Angel

di Stella Di Mezzanotte
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Secondo mese ***
Capitolo 3: *** Terzo mese ***
Capitolo 4: *** Quarto mese ***
Capitolo 5: *** Quinto Mese ***
Capitolo 6: *** Sesto Mese ***
Capitolo 7: *** Settimo Mese ***
Capitolo 8: *** Ottavo Mese ***
Capitolo 9: *** Nono Mese ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                           ANGEL  

                                         

                                          << Di Stella Del Sud e lisepotter >>

                                                                               

 

Guardavo le luci della città al di fuori di quella finestra. Avevo un nodo in gola e mi sentivo tremare dalla testa ai piedi. Non riuscivo a capacitarmi di come tutto questo potesse essere successo proprio a me. Chiusi gli occhi e cercai di prendere un respiro profondo. Avrei voluto alzarmi e prendere un po’ d’aria, ma ero costretta a stare distesa su quel lettino. Avevo sempre immaginato una situazione del genere, ma in modo diverso. Credevo che sarebbe stato un  momento felice e spensierato, denso di forti emozioni da condividere con la persona amata, invece stava diventando un problema. Era brutto vederlo in quella luce, perché infondo era la cosa più bella che potesse succedere ad una persona, a una donna soprattutto. Eppure stava succedendo e io dovevo prendere subito una decisione. Guardai la dottoressa che mi guardava con espressione indulgente. Quasi mi vergognavo, perché non sapevo quale decisione prendere. Appoggiai la testa all’indietro e strinsi maggiormente la mano di Robert, che teneva stretta la mia. Cosa dovevo fare? Tutto era successo in una notte. Una notte che avrebbe cambiato totalmente la mia vita.

Volsi lentamente il capo verso Robert, che con espressione seria mi passò la mano libera sul viso, in una carezza sfumata. Se lui non fosse stato accanto a me non sapevo come mi sarei comportata. Era sempre con me nei momenti più difficili e questo non era da meno.

<< Signorina, mi dispiace ma deve decidere adesso, altrimenti sarà troppo tardi. >>

Io annuii tra me e inghiottì un paio di volte a vuoto. In realtà sapevo già quale decisione dovevo prendere, solo che mi spaventava.  Tirai la mano di Robert verso di me, in una muta richiesta, e lui mi abbracciò esattamente come volevo.

<< Sta tranquilla Kris. Io starò sempre con te, qualsiasi sia la tua decisione. Ne abbiamo già parlato e non intendo tornare indietro. >>

Io persi ancora qualche attimo a pensare, anche se ne ero totalmente incapace in quel momento. Presi un respiro profondo e guardai la dottoressa, che impaziente tratteneva diversi fogli in mano. Adesso non si poteva più tornare indietro.

<< Lo tengo >>

Vidi il suo sorriso aprirsi e con esso anche quello di Robert. Io mi rilassai improvvisamente e mi abbandonai completamente distesa sul lettino. Per riflesso lasciai la mano di Robert e l’appoggiai sul mio ventre, ancora piatto, e con mia grande sorpresa lui coprì la mia.

Gli sorrisi e lui si avvicinò e mi baciò la fronte.

<< Vedrai andrà tutto bene… >> mi sussurrò.

<< Ha fatto la scelta giusta, Kristen. Un bambino è sempre una grande gioia, anche se alle volte non si è pronti. Sono sicura che sarà un ottima madre. >> 

A quell’ultima parola mille brividi mi scossero. Madre … parola straordinaria, quanto pericolosa. Sarei davvero riuscita ad essere una buona madre all’età di vent’anni? Non lo sapevo, ma non intendevo tornare indietro. Era pur sempre mio figlio, anche se concepito in una notte anonima, sotto l’effetto dell’alcool. Mi vergognavo di questo, ma ormai non potevo più tornare indietro. Anche se non ero affatto pronta, mi sarei comunque presa le mie responsabilità, senza far pagare il conto a quella piccola creatura che cresceva dentro di me. La dottoressa uscì lasciandomi sola con Robert. Almeno potevo contare sulla sua presenza. Nessuno ancora sapeva di quanto era successo. La prima persona che avevo avvertito era stato Robert e lui si era precipitato da me. Avevamo parlato a lungo, ma dopo qualche ora mi aveva convinto ad andare subito dalla mia dottoressa, per un controllo più approfondito. Come avevo immaginato, il test si era rivelato esatto ed io ero alla sesta settimana di gravidanza. Quella data mi tolse ogni dubbio che il figlio fosse di Robert, perché le date non coincidevano. Non so bene come rimasi della notizia , perché questo mi diede la certezza che due settimane dopo ciò che era successo con Robert, io avevo concepito il bambino con una persona di cui ignoravo l’esistenza, quella notte. Questo mi dava un peso incredibile, ma Robert nonostante tutto aveva promesso di starmi accanto, nonostante il bambino non fosse suo. La notte che passammo insieme non l’avrei mai scordata, ma non era stato quello il momento in cui ero rimasta incinta. Sarei stata più felice se il bambino fosse stato suo e non di uno sconosciuto. Senza contare che quella notte sarebbe rimasta per sempre nei miei ricordi. Eravamo entrambi consapevoli, anche se non eravamo riusciti a gestire bene la cosa. Due settimane dopo era successo l’irreparabile …

<< Ehi … cerca di rilassarti. Ci sono io con te  >>

Io mi sollevai e lui mi aiutò ad alzarmi, facendomi sorridere.

<< Rob, stai tranquillo, ancora sono in grado di muovermi senza problemi. >>

<< Si, ma devi fare molta attenzione d’ora in poi, non lo scordare >>

<< D’accordo. >>

Aspettammo il rientro della dottoressa, che avvenne poco dopo. Mi diede il prossimo appuntamento e degli accorgimenti. Naturalmente si fece raccomandare che al minimo problema l’avrei raggiunta subito. Robert era più attento di me ad ogni sua parola e annuiva di continuo. Sorrisi tra me, era davvero molto nervoso e si comportava come se fosse davvero lui il padre del bambino o della bambina, ancora naturalmente non lo sapevo. Appena ci congedammo e uscimmo fuori dallo studio medico, mi prese per mano e mi guidò fino alla sua macchina. Io respirai a pieni polmoni l’aria frizzante della sera. Eravamo a settembre inoltrato, e la temperatura scendeva sempre un po’ a quell’ora tarda. Robert nel sentire i miei brividi mi strinse a sè, ma non sapevo se dovevo solo alla temperatura quella sensazione. Mi strinsi a lui e sorrisi. Dovevo avere la forza di portare avanti questa novità che era entrata a far parte della mia vita. Non era un compito che avrei affrontato da sola, ed un ultimo sguardo al viso di Robert me ne diede la conferma.

 

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Capitolo 2
*** Secondo mese ***


                     Secondo Mese

 

 

Sapevo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato. I miei genitori non erano mai state persone “ tradizionaliste” e come avrebbero potuto dato il loro mestiere. Dare comunque una notizia del genere non era una cosa semplice. Stavo cercando di ritardare il più possibile, ma questo dimostrava solo stupidità, in quanto non avrei potuto tenere nascosto che aspettavo un bambino. Non sapevo come l’avrebbero presa, ma in un modo o nell’altro dovevo decidermi al più presto ad avvertirli. Robert mi ripeteva ogni giorno di andare da loro, ma io ero troppo sulle spine per dargli retta. Probabilmente se l’avessi fatto a quest’ora mi sarei tolta questo peso. A questo pensiero mi vennero in mente tutti i giornalisti che avrebbero pagato oro pur di ricevere in primis questa formidabile notizia. Decisi che per il momento non ci dovevo pensare, dato che già avevo un problema considerevole da risolvere. Mi trovavo all’interno del mio appartamento a Los Angeles, dove Robert mi veniva a trovare spesso. Sarebbe meglio dire che in pratica abitava con me, perché arrivava a casa mia di mattina presto e se ne andava a notte fonda. A quel punto poteva anche rimanere a dormire da me, come spesso succedeva. Avevo notato che Robert insisteva molto per starmi vicino, però avevo paura che fosse un peso per lui e mi stesse vicino solo per cercare di farmi vivere al meglio questa situazione. Erano passate solo pochissime settimane dalla sera in cui avevo lasciato lo studio medico della mia dottoressa con la certezza di stare aspettando un bambino. Quella notte non riuscii a dormire e Robert era rimasto con me. Era una presenza costante di cui non avrei potuto fare a meno.

Abbandonai questi pensieri, nel momento in cui venni richiamata dal mio migliore amico.

<< Allora sei pronta? I tuoi genitori ti stanno aspettando. >>

<< Non dire quella parola >>  dissi nervosamente e senza aspettare uscì dalla porta d’ingresso.

Ero piuttosto nervosa, come spesso mi faceva notare Robert, ma avrei voluto vedere qualcun altro nella mia stessa situazione. Mi ero cacciata in un bel guaio , anche se a dire il vero stavo lentamente abituandomi all’idea di stare per dare alla luce una creatura.

Aspettai Robert all’ascensore, consapevole che lui era diventato l’obbiettivo di tutti i miei disagi. Feci per voltarmi e scusarmi nei suoi confronti che lui mi arrivò di fronte e dopo avermi dato un piccolo colpetto al naso, con un dito, mi fece cenno di entrare nell’ ascensore che era appena arrivato. Sorrisi, ma non dissi nulla. La pazienza di Robert nei miei confronti era davvero infinita.

Nel giro di un ora riuscimmo ad arrivare in casa dei miei genitori, a causa del traffico di Los Angeles. Se durante il tragitto Robert aveva operato per farmi rilassare il più possibile, adesso tutti quegli sforzi erano stati vani. Suonai il campanello nonostante avessi le chiavi, perché preferivo che venissero loro ad aprirmi, il che avvenne quasi subito.

<< Ciao tesoro! Finalmente sei tornata a fare visita a questi due vecchi! Entra dai … oh, ma il tuo amico non è…  >>

<< Robert Pattinson, mamma >>

<< Piacere di conoscerti, Robert. Entrate, forza! >>

Io lanciai un occhiata chiara a Robert,  che dal canto suo non faceva altro che parlare amabilmente con mia madre. Avevo capito subito che a mia madre lui andasse a genio. Era perfettamente prevedibile, dati i suoi modi gentili e simpatici.

<< Papà non c’è? >> chiesi, non vedendolo in giro.

<< No cara, tornerà a momenti. Nel frattempo perché non vi sedete? O magari fai vedere a Robert la casa, o la tua stanza? >>

Io guardai mia madre in modo eloquente. Che le stava prendendo? A Robert cosa interessava vedere la mia stanza? Erano mesi, se non di più, che non c’entravo e non sapevo nemmeno in che stato fosse.

<< Ma certo. Forza Kris, portami a vedere il tuo regno. >>  mi sentii dire con ironia.

Io sorrisi forzatamente e lo invitai a seguirmi. Sentii borbottare qualcosa da mia madre circa la mia ospitalità, ma non ci feci caso aspettando Robert e trascinandolo al piano superiore, dove appunto si trovava la mia camera.

<< Scusa il comportamento di mia madre. Certe volte penso che ancora mi consideri una bambina di dieci anni. Come se ti importasse di vedere la mia camera… >>

<< Invece la cosa mi incuriosisce parecchio. Potrei scoprire qualcosa di compromettente su di lei signorina Stewart, è un’occasione d’oro, non posso sprecarla >> disse prima che aprissi la porta.

Tutto era come l’avevo lasciato, il libro sul comodino, i miei vecchi libri di scuola e i pupazzi  di quando ero bambina sotto la finestra.

<< Resterai deluso Pattinson, non troverai nulla di interessante qui dentr…  >> la risata di Robert coprì le mie ultime parole. Non mi ero accorta che si era avvicinato a delle foto appese alla parete.

<< Ma non siamo un po’ troppo scandalose in questa foto signorina? A parte gli scherzi, eri una bambina bellissima, chissà quanti cuori hai infranto all’asilo, ora che sei ricca e famosa stai attenta potrebbero citarti per danni >> disse con un sorriso, avvicinandosi a me.

Un secondo dopo la sua grande mano mi accarezzava lentamente il ventre.

<<  Spero che l’esserino che sta crescendo qui dentro sia una bambina e sia bella come te >>  mi disse con una voce dolcissima che non gli avevo mai sentito.

Non riuscivo a parlare, con due semplici parole riusciva sempre a lasciarmi senza fiato, era una sua caratteristica, un suo modo di fare che mi aveva affascinato fin dall’inizio. Ero fortunata ad averlo vicino in questo momento, così importante, della mia vita. Era una persona speciale e sapere che già amava la mia creatura mi fece capire che avevo fatto la scelta giusta quel giorno. D’ora in poi avrei affrontato tutto nel modo migliore, una nuova energia scorreva dentro di me, forte come la persona che avevo di fronte, forte come il battito di quel cuoricino che presto avrei sentito dentro di me.

<< Andiamo a dirlo ai miei genitori >> gli dissi con un sorriso, prendendolo per mano.

 Eravamo a metà scala, quando la porta di casa si aprì ed entrò mio padre, si fermò all’ingresso vedendoci. Il suo sguardo si soffermò sulle nostre mani unite, ma non disse nulla.

<< Ciao papà, finalmente sei arrivato. Conosci Robert vero? >> gli dissi dandogli un bacio sulla guancia.

<< Ci siamo incontrati ad una premier. Come ti vanno le cose Robert? Ho sentito che ti sei trasferito definitivamente a Los Angeles, ti trovi bene? >> gli chiese, stringendogli la mano.

<< Buona sera, Signor Stewart. Ha sentito bene, ho deciso di restare a Los Angeles, la mia vita è qui adesso >> disse spostando, per un attimo, lo sguardo su di me.

<< Tutto sta andando per il meglio, non potrei chiedere di più. >> disse, stupendomi un’altra volta nel giro di pochi minuti.

<< Andiamo in salotto, non restiamo qui nell’ingresso. >> ci disse mio padre precedendoci nella stanza.

Io e Robert ci sedemmo sul divano, non gli avevo lasciato la mano, avevo bisogno di quel contatto. Mia madre ci raggiunse pochi minuti dopo con un vassoio in mano.

<<  Mamma, papà, devo dirvi una cosa. >> dissi subito, non aveva più senso aspettare

<< Aspetto un bambino >> sganciai la bomba tutta d’un fiato.

Strinsi forte la mano di Robert, in attesa che i miei genitori digerissero la notizia. Ci guardavano con gli occhi spalancati, ma non dicevano nulla finchè mia madre si sedette vicino a me. Aveva gli occhi lucidi.

<< Tesoro hai idea di cosa voglia dire questo? La tua vita da adesso in poi cambierà radicalmente. Sei ancora molto giovane per portare questo carico importante. >>

Io assimilai le parole che mia madre mi aveva appena detto, e a cui seguirono pochi, ma infiniti, attimi di assoluto silenzio. Aveva ragione. Era una carico grandissimo e molto importante che infondo io non mi sentivo pronta a sostenere. Per lo meno sentivo il mio istinto aiutarmi e darmi forza, perché era un emozione irripetibile ed inspiegabile quella di avere un bambino. Spostai lo sguardo su Robert, che mi fissava in assoluto silenzio. Quello sguardo mi aiutò a fare chiarezza una volta per tutte. Lui mi sarebbe stato accanto qualsiasi cosa sarebbe successa e io non avrei mollato e avrei continuato a portare avanti quel compito fino alla fine dei miei giorni. Riguardai mia madre che adesso mi guardava con quella che mi sembrò soddisfazione e dolcezza insieme. Aveva capito a cosa stavo pensando. Guardò anche lei Robert per poi stringermi l’altra mano libera. In quel momento pensai che i miei genitori pensavano sicuramente che il bambino fosse di Robert, ma non volevo dirgli che in realtà non era così, perché sarebbe stata una delusione maggiore per loro. D’ altra parte Robert mi aveva sostenuto e non volevo sottolineare il fatto che il figlio non fosse suo, per paura di ferire i suoi sentimenti. Averlo accanto era una grande gioia per me.

<< E’ quello che vuoi, bambina mia? >>  sentii dire da mia madre che spostava lo sguardo da a me a Robert. Sentivo il calore della sua mano e il suo sguardo addosso. Mi girai verso di lui, i suoi occhi brillavano e il mio cuore gridava una semplice parola.

<< Si. Si. E’ quello che voglio. Voglio questo bambino >>

 

In quel momento, la piccola vita dentro di me non era solo qualcosa mi apparteneva, come un segreto da custodire, ma divenne qualcosa da condividere con le persone che amavo. Abbracciai forte mia madre e piansi insieme a lei, le prime vere lacrime di gioia e di felicità. I miei genitori mi avrebbero appoggiato anche in questa avventura. La paura provata in questi giorni svanì, come neve al sole, ero felice adesso, avevo i miei genitori vicino a me, non dovevo più mentire. Presto avrei condiviso il mio segreto con tutti i miei amici, persone meravigliose che avrebbe amato il mio bambino. Ma soprattutto avevo vicino lui, il mio Robert, la persona più importante della mia vita, il mio migliore amico. Voleva stare vicino a me in questo momento della mia vita, voleva stare vicino al mio bambino, voleva prendersi cura di noi. Forse sarò egoista, sono consapevole di tutto quello che sta rinunciando per starmi vicino, ma lo voglio con me, ora e per sempre.

 

Il Sole stava ormai calando sull’orizzonte, quando io e Robert uscimmo dalla casa dei miei genitori. Era stata una giornata parecchio stancante per me, a causa di tutta la tensione accumulata in quei giorni. Robert mi propose una passeggiata al parco della città, prima di tornare al mio appartamento, e io accentai di buon grado. Arrivammo sul posto in poco tempo, dato che distava pochi chilometri dalla casa dei miei e ci rilassammo a passeggiare tra quei giardini. Il mio sguardo cadde sui bambini che giocavano tra loro, ma la mia attenzione era presa soprattutto dalle mamme che portavano i loro bambini ancora sul passeggino. Tra non molto anch’io avrei fatto lo stesso, il che mi riempiva di una strana carica che mi portava a sorridere, più spesso del solito. Robert ogni tanto mi stringeva la mano, che di nuovo ci tenevamo,e io arrossivo leggermente sotto il suo sguardo.

 

<< Sei bellissima, lo sai? >>  mi diceva ogni tanto, cogliendomi di sorpresa.

 

Ero onorata delle sue attenzioni. Sapevo che Robert era un ragazzo dolcissimo e sensibile, però era anche vero che, come me, era molto giovane e ancora l’idea che avesse abbandonato tutto quanto per stare con me e con un bambino che non era suo, mi rendeva felice ma triste nello stesso tempo. Sapevo bene che tra noi c’era un rapporto molto importante, però alle volte non mi sembrava giusto che lui sacrificasse tutto se stesso per me. Ero molto egoista, nel pensare che mi sarebbe rimasto per sempre accanto, ma Robert non desiderava davvero un figlio suo, al cento per cento? Non voleva condividere la sua vita con la persona che amava? A quest’ultimo pensiero il mio corpo fu pervaso da mille brividi. Il mio migliore amico mi aveva fatto capire che per lui ero qualcosa di molto di più di un amica, questo era ovvio, ma non era mai stato del tutto esplicito o forse ero io quella ad ostinarsi a non voler capire. Era una grande dimostrazione quella che mi aveva fatto decidendo di starmi accanto, ma un giorno avrebbe potuto lasciarmi e tornare alla sua vita. Qualcosa dentro di me non voleva pensare a questa ipotesi, e sapeva che lui non l’avrebbe mai fatto, ma un giorno sarebbe potuto succedere e io dovevo metterla in conto. Non gli avrei mai fatto pesare il fatto di avermi promesso di rimanermi accanto. Mai. Se lui avesse incontrato una ragazza di cui si sarebbe innamorato io non potevo che essere felice per lui.

 

<< Piccola, sei così pensierosa… >>

 

La sua voce mi distrasse dai miei pensieri, riportandomi improvvisamente alla realtà.

 

<< Già… >> sussurrai appena, lasciandogli la mano e sedendomi sulla panchina più vicina.

 

<< Cosa c’è? Non ti senti bene? Vuoi che ti riaccompagni a casa? >>

 

Mi raggiunse in un istante e si sedette accanto a me, passandomi un braccio intorno alle spalle. Io sorrisi e mi portai i capelli all’indietro con una mano, come era mia abitudine fare. Poi gli accarezzai il viso e scossi lentamente la testa, in diniego.

 

<<  No, sta tranquillo. Mi sento bene. Stavo solo pensando. >> conclusi, appoggiando il mento sulla sua spalla  e osservando il suo sguardo corrucciato.

 

<< A cosa stavi pensando? >>  

 

<< Al fatto che un giorno potresti andare via da me…  >>

 

Sembrò sorpreso e allo stesso tempo preoccupato delle mie parole. Mi allontanò un po’ da lui e mi tenne le mani ben strette sulle braccia.

 

<< Kristen, non voglio che pensi queste cose. Io non andrò mai via da te. >>

 

Quelle parole mi fecero gonfiare il cuore, come un palloncino, tanto erano le emozioni che la sua voce scura e decisa mi diedero. Tuttavia cercai di risvegliarmi da quello stato di torpore.

 

<< Robert, so che tu adesso pensi questo, ma verrà il momento in cui…  >>  provai ad articolare, subito zittita da un suo dito, poggiato sulle mie labbra.

 

<< Non verrà nessun momento. Io voglio condividere con te questo momento. Voglio… ho bisogno di starti accanto, e niente e nessuno me lo impedirà, neanche tu, hai capito?  >>

 

Io annuii, mentre lui ritirava la mano e mi guardava con sguardo serio e sincero. Ricambiai il suo sguardo, con le lacrime agli occhi, finché lui non si alzò portandomi con lui. Non mi aspettavo tutta quella sicurezza da parte sua. Aveva sottolineato ogni parola, con grande passione.

 

<< Adesso andiamo, che comincia fare freddo qui fuori… >>

 

La sua voce improvvisamente spenta, mi diede una fitta al cuore. Che era successo? Aveva forse capito male il senso delle mie parole? Io lo dicevo per lui, perché lo volevo accanto a me, più di ogni altra cosa al mondo. Allora perché non riuscivo a dirglielo? Perché non riuscivo ad essere totalmente sincera nei suoi confronti? Mi posi queste domane, mentre uscivamo dal parco e ci dirigevamo sulla sua auto. Prima di entrarci, gettai un ultimo sguardo a Robert, che però non mi ricambiò ed entrò subito, mettendo in moto. Mi morsi un labbro per il nervosismo e sospirando entrai anch’io. Deluderlo era l’ultimo dei miei desideri, ma mi resi conto che il mio stato d’animo lo avrebbero portato a soffrire. Durante il tragitto, nessuno dei due disse nulla e io appoggiai la testa al sedile, chiudendo gli occhi, stanca dei miei stessi pensieri.

 

 

 

 

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tiva95 : Ciao Gioia, ti piace questo primo capitolo? Non so se si è ben capito, ma ogni capitolo corrisponderà ad un mese di Gravidanza. Per quanto riguarda la new entry non posso dirti nulla. Spero solo di riuscire a incuriosirti abbastanza da invogliarti a continuare a leggere. Non è una ff " casuale", ci saranno diversi risvolti, posso dirti solo questo. Le idee di lise sono infinite... un bacio, ciao

ale03 : Ciao, spero che questo capitolo piaccia anche a te. Grazie del commento, si la presenza di Robert diciamo che è basilare, anche per i momenti successivi.... a presto, ciao

roby the best: Ciao, non posso dirti nulla. Leggi e vedrai, altrimenti che gusto c'è? ^_^ Grazie del commento, ciao

 

 

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Capitolo 3
*** Terzo mese ***


                     Terzo Mese

 

 

Erano passate tre settimane da quando avevo dato la notizia ai miei genitori. Ogni giorno mia madre passava a casa mia per vedere come stavo. Mi piaceva questa nuova complicità che si era instaurata tra di noi, a causa del mio lavoro non era mia successo. Ora grazie al mio bambino stavo recuperando il rapporto con mia madre.

La maggior parte delle volte Robert stava con noi. Mia madre si era abituata presto alla sua presenza, anzi a dire il vero lo adorava. Non aveva mai fatto domande sul nostro rapporto e di questo ero grata, perché non avrei saputo darle delle risposte. Dalla serata al parco, io e Robert non avevamo più parlato del nostro rapporto. Avevo ancora le idee confuse, cambiavo idea in continuazione e mi agitavo per questo. Avevo sentito dire che durante la gravidanza una donna poteva soffrire di cambiamenti di umore e stati d’ansia. La prima volta che ebbi una crisi era notte fonda ed ero sola, in preda all’ansia avevo chiamato Robert.

 La mia dottoressa, insieme alle vitamine, mi aveva prescritto anche delle gocce da prendere in questi casi, ma ero molto preoccupata. Fortunatamente avevo trovato una cura molto efficace che non prevedeva l’uso di farmaci. Mi bastava sentire Robert cantare e mi tranquillizzavo, l’avevo scoperto per caso mentre era intento a cucinare per me. La sua voce era un balsamo per la sottoscritta. Non  avevo più paura di restare sola di notte, sul comodino tenevo un lettore mp3 su cui Robert aveva inserito alcune sue canzoni, a sorpresa aveva anche inciso una ninna nanna.

<< Kristen, sei in casa? >> mi chiamò Robert dall’ingresso. Gli avevo dato le chiavi di casa mia , mi sembrava una cosa normale visto che tornava nel suo appartamento solo per dormire, a volte neppure quello.

<< Sono in salotto, Rob! >>  gli risposi chiudendo il giornale che stavo sfogliando.

<< Sei in ritardo, lo sai! Ti stavamo aspettando per colazione. >>  lo rimproverai bonariamente, accarezzandomi il ventre.

<< Scusa piccola, sono stato trattenuto. Per farmi perdonare ti ho portato questi. >>  disse baciandomi la fronte e consegnandomi un sacchetto di cornetti caldi.

<< Sei perdonato, questi sono i miei preferiti >>  gli dissi quando riconobbi il logo del negozio nel sacchetto.

<< Sono passato in libreria, sono arrivati i libri che avevamo ordinato >>  disse indicandomi la busta che aveva appoggiato sul tavolino.

<< Ho preso anche un altro libro, mi è capitato tra le mani e non ho saputo resistere >> continuò tirando fuori un grosso volume con la copertina viola. Appena lessi il titolo scoppiai a ridere.

<< Il libro dei nomi? Non ti sembra un po’ presto per sceglierlo? >> gli domandai prendendogli il libro dalle mani.

<< Non è mai troppo presto per decidere una cosa così importante. Ho preso l’edizione internazionale, non conosco bene i tuoi gusti >>  mi disse, con un sorriso.

 

<< Hai fatto benissimo, mi piacciono molto i nomi stranieri, hanno un suono così particolare… >>  con un gesto della mano gli indicai il posto vicino a me. Mi accoccolai vicino a lui, appoggiando il libro sulle nostre gambe.

Passammo la mattinata su quel libro. A me piacevano nomi particolari che venivano puntualmente bocciati da Robert, effettivamente alcuni erano proprio orribili, ma certe volte li sceglievo apposta per farlo arrabbiare. Alla fine avevamo compilato una piccola lista di nomi sia maschili che femminili, che piacevano a entrambi. Per un maschietto avevamo scelto Adrien o Andrè, per una femminuccia Aurore o Anaid.

<< Sai che tra questi non saprei quale scegliere? Mi piacciono tutti >> mi disse accarezzandomi la pancia.

Lo fissavo in silenzio, incantata dalla luce che gli brillava negli occhi. Purtroppo a spezzare l’atmosfera ci pensò il mio stomaco.

<< Mi sa che c’è qualcuno che ha fame >>  disse ridendo Robert alzandosi dal divano, invitando anche me a fare altrettanto.

<< Vieni, ti preparo qualcosa >>  disse prendendomi per mano.

<< Robert aspetta un attimo, devo dirti una cosa >>  lo trattenni.

<< C’è qualche problema? >>  mi chiese preoccupato.

<< Nessuno problema, tranquillo >> gli risposi accarezzandogli il viso 

<< Voglio che sia tu a scegliere il nome per il bambino. >> gli dissi guardandolo dritto negli occhi e appoggiai le mani sul suo petto.

L’emozione e la gioia che lessi in quelle grandi pozze azzurre mi tolse il respiro. Sentivo sotto le dita, attraverso la sottile camicia bianca che indossava, il suo cuore battere velocemente. L’avevo stupito con la mia richiesta, ma era quello che volevo con tutto il cuore. Era il minimo per tutto quello che stava facendo per me e il bambino.

<< Sei sicura di questo, Kris? >>  mi chiese, con un filo di voce.

<< Tu mi hai fatto capire in mille modi che ci tieni a questo bambino, se è qui e sta crescendo è anche merito tuo, se fossi stata da sola non so se sarei stata in grado di affrontare tutto questo. Voglio che il mio bambino abbia qualcosa di tuo >>  gli spiegai, asciugandoli una lacrima sulla guancia.

<< Non è corretto dire che ci tengo Kris, io non so cosa sia successo quel giorno dal ginecologo, ma appena ho visto quel piccolo esserino nel monitor qualcosa dentro di me è cambiato. Solo un’altra volta mi è capitato qualcosa di simile ed è stato quando ti ho conosciuto, Kristen. Mi sento legato a voi indiscutibilmente, vi adoro, siete la mia fonte di gioia >> mi disse stringendomi forte a lui.

<< Vuoi davvero che sia io a scegliere il nome di questo piccolo angelo… angelo… >>  sciolse l’abbraccio per fissarmi dritto negli occhi.

<< Angel >> disse, sorridendomi.

<< Angel? Cosa… >> gli chiesi stupita.

<< Se è femmina , mi piacerebbe che si chiamasse Angel, penso sia il nome perfetto. Volendo anche se fosse un maschio potrebbe portare questo nome. >>  disse inginocchiandosi per baciarmi dolcemente la pancia.

<< Angel… si, è perfetto! È un nome bellissimo >>  dissi tra le lacrime. Restammo abbracciati per parecchio tempo.

<< Tutte queste emozioni hanno fatto venire fame anche a me, andiamo a mangiare? >> disse Robert a un certo punto.

<< Come posso dire di no al mio cuoco personale… come farò senza la tua cucina per una settimana? >> chiesi tristemente. Dopo tanto tempo era la prima volta che ci separavamo. Robert il giorno dopo sarebbe partito per Londra.

<< Non ricordarmelo, non ho nessuna voglia di partire >> disse sospirando.

<< E tu non partire, resta con me… >> cercai di convincerlo.

<< Non puoi immaginare quanto mi pesa separarmi da voi, ma sono il testimone, e mio cugino mi fa secco se non mi presento al suo matrimonio >> disse, mentre ci dirigevamo in cucina.

<< Dovrò tenermi molto impegnata per non pensarci, comunque mi sta molto antipatico tuo cugino >> sembravo una bambina di cinque anni, ma era più forte di me.

<<  Non sei la prima che lo dice >> mi rispose mentre iniziava a preparare il pranzo.

 Il resto del pomeriggio lo passammo a casa, non avevamo voglia di uscire. Per cena avevamo ordinato una pizza, che mangiammo in assoluto silenzio. Seduti sul divano guardavamo un film horror, mia nuova passione. Avevo notato che erano iniziate a piacermi molte cose che prima odiavo. Per esempio i film Horror non mi erano mai piaciuti, di solito era Robert che mi obbligava a vederli, invece ora era l’unico genere che mi attirava. Sopirai e guardai l’orologio, distrattamente. Presto Robert sarebbe tornato a casa e per una settimana non l’avrei visto. Non ero pronta a questo distacco .

<< Resta con me stanotte >>  dissi all’improvviso, cogliendolo di nuovo di sorpresa.

<< Mi leggi nel pensiero Kris? Avevo intenzione di chiedertelo alla fine del film se potevo restare >>  disse accarezzandomi i capelli. Sorridendo beata mi strinsi maggiormente a lui.

<< Scusa, quando è morto il tizio con i capelli lunghi? >>  chiesi a un certo punto indicando la televisione.

<< Tesoro, l’hai seguito il film? >> chiese trattenendo una risata 

<< Il tizio è morto all’inizio del film >> continuò

<< Ah… non sono stata molto attenta in effetti, pensavo ad altro >>  gli dissi imbarazzata.

<< Andiamo a dormire, sarai stanca >>

<< Voglio tante coccole prima di addormentarmi >> gli dissi, stupendo per sino me stessa.

<< Sarete accontentati entrambi, voglio restare proprio per questo >> disse prendendomi in braccio e portandomi in camera da letto.

Mi emozionai subito per quel gesto semplice. Con Robert era sempre un emozione diversa. Riusciva a rendere speciale ogni minuto che trascorrevamo insieme, anche se non facevamo nulla di particolare e rimanevamo seduti sul divano a guardare semplicemente la televisione. Mi persi tra i suoi gesti e le sue carezze che lentamente mi conciliarono il sonno.

 

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Auguri di Buona Pasqua a tutti!

Questo capitolo è stato scritto da entrambe, ma in maggior parte da lisepotter, infatti questa storia la scriviamo insieme. Spesso scrivo molto di più io, ma senza la mia lise non avrei che scrivere, le sue idee sono come assi portanti di una casa in questa storia, di conseguenza indispensabili!

Ledyang : Ciao, mi dispiace davvero ma non posso dirti nulla, altrimenti sarebbe tutto inutile! Comunque mi fa piacere che la storia ti piaccia, spero che continuerai a seguirla e ti prometto che non rimarrai delusa! Un bacio, a presto!

Ale03 : Ciao ale^^ Siamo al terzo mese di gravidanza e Kristen deve fare i conti con parecchie cose. Un bacione, ciao ^__^

Nessie93: Ciao!!! Innanzitutto grazie, sei stata molto gentile. Cerco sempre di scrivere esattamente ciò che penso o penso, quindi mi fa piacere che questo tutto ciò sia arrivato anche a te. Per quanto riguarda il bambino… non ti posso dire nulla, no? Sennò a che servirebbe seguire la storia? Posso solo dirti che ci saranno diversi risvolti positivi. Io e lisepotter siamo due menti molto strane ( ehehe )e credimi abbiamo in mente di tutto. Spero che continuerai a leggere, un bacio, ciao!

 

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Capitolo 4
*** Quarto mese ***


                      Quarto mese

 

Non erano stati giorni facili, in più a causa della mancanza di Robert. Ormai stavo cominciando ad abituarmi all’idea che tra qualche mese sarei diventata mamma. Ancora mi sembrava impossibile, eppure era la realtà. Per fortuna mancavano pochi giorni al ritorno di Robert, quindi passavo le ore con un sorriso sulle labbra. Quanto mi mancava… quel ragazzo era diventato per me qualcosa di veramente indispensabile. Certe notti, in cui non riuscivo a dormire, mi ritrovavo a pensare dove avrei trovato un'altra fortuna simile. Era un ragazzo dolce e forte al tempo stesso e che si era preso una grossa responsabilità : strami accanto mettendo da parte se stesso. Mi faceva male non sapere chi fosse il padre di mio figlio, ma con lui accanto ero capace di stare bene al pensiero che non mi avrebbe mai lasciato. Avevo smesso di considerarmi un egoista nel pensare questo, perché Robert mi aveva ampiamente dimostrato che era felice di stare al mio fianco e di questo gliene ero grata. Pian piano sentivo i miei sentimento verso di lui cambiare, ma ero certa che era solo la mia testa che non aveva ancora trovato un compromesso con il mio cuore. Non ero sicura dei sentimenti di Robert ma era chiaro che non ero una semplice amica per lui. Non avevamo mai affrontato l’argomento, perché con tutte le novità che avevano travolto la mia vita, mi limitavo a godere della sua presenza. Non riuscivo a pensare una vita diversa… lontana da lui.

Quei giorni senza di lui erano passati lenti e inesorabili, ma avevo scoperto una grande amica in Ashley. Sebbene non ci fossimo mai viste più di tanto, un pomeriggio mi aveva chiamato e non avevo saputo dire di no alla sua dolcezza, con cui si rivolgeva sempre a me. Le mie rotondità cominciavano a farsi evidenti così le dissi la verità. Anche lei era felice del fatto che Robert mi stesse accanto, tuttavia non avevo specificato che lui stava con me quasi ventiquattro ore su ventiquattro. Adesso la stavo appunto aspettando perché disse che aveva una sorpresa per me. Sbuffai stancamente e spensi la televisione che seguivo distrattamente. Erano le quattro passate e Ashley mi avrebbe chiamato a momenti. Come immaginavo il telefono cominciò a squillare dopo qualche minuto, così scesi giù e la raggiunsi. Arrivammo in poco tempo al centro di Los Angeles e quasi come Alice in Twilight, Ashley mi fece girare parecchi negozi per bambini. Mi emozionai alla vista di quelle piccole tutine di tutti i colori, era la prima volta che entravo in un negozio del genere. Per un attimo immaginai di avere tra le braccia la mia piccola creatura e solo allora mi vennero le lacrime agli occhi. Ashley venne proprio in quel momento, con le braccia cariche di vestitini di tutti  i tipi. Rimasi quasi a bocca aperta a quella vista, non sapevo neanche se sarebbe stato Maschio o Femmina!

<< Ash, ma non sono troppi? Oltretutto non so ancora se… >>

<< Oh, lo so, sta tranquilla! Ho preso dei colori neutri, il resto lo prenderemo dopo. >>

Non riuscii a frenare il suo entusiasmo così mi avvicinai a lei, con un sorriso, per aiutarla a mettere sulla cassa tutto quello che aveva preso. Visitammo parecchi negozi in cui Ash non mi fece uscire una lira, decidendo di comprare tutto lei alla piccola creatura che portavo in grembo. Non avevo parole. Non credevo che Ashley potesse essere così dolce e generosa con me. Era davvero molto premurosa, infatti dopo esserci fermate in un bar a prendere qualcosa che ci aiutasse a sconfiggere il caldo della stagione, mi riaccompagnò a casa, facendomi promettere che  non mi sarei stancata oltre, dopo quel movimentato pomeriggio. Provai ad invitarla in casa ma lei mi sventolò davanti la sua agenda, carica di impegni e vari appunti scritti ovunque. Risi e la ringraziai per tutto ciò che aveva fatto, con la promessa di rivederci presto.

Erano ormai le otto passate quando mi decisi di prepararmi qualcosa da mangiare. A dire il vero non avevo molta fame, forse perché sapevo che non c’era Robert a cucinarmi una delle sue prelibatezze e quindi anche il mio piccolo evitava di manifestare troppo la sua fame! In ogni caso non dovevo perdere di vista questo aspetto, così mi imposi di mangiare qualcosa.

Prima di andare a dormire presi i sacchetti dove c’era tutta la roba che Ash aveva comprato e mi distesi sul mio letto guardandoli lentamente. Sorridevo ogni qual volta che ne prendevo uno. Non credevo di farlo così presto. Un tempo mi occupavo di vestiti per premier e riviste di moda, mentre ora stringevo tra le mani un piccolo pigiamino giallo, con tanti orsacchiotti disegnati. Chiusi gli occhi facendo un lungo respiro e mi abbandonai alla stanchezza.  Passarono forse pochi secondi, quando sentii una lieve carezza sul capo. Lentamente mi svegliai e mi alzai subito per la sorpresa. Robert era seduto accanto a me, sul letto, con a terra il suo zaino, ovvero quello che gli avevo prestato io.

<< Robert! >> esclamai, buttandomi tra le sue braccia.

Sentii la sua forte stretta, per poi lasciarmi subito con uno sguardo alla mia pancia. L’accarezzò con una mano e il mio cuore quasi scoppiò di emozione.

<< Mi siete mancati >>

Io sorrisi accarezzandogli il viso.

<< Non puoi immaginare quanto tu sia mancato a noi  >>

Lui si sporse e mi diede un dolce bacio sulla guancia, per poi spingermi affinché mi distendessi nuovamente.

<< Non volevo svegliarti, ma quando sono salito sul taxi ho detto il tuo indirizzo. Non c’è la facevo ad aspettare domani. >>

Io per risposta lo tirai accanto a me e lui si distese, abbracciandomi.

<< Ehi, ma cosa… ? >>

Io risi di cuore vedendo Robert che si sfilava da sotto un braccio la tutina gialla che avevo lasciato lì.

<< E’ opera di Ash. E’ stata così carina da comprare delle cose a… si insomma a lui! >>  dissi, indicando il mio ventre.

Non sapevo se sarebbe stato maschio o femmina ancora e non ero sicura di volerlo sapere. Volevo che fosse una sorpresa fino alla fine.

Robert sembrò non ascoltarmi perché aveva gli occhi fissi su quel piccolo indumento. Mi sembrava emozionato e sorrisi vedendolo così preso dai suoi pensieri. Chissà a cosa stava pensando… non credevo esistesse un ragazzo così dolce. Mi stupii quando lo vidi riabbracciarmi e mettere una mano  tra noi che stringeva la tutina.

Mi vennero le lacrime agli occhi nel leggere cosa si celava dietro quel gesto.

<< Sempre qui… tra noi. >>

Voleva far parte davvero della vita del bambino e quello voleva significare che per lui era davvero importante. Una cosa … nostra. Ancora soffrivo per il fatto che non sapessi chi fosse il padre, perché mi sorprendevo quando desideravo ardentemente che fosse Robert. Non riuscii a contenere le mie emozioni e mi sporsi verso di lui, baciandolo. Lui rispose subito al mio bacio, stringendomi ancora di più e approfondendo quel contatto. Sentii un buco allo stomaco e la voglia di non staccarmi mai più da lui. Le lacrime mi rigarono il viso, per la gioia che provavo in quel momento. Mi sentivo completa solo quando l’avevo accanto e questo mi rendeva felice e nervosa al tempo stesso. Non capivo cosa dovevo fare anche se era chiaro che i miei sentimenti per Robert stavano cambiando. In realtà pensavo che ci fossero da sempre solo erano sopiti a causa delle mie riserve. Come potevo rivelare a Robert che mi stavo innamorando di lui, in una situazione così difficile? Potevo chiedergli di non rivelare nulla del nostro rapporto, quando lui era così entusiasta di tutto ciò che stava succedendo? Avrei dovuto aspettare il momento giusto, perché ancora per qualche ragione non mi sentivo pronta. Quando lui pose fine al nostro bacio, mi sembrò che anche lui sapeva cosa provavo. Lo vedevo rispecchiato nei suoi occhi. Al tempo stesso sapevo che lui avrebbe capito … sapeva che era per me un momento particolare e avrebbe dovuto aspettarmi.

<< Dormi, piccola mia… >>

Con un latente senso di colpa nei suoi confronti e di rabbia in quelli di me stessa, cercai di prendere sonno cullata dal piacevole suono del suo respiro.

Mi sembrarono passati solo pochi minuti quando l’odore di caffè mi fece lentamente svegliare. Ci misi qualche secondo prima di capire come mai venisse quell’odore dalla cucina, dato che io non avevo preparato nulla. Solo dopo mi lasciai andare sul cuscino , con un sorriso, ricordando che Robert la scorsa notte era venuto a casa mia. Ragionai sul fatto che fosse venuto in anticipo rispetto a quanto mi aveva detto. Lentamente mi alzai e raggiunsi la cucina, dove lo trovai alle prese con delle padelle. Lo abbracciai da dietro e lui dopo l’iniziale sorpresa riprese a lavorare ai fornelli.

<< Buon giorno, Kris. >>

<<  Buon giorno, Rob, cosa stai combinando? >>

<< Siediti e vedrai. Sono sicuro che in questi giorni non hai mangiato come si deve. >>

Risi e mi staccai da lui, per sedermi al tavolo.

<< Hai ragione, mamma  >>

Lui mi raggiunse poco dopo con una colazione che avrebbe fatto invidia a una principessa.

<< Ehm… tesoro? Io non riuscirò a mangiare tutta questa roba. >>

<< Oh si che lo farai, sennò di qui non ti alzi. >>

Come una bambina con il genitore, alzai gli occhi al cielo e afferrai la forchetta per mangiare. Ero sicura che Robert non mi avrebbe lasciato scelta.

<< Allora… come hai passato questi splendidi giorni lontana da me? >>

<< Splendidi non direi. Mancavi tu, quindi… >>

Lasciai che le mie parole facessero il loro effetto, infatti vidi Robert drizzarsi sulla sedia e mandarmi uno dei suoi sorrisi più dolci.

<< Anche per me è stato lo stesso, infatti sono venuto prima del previsto. >>

<< Ho notato… ma non potevi fare scelta migliore >>

Lui rise, salvo poi rimproverarmi affinché finissi la mia colazione. Subito dopo mi disse di prepararmi e non avendo idea di cosa volesse fare eseguì senza discutere. Quando finì di prepararmi, lo trovai accanto alla porta di casa, che mi aspettava. Mi prese la mano ed uscimmo. Chiamò velocemente un taxi e andammo davanti casa sua. Bloccò le mie domande sul nascere e mi disse di aspettare che lui entrasse per prendere qualcosa. Così feci e quando lui tornò da me, prendemmo la sua macchina per arrivare nel luogo a me sconosciuto. Scoprì che la nostra destinazione era vicino al mare di Los Angeles, ma non abbandonammo comunque la zona abitata. Quella era la parte della città che più mi piaceva. Si potevano vedere i gabbiani lungo la costa e l’odore salmastro del mare giungeva alle narici. Mi sorpresi quando Robert si fermò davanti a una strada costeggiata da villette. Conoscevo quella zona ed era una tra le più belle della città Abbastanza vicina al centro ma nello stesso tempo a ridosso della costa. Mi voltai verso Robert, che mi fece cenno di scendere. Così feci, anche se perplessa e mi accorsi solo in quel momento che lui aveva posteggiato davanti a una bella villa.

 Rimasi affascinata a guardarla, anche se ero abituata a quel genere di case. Era su due piani e sopra c’era una terrazza piena di fiori di ogni tipo. Il pian terreno era immerso nel verde e vidi Robert aprire un piccolo cancelletto di legno e farmi cenno di raggiungerlo. Così feci e ammirai la casa da più vicino, mentre con lui seguivo il piccolo sentiero, costeggiato da tante aiuole, che conduceva al portone principale. Scorsi una piccola fontanella al lato della casa e un dondolo dall’altra parte, sotto un gazebo. Non mi accorsi nemmeno che lui aveva aperto la porta e mi guardava con un sorriso dolce, all’entrata. Lo guardai ma lo precedetti all’interno della villa.

Sgranai un po’ gli occhi nel notare l’estrema eleganza con cui il salone si presentava. Divani bianchi e un arredamento moderno faceva bella mostra di sé, mentre una scala in ferro battuto si mostrava in tutta la sua bellezza. Entrai fino a raggiungere la cucina, tipicamente americana, e infine il bagno, così grande da far concorrenza al salone che prima avevo visitato.

 Avrei voluto chiedere delle spiegazioni a Robert ma ero affascinata da  quella casa. Mi avviai verso la scala con lui dietro, dove c’erano diverse camere da letto e un altro bagno. Infine un'altra scala simile a quello che avevo appena percorso, portava alla terrazza. Una volta giunta lì sorrisi istintivamente. Quel luogo era magico! Piante rampicanti e fiori profumatissimi erano sparsi ovunque. Al centro c’era un tavolo di legno, molto elegante , e al di sopra di esso c’era un vaso molto particolare che conteneva un mazzo di rose di tutti i colori. Mi affacciai e vidi quasi l’intera città e gran parte dell’Oceano. Rimasi quasi a bocca aperta, fin quando Robert non mi strinse le mani sulla vita e poggiò il capo sulla mia spalla.

<< Ti piace? >>

Mi voltai verso di lui e poggiai le mani sul suo torace.

<< E’ splendida questa casa!  >>

Vidi il suo sorriso illuminargli il viso e una strana emozione pervaderlo.

<< Sono felice che ti piaccia. >>

<< Si, si moltissimo! Robert, questa casa è tua vero?  >>

Gli sorrisi e poi tornai a guardare il panorama che si presentava ai miei occhi. Era qualcosa di stupefacente che ti riempiva di emozione! Er sempre stata così, bastava un bel paesaggio per farmi star bene. Quella casa era davvero fantastica. Non ebbi il tempo per pensare altro che Robert mi girò verso di lui e stavolta lo vidi serio e determinato.

<< Vieni con me  >>

Mi prese per mano e mi fece sedere su una delle sedie attorno al tavolo. Mentre lui si sedeva presi una rosa bianca e la portai al viso per sentirne il profumo. Poi rivolsi i miei occhi a Robert che mi guardava intensamente.

<< Kristen, ho bisogno di parlarti di una cosa importante. >>

Posai la rosa sul tavolo e allungai una mano per prendere la sua. Perché di colpo aveva assunto quel tono serio e preoccupato? Lui mi strinse la mano e l’accarezzò con le dita.

<< Cosa c’è? Non farmi preoccupare  >>

Lui scosse il capo con un mezzo sorriso e mi fece capire di ascoltarlo. Appoggiai il viso alla mano libera, mentre l’altra era stretta alla sua.

<< Mi piacerebbe farti capire pienamente le emozioni che mi pervadono ogni qual volta che ti vedo, Kristen. Tu sei la cosa più importante della mia vita e credo di avertelo dimostrato in tanti modi. Non pensare che tutto questo sia dovuto semplicemente al fatto che aspetti un bambino. Anche se non sono il suo padre naturale io… io lo sento come mio  >>

A quelle parole sussultai, mentre il mio cuore batteva all’impazzata. Lui vedendo la mia reazione strinse più forte la mia mano, non permettendomi di lasciargliela. Avrei voluto dire qualcosa ma la mia mente era confusa, così lui continuò.

<< Non voglio ancora girarci attorno, Kris. Alle volte penso che tu ti senta in colpa nei miei confronti, ma devi capire che io sono assolutamente certo delle mie scelte. Sono consapevole di quello a cui sto andando incontro e credimi non voglio altro. Vorrei poter starti accanto, sempre. Così, anche se può sembrati troppo, ho comprato questa casa pensando a noi. Voglio vivere con te e con il piccolo… >>

Lasciò quelle parole in sospeso e io credetti di aver dimenticato come si faceva per respirare. Mi portai una mano alla bocca mentre le lacrime minacciavano di uscire. Cosa? Robert voleva vivere con me?

Lo vidi alzarsi e mettersi in ginocchio accanto a me. Mi poggiò le mani sulle ginocchia e le strinse mentre io scotevo il capo in preda all’incredulità.

<< Robert, mi stai dicendo qualcosa di molto… troppo importante, te ne rendi conto? >>

Lui sorrise asciugandomi le lacrime che traditrici mi scorrevano sul viso.

<< Sono sicuro, Kristen. Di questo e molto altro … >>

Ormai in preda alle forti emozioni, che le sue parole mi avevano dato, lo strinsi a me e piansi sulla sua spalla. Non sapevo quantificare la mia gioia ed ero felice della sua proposta. Ancora non potevo credere che mi avesse regalato quella casa e che volesse vivere con me.

<< Piccola… sai cosa provo per te. Ti amo, Kristen e starò con te per sempre. >>

Rimasi ancora una volta senza parole. Avevo intuito i suoi sentimenti ma sentirselo dire con quella voce così dolce era tutt’altro. Lo strinsi ancora più forte sentendo il mio cuore scoppiare di gioia. Ero davvero felice e avrei ricordato quel momento in eterno.

<< Ti amo anch’io, Robert  >>

Mi staccai da lui e lo vidi quasi stupito dalle mie parole. Poi si lasciò andare a un sorriso sincero e mi baciò d’impeto. Sorrisi sulle sue labbra per poi ricambiare il bacio, immergendo le mani tra i suoi capelli. Ero certa di amarlo ed ero sicura anche dei sentimenti che lui provava nei suoi confronti.

Entrambi ci alzammo e scendemmo per tornare al piano di sotto. Io continuavo a guardarmi intorno incredula che quella fosse casa mia. Lui rise e mi scompigliò i capelli abbracciandomi stretta.

<< Robert, non ci sono parole per descrivere questa casa. >>

<< La nostra casa  >>  sottolineò facendomi arrossire.

<< Sarebbe bello organizzare una cena per invitare i nostri amici, che dici? >>

<< Sono d’accordo, infondo abbiamo molte novità da dirgli. >>

Io sorrisi e mi strinsi a lui. In poco tempo la mia vita era cambiata e mi resi conto di averla costruita proprio con Robert.

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Tiva95: Ciao, scusa tanto il ritardo, ma non è un buon momento per me. Spero che anche questo capitolo ti piaccia, un bacio, ciao.

 midnightsummerdreams : Ciao, bè di chi è il bambino purtroppo non posso dirlo, sennò ti rovinerei tutto! Vedrai… un bacio, ciao

ale03: Si, robert è molto dolce anche nella realtà, spero che il capitolo ti piaccia, un bacio, ciao^^

ledyang: Ciao, mi fa piacere che il nome ti piaccia, un bacio, ciao ciao.

Florence: Ciao, mi ha fatto molto piacere la tua recensione. Sono contenta che lo riterresti anche un originale, in effetti mi baso comunque su due persone comuni e da li nasce tutto. Grazie, ciao^^

Nessi93: Ciao Nessie, ti ringrazio ed hai ragione perché moltissime delle idee contenute in questa storia sono di Lisepotter. Insieme abbiamo creato questa ff. Sono contenta che ti piaccia, un bacio, ciao!

 

 

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Capitolo 5
*** Quinto Mese ***


                     Quinto mese

 

 

Tra poco l’avrei saputo. Non smettevo di sorridere, mentre sentivo lo sguardo di Nikki e Ashley su di me. Non ero sicura di volerlo sapere, ma quella sensazione di dolce tormento non accennava a lasciarmi. Robert aveva scelto un nome neutrale per la creatura che portavo in grembo. Angel poteva adattarsi sia ad un maschio che ad una femmina, però io avevo già il sentore di cosa sarebbe stato anche se non lo avevo mai detto a nessuno. I probabili contorni del suo viso si delinearono nella mia mente, ma mi morsi un labbro per cancellare quelle visioni, perché in ogni piccolo volto che immaginavo c’era sempre un po’ di Robert. Mi sentii subito arrossire. Perché dovevo pensare  a quelle cose? Sapevo che sarebbe successo…

Robert non era il vero padre del bambino, anche se follemente mi ritrovavo spesso a desiderarlo. Adesso rappresentavamo del tutto una coppia e ancora non mi sembrava vero che dividevamo quella casa insieme.

Sorrisi ancora una volta ripensando a quei dolci momenti che mi aveva regalato, ma la voce di Ashley mi riportò alla realtà. Mi ero del tutto dimenticata di essere seduta nel salone della nuova casa, con gli amici miei e di Robert seduti vicino a noi. Un braccio di Robert si strinse sulle mie spalle e solo dopo mi accorsi di essermi appoggiata a lui. Mi ripresi imbarazzata e guardai Nikki, Ashley e Taylor seduti su un divanetto di fronte a me, che mi studiavano con malcelati sorrisi e poi Kellan e Jackson seduti su due rispettive poltrone.

Non mi sarei mai scordata le loro espressioni attonite quando gli avevamo confidato che aspettavo un bambino e che da quel momento avremmo condiviso la nostra vita. Ricordavo bene la sensazione di gelido imbarazzo quando Kellan con una delle sue solite battute aveva detto a Robert che non si aspettava che aspirasse a diventare padre così presto, battendo tutti sul tempo. Solo dopo Ashley l’aveva ripreso con una piccola sberla sulla nuca, dicendogli che il figlio non era di Robert. In quel momento sentii un vuoto allo stomaco e una delusione amara. Non so se mi colpii più il fatto che Kellan mi rivolse uno sguardo di scuse o il fatto che Robert mi strinse in un abbraccio. Non avevo ancora avuto il tempo di spiegare come stavano le cose, perché infondo mi fidavo dei miei amici, che Kellan si era esibito in quella che voleva essere una battuta scherzosa rivolta al probabile padre di mio figlio.

Per un attimo pensai che tutti davano per scontato il fatto che il figlio fosse di Robert, dato il nostro attuale rapporto. In ogni caso dubitavo che l’avrebbero pensata allo stesso modo se noi non fossimo stati insieme.

<< Domani sapremo il verdetto.  >>  mi disse con un sorriso Jackson.

Sorrisi anch’io ma prima che potessi rispondere Robert mi precedette.

<< Kristen non è ancora sicura di volerlo sapere. >>

<< Un sorpresa allora?!? >>

Incontrai lo sguardo acceso di Ashley e le sorrisi con sincerità. Non credevo di poter sviluppare un così bel rapporto con lei, perché fin dall’inizio avevo sempre legato più con Nikki che con lei. Invece avevo trovato una persona dolce e comprensiva!

<< Non so ancora. Sta a vedere cosa succederà in quello studio medico. E’ possibile che la mia curiosità prenda il sopravvento. >>  pronunciai pensierosa.

<< Nostra curiosità, Kris. >>

Mi voltai verso Robert che mi sorrideva. Sapevo quanto ci tenesse. Le parole che mi aveva rivolto il giorno in cui mi aveva fatto quella bellissima dichiarazione ancora mi risuonavano nella mente. Lui voleva far parte della vita della creatura che portavo in grembo.

Non risposi ma con una mano gli accarezzai i capelli.

La cena continuò tra auguri e sorrisi fin quando, dopo essermi cambiata, non mi avviai sbadigliando verso la stanza da letto che condividevo con Robert.

Stavo per distendermi quando due forti braccia mi circondarono la vita. Dapprima sorpresa, sorrisi e posai le mani su quelle di Robert poggiate sulla mia pancia.

<< Ti vedo un po’ stanca, Kris. >>

Sospirai ma rimasi in quella posizione.

<< Si, un po’. >>

Stemmo in quella posizione per qualche minuto, ma quando proruppi in un altro sbadiglio lui mi fece voltare e posò un lieve bacio sulla mia fronte.

<< Sarà meglio che questa bella mamma vada a dormire. >>

Sorrisi e mi alzai sulle punte per stampargli un casto bacio sulle labbra. Robert mi trattenne e approfondii il nostro contatto. Subito dopo mi prese in braccio e mi distese sul letto.

<< Sai amore, non mi piace il modo di confabulare di Kellan e Jackson. >>

<< Che vuoi dire? >>

<< Li ho visti parlare fittamente tra loro e poi scrivere delle cose su pezzi di carta differenti. Non so cosa hanno in mente ma sono certo è qualcosa a che fare con nostro figlio. >>

Non risposi rimanendo vittima di una forte emozione, nel sentire pronunciare da Robert la parola “ nostro” riferito alla creatura che porto in grembo. Lui lo notò perché mi prese il viso tra le mani guardandomi intensamente.

<< Kris sei arrabbiata per ciò che ho det… >>

Soffocai le sue parole con un bacio che lui ricambiò subito. Mi persi nella sensazione di trovarmi tra le sue forti braccia fin quando lui, sorridendo, non si allontanò un po’ da me.

Continuammo a guardarci, mentre sentivo una lacrima rigarmi il viso. Ero felice di avere Robert al mio fianco. Lo amavo più di qualsiasi altra cosa. Ogni volta che mi confermava di rimanere al mio fianco e di considerarsi come il padre della mia creatura mi riempiva di gioia.

<< Sei la cosa più bella che potesse capitarmi… >>  sussurrai.

Lui mi sorrise e cancellò la scia appena visibile della mia lacrima.

<< Ti amo più di ogni altra cosa, Kristen Stewart.  >>

Gli accarezzai il viso con una mano e lui capii dalla mia espressione quali erano i miei sentimenti nei suoi confronti. Appoggiò una mano sulla mia pancia e mi strinse a sè, mormorando una delle sue melodie al mio orecchio fin quando non caddi tra le braccia di Morfeo.

Mi sembrarono che fossero passati pochi secondi quando dei piccoli baci sul viso mi risvegliarono. Sorrisi ben sapendo chi fosse il fautore di quelle carezze.

<< Robert… >> mormorai assonnata e vidi il mio angelo già in piedi e vestito di tutto punto.

<< Dormigliona siamo già in ritardo lo sai? La dottoressa ci aspetta molto presto stamattina.  >>

Spalancai gli occhi, ricordandomi che avevamo spostato l’appuntamento con la mia ginecologa perché Robert non ci sarebbe potuto essere nel pomeriggio e volevo assolutamente che venisse con me.

Mi sentii di colpo agitata. Tra pochissimo tempo avrei saputo se avrei avuto un maschietto o una femminuccia. Ma ero davvero certa di volerlo sapere? Con questi pensieri mi alzai e mi diressi subito per farmi una doccia veloce. Non appena finii di prepararmi scesi nel salone e trovai Robert che faceva avanti e indietro per tutta la sala giocherellando nervosamente con le chiavi della macchina. Non si accorse neppure del mio arrivo e sembrava davvero parecchio agitato. Forse più di me. Sorrisi indulgente e gli sfiorai un braccio quando mi passò davanti senza neanche vedermi.

<< Tesoro? >> dissi con un mezzo sorriso.

<< Amore, sei già pronta? Andiamo dai…  >>

 Mi prese per mano e quasi mi trascinò verso la porta. Non riuscii più a trattenere una risata e lui si voltò sorridendomi.

<< Kris, temo che mi verrà un attacco di panico. >>  disse respirando profondamente.

Io risi ancora più forte e mi strinsi a lui, che ricambiò l’abbraccio e mi baciò la testa. Arrivati alla macchina mi aprii lo sportello e fece attenzione che mi sedessi senza fare bruschi movimenti. Alzai gli occhi al cielo e gli strappai lo sportello dalla mano e lo richiusi. Abbassai il finestrino e gli feci una linguaccia, dato che era rimasto a guardami con le mani ai fianchi, pronto per la prossima ramanzina.

<< Forza papà datti una mossa. >>  gli feci l’occhiolino  e lui si sciolse al sentire le mie parole.

<< Kristen quante volte devo dirti di stare attenta a tutto quello che fai? >>

<< Tante, tantissime volte! >>  esclamai dandogli un veloce bacio sulle labbra.

Lui scosse il capo divertito e subito mise in moto per arrivare allo studio medico della dottoressa.

L’ansia cominciò ad invadere anche me, non appena ci sedemmo nella sala d’aspetto dello studio. Robert sembrava non riuscire a stare seduto senza muoversi continuamente, attirando l’attenzione di altre due mamme sedute vicino a noi. Sorrisero e io posai una mano sul ginocchio del mio fidanzato tentando di attirare la sua attenzione. Lui sospirò un ultima volta e mi accarezzò i capelli guardandomi con amore.

<< Non sei nervosa? >>

<< Si, tesoro, ma che ne dici di ingannare il tempo pensando a qualcosa? >>

Lui sembrò accogliere con gioia le mie parole.

<< Beh… il nome l’abbiamo già scelto >>

Sorrisi raggiante. Si, il nome era già stato scelto. Angel era molto dolce e adatto a entrambi i casi, ovvero se avremmo avuto una femmina o un maschio.

<< Sei ancora convinta per Angel vero? >> mi chiese ancora.

<< Si, è bellissimo. >>

Lui mi strinse a sé, ma proprio in quel momento la segretaria della dottoressa Bree ci informò che era arrivato il nostro turno.

Strinsi forte la mano di Robert, che mi sorrise incoraggiante ed entrammo nella stanza in cui Penny ci stava aspettando.

<< Penny, sono terribilmente nervosa! >>

La dottoressa mi abbracciò affettuosamente ma il suo sguardo si rivolse a Robert.

<< Tesoro, penso che il tuo fidanzato sia molto più nervoso di te! >>

Ridemmo tutti e tre e Penny mi fece subito accomodare sul lettino, vicino diversi macchinari. Con un sospiro profondo mi cambiai, mettendomi il camice e la dottoressa mi raggiunse con Robert che subito mi strinse una mano tra le sue.

<< Kristen, vuoi sapere il sesso del tuo bambino? >>

Guardai Robert ed entrambi decidemmo. Nonostante tutti i miei dubbi, guardando gli occhi del ragazzo che amavo, sapevo cosa avrei detto.

<<  Si >> dicemmo all’unisono.

Non feci caso ai brividi che mi percorsero quando Penny mi cosparse lo stomaco con una fredda gelatina che già ero abituata a sentire sulla pelle, anche perché credevo che quei brividi fossero dovuti più all’ansia che al resto.

Al sentire il battito del cuore della mia creatura mi misi quasi a piangere e vidi anche Robert con gli occhi lucidi. Guardammo insieme quel piccolissimo corpo, che lentamente cresceva dentro di me. L’emozione era indescrivibile . Non avrei mai scordato quei momenti.

<< D’accordo si vede bene il sesso del nascituro. >>

Ci guardò un ultima volta e io le feci cenno di continuare.

<< E’ una bellissima femminuccia. >>

Le lacrime cominciarono a scorrere sul mio viso per l’emozione. Mi resi conto che qualsiasi cosa mi avrebbe detto avrebbe causato questa mia reazione. Per una madre non era importante se il proprio figlio sarebbe stato maschio o femmina.

Sentii Robert posarmi un bacio sui capelli e io mi voltai verso di lui. Rimasi colpita nel vedere alcune lacrime sul suo volto e allungai una mano per asciugarle.

<< La nostra piccola Angel. >>  sussurrai, facendolo sorridere.

<< Angel è un nome bellissimo. Complimenti! >>  ci disse Penny, anche lei emozionata.

Le sorrisi e mi ricomposi per alzarmi. Robert non sembrava in grado di articolare nessuna parola, tanta era l’emozione che doveva provare. Seguii la dottoressa dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte e quando anch’io li raggiunsi non potei non pensare a quanto fossi fortunata nell’averla accanto.

Cercavo sempre un indizio nel suo volto, che mi facesse capire che in realtà soffriva per questa situazione. Per il fatto che lui non fosse il vero padre della mia piccola. Ma in fondo un genitore è soprattutto chi ama e cresce un bambino e non solo quello biologico.

Robert amava la mia bambina, già da ora. Sarebbe stato un padre meraviglioso. Cercai di trasmettergli tutto questo guardandolo. Lui mi fissava serio e i suoi occhi mi parlarono molto di più che con delle semplici parole. Quel momento era troppo importante per riuscire a spiegarlo con delle parole.

<< Kristen ora sai che avrai una bella bambina. Sarete due genitori fantastici. Mi raccomando, ascolta i consigli di Robert e non stancarti mai troppo! >>

Quando uscimmo dallo studio camminammo lentamente verso la macchina. Quell’ansia di sapere si era trasformata in dolce emozione. Stringevo la sua mano e guardavo il cielo azzurro mentre un leggero vento mi smuoveva i capelli.

Sarei diventata mamma. Ogni giorno che passava diventava per me una certezza. Sarei stata in grado di rispettare i miei impegni? Saresti stata una buona madre per mia figlia?

<< A che pensi? >>

La voce roca e sensuale di Robert mi riportò con i piedi per terra.

<< Penso al fatto che tu mi sei vicino e questo scaccia ogni mia paura di non poter essere una buona madre per Angel. >>

Lui si fermò e mi mise le mani sulle spalle. Mi guardò serio e senza che potessi dire o fare nulla mi bacio togliendomi il fiato.

<< Tu sarai un ottima madre Kristen. Sei una ragazza seria e dolcissima. Io ti sarò sempre accanto, quando avrai bisogno di me. Anche se non sono il vero padre di Angel, l’amo già come se fosse veramente mia figlia, anzi per me lo è davvero. E niente e nessuno potrà cambiare questo dato di fatto. >>

Lo abbracciai e per lunghi minuti rimanemmo fermi in mezzo al marciapiede. Il cuore sembrava volermi uscire dal petto, tanto batteva forte. Amavo Robert più di tutto.

<< Ehi… sai che ti dico? Oggi mi fingo malato e non vado da nessuna parte. Voglio stare con te. >>

<< Ma Robert sei sicuri che… >> 

Mi mise un dito sulle labbra per evitare che finissi di parlare.

<< Ti amo, Kristen e voglio stare con te oggi. E’ una delle giornate più belle della mia vita. >>

Sarei morta d’emozione continuando in quel modo. Come riusciva ad essere così dolce e premuroso?

<< Ti amo anch’io. Sono felice di ogni giorno che passi al mio fianco. >>

Mi accarezzò una guancia e poi mi prese per mano. Raggiungemmo il centro in macchina e poi proseguimmo a piedi. Entrammo in numerosi negozi per bambini e vidi Robert particolarmente interessato ai mobili per le stanzette. Era in programma di fare una stanzetta per Angel naturalmente, ma ci eravamo trasferiti da poche settimane nella nuova casa e non avevamo ancora le idee chiare.

Dopo aver curiosato e comprato la prima tutina rosa per la piccola, andammo a mangiare in un ristorante italiano poco lontano. Chiamammo i miei genitori e anche quelli di Robert. Entrambe le famiglie sapevano che eravamo fidanzati e che Robert aveva deciso di dividere con me la sua vita. La madre di Robert mi disse di raggiungerla immediatamente dato che ci trovavamo nella stessa città. Infatti vivevano in un appartamento per stare vicini ad entrambi. Adoravo sua madre, perchè si comportava come se io fossi sua figlia!

<< Amore, ti dispiace se ti lascio un po’ da sola con mia madre e poi ti vengo a riprendere più tardi? Devo fare una cosa. >>

Lo guardai dubbiosa ma annuii.

<< Certo, sono molto contenta di stare con tua madre. Ma cos’è che devi fare? >>

Lui strinse la mia mano che teneva sul cambio della macchina.

<< Una sorpresa… non mi rovinare tutto! >>

Risi e scossi il capo incredula.

<< Quando la smetterai di viziarmi? >>

Lui non rispose ma strinse con più forza la mia mano.

In poco tempo raggiungemmo l’appartamento dei suoi genitori, dove venni travolta dall’abbraccio di Mamma Pattinson.

<< Oh Kristen! Come sono felice! >>

Ero felice anch’io. Mi sentivo davvero in famiglia. Robert notò la mia commozione e dopo avermi stampato un dolce bacio sulle labbra mi lasciò alle cure di sua madre.

Presto arrivarono anche le sorelle di Robert, che avevo avuto modo di conoscere meglio negli ultimi mesi e anche loro mi colmarono del loro affetto!

Passò qualche ora prima che Robert tornasse. Cenammo a casa dei suoi e dopo tornammo a casa. Non gli chiesi nulla su ciò che aveva combinato in quelle ore, ma il sorriso che aveva stampato sul volto valeva più di mille parole.

Una volta arrivati a casa, mi fece chiudere gli occhi, mi prese in braccio e sentii che salivamo al piano di sopra, quello dedicato alle stanze da letto. Curiosa di sapere di cosa si trattasse, cercai di convincerlo a dirmi qualcosa, ma fu irremovibile. Quando mi mise di nuovo a terra mi coprii gli occhi con una mano, per essere certo che non sbirciassi e sentii il rumore di una porta che si apriva, seguito da quello di un interruttore.

<< Rob, ma si può sapere cosa… >>

Non riuscii a finire di parlare che mi tolse la mano da davanti gli occhi e io li aprii e rimasi incredula da quello che vidi.

<< Robert, è … è stupenda! >>

A bocca aperta guardavo la stanzetta tutta rosa che avevo davanti. Una piccola culla rosa, era addobbata come fosse un minuscolo letto a baldacchino. Un cassettiera e un armadio erano del medesimo colore ma disegnati con piccoli orsacchiotti e il lampadario era formato da due diversi peluche attorno a una lampada.

Ero senza parole, ma ciò che più mi sorprese fu un grosso peluche a forma di angelo poggiato vicino la culla. Sentii gli occhi inumidirsi e sentii le braccia di Robert stringermi la vita. Mi volsi e lo abbracciai con tutte le mie forze.

<< Ti piace? >>

<< Amore è stupendo! Non ho parole. >>

Mi scostai un poco da lui e lo baciai con passione. Lui mi ricambiò con la stessa intensità per poi lasciarmi andare. Per molti minuti o forse ore rimanemmo a guardarci con la consapevolezza che nessuno mai avrebbe rovinato la nostra felicità.

 

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Capitolo betato da Nevia, queste sono le altre ff da lei betate:

Tutte quelle di JessikinaCullen

Falling in love with you di meme90

tutte quelle di ale03 su twilight

tutte quelle di Anthy su twilight

tutte quelle di _yaya_

tutte quelle di vale_cullen1992

The Masquerade di shona

tutte quelle di < Sweet_Apple_Love>

Tutte quelle di Wilderose

Sogno proibito di bells1987

Los Angeles di valenessie


Eccomi qui! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ci avviamo sempre più velocemente fino alla nascita della piccola! Che ne dite? 

Nessie93: Ciao! Sei molto gentile! E’ vero di solito si trova qualcuno che ci aiuta nei momenti peggiori però devo confessarti che in questo periodo posso fare affidamento solo su me stessa … spero che verranno tempi migliori! Devi scusarmi se purtroppo sto parecchio tempo, ma adesso prometto di essere più veloce. Devo concludere questa e tante altre mie storie! Spero davvero che continuerai a seguirmi, ci tengo molto, un bacio ciao!

Midnightsummerdreams: Ciao! Si dice che la speranza è l’ultima a morire. In una storia non c’è mai nulla di certo o prevedibile! Sono molto contenta che il capitolo ti sia piaciuto e spero che questo sia lo stesso, fammi sapere, aspetto il tuo commento, un bacio ciao!!!

Ledyang: Ciao, spero di non averti deluso per l’attesa, ma tra università e problemi personali è davvero difficile per me! Fammi sapere ciao^^

Serve: Ciao, tu mi rendi davvero felice tesoro! Ti trovo spesso nelle mie storie e di questo ne sono felice. Purtroppo ho subito un amara delusione con una storia che stai seguendo se non sbaglio, quindi dopo vari e diversi problemi ho delle titubanze nel continuarla! Tornando a questa, spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto e come al solito ti ringrazio per il tuo supporto! Ti prego fammi sempre sapere cosa ne pensi, è davvero importante per me! Un bacione!

FunnyPink: Mi fa davvero piacere che ti piaccia la storia, un bacio ciao^^

Ale03: Ti piace davvero la casa??? E’ quella dei miei sogni! Ehehhe, beh penso rientri nei sogni di molte persone! Grazie sei sempre troppo gentile con me, spero che anche questo capitolo ti abbia soddisfatto … vedrai … c’è ne saranno delle belle!!! Un bacio ciao!!!!!

Jma: Ciao tesoro mio! Sono felicissima che tu abbia deciso di lasciarmi una recensione. Sai quanto tengo a te e ai tuoi giudizi! Sono d’accordo con te per il fatto che il padre non lo definisce soltanto un DNA ma anche e soprattutto chi dona amore e segue durante la sua vita un piccolo essere umano. Posso solo ringraziarti per tutto il supporto e la dolcezza con cui mi sopporti! Ahha, un bacio!

Tiva95: Te l’ho sempre detto: tu sei un vero tesoro! Anche tu sempre che mi sopporti! Spero davvero che questo capitolo ti piaccia, un bacione ciao!!!

 

Grazie anche a chi legge e chi ha messo tra le seguite e i preferiti questa storia! Non smetterò mai di ringraziarvi!

Il prossimo capitolo riserverà delle … sorprese. Vedremo quali! XD

 

 

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Capitolo 6
*** Sesto Mese ***


                         Sesto Mese

 

 

Sospirai beata e carezzai dolcemente la mia pancia che sporgeva sempre di più. Guardavo con attenzione i movimenti della mamma di Robert che era intenta a cucinarmi un pranzo “ con i fiocchi” come aveva detto lei. Quella mattina aveva deciso di farmi fare una passeggiata e poi non aveva resistito a comprare qualcosa per la piccola Angel. Non appena lei e mia madre lo avevano saputo erano andate in brodo di giuggiole. A differenza di mia madre, che era sempre molto impegnata, lei era sempre molto presente e non faceva che riempirmi d’attenzioni.

<< Allora tesoro, preparati che adesso ti farò mangiare qualcosa che fa molto gola al mio adorato Robert! >>

Annuii con un sorriso a quelle parole che portarono con sè il ricordo del primo giorno che li avevo conosciuti. Due mesi prima, quando Robert mi aveva confessato di amarmi e aveva comprato la nostra casa, aveva deciso di presentarmi ai suoi. Dapprima insicura ed emozionata accettai di buon grado sperando di fare una buona impressione alla sua famiglia. Tuttavia i dubbi e le paure erano tante, come ad esempio portare in grembo un bambino che non era del loro figlio. Questo avrebbe potuto dare una visione alquanto dispregiativa di me e non volevo che pensassero che stessi con il loro figlio solo per convenienza.

Quando li incontrai mi stupii del loro affetto. Sapevano che Robert mi amava da molto tempo ed erano certi che io ricambiassi i suoi sentimenti. Lo vedevano ogni qual volta ero al fianco di Robert, sia se ero sul set o meno. Questo mi fece molto piacere e mi sentii subito a mio agio. La mamma di Robert era sempre dolcissima nei miei confronti e non mi aveva mai fatto pesare la situazione.

Quello stesso giorno ci fermammo a pranzo da loro e la mamma del mio dolcissimo fidanzato aveva insistito a preparagli il suo piatto preferito, lasagne all’italiana, ovvero lo stesso che la sua mamma ora mi stava preparando.

Ritornai al presente, quando mamma Pattinson mi mise davanti un piatto di lasagne. La ringraziai con un sorriso e mangiai con gusto.

Nonostante le mie richieste, per farla rimanere con me anche nel pomeriggio, lei mi disse che era meglio che riposassi, così se ne andò con la promessa di tornare a ritrovarmi presto.

Salii sulla terrazza della villa, il mio posto preferito, e mi distesi su un divano di vimini posto vicino a numerose piante. Mi rilassai, respirando appieno il profumo di rose mischiato a quello del gelsomino e mi persi nell’osservare parte della città e la vastità dell’Oceano.

Robert aveva scelto una casa splendida, non sarei mai riuscita a ringraziarlo abbastanza. Il suo amore e la sua dolcezza mi lasciavano sconvolta ogni volta.

Sospirai un'altra volta e pensai, con un sorriso emozionato, che mancavano solo tre mesi alla nascita del mio piccolo angelo. Le mie paure erano minime, grazie alla continua presenza di Robert, e la gioia nell’averlo accanto in un momento simile era qualcosa di indescrivibile.

Avvertii il suono del citofono e per fortuna mi dovetti solo allungare allo steccato di legno, ricoperto di piante rampicanti, dove era stato posto.

<<  Sì? >>

<<  Kristen, sono io! >>

<< Sali Ash, sono in terrazza. >>

Con un sorriso aspettai che Ashley mi raggiungesse. Quella ragazza era un vero tesoro, si comportava come una sorella, forse anche meglio. Si preoccupava sempre di come stessi e se avevo bisogno del suo aiuto. Non avrei mai smesso di ringraziarla abbastanza per tutto l’affetto che mi donava.

<< Eccomi! >>  la sentii esclamare per poi sedersi sul divanetto dove ero sdraiata.

Mi sollevai un po’ e l’abbracciai.

<< Qual buon vento ti porta qui Ashley? >>

<< Volevo solo farti una visita, cosa dice la piccolina? >>

Mise una mano sulla mia pancia e proprio in quel momento Angel diede un piccolo calcetto. Ashley sgranò gli occhi in preda allo stupore. Di solito sperava che succedesse una cosa del genere, ma non accadeva, mentre adesso la mia piccola si era fatta sentire in maniera inaspettata.

Risi della sua espressione e lei mi seguii a ruota.

<< Oddio che emozione! Penso che impazzirò quando accadrà a me una cosa del genere! >>

<< Sarai un ottima mamma >>  esclamai con un sorriso.

<< Mai quanto te! >>  rispose lei di rimando, facendomi fare una smorfia dubbiosa.

<< Non so Ash, spero di essere veramente una buona madre per mia figlia. >>

<< Perché pensi questo? >>

<< Beh, perché non si può dire che sia una madre del tutto… responsabile. >>

Sussurrai l’ultima parola e Ashley sembrò capire a cosa mi stessi riferendo. Si rattristò un po’ ma poi tornò a sorridermi rincuorante.

<< Non pensare a questo Kristen… >>

<< Come no? Un giorno dovrò dire a mia figlia che non so chi sia suo padre. >> la interruppi.

<< Senti Kris, Robert sarà un padre eccellente per Angel e questo lo sai anche tu. Quando tua figlia sarà abbastanza grande da affrontare questo discorso, glielo dirai e sono certa che capirà. >>

Scossi il capo in preda allo sconforto. Era da parecchio che pensavo a un possibile futuro dove mi vedevo costretta a spiegare ad Angel la verità. Forse aveva ragione Ashley, non dovevo pensarci ora, ma mi sentivo in colpa nonostante mia figlia rappresentasse la cosa più bella che mi era capitata. Tutto passava in secondo piano per me, anche se era doloroso affrontare tutto questo senza nemmeno sapere chi fosse il padre, ma per mia figlia sarebbe stato lo stesso? Era pur sempre suo padre e lei non l’avrebbe mai conosciuto.

Robert non le avrebbe fatto mancare nulla, ma veder crescere la bambina con la certezza che fosse  suo padre quando invece non era così, era dura da affrontare.

<< Kristen devo farti una domanda che non ti piacerà, ma è da tanto che desidero chiedertelo. >>

Riportai il mio sguardo su Ashley che mi guardava dubbiosa. Cosa voleva chiedermi? Annuii per farle capire di continuare.

<< Tu non ricordi nulla di quella notte, vero? >>

Capii subito di quale notte stesse parlando, ovvero quella in cui era stata concepita mia figlia. Mi irrigidii, avevo chiuso in un angolo del mio cuore quel ricordo. Avevo concepito mia figlia con un uomo di cui non conoscevo l’identità. Non avevo nessun ricordo, tranne quello di essermi recata in quel locale e aver bevuto proprio insieme ad Ashley e a gli altri, per risvegliarmi l’indomani mattina con nulla addosso, distesa su un vecchio divano.

<< No, nulla Ashley… ed è terribile >>  mormorai.

<< Scusa, non dovevo… >>

<< Cosa non dovevi? >>

Sentire quella voce mi fece tornare immediatamente il sorriso. Mi sollevai fino ad alzarmi e Robert mi venne incontro abbracciandomi stretta a sé.  Sentire il calore del suo corpo mi fece dimenticare qualsiasi cosa. Respirai appieno il suo odore e strofinai piano il viso sulla sua camicia. Lui mi accarezzò i capelli con una mano, mentre con l’altra mi massaggiava la schiena.

<< Ragazzi io devo andare. Kristen scusami ancora, non volevo rattristarti. >> La voce di Ashley mi riportò alla realtà e a malincuore mi staccai dal mio fidanzato e mi volsi verso di lei.

La sua espressione era molto triste e mi dispiaceva perché infondo Ashley mi aveva fatto quella domanda con la migliore delle intenzioni.

 << Sta tranquilla Ash, lo so bene. Ti prego torna prestissimo a trovarmi, mi annoio tanto senza di te. >>

Venne ad abbracciarmi, con un sorriso sulle labbra. Salutò Robert con un bacio sulla guancia e se ne andò lasciandoci soli.

Tornai tra le braccia di Robert, che abbassò il viso lasciando un dolce bacio sulle labbra. Sorrisi e mi persi nell’azzurro dei suoi occhi.

<< Di cosa stavate parlando prima che io vi interrompessi? >> mi chiese con fare indagatorio.

Sapevo che non gli erano sfuggite le parole di Ashley, così come il mio sguardo addolorato. Tuttavia non volevo che gli pesasse ancora di più questa situazione, quindi preferii mentire.

<< Niente di cui devi preoccuparti. >>

<< Kristen non mi stancherò mai di dirti che non devi mentirmi. Lo capisco dal tuo sguardo quando non mi dici la verità. >>

Mi prese per mano e si sedette sul divanetto su cui prima ero distesa e mi fece sedere sulle sue gambe. Io sospirai ben sapendo che se Robert voleva la verità non avrei potuto fare molto per mentirgli ancora.

<< Mi ha chiesto se ricordavo qualcosa della notte in cui Angel è stata concepita. >>

L’espressione corrucciata nel suo sguardo mutò a preoccupata e poi a serena.

<< Sono sicuro che non l’ha fatto per male, Ashley è fatta così. Ti senti turbata per questo? So che è dura per te, ma non devi preoccuparti. >>

<< Robert, come faccio a non preoccuparmi? Come ho detto prima ad Ash, verrà il giorno in cui… in cui… >>

Era maledettamente difficile dirglielo, ma ancora una volta lui mi venne in aiuto.

<< In cui dovrai dire a Angel che non sono il suo vero padre? >>

Mi morsi un labbro e annuii. Lo sentii sospirare pesantemente e stringermi più forte.

<< Piccola, non pensare a questo. Io ti sarò vicino, non sarai da sola neanche un attimo. >>

Annuii e lo abbracciai, calmandomi all’istante. Tutte le preoccupazioni si dissolvevano come neve al sole ogni qual volta che lo avevo vicino.

<< Amore, ricordi il giorno che mi hai chiamato dicendomi che eri rimasta incinta? >>

Mi scostai da lui e annuii preoccupata. Sapevo cosa stava per dirmi e ancora i sensi di colpa mi sommersero.

 << Beh, forse non te l’ho mai detto chiaramente ma la prima cosa che ho pensato è stato a quella notte… >>

Lasciò la frase in sospeso e io capii subito a quale notte si riferiva. Due settimane prima di quel fatidico giorno io e Robert avevamo passato la notte insieme ed era stata la più bella della mia vita. Non sapevo bene cosa ci aveva spinto a farlo ma ricordo solo dei suoi occhi intensi che si specchiavano nei miei e poi quelle emozioni fortissime che solo con lui riuscivo a provare. Quando scoprii di essere incinta la mia mente volò a quella notte rendendomi ansiosa ma felice al tempo stesso, poi la notizia della dottoressa che ero alla sesta settimana, di conseguenza la data del concepimento risaliva non alla notte passata con Robert, ma a quella in cui mi ero risvegliata senza più alcun ricordo di ciò che era successo, a causa del troppo alcool in circolo nel mio corpo. Infatti la mia ginecologa mi aveva riferito che ero incita di sei settimane, mentre la notte con Robert risaliva a due settimane prima, quindi avrei dovuto essere all’ottava settimana.

<< In quel momento mi sono sentito felice e nonostante la delusione che ho preso in quello studio medico, nel constatare che non ero io il padre, nulla è riuscito ad eliminare del tutto quella forte emozione che provavo. Lo so, sembra impossibile, ma è così. Io non penso mai che non sono il padre biologico di Angel perché la amo già molto e non ho nessuna intenzione di lasciarvi. >>

Lo strinsi forte a me, emozionata dalle sue parole. Le lacrime di nuovo mi solcarono il viso. Avrei voluto anch’io che lui fosse il vero padre di mia figlia ma non aveva più importanza ormai, anche se sapevo che nel profondo Robert soffriva.

<< Quella notte è stata la più bella della mia vita… Ti Amo Robert, sei tutta la mia vita, insieme ad Angel. >> gli sussurrai in un orecchio.

Lui mi scostò un po’ da lui e mi regalò un bacio dolcissimo e cancellò le mie lacrime con le sue dita.

<< Ti Amo anch’io Kristen. >>

Sorridemmo entrambi e mentre le ultime luci del giorno ci illuminavano continuammo a guardarci negli occhi per un tempo interminabile.

 

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D’accordo ragazzi, spero di aver tenuto fede al mio proposito, sto aggiornando più velocemente e tra poco toccherà anche a New Life, per chi la segue ricordo che siamo quasi giunti alla fine!

Ringrazio come sempre chi legge questa storia e chi l’ha inserita nei preferiti e nelle seguite! Vi invito sempre a dirmi ciò che pensate, perché è davvero importante per me!

Midnightsummersreams: Ciao! Grazie sei sempre gentilissima – me commossa – allora riguardo al papà della bambina, ci sono indizi come no. Ho spiegato la vera situazione e ho ripreso ciò che avevo accennato nel primo capitolo, ovvero la notte passata tra i due, che effettivamente c’è stata ma è avvenuta prima… ti lascio ai tuoi pensieri! XD XD XD Grazie mille, fammi sapere che ne pensi del capitolo, un bacio!

Ledyang: Ciao!!! Che bello, adoro il tuo entusiasmo, è contagioso! Sono tornata prima del previsto, fammi sapere cosa ne pensi, un bacione^^

Vika: Ciao, una nuova lettrice! Grazie davvero! Ti piacciono anche le altre storie Robsten? Oddio, mi rendi felice! Robert è come se fosse il papà di Angel, ma come dico sempre io le sorprese non finiscono mai ( oddio sembra la pubblicità dei rotoloni regina – simpatia portami via- XD) Beh, spero che questo capitolo ti sia piaciuto, vedrai non è ancora tutto finito… ( basta che parlo troppo ù.ù) Grazie ancora, un bacione!

Serve: Il mio angelo! Tesoro grazie, sei troppo buona con me! Hai ragione, la verità era che Angel era appunto per una bambina, ma non potevo subito svelarlo, quindi alla fine andava bene per entrambi, ma anch’io lo preferisco per una femminuccia! Grazie di tutto, non vedo l’ora di leggere ciò che pensi, un bacio ciao^^

Nessie93: Ciao, no tranquilla qui il macaco c’entra molto poco! Diciamo che ho ripreso una notizia che avevo già preannunciato nel primo capitolo, ma che può destare sospetti, almeno se io fossi lettrice comincerei con i viaggi mentali! XD Fammi sapere cosa ne pensi del capitolo! Un bacio^^

 

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Capitolo 7
*** Settimo Mese ***


                           Settimo Mese

 

Un altro mese era passato. La gravidanza andava piuttosto bene, tra i vari esami di routine e le coccole del mio magnifico fidanzato potevo ritenermi fortunata. In questo periodo i giorni sembravano passare velocemente, rendendomi nervosa e euforica al tempo stesso. Spesso mi fermavo a pensare, pregustando quali sarebbero stati i lineamenti del viso di mia figlia, di che colore sarebbero stati i suoi occhi, a chi avrebbe somigliato… e purtroppo era in questi momenti che il mio peggior incubo veniva a torturarmi. Alle volte speravo ardentemente che la piccola mi somigliasse molto e non solo per una questione di egoismo o orgoglio di madre, ma proprio per il fatto che non sapevo chi fosse suo padre. Mi maledicevo in tutte le lingue ogni qual volta mi soffermavo su questo particolare, non doveva importarmi. Angel era mia figlia e questo bastava. Robert mi sarebbe stato accanto senza alcuna remora e insieme avremmo formato davvero una famiglia.

Era il giorno in cui entravo ufficialmente al settimo mese e mi faceva sorridere vedere Robert sempre più agitato, per il fatto che ci avvicinavamo sempre di più alla nascita di Angel. Quel giorno però, mentre lo vedevo affacciato alla finestra del salone, della nostra casa, mi sembrava davvero preoccupato. Pensieroso, quasi. Non avrei voluto disturbarlo, ma dopo qualche minuto in cui vidi che non accennava a muoversi dalla sua posizione, mi avvicinai a lui, cingendogli la vita con le braccia, per quanto mi fosse possibile date le mie condizioni. Sentii Robert trasalire leggermente per via della sorpresa, ma poi portarmi davanti a lui e abbracciarmi dolcemente. Posò il mento sui miei capelli e sospirò varie volte.

<< Robert, cosa c’è? >> chiesi, disegnando cerchi immaginare sulla sua camicia.

<< Nulla, amore. Stavo solo pensando. >>

<< A cosa pensi? >> mormorai, stringendomi di più a lui.

Robert mi colse di sorpresa, prendendomi in braccio e sedendosi sul divano poco lontano. Una volta seduti, non accennò a scostarsi da me, ma al contrario mi strinse sempre di più e continuò a sospirare.

Non dissi nulla per alcuni minuti, in cui mi beai della sua vicinanza, ma ero preoccupata per quello strano atteggiamento. Che si sentisse in difficoltà, adesso? Forse ora la situazione diventava per lui sempre più concreta e ragionava su cose alle quali non aveva pensato? Eppure sapevo bene che Robert era molto felice, come me, quindi non capivo il motivo per questo suo improvviso cambio d’umore.

<< Penso ad Angel >>

Aspettai che continuasse, ripromettendomi di non pensare subito a cosa sbagliate. Robert non si sarebbe mai tirato indietro, lo sapevo.

<< Se tu sei d’accordo, pensavo di darle il mio cognome. Per me è mia figlia e anche se so che è solo una formalità, per me rappresenta una cosa importante. >>

Rimasi a guardarlo stupita. Non mi sarei mai aspettata questa sorpresa. Effettivamente non ci avevo mai pensato, o per lo meno non avevo dato peso a questo particolare.

Sorrisi emozionata e tornai a stringermi a lui.

<< Certo che sono d’accordo, amore >>

Lo sentii ricambiare con forza la mia stretta e sospirare di sollievo. Mi scostai di nuovo da lui e lo scrutai a lungo. Aveva forse paura che io non accettassi? E come avrei potuto?

Con dolcezza, gli carezzai il viso e lui felice come non mai e finalmente rilassato mi baciò con trasporto.

<< Ti amo da morire, Kristen Stewart >>

<< Ti amo anch’io, Robert Pattinson >>

Quel giorno fu tra i più belli  della mia vita. Qualche giorno dopo mi disse che doveva andare al compleanno della ragazza di un suo amico e insistette a chiedermi se per me andava bene. Naturalmente gli risposi di si, volevo che lui continuasse a vivere tranquillo senza nessun tipo di oppressione.

<< Sei davvero sicura? Perché posso rimanere con te. >>

Sorrisi e gli allacciai le braccia dietro il collo. Lo baciai teneramente e gli accarezzai una guancia.

<< Amore, vai pure. Sono felice se passi una serata con i tuoi amici. >>

<< Non so a che ora torno, tesoro. Non aspettarmi sveglia. >>

Mi diede un bacio sulla fronte e poi andò in camera a prepararsi. Io sospirai e mi sedetti sul divano preparandomi a stare senza di lui quella sera. Poteva sembrare esagerato ma ero talmente abituata ad avere Robert accanto a mi sembrava strano stare senza di lui.

Tuttavia era giusto che lui fosse libero di uscire con i suoi amici e di avere i suoi impegni.

Presi il telecomando e accesi la televisione, guardandola con disinteresse, accarezzandomi con una mano la pancia ormai ben sviluppata. Sorrisi, non mancava molto ormai e ogni giorno che passava mi sentivo sempre più emozionata al pensiero che avrei potuto tenere in braccio la mia Angel.

Mi distrassi dai miei pensieri quando vidi Robert raggiungermi. Indossava un paio di jeans, una camicia e una giacca in pelle, più un cappellino. Lo guardai con un sorriso. Amava vestirsi così quando era lontano dai riflettori. Eppure a me piaceva molto anche in questo abbigliamento.

Mi sorrise di rimando e una volta vicino a me, mi accarezzò i capelli per poi scendere sulla guancia dove si chinò per posare un lieve bacio.

<< Mi raccomando mangia quello che c’è nel forno e poi vai a letto, che hai bisogno di riposo. >>

Alzai gli occhi al cielo esibendomi in un espressione fintamente disperata. Robert si comportava peggio di mia madre. Era però adorabile quando si prendeva cura di me, mi faceva sentire protetta e sicura.

Lo sentii ridere per poi darmi un buffetto sul naso e avviarsi verso la porta d’ingresso.

<< Comportati bene >> gli urlai prima che chiudesse la porta e lo sentii ridere di più.

Scossi il capo divertita ma anche preoccupata. Robert era un bellissimo ragazzo e io diventavo gelosa al solo vedere il trasporto con cui le sue fan lo veneravano.

Fin ora il mio fidanzato non mi aveva mai dato modo di essere gelosa, anche se non erano solo le fan a preoccuparmi ma anche le attrici con cui lavorava e con cui avrebbe lavorato. Non dovevo essere paranoica ma era nella mia natura essere gelosa, ma non tanto da diventare possessiva.

Sapevo che per lui ero qualcosa d’importante e dopo tutto quello che mi aveva dimostrato, amando un figlio che non era suo, solo per starmi vicino, non potevo dubitare di lui.

Sospirai ancora e spensi la televisione per andare a mangiare qualcosa in cucina. Nel mentre ricevetti un paio di telefonate, da parte di mia madre e di quella di Robert. Tamburellavo le dita sul tavolo con un sorrisino sul volto nel sentire le loro solite raccomandazioni.

Sbadigliando uscii dalla cucina e decisi di andare a letto a leggere qualche libro lasciato in sospeso. Avevo paura di addormentarmi sul divano e chissà che ramanzina mi avrebbe fatto Robert se mi avesse trovato lì al suo ritorno.

Non feci in tempo a leggere qualche pagina che mi addormentai dopo poco tempo. Quando mi svegliai allungai una mano verso la parte di letto dove stava Robert, istintivamente, ma al suo posto sentii qualcosa di duro. Mi sollevai, stropicciandomi gli occhi con una mano e mi accorsi che c’era un piccolo vassoio posto sul letto, accanto a me.

Sorrisi nel vedere una rosa bianca e una rossa all’interno di un piccolo vasetto. Le afferrai e ne aspirai il profumo. Robert era sicuramente il fautore di quel bellissimo gesto. Posai le rose e vidi che c’erano tantissime cose diverse per colazione. Inutile, non l’avrebbe mai smesso di viziarmi!

In quel momento si aprì la porta della stanza e Robert venne verso di me sbadigliando sonoramente. Si sedette sul bordo del letto, vicino a me, con gli occhi mezzi chiusi e scombinandosi con una mano i capelli.

Risi di quella visione e mi gettai tra le sue braccia. Sembrava un cuccioletto appena uscito dal letargo. Lui ricambiò la mia stretta e mi cullò per un po’.

<< Rob, dovevi rimanere a dormire e non svegliarti così presto per me. >>

<< Per voi. >> mi sussurrò in un orecchio lasciandovi un bacio.

Io sorrisi beata e mi strinsi di nuovo a lui.

<< Kris, mi dovevo far perdonare per essere arrivato tardi ieri sera. >>

<< Non ti devi far perdonare di nulla! Piuttosto ti sei divertito? >>

Mi imbronciai per finta facendogli capire la mia allusione e lui si distese nuovamente a letto portandomi con lui.

<< Sì, ma è difficile stare tranquillo quando non sei con me. Avevo paura che litigassi con il forno o inciampassi nel filo del telefono, oppure… >>

Gli tappai la bocca con una mano, dandogli un piccolo scappellotto sulla nuca. Mi credeva così sbadata?!?

<< E’ così eh? >>

Ridemmo entrambi, finché non si risollevò e mi invitò a mangiare cosa aveva preparato, riprendendo a sbadigliare.

Io gli premetti una mano sulla spalla per far si che si distendesse e dormisse. Era ancora troppo presto per uno che di sicuro era arrivato molto tardi.

<< Lo sai che ho sempre paura quando non sei con me. Sei la cosa più importante della mia vita. >> mormorò mentre io mangiavo qualcosa.

Mi bloccai e lo guardai con gli occhi lucidi. Anche lui era la cosa più importante della mia vita, insieme ad Angel.

Mi osservava con un sorriso leggero e allungò una mano per accarezzarmi i capelli.

Passarono alcuni minuti prima che Robert si addormentasse e io misi tutto a posto e mi diressi in bagno per farmi una doccia.

Quando uscii dal bagno e andai in camera per vestirmi, diedi un occhiata all’orologio della cucina che segnava le dieci in punto. Prima che riuscissi a raggiungere la camera da letto suonò il citofono.

<< Sì? >> dissi al citofono, tenendomi con una mano l’asciugamano che avevo ancora addosso.

<< Kris, sono Ashley! Posso salire? >>

<< Oh, sì, sì certo. Sali Ash. >>

Non appena salii la vidi posare un numero considerevole di buste sul divano e io scossi la testa con un sorriso.

<< Ash, ma così la vizi Angel, ancor prima di nascere! >>

<< Per me è un piacere! Ehi, ma ti ho disturbato? >> disse indicando l’asciugamano che avevo ancora addosso.

<< No, non ti preoccupare. Tu, siediti pure io mi cambio e torno subito. >>

Dopo qualche minuto tornai da lei e la trovai seduta sul divano con una rivista in mano.

<< Grazie, Ash. >> dissi schioccandole un bacio.

<< Di nulla. Tesoro, io devo andare, ti ho portato qualche rivista. Mi raccomando sta attenta e salutami Robert! >>

Abbracciai Ashley sulla soglia della porta e infine la salutai con un sorriso. Era davvero un’ amica dolcissima.

Dopo aver messo a posto le cose che aveva regalato ad Angel, nella sua stanzetta, mi sedetti nuovamente sul divano e sfogliai distrattamente la rivista che mi aveva lasciato Ashley. Dopo aver sfogliato alcune pagine mi fermai ansiosa. Una foto ritraeva Robert seduto all’interno di una macchina guidata da Kate Perry. Probabilmente era stata scattata la notte scorsa, ma non sapevo che ci fosse anche la cantante. Robert era tornato con lei?

La cosa mi innervosiva anche se sapevo che non potevo dubitare di Robert. Era tornato da me e nonostante la stanchezza non aveva smesso di pensare sia a me che ad Angel. Sbuffai nel leggere le didascalie che riportavano un presunto flirt tra i due. Non ci credevo affatto, neppure lo pensavo.

Sbuffai innervosita. Odiavo i paparazzi, che non facevano altro che ricamare sopra a qualsiasi notizia facendola passare per chissà quale scoop. In realtà la cosa che mi irritava era vedere altre donne con Robert. Avevo ancora quell’insicurezza dovuta al fatto che gli stavo facendo condurre una vita piuttosto monotona e seria, invece lui avrebbe dovuto passare le sere con i suoi amici a divertirsi e questo a causa mia succedeva di rado. Nonostante tutte le mie raccomandazioni Robert voleva rimanere con me e io non potevo che essere felice di questa cosa.

<< Cos’hai da sbuffare, amore? >>

Robert si sedette accanto a me e mi sfilò il giornale dalle mani. Non mi ero accorta che si era alzato.

<< Tu non dormivi? >> gli chiesi passandogli una mano tra i capelli.

<< Si, ma mi sono risvegliato. Tanto valeva alzarsi. >>

<< Mi dispiace, è colpa mia. >>

Lui mi prese la mano ancora tra i suoi capelli e le baciò, prima di stringerla nella sua.

<< Non dire sciocchezze, Kris. >>

La sua espressione si corrucciò e guardò con interesse la foto che avevo visto poco prima. Dopo qualche secondo, con un gesto stizzito la chiuse lanciandola accanto a sé e chiuse gli occhi appoggiando il capo allo schienale del divano.

<< Odio i paparazzi, non hanno di meglio da fare che scrivere cavolate. >>

Io annuii e poggiai il capo sulla sua spalla.

<< Quindi ieri eri con Kate Perry? >> dissi, non riuscendo a trattenermi.

Lui mi scostò un po’ da sè e mi guardò negli occhi.

<< Si, Kris. Sono tornato a casa con lei. E’ stata così gentile da darmi un passaggio perché i miei amici erano troppo ubriachi, come potrai immaginare. >>

Mi detti mentalmente della stupida, vedendo l’espressione dubbiosa sul viso del mio fidanzato. Non c’era nulla di male ed era palese che non fosse successo nulla, dato che ero tornato a casa con me. Purtroppo le mie insicurezze mi giocavano dei brutti scherzi.

<< Stai forse pensando cose sbagliate? Credi che sia successo qualcosa con Kate? >> disse con tono irritato.

<< Robert, non penso cose del genere. Ho solo visto questa foto e ti ho fatto una domanda. >>

Mi alzai e mi diressi in cucina per prendermi un bicchiere d’acqua. Non ero arrabbiata ma non c’era nulla di male a chiedere. Sapevo cosa Robert provava con me, ma era pur sempre il mio fidanzato e la gelosia c’era sempre.

Mi sentii abbracciare da dietro e mi abbandonai sul petto di Robert.

<< Scusami, Kris. Solo che sai quanto ti amo e mi da fastidio pensare che tu possa credere a ciò che scrivono nei giornali. >>

<< Ma io… >>

Mi voltò, interrompendomi e mi baciò con trasporto. Allungai le braccia sul suo collo e mi avvicinai di più a lui, per quanto la mia pancia me lo permettesse.

<< Non dubitare mai di me, Kristen. >> disse quando il nostro bacio finì.

<< Non dubito. >>

Ritornammo al divano e dopo avermi coccolato a lungo Robert si addormentò nuovamente. Poverino, doveva essere molto stanco.

Mi alzai, buttando un occhio alla cucina. Avrei dovuto fare qualche spesa, ma non volevo svegliare Robert. Si sarebbe svegliato tardi sicuramente e poi non avevo altro da fare. Sarei potuta uscire, anche se di solito a causa dei paparazzi uscivo con la mia guardia del corpo. Tuttavia succedeva spesso che uscivo da sola, sapevo come evitare di farmi notare. Le notizie su una mia presunta gravidanza viaggiavano su tutti i giornali già da qualche mese. Non erano ancora riusciti a fotografarmi, o meglio, l’avevano fatto ma i miei abiti larghi e scuri non aveva reso chiare le cose, anche se al settimo mese di gravidanza non c’era più nulla che si potesse nascondere. Senza contare che non volevo che fosse più una cosa segreta. Ne avevo parlato con Robert e se un giorno i paparazzi mi avrebbero scoperto, avrei ammesso tutto senza problemi. Volevo preservare la mia gravidanza, lontana da ogni tipo di discussione ma sapevo che non ci sarei riuscita.

Mi preparai per uscire e dopo aver cercato di sistemare meglio Robert sul divano, mettendogli il capo su un cuscino, me ne andai, lasciandogli solo un biglietto, nell’eventualità che si fosse svegliato prima del mio ritorno.

Afferrai la borsa e uscii. Respirai appieno l’aria smossa dalla brezza del periodo invernale. Mi strinsi la sciarpa intorno al collo e feci una passeggiata fino ad arrivare al market. Non mi soffermai nel guardare i negozi, se non distrattamente, altrimenti mi avrebbero notato più facilmente. Erano rari i momenti in cui potevo uscire da sola e un po’ mi dispiaceva. In ogni caso il mio lavoro mi vietava molte delle cose normali che mi piaceva fare.

Mi fermai al semaforo, in attesa di poter attraversare la strada, quando diversi flash impazziti mi investirono in pieno. Come avevo previsto i paparazzi mi aveva trovata. Sbuffai e mi strinsi nel giubbotto. Ignorai i loro richiami e mi apprestai ad attraversare, quando sentii qualcosa urtarmi. Il piede mi scivolò sul bordo del marciapiede e non riuscii in alcun modo ad evitare la caduta, fin quando non caddi su un fianco.

Il respiro mi si mozzò nel petto e un forte dolore all’addome mi fece gemere di dolore. Sentivo le persone affollasi attorno a me, mentre il paparazzo che mi aveva urtato mi prese per un braccio tentando di farmi rialzare. A quel gesto il dolore allo stomaco aumentò a dismisura. Mi piegai in due e le lacrime cominciarono a scorrere sul mio viso. Avevo il terrore che fosse successo qualcosa ad Angel. Sentivo a mala pena le grida di alcune persone che dicevano di chiamare un ambulanza. Io tentavo di respirare ma invano e stringevo le mani sul mio grembo, pregando che andasse tutto bene. Il terrore mi invase del tutto quando sentii le forze mancarmi. In lontananza avvertii il suono di una sirena e mi accasciai tra le braccia di chi mi sosteneva, pregando per la mia bambina.

Non seppi quanto tempo passò, né cosa successe. Quando aprii gli occhi incontrai una luce bianca e forte che mi infastidì. Ci volle qualche minuto prima che riuscissi a capire cosa stava succedendo, poi come un fulmine a ciel sereno il ricordo della caduta e del dolore mi colpì all’improvviso.

Istintivamente portai una mano sul mio grembo e ve ne trovai già un'altra poggiata sopra. Mi voltai appena e trovai lo sguardo preoccupato e severo di Robert.

<< Robert, m-mi dispiace… A-Angel… >>

Scoppiai in lacrime e lo sentii alzarsi e sedersi accanto a me, per poi stringermi tra le sue braccia.

<< Shh, stai calma Kris. Angel adesso sta bene anche se avete rischiato molto entrambe. >>

Mi scostai da lui, sollevata del fatto che mia figlia stesse bene. Lui mi asciugò il viso dalle lacrime e lessi paura e preoccupazione sul suo volto.

<< Hai avuto un principio di aborto, Kristen. >>

Io chiusi gli occhi e mi portai una mano al viso. Avevo rischiato di perdere la bambina e per cosa poi? Una stupida uscita. Ma come potevo immaginare che sarebbe successa una cosa del genere. Se quel paparazzo non mi avesse urtata non sarebbe successo nulla di tutto questo.

Chissà come si era spaventato Robert e tutto a causa mia.

<< L’ospedale ha chiamato i tuoi familiari, che a loro volta hanno chiamato me. Ho rischiato di morire di paura, Kris. Non è colpa tua quello che è successo ma d’ora in poi dovrai fare molta attenzione e soprattutto stare a risposo. >>

Annuii e sospirai stancamente. Mi sentivo la testa pesante e l’ansia avvolgermi.

<< Scusami, Robert. Se non fossi uscita tutto questo non sarebbe successo. >>

Lui mi baciò la fronte e mi strinse le mani nelle sue, cercando di incutermi calma.

<< Non devi scusarti piccola. Non hai fatto nulla di male. E’ stato quel bastardo ad avvicinarsi troppo a te e a farti cadere. Mi hai tolto dieci anni di vita, amore. >>

Io tolsi una mano dalle sue e gli accarezzai il viso. Lui chiuse gli occhi al mio tocco e sospirò.

<< Allora non avevo torto quando ti ho detto che avevo paura che cadessi. >>

Ci sorridemmo, ma non ebbi il tempo di dire nulla che dalla porta della stanza entrarono i miei parenti e tutti i nostri amici, preoccupati all’inverosimile. Io e Robert li tranquillizzammo sullo stato di salute di Angel e mi fecero promettere solennemente di fare molta attenzione e di riposare fino alla fine della gravidanza.

Grazie al loro affetto cominciai a sentirmi meglio e quando tutti se ne furono andati mi addormentai serena tra le braccia di Robert.

 

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Non linciatemi! Sono in ritardo, ma purtroppo ho tante storie da aggiornare e poi ho avuto qualche contest in scadenza! Vi ringrazio molto per le vostre recensioni e per le persone che continuano ad aggiungere la mia storia tra le preferite e le seguite!

Il “ momento difficile” era già previsto per questa storia, ma ho deciso di concludere questo capitolo senza insinuare alcun dubbio! State tranquilli tutto andrà bene, non farei mai succedere nulla di tragico ad Angel!

Rispondo alle mie adoratissime recensioni:

ledyang: Ciao, mi dispiace per il ritardo ma questa storia ha dei periodi un po’ più lunghi, in ogni caso spero che questo capitolo non ti abbia deluso! Per quanto riguarda il papà di Angel, vedrai che presto si saprà la verità, un bacio, ciao^^

midnightsummerdreams: Ciao, Chissà cosa succederà… sul fatto del papà di Angel le incognite sono parecchie. Non dico altro ma la tua ipotesi è interessante. Non ti levo la sorpresa! Un bacione^^

vika: Ciao! Sono davvero felice che la storia ti renda così entusiasta! Fammi sapere cosa ne pensi del capitolo, infondo sono certa che non rimarrai del finale di questa storia^^

serve: Ciao tesoro! Grazie mille, sono felice che anche quella one-shot ti piaccia! Sono anche contenta del fatto che questa storia ti interessi così tanto, davvero! Sai che ci tengo molto al tuo giudizio e non so perché ma di certo chissà quante me ne dirai quando leggerai questo capitolo! Però le cose andranno sempre bene, amo troppo la piccola Angel! Un bacione!

Nessie93: Ciao, scusami anche tu per il mega ritardo, ma non so cosa aggiornare prima! Indaga mi raccomando, aspetto le tue ipotesi! Comunque la verità non tarderà ad arrivare. Sono d’accordo con te su Robert e Kristen, li adoro! Grazie per la recensione, un bacione^^

Florence: Ciao! E’ davvero un piacere trovarti qui a recensire, spero che questo ritardo non ti porti a desistere dal farmi sapere cosa ne pensi. Ci tengo particolarmente e ti ringrazio per la recensione. La verità sul papà di Angel verrà fuori! Non lascerò inconclusa questa storia, ma purtroppo tra università e vari aggiornamenti non riesco a rispettare i tempi che vorrei. Un bacio, ciao^^

 

Concludo con il farvi i miei auguri per il nuovo anno! Spero di ritrovarvi di nuovo tutti qui e io non tarderò a farmi sentire! Angel sta per finire e ho messo il prossimo aggiornamento tra le mie priorità!

Purtroppo questo capitolo non è betato, perché ho finito tardi di scriverlo e per evitare di farvi attendere ho deciso di postare oggi, quindi scusate eventuali errori che mi sono sfuggiti!

Ancora Auguroni a tutti!^^

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Capitolo 8
*** Ottavo Mese ***


              Ottavo Mese

 

Sbuffavo ininterrottamente da almeno mezzora. Sfogliavo distrattamente l’ennesima rivista scandalistica che annunciava la nascita imminente di mia figlia. Diverse foto mie e di Robert erano sovrapposte, con varie didascalie. Naturalmente dopo l’incidente vedendo Robert accorrere da me e comportarsi in quel modo così dolce e affettuoso, aveva fatto si che tutti credessero che Angel era sua figlia. Per me era ormai davvero così. Sia io che Robert non confermavamo le ipotesi, ma non smentivamo nemmeno.

Avevo giustificato il mio silenzio sul fatto di essere incinta per rispetto della mia privacy e naturalmente non erano mancate lettere da parte dei fan. Da una parte mi faceva piacere ma non mi sarebbe dispiaciuto mantenere segreta la mia gravidanza, solo per evitare tutte queste pressioni.

D’altra parte ero alla fine della gravidanza e adesso che tutti sapevano non avevo problemi nel nascondere la mia condizione. In ogni caso nulla avrebbe potuto rovinare la mia felicità. Angel sarebbe nata tra un mese circa e io ero davvero al settimo cielo, nonostante l’agitazione.

Robert quando non lavorava stava sempre con me, ma per il momento avevamo deciso di non essere effettivamente concreti sulla natura della nostra relazione ma dopo la nascita della piccola avremmo detto tutto.

Mi alzai dalla sedia su cui ero seduta, buttando in un angolo le riviste che stavo osservando svogliatamente. D’istinto entrai nella stanzetta che Robert aveva comprato ad Angel e mi avvicinai alla culletta, accarezzando il grosso peluche a forma di Angelo. Ricordavo perfettamente la prima volta che l’avevo visto. Robert aveva fatto ad Angel un regalo bellissimo.

Guardai la piccola culletta rosa, a forma di piccolo letto a baldacchino e scostai le leggere tendine rosa, con una mano, immaginando già il momento in cui avrei posto lì mia figlia.

Non seppi quanto tempo passai lì dentro, fin quando non sentii due braccia forti cingermi le spalle e un dolce bacio posarsi sui miei capelli. Ben sapendo di chi si trattava sorrisi e mi appoggiai a quel torace ampio e forte.

Mi voltai tra le sue braccia, gli presi il viso tra le mani e lo baciai dolcemente. Lui mi strinse di più a lui, per quanto le mie condizioni lo permettevano e ricambiò il bacio facendolo diventare passionale e deciso. Ci separammo quando eravamo ormai in riserva d’aria.

<< Piccola, ma tu ci stai a riposo? Ti vedo sempre in piedi… >>

Sospirai e mi andai a sedere sul divano del salone. Robert era molto preoccupato per me, come tutti i nostri amici e parenti del resto.

<< Sì, Rob. Solo che non posso stare sempre ferma. >> ammisi sbuffando.

Lui sorrise e andò in cucina per poi tornare con una lattina di birra in mano.

<< Purtroppo devi, soprattutto dopo ciò che è successo. Tra l’altro sei ormai alla fine della gravidanza quindi devi fare attenzione. >>

Non risposi e guardai fuori dalla porta - finestra del salone.

<< Stasera prometto di farti uscire un po’, va bene? >>

Lo guardai curiosa e lui mi sorrise.

<< Ho una sorpresa per te. >>

Sorrisi anch’io, contenta di fare qualcosa di nuovo e curiosa riguardo a ciò che Robert aveva preparato per me.

<< Quindi stasera usciremo? >> chiesi con un sospiro di sollievo.

<< Si. Ormai non mi importa più nulla di ciò che pensano gli altri. Se ci vedranno, non mi importa nulla. E’ ora che tutti sappiano. >>

Io mi persi nel vedere la sua espressione terribilmente seria. Ormai c’era ben poco all’immaginazione riguardo alla nostra relazione. Sinceramente ero stanca di dovermi nascondermi, quindi mi sarei rilassata e sarei uscita con il mio ragazzo. Sapevo che se qualcuno ci avesse fatto delle domande Robert non avrebbe esitato a dire che Angel era sua figlia e per certi versi lo era davvero.

La mattinata passò velocemente e Robert uscì nel primo pomeriggio per delle commissioni personali, quindi mi annoiai davanti alla tv, oppure a leggere riviste. Erano giorni che mi sentivo irritata e annoiata ma sapevo che tutto ciò era dovuto al mio stato.

Certe volte ero arrivata persino a rispondere male a Robert, per poi scoppiare in lacrime a causa del senso di colpa. Fortunatamente avevo un ragazzo fantastico che sapeva capirmi e riusciva sempre a perdonarmi, comportandosi in modo sempre dolce e rispettoso. Spesso, però, lo vedevo stanco e scostante e mi preoccupavo che tutta questa situazione gli pesasse molto. In fondo io pensavo sempre che fosse così, ma lui faceva sempre qualcosa che mi faceva ricredere.

La nostra non era una situazione semplice e nonostante i nostri alti e bassi Robert era davvero un ragazzo unico e non potevo desiderare di meglio.

Tutte le volte che avevo sentito parlare di donne in gravidanza e dei loro sbalzi d’umore stentavo a crederci, eppure mi rendevo conto come tutto questo fosse capitato anche a me. Oltre al fatto di essere diventata più lunatica del solito, tutte le mie emozioni erano amplificate. Una sera avevo fatto una scenata di gelosia a Robert solo perché l’avevo visto insieme alla sua co-star in una foto della premier del suo nuovo film. Sapevo che era stupido ma non ero riuscita a trattenermi, finendo con il far arrabbiare anche lui.

Come sempre Robert aveva capito e mi aveva dato il tempo per calmarmi e poi si era scusato per essersi arrabbiato con me. Come se c’è ne fosse bisogno! Lui mi aveva regalato la sua vita e ciò che faceva per me ogni giorno era indescrivibile, soprattutto data la situazione in cui ci trovavamo.

Mi riscossi dai miei pensieri e gettando un occhiata all’orologio del salone vidi che erano appena le quattro. Robert mi aveva detto che sarebbe passato a prendermi poco prima delle otto e che prima di quell’ora non sarebbe potuto tornare, quindi avevo ancora molto tempo.

Sbuffai non sapendo cosa fare. Mi alzai con cautela e mi guardai intorno, indecisa sul da farsi. Camminai per arrivare alla terrazza e feci massima attenzione, perché avevo sempre la paura di cadere. Da quell’incidente in cui avevo rischiato l’aborto ero sempre in allerta, anche nel fare le cose più banali. Una volta fuori feci un respiro profondo e prima di sedermi sulla piccola panchina in ferro battuto lì vicino, presi una rosa bianca e annusai il suo profumo.

Una volta seduta guardai il panorama e ammirai la mia città. A causa del mio lavoro non riuscivo stare poi molto tempo a casa, ma grazie ad Angel era molto tempo che riuscivo a starci.

Los Angeles… la piccola Angel non poteva nascere in luogo migliore!

Con la coda dell’occhio vidi che c’era qualcosa poggiato accanto a me e allungando la mano per prenderlo mi resi conto che era un portafotografie. Non l’avevo visto ma supposi che fosse di Robert. Aveva una copertina in pelle e un piccolo laccio che lo teneva chiuso. Lo sciolsi e l’aprii. La prima foto ritraeva un bambino con i capelli corti e biondi. Gli occhi erano tra il verde e l’azzurro e li riconobbi subito. Sorrisi, guardando fotografie simili, che ritraevano Robert quando aveva più o meno quattro o cinque anni. Era davvero bello già da piccolo!

Notai che era un album particolare, c’erano foto delle sue sorelle e per sino dei suoi genitori da piccoli, però nessuna foto di tutti loro da adulti.

All’improvviso mi illuminai. Robert me ne aveva parlato. Era un album che racchiudeva fotografie della sua famiglia, ma solo da bambini! Era una loro tradizione e sapevo che ci teneva moltissimo.

Osservai con il sorriso sulle labbra Robert con il musetto sporco di cioccolato o le mani impasticciate di marmellata. Risi quando lo vidi atterrato dalle sue sorelle, che si erano buttate su di lui!

Una foto tra tutte mi colpì, ovvero vederlo con le piccole manine sfiorare i tasti del suo pianoforte. Doveva essere stata una passione per lui, fin da piccolo.

Mi stupii quando trovai alcune mie foto di quando ero bambina. Ma dove diavolo le aveva prese? Sicuramente in una delle tante volte in cui eravamo andati a casa mia, senza farmene accorgere, oppure si era messo d’accordo con mia madre. Ultimamente andavano d’amore e d’accordo quei due!

Ma che perché aveva messo le foto lì? Mi aveva detto che era una cosa che riguardava la sua famiglia…

Non riuscii veramente a stupirmi che avesse inserito me in una cosa così importante per lui.

Continuai così fino alla fine dell’album e notai che c’erano alcune pagine vuote. Stavo per chiudere il portafoto, distrattamente, quando lo riaprii e tornai a quelle ultime pagine. Mi era sembrato di vedere un piccolo post- it attaccato lì.

Sgranai gli occhi quando capii di cosa si trattava. Il nome di Angel era scritto su quel bigliettino, appiccicato in quella pagina vuota. Quindi lui voleva inserire anche le foto di Angel.

Mi asciugai una lacrima solitaria, dovuta alla commozione. Era davvero troppo e inspiegabilmente dolce ciò che stava facendo per me.

Richiusi con cura l’album e lo rimisi dove lo avevo trovato.

Scesi e tornai al piano di sotto. Diedi un occhiata all’orologio che avevo al polso e vidi che mancava più o meno un ora all’arrivo di Robert, quindi mi feci una doccia e indossai una gonna e una maglia comoda. Purtroppo nelle mie condizioni non potevo fare altro.

Ero intenta a sistemarmi i capelli, quando sentii la porta di casa aprirsi e poi richiudersi di nuovo. Guardai di nuovo l’orologio, credendo di aver fatto tardi però notai che era Robert ad essere in anticipo. Non poteva che essere lui la persona che era appena entrata in casa.

Poco dopo infatti il mio ragazzo fece la sua comparsa, bello come sempre. Aveva un sorriso stanco sul viso e io lo raggiunsi. Gli accarezzai una guancia e  notai quanto fosse stanco.

<< Robert, se non ti va più di uscire, non fa nulla. >>

Infondo se era stanco non doveva uscire solo perché me l’aveva detto. Faceva fin troppo per me e non potevo chiedergli ancora molto.

<< Amore cosa dici? Non dopo tutto quello che ho fatto >> disse per poi coprirsi la bocca con una mano.

<< Perché cos’hai fatto? >>

Misi le mani sui fianchi con un sorriso luminoso sul viso. Ero contenta che era stato tutto il pomeriggio fuori solo per preparami una sorpresa, ma dall’altra parte non volevo che si stancasse troppo con me. Il nostro lavoro era già parecchio impegnativo, anche se era da otto mesi che non facevo più l’attrice, ma speravo di tornare presto  a fare ciò che amavo.

<< Niente domande. Se sei pronta possiamo uscire adesso. >>

Senza lasciarmi il tempo di rispondere mi prese per mano e mi condusse verso la porta di casa. Mi fece indossare il cappotto e prese le chiavi della macchina. Non mi dette il tempo di prendere la borsa che eravamo già fuori.

Scossi la testa, divertita da tutta quella fretta e cercavo di immaginare cosa avesse combinato questa volta quel pazzo del mio fidanzato.

Mentre eravamo in macchina lo guardai insistentemente. Era così bello e io mi sentivo fortunata che lui avesse scelto proprio me. Che mi amasse nonostante le difficoltà della nostra situazione e che volesse crescere un figlio non suo…

<< A cosa pensi mia bellissima dea? >> disse ricambiando il mio sguardo.

<< A te. >> risposi sincera, sorridendo.

<< A quanto sono bello? >> chiese facendo quel suo sorriso particolare, che faceva perdere la testa a molte donne.

<< Non solo, ma non montarti la testa! >>

Lui per risposta mi baciò il dorso della mano.

<< A me basta solo il tuo amore per essere felice. >>

Quelle parole mi colpirono dritte al cuore e io strinsi più forte la mano intrecciata alla mia, sul cambio della macchina.

<< Anche per me è così. Da quando ci sei tu la mia vita è cambiata e mi hai resa la donna più felice del mondo. >>

Robert si sporse verso di me e mi baciò dolcemente per pochi secondi, approfittando del fatto che eravamo fermi a un semaforo.

<< Adesso mi dici dove mi stai portando? >>

<< Te l’ho detto: niente domande. >>

Io risi e mi misi comoda sul sedile, nel frattempo che Robert guidava verso una meta a me sconosciuta.

Passarono diversi minuti, finchè vidi che ci avvicinavamo sempre di più a Venice Beach, una parte residenziale e balneare che si trovava a Ovest di Los Angeles. Era un posto bellissimo e mi sorpresi che Rob mi avesse portato proprio lì.

Fermò la macchina sulla strada a ridosso della spiaggia e venne ad aprirmi lo sportello, aiutandomi a scendere. Non dissi nulla ma mi lasciai guidare da lui verso la spiaggia.

 Era uno spettacolo incredibile, specie al tramonto.  Sorrisi a Robert, che mi guardava con un sorriso.

<< Le sorprese non sono ancora finite. >>

Solo quando lui mi fece cenno di guardare vicino all’ Oceano vidi un piccolo tavolino, dove due uomini con una divisa bianca ci attendevano.

Quando fummo più vicini rimasi a bocca aperta. C’erano diversi piatti coperti e due candele al centro del tavolo.

Non avevo parole e non capivo come avesse fatto Robert a organizzare tutto quello.

Lo abbracciai di slancio, per quanto la mia pancia lo permettesse e lui rise piano e profondamente al mio orecchio.

<< Direi che la sorpresa ti è piaciuta. >>

<< Molto di più, amore. Ma come hai fatto a fare tutto questo? >>

Lui mi poggiò un dito sulle labbra e mi fece sedere sulla sedia che uno dei due camerieri aveva spostato per me.

Mi sedetti con il cuore in gola per l’emozione. Era un panorama molto suggestivo. Quella spiaggia mi ricordava le serate con i miei amici e ora ritrovarmi lì con l’uomo che amavo mi riempiva di gioia. Mai avrei immaginato una cosa simile, ma infondo Robert sapeva sempre come stupirmi e rendermi felice, anche nelle piccole cose.

Sospirai e scossi la testa incredula.

Robert era seduto di fronte a me e mi guardava con un sorriso.

<< Sai sono molto nervoso per ciò che succederà dopo che quasi non riesco ad aspettare di mangiare. Ma lo farò perché voglio che ti goda fino in fondo questa serata e soprattutto vorrei che tu la ricordassi per sempre. >>

Io allungai una mano sul tavolo fino a prendere la sua, che giocava nervosamente con una posata.

<< Robert ricorderò per sempre ogni momento passato con te. >>

Lui mi sorrise e strinse più forte la mia mano, guardandomi emozionato.

<< E poi cosa vuol dire “ per quello che succederà dopo” ? Rob cos’hai fatto?! >>

<< Eh no! Avevamo detto: niente domande! Non ti ricordi più? >>

Io mi tirai indietro appoggiando la schiena alla sedia, con uno sguardo spiacente.

<< E’ vero, hai ragione. >>

Ridemmo entrambi per poi mangiare quelle prelibatezze che Robert aveva fatto preparare. Alcuni piatti non li avevo mai mangiati perché erano tipicamente inglesi e Robert se li era fatti preparare apposta, perché erano cose che a lui piacevano molto e voleva farle assaggiare anche a me. Altri invece erano proprio i miei piatti preferiti.

Non smettemmo mai di guardarci negli occhi durante la cena e io ammirai il suo sguardo così dolce e profondo, capace di farmi sciogliere il cuore ogni volta.

Quando arrivammo all’ultima portata, i camerieri liberarono il tavolo e lasciarono al centro il piatto coperto, per poi allontanarsi.

Io guardai Robert che nel frattempo si era alzato in piedi e mi si era messo alle spalle. Non mi dette il tempo di fare ne di dire nulla, perché si abbassò sulle ginocchia, di lato rispetto a me, e mi poggiò una mano sulla pancia.

<< Kristen, sono tante le parole che vorrei dirti adesso, ma l’emozione è talmente forte che non so da che parte cominciare. >> rise nervosamente e io gli accarezzai una guancia.

<< La prima volta che ti ho vista è stata guardando un film. Un tuo film. Ho subito pensato che avevi qualcosa di speciale e mi sentivo attratto irrimediabilmente da te. Pensavo che fosse una cosa impossibile dato che non ti avevo mai conosciuto di persona, così per placare quel terribile bisogno che avevo di conoscerti mi sono presentato al provino di Twilight. In quel momento ho capito che non avrei mai potuto fare a meno di te. >> disse guardandomi dolcemente.

Era vero, la prima volta che ci eravamo incontrati era da subito scattata quella scintilla. Mi aveva sconvolto, l’effetto della sua presenza era stato devastante per me e lo era tutt’ora.

<< Da quel giorno è stato un susseguirsi di gioie e dolori. Ti seguivo a distanza e facevo in modo di darti il mio appoggio e la mia amicizia, le uniche cose che potevo permettermi dato che eri legata ad un altro uomo. >>

Abbassò lo sguardo a queste parole ma io glielo feci rialzare, mettendogli una mano sotto il mento.

Erano stati anni difficili. Io con il tempo avevo capito che non era solo attrazione fisica quello che mi legava a lui, ma un sentimento ben più forte. Ma adesso le cose erano cambiate e non mi pentivo di nessuna delle mie scelte, perché non avrei mai potuto fare a meno di Robert.

Feci per dire qualcosa ma lui mi fece segno di lasciarlo continuare.

<< Mi sono innamorato di te, pian piano. Catturato da ogni tuo gesto e da ogni tuo sorriso, mi rendevo conto ogni giorno che eri tu la ragione della mia vita. Quando eravamo lontani mi sentivo morire dentro e avrei voluto stare con te e non lasciarti mai. Ho passato notti intere dentro la camera dell’albergo di turno pensando a te, scrivendo canzoni sui sentimenti che provavo nei tuoi confronti, ma poi mi davo dello stupido perché tu potevi avere di meglio e sapevo che mi ritenevi soltanto un amico. >>

Avrei voluto interromperlo, per dirgli che questo era esattamente ciò che io avevo pensato per mesi, ovvero che ero solo un amica per lui e che tutt’ora non mi ritenevo alla sua altezza, ma lo feci continuare e ascoltai il resto delle sue parole con le lacrime agli occhi.

<< Quando ti ho confessato i miei sentimenti e tu mi hai detto che mi ricambiavi ma che non potevamo stare insieme per via della tua storia turbolenta con Michael, avrei voluto sparire dalla faccia della terra, perché fino ad allora ciò che mi aveva almeno in parte rincuorato era il fatto di non essermi ancora dichiarato a te. Quel giorno seppi che non avevo più possibilità, così decisi di concentrarmi sul mio lavoro e lasciare il mio cuore curarsi le sue ferite. >>

Le lacrime mi rigarono il volto senza che me ne accorgessi, fin quando Robert non prese a baciarmi le guance per asciugarle.

Quante volte mi ero disperata perché mi sentivo le mani legate. Da una parte la difficile relazione con Michael, dall’altra le difficoltà dovute al nostro lavoro, al fatto che non potevo dichiarare davanti a tutti il nostro rapporto. Tutto quello mi aveva distrutto perché io amavo Robert e quando seppi che anche lui mi amava, sprofondai ancora di più.

<< Le cose sono cambiate quando quella notte venisti da me, dicendomi che non riuscivi più a fare a meno di me e che mi amavi più di te stessa. >>

Sorrisi fra le lacrime. Era vero. Una notte non riuscivo a chiudere occhio, eravamo sul set del film di New Moon. Avevo deciso che me ne sarei fregata di tutto e di tutti. Avevo ormai lasciato Michael e se per i primi tempi io e Robert avremmo dovuto amarci in segreto, non mi sarei tirata indietro, in attesa di momenti migliori.

<< Quella fu la prima notte che passammo insieme. Finalmente avevo tra le mani la donna che amavo e sapevo che, qualsiasi cosa fosse successa, niente ci avrebbe separati. >>

A quelle parole lasciai le mani che mi stava stringendo e le portai automaticamente il viso. Quella fu la notte in cui io credevo che Angel fosse stata concepita. Quando scoprii di essere incinta i calcoli della dottoressa mi riportarono alla notte che avevo passato con uno sconosciuto, in preda all’alcool.

Ma come avevo fatto un errore simile?

Sebbene fossi felice della mia piccola Angel e di stare per diventare madre, non potevo non sentirmi in colpa nei confronti di Robert. Il nostro rapporto era molto solido e anche se eravamo distanti eravamo sempre rimasti fedeli l’uno con l’altro. Invece a me era successo, in una notte in cui non ero più io, di stare con un uomo che non era Robert e che neppure conoscevo.

Eppure lui mi aveva perdonato ed era rimasto al mio fianco, amando non solo me ma anche mia figlia, nonostante tutto.

Le mani di Robert mi riportarono al presente e mi strinsero a lui. Mi cullò per qualche minuto e poi mi allontanò da sé. Mi prese il viso tra le mani, cancellando le lacrime con le dita.

<< Non piangere amore mio. So a cosa stai pensando, ma lo sai quanto amo te e la piccola Angel. Se ti ricordi una volta ti dissi che la sento come mia figlia e dicevo la verità. Nonostante il fatto che non lo sia biologicamente, sono stato con te e con lei fin dall’inizio e non potrei non amarla. >> disse, accarezzandomi il ventre.

Io lo abbracciai di slancio e respirai profondamente, sentendomi sicura tra le sue braccia.

<< Stiamo affrontando insieme questa gravidanza e quando tu hai avuto quell’incidente ho creduto di morire. Ho avuto una paura tremenda per Angel e anche per te, ma quando ho saputo che stavate bene ho ripreso a respirare normalmente. Quello è stato uno dei tanti motivi che mi hanno convinto che la mia vita dipende da te e non esiste nessun altra donna con cui vorrei condividere la mia vita. >>

Mi guardava intensamente e io mi sentii quasi svenire. Era una dichiarazione stupenda, che non mi sarei mai dimenticata.

<< Adesso c’è solo una cosa che vorrei chiederti, ovvero se vuoi continuare a vivere con me per sempre e rendermi l’uomo più felice su questa terra. >>

Si sollevò e scoprii il piatto al centro della tavola. Mi portai una mano alla bocca, incredula davanti a ciò che vedevo. Una piccola scatoletta in velluto blu, faceva bella mostra di sé.

Robert la prese e si inginocchiò di nuovo davanti a me.

Mi prese una mano tra le sue e aprì la scatoletta che rivelò la presenza di un anello bellissimo.

La scritta nel cofanetto era firmata Bulgari e l’anello era una stupenda fascetta di oro bianco con al centro un diamante a forma di cuore, mentre ai lati aveva altri due piccoli diamanti incastonati.

<< Kristen Jaymes Stewart, vuoi sposarmi? >>

Mi sentii morire dall’emozione. Robert voleva davvero sposarmi? Non avevo parole, non riuscivo a fare nulla se non piangere di gioia.

<< Si, certo che voglio sposarti, Robert Thomas Pattinson! >>

Robert si alzò, portandomi con lui e mi baciò con passione fino a quando quel bacio si spense con inedita dolcezza.

Non riuscivo ancora a credere che Robert mi avesse chiesto di sposarlo, non me lo sarei mai aspettata. Ero tremendamente felice nel sapere che mi sarebbe rimasto accanto e mi avrebbe amata per sempre.

 Per lunghi minuti continuammo a baciarci, dimentichi di tutto il resto, con l’unica compagnia dell’incedere lento e cadenzato delle onde dell’Oceano e delle luci delle stelle.

 

 

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Eccomi qui! Xd
Lo so, lo so… siete molto, molto, MOLTO, M-O-L-T-O arrabbiati con me, vi capisco!
Purtroppo ho avuto un blocco e non sono riuscita a continuare. Probabilmente se avessi postato prima il capitolo sarebbe venuto in maniera del tutto diversa, infatti molte cose che ho scritto non erano messe “ nel programma”. Beh, ( direte voi) forse era meglio che postavo le idee di prima xD No, spero di no!!! Spero davvero che questo capitolo vi piaccia, perché mi è costato parecchio!

Era un momento che immaginavo da tanto nella storia di Angel e non sapevo come farlo apparire originale e non banale. Beh, la chiudo qui, sperando che non abbia in qualche modo deluso le vostre aspettative!^^

Aspetto le vostre opinioni! xD

Ledyang: Grazie!!! Sei sempre troppo gentile, spero che il capitolo ti piaccia, un bacione, ciao!!!

Midnightsummerdream: Ciao, tu dovresti essere Carla xD Sei davvero un segugio per questa storia, cerchi di trovare tracce che io giustamente vado lasciando, eheh, sono davvero contenta che tu ti sia fatta una teoria! Per quanto riguarda il gossip si, me ne serviva uno recente, quindi ho utilizzato quello! Il capitolo ti piace? Spero tanto di si! Sono riuscita a postare oggi alla fine, un bacione, ciao^^

Nessie93: Ciao^^  Come dicevo prima vado lasciando dubbi ma sono contenta che voi vi facciate delle teorie, come dico sempre è una storia particolare e che avrà diversi risvolti! Mi dispiace davvero tanto per l’attesa, il prossimo capitolo arriverà in un tempo davvero molto, molto più breve! Un bacio, a presto!

Erika1975: Ciao erika! Beh Kristen non ricorda nulla perché aveva veramente bevuto troppo, anche perché non essendo abituata ha fatto un macello, però c’è sempre un però xD Il padre biologico è importante sì, ma non quanto chi ha amato e cresce un bambino, almeno per come la penso. Non mi stancherò mai di dire che se il padre biologico abbandona un bambino, ancor prima che nasca, e questo viene seguito da una persona che lo ama come se fosse suo, beh come ruolo può ritenersi tranquillamente un padre! Scusami per questo papiro, ma sono davvero entusiasta di interagire con voi lettori! Spero che nonostante il ritardo, continuerai a seguirmi, un bacio, ciao!

Imaginary82: Ciao!! Oddio le tue idee mi hanno interessata parecchio, è quello che un po’ tutte pensate! Spero davvero che continuerai a seguirmi, perché ci possono essere delle sorprese, a presto ciao!

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Nono Mese ***


                       Nono Mese

 

Segnai un altro giorno, sul calendario. Ero ormai giunta all’ultimo mese di gravidanza e mi sentivo serena e agitata al tempo stesso. Mancava davvero poco alla nascita della mia piccola e immaginavo continuamente il suo viso, le sue piccole mani, i suoi occhi…

Sospirai con un sorriso e mi sedetti al tavolo della cucina, bevendo una tazza di caffè. Gettai un occhiata all’orologio appeso alla parete, poco sopra la cappa della cucina e vidi che mancava poco al risveglio di Robert. Quando era libero non si svegliava mai prima delle undici.

Oggi l’avrei avuto finalmente tutto per me, dato che era riuscito a prendersi una pausa dal suo nuovo progetto. Era il giorno del suo compleanno e gli avevo preparato una piccola sorpresa. Lui mi aveva fatto promettere che avremmo passato la giornata insieme e senza nessun festeggiamento. Solo noi due. Però avevo incrociato le dita mentre recitavo la mia promessa e gli avevo organizzato una piccola festa con i nostri amici più stretti e con i nostri genitori. Essendo a Los Angeles con me e non volendomi lasciare neanche per un momento aveva rinunciato ad andare a Londra dalla sua famiglia e nonostante fosse un bravo attore sapevo che gli dispiaceva molto.

L’idea iniziale era di organizzare tutto a Londra, ma sarebbe stato molto complicato per me portare i nostri amici lì, ma soprattutto Rob non me l’avrebbe mai permesso.

La data del parto era fissata tra due settimane, quindi dovevo stare attenta e a riposo.

Mi sembrava impossibile che finalmente tra pochi giorni avrei potuto vedere la mia piccola Angel.

Posai la mia tazza di caffè e mi alzai lentamente. Presi con attenzione il piccolo vassoio, con sopra poggiata la colazione che avevo preparato per Robert e mi diressi in camera da letto.

Lo trovai naturalmente addormentato, con un braccio sopra gli occhi. Posai il vassoio sul letto, nella parte dove dormivo io, facendo in modo che non si rovesciasse e poi mi andai a sedere dall’altra sponda del letto, accanto a Robert.

Gli accarezzai i capelli con una mano e lui tolse lentamente il braccio da sopra il viso e si girò di qualche grado per passarlo sotto al cuscino. Quella visione quasi mi tolse il respiro. Il suo viso era leggermente imbronciato e una leggera barba gli copriva la parte inferiore del viso.

Non mi sarei mai abituata a tanta bellezza. Ancora mi stupivo come un ragazzo così bello e così dolce avesse scelto proprio me e la mia vita difficile, invece di qualcosa di più semplice e normale.

Presi un bel respiro e gli carezzai una guancia, strofinando le dita sulla sua barba. Mi piaceva molto quel contatto. Robert si mosse ancora e poi sorrise leggermente, aprendo gli occhi e coprendo la mia mano con la sua.

<< Buongiorno Cucciola. >> disse con voce arrochita dal sonno, mentre era intento a stropicciarsi gli occhi come un bambino.

<< Buongiorno Amore mio, tanti auguri! >>

Gli cinsi il collo con le braccia e gli tempestai il viso di piccoli baci, che lo fecero ridacchiare, fin quando non mi fermai definitivamente sulle sue labbra. Ci baciammo lentamente per quelle che mi parvero ore, fin quando Robert non tuffò il viso tra i miei capelli e sospirò più volte, stringendomi a lui.

<< Questo si che è un bel risveglio! >> disse con voce più sveglia.

Risi e mi sollevai un po’, mentre lui faceva lo stesso, appoggiandosi alla testiera del letto. Nel fare quel movimento si accorse del vassoio e mi lanciò uno sguardo interrogativo.

<< Lo sai che quando posso mi piace viziarti. Poi oggi sono a tua completa disposizione, dato che è il tuo compleanno. >>

Il mio fidanzato sorrise sornione e mi guardò con aria maliziosa.

<< E’ proprio a mia completa disposizione, signorina Stewart? >>

Annuì con la stessa espressione, fin quando non risi di nuovo e gli stampai un bacio sulle labbra. Afferrai il vassoio e sempre con attenzione lo posizionai sulle sue gambe.

<< Beh, questo vuol dire che anche lei è a mia completa disposizione, Signor Pattinson. >>

Lui rise sotto i baffi, mentre finiva di bere il suo caffè.

<< Lo sono sempre, mia dolcissima musa. >>

<< Tu sei proprio un adulatore. >> pronunciai, facendolo ridere.

Aspettai che finisse la sua colazione e poi feci per portare di nuovo in cucina il vassoio, ma lui me lo impedì e lo mise a terra. Mi prese per i fianchi e mi fece sedere sulle sue gambe, con molta attenzione per la mia pancia. Poggiò una mano su di essa mentre io mi accoccolavo sul suo petto e nascondevo il viso sul suo collo.

Mi beai del suo profumo, che avrei riconosciuto tra mille e mi rilassai sentendo il calore della sua pelle.

<< Amore come ti senti oggi? Tra poco vedremo la nostra Angel. >>

Sospirai deliziata dalle sue parole. Adoravo il modo in cui diceva che Angel era sua, nonostante tutto.

<< Sì e sono molto agitata. >>

Lui mi strinse più forte e mi baciò i capelli.

<< Sei preoccupata per il parto? >>

Come faceva ad essere così dolce e gentile? Alzai il viso verso di lui e gli lasciai un bacio sul mento.

<< Un po’, ma sarà una cosa naturale e poi ho te vicino, quindi andrà tutto bene. >>

Mi guardò con il suo sorriso speciale e mi accarezzò la fronte e le guance con una mano. Ci fissammo per lungo tempo, fin quando il mio cellulare non cominciò a suonare. Robert si allungò sul comodino e fece per rispondere ma io fui veloce nel levarglielo dalle mani e rispondere.

<< Pronto? >>

Come mi aspettavo era Ashley e anche se tutti sapevano di non dover dire nulla al mio fidanzato riguardo alla sua festa, non volevo rischiare. Per cui sorrisi al suo sguardo interrogativo e gli accarezzai il viso.

<< Si, certo. Va benissimo ciò che stai facendo, mi fido assolutamente! Allora vengo per il solito orario? Perfetto! Sei un amica fantastica Ash! A dopo. >>

Chiusi il cellulare e lo buttai sul letto mentre mi stiracchiavo come una gatta.

<< Amore? >>

<< Sì? >>

Sorridemmo entrambi. Spesso lo chiamavo così solo per sentire la sua voce rispondermi. Mi piaceva avere la sua attenzione.

Mi baciò il naso e si alzò.

<< Senti Rob, più tardi devo andare da Ashley perché mi ha fatto il favore di comprarmi delle cose che mi servivano assolutamente per la bambina. Purtroppo mia madre non ha potuto e io non volevo arrivare all’ultimo momento. Il parto è tra due settimane ma non si sa mai! >>

<< Certo tesoro, ti accompagno. >>

Mi alzai anch’io e dopo aver posato il vassoio in cucina e aver sistemato la camera da letto, mentre lui si faceva una doccia, presi dall’armadio il mio regalo. Glielo volevo dare prima anche perché portarmelo senza destargli sospetti sarebbe stato impossibile. Fortuna che avevamo due parti separate dell’armadio perché non avrei potuto nascondere una chitarra come se niente fosse! Gli avevo regalato una chitarra vintage che lui cercava da diversi anni. La tenevo d’occhio da diverso tempo e grazie a un amico di mio fratello ero riuscita ad averla e la tenevo per questa importante occasione.

Dovetti sforzarmi per non ridere quando un giorno era tornato a casa con l’umore a terra dicendomi che la sua chitarra vintage era stata acquistata da qualcuno e che non c’era più in giro. Per tutta la sera si era lamentato del fatto che lui non era riuscito a capire dove si trovasse e chi l’avesse mentre chi l’aveva comprata se la stava godendo in pace. Era veramente dispiaciuto e io mi dovetti trattenere nel non dargliela subito. Chissà che faccia avrebbe fatto quando tra poco avrebbe scoperto che ero io la persona da lui tanto maledetta quella sera! Fortuna che ero un attrice e mi ero dimostrata più dispiaciuta di lui!

Posizionai la chitarra incartata in modo da non far capire subito cos’era dalla sua forma, sul letto e aspettai che uscisse dal bagno. Pochi minuti dopo accadde e io dovetti respirare più volte per riuscire a sopportare la vista di Robert con il corpo umido, con solo uno striminzito asciugamano attorno alla vita. Osservai ipnotizzata il movimento della sua mano mentre frizionava i capelli con un asciugamano.

Mi guardò malizioso e si avvicinò a me, abbracciandomi.

<< Sono onorato del tuo sguardo. >>

Lo guardai interrogativa.

<< Mi osservi come se fossi un gelato da… >>

<< Robert!!! >> lo bloccai prima che riuscisse a finire la frase.

Lui rise e mi scombinò i capelli mentre portava il suo sguardo verso l’oggetto ingombrante che si trovava sul nostro letto.

<< E quello? >>

Sorrisi e gli feci cenno di aprirlo.

<< E’ tuo. >>

Mi lanciò uno sguardo di rimprovero e si sedette, iniziando a strappare la carta.

<< Amore ti avevo detto di non fare nulla. >>

<< E io naturalmente non ti ho dato ascolto. >>

Lui sorrise ma continuò nella sua opera. Mi guardò curioso e io lo aiutai a scartare il suo regalo. Era pieno di carta e cellofan per non far capire di cosa si trattasse ma quando Robert vide la custodia della chitarra e di conseguenza la sua forma, si fermò a guardarmi impressionato. Scartò più velocemente la carta facendomi ridere e infine liberò la custodia. Quando l’aprii rimasi quasi abbagliata dal suo sorriso.

<< Amore mio! >>

Mi abbracciò di slancio sempre facendo attenzione alla mia pancia ormai di grandi dimensioni e mi baciò più volte.

<< Vita mia è bellissima, ma sei matta? Dove l’hai trovata? >>

<< Segreto. L’importante è che tu sia contento. >>

<< Contento è troppo poco. Ti Amo Kris. >>

Continuò a baciarmi e accarezzarmi per molto tempo, fin quando non mi lasciò e cominciò a vestirsi. Io tolsi tutta quella carta dal letto e la buttai nel cestino in cucina. Quando tornai lo trovai in piedi mentre studiava i particolari della sua chitarra.

Aveva il colletto della camicia messo male, sicuramente per la fretta di mettere mano al suo regalo, proprio come un bimbo davanti a un nuovo giocattolo. Mi avvicinai a lui e lo sistemai. Lui ne approfittò per darmi un ennesimo bacio e io risi rilassata.

<< Non finirò mai di ringraziarti. >>

<< No Rob, sono io che non smetterò mai di ringraziare te. >>

Lui posò la chitarra a un lato della stanza e tornò da me, stringendomi tra le sue braccia.

<< Smettila di dire queste cose. Sei la mia vita, come te lo devo dire? >>

Sospirai e lo abbracciai, felice. In quel momento sentii Angel scalciare ed essendo abbracciata a lui, anche Robert se ne accorse.

<< Ehi piccolina, hai fretta di uscire? >> disse alla mia pancia.

<< Mi sa di si. Sai ultimamente mi sento un po’ strana, ma penso sia perché sta per nascere. >>

Lui mi guardò con un cipiglio.

<< In che senso ti senti strana? >>

Io mi sedetti sul letto e mi accarezzai la pancia, sentendo ancora Angel scalciare.

<< Stai tranquillo amore, ho parlato con la dottoressa e mi ha detto che essendo vicina al parto è normale sentire la bambina muoversi di più. Però mi sembra di avvertire sempre qualche contrazione in più. >>

Ripensai alle parole della dottoressa, quando mi disse che ancora mancavano due settimane al parto e una strana sensazione mi avvolse. In certi momenti mi sembrava che le contrazioni fossero più forti e frequenti ma se lei diceva così, significava che non era ancora il momento. In fondo questa era la mia prima gravidanza per cui non riuscivo a capire appieno i sintomi.

<< Kristen, sei preoccupata. >>

Non era una domanda e io lo osservai per qualche minuto.

<< Vuoi che ti porti in ospedale? >>

<< No, non c’è ne bisogno. Adesso sto bene. >>

<< Se senti che c’è qualcosa che non va dimmelo subito, piccola. >>

<< Certo. >>

Gli sorrisi e si sedette accanto a me e mi accarezzò la schiena lentamente. Mi tranquillizzai e dopo mi diressi in cucina per preparare i suoi piatti preferiti. Lui non voleva farmi stancare ma io ci tenevo, così non sentii storie. Avvertii ancora qualche calcio da parte di mia figlia ma sapevo che era presto così mi imposi calma.

Durante il pomeriggio sembrava che mi sentissi meglio e nonostante tutti i miei propositi mi addormentai per qualche ora. Quando mi risvegliai vidi Robert che suonava qualcosa con la sua chitarra.

<< Amore come ti senti? >>

<< Bene, scusa se mi sono addormentata. >>

Lui mi guardò esasperato e mi diede un colpetto sul naso.

<< Oggi voglio solo passare una giornata con te e vederti dormire è la cosa più dolce che io possa osservare. >>

Gli sorrisi  e pensai che non c’era fine alla dolcezza di questo ragazzo. Si poteva essere più fortunate?

Una lieve fitta mi sorprese e quando Rob mi stava per dire qualcosa io lo presi per mano per farlo alzare.

<< Ricordi che mi dovevi accompagnare? >>

Lui annuii e io andai in bagno per prepararmi. Indossai un abito semplice ma dovendo rinunciare alle mie decolté indossai un paio di stivaletti comodi. Mi truccai leggermente e raggiunsi Robert che armeggiava con il cellulare.

<< I miei genitori e le mie sorelle mi hanno mandato gli auguri. Mi dispiace non poterli vedere ma stare con te ha la priorità assoluta. >>

Mi intristii alle sue parole. Rinunciava a tanto per me eppure non mi faceva pesare nulla e mi trattava come una regina. Poche donne potevano dire di avere la mia stessa fortuna, specie nella mia situazione.

<< Sei il miglior fidanzato che una donna possa avere e un papà incredibile. >>

Sorrise alle mie parole e dopo aver preso le chiavi della macchina mi raggiunse e mi prese per mano. Il viaggio in macchina durò una buona mezz’ora a causa del traffico, ma a quell’ora del pomeriggio a Los Angeles era normale.

Quando scendemmo dalla macchina per raggiungere la casa di Ashley mi sentii pervadere da una strana ansia. Sperai che tutto fosse pronto ed eravamo in perfetto orario. Strinsi più forte la sua mano e suonai alla porta. Sentii vari rumori provenire dall’interno e poi qualche secondo di silenzio improvviso. Robert stava per suonare di nuovo, ma la porta si aprii e un Ashley trafelata e ansante ci apparve davanti. Si rimise a posto un ciuffo scompigliato di capelli e mi fulminò con lo sguardo per poi sorridere amabilmente a Robert.

Quella ragazza a volte mi faceva paura. Che fossi arrivata troppo presto? Eppure l’orario era quello stabilito!

<< Auguri Robert! Che bello vedervi, non vi aspettavo così presto >> disse guardandomi dopo aver sottolineato l’ultima parola.

<< Mi sembra di essere in perfetto orario, Ash. >> sottolineai quel perfetto per farmi intendere da lei.

Ci sorridemmo ma poi lei si allungò verso il braccio di Robert e mi portò il suo orologio davanti agli occhi.

<< Che ore sono signorina? >>

Vidi con orrore che in effetti mancavano venti minuti all’appuntamento. Evidentemente l’orologio di casa mia andava indietro oppure…

Oppure quella volta che avevo mandato indietro l’orologio per evitare che Robert uscisse troppo presto, qualche giorno prima, mi ero dimenticata di rimetterlo a posto.

Robert aveva scoperto di questa cosa e io feci la finta tonta fin quando lui non mi fece notare il suo orologio! Beh, una donna incinta per giunta avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di stare un po’ di più con il suo fidanzato, no?

<< Amore mi sa che ti sei dimenticata di mettere a posto l’orologio della cucina. >>

Gli detti una gomitata e riportai lo sguardo su Ashley, dispiaciuta. Lei mi strizzò l’occhio e ci fece cenno di entrare.

<< Fortuna che io sono sempre preparata! >>

Quando passai le lasciai un bacio sulla guancia, riconoscente e portai Robert al salone, come stabilito. Delle grida di giubilo ci sorpresero e Robert capita la situazione mi guardò con rimprovero anche se un sorriso gli incurvava appena le labbra.

<< Questa me la paghi Kristen. >>

Subito dopo mi fu strappato via da Kellan e Jackson. Mi avvicinai ai miei genitori che mi domandarono continuamente come stavo e se andava tutto bene per poi andare a salutare Robert, stretto in un abbraccio collettivo con i suoi genitori e le sue sorelle. Ero emozionata nell’osservarli, erano davvero una famiglia unita e Robert era dolcissimo con i suoi parenti.

Quando tornò da me mi avvolse in un abbraccio, ringraziandomi per quella sorpresa. Come se c’è ne fosse bisogno! Era niente in confronto a tutto ciò che lui faceva per me ogni giorno.

Mi rilassai anch’io e mi sedetti su una sedia, nel terrazzo della casa di Ashley. Era davvero molto bella e c’era una piscina molto grande dove Kellan e Jackson si divertivano a lanciare schizzi ai presenti.

Risi quando vidi Kellan infastidire con una pistola ad acqua Ashley e Nikky, sedute vicino a me. Grazie alla mia condizione e alle minacce di Robert ero immune agli attacchi dello zio orso. Potevo stare seduta e godermi in tutta tranquillità la festa di Robert, attorniata da amici e parenti.

Gli ultimi mesi erano passati in un lampo e grazie alle cure e all’amore di Robert non avevo avuto grossi problemi con la gravidanza, la bambina era sana e forte e tra meno di due settimane l’avrei tenuta tra le braccia. Non ero troppo in ansia per il parto e il travaglio, quello era un problema secondario, il mio unico pensiero era il viso della mia bambina, a come sarebbe stato. Tra noi due il più ansioso era Robert.

Angel… il nostro piccolo angelo, il centro della nostra vita.

Avevo sempre sentito dire che un figlio ti cambiava la vita e solo adesso riuscivo veramente a capire il senso di quelle parole. Osservai Robert mostrare orgoglioso a suo padre e a Tom l’ultima ecografia della sua piccola.

Mi accarezzai la pancia dove la bambina aveva scalciato ancora una volta, togliendomi il fiato. Decisi di alzarmi per sgranchirmi un po’ le gambe, ma quando scesi quei pochi gradini che conducevano in piscina una contrazione fortissima mi piegò in due dal dolore.

<< Kristen! >>

L’urlo di Robert mi giunse da lontano, il dolore fortissimo mi impediva di parlare. Lo sentii stringermi la mano e abbracciarmi. Tremava. La contrazione era passata, il respiro stava tornando regolare, così alzai lo sguardo su Robert per dirgli che stavo bene ma lui non mi guardava, fissava il pavimento o meglio quella piccola pozza d’acqua che si stava formando attorno a me.

<< Robert la bambina sta per nascere, dobbiamo portarla in ospedale. >> gli disse sua madre, toccandogli una spalla. Quando capii il senso di quelle parole, l’ansia mi assalì.

<< Non è il momento, è troppo presto. >> dissi aggrappandomi alla sua maglietta.

<< Amore non agitarti, non ti fa bene . Pensa alla nostra bambina, tra poco sarà qui con noi. >> mi disse con gli occhi lucidi, stringendomi a sé.

Tutto quello che successe dopo fu un susseguirsi di eventi così veloci che non mi accorsi bene di cosa stava succedendo: la corsa in ospedale, le mie urla dovute alle fortissime contrazioni, le maledizioni verso mio fratello quando sbagliò strada! Tutto era molto confuso.

Robert mi stette accanto per tutto il tempo, stringendomi la mano e accarezzandomi la fronte. I dolori furono molto forti, ma tutto questo venne dimenticato quando mi misero tra le braccia la mia bambina. Le sue dolci urla che si placarono quando la strinsi a me.

Mi ricorderò per sempre la sua espressione quando la prese per la prima volta in braccio.

<< Questo è il più bel regalo di compleanno della mia vita. >> Sussurrò per poi posarmi un dolce bacio sulle labbra.

<< Ciao amore della mamma, finalmente ci conosciamo. >> dissi alla mia piccola stringendola a me.

Robert era andato a chiamare parenti ed amici per fargli conoscere la nostra principessa. Osservai mia figlia fin nei minimi particolari. Era davvero un angelo. I suoi occhi erano tra il verde e l’azzurro, un nasino all’insù che sembrava essere come il mio, così come le labbra. Aveva dei lineamenti delicati e perfetti.

<< Disturbiamo? Qui c’è un sacco di gente che vuole conoscere un piccolo angelo. >> disse Robert, aprendo la porta con un sorriso. Dietro di lui c’erano proprio tutti e con un cenno li invitai ad entrare.

Per poco non mi misi a ridere quando vidi le due nonne entrare per mano e avvicinarsi al mio letto. Osservarono la mia piccola per lunghi ed intensi minuti con le lacrime agli occhi.

<< E’ la bambina più bella che abbia mai visto. >> disse mia madre abbracciandomi per poi baciare la fronte di Angel.

<< Mi sembra di rivivere una scena di venticinque anni fa. Robert questa bambina è identica a te. >>

A quelle parole sia io che Robert guardammo sua madre e io portai lo sguardo di nuovo su mia figlia. La forma del viso e i suoi lineamenti effettivamente sembravano richiamare quelli di Robert, soprattutto gli occhi, ma mi ero detta che era tutto frutto del mio desiderio che Angel fosse davvero figlia sua.

<< Chissà se ha anche la voglia dei Pattinson. Posso controllare un attimo? >> continuò ancora, osservandomi in attesa di una risposta.

Mi scambiai uno sguardo con Robert che mi guardava con uno sguardo indecifrabile, dietro sua madre.

<< Mamma è impossibile che abbia la voglia. >> disse, quando vide che sua madre stava levando la tutina alla bambina con gesti esperti.

<< Quale voglia? >> dissi osservando lo sguardo scocciato di Robert.

<< La voglia dei Pattinson, come la chiamo io. C’è l’hanno tutti nella coscia destra, c’è l’ha mio marito, c’è l’hanno i miei figli e… c’è l’ha anche tua figlia. Avevo ragione! La vedi? E’ questa qui! >>

Mi indicò una macchia un po’ più scura sulla coscia destra della mia bambina. Incredula osservavo mia figlia, che sgambettava felice nella sua copertina e poi Robert che guardava stupito e affascinato quella piccola voglia, che aveva cambiato in pochi secondi tutta la nostra vita.

Com’è possibile che Angel avesse la voglia? Questo voleva dire che Robert era… oddio Robert era.

<< Mamma ha ragione Robert, la piccola ti assomiglia come una goccia d’acqua. >> disse Victoria, osservando la nipotina dalla spalla del fratello.

Non prestavo attenzione a ciò che mi succedeva attorno. Lasciai la piccola alle cure della nonna e cercai Robert con lo sguardo. Ci fissammo per lunghi minuti in silenzio, fin quando non mi sorrise e mi ritrovai tra le sue braccia. Ripeteva il mio nome continuamente tra le lacrime e i singhiozzi fin quando non mi sciolsi anch’io in un pianto a dirotto.

<< Kris, Angel è… Angel è… oddio è possibile che io sia suo padre? >> disse con un filo di voce.

<< Anche tu hai la voglia? >> gli chiesi accarezzandogli il viso. Mi rispose con un cenno del capo per poi scoppiare a ridere nervosamente. Guardò per un attimo mio padre che aveva la bambina in braccio e poi si avvicinò al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa che sentissi solo io.

<< Dobbiamo fare il test, voglio chiarire questo dubbio una volta per tutte. >> mi disse stringendomi la mano.

<< Magari la dottoressa ha sbagliato la data, è l’unica spiegazione e il test ci aiuterà a capire >> gli risposi accarezzandogli il viso.

Lui mi diede un piccolo bacio e poi lo vidi avvicinarsi a mio padre per prendere Angel. Lo vidi sorridergli e parlargli dolcemente mentre tornava da me.

<< Non potete immaginare quanto vi amo. Tutte e due. >>

Stavo per rispondergli quando Kellan entrò correndo nella stanza e per poco non travolse Jackson che era vicino all’entrata.

<< Dov’è la mia nipotina? >> disse con il fiatone, guardando tutti i presenti.

Appena ci vide nel letto mi fece l’occhiolino. Un attimo dopo, come per magia, un enorme panda si materializzò dietro la porta. Incredula guardavo quell’enorme pupazzo che a fatica passava dalla porta, dietro di lui il viso di Taylor, arrossato dallo sforzo.

<< Kel, ma non ti sembra un po’ troppo grande? >> disse Robert con un sorriso, riferendosi al panda.

<< Volevo il meglio per la mia nipotina. Preferivo l’orso ma non c’era. >> disse avvicinandosi al letto e tendendo le braccia per afferrare la piccola.

<< Ma come siamo belle! Ciao Signorina, io sono lo zio Kellan, quello più bello e più forte. >>

Un coro di proteste si levò alle sue parole.

<< Non prenderli in considerazione, sono solo degli invidiosi. Mio Dio Robert, hai voluto fare tua figlia a tua immagine e somiglianza? Però il naso è della mamma, meno male! >> disse osservando attentamente Angel.

<< Vi siete dati da fare alla grande il giorno della festa. Anche se eravate ubriachi fradici tutti e due avete fatto un capolavoro. E’ una bambina stupenda. Un Angelo di nome e di fatto. >> disse restituendoci la bambina.

<< Ma di cosa stai parlando? Di che festa parli? >> gli domandò serio Robert, dando voce ai miei pensieri.

<< Sto parlando della festa a casa di Nikky, quando ti abbiamo fatto quello scherzo sulla terrazza e ti abbiamo legato alla sedia, in mutande. >> disse ridendo come un cretino.

Sentendo quelle parole mi si strinse il cuore, non era un bel ricordo.

<< Come sai che la bambina è stata concepita a quella festa? >> domandò ancora una volta il mio fidanzato. Era ansioso, proprio come me.

<< Basta fare due calcoli, vi abbiamo trovato a letto insieme e dopo nove mesi il frutto di quella notte c’è l’hai tra le braccia. Non abbiamo interrotto nulla, eravate addormentati quando siamo arrivati. Fortuna che eri già in mutande, avevo perso contro questi due >> disse indicando Jackson e Taylor, dietro di lui.

<< Toccava a me spogliarti e sinceramente non sei il mio tipo! >> continuò.

Quelle parole cancellarono in un secondo tutto il dolore che avevo provato quando pensavo che la bambina non fosse di Robert.

Non ci sarebbe più stato bisogno di fare il test. Robert era il padre biologico di Angel non c’era più alcun dubbio. Per colpa dell’alcool avevamo sofferto per mesi, ma nonostante tutto e grazie all’amore di Robert unito con la sua testardaggine eravamo qui, con il nostro miracolo.

Una felicità incontrollabile si fece largo dentro di me.

<< Ti amo Robert. >>

Il suono della mia voce interruppe i suoi pensieri e in un attimo mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Fu un bacio carico di tutte le emozioni che avevamo vissuto in questo giorno indimenticabile per noi.

<< Ti amo anch’io >> disse dandomi un bacio sul naso e stringendomi sé, in un abbraccio carico d’amore.

Non riuscivo ancora a credere a ciò che era successo quel giorno. Non mi aspettavo che succedesse tutto questo: la nascita prematura di Angel, la scoperta che Robert era suo padre… perché lo era davvero ormai, anche se era ancora difficile crederlo. Ma se Kellan ci aveva trovati in quel modo non potevano esserci ancora dei dubbi.

La mezz’ora successiva passò tra le visite di amici e altri parenti e dovemmo chiamare qualcuno del servizio d’ordine quando un paparazzo riuscì ad entrare nel reparto.

A un certo punto arrivò un infermiera per prendere la bambina e farle fare il bagnetto. L’avrebbe riportata per la prossima poppata. Avvertì anche che l’orario di visite era finito e che poteva rimanere solo il papà. Pian piano le persone se ne andarono e rimanemmo soli. Quando anche l’ultima persona se ne andò Robert si appoggiò alla porta, sospirando.

<< Questa giornata la ricorderò per tutta la vita >> disse con un sorriso, avvicinandosi piano a me.

Aveva una nuova luce negli occhi, da quando avevamo scoperto la verità, rendendoli ancora più belli. Rimasi incantata a guardarlo. Robert si sedette sul letto, accanto a me e mi abbracciò forte. Sentivo il suo respiro caldo tra i capelli.

<< Non ci sono parole per ringraziarti per tutto quello che mi hai dato oggi Kristen. >>

Non risposi ed entrammo rimanemmo in quella posizione a goderci quel momento.

<< Robert ti ricordi qualcosa di quella notte? >> chiesi con un filo di voce.

Lui mi spostò da sé e mi mise le mani sulle spalle per guardarmi bene negli occhi.

<< Ad essere sincero ho sempre sentito mia questa bambina, non solo per il bisogno di starti accanto. Avrei amato incondizionatamente tutto ciò che era tuo, di conseguenza anche Angel se non fosse stata mia figlia, ma era qualcosa che non sapevo spiegarmi… che sentivo con grande forza dentro di me. >>

Gli sorrisi, anche se stancamente. Tutta quella storia mi aveva lasciato perplessa. Stavo per dire qualcosa quando sentimmo bussare alla porta. Sorrisi alla vista della mia piccola in braccio a quella che sembrava essere un medico, supposi una pediatra, e dietro di lei il medico che mi aveva fatto partorire.

<< Qui c’è una bella pupa che chiede di voi! >>

Robert si alzò con un sorriso, prese Angel dalle braccia della dottoressa e la portò a me.

<< Come si sente Signorina Stewart? >> mi chiese il medico

<< Bene, credo. >> risposi alzando il viso verso di lui, ricevendo una carezza sul capo da parte di Robert.

<< Certo, dovrà riprendersi, ma mi sembra che il suo fisico abbia reagito abbastanza a bene. Abbiamo fatto un controllo dettagliato della bambina e non sembra affatto una nascita prematura. Due settimane però non sono poche come anticipo, di conseguenza riteniamo che la data prefissata dalla sua ginecologa era errata. >>

Io e Robert ci scambiammo uno sguardo significativo. Pensai alle parole che mi aveva appena detto il dottore e all’improvviso sgranai gli occhi. Facendo due calcoli, se la bambina non era nata prematuramente e la ginecologa aveva sbagliato la data, le due settimane di anticipo non ci sarebbero mai dovute essere. Tutto questo significava che Angel era stata concepita due settimane prima di quella notte, di cui non ricordavo nulla.

Dopo tutto quello che ci aveva detto Kellan, avevo la certezza che io e Robert avevamo passato la notte insieme e quindi eravamo in ogni caso i genitori di Angel, ma sapere che l’avevamo concepita in una notte speciale come quella che avevamo passato due settimane prima era qualcosa di meraviglioso. Volevo ricordare la notte in cui io e Robert avevamo dato alla luce il frutto del nostro amore.

Io e Robert avevamo, per la prima volta, lasciato spazio ai nostri veri sentimenti e avevamo condiviso una notte indimenticabile. Eravamo perfettamente lucidi e ricordavo ogni cosa, così come Robert a giudicare dal modo in cui mi stava guardando. Aveva di sicuro fatto i miei stessi ragionamenti, i suoi occhi erano lucidi e splendevano di una luce particolare.

I medici, dopo averci dato qualche raccomandazione su Angel, se ne andarono con la promessa di tornare qualche ora dopo. Rimanemmo da soli e in silenzio guardammo la nostra bambina.

<< Pensi anche tu a quello che sto pensando io? >> mi chiese in un sussurro.

<< Sì, se pensi alla nostra prima notte insieme. >>

<< La stessa in cui abbiamo dato vita al nostro piccolo Angelo? >>

Il mio sguardo valse più di mille parole e lui mi strinse a se, baciandomi con dolcezza. Non seppi quanto tempo passammo in quella posizione, fin quando non sentii qualcosa di umido sulla mia guancia. Mi allontanai piano da Robert e mi si strinse il cuore quando vidi che aveva il viso bagnato dalle lacrime. Gliele asciugai con le dita mentre sentivo anche i miei riempirsi di lacrime.

Non seppi cosa dire e Robert mi baciò le mani più volte per poi prendere Angel in braccio, cullandola.

La piccola era sveglia e si lamentava sommessamente. Robert con un dito giocava con la sua manina e Angel lo fissava, con i suoi grandi occhi verde acqua. Era proprio l’unione di entrambi, sia nei lineamenti che nel colore degli occhi, tuttavia era vero assomigliava tantissimo a Robert.

Sorrisi e sospirai serena nel guardarli.

<< Mia figlia… la mia piccola Angel. >> sentii sussurrare dal mio fidanzato.

Doveva essere un emozione incredibile per lui aver scoperto che Angel era davvero sua figlia, come lo era per me. Mi aveva amato in maniera indiscussa nonostante all’inizio credessimo che non fosse sua figlia e mi era stato accanto nei momenti buoni e in quelli cattivi. Aveva sopportato ogni cosa e aveva rispettato la mia condizione. Era tutto ciò che avrei potuto desiderare. Rappresentava insieme a mia figlia tutta la mia vita.

Si avvicinò a me, mentre teneva Angel accoccolata sulla sua spalla, mentre con la mano libera le teneva la piccola testa. Era davvero una visione guardarli.

Si sedette accanto a me e dopo avermi dato la piccola, mi abbracciò, circondando così sia me che Angel.

<< Ti Amo Kristen… Vi amo, siete il regalo più bello che la vita potesse darmi. >>

<< Ti Amo anch’io. >> dissi,guardandolo intensamente per poi appoggiarmi alla sua spalla.

Restammo in quella posizione, per molti secondi, minuti o forse ore, fin quando entrambi non abbassammo lo sguardo sulla piccola Angel che ora dormiva placidamente tra di noi. Robert mi strinse più forte e io mi addormentai serena tra le braccia dell’uomo che amavo e con il nostro piccolo Angelo.

 

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Ciao a tutti!

Il ritardo con cui sto postando è dovuto soprattutto alla notevole difficoltà che mi ha dato scrivere questo capitolo. Una parte, la seconda, era stata già scritta dalla mia co-autrice, ovvero lisepotter, quindi ho dovuto unire la mia e la sua parte!

Come sempre vi ringrazio per avermi seguito e spero lo farete ancora per l’epilogo di Angel!

E’ comunque un emozione essere arrivata fin qui! Angel è finalmente nata e come molti pensavano è figlia di Robert! Potevo fare diversamente?!!!

Nell’epilogo ci sarà anche il loro matrimonio, quindi spero di ritrovarvi tutti per l’ultima volta!

Rispondo per l’ultima volta alle vostre recensione e spero di ritrovarvi per l’epilogo che ho pensato di scrivere per voi!

Nessie93: Ciao nessie! Sono sempre molto contenta delle tue recensioni, nell’epilogo si vedrà il loro matrimonio, mentre che mi dici di questo ultimo capitolo? Grazie di tutto, un bacio ciao^^

Midnightsummerdreams: Ciao Carla! ( oddio spero di non aver sbagliato nome xD) Beh sono felicissima che il capitolo ti sia piaciuto e spero di non averti deluso con questo capitolo. Angel è sempre stata di Robert e ho fatto un po’ come pollicino… lasciando molliche in giro… ehehe… alla fine era davvero sua figlia. Spero di trovarti anche per l’epilogo, un bacio ciao^^

Ledyang: Ciao tesoro! Ehhh, che strano… sai credevo che tu avessi chiesto di aspettare almeno un mese, poi rileggendo adesso mi sono accorta che non era cosi ma il contrario * risata sadica * scherzo!!! Cercavo un modo per sfuggire alle mie colpe, eheh. Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere e grazie per avermi seguito e per avermi dato il tuo supporto, un bacione ciao!

Serve: Ciao cara^^ Beh non stavano propriamente insieme ma erano innamorati quindi lei comunque si sente di averlo tradito. Robert è stato davvero un uomo, a tutti gli effetti, nel senso che molti se ne fregano e abbandonano le loro responsabilità e Robert pure non avendone ( apparentemente ) è stato vicino a lei perché la amava. Questo è il mio concetto di amore. Spero che questo capitolo ti piaccia, un bacio ciao^^

Marikina: Ciao! Con questo capitolo ti ho dato la risposta alla tua recensione e spero di non averti deluso. Grazie di tutto, un bacio^^

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Epilogo ***


                       Epilogo

 

 

<<  Angel, piccola mia, così mi strozzi! >>

Ero seduto su un piccolo sgabello e avevo mia figlia sulle gambe che armeggiava con il nodo della mia cravatta. Il suo visino era corrucciato per la concentrazione e io risi silenziosamente. Angel interruppe il suo lavoro laborioso e mi guardò dispiaciuta. Mi specchiai in quegli occhioni verde acqua e la guardai con amore. Era la perfetta unione di me e Kris. Aveva i capelli mossi e chiari, del mio stesso colore ma ondulati come quelli della mia Kris, gli occhi erano stupendi, l’unione dei nostri due colori e i tratti somatici erano sia miei che di Kristen, solo che aveva un impronta indistinguibile che la faceva somigliare a me in modo impressionante.

<< Papi, non riecco. >> mi disse con la sua voce angelica.

Nonostante avesse tre anni era una bambina molto sveglia e sapeva articolare piuttosto bene le parole anche se ovviamente la maggior parte le storpiava a suo modo, comunque si faceva capire piuttosto bene.

<< Non fa niente amore mio, ci penserà papà a sistemare la cravatta. >>

Lei rise e mi abbracciò con le sue piccole manine. Le baciai i capelli e la strinsi forte a me con il cuore traboccante di felicità. C’erano giorni in cui ancora non riuscivo a credere che Angel fosse davvero mia figlia, ma era una mia piccola fotocopia e non c’erano dubbi. In realtà per me non c’e ne erano mai stati, avevo sin da subito sentito la piccola come mia figlia, sin da quando Kristen mi fece quella famosa telefonata che cambiò del tutto la mia vita. Non ricordavo bene quella notte in cui sia io che la mia futura moglie eravamo in preda ai fumi dell’alcool ma ricordavo alla perfezione quella in cui avevamo realmente concepito nostra figlia.

Amavo Kristen dalla prima volta che l’avevo vista in quel provino, anzi addirittura da quando l’avevo vista nel suo film. Quando avevo visto i suoi occhi e il suo sorriso avevo sentito qualcosa dentro indescrivibile e avevo subito capito che sarebbe stata la mia anima gemella… la mia vita.

Nonostante i mesi difficili e i tanti dubbi non avevo mai pensato ad abbandonare Kristen, anche quando le cose si facevano complicate. Tutte le volte che Kris mi faceva intendere che avrei dovuto vivere la mia vita e magari stare con una ragazza che mi avrebbe dato un figlio del tutto mio, avrei voluto stringerla e coccolarla come si fa con un cucciolo. Che sciocca! Come se potessi fare a meno di lei. Sarei morto se non l’avessi avuta al mio fianco.

Inoltre ciò che sentivo era corretto. Angel era mia figlia e adesso stavo coronando il mio sogno più grande, ovvero che Kristen diventasse mia moglie.

<< Papi cota depo dire alla mamma? >>

Guardai mia figlia con un occhiata furba. Io e Kristen dato che in quel momento non potevamo vederci, utilizzavamo Angel come nostro personale messaggero. La piccola si divertiva un mondo a sgattaiolare da una stanza all’altra e poi Ashley non sospettava nulla. Non voleva assolutamente che io Kirsten parlassimo per rispettare la tradizione ma grazie ad Angel, riuscivamo a comunicare in qualche modo.

<< Dille di sbrigarsi che noi l’aspettiamo all’altare. Poi dalle un bacio da parte mia. Mi raccomando non dire nulla alla zia Ashley. >>

Lei rise contenta e corse fuori. Sospirai felice e sistemai finalmente quel nodo della cravatta. Angel aveva fatto un vero macello!

<< Allora, come andiamo qui? >>

Sorrisi nervosamente a Kellan, vestito di tutto punto, mentre entrava nella stanza.

<< Ho quasi finito. >> sospirai in ansia e lui mi mise una mano sulla spalla.

<< Coraggio! Tra un po’ ci aspettano per le foto. Ho cercato di acciuffare tua figlia ma è veloce come un razzo ed è scappata via dicendo che era “ in mizzione “ come l’ha detto lei! >>

Ridemmo entrambi, mentre mi infilavo la giacca nera del mio smoking. Ci avviammo per le foto ed Angel tornò di filato da me, come un agente di 007, a ridarmi il bacio che Kris le aveva detto di ricambiare e dicendomi che lei sarebbe venuta presto.

Durante le foto Angel fece ammattire il fotografo perché cambiava spesso posizione e poi voleva sempre stare in braccio a me.

Quando finalmente tutti andarono in chiesa io affidai Angel alle due nonne e mi avviai all’altare seguito dai miei testimoni, Kellan e Jackson.

<< Chi l’avrebbe detto, eh? >> mi canzonò Kellan con il suo solito tono scherzoso.

<< Lascialo in pace orso! >>

Jackson dette uno scappellotto sul capo di Kellan che lo fulminò con un occhiata. Grazie a loro stemperai la tensione ma le mani mi sudavano al pensiero che tra poco avrei sposato la donna della mia vita.

Quasi non mi accorsi del tempo che passava e mi venne un colpo quando sentii la marcia nuziale.

Mi voltai all’improvviso e vidi un raggio di sole all’entrata della Chiesa. Rimasi abbagliato dalla bellezza di Kristen, attaccata al braccio di suo padre. La immaginavo nervosa stringersi un labbro tra i denti. Quando mi fu più vicina vidi, nonostante il velo, che era proprio come immaginavo.

Le sorrisi e lei ricambiò felice. Il mio cuore era sul punto di scoppiare e quasi dimenticai come si faceva a respirare quando suo padre mi porse la sua mano. La presi tremante e la strinsi con forza nella mia. Kristen prese varie boccate d’aria e io le sorrisi rincuorante.

Era stupenda con quel lungo abito bianco. Il suo viso era dolce ed etereo e i suoi occhi erano due smeraldi luminosi.

<< Amore mio >> sussurrai baciandole la mano. Lei mi accarezzò il viso e poi ci rivolgemmo al prete che ci guardava con un sorriso.

<< Siamo qui riuniti oggi, per unire Kristen e Robert in matrimonio. Il loro rapporto non è stato semplice, ma minato da mille difficoltà e adesso sono qui a giurarsi amore eterno sotto gli occhi di Dio. >>

Ci guardammo emozionati e ascoltammo il resto della funzione. Il tempo passò fin troppo velocemente e il prete intimò che gli fossero portati gli anelli.

<< Angel! >> chiamammo all’unisono io e Kristen.

<< Papi, mamy arripo! >>

Tutti i presenti in chiesa risero e si commossero alla vista del nostro piccolo cucciolo che camminava malferma a causa di quel grosso cuscinetto dove erano poggiati i nostri anelli.

Arrivò davanti a noi e entrambi ci inginocchiammo per prendere il cuscinetto dalle mani della piccola. Lei si allungò per dare un bacio sulla guancia ad entrambi e poi tornò dalle nonne.

Il prete osservava tutto questo con un sorriso radioso e ci fece cenno di cominciare con le nostre promesse.

Presi un respiro profondo e presi la mano di Kristen guardandola negli occhi. I suoi erano lucidi e mi osservava con un sorriso.

<< Kristen, fin dalla prima volta che ti ho visto ho subito capito che saresti stata la donna della mia vita. Abbiamo cominciato con una bella amicizia, nonostante provassi già per te qualcosa di molto più forte. Abbiamo superato tutte le difficoltà e tutti i pregiudizi e ci siamo innamorati l’uno dell’altro e infine abbiamo concepito una bambina bellissima, frutto del nostro amore. Non sono pentito di nulla e rifarei tutto quanto, soprattutto gli sbagli che ci hanno accompagnato fin qui. >>

Piccole lacrime solcavano il suo viso e gli baciai la mano.

<< Adesso voglio solo vivere al tuo fianco e amarti per sempre. >> mi interruppi per infilarle l’anello al dito.

<< Con questo anello io ti sposo e prometto di amarti in salute e in malattia e restarti fedele per sempre, finchè morte non ci separi. >>

Un piccolo applauso seguì le mie parole e Kristen strinse forte la mia mano.

<< Robert, la prima volta che ti ho incontrato ho sentito una grande emozione pervadermi ed è la stessa che provo ogni giorno solo guardandoti. Il mio cuore è stato rapito da te fin da subito e ti è sempre appartenuto. Nel corso di questi anni abbiamo vissuto tante cose ma anch’io sono felice di tutto ciò che abbiamo passato insieme e che ci ha portati fin qui. Mi hai reso la donna più felice del mondo e riesco a vederti in nostra figlia e sentire l’amore che tu provi per me in ogni cosa che fai. Mi hai sempre amato mettendomi davanti a tutto e per questo non finirò mai di ringraziarti. Voglio amarti e vivere al tuo fianco per sempre. >>

Quelle parole mi avevano scosso e le mie mani tremavano. Kristen strinse la mia mano come io avevo fatto con lei prima e mise l’anello al mio dito.

<< Con questo anello io ti sposo e prometto di amarti per sempre, in salute e in malattia, finchè morte non ci separi. >>

Le sorrisi e le strinsi entrambe le mani nelle mie.

<< Per i poteri conferitomi, vi dichiaro marito e moglie. >>

Le parole solenni del prete ci destarono e restammo a fissarci felici per innumerevoli secondi.

<< Adesso il momento che preferisco di più : lo sposo può baciare la sposa! >>

Tutti i presenti cominciarono ad applaudire e con l’aiuto di Kris le sollevai il velo, lasciandolo cadere dietro di lei. Le afferrai il viso tra le mani e mi specchiai in quegli occhi meravigliosi.

<< Ti amo >> dicemmo insieme per poi far congiungere le nostre labbra.

 

                                                                                                                             

   Pov Angel:

  Li guardai da lontano e scappai dalle braccia della nonna. Mi avvicinai a loro. La mamma era troppo bella           e papà era bellissimo!

  Le nonne mi avevano detto che potevo andare da loro quando si sarebbero dati un bacetto ma lo volevo pure io!

  Corsi da loro e tirai i loro vestiti.

   << A me niette bacetto? >> dissi con un sorriso.

  Risero entrambi e papà mi prese in braccio. Mi schioccammo un bacio, papà in una guancia e mamma      nell’altra mentre io li abbracciavo felice.

   Fu così che la mia mamma e il mio papà si sposarono!

 

******************************************* 

Ciao a tutti!

Eccoci arrivati all’epilogo! Cosa ne dite? Ringrazio sempre la mia co autrice lisepotter che ha costruito con me l’intera storia e naturalmente quest’epilogo!

Abbiamo pensato di inserire anche un piccolo pov Angel, nonostante sia piccolina, giusto per rendere partecipe anche lei! xD

Questa storia mi mancherà molto, a voi?

Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito! Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio a tutti! Ci sentiremo per qualche altra storia!!!

Un bacio anche dalla piccola Angel^^

Ledyang: Tesoro, ho fatto presto? Piuttosto sono sotto esami all’università ( sigh! ) ma che ne dici dell’epilogo???? Aspetto con ansia la tua recensione e ti ringrazio per avermi seguito fin ora, spero di ritrovarti in qualche altra mia storia, mi farebbe piacere! Un bacione!

Serve: Ciao tesoro! Sono felicissima di averti sorpreso, eheh! Ho lasciato qualche dubbio in giro perché il padre era proprio Robert! Sono contenta che anche questa storia ti sia piaciuta. Un bacione ciao!

Nessie93: Ciao!!! Si quei due sono terribili, grazie mille del tuo supporto, che ne dici dell’epilogo? Fammi sapere, un bacione!

Midnightsummerdreams: Ciao!!! Si tu ci avevi azzeccato fin da subito e cercavo di depistarti! Ahaha xD Fammi sapere cosa ne pensi dell’epilogo, ci terrei molto, un bacione anche a te e grazie per avermi seguito fin ora!!! ^^

Ringrazio anche solo chi ha letto e tutti quelli che mi hanno recensito fin ora. Questa storia mi mancherà e mi mancherete… anche voi!

Un bacio a tutti!

Stella Del Sud…

 

 

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