Diario di un Principe. di Nerween (/viewuser.php?uid=91613)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** 1 settembre. ***
Capitolo 3: *** 4 ottobre. ***
Capitolo 4: *** 12 e 16 novembre. ***
Capitolo 5: *** 5 e 6 dicembre. ***
Capitolo 6: *** 17 gennaio. ***
Capitolo 7: *** 2 marzo. ***
Capitolo 8: *** 6 aprile. ***
Capitolo 9: *** 30 e 31 giugno. ***
Capitolo 10: *** 6 luglio. ***
Capitolo 11: *** 14 luglio. ***
Capitolo 12: *** 1 settembre. ***
Capitolo 13: *** 23 ottobre. ***
Capitolo 14: *** 3 e 10 novembre. ***
Capitolo 15: *** 9 e 16 gennaio. ***
Capitolo 16: *** 26 febbraio. ***
Capitolo 17: *** 13 e 17 marzo. ***
Capitolo 18: *** 20 e 23 marzo. ***
Capitolo 19: *** 15 aprile. ***
Capitolo 20: *** 23 aprile. ***
Capitolo 21: *** 28 aprile ***
Capitolo 22: *** 16 giugno. ***
Capitolo 23: *** 17 giugno. ***
Capitolo 24: *** Epilogo - 31 giugno. ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
intro
Diario di un Principe.
“È
meglio essere odiati per ciò che siamo,
che essere amati per la maschera che portiamo.”
Già,
ma nessuno sa che è difficile togliersi la maschera una
volta che è diventata
parte di noi?
Volevo
solamente provare a scrivere. L'ho iniziata in un pomeriggio
primaverile di maggio dell'anno passato quando, a causa di problemi ad
internet, non potevo navigare. Aprire Word é sempre
un'ottima soluzione, soprattutto se in testa hai un'idea.
Quell'idea è andata sempre più sviluppandosi, e
così circa dopo un anno dall'inizio, e circa dopo qualche
mese dalla fine, voglio proporre la mia FF anche qui su EFP,
sperando che possa interessare qualcuno.
Trama? Severus Piton quattordicenne alle prese con le sue crisi con i
genitori, del suo amore per Lily Evans e dei Malandrini. Semplici
pagine di diario del nostro giovane Piton.
La FanFiction é terminata, penso che posterò un
giorno si e uno no, sempre se gli impegni permettono!^^
Spero di non creare casini con l'html. Sono davvero una frana xD
Ah, chiamatemi Kia!
30
agosto.
Ancora due giorni,
due giorni d’inferno da sopportare e
lascerò questa maledettissima casa. Mi sono rotto dei soliti
casini qui, papà
che si ubriaca ogni giorno e la sera torna a casa insultando mamma,
chiamandola
mostro. Non ha mai accettato il fatto che fosse una strega, e il suo
odio per
il nostro mondo si è rafforzato da quando abbiamo scoperto
che anche io ero uno
di loro, anche io un mostro, insomma. Ogni sera, quando il terrificante
battito
di pugni sulla porta di ingresso annuncia l’arrivo di mio
padre, ubriaco,
scappo di sopra, in camera mia, e come un bimbo nascondo la testa sotto
il
cuscino per non sentire le urla… poi tutto finisce. Mamma
è sempre stata
un’ottima strega, sa come controllare e far smettere
papà dalle sue follie.
Dopo aver inflitto il solito incantesimo a papà, a
malincuore, corre in camera
sua e piange, piange, piange…
Non sopporto
quando piange. Le voglio un gran bene, l’unica cosa che
riesco a
fare è andare da lei e abbracciarla forte con il mio esile
corpo. A volte (cioè
sempre) penso che io sia troppo “freddo” per
riuscire a calmarla. Ma non so
come, riesco sempre a farla addormentare con il sorriso sulle labbra.
Le basta
accarezzare i miei secchi e lunghi capelli. Dice che sono il suo
orgoglio, ma
io non mi sento affatto così. Mah, valle a capire, le mamme!
Chi mi considererebbe
un orgoglio? James Potter è un orgoglio per la propria
famiglia, campione di
Quidditch, muscoloso e come se non bastasse, seguito da un sacco di
ragazze.
Tranne una…
Lily. Lily
è… speciale, come dire, un vero orgoglio. Lei
è speciale perché preferisce
i veri valori della vita, come amicizia, amore, verità, ai
muscoli e alla
bellezza, alla buffonaggine. È speciale perché
non fa distinzioni fra le
casate, la purezza del sangue… Già, la purezza
del sangue. Lei è una babbana,
io un mezzosangue. Ma… non posso dirlo ai miei amici, mi
rovinerei la
reputazione. Non è che mi vergogno della mia famiglia (di
papà si, ma non
perché è babbano, perché è
alcolizzato). E poi Mulciber mi fracasserebbe
letteralmente il cranio. Come se non sapessi che mi tengono con loro
solo
perché faccio loro i compiti. Ma almeno è un modo
per essere qualcuno. Ci sto
male ogni volta che insultano qualcuno chiamandolo “sporco
mezzosangue” perché
è come se l’insulto fosse rivolto a me. Ma non lo
do a vedere, anche se non ce
ne sarebbe bisogno, Avery e Mulciber non mi considerano
spesso… a volte
ho la sensazione di essere invisibile, e forse è meglio
così. A volte, invece,
desidero essere invisibile, quando spio Lily leggere in biblioteca, o
nel
parco, con i suoi incantevoli capelli rossi mossi dal vento…
riesce sempre a
percepire la mia presenza. Impossibile avere segreti con lei.
Mi piace perché… non so spiegarlo. Lei
è libera, spensierata, dolce e allo stesso tempo pungente.
Non so come fa a
essere amica di un esserino così insignificante e senza
carattere come me.
Dovrò chiederglielo quando la vedrò dopodomani.
A proposito,
quest’estate non l’ho proprio vista…
credo
sia andata in vacanza con la sua famiglia, dovrebbero tornare domani.
Oddio,
poveraccia, passare un’estate intera a mare con quella
malefica di sua sorella.
Ogni inizio anno scolastico mi racconta sempre che
“Tunia” non le rivolge
spesso la parola e le poche volte che lo fa è scontrosa e
indifferente.
Gelosia. È cominciato tutto da quando Lily è
andata ad Hogwarts il primo anno.
Ah, se ripenso a quando leggemmo la sua patetica lettera a Silente per
pregarlo
di essere ammessa anche lei… Ma dico, quanto sanno essere
cocciuti i babbani?
No, davvero, poi ficcano gli affari nei fatti degli altri. SEMPRE.
C’è quel
bimbo che ogni qualvolta che passa davanti a casa mia guarda nella
finestra
della mia camera. Ho sentito quella pettegola della nostra vicina dire
che i
miei genitori nascondono un mostro in casa che non fanno uscire mai,
che sarei
io.
L’ho
detto ai miei di rendere la casa un po’ più,
diciamo, normale, ma mamma
non ne vuole sapere niente. Le piace troppo questo stile
gotico-misterioso,
anche a me, ma direi che tanto adatto ad una cittadina babbana non lo
è. Mah,
le femmine con le loro manie! Per fortuna Lily non ne ha, di
fissazioni. Forse
anche per questo mi piace, è decisamente fuori dal comune.
Per fortuna
mancano solo due giorni. Rivedrò Lily (e con rancore anche i
magnifici,
sublimi, stupendi, meravigliosi, famosi Malandrini). Mamma
starà da sola con
quel pazzo. Senza di me la vedo un po’ persa,
dovrà subire da sola i
maltrattamenti di papà, senza nessuno a coccolarla quando
è a terra ogni sera.
A volte mi chiedo cosa aspettino a divorziare. Forse mamma lo ama
troppo.
Mamma mi
mancherà, come sempre, ma almeno non dovrò
sopportare i loro litigi…
Eccomi
qui, primo capitolo di questo sclero!^^
Non
è granchè, lo so, i primi capitoli sono sempre i
peggiori. Più avanti la storia si farà seria!
A
voi per le recenzioni! Baci, Kia.
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Capitolo 2 *** 1 settembre. ***
1
settembre.
Finalmente a
Hogwarts. Si parte col quarto anno. Sembra
sempre come la prima volta, non dimenticherò mai
l’emozione provata
attraversando la grande porta la prima volta. I primi tempi sono sempre
i più
belli, ma per me la sensazione di avere una vera casa sarà
sempre grande.
Ovviamente
solo mamma mi ha accompagnato fino al Binario 9 e ¾. Tra il
fumo e
il vapore cercai la figura di Lily, ma fu impossibile tra tutta quella
gente.
Rassegnato, salutai mamma abbracciandola (mi sentii un bambino di otto
anni, ma
quando sto con mamma mi sento bene davvero) e mi avviai
all’Espresso per
Hogwarts.
Era tutto
come sempre, mi sembrava di essere tornato indietro di quattro anni,
con la sola differenza che non ero io il piccino, ma i pargoletti che
per la
prima volta si trovavano qui.
Salutai
mamma dal finestrino. Piangeva come ogni partenza. Sarò
sempre il suo
piccolo anche quando avrò la barba come quella di Merlino.
Come al
solito nascosi il viso tra i mie lunghi capelli neri, mi circondai con
il mantello e camminai a testa bassa. Cercai uno scompartimento libero
(in
realtà cercavo Lily) ed ebbi il grande piacere di incontrare
Potter e compagni
che mi salutarono con un affettuoso -Hey, Mocciosus, sempre
più figo, eh?- e
scoppiarono a ridere.
Feci per
rispondere, ma la melodica voce di Lily Evans, che spuntò
dalle mie
spalle, fu più veloce di me -E tu, Potter, sempre
più sbruffone e senza
cervello, eh?-. Quelle parole lo fecero rimanere di stucco. Poi mi
sussurrò
-Dai, vieni Sev- e mi trascinò in uno scompartimento vuoto.
Il suo
sorriso e lo sguardo allegro mi fecero salire la pressione. Poi mi
abbracciò ed io goffamente la circondai con le mie esili
braccia. Ridacchiò.
-Mi sei
mancato, Sev- mi disse.
-An anche
tu- risposi balbettando come un idiota.
Ci sedemmo
uno di fronte all’altra. Mi sentivo già a mio agio.
-Grazie,
Lily- cominciai.
-E di cosa?-
mi chiese confusa.
-Beh, di
proteggermi sempre…- risposi abbassando gli occhi. Mi
sentivo uno
straccio quando faceva così, sembrava che io non potessi
difendermi da solo.
-Oh, tu
avresti fatto lo stesso per me- affermò convinta.
Non ne ero
tanto sicuro, io. Non sono coraggioso come lei. Al suo posto non
saprei cosa avrei fatto. Le nostre situazioni sono troppo diverse. Se
avessi
fatto quello che continuamente Lily faceva per proteggermi avrei
passato un
brutto quarto d’ora con Mulciber. Boh, chi sa, forse quello
che provo per lei
mi avrebbe dato un pizzico di coraggio che tanto male non faceva.
Annuii
fingendo convinzione.
Dondolava
avanti e indietro sul posto. La adoravo quando faceva così.
Significava che aveva voglia di parlare.
-Allora,
come hai passato le vacanze?- mi chiese, mentre i capelli sciolti le
danzavano davanti al volto.
-Come al
solito- risposi cupamente.
-Sempre per
i tuoi genitori?-
Annuii
leggermente. Mi conosceva davvero bene, capii che in quel momento non
volevo abbracci amichevoli. Volevo solo non parlarne.
Ruppi il
silenzio con un -E tu?-
Anche lei si
incupì, ma parlò -Al mare. Mi sono divertita, ma
Tunia… niente, mi
rivolgeva la parola solo per chiedermi di passarle qualcosa. Uff, va
avanti da
quattro anni ormai…-
Come un
impulso elettrico mi alzai e mi avvicinai a lei, stringendola a me come
facevo con mamma quando era triste. Ma che diavolo stavo facendo? Ma
lei si
lasciò stringere, e per non aumentare la tensione decisi che
fosse meglio
cambiare discorso.
-Lo sapevi
che i miei hanno un mostro in casa che non fanno uscire mai?- le
chiesi sorridendo.
-Oh,
l’hai saputo! Mi dispiace Sev, sai com’è
la signora Pittol… pettegola di
prima categoria…non devi dare ascolto a quello che dice,
l’ha detto pure a
mamma e a tutto il quartiere direi…- mi rispose dispiaciuta.
Ma a me
più di quello non interessava. Me ne frego altamente di
quello che la
gente pensa della mia famiglia, soprattutto se si tratta di stupidi
babbani
impiccioni. Ma vedi un po’…dove andremo a finire
di questo passo?
-Tranquilla,
Lì, non mi condiziona affatto quello che dice quella stupida
oca-
e quasi allegro tornai al mio posto.
Restammo in
silenzio per un po’, lei fissava un punto fuori dal
finestrino, io
fissavo lei. Cavolo, quanto è bella…
Mi fece
tornare con i piedi per terra con uno schiocco delle dita.
-Sev, mi
ascolti si o no?- chiese, quasi come per rimproverarmi.
-Oh, si si
certo…- mentii, per poi dire -Emh, dicevi?-
-Dicevo che
aspettavo da tempo questo momento, tornare a Hogwarts, tornare
nella magia…- affermò con quella scintilla nei
suoi occhi verdi.
-Già-
concordai. Stavo per rispondere, ma mi fermai. Non potevo certo
rovinare
la nostra amicizia dicendole che per me la magia non veniva da
Hogwarts, ma da
lei.
Eccomi qui! Vi
scrivo dal mio caro lettino con una febbre bestiale :(
Ringrazio davvero
le tre persone che hanno recensito e le quattro che hanno messo la mia
storia tra le seguite!
Ecco il secondo
capitolo ^^
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Capitolo 3 *** 4 ottobre. ***
4 ottobre.
La scuola
è ormai iniziata da un mese, i piccoletti si
sono già quasi ambientati, ma scappano ancora piangendo
davanti ai crudeli
scherzetti che facciamo loro io, Avery e Mulciber… in sala
comune nascondono il
viso tra i libri quando passiamo… poveracci. Sono diabolici
e divertenti, ma a
volte mi fanno un po’ pena. SEVERUS! Avere pena è
da femminucce… Però c’è un
ragazzino che sembra proprio portato per le Arti Oscure, scatena
l’ira di Avery
perché rimane indifferente ai suoi scherzi…chi
sa, forse sarà uno di noi. Ne ha
combinate di tutti i colori a quel nano di Vitius, per non parlare
della
professoressa Sprite. Ad Avery non piace, ovvio, è quasi
più geniale di lui…
Parco di
Hogwarts, pomeriggio. Le lezioni per oggi sono finite, finalmente. A
pozioni sono sempre il migliore, ovviamente, il professor Lumacorno mi
ammira,
dice che sono il suo studente modello. Ci credo, cavolo. Ma me ne frego
altamente di Pozioni…Difesa Contro Le Arti Oscure, quella si
che è una materia
affascinante.
Gironzolo
per il Parco. L’aria autunnale è quasi fredda. Una
scusa in più per
nascondermi nel mio mantello. Per fortuna in giro non si vedevano quei
quattro,
potevo starmene liberamente in pace. Mi accasciai sull’erba
appoggiandomi ad un
albero ed ecco che mi sentii preso alle spalle.
-BU!- mi
fece la voce più bella del mondo.
Sussultai e
Lily cominciò a ridere di gusto. Era ancora più
bella quando faceva
così.
-Beh, che
hai da ridere?- le dissi fingendo il broncio.
-Niente,
è che sei così buffo!- mi rispose serena
–Certo, quando sei con i tuoi
amici cambi completamente…-
Sapevo dove
voleva arrivare. Voleva farmi il solito discorso sulle mie
compagnie. Ma che ci posso fare, io sono così. Certo, non mi
piaccio, ma ho
imparato ad accettarmi. Sono davvero un bastardo quando sto con Avery e
Mulciber, ma non posso farci niente. Ho trovato persone che come me
adorano la
Magia Oscura, anche se so che non mi calcolano proprio come persona.
Odio
doverlo ammettere, ma nemmeno a me piacciono. E odio doverlo affermare,
ma è
l’unico modo per essere qualcuno.
Quanto
ammiro Lily. Lei sa essere speciale senza dover farsi notare.
E’ sempre
se stessa. Forse è questo il suo segreto. Dovrei provarci
anche io? E’… troppo
difficile. Decisamente troppo difficile.
-Sev, mi
ascolti?- mi disse spazientita.
-Certo,
Lily, ti ascolto- risposi, ma capii benissimo che nei miei occhi vuoti
leggeva la mia menzogna.
-Uff,
Severus, ma cosa ti accade? Voglio dire, sei sempre così
pensieroso.
Perché non mi dici quello che ti frulla nella mente? Sono o
non sono la tua
migliore amica? Oh, certo, forse preferisci Mulcib…-
-Non dirlo
nemmeno per scherzo, Lily Evans- la interruppi. Il mio tono era
forte.
Si sedette
accanto a me e sbuffò -Ma se stai sempre con loro. So che
ormai sei
stanco dei miei soliti pareri, ma continuerò a chiedertelo:
cosa ci trovi in
loro di buono?-
-Sono gli
unici che mi accettano- risposi giocherellando con un filo
d’erba –E poi…
è come se mi augurassi di essere asociale con gli altri
Serpeverde-
-Sai che non
è vero- disse Lily fissandomi seria. –Loro non mi
piacciono-
Per poco non
le dissi che non dovevano piacere a lei. La mia dignità mi
fermò
prima di combinare un guaio.
-Lily,
credimi, non voglio litigare-
-Neanche io
Severus- rispose. Abbassai lo sguardo e sorrisi. Adoravo quando mi
chiamava col mio nome completo.
-E’
che mi preoccupo per te- aggiunse.
A volte
sembrava mia madre. Come se non fossi in grado di prendermi le mie
responsabilità.
Se
c’era una cosa che avevo capito, era che le donne fin troppo
premurose.
Eccoooomi qua!
Ringrazio ancora le
5 persone che hanno la mia storia tra le seguite, i due che
l'hanno tra le preferite e che hanno commentato!
@Batuffolo: grazie
mille!^^ Anche io adoro questi due personaggi, e come te odio a morte
quel bastardo di padre che si ritrova... ma più in la ce ne
sbarazzeremo!!XD
@Thumbelina: grazie
anche a te :D Per il fatto del passato prossimo... sai
cos'è, come storia l'ho impostata a diario, però
mi riesce meglio scriverla a racconto...sono un po' strana XD
Un altro capitolo
un po' così! Dal prossimo Sev comincerà a
ficcarsi nei guai!XD
Alla prossima.
Kia<3
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Capitolo 4 *** 12 e 16 novembre. ***
12
novembre.
Freddo.
Il tempo è tutto incasinato, ormai ci sono
solo bufere di vento e pioggia, e tra qualche giorno
comincerà pure a nevicare.
Bene, sembra quasi che rispecchi il mio umore. Mi piace questo tempo
uggioso,
soprattutto la pioggia, mi da quasi ispirazione…
Ho in mente di creare un incantesimo. Ma uno potente, non le solite
sciocchezze
che ci insegnano qui a Hogwarts. Magari Magia Oscura. Quella si che
farebbe
comodo. Chi sa, forse nella parte proibita della biblioteca potrei
trovare
qualche libro. Il problema è come arrivarci.
C’è sempre quell’insulso
magonò di
Gazza a fare la guardia. L’unico modo sarebbe essere
invisibile. Chi sa se…
Biblioteca.
Sono in cerca di un buon libro
avanzato di pozioni, forse troverò quello che mi
serve…
-Basta!- sospirai
molto tempo dopo,
erano ore che stavo lì. Mi misi le mani tra i capelli, poi
pensai all’idea più
stupida, ma forse più geniale che potevo fare.
Perché non appellare il libro?
Puntai la bacchetta in un punto qualsiasi della biblioteca e sussurrai
-Accio
libro-. Un enorme volume dalla copertina nera impolverata mi
balzò sulle mani.
Guardai stupito il mattone. Mah, meglio così. Corsi nel mio
dormitorio, al
diavolo la lezione di Cura delle Creature Magiche. Sfogliai in furia le
pagine,
quando finalmente arrivai a quella che mi interessava. Pozione
dell’Invisibilità. Ingredienti semplici,
ma… cavolo! Due settimane per
prepararla. Non mi interessa, ci riuscirò, eccome!
26
novembre.
Finalmente
è pronta. Come potevo non riuscirci, con la mia
abilità per
le pozioni. Sono tutti innervositi per il mio atteggiamento,
soprattutto Lily…
se solo sapesse, non mi rivolgerebbe più la parola. Ma
voglio farlo. Insomma,
posso concedermi un capriccio ogni tanto, no?
Questa sera sarò all’attacco, l’effetto
della pozione durerà poco, speriamo sia
abbastanza.
Ore 24,55. Bevo la pozione. Che schifo, dannazione.
In poco tempo sono invisibile. Cerco di non fare rumore ed esco. I
corridoi
sono bui, non si vede nulla. –Lumos-, almeno non
sbatterò il muso contro
qualcosa. Sperando di non incontrare qualcuno, mi avviai alla sezione
proibita
della biblioteca. Per fortuna niente Gazza tra i piedi.
-Sezione incantesimi, sezione incantesimi…-, non avevo
pensato che certamente
avevo bisogno di tempo per trovarlo. Finalmente lo sguardo cadde su un
titolo:
L’arte del creare incantesimi oscuri. Lo presi velocemente,
ma nell’atto feci
scivolare a terra un paio di altri volumi pesanti.
–Maledizione- cercai di
rimettere tutto a posto, ma sentii lo scricchiolio della porta e la
voce
gracchiante di Gazza -C’è qualcuno?-. Spensi
subito la bacchetta, ma fu troppo
tardi… Aveva visto la luce, stava venendo nella mia
direzione. Mi sentii per un
attimo perso, ma scappai in un altro scompartimento prima che lui
arrivasse ed
urlasse -Dove sei!-. Lentamente mi avviai all’uscita,
cercando di tenere sempre
all’ombra il libro. Uscii trionfante dalla biblioteca e in
fretta mi avviai
verso il dormitorio.
Ma mi fermai di botto. Sentii delle voci, dei sussurri dire -Fate
piano,
presto!-. Allarmato, mi guardai intorno. Niente. Girai
l’angolo in punta di
piedi e sorpresi Potter e Black che portavano sulle spalle Lupin, con
Minus che
trottolava loro dietro. Dove andavano? Li seguii cercando di non far
rumore,
tanto ero ancora invisibile, ma la pozione stava per perdere il suo
effetto.
Aprirono il portone della scuola. Li guardai uscire e dirigersi verso
il
Platano Picchiatore. Cosa diavolo andavano a fare lì? Lo
dicevo io che quel
Lupin è strano, ha qualcosa che non va. Cercai di seguirli,
ma guardando a
terra vidi la mia ombra alla luce della luna piena. Maledizione,
l’effetto era
finito. Dovevo tornare subito dentro senza farmi vedere.
Ma quei quattro non la passeranno liscia. Non mi convincono, li
spierò le
prossime serate. Scoprirò cosa nascondono, si che lo
farò!
Eccomi qui
ragazzi!^^
Ho unito questi due
capitoli perchè davvero troppo corti, e altrimenti Giulia
(posso chiamarti così?) mi avrebbe cruciata XD
Cosa
avrà in mente il nostro giovane combina guai? E soprattutto,
riuscirà a fare ciò che vuole fare? Lo scoprirete
continuando a leggere! :D
Passiamo alle recensioni!
Circe:
Sì, rileggendo ciò che avevo scritto anche io ho
notato di aver scritto questi primi capitoli in modo molto innocente...
sappiamo benissimo cosa, in realtà, passa nella mente dei
14enni! Ma Severus l'ho visto sempre un po' diverso dagli altri
ragazzini... Grazie per aver recensito!
Giulia: Si lo so,
sono proprio corti T_T Fortunatamente più avanti saranno
molto più corposi ;)
Alla prossima! Baci
<3
|
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Capitolo 5 *** 5 e 6 dicembre. ***
5 dicembre.
Il
libro che ho preso dalla biblioteca è davvero
completo. L’ho sfogliato un bel po’, ho trovato
tutti i procedimenti per creare
un incantesimo. Devo ancora scegliere quale, però. Gazza
ovviamente non ha
fatto parola con nessuno: certo, poteva mai fare la figura di quello
che si fa
scappare un ragazzino sotto il naso? O forse è davvero
così tonto di aver
creduto che avesse sognato tutto.
In questi giorni sono stato sottoposto agli interrogatori di Lily.
E’ molto
sospettosa, ci credo, in questo periodo ho tutt’altro per la
testa. Ho deciso
di lasciar perdere per ora l’incantesimo. Quando mi
verrà l’idea, allora lo
creerò.
La mattinata è passata molto lentamente. Le lezioni iniziano
veramente a
scocciare. In più si avvicina pure Natale, tutti sdolcinati.
Domani gita ad
Hogsmeade, ci sarà da annoiarsi a morte, ma almeno
è un modo per distrarsi un
po’…
6 dicembre.
Ma
vedi un po’, con questo freddo dovevamo uscire?
Mah, lasciamo perdere… Ci ritroviamo fuori a consegnare i
fogli del permesso.
Mi stringo nel mio cappotto nero e mi avvio solitario in attesa che mi
salti
dietro alle spalle Lily.
-Sev!- mi chiamò allegra e corse accanto a me -Hey, come va?-
-Bene, Lì, bene- sorrisi.
-Oh, vedo che sei molto entusiasta di questa gita-.
-Sto morendo dalla voglia, perché, non si vede?- dissi
sarcastico.
Ridemmo insieme e andammo a spasso per le strade di Hogsmeade.
Per le vie c’erano centinaia di negozi. Uff, sempre gli
stessi…
-Sev, guarda!- mi bloccò Lily, indicando un negozio che
prima non avevo mai
visto -Talismani… entriamo?- non mi diede nemmeno il tempo
di rispondere che mi
trascinò dentro tirandomi per la manica del cappotto.
L’interno era alquanto tetro. C’erano diversi
scaffali pieni di cianfrusaglie e
roba varia. Sentimmo uno scricchiolio e ci arrestammo. Una vecchia
strega era
seduta su una sedia a dondolo e ci fissava con aria curiosa.
-Oh, salve- disse con la sua voce leggermente roca.
Balbettammo un salve e continuammo a guardarci intorno. Lily mi
chiamò tirandomi
il mantello e io la fissai. Indicava due braccialetti. Ma
più che braccialetti
sembravano delle catene. Lessi il cartellino: Amicizia.
Lily, senza dire una parola, li prese e li porto alla vecchia strega.
Forse le
stava chiedendo il prezzo, ma la vecchia scosse il capo e disse
qualcosa a
Lily. Poi tornò da me confusa e mi porse uno dei
braccialetti-catene.
-Beh, cosa ha detto?- chiesi indossandolo.
-Ha detto che questi braccialetti ce li regala, poi…-
-Poi?-
-“Poi ha detto che l’amicizia è come una
catena: si ammacca e si arrugginisce,
ma non si spezza mai…”- ripetè
ciò che la signora aveva detto.
-E’ molto filosofica come cosa- commentai indossando il
bracciale. Anche io
sorrisi, voleva dire che comunque vada la nostra era
un’amicizia forte… be’, almeno
per lei! Io provavo molto, molto di più.
Usciti da lì passeggiammo, chiacchierando un po’
sulle lezioni.
-Vogliamo entrare a Mielandia?- mi propose entusiasta.
-E dai no, ti prego, sai quanto odio i dolci e le cose colorate- mi
lamentai.
-Sei proprio palloso- disse sorridendo e mi trascinò dentro
al negozio.
Quando uscimmo, circa un’ora dopo dato la fila enorme, ci
scontrammo con Potter
e i suoi amichetti. Non mancarono le frecciatine.
-Oh, Mocciosus, presa la caramellina?- Black si rivolse a me.
-Perché, tu allora qui che sei venuto a fare?-, Lily
parlò prima di me, come
sempre -Forza Sev, andiamo- disse acida.
Prima di uscire, avrei messo la mano sul fuoco, vidi Potter guardare il
mio
polso sinistro, dove c’era il bracciale, e una luce
accendersi nei suoi occhi…
Lily era straziata, io indifferente. Ormai erano più di tre
anni che andava
avanti questa storia, ci avevo fatto l’abitudine, ma
continuavo a restarci male
ogni volta che Lily interveniva al mio posto. Camminavamo in silenzio,
potevo
percepire la rabbia di Lily da come sbatteva i piedi sulla strada.
-Lily, non ne vale la pena, davvero- cercai di calmarla.
-Zitto! Non possono continuare a trattarti così…-
-Ma se non me la prendo io, tu che c’entri?- la bloccai.
-Mah, chi sa, forse perché ci tengo a te, che dici?- era
stizzita.
Cercai di ribattere, ma mi sentii scivolare via il bracciale. Mi
guardai il
polso: non c’era. Poi Lily urlò furiosa -PETER!- e
guardai avanti.
Minus correva ridendo, tenendo in mano il mio bracciale. Cominciai a
rincorrerlo,
maledicendo in mente lui e il suo insulso gruppo di sbruffoni.
Arrivammo ad un
vicolo cieco, ma lui continuava a sorridere. Mi girai e dietro mi
trovai Potter
e Black che sorridevano maligni puntandomi la bacchetta contro, Lupin
che
guardava la scena indifferente. In un secondo mi ritrovai pietrificato.
Cercavo
di sbloccarmi mentre i quattro ridevano sotto la scena che
più mi fece male:
Minus saltava sul braccialetto, e in poco tempo lo fece a pezzi.
Avrei voluto urlare loro maledizioni e maledizioni mentre guardavano il
bracciale in frantumi e ridevano.
-Lasciatelo!- ordinò la voce affannata di Lily. Al suo
arrivo, Potter smise di
ridere, abbassò la bacchetta e scappò con gli
altri. Caddi a terra
violentemente, ma fortunatamente mi rialzai tutto intero. Cercammo
varie volte
di riparare il bracciale ridotto in frantumi, ma nessun incantesimo ci
riusciva. Evidentemente erano bracciali pieni di qualche strana magia.
-Mi dispiac…- Lily non finì la frase che dal suo
bracciale uscì una forte luce
azzurra. La luce si formò anche dove prima c’era
il mio bracciale. Cessata la
luce, una nuova catena, identica a quella di prima, comparve sul mio
polso. Ma
la catena non doveva essere indistruttibile? Forse la nostra amicizia
non era
così solida… no, avevo capito. Era
perché per me era molto più di una semplice
amica, Lily…
Io e lei ci guardammo sbigottiti, per poi sorridere e tornare indietro.
Per
quanto riguardava quei quattro, dovevo assolutamente vendicarmi. Quanto
avrei
desiderato accoltellarli… e un’idea improvvisa,
geniale e allo stesso tempo
maligna, affiorò nella mia mente.
Forse avevo trovato l’incantesimo di cui avevo
bisogno…
Buondì
ragazzi! E buon
sabato santo! Domani Pasqua eh ;) Spero che la passiate bene! Io per
ora
aspetto le mie adorate uova kinder, anche se fino ad ora non ce
n’è nemmeno l’ombra…
mmm, se non le avrò, Crucerò a dovere i miei U.U
Beeene, passiamo alle recensioni!
Rossy, tu sei troppo intuitiva, cavolo!XD Ebbene si, non volevo
svelarlo, ma
credo che ormai dopo questo capitolo si sia capito ;)
Circe, credo che sia per piacere personale. Sappiamo benissimo che
Severus,
ahimè, è sempre stato affascinato dalle Arti
Oscure, senza mai capire che erano
troppo pericolose..
Giulia, si, è proprio a quella scena che mi sono ispirata!XD
Continuo a ringraziarvi ragazzi ;)
Alla prossima, e buona Pasqua!
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Capitolo 6 *** 17 gennaio. ***
Ti
potranno tagliare le ali, ma non potranno mai impedirti di volare.
[Jim
Morrison]
17 gennaio.
E’ ormai più di un mese che sto lavorando a questo
maledetto incantesimo. Ci sono troppe logiche da seguire, calcoli,
ragionamenti, regole da rispettare. Due aspetti da tenere in
considerazione: il lato soggettivo, ossia i nostri pensieri, quindi per
arrivare ad un ragionamento, e quello oggettivo, ossia
l’insieme di regole che devo seguire per crearlo. Un vero
casino. Non so, andando avanti così potrei anche lasciar
perdere.
Come al solito le vacanze natalizie le ho passate qui ad Hogwarts. Ne
ho approfittato per recuperare alcune materie, decisamente in questo
periodo sto trascurando troppe cose per dedicarmi
all’incantesimo. Ho trascurato anche il mio compleanno, me ne
sono accorto solo quando mamma mi ha mandato un biglietto di buon
compleanno, dove mi raccontava che lì, a casa, la situazione
era sempre la stessa. Fortunatamente niente regalo, negli anni passati
le avevo chiesto esplicitamente di non spendere soldi per inutili
sciocchezze. I suoi biglietti mi rendono più che felice.
Sono state delle ferie strane, ho imparato tanto, più di
quanto avrei fatto ascoltando una lezione di filosofia, materia del
mondo babbano. Merito di Lily. Non avrei mai detto che potesse
nascondere anche questo lato. Non finirà mai di stupirmi. A
volte mi deprimo, sempre con la solita faccenda della
personalità: perché non riesco ad essere forte? E
perché, anche volendo, non riesco a cambiare? A darmi un
grande aiuto è stato il discorso che Lily mi ha fatto
qualche settimana fa, durante le vacanze. Dopo natale è
tornata ad Hogwarts. Non ha passato il resto delle vacanze a casa sua,
no, mi ha detto che non ce l’ha fatta. Il suo rapporto con la
sorella pare sia peggiorato. Mi ha raccontato che, passando accanto
alla porta di Petunia, l’ha sentita parlare con una sua
amica…
-Le diceva cose orribili su di me- mi ha detto con rabbia
-”Quel mostro è tornato da quella scuola di
matti…”-.
In quel momento, avrei tanto voluto andare a casa sua e scagliare a
quella poco di buono l’incantesimo che ho in mente di
creare…
Scacciai quei pensieri in un baleno, immaginandomi il mio sguardo farsi
di un rosso assassino.
E’ rimasta per ben una settimana nel suo dormitorio, credo, a
piangere. “Lily Evans non piange mai”, mi sembrava
dire la sua voce nella testa. E’ troppo orgogliosa per
ammetterlo, e troppo orgogliosa per farsi vedere quando è
fragile. Non merita tutto questo, solo perché le persone
sono tanto idiote da non capire il buono che c’è
in lei e nella gente come lei.
Poi è uscita, finalmente. Sinceramente è stata
una sorpresa, in senso positivo. Me la immaginavo con morale a terra,
stanca, buia, con le occhiaie per i pianti. E invece era solare, anche
se nei suoi occhi non c’era il suo solito luccichio. Sembrava
aver ritrovato la sua serenità.
-Sai, Sev, ho pensato molto- mi disse un giorno a pranzo, mentre io
alzai distratto lo sguardo dal libro che leggevo -e ho capito una cosa-
sospirò.
Chiusi lentamente il libro e la fissai -Dimmi tutto-.
Cominciò a disegnare ghirigori sul tavolo con la punta del
dito -Be', ecco, vedi, ormai quel che è fatto è
fatto. Io non ci posso più far niente, peraltro non
è mica colpa mia, ti pare?- continuò, senza
nemmeno lasciarmi annuire -E comunque ho deciso, basta. Basta soffrire
per qualcuno che non merita le mie lacrime-. I miei occhi si accesero,
il discorso si faceva interessante. Un nuovo lato di Lily? Quella
ragazza mi lascia sempre senza parole.
-Perché dovrei prendermi la colpa di qualcosa che non ho
fatto? Mi sembra ingiusto soffrire per un errore non commesso. E poi
fatti di Petunia e della sua gelosia- adesso pendevo letteralmente
dalle sue labbra, mentre mi sorrideva soddisfatta.
-Sai Sev, poi ho imparato un’altra cosa- mi disse con lo
sguardo perso nel vuoto -Io voglio mettere fine a questa situazione. Ho
riflettuto molto. Credo che per ora io abbia uno scopo da raggiungere,
un sogno da realizzare. Riuscirò a far ragionare quella...
Tunia- parlava lentamente, come se quelle parole fossero di vitale
importanza per lei -E se hai un desiderio, non devi smettere di sognare
e di crederci. Devi provarci, provarci, e ancora provarci e se poi non
ci riesci, almeno non avrai il rimpianto di non averci provato. Ti
potranno dire che stai sbagliando, ti potranno demoralizzare, ma non
potranno mai convincerti a rinunciare se veramente ci credi.
Perché, secondo me, arrendersi è peggio di
perdere…-
Avevo seguito il suo discorso parola per parola, non avevo perso una
virgola. Possibile che una persona potesse provare tutte queste cose?
Una cosa era certa: le aveva fatto bene, vidi di nuovo la scintilla nei
suoi occhi. Quegli occhi così verdi da sembrare un prato su
cui stendersi, correre liberamente. Perché lei era libera di
fare tutto ciò che voleva.
E un’altra cosa era certa: quelle parole fecero bene anche a
me. Ebbi la spinta necessaria per andare avanti nel mio lavoro,
qualcosa su cui aggrapparmi quando non ce la facevo più.
Perché, magari, mi potranno gettare a terra, ma non potranno
impedire a Severus Piton di rialzarsi…
Ok, lo so, ho
ritardato nel postare!XD Ma a casa mia c'è una confusione
pazzesca per dei lavoretti!
Oggi
però sono riuscita ad impossessarmi del pc, anche se
comunque mi tocca rimettermi a studiare!
Vi ringrazio ancora
ragazzi!^^
Giulia: eh si,
più in la (mooooolto più in la O.O) questo
braccialetto strano riapparirà in scena! A chi lo dici,
Potter e Black sono proprio dei cretini -.- Però in fondo io
li adoro *-* Grazie per aver commentato!^^
Alla prossima belli ;)
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Capitolo 7 *** 2 marzo. ***
2 marzo.
Ho sempre odiato questo periodo dell’anno.
Uno, arriva la primavera. Il che significa allergia. E se
c’è una cosa che odio
più di tutte è il raffreddore. Poi si mette pure
il fastidiosissimo prurito.
Due, alberi in fiore, prati coperti di margherite. Troppo colori. Il
che è
vomitevole.
Dopo ore passate sul compito di Difesa Contro le Arti Oscure
–relazione di tre
rotoli di pergamena sul Lupo Mannaro (ci ho impiegato due giorni per
finirlo)-
decisi di scendere nel parco e magari finirlo lì. Nel
sotterraneo c’era troppa
aria viziata. Presi il mantello ed uscii fuori. Ed ecco che
l’aria primaverile
mi invase. Starnutii un paio di volte e mi sedetti all’ombra
di un paio di
cespugli vicino al lago. Il prurito cominciava ad arrivare. Pensai che
forse
non era stata una buona idea uscire fuori dal castello. Il tempo di
grattarsi
un po’ che una folata di vento mi portò via i
fogli della relazione.
-No, no, no!- imprecai, alzandomi di scatto. E mi trovai davanti Potter
e i
suoi amichetti.
-Ehi, Mocciosus!- disse Potter arruffandosi i capelli con la mano
libera. Con
l’altra teneva i miei fogli.
Starnutii e dissi di rimando -Dammi i fogli, Potter-.
-Oh oh, altrimenti cosa farai, Mocciosus, ci userai da fazzoletti?-
chiese
gelido Black puntandomi la bacchetta contro. Fui straordinariamente
veloce, me
l’aspettavo: lasciai la borsa, presi la bacchetta dalla
tasca, ma quella di
Black era sopra la mia -Expelliarmus!- e la mia bacchetta fece un volo
cadendo
dietro di me -Impedimenta!- disse facendomi cadere a terra disteso.
Alcuni
studenti che stavano nei paraggi si avvicinarono, alcuni ridevano,
altri erano
preoccupati. Potter e Black avanzarono verso di me, mentre cercavo
inutilmente
di alzarmi.
-Hai fatto il compito di Difesa, Mocciosus?- chiese James.
-Si, con tutta la puzza e l’unto che ci avrà messo
non avranno nemmeno il
coraggio di toccarlo- ghignò Sirius, mentre li guardavo con
guardo carico
d’odio.
-E non credo che riusciranno a leggere una parola, dopo questo- e
Potter lasciò
volare i miei fogli di pergamena sul lago. Molti studenti ridacchiarono
ed io
mi maledii per non aver ancora creato l’incantesimo che in
questo caso mi
avrebbe fatto comodo. Riuscii ad alzarmi, presi la bacchetta e andai
sulla riva
del lago. I miei fogli erano ormai zuppi d’acqua. Alzai la
bacchetta per
appellarli, ma qualcosa da dietro mi spinse e finii nelle fredde acque
del lago
nero. Adesso tutti gli studenti ridevano, Potter, Black e Minus erano
piegati
in due dalle risate, Lupin solo scocciato.
-Ah, questo vento! Beh, almeno un bagno ogni tanto non ti
farà male,
Mocciosus!- tossì Black, soffocando una risata.
Andai a recuperare i fogli e con sguardo pieno di odio fissai Potter
-Tu,
aspetta e vedrai…-
-Vedere cosa, Mocciosus?-
-Come trasformo il tuo bel faccino in un muso da maiale, Potter-. Un
ragazzo
dai folti capelli castani e ricci, dal viso allungato, si fece avanti
tra la
folla. Scrutandolo meglio, scoprii che era proprio lui, il ragazzo che
tanto
odiava Avery. Aveva un portamento fiero ed elegante, degno di un vero
Serpeverde.
Potter rimase senza parole.
-Mi sa che ti è andata male, amico- sogghignò
Black, dando una pacca sulla
spalla al compagno.
-Bene, Mocciosus, vedo che hai fatto amicizia con un altro bimbo. Anche
tu hai
bisogno del pannolino?- disse Potter cercando di nascondere la
tensione, ma era
evidente che era spiazzato. Ripensai a quando, al primo anno, mi fecero
passare
per quello che se la faceva addosso. Maledetti.
-Oh oh, ormai questa è superata Potter- ghignò il
ragazzo -Chi vuol vedere
Potter con una deliziosa codina da porco?>-
Gli studenti scoppiarono a ridere, ed io non potei far altro che
ammirare il
ragazzo moro.
-Molto bene- dissi amareggiato Potter -Direi che per oggi
può bastare,
Mocciosus. Sei stato fortunato anche questa volta, ma non lo
sarà per sempre- e
si diressero verso il castello.
Recuperati i fogli, uscii dal lago, e quando tutti se ne furono andati,
mi
avvicinai al ragazzo.
-Ehm… come dire, grazie…?- balbettai. Scoprii che
non dovevo abbassare la testa
per guardarlo, anche se era del terzo.
-Tutto ok. Oh, io sono Evan- e mi porse la mano, sorridendo -Evan
Rosier-.
Ok, lo so, questo
capitolo è trooooooppo corto!
ç_ç
Sono più
in attesa di voi per i capitoli più lunghi!XD Tranquilli che
arriveranno *-*
Dunque dunque,
abbiamo un nuovo personaggio qui! Nasconderà buone
intenzioni oppure no? Mmm, dal nome Evan Rosier non ci sarebbe da
aspettarsi chi sa quale santo!
Recensioni!
Giulia:
Sì, Petunia è proprio una bastarda -.- Grazie
ancora perchè mi segui costantemente! ^^
Circe: Grazie!:D
Si, in effetti questa parte iniziale della storia è molto
incentrata sui pensieri del caro Sev. Diciamo che l'ho articolata in
due parti: questa, quella del quarto anno, molto riflessiva per farvi
conoscere il Severus che ho da sempre immaginato, e poi la seconda,
quella del quinto anno, dove succederanno cose...!!
Alla prossima
ragazzi :D
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Capitolo 8 *** 6 aprile. ***
6 aprile.
A
volte penso che sia davvero inutile scrivere su
questa specie di diario, data la frequenza con cui lo faccio. Passo
settimane
senza scrivere niente e poi all’improvviso ecco che sento il
bisogno di
imbrattare queste vecchie pagine ingiallite. Credo che lo
conserverò fino al
settimo anno. Evan dice che quando si sente annoiato o un po’
giù gli basta
bere un paio di bicchieri di burrobirra. Beh, sinceramente direi che
dopo sta
peggio.
Ed io invece mi metto a scrivere su questo quaderno. E’ il
primo manuale a cui
penso quando ho bisogno, il che mi fa sentire in colpa con gli altri
libri.
Ma andiamo al sodo. Insomma, nessuna novità: studio, la
creazione segretissima
dell’incantesimo, le serate di casino nel
dormitorio… Da quando Evan mi ha
“salvato” da quei due idioti siamo diventati grandi
amici; diciamo che entrato
nel nostro gruppo, nonostante le cattive occhiate iniziali di Avery. Ma
con il
suo carisma è riuscito a conquistare anche lui. Quindi
passiamo la serata a
fare un bel nulla, Mulciber, grande e grosso, che cerca di spaventare i
piccoletti del primo, Avery e Evan che si scambiano commenti sugli
scherzi da
fare, qualche altro idiota intento a far baccano, ed io con la
disperata voglia
di leggere o studiare. Praticamente impossibile. Ma mi piace come si
sta
mettendo la situazione: almeno Rosier mi considera, sembra molto
interessato a
me. Mi piace come persona e come amico. Non manca mai quando Potter e
la sua
banda di scemi ci lanciano “amichevoli”
frecciatine; con lui mi sento quasi più
forte. Certo, se ci fosse stato anche quando Potter e Black mi hanno
trovato
nella serra, intento a capirci qualcosa della lezione di Storia della
Magia. Mi
sembrava l’unico luogo dove stare un po’ in pace
–nell’ultimo periodo, persino
Mulciber sembra interessarsi a me- e invece eccoli lì in
agguato. Quando mi
immobilizzarono, mi nascosero dietro un cespuglio. Restai lì
per tutta la notte
e solo il giorno dopo, quando la professoressa Sprite andò
ad annaffiare proprio
quel cespuglio ormai mezzo morto con la Pozione Restringente si accorse
di me.
Ma ormai era già tutto bagnato.
Il fatto che mi attacchino quando sono solo dimostra la loro
vigliaccheria:
altro che Grifondoro “culla dei coraggiosi”!
Più che altro culla dei bastardi.
Tutto sommato, mi accontento di essermi ritrovato normale: ci
mancherebbe solo
che ritornassi poppante e dessi una ragione in più a quegli
idioti di chiamarmi
Mocciosus.
Ok, lo so, questo
è pessimo! T.T
Adesso posto un
altro capitolo, anche perchè domani parto in gita di 5
giorni e quindi per una bella settimana non aggiornerò!!
Ringraziamenti:
Giulia: Evan Rosier
è un personaggio davvero esistente nella saga, se non
sbaglio viene citato nel quarto libro ed è un mangiamorte ;)
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Capitolo 9 *** 30 e 31 giugno. ***
30 giugno.
Sono
nel mio dormitorio a mettere le ultime cose
nel baule. Domani si parte e, con mio rammarico, torno a casa. Mi
preparo ad
un’altra estate di urla, pianti, e botte. Devo prepararmi
mentalmente, più che fisicamente.
Se solo ripensavo ai trattamenti che papà riservava a me e
mamma sento il
bisogno di andare in bagno per non farmi vedere dagli altri.
Gli altri si stanno preparando per l’ultima cena
dell’anno. Ovviamente io non
ci vado, come al solito. Sento bussare alla porta con impazienza
-Severus!
Allora hai deciso di venire?- chiede Rosier dall’altra parte.
-Lascia perdere Rosier, lui non viene mai alle feste- disse seccato
Avery.
Esitai per un minuto, poi uscii.
-No, vengo-.
I ragazzi mi guardarono basiti con le loro facce da ebeti. Rosier
sorrideva,
Avery era sconvolto, Mulciber aveva dimenticato di tenere alzato per il
colletto uno del primo che stava quasi per soffocare. Fingendo
disinvoltura,
presi i miei abiti migliori e me li infilai: camicia bianca, pantalone
nero e
cravatta. Ci allegai la giacca, che però avrei portato in
mano, magari sulla
spalla. Molto probabilmente sembravo ridicolo. Si, decisamente.
Ma avevo bisogno di qualcosa di nuovo, non volevo passare la serata a
pensare a
mio padre.
Ancora sconvolti da me stesso, uscimmo dalla sala comune e ci dirigemmo
in Sala
Grande per la cena. Durante il percorso che ci separava dalla sala,
cercai di
mostrare più disinvoltura possibile, ma mi trovavo ridicolo
da solo. Notai gli
sguardi sconcertati di alcune ragazze che incontravamo per i corridoi.
Dovevo
essere più ridicolo del solito. Evan, con una risatina
maliziosa, mi diede un
colpetto sulla spalla, soddisfatto.
Entrai in sala grande ancora perplesso e ci sedemmo al nostro tavolo.
Non sapevo bene come funzionavano le feste di fine anno, ricordavo a
malapena
le descrizioni di Lily.
A proposito. Guardai verso il tavolo dei Grifondoro. Lei era
lì e mi fissava
contenta e basita. Le sorrisi imbarazzato. I nostri sguardi furono
interrotti
dalla profonda voce del preside:
-Ed ecco un altro anno volare via- iniziò il suo discorso
con tono allegro -E
spero vivamente che i nostri professori siano stati capaci di riempire
un po’
le vostre zucche vuote- e un applauso scoppiò diretto ai
professori che,
fingendo di essere lusingati, sussurravano dei falsissimi
-Grazie,grazie-.
-Ora, prima che possiate godere di queste meravigliose leccornie,
vorrei
comunicarvi la classifica della Coppa delle Case: al quarto posto,
Grifondoro,
con duecentonovantasei punti-, si leggeva nella voce di Silente la
delusione.
Sogghignai a bassa voce e continuai ad ascoltare -Al terzo posto,
Tassorosso,
con trecentoventitre punti; al secondo, Corvonero, con
quattrocentotrentotto
punti; ed infine, con due soli punti in più, Serpeverde, con
quattrocentoquaranta punti-
Un boato di battimani e urla si scatenò dal nostro tavolo,
ed io sentii una
vaga sensazione di adrenalina. Avrei facilmente spaccato il muso a
Potter.
Guardai dall’altra parte della sala: i due idioti rosicavano
maledettamente alla
vista dello stemma dei Serpeverde che decorava tutta la grande stanza.
Era
ovvio che si rendevano conto che la loro casata era scesa
all’ultimo posto per
colpa delle loro malandrinate. Ghignai senza nasconderlo.
Al tavolo dei professori, Lumocorno si faceva beffe degli altri
cianciando più
del dovuto sulla bravura dei suoi allievi. Di sicuro mi
nominò, perché con la
coda dell’occhio guardò nella mia direzione.
Evidentemente, grazie alla mia
formidabile tendenza da pozionista, avevo fatto guadagnare una buona
parte dei
punti alla mia casa.
Soddisfatto, ghignai per la terza volta e cominciai a gustarmi la cena,
intento
a passare una serata da vero Principe Mezzosangue.
31 giugno.
Oggi
sono tornato il Severus imbronciato del
solito. Di certo la vita da popolare non faceva per me. Dopo esser
stato
costretto a scolarmi dozzine di bicchieri di burrobirra, mi addormentai
–anzi,
crollai- ronfando beatamente. Il che no è da me. E di
conseguenza stamani mi
sono svegliato tardi e se non fosse stato per Mulciber che mi ha
gettato un
Aguamenti addosso, sarei rimasto ad Hogwarts. Non che l’idea
mi dispiaccia.
Sarei ben felice di passare l’estate lontano da quella specie
di casa. Ma non
ce la farei, mi sentirei in colpa con mamma: almeno con me
sembrerà un po’ più
facile. E poi non vedo l’ora di riabbracciare la mia nonna
–ovviamente quella
materna, l’altra, come il figlio, non ne vuole sapere niente.
E’ sempre stata
dolce con me. Cavolo, parlo come un ragazzino sentimentale.
Sto aspettando che questo gregge di pecore a spasso sfolli per salire
sul
treno. Mi sono accertato che quei quattro entrassero. E ovviamente,
Potter e
Black erano seguiti da un sacco di ochette. Scossi la testa mentre
finalmente
salivo sul treno, dopo aver dato un’ultima occhiata al
castello di Hogwarts. Mi
mancherà.
Mentre cercavo gli altri fui fermato dal tocco delicato di due dita. Mi
voltai
e quasi non andai in iperventilazione. Il volto di Lily era a pochi
centimetri
dal mio. Un attimo dopo mi stringe in un affettuoso abbraccio. Io
ricambio
goffamente.
-Allora, si ritorna a casa, eh?- disse mentre cercavamo uno
scompartimento
vuoto.
-Già- risposi amareggiato. Sì, un’altra
estate di torture.
-Vedrai che passerà presto- cercò di consolare
sia me che se stessa. Eh si, le
torture non erano riservate solo a me. Le toccava stare con
“Tunia”.
-Ah, senti, ci tenevo a dirti che ieri sera sei stato…-
La sua frase fu interrotta da alcune voci che provenivano da uno
scompartimento
-Ehi, Lily, vieni qui!- la chiamavano alcune sue amiche.
-Emh, non ti dispiace, vero?- si scusò
-Certo che no, vai pure- risposi a denti stretti.
Ieri sera sono stato cosa? Ridicolo? Stupido? Patetico? (Fighissimo!XD Nb.me)
Ecco
una domanda che mi perseguiterà per tutta l’estate.
Poco dopo trovai uno scompartimento vuoto e vi entrai. Chi sa
dov’erano quei
tre. Di sicuro a fare qualche bighellonata. Non che mi dispiacesse
restare
solo. Amavo il silenzio, e poi ci ero abituato. Senza contare che
nell’ultimo
periodo era difficile trovare un attimo di pace.
Ma evidentemente nemmeno quel giorno era destinato ad essere dominato
dalla
quiete. Vidi fuori la porta socchiusa dello scompartimento due figure
che conoscevo
fin troppo bene: Potter e Black si dirigevano nella mia direzione con
aria
tutt’altro che pacifica. Tzè, come se potessero
evitare di essere bastardi in
mia presenza. Quando entrarono ero già pronto: in piedi,
bacchetta in posizione
di attacco.
La loro risata sprezzante mi fece rivoltare lo stomaco. Ma
perché quei tre non
c’erano quando ne avevo bisogno?
-Oh, Mocciosus, sei solo soletto?- chiese Potter inclinando la testa di
lato
con finta aria di curioso.
-A quanto pare- digrignai a denti stretti -Cosa volete?-.
-Solo darti il nostro saluto di fine anno, Mocciosus- ghignò
perfido Black -Imped…-.
-Expelliarmus!- la voce di Rosier spuntò alle spalle di
Potter, facendolo
sobbalzare.
La sua bacchetta volò a terra.
-C’è qualche problema?- ringhiò
Mulciber.
Alla sua vista, Potter e Black sbiancarono.
-No, stavamo solo…- e andò a recuperare la sua
bacchetta -…salutando il nostro
vecchio amico Severus…-
-Codardi- sussurrai, ma in modo che riuscissero a sentirmi. Infatti
Black mi
lanciò un’occhiataccia, di cui me ne fregai
altamente.
-…ma adesso ce ne stavamo andando- finii Potter.
Intanto Rosier, Avery e Mulciber si erano avvicinati a me.
Avery mi cinse le spalle con il suo braccio -Già, andatevene
che è meglio-.
-Noi dobbiamo parlare di cose di cui non vi interessa nulla- Evan
imitò il
gesto di Avery.
Mi sentii forte come un leone, una sensazione mai nemmeno immaginata in
vita
mia.
Sorrisi.
-Già, cose da Serpeverde!-.
Et
voilà, i capitoli u.u
Spero che siano
più soddisfacenti!
Ci becchiamo sabato
o domenica :D
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Capitolo 10 *** 6 luglio. ***
6 luglio.
Sono passati appena pochi giorni e già mi sono stufato.
Certo, era da prevedere. Dopo aver passato ore nel treno ad ascoltare
le
chiacchiere di quei tre e i loro progetti per il futuro, non mi sono
lamentato
di essermi ritrovato in silenzio dell’auto di mio padre. Mi
ha lasciato sotto
la porta di casa e ha svoltato. Di sicuro voleva dire che se ne andava
definitivamente, ma ovviamente so che non è così.
Succede questo ogni volta, e
ogni volta si ripresenta a casa ubriaco. Mamma gli lancia un
incantesimo, corre
sopra, si chiude in camera, piange, io la consolo, ci addormentiamo
insieme e
poi ricomincia tutto d’accapo. E’ un ciclo di vita
che ormai mi ha rotto.
Evan ci ha proposto di passare qualche settimana a casa sua. Avery e
Mulciber
hanno accettato, io no. Non dovrei lasciare mamma da sola.
Ma credo che andando avanti così potrei anche scegliere di
accettare.
Camera mia. Sono seduto sul letto e guardo fuori dalla finestra il
parco vicino
a casa mia. Quasi invidio quei bambini che giocano felici
sull’altalena. Mi fa
ricordare quando da piccolo spiavo Lily dai cespugli. Mi viene quasi
nostalgia
di quei momenti. Tutto era più facile, i bambini sono
così spensierati. E oggi
paragono la mia felicità a Hogwarts. Mi chiedo cosa
farà quando avrò finito i
miei anni lì. Rosier,Molciber e Avery dicono che si uniranno
al Signore Oscuro.
Io la trovo una cosa affascinante, credo che farò lo stesso.
E poi è sicuro che
faremo strada… Chi sa, forse Lily cambierebbe idea sulle
Arti Oscure, capirebbe
che sono simbolo di potere! Così si toglierebbe
definitivamente di torno quel
pallone gonfiato di Potter.
Sembra tutto così difficile, com’era bello essere
bambini. Tutto era così
facile.
Poi si cresce…
E nella marmaglia di ragazzini notai una figura slanciata dai folti
capelli
rosso scuro.
Come potevo non farci caso? Si sedette sull’altalena ed ebbi
la sensazione che
stesse guardando me attraverso la finestra. Sobbalzai ed uscii dalla
mia
camera.
-Sapevo che saresti venuto- mi salutò sorridendo, e il mio
cuore perse un
battito.
-Come mai qui?- le chiesi sedendomi al suo fianco, curioso.
-Mi è venuta nostalgia- spiegò -di quando eravamo
piccoli. Ricordi? Tu spiavi
me e mia sorella da dietro quel cespuglio!- e indicò
un’aiuola dove diversi
anni fa mi nascondevo -Poi un giorno mi hai vista fare magia e sei
intervenuto-.
Ridacchiò tra se, scuotendo la testa -Ricordi quando mi
spiegai alcune cose di
Hogwarts, ed io rimanevo incantata?-
-E come dimenticarlo- mormorai fissandomi le scarpe.
-Sei giù-. Non era una domanda. -Sempre per…?-.
-Si, non cambia niente. Il solito cerchio- sospirai.
Restammo alcuni minuti senza parlare e senza guardarci, in evidente
imbarazzo.
-La settimana prossima parto, vado in Francia per qualche settimana da
alcuni
miei parenti- mi confidò per cambiare argomento -Tu
invece… un momento-
aggrottò le sopracciglia.
-Cosa c’è?-.
-Ma quella… non è tua…-.
Mi voltai a guardare nella sua direzione. Non capivo.
Stava guardando casa mia? Cosa c’era da…
E poi la vidi anch’io. Sulla porta di casa c’era
un’anziana con un grosso baule
dietro. Mi si illuminarono gli occhi e saltai in piedi.
-Si, è mia nonna!-.
***
-Nonna!-
-Severus, caro!-
Ci abbracciammo per chi sa quanto tempo. Adoravo la nonna, era, insieme
alla
mamma, l’unico membro della mia famiglia che amavo.
-Ti sei fatto proprio un bel ragazzo. Tua madre mi dice tutto. Siamo
fiere di
te!- mi disse dolce.
-La nonna starà qui per un po’ di tempo, ha deciso
di passare qualche giorno
con noi- spuntò mia madre dalla porta della cucina.
-E anche per aiutarti con tuo marito-. Notai che aveva calcato
l’ultima parola
con eccessiva decisione. -Poi ne parleremo…-.
***
Di nuovo camera mia. L’ora della guerra serale. Aspetto che
arrivi mio padre
per gettarmi a letto. Ormai è passata una settimana da
quando è arrivata la
nonna, e da quando papà non è tornato. Ah, e Lily
è partita questa mattina.
Spero di rivederla presto.
La nonna dorme nella stanza accanto alla mia, e ogni tanto viene a
farmi
compagnia. Dice che non c’è ragione per cui io
debba stare sempre chiuso qui,
ma io le rispondo che semplicemente mi piace.
Per quanto riguarda papà, continua a convincere mamma a
farla finita.
Lei, d’altro canto, dice sempre che lo farà
“domani”.
Ma domani non arriva mai.
La sera dell’arrivo della nonna papà si
è presentato come al solito ubriaco e
ha fatto una bella sfuriata, ben peggiore delle precedenti.
Poi è uscito nel bel mezzo della notte e non ha fatto
ritorno. Spero proprio
che sia morto investito da qualche auto.
Ma ho come un brutto presentimento…
***
Ecco, lo sapevo!
E’ tornato papà e io come al solito sono fuggito
via.
Ma stavolta con mamma ci sarà la nonna, speriamo che serva a
qualcosa.
Sto quasi per chiudere gli occhi quando sento picchiettare alla
finestra.
Scocciato, vado ad aprire, e rabbrividisco quando capisco che si tratta
di una
lettera da Rosier. Cavolo, non vorrà convincermi ancora?
Apro e sospiro. Lo sapevo, mi chiedeva se ero d’accordo.
Butto giù una risposta
insensata, dicendo che potevano venire anche a casa mia. Ovviamente
è una
battuta. Speriamo la capisca.
E cominciano le urla. Fortunatamente il cuscino copre abbastanza bene
la
discussione. Almeno mi risparmio le parole volgari e le offese.
Ma una frase, l’ultima, la sentii fin troppo bene.
-… BRUTTA FIGLIA DEL DEMONIO!!-
-BASTA! FUORI DA QUESTA CASA!- urlò mia madre
sull’orlo delle lacrime.
E un meschino piacere mi percorse il corpo.
Mamma aveva detto basta. Basta! L’aveva pronunciato con una
forza che da lei
non mi aspettavo, senza neppure un briciolo di tremore nonostante le
lacrime.
Forse la nonna aveva convinto mamma, forse aveva trovato la giusta
forza per
lasciare quell’animale.
Forse non era tutto perduto.
E forse avrei passato l’estate più bella di tutta
la mia vita…
Buona sera cari!!
Eccomi tornata dalla bellissima Rimini dopo 5 giorni di cavolate
varie!XD
Sono stanchissima
ragazzi -_- Quindi parto subito con i ringraziamenti!
Giulia: Ommioddio
che commentone! Certo che mi piace, cavolo!XD Uhuh, anche a me piace un
monte come ho impersonato Evan! Ma il mio Sev è sempre figo,
o forse il mio commento è troppo di parte dato che faccio
sempre pensieri poco casti su di lui...eeeeemh XDD
Circe: grazieee!!!
<3 E io che rileggendo mi sembro quasi patetica... menomale che
da fuori do un'altra impressione!
Alla prossima belli!
|
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Capitolo 11 *** 14 luglio. ***
14 luglio.
Ma le mie prospettive si rivelarono presto sbagliate: mamma si stava
chiudendo
sempre più in se stessa, non usciva dalla sua camera se non
per andare in
bagno. Non mangiava nemmeno.
E tutto per colpa di quell’essere. Non riesco proprio a
capirla. Le donne!
Così ogni giorno mangio da solo con la nonna. Mi trovo a mio
agio, non abbiamo
bisogno di parlare per stare bene insieme. Ma l’altro giorno
sembrò un po’
turbata.
-Credo che ce ne andremo- mormorò mentre pranzavamo.
La guardai con aria interrogativa, così continuò
-Voglio dire, noi tre, per una
vacanza…magari in campagnia o…-
-Io non ci vengo- borbottai in tono spiccio -Resto qui-.
Lei mi fissò per qualche secondo con aria strana: sembrava
severa e preoccupata
allo stesso tempo.
Poi, quando credevo che stesse per farmi una ramanzina, uscì
dalla stanza con
un gelido -Vado da tua madre a portarle il pranzo-.
Grugnii qualcosa di incomprensibile: se aveva intenzione di convincere
la
mamma, aveva un bel po’ di lavoro da fare!
Ma la nonna non si perse d’animo. Passò
più di una settimana, ma nonostante i
continui rifiuti di mia madre, lei non smetteva di insistere,
finché un giorno
non uscirono entrambe dalla sua camera, una sorridente e
un’altra con l’aria di
chi è stato appena condannato alla ghigliottina. E portava
con se una valigia.
In quel momento sembrò che la mia bocca stesse per
raggiungere terra. Fenomenale!
Quando la nonna si mette in testa una cosa niente la può
fermare… E’
incredibile l’energia di quella donna. Perché non
l’ha trasmessa anche a mamma?
-Io e tua madre andremo per un po’ in montagna per una bella
vacanza, lontano
da tutto e da tutti- trillò mia nonna. A volte sembrava
più giovane di sua
figlia, anche se l’aspetto diceva il contrario. Era
abbastanza anziana, capelli
bianchi (una volta erano molto chiari), due piccoli occhiali rotondi,
abbastanza robusta. Però era fenomenale l’energia
che aveva.
-Sei sicuro che non vuoi venire, Severus?- mi chiese dolcemente mamma.
-No, mamma, davvero- dissi in tono scocciato. Avevo ripreso il libro
della
biblioteca, per creare l’incantesimo. Non lo prendevo dalla
fine della scuola,
e forse se avrei lavorato con un po’ più di pace
sarei riuscito a finirlo.
Considerai quella vacanza come una buona opportunità per
restare un po’ da
solo.
-Oh, andiamo- ruggì la nonna dando una pacca
sull’esile spalla di mia madre facendola
dondolare un po’ -Ha pur sempre quindici anni, no?-.
E detto ciò uscirono da casa. Chi sa quando sarebbero
tornate. Speravo molto
tardi, almeno potevo passare una tranquilla estate. Ma era
già più di quello
che mi aspettassi passarla senza mio padre e le urla di mamma.
La mattina seguente mi svegliai rilassato. L’idea di avere
tutta la casa per me
e poter dedicarmi ai compiti mi metteva una certa sensazione di
tranquillità e
relax. Già, solo per me fare i compiti può
significare divertimento. Meditando
su Rosier, Avery e Mulciber mi viene da pensare… Ma io che
ci faccio in questo
gruppo di spostati? Ok, certo, non sarò normale neanche io
–un quindicenne che
si mette a creare incantesimi!- ma loro sono l’esatto
contrario di me. A scuola
sempre a perdere tempo, disordinati fino all’ultimo,
scansafatiche e pure
irresponsabili…
Ok,ok, irresponsabile lo sono anche io, basti pensare a quella notte in
cui mi
intrufolai nel reparto proibito della biblioteca per prendere il libro
che mi
serviva. Ma quella notte non ero il solo ad essere fuori dal proprio
dormitorio: Potter e i suoi amichetti… non
dimenticherò mai quella scena. Quel
Lupin… chi sa che ha, devo continuare ad osservarli di
notte. Non me la contano
giusta e sarò felice di aiutare Gazza a smascherarli una
volta per tutte, a
costo di stare alzato ogni notte per vederli.
Ma era meglio lasciare da parte i miei folli pensieri vendicativi e mi
dedicai
ai compiti di Pozioni. Bah, tutte cretinate quelle che facciamo. Ne so
più di
tutti gli studenti del settimo messi insieme. E’ affascinante
questa materia, è
tutto calcolato, gli ingredienti sono giusti, le quantità
corrette… insomma, è
tutto perfetto. E poi è fantastico come da un semplice
infuso di artemisia e
asfodelo si può ottenere un ottimo Distillato della Morte
Vivente. E dubito che
Potter sappia che cos’è. Magari gli potrei far
provare gli effetti…
Ma le mie fantasticherie furono interotte da un grosso rumore, simile
ad un
tonfo. Mi catapultai giù nella sala d’ingresso e
lungo il corridoio che portava
all’entrata. Sentii un altro rumore, come quello di prima ma
più forte. Senza
pensarci presi subito la bacchetta e mi avvicinai cauto alla porta,
pronto a
qualsiasi cosa ci fosse lì fuori.
Poi sentii dei mormorii. Non riuscivo a capire bene così
tesi che orecchie
ancora di più.
-Insomma, Mulciber, fa’ piano!-.
Mulciber? E avrei giurato che quella fosse la voce di…
-Rosier?-.
-Piton!-.
Avevo aperto la porta e mi ritrovai davanti uno spettacolo
raccapricciante
(be’, per me!): Rosier e Mulciber con delle grosse valigie
dietro di loro,
seguiti dall’aguzzo Avery, curvato sulla sua valigia cercando
di alzarla. Senza
che potessi dire altra parola entrarono entusiasti in casa e percorsero
il
corridoio lasciandomi ancora lì davanti
all’entrata imbambolato come uno scemo.
No, non poteva mica essere… non potevano aver preso per vera
la mia lettera…
I tre si guardarono intorno con aria interessata, come se non avessero
mai
visto nulla del genere.
-Però- commentò Evan -Niente male-.
-Allora- ringhiò Mulciber -Dov’è la
nostra stanza?-.
-La vostra…cosa?- sbottai allibito.
-Insomma, Severus, dobbiamo rimanere qui per l’estate,no?-
disse Rosier
guardandosi intorno affascinato mentre osservava incuriosito un
posacenere sul
tavolino del salotto.
Incredibile! Avevano davvero creduto che stessi facendo il serio.
Potevano
essere così stupidi?
Ma non potevo di certo cacciarli di casa. In fondo, papà se
n’era andato, mamma
pure… ce l’avrei fatta a stare da solo per
più di due mesi? La risposta l’avevo
davanti agli occhi.
-Oh, be’- borbottai mente facevo loro strada -Vi…
vi porto in camera mia, si-.
La mia camera era abbastanza grande per ospitare tutti. A volte mi
chiedevo a
cosa mi servisse tutto quello spazio. Inoltre non ero il tipo che
lascia tutto
in disordine, quindi di spazio ce n’era a sufficienza.
-Che ordine- disse Avery.
-Non durerà molto- sospirai -Con voi tre sarà
molto difficile farla tornare
come prima- Guardai per l’ultima volta quell’ordine
innaturale, sicuro che da
quel momento in poi non l’avrei più rivisto.
Buona sera ragazze!
Questo capitolo
segna la fine del momento di pace del nostro Sev XDD
Dopo questo non
scriverò tutta l'estate, la riassumerò nel
capitolo in cui Sev torna a scuola.
Spero vi sia
piaciuto!
Recensioni:
Circe: Oh si, ormai
quel cretino è andato via definitivamente, oh yeah!XD Grazie
mille!
Giulia:
Sinceramente non le ho dato nessun nome O.O Ora che ci penso la chiamo
semplicemente nonna!XD
Alla prossima ;)
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Capitolo 12 *** 1 settembre. ***
1 settembre.
Non
c’erano dubbi sul
fatto che quello fosse un sogno: prima di tutto ero sul campo da
Quidditch di
Hogwarts. Ed io non mi trovavo ad Hogwarts. Secondo punto, non ci sarei
mai
andato. Uno perché non mi piaceva il Quidditch, due
perché non ero capace
neanche di salire su un manico di scopa. Le uniche volte che
c’ero stato erano
le lezioni all’aperto di volo. Non mettevo piede sugli spalti
da quando al
secondo anno un bolide inferocito mi colpì alla testa e mi
fece perdere i sensi
per una buona settimana, che avrei preferito passare cento volte nel
sotterraneo anziché in Infermeria, dove puntualmente si
presentavano Potter e
Co. a prendermi in giro, descrivendo quanto deliziosamente orrendo ero
con quel
‘turbante bianco’ che non si abbinava con i miei
capelli. Per non parlare
dell’aspetto che avevo, con un occhio dal contorno viola e la
pelle più pallida
del solito. E come si divertivano a dirmi che mi donava davvero tanto
l’ombretto viola. Black mi minacciò persino
dicendo che mi avrebbe tirato un
bolide per vedere che effetto facevo con entrambi gli occhi
‘truccati’.
Finche stavo sugli spalti andava pure bene, ma la cosa preoccupante in
quel
sogno (o incubo?) era che stavo nell’esatto centro del campo
durante una
partita di Quidditch.
Mi guardai: ero a cavallo di una scopa e indossavo la tuta di Quidditch
di
Serpeverde. Intorno a me sfrecciavano indistinte persone dalla mia
stessa
divisa… e dalla divisa di Grifondoro. Era quindi una partita
Serpeverde contro
Grinfondoro, il mio sogno.
Mi guardai perplesso intorno: che diavolo significava tutto
ciò? Io non sapevo
tenermi sulla scopa ne tantomeno potevo mai entrare nella squadra.
Schivai agilmente un bolide facendo una capriola sulla scopa e dagli
spalti si
levò una Ola per me.
-Andiamo, Piton!- urlò Mulciber mentre lanciava un bolide a
velocità della luce
-Muoviti a prendere quel boccino!-
-Il Boccino?- dissi esterrefatto -Si…si,certo-.
Cercatore. Quel sogno volevo senza dubbio farmi innervosire.
Feci qualche giro del campo. Incredibile quanto sapessi volare
bene… be’,
nell’immaginazione ovviamente!
Ed ebbi la spiacevole fortuna di incontrare il cercatore del
Grifondoro,
Potter. Mi salutava sprezzante con il suo solito sguardo si
superiorità misto a
disgusto. Ricambiai lo sguardo cercado di metterci tutto
l’odio possibile…
E a quel punto lo vidi. Piccolo e veloce, il Boccino d’Oro
svolazzava accanto
all’orecchio sinistro di Potter che, troppo impegnato a
lanciarmi frecciatine,
non l’aveva visto. Mi lanciai, ma fu una mossa stupida
poiché il mio avversario
lo intercettò e partimmo alla riscossa insieme. Fui ancora
più stupito
scoprendo che non era più veloce di me.
Dopo alcuni minuti il Boccino parve rallentare e Potter salì
in piedi sulla
scopa, ormai vicino alla vittoria. Aveva i 150 punti in tasca, le sue
dita si
stavano chiudendo intorno alla pallina…
Un tonfo e Potter cadde a terra. Lo avevo colpito all’ultimo
secondo con la mia
scopa e adesso il Boccino era mia.
-Serpeverde vince!-
fischiò Madama Bumb dal centro del campo.
Urla di gioia e delusione si levarono dagli spalti mentre tutti
scendevano per
circondare la squadra vincente e consolare quella perdente.
Dopo minuti di abbracci, pacche sulla spalla e i -Bravo, Severus!-,
riuscii a
liberarmi da quella soffocante folla e avviarmi nello spogliatoio.
Ma sul mio cammino incontrai un abbattuto e arrabbiato James Potter.
Fece per
cominciare a parlare quando qualcuno alle sue spalle lo
anticipò: Lily correva
raggiante verso di noi. Potter aprì le braccia sorridendo
per accoglierla, ma
lei lo oltrepassò senza nemmeno degnarlo di uno sguardo e mi
gettò le braccia
al collo.
E il mio cuore perse un battito.
-Oh, Sev…-
-Severus?-
-Uh? Lily…-
-Severus…-
-Lily…-
-Severus!-
Ebbi come la spiacevole sensazione di cadere dalla scopa e sbattere la
testa
sul suolo. Aprii gli occhi,ma li richiusi subito poiché mi
girava il capo.
Riuscii però a vedere la figura di Rosier in piedi sul mio
letto con un libro
in mano, l’arma del mio tentato omicidio.
-Che accidenti…-
-Ma che diavolo fai?- sbottò Evan -Chi è Lily? E
perché abbracci il cuscino?-.
Solo in quel momento mi accorsi nella mia postura. Abbracciavo in modo
imbarazzante il cuscino. Sarei arrivato a baciarlo se non mi avesse
svegliato.
-Muoviti, gli altri sono già pronti, manchi solo tu-. Evan
mi lanciò i vestiti
ed uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Mi guardai intontito intorno: come immaginato all’inizio
dell’estate la mia
camera era irriconoscibile, anche se abbastanza ordinata rispetto alle
settimane precedenti. Somigliava tanto al nostro dormitorio, non potevi
mettere
piede per terra che trovavi carte, buste di patatine e altre schifezze,
calzini
e persino mutande! Per non parlare dei libri, sparpagliati in tutta la
stanza.
La sera precedente avevo impiegato chi sa quanto tempo a raccoglierli
tutti e
metterli nel baule. Peccato che a casa mia non ci fossero Elfi
domestici…
Ma tutt’ora potevo scordarmi di rivedere la mia vecchia e
vuota camera.
Pensandoci bene non la rimpiangevo, quel nuovo caos metteva un
po’ di allegria
alla stanza. E poi non avevo mica tempo per mettere in
ordine…
Tic tac tic tac
L’orologio alla parete di fronte scandiva i secondi in modo
piuttosto veloce.
Ogni tic era un secondo in meno da aspettare per arrivare ad Hogwarts.
E visto
che ero ancora in pigiama avrei fatto meglio a muovermi. Quindi, ancora
mezzo
addormentato, cominciai a vestirmi ripensando ai giorni passati. Era
stata
l’estate più bella della mia vita, con
papà via per sempre, mamma con la nonna
e quei tre in mia compagnia. Quante scolate di burrobirra e notti
passate a
fare confusione, tra canti stonati e lotte di cuscini! E ovviamente ho
dovuto
dire arrivederci al mio progetto di finire l’incantesimo: non
mi fido di loro,
chi sa cosa potrebbero fare se sapessero quello che sto creando.
Mamma è tornata pochi giorni fa completamente rinata:
sembrava avesse perso
almeno cinque anni, cominciando dagli occhi gonfi e dalle occhiaie
spariti. E’
stata entusiasta dal fatto che non ho passato l’estate da
solo (-Grazie
per esservi preso cura di Severus!- ha esclamato ai
tre). Che momento
imbarazzante. Non sa che sono stato io a mantenerli calmi. E ovviamente
mi
ripeteranno per tutta la vita il fatto che sono il “piccolo
di mamma”.
Ho dovuto insistere un bel po’ per convincerli a fare i
compiti, anche se per
gran parte li ho lasciati copiare dai miei. Dicono che ho un futuro da
insegnante… L’idea non mi dispiace, potrei
diventare professore di Difesa
Contro le Arti Oscure magari!
Ecco, ci risiamo!
E’ tutta l’estate che parlo delle Arti Oscure e
stare in compagnia di Avery,
Mulciber e Rosier non fa che aumentare la mia passione. I tre
condividono a
pieno i miei pensieri e già sognano di unirsi al Signore
Oscuro. Mulciber
progetta di non terminare gli studi e se fossi in lui non inizierei
nemmeno
questo quinto anno: insomma, non sa fare un’acca! Se non
fosse per le mie dritte
non sarebbe stato ammesso. In veste di Mangiamorte lo vedo perfetto
adora
torturare le persone, si vede da come tratta i ragazzini dei primi
anni. Non mi
stupisco per niente del fatto che non sia stato nominato Prefetto.
In realtà nemmeno io lo sono diventato e un po’
sono rimasto deluso e offeso:
non per credermela, ma sono tra i ragazzi più studiosi e
tranquilli del mio
anno… sarà forse colpa della compagnia che
frequento?
Fatto sta che, comunque, non mi avrebbe fatto comodo diventarlo, con i
piani che
ho in mente per quest’anno: seguire e scoprire
cos’ha quel Lupin e, se il tempo
e la gente me lo permettono, finire l’incantesimo.
Non mi tiro indietro io, arrivato a questo punto tanto vale andare
avanti. In
fondo mi basta rifinire l’incantesimo qua e là e
il gioco è fatto. E forse
potrei crearne altri, chi sa!
Sento proprio che questo sarà un anno coi fiocchi!
Scesi fino all’ingresso di casa preparato e vestito: odiavo
quegli abiti
Babbani e non credevo di essere tanto guardabile…
Mia madre ci accompagnò alla stazione di King’ s
Cross e lì la liquidai con un
veloce abbraccio per poi correre sul treno e indossare la divisa.
L’espresso
per Hogwarts partì e la figura salutante di mamma
sparì tra il fumo del treno…
Lo
scompartimento che
trovammo era fortunatamente libero. Durante il pacifico viaggio non
facemmo
altro che parlare di Hogwarts. Loro tre non la amano come
l’amo io, continuano
a progettare piani per creare scompiglio, magari aiutando Pix.
-Farò assaggiare la polvere a quei secchioni di Corvonero e
a quei buffoni di
Grifondoro- aveva dichiarato Mulciber -Dopo vedremo se vogliono ancora
credersi
i migliori!-
-E i Tassorosso?- chiese Avery.
-Loro sono già sfigati- spiegò con un ghigno
-Sono troppo ingenui per darsi
arie!-.
Quando il cielo divenne arancione e calò il pomeriggio Avery
e Mulciber, non
potendo trattenersi, si alzarono e uscirono dallo scompartimento per
sgranchirsi un po’ le mani con i novellini, mentre Rosier
dichiarò di voler
andare dai suoi compagni del quarto anno.
Rimasi quindi da solo a fissare il paesaggio fuori dal finestrino,
fantasticando sul nuovo anno scolastico. Credevo di aver trovato
finalmente un
po’ di pace quando la porta dello scompartimento si
aprì rivelando Lily.
-Severus!- esclamò sollevata -Eccoti!-
-Finalmente- dissi quando si sedette di fronte a me -Ti sei fatta viva
alla
fine!-.
-Ehi, nemmeno tu mi hai cercato!- ribattè fingendosi offesa,
ma subito dopo
sorrise -Guarda un po’-, indicò una spilla sul suo
petto -Sono Prefetto!-
-Congratulazioni- mormorai geloso.
Lei mi fissò comprensiva -In realtà mi sono
stupita che tu non sia stato scelto…-.
-Non importa- tagliai corto -Piuttosto, chi è
l’altro Prefetto del
Grifondoro?-.
-Remus- disse a disagio.
-Lupin?- sbraitai irritato -Lupin! Cielo, non può
essere…-.
-Dai Sev, calmati…-
-Calmarmi? Calmarmi? Bello, avere un amico Prefetto in modo che tutte
le volte
che quei maledetti escono di notte non vengano puniti…-.
-Uscire di notte- chiese Lily -Che stai dicendo?-.
-Dico che l’anno scorso li ho scoperti ad uscire dal castello
di notte…
portavano Lupin al Platano Picchiatore, io li ho visti…-.
-Fermo, fermo un attimo- mi interruppe Lily accigliata -Vuoi dire che
uscivi anche
tu di notte per spiarli?-.
-Io…- balbettai sbarrando gli occhi -Io non ho detto
questo…-.
-Bell’ipocrita!- esclamò Lily irritata -E poi ti
lamenti di non essere
diventato Prefetto! Potresti cacciarti in guai seri solo per scoprire
cosa fa
Potter. Lasciali perdere, Sev! Promettimi che non ti caccerai nei guai-.
-Va bene, non lo farò- mentii infine. Ma non bastavano le
raccomandazioni di
Lily per impedirmi di scoprire cosa avevano in mente
Lupin e gli altri. Se l’anno scorso non mi
aveva visto nessuno, perché adesso sarebbe successo? Con un
po’ di fortuna li
avrei smascherati.
-Allora- dissi un paio di minuti di silenzio
-Com’è andata in Francia?-.
-Oh, bene!- esclamò contenta di poter cambiare argomento
-Parigi è bellissima e
lì la gente è così
sofisticata…-.
Passò un po’ di tempo a raccontarmi quello che
aveva visto, partendo dalla
Torre Eiffel fino ad arrivare ad uno strano cibo babbano dal nome
‘crepes’… o
qualcosa del genere.
-E come è andata la tua estate?-.
Esitai. Se le dicevo la verità avrebbe ricominciato col
solito discorso delle
amicizie sbagliate. Decisi che però sarei sopravvissuto
ancora una volta.
-Oh, benissimo- sorrisi, quasi senza accorgermene.
Ma Lily ci fece caso e, sorpresa, mi domandò -I tuoi non
litigano più?-.
-Eh già- affermai -E non lo faranno più.
Papà se n’è andato da casa!-.
-Oh! Immagino sia una bella notizia per te- disse confusa -E tua madre
come
l’ha presa?-.
-Non molto bene in effetti, ma la nonna l’ha portata con se
per una…vacanza. Ed
è tornata in ottima forma-.
-E tu?- disse incuriosita -Sei rimasto da solo?-.
-Non proprio…- dissi distogliendo lo sguardo dal suo,
mostrandomi fin troppo
interessato alla mia mano sinistra pogiata sulla gamba -Sono venuti a
casa
Rosier, Mulciber e Avery...-
Mi preparai ad una sfuriata che però non venne. Non ebbi il
coraggio di alzare
lo sguardo e nemmeno di rompere quell’assurdo silenzio.
Ero sicuro che mi stesse fissando accigliata e severa.
Poi mi convinsi che non avevo fatto nulla di male, erano problemi suoi
se aveva
ancora da ridire su quei tre. Alzai gli occhi e fui sorpreso di vedere
che Lily
aveva lo sguardo persone fuori dal finestrino.
-Sai che cosa penso- cominciò, ma io la bloccai prima che
potesse continuare -Lily,
ti prego. Non mi farò influenzare più di tanto-
-Ma ti hanno già influenzato! Trattate male i più
piccoli e tutti i Mezzosangue
come me!-.
-Te lo prometto, Lily, io non sono come loro!- dissi infine, esasperato.
Lei sembrò calmarsi e tornammo a parlare pacificamente
mentre il profilo del
castello di Hogwarts si faceva più chiaro.
E così mi ritrovai pronto per un nuovo anno scolastico e
prima che questo
cominciasse, con giù due promesse che –lo sapevo-
non avrei mai mantenuto.
Buona sera ragazzi!
Lo so, è
tardissimo! Ho avuto un po' da fare oggi, le cose da scrivere sembrano
non finire XD
Sono felice di
essere arrivata a questo capitolo! Da qui comincia la vera storia *-*
Passo subito ai
ringraziamenti!
Giulia: Eheh, Sev
si è svegliato e anche troppo bene... non sai cosa gli
aspetta in questo quinto anno! MuahAUh XD
'Notte belli! Alla
prossima!
|
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Capitolo 13 *** 23 ottobre. ***
23 Ottobre.
Il
quinto anno si dimostrò però molto difficile da
sopportare. Non solo
noi studenti, ma anche i professori sembravano esasperati e agguerriti
più che
mai con la nostra preparazione per i G.U.F.O. e il duro programma da
seguire. A
ogni fine lezione non mancavano mai di ripeterci di studiare sodo
perché gli
esami, seppur abbastanza semplici, erano importantissimi per capire
quale
strada prendere finiti i nostri sette anni ad Hogwarts. Argomento che
cercavo
vivamente di evitare. Non potevo mica andare in giro a dire che mi
sarei
dedicato alle Arti Oscure molto probabilmente. Già
dall’inizio dell’anno
scolastico si parla di una certa riunione privata con il direttore
della
propria casata per discutere del nostro futuro lavoro. Pare che sia una
specie
di orientamento professionale.
Dato che i voti non sono un problema credo che sceglierò
come professione il
professore… L’idea mi affascina sempre di
più. Io… credo che potrei anche
abbandonare l’idea di unirmi al Signore Oscuro…
Ma
adesso che ci troviamo nel bel mezzo di ottobre e il tempo è
già più freddo
studiare diventa un po’ meno pesante.
C’è chi, come me, ha trovato un buon
metodo di studio. E poi il freddo aiuta più del caldo. Basta
fare i compiti il
giorno stesso in cui vengono assegnati; così trovo anche il
tempo di aiutare
Mulciber ed Avery e anche di finire l’incantesimo. La formula
è quasi pronta!
Credo che sarà così: Sectusempres, o qualcosa del
genere… Forse meglio con due
‘M’… tipo, Sectumsempres?
Mah,
devo trovare una cavia al più presto!
Comunque
sia, questo ritmo mi stava uccidendo: la notte non dormivo mai per
seguire
Potter, Black, Minus e Lupin. E uscivo ogni notte, quando poi ho capito
che
quello che succede… succede solo una volta al mese. Credo
che ci siano delle
creature pericolose lì dentro, nel Platano Picchiatore:
creature pericolose che
si scatenano con la luna piena… Me ne sono accorto,
c’è ogni volta che escono.
E quando entrano nel Platano Picchiatore (non ho ancora capito come
fanno! Vedo
solo che all’improvviso Minus sparisce e i rami
dell’albero si fermano per
permetterli di passare!)dopo un po’ si sentono delle urla
molto sinistre. Tipo
un lamento… saranno spiriti o fantasmi, roba del genere
suppongo!
-
Sev -
mi aveva sussurrato Lily ad una lezione di Vitious particolarmente
caotica - Hai
l’aria stanca! -.
-
Ma
davvero? - dissi sbadigliando - La notte dormo poco, sai, lo
studio… -.
-
Non
dire scemenze - ribatté Lily accigliata - Lo so, esci di
nuovo la notte! -.
-
Che
c’è, sei preoccupata per la mia espulsione? -.
-
No
Sev, - rispose scansando una padella nata dal nulla da
quell’incapace di
McKanzie - Anche perché lo meriteresti. Mi preoccupo per la
tua salute!
Lasciatelo dire, ma hai un aspetto orribile! -.
E
in effetti aveva ragione, ero più pallido del normale.
Ma
adesso che ho capito e seguo il calendario lunare (Astronomia non mi
era mai
sembrata più interessante di adesso!) posso dormire sonni
tranquilli. Contando
i giorni domani sera ci sarà la luna piena e con un
po’ di fortuna riuscirò a
capire!
Anche
se qualcosa mi sfugge… E’ come se avessi la
risposta a questo mistero davanti
al naso e non riuscissi a vederla.
Forse
è colpa della lunghezza eccessiva della mia appendice
nasale…
Il
giorno successivo passò lentamente, mentre io fremevo di
entusiasmo. Avevo un
sorriso stampato in faccia dalla mattina e come al solito Lily se ne
accorse.
-
Questo
sorriso non mi convince - disse sospettosa.
-
Che
c’è? - risposi mentre aggiungevo la mia coda di
topo alla pozione - Non posso
essere un po’ allegro? -.
Lei
scrollò le spalle e tornò alla sua pozione.
Mi
sentivo davvero fortunato e l’ottimismo ebbe la meglio anche
su un’altra
missione: finire l’incantesimo!
L’avevo
terminato, la formula era pronta! ‘Sectumsempra’.
L’avevo
provato quel pomeriggio nel parco contro un lombrico. La fine di quel
poveretto? Tagliato a metà.
Presi
l’appunto su un foglietto bianco pescato nel mucchio di caos
del dormitorio.
‘Contro i nemici’ aggiunsi di lato.
Ma
proprio in quel momento entrarono le persone che meno avrei voluto
vedere.
-
Piton! -
tuonò Mulciber dalla porta - Vieni con noi a
fare… -.
-
Che
scrivi? - chiese Avery aggrottando le sopracciglia - Fa’
vedere -.
-
Niente,
niente! - risposi allarmato nascondendo il foglio nel libro di
incantesimi.
Ma
Avery alzò la bacchetta e appellò il foglio.
-
’Sectumsempra,
contro i nemici ’- recitò ad alta voce - Un
incantesimo? Dove l’hai trovato? -.
Ma
prima che potessi fermarli erano già spariti dal dormitorio.
Fui attaccato dal
panico. Quell’incantesimo era pericolosissimo e per di
più non avevo appuntato
neanche la contro fattura. Soltanto io la conoscevo.
Mi
gettai violentemente sul letto pensando ai guai che avrebbero potuto
combinare.
Quella era magia Oscura e non si poteva curare. Non serviva a nulla
stare lì
impalato a fare niente. Dovevo fermarli subito.
Sfrecciai
via dal dormitorio deserto. A quell’ ora del pomeriggio i
corridoi erano
deserti perché tutti erano fuori a godersi gli ultimi deboli
raggi di sole
dell’inverno imminente. Corsi per chi sa quanto tempo in
cerca di Avery e
Mulciber o qualche traccia di sangue.
Mi
fermai un paio di volte a riprendere fiato appoggiandomi al muro. Era
tutta
colpa mia! Che cavolo mi era saltato in mente? Creare un incantesimo!
Segnarlo,
poi! Che ne avrei fatto? Andare in giro a ferire le persone?
Poi
una grossa voce familiare mi fece voltare verso l’aula
accanto a me. Entrai
appena in tempo per vedere Mulciber chiamare Mezzosangue una ragazza di
Grifondoro del nostro stesso anno. Non feci in tempo a urlare
– NO! - che scagliò
il Sectumsempra sulla ragazza. L’incantesimo, purtroppo,
funzionò. Il corpo
della Grifondoro si riempì di tagli profondi ma
fortunatamente nessun ‘pezzo’
si staccò.
-
CRETINI! -
urlai mettendomi in ginocchio accanto alla ragazza e cominciando a
recitare il
controincantesimo. Piano piano le ferite diminuivano e il sangue
rientrava nel
corpo della ragazza.
Quando
mi alzai Avery e Mulciber erano ancora lì con gli occhi
sgranati mentre la
ragazza riprendeva conoscenza. Con il tono più calmo e
suadente che potessi
avere le dissi di andare in Infermeria e di non raccontare niente di
tutto ciò
che era successo. Lei annuì debolmente e ordinai a quei due
di accompagnarla,
usando il tono più gelido che avevo.
Sospirai
e mi trascinai nel dormitorio. Avrei fatto una bella chiacchierata con
Mulciber
e Avery, ma per ora era meglio fare una bella dormita per la nottata
che mi
aspettava.
Quando
quella fastidiosa nuvola si spostò per lasciare scoperta la
luna li vidi: di
soppiatto, uscivano dal portone principale della scuola. Aspettai che
fossero
ben lontani per seguirli e mi precipitai velocemente verso gli alberi
più
fitti, posto ideale dove spiarli. Mi muovevo contemporaneamente a loro
fin
quando non arrivarono nei pressi della Stamberga Strillante.
E
poi? Che avrei fatto? Mi chiesi come avevo fatto ad essere
così stupido:
sarebbe stato come le altre volte, mi sarei bloccato in quel punto per
poi
tornare indietro.
Ma
un verso di un animale cambiò le cose: un gufo bubulava
sonoramente proprio
sopra il mio albero.
-
Maledizione !-
sussurrai tra me e me.
Ma
quel verso aveva fatto fermare i quattro: Potter era impaziente, Lupin
preoccupato, Minus non sapeva da che parte guardare… e Black
fissava il punto
in cui ero nascosto io.
- Sirius! - sbraitò
sottovoce Potter - Non c’è tempo! La
trasformazione… -.
- Aspetta un attimo. C’è qualcuno -.
- E’ solo un gufo! - disse impaziente, mentre Lupin
cominciava ad agitarsi in
modo sinistro - Andiamo! -.
Così Black e gli altri andarono verso il Platano
Picchiatore, ma adesso non
avevo più bisogno di guardare: i pezzi combaciavano e poco
mi importava che
Black forse mi avesse visto.
Nessuno spettro né fantasma. Una sola creatura animava le
notti di luna piena
nella Stamberga Strillante.
- E’ un Lupo Mannaro -.
Il mio sussurro divenne solo un sospiro visibile nella fredda aria
notturna: e
mentre il sangue che mi scorreva nelle vene diventava più
gelido e la
consapevolezza del pericolo a cui mi ero esposto si faceva
più vivida dentro di
me, gli ululati iniziarono.
Buona sera ragazzi!!
Adesso iniziano i
casini di Severus! Abbiamo iniziato l'anno in bellezza, direte!
Certe volte la
curiosità porta brutti risultati...
Ringrazio chi legge
e commenta, chi segue, chi mi ha tra i preferiti e i ricordati.
Suvvia, che vi
costa lasciarmi un commentino piccino picciò? *o*
Grazie a Giulia che
ha commentato ^.^
Alla prossima!
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Capitolo 14 *** 3 e 10 novembre. ***
3
novembre.
- Mocciosus! -
Mi voltai lentamente con un sopracciglio alzato verso quella voce
insolente e
arrogante.
- Black - lo salutai freddamente tornando al libro che leggevo - Solo
soletto?
-
- Solo o no, valgo cento volte te -
- Ooh! - feci con finta sorpresa - Vuoi dirmi che vali come cento
mocciosi,
allora? -
Mi diede una spinta sul petto con la mano facendomi sbattere contro
l’albero a
cui ero appoggiato. Mi prese per il colletto e mi tirò su.
Il libro mi cadde da
mano.
-Sei bravo con le parole tu - mi alitò in faccia - Ma con i
fatti come la
mettiamo, vigliacco? -
- Non…chiamarmi vigliacco! - brontolai. Stavo quasi
soffocando con quella
stretta di ferro.
- Perché no? In fondo è il tuo nome… -
- Non… - risposi senza fiato.
- Ma dimmi, puoi dimostrarmi di non esserlo? - mi chiese sottovoce -
Puoi
dimostrare di avere fegato? -
- Io ho più fegato di te e Potter messi insieme! - esclamai.
Stavo diventando
blu, la testa mi girava.
Scoppiò in una risata amara e divertita. Strinse ancora di
più la presa - Si,
certo, lo dici tu. Ma ti piacerebbe mostrarlo alla Evans, no? Credi che
non
l’abbia capito? Sbavi tutte le volte che la vedi, Mocciosus -.
Non risposi. La curiosità mi aveva vinto e non ero mai stato
più interessato a
Black come in quel momento.
- Bene - continuò amareggiato - Domani sera vai al Platano
Picchiatore,
schiaccia il grosso nodo di radici ed entra nel buco. Attraversa il
tunnel che
segue… e vedremo se sei coraggioso -
Sembrò pensarci su, poi aggiunse ghignando - Certo - disse
lasciandomi andare -
Sempre se avrai il coraggio di farlo. Ci si vede, Mocciosus! -
Lo guardai andarsene con gli occhi sbarrati. Insomma, che cosa voleva
dimostrare con quella minaccia? Che ero talmente stupido da accettare?
Ok,
ho passato tutta la giornata di ieri a pensare a
ciò che Black mi aveva proposto. Ero sinceramente indeciso.
Se ci andavo potevo
rischiare l’osso del collo con il Platano Picchiatore, ma se
non ci fossi stato
mi avrebbero chiamato codardo a vita.
A poche ore dalla serata ero quasi pronto ad accettare: se loro
riuscivano a
schiacciare quel nodo, perché non ce l’avrei fatta
io?
Ero pronto: il mio orologio segnava la mezzanotte e ormai i miei
compagni di
dormitorio dormivano da un po’. Di soppiatto uscii dal
dormitorio e poi dal
sotterraneo. Quella sera ero di nuovo fortunato: nessun Prefetto in
giro per il
castello. Arrivai al portone della scuola dopo aver seminato la gatta
di Gazza:
mi stava seguendo da un bel po’ e non me n’ero
accorto. Uscii nel parco e
l’aria gelida mi bloccò il respiro. Feci una corsa
tra gli alberi più fitti, al
confine della Foresta Proibita. Il Platano Picchiatore era
lì, immobile, forse
anche lui intorpidito dal freddo di quella notte. Mi avvicinai
cautamente a lui
in cerca del nodo. C’era un groviglio di radici poco
visibile, ma tentai di schiacciarlo.
Il Platano Picchiatore si mosse e uno dei suoi rami mi
scaraventò indietro.
Sbuffai e ritentai. Ebbi circa quattro colpi, ma la quinta volta
riuscii a
schivare i suoi rami. Sembrava che stessi ballando. Afferrai uno dei
tanti rami
lì vicini e schiacciai il nodo. Il Platano si
fermò di botto come addormentato
e riuscii a passare attraverso il buco.
Il tunnel che seguiva era basso e molto buio. Finito il lungo sentiero,
il
tunnel prese a salire e dopo una curva riuscii a scorgere una macchia
di luce
fioca. Adesso potevo stare bene in piedi, il passaggio era
alto. Sentivo
il cuore battere a mille, l’adrenalina fino alle orecchie.
Stavo per scoprire
dove portava quel passaggio…
- PITON! -
Mi bloccai con la bocca spalancata: Potter correva verso di me da
quella che
sembrava una porta.
- Piton, vattene subito! - sbraitò guardandosi
indietro continuamente.
- Non ci penso proprio - dissi allungando il collo per vedere cosa
c’era oltre
quella porta.
- E’ pericoloso! - urlò Potter - Vattene! -
- Cosa c’è di pericoloso? - chiesi spostandomi di
lato per guardare - Pensi che
non sappia che Lupin è un Lupo mannaro? -
- Ma che idiozie dici! - ruggì - Non
c’è niente da guardare -
Fece per spingermi indietro, ma a quel punto lo udimmo tutti e due:
l’ululato
era cupo e aggressivo. Capii quello che mi era sfuggito: ero stato
talmente
stupido da non capire che quella sera, sera di luna piena, uno dei
quattro
Malandrini si sarebbe trasformato in Lupo mannaro.
Cominciai a correre, scappando da quel posto maledetto. Avevo superato
la
discesa, mi mancava solo il lungo tratto di tunnel…
- NO! - ruggì Potter - Felpato, tienilo! -
Mi voltai spaventato. Un Lupo mannaro ormai formato e adulto guardava
verso di
noi, con i suoi occhi gialli iniettati di sangue. Era affamato e
sentiva
profumo di carne umana.
Poi successe tutto così velocemente che feci fatica a
collegare i pezzi: Potter
mi spinse via e corse ad aiutare Black. Due ragazzini contro un Lupo
mannaro
affamato. Ma quello che vidi mi lasciò ancora più
basito, perché Potter e Black
erano spariti e al loro posto c’erano un grosso cane nero e
un cervo. Non ebbi
il tempo di pensare dove fossero finiti che mi sentii trascinare fuori
dal
Platano.
Di fronte a me la McGranitt teneva la mano sul petto, che si alzava e
abbassava
troppo velocemente, e Silente mi guardava al di là dei suoi
occhiali a
mezzaluna con sguardo severo e preoccupato.
Non sapevo ancora come fossero arrivati lì, ma non era
importante. Ero in guai
seri.
- Signor Piton - disse con voce calma - Mi segua -.
10
novembre.
Dopo
quella
sera non avevo problemi a tenere la mente impegnata: c’erano
talmente tanti
pensieri che la mia testa imprecava adirata per le troppe informazioni;
l’emicrania era insopportabile.
Dopo ciò che era successo al Platano Picchiatore
–e cerco in tutti i modi di
non pensarci- Silente mi ha portato nel suo studio, seguito dalla
professoressa
McGranitt che a stento tratteneva gli strilli. Arrivati nel suo studio,
infatti, cominciò a sbraitare i perché e i
percome io mi ero esposto ad un
pericolo simile essendone pienamente consapevole. Non seppi neanche io
la
risposta.
Potevo mai rispondere che l’avevo fatto per orgoglio? Per
coraggio? Per
dimostrare di avere fegato? Se solo avessi parlato mi avrebbero
risposto che
avrei dovuto avere cervello, piuttosto che coraggio. Evidentemente ero
talmente
offuscato dal mio orgoglio da mettere da parte la ragione. E per quella
giornata avevo fatto anche abbastanza figuracce, se così si
potevano chiamare.
Silente mi fece giurare di non dire niente di tutto quello che sapevo.
Non
avevo niente in contrario dato che –e questo mi costava molto
ammetterlo-
Potter mi aveva salvato la vita…
Se ci penso ancora mi viene da mangiarmi le unghie. Era forse questa la
cosa
peggiore per me.
Ma quando Silente mi spiegò come aveva fatto a trovarci,
allora mi rimangiai
tutto. Minus era corso ad avvertire il Preside che quella notte mi
sarei recato
lì. Capii che era tutto uno scherzo per mettermi nei guai.
Potter mi avrà pure
salvato da un Lupo mannaro, ma fatto sta che mi hanno architettato uno
scherzetto che poteva costarmi la vita. Era tutto preparato.
Da quella notte però fui piacevolmente sorpreso di osservare
il loro
comportamento: Potter e Black sembrano essersi un po’ calmati
con me; Lupin
ogni tanto mi guarda implorante, come se dovesse farsi perdonare di
qualcosa.
Comincio a pensare che sia un bravo ragazzo. In fin dei conti, non
capisco cosa
ci faccia in quel branco di veri malandrini. E Minus
è… sempre il solito.
Non ho detto nulla a Silente , mi avrebbe rinchiuso in una stanza dalle
pareti
imbottite, ,ma ancora non capisco cosa sia successo
esattamente… Dov’erano
finiti Potter e Black quando erano spuntati dal nulla il cane enorme e
il
cervo? A questo proprio non so darmi risposta e sinceramente ho perso
il vizio
di immischiarmi nei segreti altrui. E questo a causa di Lily…
Eravamo in Sala Grande per il pranzo, Avery e Mulciber si divertivano a
puntare
i Mezzosangue e a lanciare offese. Io me ne stavo zitto a finire il mio
cibo,
sperando con tutto me stesso che saltassero Lily, che non era ancora
arrivata.
Ma eccola lì, incantevole come al solito.
- Ehi, ragazzi! - muggì Mulciber guardando Lily - I
Mezzosangue continuano a
moltiplicarsi a vista d’occhio! -
- Già. Quando si decideranno ad escluderli tutti dalla
comunità magica? - disse
Avery sghignazzando.
Lily intercettò la discussione e li guardò.
- Teste di cazzo - disse e andò al suo tavolo a testa alta.
Dopo ci avrei
parlato, sperando non se la sia presa troppo. Ci era
abituata… almeno credevo…
Dopo pranzo mi alzai alla svelta ed aspettai Lily fuori dalla Sala
Grande. Mi
ero preparato già un discorso. “Lo sai, Lily, come
sono quei due. E sai
benissimo che io non sono come loro…”
Ripetevo tra me e me le parole da dirle quando sentii accanto a me dei
passi
frenetici. Alzai lo sguardo e mi vidi passare Lily davanti, senza
neanche
degnarmi di uno sguardo.
- Lily! - la chiamai andandole dietro. Ma lei non si fermò e
continuò a
camminare. Ci trovammo presto nel cortile del castello, ma lei non
accennava a
rallentare.
- Lily! Ma che ti prende? - le urlai quando l’avevo quasi
raggiunta.
- Perché non te ne torni dai tuoi cari amici protettori
della comunità magica?
- chiese aspramente - Io non ho niente a che fare con voi purosangue,
dico
bene? -.
Si fermò e si appoggiò ad una colonna.
-
Cosa? Credevo che fossimo amici! - sbraitai -
Credevo di essere il tuo migliore amico! -
- Lo siamo, Sev, ma non mi piace la gente con cui vai in giro! Scusa,
ma
detesto Avery e Mulciber! Mulciber! Che cosa ci
trovi in lui, Sev? Fa
venire i brividi! Lo sai cos'ha cercato di fare a Mary Macdonald
l'altro
giorno? -
Lily mi fissò. Immaginai la faccia che avevo: pallido fino
ai capelli. E così
lo stupido scherzetto di Avery e Mulciber era salito a galla.
- Non era niente - dissi - Era solo uno scherzo...-
- Era Magia Oscura, e se pensi che sia uno scherzo...-
- E quello che fanno Potter e i suoi amichetti? - ribattei. Arrossii,
incapace
di nascondere il risentimento.
- Cosa c'entra Potter? - chiese Lily.
- Escono di nascosto, di notte. Ha qualcosa di strano, quel Lupin.
Dov'è che va
sempre? -
- È malato - spiegò Lily. - Dicono che
è malato... -
-
Tutti i mesi
con la luna piena? - domandai. Volevo dimostrarle quanto avesse torto,
a
proteggerli sempre.
-
Conosco la tua
teoria - replicò Lily, gelida. - Ma perché sei
così fissato con loro? Che
t'importa dove vanno di notte? -
-
Sto solo
cercando di farti capire che non sono meravigliosi come tutti pensano
-.
L'intensità
del
mio sguardo la fece avvampare.
-
Ma non usano
Magia Oscura -. Lily abbassò la voce. - E tu sei un ingrato.
Ho sentito cos'è
successo l'altra notte. Ti sei infilato in quel tunnel vicino al
Platano
Picchiatore e James Potter ti ha salvato da quello che c'è
là sotto, qualunque
cosa sia... -
Il
mio volto si contorse in una smorfia. Farfugliai qualcosa, sapendo bene
che aveva ragione: - Salvato? Salvato? Credi che abbia fatto l'eroe?
Stava
salvando se stesso e anche i suoi amici! Tu non... io non ti
permetterò... -
-
Permettermi? Permettermi? -
Gli
occhi verde
chiaro di Lily erano ridotti a due fessure. Feci subito marcia
indietro.
-
Non volevo
dire... è solo che non voglio che ti prendano in giro... gli
piaci, tu piaci a
James Potter!- Sembrava che le parole mi venissero strappate
contro la volontà.
«E non è... tutti pensano... il Grande Campione di
Quidditch...- L'amarezza e
il disgusto mi rendevano incoerente, e le sopracciglia di Lily erano
sempre più
inarcate. -
So benissimo
che James Potter è un arrogante - mi interruppe. - Non ho
bisogno che me lo dica
tu. Ma il modo di divertirsi di Mulciber e Avery è malvagio.
Malvagio,
Sev. Non capisco come fai a essere loro amico -.
Sapevo
fin
troppo bene quanto fossero stupidi e cattivi Mulciber ed Avery, ma il
fatto che
anche lei pensasse che James Potter fosse un arrogante e presuntuoso mi
fece
sentire meglio. Mi aveva perdonato per tutto quello che avevo fatto,
per la
promessa infranta. Anche se non l’aveva nominata, sapevo che
se l’era
ricordata. Questo dimostrava ancora una volta quanto fosse una persona
stupenda.
E
avere il suo
perdono era quello che mi serviva per poter chiudere in un cassetto
quella
pericolosa esperienza con Lupi mannari, cervi e cani neri.
Ragazzi!! Lo so, lo so, sono in ritardo
ç_ç Troppi impegni, porca puzzola XD
Comunque, in questo
capitolo come avrete notato c'è una parte presa da HP7 dai
ricordi di Piton.
Passo subito ai
commenti! ^^
Rossy: amour, scusa
per il ritardo, spero che mi sia fatta perdonare! <3 Ovviamente
lo so che sono un genio U.U XD
Giulia: uhuh, si,
ci ha messo un po' ma alla fine ci è arrivato *o*
Circe: tranquilla,
se ti è più comodo posso anche posticipare la
pubblicazione dei capitoli ;) Non ci son problemi!
Alla prossima!
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Capitolo 15 *** 9 e 16 gennaio. ***
9 gennaio.
-Buon
compleanno Sev!-
Il libri che tenevo in precario
equilibrio mi caddero tutti da mano. Guardai orripilato Lily che dopo
un
secondo mi schioccò un bacio sulla guancia.
Avrei voluto maledirmi da solo. Ma
come avevo fatto a perdere la cognizione del tempo? Eppure credevo che
mancassero almeno due giorni alla fatidica data. E dire che avevo
pensato ad
uno scherzo di Lily. Finchè un brivido gelido lungo la
schiena mi ha fatto
controllare: era davvero il 9 gennaio. Era davvero il mio compleanno ed
avevo
davvero 16 anni.
-Ah!- strillai
rendendomi conto della situazione -Grazie!-
Raccolsi i libri da terra mentre Lily
rideva sotto i baffi.
-L’hai dimenticato, non è
vero?-
Annuii e poi ci avviammo insieme alla
prima ora di lezione, pozioni con Lumacorno.
-Senti, niente regali e roba
del genere, vero?- le chiesi con un sussurro.
-Certo che no- rispose
con un sorriso. Sapeva quanto poco amavo le sorprese, ma quel sorrisino
non mi
diceva nulla di buono.
La lezione fu abbastanza semplice e
come al solito terminò con i complimenti per me e Lily per
aver preparato
un’ottima pozione.
-Ah, un minuto, per
favore!- disse Lumacorno prima che la classe si fu svuotata.
Chiamò a se
alcuni ragazzi, tra cui Lily. L’aspettai fuori dalla classe e
quando uscì aveva
l’aria davvero esasperata.
-Lumacorno da un’altra festa,
sabato- disse lasciandomi leggere l’invito che aveva avuto.
-Chi porterai?- le
chiesi. Sull’invito c’era scritto di portare un
compagno per la festa, che si
sarebbe tenuta nel suo studio.
Lily alzò le spalle e ci dividemmo per
le altre lezioni.
-Ah, Sev!- mi bloccò -Dato che non avremo modo di parlare
per l’intera giornata, te lo dico
ora. Oggi alle cinque nel campo da Quidditch. Puntuale!-
E poi corse via.
Scossi la testa e andai a
Trasfigurazione: lo sapevo io che avevo architettato
qualcosa…
Come
volevasi dimostrare, trovai Lily
nel campo da Quidditch con due scope in mano. Rabbrividii capendo
all’istante
che intenzioni aveva.
-Io non volo!- esclamai.
-Non voglio sentire storie.
Ora, incappucciati bene che fa freddo e monta sulla scopa-
Sospirai rassegnato e impugnai la
scopa: lei fece lo stesso, ma cercava di non far vedere la sua
incertezza. Era
scarsa quanto me nel volo. Cominciavo a pensare che si stesse
interessando a
Potter…
Mi diedi una spinta con i piedi e
cercai stupidamente di ricordare il sogno di mesi fa, ma ovviamente non
ero
capace. Cominciai a muovermi a destra e manca per rimanere in
equilibrio. Lily,
più in la, non se la passava meglio: in un batter
d’occhio mi passò di lato e a
quel punto caddi. Non che fosse troppo alto, non ci eravamo alzati
nemmeno di
due metri.
A quel punto fu difficile anche per me
trattenere le risate, e chi sa quanto tempo passammo lì a
sghignazzare su
quanto negati eravamo per il Quidditch. E pensare che voleva migliorare.
Ma evidentemente non eravamo gli unici
che volevano “allenarsi” quel pomeriggio. Con mia
spiacevole sorpresa, James
Potter spuntò dagli spogliatoi con una scopa in spalla e
l’aria distratta.
Spalancò gli occhi di fronte a noi, per poi lasciare il viso
ad un’espressione
divertita.
-Che fate, registrate il volo
di Mocciosus per farci fare quattro risate?-
Lily fece un passo avanti. -Sempre meglio che vedere il tuo solito
spettacolo
lascia-e-acchiappa-il-boccino, Potter- ribatté decisa.
Ghignai alla sua espressione violacea.
Come dare torto a Lily? Potter si dava arie con un Boccino
d’oro fregato da chi
sa dove.
-Allora, Evans, quando ti
deciderai ad invitarmi alla festa di Lumacorno?- chiese.
-Piuttosto inviterei un troll
di montagna- rispose gelida.
-Chi hai intenzione di invitare
allora?- disse passando una mano tra i capelli.
A quel gesto Lily fece una smorfia.
Poi inaspettatamente mi prese la mano
e mi attirò a se.
-Noi due- e
sottolineò
con evidente orgoglio -Andremo insieme alla festa-.
-Che cosa?- chiedemmo
insieme io e Potter.
-Già- trillò Lily con un
sorriso.
Mi trascinò fuori dal campo di
Quidditch prima che Potter potesse riprendersi dal suo stato di shock.
Intanto
io non ero messo meglio.
-Davvero, Lily, non sei
obbligata solo perché…-
-Non dire scemenze, Sev-
mi interruppe Lily -Avevo già intenzione di invitarti, visto
che non ci
sei mai stato-
Sorrisi anche io, titubante, perché le
feste non erano mai state il mio forte. Ero comunque contento che
avesse scelto
me, anche se sapevo che era, come dire, “da amici”.
Quanto desideravo potesse
bastare anche per me.
Quello fu il regalo di compleanno più
bello della mia vita.
Ma rimaneva il fatto che Lily avrebbe
voluto imparare a volare.
E qui c’entrava di sicuro Potter…
16 gennaio.
Quella,
oltre ad essere una settimana impegnativa,
fu anche tremendamente interessante. Dopo le vacanze natalizie, i prof
sembravano più assatanati che mai (-Insomma, manca poco ai
vostri
G.U.F.O.!-), e non mancava occasione in cui non sottolineavano quanto
scarsi erano i nostri risultati, almeno per la maggior parte degli
studenti. In
effetti, il comportamente degli insegnanti non metteva a proprio agio:
non
facevano altro che rimproverarci, dicendo che lo facevano per la nostra
preparazione.
Cosa che non mettevo in dubbio, ma a volte erano
davvero esasperanti.
-Che cosa?- strillò Vitious il primo
giorno dopo le vacanze -Volete dire che durante il Natale non avete
studiato?-
Molti cominciavano a stufarsi.
-Ma insomma!- sbraitò Mulciber una
volta nei corridoi -Anche durante le vacanze ci tocca studiare?-
Avery scosse la testa fingendosi sconcertato,
mentre io trattenevo le risate con un pugno in bocca: quei due non
avevano mai
studiato in vita loro.
Cominciarono a parlare dei piani della loro
settimana, definendoli un buon compromesso per dimenticare
“le fatiche che i
professori imponevano”. Ovviamente il menù
prevedeva i soliti piatti: combinare
qualche guaio qua e là, dare la caccia ai Mezzosangue e roba
del genere.
-Ma non avete imparato la lezione?-
dissi esasperato. Rimasi scioccato quanto Mulciber ed Avery. Mi feci
coraggio e
continuai -Insomma, dopo quello successo con Mary Mcdonald di
Grifondoro?-
Avery ridusse i suoi occhi a fessura mentre
Mulciber urlò: -Adesso difendi i Mezzosangue?-
-Sto solo dicendo che dovreste piantarla,
se non volete essere espulsi- ribattei gelido -O siete troppo
tonti per capire la gravità delle vostre azioni?-
E detto questo li lasciai lì da soli,
tremendamente basiti, avviandomi solitario alla lezione seguente.
Sapevo che
prima o poi sarebbe successo: dovevo prepararmi a dire tutto.
E
così arrivò anche il sabato, la fatidica data
della festa di Lumacorno. Non avevo pensato ancora a cosa dire a quei
due per
spiegare la situazione: io che andavo ad una festa con una Babbana!
Sapevo che
non dovevo girarci troppo intorno, quindi avrei detto di essere un
Mezzosangue.
Se mi avrebbero preso a pugni, peggio per loro e meglio per me.
Cominciava a
seccarmi questo gruppo di babbei, a cui si era aggiunto da poco anche
qualche
altro componente: un certo Yaxley e Dolohov, entrambi del sesto anno,
entrambi
futuri Mangiamorte.
Quella mattina avevamo una doppia lezione di
pozioni, e non odiai mai Lumacorno come in quel momento.
Durante la lezione era sempre stato solito a
gironzolare tra i banchi ad osservare il lavoro degli studenti, ogni
tanto
scambiando qualche parola con i suoi alunni prescelti, ossia quelli del
LumaClub. Fu quando arrivò accanto a Lily che avrei voluto
menarlo.
-Ottimo lavoro, signorina Evans-
commentò osservando nel calderone di Lily, la quale
arrossì per il complimento -Posso chiederle chi
porterà alla mia festa, questa sera?-
-Severus, signore- rispose
lanciandomi un sorriso.
Non l’avrei mai immaginato, ma avrei preferito che
Lily avesse finto di non saperlo ancora.
-Oho! Il signor Piton!- trillò
Lumacorno -Avrò il piacere di presentare al Ministro i miei
pozionanti
più abili! Eccellente!-.
Alla mia destra Mulciber aveva lasciato cadere il
suo corno di Bicorno nella pozione con un sonoro tonfo, basito dalla
notizia.
La sua pozione fece un botto ed esplose all’improvviso,
riducendo i suoi
capelli in filetti fumanti.
Dall’altro lato dell’aula Potter mi guardava con
occhi assottigliati dall’odio. Stringeva così
forte i suoi Fagioli Soporiferi
da far uscire talmente tanto succo che sarebbe bastato per una decina
di
Distillati della Morte Vivente.
-Attento con quel succo, signor
Potter!- lo ammonì Lumacorno, ma ancora troppo felice per
essere
esasperato.
Con un ghigno malefico, tornai alla mia pozione.
Forse non era stato tanto male…
A
dieci minuti dalla festa ero ancora davanti allo
specchio del bagno per cercare di mettere in modo decente la cravatta,
che
proprio non si decideva a rimanere dove doveva stare. Menomale che
durante
l’estate mamma si era ripresa e mi aveva comprato un nuovo
abito da cerimonia:
quello dell’anno scorso era decisamente troppo corto.
-Mah, va be’- dissi lasciando
perdere e tornando in dormitorio. Aprii la porta del bagno per uscire e mi ritrovai davanti
Avery e Mulciber,
entrambi con aria minacciosa.
Deglutii e mi preparai al peggio.
-E così vai alla festa con la Mezzosangue
Evans, eh?- disse Mulciber.
Alzai un sopracciglio, fingendomi annoiato, -Si. Qualche problema?-
-Qualche problema?-
sibilò Avery -Tu chiedi Qualche problema?.
Ma che faccia tosta!-
-E’ una Babbana!- ruggì Mulciber.
-E quindi?-, chiesi con aria
innocente. Spalancarono la bocca, inorriditi. Ecco il momento giusto.
-Mio padre è Babbano- buttai lì come
se niente fosse.
-Che cosa?-
sibilò Avery.
-Già. Be’, adesso che lo sapete, non cambia
niente, o sbaglio? Non vorrete mica che vi lasci ai difficili compiti dei
professori…-
Rabbrividirono alle mie parole. Me l’ero cavata
alla grande!
-Ma resta il fatto che esci con una dal
sangue sporco-, Avery affilò ancora di più lo
sguardo.
-Ah, be’, se la metti così…
vedrò di farmi una doccia quando torno, ok?- risposi acido.
Mi feci spazio tra i due ed andai a
prendere la giacca sul letto.
-Ora, se volete scusarmi, ho una festa a
cui non posso mancare-.
E detto ciò uscii dal dormitorio con aria
estremamente soddisfatta.
Quando arrivai nella Sala d’Ingresso alle otto in
punto la trovai piena di ragazze e ragazzi che aspettavano i loro
compagni.
Così mi avvicinai alla figura dai capelli rosso scuro.
Quando si voltò rimasi
senza fiato.
Era magnifica.
Indossava un abito da sera verde smeraldo che le
arrivava alle ginocchia. I capelli lunghi erano raccolti in una
semplice coda
di cavallo, ma era perfetta.
-Sev- disse sorridendo.
-Sei bellissima-
Ridacchiò e mi aggiustò la cravatta, lei ci
sapeva
fare. Si allontanò per squadrarmi meglio.
Aggrottò le sopracciglia poi esitò.
Infine si slegò i capelli, che teneva uniti con un
nastro dello stesso colore del vestito. Si spostò dietro di
me e legò i miei in
una coda bassa e ordinata.
-Ecco, adesso sei perfetto-
-Umpf- sbuffai contrariato.
Salimmo la scalinata di marmo e in poco tempo
sentimmo la musica e le voci dei partecipanti dall’ufficio di
Lumacorno.
Non sapevo se fosse un incantesimo o merito degli
specchi, ma la sala sembrava molto più grande di qualunque
altro ufficio. Elfi
domestici e camerieri portavano su vassoi d’argento bevande e
cibi, le pareti
ed il soffitto erano ricoperti di arazzi.
-Signorina Evans, signor Piton!-
tuonò Lumacorno appena vide la chioma rossa di Lily -Venite,
ragazzi miei,
venite, vorrei presentarvi alcune persone!-
Sia io che Lily alzammo gli occhi al cielo e ci
avviammo al gruppetto di Lumacorno.
-Ah, bene!- urlò -Signori,
vorrei presentarvi i più abili pozionisti del mio corso.
Signorina Evans,
signor Piton, il Ministro Caramell!-
-Incantato!-, il Ministro ci strinse
la mano.
-Se non sbaglio, Lily, tu avresti
l’ambizione di diventare Auror!- disse Lumacorno.
-Si, signore- rispose lei.
-E tu, Severus?-
Esitai, preso in contropiede.
-Be’, ecco… sono molto interessato
all’insegnamento-
-Oho!- Lumacorno batté le mani -Caro ragazzo, non vorrai
sottrarmi il posto di insegnante!-
-Non potrei mai, professore-.
Sorrisi. Era divertente.
E così passammo la serata tra varie strette di
mano e presentazioni, bevande e deliziosi cibi, anche qualche ballo.
Solo che
io non osai mettere piede in pista.
-Be’, è stato divertente!- mi disse
Lily quando la festa fu quasi al termine.
-Molto- annuii stanco.
Quella notte avrei dormito, e anche tanto.
Soprattutto ripensando alla faccia basita di Avery e Mulciber di fronte
al
nuovo e tremendamente sarcastico Severus.
Buona sera ragazzi!!
Che dire, un
capitolo un po' così... Credo che il mio odio verso Lily
stia salendo un po' a galla, in 9
gennaio
ha praticamente usato Sev per far ingelosire Potter... O forse
è l'amore per Piton che mi porta a non sopportare tutti gli
altri personaggi XDD
In 16
gennaio
Severus ha finalmente ammesso di essere un mezzosangue, ma non voglio
che si stacchi dal suo gruppo Serpeverde perchè quei tontoni
mi servono ancora nella storia U.U
Passo alle recensioni.
Giulia: Ti dico
solo che sono molto tradizionalista per quanto riguarda le storie e le
varie modifiche... infatti nelle mie FF cambio delle cose raramente,
preferisco attenermi a ciò che ci dice mamma Row... Non
perchè sia più facile, anzi, ma mi sembra
più giusto, forse perchè adoro la saga
così com'è :)
Circe: Credo che
Lily non abbia mai capito bene Sev e la sua voglia di sentirsi
più importante, ma d'altra parte come biasimarla, il suo
migliore amico è uno di quei tanti che discriminavano i
nati-babbani... Comunque hai ragione, forse un po' di comprensione in
più avrebbe evitato il famoso litigio che vediamo nei
ricordi in HP5, ma a questo punto poi la Row avrebbe dovuto cambiare un
po' di cosucce XD
Alla prossima *o*
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Capitolo 16 *** 26 febbraio. ***
26 febbraio.
Ieri
mi è arrivata una lettera dalla nonna. Il gufo si è appollaiato
davanti a me
durante la colazione. Ero decisamente sorpreso (probabilmente in tutta
Hogwarts
sono lo studente che riceve meno corrispondenze), ma non mi sono
comunque
passate inosservate le espressioni dei due imbecilli. Mi è
bastato leggere il
mittente per venire assalito dai timori così ho ritirato la
lettera sotto il
maglione, deciso a leggerla lontano da tutti.
Neanche un'ora dopo ero nel Dormitorio, da solo. E poco dopo sulle rive
del
lago approfittando della gita a Hogsmeade per godermi un po' di
solitudine.
Aspettavo quella lettera, era certo che accadesse di nuovo.
Papà sarebbe
tornato e mamma sarebbe stata depressa di nuovo. Così aprii
la busta con mano
tremante.
Ma fortunatamente niente di spaventoso. Mamma ha avuto una leggera
crisi e
stava solo per far crollare la casa.
C’era da aspettarselo, dopo tutti
quegli anni passati con lui non sarebbe bastata una sola estate per
calmarla
completamente. La nonna passerà un po’ di tempo
con lei, così sto più
tranquillo. Ripiegai la lettera e la misi in tasca.
Non mi alzai da lì, anche se faceva piuttosto freddo. La
neve era sciolta, ma
l’aria di febbraio si faceva sentire ancora.
Il parco era vuoto. Erano quasi tutti ad Hogsmeade e i ragazzini
rimanenti se
ne stavano al caldo nelle proprie Sale comuni.
Anche Lily era andata. Il suo comportamento non mi convinceva affatto.
Non
aveva insistito come faceva sempre con me quando non avevo voglia delle
gite ad
Hogsmeade, ha solo alzato le spalle con aria distratta. Più
la osservo e più
noto quanto stia cambiando: certo, è sempre tremendamente
orgogliosa e
testarda, studiosa e la prima della classe, ma ad esempio quando parla
con
Potter sembra metterci ancora più odio del solito.
Quando poi passa momenti interi ad osservarlo.
Ed io non ho ancora capito se esserne divertito o no. Mi fa piacere
vedere
Potter messo in ridicolo da lei, anche perché è
l’unica che può farlo, ma
quelle attenzioni eccessive verso di lui mi lasciano sinceramente
perplesso…
Così oggi ho messo Lily alle strette. Mi sono recato in
biblioteca come ogni
venerdì pomeriggio e l’ho trovata lì,
al suo solito posto, quello dopo il
secondo scaffale di Rune Antiche, accanto alla finestra. Rincuorato, mi
sono
seduto accanto a lei… ma non mi aspettavo una reazione del
genere!
-Ah, Severus!- strillò vedendomi arrivare, causando
l’ilarità della Pince.
Chiuse in un botto tutti i suoi libri e se li ficcò in
borsa, -Mi sa che devo
andare…-
-Ma se dovevamo studiare insieme!- mi lamentai. Ero sempre
più sconvolto dal
suo comportamento, -Mi dici che succede?-.
Lei arrossì e si tradì rivolgendo uno sguardo ad
un gruppo di ragazzi più in
là. Guardai anche io.
Lupin cercava invano di far studiare i suoi amici. Minus cercava di
leggere
qualcosa (non ero nemmeno sicuro che sapesse leggere!), Black era in
equilibrio
sulle gambe posteriori della sedia e si dondolava beatamente. E infine
Potter,
che giocava con il suo inseparabile Boccino.
Ma bene. Fantastico.
E così scappò via dalla biblioteca senza neanche
rispondermi.
Io e Lily siamo sempre stati ottimi amici e compagni di studio. Sono
tremendamente fortunato ad averla accanto, anche perché in
tutta Hogwarts non
si troverebbe nessuno risposto a studiare con me se non per farsi fare
i
compiti. E mi da sui nervi il fatto che si allontanasse da me per colpa
di
quell’imbecille.
Perlomeno Rosier ha notato il mio umore, anche se non è
stato molto d’aiuto.
-Ma lasciala perdere!- mi ha detto -Te le presento io due ragazze
niente male!-
Ho cercato di spiegargli che non abbiamo gli stessi gusti, e poi anche
se
accettassi non si interesserebbero mai a me.
La mia banda di completi idioti cerca in tutti i modi di aiutarmi,
facendomi
rimanere sinceramente basito. Dopo aver scoperto la mia natura da
Mezzosangue
sembrano essersi calmati un po’. Mi chiedo se dopo cinque
anni mi stancherò mai
di loro e delle loro follie. Io non li capisco davvero…
Comunque
Lily stava leggendo un libro sul Quidditch, in biblioteca. Lo so
perché nella
fretta di scappare via l’ha dimenticato sul tavolo.
Be’, non è già questa una risposta?
Ciao ragazzi!
Capitolo un po'
corto, pardon ç__ç
Giulia:
sìsì, secondo me se Severus si curasse un po' di
più sarebbe un gran bonaccione, ma poi non sarebbe lui XD
Noi l'amiamo così com'è *ç*
Hola ragazzi U.U
|
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Capitolo 17 *** 13 e 17 marzo. ***
13 marzo.
E così arrivò
anche marzo, che portò qualche novità. Purtroppo
non riguardanti lo studio, ma
ci feci poco caso. Ero forse l’unico che non soffriva i
compiti eccessivi,
forse perché ormai la biblioteca era diventata la mia casa:
ci passavo giornate
intere, a volte saltando anche i pasti. Mi costringevo a stare
lì per non
rimanere indietro con i compiti, perché con
l’avvicinarsi degli esami era
difficile stare al passo dei professori. Chi sa se anche io, nei panni
di un
professore, sarei stato così. Di certo non avrei indugiato a
far sgobbare per
bene studenti come Avery o Mulciber, e i nuovi imbecilli
“entrati” nel gruppo.
Continuano a perdere tempo. E così, a malincuore della
Pince, mi ritrovo tutti
i pomeriggi in biblioteca per andare avanti con lo studio, e non solo.
La settimana scorsa, quando sono entrato per l’ennesima
volta, la bibliotecaria
mi ha lanciato uno sguardo esasperato e non è riuscita a
trattenersi:
-Di nuovo qui stai?-, mi ha detto. Io l’ho guardata sconvolto
mentre lei
arrossiva e metteva a posto delle carte. Ma quello non bastò
a rovinarmi la
giornata.
Ero di nuovo alle prese con un nuovo incantesimo. L’idea mi
era venuta
osservando la squadra di Quidditch di Grifondoro durante un
all’allenamento.
Vedere Potter che volava così egregiamente mi aveva fatto
salire i nervi. Sono
proprio geloso, ormai l’ho capito. Avrei tanto voluto poterlo
sollevare dalla
sua scopa e farlo cadere per il campo…
Sorrisi, incapace di nascondere la malignità di quel
pensiero. E così da una
settimana e più sono al lavoro per un nuovo incantesimo e
questa volta farò
molto più presto. Ora che ho capito il procedimento, sento
che è pronto.
Levicorpus… e questa volta niente
Incantesimi Oscuri!
Così oggi mi sono
barricato in dormitorio con l’intenzione di saltare la
lezione di quel
pomeriggio: Volo. Non sarebbe diversa dalle altre, quindi tanto vale
non
presentarmi per evitare i due imbecilli Potter e Black.
-Ma sono Grifondoro!- si lagnò Avery -Non puoi farti buttare
giù da loro!-
Afferrai subito la differenza tra Grifondoro e Serpeverde. E poi Avery
sapeva
rendere palese ogni verità. Su molte cose non mi trovavo
d’accordo con la mia
banda, ma la più importante la ignoravano. E poco mi
importava che poi non
sarebbero stati d’accordo con le mie scelte. Ma se penso a me
tra dieci anni,
mi vedo completamente diverso e non sono sicuro se prenderla bene o
male. Ma
non mollo. Non riuscirei ad essere qualcuno che non voglio. O che non
posso
essere. Sono davvero sicuro di voler diventare insegnante?
No, è una cosa temporanea. Devo solo avere pazienza. Per ora
non devo pensarci.
Devo solo studiare, approfondire, creare. E un giorno volerò
più alto di
qualunque altro…
Ma oggi resto
chiuso qui, ad aspettare. Dalla finestra osservo alcuni miei compagni.
Ecco che
arrivano i quattro… basterebbe così poco.
Sarebbe
sufficiente alzare la bacchetta e puntarla contro di lui. Nessuno se ne
accorgerebbe. Gli darei giusto un assaggio di ciò che
vivrà un giorno. Quando
potrò contare sui miei privilegi da professore... per
rovinargli la vita o la
carriera.
Potrei farlo... nessuno mi scoprirebbe...
Alzare…puntare…Levicorpus!
-Come hai fatto?!-
Spalancai gli occhi. Mulciber ed Avery erano ancora nel
dormitorio.
-A fare cosa?- dissi sulla difensiva.
-Ti ho visto, hai puntato la bacchetta su Potter e lui
è caduto dalla
scopa!-
Deglutii. Ma perché non ne combinavo una giusta?
-Allora, ci vuoi dire questo incantesimo?- disse Mulciber
massaggiandosi
le mani.
Be’, non era magia Oscura, no? Potevano anche
saperlo. Potevano anche
mettere sottosopra qualcuno, così si divertivano senza
troppa violenza.
-L’incantesimo è Levicorpus,
non verbale…-
-Non verbale? Sei già capace?- mi interruppe
Avery, sbalordito.
Sorrisi compiaciuto. Loro non ne erano capaci.
Così lasciarono il dormitorio delusi, mentre io
mi godevo lo spettacolo
di Potter…
Ah… la vendetta! Buon volo Potter! E
soprattutto, buon atterraggio…
17 marzo.
La sera della mia dolce vendetta sono sceso a cena
fingendo aria innocente. Entrato in Sala Grande mi sono sforzato di non
cercare
con lo sguardo Potter anche se fremevo dalla voglia di vedere la sua
espressione. Comunque l'atmosfera nella Sala mi sembrava quella di
sempre. Se
il mio scherzetto ha un punto debole è proprio quello di
aver colpito
l'imbecille in un momento in cui non era sotto gli occhi di tutti. E
questo è
strano per un egocentrico come lui.
Mentre raggiungevo Avery e Mulciber, già seduti alla tavola
e con i piatti
colmi, mi guardavo in giro fingendo indifferenza. Fino a quel momento
ero
abbastanza certo di non venire scoperto. Ma non vedere Potter e Black
al tavolo
mi ha messo qualche dubbio. Sono sicuro che quei due sospettano di me
ma non
hanno prove. E questo è un vantaggio. Continuerò
ad agire di nascosto, senza
fare nulla se sono sotto gli occhi di tutti. Non risponderò
nemmeno alle loro
provocazioni. Ma quando meno se lo aspettano... e non avranno prove.
La caduta che gli ho provocato non lo ha di certo messo fuori
combattimento,
purtroppo. Forse era in infermeria.
Immagino che sia tutto a posto. Eppure non mi sento tranquillo...
Stamani
a colazione Mulciber e Avery continuavano
a farneticare su una scappata segreta a Hogsmeade. Mi hanno dato ai
nervi.
Liberissimi di trascorrere il loro tempo libero a divertirsi
invece di
studiare, ma non possono mica pretendere che io li segua ciecamente in
tutto
ciò che fanno! E che non pensino di copiare da me il tema di
Pozioni. Mi è
costato due notti insonni e un'intera giornata in biblioteca.
E infatti questo pomeriggio ero di nuovo lì. Quando ci entro
non vorrei uscirne
mai più. Mi chiedo se riuscirò mai a leggere
tutti i volumi. Certo quelli del
Reparto Proibito me li posso scordare.
Finii Pozioni. Mi era venuto davvero bene, dato che Lumacorno ci aveva
dato
lunghezza libera. Credo di aver fatto il tema più lungo di
tutti. Un’altra E
assicurata.
Sospirai prima di iniziare il ripasso di Storia. Forse pretendevo
troppo da me,
lo studio mi sta rimbambendo. Avevo addirittura la sensazione di essere
osservato!
Mi alzai e ritirai le mie cose.
-Mocciosus!-
Oh mer… Merlino! Afferrai
la pergamena e
cercai la bacchetta nella divisa.
-Che volete?- chiesi puntando la bacchetta contro Potter e Black.
-Solo salutarti, Moccy- disse Black ghignando.
-Levatevi di mezzo-. Mi avvinai a loro per oltrepassarli ma mi
sbarrarono la
strada.
-Prima il tema-
-Cosa?!-. Era impazzito davvero.
-Dammi il tema- ripeté con il suo sorriso da scemo.
-Vai al diavolo, Pot…-
-Pietrificus Totalus!-
Mi sentii ancora una volta gelare le vene e caddi a terra, immobile,
mentre
Black mi si avvicinava.
-E ora…-
-Cosa succede qui?-. La Pince spuntò da dietro uno
scompartimento, e sentii un
briciolo di speranza.
-Oh, madama!- recitò Potter, palesemente finto -Stavamo
aiutando il nostro
amico, è svenuto-.
Non crederà mica ad una sciocchezza simile!
-In effetti, non ha una bella cera…-
Mentre Potter discuteva con la Pince, Black mi prese per il colletto
della
camicia.
-Mai sottovalutarci, Moccy- mi alitò mentre fingeva di
aiutarmi -Ah, questo lo
prendiamo noi-.
Mi sfilò il foglio di pergamena da mano, mentre il suo
compagno tornava da noi,
la bacchetta tesa contro di me. La Pince non c’era.
-E ora- disse in tono piatto -vediamo di ringraziare il caro Moccy per
lo scherzetto
dell’altro giorno …-
Buona domenica
ragazzi! Passato buon primo maggio? A me è stato decisamente
noioso, sì. Ormai passo tutto il mio tempo chiusa in camera
a scrivere ._. Tra poco diventerò verdognola come Sev, e vi
assicuro che già da me sono pallida come un vampiro. Ma
questo non c'entra nulla col capitolo u.u
MuAhAuAh, il caro
Potty ha fatto un bell'atterraggio, ma come al solito lui e il suo
amichetto Black non potevano passarci sopra, già... Non
preoccuparti Sev, se vuoi ti curo io *W* (Sto di nuovo delirando,
perdonatemi)
Passo ai
ringraziamenti che forse è meglio XD
Giulia: mi spiace
che la pensi così, forse in quel capitolo ho un po'
sbagliato, infatti in questa FF vedremo Lily sempre dalla parte di Sev,
don't worry ;) Del suo rapporto con Potter sinceramente mi
interessa poco e niente u.u Grazie perchè mi commenti sempre
<3
Inoltre un
ringraziamento a chi mi ha tra i preferiti, i ricordati e i seguiti! Vi
stimo ragazzi <3
Alla prossima!
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Capitolo 18 *** 20 e 23 marzo. ***
20 marzo.
Ancora
in infermeria. Lily si sta anche stancando
i portarmi i compiti, così quando chiedo ad Avery e Mulciber
di portarmi un
libro dalla biblioteca sono così impegnati a parlare delle
novità da non darmi
nemmeno ascolto.
Il tempo fuori è cambiato, riesco persino a vedere i raggi
di sole che filtrano
nella stanza dalle finestre dell’infermeria. Se solo girassi
la testa potrei
ammirare lo spettacolo, ma dato che non ho mai amato le giornate
soleggiate me
ne sto a letto, quando invece potrei uscire fuori a raccogliere le
prime erbe,
che sono sempre ottime per pozioni ed antidoti.
Ma mi tocca stare qui, e chi sa ancora per quanto. La Chips
è così puntigliosa
che mi sono anche annoiato di chiederle il permesso di alzarmi. Se solo
si
decidessero a portarmi quei manuali! Devo assolutamente finire quel
tema...
Quando parlo a Lily di ciò che è accaduto mi
guarda con sguardo eloquente, come
per rimproverarmi. Oltre alle ramanzine di Madama Chips devo sorbirmi
anche le
sue. Però la vedo scuotere la testa, decisamente contrariata
dal comportamento di Potter e Black. Mi fa molto piacere avere almeno
lei dalla mia parte, mi consola.
Spero solo di uscire presto dato che restare qui mi farà
diventare pazzo. E senza
nulla da fare non è certo facile evitare di pensare a quanto
successo. Mi è
tornata la sensibilità al sedere soltanto adesso...
23 marzo.
Finalmente
oggi
sono libero di andarmene da qui. Iniziavo
a temere che
Madama Chips non mi avrebbe più fatto uscire! Nella tarda
mattinata è arrivata
con una tazza di thè e qualche biscotto annunciandomi la
fine della mia
convalescenza. E' una donna davvero sospettosa, mi ha ancora chiesto
come mi
sono procurato una quasi frattura... le ho spiegato per la centesima
volta che
sono inciampato nel mantello scivolando per le scale. Non ho detto
nulla di
Potter e Black. Peggiorerei la mia situazione e io voglio che nessuno
possa
sospettare di me quando gliela farò pagare a quei due
Grifondoro.
Però poteva anche lasciarmi andare prima. Che senso ha farmi
rimanere quando
ero già guarito? Non ho potuto consegnare di persona il tema
di Pozioni, l’ha
fatto Lily per me stamani, e quando Lumacorno è venuto a
farmi visita era
davvero preoccupato. Io sono rimasto stupito da tante attenzioni, e lui
ha
risposto che non voleva perdere uno dei suoi migliori Pozionisti. Sono
sbalordito sempre di più. L’aria intorno a me, e
non solo, sta cambiando alla
grande.
A proposito di temi, immagino che Potter e Black abbiano scopiazzato
alla
grande dal mio. Sono proprio curioso di sapere i risultati dei loro
compiti.
Questo pomeriggio quando sono uscito dall’infermeria,
accompagnato da Lily, ho
trovato ad attendermi uno spettacolo a dir poco sbalorditivo: per i
corridoi
migliaia di studenti erano a testa in giù, come aggrappati
da catene invisibili
per le caviglie…
-Il tuo incantesimo è popolare- mi spiegò Lily
mentre
raggiungevamo la Sala Grande per la cena -Ha molto successo-
-Successo…- ripetei. Non poteva essere vero. Mai in vita mia
era
successo che qualunque cosa fatta da me avesse importanza per gli
altri.
A cena Potter se ne stava col broncio al suo tavolo. Sorrisi
soddisfatto mentre
i miei compagni mi davano il bentornato.
La cena fu buonissima, oppure era l’atmosfera allegra che
regnava intorno a me
e che in un certo senso mi aveva contagiato. O forse era la certezza
che nulla
era impossibile, se ero riuscito ad inventare un incantesimo ormai
popolare in
tutta Hogwarts. Forse, un giorno tutti avrebbero capito chi si nasconde
sotto
questi capelli neri e il viso giallastro…
Buon pomeriggio
ragazzi!!
Convenevoli a
parte, dite che lo sto facendo troppo cattivello? *o* Mmm,
secondo me è perchè si è stancato dei
continui giochetti dei Malandrini, ma forse sto facendo troppo
"malandrini" anche loro!XD
Rossy: amore,
grazie<3
Circe:
massì, li considera suoi amici, ma poi più in
là si renderà conto che non sono persone troppo
affidabili...
Giulia:
sìsì, la penso proprio così :D
A presto ragazzi!
|
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Capitolo 19 *** 15 aprile. ***
15 aprile.
La
mattina era sempre il momento meno amato della giornata. Professori ed
alunni
avevano facce cadaveriche per il poco sonno fatto di notte, intenti a
correggere
compiti o a finirli. Se ne stavamo tutti con i musi lunghi e le
occhiaie
violacee a guardare l’abbondante colazione, senza avere
neppure la forza di
impugnare la forchetta e addentare le uova cucinate dagli Elfi. Di
solito
eravamo noi alunni del quinto e quelli del settimo che dormivano a
colazione,
svegliati solo quando il tintinnio delle posate caduteci da mano
annunciava che
non era tempo di ronfare.
Ma se noi stavamo così, i professori erano messi ancora
peggio. Si poteva
vedere il piccolo professor Vitious scomparire sotto al tavolo,
scivolando
sulla sedia dalla stanchezza. Oppure la McGranitt, con i suoi capelli
sempre
raccolti in un ordinato chignon, ora svolazzanti ed arruffati. Il
professor
Lumacorno invece era sempre il più pimpante, e come
d’abitudine andava di
tavolo in tavolo per salutare i suoi alunni prediletti.
Fossi in lui, mi rinchiuderei in una segreta. A volte proprio non
riesco a
capacitarmi come faccia ad avere così tanta pazienza.
Leggere quelle
mostruosità che scrivono i suoi alunni… mi
verrebbe da gettare le pergamene in
un Distillato della Morte, e senza il “Vivente”!
Comunque, lo spettacolo che si ripeteva ogni mattina era davvero
deprimente,
soprattutto se ti aspettavano due ore da passare sulla Torre Nord a
guardare
nelle sfere di cristallo o vedere se le linee della tua mano sono
abbastanza
lunghe o no.
-Almeno domani c’è la gita ad Hogsmeade- disse
Avery, come per tirarci su di morale,
-Sei dei nostri, Severus?-
Brontolai qualcosa di incomprensibile, non sapendo cosa rispondere.
Forse mi
avrebbe fatto bene metter fuori la testa per un po’, ma allo
stesso tempo
potevo sfruttare la giornata libera per avvantaggiarmi con i compiti,
come
avrebbero dovuto fare loro.
Così dopo la colazione ci dirigemmo nella soffocante aula di
Divinazione.
Soffocante anche in inverno, e adesso che era primavera non aiutava.
L’aula era
sempre disposta nella penombra, con piccoli tavolini talvolta coperti
di
candele o sfere di cristallo. Ma quel giorno erano vuoti, e la voce
velata
della professoressa annunciò che, a malincuore di tutti,
c’era lezione.
-Buongiorno ragazzi- recitò agitando lo scialle -Oggi
parleremo di come
interpretare la disposizione dei pianeti. Prendete le vostre
pergamene…-
La lezione fu più noiosa del previsto, e persino Lily,
qualche tavolo più in
là, scriveva sulla pergamena tenendosi la testa sulla mano
per non farla
crollare sul tavolo. La situazione da me non era delle migliori:
Mulciber ormai
ronfava beatamente, mentre Avery ogni tanto lo picchiava avvertendolo
dell’avvicinarsi della professoressa. Intanto il profumo
delle candele
aumentava il sonno, e mi sarei addormentato anche io se la
professoressa non si
fosse avvicinata con aria perplessa al tavolo dove Potter e Black
dormicchiavano indisturbati.
La prof li svegliò sbattendo le mani e li guardò
con un cipiglio alzato.
-Forse i signori sono troppo ingenui da constatare che la mappa del
nostro
Potter non porta niente di buono, oppure molto sciocchi!-
Potter afferrò la mappa in cerca di qualcosa di negativo,
poi guardò il suo
compagno, come se potesse ricavare la risposta dal suo volto, ma Black
alzò le
spalle.
-Vede, signor Potter, ha Saturno contro!- spiegò la
professoressa, con fare
impaziente.
-Quindi?- chiese James.
-Quindi… domani farà un bel bagno, Potter-
concluse la professoressa,
liquidandolo con uno svolazzare di scialle, lasciando Potter
estremamente
perplesso… mentre io avevo già macchinato tutto.
Si, sarei andato ad Hogsmeade.
La mattina seguente fu molto più diversa della precedente:
gli studenti erano
pimpanti ed esultati di passare una giornata di svago, avendo passato
una
tranquilla notte, sapendo che il giorno successivo non avrebbero
studiato.
Ci avviammo con i permessi firmati da Gazza, che controllava e ci
guardava male
ogni volta che ci lasciava passare. Forse sperava che qualcuno potesse
rimanere
con lui dopo aver scoperto qualche permesso falsificato. Per sua
sfortuna,
però, nessuno degli studenti aveva imbrogliato e
tornò a brontolare con la sua
gatta.
Hogsmeade era sempre la stessa. Mi chiedevo cosa ci fosse di divertente
nel
visitare sempre lo stesso posto ormai da due anni. Non sarebbe stato
meglio
rimanere nel castello a studiare?
Per quella volta non avrei risposto da secchione, in verità.
Il mezzo piano che
avevo in mente per vendicarmi nuovamente era semplice ma efficace.
Bastava solo
non perdere di vista Potter e combriccola senza farmi vedere.
Mi chiusi nel mantello, benché fosse pieno aprile e le
giornate fossero un po’
più calde, e liquidai in fretta Mulciber. Volevo essere solo
quando avrei
agito, quindi mi allontanai in fretta. Da lontano lo scorgevo ancora,
intento a
guardarsi intorno grattandosi il mento. Mi spiace, caro Mulciber, ma
non mi
troverai fino a tardi.
Seguire i Malandrini non era tanto facile: si fermavano ad ogni bar o
negozio
possibile ed io con loro ero costretto ad aspettare il momento giusto.
Diverse volte mi sorpresero quel pomeriggio:
-Mocciosus!- disse Potter vedendomi entrare in Mielandia dietro di
loro.
Lo guardai pieno di disprezzo.
-Ehi, ehi, un momento! Moccy, vuoi provare le caramelle al gusto di
unto?- mi
schernì Black dopo essere spuntato da una grossa busta di
dolciumi.
-Ma no, Sirius- rispose Potter -Tanto il nostro caro Mocciosus ci
è abituato.
Perché non gli facciamo provare una al gusto di vomito?-
-O magari alle caccole…-
-Un giorno dovremmo provare con i Pallini Acidi… se non
sbaglio ne abbiamo una
bella scorta, vero Felpato?-
-Sicuro- disse Black -Ma ti accontenti solo di trasformargli la lingua
in un
colabrodo?-
Potter sorrise. -Non ho detto che voglio ficcarglieli in
bocca…-
Il volto di Black si illuminò di una luce malvagia, degna di
un Serpeverde.
Lupin, che fino a quel momento non aveva detto niente, fece un passo
avanti e
guardò supplichevoli i suoi amici.
-Ragazzi, vi prego, non fate idiozie!-
Ma i due imbecilli lo scostarono con la mano e si avvicinarono a me.
Dalle
sacche dei pantaloni presero una decina di quelli che sembravano
pallini acidi.
Sbarrai gli occhi e mi feci strada tra la folla per uscire da quel
luogo. Mi
sentii qualcosa alle spalle, come dei sassolini lanciatimi sulla
schiena. Ne
presi uno al volo: per fortuna erano solo caramelle tutti i gusti +1,
tutte di
orripilanti colori tra il marrone e il verdastro.
Quindi addio piano A. Ma c’era sempre quello di
riserva…
Arrivarono finalmente dove li stavo aspettando, nascosto dietro ad un
cespuglio, in agguato. Da lì si vedeva bene la Stamberga
Strillante, le cui
continue urla venivano attribuite a spiriti maligni che si aggiravano
lì
dentro, come incatenati. Ma io la sapevo ben più lunga, e
con un brivido
scacciai quei ricordi dalla mia mente.
Si erano fermati alla staccionata e guardavano la vecchia Stamberga.
-Ah, Lunastorta, come farai una volta terminati gli anni qui?- chiese
il
tarchiato Minus, forse troppo ignorante per arrivare da solo ad una
soluzione.
Lupin fece una smorfia. -Credo mi rifugerò in qualche bosco
o foresta,
d’altronde è lì che sono destinato a
stare…-
-Remus, basta- disse Potter, in un tono che non ammetteva repliche. Era
tutt’altro che sfrontato quando stava con i suoi amici. Con
loro era quasi
gentile, -Sai che tu hai il diritto di vivere civilmente. Tu sei
destinato ad
avere una vita felice!-. E detto ciò gli diede una pacca
sulla spalla.
-Non temere- aggiunse poi Black -Noi siamo con te-.
Sentii una fitta allo stomaco, proprio all’altezza del cuore.
Che fosse rabbia,
dolore o semplice gelosia, non sapevo spiegarlo. Sta di fatto che,
qualunque
cosa sia, mi fece gettare a terra il fango che avevo preso per
lanciarlo a
Potter. Restai a guardare quella marmaglia marrone a terra mentre la
cosa mi
distruggeva. Perché io non avevo degli amici come loro, non
avevo qualcuno che
mi consolava con una pacca sulla spalla quando Potter e Black mi
prendevano in
giro. Avevo solo Lily, ma non potevo pretendere che si dedicasse
completamente
a me come i quattro Malandrini facevano tra di loro.
Guardai di nuovo per terra e mi trascinai via in silenzio. Non pioveva,
ma
quanto mi sarebbe piaciuto sentire le gocce di pioggia rigarmi il
volto. Invece
niente, solo urla di divertimento, parole dette agli amici.
In giro non si vedevano Mulciber e gli altri, forse erano a combinare
casini.
Chi sa se loro ci ragionavano mai, su queste cose. Forse non ne avevano
nemmeno
bisogno, o semplicemente erano troppo superficiali per pensarci su.
Lily mi
diceva sempre che ero ancora in tempo, che dovevo smetterla di
dedicarmi alle
Arti Oscure. Forse aveva ragione, forse avrei fatto la stessa loro
fine.
Entrai alla Testa di Porco, che avevo raggiunto senza nemmeno
accorgermene. Il
campanello della porta tintinnò annunciando la mia presenza,
ma nessuno se ne
accorse. L’aria dentro era tanto accogliente,
l’odore di burrobirra calda si
sentiva fin da fuori e il chiacchiericcio della sala era fitto. Mi
sedetti ad
uno dei rari tavoli vuoti e rimasi a fissare col broncio il legno.
Quando la
giovane cameriera venne per prendere l’ordinazione, scossi il
capo e fissai la porta
da cui era appena entrata Lily, insieme con le sue amiche. Appena mi
vide le
lasciò e si sedette di fronte a me.
-Credevo che fossi entusiasta di questa gita, almeno oggi!- mi disse
guardandomi.
Alzai le spalle e feci una smorfia. Lei esitò, sembrava che
volesse istaurare
una conversazione, ma io davvero non ne avevo voglia.
-Allora… non prendi nulla?- mi chiese e senza darmi il tempo
di rispondere
agitò le mani per chiamare la cameriera, che qualche tavolo
più in là stava
servendo quattro ragazzi dall’aria fin troppo
familiare…
Potter e compagnia se ne stavano a parlare e a scherzare tra loro.
Alzai le
sopracciglia e il mio umore sembrò migliorare vedendo Black
che portava il suo
bicchiere alla bocca, mentre quello del suo amico era ancora
pieno…
-Severus, tu cosa prendi?-, mi chiamò Lily. Ma ero troppo
eccitato per
sentirla, così mi alzai e la lasciai con un -Torno subito-.
Trovai il nascondiglio perfetto dietro la scalinata di legno che
portava al
piano superiore. Era così facile, non si erano accorti
nemmeno della mia
presenza, altrimenti si sarebbero divertiti ancora un po’.
Puntai la bacchetta contro il bicchiere di Potter. Agitare,
colpire… Wingardium
Leviosa!. Il bicchiere si alzò sulla testa di
Potter e rovesciò la bevanda
fumante sulla sua testa quando lasciai la mira. Bagnato fradicio, si
girò in
tondo per avvistare il colpevole, mentre io me ne stavo al sicuro con
un ghigno
divertito. Convenni che era meglio non uscire allo scoperto in quel
momento,
quindi stetti lì per un po’.
Mi ero vendicato di nuovo, ma di cosa precisamente non sapevo. Forse
per il
tema di pozioni –a cui ovviamente aveva preso una E- o il
semplice fatto che
provavo la solita invidia per lui. Per essere il grande campione di
Quidditch,
per essere il ragazzo più popolare di Hogwarts, o per il
nuovo motivo che si
era aggiunto alla nuova lista? Lui era amato dai
propri amici.
Tornato a posto bevvi la mia Burrobirra con l’umore depresso
di prima, quella
sottospecie di vendetta insensata non mi aveva per nulla giovato. Ero
proprio
infantile, a volte.
Afferrai il bicchiere e lo guardai.
Da solo brindai all’amicizia, quella che non avrei mai
vissuto.
Buona sera ragazzi!!
Vedo che ho messo
curiosità tra voi XDD In realtà non ho pensato a
qualcosa di particolare, non avevo molta inventiva, lo ammetto u.u
Giulia tranquilla, non l'hanno picchiato altrimenti ti
assicuro che Harry Potter non sarebbe mai nato XDD
Ciao ZataSev! Mi fa
piacere che tu abbia commentato! ^^
Rossy, amore, hai
ragione, ma come ho detto prima era una delle mie solite crisi da
pagina bianca, quella che ho praticamente adesso ._. Spero vivamente
che domani nel compito di italiano riesca a scrivere qualcosa di
decente.
Amen ragazzi,
pregate per me XD
Che Severus mi
aiuti! *-*
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Capitolo 20 *** 23 aprile. ***
23 aprile.
-Mi spieghi perché hai bagnato Potter con la Burrobirra,
alla Testa di Porco?-
chiese accigliata Lily.
-Te l’ho detto- bofonchiai -e ripetuto centinaia di volte-
-Non capisco ancora il perché- insistette lei.
-Volevo soltanto vend… fargliela pagare per lo scherzetto in
biblioteca- dissi
senza guardarla -E per il tema di pozioni-
-Ma dovresti saperlo ormai che con la vendetta non risolvi nulla!-
esclamò Lily
indignata -Adesso questa vostra guerra all’ultima vendetta
continuerà all’infinito!
E se finisce male…-
-Va bene, va bene- tagliai corto -Lascia perdere-
Erano i primi giorni delle vacanze di Pasqua e come
d’abitudine io e Lily ci
dedicammo alla stesura del programma di ripasso in biblioteca. La
lasciai fare
con piacere, anche se le occhiatacce della Pince non bastavano a farla
distrarre dal rimproverarmi. Era comunque più semplice che
stare nel parco,
dove aveva tutta la libertà di esprimere le sue opinioni ad
alta voce. Così
coglievo sempre l’occasione per portarla in biblioteca con la
scusa che
dovevamo studiare per i G.U.F.O., nonostante fossimo già ben
preparati. Lei
ovviamente non poteva rifiutare e così ci rintanavamo
lì ogni giorno. Lily non
faceva che ripetere -Per tutte le doppie punte della barba di Merlino!-
e stava
contagiando anche me con la barba del mago.
-Come mai sei tanto spaventata?- domandai posando la piuma e
stiracchiandomi le
dita delle mani. Se avessi continuato così non le avrei
più usate.
-Be’, per molteplici motivi- rispose Lily -Gli esami sono
difficili, se poi ci
metti anche la paura di sbagliare e l’ansia emanata dai
professori…-
La lasciai parlare. Quando attaccava i suoi discorsi non dovevo fare
altro che
annuire e dire -Si, certo- oppure -Terribile!-. Io a sua differenza non
ero
affatto preoccupato, o almeno vivevo nella convinzione che mancavano
ancora
giorni agli esami. Ma almeno non perdevo la cognizione del tempo come
succedeva
a Mulciber. Quando ieri gli dissi che mancavano solo cinque o sei
settimane ai
G.U.F.O. era rimasto sbigottito, così oltre che a fare i
miei compiti dovevo
occuparmi anche di creargli un decente orario di studio. Lily faceva lo
stesso
con le sue amiche, quindi c’era un motivo in più
per recarsi in biblioteca.
Quel giorno avevamo lasciato perdere i nostri compiti infatti, ma non
credo che
qualcuno fosse più preparato di noi. Lily si faceva prendere
troppo dall’ansia.
-… e di certo le domande non saranno facili come quelle dei
compiti
giornalieri… un momento! Stai cercando di farmi cambiare
discorso!-
Chiuse in un botto la copia di Teoria della Magia Difensiva per
riaprire la
discussione su Potter. Ma dal libro spuntò fuori un foglio
bianco, quello in
cui si avvisava che le date della riunione per l’orientamento
professionale
erano state fissate.
Come per sottolineare la vicinanza degli esami, quella mattina a
colazione
erano stati distribuiti ad ogni tavolo quei fogli:
ORIENTAMENTO PROFESSIONALE DURANTE LA PRIMA SETTIMANA DEL
TRIMESTRE ESTIVO,
TUTTI GLI STUDENTI DEL QUINTO ANNO SOSTERRANNO UN BREVE COLLOQUIO COL
DIRETTORE
DELLA PROPRIA CASA PER DISCUTERE DELLA LORO FUTURA PROFESSIONE.
DI SEGUITO SONO ELENCATI GLI ORARI DEGLI APPUNTAMENTI INDIVIDUALI.
Secondo il mio orario avrei dovuto incontrare il professor
Lumacorno quel
venerdì alle dodici e mezza, quindi perdere gran parte della
lezione di Storia
della Magia.
Colsi al volo l’occasione per distrarla.
-Tu quando hai la riunione?- le chiesi porgendole il foglio che le era
caduto.
-Questo mercoledì- rispose lei afferrando il foglio su cui
era segnato il suo
orario -Che perdita di tempo. Sai quanti di noi faranno quello che
vogliono?-
-Pochi?-
-Be’, si! Hanno tutti buoni propositi, ma dove vanno a finire
i buoni
propositi?-
-Nel nulla?-
-Esatto!-
Scoppiammo a ridere e tornammo al nostro lavoro…
-Ma… non mi hai lasciato nemmeno un giorno libero!- si
lagnò Mulciber.
Afferrò il foglio di Avery che stava ancora avidamente
leggendo. Glielo lasciò
con un’occhiataccia. Mulciber lo studiò e poi
parve sforzarsi troppo per
sommare le ore di studio che avevo preparato loro.
-E perché a lui sono di meno?-
-Perché hai bisogno di una bella lezione di Aritmanzia!-
esclamai esasperato -Le
ore di studio sono uguali per entrambi-.
Era tutto il pomeriggio che si lagnava, a differenza di Avery che lo
faceva in
silenzio. E menomale! Non avrei voluto immaginare nemmeno quante
maledizioni mi
avrebbe lanciato mentalmente. Ma se quei due non avevano intenzione di
studiare
fatti loro, non potevo passare l’esame mandando foglietti con
le risposte…
-Io proprio non capisco- dichiarò infine Mulciber.
Lo fissai allibito, come se avesse espresso il desiderio di diventare
una
modella. Avrei voluto lanciargli un Sectumsempra, ma non era affatto
prudente
dissanguare qualcuno in dormitorio.
-Insomma, a che ci serve studiare? Non credo che a Tu-Sai-Chi interessi
quanti
G.U.F.O. abbiamo preso- disse mentre gettava l’orario che gli
avevo preparato -Dovresti
dedicarti ad altro anche tu, Severus-.
Se ne andò dal dormitorio sbattendo la porta. Avery
alzò le spalle e si chiuse
in bagno, lasciandomi solo davanti alla marmaglia di libri sparsi sul
mio
letto. Quei tomi polverosi e vecchi che tanto mi affascinavano mi
sarebbero
serviti a qualcosa oppure era inutile continuare a studiare, come
diceva
Mulciber? Se il destino esisteva davvero, e se il mio era quello di
finire per
diventare un Mangiamorte, a che mi sarebbe servito imparare quante code
di topo
ci vogliono nelle pozioni?
Era una mattina soleggiata quella di venerdì. Il sole
filtrava imponente ed
inquietante dalle enormi finestre gotiche del castello, illuminando le
vaste
aule di Hogwarts. Gli uccelli e la Foreste Proibita erano come un
ciondolo
incantatore per gli studenti che quel mattino prendevano appunti
–o almeno così
facevano sembrare- nell’ora di Storia della Magia. Tutti se
ne stavano con le
mani tra i capelli nell’intento di scostarseli dalla fronte
bagnata di sudore
già così presto, con lo sguardo perso nel vuoto
della fitta vegetazione del
parco.
Solo qualcuno prendeva appunti ferocemente, imprecando contro il
professor Ruf
che se ne infischiava della situazione dei suoi studenti. Facile per
lui,
essendo un fantasma non soffriva ne il caldo e ne il freddo, o la fame
o
qualcos’altro. Tutti dicevano che era sconveniente, ma
secondo altri era un bel
modo per restare sulla terra.
Ma io avevo altri pensieri per la testa e me ne infischiavo di quanto
potesse
essere interessante diventare un fantasma.
Erano appena ricominciate le lezioni dopo le vacanze pasquali, e quel
giorno
era il mio turno per l’incontro con Lumacorno, per
l’orientamento
professionale.
Cercare di concentrarsi era impossibile con quel caldo. Ed era solo
aprile!
Immaginai già il giorno degli esami, a maggio, con il sole
che batte alle
finestre pronto a dare una mano all’ansia per farci
praticamente svenire.
L’orologio alla parete segnò le dodici e un
quarto, ma non avrei mai desiderato
tanto come in quel momento che il tempo volasse.
Il ticchettio della penna che batteva sul banco dietro di me scandiva i
secondi. Odiavo quel rumore. Perché nessuno si limitava a
seguire?
Lanciai uno sguardo tra il supplichevole e il nervoso al ragazzo
Tassorosso che
giocherellava con la penna. Cessò subito di ticchettare, ma
nello stesso istante
cominciò a farlo qualcun altro più in
là. Strinsi i pugni e arricciai il naso.
L’orologio sembrava essersi immobilizzato, e forse la penna
aveva preso il
posto delle lancette dell’orologio.
Guardai anche io la finestra cercando un modo per distrarmi. Ma quel
giorno il
cielo era privo di nuvole, semplicemente limpido e azzurro, uniforme.
Nessun
filo di fumo con cui avrei provato, anche se per la prima volta in vita
mia, ad
immaginarmi delle forme. Che cosa stupida. Scossi la testa e
scarabocchiai sul
quaderno. Avrei dovuto prendere appunti, ma non serviva a molto dato
che poco
dopo avrei dovuto lasciare la lezione.
Finalmente l’orologio segnò le dodici e
venticinque, e il gruppo di ragazzi che
aveva la riunione si affrettò ad uscire dall’aula.
Il corridoio era molto più
arioso, benché il sole battesse lo stesso. I Serpeverde e i
Tassorosso
intrapresero strade differenti ignorandosi a vicenda.
Lo studio di Lumacorno era nei sotterranei, ma tutti sapevano che lo
odiava con
tutto il cuore.
Mi appoggiai al muro nell’attesa del mio nome.
Sia Avery che Mulciber avevano tenuto prima di me la riunione. Avery si
era
inventato la balla del Ministero, qualche lavoretto nei diversi
dipartimenti.
Abbastanza convincente, dovevo ammetterlo. Avery era a posto, per la
maggior
parte silenzioso, acido e puntiglioso quasi più di Madama
Chips, aveva eseguito
con cura il mio programma di studio. Il perfetto contrario di Mulciber,
sempre
irrequieto, praticamente dipendente dalla violenza. Non mi stupisco che
avesse
l’intenzione di frequentare Durmstrang.
-Piton, Severus!-
Sembrò di essere tornati quattro anni dietro, ai tempi dello
smistamento. Mi
feci avanti e varcai la soglia della porta. La stanza, pur se piccola,
era
ariosa e ricca di pozioni e pozioncine. Gli scaffali erano pieni di
ampolle con
vivaci liquidi colorati.
-Aha! Bene bene, caro ragazzo- disse Lumacorno invitandomi a sedere con
un
gesto della mano.
-Immagino di sapere già tutto- continuò -Hai
ancora l’ambizione di diventare
insegnante?-
-Certo- dissi semplicemente. Più in fretta avrei finito,
più presto sarebbe
finita quella scocciatura.
-Immagino non ci sia niente di più da dire-
dichiarò sollevato, e non sapeva
quanto lo fossi io più di lui. Prese un opuscolo e lo
sfogliò pigramente.
-Deve prendere il massimo dei voti in alcune materie. Si richiede
un’ottima
preparazione in Trasfigurazione, Incantesimi, Pozioni…-
-Ci sarà anche Difesa contro le Arti Oscure, vero?-
-Certo, certo…-
Un tonfo dietro alle mie spalle fece voltare di scatto me e Lumacorno,
e Gazza entrò
ansimante nello studio.
-Professore, ho sorpreso degli alunni a rubare nelle sue
scorte…-
-Ah, questi giovani!- si lamentò Lumacorno, alzandosi dalla
sedia troppo
piccola per lui. -Be’, abbiamo finito qui, Piton- aggiunse
poi in fretta ed
uscì dallo studio.
Sgattaiolai fuori dall’ufficio e andai a pranzo.
-…e comunque non ho nessuna intenzione di frequentare
Trasfigurazione l’anno
prossimo…ah, Piton!- disse Mulciber, interrompendo quella
che sembrava essere
un’animata discussione con Avery -L’orientamento?-
Alzai le spalle –Umpf-
-Che balla ti sei inventato?-
-Scusa?- chiesi confuso.
-La bugia, insomma. Non avrai detto di voler essere Mangiamorte!-
-Io… no, certo che no…-
Il nodo alla gola sembrò moltiplicarsi e mi limitai a
fissare il piatto
riccamente pieno di squisitezze. Le ondate di agitazione da cui prima
ero
appena sfuggito mi si infrangevano addosso e mi trascinavano nella
paura.
Trangugiai un morso per non urlare.
Ciao ragazzi!!
Ci avviciniamo
alla fine, volevo dirvelo, così non mi linciate quando vi
ritroverete la scritto "Ultimo capitolo"!
Manca davvero
poco, eppure siamo nel bello della storia ;)
Che dire, Severus
sta capendo che forse diventare un Mangiamorte non è proprio
una delle sue grandi ambizioni, ma purtroppo come sappiamo dalla storia
di zia Row si lascerà convincere...
Passo alle
recensioni.
Giulia: anche a
me fa un po' pena il caro Sev, ogni qualvolta che ripenso alla sua
storia mi viene un vuoto allo stomaco... quante sofferenze, povero...
Sai, probabilmente non si nota molto l'amore che prova per Lily
perchè io sono davvero penosa nello scrivere le parti un po'
più sentimentali e romantiche! Ti dirò che sto
scrivendo una storia (che tra poco pubblicherò nelle
Originali, penso) e la parte romantica tra i due innamorati l'ha dovuta
scrivere una mia amica, perchè io ho proprio questo blocco
XD A volte mi sento un'insensibile ç_ç
Rossy: infatti,
Sev non si sente affatto meglio, anche se ho goduto troppo quando ho
scritto la parte della buttobirra...muahauha!XD Comunque,
sì, tutti i maschi sono dei bambini
è_é
Alla prossima
ragazzi!
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Capitolo 21 *** 28 aprile ***
28 aprile.
-Guarda qui!-
Lily mi sventolò la Gazzetta del Profeta davanti al naso per
poi sbatterlo con
foga sulla tavolata dei Serpeverde, fregandosene degli sguardi
infastiditi dei
miei compagni di casata. Tanto, ormai, quasi tutti gli studenti
sedevano dove
volevano, impegnati ad augurare buona fortuna ai compagni che quel
giorno
avevano la partita di Quidditch: Grifondoro contro Tassorosso.
Afferrai il giornale e lessi l’articolo in prima pagina: NUOVA
AGGRESSIONE
AI BABBANI DA PARTE DEI MANGIAMORTE; TEMPI OSCURI SI
AVVICINANO…
-Quindi?-
-Quindi?- sibilò tra i denti, riprendendosi il giornale
-Dico, sai leggere o no?-
Scosse la testa e lo aprì.
-La scorsa notte una famiglia di Babbani è stata
trovata senza vita in un
appartamento di Londra. Non c’erano segni di violenza sui
corpi e tutto fa
supporre che fosse opera di Mangiamorte. La famiglia era composta da
genitori
ed una neonata. La primogenita frequenta attualmente il quinto anno ad
Hogwarts-
Lily aveva letto tutto d’un soffio, ma non riuscivo a capire
cosa la turbasse:
di queste notizie se ne sentivano tutti i giorni.
-Erano i familiari di Mary-.
Riuscii a sentire il suo sussurro nonostante la baraonda della sala.
Mary, la
ragazza che aveva rischiato di morire a causa di un mio capriccio, un
capriccio
infantile, un incantesimo pericoloso, adesso aveva perso una famiglia.
-Mi spiace- fu l’unica cosa che riuscii a dire.
Lei scosse la testa, gli occhi lucidi. Sapevo che era come se stesse
piangendo,
ma Lily Evans non piange.
-No, non è vero. Perché se ti dispiacesse
davvero, non avresti il desiderio di
diventare un assassino-
Le sue parole mi trafissero come cento pugnali in un solo colpo. Era
questo che
mi riteneva? Un futuro assassino? Un mostro, che si diverte a
distruggere vite
e famiglie?
-Io non sono come loro- le dissi per la millesima volta.
-Lo spero- sbottò -Perché se continui
così lo diventerai presto-
-No, non voglio diventarlo-
Le parole mi uscirono spontanee, senza nemmeno accorgermi che Avery ci
stava
sentendo, senza curarmi della faccia basita di Lily, e a cosa serviva
negarle?
No, questa volta sarei stato sincero, non avrei mentito per
l’ennesima volta.
Lily mi guardò e il suo umore sembrò calmarsi. Si
avvicinò e mi sussurrò
all’orecchio: -Lo sai che prima o poi dovrai trovarti a
scegliere, vero? Voglio
soltanto evitare che tu diventi quello che sai. Mi conosci, e sai che
non lo
tollero. A te la decisione-
Detto questo si alzò e mi lasciò la Gazzetta sul
tavolo, dove i Serpeverde la
scherzarono fingendosi sollevati, come a voler dire che la puzza di una
sporca
Mezzosangue era scomparsa. Lei li guardò senza tradire
sentimenti di offesa.
-Ora, se non ti spiace, vado da Mary- disse allontanandosi.
Tornai a guardarmi intorno, e quasi mi dimenticai di Avery che,
probabilemente,
aveva ascoltato dall’inizio alla fine.
-Quindi è vero, non sarai un Mangiamorte?- mi chiese.
Lo guardai con un misto di odio, rabbia, frustrazione. Ma che cosa
volevano
tutti da me?
-Oh, ma andate al diavolo!- urlai alzandomi.
Potevo definirmi non consapevole alle mie azioni: non sentii il mio
piatto
cadere a terra, o forse era soltanto la confusione della sala e della
mia
testa. Avevo i pensieri da tutt’altra parte, alle due strade
completamente
opposte che si aprivano davanti a me. Nessuna via di mezzo, nessuna
sfumatura,
solo bianco e nero, bene e male. Alle parole che avrei dovuto dire ad
Avery e
Mulciber per spiegare loro che non volevo, non desideravo seguire le
loro
strade.
A Lily che pensava che presto sarei diventato un assassino.
-Che cos’è questa grande cazzata?-,
ringhiò Mulciber in dormitorio.
-A quanto pare Piton ci molla- rispose semplicemente Avery.
-Ma come! E le Arti Oscure? E Tu-Sai-Chi?-
-Vi ho ripetuto che sono molto confuso in questo periodo!- sbottai
guardandoli
in cagnesco, -Lasciatemi perdere, va bene?-
Mulciber fece per parlare, la Avery lo fermò.
-D’accordo, ma sappi che la nostra è la strada
giusta. Non farti ingannare
dalla Mezzosangue. Solo con Tu-Sai-Chi raggiungeremo il potere, e lo
sai bene!-
Li guardai infilarsi sotto le coperte e spegnere la luce.
Io non riuscii a dormire. Mi spaventava dormire, sapendo che di sicuro
avrei
fatto un incubo, ma allo stesso tempo volevo staccare, uscire dalla
realtà.
Di conseguenza quella notte non dormii bene, e di nuovo mi ritrovai
diviso tra
due strade.
Ciao ragazzi!
Piccolo capitolo
sulle riflessioni di Severus, che ormai si accorge che non se la sente
di seguire Avery e Mulciber... tuttavia, sappiamo com'è
andata a finire!
Ripeto che stiamo
quasi alla fine, mancano tre capitoli contati!
Per chi fosse
interessato, ho aggiuto una storia nella categoria Originali >
Romantiche. Il titolo è "Impara l'arte e mettila da parte",
se qualcuno fosse interessato a leggerla mi farebbe piacere ^^
Giulia: grazie, se
mi servirà un aiuto per le questioni amorose non
esiterò a chiedertelo :)
Alla prossima belli!
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Capitolo 22 *** 16 giugno. ***
16 giugno.
La pozione era di uno schifosissimo giallo scuro, viscida da far salire
il
vomito. Altrettanto sgradevole era l’odore che emanava dal
calderone. Una
perfetta Pozione Polisucco.
L’aula di Pozioni era più silenziosa del solito, a
parte qualche sbuffo dai
calderoni o esplosioni da qualche incapace. Chi tormentava avido la sua
testa o
guardava in alto in cerca di una risposta dal cielo, chi armeggiava con
ingredienti, chi mescolava avidamente il contenuto del suo calderone, o
chi
invece, come Avery e Mulciber, se ne stava lì a cercare di
copiare o ascoltare
suggerimenti.
-Psss…Severus!- mi chiamò sussurrando Mulciber,
alle mie spalle, -Fa vedere…-.
Feci cadere di proposito l’ampolla in cui avrei messo la
pozione, mi abbassai
per prenderla facendo così controllare la pozione a Mulciber
e tornai su con un
mezzo sorrisino.
-Forza, voi. Consegnate- ci disse la professoressa che sostituiva
Lumacorno per
i G.U.F.O. Infilai un po’ di Pozione nella fiala e in fila ci
dirigemmo alla
cattedra per consegnarla alla professoressa.
Fuori dall’aula le chiacchiere cominciarono ad aumentare,
tutti chiedevano
all’altro cosa avessero conficcato i quei poveri
calderoni…
Sbadigliai alquanto annoiato: come avevo previsto, gli esami si erano
presentati come una stupidaggine, e Lily che si preoccupava tanto!
Si avvicinò a me, -Sev…- disse, tutta tremante,
-Era abbastanza facile, vero?
Credo di aver messo abbastanza Mosche, ma non sono sicura…-
-Dai, Lily, sarà andata benone- la rassicurai, mentre i
Grifondoro uscivano dal
sotterraneo e noi Serpeverde prendevamo la strada per dormitori.
Per quella giornata gli esami erano terminati, sia lo scritto che la
pratica di
Pozioni era a dir poco elementare, ma di certo non mancava chi voleva
imbrogliare. Quella mattina Mulciber era stato scoperto con una Piuma a
Risposta Automatica –forse rubata a Hogsmeade-, mentre ieri
ad Incantesimi
Avery aveva cercato di usare un Polsino Copiativo. Lunedì,
invece, l’incapace
di Minus si era spruzzato nell’occhio il succo di Bubotubero
durante la pratica
di Erbologia.
-Per fortuna vi mancano solo due esami- disse Rosier quella sera in
dormitorio,
cercando di consolare un Mulciber alquanto depresso perché i
professori gli
avevano confiscato tutte le Piume e gli Inchiostri Autocorrettivi, -Poi
potrete
passare l’estate a riposarvi-
-Tanto non solo l’estate- disse Mulciber, con fare pomposo,
-ma sempre. Non ho
intenzione di tornare ad Hogwarts-
-Non ti conviene, sai- rispose Avery -Se un giorno l’Oscuro
Signore dovesse
cadere, e noi saremmo sulla strada.. non è meglio trovarsi
un’occupazione?-
-Ti preoccupi troppo, amico- disse Mulciber stiracchiandosi e
sbadigliando
vistosamente.
-Secondo me ha ragione Avery. E poi che ti costa, dove andrai dopo? Non
penso
che noi altri lasceremo Hogwarts, e tu starai da solo. Dico bene,
Severus?-
Cacciai il muso dal libro di Trasfigurazione che facevo finta di
leggere per ripetere
per l’esame di domani.
-Credo di si…-
-Ti è passata la voglia di proteggere gli sporchi
Mezzosangue?- chiese
Mulciber.
-Anche io lo sono- risposi in tono di sfida.
-Si, ma non sei Babbano. E poi ci sono sempre le eccezioni-
Chiusi il libro con toga e mi alzai dalla poltrona, diretto nel
dormitorio. Quei
discorsi mi disgustavano.
-Dove vai?-
-A ripetere Trasfigurazione, cosa che dovreste fare anche voi. Non ho
alcuna
intenzione di passarvi biglietti per tutto l’esame-
E prima che mi chiudessi la porta alle spalle, vidi Avery scuotere la
testa e
Mulciber dire: -Ha avuto un bel lavaggio del cervello…-
Mi sedetti sul letto e cercai di capire qualcosa di quelle parole: le
lettere
mi scorrevano davanti senza che sapessi dare loro un senso, ancora
pensando al
discorso di quei tre.
Se sceglievo la strada del bene non avrei mai avuto
successo nella vita,
o almeno io paragonavo il successo alla pratica delle Arti Oscure.
Forse avevo
dei limiti mentali trasferitimi da Mulciber ed Avery. Be’,
c’erano riusciti, a
rimbambirmi. Però poi avrei avuto Lily…
Se invece avessi scelto le Arti Oscure, be’, avrei nuotato
nel potere… ma tutto
ha un prezzo, e quello che avrei pagato sarebbe stato la perdita di
Lily.
Potevo, però, farle cambiare idea? Cosa difficile, data la
sua ostinazione a
rifiutarle, ma tanto impossibile?
Spensi la luce e chiusi le tende del letto. Avrei avuto tutto il tempo
per
pensarci… o almeno così credevo.
Mi svegliai abbastanza presto quella mattina, o forse non chiusi
neanche
occhio: era abbastanza probabile che avessi scambiato le mie
fantasticherie sui
G.U.F.O. di Trasfigurazione come sogno, ma mi sentivo quasi riposato.
La luce
nel dormitorio era ancora di un verde abbastanza scuro,
perciò forse il sole
non era ancora spuntato. Dubitavo che fosse cattivo tempo,
l’estate era vicina…
Mi alzai dal letto grattandomi il mento. Nel dormitorio Avery era steso
a
pancia in su con il libro di Trasfigurazione sul petto che si alzava e
scendeva
in modo visibile: erano ancora tutti profondamente addormentati.
Approfittai dell’orario per recarmi a colazione e,
sbigottito, vi trovai già
alcuni alunni. Mi chiedevo se dormissero qualche volta…
-Molto bene. Trasformi questo porcospino in portapenne e può
andare-
Feci roteare la bacchetta e l’animale si
trasfigurò nell’oggetto.
-Perfetto, può andare!- disse il professore della
commissione.
Uscii dall’aula abbastanza soddisfatto: l’esame
pratico era andato bene, come
quello scritto, se solo non avessi confuso la formula per trasformare
il giglio
in uno specchio sarebbe stato perfetto. Ma per il resto era stato
facile.
Quella mattina Mulciber ed Avery erano arrivati tardi
all’esame scritto,
beccandosi una sgridata dalla professoressa.
-Ci scusi, è che abbiamo perso tempo ripetendo…-
si era giustificato Mulciber,
ma si vedeva dalla faccia che si era appena alzato. Infatti durante
l’esame
aveva persino scambiato la bacchetta per penna. Durante tutta
l’ora si era
impegnato a rompermi le pluffe chiedendo le risposte al test, e dopo
diversi no
categorici lo accontentai solo per disperazione. Avery, invece, aveva
trovato
posto dall’altra parte dell’aula…
-Uffa, però! Ho dovuto affrontare l’esame senza il
minimo aiuto!- si lagnò quella
sera a cena, giocando con il suo purè di patate
anziché mangiarlo.
-Non sei l’unico!- dissi divertito, gustando invece la cena.
-Vorrei avere il tuo ottimismo- s’inserì Mulciber
con un grugnito.
Alzai le spalle: lo trovavo del tutto naturale, e se questi erano
difficili,
immaginai i M.A.G.O.!
-Be’… dai, manca solamente un esame!-
L’idea parve rallegrare un po’ i due,
così quella sera andammo a dormire tardi
per goderci il finesettimana prima dell’ultimo esame.
Durante il sabato tentai di insegnare il gioco degli scacchi ad Avery e
Mulciber, ma mentre il primo non ci capì nulla, il secondo
si addormentò sul
tavolo. Ci stiracchiammo e giocammo fino a tardi, fin quando non ci
ritrovammo
la domenica sera seduti davanti al fuoco sulle comode poltrone della
sala. Il
fuoco scoppiettava allegro nel camino, dando un po’ di colore
a quella stanza
verdastra.
-Dite che sarà facile l’esame di domani?-
mormorò Avery assonnato.
-Si, no? Tanto Piton ci da una mano- rispose Mulciber tormentando la
sua piuma.
-Siii, certo- dissi in modo molto sarcastico. Sbadigliammo tutti e
decidemmo di
andare a letto.
Nel dormitorio ci chiudemmo nelle tende e prendemmo sonno, ma la strana
assenza
del russare di Mulciber mi fece capire che ancora non dormiva.
-Severus?- mi chiamò poco dopo.
-Mh?- borbottai.
-Hai scelto, no? Sei dei nostri-
Capii di cosa voleva parlare e mi rigirai nel letto, facendogli capire
che non
avevo intenzione di parlarne. Ma neanche dopo altro tempo il suo
russare non
venne.
-Ehi, Piton! Psss!-
-Su,su, silenzio!- squittì il professor Vitious, -Mancano
cinque minuti!-
Lasciai perdere le chiamate da Mulciber e ripassai le domande del
compito:
apparentemente avevo fatto tutto bene, ma con la fretta era naturale
sbagliarsi
e confondersi, no? Certo, sapeva tanto di Lily Evans, ma la prudenza
non era
mai troppa, e lo sapevo fin troppo bene.
-Giù le piume! Accio!- disse Vitious, cadendo sotto il peso
di tutti i compiti.
Alcuni alunni lo aiutarono ad alzarsi mentre tutta la sala si svuotava,
ogni
studente era intento a godersi l’aria aperta dopo lo scritto
di Difesa Contro
le Arti Oscure. Sgattaiolai fuori trascinato dalla massa, ancora
intento a
pensare alle domande del test. Ridacchiai ripensando alla domanda
dieci:
indicare gli aspetti che identificano un lupo mannaro. Chi sa, forse in
quella
domanda Minus avrebbe risposto in modo decente!
Mai avrei pensato che quell’aria avrebbe potuto rinfrescarmi
le idee, così
andai a sedermi al solito posto, all’ombra della quercia.
Sfogliai velocemente
il libro di Difesa, e con soddisfazione mi alzai poco dopo aver
controllato
tutte le risposte date: un Eccezionale era minimo.
-Tutto bene, Mocciosus?-
Sapevo cosa fare in quel caso: era troppo tempo che non mi sentivo
definire
così. Mi girai di scatto e puntai la bacchetta contro il
muso di Potter, ma mi
anticipò disarmandomi. Gli imbecilli scoppiarono in una
risata scema,
soprattutto quando Black mi immobilizzò. Insieme alle loro
risate si aggiunsero
quelli di altri studenti. Fantastico.
-Com’è andato l’esame, Mocciosus?-
-Lo tenevo d’occhio, aveva il naso incollato alla pergamena-
ghignò Black, -Con
tutto l’unto che ci avrà lasciato, non riusciranno
a leggere neanche una
parola!-
Altre risate di scherno. Cominciai a mandare loro imprecazioni anche se
non potevo
muovermi.
-Gratta e netta!- urlò Potter contro la mia bocca, dalla
quale cominciarono a
uscire bolle di sapone rosee. Soffocavo, stavo diventando blu.
-Lascialo stare!-
A parlare fu Lily, spuntata dal gruppo delle sue amiche, gli occhi
verdi chiusi
a fessura.
-Lascialo stare- ripetè disgustata, -Cosa ti ha fatto?-
-Be’, è il più il fatto che esiste, non
so se mi spiego…- disse Potter
passandosi una mano tra i capelli per scompigliarseli, mentre le risate
aumentavano.
Intanto Lily era riuscita a distrarlo, e i suoi incantesimi man mano
stavano
svanendo: mi liberai e strisciai a recuperare la mia bacchetta.
-EHI!- urlò Black, ma ormai ero in piedi: puntai la
bacchetta contro il viso di
Potter. Sectumpsempra!, pensai, e sulla sua guancia
comparve una ferita
sanguinante. Ma Potter rispose subito all’attacco, facendomi
penzolare a testa
in giù, usando il mio incantesimo.
Intanto Lily aveva assottigliato il occhi, riconoscendo
l’incantesimo che avevo
usato. Ma la sua espressione era cambiata in un botto: prima
sorrideva…
-Mettilo giù!- urlò furiosa Lily.
James si arrese, ma dopo un attimo mi immobilizzò di nuovo a
terra.
-SMETTILA!- gridò di nuovo Lily, estraendo la bacchetta.
-Dài, Evans, non costringermi a farti un incantesimo- disse
ansioso Potter.
-Allora liberalo!-
-Ecco fatto- disse Potter liberandomi, -Ti è andata bene
solo perché c’era la Evans,
Mocciosus…-
Le parole che dissi mi uscirono spontanee dalla bocca,
d’istinto. Forse per
rabbia, collera, o solo per vergogna, pronunciai quella frase
imperdonabile
alla persona che in assoluto non la meritava. Perché forse
ero stanco, stanco
di subire tutto ciò, stanco di dover passare sempre per lo
sfigato, di dover
essere protetto da Lily, una ragazza!
-Non mi serve l’aiuto di una piccola schifosa
Mezzosangue!-
Ciao ragazzi!!
Con questo capitolo
stiamo ormai agli sgoccioli!
Lo so, è
stata breve come fanfiction... o forse sono io che ho postato troppo
velocemente, ma dato che per prima odio aspettare U.U
Capitolo decisivo
questo, piccolo spunto dal quinto libro!
Che dire, lascio a
voi i commenti ;)
ZataSev: leggendo
il tuo commento mi è venuta una grande nostalgia, anche
perchè questa storia l'ho finita da tempo e mi manca un po'
immedesimarmi in Severus... non so, penso che potrei forse fare un
continuo di questo diario... vedremo :) Hai ragione, la vita di Sev
è ricchissima!
Giulia: Evan, Evan,
eccolo qui XD Ti sei proprio innamorata di lui! :D Mi fa piacere ^^
Alla prossima
ragazzuoli!
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Capitolo 23 *** 17 giugno. ***
17 giugno.
"Molto bene. Vuol dire che in futuro non mi
prenderò la briga di aiutarti. E
se fossi in te mi laverei le mutande, Mocciosus…"
Il dormitorio era vuoto, erano tutti a cena.
"Mocciosus, Mocciosus"
Mi sedetti sul letto, ancora troppo intontito.
"Siete uguali, voi due…"
Uguale a Potter? Oh no, ero molto peggio di quel buffone che
si limitava a
darsi un po’ di arie e a spettinarsi i capelli. Lui non
chiamava i suoi amici
sporchi Mezzosangue.
"Mi dai la nausea…"
Chi, Potter? Lui è un angelo. Perché non
l’ha detto a me? No, ha preferito
ignorarmi e andarsene via. Io le davo la nausea, si… io MI
davo la nausea. Ma
d'altronde, l’indifferenza era la peggiore delle armi.
Alzai lo sguardo, freddo e disperato, assolutamente intento a non
piangere.
Cosa avevo da piangermi addosso? Solo tutti gli sbagli che ho fatto in
quindici
anni, e ormai non si contavano più sulle dita di due mani.
Le crepe nel soffitto erano come le parole che Lily mi aveva detto in
cortile:
distruggevano me stesso come distruggevano quella parete. Chi sa quale
magia
oscura aveva colpito quel povero soffitto. Noi Serpeverde ci eravamo
lamentati
molto di quelle crepe, e ogni tanto Gazza veniva ad aggiustarlo,
definendolo
però, comunque, finito.
Si, poteva andare.
Finito.
Anche io lo ero, avevo perso un futuro migliore, la persona che amavo,
la vita
che sempre avevo sognato insieme a lei. Tutto, ora era nulla. E pensare
che
Lily mi aveva sempre avvertito, sempre. E non aveva avuto ragione,
quando
diceva che ero come Avery e Mulciber? Si, ero proprio come loro, se non
peggio.
Almeno loro non andavano a chiamare Mezzosangue il loro migliore amico,
che per
di più li stava proteggendo. Mi ero sempre sopravvalutato, e
questo è stato il
risultato: perdere il controllo con la persona che più mi
era vicina.
Quei discorsi autodistruttivi mi facevano davvero bene, in quanto quasi
masochista, mi dava piacere crogiolarmi in quel dolore assurdo, sapendo
perfettamente di avere ragione. Forse, per la prima volta in vita mia.
Masochista e codardo. Perché quella sera non ero voluto
andare a cena. Provavo
una tale vergogna che di certo non sarei riuscito a incrociare il suo
sguardo,
o forse neppure ad uscire da quel dormitorio.
Infatti stetti lì imbambolato per tutta la serata, fin
quando Avery e Mulciber
non rientrarono in sala comune.
-Ah, eccoti- disse Mulciber tutto pimpante -Perché sei qui?
Stavamo festeggiando
la fine degli esami-
-Non ho voglia- borbottai.
-Che ti succede?-
-Niente. Perché dovrebbe succedermi qualcosa?-
-Ah, non lo so- si intromise Avery -Forse perché ti sei
deciso a chiamare la
Evans per quello che è, oggi-
Lo fissai allibito. Possibile che la notizia fosse girata
così velocemente?
-Chi ve l’ha detto?- domandai alzandomi in tono accusatorio.
-Nessuno. Noi c’eravamo, ti abbiamo visto-
Mi preso dalla rabbia e strinsi i pugni. Avrei voluto distruggere quei
sorrisi
arroganti sulle loro brutte faccie.
-E non avete pensato, vero, di darmi una mano?-
-In realtà te la sei cavato anche da solo- disse Avery,
guardando prima
Mulciber e raddrizzando la schiena. Sembrava molto più alto
di quello che di solito
era. Mi mise i brividi.
-Anche se… non dev’essere stato bello mostrare a
tutti le mutande- sogghignò
Mulciber.
Li guardai con occhi ardenti di rabbia. Perché mi facevano
quello? Dopo tutto
ciò che io facevo per loro, i compiti copiati, i
suggerimenti agli esami,
l’aiuto con lo studio, era questa la loro ricompensa?
Fregarsene altamente di
aiutarmi quando Potter e Black mi tormentavano? D’altronde,
era sempre stato
così. Mi sentii usato, un oggetto. Ma forse avrei dovuto
capirlo prima.
-Datemi una sola ragione- dissi, con uno sguardo carico
d’odio, -una sola, vi
prego, per non uccidervi…-
-Ahah, Severus…- ghignò Avery, schifosamente
deliziato, -Non ti conviene, sai…
in fondo, siamo gli unici che ti accettano. E poi ci sei molto utile-
aggiunse,
dandomi una pacca sulla spalla.
Chiusi gli occhi a fessura. Non mi andava di essere trattato
così, anche se ero
la persona più spregevole del mondo. Proprio loro,
che mi influenzavano
così tanto, non potevano.
Non era vero. Perché…se avessi fatto in tempo,
Lily forse mi avrebbe perdonato…
dovevo tentare.
-No, non siete gli unici-
Percorsi la distanza del sotterraneo con la torre Grifondoro in un
attimo,
trattenendo il rispiro. Lo raggiunsi ben presto, quando gli ultimi
ritardatari
della cena ancora tornavano alla propria sala comune. Mi appoggiai al
muro e li
lasciai passare in ansia, cercando di scorgere tra loro una testa rosso
scuro,
ma nulla. Evidentemente era già tornata.
Stavo per rivolgermi alla Signora Grassa –l’avrei
convinta, con le buone o con
le cattive a farmi entrare- quando alle mie spalle mi giunse una voce.
-Cosa vuoi?-
Mi girai di scatto verso Mary Macdonald. A parlare era stata lei, e non
aveva
nascosto il disgusto verso di me.
-Cosa vuoi?- ripetè con veemenza.
-Dov’è Lily?- le chiesi ad alta voce.
I suoi occhi fiammeggiarono di rabbia e risentimento: evidentemente non
aveva
dimenticato lo scherzetto di Avery e Mulciber.
-Lei non vuole parlarti-
-Be’, io si- dissi con rabbia, -Chiamala, devo parlarle-
-Ti ho ripetuto che non vuole- disse in un sussurro, guardandosi in
torno. Era
buio pesto.
-Bene, allora dille che non me ne andrò finché
non esce- affermai deciso -Sono
disposto a dormire qui-
L’intensità del mio sguardo la fece arrossire. Si
avvicinò cauta alla signora
Grassa, sussurrò la parola d’ordine in modo da non
farmela ascoltare e varcò il
buco del ritratto.
Aspettai, in attesa della sua comparsa. Ad ogni minimo rumore mi
voltavo di
scatto, ma passavano i secondi, i minuti. Probabilmente stetti
lì per un quarto
d’ora, e decisi di mollare. Stavo incamminandomi verso le
scale quando sentii
il rumore che aspettavo dietro di me: il buco del ritratto si
aprì rivelando
Lily, in vestaglia, gli occhi fiammanti di rabbia.
-Lily…- mormorai. Il discorso che mi ero preparato
andò in fumo, dissolvendosi nel
buio di quella notte.
-Non abbiamo niente da dirci- disse lei, in un tono che non conoscevo.
Il tono
con cui si rivolgeva a chi, come sempre, l’offendeva. Come
con Avery e
Mulciber.
-Mi dispiace-
-Non mi interessa-
-Mi dispiace!- ripetei disperato.
-Risparmia il fiato!- disse Lily, incapace di nascondere la rabbia,
-Ricordi,
Severus, ricordi quando eravamo bambini? Ed io che stavo ad ascoltarti,
sul
prato, e tu che mi raccontavi di Hogwarts. Ricordi, o i tuoi cari amici
ti
hanno offuscato la memoria?-
La mia mente fu invasa da un ricordo ben preciso, ma alquanto
sfumato…
Era una pigra giornata estiva, i raggi del sole filtravano
attraverso le
foglie degli alberi sotto cui erano seduti due ragazzini di undici
anni. Una
dai capelli rosso scuro, eccitata nell’ascoltare le parole
dell’amico smilzo,
dai capelli neri e lunghi.
-…ma noi riceveremo una lettera, io e te- stava dicendo il
ragazzino.
-Sul serio?- mormorò la bambina.
-Certo- confermò lui, e persino con quegli strambi vestiti e
i capelli lunghi
aveva un’aria solenne.
-E arriverà davvero con un gufo?-
-Di solito- rispose il giovane Severus, -Ma tu sei figlia di Babbani,
quindi
dovrà venire qualcuno della scuola a spiegarlo ai tuoi
genitori-
-E’ diverso se si è figli di Babbani?- chiese
Lily, ammirata, con il forte
desiderio di sapere sempre di più su Hogwarts e sul mondo
della magia.
Ma Piton esitò, e il suo entusiasmo precipitò.
Si, per lei sarebbe stato molto
più difficile. Ma si promise che avrebbe fatto di tutto per
farla stare bene, e
l’avrebbe difesa lui stesso!
-No- dichiarò infine, cercando di non guardarla negli occhi,
-Non è diverso-
Lily era ancora davanti a me, le braccia incrociate.
-Sono uscita solo perché Mary mi ha detto che minacciavi di
dormire qui-
-L’avrei fatto. Non volevo chiamarti schifosa Mezzosangue, mi
è…-
-…scappato?- disse sarcastica, senza alcuna
pietà, -Troppo tardi. Ti ho
giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai
ti rivolgo
la parola. Tu e i tuoi cari Mangiamorte... vedi, non lo neghi nemmeno!
Non
neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l'ora di unirti a
Tu-Sai-Chi, vero?-
Aprii bocca, ma senza pronunciare parola. Avrei voluto dirle che no,
avevo
cambiato idea, non volevo più! Desideravo soltanto il suo
perdono.
-Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada, io la
mia-
-No,senti..io non volevo…-
-...chiamarmi schifosa Mezzosangue? Ma chiami così tutti
quelli come me,
Severus. Perché io dovrei essere diversa?-
Di nuovo aprii la bocca invano, e le parole che volevo dirle, i
sentimenti che
provavo per lei e che avevo nascosto per troppo tempo uscirono come un
sospiro,
quando lei, sprezzante, si voltò e varcò il buco
del ritratto.
La realtà mi piombò addosso come
un’ancora, ma non per salvarmi. Mi scivolò di
mano, troppo pesante per riuscire a recuperarla, troppo per le mie
forze.
Ora come non mai avevo la mente lucida, e la consapevolezza di averla
persa per
sempre era come acido nello stomaco.
L’avevo persa. Per sempre.
Avevo perso la sua amicizia, un futuro, la possibilità di
diventare una persona
migliore.
La mia stessa vita.
Ciao
ragazzi!
Bene, siamo giunti
al penultimo capitolo (tecnicamente è l'ultimo, il prossimo
sarà semplicemente l'epilogo!)
Davvero non ho
parole per esprimere quello che provo, ma non è il momento
questo XD
Ma sul serio non ho
parole, credo di averle messe tutte in questo capitolo, che spero vi
abbia soddisfatti!
Giulia:
massì, scherzavo XD Anche io sono tutta tutta di Sev u.u Ho
letto e recensito la tua storia, mi interessa molto :) Vero, Lily
continuava a difenderlo, ma lui è dannatamente ottuso e
orgoglioso, cavolo...
Rossy:
grazie amooooour <3<3 Continua a seguirmi o ti
Sectumsempro U.U XD
Ci leggiamo cari :)
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Capitolo 24 *** Epilogo - 31 giugno. ***
Epilogo - Scelta.
31 giugno.
Aprii
il baule fissandolo con uno sguardo perso
nel vuoto. Ficcai tutti i vestiti lì dentro, non curandomi
di piegarli o
metterli in ordine: li accatastai tutti insieme in un disordine
pazzesco.
Sembrava la mia camera un’estate prima, quando Avery,
Mulciber e Rosier avevano
passato del tempo con me. Chi sa in che condizioni era, e chi sa come
era
ridotta la casa.
Da quanto non pensavo a mamma, e in quel momento la scoprii
più vicina di quel
che pensassi. Ora, come lei, sapevo cosa voleva dire soffrire davvero.
Quello
di cui mi ero sempre lamentato negli anni precedenti, una madre pazza,
un padre
odioso, le torture di Potter e Black, era nulla in confronto a quella
situazione. Mai come in quel momento mi resi conto di quanto vuota e
inutile
fosse la mia esistenza, senza Lily a farmi compagnia.
Forse ora il depresso sarei stato io. La nonna avrebbe badato anche a
me?
Fissai quell’ammasso di vestiti, straordinariamente
disordinato come la mia
mente: pensai fosse stato meglio metterli a posto. Cercai la bacchetta
nella
tasca dei pantaloni ma non c’era. Mi guardai intorno, sulla
scrivania, per
terra, ma non c’era. Sicuramente l’avevo messa per
sbaglio nel baule prima di
conficcare tutto dentro. Infilai la mano tra i vestiti e cercai il
bastoncino.
-Ahia!-
Qualcosa di freddo e tagliente mi aveva ferito. Lo afferrai, non
sapendo cosa
fosse e tirai su. Era del ferro deformato…
Il bracciale-catena mio e di Lily penzolava danti a me, senza che
riuscissi
davvero a guardarlo. Ebbene si era rotto, ed ecco cosa ne era rimasto. Amicizia…
Ricordare quel momento mi procurò un’altra fitta
allo stomaco. Ricordavo,
purtroppo, fin troppo bene quel momento, quando comprammo quei due
bracciali.
Non erano mai stati solidi al massimo, perché per lei non
provavo una semplice
amicizia. Ma adesso era solo un sottile rottame di ferro, e stavolta
nessuna
luce azzurrina ad aggiustarlo. Lo gettai di nuovo nel baule, non avevo
intenzione di continuare a ripescare il passato.
Mi sedetti sul letto, su qualcosa di duro… la mia bacchetta.
-Meraviglioso- borbottai mettendola in tasca.
Ero talmente tra le nuvole da non riuscire neanche a vederla sul
letto…
Il mattino successivo ci radunammo tutti nella Sala
d’Ingresso con i bauli in
mano, pronti a lasciare il castello. Voci ridacchianti, sorrisi
smaglianti,
visi tristi, mi circondavano ad ogni angolazione senza che io riuscissi
a
vederli o sentirli. In mente avevo sempre quel pensiero fisso che
sembrava
otturarmi le orecchie e gli occhi.
-Ehi, Piton, fai attenzione- mi disse Mulciber quando mi scontrai con
lui
mentre uscivamo dalla porta.
Gli lanciai uno sguardo carico di schifo e mi avviai da solo a grandi
passi più
avanti, raggiungendo un gruppo di Tassorosso che parlottava tra loro.
-Avete letto la Gazzetta di oggi?- disse un tipo alto.
-No, perché?- rispose il compagno.
Il primo si guardò intorno e poi disse in un sussurro:
-Un’altra famiglia
babbana uccisa, e stavolta, indovina un po’, da Tu-Sai-Chi in
persona!-
-Cosa? Dici davvero?- chiese l’altro. Il tizio alto
annuì con la testa e
riprese a parlare.
-Sai, dicono che alcuni suoi Mangiamorte siano stati catturati e
sbattuti ad
Azkaban. Non mi meraviglio, con quella canaglia di Malocchio al
Ministero, ma
ciò mette i brividi…-
Mi allontanai da loro con passo veloce. Sembrava davvero che tutti,
anche
inconsapevolmente, volessero farmi tornare con la mente alla scelta che
dovevo
prendere. Quelle notizie mi mettevano sempre un’angoscia
appiccicosa che non
riuscivo a staccare.
Giungemmo fino al treno dove caricammo i bagagli. Io sgattaiolai subito
su,
alla ricerca di uno scompartimento abbastanza lontano, dove potessi
starmene da
solo. Mentre camminavo per il corridoio il mio sguardo si
posò sul finestrino,
dal quale intravidi la testa rosso scuro che riconobbi come quella di
Lily:
sorridente, parlottava con le sue amiche mentre pian piano seguiva la
marea di
studenti che saliva sul treno. Quanto la invidiavo. Se non fosse stata
lei,
così forte e intraprendente, avrebbe di sicuro avuto il muso
per chi sa quanto
tempo dopo una delusione dal suo migliore amico. Invece faceva finta di
niente,
o solamente considerava ciò una benedizione. Aveva capito
che razza di persona
ero.
Sentii gli occhi punzecchiarmi, segno che stavo cominciando a piangere:
strizzai gli occhi, quelle lacrime non dovevano uscire, dovevo
dimostrarmi
forte come lei, il Serpeverde orgoglioso che non ero mai stato.
-Ehi, guarda chi si vede!-
Dalle mie spalle giunsero Avery, Mulciber, Rosier e tutta la banda,
straordinariamente numerosa, di futuri Mangiamorte. C’erano
anche Yaxley e
Dolohv.
-Che volete?- chiesi con un’occhiata gelida.
Gli imbecilli ridacchiarono, ma io non ci trovavo proprio nulla di
divertente.
-Ci chiedevamo, ecco- disse Avery, -Se avevi fatto la tua scelta-
Mi aspettai quella domanda, e capii di essere giunto al punto cruciale:
non
potevo più aspettare. C’erano tutti, ormai, e
aspettavano soltanto la mia
decisione.
Senza rendermene conto, avevo già scelto che strada prendere
quando chiamai
Lily sporca Mezzosangue: adesso che
l’avevo persa per sempre, l’unica
cosa che mi rimaneva erano le Arti Oscure, ma non avevo affatto
intenzione di
continuare a frequentare Mulciber e gli altri.
L’idea mi balenò in mente come un’ancora
di salvezza, non proprio quella che mi
ero immaginata, ma accettabile. Avrei coltivato comunque la mia
passione –se
così si poteva chiamare- ma da solo, come sempre. Come avevo
sempre fatto e
come sempre farò. Sono indipendente, non ho bisogno di loro
per diventare
qualcuno e neanche voglio frequentarli.
Anche se saremmo stati tutti a servizio delle Arti Oscure, avrei
mantenuto un rapporto
distaccato con loro.
-Si- dissi infine, -Ho fatto la mia scelta-
Mi girai ed entrai nello scompartimento, chiudendomi la porta alle
spalle ed
appoggiando la testa ad essa.
Come Lily mi aveva sempre ripetuto, la vita non è altro che
un insieme di
scelte, a volte sbagliate, a volte giuste. La mia era
senz’altro sconveniente,
ma sinceramente il futuro mi parve più roseo senza gli
imbecilli.
Sbagliata o giusta che fosse, avevo cominciato a camminare per la mia
strada e
non potevo più tornare indietro ora che l’avevo
scelta.
Fine.
Dai
Chiara, non emozionarti troppo. Fa' un discorso serio, perdinci!
Dunque, siamo
quindi giunti all'epilogo di questa storia che spero vi abbia almeno un
po' trasmesso qualcosa...
No, via, al diavolo
i paroloni!
Solo chi ha scritto e
terminato una FF propria può capire quello che sento adesso.
E' come se una
parte di me fosse volata via, lasciando un posto vuoto.
Severus Piton è stato un
personaggio che fin
dall'inizio mi ha incuriosita, e perciò ho voluto provare ad
immedesimarmi in
lui, sperando di riuscire a cadere bene nei suoi panni! Mettere punto a
questa
fantastica avventura è stato più complicato di
quel che credessi, e come già
avevo provato una volta finire una FF mi da un'angoscia tremenda
Scrivere è stata
una fantastica esperienza, e non
smetterò mai di farlo. Prometto, giuro tutto quello che
volete che mi avrete
ancora tra le scatole!
Se Sev se n'è
andato, un altro personaggio
prenderà il suo posto, e per la cronaca sto già
cominciando a scrivere
qualcosina sempre in tema Harry Potter, ma nulla ancora di definitivo!
Ma ho cianciato troppo ç___ç
Un ringraziamento speciale
va a:
Giulia: grazie, infinitamente! Dei tuoi commenti, del fatto che mi hai
seguita
dall'inizio alla fine. Il tuo è stato uno dei sostegni
più importanti! Mi sono
anche affezionata a te!
Rossy: amore grazie anche a te per aver recensito sempre <3
Circe: grazie, i tuoi commenti mi lusingavano sempre troppo! :D
ZataSev: grazie perché i tuoi commenti mi piacevano sempre
tanto!
E infine un ringraziamento
va a tutti quelli che
mi hanno seguito, per la pazienza che avete dimostrato con i miei
ritardi nel
postare e i capitoli corti xD
Non so davvero cosa avrei
fatto senza di voi.
Da questa esperienza ho
imparato che tutto è
possibile, anche che una ragazzina di 13 può sperare in
qualcosa di concreto.
Grazie a tutti.
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