riporterò per non tediare il lettore- e, infine, si rivolse a me ed Hanabi. Ci carezzò la testa e posò un leggero bacio sulle nostre fronti, raccomandandoci di aiutare nostra madre e di mantenere sempre alto il nome degli Hyuuga in quei due mesi. Annuimmo e assicurammo a nostro padre che avremmo ubbidito ai suoi ordini. Poi mio padre lanciò un’occhiata a Neji e mi sospinse verso mio marito, che mi attendeva a braccia conserte. Mentre mi avvicinavo, lanciai una veloce e nascosta occhiata a Naruto, che in quel momento stava caricando le valigie di mio marito sulla nave. Alzò gli occhi a sua volta e, dopo aver incontrato i miei -ed aver visto Neji prendermi tra le sue braccia-, abbassò lo sguardo con insistenza, concentrandosi sulle valigie. Distolsi lo sguardo e lo puntai su Neji, che si stava chinando verso di me per baciarmi. Mi aspettavo che fosse uno dei suoi abituali casti e delicati baci a fior di labbra, ma non fu così: Neji mi diede, forse per la prima volta in quegli anni di matrimonio, un vero e proprio bacio, profondo e quasi passionale -per quanto mio marito potesse essere passionale-. Mi sentivo in imbarazzo, ed avrei voluto separarmi da lui, ma Neji mi teneva stretta a sé, senza possibilità di sfuggire. Fummo interrotti da un forte rumore alle nostre spalle. alcune casse erano cadute, ed i servi ora le stavano rimettendo sulla nave.
-Ma insomma, Naruto, che combini? Stai più attento la prossima volta, idiota!- gridò un servo, spintonando il mio Amore.
Il giovane ragazzo, infatti, aveva fatto cadere di proposito -come mi rivelò più tardi- le casse, in un disperato tentativo di far smettere Neji. Fortunatamente ci riuscì, e Neji mi salutò con un’ultima carezza e la promessa di tenerci in contatto tramite lettere.
Osservai la nave salpare insieme ad Hanabi e mia madre, lanciando di tanto in tanto occhiate a Naruto, sul cui volto non potei fare a meno di notare una leggera sfumatura di soddisfazione. Nascosi un leggero sorriso dietro ai miei capelli.
Tornammo tutti a casa ed io decisi di recarmi in camera mia per scrivere una lettera a Temari. Decisi di dirle tutto ciò che mi era accaduto in quei mesi -non avevamo contatti da molto tempo-. Così mi chiusi in camera mia e diedi espressamente l'ordine di non essere disturbata per nessun motivo: svevo bisogno di concentrazione. Rimasi nella mia stanza per più di due ore e, quando ebbi finito il mio lavoro, la lettera era un ammasso di svariati fogli scarabocchiati e pieni di correzioni. Decisi di andare da Hanabi e di correggerla insieme a lei.
Quando bussai alla sua porta non sembrò sorpresa di vedermi con le mani, sporche di inchiostro sulle dita, piene di quei fogli inguardabili. Con un sorrisino mi fece entrare ed accomodare sul suo letto, prendendomi dalle mani la mia “lettera”. Rimasi a guardarla in attesa, mentre lei leggeva in silenzio le mie confessioni. Quando dieci minuti dopo alzò gli occhi dal mio scritto, le sfuggì un sospiro esasperato. Alzai un sopracciglio formulando una tacita domanda, alla quale lei rispose appoggiando i fogli al letto.
-Hinata, non avrai davvero intenzione di spedire questo scempio a Temari...- disse inarcando un sopracciglio a sua volta. Subito mi allarmai ed iniziai a sudare freddo.
-P-perchè? Che c'è che non va?- chiesi balbettando.
-è tutta pasticciata, piena di scarabocchi e cancellature! Guarda qui, ad esempio:- disse porgendomi un foglio particolarmente scarabocchiato -questo simbolo che lettera dovrebbe rappresentare? Una N, una H o una T?- chiese indicandomi con un dito affusolato una specie di runa. LA fissai per qualche secondo, poi strizzando gli occhi azzardai una timida risposta.
-Forse è una N...probabilmente ho scritto “Naruto”...- mormorai pensierosa. Hanabi mi guardò stupita e proruppe in una risata.
-Hinata, hai davvero cercato di capire che lettera è? Era una domanda retorica! Volevo semplicemente farti capire che non puoi spedire a Temari una lettera scritta in questo modo, devi riscriverla in modo più elegante e chiaro.- mi disse mia sorella scuotendo il capo.
-Ma era ovvio che l'avrei riscritta!- esclamai leggermente offesa: mia sorella mi reputava così inetta?
-Allora coraggio, siediti alla scrivania e scrivi una bella lettera, adatta ad una Hyuuga!- mi incitò mia sorella, sospingendomi verso il suo tavolo da studio e porgendomi un nuovo foglio candido.
Rimasi a scrivere la lettera a Temari per altre due ore. A dire la verità, il tempo che impiegai a comporre la lettera fu relativamente breve, non ci misi più di tre quarti d'ora. Il tempo restante lo passai a discutere con Hanabi se stessimo davvero facendo la cosa giusta.
Mentre parlavamo, qualcuno bussò alla porta di Hanabi e, dopo aver ricevuto il permesso di entrare, Naruto fece la sua comparsa sull'uscio.
-Chiedo scusa, padroncina Hanabi, ma dovrei pulire la vostra stanza, se non vi disturba e...oh santa Maria!!- esclamò il biondino alla mia vista, facendo una di quelle sue facce buffe che tanto mi divertivano. Guardò prima Hanabi, poi me e poi ancora Hanabi, diventando sempre più rosso: sapeva, infatti, che avevo raccontato ad Hanabi tutto -e, dicendo tutto, intendo tutto ciò che io e Naruto avevamo fatto insieme, dagli abbracci più semplici all'amore più passionale-.
Hanabi ed io ci guardammo per un secondo e poi scoppiammo a ridere alla reazione imbarazzata del mio Amore.
-Bè, si...insomma...forse è meglio tornare dopo, già...- mormorò Naruto, che ora aveva raggiunto un colorito paonazzo. Stava già per uscire dalla stanza, quando Hanabi ed io riuscimmo a ritrovare il controllo, e gli chiedemmo di restare.
-No, Naruto, resta. Dobbiamo parlare.- disse Hanabi autoritaria. Naruto si fece piccolo piccolo e si avvicinò ad un cenno di Hanabi, con fare colpevole. Quando fu abbastanza vicino, Hanabi gli diede il permesso di sedersi su una sedia accanto a me, ma di fronte a lei. Questo lo mise in soggezione non poco.
-Dunque, Naruto.- iniziò lei incrociando le braccia e puntando il suo sguardo, violetto come il mio, in quello di Naruto -Voglio parlarti con franchezza: non vedo di buon occhio che mia sorella abbia come amante un servo. È indecoroso ed inadatto per una nobile qual' è. Ma sono disposta a chiudere un occhio solo se tu mi assicuri una cosa.- fece una pausa di qualche attimo per fissare Naruto ancora più intensamente. -Tu ami Hinata?- chiese.
-Ma Hanabi! Ma ti sembra il modo di chiedere una cosa così delicata ed intima?- chiesi agitata a mia sorella, già rossa in volto. Lanciai un'occhiata a Naruto, e temetti che il mio adorato biondino stesse per scoppiare, dal momento che il suo viso era ormai diventato violaceo.
-Ecco, padroncina Hanabi...- iniziò Naruto, esitante, dopo qualche momento -Non vorrei essere indelicato, o scortese ma...non credo che voi possiate capire cosa provo per Hinata.- mormorò.
Hanabi assottigliò gli occhi e fulminò il mio Amore con un'occhiataccia.
-Spiegamelo, cercherò di applicare la mia limitata intelligenza nel modo migliore possibile.- replicò tagliente mia sorella.
-Ah! Visto? Vi siete arrabbiata per quello che ho detto ed ora probabilmente starete cercando un modo per uccidermi senza sporcare troppo le pareti di sangue e senza far arrabbiare o intristire troppo Hinata!- esclamò Naruto saltando in piedi ed indicando Hanabi con il dito. Poi, repentinamente, mi si avvicinò e mi prese le mani, stringendole forte e fissando Hanabi con una determinazione che non avevo mai visto prima.
-Dire che amo Hinata è un eufemismo. Non esiste nome per definire ciò che provo per lei, perchè il termine “amore” è troppo poco per descriverlo. Quando la vedo, il mondo improvvisamente diventa luminoso e colorato, tutto acquista un senso. Quando vedo Hinata passeggiare, mi sento felice con lei; quando la sento ridere, provo una gioia incontenibile e mi sento pieno di vita con non mai; quando la vedo triste, la prima cosa che vorrei fare sarebbe andare da lei e prenderla tra le mie braccia per consolarla, ma purtroppo non posso farlo. Padroncina Hanabi, Hinata mi ha detto tutto riguardo alla lettera alla signorina Nara e vi giuro su qualunque cosa che se aiuterete me ed Hinata, avrete la mia eterna riconoscenza e potrete fare di me ciò che desiderate.- concluse Naruto prendendo fiato. -Spero di avervi soddisfatta.-
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto. Hanabi guardò prima me, poi Naruto e poi le nostre mani intrecciate. Infine chiuse gli occhi e sospirò.
-Si, Naruto, mi hai pienamente soddisfatta. Erano esattamente le parole che volevo sentirmi dire per convincermi ad aiutarvi in tutti I modi. Allegherò alla tua lettera, Hinata, un mio scritto per Temari in cui le riferirò ciò che mi ha appena detto Naruto. In questo modo, nemmeno lei potrà tirarsi indietro.- disse poi, aprendo gli occhi e guardando ripetutamente me ed il mio Amore.
Io e Naruto ci guardammo con un sorriso incredulo e, prima che potessi fare qualunque cosa, egli mi gettò le braccia al collo e mi baciò con trasporto. Tutto davanti alla mia interdetta ed imbarazzata sorellina.
-Sono spiacente di interrompere un momento così idilliaco, ma il fatto che io abbia deciso di aiutarvi non vi permette di abbandonarvi a queste scandalose effusioni davanti a me.- disse gelida mia sorella, con un leggero rossore.
Io e Naruto ci separammo, rossi in volto, ridacchiando.
-Credo che sia il caso che il tuo innamorato torni alle sue occupazioni. Pulirai la mia stanza più tardi, quando sarà meno...affollata, ecco.- aggiunse Hanabi agitando una mano in aria.
-Si, forse è meglio così...- asserii io con le guance rosate, posando un leggero bacio sulla guancia a Naruto.
Dal canto suo, il mio Amore, approfittando della distrazione di Hanabi -che si era messa a scrivere la sua lettera per Temari- mi baciò molto più appassionatamente di quanto non avesse fatto prima, facendo scivolare rapidamente una mano sotto la mia gonna, stuzzicandomi leggermente. Per tutta risposta, gli diedi un leggero e silenzioso schiaffo sulla mano libera, sorridendogli sorniona.
-Avremmo tempo stasera, mio Amore.- gli sussurrai all'orecchio.
-Non vedo l'ora, principessa. Mia principessa.- mormorò lui di rimando mordicchiandomi il lobo -Mia. Sei solo mia.- continuò.
Sentimmo un leggero tossicchiare e decidemmo di smettere le nostre effusioni, prima di scandalizzare troppo mia sorella.
Naruto se ne andò velocemente, lanciandomi un bacio prima di scomparire dietro l'uscio. Rimasi a fissare la porta inebetita per qualche tempo, come in trance, finchè non venni svegliata da una risatina.
-Hinata, smettila di sognare ad occhi aperti. Il tuo cavaliere, se così possiamo chiamarlo, se n'è andato da un pezzo!- mi prese in giro mia sorella.
-Mi stai canzonando? No, dico, mi stai canzonando?- le chiesi con tono falsamente offeso, arricciando il naso ed atteggiandomi da gran dama. Hanabi scoppiò a ridere ed iniziò ad imitare le altre dame di corte insieme a me.
-Ma non lo farei mai, madama! Come potete dubitare di me, che sono la vostra migliore amica! Anche se, voi non lo sapete, ma mi porto a letto regolarmente vostro marito e diffondo cattive voci su di voi con le altre dame!- mi rispose puntando il naso all'insù.
Continuammo a risponderci a tono per qualche tempo, dopodiché ci lasciammo cadere sul suo letto, stanche per il troppo ridere.
Restammo in silenzio per qualche minuto, durante il quale Hanabi si fece pensierosa: lo notai da come aggrottò le ciglia, in un gesto che la rendeva così simile a mio padre.
-Però, Hinata...- iniziò -dobbiamo trovare un modo di spedire la lettera a Temari senza destare sospetti, o peggio.-
-Cosa intendi dire?- chiesi, perplessa.
-Andiamo, Hinata! Se la consegnassimo ad uno dei nostri usuali corrieri, probabilmente, anzi, sisuramente verrà letta! E non credo che potrebbe entusiasmare molto noi tutti avere nostra madre che corre per la casa urlando “Tradimento! Tradimento!!”...e non ridere, Hinata, sai che potrebbe farlo!- replicò Hanabi lanciandomi un'occhiataccia, poichè mi ero immaginata la scena da lei descritta.
-Se è questo che ti preoccupa, Hanabi, ci avevo già pensato io precedentemente: la consegnerò a Naruto, che la spedirà personalmente. In questo modo non dovrebbero esserci problemi, no?- chiesi soddisfatta.
Hanabi annuì leggermente perplessa, ma non replicò nulla.
Arrivò l'ora di cena che stavamo ancora chiacchierando e, finito il pasto, ci recammo entrambe nelle nostre stanze.
Chiusi la porta ed iniziai a tolettarmi, nell'attesa che il mio adorato Naruto facesse il suo ingresso nella mia camera e mi regalasse un'altra intensa nottata di piacere. Con mia somma gioia, il mio Amore non tardò a farsi avanti: dopo solo due ore, mentre mi stavo spazzolando I capelli, sentii due forti braccia circondarmi le spalle e un caldo respiro avvolgermi il lobo destro.
-Buonasera, amore mio.- salutai con un sorriso, posando la spazzola e voltandomi per incontrare le sue labbra con le mie.
-Buonasera, principessa.- rispose lui sulle mie labbra, schiudendole delicatamente con la lingua, raggiungendo poi la mia ed iniziando ad accarezzarla dolcemente.
Seguii I suoi movimenti e, in breve, I nostri respiri si fecero sempre più affannosi, tanto che dovemmo separarci per riprendere fiato. Ci guardammo negli occhi per qualche attimo, poi Naruto mi prese in braccio e mi posò sul letto, slacciandosi contemporaneamente I pantaloni. Posai una mano sulla sua, bloccandolo e riprendendo a slacciargli I pantaloni, mentre lui mi sfilava la leggera camicia da notte che indossavo per l'occasione. In breve, eravamo entrambi nudi e riprendemmo a baciarci con passione, rotolando ora lui sopra di me, ora io sopra di lui. Poi la lingua di Naruto lasciò la mia bocca e si diresse verso il resto del mio corpo, provocandomi brividi di piacere. Le mie mani lasciarono il suo viso ed iniziarono a percorrere tutto il suo corpo, trasformando leggeri tocchi in carezze sensuali che fecero accelerare il respiro del mio innamorato, regalandomi ancora più appagamento.
Presto Naruto non fu più in grado di resistere e si insinuò tra le mie gambe con un rantolo, facendomi gemere di piacere. Dopo qualche minuto tutto finì nella solita esplosione di piacere che mi portò alla stessa altezza delle stelle.
Naruto rotolò di fianco a me e mi prese per mano, sorridendomi dolcemente alla luce della Luna, I suoi capelli biondi incollati alla fronte umida di sudore.
-Ancora non ci posso credere...due mesi così e poi, forse, tutta la vita! Hinata, sono così felice...e tutto grazie a te.- mormorò con gli occhi lucidi. Non l'avevo mai visto così felice.
-Anch'io sono felice solo grazie a te, Naruto! E quando saremmo liberi di decidere della nostra vita, oh, allora potremmo avere una famiglia ed essere veramente felici, senza più il terrore di essere scoperti da qualcuno.- annuii io stringendomi a lui e rannicchiandomi sul suo petto.
-Già, una famiglia...- sussurrò Naruto carezzandomi al testa.
Restammo a sussurrarci parole d'amore e a fare progetti per il futuro fino all'alba, momento in cui Naruto fu costretto a lasciarmi per non rischiare di essere scoperti da qualcuno. Ci salutammo con un bacio appassionato, che allungò la sua permanenza di un altro quarto d'ora di caldi baci e carezze.
Quando il mio Amore se ne andò, mi lasciai cadere sul letto e caddi profondamente addormentata.
I giorni seguenti furono tra I più felici della mia vita: passavo le giornate come sempre a passeggiare in giardino od in camera di Hanabi, con la quale avevo sviluppato una nuova intimità, e le sere erano un trionfo di passione ed amore, insieme a Naruto.
Dopo tre settimane, però, iniziai a sentirmi strana: mi sentivo debole e stanca, e svenni un paio di volte. Pensai che fosse colpa dell'atmosfera particolarmente torrida che regnava in quei mesi -erano Luglio ed Agosto-. Una mattina, però, mi svegliai con una forte nausea, che mi costrinse a rigettare nel mio vaso a notte -una cosa decisamente poco fine ed adatta, per una Hyuuga, ma in quel momento non riuscivo a pensare ad altro-. Dopo essermi ripulita andai subito da Hanabi, preoccupata. Le illustrai le mie sensazioni ed il mio stato fisico, in cerca di risposte e rassicurazioni, che speravo lei avrebbe potuto darmi. Hanabi rimase a pensare a ciò che le avevo detto per qualche minuto, poi sgranò gli occhi e si portò una mano alla bocca, fissandomi orripilata e trattenendo a stento un grido.
Il pomeriggio stesso mi incontrai con Naruto alla nostra panchina.
-Hinata, stai bene?- mi chiese, poichè tremavo ed ero pallida come un cencio.
Lo guardai con occhi spenti e leggermente cerchiati dalle occhiaie.
-Naruto, sono incinta. Ed il bambino non è di Neji- risposi con un filo di voce.

Note dell'autrice:
Rieccomi qua! Scusate ancora il ritardo della pubblicazione, ma purtroppo l'ispirazione di questi tempi va e viene...per dire, la prima parte l'ho scritta in due giorni, la seconda tutta oggi. Orbene: alè, Hinata e Naruto ci daranno dentro in questi due mesi! E Hanabi si fa valere come aiutante u_u vedremo la risposta di Temari molto presto, e sta a voi immaginare cosa risponderà. Sarebbe tutto così carino se...l'autrice sono fosse così bastardella da mettere un mostricciattolo in pancia ad Hinata >:) ma c'est la vie (si, lo so è scritto sbagliato ù.ù), ma mi andava di farlo e quindi l'ho fatto, e voi non potete farci niente, gnè gnè! >:P
Ok, ora potete anche uccidermi e smetterla di seguirmi (io l'avrei fatto dopo questa affermazione!)...Ma dato che mi volete bene e che siete le mia adorate followers non lo farete, giiiiiusto? *w* Alla prossima!
P.s: grazie per la pazienza con cui seguite i miei sproloqui!
P.p.s: chappy dedicato a Gravoche :)

@Mokochan: uaaaau quanti comlimenti *w* il mio ego si gonfia XD bè, per un po' di tempo il problema Neji è risolto, anche se l'ultimo colpo di coda è stato piuttosto basso...Ora i due piccioncini potranno godersi il loro amore in santa pace, almeno per un po'! Tem e Hanabi faranno tutto il possibile per aiutare i novelli Romeo&Juliet, ma chissà se r loro sforzi verranno ripagati?

@Gravoche: Stronzona! Si, inizio la tua risposta con un bell'insulto tanto ci sei abituata ù_ù e ricordati che ti rivedrò presto, quindi potrai subire le conseguenze delle tue critiche infondate al nostro porssimo incontro! Ok, scherzi a parte: la "forma bambin" lascerà sempre a desiderare, non mi chiamo Mary Terry io u___u e con i verbi faccio del mio meglio...con le ripetizioni le faccio perchè non rileggo mai priam di pubblicare, o rischierei di cambiare troppo il capitolo (è già successo), quindi abbia pazienza! (probabilmente il verbo è "esclamare"...è più o meno come "ameno", che stranamente qui no ho ancora usato!! O_____O rimedierò al più presto). Il capitolo è stato di suo gradimento, madama? Spero di non averla tediata troppo! Ossequi. :P

@Lorenz123: O__O caspita, devi aver stabilito un record XD felice che la mia storia sia così fluida e che ti piaccia! Ovvio che la continuo, sono mesi che frulla nella mia testa! Alla prossima!

@ecila94hina: leggo nel pensiero delle followers ;) e, sai com'è, hanno tutti taaaaaaaaaaaaaanto da fare in quella villa! Ma Naru e Hina si sono trovati un bel posticino nascosto da dei cespugli ai lati e dalle fronde di un salice davanti (maledizione, non ho descritto la panchina >.<), quindi non ci dovrebbero essere problemi! Oddio, l'idea dei gemelli mi ha fatto crepare dal ridere XD sarebbe divertente...ma non coerente con la mia fic, mi spiace! Magari potrei farci un pensierino epr un' altra fic più avanti...

@kry333: superTemari potrebbe essere fondamentale per i due piccioncini! Ma non credo che Shika comparirà, non direttamente, comunque...Sono riuscita a farti cambiare un po' idea su Hanabi? Alla prossima!

@michiyo1age: si, Moulin Rouge mi ha dato al spinta giusta...ho scritto quel pezzo ascoltanto el tango de Roxanne, fa un po' te xD glad to see you happy, dear! Ormi mi hai trascinata nel vortice delle mosche nere XD

@WinterMoon: ancora la collaborazione Hanabi-Temari non si vede benissimo, ma nel prossimo capitolo le due dovranno ingegnarsi un bel po' per nascondere il pargoletto illegittimo di Hinata! E abbiamo scoperto che il piccolo Naru-chan è umano u_u piccino...mi spiace per lui! alla prossima!

@Vaius: Neji è un uomo che pensa molto alla carriera e poco alla famiglia, se vogliamo essere schietti...Hinata o un'altra, non farebbe differenza per lui...ma almeno Hinata si è beccata quel vulcano di Naruto! Alla prossima!

@luminum10: ed ecco la mia giustiziera XD per ora sono salva,a  quanto pare :P felice che il chappy sia finito tra i tuoi preferiti! Alla prossima!

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Capitolo 12
*** 12. La lettera ***


12. La lettera -Sono incinta. Ed il bambino non è di Neji.- sussurrai.
Naruto non si mosse e non cambiò espressione: sembrava una statua. Una statua che impallidiva sempre di più. Poi la sua immobilità venne spezzata da un suo tentativo di parlare, che però non andò a conclusione: aprì la bocca un paio di volte ma poi girò gli occhi all'indietro e si accasciò a terra, privo di sensi.
-Naruto! NARUTO!!- gridai in preda al panico. Certo, non mi aspettavo che reagisse bene, ma non avrei mai pensato che potesse addirittura svenire. Dal momento che non potevo chiamare nessuno in aiuto, rimasi accanto a lui -dandogli leggeri schiaffetti in viso per farlo risvegliare- per un minuto buono, prima che il mio Amore riaprisse i suoi occhi.
-Oddio, scusami, Hinata!- esclamò recuperando un po' di colore sulle guance -cosa che mi fece supporre che Naruto fosse arrossito- e cercando di mettersi a sedere.
-Non preoccuparti.- lo rassicurai accarezzandogli il viso -E resta sdraiato, non vorrai svenire di nuovo!- dissi appoggiando la sua testa sul mio grembo e carezzando  al contempo i suoi capelli giallo grano.
Restammo in silenzio per qualche minuto, durante i quali, nell'osservarlo più volte, notai che Naruto manteneva l'espressione neutra che aveva sempre quando pensava. Quando incrociava il mio sguardo mi dedicava un leggero sorriso e mi stringeva la mano che avevo posato sul suo petto, ma non parlò mai per diverso tempo.
-Ed ora che si fa?- chiese all'improvviso il mio Amore, spezzando il silenzio. Colta alla sprovvista dalla sua domanda repentina, balbettai per qualche secondo e, dopo aver aperto e chiuso la bocca diverse volte in modo piuttosto ridicolo, chiusi gli occhi e feci due respiri profondi. A quella vista, Naruto scoppiò a ridere e rise fin quando non ebbe le lacrime agli occhi. Dal canto mio, il rossore sulle mie guance cresceva esponenzialmente alla risata del biondino. Quando il suo scoppio d'ilarità fu sedato, gli dedicai un'occhiataccia e parlai in tono acido:
-Posso rispondere al tuo quesito, se lo desideri, ma forse trovi più amabile burlarti di me in modo palese.- dissi voltando il viso in modo da non guardarlo in faccia.
-Ma no, Hinata, dai non fare così!- disse lui trattenendo altre risate. - È che eri così buffa quando hai fatto tutti quei gesti per rispondermi! E anche adesso- proseguì prendendomi il mento tra le dita e facendomi voltare verso di lui -con quel broncio sembri una bambina offesa!- esclamò ridacchiando e guardandomi fissa.
Il mio proposito era quello di mantenere il mio broncio ancora per un po', ma venne a meno quando feci l'errore di guardare in faccia Naruto: non riuscii a resistere un momento di più e mi sciolsi in un sorriso, posando un leggero bacio sulla sua fronte.
-Sei incredibile, Naruto...- mormorai tra me e me -Comunque, per rispondere alla tua domanda, Hanabi ed io abbiamo spedito a Temari un'altra lettera, si è incaricata Hanabi stessa di farlo, ed ora stiamo aspettando la sua risposta. L'abbiamo spedita pochi giorni fa, ma credo che non avremo risposte prima della metà del mese.- gli riferii. Lui manteneva la sua espressione neutra e intanto mi accarezzava distrattamente la mano. Quando finii di spiegargli tutto in maniera più specifica, lui annuì e stette in silenzio per un po', sempre carezzandomi la mano. Poi si voltò e posò una mano sul mio ventre, con un'espressione perplessa.
-Non sembri incinta, però...la tua pancia è ancora piatta- affermò -o quasi.- si corresse con un ghigno dispettoso. Abbandonando il mio ruolo di educata dama, gli feci una linguaccia.
-Sono solo alla seconda settimana, è ovvio che non abbia ancora il pancione! Però credo che per l'arrivo della risposta di Temari si possa già iniziare a notare qualcosa...- mormorai preoccupata.
-Bè, potresti metterti  uno di quei vestiti che porta di solito tua madre, no?- propose Naruto.
Pensai a cosa si stava riferendo e, quando capii, giudicai la sua trovata un'ottima idea: mia madre usava da diverso tempo indossare dei vestiti la cui gonna iniziava direttamente sotto il seno. In questo modo sarei riuscita a nascondere per un po' di tempo l'eventuale rigonfiamento.
Naruto, intanto, continuava ad accarezzarmi la pancia, con espressione concentrata.
-È strano pensare che qua dentro c'è una piccola Hinata...- disse.
-O un piccolo Naruto.- completai dolcemente per lui -O l'unione tra noi due.- lui annuì, trovandosi d'accordo.
-Incredibile, sono padre...- mormorò. -Ma siamo sicuri che non sia di Neji?- chiese dopo un attimo.
-Si, sono incinta da due settimane e non vedo Neji da quasi un mese.- annuii io.
-Quindi non c'è nemmeno la possibilità di farlo sembrare suo...- constatò Naruto con una ruga di preoccupazione che gli attraversava la fronte. Io scossi la testa con decisione più volte.
-È impossibile. Il colore violetto dei miei occhi è tipico degli Hyuuga, ed è un carattere recessivo.- spiegai indicando i miei occhi -Per questo tendiamo a sposarci tra cugini, per mantenere questa caratteristica. È quasi sicuro che nostro figlio avrà i tuoi occhi blu.-
-E i tuoi capelli neri. Anche il biondo dei miei è un carattere recessivo.- concluse lui con una piccola smorfia carezzando la mia lunga chioma. Da quando Neji era partito, infatti, avevo iniziato a lasciarli sciolti, in modo che cadessero liberi a coprirmi le spalle e la schiena fino all'osso sacro. Mia madre aveva fatto dei commenti poco carini riguardo a questa mia scelta, ma l'avevo convinta a permettermi di lasciarli liberi facendole credere che si trattasse di una nuova moda. Questo era bastato a calmare lei ed a rendere felice me: in questo modo potevo finalmente dimostrare che ero libera, almeno per un po'. Ma sto divagando.
Restammo seduti sull'erba per qualche tempo, in silenzio, ognuno riflettendo su quella difficile novità. Poi Naruto dovette ritornare alle sue mansioni, ed io decisi di ritirarmi nella mia stanza a dipingere un po' per rilassarmi e schiarirmi le idee. Disegnai un giovane uomo dai corti capelli corvini e gli occhi azzurri, insieme ad una fanciulla bionda con lunghi boccoli e gli occhi verdi che reggeva tra le braccia un piccolo neonato che riportava sul viso la perfetta mescolanza tra le caratteristiche somatiche del padre e della madre. Non appena l'ebbi finito di dipingere, lo nascosi in mezzo alle altre tele ancora inutilizzate.
Passarono delle settimane, durante le quali una lettera di mio marito mi portò una ventata di felicità: Neji, infatti, mi annunciava che lui e mio padre avrebbero dovuto prolungare il loro soggiorno irlandese per altre due settimane. In quel modo, io e Naruto avremmo avuto più tempo per decidere cosa fare. Dopo la lettera di Neji ne arrivò un'altra che mi rese ancora più felice: Temari aveva risposto al mio appello d'aiuto. Quando la lettera arrivò, Naruto venne personalmente in camera di mia a consegnarla -rimanendo leggermente deluso dalla presenza di Hanabi: si aspettava di poter prendersi una piccola “pausa” dai suoi lavori domestici- entrando nella mia stanza come una furia.
-Hinata! La lettera! Temari ha risposto!- gridò sventolando la missiva davanti ai miei occhi.
La aprii con mani tremanti ed iniziai a leggerla senza proferire parola. Ricordo ancora ora perfettamente il contenuto:
 
Hinata,
premetto che sono stata molto felice nel ricevere una tua lettera dopo così tanto tempo. La mia felicità e la mia sorpresa sono state doppie nello scoprire anche uno scritto della piccola Hanabi! Ma non è il momento più adatto per parlare di queste cose così frivole. Sarò schietta, Hinata: sei in un grossissimo guaio. Mi sono presa la libertà di riferire tutto a Shikamaru -e non credo di essere andata contro il tuo volere: sai anche tu quanto mio marito sia intelligente e capace di risolvere i problemi- e anche lui ha convenuto che non è una bella situazione. Parlandoti -ancora una volta- con schiettezza, io e Shikamaru ci siamo letteralmente rotti la testa per due notti per trovare un modo di aiutare te ed il tuo innamorato. Se non fosse stato per Hanabi, che nella sua lettera ci ha riferito le esatte parole di Naruto (si chiama così, giusto?), probabilmente avrei lasciato perdere. Invece devi ringraziare proprio tua sorella, dal momento che è riuscita addirittura a far entrare in azione Shikamaru -che, come sai, è un grandissimo uomo, ma è anche incredibilmente pigro-. Ebbene, io e mio marito siamo riusciti a trovare una soluzione: fuggite. Tu e Naruto dovete assolutamente fuggire dall'Inghilterra il più presto possibile. La cosa migliore sarebbe che voi scappaste prima del ritorno di tuo marito e di tuo padre, ma mi sembra una cosa difficile. Ad ogni modo, questa è l'idea di noi Nara: tu e Naruto fuggirete in segreto, portandovi appresso solo pochi beni di prima necessità. Il viaggio sarà lungo e difficile: partirete da Londra tra due settimane insieme ad alcuni sottoposti di mio marito che egli ha già provveduto a mobilitare, e via nave arriverete fino in Francia. Da lì, con il treno, partirete alla volta della Russia e, dopo aver fatto scalo a Mosca, vi dirigerete sempre in treno fino in Cina. Dalla Cina, precisamente dal porto di Hong Kong, vi imbarcherete sulla vostra ultima nave che vi porterà in Giappone. Io e Shikamaru vi attenderemo al porto e vi terremo sotto la nostra protezione. Abbiamo già provveduto a procurarvi una casa ed un piccolo appezzamento di terra in un paese in campagna, lontano dalle città e dalle persone che potrebbero riconoscerti, Hinata. Tu e Naruto andrete a vivere lì, celando la vostra vera identità, ovviamente, e potrete finalmente avere la vita che entrambi desiderate tanto.
Non mi aspetto che tu mi risponda, Hinata, poichè mi rendo conto che una lettera impiegherebbe troppo tempo a raggiungerci, quindi confido nel fatto che tu sia d'accordo con la nostra idea. Penso che anche tu sappia che è la sola cosa da fare -oltre che la più intelligente-.
Con affetto infinito ed i miei migliori auguri -rinnovati anche da Shikamaru-, ti abbraccio calorosamente. Tua,
Temari.
 
Quando terminai la lettera, notai che Naruto ed Hanabi mi stavano implorando con gli occhi di svelargli il contenuto, così decisi di rileggere a voce alta la missiva della mia cara amica Temari. Quando la terminai, Naruto cadde in ginocchio ed iniziò a ringraziare Hanabi e Temari sorridendo e trattenendo a stento le lacrime di gioia. Hanabi, dal canto suo, esalò un sospiro di sollievo e si mise a rimuginare su come far sfuggire me e Naruto senza farci notare da mia madre. Io mandai un pensiero grato a Temari ed a suo marito Shikamaru, ringraziandoli della loro gentilezza e disponibilità. Ero d'accordo con Temari che seguire la loro idea fosse la cosa più intelligente da fare, oltre che l'unica. Ero ancora persa tra i miei pensieri, quando Naruto ne interruppe il filo prendendomi per mano.
-Hinata, te ne rendi conto? Finalmente potremo condurre la vita che abbiamo sempre sognato, e non dovrai nemmeno dire addio a Neji!- disse eccitato. Lo guardai interdetta, senza afferrare bene il senso dell'ultima sua affermazione. L'illuminazione mi venne concessa dalla mia scaltra sorellina.
-Ma certo, ha ragione!- esclamò Hanabi -Partirete tra due settimane, cioè prima del ritorno di papà e Neji! Sparirete completamente senza alcun problema! Si vede che è un'idea di Shikamaru, anche se non poteva sapere del prolungamento del loro soggiorno irlandese...- commentò Hanabi.
Io sorrisi ed annuii, troppo felice per poter dire qualcosa e continuai ad ascoltare I progetti per il futuro che Naruto mi esponeva allegro. Persino Hanabi ascoltava divertita e, talvolta, ci fornì anche qualche consiglio.
Finalmente il nostro sogno si sarebbe avverato.

Note dell'autrice:
Salve followers! Come va? Chiedo scusa per l'immenso ritardo della pubblicazione, ma l'inattività fa sfuggire l'ispirazione e in questi giorni ero ancora un po' "contaminata" dallo ShikaTema day! Spero che l'ispirazione NaruHina mi sia tornata...E spero che il chappy vi sia piaciuto! Voglio fare una prova: voglio vedere chi si ricorda di una cosa relativamente importante di cui avevo già parlato nei primi capitoli ma che ho ripreso solo in questi (ha a che fare con il comportamento di Hinata)...Chi di voi se lo ricorderà? La risposta al quesito arriverà al prossimo capitolo ;)
Volevo scusarmi anche per il probabile macello che avrò fatto a scrivere il viaggio che Naru&Hina dovranno intraprendere per scappare: mi ci sono rotta la testa (per usare le parole di Tem, che poi sono le mie) e spero che il risultato sia abbastanza soddisfacente....se non lo è, vi prego di chiudere un occhio (michiyo!)! ^w^ E anche per il relativo poco NaruHina di questo chappy...hummm dovrò rimediare nel prossimo *evil smirk*
Ah, dimenticavo: mentre scrivevo mi è passato per la mente che forse Naruto è un po' OOC, no? Cioè, mi sembra troppo serio...Voi che ne pensate?
Un grazie speciale a Gavroche che mi ha aiutato in conferenza telefonica TAV (cioè alla velocità della luce XD) a venire fuori dal pasticcio-viaggio! Grazie cicci!
E un graie anche a Mokochan che mi ha involontariamente (credo) dato l'idea per lo svenimento di Naruto! Thanks! :D

@belle fuori edward dentro: grazie dei complimenti! ^.^ spero che il chappy ti sia piaciuto, alla prossima!

@kry333: *victory fanfare* alèèè! Ed ecco a voi il glorioso ingresso di supertem! E anche di supershika, dai! I due intelligentoni si danno da fare per Naru&Hina a quanto pare! E doppia happyness per il prolungamenot del viaggio degli uomoni Hyuuga! Yep!

@Mokochan: ti ho rubato l'idea dello svenimento, mi perdoni? :) Si, Neji è stato alquanto stronzetto (e anche l'autrice >:D) a sbaciucchiarsi Hinata platealmente e davanti a Naruto! Ma direi che il biondino se l'è presa la sua rivincita! Alla prossima!

@michiyo1age: ed ecco la tua adorata sensei! E ho cercato di fare una lettera di senso compiuto e non quella minimal "Sono Temari, va bene vi aiuto. Shikamaru." lol. Forse noterai lo spam di "mio marito" e "Shikamaru", ma dopotutto non potevo farne a meno :) chissà se oggi riuscirai a recensirmi per prima?

@Gavroche: le tue recensioni sono sempre così colorite e chiassose...kawaii :) la forma va bene in questo? E sai che ho anche riletto il chappy e ho corretto un congiuntivo? :D :D per questo non puoi dirmi niente! TRADIMENTO! Ora il TRADIMENTO è ancora più aplese...chissà che qualcuno veramente non si metta a gridare "tradimento, tradimento!" a caso ;) Comunque no, mai pensato di diventare romanziera rosa e credo che smetterò di scrivere fic così dopo di questa, mi sta lentamente ed inesorabilmente uccidendo!!

@WinterMoon: eh, hanabi ha dovuto diventare capofamiglia per un attimo...un attimo fondamentale, direi ;) ghgh mi diverto a complicare il tutto! Sennò non sarebbe più divertente, ne? Ma tanto c'è la coppia ShikaTema che risolve tutto, quindi nessun problema!

@luminum10: ebbene, invece il chappy è anche abbastanza tranquillo se non allegro! Io non ti anticipo nulla sulla fine, a questo punto potrebbero esserci un bel finale felice per tutto come uno orrendo in cui esplode il mondo e muoiono tutti O_O quindi l'unica soluzione è seguirmi (fino in fondo oltretutto, perchè ci sarà una sorpresa per voi followers!)

@Vaius:
eh già, mi avrai letto nel pensiero :) e l'hai fatto anche questa volta, mannaggia! Allora, o sono io che sono prevedibile, o sei tu che hai spie che mi leggono nella mente O_ò chissà se avrai anche intuito la fine? E le reazioni dei famigliari, nel momento in cui dovessero venire a saperlo?

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Capitolo 13
*** 13. La fine. ***


13. La fine Passò qualche giorno, che trascorsi nella calma e nell’ozio della villa. La mattina dormivo fino a tardi, il pomeriggio lo passavo con Hanabi e la sera Naruto veniva nella mia stanza. E lì facevamo l’amore, con gioia e con spensieratezza, poiché tra qualche settimana saremo partiti per la nostra nuova vita nel mio amato Giappone. Eravamo felici, finalmente.
Ormai mancavano tre giorni alla nostra partenza. Naruto, con una scusa, si era già incontrato con i sottoposti dei Nara, per accordarsi con loro circa il luogo e l’orario in cui avremmo dovuto trovarci per la partenza. Ma quella notte non potevamo immaginare quello che stava per succedere. Quella notte…
Quella notte Naruto mi aveva raggiunta nella mia stanza, come sempre. Io lo stavo aspettando sulla terrazza, osservando la luna piena ed il paesaggio circostante. Non appena sentii le sue braccia stringersi intorno alla mia vita, mi sciolsi in un sorriso ed abbandonai la testa all’indietro sulla sua spalla -notai, peraltro, che si era fatto più muscoloso-. Mi voltai in modo da averlo davanti a me e, con un sospiro, lo abbracciai stretto, inalando il suo buonissimo profumo. Lui mi lisciò i capelli con una mano, mentre faceva scorrere l’altra lentamente lungo la mia schiena. Ad un certo momento infilai le mani sotto la sua camicia ed iniziai ad accarezzare i muscoli che si erano sviluppati sul petto e sul ventre. Con un sospiro, il mio Amore si godette il mio leggero massaggio, per poi distogliere la mia attenzione intrappolando le mie labbra con le sue. Iniziammo a baciarci, dapprima delicatamente, poi con sempre più crescente foga, finchè, a corto d’aria, dovetti staccarmi da lui, rimanendo ad ansimare sulla sua spalla. Naruto emise un risolino e, facendomi voltare in modo da dargli la schiena, sciolse lentamente il fiocco che chiudeva la mia camicia da notte. Questa scivolò a terra con un leggero fruscio, e le mani di Naruto percorsero tutto il mio corpo, dapprima lentamente, come se mi stesse esplorando per la prima volta, poi sempre più affannosamente. Accompagnava le sue carezze con caldi baci sulle mie scapole e sul mio collo, che mi fecero rabbrividire di piacere. Mi girai e lo spinsi delicatamente verso il letto. Mentre Naruto indietreggiava, gli tolsi la camicia e gli slacciai i pantaloni, per poi rimuoverli definitivamente una volta che il mio Amore fu steso sul letto.
Mi adagiai sopra di lui, facendo scorrere le mie mani sul suo corpo come lui prima aveva fatto con me, in una sorta di leggero massaggio. Lo sentii sospirare più volte quando mi avvicinai al suo basso ventre. In un momento di passione bruciante prese il mio volto tra le mani e premette la sua bocca aperta sulla mia, intrecciando le nostre lingue in una danza sensuale. Continuando il nostro gioco di lingue, Naruto rotolò di lato così da trovarsi sopra di me e prese a carezzarmi tutto il corpo molto lentamente. Poi, con una risatina, le sue labbra abbandonarono le mie per raggiungere il mio orecchio.
-Ho raggiunto il limite della sopportazione, non resisto più mia principessa.- mormorò mordendomi il lobo. In tutta risposta, attorcigliai le gambe attorno alla sua vita e ripresi a baciarlo con passione mentre lui entrava in me.
Forse fu perché in un qualche modo la mia anima era consapevole di ciò che sarebbe successo. Forse non fu per questo. Fatto sta che quella notte raggiunsi il Paradiso. Non esistono altri modi per descrivere ciò che quella notte provai insieme a Naruto -come mi confessò lui più tardi-. Fu molto più intenso, molto più potente delle altre volte…indescrivibile. E mi rese felice come non mai: mai e poi mai, in tutta la mia vita sarei stata più felice che in quel momento, insieme a Naruto, in Naruto, toccando la sua anima con la mia.
Quando ci separammo, rotolai delicatamente di lato e gli afferrai una mano, stringendola forte. Il mio Amore ricambiò la stretta ed io mi voltai a guardarlo. Naruto teneva gli occhi chiusi e le braccia parallele al corpo, i capelli resi quasi bianchi dai raggi lunari gli si spargevano sulla fronte imperlata di sudore. Ansimava leggermente, alzando ed abbassando ritmicamente il petto -anch’esso sudato- come se seguisse una sorta di melodia. Rotolai più vicina a lui e mi raggomitolai sotto il suo braccio. Rimanemmo così per molto tempo, rompendo a volte il silenzio con frasi d’amore e dolci baci.
Quando le prime luci dell’alba iniziarono ad inondare i nostri corpi di una tenue luce, decidemmo che era arrivato il momento di separarci. Io avevo già rindossato la mia camicia da notte e mi voltai verso Naruto per fargli quella che credo fosse una domanda. Non mi ricordai di cosa si trattava poiché la visione del mio Amore mi fece scordare tutto ciò che avevo in mente in quel momento: Naruto era a petto nudo, davanti alla finestra con un braccio appoggiato allo stipite della porta e la fronte a sua volta su di esso. Stava guardando il sorgere del sole con uno sguardo assorto che mi rapì completamente. Il blu dei suoi occhi, alla bassa luce mattiniera, era, se possibile, ancora più intenso del solito: sembrava che un cielo estivo privo di nuvole avesse trovato il suo posto nelle belle iridi del mio unico Amore.
Il mio autocontrollo venne a meno e, con un’audacia che non pensavo di avere, lo raggiunsi e, facendolo votare verso di me, insinuai la lingua nelle sue labbra semi dischiuse ed infilai un dito nei suoi pantaloni. Per la sorpresa, Naruto aprì -forse senza volerlo- la bocca, cosa che mi permise di esplorarla più a fondo con la mia lingua. Dopo un iniziale attimo di smarrimento, il mio Amore decise di seguire i miei movimenti e, prendendomi tra le braccia, mi riportò sul letto, posizionandosi sopra di me. Stava iniziando ad abbassare una delle spalline della mia camicia da notte, quando udimmo un rumore sul fondo della stanza. Ci voltammo con gli occhi sgranati verso il colpo e rimanemmo pietrificati. Pietrificati dal terrore.
Sulla porta aperta della mia camera da letto c’era Neji Hyuuga con un’espressione sconcertata in volto. I suoi occhi continuavano a spostarsi da me a Naruto senza sosta, come se non credesse possibile ciò che gli si stagliava davanti agli occhi.
-Dannazione…- mormorò Naruto mordendosi il labbro inferiore.
-Hinata! Che cosa significa tutto ciò! Che cosa ci fa un servo nella nostra stanza! E in quali atteggiamenti, poi! Esigo una spiegazione e tu me la darai!- gridò Neji chiudendo la porta con un tonfo ed avvicinandosi al letto. Io non riuscii a proferire parola, l’unica cosa che fui in grado di fare fu guardare Naruto con il terrore negli occhi. Dal canto suo, il mio Amore, all’udire il tono minaccioso di Neji, mi voltò le spalle e si alzò sulle ginocchia aprendo le braccia, come per farmi da scudo. Prima che si voltasse avevo scorto sul suo volto un’espressione che non avevo mai visto prima: furia cieca.
Neji rimase interdetto da quel gesto inconsueto e si bloccò poco prima di raggiungere il letto, con un’espressione confusa in volto, che sostituì subito con un sdegnata e furiosa.
-Non metterti in mezzo, servo. La tua punizione verrà più tardi, ma non per questo sarà più leggera.- mormorò freddamente mio marito. Non avevo mai visto Neji così alterato.
-Non toccare Hinata. Non toccarla nemmeno con un dito. Se lo fai ti ammazzo.- disse Naruto con una voce quasi gutturale. Io ero terrorizzata e non riuscivo a staccare gli occhi dai due uomini.
-Come osi dire una cosa del genere al tuo padrone?! Come se la tua colpa non fosse già abbastanza grave, vuoi accrescere ulteriormente la mia ira?- urlò Neji riprendendo la sua avanzata verso il letto e rivolgendosi a me –E tu, Hinata! Ti consideravo una buona moglie, fedele e con ottime qualità. Ti rispettavo. Ed ora che cosa succede? Torno anticipatamente dal mio viaggio e ti sorprendo in atteggiamenti a dir poco sconvenienti con un servo! Un servo, Hinata! Hai tradito tuo marito con un servo! E per questo ti aspetterà una severa punizione! Ora vieni subito con me: andremo da tuo padre e lui deciderà quale castigo sarà più appropriato.-
A quel punto Naruto fece una cosa della quale non l’avrei mai ritenuto capace: con un ringhio colpì la guancia di Neji con un pugno talmente forte che deviò la camminata di mio marito e che lo fece quasi cadere a terra. Quando Neji si voltò verso di lui, sul suo volto si alternavano rabbia ed incredulità.
-Ti ho detto di non toccarla.- ribadì Naruto scendendo dal letto e guardandolo dall’alto al basso. Insultato, Neji si levò in piedi ed iniziò a sbraitare contro il mio Amore.
-Questo è inaccettabile! Chi sei tu per ordinarmi di toccare mia moglie, eh? Non sei altro che un misero servo, un essere senza dignità nato solo per servire quelli come me e mia moglie!- urlò rosso in volto. Ed avrebbe continuato se Naruto non l’avesse interrotto con una risata.
-Ah! Tua! Tu credi veramente che Hinata sia tua?- chiese sprezzante il mio Amore guardando mio marito con disprezzo –Hinata è mia, solo mia. Non è mai stata tua, nemmeno per un momento.- continuò.
-Ma che diamine stai dicendo? Lei mi ha sposato! È diventata mia moglie davanti a Dio e- - s’infervorò Neji, ma venne nuovamente interrotto da Naruto, che iniziò ad urlare a sua volta.
-Dio! Dio! Vi nascondete sempre dietro di Lui che vi ha dato una vita così agiata e facile! Tu dici che Hinata ti ha sposato: è vero ma credi veramente che lei l’abbia fatto di sua volontà? Tu credi che Hinata abbia acconsentito a sposarti perché ti amava?- chiese Naruto con tono di scherno.
Interdetto, Neji si voltò verso di me in cerca di rassicurazioni. Lo guardai, ma non riuscii a muovermi o a proferire parola. Naruto attaccò di nuovo.
-Lei è stata costretta a sposarti da suo padre.- scandì lentamente il mio Amore, trafiggendo Neji con i suoi occhi blu. Stava per continuare, ma venne buttato a terra da una potente spinta di Neji che, approfittando del momentaneo stordimento di Naruto, si sedette sul suo petto ed iniziò a tempestargli il viso di colpi.
-Neji, basta! Smettila, lo ucciderai! Basta, ti ho detto, basta!!- gridai in preda al terrore ed all’orrore. Al mio urlo Neji si bloccò con un pugno a mezz’aria e, dopo essersi voltato verso di me ed avermi guardata freddamente, si alzò lasciando Naruto a terra a sputare sangue, ed aprì la porta di quella che, da stanza delle gioie, si era trasformata in stanza degli orrori.
Neji chiamò le guardie con l’ordine di portare via Naruto e di sbatterlo nelle celle della villa con l’accusa di aggressione ad un nobile. Vidi con orrore il mio unico Amore, la mia ragione di vita venir trascinata via malamente e lasciarsi dietro una sottile striscia vermiglia: il suo sangue.
Quando le guardie se ne furono andate, rimasi sola insieme a mio marito. Non essendomi mossa, ero ancora immobile sul letto, rannicchiata verso i cuscini e guardavo Neji con terrore crescente. Anche lui mi osservava alternando un’espressione fredda ad una furiosa a seconda dei pensieri che gli balenavano in mente.
-Hinata, è vero quello che dice il servo?- mi chiese improvvisamente con voce dura.
Colta di sorpresa balbettai qualcosa di inintelligibile, ma non riuscii a formulare una risposta degna di questo nome.
-Ti ho chiesto se quello che ha detto quel dannato servo è vero! Rispondimi solo si o no, maledizione!- gridò infuriato venendo verso di me a grandi passi. Ancora più terrorizzata, non riuscii ad emettere nemmeno un gemito. Allora Neji mi prese per le spalle ed iniziò a scuotermi, continuando a rivolgermi la stessa domanda. Ad uno scossone particolarmente forte, gemetti di dolore e trovai il coraggio di rispondere all’incessante domanda.
-Si.- mormorai debolmente. A quella specie di pigolio, Neji si bloccò ed avvicinò il viso al mio.
-Come hai detto?- chiese.
-Si.- risposi alzando leggermente la voce. Poi, posseduta da chissà quale forza sconosciuta, alzai lo sguardo e lo piantai negli occhi di mio marito.
-Si!- gridai furiosa –Si, è esattamente come ha detto Naruto! Mi sono sposata con te solo perché mio padre mi ha costretta ma non ti ho mai, mai e poi mai amato come ho amato Naruto! E tutte le volte in cui non c’eri lui veniva in questa stanza e stava insieme a me in questa stanza esattamente come avresti dovuto fare tu! E che tu lo voglia o no, Neji, tutto questo è inevitabile: io lo amo e lui ama me, non c’è posto per te. Inoltre io sono incinta. Ma il figlio non è tuo Neji: il bambino è di Naruto.- urlai a pochi centimetri dal suo volto, con un’espressione feroce.
Neji rimase scioccato dalla mia improvvisa reazione. Scioccato e furioso. Infatti, subito finita la mia incresciosa confessione, mi colpì con uno schiaffo in pieno volto.
-Pensavo fossi una buona donna, una brava moglie, Hinata!- sbraitò collerico –Invece non sei altro che un stupida e comunissima sgualdrina, una puttana senza onore, che si offre al più misero essere umano senza pudore!-
Sopportai i suoi insulti in silenzio, senza piangere, con una sorda rabbia che cresceva in me: come osava dire questo di me? Feci per rispondere alle sue accuse, ma un altro schiaffo mi costrinse al silenzio e mi fece cadere di schiena sul letto. Subito dopo, sentii le mani di Neji frugare sulla mia camicia da notte, e mi accorsi con orrore che stava cercando di sfilarmela. Gridai di lasciarmi stare e di non toccarmi, ma lui proseguì imperterrito finchè non riuscì a denudarmi e, una volta disfatosi della mia camicia da notte, si spogliò anch’egli. Cercai di sfuggirgli, capendo le sue intenzioni, ma fu tutto inutile: Neji mi bloccava le spalle contro il materasso, provocandomi dolore e rendendomi inerme. Durante l’atto urlai, lo insultai e cercai di divincolarmi, ottenendo come unico risultato quello di provare ancora più dolore. Quando ebbe finito, mi lasciò sul letto come una bambola rotta e se ne uscì dalla stanza a passo pesante, senza guardarmi o parlarmi. Io stessa non lo guardai per impedirgli di scorgere le lacrime di dolore e frustrazione che stavano scendendo copiose dai miei occhi. E mentre mio marito, dopo avermi usato violenza, usciva dalla porta sbattendola con fragore, rimasi ad occhi spalancati a chiedermi il perché di tutti quegli avvenimenti: perché Neji era tornato prima? Perché avevo costretto Naruto a restare ancora in quella stanza? Perché Neji non aveva capito i miei sentimenti? Ora il ricordo sereno di quegli ameni momenti passati a fare progetti sul futuro con Naruto mi sembrava un racconto inverosimile, come una favola. Rimasi sul letto quasi tutto il giorno, immobile. In parte perché non ne avevo la forza, in parte perché il dolore fisico mi impediva di fare qualunque movimento.
E, quando la sera, Neji tornò nella nostra camera, si comportò come se non fosse successo niente. Mi rivolse uno sguardo spento e, dopo essersi infilato la tenuta notturna, si mise sotto le coperte senza una parola. Pensai che si fosse addormentato quasi subito, ma dopo qualche minuto, si girò a pancia in su e mi parlò.
-Ho riferito a tuo padre l’accaduto.- disse guardando il soffitto. Poi, dal momento che non rispondevo, mi rivolse una veloce occhiata. –Non ti interessa sapere cos’ha detto?- chiese. Emisi un verso sprezzante.
-E cosa avrà mai detto? Che forse è vero che ha sbagliato a farmi sposare senza tenere da conto i miei sentimenti? Che sarà ben felice di lasciar vivere a me e Naruto il nostro amore?- chiesi con tono duro, stringendo gli occhi. Con la coda dell’occhio vidi lui fare lo stesso gesto, per poi tornare a fissare il soffitto digrignando i denti.
-Si è molto arrabbiato. Dovresti ringraziarmi, invece che schernirmi: l’ho pregato di risparmiarti, e di limitare la punizione solo al servo.- continuò come se non mi avesse udita. Qualcosa dentro di me si smosse, e la paura mi attanagliò il cuore. Mi girai a guardarlo, confusa.
-Di cosa stai parlando?- chiesi. Anche Neji si voltò verso di me, con una strana luce negli occhi.
-Tuo padre ha deciso di far fucilare il servo in seguito alla sua aggressione nei miei confronti. Verrà giustiziato domani al tramonto.- scandì mio marito guardandomi negli occhi.
Sulle prime non capii: fucilare? Che cosa intendeva? Se avessero fucilato Naruto sarebbe morto, no?
Poi la realtà e il senso di quelle parole si fecero strada nella mia mente, e compresi. Naruto, il mio Amore, l’unica persona che io abbia mai amato sarebbe morta in meno di ventiquattr’ore. Guardai Neji con terrore e lanciai un agghiacciante urlo di dolore che -come mi riferì Hanabi più tardi- si propagò per tutta la villa. Dopodiché svenni.
Mi risvegliai la mattina dopo che il sole era già alto e Neji già uscito dalla camera. Mi vestii in fretta e furia e corsi nell’unico posto in cui sarei stata al sicuro: la camera di Hanabi. Come entrai nella stanza, Hanabi si alzò dalla scrivania -stava scrivendo una lettera- e mi corse in contro per abbracciarmi. Ci sedemmo sul letto e scoppiai in lacrime e singhiozzi, mentre mia sorella, senza dire una parola -cosa avrebbe potuto dire?- mi accarezzava dolcemente i capelli e mi cullava. Quando esaurii le lacrime, guardai mia sorella in cerca di aiuto.
-Dobbiamo fare qualcosa…devo fare qualcosa! Lo uccideranno se non lo aiuto!- dissi febbrilmente. Hanabi mi guardò con gli occhi lucidi.
-Non possiamo fare nulla, Hinata. Nostro padre ha deciso così ed è un miracolo se non ci sarai anche tu, stasera, accanto a Naruto.- mormorò scuotendo il capo.
-Come se fosse qualcosa di cui gioire!- gridai allontanandomi da lei –Come se dovessi essere felice del fatto che continuerò a vivere senza il mio unico amore! A questo punto sarebbe stato meglio se nostro padre avesse deciso di ucciderci entrambi!- continuai ricominciando a piangere.
-Devo vederlo almeno un’ultima volta…- mormorai subito dopo, andando verso la porta.
-Non te lo permetterà, Hinata, e lo sai.- mi avvertì Hanabi con tono incolore. Mi voltai a guardarla, confusa.
-Nostro padre non vuole più parlarti. Ieri l’ho sentito discutere con nostra madre sul fatto di diseredarti…- mi spiegò mia sorella.
Stetti immobile per qualche attimo. Poi alzai le spalle e, senza dire una parola, uscii dalla stanza, lasciando Hanabi sconsolata dietro di me.
Mi diressi con passo deciso verso il piano sotterraneo della villa, dove erano situate le celle e, quindi, Naruto. Sulla piccola porta d’entrata al sotterraneo trovai il mio primo ostacolo: una guardia messa appositamente da mio padre per evitare qualunque contatto tra me ed il mio Amore. Infatti, quando gli chiesi di farmi passare, l’uomo mi rispose con voce stentorea che gli era stato espressamente ordinato di non farmi entrare. Decisi di usare ogni mezzo per vedere Naruto per l’ultima volta: iniziai a singhiozzare disperata ed in modo straziante, pregandolo di lasciarmi entrare. Dopo qualche minuto, la guardai si intenerii e decise di lasciarmi entrare, a patto di essere accompagnata da lui e di non restare là dentro per più di due minuti.
Mentre scendevamo le scale, sentivo la presenza di Naruto in una di quelle celle. Sapevo che era vicino e quella consapevolezza mi fece provare quasi un dolore fisico.
-È qui. Faccia in fretta.- disse l’uomo accennando con la testa ad una cella buia.
Quasi mi lanciai sulle sbarre della cella, tanto era forte il mio desiderio di avere tra le braccia il mio Amore.
-Naruto, Naruto!- chiamai. Dal fondo della cella provenne un mugolio e, dalle tenebre, vidi uscire il mio Amore, barcollando e zoppicando. Lanciai un grido: a quanto pare i suoi carcerieri si erano divertiti a picchiarlo selvaggiamente. Sul viso aveva numerosi ematomi e sul petto -ancora nudo, come l’ultima volta in cui l’avevo visto- si potevano chiaramente cedere lunghe strisce arrossate, alcune delle quali ancora sanguinanti, che mi fecero supporre che l’avessero addirittura frustato. Quando mi vide, i suoi occhi spenti si riempirono di vita.
-Hinata…oddio, Hinata!- gridò venendo verso di me. Fece in tempo solo a sfiorarmi un dito, poiché la guardia, dopo che Naruto si fu avvicinato, mi aveva afferrata per la vita e mi aveva allontanata dalla cella.
-Che stai facendo! Lasciami subito!- gridai rivolta alla guardia, ma guardando Naruto, come se fissandolo avessi potuto raggiungerlo. Lui tendeva una mano verso di me attraverso le sbarre e continuava a chiamare il mio nome, come se fosse stata l’unica parola da lui conosciuta.
-Mi dispiace, padroncina Hinata, ma ho già disubbidito agli ordini di vostro padre lasciandovi venire quaggiù. Se vi permettessi di avere un contatto, sarei condannato anch’io.- spiegò la guardia a mo’ di scusa. Intanto io tendevo la mia mano a Naruto a mia volta, cercando di raggiungerlo. Provavo un vero e proprio dolore fisico nel vederlo davanti a me, così vicino, ma non poterlo toccare e stringere a me. passammo i due minuti concessi dalla guardia a guardarci negli occhi ed a mormorare i nostri nomi e, quando furono scaduti, la guardia dovette letteralmente trascinarmi via dai sotterranei.
-NARUTO!! NARUTOOO!!!-
-HINATA NON ANDARE!!! HINATA!!!-
Tutti i sotterranei rimbombavano delle nostre grida disperate.
Fui trascinata di peso nella mia stanza, dove venni rinchiusa a chiave per tutto il giorno e dove piansi e gridai il mio dolore.
Tutto ciò è quello che è accaduto a me ed al mio Naruto in questi anni qui in Inghilterra. Ora non so cosa fare, non so come salvare Naruto e non so come comportarmi dopo la sua morte. Ma un’idea si sta facendo strada nella mia mente e, dopotutto, seguirla sarebbe il male minore.
Lascio questo diario sulla mia scrivania nella speranza che qualcuno -i miei genitori, più di tutti- lo legga, in modo da comprendere le sofferenze di due innamorati ai quali è stato proibito di amare.
 
La sera, al tramonto, Hinata Hyuuga udì la porta aprirsi e vide Neji Hyuuga farle un cenno con una mano.
-Esci, è giunto il momento.- disse freddamente. La giovane alzai come in trance, e camminò fino al giardino sul retro della villa senza nemmeno accorgersi di ciò che stava facendo: il suo unico pensiero era che Naruto Uzumaki sarebbe presto morto sotto i suoi occhi. Quando giunsero a luogo dell’esecuzione, il padre, la madre e la sorella Hanabi erano già lì. Lady Hyuuga rivolse ad Hinata uno sguardo sofferente ed Hanabi fece per andarle incontro, ma venne bloccata da Lord Hiashi -che, oltretutto, non aveva nemmeno guardato la figlia- e venne fatta riposizionare al suo posto, accanto alla madre. La ragazza non salutò nessuno e nessuno la salutò o le rivolse la parola. Le guardie armate -coloro che Hinata avrebbe sempre visto come gli assassini del suo amante- erano già posizionate in riga davanti al muro, in attesa che il giovane servo arrivasse. Non dovettero attendere molto, poiché dopo qualche minuto di silenzio, il carceriere e Naruto fecero al loro comparsa. Hinata non riuscì a trattenere un singhiozzo ed un gemito di dolore alla vista del suo amato che camminava lentamente verso il patibolo. Suo padre, accortosi della reazione della figlia, le parlò duramente:
-Che ti serva da lezione, Hinata. Devi capire che la fedeltà è una qualità molto importante in una donna e, soprattutto, devi capire che ogni tua azione porta ad una conseguenza più o meno grave.- disse senza guardarla.
Hinata non ascoltava e teneva gli occhi fissi sul suo amante che al osservava a sua volta come se il mondo ruotasse attorno a lei.
Le guardie, intanto, puntarono i fucili.
Venne chiesto a Naruto quali fossero le sue ultime parole.
-Ti amo, Hinata.- rispose con un sorriso. la ragazza, in prima fila, scoppiò in lacrime e mormorò il suo nome come una cantilena.
Hiashi Hyuuga diede l’ordine di sparare.
E vide sua figlia fare uno scatto e correre in direzione di Naruto, in mezzo ai proiettili scagliati dai fucili delle guardie. Vide sua figlia colpita alla schiena accasciarsi tra le braccia di Naruto, tanto incredulo quanto lui, prima che questo cadesse a sua volta. Vide Hinata, con un ultimo sforzo, posare un leggero bacio sulle labbra di Naruto, e vide lui ricambiare poco prima che al vita lo lasciasse. Li vide cadere a terra insieme, abbracciati. E poi il dolore s’impadronì di lui.
la villa degli Hyuuga si riempì di grida di dolore da parte di Hiashi, di accuse di assassinio da parte di Lady Hyuuga, di insulti al padre ed a Neji da parte della piccola Hanabi e di gemiti sofferenti da parte di Neji. I due cadaveri vennero fatti portare via e i funerali dei due amanti vennero celebrati due giorni dopo.
Un funerale sfarzoso sia per Hinata che per Naruto: Hanabi si era prodigata ed aveva fatto di tutto perché entrambi avessero un giusto funerale, purtroppo non aveva convinto i genitori a farli seppellire insieme.
Hinata venne sepolta nella crepita degli Hyuuga, in una grande tomba di marmo bianco. Naruto venne gettato in una fossa comune, come tutti i servi. Gli sforzi di Hanabi a nulla erano serviti.
Il diario di Hinata venne pubblicato dalla sorella, e presto divenne un best seller che insegnò a tutti il vero valore dell’amore e del sacrificio.

Note dell'autrice:
Premessa: FERME NON UCCIDETEMI E NON SMETTETE DI SEGUIRMI!!!!!!!!!!
Orbene. Salve followers! L'autrice è una grandissima carogna sadica che si diverte a distruggere le felici storie d'amore dei suoi personaggi preferiti. Ma questo era il mio progetto principale per il finale della fic. Doveva seguire l'ordine tristezza-->incontro-->amore-->problema-->morte e così è stato. Ma dato che voi siete state così gentili da seguirmi epr tutto questo tempo, ho deciso di farvi un regalino per ringraziarvi (e questa sorpresina spiegherà anche l'infinita lunghezza di questo "ultimo" capitolo): ho deciso di fare un finale alternativo, in cui tutto finisce bene, una sorta di capitolo 13bis (credo che lo intitolerò così). Ora, ho dovuto mettere quelli che credo essere due capitoli in uno perchè mis erviva un attacco neutro da cui proseguire in modo tragico e allegro e la fine del capitolo 12 mi è sembrata perfetta. Quindi alè, continuate a dare un occhio alla mia fic, perchè tra qualche tempo arriverà il finale alternativo (non penso ci vorrà molto, ce l'ho già tutto in testa, ma chissà che l'ispirazione non faccia scherzi!).
Grazie ancora a voi che mi seguite con pazienza e che ancora non mi avete uccisa con metodi più o meno dolorosi (io ho paura di luminum10 adesso!) Al prossimo ultimo capitolo!!
P.s: scusate per il ritardod ella pubblicazione ma,come vedete, il chappy è lunghetto ^_^

@Shygirl92: wow, grazie dei complimentissimi! ^///^ sono felice che la mia fic ti sia piaciuta, spero che anche il finale ti sia piaciuto ugualmente (e se no, pazienza, tanto c'è quello alternativo!)!

@Lorenz_123: non hai idea del casino che ho dovuto fare per capire quanto tempo ci avrebbero messo a fare il viaggio dall'Inghilterra al Giappone! è distruttivo pensare nell'800 XD Naruto che sviene al posto di Hinata è stato unos cambio voluto, felice che vi sia piaciuto ^_^

@michiyo1age: compagna! Visto che brava? Ho aspettato a finire il chappy giusto epr il tuo ritorno in patria! Ma comunque nemmeno questa volta sarai la prima recensire :P :P :P ciuci, chiudi gli occhi e capiscimi! Ti ho infilato Tem&Shika, quindi ruhe!! E se la Hinata del capitolo precedente ha le palle, questa ha le contropalle! Yeah! Hina powah! Ebbene, il cahppy 13 è sfigato si, almeno in questa versione...nella prossimaun po' meno ;)

@WinterMoon: secondo me Tem l'ha minacciato in modo più o meno violento XD Ma sono così prevedibile sul ritrono anticipato di Neji? T^T mid eprimo...Vediamo se riuscirete ad anticiparmi anche sul finale alternatico?!

@kry333: eh, ho detto che Shika si è scomodato, non pretendere che si applichi troppo! Sarebbe troppo faticoso XD ecco, un'altra che prevede le mie mosse *depression* ç^ç perchèèèè?!

@luminum10:
che fai? Metti via la palla! Ho detto via la palla! No! Ferma! Non schiacciare, non schiacc- *BLAM!!!* *autrice con il naso rotto* lol spero che stamattina ti sia svegliata bene, sennò rischio di essere fucilata anch'io!! Bè, per ora che il sad ending, ma per te, Vaius e, credo, tutte le altre la sopresina è il carinissimo happy ending che mi frulla in testa! E tutto grazie alla vostra voglia di allegria, perchè all'inizio mica ci avevo pensato di fare il finale altenrnativo!! Mi avete plagiata XD

@Gavroche: ho riletto anche questa volta, però ci sono dei congiuntivi che non sconfinferano neanche me...che si f**tano!! I tuoi puntini sulle "i" te li rirpendi, perchè ho fatto apposta ad alternare linguagigo alto a linguaggio basso: è pur sempre Temari, sarebbe stata comunque troppo OOC se l'avessi fatta parlare troppo forbita! Ti perdono solo eprchè ancora non conosci il carattere di Tem u_u Ecco, ora la tua trepidante attesa è giunta alla fine! La prossima volta dovrai aspettarti qualcosa di carino :D Spero che tu non abbia preso il mio ritardo come un TRADIMENTO!! :P
Kiss

@Vaius: sensitiva! Lettrice nel pensiero! Ai vecchi tempi quelle come te le bruciavano! :P scherzi a parte: probabilmente avrai già immaginato la fine tragica e tutto il resto...ma il finale alternativo? L'avevi rpevisto?? Dimmi di no, acnhe se l'avevi previsto, mi deprimerei troppo sennò XD

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Capitolo 14
*** 13.bis: Alternative End ***


13. bis Alternative End I giorni seguenti all’arrivo della lettera di Temari furono giorni felici. Eravamo spensierati e contenti, liberi, senza preoccupazioni; passavo le mie giornate a passeggiare in giardino,a dipingere oppure in camera di Hanabi a fare progetti sul mio futuro. E la notte, beh la notte era il mio momento preferito. la notte era come un preludio a quella che sarebbe stata la mia vita insieme a Naruto, una volta fuggiti dall’Inghilterra. Lui mi raggiungeva ogni volta pieno di desiderio e, impaziente, incollava subito le sue labbra alle mie, infondendomi il calore che mi avrebbe nutrito di lì fino alla mia morte.
Ormai mancavano due giorni alla nostra fuga. Essendo una bella giornata, avevo convinto Hanabi ad uscire da camera sua e ad accompagnarmi nel parco della villa. Inizialmente si era lamentata ed aveva tentato di opporsi accampando deboli scuse. Ma, dopo che l’ebbi quasi trascinata fuori dalla villa, dovette ricredersi: i tiepidi raggi del sole scaldavano la pelle senza però accalorare e spirava un’aria piacevolmente fresca. Passeggiavamo chiacchierando del più e del meno, fermandoci talvolta per cogliere dei fiori che avremmo poi regalato a nostra madre. Da un po’ di tempo, infatti, avevo deciso di dedicare più attenzioni a mia madre, dal momento che mi ero resa conto che quelli sarebbero stati gli ultimi giorni che passavo con lei. Era un pensiero malinconico, ma non riuscì ad intristirmi: presto avrei iniziato una nuova vita con l’uomo che amavo. Hanabi interruppe il filo dei miei pensieri con una domanda alla quale non prestai attenzione.
-Come hai detto, Hanabi? Non ti stavo ascoltando.- mi scusai scuotendo leggermente la testa.
-Sei sempre con la testa tra le nuvole, Hinata!- sbuffò lei –Ti ho chiesto come farete ad incontrarvi con i sottoposti dei Nara.-
-Ci ha già pensato Naruto.- risposi –Si è incontrato con i sottoposti due giorni fa, in modo da accordarsi sul luogo e l’ora in cui ci incontreremo. Abbiamo deciso che…-
-No, ferma, non dirmi niente!- mi interruppe Hanabi coprendosi le orecchie con le mani –Meno ne so, meglio è! E poi chissà che anche gli alberi abbiano orecchie in questa villa…- proseguì guardandosi intorno con fare sospettoso.
-Ma..-provai a replicare, ma venni zittita dalla mia buffa sorellina, che mi posò un dito affusolato sulle labbra, sibilando. A quella reazione, che la rese così simile a mia madre, scoppiai a ridere e risi fino alle lacrime. Quando mi asciugai gli occhi e mi voltai verso Hanabi, lei era immobile con un’espressione indecifrabile in volto, un misto di incredulità e irritazione.
-Scusami!- esclamai nascondendo un sorriso. Lei fece un verso sprezzante e mi voltò le spalle, alzando il naso. Trattenendo un’altra risata, la abbracciai da dietro, schioccandole un bacio sulla guancia.
-Ti voglio bene, Hanabi!- dissi ridendo.
-Sei matta, Hinata. Sei tutta matta!- disse lei ridendo a sua volta.
Quando finimmo la nostra passeggiata, avevamo entrambe raccolto due graziosi mazzolini colorati, che ci affrettammo a legare con due nastri di raso. Poi raggiungemmo mia madre e glieli porgemmo con un sorriso. la sua sorpresa mi riempì di gioia, e pensai che sarebbe stato bello se mi avesse sempre ricordata così, dolce, gentile e premurosa.
La sera mi stavo spazzolando i capelli quando comparve Naruto alle mie spalle.
-Sei sempre più silenzioso!- constatai posandogli un bacio sulle mani. Lui mi prese la spazzola e continuò il mio lavoro in silenzio. Dopo qualche minuto, posò l’oggetto e prese a massaggiarmi dolcemente le spalle. Mi godetti quel massaggio ad occhi chiusi e, a bassa voce, iniziai ad evocare immagini della nostra vita futura.
-Prova ad immaginare come saremo tra qualche anno…insieme, sposati, con il nostro bambino –o bambina che muove i primi passi…sarà il Paradiso…- cantilenai.
Lui annuiva e sorrideva sui miei capelli mentre io continuavo a fantasticare ed a delineargli il nostro futuro insieme. Passammo un’altra notte di passione e dolcezza, un preludio di quello che avremmo passato nei prossimi anni -cosa che, peraltro, mi riempì di gioia-.
Due giorni dopo, con una scusa, io e Naruto andammo separatamente al porto dal quale sarebbe salpata la nostra nave. Io ed Hanabi -avevo detto a mia madre che sarei andata a passeggio e a fare compere per Londra insieme a mia sorella- ci dirigemmo spedite fino al porto, dove attendemmo Naruto. Arrivò dopo qualche minuto, portando la mia valigia, dove avevo inserito il minimo indispensabile per la traversata. Posò la valigia a terra  e mi rivolse un sorriso luminoso.
-Buongiorno amore.- disse stringendomi la mano. Poi, rivolto ad Hanabi: –Buongiorno padroncina Hanabi.-
-Buongiorno.- risposi guardandolo di sottecchi ed arrossendo.
-Naruto, ormai non sei più un mio servo, siete liberi ormai. Puoi chiamarmi tranquillamente Hanabi e basta, e darmi del tu.- disse Hanabi con un sorriso affettuoso. Si sorrisero e io vidi negli occhi di Hanabi un velo di nostalgia prematura e di leggera malinconia dovuta alla nostra partenza. La vidi aprire la bocca per dire qualcosa, ma venne interrotta da un ragazzo della mia età che posò una mano sulla spalla di Naruto, con un sorriso.
-Oh, Kiba!- esclamò Naruto ricambiando il sorriso. –È uno dei sottoposti dei Nara.- spiegò a me e mia sorella. Il ragazzo, Kiba, annuì e prese parola con un sorriso affabile.
-Sono Kiba Inuzuka, sottoposto del caro vecchio Shikamaru Nara e della terribile e minacciosa ma sempre onorevole Temari Nara, per servirvi, madamigelle.- disse con un inchino cerimonioso. –Bando alle ciance: sono venuto ad avvertirvi che manca poco alla partenza, perciò se dovete abbandonarvi ad addii strappalacrime, bè, questo è il momento giusto per farlo.- disse con un’alzata di spalle guardando me ed Hanabi. Naruto gli diede un leggero pugno sullo stomaco.
-Lasciamole sole e fammi vedere la nave, intanto.- propose il mio Amore.
-No, Naruto, resta per piacere…- disse Hanabi con un leggero rossore sule guance.
Il ragazzo fece un cenno a Kiba, che si allontanò con un’alzata di spalle dicendo che sarebbe venuto a chiamarci al momento della partenza.
Restammo in silenzio per qualche attimo, poi Hanabi si avvicinò a Naruto e gli mise entrambe le mani sulle spalle, piantando gli occhi nei suoi.
-Naruto, tu, per me, in questi ultimi tempi sei stato sempre più simile ad un fratello e non solo perché sei l’uomo della vita di mia sorella.- scandì senza distogliere lo sguardo –Forse me ne accorgo solo ora, ma la tua assenza nella villa si farà sentire non poco e questo mi rattrista, ma questa malinconia non è niente in confronto alla felicità che provo sapendo che la vostra fuga vi garantirà una bellissima vita in libertà.- concluse abbracciandolo. Rimasi sorpresa: Hanabi non aveva mai esternato il suo affetto per Naruto -nonostante io l’avessi intuito-. Vidi la mia sorpresa negli occhi di Naruto, che mi lanciò uno sguardo allarmato che significava “E ora che faccio?” al quale risposi con un gesto della mano per fargli capire di ricambiare l’abbraccio, cosa che fece. Hanabi sciolse l’abbraccio e fece una carezza a Naruto, sorridendo. Poi si voltò verso di me e corse ad abbracciarmi, nascondendo la faccia sulla mia spalla.
-Ti chiederei di non andare, se non fosse una richiesta crudele ed egoista.- disse con voce umida, e io capii che stava piangendo –Ma dal momento che io non sono né crudele né egoista ti lascerò andare, e pregherò tutti i giorni perché possiate avere una bella vita, tu, Naruto e il vostro bellissimo bambino.- continuò accarezzandomi la pancia. Poi si staccò da me e si sfregò gli occhi lucidi.
-Abbi cura di te, Hinata. Ti voglio bene.- disse con voce tremante.
-Anche tu, sorellina. Ti voglio tantissimo bene e te ne vorrò sempre, indipendentemente dalla distanza che ci separa.- mormorai sentendo lacrime calde che scendevano dalle mie guance. Ci abbracciammo a lungo, finchè non arrivò Kiba per dirci che era giunta l’ora di partire. Posai un bacio sulla fronte di mia sorella, promettendole che le avrei scritto non appena fossi arrivata.
Così io e Naruto salimmo sulla nave che ci avrebbe portato via dall’Inghilterra per sempre. Mentre ci allontanavamo, tenevo lo sguardo puntato su mia sorella, immobile e a braccia conserte, che non distoglieva gli occhi dalla nave. Quando divenne troppo piccola per poterla distinguere, presi per mano Naruto e  gli posai un dolce bacio sulle labbra: la nostra nuova vita era iniziata.
Il nostro viaggio fu lungo, ma non troppo stancante, almeno per la prima parte. Naruto ebbe qualche problema di mal di mare, cosa che fece molto divertire Kiba, che ormai era diventato quasi il suo migliore amico: ci stava sempre appresso e ci raccontava storielle divertenti -e anche un po’ sconce-. Ci disse anche che non avremmo avuto il tempo per visitare i posti in cui avremmo fatto scalo: questo è stato un vero peccato, poiché ci tenevo a visitare alcune città della Francia, ad esempio…ma, dopotutto, stavamo scappando, e non c’è tempo per le piacevoli visite, per i fuggiaschi. Infatti, non appena attraccammo, Naruto si prese in spalla la valigia e, guidati da Kiba, raggiungemmo la stazione dalla quale sarebbe partito il treno che ci avrebbe condotto attraverso la Russia, fino a Mosca. Alla stazione trovammo altri due sottoposti dei Nara, che ci fecero da scorta per tutto il resto del viaggio. Erano due persone molto diverse tra loro: uno era alto e silenzioso e, a dirla tutta, leggermente inquietante. Il suo nome era Shino Aburame. Il suo compagno, che disse di chiamarsi Lee, era l’opposto: un corpo atletico e una grande allegria e forza di volontà -e anche due enormi sopracciglia, mi fece notare Naruto facendomi ridacchiare-. Dissero che avrebbero fatto di tutto per adempire agli ordini che i loro padroni -“specialmente Temari-sama”, aggiunse Lee con un leggero brivido- gli avevano impartito: proteggerci e rendere il nostro viaggio piacevole.
Effettivamente, la nostra traversata ferroviaria fu interessante e a tratti divertente: Kiba, Shino e Lee ci raccontavano aneddoti divertenti della loro vita e, contemporaneamente, ci davano informazioni sui cambiamenti del mio amato Giappone. E, di tanto in tanto, si smarrivano in divertenti discussioni riguardanti gli argomenti più differenti e normali. Una volta persino Naruto prese parte ad una di queste schermaglie: Kiba stava discutendo con Lee riguardo a quale fosse il miglior modo di cucinare il ramen. A quella parola, Naruto disse subito la sua ed iniziò una filippica lunghissima sull’arte del cucinare il ramen -sue testuali parole- che mi fece ridere a crepapelle. Io passavo il tempo ascoltando i discorsi dei miei accompagnatori, dormendo o scrivendo una lettera per Hanabi, nella quale le descrivevo i paesaggi che osservavo e ciò che succedeva ogni giorno di viaggio. Dopo molto tempo raggiungemmo Mosca. Prima di scendere dal treno, Shino, che durante la traversata era stato piuttosto silenzioso, tranne che in alcuni casi, ci consigliò di coprirci bene, poiché la temperatura sarebbe stata parecchi gradi sottozero. Ed aveva ragione: infatti, quando scendemmo, ci investì una gelida folata di vento, che portò con sé molti fiocchi di neve. Restammo a Mosca per qualche ora, prima che arrivasse il treno che ci avrebbe condotto ad Hong Kong, ma quelle poche ore non erano abbastanza per visitare Mosca, mi disse Kiba. Così restammo nei pressi della stazione a giocare con la neve: Kiba, Lee e Naruto si misero a lanciarsi palle di neve, mentre io e Shino li guardavamo a distanza. Erano carini, pensai: sembravano dei bambini spensierati. Mi chiesi se non fosse una premonizione del futuro, con Naruto al posto di nostro figlio. Sorrisi a quel pensiero, e tirai un calcetto ad un mucchio di neve accanto a me. Improvvisamente fui colpita alla nuca da una palla di neve. Mi girai trafiggendo con lo sguardo i tre tiratori, chiedendo chi aveva osato colpirmi con tono scherzosamente minaccioso: stavo abbandonando i miei modi da giovane dama per sostituirli con un comportamento più “normale” -o indecoroso, secondo mia madre-. Kiba e Lee scossero la testa ed indicarono Naruto un l’indice, senza che questo se ne accorgesse. Annuii ed ammiccai ai miei compagni con aria complice. Poi, senza essere vista, sgattaiolai furtivamente alle spalle di Naruto e gli infilai una manciata di neve gelida dentro al colletto della maglia. Lo vidi fare un salto incredibile, lanciando un grido sorpreso. Si girò verso di me, che gli feci una linguaccia, e mi saltò addosso facendomi cadere su un ammasso di neve morbida. Avrei dovuto provare freddo, ma il calore del suo amore -e del bacio che mi diede dopo avermi atterrata- vinsero il gelo esterno. Così presi parte anch’io alla battaglia di palle di neve e riuscimmo a coinvolgere persino Shino. Alla fine eravamo tutti stanchissimi e bagnati dalla neve ma, soprattutto, eravamo contenti.
Qualche ora dopo eravamo in viaggio per la Cina. Appena saliti sul treno ci addormentammo in preda ad un’incredibile stanchezza, data dal nostro precedente conflitto gelato. La seconda parte del nostro viaggio proseguì all’incirca nello stesso modo della prima: piacevoli conversazioni, divertenti schermaglie e momenti di tranquillità, che passavo abbracciata, o con la testa in grembo a Naruto.
Infine giungemmo ad Hong Kong. La temperatura era molto più mite di quella moscovita, e l’assenza di neve ci impedì di iniziare una nuova battaglia. Anzi, dovemmo camminare piuttosto velocemente per raggiungere il porto, dal momento che la nostra nave sarebbe partita solo qualche minuto dopo il nostro arrivo. Quando infine ci imbarcammo, io e Naruto restammo soli per qualche momento. Lui mi abbracciò forte da dietro e strofinò la guancia contro il mio orecchio.
-Ci pensi, ancora qualche giorno e finalmente torneremo in Giappone. Finalmente avremo la nostra vita, insieme, io e te con nostro figlio.- disse accarezzandomi la pancia.
-Già, non vedo l’ora. Sono così emozionata! Mi sembra ancora impossibile che sia andato tutto bene!- esclamai girandomi verso di lui e baciandolo delicatamente.
Tre giorni dopo, la nostra nave attraccò in Giappone. Mi vennero le lacrime agli occhi quando toccai per la prima volta dopo anni la mia terra natia.
-Finalmente a casa, eh?- disse Naruto appoggiando la valigia a terra e stiracchiandosi. Mi voltai a guardarlo più felice che mai e gli saltai al collo ridendo. Cademmo a terra abbracciati e sorridenti, e saremmo rimasti così ancora per molto tempo, se una voce forte e decisa, ma al contempo allegra, non ci avesse interrotti.
-Il ritorno delle pecorelle nell’ovile.- disse ironicamente Temari con un mezzo sorriso.
Alzai lo sguardo da Naruto e vidi Temari e suo marito Shikamaru in piedi di fronte a noi. Ci alzammo subito e gli rivolgemmo un profondo inchino.
-Temari-san, Shikamaru-san.- salutammo io e Naruto.
Anche i due Nara si profusero in un inchino, e ci salutarono con un sorriso. poi Temari venne verso di me e mi abbracciò con forza, sorridendo.
-Alla fine ce l’avete fatta!- esclamò guardando prima me e poi Naruto.
-Spero che i miei sottoposti non vi abbiano seccato durante il viaggio.- disse Shikamaru alzando un sopracciglio ed avvicinandosi alla moglie.
-No, no, anzi: sono stati davvero molto gentili e premurosi!- mi affrettai ad assicurare.
Shikamaru mi rivolse un sorriso sghembo, poi il suo sguardo seguì quello della moglie ed andò a posarsi su Naruto, che nel frattempo era rimasto silenzioso ed aveva cercato di farsi piccolo piccolo.
-E così questo sarebbe il servo che ha rubato il cuore della piccola Hinata, giusto?- chiese Temari con un leggero sorrisino.
Dato che Naruto non rispondeva, gli diedi una leggera gomitata sullo stomaco, per farlo reagire. Funzionò, poiché il mio Amore, dopo aver scosso al testa, rispose alla domanda -anche se retorica- di Temari.
-S-si, sono io…signora- balbettò arrossendo.
-Come ti chiami?- chiese Shikamaru inarcando un sopracciglio e squadrando Naruto per bene.
-Il mio nome è Naruto Uzumaki, signore.- rispose come un soldato.
-Sei ancora convinto di voler passare il resto della tua vita con Hinata? Di amarla per tutta la vita?- lo incalzò Temari, avvicinandosi.
Naruto fece un passo indietro, passò lo sguardo su ognuno di noi, soffermandosi su di me, chiuse gli occhi, prese un paio di respiri profondi e riaprì gli occhi, piantandoli in quelli verde acqua della signora Nara.
-Signora Nara, ci sono tantissime cose di cui non sono convinto e sicuro nella vita. Non gliele elenco nemmeno perché sennò tireremo notte, e penso che abbiate di meglio da fare. Tutto ciò che posso dirvi è che Hinata non rientra in questa categoria: la amo come non ho mai e come non amerò mai nessun’altro in vita mia. Quello che avete fatto per noi è incredibile, ancora stento a crederci, e non potrò mai ringraziarvi abbastanza per averci permesso di avere una vita vera, insieme. Per rispondere alla vostra domanda, signora Nara: si, sono fermamente convinto di voler passare il resto della mia vita insieme ad Hinata, e lo sa perché? Perché senza Hinata, per me, non ci sarebbe vita.- concluse Naruto senza distogliere lo sguardo da quello sorpreso di Temari.
La ragazza guardò suo marito, che le rispose con un’occhiata sbigottita per poi mettersi a ridere contemporaneamente. Naruto divenne rosso fin sulla punta dei capelli ed iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore -cosa che faceva sempre quando era nervoso  o imbarazzato-. Quando i due coniugi smisero di ridere, Shikamaru prese Naruto per le spalle e lo guardò con gentilezza.
-Ottimo, Naruto Uzumaki, ottimo. Se questi sono i tuoi sentimenti ed i tuoi propositi, allora io e Temari non possiamo che essere soddisfatti.- disse con un sorriso.
Naruto rimase a balbettare parole di ringraziamento, e dovetti prenderlo per mano per farlo smettere.
-Ora, sarete sicuramente stanchi del viaggio, giusto? Bene, venite con noi.- ci disse Temari prendendo il braccio del marito ed incamminandosi fuori dal porto.
Io ed il mio Amore, mano nella mano, seguimmo i nostri salvatori fino ad una carrozza ferma sul bordo della strada. Da dentro il veicolo, Temari ci fece segno di entrare a nostra volta.
Durante il viaggio raccontai con Temari del nostro viaggio, mentre Naruto parlava con Shikamaru circa villa Hyuuga, dal momento che il signor Nara era incuriosito dalle differenze tra lo stile di vita “inglese” adottato dalla mia famiglia e la tradizione giapponese dei Nara.
Dopo circa un’ora, la carrozza iniziò a traballare, cosa che mi fece presumere che ci stavamo avventurando su un terreno sconnesso. Cercai di sbirciare fuori dal finestrino, ma Temari, lesta, chiuse la tendina con un sorriso furbo.
-Oh no, Hinata! è una sorpresa!- disse ammiccando. La guardai interrogativa, ma non feci domande e mi strinsi a Naruto, posando la testa sulla sua spalla.
Passammo ancora una mezz’ora di traballamenti, fin quando la carrozza non si fermò.
-Ci siamo!- esclamò Temari, eccitata come un bambino a Natale. Diede qualche leggera spinta al marito per farlo scendere, che borbottò qualcosa come “che seccatura”, e poi uscì dalla carrozza tutta sorridente. Feci per seguirla, ma mi disse di aspettare ancora un momento: si lisciò il vestito e si schiarì la voce per poi iniziare un discorso solenne.
-Hinata Hyuuga e Naruto Uzumaki,- disse lanciandoci un’occhiata e facendoci segno di scendere –È con immensa gioia che vi presento il vostro nuovo villaggio!- esclamò aprendo le braccia. Io e Naruto rimanemmo a bocca aperta: davanti a noi c’era un piccolo villaggio circondato da un grande bosco, molto caratteristico, che mi sembrava di aver visto in un quadro a casa mia. Le case erano distanziate le une dalle altre e si potevano vedere all’orizzonte i vari campi coltivati. Guardai Temari e Shikamaru con le lacrime agli occhi, ma prima che potessi dire qualunque cosa, la ragazza mi prese per mano e s’incamminò sulla strada principale del villaggio. Naruto e Shikamaru ci seguivano confabulando e ridacchiando di tanto in tanto. Improvvisamente Temari svoltò in una stradina in salita, che si insinuava nel bosco. Camminammo ancora per qualche minuto, finchè non giungemmo ad una radura poco distante dal villaggio. Al centro di quest’ampia radura c’era una graziosa casetta di legno, con un giardino antistante. Temari si fermò e mi rivolse uno sguardo carico di aspettativa.
-Allora, ti piace?- chiese leggermente ansiosa. Io rimasi a bocca aperta e non proferii una parola: dire che ero stupita è un eufemismo. Non mi aspettavo così tanto dai Nara! Certo, nella lettera Temari mi aveva anticipato che ci avevano fornito du un’abitazione, ma non mi aspettavo certo una cosa così!
-Non ti piace?-chiese Temari con una nota di delusione. Mi girai repentinamente verso di lei con le lacrime agli occhi e le saltai al collo, abbracciandola con forza.
-Grazie, grazie, grazie…è bellissima, grazie, grazie…- continuavo a ripetere singhiozzando.
-Porca vacca!!- esclamò Naruto alla vista della casetta. Il suo grido e l’espressione sbigottita di Shikamaru mi fecero ridere a crepapelle, e mi sentii una stupida a ridere e piangere nello stesso momento.
I Nara rimasero con noi a mostrarci la casa fino a sera, per poi lasciarci soli nella nostra nuova abitazione. Stanchi com’eravamo, Naruto ed io ci addormentammo subito con il sorriso sulle labbra e la certezza che d’ora in poi la nostra vita sarebbe stata fantastica.

***
5 anni dopo.

Ancora non mi sembra vero! Ho ritrovato il mio vecchio diario! E quante cose ci sono scritte dentro…e in che linguaggio! Mi sembra incredibile pensare che una volta scrivevo e parlavo in quel modo così…forbito! Bè, dal momento che l’ho ritrovato, lo aggiornerò un po’ con le ultime cose successe in questi 5 anni. Dunque: io e Naruto ci siamo sposati un mese dopo il nostro arrivo, con i nomi di Minato e Jiyu Uzumaki. Abbiamo cambiato i nomi per via della sicurezza, non si sa mai che un giorno la mia famiglia torni in Giappone…Minato era il nome del padre di Naruto, morto in guerra, mentre il nome che mi sono scelta io, Jiyu, è la parola giapponese per “libertà”. Un nome che, adesso, mi si addice! Gli abitanti del villaggio ci conoscono con quei nomi, ma quando io e mio marito siamo da soli, torniamo ad essere Naruto ed Hinata. Sei mesi dopo partorii la nostra bellissima bambina: un fagottino con due immensi occhioni azzurri, naturalmente, e una corta zazzera nera. La chiamammo Hanabi, in onore alla mia sorellina, e tutti gli abitanti del villaggio le si affezionarono subito. Shikamaru, poi, entra in visibilio ogni volta che al vede! La adora! E anche Temari le vuole molto bene e poi, tre anni fa, anche lei ha dato alla luce un figlio, un maschietto, che è diventato presto il compagno di giochi di Hanabi.

Ora la nostra vita prosegue felice: Naruto lavora nei campi, come praticamente ogni uomo qui, mentre io sto a casa a badare alla piccola Hanabi e a ricamare lavoretti che, ogni tanto, vendo al mercato al villaggio. L’unico contatto che ho con la famiglia Hyuuga sono le lettere che mi spedisco con mia sorella. Ci scriviamo ogni mese, ma i miei genitori e Neji non sanno che sono io la destinataria di tutte quelle lettere. Mi ha raccontato che, dopo la mia fuga, c’è stato una bella confusione in casa Hyuuga per coprire lo scandalo, ma che, dopo qualche settimana, ormai ero bella che dimenticata. Meglio così. Neji si è risposato con una donna più grande di lui ma che comunque gli ha dato già tre figli, e sembra incinta del quarto. Anche Hanabi si è sposata, mi ha detto, con un giovane Lord inglese che la rende felice. A quanto pare, mio padre ha abbandonato l’idea di continuare una stirpe puramente Hyuuga. Ma, tutto sommato, la mia sorellina dice che la vita prosegue felice anche da loro.
Ah, dimenticavo: sono incinta del nostro secondo figlio! Sono già al settimo mese, ed Hanabi guarda sempre con un po’ di sospetto e curiosità il mio pancione. Naruto spera che sia un maschietto, anche perché lui dice sempre che è in inferiorità numerica e che potremmo schiavizzarlo senza problemi. Hanabi ride sempre a queste battute!
Ora devo andare, la piccola mi sta chiamando con insistenza dal giardino. Forse continuerò questo diario…se ne avrò tempo!
 
 
Una giovane donna dai lunghi capelli neri esce dalla porta di una graziosa casetta di legno. Si dirige verso il giardino antistante ad essa e si scioglie in un dolce sorriso, carezzandosi il pancione.
-Mamma, mamma! Guarda! Ho trovato un fiore viola, come i tuoi occhi!- grida una bambina correndole contro. La piccola tiene tra le mani un piccolo mazzolino di fiori lillà e ride contenta.
-Sono molto belli, Hanabi.- ringrazia la donna abbracciando la piccola ed accarezzandole i capelli, neri e lunghi, così simili ai suoi. La bambina si gode la sensazione poi, improvvisamente, spalanca i vivaci occhioni azzurri e lancia un grido di gioia.
-Papà!!!- urla correndo incontro ad un uomo appena comparso dal bosco. Anche la sua bocca si schiude in un sorriso, ed allarga le braccia per accogliere la bambina. Lei gli salta al collo, baciandogli le guancie e tirando scherzosamente alcuni ciuffi biondi che ricadono sulla fronte del giovane.
-Ciao principessina! Hai passato una buona giornata?- chiede l’uomo guardando negli occhi -i suoi stessi occhi- la piccola.
-Si!- annuisce la bimba –Ho raccolto dei fiori per la mamma!- esclama indicando con un ditino la giovane donna, ancora ferma al centro del giardino. L’uomo e la donna si scambiano un sorriso e lei lo saluta con la mano, mentre lui si avvicina con la piccola in braccio.
-Ciao tesoro.- dice lui posando un delicato bacio sulle sue labbra –E ciao anche a te.- mormora baciando il pancione della donna.
-Una volto chiamavi me principessa!- si lamenta scherzosamente la donna.
-Ma tu ora sei la mia regina.- dice lui con un sorriso furbetto.
-Mamma, papà, ho fame! Andiamo a mangiare! Mamma, stasera fai il ramen?- dice la bimba agitandosi tra le braccia dell’uomo. La donna emette un sospiro e fa un sorriso esasperato.
-E va bene, stasera vi faccio il ramen, contenti?- chiede.
-Siiiii!!!- esclamano insieme il giovane e la bambina. Poi lui circonda con un braccio le spalle della donna.
-Coraggio, andiamo in casa.- dice.
Naruto, Hinata ed Hanabi, ridendo, entrano nella casetta spensierati e, finalmente, felici.

Note dell'autrice:
Yeeeeeeeeeeeeah finalmenteeeeeeeeeee!!!!!!!! Finita la fic!!! Alè alè alè!!!! Stasera andrò ad ubriacarmi! Yuppie, yuppie yuppieeeee!! Dattebayo!
Orbene:
Salve followers! Scusate per l'esultanza iniziale, ma finalmente ce l'ho fatta! Ho ifnito la fic! E vi giuro che questo ultimo capitolo mi ha dato dle filo da torcere! Giuro, avevo l'ispirazione che c'era un giorno si e l'altro no! Per dire: scrivo mercoledì e osno piena di idee, ci rirpovo giovedì e non ho più niente! O_o Robe brutte...Ma alla fine ce l'ho fatta! Sono contenta che vi sia piaciuto il finale tragico, spero vi piaccia anche questo! E vi chiedo scusa per le probabili cazzate che ho scritto riguardo al viaggio di Hinata e Naruto, ma vi rpego abbiate pietà!
Grazie ancora a tutti quelli che mi hanno seguito per queste 56 pagine (si, sono 56 pagine u.u), che mi hanno recensito o che semplicemente mi hanno letta. Vi adoro, siete grandissimi! Spero di ritrovarvi alla prossima NaruHina che scriverò (ho già in mente una traccia =w=)! Di nuovo grazie! E ricordate sempre: NaruHina powah!!!♥ Dattebayo!

@Shygirl92: bè, ovvio che è un happy end, questo! Sennò non ve lo regalavo :P alla prossima!

@ecila94hina: grazie dei complimenti ^///^ spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento (e che non ti faccia piangere!)

@Fabioxxx: caspita, non mi aspettavo di aver scritto una storia così powerful O_O sono lusingata! ^///^ grazie dei complimenti!

@HINATA_LOVE: sai che ci stavo pensado di fare un libro tipo questa storia cambiando i personaggi? XD ma un libro è ancora troppo impegnativo...spero che il finale alternativo sia di tuo gradimento! Ciau!

@Vaius: maledetto!!! Smettila di leggemri nel pensiero XD si, Neji è partito con la testa, ma immagino sia una cosa anche normale..humm...no, forse per neji no! xD spero ti sia piaciuto il secondo finale! (ps: per 13 capitoli sono stata fermamente convita che fossi una ragazza xD mi perdoni?)

@kry333: nuuuu non deprimerti!! Ecco la medicina, è meglio del prozac: l'happy end alternativo!! Alèèèè tutti felici! XD

@Lorenz_123: eheh ho fatto apposta a non seppellirli insieme apposta per farlo ancora più tragico! (autrice sadica) :D meglio l'happy end?

@Gavroche: hemm, ci ho messu un po' a pubblicarlo, va bene comunque? :P strega sarai tu! Non sto neanche più a dirti di non guardare i congiuntivi (e se provi a dirmi qualcosa riguardo alla forma in cui scrive Hinata quando ritrova il diaro, ti esecro: è fatto apposta!) il pezzo in stile film me lo sono immaginato in fotogrammi mentre lo scrivevo :D ora posso tornare a farmi vedere da te :P

@WinterMoon: Hey, non ci avevo fatto caso che anche nel manga Hinata va a salvare Naruto! Vero! Grazie della statua :3 comuqneu sai che non so perchè neji è tornato prima? Cioè, effettivaemnte mi è venuto in mente che odvevo scriverlo, però ormai avevo pubblicato! Probabilmente è tornato perchè sono inaspettatamente riusciti a concludere l'affare per tempo...La sfiga (e l'autrice bastarda) ogni tanto fanno sti scherzoni xD

@luminum10: io ogni volta che leggo le tue recensioni mi spancio dal ridere XD hai mai pensato di scrivere fic comiche? Sarebbero dei capolavori! Ovvio che il chappy era triste, sennò non mettevo range "drammatico" :P dai dai, che con l'happy end tutto si risolve! ("stammi bene, ma non troppo" XD XD XD sono morta!!!)

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