Come nuvole nel cielo

di Parsifal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazione PG ***
Capitolo 2: *** Parte 1: L'orgoglio del leone: capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** 4° capitolo ***



Capitolo 1
*** Presentazione PG ***


COME NUVOLE NEL CIELO

Personaggi:

Personaggi: Luca, anni 18-19 ( quando finirà la storia ne avrà 19), alto, capelli biondi lunghi fino alle spalle, occhi azzurri. Frequenta il quarto anno del liceo classico ( Stellini) a Udine. Orgoglioso, testone, cocciuto, gelosissimo, leggermente aggressivo, generoso, leale, onesto fino all’estremo. Nel peggiore periodo della sua vita riconoscerà l’amore in una sua compagna di classe e questo lo salverà. Adorabile… da mangiare.

Elisa: 23 anni, sorella di Luca. Capelli rossi, lunghi e ricci, occhi azzurri. Frequenta il terzo anno all’accademia elle belle arti di Venezia. Ragazza dolcissima e coraggiosa, affronta tutto a testa alta e riuscirà a vincere a modo suo.

Alessandro, 18 anni e mezzo. Occhi dorati, capelli neri che ricadono disordinati sulle spalle.

Frequenta il liceo con Luca, stessa classe,è un artista un po’ fuori di testa ma dolce e romantico. Ma soprattutto è la coscienza di Luca e gli impedisce di fare troppe ca…volate

( impresa disperata).

Astrid, 18 anni. Comparirà nel secondo capitolo, capelli neri, lunghi e lisci, occhi verde-grigio. Compagna di classe di Luca e… sua ancora di salvezza. Alias futura ragazza.

Incosciente nel suo coraggio e nella sua lealtà verso chi è più debole ed indifeso. Si mette spesso nei guai per questo e Luca dovrà tirarla fuori.

Bruno, Daniel, Filippo ed Andrea sono il resto della compagnia e approfondirò il loro carattere nei prossimi capitoli.

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Capitolo 2
*** Parte 1: L'orgoglio del leone: capitolo 1 ***


L'ORGOGLIO DEL LEONE

1° CAPITOLO.

E' incredibile quanti ragazzi ci sono che marinano la scuola, pensa Luca guardando i giovani che come lui e i suoi amici sono seduti sugli scalini della Loggia o passeggiano sotto i portici di Piazza Libertà, uno dei ritrovi abituali di coloro che vanno in marina.

- ahi, ahi ,ahi- esclama Bruno alzando il fondoschiena dolorante da terra,

- e' un'ora che siamo seduti qui, vogliamo deciderci a fare qualcosa?-

- Si - esclama Daniel - se non altro meriterò le giornate di consegna che mi infliggerà mia madre. -

Luca abbassa la testa sorridendo

- Se non sbaglio l'ultima volta ti sei beccato quindici giorni di consegna, non capisco perché insisti, tanto ti becca sempre, falsifichi la sua firma da far schifo -.

- Ma si...- risponde Daniel scuotendo la massa selvaggia che ha al posto dei capelli- devo pur movimentare un po’ le mie giornate, in fondo qualche rischio devo correrlo -.

Luca sorride tra sé e rialza la testa continuando la corsa delle nuvole su nel cielo, io questi problemi non li ho mai avuti, anche prima, quando ero minorenne e avevo bisogno della sua firma, basta che dicevo a mio padre che avevo bisogno di una mattinata libera con i miei amici e lui non mi diceva niente, pensa con pigrizia appoggiandosi agli scalini dietro di lui, in fondo è fortunato ad avere un padre così, sua mamma è più severa, se lo venisse a sapere sarebbero dolori e questo rende ancora più complice il rapporto che ha con il padre, certo, con sua sorella non era così indulgente, Luca ricorda perfettamente i litigi furiosi che c'erano fra loro. Ad un tratto un mormorio eccitato lo distoglie dai suoi pensieri.

- guarda che sventola-

- guarda un po’ che razza di davanzale, se quella cade rimbalza, non si fa mica male-

- ma pensi che sia tutta roba sua o si è fatta un po’ gonfiare?-

- ma che se ne frega, guarda là che ben di Dio, ehi Luca, perché non ti butti? Carino come sei la stendi, uno sguardo dei tuoi occhioni azzurri e non capisce più niente.-

Luca si guarda intorno divertito, cercando di localizzare la provenienza di quei commenti quando la vede; non può che essere lei :

- bè... carrozzata mica male - mormora a fior di labbra, - Anche se le preferisco più giovani. -

In effetti la ragazza ha più di vent'anni, ed è di quelle che lasciano il segno.

- Ah, ma è in attesa di qualcuno… allora c'era il trucco, mi sembrava strano che fosse lì ad aspettare noi!-

In quel momento arriva una mercedes scura, non riescono a veder bene chi guida ma a Luca basta guardare la macchina per sentirsi morire, si apre la porta dalla parte del passeggero, la ragazza sale velocemente, altrettanto velocemente, la macchina riparte.

- Forse non è la sua ma semplicemente una macchina che

le assomiglia- mormora Alessandro, Luca scuote la testa

–No ...è proprio la sua, ha ancora il fanalino che ha rotto mia sorella l'ultima volta che l'ha guidata.- Nessun ' altro ha notato nulla, nessuno ha fatto caso che quella macchina è identica a quella del padre di Luca, soltanto Alessandro, che è il suo migliore amico e adesso gli sta stringendo il braccio in segno di conforto.

Non sa proprio come ha fatto a finire la mattinata con i suoi amici, non che non si fossero accorti che era piuttosto assente, ma avevano pensato che fosse quella visione celestiale ad averlo turbato e lui, tra le righe, l'aveva lasciato credere.

In fondo era vero.

L'unica cosa che l'aveva fermato dal correre a casa erano state le inevitabili domande a cui avrebbe dovuto rispondere... ma che accidenti poteva dire? Che spiegazioni poteva dare loro?

- Sapete, quella sventola forse se n'è andata con mio padre!-

Alla fine l'aveva salvato Alessandro, l'unico che aveva capito qualche cosa. Dicendo che aveva un impegno improvviso dall'altra parte della città l'aveva letteralmente trascinato con sé , arrivato davanti alla porta di casa sua si volta verso il suo amico, sul suo viso traspare tutta la confusione che prova.

- Senti Ale, io...- Alessandro lo interrompe bruscamente,

- lascia perdere, con me non devi giustificarti né inventar balle, io so benissimo che cosa stai provando, adesso hai solo voglia di stare solo, quindi non preoccuparti per me, ok? E poi anch'io devo incontrare una persona .-

Luca gli sorride con gratitudine ma è un sorriso che non arriva fino agli occhi.

- Non ti ho nemmeno chiesto come va con Patrizia, avevi detto che volevi parlarmi...- Alessandro fa finta di tirargli un pugno sulla spalla

- e te ne ricordi adesso, eh? Lascia perdere dai, in confronto a quello che ti è capitato non è nulla - detto questo si volta e se ne va, non prima di avergli lanciato un - chiamami immediatamente se hai bisogno di me.-

Luca entra con circospezione, guardandosi attorno, dovrebbe essere a casa sua sorella ed è proprio l'ultima persona al mondo che vorrebbe vedere in quel momento, non è mai riuscito a raccontargliela a lei, figuriamoci adesso... ed infatti eccola lì, accovacciata sul divano, con l'immancabile libro in mano, del resto o legge o disegna, anche con i ragazzi... non è che funzioni poi molto, insomma, se ne vedono pochi in giro e sì che è una bella ragazza, con quei capelli rossi come le foglie d'autunno, proprio come quelli della mamma, gli occhi sono invece incredibilmente azzurri, della stessa sfumatura di un cielo pulito, del tutto identici a quelli del padre... ecco, al solo pensarlo entra nel pallone, si dirige verso le scale, velocemente, senza parlargli, ma la sua voce lo blocca

- e tu cosa ci fai qui a quest'ora? Se non sbaglio manca più di un'ora alla fine delle lezioni -,

- non sono fatti tuoi-

ringhia Luca iniziando a salire le scale, Elisa fissa la sua schiena stupefatta, non le ha mai risposto a quel modo

- ma che razza di risposta sarebbe? -

Lui non risponde e continua a salire, ma all'improvviso si blocca e si volta a metà verso di lei

- per caso papà ha fatto aggiustare la botta che hai preso sulla macchina uscendo dal portone?-

Aspetta con ansia la sua risposta stringendo spasmodicamente il corrimano delle scale. Elisa è sconcertata, ma che accidenti è successo a suo fratello? Si alza facendo cadere il libro sul tappeto e si avvicina alle scale, Luca si irrigidisce immediatamente, allora Elisa si ferma

- ma che diavolo c'entra? Vuoi dirmi cosa sta succedendo?- Lui scuote il capo con ostinazione

- rispondimi per favore- il tono di voce è così basso e minaccioso da farla indietreggiare, ha sempre adorato suo fratello, ha con lui un rapporto bellissimo, nonostante i cinque anni che li dividono, ma adesso non lo capisce, anzi, di più, ne ha paura… una paura strana, che sperava di non dover mai provare: è come se avesse di fronte un estraneo. – ma … a dire il vero…- mormora con un filo di voce

- non l’ha ancora portato ad aggiustare, dice che deve rimanere lì di monito per tutte le volte che l’adopero.

Luca chiude gli occhi un attimo, ha l’impressione che le gambe stiano per cedergli, è un attimo, ma in quell’attimo il mondo gli crolla addosso, riprende a salire le scale con un notevole sforzo, sua sorella non gli dice nulla, si limita a guardarlo perplessa, si rende conto che deve essere successo qualcosa e forse dovrebbe farlo parlare, ma ha sempre rispettato i suoi silenzi, non può di certo forzarlo a confidarsi, eppure questa volta…

La voce di Elisa ferma Luca quando ha già una mano sulla maniglia della porta della sua camera

–Luca, sei sicuro che va tutto bene?-

no, pensa lui non va affatto bene, ma sta zitto e, senza rispondere, entra nella sua camera chiudendo lentamente la porta dietro di sé. Lascia cadere lo zaino per terra e si butta sul letto con tutte le scarpe. Incrocia le mani dietro la testa e fissa il soffitto. Sta cercando di riordinare i suoi pensieri, di dare una spiegazione logica a quello che ha appena visto, ma non ci riesce. La sua mente arriva sempre lì: la ragazza vista sugli scalini, la mercedes scura che si ferma, il fanalino rotto, quello stesso fanalino che sua sorella afferma di non aver ancora fatto aggiustare, nella sua mente tutto porta ad un’unica conclusione, una conclusione che lo fa sprofondare nell’angoscia, si guarda intorno disperato, deve parlarne con suo padre, deve affrontarlo e farsi dire la verità, intanto il suo sguardo sfiora le pareti della sua stanza, il poster dell’Harley Davinson accanto a quello di uno spettacolare tramonto delle montagne innevate, il fazzolettone degli scout, l’armadio di quercia con i jeans e le magliette che spuntano fuori da tutte le parti, il cassettone intagliato pieno di cianfrusaglie…qualche libro di scuola e la foto della sua famiglia. Si alza lentamente e si avvicina alla foto, si ricorda perfettamente quando l’hanno scattata: era il suo diciottesimo compleanno ed erano tutti in sala quando suo nonno, con il suo solito modo di fare militaresco ordinò di mettersi in posa davanti alla torta. Dopo vari richiami e urla, Luca lasciò i suoi amici per posare accanto ai suoi ma, al momento dello scatto, spinse la testa di sua sorella dentro la torta, sotto lo sguardo allibito di sua madre e quello divertito di suo padre. L’attimo dopo scoppiò il finimondo: sua madre si mise ad urlargli cose irripetibili, suo nonno l’aiutava a trovare nuovi ed originali modi di chiamarlo mentre Elisa… bè, deve ammettere che si vendico proprio bene, infatti gli ficcò tutto quel che rimaneva della sua bellissima torta di fragole e panna giù per il collo, in bocca, nei capelli… perfino nei pantaloni. Non si erano mai divertiti tanto in vita loro… l’unico che non l’aveva sgridato (giusto per usare un eufemismo) era stato suo padre. E’ sempre stato dalla sua parte e lui lo ha sempre adorato…solo ora si rende conto che l’aveva messo su un piedistallo, l’aveva idealizzato facendo simile a Dio… e adesso la delusione era grandissima, suo padre non era un grande uomo ma semplicemente un essere piccolo ed insignificante che tradisce sua moglie con una donna che potrebbe essere sua figlia. Una moglie ancora giovane e bella, che tanti gli invidiano.

Al diavolo…pensa con rabbia, è tutto falso… tutto falso, e con un gesto improvviso, butta a terra tutto quello che c’è lì sopra, compresa la foto… che si rompe in mille pezzi!

Rimane a fissare il disastro che ha combinato con il cuore colmo di rabbia e di disperazione. Si rende conto che questa rabbia lo soffoca, lo sta rovinando, ma non riesce a fare nulla per cambiare e forse non vuole . All’improvviso la porta si spalanca e appare sua sorella spaventata a morte. Con un’occhiata abbraccia tutta la stanza e i suoi occhi si fermano sbigottiti ed increduli di fronte allo sguardo feroce e determinato di suo fratello. Luca è lì con le mani strette a pugno e le labbra serrate…e all’improvviso ha paura, non è più sicura di voler sapere il perché di tutto questo. Quella rabbia non è forse simile a quella che ha provato lei quando ha saputo di suo padre? Ha cercato in tutti i modi di proteggere suo fratello e sua madre, non voleva che lo venissero a sapere per non farli soffrire come stava soffrendo lei. Evidentemente non c’era riuscita, del resto doveva immaginare che prima o poi sarebbe venuto fuori. Luca si volta a guardarla e lei mormora a fior di labbra

- e così sei venuto a saperlo…- e per un attimo spera che Luca caschi dalle nuvole, che il motivo per cui è così furibondo sia un altro, ma Luca le toglie ogni illusione

- da quanto tempo lo sai?- Elisa cerca di avvicinarsi e di toccarlo per consolarlo ma lui con un gesto secco l ’ allontana:

- Lo sa anche la mamma?-

- Luca, io…-

- Rispondimi maledizione! Lo sapete già, vero?- Elisa abbassa la testa sconfitta, è giusta e normale la reazione di suo fratello, lei sapeva che avrebbe reagito così, e avrebbe fatto non so cosa purché questo non accadesse:

- la mamma non sa nulla, per carità, non dirgli niente. Non volevo che neanche tu lo venissi a sapere, volevo proteggervi , ma non ci sono riuscita-

mormora con un filo di voce, e si mette a piangere. E’ un pianto silenzioso, tenuto dentro da troppo tempo. Luca ha un momento di incertezza, alza una mano e si avvicina ad Elisa, ma poi rivede quella ragazza salire in macchina di suo padre, la porta che si chiude e la macchina che riparte con il fanalino rotto che sembra ammiccare, e sente il furore che lo assale di nuovo, ma lo avevano scambiato per un fesso? Incurante delle lacrime si rivolge a lei con occhi fiammeggianti:- Gli hai parlato, lo hai affrontato? Hai cercato di fare qualcosa?-

Elisa non gli risponde subito, i suoi singhiozzi si quietano un po’ alla volta e Luca, questa volta, non ha il coraggio di fermare il suo dolore, quel dolore tenuto sotto controllo fino ad ora.

Lentamente, insieme al pianto di sua sorella, se ne va un po’ della sua collera.

Finalmente alza il volto e lo guarda con occhi scintillanti, ancora colmi di lacrime:

- certo che ho cercato di parlargli, di capire, ha fatto finta di essere distrutto , di essere pentito…- con gli occhi della mente rivive il momento in cui ha parlato con suo padre e, mentre lo racconta a suo fratello si ritrova di nuovo nel suo ufficio, dritta in piedi davanti a lui, con le mani serrate a pugno, i capelli una cascata fiammeggiante, lo sguardo duro come il diamante, la sua voce ricordava il boato di un uragano, pronto ad abbattersi su case e persone e devastare tutto. Davanti a lei, lei così determinata, lei così appassionata, suo padre era rimasto spiazzato, la voce gli era uscita debole:

- non dirlo a Luca e a tua madre, ti prego è stata una sbandata, non è colpa di Selene e neppure di Nicole…-

- Nicole?-

vide suo padre abbassare gli occhi

–si chiama così… senti, ti prometto che non la vedrò più, vi voglio troppo bene e soprattutto amo ancora Selene…-

la stanza sfuma davanti a lei e ritorna al presente.

- Che bastardo- mormora Luca –che cosa hai intenzione di fare? Vuoi parlargli?-

- Certo- sbotta Luca, Elisa scuote la testa, i capelli rossi che sembrano danzare

- non servirà a nulla, hai sentito cosa ha risposto a me e a forse smesso? No.-

- Non mi importa quello che dirà, voglio sputargli in faccia quello che penso di lui, lo avevo idealizzato, credevo che non ci fosse niente che potesse fargli male, invece lui ha distrutto tutto, tutto.

Quanta rabbia, quanta tristezza ora nella sua voce, Elisa è sollevata, in un certo senso, non è più da sola, ora lui avrebbe preso il suo posto, avrebbe lottato e forse sarebbe riuscito dove lei aveva fallito. Ma avrebbe dato tutto per non vederlo soffrire così, vede il suo profilo contratto, i suoi riccioli dorati scintillare alla luce del sole che graffia i vetri della finestra, i suoi occhi azzurri che sembrano un cielo in tempesta.- non gli lascerò scelta, lo stringerò in un angolo, non gli permetterò di continuare così , non mi interessa quello che ha fatto, voglio che la smetta, che la smetta o che se ne vada.-

Le parole di Luca aleggiano nella stanza, vede lo stupore sul volto di Elisa e una punta di speranza; deve parlargli, deve farlo anche per lei .

Improvvisamente si rende conto che sua madre sta per tornare, dove avrebbe trovato il coraggio di guardarla negli occhi? Sua sorella allunga un mano per accarezzargli i capelli e quel dolore che gli graffia l’anima fino a farla sanguinare si lenisce un poco. Lei gli dice dolcemente: - andiamo a preparare il pranzo per la mamma…-.

Si guardano un momento negli occhi, quelli di Elisa chiedono di lasciarsi andare, di mettere da parte la rabbia e il rancore, per lei, Selene, che fra breve sarebbe rientrata…e per se stesso, per allentare quella morsa di gelo attorno al suo cuore. E Luca, con un notevole sforzo di volontà, mette da parte suo padre e quello che ha visto ma solo per un momento pensa tra se stasera lo affronterò nel suo studio, stasera tirerò fuori tutto di nuovo , ma non adesso, adesso Elisa ha bisogno di me e così la sua voce esce inaspettatamente allegra, stupisce persino se stesso.

- L ’ultimo che arriva prepara la salsa!- E si precipita giù per le scale, Elisa rimane imbambolata a guardarlo un minuto di troppo, quello che permette a Luca di arrivare primo in cucina;

- non vale!- Grida divertita:

  • Lo sai che odio fare la salsa.

Ma nella foga inciampa e fa un volo (letteralmente) negli ultimi scalini.

-Attenta!-

Col sedere atterra sulla bellissima pianta che ha sua madre nell’entrata e comincia ad urlare; eh si, perché i suoi non sono lamenti e nemmeno risate, ma una via di mezzo condita con qualche parolaccia; Luca si avvicina allibito, cerca di toglierle la terra di dosso sforzandosi di non ridere: - Nulla di rotto spero.-

Gli dice con encomiabile serietà, al suo diniego scuote la testa e dice serio:- Sono cinque anni che la mamma ha li quella pianta e sono cinque anni che dice che quando fiorirà sarà uno spettacolo, be… devo ammettere che ha ragione, un po’ d’effetto, però assolutamente fantastica.-

Si guardano e scoppiano a ridere; Luca cerca di rialzarla tra le risate, ma cade addosso a lei per un presunto atroce dolore. E così, tra imprecazioni, risate e lacrime (almeno da parte di Elisa) riescono ad arrivare in cucina. Qui Elisa si accorge di non essersi fatta poi tanto male (a parte il suo orgoglio che è ridotto peggio del vaso) e va a raccogliere i resti di quella povera pianta, mentre Luca si rassegna a fare la salsa.

- Scommetto che l ’hai fatto apposta per non preparare da mangiare, se fosse per te mangeremo solo panini e toast…ah, si, dimenticavo l’insalata!-

Elisa fa finta di tirargli addosso la pattumiera:

- Non dire scemenze, pensa invece a non mettere troppi peperoncini in quella salsa, lo sai che a papà non piace piccante-

Si guardano un attimo, immobili. Elisa ha paura di aver detto una parola di troppo, paura di vederlo di nuovo serio e arrabbiato, ma l ’espressione di Luca si trasforma in un ghigno, prende dal vasetto una manciata di peperoncini e la mette nell’olio caldo:

- Dicevi?-

Mormora con un malefico sorriso.

All ’improvviso l ’urlo disumano della mamma li fa voltare sconvolti :

- Dov ’è la mia pianta?-

Si lanciano un ’occhiata colpevole e in quel breve momento sembra che comunichino telepaticamente…un pensiero sfreccia nelle loro menti Ahi , e adesso che cosa gli diciamo? Luca le rivolge un ’espressione innocente :

- Quale pianta mamma? Di che parli?-

Gli occhi di sua madre si riducono a due fessure smeraldine: - Quella dell’ingresso: non c ’è più!-

All ’improvviso sembra che una rivelazione lo colpisca ,l ’espressione è quella di uno scienziato che ha appena fatto una grande scoperta :

- AHHH, quella pianta!- Esclama con espressione convinta: - Beh, sai, era tanto annoiata poverina, ho sentito che implorava "portami a fare un giro, portami a fare un giro…" e io con che cuore la lasciavo lì?-

La pazienza di sua madre sta per esaurirsi, quando

all ’improvviso vede Elisa, nascosta dietro la schiena di suo fratello, con le mani aggrappate alla sua camicia che ride come una matta.

E‘ in uno stato pietoso: i vestiti sporchi di terriccio, i capelli rossi tutti spettinati… improvvisamente capisce che fine ha fatto la sua pianta.

- ELISA!-

tuona Selene. La poveretta nasconde la testa nei capelli biondi del fratello mormorando un flebile:

- Aiuto!-

Luca si inginocchia davanti a sua madre trascinando con sé anche Elisa:- Mi appello al quinto emendamento!-

implora.

- Non siamo mica in America, te lo do io il quinto emendamento!-

Improvvisamente la voce di suo padre irrompe nell’ingresso:

- Che c ’è?-

Luca si gela ed Elisa se ne accorge e si stringe a lui, non perché ha paura, ma perché vuole che non dica niente. Non qui.

Non con sua madre presente.

Gli stringe la mano e Luca sembra ricevere il messaggio, si alza senza dire nulla, i riccioli biondi gli ricadono sul volto coprendoglielo. Elisa lo trascina in cucina e gli mormora:

- Non adesso Luca!-

Lui le punta addosso gli occhi azzurro cielo intimandola con lo sguardo a non abbassarli. Lei lo sostiene, lo sguardo duro, sa cosa prova, ma non può permettergli di parlargli ora; non vuole che sua madre lo sappia.

Qualsiasi cosa fosse accaduta vuole che sua madre soffra il meno possibile.

Le si spezzerebbe il cuore vedere Luca e papà farsi a pezzi.

Alla fine è Luca ad abbassare gli occhi, forse perché il suo senso di solidarietà la rende più forte.

Sua sorella ha ragione, non può affrontarlo ora.

Ma è difficile far finta di niente.

Sente una furia incredibile salirgli in gola, avrebbe urlato…se non fosse per la mano di Elisa ferma sul suo braccio pronta a stringere, e con forza, se Luca fa tanto di uaprire bocca.

Si consola pensando alla faccia che avrebbe fatto suo padre mangiando la salsa che aveva preparato!

- Hai ragione, non è il momento-

esclama Luca, gli occhi che tiene fissi su Elisa sono due lame di ghiaccio, duri, spietati, implacabili.

  • Ma lo farò, e tu non potrai più impedirmelo.-

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


In questo capitolo si delineano i caratteri di Alessandro e Daniel, diventano importanti per il proseguimento della storia.

Daniel con le sue dolcezze e malinconie, eppure così deciso e fermo nell’affermare il suo amore per…scoprirete da soli per chi.

Alessandro punto di riferimento immenso per Luca.

Amico unico ed insostituibile.

Buona lettura.

2°CAPITOLO

Elisa alza gli occhi al cielo, tanto azzurro da far star male, lo stesso azzurro intenso e tormentato degli occhi di Luca, rabbrividisce ripensando al pranzo, al silenzio gelido di suo fratello e allo sguardo sospettoso di suo padre puntato prima su Luca e poi su di lei, come un’altalena un po’ pazza.

E sua madre incuriosita dal loro strano atteggiamento.

Era come essere tornata indietro nel tempo, quando era lei al posto di Luca, quando erano i suoi occhi accusatori puntati su suo padre, quante volte era stata sul punto di scoppiare; comprendeva suo fratello molto più di quanto lui pensasse: Chissà dov’è in questo momento…si era alzato da tavola con un feroce "dopo devo parlarti papà" e in seguito c’erano stati i richiami di sua madre, così era rimasta solo lei per non destare sospetti, ma chiusa in un ’ ostinato mutismo. Trasale di fronte ad un muretto bianco, che nasconde un giardino ben curato, ricoperto dalle foglie autunnali, di un colore rosso che sembra lo stesso dei suoi capelli. E così senza neanche pensarci è arrivata davanti alla casa di lui…chissà se sta mangiando? Probabilmente si…ma ha un disperato bisogno di parlargli… spero solo che a mio fratello non sia venuta in mente la stessa idea pensa prima di suonare, ma probabilmente lui è da Ale…o almeno così spera! Un viso dai lineamenti decisi, con un paio di occhi neri come la notte, la scrutano sorpresi. Gli basta un’occhiata per capire che qualcosa non va, nel modo in cui Elisa tiene la testa, dagli occhi azzurri sconvolti da una paura così forte da stringergli lo stomaco. Quello sguardo gli entra nel cervello, in un grido silenzioso, sconvolgendolo. L ‘ha vista in quello stato solo una volta, quando ha scoperto la verità su suo padre.

- E’ successo qualcosa…- mormora- …Qualcosa di grave…-

Sparisce in casa e ritorna dopo qualche minuto con la giacca e il pomeriggio libero. La guarda dolcemente e dice, con voce chiara e limpida:- Al nostro bar?- Lei sorride e annuisce, si sente già meglio, si accoccola vicino a Daniel per una volta incurante degli sguardi della gente. Due foglie si staccano dal ramo di un albero, danzando nel vento, poi si posano sull’asfalto, Elisa si china a raccoglierle pensosa e, tenendo lo sguardo fisso sulle foglie secche dice lentamente:- Mio fratello ha scoperto tutto.- Elisa avverte l ‘ improvviso peso del silenzio avvolgerla come una coperta.

Lui non si muove, si limita a guardarla, alla fine chiede:

- Glielo hai detto tu?-

Lei lo fissa con quegli occhi azzurri diventati duri come il diamante.

- Sei pazzo?!- Replica gelida. All ‘improvviso s ’irrigidisce, la testa alta, gli occhi sgranati:

- Cosa c ’è?- Chiede Daniel allarmato:- Andrea e Filippo…se ci vedono insieme…-

Le sue parole rimangono sospese nell’aria e lo colpiscono come una fucilata. Un lampo di sofferenza attraversa gli occhi di Daniel; lei, troppo attenta per non accorgersene, si sente in colpa per non aver voluto che la loro relazione trapelasse, ha paura di quello che gli altri potrebbero dire, specialmente suo fratello…si sentirebbe tradito. Eppure ama Daniel così tanto…perché allora non ha il coraggio di dirlo agli altri? S ’incamminano velocemente verso il bar; è troppo freddo per stare seduti nei tavoli fuori, così entrano: le pareti sono rivestite di legno, le luci soffuse creano un ’ atmosfera romantica, ma non c ’è niente di romantico nel modo in cui la guarda:

- Quando hai intenzione di dirlo agli altri?- Le chiede duramente:- Oppure per te non significo niente? Sono solo un ’avventura?- Gli occhi di Elisa si riempiono di lacrime. Sembrano due laghi azzurri pieni di dolore e di tristezza che lo guardano da dietro lo schermo velato delle lacrime:

- Ti prego…- mormora con voce roca:- …non sai quello che ho passato a casa…quello che è successo con mio fratello!-

Daniel si calma immediatamente, le accarezza la testa china, poi la sua mano scende sulla guancia, ancora bagnata di lacrime, lei alza la testa di scatto e gli afferra la mano.

- Questa è l ’unica cosa che mi fa stare meglio- Dice Elisa alludendo alla mano; dev’essere stato terribile pensa Daniel che cosa avrebbe fatto se fosse capitato a lui? Non può fare a meno di chiederselo, come vorrebbe risparmiarle tutta la sofferenza che ora le legge nello sguardo, lo prende una rabbia improvvisa contro il padre di lei, come può fare questo alle persone che lo amano di più al mondo? Elisa, così sensibile e protettiva verso suo fratello e sua madre, Luca, così sicuro dell’amore del padre, così sereno e leale, e Selene, non conosce bene la loro madre, me si vede che è una donna bella ed elegante. Come può fargli questo?

– Non è giusto!- Mormora lui.

- No- concorda Elisa:- Dio, come vorrei risparmiargli tutto questo, non voglio che soffra come ho sofferto io, maledizione!- Finisce la frase urlando, e le persone si girano, una ragazza bionda, molto carina, con grandi occhi castani, sorride maliziosa.

- Penserà che stiamo litigando- Dice Daniel sorridendo, lei lo guarda tra le lacrime, poi dice con voce ragionevole, anche se un po’ incerta:

- Ti prometto che parlerò a Luca di noi due, gli dirò che ci amiamo, Gli racconterò tutto, ma non adesso-

La sua voce trema:

- Adesso è sconvolto, non sente niente e nessuno, se tu l ’avessi visto, era…stravolto, incazzato nero, non l ’ho mai visto così feroce e disperato! Non posso parlargli adesso, lo capisci anche tu! Si sentirebbe tradito, s ’infurierebbe, è a pezzi, non capirebbe!-

Lui sorride dolcemente e dice:

- Non preoccuparti, ho aspettato fino ad adesso, saprò aspettare ancora un po’.-

In quel momento entrano due ragazzi ridendo, lei è snella, coi capelli neri, molto bella; lui è alto, biondo, con un sorriso da capogiro, le posa un braccio attorno alla vita e si siedono proprio davanti a loro, Daniel, li vede prendersi le mani e parlarsi teneramente.

Sorride, ma è un sorriso nostalgico, di chi vorrebbe con tutto il cuore mettersi ad urlare a tutti che la ama, apre la bocca, e, intuendo i suoi pensieri, la mano di Elisa vola a coprirgliela dicendo:- Non ti azzardare!-

- Volevo solo ordinare un caffè.- Brontola lui.

 

Luca, dalla stanza di Alessandro, osserva la foto della cometa Halle-Boop, una palla di luce e gas che ha graffiato il nostro cielo per un po’. Ale fischia sommessamente tra i denti:- E adesso? Non avrai mica intenzione di parlargli, vero?-

Luca gli lancia uno sguardo feroce:

- Certo, perché, non dovrei?-

Lui che lo conosce fin troppo bene per farsi intimorire continua imperturbabile:

- Bè, punto primo sono affari suoi, dopo tutto è maggiorenne! E poi, hai mai pensato che probabilmente la ama?- Luca risponde in tono ironico:

- Il tuo "punto primo" te lo demolisco subito, Elisa mi ha raccontato che papà gli ha detto di amare ancora la mamma! L ’ha supplicata di non dire niente! Ma andiamo avanti, qual è il secondo punto?-

Alessandro si siede sul letto accanto a Luca e replica soave:

- E allora perché non approfittare del fatto che Elisa ha scoperto tutto per mollare quell’altra?-

- Bè, forse l’ha costretto a rimanere con lei…- borbotta Luca.

- Si, col mitra! Ma andiamo Luca! Comunque il secondo punto è: e se lui ti risponde che non sono affari tuoi?- Luca lo guarda un attimo, poi dice:

- Ale, se questi sono gli argomenti che mi offri puoi tenerteli e metterli dove sai! Qui si parla di mio padre, non puoi dirmi che non sono affari miei!-

- Devi aver spaventato tua sorella a morte con quell’aria feroce !-

Dice Alessandro cercando di cambiare discorso, Luca cade in trappola e risponde pensoso:

- Già, povera, ne ha passate tante anche lei, ora capisco le liti furiose fra loro, anche per un nonnulla. Infatti prevedo che casa nostra sarà un posto poco raccomandabile nei prossimi giorni-

Alessandro lo fissa intensamente con quei profondi occhi dorati di un colore così indefinito che solo il sole riesce a catturare, poi scoppia a ridere ed esclama:

- Va bene, va bene, cercare di convincerti è inutile, però ricordati Luca, qualsiasi cosa ti abbia fatto, lui ti ama, e anche tu in fondo lo ami, e ogni amore ha grande valore, ogni essere umano che ne ama un altro ama l’imperfezione, perché la perfezione non è di questo mondo…non bisogna essere semplicisti!-

Luca lo guarda e dice dolcemente:- grazie.-

Ma poi il suo sguardo si indurisce:

- Spero con tutto il cuore di ricordarmi queste tue parole, lo spero per il bene di tutti!-

 

 

E’ una splendida serata, il cielo è così sereno e limpido da far star male. Le stelle cominciano a brillare, sono poche per ora quelle che riescono a vincere la ormai debole luce del giorno. E’ il momento della giornata che preferisco! Pensa Luca con pigrizia, con il volto proteso verso l’alto , gli occhi semichiusi, la schiena appoggiata al tronco di un albero. Sa che in fondo alla via c’è casa sua e che lo staranno aspettando, sua madre sarà in pensiero, per non parlare di sua sorella, ma non ha nessuna voglia di tornare a casa e di affrontare suo padre. Sperava che un po’ della rabbia sbollisse, forse è successo, ma al posto della rabbia c’è una tristezza senza fine; sa che la sua vita non potrà più essere come prima, quella serenità, quell’incoscienza, quella fiducia con la quale affrontava il mondo è stata letteralmente spazzata via in questa giornata da incubo, la sua non è mai stata una famiglia chiusa, di quelle in cui non esiste il dialogo, hanno sempre parlato, c’è sempre stata allegria, tenerezza, sincerità e fiducia, oggi ha scoperto che era tutta una maschera e che erano stati presi tutti in giro da un uomo senza scrupoli.

Queste cose te le aspetti in una famiglia chiusa senza vita ne dialogo, ma non nella sua e forse per questo il colpo è stato ancora più duro.

Ha sempre provato grande rispetto per suo padre e non è così comune; non è che un uomo, per il semplice fatto che è tuo padre, si merita il tuo rispetto.

Il rispetto va conquistato attimo dopo attimo ed è quello che aveva fatto suo padre, almeno fino a quando non ha scoperto che ha una relazione con una ragazza che potrebbe essere sua figlia e che all’inizio era quasi una ragazzina.

Si accorge di avere le guance umide e si asciuga le lacrime con rabbia, anche lei però…non ha esitato a mettersi con uno molto più vecchio, sposato e con dei figli. Maledizione, non ha neanche un po’ di amor proprio? Possibile che è vero che sono tutte uguali?

Scuote la testa con ostinazione; no, sua sorella è diversa e anche Patrizia, la ragazza di Alessandro…ma sono solo eccezioni e in un attimo rivede i volti di tutte le ragazzine che gli vanno dietro, alcune, senza neanche un po’ di pudore, aspettano soltanto un suo cenno per dimostrargli la loro disponibilità, e non è stata forse una dell’ultimo anno a mostrargli il potere che ha sull’altro sesso quando aveva solo sedici anni? Ma fra tutte spicca un volto: due occhi grigi molto intensi, capaci di scaldarti o raggelarti all’istante.

Non gli ha mai nascosto il debole che ha per lui e la cosa è anche un po’ strana, vista la sua naturale riservatezza; i suoi occhi sono guardinghi con tutti, fuorché con lui .

Cos’ha di diverso dalle altre? Non è certo la più bella, eppure fra tutte è quella che preferisce.

Ha sempre pensato che se dovesse avere una storia è lei che cercherebbe, lo ha frenato il pensiero che con lei si fa sul serio! Non è il tipo che ci sta senza tanti problemi.

Inizierò proprio da lei pensa Luca, una strana luce gli brilla negli occhi, lei sarà la prima, ma non certo l’ultima! Non è stato forse lui ad insegnarmi a rispettare le donne? Bene, d’ora in poi farò come fa lui, forse in questo modo soffrirò di meno quando penserò a quello che ha fatto. Una cosa è certa, nessuno mi farà così male, non permetterò più a nessuno di avvicinarsi così tanto a me.

Si raddrizza di colpo, sale sulla moto e si dirige verso casa, convinto veramente di avere in pugno la soluzione al suo dolore, senza rendersi conto che quegli occhi grigi fanno già parte della sua vita e che, così facendo distruggerà anche se stesso.

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


3° CAPITOLO

Come immaginava a casa hanno già mangiato e sua madre gli ha lasciato la cena in caldo.

Suo padre è nello studio ed Elisa è uscita.

Sua madre è stata molto evasiva in proposito, ha detto che Elisa sembrava decisa ad aspettarlo ed era anche molto preoccupata, poi dopo aver fatto una telefonata, non si sa a chi, è uscita portandosi dietro le chiavi di casa! La faccia innocente di sua madre da "io non c'ero e se c'ero dormivo" non inganna Luca neanche un po', fino a ieri l'avrebbe tormentata per farsi dire dov'è andata sua sorella, ma non stasera.

Stasera la sua mente è di là, nello studio da suo padre.

Sa bene perché sua sorella è andata via e scoprire dove è relativo, forse è meglio se non c'è, tanto immagina cosa voleva dirgli e sarebbe stato tutto inutile.

Si dirige verso lo studio, ha fatto finta di mangiare, per non dover sentire sua madre e i suoi rimproveri, ma in realtà ha solo giocato con il cibo, la mente rivolta a suo padre.

Graziano, il padre di Luca ed Elisa, è chino sulla scrivania e sta lavorando.

Succede spesso che si porti il lavoro a casa e ultimamente poi sembra che tutti abbiano bisogno di lui, non c'è sera in cui non deve chiudersi li dentro con le sue immancabili scartoffie, come dice Luca. Gli manca veramente suo figlio, lo ha visto così poco in questi giorni, gli mancano quelle loro chiacchierate serali, quando Selene prepara la cena, e loro si rifugiano in salotto, raccontandosi la serata e ridendo per un nonnulla.

Oggi è strano, sembra avercela con il mondo intero, è arrivato tardi anche a cena, e nessuno sembra sapere il perché.

Alza la testa pensieroso, è chiaro che ha un problema e lui vorrebbe aiutarlo, ma non ha mai forzato la sua confidenza, tanto è inutile, se non vuole dirgli niente insistere non servirà affatto.

In quel momento la porta si apre e, come evocato dai suoi pensieri, Luca entra. Graziano tira un sospiro di sollievo, Luca è li, è stato lui a cercarlo, adesso gli dirà cos'è che lo preoccupa e ne parleranno insieme. E lui, per una sera, lascerà in disparte il suo lavoro. Ma ad un'occhiata più precisa, si rende conto che c'è qualcosa di più.

Luca è diverso, i suoi occhi sono...assenti, si, non saprebbe come descriverli se non così...è come se lo guardasse attraverso ...ed è una cosa così incredibile da fargli venire la pelle d'oca; i capelli si drizzano sulla nuca e lui lascia cadere la penna.

Luca si appoggia alla porta con le mani affondate nei jeans, i capelli biondi che ricadono in riccioli disordinati davanti agli occhi, quegli occhi così freddi e lontani:

- Posso parlarti un momento? Non ti porterò via troppo tempo.-

La sua voce, bassa e misurata, lo allarma ancora di più, fa un cenno affermativo con la testa e Luca, senza muoversi da lì continua a parlare:

- Oggi sono andato in marina con i miei amici, te ne ho parlato ieri, ricordi?- Al cenno affermativo di suo padre continua:- Eravamo in piazza libertà, seduti sugli scalini della Loggia, quando, verso le dieci e mezza, vediamo una splendida ragazza, che sembra in attesa di qualcuno. Era sui venticinque anni, un corpo da favola, figurati che gli altri mi spingevano a farmi sotto. All'improvviso si ferma una macchina, si apre lo sportello e lei sale. Fin qui tutto normale, un pezzo di ragazza come lei non poteva di certo essere sola, ma vedi...quando la macchina si è allontanata ho notato tre cose: era una mercedes grigia, aveva il fanalino posteriore rotto e le prime cifre della targa erano AW4. Non sono riuscito a leggere il resto perché la mia mente è entrata nel pallone immediatamente, ma quello che ho visto mi è bastato. Hai idea di quello che ho provato?- Si ferma un attimo perché si accorge di aver alzato la voce. Apre e chiude i pugni che stringe dentro le tasche dei jeans e lo guarda attentamente, sul viso non si muove un solo muscolo, sembra una statua di marmo se non fosse per gli occhi...completamente spalancati e colmi di panico! Luca continua appena si rende conto di essersi calmato:

- Ho passato una giornata infernale, mi dicevo che a Udine, ci sono parecchie macchine simili e con il fanalino rotto, che era pazzesco farsi prendere così dal panico. Ma poi rivedevo la macchina fermarsi, la ragazza salire, la porta chiudersi e l'auto ripartire...con il fanalino rotto. Quel fanalino che, Elisa mi ha confermato, tu non hai voluto far aggiustare.-

Graziano lo interrompe con voce stridula dal panico:- Hai parlato con tua sorella?-

Ma Luca ignora la domanda e continua imperterrito:- Così mi sono detto che dovevo parlare con te, perché tu mi avresti detto sicuramente la verità, lo hai sempre fatto, del resto, vero?-

Un silenzio pesante come piombo scende nella stanza. Nonostante tutto Luca spera ancora assurdamente che suo padre sbatta i pugni sul tavolo, furibondo! Spera di sentire la sua voce urlare che è pazzo, fuori di testa, completamente, irrimediabilmente!

- Ma come ti permetti, e si che mi conosci bene! Come puoi credere che io, proprio io, faccia una cosa del genere a tua madre, a voi?- Ecco...queste sono le parole che vorrebbe sentire, magari seguite da una sberla ben assestata! Non sarebbe stato mai così felice di prendere una schiaffo in tutta la sua vita.

Invece suo padre sembra un uomo appena emerso da un incubo; è senza fiato e...senza parole. Il suo panico è così evidente che a Luca fa quasi pena, ma quando parla una collera gelida prende il posto di qualsiasi altro sentimento:

- Ma certo, certo che ti ho sempre detto la verità. Ci sono tante macchine simili, e il fanalino poi...- La sua voce si incrina, Luca gli legge negli occhi la sua voglia di parlare, di dirgli tutto e forse sarebbe preferibile a quel mucchio di balle che gli sta rifilando. Ma un'occhiata a Luca lo fa desistere:- Una combinazione, ecco! E poi io a quell'ora stavo lavorando!-

Si ferma, il viso inondato di sudore; come può sperare che ci caschi?! Mi prende per fesso totale?! Pensa Luca incredulo. Annuisce alcune volte con convinzione:- Lo sapevo, non poteva che essere così.- Mormora a voce abbastanza alta da farsi sentire. Poi si volta e se ne va. Ma, appena mette la mano sulla maniglia si ferma:- Hai dieci giorni di tempo per lasciare quella donna, dopo di ché dirò tutto alla mamma...e tu te ne andrai.- Esce dalla stanza e richiude la porta lentamente dietro di sé. Non vuole allarmare sua madre, non ancora. Sale le scale con noncuranza e, alla domanda di sua mamma su cosa faccia risponde che è stanco e che va a letto lasciandola allibita ai piedi delle scale. Sono appena le nove e trenta. Entra in camera, si spoglia completamente, resta con i boxer, infila la maglia del pigiama e va a letto. Chiude la luce e per un attimo...assurdamente e contro ogni logica...un viso dolcissimo e due splendidi occhi grigi pieni di pagliuzze verdi e dorate gli scaldano il cuore chiuso in una morsa di ghiaccio. Domani, domani comincerò da lei, si dice con forza, dopo di che si mette in posizione fetale e comincia a piangere. Finalmente può piangere la perdita di suo padre. Soltanto adesso lo può fare. Soltanto adesso.

 

Come al solito il prof. di religione è in ritardo, Luca e Alessandro sono seduti sui rispettivi banchi e stanno parlando tra di loro a voce abbastanza bassa. Il resto della classe, comunque, non potrebbe sentirli nemmeno se si mettessero ad urlare, tanto ognuno si fa i fatti suoi e la loro unica preoccupazione è quella di parlare il più possibile prima che arrivi il prof.

L'unica che li sta osservando è Astrid, a dire il vero è Luca che guarda; lo sa che tutta la classe si è accorta che le piace Luca (giusto per usare un eufemismo) ma non gli interessa poi molto. A volte dice a se stessa che non ha orgoglio, ma poi pensa che l'orgoglio non ha gli occhi incredibili di Luca, la sua bocca carnosa, i capelli biondi che gli arrivano alle spalle in una cascata di riccioli...pensa a come deve essere accarezzarli e una sensazione strana la pervade, darebbe qualunque cosa per essere guardata da lui, osserva le sue mani che spostano i capelli dagli occhi e per un attimo le vede protese verso di lei. Chiude gli occhi con la sensazione che lui possa "sentirla" , come se lei fosse un enorme specchio che riflette ciò che prova. In quel momento Luca si volta a guardarla e un sorriso cattivo gli brilla sul viso. Non c'è nulla del ragazzo che soffocava i singhiozzi sul cuscino durante la notte. Sembra che quelle lacrime si siano portate via tutta la sua umanità, quella che faceva di lui un ragazzo diverso dagli altri, unico e irresistibile. Oh si, anche adesso è irresistibile, ma in modo diverso, completamente diverso.

Alessandro osserva Luca e quello che vede non gli piace assolutamente. Gli ha appena raccontato quello che è successo con suo padre e del suo ultimatum e Ale ha qualcosa da obiettare:- No, scusa un attimo, gli hai dato dieci giorni di tempo per lasciarla , ma tu, come farai a sapere che l'ha veramente lasciata? Pensi che basti chiederglielo? Credi veramente che ti direbbe "si, certo figliolo"?- Luca si volta a guardarlo e gli risponde con sicurezza:- Come sei spiritoso certe volte! Come potrei chiederlo a lui? Ormai è diventato un maestro nelle balle, Elisa conosce la donna che lui vede, è riuscita a scoprire chi è e dove abita. Andrò da lei e riuscirò a capire se si vedono ancora.- Ale lo guarda allibito, cavolo, fa proprio sul serio pensa con stupore. Luca scuote la testa seccamente:- Non guardarmi in quel modo, so bene quello che faccio. Non me ne starò qui tranquillo mentre lui cornifica mia madre. E ti dirò di più-

Si ferma un attimo e guarda Astrid che parla con Micaela, la sua compagna di banco. Proprio in quel momento si voltano a guardarlo e lui, per la prima volta la saluta con un sorriso che...però non arriva agli occhi.

- La vedi Astrid laggiù?- Non aspetta una risposta e continua imperterrito:- Comincerò con lei, mio padre si è portato via la parte migliore di me, non permetterò più a nessuno di farlo. Lei sarà la mia vittima!- Alessandro chiude improvvisamente la bocca che aveva lasciato spalancata:

- Ma sei impazzito?!- Sbotta subito dopo:- Che c'entra quella povera ragazza?-

- Nulla!- Conferma Luca:- Ma si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato. E io ne approfitto. La userò come mio padre ha usato me, mia sorella e mia madre. Diventerò come lui, così potrà essere fiero di me.- Finisce la frase con sarcasmo. Alessandro scuote la testa ma Luca non lo sta guardando, mormora tra se:- Tutta la gente che mi sta attorno se ne accorgerà, tutti quanti!-

- Bè- Fa Ale guardingo:- Basta che non mi metti fra quella gente!-

- Non preoccuparti, tu, mia madre e mia sorella siete gli unici che conoscono il vero Luca.- Ale sospira esageratamente:

- Che sollievo, mi hai tolto dieci anni di vita, anzi, adesso che ne ho solo otto torno in terza elementare così evito il compito di greco che abbiamo alla seconda ora.- Luca scoppia finalmente a ridere e Ale schiva con sollievo una sberla, è riuscito a distrarlo per ora, ma non sa proprio cosa fare per aiutarlo, perché ha bisogno di aiuto, è completamente fuori di testa!

Il compito di greco era particolarmente difficile, almeno a sentire i ragazzi, perché per il prof. non era granché...anzi, si era tenuto sul leggerino...questa volta!

- Leggerino...per fortuna che doveva essere leggerino!- Sbotta Alessandro nell'intervallo. Sono seduti sugli scalini del cortile e stanno fumando. Bruno è l'unico che non fuma, non lo ha mai sopportato e ancora adesso si chiede come accidenti fanno.

- Quello di leggerino ha solo il cervello!- Esclama ispirato.

- Si... e non solo quello- Termina Daniel, scoppiano a ridere divertiti ma Luca smette subito, guarda Alessandro che gli fa cenno di no con la testa, lui imperterrito si alza e dopo un veloce:- torno subito- si dirige verso la fine del cortile.

- Ma dove va?- chiede Daniel, incuriosito dagli scambi dei due, ma Alessandro scuote la testa senza rispondergli, una luce preoccupata negli occhi. Lo vede dirigersi verso Astrid e Micaela che stanno parlando e mormora tra se:

- Ho paura che andrà fino in fondo, accidenti; che c'entra Astrid con quel figlio di...suo padre?- Impotente lo osserva mentre si siede accanto a loro e comincia a parlargli, si sente un incrocio fra in verme e un cane...

Ma porca miseria, che faccio? Lo lego alla sedia? Oppure avverto Astrid? Non me lo perdonerebbe mai...e poi...può darsi che non riesca ad andare fino in fondo; ma sa che è una scusa un po' fiacca, il Luca di adesso sembra non avere pietà per nessuno; e lui, guardando il sorriso luminoso di Astrid, prova il desiderio di scuoterlo fino a fargli entrare un po' di buon senso in quella testaccia dura.

Quando suona la campana Luca e Alessandro rallentano apposta per restare soli e parlare un po'. Ale guarda il suo migliore amico mentre mette il giaccone, raccoglie lo zaino e s'incammina verso l'uscita. Con le mani cerca le sigarette nelle tasche, ne trova ancora una superstite e se l'accende ancora nel corridoio, indifferente alle occhiatacce delle prof.

L'unica cosa che può fare è aspettare e vedere cosa farà veramente Luca. Lo conosce meglio di qualunque altra persona, sa che non è quella carogna che vuole diventare e ha sempre avuto l'impressione che avesse un debole per Astrid, ecco; spera proprio di non sbagliarsi...è l'unica speranza che ha quella povera ragazza per non prendersi una botta terribile.

- Allora, ci sei anche tu oggi?- Sbotta Luca spazientito:

- Vieni con Patrizia al cine?-

  • Ma proprio a vedere Titanic dobbiamo andare?-

Luca alza gli occhi al cielo:- Ti ho pur detto che avevano già deciso di andare a vedere Titanic oggi, non vorrai mica farmi andare da solo con quelle due spero! Poi Micaela non la reggo proprio!-

Alessandro fa una smorfia strana, un lampo di dolore gli attraversa lo sguardo ma Luca non lo nota, sta guardando Astrid che si sta avvicinando all'uscita, i capelli che oscillano sulla schiena, si muovono come una cascata di seta nera contro il bianco della giacca a vento, le gambe fasciate dai jeans elasticizzati sembrano non finire più e prova una strana sensazione alla bocca dello stomaco:- Bè...- mormora con voce roca:- Non sarà poi così spiacevole stare con lei-

- D'accordo- Lo interrompe Alessandro:- Però vengo solo io, Patty ultimamente ha dei problemi e non può venire. Ma io ci sarò, non sia mai detto che ti abbandono al momento del pericolo.- La sua voce è sarcastica e Luca sorride in risposta.

Non ha notatola sua esitazione, ne quel lampo di sofferenza che, per un attimo, ha velato i suoi occhi.

L'avrebbe notato fino a ieri, ma non oggi...così preso da se stesso e da Astrid. Anche se non lo avrebbe ammesso mai.

Nonostante le premesse (tre ore di film con Di Caprio non sono il sogno più grande di Luca) il film non è poi così male e Luca, con sua sorpresa si diverte parecchio. La prima parte è un po' noiosa, con tutte quelle smancerie, ma dal iceberg in poi deve ammettere che non ha perso una battuta. Appena iniziato il film tutte le ragazze guardano Di Caprio che si gioca a carte il suo destino, ed ha pure vinto... che sfigato! Pensa Luca mentre osserva attento Astrid. La delicatezza dei suoi lineamenti lo incanta...non è una bellezza nel senso classico del termine, intanto ha il naso un po' grande e il viso rotondo...ma quegli occhi incredibili lo ipnotizzano, non può fare a meno di guardarla e si giustifica dicendo che questa è la prima fase, quella della conquista.

La sua bocca, poi, è il sogno di ogni ragazzo, con il labbro inferiore pieno e morbido, pensa a come deve essere incredibile baciarla e uno strano formicolio lo invade, stringe forte i pugni per fermare le sue mani, si rende conto che si sta eccitando pericolosamente, non riesce a fermare i suoi occhi che continuano a scrutarla dalla semioscurità della sala, osservando la sua pelle così liscia e chiara, priva dei classici difetti delle ragazze della sua età. Così bianca rispetto a quei capelli neri da lasciarlo stordito. Emana un profumo leggero e delicato, proprio come lei, e pensa che, in fondo, non sarà così spiacevole amarla, ma una vocina dentro di lui continua: il difficile sarà poi farla soffrire! Ma lui la zittisce subito.

Ad un certo punto Astrid si volta per dirgli qualcosa e così si accorge di essere osservata. Per un attimo rimangono a fissarsi in silenzio, poi Astrid parla e il suo viso si illumina:

- E' bellissimo, vero?- La sua voce è dolce e tenera, Luca alza una mano e segue i contorni del suo viso, in questo momento non sta pensando a nessun piano, segue semplicemente un impulso irresistibile. Si ferma quando arriva alla bocca, la accarezza leggermente, poi china la testa e la bacia. Le sfiora soltanto le labbra ma questo basta a stordirlo. Vorrebbe stringerla forte e aprirle la bocca, ma non è certo quello il posto giusto, con un notevole sforzo lascia cadere la mano e risponde a voce bassa:

- Hai ragione è davvero bellissimo- Astrid non è del tutto sicura che stia parlando del film.

- Hai finito di piangere? Se lo sapevo portavo il salvagente, almeno non affogavo...- Micaela si volta e incenerisce Alessandro con uno sguardo micidiale. Il suo viso è completamente stravolto dalle lacrime che ha cominciato a versare copiose quando l'iceberg si "scontra" con la nave (o meglio quando la nave gli va addosso) ma rende lo stesso l'idea, infatti Alessandro arretra con un sorrisino nervoso:- OK OK, ho capito...smetto subito!- Senza degnarlo più di uno sguardo Micaela si rivolge ad Astrid:

- Ma come fai a non commuoverti???? Sei proprio senza cuore!!!-

- Bè...- Astrid lascia la mano di Luca e si avvicina a Micaela dandole un fazzolettino di carta:- Se devo dire la verità, quando ho visto quella mamma con il suo bambino congelati nell'acqua mi sono quasi messa a piangere- Micaela alza gli occhi al cielo ma prende il fazzolettino visto che ha fatto fuori i suoi:

- Non è possibile, ma se era già da un ora che piangevo.- Luca e Alessandro scoppiano a ridere e Astrid fa uno sforzo eroico per trattenersi: conosce Micaela, non glielo perdonerebbe mai altrimenti. Ma è tutta se stessa che ride... dentro di lei sta facendo capriole e sta ballando e ridendo; una giornata così l'aveva solo sognata, ma mai, nemmeno nei suoi sogni più arditi ha mai provato una felicità così assoluta.

Comunque riesce a tenere un certo contegno fino a quando arrivano davanti alla moto di Luca. A quel punto lui si volta verso Alessandro che aveva continuato a beccarsi con Micaela:- Ale io accompagno a casa Astrid, non è che tu potresti...bè, magari torni con Micaela?-

I due rispondono all'unisono:- Ma sei impazzito? Io con...con...- Si fermano quando si accorgono di aver parlato insieme, poi Alessandro, per niente cavaliere, "ruba" la parola ad un'offesissima Micaela:- Piuttosto torno con un cactus!- Micaela apre la bocca ma poi cambia idea e si chiude in un ostinato mutismo, con sollievo di Luca che ha già le palle piene di quei due, e si che Ale è un ragazzo intelligente, non ha mai incontrato qualcuno che lo fa uscire di testa come 'sta qua, pensa perplesso.

- Senti- Fa Alessandro svelto:- Tu accompagna pure Astrid, io torno in autobus, ti telefono stasera, non preoccuparti!- E, prima di finire la frase è già alla fermata.

Luca vorrebbe fermarlo ma un'occhiata ad Astrid gli fa cambiare idea: il suo viso è il ritratto della felicità e il pensiero che ne è lui la causa gli fa uno strano effetto. Dovrebbe piantarla li e andarsene, ma il pensiero della sua vendetta è sempre più lontano, non è più quello che occupa i suoi pensieri adesso, non proprio. Eppure la conosce da 4 anni...già ,e forse è proprio per quello che la tenevo a distanza...in fondo lo sapevo che mi avrebbe fatto questo effetto.

Scaccia con forza ogni pensiero dalla sua mente e afferra il casco di Alessandro per metterlo ad un ' eccitatissima Astrid che sta cercando di convincere Micaela che è al sicuro con Luca perché , su una moto in pieno centro, non può mica massacrarla e poi ucciderla, no? Finalmente Micaela si decide ad andarsene, non dopo aver lanciato uno sguardo severo a Luca .

La moto lanciata a folle velocità, zigzagare tra le macchine e affrontare le curve come se fossero le ultime...Luca cerca di trattenersi per non spaventare Astrid, sa che il suo è un gioco rischioso, ma semplicemente non ci pensa, non mentre corre a quel modo. Si ferma ad un semaforo rosso e si volta a vedere come ha reagito.Si aspetta di trovarla in lacrime o comunque terrorizzata dal suo modo suicida di guidare, invece lei sta ridendo come una pazza, si toglie il casco e scuote la testa mentre gli occhi le risplendono di eccitazione:- E' favoloso...non dirmi che siamo già arrivati, ti prego- Luca le rimette il casco indugiando su una carezza :- non c'è bisogno di pregarmi, non siamo ancora arrivati, mi hai detto che abiti a Passons, vero?- Lei fa un cenno affermativo:- e allora tieniti forte che ti farò volare- ovviamente non se lo fa ripetere due volte e quando arrivano davanti a casa sua lei sta ancora volando...letteralmente! Scioglie le mani che aveva allacciato attorno alla vita di Luca e, con un salto, scende dalla moto ridendo ancora, poi incontra lo sguardo di Luca e si ferma di colpo, si sta avvicinando lentamente, come se ogni passo costasse fatica ed è proprio così, la ragione gli dice che dovrebbe andarsene adesso e lasciarla lì senza una parola ma la voglia di baciarla è più grande di qualsiasi ragionamento; le passa un braccio attorno alla vita mentre appoggia l'altro alla moto, così Astrid si ritrova imprigionata tra la moto e Luca che china la testa su di lei.- C'è qualcuno a casa tua che potrebbe vederci?- mormora sopra le sue labbra ma sa che, anche se ci fosse tutta la sua famiglia schierata a guardarli...non riuscirebbe a fermarsi lo stesso, gli sfiora le labbra poi torna ad alzare la testa per permettergli di parlare:- no...mia...mia madre lavora e mio padre..- la sua voce è poco più di un sussurro e lei stessa si stupisce di riuscire ancora a respirare, sono secoli che aspetta questo momento e finalmente adesso è lì ,tra le sue braccia. Luca non la lascia continuare, le chiude la bocca con la sua e, finalmente, la bacia. Lascia gli occhi aperti per osservare ogni particolare del suo viso, per vedere la sua reazione ma, quando Astrid con un sospiro schiude le labbra lui chiude gli occhi e si abbandona completamente, facendosi sommergere da una marea di emozioni. Approfondisce il bacio affondando la lingua nella sua bocca e Astrid gli risponde con trasporto. Si fermano a fatica, è la prima volta che da spettacolo in mezzo alla strada. La guarda in viso, i capelli spettinati, gli occhi che brillano, le guance accese e la bocca...così morbida, la sfiora velocemente e si allontana a distanza di sicurezza:- adesso è meglio che vada, spero di non averti messo nei guai- Astrid scuote la testa senza rispondere, non si fida della sua voce, se è per questo non si fida nemmeno di se stessa. Farsi baciare così per strada è da folli...pensa con gioia meravigliosamente folle .Tutto il suo essere sta cantando una canzone meravigliosa, e questo stato di grazia continua anche quando Luca le da appuntamento per l'indomani alle otto meno venti, fuori dai cancelli della scuola. Sale sulla moto e sparisce in fondo alla strada. Solo quando è al sicuro in camera sua ,con la radio accesa ,distesa sul letto mentre con la mente rivive questa giornata stupenda una domanda incrina la sua felicità, una domanda che è come un tarlo, un minuscolo tarlo che s'insinua nei suoi pensieri e inizia a roderli Perché? Perché proprio oggi, dopo almeno tre anni che gli sto spudoratamente dietro ,mi ha chiesto di uscire con lui Ieri non mi vedeva nemmeno e oggi all ' improvviso...mi bacia a quel modo si tocca la bocca con la mano ma nella mente rimane quella domanda accidenti a me e a come sono fatta! Ma che me ne frega del perché?

Ma sa che non riuscirà a zittirla così facilmente. Si goderà questo momento con Luca e tutti quelli che verranno, fino a quando lui vorrà, ma dentro di se una parte resterà vigile e attenta...e lei non potrà farci nulla.

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Capitolo 5
*** 4° capitolo ***


Prima di iniziare a leggere questo capitolo devo fare alcune precisazioni:
La sottoscritta scrisse questa storia a mano, su dei quaderni, taaaanti anni fa che adesso non riuscirei assolutamente a quantificare.
Era il periodo del film Titanic però, di L. di Caprio.
Akane iniziò a batterlo al pc quando lo comprammo (prima del 2000...fate un po' voi...) e a postarlo qui, su EFP.
Ma si fermò, visto che anche lei, in quel periodo, iniziò a scrivere molto più di me ^_-
L'ho ripreso in mano e sto iniziando a batterlo al pc adesso, spinta da mio fratello Francesco e da Sion perché, dicono, è molto valido, nonostante lo stile che avevo allora non è propriamente quello di adesso.
La tentazione di cambiare pezzi interi c'è ed è molta grossa, ma loro due controllano che non lo faccia e io, pur di non discutere, gli do retta !!
Dicono che è fresca e scorre bene, e a dire il vero non ha nessuna pretesa se non quella di far trascorrere in serenità il tempo che uno passa a leggerla.
Qui i cellulari non erano così comuni come adesso, pc compresi.
Luca e sua sorella Elisa, ad esempio, anche se la loro famiglia è molto benestante, ne hanno uno solo in due, e in genere lo adopera Elisa, visto che fa l'accademia delle belle arti a Venezia.
Luca se lo deve conquistare con i voti.
Il padre è severo in questo e vuole che non diano per scontato ogni cosa ma che se la guadagnino.
Andando avanti con le varie storie che si intrecceranno poi anche Luca ne avrà uno tra le mani, ma nel frattempo gli anni scorrono e...anche gli eventi.
Ecco, questa premessa per farvi capire alcune cose che possono sembrare incongruenze, come il fatto che ogni volta Luca, per chiamare, “freghi” il cell a sua madre...o che non adoperi il pc.
Detto questo buona lettura a tutti e fatemi sapere che ne pensate.

4 Capitolo
Nella stanza di Luca c'è il solito caos che regna, sovrano.
Le scarpe da ginnastica sono si fuori nella terrazzina, come sua madre gli chiede\ordina di fare ogni santa volta ma, comunque, la porta del sopracitato terrazzino è aperta e l'odore che emanano è quasi insopportabile.
Per terra i resti dello zaino aperto giacciono, inanimati, insieme ai vestiti. Ma lui sembra non rendersene conto.
E' disteso nel letto, completamente vestito, le mani dietro la testa e il viso chiuso, indecifrabile.
Sta pensando alla giornata appena trascorsa e non sa proprio che cosa gli abbia preso oggi, con Astrid.
Voleva annullare il loro appuntamento per l'indomani, senza scusarsi nemmeno.
Voleva essere duro e sgarbato per ferirla.
Pochi attimi prima aveva visto suo padre sulle scale.
Stava salendo con l'immancabile libro sotto il braccio e un'espressione distesa e sorridente sul viso ma, quando aveva incrociato il suo sguardo, il sorriso si era spento sulle labbra e aveva abbassato gli occhi.
Quello che aveva ferito Luca più di ogni altra cosa era stata proprio quella reazione: suo padre non aveva avuto la forza per sostenere il suo sguardo, si erano fermati un momento sul pianerottolo ma nessuno dei due aveva aperto la bocca.
Luca aspettava un cenno, qualunque cosa che gli facesse capire che suo padre aveva recuperato quell'orgoglio e quella dignità che lo avevano sempre contraddistinto.
Un movimento delle spalle, della testa, qualcosa nello sguardo.
Invece Graziano abbozzò una specie di sorriso e salì in tutta fretta le scale, negli occhi, in quell'attimo in cui si erano fissati, Luca vide una disperazione che gli tolse il respiro.
Appena arrivò in salotto prese il cellulare di sua madre e tornò in camera sua.
La voglia di piangere era così forte da fargli male, un male oscuro li, in fondo alla gola.
Assurdamente si sentiva quasi in colpa per aver ridotto così suo padre, ma ne aveva veramente il diritto?
Poi rivide il viso dolcissimo di sua madre e una rabbia gelida lo investì di nuovo.
Così chiamò Astrid con la precisa intenzione di comportarsi da bastardo.
E adesso, invece, è lì, eccitato come non mai, con una voglia pazza di lei.
Ma non è solo una cosa fisica.
Be...diciamo che anche quello ha la sua parte, la sua pelle ha un profumo incredibile e baciarla è stato come...come andare in moto a folle velocità.
Perde il controllo di se stesso e solo con uno sforzo notevole riesce a tornare in se e a tirarsi indietro.
Si rende conto che non ci riuscirà a lungo ma...che meraviglia sfidarsi così sulla sua moto che è una continuazione di se stesso.
Così come lo è Astrid.
Questo pensiero lo colpisce improvvisamente come una frustata.
E' vero, è stato tutto giusto e perfetto oggi con lei, come non gli è mai capitato con nessun' altra.
Non è la prima ragazza con cui esce e certamente non è la più bella.
Ha avuto diverse ragazze e, nonostante i suoi 19 anni, il sesso per lui non ha più segreti.
Eppure si rende conto che con Astrid è diverso.
Lei non è come le altre, non lo è mai stata.
Come fa a dirle che voleva prenderla, portarla a letto e poi lasciarla per dare una lezione a suo padre?
Improvvisamente l'enormità di quello che ha pensato lo colpisce in pieno.
Si mette le mani sul viso, consapevole che la disperazione provata quando aveva visto che suo padre non era l'uomo meraviglioso che lui credeva l'aveva fatto impazzire.
E se non sceglieva Astrid?
Se non sarebbe stata lei ma un'altra, una qualunque appena un po' carina?
Sarebbe stato in grado di fermarsi?
Si alza dal letto con questa domanda piantata nel cervello, si spoglia lasciando i vestiti sul pavimento, va in bagno, apre l'acqua calda e si mette sotto il getto quando è quasi bollente.
Se ne sta lì, con il viso abbassato e l'acqua che gli scorre addosso
Dio, che stupido sono stato...
ripete queste parole come in una litania.
Forse non si sarebbe fermato, se era un'altra sarebbe riuscito ad andare fino in fondo.
Avrebbe fatto del male non solo a lei, chiunque essa fosse stata, ma anche a se stesso.
Come avrebbe potuto guardarsi allo specchio dopo?
Chiude l'acqua calda e resta pochi secondi sotto quella fredda ma, nonostante lo shock, sorride tra se ripensando alla telefonata di prima.
Voleva comportarsi da bastardo...ed invece la sua voce calda, sensuale lo aveva accarezzato piano.
Eccitandolo come nessuna donna mai aveva fatto prima.
Torna serio e chiude l'acqua, prima di prendersi un accidenti, ma si rende conto che non è servito poi a tanto.
-La differenza è lei-
Dice a voce alta, si guarda allo specchio e fa una smorfia alla vista del suo volto livido:
- si, la differenza è lei, lo è sempre stata, per questo ne stavo alla larga, con lei non potevo “divertirmi” come con le altre, perché...perché la mao, maledizione a me! E adesso?-
Sferra un pugno alla sua immagine ma si ferma a pochi centimetri dallo specchio.
Nello stesso momento Graziano è seduto sul divano, un libro sulle gambe, gli occhi fissi sulla televisione e la mente da tutt'altra parte.
Suo figlio lo ha messo con le spalle al muro e non è certo un posto comodo dove stare.
Guarda il profilo perfetto di Selene, è appoggiata al divano, con le gambe incrociate sotto di se , i capelli legati in una morbida coda, con alcune ciocche che ricadono disordinatamente attorno al viso.
E' sua moglie da 23 anni e la sua donna da 25, l'ha amata e la ama profondamente, perché allora non riesce a lasciare Nicole?
Ma sopratutto...perché si è messo con lei?
E' possibile che esista un legame più forte dell'amore?
Stasera dovevano vedersi ma lui ha annullato il loro appuntamento ed è tornato a casa prima del previsto, tanto che Selene rimase stupita quando lo vide entrare a quell'ora insolita.
Ma non gli aveva fatto domande, si era stretta a lui, fiduciosa e innamorata,ancora adesso dopo 25 anni, e lo aveva baciato.
E lui si era sentito quasi un eroe.
Almeno fino a quando non aveva visto Luca sulle scale.
Allora tutto era crollato miseramente e la disperazione che lo aveva tenuto sveglio tutta la notte era tornata con prepotenza.
Luca aveva ragione e lui sapeva benissimo che non poteva durare a lungo.
Ma Nicole...be, anche lei era speciale.
Non gli aveva mai chiesto nulla, neanche quella sera gli aveva fatto domande quando lui aveva telefonato per annullare la loro serata.
Mai una scenata, né musi lunghi o discussioni.
Con lei si sentiva di nuovo vivo, come ai primi tempi del suo matrimonio.
Adesso doveva scegliere: o Nicole o la sua famiglia.
Ma il pensiero di perderli gli era insopportabile.
Non sarebbe mai riuscito a vivere senza di loro, era arrivato il momento di togliere completamente dalla sua vita questa storia con Nicole che era iniziata come una breve evasione ed era continuata per quattro anni.
Ma come ci sarebbe riuscito?
Sapeva benissimo che una parte di se stesso sarebbe rimasta con lei ma sapeva anche che non riuscirebbe più a guardare suo Luca negli occhi se non lo avrebbe fatto.
E non è detto che suo figlio riuscirà a perdonarlo lo stesso.
Un cielo limpido e sereno ma freddo saluta Luca l'indomani mattina.
Quando entra in cucina per fare colazione trova sua sorella in piedi, davanti alla finestra, con al tazza del caffè stretta tra le mani.
Ha lo sguardo assente e la testa appoggiata alla spalla destra, come fa sempre quando è preoccupata per qualche cosa.
I capelli sono raccolti in una coda molto bassa e diversi riccioli le incorniciano il volto.
E' bellissima sotto questa luce, Luca vorrebbe essere un pittore e saperla ritrarre, ma è lei l'artista della famiglia, quella che in poco tempo riesce a fare dei capolavori, lui fa dei disegni che fanno ridere anche suo cugino di sette anni.
Eppure adesso vorrebbe essere capace di farlo, per cogliere quell'espressione così intensa che Elisa ha sul viso e come la luce rosata che entra dalla finestra illumina i suoi capelli di mille bagliori.
E' preoccupata per qualche cosa, ma non credo di essere in cima ai suoi pensieri adesso.
E invece di essere contento uno strano malessere lo rende inquieto.
Dovrebbe essere felice, ha sempre trovato strano che sua sorella non avesse uno straccio di storia.
Evidentemente si sbagliava ed invece di sentirsi sollevato si sente inquieto.
E non è solo per quell'espressione così assorta e preoccupata ma è per qualcosa
di più oscuro e profondo, un vago e minaccioso senso di ...gelosia?
Possibile? Ma allora sono proprio il minimo dei minimi pensa con costernazione.
Si rende conto di essere rimasto fermo sulla porta fino a quel momento, entra lentamente e si dirige verso i fornelli, dove il pentolino con il latte è posato accanto alla caffettiera:
-E' tutto pronto, devi solo versartelo nella tazza-
Elisa si volta verso di lui sorridendo teneramente e Luca si sente un verme pensando alla gelosia di poco prima.
E' straordinaria e si merita tutta la felicità possibile e un sorriso illumina finalmente il suo volto, mentre si volta e si versa il suo caffè latte personale (1\2 litro di latte e un goccino di caffè ).
Si siede a tavola e invita sua sorella a fare altrettanto:
-Siediti qui, accanto a me . -
Quella richiesta così inusuale la coglie di sorpresa, lo guarda con attenzione, temendo uno scherzo ma Luca ha rivolto la sua attenzione ai biscotti e sembra del tutto inoffensivo mentre infila metà mano nel latte insieme al biscotto per poi ficcarselo in bocca.
Così si siedono accanto e continuano a fare colazione insieme, Elisa con il suo caffè, Luca con quella montagna di biscotti:
-Per fortuna che adoro andare in palestra, altrimenti penso che rotolerei invece di camminare -
sospira Luca deliziato, dopo aver mangiato l'ennesimo biscotto, Elisa sorride tra se e sta per rispondergli con una battuta quando lui esce fuori con una frase che la gela completamente:
-Come si chiama?-
Lo guarda smarrita, sperando di aver capito male ma lui la disillude subito:
-e dai Eli, non far finta di nulla, c'è un lui che ti fa perdere il sonno, vero? L'ho capito da poco ma ho il sospetto che sia una faccenda iniziata già da un po'; allora? Fuori il nome.-
Elisa si alza e mette la tazza nel lavandino, il cuore va a mille e spera solo che suo fratello la pianti con tutte queste domande:
-Io vado, ho il treno alle otto e, se non mi sbrigo...-
ma Luca la interrompe, spazientito:
- il nome Eli...-
lei va all'entrata, prende la giacca, lo zaino e fa per uscire quando sente la voce di suo fratello dietro di se:
- guarda che non esci senza dirmelo...-
si volta a guardarlo, spazientita, Luca è appoggiato alla porta della cucina e sembra completamente rilassato ma Elisa non si lascia ingannare, sa che basta un suo piccolo movimento e lui scatta come una molla e allora decide, proprio in quel preciso istante, che è ora di finirla:
-Daniel! Il suo nome è Daniel! Contento adesso?-
Lo lascia li, con un'espressione di assoluto stupore dipinta sul viso ed esce di corsa.
Prende l'autobus al volo e sparisce alla vista di Luca prima che lui possa fare un solo gesto.
Il suo unico pensiero è per Daniel prima di essere travolta dalle chiacchiere di Laura, la ragazza che va con lei alla stazione ogni volta che devono prendere il treno, Elisa per Venezia mentre Laura scende a Casarsa:
-Povero caro...spero che sappia tenere testa a Luca .-
E' un Luca completamente scioccato quello che si presenta a scuola poco dopo.
Arriva un attimo prima di Astrid e Alessandro e non sa proprio con chi andare.
La voglia di parlare con il suo amico è fortissima così, appena lo vede scendere dall'autobus, si dirige verso di lui.
Per tutta la strada si è ripetuto che non può essere quel Daniel, accidenti, ha la sua età, solo qualche mese più di lui ma ben 4 anni meno di Elisa.
E quando è iniziata quanti anni aveva?
Possibile che sua sorella si fosse messa con un ragazzino?
E a ogni pensiero di questo genere cresceva la sua confusione ma anche la sua rabbia.
Meglio per lui se è un omonimo ringhia tra se ogni dieci secondi ma sa che le possibilità che non siano il suo amico sono scarsissime, altrimenti perché tutta quella reticenza?
E perché Elisa è scappata così?
Eh si...perché quella era proprio una fuga in piena regola.
Ma, appena si avvicina ad Alessandro ecco sopraggiungere l'autobus di Astrid.
Mentre si salutano una parte di sé osserva attentamente tutti quelli che scendono dall'autobus, aspettando di vederla da un momento all'altro:
-Ale, io devo parlarti di Daniel, è importante e...-                                               La frase si perde in un mormorio indistinto appena la vede, ha una gonna nera che si ferma sopra il ginocchio e la giacca a vento bianca è aperta, lasciando intravedere un maglioncino aderente che la fascia alla perfezione.
I capelli neri sono sciolti come sempre e arrivano a sfiorarle la vita.
Appena la vede un sorriso dolcissimo illumina quegli occhi che lo hanno tenuto sveglio per gran parte della notte.
Si volta verso Alessandro ma lui si già eclissato molto discretamente.
Sa già che quando entrerà in classe dovrà dare molte spiegazioni e probabilmente passeranno tutto il tempo parlando, cercando di non farsi beccare dai professori ma adesso non è importante, come non è importante Daniel né Elisa.
Luca resta lì come un cretino, senza riuscire a muoversi.
E' lei a fare i primi passi ma, quando si ferma davanti a lui sembra che tutto il suo coraggio l'abbia abbandonata, il sorriso si spegne lentamente, allora Luca riempie quel piccolissimo spazio che ancora li separa e la abbraccia.
Attorno a loro gli altri ragazzi li spingono, indifferenti a quello che stanno facendo, qualcuno si volta a guardarli con un mezzo sorriso ma poi tira dritto.
Luca resta li, con il viso tra i suoi capelli, respirando il suo delicato profumo fino a quando lei mormora, con un filo di voce:
-forse è meglio toglierci da qui, stiamo dando spettacolo -
La sua voce tenera ed esitante la fa sorridere, com'è diversa dalle altre che facevano di tutto per esibirlo, come se fosse un trofeo appena vinto.
Le fa una carezza sul volto, togliendo una ciocca di capelli e appoggia, brevemente, le labbra sulla sua guancia.
Un bacio leggerissimo che però scivola sulle labbra per fermarsi li.
Un attimo soltanto.
Ha ragione lei, è meglio spostarsi e lui sa benissimo dove andare, dove non ci sono sguardi curiosi ne indagatori.
A passo sicuro, con la sua mano stretta nella sua, si dirige dove mette la moto, nel cortile interno della loro grande scuola.
Là non c'è nessuno, soltanto moto grandi e piccole e una quantità impressionante di biciclette e un paio di ragazzi che parlano un po' più in la e ai quali lui fa un cenno con il capo:
-Li conosci?-
ma Luca sa che quella è una domanda casuale, per rompere quel silenzio imbarazzante.
In fondo è il loro primo appuntamento da soli, se mai si può chiamare appuntamento vedersi dieci minuti prima dell'inizio delle lezioni, escludendo chiaramente quello di ieri, dove erano in quattro.
Riesce a capirla benissimo perché anche lui sente qualcosa che assomiglia all'imbarazzo e, onestamente, non credeva proprio di poter provare una cosa del genere con una ragazza.
Ma appena si appoggia al sellino della sua moto dimentica tutte le sue paure e le mille domande che popolano la sua mente in quegli ultimi giorni.
Ha deciso di abbandonarsi a lei e a quello che provo.
Basta giocare con le ragazze, per ora c'è Astrid e questo sentimento che cresce sempre più, finalmente libero.
Parlerà con lei di tutto quello che è successo, certo, ma non adesso.
Adesso proprio no.
Allarga leggermente le gambe e lei si appoggia a lui mentre iniziano a baciarsi.
Come se non ci fosse nulla altro al mondo che loro due.
Loro due, quella moto dove sono appoggiati e il loro sapore, la loro morbidezza.
La loro passione.
Rientrano in classe in ritardo, con il professore che li incenerisce con lo sguardo.
Astrid va al suo banco dove un'imbronciata Micaela la sta aspettando,mentre Luca si siede accanto ad Alessandro che, con l'aria più indifferente del mondo,mormora :
-il rossetto caro, te ne sei messo troppo stamattina-
senza distogliere gli occhi dal professore.
Luca lo guarda allibito e si pulisce con un fazzolettino che Alessandro gli porge.
Per tutta la lezione Bruno e Daniel gli lanciano occhiate incuriosite ma Luca fa finta di non accorgersene e si finge immerso nella spiegazione del professore.
Immagina la curiosità degli amici e già pensa a cosa gli dovrà dire,del resto è abbastanza comprensibile, anche lui, al loro posto, vorrebbe capire che accidenti sta succedendo al loro amico, visto che rientra in classe dieci minuti dopo,mano nella mano con una loro compagna che non aveva mai filato prima, bé, ce n'è abbastanza per scatenare le loro fervide immaginazioni.
E poi, dulcis in fundo, c'è Alessandro con le sue frecciatine,come quando gli mormora, con la massima noncuranza:
-quando ti comporterai da carogna avvertimi, non voglio perdermi lo spettacolo!-
Comunque, se Dio vuole, finisce anche questa mattinata e si ritrova fuori.
Già a ricreazione hanno cercato di bloccarlo per martellarlo di domande ma lui, con uno scatto degno di Mennea, è riuscito ad evitarli per raggiungere Astrid che cercava, a sua volta, di convincere una preoccupata Micaela che il rossetto sbavato non erano affari suoi e che non era successo nulla di indecente con Luca, né il giorno prima ne oggi.
Liquidata anche l'amica, finalmente, riuscirono ad avere un po' di intimità in uno dei tanti angolini che Luca conosce molto bene.
All'una però Daniel, Bruno ed Alessandro non lo lasciano andare e,senza demordere, lo seguono fino alla fermata dell'autobus dove lui saluta una delusa Astrid.
Capisce bene che deve delle spiegazioni ai suoi amici più cari, così come lei dovrà raccontare tutto, o quasi, a Micaela, ma gli sarebbe piaciuto moltissimo essere accompagnata a casa da lui, sulla moto.
Luca resta sul marciapiede con la promessa di andare a casa sua nel pomeriggio per studiare Latino e, lui spera almeno, non soltanto quello.
Rimane li a guardarla fino a quando l'autobus svolta l'angolo, poi si volta per affrontare il match che l'aspetta e, puntuale, si trova davanti gli occhi ridenti di Daniel.
Così, improvvisamente, ricorda anche Elisa.
E il motivo per cui, solo poche ore prima, era furibondo con lui.
Ed è proprio Daniel a dirgli:
- sbaglio o è esploso un grande amore a scoppio ritardato?-
Ma Luca non ride più e la dolcezza che aveva illuminato il suo sguardo fino a un attimo prima lo abbandona.
E davanti ai suoi amici allibiti apostrofa Daniel con voce gelida:
- Tu ed io dobbiamo parlare, o forse è meglio dire che tu devi parlarmi, dico bene? -
Un barlume di speranza si fa strada in Daniel , “ lo sa, Elisa glielo ha detto, non riesco a crederci “, ma Luca lo costringe a mettere da parte le sue considerazioni e le sue speranze quando lo afferra per un braccio e lo trascina in disparte, salutando con un secco cenno del capo due paia d'occhi spalancati che lo guardano come se fosse impazzito.
E' strano vedere Luca in quelle condizioni, così come è stato strano vederlo tenero e dolce con Astrid.
Daniel non oppone resistenza e si lascia portare via docilmente da un Luca piuttosto arrabbiato.
E' successo tutto così improvvisamente che non riesce a capacitarsi del cambiamento così repentino del suo amico.
La sera prima lui ed Elisa erano insieme a casa sua.
I suoi erano usciti per andare a lezione di ballo e loro, abbracciati sul divano davanti a una TV inutilmente accesa, avevano parlato con calma di tutto quello che era successo negli ultimi giorni con Luca e suo padre.
Ama profondamente Elisa e da più di un anno il loro rapporto è completo e bellissimo.
L'unico dolore è sempre stata questa segretezza con Luca e i suoi amici.
All'inizio pensava che si vergognasse di lui e della sua giovane età, ma lei gli aveva fatto capire che, l'unica cosa di cui aveva paura, era la reazione di suo fratello.
Cosa doveva fare per aiutarla?
Voleva vivere la loro storia alla luce del sole, senza vedersi di nascosto né inventare balle per non farsi scoprire da Luca.
Oh si, lui capiva benissimo quello che provava lei per quel fratello così testardo e orgoglioso.
Anche se era figlio unico sapeva cosa voleva dire amare qualcuno profondamente da volersi difendere da tutte le delusioni e i colpi bassi della vita.
Lo aveva scoperto con lei.
Ma questo non vuol dire che la approva, se fosse dipeso da lui avrebbe affrontato Luca già da un po' per mettere finalmente le cose in chiaro, bé...adesso ne ha l'occasione, adesso è li con Luca che lo guarda con due occhi duri come l'acciaio, le mani strette a pugno, stese lungo i fianchi e il corpo pronto a scattare per spedirlo lungo disteso per terra.
Dopo alcuni secondi di silenzio Daniel si decide a parlare:
-cosa c'è di preciso che dovrei dirti, secondo te?-
Cerca di prendere tempo per capire che cosa sa esattamente.
Elisa aveva detto che non era ancora il momento giusto perché Luca aveva scoperto tutto di suo padre.
Come mai ha cambiato idea?
- Non prendermi per uno stupido, non lo sopporto!-
Esclama Luca, si rende conto di aver gridato ed abbassa la voce:
- Sai benissimo che cosa dovresti dirmi, sei il ragazzo di mia sorella, vero?-
Daniel capisce che è arrivato il momento di chiarire le cose e cerca di fare appello a tutto il suo autocontrollo, non deve dimenticare che davanti a se non c'è soltanto il fratello della sua ragazza ma, sopratutto, un suo amico anche se l'altro, adesso, vorrebbe soltanto stenderlo:
- Potrei dirti che non sono affari tuoi, nonostante tutta la mia buona volontà non riesco a capire perchè ti scaldi tanto. Elisa è tua sorella, non la tua ragazza.-
Ha parlato con un tono di voce calmo e misurato, apparentemente rilassato ma osserva Luca con attenzione per capire e prevenire eventuali scoppi d'ira.
Sa che lo sta provocando ma lo conosce bene, non c'è altra strada con lui.
Infatti Luca abbocca subito:
- Ma che cosa dici? Come sarebbe “non sono affari tuoi”? E di chi vuoi che siano? Da quanto tempo vi vedete alle mie spalle? Da quanto fingete indifferenza davanti a tutti?-
Sorridendo tra se Daniel si rende conto di essere sulla strada giusta e continua con lo stesso tono calmo:
- ma cos'è che ti brucia tanto? Essere tenuto all'oscuro della nostra storia-
e calca la voce sulla parola “nostra” ,
- il fatto che sono un tuo amico o perchè sono più giovane di lei? Hai paura che si renda ridicola ? Bè, non devi preoccuparti di questo, tua sorella è una ragazza splendida e l'unico sentimento che possono provare agli altri è solo invidia-
Ha parlato scandendo bene le parole e adesso è li, davanti a un Luca spiazzato che lo guarda come se non riuscisse  a riconoscerlo:
- Ma non dire stronzate! So bene che nessuno si prenderà gioco di voi, non lo permetterò mai...-
Si ferma rendendosi conto di quello che ha detto, guarda la faccia calma e rilassata di Daniel e si accorge che non sono più soli, Alessandro e Bruno sono vicino a loro e li osservano preoccupati.
Si sono avvicinati al secondo scoppio d'ira di Luca e hanno ascoltato, con evidente costernazione, quello che si sono detti
Luca guarda i loro volti ansiosi e non sa se arrabbiarsi o essergliene grato, in fondo gli hanno impedito di fare una sciocchezza.
Eppure non riesce a non avercela con Daniel, quel che gli brucia di più è stato il loro silenzio, se glielo dicevano subito sarebbe stato meglio, non poteva certo dire che non si sarebbe arrabbiata ma almeno non si sarebbe sentito preso in giro:
- Comunque, per rispondere alla tua domanda...è da più di un anno che siamo insieme -
Alla faccia sbalordita di Luca Daniel continua:
- già, hai capito bene, lei aveva 22 anni e io 18, quando ci siamo resi conto di quello che stava accadendo ormai era tardi per fermarci o per ragionare e non ti abbiamo detto nulla perchè è stata una scelta di Elisa. Che io ho rispettato pur non essendo daccordo.
Ma lei aveva paura della tua reazione, paura che la disapprovassi o peggio... temeva il tuo disprezzo...-
Finisce di parlare e si rende conto che Luca, ormai, non è più arrabbiato, sembra un puglie al quale abbiano appena detto che l'incontro non si farà più.
Sul suo viso passano un'infinità di emozioni ma prevale la delusione e Daniel si rende conto che Elisa, forse, aveva ragione : gliene sono capitate troppe ultimamante e questa non ci voleva, già, proprio non ci voleva.
Prova una pena improvvisa per quel ragazzo così cocciuto ed esageratamente possessivo, ma anche leale e coraggioso; “però deve capire che non può intromettersi così nella vita degli altri e pretendere di esserne il padrone “ pensa Danil e sul suo viso passa un'ombra di durezza che lo fa sembrare più maturo dei suoi 19 anni.
Si è nascosto per un anno...non ha intenzione di farlo mai più.

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