Ordinary moments di name (/viewuser.php?uid=22035)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1#Bado ***
Capitolo 2: *** 2# Mihai ***
Capitolo 3: *** 3# Haine ***
Capitolo 4: *** 4# Naoto ***
Capitolo 5: *** 5# Mimi ***
Capitolo 6: *** 6# Kiri ***
Capitolo 1 *** 1#Bado ***
1# Bado
-Cazzo, Haine! Si può sapere
quando mi ridarai quello stramaledetto pacchetto di siga?!-
Bado stava fumando, ma non come avrebbe
tanto voluto.
No: stava fumando di rabbia.
-Compratele. Non ho intenzione di
portartele.- gracchiò una
voce dall'altro capo del telefono.
E la causa era sempre la stessa: quello
stronzo di Haine e i suoi modi.
Non solo lo aveva coinvolto in uno di
quei lavori sporchi che la vecchia Liza gli passava.
No.
Non solo aveva lasciato che gli
riempissero il culo di bossoli e il resto di tagli, lividi e
quant'altro.
No.
Lo stronzo gli aveva fottuto le siga e
ora non aveva nessuna intenzione di ridargliele!
Che grandissimo figlio di puttana.
-Avanti, Haine. Non puoi farmi questo,
non dopo tutto quello che ho passato! Cazzo, me lo devi!-
Ora il suo tono stava ondeggiando tra
il lamentoso e l'incazzato.
Mordicchiò leggermente il filtro
della siga -l'ultima- che aveva tra le labbra.
Si frugò distrattamente nelle
tasche in cerca di grana, sapendo che l'altro l'avrebbe
tranquillamente lasciato nella merda della sua astinenza da nicotina.
-Non ti devo un bel niente. Devi
imparare a difenderti da solo e controllarti.-
Appunto.
Clik.
Fottutissimo
bastardo! Come si permetteva di sbattergli il telefono in faccia?
Ma soprattutto:
come si permetteva di fargli la predica sul controllo?!
Da che pulpito,
tsk!
Bado sbatté
violentemente la cornetta del telefono pubblico.
Si guardò
intorno.
Figurarsi se in una
giornata del genere ci sarebbe stata una tabaccheria aperta.
A questo punto le
opzioni erano tre.
Numero 1:
sprofondare nelle viscere della città sotterranea per farsi
dare un lavoro e comprarsi le siga.
Numero 2: provare
ad impietosire qualcuno (Mimi, Kiri, Mihai, chiunque) per farsele
comprare.
Numero 3: andare a
sfondare la porta e il culo ad Haine per farsele ridare.
Mentre il
cervellino di Bado elaborava questi pensieri anche l'ultima sigaretta
era finita e il mozzicone cadde, abbandonato, a terra.
Bado gli lanciò
un'occhiata nostalgica e velatamente irata: l'astinenza già
cominciava a farsi sentire.
Quindi nessuno stupore se scelse la
terza opzione.
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Capitolo 2 *** 2# Mihai ***
Bene, ecco la
seconda (corta, purtroppo) parte.
Spero vi sia
piaciuta la prima e ringrazio tutti coloro che l'hanno letta!
(inchino)
A presto!
2# Mihai
Si era perso. Come al solito.
Mihai sospirò. Perché era
costretto a questa routine quotidiana?
Ma, soprattutto, perchè non
riusciva mai ad opporsi?
Dopotutto le cose andavano sempre nello
stesso modo, seguendo un ordine strategico.
1. Kiri gli ordinava di andare a fare
la spesa.
2. Lui cercava di protestare, ma lei lo
inceneriva.
3. Quindi, sconsolato, si dirigeva
verso il mercato.
4. Comprava diligentemente tutto quello
che c'era segnato sul biglietto (sperando -pregando- che fosse tutto
giusto).
5. Poi tornava indietro.
O, almeno, tentava. E ci metteva tutta
la sua buona volontà, davvero.
Ma, chissà come mai, non ci
riusciva mai al primo colpo.
Be', se era per quello neanche al
secondo e al terzo.
Diciamo che dopo un po' smetteva di
contare i tentativi e cominciava a vagare a caso.
6. A questo punto (qualcuno lassù
doveva aver avuto pietà di lui) riusciva a tornare a casa.
Per prendersi una sonora lavata di capo
da parte di Kiri.
In quel momento si trovava nel
lunghissimo punto 5 e cominciava seriamente a perdere la speranza.
Svoltò nell'ennesimo vicolo e
per poco non venne investito da...qualcosa.
Qualcosa di vagamente rosso,
scarmigliato, incazzato e...incredibilmente puzzolente di nicotina.
Bado!
Era salvo!
Lui aveva un discreto dell'orientamento
e poteva almeno dirgli dove si trovava!
Fece per chiamarlo, ma si fermò
all'ultimo minuto.
Osservò il guercio.
Falcata ampia e decisa, pugni chiusi,
mormorio inconsulto, tic all'occhio, sguardo assassino.
E niente sigaretta.
Forse non era una grande idea
chiedergli informazioni in questo momento...
Ebbe appena il tempo di formulare
questi pensieri che Bado lo aveva già sorpassato senza neanche
accorgersi di lui.
Mihai sospirò.
Fantastico: l'unico modo per tornare a
casa era affidarsi al suo senso dell'orientamento.
Chissà come il pensiero non lo
rincuorava minimamente...
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Capitolo 3 *** 3# Haine ***
Terza parte:
spero vi piacerà.
Ringrazio
tutti coloro che l'hanno letta. (inchino)
Un
ringraziamento speciale, però, va a Luckystar487: se alla
prima recensione avevo un sorriso a 32 denti, alla seconda ho
rischiato la slogatura della mascella! (battuta idiota, lo so...)
Comunque, mi ha fatto veramente piacere che la mia piccola raccolta
ti sia piaciuta e sono entusiasta che tu mi recensisca ogni capitolo,
ti prego però di farlo nel bene e nel male, intesi? Grazie
ancora! (profondissimo inchino)
Bene, buona
lettura e a presto!
3# Haine
Odiava il sole, dal profondo. Lo odiava
quasi quanto odiava il suo passato; il che è tutto dire...
E quella era una giornata dannatamente
e schifosamente bella.
Che palle.
Era cosciente del fatto che, se voleva
estraniarsi dall'assolato pomeriggio, aveva solamente due modi per
farlo.
O rintanarsi nella città
sotterranea e vagabondare per le strade come un randagio (questo
pensiero lo fece sorridere...) finché la notte non si fosse
abbattuta al piano di sopra.
O sprangare le
finestre e fingere che fosse già notte.
Ponderò
accuratamente le due opzioni.
La
prima lo avrebbe sicuramente fatto incazzare, dato che di starsene
fuori dai guai là sotto
non se ne parlava neanche; però avrebbe potuto vedere Nill e
quel prete pervertito...
la seconda gli
avrebbe causato una leggera claustrofobia, ma gli avrebbe risparmiato
un bel po' di fatica...
Si sentiva
particolarmente pigro quel giorno, quindi, chissà perché,
scelse la seconda.
Infondo sarebbe
sceso presto per farsi dare un lavoro dalla vecchia Liza per lui e
Bado e avrebbe rivisto prestissimo i due abitanti della chiesa.
Inoltre, c'era un'altra cosa che lo
tratteneva in superficie...
Un sorriso affilato si delineò
sul volto dell'albino.
Bado aveva chiamato poco prima,
reclamando le sigarette dalla loro ultima missione e, soprattutto,
svegliandolo.
Lo aveva svegliato
da quelle poche ore di sonno senza sogni dato dalla stanchezza che
poteva concedersi solamente dopo una massacrante missione con il
rosso.
Quindi,
come al solito, la sua risposta alla -effettivamente
giustificata, data la natura del rosso- richiesta
era stata un crescendo di stronzaggine, al cui culmine aveva deciso
di attaccare il telefono in faccia al suo partner.
Bella mossa.
Già, proprio
una bella mossa, ora che la vedeva con gli occhi di uno psicopatico
potenzialmente omicida che ha appena realizzato il piano per
l'assassinio perfetto.
Bado era senza
sigarette a causa sua.
Bado gli aveva
chiesto le sigarette -anche piuttosto gentilmente per i suoi
standard, doveva ammetterlo-.
Lui lo aveva fanculizzato.
Lui aveva fatto andare in astinenza
Bado senza che ci fosse nessuno da uccidere.
Ergo, Bado
sarebbe andato dall'unica persona che sentiva di voler uccidere pur
di ottenere il bene supremo -le siga-: lui.
Già, pensò
stendendosi sul divano e preparandosi all'attesa del guercio, era
stata proprio una bella mossa...
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Capitolo 4 *** 4# Naoto ***
Mi scuso
immensamente per il ritardo nell'aggiornamento, ma questo capitolo si
è rivelato essere più difficile del previsto. Naoto è
un personaggio molto più sfuggente rispetto ad altri,
nonostante tutti presentino ombre e profondità.
Come sempre,
ringrazio immensamente tutti i lettori. (inchino)
Ancora grazie
a Luckystar487 per la recensione: il capitolo su Haine è stato
bello da scrivere, proprio perché mi sono sempre chiesta che
cosa facesse e che cosa pensasse quando non era un serial killer
psicopatico. Però ero un po' preoccupata di scrivere qualcosa
OOC... invece mi sono dovuta ricrede! (sorriso sollevato)
Aspetto
impaziente la recensione per questo capitolo, dato che ho penato un
po' per sfornare qualcosa di decente, almeno per me.
A presto e
buona lettura!
4# Naoto
Naoto stirò le labbra in uno dei suoi sorrisi fragili e
sfuggenti.
Quella giornata era veramente deliziosa: calda, assolata
e...contenta.
Già: contenta.
Nell'aria sembrava aleggiare quella strana atmosfera di soddisfazione
e spensieratezza che si percepiva solamente in giornate come quella.
Era incredibile: riusciva ad influenzare anche lei, con il suo
carattere chiuso e introverso.
Passeggiava per le strade della città, godendosi la tiepida
arietta e la bella visuale offerta dalla folla.
Ebbene, sì. L'unica cosa che guastava leggermente quella
magnifica atmosfera era proprio la quantità di persone
presenti in strada.
Ma, stranamente, questo non le pesava molto.
Per le strade c'erano esemplari di qualsiasi tipo: famiglia con
bambini vocianti e genitori urlanti, coppie per mano, gruppi di amici
e comitive di anziani.
Si era appena fermata ad un incrocio quando sentì un rumore di
vetri infranti e sentì una presenza avvicinarsi dall'alto.
Grazie ai suoi formidabili riflessi era riuscita a schivare quel
proiettile gigante -che si era rivelato essere un divano rosso e
sgangherato- e ad assicurarsi che nessuno nei paraggi si fosse fatto
male.
Ma chi aveva potuto scagliare con tanta forza un divano dalla
finestra?
Guardò in alto -per individuare la finestra- e le bastò
un'occhiata al palazzo per capire.
Sapeva che in quello stabile di cemento ci viveva l'albino e dalle
urla che ora riecheggiavano fino alla strada c'era da scommettere che
il guercio gli aveva appena fatto visita.
Naoto sospirò, rassegnata: ormai ci aveva fatto il callo alla
stupidità e alla violenza di quei due.
Alzando gli occhi al cielo, tirò dritto, abbandonando divano,
curiosi e psicopatici.
Ma poco più in là si fermò di nuovo. Scrutò
la folla e si ritrovò a sorridere, divertita, ma anche
intenerita.
Davanti a lei, a qualche decina di metri, c'era Mihai con una miriade
di sacchetti in braccio e l'aria sperduta.
Fu solo dopo che si era divertita a vederlo guardarsi intorno per un
po' con aria sempre più disperata che decise di aiutarlo:
sapeva quanto Kiri poteva essere spaventosa, da arrabbiata.
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Capitolo 5 *** 5# Mimi ***
Ecco il
capitolo 5: cominciamo a trattare personaggi secondari...
Grazie agli
anonimi lettori. (inchino)
Grazie a
Luckystar487: felice di aver permesso la rivalutazione di Naoto.
Personalmente la trova strana, ma è uno dei personaggi che,
insieme a Bado, mi hanno colpito di più. Certo mi è
sembrato proprio difficile non farla sembrare un'emo, data la
spiccata tendenza al misticismo e al silenzio di questo
personaggio...bah, magari è solo una mia
impressione...comunque, ancora grazie e a presto! (inchino)
Buona
lettura!
5# Mimi
Alzò, per un attimo, lo sguardo al cielo, cercando di contare
le nuvole nel cielo terso.
Uno, due, tre, quatt...
-DOVE SONO, ALBINO DEL CAZZO?!-
L'ennesimo strepitio di Bado la distrasse, facendole riportare lo
sguardo sulla finestra davanti a lei.
In un appartamento decisamente modesto e spoglio due uomini
litigavano.
O meglio, uno urlava e scalpitava -quello rosso-, l'altro assumeva
un'aria apatica e indifferente, ignorandolo -quello bianco-.
E ci riusciva anche piuttosto bene.
Mimi guardò ammirata come Haine facesse il finto tonto,
pretendendo che Bado non fosse nella stanza e schivando i suoi
attacchi come se avesse spontaneamente deciso di fare l'acrobata nel
suo salotto di punto in bianco.
Si sedette meglio sul tetto per godersi lo spettacolo, tanto più
di quello non poteva fare.
E già: era su un tetto dirimpetto all'appartamento di Haine e
non poteva scendere.
Che cretina.
Quella mattina si era alzata con tutta l'intenzione di restituire un
vecchio favore a Bado, ritrovandogli quel dannato gatto ciccione che
gli sfuggiva sempre.
La giornata era limpida e serena, perfetta per una caccia serrata al
felide: non aveva ombre in cui accucciarsi.
Aveva vagato un po' come una vagabonda, ma alla fine lo aveva visto
su un tetto ed era salita.
Pessima mossa: presto si era resa conto che la sua agilità non
eguagliava quella del collega guercio e che di buttarsi
nell'immondizia sottostante pur di salvarsi non le andava proprio.
Poi, era avvenuto il miracolo.
Aveva sentito l'inconfondibile tono incazzuso di Bado e, alzando lo
sguardo...ta-dan!
Era salva! Bado l'avrebbe sicuramente fatta scendere -pena il
ricatto-, anche se brontolando e bestemmiando.
Poi aveva notato anche l'altro uomo e la violenta lite in corso.
All'inizio si era spaventata data la violenza dei colpi (soprattutto
dopo il volo che Bado aveva fatto fare al divano di Haine -non che
gli facessero un gran torto: era proprio brutto e vecchio quel coso-
dalla finestra), poi aveva cominciato ad osservarli, sempre più
divertita.
I due partner non si erano minimamente resi conto del resto del
mondo, troppo presi l'uno dall'altro.
Il rosso cercava in tutti i modi di colpire l'albino e l'albino
cercava in tutti i modi di ignorare elegantemente il rosso.
Ne risultava un quadretto quasi comico: Bado rincorreva Haine per
tutto l'appartamento, gridando come un ossesso e cercando di colpire
Haine con qualsiasi oggetto contundente gli capitasse sotto mano
-evidentemente aveva lasciato a casa le pistole-; Haine saltava da un
punto all'altro dell'appartamento, senza mai guardare direttamente il
suo persecutore e fingendo di fare altro -ad un certo punto aveva
anche aperto il giornale, mentre correva e saltava-.
Aveva cercato di immortalarli con la sua inseparabile macchina
fotografica, ma i due erano talmente veloci e violenti ce aveva
presto desistito dal suo intento.
-SI PUÒ SAPERE DOVE HAI
FICCATO LE MIE AMATE SIGA, FOTTUTISSIMO BASTARDO?!-
Naturalmente la ragione della lite era la mancata restituzione delle
siga da parte dell'albino.
Mimi sospettava che Haine lo facesse apposta e diventava quasi
certezza quando riusciva a scorgere il viso di Haine e il suo sorriso
affilato.
Ma, infondo, lo capiva: Bado era un bambino a cui hanno rubato le
caramelle quando lo si privava della sua amata nicotina, certo: un
bambino molto violento, ma pur sempre un bambino.
Per questo lo capiva e seguiva attenta e divertita la lite: lei si
sarebbe comportata esattamente come l'albino.
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Capitolo 6 *** 6# Kiri ***
Bene, si
continua con i personaggi secondari, fin dove si arriverà?
Me lo chiedo
anch'io...-.-
Comunque,
grazie a tutti i lettori per la loro pazienza e partecipazione!
(inchino)
Come sempre,
grazie a Luckystar487: contenta di averti divertita! Comunque, ho
notato che con il fatto di trattare personaggi secondari stia
leggermente cambiando di stile...mah! Ed è vero: non mi sono
concentrata molto sul personaggio, ma su altri visti attraverso i
suoi occhi; non me ne sono accorta, ma penso di averlo fatto per
abitudine: alla fine, la storia gira sempre intorno alle stesse
persone...be', fammi sapere che ne pensi!
6# Kiri
Era quasi ora di pranzo, dannazione!
Dove si era cacciato quel buono a nulla?!
Lo straccio sfregò violentemente contro il bancone, inducendo
l'unico cliente a battere in veloce ritirata su uno dei tavolini
circostanti.
Erano ore, ormai, che Kiri puliva quella parte di bancone, quella
davanti alla porta.
Pronta ad accogliere chi aveva osato rovinare la sua splendida
giornata: Mihai.
A volte si chiedeva perché.
Perché era così ottusa?
Perché continuava ad affidare mansioni a Mihai?
Mansioni impossibili per lui, evidentemente. Eppure fare la spesa non
le era sembrata un'azione che comportasse un eccessivo sforzo fisico
e psicologico; ma, evidentemente, si sbagliava.
Era quasi mezzogiorno e la sua cucina era quasi vuota.
Certo, Kiri e il suo team sarebbero stati perfettamente in grado di
fronteggiare anche l'ora di punta (il concetto “cucina vuota”,
si sa, è completamente relativo), ma non avrebbero potuto
sicuramente affrontare l'ora di cena, di questo passo.
Ora, obiettivamente, Kiri aveva ragione.
Se ci fosse stata la ressa a pranzo l'avrebbero fronteggiata
egregiamente.
Se ci fosse stata la ressa a pranzo era certo che non sarebbe
rimasto più nulla per cena.
Tuttavia,
bisogna considerare che, per
quanto conosciuto fosse il “Buon Viaggio”, non è
che il locale fosse sempre, costantemente, pieno
e attivo.
Ma
questa considerazione, ovviamente, non
aveva neanche lontanamente sfiorato la mente dell'avvenente
proprietaria.
Nonostante tutte queste osservazioni, un fatto rimaneva immutato:
Mihai era in ritardo e Kiri sembrava sempre più prossima
all'esplosione ogni secondo che passava.
Quando
la bionda sentì un'unghia, meticolosamente laccata, stridere
contro il bancone, decise che forse era
meglio spostarsi ed occuparsi di altro, mantenendo la mente occupata
fino a che la sua preda non sarebbe tornata.
Era
appena arrivata in cucina, dopo essersi riparata la ferita -un'unghia
spezzata non andava mai sottovalutata-,
quando sentì il fatidico dling-dling della
porta d'ingresso del locale.
Si precipitò come una furia all'entrata ed era pronta ad
aprire la bocca dell'inferno per farci sprofondare quel nullafacente,
quando fu bruscamente bloccata: Mihai era accompagnato da Naoto.
Come poteva strigliare quel..quel...coso (aveva finito gli aggettivi
appropriati e, prima di passare alle parolacce, aveva deciso di
mantenersi sul vago) davanti alla sua affezionatissima e carissima
Naoto? Non poteva.
Perciò fece ciò che avrebbe fatto qualsiasi donna di
gran classe: accolse l'ospite con tutti gli onori, la fece accomodare
e mentre tornava in cucina accompagnata da un Mihai carico come un
mulo, gli rifilò una scuzzetta.
Il
messaggio era chiaro: la ramanzina era stata solamente rimandata, che
non gli passasse per l'anticamera del cervello che
aveva deciso di fargliela passare liscia, solo perché
Naoto aveva retto la sua patetica scusa di sempre.
Ma l'ex-sicario sembrava di un'altra opinione, dato che continuava
con la stessa solfa.
-Insomma, io mi sono davvero perso!-
Magicamente, le scuzzette erano diventate due.
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