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C’era una volta un Re, di nome
Guglielmo, che governava un regno grande e potente. Tuttavia
era triste e infelice, perché stava invecchiando e non aveva figli che
potessero succedergli al trono. Ma poi, per fortuna,
nacque una bambina, una principessa, cui fu dato il nome di Hermione.
Re e regine vennero da ogni dove
per offrire doni alla piccola. Tra loro c’era la regina Nimphadora, rimasta
vedova, e il suo figlioletto, il principe Harry, che regalò alla bambina una
splendida collana con un ciondolo a forma di cigno.
Fu allora che Guglielmo e
Nimphadora ebbero la stessa idea: Harry ed Hermione
avrebbero passato insieme ogni estate, nella speranza che si innamorassero e
che i loro regni si unirono per sempre.
Ma all’insaputa
di tutti, qualcun altro tramava nell’ombra: era il perfido mago Voldemort.
La nascita di Hermione lo lasciava indifferente, perché si esercitava ad usare
le sue malefiche arti magiche per impadronirsi del regno di Guglielmo. Ma prima che potesse mettere in atto il suo piano, Guglielmo
lo affrontò e i poteri di Voldemort furono annientati.
Benché
tutti ne invocassero la morte, il mago fu solo bandito dal regno.
< Non ho ancora finito con te
Guglielmo! Un giorno tornerò in possesso dei miei poteri ed allora tutto ciò
che possiedi, tutto ciò che ami, sarà mio! > Con queste ultime parole il
mago sparì.
Molti temevano che il re
Guglielmo fosse stato troppo magnanimo, ma col tempo la minaccia fu dimenticata
e tutte le speranze vennero riposte nell’estate, ormai
vicina, in cui finalmente Harry ed Hermione si sarebbero incontrati.
Il castello della regina
Nimphadora era il più maestoso di tutta la contea: era grande fino
all’inverosimile, e i suoi colori erano così delicati e dolci che potevano
stupire chiunque. Quell’estate, in modo particolare, il castello era stato
addobbato riccamente, per l’arrivo del re Guglielmo, insieme a sua figlia, la
principessa Hermione.
Questo arrivo entusiasmava a dir
poco la regina, mentre Harry, suo figlio, disprezzava questa visita, e cercava di
passare più tempo possibile insieme a Ron, il suo migliore amico, anche lui figlio di conti ed a Remus, il suo tutore e istruttore,
nonché consigliere reale.
< Io non voglio che lei venga qui! > Si sfogava il povero principe con il suo migliore
amico.
< Non puoi farci niente Harry
> Rispose sinceramente lui < Tua madre dice che siamo ancora troppo
piccoli per decidere il nostro futuro >
Harry squadrò il suo migliore
amico.
< Non importa! Ho sedici anni,
credo di sapere, seppur minimamente ciò che è meglio per me! > Cercò di dire
in tono saggio il ragazzo, che aveva molto carisma nel parlare, essendo nato in
una famiglia di reali d’alto rango.
< Non lo Harry
> Sospirò Ron < Hermione ogni anno diventa sempre più bella e di sicuro
voi sareste una bella coppia! > Ammise più francamente il giovinetto.
Harry sbuffò.
< Ormai è da quindici anni che
tutte le estati viene qui a irrompere nella nostra
vita quotidiana con tutte le sue stupide e rigide regole > Il ragazzo
sospirò < Mi risulterà difficile sopportarla ancora… >
< E pensare che tua madre
invece crede in un bel matrimonio insieme ad Hermione…
> Dichiarò Ron malizioso.
Harry squadrò per bene il suo
amico: alto, slanciato, con bei capelli rossi e stupendi occhi pervinca. Era un
tipo un po’ distratto, a cui piaceva essere indipendente certe volte, ma aveva
un gran cuore, anche se in questa occasione non lo
dimostrava.
< Dai Ron! Oggi mi vuoi far
proprio soffrire… >
L’amico sorrise.
< Non ti preoccupare Harry
James Potter! Io ti farò da guardia del corpo durante questa tremenda estate!
> Affermò nobilmente il giovane, alzandosi e posando la mano destra su
cuore.
Harry prese la mano dell’amico e
la strinse. Era il migliore del suo genere Ron, strambo e divertente al punto
giusto. Due squisiti ingrediente che lo rendevano
unico, inimitabile.
< Sai Ron > Cominciò Harry < Io non credo che tu sia poi così… Ehm…
Coraggioso… > Lo stuzzicò.
L’amico rimase imbambolato nella
sua posizione, senza battere ciglio, arrossendo solamente per la vergogna.
Il principe guardò malizioso il
suo fedele amico sprofondare dalla vergogna. No, non che Ron non fosse
coraggioso, ma era un ragazzo che si spaventava per tutto, anche se sapeva
affrontare con grande prontezza le sue paure.
Il ragazzo concentrò subito il
suo sguardo sulla strada che portava nel villaggio, per non far notare al
principe il rossore delle sue guance.
< Ehi, guarda un po’chi arriva… > Disse Ron.
Sulla strada si era fatto un gran
polverone, che precedeva, come ogni estate, l’arrivo del re Guglielmo e della
principessa Hermione. Infatti eccola là: altezzosa in
sella alla splendida Giumenta crema, intenta a parlare con suo padre, che si
trovava di fianco a lei.
< Padre > Cominciò < Io non verrò mai più qui! > Esclamò <
Harry e Ron si comportano sempre in modo infantile,
ogni anno che passa, e non resisto al solo pensiero che dovrò sposare uno di
loro! >
Il padre le
sorrise dolcemente.
< Non uno di loro cara > Le
carezzò i suoi lunghi capelli castani ricci < Ma il
principe Harry, devi chiamarlo così >
La ragazza sbuffò.
< Tanto peggio allora! > Affermò < E’ immaturo! Almeno il suo amico Ronald ha un
po’ di cervello nella sua testolina rossa! >
< Su cara, non comportanti
anche tu, allora, in questo modo infantile > Il re intravide il principe
Harry insieme al suo amico e alla regina Nimphadora < Sono
sicura che tu e lui, un giorno, anche se molto lontano, comincerete ad amarvi
per quello che siete >
La ragazza sorrise ironica.
< Peccato che a voi interessi
solo la politica, poiché se il vostro regno e quello della regina Nimphadora si
unissero, avrete molte meno spese da pagare, giusto? >
< Non posso
negare di non avere una figlia intelligente > Rispose il sovrano.
Intanto, a
un centinaio di metri da loro, la regina Nimphadora li salutava freneticamente
con inchini e galanterie di altro genere. Harry e Ron invece rimanevano seduti
lì, sull’erba, condannati ad un’altra terribile estate.
< Harry! Ronald! > Esclamò
stizzita la regina < Alzatevi e inchinatevi per
salutare! > Impose.
< Ehi, cosa centro io? >
Chiese Ron < E lui che le deve sposare! > Affermò.
Harry scosse la testa.
< Grazie Ron, sai, certe volte
sai essere un vero amico… > E si alzò inchinandosi
di malavoglia.
Ormai il re e la principessa
erano lì davanti a loro e ancora una volta Harry e Ron, poterono constatare che
Hermione, non era cambiata molto nelle maniere, ma soprattutto nel fisico: ogni
anno si presentava sempre più alta, più riccia e sempre più scura di pelle. I
suoi occhi erano rimasti quelli di sempre, e continuavano a muoversi per
osservare tutto alla perfezione.
< Benvenuti mio caro re
Guglielmo e benvenuta anche a te principessa! >
Salutò la regina Nimphadora, inchinando molto profondamente >
< Grazie Cara regina, grazie
dell’accoglienza > Il re scese da cavallo < Che gioia rivedervi senza
nemmeno un sintomo di vecchiaia Nimphadora > Guglielmo le fece il baciamano.
La regina arrossì lievemente ed
esclamò:
< Bene, Harry e Ron, perché
non mostrate all’ospite il nostro splendido castello? Io e suo padre saremo a
parlare di politica nella sala conferenze > Ogni anno la regina diceva quella frase, senza rendersi conto che ormai Hermione
conosceva il castello meglio della proprietaria e non aveva assolutamente
bisogno di una visita guidata.
Harry cercò un modo per
infastidire il più possibile la principessa.
< Ehi Ron! > Esclamò, dando
un leggero colpo intuitivo alla gamba dell’amico < Che ne dici
di fare una gara di tiro con l’arco? > Chiese, sperando
che l’amico mantenesse il gioco.
Ron, capita
l’allusione fissò per un attimo la principessa, prima di rispondere:
< Certo Harry! Vediamo se
riesci a fare un bel centro! > Poi guardò la ragazza <
Volete partecipare anche voi? >
La ragazza si stava crogiolando,
proprio lo scopo che i due volevano raggiungere. Lei era troppo orgogliosa per rifiutare un invito del genere, ma era anche vero che
lei non era mai riuscita a tenere una freccia e un arco tra le mani.
< Per me va bene > Rispose
freddamente, facendo trasparire però un piccola nota
di imbarazzo.
I tra ragazzi si avviarono nel
campo di esercitazione di tiro con l’arco, che si
trovava nel giardino reale più grande, proprio dietro il castello.
< Iniziate pure voi
principessa > Disse galantemente Harry, una volta
raggiunto il campo. Le porse un arco molto robusto e pesante e una freccia con
una punta di ferro, per bilanciare il colpo, nuova scoperta nel regno della
regina Nimphadora.
La ragazza fece del suo meglio
per prendere l’arco e puntare la freccia contro il bersaglio, ma il colpo non
ebbe l’effetto da lei voluto. Pensava che il suo sarebbe stato un ottimo tiro,
date le circostanze di vento, ma non aveva contato un importante particolare:
lei non aveva mai tirano con l’arco. Ed ora che era stata
applicata quella lamina di ferro sulla punta della freccia, avrebbe dovuto puntare
un po’ più in alto, per colpire il bersaglio. Il risultato fu, che quando
lasciò la freccia, essa cadde lentamente e pochi metri da lei, sotto i volti
divertiti degli altri due, che scoppiarono in immense risate di gusto, vedendo
che il loro scopo era stato raggiunto.
Hermione era arrabbiata, delusa e
stizzita davanti a loro, e rimaneva ferma perché temeva che qualche altro suo
movimento goffo potesse significare la vergogna totale. Ma quando notò che i
ragazzi non avevano nessuna intenzione di smettere di
ridere anche lei, sempre così composta, perse la pazienza.
< Voi vi divertite così tanto!
> Gridò, indicando con il suo esile indice Harry < Ma
non avete ancora capito che l’unico divertimento qui, siete voi! > Esclamò <
Infatti non smetto di ridere al solo pensiero che ci
sia qualcuno tanto immaturo quanto ottuso come voi! E
non sto esagerando! Voi avete la mente annebbiata da tutto ciò di inutile che vi circonda e non pensate mai ai sentimenti
altrui, ma solo ai vostri! Ed io non vi sposerò mai in futuro,
indipendentemente da ciò che pensano il re e la
regina! > Con queste ultime parole si lasciò dietro un Harry sconvolto e un
Ron piuttosto divertito.
< Era solo
uno scherzo… > Disse piano piano
quest’ultimo.
BENE, SPERO CHE
LA MIA FANFICTION VI PIACCIA! HO PRESO ISPIRAZIONE DAL CARTONE ANIMATO DELLA
DISNEY “L’INCANTESIMO DEL LAGO 1” UNO DEI PIU’ BELLI
CHE ABBIA MAI VISTO. SPERO CHE VOI POSSIATE APPREZZARE L’INIZIO DI QUESTA
STORIA ED ORA PASSO A RIVELARVI I NOMI DEI PERSONAGGI:
ODETTE=HERMIONE
DEREK=HARRY
ROTHBARTH=VOLDEMORT
BRONDLIN=RON
ROGER=REMUS LUPIN
REGINA UBERTA=NIMPHADORA TONKS
E PER QUANTO RIGUARDA GLI
ALTRI PERSONAGGI… BEH, LO SCOPRIRETE DA SOLI, SE CONTINUATE A LEGGERE ED A
RECENSITE LA MIA STORIA! VI ASPETTO NUMEROSI!
< Hermione cara, sei pronta?
> Il re Guglielmo bussò alla porta della stanza della figlia < Harry e la
regina Nimphadora ci staranno aspettando… > Disse
piano piano.
< Che
aspettino! > Imprecò la ragazza nella sua camera.
< Hermione, non fare così…
Ormai sei una bella ragazza di vent’anni e, per di più, sei
figlia di un re! Quindi è d’obbligo sposarsi
con un altro reale… >
< Io sposerò solo l’uomo che
amo! Non un immaturo come Harry! >
Il re sospirò. Sua figlia certe
volte era davvero intrattabile.
< Dagli una
possibilità cara… >
Nella sua stanza la ragazza parve
sbattere un pugno sul suo comò.
< Una possibilità?! > Imprecò < E’ da diciannove anni che gli dò una possibilità, ma lui non vuole cambiare! >
Il re provava un peso al cuore
nel sentire la figlia così triste e sconsolata, e dopo venti, lunghi anni, capì
che aveva commesso uno sbaglio nell’obbligare sua figlia a sposare un principe
che odiava.
< Mi dispiace cara… > Sospirò < Sono stato egoista… Ho pensato prima a me che
alla persona che amo di più: mia figlia, il mio unico, vero, tesoro. Mi
dispiace Hermione… >
La porta si spalancò: una ragazza
slanciata, con lunghi e morbidi ricci castani, vestita splendidamente per
l’occasione, strinse il padre in un abbraccio.
< Sapevo che ti saresti
ricreduto, padre > Disse sorridendo < Sei troppo buono
con tutti… >
Il re sentì che un peso nel suo
cuore stava sparendo, ma ben presto fu sostituito da un altro.
< Cara > Cominciò,
guardando affettuosamente la figlia < Ti chiedo un ultimo favore: vieni a
solovedere
Harry, e se tu proverai per lui le stesse emozioni che hai sempre provato,
allora ti prometto che non lo rivedrai mai più… > Propose il re.
Hermione sorrise.
< Sarà inutile padre, ma accetto la tua proposta solo perché ti voglio bene, e sapevo
quanto speravi in questo matrimonio… >
Intanto, nel castello della
regina Nimphadora, Harry e Ron si stavano preparando per la grande
occasione.
< Non posso e non voglio
farlo, Ron > Disse infine Harry, rompendo il lugubre silenzio che li
circondava.
Ron si allacciò il mantello molto
stretto, sintomo di nervosismo.
< Non puoi
opporti alle decisioni di tua madre Harry… > Affermò l’amico.
< Lei non ha ancora capito che
presto sarò il futuro re e che sono sempre stato in grado di prendere le mie
decisioni da solo. Hermione non fa per me, c’è molto
di meglio! > Esclamò interdetto.
< Come carattere sicuramente
> Acconsentì l’amico < Ma devi ammettere che
l’ultima estate sembrava un fiore appena sbocciato… >
Harry scosse la testa. Era inutile parlare con Ron, rimaneva sempre impiantato
sulle sue idee. Non che fosse un male, ma certe volte era
irritante.
< Hai visto come ha addobbato
la Sala delle Cerimonie tua madre? > Chiese Ron, cercando di cambiare
discorso.
Il ragazzo scosse la testa. Non
lo sapeva e non voleva saperlo. Sua madre aveva fin
troppo gusto per queste cose e lui non voleva essere messo in ridicolo.
< Non lo so > Rispose
stizzito Harry < Ma so il stile di mia madre quindi
immagino rose rosse in ogni angolo, candelabri con… Uhm… Diciamo tre candele
per uno… Un ricco banchetto… Ospiti di altri regni a non finire… E… Ah, sì, le
tende cremisi bordate di blu! >
Ron sorrise.
< Hai indovinato quasi tutto,
hai sbagliato solo le tende: sono blu e bordate in cremisi, ma è solo un
piccolo errore! > Disse.
< Harry! > Si sentì bussare alla porta < Hermione è arrivata, scendi
nella Sala con Ronald! > Esclamò la regina, precipitandosi anche lui per le
scale, pronta ad accogliere la sua futura nuora.
Mentre
scendevano Ron poggiò la sua mano sulla spalla di Harry.
< Buona fortuna! > Gli sussurrò,
per poi lasciarlo incontrare con Hermione.
< Non so a cosa possa servire, però grazie > E anche Harry si separò dal
suo amico per andare incontro al suo terribile destino.
Eccola. Hermione era là, che
aspettava composta e paziente, con un leggero velo di tristezza sul volto. Era
bellissima. I suoi lunghi ricci castani le scivolavano
dolcemente lungo le palpebre erano leggermente socchiuse sugli splendidi
occhi nocciola. Vestiva un abito di apparente seta,
bianco in gonna e in vita e verde sulle spalle.
Quando
la vide Harry ebbe una fitta allo stomaco e una al cuore. Quella
allo stomaco perché non credeva che esistesse ragazza più bella e delicata di
lei, e al cuore perché non si rendeva conto del perché l’aveva odiata per tutti
quegli anni. Sorridendo le si avvicino, davanti
all’espressione sorpresa di sua madre.
Anche
Hermione notò nel ragazzo qualche cambiamento. Sembrava avesse un’espressione
più matura con quel caldo e bellissimo sorriso e qualcosa in lui la attirava, ma non era il suo aspetto fisico… Era qualcosa di
più profondo, ma non sapeva ancora di cosa si trattasse.
Quando
Harry le fu davanti, la guardo dolcemente e pieno di speranze. La prese per
mano e la invitò a ballare, per la prima volta, spontaneamente, contento di
poter finalmente toccare quella creatura stupenda e leggiadra.
Hermione si stupì
quando si sentì un braccio alla vita, ma non lo sdegnò e guardò il suo
cavaliere, rendendosi conto che le erano serviti venti anni per innamorarsi di
qualcuno di speciale. Lei le poggiò delicatamente, quasi timorosa di fargli
male, una mano sulla spalla e Remus Lupin, consigliere reale della regina
Nimphadora, nonché direttore dell’orchestra, travolse
i due ragazzi in una musica dolce e melodiosa,come l’amore che provavano l’uno per l’altra.
Il re e la regina intanto,
guardavano la scena soddisfatti, insieme agli
invitati, arrivati tempestivamente. Quei due ragazzi che ballavano riempirono
l’aria di buoni sentimenti e anche gli altri nobili cominciarono subito a
ballare, come non avevano mia fatto per molti anni.
Quando la musica finì, il ballo
del principe e della principessa si concluse con un
lungo bacio, di quelli veri, di quelli che dimostrano veramente l’amore che si
prova per l’altro. Harry prese per mano la sua dolce metà, ancora un po’
intimidita e pronunciò con enfasi:
< Preparate le nozze! >
Subito ci furono esaltazioni provenienti da ogni parte della stanza, perché
tutti erano aperti a quell’amore così sincero tra i due.
Ma dopo
le parole di Harry, Hermione parve molto turbata e confusa. No, lei era
innamorata del principe, ma un ballo e un bacio non bastavano per lei. Doveva
capire ciò che il suo amato provava veramente per lei.
< Aspettate > Sussurrò
piano la ragazza, sperando di farsi udire solo dal principe,
ma quella parola tanto inaspettata aveva colto tutti di sorpresa.
< Cosa?
> Chiese sorridendo Harry < Sei tutto ciò che ho
sempre desiderato… Sei bellissima! > Esclamò sinceramente.
< Grazie > La ragazza
arrossì lievemente < Ma che altro? > Chiese decisa.
< Che
altro? > Ripeté Harry, non sapendo cosa rispondere.
< E
solo la bellezza che conta, per te? > Hermione gli stava stringendo forte la
mano, sperando nella risposte che tanto avrebbe
desiderato.
La ragazza incontrò lo sguardo
contrariato del padre, mentre la regina Nimphadora incitava Harry:
< Harry… Che altro? >
Diceva sorridente.
Il ragazzo ritornò a guardare la
principessa.
< Ma…
Io…Ehm… Che altro c’è? > Chiese alla fine, balbettando.
Quelle parole spezzarono il cuore
di Hermione. Non voleva crederci nemmeno lei, ma per quanto amasse Harry, non
poteva sposarlo solo per una questione di fisico.
La ragazza scappò
dalla stanza, non riuscendo a trattenere qualche lacrima silenziosa, seguita
dal padre. Harry ora si trovava sotto gli sguardi perplessi e tristi di tutti,
soprattutto di sua madre, che raggiunse il re, e fece cenno ad
Harry di seguirla. Insieme poterono notare che
Hermione ed il re stavano lasciando il castello e fecero appena in tempo per
salutarli.
< Abbiamo tentato Nimphadora,
nessuno potrà dire che non abbiamo tentato > Disse
in tono grave re Guglielmo. Poi si rivolse alla figlia <
Saluta Hermione! > Ammonì duro.
< Addio > Fu la misera
risposta, della ragazza, che non riuscì a reggere lo sguardo del principe.
< Adio???
> Fece il re stizzito.
< Principe Harry > La
ragazza completò la risposta mentre le lacrime le
rigavano il viso.
La regina dette una gomitata a
suo figlio.
< Madre! > Imprecò.
< Harry! > Obbiettò lei.
< Addio principessa… >
Salutò rassegnato.
Lui cercò più volte di incrociare
fiducioso il suo sguardo, ma la ragazza non si voltava e quando lo fece Harry,
offeso nell’orgoglio e nel cuore cercava di non guardarla. Entrambi stavano soffrendo per l’amore che provavano, ed una sola
parola sarebbe bastata per riaggiustare tutto. Una sola
parole di scusa, di perdono. Ma quella parola
non ci fu.
La regina guardava Harry
leggermente adirata.
< Tutti questi anni di
progetti! > Esclamò, mentre entrava nel castello < Andati in fumo! >
Hermione e suo padre si stavano allontanando velocemente dal castello della regina e
quello fu il momento opportuna per parlare:
< Ma
io… > Sospirò il re < Io non riesco proprio a capire! Che cos’altro volevi che dicesse, eh? > Chiese, cercando di rimanere il
più gentile possibile.
Hermione cacciò via una lacrima
che le stava scendendo.
< Ho bisogno di sapere se mi
ama, per quello che sono > Rispose composta. La
carrozza ora si era fermata. Strano, non potevano essere già arrivati? Che cu fosse un ostacolo sulla strada?
Il re uscì dalla carrozza: non
era un ostacolo. Era molto peggio. Voldemort era ritornato, era riconoscibile
anche in lontananza, con il suo solito mantello nero, che si mimetizzava
perfettamente con il colore del cielo in tempesta.
Il mago sorrideva nel guardare il
volto sconvolto e perplesso del sovrano:
< Oggi è il gran giorno caro
Guglielmo > Sussurrò < Tutto ciò che possiedi,
tutto ciò che ami, sarà mio… >
Dopo aver imposto a sua figlia di
rimanere dentro la carrozza, il re si avvicinò al mago, scortato da molte
guardie. Ma non ebbe il tempo di dire niente.
Voldemort si trasformò grazie alle sua arti magiche in
un animale, e distrusse tutto ciò che aveva davanti.
Intanto Harry si trovava nel
salone del castello, intento a parlare con Remus ed a giocare a scacchi con
Ron.
< Che
altro c’è! > Esclamò stizzito il consigliere < Lei dice,
per voi conta solo la bellezza e voi rispondente che altro c’è! >
< Sono stato
uno sciocco lo so… > Ammise Harry, muovendo un pedone sulla
scacchiera.
< Voi dovreste scrivere un
libro! > Continuò Remus < Come offendere una donna in quattro sillabe o
meno… >
< Non sapevo che altro dire…
> Si difese.
Ron intanto sventolava la regina
di marmo della scacchiera:
< Oh, avete perso la vostra
regina, principe… > Disse malizioso.
< Per la seconda volta oggi…
> Sospirò il Harry.
Remus sbuffò.
< Riflettete! > Impose il consigliere < Dovete pur vedere qualcos’altro
in Hermione, oltre alla bellezza! >
Gli occhi di Harry si illuminarono.
< Certo che vedo
qualcos’altro! > Esclamò < Lei è come… Insomma… Praticamente…
E poi… Cioè capite? >
Il consigliere e Ron si rivolsero
uno sguardo ironico.
< Io non so come dirlo… > Continuò < Ma glielo proverò! > Affermò
entusiasta < Le proverò il mio amore! > Poi guardò la scacchiera e
mosse la torre < Scacco matto! > Esclamò!
Tum. Tum. Tum.
Qualcuno bussava ad una porta
secondaria del castello. Harry guardò l’ora tarda. Chi mai poteva essere?
Tum. Tum. Tum.
Il rumore si affievoliva man mano
che continuava ed allora il principe decise di aprire: un uomo gli cadde sui
piedi, più morto che vivo, pieno di graffi e ferite profonde e con un profondo sguardo d’aiuto sul volto. Harry lo riconobbe
subito.
< E’ il capitano delle guardie
del re Guglielmo! > Esclamò, rivolto agli amici.
Il pover uomo, probabilmente in
fin di vita, riuscì a pronunciare poche parole:
< Siamo…
> Sospirò, cercando di resistere alla sofferenza < Siamo stati
attaccati > Poi cercò di mimare qualcosa < Un grande animale… > Il suo
capo si accasciò sulle ginocchia di Remus, piegato su di lui.
Un brivido di terrore percorse la
schiena del principe.
< Hermione! > Sussurrò e
subito si diresse alla scuderia, prese il cavallo più veloce e continuò a
galoppare finchè davanti ai suoi occhi non comparve una tragedia.
Tutti i corpi delle guardie del
re Guglielmo erano sparsi sul selciato e anche la carrozza era rovesciata su sé
stessa. Subito Harry l’aprì, sussurrando il nome della sua amata, ma lì dentro
non trovò nessuno.
< Hermione! > Chiamò con
quanto più fatto aveva in gola. Ma nessuno rispose.
Intravide qualcosa di luminoso per terra. Era la collana con il ciondolo a
forma di cigno. Harry la prese e le mise nella sua tasca. Continuò
a chiamare finchè non sentì leggeri gemiti di dolore. Provenivano da
dietro la carrozza. Infatti lì vi era il povero re
Guglielmo, steso, che cercava invano di rialzarsi. Harry si piegò su di lui.
< Harry! > Sussurrò piano
il re, vedendolo.
< Chi è stato? > Chiese
disperato il principe.
Il re chiamò dentro di sé tutte
le sue forse.
< E’ stato così
all’improvviso! Un grande… Animale… >
< Dov’è
Hermione? >
Il
sovrano poggiò entrambe le mani sulle spalle del ragazzo.
< Ascoltami bene Harry, non è
quello che sembra! Non è quello che sembra! >
Il principe si guardava attorno perplesso.
< Non riesco a capire! >
Ripeté < Dov’è Hermione? >
< Hermione è…
Hermione è… Scomparsa… > Queste furono le sue ultime parole.
< Hermione! > Urlò
disperato il principe, ma nessuno poteva più sentirlo.
SPERO CHE QUESTO
CAPITOLO VI SIA PIACIUTO… DEVO AMMETTERE CHE, SCRIVERE UNA FANFICTION
SULL’INCANTESIMO DEL LAGO, NON E’ FACILE COME SPERAVO, MA NON PREOCCUPATEVI, LA
CONTINUERò, ANCHE SE PROBABILMENTE AGGIORNERò UN CAPITOLO AL
GIORNO, PERCHE’ DI PIU’, NON CREDO DI POTER FARE. OGGI E’
STATA SOLO UN’ECCEZIONE, UN PICCOLO REGALO AI MIEI LETTORI, CHE PASSO
SUBITO A RINGRAZIARE:
->GILLIAN’90: GRAZIE
MILLE PER LA RECENSIONE, E SONO CONTENTO CHE TI
PIACCIA! SPERO DI POTER FARE SEMPRE
MEGLIO.
->WICCA87: E’ ANCHE IL MIO
DI FILM DI ANIMAZIONE PREFERITO XD! BEH,
RIGUARDO ALLA COPPIA… SAI, IO SONO UN FAN
DELLE HARRY/HERMIONE, MA
NON TE NE DISPIACERE, TI PREGO, E, SE VUOI
CONTINUA A LEGGERE E
RECENSIRE!
->BRISEIDE: WOW, NON
CREDEVO DI RICEVERE COSI’ TANTI COMPLIMENTE IL
MIO PRIMO GIORNO DI LAVORO NELL VASTO
MONDO DELLE FANFICTION DI
HARRY POTTER! MI HA FATTO MOLTO PIACERE LA
TUA RECENSIONE, E, COME HO
DETTO PRIMA, MI PIACCIONO MOLTO LE
HARRY/HERMIONE E SONO CONTENTA
CHE ANCHE TU LE APPREZZI UN PO’! BEH, SE MAI TI CIMENTERAI
CON QUESTA
COPPIA, IO SARO’ UNO DEI PRIMI A LEGGERE LA
TUA FANFICTION! CONTINUA A
LEGGERE ED A RECENSIRE!
->DAMA AMBER: ECCOTI
ACCONTENTA CARA (POSSO CHIAMARTI CARA,
VERO? XD), UN ALTRO BEL CAPITOLO PER VOI
LETTORI! EH, L’INCANTESIMO DEL
LAGO PER ME E’ STUPENDO E MENTRE LEGGEVO
UNA FANFCITION CHE
CONTENEVA UNA CANZONE DI
QUESTO CARTONE ANIMATO HO PENSATO:
PERCHE’ NON SCRIVERE UNA FANFICTION
COMPLETA? ED ECCOLA QUA, TUTTA
PER VOI! NON TI PREOCCUAPARE, LA
CONTINUERò VOLENTIERI! CONTINUA A
LEGGERE E RECENSIRE!
->HARAS: GRAZIE MILLE
PER IL TUO MERAVIGLIOSO COMPLIMENTO, MI HA RESO MOLTO EHM… ATTIVO! INFATTI ECCOTI ACCONTENTA CON UN CAPITOLO PIU’ LUNGO DEL
PRECEDENTE E SPERO DI RIUSCIRE A MANTENERE QUESTA LUNGHEZZA! CONTINUA A LEGGERE
ED A RECENSIRE!
BENE, SPERO DI
AVER RINGRAZIATO TUTTI (ME MISERO SE HO SALTATO QUALCUNO XD! )
E VOLEVO APRIRE LE SCOMESSO SU CHI SECONDO VOI, INTERPRETERà GLI AMICI
DEL LAGO, ALIAS LA TARTARUGA FRECCIA, L’UCCELLINO PUFFIN E LA MIA PREFERITA: LA
RANA JEAN BOB (HO ACCERTATO, SI SCRIVE PROPRIO COSI’!). ALLORA, VIA ALLE
SCOMMESSE, NATURLAMENTE I PERSONAGGI CHE LI INTERPRETERANNO LI HO
GIA’ SCELTI, MA VOLGIO SAPERE COSA PENSANO I MIEI LETTORI! ALLA PROSSIMA!
Lei era là, dall’altra parte del bosco, circondata da un enorme
castello, invisibile parò, a causa dei grandi alberi che lo co
Lei era là, dall’altra parte del
bosco, circondata da un enorme castello, invisibile parò, a causa dei grandi alberi
che lo coprivano. Hermione era prigioniera di un lago incantato, oltre che del
perfido Voldemort, che, per impedirle di scappare, le aveva lanciato un
terribile incantesimo: era stata tramutata in un cigno, e poteva riprendere le
sue sembianze umane solo quando la luna illuminava la superficie del lago e lei
vi era dentro.
Voldemort guardava sorridente,
insieme alla sua scagnozza Cho, il bianco cigno che nuotava lentamente sulla
riva del lago.
< Oh no, non devi essere
triste per il mio piccolo incantesimo Hermione, non è così terribile… > Si
abbassò il cappuccio, mostrando un testa stempiata, con capelli e barba rossi e
occhi piccoli e perfidi < Appena spunta la luna in cielo… > La indicò e
guardò la trasformazione della principessa.
Un piccolo vortice d’acqua aveva
circondato la principessa, rendendola invisibile agli altri occhi. Dopo qualche
secondo il vortice sparì com’era venuto, e, al posto del cigno, ora si trovava
la stupenda principessa Hermione, che si voltò spaventata verso il mago.
< E’ così che funziona, tutte
le sere > Continuò, ammaliato dalla bellezza di Hermione < Devi essere
sul lago, naturalmente, e appena la luce della luna sfiora le tua ali… > La
ragazza rabbrividì < Hai visto no? Ma vedi Hermione, questa faccenda non mi
dà alcun piacere > La sua scagnozza, piccola e bruttina, fece segnò di no
con la testa.
< Beh, > Aggiunse il mago
< Magari un pochettino sì, ma quello che voglio veramente è il regno di tuo
padre > E si avvicinò alla ragazza prendendole una mano.
La ragazza sfilò la mano dalla
presa salda di Voldemort.
< Prendetevelo allora! Siete
abbastanza potente! > Esclamò la ragazza.
< No, ci ho già provato >
Il mago portò le mani avanti in gesto di stizza < Quando uno ruba una cosa
poi, deve lottare tutta la vita per riuscire a tenersela… > Sorrise < Ma,
sei io sposo l’unica erede al trono… > Il mago fece un abile incantesimo ed
Hermione e Voldemort si trovarono in una grande Sala, che poi la ragazza
riconobbe come la sala del trono del castello di suo padre. Nell’incantesimo i
sudditi si inchinavano davanti a loro, che erano vestiti adeguatamente con
vestiti reali.
< … Io e te governeremo sul
regno di tuo padre legalmente, come re e regina > Una magia fece apparire
dal nulla una corona da re < Capito? >
< Mai! > Esclamò, facendo
scomparire l’incantesimo e scappò via, in direzione della foresta.
Voldemort la guardava sorridendo.
< Dove stai andando? Appena la
luce della luna lascerà il lago tornerai ad essere un cigno > Assunse un
sguardo maligno < Dovunque tu sia! >
Alla povera ragazza non restò che
piangere.
Harry nel suo castello, pensava
alla ragazza amata giorno e notte, nonostante i suoi amici e sua madre
cercavano di distoglierlo da questo pensiero.
Il principe faceva continue
ricerche sul grande animale, ma l’unica cosa che aveva capito era che si
trattava di un essere molto pericoloso e quindi bisognava essere preparati in
fatto di armi. Per questo organizzò un piccolo torneo di tiro con l’arco, a cui
parteciparono lui, Ron ed altri reali. Quando presentò il suo progetto del
torneo a Remus, rispose al suo volto interrogativo in questo modo:
< Il grande animale non
rinuncerà mai a lei senza combattere! >
Il consigliere scosse la testa.
< Non starete ancora pensando che
sia viva! > Ribattè perplesso.
< Quando avrò trovato il
grande animale, Remus, avrò trovato anche Hermione! > Spiegò.
< O principe, avete cercato
dappertutto, lei non ritornerà più! Lo sa tutto il regno! >
< Tutto il regno si sbaglia!
> Continuò imperterrito Harry < Hermione è viva, ed io la troverò! >
Il torneo fu splendidamente vinto
dal principe Harry, che totalizzò moltissimo centri ed ebbe la vittoria sicura
in tasca e l’esperienza e abilità necessaria per affrontare qualsiasi nemico
con la sola forza del suo arco e delle sue frecce.
Chi si divertì molto al torneo fu
Remus Lupin, che rideva di gusto nel vedere l’incapace Ron tentare di fare un
centro. Durante la gara fu affidato a lui il compito di segnare i punti:
< Avete totalizzato un sacco
di punti, questo è sicuro! > Esclamò rivolgendosi agli arcieri, e rivolgendo
un sorrisetto beffardo a Ron, che a quanto pareva, non ne aveva fatti molti di
punti.
Ma il migliore amico del
principe, memore di quanto possano durare le prese in giro di Remus, posizionò
senza farsi notare, le sue frecce in vari centri.
< Bene, questo bersaglio vale
due punti: sedici centri per un totale di trentadue… quattordici da tre punti e
dieci da sette punti, per un totale di… duecentonovantotto! > Esclamò Lupin
contando i punti di Harry < Bravissimo Harry! > Poi rivolse uno sguardo
ironico a Ron.
< Ora Ronald vediamo… Zero e
zero e niente e nada… Benissimo! > Poi si avviò verso i tre centri più
difficile e gli si arricciarono i capelli quando notò tre delle frecce di Ron.
< Occhio e croce > Suggerì
quest’ultimo < Mi sembrano trecento Remus… >
< Bella mira Ron! >
Intervenne Harry, congratulandosi.
< Scrivete pure! > Esclamò
il rosso, rivolto al consigliere < Trecento a duecentonovantotto! >
< Aspettate un momento Lupin!
> Un altro arciere intervenne < Avete dimenticato di contare una delle
frecce del principe Harry… >
Il ragazzo la notò subito e si
unì, insieme a Remus, ad interpretare un’espressione ironica:
< Mi dispiace Ron… > Disse
il principe.
Il suo migliore amico cercò
subito di cambiare discorso.
< Siete un ottimo tiratore
principe, uno dei migliori! > Gli diede una pacca sulla spalla < Ma una
buona mira non basta! Ci vuole coraggio! > Il giovane si ingannò da solo
< Eh, in quello vado forte… >
Nel sentire questo discorso,
Remus Lupin perse la pazienza e propose:
< Allora che ne dite di un
rapidi giro di “Ferma la freccia”? > Aveva colto nel segno.
< F-ferma la F-freccia? >
Balbettò < Parlate, parlate di me? >
< Voi siete l’unico che abbia
tanto C-c-c-coraggio! > Lo imitò sorridendo.
Ferma la freccia era un esercizio
comune in tutti i reami, ma era anche abbastanza pericoloso, perché c’era il
rischio che un arciere inesperto potesse colpire un compagno. In questo
allenamento un arciere veniva protetto da una spessa armatura, elmo compreso, e
sopra la sua testa veniva posato un bersaglio, nei casi più comuni una mela.
Questo arciere deve tirare la freccia ad un altro tiratore, lontano circa un
centinaio di metri, che si trova di schiena rispetto all’altro arciere. Quando
sente arrivare la freccia, questo tiratore deve voltarsi in tempo per prenderla
prima che gli faccia male, e poi deve tirarla con il suo arco contro il
bersaglio posto sul capo dell’altro arciere.
Visto che Ron non era un arciere
esperto e preciso, a lui sarebbe stata affidata la parte meno rischiosa, poiché
sarebbe stato protetto da un armatura. Tuttavia ciò che doveva fare richiedeva
coraggio, perché è tirare una freccia in direzione del proprio amico, che, per
di più, era voltato di spalle.
< Siete sicuro di sentirvi
bene? > Chiedeva malizioso Remus, che aiutava il giovane ad infilare
l’armatura.
< Uhm… Io… Io sto benissimo
> Rispose piano Ron, cercando, invano, di non lasciar trasparire tutta la
paura che provava.
Remus Lupin sorrise nel vedere
quanto il ragazzo tenesse a dimostrarsi coraggioso.
< Ricordate! > Esclamò,
mentre gli inseriva l’elmo < Mirate al cuore! Diritto in mezzo alle spalle!
>
Ron deglutì a fatica e inforcò di
malavoglia l’arco e una freccia.
< Ti prego > Supplicò,
rivolto al cielo, cercando di tirare la freccia < Ti prego… >
La freccia scoccò veloce e
pericolosa contro Harry, che, appena sentì un fruscio, si voltò immediatamente,
l’afferrò e la lanciò contro la mela, che fu colpita in pieno.
< Cento su cento! Complimenti
Harry! > Esclamò Remus, afferrando la mela, divisa in due identiche metà. Il
consigliere si avvicinò a Ron, deciso a stuzzicarlo ancora un po’:
< Straordinario coraggio! >
Si congratulò < Un solo centimetro più in basso e quella freccia avrebbe…
> Ron si accasciò a terra.
Harry guardava la scienza
divertito, ma poi si voltò verso il cielo, che cominciava a tingersi di blu.
< Non perdere la speranza
Hermione. Dovunque tu sia, io ti troverò! >
Oltre ad Hermione come cigno, nel
lago del castello di Voldemort vi erano anche altri animali, che però non erano
stati trasformati: c’erano due alligatori che fungevano da guardie nel fossato
che circondava il castello, e anche i due migliori amici di Hermione: la
tartaruga di terra Neville Frank Paciok, chiamata semplicemente Neville, e una
rana piuttosto vanitosa, con un marcato accento francese convinta di essere un
principe francese: il suo nome era Draco. Questi pensava che, con il bacio di
una principessa, avrebbe potuto riacquistare le sue sembianze umane, per questo
cercava in ogni modo di colpire la principessa Hermione.
Fred e lui, intento ad escogitare
un altro piano, si trovavano insieme, nella parte del lago dove gli alligatori
nuotavano.
< Di scemenze ne dici tante
Draco, ma questa è il massimo > Diceva Neville con il suo tono di voce
sempre uguale, molto serio, anche nelle occasioni divertenti.
Draco sbuffò altezzosamente.
< Uhmp, va bene ridi pure, la
convinscerò a basciarmi e… Quando lo farà… >
Neville continuò la frase per
lui:
< Quando lo farà… Puf, ti
trasformerai in un principe, lo so, lo so, me l’hai detto >
La rana continuava ad unire
freneticamente alcuni giunchi, per formare un’asta, essenziale nella riuscita
del suo piano.
< Perché piuttosto non le dai
questi fiori? > La tartaruga indicò un cespuglio di orchidee accanto a lui
< Sono belli! >
< Ah! > Imprecò Draco <
Si vede proprio che stai a zero in amore! > Notò < Non voglio questi
fiori, devo avere quelli! > Indicò un mazzo di Calendule che si trovavano al
di là del fossato controllato dagli alligatori, su una piccola piazzola di
terra. La rana aveva intenzione di lanciarsi da un albero e, per mezzo
dall’asta fatta di giunchi, raggiungere quei fiori.
< Quando lei saprà che avrò
rischiato la vita per prenderli, i basci si sprecheranno! > Esclamò Draco,
saltando su di un albero con la sua asta.
< E così ti trasformerai in un
principe > Constatò Neville.
< Esattamente! >
< Potrei farti presente un
problemino? >
< Non ascetto consigli dai
villisci! > Esclamò adirato Draco.
< Come vuoi > Fu la sola
risposta di Neville.
La rana si stava sgranchendo le
zampe e, per aiutarsi, sussurrava sempre le solite parole:
< Fiori… Bascio…
Conscentrazione! > Stava saltando per mezzo dell’asta verso i fiori quando
Neville chiese:
< Solo una curiosità, come fai
a tornare indietro? >
La rana, ascoltata la domanda
cercò di saltare via dal giunco, che stava finendo in acqua, ma non ci riuscì,
e vi rimase saldo. L’anfibio e il giunco finirono entrambi nella bocca di un
alligatore, e, se Hermione (umana) non fosse passata di là, probabilmente Draco
sarebbe diventato un ottimo antipasto.
La ragazza
afferrò tempestivamente l’asta e riuscì a trarre Draco in salvo.
< O grazie
Hermione > Disse gentilmente la rana, saltando via dal giunco.
< Va tutto
bene Draco? > Domandò la ragazza preoccupata.
< Oui, oui,
Hermione, eh, sto benone! > Rispose la rana, spazzandosi la polvere che
aveva sulla pelle.
< Che cosa
cercavi di fare? >
< Pensava
che se… > Cominciò Neville, ma la rana lo zittì.
< Volevo soltanto
prendere quei fiori, per te! > Affermò in tono dolce e angelico.
La principessa
lo squadrò sorridendo:
< Stai
facendo di nuovo il furbetto! >
< Quale
furbetto! > Imprecò Draco, saltando su un masso < Tu meriti i fiori più
belli! >
Hermione lo
guardò maliziosa.
< E tu, ti
meriti un bacio? > La rana le saltò in grembo.
< Beh, va
bene! >
La ragazza lo
posò sull’erba.
< Lo sai
che sono sotto un incantesimo! >
< Ma il mio
bascio romperà l’incantesimo! >
< Piantala
Draco! > Ammonì Neville.
< Io posso
baciare solo l’uomo che amo… > Spiegò Hermione con sguardo sognante < Poi
lui.. >
< Dovrà
farti un giuramento d’amore eterno, lo so! > La interruppe la rana.
< E
provarlo al mondo intero! > Aggiunse la principessa.
< Che cosa
credi che stessi fascendo io! Con i fiori e gli alligatori pronti a far di me
uno spuntino! >
< Neville,
spiegaglielo tu > Chiese Hermione.
< Io sono
solo una tartaruga > Rispose sconsolato Neville.
La principessa
sorrise.
< L’amore,
Draco, è un sentimento disinteressato, non ha che il fine di rendere felice la
persona amata! > Spiegò < E quando la persona che si ama, ricambia il
sentimento, lo si capisce dalla voce dell’amore, una piccola coscienza che si
trova nel cuore di tutti noi >
Draco, che non
voleva assolutamente nessuna spiegazione, riuscì a distrarre Hermione dal
discorso che stava facendo:
< Ehi,
guardate là! > Indicò una zampa il cielo. Un piccolo uccello, con un’ala
colpita da una freccia, stava precipitando davanti a loro. Infatti eccolo là, svenuto
accanto a loro, con il suo bel piumaggio nero e bianco, il becco che conteneva
tutte le sfumature del giallo e del rosso e bellissimi occhi azzurri.
< Credi che
sia morto? > Chiese Neville ad Hermione.
< No, è
solo l’ala penso > La ragazza pareva preoccupata.
Draco lo
ispezionò per bene.
< Che
strano uscello però! > Disse infine.
< Povero
amico… > Disse la principessa accarezzandolo < Chissà come devi soffrire…
> Si rivolse ai suoi due amici < Voi tenetelo fermo! >
Neville e
Draco si posizionarono sopra l’uccello, attenti a non fargli del male.
< Pronti!
> Confermò la tartaruga.
Hermione
spezzò la freccia che era conficcata nell’ala dell’uccello, la sfilò
delicatamente e poi si strappò un lembo di vestito per fasciargli l’ala.
Draco cominciò
a girargli intorno. Quando vide che uno di quegli occhi azzurri era aperto,
esclamò: < Bonjour, salve! Finalmente ti sei svegliato! >
Quando
l’uccello si trovo davanti la rana, prese ad agitarsi freneticamente per
togliersela di dosso e mormorò:
< Ci vuole
ben altro che un paio di pivelli lacustri per mettere al tappeto il
sottoscritto! > Esclamò l’uccello alzandosi e cercando di colpire Draco con
la zampa.
< Aspetta!
> Disse Hermione, che era rimasta con metà della freccia in mano < Io… Io
sono tua amica! >
L’uccello la
guardò intensamente.
< Se sei
davvero mia amica, cosa ci fai con una freccia in mano eh? > L’uccello
afferrò ciò che era rimasto della freccia dalla mano della principessa <
Tale e quale a quella che ho… > L’uccello fissò incredulo l’ala, notando
che, al posto della freccia, vi era una fasciatura. Poi tornò a guardare la
freccia e dopo Hermione, con sguardo interrogativo:
< Te l’ho
tolta mentre eri svenuto! > Rispose con enfasi la ragazza.
L’uccello aprì
il becco.
< Quindi
avresti potuto ridurmi ad un piumino ed invece mia hai curato! >
La ragazza
annuì.
L’uccello
gettò via la freccia.
< Madame
> Cominciò < Chiedo scusa. Il mio nome è Ginny! Tenente Ginny! >
< Molto
piacere tenente Ginny. Io sono Hermione, la principessa Hermione > Poi
presentò i suoi amici < E questi sono gli amici più fidati che ho al mondo:
il signor Neville Frank Paciok… >
< Gli amici
mi chiamano Neville > La interruppe la tartaruga.
< E Draco
> Continuò la ragazza.
La rana
assunse un’espressione di importanza.
< Io non ho
amisci, solo servitori e loro mi chiamano vostra altezza! > Draco gli porse
una mano da baciare in segno di rispetto.
< Crede di
essere un principe > Sussurrò Neville, davanti allo sguardo spiazzato del
tenente Ginny.
< Wow! >
L’uccello guardò la ragazza con uno sguardo pieno di gratitudine < Ti sono
debitore principessa e intendo restare fino a quando non avrò saldato il mio
debito! > Si offrì generosamente.
< Non credo
che tu possa fare molto... > Disse Hermione triste < Mi hanno fatto un
incantesimo >
< Volete
dire una magia? > Chiese Ginny, cominciando a muovere le ali come un
prestigiatore quando muove le mani per fare qualche magia.
Il movimento
di ali servì. Dalla terra nuda spunto un bellissimo fiore e l’uccello rimase
stupito. Ma, ben presto capì che non era stato lui a praticare quella magia.
Infatti le
rovine che c’erano intorno ala lago si decorarono di stupendi fiori e animali
come uccelli e farfalle vi giravano attorno. Neville e Draco trascinarono Ginny
in un luogo dove non potevano essere visti, ma dove potevano vedere nuovamente,
per la tartaruga e la rana, quello che stava per accadere.
Hermione capì
subito chi era la fonte di quegli incantesimi e non si stupì quando vide
Voldemort, rivestito da una meravigliosa armatura dorata, circondato da gioiosi
uccelli, apparire da dietro una rovina.
< Il tuo
cavaliere dall’armatura splendente è venuto a liberarti > Disse il mago,
avvicinandosi alla principessa.
< Non devi
fare altro che dire una parolina > Voldemort si piegò in ginocchio davanti
alla ragazza< Mi vuoi sposare? >
Hermione
rispose in modo secco e stizzito:
< Ogni sera
mi fate la stessa domanda! >
< No, no!
>
< Sì, è
così! > Riprese la ragazza < Ed ogni sera io vi dò la stessa risposta!
>
< Non
farlo… >
<
Preferirei morire! > Esclamò la principessa.
Con la rabbia
del mago anche l’incantesimo si spezzò.
< Cominci
proprio a seccarmi! > Gridò arrabbiato Voldemort.
< Credevo
che ormai vi ci foste abituato… > Disse la ragazza ironicamente.
< Basta
così! > Scoppiò il mago < Continui a tirare la corda, ma un giorno
perderò la pazienza! >
< Fate quel
che volete! > Affermò Hermione usando un tono ancora più alto < Ma io non
vi consegnerò mai il regno di mio padre! >
Voldemort
sorrise avidamente.
< Speravo
che avessi deciso di essere mia, ma, a quanto pare, hai bisogno ancora di un
altro giorno per poterci pensare… > Indicò la luna che stava lasciando il
lago e rise perfidamente.
La principessa
camminò sul lago e all’improvviso un piccolo vortice l’avvolse e quando questo si
dileguò Hermione era stata tramutata in un cigno, con un’espressione di dolore
negli occhi.
ECCO IL TERZO
CAPITOLO! STO ANCORA RIDENDO PER LE SCELTE IDIOTE CHE HO FATTO…HIHIHIHI… RIDO
DELLA MIA STORIA, POTRE ESSERE PIU’ PAZZO? SINCERAMENTEQUANDO COMINCIAI A SCRIVERE QUESTA FANFICTION
LA PRIMA COSA CHE MI SONO DETTO E’ STATA: DRACO MALFOY DOVRA’ ASSOLUTAMENTE
FARE JEAN BOB… HIHIHIHI ANCORA RIDO, MA IO MALFOY LO VEDO COSì BENE NEL RUOLO DELLA
RANA! POI LA SCELTA PIU’ DIFFICILE E’ STATA PER GLI ALTRI DUE: AVEVO INTENZIONE
DI FAR INTERPRETARE FRECCIA E PUFFIN DA FRED E GEORGE, MA POI MI SONO
RICREDUTA, VEDENDO CHE NON SAREI RIUSCITA AD INSERIRI GINNY DA NESSUNA PARTE.
ALLORA VISTO CHE UN GEMELLO DA SOLO NON STA BENE HO CAMBIATO TUTTO, COMPRESO,
PURTROPPO, IL SESSO DEL POVERO TENENTE PUFFIN, CHE, NELLA MIA STORIA, AIHME’ E’
DIVENTATO FEMMINA, MA NON AGGREDITEMI PER QUESTO XD! POI PER LA TARTARUGA HO
PENSATO A NEVILLE, PERCHE’ DOVEVA ESSERE UN RAGAZZO LENTO, PACIFICO ED ALLORA
IL NOSTRO PACIOK ERA IL SOSTITUTO PERFETTO. PER ULTIMA CHICCA, HO FATTO
INTERPRETARE LA SCAGNOZZA DI VOLDEMORT DA CHO CHANG, PERCHE’ MI DAVA UNA
SENSAZIONE DI ASSOLUTA ANTIPATIA E VOLEVO DARLE UN RUOLO, SEPPUR PICCOLO, NELLA
MIA STORIA (PROBABILMENTE NON SCRIVERO’ L’NCANTESIMO DEL LAGO 2 PERCHE’ DOVRO’
SCRIVERE DI CHI CHANG COME UNA PERSONA BUONA… PHUA!)
ECCO, ORA, DOPO
AVER RIVELATO TUTTI I PIU’ MEANDRI E NASCOSTI SEGRETI DI QUESTA FANFICTION
PASSO AI RINGRAZIAMENTI!:
->MYU: WOW, NON PENSAVO CHE LA MIA
STORIA POTESSE PIACERE ANCHE AD
UNA FAN DELLE RON/HERMIONE (CHE PURTROPPO
IO NON AMO MOLTO XD)E
QUINDI LA TUA RECENSIONE MI HA STUPITO E
RESO FELICE! CONTINUA A
LEGGERE E A RECENSIRE!
-> KIA91: EHEHE, SO
BENE CHE IL PERSONAGGIO MENO AZZECCATO DELLA
STORIA E’ HERMIONE, MA IO CHE CI POSSO
FARE? SONO UN FAN DELLE
HARRY/HERMIONE, QUINDI VEDI UN PO’ TU! IL
PERSONAGGIO DI HARRY E’
PERFETTO NEL RUOLO DI EROE CHE DEVE
SEMPRE SALVARE TUTTI, MA, COME
HAI DETTO TU, MI SONO DIVERTITO
MOLTISSIMO AD AFFIDARE AL NOSTRO RON,
LA PARTE DI BRODLIN! RIDO ANCORA, PENSA
UN PO’ TU! CHE NE PENSI DI
DRACO COME LA RANA? MI PIACEVA TROPPO
L’IDEA! CONTINUA A LEGGERE ED A
RECENSIRE!
-> MARYPOTTER: SONO
CONTENTO CHE LA MIA FANFICTION TI PIACCIA E
SONO ANCORA PIU’ CONTENTO CHE TI PIACCIANO I FILM DELLA DISNEY
(NON
PUOI IMMAGINARE QUANTE PRESE IN GIRO HO
RICEVUTO A CAUSA DI QUESTA
MIA MANIA…) BENE, SE VUOI VEDERE COME SI
SVOLGERA’ LA STORIA
CONTINUA A LEGGERE ED A RECENSIRE!
-> NIRVANA: EHEHE, LA
TECNINCA DELLA SCULACCIATA FUNZIONA SEMPRE!
COME DICE MIA MADRE! NO, A PARTE GLI SCHERZI, SONO FELICE CHE TI
PIACCIA LA MIA STORIELLA, E VISTO CHE SONO
BUONO PER OGGI NIENTE
SCULACCIATE, MA SE NON CONTINUI A
LEGGERE ED A RECENSIRE, TI MANDO
UNO SCULACCIATORE PROFESSIONISTA A CASA!
-> EGOIO: SONO CONTENTO DI
AVER RICEVUTO UNA RECENSIONE COSTRUTTIVA, E TI RINGRAZIO PER AVERMELA MANDATA,
MA… BEH, NON SO COME DIRLO, MA NON SO SE RIUSCIRO’ A METTERE QUALCOSA DI MIO IN
QUESTA STORIA, POICHE’ LA BASE SU CUI LA SCRIVO NON E’ STATA INVENTATA DA ME,
MA CI PROVERO’ LO STESSO! GRAZIE ANCORA!
BENE, ORA NON
MI RESTA PIU’ NIENTE DA SCRIVERE, SOLO UN PICCOLA PRECISAZIONE RIGUARDO ALLA
RANA ED AL SUO MODO DI PARLARE: NOTERE MOLTI ERRORI, EBBENE, QUESTI SONO ERRORI VOLUTI,
PERCHE’ I FRANCESI NON PRONUNCIANO LA “C” COME NOI, QUINDI QUESTA LETTERA E
SEMPRE PRECEDUTA DA UNA ESSE, E NON STUPITEVI SE TROVATE “ORRORI" DI
GRAMMATICA! DETTO QUESTO CI SENTIAMO ALLA PROSSIMA, E VI ASPETTO NUMEROSI,
CIAO!
< Stupenda!
> Esclamò la regina Nimphadora < Semplicemente stupenda! Presto Harry
sarà sposato e il regno avrà di nuovo un re! > La regina si trovava nel suo
castello, insieme a Remus, intenta ad esaminare una futura corona per sua figlio. Era dorata con bellissimi rubini
incastonati.
< Ne dubito, Harry si rifiuta di fare il re finchè non ritrova
Hermione! > Replicò Remus, guardandosi intorno.
< Ah, ah, bubbole! > Esclamò la regina <
Le cose cambieranno al ballo di domani sera… >
Nella stanza
irruppe il ciambellano di corte, accompagnato da alcuni domestici che
sostenevano due pesanti sacchi di lettere.
< Verranno
tutte al ballo! > Esclamò euforico il ciambellano, un ometto basso e tozzo
< Tutte le principesse invitate… > Mostrò alla
regina alcune lettere prese da uno dei sacchi.
< Ah, ah!
> Fece contenta la regina afferrando una lettera e
colpendo con questa il naso piuttosto pronunciato del consigliere < Visto,
Remus? Una di queste gli farà cambiare idea per forza! >
< Non
perdetene neanche una! > Impose la regina, restituendo malamente
la lettera al ciambellano.
< O no! > Rispose quest’ultimo.
< Ma dov’è Harry? Ah, no, lo so io dov’è! Sta lavorando al
mistero del grasso animale! > Affermò a regina dirigendosi verso la
biblioteca.
< Il grande
animale, altezza > La corresse Remus, correndole
dietro.
< Grasso,
grande, è grosso e peloso! > Obiettò la regina.
Infatti il principe era lì, nella biblioteca reale, a
rimuginare sulle ultime parole del re Guglielmo:
“Ascoltami bene Harry, non è quello che
sembra! Non è quello che sembra!”
< Che voleva dire re Guglielmo! > Si chiese Harry irritato,
sfogliando numerosi libri. Si muoveva per tutta la stanza avanti e indietro,
cercando di esaminare più libri possibile. Con una
scaletta arrivava agli scaffali più alti, e li sembrò trovare qualcosa che lo interessasse, poiché man mano che lo sfogliava il suo
sguardo riacquistava speranza:
< Non è
quello che sembra… > Poi trovò una pagina e la
strappò < Ma certo! Non è quello che sembra! Ora ti troverò Hermione! >
Il ragazzo
scese a terra e corse subito verso l’uscita, dove
incrociò sua madre, seguita dal ciambellano:
< Arrivano
Harry! > Ma quando si sentì baciare frettolosamente
dal figlio chiese < Harry, dove stai andando? >
< A cercare
il grande animale! > Fu la sua risposta piena d’entusiasmo.
< Ah,
splendido > Disse la regina, poco interessata < Basta che tu sia qui per
domani sera >
Harry si fermò
perplesso.
< Domani
sera? >
< Ehm… Il
ballo! > Rispose la Regina, mostrando le lettere che il ciambellano aveva
portato insieme.
< Mamma
> Cercò di scusarsi < Io non posso… > Poi la guardò < O madre, vi
prego, non fate il labbro tremulo > Il labbro
tremulo era un piccolo difetto fisico della regina, che le veniva spontaneo
quando qualcosa non stava andando come lei avrebbe desiderato.
< Se parto
subito forse arriverò in tempo! > Disse rassegnato,
infine, Harry.
< Ah!!! Grazie tesoro! > Il volto della madre si illumino.
< Vi prego
però, non trasformatela nella solita sfilata di bellezza! > Impose, mentre
si allontanava correndo.
< Oh, no,
no, no… Sono soli pochi amici… E le loro figlie… > E quando il figlio fu
sparito dalla sua vista si rivolse al ciambellano <
Voglio che sia una cosa in grande! Ogni principessa deve avere una sua
presentazione! >
< Ma, avete detto… > Replicò il pover
uomo.
< Oh, no,
no, no, scordate quello che ho detto! Ora mandate a chiamare i cuochi, e dite
all’orchestra di cominciare le prove… E voglio quattro lacchè per ogni
carrozza, o magari, cinque! > Al ciambellano non resto che sbattere la
testa, in segno di stizza, contro la parete.
Intanto
Hermione, ancora in sembianze di cigno, nuotava nel lago e spiegava la sua
situazione al tenente Ginny, che ascoltava a becco aperto, mentre Draco e
Neville stavano lì accanto.
< Vediamo
se ho capito bene! > Ricapitolò l’uccello < Insomma, ogni notte, quando
la luce della luna lascia il lago tu ti trasformi in
un cigno? >
< Esatto!
> Rispose la ragazza < La notte dopo, se voglio assumere sembianze umane,
devo essere sul lago > Aggiunse.
< Uhmp > Sbuffò Draco < A lei basta un poco di chiaro
di luna mentre a me invesce
devono sbasciucchiarmi! >
< Niente
paura! > Esclamò calmo il tenente < Tu voli dal tuo principe, noi lo
riportiamo al lago, spunta e luna, tu ti trasformi in un
principessa e tarattatà! Per sempre felici e
contenti! > Disse entusiasta.
< Ma come lo troverò? > Chiese perplessa il cigno.
< Non sai
dove sia? > Il tenente Ginny spalancò il becco dalla sorpresa.
< Non so
neanche dove sono io… > Rispose piano piano.
< Scommetto
che lui lo sa > Disse Neville, puntando la testa in
direzione del castello.
< Oh, che
idea fantastica! > Affermò Draco ironico < Basta
dire al Monsieur Voldemort “Vorrei andarmene pardon,
non è che per caso ha una mappa?” >
< Ma certo! > Esclamò il cigno guardando il tenente Ginny
< Una mappa! >
Hermione e
Ginny volarono verso il castello ed esaminarono bene tutte le finestre aperte
alla ricerca di una mappa. Hermione la trovò e tornò insieme a Ginny da Draco
Neville.
< E’ appesa
alla parete! > Esclamò la principessa < Nella stanza di sopra! >
< Bene,
ecco il piano! > Spiegò Ginny < Hermione resterà
di guardia, mentre noi prendiamo la mappa! >
< Noi? >
Chiese scettico Draco.
< Beh, se vuoi tirarti indietro… >
Esclamò la rana < E’ un piano siuscida, che chiude la partita! Speranze non avrà! >
< Ci manca
un volontario o tutto a monte andrà! > Sussurrò il
cigno.
< Non
voglio e non verrò! > Decise Draco voltandosi.
< Verrai!
> Affermò Neville, trascinando Draco insieme a Ginny verso il castello.
< No!
Lasciatemi subito! > Tentò di opporsi la rana.
I tre animali
si trovarono davanti all’enorme portone del castello:
< Vediamo
capo! > Disse Draco, rivolgendosi all’uccello < Come fasciamo
ad aprire la porta? >
Il tenente
Ginny sorrise:
< Bussiamo!
>
Subito Neville batte il suo guscio contro la porta.
Dopo qualche
minuto venne ad aprire la sciocca scagnozza di Voldemort, Cho, che però, non
vedendo nessuno, richiuse subito l’entrata.
Neville fu
rapidissimo: si piazzò nell’apertura della porta, premettendo agli altri di
passare.
< Va bene, correte! > Sussurrò l’uccello.
<
Si fa presto a dirlo > Replicò Neville, con la sua voce malinconica, che era
rimasto incastrato.
Sia
Ginny che Draco lo guardarono rassegnati e
quest’ultimo sbottò:
<
Ogni volta che vado di fretta mi porto sempre dietro una tartaruga! > La
rana ansimava per la fatica. Alla fine riuscirono a liberare Neville, però
fecero moltissimo rumore.
Gli
animali si trovavano in un ampio salone, molto antico e consunto, dato la
scarsa pulizia e le numerose crepe sulle pareti. Per il piano successivo si
alzava una maestosa scalinata, l’unica cosa rimasta perfettamente intatta in
quel posto. Dopo aver salito i numerosi gradini della
scala, Neviile sussurrò depresso:
<
Credo di aver preso una storta > Scosse piano la zampa.
Draco
roteò gli occhi:
<
Finirò ammazzato, lo so! Vado in missione ad alto
rischio con una tartaruga zoppa! > Esclamò irritato <
Tu sci farai ammazzare tutti! > Sbatté le sue zampe contro un urna che cadde a terra rompendosi.
Cho,
sentito il rumore, si stava avvicinando agli animali, ma
Hermione, dall’esterno, la distraeva, bussando contro le finestre col becco. I
tre animali riuscirono a raggiungere la stanza con la mappa appesa alla parete,
la presero e, dopo cominciarono silenziosamente la loro discesa. Ma la scagnozza di Voldemort li vide e li inseguì per tutto
il tragitto. Gli amici scesero per le scale sul guscio della tartaruga,
attraverso il corrimano, ma lei fece lo stesso e alla fine riuscì a
raggiungerli.
<
Qui Neville dobbiamo fare qualcosa! > Esclamò Ginny pensando < Ecco! Al mio tre fermati di botto e vai sulle scale! 1…2…3! >
La
tartaruga scivolò dal corrimano alle scale, mentre Cho Chang continuava la sua
discesa, andando poi a finire contro un muro.
<
Bene, andiamo! > Ben presto i tre animali si ritrovarono fuori e raggiunsero
Hermione, posando la mappa sul terreno.
La
principessa la esaminò attentamente:
<
Eccolo il regno di Harry! Quando si parte? > Chiese
entusiasta.
I
tre amici gemettero di dolore.
Hermione,
nell’attesa, nuotava tranquillamente nel lago, quando, dopo
poco tempo fu raggiunta da Neville e Draco.
<
Hermione! > Esclamò quest’ultimo < Mi scuso per
il mio comportamento di prima! >
<
Non fa niente, Draco > Rispose dolcemente il cigno.
<
no, no, no, no, no! Questo Harry è molto importante per te e
io non so fare altro che pensare a me stesso… >
<
Lo fanno tutti! > Lo interruppe il cigno.
<
Ti prego Hermione, non rendermi le cose ancora più diffiscili!
> Sbottò la rana irritata < Ascetta
le mie scuse, ti prego! >
<
Va bene, le accetto! >
La
rana si avvicinò di più al cigno.
<
Bene! Ora possiamo basciarsci e fare pasce! >
<
Draco! > Esclamarono sorpresi Neville ed Hermione. Intanto avevano raggiunto
il luogo in cui il tenente Ginny li stava aspettando, per mettere in azione il
loro piano.
<
Attenti! > Esclamò l’uccello < E’ l’ora zero
soldati! > Si rivolse al cigno < Hermione, preparati al decollo! >
<
Va bene! > Affermò.
<
Voialtri sapete cosa fare! > Si rivolse a Neville e Draco < Siamo tutti pronti? >
<
Pronti ad entrare in azione > Fu la risposta malinconica di Neville.
<
Anche tu, Draco! > L’uccello guardò scettico la
rana, che in quel momento faceva finta di non sentire.
<
Draco??? > Niente < Altezza! > Esclamò alla
fine Ginny, leggermente irritata.
<
Oui? Grazie, sono pronto! > Rispose la rana.
<
Decollo! > Il tenente e Hermione volarono verso la
foresta, alla ricerca di Harry.
<
Buona fortuna, buon volo > Augurò la tartaruga.
<
E ricorda! > Intervenne Draco, rivolto a Ginny <
Se dovesse suscederle qualcosa, ti farò
fustigar! Scorticar! Mettere alla gogna! E poi, ti
farò friggere le zampe nel burro! >
Harry
e Ron, nel frattempo, si trovavano nella foresta che separava il castello della
regina Nimphadora da quello di Voldemort. Ron stava tranquillamente mangiando
una mela, quando Harry gli porse un foglio di carta stropicciato.
<
E’ un topo > Disse, osservando la figura
rappresentata sulla carta.
<
Il grande animale! > Spiegò Harry serio.
L’amico
ebbe un eccesso di risate:
<
Un po’ piccolino, non credete? > Chiese, cercando di trattenersi.
<
Certo > Il ragazzo trasse dal mantello un altro foglio < Finché non si trasforma in questo! > Ora sul foglio era rappresentato
un enorme drago viola.
<
Un animale che può cambiare forma! > Affermò con enfasi il
principe < Una creatura innocua si avvicina, poi, all’improvviso è
troppo tardi! >
Ron
impallidì.
<
Volete dire che potrebbe essere qualsiasi cosa? > Domandò spaventato.
< Qualsiasi > Rispose Harry, montando sul suo cavallo,
seguito a ruota dall’amico.
<
E qui Ron! > Sussurrò il principe
all’improvviso < Lo sento! >
<
Come lo riconoscerete il grande animale quando lo
avrete davanti? > Chiese l’amico.
<
Lo riconoscerò! > Disse soltanto, guardandosi attorno < Meglio stare
vicini… >
Ron
gli venne subito accanto.
<
Se lo dite voi… >
I
due amici continuarono a guardare ogni piccolo movimento della foresta, e Ron
scorse una libellula. Credendo che si trattasse del
grande animale, inforcò l’arco ed una freccia, e, con il braccio tremante,
cercò di colpire il piccolo insetto che gli svolazzava incontro. Ma il ragazzo sbagliò la mira, e lanciò la freccia verso il
cielo.
Sopra
la foresta volavano rapidi il tenente Ginny ed Hermione, diretti al castello.
<
Dovremo stare attenti ai cacciatori! > Consigliò
Hermione.
<
Non ti preoccupare, io posso fiutare un essere umano ad un miglio di distanza!
> Ed una freccia mortale, proveniente dalla
foresta, si lanciò contro l’uccello sfiorandolo.
<
Ah! > Gridò < Da dove è sbucata fuori? >
<
Harry! > Si sentì urlare sotto di loro. Il cingo
riconobbe la voce di Ron.
<
Harry! > Ripeté Hermione < E’ qui! > La
principessa si stava lanciando verso la foresta, ma fu bloccata da Ginny.
<
Non devi perdere il controllo! > Impose < Tu seguirai
il piano come previsto, ricevuto? Ehm, ricevuto? > Ma
il cigno non ascoltò e si diresse verso la foresta.
Harry,
nel bosco, alzava la guardia ad ogni minimo movimento o anche il più lieve
rumore. Poi, vide avviarsi verso di lui un cigno, ed il ragazzo si nascose
dietro un albero per riflettere.
<
Un cigno > Mormorava < Un cigno, certo! Non è
quello che sembra! > Il ragazzo preparò l’arco con una
freccia < Solo un po’ più vicino > Il volatile si stava
avvicinando < Ancora! Ancora! > Esclamava e quando l’uccello gli fu praticamente accanto, scattò fuori dal suo nascondiglio
pronto a colpire:
<
Questo è per Hermione! > Gridò, scoccando la freccia.
Hermione
rimase là ferma, spiazzata da quella freccia, e se non fosse
stato per il rapido intervento del tenente Ginny, che riuscì a spostarla
in tempo, il cigno sarebbe morto. I due uccelli volarono subito verso il cielo,
accertandosi di essere inseguiti dal principe.
<
C’è mancato poco! > Ansimò Ginny, puoi voltò la
testa < Funziona! > Esclamò, vedendo il ragazzo che correva verso di loro
< Eccolo che arriva! >Poi notò che il cigno aveva preso un ulteriore distacco da lui.
Il tenente la raggiunse subito:
<
Ehi, rallenta! > Esclamò, cercando di tenerle le zampe < O lo perderai! >
Ma il cigno non ne voleva sapere di fermarsi.
<
E’ troppo vicino! > Affermò invece.
<
Troppo vicino? > Chiese Ginny, scettica < Quello neanche ci vede più, figuriamoci… > Ma un’altra freccia, venuta dalla foresta
lo mancò per poco.
<
Accelera ragazza! > Esclamò.
Il
tenente continuò a volare guardando sempre il principe.
<
Quel tuo ragazzo corre sul serio! > Affermò.
<
Te l’ho detto! Non ti aspettavi che fosse così veloce? > Chiese.
<
Non ti preoccupare Hermione, mi hanno insegnato cosa fare in situazioni del
genere! > Rispose.
<
Cioè? >
<
Beh, ehm…Uhm… >
<
Ginny! > Esclamò il cigno spaventato, notando che Harry stava prendendo
accuratamente la mira su di lei.
<
A, sì, sì, sì! Quando l’arciere ti ha preso di mira tu
vai verso il sole e vola contro luce! Seguimi! > I due volarono contro il
sole, impedendo ad Harry, per ora, di colpirli, a
causa della luce forte.
<
Ah, beh, che ti avevo detto? Ora vedi, non dobbiamo
fare altro che restare contro luce! > Disse rilassato Ginny.
Ma per loro sfortuna il sole stava calando e ben presto si
ritrovarono senza protezione. Per di più avevano perso di vista anche il
principe, che poteva essere dovunque, pronto a colpirli. Infatti
si trovava su un’altura, e stava scoccando la freccia mortale verso Hermione.
<
Hermione! Hermione! > Esclamò l’uccello quando vide
il ragazzo.
<
In mezzo agli alberi! > Gridò il cigno, spostandosi appena in tempi dalla
traiettoria della freccia.
I
due amici si rintanarono provvisoriamente dietro le chiome di
alcuni alberi, sperando di non essere visti.
<
Sarà meglio trovare una soluzione! E in fretta! >
Esclamò spaventata < Oppure siamo fritti! >
Harry era già lì, ma per fortuna non li aveva ancora notati.
<
Tutti gli uccelli, devono ricordare, disse l’Opossum,
che quando non c’è via di fuga, la cosa migliore è fare il morto! > Spiegò
Ginny, arruffandosi penne e piume eh,
il tocco dell’artista! > Sorrise < Ed ancora non hai visto come è! > Detto questo l’uccello precipitò
volontariamente dall’albero in cui si trovava, fingendosi morto.
Il
principe Harry, attirato da quell’uccello, gli si avvicinò e provò a
scrollarlo. Niente. Stava per andarsene quando il
tenente Ginny, prontamente, gli beccò forte un piede, causandogli un dolore
tremendo, nonostante gli spessi stivali. Allora il tenente, accertandosi di
essere seguito dal ragazzo che camminava con più difficoltà ora, raggiunse
Hermione,che
stava già volando via.
<
Questo ci darà un discreto vantaggio! > Affermò felice l’uccello.
Alla
fine riuscirono a raggiungere il lago incantato, facendosi seguire dal
principe. Lì, su una roccia che dava sul lago, li aspettavano Neville e Draco.
<
Ancora non si vedono > Constatò la tartaruga.
<
Spero che quel pagliaccio pennuto sappia il fatto suo! > Esclamò la rana,
guardandosi attorno.
<
In arrivo! > Affermò Neville, quando vide comparire dagli alberi i due
uccelli.
Draco
si mise a saltellare ed a muoversi freneticamente per attirare l’attenzione.
<
Eccoli là! > Disse Ginny, notando la rana e lei ed Hermione andarono dai loro amici.
Anche il principe era arrivato, e fissava incantato il lago
e il castello, non avendoli mai visti prima.
<
E quasi ora Hermione, guarda! > Ginny indicò la
luna che stava spuntando da alcune nuvole nel cielo.
Il
cigno si rattristò.
<
Non posso farlo! > Diceva malinconica.
<
Dovrai farlo! > Impose l’uccello.
<
Mi ucciderà Ginny! >
<
Oh, se non lo farai ora Hermione, avrai perso la tua grande occasione!
> Ginny le si avvicinò.
<
Va bene > Disse infine, guardando il lago < Lo
farò! >
<
Vai! > La incoraggiarono i suoi amici.
Il
cigno lasciò il nascondigli e si poso sulle rive del
lago, proprio davanti al principe Harry, che lo guardava perplesso. La luna
ancora non compariva del tutto.
<
Cosa? > Il ragazzo preparò l’arco e la freccia e
prese la mira < Ora vedrai! >
Ma
Ginny intervenne immediatamente, volando sul volto del ragazzo, che preferì
prendere subito la mira sul quello strano uccello. Ma un bagliore lo distolse. Infatti
sul lago stava avvenendo qualcosa di magnifico: un piccolo vortice avvolse il
cigno, e quando la superficie dell’acqua ritornò piatta, al posto dell’uccello
vi era una bellissima principessa.
Harry
lasciò cadere il suo arco dallo stupore. Era la sua principessa, Hermione.
La
ragazza gli sorrise:
<
Ciao Harry! > Lo salutò.
Il
ragazzo corse subito da lei, e l’abbracciò e la bacio
con tutto l’affetto possibile, felice come non mai di riaver ritrovato la sua
dolce metà.
<
Oh Harry > Cominciò la ragazza < Quanto mi sei mancato!
> Stringendosi ancor di più a lui.
<
Nessuno mi credeva > Sussurrò dolcemente il principe <
Ma io sapevo… >
<
Non puoi restare! > Lo interruppe Hermione preoccupata.
<
Non posso restare? > Ripeté Harry ironico < D’ora in
poi non ti lascerò più un solo istante! > La prese per mano.
<
Ascoltami Harry! > La principessa lo guardò affettuosamente.
<
Hermione! > SI sentì gridare
lontano. Voldemort.
<
Oh no! > Esclamò la ragazza.
<
Chi è? Che succede? > Chiese il ragazzo.
<
E’ lui! > Rispose la ragazza nervosa.
<
Chi? >
<
Mi ha fatto un incantesimo! > Continuò la principessa.
<
Lui chi? >
<
Hermione! > Si sentì ancora.
<
Che venga qui! Lo… > Disse Harry adirato.
<
No! > Lo fermò subito la ragazza < Ha enormi
poteri, devi andartene! >
<
Allora tu verrai con me! > Impose.
<
Non posso! > Rispose lei < Quando la luna
tramonterà mi trasformerò di nuovo in un cigno! Ti prego
Harry, devi fidarti di me! Vai! >
<
Ci sarà pur un modo per rompere l’incantesimo? > Domandò a voce bassa Harry.
<
Oh, sì che c’è! Devi fare un giuramento d’amore eterno… >
<
Lo faccio! È tutto ciò che ho sempre desiderato! > Esclamò il principe
riabbracciandola.
<
Devi provarlo al mondo intero! > Aggiunse lei.
<
Come? Come? > Chiese lui, confuso.
<
Non lo so! > La ragazza scosse rapidamente la testa.
<
Hermione! > Voldemort si stava
avvicinando.
<
Vai! > La ragazza spinse il principe lontano da lei.
<
Il ballo! > Esclamò lui, mentre se ne andava <
Domani sera vieni al castello! Di fronte al mondo intero farò un giuramento
d’amore eterno! >
Lei
lo guardò innamorata.
<
Hermione! >
<
Arrivo! > Rispose lei, non riuscendo a non far trasparire inquietudine nella
sua voce < Vai! > Sussurrò al principe.
<
Domani sera! > Ripetè lui.
<
Sì… Domani sera… Ora vai! > Harry le lanciò la collana con il ciondolo a
forma di cigno, prima di sparire dietro gli alberi della foresta.
<
Hermione! > Gridò adirato Voldemort, comparendo da dietro
un albero < Non mi hai sentito chiamare? > Chiese squadrandola
< Mi è sembrato di sentire delle voci > Fece
notare, mentre controllava i cespugli e gli alberi vicini.
<
Beh… io… Ehm… >
<
Tu cosa? > Chiese duro lui.
La
ragazza usò la prima bugia che le venne in mente:
<
Ho deciso di diventare la vostra regina… >
I
tre animali, che stavano guardando la scena da dietro
un balzo sobbalzarono.
Sul
volto di Voldemort si presentò un’espressione di pura sorpresa.
<
No! Vuoi dire… Oh… Hermione, Hermione, mi hai reso
così felice! Sarò un buon re, porterò dei bei vestiti e mi fa tagliare la
barba… > Si toccò la sua barba rossa molto voluminosa < Oh, mi hai reso
così felice Hermione, io… Io… Oh… Ehm > Si bloccò all’improvviso < A
proposito, per caso non sai di chi sia questo, vero?
> Sfilò dal suo mantello l’arco di Harry.
I
tre animali sobbalzarono nuovamente.
<
Vieni al ballo, domani sera > Il mago imitava la
voce del principe < Farò un giuramento d’amore eterno… > Sorrise
malignamente < Credevi di poter ingannare Voldemort, signorina? > Lanciò
l’arco di Harry nel lago.
<
Non potrete mai avermi, orrenda creatura! > Esclamò Hermione adirata < Sposerò il principe Harry, e voi non potete impedirmelo!
> Il mago le si avvicinò.
<
Mi dispiace deluderti, Hermione! > Esclamò, aprendo la mano di Hermione e
prendendo il ciondolo < Ma non potrai partecipare al ballo, domani sera… >
<
Se volete fermarmi > Hermione abbassò lo sguardo
< Dovrete uccidermi! >
<
No! > Voldemort rise malignamente < Io non credo.
Vedi, hai dimenticato una cosa molto importante… >
Indicò la luna < … Domani sera, non ci sarà la luna! > E
si allontanò ridendo, lasciando Hermione sola a piangere.
Il
mago entrò nel suo castello, seguito dalla sua scagnozza
Cho, più brutta che mai in quei vestiti sgualcita, che risaltavano ancor di più
la sua gobba.
<
Qualunque cosa facciano sarò sempre io ad averli in
pugno… > Infilò il ciondolo in tasca < D’altre parte il giuramento del
principe Harry potrebbe rovinare tutto… Uhm… Dovrò vedere di sistemare anche
lui… Ma come! > Guardò Cho ed un’idea gli balenò per la testa.
<
Il giuramento! > Esclamò < Gli farò fare il
giuramento alla principessa sbagliata! > Prese per il colletto
la sua scagnozza, che, dopo aver sentito le parole del suo padrone alzò
la mano.
<
Esatto! > Affermò nuovamente < Io… Io ti farò diventare uguale ad Hermione… > Gli occhi di Cho si illuminarono < Ci
sarà da lavorare parecchio, ma ne varrà la pena, perché quando farà il
giuramento alla ragazza sbagliata… Hermione morirà… >
ECCOMI DI NUOVO QUA, PRONTO AD ACCONTENTARE LE MIE LETTRICI, (LO
DICO AL FEMMINILE PERCHE’ HO NOTATO CHE LE RECENSIONI
SONO TUTTE DI RAGAZZE, CREDO, E QUESTO NON PUO’ CHE
FARMI PIACERE XD!) CON QUESTO BEL CAPITOLONE LUNGO LUNGO (PRETENDO UN APPLAUSO, POICHE’
SONO BENE SETTE PAGINE DI WORD XD!). BEH, CHE DIRE, SE HERMIONE NON MI BACIA
DRACO, LO ANDRO’ A BACIARE IO, PERCHE’
IL SUO RUOLO DA RANA (SE IL VERO MALFOY LO VENISSE A SAPERE MI UCCIDEREBBE XD!)
MI PIACE SEMPRE DI PIU’! MA
ORA BASTA PARLARE DELLA STORIA, E PASSO AI NUMEROSI RINRAZIAMENTI:
-> MYU: WOW! SAI, DI SOLITO I FAN DELLE RON/HERMIONE, MOLTI MIEI AMICI,
SONO ARRIVATI A DISPREZZARMI PER LE MIE STORIE! LE TUE
RECENSIONI MI
FANNO SEMPRE MOLTO
PIACERE, QUINDI CONTINUA A SCRIVERMI!
-> HARAS: GRAZIE!!! EHEH, IL MIO DRACO… COSA MI SONO
RIDOTTA A FARE?
GLI HO AFFIDATO IL RUOLO DELLA RANA XD! MI PIACE TROPPO PERò IN
QUESTE
VESTI! E SONO CONTENTO CHE ANCHE NEVILLE E GINNY LI POSSA TROVARE
AZZECCATI! CONTINUA A
LEGGERE ED A RECENSIRE!
-> KIA91: HIHIHI… MIA HAI FATTO VENIRE L’ECCESSO DI RISATINE! SAI, HO
L’INTENZIONE DI FARE UN FOTOMONTAGGIO, UN
GIORNO O L’ALTRO, DOVE
INSERIRO’ LA TESTA
MI MALFOY SUL CORPO DELLA NOSTRA RANA.... HIHIHIHI!
MA RITORNIAMO SERI ORA!
BEH, COME SAI VOLEVO INSERIRE FRED E GEORGE
NEI RUOLI DI FRECCIA (LA TARTARUGA) E PUFFIN
(L’UCCELLO), MA Il PROBLEMA
ERA CHE NON SAREIPIU’ RIUSCITA AD INSERIRE GINNY E POI UN GEMELLO DA
SOLO STAVA MALE… PER GINNY HO SCELTO IL RUOLO
DI PUFFIN PERCHE’MI
SEMBRAVA PIU’
ATTIVA DI FRECCIA E ANCHE PER L’INTESA CHE SI FORMA
TRA
PUFFIN E ODETTE! PURTROPPO SI’, BRIDGETTE (IN VERITA’ SI CHIAMA COSI’ LA
SCAGNOZZA DI ROTHBARTH)
NELL’INCANTESIMO DEL LAGO 2 PASSERA’ DALLA
PARTE DEL BENE ED ALLOTA VEDRò
COSA POSSO FARE! PER QUANTO RIGUARDA
IL NOSTRO RON, SONO
SICURA CHE SE LA ROWLING VIENE A SAPERE CHE PARTE
HO
FATTO FARE AL POVERETTO, MI UCCIDE! POVERINO RON, NON E’ CHE NON SIA
CORAGGIOSO, MA NON
VOLEVO DARGLI LA PARTE PRINCIPALE EHEHE XD! UN
VERO PECCATO CHE LE
CANZONI DELL’INCANTESIMO DEL LAGO NON VADINO
MOLTO D’ACCORDO CON IL
MIO TESTO, SOPRATTUTTO QUELLA MOLTO BREVE
DURANTE LA GARA TRA
DEREK E BRONDLIN (O FORSE DOVREMO DIRE HARRY E
RON? XD), CHE E’ LA MIA
PREFERITA XD! BENE! ORA TI LASCIO, E CONTINUA A
LEGGERE ED A RECENSIRE!
-> DAMA AMBER: CIAO CARA! SPERO CHE LA MIA RECENSIONE ED I MIEI
PICCOLI CONSIGLI PER LA TUA STORIA NON TI ABBIANO DATO FASTIDIO!
SONO
MOLTO CONTENTO DELLA TUA PROMESSA DI
RECENSIRE SEMPRE! HO VISTO
CHE
I RUOLI TI PIACCIONO, SOPRATTUTTO QUELLO DI CHO, MA NON TI
PREOCCUPARE, SE NON
SCRIVERO’ IL SEQUEL DI QUESTA FANFICTION SARA’
PERCHE’AVRO’ MENO TEMPO, SAI, LA SCUOLA COMINCIA TRA POCO, MA
PROMETTO CHE FARO’
IL POSSIBILE! BACI BACI! IL
TUO CARO!
-> NIRVANA: GRAZIE PER LA RECENSIONE, E ALLA FINE DI QUESTO CAPITOLO
TI HO ACCONTENTATO LEGGERMENTE, RENDODO CHO GOBBA! E’ UN BUON
INIZIO, NO? IO,
ESATTAMENTE COME TE, CREDO CHE IL NOSTRO RONNIE SI
MERITASSE
QUELLA PARTE PER UN MOTIVO CHE SO IO, CHE RIGUARDA IL
SESTO LIBRO DI HARRY
POTTER, MA E’ MEGLIO SE STO ZITTO XD! CONTINUA A
LEGGERE ED A
RECENSIRE!
-> MARIPOTTER:
GRAZIE MILLE PER IL CONSIGLIO, CHE HO INTENZIONE DI
SEGUIRE ASSOLUTAMENTE! INFATTI ECCO UN
ALTRO CAPITOLO! MI DISPIACE
CHE PRENDANO IN GIRO TE, CHE SEI COSì CARA, MA SONO CONTENTO CHE
AFFRONTI LA COSA IN
MODO COSI’ MATURO, QUINDI COMPLIMENTI! GRAZIE PER
LA RECENSIONE, E
CONTINUA SEMPRE A LEGGERE ED A RECENSIRE!
-> FRAFRA: CIAO FRAFRA, BENVENUTA NELLA MIA FANFICTION! BEH, IO
SEGUIRO’ IL PROCESSO DEL CARTONE, E COME PUOI BENE CAPIRE, NON
SI
METTERANNO INSIEME
SUBITO! NE DOVRANNO AFFRONTARE DI COSE!
CONTINUA A LEGGERE ED
A RECENSIRE! ALLA PROSSIMA!
STAVO PENSANDO CHE QUESTO, PROBABILMENTE, SARA’
IL PENULTIMO CAPITOLO E QUINDI CREDO DI AVERE TEMPO A SUFFICIENZA PER SCRIVERE
L’INCANTESIMO DEL LAGO 2! CONTENTE? SPERO DI SI’!
SONO MOLTO CONTENTO DI TUTTE LE RECENSIONI CHE HO RICEVUTO, E NON MI SAREI MAI ASPETTATO UN SIMILE SUCCESSO, PERCUI GRAZIE! ALLA
PROSSIMA!
Harry era ritornato al castello, in cui si stavano tenendo le numerose
prove per il Gran ballo
Harry era
ritornato al castello, in cui si stavano tenendo le numerose prove per il Gran
ballo. Anche sua madre, la regina Nimphadora, era lì, intenta a farsi
acconciare i capelli con delle rose rosse.
< Harry!
> Lo salutò allegra. Il principe le si avvicinò e notò disgustato le rose rosse,
il fiore che era stato deciso per decorare la grande sala.
< Cosa sono
queste? > Chiese stizzito il ragazzo.
< Rose >
Rispose la madre alzando un cipiglio.
< Sono
rosse! > Fece notare lui, leggermente irritato.
< Ma certo
che sono rosse tesoro! > E sistemò uno di quei fiori sui suoi capelli.
< Ma madre,
io non voglio rose rosse! > Harry prese alcuni mazzi di rose che stavano là
vicino e li gettò via < Le voglio bianche! > Aggiunse < Come un cigno…
>
La madre lo
guardò con una smorfia sul volto.
< Avete
visto Ron? > Chiese il principe, alzando la voce < Qualcuno ha visto Ron?
> Harry si scontrò contro uno dei numerosi cuochi che portava un vassoio
pieno di tartine.
< Dareste
da mangiare questo ad un cigno? > Il ragazzo esaminò una delle tartine.
< Ehm… No,
vostra altezza > Rispose desolato il cuoco.
< Portale
indietro! > Ordinò il ragazzo < Qualcosa di leggero, qualcosa di fresco!
> Poi una musica gli frastornò la mente.
< No, no
Remus, aspettate! >
< Cosa c’è?
> Chiese stizzito il consigliere, fermando l’orchestra.
< Stasera
la musica deve essere suonata senza enfasi… > Il suo tono di voce era
sognante < Dolce e melodiosa, come un cigno! >
< Un cigno?
> Chiese scettico l’altro.
< Avete mai
visto un cigno, Remus? > Chiese il principe in tono canzonatorio.
< Certo che
ho visto un cigno! > Rispose Remus altezzoso.
< Se si
potesse suonare un cigno, che suono avrebbe? > Chiese il ragazzo.
Il direttore
d’orchestra, con un sol gesto di bacchetta, fece fare una nota grave al
trombone.
< Ahahah! >
Rise Remus, immaginando di unire un trombone ed un cigno.
< Dolce e
melodiosa, Remus! > Raccomandò il principe. Il ragazzo si voltò ed alzò
ulteriormente la voce < Dove Ron? >
< Nessuno
l’ha visto, Harry > Rispose leggermente irritata la regina.
< Volete
scherzare? E chi mi farà da testimone? > Il ragazzo fece un occhiolino alla
madre.
< Come…
Vuoi dire? Tu… Oh… Harry! > Sul voltò della madre regnava un’espressione di
pura felicità. Intanto l’orchestra aveva cominciato a suonare un motivo lento,
ma così dolce da strappare il cuore e, soprattutto molto orecchiabile.
< Ben fatto
Remus! Questo intendevo! > Si congratulò Harry. Poi il ragazzo invitò la
madre a ballare < Andiamo madre! >
La regina
Nimphadora si lasciava guidare dal figlio, felice che finalmente avesse preso
una decisione.
< Oh, non
fare tanto il misterioso Harry, dimmi chi è! > Il ragazzo la lasciò, afferrò
un atro mazzo di rose rosse e lo lanciò in aria, facendo finta che quei fiori
fossero le sue preoccupazioni.
Anche Voldemort
lanciò delle rose alla povere Hermione, che, dopo essersi tramutata nuovamente
in cigno, fu rinchiusa in una prigione colma d’acqua, collegata al lago, ed al
castello per mezzo di una porta ed una finestra. E proprio da questa Voldemort
stava parlando con il cigno:
< Mi duole
doverti rinchiudere Hermione, mi duole profondamente > Il mago assunse un
tono triste < Tuttavia la giornata di un re è piena di decisioni difficili…
Tu lo capisci, vero? >
Per tutta
risposta il cigno afferrò con becco una rosa e la scosse violentemente.
< Oh, ora
sei di nuovo arrabbiata con me… Accidenti! Non ne faccio una giusta! Che
zuccone che sono… Davvero! > Il mago si finse adirato con sé stesso <
Beh, non posso lasciarti così, se tu non sei felice, non sono felice neanch’io…
> Aggiunse < Lo so! Visto che non puoi andare al ballo, porterò il ballo
da te! Vediamo, la prima cosa che ti serve è un giovanotto! > Hermione alzò
la testa al suono di quella parola < Il principe è già occupato, certo, ma
io credo di poterti trovare un sostituto… > Dettò questo il mago indicò la
porta che sia aprì: Ron, il migliore amico di Harry, era tenuto fermo, da
dietro, dalla scagnozza di Voldemort, Cho, ma non si capiva bene se il ragazzo
fosse più spaventato dell’essere gettato in quel fosso insieme al cigno o di
essere trattenuto da un tale orrore. In ogni modo Ron prese a supplicare:
< No! Ti
supplico, ti prego! No, no! >
< Ah, ah!
Poveretto, si è perso nel bosco… > Riprese il mago. Cho alla fine dette un
calcio piazzato al giovane, che cadde nella prigione. Hermione cercò di
soccorrerlo, trascinando verso una catena sporgente da muro, al quale il
ragazzo si sarebbe potuto appendete.
< Aiuto!
> Supplicò nuovamente Ron < Non andatevene… >
< Oh, mi
piacerebbe restare, ma purtroppo se non vado ora temo che farò tardi! Che
peccato… > Prima di chiudere la finestra il mago guardò Hermione. Il cigno
aveva un’espressione di profondo disgusto negli occhi, che infastidì molto
Voldemort:
< No, no!
Non guardarmi così signorina, hai dovuto mentirmi, vero! Hai dovuto tirare in
ballo il tuo principe smidollato, vero? Beh, allora peggio per te, peggio per
te! > Gridò, sbattendo la finestra.
Sulla riva del
lago intanto, i tre animali cercavano di pensare a come risolvere la
situazione. Il tenente Ginny camminava freneticamente avanti e indietro,
imitato da Draco. All’improvviso l’uccello si fermò, facendo scivolare la rana
per la sorpresa.
< Ah ah!
Trovato! L’acqua sgocciola nella prigione giusto? Bene, se passa l’acqua deve
esserci un buco! > Un luccichio passò nei suoi occhi < Troveremo quel
buco, lo allargheremo e… Splash! Sarà libera! Ah ah, vedrete! >
< Credo che
tu stia dimenticando due cose! > Intervenne Draco, indicando gli alligatori
sentinelle.
< Sua
maestà ha ragione > Confermò Neville.
< Non c’è
problema! > Esclamò entusiasta il tenente < Innanzitutto manderemo
qualcuno in ricognizione… >
< Ma sei
impazzito! > Sbottò Draco < Chi vuoi che sci salti in questo fosso! >
Indicò il lago e la prigione.
< Deve
essere un bravo nuotatore! > Affermò Ginny.
< Ma
scerto, come minimo… >
< Deve
essere piccolo, anche > Aggiunse Neville.
<
Minuscolo, così non lo vedono! >
< E non
sarebbe male se fosse verde! > L’uccello guardò Draco < Per mimetizzarsi
meglio! >
<
Esattamente! Piccolo, ottimo nuotatore, verde… > La rana divenne di una
tonalità verde più chiara < Santo scielo, state parlando di me! > Sbruffò
spaventato.
< Sì parte in missione! Non perder
l’occasione! L’astuzia vincerà, si va! > Canticchiò l’uccello, coprendo
i brontolii di Draco.
Quando la rana
si fu calmata e cominciò ad accettare il suo ruolo culmine, il tenente Ginny
gli spiegò il piano:
< Allora,
Neville tiene occupato gli alligatori mentre tu prendi una bella rincorsa e
Brum! Veloce sparato fino al buco! >
< Se riesco
a trovarlo > Preciso Draco < E se gli alligatori non mi pappano in un
solo boccone prima! >
< Non
preoccuparti! > Affermò l’uccello < Neville correrà ad aiutarti! >
< Ah! >
Esclamò Draco ironico < Mister piede veloce, correrà in mio aiuto! >
Guardò la tartaruga che cercava di tuffarsi goffamente in acqua.
< Questo è
il piano! > Confermò Ginny.
< Sai,
all’improvviso mi sento sollevato… >
< Beh, ci
siamo! Riscaldamento! > Impose il tenente.
< Ma perché
mi fascio convinscere dico io… > La rana si stirò per bene le zampe
posteriori.
L’uccello si
rivolse alla tartaruga:
< Va bene,
va bene! In posizione! >
Neville cercò
di attirare su di sé l’attenzione degli alligatori:
< Ehi,
stupidi squamati! Venite a prendermi! > Esclamò ad alta voce < Fatevi
sotto teste di cuoio! > Gli alligatori si gettarono subito all’inseguimento
della Tartaruga.
< Oh oh,
perfetto! > Mormorò Ginny, posando lo sguardo su Draco < Allora, allora…
Pronti… Ai posti… Via! >
La rana balzò
rapidamente verso il lago.
< Più
veloce! Più veloce! > Esclamava preoccupato l’uccello.
< Scerto!
Coraggio Draco! Correrò fino a morire! >
Ma un
alligatore aveva notato la rincorsa di Draco e appena questo fu nel lago gli si
avventò contro. Per un pelo riuscì a sfuggirgli e cominciò a nuotare veloce
alla ricerca del gruppo della prigione. Neville, velocissimo in acqua gli passò
accanto:
< Datti un
mossa, lentone! > Disse, mentre schizzava via per distrarre gli alligatori.
< Lentone!
> Sbruffò < A moi! > E la rana cominciò a nuotare più veloce, con il
solito alligatore alla calcagna. Con una manovra da maestro Neville riuscì a
attirare su di sé l’attenzione anche dell’altro alligatore, così Draco ebbe
strada libera. La rana cominciò a cercare tra il muro di pietra della prigione
un buco. Riuscì a trovarne un piccolino, dove sarebbe passato a fatica, ma
poiché uno dei predatori lo stava inseguendo di nuovo, decise di provare. Era
troppo stretto, non riusciva ad andare avanti e sentiva l’alligatore dietro di
sé. Fu proprio l’animale ad aiutare la rana, involontariamente, dandogli una
spinta con la testa, che, non solo fece entrare la rana nella prigione, ma
allargò anche di poco il buco.
< Draco!
> Esclamò Hermione, vedendo la rana spuntare dall’acqua.
< Ti salvo
io, mademoiselle! > Disse la rana, un po’ frastornata.
Neville
intanto stava risalendo in superficie:
< Trovato!
> Esclamò verso l’uccello, prima di ritornare sott’acqua, seguito dagli
alligatori.
< Va bene
Ginny! > Disse il tenente, che si trovava sul ramo di un albero, pronto a
tuffarsi < E’ ora di rispolverare la tua tecnica di picchiata! > Dettò
questo si tuffò nel lago.
Neville era là
attorno e doveva cercare di attirare i predatori su di sé.
< Ehi! >
Cercò di gridare < Le tartarughe son dure da mandare giù, che ne dite di un
po’ di carne tenera? > Il piano stava funzionando. Gli alligatori si
precipitarono subito verso l’uccello. Ora Neville aveva la strada libera per
scavare contro il buco ed allargarlo ancor di più. Il piano funzionò a
meraviglia, il buco era abbastanza grande da far passare anche un essere umano.
< Ce
l’abbiamo fatta! > Esclamò Draco rivoltò ad Hermione < Andiamo! >
< Grazie
Draco! > Ringraziò il cigno < E quando tutto questo sarà finito
ricordami. di darti un bacio! > Aggiunse, tuffandosi verso il buco.
La rana esultò
di gioia.
Neville era
nell’entrata del buco per controllare che gli alligatori non potessero
entrarci.
< Vi do io
il via! > Esclamò, sporgendo fuori la testa < Adesso! > Esclamò.
Ma aveva fatto
male i suoi calcoli, poiché appena Hermione uscì, per poco non rischiò di
essere morsa. Il cigno cercò di nuotare il più veloce possibile per arrivare
alla superficie, ma il predatore le stava dietro. Neville intervenne in suo
aiuto, mordendo la coda all’alligatore e permettendo al cigno di raggiungere la
superficie e volare verso il castello della regina Nimphadora.
Al castello
intanto, tutto era pronto per dare inizio al ballo. Il ciambellano lo comunicò
alla regina d al principe:
< Scusate
altezza! > Disse il ciambellano, entrando nella stanza dove i due reali si
stavano preparando.
< Sì, sì
ciambellano > Concesse la regina.
< Comincia
ad esserci una gran folla! > Affermò
< Molto
bene, potete cominciare le presentazioni! > L’ometto se ne stava andando
quando la regina lo chiamò di nuova a sé:
< Ah,
ciambellano? >
< Sì? >
< Niente
errori stavolta, deve essere tutto perfetto! > Ricordò lei.
< Oh, no,
no, no, no. Oh… Ehm… Cioè, sì, sì, sì, sì, Madame, sarà tutto perfetto! > E
se ne andò.
Esclamò, rivolgendosi
al principe.
< Non
preoccupatevi madre, lo capirete > Sorrise < Vedrete, lo capirete! >
Quando il
principe e la regina furono pronti, la folla composta dagli altri nobili esultò
e Remus Lupin ed il ciambellano cominciarono le presentazioni di tutte le
principesse che erano state invitate. Ma tra tutte quelle ragazze mancava
l’unica che interessava al principe, la sua Hermione. Quando le presentazioni
furono finite, la regina si stava avvicinando ad Harry per chiedergli quale
avrebbe scelto, quando qualcuno bussò alla porta. Il ciambellano guardò
freneticamente la lista degli invitati. C’erano tutti, ma chi poteva essere
allora?
<
Ciambellano! > Esclamò la regina ad alta voce, ma visto che era calato il
silenzio decise di moderare il tono < Ciambellano, tutti gli invitati sono
presenti, vero? >
< Oh certo,
voglio dire… >
< Aprite la
porta! > Lo interruppe la regina con foga < Ciambellano… >
< Come può
essere > Si chiedeva il pover uomo, mentre stava per aprire la porta < Ho
controllato la lista due volte! Sarà… Sarà il lattaio! > Aprì la porta.
Alla vista
della ragazza che si trovava davanti a lui, il ciambellano sospirò:
< Non… Non
è il lattaio… >
La ragazza
scese la scalinata che conduceva al centro del salone, dove si trovava un
principe Harry più contento che mai. La ragazza, diciamo pure la falsa Hermione
(O, se preferite, la scagnozza di Voldemort, Cho, trasformata), era osservata
costantemente dalla regina Nimphadora.
< Oh, non
può essere! > Esclama stupita < Oh, scusate, scusatemi devo passare! >
Diceva la reale, facendosi largo tra la folla per guardarla meglio < O, sì,
adorabile, non è vero? > Affermava. Poi la regina si diresse verso Remus:
< Remus!
Remus! Chi è, la conoscete? > Domandava curiosa.
< Non lo
so… > Rispose piano piano il consigliere.
< Andiamo
Remus! > La regina scrollò Lupin < Lo so che con voi si confida, chi è?
>
< Giuro che
non l’ho mai vista prima! > Affermò < Anche se… Certo somiglia molto a…a…
>
< Non può
essere! > Esclamò nuovamente Nimphadora < Oh… Ehm… O forse sì! >
Intanto la falsa Hermione aveva
raggiunto Harry, che esclamò sollevato:
< Oh, ero così preoccupato!
Stavo quasi per credere… >
< Niente poteva tenermi
lontana! < lo interruppe lei.
Con uno schiocco di dita la
musica stabilita per la serata, partì.
Il cigno intanto cominciava già
ad intravedere il castello, nel quale Harry stava ballando con la scagnozza di
Voldemort, che, a quanto pare, aveva fatto un incantesimo complete, essendo
riuscito a dare un’incantevole voce, oltre che un bell’aspetto a Cho.
< C’è qualcosa in te che
sembra… Non so… Diverso! > Notò all’improvviso il principe.
La ragazza mostrò la collana con
il ciondolo a forma di cigno e invitò Harry a mettergliela < Non
preoccuparti > Rispose < Dopo stasera sarà tutto perfetto! >
< Sì, certo! > Harry, che
ora sembrava più rilassato, si rivolse verso Remus < Remus, voglio fare un
annuncio! Fermate la musica! > Il dolce suonò cessò.
Hermione vera, si trovava proprio
davanti ad una finestra del castello, e quale fu il suo dolore, quando vide Harry
abbracciato ad una impostora? Il cigno cercò di farsi sentire battendo il becco
contro le finestre, ma nessuno sembrava farci caso.
< Re e regine! > Cominciò
il principe < Signore e signori! Madre… > La regina lacrimava < Ho un
annuncio da fare! Oggi ho trovato la mia sposa! > La folla esultò.
< No Harry, no! È un trucco!
> Esclamava disperato il cigno, cercando di farsi sentire.
< Io ve la presento come la
futura regina del nostro splendido regno! > Hermione volava verso le varie
finestre per farsi almeno vedere < E come prova del mio amore per lei! >
Continuò < Pronuncio un giuramento solenne e definitivo! Un giuramento più
forte di tutte le potenze della terra! > L’impostora, che aveva visto
Hermione, cercava, con successo, di distogliere lo sguardo di Harry dalle
finestre < Di fronte al mondo intero pronuncio un giuramento d’amore eterno…
>
< Harry! > Gridò spaventata
Hermione dietro una finestra.
< … Per Hermione! >
< Harry, no… > Il cigno si
sentì mancare le forze piano piano, e decise di recarsi al lago incantato.
Nel castello la gioia regnò per
qualche secondo, ma subito dopo tutte le luci si spensero e tutte le finestre e
le porte si aprirono. Davanti all’entrata principale comparve Voldemort, che
avanzava sorridendo malignamente.
< Salve principino! >
Salutò il mago, ironico.
< Chi siete? > Chiese serio
Harry.
< E così abbiamo giurato amore
eterno ad un’altra eh? > Continuò il mago.
< Ma che cosa state dicendo?
> Il ragazzo indicò la ragazza che si trovava a qualche metro da lui <
Quella è Hermione! >
< No! > Esclamò Voldemort
< Hermione è mia! > Strinse un pugno.
< Siete voi! > Capì Harry
< Voi non avete più alcun potere! Ho fatto un giuramento, un giuramente
d’amore eterno! >
Il mago rise perfidamente:
< Il giuramento l’hai fatto certo!
Un giuramento di morte… Eterna! > Lanciò un incantesimo contro la sua
scagnozza, che cadde a terra.
Harry, credendo che avesse fatto
del male alla sua amata, si recò immediatamente da lei. Quale fu il suo stupore
ed il suo disgusto, quando vide che il bellissimo volto di Hermione era stato
sostituito da un viso scuro, rugoso e peloso.
< Avresti dovuto lasciarla a
me! > Intervenne Voldemort < Ora, Hermione morirà! > Indicò verso una
finestra aperta. In lontananza si intravedeva un cigno che andava in direzione
del lago.
< Hermione! > Esclamò
Harry, precipitandosi subito all’inseguimento con uno dei suoi cavalli.
< Hermione! > Gridò
nuovamente.
< Se ne sta andando principino e in fretta! > Diceva la voce
fredda del mago.
La povera Hermione infatti si
sentiva mancare le forze ad ogni suo battito d’ali.
La risata fredda e maligna di
Voldemort echeggiò per tutto il regno. Anche i tre animali al lago la
sentirono.
< Oh, oh, è andato storto
qualcosa! > Commentò preoccupato il tenente Ginny.
Sia Hermione che il principe
erano vicini al lago.
< Se fai presto principino te la farò rivedere un’ultima volta! >
Anche Ron, ancora rinchiuso nella
prigione, dominato più dalla curiosità che dalla paura, decise di uscire dalla
prigione attraverso il buco, per raggiungere la superficie del lago.
< Eccola lì! > Esclamò
Draco, vedendo il cigno sopra un degli alberi che circondavano il lago.
< Non credo che ce la farà…
> Constatò tristemente Neville.
< Da questa parte Hermione!
> Draco cercava di farsi notare.
< Oh, non ti fermare piccola,
coraggio dai! > Intervenne il tenente Ginny.
Il cigno sfiorò con le ali la
superficie del lago, e quando le forze la lasciarono completamente, si fermò,
ormai quasi morta, sulle rive dell’acqua, trasformandosi in principessa.
Harry era giunto finalmente là,
al cospetto della sua amata, e quanto soffrì e quanto pianse, quando vide quel
suo corpo delicato adagiato per terra, ormai quasi inerme.
< Hermione… > Sussurrò,
piegandosi verso la ragazza < Ma che cosa ti ho fatto! > Si incolpò il
principe < Perdonami Hermione, perdonami… >
La ragazza udì le sue parole e
riuscì a malapena a parlare:
< Harry… > La principessa
era pallidissima.
< Sì Hermione… Sono qui… >
< Harry… Mi sento così debole…
> La ragazza abbassò lo sguardo < Credo… Credo che… >
< No! > La fermò il
principe < Tu vivrai Hermione! Il giuramento che ho fatto era per te… >
< Lo so… > Rispose
Hermione, riuscendo ad accennare ad un sorriso < Ti amo Harry… > Queste
furono le ultime parole della ragazza, prima di accasciarsi delicatamente a
terra, morta.
< Hermione… > Il principe
si alzò, adirato e triste < Il giuramento che ho fatto era per lei… >
Alzò il tono di voce < Mia hai sentito! Il giuramento era per lei! >
Gridò.
< Non c’è bisogno di urlare!
> Voldemort era comparso dal nulla, dietro Harry.
< Non lasciarla morire! >
< E’ una minaccia? > Chiese
ironico il mago.
Harry gli si avvicinò e lo
sollevò per il colletto del mantello.
< Non oserai lasciarla morire!
>
< Oh, allora, è una minaccia…
>
< Sei tu quello che ha i
poteri magici, allora, usali! > Gridò, lasciando la presa.
< Solo se mi sconfiggerai >
Sorrise < Harry… > Detto questo il mago si gettò un incantesimo e si trasformò
in un pipistrello verde gigante, con perfidi occhi rossi.
< Il grande animale! >
Sussurrò Harry, guardandolo.
I tre amici intanto guardavano la
scena da dietro il solito masso.
< Io punto sull’animale
ragazzi… > Draco sembrava abbastanza spaventato.
Harry sfilò la sua spada e andò
alla carica contro l’animale, cercando di colpirlo, la il pipistrello fu più
rapido, e cercò di immobilizzare il principe. Harry stava per essere dilaniato,
ma riuscì ad afferrare una manciata di terra che gettò prontamente sugli occhi
dell’animale. Avvantaggiato da questa sua mossa, Harry riuscì a colpire con la
spada l’ala dell’animale, causandogli un graffio profondo ed un gemito di
dolore.
< Io non la lascerò morire!
> Affermò Harry, tenendo pronta la spada.
L’animale, con un ghigno perfido,
volo in aria, e scomparì alla vista del principe, che cominciava a guardarsi
intorno nervosamente. Eccolo all’improvviso sbucare alle sue spalle da dietro
un albero e romper con un sol morso la spada e immobilizzare con una zampa un
braccio del principe. Questi fu fortunato perché vide accanto a è un sasso
grosso e facile da raggiungere e con questa nuova arma colpi la zampa
dell’animale. Ginny, Neville e Draco guardavano incapaci di agire la battaglia,
quando all’uccello venne un’idea:
< L’arco! L’arco di Harry!
> Esclamò, guardando il lago. L’uccello prese con un’ala Draco < Tuffati
in fondo al lago e recupera l’arco, vai! > Ginny lanciò la rana nel lago,
che si avviò subito alla ricerca dell’arco.
Harry ora era in svantaggio, non
avendo più niente da usare contro l’animale. Il pipistrello lo sollevò più
volte e lo fece cadere su terreno duro, causandogli uno svenimento.
Draco trovò facilmente l’arco, ma
per lui, così piccolo, risultò difficile tirarlo fuori dalla sabbia nella quale
era conficcato. Fortunatamente Neville, con la sua forza e la sua velocità,
intervenne prontamente, recuperando l’arco e tornando in superficie.
Il grande animale si stava
preparando a dare il colpo di grazia ad Harry, quando Ginny gridò a Neville:
< Tiralo! Tiralo (Si riferiva
all’arco)! > Neville fece un tiro perfetto, e l’arco, con Draco aggrappato
sopra, raggiunse il principe, ancora svenuto. Draco fece del suo meglio per
svegliarlo, e il contatto delle sue zampe viscide con la pelle morbida del
principe, lo svegliò. Harry notò pieno di fiducia l’arco e si rialzò in piedi
pronto per colpire l’animale che stava scendendo in picchiata. Ma il ragazzo
ben presto si accorse di non avere le frecce a portata di mano. Ma senti una
voce familiare che lo rassicurò:
< Ti prego! Ti prego! >
Mormorava qualcuno dall’altra parte della sponda.
< Ron! > Esclamò il
principe.
Era proprio lui. Ora stava
puntando una freccia verso Harry, che capì il piano dell’amico. Era come
durante un’esercitazione di ferma la freccia. Sperava solo che Ron tenesse il
suo braccio fermo.
< Ti prego, ti prego, ti
prego! > Ron scoccò la sua freccia. Era perfetta. Harry l’afferrò
prontamente e colpi in pieno petto il grande animale, che gridò di dolore e
cadde nel lago, scomparendo. La minaccia era stata sventata. Nel vedere quella
scena, il povero Ron, cuor di leone, svenne.
I tre animali esultarono felici!
Finalmente Voldemort era stato sconfitto.
In lontananza si udì la voce di
Harry, che era di nuovo tornato dalla sua Hermione.
< Perdonami Hermione,
perdonami… > Il suo tono di voce era basso e triste, troppo triste < Io
volevo solo rompere l’incantesimo… Dimostrarti il mio amore… > Aggiunse <
Io amo te! La tua grazia, il tuo coraggio… Ti ho sempre amata… > Le dette un
bacio sulle labbra rosse.
< Harry… > La principessa
si era svegliata. Sconfitto Voldemort l’incantesimo si era spezzato.
Harry la guardava incredulo, non
riuscendo a nascondere il suo amore per lei, vedendola viva.
< Hermione! >
< Oh Harry! > I due amati
si abbracciarono e si baciarono, felici che la spiacevole avventura fosse
finita e soprattutto entusiasti di aver trovato l’uno nell’altra il vero amore.
< Ah… > Sospirò Ginny, che
insieme a Neville ed a Draco guardava estasiato la scena < Ecco, vedete?
L’amore eterno… >
Qualche giorno dopo, le campane
di una chiesa suonarono gioiose. Harry ed Hermione si erano appena sposati, ed
erano stati proclamati Re e Regina, davanti ad una folle esultante.
Remus e Ron intanto, assistevano
alla scena, felici anche loro per il principe, anzi il re.
< Ah, ah! > Rideva Ron <
Beh, Remus, vecchio mio, suppongo che mi dobbiate delle scuse! Dopotutto, se
non forse stato per me, il grande animale sarebbe ancora vivo! > Remus
guardava quel ragazzo, ora diventato presuntuoso e pensava che non gli avvenne
rivolto mai le sue scuse. Si appoggiò ad un muro, pensando a come avrebbe
potuto farla franca. L’occasione si presentò subito. Infatti, sul muro, si
rifletteva un ombra, molto simile ad quella del grande animale.
< Oh! Dio mio! > Esclamò
Remus, fingendosi spaventato < Il g-grande animale! È vivo! > Quando Ron
scorse l’ombra, svenne dalla paura, sotto un sorrisetto beffardo di Remus, che
salutò felice, colei che aveva creato l’ombra: la Regina Nimphadora, che per
l’occasione aveva acconciato i suoi capelli in modo particolare, facendogli
assumere la forma di un cigno.
Ginny intanto guardava la scena
dall’alto, seguito da un corteo di cigni.
< Beh, non importa se per gli
altri è una vacanza! > Disse, rivolgendosi ai cigni dietro di lui < Ed è
compito mio addestrarvi a puntino! > Poi aggiunse, con tono fiero < Siete
nell’esercito di Ginny ora! Il generale Ginny! >
Durante la sera la festa si era
trasferita al castello di Voldemort, ormai diventato la residenza del re e
della regina. Hermione si trovava nel giardino, vicino alla riva del lago,
splendida nel suo candido abito nuziale, insieme a Neville e Draco.
< Io aspetto ancora il mio
bascio, Hermione! > Fece notare quest’ultimo.
< Ma non restarci troppo male
Draco, se non succede nulla! > Sorrise la ragazza.
< Finalmente, dopo tutti
questi anni, tornerò sul mio trono! > Affermò entusiasta la rana.
< Non dimenticarti di
scrivere… > Aggiunse in tono scettico Neville.
< Tu ancora non mi credi,
vero? > Sbuffò adirato Draco.
< L’unica cosa che diventerai
è rosso di vergogna… > Continuò la tartaruga.
< Beh > Disse dolcemente la
rana < Io sono pronto Hermione! >
La ragazza prese la rana in una
mano, la portò vicino al suo volto, e le diede un affettuoso bacio sulla
guancia.
Draco, dopo aver ricevuto il
bacio, cominciò a fare strani movimenti, spiccò in aria con una balzo per poi
ritornare a terra ancora rana.
< Beh allora? > Si rivolse
alla tartaruga < Neville, che cosa hai da dire, adesso? >
Neville rimase zitto, non volendo
deludere l’amico che si immaginava principe.
< Lo immaginavo! > Esclamò
< Ed ora, se non vi dispiace, vado ad intrattenere gli ospiti… >
La rana si specchiò su uno
stagnetto là vicino, e come fu felice quando vide che l’immagine riflesse
nell’acqua non era più quella di una verde rana, ma di un bellissimo principe.
Il fatto era che, dietro alla
rana, si era specchiato nello stagno, nello stesso momento, uno dei tanti
principi invitati alla festa e Draco credette che quell’immagine fosse sua.
< Vuoi un bacio anche tu
Neville? > Chiese dolcemente la ragazza.
< No > Rispose lui,
sorridendo per la prima volta < Io preferisco restare tartaruga! >
Draco la rana intanto, era
entrato nel salone dove gli ospiti ballarono e salutò cortesemente una bella
donna.
< Bonjour Madame! > La
donna, quando vide quella rana, così viscida e così verde, urlò e svenne.
< Ah ah! > Esclamò con
entusiasmo Draco < Fascio ancora questo effetto alle signore! >
Harry ed Hermione intanto si
erano allontanati dagli invitati e passeggiavano abbracciati verso un luogo più
tranquillo. Un ponte che aveva la vista sul lago e sul castello era l’ideale.
< Mi amerai Harry? > Chiese
la ragazza < Per tutta la vita? >
Il ragazzo scosse la testa.
< No, per molto di più
Hermione > Le si avvicinò < Molto di più… > La baciò romanticamente.
E COME
CONCLUDERE LA NOSTRA STORIA SE NON CON UN BACIO ROMANTICO ED APPASSIONATO,
PIENO D’AMORE? AH, L’AMORE… CHE BEL SENTIMENTO! SPERO CHE TUTTO VOI POSSIATE
VIVERE UN AMORE PROFONDO COME QUELLO DI DEREK ED ODETTE! E SPERO CHE ANCHE CHE
QUESTA FANFICTION VI ABBIA TRASMESSO QUALCOSA! IO CI HO MESSO TUTTO IL MIO
IMPEGNO! ED ORA VORREI RINGRAZIARE COLORO CHE MI HANNO RECENSITO:
-> MYU: SI’, SAREBBE
PROPRIO BELLO SCRIVERE ANCHE L’INCANTESIMO DEL
LAGO 2 E 3, E VEDRO’ COSA POSSO FARE! CERCHERO’ DI ACCONTENTARTI
DAL
MOMENTO CHE MI HAI PROMESSO DI CONTINUARE
A RECENSIRE XD! BACI
-> HARAS: HAI PROPRIO
RAGIONE! DOPO AVER LETTO LA TUA FANFICTION HO
PENSATO: PERCHE’ NON FARE UNA FANFICTION SULLA “BELLA E LA BESTIA”
(ORA SONO SINCERO, PER ME QUESTO E’ IL
MIGLIORE!) CON I PERSONAGGI DI
HARRY POTTER? E’ UNA BELLA IDEA NO?BACI
-> KIA91: EH SI’, LA
COLONNA SONORA E’ STUPENDA, E SE SI POTESSE
INSERIRE, INSERIREI SICURAMENTE QUALCHE CANZONE DEL CARTONE!
ANCHE PER ME LA SCENA DEL RITROVAMENTO DI
ODETTE E’ COSI’ ROMANTICA!
ME MISERO, MA CHE MASCHIO SONO XD! SONO
CONTENTA CHE TI ABBIA FATTO
RIDERE IL MIO CAPITOLO PRECENDENTE!
VEDIAMO ALLORA COSA NE PENSI DI
QUESTO! BACI
-> NIRVANA: PER LA TUA
FELICITA’, E NON SOLO LA TUA, CREDIMI, HO
DESCRITTO LEGGERMENTE IL VOLTO DI CHO, RENDENDO BENE, IMMAGINO,
IL
PERSONAGGIO! DRACO MI STUPISCE SEMPRE DI
PIU’, MA COME DITE TUTTI,
ANCH’IO MI SONO ACCORTA CHE IL MIGLIORE
E’ RONNINO! NON SMETTERO’ MAI
DI TORTURARLO…XD! COME TI PARE QUESTO
CAPITOLO? BACI
-> MARIPOTTER: DAI, HAI
ADDIRITURA NOLEGGIATO UNA CASSETTA PER
SEGUIRE MEGLIO LA MIA FANFICTIONO? MI FAI ARROSSIRE…XD! SPERO
CHE LA
MIA RECENSIONE TI SIA ARRIVATA E NON
CONSIDERARMI PRESUNTUOSO EH
XD? BENE, ALLORA, CHE NE DICI DEL CAPITOLO
FINALE? BACI
ORA RAGAZZI
DEVO ESSERE SINCERO CON VOI. HO UN PICCOLO SONDAGGIO DA FARE: PREFERITE CHE SCRIVA
UNA FANFICTION SULL’INCANTESIMO DEL LAGO DUE, E SUCCESSIOVAMENTE 3, O SU “LA
BELLA E LA BESTIA”? IL MIO PARERE PREFERISCO NON DIRLO PER NON INFLUENZARE
NESSUNO, COMUNQUE A ME FA PIACERE SCRIVERE SU TUTTI E DUE I GENERI, CHE, IN
FONDO, NON SONO POI TANTO DIVERSI! ALLORA, ASPETTO LE VOSTRE RISPOSTE! BACI
ZACARIAS