Steamy Amortentia

di CottonBatu
(/viewuser.php?uid=4663)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Happy Birthday Ron ***
Capitolo 3: *** Regalo di Compleanno ***
Capitolo 4: *** N.B. ***
Capitolo 5: *** P.S. I love you ***
Capitolo 6: *** Runaway Ron ***
Capitolo 7: *** Epilogo. La La La Life is Wonderful ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Hermione aprì lentamente gli occhi, emettendo un lamento indefinito

Steamy Amortentia

Prologo

 

 

 

 

 

 

 

 

I want you to want me

I’d love you to love me

I’m begginyou to beg me

I need you to need me

I’ll shine up the old brown shoes, put on a brand-new shirt.
I’ll get home early from work if you say that you love me.

 

                                        I want you to want me – Chris Isaak

 

 

 

«Non dirai sul serio, vero?» Calì Patil fissò il volto rotondo e raggiante di Lavanda Brown con un’espressione mista tra lo sconcertato e il rivoltato.

 

«Io la trovo una grande idea» ribatté lei annuendo forte con la testa, ignorando la reazione non propriamente positiva dell’altra; si gettò sul letto e si strinse ad un cuscino a forma di cuore, sospirando sognante. Calì sbatté ripetutamente le palpebre, incrociando le gambe e tormentandosi i capelli nerissimi e lucenti.

Era una persona che amava la logica, lei.

Forse un po’ svampita, è vero, ma che dovesse abbinare le scarpe al vestito o imparare a fare un incantesimo particolarmente complicato, affrontava la cosa con organizzazione e rigore.

Sempre.

 

Logica era la sua parola d’ordine.

E guardando lo sguardo svanito e perso nel vuoto della sua migliore amica, la consapevolezza che Lavanda fosse totalmente priva della qualità che lei considerava primaria e indispensabile le saltò agli occhi, prepotente.

 

«Non puoi dire sul serio» ribadì, scuotendo energicamente la testa corvina come a scacciare un cattivo pensiero. «E’ illogico»

E lei amava la logica, per l’appunto.

 

Lavanda prese a giocare con una ciocca di capelli, sospirando.

«Non capisco perché mai tu ti sconvolga tanto. Non hai niente a che fare né con Ron, né con quella, dovresti appoggiarmi!»

 

«Ma non ha senso!» ripeté Calì, concitata. «E’ passato quasi un anno, dovresti andare avanti…progredire!»

 

«Ma io sto progredendo! Solo che prima devo prendermi la mia piccola rivincita» sul volto grazioso di Lavanda si aprì un sorriso candido.

Calì serrò le mascelle, i suoi occhi scuri lampeggiarono.

 

«Hai mollato tu Ron, se non ricordo male» borbottò lei, incrociando le braccia al petto.

 

«Lui mi ha costretto a lasciarlo!» strillò Lavanda improvvisamente infervorata. «Tu non c’eri, Calì, vederlo insieme a Her-…» s’interruppe, lanciando un’occhiata sprezzante al baldacchino vuoto di Hermione. Serrò le labbra, cercando di riprendere il controllo. «Se solo fossi arrivata qualche minuto prima, chissà in che posizione li avrei trovati, il mio Won-Won e quella sottospecie di pseudo castoro cervellone!» strinse forte i pugni sulle ginocchia, il suo volto improvvisamente rosso di gelosia. «…E dovevi vederli, come ridevano! Con me non ha mai riso così»

 

«Come se glielo avessi mai permesso» apostrofò Calì alzando gli occhi cielo. «Passavate ore intere a scambiarvi saliva, era già difficile distinguere la tua faccia dalla sua, figuriamoci fare altro»

 

«Non è questo il punto» tagliò corto Lavanda con un gesto stizzito della mano.

Calì si passò una mano tra i capelli, sospirando scoraggiata.

 

«Lavanda, Ron e Hermione sono buoni amici. Credo che tu abbia frainteso tutto fin dall’inizio e-»

 

«Amici, non farmi ridere! Ho visto quei due uscire dal dormitorio maschile ridendo! Ridendo, capisci?! Si stavano senza dubbio prendendo gioco di me, ci scommetto» emise un grugnito stizzito, stringendo di nuovo al petto il cuscino. «…E poi, insomma, non sono mica nata ieri, un ragazzo e una ragazza che escono insieme da un dormitorio non possono che aver fatto qualcosa di osceno»

Il sopracciglio di Calì s’inarcò naturalmente nell’udire quella visione così maliziosa dei rapporti uomo-donna.

 

«Non è possibile che stessero semplicemente parlando? O studiando? Hermione Granger non sa fare altro!» tentò lei ragionevole.

Lavanda conficcò le sua unghie smaltate nel cuscino a forma di cuore.

 

«Non dove ci sono dei letti» stridé lei, isterica. «Insomma, è stata capace di irretire Viktor Krum! Possibile che non ti rendi conto delle reali capacità di quella capellona?! Ha il fascino dell’intellettuale, misto a quello della selvaggia, scommetto che è il sogno proibito di metà Hogwarts! Quell’impiastro del mio Won-Won non dev’essere stato preda difficile» il suo sguardo si perse nel vuoto, contrito.

 

«Questo non ti dà il diritto di avvelenarlo per vendicarti della sua goffaggine, però» lo sguardo di Calì era duro, turbato.

Lavanda le rivolse un’occhiata carica di genuino stupore.

 

«L’Amortentia non è mica un veleno!» il suo tono suonò anche più acuto del normale. «Non mi sognerei mai di fare del male all’amore della mia vita!»

 

«Se è l’amore della tua vita dovresti volerlo vedere felice!» Calì si alzò dal suo letto, prendendo a camminare nervosamente per la stanza.

 

«Ma io voglio vederlo felice» rise Lavanda, portandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio, «…con me!»

Calì le rivolse uno sguardo compunto.

 

«Posso ricordarti che l’ultima volta che ha mangiato cioccolata è stato quando Romilda Vane ha mandato una scatola di Cioccocalderoni a Harry e lui ne ha accidentalmente mangiato uno cadendo vittima di un filtro d’amore non destinato a lui?»

 

«E con questo?»

 

«Con questo» spiegò lei, tentando di mantenere la calma «non puoi pretendere che sia tanto sprovveduto da cascarci di nuovo!»

Lavanda fece una risatina e Calì non ne capì il motivo.

 

«Tesoro, ma io non gli manderò mica della cioccolata! Mi credi così sciocca, forse?»

La risposte che balenò prontamente nella mente di Calì fu un immenso, luminoso, lampeggiante, rumoroso, indisponente SI’.

 

«Certo che no» rispose immediatamente lei, evitando di guardarla negli occhi.

Il suo tono non era credibile, dal suo sguardo trasparivano i suoi reali pensieri e il suo andamento nevrotico evidenziavano quello che era ovvio a tutti meno che a Lavanda.

Tuttavia lei le credé.

Sul suo volto si aprì un sorriso soddisfatto segno di una ritrovata serenità.

 

«Il mio piano è infallibile, Calì…-» mormorò vittoriosa, «…Ron tornerà da me e si dimenticherà di Hermione prima che possa dire Pluffa!» fece un risolino soddisfatto e mefistofelico, lasciandosi cadere sognante sul materasso.

 

Calì la squadrò, allarmata.

Speriamo almeno che non sbagli filtro…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hola! :DD

Come vi sembra? Sarà una fic di pochi capitoli, ma ultimamente non riesco a scrivere altro C; Cosa succederà ora che Vanda ha deciso di riconquistare Ron? Spero di avervi incuriosito almeno un pochino.

Che altro dirvi, il capitolo vero e proprio è praticamente già pronto, quindi non vi farò attendere troppo, scuola permettendo! Intanto ringrazio infinitamente robby, HermioneForever92, SiJay, Smemo92, LucyLight, FieryRedhead, EDVIGE86, mem, eli weasley, Lill, Saty, Nonna Giuly Weasley, _BellaBlack_, Marty McGonagall, Hermionina e mica per i commenti alla fic Forgotten! Grazie infinite!

Per rispondere a Hermionina (looov da quanto! **), qualcosa di vecchio è in arrivo, vi chiedo solo, per l’ennesima volta, di avere un po’ di pazienza. xD

Non controllo io quel che scrivo, io sono solo un mezzo!

 

Ora che ne dite di lasciarmi un commentino ino ino? *-* Così mi dite cosa ne pensate di questo Prologo C:

A prestissimo <3

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Happy Birthday Ron ***


Steamy Amortentia

Steamy Amortentia
Capitolo 1.
Happy Birthday Ron

 

 

 

 

 

 

 

The time has come and its finally here
Have a candle lit dinner
Or just settle down my dear
Whatever you like boy
Its all up to you
We could celebrate baby
Cause it's your birthday
Now close your eyes baby
And listen to the melody
Anything you want me sweet just ask me
It's the day for us to share
So leave your problems up to me
Let start you and me
And make this day history

 

 

                               Destiny’s Child - Birthday

 

 

 

Ron aprì soddisfatto il suo ennesimo regalo di compleanno, facendosi schioccare un sonoro bacio sulla guancia da Ginny.

 

«Miseriaccia, Gin!» grugnì schifato, «mi hai sbavato sulla faccia!» si pulì la guancia con la manica del maglione, sotto lo sguardo ridente di Harry, Hermione e della sua unica sorella sbavona.

 

«Non apprezzi mai le mie manifestazioni di affetto» si lamentò, ilare, incrociando le braccia al petto. Ron le lanciò un’occhiata torva che lei non colse o fece finta di non cogliere.

 

«Apri quello di Bill e Fleur, forza!» lo esortò Harry, paziente.

L’altro ubbidì, ma la sua espressione raggiante da bambinone contento si spense un po’, appena il suo sguardo cadde sul Quarantacinque Giri Inedito di Un Calderone pieno di forte Amor bollente di Celestina Warbeck.

Ron sgranò gli occhi assumendo un’espressione così comica che neanche la dedica Avec-Amour di Fleur valse a fargliela cambiare.

 

«Su, non fare quella faccia…» lo consolò Hermione cercando in tutti i modi di non ridere, «…in fondo è un classico»

Ginny camuffò inutilmente una risatina con un colpo di tosse improvviso e duraturo, mentre Ron cercava disperatamente il suo vero regalo tra i lustrini di cui la scatola era riempita.

Si fermò solo quando – ormai totalmente ricoperto di porporina – estrasse un altro biglietto che portava un messaggio di suo fratello.

 

«“Guarda il lato positivo”» lesse Ginny ad alta voce, «“puoi sempre riciclarlo per il compleanno di mamma. ” – beh, non ha tutti i torti» constatò lei, facendosi piccola piccola sotto lo sguardo feroce di Ron. Lui fece per dire qualcosa, ma il sorriso che Hermione gli rivolse gli fece morire le parole in gola.

Deglutì e arrossì, passandosi una mano tra i capelli.

 

«Apri gli altri, forza!»

Ginny si appollaiò accanto a Hermione, spingendogli davanti quello che sembrava un pacco di Api Frizzole.

 

«Da parte di chi è?» chiese Harry, allungando il collo per leggere la dedica.

Ron fece un’alzata di spalle, corrucciando la fronte.

 

«C’è una L. e…credo una farfalla»

 

«A me sembra un cuore» decise l’altro, dubbioso.

 

«Sarà di Luna, e quello sarà un Nargillo» concluse Ginny spiccia, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Ron accettò la soluzione di sua sorella, aprì velocemente il pacco e apparvero alla loro vista deliziosi dolcetti caramellati dall’aspetto invitante. Harry fece per rubarne uno, ma Hermione gli schiaffeggiò prontamente la mano, austera.

 

«E’ il suo regalo di compleanno, deve mangiarli lui!» lo rimproverò, scoccandogli un’occhiataccia che fece arrossire Ron per via di quella inaspettata attenzione.

 

«Sai, Hermione…» mormorò lui, titubante guardando i dolcetti con sospetto. «Credo che li lascerò a Harry»

 

«Perché?»

 

«Non so…io…»

 

«Non dirmi che hai paura che ci sia qualche filtro d’amore come l’anno scorso vero?» rise Ginny, guardandolo in un modo che lo fece arrossire.

 

«E da parte di chi, scusa?!» chiese subito Hermione, acida.

 

«Non dirlo come se non ci fosse nessuno che mi preparerebbe un filtro d’amore!» grugnì lui, offeso.

Lei sgranò gli occhi dall’irritazione improvvisa.

 

«E tu non dirlo come se fosse una bella cosa!»

 

«Beh…è segnale di interesse»

 

«Un interesse insano»

Harry e Ginny si scambiarono un’occhiata, sospirando mesti.

 

«Pur sempre un interesse!»

 

«Oh, falla finita, Ron! Non posso credere che tu sia ancora così immaturo!»

Lui serrò le mascelle, guardandola con gli occhi scuriti dalla rabbia.

 

«Bene» disse infine, duro. «Se proprio non c’è nessun pericolo che qualcuno mi possa volere così tanto, allora assaggiane prima uno tu»

Hermione emise un piccolo sbuffo per camuffare una risatina nervosa.

 

«Non essere ridicolo, Ronald»

 

«Cos’è? Paura di cadere vittima di una Pozione d’Amore non destinata a te e innamorarti di qualche mia ammiratrice? Non è così male, io l’ho provato!» la stuzzicò, sarcastico.

Hermione ridusse gli occhi a due fessure, rabbiosa.

Si alzò solennemente dalla sua postazione guardando Ron negli occhi, prese un dolcetto caramellato e lo mangiò, con una calma irritante e voluta. Masticò tranquillamente, poi deglutì, serrando le labbra in un sorriso di vittoria.

Si risedette, incrociando le braccia al petto e fissando Ron come si fissa un bambino di cinque anni.

 

«Mi sembra ancora in sé» constatò infine Ginny, guardando suo fratello con le sopracciglia inarcate con la stessa espressione vittoriosa di Hermione sul viso coperto di efelidi.

Lui non rispose e Harry gli diede una pacca sulla spalla in segno di sostegno, mettendogli davanti il regalo di Charlie.

Ron iniziò a scartarlo rabbioso, con la fronte corrucciata e le labbra serrate dall’irritazione.

 

Mai una volta che gliela facesse vincere.

Mai una volta!

 

Decise di distrarsi con il regalo che Charlie gli aveva mandato dalla Romania, poi con quello di Neville, Seamus e Dean, poi con quello di Percy.

Solo quando i pacchetti da scartare finirono e Harry aveva intavolato una fitta discussione con Ginny riguardo la formazione da attuare nella prossima partita contro Tassorosso, Ron si rese conto che Hermione non aveva aperto bocca dal loro ultimo acceso scambio di opinioni.

Le rivolse un’occhiata di sottecchi e le sue orecchie si arrossarono pietosamente quando il suo occhio cadde miserabile sulla mano di lei che giocava languida con la terza asola della sua camicia.

 

Da quando Hermione tiene la divisa così slacciata?

Ron era certo che se fosse successo prima di allora, lui lo avrebbe certamente notato.

Approfittando della momentanea distrazione di Harry e Ginny, e del fatto che lo sguardo di Hermione sembrava perso in chissà quali pensieri fuori dalla finestra, si prese il lusso di indugiare ancora un po’ sulla scollatura di lei, parzialmente celata dalle sue dita che non cessavano di tormentare frenetiche l’asola ancora avvitata al bottone.

 

Sotto lo sguardo attento e febbricitante di Ron, dopo un tempo che sembrò infinito, il bottone saltò dall’asola rivelando le rotondità del seno di Hermione e provocando in lui un brivido improvviso ed eccitato.

Hermione si girò verso di lui come ad aver percepito la sua reazione, troppo in fretta perché potesse distogliere lo sguardo prima che lei notasse a cosa erano rivolte le sue attenzioni.

 

Ron deglutì, allarmato.

Questo lei non glielo avrebbe perdonato mai.

Alzò timoroso lo sguardo fino ad incontrare gli occhi di lei, in attesa di una reazione esplicitante disgusto, disprezzo e distaccato stupore per la tanta audacia.

I suoi occhi però sembrarono dolci. Divertiti, languidi, quasi appannati, pensò lui.

 

E quello che spuntava sulle sue labbra era forse un sorriso?

Ron non era certo di sentirsi bene.

Hermione inclinò appena la testa, continuando a giocare con la sua scollatura ben intenzionata a studiare qualsiasi reazione lui avesse guardandola.

 

Lui deglutì, accusando un’improvvisa vampata di calore e un afflusso di sangue in zone che non potevano essere stuzzicate così esplicitamente e così in pubblico.

Sgranò gli occhi quando il piede di lei prese a strusciarsi inaspettatamente contro la sua caviglia.

 

O mio…

Stava avendo un’allucinazione da funghi, ne era certo.

Un’allucinazione sorridente, tangibile, vivida e scollata, ma pur sempre un’allucinazione.

Ron lanciò un’occhiata carica di panico a Harry e Ginny, ma loro non sembrarono essersi accorti di nulla; si irrigidì ulteriormente sentendo il piede di lei risalire lungo il suo polpaccio teso, mentre sul suo volto si apriva un’espressione depravata, maliziosa e assolutamente non da lei.

 

Che razza di funghi erano?!

Ron si ripromise di andarlo a chiedere a Dobby, appena gli effetti fossero finiti e la vera Hermione gli sarebbe tornata davanti agli occhi con la divisa chiusa fino all’ultimo bottone e un’espressione severa sul viso magro.

 

Hermione affondò ancora nella sedia e continuò a carezzarsi lentamente il petto bianchissimo, preoccupandosi di scostare ulteriormente la stoffa della camicia per permettere a Ron una visuale maggiore.

Lui fremette, avvampando, quando lei si morse il labbro inferiore guardandolo negli occhi.

Il piede di lei continuò la sua risalita, carezzando il ginocchio, passando poi sulla coscia, fino ad arrivargli, impudente, tra le gambe, con un gesto secco e inatteso.

Ron si tirò immediatamente indietro con la sedia, emettendo un gemito acuto e imbarazzato che attirò l’attenzione di Harry e Ginny e scatenò l’ilarità di Hermione, che riposizionò, composta, la sua gamba dov’era di dovere.

 

«Che ti prende?» chiese Ginny corrucciando la fronte.

Ron si passò una mano tra i capelli, in difficoltà.

 

«Io…» fece una risatina, allentandosi il colletto della camicia.

 

«Non trovi che Ron sia sexy, Ginny?»

La voce di Hermione attirò più di un paio di sguardi nella Sala Comune.

Harry sgranò gli occhi, arrossendo anche lui insieme a Ron, come se il suo corpo non fosse abbastanza per contenere tutto il rossore che quella affermazione aveva provocato.

«Io lo trovo davvero sexy» si rispose da sola lei, con il volto sognante perso tra i lineamenti paonazzi del suo migliore amico.

 

Ginny fece un risolino, guardando allarmata suo fratello.

 

«Hermione, ti senti bene?»

 

«Mai stata meglio! Non trovi che gli occhi di Ron siano più blu del solito oggi?»

La domanda rimase senza una risposta perché lei si era già alzata per raggiungere il ragazzo dall’altra parte del tavolo.

 

«Che fai?» chiese Harry, circospetto.

 

«Lo raggiungo!» rispose, come se fosse la cosa più naturale del mondo. «E’ troppo bello per essere guardato solo da lontano» e così dicendo gli si sedette sulle gambe, passandogli le braccia intorno al collo.

Ron la guardò, sconcertato; la sua cassa toracica immobile da troppo tempo per non essere considerato preoccupante.

«Molto meglio così» mormorò Hermione, sorridendogli raggiante. Gli accarezzò una guancia sotto lo sguardo attonito di Harry e Ginny e fece un sospiro contento quando inconsciamente Ron le appoggiò una mano sulla schiena.

 

«Che…che sta succedendo?» squittì Ron, acuto come non lo era mai stato.

Guardava Hermione come le fossero spuntate le antenne, un rossore fastidioso a riscaldarlo completamente dall’imbarazzo.

 

«Dev’essere uno scherzo» decise Ginny, non sapendo bene cosa dire. «E’ uno scherzo, no?» chiese conferma a Harry, che boccheggiò.

 

«Quale scherzo?» chiese Hermione, interessata. «Ron, tesoro, ti senti bene? Hai uno colorito strano»

 

«Tesoro?» ripeté Ginny accalorata, stringendo convulsa il braccio di Harry, che gemette addolorato.

 

«Hermione, t-ti senti bene?!» gracchiò Ron, roco.

Sul volto di lei si dipinse un’espressione così carica di gioia che i suoi occhi diventarono lucidi dalla contentezza.

 

«Oh Ron, come sei premuroso!» Hermione afferrò Ron per la nuca e lo attirò a sé con violenza portandosi completamente su di lui; le loro labbra si unirono sotto lo sguardo attonito di Harry e Ginny.

 

«Hermione!»  squittì Ginny, mentre Ron annaspava sotto shock con gli occhi sgranati. Lei si mosse leggermente sopra di lui, strusciandosi inequivocabilmente contro il suo bacino.

Ron gemette sulle sue labbra, rispondendo al bacio con trasporto completamente arreso alla bocca di lei.

 

«Ron!» urlò Ginny con le sopracciglia talmente inarcate da nascondersi completamente sotto la sua frangetta fulva. Harry li guardava alternativamente, le sue iridi smeraldine sbarrate dalla sorpresa.

 

«Forse…forse dovremmo lasciarli so-»

 

«Non essere ridicolo, Harry Potter!» lo interruppe subito Ginny, dandogli uno schiaffetto sul braccio. «Hermione non è ovviamente in sé! Insomma…» gettò uno sguardo a suo fratello che poggiava la sua mano sulla coscia di lei. «Ronald Weasley!» strillò lei, raggiungendoli velocemente e tirandogli i capelli, ripugnata. «Levale immediatamente quelle manacce di dosso, brutto troll pervertito!» lo prese per la cravatta e lo tirò talmente forte che Ron divenne quasi cianotico prima che lei riuscisse a staccarlo dalle labbra di Hermione. «Ma dico ti sembra questo il modo?!»

Ron guardò vacuo sua sorella, la sua espressione simile a quella di chi ha appena ricevuto un bolide in testa.

 

«Eh?» sbatté ripetutamente le palpebre; la sua bocca era rossa e gonfia e il suo viso era di una tonalità rosa acceso.

Hermione rivolse un’occhiata a Ginny, gemendo in disappunto.

 

«Che ti prende?» chiese lei, accoccolandosi contro Ron, che si irrigidì, arrossendo violentemente.

Harry emise uno sbuffo incredulo.

 

«Cosa prende a me?!» borbottò Ginny, stridula, «Cosa prende a me, Hermione?! Sei saltata addosso a Ron!» il suo tono arrivò talmente acuto da riuscire a stento a capirla, mentre spostava la testa di Ron in modo da evitare che lei lo baciasse di nuovo. Lui le rifilò un’occhiataccia che lei ignorò.

 

«E cosa c’è di male?» chiese, corrucciata. «Io amo Ron!»

 

 

Tre paia di occhi si puntarono sul suo viso sano e raggiante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

to be continued

 

 

 

 

Eccoci qui! :DD

Spero di non avervi fatto attendere troppo e che la trama della fic sia un po’ più chiara ora C;

Ringrazio moltissimo Domina, gioia_in_blu, mononoke, robby, EDVIGE86, Sif, videlina95 (felicissima che tu abbia iniziato con me :DD), BigIlly e eli weasley per aver commentato, siete gentilissime :D

A prestissimo!

Baciottosss <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Regalo di Compleanno ***


Hermione si sedette sul bordo del letto, prendendo a carezzargli gentilmente il braccio tonico: un mugolio inconscio di eccitata approvazione proveniente dalle labbra di Ron la incitò a continuare

previously on Steamy Amortentia…

«E cosa c’è di male?» chiese, corrucciata. «Io amo Ron!»

Tre paia di occhi si puntarono sul suo viso sano e raggiante.

 

 

 

Steamy Amortentia
Capitolo 2.

Regalo di Compleanno

 

 

 

 

 

 

 

Honey honey, how you thrill me, ah-hah, honey honey
Honey honey, nearly kill me, ah-hah, honey honey
I'd heard about you before
I wanted to know some more
And now I know what they mean, you're a love machine
Oh, you make me dizzy
Honey honey, let me feel it, ah-hah, honey honey
Honey honey, don't conceal it, ah-hah, honey honey
The way that you kiss goodnight
(The way that you kiss me goodnight)
The way that you hold me tight
(The way that you're holding me tight)
I feel like I wanna sing when you do your thing

 

 

                                                    ABBA – Honey Honey

 

 

 

Ron, Harry e Ginny guardarono Hermione come avrebbero guardato Grop fare un balletto in tutu.

 

«Ron, che cosa le hai fatto?» gracchiò Ginny immediatamente, non riuscendo a mantenere un tono di voce normale.

 

«Io?! Cosa vuoi che le abbia fatto io?! Ho aperto il regalo di fronte a te!» si difese subito lui, togliendosi gentilmente di dosso Hermione e alzandosi per fronteggiare la sorella.

 

«Un regalo per te con dentro un filtro d’amore per lei!» puntualizzò, alzando il dito con fare minaccioso.

I pochi altri studenti ancora presenti in Sala Comune, provvidero a volatilizzarsi sentendo il tono di voce dei fratelli Weasley aumentare pericolosamente.

 

«Quale filtro?» s’intromise Hermione, interessata.

 

«Nessun filtro» rispose subito Harry, sorridendole nervoso. «-…Ginny, io non credo che Ron possa aver…-»

 

«Oh, tu non credi?!» abbaiò lei, acida; la sua attenzione ora rivolta unicamente a lui. «E cosa credi, sentiamo? Che Hermione si sia filtrata da sola?!»

 

«No» borbottò subito, piccato. «Ma magari non è stato lui…mica si è regalato i dolci da solo»

 

«Oh, certo! Luna deve aver pensato che dal momento che mio fratello compie gli anni, non poteva esserci regalo migliore di Hermione disinibita!»

Harry evitò di dire che Luna sarebbe stata effettivamente capace di fare una cosa del genere.

 

«E perché dovrebbe pensare una cosa simile?» rise Ron arrossendo, lanciando un’occhiata in tralice a Hermione, che lo stava guardando con occhi innamorati. «Insomma, i-io…»

 

«Zitto tu. Non ci crede nessuno» disse Ginny risentita, troncando sul nascere uno dei suoi soliti ma-che-dici-a-me-Hermione-non-piace.

Lui si accasciò sulla sedia, ma non disse niente.

 

«Ron, tesoro, ti senti bene?» si preoccupò subito Hermione, affiancandolo.

Gli poggiò una mano sulla fronte per controllargli la temperatura e lo guardò con tanta apprensione da farlo arrossire.

Ginny alzò gli occhi al cielo, stizzita.

 

«Dobbiamo chiamare immediatamente qualcuno» bisbigliò a Harry controllando che le mani di Ron e Hermione rimanessero dove si supponeva che stessero in una situazione normale.

 

«E chi?! Lumacorno è fuori per un’udienza al Ministero, te ne se scordata?»

 

«Beh, c’è sempre l’Infermeria!»

 

«Ma così metteremo nei guai Luna»

Ginny rivolse un’occhiata scettica a Harry, distogliendo per un attimo l’attenzione dagli altri due, che in quel momento stavano disquisendo animatamente su che tonalità di blu fossero effettivamente gli occhi di Ron.

 

«Non crederai davvero che Luna possa aver fatto una cosa del genere, vero? E’ ridicolo!»

 

«Sei stata tu la prima a dire che il cuore-farfalla era un Nargillo! Fino a prova contraria è stata lei»

 

«E allora cosa suggerisci, sentiamo?»

 

«Ora come ora di andare a dormire» disse, risoluto. «Domani mattina parleremo con Luna e chiariremo tutto»

Ginny fece per dire qualcosa, ma la sua attenzione fu nuovamente catturata da Hermione che tentava di infilare la lingua in bocca a suo fratello.

 

«Hermione!» squittì, orripilata.

Lei riemerse e Harry dovette sforzarsi in tutti i modi per non scoppiare a ridere vedendo l’impagabile espressione di Ron.

 

«Che c’è?»

 

«Smettila di baciare Ron!»

 

«Perché? Noi ci amiamo!»

Ginny fece per ribattere, ma chiuse la bocca, limitandosi a passarsi una mano sul viso pallido.

 

«…Andiamo a dormire, si è fatto tardi» borbottò, invece, non sapendo bene cosa dire per controbattere.

 

«Posso dormire con Ron?» chiese Hermione, mentre Ginny la trascinava verso le scale del dormitorio.

 

«Certo che no!»

 

«Ron, posso dormire con te?»

Lui rise, isterico, passandosi una mano tra i capelli.

 

«Cr-credo sia meglio di no»

Hermione s’impuntò sul posto, imbronciandosi all’improvviso.

 

«Perché no?» disse; la sua espressione ora furente. «Non mi avrai usata per tutto questo tempo, vero Ronald?» fece un passo avanti verso di lui, e lui fece un passo indietro lontano da lei.

Harry prese Ron per un braccio, repentino.

 

«Non farla arrabbiare, Ron! Ricorda il pugno che mi hai dato quando pensavi di essere innamorato di Romilda» sussurrò, allarmato.

Lui annuì nervosamente con la testa, imponendosi di non indietreggiare ancora.

 

«Certo che non ti ho usata, Hermione. Lo sai quello che provo per te» mormorò, arrossendo.

Il volto di lei si rilassò appena e Harry e Ginny si scambiarono un’occhiata sentendosi estremamente fuori luogo.

 

«No, che non lo so» si avvicinò appena, ma lui non si mosse. «Dimmelo»

Ron la guardò in difficoltà, non sapendo esattamente cosa fare.

Che razza di scherzo era?! Non era divertente, miseriaccia.

 

«Oh, Hermione non vorrai che Ron si dichiari con noi che lo ascoltiamo? Lo sai com’è timido!» Ginny arrivò alle spalle di lei, riempiendo il silenzio nervoso che si era andato a creare.

 

«Allora andatevene» disse, logica.

 

«Oppure, andiamo tutti a dormire! Vi siete baciati abbastanza per oggi, non ti pare? E poi non vorrai privarti di una bella nottata insonne da adolescente innamorata, vero? Sono esperienze da fare!»

Hermione voleva ribattere, dire che un Weasley non viene mai baciato abbastanza, che avrebbe potuto rimanere sveglia anche domani notte, che dal momento che domani era sabato potevano rimanere in piedi un altro po’, ma guardandosi intorno per incontrare lo sguardo di Ron, si accorse troppo tardi che Harry lo aveva già portato al sicuro nel loro dormitorio.

 

Sospirò mesta e la seguì, finalmente docile, su per le scale.

 

 

*

 

 

 

 

Liberarsi di Ginny quella notte, fu per Hermione una delle imprese più complicate che avesse mai affrontato.

Aveva davvero il sonno leggero, accidenti!

Che poi, perché avesse voluto dormire a tutti i costi nel suo dormitorio anziché nel proprio, davvero non riusciva a capirlo.

 

Come se lei non avesse mai avuto voglia di andare da Harry durante la notte.

Non era mica una stupida, Hermione, certe cose le sapeva anche lei, sebbene non appartenessero a uno dei campi in cui poteva dirsi più ferrata.

Poco male, comunque.

Avrebbe fatto pratica con Ron.

 

A quel pensiero, Hermione si ritrovò a ridacchiare come solo Lavanda o poche altre avrebbero fatto nel buio della scalinata che portava al dormitorio di lui.

Si sentiva strana.

Euforica, eccitata, accaldata.

Chissà perché, poi.

 

Le prime luci dell’alba stavano già cominciando a rischiarare la Sala Comune, ma lei ebbe comunque qualche difficoltà a trovare il letto di Ron una volta entrata nella stanza.

Attraversò lentamente la camera, oltrepassò il letto di Dean, quello di Neville e quello di Harry e finalmente eccolo: abbandonato in una posizione innaturale e contorta, Ron ronfava ignaro della sua presenza nella stanza.

 

Hermione si avvicinò quatta, quatta e si sedette sul bordo del letto, prendendo a carezzargli gentilmente il braccio tonico: un mugolio inconscio di eccitata approvazione proveniente dalle labbra di Ron la incitò a continuare.

Lambì con le dita la linea lattea del collo, giù fino alla clavicola, sopra la maglietta abbagliante che indossava, sul petto rilassato e largo.

La mano di Hermione arrivò al bordo della maglietta di lui, le sue dita fredde s’insinuarono dispettose sotto il lembo di tessuto, prendendo a carezzargli languida l’addome niveo.

Ron si mosse inquieto nel sonno; rabbrividì sotto il tocco di lei.

 

Sul viso di Hermione si aprì un sorriso divertito e malizioso, espressione delle sue intenzioni poco virtuose.

Tolse la mano da sotto la maglietta di lui e gli si distese affianco, attenta nel tirare le tende del suo baldacchino il più silenziosamente possibile.

Gli si accoccolò contro, rimanendo a guardarlo dormire per qualche minuto, come rapita dal ritmo calmo del suo corpo mosso dal respiro regolare.

Quasi senza rendersene conto gli poggiò un bacio sul collo, che si tese immediatamente sotto la sua bocca.

Sorrise, passandosi la lingua sulla labbra.

Gli si strinse maggiormente contro, gli poggiò un altro bacio più in alto, poco sotto la mascella.

Poi un altro sul collo, poi un altro vicino all’orecchio, poi un altro sulla guancia, poi un altro sulle labbra.

 

Ron si svegliò di soprassalto quando la mano di lei tornò a scendere un po’ più in basso del consentito.

 

«Hermione?!» il suo gridolino era acuto, soffocato, agitato.

Lei fece un risolino baciandolo prepotentemente sulla bocca.

«Heuhmpf?!» tentò lui colto di sorpresa, con scarsi risultati.

 

Hermione si mosse invitante contro di lui, il suo seno aderì perfettamente al petto dell’altro, mentre una delle sue gambe s’intrecciò tra le sue.

Ron emise un gemito arreso, quando lei approfondì il bacio, impietosa e implacabile.  

 

Baciare Hermione era così…ohMerlino.

Inimmaginabile.

Incredibile.

Bello.

 

La sentì muoversi su di sé, appassionata e profumata, inesperta e irruente, completamente abbandonata contro di lui suo malgrado, e provò un moto di rabbia improvviso, perché sarebbe dovuto essere così da sempre.

Le sue mani raggiunsero inconsapevolmente la schiena di lei, spingendola con forza su di lui; Hermione sospirò contro le sue labbra in una maniera che Ron trovò indecente.

 

Sentì le mani di lei carezzarlo incontenibili, la bocca rosea incapace di staccarsi dalla sua, come se da quello fosse dipesa la sua intera esistenza.

Sarebbe dovuto essere così da sempre, decisamente.

Sarebbe dovuto essere così anche senza Am…-

Ron si bloccò all’improvviso, la ritrovata consapevolezza che lo travolgeva come una doccia gelata e inattesa. Le passò le mani sulla spalle minute, poi sul collo, su fino alle guance; la staccò da lui, gentilmente.

 

«Hermione…»

 

«Che succede?» chiese subito lei, con preoccupazione.

Qualunque problema lui avesse, era anche un suo problema.

«Non ti senti bene? Vuoi che vada a prenderti qualcosa da mangiare?»

Il suo sguardo sinceramente angustiato, ebbe lo stesso effetto di fendenti nel suo petto.

 

«No, sto bene»

 

«E allora che succede? Ho fatto qualcosa che non va?»

Hermione gli accarezzò piano la guancia, mentre lui non riusciva ancora a staccare le mani dal volto di lei. Ron sospirò pesantemente, improvvisamente molto stanco.

 

«Forse è meglio che torni nel tuo letto, adesso» mormorò, imponendosi di smetterla di carezzarle il viso. La prese per i polsi e la forzò a fare lo stesso.

Hermione lo guardò per un attimo, ferita.

 

«Che è successo?» la sua voce si fece inaspettatamente incrinata, spaventata, disperata. «N-non mi vuoi?»

Ron si passò una mano tra i capelli in difficoltà, tirandosi su a sedere e cercando di ignorare come meglio riusciva il fatto che lei gli fosse ancora sopra.

 

«N-non è questo, Hermione» fece una risatina, avvampando. «E’ solo che tu non sei in te, poi potr…-»

 

«E’ così allora?! Pensi che io non ti ami davvero?» il repentino cambio di tono di lei, lo fece sussultare. Arrossì violentemente, sotto il suo sguardo improvvisamente iracondo. «E’ così?»

 

Non farla arrabbiare, Ron! Ricorda il pugno che mi hai dato quando pensavi di essere innamorato di Romilda!

Le parole di Harry riecheggiarono nella sua mente dispotiche, prepotenti.

 

«N-no! Che ti salta in mente! Io sono sicurissimo che tu mi ami»

Lui fece una smorfia tirata nel tentativo di sorridere e il viso di lei si addolcì un po’, mentre ricominciava a carezzargli appena una guancia.

 

«Più di Lavanda.» confermò lei, annuendo.

Lo baciò di nuovo, con una dolcezza tale da far agitare furiose le farfalle nello stomaco di lui.

Hermione portò le mani all’altezza del suo petto e iniziò a sbottonarsi lentamente la camicia da notte.

«Più di qualsiasi altra» sospirò contro le sue labbra, mentre già il terzo bottone cedeva alla pressione delle dita sull’asola.

 

«Hermione che stai facendo?»

Ron rivolse uno sguardo allarmato alle mani di lei; arrossì fino alla punta delle orecchie scorgendo il pizzo del reggiseno e le sue dita che si adoperavano febbrili per proseguire ciò che aveva iniziato. Hermione sorrise, invitante.

 

«Ti do il mio regalo di compleanno»

E la camicia da notte si aprì, scaraventando Ron in un limbo di appannata eccitazione mal contenuta.

Hermione fece schioccare la lingua sulla labbra, soddisfatta della reazione di lui. Dal canto suo Ron tentò il più velocemente possibile di riacquistare un minimo accenno di lucidità, non potendo evitare tuttavia di ponderare come la divisa scolastica potesse essere considerata quasi criminale per la capacità di celare quello che c’era sotto così bene.

 

«He-Hermione» esalò debolmente, riuscendo a malapena a guardarla in faccia. Fece per dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola quando, di nuovo, i suoi occhi presero a viaggiare incontrollabili sul corpo di lei.

Hermione si morse il labbro inferiore, crogiolandosi nel desiderio che leggeva negli occhi improvvisamente scuri di lui. Lo prese per la nuca e lo baciò di nuovo, mentre la camicia da notte completamente sbottonata le scivolava languida dalle spalle.

Ron percepì la pressione del corpo di lei su di sé; si ritrovò disteso nella stessa posizione di qualche attimo prima, senza che lui si fosse effettivamente accorto del momento in cui ci era arrivato.

Lei spostò le mani sul suo viso, lo accarezzò lungo la linea delle spalle, sfiorò i bicipiti tesi, gli avambracci forti, fino ad arrivare alle mani grandi e callose saldamente attaccate ai suoi fianchi nudi e asciutti.

Gli prese con forza i polsi, lo staccò da lei e gli bloccò saldamente le braccia sopra la testa, stirandosi completamente su di lui per poterci riuscire.

Il volto di Ron si accese di sorpresa.

 

«Che stai…-?»

Hermione lo zittì di nuovo con le sue labbra, vogliosa; appena fu certa che lui non fosse più in grado di protestare, gli rivolse uno sguardo machiavellico e prese a baciargli lentamente il collo, strisciandosi depravata contro il corpo irrigidito di lui.

«No, Her…- oh» Ron deglutì a fatica, mentre la lingua di lei prendeva a lambirgli sinuosa la pelle sensibile del collo.

Il bacino di lei si mosse contro il suo; sorrise sentendolo emettere un gemito soffocato che portava il suo nome.

 

La scia che le labbra di lei avevano preso a percorrere continuò per un tempo che a lui sembrò infinito; incapace di pensare razionalmente, di muoversi o di fare qualsiasi cosa che non fosse sospirare o gemere il nome di lei, Ron si chiese in un attimo di pseudo lucidità faticosamente racimolata in un momento in cui lei aveva smesso di baciarlo per toglierli la maglietta come lei potesse essere così perfetta.

Come si muoveva e lo baciava e gli sorrideva in modo così perfetto.

 

Hermione tornò a bloccargli nuovamente i polsi con le dita lunghe e delicate, riprendendo con diligenza il lavoro che aveva appena interrotto.

Ron sospirò, incapace di fare altro.

Sentiva che avrebbe potuto abituarsi a questo, oh sì.

Non solo a come lei gli saltava sopra ad ogni buona occasione, ma anche a come lo guardava, a come gli sorrideva, a come arrossiva sotto il suo sguardo.

 

Un grugnito carico di disapprovazione giunse alle sue orecchie, indispettito.

Lui aprì immediatamente gli occhi e di fronte a lui Harry, Neville, Seamus e Dean li stavano guardando, chi imbarazzato, chi divertito, chi esasperato.

 

«Ron, puoi smetterla di farti violentare da Hermione, per favore?»

 

«Non ci riesco!» strillò lui, isterico.

Harry alzò gli occhi al cielo, sospirando.

 

«Non è che tu ci stia esattamente provando, però!»

 

«Quando Ginny ti salterà addosso completamente disinibita e sotto Amortentia ne riparliamo!»

Harry scelse saggiamente di non rispondere, limitandosi ad arrossire dignitosamente dalla vergogna per fantasie che lui sapeva bene che non avrebbe dovuto avere in quel momento.

 

«Ragazzi lasciateci soli per favore. Ci state disturbando» s’intromise Hermione liberandolo dalla sua presa e tirandosi su, risentita.

 

«Oh, non dubitiamo!» rise Seamus allungando il collo da dietro Neville per spiare il corpo di lei in biancheria intima. Dean – più alto di lui – sembrava aver trovato il proprio equilibrio interiore, scorgendo le rotondità del suo seno malamente celato.

Hermione gli scoccò un’occhiataccia e si richiuse immediatamente la camicia da notte, stizzita.

 

«Harry, dillo anche tu per favore. Io e Ron dobbiamo rimanere da soli»

 

«Hermione, credo che dobbiamo proprio andare in infermeria» tentò lui, con un sorriso gentile.

La situazione si era spinta troppo in là per preoccuparsi dei probabili colpevoli.

Nessuno avrebbe parlato di Luna, la cosa si sarebbe risolta nel migliore dei modi e questo era quanto.

 

«Perché? Che è successo?»

Ron approfittò della sua sorpresa per spostarla di peso da sopra di lui, incapace di riacquistare un colorito dignitoso.

 

«Devi prendere un antidoto, Hermione» s’intromise Neville, con le guance rosse d’imbarazzo.

Lo sguardo di lei dardeggiò sul suo volto rotondo.

 

«Perché? Io sto benissimo!»

 

«Hermione, dobbiamo andare in infermeria. Ci vieni con me in infermeria?» mormorò Ron con gli occhi bassi. Le rivolse uno sguardo in tralice e notò che la sua espressione si addolcì all’istante, guardandolo.

 

«Con te fino in capo al mondo» cinguettò, melliflua.

Lui sorrise, vittorioso. «…ma perché?» il suo sorriso da vittorioso, divenne quasi plastico.

 

«Perché…» pensa Ron pensa Ron pensa Ron «…beh…-»

 

«Perché così potete rimanere soli, no?» s’intromise Seamus, rivolgendo loro un sorriso giocoso. «Così potrai dargli il tuo regalo di compleanno» continuò, mentre il suo sguardo s’illuminava di malizia.

 

«Ma in infermeria c’è Madama Chips!»

 

«Qui eravamo in quattro!» protestò Harry, passandosi le mani tra i capelli.

Hermione corrucciò un attimo la fronte, titubante.

 

«E se ci dovesse scoprire?» chiese a Ron, quasi sussurrando.

Lui arrossì, pensando a quello che lei credeva di andare a fare in Infermeria.

 

«Così sarà più eccitante» rispose Seamus per lui, raggiante.

Hermione guardò Ron e lui annuì titubante e ansioso, talmente paonazzo che Neville pensava sarebbe esploso di lì a poco.

 

«E’ Ron che decide» disse infine, risoluta, benché le sue guance fossero colorate d’imbarazzo. «Se lui vuole, anche io voglio»

Harry e Neville si scambiarono un’occhiata trionfante.

 

«Oh, lui vuole, fidati Hermione» continuò Seamus illuminandosi con un ghigno inverecondo. «Vuole da una vita, in realtà, da molto prima che anche tu v…-»

 

«Ha capito Seamus, può bastare» lo zittì Ron, rabbioso e arrossato.

Lui gli rivolse un sorriso candido.

 

«Non vedo l’ora che lei prenda l’antidoto» rise, parlando con Dean.

I due sghignazzarono, ignorando lo sguardo carico d’odio che Ron rivolse loro.

 

«Quale antidoto? Di che state parlando?» s’intromise Hermione, guardandoli stranita.

 

«Nessun antidoto. Forza, andiamo» facendo leva su tutto il coraggio che riuscì a trovare, Ron la prese per mano e la trascinò fuori dal dormitorio con talmente tanta irruenza che lei rischiò di cadere più volte per le scale.

«Vuoi cambiarti prima di andare?» le chiese lui distrattamente arrivando in Sala Comune e guardandosi intorno circospetto per accertarsi che non ci fosse nessuno.

 

«Perché? Tra poco i vestiti saranno solo un intralcio»

Lei gli rivolse uno sguardo impudente che lo fece arrossire violentemente.

 

«S-sì. Giusto. Okay. Allora andiamo»

Hermione annuì con la testa, trotterellandogli dietro ben intenzionata a non lasciargli la mano per nessuna ragione al mondo.

 

«Sei proprio sicuro di voler andare in Infermeria?» gli chiese lei, mentre si avviavano verso il buco del ritratto a passo svelto. «Non sarebbe meglio…non so, il Bagno dei Prefetti?» lo bloccò e lo forzò a guardarla in viso. «E’ più intimo…» sussurrò, contro le sue labbra.

Fece per baciarlo, ma Ron fece un passo indietro, deglutendo nervosamente.

 

«Prima in Infermeria. Poi se mi vorrai ancora, nel Bagno dei Prefetti» arrossì sotto lo sguardo sorpreso di lei.

 

«Sei insaziabile!» commentò, piacevolmente colpita.

Ron si passò una mano tra i capelli, sull’orlo di una crisi di nervi.

 

«Non sai quanto!» stridé, facendo una risatina acuta e nervosa.

Hermione gongolò, sorridendo tra sé e sé soddisfatta.  

 

Stavano quasi per raggiungere il buco del ritratto quando l’impossibile si manifestò di fronte ai loro occhi.

«Won-Won

Ron si girò, atterrito: Lavanda Brown con il completo più rosa che era presente nel suo armadio si stava avvicinando a grandi passi, apparentemente incurante della presenza di Hermione nella Sala.

«Volevo venirti a fare una sorpresa in dormitorio!» gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò con talmente tanta foga che lui non fece in tempo a scostarsi.

Hermione guardò la scena sgranando gli occhi e un moto di gelosia s’impadronì di lei come un demonio.

 

«Brutta sgualdrina, lascialo subito!» la prese per i capelli e Lavanda si staccò immediatamente da lui, emettendo un gridolino di dolore.

 

«Hermione!» gridò Ron, allarmato.

 

«Lavanda!» gridò Hermione, furiosa.

 

«Won-Won!» gridò Lavanda, frignante.

Ron si lanciò tra le due nel tentativo di dividerle; solo dopo alcuni minuti di colluttazione, dopo essere stato graffiato da Hermione e preso a schiaffi da Lavanda, riuscì effettivamente nel suo intento.

 

«Lascia che la picchi! Lascia che la picchi!» urlò Hermione, tastandosi i fianchi alla ricerca della bacchetta per evocare qualche centinaio dei suoi canarini.

Ron la guardò allarmato, notando lo sguardo oscurato dalla gelosia di lei e le poggiò esitante una mano sulla spalla, nel tentativo di calmarla.

 

«He-hermione, ti prego…»

Il modo in cui la guardò ridestò l’attenzione di Lavanda, rimasta fino ad allora a terra a massaggiarsi la testa.

 

«Perché la tocchi Won-Won?!»

Ron le rivolse un’occhiata, dubbioso.

 

«Perché non dovrei toccarla?»

La sua risposta fece così piacere a Hermione che smise di cercare la bacchetta e lo affiancò rivolgendo alla sua rivale un sorriso di sfida.

Lavanda si alzò immediatamente, la sua espressione ancora più vacua del solito.

 

«Perché dovresti toccare me! Perché non tocchi me?!»

 

«Perché dovrei toccare te?»

 

«Perché tu mi ami!»

 

«…No, che non ti amo»

 

«Sì, invece!»

 

«Ti dico di no» insistette Ron, nervoso.

Lavanda batté un piede per terra, come una bambina indispettita.

 

«Ma non hai aperto i tuoi regali?!»

 

«E questo cosa che c’entra con…-» la consapevolezza gli sbatté in faccia come un bolide in una partita contro Serpeverde.

Di fronte a lui, rosa, arrabbiata e truccata c’era la L. del suo regalo, e la certezza che quello disegnato accanto non fosse un Nargillo lo fece preoccupare se possibile ancora di più.

 

 

 

 

 

to be continued

 

 

 

 

 

Bonsoir! :D

Un capitolone questo, siori e siore!

N.B. Tendo a precisare che il motivo per cui Hermione sia così poco Hermione e così troppo Lavanda si capirà nel prossimo capitolo C; Sono più che convinta che anche se lei prendesse una pozione d’amore, non diventerebbe mai così disinibita e sono convinta che voi siate convinti della stessa cosa. xD

Per cui, don’t worry! :D La mia passione per l’IC non è ancora andata a farsi una passeggiata!

Intanto, ringrazio infinitamente robby, eli weasley, kikidabologna, Thiliol, cosmopolitan, EDVIGE86, mem, videlina 95, Lill, Sif, BigIlly, Pervinca Potter 97, Hermionina, Angel86, emmahp7 e Nonna Giuly Weasley per aver commentato lo scorso capitolo! :DD Grazie infinite C:

A presto – se la scuola non mi uccide e speriamo di no, insomma. u_u

Baciottosss <3

                                                                                                 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** N.B. ***


Steamy Amortentia

previously on Steamy Amortentia…

«Ma non hai aperto i tuoi regali?!»

«E questo cosa che c’entra con…-»

la consapevolezza gli sbatté in faccia come un bolide in una partita contro Serpeverde.

Di fronte a lui, rosa, arrabbiata e truccata c’era la L. del suo regalo,

e la certezza che quello disegnato accanto non fosse un Nargillo lo fece preoccupare se possibile ancora di più.

 

 

Steamy Amortentia
Capitolo 3.
N.B.

 

 

 

 

 

 

 

 

Pay my respects to grace and virtue
Send my condolences to good
Give my regards to soul and romance,
They always did the best they could
And so long to devotion
You taught me everything I know
Wave goodbye
Wish me well..
You've gotta let me go

 

                                   The KillersHuman

 

 

 

«Quindi fammi capire…-» ricapitolò Ron, continuando a camminare avanti e indietro per il dormitorio maschile, «Hai avvelenato i dolcetti per fare in modo che io mi innamorassi di te per lasciarmi subito dopo in modo da farmi provare quello che io ho fatto provare a te?!»

 

«Tecnicamente non è un veleno» puntualizzò Lavanda imbronciata. «Comunque…più o meno sì»

 

«Ti rendi conto che il tuo piano è folle, vero?»

 

«Io avrei usato più il termine brillante.» corresse lei inacidita.

 

«Io avrei usato più il termine idiota.» le rifece il verso Neville, staccando per un attimo gli occhi dal Libro di Pozioni Livello 6 per lanciarle uno sguardo carico di risentimento. Lavanda arrossì e Harry mascherò una risatina con un colpo di tosse malcelato. «Hai combinato proprio un bel pasticcio» disse, sedendosi sul suo letto e dedicando di nuovo la sua attenzione al tomo impolverato.

«Si può sapere quanta radice di violetta ci hai messo, eh?» la bacchettò imbronciato, scostandosi nervosamente il ciuffo dalla fronte sudata.

 

«Un po’…»

 

«Un po’ quanto Lavanda?» chiese Dean inarcando ridente le sopracciglia.

Lei sembrò meditare a lungo sulla risposta da dare.

 

«Ne ho messa…-» disse, tormentandosi una ciocca dorata, «- in quantità proporzionale al resto» e così dicendo sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi nel tentativo di distogliere l’attenzione da quello che lei aveva appena ammesso.

 

«Sei veramente una…una…scema!» decretò Neville con talmente tanta indignazione che la parola sembrò essere molto più offensiva di quanto in realtà non fosse.

«Il libro lo dice chiaro, Lavanda!»

 

«Che è scema?» chiese Seamus curioso, sbirciando tra le pagine.

 

«No, che doveva rispettare le dosi» rantolò l’altro, slacciandosi il cravattino in difficoltà. «Qui dice: “ATTENZIONE: Rispettare le dosi è fondamentale. – il fondamentale è pure scritto in grassetto, accidenti! -  Nel caso in cui la quantità di ingredienti sarà superiore o inferiore alla dose ottimale indicata, la Pozione non avrà effetto su chi è causa del patimento d’amore, ma causerà lo stesso patimento che prova chi prepara la Pozione a chiunque la assaggi”» Neville richiuse il libro, facendo sollevare una nuvoletta densa di polvere. «Ora i casi sono due: o ti sei presa una cotta per Hermione e ti è andata comunque male perché lei si è innamorata di Ron,» Seamus e Dean sghignazzarono sotto lo sguardo comicamente grave di Lavanda, «o hai ignorato il grassetto, adottando la tecnica del ‘più è meglio’»

 

«Senz’altro la seconda – Hermione non è  il mio tipo» annuì lei seria, facendo inarcare di ridente stupore le sopracciglia corvine di Harry.   

 

«Il libro dice come annullare la Pozione sbagliata?» chiese Ron passandosi stancamente una mano sugli occhi.

Neville fece spallucce.

 

«Non dice niente di specifico, quindi penso che l’antidoto tradizionale possa fare al caso nostro»

 

«Oh, bene» il viso di Ron si rischiarò dopo molte ore. «Non dovrebbe essere complicato trovare qualche fiala in Infermeria o nell’Ufficio di Lumacorno, no? – No, Harry?»

L’altro fece per rispondere, ma un miagolio strozzato e appena accennato attirò l’attenzione di tutti: Lavanda era diventata pallida come un fantasma.

 

«Che hai combinato adesso?» chiese Neville, riaprendo il librone alla ricerca di nuovi possibili Nota Bene che lei si era appena ricordata di aver ignorato.

 

«Gli…gli a-antidoti…-» fece una risatina che fece smettere di starnazzare persino Seamus. «-…sapete, è difficilissimo allisciarsi i capelli con l’umidità scozzese…allora erano aperti e puff! e…e splash! e poi lo scarico, qualcuno…e…e poi zuuum! via.» le sopracciglia dei presenti si aggrottarono naturalmente.

 

«Puoi ripetere com’è andata in una lingua comprensibile?» tentò Harry grattandosi svogliatamente la cicatrice. Lavanda gli lanciò un’occhiata sdegnata.

 

«Non è facile per me, Harry Potter!»

 

«Farti capire dal genere umano?» chiese Dean, sedendosi accanto a Neville.

 

«Dire quello che sto dicendo» stridé lei, iraconda. Guardò Ron e abbassò subito lo sguardo, imporporandosi. «E’…è solo che…nel piano gli antidoti e-erano tutt’altro che utili…» prese a tormentarsi le mani, sospirando. «E quindi c’è la possibilità che io li abbia rubati tutti e…e che alcuni mi siano caduti accidentalmente nel water…»

 

«Cosa?!» la risatina di Seamus arrivò talmente spontanea che Neville non fece in tempo a dargli una gomitata per zittirlo.

Ron si accasciò su se stesso, mettendosi le mani nei capelli.

 

«Dimmi che con tutti intendi solo qualcuno» disse con voce stanca, guardando fisso di fronte a sé.

Lavanda rimase zitta.

 

«Dimmi che con alcuni non intendi tutti» tentò di nuovo, rimanendo immobile e accovacciato.

Lavanda rimase zitta.

 

«Dimmi che con caduti accidentalmente non intendi gettati di proposito»

Lavanda rimase zitta.

 

Ron alzò finalmente gli occhi su di lei, il suo sguardo cupo, incattivito e assolutamente non da lui.

 

«Ti rendi conto delle cose che fai, Lavanda?» abbaiò, rialzandosi e sovrastandola con tutta la sua altezza. «Non capisci proprio o fai solo finta di essere stupida?»

 

«Oh, io capisco molto meglio di quanto tu pensi Ron» disse, puntando gli occhi in quelli di lui in uno slancio di audacia. «E’ proprio per far capire a te quello che io avevo già capito da tanto che mi è venuta in mente l’Amortentia. Cosa pensi, che io fossi gelosa di Hermione solo per un capriccio?! Solo perché mi è antipatica o perché è più brava di me a scuola? So distinguere la differenza tra amore e amicizia molto meglio e molto prima di te»

Ron arrossì, ma non abbassò lo sguardo.

 

«Non capisco di cosa tu stia parlando»

Lavanda scoppiò in una risata argentina che di divertito non aveva nulla.

 

«Io credo di sì, invece. E in fondo in fondo sai anche che te lo meriti, quindi non prendertela con me» borbottò lei, incrociando braccia e gambe, stizzita. «E’ stata tutta colpa tua»

Ron fece una risatina acuta, passandosi una mano tra i capelli.

 

«Colpa mia per cosa?! Per aver fatto assaggiare un mio regalo di compleanno alla mia migliore amica o per aver fatto l’errore di mettermi con una pazza come te?!» la consapevolezza di quello che aveva detto (leggi: urlato) colpì Ron e tutti i presenti come un fulmine a ciel sereno.

Lavanda trattenne il respiro e abbassò gli occhi cerulei, incapace di sostenere lo sguardo di lui.

 

Dean, Seamus e Neville si scambiarono un’occhiata indecifrabile, come se condividessero quanto lui aveva appena sputato fuori, ma allo stesso tempo fosse qualcosa di troppo brutto per essere ammesso ad alta voce.

 

Ron boccheggiò, passandosi una mano tra i capelli.

«Solo perché tu possiedi la varietà di emozioni di un cucchiaino non significa che siamo tutti così»

Ciao, Coscienza.

Varietà di emozioni di un cucchiaino, varietà di emozioni di un cucchiaino, varietà di emozioni di un cucchiaino!

Si morse la lingua sperando ardentemente di tagliarsela.

 

«Scusami, io non…-»

 

«Oh, adesso non provare a rimangiarti quello che hai detto, Ron Weasley» gracchiò tagliente Lavanda, guardando ferita la moquette cremisi del dormitorio maschile. «Se c’è una cosa che bisogna riconoscerti è che non hai peli sulla lingua» alzò lo sguardo su di lui e fece per alzarsi, ma all’ultimo momento sembrò ripensarci o non avere la forza necessaria per farlo.

«Mi chiedo solo come tu…-» s’interruppe, come se le parole le si strozzassero in gola. «Sai che ti dico? Non mi importa. E’ un bene che io abbia sbagliato la pozione, così non sono costretta ad averti ancora intorno»

Scattò in piedi e lasciò la stanza non degnando di uno sguardo neanche Ginny e Hermione che avevano appena fatto la loro comparsa all’entrata.

 

«Che le è preso?» chiese Ginny, accasciandosi contro la scrivania comune.

 

«E’ gelosa di me» rispose Hermione, con una sincerità disarmante.

Seamus e Dean scoppiarono in un risolino subito zittiti da un’occhiataccia di Neville. Ginny inarcò le sopracciglia, non riuscendo a celare un sorriso divertito.

 

«Novità?»

 

«Novità riguardo a che?»

 

«L’amabile Lavanda ha gettato tutti gli antidoti che è riuscita a trovare nello scarico» annunciò Harry ignorando Hermione.

L’espressione disorientata di Ginny valse più di mille parole.

 

«Cosa facciamo ora?!»

 

«Controlliamo se è sopravvissuta qualche boccetta alle sue grinfie» disse Ron, mettendosi le mani nelle tasche cercando di ignorare il senso di colpa che il litigio con Lavanda aveva provocato.

                                                                                     

«Uh! Ci sarai anche tu? Posso venire?» chiese subito Hermione, saltando in piedi.

 

«No, Ron non viene» scattò Neville sveglio come poche altre volte in vita sua era stato. «Andiamo Seamus, Dean e io»

 

«Cosa?!» berciò Seamus acuto, «Ho un appuntamento con Lisa Turpin di Corvonero tra un quarto d’ora!»

 

«Non ti vedevi con Susan Bones di Tassorosso?» s’informò subito Dean, ammirato.

Seamus gli rivolse un sorriso indefesso.

 

«Mi vedevo»

Neville alzò gli occhi al cielo, sospirando.

 

«Vorrà dire che Lisa aspetterà, casanova» concluse spiccio, scatenando una risatina da parte di Harry. «Non dovremmo metterci troppo, ci rivediamo qui fra poco» e così dicendo scomparve insieme a Dean, trascinandosi dietro Seamus senza troppe cerimonie.

 

«Noi che facciamo?» chiese Ron, stando bene attento a non farsi sentire da Hermione, che in quel momento stava frugando nella stanza senza apparente pudicizia.

 

«Ginny e io andremo a vedere se troviamo qualcosa nell’Ufficio di Lumacorno. Anche se lui non c’è, non vuol dire che non ci siano anche le sue scorte»

 

«E io?! Che cosa faccio io?!»

 

«Tu controlli Hermione» rispose Ginny, secca. «E sta bene attento a tenere le mani a posto o te le taglio – insieme ad altro» puntualizzò a denti stretti.

Sia Ron, sia Harry indietreggiarono appena, come se la minaccia di lei si fosse fatta vivida e reale di fronte ai loro occhi.

 

«Non potete farmi questo» squittì lui, lanciando uno sguardo nervoso a Hermione, che aveva iniziato a frugare nel cassetto delle mutande. «Ci vado io con Harry!»

 

«Non se ne parla» tagliò corto Ginny, «Quella ragazza è insopportabile quando è innamorata di te in modo così spudorato e sdolcinato» il suo sguardo si perse nel vuoto e il suo corpo venne scosso da un tremito disgustato al ricordo di alcune delle frasi zuccherose che Hermione aveva pronunciato parlando di lui.

«Andrà bene, saremo veloci»

Ron fece per ribattere, ma Ginny portò via Harry con talmente tanta velocità che parvero scomparirgli da sotto gli occhi.

 

Rimasti soli, Hermione e Ron si guardarono per un attimo, lei allettata, lui allarmato.

 

«Ehm…-» esordì lui, dondolandosi sui piedi. «-…A-allora. Andiamo a fare due passi?»

Lei si avvicinò appena, un sorriso troppo aperto e troppo smagliante a renderla inquietante.

 

«Io ho un’idea migliore.»

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

One way or another I'm gonna find ya
I'm gonna getcha getcha getcha getcha
One way or another I'm gonna win ya
I'm gonna getcha getcha getcha getcha

 

                                         

                                           Blondie – One way or another

 

 

«Hermione, questa cosa non mi piace per niente» decretò Ron, inciampando per l’ennesima volta sulle irregolarità del pavimento mentre lei si ostinava a tenergli gli occhi bendati con la sua cravattina rosso-oro.

 

«Stai tranquillo» rise lei guidandolo amabilmente per il quinto piano. «Non ti farei mai nulla che non vorresti che ti facessi»

Ron deglutì prendendo a sudare freddo; si astenne dal renderla partecipe che era proprio quella la possibilità che lo preoccupava di più.

 

«Qu-quando arriviamo?» balbettò invece nel tentativo di dissimulare il nervosismo.

 

«Ci siamo quasi» sussurrò Hermione avvistando a pochi metri la porta del Bagno dei Prefetti.

Lo condusse lungo il corridoio per pochi passi ancora, poi sussurrò una parola d’ordine e Ron sentì il cigolio di una porta che si apriva.

 

«Dove siamo?» chiese, sentendo nell’aria un profumo dolciastro di sapone e l’acqua che sgorgava scrosciante. Hermione non gli rispose, ma gli tolse la cravatta dagli occhi in modo che potesse vedere lui stesso.

Ron si accese di imbarazzo.

 

«Il B-bagno dei Prefetti» constatò allarmato.

Lei annuì raggiante con la testa e gli schioccò un bacio veloce sulle labbra, lasciandogli studiare perplesso la grandezza della vasca.

«E…e perché mi hai portat…-» Ron non fece neanche in tempo a girarsi che vide Hermione togliersi sicura la gonna che stava indossando.

I suoi occhi si puntarono incontrollabili sulle gambe nude e affusolate di lei

«He-hermione che stai facendo?!»

 

«Mi spoglio» rispose, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Ron sgranò gli occhi improvvisamente accaldato.

 

«E perché ti spogli?»

Hermione rise, liberandosi velocemente del maglione.

 

«Hai forse intenzione di fare il bagno vestito? Ti garantisco che sarà più divertente nudi…» si avvicinò languida, e lui emise un gridolino terrorizzato completamente paonazzo.

 

«No-non puoi dire sul serio!» gracchiò mentre lei gli sfilava velocemente la maglietta che indossava.

 

«Perché no? Non vorrai mica perdere tempo in chiacchiere inutili. Abbiamo parlato per così tanti anni…» disse, accarezzando appena il petto pallido di lui. «…e litigato…» mormorò, posandogli un bacio sullo sterno, «…e discusso…» un altro sulla clavicola, poi sul collo, la mascella, la guancia. «Ti conosco meglio di tua madre, ci scommetto» sorrise, ignorando i deboli tentativi di lui di allontanarla. «Fatta forse eccezione per un particolare» fece una risatina debosciata e poggiò impudentemente le mani sulla cintura di lui, prendendo lentamente a sfilargliela.

Ron spalancò così tanto gli occhi che pensò gli sarebbero caduti a terra da un momento all’altro. Bloccò velocemente le mani di lei con le sue, senza riuscire tuttavia a staccarla dai suoi pantaloni.

 

«Hermione, ti assicuro che neanche mia madre mi conosce così bene» fece un risolino molto acuto, talmente paonazzo che sembrava in procinto di esplodere. «-…sono sempre stato molto indipendente facendo il bagnetto, la mamma non mi ha mai…-» lei gli tappò la bocca con la sua senza troppe cerimonie.

Ron emise un mugugno di protesta, presto sostituito da un gemito arreso quando il corpo seminudo di lei aderì lascivamente al proprio.

Quando le braccia di lui la strinsero inconsciamente nel vano tentativo di un contatto più profondo, Hermione si sciolse dal suo abbraccio, con uno sguardo intrigante e vizioso a illuminarle il volto arrossato.

 

«Vorrà dire che monitorerò le tue abilità di bagnante indipendente e ti verrò in soccorso dove ce ne sarà più bisogno» si morse il labbro inferiore e forzò rabbiosamente l’asola del bottone dei jeans, quando questa le fece resistenza.

 

«Sono sicuro che te ne pentirai un giorno…» tentò lui debolmente, cercando di tenerla lontana da lui il più possibile.

 

«Io dico di no» sussurrò contro il suo orecchio tornando ad armeggiare con la cerniera dei pantaloni.

Le sue labbra porporine gli lambirono il collo niveo con l’intenzione di farlo desistere nel suo blando tentativo di resistenza; tracciò una scia di baci lungo la sua mascella e quando arrivò alla sua bocca la braghe cedettero alla pressione delle mani di lei, raggiungendo con un tonfo attutito il pavimento di pietra.

Quando la mano di lei indugiò lungo l’elastico dei variopinti boxer di Ron provocando un malcelato sospiro di incoraggiamento, la porta si spalancò.

 

«RONALD WEASLEY!» il grido furente di Ginny spaventò così tanto suo fratello, che spinse via Hermione con talmente tanta energia che per poco non cadde.

 

«Non è come sembra!» urlò subito lui, alzando le braccia come se gli stessero puntando contro un’arma. Ginny estrasse immediatamente la bacchetta, cercando di lanciare una maledizione contro il fratello, ma Harry le si parò davanti, bloccandola.

 

«Lascia che lo uccida, lascia che lo deturpi!»

Hermione si mise le mani sulla bocca scandalizzata e si frappose tra Ron e i due, Ginny coprì gli occhi a Harry, Harry bloccò le mani a Ginny e Ron si tirò su i pantaloni.

 

«Non mi sembra il caso di reagire così solo perché abbiamo occupato il bagno prima di voi!» disse Hermione, mentre Ron evocava un grosso asciugamano per coprirla.

 

«Non è perché abbiamo rubato il bagno, Hermione!»

 

«E allora perché?»

 

«Stalle lontano!» strillò Ginny sovrastando la risposta farfugliata di Ron, «Harry Potter toglimi immediatamente le mani di dosso o giuro che tu e il tuo compare avrete destino affine!»

Harry suo malgrado non si mosse.

 

«Dopo Ginny! Dopo ci deturpi, te lo prometto» la implorò lui, sudando freddo sotto lo sguardo invasato di lei. «Ora abbiamo questioni più importanti, ricordi? Eh? Ti ricordi?» tentò un sorriso incoraggiante e lei sembrò rilassarsi appena tra le sue braccia, benché i suoi occhi fossero comunque furenti.

 

«Tu» disse, rivolta al fratello. «abbiamo un problema»

 

«Quale problema?»

Harry e Ginny si fissarono per un attimo, poi lui prese un respiro, passandosi una mano tra i capelli.

 

«Non ci sono più antidoti a Hogwarts

 

 

 

 

 

 

to be continued

 

 

 

 

 

Buonasera :D

Perdonatemi per il mostruoso ritardo con cui aggiorno, ma diciamo che questo aprile è stato tutt’altro che tranquillo. Tra scosse, scuola e computer in palla è stata davvero dura, ma alla fine eccomi qui tra voi C:

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ci ho lavorato su a lungo sia per rendere i personaggi il più possibile credibili, sia per cercare di dar voce a una parte di Lav-Lav che troppo spesso è lasciata in ombra: quella umana e sinceramente cotta di Ron.

Piccola nota: alcuni di voi leggendo, avranno sicuramente notato che Neville è un po’ OOC – è stato assolutamente voluto. Ho sempre pensato che lui avesse un grosso potenziale e mi è sempre sembrato strano che fosse una frana in Pozioni pur essere il migliore in Erbologia.

Pensa che ti ripensa sono giunta alla conclusione che Piton deve aver avuto un grosso ruolo nella sua poca riuscita nella materia, quindi ho voluto fargli avere una piccola rivincita facendogli fare le veci del vice-Hermione C;

Ultimo ma non ultimo vorrei ringraziare infinitamente Thiliol, Lilith_, Giorgia 95, robby, EDVIGE86, sif, videlina 95, Hermionina, mem, BigIlly, mokuren078, SiJay, Lucille, Angel86, ruka88 e Rowena Ollivander per aver commentato lo scorso capitolo e _BellaBlack_, petite_valeu, robby, BigIlly, Pervinca Potter 97, fiorella91, SiJay, mem, Sognatrice88, Cate, Hermionina, Paola90, ramona55, mokuren078, Nonna Giuly Weasley e mica per aver commentato la one-shot Serendipità e per il loro enorme supporto a me e alla popolazione Abruzzese.

Grazie mille, di cuore <3

 

Che altro dire, il prossimo capitolo è praticamente già pronto fatta eccezione per qualche revisione, quindi computer permettendo non dovrete aspettare troppo :)

Purtroppo vi annuncio che da ora fino alla fine di luglio sarà difficile per me aggiornare molto frequentemente perché ho la Maturità e non sarebbe male uscire dignitosamente =D

Farò i salti mortali per postare, ma non me ne vogliate se non lo faccio, vi prego >.<

Che ne dite ora di lasciarmi un commentino per terminare in bellezza il ponte del Primo Maggio – che da me non c’è stato?? :DD

A presto <33

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** P.S. I love you ***


Steamy Amortentia

previously on Steamy Amortentia…

«Tu» disse, rivolta al fratello. «abbiamo un problema»

«Quale problema?»

Harry e Ginny si fissarono per un attimo, poi lui prese un respiro, passandosi una mano tra i capelli.

«Non ci sono più antidoti a Hogwarts

 

 

 

 

Steamy Amortentia
Capitolo 4.

P.S. I love you

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Neville aveva appena allontanato Hermione da Ron con la scusa di aver trovato una particolarissima e ovviamente improvvisata iscrizione in Rune dietro al letto di Seamus, quando lui si accasciò malamente su uno dei divani della Sala Comune Grifondoro.

 

«Cosa facciamo adesso?!» borbottò stancamente massaggiandosi gli occhi con una mano.

Ginny e Harry si scambiarono un’occhiata, non sapendo bene cosa rispondere.

 

«Potremmo aspettare che Lumacorno torni…» azzardò lui, poco convinto, «- in fondo sono solo un paio di…-»

 

«NO!» gracchiò Ron, immediatamente. «Voi forse non vi rendete conto di quanto sia difficile per me» mormorò, funereo. Si mise le mani in tasca e s’imbronciò, arrossendo.

 

«Ce ne rendiamo conto benissimo dal momento che non riesci a tenerti i pantaloni addosso per più di cinque minuti di fila» lui avvampò, non riuscendo a sostenere lo sguardo di rimprovero di sua sorella. «Ma se non c’è proprio altra soluzione, dovrai adattarti!»

 

«Potremmo prepararlo noi» tentò Harry, passandosi una mano tra i capelli; lanciò un’occhiata alle scale del dormitorio femminile per assicurarsi che Hermione non fosse già di ritorno e si accasciò contro uno dei tavoli, spossato.

 

«Ma se facciamo schifo in Pozioni!» obiettò Ron, infervorato.

Ginny gli lanciò un’occhiata sprezzante, risentita.

 

«Parla per te» borbottò, incrociando le braccia al petto. «…in ogni caso non potremmo. Lavanda ha fatto degli errori durante la preparazione o Hermione si sarebbe innamorata di lei invece che di questo bamboccio» disse, ignorando l’occhiata sdegnata e offesa che le rivolse suo fratello.

 

«E con questo?»

 

«Con questo abbiamo bisogno di qualcosa di più che di tre studenti di cui due che rasentano l’insufficienza che tentano di preparare un antidoto!»

La discussione morì lì, facendo cadere il trio in un silenzio nervoso e cogitabondo.

 

«Siamo sicuri che Lavanda abbia gettato davvero tutte le bocchette? Non converrebbe controllare? In fondo è scema»

A quelle parole, gli occhi di Ginny lampeggiarono di risentimento.

 

«Ha fatto l’errore di prendersi una cotta per te, Ron.» disse lanciandogli un’occhiata piena di significato. «Anche se questo è un ottimo argomento per sostenere la tua tesi non vuol dire che sia stupida o non capisca quello che fa» il rimprovero inaspettato di lei colse Harry e Ron di sorpresa.

 

«Ginny, Lavanda voleva stregare Ron…» provò Harry ragionevole, ma l’altro scattò in piedi, improvvisamente furente.

 

«Non vorrai difenderla, spero!» urlò, fronteggiandola. «E’…è pazza…completamente! Non ha il senso della decenza e pensa solo a se stessa e parla troppo…senza contare che…-»

 

«Come se ti fosse fregato qualcosa del suo senso della decenza quando le infilavi la lingua in gola per far ingelosire Hermione!» lo sguardo disgustato che Ginny gli rivolse, lo fece vergognare.

 

«Io non…» Ron aprì e richiuse la bocca incapace di controbattere.

Ginny deglutì nervosamente tormentandosi una ciocca di capelli fulvi, se possibile ancora più indispettita dal suo silenzio.

 

«Non ti importava che parlasse troppo, o che fosse troppo appiccicosa o che pensasse solo a se stessa quando ti è servita per i tuoi comodi.» fece una risata bassa, priva di ilarità. «Ora però è tutto diverso, no? Ora è solo colpa sua, vero? Ron, parlando onestamente l’unico colpevole di tutta questa storia sei solo e unicamente tu e questo lo sai meglio di me.»

 

«Non è vero!» urlò lui concitato, benché le sue orecchie arrossate riconoscessero il contrario. «Lavanda sapeva benissimo che tra noi non c’era altro che-»

 

«Altro che cosa, idiota insensibile?! Altro che lingua? Ron, tu stavi insieme a lei! E questo implica ben altro che una pomiciata per passare il pomeriggio. E per quanto stia antipatica a tutti noi, per quanto ti avrei fatto molto più male dei canarini di Hermione se solo ti avessi avuto sotto mano quando ho saputo di te e Lavanda, e per quanto preferirei avere dei nipoti con un minimo di cervello piuttosto che delle bamboline vestite di rosa che girano per la Tana, sei stato un vero e proprio…stronzo!» pronunciò le ultime parole con talmente tanta indignazione che il suo volto s’arrossò di rabbia e le sue mani sbiancarono per il nervosismo con cui stava serrando i pugni.

«Non hai avuto il minimo rispetto né per Hermione, né per Lavanda, non meriteresti neanche tutto l’aiuto che ti stiamo dando per uscire da questa situazione…-»

 

«Bene! Allora smettila di aiutarmi se ti secca tanto!»

 

«Sai bene che non intendevo dire questo, stupido»

 

«Non chiamarmi stupido!»

 

«Sarebbe come smettere di chiamarti Ron! Sono sinonimi!»

 

«Pssst…»

Un rumore strano attirò l’attenzione di Harry, che si tirò immediatamente su dalla sua postazione, attento e in ascolto.

 

«Non parlarmi così ragazzina, non ti permettere!»

Ginny scoppiò in una risata cristallina.

 

«Ragazzina?! Questa ragazzina è molto più matura di te, troglodita!»

 

«Psst…»

 

«Matura! Ah! Tu chiami matura una che cambia un ragazzo al mese per levarsi Harry dalla testa?!»

 

«Ragazzi…» intervenne Harry, cercando di capire la fonte del rumore.

Ginny si avvicinò pericolosamente a suo fratello, ignorando il suo ragazzo.

 

«Con che faccia mi giudichi?! Con che faccia mi rinfacci cose vecchie anni?!»

 

«Pssst

 

«Ragazzi!» tentò nuovamente Harry, miseramente inascoltato.

 

«Con la stessa faccia con cui tu mi accusi di aver usato Lavanda!»

 

«Non ho forse ragione?!»

 

«E io non ho forse ragione?!»

 

«Nessuno dei miei ex fidanzati ha mai cercato di darmi un filtro d’amore, fino ad ora!»

 

«Non è quest-»

 

«Ragazzi!» la voce di Harry giunse talmente cavernosa alle loro orecchie, che istintivamente chiusero la bocca e lo guardarono alienati.

Ginny fece per dire qualcosa, ma Harry alzò una mano per zittirla. «Ascoltate»

 

«Pssst

Ron, Harry e Ginny si guardarono intorno, disorientati.

«OI! Qui!» la voce di Calì giunse acuta e strozzata alle loro orecchie.

I tre si girarono e poggiarono il loro sguardo sulla figura seminascosta della loro compagna di Casa.

 

«Calì, che stai…-»

 

«Zitto! Lavanda e Hermione sono nei paraggi» bisbigliò, avvicinandosi al gruppetto con passo felpato. «Ho una cosa per voi» cercò un po’ nelle tasche ed estrasse una boccetta contenente un liquido color ambra.

 

«L’antidoto!» cinguettò Ginny con gli occhi illuminati, improvvisamente dimentica della discussione con Ron.

Calì annuì, facendo un sorriso nervoso mentre si guardava intorno circospetta.

 

«E’ stata l’unica boccetta che sono riuscita a salvare mentre Lavanda le gettava nel water» disse, facendo una smorfia di disappunto. «Spero che basti, non sono riuscita a fare di meglio» la porse a Ron, che la prese titubante.

 

«Sarà più che sufficiente, Hermione ha mangiato solo un dolcetto»

Il volto di lei si rasserenò, sentendolo.

 

«Ron, io…» esitò, guardandolo negli occhi. «…mi dispiace. Per Lavanda, dico. Avrei dovuto avvertirti»

 

«E’ tutto a posto» mormorò solo, arrossendo appena, lanciando a Ginny un’occhiata di sottecchi. «E’ una fortuna che Lavan…-»

 

«Sei qui! Scusami se ci ho messo tanto, Neville proprio non si convinceva che i segni dietro al letto di Seamus erano tutt’altro che Rune»

Hermione percorse così velocemente i metri che la separavano da Ron che lui fece appena in tempo a mettersi l’antidoto in tasca prima che lei gli saltasse al collo, abbracciandolo entusiasta.

Calì guardò la scena, sentendosi colpevole dello sguardo afflitto di lui.

 

«Hermione, che ne dici di andare a bere qualcosa nelle cucine?» propose subito Ginny, ben decisa a mettere la parola fine a quella situazione.

 

«Oh, è una grande idea! Viene anche Ron?»

Ginny fece per dire qualcosa, ma lui fu più veloce.

 

«Sì, Hermione. A dire il vero andiamo solo io e te che ne dici?» Ron non guardò nessuno eccetto il volto arrossato di lei, ma riusciva a percepire gli sguardi apprensivi di Harry e Ginny su di sé.

Sentì le sue guance arrossarsi dall’imbarazzo.

 

«Come sei dolce! Mi piacerebbe tanto!» l’espressione sinceramente felice di lei lo fece sentire se possibile ancora peggio.

Cosa sarebbe successo quando lei sarebbe tornata l’Hermione di sempre?

Quando avrebbe smesso di amarlo?

Ron s’impose di non pensarci o avrebbe gettato l’antidoto fuori dalla finestra.

Lui sapeva che a quel punto non sarebbe bastata la caparbietà di questa Hermione tanto innamorata di lui a salvarlo dalla furia di Ginny, ma Ron sentì egoisticamente che ne sarebbe valsa la pena, anche solo per un paio di giorni ancora, anche solo per un paio d’ore ancora.

 

Sospirò, mesto, mentre Hermione lo prendeva per mano e lo conduceva fuori dal buco del ritratto. 

 

Scomparvero velocemente, lasciando Harry, Ginny e Calì immobili e nervosi, come non li si era visti mai.

 

«Siamo sicuri che sia una buona idea farlo fare a Ron?» mormorò Calì, preoccupata. «Insomma…ha l’aria di voler davvero molto bene a Hermione. Davvero molto molto.»

Harry prese un respiro, passandosi una mano tra i capelli.

 

«Penso che sia una cosa che debba fare lui, sì»

 

«E se decidesse di non darglielo?» azzardò Calì, arrossendo per la sua stessa considerazione.

Ginny le scoccò un’occhiata gelida.

 

«Non essere ridicola.» disse, stizzita. «Mio fratello ama molto più Hermione che se stesso. E’ un idiota insensibile e immaturo che ha sempre torto…- ma farà quello che è giusto per lei alla fine»

E questo era quanto.

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Got a secret
Can you keep it?
Swear this one you'll save
Better lock it, in your pocket
Taking this one to the grave.

 

 

                                      Secret – The Pierces

 

 

 

 

«Ron, perché cammini così lentamente?»

 

«Niente Hermione»

 

Il pomeriggio era tranquillo per i corridoi di Hogwarts.

Il sole filtrava ancora dagli enormi finestroni impolverati, e pochi studenti erano in giro chiacchierando in piccoli gruppi.

Ron pensava che era da tanto che non c’era un’atmosfera così tranquilla nell’aria.

 

«Sai, mi piace quando dici il mio nome»

La voce di Hermione arrivò quasi ovattata alle sue orecchie.

 

«Davvero?»

Lei annuì, sorridente.

 

«La tua voce diventa dolce quando lo dici, anche quando sei furioso»

Suo malgrado, Ron sorrise.

Non si era mai accorto di cambiare tono, ma si sentì che c’era un fondo di verità nelle sue parole.

 

«Hermione» provò, senza riflettere. «Her-mio-ne. Hermione. Hermionehermione. Sai, è vero» le rivolse un’occhiata giocosa a cui lei rispose raggiante.

 

«E a te piace come dico il tuo nome, Ron?» chiese dopo un po’, una speranza palpitante a illuminarle il volto.

Lui sentiva che non avrebbe dovuto risponderle.

Cosa sarebbe successo quando lei sarebbe tornata normale?

No, non avrebbe dovuto risponderle, decisamente. 

 

«…Sì» Ron si morse la lingua nel momento stesso in cui la sua ammissione gli ruzzolò fuori di bocca.

Ma in fondo era sincero, no? E la sincerità va premiata, Hermione lo dice sempre.

«Sì» ripeté, più sicuro. «Il tuo tono saccente e acuto è accattivante, soprattutto quando mi urli addosso e mi minacci con canarini posseduti»

Ron sospirò soddisfatto: era una risposta abbastanza da lui. Ed era stato sincero.

Certo, aveva omesso di dire che adorava la sua voce, che l’avrebbe riconosciuta tra milioni, che l’aveva riportato indietro dalla morte quando era stato avvelenato, che ora che sapeva cosa si provava a sentirla sussurrata nell’orecchio non se ne sarebbe più voluto separare, ma andava bene lo stesso.

Hermione avrebbe saputo che gli piaceva la sua voce e questo era un gran passo avanti in ogni caso.

 

«Oh, te li meritavi quei canarini, Ronald» commentò lei, imbronciandosi. «E riguardo al tono acuto e saccente, mi ami anche per quello, no?

 

«Soprattutto per quell-» Merda.

Coglione d’un Weasley.

 

Quello sì, che era un dettaglio da omettere.

Un segreto che avrebbe fatto meglio a portare nella tomba per continuare ad avere quel tanto agognato quieto vivere dopo tanti dolori.

Ron si girò scioccato verso di lei, il suo volto paonazzo e i suoi occhi esplicitanti terrore.

Hermione ora lo fissava meravigliata e sorridente, imbarazzata e raggiante. Senza preavviso lo abbracciò forte mormorando un flebile ‘Oh Ron’ commosso.

Stringendola contro di sé, lui sperò ardentemente che nel tragitto fino alle cucine qualcuno sarebbe andato ad ucciderlo molto violentemente.

Incapace di trattenerla e di trattenersi, si lasciò baciare sulle labbra sentendosi male quasi fisicamente quando Hermione si staccò da lui e prendendolo per mano riprese a camminare.

 

 

Quando arrivarono alle cucine, Ron aveva serie difficoltà di respirazione.

 

«Ron, tesoro, stai bene?»

Lui annuì teso, staccandosi da lei con un gesto secco.

 

«Ho molta sete. Tu non hai sete? Io ho molta sete» la sua voce era tremante, roca, nervosa.

Hermione gli rivolse un’occhiata preoccupata; fece per dire qualcosa, ma lui non glielo permise.

«Tu ora siediti lì, okay? Preparo tutto io» la trascinò quasi di peso verso una sedia, ignorando le occhiate allarmate degli elfi domestici e le soffocanti attenzioni di Dobby, che aveva intenzione di esaudire tutte le richieste possibili degli amici strani di Harry Potter Signore.

 

Ron chiese due bicchieri di succo di zucca e di nascosto da Hermione versò in entrambi l’antidoto, in modo da non poter correre il rischio di sbagliare calice.

Lei sarebbe stata orgogliosa di questo inatteso colpo di genio, si disse, se una volta conclusa questa storia lei gli avesse parlato ancora.

Fece un sospiro e si girò verso di lei; le  porse uno dei bicchieri e lei si alzò per avvicinarsi.

 

«Grazie» sorridendo Hermione prese il calice e lo alzò verso di lui in segno di brindisi.

Ron la guardò portarsi la coppa alle labbra; una strana fitta all’altezza dello stomaco lo fece quasi smettere di respirare.

Ancora pochi secondi e sarebbe tutto finito.

Hermione si sarebbe ricordata di quello che lui le aveva detto e per la vergogna non gli avrebbe più parlato.

 

Grandioso.

Una prospettiva davvero allettante.

Ma non c’era nessun’altra soluzione, no? Ron analizzò velocemente tutte le possibilità e alla fine ammise che no, proprio non ce n’erano.

 

«A-aspetta» mormorò nonostante tutto.

Lei gli rivolse un’occhiata stranita.

 

«Che succede?»

Lui esitò, evitando di guardarla negli occhi.

 

«Senti, scusa, va bene?»

 

«Scusa per co-» le labbra di lui si poggiarono sulle sue, non permettendole di finire la frase.

Dopo un primo momento di sorpresa, Hermione rispose fremente al suo bacio, ma lui si era già allontanato, rosso in volto e con un’espressione mesta a scurirgli gli occhi.

 

In fondo non gli avrebbe parlato più comunque dopo, no?

Almeno non avrebbe mai rimpianto il fatto di non aver avuto abbastanza fegato per baciarla di sua spontanea volontà.

 

«Alla tua salute» borbottò, mandando giù l’intero contenuto del bicchiere in un solo sorso.

Hermione si portò una mano sul cuore, ancora scossa. Senza pensarci avvicinò il calice alle labbra e bevette sotto lo sguardo di lui.

 

Ron rimase a guardarla; dapprima lei sorrise, ma dopo un attimo la sua espressione pian piano si affievolì, mentre la consapevolezza si faceva strada nella sua memoria.

 

«Sei tornata normale?» chiese titubante, poggiando il bicchiere nel lavandino.

Hermione si accasciò sulla sedia, annuendo aritmicamente con la testa.

 

«Santo cielo…» alzò lo sguardo su di lui e Ron ebbe la certezza che lei si ricordasse perfettamente di tutto quello che era successo in quelle ore passate.

«Ron, io…-»

 

«Non dire niente, okay, Hermione? Va bene così»

In fondo di che poteva lamentarsi? Lei lo aveva amato, per un po’.

Non di sua volontà, ma lei lo aveva amato.

 

Solo in quel momento però lui si accorse che non gli sarebbe mai bastato.

Abbassò lo sguardo e si mise le mani in tasca, indietreggiando. Sentì un bisogno selvaggio d’aria o, lui ne era certo, non sarebbe riuscito ad affrontarla mai più.

 

«Penso che…andrò un po’ fuori»

 

Hermione scattò in piedi e fece per dire qualcosa, ma lui era già uscito dalla cucina senza darle la possibilità di fare nulla.

 

 

 

 

 

 

to be continued

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci qui :)

Vi avevo detto che il capitolo era quasi pronto, e infatti eccolo qui!

Purtroppo non sono sicura che da questo momento in avanti gli aggiornamenti saranno tanto tempestivi.

In ogni caso spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi annuncio per le conclusione della fan-fic manca solo il prossimo cap + un piccolo epilogo.

Intanto ringrazio infinitamente Gioem106, Lill, robby, ruka88, eli weasley, videlina 95, SoReLLiNaMaLfoY, Rowena Ollivander, dragondream, EDVIGE86, mem, Angel86, Hermionina, Nonna Giuly Weasley, BigIlly e Bride162 per aver commentato lo scorso capitolo e per tutti gli in bocca al lupo che mi avete dato per la Maturità! Grazie mille =D

Per rispondere a Hermionina, devo dire che l’idea della NC-17 mi aveva sfiorato xD poi però ho pensato che Ron non approfitterebbe mai di Hermione filtrata com’è. E’ l’unico motivo per cui alla fine ho abbandonato l’idea C:

Ultimo ma non ultimo, piccolo N.B. su Ginny: penso che nel corso dei capitoli avrete notato che la mia Ginny è decisamente simile a Mamma Weasley più di quanto probabilmente non sia nei libri. Avevo bisogno però di questa sorta di esasperazione del suo carattere per avere la possibilità di farle fare a Ron la lavata di capo che si merita u_u!

Ginny non è dalla parte di Lavanda, ovviamente, ma in un certo senso vige una sorta di solidarietà femminile.

:D

 

Che altro posso dire, spero tanto di potervi scrivere presto!

Baciottos <3

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Runaway Ron ***


previously on Steamy Amortentia...

«Non dire niente, okay, Hermione? Va bene così»
In fondo di che poteva lamentarsi? Lei lo aveva amato, per un po’.
Non di sua volontà, ma lei lo aveva amato.
Solo in quel momento però lui si accorse che non gli sarebbe mai bastato.
Abbassò lo sguardo e si mise le mani in tasca, indietreggiando.
Sentì un bisogno selvaggio d’aria o, lui ne era certo, non sarebbe riuscito ad affrontarla mai più.
«Penso che…andrò un po’ fuori»
Hermione scattò in piedi e fece per dire qualcosa,
ma lui era già uscito dalla cucina senza darle la possibilità di fare nulla
.



Steamy Amortentia
Capitolo 5.
Runaway Ron







When there's nothing left to burn
you have to set yourself on fire.

Stars - Your ex-lover is Dead

Guardando la superficie del Lago Nero, Ron Weasley sentì l’improvvisa e irresistibile tentazione di buttarcisi dentro nella speranza di venir portato nei suoi abissi più profondi da qualche creatura marina che lo avrebbe mangiato vivo nel giro di qualche secondo.

Analizzando in un eccesso di autocommiserazione la sua vita fino a quel momento, non si può dire che Ron si considerasse fortunatissimo.
Nato povero, nato ultimo, nato perdente, nato invisibile, quasi morto da eroe e sopravvissuto per poi ricadere nel pigro anonimato della normalità, Ron sapeva benissimo qual era il suo posto.
Sapeva benissimo che i tipi come lui non vincono mai, sapeva benissimo che doveva già ritenersi fortunato di non essere “il morto” della situazione, eppure non riusciva a levarsi dalla testa che forse qualcosa di più se la meritava.

Stupido, stupido Ron.
Sei sopravvissuto alla guerra, ora non vorrai mica prenderti anche la ragazza, vero?

No, certo che no.
Ron sospirò.

Sì, certo che sì.

Ma in fondo era tutta colpa sua no?
Se ora si trovava in quello stato, era solo e unicamente colpa sua.
Pensare anche solo per un momento che una come Hermione potesse essere in qualche modo attratta da uno come lui era da imbecilli masochisti.
E poi la sua fetta di felicità spuria l'aveva avuta ora no? Non poteva lamentarsi ora, aveva provato quello che aveva sempre sognato di provare e aveva perso nella maniera più nobile che potesse immaginare.
L'aveva baciata, perfino.
Lui, da solo, di propria volontà, con il solo aiuto del proprio coraggio.

Poteva ritenersi soddisfatto.

Ron lanciò un sassolino nell'acqua, le piccole onde d'urto che si crearono ebbero un effetto ipnotico su di lui.
Più la superficie del lago s'increspava, più i suoi pensieri si fecero confusi, inscindibili, sfocati; Ron corrucciò la fronte, tentando di isolare la sensazione che aveva provato nel baciarla con talmente tanta concentrazione che non si accorse della presenza di lei alle sue spalle.

«Lo sai che ogni anno la caduta di pietre è la terza causa di morte dei pesci d'acqua dolce dopo gli orsi e l'inquinamento?»
Ron sobbalzò e girandosi si ritrovò Hermione talmente vicino che si stupì di non essersi accorto prima della sua venuta.
La guardò per un attimo senza rispondere e fece un piccolo passo alla sua sinistra, cercando di allontanarsi.

«Non andartene» la voce di lei era bassa, triste, supplichevole.
Ron si guardò nervosamente intorno, ben intenzionato a non incontrare il suo sguardo. Si passò una mano tra i capelli e si dondolò sui piedi, indeciso su cosa fare.
Le sue gambe sembrarono decidere per lui quando, tentando di allontanarsi da lei, si ritrovò incapace di farlo.

Lei lo guardò negli occhi e gli prese la mano, stringendola appena tra le sue più piccole.
Ron serrò le mascelle e si liberò velocemente della sua presa, serrando la mano in un pugno come se gli facesse male.

«Perché mi fai questo?» le chiese a bassa voce, sembrando pronunciarle più a se stesso che a lei.

Hermione fece un piccolo sospiro addolorato e gli riprese la mano, decisa.

«Non ti farei mai male di proposito, Ron»
Lui la guardò negli occhi e gli fece male il cuore quando vide la sincerità che c’era dentro.

«Che stai facendo allora?»
Hermione fece per rispondere, ma le parole non sembrarono essere capaci di uscirle di bocca.
Serrò le labbra e abbassò lo sguardo,
strinse la mani di lui più forte tra le sue, ma Ron non ricambiò la stretta.

«Vorrei che fosse più facile» mormorò infine lei, senza alzare lo sguardo.
Dalle labbra di Ron eruppe una risata nervosa che lo fece tremare anche più del dovuto.


«E' facile, Hermione. E mi sembra che tu abbia già fatto prima la tua scelta, quando io come uno scemo ho creduto che...-»

«Non sei scemo, Ron, non lo sei»
Hermione si fece più vicina, ma lui non se ne rese conto perchè i suoi occhi erano ancora fissi su un punto indefinito del prato.
«E' solo che è difficile per me dirti quello che...io non ho mai pensato che ci fosse qualche possibilità»
Ron girò finalmente lo sguardo verso di lei, fissandola stralumato.

«Sprechi tempo Hermione, ho già capito dove vuoi arrivare»

«No, tu non hai capito niente»

«Non sono così ottuso!»

«A quanto pare sì!»
Gli occhi di Ron lampeggiarono e si divincolò dalla presa di Hermione con tanto vigore che quasi la spaventò.
Lei ridusse gli occhi a due fessure quando lui girò sui tacchi e si diresse a grandi falcate in quello che doveva essere un posto molto lontano da lei.
«E' mai possibile che non capisci?!»

«Lasciami in pace!» urlò lui, senza preoccuparsi degli sguardi che le loro grida stavano attirando.

Hermione prese a correre per raggiungerlo, ben intenzionata a non esaudire la sua richiesta.

«Guardami, Ron» pregò lei, arrancando dietro di lui. «Fermati!»

«Non hai qualche tema da fare per il mese prossimo o qualche cappello da sferruzzare? Che ti è successo, hai finito la lana?!» le chiese lui sarcastico, aumentando il passo ulteriormente quando si accorse che la corsetta sostenuta di lei stava guadagnando terreno.
Ron si aspettava l'arrivo di una battuta pungente e irritata, ma la battuta non venne. Sentì invece la mano di lei tirargli prepotentemente il maglione e spingerlo all'indietro con talmente tanta foga da farlo quasi inciampare.
Sentì le braccia di lei circondare il suo collo, le sue labbra scontrarsi rabbiose con le proprie, i loro corpi cozzare violentemente. Senza riflettere, Ron ricambiò immediatamente il bacio, smanioso di quel contatto come un uomo lo è dell'aria per vivere.
Dovette passare qualche secondo prima che Ron riacquistasse ragione sufficiente da permettergli di capire quello che stava succedendo.

«...merda, Hermione....» sbottò lui, spingendola via malamente. «Avevi detto che la pozione aveva funzionato! Calì aveva detto che…-»


«La pozione ha funzionato!»
Ron fece per controbattere, ma le parole gli morirono in gola troppo esauste per trovare la forza di uscire.
«E’ solo…stava andando tutto così bene, io…-»

«Non baciarmi solo perché ti faccio pena»

«Non lo farei mai!» Hermione sembrò scandalizzata da questa possibilità. «Che razza di persona credi che sia, eh?»

«Scusa»

«Non scusarti con me solo perché pensi di doverlo fare!»

«Ma si può sapere che vuoi allora, Hermione?»

«Io…-» lei sembrò sforzarsi di farsi uscire le parole di bocca, ma poi serrò le labbra, di nuovo, frustrata.
Ron vide le sue guance diventare più rosee, gli occhi farsi più lucidi e sentì il familiare peso sullo stomaco che s’impadroniva di lui ogni volta che vedeva quello sguardo negli occhi di lei.

«Perché mi hai baciata? Poco fa intendo, non quando-»

«Hermione» la interruppe subito lui, corrucciato, «Sei una strega brillante. E una ragazza brillante. Una ragazza pazza e inquietante e spaventosa, sia chiaro, però brillante. Penso tu riesca a capire da sola il motivo per cui ti ho baciata. Cioè…non è esattamente una cosa che si fa tanto spesso, ti pare?»
Lei boccheggiò e sgranò appena gli occhi, arrossendo più violentemente e lui pensò che l’idea di essere succhiato vivo dalla bocca-sedere della Piovra Gigante, non fosse una prospettiva tanto brutta confrontata al categorico rifiuto e alla conseguente umiliazione che sarebbero venute da lì a qualche secondo.

«Beh, a dire il vero ci sono tanti motivi per cui due persone si baciano…» ribatté Hermione, meditabonda. «Ci può essere di mezzo una pozione d’amore…o…o magari un desiderio ingiustificato di vendetta nei confronti di uno dei due…» alzò brevemente lo sguardo su di lui e le orecchie di Ron raggiunsero un’accesa tinta cremisi. «…ci si può anche baciare per sbaglio, in effetti. Magari uno cade sulla bocca dell’altro e quel punto non si può proprio…-»

«Non sono caduto sulla tua bocca se è quello che vuoi sapere» la voce di lui arrivò alle sue orecchie come un sussurro che sarebbe stato disperso dal vento se non fosse stata tanto vicina da poterlo udire.

«Okay.» annuì lei, sfiorandogli inconsciamente le dita con le proprie come se fosse un gesto troppo familiare per poter essere controllato. «Neanche io sono caduta sulla tua bocca, se lo vuoi sapere allora»

«Vorrei ben vedere, eri
filtrata

«Intendevo…intendevo una volta
sfiltrata…io…i-io non sono caduta…»

«Okay.»

«Okay.»

«E’ bello sapere che alla veneranda età di diciotto anni, entrambi abbiamo ancora buone facoltà motorie» disse Ron, schiarendosi nervosamente la gola. «sarebbe un problema cadere sulla bocca di qualcuno con tanta frequenza sennò»

«Un gran sollievo» annuì Hermione, vaga.
Un silenzio scomodo cadde tra loro e per un attimo entrambi ebbero una grandissima voglia di fuggire il più lontano possibile l’uno dall’altra.
«Quindi…» continuò lei, titubante. «quindi non sei caduto su di me. Ti sei preso una cotta per qualcuna e mi hai baciata per farla ingelosire?»

Ron inarcò un sopracciglio, mentre una risatina genuina gli nasceva sulle labbra.

«In cucina c’eravamo solo io e te, mi pare. Quindi a meno che io non mi sia innamorato di Winky…»
Hermione sorrise
e arrossì
e sospirò
e arrossì ancora.

«...beh, a dire il vero non saresti neanche il primo ad innamorarsi di un'elfa - nel 1835 un pastore norvegese...»
Ron non seppe mai quello che fece un pastore norvegese nel 1835 perchè pensò bene di fare qualcosa che un grifondoro britannico nel 1998 non si sarebbe mai pentito di aver fatto.

Ron baciò Hermione, e quello sarebbe stato solo il secondo, trionfale tentativo intenzionale a cui ne sarebbero seguiti infiniti altri.
Ron baciò Hermione di proposito, senza pozioni, senza inciampare, senza la volontà di far ingelosire nessuna cretura umana o elfica.
Ron baciò Hermione e gli piacque più di tutte le altre volte in cui era successo.

«E' mai possibile che tu abbia dovuto aspettare che Lavanda sbagliasse una pozione d'amore per fare questo?» chiese Hermione una volta che ruppero il bacio, non riuscendo ad impedirsi di sorridere come una bambina nel giorno di Natale. «C'era davvero bisogno di canarini e pozioni e di farmi vergognare in una maniera impietosa per esserti saltata addosso in quel modo sotto l'effetto di un filtro?»

«Oh sì» annuì Ron convinto, «è stata soprattutto quest'ultima cosa a convincermi definitivamente. Chi poteva sapere che Miss Granger fosse così poco virtuosa»
Hermione spalancò la bocca, piccata, e gli diede uno schiaffo che neanche se avesse voluto avrebbe potuto fargli male.

«Non ero io in quei momenti, va bene? Non posso credere che tu mi stia prendendo in giro per quello che ho fatto mentre ero sotto l'effetto di una pozione d'amore - devo forse ricordarti dell'episodio di Romilda?»

«Io non mi sono spogliato davanti a nessuno, mi sembra...»
Hermione arrossì sotto lo sguardo vispo di Ron.

«Io non ho cercato di picchiare Harry, mi sembra!»

«Perchè eri troppo impegnata a baciarmi» annuì Ron, sfacciato.
Hermione sbuffò nel tentativo di celare un sorriso spontaneo e imbarazzato.

«Beh, se la cosa non ti è piaciuta, vorrà dire che cercherò di baciare qualcun altro d'ora in poi...McLaggen magari?...»
Hermione sentì le mani di Ron serrarsi distintamente con vigore maggiore intorno ai suoi fianchi, mentre lo diceva.

«Sono quasi del tutto convinto che neanche la tua sete di vendetta potrebbe spingerti di nuovo tra le sue braccia pelose»

«Anche le tue braccia sono pelose» obiettò Hermione tirandogli su una manica della camicia come per essere sicura della propria tesi.

«Beh sì...ma io sono più bello. E più simpatico anche»

«Più modesto soprattutto»

«Oh beh, ho avuto la ragazza alla fine, no? Direi che mi merito di vantarmi un pò»

«Più che altro direi che alla fine
io ho avuto il ragazzo in questo contesto»
Il volto di Ron s'illuminò e sembrò farsi ancora più alto quando si rese effettivamente conto di essere motivo di contesa.

«Oh beh, sei sempre stata una strega prepotente»
Hermione sorrise.
Ron la vide arrossire e subito dopo sentì di nuovo le labbra di lei sfiorare appena, appena le sue, rubandogli un bacio che si fece via via più impetuoso con un'energia tale da farlo rimanere sorpreso.

Sospirò, incapace di fare altro.
Sentiva che avrebbe potuto abituarsi a questo, oh sì.



...and tonight we can truly say

together we're invincible.


Muse - Invincible



to be continued...





Ragazziiii! >.< Perdonatemi per il ritardo incredibile, questa volta sono davvero imperdonabile!
Che dire, questo capitolo è stato davvero difficile da partorire e in più diverse vicende personali hanno contribuito al ritardo dell'aggiornamento. Quest'anno come avevo annunciato a maggio ho fatto la maturità e ovviamente visto che non posso stare bella tranquilla dove sono, ho deciso di andare a fare l'università in Scozia.
Ebbene sì, sono a due ore di macchina da zia Row! XD
Quindi mi scuso ancora, ma questa mia nuova vita mi impegna molto ed è difficile scrivere tra lo studio, la spesa, i panni e le sei coinquiline con cui divido l'appartamento che danno feste ogni due per tre.
Ma ora basta parlare di me e parliamo di voi: ragazzi, io non so davvero come ringraziarvi per l'incredibile supporto e l'incredibile pazienza che mi avete dimostrato in questi mesi <3

Un grazie di cuore a robby, elettra1991, Gioem106, videlina 95, fleacartasi, BigIlly, Rowena Ollivander, Lill, ruka88, Lucy Light, Bride162, Hermionina, Lucille, eli weasley, Saidy, Zia Fufù, PrincessMarauders, TITTIVALECHAN91, Minnieinlove, cosmopolitan, mokuren078, Arkadio, Sif, Nonna Giuly, Padfoot delle Marauders (chi si rivedeee! :D), hele e Fairydreams che hanno commentato anche più di una volta per capire dove fossi finita, a chi mi ha mandato le e-mail, a chi ha letto, a chi ha messo la fan fiction tra i preferiti e tra i seguiti, insomma un enorme grazie a TUTTI QUANTI per il grandissimo supporto.
Grazie infinite <3
:)
Che altro dire, alla fine della fan fiction manca davvero poco e confido nei panni da lavare che non dovrete aspettare molto a lungo per veder comparire l'ultimo capitoletto nella home page della sezione di Harry Potter ;D
A prestissimo e se mi lasciate un commentino, mi fate ancora più contenta!
Baciottoss <3 (o come dicono qui: xoxo C;)



Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Epilogo. La La La Life is Wonderful ***


Steamy Amortentia
Epilogo.

La La La Life is Wonderful

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

And it takes no time to fall in love
But it takes you years to know what love is
And it takes some fears to make you trust
It takes those tears to make it rust
It takes the dust to have it polished

Ah la la la la la la life is wonderful
Ah la la la la la la life goes full circle
Ah la la la la life is wonderful.

 

                                                Jason Mraz – Life is Wonderful

 

 

 

 

La vita era meravigliosa.

 

Ron lo pensò per tutta la settimana e lo pensò con ancora più gioiosa letizia quando quella mattina si alzò con tre ore di anticipo rispetto ai suoi standard del sabato mattina nella febbrile attesa di un’intera giornata assolata che avrebbe passato con le labbra voracemente attaccate a quelle di Hermione.

 

La vita, oh sì, la vita era meravigliosa.

 

Se lo continuò a ripetere nella doccia quasi cantando, e i suoi gai pensieri proseguirono fino a colazione, quando si accorse che persino la McGranitt non era ancora scesa, tanto era presto.

La vita, però, era meravigliosa, e se per caso la brevissima meditazione dedicata alla scelta del gusto della marmellata da mettere sul pane, poteva averlo in qualche modo distratto da quella sua fermissima convinzione, questa tornò ad essere padrona della sua mente non appena una ben nota riccioluta figurina in camicia e gonnella fece capolino nella Sala Grande qualche minuto dopo.

 

«Sei sveglio» constatò Hermione, senza che la sorpresa potesse interferire con il sorriso abbagliante che non riusciva a smettere di avere da almeno tre giorni.

 

«Incredibile, ma vero»

Ron si mosse leggermente sulla panca per farle posto, nonostante loro due fossero gli unici due occupanti della tavolata di Grifondoro insieme ad un Colin Canon incredibilmente concentrato sui suoi fiocchi d’avena seduto alla loro estrema sinistra e apparentemente troppo assonnato per badare a loro.

 

«Se avessi saputo che per farti svegliare prima di mezzogiorno di sabato tutto quello che bisognava fare era saltarti addosso sotto l’effetto di una pozione d’amore, sarei corsa ai ripari diversi anni fa»

 

«Certe cose si capiscono solo con l’esperienza, Miss Granger»

Hermione annuì leggermente con la testa, scostando il toast che Ron le aveva appena messo davanti per baciarlo come mai avrebbe immaginato di avere la libertà di fare.

Ron infilò un gomito nella scodella di cereali nel tentativo di spostare il portapane che fluttuava loro accanto, ma non sembrò né accorgersi del proprio maglione inzuppato, né che i pochi sguardi assonnati presenti nella Sala Grande si erano irrimediabilmente puntati su di loro carichi di genuina e ridente sorpresa.

 

«Credevo che Hermione avesse preso l’antidoto alla pozione d’amore, Harry»

La voce sognante di Luna Lovegood, riportò i due alla realtà, e Ron emise un flebile eew quando si rese conto di aver usato il proprio gomito come pestino nella sua scodella dei cereali.

 

«Infatti lo ha preso» mormorò lui, grattandosi debolmente la tempia senza preoccuparsi delle occhiate che le sue pantofole con i draghi di pezza stavano attirando tra gli ormai sveglissimi testimoni presenti. «È solo che è venuto fuori che il filtro era del tutto inutile per questi due»

Hermione si mosse nervosamente sulla panca, mentre Ron assumeva un colorito tragicamente rossastro e Luna li guardava con i grandi occhi sgranati pieni di buoni propositi.

 

«Harry, perché sei in pigiama?» chiese Hermione, tentando di sviare l’argomento e addentando svogliatamente il toast per tenersi occupata.

 

«Luna era alla ricerca di Ron, e allora…visto che adesso vi siete trovati, però, io torno a letto»

 

«Grazie infinite, Harry» Luna agitò la mano in segno di saluto alle spalle di Harry e poi rivolse il suo sguardo vacuo sulla coppia seduta a meno di un metro da lei.

 

«Come…come mai mi cercavi, Luna?»

Il tono di lieve timore nella voce di Ron non sfuggì a Hermione, ma se anche Luna lo notò, lei non fece nulla per darlo a vedere.

 

«Per darti il tuo regalo di compleanno, ovviamente»

 

«Ah.»

 

«Stavo pensando di comprarti dei dolci, ma dopo quello che ti è successo ho deciso di cambiare idea.»

 

«Saggia decisione»

 

«Quindi ti ho fatto questa» Luna immerse la sua mano nivea nella tasca laterale del suo maglione rosso a pois gialli ed estrasse una collana di tappi di sughero, foglie di ravanello e mirtilli. «È una collana anti-Gerbilli» spiegò, osservando la sua opera con uno sguardo che Hermione avrebbe definito “paurosamente orgoglioso”. «Nel periodo tra marzo e aprile i Gerbilli iniziano a riprodursi e sono incredibilmente attratti dalle persone con i capelli rossi, chissà perché poi»

Luna porse la collana a Ron, che la prese solo dopo una gomitata ben piazzata nelle costole da parte di Hermione.

 

«Sei stata davvero gentile Luna» disse lei, cercando colmare il silenzio causato dallo shock di Ron.

Insieme alla seconda gomitata, arrivò anche un G-grazie.

 

Luna stava quasi per congedarsi quando accanto a loro passò Lavanda con la sua imperscrutabile espressione superiore ancora più evidente di prima dopo il crollo nervoso della settimana precedente. Si fermò un attimo di fronte a loro con uno sguardo di pure disgusto e sembrava sul punto di dire qualcosa che Ron immaginò fosse particolarmente sgradevole quando Lavanda starnutì talmente forte che Neville lanciò inavvertitamente Oscar nella scodella di fiocchi d’avena di Colin per lo spavento.

Quando Lavanda riemerse dalla cascata di capelli biondi che le avevano coperto il viso per la violenza dello starnuto, Luna, Hermione e Ron videro che la sua faccia si stava velocemente ricoprendo di puntini molto rossi.

 

«Per i calzettoni di Morgana, Lavanda» disse Luna, inforcando i suoi occhialoni individua-Gerbilli, «Sei completamente ricoperta di Gerbilli

 

«Cosa?! Che dici?» Lavanda intercettò una brocca volante di succo di zucca e ci si specchiò dentro. «Oh, Merlino! CHE COSA MI AVETE FATTO?!»

 

«È la collana anti-Gerbillo di Ron» spiegò Luna, guardando prima lei e poi Ron e Hermione. «Sapete quando i Gerbilli percepiscono l’odore del sughero, delle foglie di ravanello e dei mirtilli tutti insieme, vengono immediatamente disorientati e cominciano ad attaccare la persona che li ospita»

Hermione annuì rapita, mentre fissava affascinata il volto ricoperto di bollicine di Lavanda.

 

«Bestiale» commentò Ron, indossando immediatamente la collana.

Luna annuì e poi si girò a guardare il corpo tremante di rabbia e di propositi vendicativi di Lavanda.

 

«Lavanda, vuoi che ti accompagni di Hagrid

Lei la fulminò.

 

«Perché dovresti accompagnarmi da Hagrid, Lunatica?! Devo andare in Infermeria immediatamente!» Lavanda cercò di coprirsi il viso con le mani, ma quando le fece il loro dorso iniziò a sua volta a coprirsi di macchioline rosse.

 

«Oh no, Lavanda, non devi toccarti» Luna si infilò un paio di guanti fucsia e cominciò leggermente a spingerla verso la porta principale. «Hagrid è l’unico che ha a disposizione placenta di Gremlin e ho paura che sia l’unica maniera per liberarsi dei Gerbilli»

Ron e Hermione riuscirono solo a percepire il gracchiante urletto di Lavanda prima che le due scomparissero aldilà del portone.

 

«Wow.»

Ron ammirò per un attimo il regalo di Luna e circondò la vita di Hermione con un braccio diventando questa volta solo parzialmente rosato.

 

Oh sì, la vita era proprio meravigliosa.

 

 

 

 

 

fine.

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci qua :D

Dopo il mio debutto di ieri sera con una fan fiction Originale, mi sono sentita talmente ispirata che sono riuscita a finire questa ff. Mi scuso immensamente per il ritardo, ma solo oggi la mia mente è riuscita a partorire questo Epilogo C:

Prima di tutto voglio ringraziare tantotantotanto cosmopolitan, Padfoot delle Marauders, Arkadio, Sif, Gioem106, hele, mokuren078, _Christine_, Nonna Giuly Weasley, Serenella_Chan, Rowena Ollivander, Annaf85, Hermionina, Minnieinlove e mem per i meravigliosi commenti che mi avete lasciato nel capitolo passato e tutti quelli che hanno letto, messo questa ff tra i preferiti, seguiti e tutte le nuove sezioni che non ho ancora notato :D

Vi ringrazio anche immensamente per la pazienza che mi dimostrate ogni volta, nonostante io sia leeeentalentalenta con gli aggiornamenti! Insomma, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!

 

Che altro dire, io qui mi ripeto sempre, ma capitemi sto invecchiando, spero tanto che questo Epilogo sia stato all’altezza delle vostre aspettative e se volete lasciare un commentino, qualsiasi cosa abbiate da dire è la benvenuta!

A presto :)

Gaia

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=336597