Padri e figli

di Burnt Orchid
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Poesie e schiaffi ***
Capitolo 2: *** Il tempo vola - il sesto anno a Hogwarts ***



Capitolo 1
*** 1. Poesie e schiaffi ***


sequel NSMPS
Leggete prima "non sarai mai più solo": questo è il sequel!

Domanda da un miliardo di euro: Vi lascierò una lista di nomi da scegliere per il bambino/a di Draco. Tutti i recensitori scelgano uno dei seguenti nomi da maschio e uno di quelli da femmina... alla fine potrei tenere conto dei risultati del sondaggio, anche se non è sicuro che io scelga il nome votato in maggioranza(magari lo metto come secondo nome). Ovviamente non vi dirò se sia maschio o femmina, anche se io lo so già. Quindi vi scriverò sia nomi da maschio che da femmina. Se avete dei suggerimenti su nomi che non sono nella lista, potete comunicarmelo nella recensione!

Nomi maschili: Ares, Eros, Artù, Acheloo, Alfeo, Priamo, Achille, Ulysses, Paride, Proteo, Cronos, Ermes, Apollon, Hyllos, Axios, Simoei, Skamandros, Okeanos, Eurus, Zephyros, Skiron, Cupid, Hercules, Febo, Penteo, Lucas, Enea, Kalanit, Haynes, Zaffron, Ashton, Yuri(giglio).

Nomi femminili: Aphrodite, Artemis, Athena, Diana, Hebe, Nike, Didone, Nausicaa, Circe, Calypso, Olimpia, Ginevra, Megaera, Nyx, Eris, Era, Metide, Tiche, Gea, Lizia, Moira, Calliope, Clio, Euterpe, Talia, Urania, Elettra, Saffo, Dione, Iris, Melite, Panope, Persephone, Rheia, Styx, Tethys, Boreas, Shiva, Venus, Junone, Anthea, Calantha, Jessenia, Leilani, Maylea, Zarah, Vandelia, Daphne, Alyssa, Azalea, Calla, Chamelie, Juniper.


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Harry portò il braccio al viso per coprire i suoi occhi sonnolenti dalla luce abbagliante del sole mattiniero.
Si rigirò tra le coperte calde e nascose la testa sotto al cuscino, respirando forte, come per paura di dimenticarsi di farlo. Era una cosa che gli accadeva spesso: faceva fatica ad inspirare e quando espirava aveva la sensazione di buttare fuori dalle narici qualcosa di solido.
Non ne aveva parlato con Severus, perché non voleva preoccuparlo. E comunque Severus non sembrava più molto interessato ai suoi problemi... era molto concentrato sul suo rapporto con Ally.

Quando sentì l'aria mancargli del tutto, lanciò il cuscino lontato dalla propria testa, tanto che quello cadde fuori dal letto. Si sedette, cercando di restare calmo ed inspirò forte.
Poi espirò.
Inspirò ed espirò.


                                                             ***


Severus fu svegliato da un movimento avvenuto accanto a lui.
Ally si rigirò tra le coperte in modo da poter guardare il volto dell'uomo che giaceva al suo fianco. Vedendo che Severus era sveglio, si arrampicò sopra di lui e poggiò la testa sulla sua bianca spalla.
Severus guardò il soffitto mentre con la mano sinistra accarezzava la schiena scura di lei.
Sentì dei passi fuori dalla stanza: Harry doveva essersi svegliato. Si destava sempre presto, cosa curiosa per un ragazzo della sua età. Chiuse gli occhi d'onice per un istante, chiedendosi silenziosamente cosa stava allontanando il ragazzo da lui.

Chiuse gli occhi per un secondo prima di respirare profondamente il profumo di miele che emanavano i capelli della sua donna. Con la voce roca, disse "Devo alzarmi."
Lei grugnì, ma non si mosse.
Lui sorrise e continuò "Gentilmente solleva questi pesanti glutei dal mio corpo."
"Perchè così presto?" Chiese lei con voce assonnatissima.
Severus tornò immediatamente serio "Lo sai. C'è qualcosa che non va."
Lei sospirò e annuì, rivoltandosi e nascondendo poi la testa sotto al cuscino. Lui le baciò una spalla e si mise sulle gambe, pronto a dirigersi al bagno per una doccia veloce. Quando stava per entrarvi, fu interrotto dalla voce flebile di lei "Severus?"
"Sì?" Acconsentì, voltandosi a guardarla e rimanendo esterrefatto ancora una volta dalla sua bellezza. Aveva letto una volta che persino le geishe la mattina, prima di truccarsi, erano donne come tutte le altre. Bè, lei non lo era. Doveva essere una dea.

Ally sorrise dolcemente e recitò "O frenetiche notti! Se fossi accanto a te, queste notti frenetiche sarebbero la nostra estasi!"
Severus commentò con un ghigno "Dickinson. Niente male!" Si voltò, entrò in bagno e lasciò la porta leggermente aperta come a sfidarla a non entrare. Lei dovette aver ceduto perchè se la ritrovò avvinghiata alle spalle. Ally scoppiò a ridere, aggrappandosi più forte a lui, quando cercò di scrollarsela di dosso con scarsa determinazione.
Ally urlò "No! Aspetta!" Quando lui si fermò, lei proseguì "Devo dirti ancora una cosa!"

Avvicinò il viso all'orecchio di lui e cominciò a bisbigliare:

"Come ti amo? - Come ti amo?
Lascia che ti annoveri i modi.
Ti amo fino agli estremi di profondità,
di altura e di estensione che l'anima mia
può raggiungere,
quando al di là del corporeo
tocco i confini dell'essere e della grazia ideale.
Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane,
alla luce del giorno e al lume della candela.
Ti amo liberamente,
come gli uomini che lottano per la Giustizia;
Ti amo con la stessa purezza con cui
essi rifuggono dalla lode;
Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze
e quella che fanciulla mettevo nella fede;
Ti amo quell'amore che credevo aver smarrito
coi miei santi sperduti, -ti amo col respiro,
i sorrisi, le lacrime dell'intera mia vita!-

e, se Dio vuole, ancor meglio t'amero dopo la morte."

Severus ascoltò attentamente, senza interromperla e quando lei ebbe finito seppe che non c'erano risposte fatte di parole. La portò con sè dentro la vasca e la fece esaurire venendo nello stesso momento in cui venne lei. La lavò come se fosse una dea e lui il suo fedele schiavo, baciandola ed accarezzandola senza sosta. Lei era sfinita, così fu lui ad asciugarla ed a posarla sul letto. La coprì di baci e la lasciò a riposare. Si vestì e decise di scendere a colazione.

Quando raggiunse la cucina, Harry stava già mangiando.

"Buongiorno", lo salutò.
Il ragazzo si voltò e fece un piccolo sorriso, quasi malinconico.
Severus si sedette accanto a lui, e decise che era arrivato il momento di parlare seriamente. "So che c'è qualcosa che non va. Di che si tratta?"
Harry chiese, ignorandolo "Dov è Ally?"
"Ancora in camera a ri... cose c'entra ora? Ti ho fatto una domanda." Disse rinsavendo con tono brusco.

Harry sapeva che il padre si sarebbe arrabbiato ma non poteva dirgli nulla. Non se la sentiva. E comunque era sicuro che non fosse nulla di importante.

Quando Severus vide Harry tornare alla sua colazione capì che le maniere buono non gli sarebbero servite, così usò il tono da Professore Minaccioso, ruolo in cui sapeva calarsi benissimo.
"Userò il Veritaserum, se devo, signor Potter, ma mi dirai qual è il problema."

Harry lo guardò oltraggiato ed una cattiveria che non sapeva di possedere lo spinse a parlare "Tanto anche se fossi a conoscenza di una minima parte di quello che mi sta accadendo, non ti importerebbe. Penseresti solo a tornare a letto da Ally e non faresti altro che pensare a quanto assomiglio a mio padre! Vuoi saperlo??? Vuoi che ti dica cosa c'è che non va?" Non aspettò risposta prima e di continuare ed ignorò lo sguardo sconvolto negli occhi di Severus. "Va bene. Okay. Ho visto Voldemort uccidere più persone nell'ultima settimana di quante ne abbia viste in tutta la mia vita. Ogni santa mattina mi sveglio e non riesco a respirare. Ed ogni secondo che passo senza fare niente lo passo ripensando a tutto quello che mio zio mi ha fatto in tutta la mia miserabile vita. Inoltre, ho un padre che passa più tempo a scopare che a stare con me!"

Udì il rumore dello schiaffo prima di vederlo arrivare ed anche prima di sentire un dolore fitto alla guancia sinistra.
Si portò la mano al viso mentre con gli occhi cercava di far capire a Severus quanto questa sua azione lo avesse tradito.

Quando vide che l'uomo si stava fissando la mano destra come gli fosse appena cresciuta, Harry si voltò e corse via, e si chiuse nella sua camera.

Severus stava per seguirlo quando dal camino spuntò fuori il corpo di Draco, il quale lo guardò in modo strano "Ciao..."
Il professore lo fissò poi guardò la porta dalla quale Harry era uscito e poi di nuovo il biondino. Aprì la bocca, la richiuse, la spalancò e sospirò. "Draco. Ehm... sì... sei qui per l'ecografia. Ehm." Rivolse un altro sguardo inquieto verso le scale che dirigevano al piano di sopra e poi proseguì. "Sì. Molto bene. Seguimi."

Condusse Draco al suo laboratorio, e lì, trasfigurò un calderona in un lettino simile a quelli degli ospedali. Con un cenno, fece stendere il ragazzo e gli alzò la maglia che copriva la pancia leggermente arrotondata. Evocò un balsamo speciale e cominciò ad applicarlo sulla pelle chiara dell'addome di Draco, e mentre lo espandeva, disse "E' il grande giorno. Sei pronto per scoprire il sesso?"



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SPAZIO AUTORE
Eccomi con il sequel! Mi scuso per la grande pausa che mi sono presa ma ne avevo bisogno. Se non l'avete già fatto, leggete la domanda a inizio pagina: è importantissima!
So che il capitolo è un po' breve... ma questo perché è una specie di prologo... Recensite e rispondete alla domanda a inizio pagina, mi raccomando.
Ricordo a chi non l'ha già fatto di leggere la fanfiction "non sarai mai più solo", perché questo è il suo sequel!

In questo cap. si citano una poesia di Emily Dickinson e una di Elisabeth Barrett.


Baci,
Pikkola Prongs.




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Capitolo 2
*** Il tempo vola - il sesto anno a Hogwarts ***


pef 2
Condusse Draco al suo laboratorio, e lì, trasfigurò un calderona in un lettino simile a quelli degli ospedali. Con un cenno, fece stendere il ragazzo e gli alzò la maglia che copriva la pancia leggermente arrotondata. Evocò un balsamo speciale e cominciò ad applicarlo sulla pelle chiara dell'addome di Draco, e mentre lo espandeva, disse "E' il grande giorno. Sei pronto per scoprire il sesso?"
FINE CAP.1


Draco scelse di non rispondere a quella domanda. Non aveva ancora le idee chiare. Il fatto è che aveva una strana sensazione, come se già sapesse il sesso della sua prole. Ma non voleva ammetterlo a se stesso. Sapeva che sarebbe stata dura allevarlo in entrambi i casi, ma nell'eventualità che fosse una bimba, sarebbe stato anche molto rischioso.

Guardò Severus con sguardo spazientito, tentando di rientrare nel ruolo di Serpeverde scontroso e viziato. Piton rispose con un sorriso beffardo, facendogli capire che no, non aveva affatto abboccato all'amo.


Alzò la bacchetta in un movimento rapido, mormorando poche parole, poco disposto a costringere Draco a mostrare la sua vera fragilità: un fascio di luce bluastra si alzò sopra i due maghi ed una piccola immagine sfocata apparve tra i raggi luminosi.
Snape rimase ad osservare con espressione assorta e neutra l'immagine che fluttuava nell'aria. Dopo pochi secondi si sedette accanto a Draco con un sospiro mentre ancora sopra le loro teste si muoveva la figura luminosa.
Draco non ebbe neanche bisogno che Severus parlasse. Si pose le mani sul viso sfregandosi con forza gli occhi, mentre il professore lo guardava, boccheggiando un poco, intento a scegliere con cura le parole più giuste.


"Draco... non... non ti abbattere. Vedrai che la terremo al sicuro. Sarà una bella bambina." Cercò invano di rassicurare il ragazzo che, come niente fosse accaduto, si alzò dal lettino e con aria apatica lo salutò prima di lasciare la casa attraverso il camino.

Severus restò immobile a chiedersi quali altre conversazioni piene di tensione e di silenzi lo attendevano il quella lunga e sofferta giornata. Orride prospettive all'orizzonte.

Decise con impulsività di raggiungere Harry nella sua camera.

Quando raggiunse la porta del figlio, soppesò l'idea di bussare ma poi la scansò dalla mente, pensando che il ragazzo quel giorno proprio non si meritava quella cortesia.
Scaraventò aperta la porta e si avvicinò con passi pesanti al letto di Harry, il quale era seduto davanti al caminetto spento.

Severus decise sul momento di non scusarsi. Non credeva di aver sbagliato, ma temeva solamente che Harry potesse prenderla troppo male. Restò sulla soglia e, come se nulla fosse avvenuto, disse "Non hai finito la colazione. Scendi."
Harry lo guardò e lo seguì docilmente, tentando di non dare a vedere quanto si sentisse ferito. Sapeva che suo padre non aveva tutti i torti.

Entrambi si riaccomodarono e mangiarono in silenzio, fino a che Severus parlò "E' passato Draco, per l'ecografia."
Harry rimase scioccato per un secondo, non aveva pensato a Draco da un po' di tempo. Si  rendeva conto che il problema del Serpeverde era abbastanza grave, forse più di tutti i suoi messi insieme.
"Ah. E' femmina, vero?"
Severus corrucciò le sopracciglia, incuriosito, ma semplicemente annuì. Harry rispose che aveva avuto questa sensazione da quando era venuto a conoscenza della gravidanza del biondino.
Altri minuti di silenzio trascorsero, ma Sevurus come al solito prese parola, troppo orgoglioso per non essere l'ultimo a parlare: "Ho sbagliato", disse, e prima che Harry potesse replicare, continuò "Anche a me può accadere. Non ho sbagliato solo per lo schiaffo; mi rendo conto che tu hai bisogno di attenzione e io non mi sto concentrando abbastanza su di te. Giuro che mi dispiace... no, aspetta, fammi finire. D'ora in poi non sarà più così, giuro che ti aiuterò. Ti insegnerò tutto quello che devi sapere per sconfiggere il Signore Oscuro. Ti aiuterò a superare i tuoi incubi e ti prometto, che quando questa guerra sarà finita tu sarai vivo, vegeto e felice".
Con le unghie picchiettò sul tavolo e con riluttanza guardò Harry negli occhi.
Vi scorse un sentimento che non aveva mai visto diretto a se stesso: una grande fiducia. Di quelle che i bambini hanno solo nei genitori, di quelle che un cane prova per il proprio padrone, quel tipo di fiducia che è fragile come il cristallo ma grande come il mondo e disperata come la paura. Era un grido di bisogno, di quelli che quando li senti, ti giri verso quello che ti sta accanto e gli chiedi "L'hai sentito?", ed è impossibile che lui non l'abbia udito perchè è una voce grande come il mare.
E' una voce grande come il mare.
E Severus si buttò a capofitto in acqua, con la paura di non riemergere da quel mare di fiducia ma con la consapevolezza che ne valesse la pena.
Abbracciò Harry d'istinto e intanto promise a se stesso che non avrebbe mai, mai, infranto quel tipo di fiducia.


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Era trascorso un mese da quel giorno: la scuola era ricominciata, e con lei la vita di sempre. Ma qualcosa era cambiato per Harry. Non era più solo. Ora aveva un padre, aveva un amico in più e la fidanzata del padre che gli faceva da mamma.
Sentiva di potercela fare.
Presto sarebbe anche diventato padrino: Draco glielo aveva chiesto pochi giorni dopo l'ecografia, poichè, preoccupato per la sorte della figlia, la quale rischiava di essere uccisa dallo stesso nonno, aveva creduto che Harry, il futuro salvatore del mondo, sarebbe stato quello più in grado di proteggerla.



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In pochi mesi Harry divenne più forte sia fisicamente che psicologicamente. I suoi incantesimi erano migliorati, e adesso ne conosceva anche di nuovi. Severus era davvero un mago potente. Ora che il padre aveva ripreso anche ad insegnargli l' Occlumanzia, gli incubi diminuirono, anche se mostrare al padre i propri brutti ricordi era sempre una sofferenza per Harry.

Severus aveva cominciato ad escogitare un piano d'attacco contro Voldemort e i mangiamorte. Silente aveva localizzato il loro punto di ritrovo, ma insieme avevano deciso che avrebbero agito verso marzo, e mancavano ancora tre mesi. Avevano stabilito di aspettare perché Severus, sotto consiglio di Ally, credeva che fosse meglio attendere che Harry fosse riuscito completamente a superare ciò che suo zio gli aveva fatto patire.



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Severus camminava impettito nei corridoi deserti di Hogwarts. Era una fredda notte di fine gennaio e lui e Harry si sarebbero dovuti incontrare per l'allenamento alle 10 di sera. Tutti i ragazzi sarebbero già stati nelle loro sale comuni dato che il coprifuoco era stato spostato alle 9 per ragioni di sicurezza.
Il professore aveva guardato l'orologio alle 10.01 sorpreso che Harry non fosse già arrivato, dato che spesso bussava alla sua porta con molti minuti di anticipo. Alle 10.15 aveva cominciato a preoccuparsi, ma aveva deciso di attendere ancora un poco. Aveva appoggiato il capo sulla mano destra e aveva fissato il fuoco scoppiettante del camino che lo ipnotizzò fino a farlo addormentare. Circa a mezzanotte era caduto dalla sedia e si era svegliato di colpo, imprecando. Si rese conto che Harry non si era ancora presentato. Più arrabbiato che preoccupato decise di andare alla torre di Griffondoro.

Era entrato e salito al dormitorio del figlio, assicurandosi con un incantesimo che nessuno degli altri ragazzi si svegliasse, anche perché probabilmente sarebbero morti d'infarto se si fossero svegliati per trovare il loro spaventoso professore di Pozioni nel loro dormitorio. Scostò le tende che attorniavano il letto del figlio pronto a fargli una ramanzina per aver mancato l'appuntamente, quando si accorse che Harry, lì, non c'era. Come colpito al petto da un pugnale si allontanò di corsa dalla Torre, ed avvertì gli altri professori ed il preside. Tutti insieme gli insegnanti si lanciarono alla ricerca del Ragazzo Che Era Sopravvissuto E Che Avrebbe Fatto Morire d'Infarto Il Professor Piton.
Severus credeva di aver cercato dapperutto, mentre usciva dalla capanna di Hagrid, ma quando alzò lo sguardo, vide quella che era la sua ultima speranza: il Platano Picchiatore.

Corse.
Avrebbe ricordato sempre solo questo. Non avrebbe mai rammentato di aver pensato che si sarebbe tolto la vita se non avesse ritrovato Harry, suo figlio.


Quando fu sul primo gradino delle scale che avrebbero portato alla Stamberga Strillante, credette di udire un rumore, un gemito. Al secondo gradino, ne udì un altro e questa volta ne fu davvero sicuro. Cominciò a correre nonostante i suoi polmoni lo stessero pregando di rallentare. Giunse alla porta e la spalancò con un ruggito di disperazione, e vide una cosa che non avrebbe mai voluto vedere. Una scena che lo avrebbe fatto arrossire per tutta la vita. Le sue povere guance non sarebbero mai tornate al loro colore originale!

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Harry riuscì ad allontanarsi dal corpo nudo di Ginny in tempo per vedere suo padre gettarsi dentro la Stamberga. Ma non fece in tempo a coprire ne se stesso ne Ginny, la quale gridò prima di coprirsi il seno con le mani.

Harry le saltò davanti per nasconderla, prima di urlare "Papà!!!!"

Severus ci mise un attimo per impartire al proprio corpo l'ordine di voltarsi, ma alla fine lo fece. Sentì vari rumori, tra i quali uno che indicava che uno dei due ragazzi era inciampato. Dopo un altro minuto, si girò, e i suoi occhi corsero alle mani di suo figlio che stavano tentando di abbottonare i pantaloni. Ginny invece aveva solo dovuto infilarsi un vestito e, anche se i capelli rossi erano sconvolti, le labbra gonfie e le guance arrossate aveva un aspetto accettabile, perciò lo sguardo del professore si focalizzò su di lei. La ragazza se ne accorse e con le guance ancora più rosse si avvicinò alla porta, pronta a fuggire da quella imbarazzante situazione, ma la voce gelida dell'insegnante la bloccò "Ferma lì, Signorina Weasley".

Quando Harry si fu infilato anche le scarpe, Severus lo scrutò con gli occhi pieni di rabbia.
Il ragazzo seppe che Severus avrebbe urlato anche prima che lo facesse, "L'intero corpo docente sta cercando TE, in questo momento! E tu che fai? Fai la cosa più stupida che potessi FARE! Non solo metti in pericolo te stesso e la Signorina Weasley non rispettando il coprifuoco, ma rischi pure di metterla INCINTA! Si può sapere che hai in quella TESTA CHE TI RITROVI ATTACCATA AL COLLO? QUEL COLLO CHE CERCHI DI SPEZZARE CONTINUAMENTE, fra l'altro!!!"

Nel mentre, tra i vari cambiamenti di tono, Harry aveva tentato di difendersi ma le sue parole erano mute alle orecchie sorde del padre. "INOLTRE, salti anche il tuo allenamento!!! COME PENSI DI SOPRAVVIVERE SE NON PRENDI SUL SERIO L'ALLENAMENTO! VUOI MORIRE? Per Merlino, è QUESTO che vuoi?"
Quando vide la bocca del figlio aprirsi per l'ennesima volta, lo interruppe "Non voglio sentire giustificazioni. Sei in punizione! D'ora in poi starai sempre sotto ai miei occhi! Niente più uscite, niente più Quidditch, solo studio, studio e STUDIO." Voltandosi verso la ragazza che sembrava essersi rimpicciolita da quando l'aveva guardata l'ultima volta, disse con più calma. "Anche tu sarai punita, signorina Weasley. Sono certo che il signor Gazza avrà molti compiti da affidarti ogni giorno per il prossimo mese. Ma per prima cosa farai un test di gravidanza, questo te l'assicuro!"

"Papà!"Urlò Harry, esasperato. "Ho usato quell'incantesimo di protezione! Non sono così stupido..."
"Ah, davvero? Buono a sapersi. Ma mi perdonerai, se metto in dubbio le tue parole. La ragazza farà quel test, è deciso!" Ignorò lo sguardo accusatorio e ferito del figlio, ed annuì alle parole rassegnate di Ginny "Va bene, professore".
Udì suo figlio dire "Ginny, non devi farlo! Sai benissimo che non devi! Lui vuole solo avere la soddisfazione di umiliare me!"
Severus non si voltò nemmeno a guardare suo figlio per rispondere "Ti sbagli. Io voglio solo tenerti al sicuro. E' solo che non so più se posso fidarmi di te." Detto questo, se ne andò lasciando i due adolescenti soli, ma sapendo che non avrebbero riprovato a fare sesso per almeno un po' di tempo.


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Il giorno dopo Harry aveva portato tutta la sua roba nell'appartamento del professore, poichè questo gli aveva detto che avrebbe dormito lì sotto il suo controllo per il resto dell'anno. Harry aveva annuito, infastidito ma non troppo rattristito dal combiamento. In fondo, non gli dispiaceva abitare con suo padre.

Ovviamente, il silenzio teso tra i due non rendeva la sua permanenza piacevole come l'avrebbe desiderato.

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Due giorni dopo, padre e figlio ancora non si parlavano. Harry poteva uscire solo per le lezioni e Severus continuava a lasciargli biglietti in camera con scritti compiti in più che doveva svolgere. Dopo aver finito tutti i compiti, Harry li portava al padre che li controllava senza una parola prima di restituirglieli. Aveva anche trovato un biglietto che diceva che il test di gravidanza di Ginny era risultato negativo. Bè, non era una sorpresa, ma gli dispiacque sapere che Ginny aveva dovuto farlo solo per colpa sua. Chissà come si era sentita umiliata...

La sera del sesto giorno di punizione, Harry ne aveva avuto abbastanza; così andò da Severus, che come al solito era seduto dietro alla sua scrivania, gli montò sulle gambe, lo abbracciò e gli disse "Mi dispiace. Mi ero dimenticato che dovevo venire qui. A volte i miei ormoni hanno la meglio sul mio buon senso. Scusa, papà."

A Severus era mancata quella parolina. Nessun altro lo chiamava così. Lui aveva solo un figlio, Harry. E suo figlio gli stava chiedendo di perdonarlo, così lo circondò con le lunghe braccia e sussurrò soltanto "Non farlo più."


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Harry accolse con felicità la sua "libertà vigilata": durante il giorno poteva stare con Ron, Hermione e Draco (anche se di solito lo passava in compagnia di una certa strega dai capelli rossi), anche se la notte doveva tornare a dormire da Severus. Ovviamente erano anche ricominciati gli allenamenti.



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Febbraio era arrivato in un baleno, e gli incubi che avevano tormentato Harry quasi ogni notte cominciavano a diminuire. Ally aveva dovuto passare parecchie ore seduta accanto ad Harry per convincerlo a parlarne, e il ragazzo alla fine aveva ceduto, anche perché aveva la sensazione che Ally passasse più tempo con lui che con il padre, e questo gli dispiaceva.

Severus cominciò infine a vedere un cambiamento nel comportamento del figlio: Harry era diventato più maturo, più silenzioso, ma era anche più sereno. Ormai non era più un bambino ed era piuttosto controllato nei momenti di rabbia. Anche il tormento che aveva visto negli occhi verdi sembrava essere sparito, e sperava che non fosse semplicemente nascosto. Comunque, sotto le pressioni che Silente gli faceva, decise che era arrivato il momento di portare Harry a vedere lo zio, il quale a cause di un incantesimo di Severus, si trovava nell'ospedale di  San Dervent, incapace di muoversi, e afflitto da grandi sofferenze. L'unico modo per farlo riposare in pace era concedergli il perdono di Harry. E il professore era sicuro che stavolta il ragazzino ce l'avrebbe fatta.

Così trascinò un Harry un po' riluttante fino all'ospedale e, quando il ragazzino premette le mani sul vetro che dava sulla stanza dello zio, seppe che era il momento giusto.


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Due giorni dopo venne il funerale di Vernon Dursley, ma Harry rifiutò di presentarsi, sentendo di aver già detto addio all'uomo che lo aveva cresciuto. L'aveva perdonato, certo, ma non avrebbe mai dimenticato. Passò una settimana intera nei quartieri di Severus, non sentendosi in vena di metter piede fuori da lì e di affrontare il mondo. Il padre restò quasi sempre con lui, offrendogli tutto il sostegno che gli era mancato quando era solo un bambino.


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A pochi giorni dalla fine di febbraio, Harry riprese le lezioni con entusiasmo e continuò gli allenamenti extra-scolastici con il padre. Notò che Severus sembrava più teso ogni giorno che passava. Si chiese perché, ma non diede voce alle sue domande con il padre.

Arrivò il giorno in cui capì tutto: lui e suo padre erano nel campo di Quidditch; era notte e faceva freddo, ma Harry non aveva dubbio che presto si sarebbe scaldato. Severus cominciò a scagliargli incantesimi, e Harry corse da una parte all'altra del campo, nel tentativo di evitarli. Dopo una lunga ora, il ragazzo era senza fiato e si reggeva a malapena sulle gambe, così infine non riuscì a schivare un Petrificus Totalus.
Incapace di muoversi, spostò lo sguardo sul professore e lo vide contorcere la bocca.

Severus si avvicinò con passi veloci a lui e decise di non liberarlo subito, avrebbe sfruttato quel momento per rimproverarlo senza interruzioni "Sei un incapace. E' passata solo un'ora e di già ti sei stancato e hai perso la concentrazione! La battaglia contro il Signore Oscuro potrebbe durare molto più di un'ora! E se ti fai colpire da un Petrificus Totalus sei finito! ANCORA PEGGIO SE FOSSE STATO UN AVADA KEDAVRA! Sei un INCOMPETENTE!" Smise di urlare e con un movimenti di bacchetta, Harry fu in grado di alzarsi.

Il Grifondoro lo guardò con occhi confusi prima di dire con voce sommessa "Papà, non ti agitare. Ho ancora tempo per migliorare. Chissà fra quanto tempo Voldemort verrà a cercarmi!?!"

Severus lo fissò per pochi secondi e poi le sue gambe sembrarono cedere. Si sedette a terra e prese un respiro. "Non aspetteremo che ti trovi. Andremo noi da lui fra quattro settimane per ucciderlo. E per allora dovrai essere pronto, Harry. Non ho alcuna intenzione di perderti. Quindi vedi di prendere tutto questo seriamente, perchè non è un gioco. Adesso respira e poi riprendiamo l'esercizio. E vedi di resistere per almeno un paio d'ore stavolta."


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Da allora, Harry non fece altro che allenarsi e studiare. Durante il mese di Marzo, passò pochissimo tempo con Ginny e con i suoi amici sapendo che loro avrebbero capito. Si concentrò su tutto ciò che Severus gli insegnava e alla fine il padre gli spiegò un incantesimo che Silente aveva scoperto. Avrebbe dovuto aspettare che Voldemort usasse l'Avada e poi non avrebbe dovuto tentare di schivarlo. Doveva utilizzare un incantesimo per incanalare la maledizione nella propria bacchetta e poi rilanciarla a Voldemort, il quale sarebbe morto della sua stessa mano. Era l'unico modo per non usare una Maledizione Senza Perdono e per evitare che il Signore Oscuro potesse schivarlo: Voldemort sarebbe rimasto a controllare che morisse prima di scostarsi ed Harry l'avrebbe preso in tempo.
L'Ordine della Fenice e gli Auror avrebbero solo dovuto evitare che i Mangiamorte toccassero Harry, il quale avrebbe solo dovuto schivare tutti gli incantesimi che gli avrebbe lanciato Voldemort: doveva essere in grado di bloccare l'Avada Kedavra.

Quando Harry chiese perchè non potesse farlo Silente, allora Severus disse che solo Harry sarebbe stato in grado di uccidere Voldemort. Il Preside aveva tentato innumerevoli volte in passato ma nessun incantesimo che avesse usato per uccidere Voldemort aveva mai funzionato.

Ora rimaneva da vedere se davvero Harry fosse in grado di farlo? E se anche lui non ci fosse riuscito? Come facevano ad esserne sicuri? Severus non lo sapeva; disse solo che Silente gli aveva detto che avrebbe funzionato.
Non gli restava che fidarsi.


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Arrivò la sera prima della battaglia ed Harry si stava rivestendo mentre Ginny era ancora nuda nel letto della Stanza delle Necessità. Harry decise di non svegliarla. Le si avvicinò silenziosamente e le baciò la fronte rilassata. La osservò ancora per un attimo prima di andarsene sapendo che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe vista prima dello scontro. Sussurrò un "Ti amo" e se ne andò, senza voltarsi indietro.


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In seguito Harry della battaglia avrebbe ricordato solo di aver visto un raggio di luce verde accecante, di aver alzato la bacchetta e di aver urlato con tutto il fiato "VINCULO REIFLIGENDUM!!", prima di cadere a terra. Le ultime cose che avrebbe visto quella sera erano due occhi rossi che si dilatavano.


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GAZZETTA DEL PROFETA

IL MOSTRO è SCONFITTO!

Finalmente oggi possiamo dire "La Guerra è finita!". Il giovane Harry Potter di soli 16 anni, ha sconfitto il Mago Oscuro più temuto di tutti i tempi!
La battaglia è cominciata alle ore 10.00 del 1 aprile 1996 ed è finita alle 11.38 della stessa mattina. E' stata accertata la morte di Tom Marvolo Riddle, alias Lord Voldemort. Il mostro è stato ucciso dal suo stesso Avada Kedavra, incantesimo incanalato nella bacchetta di Harry Potter e successivamente riscagliato contro il suo stesso attivatore.
Il corpo di Lord Voldemort verrà bruciato fra poche ore e le ceneri verranno gettate nell'oceano atlantico...

Intervista a Cornelius Caramel a pagina 7


IL SALVATORE DEL SALVATORE
Harry Potter ha salvato il mondo intero ma sembra che anche lui abbia avuto bisogno di essere salvato. Dopo aver definitivamente ucciso il Mago Più Oscuro di Tutti i Tempi, il giovane Grifondoro è caduto a terra, fisicamente esausto, lasciando andare la bacchetta. Vedendo l'accaduto il Mangiamorte Lucius Malfoy, ha puntato la propria verso di lui. Ha pronunciato solo le prime sillabe della Maledizione Senza Perdono mortale, prima che l'ex Mangiamore Severus Piton gli conficcasse all'altezza del cuore un pugnale.
I paramedici non sono arrivati in tempo per salvare il criminale dalla morte, il funerale avverrà nel week end.

La scena più commovente della vicenda è quella della corsa del Maestro di Pozioni, Severus Piton, verso il figlio adottivo, ormai tramortito. Il professore ha raccolto tra le braccia il corpo incoscente di Harry Potter, e lo ha tenuto stretto a sè per circa 15 minuti.

Severus Piton non ha rilasciato alcuna intervista sull'accaduto.



I MANGIAMORTE
58 sono i mangiamorte che sono rimasti uccisi durante la battaglia. Seguono i nomi:
Lucius Malfoy, Bellatrix Lestrange, Augustus Rookwood, Fenrir Greyback, Vanesius Mulciber*, Amycus Carrow, William Tiger*, Walter Goyle*,...

23 sono i mangiamorte arrestati. Seguono i nomi:
Rodolphus Lestrange, Walden Macnair, Antonin Dolohov, Evan Rosier, Jackson Nott*, Alecto Carrow, Thorfinn Rowle, Ernestus Selwyn*, John Travers, Wayne Yaxley*, ...


I MARTIRI DELLA LUCE
Remus Lupin, Dean Thomas, Colin Canon, Terry Steeval, Susan Bones, Theodore Nott, Viktor Krum, Hestia Jones...
A questi combattenti sarà attribuito l'Ordine di Merlino il giorno del loro funerale che sarà tenuto pubblicamente.


NO HARRY, NO PARTY
A due settimane dalla battaglia finale, ancora il nostro giovane salvatore si rifiuta di apparire in pubblico. Alla festa organizzata in suo onore dal Ministro della Magia non si è presentato, deludendo tutti i suoi fan.
Sappiamo solamente che Harry è stato ricoverato al San Mungo per alcuni giorni nelle cure della Guaritrice Allyson Baker, sua assistente sociale e compagna del padre di Harry, Severus Piton. Sebbene ancora non sembrino esserci state proposte di matrimonio sappiamo grazie alle foto che fin troppe volte la giovane Medimaga ha passato la notte a casa Piton.
E' sottinteso che la vostra Rita Skeeter sarà sempre all'erta.

Qui sotto Allyson Baker, 35, che esce da Piton Manor scoccando un bacio sulla guancia del compagno, Severus Piton, 37.

Severus lanciò con rabbia la copia della gazzetta del profeta nel camino acceso e chiamò ad alta voce Harry per la colazione.
Le parole dei gionalisti erano bastate per rovinargli la giornata ma non l'avrebbe detto a Harry. Voleva che il ragazzo non si preoccupasse di nulla. Ora che la guerra era conclusa, Harry era sereno. Dopo essere stato in ospedale per tre giorni erano tornati a Piton Manor e non ne erano ancora usciti dopo due settimane. Ma non c'era fretta: Harry stava bene, aveva ripreso a giocare a Quidditch, aveva passato del tempo con Weasley, Granger e Draco, il quale ormai non camminava quasi più a causa del pancione. E a Severus segretamente piacevano le serate passato con il figlio e con Ally a parlare o semplicemente a leggere un libro.

Harry aveva ancora tanto tanto tempo per tornare in pubblico.

Aveva tutta la vita.

THE END
* alcuni nomi  dei mangiamorte sono stati inventati

Ringrazio tutti  quelli che hanno atteso con ansia. Mi dispiace ma mi mancava l'ispirazione. Questo è in pratica l'ultimo capitolo ma scriverò un epilogo... non penso di metterci troppo tempo... spero. Comunque alla fine lo scriverò.
Baci
pikkola prongs




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