Holidays: The Beginning di Eiri Yuki (/viewuser.php?uid=86093)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il significato della parola ***
Capitolo 2: *** Il significato della parola "Gioco" ***
Capitolo 3: *** Il significato della parola "Amicizia" ***
Capitolo 4: *** Il significato della parola "Innocenza" ***
Capitolo 1 *** Il significato della parola ***
the beginning 1
Alcune di voi si saranno chieste: "Come è andata tra Giotto e G? Tra Spade e Alaude? E come ha fatto Asari ad innamorarsi di G?"
Bene, attraverso queste brevi One Shot verranno svelate le risposte a
tutte queste domande! Buona lettura!!
***
Non era assolutamente possibile. Ogni volta che il Boss mi chiedeva di
fare qualcosa, come sempre, io gli obbedivo. Direte voi, cosa naturale,
caro G, è il tuo Boss, tu sei il suo braccio destro e quindi
devi fare qualsiasi cosa lui ti ordini. No! non andava bene!!
Soprattutto se ciò che mi chiedeva erano cose stupide e futili
che avrebbe potuto fare benissimo da solo! Ci si metteva sì e no
cinque minuti a farle, che bisogno avevo io di fare su e giù nel
suo studio per portargli il lavoro completo? Così, come se non
bastasse, lo disturbavo.
Sospirai con aria annoiata, quegli stupidi fogli perfettamente compilati tra le mani.
"Maledizione... Ma cosa gli passa per la testa?" Non feci in tempo a
darmi una risposta che già mi trovai di fronte alla grande porta
perfettamente rifinita, decorata come non mai. Feci un bel respiro,
sistemandomi come meglio potevo i capelli, dopodichè bussai.
"Boss, sono io..."
"Vieni pure avanti"
Giotto se ne stava a gambe accavallate sulla poltrona dietro la
scrivania, un braccio appoggiato su di essa. Teneva in mano una matita
che faceva girare annoiato, mentre leggeva un qualche suo appunto di
lavoro.
Ecco un'altra cosa che non mi andava a genio di lui, quel suo modo di
fare. Sembrava come se ogni cosa che facesse non avesse alcuna
importanza, come se fosse irrilevante tutto ciò che lo
circondava. Mi dava sui nervi, e non il suo atteggiamento bensì
il modo in cui io mi stavo arrabbiando per cose come quella. Non erano
affari miei, non avrebbe dovuto importarmene niente...
Alzai di poco i fogli, come per fargli notare che avevo finito,
dopodichè mi addentrai nello studio, richiudendo però
prima la porta dietro di me.
"Hai fatto quello che ho detto vedo" Si rimise composto, posando gli appunti sul tavolo.
"Come mi ha ordinato"
Sospirai e posai il lavoro completo sulla sua scrivania, con aria
seccata. Aveva anche da fare del sarcasmo? Come se avessi potuto
rifiutare di portare a termine un suo ordine.
"Perchè devi essere sempre così formale..." Il Boss mi fissò, in un misto tra il dispiaciuto e il seccato.
Perchè devo essere così formale...? Perchè mai non
avrei dovuto esserlo? Certo, se proprio desiderava, gli avrei detto
tutto ciò che pensavo di lui, del fatto che aveva mille difetti,
che ad ogni sua parola si smuoveva qualcosa in me, come se fossi
comandato da esse. Ma in fondo... era il mio Boss, no? Era normale.
Lo continuai a fissare, lo sguardo abbastanza assente, come se non
vedessi l'ora di andarmene da lì. Ogni volta che entravo in
quell'ufficio mi sembrava che sarei potuto soffocare da un momento
all'altro. Era una cosa che avevo iniziato a sentirmi dagli ultimi mesi
a quella parte, da quando per la prima volta il Boss aveva iniziato a
chiamarmi di continuo in quella stanza.
"E' normale..." e dopo mille pensieri, questa fu l'unica cosa che
riuscii a dirgli, come se le parole che avevo in mente non fossero mai
esistite.
"Non è normale che un mio amico d'infanzia mi dia del lei... per
quanto importante io possa essere" Incrociò le braccia,
facendosi cadere sulla poltrona.
Abbassai lo sguardo, ancora perso nei miei pensieri. Per un attimo
sussultati nel sentirglielo dire. Da quanto aveva smesso di chiamarmi
così? Troppo tempo... ma essere un suo amico di infanzia non
aveva niente a che vedere con l'essere uno il Boss e l'altro un suo
Guardiano, no... niente di tutto questo.
"E come dovrei chiamarla? E' il mio Boss dopotutto" Ma perchè
ostentavo ad essere così freddo? Maledizione, proprio io che
odiavo stare agli ordini degli altri. Ma non potevo ribellarmi, non a
lui. Non a colui a cui avevo giurato fedeltà eterna.
"Potresti chiamarmi con il mio nome per esempio..." Con il suo... nome? Non ne sarei mai stato capace!!
"Non... non potrei mai..." Distolsi immediatamente lo sguardo, un
leggero colorito sulle mie guance. Perchè mi stavo vergognando,
proprio non lo sapevo, comunque non era quello il mio problema.
"E' così difficile chiamare una persona con il proprio nome, G?" Mi guardò dritto negli occhi.
Deglutii appena nel sentire pronunciare il mio nome, soprattutto COME
lo aveva pronunciato. Quasi sottovoce, come se non volesse essere
udito. Non riuscii a rispondergli, tanto il nervosismo che mi stava
attanagliando lo stomaco. Ma perchè mi ero ritrovato in quella
situazione?
"Lascia perdere, non mi aspettavo che tu cambiassi atteggiamento nei miei confronti..." Sospirò, rassegnato.
Ma cosa gli prendeva tutto ad un tratto? Perchè adesso aveva
così tanta importanza essere o non essere chiamato per nome!?
Cosa gli cambiava a lui!?!
"E' solo che da quando abbiamo fondato la famiglia Vongola ti sento distante"
"Di...stante?"
Lo fissai perplesso, proprio non riuscivo a capire che cosa intendesse
con certe cose. Adesso parlava di distanza, di nomi... Che significato
avevano per lui? Maledizione, che c'era di tanto incomprensibile!?
Aveva idea di quanto mi ci era voluto per imparare a stare al mio
posto? A non chiamarlo con quel nome che tanto... Mi portai una mano
alla bocca, gli occhi fissi a terra, davanti a me. Che diavolo stavo
pensando? Ero stupido per caso? Certo, non c'era altro motivo. Non
potevo averlo pensato seriamente.
"Si, distante... quant'è che non chiacchieriamo come ai vecchi tempi per esempio?"
"Da... molto..." Lo vidi alzarsi e avvicinarsi a me.
"E sai spiegarmi il motivo?" Nei suoi occhi c'era un velo di tristezza.
Un motivo... Un motivo... Ovvio che non avevo un motivo, diamine!
L'unica scusa che mi veniva a mente era quella classica del Boss e del
sottoposto, cosa inutile da dire visto che lui era il primo a dire di
lasciar perdere le formalità varie tra di noi. Tutto questo, mi
stava facendo impazzire! Perchè era venuto fuori così,
all'improvviso, con certe cose!? Mi sarei messo a gridare se solo non
fossi stato in sua presenza!
Feci cenno di no con la testa, non trovando una scusa valida al mio comportamento.
"Ovviamente non lo sai..." Fece qualche passo all'interno della stanza,
arrivando di fronte alla finestra e poggiando le mani sul davanzale.
"...non lo so neanche io..."
Tutto ciò, tutto quello che stava accadendo... Anzi, no. Tutto
ciò che aveva preso a succedere da qualche mese, non aveva alcun
senso. Sembrava come mi volesse, se avesse bisogno del me stesso del
passato. Sarà una sciocchezza, una mia stupida idea venuta in
quel momento nel vederlo così rattristato, così sembrava.
Era colpa mia? Io lo avevo fatto arrivare a questo punto?
Una morsa mi attanagliò lo stomaco, come se mi sentissi male
anche solo a pensare alla mia colpa. Lo avevo impensierito a causa del
mio comportamento... Non so per quale motivo io mi stessi preoccupando
così per lui, sentivo solo il bisogno di farlo. Mi sembrava una
cosa del tutto naturale... Come naturale mi venne chiamarlo per nome,
trascinato dall'aria che si respirava in quella stanza.
"G... Giot... to..." Un sussurro, flebile come le idee che mano a mano
si stavano schiarendo, come ciò a cui non avevo mai dato retta.
Mi sentivo uno stupido, ecco la verità. Soltanto in quel momento
mi ero accorto di quella semplice, stupida quasi, realtà che
andava a circondarmi.
Arrossii lievemente, gli occhi intrinsechi di quella vergogna.
Possibile che... Feci un bel respiro, come per raffreddarmi le idee. Si
sarebbero spiegate molte, troppe cose.
"So che ti sembrerò egoista, ma non mi interessa. Ti
sembrerò anche stupido, ma non m'importa neanche di questo. La
verità è che credo di essermi innamorato di te. E vederti
così distante me lo ha fatto capire" I suoi occhi mi fissavano,
scrutando ogni mia azione.
In... Innamorato? Così, su due piedi, detto dal niente, come se niente fosse? Come sempre del resto.
Arrossii violentemente, distogliendo lo sguardo da quei suoi occhi color oro. Diretto... come sempre.
Mille idee mi vagavano nella mente, troppe le risposte che cercavano di
dare un senso ai miei dubbi. Che cosa dovevo fare, come mi dovevo
comportare, che cosa dovevo rispondergli? E queste erano poche di
quelle che mi facevano girare la testa. Io...
"Non... lo so..." Non riuscii a comporre neanche una frase di senso
compiuto, tanta l'agitazione che avevo in corpo, ancora incapace di
comprendere a pieno le parole che mi aveva rivolto.
"Lo immaginavo..." Avanzò verso la poltrona, risedendosi.
"No, non hai capito..." Mi morsi il labbro inferiore con fare nervoso.
Fu in quel momento che alzò lo sguardo verso di me, per cercare una delucidazione a quella mia affermazione.
"Io non mi sono mai innamorato, non so cosa si prova nell'esserlo" Mi
sentivo tanto una stupida ragazzina alla sua prima dichiarazione, ero
vergognoso, davvero.
"Solo che quando sono con te..." Alzai lo sguardo, incrociando i suoi
occhi. "... Mi sento strano, vorrei parlarti, ridere, chiamarti... Non
so se questo può significare qualcosa ma... è strano...
Io non so come comportarmi..." Mi passai una mano tra i capelli,
coprendomi una parte di viso, rossissimo.
Già, uno stupido in piena regola, ecco che cos'ero.
"Vieni qui..." Mi fece cenno di avvicinarmi.
Lo fissai per qualche secondo, insicuro sul da farsi. Avrei dovuto fare
come mi aveva detto oppure scappare via da quei miei stessi, insicuri,
sentimenti? Ebbene, li accettai. Non per obbligo, non per dovere, ma
perchè semplicemente volevo capire che cosa mi avrebbero
portato, che cosa davvero erano.
Mi avvicinai a lui, rimanendo in piedi accanto alla poltrona su cui era
seduto, i nostri sguardi sempre immersi l'uno nell'altro.
"Se io provo ad accarezzarti..." Avvicinò la mano alla mia guancia, sfiorandola. "...cos'è che provi?"
Cos'è che provavo?
Socchiusi gli occhi, sovrapponendo la mia mano alla sua, in modo che
potessi sentire il suo tocco. Era piacevole, dolce, semplice possiamo
dire. Qualcosa che avrebbe potuto crearmi dipendenza...
"E'... piacevole" Arrossii nel dire quelle parole, come se il mio corpo
e la mia bocca fossero su due orizzonti completamente differenti. Mai
avrei detto una cosa tanto imbarazzante. "Davvero..." Riaprii gli
occhi, lentamente, tornando a fissarlo.
"Cos'è che provi quando mi guardi?" A quel punto si alzò, avvicinandosi a me.
Una vampata di calore mi invase completamente, costringendomi a
dischiudere appena la bocca per farmi prendere più aria
possibile.
Socchiuse gli occhi, baciandomi delicatamente, come se fossi qualcosa di estremamente fragile.
Non me ne resi subito conto, diciamo pure che quella sensazione
arrivò con parecchi secondi di ritardo. Sentivo solo qualcosa di
morbido sulle mie labbra, qualcosa che mi faceva girare la testa
vorticosamente. Solo quando realizzai che erano le sue labbra sbarrai
gli occhi, socchiudendoli in seguito. Sentivo le mani tremare, le gambe
avrebbero potuto cedermi da un momento all'altro, ma non riuscii ad
allontanarmi da lui, anzi. Gli cinsi il collo con entrambe le braccia,
avvicinandolo ancora un po' a me, inclinando la testa per far sì
che quel semplice contatto non avesse interferenze. Sì, era
piacevole, troppo...
"Io quando ti guardo sento il cuore scoppiarmi e vorrei abbracciarti e baciarti come adesso" Mi sorrise dolcemente.
Ero come incantato dal suo sguardo, dal suo sorriso... Da lui. Tutto mi
attraeva, tutto mi dava alla testa. Non erano i suoi difetti, non era
la rabbia che provavo vedendolo tranquillo nel suo studio. No, niente
di tutto questo, alla fine erano ben altri i sentimenti che avevo
covato nel mio cuore fino a quel momento. Mi avvicinai ancora un po' a
lui, baciandolo.
Avevo finalmente scoperto cosa si provava ad essere innamorati...
***
La prima One Shot della saga "The Beginning"! ♥
Non saranno molte, per l'esattezza 3 (GiottoxG, SpadexAlaude e Asari), in ogni caso ho voluto svelarvi come sono andate le cose per chiarirvi un po' le idee XD
Kiss~ Al prossimo capitolo! ^__^
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Capitolo 2 *** Il significato della parola "Gioco" ***
2
Noioso, come al solito. Che si aspettava, di poter vincere contro di me? Se lo poteva scordare!
"Vuoi andare avanti ancora per molto, Alaude? Non hai speranze di battermi!"
Parai un altro dei suoi colpi fin troppo prevedibili e ne riscagliai un
altro su di lui, facendolo cadere a terra. Era lì che doveva
stare, a guardarmi dal basso mentre mi pregustavo di nuovo la vittoria.
Alaude si portò la mano vicino alla bocca, pulendosi quel rivolo
di sangue che scaturiva lentamente dalle labbra. Mi fissò per un
secondo, ghignando, dopodichè si rialzò in piedi e si
scagliò per l'ennesima volta contro di me.
"Non ne hai ancora abbastanza, eh?" Un'altra serie di colpi, seguita da
altre, nessuna delle quali però mi faceva impensierire. Solo
l'ultimo non riuscii a schivare del tutto, ferendomi leggermente su una
guancia. Allora qualcosa sapeva pur fare... Mi uscì
istintivamente un ghigno di divertimento, cercando di colpirlo a mia
volta.
Si spostò all'ultimo secondo, scivolando su un lato e
prendendomi il braccio, bloccandomelo dietro la schiena per impedirmi
ogni movimento.
"Come hai detto? Che non ho speranze di batterti...?" Una risatina.
"Esattamente..."
Schioccai le dita e avanzai verso di lui mentre ancora mi dava le
spalle. Bastava così poco per incastrarlo? Eppure era
un'illusione di infimo livello. Ridacchiai nel vedere la sua faccia
delusa, era uno spettacolo meraviglioso.
Alaude mi squadrò con la coda dell'occhio mentre già si
avvicinava al posto dove aveva lasciato cadere in precedenza la giacca
per avere più mobilità durante quel combattimento.
"Sempre la stessa storia..." La indossò, voltandosi questa volta
completamente. "Usi sempre queste stupide illusioni anche quando
decidiamo che deve essere un combattimento puramente fisico..." Un
sorrisetto sulle sue labbra nel dire quella frase. "Cos'è, hai
così tanta paura di essere battuto...?"
"Che gioco è se non bari neanche un po'?"
"Tsk..." Incrociò le braccia sul petto, girando la testa da un lato. Aveva un'aria decisamente seccata.
"A quanto pare ho vinto io, di nuovo" Sorrisi, volevo vedere di nuovo
la sua faccia arrabbiata. Quanto mi piaceva fargli perdere le staffe!
"Certo, come se fosse una vittoria meritata... Tu e le tue stupide illusioni"
Sospirai rassegnato, era incredibile la sua testardaggine. Pensava
davvero che senza le mie illusioni avrebbe vinto? Certo che ne aveva di
fantasia il ragazzo!
"Che inutile spreco di tempo" Avanzò verso di me, dirigendosi
verso la strada che lo avrebbe portato di nuovo al quartier generale
dei Vongola.
Era da qualche settimana che avevamo preso quel brutto vizio di
combattere ogni santissimo giorno, per vedere chi era il più
forte dei due e, visto che il Boss non ci permetteva di combattere
nella stanza degli allenamenti, avevamo ben pensato di uscire
all'aperto, lontano dall'edificio.
Si scostò un po' i capelli dal volto, per riprendersi dal sudore che in quel momento gli stava imperlando la fronte.
"E quel che penso anche io, non hai ancora capito di essere un debole?"
Mi voltai verso di lui con un ghigno sadico stampato in faccia, volevo
proprio vedere come avrebbe reagito a quella provocazione.
Alaude si bloccò a pochi metri, in silenzio, mentre già
tornava sui suoi passi. Mi afferrò per la maglia, arrivandomi a
pochi centimetri dal viso, una vena di rabbia nei suoi occhi.
"Debole è chi arriva ad usare stupidi trucchetti per nascondere le sue vere potenzialità..."
Che magnifica espressione...
"Se avessi usato le mie vere potenzialità a quest'ora saresti morto"
"Se avessi usato le tue vere potenzialità, a quest'ora mi
avresti comunque supplicato di risparmiarti..." Un ghigno sul suo volto.
"Non ti supplicherei nemmeno se fossimo in una qualche tua fantasia
nascosta" Ghignai, guardandolo dritto negli occhi come a sfidarlo.
"Oh..." Un sussurro il suo. "Se fossimo in una mia fantasia... Non hai idea delle torture a cui ti sottoporrei..."
Nella sua fantasia, eh? Perchè non invece nella realtà?
Lo strattonai a me, baciandolo possessivamente. Voleva torturarmi?
Bene, lo avrei fatto io con lui. E le mie torture non erano così
leggere...
Alaude spalancò gli occhi, incredulo su ciò che stava
accadendo. Mi afferrò per la maglia, provando ad allontanarmi,
ma visto l'inutile tentativo mi morse il labbro inferiore.
"Che diavolo.." Subito si portò una mano davanti alla bocca, fissandomi con un'enorme intento omicida.
"Ti è sfuggito un piccolo particolare... ovvero la mia risposta
a quelle torture su cui fantastichi tanto..." Mi riavvicinai di nuovo a
lui, fermandomi a pochi centimetri dal suo viso. Quanto mi stava
piacendo quella situazione.
"Se solo volessi..." Percorsi con una mano il corpo di Alaude partendo
dal basso e salendo. "...potrei possedere questo corpo e farci cosa
voglio, lo sai?"
"Tu..." Fu in quel momento che mi tirò un calcio in pieno
stomaco, facendomi cadere poco lontano da lui. "Non ti azzardare mai
più a fare una cosa del genere..."
"Altrimenti cosa fai... mi torturi?" Ridacchiai.
Distolse immediatamente lo sguardo, riportandolo su di me solo qualche secondo dopo.
"E se anche fosse...?" Si portò la mano alla cravatta, allentandosela un po' mentre mi fissava divertito.
Gattonai di qualche passo verso di lui, alzandomi in ginocchio e
strattonandolo verso di me. Non so perchè ma mi piaceva quella
minaccia...
"Vuoi darmi un anticipo?" Mi riavvicinai, baciandolo ancora una volta.
Stavolta Alaude non mi allontanò, anzi, intrecciò la mano
dietro la mia nuca, strattonandomi a se per i capelli in modo da
rendere quel bacio ancora più diabolicamente focoso di come
già era...
Da quel giorno ebbe inizio quel nostro gioco perverso, fatto di minacce
e provocazioni. Un gioco dove non avrebbe vinto nessuno, ma che di
sicuro non avrei mai perso... o almeno così credevo.
***
Ebbene sì, la loro storia è iniziata da una rissa, da una
stupida provocazione xD Che altro potevamo aspettarci da loro?
Grazie a tutte quelle che hanno letto il primo capitolo! Chu~
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Capitolo 3 *** Il significato della parola "Amicizia" ***
3
Adoro la musica, soprattutto se accompagnata da uno stupendo cielo
stellato. Uno scenario pacifico dove solo il suono delle cicale che
accompagnano il mio flauto osa farsi sentire. Divino.
Mi ero andato a rifugiare in cima al tetto, lontano da tutti e da
tutto, per la mia solita meditazione serale. Ok, non era una vera e
propria meditazione, semplicemente un piccolo spazio da dedicare alla
tranquillità, dove potevo pensare e riflettere.
Ne avevo di cose su cui rimuginare, in fondo ero entrato da poco a far
parte della famiglia e anche se cercavo di non darlo a vedere mi
sentivo ancora un po' a disagio con qualcuno. Ma poco male, di certo
sarebbe stata una cosa momentanea, tutto qui.
Il Boss sembrava un tipo tutto di un pezzo, niente da obiettare su
questo, sempre cordiale per carità, ma un po' mi incuteva
timore... Poi c'era quel tipetto un po' rumoroso, sempre con il sorriso
stampato in faccia, e quel ragazzo coi capelli rossi, sempre
così serio...
Non feci in tempo a riflettere su questa cosa che un rumore alle mie
spalle mi fece voltare: proprio colui a cui stavo pensando fece il suo
ingresso in scena, avvicinandosi lentamente mentre si accendeva una
sigaretta. Mi fissò per qualche secondo, un sopracciglio alzato
come per cercare di ricordarsi qualcosa, e poi schioccò le dita
nella mia direzione.
"Asari, giusto?" Mi sorrise, arrivandomi accanto.
"Hem... si, mi chiamo così!" Sorrisi anche io, per cortesia
più che altro, anche perchè non mi sarei mai aspettato di
vederlo comparire così all'improvviso! "Non vorrei essere
scortese, ma non ricordo il tuo nome... Ahah!"
"G..." Fece leva sulle ginocchia, abbassandosi e fissando un punto non
ben definito davanti a se. "Semplicemente... G" Mi fissò poi
dritto negli occhi, ridacchiando.
"Non era difficile effettivamente..." Ridacchiai un po' imbarazzato, avevo fatto davvero una bella gaffe.
Comunque, quel che cercavo di dire prima che arrivasse... Ah sì,
ecco! Oltre che ad essere serio, se ne stava sempre accanto al Boss,
infatti vederlo tutto da solo mi sembrò parecchio inusuale...
strano quasi. Ma forse semplicemente mi sbagliavo, in fondo lo
conoscevo si e no da 2 giorni.
"Hm..." Mi squadrò per bene, prima di mettersi seduto a gambe
incrociate accanto a me e tirare una boccata. Fu una domanda fin troppo
ordinaria la sua, infatti gli ci volle molto per formularla, forse
perchè pensava che ciò che voleva chiedermi fosse una
cosa stupida.
"Vediamo... Chiedere sarebbe da idiota, vero?" Proprio come avevo intuito.
"Perchè? E' molto cortese invece! E io ti risponderei con un
" Se si fosse voltato e mi avesse dato un
pugno me lo sarei meritato, avevo risposto in maniera semplicemente
stupida, e poi mi sembrava uno che non sapeva stare molto agli scherzi
dall'aspetto... Anzi, faceva abbastanza paura come il Boss!
Ed invece ridacchiò, arrossendo appena.
"Ora però tocca a me rivolgere la stessa domanda stupida, no?" E
questo perchè mi aveva smentito completamente. Una piacevole
sorpresa a dir la verità, il detto
non era mai stato più veritiero. "A te invece come va?" Sorrisi
senza neanche accorgermene, era piacevole la sua compagnia.
Si mise sdraiato, incrociando le braccia dietro la testa.
"Direi tutto bene..." Accavallò quindi le gambe, tenendo fisso
lo sguardo sul cielo stellato che si estendeva sopra di noi.
"Allora... come mai da queste parti?" Rimasi a fissare
quell'appariscente tatuaggio che aveva sul volto, chiedendomi quale
strano pensiero gli fosse passato in testa il giorno in cui aveva
deciso di farselo. Però in fondo gli stava bene...
"Di solito vengo sempre qua quando non ho niente da fare, mi
rilassa..." Si voltò in quel momento verso di me, guardandomi
dritto negli occhi per un secondo e increspando le labbra in un
sorrisetto.
"Ah, allora mi sa che ti ho rubato il posto, mi dispiace..."
"Ma di che ti dispiace!" In un secondo si rimise seduto, mantenendo lo
sguardo vivo tra noi due. Sembrava non volesse porre fine a quel
contatto visivo. "Fa sempre piacere un po' di compagnia, sai?
Piuttosto, che cosa ci facevi invece, tu, qua sopra?"
"Praticamente per il tuo stesso motivo... ero venuto per suonare un
po'!" Sicuramente avrebbe fatto qualche battuta, ne sono certo.
G notò in quel momento il flauto che tenevo tra le mani, ghignando appena come un bambino piccolo.
"Sai suonare?" Era eccitato anche solo all'idea. "Amo la musica!"
"Davvero?" Mi rese felice sentirglielo dire, avevo trovato la prima cosa in comune che avevamo.
Annuì con la testa.
"Sono contento che ti piaccia! E' difficile trovare qualcuno a cui
piaccia questo genere di cose" Per la prima volta da quando ero
arrivato, mi sorrise apertamente, mostrando tutto il suo interesse per
quell'argomento.
"Penso sia meraviglioso saper suonare! Di conseguenza..." Indicò
Asari, sempre ridacchiando. "Tu sei una persona meravigliosa!"
Ci fu qualche secondo di silenzio, dove soltanto il leggero vento
spirava, poi G arrossì tremendamente, distogliendo lo sguardo.
"Scusa, l'ho detto senza riflettere!"
Rimasi letteralmente senza parole a fissarlo, nessuno mi aveva mai
detto una cosa del genere prima di allora. E poi come lo aveva detto,
era sembrato così... sincero!
"Ch... Che hai da arrossire!?" Si alzò in piedi, scuotendosi un
po' i pantaloni, dopodichè si allontanò un po' per
cercare di far passare quel momento di pura vergogna.
Mi voltai dall'altra parte immediatamente, cercando di nascondere, a
detta di lui, il rossore del viso. Scossi la testa e inspirai
profondamente... Oddio, che figura avevo fatto!
"Co... Comunque... Forse è meglio se entriamo, sta iniziando a
fare freddo qua fuori..." Tossì appena, per schiarirsi la voce,
e dopo aver gettato la sigaretta a terra si riavvicinò a me e mi
tese una mano.
"O...ok..." Credo di essere arrossito di nuovo quando gli presi la
mano, perchè lo vidi fare una strana espressione. "Grazie..."
"La prossima volta pretendo di sentirti suonare, ok?" Si voltò
appena, cercando di sistemarsi i capelli che in quel momento, a causa
del vento, facevano il comodo loro.
"D'accordo!"
Mi ero ricreduto su di lui, non era poi così serio come dava a
vedere. Escluse le mie continue gaffe era stata davvero una bella
serata, piacevole soprattutto per la compagnia. Si, mi sarebbe piaciuto
conoscerlo meglio, magari diventare amici... Era un tipo molto
interessante, sul serio.
***
Asari non era cattivo, era carino e coccoloso ç_ç Ok, forse non tanto coccoloso, ma vabbe xD
Che dire? Io li amo questi due insieme... Però meglio Giotto... sisi... u.ù
In ogni caso, anche il terzo capitolo è andato, il prossimo
sarà davvero l'ultimo :) Grazie mille a tutti i lettori!
>w< Chu!~
|
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Capitolo 4 *** Il significato della parola "Innocenza" ***
h
"E' parecchio imbarazzante, lo so, ma non sapevo a chi chiedere e tra
tutti qua mi sembrano alquanto spaventosi... beh, tranne te,
sennò non ero di certo qui!" Ridacchiò con fare
imbarazzato. "Mi sembri uno a cui si può chiedere un favore...
non in senso cattivo sia chiaro! E' che ormai ci conosciamo da
così tanto tempo...!"
Questa situazione era troppo strana, davvero. Non mi sarei mai
aspettato di vedermi arrivare Lampo così all'improvviso,
chiedermi di seguirlo fuori e di ascoltare quello che aveva da dirmi.
Ovviamente avevo fatto come mi aveva chiesto, era pur sempre un mio
vecchio amico anche se eravamo diventati guardiani del Boss, non potevo
negargli questo favore.
"Dimmi tutto, sai che puoi contare su di me" Lo fissai dritto negli occhi, in attesa della continuazione di quella frase.
Sinceramente non avevo idea di che cosa potesse chiedermi, mi sarei
aspettato di tutto, ma proprio non riuscivo ad inquadrare un possibile
problema che potesse affliggere quel ragazzino sempre senza pensieri
nella testa.
"Ecco io..." Arrossì. "Non so come fare... devo... dichiararmi
ad una ragazza..." Abbassò la voce pronunciando le ultime parole.
"Oh? Finalmente anche tu hai una ragazza che ti piace!"
Questa mi era nuova, davvero! Mai, tra tutte le cose che mi erano passate per la testa, avrei pensato ad una ragazza!
"Stavo iniziando ad avere dubbi sul tuo orientamento sessuale, sai?"
Non aveva mai pensato a questo genere di cose, o almeno, non me lo
aveva mai detto...
"M... ma che stai dicendo?!" Arrossì ancora di più. "Mi piace, è solo che non so come dirglielo!"
"In che senso non sai come dirglielo? Basta che tu gli dica , no?" Relativamente semplice.
"Ma non posso andare da lei così da nulla e dirglielo, senza neanche pensarci!"
"Allora facciamo una prova..." Lo guardai tranquillo, effettivamente non avevo alcun motivo per essere agitato.
Mi allontanai un po' da lui, per non mettere in evidenza il nostro
dislivello di altezza visto che a volte mi sembrava lui una ragazza,
tanto era minuto e basso... Metteva tenerezza... In seguito gli sorrisi.
"Prova a pensare a me come alla ragazza che ti piace..."
"Sai che non è minimamente possibile!! Perchè dovrei fare una cosa del genere?!"
"Tu provaci! Almeno sarai preparato a quello che dovrai dirgli, no?"
"Ma che devo dirti, scusa? Devo parlarti al femminile?"
Trattenni a stento le risate. Effettivamente non era una situazione
normale quella, mi veniva da ridere soltanto a pensarci, però
dovevo farlo per aiutare Lampo!
"Certo, dai! Inizia."
"E' davvero necessario? Non bastava che tu mi dessi qualche consiglio?" Inspirò profondamente, come a calmarsi.
"Se non provi direttamente, non ci riuscirai mai..." Incrociai le
braccia sul petto, quasi sospirando. Possibile che ci mettesse
così tanto a dire una semplice frase? Non era poi così
difficile. "Ma se vuoi fare una stupida figuraccia, basta che tu me lo
dica e allora non ne facciamo di niente."
"No, no! Ok, ora ci provo!" Si mise a fissare il pavimento come se
volesse raccogliere le idee. Provò a dire qualcosa, ma ne
uscì solo un boccheggio. "Oddio, non ci riesco neanche con te!"
Si portò le mani al viso.
"Sei un caso disperato." Mi riavvicinai a lui, portandogli una mano
sulla testa e scaruffandogli i capelli come a volerlo rassicurare.
"Chiudi gli occhi e pensa a lei, poi inizia a parlare. Non è
difficile, no?"
Alzò gli occhi incrociando i miei, con sguardo fin troppo serio.
Per un attimo sussultai nel vederlo a quel modo, pensavo che da un
momento all'altro avrebbe potuto uccidermi. Non era da lui,
assolutamente... E in qualche modo ne ero rimasto piacevolmente
sorpreso. Oh, a quanto pare anche lui, a volte, sapeva tirar fuori un
po' di grinta!
"Allora? Sto aspettando..."
"Fino ad oggi non ho fatto altro che guardarti, in silenzio. Non sono
mai riuscito neanche ad avvicinarmi a te da quanto ti sentivo
irraggiungibile... Ma non posso più trattenermi dentro i miei
sentimenti, sento il bisogno di dirtelo: mi piaci da morire."
Silenzio...
Perchè lo avevo abbracciato? Che... Che diavolo stavo facendo?
Mi ero mosso automaticamente, pensando che fosse la cosa giusta da
fare, ma il problema era che non me ne ero reso conto! E' solo che lo
avevo trovato così carino ed indifeso che mi era venuto
l'irrefrenabile bisogno di tenerlo stretto a me! Cosa mi era venuto in
testa?
"B... Bene, direi che può andar bene..." Gli scaruffai i
capelli, tossendo appena per schiarirmi la voce. Dovevo far finta di
niente.
"D... davvero?" Era rimasto abbastanza spiazzato.
"Certo!" Lo lasciai andare, cercando di calmarmi. Ancora non riuscivo a capire che cosa mi fosse preso.
"Non sono certo di riuscirci di nuovo... ma ci proverò! Grazie!" Sorrise.
Più lo guardavo e più mi veniva voglia di riabbracciarlo.
Non capivo il motivo, eppure era proprio così, anche se sembrava
strano ma soprattutto innaturale. Cosa mi stava succedendo? Non lo
stavo prendendo in giro fino a poco prima?
A quanto pare quello con lo strano orientamento sessuale non era lui, maledizione...
***
E con questa si chiude la saga "The Beginning"! *___* Spero sia stata una semplice e piacevole lettura! **
Beh, adesso che tutti sono stati spiegati... Che dire? La storia continua su Holidays :D ♥
Grazie a tutti quelli che hanno letto questa saga!
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