Between You and Me

di Melanyholland
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In her Mind ***
Capitolo 2: *** In her Eyes ***
Capitolo 3: *** In her Memory ***
Capitolo 4: *** Her Favourite Roses ***
Capitolo 5: *** His Love ***
Capitolo 6: *** Their Very Long Night ***
Capitolo 7: *** Sacrifices for Love ***
Capitolo 8: *** It's all about Trust ***



Capitolo 1
*** In her Mind ***


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Between You and  Me

 

 

Prefazione: ciao a tutti! Questa è una storia che mi è venuta in mente qualche giorno fa, mentre, asfissiata dal caldo, stavo rivedendo per l’ennesima volta “Intervention”, uno dei miei episodi preferiti della quinta stagione di Buffy. Dovrebbe essere di pochi capitoli (uso il condizionale perché le mie storie hanno la brutta abitudine di trasformarsi da one-shots in cose chilometriche senza che io possa fermarle^^”), perciò tranquilli: non vi annoierò più di tanto!

Allora, per dirvi cosa state per leggere:

Title: Between You and Me

Author: Melanyholland

Rating: PG13 for sex, language and violence (Tutta colpa di Spike -_-“).

Timeline: Stagione 5, subito dopo “Intervention” (Pronto Intervento).

Pairing: Buffy/Spike

Disclaimer: tutto di Joss Whedon, ma ha detto che possiamo tranquillamente scrivere fanfic, perciò…

Feedback: oh, sì! Ci tengo davvero tanto. Qualsiasi cosa vogliate dire mi farà felice.

 

Detto questo non mi resta che augurarvi: buona lettura!

 

1. In her Mind

 

Non sapeva cosa l’aveva portata lì. Probabilmente stando tutto quel tempo nel deserto si era presa una bella insolazione, o magari combattendo contro i mostriciattoli di Glory aveva ricevuto un colpo in testa particolarmente potente che le aveva fatto saltare qualche rotella. Perché, ammettiamolo, quale altra ragione plausibile ci sarebbe potuta essere per trovarsi nella cripta di Spike a quell’ora, e soprattutto a fargli una proposta del genere?

Questo era quello che pensava Buffy mentre, davanti a lei, il vampiro in questione la guardava sorpreso, con la testa leggermente inclinata di lato, quasi la stesse studiando per capire chissà cosa. Se non altro, rifletté Buffy, era riuscita in un’impresa storica, ritenuta impossibile: ammutolire Spike. Nemmeno dopo aver sventato un paio di Apocalissi si sentiva così fiera di se stessa. D’altra parte, se quell’idiota ossigenato si fosse deciso a parlare, forse lei avrebbe smesso di sentirsi così imbarazzata e sulle spine e di continuare a ripensare a ciò che le era malauguratamente appena uscito dalla bocca.

Ma Spike continuava a stare zitto e a scrutarla con l’occhio buono e lei non aveva alcuna intenzione di starsene lì tutta la notte, per di più tesa, ad aspettare che si decidesse. Così, sbottò:

“Allora, accetti o no? Non ho tempo da perdere, sai. Tu sarai anche una creatura dell’oscurità, ma io la notte dormo. E siccome è stata una giornata piuttosto intensa, visto che sono dovuta correre a salvare un idiota incapace, vorrei tornare a casa il prima possibile.”

Okay, era stata più logorroica del previsto. Non poteva farci niente, quando era agitata cominciava a parlare a raffica. Per fortuna era riuscita a mantenere un tono freddo e brusco.

Lui sorrise in quel suo modo dannatamente irritante:

“Sei corsa a salvarmi, amore? Sono lusingato!”

“Solo perché avevo paura che rivelassi l’identità di Dawn! Non certo perché m’importava di te!” Replicò lei, con uno sbuffo seccato, incrociando le braccia sul petto.

Spike non perse il suo sorriso da figlio di buona donna.

“Se non t’importa di me, allora perché mi hai appena fatto una proposta del genere? Non che mi dispiaccia…”

Già, perché gliel’hai fatta, Buffy? Si chiese lei, disperatamente confusa, cercando di restare esteriormente impassibile. Spike aveva l’irritante capacità di capire al volo ciò che provava, ed era sempre stata una delle caratteristiche che di lui odiava di più. Riusciva perfino a capirla prima che lei capisse se stessa, e non era una cosa che le andasse molto a genio.

Anzi, non le andava per niente a genio.

“Per lo stesso motivo.” Ribatté, gelida. “Se Glory decidesse di catturarti di nuovo, tu avresti ancora la possibilità di spifferarle tutto. Non posso permetterlo. Devo tenerti d’occhio, almeno finché non sarai di nuovo in forze e quindi in grado di difenderti da solo dai suoi scagnozzi.”

C’era da dire che era una campionessa ad inventare scuse improvvisate; aveva alle spalle anni di esperienza, dato il lavoro che faceva. Buffy, perché devi passare la notte fuori? Una mia amica fa un pigiama party a casa sua. Buffy, perché hai i vestiti tutti sporchi e strappati? Il cane dei vicini mi ha rincorsa fino a casa. Buffy, perché hai bruciato la palestra? Ehm…

Spike rimase in silenzio, a fissarla, con un sorriso saccente sulla faccia martoriata. Ne so più di te, Cacciatrice, sottintendeva quello sguardo. Maledetto bastardo, quanto la irritava! Gli avrebbe mollato un pugno se non fosse stato…beh, un po’ come sparare sulla Croce Rossa. Non poteva mica fare una cosa così meschina, lei.

Il sorriso di Spike si allargò, malefico.

O magari poteva?

“Spike: sì o no. Ho sonno e non molta voglia di giocare, stasera. Deciditi.”

Fa’ che dica di no, pensò Buffy, trattenendo il respiro. Ora che erano arrivati al punto, la consapevolezza dell’assurdità di ciò che aveva appena fatto la investì in pieno. Ma come le era venuto in mente? Cavoli, il sole del deserto picchiava veramente forte, non c’era alcun dubbio. Ti prego di’ di no.

Naturalmente Spike fece esattamente l’opposto di ciò che sperava.

“Oh tesoro, lo sai che non potrei mai dirti di no.”

Le sorrise, radioso, come se fosse la giornata più bella della sua vita, nonostante i lividi e le ferite che gli tempestavano il corpo e il viso, nonostante si reggesse a malapena in piedi e una dea infernale superforte lo avesse appena eletto suo Informatore Del Cuore a suon di violenza.

Buffy buttò fuori tutto il fiato in un grosso respiro.

Ci sarebbe voluto tutto il suo talento per inventare una scusa che giustificasse in modo plausibile ai suoi amici il fatto che Spike andava a stare a casa sua.

 

To be continued…

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Capitolo 2
*** In her Eyes ***


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2. In her Eyes

 

“Bene, allora. Andiamo.” Annunciò la Cacciatrice con tono autoritario, voltandosi verso la porta. Spike rimase immobile dov’era, lasciando che lei arrivasse da sola alle sue conclusioni. Giunta sulla soglia della cripta, Buffy si voltò, disorientata, e lo guardò interrogativa e spazientita. Poi sbuffò:

“Oh, non dirmi che non ce la fai nemmeno a camminare!”

“Spiacente, tesoro.” Disse lui e attese la sua reazione.

La Cacciatrice lo osservò, indecisa, poi mandò un altro sbuffo e si avvicinò, lasciando che lui le passasse un braccio intorno alle spalle per sorreggerlo ed aiutarlo a camminare. Spike gioì subito del contatto, la pelle di lei che bruciava al confronto della sua, il suo profumo che lo avvolgeva in una deliziosa fragranza, un misto di rose e vaniglia. Fulmineo gli passò nella mente il pensiero che il Buffybot non aveva nessuna di queste caratteristiche, poi tutta la sua mente si concentrò nella sensazione meravigliosa del corpo di lei contro il proprio, dell’anca che sfiorava la sua mentre si muovevano, del battito del cuore e del respiro di lei.

La sua proposta l’aveva lasciato senza fiato (se così si poteva dire); così come lei lo aveva sconcertato quando, ore prima, si era presentata nella sua cripta e lo aveva baciato, lasciandogli assaporare quelle labbra dolci, accarezzando teneramente le sue. Quando Spike aveva capito chi era in realtà si era staccato di riflesso, una cosa che rimpiangeva amaramente, ed era rimasto sorpreso e imbambolato a fissarla, nella mente un solo pensiero che si ripeteva, incredulo: Buffy, la vera Buffy, l’aveva baciato, di sua spontanea volontà, senza l’influsso di qualche incantesimo riuscito male della Rossa; Buffy, lei, non una copia robotica che gli era totalmente devota. Buffy

Aveva cercato con lo sguardo quello di lei, tentando di capire cosa fosse successo, perché per la prima volta, incredibilmente, non aveva avuto idea di che cosa passasse per la testolina a Buffy Summers. Intanto, nel suo cuore che da tanto aveva smesso di battere, era rinata, intensa, profonda, una scintilla di speranza, limpida, sincera. La stessa scintilla che era stata violentemente spenta nel momento in cui lei aveva revocato l’invito nella sua casa e nella sua vita, e l’aveva guardato con occhi gelidi, spietati, indifferenti al suo dolore, chiudendogli la porta in faccia.

Lui era un vampiro, sì; ma in quel momento, erano stati gli occhi di lei a non tradire alcun sentimento, alcuna traccia di un’anima.

La Cacciatrice l’aveva fissato per qualche secondo, imperscrutabile, poi se n’era andata, dicendogli, di spalle (perché non ti sei voltata? Perché non mi hai lasciato vedere i tuoi occhi in quel momento?), parole che non avrebbe mai dimenticato, come indelebile del resto sarebbe stata la sensazione che aveva provato durante quel loro primo, vero, stupendo bacio:

“Quello che hai fatto per me, e per Dawn…quello era reale.”

Poi un momento, uno solo, in cui i loro occhi si erano incontrati, l’azzurro di Spike e il verde di Buffy. Qualcosa era passato fra loro, qualcosa a cui ancora non riusciva a dare un nome, ma che l’aveva fatto sentire per la prima volta vicino a Buffy. Un contatto intimo, profondo, durato solo il tempo di una frase:   

“Non lo dimenticherò”.

Una promessa semplice, da niente, che lo aveva riempito di gioia; e se non fosse morto tanti anni prima, in quel momento il suo cuore avrebbe battuto forte. La scintilla si era intensificata e, nonostante le ferite che in alcuni punti ancora sanguinavano, nonostante i lividi che ancora pulsavano, nonostante le costole che gli mandavano fitte di dolore ogni volta che si muoveva…

Si era sentito bene

Aveva creduto che tutto fosse finito lì. Buffy gli aveva espresso la sua gratitudine, aveva compiuto il suo dovere da ‘buona’, non c’era alcuna ragione per cui dovesse fare altro. Invece, ore più tardi, quando era calata ormai la notte, era tornata, avanzando nella sua cripta decisa, e aveva pronunciato parole che non si sarebbe mai aspettato da lei:

Non sei al sicuro qui. Sarebbe meglio che venissi a casa mia.”

Il tono era freddo, calcolato, come al solito, e lo aveva mantenuto tale durante tutta la loro conversazione; ma stavolta lei non era stata tanto furba da voltarsi e Spike aveva scorto nel verde dei suoi occhi ciò che nemmeno lei, ne era certo, aveva confessato a se stessa: non lo stava aiutando perché aveva paura che rivelasse alla Dea delle Permanenti fatte in Casa la vera identità di Briciola; lui le aveva già dimostrato che non l’avrebbe mai fatto. No, aveva deciso di dargli una mano, di ‘tenerlo d’occhio’, per dirlo in Slayer-Style, perché c’era qualcosa che non le tornava riguardo a ciò che era successo nella sua cripta ore prima. Qualcosa che aveva provato, probabilmente la stessa sensazione che aveva sentito lui quando i loro sguardi si erano incontrati, ma che non riusciva ad accettare in pieno, e che per questo la turbava. Qualcosa che era sicura di riuscire a focalizzare e scacciare solo stando con lui.

Beh, Spike l’avrebbe aiutata nella prima parte; quanto allo ‘scacciare’, aveva in mente di sostituirlo con qualcosa di meglio, tipo ‘accettare’. Vivere in casa Summers gli sarebbe stato più di aiuto di quanto la Cacciatrice credesse: gli avrebbe dato la possibilità di farsi conoscere, di cancellare l’immagine sbagliata che lei si era fatta di lui, ovvero di un mostro incapace di provare sentimenti. Le avrebbe dimostrato di poter amare, di essere degno dell’amore di lei quanto e forse più di Angel, con la sua anima e i suoi piagnistei da bravo vampiro redento; e forse avrebbe capito anche lui cos’era quel qualcosa passato fra di loro. 

Sorrise, annusando a pieni polmoni l’odore di lei. Sfortunatamente, Buffy se ne accorse e lo fulminò con lo sguardo:

“Sei proprio un animale, Spike!” Lo insultò, disgustata.

Aveva in mente di replicare con una battuta maliziosa, ma alla fine rinunciò: meglio non farla arrabbiare troppo, avrebbe potuto decidere di abbandonarlo lì in mezzo alla strada, e strisciare fino alla sua cripta con l’alba alle calcagna non era una bella prospettiva. Così tacque, continuando a camminare in direzione di Revello Drive, verso la casa della Prescelta.

Quando arrivarono, Buffy fece per entrare, ma fu respinta insieme a lui dalla barriera. Roteò gli occhi, sbuffando spazientita, e sbottò:

“Va bene, va bene! Puoi entrare, Spike.”

“Grazie.” Fece lui, con un sorriso sincero. Buffy sembrò colpita dalla sua espressione, distolse in fretta gli occhi (era rossore quello che cominciava a colorarle le guance?) e lo trasportò fino al divano, dove lo fece sdraiare con poca grazia, strappandogli un gemito soffocato.

“Non fare rumore, Dawn dorme.” Lo ammonì lei, severa.  Spike sbuffò:

“Se la smetti di cercare di uccidermi, volentieri.”

“Bada a come parli, o cercherò di ucciderti davvero.” Lo minacciò, adorabile come al solito. Ad un tratto, gli occhi verdi indugiarono sul suo petto, e Spike sorrise, compiaciuto:

“Che c’è, Cacciatrice? Ammiri il panorama?”

“Stai sanguinando.” Rispose lei, lapidaria. Spike guardò a sua volta il torace: in effetti sentiva dolore da quelle parti, ma non si era accorto che aveva ripreso a perdere sangue. Probabilmente la ferita si era riaperta mentre camminavano fino a lì.

“Beh, smetterà.” Scrollò le spalle lui, provocandosi una fitta anche da quelle parti. La Divina Rompipalle l’aveva ridotto davvero male.

“Non prima che avrai sporcato tutto il divano!” Replicò lei scocciata, e con un sospiro si diresse verso le scale. “Aspetta qui.” Ordinò, senza voltarsi.

“Avevo in mente di andare ad una festa, ma se proprio insisti…” Disse lui, ironico. Buffy gli lanciò un’occhiataccia da sopra le scale, prima di sparire. Spike si adagiò con un sospiro contro il divano morbido e comodo, chiudendo gli occhi.

Sentì scendere le scale, e poi una presenza al suo fianco. Il profumo che avvertì nelle narici non fu vaniglia e rose, però, bensì zucchero a velo e chewing gum alla fragola. Aprì pigramente gli occhi, ritrovandosi davanti, come previsto, la sorellina della Cacciatrice, che lo guardava sbattendo le ciglia. Indossava un pigiama da bambina, con orsacchiotti rosa disegnati sopra.

“Mi era sembrato di sentire la tua voce!” Esclamò.

“Già.” Fece lui.

“Buffy sa che sei qui? Perché, sai, l’ha presa piuttosto male la faccenda del robot …”

“Ti ha raccontato tutto?” Domandò lui, sorpreso. Dawn scosse la testa.

“Tara e gli altri mi hanno detto che ti sei fatto fare una copia robotica di Buffy per giocarci a dama.” Sorrise dell’imbecillità della trovata, scuotendo la testa, con un atteggiamento da donna di mondo. Spike non poté che trovarsi d’accordo con lei: potevano inventare qualcosa di meglio, la ragazzina non era mica stupida.

“E tu? Ce l’hai con me per quello che ho fatto?” Chiese, non sapendo nemmeno lui bene il perché. Non voleva che la piccoletta lo ritenesse un mostro disgustoso e perverso. Gli piaceva chiacchierare con lei, era l’unica sopportabile in tutta la Scooby Gang. Sapere che lei era venuta a conoscenza del suo sexy-robot lo metteva più in imbarazzo di quando aveva saputo che Buffy stessa lo aveva scoperto. Strano ma vero.

Briciola fece spallucce.

“Non era mica la mia gemella robot! E poi, qualche volta, anch’io preferirei una Buffy meno rompiscatole.”.

Spike rise, insieme a lei, nonostante il dolore che provava alle costole. Questa ragazzina lo faceva impazzire. 

“È stata Glory a ridurti così?” Domandò poi Dawn, quando smise di ridere. Spike annuì.

“Per colpa mia?” Chiese ancora, con una vocina piccola e mortificata.    

“No.” La smentì lui. “Perché è una bastarda cellulitica senza cervello.” Le sorrise. “Tu non c’entri.”   

“Voleva sapere chi era la Chiave?”

“Sì, ma io…”

“Non gliel’hai detto. Lo so.” Lo interruppe Briciola con un sorriso, gli occhi azzurri che brillavano fiduciosi. “Ne ero sicura. Non l’avresti mai fatto.”

“Che succede qui?” Disse Buffy, scendendo le scale con in mano il kit del Pronto Soccorso e quella che sembrava una camicia da uomo scura. Guardò male lui, poi si focalizzò su Dawn:

“Dovresti essere a letto.”

“Anche tu.” La rimbeccò lei mostrandole la lingua. Scoccò un ultimo sorriso a Spike e poi ubbidì suo malgrado alla sorella maggiore. Buffy la seguì con gli occhi, poi si avvicinò a lui.

“Levati quella maglietta.” Ordinò, perentoria.

Spike le sorrise, lascivo.

“Ho fatto un sogno erotico che cominciava così, l’altro giorno.”

Buffy avvampò, poi aggrottò le sopracciglia e lo guardò storto:

“Smettila di fare l’idiota, o ti lascio così.”

“A rovinare la tappezzeria? Non credo proprio.” Ribatté lui, ma le obbedì, sebbene con difficoltà. Gli faceva male dappertutto. Gli sarebbe piaciuto se, sentendolo gemere, lei lo avesse aiutato, ma evidentemente memore della sua battuta maliziosa, Buffy rimase impassibile. How Sweet. E poi parlava della crudeltà dei vampiri!

La Cacciatrice pulì le sue ferite con la mano esperta di chi l’ha fatto tante volte in vita sua. Spike seguì ogni suo movimento con gli occhi, deliziato: alla luce dell’abat-jour del salotto i suoi lunghi capelli brillavano d’oro e i suoi occhi assumevano una tonalità verde-miele intensa e bellissima. Guardò le sue labbra, carnose e ben disegnate, ricordandosi del sapore che avevano, e dovette distogliere gli occhi subito: non era il momento di lasciarsi andare a certi pensieri, a meno che non volesse che la Cacciatrice lo buttasse fuori di casa a calci, vedendone le conseguenze.

Quando finì di medicarlo, gli lanciò la camicia blu che aveva portato. Spike la osservò, stupito:

“Come mai hai vestiti da uomo?”

Buffy storse il naso, esitando un attimo nel parlare, poi disse:

“È di Riley. L’ha dimenticata qui insieme a un po’ di altra roba.” Fece un sorriso amaro. “Aveva tanta fretta di scappare da me che non ha avuto il tempo di fare per bene i bagagli.”

“Era un idiota.” Sentenziò Spike, deciso, notando quanto il suo comportamento l’avesse ferita.

“Se io avessi avuto quello che aveva lui …se avessi avuto te…” Scosse la testa, distogliendo lo sguardo da lei, che ora lo fissava intensamente. “…non avrei mai fatto una cazzata del genere. Non ti avrei tradita e non me ne sarei mai andato.”

Silenzio. Poi lei sospirò e disse scettica:

“È facile parlare, Spike.”

“Dico la verità.” Insisté lui, trovando il coraggio di guardarla; ma era lei stavolta a posare lo sguardo altrove, gli occhi persi e tristi. “Non ti avrei lasciata per nulla al mondo.”

“Forse.” Concesse lei, stancamente. Chiuse bene le tende della finestra per evitare che lui si incenerisse al mattino (un gesto semplice e quasi automatico, ma che gli fece un piacere immenso) poi si girò verso le scale. “Vado a dormire. ‘Notte.”

Fu tentato di richiamarla, di approfondire l’argomento, ma alla fine rinunciò, e si limitò a osservarla mentre scompariva oltre la scalinata, nel corridoio che portava alla sua camera. Non c’era fretta. Avrebbe avuto occasione in quei giorni di mostrarle che era veramente cambiato, e che teneva a lei oltre ogni cosa.

Chiuse gli occhi.

 

To be continued…

 

 

Note dell’Autrice: ciao a tutti! Ecco il secondo capitolo, stavolta dal POV di Spike; volevo mostrare la sua reazione alla proposta di Buffy, e mettere le basi per lo sviluppo dei sentimenti fra i due. Dal prossimo capitolo in poi, inizierà la vera convivenza. Nel frattempo, ringrazio tutti i lettori e in particolare chi ha commentato la prima parte. Siete state meravigliose!#^^#

Chloe88: ciao carissima! Mi ha fatto piacere vederti a commentare anche questa storia! Felice che l’inizio ti sia piaciuto, spero di non averti deluso con l’aggiornamento, anche se è un po’ meno ironico. L’ironia ricomincerà dal terzo, è che con Buffy, chissà perché, mi riesce meglio.^^” Ti dirò, nemmeno io so con precisione cosa succederà: ho in mente tutta la storia solo a grandi linee, poi le scene vere e proprie le invento mentre scrivo. Mi auguro comunque di non deluderti mai! Grazie ancora della recensione, un bacio.

Shavanna: ciao! Ti ringrazio del commento, sono contenta che come idea ti piaccia. Spero di non tradire le tue aspettative nella stesura, mi dispiacerebbe un sacco. Mi auguro di ricevere ancora le tue impressioni, baci.

Mokuren078: ciao! Sei davvero gentile, ma se fossi in te aspetterei ad esultare: questa ff potrebbe anche risultare un fiasco, chissà.^^” Il bacio c’è stato, come di sicuro avrai capito leggendo il secondo chap; il tuo dubbio comunque era più che giustificato, in fondo nella prima parte non l’avevo specificato. Grazie della recensione, spero che il resto della ff sia all’altezza delle tue aspettative. Un bacione.

Lisy91: ciao! Grazie del complimento, sei stata carina, che ne pensi di questo nuovo capitolo? Fammelo sapere!

Xhio: ciao! Sono contenta che tu abbia trovato interessante la mia idea. Grazie dell’incoraggiamento e dei complimenti, sei davvero gentilissima. Vuoi che la storia sia “sempre interessante e poco scontata”? Mmm, lettrice esigente! Farò del mio meglio per non deluderti. Baci, a risentirci.

Clara: ciao! Eccoti a commentare anche questa ff, mi fa davvero piacere. #^^# Spero che anche questo secondo capitolo ti sia piaciuto. Fammi sapere, okay? Un bacio.

Ecco fatto. Vi do appuntamento al capitolo tre. Nel frattempo, se volete farmi un grosso favore: recensite!

 

-Melany  

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Capitolo 3
*** In her Memory ***


Nuova pagina 1

3. In her Memory

 

Buffy fu svegliata da un raggio di sole che la colpiva in pieno viso. Sbuffò, tirandosi le lenzuola fino alla testa, ma ormai il danno era fatto: sapeva per esperienza che non sarebbe riuscita a riaddormentarsi. Guardò l’orologio, e vide con orrore che erano solo le 7 e mezza. Accidenti.

Con uno sforzo di volontà enorme si trascinò fino in bagno e si infilò nella doccia, aprendo per lo più acqua fredda. Rimase sotto il getto per un bel po’, e quando finalmente si sentì meno rintronata e più fresca, aggiunse più acqua calda e iniziò a lavarsi corpo e capelli. Uscì molto tempo dopo, avvolgendosi in un asciugamano morbido, si pettinò la chioma bagnata e poi si diresse in camera sua per vestirsi.

Quando entrò, sgranò gli occhi per l’orrore: Spike se ne stava in camera sua, in un punto in penombra, vicino al letto. 

“Che diavolo stai facendo?!?” Lo aggredì, ricordando il mucchio di ‘souvenir’ che il vampiro aveva ammassato in quella specie di altarino che aveva fatto in suo onore nel sotterraneo della cripta. Spike sussultò, voltandosi a guardarla e rimanendo a sua volta di stucco. Fece scorrere lo sguardo sul suo corpo, inarcando un sopracciglio ammirato e passandosi la lingua sulle labbra, e solo in quel momento lei si rese conto di essere  decisamente…svestita. Avvampò, cercando di far salire l’asciugamano più sul seno e contemporaneamente di farlo abbassare sulle cosce, per poi gridare infuriata:

“Esci fuori di qui!! SUBITO!!”

Spike obbedì, ma senza smettere di fissarla un secondo. Afferrò la maniglia della porta e si voltò per andarsene, ma si bloccò, posando di nuovo lo sguardo su di lei, autentica brama nei suoi occhi.

“Ah Buffy, volevo chiederti…”

“FUORI!” Gridò ancora una volta lei, e con un sorrisetto divertito e malefico Spike si chiuse finalmente la porta alle spalle. Bastardo. Buffy si lasciò cadere sul letto, ancora rossa in viso. Aspettò un momento di calmarsi prima di vestirsi, chiamandolo mentalmente con i peggiori epiteti che le sovvenivano, con una voglia estrema di prenderlo a pugni. Perché non avrebbe dovuto? La sua faccia era ancora un disastro, nonostante l’occhio si fosse sgonfiato, il suo corpo doveva essere ancora pieno di ammaccature, ma aveva di nuovo la forza di camminare, salire le scale, dunque non sarebbe stato esattamente scorretto chiedergli di…allenarsi un po’ con lei, no?

Mentre era persa in una bellissima immagine mentale di Spike che volava fuori dalla finestra per un suo calcio, sentì al piano di sotto la porta che si apriva e Xander che gridava:

“Buongiorno, ragazze! Ho portato la col-“  Silenzio attonito, seguito da un: “E tu che diavolo ci fai qui?”, piuttosto aspro, e poi “Vattene subito, Succhiasangue!”

Buffy esitò, indecisa se lasciare che Xander si occupasse di Spike (prospettiva allettante, in effetti), poi sospirò e si diresse al piano inferiore. Il suo migliore amico aveva in mano un paletto e lo puntava contro Spike, minaccioso.

Quando si accorsero di lei, entrambi sembrarono risollevati.

“Cacciatrice, spiega a questo idiota come stanno le cose.”

“Buff, meno male che sei qui! Stavo sistemando questo coso.”

Dissero contemporaneamente, per poi squadrarsi torvi. Buffy si mise fra loro.

“Calmati, Xan. Spike è qui perché gliel’ho detto io.”

Il vampiro gongolò in direzione del ragazzo, che la fissò incredulo. Poi, guardò lui, furibondo:

“Oh mio Dio, hai costruito un altro robot!” lo accusò. “Che pervertito!”

“Non dire sciocchezze.” Sbottò lei. Xander, sordo alla sua protesta, la aggirò per alzarle la maglietta sulla schiena, probabilmente cercando lo sportello con dentro i circuiti.

“Che cavolo fai?” Scattò, scacciando le sue mani. Xander la fissò incredulo:

“Scusa, Buff, è solo che…”, indicò con un cenno della testa il vampiro, che li squadrava con le braccia incrociate. “…che ci fa lui qui? Perché gli hai chiesto di venire?”

Ah, che bella domanda. Appena lo capisco te lo dico, pensò Buffy, alzando gli occhi al soffitto. Poi gli rifilò la stessa motivazione che aveva dato a Spike. Xander sembrava ancora dubbioso.

“Non credo sia una buona idea. Hai già Dawn di cui occuparti, non puoi fare da bodyguard anche a Mr. Perossido!”

“Sarà solo per pochi giorni.” Tagliò corto lei. “I vampiri guariscono in fretta.”

Xander lanciò un’occhiataccia al vampiro, che rispose con un sorriso beato.

“Già, però sai che ti dico, Harris? Mi sento davvero male. Credo che ci vorrà un bel po’ perché guarisca completamente”.

Buffy lo fulminò con lo sguardo. Diamine, da un vampiro di più di 100 anni ci si aspetterebbe un po’ di maturità! Qui mancava solo che facesse a Xander la linguaccia!

“Piantala, Spike! Xander, va’ a vedere se Dawn si è alzata, farà tardi a scuola se non si muove.”

Il suo migliore amico assecondò i suoi voleri, senza trascurare di far sapere a Spike ancora una volta con lo sguardo ciò che pensava di lui. Quando scomparve al piano di sopra, Buffy lo investì, infuriata:

“Che cavolo ci facevi in camera mia?!? Vuoi morire, per caso!?”

“In effetti per quei pochi secondi mi è sembrato di essere in paradiso.” Sorrise lui, vizioso, ma quando lei afferrò il paletto abbandonato da Xander divenne di nuovo serio.

“Ehi, calma, Cacciatrice! Volevo solo chiederti se avevi un po’ di sangue, da qualche parte. Ho fame.”

“Come no! Ci imburro sempre i toast, la mattina!” Rispose lei sarcastica, ancora indecisa se credere o no alla sua giustificazione. Alla fine, sospirò, rassegnata: non poteva mettersi in casa un vampiro e pretendere che fosse un perfetto gentiluomo, meglio sorvolare.

Stavolta.

“Uscendo te ne compro un po’.” Gli disse.

“Molto gentile. Come posso ringraziarti?” Si offrì, sfoderando il suo sorriso sexy di prima categoria e abbassando il tono in un sussurro provocante. Buffy distolse gli occhi, sbuffando, mentre percepiva il calore salirle alle guance. Dannato Spike. Perfino con la faccia piena di lividi riusciva ad essere attraente.

Oops. Fermi tutti. Aveva appena definito Spike attraente!? Ma che cavolo le era preso?? Spike era brutto, malfatto, orripilante. Non attraente, niente di lui era attraente, né quei suoi occhi azzurri intensi, né quegli zigomi pronunciati, né quella labbra…

“Tutto bene, Cacciatrice?” Chiese, fingendo perplessità, ma lei poteva sentire il sorriso nelle sue parole. Dannato.

“Ovvio.” Rispose Buffy, assumendo un atteggiamento distaccato. Peccato che il suo viso stesse raggiungendo i 100°C;  peccato che lui fosse un vampiro che poteva percepire la temperatura del suo corpo come lei sapeva percepire quella esterna. 

Proprio in quel momento Xander e Dawn scesero le scale, grazie al cielo. La sua sorellina lanciò un sorriso e un dolce “Buongiorno” al vampiro, che ricambiò con altrettanta serenità. Per un istante si accorse di quanto fosse…tenera quella scena, prima di rimproverarsi mentalmente. ‘Tenero’ e ‘Spike’ nella stessa frase non potevano proprio starci. Anche se…

Se succedesse qualcosa a Dawn, lei ne sarebbe distrutta e io non potrei vivere sapendo che soffre. Lascerei che Glory mi uccidesse, prima. E ci è andata maledettamente vicina.

Tenero. Dolce. Ferite su tutto il corpo, viso deturpato, un occhio così pesto che non riusciva nemmeno ad aprirlo, una dea infernale contro, eppure in ogni suo pensiero, in ogni sua parola, una sola preoccupazione: lei. Non le portava rancore per essere stato torturato da una sua nemica; non pensava a se stesso in quel momento, né aveva pensato a se stesso quando era stato prigioniero di Glory e, fra dolori lancinanti, aveva protetto il suo segreto, sua sorella.

Aveva protetto lei.

Poteva un mostro senz’anima fare una cosa del genere?

No, mai. Eppure lui era un vampiro, un vampiro!! Apparteneva ad una categoria di creature che per definizione pensano solo a loro stesse e al proprio benessere. Creature che non sanno amare.

Chi sei, Spike?

Chiese nella sua mente, contemplando il vampiro che rideva e scherzava con Dawn sotto lo sguardo seccato di Xander.

Perché ti comporti così con me?

“Ah, Buffy?” La chiamò il suo migliore amico, strappandola alle sue considerazioni. “Il signor Giles ha chiesto se puoi passare al Magic Box. Deve parlarti di non so che demone.”

“Magnifico” , esclamò lei, roteando gli occhi. “Non basta solo Glory! Ci manca solo il demone di prima mattina!”

“Forse preferisce agire a quest’ora per evitare la concorrenza.” Ipotizzò Xander con una scrollata di spalle, prendendo una delle ciambelle che aveva portato.

“Un demone con ansia da competizione! Fico!” Fece eco sua sorella, divertita.

Buffy socchiuse gli occhi:

“È ora di andare a scuola, Dawn! Xander, puoi darmi uno strappo alla bottega di Giles?”

Il ragazzo annuì, la bocca piena di ciambella.

 “Spike, non combinare casini mentre siamo via, o te ne pentirai!”Gli urlò prima di uscire, ma senza guardarlo.

Non sapeva perché, ma non si sentiva a suo agio a posare gli occhi su di lui troppo a lungo, in quel momento. 

 

--------------------------------------

 

Buffy tornò che era tardo pomeriggio. Trovare il demone come-si-chiama le aveva fatto perdere più tempo del previsto, ma alla fine era riuscita a farlo fuori nel retro del locale di Willy, dove era andata appunto per chiedergli informazioni sulla creatura. La parte peggiore era stata dover sotterrare la carcassa per non farla ritrovare da ignari esseri umani e causare uno sconvolgimento simile a quello in E.T., con scienziati e macchinari ovunque. Preferiva di gran lunga i vampiri, in questo senso: almeno avevano la decenza di fare puff! e ridursi in cenere, non lasciando nessun cadavere da sotterrare di nascosto ad una povera Cacciatrice. Sospirò, lanciando un’occhiata ai suoi vestiti sporchi di terra.

Eh sì. I vampiri erano di gran lunga più simpatici.

“Bentornata, Cacciatrice.” La accolse un rappresentante della simpatica categoria seduto sul divano a guardare la tv.

“Ti ho portato il sangue.” Rispose lei con voce piatta e una piccola smorfia, tirandogli il sacchetto di plastica contenente i barattoli che aveva acquistato dal macellaio. L’uomo l’aveva occhieggiata con diffidenza: una ragazza con i vestiti lerci di terra che comprava sangue di mucca. Chissà che aveva pensato.

Spike cambiò volto quando le sue labbra si posarono sul barattolo per bere. Buffy dovette distogliere gli occhi, ma non per il disgusto: non sapeva perché, ma vedere emerso il demone che era in lui la metteva a disagio. Era un’immagine che stonava; e dire che qualche giorno prima l’avrebbe trovata perfettamente in linea con il personaggio: Spike era un demone, era giusto che avesse le sembianze di un demone, e non di un bel ragazzo con gli occhi più limpidi e sinceri che avesse mai visto.

“Vado a farmi una doccia.” Annunciò, non appena si accorse che cominciava ad arrossire, e salì le scale verso il bagno. Quando scese di nuovo, profumata di docciaschiuma alla vaniglia e con indosso vestiti puliti, vide che lui non si era mosso, e guardava attentamente il televisore, assorto, di nuovo con il volto umano. Buffy lanciò uno sguardo allo schermo e riconobbe i personaggi di Passioni, immersi nell’ennesimo discorso melenso e strappalacrime pieno di ‘Ti amo’ e ‘Non ti lascerò mai’. Non le era mai piaciuta quella soap-opera, ma conosceva i nomi di tutti i personaggi, e sapeva anche  ripetere qualche vicenda. Perché?

Perché quella era stata la telenovela preferita da sua madre e qualche volta, quando Buffy era particolarmente di buonumore o si sentiva in colpa per qualcosa, Joyce riusciva ad incastrarla a vedere lo show con lei. Adoro Timmy  le ripeteva sua madre con quel suo sorriso dolce, gli occhi scintillanti per il riflesso della luce policroma del televisore.

Buffy percepì le lacrime salirle agli occhi quando la realizzazione della morte di sua madre la colpì di nuovo nella sua gelida crudeltà. C’erano momenti in cui, sopraffatta dagli impegni, riusciva a non pensare alla sua scomparsa e c’erano momenti come quello, in cui la perdita bruciava dentro di lei dilaniandola quasi avesse trovato il corpo di Joyce esanime qualche minuto prima, invece di un mese prima. Sapeva che presto i primi avrebbero cancellato i secondi, e che la morte di sua madre avrebbe smesso di farle male.

E questo era ancora più spaventoso e crudele ai suoi occhi.

Fissò lo schermo, inebetita, le lacrime che scivolavano lente sulle sue guance, finché non udì la voce di Spike, preoccupata, apostrofarla:

“Ehi, che cos’hai?”

Buffy scosse la testa lentamente, ma non smise di contemplare, senza realmente vederle, le immagini che si susseguivano. Si accorse a malapena che lui si alzava per andarle vicino, guardava lo schermo e sussultava nella realizzazione della stupidaggine che aveva appena fatto. Spike ricordò improvvisamente quando Buffy aveva portato la madre e la sorella nella sua cripta per farle proteggere da lui e lui e Joyce avevano finito per guardare insieme Passioni. Così capì che cosa l’aveva fatta piangere.

Farle trovare la telenovela preferita della madre morta di recente. Idea geniale, Spike, si disse, irritato con se stesso, con la tentazione di prendersi a sberle.

“Mi dispiace”, si scusò, con voce dolce, sinceramente mortificato. Spense il televisore e Buffy parve essere strappata a quella specie di trance che la incatenava allo schermo. Lo guardò, sbattendo le ciglia, gli occhi verdi lucidi, poi si strofinò il viso per asciugare ogni traccia di lacrime.

 “Non è niente.” Rispose, flebile. Poi sorrise, ricordandosi di qualcosa.

“Ora che ci penso non ti ho mai ringraziato per i fiori.” Sussurrò. Spike la guardò spiazzato, poi realizzò:

“Intendi, quelli che ho portato per tua madre?”

“Sì. Willow mi ha riferito della tua discussione con Xander fuori di casa mia, quando me li ha fatti avere.” Raccontò lei, sempre con un sorriso dolce, sempre con voce tenera. “Allora ero troppo sconvolta da… da quello che era successo per farci caso e ringraziarti. Ma è stato un gesto carino. A mamma sarebbe piaciuto.”

Abbassò la testa quando si accorse che altre lacrime si stavano formando sulle ciglia e che non poteva più sostenere il sorriso. Spike sospirò:

“Era il minimo che potessi fare. Joyce è sempre stata molto dolce con me. Mi ha sempre trattato bene, nonostante sapesse cosa sono. Era una donna meravigliosa.” Disse, con un sincero affetto che lei percepì. Buffy sorrise di nuovo.

“Lo era, è vero.” Confermò caldamente. “E anche tu le piacevi. Mi diceva sempre che non dovevo trattarti troppo male, sai?”

“Beh, è quello che stai facendo.” Le sussurrò lui, “Mi hai portato qui, no?”

“Già.” Fece lei, distogliendo gli occhi con un lieve rossore sulle guance. Sospirò, e quando parlò di nuovo, lo fece con il solito tono pratico:

“Dawn tornerà fra poco. Sarà affamata, è meglio che le prepari uno spuntino.”

Si diresse verso la cucina, ma prima di entrare si voltò verso di lui:

“Puoi…guardarlo, se ti va. Passioni, intendo. Non c’è problema.”

“Naah”, disse lui, noncurante. “Non era poi così interessante. Meglio se dormo un po’.”

Buffy annuì, sorridendogli. Fece per andarsene, quando lui la spiazzò con una domanda inaspettata:

“Qual è il tuo colore preferito?”

La voce era casuale, come del resto richiedeva la domanda. Buffy sbatté le palpebre, sorpresa, poi rispose: “Rosa. Perché me lo chiedi?”

Rosa!? Fa molto femminuccia, tesoro.” La prese in giro, lei sbottò, irritata:

“Io sono una ragazza, Spike! Non so se te ne sei accorto!”

“Oh, credimi, me ne sono accorto.” Replicò lui, facendo scorrere viziosamente lo sguardo su di lei, indugiando sul rigonfiamento del seno sotto la maglietta. Buffy arrossì, poi gridò, rabbiosa:

“Sei un porco, Spike!”

E con questa perla di saggezza scomparve in cucina. Lui sorrise: era riuscito abilmente a glissare la sua domanda e contemporaneamente a tirarla su di morale, facendo riemergere l’animo battagliero e la grinta della Cacciatrice.

Per ora tutto andava bene.

 

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“Briciola dov’è?” Domandò Spike non appena si fu svegliato, entrando in cucina. Erano le dieci e mezza di sera, lui aveva dormito profondamente da quel pomeriggio. Una cosa che rasentava l’incredibile, visto che Buffy non si era certa fatta scrupoli per il rumore…

“A dormire a casa di Tara e Willow.” Disse lei, senza alzare gli occhi dalla sua rivista di moda.

“E sarà al sicuro?”

“Con due potenti streghe? Mmm, fammici pensare…” Rispose sarcastica, ma le aveva fatto piacere sentire il velo di preoccupazione nella sua voce. Voltò pagina.

“E tu che fai?”

“Scopro se gli stivali di pelle che ho comprato il mese scorso sono ancora trendy.”

“Dai, sul serio.”

Buffy lo guardò da sopra la rivista, offesa. “Sono seria. Perché, hai qualcosa da ridire?” lo sfidò, gli occhi che mandavano lampi di avvertimento. Spike le sorrise, strafottente.

“Dopo il rosa? No, avrei dovuto prevederlo.”

Un calcio in un stinco fu tutta la risposta che Buffy si degnò di dargli, mentre continuava a leggere. Quando ebbe finito di gemere  per il dolore e imprecare a mezza bocca, Spike la sorprese:

“Perché non usciamo, invece?”

Stavolta la sua attenzione fu del tutto strappata alla rivista e calamitata sul vampiro. Lo guardò, con gli occhi sgranati, poi scosse la testa.

“Vuoi uscire di ronda? Ma se perfino un vampiro fresco di tomba riuscirebbe a metterti k.o., nelle condizioni in cui sei!” Ribatté. Avrebbe dovuto aspettarsi una proposta del genere: Spike non era il tipo da starsene in panciolle, aveva bisogno della sua razione di violenza quotidiana. Ricordava che Xander si era lamentato di una cosa del genere, l’anno prima, quando, nolente, l’aveva ospitato. Le aveva raccontato che aveva impedito a lui e Willow di guardare la tv per convincerli ad andare di pattuglia. Psicopatico, aveva concluso Xander con una smorfia.

“Non ho detto di ronda, Buffy.” Ribatté lui, con voce più tenera e…chiamandola per nome. Buffy inarcò le sopracciglia, perplessa, Spike le sorrise, ma non in modo irritante.

In modo carino.

“Pensavo al Bronze, magari. Che ne dici?”

Okay, pausa di riflessione: Spike le stava chiedendo un appuntamento?!? Spike!? Fugace le passò nella mente la voce di lui: un appuntamento!? Ma perché, vorresti che lo fosse?

No, ovvio che no. Uscire con Spike, che idea malsana. Lo fissò, accorgendosi che lui la guardava speranzoso, sulle spine. I suoi occhi dicevano tutto: quanto fosse importante per lui, quanto ci tenesse che accettasse…e se anche il suo sguardo fosse stato incomprensibile, le sue mani avrebbero palesato ugualmente il suo stato d’animo: probabilmente senza accorgersene, Spike stava stritolando il bordo del tavolo. Se Buffy non avesse risposto alla svelta, l’avrebbe sicuramente spezzato. Fu questo a farla parlare. Un no secco, Buffy. Coraggio, puoi farcela.

“Okay.”

No, un secondo. Che le era appena uscito dalla bocca???

“Bene, allora.” Fece lui trionfante, prendendola per la mano e trascinandola con irruenza fuori dalla cucina, verso la porta. Buffy lo lasciò fare all’inizio, ancora disorientata per la risposta che aveva dato, ma bloccò entrambi all’ingresso, accorgendosi di indossare jeans e maglietta. Beh, se doveva fare questa follia, che almeno fosse presentabile, si disse.

“Aspetta un momento.” Disse, con una rassegnazione che lui non afferrò, e raggiunse la sua camera.

Molti momenti dopo, lo raggiunse. Aveva infilato il primo vestito che aveva trovato (sì, come no), nero, corto, che si allacciava dietro il collo, lasciando scoperta gran parte della schiena e delle spalle. Sotto, sandali con il tacco. Aveva lasciato sciolti i lunghi capelli, che ricadevano in morbide curve color oro sulla pelle abbronzata.

Spike, che sembrava alquanto irritato e spazientito dalla lunga attesa, sembrò cambiare umore quando la vide. Inarcò un sopracciglio ammirato, poi le sorrise e la prese per mano. Lei lo lasciò fare, anche se era un po’ infastidita dal suo silenzio. Ehi, nemmeno un commentino su quanto fosse splendida!?  Stupido Spike!

Raggiunsero il Bronze e ordinarono da bere, lui birra, lei una bibita dietetica. Spike la guardò con un sorrisetto quando fece l’ordinazione, ma non commentò. Meglio per lui. Forse l’aveva vista infilare il paletto nella borsa…

“Vuoi ballare?” Domandò poi, alzandosi e porgendole la mano da vero cavaliere. Buffy annuì, e si lasciò trasportare in pista.

Era la prima volta che ballavano insieme; ebbe paura che lui fosse un pessimo ballerino, uno di quelli che si agita senza senso né ritmo, come uno in preda alle convulsioni. Non appena cominciarono, capì che si sbagliava: Spike era bravissimo, nel ballo. Si muoveva con sensualità, in perfetta armonia con la musica, così come lei. Gli voltò le spalle e lasciò che le passasse un braccio intorno alla vita, mentre a sua volta gli posava una mano dietro la nuca, e si mossero insieme, in sintonia. Buffy chiuse gli occhi, perdendosi nella musica, nel ritmo…era perfetto. I loro corpi sembravano fondersi nella danza, come se fossero uno solo, i movimenti erano fluidi e naturali. Sembrava che avessero ballato insieme per anni. In un certo senso, rifletté Buffy con un sorriso ironico, l’avevano fatto.

Sospirò, sentendo Spike che affondava il viso fra i suoi capelli e inspirava a pieni polmoni. Sapeva che il gesto avrebbe dovuto infastidirla, ma persa nella melodia, nel ritmo dolce in cui lui la stava guidando, non se ne curò. Per la prima volta da molto tempo, si sentì leggera. Le sue responsabilità di Cacciatrice, Glory…tutto sembrava lontano anni luce, appartenente ad un’altra galassia. Ora, tutto ciò che percepiva era la musica, e il modo perfetto in cui Spike la accompagnava nella danza.

Questo delicato e stupendo rapimento fu spaccato non appena riaprì gli occhi: intravide Xander e Anya entrare nel locale, per mano. Stavano venendo verso di loro. La realtà la investì come una secchiata d’acqua gelida, riportandola sulla terra, ai suoi doveri e al suo ruolo. Cacciatrice. Prescelta. E tutto il resto. 

Subito, si staccò da Spike con un gesto brusco, allontanandosi in fretta dalla pista, il cuore in gola: sperava che i suoi amici non l’avessero vista. Spike, che un momento prima era perso nel profumo della sua bella Cacciatrice, nella sensazione meravigliosa del suo corpo snello e sexy che si muoveva contro il suo, e un momento dopo era solo in pista, con un braccio dolorante per lo strattone, aggrottò la fronte, non capendo. Raggiunse Buffy al tavolo, pronto a chiederle spiegazioni, quando si accorse che lei stava facendo cenno a qualcuno, con il sorriso sulle labbra. Seguì il suo sguardo e si accorse del Bamboccio e di Miss Viva-i-Soldi.  

Buffy si era staccata perché non voleva che i suoi amici la vedessero con lui. Buffy si vergognava, di lui.

Con quella considerazione, capì di essersi solo illuso. Pensava di essersi avvicinato a lei, dopo il loro discorso di quel pomeriggio e l’appuntamento? Ah, che stupido era stato. Buffy Summers continuava ad essere un gradino sopra di lui.  

 “Ah, è così dunque, Cacciatrice?” Ringhiò, trasformando il dolore che aveva provato in rabbia. Lei lo fulminò con lo sguardo, sibilando tra i denti:

“È meglio che non dici loro una parola, Spike. O ti ritroverai cenere, è una promessa.”

Lui ebbe una gran voglia di colpirla, forte. In un certo senso lo fece, ma a parole:

“Sei un’ipocrita, Cacciatrice”.

Non uno dei suoi migliori insulti, lo ammetteva, ma era troppo ferito, troppo (innamorato) arrabbiato per pensare a qualcosa che la ferisse davvero.

Sbuffò, si allontanò da lei e si diresse verso l’uscita del locale, dando di proposito una spallata a Xander e procurandosi una lieve fitta alla testa. Comunque lei si comportasse, non si sarebbe arreso: avrebbe salito quel gradino. E lei…sarebbe stata finalmente sua.

“Che gli è preso a Platinum Boy?” Chiese il ragazzo, sedendosi con Anya al tavolo di Buffy. Lei fece spallucce:

“È Spike. Che vuoi aspettarti da lui?”

“Ci ha provato con te e gli hai dato il benservito, eh Buff?” Fece lui, con un gran sorriso.

Buffy rispose al sorriso annuendo. Con gli occhi, seguì Spike finché non fu scomparso dietro la pesante porta del Bronze. Xander sembrava orgoglioso di lei.

Ma allora perché lei dentro si sentiva uno schifo?

 

 

To be continued…

 

 

Note dell’Autrice: ecco il terzo capitolo, scusate per l’enorme attesa!^^ In compenso è piuttosto lungo; diciamo che siamo pari?

Allora, un grazie grande grande a tutti i lettori e in particolare a chi ha commentato: siete meravigliose!^^

Chloe88: ciao! Felicissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Spike e Buffy continuano a litigare anche in questo, purtroppo.-__-“ Io provo a farli andare d’accordo, ma sono un caso disperato! Pure qui c’è un po’ di dolcezza, però, e anche un pochino di…Spuffosità. Non vedo l’ora di sapere cosa ne pensi!

Ne approfitto per ringraziarti della recensione a Never Leave Me;  davvero ti ho commossa? Wow! Quanto a Spike…anch’io spesso devo cercare di controllarmi quando lo vedo o scrivo di lui. È proprio bello!!*__* Sbavare è un effetto collaterale accettabile, e molto comune, credo.^^” Sono contenta di essere riuscita a intenerirti e divertirti con la one-shot. Un bacio, a risentirci!

Shavanna: ciao! Sono molto felice di non averti ancora deluso, mi dispiacerebbe molto se accadesse. Come avrai letto, Buffy si è un po’ sciolta…ma la fase “ghiacciolo” è ancora in atto, temo. -__-“ Mi auguro di continuare ad appassionarti con la storia. Grazie mille anche per la recensione a Never Leave Me: mi ha fatto piacere riceverla. Ti ringrazio delle lodi, sei stata carinissima. Baci.

 Ela: ciao! Prima di parlare del tuo commento, una precisazione imbarazzante -///-: credo che tu mi abbia confuso con Shavanna; la recensione a cui ti riferisci e per cui mi ringrazi l’ha scritta lei. 

Detto ciò, grazie infinite del commento positivo, mi ha fatto contenta. Spero che la ff non ti deluda in alcun modo. Ti ringrazio anche della recensione a Never Leave Me, sei stata davvero troppo gentile!^^ Sono contenta che hai trovato i miei Buffy e Spike in linea con i personaggi della serie. Un bacio.

Sery Black: ciao! Che bello risentirti!^^ Mi fa piacere che l’inizio della mia storia ti ispiri e che trovi Buffy in character…che ne pensi del seguito? Bello? Brutto? Fammi sapere! Ti ringrazio dal profondo del cuore anche per la recensione a Never Leave Me. Leggerla mi ha davvero emozionato, sono felice che tu abbia trovato la ff splendida. Baci, a presto!

Mistress Lay: ciao! Grazie dei complimenti sulla storia e sullo stile di scrittura, mi hai davvero lusingata.^//^ Come hai visto, in questo terzo chap il POV passa continuamente da Buffy a Spike e viceversa, spero di non aver creato confusione, e che l’apprezzerai.  Riguardo al commento sul numero dei capitoli, ho paura che questi ultimi si stiano moltiplicando senza il mio permesso.^^” Volevo finire la ff in cinque/sei chap, ma non credo che ci riuscirò. Comunque, grazie ancora della recensione, a presto!

**Ardespuffy**: ciao! Le tue recensioni sono davvero ultralusinghiere! Grazie mille!! #^^# I tuoi complimenti mi fanno molto piacere, sei davvero gentilissima. Anch’io adoro la quinta stagione, c’è più di una puntata che mi piace tanto (Fool for Love, Crush, Intervention, The Gift ecc). Mi auguro che il capitolo appena pubblicato ti appassioni quanto gli altri. Grazie infinite anche per la recensione a Never Leave me, mi ha fatto molto piacere. Riguardo agli aggiornamenti di tutte le mie fanfic, devo avvisarti che sono piuttosto…ehm…lenti ad arrivare. Di norma passa un mese prima che riesca a inserire un nuovo capitolo (lo so, sono pessima -_-“), a volte anche di più. Sorry! Detto questo, sperando nella tua clemenza, ti mando un bacio e ti ringrazio ancora delle recensioni. 

Ora vorrei ringraziare in questo spazio, come da programma, anche le gentilissime commentatrici della mia one-shot Never Leave Me. In ordine:

Clara: ciao! Grazie mille del commento positivo, mi fa piacere sapere che la storia ti è piaciuta moltissimo!^^ Eh sì, povero Spikey. Ultimamente, non so perché, mi viene da scrivere su di lui solo quando è ammaccato. Mi sento quasi in colpa.^^” Baci, a risentirci!

Lisachan: ciao! Che bello vederti a commentare anche questa ff! Allora, vediamo: innanzitutto grazie dei complimenti, sono felice che tu abbia trovato la mia storia carina e tenera (proprio i due aggettivi che avevo in mente io mentre la scrivevo, pensa un po’). Quanto alla parte dell’amplesso di Buffy e Spike: personalmente, e in tutta onestà, trovo quella scena molto bella. Non ritengo di aver usato una terminologia inappropriata, perché quelle parole hanno dato proprio l’atmosfera che cercavo: dolce, sfumata. Un’atmosfera che avrei un po’ guastato usando termini come “orgasmo”, “venire” ecc., un po’ troppo terra terra, oltretutto. Certo, se avessi dovuto descrivere, per farti un esempio, la scena dell’episodio “Doublemeat Palace”, quando Buffy e Spike lo fanno nel vicolo vicino ai bidoni della spazzatura, avrei usato magari quei termini, o altri più forti. Si scelgono le parole in base a ciò che si vuol far sentire al lettore e in base a ciò che richiede la scena, secondo me, non frasi standard catalogate per azioni.

Quanto a Giles, è vero: il rapporto fra lui e Buffy è conosciuto perfettamente dai fans, starlo sempre a ripetere è inutile; cercherò di farci più attenzione, promesso.^^ Uno dei difetti nelle mie storie, e che ho notato anch’io, è questo bisogno di spiegare sempre tutto. Grazie per avermelo fatto notare comunque, e grazie ancora della recensione. Un bacio.

 P.s. Continuo a provare a collegarmi al sito, ma continuo anche ad avere gli stessi problemi. Mi dà che la pagina non è disponibile dopo che ci mette un sacco a caricarla. Se per grazia divina riuscirò un giorno a visitarlo, ti darò la mia risposta. Incrocia le dita insieme a me!

Xhio: grazie dei complimenti! Wow sono contenta che ti sia piaciuta così tanto! Baci.

Ecco fatto. Non posso che concludere con la solita esortazione: recensite! Ogni commento è prezioso, per me.

A risentirci,

Melany

 

 

    

 

 

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Capitolo 4
*** Her Favourite Roses ***


Nuova pagina 1

4. Her favourite Roses

 

Buffy aprì gli occhi con uno sfarfallio di ciglia, sbadigliò e si stiracchiò, prima di mettersi a sedere. Guardò alla sua destra e, come previsto, trovò il fiore posato sul comodino, di una delicata tonalità di rosa. Sorrise, lo prese con  le dita, attenta alle spine, e annusò il suo dolce profumo.

Erano passati quattro giorni da quando Spike era andato a vivere con loro. Da tre, lei trovava ogni mattina una rosa del suo colore preferito posata sul comodino. La prima volta, era rimasta così sorpresa che era scesa subito per chiedere al vampiro spiegazioni.

“Che significa?” Gli aveva domandato brusca mostrandogli il fiore, incerta su come doveva reagire al riguardo. Spike aveva inarcato il sopracciglio sfregiato, replicando:

“Non capisco cosa intendi.”

“Sì che lo sai!”

“È solo un regalo, Cacciatrice.” Aveva detto, un po’ imbarazzato. “Se non ti piace, gettalo via.”

Ma lei non l’aveva gettato via, mettendolo invece in un vaso della sua stanza con un po’ d’acqua. Non sapeva perché, ma le era sembrato…giusto così;  forse perché si sentiva ancora un po’ in colpa per quello che era accaduto al Bronze...

Quando se n’era accorto Spike aveva sorriso e, incoraggiato da questa sua risposta, aveva ripetuto il gesto. Buffy sapeva che avrebbe dovuto sentirsi disgustata e irritata da questo suo (corteggiamento?) modo di comportarsi, insomma, lui era un vampiro, un assassino, come osava cercare di irretirla in quel modo?!? Avrebbe dovuto rifiutare i suoi regali fin dal principio, gettare via la rosa come le aveva suggerito, infuriarsi perché ci aveva provato per l’ennesima volta.

Invece aveva tenuto il fiore, si era sentita soddisfatta della sua decisione quando l’aveva visto sorridere e il gesto continuava a farle piacere. Non capiva il perché.

Probabilmente l’insolazione che aveva preso nel deserto era davvero grave, e gli effetti peggioravano di giorno in giorno.

Mise la rosa nel vaso con le altre due, poi si vestì. Era domenica, e Dawn era di sotto con Spike, come al solito. Da quando era andato a vivere con loro sua sorella passava le giornate con lui. Spesso si faceva raccontare delle storie (“Storie tranquille, Buffy, te lo giuro! Niente sangue!”), altre volte guardavano la tv insieme (“Lo sai che Spike sa a memoria quasi tutte le battute di Ewan McGregor in Moulin Rouge?”) e incredibilmente, una volta, li aveva trovati a fare i compiti di storia insieme (“È riuscito a rendere interessante la I Guerra Mondiale! Il prof non ce l’aveva spiegata così!”). Non aveva visto Dawn così contenta da quando la mamma era scomparsa, e forse era anche per questo che stentava a ferire Spike: riusciva a far sorridere sua sorella come nessun altro. Era bello rivedere l’allegria sul quel viso lentigginoso, che la scoperta delle sue vere origini e la morte della madre avevano rabbuiato e fatto invecchiare anzitempo. Guardandola negli occhi azzurri, Buffy non riusciva più a scorgere la ragazzina innocente che era stata prima dell’inizio di tutto, e le dispiaceva immensamente. Già una ragazza Summers aveva dovuto crescere in fretta; non voleva che Dawn subisse la sua stessa sorte.

I due stavano guardando uno dei telefilm che piacevano tanto a sua sorella, Gilmore Girls. Spike era molto migliorato, il viso era tornato quasi normale, a parte qualche livido scuro sulla fronte, e si muoveva bene. Presto avrebbero dovuto dire addio alla loro convivenza. Non sapeva bene cosa provare al riguardo…

“Buongiorno, Buffy! Vuoi venire a vedere la tv con noi?” Chiese Dawn, con voce squillante. Lei scosse la testa.

“Ho promesso a Willow che sarei passata da lei. Vuole farmi vedere un nuovo incantesimo, dice che ci sarà utile contro Glory.”

“Lavoro, sempre lavoro.” Borbottò Spike.

“Tv, sempre tv.” Lo scimmiottò lei. “Perché non fai qualcosa di utile, piuttosto?” 

Spike scrollò le spalle e accennò alle tende tirate alla finestra. Da quando abitava lì, casa Summers era sempre in penombra, e i vicini cominciavano a spettegolare sulle finestre perennemente coperte, cosa piuttosto seccante.

“È giorno, sono bloccato. Magari stasera ti aiuto con la ronda.”

Buffy evitò di commentare ciò che era ovvio ad entrambi: Se ce la fai a combattere, non devi più stare qui, cosa che gli fece un enorme piacere. Si limitò ad annuire seccamente e ad uscire. Quando fu scomparsa dietro la porta, Spike si lasciò andare ad un sorriso compiaciuto: era sicuro che se fosse salito in camera sua avrebbe trovato la rosa messa con cura nel vaso. Aveva avuto l’idea dei fiori quando si era accorto che non l’aveva mai veramente corteggiata: voleva fare le cose perbene, stavolta, niente sotterfugi per stare con lei. Le avrebbe mostrato che poteva essere un perfetto gentiluomo. Inoltre, adorava entrare in camera sua, quando ancora il sole non era sorto, sedersi sul davanzale della finestra e guardarla dormire: era bellissima. I lunghi capelli sparpagliati sul cuscino in una cascata dorata, le ciglia nere che contrastavano con la pelle chiara e rosea delle gote, le labbra morbide e carnose dischiuse; il profilo sensuale del suo corpo che s’intravedeva sotto le coperte, il petto che si alzava e abbassava a ritmo regolare, mettendo in evidenza il seno. La mia Bella Addormentata, pensava con un sorriso, contemplandola. Mille parole gli venivano alla mente per descriverla, parole che avrebbe voluto mettere su carta in forma di poesia. Rinunciava perché sapeva di essere un pessimo poeta, e non voleva sminuire la sua bellezza, la sua perfezione. Ti amo, Buffy, pensava in quei momenti. Prima di andarsene, posava con delicatezza, attento a non svegliarla, una rosa colta di fresco, in un roseto non lontano da lì.

“A che pensi, Spike?” Gli chiese Briciola al suo fianco. Lui sussultò, sottratto violentemente alla sua reverie.

“Uh?”

“Hai una faccia estasiata! Cos’è, Buffy si è finalmente decisa a darti un bacio?”

Spike si mosse nervosamente sul divano, incerto sul da farsi. Quanto di ciò che era successo doveva rivelare alla sorellina quattordicenne della Cacciatrice?

Dawn reagì come se le avesse risposto.

Oh mio Dio, l’ha fatto, non è così???” Esclamò Dawn, a occhi sgranati. Perse completamente interesse per il programma alla tv e si focalizzò su di lui:

“Quando? Come? Perché? State insieme ora?”

Spike sospirò pesantemente, guardando con qualcosa simile all’orrore la ragazzina seduta vicino a lui. Sapeva che era cocciuta quanto Buffy, forse anche di più, e che l’avrebbe tormentato finché non avesse parlato.

“Non sono affari tuoi, ragazzina.” Provò con il tono più velenoso che sapeva padroneggiare e un’occhiataccia firmata Big Bad. Purtroppo, Briciola rimase impassibile:

“Eeeh dai! Buffy non mi racconta mai niente dei suoi ragazzi! Dai!”

Spike sbuffò. In passato aveva creduto che fosse difficile liberarsi di Buffy Summers? Beh, si vedeva che non aveva ancora conosciuto sua sorella Dawn Summers. Sospettava che nemmeno l’Ordine di Taraka l’avrebbe aiutato, stavolta.

Sospirò.

Questa sì che sarebbe stata un’impresa faticosa.

 

--------------------------------------

 

Spike mantenne la promessa di accompagnarla durante la ronda, e così si ritrovarono insieme a camminare in mezzo alle lapidi del cimitero.

“Sicuro di farcela? Non mi va di avere una palla al piede tutta la notte.” Gli disse Buffy sprezzante.

“Allora perché ti porti sempre appresso i tuoi amici?” Replicò lui maligno. Per tutta risposta lei gli mollò un calcio in uno stinco che lo fece gemere di dolore. Proprio in quel momento, un vampiro con un look anni ’50 si parò davanti a loro. “Ci penso io”, le mormorò Spike con un sorriso eccitato e gli occhi che brillavano, poi si lanciò addosso al malcapitato. Lottarono per un po’, e Buffy si accorse che il suo compagno di ronda aveva avuto almeno tre occasioni di farla finita e ficcare all’avversario un paletto nel cuore, ma le aveva ignorate tutte. Evidentemente voleva riscattarsi per il lungo periodo di immobilità con un bel combattimento. Sbuffò seccata, incrociando le braccia sul petto:

“Ne hai ancora per molto? Posso andare a prendermi un caffè nel frattempo?”

Il suo commento distrasse Spike, così immerso nella lotta da essersi quasi dimenticato di lei, e l’altro vampiro ne approfittò per colpirlo allo stomaco. Forte. Non gli avrebbe arrecato molti danni se fosse stato in condizioni ottimali, ma Buffy sapeva che proprio in quel punto c’era una ferita non ancora rimarginata. Spike gemette soffocato, incurvandosi verso il punto dolente, e quello ne approfittò per buttarlo a terra a pancia in su e mettersi a cavalcioni su di lui, forzando il paletto nel petto dello stesso Spike che lo teneva in mano, tanto che la punta premeva pericolosamente sulla stoffa nera della maglietta.

“Ehm, volete un po’ di intimità?” Chiese Buffy, fingendo imbarazzo per la loro posizione ‘ambigua’.

“No,  tesoro, vieni anche tu, se ti va.” Rispose Spike casuale, ma con voce strozzata per lo sforzo. Lei sospirò e si avventò sul vampiro, perforandogli il cuore attraverso la schiena e riducendolo in cenere.

“Non ci hai fatto una bella figura, Spike.” Lo schernì lei, guardandolo dall’alto in basso (in tutti i sensi). Lui, restando sdraiato, sorrise soave.

“Avrei potuto finirlo io se avessi voluto, ma ho visto che ti stavi annoiando e così…” Sventolò la mano in un gesto eloquente.

“Ma che gentile.” Commentò Buffy, roteando gli occhi. Uomini: vivi o non-morti, tutti uguali.

“Mi dai una mano, Cacciatrice?” Le domandò, sporgendosi verso di lei. “Credo che da qualche parte ho ripreso a sanguinare”.

Buffy sospirò, poi gli tese la mano. Invece di fare leva per alzarsi, però, lui la attirò a sé e lei si ritrovò stretta contro quel corpo solido e scolpito, il viso di Spike a pochi centimetri dal suo, l’odore di lui, cuoio e tabacco, che l’avvolgeva completamente. Rimase senza fiato. Una vocina dentro di lei le urlava di alzarsi subito, di staccarsi, finché era in tempo; ma i suoi occhi erano incatenati a quelli di lui, non riusciva a smettere di perdersi nell’azzurro e di nuovo sentì qualcosa attraversarle il corpo, legarla a Spike. Si ricordò improvvisamente della sensazione che aveva provato baciandolo, di quanto fosse stato tenero lui nel corrispondere e si chiese che cosa avrebbe sentito se avesse approfondito il bacio. Rabbrividì, mentre uno strano senso di calore e desiderio le attraversava il corpo.

Spike avvertì il brivido, che si unì alla sensazione del corpo caldo e morbido della Cacciatrice fra le sue braccia, della sua forma ben fatta e sottile che lo sovrastava, del calore del suo respiro contro le proprie labbra e perse definitivamente il controllo. Sentirla così vulnerabile, vedere i suoi occhi verdi pieni di desiderio, avvertire le punte dei suoi seni attraverso le stoffe che premevano contro il suo torace duro era troppo per lui. La voleva. La voleva disperatamente. Catturò le sue labbra con le proprie, lambendole ed accarezzandole prima di entrare, di prendere possesso della sua bocca. Sapeva di dolce, di miele di paradiso; Spike pensò che avrebbe potuto baciarla per sempre, e poi non pensò più nulla, perdendosi nella sensazione meravigliosa della bocca di lei.

Buffy non era mai stata baciata in quel modo: le labbra di lui erano fresche, piacevoli, e allo stesso tempo ardevano di passione per lei, la accarezzavano e la baciavano con deliziosa abilità, e lei pensava di poter perdere la testa solo per questo, solo per il modo sensuale in cui Spike possedeva la sua bocca. Molto diversi erano stati i baci di Riley, dolci a loro modo, e perfino quelli di Angel, seppur bellissimi.

Loro l’avevano baciata con la tenerezza di due giovani innamorati, il primo perché effettivamente lo era, il secondo perché non aveva voluto turbarla nella sua innocenza.

Spike la baciava con la passione di un amante maturo e adulto.

Lui si staccò a malincuore quando si accorse del bisogno di ossigeno di lei. Buffy ansimò, permettendogli di nuovo di vedere il bellissimo colore delle sue iridi, che le palpebre avevano nascosto mentre la baciava. Era bellissima: le guance imporporate, le labbra arrossate per il passionale assalto, gli occhi luccicanti. Il suo cuore si gonfiò e Spike sentì che non poteva più trattenere tutto l’amore che provava per lei, per questa meravigliosa creatura che stringeva tra le braccia.

“Ti amo.” Sussurrò, dolcemente, scostandole con le dita una ciocca di capelli biondi finitale sul viso, poi trattenne il fiato di cui non aveva bisogno, aspettando la sua reazione, sulle spine. Cosa avrebbe fatto? L’avrebbe picchiato per quello che aveva osato fare e sarebbe fuggita via? L’avrebbe direttamente polverizzato? O forse…no, non voleva pensarci, sarebbe stato troppo bello per essere vero. Eppure, malgrado se stesso, nella sua mente si formò in quei pochi secondi l’immagine di lei che sorrideva, splendida, che accettava il suo amore e che gli dimostrava di ricambiarlo con un bacio.

Non accadde niente di tutto questo. Prima che Buffy potesse reagire in qualunque modo, un gruppo di quattro vampiri li accerchiò. Si alzarono di scatto, prima che quelli potessero approfittare della loro posa vulnerabile, e si misero in posizione di difesa. La rabbia che provava Spike in quel momento verso quei derelitti era indescrivibile, la Cacciatrice invece parve leggermente risollevata.

Lui si scagliò contro i due di destra, lasciando gli altri a lei. Buffy mise su un’espressione strafottente, impugnando il paletto.

“Siete stati carini a venire voi da me, invece di farvi stanare. Cos’è, siete tutti aspiranti suicidi?”

Il vampiro più grosso sorrise perfido, rendendo più evidente la cicatrice sulla guancia, per nulla impaurito.

“In realtà abbiamo sentito che te la fai con i vampiri, Cacciatrice, e ci siamo chiesti se vuoi fare un giro anche con noi.”

“Coosa?” Replicò Buffy, stupita.

I vampiri ridacchiarono, poi quello continuò: “Ma sì! Sapevamo che ti sbattevi Angelus, un paio d’anni fa, e ora vediamo che ti fai anche Spike, a casa tua. Più che Cacciatrice di Vampiri, fra noi sei conosciuta come… Scopatrice di Vampiri!”

Altre risate sguaiate e perfide. Una foschia rossastra invase la visuale di Buffy, devastata dalla collera. Si lanciò con furia contro il vampiro che aveva parlato, schivando senza difficoltà il pugno che quello usò per cercare di difendersi, gli mollò una ginocchiata potente nel bassoventre, poi un pugno sulle gengive, facendolo sanguinare. Mentre quello si afflosciava dolorante, affrontò l’altro, che aveva smesso di ridere e la attaccava con un calcio. Lasciando cadere il paletto, bloccò la gamba con entrambe le braccia, poi gliela storse, sentendo le ossa schioccare come rami spezzati. L’urlo del vampiro fu musica per le sue orecchie. Ridete adesso, bastardi, pensò ferocemente, scagliando quello che ancora teneva per la gamba rotta addosso ad una lapide di solido marmo, facendogli sbattere la testa. L’altro la colpì con entrambe le mani strette a pugno sulla schiena, con un grido di trionfo. Buffy gemette, ma si piegò quasi con grazia per recuperare il paletto, schivando nel frattempo il secondo colpo che il vampiro voleva sferrarle, gli diede un cazzotto violento nei gioielli di famiglia, poi mentre quello urlava di dolore strizzando gli occhi, gli ficcò la punta acuminata di legno nel cuore.

Si diresse verso l’altro, ancora carponi vicino alla lapide di marmo, la testa grondante di sangue e la gamba piegata in un angolo innaturale. La lotta aveva fatto fluire un po’ della sua rabbia, e questo le permise di afferrare il vampiro per la collottola della camicia impolverata e di chiedergli, con gelida calma:

“Chi dice questo di me?”

Il vampiro dovette scorgere tutta la sua furia nei suoi occhi perché un tremito violento lo attraversò. Gli occhi gialli guizzarono nel punto dove era stato il suo compagno ora in cenere, quasi sperando di aver avuto lui la sua sorte, poi, in un balbettio confuso:

“L-Lui…ce l’ha d-dett-to lui…”

“Lui CHI?” Sbraitò Buffy, scrollandolo brutalmente. Il vampiro deglutì a fatica, poi le disse qualcosa che non avrebbe mai voluto udire:

“Spike”.

 

To be continued….

 

Note dell’Autrice: ecco, dopo aver terminato questo capitolo, tutte le mie speranze di scrivere una storia breve sono evaporate come neve al sole. Quello che è successo alla fine non era assolutamente in programma quando ho cominciato la ff, è un’idea che mi è venuta senza alcun preavviso…e che creerà non poche complicazioni a Buffy e Spike, ve lo garantisco. Ne approfitto per scusarmi del linguaggio un po’ volgare che ho usato ad un certo punto: io detesto la volgarità gratuita, ma dato che si trattava di far parlare dei vampiri, non ne ho potuto fare a meno.

Detto ciò, passo a ringraziare tutti i lettori e soprattutto chi ha commentato: lo sapete che vi adoro, vero? Beh, se ancora non lo sapete, ve lo dico adesso: vi ADORO!^//^

*ArdeSpuffy*: ciao carissima! Grazie di cuore dei complimenti, mi hanno fatto veramente piacere, in particolare quelli sullo stile di scrittura e sull’introspezione di Buffy. Come avrai letto, anche in questo capitolo c’è molto Spuffy, e pure un po’ di Spawn (non nel senso “amoroso” del termine, sia ben chiaro!!). Spero che continuerai a leggere questa ff con piacere. Un bacio grande, a risentirci!

Sery Black: ciao! Ti ringrazio tanto del commento, sei stata davvero carina. Sono felice che trovi Buffy in personaggio, e che ti sia piaciuta la scena in cui Spike le chiede di uscire.^^ Mi auguro che l’aggiornamento sia all’altezza delle tue aspettative. Un bacione, e grazie ancora!

Topy: ciao! Wow, la tua recensione mi ha fatto arrossire! #^^# Thanks, sei stata dolcissima. Sono contenta di essere riuscita a farti ridere con la storia del sangue e dei toast, e spero di non averti fatto aspettare troppo l’aggiornamento. Ora che è arrivato, che ne pensi? Fammi sapere! Un bacio.

Shavanna: ciao! È bello avere sempre tue recensioni: grazie della costanza con cui leggi e commenti la mia storia, non sai quanto mi aiuti. Passando a quello che hai detto: sì, Buffy si è comportata maluccio nello scorso cap…ma lei è fatta così: se non fa la bastarda con Spike per almeno due minuti al giorno, si sente male-__-". Cosa mi dici di questo aggiornamento? Non vedo l’ora di conoscere la tua opinione! Baci.

Mistress Lay: ciao! Capitolo più bello dei precedenti?!? Davvero?? Wow, ti ringrazio!^^ Sono contenta che la scena del ballo ti abbia intenerito. Spero tanto che anche le scene Spuffy di questo capitolo ti siano piaciute…me lo farai sapere, vero? Comunque, sono lieta di annunciarti che, dati gli sviluppi, la ff sarà senza alcun dubbio più lunga di quanto avevo progettato. Meno di “Try to Go On”, però (almeno credo; comincio a pensare di non essere più io a decidere^^”). Un bacio, a risentirci!

Chloe88: ciao! Non devi scusarti! Nelle recensioni sei sempre così gentile che ci mancherebbe che ti rompessi le scatole per il ritardo. Inoltre, io sono una ritardataria cronica (vd aggiornamenti mie fanfic-__-"), dunque… Allora, passando al tuo commento: grazie mille delle lodi. Anch’io non capisco cos’abbia Buffy da lamentarsi a trovare Spike in camera sua…bah, è matta, l’ho sempre detto. Sono contenta di averti intenerito nella parte in cui lei ripensa a sua madre. Quanto al litigio, hanno fatto pace, hai visto? O meglio, quel “santo” di Spike ha come al solito lasciato correre. Ancora grazie per la recensione, baci.

Questo è tutto per oggi.

 

Next chapter:  Buffy e Spike avranno i loro guai…e rientrerà in scena una loro vecchia conoscenza.

 

Cercherò di aggiornare il prima possibile, ma tenete conto che ho un sacco di compiti delle vacanze arretrati da fare e poi c’è (*sigh*) l’inizio della scuola. Comunque, farò del mio meglio. Nel frattempo, per favore recensite!

Melany

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Capitolo 5
*** His Love ***


Nuova pagina 1

5. His Love

   

“Cosa hai detto?” Chiese Buffy, attonita, senza fiato, gli occhi sgranati. Il vampiro si lasciò andare ad un gemito disperato.

“Sp-Spike.”

“Stai mentendo!” Lo accusò lei, con un ringhio, sebbene sapesse benissimo che era troppo spaventato anche solo per pensare di mentirle. 

“N-No, è la verità. Da Willy. Ti ha chiamata…” Esitò, indeciso se rivelarle o no il nomignolo, ma uno sguardo assassino di lei lo convinse. “Slutty The Vampire Slayer.  Poi ha riso e ha detto che, se ci avesse provato, sarebbe riuscito a venire a letto con te anche lui. E che non gli sarebbe dispiaciuto provare a farsi una Cacciatrice.” In seguito, in un fluire piagnucoloso: “Ti prego Cacciatrice, lasciami andare!”

“Questo quando?” Volle sapere lei, ignorando la sua supplica. “Quando lo ha detto?”

“Non so…qualche mese fa…”

“Tesoro, quanto ti ci vuole ad uccidere quel pivello?” Sentì la voce di Spike apostrofarla alle sue spalle. Buffy eliminò il vampiro con uno scatto del polso, poi si voltò a guardare il suo compagno di ronda mentre ancora le ceneri si depositavano a terra; sorrideva, evidentemente ignaro della conversazione che lei aveva appena avuto, troppo impegnato nella sua lotta per accorgersene.

Il tarlo del dubbio si era insinuato nel cuore di Buffy alle parole del vampiro, e si ritrovò senza accorgersene a rivalutare tutta la situazione, trovandone i punti deboli. Ad esempio: come aveva fatto Spike a trasformarsi così, all’improvviso, da suo Nemico Mortale a Innamorato Devoto? Poteva credere del tutto a questo cambio repentino di sentimenti? In più, quali erano state le motivazioni? Insomma, lei non aveva mai cambiato atteggiamento nei suoi confronti…perché il suo carattere prima lo aveva infastidito a morte e ora gli piaceva così tanto? 

Spike era un vampiro. Un essere immorale, senz’anima, perverso, crudele. Il suo passatempo preferito era stato uccidere quelle come lei. Dio, gli piaceva torturare le sue vittime con chiodi di ferrovia! Spike era un mostro, che aveva sterminato interi paesi e non se ne sentiva per niente in colpa, un mostro che avrebbe ancora ucciso, se ne avesse avuto l’occasione. La sua crudeltà era seconda solo a quella di Angelus. Poteva davvero credere che lui fosse capace di amare? O forse era più facile pensare che fosse tutta una commedia per portarla a letto?

Si è fatto torturare a morte da Glory…possibile che l’abbia fatto solo per una commedia?

Improbabile, doveva ammetterlo. Spike poteva essere cattivo, ma la sua volontà di farle del male non era mai andata oltre il suo istinto di conservazione. Però, forse…

Forse lui è davvero convinto di essersi innamorato di me…ma quando avrà soddisfatto il suo desiderio fisico capirà di essersi sbagliato e tornerà ad odiarmi.

E mi farà male.

“Che ti prende, Cacciatrice?” Chiese lui, inclinando la testa verso la spalla e studiandola, gli occhi azzurri puntati su di lei. 

Non si può amare senza un’anima. Qualsiasi cosa crede di provare…non può essere reale.

Sì, e presto se ne sarebbe accorto anche lui; e se lei nel frattempo gli avesse permesso di entrare nella sua vita, come in quegli ultimi giorni era accaduto, ne avrebbe sofferto. Buffy poteva sopportare tutto questo...insomma, era riuscita a sopravvivere all’esperienza di Angelus, e di Angel era innamorata! A confronto, con Spike, per il quale provava solo una strana e -ne era certa- passeggera infatuazione, sarebbe stato facilissimo.

Ma Dawn? Aveva visto com’erano affiatati, lei e il vampiro biondo. Se lui fosse tornato a odiarla, avrebbe allontanato anche sua sorella, e questo le avrebbe spezzato il cuore. Non poteva permetterlo, non ora che Dawn aveva finalmente ricominciato a sorridere.

“Ehi, Buffy?” la chiamò lui, la voce ora velata di una lieve preoccupazione.

Buffy lo fissò in silenzio per qualche altro secondo, poi si voltò e disse, con voce gelida:

“Sei tornato in forma, Spike. Sai difenderti, non vedo alcuna ragione per cui tu debba tornare a casa mia”.

Avvertì il suo silenzio pesante di sconcerto e delusione. Poi lui mormorò, risentito:

“È per quello che è successo prima?”

“No.” Negò lei. “La nostra piccola…avventura non ha significato niente.” Replicò glaciale, poi girò la testa per vedere se il colpo che gli aveva inferto era andato a segno. Evidentemente sì, perché gli occhi azzurri del vampiro facevano trapelare, come al solito, tutto il dolore che provava. Sorrise, maligna. Un istante dopo, la sofferenza nello sguardo di lui fu sostituita da rabbia pura e semplice:

“Come sarebbe a dire, Cacciatrice?? Hai risposto al bacio, mi pare!”

“Un errore madornale.” Ammise lei, indifferente. “Mi sono lasciata trasportare dal momento. Tranquillo, non accadrà più.”

Spike la aggirò, per poterla guardare negli occhi:

“Non ti credo! Un momento prima mi baci e poi mi dici queste cose! A che gioco stai giocando?”

“Anche tu non sei un mago della coerenza, Spike.” Ribatté lei, furiosa. “Un giorno vuoi uccidermi, il giorno dopo mi fai gli occhi dolci! Ma chi credi di prendere in giro?”

“Non ho chiesto io di innamorarmi di te!” Replicò lui, ferito.

“Tu non mi ami.” Quasi sputò l’ultima parola. “Tu mi vuoi. È diverso.”

“Ti sbagli!” Protestò lui convinto, afferrandola per le spalle e guardandola negli occhi. Buffy si divincolò dalla sua presa con uno strattone. 

“Beh, comunque non ha importanza. Amami, odiami, fa’ come ti pare. Tanto non avrai niente da me. Niente.”

Qualcosa l’ho già avuto.” Replicò lui salace, leccandosi le labbra in modo allusivo. Buffy gli rispose con un pugno sul naso, tanto violento da farlo sanguinare e cadere a terra.

“Mi fai schifo. Se mi tornerai ancora tra i piedi, Spike, giuro che ti ucciderò!”

“Conosco questa cantilena.” Fece lui, per nulla turbato dalla minaccia, tamponandosi il naso con la manica. Incredibilmente, sorrideva sprezzante.

“Stavolta è vero.” Ringhiò lei, ma sentiva quanto fosse debole la sua minaccia. Ancora più arrabbiata per non essere riuscita ad intimidirlo, non poté più sostenere la vista di lui.

“Tornatene nella tua cripta.” Ordinò, voltandogli le spalle e cominciando a marciare a passo svelto verso casa. “Non voglio vederti mai più.” Gli gridò senza fermarsi.

Spike mantenne il suo sorriso arrogante finché lei non scomparve dalla sua visuale, poi si spense sul suo viso come una lampadina fulminata. Ora che lei se n’era andata, non c’era più bisogno di fingere che le sue parole non l’avessero ferito a morte, di fingere che non gli avesse spezzato il cuore. Il benessere che aveva provato nel momento in cui l’aveva baciata rendeva tutto questo ancora più insopportabilmente orribile. Doveva saperlo che per tipi come lui la felicità non era che una parentesi fra un dolore e l’altro per rendere questi ancora peggiori.

Ecco di nuovo il poeta che emerge, William

Lo apostrofò una voce canzonatoria nella sua testa, perfidamente uguale a quella di Angelus. Spike sbuffò, alzandosi in piedi e spolverandosi la giacca di pelle.

Gli anni passano, ma continui ad innamorarti di donne a cui non importa niente di te: prima Drusilla, ora Buffy. Ti piacerà mai qualcuna che non sia già stata MIA?

“Chiudi il becco, Finocchio.” Borbottò, accendendosi una sigaretta con il suo accendino preferito. Ci mancava solo la voce di Peaches, adesso. Doveva stare tranquillo: Buffy aveva avuto solo una delle sue solite crisi di nervi; magari era anche quel periodo del mese, chissà. Adesso era arrabbiata, ma tempo un paio di giorni e sarebbe tornato tutto come prima, fra loro.

Succedeva sempre così, alla fine. Doveva solo aspettare qualche giorno.

Raccontatela, amico.  

Gettò la sigaretta per terra con uno scatto furibondo del braccio. Sì, sarebbe successo in quel modo: lei gli avrebbe tenuto il broncio per un po’, poi le sarebbe passata, e avrebbero potuto parlare del bacio. Si vedeva che era sconvolta da ciò che era accaduto fra loro e le serviva un po’ di tempo per riordinare le idee. Doveva solo essere paziente, e le cose con Buffy si sarebbero sistemate.

Angelus non ebbe niente da dire al riguardo, ma poteva vederlo scuotere la terra con un sorrisetto di scherno. Maledetto bastardo.

Si diresse verso la sua cripta con passi concitati. Le vecchie ferite avevano ripreso a far male per la lotta con quegli idioti. Senza contare che gli sembrava di averli già visti da qualche parte…

Non riuscì a ricordarsi né dove né quando e se ne disinteressò. In fondo, a che gli serviva sapere che rapporti aveva avuto con dei mucchietti di polvere?

Con un sospiro di sollievo scorse l’entrata della sua cripta. Aveva proprio bisogno di bere un po’, in una sera come quella. Diciamo, approssimativamente…qualche litro di bourbon. Casa Summers, per quanto piena di attraenti componenti, quali una bionda mozzafiato e una ragazzina acuta e divertente, era totalmente sprovvista di alcool, e lui cominciava a sentirne la mancanza. Avrebbe dovuto aspettarselo: Buffy non aveva ancora l’età per bere. “La mia bambina”, mormorò con affetto e un  mezzo sorriso, che si spezzò subito al ricordo delle parole che gli aveva urlato e del suo sguardo carico di indifferenza e rabbia. Aprì la pesante porta della cripta ed entrò. Subito si accorse che c’era qualcosa che non andava.

L’odore.

C’era un odore forte e penetrante, di un profumo da donna costoso. Un odore che conosceva bene e che associava al dolore, al sangue. O più precisamente, al proprio dolore e al proprio sangue.  Sì, perché ogni volta che lei gli si era avvicinata tanto da inondare le sue narici di quel profumo, la sofferenza era esplosa nel suo corpo.

“Oh, che piacere vederti, mio Bel Vampiro.” Esclamò una voce conosciuta, e Glory uscì dalle ombre, sui suoi tacchi a spillo e infilata in un vestitino attillato bordeaux da passeggiatrice. Spike rispose al suo sorriso, prendendo improvvisamente coscienza del fatto che era nella merda fino al collo. Lottò, con tutte le sue forze, ferocemente, ma come aveva previsto, fu inutile.

Il suo ultimo pensiero, prima di perdere i sensi sotto un colpo ben assestato della dea infernale, fu:

Buffy.  

 

To be continued….

 

Note dell’Autrice: lo so, lo so, sono pessima. -_-" Non aggiorno questa ff da…secoli? Millenni? Ere?? Scusate l’infinita attesa! Spero di poter prendere un ritmo di aggiornamento più veloce in futuro.

Allora, fatte le mie scuse e sperando nella vostra clemenza, passo a ringraziare tutte le mie adorabili commentatrici:^//^

Chloe88: ciao! Beh, più o meno Spike e Buffy ne hanno parlato…anche se la cosa non ha aiutato, come avrai potuto notare.^^" La vecchia conoscenza è tornata in tutto il suo splendore, purtroppo; e dire che quando mi era venuta l’idea iniziale per la ff non l’avevo proprio calcolata!

Spike potrebbe venire anche a casa mia a vedere Gilmore Girls, o anche Dawson’s Creek, o anche Passioni. Insomma, gli regalerei il telecomando, purché si aggiri per casa con quel fisico, quegli occhi, quel… okay, sto divagando. Meglio finirla qui ed evitare sconvolgimenti ormonali.

Tornando alla tua recensione: grazie mille per le lodi, sei dolcissima.#^^# Fammi sapere la tua opinione anche su questo aggiornamento, okay? Un bacio.

Mistress_Lay: ciao! Sono felicissima che le scene Spuffy dello scorso capitolo ti siano piaciute! Purtroppo in questo non c’è molta…spuffosità. Hai ragione, questi due tendono a crearsi mille problemi! Ma pian piano le cose si risolveranno…forse (*risata diabolica*). Sì, la ff sarà più lunga: all’incirca una decina di capitoli, credo. Lieta di sapere che la cosa ti entusiasmi, sei carinissima.^//^ Grazie di cuore anche dei complimenti, e della pazienza per i miei ritardi negli aggiornamenti. Perché non sei arrabbiata per il ritardo, vero? VERO? Un bacione, a risentirci.

Ardespuffy: ciao! Wow, che recensione lunga! Grazie, grazie, grazie. Anch’io pagherei qualsiasi prezzo per avere Spike...purtroppo non credo sia un articolo che si trova facilmente in giro. *Sigh*. Sono contenta che ritieni il mio modo di descrivere il rapporto fra Dawn e Spike molto efficace; anche io li adoro insieme. Quanto al bacio, sì, hai colto in pieno ciò che volevo trasmettere!! La differenza fra le storielle adolescenziali e smielate con il Bambolotto e lo Schizofrenico e la storia più passionale, più “adulta” con Spike. D’altronde, chi può biasimare Buffy? Guardare quel tipo risveglia tutti gli istinti primordiali di una donna!

Ehm, ehm, tornando alle tue osservazioni: non credi che sia stato Spike a dire quelle cose? Beh, non ti dirò se hai visto giusto o sbagliato, altrimenti mi faccio spoiler da sola. Continua a leggere e lo saprai, ok (lo so, sono malefica)? Hai visto chi era la vecchia conoscenza? Tranquilla, niente Brooding Boy… quello lì è a Los Angeles e per quanto mi riguarda può restarci per l’eternità, finché paletto non lo separi.

Anche tu liceo classico/linguistico? Allora siamo compagne di sventura! Io ancora mi chiedo come mi sia venuto in mente di gettarmi in un’impresa simile…ventimila ora, trentamila materie, e il tempo libero che diventa un’utopia, almeno dal terzo anno in poi. Aiuto! Beh, almeno riuscirai a metterti nei miei panni e a capire perché non ho aggiornato tanto presto; spero che questo mi tenga al sicuro alla crudele Doc. Arde!!! Baci, spero di risentirti (e di rivedere presto una tua nuova storia in lista!)!

P.s. Se Buffy avesse detto che il suo colore preferito era il verde, Spike le avrebbe portato solo gli steli delle rose. Lui sì che pensa a tutto!

AyalaSecura: ciao! Grazie infinite dei complimenti, sei carinissima! Spero che anche questo capitolo sia all’altezza delle tue aspettative. Un bacio.

Sery Black: ciao! Sì, avevi visto giusto: Buffy si è effettivamente incavolata di brutto. Mi chiedi se Spike dice davvero quelle cattiverie su di lei o se è una calunnia: beh, continua a seguire la storia e lo saprai (“No, Sery, metti giù quell’ascia! AIUTO!”). Grazie mille della recensione, e delle lodi. Sono d’accordo con te: Spike è dolcissimo!#^^#. Mi auguro di leggere il tuo parere anche su questo aggiornamento, un bacione!

Shavanna: ciao! Grazie dei complimenti. Le tue previsioni si sono avverate, e i guai non fanno che moltiplicarsi. Poveri Buffy e Spike… non so nemmeno io come farò a toglierli da questa situazione spinosa! Mi scuso anche con te della lunga attesa, spero di poter aggiornare prima in prossimo capitolo. Un bacio.

Topy: ciao! Wow, sono lusingata! Addirittura sei rimasta di sasso? Beh, mi auguro che le tue aspettative non siano state deluse con questo aggiornamento. Mi dirai cosa ne pensi, vero? Un bacio grande, e grazie ancora di tutte le lodi che mi fai, sei dolcissima.

Buffy91: ciao! Grazie di cuore dei complimenti, sono felice di essere riuscita a catturare il tuo interesse con la mia ff.^^ Spero che continuerai a seguirla e ad apprezzarla. Un bacio.

Ecco fatto. Un’ultima piccola nota: “Slutty the Vampire Slayer” è un nomignolo che Spike usa per riferirsi a Buffy, nella versione in lingua originale, nell’episodio della prima stagione di Angel “L’anello di Amarra”.

 

Next Chapter: Spike passerà dei brutti momenti… e Buffy si troverà di fronte a più di una scelta.

 

Mi impegnerò per aggiornare il prima possibile il prossimo capitolo; nel frattempo, se volete farmi un favore grande, vi prego di recensire!     

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Capitolo 6
*** Their Very Long Night ***


Nuova pagina 1

6. Their Very Long Night

Buffy fu percorsa da un brivido gelido, e il suo cuore cominciò a battere forte. Si era appena messa a letto e la stanchezza stava quasi per farla sprofondare nel sonno, quando il brivido le aveva fatto aprire gli occhi di scatto. Si toccò le braccia e si accorse di avere la pelle d’oca.

Ma perché?

Inquieta, si alzò dal letto e si diresse velocemente verso la camera di Dawn, aprendo un piccolo spiraglio della porta per sbirciare dentro: tutto okay. Sua sorella dormiva beata nel suo letto, fra i suoi pupazzi di peluche, protetta e al sicuro. Richiuse lentamente la porta. Fece spallucce, dandosi della stupida. Aveva avuto un brivido, succede. Non era il caso di costruirci intorno un presagio di Apocalisse! Andava tutto bene.

Eppure, l’inquietudine la accompagnò fino alla sua camera, e non la lasciò nemmeno quando si distese sul letto. Dopo essersi rigirata fra le lenzuola, sbuffò contrariata, raggiunse il telefono e digitò il numero dell’alloggio di Willow e Tara. La sua migliore amica le rispose al terzo squillo, con voce roca, assonnata ma perfettamente tranquilla. Anche da loro andava tutto bene. La salutò con qualche scusa per averla chiamata a quell’ora, poi toccò a Xander. Stavolta fu Anya a rispondere.

“Scusa se ti ho svegliata.” Le disse, quando si accertò che anche da loro era tutto okay.

“Oh, non mi hai svegliata” rispose Anya tranquilla. “Io e Xander stavamo giocando all’infermiera birichina e al paziente sboccato.”

“Oh.” Commentò Buffy, per poi congedarsi in fretta e furia. Meno ne sapeva della loro vita sessuale e meglio si sentiva. Anche da Giles non c’erano problemi.

“Perché, Buffy, è successo qualcosa?” Domandò subito l’Osservatore, preoccupato.

“No, no…è solo che…” Si chiese se potesse rivelare al signor Giles ciò che aveva provato. Poi si ricordò del cappello che lui aveva indossato all’inaugurazione del Magic Shop e capì che con lui non aveva motivo di vergognarsi di nulla:

“…ho avuto un brutto presentimento. Tutto qui.”

“Un sogno premonitore?” S’informò lui.

“No. Solo un brivido”. Okay, questo suonava stupido anche alle sue orecchie.

“Ah.” Silenzio dall’altro capo del filo. “Buffy, non è che hai preso freddo stanotte, durante la ronda? Ho sentito che circola l’influenza…e nel vestirti tu sei sempre così…parsimoniosa.

Buffy si chiese se il signor Giles fosse cosciente del fatto che l’aveva appena accusata di vestirsi come una sgualdrina. Lo perdonò solo perché l’aveva intenerita la preoccupazione che aveva sentito nella sua voce al pensiero che si fosse ammalata.

E perché Giles si vestiva…beh, la parola giusta era: brrrr.

“Forse ha ragione, signor Giles. Sarà stato un po’ di freddo. Ora sarà meglio che vada a dormire. Buonanotte.”

Riappese e tornò per l’ennesima volta in camera sua. La brutta sensazione restava, così come la pelle d’oca. Ma cosa le prendeva? Tutti i suoi cari stavano bene, non c’era motivo di stare in ansia. Sbuffò, mettendosi a letto.

Sarebbe stata una lunga notte, lo sapeva.

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“Sai cosa ho detto alla Cacciatrice, qualche tempo fa?”

Domandò Glory, ancheggiando davanti a lui. Quando aveva ripreso i sensi Spike si era ritrovato incatenato nel sotterraneo della sua cripta, nell’esatta posizione in cui vi era stata Buffy qualche tempo prima. Nonostante la brutta situazione, non poté che trovarlo ironico, e quasi gli scappò da ridere.

Quasi, perché proprio in quel momento uno dei leccapiedi scabbiosi della dea lo colpì forte allo stomaco esposto, facendolo gemere.

“Rispondi a sua Eccelsa, vampiro!”

“No”, sputò lui, insieme ad un getto di sangue. Magnifico.

Sua Eccelsa in persona gli sorrise dolcemente.

“Bravo il mio vampiro. Ho detto a quella smorfiosa che se non mi avesse portato subito la mia Chiave, avrei sterminato tutti i suoi cari.” Si avvicinò a lui e passò un dito dall’unghia brillante di rosso sul suo volto, tracciando con la tenerezza di un’amante la linea dei suoi zigomi. “Ora, non credo che la Cacciatrice mi abbia presa sul serio, dato che non si è ancora arresa. Dunque, ho deciso di fare qualcosa, per dimostrarle che non stavo scherzando, quando le ho parlato.” La sua voce si era indurita nell’ultima parte, così come il suo tocco, che gli aveva lasciato un solco sulla guancia, scavato con le unghie. Con un angolo della mente Spike rifletté che, quando lo faceva Drusilla, era molto più sexy.

“E mi sono detta…” Riprese lei, con voce di nuovo leggera “…perché non cominciare da colui che le sta più a cuore?”

“Quindi sei venuta da me per chiedermi l’indirizzo di Angel?” Domandò lui, con amara ironia. La Dea Delle Permanenti fatte in Casa non afferrò, lo guardò sbattendo le ciglia coperte dal mascara per qualche secondo, poi sembrò accantonare il suo commento. Certo che non ci voleva un gran cervello per diventare déi, dalle parti da dove veniva questa qui, pensò Spike.

“Il problema è che voi vampiri morite così in fretta! Una vi pianta un paletto nel cuore e in un secondo non vi si vede più. Non posso nemmeno farle trovare il tuo cadavere sotto casa!”

Scosse la testa in un segno di affettata frustrazione, poi sorrise:

“Ma la sai una cosa, Prezioso? Ho scoperto un modo perché anche per un vampiro la morte sia lenta e dolorosa…un modo che mi permetterà di non dover più pensare a te. Perché, che la Cacciatrice riesca a salvarti o meno, io avrò comunque vinto”.

Spike aggrottò la fronte, non capendo. Glory parve estasiata dalla sua incomprensione, che decisamente si era aspettata. Fece cenno a uno dei tre servi che si era portata appresso e quello si avvicinò in fretta, inchinandosi e porgendole uno scrigno. La Dea dei suoi Stivali lo aprì, estraendo un pugnale con un liquido blu sulla punta, poi si rivolse a lui e con un gesto preciso infilò la lama nel suo fianco. Spike gridò e strizzò gli occhi, dolorante, mentre il sangue cominciava a sgorgare dalla ferita. Era stato pugnalato molte volte nella sua non-vita, ma stavolta faceva più male del solito. Un dolore accecante.

“Sei spacciato, mio bel vampiro.” Sorrise Glory.

“Peccato! Volevo esserci quando la Cacciatrice rispedirà il tuo grasso culo all’Inferno.” Rispose lui con un sorriso sprezzante. Per tutta risposta lei torse la lama nel suo fianco, facendolo urlare, poi si diresse verso l’accesso superiore della cripta.

“Andiamo via, ragazzi. Questo posto è veramente di cattivo gusto, sono stanca di stare qui”.

Su questa battuta uscì di scena. Spike sospirò pesantemente, mentre il dolore cominciava a dipanarsi dalla ferita in tutto il corpo, il pugnale ancora conficcato nel suo fianco.

La Strega Maledetta aveva ragione: era spacciato. Buffy non sarebbe venuta a cercarlo, non dopo la litigata che avevano avuto, e se il veleno che brillava sul pugnale era lento ad agire come Glory voleva, avrebbe avuto davanti a sé molte ore di dolore e solitudine, prima della sua morte.

Sospirò, lasciandosi andare, sorretto dalle catene.

Sarebbe stata una lunga notte, lo sapeva.

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Buffy si svegliò di soprassalto, mettendosi a sedere di scatto. Aveva il corpo imperlato di sudore, il respiro affannoso, il cuore pareva stesse per sfondarle la gabbia toracica. Si ravviò i capelli biondi finiti sugli occhi e sulla fronte madida, cercando di calmarsi. Era stato solo un incubo, uno stupido, insignificante incubo. Si lasciò andare contro il cuscino, cercando di far regolare il respiro e i battiti. Dalla radiosveglia sul comodino comprese che, dopo aver cercato di addormentarsi per un sacco di tempo, era riuscita a dormire solo un paio d’ore. Magnifico, esultò, e cercando di non pensare alle spaventose occhiaie che avrebbe avuto l’indomani, si concentrò sull’incubo.

Era stata una rimembranza, più che un vero e proprio sogno, di qualcosa successo due anni prima. Una cosa che l’aveva terrorizzata a morte, quando era accaduta. Nel sonno aveva rivisto tutto: il momento in cui la freccia aveva colpito Angel, il modo in cui lui, sudato e delirante, si agitava nel suo letto. Era stato come se stesse guardando un film sulla sua vita, solo che il finale era tremendamente, paurosamente, orribilmente sbagliato: nell’incubo, lei non arrivava in tempo ad offrire il proprio sangue ad Angel, per guarirlo dal veleno micidiale, l’Assassinio dei Non-Morti, e lui moriva fra atroci sofferenze.

Caso strano, anche l’attore di questo film era sbagliato: nel sogno, lei sapeva che era Angel, che veniva colpito, che soffriva, ma ora che si era svegliata, si accorse che non era il volto del suo ex amore che aveva visto, bensì quello di Spike. Aveva invocato ‘Angel’, quando lui era morto, credendo che fosse lui, ma era stato effettivamente Spike, a morire urlando.

Rabbrividì nel rivedere mentalmente la scena, poi scosse la testa. Non doveva dar peso a queste cose. Non poteva controllare la sua attività onirica, ed era stato un caso che avesse sovrapposto l’immagine di Spike a quella del suo adorato Angel, nel ricordare quell’occasione orribile. Spike era sano e salvo, ne era certa, magari da Willy, a vantarsi con gli altri vampiri di essere riuscito a baciarla. Non doveva stare in pena per quel farabutto, si sa che l’erba cattiva non muore mai, e aveva l’impressione che non le sarebbe stato così facile liberarsi di Spike. L’avrebbe tormentata fino alla sua morte, coriaceo com’era! Un giorno o l’altro avrebbe dovuto rintracciare Drusilla e farle un discorsetto sulla sua brutta abitudine di rendere immortali individui assolutamente seccanti.

Il pensiero la fece sorridere, ma fu un divertimento lieve e passeggero: continuava a sentirsi inquieta e preoccupata, e a riudire nella sua testa la voce di Giles, che le chiedeva se avesse fatto un sogno premonitore.

“Che stupida che sei, Buffy.” Sussurrò nella stanza vuota, con scarsa convinzione. La brutta sensazione ristagnava maligna nel suo corpo, senza darle pace. Sospirò, voltandosi verso il vaso di fiori: una delle tre rose cominciava a rinsecchire, un’altra era un po’ vizza e l’ultima era ancora bella e rigogliosa, di un tenero rosa pastello. Realizzò solo in quel momento che non ci sarebbe stato nessun altro fiore ad accoglierla al risveglio, e suo malgrado il pensiero la rattristò.

Slutty the Vampire Slayer

Il suo viso s’adombrò, le labbra si strinsero. Che andassero al diavolo, lui e i suoi regali da due soldi! Non li voleva. Il suo amore non era reale, non lo era mai stato. Era solo un’ossessione: la voleva perché non poteva averla. Una volta che l’avesse avuta avrebbe capito che non era veramente innamorato di lei, e sarebbe andato a vantarsi della sua conquista con gli altri vampiri, umiliandola. Avrebbe di nuovo desiderato ucciderla, e avrebbe spezzato il cuore di sua sorella.

Sul serio è solo di Dawn che mi preoccupo?

La vocina si fece sentire prima che potesse zittirla. “Certo, solo di lei.” Rispose con sfida, ma l’idea che lui potesse tornare a odiarla la spaventava più di quanto volesse ammettere a se stessa. L’avrebbe ferita, come del resto l’aveva ferita sentire che lui aveva parlato di lei in quei termini. Il vampiro aveva detto che era successo qualche mese fa…ma quanti mesi prima Spike l’aveva detto?!? Era stato dopo che le aveva detto di essere innamorato di lei? O prima? Buffy rimpiangeva di non aver chiesto precisazioni sulla data al vampiro, anche se dubitava che quello avrebbe saputo essere più specifico. Giles le aveva spiegato una volta che, essendo creature dal tempo illimitato, i vampiri avevano difficoltà a scandire con esattezza lo scorrere di tempi brevi, come settimane e mesi. La loro percezione dei giorni che passavano era alquanto vaga. Dunque lei non aveva modo di sapere se fosse stato prima o dopo.

Ma è davvero questo il punto?

Buffy trasalì. Davvero era stata la rivelazione della volgarità di Spike a turbarla? Veramente? Cavoli, ne aveva sentite di peggiori da lui, in passato. Gliene aveva dette lei stessa, di peggiori. Da nemici mortali si erano insultati senza remore per anni…perché quel particolare sproloquio di lui l’aveva così sconvolta?

Perché è un pretesto…ammettilo, Buff

Stavolta era la voce di Willow, la saggia, perspicace, tenera Willow. Spesso la sua coscienza parlava con la voce della sua migliore amica, e Buffy non si era mai veramente chiesta il perché. Sembrava giusto così. Chi meglio di Willow sapeva farle capire quando sbagliava, ma con dolcezza?

“Sciocchezze!” Replicò lei, ma era una debole protesta. La verità era che era stata sollevata dall’arrivo dei vampiri, perché le avevano impedito di dover affrontare Spike dopo il loro bacio. Era stata terrorizzata al pensiero di finire il combattimento e dover rispondere con lui delle sue azioni…e le parole dei due vampiri, per quanto l’avessero indignata, offesa, fatta infuriare, l’avevano anche un pochino fatta stare meglio, quando aveva saputo che le aveva pronunciate lui. Perché finché Spike continuava ad essere il cattivo fra loro, finché interpretava il ruolo di vampiro immorale e disgustoso, invece del ragazzo dolce che si era fatto torturare da Glory, che le regalava rose e che faceva sorridere la sua sorellina, lei avrebbe potuto senza problemi rifiutare il suo amore, non crederci nemmeno, e non avrebbe dovuto affrontare il sentimento che era sbocciato nel suo cuore da quando, pesto e sofferente, lui aveva pronunciato le parole più dolci che un ragazzo le avesse mai detto.

Sospirò. Forse non avrebbe dovuto trattarlo così male, cacciarlo via di casa in quel modo. Inoltre, l’indomani Dawn le avrebbe chiesto che fine aveva fatto Spike, e non le piaceva per niente l’idea di risponderle. Quando sua sorella si arrabbiava davvero, di solito lei diceva addio a qualche ciocca dei suoi capelli.

Beh, domani andrò da lui...in qualche modo risolverò la cosa.

Concluse Buffy, chiudendo gli occhi per riaddormentarsi.

Nel suo cuore, la preoccupazione s’intensificò.

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Spike si sentiva febbricitante, il corpo scosso da brividi e imperlato di sudore freddo. Non si era sentito così male da secoli. Aveva il respiro affannoso, la bocca arida e assetata, si sentiva spossato e debole, la testa gli scoppiava, e intorno alla lama la ferita pulsava e doleva sempre di più. Tossì, e gli sembrò di sputare i polmoni. Gli sovvenne improvviso il viso dolce di sua madre che si accartocciava e tossiva sangue, e il suo cuore si riempì di altro dolore.

Entrava e usciva da uno stato di incoscienza, costellato di immagini spaventose, e ad ogni suo risveglio si sentiva peggio. Non aveva nemmeno più la forza di cercare di liberarsi, come aveva fatto all’inizio. Non che avesse sperato di riuscire: erano catene che avevano trattenuto la sua bella e forte Cacciatrice.

Buffy

Il suo cuore si gonfiò di altra sofferenza. Non l’avrebbe più rivista, non avrebbe più avuto modo di parlarle...e probabilmente lei non avrebbe sentito la sua mancanza. Lo considerava meno di zero, non c’era spazio per lui nel cuore di lei, dove governava indisturbato Angel. Ora però non gli importava che non l’amasse. Avrebbe voluto rivederla un’ultima volta anche solo per sentirsi insultare da lei.

Senza accorgersene cadde di nuovo in stato incosciente. Stavolta nella sua mente si vide allegro e ubriaco, seduto al bancone di un bar. Beveva birra circondato da altri vampiri e diceva cose offensive nei confronti di Buffy. Solo che in quel momento per lui lei non era Buffy, bensì la Cacciatrice, la sua odiata, mortale nemica. Non si era ancora accorto di essersi innamorato di lei, s’illudeva ancora di poterla uccidere…che stupido che era stato!

Aprì gli occhi di scatto. Ecco chi erano quei vampiri che aveva affrontato ad cimitero! Aveva parlato con loro al locale di Willy, insultando la Cacciatrice. Forse avevano detto qualcosa a Buffy…e per questo lei si era arrabbiata. Sì, doveva essere andata così. Ma che importanza aveva, adesso? Non avrebbe più potuto discolparsi, chiederle scusa.

Buffy…vieni qui, ti prego

Come richiamata dai suoi pensieri, lei apparve, bionda e bellissima, un sorriso splendente sul viso grazioso. Lo guardava con dolcezza e comprensione, pronta ad ascoltarlo. Spike le sorrise, e nonostante il dolore, si sentì felice.

E le parlò.

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Buffy si rigirò nel letto, più sveglia che mai. Non riusciva a smettere di pensare a Spike , a sentirsi preoccupata per lui, senza riuscire a darsene motivazione. Continuava a ripensare alle parole della sua Willow interna: un pretesto, sì, lo era stato; come del resto i suoi dubbi. Non credeva veramente che Spike avesse smesso di odiarla, così, di punto in bianco. Non aveva detto Drusilla stessa, quando erano legate insieme nella sua cripta, qualcosa come: “Lo sapevo prima di te. Lo sapevo, che amavi la Cacciatrice”? Non aveva ammesso lui stesso di essere stato mollato da lei a causa “della mia tregua con Buffy”? Sì. Il sentimento che declamava per lei Spike l’aveva coltivato prima ancora che se ne rendesse conto lui stesso. Lei poteva dubitare che fosse reale, perché lui era un vampiro…ma Spike aveva dimostrato di essere un vampiro fuori dal comune fin da quando l’aveva conosciuto. Era attaccato alla vita, pur avendola persa, molto più di tanti umani. La amava. Come aveva amato Drusilla per più di un secolo; come adorava ali di pollo piccanti, birra e cipolla fritta; come venerava serie smielate e ripetitive come Passioni; come voleva bene a Dawn; come aveva amato sua madre, ne era certa. Era vero affetto quello che aveva visto nei suoi occhi quando avevano parlato di lei. E i fiori? Senza biglietto, per rendere omaggio a Joyce senza prendersi nessun merito, senza il doppio fine di fare colpo su di lei.

Tutto ciò era reale, non poteva negarlo. Tutti questi erano sentimenti, che Spike provava, dimostrandoli senza remore, con ardore, in un modo in cui lei non era mai riuscita a fare, se non con Angel. In un modo in cui lei era spaventata a fare. Non era per questo motivo che Riley si era allontanato da lei? Il suo essersi chiusa all’amore?

Sì. Non voleva fare lo stesso errore, non più.

Si alzò e cominciò a vestirsi.

Un quarto d’ora dopo, entrò nella cripta di Spike. Gli occhi ormai abituati all’oscurità sondarono lo spazio intorno a lei, ma non riuscì a scorgere il vampiro da nessuna parte.

“Spike?” Chiamò. Nessuna risposta. Provò ancora un paio di volte, ma lui non si fece sentire. Sbuffò, seccata: magari era davvero andato a ubriacarsi e lei stava perdendo il suo tempo. Razza di idiota. Si girò per uscire dalla cripta e il tacco dei suoi stivaletti slittò su qualcosa, rischiando di farle perdere l’equilibrio. Aggrottò la fronte, si piegò sulle ginocchia e passò con riluttanza un dito sulla superficie su cui era scivolata, per riscoprirlo rosso e appiccicoso. Era sangue, e fresco. Poteva darsi che una vecchia ferita di Spike si fosse riaperta…ma era improbabile che lui fosse rimasto lì a sgocciolare come un ebete, in più, ora Buffy notò l’accesso al sotterraneo, negligentemente lasciato spalancato. C’era qualcosa che non andava, lì dentro. I suoi sensi da Cacciatrice si misero in allerta, mentre con cautela si dirigeva verso la fessura sul pavimento. Quando fu vicina, udì la voce di Spike, soffocata per lo sforzo. Non sembrava si stesse lamentando, però, né che stesse insultando sprezzante qualche nemico. Più che altro, sembrava stesse conversando. Perplessa, scese con un balzo agile, e lo ritrovò appeso alle catene alle quali aveva imprigionato lei, qualche tempo prima. Era madido di sudore, aveva di nuovo lividi e vestiti strappati e, da un fianco, spuntava l’impugnatura di un pugnale. Non la degnò della minima attenzione, tutta concentrata davanti a lui. Fu con non poca sorpresa che Buffy capì che non si era accorto di lei perché stava già parlando con lei.

Almeno secondo lui.

“Mi dispiace davvero, Buffy. Non avrei dovuto dire quelle cose. Ma ti prego, credimi quando ti dico che ti amo. In qualche modo, ti ho sempre amata, sin da quando ti ho visto ballare al Bronze con i tuoi amichetti. Ero solo troppo stupido per accorgermene.” Continuò, rivolto non a lei, bensì al manichino che, per qualche ragione, in passato lui aveva abbigliato a sua immagine e somiglianza, con tanto di parrucca bionda. Se non fosse stato per la gravità della situazione, Buffy sarebbe scoppiata a ridere.

Ma non rise, perché aveva capito tutto, e la realizzazione la colpì come una fucilata: il sudore, i tremiti, il delirio…conosceva solo un veleno capace di fare ciò ad un vampiro. Aveva avuto ragione ad essere inquieta nel suo letto, perché il suo incubo era stato premonitore, in quel modo misterioso e vago in cui lo erano sempre i suoi sogni da Cacciatrice. Spike era stato colpito dall’Assassinio dei Non-Morti. E se a fargli male era stata Glory, come lei era certa, aveva avuto davvero un’idea diabolicamente geniale: l’unico modo per salvarlo era donargli il suo sangue; e nove volte su dieci, questo portava alla morte della Cacciatrice. La dea voleva uccidere Spike per farla soffrire e minacciarla, ma le sarebbe andata bene anche se lei lo avesse trovato e salvato, perché sacrificandosi l’avrebbe liberata dal problema della Cacciatrice.

Solo che Glory era convinta che lei amasse Spike, per aver visto il modo in cui lo trattava la sua gemella robotica. Buffy non era altrettanto certa di come si sarebbero svolte le cose.

Mentre rifletteva, Spike aveva continuato a blaterare.

“Spike, io sono qui!” Lo interruppe, ad alta voce, ma Spike era troppo immerso nel suo sproloquio. Ora il tono sembrava più acceso: “Cosa? Certo che te lo dico! E lo ripeto: sei stata una stupida ad andartene in quel modo senza lasciarmi spiegare!”

Spike riusciva a litigare con lei anche da solo. Se non era indizio questo di quanto fosse disperato il loro rapporto…

“Spike!” Chiamò lei, raggiungendolo. Gli sfilò il pugnale dal fianco con un gesto secco, e il dolore parve farlo tornare in sé. Gemette, poi sbatté le palpebre, guardando lei, stavolta:

“Buffy?” Riconoscimento nelle sue pupille, ma soprattutto sollievo.

Lei lo liberò dalle catene, trovando la chiave gettata a terra. Spike si afflosciò contro di lei, troppo debole per reggersi in piedi, e Buffy lo sostenne, facendolo sdraiare con delicatezza.

“Andrà tutto bene.”

“Per te, sì.” Fece lui. Poi, flebile: “Sto morendo, Buffy.”

“Non è detto.” Ribatté lei, e Spike le sorrise, dolce.

“Sai che non è vero.”

Alzò faticosamente una mano per accarezzarle la guancia. Le sue dita riuscirono a sfiorarla appena prima che il braccio cadesse esausto a terra. Lui chiuse gli occhi, sfinito, e Buffy lo fissò molto, molto a lungo. Alla fine, sospirò:

“A dir la verità Spike…io non so proprio niente”.

To be continued….

Note dell’Autrice: ciao a tutti! Prima di tutto mille scuse per l’enorme ritardo.^^" Avrei voluto aggiornare prima, ma è stato un capitolo difficile da scrivere, e la valanga di compiti che mi danno a scuola non ha aiutato. Comunque, mi appello alla vostra clemenza in nome della “solidarietà fra studenti”, e spero che il capitolo valga l’attesa.

Ora, come da routine, voglio utilizzare questo spazio per ringraziare tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo. Non sapete quanto vi sono grata delle vostre recensioni, vi ADORO!

Chloe88: ciao carissima! Come vedi la nottata di Spike è iniziata male ed è finita anche peggio. È il caso di dire che “la buonanotte si vede dal crepuscolo”:D. Davvero, mi dispiace trattarlo così male, povero Blondie (Oddio, è uscita la Harmony che in me! Orrore!! Chiamate un esorcista!), ma è necessario ai fini della storia. Come hai visto si è risolto il mistero dello sproloquio di Spike su “Slutty”, così come si sono rese evidenti le intenzioni di Glory. Poi mi dirai cosa ne pensi di questi sviluppi, okay? Nel frattempo ti ringrazio di cuore per la recensione, mi fa sempre molto piacere sentirti. Kisses.

P.s. Se le tue recensioni sono insensate, le mie risposte alle recensioni sono anche peggio. Perciò tranquilla, fra matte ci si intende. ^_-

Little_Bibo: ciao! Grazie mille dei complimenti, sono contenta che la mia storia ti piaccia.^__^ Fammi sapere cosa ne pensi anche su questo capitolo se ti capita, d’accordo? Un bacione.

Lady_x: ciao! Il tuo giudizio per me vale moltissimo, credimi, e sono davvero contenta che tu abbia deciso di recensirmi. Grazie di cuore dei complimenti, spero che anche questo capitolo sia all’altezza delle tue aspettative. Baci baci.

Ardespuffy: ciao!! Leggere le tue recensioni mi fa sempre molto piacere, cara Erica! Sono felice che le riflessioni che faccio fare a Buffy ti piacciano (in questo chap ci sono un mucchio di riflessioni, come avrai notato. Adoro l’introspezione! :D). Difficile non odiare la Cacciatrice quando pianta certe scenate odiose o picchia quel povero, innocente…cioè, volevo dire…ehm… insomma, lui avrà pure le sue colpe ma come si fa a colpire e rifiutare un figo del genere??? È normale schierarsi dalla sua parte!! Comunque, come avrai visto, Buffy si è un po’ addolcita in questo capitolo (meno male!!).

Sono contenta di essere protetta da Doc.Arde (che in effetti è una parte di te piuttosto inquietante^^"). Mi dispiace per le lunghe attese fra un chap e l’altro, ma come sai bene il nostro corso di studi non ci lascia nemmeno un istante per tirare il fiato. Ancora mi chiedo perché l’ho scelto…come del resto mi pare di aver capito fai anche tu. Un bacione grande grande, a risentirci!

Topy: ciao! È sempre bello vedere una tua recensione, grazie dal profondo del cuore per i complimenti!^//^ Mi auguro che anche questo capitolo valga tutto il tempo che ti ho fatto aspettare, e di non deluderti mai, cara Topy! Eh sì, Buffy sa fare proprio la Bastarda con la B maiuscola quando ci si mette…ma qui si è un po’ tranquillizzata, come avrai visto.^__^ Grazie ancora per la recensione, baci.

Buffy91: ciao! Grazie mille per le lodi che mi fai, sei adorabile!#^^# Il “povero” Spike è ancora più povero in questo capitolo, come avrai letto. Hai ragione, non è proprio giornata, per lui! Dispiace a me per prima descriverlo in certe situazioni, ma non posso evitarlo! Senza farlo apposta, le storie che mi vengono in mente lo vedono maltrattato almeno un pochino. Sarò sadica? O___O Ehm ehm (*schiarimento di voce imbarazzato*), comunque, i momenti Spuffy arriveranno, te lo prometto. Nel frattempo, ti ringrazio ancora di cuore per questo commento e per la tua pazienza. Sono pessima negli aggiornamenti, lo so! -__-“ Un bacio.

Mokuren078: ciao! Penso che Spike sia “cool” in modo congenito. E detto fra noi, ha anche un gran bel “cool”… Ehm ehm (*altro schiarimento di voce imbarazzato*) comunque grazie della recensione e dei complimenti! Un bacio.

Rogi Nerazzurro: ciao! GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE! Sono contenta che ti sia piaciuta, spero che anche il seguito ti soddisfi. Un abbraccio.

Buffy1229: ciao! Grazie dei complimenti. Se ti va, dimmi cosa ne pensi anche di questo capitolo, okay? Kisses.

Questo è tutto. Un’ultima nota: in questo capitolo ci sono molti riferimenti agli episodi della terza stagione “Graduation Day” (La Sfida) pt.1-2, a mio parere due dei più begli episodi di tutto BTVS. Quando ho visto per la prima volta tutti gli studenti in toga che si alzavano coraggiosi per affrontare il sindaco e i vampiri mi sono commossa. Bellissimo.

Ora, non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo aggiornamento.

Next Chapter: la scelta di Buffy…e le sue conseguenze.

Bye!

Melany

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Capitolo 7
*** Sacrifices for Love ***


Nuova pagina 1

7. Sacrifices for Love

Spike si svegliò con un senso di pesantezza su tutto il corpo e un cerchio alla testa. Ricordava appena cosa era successo nelle ultime ore; l’unico ricordo nitido nella sua mente era la dea infernale che lo minacciava e gli infilava un coltello nel fianco, poi una nebbia fitta copriva i suoi ricordi, lasciandogli intravedere solo spezzoni senza senso: dolore, soprattutto, ma anche parole, suoni e…

Buffy

Sì, lei la ricordava. Era andata la lui…ma perché? Avevano fatto pace? Lo aveva salvato? Avevano parlato? Non ricordava, riusciva a vedere solo il suo bellissimo viso e nient’altro. Forse era uno degli effetti del veleno, o dell’antidoto che lei o uno dei suoi amichetti gli aveva somministrato in qualche modo.

Ma ora dove si trovava? Annusò l’aria, polvere, umidità, candele, sentì la superficie dura sotto di lui. Nella sua cripta, non c’era dubbio. Provò ad alzarsi, ma la testa gli faceva un male d’inferno, e lo ributtò giù. Istintivamente, si portò una mano alla fronte, e con un sussulto si accorse che era ruvida e irregolare. Si toccò anche il resto del viso, e scoprì di aver indosso il volto della caccia. Ma perché? Arrivato alle labbra, trasalì di nuovo. Sangue. C’era sangue intorno alla sua bocca, sangue umano. Non poté impedirsi di leccare le labbra con avidità, il demone riemerso che gioiva di quel nettare; e ne aveva motivo: bastò che la punta della sua lingua lo assaggiasse perché il sapore gli esplodesse in bocca, era… energico, forte e gustoso. Avrebbe potuto berne per sempre, e lo fece sentire subito meglio. Solo un’altra volta aveva provato una sensazione del genere…

Solo un’altra volta…in Cina…

Improvvisamente, qualcosa dentro di lui morì.

“No”, esclamò senza fiato, alzandosi di scatto e aprendo gli occhi, il corpo scosso da tremiti.

…lei era bella…di una bellezza asiatica da perdere la testa…

“Oh no, no, no”.

Dru aveva detto che sarebbe stata forte e pericolosa come una fiamma…

Si voltò e lei era lì, distesa inerme sul pavimento accanto a lui. Le labbra e le guance avevano perso il bel colore roseo, le ciglia nere risaltavano contro la pelle pallida del volto; e il segno del suo morso deturpava il suo collo tenero e bianco.

Troppo bianco.

…e io l’’ho spenta.

“Buffy!” Chiamò, disperato. La prese fra le braccia e la sentì completamente abbandonata, inerme. Per la prima volta si rese conto quanto lei fosse… piccola. Gli arti erano impossibilmente sottili, la vita paurosamente stretta. Non sentiva più la sua energia, la sua forza, in quel corpicino leggero. L’aveva spenta.

L’aveva uccisa.

In qualche modo, aveva vinto. Aveva sconfitto Buffy, aveva ucciso la sua terza Cacciatrice.

Rise, fra le lacrime, mentre la mente si disappannava, i ricordi tornavano proprio in quel momento, quasi il destino si stesse prendendo gioco di lui.

Oh, sì. L’aveva uccisa; e così facendo aveva ucciso anche se stesso.

La strinse a sé, disperatamente; e si accorse di un particolare che lo riempì di speranza: il suo cuore, batteva. Debolmente, fragilmente, ma batteva.

“Tranquilla, amore.” Sussurrò. Si alzò con lei in braccio e si diresse velocemente, senza dar peso al proprio spossamento e al proprio dolore, verso l’uscita della cripta. Quando aprì la porta per uscire, urlò, tirandosi indietro di scatto.

Ad accoglierlo fuori, luminoso, assolato, letale, c’era il giorno.

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Buffy si svegliò, tutta intorpidita. Nonostante avesse dormito fino a quel momento, si sentiva stanchissima, aveva mal di testa e bruciore e prurito entrambi concentrati in un punto sul collo. Sentiva intorno a sé odore di disinfettante. Aprì gli occhi, ritrovandosi a fissare un soffitto sconosciuto, e aggrottò la fronte, perplessa.

“Ben svegliata, tesoro.” La accolse una voce familiare accanto a sé. Ricordò all’improvviso cos’era successo, la cripta, il veleno, il morso…

Si voltò a guardare il vampiro. Il suo letto era ben illuminato, ma per evitare di bruciare Spike se ne stava in un angolo della stanza, all’ombra, impedendo ai suoi occhi abbagliati di scorgere altro che la sua figura.

“Stai bene, quindi.”

“Grazie a te.” Rispose lui, e Buffy non aveva mai sentito gratitudine, umiltà e senso di colpa tutti concentrati in così poche parole. Gli sorrise.

“Se ti fa stare meglio, sono rimasta indecisa se farlo o no fino all’ultimo minuto.” Fece ironica.

“Non avevo dubbi in proposito.” Ribatté lui con altrettanta ironia, ed entrambi risero. Quel clima così disteso fra loro la fece sentire subito meglio.

Era vero che aveva impiegato molto tempo per decidersi. Una volta che gli avesse concesso il suo collo, sarebbe stata alla mercé di Spike, che avrebbe potuto risparmiarla…come avrebbe potuto prosciugarla. Una sola volta si era fidata a tal punto di un vampiro.

“Come sapevi che l’antidoto era il tuo sangue?” Le domandò lui.

“Avevo già avuto a che fare con quel veleno…con Angel.”

Spike rimase in silenzio per un attimo, assorbendo l’informazione, poi chiese:

“Hai fatto la stessa cosa anche per lui?” Con un misto di emozioni a cui lei non seppe dar nome.

Annuì. Poi, siccome l’atmosfera si stava facendo in qualche modo pesante, disse:

“Hai avvertito Dawn che sono qui?”

“Sì. Lei, Willow e gli altri saranno qui a momenti.”

“Bene”.

Silenzio fra loro. Buffy udiva il via vai delle infermiere fuori dalla porta, i suoni di molte voci. Il primo ad interrompere il loro silenzio fu lui:

“Perché hai deciso di sacrificarti?”

“Non l’ho fatto.” Replicò lei, leggera. “Sapevo che non mi avresti uccisa.”

“Come facevi a saperlo?” Domandò lui, sulle spine.

Lei gli sorrise. “Per lo stesso motivo per cui ero certa che Angel non l’avrebbe fatto.”

Spike continuò a fissarla dall’oscurità, apparentemente senza capire. Alla fine, lei sbuffò:

“Perché mi ami, idiota! Perché sennò?” disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Spike non le permetteva di vedere il suo viso, ma era certa che in questo momento stesse sorridendo. Lei aveva ammesso che il suo amore era reale, e questo non poteva che renderlo felice.

Inconsciamente, aveva saputo che i suoi sentimenti erano veri fin da quando lo aveva baciato per la prima volta nella sua cripta. Consciamente, se ne era resa conto quando, sfinito per il veleno, Spike aveva usato le sue ultime energie per farle una carezza. Un gesto semplice, infantile, ma limpido nel sentimento che voleva esprimere, cioè puro, onesto amore.

“Puoi dirlo forte, dolcezza.” Confermò lui. “Ma fammi un favore.”

Lei lo guardò, curiosa.

Piantala di paragonarmi a Angel.”

Buffy rise, e dopo qualche secondo, le si unì anche lui.

--------------------------------------

Spike uscì senza farsi vedere non appena Briciola e il resto della Scooby Gang irruppero nella stanza. Si appoggiò ad un muro lontano dalla finestra, stancamente, ma dentro si sentiva bene. Buffy aveva accettato il suo amore… lo riteneva reale. Non lo amava a sua volta, questo no, probabilmente non l’avrebbe mai amato e questo gli faceva male, ma aveva rischiato la sua vita per lui, aveva creduto nei suoi sentimenti, in lui, aveva smesso di fissarlo con astio e disgusto.

Dopo aver approfittato di lei in quel modo, a Spike questo bastava.

Sorrise. Proprio in quel momento, dalla stanza di Buffy uscì il Bamboccio, deciso come un plotone dell’esercito all’attacco. Lo guardò con occhi che promettevano omicidio.

“Ah, sei qui!” Esclamò, minaccioso, avanzando verso di lui. “Come hai osato sol-“

Si bloccò, non appena fu abbastanza vicino da accorgersi del suo stato. Spalancò la bocca con occhi istupiditi, e a Spike fece venire in mente uno di quei clown di plastica da fiera in cui si deve sparare acqua nella bocca spalancata per far gonfiare il palloncino. Ridicolo.

“Che ti prende, Harris? Non finisci le tue minacce?” Disse, indifferente.

“Che cavolo ti è capitato?” Domandò, sempre con quell’aria stupida. Lui scrollò le spalle.

“Ho dimenticato di mettere la crema solare, stamattina”.

Ad un tratto, Harris parve capire. Lo fissò, allibito.

“Perché non hai usato la coperta per venire qui?”

“Avevo due alternative: portare la coperta o Buffy.” Lo guardò, sorridente, le sopracciglia aggrottate. “Tu che avresti scelto, Harris?”.

Si voltò per andarsene. In realtà, aveva mentito al Bamboccio: la coperta l’aveva portata eccome. Vi aveva avvolto Buffy per evitare che si bruciasse anche lei a causa del contatto con lui. Era arrivato fin lì in macchina, evitando il grosso dei guai, ma aveva dovuto correre sotto il sole sia per arrivare alla DeSoto, che aveva parcheggiato in una radura dietro il cimitero, sia per attraversare il viale dell’ospedale.

Tutte le ustioni se le era fatte in quei momenti.

“Buffy lo sa?” Fece lui, sospettoso di un doppio fine, deciso come al solito ad aggrapparsi a qualsiasi ipotesi pur di non metterlo in buona luce.

“No.” Si limitò a dire Spike, poi se ne andò, lasciandolo lì a farsi da solo le sue domande idiote.

To be continued…

Note dell’Autrice: ciao a tutti! Prima di tutto scusate per la lunga attesa!^^” Avrei voluto aggiornare prima ma vari impegni, tra cui gli esami di maturità (un’esperienza irripetibile della mia vita, nel senso che se mi dicono che la devo ripetere mi sparo), me l’hanno impedito. Ecco comunque fresco fresco di scrittura questo nuovo capitolo, e, per quanti seguono la mia altra ff su Buffy, “Snowflakes”, state tranquilli: non l’ho piantata in asso. Ho già scritto l’ultimo capitolo, ma non sono sicura del risultato e, siccome è l’ultimo, voglio che sia perfetto (o quasi) prima di pubblicarlo. In fondo si tratta della scena finale di Chosen e di tutto BTVS, e voglio scriverci su qualcosa di veramente carino, se ci riesco.

Ora, come al solito, passo a ringraziare una ad una tutte coloro che hanno commentato lo scorso capitolo di “Between you and me”. Siete assolutamente ECCEZIONALI. Love you, girls!^__~

Ardespuffy: ciao! Visto che sono tornata di nuovo?^^ Purtroppo per il mondo di EFP non abbandonerò questo sito tanto presto (Buhahaha!!! …Okay, sto delirando. Sarà che oggi ho preso troppo sole?)! Allora, sono contenta che come me apprezzi l’introspezione, e che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Sì, è un vero incubo ogni volta che succede la cosa del cursore del mouse che lampeggia sulla pagina bianca! Lo odio! È come se il paroliere che ho nel cervello si fosse improvvisamente inceppato. E, guarda caso, mi succede sempre quando ho una giornata priva di impegni e posso dedicarmi alla scrittura. Più vado avanti più l’ironia della sorte, invece di farmi ridere, mi fa venir voglia di tirare pugni al muro (modello Spike dopo la resurrezione di Buffy, hai presente?). A proposito, ho visto parecchi aggiornamenti di “Shadows of Friendship”. Devo proprio scaricarmi tutti i capitoli che mi mancano e farmi una scorpacciata, mi dispiace di essere così indietro, ma con quei maledetti esami di stato ero impegnata tutto il giorno sui libri (mai studiato così tanto!) e, nei pochi momenti di relax, avevo il cervello così in palla che non capivo un cavolo di quello che mi succedeva intorno, e per lo più ascoltavo musica o guardavo la tv (tutte attività che comprendono pochissima interazione intellettuale). Ci risentiamo! Baci baci.

Chloe88: ciao! La tua recensione mi ha fatto piegare in due dal ridere! Tranquilla, a chiunque credo verrebbe la tentazione di correre ad abbracciare il malridotto ma sempre bellissimo Spikey! Hai ragione su Buffy, si capiva che era un sogno premonitore, ma lei non è mai stata una tipa molto sveglia; guarda le sue scelte in campo sentimentale! Comunque, siccome sono molto preoccupata per la tua salute e non vorrei MAI che una delle mie scrittrici/lettrici preferite si sentisse male per colpa mia, ho finito il capitolo senza cliffhanger! Niente suspense modello Victorian novel, stavolta! Contenta?

Spero che anche questo capitolo ti abbia appassionato, e che tu condivida la scelta di Buffy (ma credo di sì ^__-). Ti ringrazio di cuore della recensione, spassosissima, e dei commenti, sempre molto lusinghieri (sei un tesoro!). Ora una piccola parentesi: e le tue fanfic?? Guarda che io aspetto con ansia il seguito sia della ff Lorelai/Luke sia di “Incantesimi sbagliati ed esaurimenti nervosi”!!! Ora, dal tuo nick immagino (correggimi se sbaglio) che anche tu sia stata impegnata con gli esami quest’anno, e quindi diciamo che un po’ di ritardo negli aggiornamenti è accettabile… ma adesso ti prego, aggiorna!!! Senza contare che voglio leggere anche il seguito di “Meet the Parent”! Aspettando tue nuove creazioni (e con una zanzara che mi sta divorando viva) ti saluto. Un bacio, a risentirci!

Buffy 91: ciao! È bello anche venire su EFP e trovare una tua nuova recensione! Grazie mille dei complimenti, sei dolcissima!#^^# Scusami del ritardo nell’aggiornamento, ho fatto del mio meglio! Spero di ricevere le tue impressioni anche su questo capitolo. Un bacione!

ReaderNotViewer: ciao carissima! Come sai le tue recensioni mi riempiono sempre di gioia e orgoglio. Sono molto contenta che tu abbia deciso di leggere anche questa ff e di commentarla, e sono lusingata della tua recensione positiva. A giorni risponderò alla tua e-mail, mi dispiace tantissimo di non averlo fatto finora ma, fra gli esami prima, e la ricerca di un lavoro adesso, ho davvero poco tempo libero. Un bacio e un abbraccio.

Mokuren078: ciao! È sempre un piacere vederti fra i recensori! Ti ringrazio dei complimenti sullo stile e spero tanto che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Mi auguro anche di aver mantenuto Spike e Buffy in character. Fammi sapere cosa pensi di questo aggiornamento se ti va, okay? Baci.

Dragon88: ciao! Sono molto contenta che tu abbia letto questa ff e che ti sia piaciuta. Grazie delle lodi, sei davvero gentilissima!^//^ Spero che questo aggiornamento sia all’altezza delle tue aspettative. Un bacio.

Fra: ciao! Mi fa piacere che tu abbia apprezzato questa storia tanto da commentarla. Grazie dei complimenti, spero che questo nuovo capitolo non ti deluda in alcun modo! Un abbraccio.

Clariceangel147: ciao! Grazie infinite della recensione e dei complimenti, sei stata molto carina. #^^# Che ne pensi di quest’ultimo capitolo? Piaciuto? Spero tanto di sì, e di ricevere ancora le tue impressioni! Baci.

Ecco fatto. C’è solo un piccolo riferimento a “Fool for Love” (Pazzi d’amore) in questo capitolo; come credo molti di voi ricordano, si tratta di un episodio della quinta stagione.

Next Chapter: cosa succederà a Buffy e Spike… e a Dawn, ovviamente.

Non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo aggiornamento che –credo- sarà anche l’ultimo per quanto riguarda “Between you and me”. Ma state tranquilli (“E chi si era agitato?” nd. Tutti), ho in cantiere un’altra ff su Buffy, che intendo iniziare a scrivere quanto prima.

A risentirci!

Melany

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Capitolo 8
*** It's all about Trust ***


New Page 1

8. It’s All about Trust  

 

La casa era tetramente vuota, e Dawn insolitamente silenziosa e irritabile. Aveva ricominciato a passare i pomeriggi dalla sua amica Janice, e i suoi voti si erano abbassati. Il professore di storia aveva addirittura convocato Buffy a scuola, per un colloquio.

“Aveva fatto un tema brillante sulla I Guerra Mondiale! Molte cose che ha scritto le ignoravo perfino io! Ma ora sembra aver perso interesse per la materia.” aveva scosso la testa l’uomo, abbattuto. “Cerchi di parlarle, signorina Summers.”

Beh, a Buffy sarebbe tanto piaciuto poterlo fare, ma Dawn era sempre più taciturna, e lei aveva sempre meno tempo, con Glory che le stava col fiato sul collo.

Sospirò e salì in camera sua. Come ogni volta che entrava, lanciò un’occhiata al vaso, dove ormai rinsecchite e morte stavano le sue rose. Avrebbe dovuto buttarle già da tempo, ma non riusciva mai a trovare il coraggio, non sapeva perché.

Non aveva più visto Spike da quella mattina all’ospedale, ed ormai era passata una settimana. In passato, e in particolare subito dopo che lui le aveva dichiarato per la prima volta il suo amore, aveva pregato giorno e notte perché una cosa del genere avvenisse. Ora invece, ogni volta che andava a fare la ronda si ritrovava senza accorgersene a guardarsi intorno nella speranza di scorgerlo dietro qualche lapide, magari a osservarla di nascosto come faceva prima, e faceva tappa fissa davanti alla sua cripta, senza mai entrare, però. Perché cavoli, era lui quello che doveva cercarla, che doveva ronzarle intorno sempre e comunque, non lei! Era arrabbiata con lui per questa dimostrazione di disinteresse nei suoi confronti, e non gliel’avrebbe data vinta andando lei a trovarlo nella sua cripta. Sarebbe stato come ammettere che sentiva la sua mancanza…e non aveva alcuna voglia di dargli quella soddisfazione. Tanto sarebbe venuto lui, prima o poi, lo sapeva. Anche se più i giorni passavano, più la certezza si trasformava in speranza.

Sbuffò, si guardò allo specchio e notò per l’ennesima volta la cicatrice antiestetica sul lato del collo. Ce l’aveva da un sacco di tempo, ma ultimamente ci faceva più caso del solito. La fissò per qualche attimo, accarezzandola con le dita. Aveva avuto paura che lui non si fermasse, che la uccidesse. Aveva temuto il peggio, mentre cominciava a perdere energie, a sentirsi debole, senza che lui accennasse a smettere. Ma alla fine Spike, il suo amore, erano riusciti a controllare il demone e a staccarsi.

Le aveva dimostrato non solo di amarla, ma anche che poteva fidarsi di lui.

Fiducia…

Era quella la parola chiave, no? Lei aveva bisogno di fidarsi, delle persone che faceva entrare nella sua vita. Tanti l’avevano delusa, abbandonata, in passato e Buffy aveva accumulato dentro di sé la paura costante che le persone la ferissero, se entrava in contatto troppo stretto con loro. Mantenendo le distanze fin dall’inizio, attutiva i colpi che poi riceveva quando loro, con gli occhi lucidi, le dicevano frasi e frasi cariche di pathos che si potevano riassumere in: “Qui con te non ce la faccio più. Devo andarmene”. Suo padre, Angel, Riley. Con Riley aveva mantenuto le distanze, non si era  lasciata andare, e questo le aveva permesso di sopportare, anche se con dolore, la sua partenza. Suo padre e Angel le avevano spezzato il cuore, perché di loro si era fidata. Aveva mostrato loro la vera Buffy, senza maschere, senza barriere di protezione, fragile, emotiva, e l’avevano ferita a morte, anche se non con intenzione, doveva ammetterlo. Eh sì, Angel l’aveva fatto per il suo bene, con i migliori propositi; ma se era stato per il suo bene, perché le aveva fatto così male

Come sarebbe andata a finire con Spike? Come con Riley o come con Angel?

Piantala di paragonarmi a Angel

Risentì la sua voce stizzita nella testa e le scappò una risatina, poi ridivenne seria. Spike l’avrebbe lasciata, sarebbe partito lasciandosela alle spalle come tutti, se lei gli avesse permesso di entrare nella sua vita? Non lo sapeva, e ne era spaventata. Non voleva soffrire di nuovo. Eppure, lui le aveva dimostrato di amarla profondamente…e lui non era il tipo da lasciare una donna, se l’amava. Era il tipo che si farebbe sbattere su una sedia a rotelle, pur di guarire la sua amata da una malattia, il tipo che si farebbe chiudere a chiave in un rifugio antiatomico pur di non vedere uccisa la sua bella, che affronterebbe una Cacciatrice, per lei.

Il tipo che nell’amore gettava tutto se stesso, senza riserve, nonostante le sofferenze ricevute in passato. In questo senso, lui era molto più forte di lei.

Buffy sospirò. Quella fase di stallo la irritava non poco, era il momento di smuovere la scacchiera. E se Spike non voleva farlo, doveva pensarci lei.

 

 --------------------------------------

 

Entrò decisa nella sua cripta, spalancando la porta con un calcio. Spike stava dormendo fino ad un secondo prima, ma il rumore lo svegliò di soprassalto, e la guardò inarcando un sopracciglio.

“È sempre un piacere vederti, tesoro….ma potresti anche evitare di farmi venire un infarto.”

“Tu non puoi avere un infarto.” replicò lei, spiccia. 

Spike sorrise, mettendosi a sedere. Che tenerezza, la sua Buffy.

“Che posso fare per te, passerotto?”

La Cacciatrice rimase in silenzio per un lungo istante, poi chiese:

“Perché non ti sei fatto più vedere?”. Aveva parlato con distacco e sufficienza, ma lui poteva vedere attraverso i suoi occhi quanto fosse importante per lei la questione. Poteva dirle molte cose: che aveva voluto che le ustioni guarissero, e in quel modo sarebbero caduti in un discorso in cui lui, con falsa modestia e altrettanto falsa riluttanza, le avrebbe raccontato il sacrificio che aveva fatto per lei, facendosi bello ai suoi occhi; poteva dirle che non se l’era sentita di tornare da lei dopo quello che le aveva fatto, ma non sarebbe stato del tutto sincero: aveva affrontato lei, insieme al suo senso di colpa, all’ospedale, quando il rimorso era ancora fresco e paradossalmente bruciava da morire; avrebbe potuto dirle una bugia, per esempio che aveva avuto da fare. Ma Buffy lo stava guardando intensamente con quei suoi bellissimi occhi, il verde vulnerabile, bisognoso di una risposta che la rassicurasse e allora lui capì che doveva essere onesto, fino in fondo.

Era ciò che gli occhi di lei gli chiedevano.

“Volevo che lo facessi tu.” sussurrò, e riconobbe non la voce di Spike, ma quella del William che era stato, e che ostinato continuava a vivere in lui. “Dopo tutto quello che è successo fra noi negli ultimi giorni, non sono certo che tu mi voglia ancora nella tua vita.”

Buffy restò ammutolita per un tempo che gli parve infinito, fissandolo stupita. Poi sorrise, allentando un po’ la tensione che lui aveva accumulato durante il discorso.

“Spike, tu sei nella mia vita, che ci piaccia o no.” rispose, riecheggiando un discorso che le aveva fatto lui stesso secoli prima. Spike ricambiò il suo sorriso, senza ombra di strafottenza, solo sincera gioia. E improvvisamente, capì cosa era stato quel qualcosa passato fra loro quando i loro sguardi si erano incatenati nella cripta, capì perché si era sentito così vicino a Buffy. 

A passare fra loro era stata la consapevolezza del loro legame. Intenso, profondo, imprescindibile.

“Noi due ci apparteniamo.” mormorò a Buffy, che stranamente non obiettò. Lo guardò per un po’ con i suoi splendidi occhi, senza parlare, poi ridivenne seria, e la frase seguente la disse con tono autoritario e sbrigativo:

“Dovranno esserci delle regole.”

“Uh?”. Spike, non capiva a che cosa si riferisse. Buffy distolse gli occhi, cominciando a girare per la cripta con grandi falcate.

“Se vuoi tornare a casa mia.” spiegò, distaccata, e prima che lui potesse ribattere alcunché, enumerò sulle dita: “Primo, il sangue ammesso sarà solo animale, e te lo compri da solo. Secondo, niente sigarette. Non mi va che intossichi me e Dawn con il tuo veleno, se vuoi fumare, vai fuori. Terzo, niente parolacce e bestemmie o qualunque altra volgarità. Quarto-”

“Frena, frena, Cacciatrice!” la interruppe lui, cercando di bloccare il sorriso compiaciuto che tentava di stirargli le labbra. Buffy era disposta ad ammetterlo a casa sua, con lei e Dawn. Se era un sogno, avrebbe ucciso chiunque l’avesse svegliato. Lentamente. A costo di farsi friggere il cervello dal chip.

“Che vuoi?” ribatté lei, scontrosa, fermandosi e mettendosi le mani sui fianchi. Spike poteva vedere il rossore sulle sue guance.

“Beh, vedi…se mi vieti tutte quelle cose…”, si avvicinò come un predatore, lento e aggraziato, finché non fu a pochi centimetri da lei. “…dovrò trovare un altro modo per tenere occupata la mia bocca.”

Prima che lei potesse replicare, la prese per le spalle e la baciò. Buffy, dopo un attimo di sorpresa, rispose al bacio, con altrettanta passione. Quando si staccarono, le disse:

“Affare fatto, Cacciatrice?”

Buffy finse di pensarci su, poi risolse, con un sorrisetto.

“Okay. Questo ti sarà concesso.”

Spike fece per baciarla di nuovo, ma lei gli mise un dito sulle labbra, fermandolo, e continuò:

“Ma solo quando lo decido io, Spike.”

“Bastarda dittatrice.” la insultò lui, poi sorrise e unirono di nuovo le labbra.

In fondo, pensò Buffy mentre si perdeva nei suoi baci, poteva provare a fidarsi di Spike; e se non si fossero uccisi a vicenda dopo la prima settimana, sarebbe già stato un buon segno.

 

Fine

 

 

Note dell’Autrice:

Prima di tutto mi scuso con i lettori: il ritardo è stato mostruoso, lo so bene. In realtà il capitolo è stato scritto molto tempo fa, ma ero riluttante a postarlo perché non mi convinceva. Ancora oggi non mi soddisfa a pieno, però ho pensato che chi ha seguito questa storia meritasse di poterne leggere il finale e mi sono risolta a postarlo.

Grazie a tutti coloro che hanno commentato, aggiunto la storia tra le seguite/preferite o semplicemente letto. Un ringraziamento sentito anche ai recensori del capitolo sette:  Ardespuffy, Clariceangel147,  Dragon88, Topy, Chloe88, Annachan (e Me91), ReaderNotViewer, Eka e Ezrebet.

 

 

 

 

 

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