My Michelle

di CastelliPerAria
(/viewuser.php?uid=100230)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Welcome to the jungle ***
Capitolo 2: *** The Spaghetti incident? ***
Capitolo 3: *** Incontri (part 1) ***
Capitolo 4: *** Incontri (part 2) ***
Capitolo 5: *** Tell me the truth ***
Capitolo 6: *** Backstage ***
Capitolo 7: *** Break out! ***
Capitolo 8: *** Anything goes ***
Capitolo 9: *** It's so easy...to fall in love ***
Capitolo 10: *** Decisioni drastiche ***
Capitolo 11: *** Estranged ***
Capitolo 12: *** It's fuckin' RN'R ***
Capitolo 13: *** Sick ***
Capitolo 14: *** Would you like to be...? ***
Capitolo 15: *** Troubles ***
Capitolo 16: *** Right next door to hell ***
Capitolo 17: *** Don't cry ***
Capitolo 18: *** Perdizione ***
Capitolo 19: *** Get in the ring ***
Capitolo 20: *** Mr. Brownstone ***
Capitolo 21: *** Go down ***
Capitolo 22: *** Knockin'on hell's door ***
Capitolo 23: *** Coma ***
Capitolo 24: *** Hope never die... ***
Capitolo 25: *** Rehab ***
Capitolo 26: *** Sweet child o'mine ***
Capitolo 27: *** Addio ***
Capitolo 28: *** Ricordi ***
Capitolo 29: *** Yesterdays ***
Capitolo 30: *** Confessioni ***
Capitolo 31: *** Live and let die ***
Capitolo 32: *** Discorsi da bagno (part 1) ***
Capitolo 33: *** You're crazy! ***
Capitolo 34: *** Cherry bomb ***
Capitolo 35: *** Discorsi da bagno (part 2) ***
Capitolo 36: *** Raccomandazioni ***
Capitolo 37: *** Fuoco fatuo ***
Capitolo 38: *** Since I don't have you ***
Capitolo 39: *** November rain ***
Capitolo 40: *** Ghost - 15 anni dopo ***



Capitolo 1
*** Welcome to the jungle ***


llllllllllllllloooooooo 1987. Los Angeles. Duff, appena svegliatosi dopo una notte di sesso e droga, avvolto dal braccio di una ragazza sconosciuta, si alzò e barcollando andò in cucina. Una cucina piccola e angusta, con un piccolo tavolino su cui era appoggiato un bricco di caffè. Freddo. Ne prese una tazza e lo sorseggiò, sputandolo quasi immediatamente.
- Cazzo che schifo! E’ freddo, cazzo…ho bisogno di caffeina.- disse, passandosi una mano tra i lunghi capelli biondi e dritti come spaghetti. – Che schifo, devo cotonarli di nuovo, cazzo…-
Alzò lo sguardo e fissò il piccolo specchio della cucina:il riflesso gli restituiva l’immagine di una faccia stralunata, gli occhi verde scuro circondati da profonde occhiaie, la bocca impastata e i capelli tutti schiacciati. – Che schifo…- borbottò.
La sera prima c’era stato un party organizzato dalla Geffen Records in onore dei Guns. Dopo un breve live, avevano avuto una notte intera a base di eroina, Jack Daniels, erba e donne, ovviamente gratis. Tutto per le stelle del rock made in Geffen, avevano loro detto.
Duff sorrise al ricordo di Slash che vomitava del bagno, per poi rialzarsi e scoparsi una tipa. Erano forti, loro cinque. Erano delle star ormai, dopo Appetite For Destruction. Schiere di fan inneggiavano al loro nome. Si vendevano dischi in tutta America, forse anche nel mondo intero. La loro band era finita su tutti i canali e su tutte le riviste di musica. Ma loro rimanevano i soliti scemi, cinque cretini bravissimi a suonare e pronti a spaccare il mondo. Duff sorrise e pescò una lattina di birra dal frigo, recuperando un paio di occhiali da sole scuri da una mensola. Poi risalì in camera.
Le tende erano ancora tirate, la stanza buia e la ragazza bionda dormiva ancora. Duff recuperò una canotta blu elettrico dal pavimento, un paio di pantaloni neri e la sua amata catena con lucchetto. Poi, sentendo dei rumori, scese di nuovo sorseggiando birra. Izzy si era svegliato.
-Hola, Izzy,come hai passato la notte?- disse Duff vedendo Izzy Stradlin vomitare nel lavandino della cucina.
- Fanculo, McKagan! Sto malissimo…- disse il ragazzo moro piegato in due sul lavandino. Alzò gli occhi e aprì l’acqua, ficcandoci sotto la testa.
- MA SEI PAZZO?!? Che cazzo fai? Vuoi farti venire una polmonite, brutto stronzo?- disse Duff, trascinandolo via dal getto d’acqua fredda.
- Lasciami! Devo svegliarmi per bene, cazzo!- disse Izzy, afferrando un asciugamano pulito e asciugandosi la faccia. Poi alzò la testa e la scosse, finchè i capelli bagnati non gli si rizzarono sul capo. – Ecco, ora sono sveglio!-
-No, sei solo stronzo…hai una sigaretta?- chiese il bassista.
- Sì, guarda nella tasca del chiodo.- rispose Izzy.
Duff prese un chiodo di pelle nera da terra e lo sollevò, frugando nelle tasche fino a trovare un pacchetto di Marlboro. - Grazie.- borbottò, prendendone una. La accese e ne aspirò una boccata.
Anche Izzy ne prese una. Fumando, i due parlarono della serata precedente.
- Abbiamo spaccato ieri sera! Siamo stati dei grandi…- disse Izzy accennando un sorriso.
Anche Duff sorrise -…sì, è vero, ieri eravamo in ottima forma. Axl specialmente.-
La sera prima Axl, per una volta sobrio e non impasticcato, aveva avuto una performance da urlo. Fantastica, sembrava di essere ancora ai vecchi tempi, quando suonavano nei club. La sua presenza scenica era innegabile, la sua voce spettacolare. Era un cantante eccezionale, anche se aveva un carattere di merda.
- Parli del diavolo spuntano le corna…- disse Izzy, facendo un cenno dietro Duff.
Ecco il lead singer dei Guns, Axl Rose. Canottiera bianca, pantaloni di pelle e bandana azzurra legata in testa, accennò un passo sorridendo ai due compagni.
- Hola, stronzi! Fantastica serata ieri non vi pare? Abbiamo spaccato…- disse, avvicinandosi e prendendo una delle sigarette di Izzy. Ne aspirò una boccata e continuò:-…siamo stati fenomenali e anche tutta la roba gratis poi…l’erba era ottima e le donne anche…-
Si girò quando qualcuno gli mise una mano sul fianco. La ragazza con cui aveva passato la serata, una certa Robin, si era svegliata. – Ciao, amore…- disse baciandolo sulla bocca. Era mezza nuda, avvolta in una vestaglia di pizzo trasparente, sotto cui indossava solo un paio di mutandine tigrate. Aveva il trucco pesante incrostato sugli occhi, il rossetto sbiadito e i capelli neri mezzi cotonati.
- Ciao, Steph….anzi no, Robin.- disse Axl, scostandosi dal suo abbraccio.- Perché non torni in camera? Ti raggiungo io…-
- Mmh, no, dai, voglio stare con te…-disse Robin abbracciandolo di nuovo.
- No, dai, vengo io dopo…- disse Axl scostandosi di nuovo.
Izzy e Duff se la ridevano in un angolo. Povera Robin, Axl non ci teneva nemmeno a lei. Era tipico per lui scopare solo per una notte e poi dimenticarsi della tipa in questione. E in fondo era giusto. Erano famosi, erano giovani e belli. Erano delle rockstar.
Robin stizzita stava per ribattere, quando per fortuna arrivò Slash. Mezzo intontito, con la faccia sepolta sotto l’inconfondibile marea di ricci scuri e a torso nudo, sbadigliò sonoramente e si accese anche lui una sigaretta, gettando un’occhiata di apprezzamento a Robin.
Axl gli sorrise:- Robin, perché non vai un attimo con Slash di là? Sono sicura che anche lui ti vuole conoscere meglio, amore…-
Slash sorrise alla ragazza e le mise una mano sul fianco. Robin abbassò lo sguardo sconfitta e sussurrò un “Va bene…come vuoi tu” delusa. Poi lei e Slash tornarono in camera.
- Axl sei un bastardo…- disse Duff, sorridendo all’amico. Non era la prima volta che Axl si liberava di una ragazza scaricandola agli altri membri dei Guns.
- Uff, non è colpa mia se tutte vogliono Axl Rose…- disse sorridendo arrogante -…un solo Axl e così tanta figa! –
Prese una birra dal frigo e se la scolò. Izzy lo guardò dubbioso e disse: - Stai attento tu, ci sarà un giorno in cui una donna ti spezzerà il cuore…-
-Ma cazzo dici? Io il cuore non ce l’ho!- disse Axl facendogli l’occhiolino. Dall’altra stanza provenivano intanto i gemiti di Robin e Slash intenti a “fare conoscenza”.

Passarono i giorni e i Guns erano impegnati in live continui. Il loro primo album aveva avuto un successo spropositato, ma la fama si guadagna dimostrando di saper suonare dal vivo.
Erano giorni intensi, alla mattina e al pomeriggio riunioni in studio e prove e alla sera concerti. E alla fine dei concerti, grandi sballi e scopate ovviamente.
Era una mattina come tante altre, Duff era in cucina, la vecchia cucina sporca, fumando una Marlboro e bevendo una Budweiser appoggiato al tavolo. Ascoltava in silenzio il rumore delle macchine sulle strade di Los Angeles con gli occhi chiusi per il mal di testa da doposbornia. Improvvisamente squillò il telefono, un attentato per il suo mal di testa:- Chi cazzo telefona alle nove di mattina, cazzo?!?- sbraitò, afferrando la cornetta e pronto a bestemmiare contro l’incauto che aveva telefonato.
- Chi cazzo parl…- disse Duff, bloccandosi.
Dall’altra parte c’era suo fratello Bruce, la voce funerea e tetra:- Ciao, Michael….-
- Oh, ciao Bruce…- disse Duff mentre le ginocchia stavano cedendo. Bruce non parlava mai così, mai. Era sempre allegro. Doveva essere successo qualcosa di grave.
- Ti ho chiamato per, insomma, c’è stato un problema…papà è stato male.-
- Oh, cazzo…- disse Duff passandosi una mano sul viso.
- Sì, sai che beve, ieri sera è stato malissimo e ha rischiato di soffocare per via del...vomito, ecco…e la mamma per fortuna l’ha trovato e ha chiamato il 911 però non sanno ancora se ha avuto danni permanenti o roba del genere…è rimasto senza respirare per tre minuti, cazzo.-
Duff stava per svenire. “Vaffanculo” pensò “vaffanculo,vaffanculo,vaffanculo cazzo!”
- E quindi…-
- Ecco Michael, te l’ho detto però mi devi fare un favore ecco. La mamma è sempre all’ospedale, io sono impegnato con la fine del college e quindi Michelle…Michy non sa dove andare, ecco.-
- Ah, Michy…- disse Duff. Michelle McKagan era la sorella minore di Duff. Aveva qualche anno in meno di lui, quasi diciannove, e gli assomigliava. Almeno quando erano piccoli. Erano quasi cinque anni che non la vedeva, chissà com’era cambiata.
- Sì, ecco, lei ha appena finito la scuola…e sta male, sai quanto lei e papà fossero legati…dovrebbe cambiare aria per un po’, stare da sola in casa tutto il giorno non le fa affatto bene…può venire da te per un po’?-
- Ehm, non lo so Bruce…sai siamo molto impegnati…e poi vivere con cinque ragazzi…- disse Duff. La cosa lo preoccupava davvero, non sapeva come si sarebbero comportati i ragazzi alla notizia di una ragazza in casa. La cosa certa era che non avrebbero dovuto nemmeno toccarla. Li avrebbe messi in guardia.
- Ok, va bene…dì alla mamma che mi dispiace…Michelle però può venire.-
- Ok, grazie Mike non sai che grande favore ci hai fatto! Così si distrarrà un po’…arriverà giovedì, giusto il tempo per comprare i biglietti per LA e per preparare le valigie…vedrai, è cresciuta tantissimo! E ti somiglia, non sai quanto…bene, ora io vado, ciao e grazie ancora!- disse Bruce, riattaccando.
Duff rimase ad ascoltare il tu-tu-tu ritmico della cornetta “ Sono fottuto, cazzo. Gli altri mi uccideranno.”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** The Spaghetti incident? ***


My Michelle 3

Erano a cena. Quella sera niente concerti, ma sarebbero andati a un party tra qualche ora. Erano finalmente da soli, loro cinque, davanti a cinque piatti di spaghetti.
- Cazzo Izzy, cucini malissimo!- disse Axl rigirando la forchetta nella massa collosa al pomodoro.
- Non lamentarti, Rose, voglio vederti io con questi stramaledetti fornelli!- rispose Izzy avvolto in un grembiule mezzo bruciacchiato.
Duff li osservava ridendo, Steven e Slash chiacchieravano del live della sera prima bevendo Jack e gli altri due litigavano come vecchie comari.
Duff però era nervoso…non aveva ancora detto agli altri di Michelle. Quella sera però era la sera adatta:erano sobri, erano insieme e le prove erano andate bene.
Si schiarì la voce:- Ragazzi, devi dirvi una cosa…-
Tutti gli altri quattro si girarono verso di lui:Duff inspirò e si schiarì di nuovo la voce.
- Ehm, ecco, mio padre è stato male qualche giorno fa…- disse e tutti lo guardarono sorpresi dicendo “Mi dispiace…”-…ma la notizia non è questa…ehm, mio fratello Bruce mi ha chiamato e mi ha chiesto un favore…dai, ragazzi, ascoltatemi…-disse Duff, mentre gli altri si stavano già distraendo tornando a parlare delle loro cose. Rivolsero d nuovo gli sguardi verso il biondo bassista.
-Ecco, dato che lui sta finendo il college e mia mamma è in ospedale…dovremo ospitare mia sorella Michelle per qualche settimana!- concluse lui sorridendo. Un sorriso falso, falso e supplichevole verso gli altri quattro membri dei Guns.
E fu lì che la rivoluzione insorse.
- MACCHECAZZO?!?- urlò Izzy.
- Tua sorella? Dovremo portarci una rompicoglioni femmina in casa? MA TU SEI FUORI!- disse Axl.
- Michelle? Già il nome è da perfettina rompipalle…-borbottarono Slash e Steven.
- Ragazzi, ragazzi, per favore…CAZZO RAGAZZI ASCOLTATEMI MERDA!!!- urlò Duff. Aveva sbattuto i pugni sul tavolo e si era alzato in piedi in tutto il suo metro e novanta.
- Non vi ho mai chiesto niente, è solo per un problema di famiglia…prometto che non disturberà. Le parlerò e vedrete che non vi dirà niente. Potrete continuare a divertirvi, a drogarvi e a scopare con chi volete. Michy starà zitta.- promise Duff, guardandoli negli occhi uno ad uno.
Izzy annuì:- Beh, se non dà fastidio agli altri per me va bene.-
Anche Steven e Axl annuirono. Invece Slash domandò:- Quanti anni ha tua sorella?-
- Quasi diciannove…- rispose Duff.
Gli altri quattro si guardarono tra loro sbalorditi: pensavano che la sorella di Duff fosse una spocchiosa adolescente mezza isterica. Invece era quasi una donna.
- Ehi, conosco quello sguardo…SE CI PROVATE CON MIA SORELLA SIETE MORTI!- gridò Duff guardandoli minacciosamente.
I quattro lo fissarono spaventati: non ci sarebbe stato niente da fare. Michelle era intoccabile.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Incontri (part 1) ***


My Michelle 4

Giovedì Duff si alzò di buonumore. Avrebbe finalmente rivisto la sua sorellina Michelle. Infilò il suo giubbotto di jeans sopra la canotta bianca, un paio di jeans di pelle e gli occhiali da sole.
Scese le scale e prese le chiavi della Mustang nera parcheggiata in garage.
Il rombo del motore lo fece sentire meglio:era un po’nervoso ma una sigaretta l’avrebbe calmato. Ne accese una e la fumò mentre guidava. Giunse all’aeroporto di LA in anticipo e scese dall’auto passandosi una mano tra i capelli leggermente cotonati.
Si avviò verso il gate degli arrivi fumando la quarta sigaretta della giornata. Si sedette su una panchina di ferro nella sala degli arrivi nazionali e aspettò per quasi un’ora osservando la gente che passava e provandoci con qualche hostess.
Alle undici in punto, sotto comando della voce femminile di un altoparlante, si diresse verso un gate d’arrivo. Stava fumando la sua ottava sigaretta.
Aspettò l’uscita di tutti i passeggeri e si guardò in giro per trovare Michelle.
C’erano varie famiglie con bambini chiassosi, qualche vecchio e poi un gruppetto di ragazze in minigonna. Duff si passò una mano tra i capelli e si avvicinò: - Ehi, ragazze, avete per caso visto una ragazza di circa diciannove anni, alta, bionda?- Era a questo che si riduceva la descrizione di Bruce riguardo a Michy.
Le ragazze lo osservarono affascinate e arrossirono, quando una con lunghi capelli rossi e una minigonna azzurra gli rispose:- Sì, guarda, è là.- disse indicando una ragazza girata di schiena.
- Ok, grazie…- rispose Duff-…se vuoi chiamami, sei carina.- disse alla ragazza rossa dandole un biglietto con il suo numero di telefono e facendole l’occhiolino.
La ragazza arrossì e lo salutò. Duff si avviò verso la ragazza che gli avevano indicato.
Da dietro sembrava una modella. Alta, con capelli biondi e mossi lunghi fino alla vita, indossava una minigonna di jeans che mostrava le lunghe gambe pallide. Indossava un paio di stivali da cowgirl e un corpetto color carne.
Duff le toccò la spalla:- Ehi, ciao, sei tu Mich…-
- Ciao Mike!- disse la ragazza girandosi e abbracciandolo.
- Ciao sorellina! Wow Michy sei cresciuta tantissimo!- disse Duff guardandola contento e sbalordito al tempo stesso.
Michelle era diventata una donna. Era alta più di un metro e settanta ed aveva le curve di una pin up. Una terza abbondante di seno, forse una quarta, fianchi arrotondati, ventre piatto e gambe lunghe. Era bellissima.
Aveva gli stessi lineamenti delicati di Duff e anche gli stessi occhi verde scuro, quasi smeraldo. Mentre Duff aveva invece labbra sottili, Michelle aveva una bocca carnosa e sensuale.
Portava i capelli cotonati come il fratello e al collo aveva una grande catena da cui pendevano cuori e croci.
“Cazzo, cazzo, cazzo i ragazzi vorranno scoparsela cazzo! Porca puttana…” pensò il bassista. Michy era davvero stupenda, non avrebbero resistito. Specialmente Axl. Ma se Michelle avesse sofferto…l’avrebbe ucciso.
La guardò orgoglioso:era bellissima, ma non provava niente per lei. Nemmeno un minimo di attrazione. Era solo la sua sorellina, quella con cui litigava da piccolo per avere il primo abbraccio della giornata da papà. Le diede un bacio sulla fronte e le prese la valigia.
- Abbiamo tante cose da raccontarci, Michy..-
- Sì, per esempio il fatto che ho scoperto che vivrò con i Guns N’Roses?- domandò Michelle guardandolo.
- Oh, ecco, anche quello…ma a proposito, se qualcuno ci prova ti giuro che lo ammazzo!-
- Ahahah scemo…figurati se ci provano con la sorellina di Mike!- disse lei ridendo. Era ancor più bella quando sorrideva. “Vaffanculo, porca puttana…ti prego, Dio, fa che Axl la trovi ripugnante…”.
- Non conosci i ragazzi…Dio santo, se ci provano spaccherò loro le teste!- disse Duff.
Michelle rise ancora.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Incontri (part 2) ***


My Michelle 5

Arrivarono verso sera. La aveva parlato e Michy era stata a sentire obbediente. Le aveva detto di non disturbare i ragazzi, di lasciarli vivere le loro vite senza dire niente. Un paio di volte Michelle l’aveva interrotto dicendo che non era così rompicoglioni. Ma Duff l’aveva zittita con un sorriso e le aveva detto che erano misure preventive necessarie.
Arrivarono e Duff parcheggiò in garage. Scese e prese la valigia di Michelle.
Entrarono di soppiatto in casa. Era tutto buio eccetto per la luce accesa in cucina.
- Aspetta qua, li chiamo…- disse a Michelle.
Scivolò in cucina: Axl, Slash, Steven e Izzy stavano mangiando seduti attorno al tavolo.
Axl indossava il grembiule bruciato di Izzy e stava trafficando con pentole e padelle: - Ciao McKagan! Vedi, stavo dicendo a Izzy che è un incapace e che io sono bravo persino in cucina …-
- E io stavo dicendo che sono negato in cucina, non ho mai detto di essere un dio…-
- Ma sentitelo! Ma se fino a ieri sera dicevi che senza di te saremmo morti di fame? Vaffanculo, Izzy, va!- rispose Axl ridendo tirandogli addosso l’asciugamano.
- Ciao, ragazzi…volevo solo dirvi se non vi dispiace se mangiamo con mia sorella Michelle…è appena arrivata…-
Slash sbirciò dietro di lui e domandò:- Ma dov’è?-
- Ecco, a proposito, prima di conoscerla…io l’ho messa in guardia e roba così…ma voi mi dovete fare tre promesse, d’accordo? E sono serio…-
Gli altri quattro lo guardarono. Duff continuò: - Ecco, prima cosa: giurate sui Guns che non ci proverete con lei. Io ci tengo a mia sorella e non voglio che lei soffra e roba del genere…intesi?-
Tutti si portarono la mano al cuore e dissero:- Noi non ci proveremo con Michelle McKagan!-
- Bene…la seconda cosa che vi chiedo è di non scopare davanti a lei. Se potete portare le donne nelle vostre camere e anche fare meno cose sconce in pubblico ve ne sarei grato…-
- Ma stai zitto tu che sei il primo che scopa dappertutto!- disse Steven ridendo.
- Evvabeh…dettagli. Ma voi promettetelo!- disse Duff -…e poi la terza cosa, non darete mai, e dico mai, droga di qualsiasi genere a mia sorella. Non importa se ve la chiede lei o altro, se vi becco vi ammazzo capito?- chiese Duff minaccioso.
- Va bene, lo promettiamo…niente droga a Michelle.- dissero i quattro in coro.
- Ecco, dopo questo…ve la posso presentare.- disse Duff sospirando.- Michy, vieni avanti, ti presento i ragazzi!-
Michelle fece finalmente il suo ingresso. E i Guns impazzirono.
Anzi, ammutolirono. L’unica cosa che si sentì fu lo schianto della pentola che Axl aveva in mano.
Michelle sorrise imbarazzata.
Izzy e Steven la guardavano come se fosse un angelo caduto dal cielo. Slash con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati. Ma Axl, dopo un attimo di smarrimento di fronte a tanta bellezza, sorrise arrogante: - Piacere, io sono Axl Rose.- disse tendendole la mano.
- Piacere, Michelle McKagan.- disse lei sorridendo. E Axl rimase abbagliato.
- Piacere, io invece sono Slash…- il chitarrista si era risvegliato dal coma.
- E i due imbambolati sono Izzy e Steven…- disse Duff annoiato.
- Piacere, io sono Michelle…chiamatemi Michy.- disse lei sorridendo.
Duff e Michelle si sedettero a tavola. Axl le mise davanti un piatto di pasta al pomodoro.
- Spero ti piaccia, l’ho cucinata io.- disse Axl sorridendole.
Ma allo sguardo assassino di Duff abbassò gli occhi “Cazzo, fanculo a lui e alle sue promesse!”.
I Guns e Michelle chiacchierarono tutta la sera. Era simpatica e gentile, oltre ad avere ottimi gusti musicali. Adorava gli Aerosmith, i Rolling Stones e Jimi Hendrix, oltre ad essere una grande fan dei Led Zeppelin. Una vera rocker.
- Suoni qualcosa Michy?- chiese Axl.
- Oh, si, strimpello la chitarra, diciamo…e canto.- disse lei abbassando lo sguardo imbarazzata.
- Davvero?- chiese Duff.
- Sì, mamma ha detto che se avevamo un talento musicale in famiglia era probabile che lo fossi anche io!- rise lei -…così mi ha mandato a lezione di canto. La chitarra invece l’ho comprata io con i miei risparmi. E’uno strumento magnifico.- disse lei.
Slash le sorrise:- A che chitarrista ti ispiri?-
- Beh, il mitico Jimmy Page…e poi Hendrix, ma è inarrivabile lui. E anche tu sei molto bravo, mi piace come suoni.-
- Beh, grazie…è un complimento importante per me.- rispose il chitarrista.
- So che suoni una Gibson Les Paul standard…fantastica chitarra, mi piacerebbe vederla!-
- Oh, sì, è del ’59…è bellissima, ne sono molto orgoglioso. E’ su nello studio, vuoi vederla?-
- Oh, sì, mi piacerebbe tantissimo! Posso andare, Duff?- disse lei sarcastica.
- Certo…ma vi tengo d’occhio.- disse lui con una smorfia.
Slash e Michelle se ne andarono.
- Cazzo, Duff, tua sorella è una gran figa!- disse Steven esprimendo tutto quello che pensavano gli altri quattro da quando avevano visto Michelle.
- Steven! Deficiente…- disse Duff dandogli un pugno sulla spalla.- Vi ho detto di non toccarla capito?-
- Sì, ma questo non significa che lei non sia una gran f…- ribadì Izzy.
E anche lui si beccò un pugno sulla schiena.
- Dai ragazzi, a Duff dà fastidio…lasciatelo in pace.-
- E anche tu, Rose…- disse Duff prendendolo per un braccio.
- Cosa vuoi, McKagan? – disse lui fissandolo. C’era tensione.
- Ho visto come la guardavi, se provi anche solo a sfiorarla…ti uccido.- disse il bassista minaccioso. – Non è una puttana né una groupie…è mia sorella. Lasciala stare.-
- Non ho fatto niente…Michy non mi interessa.- disse Axl scostandosi da Duff. Lo fissò minaccioso:- Non accusarmi per niente.-
- Ma dato che ti conosco bene, Rose, tu azzardati a farla soffrire…e sei morto. Non mi interessa se sei un cantante eccezionale. Per me sarai uno sporco bastardo e io ti ucciderò. Capito?-- Non dirlo a me…non è con me che tua sorella sta “guardando” la chitarra.-

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Tell me the truth ***


My Michelle Quel pomeriggio, i Guns provarono i pezzi del loro album per il concerto di quella sera.
Axl, dopo una fantastica Welcome to the jungle, stava sistemando il microfono pensando alla prossima canzone in scaletta…My Michelle.
“Cazzo, è vero! Michy ha lo stesso nome della Young…devo dedicargliela!”sorrise tra sé.
Il testo magari non era il massimo, ma era una bella canzone e in fondo è il pensiero che conta.
Axl sorrise:sarebbe stato il suo asso nella manica per entrare nelle grazie di Michelle McKagan. “Fantastico…” pensò “…e se le dedicassi anche Sweet child o’mine? No, sarebbe troppo…poi si sentirebbe troppo importante.”
- Su, ragazzi, proviamo My Michelle adesso!- disse Axl, passandosi la lingua sulle labbra, ispirato dal suo piano malefico.
Slash si scosse dal torpore in cui era caduto, una specie di stato catatonico:-…Michelle? Ah, sì, la canzone…bene, proviamo.-
Axl lo guardò stranito “Michelle? Non dirmi che quel coglione…oh, cazzo spero di no!”
La sera precedente, Slash, fumato e mezzo ubriaco, era entrato in camera di Axl con un sorrisone stampato in faccia:- She’s got the smile that it seems to me, reminds me of childhood memories…-
- Che cazzo hai, coglione?- domandò Axl.
- Ahahah, mi sono innamorato!- rispose Slash, crollando a pera sul letto. Poco dopo stava russando.
“Oh, no, cazzo, quel coglione si è innamorato di Michy! Porca troia, e adesso come faccio? Non ci mancava solo il fratellino iperprotettivo, adesso anche lui…”
Sbuffò sonoramente e si avvicinò al microfono, mentre Slash iniziava a suonare. Provarono ancora per un’oretta, quando improvvisamente la porta si aprì:era Michelle. Si era cambiata, indossava una salopette di jeans con la gonna cortissima ma aveva lo stesso foulard di stamattina legato in testa.
Tutti smisero immediatamente di suonare, Axl le sorrise e Slash abbassò lo sguardo, arrossendo.
- Ciao a tutti, volevo solo chiedervi cosa devo fare stasera mentre voi siete al concerto?- chiese titubante.
- Mmh, non so…vuoi venire con noi?- chiese Duff dubbioso, sicuro che gli altri si sarebbero opposti. Invece nessuno parlò.
- Beh, se non vi dà fastidio…mi piacerebbe moltissimo vedervi suonare!- disse Michelle battendo le mani e saltando addosso a Duff, abbracciandolo. – Grazie fratellone! Prometto che sarò un angelo, non vi disturberò!- disse sbattendo le ciglia e lanciando sorrisetti.
Duff rise:- Ok, ok, basta che stai buona!-
- Allora devo andare a prepararmi! Cosa mi metto?-
- Basta solo che tu sia molto svestita, ragazza.- disse Axl con una mezza risata facendole l’occhiolino. Slash lo guardò in cagnesco da sotto i ricci.
- Scemo! Mi vesto bene io sai…- disse lei dandogli un pugno sulla spalla. Axl rise.
Duff si schiarì la voce:- Ora è meglio che vai, Michy. Vai a prepararti…-
- Ok, grazie mille! Ci vediamo tra un po’…ciao fratellone, ciao ragazzi!-
Michelle chiuse la porta. Duff si avvicinò ad Axl e gli afferrò un braccio:- Che cazzo ti avevo detto Rose? Non provarci con lei!-
- Ma non ho fatto niente…-
- No, guarda sono scemo io! Cazzo, conosco quei finti sorrisi e le battutine e i modi gentili…se ci provi, te lo taglio!-
- Non renderla così tragica, McKagan! Tua sorella è solo simpatica, tutto qui…e molto bella, cazzo, non ci posso fare niente.- rispose Axl guardandolo con occhi duri. Slash abbassò gli occhi e strinse i pugni. Duff alzò la mano e stava per dargli uno schiaffo quando Izzy lo fermò.
- Dai, Duff, sai com’è fatto Axl…ragiona solo con il cazzo. E’uno stupido, ma ti ha fatto una promessa e sono certo che la manterrà. Vero, Axl? E poi tua sorella è bella, questo è innegabile…però noi la rispettiamo.-
- Sì, sì, non sono così stronzo…- rispose Axl scostandosi da Duff.
- Allora stasera vedete di divertirvi con altre…lei non si tocca.-

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Backstage ***


My Michelle 9 Quella sera i Guns avrebbero suonato in un esclusivo locale di Los Angeles. Li avevano pagati fior di milioni per farli suonare in esclusiva e loro si erano ben preparati perché sarebbero stati filmati anche dalla TV locale.
Si prepararono in salone, pronti a partire:la Geffen aveva mandato una limousine a prenderli. Stavano aspettando Michelle. Da sopra venne un urlo:- Arrivo, ragazzi, un attimo soltanto…ecco, ora sono pronta!-
Michelle scese le scale:era fantastica, tutto ciò che un rockettaro poteva volere. Aveva i capelli cotonati e gli occhi verdi sottolineati da un pesante tratto di matita nera. Indossava grandi orecchini a cerchio d’argento e varie catene al collo, chiodo di pelle, top bianco aderente, minigonna di jeans strappata e calze a rete. Ai piedi un paio di pesanti anfibi.
Axl spalancò la bocca:- Wow, Michy, sei bellissima! Avevi ragione, hai un ottimo gusto…- disse prendendola sottobraccio
Anche lui era bellissimo con chiodo, pantaloni aderenti di pelle e bandana azzurra. Una vera rockstar.
Slash, che la guardava come fosse un’apparizione divina, le disse:- Concordo con Axl…sei bellissima.-
Michelle lo guardò sorridendo timidamente e gli sfiorò il braccio:- Anche tu…- nonostante Slash indossasse jeans strappati e una semplice maglia di Paperino.
Era come se tra loro due si fosse stabilita una connessione profonda, una specie di fluido elettrico che scorreva da lui a lei e viceversa incessantemente…
- Bene ragazzi, andiamo, è ora di suonare!- disse Axl, contrariato dalla vista di Michelle e Slash che si fissavano.
Entrarono in limousine tutti e sei, ridendo e scherzando. Arrivarono al club in perfetto orario, tra sigarette e bottiglie di whisky. Michelle era stata attenta a non esagerare, aveva bevuto solo un sorso sotto lo sguardo vigile di Duff, che però si era già scolato due birre. Entrarono dal backstage tra la folla urlante:Michelle si sentiva una celebrità.
- Uff, che palle le ragazzine scatenate!- disse Axl.
- Come se tu non te le scopassi lo stesso!- gli disse Michelle, strizzandogli l’occhio.
Gli altri risero, mentre Axl arrossì. “Stronzetta…” pensò ma in realtà l’attrazione che provava verso Michelle cresceva sempre di più. Vide che parlava con Slash mentre lui prendeva la sua chitarra. “Guarda quel coglione come ci prova…e lei ci sta pure.” pensò mentre guardava Slash e Michy che si sorridevano.
La vide prendere la Gibson di Slash, che lui non faceva mai toccare a nessuno, e suonare qualche accordo. Slash le sorrise e le indicò alcune corde. Michelle gli sorrise a sua volta e suonò di nuovo. Axl stava ribollendo di rabbia “Ma che cazzo…”
Izzy gli si avvicinò e disse sottovoce:- Non pensavo che ci tenessi al tal punto da divenirne geloso…-
- Ma che cazzo dici, Stradlin?!? Tu sei fuori di testa…lei non mi interessa. O almeno vorrei solo scoparmela.-
- Dici così perché vuoi fare il duro, ma in realtà eccome se ti importa di lei…dovresti vedere la tua faccia adesso.- disse Izzy ridendo.
Slash e Michelle stavano ridendo insieme e Michelle aveva la mano sul braccio del chitarrista.
- Te l’avevo detto io…verrà una donna che ti spezzerà il cuore.-
- Ma se lei non l’ha nemmeno conquistato?!? Lasciami stare, va…-
Nel frattempo Slash era felice come una Pasqua:stare con Michelle lo rendeva di buonumore. Era carina e gentile e non era niente male nemmeno a suonare. Le aveva insegnato qualche accordo e lei gli aveva detto di nuovo che aveva un grande talento.
Dal palco chiamarono i Guns N’Roses.
- E’il vostro momento, ragazzi! Rendetemi orgogliosa di voi…specialmente tu fratellone!- disse Michelle abbracciando Duff.
I ragazzi uscirono sul palco, Slash per ultimo. Michelle lo fermò.
- Ehm…buona fortuna, chitarrista.- disse lei arrossendo. Poi gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia. Slash la guardò sbalordito, il suo cuore stava per esplodere, quanto avrebbe voluto buttare la chitarra per terra e abbracciarla e baciarla…- Beh…grazie.-
Michelle assistette allo spettacolo sorridendo:i Guns erano davvero bravissimi. Verso la fine Axl si avvicinò al microfono e tra lo stupore degli altri componenti della band, annunciò:- Ora vorrei dedicare questa canzone a una persona speciale…si capirà dal titolo chi è. La canzone si chiama My Michelle.- Michelle dietro le quinte era completamente sbalordita: Axl era pazzo! Però in fondo le faceva piacere. La ascoltò a occhi chiusi, completamente assorbita dalla musica: la voce graffiante di Axl, la meravigliosa chitarra di Slash, il rintocco profondo delle corde del basso di Duff…quando finì, applaudì anche se nessuno la poteva sentire. Era quasi commossa. I ragazzi rientrarono dietro le quinte.
- Ma tu sei pazzo, Axl Rose!- disse Michelle abbracciandolo -…sei completamente scemo! Però grazie…- Axl le sorrise: avrebbe voluto baciarla, cazzo, però non poteva!
- Siete stati fantastici, ragazzi, concerto magnifico! Siete davvero fenomenali!- disse Michelle con un sorrisone gigante. Poi andò da Duff e gli scompigliò i capelli: - Grande, fratellone! Sei un bassista straordinario! Dopotutto non sei così male come pensava mamma…-
- Eh?!? Che ti ha detto mamma su di me? Dimmelo!- Duff urlava come una femminuccia. Michelle e i ragazzi scoppiarono a ridere.
- Non preoccuparti…dice solamente che sei un satanista capellone!- disse Michelle ridendo a crepapelle. Era seduta su un divanetto accanto ad Axl e appoggiò la testa sulla sua spalla:- Ma non preoccuparti sei ancora il suo bambino!- Axl rise e sospirando le accarezzò i capelli.
Mentre ridevano e scherzavano, qualcuno bussò alla porta: Steven aprì la porta e entrarono cinque ragazze, anzi più che ragazze modelle. Alte, magre e bellissime, portavano bottiglie di birra, Jack, sigarette e bustine bianche. – Con tutti gli omaggi del proprietario! Siete stati bravissimi, ragazzi…-
dissero, andando ognuna da uno dei Guns. La bionda che aveva parlato, vestita con un abitino rosso aderente, prima di andare da Axl accese un giradischi e mise un vinile dei Motley Crue, Dr Feelgood. Tra musica, cocaina e alcolici i cinque si stavano divertendo alla grande, dimenticandosi di Michelle. Izzy e Slash stavano pomiciando con due gemelle brune, Steven stava tirando di coca, Duff era molto preso da una ragazza rossa e Axl era sparito nel retro con la tipa bionda. Michelle era in un angolino, stava fumando la sesta sigaretta e bevendo la terza birra. Si annoiava a morte, decise di tornare a casa da sola. Buttò la birra per terra, afferrò una bottiglia mezza vuota di Jack Daniels e un’altra sigaretta e uscì. – Dì a mio fratello che torno a casa da sola.- disse a Izzy.
L’aria della notte le mozzò il respiro:aveva la nausea, la testa le girava e si reggeva a malapena in piedi, ma riusciva a ragionare ancora con lucidità. Aspirò una boccata di fumo e bevve una sorsata di whisky, avviandosi verso una strada illuminata da lampioni. Le luci dei nightclub le trafiggevano gli occhi facendole dolere il capo:si strinse nel chiodo e acellerò il passo. Non era molto lontana da casa, forse un paio di isolati, e quella strada la conosceva abbastanza bene. Svoltò in una viuzza laterale, una scorciatoia, ma inciampò in un bidone della spazzatura e finì a terra. Si graffiò le mani e si passò una mano sulla spalla:stava sanguinando. Si mise a sedere e sbattè le ciglia mentre gli occhi le si riempivano di lacrime per il dolore o forse non solo per quello: era da sola, non aveva voglia di tornare a casa. Bevve un altro po’ di whisky e fece un ultimo tiro di sigaretta. La testa le faceva male e la spalla le bruciava. Chiuse gli occhi appoggiando la testa contro il muro e iniziò a canticchiare My Michelle.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Break out! ***


My Michelle Axl rientrò nella stanza: Sarah stava dormendo sul retro, avevano appena finito di scopare. Il vecchio LP sul giradischi non suonava da un po’, erano quasi le cinque del mattino. Si stiracchiò e si guardò intorno: bottiglie vuote, mozziconi sparsi ovunque e tracce di coca sul tavolo. Che casino.
Duff dormiva abbracciato alla tipa rossa, Slash e Izzy dormivano insieme sul divano e Steven era mezzo svenuto in terra. E Michelle…Michelle non c’era più. Axl si guardò intorno preoccupato. Scosse Duff:- Ehi, Duff, dov’è tua sorella?-
Duff sbadigliò, la voce impastata dall’alcool:- Cosa?-
- Dov’è Michelle? Dov’è?-
- Non c’è?- chiese Duff, improvvisamente sveglio.
- No, cazzo, non c’è…-
- Oddio, dove cazzo è andata? Cazzocazzocazzocazzo…- urlò Duff. Slash, Izzy e Steven si svegliarono.
- Che è successo?- chiese Steven mezzo intontito.
- CAZZO, MIA SORELLA E’SPARITA, MERDA!- urlò Duff spaventato.
- COSA?!? Dov’è Michelle?- chiese Slash con gli occhi fuori dalle orbite.
- E’tornata a casa da sola…mi pare me l’abbia detto stanotte…- disse Izzy.
- E TU L’HAI LASCIATA ANDARE? Con tutti gli stupratori e gli assassini che girano? STRADLIN SEI UN COGLIONE!- urlò Duff disperato. Stava per mettersi a piangere: già se la vedeva sulle notizie del telegiornale del mattino come vittima di un serial killer.
- Ero fatto, cazzo! Sballato…non capivo niente!-
- Questo non è il momento delle scuse…andiamo a cercarla.- disse Axl, la voce quasi strozzata. Michelle, la sua Michelle...fredda, bianca, senza vita. Impossibile.
I cinque uscirono nella fredda aria della notte, infilandosi il giubbotto: si divisero e si misero alla ricerca della ragazza.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Anything goes ***


My Michelle 11

Michelle stava ancora canticchiando, mezza addormentata, in preda ai fumi dell’alcool, la testa ancora appoggiata al muro. Si strinse nel chiodo di pelle:faceva freddo. La ferita alla spalla si era rimarginata, ma il top era sporco di sangue rappreso. Le mani erano graffiate, il trucco colato e le calze tutte rotte:sembrava quasi reduce da uno stupro. Accanto a lei una bottiglia vuota di Jack Daniels e un mozzicone di sigaretta.
Axl stava passando da quelle parti quando sentì una voce di ragazza canticchiare una canzone conosciuta: girò l’angolo e sbirciò dietro il muro. Trovò Michelle.
- Michelle! Sei salva!- disse sollevato.
Michelle non lo guardò nemmeno:- Non urlare, per favore…-
Axl si inginocchiò accanto a lei e fissò il top sporco di sangue:- Che è successo?-
- Sono caduta…-disse Michelle debolmente -…stanotte…bidone…mal di testa…-
Axl la abbracciò:- Almeno sei salva…-
- Sì, ma sto male…- disse lei guardandolo negli occhi. Era così sperduta, con gli occhioni verdi cerchiati di nero, così piccola, così bambina. Ad Axl si strinse il cuore:la abbracciò di nuovo.
Michelle gli sussurrò nell’orecchio:-…sto male per favore portami a casa.-
- Subito…stai tranquilla ci sono io.- disse Axl vedendo che Michelle stava piangendo. Le asciugò le lacrime e si tolse la bandana, usandola come fazzoletto per asciugare le lacrime e il sangue. Le mise un braccio attorno alle spalle e provò a sollevarla, ma lei scivolò di nuovo lungo il muro.
- Per favore…chiama…lui…Slash…- chiese Michelle chiudendo gli occhi.
Axl digrignò i denti e uscì in strada:- SLASH! SLASH VIENI!-
Slash accorse subito:- L’hai trovata?-
- Sì, sta male…vuole te…mi ha detto di chiamarti, dobbiamo riportarla a casa.-
Axl lo portò da Michelle, che si era addormentata per terra abbracciata alla bottiglia vuota.
Slash la guardò preoccupato e si avvicinò, accarezzandole il viso. La prese in braccio e le diede un bacio sulla fronte. – Andiamo, forza…-
Michelle sorrise debolmente e gli mise le braccia attorno al collo.- Grazie che sei venuto…-
Seguendo Axl, Slash portò Michelle in braccio fino a casa. Mentre Axl telefonava agli altri per dire loro che Michy era sana e salva, Slash la portò in camera e la depose sul letto.
Michelle era mezza addormentata e si tolse anfibi,  gonna e calze , rimanendo mezza nuda. Slash, imbarazzato, la accompagnò in bagno mentre lei aprì l’acqua della doccia. Si ficcò sotto con ancora il top addosso, mentre lavava via il sangue secco. Poi uscì senza accappatoio.
Slash la guardò:era bellissima. Mai come prima. Il top era diventato praticamente trasparente e adesso il piccolo taglio sulla spalla sembrava meno spaventoso. I capelli biondi erano bagnati e lisci e gli occhi verdi sembravano incredibilmente chiari senza trucco. Indossava solo un paio di mutandine bianche, anch’esse quasi trasparenti, e le sue gambe sembravano interminabili. Si avvicinò a Slash: - Grazie ancora…grazie per tutto…-
Slash rimase a fissarla:- Sei bellissima sempre…-
- Grazie…una volta mi hai detto che sono anche saggia.-
- E tu non mi hai baciato per questo…-
- Scherzavo. Sono molto stupida…abbastanza da fare questo.- disse Michelle avvicinandosi a lui.
Lo abbracciò e lo baciò. Dolcemente, un piccolo bacio. Poi pian piano si strinse a lui e anche Slash la abbracciò, stringendola a sé. Era così indifesa e innocente. Era ancora una bambina che faceva finta di essere una donna.
Le passò una mano sui capelli biondi e la guardò negli occhi, i suoi occhi di smeraldo. E lei lo baciò di nuovo, con passione. Gli mise una mano tra i capelli mentre le loro lingue si incontravano. Si strinse a lui mentre gli toglieva il giubbotto. Lui sentì il suo seno bagnato attraverso la maglietta e le mise le mani sui fianchi con dolcezza. Lei avvolse le sue gambe alle sue e lui la prese in braccio. Si baciavano con trasporto, ma non con furia carnale. Solo amore, forse. Finirono sul letto. Lei sorrise e lo baciò di nuovo:- Ci tengo a te…spero tu lo sappia. Ma in fondo sarò una delle tante.-
Lui la baciò sul collo:- Non direi…sei qualcosa di più. Io…io…io ti amo.-
Michelle sorrise e lo baciò sul collo togliendogli la maglietta. Lo baciò sul petto e poi tornò alle labbra. Lui le sfilò la maglietta:- Sei bellissima…-
Lei gli slacciò i pantaloni:- Lo so…anche tu.-
- Ne sei sicura?- domandò lui mentre la baciava sul seno.
Lei gemette:- Sì…ne sono certa.-
Si abbracciarono e Slash finì sopra di lei, mentre Michelle avvolgeva le gambe attorno ai fianchi del chitarrista. Si amarono moltissimo. Fecero l’amore dolcemente, Slash non l’avrebbe dimenticato facilmente. Era diverso dal puro semplice sesso:era una condivisione, erano in due. Due anime, due cuori. E alla fine, quando Michelle si addormentò, lui rimase a guardarla in silenzio.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** It's so easy...to fall in love ***


MY Michelle 12 Era mattina. Duff sollevato era andata a dormire stanco ma felice che sua sorella fosse salva. Izzy e Steven erano andati in un pub a scolarsi l’ennesima birra mentre Axl dormì un sonno agitato, preda dell’effetto della dose di eroina che si era iniettato in vena. Per dimenticare, dimenticare Slash e Michelle. Si svegliò di soprassalto, urlando. Aveva fatto un incubo orribile.
Si alzò ancora stanco e uscì in corridoio, accendendo una sigaretta. Aspirò una boccata e bussò alla camera di Michelle. Nessuna risposta. Girò la maniglia ed entrò.
E fu come se gli avessero preso il cuore e l’avessero buttato in un tritacarne. Slash e Michelle avevano fatto sesso. Anzi l’amore. Avevano fatto l’amore. Dormivano abbracciati tra le lenzuola immacolate, i vestiti attorno. Capelli scuri contro capelli biondi, pelle di porcellana contro pelle di carbone. Michelle dormiva serena, le lunghe ciglia gettavano ombre sulle guance morbide, accoccolata sul petto possente di Slash. Anche il chitarrista era sereno, il braccio a cingere la ragazza, il viso tranquillo e pacifico.
Axl voleva urlare, voleva spaccare qualcosa o pugnalare Slash nel sonno. Ma non fece nulla. Solo una lacrima scorse lungo la sua guancia. Si avvicinò a Michelle e le accarezzò il viso:era un angelo sceso in terra, angelo e diavolo insieme. Vide che aveva ancora la sua bandana legata ad un polso. La slegò e la portò al viso:profumava di buono, di pulito, delle lacrime di Michelle. Se la legò in testa e uscì dalla camera in silenzio. Si vestì, accese una sigaretta e se ne andò di casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Decisioni drastiche ***


My Michelle 13 - AXL, AXL!!! DOVE CAZZO SEI? RIDAMMI LA MIA CAMICIA!- urlò Izzy.Slash e Michelle si svegliarono insieme: si guardarono e Slash le diede un bacio sulla fronte.
- Fantastico, piccola, è stato bellissimo…ti amo- disse lui con gli occhi che brillavano.
-Anche io ti a
mo, piccolo…- disse Michelle baciandolo sulla bocca.
Si alzò stiracchiandosi, nuda: Slash la guardò sospirando e si alzò anche lui nudo abbracciandola da dietro. Si baciarono e poi Michelle si girò e lo spinse sul letto, sedendosi su di lui: - Dimmi che mi ami.-
- Lo sai già.- disse lui sorridendo.
- Ma mi piace quando lo dici…-disse lei muovendosi su di lui.
Slash si leccò le labbra e sorrise:- Ti amo…-
Michelle si chinò e lo baciò di nuovo.
Da fuori provenivano altre urla di Izzy:- AXL, CAZZO, ANCHE I MIEI JEANS, MERDA!-
Michelle si alzò e si rivestì:maglietta di Slash con Paperino, shorts di jeans e raccolse i capelli in una coda.
Slash si alzò e si rimise le mutande, infilandosi poi i jeans, quando Duff sbucò dalla porta:- Michy, hai visto il mio giubb…- Appena vide Slash a torso nudo e sua sorella con indosso la maglietta del chitarrista cacciò un urlo:- CHE CAZZO CI FAI QUI?!?-
Slash corse fuori dalla stanza superandolo e precipitandosi giù dalle scale ridendo.
Duff si girò verso la sorella:- Che cazzo avete fatto?!?-
- Mi sembra che tu sia grande abbastanza per immaginarlo, Mike…-
- Ma cazzo, avevano detto che ti avrebbero lasciata stare…CAZZO, SLASH SEI MORTO!- disse Duff scendendo le scale.
Stavo per gettarsi sull’ignaro chitarrista quando Michelle gli si parò davanti:- Io invece non ti ho promesso niente, quindi sono stata io a provarci con Slash in pratica…-
- Ma Michelle…avete fatto sesso…-
- Sì, questo è indubbio…- disse Michelle prendendo per mano Slash -…ma prometto che staremo attenti. Stiamo insieme ma se anche ci lasceremo prometto che questo non avrà ripercussioni sul gruppo. Lo giuro.-
- E se poi lui ti tradisce o si stanca di te?!? Succede…-
- Ehi McKagan, ti ricordo che io sono qua!- disse Slash -…Michelle è importante per me, non la farò soffrire e se mai ci lasceremo sarà per un motivo valido…non rovinerò niente lo prometto. Sei troppo importante per me, piccola.- E dopodichè abbracciò Michy e la baciò. Duff distolse lo sguardo.
- Oooooo…vuoi dire che Slash e Michy scopano?!? Fantastico…- disse Izzy sarcastico.
Michelle lo guardò contrariata:- Ti ricordo che siamo qua…perché?-
- Ho scoperto perché Axl se n’è andato…- disse Izzy con voce triste.
Michelle si guardò istintivamente il polso…la bandana di Axl era sparita. Le si strinse il cuore.
- Axl se n’è andato? E quando?- chiese Duff preoccupato.
- Boh, credo stamattina…probabilmente vi ha visti…- disse Izzy lanciando un’occhiata penetrante a Michelle.
- Tipico da lui sparire quando c’è un problema…e che cazzo facciamo senza un cantante? I Guns N’Roses sono i Guns perché c’è Axl…-sbuffò Duff.
- E abbiamo un concerto proprio stasera…tra l’altro al Viper Club.- disse Izzy riferendosi a uno dei club più grandi e famosi di LA.
- Il pasticcio l’ho fatto io e lo risolvo io…- disse Michelle improvvisamente -…basta che troviate Axl e poi me ne occupo io. Gli chiederò scusa. Lo convincerò.-
- Tu non conosci Axl! Sarà incazzato a morte…- disse Izzy.
Duff sorrise:- E tu non conosci mia sorella…anche se aveva la bocca sporca di cioccolato, riusciva a convincere mia madre che il ladro di cioccolatini fossi io. E’una maga in queste cose.-
Michelle rise e disse:-…basta che lo troviate.-
- Io forse so dov’è.- disse Slash pensieroso, la mano salda in quella di Michy -…da ragazzino andava ai Magazzini Stockdale quando era arrabbiato con il mondo…magari è ancora là. In fondo aveva affittato una stanza, mi pare ci tenesse le sue vecchie cose…-
- Bene, Magazzini Stockdale…mi basta una macchina e sono là.-
- Mi pare che la sua stanza fosse la numero 15.-
- Bene, allora io vado…- disse Michelle -…fratellone prendo in prestito la Mustang!-

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Estranged ***


My Michelle 14 Michelle stava guidando. Finestrino aperto, chiodo sulle spalle, sigaretta in mano e occhiali da sole. Guidava con la musica a tutto volume verso Axl Rose. L’avrebbe convinto a tornare. Tornare alla sua vita da rockstar.
Girò a sinistra e si avvicinò ai Magazzini Stockdale, un enorme complesso vicino al porto. Cerano stanze da affittare, usate come magazzini e per lo stoccaggio merci. Parcheggiò e saltò giù dalla Mustang nera di Michael.
Si avviò verso il magazzino numero 15 , una specie di casetta grigia con un portone enorme a saracinesca, e bussò.
Da dentro udì una voce inconfondibile:- Chi cazzo è?-
- Axl, sono Michelle McKagan. Sono Michy….ti voglio parlare.-
Un attimo di pausa. – Ti hanno mandato i ragazzi?- chiese Axl -…ti hanno mandato per convincermi a tornare? Tempo sprecato…cazzi loro adesso!-
- Fammi entrare almeno, Axl! E comunque no, sono venuta da sola…-
- Quindi non c’è Slash con te? Strano…sembrate molto uniti!- c’era una grande amarezza nella voce del cantante.
- No, cazzo, lui non c’è! Lascialo fuori…riguarda me, non lui, cazzo! Merda, Axl, fammi entrare!-
- Quindi era solo un giocattolino, non ti interessa Slash?-
- Certo che no…io e lui stiamo insieme.-
Udì un profondo respiro e l’infrangersi di qualcosa.
- Quindi state insieme neh? Che stato…la rockstar con groupie annessa. Mi fate pena!-
- Ma no, dai cazzo, Axl! Fammi entrare e ti spiego…-
- Cosa c’è da spiegare? STATE INSIEME CAZZO! STATE DANNATAMENTE INSIEME!- urlò il cantante. Michelle rimase in silenzio e pianse.
Iniziò a piangere. Calde lacrime le scorrevano lungo le guance. Bussò di nuovo e disse con voce supplichevole:- Sono io, Michy. Non Michelle, non la sorella di Duff, non la ragazza di Slash. Fammi entrare solo come tua amica…per favore, Axl, ti prego.-
Sentì qualcuno muoversi dentro il magazzino e una risata:- Che fai, adesso ti metti a pregare la gente?- sentì la serratura scattare -…entra, stronza.-
Michelle entrò:dentro non era molto illuminato, ma la poca luce veniva da una lampada hawaiana a fiori. Le pareti erano tappezzate di immagini di donne nude, pin up, conigliette di Playboy e vecchi poster di band. Al centro della stanza c’era una grande e vecchia poltrona di velluto rosso scuro e in un angolo un letto matrimoniale malconcio con lenzuola polverose. Il pavimento di cemento era ricoperto da uno spesso strato di polvere, su cui erano appoggiate vecchie chitarre acustiche scordate. Vicino alla poltrona c’era un tavolino basso su cui erano appoggiate bottiglie di birra, una di Jack Daniels, un pacchetto di sigarette, qualche canna, una bustina di cocaina e una scatola di antidepressivi. In un angolo giaceva una vecchia valigia da cui spuntavano i vestiti perduti di Izzy.
- Sei ridotto male Rose…- disse Michelle.
- Colpa tua, stronza di merda…- sussurrò Axl indicandole la poltrona.
Michy si sedette timorosa e si schiarì la voce:- Sono venuta a parlarti dei Guns…-
- In che senso?-
- Senza di te non esistono…e stasera avete l’esibizione al Viper Club.-
-Vero…e loro mi rivogliono solo per questo…sono solo un semplice cantante.-
- Ma che dici?!? Sei loro amico…molto di più di un semplice cantante. Sei loro amico da una vita, canti con loro da anni, ti vogliono bene. Accettano i tuoi difetti e fidati, Rose, ne hai molti. Ma sono tuoi amici e credono in te…se sei scappato solo per colpa mia, sei un codardo.- disse Michelle guardandolo negli occhi. Axl si avvicinò e si sedette sul bracciolo.
- Quindi tu pensi che io sia scappato solo per te…pensi di essere così importante per me ragazzina? Chi ti credi di essere? Pensi di essere la regina del mondo? Solo perché stai con Slash non vuol dire che tutti ti vogliano…-rispose sgarbatamente Axl.
- E’così? Non è per me? E sentiamo…perché te ne sei andato?-
- Ogni tanto ho bisogno di una pausa…concerti su concerti, prove, canzoni nuove. Dovevo evadere per un po’.-
Michelle sbuffò:si stava stufando del comportamento da bambino viziato di Axl. Si alzò e stava per andarsene quando le venne un’idea per fargli confessare il suo problema.
Si avvicinò a Axl e lo spinse sulla poltrona.
- Che cazzo fai?...- disse lui, subito zittito da Michelle, che gli mise un dito sulle labbra.
Lei si tolse il chiodo e lo buttò per terra:- Quindi…se non ti piaccio…non ti dà fastidio questo…-
Si tolse la maglietta di Slash, lasciandola scivolare per terra: sotto indossava un reggiseno di pizzo bianco. Axl distolse lo sguardo.
- Non ti dà fastidio immagino…- disse, avvicinandosi a lui e muovendo il ventre in modo vagamente ipnotico. Axl era tornato a fissarle l’ombelico.
Si sciolse i capelli:una pura cascata dorata. Si leccò le labbra e iniziò a slacciarsi i pantaloncini.
Axl era ipnotizzato dalla sua danza. Michelle fece scivolare via gli shorts. Indossava un paio di culottes bianche di pizzo e girò su se stessa, mostrando il sedere. Axl la fissò sorridendo di soppiatto. Si avvicinò al cantante e si sedette sul bracciolo accavallando le gambe: -…quindi se non ti piaccio, in questo momento non mi stai desiderando…presumo.-
- Presumi bene…- disse Axl spavaldo.
Un movimento nelle sue parti basse smentì la sua affermazione. Michelle rise:- Ammetti che stai scappando da me e da Slash…-
 Axl si alzò in piedi e si avvicinò a Michelle prendendole i polsi:- E anche se fosse? Sono cazzi miei…- Le loro labbra erano pericolosamente vicine. Si fissarono, acquamarina contro smeraldo. Si alzarono in piedi, erano vicinissimi.
- Sei una stronza...vattene.-
- Non dirmi cosa devo fare, bastardo…codardo, ritorna.-
- Vedrò, nel frattempo voglio essere pagato per tornare…-
- E come?- chiese Michelle fissandolo con aria di sfida.
- Penso tu lo sappia…- disse Axl avvicinandosi a lei e prendendole il viso tra le mani.
La baciò. Ancora. E ancora. E ancora. Michelle non si liberava, era immobile. Poi le sue mani presero le spalle di Axl e le strinsero e dentro ad Axl si accese un fuoco. La prese in braccio baciandola con passione. Michelle rispondeva ai suoi baci stringendolo più forte. Finirono sul letto in fretta. Michelle slacciò i pantaloni ad Axl, lui le tolse il reggiseno e lei la maglietta. Erano l’uno contro l’altra, stretti nel vortice della passione. Axl le fu sopra in fretta. Si amarono a lungo, Axl non si stancava facilmente. Ma anche Michelle era resistente. Più che condivisone questa era una gara. Era solo sesso. Ma fu il sesso migliore che Axl avesse mai fatto. Quando il fuoco si spense e Axl, finalmente appagato, crollò sul letto, Michelle era accanto a lui.
Axl la guardò:sembrava una dea greca, i lunghi capelli sparsi sul cuscino, gli occhi di smeraldo, il corpo scolpito nel marmo coperto solo da un lenzuolo leggero.
Lei lo guardò sorridendo e si avvicinò a lui:- Dimenticami in fretta, Rose, ricordami solo come una scopata veloce…- gli sussurrò nell’orecchio, baciandolo poi sul collo.
Axl chiuse gli occhi assaporando ogni istante con Michelle.
- Torna a casa…torna dai tuoi compagni, il tuo futuro è a Los Angeles con loro…-
- E con te?-
- Io sono di passaggio…dimenticami in fretta e non farne parola con nessuno…io amo Slash.-
Axl la guardò mentre lo diceva:era sincera, il suo sguardo limpido non poteva mentire.
Michelle si alzò e si rivestì in fretta per poi chinarsi su Axl di nuovo: gli diede un piccolo bacio sulla guancia e poi se ne andò. Prima di uscire, sulla soglia illuminata dalla luce del tramonto, però si girò verso Axl e gli sorrise.
- Torna dai Guns, Rose…torna da loro. Sono il tuo destino.-

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** It's fuckin' RN'R ***


My Michelle 14 Axl tornò quella sera stessa. Ridendo e scherzando con gli altri, felici e sollevati di aver recuperato un amico e un cantante. Axl abbracciò persino Slash, che gli sorrise sollevato costatando che Axl non era più arrabbiato per la storia di Michelle. Erano ritornati vecchi amici come prima.
L’esibizione al Viper Club fu fantastica. E lo stesso lo spettacolo dietro le quinte. Slash scoprì con soddisfazione che Michelle era una pervertita e le piacevano le cose a tre. Uomo fortunato.
Mentre lui si dava da fare con lei e un’altra ragazza, Axl soddisfaceva le sue voglie con una modella inglese. “Mi piace proprio la mia vita…specialmente in momenti come questi” pensò, mentre Chelsea si chinava verso il cavallo dei suoi pantaloni. Alzò lo sguardo e rimase ad osservare Michelle senza maglietta seduta sopra Slash. Gemeva e ansimava. “Io sono più bravo, comunque…” pensò soddisfatto. Michelle scivolò da un lato mentre l’altra ragazza saliva sopra il chitarrista. Sorrise ad Axl soddisfatta e si accoccolò sul braccio di Slash. Axl le sorrise complice.
Da un lato Duff osservava sconcertato la scena in preda agli effetti di un bong. Gli sembrava tutto terribilmente comico e rideva come un ubriaco. Al suo fianco, la ragazza rossa incontrata in aeroporto, che lui aveva chiamato quella mattina. Si chiamava Erika e ora dormiva serena al suo fianco, con indosso solo un paio di mutandine blu.
Le si avvicinò e la baciò sul collo. Lei sospirò e aprì gli occhi. Aveva grandi occhi azzurri e lunghe ciglia. Alzò lo sguardo e baciò Duff sulla bocca.
- Ti amo…- disse lei, lo sguardo vacuo e le pupille dilatate.
- Anche io…- sospirò annoiato Duff appoggiando la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi. Ben presto si addormentò.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Sick ***


My Michelle 16
I Guns dormirono nel backstage del Viper Club tutta la notte. Izzy e Steven erano spariti, Slash e Michelle invece erano abbracciati mezzi nudi sul divano, Axl dormiva tranquillo raggomitolato su una poltrona e Duff invece su un altro divanetto. Chelsea, Erika e la ragazza di Slash erano sparite.
Slash si svegliò. Era felice e sereno come un bimbo la mattina di Natale. Michelle era la ragazza perfetta per lui:ninfomane, estroversa, simpatica ma anche dolce e gentile. Sorrise e le diede un baciò sulla fronte. Michelle borbottò qualcosa nel sonno e fece una smorfia.
- Ehi piccola…è mattina.- le sussurrò Slash all’orecchio.
Michelle sbattè le palpebre e si ritrovò davanti Axl che dormiva. Russava raggomitolato su una poltrona, il viso pacifico e immobile. Michelle sorrise, le sembrava un bambino indifeso.
Alzò lo sguardo:Slash la stava fissando con un sorriso dolce sulle labbra.
- Ehi…ciao, piccolo. Buongiorno…- disse lei atteggiando le labbra a cuore.
Slash le diede un bacio:- Ehi, ti sei scatenata ieri sera…-
- Sì…- disse Michelle -…ma vedo che ti ha fatto piacere.-
- Sei fantastica, piccola…sei la ragazza giusta per me.-
- Anche tu lo sei, piccolo…- disse Michelle sospirando e scoccandogli un bacio sulla guancia.
Sentirono una specie di grugnito dal divanetto:Duff si era svegliato. Si alzò barcollando e battendo le palpebre assonnato. Si passò una mano sul mento non rasato e sbadigliò fissando Slash e la sorella sul divano: - Ehi, voi due basta smancerie, altrimenti vomito! Anzi, a proposito…- si girò e ficcò la testa nel secchio della spazzatura. Iniziò a vomitare.
- Bleah! Che schifo…- disse Michele nascondendo il viso nel petto di Slash.
- Mi sa che tuo fratello ha esagerato con il whisky…o con l’erba…- disse il chitarrista ridendo.
Duff alzò la testa, ancora piegato in due. Aveva un colorito verdastro e gli occhi cerchiati da occhiaie profonde.
- Sei messo piuttosto male, Duff…- disse Axl, che si era appena svegliato. Sorrise a Michelle e si stiracchiò. Michelle e Slash iniziarono a ridere.
- Ma che cazzo…- disse Axl abbassando lo sguardo. Aveva i pantaloni ancora abbassati e indossava un paio di inquietanti boxer leopardati. Imbarazzato si tirò su i jeans e distolse lo sguardo.
Anche Duff rideva, con una risata simile a un guaito di iena ridens.
Axl lo fissò contrariato:- Ma se ne hai un paio anche tu McKagan?-
Duff rise:- Ma non li ho mai messi…sembri un frocio, Rose.-
Axl gli sorrise sardonico:- Bacon…uova fritte…burro e senape. Ah, e succo di pomodoro…-
Duff pensò al cibo che Axl gli aveva descritto e rituffò la testa nel secchio, in preda a violenti conati.
- Axl, sei uno stronzo! Povero, sta malissimo…- disse Michelle alzandosi. Indossava solo le mutandine, il seno ricoperto dai lunghi capelli. Si avvicinò a Duff e gli passò un fazzoletto sulla fronte:- Tranquillo, Mike, ci sono io…-
- Vedi, è anche una brava infermiera…- disse Slash facendo l’occhiolino ad Axl. Si alzò e si infilò jeans e maglietta. Axl prese una sigaretta da un tavolino e la accese. “Non sai quanto, Slash…” pensò divertito “…non sai quanto è brava a rassicurare la gente..”

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Would you like to be...? ***


My Michelle 17 Duff stava meglio. Era a letto, sotto pesanti coperte. Michelle lo comandava a bacchetta e anche tutti gli altri membri dei Guns si muovevano sotto suo ordine. Il ragionamento di Michelle che li aveva convinti era stato “Se un membro dei Guns è malato come fate a suonare bene?”.
Aveva l’influenza e continuava a vomitare roba strana. Michelle diceva che avrebbe dovuto rinunciare a birra e superalcolici per un po’.
Ora dormiva rintanato sotto le coperte, il comodino ingombro di bottiglie di sciroppo e pasticche.
Michelle stava rassettando la camera:sistemava le coperte a Duff, puliva per terra e riordinava la stanza. Era proprio una casalinga perfetta. Mentre sistemava canticchiava.
Axl stava passando per il corridoio:senza Duff erano bloccati con i live. L’unica cosa che potevano fare era provare, ma senza bassista avevano comunque le mani legate.
Era sovrappensiero, quando udì una voce melodiosa dalla stanza di Duff. Aprì un po’ la porta e sbirciò dentro:Michelle stava canticchiando Sweet child o’mine mentre sistemava l’armadio del fratello. Era seduta in terra, in minigonna e top bianco, tra camicie, canottiere e jeans di pelle.
Ripiegava con cura i vestiti, assorta nei suoi pensieri. Axl entrò e le si avvicinò. Michelle non si mosse, continuò a canticchiare assorta.
Stava per cominciare il ritornello, quando Axl si unì al coro. Cantarono insieme tutta la strofa, poi Michelle si girò:- Te l’ho detto che hai una voce splendida?-
- Me lo dicono in molti.- rispose Axl sedendosi accanto a lei.
- Ne sono certa…è così…graffiante. Ecco, l’aggettivo giusto. E’così…grr.- disse Michelle mimando una zampata di tigre.
Axl rise:- Grazie, è un bel complimento.-
Rimasero in silenzio mentre Michelle sistemava le maglie di Duff.
- Perché lo fai?- chiese Axl.
- Ringrazio mio fratello per avermi accolta. E’stata la cosa migliore che mi potesse capitare. Venire qui, intendo. Dovevo cambiare aria, la scuola, la mia vita era insulsa…e poi papà. Mi sono spaventata terribilmente quella sera. E’stato orribile.-
- Ti piace stare qui?-
- Sì, ovvio. C’è il mio fratellone, Slash…- rispose Michelle alzando lo sguardo -…ci sei anche tu.-
- Io? Non pensavo di starti così a cuore…-
- Non credere che sia cambiato qualcosa dopo ieri pomeriggio. Mi sei solo simpatico. Sono sicura che sei un grande amico.-
- Forse…vuoi provare?-
- Cosa?-
- Ad essere mia amica?- chiese Axl sorridendo.
Michelle lo guardò sbalordita:- Davvero? Pensi che potremmo davvero…-
-…essere amici? Certo…tanto abbiamo già scopato.-
- Vero…potrebbe essere un punto a nostro favore. Ok, allora, Qua la mano Rose. Siamo ufficialmente amici.- disse Michelle porgendogli la mano tesa.
Axl la strinse facendole l’occhiolino:- Qua la mano McKagan. Amica mia.-
I due si guardarono seri, poi scoppiarono a ridere.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Troubles ***


My Michelle 18 Michelle era la cosa migliore che potesse capitare ai Guns. Oltre ad essere bellissima, era simpatica, gentile e faceva le pulizie di casa. Non le pesava e inoltre scopava con Slash, quindi non si può dire che non venisse ricompensata.
E nel frattempo si prendeva cura del fratello e della sua lunga convalescenza. Duff era stato malato a lungo, due settimane, ed era diventato magrissimo. Ogni tanto vomitava ancora, ma nulla di grave. Michelle gli dava le medicine, cucinava per lui e lo accudiva come un bambino.
Un giorno, Duff, appena guarito, decise di chiamare Erika. Aveva voglia di vederla, era brava a scopare. Ed era anche simpatica, avrebbe voluto conoscerla meglio. Prese un foglietto attaccato al frigo e compose il numero. Squillava.
- Pronto, sono Erika Forbes, con chi parlo?-
- Ciao, sono Duff…come va?-
- Duff, ciao! Che sorpresa…non pensavo avresti richiamato.-
- Sì, sono stato malato due settimane…e non è una bugia.-
- Ok, mi dispiace…che vuoi?-
- Vorrei rivederti…conoscerti meglio, sai. Non sono stato un gran gentiluomo al Viper.-
- Direi di no…però mi fa piacere. Intendo la tua proposta. Anche io vorrei conoscerti meglio. Quando ci possiamo vedere?-
- Possiamo uscire. Oppure vieni tu a un concerto dei Guns. Puoi venire nel backstage, ti faccio passare io. Stasera suoniamo al Donington.- disse Duff accennando ad un pub sulla Sunset Boulevard.
- Ok, mi sembra perfetto…ah, non ti dispiace se porto un’amica? E’una vostra grande fan. Canta anche lei in un gruppo hardrock e vi ammira molto. Si chiama Joy.-
- Ok, va benissimo…ai ragazzi farà piacere conoscere nuove ragazze.-
- Bene, allora ci vediamo stasera…- disse Erika riattaccando.
- Ok, ciao.-
Era fatta, avrebbe rivisto Erika. Le piaceva, era simpatica e molto bella soprattutto. E poi c’era Joy…era sicuro che ad Axl carne fresca non sarebbe dispiaciuta.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Right next door to hell ***


My Michelle 19 Quella sera Michelle non sarebbe venuta. – Sai che palle portarti dietro la ragazza tutte le volte!- aveva detto a Slash -…vai e scopa. Tanto so che è solo sesso. Ami solo me.-
Era rimasta a casa a guardare un po’di TV. E Slash era depresso.
- Cazzo, Slash, svegliati! Figa, sei depresso, porca troia!- disse Axl.
- E’che Michy…- azzardò Slash triste.
- Vaffanculo! Sempre con questa Michelle…divertiti cazzo! Trovati una interessante e spassatela…per una sera almeno! Poi torni da quella…-
- Ok…va bene.-
- E reagisci cazzo!- disse Axl tirandogli un pugno sulla spalla.
Slash gli diede uno schiaffo. – Così si fa, porca puttana!- urlò Axl ridendo.
Quella sera suonarono un bel po’di canzoni. Fu un live spettacolare. Schiere di fans urlavano il loro nome. Fantastico. Grazie al Jack e alla vodka anche Slash sembrava aver recuperato l’allegria di sempre.
Duff rientrò nel backstage, dove lo aspettavano due ragazze. Riconobbe subito quella rossa.
- Ciao, Erika! Benvenuta…- disse baciandola. Erika era stupenda:aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo, minigonna e giubbotto di jeans. Molto punk.
Anche l’altra non era da meno. Doveva essere Joy. Era bellissima:alta, snella, con un viso da fata. Aveva la pelle scura e lineamenti esotici. Doveva essere cubana, giamaicana  o roba del genere. Aveva una massa di capelli ricci e scuri e occhi neri. Indossava un paio di fuseaux di pelle e varie catene al collo.
- Ciao Duff! Va tutto bene, grazie…ecco, lei è Joy.- disse Erika sorridendo entusiasta. Joy strinse la mano a Duff e parlò con voce suadente, calma e profonda:- Piacere…Joy.-
Duff la guardò ipnotizzato:- Piacere…io sono Duff. E loro…- disse, accennando agli altri -…sono Axl, Izzy, Steven e…Slash.-
Tutti le diedero la mano, sorridendole. Axl le sorrise sensuale e Joy si leccò le labbra. Ma quando le presentò Slash, lei gli mise una mano sulla spalla e gli disse:- Oh, piacere! Sei un chitarrista eccezionale! Cazzo, sei un fenomeno…un vero maestro della chitarra.-
Slash le sorrise e lei lo prese a braccetto:- Sai…anche io canto in una band…ma il mio chitarrista non è nemmeno paragonabile a te. Spiegami come fai.-
- Beh…non è semplice…- azzardò Slash mandando uno sguardo supplice verso Axl. Il cantante gli sorrise e alzò i pollici.
- Oh, sono sicura che davanti a un bicchiere di Jack me lo saprai spiegare…- disse Joy, portandolo verso il bar.
Si sedettero su due sgabelli e iniziarono a parlare davanti a due whisky, che poi divennero quattro, sei, dodici. Sei whisky a testa. Erano entrambi sbronzi ma si stavano divertendo. Parlarono di musica e Joy ci provava con Slash. Dal canto suo, Slash non aveva mai visto una ragazza bella come Joy, forse nemmeno Michelle. Ed era ubriaco, molto ubriaco.
Finirono per baciarsi…un bacio lungo, appassionato. Lei lo abbracciò e lo riportò nel backstage. C’era un divanetto libero. Si accomodarono, Joy seduta in braccio a lui. La ragazza lo baciò e gli cantò qualcosa in un orecchio. A Slash vennero i brividi: la voce di Joy era favolosa. Era così grezza e black, tipica delle cantanti soul, ma aveva un nonsoche di rock. Joy lo baciò sul collo, sussurrandogli ogni tanto qualche frase cantata nell’orecchio.
Pomiciarono a lungo, finchè Joy non si tolse la maglietta e i fuseaux. Slash rimase a osservarla, incantato, le gambe lunghissime, la pelle di velluto. Non si ricordava nemmeno più di Michelle.
Fecero sesso a lungo, sdraiati sul divanetto dietro le quinte. Joy sapeva alla grande come muoversi, era una vera donna. Rese Slash l’uomo più felice della terra quella notte. E quando finirono, lei rimase sveglia cantandogli dolcemente frasi d’amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Don't cry ***


MY Michelle 20 Axl si alzò:erano rimasti fuori anche quella sera. Michelle era a casa a dormire da sola probabilmente. Si stiracchiò staccandosi dalla ragazza bionda che dormiva accanto a lui. Il Donington aveva dei divani veramente comodi, di velluto nero. E poi girava roba di qualità. Prese da terra una bottiglia di vodka e ne bevve un sorso. Poi si accese una sigaretta e rientrò nel backstage. Duff e Erika dormivano abbracciati su un divanetto. Axl sorrise:forse anche Duff si stava innamorando. Non era da lui rivedere più di una volta la stessa ragazza. E la tipa era anche molto carina, su questo non c’erano dubbi.  
Prese una boccata e si guardò intorno:da un divano nella penombra vide un cespuglio di capelli ricci. Sorrise:la sera prima Slash ci aveva dato dentro con l’alcool, probabilmente non aveva nemmeno scopato con quello schianto di modella di colore. Si avvicinò per svegliarlo, quando si accorse che i capelli ricci non erano quelli del chitarrista. O meglio, erano i suoi ma anche quelli di Joy. I due dormivano abbracciati, lei sdraiata sul petto di lui. Erano completamente nudi.
Axl sorrise e tracannò un altro sorso di vodka:alla fine anche Slash si era divertito…povera Michelle.
“Michy non ne sarà molto felice…”pensò Axl “…ma d’altronde gli ha dato lei il permesso.”
Si girò quando qualcuno bussò alla porta del backstage. Andò ad aprire.
- Ehi, ciao…che ci fai qui?- chiese Axl sorpreso ritrovandosi davanti Michelle.
Aveva i capelli raccolti in una coda e non era truccata. Aveva occhiaie profonde, da dopo sbronza, e aveva in mano una sigaretta. Indossava un vecchio paio di jeans e un giubbotto di pelle troppo grande, forse quello di Duff.
- Ciao…non sapevo cosa fare, così sono venuta a salutarvi. Caffè?- chiese Michelle sorridendo debolmente ad Axl e sollevando una tazza di Starbucks.
-Oh, buono…sì, grazie.- disse il cantante prendendone un sorso.
Michelle entrò e si guardò attorno:- Avete fatto festa stanotte, eh? Bravi…-
Il suo sguardo vagò fino ad arrivare al divanetto di Slash: - Dov’è?...oh.-
Guardò Slash e Joy e aspirò una boccata di sigaretta, buttandola poi per terra.
- Bene, allora io vado…- disse lei abbassando lo sguardo.
- No, aspetta Michy…- disse Axl prendendola per un braccio.-…in fondo gli hai dato tu il permesso di scopare.-
-Oh, lo so…ma pensavo non mi avrebbe dato così fastidio…-
- Lo so. Ti capisco.- rispose Axl -…perché non andiamo a fare un giro? Dai, andiamo a fare colazione.-
Michelle sorrise:- Ok…andiamo.-
Axl recuperò in fretta un giubbotto di jeans e si calcò in testa un berretto da baseball.
Lui e Michelle uscirono, bevendo i loro caffè. Si avviarono verso una tavola calda e entrarono.
Si sedettero ad un tavolo e ordinarono.
- Mmh, allora…per me un caffè e frittelle!- disse Michelle.
- Io invece un caffè e basta.- disse Axl sorridendo alla cameriera. La cameriera gli fece l’occhiolino.
- Ma è possibile che tu ci debba provare con tutti gli esseri umani forniti di vagina?!?- chiese Michelle incredula.
- E’un’attitudine naturale…- rispose Axl sorridendo -…ne sento il profumo.-
- Ma sentitelo! Smettila, egocentrico…- rise Michelle.
- E tu allora? Che in meno di una settimana ti sei scopata due componenti dei Guns? Non è un primato questo?-
- Smettila!- disse Michelle picchiandogli il menù plastificato in testa -…è stato solo un attimo, tutto qui.-
- In realtà è durato più di un attimo…-
- Rose, stai zitto! Infantile…-
- Ninfomane…-
- Poppante…-
- Viziata…-
- Sfigato…- rise Michelle -…parla il santarellino, no?!?-
Axl rise:- Su questo ti do ragione…non sono esattamente uno stinco di santo.-
Michelle rise: - Lo so.-
Arrivarono le ordinazioni e mentre Axl faceva gli occhi dolci alla cameriera, Michelle si buttò sulle frittelle.
- Ma quanto mangi?!?- chiese Axl sbalordito mentre Michelle versava una tonnellata di sciroppo d’acero nel piatto.
- Mmh, sono troppo buone…- disse lei addentandone una.
- Dovrò stare attento o mangerai anche me!- rise Axl, bevendo un sorso di caffè.
Poi la guardò attentamente:- Sei sicuro che non affoghi i tuoi problemi nel cibo? Sai, prima mi sembravi un po’scossa…-
Michelle sospirò e appoggiò la forchetta. Deglutì e guardò Axl:- No, non ne ho bisogno…-
Axl la guardò:aveva gli occhi lucidi. Si alzò e andò a sedersi accanto a lei.
- Lo sai vero che picchierò Slash appena lo vedo?!?-
Michelle gli sorrise tra le lacrime:- Ma no, povero, non è colpa sua…è un uomo.-
Axl le mise un braccio sulle spalle:- E allora? State insieme, non avrebbe dovuto farlo…-
Anche se in realtà era stato lui praticamente a spingerlo tra le braccia di Joy.
- Ma poi dai, sai che lui ti ama…-
Michelle appoggiò la testa sulla sua spalla:- Ne sei sicuro?-
Axl le accarezzò i capelli:- Sarebbe uno scemo se non fosse così, Michy…-
Michelle alzò lo sguardo e lo fissò:- Grazie, Axl…sei un buon amico.-
- Figurati…-disse lui, un po’in imbarazzo sotto quello sguardo gioioso e riconoscente -…quindi posso assaggiare le tue frittelle?!?-
- NO!!!- urlò Michelle scostandosi ridendo e buttandosi di nuovo sul piatto.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Perdizione ***


My Michelle 21 Axl e Michelle rientrarono a casa dopo qualche ora. Avevano fatto un giro per Los Angeles e Michelle lo aveva accompagnato a prendere l’eroina da uno spacciatore. Era stato uno scambio tranquillo, niente a che vedere con i film d’azione, solo morti e sparatorie.
Un ragazzo di colore con grandi occhiali scuri si era avvicinato ad Axl e gli aveva consegnato due pacchetti avvolti nella stagnola, mentre Axl prendeva una mazzetta di banconote. Michelle assisteva distratta fumando una Camel. Sapeva che ogni rockstar ne faceva uso, che persino suo fratello certe volte era talmente fatto da non riconoscerla, ma lasciava correre. Sapeva che un giorno si sarebbe accorto dell’enorme cazzata che stava facendo.
Axl prese il pacchetto e se lo mise in tasca, consegnando poi il rimanente alla ragazza. La prese poi a braccetto, sorridendo. Michelle lo guardava di sottecchi ma non disse niente.
Arrivarono a casa ed entrarono, ridendo ad una battuta di Michelle. E si trovarono davanti l’imponente massa di Slash appena aperta la porta di casa.
- Dove siete stati?!?- chiese, con uno sguardo di accusa verso la mano di Axl, che stringeva il braccio di Michelle.
- Siamo andati a fare colazione…e poi abbiamo fatto un giro.- gli rispose Michelle fissandolo con un misto di furia omicida e sorpresa negli occhi.
- Sì, certo…e poi? Dove siete andati?-
- Abbiamo preso della roba, Hudson…- disse Axl stanco, buttandogli distratto il pacchetto tra le mani -…quello che mi avevi chiesto. Divertiti.-
- Oh…e perché lei è venuta con te?- disse Slash furente, facendo un cenno verso la ragazza.
- Perché eravamo insieme quando si è ricordato che uno spacciatore lo stava aspettando. Stavamo facendo colazione, ho detto.- rispose Michelle, la voce carica di rabbia. E di tristezza. Buttò il giubbotto sul divano e salì le scale:- Io vado in camera mia…lasciatemi in pace.-
- Michy, aspetta…- disse Slash, la voce ammorbidita. La seguì con gli occhi mentre lei saliva le scale in silenzio. – Che cazzo…-
- Stamattina è venuta a trovarti…e tu stavi dormendo con quella tizia.- disse Axl, guardandolo con aria di rimprovero.
- Oh…vaffanculo, Rose. Io non ci volevo nemmeno scopare con quella. Ero ubriaco marcio e lei…boh, era bellissima. Non ho resistito.-
- Ho notato…- disse Axl accendendo distrattamente una sigaretta. Aspirò una lunga boccata di nicotina, chiudendo gli occhi e concentrandosi sul sapore amaro del filtro.
Nel frattempo, Michelle era sdraiata sul letto, gli occhi colmi di lacrime silenziose. Non riusciva a smettere di piangere: Slash e la tipa nudi e abbracciati, Axl che la consolava sul divanetto della tavola calda, Slash incazzato che le chiedeva dov’era stata. Troppi pensieri. Accese una Marlboro, ma la nicotina era ormai troppo leggera e la mente era ancora lucida e piena di pensieri fino a scoppiare. Le dolevano le tempie. Spense la sigaretta in un posacenere e si alzò cercando una bottiglia di Jack Daniels sotto il letto o almeno una di birra. Trovò una Heineken e la aprì, scolandosela in un paio di sorsi. La testa iniziava a dolerle di meno e Michelle si guardò attorno, in cerca di qualcos’altro con cui sballarsi. Le immagini erano meno vivide ma comunque dolorose. E lì si ricordò del pacchetto che Axl le aveva dato prima. Con mani tremanti lo scartò:c’era tutto l’occorrente, un piccolo quadratino di carta bianca, un cucchiaio, un laccio emostatico e una siringa nuova di zecca. Sperava solo che il suo fisico l’avrebbe sopportato.
Aveva visto un paio di volte Steven prepararsi una pera, si ricordava bene i gesti meccanici che lui aveva compiuto.
Versò il contenuto del quadratino sul cucchiaio e lo fece sciogliere con l’accendino, riempiendo poi la siringa. Strinse con veemenza il laccio emostatico finchè non emerse un reticolo di vene bluastre. Prese la siringa e, dopo un respiro profondo, se la conficcò nel braccio. Premette a fondo lo stantuffo e sentì il liquido bianco sciogliersi nel suo sangue. Poco dopo si sentiva come in trance, vagamente in sogno. Si alzò barcollando e si guardò allo specchio: per quel poco che riusciva a vedere, aveva gli occhi vacui. Ridacchiando ritornò a letto e vi piombò sopra, stringendosi forte al cuscino, in balia degli effetti dell’eroina.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Get in the ring ***


my michelle 22 Da quel giorno, Michelle lasciò perdere tutto. Non sapeva se era stato il fatto di vedere Slash con un’altra donna o altro, solo che non si sentiva più la stessa. Scopava di nuovo con lui, ma solo quando lui la chiamava. Si baciavano, si abbracciavano ma Slash era talmente distratto che non si accorse del cambiamento.
Forse solo Axl se ne rese conto: la guardava ogni tanto sospettoso, chiedendole se stava bene e Michelle rispondeva di sì, annuendo con sguardo assente.
Iniziò a bucarsi una volta a settimana, la roba gliela procuravano Steven o Izzy o comunque era facilmente reperibile nel backstage dei concerti. E beveva, o se beveva. Persino Duff, il re della birra, il suo fratellone ubriacone tanto amante dei superalcolici, aveva notato che buttava giù whisky come fosse acqua. – Ehi datti una calmata!- le aveva detto una volta, mentre si scolava una birra in un sol sorso dietro le quinte. Lei lo aveva guardato furente. - Non dirmi che cazzo devo fare! Non sei papà!- gli aveva risposto, tracannando un sorso di vodka e andando poi a rintanarsi in un angolino, uno spinello tra le labbra.
Era poi passata alla cocaina:era entrata una volta dietro il backstage prima del concerto e aveva trovato Izzy che sniffava una pista.- Ne vuoi?- le chiese sorridendo.
Michelle stava per tirarsi indietro, sapeva che già l’eroina era un grossissimo rischio, ma accettò. Ed eccola lì, la sua prima striscia bianca. Dopo era allegra e saltellante come un grillo.
Passò a bucarsi almeno tre volte a settimana:c’erano volte in cui si svegliava nel cuore della notte, sudata e ansimante, con forti crisi d’astinenza. Allora correva giù e frugava nei cassetti, qualcosa c’era di sicuro. Altrimenti si ubriacava bevendo whisky misto a vodka e birra come un’ossessa, come se stesse cercando di distruggersi il fegato più in fretta possibile. E, quando finalmente ogni senso era annullato, allora sprofondava in un sonno profondo nel buio della sua stanza.
Un paio di volte aveva pure rischiato di morire soffocata dal suo stesso vomito, ma per fortuna c’era Axl. Anche se lui stesso era ubriaco marcio, l’aveva aiutata a raggiungere il water e a liberarsi. Una volta erano persino finiti sotto la doccia insieme.
Lui era abbastanza sobrio, lei invece era ubriaca e strafatta:aveva sniffato un pista e si era bevuta quattro birre. Non riusciva a reggersi in piedi, tanto che Axl aveva dovuto caricarsela in spalla. Lasciando una striscia di vomito alcolico sul pavimento, erano finalmente arrivati in bagno. Michelle era nel mondo dei sogni, la faccia sporca, gli occhi assenti e i vestiti maleodoranti.
Axl l’aveva guardata un attimo per poi decidere di metterla sotto un getto d’acqua gelata.
Aprì l’acqua della doccia, facendola scorrere finchè non divenne ghiacciata, poi spogliò Michelle stando attento a dove metteva le mani. La ragazza dal canto suo ridacchiava assente.
La spinse sotto. Michelle iniziò a dimenarsi come un’ossessa, urlando e scalciando, ma Axl la teneva ferma. Allora lei si aggrappò a lui e lo trascinò sotto con sé, mentre Axl bestemmiava sotto il getto d’acqua gelida. Aprì gli occhi. Michelle barcollava, era aggrappata a lui per non cadere e annaspava finalmente tornata dal mondo dei sogni. Axl assestò il getto finchè l’acqua non divenne tiepida e si accorse di cullare Michelle tra le sue braccia. Lei era tutta bagnata e tremava, mentre lui le canticchiava qualcosa all’orecchio, abbracciandola. Michelle alzò gli occhi, incredibilmente verdi sotto l’acqua, e sussurrò:- Portami via, Axl…riportami nel mio letto. Mi sento una merda.-
Axl uscì dalla doccia completamente zuppo e la avvolse in un asciugamano immacolato. Poi la prese in braccio e la portò in camera sua, deponendola sul letto. Michelle gli sorrise dolcemente e poi rotolò su un fianco, addormentandosi.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Mr. Brownstone ***


my michelle 23 Passarono i giorni e Michelle cadeva sempre più nel baratro della perdizione, tra droghe, fumo e sesso facile. Aveva scopato anche con Steven, mentre una sera Slash era troppo occupato con una nuova groupie:erano entrambi strafatti e si ritrovarono a ridacchiare insieme su un divanetto. Steven le si era avvicinato e le aveva messo un braccio sulle spalle, offrendole del Jack. Michelle ne aveva tracannato una generosa sorsata, ritrovandosi a guardare negli occhi incredibilmente azzurri del batterista: si era avvicinata e lo aveva baciato. Non era stato granchè né come bacio né come sesso, ma le era bastato per dimenticare i sospiri e i gemiti di Slash, impegnato con la nuova ragazza sul divanetto accanto.
Persino Izzy ci aveva provato quella sera, ma lei aveva rifiutato:già si sentiva una puttana per esserci andata con un membro dei Guns, figuriamoci un altro nella stessa sera.
Erano serate lunghe, nottate infinite, in cui tutti si sentivano immortali e onnipotenti. Persino Michelle, la povera sorella di Duff, la ragazza tradita di Slash, la migliore amica di Axl. Ora anche puttana occasionale di Steven. Che schifo.
“La mia vita è tornata una merda” pensò quella fatidica sera, mentre si iniettava nuova eroina nel braccio “…mi fa schifo. Sono un rifiuto umano.”
Stava per scoppiare a piangere e tracannò un altro sorso di Jack Daniels. Tentò di accendersi una sigaretta, ma il tremolio delle mani glielo impedì, facendola cadere a terra.
“Fanculo…cazzo me ne frega di una stupida sigaretta…tanto ho l’erba” disse accendendo una canna. Aspirò una boccata di fumo azzurrognolo ma anche quella le cadde dalle mani.
“Fanculo…” pensò, mentre le si riempivano gli occhi di lacrime. “Cazzocazzocazzocazzo…” pensò, mentre agguantava la siringa sporca usata poco prima.
Se la rigirò tra le mani pensierosa. Poi sciolse altra eroina e se ne sparò un’altra dose. Rimase ferma, mentre i sensi le si annebbiavano e la mente le precipitava in un dolce e profondo oblio senza fine…

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Go down ***


my michelle 24 Axl stava scendendo le scale…doveva andare al concerto. Era in ritardo, gli altri erano andati avanti per il check del suono, ma lui sarebbe arrivato dopo. Si sistemò la bandana e gli occhialoni da prima donna, pavoneggiandosi allo specchio.
Da sotto non proveniva alcun rumore, così quando arrivò di sotto non si accorse di Michelle. Poi notò dei bagliori in salotto e aprì la porta:- Ma che diavolo…?-
Michelle era seduta a gambe incrociate sul divano, davanti alla televisione accesa. Proiettavano il video di Welcome to the jungle.
Il suo viso spettrale era illuminato da bagliori sinistri, lo sguardo assente. Axl si era accorto subito che qualcosa non andava.
- Ehi, ooooh, ci sei? Michy mi senti?- le aveva detto, battendole sulla spalla. Nessuna risposta.
Lei stava lì, lo sguardo perso nel vuoto, mentre guardava immagini che non vedeva realmente.
Lui la scosse:- Michy, Michy, ehi, sono io, Axl! Ci sei?- La scosse di nuovo. La testa le ricadde all’indietro, mentre gli occhi le si rovesciavano.
- MICHY, MICHY, CAZZO, RISPONDI!!!- urlò Axl, in preda al panico. Il corpo di Michelle ebbe uno spasmo. Un rivolo di bava le colava da un lato della bocca. Axl urlò.
Corse al telefono, il corpo di Michelle abbandonato sul divano come un fantoccio di paglia.
Chiamò il 911, urlando con quanto fiato aveva in corpo. Mentre attendeva l’ambulanza, prese una pezza bagnata e le asciugò il viso.
- Michy, cazzo, non morire, merda…testa di cazzo, mi senti?!? NON MORIRE, CAZZO!- gridò Axl, la voce roca:stava per scoppiare a piangere. E Axl Rose non piangeva mai. Mai.
Sentì le sirene dell’ambulanza. Corse ad aprire, mentre gli infermieri caricavano il corpo freddo e immobile di Michelle sull’ambulanza: i suoi grandi e spauriti occhi verdi fissavano il soffitto vitrei, senza vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Knockin'on hell's door ***


lll - Overdose.- disse funerea la voce di Axl. Una voce che Duff non  avrebbe dimenticato mai.
Erano dietro le quinte del palco, si stavano preparando a suonare, lamentandosi del ritardo del frontman. Duff stava scherzando con Slash riguardo a quanto fosse intrattabile la sorella in quei giorni, quando il telefono squillò. Impazzito, impenitente, uno squillo lungo e rumoroso.
Duff rispose ridendo:- Pronto, parla Duff McKagan, bassista dei Guns N’Roses, chi mi cerca?-
- Duff…- disse la voce di Axl, spenta, tetra -…devo dirti una cosa.-
- Axl dove cazzo sei?!? Siamo in ritardo, i fans ci aspettano…- sbuffò Duff -…vieni o no?-
- Duff, cazzo stai zitto. Ascoltami.- disse Axl furente.
Duff tacque immediatamente. La voce di Axl non ammetteva repliche, era spaventata e furiosa allo stesso tempo.
- Cazzo, sono in ospedale…Michelle è stata male. Molto male, cazzo.-
A Duff cedettero le ginocchia:crollò a terra, mentre gli altri lo guardavano preoccupati.
- Che ha fatto?- chiese, pregando con tute le sue forze che qualunque cosa fosse successa, lei fosse viva e vegeta, sana e salva.
- Overdose.- disse perentorio Axl. Duff tacque, gli occhi colmi di lacrime. Doveva ricordarsi di respirare, altrimenti sarebbe soffocato. Si sforzò di farlo, per quanto ogni boccata d’aria pura penetrasse nei polmoni come una lama d’acciaio.
Il piccolo buco sul suo braccio, frutto di mesi di pere, bruciava come un marchio indelebile. Lasciò cadere il telefono. Axl aveva già riattaccato.
Slash corse da lui e lo guardò. Era pallido come un cencio, sbiancato all’improvviso e sembrava solo un bimbo spaventato.
- McKagan, che cazzo è successo?-
- Michy…Michelle…la mia sorellina…- sussurrò Duff sull’orlo di un attacco di panico.
Slash sbiancò:no, cazzo, no, non poteva essere successo niente a Michelle. Niente.
 E lì si pentì per essersi comportato come una merda con lei nelle ultime settimane, per non aver detto niente anche se si era accorto che stava male, per aver continuato a usarla.
- E’in ospedale…overdose.- sussurrò Duff, gli occhi pieni di paura.
Slash impallidì ancor di più se possibile:abbassò le mani sulle spalle di Duff e le strinse.
- Andiamo.- disse solamente, alzandosi in silenzio. Dopodichè si precipitò fuori, Duff al seguito, verso la Mustang nera.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Coma ***


mm Axl era sbracato su una poltroncina della sala d’attesa, in mano un caffè freddo e una rivista che ormai sapeva a memoria. La gente che gli passava accanto lo guardava strabuzzando gli occhi:il giubbino di pelle, gli occhiali a specchio, la bandana azzurra di traverso sui capelli lunghi e lisci.
Era nervoso, nessuna notizia da parte di quei fottuti medici…pallido e tirato, era teso come una corda di violino, dietro gli occhiali nascondeva grosse occhiaie scure. Erano ore che Michelle era dietro quelle porte.
Stava rileggendo per l’ennesima volta uno stupidissimo articolo su come proteggersi dal morbillo, quando vide Slash e Duff venire verso di lui. Erano entrambi pallidi e tesi quanto lui. Duff sembrava più vecchio di vent’anni e Slash era chiuso in un ostinato mutismo. Axl li salutò con un cenno della mano e disse loro che non c’erano notizie. I tre si sedettero sulle poltroncine della sala d’attesa e aspettarono pazientemente. Non parlavano tra loro, ognuno era preso dai propri pensieri. Axl stava pregando tutti i santi che ricordava perchè Michelle fosse ancora viva, Duff lo stesso e invece Slash era tormentato. Come cazzo aveva fatto a non accorgersi che Michy aveva fottuti problemi di droga? Che razza di squallido fidanzato era? La sera prima si era accorto a malapena che scopava con Stevie sul divano vicino al suo, preso com’era dal suo di divertimento. Si sentiva una merda. Era il peggior fidanzato mai esistito. Non le era stato mai accanto, nemmeno quando vedeva che si ubriacava o si faceva. E ora che lei era…che lei era in fin di…no, non voleva nemmeno pensarlo. Voleva vederla sorridere, voleva vedere le fossette spuntarle sulle guance quando rideva, voleva guardarla in quei meravigliosi occhi di smeraldo e dirle che l’amava e che non si sarebbe mai perdonato per averla allontanata da sé. Rivoleva il suo profumo di shampoo per bambini misto a fumo, far scorrere le dita tra i suoi lunghi ciuffi dorati:Michelle gli mancava. E, seduto su una misera poltroncina in una squallida sala d’attesa di un fottuto ospedale, si sentiva terribilmente solo.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Hope never die... ***


ooooooo Finalmente le porte si spalancarono:ne uscì un uomo brizzolato, sulla quarantina, con un paio di occhialetti tondi e un camice bianco. Si guardò attorno e si diresse verso i Guns, forse notando una certa somiglianza tra Duff e la paziente che l’aveva tenuto occupato fino a poco prima.
-Siete i parenti di Michelle McKagan?- chiese gentile.
Duff si alzò in piedi e annuì, pallido:- Come sta?-
-Beh…- disse il dottore sistemandosi piccato gli occhiali sul naso -…aveva moltissima droga in circolo. Una cosa spaventosa. E’un miracolo che l’abbiate trovata in fretta. Le abbiamo drenato tutto il sangue per togliere l’eroina del sistema circolatorio. Le stava paralizzando il cuore. E nemmeno il fegato è messo bene. Probabilmente beve molto, è molto rovinato, e lei è ancora molto debole. Niente contatti ravvicinati.-
Duff sospirò e si accasciò sulla sedia, un sorriso paralizzato sulle labbra…Michelle era viva. Certo, era debole, certo, aveva rischiato di morire, ma era ancora viva.
Axl aveva ascoltato attentamente:- Allora possiamo vederla?-
Il medico sorrise:- Certo…ma sta dormendo, non disturbatela…come ho detto, è molto debole.-
Axl sorrise e, seguito a ruota dagli altri due, oltrepassò la porta in cerca della stanza di Michelle. I tre entrarono.
Michelle era immobile in un letto. O meglio, quello che restava di Michelle McKagan. Al posto della splendida ragazza bionda e sorridente di sempre, c’era una bambola con le sue sembianze. Duff la guardò sorridendo tristemente.
Era così piccola e indifesa, avvolta in una vestaglia di carta troppo grande. Dormiva tranquilla, il viso sembrava di cera talmente era bianco e immobile. Aveva occhiaie scure e profonde e le labbra erano pallide e tirate. I capelli ricadevano disordinatamente sul cuscino, simili ad un groviglio di paglia. Dal lenzuolo spuntavano le braccia esili, in cui erano infilati i tubicini di due flebo e sull’interno del gomito destro spiccava un grosso livido violaceo con al centro un buchino. Duff non la smetteva di fissare quel forellino. Sembrava più vecchio di trent’anni.
Axl sospirò, interrompendo il silenzio generale. Si era avvicinato e si era seduto sul letto, accarezzandole il viso delicatamente. Slash avrebbe tanto voluto andare da lui e colpirlo con un pugno, ma glielo doveva. L’aveva salvata lui, era stato lui a chiamare il 911 e a starle accanto. E lui, lui dov’era? Ovviamente non c’era…non c’era proprio quando Michelle aveva avuto più bisogno di lui.
Duff trattenne il respiro e Slash alzò gli occhi:Michelle si era svegliata. Si guardò intorno confusa, inerme, sbattendo le palpebre. I grandi occhi verdi vagarono per la stanza per soffermarsi appena su Duff e Slash. Sobbalzò quando vide Axl accanto a lei.
Parlò con voce flebile ma curiosa:- Axl…dove sono?-
Axl le sorrise:- Sei in ospedale, mia cara…overdose.- Le indicò il buco sul braccio e sospirò.
Michelle lo fissava come ipnotizzata, poi arrossì distogliendo lo sguardo. Sbattè di nuovo le palpebre, gli occhi verdi le si stavano riempiendo di lacrime e stava ansimando. Axl la abbracciò e la cullò tra le braccia:- Ehi, calma…non c’è niente che non va. E’tutto apposto, sei salva.-
Slash strinse i pugni e digrignò i denti. Ma dopotutto, che diritto aveva di consolarla? Axl era l’unico che le era stato accanto. Quello stronzo di Axl Rose, dispotico, capriccioso e egocentrico, si trasformava in un’altra persona quando stava con Michelle.
- Non c’è niente che non va? Ma stai scherzando spero…io sono in un letto di ospedale con due fottutissime flebo nel braccio e non c’è niente che non va?!?- chiese Michelle quasi urlando, rossa in viso. Stava per venirle una crisi di nervi.
Axl la strinse ancora più forte:- Sei viva…questo è quello che conta.-
Michelle rimase in silenzio mentre le lacrime le correvano lungo le guance:- Sono una scema. Proprio un’idiota. Non so perché cazzo continuo a drogarmi…perché lo faccio, Axl, perché?-
Axl le asciugò le lacrime con la punta del pollice e le sorrise:- Perché sei una stronza…-
Michelle fece un sorriso lacrimoso e tirò su con il naso rivolgendo lo sguardo oltre Axl:- Fratellone e tu che mi dici? Chissà come ti sei preoccupato…-
Duff si avvicinò a Michelle e le sorrise:- Non sai quanto…scema, hai fatto preoccupare tutti.- Le scompigliò i capelli ridendo sollevato.
Michelle aveva recuperato il suo solito aspetto:vivo, sano, le guance colorate di rosso e gli occhi verdi le brillavano. Slash non l’aveva mai amata come in quel momento.
Lei abbozzò un sorriso triste in direzione del chitarrista.
- Sei sicura che tutti si siano preoccupati per me? Proprio tutti?-
Slash alzò lo sguardo:ecco, ciò che vedeva negli occhi di lei fu come una stilettata al cuore. Delusione. Michelle era profondamente delusa.
Sospirò e alzò lo sguardo:- Sì, tutti…-
Lei lo guardò gelida, la delusione si era trasformata in rabbia sorda:- Ne sei sicuro?-
- Sì…- il chitarrista si avvicinò al lettino con sguardo supplichevole -…sono stato uno stronzo. Anzi, no, stronzo è un eufemismo. Sono un pezzo di merda, una testa di cazzo. La feccia peggiore che esista sulla faccia della Terra. Ho abbandonato la ragazza che amo…perché io ti amo, Michelle McKagan…- disse facendola sobbalzare -…per andare con puttane di cui non me ne frega niente. Io voglio solo te. E il fatto che ti abbia lasciato da sola con la droga in questi fottuti giorni non fa altro che aumentare il mio odio verso me stesso.-
Duff e Axl ascoltarono l’amico a bocca aperta:in tanti anni, era il discorso più sensato che avesse mai fatto. Anche Michelle doveva essersene accorta, perché sorrise.
Un sorriso timido, appena abbozzato, ma a Slash sembrò il più bello e radioso del mondo. Si sorrisero, mentre tutta la stanza d’ospedale e gli altri due presenti sparivano.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Rehab ***


mmmk Michelle fu mandata in rehab. Aveva capito la grande cazzata che aveva fatto ma Duff voleva essere sicuro che smettesse. Sua sorella non doveva minimamente rischiare la vita di nuovo.
Duff, Axl e gli altri andavano a trovarla spesso. Aveva bisogno di compagnia, il cammino della riabilitazione era lungo e faticoso. Slash invece non era venuto a trovarla nemmeno una volta.
Michelle era ricoverata in una lussuosa clinica fuori Los Angeles. Aveva stanze grandi e luminose e un parco immenso e verdissimo, però le sembrava di stare in una gabbia. Una gabbia dorata. Una fottuta gabbia dorata.
Michelle era seduta nel parco, sotto una quercia secolare, seduta su una panchina di legno. Stava sfogliando un vecchio libro, aveva bisogno di distrarsi:era da due settimane che era completamente pulita, nemmeno un bicchierino di whisky o birra né uno spinello o una sigaretta.
Indossava un morbido abito di lino bianco, molto hippy, e aveva i capelli sciolti sulle spalle.
Un’infermiera sorridente, dalla corporatura massiccia e lo sguardo gentile, la scosse dalla lettura.
- Michelle, c’è una visita per te.- le disse.
- Grazie, Magda…- disse sorridente Michelle. “Chissà chi è…”pensò curiosa. Si riavviò i capelli pensierosa.
Dietro a Magda, dal sentiero che conduceva alla porta a vetrate della clinica, spuntò Slash.
- Ciao.- le disse sorridendo.
Michelle si alzò in piedi e gli gettò le braccia al collo:- Ciao! Sei venuto a trovarmi…finalmente.-
- Beh…pensavo che volessi tempo per riflettere.-
Michelle lo guardò:era arrossito. Ed era tenerissimo, con una buffa camicia nera a pois rossi.
Rise:- Beh…sbagliavi. Avevo già preso tutte le mie decisioni in ospedale.-
Slash la guardò sconfitto e si girò per andarsene quando Michelle lo fermò:- Ma che hai capito, scemo?! Intendo che ho già scelto…te.-
Slash la guardò incredulo, poi il suo viso si aprì in un sorrisone e la prese in braccio, sollevandola da terra.
- WAAAA!!! Hai scelto giusto, baby…-le disse baciandola.
Michelle rispose al bacio entusiasta e sorrise:- Lo so…ne ero sicura dopo il discorsetto che hai fatto in ospedale.-
- Perché ho detto che ti sarei stato accanto?-
- No, perché hai capito che gran testa di cazzo sei stato…- disse Michelle ridendo e facendogli una linguaccia. Si staccò da lui quando Slash la riprese per mano e la attirò a sé di nuovo, baciandola.
- Lo so…un vero pezzo di merda anche, ti ricordo.-
Michelle lo abbracciò e gli diede un bacio sulla fronte.
- Sì…però almeno te ne sei reso conto alla fine…-
- Dopo aver pensato di averti perso per sempre…- disse Slash, rosso in viso, prendendola per mano.
-…hai riflettuto.- disse Michelle, sospirando.
- Sì…e tutta la storia di Joy, di Steven e delle altre cose…mi sono reso conto di essermi comportato da rifiuto umano.-
Michelle gli indicò il parco :-Passeggiamo.-
Mano nella mano, si avviarono lungo il sentiero che costeggiava il parco.
- Sai, quando Duff mi ha detto che eri in ospedale…mi è crollato il mondo addosso. Ho capito di essere stato una vera merda. La feccia peggiore. E immaginare che tu…di averti persa…mi ha fatto andare fuori di testa.- disse Slash rosso in viso.
Michelle sorrise e gli strinse la mano. Slash continuò:- Quello che è successo mi ha fatto capire che avevi davvero bisogno del mio aiuto. Come cazzo ho fatto a non accorgermene? Come ho fatto a non capire che stavi male e che avevi bisogno di me? Cazzo, non potrò mai perdonarmi il fatto che hai rischiato di morire, Michy. Mai.-
Michelle lo abbracciò:- Non dire questo, Slash. Non dirlo mai. Quella che ha fatto una cazzata sono stata io, non tu.-
- Ma avrei dovuto starti vicino! Axl ha fatto tutto…è stato lui a chiamare i soccorsi, a starti vicino, a parlarti…ti aiutava quando ti ubriacavi, quando eri troppo fatta per capire…io ti vedevo in quello stato ma stavo zitto. E ignoravo tutto e bevevo e mi facevo anche io. Perché sono stupido.- disse Slash guardandosi le mani, un misto di imbarazzo e rabbia sul viso.
Michelle rise. Slash la guardò:era così radiosa, la sua presenza illuminava ciò che era attorno. La guardò in quegli occhi così verdi e intensi, senza trucco, acqua e sapone:era stupenda lo stesso.
- Ehi, non dire così…- disse lei, guardandolo negli occhi.-…nessuno si aspetterebbe una cosa del genere. E sono sicuro che anche tu ne eri spaventato…non è colpa tua. Io sono stupida.-
- No…tu sei solo mia, Michelle. E io dovevo tenerti d’occhio, piccola. E’colpa mia.-
- No…non è colpa tua, cazzo…capiscilo.- disse lei dolcemente, abbracciandolo. Le mani di Slash le scivolarono sui fianchi. Stettero così, cullandosi leggermente.
- Guardami negli occhi e promettimi che non fari più pensieri così idioti, piccolo. Promettimelo.- disse lei alzando improvvisamente la testa. Slash la fissò in quegli occhi così verdi e così sinceri, ora seri, e glielo promise. Michelle si chinò verso di lui e lo baciò di nuovo.
- Possiamo scopare qua?!- sussurrò Slash all’orecchio di Michelle.
La ragazza scoppiò a ridere:- Ahimè, no…-

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Sweet child o'mine ***


lovers Dopo altre due settimane, Michelle tornò a casa. Duff andò a prenderla, dopo aver raccomandato a tutti di non darle niente e possibilmente di non farsi vedere con alcolici e soprattutto con droga.
Arrivarono a mezzogiorno, solo loro due sulla Mustang. Duff scese e le prese la valigia. Esattamente come quando era appena arrivata a Los Angeles.
- Uff, allora hai preso la tua decisione…-
- Sì, fratellone. Ne sono sicura…è ora.-
- Ok, però mi dispiace…che vai via, intendo.-
Michelle sospirò:- Anche a me…-
Entrarono e le luci si accesero di colpo:il salotto era addobbato a festa con palloncini e un megastriscione che recitava “Bentornata Michelle!”. Dentro i ragazzi con gli strumenti in mano iniziarono a suonare l’intro di Sweet child o’mine e Michelle si commosse. Axl cantò tutta la canzone, poi lasciò cadere il microfono e si precipitò ad abbracciarla. Michelle sorrise e lo abbracciò, sussurrandogli un “Grazie” timido nell’orecchio. Poi salutò tutti gli altri e per finire si gettò tra le braccia di Slash baciandolo con entusiasmo.
Fu un party tranquillo, senza alcool né droga. Bevettero Diet Coke  e aranciata, cibandosi di pasticcini e patatine. Parlarono di vecchi ricordi e della riabilitazione seduti per terra o sul divano, per poi terminare con un’esibizione finale sulle note dei loro pezzi migliori. Michelle, che se n’era stata per tutta la festa seduta in braccio a Slash, si alzò e interruppe il fratello. Gli bisbigliò qualcosa all’orecchio e Duff sorrise. Poi sussurrò qualcosa all’orecchio degli altri. Axl si guardava attorno spaesato, finchè Michelle non gli rubò il microfono dalle mani e lo spinse sul divano.
- Ora canto io!- disse strizzandogli l’occhio.
Prese il microfono e lo fissò all’asta, mentre Slash accennava qualche accordo, sulle note di Sympathy for the devil dei Rolling Stones.
Michelle iniziò a cantare e i Guns N’Roses la seguivano obbedienti. Era bravissima, così presa nell’esibizione. Axl rimase affascinato ad osservarla.
Avvolta in un abito di lino leggero, senza trucco, con i capelli biondi sciolti sulle spalle, sembrava così angelica ed innocente. Invece la sua voce, roca e un po’graffiata, era sensuale e avvolgente.
Axl dondolava il capo guardandola affascinato, mentre Michelle intonava acuti abbracciata all’asta del microfono. Si muoveva sensuale, spalla a spalla con Slash oppure sorridendo e ballando davanti al fratello.
Finita la canzone, tutti i membri dei Guns scoppiarono in un applauso entusiasta. Michelle arrossì e ridiede il microfono ad Axl, che invece glielo riconsegnò dicendole che voleva cantare una canzone con lei.
Lei sussurrò:- Allora facciamo My Michelle…-
Axl annuì e Slash iniziò a suonare l’intro. Axl prese un altro microfono e lo attaccò all’amplificatore. Poi si avvicinò a Michelle e sorrise, iniziando a cantare.
Michelle rise:Axl aveva uno strano modo di muoversi, però le piaceva. Anche la sua voce era fantastica, così incisiva e graffiante.
Cantarono insieme, schiena contro schiena, agitando le teste e i bacini al ritmo della musica. Axl la prese per i fianchi e le cantò una strofa nell’orecchio, mentre Michelle intonò il ritornello staccandosi da lui e ballando davanti al chitarrista. Slash sorrise e le fece l’occhiolino.
Alla fine della canzone, Axl e Michelle si abbracciarono tra gli applausi degli altri. Gli occhi di Michelle brillavano, lei aveva le guance rosse e stava per scoppiare di felicità. Ringraziò i ragazzi e uscì da sola in giardino, dicendo che doveva riflettere.
Slash e Duff erano impegnati a decantare le qualità canore di Michelle, così Axl ne approfittò per raggiungere la ragazza fuori.
Il giardino della casa era un semplice riquadro d’erba con cespugli incolti e un grande albero nel mezzo. Michelle era seduta, gambe a penzoloni, su un grosso ramo dell’albero.
Axl la guardò:stava fissando il cielo del tramonto, di un romantico rosa scuro striato di arancione, e faceva ondeggiare le lunghe gambe pallide. I sandali di cuoio intrecciato erano a terra, ai piedi dell’albero, e un leggero venticello faceva ondeggiare la gonna di lino bianco e i lunghi capelli che sembravano d’oro nella luce del crepuscolo.
Axl si avvicinò:- Ehi, McKagan, che fai di bello?-
- Penso…- disse lei, lo sguardo perso nell’orizzonte.
- A cosa?- chiese Axl, arrampicandosi agilmente. Michelle lo guardò divertita mentre si inerpicava tra rami e foglie, per poi sedersi accanto a lei.
- A molte cose…oggi in teoria sarebbe stato l’ultimo giorno in cui vi avrei visto.-
Axl rabbrividì all’idea e le mise un braccio attorno alle spalle:- E perché?-
- Ho deciso di tornare a Seattle…- disse lei con un sospiro.
- E perché?-
- Perché questa città non mi fa bene…guarda cos’è successo. Ho bisogno di una vita tranquilla ora. Non posso continuare ad andare a concerti e finire nei backstage ad ubriacarmi. E’vero, sono tornata pulita dalla rehab, ma fino a quando riuscirò a rimanere così? Ho bisogno di una vita vera, di serenità, pace e di un ragazzo serio.-
- Duff queste cose le sa?-
- Certo, e per la prima volta si è dichiarato, stranamente, d’accordo con me…in fondo so che mi vuole bene.-
- E Slash? Lui questo lo sa?- chiese Axl.
Michelle rimase zitta, poi si girò verso di lui fissandolo. Gli occhi erano due specchi verdi nella penombra, due smeraldi brillanti. Si morse il labbro e poi scosse la testa.
- No…non lo sa. E ti prego di non dirglielo.- disse lei, la voce stanca. Sembrava più vecchia di vent’anni.
Axl annuì e lei continuò:- Io lo amo, Axl. Lo amo più della mia stessa vita. Ci siamo chiariti e ora so che proviamo lo stesso l’uno per l’altra. Lui è senza dubbio la cosa più grande a cui rinuncio andandomene. Però…che futuro abbiamo? Pensi davvero che staremo insieme per sempre e che ci sposeremo? Che avremo tanti bambini e una megavilla a Los Angeles e che lui suonerà per sempre nei Guns N’Roses? Nulla è per sempre, Axl…nulla.-
Michelle appoggiò la testa sulla spalla di Axl: - Tranne forse le amicizie…ma io sono solo una sciocca ragazza sentimentale.-
Axl le diede un bacio sui capelli:- No, non è vero. Sei un po’sciocca, me sei molto più realista di quanto tu immagini. Nessuno di noi vede aldilà di tutto quello che ci sta succedendo, tutti sperano che durerà per sempre. I fans, la gloria, il denaro…è tutto un gioco. Prima o poi noi non ne faremo più parte mentre la nostra musica rimarrà. E noi ci scioglieremo prima o poi, è il destino di tutte le grandi band.-
- Non è vero…guarda gli Aerosmith, i Rolling Stones, gli AC/DC…loro sono grandi band e sono ancora uniti. Anche i Led Zeppelin lo sarebbero se John Bohnam fosse ancora vivo.-
- Lo so, ma noi non siamo ancora al loro livello. Ma prometto che ci arriveremo presto.- disse Axl, la testa appoggiata su quella di Michelle. Aveva un buon profumo, di pulito e di shampoo per bambini. L’aroma di fumo era scomparso.
- Ci arriverete. Siete una band fantastica…vedo l’impegno, la collaborazione, la gloria che raggiungerete non sarà nulla in confronto a quella di adesso. Sono sicura che verrete ricordati per sempre.-
- Lo spero anche io…è il nostro sogno più grande.- disse Axl, scrutando il tramonto. Era quasi sera.
Abbracciò Michelle, che stava rabbrividendo.
Michelle sorrise e lo guardò: - Promettimi che anche noi due saremo amici comunque. Che anche se viviamo lontani, anche se tu ti scopi tutte le donne di questo pianeta e diventi la più grande rockstar di tutti i tempi, io sarò tua amica. Sempre.-
Axl la guardò:era così innocente, era ritornata bambina e stare con lei lo faceva sentire vivo. Dimenticava tutti i problemi della vita, tutte le fatiche e l’unica cosa che voleva era proteggerla. Da tutte le cose cattive, specialmente ora che aveva rischiato la vita per una cosa stupida come la droga.
- Te lo prometto.- le sussurrò lui, abbracciandola. Le sfiorò la cicatrice sul braccio, quel piccolo livido a forma di buco, che gli faceva tornare in mente quella sera maledetta.
Lei sorrise, il viso nascosto nel suo petto e poi alzò le testa verso di lui. Il battito del cuore di Axl accelerò e lui la guardò in trepidante attesa mentre lei si piegava verso di lui. Lei chiuse gli occhi e gli sfiorò le labbra, per poi scoccargli un casto bacio sulla guancia.
Axl rimase deluso, ma la sua mano scivolò egualmente su quella di Michelle: stettero mano nella mano per un tempo indefinibile, gli sguardi persi nel cielo stellato.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Addio ***


looooooooooooooooont Quella fu l’ultima settimana che passarono con Michelle. La ragazza annunciò la notizia il giorno dopo, a colazione. Tutti la guardarono sbalorditi, eccetto Duff e Axl che lo sapevano da prima. Slash si alzò in silenzio dalla sedia e se ne andò sbattendo la porta. Michelle sospirò e lo raggiunse in camera sua.
Slash stava suonando la chitarra furioso, premendo con rabbia sorda le corde. La chitarra sembrava lamentarsi tra le sue mani furibonde. Michelle lo fermò e lo abbracciò, tenendolo stretto anche quando lui cercava di divincolarsi.
Scoppiarono a piangere insieme, lui la supplicava di restare e lei chiedeva scusa tra le lacrime. Si baciarono con disperazione, per poi finire sul letto. Si amarono tutta la notte, con passione mista a rancore e disperazione.
Poi stettero in silenzio, nudi, a guardarsi per tutta la notte e ancora si stavano fissando quando sorse il sole. C’era molto più significato in quegli sguardi che in tutte le parole del mondo.
La mattina Michelle si alzò e lo baciò dolcemente sulle labbra, rivestendosi. Slash la guardò intensamente, cercava di fissare quanti più particolari possibile nella sua mente per non dimenticarla. I capelli biondissimi, più chiari del solito, gli occhi di smeraldo che quando piangeva si schiarivano, le fossette sulle guance quando sorrideva, i lineamenti delicati con quel naso sottile e la carnagione pallida di porcellana. Il fisico da pin up, con il seno tornito e quelle gambe affusolate che lo facevano impazzire. Era bellissima, non poteva perderla così. Ma sapeva che le sue ragioni erano validissime, non poteva biasimarla per volere una vita più tranquilla.
Spesso anche lui pensava a come sarebbe stato vivere una vita normale, come i suoi coetanei, ma sapeva che non era nel suo destino. Il suo destino era la musica, il suo destino era la chitarra, quella chitarra che ora giaceva abbandonata ai piedi del suo letto

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Ricordi ***


andrea Michelle partì in un giorno di pioggia. Se ne stava zuppa sotto la pioggia battente, avvolta in una pesante felpa grigia e un vecchio paio di jeans, senza ombrello, a salutare tutti. Salutò Izzy e Steven, per poi passare ad Axl, che abbracciò con calore, scoccandogli un bacio sulla guancia. Infine venne il turno di Slash:stettero in silenzio a guardarsi, per poi abbracciarsi con slancio e baciarsi disperati, cercando di trattenere le lacrime. Slash le disse di girarsi e le allacciò un ciondolo al collo. Michelle lo guardò sorpresa:era una piccola chitarra d’argento, un modello in miniatura della chitarra di Slash. Era commossa e lo baciò a lungo, con passione. Poi si staccò da lui in lacrime silenziose, sotto l’acquazzone. Era fradicia e aveva gli occhi rossi. Entrò nella Mustang in fretta, mentre il fratello l’accompagnava all’aeroporto. Si salutarono in fretta abbracciandosi. Duff le promise che si sarebbero sentiti spesso e lei lo salutò triste mentre si imbarcava. Sparì su un piccolo aereo bianco e blu, nelle cuffie del suo walkman suonava Stairway to heaven, Led Zeppelin. Niente Guns N’Roses, almeno per quel giorno.
Michelle tornò alla sua vecchia vita, senza dire a nessuno dell’overdose. Seguiva i Guns tramite la TV e ogni tanto telefonava a Duff e parlava anche con Axl. Erano rimasti amici, di Slash invece non voleva nessun a notizia. Le bastava sapere che stava bene.
Lo rivide appena al matrimonio del fratello, ma era talmente ubriaco che non sembrò accorgersi di lei. Axl invece fu felicissimo, ora stava di nuovo con Erin, la ragazza per cui aveva scritto Sweet child o’mine. Però quando rivide Michelle, favolosa in un lungo abito di seta rossa con scollatura profonda sulla schiena, tutto ciò che provava tornò a galla:la salutò e finirono a parlare nel giardino della villa affittata per l’occasione.
Su una vecchia panchina di pietra, si raccontarono tutto ciò che era accaduto.
Axl le raccontò della nuova tournee e del nuovo disco che aveva in progetto mentre Michelle, che aveva ripreso gli studi, gli raccontò del college e della sua nuova vita.
- E così, McKagan, hai trovato un fidanzato?- chiese Axl, certo della risposta negativa.
Michele abbassò lo sguardo, rossa in viso e Axl temette di sapere la risposta.
- Beh, sì…si chiama Tom, è un tipo apposto. L’ideale per me, è tranquillo, simpatico, frequentiamo gli stessi corsi al college…usciamo da quasi cinque mesi.- disse lei abbozzando un sorriso timido.
- Ed è…insomma…l’ideale in tutti i sensi?-
- Pensi che lo sposerò? Beh, forse…al momento lui mi sembra molto preso.-
- E tu, sei presa da lui?-
Michelle rise:- Beh, Rose, sì…diciamo di sì.- Si rifece improvvisamente triste:- Beh, in fondo non ho mai smesso di pensare a lui…- disse lei, accennando al gazebo degli invitati.
Ad Axl si strinse il cuore:- Slash? Mai, in tutto questo tempo?-
Michelle sospirò:-…mai.-
Si distese sulla panchina, allungando le gambe esili davanti a sé:- L’ho amato…e una cosa del genere non la dimentico in fretta. Nemmeno a distanza di quasi due anni.-
Axl sospirò e le accarezzò le gambe nude:- Beh…non credo che nemmeno lui ti abbia dimenticata. E’ubriaco marcio per non avere nulla da pensare.-
Michelle sospirò di nuovo:- Sì, lo so…anche io volevo ubriacarmi per questo, ma quando succede ho la brutta abitudine a provarci con tutti gli uomini presenti. Ed è il matrimonio di mio fratello ti ricordo.-
Si sorrisero e riguardarono in silenzio. Poi Michelle chiese:- Ed Erin invece? E’, insomma, la tipa ideale in tutti i sensi?-
Axl arrossì. - Beh, diciamo di sì. Al momento è…piuttosto presa.- disse lui osservando Erin dirigersi verso di loro, un sorriso ingessato stampato in faccia.
Michelle scoppiò a ridere: - Non sembra molto felice del fatto che stiamo parlando. E tu quindi sei preso da lei?-
Axl sbuffò, con una mezza risata:- Sì, diciamo più o meno…-
In realtà l’unica da cui era preso al momento era proprio la ragazza che gliel’aveva chiesto.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Yesterdays ***


lkha Michelle stava cucinando quando le arrivò la notizia, perentoria, dal telegiornale. I Guns N’Roses non esistevano più. Si erano sciolti.
La terrina che aveva in mano si schiantò per terra, frantumandosi in mille pezzi. Compose in fretta il numero di Duff, ma il fratello non rispose. Allora sfogliò la rubrica in fretta, alla ricerca di quello di Axl. Lo compose in fretta, rossa in viso.
Dopo due squilli a vuoto, rispose la voce incazzata di Axl Rose:- Pronto, chi cazzo è?-
- Axl…sono Michelle. Che cazzo è successo?- disse lei, accasciandosi sul pavimento, la cornetta stretta in mano. La voce di Axl era stata la conferma di tutto.
Axl rimase muto:era a New York, i Guns non esistevano più da circa tre ore e lui si sentiva svuotato dentro. Si passò una mano sul viso, non si faceva la barba da tre giorni.
- Ci siamo sciolti…- disse lui, ostentando una durezza non sua.
Michelle gli rispose incazzata:- E’questo? E’solo questo?…Io ti chiedo che cazzo è successo e tu mi rispondi così?...-
- Beh, sì…non esistono più. Ci siamo sciolti.- ripetè lui, ostile.
- E la promessa?- chiese lei. Axl ebbe un tuffo al cuore e la sua mente ritornò indietro di circa sei anni, ad una chiacchierata su un albero che gli aveva cambiato la vita.
Michelle, nel silenzio della sua casetta a Seattle, scoppiò a piangere:- Non significava niente, vero? Dovevate andare avanti…diventare delle grandi rockstar, continuare a suonare insieme…-
- Ma noi lo siamo diventati! Siamo degli dei…ci osannano in tutto il mondo. Siamo immortali!-
- Eravate vorrai dire…non esistete più ormai. I Guns N’Roses non esistono più.- disse Michelle, la voce oppressa dalle lacrime che le scorrevano lungo le guance. Le sfuggì un singhiozzo.
Il cuore di Axl, già spezzato da tutto quello che era capitato nelle ultime ore, si frantumò ulteriormente.
- Beh…non è colpa mia…- tentò di dire debolmente, ma era inutile. Sapeva che la maggior parte della colpa era sua, che i Guns si erano sciolti per via delle sue pretese da primadonna, i suoi capricci da rockstar navigata, il suo carattere intrattabile.
- Non mi interessa…dovevi stare con gli altri, era una promessa…-
Axl scoppiò a piangere:era da solo, in una stupida suite di un fottuto hotel a cinque stelle di New York, la stessa città che solo qualche anno prima aveva visto il loro migliore concerto, al Ritz.
Era da solo, si era lasciato con Erin l’anno prima e i rapporti con la band erano al minimo storico. Voleva solo rivedere Michelle e tornare a cantare con i ragazzi.
- Axl…ma stai piangendo?- chiese Michelle dolcemente. – Riesci a prendere un aereo per Seattle? Così parliamo con calma…-
Axl annuì e sussurrò un debole “Sì, arrivo…” alla cornetta. Poi preparò in fretta e furia le valigie e scese le scale, diretto all’aeroporto.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Confessioni ***


lkahaja Dopo aver volato tutta notte, Axl arrivò a Seattle. Uscì dal gate stanchissimo, la barba sfatta, con una vecchia camicia a quadri e un paio di jeans laceri, trascinandosi dietro un vecchio borsone pieno dei vestiti che indossava quando cantava con i Guns e un’altra piccola valigia.
Non vedeva Michelle da quasi quattro anni e moriva dalla voglia di abbracciarla. La riconobbe subito:era ancora la stessa Michelle che lui aveva amato e che amava.
I capelli biondi erano più scuri, sottili colpi di sole castani le incorniciavano il viso e gli occhi verdi erano sottolineati da una linea netta di matita nera. Guardava nervosamente l’orologio che aveva al polso, dondolandosi da una gamba all’altra. Indossava una camicia a scacchi e un paio di jeans stretti blu scuro infilati in un paio di pesanti stivali neri da motociclista. Al collo portava ancora la catenina di Slash.
Anche lei lo vide: anche con la barba e le occhiaie, era lo stesso Axl Rose di sempre.
- Axl!- urlò lei, sorridendo. Gli corse incontro e lo abbracciò. E lì, tra le sue braccia, Axl seppe di essere davvero a casa.
- Michy! Ciao…- disse lui sorridendo per la prima volta da quando si era lasciato con i ragazzi.
Lei gli passò una mano sul viso:- Stai bene con la barba…ma non credo sia un effetto voluto.-
Axl abbassò lo sguardo:- No, è che ultimamente non ho pensato esattamente al mio aspetto fisico se devo essere sincero.-
- Sì, naturale…- disse lei -…su, andiamo, abbiamo tantissime cose da dirci.-
Prese il suo borsone e lo sollevò a fatica, dirigendosi verso il parcheggio. Axl la seguì, salendo sulla Mustang grigia di Michelle. – Bella vero? Proprio come quella di Mike…- disse lei. Axl non rispose.
Erano nervosi entrambi e così Michelle accese la radio. Pessima idea. La notizia imperante su ogni stazione era lo scioglimento dei Guns. Molte trasmettevano vecchi successi e Michelle si fermò su una che trasmetteva My Michelle. Lei e Axl la ascoltarono in silenzio, mentre lei la canticchiava. Axl la guardò e vide che stava piangendo in silenzio:continuava a cantare anche se stava singhiozzando. Gli si strinse il cuore e si unì al coro, ripensando alla volta che l’avevano cantata insieme. Finita la canzone, Michelle spense bruscamente la radio.
- Spiegami.- gli disse perentoria, lo sguardo fissò sulla strada.
- Io e i ragazzi non andavamo più d’accordo da un po’…continuavamo a litigare, soprattutto a causa del mio carattere di merda. Non c’era più l’armonia di una volta…siamo cambiati. In peggio.-
- E tutti i vostri fans?-
- I fans ne avrebbero sofferto ancor di più se avessimo continuato a esibirci male…io e Slash non andiamo più d’accordo.-
Al nome di Slash Michelle trasalì e strinse il volante talmente forte che le sue nocche sbiancarono.
- Non capisco.- ammise lei dopo un attimo di silenzio.
- I Guns esistono se c’è armonia nel gruppo…io e i ragazzi continuiamo a litigare. Ancora oggi. Non riusciamo a smetterla…non andiamo d’accordo, non suoniamo in sintonia. Non ce la facciamo più a stare insieme.-
Michelle sospirò e continuò a guidare imperterrita:- E quindi vi siete sciolti…-
- Sì…- disse Axl-…non esistiamo più.-
E, per la prima volta da quando si erano sciolti, lo disse sul serio.

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Live and let die ***


lakaiio Arrivarono a casa in poco tempo, la villetta di Michelle era poco distante dall’aeroporto.
Appena entrato, Axl si guardò intorno:la casa era davvero molto carina.
Le pareti erano dipinte di colori neutri e tutto l’arredamento aveva un’aria vintage che gli donava moltissimo.
Ad una parete era appoggiato un vecchissimo scaffale di legno sul quale erano appoggiati centinaia di cd, vinili e vecchi libri. Appeso accanto all’armadio, un poster vintage dei Rolling Stones e un piccolo caminetto di marmo sul quale erano appoggiati due vinili dei Guns firmati da Duff.
Al centro del salotto troneggiava un enorme divano di pelle nera su cui erano appoggiati dei cuscini orientali ricamati. Davanti al divano era posato un autentico tappeto persiano sul quale stava un piccolo gattino nero.
- Saul! Scendi subito dal tappeto!- urlò Michelle.
- Come l’hai chiamato, scusa?- chiese Axl incredulo.
Michelle arrossì e sospirò. – Mi manca…cazzo, mi manca ancora.-
- Ma porca troia, sono passati sei anni!-
- Lo so, pensi non lo sappia? Sono una scema…-
- Chiamare il tuo gatto come Slash non servirà a fartelo dimenticare più in fretta…-
- Vero. Caro, vecchio, saggio Axl…mi mancavano i tuoi consigli.- disse Michelle sospirando e dedicandogli poi un sorriso radioso.
Axl rimase in silenzio ma sorrise.
- Su, dai, ascoltiamo qualcosa! E’un mortorio qua…- disse lei, pescando un vinile dal vecchio scaffale. Era Let it bleed degli Stones. Mentre Michelle sistemava il vinile su un vecchio grammofono, Axl ispezionò il grande scaffale.
C’erano moltissimi libri, specialmente romanzi ottocenteschi e biografie di musicisti. Poi moltissimi cd, tra i quali spiccava l’intera raccolta dei Guns. E infine circa un centinaio di vinili polverosi ma perfettamente conservati. E, sull’ultimo scaffale, portafotografie di legno e d’argento.
In quello più grande, al centro, c’era la foto scattata il giorno della festa:Michelle posava sorridente in mezzo ai cinque membri dei Guns riuniti, un braccio sulla spalla di Axl e uno su quella di Slash.
Le altre erano vecchie foto:Michelle da piccola con un bambino biondo che doveva essere Duff, Michelle al matrimonio del fratello, Michelle abbracciata ai genitori, Michelle che tenta di suonare una vecchia chitarra, Michelle e Slash sorridenti e abbracciati.
Axl sospirò:era sempre bellissima. Nel frattempo Michelle aveva preso due bicchieri di cristallo e stava aprendo una bottiglia di Jack Daniels.
- Ehi, ma non sei diventata astemia?- chiese lui, dubbioso.
Michelle gli sorrise:- Tranquillo, mi controllo…e comunque l’occasione lo richiede.-
Riempì i bicchieri per metà e poi prese il suo, assaporandone una lunga sorsata. Poi si sedette sul divano, chiuse gli occhi e ondeggiò la testa a ritmo di musica.
Axl prese il suo bicchiere, ne bevve un lungo sorso e si sedette accanto a lei.
Lei aprì gli occhi pigramente, erano come quelli di un gatto, e gli chiese:- Spiegami tutto. Da capo. E per intero.-
Axl respirò profondamente e iniziò a raccontare:il cambio di batterista, i continui problemi con droga e alcool, i litigi tra lui e Slash. Michelle ascoltò tutto attentamente, senza battere ciglio. Ogni tanto beveva una generosa sorsata di whisky, ma continuava a fissare Axl, finchè vide che gli occhi del cantante erano appannati di lacrime. Allora posò il bicchiere e fece l’unica cosa sensata:lo abbracciò.
Axl continuava a raccontare, ma ormai le lacrime scorrevano lungo le sue guance, perdere i suoi amici e la sua band era stato devastante. Michelle continuò a coccolarlo tra le sue braccia e quando Axl tacque gli diede un bacio sulla fronte, abbracciandolo stretto.
Ormai il vinile non suonava più e la casa era precipitata in un silenzio di tomba. Ormai Axl e Michelle piangevano insieme, in silenzio, fino a che il cantante non si scostò e prese una Lucky Strike dal giubbotto. La accese e tirò una boccata, avvicinandosi alla finestra. Gli doleva il capo, aveva pianto troppo, e si sentiva stanchissimo.
Ben presto anche Michelle si avvicinò, una sigaretta tra la labbra. E si fissarono, verde smeraldo contro verde acqua. Non c’era nulla da dire.

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Discorsi da bagno (part 1) ***


adafsfgsgh Axl aprì gli occhi:era a casa di Michelle. La sera prima avevano continuato a parlare della band, tra bicchieri di whisky e sigarette. E, dopo ore e ore di chiacchiere, Axl era crollato sfinito sul divano. Si alzò, rimanendo seduto sul divano, coperto solo da una vecchia coperta blu:indossava ancora i vestiti del giorno prima e puzzava di sudore e fumo. Si alzò in piedi e si stiracchiò, aprendo la valigia che giaceva in parte al divano. Pescò una maglietta di Mickey Mouse, jeans e un paio di boxer bianchi.
Si diresse verso il bagno, probabilmente Michy stava ancora dormendo. Entrò nel bagno e accese la doccia, facendo scorrere l’acqua finchè non divenne quasi bollente. Poi si spogliò e entrò nella doccia.
L’acqua calda era piacevole sulla pelle, non si lavava da due giorni. Si passò una mano sulla barba incolta, doveva rasarsi al più presto. Anche se Michelle aveva detto che non stava male.
Si insaponò accuratamente con il bagnoschiuma alla fragola di Michelle e poi si risciacquò. Uscì dalla doccia avvolgendosi un asciugamano bianco attorno alla vita. Si guardò allo specchio:con una buona doccia sembrava rinato e il fisico era rimasto quello di una volta. Prese il suo astuccio dove teneva rasoio e schiuma da barba e iniziò a radersi. Finalmente era liscio, bello e pulito come una volta. Indossò i boxer e si rimirò di nuovo allo specchio, ammirando i tatuaggi sulle braccia scolpite. Qualcuno improvvisamente bussò.
- Ehi, Axl, sei tu? Posso entrare o sei nudo?- chiese Michelle ridendo.
- No, entra pure…sono vestito.-
Michelle entrò, ancora in pigiama. Indossava un completino bianco con shorts e maglietta e sui pantaloncini, proprio sul sedere, era disegnato un cuore dorato con la scritta ROCK QUEEN!
- Insomma…non sei esattamente vestito.- disse Michelle distogliendo lo sguardo dalle mutande di Axl.
Axl rise:- Da quanto tempo non assaggi la banana?-
Michelle lo guardò scioccata:- AXL, CHE CAZZO SPARI?! STAI ZITTOOO!!!!-
Axl rise sguaiatamente:- Ammettilo, era un’ottima battuta…e comunque mi interessa davvero.-
- Beh, si dia il caso che io e Tom abbiamo scopato ieri sera.- rispose Michelle facendogli una linguaccia.
Axl smise di sorridere:- Ah, Tom…state ancora insieme? Da quanto?-
- Da quasi due anni ormai…uff, in realtà ci siamo lasciati, poi due anni fa ci siamo rincontrati e siamo tornati insieme. E’davvero un bravo ragazzo.-
- Ed è quello che tu cerchi…-
- No, in realtà il mio debole per i ragazzacci è noto…ma Tom mi dà sicurezza e io gli voglio bene.-
- Ma lo ami?- chiese Axl fissandola.
Michelle sospirò:- Beh, in un certo senso sì…ma non sarà mai come con Slash. Era diverso. Tom è carino e tutto, ma non ho mai voglia di saltargli addosso, di coprirlo di baci e di stare con lui giorno e notte.-
- Quindi non lo ami…-
- No, non nel senso che intendo io comunque…gli ci sono affezionata.-
Axl sospirò e si rivestì, raccogliendo i capelli in una coda mentre Michelle iniziava a spogliarsi. Rimase in mutandine e reggiseno di pizzo violetto, rimirandosi le unghie laccate di nero.
- Wow, che dark lady!- disse Axl facendole l’occhiolino -…hai lo stesso fisico di sei anni fa.-
- Spero fosse un complimento…almeno vuol dire che non sono invecchiata.- rispose Michelle facendo facce buffe davanti allo specchio per controllare le rughe.
Axl uscì in fretta, senza rispondere:non avrebbe potuto controllare ulteriormente le sue azioni, trovandosi Michelle davanti così.

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** You're crazy! ***


jfkfjk Michelle stava preparando la colazione:indossava un paio di shorts inguinali di jeans e una magliettina di Paperina, oltre ad avere i capelli bagnati avvolti in un asciugamano messo a turbante.
Axl rise:- Sei buffa vestita così.-
- Lo so…la classe non è acqua.- rispose Michelle facendogli l’occhiolino.
Erano seduti davanti a due tazze di caffè fumante e Michelle stava addentando una fetta di pane tostato. Ridendo e scherzando parlarono di cosa fare quel giorno.
- Oggi devo andare a fare shopping con Scarlett…vuoi venire?-
- E chi sarebbe la tizia in questione? La conosco?-
- No, non credo…è la mia migliore amica, si chiama Scarlett Goodyear…è simpatica e molto, molto carina. Ti piacerà, vedrai.-
- E com’è?-
- Rossa, alta, magra…fa la fotomodella.-
Axl si leccò le labbra:- E sa chi sono io?-
- Certo, presuntuoso…sa benissimo tutta la storia.-
Axl gli fece una linguaccia:- Bene, poppante…allora conoscerò Scarlett!-
- Stai attento…è una mangiauomini.- disse Michelle strizzando l’occhio.
- No problem…io sono comunque peggio.-
- Sì, certo…ti avverto, non sono ammesse prostitute nella mia casa!-
- Perché? Credi che io vada a puttane?-
- Ovvio…non sei così bello e famoso per permetterti tutte quelle che ti fai.-
Axl rimase in silenzio ma all’improvviso scoppiò a ridere:- Certo, certo, parla quella che si è scopata tre membri dei Guns perché il fratello ne era il bassista…-
Michelle rimase in silenzio. Afferrò la tazza di caffè e abbassò la testa, in modo che i capelli le nascondessero lo sguardo. Axl la guardò dubbioso:forse aveva esagerato.
Michelle iniziò a singhiozzare e Axl la abbracciò immediatamente:- Scusa, dai, io scherzavo…-
- Lo so…- disse lei -…SEI UN COGLIONE!- urlò rovesciandogli il caffè ormai freddo sulla maglietta ridendo.
Axl urlò:- MA CHE CAZZO FAI?! MA TE SEI TUTTA SCEMA!- e iniziò ad asciugare la maglia con l’asciugamano, che era sporco di marmellata, ottenendo l’effetto opposto.
- NOOO! Che cazzo...- disse. Stava per mettersi a piangere. Michelle stava cadendo dalla sedia per le risate convulse.
- Ahahahah, Axl, mi fai morire…sei troppo stronzo!- disse lei con le lacrime agli occhi.
Axl guardò sconcertato Michelle che rideva appollaiata sulla sedia e la maglietta ormai irrimediabilmente rovinata e sospirò. “Beh, almeno l’ho fatta ridere…”

Introduzione di un nuovo personaggio...ero un po'indecisa ma spero vi piaccia^^...servirà per l'evolversi della storia...lascio a voi immaginare come!

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Cherry bomb ***


delooooaa Michelle e Axl stavano aspettando Scarlett sulla Sunset Boulevard.
- Ma quando cazzo arriva?- sbuffò Axl:quella stronzetta era in ritardo di quasi mezz’ora. E lui odiava i ritardatari.
- Aspetta, ci mette un po’…anzi, no, eccola là! Scarlett, Scarlett! Siamo qui!- disse Michelle agitando la mano in aria.
Axl alzò lo sguardo e si ritrovò a guardare la più splendida ragazza che avesse mai visto.
Alta e magra, con lunghe gambe esili messe in mostra da una minigonna di jeans, aveva lunghi capelli rosso fuoco e grandi occhi castani mascherati da un paio di costosi occhialoni a specchio.
Tra le labbra perfettamente disegnate dal rossetto scarlatto teneva una sigaretta sottile e ancheggiava come le dive dei film Anni’50.
Appena arrivò davanti a loro, sorrise e tese la mano ad Axl:- Piacere, Scarlett Goodyear.-
- Piacere, sono Axl…Axl Rose.- disse lui stringendole la mano con delicatezza.
Scarlett sorrise sbattendo le ciglia e poi si rivolse a Michelle con un sorriso:- Ciao, Michy! Come va?-
- Bene dai, te?-
- Sì, tutto bene…sono appena tornata dal set. Devi assolutamente vedere gli scatti, sono fantastici!- disse lei, prendendo il book che teneva sottobraccio. Era un sottile book fotografico. Iniziò a sfogliarlo, mostrando sue foto in abiti succinti che la ritraevano in pose plastiche e sensuali.
Axl prese una foto:la ritraeva truccata come Marylin Monroe, con il neo sopra il labbro, avvolta in un miniabito di pelle rosso fuoco e una Fender Stratocaster in mano.
- Bella questa…hai talento.-
- Oh, grazie…è un complimento importante per me.- disse lei sorridendo cortese.
- Chissà in che altro sei brava...- sussurrò Axl. Michelle lo udì e gli diede una gomitata sul fianco.
- Ahi! Che cazzo fai?...- chiese sottovoce Axl, stupito.
- Smettila di fare il cretino, la conosci da due minuti!-
- Ok, ok...stai calma!- disse Axl sogghignando. Michelle lo fulminò con un'occhiataccia.
I tre si diressero verso una boutique molto costosa:sarebbe stato l’inizio di una giornata molto, molto interessante.

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Discorsi da bagno (part 2) ***


adieu Scarlett era simpatica, oltre a essere una gran gnocca, e lei e Axl parlarono di musica oltre che della vita di una celebrità. Anche se non come Axl, anche Scarlett era famosa a modo suo nella piccola grande Los Angeles:era testimonial di una campagna di intimo che stazionava su tutti i mezzi pubblici della città. Impossibile non riconoscerne la rossa e sexissima protagonista.
Entrarono in un bar dopo ore di shopping sfrenato e crollarono su un divanetto imbottito dall’aria piuttosto scomoda.
- Cavolo, ma come fate voi donne a comprare così tanta roba?!- chiese Axl incredulo accennando alla ventina di borse che affollavano mezzo divano.
- Talento naturale! E comunque sei un uomo, non capiresti comunque…- disse Michelle ridendo.
Scarlett annuì e sorrise ad Axl: - La prossima volta allora non verrai più con noi, immagino…-
Axl ci pensò su e rispose con un sorriso malizioso:- Mmh, nah…mi piace uscire con voi ragazze.-
Scarlett gli sorrise a sua volta e lei e il rosso rimasero a fissarsi maliziosamente.
- Allora che vi porto?- chiese improvvisamente la cameriera.
- Se questi due la smettono di flirtare…io ordinerei un succo d’arancia.- chiese Michelle sorridendo cortese.
- Io un Jack…- disse Axl appoggiandosi allo schienale del divanetto.
- Faccia due…mi piacciono le cose forti.- disse Scarlett strizzando l’occhio al cantante, che sogghignò.
Michelle, che stava studiando il menù dei cocktail, li guardava di sottecchi:vedeva che si piacevano e che stavano flirtando da tutto il giorno. In particolare non vedeva Axl così di buon umore da molto. Sorrise soddisfatta sotto i baffi e posò il menù.
La cameriera arrivò subito, appoggiando due bicchieri colmi per metà di whisky sul tavolo insieme a un calice di cristallo colmo di spremuta e completo di ombrellino azzurro.
Sorseggiando il succo, rimase ad osservarli mentre flirtavano: Axl faceva battutine allusive e Scarlett ammiccava scuotendo i capelli e accavallando di continuo le gambe. In breve ordinarono altri due whisky, continuando a lanciarsi sorrisini e a scambiarsi battute.
- Bene, io dovrei andare in bagno a…incipriarmi il naso.- disse Scarlett alzandosi improvvisamente.
Michelle la seguì a ruota, riconoscendo la frase in codice che usava quando voleva parlarle.
Entrarono in bagno e Scarlett, appena chiusa la porta, disse eccitata:- Cazzo, Michy, è bellissimo! E sexy da morire! Com’è stato quando avete scopato?-
Michelle le aveva raccontato tutto delle su esperienze passate. In fondo era la sua migliore amica.
- Beh, diciamo che è stato…molto…è stato molto.- disse Michelle pensierosa, rabbrividendo al ricordo dei baci infuocati di Axl sulla sua pelle. Scosse la testa per scacciare quel ricordo fin troppo piacevole.
- E com’è? Insomma…ce l’ha lungo?!-
- MA CHE CAZZO DI DOMANDE SONO?!-
- Calmati…scusa ma prima di finirci a letto vorrei essere ben documentata…salvo evitare spiacevoli sorprese.-
- Ok…beh, Scar, diciamo che…ecco, merita.- rispose Michelle arrossendo.
- Lo sapevo! Sai cosa si dice dei ragazzi non molto alti…- disse Scarlett facendole l’occhiolino.
- SCAR! Piccola pervertita! Chissà cosa combinerai al povero Axl…- disse Michelle ridendo.
- Mmh, non so…dici che gli piace il sadomaso?!- chiese Scarlett dubbiosa rimettendosi il rossetto.
- SCAR, MA CHE PERVERTITA! Spero proprio di no…e poi non ce lo vedo proprio Axl con la maschera di lattice e le mutandine nere.-
Scarlett scoppiò a ridere:- Secondo me è uno normale…gli piace farlo semplice, senza troppe stranezze…vuole solo una che non si stanchi facilmente.-
- Probabile…- disse Michelle sistemandosi i capelli.
- Quindi sarò sfacciata ma non volgare, è quello che vuole. Provocare ma non sfidare.- disse la rossa sistemandosi il reggiseno.
- Ed ecco un esemplare di Scarlett Goodyear che si avvicina con fare sensuale alla preda…per poi balzargli addosso e divorarlo in un sol boccone!-
- Spero che la preda non sia ancora pronta…mi piacciono le sfide!-
- Tranquilla, Axl non è uno che si lascia sedurre facilmente…- disse Michelle, anche se con lei era stato diverso. Era bastato un gioco innocente, un modo per farlo tornare a casa, ed erano finiti a letto insieme. Ma forse lei era diversa per Axl. Scosse la testa:quei pensieri portavano sempre e solo guai.

Capitoletto un po'strano...le confidenze tra amiche sono sempre le migliori xD Aggiornerò presto (credo)

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Raccomandazioni ***


ehui Uscirono dal bagno più rilassate, entrambe sorridendo maliziosamente e Axl, ovviamente se ne accorse:probabilmente, anzi certamente, avevano parlato di lui.
- Allora, ladies, vi sono mancato?- disse lui malizioso.
Scarlett si leccò le labbra e sorrise:- Ovvio…la mancanza una personalità del genere si fa sentire.-
Michele trattenne una risata:erano proprio alla frutta se Scarlett sfoderava i complimenti.
L’amica si sedette sul bordo del divanetto e si sporse verso Axl, scoprendo una generosa porzione di scollatura:- Allora, Mr. Rose…le andrebbe di uscire con me?-
Axl alzò lo sguardo sornione e guardò Michelle, che gli mostrava i pollici alzati. Possibile che non provasse un minimo di gelosia? Che non volesse essere al posto dell’amica? La cosa non sembrava sfiorarla minimamente.
Axl alzò lo sguardo limpido e annuì. Scarlett lo fissò maliziosa e gli scrisse il numero sulla mano.
- Chiamami quando hai tempo. Ci mettiamo d’accordo più tardi.- sussurrò, per poi alzarsi e raccattare le sue borse.
Schioccò un bacio sulla guancia di Michelle e le sussurrò:- Ciao, ci vediamo domani…se non ti racconta lui i dettagli sconci, lo farò io.-
Michelle la salutò con un sorrisetto sadico e poi si girò verso Axl:- Allora, che ne pensi?-
- Un gran figa.- decretò Axl con voce solenne.
Michelle scoppiò a ridere, tormentandosi una ciocca di capelli tra le dita.
- La stessa cosa che hanno detto centinaia di uomini prima di te…ci uscirai davvero?-
- Ovvio, una buona scopata non si rifiuta mai.- Axl osservò divertito il ghigno di disapprovazione che era apparso sul volto della ragazza.
Michelle si alzò gettando una banconota sul tavolo, seguita da Axl.
- Che c’è, vorresti essere al suo posto?- chiese Axl mordendosi un labbro, quasi speranzoso.
La ragazza alzò gli occhi verdi e li puntò sorpresa su di lui: - No…però è mia amica e mi spiacerebbe se soffrisse per colpa tua, migliore amico.-
Axl sbuffò e la prese sottobraccio:- Ok, ok, ci andrò piano…vedrò di farti un favore, ma sei in debito con me.-
Michelle sorrise divertita:- Ah, sì? Cioè, fammi capire, brutto ingrato, tu vivi a casa mia gratis e io ti dovrei un favore?-
Axl annuì:- Beh…sì.-
- Axl…- disse Michelle alzando lo sguardo limpido su di lui -…ma vaffanculo.-

Ahahah, Michelle è il mio personaggio preferito...ne vedremo delle belle con la coppia Axl/Scarlett...quindi preparatevi xD Non la aggirona spesso perchè sono convinta che avrei dovuto concluderla tempo fa...ma d'altronde ho continuato e quindi vorrei sapere se vi piace...cosa vorrebbe che accadesse nel finale? Vi avviso mancano solo pochi capitoli!

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Fuoco fatuo ***


wow

Axl entrò in casa sorridendo estasiato. Scarlett gli aveva appena regalato la nottata migliore della sua vita. Quello sì che era stato sesso. E Scarlett era…beh, era…wow. Non c’era altro termine per definirla. Sapeva di essere fuoco puro e questa sua consapevolezza l’aveva portata a sviluppare doti sessuali innaturali per una ragazza così giovane.
Eppure sapeva che con il tempo, si sarebbe rivelata una dei soliti fuochi fatui. Una fiamma tanto brillante non poteva che ardere per poco. Quindi si sarebbe accontentato di quello, non sarebbe andato oltre, anche perché era facile che una ragazza passionale come Scarlett si innamorasse di lui.
Si sistemò la giacca rossa e si passò una mano tra i capelli, che ultimamente aveva accorciato di qualche centimetro.
Stava per salire le scale e dirigersi nella camera degli ospiti, quando udì un sospiro dal salone.
Socchiuse la porta e vide Michelle seduta sul divano a gambe incrociate. Vicino a lei stava una bottiglia mezza vuota di Jack e in mano la ragazza teneva una sigaretta accesa. Era di spalle quindi Axl non vedeva cosa stava facendo, ma la sentiva chiaramente. Michy stava piangendo.
Axl entrò e le posò una mano sulla spalla, facendola sussultare.
- Ehi…- disse, sedendosi in fianco a lei.
Michelle smise di gemere, ma grosse lacrime le scorrevano lo stesso lungo le guance.
Tra le mani teneva sue foto con un ragazzo bruno e sorridente e, tra tutte, Axl ne scorse anche alcune con Slash. Strinse i pugni.
Michelle sospirò e poi si girò vero il cantante:- Dimmi, Axl, perché nessuno mi ama? Perché sono sempre da sola? Sempre fottutamente sola…DIMMI PERCHE’ LO SONO, AXL!-
Aspirò una boccata di sigaretta e, a mo’di scuse, sussurrò:- Tom mi ha mollata.-
I suoi occhi verde smeraldo si riempirono nuovamente di lacrime e Axl la strinse a sé di slancio, con un abbraccio che le mozzò il fiato.
- Su, tranquilla, ci sono io adesso…e sono qui. Non ti lascerò.- sussurrò il cantante, mentre il suo cuore sembrava scoppiare.
La ragazza, con il viso sepolto nella maglietta bianca, sussurrò:- Non fare promesse che non puoi mantenere.-
Axl si indignò e, con il cuore che sussultava, le rispose:- E infatti non le faccio. Te lo giuro, Michelle, io ci sarò sempre per te.-

Michelle alzò il penetrante sguardo verde su di lui: - Me lo giuri? A costo della tua stessa vita rimarrai accanto a me?-
- Per quanto potrò, sì.- sussurrò Axl, sprofondando il viso nei morbidi capelli di lei. Odoravano ancora di shampoo per bambini, fumo e un leggero aroma di fiori.
- Mi basta.- sussurrò lei, alzando lo sguardo e incontrando quello azzurro e fremente del cantante. Fu quasi naturale chinarsi verso di lui e posare le labbra sulle sue.
Quando si staccò, Axl ansimava e sussurrò:- Sicura di quello che fai? Di quello che provi?-
- Sì.- rispose Michelle. E in quel momento tutte le insicurezze svanirono, tutto quello di cui aveva veramente bisogno era là, tra quelle forti braccia. Axl era il suo presente e forse anche il suo futuro. Doveva dimenticare Slash, e anche quello stronzo di Tom, facevano ormai parte del suo passato.

Michelle amava Axl. Lo amava, in un modo diverso dalla semplice amicizia. Voleva sentirsi di nuovo legata a lui nel profondo. Non era gelosa di Scarlett perché si fidava di lui, sapeva che ormai era suo. Loro si appartenevano da tempo.
Le labbra della ragazza raggiunsero di nuovo quelle di Axl per unirsi a lui in un bacio senza fine. Le loro labbra si modellavano perfettamente l’una sull’altra, le loro lingue si intrecciavano giocando tra di loro.
Con il fiatone, Michelle si staccò da lui per sussurrare in un soffio alcune parole:- Ti voglio, Axl. Voglio unirmi a te. Voglio sentirmi tua. Dimostrami che mi ami, perché io, oh, Axl, io ti amo già.-
Nel sentire queste parole, il cuore di Axl spiccò il volo. Non era più solo un cantante, non si esibiva più di fronte a platee di migliaia di persone, e non era più nemmeno un uomo, non era quell’essere cattivo e subdolo che aveva malamente rinunciato all’amicizia e all’amore in cambio della gloria. Era solo Axl. Axl e basta. Senza un cognome, né Bailey né Rose. Era solo Axl con la sua Michelle.
E a lui bastava sentirsi legato a lei, di nuovo, forse per sempre.
- Ti amo.- sussurrò quelle parole senza paura né malizia. Guardò Michelle negli occhi, quello sguardo verde smeraldo che non aveva mai smesso di ricordare.
Michelle posò le sue labbra su quelle di Axl e sussurrò:- Anch’io.-
Si unirono quella notte, in una fusione unica e completa, senza rimorsi né rimpianti né brutti ricordi. I fantasmi del passato non disturbarono la loro unione, sul vecchio divano di Michelle. Non era solo sesso, era il coronamento di un amore vissuto da tempo e mai riconosciuto.
Axl fu molto dolce, trattò Michelle come un oggetto prezioso, come una delicata bambola di porcellana che avesse paura di rompere. La sua proverbiale aggressività non doveva nemmeno sfiorare quella piccola creatura.
Si amarono moltissimo, a lungo, complici un morbido divano malconcio e il conciliante silenzio della casa vuota. Tra le pareti, i gemiti e i sospiri di due innamorati che si uniscono, cuore e cuore, anima e anima. 

Spero vi sia piaciuto...ci ho messo pocop a scriverlo, l'ispirazione è arrivata tutta d'un colpo. Adoro la copia Axl/Michelle, ma la storia non è ancora finita...ci vorrà ancora qualche capitolo e spero continuerete a recensire e a seguire per sapere come andrà a finire^^












Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Since I don't have you ***


ehi Michelle Axl stavano insieme da una settimana e praticamente lo sapevano tutti.
Scarlett l’aveva saputo una mattina dall’amica, davanti a due tazze di caffè fumante di Starbucks.
E aveva commentato solo con una semplice frase:- Tienitelo stretta ragazza, che quello a letto fa scintille.-
Modo di Scarlett per dire che si era accontentata della loro unica notte e che, in qualche modo, lei già sapeva che i due si amavano.
Un altro paio di maniche con il fratello:informare Duff dell’accaduto non sarebbe stato facile, oltretutto ora che i rapporti tra i due non erano proprio così stabili. Eppure il fratello suonava ancora con i Guns N’Roses* e in teoria lui e Axl sarebbero dovuti andare d’accordo. In teoria.
- Pronto, casa McKagan, chi parla?-  rispose la voce squillante e allegra di mamma McKagan.
- Ciao, mamma! Sono Michelle, c’è Duff?-
- Ciao, Michelle! Tutto bene lì? Novità?-
- No, cioè sì…però ne dovrei parlare con Duff se non ti dispiace, mamma…-
- Ok, va bene va bene, te lo chiamo! MIIIIIICHAEEEEELLL!!! C’è Michy per te al telefono!- la donna urlò e Michelle udì dei passi scendere pesantemente le scale.
- Ciao, sorellina! Tutto bene?- era la voce di Duff. Quanto le era mancata quella voce.
- Ciao, Duff! Sì, tutto bene tutto bene…dovrei parlarti.-
- Spara! Ehi, se è per la storia dei Guns, io…-
- Non preoccuparti, so già tutto…Axl mi ha raccontato ogni singolo dettaglio.-
- AXL?! E perché? E’lì con te?!- chiese il fratello, la voce si era fatta tesa e preoccupata.
- Sì, Duff, tranquillo…siamo rimasti amici, lo sai. E’qui da circa due settimane…da quando…-
-…Slash ha lasciato la band.- concluse Duff sospirando.
- Sì.- Michelle annuì e continuò -…ecco, ti volevo appunto parlare di Axl.-
- Che c’è? Che ha fatto?!- Duff quasi urlò nella cornetta, conoscendo bene il temperamento impulsivo e lunatico del cantante, ma si tranquillizzò nel sentire la sorella ridere di gusto.
- Nulla, non ha fatto nulla…o meglio…io e lui stiamo insieme.- sbottò la sorella tutto d’un fiato.
Duff stava per cadere a terra, le ginocchia tremanti,  come quando gli dissero che Michy era stata ricoverata per overdose.
- P-p-puoi ripeter, p-p-per favore?- ripetè Duff quasi strozzandosi con la saliva mentre deglutiva.
- Io e Axl stiamo insieme.- Michelle era quasi divertita mentre lo ripeteva.
- MA TU SEI PAZZA!- urlò il fratello, recuperando il briciolo di dignità che gli apparteneva.
- No, tu sei pazzo per urlare così! Io e Axl ci amiamo, che male c’è?!- chiese Michelle quasi urlando.
- Che Axl è uno psicopatico…so come trattava Erin e Stephanie, io c’ero e non voglio che anche tu finisca come loro!-
Michelle sospirò:- Sentimi, Duff…sei mio fratello, è normale che ti preoccupi per me, ma Axl è cambiato…o meglio, è lo stesso di sempre, ma soprattutto lui, prima che mio ragazzo, è mio amico. Non mi succederà nulla , sta tranquillo.-
Duff sbuffò: - Ok, ma se solo si azzarda a toccarti o a dirti qualcosa, tu chiama me e vedrai come lo pesto a sangue!-
Michelle scoppiò a ridere:- Ok…beh, chissà che gli farai allora quando saprai che…beh, mi ha chiesto di sposarlo!-
A Duff cadde il telefono di mano, ma lo recuperò subito, sbiancato in volto.
- COSAAAAAAAAAA?!?!?!- urlò nella cornetta.
- Senti, fratellone, smettila di sbraitare o riattacco subito!- disse Michelle contrariata.
- No, scusa è che…in che senso vi sposate?!-
- Come in che senso?! Ci sposiamo, no?! Hai presente Novembre Rain? Ecco, sarà così ad eccezione di Stephanie, del funerale e mi auguro della pioggia…-
- Ok, sì, intendevo quando te l’ha chiesto…- quando Duff ci si metteva era peggio di una vecchia pettegola.
- Ah, ok, beh ieri sera è tornato a casa un po’pensieroso…e mi fa “Che ne diresti se ci sposassimo?” e io gli ho detto che ne sarei stata felice. Allora lui si è inginocchiato e mi ha messo l’anello al dito.- Michelle nel frattempo si accarezzava il piccolo solitario che splendeva sull’anulare sinistro.
Duff sorrise:quando ci si metteva, Axl sapeva essere romantico.
Sospirò: - Ok, basta che tu ne sia convinta davvero. Tu lo ami?-
- Certo. E non c’è niente che possa farmi cambiare idea.- rispose sicura Michelle.
- Allora mi sa proprio che dovrò noleggiare uno smoking.- borbottò Duff afflitto.
Michy scoppiò a ridere.

* La rottura alla quale mi riferisco è nel 1994, quando Slash lasciò la band. Duff infatti rimase a suonare nei Guns N'Roses fino al '97.
Bene bene, ora c'è anche il metrimonio! Eggià, Axl non vuole perdere tempo e dopo qualche settimana ha già chiesto a Michy di sposarlo. Curiose di sapere come sarà il matrimonio? Beh, il capitolo è già scritto, dimostratemi che avete davvero voglia di leggerlo ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** November rain ***


ehi Il giorno del matrimonio Axl era tranquillo. Per una volta nella sua vita, nessuna agitazione né insicurezza. Lui amava Michelle. La amava come non aveva mai amato nessun altra, forse nemmeno Erin.
Quindi era abbastanza tranquillo, orgoglioso nel suo smoking nero (Michelle gli aveva proibito tassativamente la giacca blu tipo carta di cioccolatino come in Novembre Rain), mentre la aspettava nella vecchia chiesa che avevano affittato per l’occasione.
Era molto bella, piccola fuori ma spaziosa dentro, con grandi affreschi e stucchi dorati. In un angolo, un immenso organo suonato da Bruce, uno dei fratelli maggiori di Michelle.
Nei banchi davanti, sedevano Duff, che lo fissava con un misto quasi comico di felicità e sospetto, Matt, Gilby, Dizzy, il buon vecchio Steve, invitato da Michy, e l’amico Izzy Stradlin, che era arrivato da poche ore, felicissimo di vedere l’amico finalmente sistemato. Poi c’era tutta la famiglia McKagan al gran completo e infine Amy, la sorellastra tanto amata di Axl.
Axl sorrise alla sorella, meravigliosa in un vestitino blu notte, e poi alzò lo sguardo all’inizio della marcia nuziale.
Elmer McKagan, padre di Michelle, teneva sottobraccio un angelo. Un angelo senza ali. Axl spalancò la bocca e sgranò gli occhi, sbalordito. Michelle era sempre bellissima, ma ora aveva superato se stessa.
Indossava uno splendido abito bianco ghiaccio, con bustino aderente profilato di velluto nero e una gonna ampia con un lungo strascico. I lunghi capelli ricadevano in morbidi boccoli dorati, coperti da un velo leggero fermato da un delicato fermaglio di brillanti. In mano stringeva un delicato bouquet di rose nere e gigli. Il viso era quasi coperto dal velo, Axl riusciva ad intravedere solo un paio di magnifici occhioni verdi.
Tutti gli invitati seguirono la passerella della sposa quasi trattenendo il fiato, ammaliati dalla sua bellezza.
Michelle si fermò esattamente di fianco ad Axl e gli sorrise timidamente da sotto il velo. Quello fu l’unico momento in cui Axl tentennò, nel vederla così bella e innocente al suo fianco:davvero lui meritava tanta fortuna? Forse era un modo per ripagarlo del suo passato, ma Axl si ripromise comunque che l’avrebbe trattata nel modo migliore possibile. Michelle non avrebbe mai e poi mai versato una lacrima a causa sua.
La cerimonia procedette tranquilla, interrotta solo dai rumorosi singhiozzi di mamma McKagan al momento del sì:quello fu il momento in cui tutti si commossero e perfino Duff abbandonò la sua espressione tormentata per aprirsi in un sorriso sincero.
Mentre fuori diluviava, con le pesanti gocce d’acqua che cadevano lungo le vetrate colorate della chiesa, i due pronunciarono le promesse matrimoniali e si scambiarono le fedi.
Il primo fu Axl:si schiarì nervosamente la voce e fissò Michelle negli occhi.
- Michelle Alice McKagan, prometto di amarti e onorarti finchè morte non ci separi. Tutto il resto non conta un cazzo, ehi, è scontato che io ti sarò sempre accanto, in salute e malattia e in qualsiasi altra occasione finchè vivrò. Non verserai mai una lacrime per me, te lo giuro porca puttana, e saprò solo ricambiarti per tutto l’amore sincero che mi dai.-
Poi venne il turno di Michelle, che sfiorò candidamente la mano di Axl per poi parlare, sorridendo del linguaggio così da Axl Rose del suo futuro marito.
- William Axl Rose, prometto di amarti e onorati finchè morte non ci separi, in salute e malattia, in ricchezza e povertà e in ogni luogo in cui tu sarai sappi che io sono con te. Ti prometto di esserti fedele e di rispettarti, e considerato come sei non è poco.-
Le prime file rumoreggiarono e Izzy e Duff trattennero una risata sarcastica.
I due si fissarono commossi, per poi scambiarsi gli anelli e infine pronunciare il fatidico “Sì, lo voglio” davanti al prete.
Poi venne il momento tanto atteso: Axl prese Michelle per mano per qualche istante, per poi alzare il velo e scoprire il suo volto. Gli occhi verdi erano lucidi e le guance rosse, il suo sorriso acceso di felicità e Axl non seppe fare altro che raggiungere le labbra carnose di lei con le sue, per scoccarle un bacio poco casto che sollevò una marea di fischi e applausi, specialmente dalle prime file.
Uscirono dalla chiesa sotto la pioggia, tenendosi per mano e ridendo come due ragazzini che saltano nelle pozzanghere.
Salirono in fretta sulla Rolls Royce blu che li aspettava e, unendosi in un altro bacio che di casto aveva ben poco, partirono in fretta vero la loro nuova vita insieme.

Ecco il cap tanto atteso, il matrimonio^^ non mi sono dilungata molto nella storia, ho immaginato solo la cerimonia e che poi Axle Michy partissero per la luna di miele...prparatevi al prossimo capitolo, è quello conclusivo!
P.S. Se volete sapere come immagino io Michelle, scrivete su Google Immagini "Vanessa Hessler" più o meno è lei che vedrei bene come Michelle!

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Ghost - 15 anni dopo ***


ehi Axl salutò la folla, il braccio destro che cingeva la vita sottile di sua moglie. Da poco i Guns avevano pubblicato Chinese Democracy, che non aveva sortito i risultati sperati, ma tanto bastava, Axl non era pienamente soddisfatto della band e sicuramente ciò aveva avuto grandi ripercussioni sul loro lavoro.
Rivolse un sorriso tutto denti ai fan scalmanati che urlavano il suo nome e strinse la vita a Michelle, che si girò verso di lui e gli sorrise timida, sussurrandogli poi un “Calmati, loro sono qui per te.” all’orecchio.
Axl la ammirò ancora una volta, quella sera era veramente splendida:indossava un tubino nero aderente che sottolineava elegante le sue forme. Ai piedi, un paio di decolletès rosa shocking da perfetta barbie girl, che aggiungevano un’insolita nota allegra all’abbigliamento.
La prese per mano,continuando ad ammirarla e pensando a quanto fosse fortunato:Michelle non era solo splendida, era dolce, passionale e, cosa più importante, lo capiva. Sapeva quando lasciarlo solo, quando consolarlo, quando farlo sorridere. Il loro rapporto era la cosa più simile ad una famiglia che Axl avesse. E ora, ne avrebbe avuta una tutta per sé, dato che Michelle era incinta.
Le accarezzò la pancia appena accennata con un sorriso dolce sulle labbra, uno dei pochi che concedeva in pubblico, e vide Michelle sorridere leggermente.
Poi, improvvisamente, lo sguardo di Michelle si fece vacuo e la bocca si spalancò in una grossa e involontariamente comica O.
- Che succede, Michy, che diavol...- sussurrò Axl seguendo la sguardo della moglie, prima che le parole gli morissero in gola. Davanti a loro c’era, immutabile come sempre, Slash.
I soliti riccioli neri, gli occhi coperti da un paio di grossi Rayban a goccia e il solito abbigliamento da rockettaro, jeans di pelle e giubbotto di jeans stracciato, completo di immancabile cilindro.
Slash rivolse un’occhiata di puro astio ad Axl, pensando che le sue fottute treccine rosse e la barba da vichingo fosse orrendamente brutte e che lui era sicuramente invecchiato meglio, ma poi la sua mente non funzionò più quando il suo sguardo si posò su quella che doveva essere sua moglie.
Michelle.” Il suo nome trafisse il cervello e il cuore di Slash come una punta ghiacciata.
Strinse immediatamente la mano a Perla, splendida in un abito lungo zebrato, che lo guardò confusa.
Non era cambiata per niente:lo stesso corpo sinuoso, i lunghi capelli biondi sembravano schiariti, le punte quasi platino, e intorno agli intensi occhi verdi e alla bocca aveva solo piccole rughe sottili. Si scoprì a pensare che, Dio, era sempre fottutamente bellissima.
I loro sguardi si incontrarono, ancora per una volta solo carbone contro smeraldo, ma poi Slash tremò, perché Michelle si stava dirigendo a passo deciso verso di lui.
- Ciao Slash.- sussurrò, con quella voce che gli era mancata per tanto tempo. Sul suo viso era disegnata un’espressione di pura sorpresa, quasi di incredulità.
- Ciao Michelle.- Slash la salutò per niente imbarazzato, ma solo troppo concentrato a ricambiare il suo sguardo penetrante.
- Ehm, lei è mia moglie…Perla.- disse il chitarrista accennando alla donna bellissima e provocante che gli stava accanto sorridendo dubbiosa. La donna, che aveva un sorriso dolcissimo, le porse la mano.
- Piacere, sono Perla Ferrar!- disse allegra la donna sorridendo. Michelle sorrise a sua volta, stringendole la mano con grazia:era proprio la donna perfetta per Slash.
- Io sono Michelle McKagan, piacere di conoscerla.-
- McKagan?! Tu sei…- chiese Perla con un’espressione curiosa.
- …sì, sono una delle sorelle di Duff. E sono sposata con Axl.- disse indicando l’uomo intento ad autografare cd e magliette.
Slash spalancò gli occhi da sotto i ricci, colpito dall’affermazione. Com’era possibile che non ne sapesse niente?!
- E da quanto?- sussurrò Perla.
- Da quasi quindici anni.- rispose Michelle, evitando lo sguardo penetrante di Slash.
Il chitarrista si sentì mancare, erano sposati da più tempo di lui e Perla! Perché quel fottuto cazzone di Duff non gliene aveva parlato?!
- E avete figli?- chiese di nuovo Perla, sempre più curiosa. Slash drizzò le antenne a quella domanda.
- Beh, no…o per lo meno non ancora.- disse Michelle accarezzandosi la pancia. Perla sorrise mentre Slash soffocò un’espressione di puro disgusto.
- Allora complimenti! E buona fortuna…noi ne abbiamo già due e non sono per niente semplici da gestire!- le disse Perla sorridendo nuovamente. Michelle le sorrise:quella donna era una vera forza della natura, era sempre allegra ma in fondo doveva avere proprio un bel caratterino!
- Beh, io vado, Axl mi starà aspettando…piacere di averti conosciuta, Perla. Slash…beh, allora ciao.- disse Michelle tentando di abbracciarlo. Si sporse verso di lui ma si tirò indietro subito, porgendogli la mano rossa in viso.
- Beh…allora ciao, Michy.- disse Slash stringendole la mano. Poi vide una cosa che gli fece spalancare gli occhi:avvolta attorno al polso Michelle teneva una sottile catenina da cui pendeva un miniatura d’argento di Les Paul. La sua Les Paul.
- L’hai conservata ancora.- disse sorpreso, guardandola negli occhi.
- Sì. Certe cose non le dimentico e cerco di ricordarle con un sorriso. – gli rispose Michelle, accennando uno dei suoi soliti sorrisi timidi. Slash ricambiò.
I due si lasciarono sorridendo, ma dentro entrambi trattenevano un urlo liberatorio.
“Non ti dimenticherò mai, Michy, mai.” pensò Slash mentre raggiungeva Perla.
“Non ti dimenticherò Slash, promesso.” pensò invece la ragazza, avvicinandosi al marito, che ora, in confronto a Slash, le sembrava un po’più distante del solito.
E poi, sì, quelle treccine facevano anche un po’cagare.
The End
Grazie a tutti coloro che hanno recensito questa fanfiction, è la prima che scrivo e spero vi sia piaciuta. Mi sono affezionata molto a Michelle, è diventata ormai uno dei miei personaggi preferiti e credo che ognuna di noi si sia riconosciuta un po'in uno dei suoi tanti modi di essere:la ragazza dolce e ingenua, la seduttrice provocante, l'amica di sempre o la moglie comprensiva. Spero continuerete a seguire le mie storie, sempre sperando che vi piacciano. Un saluto e un grazie a tutti coloro che recensiscono e recensiranno, by Miss_Rose.
Image and video hosting by TinyPic Michelle - 15 years after





Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=508897