Diario di un Principe.

di Nerween
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** 1 settembre. ***
Capitolo 3: *** 4 ottobre. ***
Capitolo 4: *** 12 e 16 novembre. ***
Capitolo 5: *** 5 e 6 dicembre. ***
Capitolo 6: *** 17 gennaio. ***
Capitolo 7: *** 2 marzo. ***
Capitolo 8: *** 6 aprile. ***
Capitolo 9: *** 30 e 31 giugno. ***
Capitolo 10: *** 6 luglio. ***
Capitolo 11: *** 14 luglio. ***
Capitolo 12: *** 1 settembre. ***
Capitolo 13: *** 23 ottobre. ***
Capitolo 14: *** 3 e 10 novembre. ***
Capitolo 15: *** 9 e 16 gennaio. ***
Capitolo 16: *** 26 febbraio. ***
Capitolo 17: *** 13 e 17 marzo. ***
Capitolo 18: *** 20 e 23 marzo. ***
Capitolo 19: *** 15 aprile. ***
Capitolo 20: *** 23 aprile. ***
Capitolo 21: *** 28 aprile ***
Capitolo 22: *** 16 giugno. ***
Capitolo 23: *** 17 giugno. ***
Capitolo 24: *** Epilogo - 31 giugno. ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


intro

Diario di un Principe.


“È meglio essere odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo.”

Già, ma nessuno sa che è difficile togliersi la maschera una volta che è diventata parte di noi?






Volevo solamente provare a scrivere. L'ho iniziata in un pomeriggio primaverile di maggio dell'anno passato quando, a causa di problemi ad internet, non potevo navigare. Aprire Word é sempre un'ottima soluzione, soprattutto se in testa hai un'idea.
Quell'idea è andata sempre più sviluppandosi, e così circa dopo un anno dall'inizio, e circa dopo qualche mese dalla fine, voglio proporre la mia FF anche qui su EFP, sperando che possa interessare qualcuno.
Trama? Severus Piton quattordicenne alle prese con le sue crisi con i genitori, del suo amore per Lily Evans e dei Malandrini. Semplici pagine di diario del nostro giovane Piton.
La FanFiction é terminata, penso che posterò un giorno si e uno no, sempre se gli impegni permettono!^^
Spero di non creare casini con l'html. Sono davvero una frana xD


Ah, chiamatemi Kia!

30 agosto.


Ancora due giorni, due giorni d’inferno da sopportare e lascerò questa maledettissima casa. Mi sono rotto dei soliti casini qui, papà che si ubriaca ogni giorno e la sera torna a casa insultando mamma, chiamandola mostro. Non ha mai accettato il fatto che fosse una strega, e il suo odio per il nostro mondo si è rafforzato da quando abbiamo scoperto che anche io ero uno di loro, anche io un mostro, insomma. Ogni sera, quando il terrificante battito di pugni sulla porta di ingresso annuncia l’arrivo di mio padre, ubriaco, scappo di sopra, in camera mia, e come un bimbo nascondo la testa sotto il cuscino per non sentire le urla… poi tutto finisce. Mamma è sempre stata un’ottima strega, sa come controllare e far smettere papà dalle sue follie. Dopo aver inflitto il solito incantesimo a papà, a malincuore, corre in camera sua e piange, piange, piange…
Non sopporto quando piange. Le voglio un gran bene, l’unica cosa che riesco a fare è andare da lei e abbracciarla forte con il mio esile corpo. A volte (cioè sempre) penso che io sia troppo “freddo” per riuscire a calmarla. Ma non so come, riesco sempre a farla addormentare con il sorriso sulle labbra. Le basta accarezzare i miei secchi e lunghi capelli. Dice che sono il suo orgoglio, ma io non mi sento affatto così. Mah, valle a capire, le mamme! Chi mi considererebbe un orgoglio? James Potter è un orgoglio per la propria famiglia, campione di Quidditch, muscoloso e come se non bastasse, seguito da un sacco di ragazze. Tranne una…
Lily. Lily è… speciale, come dire, un vero orgoglio. Lei è speciale perché preferisce i veri valori della vita, come amicizia, amore, verità, ai muscoli e alla bellezza, alla buffonaggine. È speciale perché non fa distinzioni fra le casate, la purezza del sangue… Già, la purezza del sangue. Lei è una babbana, io un mezzosangue. Ma… non posso dirlo ai miei amici, mi rovinerei la reputazione. Non è che mi vergogno della mia famiglia (di papà si, ma non perché è babbano, perché è alcolizzato). E poi Mulciber mi fracasserebbe letteralmente il cranio. Come se non sapessi che mi tengono con loro solo perché faccio loro i compiti. Ma almeno è un modo per essere qualcuno. Ci sto male ogni volta che insultano qualcuno chiamandolo “sporco mezzosangue” perché è come se l’insulto fosse rivolto a me. Ma non lo do a vedere, anche se non ce ne sarebbe bisogno, Avery e Mulciber non mi considerano spesso… a volte ho la sensazione di essere invisibile, e forse è meglio così. A volte, invece, desidero essere invisibile, quando spio Lily leggere in biblioteca, o nel parco, con i suoi incantevoli capelli rossi mossi dal vento… riesce sempre a percepire la mia presenza. Impossibile avere segreti con lei. Mi piace perché… non so spiegarlo. Lei è libera, spensierata, dolce e allo stesso tempo pungente. Non so come fa a essere amica di un esserino così insignificante e senza carattere come me. Dovrò chiederglielo quando la vedrò dopodomani.

A proposito, quest’estate non l’ho proprio vista… credo sia andata in vacanza con la sua famiglia, dovrebbero tornare domani. Oddio, poveraccia, passare un’estate intera a mare con quella malefica di sua sorella. Ogni inizio anno scolastico mi racconta sempre che “Tunia” non le rivolge spesso la parola e le poche volte che lo fa è scontrosa e indifferente. Gelosia. È cominciato tutto da quando Lily è andata ad Hogwarts il primo anno. Ah, se ripenso a quando leggemmo la sua patetica lettera a Silente per pregarlo di essere ammessa anche lei… Ma dico, quanto sanno essere cocciuti i babbani? No, davvero, poi ficcano gli affari nei fatti degli altri. SEMPRE. C’è quel bimbo che ogni qualvolta che passa davanti a casa mia guarda nella finestra della mia camera. Ho sentito quella pettegola della nostra vicina dire che i miei genitori nascondono un mostro in casa che non fanno uscire mai, che sarei io.
L’ho detto ai miei di rendere la casa un po’ più, diciamo, normale, ma mamma non ne vuole sapere niente. Le piace troppo questo stile gotico-misterioso, anche a me, ma direi che tanto adatto ad una cittadina babbana non lo è. Mah, le femmine con le loro manie! Per fortuna Lily non ne ha, di fissazioni. Forse anche per questo mi piace, è decisamente fuori dal comune.
Per fortuna mancano solo due giorni. Rivedrò Lily (e con rancore anche i magnifici, sublimi, stupendi, meravigliosi, famosi Malandrini). Mamma starà da sola con quel pazzo. Senza di me la vedo un po’ persa, dovrà subire da sola i maltrattamenti di papà, senza nessuno a coccolarla quando è a terra ogni sera. A volte mi chiedo cosa aspettino a divorziare. Forse mamma lo ama troppo.
Mamma mi mancherà, come sempre, ma almeno non dovrò sopportare i loro litigi…



Eccomi qui, primo capitolo di questo sclero!^^
Non è granchè, lo so, i primi capitoli sono sempre i peggiori. Più avanti la storia si farà seria!
A voi per le recenzioni! Baci, Kia.

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Capitolo 2
*** 1 settembre. ***


1 settembre.

Finalmente a Hogwarts. Si parte col quarto anno. Sembra sempre come la prima volta, non dimenticherò mai l’emozione provata attraversando la grande porta la prima volta. I primi tempi sono sempre i più belli, ma per me la sensazione di avere una vera casa sarà sempre grande.
Ovviamente solo mamma mi ha accompagnato fino al Binario 9 e ¾. Tra il fumo e il vapore cercai la figura di Lily, ma fu impossibile tra tutta quella gente. Rassegnato, salutai mamma abbracciandola (mi sentii un bambino di otto anni, ma quando sto con mamma mi sento bene davvero) e mi avviai all’Espresso per Hogwarts.
Era tutto come sempre, mi sembrava di essere tornato indietro di quattro anni, con la sola differenza che non ero io il piccino, ma i pargoletti che per la prima volta si trovavano qui.
Salutai mamma dal finestrino. Piangeva come ogni partenza. Sarò sempre il suo piccolo anche quando avrò la barba come quella di Merlino.
Come al solito nascosi il viso tra i mie lunghi capelli neri, mi circondai con il mantello e camminai a testa bassa. Cercai uno scompartimento libero (in realtà cercavo Lily) ed ebbi il grande piacere di incontrare Potter e compagni che mi salutarono con un affettuoso -Hey, Mocciosus, sempre più figo, eh?- e scoppiarono a ridere.
Feci per rispondere, ma la melodica voce di Lily Evans, che spuntò dalle mie spalle, fu più veloce di me -E tu, Potter, sempre più sbruffone e senza cervello, eh?-. Quelle parole lo fecero rimanere di stucco. Poi mi sussurrò -Dai, vieni Sev- e mi trascinò in uno scompartimento vuoto.
Il suo sorriso e lo sguardo allegro mi fecero salire la pressione. Poi mi abbracciò ed io goffamente la circondai con le mie esili braccia. Ridacchiò.
-Mi sei mancato, Sev- mi disse.
-An anche tu- risposi balbettando come un idiota.
Ci sedemmo uno di fronte all’altra. Mi sentivo già a mio agio.
-Grazie, Lily- cominciai.
-E di cosa?- mi chiese confusa.
-Beh, di proteggermi sempre…- risposi abbassando gli occhi. Mi sentivo uno straccio quando faceva così, sembrava che io non potessi difendermi da solo.
-Oh, tu avresti fatto lo stesso per me- affermò convinta.
Non ne ero tanto sicuro, io. Non sono coraggioso come lei. Al suo posto non saprei cosa avrei fatto. Le nostre situazioni sono troppo diverse. Se avessi fatto quello che continuamente Lily faceva per proteggermi avrei passato un brutto quarto d’ora con Mulciber. Boh, chi sa, forse quello che provo per lei mi avrebbe dato un pizzico di coraggio che tanto male non faceva. Annuii fingendo convinzione.
Dondolava avanti e indietro sul posto. La adoravo quando faceva così. Significava che aveva voglia di parlare.
-Allora, come hai passato le vacanze?- mi chiese, mentre i capelli sciolti le danzavano davanti al volto.
-Come al solito- risposi cupamente.
-Sempre per i tuoi genitori?-
Annuii leggermente. Mi conosceva davvero bene, capii che in quel momento non volevo abbracci amichevoli. Volevo solo non parlarne.
Ruppi il silenzio con un -E tu?-
Anche lei si incupì, ma parlò -Al mare. Mi sono divertita, ma Tunia… niente, mi rivolgeva la parola solo per chiedermi di passarle qualcosa. Uff, va avanti da quattro anni ormai…-
Come un impulso elettrico mi alzai e mi avvicinai a lei, stringendola a me come facevo con mamma quando era triste. Ma che diavolo stavo facendo? Ma lei si lasciò stringere, e per non aumentare la tensione decisi che fosse meglio cambiare discorso.
-Lo sapevi che i miei hanno un mostro in casa che non fanno uscire mai?- le chiesi sorridendo.
-Oh, l’hai saputo! Mi dispiace Sev, sai com’è la signora Pittol… pettegola di prima categoria…non devi dare ascolto a quello che dice, l’ha detto pure a mamma e a tutto il quartiere direi…- mi rispose dispiaciuta.
Ma a me più di quello non interessava. Me ne frego altamente di quello che la gente pensa della mia famiglia, soprattutto se si tratta di stupidi babbani impiccioni. Ma vedi un po’…dove andremo a finire di questo passo?
-Tranquilla, Lì, non mi condiziona affatto quello che dice quella stupida oca- e quasi allegro tornai al mio posto.
Restammo in silenzio per un po’, lei fissava un punto fuori dal finestrino, io fissavo lei. Cavolo, quanto è bella…
Mi fece tornare con i piedi per terra con uno schiocco delle dita.
-Sev, mi ascolti si o no?- chiese, quasi come per rimproverarmi.
-Oh, si si certo…- mentii, per poi dire -Emh, dicevi?-
-Dicevo che aspettavo da tempo questo momento, tornare a Hogwarts, tornare nella magia…- affermò con quella scintilla nei suoi occhi verdi.
-Già- concordai. Stavo per rispondere, ma mi fermai. Non potevo certo rovinare la nostra amicizia dicendole che per me la magia non veniva da Hogwarts, ma da lei.


Eccomi qui! Vi scrivo dal mio caro lettino con una febbre bestiale :(
Ringrazio davvero le tre persone che hanno recensito e le quattro che hanno messo la mia storia tra le seguite!
Ecco il secondo capitolo ^^

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Capitolo 3
*** 4 ottobre. ***


4 ottobre.

La scuola è ormai iniziata da un mese, i piccoletti si sono già quasi ambientati, ma scappano ancora piangendo davanti ai crudeli scherzetti che facciamo loro io, Avery e Mulciber… in sala comune nascondono il viso tra i libri quando passiamo… poveracci. Sono diabolici e divertenti, ma a volte mi fanno un po’ pena. SEVERUS! Avere pena è da femminucce… Però c’è un ragazzino che sembra proprio portato per le Arti Oscure, scatena l’ira di Avery perché rimane indifferente ai suoi scherzi…chi sa, forse sarà uno di noi. Ne ha combinate di tutti i colori a quel nano di Vitius, per non parlare della professoressa Sprite. Ad Avery non piace, ovvio, è quasi più geniale di lui…

Parco di Hogwarts, pomeriggio. Le lezioni per oggi sono finite, finalmente. A pozioni sono sempre il migliore, ovviamente, il professor Lumacorno mi ammira, dice che sono il suo studente modello. Ci credo, cavolo. Ma me ne frego altamente di Pozioni…Difesa Contro Le Arti Oscure, quella si che è una materia affascinante.
Gironzolo per il Parco. L’aria autunnale è quasi fredda. Una scusa in più per nascondermi nel mio mantello. Per fortuna in giro non si vedevano quei quattro, potevo starmene liberamente in pace. Mi accasciai sull’erba appoggiandomi ad un albero ed ecco che mi sentii preso alle spalle.
-BU!- mi fece la voce più bella del mondo.
Sussultai e Lily cominciò a ridere di gusto. Era ancora più bella quando faceva così.           
-Beh, che hai da ridere?- le dissi fingendo il broncio.
-Niente, è che sei così buffo!- mi rispose serena –Certo, quando sei con i tuoi amici cambi completamente…-
Sapevo dove voleva arrivare. Voleva farmi il solito discorso sulle mie compagnie. Ma che ci posso fare, io sono così. Certo, non mi piaccio, ma ho imparato ad accettarmi. Sono davvero un bastardo quando sto con Avery e Mulciber, ma non posso farci niente. Ho trovato persone che come me adorano la Magia Oscura, anche se so che non mi calcolano proprio come persona. Odio doverlo ammettere, ma nemmeno a me piacciono. E odio doverlo affermare, ma è l’unico modo per essere qualcuno.
Quanto ammiro Lily. Lei sa essere speciale senza dover farsi notare. E’ sempre se stessa. Forse è questo il suo segreto. Dovrei provarci anche io? E’… troppo difficile. Decisamente troppo difficile.
-Sev, mi ascolti?- mi disse spazientita.
-Certo, Lily, ti ascolto- risposi, ma capii benissimo che nei miei occhi vuoti leggeva la mia menzogna.
-Uff, Severus, ma cosa ti accade? Voglio dire, sei sempre così pensieroso. Perché non mi dici quello che ti frulla nella mente? Sono o non sono la tua migliore amica? Oh, certo, forse preferisci Mulcib…-
-Non dirlo nemmeno per scherzo, Lily Evans- la interruppi. Il mio tono era forte.
Si sedette accanto a me e sbuffò -Ma se stai sempre con loro. So che ormai sei stanco dei miei soliti pareri, ma continuerò a chiedertelo: cosa ci trovi in loro di buono?-
-Sono gli unici che mi accettano- risposi giocherellando con un filo d’erba –E poi… è come se mi augurassi di essere asociale con gli altri Serpeverde-
-Sai che non è vero- disse Lily fissandomi seria. –Loro non mi piacciono-
Per poco non le dissi che non dovevano piacere a lei. La mia dignità mi fermò prima di combinare un guaio.
-Lily, credimi, non voglio litigare-
-Neanche io Severus- rispose. Abbassai lo sguardo e sorrisi. Adoravo quando mi chiamava col mio nome completo.
-E’ che mi preoccupo per te- aggiunse.
A volte sembrava mia madre. Come se non fossi in grado di prendermi le mie responsabilità.
Se c’era una cosa che avevo capito, era che le donne fin troppo premurose.



Eccoooomi qua!
Ringrazio ancora le 5 persone che hanno la mia storia  tra le seguite, i due che l'hanno tra le preferite e che hanno commentato!
@Batuffolo: grazie mille!^^ Anche io adoro questi due personaggi, e come te odio a morte quel bastardo di padre che si ritrova... ma più in la ce ne sbarazzeremo!!XD
@Thumbelina: grazie anche a te :D Per il fatto del passato prossimo... sai cos'è, come storia l'ho impostata a diario, però mi riesce meglio scriverla a racconto...sono un po' strana XD

Un altro capitolo un po' così! Dal prossimo Sev comincerà a ficcarsi nei guai!XD
Alla prossima. Kia<3

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Capitolo 4
*** 12 e 16 novembre. ***


12 novembre.

Freddo. Il tempo è tutto incasinato, ormai ci sono solo bufere di vento e pioggia, e tra qualche giorno comincerà pure a nevicare. Bene, sembra quasi che rispecchi il mio umore. Mi piace questo tempo uggioso, soprattutto la pioggia, mi da quasi ispirazione…
Ho in mente di creare un incantesimo. Ma uno potente, non le solite sciocchezze che ci insegnano qui a Hogwarts. Magari Magia Oscura. Quella si che farebbe comodo. Chi sa, forse nella parte proibita della biblioteca potrei trovare qualche libro. Il problema è come arrivarci. C’è sempre quell’insulso magonò di Gazza a fare la guardia. L’unico modo sarebbe essere invisibile. Chi sa se…

Biblioteca. Sono in cerca di un buon libro avanzato di pozioni, forse troverò quello che mi serve…
-Basta!-  sospirai molto tempo dopo, erano ore che stavo lì. Mi misi le mani tra i capelli, poi pensai all’idea più stupida, ma forse più geniale che potevo fare. Perché non appellare il libro?
Puntai la bacchetta in un punto qualsiasi della biblioteca e sussurrai -Accio libro-. Un enorme volume dalla copertina nera impolverata mi balzò sulle mani. Guardai stupito il mattone. Mah, meglio così. Corsi nel mio dormitorio, al diavolo la lezione di Cura delle Creature Magiche. Sfogliai in furia le pagine, quando finalmente arrivai a quella che mi interessava. Pozione dell’Invisibilità. Ingredienti semplici, ma… cavolo! Due settimane per prepararla. Non mi interessa, ci riuscirò, eccome!



26 novembre.

Finalmente è pronta. Come potevo non riuscirci, con la mia abilità per le pozioni. Sono tutti innervositi per il mio atteggiamento, soprattutto Lily… se solo sapesse, non mi rivolgerebbe più la parola. Ma voglio farlo. Insomma, posso concedermi un capriccio ogni tanto, no?
Questa sera sarò all’attacco, l’effetto della pozione durerà poco, speriamo sia abbastanza.
Ore 24,55. Bevo la pozione. Che schifo, dannazione.
In poco tempo sono invisibile. Cerco di non fare rumore ed esco. I corridoi sono bui, non si vede nulla. –Lumos-, almeno non sbatterò il muso contro qualcosa. Sperando di non incontrare qualcuno, mi avviai alla sezione proibita della biblioteca. Per fortuna niente Gazza tra i piedi.
-Sezione incantesimi, sezione incantesimi…-, non avevo pensato che certamente avevo bisogno di tempo per trovarlo. Finalmente lo sguardo cadde su un titolo: L’arte del creare incantesimi oscuri. Lo presi velocemente, ma nell’atto feci scivolare a terra un paio di altri volumi pesanti. –Maledizione- cercai di rimettere tutto a posto, ma sentii lo scricchiolio della porta e la voce gracchiante di Gazza -C’è qualcuno?-. Spensi subito la bacchetta, ma fu troppo tardi… Aveva visto la luce, stava venendo nella mia direzione. Mi sentii per un attimo perso, ma scappai in un altro scompartimento prima che lui arrivasse ed urlasse -Dove sei!-. Lentamente mi avviai all’uscita, cercando di tenere sempre all’ombra il libro. Uscii trionfante dalla biblioteca e in fretta mi avviai verso il dormitorio.
Ma mi fermai di botto. Sentii delle voci, dei sussurri dire -Fate piano, presto!-. Allarmato, mi guardai intorno. Niente. Girai l’angolo in punta di piedi e sorpresi Potter e Black che portavano sulle spalle Lupin, con Minus che trottolava loro dietro. Dove andavano? Li seguii cercando di non far rumore, tanto ero ancora invisibile, ma la pozione stava per perdere il suo effetto. Aprirono il portone della scuola. Li guardai uscire e dirigersi verso il Platano Picchiatore. Cosa diavolo andavano a fare lì? Lo dicevo io che quel Lupin è strano, ha qualcosa che non va. Cercai di seguirli, ma guardando a terra vidi la mia ombra alla luce della luna piena. Maledizione, l’effetto era finito. Dovevo tornare subito dentro senza farmi vedere.
Ma quei quattro non la passeranno liscia. Non mi convincono, li spierò le prossime serate. Scoprirò cosa nascondono, si che lo farò!




Eccomi qui ragazzi!^^
Ho unito questi due capitoli perchè davvero troppo corti, e altrimenti Giulia (posso chiamarti così?) mi avrebbe cruciata XD
Cosa avrà in mente il nostro giovane combina guai? E soprattutto, riuscirà a fare ciò che vuole fare? Lo scoprirete continuando a leggere! :D
Passiamo alle recensioni!
Circe: Sì, rileggendo ciò che avevo scritto anche io ho notato di aver scritto questi primi capitoli in modo molto innocente... sappiamo benissimo cosa, in realtà, passa nella mente dei 14enni! Ma Severus l'ho visto sempre un po' diverso dagli altri ragazzini... Grazie per aver recensito!
Giulia: Si lo so, sono proprio corti T_T Fortunatamente più avanti saranno molto più corposi ;)

Alla prossima! Baci <3

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Capitolo 5
*** 5 e 6 dicembre. ***


5 dicembre.

Il libro che ho preso dalla biblioteca è davvero completo. L’ho sfogliato un bel po’, ho trovato tutti i procedimenti per creare un incantesimo. Devo ancora scegliere quale, però. Gazza ovviamente non ha fatto parola con nessuno: certo, poteva mai fare la figura di quello che si fa scappare un ragazzino sotto il naso? O forse è davvero così tonto di aver creduto che avesse sognato tutto.
In questi giorni sono stato sottoposto agli interrogatori di Lily. E’ molto sospettosa, ci credo, in questo periodo ho tutt’altro per la testa. Ho deciso di lasciar perdere per ora l’incantesimo. Quando mi verrà l’idea, allora lo creerò.
La mattinata è passata molto lentamente. Le lezioni iniziano veramente a scocciare. In più si avvicina pure Natale, tutti sdolcinati. Domani gita ad Hogsmeade, ci sarà da annoiarsi a morte, ma almeno è un modo per distrarsi un po’…

 



6 dicembre.

Ma vedi un po’, con questo freddo dovevamo uscire? Mah, lasciamo perdere… Ci ritroviamo fuori a consegnare i fogli del permesso. Mi stringo nel mio cappotto nero e mi avvio solitario in attesa che mi salti dietro alle spalle Lily.
-Sev!- mi chiamò allegra e corse accanto a me -Hey, come va?-
-Bene, Lì, bene- sorrisi.
-Oh, vedo che sei molto entusiasta di questa gita-.
-Sto morendo dalla voglia, perché, non si vede?- dissi sarcastico.
Ridemmo insieme e andammo a spasso per le strade di Hogsmeade.
Per le vie c’erano centinaia di negozi. Uff, sempre gli stessi…
-Sev, guarda!- mi bloccò Lily, indicando un negozio che prima non avevo mai visto -Talismani… entriamo?- non mi diede nemmeno il tempo di rispondere che mi trascinò dentro tirandomi per la manica del cappotto.
L’interno era alquanto tetro. C’erano diversi scaffali pieni di cianfrusaglie e roba varia. Sentimmo uno scricchiolio e ci arrestammo. Una vecchia strega era seduta su una sedia a dondolo e ci fissava con aria curiosa.
-Oh, salve- disse con la sua voce leggermente roca.
Balbettammo un salve e continuammo a guardarci intorno. Lily mi chiamò tirandomi il mantello e io la fissai. Indicava due braccialetti. Ma più che braccialetti sembravano delle catene. Lessi il cartellino: Amicizia.
Lily, senza dire una parola, li prese e li porto alla vecchia strega. Forse le stava chiedendo il prezzo, ma la vecchia scosse il capo e disse qualcosa a Lily. Poi tornò da me confusa e mi porse uno dei braccialetti-catene.
-Beh, cosa ha detto?- chiesi indossandolo.
-Ha detto che questi braccialetti ce li regala, poi…-
-Poi?-
-“Poi ha detto che l’amicizia è come una catena: si ammacca e si arrugginisce, ma non si spezza mai…”- ripetè ciò che la signora aveva detto.
-E’ molto filosofica come cosa- commentai indossando il bracciale. Anche io sorrisi, voleva dire che comunque vada la nostra era un’amicizia forte… be’, almeno per lei! Io provavo molto, molto di più.
Usciti da lì passeggiammo, chiacchierando un po’ sulle lezioni.
-Vogliamo entrare a Mielandia?- mi propose entusiasta.
-E dai no, ti prego, sai quanto odio i dolci e le cose colorate- mi lamentai.
-Sei proprio palloso- disse sorridendo e mi trascinò dentro al negozio.
Quando uscimmo, circa un’ora dopo dato la fila enorme, ci scontrammo con Potter e i suoi amichetti. Non mancarono le frecciatine.
-Oh, Mocciosus, presa la caramellina?- Black si rivolse a me.
-Perché, tu allora qui che sei venuto a fare?-, Lily parlò prima di me, come sempre -Forza Sev, andiamo- disse acida.
Prima di uscire, avrei messo la mano sul fuoco, vidi Potter guardare il mio polso sinistro, dove c’era il bracciale, e una luce accendersi nei suoi occhi…
Lily era straziata, io indifferente. Ormai erano più di tre anni che andava avanti questa storia, ci avevo fatto l’abitudine, ma continuavo a restarci male ogni volta che Lily interveniva al mio posto. Camminavamo in silenzio, potevo percepire la rabbia di Lily da come sbatteva i piedi sulla strada.
-Lily, non ne vale la pena, davvero- cercai di calmarla.
-Zitto! Non possono continuare a trattarti così…-
-Ma se non me la prendo io, tu che c’entri?- la bloccai.
-Mah, chi sa, forse perché ci tengo a te, che dici?- era stizzita.
Cercai di ribattere, ma mi sentii scivolare via il bracciale. Mi guardai il polso: non c’era. Poi Lily urlò furiosa -PETER!- e guardai avanti.
Minus correva ridendo, tenendo in mano il mio bracciale. Cominciai a rincorrerlo, maledicendo in mente lui e il suo insulso gruppo di sbruffoni. Arrivammo ad un vicolo cieco, ma lui continuava a sorridere. Mi girai e dietro mi trovai Potter e Black che sorridevano maligni puntandomi la bacchetta contro, Lupin che guardava la scena indifferente. In un secondo mi ritrovai pietrificato. Cercavo di sbloccarmi mentre i quattro ridevano sotto la scena che più mi fece male: Minus saltava sul braccialetto, e in poco tempo lo fece a pezzi.
Avrei voluto urlare loro maledizioni e maledizioni mentre guardavano il bracciale in frantumi e ridevano.
-Lasciatelo!- ordinò la voce affannata di Lily. Al suo arrivo, Potter smise di ridere, abbassò la bacchetta e scappò con gli altri. Caddi a terra violentemente, ma fortunatamente mi rialzai tutto intero. Cercammo varie volte di riparare il bracciale ridotto in frantumi, ma nessun incantesimo ci riusciva. Evidentemente erano bracciali pieni di qualche strana magia.
-Mi dispiac…- Lily non finì la frase che dal suo bracciale uscì una forte luce azzurra. La luce si formò anche dove prima c’era il mio bracciale. Cessata la luce, una nuova catena, identica a quella di prima, comparve sul mio polso. Ma la catena non doveva essere indistruttibile? Forse la nostra amicizia non era così solida… no, avevo capito. Era perché per me era molto più di una semplice amica, Lily…
Io e lei ci guardammo sbigottiti, per poi sorridere e tornare indietro. Per quanto riguardava quei quattro, dovevo assolutamente vendicarmi. Quanto avrei desiderato accoltellarli… e un’idea improvvisa, geniale e allo stesso tempo maligna, affiorò nella mia mente.
Forse avevo trovato l’incantesimo di cui avevo bisogno…



Buondì ragazzi! E buon sabato santo! Domani Pasqua eh ;) Spero che la passiate bene! Io per ora aspetto le mie adorate uova kinder, anche se fino ad ora non ce n’è nemmeno l’ombra… mmm, se non le avrò, Crucerò a dovere i miei U.U
Beeene, passiamo alle recensioni!
Rossy, tu sei troppo intuitiva, cavolo!XD Ebbene si, non volevo svelarlo, ma credo che ormai dopo questo capitolo si sia capito ;)
Circe, credo che sia per piacere personale. Sappiamo benissimo che Severus, ahimè, è sempre stato affascinato dalle Arti Oscure, senza mai capire che erano troppo pericolose..
Giulia, si, è proprio a quella scena che mi sono ispirata!XD
Continuo a ringraziarvi ragazzi ;)
Alla prossima, e buona Pasqua!

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Capitolo 6
*** 17 gennaio. ***


Ti potranno tagliare le ali, ma non potranno mai impedirti di volare.
[Jim Morrison]


17 gennaio.

 
E’ ormai più di un mese che sto lavorando a questo maledetto incantesimo. Ci sono troppe logiche da seguire, calcoli, ragionamenti, regole da rispettare. Due aspetti da tenere in considerazione: il lato soggettivo, ossia i nostri pensieri, quindi per arrivare ad un ragionamento, e quello oggettivo, ossia l’insieme di regole che devo seguire per crearlo. Un vero casino. Non so, andando avanti così potrei anche lasciar perdere. 
Come al solito le vacanze natalizie le ho passate qui ad Hogwarts. Ne ho approfittato per recuperare alcune materie, decisamente in questo periodo sto trascurando troppe cose per dedicarmi all’incantesimo. Ho trascurato anche il mio compleanno, me ne sono accorto solo quando mamma mi ha mandato un biglietto di buon compleanno, dove mi raccontava che lì, a casa, la situazione era sempre la stessa. Fortunatamente niente regalo, negli anni passati le avevo chiesto esplicitamente di non spendere soldi per inutili sciocchezze. I suoi biglietti mi rendono più che felice.
Sono state delle ferie strane, ho imparato tanto, più di quanto avrei fatto ascoltando una lezione di filosofia, materia del mondo babbano. Merito di Lily. Non avrei mai detto che potesse nascondere anche questo lato. Non finirà mai di stupirmi. A volte mi deprimo, sempre con la solita faccenda della personalità: perché non riesco ad essere forte? E perché, anche volendo, non riesco a cambiare? A darmi un grande aiuto è stato il discorso che Lily mi ha fatto qualche settimana fa, durante le vacanze. Dopo natale è tornata ad Hogwarts. Non ha passato il resto delle vacanze a casa sua, no, mi ha detto che non ce l’ha fatta. Il suo rapporto con la sorella pare sia peggiorato. Mi ha raccontato che, passando accanto alla porta di Petunia, l’ha sentita parlare con una sua amica…
-Le diceva cose orribili su di me- mi ha detto con rabbia -”Quel mostro è tornato da quella scuola di matti…”-.
In quel momento, avrei tanto voluto andare a casa sua e scagliare a quella poco di buono l’incantesimo che ho in mente di creare…
Scacciai quei pensieri in un baleno, immaginandomi il mio sguardo farsi di un rosso assassino.
E’ rimasta per ben una settimana nel suo dormitorio, credo, a piangere. “Lily Evans non piange mai”, mi sembrava dire la sua voce nella testa. E’ troppo orgogliosa per ammetterlo, e troppo orgogliosa per farsi vedere quando è fragile. Non merita tutto questo, solo perché le persone sono tanto idiote da non capire il buono che c’è in lei e nella gente come lei.
Poi è uscita, finalmente. Sinceramente è stata una sorpresa, in senso positivo. Me la immaginavo con morale a terra, stanca, buia, con le occhiaie per i pianti. E invece era solare, anche se nei suoi occhi non c’era il suo solito luccichio. Sembrava aver ritrovato la sua serenità.
-Sai, Sev, ho pensato molto- mi disse un giorno a pranzo, mentre io alzai distratto lo sguardo dal libro che leggevo -e ho capito una cosa- sospirò.
Chiusi lentamente il libro e la fissai -Dimmi tutto-.
Cominciò a disegnare ghirigori sul tavolo con la punta del dito -Be', ecco, vedi, ormai quel che è fatto è fatto. Io non ci posso più far niente, peraltro non è mica colpa mia, ti pare?- continuò, senza nemmeno lasciarmi annuire -E comunque ho deciso, basta. Basta soffrire per qualcuno che non merita le mie lacrime-. I miei occhi si accesero, il discorso si faceva interessante. Un nuovo lato di Lily? Quella ragazza mi lascia sempre senza parole. 
-Perché dovrei prendermi la colpa di qualcosa che non ho fatto? Mi sembra ingiusto soffrire per un errore non commesso. E poi fatti di Petunia e della sua gelosia- adesso pendevo letteralmente dalle sue labbra, mentre mi sorrideva soddisfatta.

-Sai Sev, poi ho imparato un’altra cosa- mi disse con lo sguardo perso nel vuoto -Io voglio mettere fine a questa situazione. Ho riflettuto molto. Credo che per ora io abbia uno scopo da raggiungere, un sogno da realizzare. Riuscirò a far ragionare quella... Tunia- parlava lentamente, come se quelle parole fossero di vitale importanza per lei -E se hai un desiderio, non devi smettere di sognare e di crederci. Devi provarci, provarci, e ancora provarci e se poi non ci riesci, almeno non avrai il rimpianto di non averci provato. Ti potranno dire che stai sbagliando, ti potranno demoralizzare, ma non potranno mai convincerti a rinunciare se veramente ci credi. Perché, secondo me, arrendersi è peggio di perdere…-
Avevo seguito il suo discorso parola per parola, non avevo perso una virgola. Possibile che una persona potesse provare tutte queste cose? Una cosa era certa: le aveva fatto bene, vidi di nuovo la scintilla nei suoi occhi. Quegli occhi così verdi da sembrare un prato su cui stendersi, correre liberamente. Perché lei era libera di fare tutto ciò che voleva.
E un’altra cosa era certa: quelle parole fecero bene anche a me. Ebbi la spinta necessaria per andare avanti nel mio lavoro, qualcosa su cui aggrapparmi quando non ce la facevo più. Perché, magari, mi potranno gettare a terra, ma non potranno impedire a Severus Piton di rialzarsi…




Ok, lo so, ho ritardato nel postare!XD Ma a casa mia c'è una confusione pazzesca per dei lavoretti!
Oggi però sono riuscita ad impossessarmi del pc, anche se comunque mi tocca rimettermi a studiare!
Vi ringrazio ancora ragazzi!^^
Giulia: eh si, più in la (mooooolto più in la O.O) questo braccialetto strano riapparirà in scena! A chi lo dici, Potter e Black sono proprio dei cretini -.- Però in fondo io li adoro *-* Grazie per aver commentato!^^
Alla prossima belli ;)

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Capitolo 7
*** 2 marzo. ***


2 marzo.

 
Ho sempre odiato questo periodo dell’anno.
Uno, arriva la primavera. Il che significa allergia. E se c’è una cosa che odio più di tutte è il raffreddore. Poi si mette pure il fastidiosissimo prurito.
Due, alberi in fiore, prati coperti di margherite. Troppo colori. Il che è vomitevole.
Dopo ore passate sul compito di Difesa Contro le Arti Oscure –relazione di tre rotoli di pergamena sul Lupo Mannaro (ci ho impiegato due giorni per finirlo)- decisi di scendere nel parco e magari finirlo lì. Nel sotterraneo c’era troppa aria viziata. Presi il mantello ed uscii fuori. Ed ecco che l’aria primaverile mi invase. Starnutii un paio di volte e mi sedetti all’ombra di un paio di cespugli vicino al lago. Il prurito cominciava ad arrivare. Pensai che forse non era stata una buona idea uscire fuori dal castello. Il tempo di grattarsi un po’ che una folata di vento mi portò via i fogli della relazione.
-No, no, no!- imprecai, alzandomi di scatto. E mi trovai davanti Potter e i suoi amichetti.
-Ehi, Mocciosus!- disse Potter arruffandosi i capelli con la mano libera. Con l’altra teneva i miei fogli.
Starnutii e dissi di rimando -Dammi i fogli, Potter-.
-Oh oh, altrimenti cosa farai, Mocciosus, ci userai da fazzoletti?- chiese gelido Black puntandomi la bacchetta contro. Fui straordinariamente veloce, me l’aspettavo: lasciai la borsa, presi la bacchetta dalla tasca, ma quella di Black era sopra la mia -Expelliarmus!- e la mia bacchetta fece un volo cadendo dietro di me -Impedimenta!- disse facendomi cadere a terra disteso. Alcuni studenti che stavano nei paraggi si avvicinarono, alcuni ridevano, altri erano preoccupati. Potter e Black avanzarono verso di me, mentre cercavo inutilmente di alzarmi.
-Hai fatto il compito di Difesa, Mocciosus?- chiese James.
-Si, con tutta la puzza e l’unto che ci avrà messo non avranno nemmeno il coraggio di toccarlo- ghignò Sirius, mentre li guardavo con guardo carico d’odio.
-E non credo che riusciranno a leggere una parola, dopo questo- e Potter lasciò volare i miei fogli di pergamena sul lago. Molti studenti ridacchiarono ed io mi maledii per non aver ancora creato l’incantesimo che in questo caso mi avrebbe fatto comodo. Riuscii ad alzarmi, presi la bacchetta e andai sulla riva del lago. I miei fogli erano ormai zuppi d’acqua. Alzai la bacchetta per appellarli, ma qualcosa da dietro mi spinse e finii nelle fredde acque del lago nero. Adesso tutti gli studenti ridevano, Potter, Black e Minus erano piegati in due dalle risate, Lupin solo scocciato.
-Ah, questo vento! Beh, almeno un bagno ogni tanto non ti farà male, Mocciosus!- tossì Black, soffocando una risata.
Andai a recuperare i fogli e con sguardo pieno di odio fissai Potter -Tu, aspetta e vedrai…-
-Vedere cosa, Mocciosus?-
-Come trasformo il tuo bel faccino in un muso da maiale, Potter-. Un ragazzo dai folti capelli castani e ricci, dal viso allungato, si fece avanti tra la folla. Scrutandolo meglio, scoprii che era proprio lui, il ragazzo che tanto odiava Avery. Aveva un portamento fiero ed elegante, degno di un vero Serpeverde.
Potter rimase senza parole.
-Mi sa che ti è andata male, amico- sogghignò Black, dando una pacca sulla spalla al compagno.
-Bene, Mocciosus, vedo che hai fatto amicizia con un altro bimbo. Anche tu hai bisogno del pannolino?- disse Potter cercando di nascondere la tensione, ma era evidente che era spiazzato. Ripensai a quando, al primo anno, mi fecero passare per quello che se la faceva addosso. Maledetti.
-Oh oh, ormai questa è superata Potter- ghignò il ragazzo -Chi vuol vedere Potter con una deliziosa codina da porco?>-
Gli studenti scoppiarono a ridere, ed io non potei far altro che ammirare il ragazzo moro.
-Molto bene- dissi amareggiato Potter -Direi che per oggi può bastare, Mocciosus. Sei stato fortunato anche questa volta, ma non lo sarà per sempre- e si diressero verso il castello.
Recuperati i fogli, uscii dal lago, e quando tutti se ne furono andati, mi avvicinai al ragazzo.
-Ehm… come dire, grazie…?- balbettai. Scoprii che non dovevo abbassare la testa per guardarlo, anche se era del terzo.
-Tutto ok. Oh, io sono Evan- e mi porse la mano, sorridendo -Evan Rosier-.



Ok, lo so, questo  capitolo è trooooooppo corto! ç_ç
Sono più in attesa di voi per i capitoli più lunghi!XD Tranquilli che arriveranno *-*
Dunque dunque, abbiamo un nuovo personaggio qui! Nasconderà buone intenzioni oppure no? Mmm, dal nome Evan Rosier non ci sarebbe da aspettarsi chi sa quale santo!

Recensioni!
Giulia: Sì, Petunia è proprio una bastarda -.- Grazie ancora perchè mi segui costantemente! ^^
Circe: Grazie!:D Si, in effetti questa parte iniziale della storia è molto incentrata sui pensieri del caro Sev. Diciamo che l'ho articolata in due parti: questa, quella del quarto anno, molto riflessiva per farvi conoscere il Severus che ho da sempre immaginato, e poi la seconda, quella del quinto anno, dove succederanno cose...!!

Alla prossima ragazzi :D

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Capitolo 8
*** 6 aprile. ***


6 aprile.

 

A volte penso che sia davvero inutile scrivere su questa specie di diario, data la frequenza con cui lo faccio. Passo settimane senza scrivere niente e poi all’improvviso ecco che sento il bisogno di imbrattare queste vecchie pagine ingiallite. Credo che lo conserverò fino al settimo anno. Evan dice che quando si sente annoiato o un po’ giù gli basta bere un paio di bicchieri di burrobirra. Beh, sinceramente direi che dopo sta peggio.
Ed io invece mi metto a scrivere su questo quaderno. E’ il primo manuale a cui penso quando ho bisogno, il che mi fa sentire in colpa con gli altri libri.
Ma andiamo al sodo. Insomma, nessuna novità: studio, la creazione segretissima dell’incantesimo, le serate di casino nel dormitorio… Da quando Evan mi ha “salvato” da quei due idioti siamo diventati grandi amici; diciamo che entrato nel nostro gruppo, nonostante le cattive occhiate iniziali di Avery. Ma con il suo carisma è riuscito a conquistare anche lui. Quindi passiamo la serata a fare un bel nulla, Mulciber, grande e grosso, che cerca di spaventare i piccoletti del primo, Avery e Evan che si scambiano commenti sugli scherzi da fare, qualche altro idiota intento a far baccano, ed io con la disperata voglia di leggere o studiare. Praticamente impossibile. Ma mi piace come si sta mettendo la situazione: almeno Rosier mi considera, sembra molto interessato a me. Mi piace come persona e come amico. Non manca mai quando Potter e la sua banda di scemi ci lanciano “amichevoli” frecciatine; con lui mi sento quasi più forte. Certo, se ci fosse stato anche quando Potter e Black mi hanno trovato nella serra, intento a capirci qualcosa della lezione di Storia della Magia. Mi sembrava l’unico luogo dove stare un po’ in pace –nell’ultimo periodo, persino Mulciber sembra interessarsi a me- e invece eccoli lì in agguato. Quando mi immobilizzarono, mi nascosero dietro un cespuglio. Restai lì per tutta la notte e solo il giorno dopo, quando la professoressa Sprite andò ad annaffiare proprio quel cespuglio ormai mezzo morto con la Pozione Restringente si accorse di me. Ma ormai era già tutto bagnato.
Il fatto che mi attacchino quando sono solo dimostra la loro vigliaccheria: altro che Grifondoro “culla dei coraggiosi”! Più che altro culla dei bastardi.
Tutto sommato, mi accontento di essermi ritrovato normale: ci mancherebbe solo che ritornassi poppante e dessi una ragione in più a quegli idioti di chiamarmi Mocciosus.


Ok, lo so, questo è pessimo! T.T
Adesso posto un altro capitolo, anche perchè domani parto in gita di 5 giorni e quindi per una bella settimana non aggiornerò!!
Ringraziamenti:
Giulia: Evan Rosier è un personaggio davvero esistente nella saga, se non sbaglio viene citato nel quarto libro ed è un mangiamorte ;)

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Capitolo 9
*** 30 e 31 giugno. ***


30 giugno.

Sono nel mio dormitorio a mettere le ultime cose nel baule. Domani si parte e, con mio rammarico, torno a casa. Mi preparo ad un’altra estate di urla, pianti, e botte. Devo prepararmi mentalmente, più che fisicamente. Se solo ripensavo ai trattamenti che papà riservava a me e mamma sento il bisogno di andare in bagno per non farmi vedere dagli altri.
Gli altri si stanno preparando per l’ultima cena dell’anno. Ovviamente io non ci vado, come al solito. Sento bussare alla porta con impazienza -Severus! Allora hai deciso di venire?- chiede Rosier dall’altra parte.
-Lascia perdere Rosier, lui non viene mai alle feste- disse seccato Avery.
Esitai per un minuto, poi uscii.
-No, vengo-.
I ragazzi mi guardarono basiti con le loro facce da ebeti. Rosier sorrideva, Avery era sconvolto, Mulciber aveva dimenticato di tenere alzato per il colletto uno del primo che stava quasi per soffocare. Fingendo disinvoltura, presi i miei abiti migliori e me li infilai: camicia bianca, pantalone nero e cravatta. Ci allegai la giacca, che però avrei portato in mano, magari sulla spalla. Molto probabilmente sembravo ridicolo. Si, decisamente.
Ma avevo bisogno di qualcosa di nuovo, non volevo passare la serata a pensare a mio padre.
Ancora sconvolti da me stesso, uscimmo dalla sala comune e ci dirigemmo in Sala Grande per la cena. Durante il percorso che ci separava dalla sala, cercai di mostrare più disinvoltura possibile, ma mi trovavo ridicolo da solo. Notai gli sguardi sconcertati di alcune ragazze che incontravamo per i corridoi. Dovevo essere più ridicolo del solito. Evan, con una risatina maliziosa, mi diede un colpetto sulla spalla, soddisfatto.
Entrai in sala grande ancora perplesso e ci sedemmo al nostro tavolo.
Non sapevo bene come funzionavano le feste di fine anno, ricordavo a malapena le descrizioni di Lily.
A proposito. Guardai verso il tavolo dei Grifondoro. Lei era lì e mi fissava contenta e basita. Le sorrisi imbarazzato. I nostri sguardi furono interrotti dalla profonda voce del preside:
-Ed ecco un altro anno volare via- iniziò il suo discorso con tono allegro -E spero vivamente che i nostri professori siano stati capaci di riempire un po’ le vostre zucche vuote- e un applauso scoppiò diretto ai professori che, fingendo di essere lusingati, sussurravano dei falsissimi -Grazie,grazie-.
-Ora, prima che possiate godere di queste meravigliose leccornie, vorrei comunicarvi la classifica della Coppa delle Case: al quarto posto, Grifondoro, con duecentonovantasei punti-, si leggeva nella voce di Silente la delusione. Sogghignai a bassa voce e continuai ad ascoltare -Al terzo posto, Tassorosso, con trecentoventitre punti; al secondo, Corvonero, con quattrocentotrentotto punti; ed infine, con due soli punti in più, Serpeverde, con quattrocentoquaranta punti-
Un boato di battimani e urla si scatenò dal nostro tavolo, ed io sentii una vaga sensazione di adrenalina. Avrei facilmente spaccato il muso a Potter. Guardai dall’altra parte della sala: i due idioti rosicavano maledettamente alla vista dello stemma dei Serpeverde che decorava tutta la grande stanza. Era ovvio che si rendevano conto che la loro casata era scesa all’ultimo posto per colpa delle loro malandrinate. Ghignai senza nasconderlo.
Al tavolo dei professori, Lumocorno si faceva beffe degli altri cianciando più del dovuto sulla bravura dei suoi allievi. Di sicuro mi nominò, perché con la coda dell’occhio guardò nella mia direzione. Evidentemente, grazie alla mia formidabile tendenza da pozionista, avevo fatto guadagnare una buona parte dei punti alla mia casa.
Soddisfatto, ghignai per la terza volta e cominciai a gustarmi la cena, intento a passare una serata da vero Principe Mezzosangue.




31 giugno.

Oggi sono tornato il Severus imbronciato del solito. Di certo la vita da popolare non faceva per me. Dopo esser stato costretto a scolarmi dozzine di bicchieri di burrobirra, mi addormentai –anzi, crollai- ronfando beatamente. Il che no è da me. E di conseguenza stamani mi sono svegliato tardi e se non fosse stato per Mulciber che mi ha gettato un Aguamenti addosso, sarei rimasto ad Hogwarts. Non che l’idea mi dispiaccia. Sarei ben felice di passare l’estate lontano da quella specie di casa. Ma non ce la farei, mi sentirei in colpa con mamma: almeno con me sembrerà un po’ più facile. E poi non vedo l’ora di riabbracciare la mia nonna –ovviamente quella materna, l’altra, come il figlio, non ne vuole sapere niente. E’ sempre stata dolce con me. Cavolo, parlo come un ragazzino sentimentale.

Sto aspettando che questo gregge di pecore a spasso sfolli per salire sul treno. Mi sono accertato che quei quattro entrassero. E ovviamente, Potter e Black erano seguiti da un sacco di ochette. Scossi la testa mentre finalmente salivo sul treno, dopo aver dato un’ultima occhiata al castello di Hogwarts. Mi mancherà.
Mentre cercavo gli altri fui fermato dal tocco delicato di due dita. Mi voltai e quasi non andai in iperventilazione. Il volto di Lily era a pochi centimetri dal mio. Un attimo dopo mi stringe in un affettuoso abbraccio. Io ricambio goffamente.
-Allora, si ritorna a casa, eh?- disse mentre cercavamo uno scompartimento vuoto.
-Già- risposi amareggiato. Sì, un’altra estate di torture.
-Vedrai che passerà presto- cercò di consolare sia me che se stessa. Eh si, le torture non erano riservate solo a me. Le toccava stare con “Tunia”.
-Ah, senti, ci tenevo a dirti che ieri sera sei stato…-
La sua frase fu interrotta da alcune voci che provenivano da uno scompartimento -Ehi, Lily, vieni qui!- la chiamavano alcune sue amiche.
-Emh, non ti dispiace, vero?- si scusò
-Certo che no, vai pure- risposi a denti stretti.
Ieri sera sono stato cosa? Ridicolo? Stupido? Patetico? (Fighissimo!XD Nb.me) Ecco una domanda che mi perseguiterà per tutta l’estate.
Poco dopo trovai uno scompartimento vuoto e vi entrai. Chi sa dov’erano quei tre. Di sicuro a fare qualche bighellonata. Non che mi dispiacesse restare solo. Amavo il silenzio, e poi ci ero abituato. Senza contare che nell’ultimo periodo era difficile trovare un attimo di pace.
Ma evidentemente nemmeno quel giorno era destinato ad essere dominato dalla quiete. Vidi fuori la porta socchiusa dello scompartimento due figure che conoscevo fin troppo bene: Potter e Black si dirigevano nella mia direzione con aria tutt’altro che pacifica. Tzè, come se potessero evitare di essere bastardi in mia presenza. Quando entrarono ero già pronto: in piedi, bacchetta in posizione di attacco.
La loro risata sprezzante mi fece rivoltare lo stomaco. Ma perché quei tre non c’erano quando ne avevo bisogno?
-Oh, Mocciosus, sei solo soletto?- chiese Potter inclinando la testa di lato con finta aria di curioso.
-A quanto pare- digrignai a denti stretti -Cosa volete?-.
-Solo darti il nostro saluto di fine anno, Mocciosus- ghignò perfido Black -Imped…-.
-Expelliarmus!- la voce di Rosier spuntò alle spalle di Potter, facendolo sobbalzare.
La sua bacchetta volò a terra.
-C’è qualche problema?- ringhiò Mulciber.
Alla sua vista, Potter e Black sbiancarono.
-No, stavamo solo…- e andò a recuperare la sua bacchetta -…salutando il nostro vecchio amico Severus…-
-Codardi- sussurrai, ma in modo che riuscissero a sentirmi. Infatti Black mi lanciò un’occhiataccia, di cui me ne fregai altamente.
-…ma adesso ce ne stavamo andando- finii Potter.
Intanto Rosier, Avery e Mulciber si erano avvicinati a me.
Avery mi cinse le spalle con il suo braccio -Già, andatevene che è meglio-.
-Noi dobbiamo parlare di cose di cui non vi interessa nulla- Evan imitò il gesto di Avery.
Mi sentii forte come un leone, una sensazione mai nemmeno immaginata in vita mia.
Sorrisi.
-Già, cose da Serpeverde!-.


Et voilà, i capitoli u.u
Spero che siano più soddisfacenti!
Ci becchiamo sabato o domenica :D

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Capitolo 10
*** 6 luglio. ***


6 luglio.


Sono passati appena pochi giorni e già mi sono stufato.
Certo, era da prevedere. Dopo aver passato ore nel treno ad ascoltare le chiacchiere di quei tre e i loro progetti per il futuro, non mi sono lamentato di essermi ritrovato in silenzio dell’auto di mio padre. Mi ha lasciato sotto la porta di casa e ha svoltato. Di sicuro voleva dire che se ne andava definitivamente, ma ovviamente so che non è così. Succede questo ogni volta, e ogni volta si ripresenta a casa ubriaco. Mamma gli lancia un incantesimo, corre sopra, si chiude in camera, piange, io la consolo, ci addormentiamo insieme e poi ricomincia tutto d’accapo. E’ un ciclo di vita che ormai mi ha rotto.
Evan ci ha proposto di passare qualche settimana a casa sua. Avery e Mulciber hanno accettato, io no. Non dovrei lasciare mamma da sola.
Ma credo che andando avanti così potrei anche scegliere di accettare.

Camera mia. Sono seduto sul letto e guardo fuori dalla finestra il parco vicino a casa mia. Quasi invidio quei bambini che giocano felici sull’altalena. Mi fa ricordare quando da piccolo spiavo Lily dai cespugli. Mi viene quasi nostalgia di quei momenti. Tutto era più facile, i bambini sono così spensierati. E oggi paragono la mia felicità a Hogwarts. Mi chiedo cosa farà quando avrò finito i miei anni lì. Rosier,Molciber e Avery dicono che si uniranno al Signore Oscuro. Io la trovo una cosa affascinante, credo che farò lo stesso. E poi è sicuro che faremo strada… Chi sa, forse Lily cambierebbe idea sulle Arti Oscure, capirebbe che sono simbolo di potere! Così si toglierebbe definitivamente di torno quel pallone gonfiato di Potter.
Sembra tutto così difficile, com’era bello essere bambini. Tutto era così facile.
Poi si cresce…
E nella marmaglia di ragazzini notai una figura slanciata dai folti capelli rosso scuro.
Come potevo non farci caso? Si sedette sull’altalena ed ebbi la sensazione che stesse guardando me attraverso la finestra. Sobbalzai ed uscii dalla mia camera.

-Sapevo che saresti venuto- mi salutò sorridendo, e il mio cuore perse un battito.
-Come mai qui?- le chiesi sedendomi al suo fianco, curioso.
-Mi è venuta nostalgia- spiegò -di quando eravamo piccoli. Ricordi? Tu spiavi me e mia sorella da dietro quel cespuglio!- e indicò un’aiuola dove diversi anni fa mi nascondevo -Poi un giorno mi hai vista fare magia e sei intervenuto-. Ridacchiò tra se, scuotendo la testa -Ricordi quando mi spiegai alcune cose di Hogwarts, ed io rimanevo incantata?-
-E come dimenticarlo- mormorai fissandomi le scarpe.
-Sei giù-. Non era una domanda. -Sempre per…?-.
-Si, non cambia niente. Il solito cerchio- sospirai.
Restammo alcuni minuti senza parlare e senza guardarci, in evidente imbarazzo.
-La settimana prossima parto, vado in Francia per qualche settimana da alcuni miei parenti- mi confidò per cambiare argomento -Tu invece… un momento- aggrottò le sopracciglia.
-Cosa c’è?-.
-Ma quella… non è tua…-.
Mi voltai a guardare nella sua direzione. Non capivo.
Stava guardando casa mia? Cosa c’era da…
E poi la vidi anch’io. Sulla porta di casa c’era un’anziana con un grosso baule dietro. Mi si illuminarono gli occhi e saltai in piedi.
-Si, è mia nonna!-.

***

-Nonna!-
-Severus, caro!-
Ci abbracciammo per chi sa quanto tempo. Adoravo la nonna, era, insieme alla mamma, l’unico membro della mia famiglia che amavo.
-Ti sei fatto proprio un bel ragazzo. Tua madre mi dice tutto. Siamo fiere di te!- mi disse dolce.
-La nonna starà qui per un po’ di tempo, ha deciso di passare qualche giorno con noi- spuntò mia madre dalla porta della cucina.
-E anche per aiutarti con tuo marito-. Notai che aveva calcato l’ultima parola con eccessiva decisione. -Poi ne parleremo…-.


***

Di nuovo camera mia. L’ora della guerra serale. Aspetto che arrivi mio padre per gettarmi a letto. Ormai è passata una settimana da quando è arrivata la nonna, e da quando papà non è tornato. Ah, e Lily è partita questa mattina. Spero di rivederla presto.
La nonna dorme nella stanza accanto alla mia, e ogni tanto viene a farmi compagnia. Dice che non c’è ragione per cui io debba stare sempre chiuso qui, ma io le rispondo che semplicemente mi piace.
Per quanto riguarda papà, continua a convincere mamma a farla finita.
Lei, d’altro canto, dice sempre che lo farà “domani”.
Ma domani non arriva mai.
La sera dell’arrivo della nonna papà si è presentato come al solito ubriaco e ha fatto una bella sfuriata, ben peggiore delle precedenti.
Poi è uscito nel bel mezzo della notte e non ha fatto ritorno. Spero proprio che sia morto investito da qualche auto.
Ma ho come un brutto presentimento…

***


Ecco, lo sapevo!
E’ tornato papà e io come al solito sono fuggito via.
Ma stavolta con mamma ci sarà la nonna, speriamo che serva a qualcosa.
Sto quasi per chiudere gli occhi quando sento picchiettare alla finestra. Scocciato, vado ad aprire, e rabbrividisco quando capisco che si tratta di una lettera da Rosier. Cavolo, non vorrà convincermi ancora?
Apro e sospiro. Lo sapevo, mi chiedeva se ero d’accordo. Butto giù una risposta insensata, dicendo che potevano venire anche a casa mia. Ovviamente è una battuta. Speriamo la capisca.
E cominciano le urla. Fortunatamente il cuscino copre abbastanza bene la discussione. Almeno mi risparmio le parole volgari e le offese.
Ma una frase, l’ultima, la sentii fin troppo bene.
-… BRUTTA FIGLIA DEL DEMONIO!!-
-BASTA! FUORI DA QUESTA CASA!- urlò mia madre sull’orlo delle lacrime.
E un meschino piacere mi percorse il corpo.
Mamma aveva detto basta. Basta! L’aveva pronunciato con una forza che da lei non mi aspettavo, senza neppure un briciolo di tremore nonostante le lacrime.
Forse la nonna aveva convinto mamma, forse aveva trovato la giusta forza per lasciare quell’animale.
Forse non era tutto perduto.
E forse avrei passato l’estate più bella di tutta la mia vita…



Buona sera cari!! Eccomi tornata dalla bellissima Rimini dopo 5 giorni di cavolate varie!XD
Sono stanchissima ragazzi -_- Quindi parto subito con i ringraziamenti!

Giulia: Ommioddio che commentone! Certo che mi piace, cavolo!XD Uhuh, anche a me piace un monte come ho impersonato Evan! Ma il mio Sev è sempre figo, o forse il mio commento è troppo di parte dato che faccio sempre pensieri poco casti su di lui...eeeeemh XDD
Circe: grazieee!!! <3 E io che rileggendo mi sembro quasi patetica... menomale che da fuori do un'altra impressione!

Alla prossima belli!

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Capitolo 11
*** 14 luglio. ***


14 luglio.



Ma le mie prospettive si rivelarono presto sbagliate: mamma si stava chiudendo sempre più in se stessa, non usciva dalla sua camera se non per andare in bagno. Non mangiava nemmeno.
E tutto per colpa di quell’essere. Non riesco proprio a capirla. Le donne!
Così ogni giorno mangio da solo con la nonna. Mi trovo a mio agio, non abbiamo bisogno di parlare per stare bene insieme. Ma l’altro giorno sembrò un po’ turbata.
-Credo che ce ne andremo- mormorò mentre pranzavamo.
La guardai con aria interrogativa, così continuò -Voglio dire, noi tre, per una vacanza…magari in campagnia o…-
-Io non ci vengo- borbottai in tono spiccio -Resto qui-.
Lei mi fissò per qualche secondo con aria strana: sembrava severa e preoccupata allo stesso tempo.
Poi, quando credevo che stesse per farmi una ramanzina, uscì dalla stanza con un gelido -Vado da tua madre a portarle il pranzo-.
Grugnii qualcosa di incomprensibile: se aveva intenzione di convincere la mamma, aveva un bel po’ di lavoro da fare!

Ma la nonna non si perse d’animo. Passò più di una settimana, ma nonostante i continui rifiuti di mia madre, lei non smetteva di insistere, finché un giorno non uscirono entrambe dalla sua camera, una sorridente e un’altra con l’aria di chi è stato appena condannato alla ghigliottina. E portava con se una valigia.
In quel momento sembrò che la mia bocca stesse per raggiungere terra. Fenomenale! Quando la nonna si mette in testa una cosa niente la può fermare… E’ incredibile l’energia di quella donna. Perché non l’ha trasmessa anche a mamma?
-Io e tua madre andremo per un po’ in montagna per una bella vacanza, lontano da tutto e da tutti- trillò mia nonna. A volte sembrava più giovane di sua figlia, anche se l’aspetto diceva il contrario. Era abbastanza anziana, capelli bianchi (una volta erano molto chiari), due piccoli occhiali rotondi, abbastanza robusta. Però era fenomenale l’energia che aveva.
-Sei sicuro che non vuoi venire, Severus?- mi chiese dolcemente mamma.
-No, mamma, davvero- dissi in tono scocciato. Avevo ripreso il libro della biblioteca, per creare l’incantesimo. Non lo prendevo dalla fine della scuola, e forse se avrei lavorato con un po’ più di pace sarei riuscito a finirlo. Considerai quella vacanza come una buona opportunità per restare un po’ da solo.
-Oh, andiamo- ruggì la nonna dando una pacca sull’esile spalla di mia madre facendola dondolare un po’ -Ha pur sempre quindici anni, no?-.
E detto ciò uscirono da casa. Chi sa quando sarebbero tornate. Speravo molto tardi, almeno potevo passare una tranquilla estate. Ma era già più di quello che mi aspettassi passarla senza mio padre e le urla di mamma.

La mattina seguente mi svegliai rilassato. L’idea di avere tutta la casa per me e poter dedicarmi ai compiti mi metteva una certa sensazione di tranquillità e relax. Già, solo per me fare i compiti può significare divertimento. Meditando su Rosier, Avery e Mulciber mi viene da pensare… Ma io che ci faccio in questo gruppo di spostati? Ok, certo, non sarò normale neanche io –un quindicenne che si mette a creare incantesimi!- ma loro sono l’esatto contrario di me. A scuola sempre a perdere tempo, disordinati fino all’ultimo, scansafatiche e pure irresponsabili…
Ok,ok, irresponsabile lo sono anche io, basti pensare a quella notte in cui mi intrufolai nel reparto proibito della biblioteca per prendere il libro che mi serviva. Ma quella notte non ero il solo ad essere fuori dal proprio dormitorio: Potter e i suoi amichetti… non dimenticherò mai quella scena. Quel Lupin… chi sa che ha, devo continuare ad osservarli di notte. Non me la contano giusta e sarò felice di aiutare Gazza a smascherarli una volta per tutte, a costo di stare alzato ogni notte per vederli.
Ma era meglio lasciare da parte i miei folli pensieri vendicativi e mi dedicai ai compiti di Pozioni. Bah, tutte cretinate quelle che facciamo. Ne so più di tutti gli studenti del settimo messi insieme. E’ affascinante questa materia, è tutto calcolato, gli ingredienti sono giusti, le quantità corrette… insomma, è tutto perfetto. E poi è fantastico come da un semplice infuso di artemisia e asfodelo si può ottenere un ottimo Distillato della Morte Vivente. E dubito che Potter sappia che cos’è. Magari gli potrei far provare gli effetti…
Ma le mie fantasticherie furono interotte da un grosso rumore, simile ad un tonfo. Mi catapultai giù nella sala d’ingresso e lungo il corridoio che portava all’entrata. Sentii un altro rumore, come quello di prima ma più forte. Senza pensarci presi subito la bacchetta e mi avvicinai cauto alla porta, pronto a qualsiasi cosa ci fosse lì fuori.
Poi sentii dei mormorii. Non riuscivo a capire bene così tesi che orecchie ancora di più.
-Insomma, Mulciber, fa’ piano!-.
Mulciber? E avrei giurato che quella fosse la voce di…
-Rosier?-.
-Piton!-.
Avevo aperto la porta e mi ritrovai davanti uno spettacolo raccapricciante (be’, per me!): Rosier e Mulciber con delle grosse valigie dietro di loro, seguiti dall’aguzzo Avery, curvato sulla sua valigia cercando di alzarla. Senza che potessi dire altra parola entrarono entusiasti in casa e percorsero il corridoio lasciandomi ancora lì davanti all’entrata imbambolato come uno scemo.
No, non poteva mica essere… non potevano aver preso per vera la mia lettera…
I tre si guardarono intorno con aria interessata, come se non avessero mai visto nulla del genere.
-Però- commentò Evan -Niente male-.
-Allora- ringhiò Mulciber -Dov’è la nostra stanza?-.
-La vostra…cosa?- sbottai allibito.
-Insomma, Severus, dobbiamo rimanere qui per l’estate,no?- disse Rosier guardandosi intorno affascinato mentre osservava incuriosito un posacenere sul tavolino del salotto.
Incredibile! Avevano davvero creduto che stessi facendo il serio. Potevano essere così stupidi?
Ma non potevo di certo cacciarli di casa. In fondo, papà se n’era andato, mamma pure… ce l’avrei fatta a stare da solo per più di due mesi? La risposta l’avevo davanti agli occhi.
-Oh, be’- borbottai mente facevo loro strada -Vi… vi porto in camera mia, si-.
La mia camera era abbastanza grande per ospitare tutti. A volte mi chiedevo a cosa mi servisse tutto quello spazio. Inoltre non ero il tipo che lascia tutto in disordine, quindi di spazio ce n’era a sufficienza.
-Che ordine- disse Avery.
-Non durerà molto- sospirai -Con voi tre sarà molto difficile farla tornare come prima- Guardai per l’ultima volta quell’ordine innaturale, sicuro che da quel momento in poi non l’avrei più rivisto.




Buona sera ragazze!
Questo capitolo segna la fine del momento di pace del nostro Sev XDD
Dopo questo non scriverò tutta l'estate, la riassumerò nel capitolo in cui Sev torna a scuola.
Spero vi sia piaciuto!

Recensioni:
Circe: Oh si, ormai quel cretino è andato via definitivamente, oh yeah!XD Grazie mille!
Giulia: Sinceramente non le ho dato nessun nome O.O Ora che ci penso la chiamo semplicemente nonna!XD

Alla prossima ;)

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Capitolo 12
*** 1 settembre. ***


1 settembre.

 

Non c’erano dubbi sul fatto che quello fosse un sogno: prima di tutto ero sul campo da Quidditch di Hogwarts. Ed io non mi trovavo ad Hogwarts. Secondo punto, non ci sarei mai andato. Uno perché non mi piaceva il Quidditch, due perché non ero capace neanche di salire su un manico di scopa. Le uniche volte che c’ero stato erano le lezioni all’aperto di volo. Non mettevo piede sugli spalti da quando al secondo anno un bolide inferocito mi colpì alla testa e mi fece perdere i sensi per una buona settimana, che avrei preferito passare cento volte nel sotterraneo anziché in Infermeria, dove puntualmente si presentavano Potter e Co. a prendermi in giro, descrivendo quanto deliziosamente orrendo ero con quel ‘turbante bianco’ che non si abbinava con i miei capelli. Per non parlare dell’aspetto che avevo, con un occhio dal contorno viola e la pelle più pallida del solito. E come si divertivano a dirmi che mi donava davvero tanto l’ombretto viola. Black mi minacciò persino dicendo che mi avrebbe tirato un bolide per vedere che effetto facevo con entrambi gli occhi ‘truccati’.
Finche stavo sugli spalti andava pure bene, ma la cosa preoccupante in quel sogno (o incubo?) era che stavo nell’esatto centro del campo durante una partita di Quidditch.
Mi guardai: ero a cavallo di una scopa e indossavo la tuta di Quidditch di Serpeverde. Intorno a me sfrecciavano indistinte persone dalla mia stessa divisa… e dalla divisa di Grifondoro. Era quindi una partita Serpeverde contro Grinfondoro, il mio sogno.
Mi guardai perplesso intorno: che diavolo significava tutto ciò? Io non sapevo tenermi sulla scopa ne tantomeno potevo mai entrare nella squadra.
Schivai agilmente un bolide facendo una capriola sulla scopa e dagli spalti si levò una Ola per me.
-Andiamo, Piton!- urlò Mulciber mentre lanciava un bolide a velocità della luce -Muoviti a prendere quel boccino!-
-Il Boccino?- dissi esterrefatto -Si…si,certo-.
Cercatore. Quel sogno volevo senza dubbio farmi innervosire.
Feci qualche giro del campo. Incredibile quanto sapessi volare bene… be’, nell’immaginazione ovviamente!
Ed ebbi la spiacevole fortuna di incontrare il cercatore del Grifondoro, Potter. Mi salutava sprezzante con il suo solito sguardo si superiorità misto a disgusto. Ricambiai lo sguardo cercado di metterci tutto l’odio possibile…
E a quel punto lo vidi. Piccolo e veloce, il Boccino d’Oro svolazzava accanto all’orecchio sinistro di Potter che, troppo impegnato a lanciarmi frecciatine, non l’aveva visto. Mi lanciai, ma fu una mossa stupida poiché il mio avversario lo intercettò e partimmo alla riscossa insieme. Fui ancora più stupito scoprendo che non era più veloce di me.
Dopo alcuni minuti il Boccino parve rallentare e Potter salì in piedi sulla scopa, ormai vicino alla vittoria. Aveva i 150 punti in tasca, le sue dita si stavano chiudendo intorno alla pallina…
Un tonfo e Potter cadde a terra. Lo avevo colpito all’ultimo secondo con la mia scopa e adesso il Boccino era mia.
-Serpeverde vince!- fischiò Madama Bumb dal centro del campo.
Urla di gioia e delusione si levarono dagli spalti mentre tutti scendevano per circondare la squadra vincente e consolare quella perdente.
Dopo minuti di abbracci, pacche sulla spalla e i -Bravo, Severus!-, riuscii a liberarmi da quella soffocante folla e avviarmi nello spogliatoio.
Ma sul mio cammino incontrai un abbattuto e arrabbiato James Potter. Fece per cominciare a parlare quando qualcuno alle sue spalle lo anticipò: Lily correva raggiante verso di noi. Potter aprì le braccia sorridendo per accoglierla, ma lei lo oltrepassò senza nemmeno degnarlo di uno sguardo e mi gettò le braccia al collo.
E il mio cuore perse un battito.
-Oh, Sev…-

 

-Severus?-
-Uh? Lily…-
-Severus…-
-Lily…-
-Severus!-
Ebbi come la spiacevole sensazione di cadere dalla scopa e sbattere la testa sul suolo. Aprii gli occhi,ma li richiusi subito poiché mi girava il capo. Riuscii però a vedere la figura di Rosier in piedi sul mio letto con un libro in mano, l’arma del mio tentato omicidio.
-Che accidenti…-
-Ma che diavolo fai?- sbottò Evan -Chi è Lily? E perché abbracci il cuscino?-.
Solo in quel momento mi accorsi nella mia postura. Abbracciavo in modo imbarazzante il cuscino. Sarei arrivato a baciarlo se non mi avesse svegliato.
-Muoviti, gli altri sono già pronti, manchi solo tu-. Evan mi lanciò i vestiti ed uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Mi guardai intontito intorno: come immaginato all’inizio dell’estate la mia camera era irriconoscibile, anche se abbastanza ordinata rispetto alle settimane precedenti. Somigliava tanto al nostro dormitorio, non potevi mettere piede per terra che trovavi carte, buste di patatine e altre schifezze, calzini e persino mutande! Per non parlare dei libri, sparpagliati in tutta la stanza. La sera precedente avevo impiegato chi sa quanto tempo a raccoglierli tutti e metterli nel baule. Peccato che a casa mia non ci fossero Elfi domestici…
Ma tutt’ora potevo scordarmi di rivedere la mia vecchia e vuota camera. Pensandoci bene non la rimpiangevo, quel nuovo caos metteva un po’ di allegria alla stanza. E poi non avevo mica tempo per mettere in ordine…

Tic tac tic tac

L’orologio alla parete di fronte scandiva i secondi in modo piuttosto veloce. Ogni tic era un secondo in meno da aspettare per arrivare ad Hogwarts. E visto che ero ancora in pigiama avrei fatto meglio a muovermi. Quindi, ancora mezzo addormentato, cominciai a vestirmi ripensando ai giorni passati. Era stata l’estate più bella della mia vita, con papà via per sempre, mamma con la nonna e quei tre in mia compagnia. Quante scolate di burrobirra e notti passate a fare confusione, tra canti stonati e lotte di cuscini! E ovviamente ho dovuto dire arrivederci al mio progetto di finire l’incantesimo: non mi fido di loro, chi sa cosa potrebbero fare se sapessero quello che sto creando.
Mamma è tornata pochi giorni fa completamente rinata: sembrava avesse perso almeno cinque anni, cominciando dagli occhi gonfi e dalle occhiaie spariti. E’ stata entusiasta dal fatto che non ho passato l’estate da solo (-Grazie per esservi preso cura di Severus!- ha esclamato ai tre). Che momento imbarazzante. Non sa che sono stato io a mantenerli calmi. E ovviamente mi ripeteranno per tutta la vita il fatto che sono il “piccolo di mamma”.
Ho dovuto insistere un bel po’ per convincerli a fare i compiti, anche se per gran parte li ho lasciati copiare dai miei. Dicono che ho un futuro da insegnante… L’idea non mi dispiace, potrei diventare professore di Difesa Contro le Arti Oscure magari!
Ecco, ci risiamo!
E’ tutta l’estate che parlo delle Arti Oscure e stare in compagnia di Avery, Mulciber e Rosier non fa che aumentare la mia passione. I tre condividono a pieno i miei pensieri e già sognano di unirsi al Signore Oscuro. Mulciber progetta di non terminare gli studi e se fossi in lui non inizierei nemmeno questo quinto anno: insomma, non sa fare un’acca! Se non fosse per le mie dritte non sarebbe stato ammesso. In veste di Mangiamorte lo vedo perfetto adora torturare le persone, si vede da come tratta i ragazzini dei primi anni. Non mi stupisco per niente del fatto che non sia stato nominato Prefetto.
In realtà nemmeno io lo sono diventato e un po’ sono rimasto deluso e offeso: non per credermela, ma sono tra i ragazzi più studiosi e tranquilli del mio anno… sarà forse colpa della compagnia che frequento?
Fatto sta che, comunque, non mi avrebbe fatto comodo diventarlo, con i piani che ho in mente per quest’anno: seguire e scoprire cos’ha quel Lupin e, se il tempo e la gente me lo permettono, finire l’incantesimo.
Non mi tiro indietro io, arrivato a questo punto tanto vale andare avanti. In fondo mi basta rifinire l’incantesimo qua e là e il gioco è fatto. E forse potrei crearne altri, chi sa!
Sento proprio che questo sarà un anno coi fiocchi!

Scesi fino all’ingresso di casa preparato e vestito: odiavo quegli abiti Babbani e non credevo di essere tanto guardabile…
Mia madre ci accompagnò alla stazione di King’ s Cross e lì la liquidai con un veloce abbraccio per poi correre sul treno e indossare la divisa. L’espresso per Hogwarts partì e la figura salutante di mamma sparì tra il fumo del treno…

Lo scompartimento che trovammo era fortunatamente libero. Durante il pacifico viaggio non facemmo altro che parlare di Hogwarts. Loro tre non la amano come l’amo io, continuano a progettare piani per creare scompiglio, magari aiutando Pix.
-Farò assaggiare la polvere a quei secchioni di Corvonero e a quei buffoni di Grifondoro- aveva dichiarato Mulciber -Dopo vedremo se vogliono ancora credersi i migliori!-
-E i Tassorosso?- chiese Avery.
-Loro sono già sfigati- spiegò con un ghigno -Sono troppo ingenui per darsi arie!-.
Quando il cielo divenne arancione e calò il pomeriggio Avery e Mulciber, non potendo trattenersi, si alzarono e uscirono dallo scompartimento per sgranchirsi un po’ le mani con i novellini, mentre Rosier dichiarò di voler andare dai suoi compagni del quarto anno.
Rimasi quindi da solo a fissare il paesaggio fuori dal finestrino, fantasticando sul nuovo anno scolastico. Credevo di aver trovato finalmente un po’ di pace quando la porta dello scompartimento si aprì rivelando Lily.
-Severus!- esclamò sollevata -Eccoti!-
-Finalmente- dissi quando si sedette di fronte a me -Ti sei fatta viva alla fine!-.
-Ehi, nemmeno tu mi hai cercato!- ribattè fingendosi offesa, ma subito dopo sorrise -Guarda un po’-, indicò una spilla sul suo petto -Sono Prefetto!-
-Congratulazioni- mormorai geloso.
Lei mi fissò comprensiva -In realtà mi sono stupita che tu non sia stato scelto…-.
-Non importa- tagliai corto -Piuttosto, chi è l’altro Prefetto del Grifondoro?-.
-Remus- disse a disagio.
-Lupin?- sbraitai irritato -Lupin! Cielo, non può essere…-.
-Dai Sev, calmati…-
-Calmarmi? Calmarmi? Bello, avere un amico Prefetto in modo che tutte le volte che quei maledetti escono di notte non vengano puniti…-.
-Uscire di notte- chiese Lily -Che stai dicendo?-.
-Dico che l’anno scorso li ho scoperti ad uscire dal castello di notte… portavano Lupin al Platano Picchiatore, io li ho visti…-.
-Fermo, fermo un attimo- mi interruppe Lily accigliata -Vuoi dire che uscivi anche tu di notte per spiarli?-.
-Io…- balbettai sbarrando gli occhi -Io non ho detto questo…-.
-Bell’ipocrita!- esclamò Lily irritata -E poi ti lamenti di non essere diventato Prefetto! Potresti cacciarti in guai seri solo per scoprire cosa fa Potter. Lasciali perdere, Sev! Promettimi che non ti caccerai nei guai-.
-Va bene, non lo farò- mentii infine. Ma non bastavano le raccomandazioni di Lily per impedirmi di scoprire cosa avevano in mente  Lupin e gli altri. Se l’anno scorso non mi aveva visto nessuno, perché adesso sarebbe successo? Con un po’ di fortuna li avrei smascherati.
-Allora- dissi un paio di minuti di silenzio -Com’è andata in Francia?-.
-Oh, bene!- esclamò contenta di poter cambiare argomento -Parigi è bellissima e lì la gente è così sofisticata…-.
Passò un po’ di tempo a raccontarmi quello che aveva visto, partendo dalla Torre Eiffel fino ad arrivare ad uno strano cibo babbano dal nome ‘crepes’… o qualcosa del genere.
-E come è andata la tua estate?-.
Esitai. Se le dicevo la verità avrebbe ricominciato col solito discorso delle amicizie sbagliate. Decisi che però sarei sopravvissuto ancora una volta.
-Oh, benissimo- sorrisi, quasi senza accorgermene.
Ma Lily ci fece caso e, sorpresa, mi domandò -I tuoi non litigano più?-.
-Eh già- affermai -E non lo faranno più. Papà se n’è andato da casa!-.
-Oh! Immagino sia una bella notizia per te- disse confusa -E tua madre come l’ha presa?-.
-Non molto bene in effetti, ma la nonna l’ha portata con se per una…vacanza. Ed è tornata in ottima forma-.
-E tu?- disse incuriosita -Sei rimasto da solo?-.
-Non proprio…- dissi distogliendo lo sguardo dal suo, mostrandomi fin troppo interessato alla mia mano sinistra pogiata sulla gamba -Sono venuti a casa Rosier, Mulciber e Avery...-
Mi preparai ad una sfuriata che però non venne. Non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo e nemmeno di rompere quell’assurdo silenzio.
Ero sicuro che mi stesse fissando accigliata e severa.
Poi mi convinsi che non avevo fatto nulla di male, erano problemi suoi se aveva ancora da ridire su quei tre. Alzai gli occhi e fui sorpreso di vedere che Lily aveva lo sguardo persone fuori dal finestrino.
-Sai che cosa penso- cominciò, ma io la bloccai prima che potesse continuare -Lily, ti prego. Non mi farò influenzare più di tanto-
-Ma ti hanno già influenzato! Trattate male i più piccoli e tutti i Mezzosangue come me!-.
-Te lo prometto, Lily, io non sono come loro!- dissi infine, esasperato.
Lei sembrò calmarsi e tornammo a parlare pacificamente mentre il profilo del castello di Hogwarts si faceva più chiaro.
E così mi ritrovai pronto per un nuovo anno scolastico e prima che questo cominciasse, con giù due promesse che –lo sapevo- non avrei mai mantenuto.



Buona sera ragazzi!
Lo so, è tardissimo! Ho avuto un po' da fare oggi, le cose da scrivere sembrano non finire XD
Sono felice di essere arrivata a questo capitolo! Da qui comincia la vera storia *-*
Passo subito ai ringraziamenti!
Giulia: Eheh, Sev si è svegliato e anche troppo bene... non sai cosa gli aspetta in questo quinto anno! MuahAUh XD

'Notte belli! Alla prossima!

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Capitolo 13
*** 23 ottobre. ***


23 Ottobre.

 

Il quinto anno si dimostrò però molto difficile da sopportare. Non solo noi studenti, ma anche i professori sembravano esasperati e agguerriti più che mai con la nostra preparazione per i G.U.F.O. e il duro programma da seguire. A ogni fine lezione non mancavano mai di ripeterci di studiare sodo perché gli esami, seppur abbastanza semplici, erano importantissimi per capire quale strada prendere finiti i nostri sette anni ad Hogwarts. Argomento che cercavo vivamente di evitare. Non potevo mica andare in giro a dire che mi sarei dedicato alle Arti Oscure molto probabilmente. Già dall’inizio dell’anno scolastico si parla di una certa riunione privata con il direttore della propria casata per discutere del nostro futuro lavoro. Pare che sia una specie di orientamento professionale.
Dato che i voti non sono un problema credo che sceglierò come professione il professore… L’idea mi affascina sempre di più. Io… credo che potrei anche abbandonare l’idea di unirmi al Signore Oscuro…
Ma adesso che ci troviamo nel bel mezzo di ottobre e il tempo è già più freddo studiare diventa un po’ meno pesante. C’è chi, come me, ha trovato un buon metodo di studio. E poi il freddo aiuta più del caldo. Basta fare i compiti il giorno stesso in cui vengono assegnati; così trovo anche il tempo di aiutare Mulciber ed Avery e anche di finire l’incantesimo. La formula è quasi pronta! Credo che sarà così: Sectusempres, o qualcosa del genere… Forse meglio con due ‘M’… tipo, Sectumsempres?
Mah, devo trovare una cavia al più presto!
Comunque sia, questo ritmo mi stava uccidendo: la notte non dormivo mai per seguire Potter, Black, Minus e Lupin. E uscivo ogni notte, quando poi ho capito che quello che succede… succede solo una volta al mese. Credo che ci siano delle creature pericolose lì dentro, nel Platano Picchiatore: creature pericolose che si scatenano con la luna piena… Me ne sono accorto, c’è ogni volta che escono. E quando entrano nel Platano Picchiatore (non ho ancora capito come fanno! Vedo solo che all’improvviso Minus sparisce e i rami dell’albero si fermano per permetterli di passare!)dopo un po’ si sentono delle urla molto sinistre. Tipo un lamento… saranno spiriti o fantasmi, roba del genere suppongo!
- Sev - mi aveva sussurrato Lily ad una lezione di Vitious particolarmente caotica - Hai l’aria stanca! -.
- Ma davvero? - dissi sbadigliando - La notte dormo poco, sai, lo studio… -.
- Non dire scemenze - ribatté Lily accigliata - Lo so, esci di nuovo la notte! -.
- Che c’è, sei preoccupata per la mia espulsione? -.
- No Sev, - rispose scansando una padella nata dal nulla da quell’incapace di McKanzie - Anche perché lo meriteresti. Mi preoccupo per la tua salute! Lasciatelo dire, ma hai un aspetto orribile! -.
E in effetti aveva ragione, ero più pallido del normale.
Ma adesso che ho capito e seguo il calendario lunare (Astronomia non mi era mai sembrata più interessante di adesso!) posso dormire sonni tranquilli. Contando i giorni domani sera ci sarà la luna piena e con un po’ di fortuna riuscirò a capire!
Anche se qualcosa mi sfugge… E’ come se avessi la risposta a questo mistero davanti al naso e non riuscissi a vederla.
Forse è colpa della lunghezza eccessiva della mia appendice nasale…


Il giorno successivo passò lentamente, mentre io fremevo di entusiasmo. Avevo un sorriso stampato in faccia dalla mattina e come al solito Lily se ne accorse.
- Questo sorriso non mi convince - disse sospettosa.
- Che c’è? - risposi mentre aggiungevo la mia coda di topo alla pozione - Non posso essere un po’ allegro? -.
Lei scrollò le spalle e tornò alla sua pozione.
Mi sentivo davvero fortunato e l’ottimismo ebbe la meglio anche su un’altra missione: finire l’incantesimo!
L’avevo terminato, la formula era pronta! ‘Sectumsempra’.
L’avevo provato quel pomeriggio nel parco contro un lombrico. La fine di quel poveretto? Tagliato a metà.
Presi l’appunto su un foglietto bianco pescato nel mucchio di caos del dormitorio. ‘Contro i nemici’ aggiunsi di lato.
Ma proprio in quel momento entrarono le persone che meno avrei voluto vedere.
- Piton! - tuonò Mulciber dalla porta - Vieni con noi a fare… -.
- Che scrivi? - chiese Avery aggrottando le sopracciglia - Fa’ vedere -.
- Niente, niente! - risposi allarmato nascondendo il foglio nel libro di incantesimi.
Ma Avery alzò la bacchetta e appellò il foglio.
- ’Sectumsempra, contro i nemici ’- recitò ad alta voce - Un incantesimo? Dove l’hai trovato? -.
Ma prima che potessi fermarli erano già spariti dal dormitorio. Fui attaccato dal panico. Quell’incantesimo era pericolosissimo e per di più non avevo appuntato neanche la contro fattura. Soltanto io la conoscevo.
Mi gettai violentemente sul letto pensando ai guai che avrebbero potuto combinare. Quella era magia Oscura e non si poteva curare. Non serviva a nulla stare lì impalato a fare niente. Dovevo fermarli subito.
Sfrecciai via dal dormitorio deserto. A quell’ ora del pomeriggio i corridoi erano deserti perché tutti erano fuori a godersi gli ultimi deboli raggi di sole dell’inverno imminente. Corsi per chi sa quanto tempo in cerca di Avery e Mulciber o qualche traccia di sangue.
Mi fermai un paio di volte a riprendere fiato appoggiandomi al muro. Era tutta colpa mia! Che cavolo mi era saltato in mente? Creare un incantesimo! Segnarlo, poi! Che ne avrei fatto? Andare in giro a ferire le persone?
Poi una grossa voce familiare mi fece voltare verso l’aula accanto a me. Entrai appena in tempo per vedere Mulciber chiamare Mezzosangue una ragazza di Grifondoro del nostro stesso anno. Non feci in tempo a urlare – NO! - che scagliò il Sectumsempra sulla ragazza. L’incantesimo, purtroppo, funzionò. Il corpo della Grifondoro si riempì di tagli profondi ma fortunatamente nessun ‘pezzo’ si staccò.
- CRETINI! - urlai mettendomi in ginocchio accanto alla ragazza e cominciando a recitare il controincantesimo. Piano piano le ferite diminuivano e il sangue rientrava nel corpo della ragazza.
Quando mi alzai Avery e Mulciber erano ancora lì con gli occhi sgranati mentre la ragazza riprendeva conoscenza. Con il tono più calmo e suadente che potessi avere le dissi di andare in Infermeria e di non raccontare niente di tutto ciò che era successo. Lei annuì debolmente e ordinai a quei due di accompagnarla, usando il tono più gelido che avevo.
Sospirai e mi trascinai nel dormitorio. Avrei fatto una bella chiacchierata con Mulciber e Avery, ma per ora era meglio fare una bella dormita per la nottata che mi aspettava.


Quando quella fastidiosa nuvola si spostò per lasciare scoperta la luna li vidi: di soppiatto, uscivano dal portone principale della scuola. Aspettai che fossero ben lontani per seguirli e mi precipitai velocemente verso gli alberi più fitti, posto ideale dove spiarli. Mi muovevo contemporaneamente a loro fin quando non arrivarono nei pressi della Stamberga Strillante.
E poi? Che avrei fatto? Mi chiesi come avevo fatto ad essere così stupido: sarebbe stato come le altre volte, mi sarei bloccato in quel punto per poi tornare indietro.
Ma un verso di un animale cambiò le cose: un gufo bubulava sonoramente proprio sopra il mio albero.
- Maledizione !- sussurrai tra me e me.
Ma quel verso aveva fatto fermare i quattro: Potter era impaziente, Lupin preoccupato, Minus non sapeva da che parte guardare… e Black fissava il punto in cui ero nascosto io.
- Sirius! - sbraitò sottovoce Potter - Non c’è tempo! La trasformazione… -.
- Aspetta un attimo. C’è qualcuno -.
- E’ solo un gufo! - disse impaziente, mentre Lupin cominciava ad agitarsi in modo sinistro - Andiamo! -.
Così Black e gli altri andarono verso il Platano Picchiatore, ma adesso non avevo più bisogno di guardare: i pezzi combaciavano e poco mi importava che Black forse mi avesse visto.
Nessuno spettro né fantasma. Una sola creatura animava le notti di luna piena nella Stamberga Strillante.
- E’ un Lupo Mannaro -.
Il mio sussurro divenne solo un sospiro visibile nella fredda aria notturna: e mentre il sangue che mi scorreva nelle vene diventava più gelido e la consapevolezza del pericolo a cui mi ero esposto si faceva più vivida dentro di me, gli ululati iniziarono.



Buona sera ragazzi!!
Adesso iniziano i casini di Severus! Abbiamo iniziato l'anno in bellezza, direte!
Certe volte la curiosità porta brutti risultati...

Ringrazio chi legge e commenta, chi segue, chi mi ha tra i preferiti e i ricordati.
Suvvia, che vi costa lasciarmi un commentino piccino picciò? *o*
Grazie a Giulia che ha commentato ^.^

Alla prossima!

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Capitolo 14
*** 3 e 10 novembre. ***


3 novembre.


- Mocciosus! -
Mi voltai lentamente con un sopracciglio alzato verso quella voce insolente e arrogante.
- Black - lo salutai freddamente tornando al libro che leggevo - Solo soletto? -
- Solo o no, valgo cento volte te -
- Ooh! - feci con finta sorpresa - Vuoi dirmi che vali come cento mocciosi, allora? -
Mi diede una spinta sul petto con la mano facendomi sbattere contro l’albero a cui ero appoggiato. Mi prese per il colletto e mi tirò su. Il libro mi cadde da mano.
-Sei bravo con le parole tu - mi alitò in faccia - Ma con i fatti come la mettiamo, vigliacco? -
- Non…chiamarmi vigliacco! - brontolai. Stavo quasi soffocando con quella stretta di ferro.
- Perché no? In fondo è il tuo nome… -
- Non… - risposi senza fiato.
- Ma dimmi, puoi dimostrarmi di non esserlo? - mi chiese sottovoce - Puoi dimostrare di avere fegato? -
- Io ho più fegato di te e Potter messi insieme! - esclamai. Stavo diventando blu, la testa mi girava.
Scoppiò in una risata amara e divertita. Strinse ancora di più la presa - Si, certo, lo dici tu. Ma ti piacerebbe mostrarlo alla Evans, no? Credi che non l’abbia capito? Sbavi tutte le volte che la vedi, Mocciosus -.
Non risposi. La curiosità mi aveva vinto e non ero mai stato più interessato a Black come in quel momento.
- Bene - continuò amareggiato - Domani sera vai al Platano Picchiatore, schiaccia il grosso nodo di radici ed entra nel buco. Attraversa il tunnel che segue… e vedremo se sei coraggioso -
Sembrò pensarci su, poi aggiunse ghignando - Certo - disse lasciandomi andare - Sempre se avrai il coraggio di farlo. Ci si vede, Mocciosus! -
Lo guardai andarsene con gli occhi sbarrati. Insomma, che cosa voleva dimostrare con quella minaccia? Che ero talmente stupido da accettare?

 

Ok, ho passato tutta la giornata di ieri a pensare a ciò che Black mi aveva proposto. Ero sinceramente indeciso. Se ci andavo potevo rischiare l’osso del collo con il Platano Picchiatore, ma se non ci fossi stato mi avrebbero chiamato codardo a vita.
A poche ore dalla serata ero quasi pronto ad accettare: se loro riuscivano a schiacciare quel nodo, perché non ce l’avrei fatta io?
Ero pronto: il mio orologio segnava la mezzanotte e ormai i miei compagni di dormitorio dormivano da un po’. Di soppiatto uscii dal dormitorio e poi dal sotterraneo. Quella sera ero di nuovo fortunato: nessun Prefetto in giro per il castello. Arrivai al portone della scuola dopo aver seminato la gatta di Gazza: mi stava seguendo da un bel po’ e non me n’ero accorto. Uscii nel parco e l’aria gelida mi bloccò il respiro. Feci una corsa tra gli alberi più fitti, al confine della Foresta Proibita. Il Platano Picchiatore era lì, immobile, forse anche lui intorpidito dal freddo di quella notte. Mi avvicinai cautamente a lui in cerca del nodo. C’era un groviglio di radici poco visibile, ma tentai di schiacciarlo. Il Platano Picchiatore si mosse e uno dei suoi rami mi scaraventò indietro. Sbuffai e ritentai. Ebbi circa quattro colpi, ma la quinta volta riuscii a schivare i suoi rami. Sembrava che stessi ballando. Afferrai uno dei tanti rami lì vicini e schiacciai il nodo. Il Platano si fermò di botto come addormentato e riuscii a passare attraverso il buco.
Il tunnel che seguiva era basso e molto buio. Finito il lungo sentiero, il tunnel prese a salire e dopo una curva riuscii a scorgere una macchia di luce fioca. Adesso potevo stare bene in piedi, il passaggio era alto.  Sentivo il cuore battere a mille, l’adrenalina fino alle orecchie. Stavo per scoprire dove portava quel passaggio…
- PITON! -
Mi bloccai con la bocca spalancata: Potter correva verso di me da quella che sembrava una porta.
- Piton, vattene subito! - sbraitò guardandosi indietro continuamente.
- Non ci penso proprio - dissi allungando il collo per vedere cosa c’era oltre quella porta.
- E’ pericoloso! - urlò Potter - Vattene! -
- Cosa c’è di pericoloso? - chiesi spostandomi di lato per guardare - Pensi che non sappia che Lupin è un Lupo mannaro? -
- Ma che idiozie dici! - ruggì - Non c’è niente da guardare -
Fece per spingermi indietro, ma a quel punto lo udimmo tutti e due: l’ululato era cupo e aggressivo. Capii quello che mi era sfuggito: ero stato talmente stupido da non capire che quella sera, sera di luna piena, uno dei quattro Malandrini si sarebbe trasformato in Lupo mannaro.
Cominciai a correre, scappando da quel posto maledetto. Avevo superato la discesa, mi mancava solo il lungo tratto di tunnel…
- NO! - ruggì Potter - Felpato, tienilo! -
Mi voltai spaventato. Un Lupo mannaro ormai formato e adulto guardava verso di noi, con i suoi occhi gialli iniettati di sangue. Era affamato e sentiva profumo di carne umana.
Poi successe tutto così velocemente che feci fatica a collegare i pezzi: Potter mi spinse via e corse ad aiutare Black. Due ragazzini contro un Lupo mannaro affamato. Ma quello che vidi mi lasciò ancora più basito, perché Potter e Black erano spariti e al loro posto c’erano un grosso cane nero e un cervo. Non ebbi il tempo di pensare dove fossero finiti che mi sentii trascinare fuori dal Platano.
Di fronte a me la McGranitt teneva la mano sul petto, che si alzava e abbassava troppo velocemente, e Silente mi guardava al di là dei suoi occhiali a mezzaluna con sguardo severo e preoccupato.
Non sapevo ancora come fossero arrivati lì, ma non era importante. Ero in guai seri.
- Signor Piton - disse con voce calma - Mi segua -.

 

10 novembre.


Dopo quella sera non avevo problemi a tenere la mente impegnata: c’erano talmente tanti pensieri che la mia testa imprecava adirata per le troppe informazioni; l’emicrania era insopportabile.
Dopo ciò che era successo al Platano Picchiatore –e cerco in tutti i modi di non pensarci- Silente mi ha portato nel suo studio, seguito dalla professoressa McGranitt che a stento tratteneva gli strilli. Arrivati nel suo studio, infatti, cominciò a sbraitare i perché e i percome io mi ero esposto ad un pericolo simile essendone pienamente consapevole. Non seppi neanche io la risposta.
Potevo mai rispondere che l’avevo fatto per orgoglio? Per coraggio? Per dimostrare di avere fegato? Se solo avessi parlato mi avrebbero risposto che avrei dovuto avere cervello, piuttosto che coraggio. Evidentemente ero talmente offuscato dal mio orgoglio da mettere da parte la ragione. E per quella giornata avevo fatto anche abbastanza figuracce, se così si potevano chiamare.
Silente mi fece giurare di non dire niente di tutto quello che sapevo. Non avevo niente in contrario dato che –e questo mi costava molto ammetterlo- Potter mi aveva salvato la vita…
Se ci penso ancora mi viene da mangiarmi le unghie. Era forse questa la cosa peggiore per me.
Ma quando Silente mi spiegò come aveva fatto a trovarci, allora mi rimangiai tutto. Minus era corso ad avvertire il Preside che quella notte mi sarei recato lì. Capii che era tutto uno scherzo per mettermi nei guai. Potter mi avrà pure salvato da un Lupo mannaro, ma fatto sta che mi hanno architettato uno scherzetto che poteva costarmi la vita. Era tutto preparato.
Da quella notte però fui piacevolmente sorpreso di osservare il loro comportamento: Potter e Black sembrano essersi un po’ calmati con me; Lupin ogni tanto mi guarda implorante, come se dovesse farsi perdonare di qualcosa. Comincio a pensare che sia un bravo ragazzo. In fin dei conti, non capisco cosa ci faccia in quel branco di veri malandrini. E Minus è… sempre il solito.
Non ho detto nulla a Silente , mi avrebbe rinchiuso in una stanza dalle pareti imbottite, ,ma ancora non capisco cosa sia successo esattamente… Dov’erano finiti Potter e Black quando erano spuntati dal nulla il cane enorme e il cervo? A questo proprio non so darmi risposta e sinceramente ho perso il vizio di immischiarmi nei segreti altrui. E questo a causa di Lily…
Eravamo in Sala Grande per il pranzo, Avery e Mulciber si divertivano a puntare i Mezzosangue e a lanciare offese. Io me ne stavo zitto a finire il mio cibo, sperando con tutto me stesso che saltassero Lily, che non era ancora arrivata.
Ma eccola lì, incantevole come al solito.
- Ehi, ragazzi! - muggì Mulciber guardando Lily - I Mezzosangue continuano a moltiplicarsi a vista d’occhio! -
- Già. Quando si decideranno ad escluderli tutti dalla comunità magica? - disse Avery sghignazzando.
Lily intercettò la discussione e li guardò.
- Teste di cazzo - disse e andò al suo tavolo a testa alta. Dopo ci avrei parlato, sperando non se la sia presa troppo. Ci era abituata… almeno credevo…
Dopo pranzo mi alzai alla svelta ed aspettai Lily fuori dalla Sala Grande. Mi ero preparato già un discorso. “Lo sai, Lily, come sono quei due. E sai benissimo che io non sono come loro…”
Ripetevo tra me e me le parole da dirle quando sentii accanto a me dei passi frenetici. Alzai lo sguardo e mi vidi passare Lily davanti, senza neanche degnarmi di uno sguardo.
- Lily! - la chiamai andandole dietro. Ma lei non si fermò e continuò a camminare. Ci trovammo presto nel cortile del castello, ma lei non accennava a rallentare.
- Lily! Ma che ti prende? - le urlai quando l’avevo quasi raggiunta.
- Perché non te ne torni dai tuoi cari amici protettori della comunità magica? - chiese aspramente - Io non ho niente a che fare con voi purosangue, dico bene? -.
 Si fermò e si appoggiò ad una colonna.

- Cosa? Credevo che fossimo amici! - sbraitai - Credevo di essere il tuo migliore amico! -
- Lo siamo, Sev, ma non mi piace la gente con cui vai in giro! Scusa, ma detesto Avery e Mulciber! Mulciber! Che cosa ci trovi in lui, Sev? Fa venire i brividi! Lo sai cos'ha cercato di fare a Mary Macdonald l'altro giorno? -
Lily mi fissò. Immaginai la faccia che avevo: pallido fino ai capelli. E così lo stupido scherzetto di Avery e Mulciber era salito a galla.
- Non era niente - dissi - Era solo uno scherzo...-
- Era Magia Oscura, e se pensi che sia uno scherzo...- 
- E quello che fanno Potter e i suoi amichetti? - ribattei. Arrossii, incapace di nascondere il risentimento.
- Cosa c'entra Potter? - chiese Lily.
- Escono di nascosto, di notte. Ha qualcosa di strano, quel Lupin. Dov'è che va sempre? -
- È malato - spiegò Lily. - Dicono che è malato... -

- Tutti i mesi con la luna piena? - domandai. Volevo dimostrarle quanto avesse torto, a proteggerli sempre.
- Conosco la tua teoria - replicò Lily, gelida. - Ma perché sei così fissato con loro? Che t'importa dove vanno di notte? -
- Sto solo cercando di farti capire che non sono meravigliosi come tutti pensano -.
L'intensità del mio sguardo la fece avvampare.
- Ma non usano Magia Oscura -. Lily abbassò la voce. - E tu sei un ingrato. Ho sentito cos'è successo l'altra notte. Ti sei infilato in quel tunnel vicino al Platano Picchiatore e James Potter ti ha salvato da quello che c'è là sotto, qualunque cosa sia... -
Il mio volto si contorse in una smorfia. Farfugliai qualcosa, sapendo bene che aveva ragione: - Salvato? Salvato? Credi che abbia fatto l'eroe? Stava salvando se stesso e anche i suoi amici! Tu non... io non ti permetterò... -
- Permettermi? Permettermi? -
Gli occhi verde chiaro di Lily erano ridotti a due fessure. Feci subito marcia indietro.
- Non volevo dire... è solo che non voglio che ti prendano in giro... gli piaci, tu piaci a James Potter!-  Sembrava che le parole mi venissero strappate contro la volontà. «E non è... tutti pensano... il Grande Campione di Quidditch...- L'amarezza e il disgusto mi rendevano incoerente, e le sopracciglia di Lily erano sempre più inarcate. - So benissimo che James Potter è un arrogante - mi interruppe. - Non ho bisogno che me lo dica tu. Ma il modo di divertirsi di Mulciber e Avery è malvagio. Malvagio, Sev. Non capisco come fai a essere loro amico -.
Sapevo fin troppo bene quanto fossero stupidi e cattivi Mulciber ed Avery, ma il fatto che anche lei pensasse che James Potter fosse un arrogante e presuntuoso mi fece sentire meglio. Mi aveva perdonato per tutto quello che avevo fatto, per la promessa infranta. Anche se non l’aveva nominata, sapevo che se l’era ricordata. Questo dimostrava ancora una volta quanto fosse una persona stupenda.
E avere il suo perdono era quello che mi serviva per poter chiudere in un cassetto quella pericolosa esperienza con Lupi mannari, cervi e cani neri.


Ragazzi!! Lo so, lo so, sono in ritardo ç_ç Troppi impegni, porca puzzola XD
Comunque, in questo capitolo come avrete notato c'è una parte presa da HP7 dai ricordi di Piton.
Passo subito ai commenti! ^^
Rossy: amour, scusa per il ritardo, spero che mi sia fatta perdonare! <3 Ovviamente lo so che sono un genio U.U XD
Giulia: uhuh, si, ci ha messo un po' ma alla fine ci è arrivato *o*
Circe: tranquilla, se ti è più comodo posso anche posticipare la pubblicazione dei capitoli ;) Non ci son problemi!

Alla prossima!

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Capitolo 15
*** 9 e 16 gennaio. ***


9 gennaio.

 -Buon compleanno Sev!-
Il libri che tenevo in precario equilibrio mi caddero tutti da mano. Guardai orripilato Lily che dopo un secondo mi schioccò un bacio sulla guancia.
Avrei voluto maledirmi da solo. Ma come avevo fatto a perdere la cognizione del tempo? Eppure credevo che mancassero almeno due giorni alla fatidica data. E dire che avevo pensato ad uno scherzo di Lily. Finchè un brivido gelido lungo la schiena mi ha fatto controllare: era davvero il 9 gennaio. Era davvero il mio compleanno ed avevo davvero 16 anni.
-Ah!- strillai rendendomi conto della situazione -Grazie!-
Raccolsi i libri da terra mentre Lily rideva sotto i baffi.
-L’hai dimenticato, non è vero?-
Annuii e poi ci avviammo insieme alla prima ora di lezione, pozioni con Lumacorno.
-Senti, niente regali e roba del genere, vero?- le chiesi con un sussurro.
-Certo che no- rispose con un sorriso. Sapeva quanto poco amavo le sorprese, ma quel sorrisino non mi diceva nulla di buono.
La lezione fu abbastanza semplice e come al solito terminò con i complimenti per me e Lily per aver preparato un’ottima pozione.
-Ah, un minuto, per favore!- disse Lumacorno prima che la classe si fu svuotata. Chiamò a se alcuni ragazzi, tra cui Lily. L’aspettai fuori dalla classe e quando uscì aveva l’aria davvero esasperata.
-Lumacorno da un’altra festa, sabato- disse lasciandomi leggere l’invito che aveva avuto.
-Chi porterai?- le chiesi. Sull’invito c’era scritto di portare un compagno per la festa, che si sarebbe tenuta nel suo studio.
Lily alzò le spalle e ci dividemmo per le altre lezioni.
-Ah, Sev!- mi bloccò -Dato che non avremo modo di parlare per l’intera giornata, te lo dico ora. Oggi alle cinque nel campo da Quidditch. Puntuale!-
E poi corse via.
Scossi la testa e andai a Trasfigurazione: lo sapevo io che avevo architettato qualcosa…

 

Come volevasi dimostrare, trovai Lily nel campo da Quidditch con due scope in mano. Rabbrividii capendo all’istante che intenzioni aveva.
-Io non volo!- esclamai.
-Non voglio sentire storie. Ora, incappucciati bene che fa freddo e monta sulla scopa-
Sospirai rassegnato e impugnai la scopa: lei fece lo stesso, ma cercava di non far vedere la sua incertezza. Era scarsa quanto me nel volo. Cominciavo a pensare che si stesse interessando a Potter…
Mi diedi una spinta con i piedi e cercai stupidamente di ricordare il sogno di mesi fa, ma ovviamente non ero capace. Cominciai a muovermi a destra e manca per rimanere in equilibrio. Lily, più in la, non se la passava meglio: in un batter d’occhio mi passò di lato e a quel punto caddi. Non che fosse troppo alto, non ci eravamo alzati nemmeno di due metri.
A quel punto fu difficile anche per me trattenere le risate, e chi sa quanto tempo passammo lì a sghignazzare su quanto negati eravamo per il Quidditch. E pensare che voleva migliorare.
Ma evidentemente non eravamo gli unici che volevano “allenarsi” quel pomeriggio. Con mia spiacevole sorpresa, James Potter spuntò dagli spogliatoi con una scopa in spalla e l’aria distratta. Spalancò gli occhi di fronte a noi, per poi lasciare il viso ad un’espressione divertita.
-Che fate, registrate il volo di Mocciosus per farci fare quattro risate?-
Lily fece un passo avanti. -Sempre meglio che vedere il tuo solito spettacolo lascia-e-acchiappa-il-boccino, Potter- ribatté decisa.
Ghignai alla sua espressione violacea. Come dare torto a Lily? Potter si dava arie con un Boccino d’oro fregato da chi sa dove.
-Allora, Evans, quando ti deciderai ad invitarmi alla festa di Lumacorno?- chiese.
-Piuttosto inviterei un troll di montagna- rispose gelida.
-Chi hai intenzione di invitare allora?- disse passando una mano tra i capelli.
A quel gesto Lily fece una smorfia.
Poi inaspettatamente mi prese la mano e mi attirò a se.
-Noi due- e sottolineò con evidente orgoglio -Andremo insieme alla festa-.
-Che cosa?- chiedemmo insieme io e Potter.
-Già- trillò Lily con un sorriso.
Mi trascinò fuori dal campo di Quidditch prima che Potter potesse riprendersi dal suo stato di shock. Intanto io non ero messo meglio.
-Davvero, Lily, non sei obbligata solo perché…-
-Non dire scemenze, Sev- mi interruppe Lily -Avevo già intenzione di invitarti, visto che non ci sei mai stato-
Sorrisi anche io, titubante, perché le feste non erano mai state il mio forte. Ero comunque contento che avesse scelto me, anche se sapevo che era, come dire, “da amici”. Quanto desideravo potesse bastare anche per me.
Quello fu il regalo di compleanno più bello della mia vita.
Ma rimaneva il fatto che Lily avrebbe voluto imparare a volare.
E qui c’entrava di sicuro Potter…

 


16 gennaio.

Quella, oltre ad essere una settimana impegnativa, fu anche tremendamente interessante. Dopo le vacanze natalizie, i prof sembravano più assatanati che mai (-Insomma, manca poco ai vostri G.U.F.O.!-), e non mancava occasione in cui non sottolineavano quanto scarsi erano i nostri risultati, almeno per la maggior parte degli studenti. In effetti, il comportamente degli insegnanti non metteva a proprio agio: non facevano altro che rimproverarci, dicendo che lo facevano per la nostra preparazione.
Cosa che non mettevo in dubbio, ma a volte erano davvero esasperanti.
-Che cosa?- strillò Vitious il primo giorno dopo le vacanze -Volete dire che durante il Natale non avete studiato?-
Molti cominciavano a stufarsi.
-Ma insomma!- sbraitò Mulciber una volta nei corridoi -Anche durante le vacanze ci tocca studiare?-
Avery scosse la testa fingendosi sconcertato, mentre io trattenevo le risate con un pugno in bocca: quei due non avevano mai studiato in vita loro.
Cominciarono a parlare dei piani della loro settimana, definendoli un buon compromesso per dimenticare “le fatiche che i professori imponevano”. Ovviamente il menù prevedeva i soliti piatti: combinare qualche guaio qua e là, dare la caccia ai Mezzosangue e roba del genere.
-Ma non avete imparato la lezione?- dissi esasperato. Rimasi scioccato quanto Mulciber ed Avery. Mi feci coraggio e continuai -Insomma, dopo quello successo con Mary Mcdonald di Grifondoro?-
Avery ridusse i suoi occhi a fessura mentre Mulciber urlò: -Adesso difendi i Mezzosangue?-
-Sto solo dicendo che dovreste piantarla, se non volete essere espulsi- ribattei gelido -O siete troppo tonti per capire la gravità delle vostre azioni?-
E detto questo li lasciai lì da soli, tremendamente basiti, avviandomi solitario alla lezione seguente. Sapevo che prima o poi sarebbe successo: dovevo prepararmi a dire tutto.

 

E così arrivò anche il sabato, la fatidica data della festa di Lumacorno. Non avevo pensato ancora a cosa dire a quei due per spiegare la situazione: io che andavo ad una festa con una Babbana! Sapevo che non dovevo girarci troppo intorno, quindi avrei detto di essere un Mezzosangue. Se mi avrebbero preso a pugni, peggio per loro e meglio per me. Cominciava a seccarmi questo gruppo di babbei, a cui si era aggiunto da poco anche qualche altro componente: un certo Yaxley e Dolohov, entrambi del sesto anno, entrambi futuri Mangiamorte.
Quella mattina avevamo una doppia lezione di pozioni, e non odiai mai Lumacorno come in quel momento.
Durante la lezione era sempre stato solito a gironzolare tra i banchi ad osservare il lavoro degli studenti, ogni tanto scambiando qualche parola con i suoi alunni prescelti, ossia quelli del LumaClub. Fu quando arrivò accanto a Lily che avrei voluto menarlo.
-Ottimo lavoro, signorina Evans- commentò osservando nel calderone di Lily, la quale arrossì per il complimento -Posso chiederle chi porterà alla mia festa, questa sera?-
-Severus, signore- rispose lanciandomi un sorriso.
Non l’avrei mai immaginato, ma avrei preferito che Lily avesse finto di non saperlo ancora.
-Oho! Il signor Piton!- trillò Lumacorno -Avrò il piacere di presentare al Ministro i miei pozionanti più abili! Eccellente!-.
Alla mia destra Mulciber aveva lasciato cadere il suo corno di Bicorno nella pozione con un sonoro tonfo, basito dalla notizia. La sua pozione fece un botto ed esplose all’improvviso, riducendo i suoi capelli in filetti fumanti.
Dall’altro lato dell’aula Potter mi guardava con occhi assottigliati dall’odio. Stringeva così forte i suoi Fagioli Soporiferi da far uscire talmente tanto succo che sarebbe bastato per una decina di Distillati della Morte Vivente.
-Attento con quel succo, signor Potter!- lo ammonì Lumacorno, ma ancora troppo felice per essere esasperato.
Con un ghigno malefico, tornai alla mia pozione. Forse non era stato tanto male…

 

A dieci minuti dalla festa ero ancora davanti allo specchio del bagno per cercare di mettere in modo decente la cravatta, che proprio non si decideva a rimanere dove doveva stare. Menomale che durante l’estate mamma si era ripresa e mi aveva comprato un nuovo abito da cerimonia: quello dell’anno scorso era decisamente troppo corto.
-Mah, va be’- dissi lasciando perdere e tornando in dormitorio. Aprii la porta del bagno per uscire  e mi ritrovai davanti Avery e Mulciber, entrambi con aria minacciosa.
Deglutii e mi preparai al peggio.
-E così vai alla festa con la Mezzosangue Evans, eh?- disse Mulciber.
Alzai un sopracciglio, fingendomi annoiato, -Si. Qualche problema?-
-Qualche problema?- sibilò Avery -Tu chiedi Qualche problema?. Ma che faccia tosta!-
-E’ una Babbana!- ruggì Mulciber.
-E quindi?-, chiesi con aria innocente. Spalancarono la bocca, inorriditi. Ecco il momento giusto.
-Mio padre è Babbano- buttai lì come se niente fosse.
-Che cosa?- sibilò Avery.
-Già. Be’, adesso che lo sapete, non cambia niente, o sbaglio? Non vorrete mica che vi lasci ai difficili compiti dei professori…-
Rabbrividirono alle mie parole. Me l’ero cavata alla grande!
-Ma resta il fatto che esci con una dal sangue sporco-, Avery affilò ancora di più lo sguardo.
-Ah, be’, se la metti così… vedrò di farmi una doccia quando torno, ok?- risposi acido. Mi feci spazio tra i due ed andai a prendere la giacca sul letto.
-Ora, se volete scusarmi, ho una festa a cui non posso mancare-.
E detto ciò uscii dal dormitorio con aria estremamente soddisfatta.
Quando arrivai nella Sala d’Ingresso alle otto in punto la trovai piena di ragazze e ragazzi che aspettavano i loro compagni. Così mi avvicinai alla figura dai capelli rosso scuro. Quando si voltò rimasi senza fiato.
Era magnifica.
Indossava un abito da sera verde smeraldo che le arrivava alle ginocchia. I capelli lunghi erano raccolti in una semplice coda di cavallo, ma era perfetta.
-Sev- disse sorridendo.
-Sei bellissima-
Ridacchiò e mi aggiustò la cravatta, lei ci sapeva fare. Si allontanò per squadrarmi meglio. Aggrottò le sopracciglia poi esitò.
Infine si slegò i capelli, che teneva uniti con un nastro dello stesso colore del vestito. Si spostò dietro di me e legò i miei in una coda bassa e ordinata.
-Ecco, adesso sei perfetto-
-Umpf- sbuffai contrariato.
Salimmo la scalinata di marmo e in poco tempo sentimmo la musica e le voci dei partecipanti dall’ufficio di Lumacorno.
Non sapevo se fosse un incantesimo o merito degli specchi, ma la sala sembrava molto più grande di qualunque altro ufficio. Elfi domestici e camerieri portavano su vassoi d’argento bevande e cibi, le pareti ed il soffitto erano ricoperti di arazzi.
-Signorina Evans, signor Piton!- tuonò Lumacorno appena vide la chioma rossa di Lily -Venite, ragazzi miei, venite, vorrei presentarvi alcune persone!-
Sia io che Lily alzammo gli occhi al cielo e ci avviammo al gruppetto di Lumacorno.
-Ah, bene!- urlò -Signori, vorrei presentarvi i più abili pozionisti del mio corso. Signorina Evans, signor Piton, il Ministro Caramell!-
-Incantato!-, il Ministro ci strinse la mano.
-Se non sbaglio, Lily, tu avresti l’ambizione di diventare Auror!- disse Lumacorno.
-Si, signore- rispose lei.
-E tu, Severus?-
Esitai, preso in contropiede.
-Be’, ecco… sono molto interessato all’insegnamento-
-Oho!- Lumacorno batté le mani -Caro ragazzo, non vorrai sottrarmi il posto di insegnante!-
-Non potrei mai, professore-.
Sorrisi. Era divertente.
E così passammo la serata tra varie strette di mano e presentazioni, bevande e deliziosi cibi, anche qualche ballo. Solo che io non osai mettere piede in pista.
-Be’, è stato divertente!- mi disse Lily quando la festa fu quasi al termine.
-Molto- annuii stanco.
Quella notte avrei dormito, e anche tanto. Soprattutto ripensando alla faccia basita di Avery e Mulciber di fronte al nuovo e tremendamente sarcastico Severus.



Buona sera ragazzi!!
Che dire, un capitolo un po' così... Credo che il mio odio verso Lily stia salendo un po' a galla, in 9 gennaio ha praticamente usato Sev per far ingelosire Potter... O forse è l'amore per Piton che mi porta a non sopportare tutti gli altri personaggi XDD
In 16 gennaio Severus ha finalmente ammesso di essere un mezzosangue, ma non voglio che si stacchi dal suo gruppo Serpeverde perchè quei tontoni mi servono ancora nella storia U.U

Passo alle recensioni.
Giulia: Ti dico solo che sono molto tradizionalista per quanto riguarda le storie e le varie modifiche... infatti nelle mie FF cambio delle cose raramente, preferisco attenermi a ciò che ci dice mamma Row... Non perchè sia più facile, anzi, ma mi sembra più giusto, forse perchè adoro la saga così com'è :)
Circe: Credo che Lily non abbia mai capito bene Sev e la sua voglia di sentirsi più importante, ma d'altra parte come biasimarla, il suo migliore amico è uno di quei tanti che discriminavano i nati-babbani... Comunque hai ragione, forse un po' di comprensione in più avrebbe evitato il famoso litigio che vediamo nei ricordi in HP5, ma a questo punto poi la Row avrebbe dovuto cambiare un po' di cosucce XD

Alla prossima *o*

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Capitolo 16
*** 26 febbraio. ***


26 febbraio.

Ieri mi è arrivata una lettera dalla nonna. Il gufo si è appollaiato davanti a me durante la colazione. Ero decisamente sorpreso (probabilmente in tutta Hogwarts sono lo studente che riceve meno corrispondenze), ma non mi sono comunque passate inosservate le espressioni dei due imbecilli. Mi è bastato leggere il mittente per venire assalito dai timori così ho ritirato la lettera sotto il maglione, deciso a leggerla lontano da tutti.
Neanche un'ora dopo ero nel Dormitorio, da solo. E poco dopo sulle rive del lago approfittando della gita a Hogsmeade per godermi un po' di solitudine.
Aspettavo quella lettera, era certo che accadesse di nuovo. Papà sarebbe tornato e mamma sarebbe stata depressa di nuovo. Così aprii la busta con mano tremante.
Ma fortunatamente niente di spaventoso. Mamma ha avuto una leggera crisi e stava solo per far crollare la casa. C’era da aspettarselo, dopo tutti quegli anni passati con lui non sarebbe bastata una sola estate per calmarla completamente. La nonna passerà un po’ di tempo con lei, così sto più tranquillo. Ripiegai la lettera e la misi in tasca.
Non mi alzai da lì, anche se faceva piuttosto freddo. La neve era sciolta, ma l’aria di febbraio si faceva sentire ancora.
Il parco era vuoto. Erano quasi tutti ad Hogsmeade e i ragazzini rimanenti se ne stavano al caldo nelle proprie Sale comuni.
Anche Lily era andata. Il suo comportamento non mi convinceva affatto. Non aveva insistito come faceva sempre con me quando non avevo voglia delle gite ad Hogsmeade, ha solo alzato le spalle con aria distratta. Più la osservo e più noto quanto stia cambiando: certo, è sempre tremendamente orgogliosa e testarda, studiosa e la prima della classe, ma ad esempio quando parla con Potter sembra metterci ancora più odio del solito.
Quando poi passa momenti interi ad osservarlo.
Ed io non ho ancora capito se esserne divertito o no. Mi fa piacere vedere Potter messo in ridicolo da lei, anche perché è l’unica che può farlo, ma quelle attenzioni eccessive verso di lui mi lasciano sinceramente perplesso…

Così oggi ho messo Lily alle strette. Mi sono recato in biblioteca come ogni venerdì pomeriggio e l’ho trovata lì, al suo solito posto, quello dopo il secondo scaffale di Rune Antiche, accanto alla finestra. Rincuorato, mi sono seduto accanto a lei… ma non mi aspettavo una reazione del genere!
-Ah, Severus!- strillò vedendomi arrivare, causando l’ilarità della Pince. Chiuse in un botto tutti i suoi libri e se li ficcò in borsa, -Mi sa che devo andare…-
-Ma se dovevamo studiare insieme!- mi lamentai. Ero sempre più sconvolto dal suo comportamento, -Mi dici che succede?-.
Lei arrossì e si tradì rivolgendo uno sguardo ad un gruppo di ragazzi più in là. Guardai anche io.
Lupin cercava invano di far studiare i suoi amici. Minus cercava di leggere qualcosa (non ero nemmeno sicuro che sapesse leggere!), Black era in equilibrio sulle gambe posteriori della sedia e si dondolava beatamente. E infine Potter, che giocava con il suo inseparabile Boccino.
Ma bene. Fantastico.
E così scappò via dalla biblioteca senza neanche rispondermi.
Io e Lily siamo sempre stati ottimi amici e compagni di studio. Sono tremendamente fortunato ad averla accanto, anche perché in tutta Hogwarts non si troverebbe nessuno risposto a studiare con me se non per farsi fare i compiti. E mi da sui nervi il fatto che si allontanasse da me per colpa di quell’imbecille.
Perlomeno Rosier ha notato il mio umore, anche se non è stato molto d’aiuto.
-Ma lasciala perdere!- mi ha detto -Te le presento io due ragazze niente male!-
Ho cercato di spiegargli che non abbiamo gli stessi gusti, e poi anche se accettassi non si interesserebbero mai a me.
La mia banda di completi idioti cerca in tutti i modi di aiutarmi, facendomi rimanere sinceramente basito. Dopo aver scoperto la mia natura da Mezzosangue sembrano essersi calmati un po’. Mi chiedo se dopo cinque anni mi stancherò mai di loro e delle loro follie. Io non li capisco davvero…

Comunque Lily stava leggendo un libro sul Quidditch, in biblioteca. Lo so perché nella fretta di scappare via l’ha dimenticato sul tavolo.
Be’, non è già questa una risposta?



Ciao ragazzi!
Capitolo un po' corto, pardon ç__ç
Giulia: sìsì, secondo me se Severus si curasse un po' di più sarebbe un gran bonaccione, ma poi non sarebbe lui XD Noi l'amiamo così com'è *ç*

Hola ragazzi U.U

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Capitolo 17
*** 13 e 17 marzo. ***


13 marzo.


E così arrivò anche marzo, che portò qualche novità. Purtroppo non riguardanti lo studio, ma ci feci poco caso. Ero forse l’unico che non soffriva i compiti eccessivi, forse perché ormai la biblioteca era diventata la mia casa: ci passavo giornate intere, a volte saltando anche i pasti. Mi costringevo a stare lì per non rimanere indietro con i compiti, perché con l’avvicinarsi degli esami era difficile stare al passo dei professori. Chi sa se anche io, nei panni di un professore, sarei stato così. Di certo non avrei indugiato a far sgobbare per bene studenti come Avery o Mulciber, e i nuovi imbecilli “entrati” nel gruppo. Continuano a perdere tempo. E così, a malincuore della Pince, mi ritrovo tutti i pomeriggi in biblioteca per andare avanti con lo studio, e non solo.
La settimana scorsa, quando sono entrato per l’ennesima volta, la bibliotecaria mi ha lanciato uno sguardo esasperato e non è riuscita a trattenersi:
-Di nuovo qui stai?-, mi ha detto. Io l’ho guardata sconvolto mentre lei arrossiva e metteva a posto delle carte. Ma quello non bastò a rovinarmi la giornata.
Ero di nuovo alle prese con un nuovo incantesimo. L’idea mi era venuta osservando la squadra di Quidditch di Grifondoro durante un all’allenamento. Vedere Potter che volava così egregiamente mi aveva fatto salire i nervi. Sono proprio geloso, ormai l’ho capito. Avrei tanto voluto poterlo sollevare dalla sua scopa e farlo cadere per il campo…
Sorrisi, incapace di nascondere la malignità di quel pensiero. E così da una settimana e più sono al lavoro per un nuovo incantesimo e questa volta farò molto più presto. Ora che ho capito il procedimento, sento che è pronto.
Levicorpus… e questa volta niente Incantesimi Oscuri!


Così oggi mi sono barricato in dormitorio con l’intenzione di saltare la lezione di quel pomeriggio: Volo. Non sarebbe diversa dalle altre, quindi tanto vale non presentarmi per evitare i due imbecilli Potter e Black.
-Ma sono Grifondoro!- si lagnò Avery -Non puoi farti buttare giù da loro!-
Afferrai subito la differenza tra Grifondoro e Serpeverde. E poi Avery sapeva rendere palese ogni verità. Su molte cose non mi trovavo d’accordo con la mia banda, ma la più importante la ignoravano. E poco mi importava che poi non sarebbero stati d’accordo con le mie scelte. Ma se penso a me tra dieci anni, mi vedo completamente diverso e non sono sicuro se prenderla bene o male. Ma non mollo. Non riuscirei ad essere qualcuno che non voglio. O che non posso essere. Sono davvero sicuro di voler diventare insegnante?
No, è una cosa temporanea. Devo solo avere pazienza. Per ora non devo pensarci. Devo solo studiare, approfondire, creare. E un giorno volerò più alto di qualunque altro…

 
Ma oggi resto chiuso qui, ad aspettare. Dalla finestra osservo alcuni miei compagni. Ecco che arrivano i quattro… basterebbe così poco.
Sarebbe sufficiente alzare la bacchetta e puntarla contro di lui. Nessuno se ne accorgerebbe. Gli darei giusto un assaggio di ciò che vivrà un giorno. Quando potrò contare sui miei privilegi da professore... per rovinargli la vita o la carriera.
Potrei farlo... nessuno mi scoprirebbe...
Alzare…puntare…Levicorpus!
-
Come hai fatto?!-
Spalancai gli occhi. Mulciber ed Avery erano ancora nel dormitorio.
-
A fare cosa?- dissi sulla difensiva.
-
Ti ho visto, hai puntato la bacchetta su Potter e lui è caduto dalla scopa!-
Deglutii. Ma perché non ne combinavo una giusta?
-
Allora, ci vuoi dire questo incantesimo?- disse Mulciber massaggiandosi le mani.
Be’, non era magia Oscura, no? Potevano anche saperlo. Potevano anche mettere sottosopra qualcuno, così si divertivano senza troppa violenza.
-
L’incantesimo è Levicorpus, non verbale…-
-
Non verbale? Sei già capace?- mi interruppe Avery, sbalordito.
Sorrisi compiaciuto. Loro non ne erano capaci.
Così lasciarono il dormitorio delusi, mentre io mi godevo lo spettacolo di Potter…
Ah… la vendetta! Buon volo Potter! E soprattutto, buon atterraggio…

 


17 marzo.

 
La sera della mia dolce vendetta sono sceso a cena fingendo aria innocente. Entrato in Sala Grande mi sono sforzato di non cercare con lo sguardo Potter anche se fremevo dalla voglia di vedere la sua espressione. Comunque l'atmosfera nella Sala mi sembrava quella di sempre. Se il mio scherzetto ha un punto debole è proprio quello di aver colpito l'imbecille in un momento in cui non era sotto gli occhi di tutti. E questo è strano per un egocentrico come lui.
Mentre raggiungevo Avery e Mulciber, già seduti alla tavola e con i piatti colmi, mi guardavo in giro fingendo indifferenza. Fino a quel momento ero abbastanza certo di non venire scoperto. Ma non vedere Potter e Black al tavolo mi ha messo qualche dubbio. Sono sicuro che quei due sospettano di me ma non hanno prove. E questo è un vantaggio. Continuerò ad agire di nascosto, senza fare nulla se sono sotto gli occhi di tutti. Non risponderò nemmeno alle loro provocazioni. Ma quando meno se lo aspettano... e non avranno prove.
La caduta che gli ho provocato non lo ha di certo messo fuori combattimento, purtroppo. Forse era in infermeria.
Immagino che sia tutto a posto. Eppure non mi sento tranquillo...

Stamani a colazione Mulciber e Avery continuavano a farneticare su una scappata segreta a Hogsmeade. Mi hanno dato ai nervi. Liberissimi di trascorrere il loro tempo libero a divertirsi invece di studiare, ma non possono mica pretendere che io li segua ciecamente in tutto ciò che fanno! E che non pensino di copiare da me il tema di Pozioni. Mi è costato due notti insonni e un'intera giornata in biblioteca.
E infatti questo pomeriggio ero di nuovo lì. Quando ci entro non vorrei uscirne mai più. Mi chiedo se riuscirò mai a leggere tutti i volumi. Certo quelli del Reparto Proibito me li posso scordare.
Finii Pozioni. Mi era venuto davvero bene, dato che Lumacorno ci aveva dato lunghezza libera. Credo di aver fatto il tema più lungo di tutti. Un’altra E assicurata.
Sospirai prima di iniziare il ripasso di Storia. Forse pretendevo troppo da me, lo studio mi sta rimbambendo. Avevo addirittura la sensazione di essere osservato!
Mi alzai e ritirai le mie cose.
-Mocciosus!-
Oh mer… Merlino!  Afferrai la pergamena e cercai la bacchetta nella divisa.
-Che volete?- chiesi puntando la bacchetta contro Potter e Black.
-Solo salutarti, Moccy- disse Black ghignando.
-Levatevi di mezzo-. Mi avvinai a loro per oltrepassarli ma mi sbarrarono la strada.
-Prima il tema-
-Cosa?!-. Era impazzito davvero.
-Dammi il tema- ripeté con il suo sorriso da scemo.
-Vai al diavolo, Pot…-
-Pietrificus Totalus!-
Mi sentii ancora una volta gelare le vene e caddi a terra, immobile, mentre Black mi si avvicinava.
-E ora…-
-Cosa succede qui?-. La Pince spuntò da dietro uno scompartimento, e sentii un briciolo di speranza.
-Oh, madama!- recitò Potter, palesemente finto -Stavamo aiutando il nostro amico, è svenuto-.
Non crederà mica ad una sciocchezza simile!
-In effetti, non ha una bella cera…-
Mentre Potter discuteva con la Pince, Black mi prese per il colletto della camicia.
-Mai sottovalutarci, Moccy- mi alitò mentre fingeva di aiutarmi -Ah, questo lo prendiamo noi-.
Mi sfilò il foglio di pergamena da mano, mentre il suo compagno tornava da noi, la bacchetta tesa contro di me. La Pince non c’era.
-E ora- disse in tono piatto -vediamo di ringraziare il caro Moccy per lo scherzetto dell’altro giorno …-



Buona domenica ragazzi! Passato buon primo maggio? A me è stato decisamente noioso, sì. Ormai passo tutto il mio tempo chiusa in camera a scrivere ._. Tra poco diventerò verdognola come Sev, e vi assicuro che già da me sono pallida come un vampiro. Ma questo non c'entra nulla col capitolo u.u
MuAhAuAh, il caro Potty ha fatto un bell'atterraggio, ma come al solito lui e il suo amichetto Black non potevano passarci sopra, già... Non preoccuparti Sev, se vuoi ti curo io *W* (Sto di nuovo delirando, perdonatemi)
Passo ai ringraziamenti che forse è meglio XD
Giulia: mi spiace che la pensi così, forse in quel capitolo ho un po' sbagliato, infatti in questa FF vedremo Lily sempre dalla parte di Sev, don't worry ;)  Del suo rapporto con Potter sinceramente mi interessa poco e niente u.u Grazie perchè mi commenti sempre <3
Inoltre un ringraziamento a chi mi ha tra i preferiti, i ricordati e i seguiti! Vi stimo ragazzi <3

Alla prossima!

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Capitolo 18
*** 20 e 23 marzo. ***


20 marzo.

Ancora in infermeria. Lily si sta anche stancando i portarmi i compiti, così quando chiedo ad Avery e Mulciber di portarmi un libro dalla biblioteca sono così impegnati a parlare delle novità da non darmi nemmeno ascolto.
Il tempo fuori è cambiato, riesco persino a vedere i raggi di sole che filtrano nella stanza dalle finestre dell’infermeria. Se solo girassi la testa potrei ammirare lo spettacolo, ma dato che non ho mai amato le giornate soleggiate me ne sto a letto, quando invece potrei uscire fuori a raccogliere le prime erbe, che sono sempre ottime per pozioni ed antidoti.
Ma mi tocca stare qui, e chi sa ancora per quanto. La Chips è così puntigliosa che mi sono anche annoiato di chiederle il permesso di alzarmi. Se solo si decidessero a portarmi quei manuali! Devo assolutamente finire quel tema...

Quando parlo a Lily di ciò che è accaduto mi guarda con sguardo eloquente, come per rimproverarmi. Oltre alle ramanzine di Madama Chips devo sorbirmi anche le sue. Però la vedo scuotere la testa, decisamente contrariata dal comportamento di Potter e Black. Mi fa molto piacere avere almeno lei dalla mia parte, mi consola.
Spero solo di uscire presto dato che restare qui mi farà diventare pazzo. E senza nulla da fare non è certo facile evitare di pensare a quanto successo. Mi è tornata la sensibilità al sedere soltanto adesso...

 

23 marzo.

Finalmente oggi sono libero di andarmene da qui. Iniziavo a temere che Madama Chips non mi avrebbe più fatto uscire! Nella tarda mattinata è arrivata con una tazza di thè e qualche biscotto annunciandomi la fine della mia convalescenza. E' una donna davvero sospettosa, mi ha ancora chiesto come mi sono procurato una quasi frattura... le ho spiegato per la centesima volta che sono inciampato nel mantello scivolando per le scale. Non ho detto nulla di Potter e Black. Peggiorerei la mia situazione e io voglio che nessuno possa sospettare di me quando gliela farò pagare a quei due Grifondoro.
Però poteva anche lasciarmi andare prima. Che senso ha farmi rimanere quando ero già guarito? Non ho potuto consegnare di persona il tema di Pozioni, l’ha fatto Lily per me stamani, e quando Lumacorno è venuto a farmi visita era davvero preoccupato. Io sono rimasto stupito da tante attenzioni, e lui ha risposto che non voleva perdere uno dei suoi migliori Pozionisti. Sono sbalordito sempre di più. L’aria intorno a me, e non solo, sta cambiando alla grande.
A proposito di temi, immagino che Potter e Black abbiano scopiazzato alla grande dal mio. Sono proprio curioso di sapere i risultati dei loro compiti.
Questo pomeriggio quando sono uscito dall’infermeria, accompagnato da Lily, ho trovato ad attendermi uno spettacolo a dir poco sbalorditivo: per i corridoi migliaia di studenti erano a testa in giù, come aggrappati da catene invisibili per le caviglie…
-Il tuo incantesimo è popolare- mi spiegò Lily mentre raggiungevamo la Sala Grande per la cena -Ha molto successo-
-Successo…- ripetei. Non poteva essere vero. Mai in vita mia era successo che qualunque cosa fatta da me avesse importanza per gli altri.
A cena Potter se ne stava col broncio al suo tavolo. Sorrisi soddisfatto mentre i miei compagni mi davano il bentornato.
La cena fu buonissima, oppure era l’atmosfera allegra che regnava intorno a me e che in un certo senso mi aveva contagiato. O forse era la certezza che nulla era impossibile, se ero riuscito ad inventare un incantesimo ormai popolare in tutta Hogwarts. Forse, un giorno tutti avrebbero capito chi si nasconde sotto questi capelli neri e il viso giallastro…



Buon pomeriggio ragazzi!!
Convenevoli a parte, dite che lo sto facendo troppo cattivello? *o*  Mmm, secondo me è perchè si è stancato dei continui giochetti dei Malandrini, ma forse sto facendo troppo "malandrini" anche loro!XD

Rossy: amore, grazie<3
Circe: massì, li considera suoi amici, ma poi più in là si renderà conto che non sono persone troppo affidabili...
Giulia: sìsì, la penso proprio così :D

A presto ragazzi!

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Capitolo 19
*** 15 aprile. ***


15 aprile.


La mattina era sempre il momento meno amato della giornata. Professori ed alunni avevano facce cadaveriche per il poco sonno fatto di notte, intenti a correggere compiti o a finirli. Se ne stavamo tutti con i musi lunghi e le occhiaie violacee a guardare l’abbondante colazione, senza avere neppure la forza di impugnare la forchetta e addentare le uova cucinate dagli Elfi. Di solito eravamo noi alunni del quinto e quelli del settimo che dormivano a colazione, svegliati solo quando il tintinnio delle posate caduteci da mano annunciava che non era tempo di ronfare.
Ma se noi stavamo così, i professori erano messi ancora peggio. Si poteva vedere il piccolo professor Vitious scomparire sotto al tavolo, scivolando sulla sedia dalla stanchezza. Oppure la McGranitt, con i suoi capelli sempre raccolti in un ordinato chignon, ora svolazzanti ed arruffati. Il professor Lumacorno invece era sempre il più pimpante, e come d’abitudine andava di tavolo in tavolo per salutare i suoi alunni prediletti.
Fossi in lui, mi rinchiuderei in una segreta. A volte proprio non riesco a capacitarmi come faccia ad avere così tanta pazienza. Leggere quelle mostruosità che scrivono i suoi alunni… mi verrebbe da gettare le pergamene in un Distillato della Morte, e senza il “Vivente”!
Comunque, lo spettacolo che si ripeteva ogni mattina era davvero deprimente, soprattutto se ti aspettavano due ore da passare sulla Torre Nord a guardare nelle sfere di cristallo o vedere se le linee della tua mano sono abbastanza lunghe o no.
-Almeno domani c’è la gita ad Hogsmeade- disse Avery, come per tirarci su di morale, -Sei dei nostri, Severus?-
Brontolai qualcosa di incomprensibile, non sapendo cosa rispondere. Forse mi avrebbe fatto bene metter fuori la testa per un po’, ma allo stesso tempo potevo sfruttare la giornata libera per avvantaggiarmi con i compiti, come avrebbero dovuto fare loro.
Così dopo la colazione ci dirigemmo nella soffocante aula di Divinazione. Soffocante anche in inverno, e adesso che era primavera non aiutava. L’aula era sempre disposta nella penombra, con piccoli tavolini talvolta coperti di candele o sfere di cristallo. Ma quel giorno erano vuoti, e la voce velata della professoressa annunciò che, a malincuore di tutti, c’era lezione.
-Buongiorno ragazzi- recitò agitando lo scialle -Oggi parleremo di come interpretare la disposizione dei pianeti. Prendete le vostre pergamene…-
La lezione fu più noiosa del previsto, e persino Lily, qualche tavolo più in là, scriveva sulla pergamena tenendosi la testa sulla mano per non farla crollare sul tavolo. La situazione da me non era delle migliori: Mulciber ormai ronfava beatamente, mentre Avery ogni tanto lo picchiava avvertendolo dell’avvicinarsi della professoressa. Intanto il profumo delle candele aumentava il sonno, e mi sarei addormentato anche io se la professoressa non si fosse avvicinata con aria perplessa al tavolo dove Potter e Black dormicchiavano indisturbati.
La prof li svegliò sbattendo le mani e li guardò con un cipiglio alzato.
-Forse i signori sono troppo ingenui da constatare che la mappa del nostro Potter non porta niente di buono, oppure molto sciocchi!-
Potter afferrò la mappa in cerca di qualcosa di negativo, poi guardò il suo compagno, come se potesse ricavare la risposta dal suo volto, ma Black alzò le spalle.
-Vede, signor Potter, ha Saturno contro!- spiegò la professoressa, con fare impaziente.
-Quindi?- chiese James.
-Quindi… domani farà un bel bagno, Potter- concluse la professoressa, liquidandolo con uno svolazzare di scialle, lasciando Potter estremamente perplesso… mentre io avevo già macchinato tutto.
Si, sarei andato ad Hogsmeade.

La mattina seguente fu molto più diversa della precedente: gli studenti erano pimpanti ed esultati di passare una giornata di svago, avendo passato una tranquilla notte, sapendo che il giorno successivo non avrebbero studiato.
Ci avviammo con i permessi firmati da Gazza, che controllava e ci guardava male ogni volta che ci lasciava passare. Forse sperava che qualcuno potesse rimanere con lui dopo aver scoperto qualche permesso falsificato. Per sua sfortuna, però, nessuno degli studenti aveva imbrogliato e tornò a brontolare con la sua gatta.
Hogsmeade era sempre la stessa. Mi chiedevo cosa ci fosse di divertente nel visitare sempre lo stesso posto ormai da due anni. Non sarebbe stato meglio rimanere nel castello a studiare?
Per quella volta non avrei risposto da secchione, in verità. Il mezzo piano che avevo in mente per vendicarmi nuovamente era semplice ma efficace. Bastava solo non perdere di vista Potter e combriccola senza farmi vedere.
Mi chiusi nel mantello, benché fosse pieno aprile e le giornate fossero un po’ più calde, e liquidai in fretta Mulciber. Volevo essere solo quando avrei agito, quindi mi allontanai in fretta. Da lontano lo scorgevo ancora, intento a guardarsi intorno grattandosi il mento. Mi spiace, caro Mulciber, ma non mi troverai fino a tardi.
Seguire i Malandrini non era tanto facile: si fermavano ad ogni bar o negozio possibile ed io con loro ero costretto ad aspettare il momento giusto.
Diverse volte mi sorpresero quel pomeriggio:
-Mocciosus!- disse Potter vedendomi entrare in Mielandia dietro di loro.
Lo guardai pieno di disprezzo.
-Ehi, ehi, un momento! Moccy, vuoi provare le caramelle al gusto di unto?- mi schernì Black dopo essere spuntato da una grossa busta di dolciumi.
-Ma no, Sirius- rispose Potter -Tanto il nostro caro Mocciosus ci è abituato. Perché non gli facciamo provare una al gusto di vomito?-
-O magari alle caccole…-
-Un giorno dovremmo provare con i Pallini Acidi… se non sbaglio ne abbiamo una bella scorta, vero Felpato?-
-Sicuro- disse Black -Ma ti accontenti solo di trasformargli la lingua in un colabrodo?-
Potter sorrise. -Non ho detto che voglio ficcarglieli in bocca…-
Il volto di Black si illuminò di una luce malvagia, degna di un Serpeverde.
Lupin, che fino a quel momento non aveva detto niente, fece un passo avanti e guardò supplichevoli i suoi amici.
-Ragazzi, vi prego, non fate idiozie!-
Ma i due imbecilli lo scostarono con la mano e si avvicinarono a me. Dalle sacche dei pantaloni presero una decina di quelli che sembravano pallini acidi.
Sbarrai gli occhi e mi feci strada tra la folla per uscire da quel luogo. Mi sentii qualcosa alle spalle, come dei sassolini lanciatimi sulla schiena. Ne presi uno al volo: per fortuna erano solo caramelle tutti i gusti +1, tutte di orripilanti colori tra il marrone e il verdastro.
Quindi addio piano A. Ma c’era sempre quello di riserva…

Arrivarono finalmente dove li stavo aspettando, nascosto dietro ad un cespuglio, in agguato. Da lì si vedeva bene la Stamberga Strillante, le cui continue urla venivano attribuite a spiriti maligni che si aggiravano lì dentro, come incatenati. Ma io la sapevo ben più lunga, e con un brivido scacciai quei ricordi dalla mia mente.
Si erano fermati alla staccionata e guardavano la vecchia Stamberga.
-Ah, Lunastorta, come farai una volta terminati gli anni qui?- chiese il tarchiato Minus, forse troppo ignorante per arrivare da solo ad una soluzione.
Lupin fece una smorfia. -Credo mi rifugerò in qualche bosco o foresta, d’altronde è lì che sono destinato a stare…-
-Remus, basta- disse Potter, in un tono che non ammetteva repliche. Era tutt’altro che sfrontato quando stava con i suoi amici. Con loro era quasi gentile, -Sai che tu hai il diritto di vivere civilmente. Tu sei destinato ad avere una vita felice!-. E detto ciò gli diede una pacca sulla spalla.
-Non temere- aggiunse poi Black -Noi siamo con te-.
Sentii una fitta allo stomaco, proprio all’altezza del cuore. Che fosse rabbia, dolore o semplice gelosia, non sapevo spiegarlo. Sta di fatto che, qualunque cosa sia, mi fece gettare a terra il fango che avevo preso per lanciarlo a Potter. Restai a guardare quella marmaglia marrone a terra mentre la cosa mi distruggeva. Perché io non avevo degli amici come loro, non avevo qualcuno che mi consolava con una pacca sulla spalla quando Potter e Black mi prendevano in giro. Avevo solo Lily, ma non potevo pretendere che si dedicasse completamente a me come i quattro Malandrini facevano tra di loro.
Guardai di nuovo per terra e mi trascinai via in silenzio. Non pioveva, ma quanto mi sarebbe piaciuto sentire le gocce di pioggia rigarmi il volto. Invece niente, solo urla di divertimento, parole dette agli amici.
In giro non si vedevano Mulciber e gli altri, forse erano a combinare casini. Chi sa se loro ci ragionavano mai, su queste cose. Forse non ne avevano nemmeno bisogno, o semplicemente erano troppo superficiali per pensarci su. Lily mi diceva sempre che ero ancora in tempo, che dovevo smetterla di dedicarmi alle Arti Oscure. Forse aveva ragione, forse avrei fatto la stessa loro fine.
Entrai alla Testa di Porco, che avevo raggiunto senza nemmeno accorgermene. Il campanello della porta tintinnò annunciando la mia presenza, ma nessuno se ne accorse. L’aria dentro era tanto accogliente, l’odore di burrobirra calda si sentiva fin da fuori e il chiacchiericcio della sala era fitto. Mi sedetti ad uno dei rari tavoli vuoti e rimasi a fissare col broncio il legno. Quando la giovane cameriera venne per prendere l’ordinazione, scossi il capo e fissai la porta da cui era appena entrata Lily, insieme con le sue amiche. Appena mi vide le lasciò e si sedette di fronte a me.
-Credevo che fossi entusiasta di questa gita, almeno oggi!- mi disse guardandomi.
Alzai le spalle e feci una smorfia. Lei esitò, sembrava che volesse istaurare una conversazione, ma io davvero non ne avevo voglia.
-Allora… non prendi nulla?- mi chiese e senza darmi il tempo di rispondere agitò le mani per chiamare la cameriera, che qualche tavolo più in là stava servendo quattro ragazzi dall’aria fin troppo familiare…
Potter e compagnia se ne stavano a parlare e a scherzare tra loro. Alzai le sopracciglia e il mio umore sembrò migliorare vedendo Black che portava il suo bicchiere alla bocca, mentre quello del suo amico era ancora pieno…
-Severus, tu cosa prendi?-, mi chiamò Lily. Ma ero troppo eccitato per sentirla, così mi alzai e la lasciai con un -Torno subito-.
Trovai il nascondiglio perfetto dietro la scalinata di legno che portava al piano superiore. Era così facile, non si erano accorti nemmeno della mia presenza, altrimenti si sarebbero divertiti ancora un po’.
Puntai la bacchetta contro il bicchiere di Potter. Agitare, colpire… Wingardium Leviosa!. Il bicchiere si alzò sulla testa di Potter e rovesciò la bevanda fumante sulla sua testa quando lasciai la mira. Bagnato fradicio, si girò in tondo per avvistare il colpevole, mentre io me ne stavo al sicuro con un ghigno divertito. Convenni che era meglio non uscire allo scoperto in quel momento, quindi stetti lì per un po’.
Mi ero vendicato di nuovo, ma di cosa precisamente non sapevo. Forse per il tema di pozioni –a cui ovviamente aveva preso una E- o il semplice fatto che provavo la solita invidia per lui. Per essere il grande campione di Quidditch, per essere il ragazzo più popolare di Hogwarts, o per il nuovo motivo che si era aggiunto alla nuova lista? Lui era amato dai propri amici.
Tornato a posto bevvi la mia Burrobirra con l’umore depresso di prima, quella sottospecie di vendetta insensata non mi aveva per nulla giovato. Ero proprio infantile, a volte.
Afferrai il bicchiere e lo guardai.
Da solo brindai all’amicizia, quella che non avrei mai vissuto.





Buona sera ragazzi!!
Vedo che ho messo curiosità tra voi XDD In realtà non ho pensato a qualcosa di particolare, non avevo molta inventiva, lo ammetto u.u  Giulia tranquilla, non l'hanno picchiato altrimenti ti assicuro che Harry Potter non sarebbe mai nato XDD
Ciao ZataSev! Mi fa piacere che tu abbia commentato! ^^
Rossy, amore, hai ragione, ma come ho detto prima era una delle mie solite crisi da pagina bianca, quella che ho praticamente adesso ._. Spero vivamente che domani nel compito di italiano riesca a scrivere qualcosa di decente.

Amen ragazzi, pregate per me XD
Che Severus mi aiuti! *-*

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Capitolo 20
*** 23 aprile. ***


23 aprile.


-Mi spieghi perché hai bagnato Potter con la Burrobirra, alla Testa di Porco?- chiese accigliata Lily.
-Te l’ho detto- bofonchiai -e ripetuto centinaia di volte-
-Non capisco ancora il perché- insistette lei.
-Volevo soltanto vend… fargliela pagare per lo scherzetto in biblioteca- dissi senza guardarla -E per il tema di pozioni-
-Ma dovresti saperlo ormai che con la vendetta non risolvi nulla!- esclamò Lily indignata -Adesso questa vostra guerra all’ultima vendetta continuerà all’infinito! E se finisce male…-
-Va bene, va bene- tagliai corto -Lascia perdere-
Erano i primi giorni delle vacanze di Pasqua e come d’abitudine io e Lily ci dedicammo alla stesura del programma di ripasso in biblioteca. La lasciai fare con piacere, anche se le occhiatacce della Pince non bastavano a farla distrarre dal rimproverarmi. Era comunque più semplice che stare nel parco, dove aveva tutta la libertà di esprimere le sue opinioni ad alta voce. Così coglievo sempre l’occasione per portarla in biblioteca con la scusa che dovevamo studiare per i G.U.F.O., nonostante fossimo già ben preparati. Lei ovviamente non poteva rifiutare e così ci rintanavamo lì ogni giorno. Lily non faceva che ripetere -Per tutte le doppie punte della barba di Merlino!- e stava contagiando anche me con la barba del mago.
-Come mai sei tanto spaventata?- domandai posando la piuma e stiracchiandomi le dita delle mani. Se avessi continuato così non le avrei più usate.
-Be’, per molteplici motivi- rispose Lily -Gli esami sono difficili, se poi ci metti anche la paura di sbagliare e l’ansia emanata dai professori…-
La lasciai parlare. Quando attaccava i suoi discorsi non dovevo fare altro che annuire e dire -Si, certo- oppure -Terribile!-. Io a sua differenza non ero affatto preoccupato, o almeno vivevo nella convinzione che mancavano ancora giorni agli esami. Ma almeno non perdevo la cognizione del tempo come succedeva a Mulciber. Quando ieri gli dissi che mancavano solo cinque o sei settimane ai G.U.F.O. era rimasto sbigottito, così oltre che a fare i miei compiti dovevo occuparmi anche di creargli un decente orario di studio. Lily faceva lo stesso con le sue amiche, quindi c’era un motivo in più per recarsi in biblioteca. Quel giorno avevamo lasciato perdere i nostri compiti infatti, ma non credo che qualcuno fosse più preparato di noi. Lily si faceva prendere troppo dall’ansia.
-… e di certo le domande non saranno facili come quelle dei compiti giornalieri… un momento! Stai cercando di farmi cambiare discorso!-
Chiuse in un botto la copia di Teoria della Magia Difensiva per riaprire la discussione su Potter. Ma dal libro spuntò fuori un foglio bianco, quello in cui si avvisava che le date della riunione per l’orientamento professionale erano state fissate.
Come per sottolineare la vicinanza degli esami, quella mattina a colazione erano stati distribuiti ad ogni tavolo quei fogli:

ORIENTAMENTO PROFESSIONALE DURANTE LA PRIMA SETTIMANA DEL TRIMESTRE ESTIVO, TUTTI GLI STUDENTI DEL QUINTO ANNO SOSTERRANNO UN BREVE COLLOQUIO COL DIRETTORE DELLA PROPRIA CASA PER DISCUTERE DELLA LORO FUTURA PROFESSIONE.
DI SEGUITO SONO ELENCATI GLI ORARI DEGLI APPUNTAMENTI INDIVIDUALI.

Secondo il mio orario avrei dovuto incontrare il professor Lumacorno quel venerdì alle dodici e mezza, quindi perdere gran parte della lezione di Storia della Magia.
Colsi al volo l’occasione per distrarla.
-Tu quando hai la riunione?- le chiesi porgendole il foglio che le era caduto.
-Questo mercoledì- rispose lei afferrando il foglio su cui era segnato il suo orario -Che perdita di tempo. Sai quanti di noi faranno quello che vogliono?-
-Pochi?-
-Be’, si! Hanno tutti buoni propositi, ma dove vanno a finire i buoni propositi?-
-Nel nulla?-
-Esatto!-
Scoppiammo a ridere e tornammo al nostro lavoro…


-Ma… non mi hai lasciato nemmeno un giorno libero!- si lagnò Mulciber.
Afferrò il foglio di Avery che stava ancora avidamente leggendo. Glielo lasciò con un’occhiataccia. Mulciber lo studiò e poi parve sforzarsi troppo per sommare le ore di studio che avevo preparato loro.
-E perché a lui sono di meno?-
-Perché hai bisogno di una bella lezione di Aritmanzia!- esclamai esasperato -Le ore di studio sono uguali per entrambi-.
Era tutto il pomeriggio che si lagnava, a differenza di Avery che lo faceva in silenzio. E menomale! Non avrei voluto immaginare nemmeno quante maledizioni mi avrebbe lanciato mentalmente. Ma se quei due non avevano intenzione di studiare fatti loro, non potevo passare l’esame mandando foglietti con le risposte…
-Io proprio non capisco- dichiarò infine Mulciber.
Lo fissai allibito, come se avesse espresso il desiderio di diventare una modella. Avrei voluto lanciargli un Sectumsempra, ma non era affatto prudente dissanguare qualcuno in dormitorio.
-Insomma, a che ci serve studiare? Non credo che a Tu-Sai-Chi interessi quanti G.U.F.O. abbiamo preso- disse mentre gettava l’orario che gli avevo preparato -Dovresti dedicarti ad altro anche tu, Severus-.
Se ne andò dal dormitorio sbattendo la porta. Avery alzò le spalle e si chiuse in bagno, lasciandomi solo davanti alla marmaglia di libri sparsi sul mio letto. Quei tomi polverosi e vecchi che tanto mi affascinavano mi sarebbero serviti a qualcosa oppure era inutile continuare a studiare, come diceva Mulciber? Se il destino esisteva davvero, e se il mio era quello di finire per diventare un Mangiamorte, a che mi sarebbe servito imparare quante code di topo ci vogliono nelle pozioni?


Era una mattina soleggiata quella di venerdì. Il sole filtrava imponente ed inquietante dalle enormi finestre gotiche del castello, illuminando le vaste aule di Hogwarts. Gli uccelli e la Foreste Proibita erano come un ciondolo incantatore per gli studenti che quel mattino prendevano appunti –o almeno così facevano sembrare- nell’ora di Storia della Magia. Tutti se ne stavano con le mani tra i capelli nell’intento di scostarseli dalla fronte bagnata di sudore già così presto, con lo sguardo perso nel vuoto della fitta vegetazione del parco.
Solo qualcuno prendeva appunti ferocemente, imprecando contro il professor Ruf che se ne infischiava della situazione dei suoi studenti. Facile per lui, essendo un fantasma non soffriva ne il caldo e ne il freddo, o la fame o qualcos’altro. Tutti dicevano che era sconveniente, ma secondo altri era un bel modo per restare sulla terra.
Ma io avevo altri pensieri per la testa e me ne infischiavo di quanto potesse essere interessante diventare un fantasma.
Erano appena ricominciate le lezioni dopo le vacanze pasquali, e quel giorno era il mio turno per l’incontro con Lumacorno, per l’orientamento professionale.
Cercare di concentrarsi era impossibile con quel caldo. Ed era solo aprile! Immaginai già il giorno degli esami, a maggio, con il sole che batte alle finestre pronto a dare una mano all’ansia per farci praticamente svenire.
L’orologio alla parete segnò le dodici e un quarto, ma non avrei mai desiderato tanto come in quel momento che il tempo volasse.
Il ticchettio della penna che batteva sul banco dietro di me scandiva i secondi. Odiavo quel rumore. Perché nessuno si limitava a seguire?
Lanciai uno sguardo tra il supplichevole e il nervoso al ragazzo Tassorosso che giocherellava con la penna. Cessò subito di ticchettare, ma nello stesso istante cominciò a farlo qualcun altro più in là. Strinsi i pugni e arricciai il naso. L’orologio sembrava essersi immobilizzato, e forse la penna aveva preso il posto delle lancette dell’orologio.
Guardai anche io la finestra cercando un modo per distrarmi. Ma quel giorno il cielo era privo di nuvole, semplicemente limpido e azzurro, uniforme. Nessun filo di fumo con cui avrei provato, anche se per la prima volta in vita mia, ad immaginarmi delle forme. Che cosa stupida. Scossi la testa e scarabocchiai sul quaderno. Avrei dovuto prendere appunti, ma non serviva a molto dato che poco dopo avrei dovuto lasciare la lezione.
Finalmente l’orologio segnò le dodici e venticinque, e il gruppo di ragazzi che aveva la riunione si affrettò ad uscire dall’aula. Il corridoio era molto più arioso, benché il sole battesse lo stesso. I Serpeverde e i Tassorosso intrapresero strade differenti ignorandosi a vicenda.
Lo studio di Lumacorno era nei sotterranei, ma tutti sapevano che lo odiava con tutto il cuore.
Mi appoggiai al muro nell’attesa del mio nome.
Sia Avery che Mulciber avevano tenuto prima di me la riunione. Avery si era inventato la balla del Ministero, qualche lavoretto nei diversi dipartimenti. Abbastanza convincente, dovevo ammetterlo. Avery era a posto, per la maggior parte silenzioso, acido e puntiglioso quasi più di Madama Chips, aveva eseguito con cura il mio programma di studio. Il perfetto contrario di Mulciber, sempre irrequieto, praticamente dipendente dalla violenza. Non mi stupisco che avesse l’intenzione di frequentare Durmstrang.
-Piton, Severus!-
Sembrò di essere tornati quattro anni dietro, ai tempi dello smistamento. Mi feci avanti e varcai la soglia della porta. La stanza, pur se piccola, era ariosa e ricca di pozioni e pozioncine. Gli scaffali erano pieni di ampolle con vivaci liquidi colorati.
-Aha! Bene bene, caro ragazzo- disse Lumacorno invitandomi a sedere con un gesto della mano.
-Immagino di sapere già tutto- continuò -Hai ancora l’ambizione di diventare insegnante?-
-Certo- dissi semplicemente. Più in fretta avrei finito, più presto sarebbe finita quella scocciatura.
-Immagino non ci sia niente di più da dire- dichiarò sollevato, e non sapeva quanto lo fossi io più di lui. Prese un opuscolo e lo sfogliò pigramente.
-Deve prendere il massimo dei voti in alcune materie. Si richiede un’ottima preparazione in Trasfigurazione, Incantesimi, Pozioni…-
-Ci sarà anche Difesa contro le Arti Oscure, vero?-
-Certo, certo…-
Un tonfo dietro alle mie spalle fece voltare di scatto me e Lumacorno, e Gazza entrò ansimante nello studio.
-Professore, ho sorpreso degli alunni a rubare nelle sue scorte…-
-Ah, questi giovani!- si lamentò Lumacorno, alzandosi dalla sedia troppo piccola per lui. -Be’, abbiamo finito qui, Piton- aggiunse poi in fretta ed uscì dallo studio.
Sgattaiolai fuori dall’ufficio e andai a pranzo.


-…e comunque non ho nessuna intenzione di frequentare Trasfigurazione l’anno prossimo…ah, Piton!- disse Mulciber, interrompendo quella che sembrava essere un’animata discussione con Avery -L’orientamento?-
Alzai le spalle –Umpf-
-Che balla ti sei inventato?-
-Scusa?- chiesi confuso.
-La bugia, insomma. Non avrai detto di voler essere Mangiamorte!-
-Io… no, certo che no…-
Il nodo alla gola sembrò moltiplicarsi e mi limitai a fissare il piatto riccamente pieno di squisitezze. Le ondate di agitazione da cui prima ero appena sfuggito mi si infrangevano addosso e mi trascinavano nella paura. Trangugiai un morso per non urlare.




Ciao ragazzi!!
Ci avviciniamo alla fine, volevo dirvelo, così non mi linciate quando vi ritroverete la scritto "Ultimo capitolo"!
Manca davvero poco, eppure siamo nel bello della storia ;)
Che dire, Severus sta capendo che forse diventare un Mangiamorte non è proprio una delle sue grandi ambizioni, ma purtroppo come sappiamo dalla storia di zia Row si lascerà convincere...

Passo alle recensioni.
Giulia: anche a me fa un po' pena il caro Sev, ogni qualvolta che ripenso alla sua storia mi viene un vuoto allo stomaco... quante sofferenze, povero... Sai, probabilmente non si nota molto l'amore che prova per Lily perchè io sono davvero penosa nello scrivere le parti un po' più sentimentali e romantiche! Ti dirò che sto scrivendo una storia (che tra poco pubblicherò nelle Originali, penso) e la parte romantica tra i due innamorati l'ha dovuta scrivere una mia amica, perchè io ho proprio questo blocco XD A volte mi sento un'insensibile ç_ç

Rossy: infatti, Sev non si sente affatto meglio, anche se ho goduto troppo quando ho scritto la parte della buttobirra...muahauha!XD Comunque, sì, tutti i maschi sono dei bambini è_é

Alla prossima ragazzi!

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Capitolo 21
*** 28 aprile ***


28 aprile.


-Guarda qui!-
Lily mi sventolò la Gazzetta del Profeta davanti al naso per poi sbatterlo con foga sulla tavolata dei Serpeverde, fregandosene degli sguardi infastiditi dei miei compagni di casata. Tanto, ormai, quasi tutti gli studenti sedevano dove volevano, impegnati ad augurare buona fortuna ai compagni che quel giorno avevano la partita di Quidditch: Grifondoro contro Tassorosso.
Afferrai il giornale e lessi l’articolo in prima pagina: NUOVA AGGRESSIONE AI BABBANI DA PARTE DEI MANGIAMORTE; TEMPI OSCURI SI AVVICINANO…
-Quindi?-
-Quindi?- sibilò tra i denti, riprendendosi il giornale -Dico, sai leggere o no?-
Scosse la testa e lo aprì.
-La scorsa notte una famiglia di Babbani è stata trovata senza vita in un appartamento di Londra. Non c’erano segni di violenza sui corpi e tutto fa supporre che fosse opera di Mangiamorte. La famiglia era composta da genitori ed una neonata. La primogenita frequenta attualmente il quinto anno ad Hogwarts-
Lily aveva letto tutto d’un soffio, ma non riuscivo a capire cosa la turbasse: di queste notizie se ne sentivano tutti i giorni.
-Erano i familiari di Mary-.
Riuscii a sentire il suo sussurro nonostante la baraonda della sala. Mary, la ragazza che aveva rischiato di morire a causa di un mio capriccio, un capriccio infantile, un incantesimo pericoloso, adesso aveva perso una famiglia.
-Mi spiace- fu l’unica cosa che riuscii a dire.
Lei scosse la testa, gli occhi lucidi. Sapevo che era come se stesse piangendo, ma Lily Evans non piange.
-No, non è vero. Perché se ti dispiacesse davvero, non avresti il desiderio di diventare un assassino-
Le sue parole mi trafissero come cento pugnali in un solo colpo. Era questo che mi riteneva? Un futuro assassino? Un mostro, che si diverte a distruggere vite e famiglie?
-Io non sono come loro- le dissi per la millesima volta.
-Lo spero- sbottò -Perché se continui così lo diventerai presto-
-No, non voglio diventarlo-
Le parole mi uscirono spontanee, senza nemmeno accorgermi che Avery ci stava sentendo, senza curarmi della faccia basita di Lily, e a cosa serviva negarle? No, questa volta sarei stato sincero, non avrei mentito per l’ennesima volta.
Lily mi guardò e il suo umore sembrò calmarsi. Si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio: -Lo sai che prima o poi dovrai trovarti a scegliere, vero? Voglio soltanto evitare che tu diventi quello che sai. Mi conosci, e sai che non lo tollero. A te la decisione-
Detto questo si alzò e mi lasciò la Gazzetta sul tavolo, dove i Serpeverde la scherzarono fingendosi sollevati, come a voler dire che la puzza di una sporca Mezzosangue era scomparsa. Lei li guardò senza tradire sentimenti di offesa.
-Ora, se non ti spiace, vado da Mary- disse allontanandosi.
Tornai a guardarmi intorno, e quasi mi dimenticai di Avery che, probabilemente, aveva ascoltato dall’inizio alla fine.
-Quindi è vero, non sarai un Mangiamorte?- mi chiese.
Lo guardai con un misto di odio, rabbia, frustrazione. Ma che cosa volevano tutti da me?
-Oh, ma andate al diavolo!- urlai alzandomi.
Potevo definirmi non consapevole alle mie azioni: non sentii il mio piatto cadere a terra, o forse era soltanto la confusione della sala e della mia testa. Avevo i pensieri da tutt’altra parte, alle due strade completamente opposte che si aprivano davanti a me. Nessuna via di mezzo, nessuna sfumatura, solo bianco e nero, bene e male. Alle parole che avrei dovuto dire ad Avery e Mulciber per spiegare loro che non volevo, non desideravo seguire le loro strade.
A Lily che pensava che presto sarei diventato un assassino.


-Che cos’è questa grande cazzata?-, ringhiò Mulciber in dormitorio.
-A quanto pare Piton ci molla- rispose semplicemente Avery.
-Ma come! E le Arti Oscure? E Tu-Sai-Chi?-
-Vi ho ripetuto che sono molto confuso in questo periodo!- sbottai guardandoli in cagnesco, -Lasciatemi perdere, va bene?-
Mulciber fece per parlare, la Avery lo fermò.
-D’accordo, ma sappi che la nostra è la strada giusta. Non farti ingannare dalla Mezzosangue. Solo con Tu-Sai-Chi raggiungeremo il potere, e lo sai bene!-
Li guardai infilarsi sotto le coperte e spegnere la luce.
Io non riuscii a dormire. Mi spaventava dormire, sapendo che di sicuro avrei fatto un incubo, ma allo stesso tempo volevo staccare, uscire dalla realtà.
Di conseguenza quella notte non dormii bene, e di nuovo mi ritrovai diviso tra due strade.



Ciao ragazzi!
Piccolo capitolo sulle riflessioni di Severus, che ormai si accorge che non se la sente di seguire Avery e Mulciber... tuttavia, sappiamo com'è andata a finire!
Ripeto che stiamo quasi alla fine, mancano tre capitoli contati!
Per chi fosse interessato, ho aggiuto una storia nella categoria Originali > Romantiche. Il titolo è "Impara l'arte e mettila da parte", se qualcuno fosse interessato a leggerla mi farebbe piacere ^^

Giulia: grazie, se mi servirà un aiuto per le questioni amorose non esiterò a chiedertelo :)

Alla prossima belli!

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Capitolo 22
*** 16 giugno. ***


16 giugno.


La pozione era di uno schifosissimo giallo scuro, viscida da far salire il vomito. Altrettanto sgradevole era l’odore che emanava dal calderone. Una perfetta Pozione Polisucco.
L’aula di Pozioni era più silenziosa del solito, a parte qualche sbuffo dai calderoni o esplosioni da qualche incapace. Chi tormentava avido la sua testa o guardava in alto in cerca di una risposta dal cielo, chi armeggiava con ingredienti, chi mescolava avidamente il contenuto del suo calderone, o chi invece, come Avery e Mulciber, se ne stava lì a cercare di copiare o ascoltare suggerimenti.
-Psss…Severus!- mi chiamò sussurrando Mulciber, alle mie spalle, -Fa vedere…-.
Feci cadere di proposito l’ampolla in cui avrei messo la pozione, mi abbassai per prenderla facendo così controllare la pozione a Mulciber e tornai su con un mezzo sorrisino.
-Forza, voi. Consegnate- ci disse la professoressa che sostituiva Lumacorno per i G.U.F.O. Infilai un po’ di Pozione nella fiala e in fila ci dirigemmo alla cattedra per consegnarla alla professoressa.
Fuori dall’aula le chiacchiere cominciarono ad aumentare, tutti chiedevano all’altro cosa avessero conficcato i quei poveri calderoni…
Sbadigliai alquanto annoiato: come avevo previsto, gli esami si erano presentati come una stupidaggine, e Lily che si preoccupava tanto!
Si avvicinò a me, -Sev…- disse, tutta tremante, -Era abbastanza facile, vero? Credo di aver messo abbastanza Mosche, ma non sono sicura…-
-Dai, Lily, sarà andata benone- la rassicurai, mentre i Grifondoro uscivano dal sotterraneo e noi Serpeverde prendevamo la strada per dormitori.
Per quella giornata gli esami erano terminati, sia lo scritto che la pratica di Pozioni era a dir poco elementare, ma di certo non mancava chi voleva imbrogliare. Quella mattina Mulciber era stato scoperto con una Piuma a Risposta Automatica –forse rubata a Hogsmeade-, mentre ieri ad Incantesimi Avery aveva cercato di usare un Polsino Copiativo. Lunedì, invece, l’incapace di Minus si era spruzzato nell’occhio il succo di Bubotubero durante la pratica di Erbologia.
-Per fortuna vi mancano solo due esami- disse Rosier quella sera in dormitorio, cercando di consolare un Mulciber alquanto depresso perché i professori gli avevano confiscato tutte le Piume e gli Inchiostri Autocorrettivi, -Poi potrete passare l’estate a riposarvi-
-Tanto non solo l’estate- disse Mulciber, con fare pomposo, -ma sempre. Non ho intenzione di tornare ad Hogwarts-
-Non ti conviene, sai- rispose Avery -Se un giorno l’Oscuro Signore dovesse cadere, e noi saremmo sulla strada.. non è meglio trovarsi un’occupazione?-
-Ti preoccupi troppo, amico- disse Mulciber stiracchiandosi e sbadigliando vistosamente.
-Secondo me ha ragione Avery. E poi che ti costa, dove andrai dopo? Non penso che noi altri lasceremo Hogwarts, e tu starai da solo. Dico bene, Severus?-
Cacciai il muso dal libro di Trasfigurazione che facevo finta di leggere per ripetere per l’esame di domani.
-Credo di si…-
-Ti è passata la voglia di proteggere gli sporchi Mezzosangue?- chiese Mulciber.
-Anche io lo sono- risposi in tono di sfida.
-Si, ma non sei Babbano. E poi ci sono sempre le eccezioni-
Chiusi il libro con toga e mi alzai dalla poltrona, diretto nel dormitorio. Quei discorsi mi disgustavano.
-Dove vai?-
-A ripetere Trasfigurazione, cosa che dovreste fare anche voi. Non ho alcuna intenzione di passarvi biglietti per tutto l’esame-
E prima che mi chiudessi la porta alle spalle, vidi Avery scuotere la testa e Mulciber dire: -Ha avuto un bel lavaggio del cervello…-
Mi sedetti sul letto e cercai di capire qualcosa di quelle parole: le lettere mi scorrevano davanti senza che sapessi dare loro un senso, ancora pensando al discorso di quei tre.
Se sceglievo la strada del bene non avrei mai avuto successo nella vita, o almeno io paragonavo il successo alla pratica delle Arti Oscure. Forse avevo dei limiti mentali trasferitimi da Mulciber ed Avery. Be’, c’erano riusciti, a rimbambirmi. Però poi avrei avuto Lily…
Se invece avessi scelto le Arti Oscure, be’, avrei nuotato nel potere… ma tutto ha un prezzo, e quello che avrei pagato sarebbe stato la perdita di Lily. Potevo, però, farle cambiare idea? Cosa difficile, data la sua ostinazione a rifiutarle, ma tanto impossibile?
Spensi la luce e chiusi le tende del letto. Avrei avuto tutto il tempo per pensarci… o almeno così credevo.
Mi svegliai abbastanza presto quella mattina, o forse non chiusi neanche occhio: era abbastanza probabile che avessi scambiato le mie fantasticherie sui G.U.F.O. di Trasfigurazione come sogno, ma mi sentivo quasi riposato. La luce nel dormitorio era ancora di un verde abbastanza scuro, perciò forse il sole non era ancora spuntato. Dubitavo che fosse cattivo tempo, l’estate era vicina…
Mi alzai dal letto grattandomi il mento. Nel dormitorio Avery era steso a pancia in su con il libro di Trasfigurazione sul petto che si alzava e scendeva in modo visibile: erano ancora tutti profondamente addormentati.
Approfittai dell’orario per recarmi a colazione e, sbigottito, vi trovai già alcuni alunni. Mi chiedevo se dormissero qualche volta…


-Molto bene. Trasformi questo porcospino in portapenne e può andare-
Feci roteare la bacchetta e l’animale si trasfigurò nell’oggetto.
-Perfetto, può andare!- disse il professore della commissione.
Uscii dall’aula abbastanza soddisfatto: l’esame pratico era andato bene, come quello scritto, se solo non avessi confuso la formula per trasformare il giglio in uno specchio sarebbe stato perfetto. Ma per il resto era stato facile.
Quella mattina Mulciber ed Avery erano arrivati tardi all’esame scritto, beccandosi una sgridata dalla professoressa.
-Ci scusi, è che abbiamo perso tempo ripetendo…- si era giustificato Mulciber, ma si vedeva dalla faccia che si era appena alzato. Infatti durante l’esame aveva persino scambiato la bacchetta per penna. Durante tutta l’ora si era impegnato a rompermi le pluffe chiedendo le risposte al test, e dopo diversi no categorici lo accontentai solo per disperazione. Avery, invece, aveva trovato posto dall’altra parte dell’aula…
-Uffa, però! Ho dovuto affrontare l’esame senza il minimo aiuto!- si lagnò quella sera a cena, giocando con il suo purè di patate anziché mangiarlo.
-Non sei l’unico!- dissi divertito, gustando invece la cena.
-Vorrei avere il tuo ottimismo- s’inserì Mulciber con un grugnito.
Alzai le spalle: lo trovavo del tutto naturale, e se questi erano difficili, immaginai i M.A.G.O.!
-Be’… dai, manca solamente un esame!-
L’idea parve rallegrare un po’ i due, così quella sera andammo a dormire tardi per goderci il finesettimana prima dell’ultimo esame.
Durante il sabato tentai di insegnare il gioco degli scacchi ad Avery e Mulciber, ma mentre il primo non ci capì nulla, il secondo si addormentò sul tavolo. Ci stiracchiammo e giocammo fino a tardi, fin quando non ci ritrovammo la domenica sera seduti davanti al fuoco sulle comode poltrone della sala. Il fuoco scoppiettava allegro nel camino, dando un po’ di colore a quella stanza verdastra.
-Dite che sarà facile l’esame di domani?- mormorò Avery assonnato.
-Si, no? Tanto Piton ci da una mano- rispose Mulciber tormentando la sua piuma.
-Siii, certo- dissi in modo molto sarcastico. Sbadigliammo tutti e decidemmo di andare a letto.
Nel dormitorio ci chiudemmo nelle tende e prendemmo sonno, ma la strana assenza del russare di Mulciber mi fece capire che ancora non dormiva.
-Severus?- mi chiamò poco dopo.
-Mh?- borbottai.
-Hai scelto, no? Sei dei nostri-
Capii di cosa voleva parlare e mi rigirai nel letto, facendogli capire che non avevo intenzione di parlarne. Ma neanche dopo altro tempo il suo russare non venne.


-Ehi, Piton! Psss!-
-Su,su, silenzio!- squittì il professor Vitious, -Mancano cinque minuti!-
Lasciai perdere le chiamate da Mulciber e ripassai le domande del compito: apparentemente avevo fatto tutto bene, ma con la fretta era naturale sbagliarsi e confondersi, no? Certo, sapeva tanto di Lily Evans, ma la prudenza non era mai troppa, e lo sapevo fin troppo bene.
-Giù le piume! Accio!- disse Vitious, cadendo sotto il peso di tutti i compiti. Alcuni alunni lo aiutarono ad alzarsi mentre tutta la sala si svuotava, ogni studente era intento a godersi l’aria aperta dopo lo scritto di Difesa Contro le Arti Oscure. Sgattaiolai fuori trascinato dalla massa, ancora intento a pensare alle domande del test. Ridacchiai ripensando alla domanda dieci: indicare gli aspetti che identificano un lupo mannaro. Chi sa, forse in quella domanda Minus avrebbe risposto in modo decente!
Mai avrei pensato che quell’aria avrebbe potuto rinfrescarmi le idee, così andai a sedermi al solito posto, all’ombra della quercia. Sfogliai velocemente il libro di Difesa, e con soddisfazione mi alzai poco dopo aver controllato tutte le risposte date: un Eccezionale era minimo.
-Tutto bene, Mocciosus?-
Sapevo cosa fare in quel caso: era troppo tempo che non mi sentivo definire così. Mi girai di scatto e puntai la bacchetta contro il muso di Potter, ma mi anticipò disarmandomi. Gli imbecilli scoppiarono in una risata scema, soprattutto quando Black mi immobilizzò. Insieme alle loro risate si aggiunsero quelli di altri studenti. Fantastico.
-Com’è andato l’esame, Mocciosus?-
-Lo tenevo d’occhio, aveva il naso incollato alla pergamena- ghignò Black, -Con tutto l’unto che ci avrà lasciato, non riusciranno a leggere neanche una parola!-
Altre risate di scherno. Cominciai a mandare loro imprecazioni anche se non potevo muovermi.
-Gratta e netta!- urlò Potter contro la mia bocca, dalla quale cominciarono a uscire bolle di sapone rosee. Soffocavo, stavo diventando blu.
-Lascialo stare!-
A parlare fu Lily, spuntata dal gruppo delle sue amiche, gli occhi verdi chiusi a fessura.
-Lascialo stare- ripetè disgustata, -Cosa ti ha fatto?-
-Be’, è il più il fatto che esiste, non so se mi spiego…- disse Potter passandosi una mano tra i capelli per scompigliarseli, mentre le risate aumentavano.
Intanto Lily era riuscita a distrarlo, e i suoi incantesimi man mano stavano svanendo: mi liberai e strisciai a recuperare la mia bacchetta.
-EHI!- urlò Black, ma ormai ero in piedi: puntai la bacchetta contro il viso di Potter. Sectumpsempra!, pensai, e sulla sua guancia comparve una ferita sanguinante. Ma Potter rispose subito all’attacco, facendomi penzolare a testa in giù, usando il mio incantesimo.
Intanto Lily aveva assottigliato il occhi, riconoscendo l’incantesimo che avevo usato. Ma la sua espressione era cambiata in un botto: prima sorrideva…
-Mettilo giù!- urlò furiosa Lily.
James si arrese, ma dopo un attimo mi immobilizzò di nuovo a terra.
-SMETTILA!- gridò di nuovo Lily, estraendo la bacchetta.
-Dài, Evans, non costringermi a farti un incantesimo- disse ansioso Potter.
-Allora liberalo!-
-Ecco fatto- disse Potter liberandomi, -Ti è andata bene solo perché c’era la Evans, Mocciosus…-
Le parole che dissi mi uscirono spontanee dalla bocca, d’istinto. Forse per rabbia, collera, o solo per vergogna, pronunciai quella frase imperdonabile alla persona che in assoluto non la meritava. Perché forse ero stanco, stanco di subire tutto ciò, stanco di dover passare sempre per lo sfigato, di dover essere protetto da Lily, una ragazza!
-Non mi serve l’aiuto di una piccola schifosa Mezzosangue!-






Ciao ragazzi!!
Con questo capitolo stiamo ormai agli sgoccioli!
Lo so, è stata breve come fanfiction... o forse sono io che ho postato troppo velocemente, ma dato che per prima odio aspettare U.U
Capitolo decisivo questo, piccolo spunto dal quinto libro!
Che dire, lascio a voi i commenti ;)

ZataSev: leggendo il tuo commento mi è venuta una grande nostalgia, anche perchè questa storia l'ho finita da tempo e mi manca un po' immedesimarmi in Severus... non so, penso che potrei forse fare un continuo di questo diario... vedremo :) Hai ragione, la vita di Sev è ricchissima!

Giulia: Evan, Evan, eccolo qui XD Ti sei proprio innamorata di lui! :D Mi fa piacere ^^



Alla prossima ragazzuoli!

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Capitolo 23
*** 17 giugno. ***


17 giugno.



"Molto bene. Vuol dire che in futuro non mi prenderò la briga di aiutarti. E se fossi in te mi laverei le mutande, Mocciosus…"
Il dormitorio era vuoto, erano tutti a cena.
"Mocciosus, Mocciosus"
Mi sedetti sul letto, ancora troppo intontito.
"Siete uguali, voi due…"
Uguale a Potter? Oh no, ero molto peggio di quel buffone che si limitava a darsi un po’ di arie e a spettinarsi i capelli. Lui non chiamava i suoi amici sporchi Mezzosangue.
"Mi dai la nausea…"
Chi, Potter? Lui è un angelo. Perché non l’ha detto a me? No, ha preferito ignorarmi e andarsene via. Io le davo la nausea, si… io MI davo la nausea. Ma d'altronde, l’indifferenza era la peggiore delle armi.
Alzai lo sguardo, freddo e disperato, assolutamente intento a non piangere. Cosa avevo da piangermi addosso? Solo tutti gli sbagli che ho fatto in quindici anni, e ormai non si contavano più sulle dita di due mani.
Le crepe nel soffitto erano come le parole che Lily mi aveva detto in cortile: distruggevano me stesso come distruggevano quella parete. Chi sa quale magia oscura aveva colpito quel povero soffitto. Noi Serpeverde ci eravamo lamentati molto di quelle crepe, e ogni tanto Gazza veniva ad aggiustarlo, definendolo però, comunque, finito.
Si, poteva andare.
Finito.
Anche io lo ero, avevo perso un futuro migliore, la persona che amavo, la vita che sempre avevo sognato insieme a lei. Tutto, ora era nulla. E pensare che Lily mi aveva sempre avvertito, sempre. E non aveva avuto ragione, quando diceva che ero come Avery e Mulciber? Si, ero proprio come loro, se non peggio. Almeno loro non andavano a chiamare Mezzosangue il loro migliore amico, che per di più li stava proteggendo. Mi ero sempre sopravvalutato, e questo è stato il risultato: perdere il controllo con la persona che più mi era vicina.
Quei discorsi autodistruttivi mi facevano davvero bene, in quanto quasi masochista, mi dava piacere crogiolarmi in quel dolore assurdo, sapendo perfettamente di avere ragione. Forse, per la prima volta in vita mia.
Masochista e codardo. Perché quella sera non ero voluto andare a cena. Provavo una tale vergogna che di certo non sarei riuscito a incrociare il suo sguardo, o forse neppure ad uscire da quel dormitorio.
Infatti stetti lì imbambolato per tutta la serata, fin quando Avery e Mulciber non rientrarono in sala comune.
-Ah, eccoti- disse Mulciber tutto pimpante -Perché sei qui? Stavamo festeggiando la fine degli esami-
-Non ho voglia- borbottai.
-Che ti succede?-
-Niente. Perché dovrebbe succedermi qualcosa?-
-Ah, non lo so- si intromise Avery -Forse perché ti sei deciso a chiamare la Evans per quello che è, oggi-
Lo fissai allibito. Possibile che la notizia fosse girata così velocemente?
-Chi ve l’ha detto?- domandai alzandomi in tono accusatorio.
-Nessuno. Noi c’eravamo, ti abbiamo visto-
Mi preso dalla rabbia e strinsi i pugni. Avrei voluto distruggere quei sorrisi arroganti sulle loro brutte faccie.
-E non avete pensato, vero, di darmi una mano?-
-In realtà te la sei cavato anche da solo- disse Avery, guardando prima Mulciber e raddrizzando la schiena. Sembrava molto più alto di quello che di solito era. Mi mise i brividi.
-Anche se… non dev’essere stato bello mostrare a tutti le mutande- sogghignò Mulciber.
Li guardai con occhi ardenti di rabbia. Perché mi facevano quello? Dopo tutto ciò che io facevo per loro, i compiti copiati, i suggerimenti agli esami, l’aiuto con lo studio, era questa la loro ricompensa? Fregarsene altamente di aiutarmi quando Potter e Black mi tormentavano? D’altronde, era sempre stato così. Mi sentii usato, un oggetto. Ma forse avrei dovuto capirlo prima.
-Datemi una sola ragione- dissi, con uno sguardo carico d’odio, -una sola, vi prego, per non uccidervi…-
-Ahah, Severus…- ghignò Avery, schifosamente deliziato, -Non ti conviene, sai… in fondo, siamo gli unici che ti accettano. E poi ci sei molto utile- aggiunse, dandomi una pacca sulla spalla.
Chiusi gli occhi a fessura. Non mi andava di essere trattato così, anche se ero la persona più spregevole del mondo. Proprio loro, che mi influenzavano così tanto, non potevano.
Non era vero. Perché…se avessi fatto in tempo, Lily forse mi avrebbe perdonato… dovevo tentare.
-No, non siete gli unici-


Percorsi la distanza del sotterraneo con la torre Grifondoro in un attimo, trattenendo il rispiro. Lo raggiunsi ben presto, quando gli ultimi ritardatari della cena ancora tornavano alla propria sala comune. Mi appoggiai al muro e li lasciai passare in ansia, cercando di scorgere tra loro una testa rosso scuro, ma nulla. Evidentemente era già tornata.
Stavo per rivolgermi alla Signora Grassa –l’avrei convinta, con le buone o con le cattive a farmi entrare- quando alle mie spalle mi giunse una voce.
-Cosa vuoi?-
Mi girai di scatto verso Mary Macdonald. A parlare era stata lei, e non aveva nascosto il disgusto verso di me.
-Cosa vuoi?- ripetè con veemenza.
-Dov’è Lily?- le chiesi ad alta voce.
I suoi occhi fiammeggiarono di rabbia e risentimento: evidentemente non aveva dimenticato lo scherzetto di Avery e Mulciber.
-Lei non vuole parlarti-
-Be’, io si- dissi con rabbia, -Chiamala, devo parlarle-
-Ti ho ripetuto che non vuole- disse in un sussurro, guardandosi in torno. Era buio pesto.
-Bene, allora dille che non me ne andrò finché non esce- affermai deciso -Sono disposto a dormire qui-
L’intensità del mio sguardo la fece arrossire. Si avvicinò cauta alla signora Grassa, sussurrò la parola d’ordine in modo da non farmela ascoltare e varcò il buco del ritratto.
Aspettai, in attesa della sua comparsa. Ad ogni minimo rumore mi voltavo di scatto, ma passavano i secondi, i minuti. Probabilmente stetti lì per un quarto d’ora, e decisi di mollare. Stavo incamminandomi verso le scale quando sentii il rumore che aspettavo dietro di me: il buco del ritratto si aprì rivelando Lily, in vestaglia, gli occhi fiammanti di rabbia.
-Lily…- mormorai. Il discorso che mi ero preparato andò in fumo, dissolvendosi nel buio di quella notte.
-Non abbiamo niente da dirci- disse lei, in un tono che non conoscevo. Il tono con cui si rivolgeva a chi, come sempre, l’offendeva. Come con Avery e Mulciber.
-Mi dispiace-
-Non mi interessa-
-Mi dispiace!- ripetei disperato.
-Risparmia il fiato!- disse Lily, incapace di nascondere la rabbia, -Ricordi, Severus, ricordi quando eravamo bambini? Ed io che stavo ad ascoltarti, sul prato, e tu che mi raccontavi di Hogwarts. Ricordi, o i tuoi cari amici ti hanno offuscato la memoria?-
La mia mente fu invasa da un ricordo ben preciso, ma alquanto sfumato…

Era una pigra giornata estiva, i raggi del sole filtravano attraverso le foglie degli alberi sotto cui erano seduti due ragazzini di undici anni. Una dai capelli rosso scuro, eccitata nell’ascoltare le parole dell’amico smilzo, dai capelli neri e lunghi.
-…ma noi riceveremo una lettera, io e te- stava dicendo il ragazzino.
-Sul serio?- mormorò la bambina.
-Certo- confermò lui, e persino con quegli strambi vestiti e i capelli lunghi aveva un’aria solenne.
-E arriverà davvero con un gufo?-
-Di solito- rispose il giovane Severus, -Ma tu sei figlia di Babbani, quindi dovrà venire qualcuno della scuola a spiegarlo ai tuoi genitori-
-E’ diverso se si è figli di Babbani?- chiese Lily, ammirata, con il forte desiderio di sapere sempre di più su Hogwarts e sul mondo della magia.
Ma Piton esitò, e il suo entusiasmo precipitò. Si, per lei sarebbe stato molto più difficile. Ma si promise che avrebbe fatto di tutto per farla stare bene, e l’avrebbe difesa lui stesso!
-No- dichiarò infine, cercando di non guardarla negli occhi, -Non è diverso-


Lily era ancora davanti a me, le braccia incrociate.
-Sono uscita solo perché Mary mi ha detto che minacciavi di dormire qui-
-L’avrei fatto. Non volevo chiamarti schifosa Mezzosangue, mi è…-
-…scappato?- disse sarcastica, senza alcuna pietà, -Troppo tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari Mangiamorte... vedi, non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l'ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?-
Aprii bocca, ma senza pronunciare parola. Avrei voluto dirle che no, avevo cambiato idea, non volevo più! Desideravo soltanto il suo perdono.
-Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada, io la mia-
-No,senti..io non volevo…-
-...chiamarmi schifosa Mezzosangue? Ma chiami così tutti quelli come me, Severus. Perché io dovrei essere diversa?-
Di nuovo aprii la bocca invano, e le parole che volevo dirle, i sentimenti che provavo per lei e che avevo nascosto per troppo tempo uscirono come un sospiro, quando lei, sprezzante, si voltò e varcò il buco del ritratto.
La realtà mi piombò addosso come un’ancora, ma non per salvarmi. Mi scivolò di mano, troppo pesante per riuscire a recuperarla, troppo per le mie forze.
Ora come non mai avevo la mente lucida, e la consapevolezza di averla persa per sempre era come acido nello stomaco.
L’avevo persa. Per sempre.
Avevo perso la sua amicizia, un futuro, la possibilità di diventare una persona migliore.
La mia stessa vita.





Ciao ragazzi! 
Bene, siamo giunti al penultimo capitolo (tecnicamente è l'ultimo, il prossimo sarà semplicemente l'epilogo!)
Davvero non ho parole per esprimere quello che provo, ma non è il momento questo XD
Ma sul serio non ho parole, credo di averle messe tutte in questo capitolo, che spero vi abbia soddisfatti!

Giulia: massì, scherzavo XD Anche io sono tutta tutta di Sev u.u Ho letto e recensito la tua storia, mi interessa molto :) Vero, Lily continuava a difenderlo, ma lui è dannatamente ottuso e orgoglioso, cavolo...

Rossy:  grazie amooooour <3<3 Continua a seguirmi o ti Sectumsempro U.U XD

Ci leggiamo cari :)

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Capitolo 24
*** Epilogo - 31 giugno. ***


Epilogo - Scelta.



31 giugno.



Aprii il baule fissandolo con uno sguardo perso nel vuoto. Ficcai tutti i vestiti lì dentro, non curandomi di piegarli o metterli in ordine: li accatastai tutti insieme in un disordine pazzesco. Sembrava la mia camera un’estate prima, quando Avery, Mulciber e Rosier avevano passato del tempo con me. Chi sa in che condizioni era, e chi sa come era ridotta la casa.
Da quanto non pensavo a mamma, e in quel momento la scoprii più vicina di quel che pensassi. Ora, come lei, sapevo cosa voleva dire soffrire davvero. Quello di cui mi ero sempre lamentato negli anni precedenti, una madre pazza, un padre odioso, le torture di Potter e Black, era nulla in confronto a quella situazione. Mai come in quel momento mi resi conto di quanto vuota e inutile fosse la mia esistenza, senza Lily a farmi compagnia.
Forse ora il depresso sarei stato io. La nonna avrebbe badato anche a me?
Fissai quell’ammasso di vestiti, straordinariamente disordinato come la mia mente: pensai fosse stato meglio metterli a posto. Cercai la bacchetta nella tasca dei pantaloni ma non c’era. Mi guardai intorno, sulla scrivania, per terra, ma non c’era. Sicuramente l’avevo messa per sbaglio nel baule prima di conficcare tutto dentro. Infilai la mano tra i vestiti e cercai il bastoncino.
-Ahia!-
Qualcosa di freddo e tagliente mi aveva ferito. Lo afferrai, non sapendo cosa fosse e tirai su. Era del ferro deformato…
Il bracciale-catena mio e di Lily penzolava danti a me, senza che riuscissi davvero a guardarlo. Ebbene si era rotto, ed ecco cosa ne era rimasto. Amicizia…
Ricordare quel momento mi procurò un’altra fitta allo stomaco. Ricordavo, purtroppo, fin troppo bene quel momento, quando comprammo quei due bracciali. Non erano mai stati solidi al massimo, perché per lei non provavo una semplice amicizia. Ma adesso era solo un sottile rottame di ferro, e stavolta nessuna luce azzurrina ad aggiustarlo. Lo gettai di nuovo nel baule, non avevo intenzione di continuare a ripescare il passato.
Mi sedetti sul letto, su qualcosa di duro… la mia bacchetta.
-Meraviglioso- borbottai mettendola in tasca.
Ero talmente tra le nuvole da non riuscire neanche a vederla sul letto…


Il mattino successivo ci radunammo tutti nella Sala d’Ingresso con i bauli in mano, pronti a lasciare il castello. Voci ridacchianti, sorrisi smaglianti, visi tristi, mi circondavano ad ogni angolazione senza che io riuscissi a vederli o sentirli. In mente avevo sempre quel pensiero fisso che sembrava otturarmi le orecchie e gli occhi.
-Ehi, Piton, fai attenzione- mi disse Mulciber quando mi scontrai con lui mentre uscivamo dalla porta.
Gli lanciai uno sguardo carico di schifo e mi avviai da solo a grandi passi più avanti, raggiungendo un gruppo di Tassorosso che parlottava tra loro.
-Avete letto la Gazzetta di oggi?- disse un tipo alto.
-No, perché?- rispose il compagno.
Il primo si guardò intorno e poi disse in un sussurro: -Un’altra famiglia babbana uccisa, e stavolta, indovina un po’, da Tu-Sai-Chi in persona!-
-Cosa? Dici davvero?- chiese l’altro. Il tizio alto annuì con la testa e riprese a parlare.
-Sai, dicono che alcuni suoi Mangiamorte siano stati catturati e sbattuti ad Azkaban. Non mi meraviglio, con quella canaglia di Malocchio al Ministero, ma ciò mette i brividi…-
Mi allontanai da loro con passo veloce. Sembrava davvero che tutti, anche inconsapevolmente, volessero farmi tornare con la mente alla scelta che dovevo prendere. Quelle notizie mi mettevano sempre un’angoscia appiccicosa che non riuscivo a staccare.
Giungemmo fino al treno dove caricammo i bagagli. Io sgattaiolai subito su, alla ricerca di uno scompartimento abbastanza lontano, dove potessi starmene da solo. Mentre camminavo per il corridoio il mio sguardo si posò sul finestrino, dal quale intravidi la testa rosso scuro che riconobbi come quella di Lily: sorridente, parlottava con le sue amiche mentre pian piano seguiva la marea di studenti che saliva sul treno. Quanto la invidiavo. Se non fosse stata lei, così forte e intraprendente, avrebbe di sicuro avuto il muso per chi sa quanto tempo dopo una delusione dal suo migliore amico. Invece faceva finta di niente, o solamente considerava ciò una benedizione. Aveva capito che razza di persona ero.
Sentii gli occhi punzecchiarmi, segno che stavo cominciando a piangere: strizzai gli occhi, quelle lacrime non dovevano uscire, dovevo dimostrarmi forte come lei, il Serpeverde orgoglioso che non ero mai stato.
-Ehi, guarda chi si vede!-
Dalle mie spalle giunsero Avery, Mulciber, Rosier e tutta la banda, straordinariamente numerosa, di futuri Mangiamorte. C’erano anche Yaxley e Dolohv.
-Che volete?- chiesi con un’occhiata gelida.
Gli imbecilli ridacchiarono, ma io non ci trovavo proprio nulla di divertente.
-Ci chiedevamo, ecco- disse Avery, -Se avevi fatto la tua scelta-
Mi aspettai quella domanda, e capii di essere giunto al punto cruciale: non potevo più aspettare. C’erano tutti, ormai, e aspettavano soltanto la mia decisione.
Senza rendermene conto, avevo già scelto che strada prendere quando chiamai Lily sporca Mezzosangue: adesso che l’avevo persa per sempre, l’unica cosa che mi rimaneva erano le Arti Oscure, ma non avevo affatto intenzione di continuare a frequentare Mulciber e gli altri.
L’idea mi balenò in mente come un’ancora di salvezza, non proprio quella che mi ero immaginata, ma accettabile. Avrei coltivato comunque la mia passione –se così si poteva chiamare- ma da solo, come sempre. Come avevo sempre fatto e come sempre farò. Sono indipendente, non ho bisogno di loro per diventare qualcuno e neanche voglio frequentarli.
Anche se saremmo stati tutti a servizio delle Arti Oscure, avrei mantenuto un rapporto distaccato con loro.
-Si- dissi infine, -Ho fatto la mia scelta-
Mi girai ed entrai nello scompartimento, chiudendomi la porta alle spalle ed appoggiando la testa ad essa.
Come Lily mi aveva sempre ripetuto, la vita non è altro che un insieme di scelte, a volte sbagliate, a volte giuste. La mia era senz’altro sconveniente, ma sinceramente il futuro mi parve più roseo senza gli imbecilli.
Sbagliata o giusta che fosse, avevo cominciato a camminare per la mia strada e non potevo più tornare indietro ora che l’avevo scelta.




Fine.





Dai Chiara, non emozionarti troppo. Fa' un discorso serio, perdinci!
Dunque, siamo quindi giunti all'epilogo di questa storia che spero vi abbia almeno un po' trasmesso qualcosa...
No, via, al diavolo i paroloni!

Solo chi ha scritto e terminato una FF propria può capire quello che sento adesso. E' come se una parte di me fosse volata via, lasciando un posto vuoto.

Severus Piton è stato un personaggio che fin dall'inizio mi ha incuriosita, e perciò ho voluto provare ad immedesimarmi in lui, sperando di riuscire a cadere bene nei suoi panni! Mettere punto a questa fantastica avventura è stato più complicato di quel che credessi, e come già avevo provato una volta finire una FF mi da un'angoscia tremenda
Scrivere è stata una fantastica esperienza, e non smetterò mai di farlo. Prometto, giuro tutto quello che volete che mi avrete ancora tra le scatole! 
Se Sev se n'è andato, un altro personaggio prenderà il suo posto, e per la cronaca sto già cominciando a scrivere qualcosina sempre in tema Harry Potter, ma nulla ancora di definitivo!
Ma ho cianciato troppo ç___ç
 
Un ringraziamento speciale va a: 
Giulia: grazie, infinitamente! Dei tuoi commenti, del fatto che mi hai seguita dall'inizio alla fine. Il tuo è stato uno dei sostegni più importanti! Mi sono anche affezionata a te
!
Rossy: amore grazie anche a te per aver recensito sempre <3
Circe: grazie, i tuoi commenti mi lusingavano sempre troppo! :D
ZataSev: grazie perché i tuoi commenti mi piacevano sempre tanto!

E infine un ringraziamento va a tutti quelli che mi hanno seguito, per la pazienza che avete dimostrato con i miei ritardi nel postare e i capitoli corti xD 
Non so davvero cosa avrei fatto senza di voi. 
Da questa esperienza ho imparato che tutto è possibile, anche che una ragazzina di 13 può sperare in qualcosa di concreto.
Grazie a tutti.

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