L'incantesimo del lago

di Zacarias
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


INTRODUZIONE

INTRODUZIONE

 

C’era una volta un Re, di nome Guglielmo, che governava un regno grande e potente. Tuttavia era triste e infelice, perché stava invecchiando e non aveva figli che potessero succedergli al trono. Ma poi, per fortuna, nacque una bambina, una principessa, cui fu dato il nome di Hermione.

Re e regine vennero da ogni dove per offrire doni alla piccola. Tra loro c’era la regina Nimphadora, rimasta vedova, e il suo figlioletto, il principe Harry, che regalò alla bambina una splendida collana con un ciondolo a forma di cigno.

Fu allora che Guglielmo e Nimphadora ebbero la stessa idea: Harry ed Hermione avrebbero passato insieme ogni estate, nella speranza che si innamorassero e che i loro regni si unirono per sempre.

Ma all’insaputa di tutti, qualcun altro tramava nell’ombra: era il perfido mago Voldemort. La nascita di Hermione lo lasciava indifferente, perché si esercitava ad usare le sue malefiche arti magiche per impadronirsi del regno di Guglielmo. Ma prima che potesse mettere in atto il suo piano, Guglielmo lo affrontò e i poteri di Voldemort furono annientati.

Benché tutti ne invocassero la morte, il mago fu solo bandito dal regno.

< Non ho ancora finito con te Guglielmo! Un giorno tornerò in possesso dei miei poteri ed allora tutto ciò che possiedi, tutto ciò che ami, sarà mio! > Con queste ultime parole il mago sparì.

Molti temevano che il re Guglielmo fosse stato troppo magnanimo, ma col tempo la minaccia fu dimenticata e tutte le speranze vennero riposte nell’estate, ormai vicina, in cui finalmente Harry ed Hermione si sarebbero incontrati.

 

 

Il castello della regina Nimphadora era il più maestoso di tutta la contea: era grande fino all’inverosimile, e i suoi colori erano così delicati e dolci che potevano stupire chiunque. Quell’estate, in modo particolare, il castello era stato addobbato riccamente, per l’arrivo del re Guglielmo, insieme a sua figlia, la principessa Hermione.

Questo arrivo entusiasmava a dir poco la regina, mentre Harry, suo figlio, disprezzava questa visita, e cercava di passare più tempo possibile insieme a Ron, il suo migliore amico, anche lui figlio di conti ed a Remus, il suo tutore e istruttore, nonché consigliere reale.

< Io non voglio che lei venga qui! > Si sfogava il povero principe con il suo migliore amico.

< Non puoi farci niente Harry > Rispose sinceramente lui < Tua madre dice che siamo ancora troppo piccoli per decidere il nostro futuro >

Harry squadrò il suo migliore amico.

< Non importa! Ho sedici anni, credo di sapere, seppur minimamente ciò che è meglio per me! > Cercò di dire in tono saggio il ragazzo, che aveva molto carisma nel parlare, essendo nato in una famiglia di reali d’alto rango.

< Non lo Harry > Sospirò Ron < Hermione ogni anno diventa sempre più bella e di sicuro voi sareste una bella coppia! > Ammise più francamente il giovinetto.

Harry sbuffò.

< Ormai è da quindici anni che tutte le estati viene qui a irrompere nella nostra vita quotidiana con tutte le sue stupide e rigide regole > Il ragazzo sospirò < Mi risulterà difficile sopportarla ancora… >

< E pensare che tua madre invece crede in un bel matrimonio insieme ad Hermione… > Dichiarò Ron malizioso.

Harry squadrò per bene il suo amico: alto, slanciato, con bei capelli rossi e stupendi occhi pervinca. Era un tipo un po’ distratto, a cui piaceva essere indipendente certe volte, ma aveva un gran cuore, anche se in questa occasione non lo dimostrava.

< Dai Ron! Oggi mi vuoi far proprio soffrire… >

L’amico sorrise.

< Non ti preoccupare Harry James Potter! Io ti farò da guardia del corpo durante questa tremenda estate! > Affermò nobilmente il giovane, alzandosi e posando la mano destra su cuore.

Harry prese la mano dell’amico e la strinse. Era il migliore del suo genere Ron, strambo e divertente al punto giusto. Due squisiti ingrediente che lo rendevano unico, inimitabile.

< Sai Ron > Cominciò Harry < Io non credo che tu sia poi così… Ehm… Coraggioso… > Lo stuzzicò.

L’amico rimase imbambolato nella sua posizione, senza battere ciglio, arrossendo solamente per la vergogna.

Il principe guardò malizioso il suo fedele amico sprofondare dalla vergogna. No, non che Ron non fosse coraggioso, ma era un ragazzo che si spaventava per tutto, anche se sapeva affrontare con grande prontezza le sue paure.

Il ragazzo concentrò subito il suo sguardo sulla strada che portava nel villaggio, per non far notare al principe il rossore delle sue guance.

< Ehi, guarda un po’chi arriva… > Disse Ron.

Sulla strada si era fatto un gran polverone, che precedeva, come ogni estate, l’arrivo del re Guglielmo e della principessa Hermione. Infatti eccola là: altezzosa in sella alla splendida Giumenta crema, intenta a parlare con suo padre, che si trovava di fianco a lei.

< Padre > Cominciò < Io non verrò mai più qui! > Esclamò < Harry e Ron si comportano sempre in modo infantile, ogni anno che passa, e non resisto al solo pensiero che dovrò sposare uno di loro! >

Il padre le sorrise dolcemente.

< Non uno di loro cara > Le carezzò i suoi lunghi capelli castani ricci < Ma il principe Harry, devi chiamarlo così >

La ragazza sbuffò.

< Tanto peggio allora! > Affermò < E’ immaturo! Almeno il suo amico Ronald ha un po’ di cervello nella sua testolina rossa! >

< Su cara, non comportanti anche tu, allora, in questo modo infantile > Il re intravide il principe Harry insieme al suo amico e alla regina Nimphadora < Sono sicura che tu e lui, un giorno, anche se molto lontano, comincerete ad amarvi per quello che siete >

La ragazza sorrise ironica.

< Peccato che a voi interessi solo la politica, poiché se il vostro regno e quello della regina Nimphadora si unissero, avrete molte meno spese da pagare, giusto? >

< Non posso negare di non avere una figlia intelligente > Rispose il sovrano.

Intanto, a un centinaio di metri da loro, la regina Nimphadora li salutava freneticamente con inchini e galanterie di altro genere. Harry e Ron invece rimanevano seduti lì, sull’erba, condannati ad un’altra terribile estate.

< Harry! Ronald! > Esclamò stizzita la regina < Alzatevi e inchinatevi per salutare! > Impose.

< Ehi, cosa centro io? > Chiese Ron < E lui che le deve sposare! > Affermò.

Harry scosse la testa.

< Grazie Ron, sai, certe volte sai essere un vero amico… > E si alzò inchinandosi di malavoglia.

Ormai il re e la principessa erano lì davanti a loro e ancora una volta Harry e Ron, poterono constatare che Hermione, non era cambiata molto nelle maniere, ma soprattutto nel fisico: ogni anno si presentava sempre più alta, più riccia e sempre più scura di pelle. I suoi occhi erano rimasti quelli di sempre, e continuavano a muoversi per osservare tutto alla perfezione.

< Benvenuti mio caro re Guglielmo e benvenuta anche a te principessa! > Salutò la regina Nimphadora, inchinando molto profondamente >

< Grazie Cara regina, grazie dell’accoglienza > Il re scese da cavallo < Che gioia rivedervi senza nemmeno un sintomo di vecchiaia Nimphadora > Guglielmo le fece il baciamano.

La regina arrossì lievemente ed esclamò:

< Bene, Harry e Ron, perché non mostrate all’ospite il nostro splendido castello? Io e suo padre saremo a parlare di politica nella sala conferenze > Ogni anno la regina diceva quella frase, senza rendersi conto che ormai Hermione conosceva il castello meglio della proprietaria e non aveva assolutamente bisogno di una visita guidata.

Harry cercò un modo per infastidire il più possibile la principessa.

< Ehi Ron! > Esclamò, dando un leggero colpo intuitivo alla gamba dell’amico < Che ne dici di fare una gara di tiro con l’arco? > Chiese, sperando che l’amico mantenesse il gioco.

Ron, capita l’allusione fissò per un attimo la principessa, prima di rispondere:

< Certo Harry! Vediamo se riesci a fare un bel centro! > Poi guardò la ragazza < Volete partecipare anche voi? >

La ragazza si stava crogiolando, proprio lo scopo che i due volevano raggiungere. Lei era troppo orgogliosa per rifiutare un invito del genere, ma era anche vero che lei non era mai riuscita a tenere una freccia e un arco tra le mani.

< Per me va bene > Rispose freddamente, facendo trasparire però un piccola nota di imbarazzo.

I tra ragazzi si avviarono nel campo di esercitazione di tiro con l’arco, che si trovava nel giardino reale più grande, proprio dietro il castello.

< Iniziate pure voi principessa > Disse galantemente Harry, una volta raggiunto il campo. Le porse un arco molto robusto e pesante e una freccia con una punta di ferro, per bilanciare il colpo, nuova scoperta nel regno della regina Nimphadora.

La ragazza fece del suo meglio per prendere l’arco e puntare la freccia contro il bersaglio, ma il colpo non ebbe l’effetto da lei voluto. Pensava che il suo sarebbe stato un ottimo tiro, date le circostanze di vento, ma non aveva contato un importante particolare: lei non aveva mai tirano con l’arco. Ed ora che era stata applicata quella lamina di ferro sulla punta della freccia, avrebbe dovuto puntare un po’ più in alto, per colpire il bersaglio. Il risultato fu, che quando lasciò la freccia, essa cadde lentamente e pochi metri da lei, sotto i volti divertiti degli altri due, che scoppiarono in immense risate di gusto, vedendo che il loro scopo era stato raggiunto.

Hermione era arrabbiata, delusa e stizzita davanti a loro, e rimaneva ferma perché temeva che qualche altro suo movimento goffo potesse significare la vergogna totale. Ma quando notò che i ragazzi non avevano nessuna intenzione di smettere di ridere anche lei, sempre così composta, perse la pazienza.  

< Voi vi divertite così tanto! > Gridò, indicando con il suo esile indice Harry < Ma non avete ancora capito che l’unico divertimento qui, siete voi! > Esclamò < Infatti non smetto di ridere al solo pensiero che ci sia qualcuno tanto immaturo quanto ottuso come voi! E non sto esagerando! Voi avete la mente annebbiata da tutto ciò di inutile che vi circonda e non pensate mai ai sentimenti altrui, ma solo ai vostri! Ed io non vi sposerò mai in futuro, indipendentemente da ciò che pensano il re e la regina! > Con queste ultime parole si lasciò dietro un Harry sconvolto e un Ron piuttosto divertito.

< Era solo uno scherzo… > Disse piano piano quest’ultimo.

 

 

BENE, SPERO CHE LA MIA FANFICTION VI PIACCIA! HO PRESO ISPIRAZIONE DAL CARTONE ANIMATO DELLA DISNEY “L’INCANTESIMO DEL LAGO 1” UNO DEI PIU’ BELLI CHE ABBIA MAI VISTO. SPERO CHE VOI POSSIATE APPREZZARE L’INIZIO DI QUESTA STORIA ED ORA PASSO A RIVELARVI I NOMI DEI PERSONAGGI:

ODETTE=HERMIONE

DEREK=HARRY

ROTHBARTH=VOLDEMORT

BRONDLIN=RON

ROGER=REMUS LUPIN

REGINA UBERTA=NIMPHADORA TONKS

E PER QUANTO RIGUARDA GLI ALTRI PERSONAGGI… BEH, LO SCOPRIRETE DA SOLI, SE CONTINUATE A LEGGERE ED A RECENSITE LA MIA STORIA! VI ASPETTO NUMEROSI!

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


< Hermione cara, sei pronta

< Hermione cara, sei pronta? > Il re Guglielmo bussò alla porta della stanza della figlia < Harry e la regina Nimphadora ci staranno aspettando… > Disse piano piano.

< Che aspettino! > Imprecò la ragazza nella sua camera.

< Hermione, non fare così… Ormai sei una bella ragazza di vent’anni e, per di più, sei figlia di un re! Quindi è d’obbligo sposarsi con un altro reale… >

< Io sposerò solo l’uomo che amo! Non un immaturo come Harry! >

Il re sospirò. Sua figlia certe volte era davvero intrattabile.

< Dagli una possibilità cara… >

Nella sua stanza la ragazza parve sbattere un pugno sul suo comò.

< Una possibilità?! > Imprecò < E’ da diciannove anni che gli dò una possibilità, ma lui non vuole cambiare! >

Il re provava un peso al cuore nel sentire la figlia così triste e sconsolata, e dopo venti, lunghi anni, capì che aveva commesso uno sbaglio nell’obbligare sua figlia a sposare un principe che odiava.

< Mi dispiace cara… > Sospirò < Sono stato egoista… Ho pensato prima a me che alla persona che amo di più: mia figlia, il mio unico, vero, tesoro. Mi dispiace Hermione… >

La porta si spalancò: una ragazza slanciata, con lunghi e morbidi ricci castani, vestita splendidamente per l’occasione, strinse il padre in un abbraccio.

< Sapevo che ti saresti ricreduto, padre > Disse sorridendo < Sei troppo buono con tutti… >

Il re sentì che un peso nel suo cuore stava sparendo, ma ben presto fu sostituito da un altro.

< Cara > Cominciò, guardando affettuosamente la figlia < Ti chiedo un ultimo favore: vieni a solo  vedere Harry, e se tu proverai per lui le stesse emozioni che hai sempre provato, allora ti prometto che non lo rivedrai mai più… > Propose il re.

Hermione sorrise.

< Sarà inutile padre, ma accetto la tua proposta solo perché ti voglio bene, e sapevo quanto speravi in questo matrimonio… >

Intanto, nel castello della regina Nimphadora, Harry e Ron si stavano preparando per la grande occasione.

< Non posso e non voglio farlo, Ron > Disse infine Harry, rompendo il lugubre silenzio che li circondava.

Ron si allacciò il mantello molto stretto, sintomo di nervosismo.

< Non puoi opporti alle decisioni di tua madre Harry… > Affermò l’amico.

< Lei non ha ancora capito che presto sarò il futuro re e che sono sempre stato in grado di prendere le mie decisioni da solo. Hermione non fa per me, c’è molto di meglio! > Esclamò interdetto.

< Come carattere sicuramente > Acconsentì l’amico < Ma devi ammettere che l’ultima estate sembrava un fiore appena sbocciato… >

Harry scosse la testa. Era inutile parlare con Ron, rimaneva sempre impiantato sulle sue idee. Non che fosse un male, ma certe volte era irritante.

< Hai visto come ha addobbato la Sala delle Cerimonie tua madre? > Chiese Ron, cercando di cambiare discorso.

Il ragazzo scosse la testa. Non lo sapeva e non voleva saperlo. Sua madre aveva fin troppo gusto per queste cose e lui non voleva essere messo in ridicolo.

< Non lo so > Rispose stizzito Harry < Ma so il stile di mia madre quindi immagino rose rosse in ogni angolo, candelabri con… Uhm… Diciamo tre candele per uno… Un ricco banchetto… Ospiti di altri regni a non finire… E… Ah, sì, le tende cremisi bordate di blu! >

Ron sorrise.

< Hai indovinato quasi tutto, hai sbagliato solo le tende: sono blu e bordate in cremisi, ma è solo un piccolo errore! > Disse.

< Harry! > Si sentì bussare alla porta < Hermione è arrivata, scendi nella Sala con Ronald! > Esclamò la regina, precipitandosi anche lui per le scale, pronta ad accogliere la sua futura nuora.

Mentre scendevano Ron poggiò la sua mano sulla spalla di Harry.

< Buona fortuna! > Gli sussurrò, per poi lasciarlo incontrare con Hermione.

< Non so a cosa possa servire, però grazie > E anche Harry si separò dal suo amico per andare incontro al suo terribile destino.

Eccola. Hermione era là, che aspettava composta e paziente, con un leggero velo di tristezza sul volto. Era bellissima. I suoi lunghi ricci castani le scivolavano dolcemente lungo le palpebre erano leggermente socchiuse sugli splendidi occhi nocciola. Vestiva un abito di apparente seta, bianco in gonna e in vita e verde sulle spalle.

Quando la vide Harry ebbe una fitta allo stomaco e una al cuore. Quella allo stomaco perché non credeva che esistesse ragazza più bella e delicata di lei, e al cuore perché non si rendeva conto del perché l’aveva odiata per tutti quegli anni. Sorridendo le si avvicino, davanti all’espressione sorpresa di sua madre.

Anche Hermione notò nel ragazzo qualche cambiamento. Sembrava avesse un’espressione più matura con quel caldo e bellissimo sorriso e qualcosa in lui la attirava, ma non era il suo aspetto fisico… Era qualcosa di più profondo, ma non sapeva ancora di cosa si trattasse.

Quando Harry le fu davanti, la guardo dolcemente e pieno di speranze. La prese per mano e la invitò a ballare, per la prima volta, spontaneamente, contento di poter finalmente toccare quella creatura stupenda e leggiadra.

Hermione si stupì quando si sentì un braccio alla vita, ma non lo sdegnò e guardò il suo cavaliere, rendendosi conto che le erano serviti venti anni per innamorarsi di qualcuno di speciale. Lei le poggiò delicatamente, quasi timorosa di fargli male, una mano sulla spalla e Remus Lupin, consigliere reale della regina Nimphadora, nonché direttore dell’orchestra, travolse i due ragazzi in una musica dolce e melodiosa,  come l’amore che provavano l’uno per l’altra.

Il re e la regina intanto, guardavano la scena soddisfatti, insieme agli invitati, arrivati tempestivamente. Quei due ragazzi che ballavano riempirono l’aria di buoni sentimenti e anche gli altri nobili cominciarono subito a ballare, come non avevano mia fatto per molti anni.

Quando la musica finì, il ballo del principe e della principessa si concluse con un lungo bacio, di quelli veri, di quelli che dimostrano veramente l’amore che si prova per l’altro. Harry prese per mano la sua dolce metà, ancora un po’ intimidita e pronunciò con enfasi:

< Preparate le nozze! > Subito ci furono esaltazioni provenienti da ogni parte della stanza, perché tutti erano aperti a quell’amore così sincero tra i due.

Ma dopo le parole di Harry, Hermione parve molto turbata e confusa. No, lei era innamorata del principe, ma un ballo e un bacio non bastavano per lei. Doveva capire ciò che il suo amato provava veramente per lei.

< Aspettate > Sussurrò piano la ragazza, sperando di farsi udire solo dal principe, ma quella parola tanto inaspettata aveva colto tutti di sorpresa.

< Cosa? > Chiese sorridendo Harry < Sei tutto ciò che ho sempre desiderato… Sei bellissima! > Esclamò sinceramente.

< Grazie > La ragazza arrossì lievemente < Ma che altro? > Chiese decisa.

< Che altro? > Ripeté Harry, non sapendo cosa rispondere.

< E solo la bellezza che conta, per te? > Hermione gli stava stringendo forte la mano, sperando nella risposte che tanto avrebbe desiderato.

La ragazza incontrò lo sguardo contrariato del padre, mentre la regina Nimphadora incitava Harry:

< Harry… Che altro? > Diceva sorridente.

Il ragazzo ritornò a guardare la principessa.

< Ma… Io…Ehm… Che altro c’è? > Chiese alla fine, balbettando.

Quelle parole spezzarono il cuore di Hermione. Non voleva crederci nemmeno lei, ma per quanto amasse Harry, non poteva sposarlo solo per una questione di fisico.

La ragazza scappò dalla stanza, non riuscendo a trattenere qualche lacrima silenziosa, seguita dal padre. Harry ora si trovava sotto gli sguardi perplessi e tristi di tutti, soprattutto di sua madre, che raggiunse il re, e fece cenno ad Harry di seguirla. Insieme poterono notare che Hermione ed il re stavano lasciando il castello e fecero appena in tempo per salutarli.

< Abbiamo tentato Nimphadora, nessuno potrà dire che non abbiamo tentato > Disse in tono grave re Guglielmo. Poi si rivolse alla figlia < Saluta Hermione! > Ammonì duro.

< Addio > Fu la misera risposta, della ragazza, che non riuscì a reggere lo sguardo del principe.

< Adio??? > Fece il re stizzito.

< Principe Harry > La ragazza completò la risposta mentre le lacrime le rigavano il viso.

La regina dette una gomitata a suo figlio.

< Madre! > Imprecò.

< Harry! > Obbiettò lei.

< Addio principessa… > Salutò rassegnato.

Lui cercò più volte di incrociare fiducioso il suo sguardo, ma la ragazza non si voltava e quando lo fece Harry, offeso nell’orgoglio e nel cuore cercava di non guardarla. Entrambi stavano soffrendo per l’amore che provavano, ed una sola parola sarebbe bastata per riaggiustare tutto. Una sola parole di scusa, di perdono. Ma quella parola non ci fu.

La regina guardava Harry leggermente adirata.

< Tutti questi anni di progetti! > Esclamò, mentre entrava nel castello < Andati in fumo! >

Hermione e suo padre si stavano allontanando velocemente dal castello della regina e quello fu il momento opportuna per parlare:

< Ma io… > Sospirò il re < Io non riesco proprio a capire! Che cos’altro volevi che dicesse, eh? > Chiese, cercando di rimanere il più gentile possibile.

Hermione cacciò via una lacrima che le stava scendendo.

< Ho bisogno di sapere se mi ama, per quello che sono > Rispose composta. La carrozza ora si era fermata. Strano, non potevano essere già arrivati? Che cu fosse un ostacolo sulla strada?

Il re uscì dalla carrozza: non era un ostacolo. Era molto peggio. Voldemort era ritornato, era riconoscibile anche in lontananza, con il suo solito mantello nero, che si mimetizzava perfettamente con il colore del cielo in tempesta.

Il mago sorrideva nel guardare il volto sconvolto e perplesso del sovrano:

< Oggi è il gran giorno caro Guglielmo > Sussurrò < Tutto ciò che possiedi, tutto ciò che ami, sarà mio… >

Dopo aver imposto a sua figlia di rimanere dentro la carrozza, il re si avvicinò al mago, scortato da molte guardie. Ma non ebbe il tempo di dire niente. Voldemort si trasformò grazie alle sua arti magiche in un animale, e distrusse tutto ciò che aveva davanti.

Intanto Harry si trovava nel salone del castello, intento a parlare con Remus ed a giocare a scacchi con Ron.

< Che altro c’è! > Esclamò stizzito il consigliere < Lei dice, per voi conta solo la bellezza e voi rispondente che altro c’è! >

< Sono stato uno sciocco lo so… > Ammise Harry, muovendo un pedone sulla scacchiera. 

< Voi dovreste scrivere un libro! > Continuò Remus < Come offendere una donna in quattro sillabe o meno… >

< Non sapevo che altro dire… > Si difese.

Ron intanto sventolava la regina di marmo della scacchiera:

< Oh, avete perso la vostra regina, principe… > Disse malizioso.

< Per la seconda volta oggi… > Sospirò il Harry.

Remus sbuffò.

< Riflettete! > Impose il consigliere < Dovete pur vedere qualcos’altro in Hermione, oltre alla bellezza! >

Gli occhi di Harry si illuminarono.

< Certo che vedo qualcos’altro! > Esclamò < Lei è come… Insomma… Praticamente… E poi… Cioè capite? >

Il consigliere e Ron si rivolsero uno sguardo ironico.

< Io non so come dirlo… > Continuò < Ma glielo proverò! > Affermò entusiasta < Le proverò il mio amore! > Poi guardò la scacchiera e mosse la torre < Scacco matto! > Esclamò!

Tum. Tum. Tum.

Qualcuno bussava ad una porta secondaria del castello. Harry guardò l’ora tarda. Chi mai poteva essere?

Tum. Tum. Tum.

Il rumore si affievoliva man mano che continuava ed allora il principe decise di aprire: un uomo gli cadde sui piedi, più morto che vivo, pieno di graffi e ferite profonde e con un profondo sguardo d’aiuto sul volto. Harry lo riconobbe subito.

< E’ il capitano delle guardie del re Guglielmo! > Esclamò, rivolto agli amici.

Il pover uomo, probabilmente in fin di vita, riuscì a pronunciare poche parole:

< Siamo… > Sospirò, cercando di resistere alla sofferenza < Siamo stati attaccati > Poi cercò di mimare qualcosa < Un grande animale… > Il suo capo si accasciò sulle ginocchia di Remus, piegato su di lui.

Un brivido di terrore percorse la schiena del principe.

< Hermione! > Sussurrò e subito si diresse alla scuderia, prese il cavallo più veloce e continuò a galoppare finchè davanti ai suoi occhi non comparve una tragedia.

Tutti i corpi delle guardie del re Guglielmo erano sparsi sul selciato e anche la carrozza era rovesciata su sé stessa. Subito Harry l’aprì, sussurrando il nome della sua amata, ma lì dentro non trovò nessuno.

< Hermione! > Chiamò con quanto più fatto aveva in gola. Ma nessuno rispose. Intravide qualcosa di luminoso per terra. Era la collana con il ciondolo a forma di cigno. Harry la prese e le mise nella sua tasca. Continuò a chiamare finchè non sentì leggeri gemiti di dolore. Provenivano da dietro la carrozza. Infatti lì vi era il povero re Guglielmo, steso, che cercava invano di rialzarsi. Harry si piegò su di lui.

< Harry! > Sussurrò piano il re, vedendolo.

< Chi è stato? > Chiese disperato il principe.

Il re chiamò dentro di sé tutte le sue forse.

< E’ stato così all’improvviso! Un grande… Animale… >

< Dov’è Hermione? >

Il sovrano poggiò entrambe le mani sulle spalle del ragazzo.

< Ascoltami bene Harry, non è quello che sembra! Non è quello che sembra! >

Il principe si guardava attorno perplesso.

< Non riesco a capire! > Ripeté < Dov’è Hermione? >

< Hermione è… Hermione è… Scomparsa… > Queste furono le sue ultime parole.

< Hermione! > Urlò disperato il principe, ma nessuno poteva più sentirlo.    

 

SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO… DEVO AMMETTERE CHE, SCRIVERE UNA FANFICTION SULL’INCANTESIMO DEL LAGO, NON E’ FACILE COME SPERAVO, MA NON PREOCCUPATEVI, LA CONTINUERò, ANCHE SE PROBABILMENTE AGGIORNERò UN CAPITOLO AL GIORNO, PERCHE’ DI PIU’, NON CREDO DI POTER FARE. OGGI E’ STATA SOLO UN’ECCEZIONE, UN PICCOLO REGALO AI MIEI LETTORI, CHE PASSO SUBITO A RINGRAZIARE:

 

->GILLIAN’90: GRAZIE MILLE PER LA RECENSIONE, E SONO CONTENTO CHE TI

     PIACCIA! SPERO DI POTER FARE SEMPRE MEGLIO. 

 

->WICCA87: E’ ANCHE IL MIO DI FILM DI ANIMAZIONE PREFERITO XD! BEH,

    RIGUARDO ALLA COPPIA… SAI, IO SONO UN FAN DELLE HARRY/HERMIONE, MA

    NON TE NE DISPIACERE, TI PREGO, E, SE VUOI CONTINUA A LEGGERE E

    RECENSIRE!

->BRISEIDE: WOW, NON CREDEVO DI RICEVERE COSI’ TANTI COMPLIMENTE IL

     MIO PRIMO GIORNO DI LAVORO NELL VASTO MONDO DELLE FANFICTION DI

     HARRY POTTER! MI HA FATTO MOLTO PIACERE LA TUA RECENSIONE, E, COME HO

     DETTO PRIMA, MI PIACCIONO MOLTO LE HARRY/HERMIONE E SONO CONTENTA

     CHE ANCHE TU LE APPREZZI UN PO’! BEH, SE MAI TI CIMENTERAI CON QUESTA

    COPPIA, IO SARO’ UNO DEI PRIMI A LEGGERE LA TUA FANFICTION! CONTINUA A

    LEGGERE ED A RECENSIRE!

 

->DAMA AMBER: ECCOTI ACCONTENTA CARA (POSSO CHIAMARTI CARA,

     VERO? XD), UN ALTRO BEL CAPITOLO PER VOI LETTORI! EH, L’INCANTESIMO DEL

     LAGO PER ME E’ STUPENDO E MENTRE LEGGEVO UNA FANFCITION CHE

     CONTENEVA UNA CANZONE DI QUESTO CARTONE ANIMATO HO PENSATO:

     PERCHE’ NON SCRIVERE UNA FANFICTION COMPLETA? ED ECCOLA QUA, TUTTA

     PER VOI! NON TI PREOCCUAPARE, LA CONTINUERò VOLENTIERI! CONTINUA A

     LEGGERE E RECENSIRE!

 

->HARAS: GRAZIE MILLE PER IL TUO MERAVIGLIOSO COMPLIMENTO, MI HA RESO MOLTO EHM… ATTIVO! INFATTI ECCOTI ACCONTENTA CON UN CAPITOLO PIU’ LUNGO DEL PRECEDENTE E SPERO DI RIUSCIRE A MANTENERE QUESTA LUNGHEZZA! CONTINUA A LEGGERE ED A RECENSIRE!

 

BENE, SPERO DI AVER RINGRAZIATO TUTTI (ME MISERO SE HO SALTATO QUALCUNO XD! ) E VOLEVO APRIRE LE SCOMESSO SU CHI SECONDO VOI, INTERPRETERà GLI AMICI DEL LAGO, ALIAS LA TARTARUGA FRECCIA, L’UCCELLINO PUFFIN E LA MIA PREFERITA: LA RANA JEAN BOB (HO ACCERTATO, SI SCRIVE PROPRIO COSI’!). ALLORA, VIA ALLE SCOMMESSE, NATURLAMENTE I PERSONAGGI CHE LI INTERPRETERANNO LI HO GIA’ SCELTI, MA VOLGIO SAPERE COSA PENSANO I MIEI LETTORI! ALLA PROSSIMA!

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Lei era là, dall’altra parte del bosco, circondata da un enorme castello, invisibile parò, a causa dei grandi alberi che lo co

Lei era là, dall’altra parte del bosco, circondata da un enorme castello, invisibile parò, a causa dei grandi alberi che lo coprivano. Hermione era prigioniera di un lago incantato, oltre che del perfido Voldemort, che, per impedirle di scappare, le aveva lanciato un terribile incantesimo: era stata tramutata in un cigno, e poteva riprendere le sue sembianze umane solo quando la luna illuminava la superficie del lago e lei vi era dentro.

Voldemort guardava sorridente, insieme alla sua scagnozza Cho, il bianco cigno che nuotava lentamente sulla riva del lago.

< Oh no, non devi essere triste per il mio piccolo incantesimo Hermione, non è così terribile… > Si abbassò il cappuccio, mostrando un testa stempiata, con capelli e barba rossi e occhi piccoli e perfidi < Appena spunta la luna in cielo… > La indicò e guardò la trasformazione della principessa.

Un piccolo vortice d’acqua aveva circondato la principessa, rendendola invisibile agli altri occhi. Dopo qualche secondo il vortice sparì com’era venuto, e, al posto del cigno, ora si trovava la stupenda principessa Hermione, che si voltò spaventata verso il mago.

< E’ così che funziona, tutte le sere > Continuò, ammaliato dalla bellezza di Hermione < Devi essere sul lago, naturalmente, e appena la luce della luna sfiora le tua ali… > La ragazza rabbrividì < Hai visto no? Ma vedi Hermione, questa faccenda non mi dà alcun piacere > La sua scagnozza, piccola e bruttina, fece segnò di no con la testa.

< Beh, > Aggiunse il mago < Magari un pochettino sì, ma quello che voglio veramente è il regno di tuo padre > E si avvicinò alla ragazza prendendole una mano.

La ragazza sfilò la mano dalla presa salda di Voldemort.

< Prendetevelo allora! Siete abbastanza potente! > Esclamò la ragazza.

< No, ci ho già provato > Il mago portò le mani avanti in gesto di stizza < Quando uno ruba una cosa poi, deve lottare tutta la vita per riuscire a tenersela… > Sorrise < Ma, sei io sposo l’unica erede al trono… > Il mago fece un abile incantesimo ed Hermione e Voldemort si trovarono in una grande Sala, che poi la ragazza riconobbe come la sala del trono del castello di suo padre. Nell’incantesimo i sudditi si inchinavano davanti a loro, che erano vestiti adeguatamente con vestiti reali.

< … Io e te governeremo sul regno di tuo padre legalmente, come re e regina > Una magia fece apparire dal nulla una corona da re < Capito? >

< Mai! > Esclamò, facendo scomparire l’incantesimo e scappò via, in direzione della foresta.

Voldemort la guardava sorridendo.

< Dove stai andando? Appena la luce della luna lascerà il lago tornerai ad essere un cigno > Assunse un sguardo maligno < Dovunque tu sia! >

Alla povera ragazza non restò che piangere.

Harry nel suo castello, pensava alla ragazza amata giorno e notte, nonostante i suoi amici e sua madre cercavano di distoglierlo da questo pensiero.

Il principe faceva continue ricerche sul grande animale, ma l’unica cosa che aveva capito era che si trattava di un essere molto pericoloso e quindi bisognava essere preparati in fatto di armi. Per questo organizzò un piccolo torneo di tiro con l’arco, a cui parteciparono lui, Ron ed altri reali. Quando presentò il suo progetto del torneo a Remus, rispose al suo volto interrogativo in questo modo:

< Il grande animale non rinuncerà mai a lei senza combattere! >

Il consigliere scosse la testa.

< Non starete ancora pensando che sia viva! > Ribattè perplesso.

< Quando avrò trovato il grande animale, Remus, avrò trovato anche Hermione! > Spiegò.

< O principe, avete cercato dappertutto, lei non ritornerà più! Lo sa tutto il regno! >

< Tutto il regno si sbaglia! > Continuò imperterrito Harry < Hermione è viva, ed io la troverò! >

Il torneo fu splendidamente vinto dal principe Harry, che totalizzò moltissimo centri ed ebbe la vittoria sicura in tasca e l’esperienza e abilità necessaria per affrontare qualsiasi nemico con la sola forza del suo arco e delle sue frecce.

Chi si divertì molto al torneo fu Remus Lupin, che rideva di gusto nel vedere l’incapace Ron tentare di fare un centro. Durante la gara fu affidato a lui il compito di segnare i punti:

< Avete totalizzato un sacco di punti, questo è sicuro! > Esclamò rivolgendosi agli arcieri, e rivolgendo un sorrisetto beffardo a Ron, che a quanto pareva, non ne aveva fatti molti di punti.

Ma il migliore amico del principe, memore di quanto possano durare le prese in giro di Remus, posizionò senza farsi notare, le sue frecce in vari centri.

< Bene, questo bersaglio vale due punti: sedici centri per un totale di trentadue… quattordici da tre punti e dieci da sette punti, per un totale di… duecentonovantotto! > Esclamò Lupin contando i punti di Harry < Bravissimo Harry! > Poi rivolse uno sguardo ironico a Ron.

< Ora Ronald vediamo… Zero e zero e niente e nada… Benissimo! > Poi si avviò verso i tre centri più difficile e gli si arricciarono i capelli quando notò tre delle frecce di Ron.

< Occhio e croce > Suggerì quest’ultimo < Mi sembrano trecento Remus… >

< Bella mira Ron! > Intervenne Harry, congratulandosi.

< Scrivete pure! > Esclamò il rosso, rivolto al consigliere < Trecento a duecentonovantotto! >

< Aspettate un momento Lupin! > Un altro arciere intervenne < Avete dimenticato di contare una delle frecce del principe Harry… >

Il ragazzo la notò subito e si unì, insieme a Remus, ad interpretare un’espressione ironica:

< Mi dispiace Ron… > Disse il principe.

Il suo migliore amico cercò subito di cambiare discorso.

< Siete un ottimo tiratore principe, uno dei migliori! > Gli diede una pacca sulla spalla < Ma una buona mira non basta! Ci vuole coraggio! > Il giovane si ingannò da solo < Eh, in quello vado forte… >

Nel sentire questo discorso, Remus Lupin perse la pazienza e propose:

< Allora che ne dite di un rapidi giro di “Ferma la freccia”? > Aveva colto nel segno.

< F-ferma la F-freccia? > Balbettò < Parlate, parlate di me? >

< Voi siete l’unico che abbia tanto C-c-c-coraggio! > Lo imitò sorridendo.

Ferma la freccia era un esercizio comune in tutti i reami, ma era anche abbastanza pericoloso, perché c’era il rischio che un arciere inesperto potesse colpire un compagno. In questo allenamento un arciere veniva protetto da una spessa armatura, elmo compreso, e sopra la sua testa veniva posato un bersaglio, nei casi più comuni una mela. Questo arciere deve tirare la freccia ad un altro tiratore, lontano circa un centinaio di metri, che si trova di schiena rispetto all’altro arciere. Quando sente arrivare la freccia, questo tiratore deve voltarsi in tempo per prenderla prima che gli faccia male, e poi deve tirarla con il suo arco contro il bersaglio posto sul capo dell’altro arciere.

Visto che Ron non era un arciere esperto e preciso, a lui sarebbe stata affidata la parte meno rischiosa, poiché sarebbe stato protetto da un armatura. Tuttavia ciò che doveva fare richiedeva coraggio, perché è tirare una freccia in direzione del proprio amico, che, per di più, era voltato di spalle.

< Siete sicuro di sentirvi bene? > Chiedeva malizioso Remus, che aiutava il giovane ad infilare l’armatura.

< Uhm… Io… Io sto benissimo > Rispose piano Ron, cercando, invano, di non lasciar trasparire tutta la paura che provava.

Remus Lupin sorrise nel vedere quanto il ragazzo tenesse a dimostrarsi coraggioso.

< Ricordate! > Esclamò, mentre gli inseriva l’elmo < Mirate al cuore! Diritto in mezzo alle spalle! >

Ron deglutì a fatica e inforcò di malavoglia l’arco e una freccia.

< Ti prego > Supplicò, rivolto al cielo, cercando di tirare la freccia < Ti prego… >

La freccia scoccò veloce e pericolosa contro Harry, che, appena sentì un fruscio, si voltò immediatamente, l’afferrò e la lanciò contro la mela, che fu colpita in pieno.

< Cento su cento! Complimenti Harry! > Esclamò Remus, afferrando la mela, divisa in due identiche metà. Il consigliere si avvicinò a Ron, deciso a stuzzicarlo ancora un po’:

< Straordinario coraggio! > Si congratulò < Un solo centimetro più in basso e quella freccia avrebbe… > Ron si accasciò a terra.

Harry guardava la scienza divertito, ma poi si voltò verso il cielo, che cominciava a tingersi di blu.

< Non perdere la speranza Hermione. Dovunque tu sia, io ti troverò! >

Oltre ad Hermione come cigno, nel lago del castello di Voldemort vi erano anche altri animali, che però non erano stati trasformati: c’erano due alligatori che fungevano da guardie nel fossato che circondava il castello, e anche i due migliori amici di Hermione: la tartaruga di terra Neville Frank Paciok, chiamata semplicemente Neville, e una rana piuttosto vanitosa, con un marcato accento francese convinta di essere un principe francese: il suo nome era Draco. Questi pensava che, con il bacio di una principessa, avrebbe potuto riacquistare le sue sembianze umane, per questo cercava in ogni modo di colpire la principessa Hermione.

Fred e lui, intento ad escogitare un altro piano, si trovavano insieme, nella parte del lago dove gli alligatori nuotavano.

< Di scemenze ne dici tante Draco, ma questa è il massimo > Diceva Neville con il suo tono di voce sempre uguale, molto serio, anche nelle occasioni divertenti.

Draco sbuffò altezzosamente.

< Uhmp, va bene ridi pure, la convinscerò a basciarmi e… Quando lo farà… >

Neville continuò la frase per lui:

< Quando lo farà… Puf, ti trasformerai in un principe, lo so, lo so, me l’hai detto >

La rana continuava ad unire freneticamente alcuni giunchi, per formare un’asta, essenziale nella riuscita del suo piano.

< Perché piuttosto non le dai questi fiori? > La tartaruga indicò un cespuglio di orchidee accanto a lui < Sono belli! >

< Ah! > Imprecò Draco < Si vede proprio che stai a zero in amore! > Notò < Non voglio questi fiori, devo avere quelli! > Indicò un mazzo di Calendule che si trovavano al di là del fossato controllato dagli alligatori, su una piccola piazzola di terra. La rana aveva intenzione di lanciarsi da un albero e, per mezzo dall’asta fatta di giunchi, raggiungere quei fiori.

< Quando lei saprà che avrò rischiato la vita per prenderli, i basci si sprecheranno! > Esclamò Draco, saltando su di un albero con la sua asta.

< E così ti trasformerai in un principe > Constatò Neville.

< Esattamente! >

< Potrei farti presente un problemino? >

< Non ascetto consigli dai villisci! > Esclamò adirato Draco.

< Come vuoi > Fu la sola risposta di Neville.

La rana si stava sgranchendo le zampe e, per aiutarsi, sussurrava sempre le solite parole:

< Fiori… Bascio… Conscentrazione! > Stava saltando per mezzo dell’asta verso i fiori quando Neville chiese:

< Solo una curiosità, come fai a tornare indietro? >

La rana, ascoltata la domanda cercò di saltare via dal giunco, che stava finendo in acqua, ma non ci riuscì, e vi rimase saldo. L’anfibio e il giunco finirono entrambi nella bocca di un alligatore, e, se Hermione (umana) non fosse passata di là, probabilmente Draco sarebbe diventato un ottimo antipasto.

La ragazza afferrò tempestivamente l’asta e riuscì a trarre Draco in salvo.                                      

< O grazie Hermione > Disse gentilmente la rana, saltando via dal giunco.

< Va tutto bene Draco? > Domandò la ragazza preoccupata.

< Oui, oui, Hermione, eh, sto benone! > Rispose la rana, spazzandosi la polvere che aveva sulla pelle.

< Che cosa cercavi di fare? >

< Pensava che se… > Cominciò Neville, ma la rana lo zittì.

< Volevo soltanto prendere quei fiori, per te! > Affermò in tono dolce e angelico.

La principessa lo squadrò sorridendo:

< Stai facendo di nuovo il furbetto! >

< Quale furbetto! > Imprecò Draco, saltando su un masso < Tu meriti i fiori più belli! >

Hermione lo guardò maliziosa.

< E tu, ti meriti un bacio? > La rana le saltò in grembo.

< Beh, va bene! >

La ragazza lo posò sull’erba.

< Lo sai che sono sotto un incantesimo! >

< Ma il mio bascio romperà l’incantesimo! >

< Piantala Draco! > Ammonì Neville.

< Io posso baciare solo l’uomo che amo… > Spiegò Hermione con sguardo sognante < Poi lui.. >

< Dovrà farti un giuramento d’amore eterno, lo so! > La interruppe la rana.

< E provarlo al mondo intero! > Aggiunse la principessa.

< Che cosa credi che stessi fascendo io! Con i fiori e gli alligatori pronti a far di me uno spuntino! >

< Neville, spiegaglielo tu > Chiese Hermione.

< Io sono solo una tartaruga > Rispose sconsolato Neville.

La principessa sorrise.

< L’amore, Draco, è un sentimento disinteressato, non ha che il fine di rendere felice la persona amata! > Spiegò < E quando la persona che si ama, ricambia il sentimento, lo si capisce dalla voce dell’amore, una piccola coscienza che si trova nel cuore di tutti noi >

Draco, che non voleva assolutamente nessuna spiegazione, riuscì a distrarre Hermione dal discorso che stava facendo:

< Ehi, guardate là! > Indicò una zampa il cielo. Un piccolo uccello, con un’ala colpita da una freccia, stava precipitando davanti a loro. Infatti eccolo là, svenuto accanto a loro, con il suo bel piumaggio nero e bianco, il becco che conteneva tutte le sfumature del giallo e del rosso e bellissimi occhi azzurri.

< Credi che sia morto? > Chiese Neville ad Hermione.

< No, è solo l’ala penso > La ragazza pareva preoccupata.

Draco lo ispezionò per bene.

< Che strano uscello però! > Disse infine.

< Povero amico… > Disse la principessa accarezzandolo < Chissà come devi soffrire… > Si rivolse ai suoi due amici < Voi tenetelo fermo! >

Neville e Draco si posizionarono sopra l’uccello, attenti a non fargli del male.

< Pronti! > Confermò la tartaruga.

Hermione spezzò la freccia che era conficcata nell’ala dell’uccello, la sfilò delicatamente e poi si strappò un lembo di vestito per fasciargli l’ala.

Draco cominciò a girargli intorno. Quando vide che uno di quegli occhi azzurri era aperto, esclamò: < Bonjour, salve! Finalmente ti sei svegliato! >

Quando l’uccello si trovo davanti la rana, prese ad agitarsi freneticamente per togliersela di dosso e mormorò:

< Ci vuole ben altro che un paio di pivelli lacustri per mettere al tappeto il sottoscritto! > Esclamò l’uccello alzandosi e cercando di colpire Draco con la zampa.

< Aspetta! > Disse Hermione, che era rimasta con metà della freccia in mano < Io… Io sono tua amica! >

L’uccello la guardò intensamente.

< Se sei davvero mia amica, cosa ci fai con una freccia in mano eh? > L’uccello afferrò ciò che era rimasto della freccia dalla mano della principessa < Tale e quale a quella che ho… > L’uccello fissò incredulo l’ala, notando che, al posto della freccia, vi era una fasciatura. Poi tornò a guardare la freccia e dopo Hermione, con sguardo interrogativo:

< Te l’ho tolta mentre eri svenuto! > Rispose con enfasi la ragazza.  

L’uccello aprì il becco.

< Quindi avresti potuto ridurmi ad un piumino ed invece mia hai curato! >

La ragazza annuì.

L’uccello gettò via la freccia.

< Madame > Cominciò < Chiedo scusa. Il mio nome è Ginny! Tenente Ginny! >

< Molto piacere tenente Ginny. Io sono Hermione, la principessa Hermione > Poi presentò i suoi amici < E questi sono gli amici più fidati che ho al mondo: il signor Neville Frank Paciok… >

< Gli amici mi chiamano Neville > La interruppe la tartaruga.

< E Draco > Continuò la ragazza.

La rana assunse un’espressione di importanza.

< Io non ho amisci, solo servitori e loro mi chiamano vostra altezza! > Draco gli porse una mano da baciare in segno di rispetto.

< Crede di essere un principe > Sussurrò Neville, davanti allo sguardo spiazzato del tenente Ginny.

< Wow! > L’uccello guardò la ragazza con uno sguardo pieno di gratitudine < Ti sono debitore principessa e intendo restare fino a quando non avrò saldato il mio debito! > Si offrì generosamente.

< Non credo che tu possa fare molto... > Disse Hermione triste < Mi hanno fatto un incantesimo >

< Volete dire una magia? > Chiese Ginny, cominciando a muovere le ali come un prestigiatore quando muove le mani per fare qualche magia.

Il movimento di ali servì. Dalla terra nuda spunto un bellissimo fiore e l’uccello rimase stupito. Ma, ben presto capì che non era stato lui a praticare quella magia.

Infatti le rovine che c’erano intorno ala lago si decorarono di stupendi fiori e animali come uccelli e farfalle vi giravano attorno. Neville e Draco trascinarono Ginny in un luogo dove non potevano essere visti, ma dove potevano vedere nuovamente, per la tartaruga e la rana, quello che stava per accadere.

Hermione capì subito chi era la fonte di quegli incantesimi e non si stupì quando vide Voldemort, rivestito da una meravigliosa armatura dorata, circondato da gioiosi uccelli, apparire da dietro una rovina.

< Il tuo cavaliere dall’armatura splendente è venuto a liberarti > Disse il mago, avvicinandosi alla principessa.

< Non devi fare altro che dire una parolina > Voldemort si piegò in ginocchio davanti alla ragazza  < Mi vuoi sposare? >

Hermione rispose in modo secco e stizzito:

< Ogni sera mi fate la stessa domanda! >

< No, no! >

< Sì, è così! > Riprese la ragazza < Ed ogni sera io vi dò la stessa risposta! >

< Non farlo… >

< Preferirei morire! > Esclamò la principessa.

Con la rabbia del mago anche l’incantesimo si spezzò.

< Cominci proprio a seccarmi! > Gridò arrabbiato Voldemort.

< Credevo che ormai vi ci foste abituato… > Disse la ragazza ironicamente.

< Basta così! > Scoppiò il mago < Continui a tirare la corda, ma un giorno perderò la pazienza! >

< Fate quel che volete! > Affermò Hermione usando un tono ancora più alto < Ma io non vi consegnerò mai il regno di mio padre! >

Voldemort sorrise avidamente.

< Speravo che avessi deciso di essere mia, ma, a quanto pare, hai bisogno ancora di un altro giorno per poterci pensare… > Indicò la luna che stava lasciando il lago e rise perfidamente.

La principessa camminò sul lago e all’improvviso un piccolo vortice l’avvolse e quando questo si dileguò Hermione era stata tramutata in un cigno, con un’espressione di dolore negli occhi.

< Oh! > Esclamò tristemente Ginny, uscita dal nascondiglio < Principessa… >

 

 

ECCO IL TERZO CAPITOLO! STO ANCORA RIDENDO PER LE SCELTE IDIOTE CHE HO FATTO…HIHIHIHI… RIDO DELLA MIA STORIA, POTRE ESSERE PIU’ PAZZO? SINCERAMENTE  QUANDO COMINCIAI A SCRIVERE QUESTA FANFICTION LA PRIMA COSA CHE MI SONO DETTO E’ STATA: DRACO MALFOY DOVRA’ ASSOLUTAMENTE FARE JEAN BOB… HIHIHIHI ANCORA RIDO, MA IO MALFOY LO VEDO COSì BENE NEL RUOLO DELLA RANA! POI LA SCELTA PIU’ DIFFICILE E’ STATA PER GLI ALTRI DUE: AVEVO INTENZIONE DI FAR INTERPRETARE FRECCIA E PUFFIN DA FRED E GEORGE, MA POI MI SONO RICREDUTA, VEDENDO CHE NON SAREI RIUSCITA AD INSERIRI GINNY DA NESSUNA PARTE. ALLORA VISTO CHE UN GEMELLO DA SOLO NON STA BENE HO CAMBIATO TUTTO, COMPRESO, PURTROPPO, IL SESSO DEL POVERO TENENTE PUFFIN, CHE, NELLA MIA STORIA, AIHME’ E’ DIVENTATO FEMMINA, MA NON AGGREDITEMI PER QUESTO XD! POI PER LA TARTARUGA HO PENSATO A NEVILLE, PERCHE’ DOVEVA ESSERE UN RAGAZZO LENTO, PACIFICO ED ALLORA IL NOSTRO PACIOK ERA IL SOSTITUTO PERFETTO. PER ULTIMA CHICCA, HO FATTO INTERPRETARE LA SCAGNOZZA DI VOLDEMORT DA CHO CHANG, PERCHE’ MI DAVA UNA SENSAZIONE DI ASSOLUTA ANTIPATIA E VOLEVO DARLE UN RUOLO, SEPPUR PICCOLO, NELLA MIA STORIA (PROBABILMENTE NON SCRIVERO’ L’NCANTESIMO DEL LAGO 2 PERCHE’ DOVRO’ SCRIVERE DI CHI CHANG COME UNA PERSONA BUONA… PHUA!)

ECCO, ORA, DOPO AVER RIVELATO TUTTI I PIU’ MEANDRI E NASCOSTI SEGRETI DI QUESTA FANFICTION PASSO AI RINGRAZIAMENTI!:

 

-> MYU: WOW, NON PENSAVO CHE LA MIA STORIA POTESSE PIACERE ANCHE AD

      UNA FAN DELLE RON/HERMIONE (CHE PURTROPPO IO NON AMO MOLTO XD)  E

      QUINDI LA TUA RECENSIONE MI HA STUPITO E RESO FELICE! CONTINUA A

      LEGGERE E A RECENSIRE!

 

-> KIA91: EHEHE, SO BENE CHE IL PERSONAGGIO MENO AZZECCATO DELLA

      STORIA E’ HERMIONE, MA IO CHE CI POSSO FARE? SONO UN FAN DELLE

      HARRY/HERMIONE, QUINDI VEDI UN PO’ TU! IL PERSONAGGIO DI HARRY E’

      PERFETTO NEL RUOLO DI EROE CHE DEVE SEMPRE SALVARE TUTTI, MA, COME

      HAI DETTO TU, MI SONO DIVERTITO MOLTISSIMO AD AFFIDARE AL NOSTRO RON,

      LA PARTE DI BRODLIN! RIDO ANCORA, PENSA UN PO’ TU! CHE NE PENSI DI

      DRACO COME LA RANA? MI PIACEVA TROPPO L’IDEA! CONTINUA A LEGGERE ED A

      RECENSIRE!

 

-> MARYPOTTER: SONO CONTENTO CHE LA MIA FANFICTION TI PIACCIA E

    SONO ANCORA PIU’ CONTENTO CHE TI PIACCIANO I FILM DELLA DISNEY (NON

      PUOI IMMAGINARE QUANTE PRESE IN GIRO HO RICEVUTO A CAUSA DI QUESTA

      MIA MANIA…) BENE, SE VUOI VEDERE COME SI SVOLGERA’ LA STORIA

      CONTINUA A LEGGERE ED A RECENSIRE!

 

-> NIRVANA: EHEHE, LA TECNINCA DELLA SCULACCIATA FUNZIONA SEMPRE!

    COME DICE MIA MADRE! NO, A PARTE GLI SCHERZI, SONO FELICE CHE TI

       PIACCIA LA MIA STORIELLA, E VISTO CHE SONO BUONO PER OGGI NIENTE

       SCULACCIATE, MA SE NON CONTINUI A LEGGERE ED A RECENSIRE, TI MANDO

       UNO SCULACCIATORE PROFESSIONISTA A CASA!

 

 

-> EGOIO: SONO CONTENTO DI AVER RICEVUTO UNA RECENSIONE COSTRUTTIVA, E TI RINGRAZIO PER AVERMELA MANDATA, MA… BEH, NON SO COME DIRLO, MA NON SO SE RIUSCIRO’ A METTERE QUALCOSA DI MIO IN QUESTA STORIA, POICHE’ LA BASE SU CUI LA SCRIVO NON E’ STATA INVENTATA DA ME, MA CI PROVERO’ LO STESSO! GRAZIE ANCORA!

 

BENE, ORA NON MI RESTA PIU’ NIENTE DA SCRIVERE, SOLO UN PICCOLA PRECISAZIONE RIGUARDO ALLA RANA ED AL SUO MODO DI PARLARE: NOTERE MOLTI ERRORI, EBBENE, QUESTI SONO ERRORI VOLUTI, PERCHE’ I FRANCESI NON PRONUNCIANO LA “C” COME NOI, QUINDI QUESTA LETTERA E SEMPRE PRECEDUTA DA UNA ESSE, E NON STUPITEVI SE TROVATE “ORRORI" DI GRAMMATICA! DETTO QUESTO CI SENTIAMO ALLA PROSSIMA, E VI ASPETTO NUMEROSI, CIAO!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


< Stupenda

< Stupenda! > Esclamò la regina Nimphadora < Semplicemente stupenda! Presto Harry sarà sposato e il regno avrà di nuovo un re! > La regina si trovava nel suo castello, insieme a Remus, intenta ad esaminare una futura corona per sua figlio. Era dorata con bellissimi rubini incastonati.

< Ne dubito, Harry si rifiuta di fare il re finchè non ritrova Hermione! > Replicò Remus, guardandosi intorno.

< Ah, ah, bubbole! > Esclamò la regina < Le cose cambieranno al ballo di domani sera… >

Nella stanza irruppe il ciambellano di corte, accompagnato da alcuni domestici che sostenevano due pesanti sacchi di lettere.

< Verranno tutte al ballo! > Esclamò euforico il ciambellano, un ometto basso e tozzo < Tutte le principesse invitate… > Mostrò alla regina alcune lettere prese da uno dei sacchi.

< Ah, ah! > Fece contenta la regina afferrando una lettera e colpendo con questa il naso piuttosto pronunciato del consigliere < Visto, Remus? Una di queste gli farà cambiare idea per forza! >

< Oh, assolutamente… No! > Rispose Remus scettico.

< Non perdetene neanche una! > Impose la regina, restituendo malamente la lettera al ciambellano.

< O no! > Rispose quest’ultimo.

< Ma dov’è Harry? Ah, no, lo so io dov’è! Sta lavorando al mistero del grasso animale! > Affermò a regina dirigendosi verso la biblioteca.

< Il grande animale, altezza > La corresse Remus, correndole dietro.

< Grasso, grande, è grosso e peloso! > Obiettò la regina.

Infatti il principe era lì, nella biblioteca reale, a rimuginare sulle ultime parole del re Guglielmo:

“Ascoltami bene Harry, non è quello che sembra! Non è quello che sembra!”

< Che voleva dire re Guglielmo! > Si chiese Harry irritato, sfogliando numerosi libri. Si muoveva per tutta la stanza avanti e indietro, cercando di esaminare più libri possibile. Con una scaletta arrivava agli scaffali più alti, e li sembrò trovare qualcosa che lo interessasse, poiché man mano che lo sfogliava il suo sguardo riacquistava speranza:

< Non è quello che sembra… > Poi trovò una pagina e la strappò < Ma certo! Non è quello che sembra! Ora ti troverò Hermione! >

Il ragazzo scese a terra e corse subito verso l’uscita, dove incrociò sua madre, seguita dal ciambellano:

< Arrivano Harry! > Ma quando si sentì baciare frettolosamente dal figlio chiese < Harry, dove stai andando? >

< A cercare il grande animale! > Fu la sua risposta piena d’entusiasmo.

< Ah, splendido > Disse la regina, poco interessata < Basta che tu sia qui per domani sera >

Harry si fermò perplesso.

< Domani sera? >

< Ehm… Il ballo! > Rispose la Regina, mostrando le lettere che il ciambellano aveva portato insieme.

< Mamma > Cercò di scusarsi < Io non posso… > Poi la guardò < O madre, vi prego, non fate il labbro tremulo > Il labbro tremulo era un piccolo difetto fisico della regina, che le veniva spontaneo quando qualcosa non stava andando come lei avrebbe desiderato.

< Se parto subito forse arriverò in tempo! > Disse rassegnato, infine, Harry.

< Ah!!! Grazie tesoro! > Il volto della madre si illumino.

< Vi prego però, non trasformatela nella solita sfilata di bellezza! > Impose, mentre si allontanava correndo.

< Oh, no, no, no… Sono soli pochi amici… E le loro figlie… > E quando il figlio fu sparito dalla sua vista si rivolse al ciambellano < Voglio che sia una cosa in grande! Ogni principessa deve avere una sua presentazione! >

< Ma, avete detto… > Replicò il pover uomo.

< Oh, no, no, no, scordate quello che ho detto! Ora mandate a chiamare i cuochi, e dite all’orchestra di cominciare le prove… E voglio quattro lacchè per ogni carrozza, o magari, cinque! > Al ciambellano non resto che sbattere la testa, in segno di stizza, contro la parete.

Intanto Hermione, ancora in sembianze di cigno, nuotava nel lago e spiegava la sua situazione al tenente Ginny, che ascoltava a becco aperto, mentre Draco e Neville stavano lì accanto.

< Vediamo se ho capito bene! > Ricapitolò l’uccello < Insomma, ogni notte, quando la luce della luna lascia il lago tu ti trasformi in un cigno? >

< Esatto! > Rispose la ragazza < La notte dopo, se voglio assumere sembianze umane, devo essere sul lago > Aggiunse.

< Uhmp > Sbuffò Draco < A lei basta un poco di chiaro di luna mentre a me invesce devono sbasciucchiarmi! >

< Niente paura! > Esclamò calmo il tenente < Tu voli dal tuo principe, noi lo riportiamo al lago, spunta e luna, tu ti trasformi in un principessa e tarattatà! Per sempre felici e contenti! > Disse entusiasta.

< Ma come lo troverò? > Chiese perplessa il cigno.

< Non sai dove sia? > Il tenente Ginny spalancò il becco dalla sorpresa.

< Non so neanche dove sono io… > Rispose piano piano.

< Scommetto che lui lo sa > Disse Neville, puntando la testa in direzione del castello.

< Oh, che idea fantastica! > Affermò Draco ironico < Basta dire al Monsieur Voldemort “Vorrei andarmene pardon, non è che per caso ha una mappa?” >

< Ma certo! > Esclamò il cigno guardando il tenente Ginny < Una mappa! >  

Hermione e Ginny volarono verso il castello ed esaminarono bene tutte le finestre aperte alla ricerca di una mappa. Hermione la trovò e tornò insieme a Ginny da Draco Neville.

< E’ appesa alla parete! > Esclamò la principessa < Nella stanza di sopra! >

< Bene, ecco il piano! > Spiegò Ginny < Hermione resterà di guardia, mentre noi prendiamo la mappa! >

< Noi? > Chiese scettico Draco.

< Beh, se vuoi tirarti indietro… >

Esclamò la rana < E’ un piano siuscida, che chiude la partita! Speranze non avrà! >

< Ci manca un volontario o tutto a monte andrà! > Sussurrò il cigno.

< Non voglio e non verrò! > Decise Draco voltandosi.

< Verrai! > Affermò Neville, trascinando Draco insieme a Ginny verso il castello.

< No! Lasciatemi subito! > Tentò di opporsi la rana.

I tre animali si trovarono davanti all’enorme portone del castello:

< Vediamo capo! > Disse Draco, rivolgendosi all’uccello < Come fasciamo ad aprire la porta? >

Il tenente Ginny sorrise:

< Bussiamo! >

Subito Neville batte il suo guscio contro la porta.

Dopo qualche minuto venne ad aprire la sciocca scagnozza di Voldemort, Cho, che però, non vedendo nessuno, richiuse subito l’entrata.

Neville fu rapidissimo: si piazzò nell’apertura della porta, premettendo agli altri di passare.

< Va bene, correte! > Sussurrò l’uccello.

< Si fa presto a dirlo > Replicò Neville, con la sua voce malinconica, che era rimasto incastrato.    

Sia Ginny che Draco lo guardarono rassegnati e quest’ultimo sbottò:

< Ogni volta che vado di fretta mi porto sempre dietro una tartaruga! > La rana ansimava per la fatica. Alla fine riuscirono a liberare Neville, però fecero moltissimo rumore.

Gli animali si trovavano in un ampio salone, molto antico e consunto, dato la scarsa pulizia e le numerose crepe sulle pareti. Per il piano successivo si alzava una maestosa scalinata, l’unica cosa rimasta perfettamente intatta in quel posto. Dopo aver salito i numerosi gradini della scala, Neviile sussurrò depresso:

< Credo di aver preso una storta > Scosse piano la zampa.

Draco roteò gli occhi:

< Finirò ammazzato, lo so! Vado in missione ad alto rischio con una tartaruga zoppa! > Esclamò irritato < Tu sci farai ammazzare tutti! > Sbatté le sue zampe contro un urna che cadde a terra rompendosi.

Cho, sentito il rumore, si stava avvicinando agli animali, ma Hermione, dall’esterno, la distraeva, bussando contro le finestre col becco. I tre animali riuscirono a raggiungere la stanza con la mappa appesa alla parete, la presero e, dopo cominciarono silenziosamente la loro discesa. Ma la scagnozza di Voldemort li vide e li inseguì per tutto il tragitto. Gli amici scesero per le scale sul guscio della tartaruga, attraverso il corrimano, ma lei fece lo stesso e alla fine riuscì a raggiungerli.

< Qui Neville dobbiamo fare qualcosa! > Esclamò Ginny pensando < Ecco! Al mio tre fermati di botto e vai sulle scale! 1…2…3! >

La tartaruga scivolò dal corrimano alle scale, mentre Cho Chang continuava la sua discesa, andando poi a finire contro un muro.

< Bene, andiamo! > Ben presto i tre animali si ritrovarono fuori e raggiunsero Hermione, posando la mappa sul terreno.

La principessa la esaminò attentamente:

< Eccolo il regno di Harry! Quando si parte? > Chiese entusiasta.

I tre amici gemettero di dolore.

Hermione, nell’attesa, nuotava tranquillamente nel lago, quando, dopo poco tempo fu raggiunta da Neville e Draco.

< Hermione! > Esclamò quest’ultimo < Mi scuso per il mio comportamento di prima! >

< Non fa niente, Draco > Rispose dolcemente il cigno.

< no, no, no, no, no! Questo Harry è molto importante per te e io non so fare altro che pensare a me stesso… >

< Lo fanno tutti! > Lo interruppe il cigno.

< Ti prego Hermione, non rendermi le cose ancora più diffiscili! > Sbottò la rana irritata < Ascetta le mie scuse, ti prego! >

< Va bene, le accetto! >

La rana si avvicinò di più al cigno.

< Bene! Ora possiamo basciarsci e fare pasce! >

< Draco! > Esclamarono sorpresi Neville ed Hermione. Intanto avevano raggiunto il luogo in cui il tenente Ginny li stava aspettando, per mettere in azione il loro piano.

< Attenti! > Esclamò l’uccello < E’ l’ora zero soldati! > Si rivolse al cigno < Hermione, preparati al decollo! >

< Va bene! > Affermò.

< Voialtri sapete cosa fare! > Si rivolse a Neville e Draco < Siamo tutti pronti? >

< Pronti ad entrare in azione > Fu la risposta malinconica di Neville.

< Anche tu, Draco! > L’uccello guardò scettico la rana, che in quel momento faceva finta di non sentire.

< Draco??? > Niente < Altezza! > Esclamò alla fine Ginny, leggermente irritata.

< Oui? Grazie, sono pronto! > Rispose la rana.

< Decollo! > Il tenente e Hermione volarono verso la foresta, alla ricerca di Harry.

< Buona fortuna, buon volo > Augurò la tartaruga.

< E ricorda! > Intervenne Draco, rivolto a Ginny < Se dovesse suscederle qualcosa, ti farò fustigar! Scorticar! Mettere alla gogna! E poi, ti farò friggere le zampe nel burro! >

Harry e Ron, nel frattempo, si trovavano nella foresta che separava il castello della regina Nimphadora da quello di Voldemort. Ron stava tranquillamente mangiando una mela, quando Harry gli porse un foglio di carta stropicciato.

< E’ un topo > Disse, osservando la figura rappresentata sulla carta.

< Il grande animale! > Spiegò Harry serio.

L’amico ebbe un eccesso di risate:

< Un po’ piccolino, non credete? > Chiese, cercando di trattenersi.

< Certo > Il ragazzo trasse dal mantello un altro foglio < Finché non si trasforma in questo! > Ora sul foglio era rappresentato un enorme drago viola.

< Un animale che può cambiare forma! > Affermò con enfasi il principe < Una creatura innocua si avvicina, poi, all’improvviso è troppo tardi! >

Ron impallidì.

< Volete dire che potrebbe essere qualsiasi cosa? > Domandò spaventato.

< Qualsiasi > Rispose Harry, montando sul suo cavallo, seguito a ruota dall’amico.

< E qui Ron! > Sussurrò il principe all’improvviso < Lo sento! >

< Come lo riconoscerete il grande animale quando lo avrete davanti? > Chiese l’amico.

< Lo riconoscerò! > Disse soltanto, guardandosi attorno < Meglio stare vicini… >

Ron gli venne subito accanto.

< Se lo dite voi… >

I due amici continuarono a guardare ogni piccolo movimento della foresta, e Ron scorse una libellula. Credendo che si trattasse del grande animale, inforcò l’arco ed una freccia, e, con il braccio tremante, cercò di colpire il piccolo insetto che gli svolazzava incontro. Ma il ragazzo sbagliò la mira, e lanciò la freccia verso il cielo.

Sopra la foresta volavano rapidi il tenente Ginny ed Hermione, diretti al castello.

< Dovremo stare attenti ai cacciatori! > Consigliò Hermione.

< Non ti preoccupare, io posso fiutare un essere umano ad un miglio di distanza! > Ed una freccia mortale, proveniente dalla foresta, si lanciò contro l’uccello sfiorandolo.

< Ah! > Gridò < Da dove è sbucata fuori? >

< Harry! > Si sentì urlare sotto di loro. Il cingo riconobbe la voce di Ron.

< Harry! > Ripeté Hermione < E’ qui! > La principessa si stava lanciando verso la foresta, ma fu bloccata da Ginny.

< Non devi perdere il controllo! > Impose < Tu seguirai il piano come previsto, ricevuto? Ehm, ricevuto? > Ma il cigno non ascoltò e si diresse verso la foresta.

Harry, nel bosco, alzava la guardia ad ogni minimo movimento o anche il più lieve rumore. Poi, vide avviarsi verso di lui un cigno, ed il ragazzo si nascose dietro un albero per riflettere.

< Un cigno > Mormorava < Un cigno, certo! Non è quello che sembra! > Il ragazzo preparò l’arco con una freccia < Solo un po’ più vicino > Il volatile si stava avvicinando < Ancora! Ancora! > Esclamava e quando l’uccello gli fu praticamente accanto, scattò fuori dal suo nascondiglio pronto a colpire:

< Questo è per Hermione! > Gridò, scoccando la freccia.

Hermione rimase là ferma, spiazzata da quella freccia, e se non fosse stato per il rapido intervento del tenente Ginny, che riuscì a spostarla in tempo, il cigno sarebbe morto. I due uccelli volarono subito verso il cielo, accertandosi di essere inseguiti dal principe.

< C’è mancato poco! > Ansimò Ginny, puoi voltò la testa < Funziona! > Esclamò, vedendo il ragazzo che correva verso di loro < Eccolo che arriva! >  Poi notò che il cigno aveva preso un ulteriore distacco da lui. Il tenente la raggiunse subito:

< Ehi, rallenta! > Esclamò, cercando di tenerle le zampe < O lo perderai! > 

Ma il cigno non ne voleva sapere di fermarsi.

< E’ troppo vicino! > Affermò invece.

< Troppo vicino? > Chiese Ginny, scettica < Quello neanche ci vede più, figuriamoci… > Ma un’altra freccia, venuta dalla foresta lo mancò per poco.

< Accelera ragazza! > Esclamò.

Il tenente continuò a volare guardando sempre il principe.

< Quel tuo ragazzo corre sul serio! > Affermò.

< Te l’ho detto! Non ti aspettavi che fosse così veloce? > Chiese.

< Non ti preoccupare Hermione, mi hanno insegnato cosa fare in situazioni del genere! > Rispose.

< Cioè? >

< Beh, ehm…Uhm… >

< Ginny! > Esclamò il cigno spaventato, notando che Harry stava prendendo accuratamente la mira su di lei.

< A, sì, sì, sì! Quando l’arciere ti ha preso di mira tu vai verso il sole e vola contro luce! Seguimi! > I due volarono contro il sole, impedendo ad Harry, per ora, di colpirli, a causa della luce forte.

< Ah, beh, che ti avevo detto? Ora vedi, non dobbiamo fare altro che restare contro luce! > Disse rilassato Ginny.

Ma per loro sfortuna il sole stava calando e ben presto si ritrovarono senza protezione. Per di più avevano perso di vista anche il principe, che poteva essere dovunque, pronto a colpirli. Infatti si trovava su un’altura, e stava scoccando la freccia mortale verso Hermione.

< Hermione! Hermione! > Esclamò l’uccello quando vide il ragazzo.

< In mezzo agli alberi! > Gridò il cigno, spostandosi appena in tempi dalla traiettoria della freccia.

I due amici si rintanarono provvisoriamente dietro le chiome di alcuni alberi, sperando di non essere visti.

< Sarà meglio trovare una soluzione! E in fretta! > Esclamò spaventata < Oppure siamo fritti! > Harry era già lì, ma per fortuna non li aveva ancora notati.

< Tutti gli uccelli, devono ricordare, disse l’Opossum, che quando non c’è via di fuga, la cosa migliore è fare il morto! > Spiegò Ginny, arruffandosi penne e piume eh, il tocco dell’artista! > Sorrise < Ed ancora non hai visto come è! > Detto questo l’uccello precipitò volontariamente dall’albero in cui si trovava, fingendosi morto.

Il principe Harry, attirato da quell’uccello, gli si avvicinò e provò a scrollarlo. Niente. Stava per andarsene quando il tenente Ginny, prontamente, gli beccò forte un piede, causandogli un dolore tremendo, nonostante gli spessi stivali. Allora il tenente, accertandosi di essere seguito dal ragazzo che camminava con più difficoltà ora, raggiunse Hermione,  che stava già volando via.

< Questo ci darà un discreto vantaggio! > Affermò felice l’uccello.

Alla fine riuscirono a raggiungere il lago incantato, facendosi seguire dal principe. Lì, su una roccia che dava sul lago, li aspettavano Neville e Draco.

< Ancora non si vedono > Constatò la tartaruga.

< Spero che quel pagliaccio pennuto sappia il fatto suo! > Esclamò la rana, guardandosi attorno.

< In arrivo! > Affermò Neville, quando vide comparire dagli alberi i due uccelli.

Draco si mise a saltellare ed a muoversi freneticamente per attirare l’attenzione.

< Eccoli là! > Disse Ginny, notando la rana e lei ed Hermione andarono dai loro amici.

Anche il principe era arrivato, e fissava incantato il lago e il castello, non avendoli mai visti prima.

< E quasi ora Hermione, guarda! > Ginny indicò la luna che stava spuntando da alcune nuvole nel cielo.

Il cigno si rattristò.

< Non posso farlo! > Diceva malinconica.

< Dovrai farlo! > Impose l’uccello.

< Mi ucciderà Ginny! >

< Oh, se non lo farai ora Hermione, avrai perso la tua grande occasione! > Ginny le si avvicinò.

< Va bene > Disse infine, guardando il lago < Lo farò! >

< Vai! > La incoraggiarono i suoi amici.

Il cigno lasciò il nascondigli e si poso sulle rive del lago, proprio davanti al principe Harry, che lo guardava perplesso. La luna ancora non compariva del tutto.

< Cosa? > Il ragazzo preparò l’arco e la freccia e prese la mira < Ora vedrai! >

Ma Ginny intervenne immediatamente, volando sul volto del ragazzo, che preferì prendere subito la mira sul quello strano uccello. Ma un bagliore lo distolse. Infatti sul lago stava avvenendo qualcosa di magnifico: un piccolo vortice avvolse il cigno, e quando la superficie dell’acqua ritornò piatta, al posto dell’uccello vi era una bellissima principessa.

Harry lasciò cadere il suo arco dallo stupore. Era la sua principessa, Hermione.

La ragazza gli sorrise:

< Ciao Harry! > Lo salutò.

Il ragazzo corse subito da lei, e l’abbracciò e la bacio con tutto l’affetto possibile, felice come non mai di riaver ritrovato la sua dolce metà.

< Oh Harry > Cominciò la ragazza < Quanto mi sei mancato! > Stringendosi ancor di più a lui.

< Nessuno mi credeva > Sussurrò dolcemente il principe < Ma io sapevo… >

< Non puoi restare! > Lo interruppe Hermione preoccupata.

< Non posso restare? > Ripeté Harry ironico < D’ora in poi non ti lascerò più un solo istante! > La prese per mano.

< Ascoltami Harry! > La principessa lo guardò affettuosamente.

< Hermione! > SI sentì gridare lontano. Voldemort.

< Oh no! > Esclamò la ragazza.

< Chi è? Che succede? > Chiese il ragazzo.

< E’ lui! > Rispose la ragazza nervosa.

< Chi? >

< Mi ha fatto un incantesimo! > Continuò la principessa.

< Lui chi? >

< Hermione! > Si sentì ancora.

< Che venga qui! Lo… > Disse Harry adirato.

< No! > Lo fermò subito la ragazza < Ha enormi poteri, devi andartene! >

< Allora tu verrai con me! > Impose.

< Non posso! > Rispose lei < Quando la luna tramonterà mi trasformerò di nuovo in un cigno! Ti prego Harry, devi fidarti di me! Vai! >

< Ci sarà pur un modo per rompere l’incantesimo? > Domandò a voce bassa Harry.

< Oh, sì che c’è! Devi fare un giuramento d’amore eterno… >

< Lo faccio! È tutto ciò che ho sempre desiderato! > Esclamò il principe riabbracciandola.

< Devi provarlo al mondo intero! > Aggiunse lei.

< Come? Come? > Chiese lui, confuso.

< Non lo so! > La ragazza scosse rapidamente la testa.

< Hermione! > Voldemort si stava avvicinando.

< Vai! > La ragazza spinse il principe lontano da lei.

< Il ballo! > Esclamò lui, mentre se ne andava < Domani sera vieni al castello! Di fronte al mondo intero farò un giuramento d’amore eterno! >

Lei lo guardò innamorata.

< Hermione! >

< Arrivo! > Rispose lei, non riuscendo a non far trasparire inquietudine nella sua voce < Vai! > Sussurrò al principe.

< Domani sera! > Ripetè lui.

< Sì… Domani sera… Ora vai! > Harry le lanciò la collana con il ciondolo a forma di cigno, prima di sparire dietro gli alberi della foresta.

< Hermione! > Gridò adirato Voldemort, comparendo da dietro un albero < Non mi hai sentito chiamare? > Chiese squadrandola < Mi è sembrato di sentire delle voci > Fece notare, mentre controllava i cespugli e gli alberi vicini.

< Beh… io… Ehm… >

< Tu cosa? > Chiese duro lui.

La ragazza usò la prima bugia che le venne in mente:

< Ho deciso di diventare la vostra regina… >

I tre animali, che stavano guardando la scena da dietro un balzo sobbalzarono.

Sul volto di Voldemort si presentò un’espressione di pura sorpresa.  

< No! Vuoi dire… Oh… Hermione, Hermione, mi hai reso così felice! Sarò un buon re, porterò dei bei vestiti e mi fa tagliare la barba… > Si toccò la sua barba rossa molto voluminosa < Oh, mi hai reso così felice Hermione, io… Io… Oh… Ehm > Si bloccò all’improvviso < A proposito, per caso non sai di chi sia questo, vero? > Sfilò dal suo mantello l’arco di Harry.

I tre animali sobbalzarono nuovamente.

< Vieni al ballo, domani sera > Il mago imitava la voce del principe < Farò un giuramento d’amore eterno… > Sorrise malignamente < Credevi di poter ingannare Voldemort, signorina? > Lanciò l’arco di Harry nel lago.

< Non potrete mai avermi, orrenda creatura! > Esclamò Hermione adirata < Sposerò il principe Harry, e voi non potete impedirmelo! > Il mago le si avvicinò.

< Mi dispiace deluderti, Hermione! > Esclamò, aprendo la mano di Hermione e prendendo il ciondolo < Ma non potrai partecipare al ballo, domani sera… >

< Se volete fermarmi > Hermione abbassò lo sguardo < Dovrete uccidermi! >

< No! > Voldemort rise malignamente < Io non credo. Vedi, hai dimenticato una cosa molto importante… > Indicò la luna < … Domani sera, non ci sarà la luna! > E si allontanò ridendo, lasciando Hermione sola a piangere.

Il mago entrò nel suo castello, seguito dalla sua scagnozza Cho, più brutta che mai in quei vestiti sgualcita, che risaltavano ancor di più la sua gobba.

< Qualunque cosa facciano sarò sempre io ad averli in pugno… > Infilò il ciondolo in tasca < D’altre parte il giuramento del principe Harry potrebbe rovinare tutto… Uhm… Dovrò vedere di sistemare anche lui… Ma come! > Guardò Cho ed un’idea gli balenò per la testa.

< Il giuramento! > Esclamò < Gli farò fare il giuramento alla principessa sbagliata! > Prese per il colletto la sua scagnozza, che, dopo aver sentito le parole del suo padrone alzò la mano.

< Esatto! > Affermò nuovamente < Io… Io ti farò diventare uguale ad Hermione… > Gli occhi di Cho si illuminarono < Ci sarà da lavorare parecchio, ma ne varrà la pena, perché quando farà il giuramento alla ragazza sbagliata… Hermione morirà… >

 

 

ECCOMI DI NUOVO QUA, PRONTO AD ACCONTENTARE LE MIE LETTRICI, (LO DICO AL FEMMINILE PERCHE’ HO NOTATO CHE LE RECENSIONI SONO TUTTE DI RAGAZZE, CREDO, E QUESTO NON PUO’ CHE FARMI PIACERE XD!) CON QUESTO BEL CAPITOLONE LUNGO LUNGO (PRETENDO UN APPLAUSO, POICHE’ SONO BENE SETTE PAGINE DI WORD XD!). BEH, CHE DIRE, SE HERMIONE NON MI BACIA DRACO, LO ANDRO’ A BACIARE IO, PERCHE’ IL SUO RUOLO DA RANA (SE IL VERO MALFOY LO VENISSE A SAPERE MI UCCIDEREBBE XD!) MI PIACE SEMPRE DI PIU’! MA ORA BASTA PARLARE DELLA STORIA, E PASSO AI NUMEROSI RINRAZIAMENTI:

 

-> MYU: WOW! SAI, DI SOLITO I FAN DELLE RON/HERMIONE, MOLTI MIEI AMICI,

    SONO ARRIVATI A DISPREZZARMI PER LE MIE STORIE! LE TUE RECENSIONI MI

      FANNO SEMPRE MOLTO PIACERE, QUINDI CONTINUA A SCRIVERMI!

 

-> HARAS: GRAZIE!!! EHEH, IL MIO DRACO… COSA MI SONO RIDOTTA A FARE?

    GLI HO AFFIDATO IL RUOLO DELLA RANA XD! MI PIACE TROPPO PERò IN QUESTE 

      VESTI! E SONO CONTENTO CHE ANCHE NEVILLE E GINNY LI POSSA TROVARE

      AZZECCATI! CONTINUA A LEGGERE ED A RECENSIRE!

 

-> KIA91: HIHIHI… MIA HAI FATTO VENIRE L’ECCESSO DI RISATINE! SAI, HO

    L’INTENZIONE DI FARE UN FOTOMONTAGGIO, UN GIORNO O L’ALTRO, DOVE

      INSERIRO’ LA TESTA MI MALFOY SUL CORPO DELLA NOSTRA RANA.... HIHIHIHI!

      MA RITORNIAMO SERI ORA! BEH, COME SAI VOLEVO INSERIRE FRED E GEORGE

      NEI RUOLI DI FRECCIA (LA TARTARUGA) E PUFFIN (L’UCCELLO), MA Il PROBLEMA

      ERA CHE NON SAREI PIU’ RIUSCITA AD INSERIRE GINNY E POI UN GEMELLO DA

     SOLO STAVA MALE… PER GINNY HO SCELTO IL RUOLO DI PUFFIN PERCHE’ MI

     SEMBRAVA PIU’ ATTIVA DI FRECCIA E ANCHE PER L’INTESA CHE SI FORMA TRA

     PUFFIN E ODETTE! PURTROPPO SI’, BRIDGETTE (IN VERITA’ SI CHIAMA COSI’ LA

   SCAGNOZZA DI ROTHBARTH) NELL’INCANTESIMO DEL LAGO 2 PASSERA’ DALLA

    PARTE DEL BENE ED ALLOTA VEDRò COSA POSSO FARE! PER QUANTO RIGUARDA

   IL NOSTRO RON, SONO SICURA CHE SE LA ROWLING VIENE A SAPERE CHE PARTE

   HO FATTO FARE AL POVERETTO, MI UCCIDE! POVERINO RON, NON E’ CHE NON SIA

   CORAGGIOSO, MA NON VOLEVO DARGLI LA PARTE PRINCIPALE EHEHE XD! UN

   VERO PECCATO CHE LE CANZONI DELL’INCANTESIMO DEL LAGO NON VADINO

   MOLTO D’ACCORDO CON IL MIO TESTO, SOPRATTUTTO QUELLA MOLTO BREVE

   DURANTE LA GARA TRA DEREK E BRONDLIN (O FORSE DOVREMO DIRE HARRY E

   RON? XD), CHE E’ LA MIA PREFERITA XD! BENE! ORA TI LASCIO, E CONTINUA A

   LEGGERE ED A RECENSIRE!

 

-> DAMA AMBER: CIAO CARA! SPERO CHE LA MIA RECENSIONE ED I MIEI

    PICCOLI CONSIGLI PER LA TUA STORIA NON TI ABBIANO DATO FASTIDIO! SONO

      MOLTO CONTENTO DELLA TUA PROMESSA DI RECENSIRE SEMPRE! HO VISTO

      CHE I RUOLI TI PIACCIONO, SOPRATTUTTO QUELLO DI CHO, MA NON TI

      PREOCCUPARE, SE NON SCRIVERO’ IL SEQUEL DI QUESTA FANFICTION SARA’

      PERCHE’ AVRO’ MENO TEMPO, SAI, LA SCUOLA COMINCIA TRA POCO, MA

      PROMETTO CHE FARO’ IL POSSIBILE! BACI BACI! IL TUO CARO!

 

-> NIRVANA: GRAZIE PER LA RECENSIONE, E ALLA FINE DI QUESTO CAPITOLO

    TI HO ACCONTENTATO LEGGERMENTE, RENDODO CHO GOBBA! E’ UN BUON

       INIZIO, NO? IO, ESATTAMENTE COME TE, CREDO CHE IL NOSTRO RONNIE SI

      MERITASSE QUELLA PARTE PER UN MOTIVO CHE SO IO, CHE RIGUARDA IL

      SESTO LIBRO DI HARRY POTTER, MA E’ MEGLIO SE STO ZITTO XD! CONTINUA A

      LEGGERE ED A RECENSIRE!

 

-> MARIPOTTER: GRAZIE MILLE PER IL CONSIGLIO, CHE HO INTENZIONE DI

    SEGUIRE ASSOLUTAMENTE! INFATTI ECCO UN ALTRO CAPITOLO! MI DISPIACE

      CHE PRENDANO IN GIRO TE, CHE SEI COSì CARA, MA SONO CONTENTO CHE

     AFFRONTI LA COSA IN MODO COSI’ MATURO, QUINDI COMPLIMENTI! GRAZIE PER

     LA RECENSIONE, E CONTINUA SEMPRE A LEGGERE ED A RECENSIRE!

 

-> FRAFRA: CIAO FRAFRA, BENVENUTA NELLA MIA FANFICTION! BEH, IO

    SEGUIRO’ IL PROCESSO DEL CARTONE, E COME PUOI BENE CAPIRE, NON SI

      METTERANNO INSIEME SUBITO! NE DOVRANNO AFFRONTARE DI COSE!

     CONTINUA A LEGGERE ED A RECENSIRE! ALLA PROSSIMA!

 

 

STAVO PENSANDO CHE QUESTO, PROBABILMENTE, SARA’ IL PENULTIMO CAPITOLO E QUINDI CREDO DI AVERE TEMPO A SUFFICIENZA PER SCRIVERE L’INCANTESIMO DEL LAGO 2! CONTENTE? SPERO DI SI’! SONO MOLTO CONTENTO DI TUTTE LE RECENSIONI CHE HO RICEVUTO, E NON MI SAREI MAI ASPETTATO UN SIMILE SUCCESSO, PERCUI GRAZIE! ALLA PROSSIMA!

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Harry era ritornato al castello, in cui si stavano tenendo le numerose prove per il Gran ballo

Harry era ritornato al castello, in cui si stavano tenendo le numerose prove per il Gran ballo. Anche sua madre, la regina Nimphadora, era lì, intenta a farsi acconciare i capelli con delle rose rosse.

< Madre! > Esclamò il ragazzo, correndole incontro < Avete visto… >

< Harry! > Lo salutò allegra. Il principe le si avvicinò e notò disgustato le rose rosse, il fiore che era stato deciso per decorare la grande sala.

< Cosa sono queste? > Chiese stizzito il ragazzo.

< Rose > Rispose la madre alzando un cipiglio.

< Sono rosse! > Fece notare lui, leggermente irritato.

< Ma certo che sono rosse tesoro! > E sistemò uno di quei fiori sui suoi capelli.

< Ma madre, io non voglio rose rosse! > Harry prese alcuni mazzi di rose che stavano là vicino e li gettò via < Le voglio bianche! > Aggiunse < Come un cigno… >

La madre lo guardò con una smorfia sul volto.

< Avete visto Ron? > Chiese il principe, alzando la voce < Qualcuno ha visto Ron? > Harry si scontrò contro uno dei numerosi cuochi che portava un vassoio pieno di tartine.

< Dareste da mangiare questo ad un cigno? > Il ragazzo esaminò una delle tartine.

< Ehm… No, vostra altezza > Rispose desolato il cuoco.

< Portale indietro! > Ordinò il ragazzo < Qualcosa di leggero, qualcosa di fresco! > Poi una musica gli frastornò la mente.

< No, no Remus, aspettate! >

< Cosa c’è? > Chiese stizzito il consigliere, fermando l’orchestra.

< Stasera la musica deve essere suonata senza enfasi… > Il suo tono di voce era sognante < Dolce e melodiosa, come un cigno! >

< Un cigno? > Chiese scettico l’altro.

< Avete mai visto un cigno, Remus? > Chiese il principe in tono canzonatorio.

< Certo che ho visto un cigno! > Rispose Remus altezzoso.

< Se si potesse suonare un cigno, che suono avrebbe? > Chiese il ragazzo.

Il direttore d’orchestra, con un sol gesto di bacchetta, fece fare una nota grave al trombone.

< Ahahah! > Rise Remus, immaginando di unire un trombone ed un cigno.

< Dolce e melodiosa, Remus! > Raccomandò il principe. Il ragazzo si voltò ed alzò ulteriormente la voce < Dove Ron? >

< Nessuno l’ha visto, Harry > Rispose leggermente irritata la regina.

< Volete scherzare? E chi mi farà da testimone? > Il ragazzo fece un occhiolino alla madre.

< Come… Vuoi dire? Tu… Oh… Harry! > Sul voltò della madre regnava un’espressione di pura felicità. Intanto l’orchestra aveva cominciato a suonare un motivo lento, ma così dolce da strappare il cuore e, soprattutto molto orecchiabile.

< Ben fatto Remus! Questo intendevo! > Si congratulò Harry. Poi il ragazzo invitò la madre a ballare < Andiamo madre! >

La regina Nimphadora si lasciava guidare dal figlio, felice che finalmente avesse preso una decisione.

< Oh, non fare tanto il misterioso Harry, dimmi chi è! > Il ragazzo la lasciò, afferrò un atro mazzo di rose rosse e lo lanciò in aria, facendo finta che quei fiori fossero le sue preoccupazioni.

Anche Voldemort lanciò delle rose alla povere Hermione, che, dopo essersi tramutata nuovamente in cigno, fu rinchiusa in una prigione colma d’acqua, collegata al lago, ed al castello per mezzo di una porta ed una finestra. E proprio da questa Voldemort stava parlando con il cigno:

< Mi duole doverti rinchiudere Hermione, mi duole profondamente > Il mago assunse un tono triste < Tuttavia la giornata di un re è piena di decisioni difficili… Tu lo capisci, vero? >

Per tutta risposta il cigno afferrò con becco una rosa e la scosse violentemente.

< Oh, ora sei di nuovo arrabbiata con me… Accidenti! Non ne faccio una giusta! Che zuccone che sono… Davvero! > Il mago si finse adirato con sé stesso < Beh, non posso lasciarti così, se tu non sei felice, non sono felice neanch’io… > Aggiunse < Lo so! Visto che non puoi andare al ballo, porterò il ballo da te! Vediamo, la prima cosa che ti serve è un giovanotto! > Hermione alzò la testa al suono di quella parola < Il principe è già occupato, certo, ma io credo di poterti trovare un sostituto… > Dettò questo il mago indicò la porta che sia aprì: Ron, il migliore amico di Harry, era tenuto fermo, da dietro, dalla scagnozza di Voldemort, Cho, ma non si capiva bene se il ragazzo fosse più spaventato dell’essere gettato in quel fosso insieme al cigno o di essere trattenuto da un tale orrore. In ogni modo Ron prese a supplicare:

< No! Ti supplico, ti prego! No, no! >

< Ah, ah! Poveretto, si è perso nel bosco… > Riprese il mago. Cho alla fine dette un calcio piazzato al giovane, che cadde nella prigione. Hermione cercò di soccorrerlo, trascinando verso una catena sporgente da muro, al quale il ragazzo si sarebbe potuto appendete.

< Aiuto! > Supplicò nuovamente Ron < Non andatevene… >

< Oh, mi piacerebbe restare, ma purtroppo se non vado ora temo che farò tardi! Che peccato… > Prima di chiudere la finestra il mago guardò Hermione. Il cigno aveva un’espressione di profondo disgusto negli occhi, che infastidì molto Voldemort:

< No, no! Non guardarmi così signorina, hai dovuto mentirmi, vero! Hai dovuto tirare in ballo il tuo principe smidollato, vero? Beh, allora peggio per te, peggio per te! > Gridò, sbattendo la finestra.

Sulla riva del lago intanto, i tre animali cercavano di pensare a come risolvere la situazione. Il tenente Ginny camminava freneticamente avanti e indietro, imitato da Draco. All’improvviso l’uccello si fermò, facendo scivolare la rana per la sorpresa.

< Sta arrivando! > Esclamò Ginny.

< Che cosa? > Chiese Draco, steso per terra.

< Un’idea! > Spiegò l’uccello < Un’idea clamorosa, una grande, colossale, idea! >

< Se lo dici tu… > Concesse Neville.

< Ah ah! Trovato! L’acqua sgocciola nella prigione giusto? Bene, se passa l’acqua deve esserci un buco! > Un luccichio passò nei suoi occhi < Troveremo quel buco, lo allargheremo e… Splash! Sarà libera! Ah ah, vedrete! >

< Credo che tu stia dimenticando due cose! > Intervenne Draco, indicando gli alligatori sentinelle.

< Sua maestà ha ragione > Confermò Neville.

< Non c’è problema! > Esclamò entusiasta il tenente < Innanzitutto manderemo qualcuno in ricognizione… >

< Ma sei impazzito! > Sbottò Draco < Chi vuoi che sci salti in questo fosso! > Indicò il lago e la prigione.

< Deve essere un bravo nuotatore! > Affermò Ginny. 

< Ma scerto, come minimo… >

< Deve essere piccolo, anche > Aggiunse Neville.

< Minuscolo, così non lo vedono! >

< E non sarebbe male se fosse verde! > L’uccello guardò Draco < Per mimetizzarsi meglio! >

< Esattamente! Piccolo, ottimo nuotatore, verde… > La rana divenne di una tonalità verde più chiara < Santo scielo, state parlando di me! > Sbruffò spaventato.

< Sì parte in missione! Non perder l’occasione! L’astuzia vincerà, si va! > Canticchiò l’uccello, coprendo i brontolii di Draco.

Quando la rana si fu calmata e cominciò ad accettare il suo ruolo culmine, il tenente Ginny gli spiegò il piano:

< Allora, Neville tiene occupato gli alligatori mentre tu prendi una bella rincorsa e Brum! Veloce sparato fino al buco! >

< Se riesco a trovarlo > Preciso Draco < E se gli alligatori non mi pappano in un solo boccone prima! >

< Non preoccuparti! > Affermò l’uccello < Neville correrà ad aiutarti! >

< Ah! > Esclamò Draco ironico < Mister piede veloce, correrà in mio aiuto! > Guardò la tartaruga che cercava di tuffarsi goffamente in acqua.

< Questo è il piano! > Confermò Ginny.

< Sai, all’improvviso mi sento sollevato… >

< Beh, ci siamo! Riscaldamento! > Impose il tenente.

< Ma perché mi fascio convinscere dico io… > La rana si stirò per bene le zampe posteriori.

L’uccello si rivolse alla tartaruga:

< Va bene, va bene! In posizione! >

Neville cercò di attirare su di sé l’attenzione degli alligatori:

< Ehi, stupidi squamati! Venite a prendermi! > Esclamò ad alta voce < Fatevi sotto teste di cuoio! > Gli alligatori si gettarono subito all’inseguimento della Tartaruga.

< Oh oh, perfetto! > Mormorò Ginny, posando lo sguardo su Draco < Allora, allora… Pronti… Ai posti… Via! >

La rana balzò rapidamente verso il lago.

< Più veloce! Più veloce! > Esclamava preoccupato l’uccello.

< Scerto! Coraggio Draco! Correrò fino a morire! >

Ma un alligatore aveva notato la rincorsa di Draco e appena questo fu nel lago gli si avventò contro. Per un pelo riuscì a sfuggirgli e cominciò a nuotare veloce alla ricerca del gruppo della prigione. Neville, velocissimo in acqua gli passò accanto:

< Datti un mossa, lentone! > Disse, mentre schizzava via per distrarre gli alligatori.

< Lentone! > Sbruffò < A moi! > E la rana cominciò a nuotare più veloce, con il solito alligatore alla calcagna. Con una manovra da maestro Neville riuscì a attirare su di sé l’attenzione anche dell’altro alligatore, così Draco ebbe strada libera. La rana cominciò a cercare tra il muro di pietra della prigione un buco. Riuscì a trovarne un piccolino, dove sarebbe passato a fatica, ma poiché uno dei predatori lo stava inseguendo di nuovo, decise di provare. Era troppo stretto, non riusciva ad andare avanti e sentiva l’alligatore dietro di sé. Fu proprio l’animale ad aiutare la rana, involontariamente, dandogli una spinta con la testa, che, non solo fece entrare la rana nella prigione, ma allargò anche di poco il buco.

< Draco! > Esclamò Hermione, vedendo la rana spuntare dall’acqua.

< Ti salvo io, mademoiselle! > Disse la rana, un po’ frastornata.

Neville intanto stava risalendo in superficie:

< Trovato! > Esclamò verso l’uccello, prima di ritornare sott’acqua, seguito dagli alligatori.

< Va bene Ginny! > Disse il tenente, che si trovava sul ramo di un albero, pronto a tuffarsi < E’ ora di rispolverare la tua tecnica di picchiata! > Dettò questo si tuffò nel lago.

Neville era là attorno e doveva cercare di attirare i predatori su di sé.

< Ehi! > Cercò di gridare < Le tartarughe son dure da mandare giù, che ne dite di un po’ di carne tenera? > Il piano stava funzionando. Gli alligatori si precipitarono subito verso l’uccello. Ora Neville aveva la strada libera per scavare contro il buco ed allargarlo ancor di più. Il piano funzionò a meraviglia, il buco era abbastanza grande da far passare anche un essere umano.

< Ce l’abbiamo fatta! > Esclamò Draco rivoltò ad Hermione < Andiamo! >

< Grazie Draco! > Ringraziò il cigno < E quando tutto questo sarà finito ricordami. di darti un bacio! > Aggiunse, tuffandosi verso il buco.

La rana esultò di gioia.

Neville era nell’entrata del buco per controllare che gli alligatori non potessero entrarci.

< Vi do io il via! > Esclamò, sporgendo fuori la testa < Adesso! > Esclamò.

Ma aveva fatto male i suoi calcoli, poiché appena Hermione uscì, per poco non rischiò di essere morsa. Il cigno cercò di nuotare il più veloce possibile per arrivare alla superficie, ma il predatore le stava dietro. Neville intervenne in suo aiuto, mordendo la coda all’alligatore e permettendo al cigno di raggiungere la superficie e volare verso il castello della regina Nimphadora.

Al castello intanto, tutto era pronto per dare inizio al ballo. Il ciambellano lo comunicò alla regina d al principe:

< Scusate altezza! > Disse il ciambellano, entrando nella stanza dove i due reali si stavano preparando.

< Sì, sì ciambellano > Concesse la regina.

< Comincia ad esserci una gran folla! > Affermò

< Molto bene, potete cominciare le presentazioni! > L’ometto se ne stava andando quando la regina lo chiamò di nuova a sé:

< Ah, ciambellano? >

< Sì? >

< Niente errori stavolta, deve essere tutto perfetto! > Ricordò lei.

< Oh, no, no, no, no. Oh… Ehm… Cioè, sì, sì, sì, sì, Madame, sarà tutto perfetto! > E se ne andò.

Esclamò, rivolgendosi al principe.

< Non preoccupatevi madre, lo capirete > Sorrise < Vedrete, lo capirete! >

Quando il principe e la regina furono pronti, la folla composta dagli altri nobili esultò e Remus Lupin ed il ciambellano cominciarono le presentazioni di tutte le principesse che erano state invitate. Ma tra tutte quelle ragazze mancava l’unica che interessava al principe, la sua Hermione. Quando le presentazioni furono finite, la regina si stava avvicinando ad Harry per chiedergli quale avrebbe scelto, quando qualcuno bussò alla porta. Il ciambellano guardò freneticamente la lista degli invitati. C’erano tutti, ma chi poteva essere allora?

< Ciambellano! > Esclamò la regina ad alta voce, ma visto che era calato il silenzio decise di moderare il tono < Ciambellano, tutti gli invitati sono presenti, vero? >

< Oh certo, voglio dire… >

< Aprite la porta! > Lo interruppe la regina con foga < Ciambellano… >

< Come può essere > Si chiedeva il pover uomo, mentre stava per aprire la porta < Ho controllato la lista due volte! Sarà… Sarà il lattaio! > Aprì la porta.

Alla vista della ragazza che si trovava davanti a lui, il ciambellano sospirò:

< Non… Non è il lattaio… >

La ragazza scese la scalinata che conduceva al centro del salone, dove si trovava un principe Harry più contento che mai. La ragazza, diciamo pure la falsa Hermione (O, se preferite, la scagnozza di Voldemort, Cho, trasformata), era osservata costantemente dalla regina Nimphadora.

< Oh, non può essere! > Esclama stupita < Oh, scusate, scusatemi devo passare! > Diceva la reale, facendosi largo tra la folla per guardarla meglio < O, sì, adorabile, non è vero? > Affermava. Poi la regina si diresse verso Remus:

< Remus! Remus! Chi è, la conoscete? > Domandava curiosa.

< Non lo so… > Rispose piano piano il consigliere.

< Andiamo Remus! > La regina scrollò Lupin < Lo so che con voi si confida, chi è? >

< Giuro che non l’ho mai vista prima! > Affermò < Anche se… Certo somiglia molto a…a… >

< Non può essere! > Esclamò nuovamente Nimphadora < Oh… Ehm… O forse sì! >

Intanto la falsa Hermione aveva raggiunto Harry, che esclamò sollevato:

< Oh, ero così preoccupato! Stavo quasi per credere… >

< Niente poteva tenermi lontana! < lo interruppe lei.

Con uno schiocco di dita la musica stabilita per la serata, partì.

Il cigno intanto cominciava già ad intravedere il castello, nel quale Harry stava ballando con la scagnozza di Voldemort, che, a quanto pare, aveva fatto un incantesimo complete, essendo riuscito a dare un’incantevole voce, oltre che un bell’aspetto a Cho.

< C’è qualcosa in te che sembra… Non so… Diverso! > Notò all’improvviso il principe.

La ragazza mostrò la collana con il ciondolo a forma di cigno e invitò Harry a mettergliela < Non preoccuparti > Rispose < Dopo stasera sarà tutto perfetto! >

< Sì, certo! > Harry, che ora sembrava più rilassato, si rivolse verso Remus < Remus, voglio fare un annuncio! Fermate la musica! > Il dolce suonò cessò.

Hermione vera, si trovava proprio davanti ad una finestra del castello, e quale fu il suo dolore, quando vide Harry abbracciato ad una impostora? Il cigno cercò di farsi sentire battendo il becco contro le finestre, ma nessuno sembrava farci caso.

< Re e regine! > Cominciò il principe < Signore e signori! Madre… > La regina lacrimava < Ho un annuncio da fare! Oggi ho trovato la mia sposa! > La folla esultò.

< No Harry, no! È un trucco! > Esclamava disperato il cigno, cercando di farsi sentire.

< Io ve la presento come la futura regina del nostro splendido regno! > Hermione volava verso le varie finestre per farsi almeno vedere < E come prova del mio amore per lei! > Continuò < Pronuncio un giuramento solenne e definitivo! Un giuramento più forte di tutte le potenze della terra! > L’impostora, che aveva visto Hermione, cercava, con successo, di distogliere lo sguardo di Harry dalle finestre < Di fronte al mondo intero pronuncio un giuramento d’amore eterno… >

< Harry! > Gridò spaventata Hermione dietro una finestra.

< … Per Hermione! >

< Harry, no… > Il cigno si sentì mancare le forze piano piano, e decise di recarsi al lago incantato.

Nel castello la gioia regnò per qualche secondo, ma subito dopo tutte le luci si spensero e tutte le finestre e le porte si aprirono. Davanti all’entrata principale comparve Voldemort, che avanzava sorridendo malignamente.

< Salve principino! > Salutò il mago, ironico.

< Chi siete? > Chiese serio Harry.

< E così abbiamo giurato amore eterno ad un’altra eh? > Continuò il mago.

< Ma che cosa state dicendo? > Il ragazzo indicò la ragazza che si trovava a qualche metro da lui < Quella è Hermione! >

< No! > Esclamò Voldemort < Hermione è mia! > Strinse un pugno.

< Siete voi! > Capì Harry < Voi non avete più alcun potere! Ho fatto un giuramento, un giuramente d’amore eterno! >

Il mago rise perfidamente:

< Il giuramento l’hai fatto certo! Un giuramento di morte… Eterna! > Lanciò un incantesimo contro la sua scagnozza, che cadde a terra.

Harry, credendo che avesse fatto del male alla sua amata, si recò immediatamente da lei. Quale fu il suo stupore ed il suo disgusto, quando vide che il bellissimo volto di Hermione era stato sostituito da un viso scuro, rugoso e peloso.

< Avresti dovuto lasciarla a me! > Intervenne Voldemort < Ora, Hermione morirà! > Indicò verso una finestra aperta. In lontananza si intravedeva un cigno che andava in direzione del lago.

< Hermione! > Esclamò Harry, precipitandosi subito all’inseguimento con uno dei suoi cavalli.

< Hermione! > Gridò nuovamente.

< Se ne sta andando principino e in fretta! > Diceva la voce fredda del mago.

La povera Hermione infatti si sentiva mancare le forze ad ogni suo battito d’ali.

La risata fredda e maligna di Voldemort echeggiò per tutto il regno. Anche i tre animali al lago la sentirono.

< Oh, oh, è andato storto qualcosa! > Commentò preoccupato il tenente Ginny.

Sia Hermione che il principe erano vicini al lago.

< Se fai presto principino te la farò rivedere un’ultima volta! >

Anche Ron, ancora rinchiuso nella prigione, dominato più dalla curiosità che dalla paura, decise di uscire dalla prigione attraverso il buco, per raggiungere la superficie del lago.

< Eccola lì! > Esclamò Draco, vedendo il cigno sopra un degli alberi che circondavano il lago.

< Non credo che ce la farà… > Constatò tristemente Neville.

< Da questa parte Hermione! > Draco cercava di farsi notare.

< Oh, non ti fermare piccola, coraggio dai! > Intervenne il tenente Ginny.

Il cigno sfiorò con le ali la superficie del lago, e quando le forze la lasciarono completamente, si fermò, ormai quasi morta, sulle rive dell’acqua, trasformandosi in principessa.

Harry era giunto finalmente là, al cospetto della sua amata, e quanto soffrì e quanto pianse, quando vide quel suo corpo delicato adagiato per terra, ormai quasi inerme.

< Hermione… > Sussurrò, piegandosi verso la ragazza < Ma che cosa ti ho fatto! > Si incolpò il principe < Perdonami Hermione, perdonami… >

La ragazza udì le sue parole e riuscì a malapena a parlare:

< Harry… > La principessa era pallidissima.

< Sì Hermione… Sono qui… >

< Harry… Mi sento così debole… > La ragazza abbassò lo sguardo < Credo… Credo che… >

< No! > La fermò il principe < Tu vivrai Hermione! Il giuramento che ho fatto era per te… >

< Lo so… > Rispose Hermione, riuscendo ad accennare ad un sorriso < Ti amo Harry… > Queste furono le ultime parole della ragazza, prima di accasciarsi delicatamente a terra, morta.

< Hermione… > Il principe si alzò, adirato e triste < Il giuramento che ho fatto era per lei… > Alzò il tono di voce < Mia hai sentito! Il giuramento era per lei! > Gridò.

< Non c’è bisogno di urlare! > Voldemort era comparso dal nulla, dietro Harry.

< Non lasciarla morire! >

< E’ una minaccia? > Chiese ironico il mago.

Harry gli si avvicinò e lo sollevò per il colletto del mantello.

< Non oserai lasciarla morire! >

< Oh, allora, è una minaccia… >

< Sei tu quello che ha i poteri magici, allora, usali! > Gridò, lasciando la presa.

< Solo se mi sconfiggerai > Sorrise < Harry… > Detto questo il mago si gettò un incantesimo e si trasformò in un pipistrello verde gigante, con perfidi occhi rossi.

< Il grande animale! > Sussurrò Harry, guardandolo.

I tre amici intanto guardavano la scena da dietro il solito masso.

< Io punto sull’animale ragazzi… > Draco sembrava abbastanza spaventato.

Harry sfilò la sua spada e andò alla carica contro l’animale, cercando di colpirlo, la il pipistrello fu più rapido, e cercò di immobilizzare il principe. Harry stava per essere dilaniato, ma riuscì ad afferrare una manciata di terra che gettò prontamente sugli occhi dell’animale. Avvantaggiato da questa sua mossa, Harry riuscì a colpire con la spada l’ala dell’animale, causandogli un graffio profondo ed un gemito di dolore.

< Io non la lascerò morire! > Affermò Harry, tenendo pronta la spada.

L’animale, con un ghigno perfido, volo in aria, e scomparì alla vista del principe, che cominciava a guardarsi intorno nervosamente. Eccolo all’improvviso sbucare alle sue spalle da dietro un albero e romper con un sol morso la spada e immobilizzare con una zampa un braccio del principe. Questi fu fortunato perché vide accanto a è un sasso grosso e facile da raggiungere e con questa nuova arma colpi la zampa dell’animale. Ginny, Neville e Draco guardavano incapaci di agire la battaglia, quando all’uccello venne un’idea:

< L’arco! L’arco di Harry! > Esclamò, guardando il lago. L’uccello prese con un’ala Draco < Tuffati in fondo al lago e recupera l’arco, vai! > Ginny lanciò la rana nel lago, che si avviò subito alla ricerca dell’arco.

Harry ora era in svantaggio, non avendo più niente da usare contro l’animale. Il pipistrello lo sollevò più volte e lo fece cadere su terreno duro, causandogli uno svenimento.

Draco trovò facilmente l’arco, ma per lui, così piccolo, risultò difficile tirarlo fuori dalla sabbia nella quale era conficcato. Fortunatamente Neville, con la sua forza e la sua velocità, intervenne prontamente, recuperando l’arco e tornando in superficie.

Il grande animale si stava preparando a dare il colpo di grazia ad Harry, quando Ginny gridò a Neville:

< Tiralo! Tiralo (Si riferiva all’arco)! > Neville fece un tiro perfetto, e l’arco, con Draco aggrappato sopra, raggiunse il principe, ancora svenuto. Draco fece del suo meglio per svegliarlo, e il contatto delle sue zampe viscide con la pelle morbida del principe, lo svegliò. Harry notò pieno di fiducia l’arco e si rialzò in piedi pronto per colpire l’animale che stava scendendo in picchiata. Ma il ragazzo ben presto si accorse di non avere le frecce a portata di mano. Ma senti una voce familiare che lo rassicurò:

< Ti prego! Ti prego! > Mormorava qualcuno dall’altra parte della sponda.

< Ron! > Esclamò il principe.

Era proprio lui. Ora stava puntando una freccia verso Harry, che capì il piano dell’amico. Era come durante un’esercitazione di ferma la freccia. Sperava solo che Ron tenesse il suo braccio fermo.

< Ti prego, ti prego, ti prego! > Ron scoccò la sua freccia. Era perfetta. Harry l’afferrò prontamente e colpi in pieno petto il grande animale, che gridò di dolore e cadde nel lago, scomparendo. La minaccia era stata sventata. Nel vedere quella scena, il povero Ron, cuor di leone, svenne.

I tre animali esultarono felici! Finalmente Voldemort era stato sconfitto.

In lontananza si udì la voce di Harry, che era di nuovo tornato dalla sua Hermione.

< Perdonami Hermione, perdonami… > Il suo tono di voce era basso e triste, troppo triste < Io volevo solo rompere l’incantesimo… Dimostrarti il mio amore… > Aggiunse < Io amo te! La tua grazia, il tuo coraggio… Ti ho sempre amata… > Le dette un bacio sulle labbra rosse.

< Harry… > La principessa si era svegliata. Sconfitto Voldemort l’incantesimo si era spezzato.

Harry la guardava incredulo, non riuscendo a nascondere il suo amore per lei, vedendola viva.

< Hermione! >

< Oh Harry! > I due amati si abbracciarono e si baciarono, felici che la spiacevole avventura fosse finita e soprattutto entusiasti di aver trovato l’uno nell’altra il vero amore.

< Ah… > Sospirò Ginny, che insieme a Neville ed a Draco guardava estasiato la scena < Ecco, vedete? L’amore eterno… >

Qualche giorno dopo, le campane di una chiesa suonarono gioiose. Harry ed Hermione si erano appena sposati, ed erano stati proclamati Re e Regina, davanti ad una folle esultante.

Remus e Ron intanto, assistevano alla scena, felici anche loro per il principe, anzi il re.

< Ah, ah! > Rideva Ron < Beh, Remus, vecchio mio, suppongo che mi dobbiate delle scuse! Dopotutto, se non forse stato per me, il grande animale sarebbe ancora vivo! > Remus guardava quel ragazzo, ora diventato presuntuoso e pensava che non gli avvenne rivolto mai le sue scuse. Si appoggiò ad un muro, pensando a come avrebbe potuto farla franca. L’occasione si presentò subito. Infatti, sul muro, si rifletteva un ombra, molto simile ad quella del grande animale.

< Oh! Dio mio! > Esclamò Remus, fingendosi spaventato < Il g-grande animale! È vivo! > Quando Ron scorse l’ombra, svenne dalla paura, sotto un sorrisetto beffardo di Remus, che salutò felice, colei che aveva creato l’ombra: la Regina Nimphadora, che per l’occasione aveva acconciato i suoi capelli in modo particolare, facendogli assumere la forma di un cigno.

Ginny intanto guardava la scena dall’alto, seguito da un corteo di cigni.

< Beh, non importa se per gli altri è una vacanza! > Disse, rivolgendosi ai cigni dietro di lui < Ed è compito mio addestrarvi a puntino! > Poi aggiunse, con tono fiero < Siete nell’esercito di Ginny ora! Il generale Ginny! >

Durante la sera la festa si era trasferita al castello di Voldemort, ormai diventato la residenza del re e della regina. Hermione si trovava nel giardino, vicino alla riva del lago, splendida nel suo candido abito nuziale, insieme a Neville e Draco.

< Io aspetto ancora il mio bascio, Hermione! > Fece notare quest’ultimo.

< Ma non restarci troppo male Draco, se non succede nulla! > Sorrise la ragazza.

< Finalmente, dopo tutti questi anni, tornerò sul mio trono! > Affermò entusiasta la rana.

< Non dimenticarti di scrivere… > Aggiunse in tono scettico Neville.

< Tu ancora non mi credi, vero? > Sbuffò adirato Draco.

< L’unica cosa che diventerai è rosso di vergogna… > Continuò la tartaruga.

< Beh > Disse dolcemente la rana < Io sono pronto Hermione! >

La ragazza prese la rana in una mano, la portò vicino al suo volto, e le diede un affettuoso bacio sulla guancia.

Draco, dopo aver ricevuto il bacio, cominciò a fare strani movimenti, spiccò in aria con una balzo per poi ritornare a terra ancora rana.

< Beh allora? > Si rivolse alla tartaruga < Neville, che cosa hai da dire, adesso? >

Neville rimase zitto, non volendo deludere l’amico che si immaginava principe.

< Lo immaginavo! > Esclamò < Ed ora, se non vi dispiace, vado ad intrattenere gli ospiti… >

La rana si specchiò su uno stagnetto là vicino, e come fu felice quando vide che l’immagine riflesse nell’acqua non era più quella di una verde rana, ma di un bellissimo principe.

Il fatto era che, dietro alla rana, si era specchiato nello stagno, nello stesso momento, uno dei tanti principi invitati alla festa e Draco credette che quell’immagine fosse sua.

< Vuoi un bacio anche tu Neville? > Chiese dolcemente la ragazza.

< No > Rispose lui, sorridendo per la prima volta < Io preferisco restare tartaruga! >

Draco la rana intanto, era entrato nel salone dove gli ospiti ballarono e salutò cortesemente una bella donna.

< Bonjour Madame! > La donna, quando vide quella rana, così viscida e così verde, urlò e svenne.

< Ah ah! > Esclamò con entusiasmo Draco < Fascio ancora questo effetto alle signore! >

Harry ed Hermione intanto si erano allontanati dagli invitati e passeggiavano abbracciati verso un luogo più tranquillo. Un ponte che aveva la vista sul lago e sul castello era l’ideale.

< Mi amerai Harry? > Chiese la ragazza < Per tutta la vita? >

Il ragazzo scosse la testa.

< No, per molto di più Hermione > Le si avvicinò < Molto di più… > La baciò romanticamente.

 

 

E COME CONCLUDERE LA NOSTRA STORIA SE NON CON UN BACIO ROMANTICO ED APPASSIONATO, PIENO D’AMORE? AH, L’AMORE… CHE BEL SENTIMENTO! SPERO CHE TUTTO VOI POSSIATE VIVERE UN AMORE PROFONDO COME QUELLO DI DEREK ED ODETTE! E SPERO CHE ANCHE CHE QUESTA FANFICTION VI ABBIA TRASMESSO QUALCOSA! IO CI HO MESSO TUTTO IL MIO IMPEGNO! ED ORA VORREI RINGRAZIARE COLORO CHE MI HANNO RECENSITO:

 

-> MYU: SI’, SAREBBE PROPRIO BELLO SCRIVERE ANCHE L’INCANTESIMO DEL

    LAGO 2 E 3, E VEDRO’ COSA POSSO FARE! CERCHERO’ DI ACCONTENTARTI DAL

     MOMENTO CHE MI HAI PROMESSO DI CONTINUARE A RECENSIRE XD! BACI

 

-> HARAS: HAI PROPRIO RAGIONE! DOPO AVER LETTO LA TUA FANFICTION HO

    PENSATO: PERCHE’ NON FARE UNA FANFICTION SULLA “BELLA E LA BESTIA”

      (ORA SONO SINCERO, PER ME QUESTO E’ IL MIGLIORE!) CON I PERSONAGGI DI

      HARRY POTTER? E’ UNA BELLA IDEA NO? BACI

 

-> KIA91: EH SI’, LA COLONNA SONORA E’ STUPENDA, E SE SI POTESSE

     INSERIRE, INSERIREI SICURAMENTE QUALCHE CANZONE DEL CARTONE!

      ANCHE PER ME LA SCENA DEL RITROVAMENTO DI ODETTE E’ COSI’ ROMANTICA!

      ME MISERO, MA CHE MASCHIO SONO XD! SONO CONTENTA CHE TI ABBIA FATTO

      RIDERE IL MIO CAPITOLO PRECENDENTE! VEDIAMO ALLORA COSA NE PENSI DI

     QUESTO! BACI

 

 

-> NIRVANA: PER LA TUA FELICITA’, E NON SOLO LA TUA, CREDIMI, HO

    DESCRITTO LEGGERMENTE IL VOLTO DI CHO, RENDENDO BENE, IMMAGINO, IL

      PERSONAGGIO! DRACO MI STUPISCE SEMPRE DI PIU’, MA COME DITE TUTTI,

      ANCH’IO MI SONO ACCORTA CHE IL MIGLIORE E’ RONNINO! NON SMETTERO’ MAI

      DI TORTURARLO…XD! COME TI PARE QUESTO CAPITOLO? BACI

 

-> MARIPOTTER: DAI, HAI ADDIRITURA NOLEGGIATO UNA CASSETTA PER

    SEGUIRE MEGLIO LA MIA FANFICTIONO? MI FAI ARROSSIRE…XD! SPERO CHE LA

      MIA RECENSIONE TI SIA ARRIVATA E NON CONSIDERARMI PRESUNTUOSO EH

     XD? BENE, ALLORA, CHE NE DICI DEL CAPITOLO FINALE? BACI

 

 

 

ORA RAGAZZI DEVO ESSERE SINCERO CON VOI. HO UN PICCOLO SONDAGGIO DA FARE: PREFERITE CHE SCRIVA UNA FANFICTION SULL’INCANTESIMO DEL LAGO DUE, E SUCCESSIOVAMENTE 3, O SU “LA BELLA E LA BESTIA”? IL MIO PARERE PREFERISCO NON DIRLO PER NON INFLUENZARE NESSUNO, COMUNQUE A ME FA PIACERE SCRIVERE SU TUTTI E DUE I GENERI, CHE, IN FONDO, NON SONO POI TANTO DIVERSI! ALLORA, ASPETTO LE VOSTRE RISPOSTE! BACI ZACARIAS

 

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