Angel di Stella Di Mezzanotte (/viewuser.php?uid=12558)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Secondo mese ***
Capitolo 3: *** Terzo mese ***
Capitolo 4: *** Quarto mese ***
Capitolo 5: *** Quinto Mese ***
Capitolo 6: *** Sesto Mese ***
Capitolo 7: *** Settimo Mese ***
Capitolo 8: *** Ottavo Mese ***
Capitolo 9: *** Nono Mese ***
Capitolo 10: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
ANGEL
♥
<< Di Stella Del Sud e lisepotter
>>
Guardavo
le luci della città al di fuori di quella finestra. Avevo un
nodo in gola e mi
sentivo tremare dalla testa ai piedi. Non riuscivo a capacitarmi di
come tutto
questo potesse essere successo proprio a me. Chiusi gli occhi e cercai
di
prendere un respiro profondo. Avrei voluto alzarmi e prendere un
po’ d’aria, ma
ero costretta a stare distesa su quel lettino. Avevo sempre immaginato
una situazione
del genere, ma in modo diverso. Credevo che sarebbe stato un
momento
felice e spensierato, denso di forti emozioni da condividere con la
persona
amata, invece stava diventando un problema. Era brutto vederlo in
quella luce,
perché infondo era la cosa più bella che potesse
succedere ad una persona, a
una donna soprattutto. Eppure stava succedendo e io dovevo prendere
subito una
decisione. Guardai la dottoressa che mi guardava con espressione
indulgente.
Quasi mi vergognavo, perché non sapevo quale decisione
prendere. Appoggiai la
testa all’indietro e strinsi maggiormente la mano di Robert,
che teneva stretta
la mia. Cosa dovevo fare? Tutto era successo in una notte. Una notte
che
avrebbe cambiato totalmente la mia vita.
Volsi
lentamente il capo verso Robert, che con espressione seria mi
passò la mano
libera sul viso, in una carezza sfumata. Se lui non fosse stato accanto
a me
non sapevo come mi sarei comportata. Era sempre con me nei momenti
più
difficili e questo non era da meno.
<<
Signorina, mi dispiace ma deve decidere adesso, altrimenti
sarà troppo tardi.
>>
Io
annuii tra me e inghiottì un paio di volte a vuoto. In
realtà sapevo già quale
decisione dovevo prendere, solo che mi spaventava. Tirai la
mano di
Robert verso di me, in una muta richiesta, e lui mi
abbracciò esattamente come
volevo.
<<
Sta tranquilla Kris. Io starò sempre con te, qualsiasi sia
la tua decisione. Ne
abbiamo già parlato e non intendo tornare indietro.
>>
Io
persi ancora qualche attimo a pensare, anche se ne ero totalmente
incapace in
quel momento. Presi un respiro profondo e guardai la dottoressa, che
impaziente
tratteneva diversi fogli in mano. Adesso non si poteva più
tornare indietro.
<<
Lo tengo >>
Vidi
il suo sorriso aprirsi e con esso anche quello di Robert. Io mi
rilassai
improvvisamente e mi abbandonai completamente distesa sul lettino. Per
riflesso
lasciai la mano di Robert e l’appoggiai sul mio ventre,
ancora piatto, e con
mia grande sorpresa lui coprì la mia.
Gli
sorrisi e lui si avvicinò e mi baciò la fronte.
<<
Vedrai andrà tutto bene… >> mi
sussurrò.
<<
Ha fatto la scelta giusta, Kristen. Un bambino è sempre una
grande gioia, anche
se alle volte non si è pronti. Sono sicura che
sarà un ottima madre. >>
A
quell’ultima parola mille brividi mi scossero. Madre
… parola
straordinaria, quanto pericolosa. Sarei davvero riuscita ad essere una
buona
madre all’età di vent’anni? Non lo
sapevo, ma non intendevo tornare indietro.
Era pur sempre mio figlio, anche se concepito in una notte anonima,
sotto l’effetto
dell’alcool. Mi vergognavo di questo, ma ormai non potevo
più tornare indietro.
Anche se non ero affatto pronta, mi sarei comunque presa le mie
responsabilità,
senza far pagare il conto a quella piccola creatura che cresceva dentro
di me.
La dottoressa uscì lasciandomi sola con Robert. Almeno
potevo contare sulla sua
presenza. Nessuno ancora sapeva di quanto era successo. La prima
persona che
avevo avvertito era stato Robert e lui si era precipitato da me.
Avevamo
parlato a lungo, ma dopo qualche ora mi aveva convinto ad andare subito
dalla
mia dottoressa, per un controllo più approfondito. Come
avevo immaginato, il
test si era rivelato esatto ed io ero alla sesta settimana di
gravidanza.
Quella data mi tolse ogni dubbio che il figlio fosse di Robert,
perché le date
non coincidevano. Non so bene come rimasi della notizia ,
perché questo mi
diede la certezza che due settimane dopo ciò che era
successo con Robert, io
avevo concepito il bambino con una persona di cui ignoravo
l’esistenza, quella
notte. Questo mi dava un peso incredibile, ma Robert nonostante tutto
aveva
promesso di starmi accanto, nonostante il bambino non fosse suo. La
notte che
passammo insieme non l’avrei mai scordata, ma non era stato
quello il momento
in cui ero rimasta incinta. Sarei stata più felice se il
bambino fosse stato
suo e non di uno sconosciuto. Senza contare che quella notte sarebbe
rimasta
per sempre nei miei ricordi. Eravamo entrambi consapevoli, anche se non
eravamo
riusciti a gestire bene la cosa. Due settimane dopo era successo
l’irreparabile
…
<<
Ehi … cerca di rilassarti. Ci sono io con te
>>
Io
mi sollevai e lui mi aiutò ad alzarmi, facendomi sorridere.
<<
Rob, stai tranquillo, ancora sono in grado di muovermi senza problemi.
>>
<<
Si, ma devi fare molta attenzione d’ora in poi, non lo
scordare >>
<<
D’accordo. >>
Aspettammo
il rientro della dottoressa, che avvenne poco dopo. Mi diede il
prossimo
appuntamento e degli accorgimenti. Naturalmente si fece raccomandare
che al
minimo problema l’avrei raggiunta subito. Robert era
più attento di me ad ogni
sua parola e annuiva di continuo. Sorrisi tra me, era davvero molto
nervoso e
si comportava come se fosse davvero lui il padre del bambino o della
bambina,
ancora naturalmente non lo sapevo. Appena ci congedammo e uscimmo fuori
dallo
studio medico, mi prese per mano e mi guidò fino alla sua
macchina. Io respirai
a pieni polmoni l’aria frizzante della sera. Eravamo a
settembre inoltrato, e
la temperatura scendeva sempre un po’ a quell’ora
tarda. Robert nel sentire i
miei brividi mi strinse a sè, ma non sapevo se dovevo solo
alla temperatura
quella sensazione. Mi strinsi a lui e sorrisi. Dovevo avere la forza di
portare
avanti questa novità che era entrata a far parte della mia
vita. Non era un
compito che avrei affrontato da sola, ed un ultimo sguardo al viso di
Robert me
ne diede la conferma.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Secondo mese ***
Secondo
Mese
Sapevo
che questo momento prima o poi sarebbe arrivato. I miei genitori non
erano mai
state persone “ tradizionaliste” e come avrebbero
potuto dato il loro mestiere.
Dare comunque una notizia del genere non era una cosa semplice. Stavo
cercando
di ritardare il più possibile, ma questo dimostrava solo
stupidità, in quanto
non avrei potuto tenere nascosto che aspettavo un bambino. Non sapevo
come l’avrebbero
presa, ma in un modo o nell’altro dovevo decidermi al
più presto ad avvertirli.
Robert mi ripeteva ogni giorno di andare da loro, ma io ero troppo
sulle spine
per dargli retta. Probabilmente se l’avessi fatto a
quest’ora mi sarei tolta
questo peso. A questo pensiero mi vennero in mente tutti i giornalisti
che
avrebbero pagato oro pur di ricevere in primis questa formidabile
notizia.
Decisi che per il momento non ci dovevo pensare, dato che
già avevo un problema
considerevole da risolvere. Mi trovavo all’interno del mio
appartamento a Los
Angeles, dove Robert mi veniva a trovare spesso. Sarebbe meglio dire
che in
pratica abitava con me, perché arrivava a casa mia di
mattina presto e se ne
andava a notte fonda. A quel punto poteva anche rimanere a dormire da
me, come
spesso succedeva. Avevo notato che Robert insisteva molto per starmi
vicino,
però avevo paura che fosse un peso per lui e mi stesse
vicino solo per cercare
di farmi vivere al meglio questa situazione. Erano passate solo
pochissime settimane
dalla sera in cui avevo lasciato lo studio medico della mia dottoressa
con la
certezza di stare aspettando un bambino. Quella notte non riuscii a
dormire e
Robert era rimasto con me. Era una presenza costante di cui non avrei
potuto
fare a meno.
Abbandonai
questi pensieri, nel momento in cui venni richiamata dal mio migliore
amico.
<<
Allora sei pronta? I tuoi genitori ti stanno aspettando.
>>
<<
Non dire quella parola >> dissi nervosamente e
senza aspettare uscì
dalla porta d’ingresso.
Ero
piuttosto nervosa, come spesso mi faceva notare Robert, ma avrei voluto
vedere
qualcun altro nella mia stessa situazione. Mi ero cacciata in un bel
guaio ,
anche se a dire il vero stavo lentamente abituandomi all’idea
di stare per dare
alla luce una creatura.
Aspettai
Robert all’ascensore, consapevole che lui era diventato
l’obbiettivo di tutti i
miei disagi. Feci per voltarmi e scusarmi nei suoi confronti che lui mi
arrivò
di fronte e dopo avermi dato un piccolo colpetto al naso, con un dito,
mi fece
cenno di entrare nell’ ascensore che era appena arrivato.
Sorrisi, ma non dissi
nulla. La pazienza di Robert nei miei confronti era davvero infinita.
Nel
giro di un ora riuscimmo ad arrivare in casa dei miei genitori, a causa
del
traffico di Los Angeles. Se durante il tragitto Robert aveva operato
per farmi
rilassare il più possibile, adesso tutti quegli sforzi erano
stati vani. Suonai
il campanello nonostante avessi le chiavi, perché preferivo
che venissero loro
ad aprirmi, il che avvenne quasi subito.
<<
Ciao tesoro! Finalmente sei tornata a fare visita a questi due vecchi!
Entra dai
… oh, ma il tuo amico non è… >>
<<
Robert Pattinson, mamma >>
<<
Piacere di conoscerti, Robert. Entrate, forza! >>
Io
lanciai un occhiata chiara a Robert, che dal canto suo non
faceva altro
che parlare amabilmente con mia madre. Avevo capito subito che a mia
madre lui
andasse a genio. Era perfettamente prevedibile, dati i suoi modi
gentili e
simpatici.
<<
Papà non c’è? >> chiesi,
non vedendolo in giro.
<<
No cara, tornerà a momenti. Nel frattempo perché
non vi sedete? O magari fai
vedere a Robert la casa, o la tua stanza? >>
Io
guardai mia madre in modo eloquente. Che le stava prendendo? A Robert
cosa
interessava vedere la mia stanza? Erano mesi, se non di più,
che non c’entravo
e non sapevo nemmeno in che stato fosse.
<<
Ma certo. Forza Kris, portami a vedere il tuo regno.
>> mi sentii dire
con ironia.
Io
sorrisi forzatamente e lo invitai a seguirmi. Sentii borbottare
qualcosa da mia
madre circa la mia ospitalità, ma non ci feci caso
aspettando Robert e
trascinandolo al piano superiore, dove appunto si trovava la mia camera.
<<
Scusa il comportamento di mia madre. Certe volte penso che ancora mi
consideri
una bambina di dieci anni. Come se ti importasse di vedere la mia
camera…
>>
<<
Invece la cosa mi incuriosisce parecchio. Potrei scoprire qualcosa di
compromettente su di lei signorina Stewart, è
un’occasione d’oro, non posso
sprecarla >> disse prima che aprissi la porta.
Tutto
era come l’avevo lasciato, il libro sul comodino, i miei
vecchi libri di scuola
e i pupazzi di quando ero bambina sotto la finestra.
<<
Resterai deluso Pattinson, non troverai nulla di interessante qui
dentr… >>
la risata di Robert coprì le mie
ultime parole. Non mi ero accorta che si era avvicinato a delle foto
appese alla
parete.
<<
Ma non siamo un po’ troppo scandalose in questa foto
signorina? A parte gli
scherzi, eri una bambina bellissima, chissà quanti cuori hai
infranto
all’asilo, ora che sei ricca e famosa stai attenta potrebbero
citarti per danni
>> disse con un sorriso, avvicinandosi a me.
Un
secondo dopo la sua grande mano mi accarezzava lentamente il ventre.
<<
Spero che l’esserino che sta crescendo qui dentro
sia una bambina e sia
bella come te >> mi disse con una voce
dolcissima che non gli avevo
mai sentito.
Non
riuscivo a parlare, con due semplici parole riusciva sempre a lasciarmi
senza
fiato, era una sua caratteristica, un suo modo di fare che mi aveva
affascinato
fin dall’inizio. Ero fortunata ad averlo vicino in questo
momento, così
importante, della mia vita. Era una persona speciale e sapere che
già amava la
mia creatura mi fece capire che avevo fatto la scelta giusta quel
giorno. D’ora
in poi avrei affrontato tutto nel modo migliore, una nuova energia
scorreva
dentro di me, forte come la persona che avevo di fronte, forte come il
battito
di quel cuoricino che presto avrei sentito dentro di me.
<<
Andiamo a dirlo ai miei genitori >> gli dissi con un
sorriso, prendendolo
per mano.
Eravamo
a metà scala, quando la porta di casa si aprì ed
entrò mio padre, si fermò
all’ingresso vedendoci. Il suo sguardo si soffermò
sulle nostre mani unite, ma
non disse nulla.
<<
Ciao papà, finalmente sei arrivato. Conosci Robert vero?
>> gli dissi
dandogli un bacio sulla guancia.
<<
Ci siamo incontrati ad una premier. Come ti vanno le cose Robert? Ho
sentito
che ti sei trasferito definitivamente a Los Angeles, ti trovi bene?
>>
gli chiese, stringendogli la mano.
<<
Buona sera, Signor Stewart. Ha sentito bene, ho deciso di restare a Los
Angeles,
la mia vita è qui adesso >> disse spostando,
per un attimo, lo sguardo su
di me.
<<
Tutto sta andando per il meglio, non potrei chiedere di più.
>> disse,
stupendomi un’altra volta nel giro di pochi minuti.
<<
Andiamo in salotto, non restiamo qui nell’ingresso.
>> ci disse mio padre
precedendoci nella stanza.
Io
e Robert ci sedemmo sul divano, non gli avevo lasciato la mano, avevo
bisogno
di quel contatto. Mia madre ci raggiunse pochi minuti dopo con un
vassoio in
mano.
<<
Mamma, papà, devo dirvi una cosa. >> dissi
subito, non aveva più senso
aspettare
<<
Aspetto un bambino >> sganciai la bomba tutta
d’un fiato.
Strinsi
forte la mano di Robert, in attesa che i miei genitori digerissero la
notizia.
Ci guardavano con gli occhi spalancati, ma non dicevano nulla
finchè mia madre
si sedette vicino a me. Aveva gli occhi lucidi.
<<
Tesoro hai idea di cosa voglia dire questo? La tua vita da adesso in
poi
cambierà radicalmente. Sei ancora molto giovane per portare
questo carico
importante. >>
Io
assimilai le parole che mia madre mi aveva appena detto, e a cui
seguirono
pochi, ma infiniti, attimi di assoluto silenzio. Aveva ragione. Era una
carico
grandissimo e molto importante che infondo io non mi sentivo pronta a
sostenere. Per lo meno sentivo il mio istinto aiutarmi e darmi forza,
perché
era un emozione irripetibile ed inspiegabile quella di avere un
bambino.
Spostai lo sguardo su Robert, che mi fissava in assoluto silenzio.
Quello
sguardo mi aiutò a fare chiarezza una volta per tutte. Lui
mi sarebbe stato
accanto qualsiasi cosa sarebbe successa e io non avrei mollato e avrei
continuato a portare avanti quel compito fino alla fine dei miei
giorni.
Riguardai mia madre che adesso mi guardava con quella che mi
sembrò
soddisfazione e dolcezza insieme. Aveva capito a cosa stavo pensando.
Guardò
anche lei Robert per poi stringermi l’altra mano libera. In
quel momento pensai
che i miei genitori pensavano sicuramente che il bambino fosse di
Robert, ma
non volevo dirgli che in realtà non era così,
perché sarebbe stata una delusione
maggiore per loro. D’ altra parte Robert mi aveva sostenuto e
non volevo
sottolineare il fatto che il figlio non fosse suo, per paura di ferire
i suoi
sentimenti. Averlo accanto era una grande gioia per me.
<<
E’ quello che vuoi, bambina mia? >>
sentii dire da mia madre che
spostava lo sguardo da a me a Robert. Sentivo il calore della sua mano
e il suo
sguardo addosso. Mi girai verso di lui, i suoi occhi brillavano e il
mio cuore
gridava una semplice parola.
<<
Si. Si. E’ quello che voglio. Voglio questo
bambino >>
In
quel momento, la piccola vita dentro di me non era
solo qualcosa mi apparteneva, come un segreto da custodire, ma divenne
qualcosa
da condividere con le persone che amavo. Abbracciai forte mia madre e
piansi
insieme a lei, le prime vere lacrime di gioia e di felicità.
I miei genitori mi
avrebbero appoggiato anche in questa avventura. La paura provata in
questi
giorni svanì, come neve al sole, ero felice adesso, avevo i
miei genitori
vicino a me, non dovevo più mentire. Presto avrei condiviso
il mio segreto con
tutti i miei amici, persone meravigliose che avrebbe amato il mio
bambino. Ma
soprattutto avevo vicino lui, il mio Robert, la persona più
importante della
mia vita, il mio migliore amico. Voleva stare vicino a me in questo
momento della
mia vita, voleva stare vicino al mio bambino, voleva prendersi cura di
noi.
Forse sarò egoista, sono consapevole di tutto quello che sta
rinunciando per
starmi vicino, ma lo voglio con me, ora e per sempre.
Il
Sole stava ormai calando sull’orizzonte, quando io
e Robert uscimmo dalla casa dei miei genitori. Era stata una giornata
parecchio
stancante per me, a causa di tutta la tensione accumulata in quei
giorni.
Robert mi propose una passeggiata al parco della città,
prima di tornare al mio
appartamento, e io accentai di buon grado. Arrivammo sul posto in poco
tempo,
dato che distava pochi chilometri dalla casa dei miei e ci rilassammo a
passeggiare tra quei giardini. Il mio sguardo cadde sui bambini che
giocavano
tra loro, ma la mia attenzione era presa soprattutto dalle mamme che
portavano
i loro bambini ancora sul passeggino. Tra non molto anch’io
avrei fatto lo
stesso, il che mi riempiva di una strana carica che mi portava a
sorridere, più
spesso del solito. Robert ogni tanto mi stringeva la mano, che di nuovo
ci
tenevamo,e io arrossivo leggermente sotto il suo sguardo.
<<
Sei bellissima, lo sai? >> mi
diceva ogni tanto, cogliendomi di sorpresa.
Ero
onorata delle sue attenzioni. Sapevo che Robert
era un ragazzo dolcissimo e sensibile, però era anche vero
che, come me, era
molto giovane e ancora l’idea che avesse abbandonato tutto
quanto per stare con
me e con un bambino che non era suo, mi rendeva felice ma triste nello
stesso
tempo. Sapevo bene che tra noi c’era un rapporto molto
importante, però alle
volte non mi sembrava giusto che lui sacrificasse tutto se stesso per
me. Ero
molto egoista, nel pensare che mi sarebbe rimasto per sempre accanto,
ma Robert
non desiderava davvero un figlio suo, al cento per cento? Non voleva
condividere la sua vita con la persona che amava? A
quest’ultimo pensiero il
mio corpo fu pervaso da mille brividi. Il mio migliore amico mi aveva
fatto
capire che per lui ero qualcosa di molto di più di un amica,
questo era ovvio,
ma non era mai stato del tutto esplicito o forse ero io quella ad
ostinarsi a
non voler capire. Era una grande dimostrazione quella che mi aveva
fatto
decidendo di starmi accanto, ma un giorno avrebbe potuto lasciarmi e
tornare
alla sua vita. Qualcosa dentro di me non voleva pensare a questa
ipotesi, e sapeva
che lui non l’avrebbe mai fatto, ma un giorno sarebbe potuto
succedere e io
dovevo metterla in conto. Non gli avrei mai fatto pesare il fatto di
avermi
promesso di rimanermi accanto. Mai. Se lui avesse incontrato una
ragazza di cui
si sarebbe innamorato io non potevo che essere felice per lui.
<<
Piccola, sei così pensierosa… >>
La
sua voce mi distrasse dai miei pensieri,
riportandomi improvvisamente alla realtà.
<<
Già… >> sussurrai appena,
lasciandogli
la mano e sedendomi sulla panchina più vicina.
<<
Cosa c’è? Non ti senti bene? Vuoi che ti
riaccompagni a casa? >>
Mi
raggiunse in un istante e si sedette accanto a me,
passandomi un braccio intorno alle spalle. Io sorrisi e mi portai i
capelli
all’indietro con una mano, come era mia abitudine fare. Poi
gli accarezzai il
viso e scossi lentamente la testa, in diniego.
<<
No, sta tranquillo. Mi sento bene.
Stavo solo pensando. >> conclusi, appoggiando il mento
sulla sua
spalla e osservando il suo sguardo corrucciato.
<<
A cosa stavi pensando? >>
<<
Al fatto che un giorno potresti andare via da
me… >>
Sembrò
sorpreso e allo stesso tempo preoccupato delle
mie parole. Mi allontanò un po’ da lui e mi tenne
le mani ben strette sulle
braccia.
<<
Kristen, non voglio che pensi queste cose. Io
non andrò mai via da te. >>
Quelle
parole mi fecero gonfiare il cuore, come un
palloncino, tanto erano le emozioni che la sua voce scura e decisa mi
diedero.
Tuttavia cercai di risvegliarmi da quello stato di torpore.
<<
Robert, so che tu adesso pensi questo, ma
verrà il momento in cui…
>>
provai ad articolare, subito zittita da un suo dito, poggiato sulle mie
labbra.
<<
Non verrà nessun momento. Io voglio
condividere con te questo momento. Voglio… ho bisogno di
starti accanto, e
niente e nessuno me lo impedirà, neanche tu, hai
capito? >>
Io
annuii, mentre lui ritirava la mano e mi guardava
con sguardo serio e sincero. Ricambiai il suo sguardo, con le lacrime
agli
occhi, finché lui non si alzò portandomi con lui.
Non mi aspettavo tutta quella
sicurezza da parte sua. Aveva sottolineato ogni parola, con grande
passione.
<<
Adesso andiamo, che comincia fare freddo qui
fuori… >>
La
sua voce improvvisamente spenta, mi diede una fitta
al cuore. Che era successo? Aveva forse capito male il senso delle mie
parole?
Io lo dicevo per lui, perché lo volevo accanto a me,
più di ogni altra cosa al
mondo. Allora perché non riuscivo a dirglielo?
Perché non riuscivo ad essere
totalmente sincera nei suoi confronti? Mi posi queste domane, mentre
uscivamo
dal parco e ci dirigevamo sulla sua auto. Prima di entrarci, gettai un
ultimo
sguardo a Robert, che però non mi ricambiò ed
entrò subito, mettendo in moto.
Mi morsi un labbro per il nervosismo e sospirando entrai
anch’io. Deluderlo era
l’ultimo dei miei desideri, ma mi resi conto che il mio stato
d’animo lo
avrebbero portato a soffrire. Durante il tragitto, nessuno dei due
disse nulla
e io appoggiai la testa al sedile, chiudendo gli occhi, stanca dei miei
stessi
pensieri.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
tiva95
: Ciao Gioia, ti piace questo primo capitolo? Non so
se si è ben capito, ma ogni capitolo
corrisponderà ad un mese di Gravidanza.
Per quanto riguarda la new entry non posso dirti nulla. Spero solo di
riuscire
a incuriosirti abbastanza da invogliarti a continuare a leggere. Non
è una ff
" casuale", ci saranno diversi risvolti, posso dirti solo questo. Le
idee di lise sono infinite... un bacio, ciao
ale03
: Ciao, spero che questo capitolo piaccia anche a te.
Grazie del commento, si la presenza di Robert diciamo che è
basilare, anche per
i momenti successivi.... a presto, ciao
roby
the best: Ciao, non posso dirti nulla. Leggi e
vedrai, altrimenti che gusto c'è? ^_^ Grazie del commento,
ciao
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Terzo mese ***
Terzo
Mese
Erano
passate tre settimane da quando avevo dato la notizia ai miei genitori.
Ogni
giorno mia madre passava a casa mia per vedere come stavo. Mi piaceva
questa
nuova complicità che si era instaurata tra di noi, a causa
del mio lavoro non
era mia successo. Ora grazie al mio bambino stavo recuperando il
rapporto con
mia madre.
La
maggior parte delle volte Robert stava con noi. Mia madre si era
abituata
presto alla sua presenza, anzi a dire il vero lo adorava. Non aveva mai
fatto
domande sul nostro rapporto e di questo ero grata, perché
non avrei saputo
darle delle risposte. Dalla serata al parco, io e Robert non avevamo
più
parlato del nostro rapporto. Avevo ancora le idee confuse, cambiavo
idea in
continuazione e mi agitavo per questo. Avevo sentito dire che durante
la
gravidanza una donna poteva soffrire di cambiamenti di umore e stati
d’ansia.
La prima volta che ebbi una crisi era notte fonda ed ero sola, in preda
all’ansia avevo chiamato Robert.
La
mia dottoressa, insieme alle vitamine, mi aveva prescritto anche delle
gocce da
prendere in questi casi, ma ero molto preoccupata. Fortunatamente avevo
trovato
una cura molto efficace che non prevedeva l’uso di farmaci.
Mi bastava sentire
Robert cantare e mi tranquillizzavo, l’avevo scoperto per
caso mentre era intento
a cucinare per me. La sua voce era un balsamo per la sottoscritta.
Non
avevo più paura di restare sola di notte, sul comodino
tenevo un lettore mp3 su
cui Robert aveva inserito alcune sue canzoni, a sorpresa aveva anche
inciso una
ninna nanna.
<<
Kristen, sei in casa? >> mi chiamò Robert
dall’ingresso. Gli avevo dato
le chiavi di casa mia , mi sembrava una cosa normale visto che tornava
nel suo
appartamento solo per dormire, a volte neppure quello.
<<
Sono in salotto, Rob! >> gli risposi chiudendo
il giornale che
stavo sfogliando.
<<
Sei in ritardo, lo sai! Ti stavamo aspettando per colazione.
>> lo
rimproverai bonariamente, accarezzandomi il ventre.
<<
Scusa piccola, sono stato trattenuto. Per farmi perdonare ti ho portato
questi.
>> disse baciandomi la fronte e consegnandomi
un sacchetto di
cornetti caldi.
<<
Sei perdonato, questi sono i miei preferiti >>
gli dissi quando
riconobbi il logo del negozio nel sacchetto.
<<
Sono passato in libreria, sono arrivati i libri che avevamo ordinato
>>
disse indicandomi la busta che aveva appoggiato sul tavolino.
<<
Ho preso anche un altro libro, mi è capitato tra le mani e
non ho saputo
resistere >> continuò tirando fuori un grosso
volume con la copertina
viola. Appena lessi il titolo scoppiai a ridere.
<<
Il libro dei nomi? Non ti sembra un po’ presto per
sceglierlo? >> gli
domandai prendendogli il libro dalle mani.
<<
Non è mai troppo presto per decidere una cosa
così importante. Ho preso
l’edizione internazionale, non conosco bene i tuoi gusti
>> mi
disse, con un sorriso.
<<
Hai fatto benissimo, mi piacciono molto i nomi stranieri, hanno un
suono così
particolare… >> con un gesto della
mano gli indicai il posto vicino
a me. Mi accoccolai vicino a lui, appoggiando il libro sulle nostre
gambe.
Passammo
la mattinata su quel libro. A me piacevano nomi particolari che
venivano
puntualmente bocciati da Robert, effettivamente alcuni erano proprio
orribili,
ma certe volte li sceglievo apposta per farlo arrabbiare. Alla fine
avevamo
compilato una piccola lista di nomi sia maschili che femminili, che
piacevano a
entrambi. Per un maschietto avevamo scelto Adrien o Andrè,
per una femminuccia
Aurore o Anaid.
<<
Sai che tra questi non saprei quale scegliere? Mi piacciono tutti
>> mi
disse accarezzandomi la pancia.
Lo
fissavo in silenzio, incantata dalla luce che gli brillava negli occhi.
Purtroppo a spezzare l’atmosfera ci pensò il mio
stomaco.
<<
Mi sa che c’è qualcuno che ha fame
>> disse ridendo Robert
alzandosi dal divano, invitando anche me a fare altrettanto.
<<
Vieni, ti preparo qualcosa >> disse prendendomi
per mano.
<<
Robert aspetta un attimo, devo dirti una cosa >>
lo trattenni.
<<
C’è qualche problema? >>
mi chiese preoccupato.
<<
Nessuno problema, tranquillo >> gli risposi
accarezzandogli il viso
<<
Voglio che sia tu a scegliere il nome per il bambino. >>
gli dissi
guardandolo dritto negli occhi e appoggiai le mani sul suo petto.
L’emozione
e la gioia che lessi in quelle grandi pozze azzurre mi tolse il
respiro.
Sentivo sotto le dita, attraverso la sottile camicia bianca che
indossava, il
suo cuore battere velocemente. L’avevo stupito con la mia
richiesta, ma era
quello che volevo con tutto il cuore. Era il minimo per tutto quello
che stava
facendo per me e il bambino.
<<
Sei sicura di questo, Kris? >> mi chiese, con
un filo di voce.
<<
Tu mi hai fatto capire in mille modi che ci tieni a questo bambino, se
è qui e
sta crescendo è anche merito tuo, se fossi stata da sola non
so se sarei stata
in grado di affrontare tutto questo. Voglio che il mio bambino abbia
qualcosa
di tuo >> gli spiegai, asciugandoli una lacrima
sulla guancia.
<<
Non è corretto dire che ci tengo Kris, io non so cosa sia
successo quel giorno
dal ginecologo, ma appena ho visto quel piccolo esserino nel monitor
qualcosa
dentro di me è cambiato. Solo un’altra volta mi
è capitato qualcosa di simile
ed è stato quando ti ho conosciuto, Kristen. Mi sento legato
a voi
indiscutibilmente, vi adoro, siete la mia fonte di gioia
>> mi disse
stringendomi forte a lui.
<< Vuoi
davvero che sia io a scegliere il nome di questo piccolo
angelo… angelo…
>> sciolse l’abbraccio per fissarmi
dritto negli occhi.
<<
Angel >> disse, sorridendomi.
<<
Angel? Cosa… >> gli chiesi stupita.
<<
Se è femmina , mi piacerebbe che si chiamasse Angel, penso
sia il nome perfetto.
Volendo anche se fosse un maschio potrebbe portare questo nome.
>>
disse inginocchiandosi per baciarmi dolcemente la pancia.
<<
Angel… si, è perfetto! È un nome
bellissimo >> dissi tra le
lacrime. Restammo abbracciati per parecchio tempo.
<<
Tutte queste emozioni hanno fatto venire fame anche a me, andiamo a
mangiare?
>> disse Robert a un certo punto.
<<
Come posso dire di no al mio cuoco personale… come
farò senza la tua cucina per
una settimana? >> chiesi tristemente. Dopo tanto tempo
era la prima volta
che ci separavamo. Robert il giorno dopo sarebbe partito per Londra.
<<
Non ricordarmelo, non ho nessuna voglia di partire >>
disse sospirando.
<<
E tu non partire, resta con me… >> cercai di
convincerlo.
<<
Non puoi immaginare quanto mi pesa separarmi da voi, ma sono il
testimone, e
mio cugino mi fa secco se non mi presento al suo matrimonio
>> disse,
mentre ci dirigevamo in cucina.
<<
Dovrò tenermi molto impegnata per non pensarci, comunque mi
sta molto
antipatico tuo cugino >> sembravo una bambina di cinque
anni, ma era più
forte di me.
<< Non sei la prima che lo
dice >> mi
rispose mentre iniziava a preparare il pranzo.
Il
resto del pomeriggio lo passammo a casa, non avevamo voglia di uscire.
Per cena
avevamo ordinato una pizza, che mangiammo in assoluto silenzio. Seduti
sul
divano guardavamo un film horror, mia nuova passione. Avevo notato che
erano
iniziate a piacermi molte cose che prima odiavo. Per esempio i film
Horror non
mi erano mai piaciuti, di solito era Robert che mi obbligava a vederli,
invece
ora era l’unico genere che mi attirava. Sopirai e guardai
l’orologio,
distrattamente. Presto Robert sarebbe tornato a casa e per una
settimana non
l’avrei visto. Non ero pronta a questo distacco .
<<
Resta con me stanotte >> dissi
all’improvviso, cogliendolo di nuovo di sorpresa.
<<
Mi leggi nel pensiero Kris? Avevo intenzione di chiedertelo alla fine
del film
se potevo restare >> disse
accarezzandomi i capelli. Sorridendo beata mi strinsi maggiormente a
lui.
<<
Scusa, quando è morto il tizio con i capelli lunghi?
>> chiesi a un
certo punto indicando la televisione.
<<
Tesoro, l’hai seguito il film? >> chiese
trattenendo una risata
<< Il
tizio è morto all’inizio del film >>
continuò
<<
Ah… non sono stata molto attenta in effetti, pensavo ad
altro >>
gli dissi imbarazzata.
<<
Andiamo a dormire, sarai stanca >>
<<
Voglio tante coccole prima di addormentarmi >> gli dissi,
stupendo per
sino me stessa.
<<
Sarete accontentati entrambi, voglio restare proprio per questo
>> disse
prendendomi in braccio e portandomi in camera da letto.
Mi
emozionai subito per quel gesto semplice. Con Robert era sempre un
emozione
diversa. Riusciva a rendere speciale ogni minuto che trascorrevamo
insieme,
anche se non facevamo nulla di particolare e rimanevamo seduti sul
divano a
guardare semplicemente la televisione. Mi persi tra i suoi gesti e le
sue
carezze che lentamente mi conciliarono il sonno.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Auguri
di Buona Pasqua a tutti!
Questo
capitolo è stato scritto da entrambe, ma in maggior parte da
lisepotter,
infatti questa storia la scriviamo insieme. Spesso scrivo molto di
più io, ma
senza la mia lise non avrei che scrivere, le sue idee sono come assi
portanti
di una casa in questa storia, di conseguenza indispensabili!
Ledyang
: Ciao, mi dispiace davvero ma non posso dirti nulla, altrimenti
sarebbe tutto
inutile! Comunque mi fa piacere che la storia ti piaccia, spero che
continuerai
a seguirla e ti prometto che non rimarrai delusa! Un bacio, a presto!
Ale03
: Ciao ale^^ Siamo al terzo mese di gravidanza e Kristen deve fare i
conti con
parecchie cose. Un bacione, ciao ^__^
Nessie93:
Ciao!!! Innanzitutto grazie, sei stata molto gentile. Cerco sempre di
scrivere
esattamente ciò che penso o penso, quindi mi fa piacere che
questo tutto ciò
sia arrivato anche a te. Per quanto riguarda il bambino… non
ti posso dire
nulla, no? Sennò a che servirebbe seguire la storia? Posso
solo dirti che ci saranno
diversi risvolti positivi. Io e lisepotter siamo due menti molto strane
( ehehe
)e credimi abbiamo in mente di tutto. Spero che continuerai a leggere,
un
bacio, ciao!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Quarto mese ***
Quarto mese
Non
erano stati giorni facili, in più a causa della mancanza di
Robert. Ormai stavo
cominciando ad abituarmi all’idea che tra qualche mese sarei
diventata mamma.
Ancora mi sembrava impossibile, eppure era la realtà. Per
fortuna mancavano
pochi giorni al ritorno di Robert, quindi passavo le ore con un sorriso
sulle
labbra. Quanto mi mancava… quel ragazzo era diventato per me
qualcosa di
veramente indispensabile. Certe notti, in cui non riuscivo a dormire,
mi
ritrovavo a pensare dove avrei trovato un'altra fortuna simile. Era un
ragazzo
dolce e forte al tempo stesso e che si era preso una grossa
responsabilità :
strami accanto mettendo da parte se stesso. Mi faceva male non sapere
chi fosse
il padre di mio figlio, ma con lui accanto ero capace di stare bene al
pensiero
che non mi avrebbe mai lasciato. Avevo smesso di considerarmi un
egoista nel
pensare questo, perché Robert mi aveva ampiamente dimostrato
che era felice di
stare al mio fianco e di questo gliene ero grata. Pian piano sentivo i
miei
sentimento verso di lui cambiare, ma ero certa che era solo la mia
testa che
non aveva ancora trovato un compromesso con il mio cuore. Non ero
sicura dei
sentimenti di Robert ma era chiaro che non ero una semplice amica per
lui. Non
avevamo mai affrontato l’argomento, perché con
tutte le novità che avevano
travolto la mia vita, mi limitavo a godere della sua presenza. Non
riuscivo a
pensare una vita diversa… lontana da lui.
Quei
giorni senza di lui erano passati lenti e inesorabili, ma avevo
scoperto una
grande amica in Ashley. Sebbene non ci fossimo mai viste più
di tanto, un
pomeriggio mi aveva chiamato e non avevo saputo dire di no alla sua
dolcezza,
con cui si rivolgeva sempre a me. Le mie rotondità
cominciavano a farsi
evidenti così le dissi la verità. Anche lei era
felice del fatto che Robert mi
stesse accanto, tuttavia non avevo specificato che lui stava con me
quasi
ventiquattro ore su ventiquattro. Adesso la stavo appunto aspettando
perché
disse che aveva una sorpresa per me. Sbuffai stancamente e spensi la
televisione che seguivo distrattamente. Erano le quattro passate e
Ashley mi
avrebbe chiamato a momenti. Come immaginavo il telefono
cominciò a squillare
dopo qualche minuto, così scesi giù e la
raggiunsi. Arrivammo in poco tempo al
centro di Los Angeles e quasi come Alice in Twilight, Ashley mi fece
girare
parecchi negozi per bambini. Mi emozionai alla vista di quelle piccole
tutine
di tutti i colori, era la prima volta che entravo in un negozio del
genere. Per
un attimo immaginai di avere tra le braccia la mia piccola creatura e
solo
allora mi vennero le lacrime agli occhi. Ashley venne proprio in quel
momento,
con le braccia cariche di vestitini di tutti i tipi. Rimasi
quasi a bocca
aperta a quella vista, non sapevo neanche se sarebbe stato Maschio o
Femmina!
<<
Ash, ma non sono troppi? Oltretutto non so ancora se…
>>
<<
Oh, lo so, sta tranquilla! Ho preso dei colori neutri, il resto lo
prenderemo
dopo. >>
Non
riuscii a frenare il suo entusiasmo così mi avvicinai a lei,
con un sorriso,
per aiutarla a mettere sulla cassa tutto quello che aveva preso.
Visitammo
parecchi negozi in cui Ash non mi fece uscire una lira, decidendo di
comprare
tutto lei alla piccola creatura che portavo in grembo. Non avevo
parole. Non
credevo che Ashley potesse essere così dolce e generosa con
me. Era davvero molto
premurosa, infatti dopo esserci fermate in un bar a prendere qualcosa
che ci
aiutasse a sconfiggere il caldo della stagione, mi
riaccompagnò a casa,
facendomi promettere che non mi sarei stancata oltre, dopo
quel
movimentato pomeriggio. Provai ad invitarla in casa ma lei mi
sventolò davanti
la sua agenda, carica di impegni e vari appunti scritti ovunque. Risi e
la
ringraziai per tutto ciò che aveva fatto, con la promessa di
rivederci presto.
Erano
ormai le otto passate quando mi decisi di prepararmi qualcosa da
mangiare. A
dire il vero non avevo molta fame, forse perché sapevo che
non c’era Robert a
cucinarmi una delle sue prelibatezze e quindi anche il mio piccolo
evitava di
manifestare troppo la sua fame! In ogni caso non dovevo perdere di
vista questo
aspetto, così mi imposi di mangiare qualcosa.
Prima
di andare a dormire presi i sacchetti dove c’era tutta la
roba che Ash aveva
comprato e mi distesi sul mio letto guardandoli lentamente. Sorridevo
ogni qual
volta che ne prendevo uno. Non credevo di farlo così presto.
Un tempo mi
occupavo di vestiti per premier e riviste di moda, mentre ora stringevo
tra le
mani un piccolo pigiamino giallo, con tanti orsacchiotti disegnati.
Chiusi gli
occhi facendo un lungo respiro e mi abbandonai alla
stanchezza. Passarono
forse pochi secondi, quando sentii una lieve carezza sul capo.
Lentamente mi
svegliai e mi alzai subito per la sorpresa. Robert era seduto accanto a
me, sul
letto, con a terra il suo zaino, ovvero quello che gli avevo prestato
io.
<<
Robert! >> esclamai, buttandomi tra le sue braccia.
Sentii
la sua forte stretta, per poi lasciarmi subito con uno sguardo alla mia
pancia.
L’accarezzò con una mano e il mio cuore quasi
scoppiò di emozione.
<<
Mi siete mancati >>
Io
sorrisi accarezzandogli il viso.
<<
Non puoi immaginare quanto tu sia mancato a noi
>>
Lui
si sporse e mi diede un dolce bacio sulla guancia, per poi spingermi
affinché
mi distendessi nuovamente.
<<
Non volevo svegliarti, ma quando sono salito sul taxi ho detto il tuo
indirizzo. Non c’è la facevo ad aspettare domani.
>>
Io
per risposta lo tirai accanto a me e lui si distese, abbracciandomi.
<<
Ehi, ma cosa… ? >>
Io
risi di cuore vedendo Robert che si sfilava da sotto un braccio la
tutina
gialla che avevo lasciato lì.
<<
E’ opera di Ash. E’ stata così carina da
comprare delle cose a… si insomma a
lui! >> dissi, indicando il mio ventre.
Non
sapevo se sarebbe stato maschio o femmina ancora e non ero sicura di
volerlo
sapere. Volevo che fosse una sorpresa fino alla fine.
Robert
sembrò non ascoltarmi perché aveva gli occhi
fissi su quel piccolo indumento.
Mi sembrava emozionato e sorrisi vedendolo così preso dai
suoi pensieri. Chissà
a cosa stava pensando… non credevo esistesse un ragazzo
così dolce. Mi stupii
quando lo vidi riabbracciarmi e mettere una mano tra noi che
stringeva la
tutina.
Mi
vennero le lacrime agli occhi nel leggere cosa si celava dietro quel
gesto.
<<
Sempre qui… tra noi. >>
Voleva
far parte davvero della vita del bambino e quello voleva significare
che per
lui era davvero importante. Una cosa … nostra. Ancora
soffrivo per il fatto che
non sapessi chi fosse il padre, perché mi sorprendevo quando
desideravo
ardentemente che fosse Robert. Non riuscii a contenere le mie emozioni
e mi
sporsi verso di lui, baciandolo. Lui rispose subito al mio bacio,
stringendomi
ancora di più e approfondendo quel contatto. Sentii un buco
allo stomaco e la
voglia di non staccarmi mai più da lui. Le lacrime mi
rigarono il viso, per la
gioia che provavo in quel momento. Mi sentivo completa solo quando
l’avevo accanto
e questo mi rendeva felice e nervosa al tempo stesso. Non capivo cosa
dovevo
fare anche se era chiaro che i miei sentimenti per Robert stavano
cambiando. In
realtà pensavo che ci fossero da sempre solo erano sopiti a
causa delle mie
riserve. Come potevo rivelare a Robert che mi stavo innamorando di lui,
in una
situazione così difficile? Potevo chiedergli di non rivelare
nulla del nostro
rapporto, quando lui era così entusiasta di tutto
ciò che stava succedendo?
Avrei dovuto aspettare il momento giusto, perché ancora per
qualche ragione non
mi sentivo pronta. Quando lui pose fine al nostro bacio, mi
sembrò che anche
lui sapeva cosa provavo. Lo vedevo rispecchiato nei suoi occhi. Al
tempo stesso
sapevo che lui avrebbe capito … sapeva che era per me un
momento particolare e
avrebbe dovuto aspettarmi.
<<
Dormi, piccola mia… >>
Con
un latente senso di colpa nei suoi confronti e di rabbia in quelli di
me
stessa, cercai di prendere sonno cullata dal piacevole suono del suo
respiro.
Mi
sembrarono passati solo pochi minuti quando l’odore di
caffè mi fece lentamente
svegliare. Ci misi qualche secondo prima di capire come mai venisse
quell’odore
dalla cucina, dato che io non avevo preparato nulla. Solo dopo mi
lasciai
andare sul cuscino , con un sorriso, ricordando che Robert la scorsa
notte era
venuto a casa mia. Ragionai sul fatto che fosse venuto in anticipo
rispetto a
quanto mi aveva detto. Lentamente mi alzai e raggiunsi la cucina, dove
lo
trovai alle prese con delle padelle. Lo abbracciai da dietro e lui dopo
l’iniziale sorpresa riprese a lavorare ai fornelli.
<<
Buon giorno, Kris. >>
<<
Buon giorno, Rob, cosa stai combinando? >>
<<
Siediti e vedrai. Sono sicuro che in questi giorni non hai mangiato
come si
deve. >>
Risi
e mi staccai da lui, per sedermi al tavolo.
<<
Hai ragione, mamma >>
Lui
mi raggiunse poco dopo con una colazione che avrebbe fatto invidia a
una
principessa.
<<
Ehm… tesoro? Io non riuscirò a mangiare tutta
questa roba. >>
<< Oh
si che lo farai, sennò di qui non ti alzi. >>
Come
una bambina con il genitore, alzai gli occhi al cielo e afferrai la
forchetta
per mangiare. Ero sicura che Robert non mi avrebbe lasciato scelta.
<<
Allora… come hai passato questi splendidi giorni lontana da
me? >>
<<
Splendidi non direi. Mancavi tu, quindi… >>
Lasciai
che le mie parole facessero il loro effetto, infatti vidi Robert
drizzarsi
sulla sedia e mandarmi uno dei suoi sorrisi più dolci.
<<
Anche per me è stato lo stesso, infatti sono venuto prima
del previsto.
>>
<<
Ho notato… ma non potevi fare scelta migliore
>>
Lui
rise, salvo poi rimproverarmi affinché finissi la mia
colazione. Subito dopo mi
disse di prepararmi e non avendo idea di cosa volesse fare
eseguì senza
discutere. Quando finì di prepararmi, lo trovai accanto alla
porta di casa, che
mi aspettava. Mi prese la mano ed uscimmo. Chiamò
velocemente un taxi e andammo
davanti casa sua. Bloccò le mie domande sul nascere e mi
disse di aspettare che
lui entrasse per prendere qualcosa. Così feci e quando lui
tornò da me,
prendemmo la sua macchina per arrivare nel luogo a me sconosciuto.
Scoprì che
la nostra destinazione era vicino al mare di Los Angeles, ma non
abbandonammo
comunque la zona abitata. Quella era la parte della città
che più mi piaceva.
Si potevano vedere i gabbiani lungo la costa e l’odore
salmastro del mare
giungeva alle narici. Mi sorpresi quando Robert si fermò
davanti a una strada
costeggiata da villette. Conoscevo quella zona ed era una tra le
più belle
della città Abbastanza vicina al centro ma nello stesso
tempo a ridosso della costa.
Mi voltai verso Robert, che mi fece cenno di scendere. Così
feci, anche se
perplessa e mi accorsi solo in quel momento che lui aveva posteggiato
davanti a
una bella villa.
Rimasi
affascinata a guardarla, anche se ero abituata a quel genere di case.
Era su
due piani e sopra c’era una terrazza piena di fiori di ogni
tipo. Il pian
terreno era immerso nel verde e vidi Robert aprire un piccolo
cancelletto di
legno e farmi cenno di raggiungerlo. Così feci e ammirai la
casa da più vicino,
mentre con lui seguivo il piccolo sentiero, costeggiato da tante
aiuole, che
conduceva al portone principale. Scorsi una piccola fontanella al lato
della
casa e un dondolo dall’altra parte, sotto un gazebo. Non mi
accorsi nemmeno che
lui aveva aperto la porta e mi guardava con un sorriso dolce,
all’entrata. Lo
guardai ma lo precedetti all’interno della villa.
Sgranai
un po’ gli occhi nel notare l’estrema eleganza con
cui il salone si presentava.
Divani bianchi e un arredamento moderno faceva bella mostra di
sé, mentre una scala
in ferro battuto si mostrava in tutta la sua bellezza. Entrai fino a
raggiungere la cucina, tipicamente americana, e infine il bagno,
così grande da
far concorrenza al salone che prima avevo visitato.
Avrei
voluto chiedere delle spiegazioni a Robert ma ero affascinata
da quella
casa. Mi avviai verso la scala con lui dietro, dove c’erano
diverse camere da
letto e un altro bagno. Infine un'altra scala simile a quello che avevo
appena
percorso, portava alla terrazza. Una volta giunta lì sorrisi
istintivamente.
Quel luogo era magico! Piante rampicanti e fiori profumatissimi erano
sparsi
ovunque. Al centro c’era un tavolo di legno, molto elegante ,
e al di sopra di
esso c’era un vaso molto particolare che conteneva un mazzo
di rose di tutti i
colori. Mi affacciai e vidi quasi l’intera città e
gran parte dell’Oceano.
Rimasi quasi a bocca aperta, fin quando Robert non mi strinse le mani
sulla
vita e poggiò il capo sulla mia spalla.
<<
Ti piace? >>
Mi
voltai verso di lui e poggiai le mani sul suo torace.
<<
E’ splendida questa casa! >>
Vidi
il suo sorriso illuminargli il viso e una strana emozione pervaderlo.
<<
Sono felice che ti piaccia. >>
<<
Si, si moltissimo! Robert, questa casa è tua vero?
>>
Gli
sorrisi e poi tornai a guardare il panorama che si presentava ai miei
occhi.
Era qualcosa di stupefacente che ti riempiva di emozione! Er sempre
stata così,
bastava un bel paesaggio per farmi star bene. Quella casa era davvero
fantastica. Non ebbi il tempo per pensare altro che Robert mi
girò verso di lui
e stavolta lo vidi serio e determinato.
<<
Vieni con me >>
Mi
prese per mano e mi fece sedere su una delle sedie attorno al tavolo.
Mentre
lui si sedeva presi una rosa bianca e la portai al viso per sentirne il
profumo. Poi rivolsi i miei occhi a Robert che mi guardava intensamente.
<<
Kristen, ho bisogno di parlarti di una cosa importante. >>
Posai
la rosa sul tavolo e allungai una mano per prendere la sua.
Perché di colpo
aveva assunto quel tono serio e preoccupato? Lui mi strinse la mano e
l’accarezzò con le dita.
<<
Cosa c’è? Non farmi preoccupare
>>
Lui
scosse il capo con un mezzo sorriso e mi fece capire di ascoltarlo.
Appoggiai
il viso alla mano libera, mentre l’altra era stretta alla sua.
<<
Mi piacerebbe farti capire pienamente le emozioni che mi pervadono ogni
qual
volta che ti vedo, Kristen. Tu sei la cosa più importante
della mia vita e
credo di avertelo dimostrato in tanti modi. Non pensare che tutto
questo sia
dovuto semplicemente al fatto che aspetti un bambino. Anche se non sono
il suo
padre naturale io… io lo sento come mio
>>
A
quelle parole sussultai, mentre il mio cuore batteva
all’impazzata. Lui vedendo
la mia reazione strinse più forte la mia mano, non
permettendomi di
lasciargliela. Avrei voluto dire qualcosa ma la mia mente era confusa,
così lui
continuò.
<<
Non voglio ancora girarci attorno, Kris. Alle volte penso che tu ti
senta in
colpa nei miei confronti, ma devi capire che io sono assolutamente
certo delle
mie scelte. Sono consapevole di quello a cui sto andando incontro e
credimi non
voglio altro. Vorrei poter starti accanto, sempre. Così,
anche se può sembrati
troppo, ho comprato questa casa pensando a noi. Voglio vivere con te e
con il
piccolo… >>
Lasciò
quelle parole in sospeso e io credetti di aver dimenticato come si
faceva per
respirare. Mi portai una mano alla bocca mentre le lacrime minacciavano
di
uscire. Cosa? Robert voleva vivere con me?
Lo
vidi alzarsi e mettersi in ginocchio accanto a me. Mi poggiò
le mani sulle
ginocchia e le strinse mentre io scotevo il capo in preda
all’incredulità.
<<
Robert, mi stai dicendo qualcosa di molto… troppo
importante, te ne rendi
conto? >>
Lui
sorrise asciugandomi le lacrime che traditrici mi scorrevano sul viso.
<<
Sono sicuro, Kristen. Di questo e molto altro …
>>
Ormai
in preda alle forti emozioni, che le sue parole mi avevano dato, lo
strinsi a
me e piansi sulla sua spalla. Non sapevo quantificare la mia gioia ed
ero
felice della sua proposta. Ancora non potevo credere che mi avesse
regalato
quella casa e che volesse vivere con me.
<<
Piccola… sai cosa provo per te. Ti amo, Kristen e
starò con te per sempre.
>>
Rimasi
ancora una volta senza parole. Avevo intuito i suoi sentimenti ma
sentirselo
dire con quella voce così dolce era tutt’altro. Lo
strinsi ancora più forte
sentendo il mio cuore scoppiare di gioia. Ero davvero felice e avrei
ricordato
quel momento in eterno.
<<
Ti amo anch’io, Robert >>
Mi
staccai da lui e lo vidi quasi stupito dalle mie parole. Poi si
lasciò andare a
un sorriso sincero e mi baciò d’impeto. Sorrisi
sulle sue labbra per poi
ricambiare il bacio, immergendo le mani tra i suoi capelli. Ero certa
di amarlo
ed ero sicura anche dei sentimenti che lui provava nei suoi confronti.
Entrambi
ci alzammo e scendemmo per tornare al piano di sotto. Io continuavo a
guardarmi
intorno incredula che quella fosse casa mia. Lui rise e mi
scompigliò i capelli
abbracciandomi stretta.
<<
Robert, non ci sono parole per descrivere questa casa. >>
<<
La nostra casa >>
sottolineò facendomi arrossire.
<<
Sarebbe bello organizzare una cena per invitare i nostri amici, che
dici?
>>
<<
Sono d’accordo, infondo abbiamo molte novità da
dirgli. >>
Io
sorrisi e mi strinsi a lui. In poco tempo la mia vita era cambiata e mi
resi
conto di averla costruita proprio con Robert.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Tiva95:
Ciao, scusa tanto il ritardo, ma non è un buon momento per
me. Spero che anche
questo capitolo ti piaccia, un bacio, ciao.
midnightsummerdreams
: Ciao, bè di chi è il bambino purtroppo non
posso dirlo, sennò ti rovinerei
tutto! Vedrai… un bacio, ciao
ale03:
Si, robert è molto dolce anche nella realtà,
spero che il capitolo ti piaccia,
un bacio, ciao^^
ledyang:
Ciao, mi fa piacere che il nome ti piaccia, un bacio, ciao ciao.
Florence:
Ciao, mi ha fatto molto piacere la tua recensione. Sono contenta che lo
riterresti anche un originale, in effetti mi baso comunque su due
persone
comuni e da li nasce tutto. Grazie, ciao^^
Nessi93:
Ciao Nessie, ti ringrazio ed hai ragione perché moltissime
delle idee contenute
in questa storia sono di Lisepotter. Insieme abbiamo creato questa ff.
Sono
contenta che ti piaccia, un bacio, ciao!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Quinto Mese ***
Quinto
mese
Tra
poco l’avrei saputo. Non smettevo di sorridere, mentre
sentivo lo sguardo di
Nikki e Ashley su di me. Non ero sicura di volerlo sapere, ma quella
sensazione
di dolce tormento non accennava a lasciarmi. Robert aveva scelto un
nome
neutrale per la creatura che portavo in grembo. Angel poteva adattarsi
sia ad
un maschio che ad una femmina, però io avevo già
il sentore di cosa sarebbe
stato anche se non lo avevo mai detto a nessuno. I probabili contorni
del suo
viso si delinearono nella mia mente, ma mi morsi un labbro per
cancellare
quelle visioni, perché in ogni piccolo volto che immaginavo
c’era sempre un po’
di Robert. Mi sentii subito arrossire. Perché dovevo
pensare a quelle cose?
Sapevo che sarebbe successo…
Robert
non era il vero padre del bambino, anche se follemente mi ritrovavo
spesso a
desiderarlo. Adesso rappresentavamo del tutto una coppia e ancora non
mi
sembrava vero che dividevamo quella casa insieme.
Sorrisi
ancora una volta ripensando a quei dolci momenti che mi aveva regalato,
ma la
voce di Ashley mi riportò alla realtà. Mi ero del
tutto dimenticata di essere
seduta nel salone della nuova casa, con gli amici miei e di Robert
seduti
vicino a noi. Un braccio di Robert si strinse sulle mie spalle e solo
dopo mi
accorsi di essermi appoggiata a lui. Mi ripresi imbarazzata e guardai
Nikki,
Ashley e Taylor seduti su un divanetto di fronte a me, che mi
studiavano con
malcelati sorrisi e poi Kellan e Jackson seduti su due rispettive
poltrone.
Non
mi sarei mai scordata le loro espressioni attonite quando gli avevamo
confidato
che aspettavo un bambino e che da quel momento avremmo condiviso la
nostra
vita. Ricordavo bene la sensazione di gelido imbarazzo quando Kellan
con una
delle sue solite battute aveva detto a Robert che non si aspettava che
aspirasse a diventare padre così presto, battendo tutti sul
tempo. Solo dopo
Ashley l’aveva ripreso con una piccola sberla sulla nuca,
dicendogli che il
figlio non era di Robert. In quel momento sentii un vuoto allo stomaco
e una
delusione amara. Non so se mi colpii più il fatto che Kellan
mi rivolse uno
sguardo di scuse o il fatto che Robert mi strinse in un abbraccio. Non
avevo
ancora avuto il tempo di spiegare come stavano le cose,
perché infondo mi
fidavo dei miei amici, che Kellan si era esibito in quella che voleva
essere
una battuta scherzosa rivolta al probabile padre di mio figlio.
Per
un attimo pensai che tutti davano per scontato il fatto che il figlio
fosse di
Robert, dato il nostro attuale rapporto. In ogni caso dubitavo che
l’avrebbero
pensata allo stesso modo se noi non fossimo stati insieme.
<<
Domani sapremo il verdetto. >>
mi disse con un sorriso Jackson.
Sorrisi
anch’io ma prima che potessi rispondere Robert mi precedette.
<<
Kristen non è ancora sicura di volerlo sapere.
>>
<<
Un sorpresa allora?!? >>
Incontrai
lo sguardo acceso di Ashley e le sorrisi con sincerità. Non
credevo di poter
sviluppare un così bel rapporto con lei, perché
fin dall’inizio avevo sempre
legato più con Nikki che con lei. Invece avevo trovato una
persona dolce e
comprensiva!
<<
Non so ancora. Sta a vedere cosa succederà in quello studio
medico. E’
possibile che la mia curiosità prenda il sopravvento.
>> pronunciai
pensierosa.
<<
Nostra curiosità, Kris. >>
Mi
voltai verso Robert che mi sorrideva. Sapevo quanto ci tenesse. Le
parole che
mi aveva rivolto il giorno in cui mi aveva fatto quella bellissima
dichiarazione ancora mi risuonavano nella mente. Lui voleva far parte
della
vita della creatura che portavo in grembo.
Non
risposi ma con una mano gli accarezzai i capelli.
La
cena continuò tra auguri e sorrisi fin quando, dopo essermi
cambiata, non mi
avviai sbadigliando verso la stanza da letto che condividevo con Robert.
Stavo
per distendermi quando due forti braccia mi circondarono la vita.
Dapprima
sorpresa, sorrisi e posai le mani su quelle di Robert poggiate sulla
mia
pancia.
<<
Ti vedo un po’ stanca, Kris. >>
Sospirai
ma rimasi in quella posizione.
<<
Si, un po’. >>
Stemmo
in quella posizione per qualche minuto, ma quando proruppi in un altro
sbadiglio lui mi fece voltare e posò un lieve bacio sulla
mia fronte.
<<
Sarà meglio che questa bella mamma vada a dormire.
>>
Sorrisi
e mi alzai sulle punte per stampargli un casto bacio sulle labbra.
Robert mi
trattenne e approfondii il nostro contatto. Subito dopo mi prese in
braccio e
mi distese sul letto.
<<
Sai amore, non mi piace il modo di confabulare di Kellan e Jackson.
>>
<<
Che vuoi dire? >>
<<
Li ho visti parlare fittamente tra loro e poi scrivere delle cose su
pezzi di
carta differenti. Non so cosa hanno in mente ma sono certo è
qualcosa a che
fare con nostro figlio. >>
Non
risposi rimanendo vittima di una forte emozione, nel sentire
pronunciare da
Robert la parola “ nostro” riferito alla creatura
che porto in grembo. Lui lo
notò perché mi prese il viso tra le mani
guardandomi intensamente.
<<
Kris sei arrabbiata per ciò che ho det…
>>
Soffocai
le sue parole con un bacio che lui ricambiò subito. Mi persi
nella sensazione
di trovarmi tra le sue forti braccia fin quando lui, sorridendo, non si
allontanò un po’ da me.
Continuammo
a guardarci, mentre sentivo una lacrima rigarmi il viso. Ero felice di
avere
Robert al mio fianco. Lo amavo più di qualsiasi altra cosa.
Ogni volta che mi
confermava di rimanere al mio fianco e di considerarsi come il padre
della mia
creatura mi riempiva di gioia.
<<
Sei la cosa più bella che potesse capitarmi…
>> sussurrai.
Lui
mi sorrise e cancellò la scia appena visibile della mia
lacrima.
<<
Ti amo più di ogni altra cosa, Kristen Stewart.
>>
Gli
accarezzai il viso con una mano e lui capii dalla mia espressione quali
erano i
miei sentimenti nei suoi confronti. Appoggiò una mano sulla
mia pancia e mi
strinse a sè, mormorando una delle sue melodie al mio
orecchio fin quando non
caddi tra le braccia di Morfeo.
Mi
sembrarono che fossero passati pochi secondi quando dei piccoli baci
sul viso
mi risvegliarono. Sorrisi ben sapendo chi fosse il fautore di quelle
carezze.
<<
Robert… >> mormorai assonnata e vidi il mio
angelo già in piedi e vestito
di tutto punto.
<<
Dormigliona siamo già in ritardo lo sai? La dottoressa ci
aspetta molto presto
stamattina. >>
Spalancai
gli occhi, ricordandomi che avevamo spostato l’appuntamento
con la mia
ginecologa perché Robert non ci sarebbe potuto essere nel
pomeriggio e volevo
assolutamente che venisse con me.
Mi
sentii di colpo agitata. Tra pochissimo tempo avrei saputo se avrei
avuto un
maschietto o una femminuccia. Ma ero davvero certa di volerlo sapere?
Con
questi pensieri mi alzai e mi diressi subito per farmi una doccia
veloce. Non
appena finii di prepararmi scesi nel salone e trovai Robert che faceva
avanti e
indietro per tutta la sala giocherellando nervosamente con le chiavi
della
macchina. Non si accorse neppure del mio arrivo e sembrava davvero
parecchio
agitato. Forse più di me. Sorrisi indulgente e gli sfiorai
un braccio quando mi
passò davanti senza neanche vedermi.
<<
Tesoro? >> dissi con un mezzo sorriso.
<<
Amore, sei già pronta? Andiamo dai…
>>
Mi
prese per mano e quasi mi trascinò verso la porta. Non
riuscii più a trattenere
una risata e lui si voltò sorridendomi.
<<
Kris, temo che mi verrà un attacco di panico.
>> disse respirando
profondamente.
Io
risi ancora più forte e mi strinsi a lui, che
ricambiò l’abbraccio e mi baciò
la testa. Arrivati alla macchina mi aprii lo sportello e fece
attenzione che mi
sedessi senza fare bruschi movimenti. Alzai gli occhi al cielo e gli
strappai
lo sportello dalla mano e lo richiusi. Abbassai il finestrino e gli
feci una
linguaccia, dato che era rimasto a guardami con le mani ai fianchi,
pronto per
la prossima ramanzina.
<<
Forza papà datti una mossa. >> gli
feci l’occhiolino e lui si
sciolse al sentire le mie parole.
<<
Kristen quante volte devo dirti di stare attenta a tutto quello che
fai?
>>
<<
Tante, tantissime volte! >> esclamai dandogli
un veloce bacio sulle
labbra.
Lui
scosse il capo divertito e subito mise in moto per arrivare allo studio
medico
della dottoressa.
L’ansia
cominciò ad invadere anche me, non appena ci sedemmo nella
sala d’aspetto dello
studio. Robert sembrava non riuscire a stare seduto senza muoversi
continuamente, attirando l’attenzione di altre due mamme
sedute vicino a noi.
Sorrisero e io posai una mano sul ginocchio del mio fidanzato tentando
di
attirare la sua attenzione. Lui sospirò un ultima volta e mi
accarezzò i
capelli guardandomi con amore.
<<
Non sei nervosa? >>
<<
Si, tesoro, ma che ne dici di ingannare il tempo pensando a qualcosa?
>>
Lui
sembrò accogliere con gioia le mie parole.
<<
Beh… il nome l’abbiamo già scelto
>>
Sorrisi
raggiante. Si, il nome era già stato scelto. Angel era molto
dolce e adatto a
entrambi i casi, ovvero se avremmo avuto una femmina o un maschio.
<<
Sei ancora convinta per Angel vero? >> mi chiese ancora.
<<
Si, è bellissimo. >>
Lui
mi strinse a sé, ma proprio in quel momento la segretaria
della dottoressa Bree
ci informò che era arrivato il nostro turno.
Strinsi
forte la mano di Robert, che mi sorrise incoraggiante ed entrammo nella
stanza
in cui Penny ci stava aspettando.
<<
Penny, sono terribilmente nervosa! >>
La
dottoressa mi abbracciò affettuosamente ma il suo sguardo si
rivolse a Robert.
<<
Tesoro, penso che il tuo fidanzato sia molto più nervoso di
te! >>
Ridemmo
tutti e tre e Penny mi fece subito accomodare sul lettino, vicino
diversi
macchinari. Con un sospiro profondo mi cambiai, mettendomi il camice e
la
dottoressa mi raggiunse con Robert che subito mi strinse una mano tra
le sue.
<<
Kristen, vuoi sapere il sesso del tuo bambino? >>
Guardai
Robert ed entrambi decidemmo. Nonostante tutti i miei dubbi, guardando
gli
occhi del ragazzo che amavo, sapevo cosa avrei detto.
<<
Si >> dicemmo all’unisono.
Non
feci caso ai brividi che mi percorsero quando Penny mi cosparse lo
stomaco con
una fredda gelatina che già ero abituata a sentire sulla
pelle, anche perché
credevo che quei brividi fossero dovuti più
all’ansia che al resto.
Al
sentire il battito del cuore della mia creatura mi misi quasi a
piangere e vidi
anche Robert con gli occhi lucidi. Guardammo insieme quel piccolissimo
corpo,
che lentamente cresceva dentro di me. L’emozione era
indescrivibile . Non avrei
mai scordato quei momenti.
<<
D’accordo si vede bene il sesso del nascituro.
>>
Ci
guardò un ultima volta e io le feci cenno di continuare.
<<
E’ una bellissima femminuccia. >>
Le
lacrime cominciarono a scorrere sul mio viso per l’emozione.
Mi resi conto che
qualsiasi cosa mi avrebbe detto avrebbe causato questa mia reazione.
Per una
madre non era importante se il proprio figlio sarebbe stato maschio o
femmina.
Sentii
Robert posarmi un bacio sui capelli e io mi voltai verso di lui. Rimasi
colpita
nel vedere alcune lacrime sul suo volto e allungai una mano per
asciugarle.
<<
La nostra piccola Angel. >> sussurrai,
facendolo sorridere.
<<
Angel è un nome bellissimo. Complimenti!
>> ci disse Penny, anche
lei emozionata.
Le
sorrisi e mi ricomposi per alzarmi. Robert non sembrava in grado di
articolare
nessuna parola, tanta era l’emozione che doveva provare.
Seguii la dottoressa
dopo avermi lasciato un bacio sulla fronte e quando anch’io
li raggiunsi non
potei non pensare a quanto fossi fortunata nell’averla
accanto.
Cercavo
sempre un indizio nel suo volto, che mi facesse capire che in
realtà soffriva
per questa situazione. Per il fatto che lui non fosse il vero padre
della mia
piccola. Ma in fondo un genitore è soprattutto chi ama e
cresce un bambino e
non solo quello biologico.
Robert
amava la mia bambina, già da ora. Sarebbe stato un padre
meraviglioso. Cercai
di trasmettergli tutto questo guardandolo. Lui mi fissava serio e i
suoi occhi
mi parlarono molto di più che con delle semplici parole.
Quel momento era
troppo importante per riuscire a spiegarlo con delle parole.
<<
Kristen ora sai che avrai una bella bambina. Sarete due genitori
fantastici. Mi
raccomando, ascolta i consigli di Robert e non stancarti mai troppo!
>>
Quando
uscimmo dallo studio camminammo lentamente verso la macchina.
Quell’ansia di
sapere si era trasformata in dolce emozione. Stringevo la sua mano e
guardavo
il cielo azzurro mentre un leggero vento mi smuoveva i capelli.
Sarei
diventata mamma. Ogni giorno che passava diventava per me una certezza.
Sarei
stata in grado di rispettare i miei impegni? Saresti stata una buona
madre per
mia figlia?
<<
A che pensi? >>
La
voce roca e sensuale di Robert mi riportò con i piedi per
terra.
<<
Penso al fatto che tu mi sei vicino e questo scaccia ogni mia paura di
non
poter essere una buona madre per Angel. >>
Lui
si fermò e mi mise le mani sulle spalle. Mi
guardò serio e senza che potessi
dire o fare nulla mi bacio togliendomi il fiato.
<<
Tu sarai un ottima madre Kristen. Sei una ragazza seria e dolcissima.
Io ti
sarò sempre accanto, quando avrai bisogno di me. Anche se
non sono il vero
padre di Angel, l’amo già come se fosse veramente
mia figlia, anzi per me lo è
davvero. E niente e nessuno potrà cambiare questo dato di
fatto. >>
Lo
abbracciai e per lunghi minuti rimanemmo fermi in mezzo al marciapiede.
Il cuore
sembrava volermi uscire dal petto, tanto batteva forte. Amavo Robert
più di
tutto.
<<
Ehi… sai che ti dico? Oggi mi fingo malato e non vado da
nessuna parte. Voglio
stare con te. >>
<<
Ma Robert sei sicuri che… >>
Mi
mise un dito sulle labbra per evitare che finissi di parlare.
<<
Ti amo, Kristen e voglio stare con te oggi. E’ una delle
giornate più belle
della mia vita. >>
Sarei
morta d’emozione continuando in quel modo. Come riusciva ad
essere così dolce e
premuroso?
<<
Ti amo anch’io. Sono felice di ogni giorno che passi al mio
fianco. >>
Mi
accarezzò una guancia e poi mi prese per mano. Raggiungemmo
il centro in
macchina e poi proseguimmo a piedi. Entrammo in numerosi negozi per
bambini e
vidi Robert particolarmente interessato ai mobili per le stanzette. Era
in
programma di fare una stanzetta per Angel naturalmente, ma ci eravamo
trasferiti da poche settimane nella nuova casa e non avevamo ancora le
idee
chiare.
Dopo
aver curiosato e comprato la prima tutina rosa per la piccola, andammo
a
mangiare in un ristorante italiano poco lontano. Chiamammo i miei
genitori e
anche quelli di Robert. Entrambe le famiglie sapevano che eravamo
fidanzati e
che Robert aveva deciso di dividere con me la sua vita. La madre di
Robert mi
disse di raggiungerla immediatamente dato che ci trovavamo nella stessa
città.
Infatti vivevano in un appartamento per stare vicini ad entrambi.
Adoravo sua
madre, perchè si comportava come se io fossi sua figlia!
<<
Amore, ti dispiace se ti lascio un po’ da sola con mia madre
e poi ti vengo a
riprendere più tardi? Devo fare una cosa. >>
Lo
guardai dubbiosa ma annuii.
<<
Certo, sono molto contenta di stare con tua madre. Ma
cos’è che devi fare?
>>
Lui
strinse la mia mano che teneva sul cambio della macchina.
<<
Una sorpresa… non mi rovinare tutto! >>
Risi
e scossi il capo incredula.
<<
Quando la smetterai di viziarmi? >>
Lui
non rispose ma strinse con più forza la mia mano.
In
poco tempo raggiungemmo l’appartamento dei suoi genitori,
dove venni travolta
dall’abbraccio di Mamma Pattinson.
<<
Oh Kristen! Come sono felice! >>
Ero
felice anch’io. Mi sentivo davvero in famiglia. Robert
notò la mia commozione e
dopo avermi stampato un dolce bacio sulle labbra mi lasciò
alle cure di sua
madre.
Presto
arrivarono anche le sorelle di Robert, che avevo avuto modo di
conoscere meglio
negli ultimi mesi e anche loro mi colmarono del loro affetto!
Passò
qualche ora prima che Robert tornasse. Cenammo a casa dei suoi e dopo
tornammo
a casa. Non gli chiesi nulla su ciò che aveva combinato in
quelle ore, ma il
sorriso che aveva stampato sul volto valeva più di mille
parole.
Una
volta arrivati a casa, mi fece chiudere gli occhi, mi prese in braccio
e sentii
che salivamo al piano di sopra, quello dedicato alle stanze da letto.
Curiosa
di sapere di cosa si trattasse, cercai di convincerlo a dirmi qualcosa,
ma fu
irremovibile. Quando mi mise di nuovo a terra mi coprii gli occhi con
una mano,
per essere certo che non sbirciassi e sentii il rumore di una porta che
si
apriva, seguito da quello di un interruttore.
<<
Rob, ma si può sapere cosa… >>
Non
riuscii a finire di parlare che mi tolse la mano da davanti gli occhi e
io li
aprii e rimasi incredula da quello che vidi.
<<
Robert, è … è stupenda!
>>
A
bocca aperta guardavo la stanzetta tutta rosa che avevo davanti. Una
piccola
culla rosa, era addobbata come fosse un minuscolo letto a baldacchino.
Un
cassettiera e un armadio erano del medesimo colore ma disegnati con
piccoli
orsacchiotti e il lampadario era formato da due diversi peluche attorno
a una
lampada.
Ero
senza parole, ma ciò che più mi sorprese fu un
grosso peluche a forma di angelo
poggiato vicino la culla. Sentii gli occhi inumidirsi e sentii le
braccia di
Robert stringermi la vita. Mi volsi e lo abbracciai con tutte le mie
forze.
<<
Ti piace? >>
<<
Amore è stupendo! Non ho parole. >>
Mi
scostai un poco da lui e lo baciai con passione. Lui mi
ricambiò con la stessa
intensità per poi lasciarmi andare. Per molti minuti o forse
ore rimanemmo a
guardarci con la consapevolezza che nessuno mai avrebbe rovinato la
nostra
felicità.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Capitolo
betato da Nevia, queste sono le altre ff da lei betate:
Tutte
quelle di JessikinaCullen
Falling
in love with you di meme90
tutte quelle di ale03
su twilight
tutte quelle di Anthy
su twilight
tutte quelle di _yaya_
tutte quelle di vale_cullen1992
The
Masquerade di shona
tutte quelle di <
Sweet_Apple_Love>
Tutte quelle di Wilderose
Sogno
proibito di bells1987
Los
Angeles di valenessie
Eccomi
qui! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ci avviamo sempre
più
velocemente fino alla nascita della piccola! Che ne dite?
Nessie93:
Ciao! Sei molto gentile! E’ vero di solito
si trova qualcuno che ci aiuta nei momenti peggiori però
devo confessarti che
in questo periodo posso fare affidamento solo su me stessa …
spero che verranno
tempi migliori! Devi scusarmi se purtroppo sto parecchio tempo, ma
adesso
prometto di essere più veloce. Devo concludere questa e
tante altre mie storie!
Spero davvero che continuerai a seguirmi, ci tengo molto, un bacio ciao!
Midnightsummerdreams:
Ciao! Si dice che la speranza è l’ultima a morire.
In
una storia non c’è mai nulla di certo o
prevedibile! Sono molto contenta che il
capitolo ti sia piaciuto e spero che questo sia lo stesso, fammi
sapere,
aspetto il tuo commento, un bacio ciao!!!
Ledyang:
Ciao, spero di non averti deluso per l’attesa, ma tra
università e problemi personali è davvero
difficile per me! Fammi sapere ciao^^
Serve:
Ciao, tu mi rendi davvero felice tesoro! Ti trovo
spesso nelle mie storie e di questo ne sono felice. Purtroppo ho subito
un
amara delusione con una storia che stai seguendo se non sbaglio, quindi
dopo
vari e diversi problemi ho delle titubanze nel continuarla! Tornando a
questa,
spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto e come al solito ti
ringrazio
per il tuo supporto! Ti prego fammi sempre sapere cosa ne pensi,
è davvero
importante per me! Un bacione!
FunnyPink:
Mi fa davvero piacere che ti piaccia la storia, un
bacio ciao^^
Ale03:
Ti piace davvero la casa??? E’ quella dei miei sogni! Ehehhe,
beh penso rientri
nei sogni di molte persone! Grazie sei sempre troppo gentile con me,
spero che
anche questo capitolo ti abbia soddisfatto … vedrai
… c’è ne saranno delle
belle!!! Un bacio ciao!!!!!
Jma:
Ciao tesoro mio! Sono felicissima che tu abbia deciso di lasciarmi una
recensione. Sai quanto tengo a te e ai tuoi giudizi! Sono
d’accordo con te per
il fatto che il padre non lo definisce soltanto un DNA ma anche e
soprattutto
chi dona amore e segue durante la sua vita un piccolo essere umano.
Posso solo
ringraziarti per tutto il supporto e la dolcezza con cui mi sopporti!
Ahha, un
bacio!
Tiva95:
Te l’ho sempre detto: tu sei un vero tesoro! Anche tu
sempre che mi sopporti! Spero davvero che questo capitolo ti piaccia,
un
bacione ciao!!!
Grazie
anche a chi legge e chi ha messo tra le seguite e i preferiti questa
storia!
Non smetterò mai di ringraziarvi!
Il
prossimo capitolo riserverà delle … sorprese.
Vedremo quali! XD
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Sesto Mese ***
Sesto
Mese
Sospirai
beata e carezzai dolcemente la mia pancia che sporgeva sempre di
più. Guardavo
con attenzione i movimenti della mamma di Robert che era intenta a
cucinarmi un
pranzo “ con i fiocchi” come aveva detto lei.
Quella mattina aveva deciso di
farmi fare una passeggiata e poi non aveva resistito a comprare
qualcosa per la
piccola Angel. Non appena lei e mia madre lo avevano saputo erano
andate in
brodo di giuggiole. A differenza di mia madre, che era sempre molto
impegnata,
lei era sempre molto presente e non faceva che riempirmi
d’attenzioni.
<<
Allora tesoro, preparati che adesso ti farò mangiare
qualcosa che fa molto gola
al mio adorato Robert! >>
Annuii
con un sorriso a quelle parole che portarono con sè il
ricordo del primo giorno
che li avevo conosciuti. Due mesi prima, quando Robert mi aveva
confessato di
amarmi e aveva comprato la nostra casa, aveva deciso di presentarmi ai
suoi.
Dapprima insicura ed emozionata accettai di buon grado sperando di fare
una
buona impressione alla sua famiglia. Tuttavia i dubbi e le paure erano
tante,
come ad esempio portare in grembo un bambino che non era del loro
figlio.
Questo avrebbe potuto dare una visione alquanto dispregiativa di me e
non
volevo che pensassero che stessi con il loro figlio solo per
convenienza.
Quando
li incontrai mi stupii del loro affetto. Sapevano che Robert mi amava
da molto
tempo ed erano certi che io ricambiassi i suoi sentimenti. Lo vedevano
ogni
qual volta ero al fianco di Robert, sia se ero sul set o meno. Questo
mi fece
molto piacere e mi sentii subito a mio agio. La mamma di Robert era
sempre
dolcissima nei miei confronti e non mi aveva mai fatto pesare la
situazione.
Quello
stesso giorno ci fermammo a pranzo da loro e la mamma del mio
dolcissimo
fidanzato aveva insistito a preparagli il suo piatto preferito, lasagne
all’italiana, ovvero lo stesso che la sua mamma ora mi stava
preparando.
Ritornai
al presente, quando mamma Pattinson mi mise davanti un piatto di
lasagne. La
ringraziai con un sorriso e mangiai con gusto.
Nonostante
le mie richieste, per farla rimanere con me anche nel pomeriggio, lei
mi disse
che era meglio che riposassi, così se ne andò con
la promessa di tornare a
ritrovarmi presto.
Salii
sulla terrazza della villa, il mio posto preferito, e mi distesi su un
divano
di vimini posto vicino a numerose piante. Mi rilassai, respirando
appieno il
profumo di rose mischiato a quello del gelsomino e mi persi
nell’osservare
parte della città e la vastità
dell’Oceano.
Robert
aveva scelto una casa splendida, non sarei mai riuscita a ringraziarlo
abbastanza. Il suo amore e la sua dolcezza mi lasciavano sconvolta ogni
volta.
Sospirai
un'altra volta e pensai, con un sorriso emozionato, che mancavano solo
tre mesi
alla nascita del mio piccolo angelo. Le mie paure erano minime, grazie
alla
continua presenza di Robert, e la gioia nell’averlo accanto
in un momento
simile era qualcosa di indescrivibile.
Avvertii
il suono del citofono e per fortuna mi dovetti solo allungare allo
steccato di
legno, ricoperto di piante rampicanti, dove era stato posto.
<<
Sì? >>
<< Kristen, sono io!
>>
<<
Sali Ash, sono in terrazza. >>
Con
un sorriso aspettai che Ashley mi raggiungesse. Quella ragazza era un
vero
tesoro, si comportava come una sorella, forse anche meglio. Si
preoccupava
sempre di come stessi e se avevo bisogno del suo aiuto. Non avrei mai
smesso di
ringraziarla abbastanza per tutto l’affetto che mi donava.
<<
Eccomi! >> la
sentii esclamare per poi
sedersi sul divanetto dove ero sdraiata.
Mi
sollevai un po’ e l’abbracciai.
<<
Qual buon vento ti porta qui Ashley? >>
<<
Volevo solo farti una visita, cosa dice la piccolina? >>
Mise
una mano sulla mia pancia e proprio in quel momento Angel diede un
piccolo
calcetto. Ashley sgranò gli occhi in preda allo stupore. Di
solito sperava che
succedesse una cosa del genere, ma non accadeva, mentre adesso la mia
piccola
si era fatta sentire in maniera inaspettata.
Risi
della sua espressione e lei mi seguii a ruota.
<<
Oddio che emozione! Penso che impazzirò quando
accadrà a me una cosa del
genere! >>
<<
Sarai un ottima mamma >>
esclamai con un
sorriso.
<<
Mai quanto te! >> rispose
lei di rimando,
facendomi fare una smorfia dubbiosa.
<<
Non so Ash, spero di essere veramente una buona madre per mia figlia.
>>
<<
Perché pensi questo? >>
<<
Beh, perché non si può dire che sia una madre del
tutto… responsabile.
>>
Sussurrai
l’ultima parola e Ashley sembrò capire a cosa mi
stessi riferendo. Si rattristò
un po’ ma poi tornò a sorridermi rincuorante.
<<
Non pensare a questo Kristen… >>
<<
Come no? Un giorno dovrò dire a mia figlia che non so chi
sia suo padre.
>> la interruppi.
<<
Senti Kris, Robert sarà un padre eccellente per Angel e
questo lo sai anche tu.
Quando tua figlia sarà abbastanza grande da affrontare
questo discorso, glielo
dirai e sono certa che capirà. >>
Scossi
il capo in preda allo sconforto. Era da parecchio che pensavo a un
possibile
futuro dove mi vedevo costretta a spiegare ad Angel la
verità. Forse aveva
ragione Ashley, non dovevo pensarci ora, ma mi sentivo in colpa
nonostante mia
figlia rappresentasse la cosa più bella che mi era capitata.
Tutto passava in
secondo piano per me, anche se era doloroso affrontare tutto questo
senza
nemmeno sapere chi fosse il padre, ma per mia figlia sarebbe stato lo
stesso?
Era pur sempre suo padre e lei non l’avrebbe mai conosciuto.
Robert
non le avrebbe fatto mancare nulla, ma veder crescere la bambina con la
certezza che fosse suo
padre quando
invece non era così, era dura da affrontare.
<<
Kristen devo farti una domanda che non ti piacerà, ma
è da tanto che desidero
chiedertelo. >>
Riportai
il mio sguardo su Ashley che mi guardava dubbiosa. Cosa voleva
chiedermi?
Annuii per farle capire di continuare.
<<
Tu non ricordi nulla di quella notte, vero? >>
Capii
subito di quale notte stesse parlando, ovvero quella in cui era stata
concepita
mia figlia. Mi irrigidii, avevo chiuso in un angolo del mio cuore quel
ricordo.
Avevo concepito mia figlia con un uomo di cui non conoscevo
l’identità. Non
avevo nessun ricordo, tranne quello di essermi recata in quel locale e
aver
bevuto proprio insieme ad Ashley e a gli altri, per risvegliarmi
l’indomani mattina
con nulla addosso, distesa su un vecchio divano.
<<
No, nulla Ashley… ed è terribile >>
mormorai.
<<
Scusa, non dovevo… >>
<<
Cosa non dovevi? >>
Sentire
quella voce mi fece tornare immediatamente il sorriso. Mi sollevai fino
ad
alzarmi e Robert mi venne incontro abbracciandomi stretta a
sé. Sentire
il calore del suo corpo mi fece
dimenticare qualsiasi cosa. Respirai appieno il suo odore e strofinai
piano il
viso sulla sua camicia. Lui mi accarezzò i capelli con una
mano, mentre con
l’altra mi massaggiava la schiena.
<<
Ragazzi io devo andare. Kristen scusami ancora, non volevo
rattristarti.
>> La voce di Ashley mi riportò alla
realtà e a malincuore mi staccai dal
mio fidanzato e mi volsi verso di lei.
La
sua espressione era molto triste e mi dispiaceva perché
infondo Ashley mi aveva
fatto quella domanda con la migliore delle intenzioni.
<< Sta
tranquilla Ash, lo so bene. Ti
prego torna prestissimo a trovarmi, mi annoio tanto senza di te.
>>
Venne
ad abbracciarmi, con un sorriso sulle labbra. Salutò Robert
con un bacio sulla
guancia e se ne andò lasciandoci soli.
Tornai
tra le braccia di Robert, che abbassò il viso lasciando un
dolce bacio sulle labbra.
Sorrisi e mi persi nell’azzurro dei suoi occhi.
<<
Di cosa stavate parlando prima che io vi interrompessi?
>> mi chiese con
fare indagatorio.
Sapevo
che non gli erano sfuggite le parole di Ashley, così come il
mio sguardo addolorato.
Tuttavia non volevo che gli pesasse ancora di più questa
situazione, quindi
preferii mentire.
<<
Niente di cui devi preoccuparti. >>
<<
Kristen non mi stancherò mai di dirti che non devi mentirmi.
Lo capisco dal tuo
sguardo quando non mi dici la verità. >>
Mi
prese per mano e si sedette sul divanetto su cui prima ero distesa e mi
fece
sedere sulle sue gambe. Io sospirai ben sapendo che se Robert voleva la
verità
non avrei potuto fare molto per mentirgli ancora.
<<
Mi ha chiesto se ricordavo qualcosa della notte in cui Angel
è stata concepita.
>>
L’espressione
corrucciata nel suo sguardo mutò a preoccupata e poi a
serena.
<<
Sono sicuro che non l’ha fatto per male, Ashley è
fatta così. Ti senti turbata
per questo? So che è dura per te, ma non devi preoccuparti.
>>
<<
Robert, come faccio a non preoccuparmi? Come ho detto prima ad Ash,
verrà il
giorno in cui… in cui… >>
Era
maledettamente difficile dirglielo, ma ancora una volta lui mi venne in
aiuto.
<<
In cui dovrai dire a Angel che non sono il suo vero padre?
>>
Mi
morsi un labbro e annuii. Lo sentii sospirare pesantemente e stringermi
più
forte.
<<
Piccola, non pensare a questo. Io ti sarò vicino, non sarai
da sola neanche un
attimo. >>
Annuii
e lo abbracciai, calmandomi all’istante. Tutte le
preoccupazioni si dissolvevano
come neve al sole ogni qual volta che lo avevo vicino.
<<
Amore, ricordi il giorno che mi hai chiamato dicendomi che eri rimasta
incinta?
>>
Mi
scostai da lui e annuii preoccupata. Sapevo cosa stava per dirmi e
ancora i
sensi di colpa mi sommersero.
<< Beh, forse
non te l’ho mai detto
chiaramente ma la prima cosa che ho pensato è stato a quella
notte… >>
Lasciò
la frase in sospeso e io capii subito a quale notte si riferiva. Due
settimane
prima di quel fatidico giorno io e Robert avevamo passato la notte
insieme ed
era stata la più bella della mia vita. Non sapevo bene cosa
ci aveva spinto a
farlo ma ricordo solo dei suoi occhi intensi che si specchiavano nei
miei e poi
quelle emozioni fortissime che solo con lui riuscivo a provare. Quando
scoprii
di essere incinta la mia mente volò a quella notte
rendendomi ansiosa ma felice
al tempo stesso, poi la notizia della dottoressa che ero alla sesta
settimana,
di conseguenza la data del concepimento risaliva non alla notte passata
con
Robert, ma a quella in cui mi ero risvegliata senza più
alcun ricordo di ciò
che era successo, a causa del troppo alcool in circolo nel mio corpo.
Infatti
la mia ginecologa mi aveva riferito che ero incita di sei settimane,
mentre la
notte con Robert risaliva a due settimane prima, quindi avrei dovuto
essere all’ottava
settimana.
<<
In quel momento mi sono sentito felice e nonostante la delusione che ho
preso
in quello studio medico, nel constatare che non ero io il padre, nulla
è
riuscito ad eliminare del tutto quella forte emozione che provavo. Lo
so,
sembra impossibile, ma è così. Io non penso mai
che non sono il padre biologico
di Angel perché la amo già molto e non ho nessuna
intenzione di lasciarvi.
>>
Lo
strinsi forte a me, emozionata dalle sue parole. Le lacrime di nuovo mi
solcarono il viso. Avrei voluto anch’io che lui fosse il vero
padre di mia
figlia ma non aveva più importanza ormai, anche se sapevo
che nel profondo
Robert soffriva.
<<
Quella notte è stata la più bella della mia
vita… Ti Amo Robert, sei tutta la
mia vita, insieme ad Angel. >> gli sussurrai in un
orecchio.
Lui
mi scostò un po’ da lui e mi regalò un
bacio dolcissimo e cancellò le mie
lacrime con le sue dita.
<<
Ti Amo anch’io Kristen. >>
Sorridemmo
entrambi e mentre le ultime luci del giorno ci illuminavano continuammo
a
guardarci negli occhi per un tempo interminabile.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
D’accordo
ragazzi, spero di aver tenuto fede al mio proposito, sto aggiornando
più velocemente
e tra poco toccherà anche a New Life, per chi la segue
ricordo che siamo quasi
giunti alla fine!
Ringrazio
come sempre chi legge questa storia e chi l’ha inserita nei
preferiti e nelle
seguite! Vi invito sempre a dirmi ciò che pensate,
perché è davvero importante
per me!
Midnightsummersreams:
Ciao! Grazie sei sempre gentilissima – me commossa
– allora riguardo al papà
della bambina, ci sono indizi come no. Ho spiegato la vera situazione e
ho
ripreso ciò che avevo accennato nel primo capitolo, ovvero
la notte passata tra
i due, che effettivamente c’è stata ma
è avvenuta prima… ti lascio ai tuoi
pensieri! XD XD XD Grazie mille, fammi sapere che ne pensi del
capitolo, un
bacio!
Ledyang:
Ciao!!! Che bello, adoro il tuo entusiasmo, è contagioso!
Sono tornata prima
del previsto, fammi sapere cosa ne pensi, un bacione^^
Vika:
Ciao, una nuova lettrice! Grazie davvero! Ti piacciono anche le altre
storie
Robsten? Oddio, mi rendi felice! Robert è come se fosse il
papà di Angel, ma
come dico sempre io le sorprese non finiscono mai ( oddio sembra la
pubblicità
dei rotoloni regina – simpatia portami via- XD) Beh, spero
che questo capitolo
ti sia piaciuto, vedrai non è ancora tutto
finito… ( basta che parlo troppo
ù.ù) Grazie ancora, un bacione!
Serve:
Il mio angelo! Tesoro grazie, sei troppo buona con me! Hai ragione, la
verità
era che Angel era appunto per una bambina, ma non potevo subito
svelarlo,
quindi alla fine andava bene per entrambi, ma anch’io lo
preferisco per una
femminuccia! Grazie di tutto, non vedo l’ora di leggere
ciò che pensi, un bacio
ciao^^
Nessie93:
Ciao, no tranquilla qui il macaco c’entra molto poco! Diciamo
che ho ripreso
una notizia che avevo già preannunciato nel primo capitolo,
ma che può destare
sospetti, almeno se io fossi lettrice comincerei con i viaggi mentali!
XD Fammi
sapere cosa ne pensi del capitolo! Un bacio^^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Settimo Mese ***
Settimo
Mese
Un
altro mese era passato. La gravidanza andava piuttosto bene, tra i vari
esami
di routine e le coccole del mio magnifico fidanzato potevo ritenermi
fortunata.
In questo periodo i giorni sembravano passare velocemente, rendendomi
nervosa e
euforica al tempo stesso. Spesso mi fermavo a pensare, pregustando
quali
sarebbero stati i lineamenti del viso di mia figlia, di che colore
sarebbero
stati i suoi occhi, a chi avrebbe somigliato… e purtroppo
era in questi momenti
che il mio peggior incubo veniva a torturarmi. Alle volte speravo
ardentemente
che la piccola mi somigliasse molto e non solo per una questione di
egoismo o
orgoglio di madre, ma proprio per il fatto che non sapevo chi fosse suo
padre.
Mi maledicevo in tutte le lingue ogni qual volta mi soffermavo su
questo
particolare, non doveva importarmi. Angel era mia figlia e questo
bastava.
Robert mi sarebbe stato accanto senza alcuna remora e insieme avremmo
formato
davvero una famiglia.
Era
il giorno in cui entravo ufficialmente al settimo mese e mi faceva
sorridere
vedere Robert sempre più agitato, per il fatto che ci
avvicinavamo sempre di
più alla nascita di Angel. Quel giorno però,
mentre lo vedevo affacciato alla
finestra del salone, della nostra casa, mi sembrava davvero
preoccupato.
Pensieroso, quasi. Non avrei voluto disturbarlo, ma dopo qualche minuto
in cui
vidi che non accennava a muoversi dalla sua posizione, mi avvicinai a
lui,
cingendogli la vita con le braccia, per quanto mi fosse possibile date
le mie
condizioni. Sentii Robert trasalire leggermente per via della sorpresa,
ma poi
portarmi davanti a lui e abbracciarmi dolcemente. Posò il
mento sui miei
capelli e sospirò varie volte.
<<
Robert, cosa c’è? >> chiesi,
disegnando cerchi immaginare sulla sua
camicia.
<<
Nulla, amore. Stavo solo pensando. >>
<<
A cosa pensi? >> mormorai, stringendomi di più
a lui.
Robert
mi colse di sorpresa, prendendomi in braccio e sedendosi sul divano
poco
lontano. Una volta seduti, non accennò a scostarsi da me, ma
al contrario mi
strinse sempre di più e continuò a sospirare.
Non
dissi nulla per alcuni minuti, in cui mi beai della sua vicinanza, ma
ero
preoccupata per quello strano atteggiamento. Che si sentisse in
difficoltà,
adesso? Forse ora la situazione diventava per lui sempre più
concreta e
ragionava su cose alle quali non aveva pensato? Eppure sapevo bene che
Robert
era molto felice, come me, quindi non capivo il motivo per questo suo
improvviso cambio d’umore.
<<
Penso ad Angel >>
Aspettai
che continuasse, ripromettendomi di non pensare subito a cosa
sbagliate. Robert
non si sarebbe mai tirato indietro, lo sapevo.
<<
Se tu sei d’accordo, pensavo di darle il mio cognome. Per me
è mia figlia e
anche se so che è solo una formalità, per me
rappresenta una cosa importante.
>>
Rimasi
a guardarlo stupita. Non mi sarei mai aspettata questa sorpresa.
Effettivamente
non ci avevo mai pensato, o per lo meno non avevo dato peso a questo
particolare.
Sorrisi
emozionata e tornai a stringermi a lui.
<<
Certo che sono d’accordo, amore >>
Lo
sentii ricambiare con forza la mia stretta e sospirare di sollievo. Mi
scostai
di nuovo da lui e lo scrutai a lungo. Aveva forse paura che io non
accettassi?
E come avrei potuto?
Con
dolcezza, gli carezzai il viso e lui felice come non mai e finalmente
rilassato
mi baciò con trasporto.
<<
Ti amo da morire, Kristen Stewart >>
<<
Ti amo anch’io, Robert Pattinson >>
Quel
giorno fu tra i più belli
della mia
vita. Qualche giorno dopo mi disse che doveva andare al compleanno
della
ragazza di un suo amico e insistette a chiedermi se per me andava bene.
Naturalmente gli risposi di si, volevo che lui continuasse a vivere
tranquillo
senza nessun tipo di oppressione.
<<
Sei davvero sicura? Perché posso rimanere con te.
>>
Sorrisi
e gli allacciai le braccia dietro il collo. Lo baciai teneramente e gli
accarezzai una guancia.
<<
Amore, vai pure. Sono felice se passi una serata con i tuoi amici.
>>
<<
Non so a che ora torno, tesoro. Non aspettarmi sveglia. >>
Mi
diede un bacio sulla fronte e poi andò in camera a
prepararsi. Io sospirai e mi
sedetti sul divano preparandomi a stare senza di lui quella sera.
Poteva
sembrare esagerato ma ero talmente abituata ad avere Robert accanto a
mi
sembrava strano stare senza di lui.
Tuttavia
era giusto che lui fosse libero di uscire con i suoi amici e di avere i
suoi
impegni.
Presi
il telecomando e accesi la televisione, guardandola con disinteresse,
accarezzandomi con una mano la pancia ormai ben sviluppata. Sorrisi,
non
mancava molto ormai e ogni giorno che passava mi sentivo sempre
più emozionata
al pensiero che avrei potuto tenere in braccio la mia Angel.
Mi
distrassi dai miei pensieri quando vidi Robert raggiungermi. Indossava
un paio
di jeans, una camicia e una giacca in pelle, più un
cappellino. Lo guardai con
un sorriso. Amava vestirsi così quando era lontano dai
riflettori. Eppure a me
piaceva molto anche in questo abbigliamento.
Mi
sorrise di rimando e una volta vicino a me, mi accarezzò i
capelli per poi
scendere sulla guancia dove si chinò per posare un lieve
bacio.
<<
Mi raccomando mangia quello che c’è nel forno e
poi vai a letto, che hai
bisogno di riposo. >>
Alzai
gli occhi al cielo esibendomi in un espressione fintamente disperata.
Robert si
comportava peggio di mia madre. Era però adorabile quando si
prendeva cura di
me, mi faceva sentire protetta e sicura.
Lo
sentii ridere per poi darmi un buffetto sul naso e avviarsi verso la
porta
d’ingresso.
<<
Comportati bene >> gli urlai prima che chiudesse la porta
e lo sentii
ridere di più.
Scossi
il capo divertita ma anche preoccupata. Robert era un bellissimo
ragazzo e io
diventavo gelosa al solo vedere il trasporto con cui le sue fan lo
veneravano.
Fin
ora il mio fidanzato non mi aveva mai dato modo di essere gelosa, anche
se non
erano solo le fan a preoccuparmi ma anche le attrici con cui lavorava e
con cui
avrebbe lavorato. Non dovevo essere paranoica ma era nella mia natura
essere
gelosa, ma non tanto da diventare possessiva.
Sapevo
che per lui ero qualcosa d’importante e dopo tutto quello che
mi aveva
dimostrato, amando un figlio che non era suo, solo per starmi vicino,
non
potevo dubitare di lui.
Sospirai
ancora e spensi la televisione per andare a mangiare qualcosa in
cucina. Nel
mentre ricevetti un paio di telefonate, da parte di mia madre e di
quella di
Robert. Tamburellavo le dita sul tavolo con un sorrisino sul volto nel
sentire
le loro solite raccomandazioni.
Sbadigliando
uscii dalla cucina e decisi di andare a letto a leggere qualche libro
lasciato
in sospeso. Avevo paura di addormentarmi sul divano e chissà
che ramanzina mi
avrebbe fatto Robert se mi avesse trovato lì al suo ritorno.
Non
feci in tempo a leggere qualche pagina che mi addormentai dopo poco
tempo.
Quando mi svegliai allungai una mano verso la parte di letto dove stava
Robert,
istintivamente, ma al suo posto sentii qualcosa di duro. Mi sollevai,
stropicciandomi gli occhi con una mano e mi accorsi che c’era
un piccolo
vassoio posto sul letto, accanto a me.
Sorrisi
nel vedere una rosa bianca e una rossa all’interno di un
piccolo vasetto. Le
afferrai e ne aspirai il profumo. Robert era sicuramente il fautore di
quel
bellissimo gesto. Posai le rose e vidi che c’erano tantissime
cose diverse per
colazione. Inutile, non l’avrebbe mai smesso di viziarmi!
In
quel momento si aprì la porta della stanza e Robert venne
verso di me
sbadigliando sonoramente. Si sedette sul bordo del letto, vicino a me,
con gli
occhi mezzi chiusi e scombinandosi con una mano i capelli.
Risi
di quella visione e mi gettai tra le sue braccia. Sembrava un
cuccioletto
appena uscito dal letargo. Lui ricambiò la mia stretta e mi
cullò per un po’.
<<
Rob, dovevi rimanere a dormire e non svegliarti così presto
per me. >>
<<
Per voi. >> mi sussurrò in un orecchio
lasciandovi un bacio.
Io
sorrisi beata e mi strinsi di nuovo a lui.
<<
Kris, mi dovevo far perdonare per essere arrivato tardi ieri sera.
>>
<<
Non ti devi far perdonare di nulla! Piuttosto ti sei divertito?
>>
Mi
imbronciai per finta facendogli capire la mia allusione e lui si
distese
nuovamente a letto portandomi con lui.
<<
Sì, ma è difficile stare tranquillo quando non
sei con me. Avevo paura che
litigassi con il forno o inciampassi nel filo del telefono,
oppure… >>
Gli
tappai la bocca con una mano, dandogli un piccolo scappellotto sulla
nuca. Mi
credeva così sbadata?!?
<<
E’ così eh? >>
Ridemmo
entrambi, finché non si risollevò e mi
invitò a mangiare cosa aveva preparato,
riprendendo a sbadigliare.
Io
gli premetti una mano sulla spalla per far si che si distendesse e
dormisse.
Era ancora troppo presto per uno che di sicuro era arrivato molto tardi.
<<
Lo sai che ho sempre paura quando non sei con me. Sei la cosa
più importante
della mia vita. >> mormorò mentre io mangiavo
qualcosa.
Mi
bloccai e lo guardai con gli occhi lucidi. Anche lui era la cosa
più importante
della mia vita, insieme ad Angel.
Mi
osservava con un sorriso leggero e allungò una mano per
accarezzarmi i capelli.
Passarono
alcuni minuti prima che Robert si addormentasse e io misi tutto a posto
e mi
diressi in bagno per farmi una doccia.
Quando
uscii dal bagno e andai in camera per vestirmi, diedi un occhiata
all’orologio
della cucina che segnava le dieci in punto. Prima che riuscissi a
raggiungere
la camera da letto suonò il citofono.
<<
Sì? >> dissi al citofono, tenendomi con una
mano l’asciugamano che avevo
ancora addosso.
<<
Kris, sono Ashley! Posso salire? >>
<<
Oh, sì, sì certo. Sali Ash. >>
Non
appena salii la vidi posare un numero considerevole di buste sul divano
e io
scossi la testa con un sorriso.
<<
Ash, ma così la vizi Angel, ancor prima di nascere!
>>
<<
Per me è un piacere! Ehi, ma ti ho disturbato?
>> disse indicando
l’asciugamano che avevo ancora addosso.
<<
No, non ti preoccupare. Tu, siediti pure io mi cambio e torno subito.
>>
Dopo
qualche minuto tornai da lei e la trovai seduta sul divano con una
rivista in
mano.
<<
Grazie, Ash. >> dissi schioccandole un bacio.
<<
Di nulla. Tesoro, io devo andare, ti ho portato qualche rivista. Mi
raccomando
sta attenta e salutami Robert! >>
Abbracciai
Ashley sulla soglia della porta e infine la salutai con un sorriso. Era
davvero
un’ amica dolcissima.
Dopo
aver messo a posto le cose che aveva regalato ad Angel, nella sua
stanzetta, mi
sedetti nuovamente sul divano e sfogliai distrattamente la rivista che
mi aveva
lasciato Ashley. Dopo aver sfogliato alcune pagine mi fermai ansiosa.
Una foto
ritraeva Robert seduto all’interno di una macchina guidata da
Kate Perry. Probabilmente
era stata scattata la notte scorsa, ma non sapevo che ci fosse anche la
cantante. Robert era tornato con lei?
La
cosa mi innervosiva anche se sapevo che non potevo dubitare di Robert.
Era
tornato da me e nonostante la stanchezza non aveva smesso di pensare
sia a me
che ad Angel. Sbuffai nel leggere le didascalie che riportavano un
presunto
flirt tra i due. Non ci credevo affatto, neppure lo pensavo.
Sbuffai
innervosita. Odiavo i paparazzi, che non facevano altro che ricamare
sopra a
qualsiasi notizia facendola passare per chissà quale scoop.
In realtà la cosa
che mi irritava era vedere altre donne con Robert. Avevo ancora
quell’insicurezza dovuta al fatto che gli stavo facendo
condurre una vita piuttosto
monotona e seria, invece lui avrebbe dovuto passare le sere con i suoi
amici a
divertirsi e questo a causa mia succedeva di rado. Nonostante tutte le
mie
raccomandazioni Robert voleva rimanere con me e io non potevo che
essere felice
di questa cosa.
<<
Cos’hai da sbuffare, amore? >>
Robert
si sedette accanto a me e mi sfilò il giornale dalle mani.
Non mi ero accorta
che si era alzato.
<<
Tu non dormivi? >> gli chiesi passandogli una mano tra i
capelli.
<<
Si, ma mi sono risvegliato. Tanto valeva alzarsi. >>
<<
Mi dispiace, è colpa mia. >>
Lui
mi prese la mano ancora tra i suoi capelli e le baciò, prima
di stringerla
nella sua.
<<
Non dire sciocchezze, Kris. >>
La
sua espressione si corrucciò e guardò con
interesse la foto che avevo visto
poco prima. Dopo qualche secondo, con un gesto stizzito la chiuse
lanciandola
accanto a sé e chiuse gli occhi appoggiando il capo allo
schienale del divano.
<<
Odio i paparazzi, non hanno di meglio da fare che scrivere cavolate.
>>
Io
annuii e poggiai il capo sulla sua spalla.
<<
Quindi ieri eri con Kate Perry? >> dissi, non riuscendo a
trattenermi.
Lui
mi scostò un po’ da sè e mi
guardò negli occhi.
<<
Si, Kris. Sono tornato a casa con lei. E’ stata
così gentile da darmi un
passaggio perché i miei amici erano troppo ubriachi, come
potrai immaginare.
>>
Mi
detti mentalmente della stupida, vedendo l’espressione
dubbiosa sul viso del
mio fidanzato. Non c’era nulla di male ed era palese che non
fosse successo
nulla, dato che ero tornato a casa con me. Purtroppo le mie insicurezze
mi
giocavano dei brutti scherzi.
<<
Stai forse pensando cose sbagliate? Credi che sia successo qualcosa con
Kate?
>> disse con tono irritato.
<<
Robert, non penso cose del genere. Ho solo visto questa foto e ti ho
fatto una
domanda. >>
Mi
alzai e mi diressi in cucina per prendermi un bicchiere
d’acqua. Non ero
arrabbiata ma non c’era nulla di male a chiedere. Sapevo cosa
Robert provava
con me, ma era pur sempre il mio fidanzato e la gelosia c’era
sempre.
Mi
sentii abbracciare da dietro e mi abbandonai sul petto di Robert.
<<
Scusami, Kris. Solo che sai quanto ti amo e mi da fastidio pensare che
tu possa
credere a ciò che scrivono nei giornali. >>
<<
Ma io… >>
Mi
voltò, interrompendomi e mi baciò con trasporto.
Allungai le braccia sul suo
collo e mi avvicinai di più a lui, per quanto la mia pancia
me lo permettesse.
<<
Non dubitare mai di me, Kristen. >> disse quando il
nostro bacio finì.
<<
Non dubito. >>
Ritornammo
al divano e dopo avermi coccolato a lungo Robert si
addormentò nuovamente.
Poverino, doveva essere molto stanco.
Mi
alzai, buttando un occhio alla cucina. Avrei dovuto fare qualche spesa,
ma non
volevo svegliare Robert. Si sarebbe svegliato tardi sicuramente e poi
non avevo
altro da fare. Sarei potuta uscire, anche se di solito a causa dei
paparazzi
uscivo con la mia guardia del corpo. Tuttavia succedeva spesso che
uscivo da
sola, sapevo come evitare di farmi notare. Le notizie su una mia
presunta
gravidanza viaggiavano su tutti i giornali già da qualche
mese. Non erano
ancora riusciti a fotografarmi, o meglio, l’avevano fatto ma
i miei abiti
larghi e scuri non aveva reso chiare le cose, anche se al settimo mese
di
gravidanza non c’era più nulla che si potesse
nascondere. Senza contare che non
volevo che fosse più una cosa segreta. Ne avevo parlato con
Robert e se un
giorno i paparazzi mi avrebbero scoperto, avrei ammesso tutto senza
problemi.
Volevo preservare la mia gravidanza, lontana da ogni tipo di
discussione ma
sapevo che non ci sarei riuscita.
Mi
preparai per uscire e dopo aver cercato di sistemare meglio Robert sul
divano,
mettendogli il capo su un cuscino, me ne andai, lasciandogli solo un
biglietto,
nell’eventualità che si fosse svegliato prima del
mio ritorno.
Afferrai
la borsa e uscii. Respirai appieno l’aria smossa dalla brezza
del periodo
invernale. Mi strinsi la sciarpa intorno al collo e feci una
passeggiata fino
ad arrivare al market. Non mi soffermai nel guardare i negozi, se non
distrattamente, altrimenti mi avrebbero notato più
facilmente. Erano rari i
momenti in cui potevo uscire da sola e un po’ mi dispiaceva.
In ogni caso il
mio lavoro mi vietava molte delle cose normali che mi piaceva fare.
Mi
fermai al semaforo, in attesa di poter attraversare la strada, quando
diversi
flash impazziti mi investirono in pieno. Come avevo previsto i
paparazzi mi
aveva trovata. Sbuffai e mi strinsi nel giubbotto. Ignorai i loro
richiami e mi
apprestai ad attraversare, quando sentii qualcosa urtarmi. Il piede mi
scivolò
sul bordo del marciapiede e non riuscii in alcun modo ad evitare la
caduta, fin
quando non caddi su un fianco.
Il
respiro mi si mozzò nel petto e un forte dolore
all’addome mi fece gemere di
dolore. Sentivo le persone affollasi attorno a me, mentre il paparazzo
che mi
aveva urtato mi prese per un braccio tentando di farmi rialzare. A quel
gesto
il dolore allo stomaco aumentò a dismisura. Mi piegai in due
e le lacrime
cominciarono a scorrere sul mio viso. Avevo il terrore che fosse
successo
qualcosa ad Angel. Sentivo a mala pena le grida di alcune persone che
dicevano
di chiamare un ambulanza. Io tentavo di respirare ma invano e stringevo
le mani
sul mio grembo, pregando che andasse tutto bene. Il terrore mi invase
del tutto
quando sentii le forze mancarmi. In lontananza avvertii il suono di una
sirena
e mi accasciai tra le braccia di chi mi sosteneva, pregando per la mia
bambina.
Non
seppi quanto tempo passò, né cosa successe.
Quando aprii gli occhi incontrai
una luce bianca e forte che mi infastidì. Ci volle qualche
minuto prima che
riuscissi a capire cosa stava succedendo, poi come un fulmine a ciel
sereno il
ricordo della caduta e del dolore mi colpì
all’improvviso.
Istintivamente
portai una mano sul mio grembo e ve ne trovai già un'altra
poggiata sopra. Mi
voltai appena e trovai lo sguardo preoccupato e severo di Robert.
<<
Robert, m-mi dispiace… A-Angel… >>
Scoppiai
in lacrime e lo sentii alzarsi e sedersi accanto a me, per poi
stringermi tra
le sue braccia.
<<
Shh, stai calma Kris. Angel adesso sta bene anche se avete rischiato
molto
entrambe. >>
Mi
scostai da lui, sollevata del fatto che mia figlia stesse bene. Lui mi
asciugò
il viso dalle lacrime e lessi paura e preoccupazione sul suo volto.
<<
Hai avuto un principio di aborto, Kristen. >>
Io
chiusi gli occhi e mi portai una mano al viso. Avevo rischiato di
perdere la
bambina e per cosa poi? Una stupida uscita. Ma come potevo immaginare
che
sarebbe successa una cosa del genere. Se quel paparazzo non mi avesse
urtata
non sarebbe successo nulla di tutto questo.
Chissà
come si era spaventato Robert e tutto a causa mia.
<<
L’ospedale ha chiamato i tuoi familiari, che a loro volta
hanno chiamato me. Ho
rischiato di morire di paura, Kris. Non è colpa tua quello
che è successo ma
d’ora in poi dovrai fare molta attenzione e soprattutto stare
a risposo.
>>
Annuii
e sospirai stancamente. Mi sentivo la testa pesante e l’ansia
avvolgermi.
<<
Scusami, Robert. Se non fossi uscita tutto questo non sarebbe successo.
>>
Lui
mi baciò la fronte e mi strinse le mani nelle sue, cercando
di incutermi calma.
<<
Non devi scusarti piccola. Non hai fatto nulla di male. E’
stato quel bastardo
ad avvicinarsi troppo a te e a farti cadere. Mi hai tolto dieci anni di
vita,
amore. >>
Io
tolsi una mano dalle sue e gli accarezzai il viso. Lui chiuse gli occhi
al mio
tocco e sospirò.
<<
Allora non avevo torto quando ti ho detto che avevo paura che cadessi.
>>
Ci
sorridemmo, ma non ebbi il tempo di dire nulla che dalla porta della
stanza
entrarono i miei parenti e tutti i nostri amici, preoccupati
all’inverosimile.
Io e Robert li tranquillizzammo sullo stato di salute di Angel e mi
fecero
promettere solennemente di fare molta attenzione e di riposare fino
alla fine
della gravidanza.
Grazie
al loro affetto cominciai a sentirmi meglio e quando tutti se ne furono
andati
mi addormentai serena tra le braccia di Robert.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Non
linciatemi! Sono in ritardo, ma purtroppo ho tante storie da aggiornare
e poi
ho avuto qualche contest in scadenza! Vi ringrazio molto per le vostre
recensioni e per le persone che continuano ad aggiungere la mia storia
tra le
preferite e le seguite!
Il
“ momento difficile” era già previsto
per questa storia, ma ho deciso di
concludere questo capitolo senza insinuare alcun dubbio! State
tranquilli tutto
andrà bene, non farei mai succedere nulla di tragico ad
Angel!
Rispondo
alle mie adoratissime recensioni:
ledyang:
Ciao, mi
dispiace per il ritardo ma questa storia ha dei periodi un
po’ più lunghi, in ogni
caso spero che questo capitolo non ti abbia deluso! Per quanto riguarda
il papà
di Angel, vedrai che presto si saprà la verità,
un bacio, ciao^^
midnightsummerdreams:
Ciao, Chissà cosa succederà… sul fatto
del
papà di Angel le incognite sono parecchie. Non dico altro ma
la tua ipotesi è
interessante. Non ti levo la sorpresa! Un bacione^^
vika:
Ciao! Sono davvero felice che la storia ti
renda così entusiasta! Fammi sapere cosa ne pensi del
capitolo, infondo sono
certa che non rimarrai del finale di questa storia^^
serve:
Ciao
tesoro! Grazie mille, sono felice che anche quella one-shot ti piaccia!
Sono
anche contenta del fatto che questa storia ti interessi così
tanto, davvero!
Sai che ci tengo molto al tuo giudizio e non so perché ma di
certo chissà
quante me ne dirai quando leggerai questo capitolo! Però le
cose andranno
sempre bene, amo troppo la piccola Angel! Un bacione!
Nessie93:
Ciao, scusami anche tu per il mega ritardo, ma
non so cosa aggiornare prima! Indaga mi raccomando, aspetto le tue
ipotesi!
Comunque la verità non tarderà ad arrivare. Sono
d’accordo con te su Robert e
Kristen, li adoro! Grazie per la recensione, un bacione^^
Florence:
Ciao! E’
davvero un piacere trovarti qui a recensire, spero che questo ritardo
non ti
porti a desistere dal farmi sapere cosa ne pensi. Ci tengo
particolarmente e ti
ringrazio per la recensione. La verità sul papà
di Angel verrà fuori! Non
lascerò inconclusa questa storia, ma purtroppo tra
università e vari
aggiornamenti non riesco a rispettare i tempi che vorrei. Un bacio,
ciao^^
Concludo
con il farvi i miei auguri per il nuovo anno! Spero di ritrovarvi di
nuovo
tutti qui e io non tarderò a farmi sentire! Angel sta per
finire e ho messo il
prossimo aggiornamento tra le mie priorità!
Purtroppo
questo capitolo non è betato, perché ho finito
tardi di scriverlo e per evitare
di farvi attendere ho deciso di postare oggi, quindi scusate eventuali
errori
che mi sono sfuggiti!
Ancora
Auguroni a tutti!^^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Ottavo Mese ***
Ottavo Mese
Sbuffavo
ininterrottamente da almeno mezzora. Sfogliavo distrattamente
l’ennesima
rivista scandalistica che annunciava la nascita imminente di mia
figlia.
Diverse foto mie e di Robert erano sovrapposte, con varie didascalie.
Naturalmente dopo l’incidente vedendo Robert accorrere da me
e comportarsi in
quel modo così dolce e affettuoso, aveva fatto si che tutti
credessero che
Angel era sua figlia. Per me era ormai davvero così. Sia io
che Robert non
confermavamo le ipotesi, ma non smentivamo nemmeno.
Avevo
giustificato il mio silenzio sul fatto di essere incinta per rispetto
della mia
privacy e naturalmente non erano mancate lettere da parte dei fan. Da
una parte
mi faceva piacere ma non mi sarebbe dispiaciuto mantenere segreta la
mia
gravidanza, solo per evitare tutte queste pressioni.
D’altra
parte ero alla fine della gravidanza e adesso che tutti sapevano non
avevo
problemi nel nascondere la mia condizione. In ogni caso nulla avrebbe
potuto
rovinare la mia felicità. Angel sarebbe nata tra un mese
circa e io ero davvero
al settimo cielo, nonostante l’agitazione.
Robert
quando non lavorava stava sempre con me, ma per il momento avevamo
deciso di
non essere effettivamente concreti sulla natura della nostra relazione
ma dopo
la nascita della piccola avremmo detto tutto.
Mi
alzai dalla sedia su cui ero seduta, buttando in un angolo le riviste
che stavo
osservando svogliatamente. D’istinto entrai nella stanzetta
che Robert aveva
comprato ad Angel e mi avvicinai alla culletta, accarezzando il grosso
peluche
a forma di Angelo. Ricordavo perfettamente la prima volta che
l’avevo visto.
Robert aveva fatto ad Angel un regalo bellissimo.
Guardai
la piccola culletta rosa, a forma di piccolo letto a baldacchino e
scostai le
leggere tendine rosa, con una mano, immaginando già il
momento in cui avrei
posto lì mia figlia.
Non
seppi quanto tempo passai lì dentro, fin quando non sentii
due braccia forti
cingermi le spalle e un dolce bacio posarsi sui miei capelli. Ben
sapendo di
chi si trattava sorrisi e mi appoggiai a quel torace ampio e forte.
Mi
voltai tra le sue braccia, gli presi il viso tra le mani e lo baciai
dolcemente. Lui mi strinse di più a lui, per quanto le mie
condizioni lo
permettevano e ricambiò il bacio facendolo diventare
passionale e deciso. Ci
separammo quando eravamo ormai in riserva d’aria.
<<
Piccola, ma tu ci stai a riposo? Ti vedo sempre in piedi…
>>
Sospirai
e mi andai a sedere sul divano del salone. Robert era molto preoccupato
per me,
come tutti i nostri amici e parenti del resto.
<<
Sì, Rob. Solo che non posso stare sempre ferma.
>> ammisi sbuffando.
Lui
sorrise e andò in cucina per poi tornare con una lattina di
birra in mano.
<<
Purtroppo devi, soprattutto dopo ciò che è
successo. Tra l’altro sei ormai alla
fine della gravidanza quindi devi fare attenzione. >>
Non
risposi e guardai fuori dalla porta - finestra del salone.
<<
Stasera prometto di farti uscire un po’, va bene?
>>
Lo
guardai curiosa e lui mi sorrise.
<<
Ho una sorpresa per te. >>
Sorrisi
anch’io, contenta di fare qualcosa di nuovo e curiosa
riguardo a ciò che Robert
aveva preparato per me.
<<
Quindi stasera usciremo? >> chiesi con un sospiro di
sollievo.
<<
Si. Ormai non mi importa più nulla di ciò che
pensano gli altri. Se ci
vedranno, non mi importa nulla. E’ ora che tutti sappiano.
>>
Io
mi persi nel vedere la sua espressione terribilmente seria. Ormai
c’era ben
poco all’immaginazione riguardo alla nostra relazione.
Sinceramente ero stanca
di dovermi nascondermi, quindi mi sarei rilassata e sarei uscita con il
mio
ragazzo. Sapevo che se qualcuno ci avesse fatto delle domande Robert
non
avrebbe esitato a dire che Angel era sua figlia e per certi versi lo
era
davvero.
La
mattinata passò velocemente e Robert uscì nel
primo pomeriggio per delle
commissioni personali, quindi mi annoiai davanti alla tv, oppure a
leggere
riviste. Erano giorni che mi sentivo irritata e annoiata ma sapevo che
tutto
ciò era dovuto al mio stato.
Certe
volte ero arrivata persino a rispondere male a Robert, per poi
scoppiare in
lacrime a causa del senso di colpa. Fortunatamente avevo un ragazzo
fantastico
che sapeva capirmi e riusciva sempre a perdonarmi, comportandosi in
modo sempre
dolce e rispettoso. Spesso, però, lo vedevo stanco e
scostante e mi preoccupavo
che tutta questa situazione gli pesasse molto. In fondo io pensavo
sempre che
fosse così, ma lui faceva sempre qualcosa che mi faceva
ricredere.
La
nostra non era una situazione semplice e nonostante i nostri alti e
bassi
Robert era davvero un ragazzo unico e non potevo desiderare di meglio.
Tutte
le volte che avevo sentito parlare di donne in gravidanza e dei loro
sbalzi
d’umore stentavo a crederci, eppure mi rendevo conto come
tutto questo fosse
capitato anche a me. Oltre al fatto di essere diventata più
lunatica del
solito, tutte le mie emozioni erano amplificate. Una sera avevo fatto
una
scenata di gelosia a Robert solo perché l’avevo
visto insieme alla sua co-star
in una foto della premier del suo nuovo film. Sapevo che era stupido ma
non ero
riuscita a trattenermi, finendo con il far arrabbiare anche lui.
Come
sempre Robert aveva capito e mi aveva dato il tempo per calmarmi e poi
si era
scusato per essersi arrabbiato con me. Come se c’è
ne fosse bisogno! Lui mi
aveva regalato la sua vita e ciò che faceva per me ogni
giorno era
indescrivibile, soprattutto data la situazione in cui ci trovavamo.
Mi
riscossi dai miei pensieri e gettando un occhiata
all’orologio del salone vidi
che erano appena le quattro. Robert mi aveva detto che sarebbe passato
a
prendermi poco prima delle otto e che prima di quell’ora non
sarebbe potuto
tornare, quindi avevo ancora molto tempo.
Sbuffai
non sapendo cosa fare. Mi alzai con cautela e mi guardai intorno,
indecisa sul
da farsi. Camminai per arrivare alla terrazza e feci massima
attenzione, perché
avevo sempre la paura di cadere. Da quell’incidente in cui
avevo rischiato
l’aborto ero sempre in allerta, anche nel fare le cose
più banali. Una volta
fuori feci un respiro profondo e prima di sedermi sulla piccola
panchina in
ferro battuto lì vicino, presi una rosa bianca e annusai il
suo profumo.
Una
volta seduta guardai il panorama e ammirai la mia città. A
causa del mio lavoro
non riuscivo stare poi molto tempo a casa, ma grazie ad Angel era molto
tempo
che riuscivo a starci.
Los
Angeles… la piccola Angel non poteva nascere in luogo
migliore!
Con
la coda dell’occhio vidi che c’era qualcosa
poggiato accanto a me e allungando
la mano per prenderlo mi resi conto che era un portafotografie. Non
l’avevo
visto ma supposi che fosse di Robert. Aveva una copertina in pelle e un
piccolo
laccio che lo teneva chiuso. Lo sciolsi e l’aprii. La prima
foto ritraeva un
bambino con i capelli corti e biondi. Gli occhi erano tra il verde e
l’azzurro
e li riconobbi subito. Sorrisi, guardando fotografie simili, che
ritraevano
Robert quando aveva più o meno quattro o cinque anni. Era
davvero bello già da
piccolo!
Notai
che era un album particolare, c’erano foto delle sue sorelle
e per sino dei suoi
genitori da piccoli, però nessuna foto di tutti loro da
adulti.
All’improvviso
mi illuminai. Robert me ne aveva parlato. Era un album che racchiudeva
fotografie della sua famiglia, ma solo da bambini! Era una loro
tradizione e sapevo
che ci teneva moltissimo.
Osservai
con il sorriso sulle labbra Robert con il musetto sporco di cioccolato
o le
mani impasticciate di marmellata. Risi quando lo vidi atterrato dalle
sue
sorelle, che si erano buttate su di lui!
Una
foto tra tutte mi colpì, ovvero vederlo con le piccole
manine sfiorare i tasti
del suo pianoforte. Doveva essere stata una passione per lui, fin da
piccolo.
Mi
stupii quando trovai alcune mie foto di quando ero bambina. Ma dove
diavolo le
aveva prese? Sicuramente in una delle tante volte in cui eravamo andati
a casa
mia, senza farmene accorgere, oppure si era messo d’accordo
con mia madre.
Ultimamente andavano d’amore e d’accordo quei due!
Ma
che perché aveva messo le foto lì? Mi aveva detto
che era una cosa che
riguardava la sua famiglia…
Non
riuscii veramente a stupirmi che avesse inserito me in una cosa
così importante
per lui.
Continuai
così fino alla fine dell’album e notai che
c’erano alcune pagine vuote. Stavo
per chiudere il portafoto, distrattamente, quando lo riaprii e tornai a
quelle
ultime pagine. Mi era sembrato di vedere un piccolo post- it attaccato
lì.
Sgranai
gli occhi quando capii di cosa si trattava. Il nome di Angel era
scritto su
quel bigliettino, appiccicato in quella pagina vuota. Quindi lui voleva
inserire anche le foto di Angel.
Mi
asciugai una lacrima solitaria, dovuta alla commozione. Era davvero
troppo e inspiegabilmente
dolce ciò che stava facendo per me.
Richiusi
con cura l’album e lo rimisi dove lo avevo trovato.
Scesi
e tornai al piano di sotto. Diedi un occhiata all’orologio
che avevo al polso e
vidi che mancava più o meno un ora all’arrivo di
Robert, quindi mi feci una
doccia e indossai una gonna e una maglia comoda. Purtroppo nelle mie
condizioni
non potevo fare altro.
Ero
intenta a sistemarmi i capelli, quando sentii la porta di casa aprirsi
e poi
richiudersi di nuovo. Guardai di nuovo l’orologio, credendo
di aver fatto tardi
però notai che era Robert ad essere in anticipo. Non poteva
che essere lui la
persona che era appena entrata in casa.
Poco
dopo infatti il mio ragazzo fece la sua comparsa, bello come sempre.
Aveva un
sorriso stanco sul viso e io lo raggiunsi. Gli accarezzai una guancia e notai quanto fosse stanco.
<<
Robert, se non ti va più di uscire, non fa nulla.
>>
Infondo
se era stanco non doveva uscire solo perché me
l’aveva detto. Faceva fin troppo
per me e non potevo chiedergli ancora molto.
<<
Amore cosa dici? Non dopo tutto quello che ho fatto >>
disse per poi
coprirsi la bocca con una mano.
<<
Perché cos’hai fatto? >>
Misi
le mani sui fianchi con un sorriso luminoso sul viso. Ero contenta che
era
stato tutto il pomeriggio fuori solo per preparami una sorpresa, ma
dall’altra
parte non volevo che si stancasse troppo con me. Il nostro lavoro era
già parecchio
impegnativo, anche se era da otto mesi che non facevo più
l’attrice, ma speravo
di tornare presto a
fare ciò che amavo.
<<
Niente domande. Se sei pronta possiamo uscire adesso. >>
Senza
lasciarmi il tempo di rispondere mi prese per mano e mi condusse verso
la porta
di casa. Mi fece indossare il cappotto e prese le chiavi della
macchina. Non mi
dette il tempo di prendere la borsa che eravamo già fuori.
Scossi
la testa, divertita da tutta quella fretta e cercavo di immaginare cosa
avesse
combinato questa volta quel pazzo del mio fidanzato.
Mentre
eravamo in macchina lo guardai insistentemente. Era così
bello e io mi sentivo
fortunata che lui avesse scelto proprio me. Che mi amasse nonostante le
difficoltà della nostra situazione e che volesse crescere un
figlio non suo…
<<
A cosa pensi mia bellissima dea? >> disse ricambiando il
mio sguardo.
<<
A te. >> risposi sincera, sorridendo.
<<
A quanto sono bello? >> chiese facendo quel suo sorriso
particolare, che
faceva perdere la testa a molte donne.
<<
Non solo, ma non montarti la testa! >>
Lui
per risposta mi baciò il dorso della mano.
<<
A me basta solo il tuo amore per essere felice. >>
Quelle
parole mi colpirono dritte al cuore e io strinsi più forte
la mano intrecciata
alla mia, sul cambio della macchina.
<<
Anche per me è così. Da quando ci sei tu la mia
vita è cambiata e mi hai resa
la donna più felice del mondo. >>
Robert
si sporse verso di me e mi baciò dolcemente per pochi
secondi, approfittando
del fatto che eravamo fermi a un semaforo.
<<
Adesso mi dici dove mi stai portando? >>
<<
Te l’ho detto: niente domande. >>
Io
risi e mi misi comoda sul sedile, nel frattempo che Robert guidava
verso una
meta a me sconosciuta.
Passarono
diversi minuti, finchè vidi che ci avvicinavamo sempre di
più a Venice Beach,
una parte residenziale e balneare che si trovava a Ovest di Los
Angeles. Era un
posto bellissimo e mi sorpresi che Rob mi avesse portato proprio
lì.
Fermò
la macchina sulla strada a ridosso della spiaggia e venne ad aprirmi lo
sportello, aiutandomi a scendere. Non dissi nulla ma mi lasciai guidare
da lui
verso la spiaggia.
Era uno spettacolo
incredibile, specie al
tramonto. Sorrisi a
Robert, che mi
guardava con un sorriso.
<<
Le
sorprese non sono ancora finite. >>
Solo
quando lui mi
fece cenno di guardare vicino all’ Oceano vidi un piccolo
tavolino, dove due
uomini con una divisa bianca ci attendevano.
Quando
fummo più
vicini rimasi a bocca aperta. C’erano diversi piatti coperti
e due candele al
centro del tavolo.
Non
avevo parole e
non capivo come avesse fatto Robert a organizzare tutto quello.
Lo
abbracciai di
slancio, per quanto la mia pancia lo permettesse e lui rise piano e
profondamente al mio orecchio.
<<
Direi che
la sorpresa ti è piaciuta. >>
<<
Molto di
più, amore. Ma come hai fatto a fare tutto questo?
>>
Lui
mi poggiò un
dito sulle labbra e mi fece sedere sulla sedia che uno dei due
camerieri aveva
spostato per me.
Mi
sedetti con il
cuore in gola per l’emozione. Era un panorama molto
suggestivo. Quella spiaggia
mi ricordava le serate con i miei amici e ora ritrovarmi lì
con l’uomo che
amavo mi riempiva di gioia. Mai avrei immaginato una cosa simile, ma
infondo
Robert sapeva sempre come stupirmi e rendermi felice, anche nelle
piccole cose.
Sospirai
e scossi
la testa incredula.
Robert
era seduto
di fronte a me e mi guardava con un sorriso.
<<
Sai sono
molto nervoso per ciò che succederà dopo che
quasi non riesco ad aspettare di
mangiare. Ma lo farò perché voglio che ti goda
fino in fondo questa serata e soprattutto
vorrei che tu la ricordassi per sempre. >>
Io
allungai una
mano sul tavolo fino a prendere la sua, che giocava nervosamente con
una posata.
<<
Robert
ricorderò per sempre ogni momento passato con te.
>>
Lui
mi sorrise e
strinse più forte la mia mano, guardandomi emozionato.
<<
E poi
cosa vuol dire “ per quello che
succederà
dopo” ? Rob cos’hai fatto?!
>>
<<
Eh no!
Avevamo detto: niente domande! Non ti ricordi più?
>>
Io
mi tirai
indietro appoggiando la schiena alla sedia, con uno sguardo spiacente.
<<
E’ vero,
hai ragione. >>
Ridemmo
entrambi
per poi mangiare quelle prelibatezze che Robert aveva fatto preparare.
Alcuni
piatti non li avevo mai mangiati perché erano tipicamente
inglesi e Robert se
li era fatti preparare apposta, perché erano cose che a lui
piacevano molto e
voleva farle assaggiare anche a me. Altri invece erano proprio i miei
piatti
preferiti.
Non
smettemmo mai
di guardarci negli occhi durante la cena e io ammirai il suo sguardo
così dolce
e profondo, capace di farmi sciogliere il cuore ogni volta.
Quando
arrivammo
all’ultima portata, i camerieri liberarono il tavolo e
lasciarono al centro il
piatto coperto, per poi allontanarsi.
Io
guardai Robert
che nel frattempo si era alzato in piedi e mi si era messo alle spalle.
Non mi
dette il tempo di fare ne di dire nulla, perché si
abbassò sulle ginocchia, di
lato rispetto a me, e mi poggiò una mano sulla pancia.
<<
Kristen,
sono tante le parole che vorrei dirti adesso, ma l’emozione
è talmente forte
che non so da che parte cominciare. >> rise nervosamente
e io gli
accarezzai una guancia.
<<
La prima
volta che ti ho vista è stata guardando un film. Un tuo
film. Ho subito pensato
che avevi qualcosa di speciale e mi sentivo attratto irrimediabilmente
da te.
Pensavo che fosse una cosa impossibile dato che non ti avevo mai
conosciuto di persona,
così per placare quel terribile bisogno che avevo di
conoscerti mi sono
presentato al provino di Twilight. In quel momento ho capito che non
avrei mai
potuto fare a meno di te. >> disse guardandomi dolcemente.
Era
vero, la prima
volta che ci eravamo incontrati era da subito scattata quella
scintilla. Mi
aveva sconvolto, l’effetto della sua presenza era stato
devastante per me e lo
era tutt’ora.
<<
Da quel
giorno è stato un susseguirsi di gioie e dolori. Ti seguivo
a distanza e facevo
in modo di darti il mio appoggio e la mia amicizia, le uniche cose che
potevo
permettermi dato che eri legata ad un altro uomo. >>
Abbassò
lo sguardo
a queste parole ma io glielo feci rialzare, mettendogli una mano sotto
il
mento.
Erano
stati anni
difficili. Io con il tempo avevo capito che non era solo attrazione
fisica
quello che mi legava a lui, ma un sentimento ben più forte.
Ma adesso le cose
erano cambiate e non mi pentivo di nessuna delle mie scelte,
perché non avrei
mai potuto fare a meno di Robert.
Feci
per dire
qualcosa ma lui mi fece segno di lasciarlo continuare.
<<
Mi sono
innamorato di te, pian piano. Catturato da ogni tuo gesto e da ogni tuo
sorriso, mi rendevo conto ogni giorno che eri tu la ragione della mia
vita.
Quando eravamo lontani mi sentivo morire dentro e avrei voluto stare
con te e
non lasciarti mai. Ho passato notti intere dentro la camera
dell’albergo di
turno pensando a te, scrivendo canzoni sui sentimenti che provavo nei
tuoi confronti,
ma poi mi davo dello stupido perché tu potevi avere di
meglio e sapevo che mi
ritenevi soltanto un amico. >>
Avrei
voluto
interromperlo, per dirgli che questo era esattamente ciò che
io avevo pensato
per mesi, ovvero che ero solo un amica per lui e che tutt’ora
non mi ritenevo
alla sua altezza, ma lo feci continuare e ascoltai il resto delle sue
parole
con le lacrime agli occhi.
<<
Quando ti
ho confessato i miei sentimenti e tu mi hai detto che mi ricambiavi ma
che non
potevamo stare insieme per via della tua storia turbolenta con Michael,
avrei
voluto sparire dalla faccia della terra, perché fino ad
allora ciò che mi aveva
almeno in parte rincuorato era il fatto di non essermi ancora
dichiarato a te.
Quel giorno seppi che non avevo più possibilità,
così decisi di concentrarmi
sul mio lavoro e lasciare il mio cuore curarsi le sue ferite.
>>
Le
lacrime mi
rigarono il volto senza che me ne accorgessi, fin quando Robert non
prese a
baciarmi le guance per asciugarle.
Quante
volte mi
ero disperata perché mi sentivo le mani legate. Da una parte
la difficile
relazione con Michael, dall’altra le difficoltà
dovute al nostro lavoro, al
fatto che non potevo dichiarare davanti a tutti il nostro rapporto.
Tutto
quello mi aveva distrutto perché io amavo Robert e quando
seppi che anche lui
mi amava, sprofondai ancora di più.
<<
Le cose
sono cambiate quando quella notte venisti da me, dicendomi che non
riuscivi più
a fare a meno di me e che mi amavi più di te stessa.
>>
Sorrisi
fra le
lacrime. Era vero. Una notte non riuscivo a chiudere occhio, eravamo
sul set
del film di New Moon. Avevo deciso che me ne sarei fregata di tutto e
di tutti.
Avevo ormai lasciato Michael e se per i primi tempi io e Robert avremmo
dovuto
amarci in segreto, non mi sarei tirata indietro, in attesa di momenti
migliori.
<<
Quella fu
la prima notte che passammo insieme. Finalmente avevo tra le mani la
donna che
amavo e sapevo che, qualsiasi cosa fosse successa, niente ci avrebbe
separati. >>
A
quelle parole
lasciai le mani che mi stava stringendo e le portai automaticamente il
viso.
Quella fu la notte in cui io credevo che Angel fosse stata concepita.
Quando
scoprii di essere incinta i calcoli della dottoressa mi riportarono
alla notte
che avevo passato con uno sconosciuto, in preda all’alcool.
Ma
come avevo
fatto un errore simile?
Sebbene
fossi
felice della mia piccola Angel e di stare per diventare madre, non
potevo non
sentirmi in colpa nei confronti di Robert. Il nostro rapporto era molto
solido
e anche se eravamo distanti eravamo sempre rimasti fedeli
l’uno con l’altro.
Invece a me era successo, in una notte in cui non ero più
io, di stare con un
uomo che non era Robert e che neppure conoscevo.
Eppure
lui mi
aveva perdonato ed era rimasto al mio fianco, amando non solo me ma
anche mia
figlia, nonostante tutto.
Le
mani di Robert
mi riportarono al presente e mi strinsero a lui. Mi cullò
per qualche minuto e
poi mi allontanò da sé. Mi prese il viso tra le
mani, cancellando le lacrime
con le dita.
<<
Non
piangere amore mio. So a cosa stai pensando, ma lo sai quanto amo te e
la
piccola Angel. Se ti ricordi una volta ti dissi che la sento come mia
figlia e
dicevo la verità. Nonostante il fatto che non lo sia
biologicamente, sono stato
con te e con lei fin dall’inizio e non potrei non amarla.
>> disse,
accarezzandomi il ventre.
Io
lo abbracciai
di slancio e respirai profondamente, sentendomi sicura tra le sue
braccia.
<<
Stiamo
affrontando insieme questa gravidanza e quando tu hai avuto
quell’incidente ho
creduto di morire. Ho avuto una paura tremenda per Angel e anche per
te, ma
quando ho saputo che stavate bene ho ripreso a respirare normalmente.
Quello è
stato uno dei tanti motivi che mi hanno convinto che la mia vita
dipende da te
e non esiste nessun altra donna con cui vorrei condividere la mia vita.
>>
Mi
guardava
intensamente e io mi sentii quasi svenire. Era una dichiarazione
stupenda, che
non mi sarei mai dimenticata.
<<
Adesso c’è
solo una cosa che vorrei chiederti, ovvero se vuoi continuare a vivere
con me
per sempre e rendermi l’uomo più felice su questa
terra. >>
Si
sollevò e
scoprii il piatto al centro della tavola. Mi portai una mano alla
bocca, incredula
davanti a ciò che vedevo. Una piccola scatoletta in velluto
blu, faceva bella
mostra di sé.
Robert
la prese e
si inginocchiò di nuovo davanti a me.
Mi
prese una mano
tra le sue e aprì la scatoletta che rivelò la
presenza di un anello bellissimo.
La
scritta nel
cofanetto era firmata Bulgari e l’anello era una stupenda
fascetta di oro
bianco con al centro un diamante a forma di cuore, mentre ai lati aveva
altri
due piccoli diamanti incastonati.
<< Kristen Jaymes Stewart, vuoi
sposarmi? >>
Mi
sentii morire
dall’emozione. Robert voleva davvero sposarmi? Non avevo
parole, non riuscivo a
fare nulla se non piangere di gioia.
<<
Si, certo
che voglio sposarti, Robert Thomas Pattinson! >>
Robert
si alzò,
portandomi con lui e mi baciò con passione fino a quando
quel bacio si spense
con inedita dolcezza.
Non
riuscivo
ancora a credere che Robert mi avesse chiesto di sposarlo, non me lo
sarei mai
aspettata. Ero tremendamente felice nel sapere che mi sarebbe rimasto
accanto e
mi avrebbe amata per sempre.
Per lunghi minuti
continuammo a baciarci, dimentichi
di tutto il resto, con l’unica compagnia
dell’incedere lento e cadenzato delle
onde dell’Oceano e delle luci delle stelle.
**********************************************
Eccomi
qui! Xd
Lo so, lo so… siete molto, molto, MOLTO, M-O-L-T-O
arrabbiati con me, vi
capisco!
Purtroppo ho avuto un blocco e non sono riuscita a continuare.
Probabilmente se
avessi postato prima il capitolo sarebbe venuto in maniera del tutto
diversa,
infatti molte cose che ho scritto non erano messe “ nel
programma”. Beh, (
direte voi) forse era meglio che postavo le idee di prima xD No, spero
di no!!!
Spero davvero che questo capitolo vi piaccia, perché mi
è costato parecchio!
Era
un momento che
immaginavo da tanto nella storia di Angel e non sapevo come farlo
apparire originale
e non banale. Beh, la chiudo qui, sperando che non abbia in qualche
modo deluso
le vostre aspettative!^^
Aspetto
le vostre
opinioni! xD
Ledyang:
Grazie!!! Sei sempre troppo gentile, spero che
il capitolo ti piaccia, un bacione, ciao!!!
Midnightsummerdream:
Ciao, tu dovresti essere Carla xD Sei davvero
un segugio per questa storia, cerchi di trovare tracce che io
giustamente vado
lasciando, eheh, sono davvero contenta che tu ti sia fatta una teoria!
Per
quanto riguarda il gossip si, me ne serviva uno recente, quindi ho
utilizzato
quello! Il capitolo ti piace? Spero tanto di si! Sono riuscita a
postare oggi
alla fine, un bacione, ciao^^
Nessie93:
Ciao^^
Come dicevo prima vado lasciando dubbi ma sono contenta
che voi vi
facciate delle teorie, come dico sempre è una storia
particolare e che avrà
diversi risvolti! Mi dispiace davvero tanto per l’attesa, il
prossimo capitolo
arriverà in un tempo davvero molto, molto più
breve! Un bacio, a presto!
Erika1975:
Ciao erika! Beh Kristen non ricorda nulla perché
aveva veramente bevuto troppo, anche perché non essendo
abituata ha fatto un
macello, però c’è sempre un
però xD Il padre biologico è importante
sì, ma non
quanto chi ha amato e cresce un bambino, almeno per come la penso. Non
mi
stancherò mai di dire che se il padre biologico abbandona un
bambino, ancor
prima che nasca, e questo viene seguito da una persona che lo ama come
se fosse
suo, beh come ruolo può ritenersi tranquillamente un padre!
Scusami per questo
papiro, ma sono davvero entusiasta di interagire con voi lettori! Spero
che
nonostante il ritardo, continuerai a seguirmi, un bacio, ciao!
Imaginary82:
Ciao!! Oddio le tue idee mi hanno interessata
parecchio, è quello che un po’ tutte pensate!
Spero davvero che continuerai a
seguirmi, perché ci possono essere delle sorprese, a presto
ciao!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Nono Mese ***
Nono Mese
Segnai
un altro giorno, sul calendario. Ero ormai giunta all’ultimo
mese di gravidanza
e mi sentivo serena e agitata al tempo stesso. Mancava davvero poco
alla
nascita della mia piccola e immaginavo continuamente il suo viso, le
sue piccole
mani, i suoi occhi…
Sospirai
con un sorriso e mi sedetti al tavolo della cucina, bevendo una tazza
di caffè.
Gettai un occhiata all’orologio appeso alla parete, poco
sopra la cappa della
cucina e vidi che mancava poco al risveglio di Robert. Quando era
libero non si
svegliava mai prima delle undici.
Oggi
l’avrei avuto finalmente tutto per me, dato che era riuscito
a prendersi una
pausa dal suo nuovo progetto. Era il giorno del suo compleanno e gli
avevo
preparato una piccola sorpresa. Lui mi aveva fatto promettere che
avremmo
passato la giornata insieme e senza nessun festeggiamento. Solo noi
due. Però
avevo incrociato le dita mentre recitavo la mia promessa e gli avevo
organizzato una piccola festa con i nostri amici più stretti
e con i nostri
genitori. Essendo a Los Angeles con me e non volendomi lasciare neanche
per un
momento aveva rinunciato ad andare a Londra dalla sua famiglia e
nonostante
fosse un bravo attore sapevo che gli dispiaceva molto.
L’idea
iniziale era di organizzare tutto a Londra, ma sarebbe stato molto
complicato
per me portare i nostri amici lì, ma soprattutto Rob non me
l’avrebbe mai
permesso.
La
data del parto era fissata tra due settimane, quindi dovevo stare
attenta e a
riposo.
Mi
sembrava impossibile che finalmente tra pochi giorni avrei potuto
vedere la mia
piccola Angel.
Posai
la mia tazza di caffè e mi alzai lentamente. Presi con
attenzione il piccolo
vassoio, con sopra poggiata la colazione che avevo preparato per Robert
e mi
diressi in camera da letto.
Lo
trovai naturalmente addormentato, con un braccio sopra gli occhi. Posai
il
vassoio sul letto, nella parte dove dormivo io, facendo in modo che non
si
rovesciasse e poi mi andai a sedere dall’altra sponda del
letto, accanto a
Robert.
Gli
accarezzai i capelli con una mano e lui tolse lentamente il braccio da
sopra il
viso e si girò di qualche grado per passarlo sotto al
cuscino. Quella visione
quasi mi tolse il respiro. Il suo viso era leggermente imbronciato e
una
leggera barba gli copriva la parte inferiore del viso.
Non
mi sarei mai abituata a tanta bellezza. Ancora mi stupivo come un
ragazzo così
bello e così dolce avesse scelto proprio me e la mia vita
difficile, invece di
qualcosa di più semplice e normale.
Presi
un bel respiro e gli carezzai una guancia, strofinando le dita sulla
sua barba.
Mi piaceva molto quel contatto. Robert si mosse ancora e poi sorrise
leggermente, aprendo gli occhi e coprendo la mia mano con la sua.
<<
Buongiorno Cucciola. >> disse con voce arrochita dal
sonno, mentre era intento
a stropicciarsi gli occhi come un bambino.
<<
Buongiorno Amore mio, tanti auguri! >>
Gli
cinsi il collo con le braccia e gli tempestai il viso di piccoli baci,
che lo
fecero ridacchiare, fin quando non mi fermai definitivamente sulle sue
labbra.
Ci baciammo lentamente per quelle che mi parvero ore, fin quando Robert
non
tuffò il viso tra i miei capelli e sospirò
più volte, stringendomi a lui.
<<
Questo si che è un bel risveglio! >> disse con
voce più sveglia.
Risi
e mi sollevai un po’, mentre lui faceva lo stesso,
appoggiandosi alla testiera
del letto. Nel fare quel movimento si accorse del vassoio e mi
lanciò uno
sguardo interrogativo.
<<
Lo sai che quando posso mi piace viziarti. Poi oggi sono a tua completa
disposizione, dato che è il tuo compleanno. >>
Il
mio fidanzato sorrise sornione e mi guardò con aria
maliziosa.
<<
E’ proprio a mia completa disposizione, signorina Stewart?
>>
Annuì
con la stessa espressione, fin quando non risi di nuovo e gli stampai
un bacio
sulle labbra. Afferrai il vassoio e sempre con attenzione lo posizionai
sulle
sue gambe.
<<
Beh, questo vuol dire che anche lei è a mia completa
disposizione, Signor
Pattinson. >>
Lui
rise sotto i baffi, mentre finiva di bere il suo caffè.
<<
Lo sono sempre, mia dolcissima musa. >>
<<
Tu sei proprio un adulatore. >> pronunciai, facendolo
ridere.
Aspettai
che finisse la sua colazione e poi feci per portare di nuovo in cucina
il
vassoio, ma lui me lo impedì e lo mise a terra. Mi prese per
i fianchi e mi
fece sedere sulle sue gambe, con molta attenzione per la mia pancia.
Poggiò una
mano su di essa mentre io mi accoccolavo sul suo petto e nascondevo il
viso sul
suo collo.
Mi
beai del suo profumo, che avrei riconosciuto tra mille e mi rilassai
sentendo
il calore della sua pelle.
<<
Amore come ti senti oggi? Tra poco vedremo la nostra Angel.
>>
Sospirai
deliziata dalle sue parole. Adoravo il modo in cui diceva che Angel era
sua,
nonostante tutto.
<<
Sì e sono molto agitata. >>
Lui
mi strinse più forte e mi baciò i capelli.
<<
Sei preoccupata per il parto? >>
Come
faceva ad essere così dolce e gentile? Alzai il viso verso
di lui e gli lasciai
un bacio sul mento.
<<
Un po’, ma sarà una cosa naturale e poi ho te
vicino, quindi andrà tutto bene.
>>
Mi
guardò con il suo sorriso speciale e mi accarezzò
la fronte e le guance con una
mano. Ci fissammo per lungo tempo, fin quando il mio cellulare non
cominciò a
suonare. Robert si allungò sul comodino e fece per
rispondere ma io fui veloce
nel levarglielo dalle mani e rispondere.
<<
Pronto? >>
Come
mi aspettavo era Ashley e anche se tutti sapevano di non dover dire
nulla al
mio fidanzato riguardo alla sua festa, non volevo rischiare. Per cui
sorrisi al
suo sguardo interrogativo e gli accarezzai il viso.
<<
Si, certo. Va benissimo ciò che stai facendo, mi fido
assolutamente! Allora vengo
per il solito orario? Perfetto! Sei un amica fantastica Ash! A dopo.
>>
Chiusi
il cellulare e lo buttai sul letto mentre mi stiracchiavo come una
gatta.
<<
Amore? >>
<<
Sì? >>
Sorridemmo
entrambi. Spesso lo chiamavo così solo per sentire la sua
voce rispondermi. Mi
piaceva avere la sua attenzione.
Mi
baciò il naso e si alzò.
<<
Senti Rob, più tardi devo andare da Ashley perché
mi ha fatto il favore di
comprarmi delle cose che mi servivano assolutamente per la bambina.
Purtroppo
mia madre non ha potuto e io non volevo arrivare all’ultimo
momento. Il parto è
tra due settimane ma non si sa mai! >>
<<
Certo tesoro, ti accompagno. >>
Mi
alzai anch’io e dopo aver posato il vassoio in cucina e aver
sistemato la
camera da letto, mentre lui si faceva una doccia, presi
dall’armadio il mio
regalo. Glielo volevo dare prima anche perché portarmelo
senza destargli
sospetti sarebbe stato impossibile. Fortuna che avevamo due parti
separate
dell’armadio perché non avrei potuto nascondere
una chitarra come se niente
fosse! Gli avevo regalato una chitarra vintage che lui cercava da
diversi anni.
La tenevo d’occhio da diverso tempo e grazie a un amico di
mio fratello ero
riuscita ad averla e la tenevo per questa importante occasione.
Dovetti
sforzarmi per non ridere quando un giorno era tornato a casa con
l’umore a
terra dicendomi che la sua chitarra vintage era stata acquistata da
qualcuno e
che non c’era più in giro. Per tutta la sera si
era lamentato del fatto che lui
non era riuscito a capire dove si trovasse e chi l’avesse
mentre chi l’aveva
comprata se la stava godendo in pace. Era veramente dispiaciuto e io mi
dovetti
trattenere nel non dargliela subito. Chissà che faccia
avrebbe fatto quando tra
poco avrebbe scoperto che ero io la persona da lui tanto maledetta
quella sera!
Fortuna che ero un attrice e mi ero dimostrata più
dispiaciuta di lui!
Posizionai
la chitarra incartata in modo da non far capire subito
cos’era dalla sua forma,
sul letto e aspettai che uscisse dal bagno. Pochi minuti dopo accadde e
io
dovetti respirare più volte per riuscire a sopportare la
vista di Robert con il
corpo umido, con solo uno striminzito asciugamano attorno alla vita.
Osservai
ipnotizzata il movimento della sua mano mentre frizionava i capelli con
un
asciugamano.
Mi
guardò malizioso e si avvicinò a me,
abbracciandomi.
<<
Sono onorato del tuo sguardo. >>
Lo
guardai interrogativa.
<<
Mi osservi come se fossi un gelato da… >>
<<
Robert!!! >> lo bloccai prima che riuscisse a finire la
frase.
Lui
rise e mi scombinò i capelli mentre portava il suo sguardo
verso l’oggetto
ingombrante che si trovava sul nostro letto.
<<
E quello? >>
Sorrisi
e gli feci cenno di aprirlo.
<<
E’ tuo. >>
Mi
lanciò uno sguardo di rimprovero e si sedette, iniziando a
strappare la carta.
<<
Amore ti avevo detto di non fare nulla. >>
<<
E io naturalmente non ti ho dato ascolto. >>
Lui
sorrise ma continuò nella sua opera. Mi guardò
curioso e io lo aiutai a
scartare il suo regalo. Era pieno di carta e cellofan per non far
capire di
cosa si trattasse ma quando Robert vide la custodia della chitarra e di
conseguenza la sua forma, si fermò a guardarmi
impressionato. Scartò più
velocemente la carta facendomi ridere e infine liberò la
custodia. Quando
l’aprii rimasi quasi abbagliata dal suo sorriso.
<<
Amore mio! >>
Mi
abbracciò di slancio sempre facendo attenzione alla mia
pancia ormai di grandi
dimensioni e mi baciò più volte.
<<
Vita mia è bellissima, ma sei matta? Dove l’hai
trovata? >>
<<
Segreto. L’importante è che tu sia contento.
>>
<<
Contento è troppo poco. Ti Amo Kris. >>
Continuò
a baciarmi e accarezzarmi per molto tempo, fin quando non mi
lasciò e cominciò
a vestirsi. Io tolsi tutta quella carta dal letto e la buttai nel
cestino in
cucina. Quando tornai lo trovai in piedi mentre studiava i particolari
della
sua chitarra.
Aveva
il colletto della camicia messo male, sicuramente per la fretta di
mettere mano
al suo regalo, proprio come un bimbo davanti a un nuovo giocattolo. Mi
avvicinai a lui e lo sistemai. Lui ne approfittò per darmi
un ennesimo bacio e
io risi rilassata.
<<
Non finirò mai di ringraziarti. >>
<<
No Rob, sono io che non smetterò mai di ringraziare te.
>>
Lui
posò la chitarra a un lato della stanza e tornò
da me, stringendomi tra le sue
braccia.
<<
Smettila di dire queste cose. Sei la mia vita, come te lo devo dire?
>>
Sospirai
e lo abbracciai, felice. In quel momento sentii Angel scalciare ed
essendo
abbracciata a lui, anche Robert se ne accorse.
<<
Ehi piccolina, hai fretta di uscire? >> disse alla mia
pancia.
<<
Mi sa di si. Sai ultimamente mi sento un po’ strana, ma penso
sia perché sta
per nascere. >>
Lui
mi guardò con un cipiglio.
<<
In che senso ti senti strana? >>
Io
mi sedetti sul letto e mi accarezzai la pancia, sentendo ancora Angel
scalciare.
<<
Stai tranquillo amore, ho parlato con la dottoressa e mi ha detto che
essendo
vicina al parto è normale sentire la bambina muoversi di
più. Però mi sembra di
avvertire sempre qualche contrazione in più. >>
Ripensai
alle parole della dottoressa, quando mi disse che ancora mancavano due
settimane al parto e una strana sensazione mi avvolse. In certi momenti
mi
sembrava che le contrazioni fossero più forti e frequenti ma
se lei diceva
così, significava che non era ancora il momento. In fondo
questa era la mia
prima gravidanza per cui non riuscivo a capire appieno i sintomi.
<<
Kristen, sei preoccupata. >>
Non
era una domanda e io lo osservai per qualche minuto.
<<
Vuoi che ti porti in ospedale? >>
<<
No, non c’è ne bisogno. Adesso sto bene.
>>
<<
Se senti che c’è qualcosa che non va dimmelo
subito, piccola. >>
<<
Certo. >>
Gli
sorrisi e si sedette accanto a me e mi accarezzò la schiena
lentamente. Mi
tranquillizzai e dopo mi diressi in cucina per preparare i suoi piatti
preferiti. Lui non voleva farmi stancare ma io ci tenevo,
così non sentii
storie. Avvertii ancora qualche calcio da parte di mia figlia ma sapevo
che era
presto così mi imposi calma.
Durante
il pomeriggio sembrava che mi sentissi meglio e nonostante tutti i miei
propositi mi addormentai per qualche ora. Quando mi risvegliai vidi
Robert che
suonava qualcosa con la sua chitarra.
<<
Amore come ti senti? >>
<<
Bene, scusa se mi sono addormentata. >>
Lui
mi guardò esasperato e mi diede un colpetto sul naso.
<<
Oggi voglio solo passare una giornata con te e vederti dormire
è la cosa più
dolce che io possa osservare. >>
Gli
sorrisi e pensai
che non c’era fine alla
dolcezza di questo ragazzo. Si poteva essere più fortunate?
Una
lieve fitta mi sorprese e quando Rob mi stava per dire qualcosa io lo
presi per
mano per farlo alzare.
<<
Ricordi che mi dovevi accompagnare? >>
Lui
annuii e io andai in bagno per prepararmi. Indossai un abito semplice
ma
dovendo rinunciare alle mie decolté indossai un paio di
stivaletti comodi. Mi
truccai leggermente e raggiunsi Robert che armeggiava con il cellulare.
<<
I miei genitori e le mie sorelle mi hanno mandato gli auguri. Mi
dispiace non
poterli vedere ma stare con te ha la priorità assoluta.
>>
Mi
intristii alle sue parole. Rinunciava a tanto per me eppure non mi
faceva
pesare nulla e mi trattava come una regina. Poche donne potevano dire
di avere
la mia stessa fortuna, specie nella mia situazione.
<<
Sei il miglior fidanzato che una donna possa avere e un papà
incredibile.
>>
Sorrise
alle mie parole e dopo aver preso le chiavi della macchina mi raggiunse
e mi
prese per mano. Il viaggio in macchina durò una buona
mezz’ora a causa del
traffico, ma a quell’ora del pomeriggio a Los Angeles era
normale.
Quando
scendemmo dalla macchina per raggiungere la casa di Ashley mi sentii
pervadere
da una strana ansia. Sperai che tutto fosse pronto ed eravamo in
perfetto
orario. Strinsi più forte la sua mano e suonai alla porta.
Sentii vari rumori
provenire dall’interno e poi qualche secondo di silenzio
improvviso. Robert
stava per suonare di nuovo, ma la porta si aprii e un Ashley trafelata
e ansante
ci apparve davanti. Si rimise a posto un ciuffo scompigliato di capelli
e mi
fulminò con lo sguardo per poi sorridere amabilmente a
Robert.
Quella
ragazza a volte mi faceva paura. Che fossi arrivata troppo presto?
Eppure
l’orario era quello stabilito!
<<
Auguri Robert! Che bello vedervi, non vi aspettavo così presto
>> disse
guardandomi dopo aver sottolineato l’ultima parola.
<<
Mi sembra di essere in perfetto
orario, Ash. >>
sottolineai quel perfetto per farmi intendere da lei.
Ci
sorridemmo ma poi lei si allungò verso il braccio di Robert
e mi portò il suo
orologio davanti agli occhi.
<<
Che ore sono signorina? >>
Vidi
con orrore che in effetti mancavano venti minuti
all’appuntamento.
Evidentemente l’orologio di casa mia andava indietro
oppure…
Oppure
quella volta che avevo mandato indietro l’orologio per
evitare che Robert
uscisse troppo presto, qualche giorno prima, mi ero dimenticata di
rimetterlo a
posto.
Robert
aveva scoperto di questa cosa e io feci la finta tonta fin quando lui
non mi
fece notare il suo orologio! Beh, una donna incinta per giunta avrebbe
fatto
qualsiasi cosa pur di stare un po’ di più con il
suo fidanzato, no?
<<
Amore mi sa che ti sei dimenticata di mettere a posto
l’orologio della cucina.
>>
Gli
detti una gomitata e riportai lo sguardo su Ashley, dispiaciuta. Lei mi
strizzò
l’occhio e ci fece cenno di entrare.
<<
Fortuna che io sono sempre preparata! >>
Quando
passai le lasciai un bacio sulla guancia, riconoscente e portai Robert
al
salone, come stabilito. Delle grida di giubilo ci sorpresero e Robert
capita la
situazione mi guardò con rimprovero anche se un sorriso gli
incurvava appena le
labbra.
<<
Questa me la paghi Kristen. >>
Subito
dopo mi fu strappato via da Kellan e Jackson. Mi avvicinai ai miei
genitori che
mi domandarono continuamente come stavo e se andava tutto bene per poi
andare a
salutare Robert, stretto in un abbraccio collettivo con i suoi genitori
e le
sue sorelle. Ero emozionata nell’osservarli, erano davvero
una famiglia unita e
Robert era dolcissimo con i suoi parenti.
Quando
tornò da me mi avvolse in un abbraccio, ringraziandomi per
quella sorpresa.
Come se c’è ne fosse bisogno! Era niente in
confronto a tutto ciò che lui
faceva per me ogni giorno.
Mi
rilassai anch’io e mi sedetti su una sedia, nel terrazzo
della casa di Ashley.
Era davvero molto bella e c’era una piscina molto grande dove
Kellan e Jackson
si divertivano a lanciare schizzi ai presenti.
Risi
quando vidi Kellan infastidire con una pistola ad acqua Ashley e Nikky,
sedute
vicino a me. Grazie alla mia condizione e alle minacce di Robert ero
immune
agli attacchi dello zio orso. Potevo stare seduta e godermi in tutta
tranquillità la festa di Robert, attorniata da amici e
parenti.
Gli
ultimi mesi erano passati in un lampo e grazie alle cure e
all’amore di Robert
non avevo avuto grossi problemi con la gravidanza, la bambina era sana
e forte
e tra meno di due settimane l’avrei tenuta tra le braccia.
Non ero troppo in
ansia per il parto e il travaglio, quello era un problema secondario,
il mio
unico pensiero era il viso della mia bambina, a come sarebbe stato. Tra
noi due
il più ansioso era Robert.
Angel…
il nostro piccolo angelo, il centro della nostra vita.
Avevo
sempre sentito dire che un figlio ti cambiava la vita e solo adesso
riuscivo
veramente a capire il senso di quelle parole. Osservai Robert mostrare
orgoglioso a suo padre e a Tom l’ultima ecografia della sua
piccola.
Mi
accarezzai la pancia dove la bambina aveva scalciato ancora una volta,
togliendomi il fiato. Decisi di alzarmi per sgranchirmi un
po’ le gambe, ma
quando scesi quei pochi gradini che conducevano in piscina una
contrazione
fortissima mi piegò in due dal dolore.
<<
Kristen! >>
L’urlo
di Robert mi giunse da lontano, il dolore fortissimo mi impediva di
parlare. Lo
sentii stringermi la mano e abbracciarmi. Tremava. La contrazione era
passata,
il respiro stava tornando regolare, così alzai lo sguardo su
Robert per dirgli
che stavo bene ma lui non mi guardava, fissava il pavimento o meglio
quella
piccola pozza d’acqua che si stava formando attorno a me.
<<
Robert la bambina sta per nascere, dobbiamo portarla in ospedale.
>> gli
disse sua madre, toccandogli una spalla. Quando capii il senso di
quelle
parole, l’ansia mi assalì.
<<
Non è il momento, è troppo presto.
>> dissi aggrappandomi alla sua
maglietta.
<<
Amore non agitarti, non ti fa bene . Pensa alla nostra bambina, tra
poco sarà
qui con noi. >> mi disse con gli occhi lucidi,
stringendomi a sé.
Tutto
quello che successe dopo fu un susseguirsi di eventi così
veloci che non mi
accorsi bene di cosa stava succedendo: la corsa in ospedale, le mie
urla dovute
alle fortissime contrazioni, le maledizioni verso mio fratello quando
sbagliò
strada! Tutto era molto confuso.
Robert
mi stette accanto per tutto il tempo, stringendomi la mano e
accarezzandomi la
fronte. I dolori furono molto forti, ma tutto questo venne dimenticato
quando
mi misero tra le braccia la mia bambina. Le sue dolci urla che si
placarono
quando la strinsi a me.
Mi
ricorderò per sempre la sua espressione quando la prese per
la prima volta in
braccio.
<<
Questo è il più bel regalo di compleanno della
mia vita. >> Sussurrò per
poi posarmi un dolce bacio sulle labbra.
<<
Ciao amore della mamma, finalmente ci conosciamo. >>
dissi alla mia
piccola stringendola a me.
Robert
era andato a chiamare parenti ed amici per fargli conoscere la nostra
principessa. Osservai mia figlia fin nei minimi particolari. Era
davvero un
angelo. I suoi occhi erano tra il verde e l’azzurro, un
nasino all’insù che
sembrava essere come il mio, così come le labbra. Aveva dei
lineamenti delicati
e perfetti.
<<
Disturbiamo? Qui c’è un sacco di gente che vuole
conoscere un piccolo angelo.
>> disse Robert, aprendo la porta con un sorriso. Dietro
di lui c’erano
proprio tutti e con un cenno li invitai ad entrare.
Per
poco non mi misi a ridere quando vidi le due nonne entrare per mano e
avvicinarsi al mio letto. Osservarono la mia piccola per lunghi ed
intensi
minuti con le lacrime agli occhi.
<<
E’ la bambina più bella che abbia mai visto.
>> disse mia madre
abbracciandomi per poi baciare la fronte di Angel.
<<
Mi sembra di rivivere una scena di venticinque anni fa. Robert questa
bambina è
identica a te. >>
A
quelle parole sia io che Robert guardammo sua madre e io portai lo
sguardo di
nuovo su mia figlia. La forma del viso e i suoi lineamenti
effettivamente
sembravano richiamare quelli di Robert, soprattutto gli occhi, ma mi
ero detta
che era tutto frutto del mio desiderio che Angel fosse davvero figlia
sua.
<<
Chissà se ha anche la voglia dei Pattinson. Posso
controllare un attimo?
>> continuò ancora, osservandomi in attesa di
una risposta.
Mi
scambiai uno sguardo con Robert che mi guardava con uno sguardo
indecifrabile,
dietro sua madre.
<<
Mamma è impossibile che abbia la voglia. >>
disse, quando vide che sua
madre stava levando la tutina alla bambina con gesti esperti.
<<
Quale voglia? >> dissi osservando lo sguardo scocciato di
Robert.
<<
La voglia dei Pattinson, come la chiamo io. C’è
l’hanno tutti nella coscia
destra, c’è l’ha mio marito,
c’è l’hanno i miei figli e…
c’è l’ha anche tua
figlia. Avevo ragione! La vedi? E’ questa qui!
>>
Mi
indicò una macchia un po’ più scura
sulla coscia destra della mia bambina.
Incredula osservavo mia figlia, che sgambettava felice nella sua
copertina e
poi Robert che guardava stupito e affascinato quella piccola voglia,
che aveva
cambiato in pochi secondi tutta la nostra vita.
Com’è
possibile che Angel avesse la voglia? Questo voleva dire che Robert
era… oddio
Robert era.
<<
Mamma ha ragione Robert, la piccola ti assomiglia come una goccia
d’acqua.
>> disse Victoria, osservando la nipotina dalla spalla
del fratello.
Non
prestavo attenzione a ciò che mi succedeva attorno. Lasciai
la piccola alle
cure della nonna e cercai Robert con lo sguardo. Ci fissammo per lunghi
minuti
in silenzio, fin quando non mi sorrise e mi ritrovai tra le sue
braccia.
Ripeteva il mio nome continuamente tra le lacrime e i singhiozzi fin
quando non
mi sciolsi anch’io in un pianto a dirotto.
<<
Kris, Angel è… Angel è…
oddio è possibile che io sia suo padre? >>
disse
con un filo di voce.
<<
Anche tu hai la voglia? >> gli chiesi accarezzandogli il
viso. Mi rispose
con un cenno del capo per poi scoppiare a ridere nervosamente.
Guardò per un
attimo mio padre che aveva la bambina in braccio e poi si
avvicinò al mio
orecchio per sussurrarmi qualcosa che sentissi solo io.
<<
Dobbiamo fare il test, voglio chiarire questo dubbio una volta per
tutte.
>> mi disse stringendomi la mano.
<<
Magari la dottoressa ha sbagliato la data, è
l’unica spiegazione e il test ci
aiuterà a capire >> gli risposi
accarezzandogli il viso.
Lui
mi diede un piccolo bacio e poi lo vidi avvicinarsi a mio padre per
prendere
Angel. Lo vidi sorridergli e parlargli dolcemente mentre tornava da me.
<<
Non potete immaginare quanto vi amo. Tutte e due. >>
Stavo
per rispondergli quando Kellan entrò correndo nella stanza e
per poco non
travolse Jackson che era vicino all’entrata.
<<
Dov’è la mia nipotina? >> disse con
il fiatone, guardando tutti i
presenti.
Appena
ci vide nel letto mi fece l’occhiolino. Un attimo dopo, come
per magia, un
enorme panda si materializzò dietro la porta. Incredula
guardavo quell’enorme
pupazzo che a fatica passava dalla porta, dietro di lui il viso di
Taylor,
arrossato dallo sforzo.
<<
Kel, ma non ti sembra un po’ troppo grande? >>
disse Robert con un
sorriso, riferendosi al panda.
<<
Volevo il meglio per la mia nipotina. Preferivo l’orso ma non
c’era. >>
disse avvicinandosi al letto e tendendo le braccia per afferrare la
piccola.
<<
Ma come siamo belle! Ciao Signorina, io sono lo zio Kellan, quello
più bello e
più forte. >>
Un
coro di proteste si levò alle sue parole.
<<
Non prenderli in considerazione, sono solo degli invidiosi. Mio Dio
Robert, hai
voluto fare tua figlia a tua immagine e somiglianza? Però il
naso è della
mamma, meno male! >> disse osservando attentamente Angel.
<<
Vi siete dati da fare alla grande il giorno della festa. Anche se
eravate
ubriachi fradici tutti e due avete fatto un capolavoro. E’
una bambina
stupenda. Un Angelo di nome e di fatto. >> disse
restituendoci la
bambina.
<<
Ma di cosa stai parlando? Di che festa parli? >> gli
domandò serio
Robert, dando voce ai miei pensieri.
<<
Sto parlando della festa a casa di Nikky, quando ti abbiamo fatto
quello
scherzo sulla terrazza e ti abbiamo legato alla sedia, in mutande.
>>
disse ridendo come un cretino.
Sentendo
quelle parole mi si strinse il cuore, non era un bel ricordo.
<<
Come sai che la bambina è stata concepita a quella festa?
>> domandò
ancora una volta il mio fidanzato. Era ansioso, proprio come me.
<<
Basta fare due calcoli, vi abbiamo trovato a letto insieme e dopo nove
mesi il
frutto di quella notte c’è l’hai tra le
braccia. Non abbiamo interrotto nulla,
eravate addormentati quando siamo arrivati. Fortuna che eri
già in mutande,
avevo perso contro questi due >> disse indicando Jackson
e Taylor, dietro
di lui.
<<
Toccava a me spogliarti e sinceramente non sei il mio tipo!
>> continuò.
Quelle
parole cancellarono in un secondo tutto il dolore che avevo provato
quando
pensavo che la bambina non fosse di Robert.
Non
ci sarebbe più stato bisogno di fare il test. Robert era il
padre biologico di
Angel non c’era più alcun dubbio. Per colpa
dell’alcool avevamo sofferto per
mesi, ma nonostante tutto e grazie all’amore di Robert unito
con la sua
testardaggine eravamo qui, con il nostro miracolo.
Una
felicità incontrollabile si fece largo dentro di me.
<<
Ti amo Robert. >>
Il
suono della mia voce interruppe i suoi pensieri e in un attimo mi
ritrovai le
sue labbra sulle mie. Fu un bacio carico di tutte le emozioni che
avevamo
vissuto in questo giorno indimenticabile per noi.
<<
Ti amo anch’io >> disse dandomi un bacio sul
naso e stringendomi sé, in
un abbraccio carico d’amore.
Non
riuscivo ancora a credere a ciò che era successo quel
giorno. Non mi aspettavo
che succedesse tutto questo: la nascita prematura di Angel, la scoperta
che
Robert era suo padre… perché lo era davvero
ormai, anche se era ancora
difficile crederlo. Ma se Kellan ci aveva trovati in quel modo non
potevano
esserci ancora dei dubbi.
La
mezz’ora successiva passò tra le visite di amici e
altri parenti e dovemmo
chiamare qualcuno del servizio d’ordine quando un paparazzo
riuscì ad entrare
nel reparto.
A
un certo punto arrivò un infermiera per prendere la bambina
e farle fare il
bagnetto. L’avrebbe riportata per la prossima poppata.
Avvertì anche che
l’orario di visite era finito e che poteva rimanere solo il
papà. Pian piano le
persone se ne andarono e rimanemmo soli. Quando anche
l’ultima persona se ne
andò Robert si appoggiò alla porta, sospirando.
<<
Questa giornata la ricorderò per tutta la vita
>> disse con un sorriso,
avvicinandosi piano a me.
Aveva
una nuova luce negli occhi, da quando avevamo scoperto la
verità, rendendoli
ancora più belli. Rimasi incantata a guardarlo. Robert si
sedette sul letto,
accanto a me e mi abbracciò forte. Sentivo il suo respiro
caldo tra i capelli.
<<
Non ci sono parole per ringraziarti per tutto quello che mi hai dato
oggi
Kristen. >>
Non
risposi ed entrammo rimanemmo in quella posizione a goderci quel
momento.
<<
Robert ti ricordi qualcosa di quella notte? >> chiesi con
un filo di
voce.
Lui
mi spostò da sé e mi mise le mani sulle spalle
per guardarmi bene negli occhi.
<<
Ad essere sincero ho sempre sentito mia questa bambina, non solo per il
bisogno
di starti accanto. Avrei amato incondizionatamente tutto ciò
che era tuo, di
conseguenza anche Angel se non fosse stata mia figlia, ma era qualcosa
che non
sapevo spiegarmi… che sentivo con grande forza dentro di me.
>>
Gli
sorrisi, anche se stancamente. Tutta quella storia mi aveva lasciato
perplessa.
Stavo per dire qualcosa quando sentimmo bussare alla porta. Sorrisi
alla vista
della mia piccola in braccio a quella che sembrava essere un medico,
supposi
una pediatra, e dietro di lei il medico che mi aveva fatto partorire.
<<
Qui c’è una bella pupa che chiede di voi!
>>
Robert
si alzò con un sorriso, prese Angel dalle braccia della
dottoressa e la portò a
me.
<<
Come si sente Signorina Stewart? >> mi chiese il medico
<<
Bene, credo. >> risposi alzando il viso verso di lui,
ricevendo una carezza
sul capo da parte di Robert.
<<
Certo, dovrà riprendersi, ma mi sembra che il suo fisico
abbia reagito
abbastanza a bene. Abbiamo fatto un controllo dettagliato della bambina
e non
sembra affatto una nascita prematura. Due settimane però non
sono poche come
anticipo, di conseguenza riteniamo che la data prefissata dalla sua
ginecologa
era errata. >>
Io
e Robert ci scambiammo uno sguardo significativo. Pensai alle parole
che mi
aveva appena detto il dottore e all’improvviso sgranai gli
occhi. Facendo due calcoli,
se la bambina non era nata prematuramente e la ginecologa aveva
sbagliato la
data, le due settimane di anticipo non ci sarebbero mai dovute essere.
Tutto
questo significava che Angel era stata concepita due settimane prima di
quella
notte, di cui non ricordavo nulla.
Dopo
tutto quello che ci aveva detto Kellan, avevo la certezza che io e
Robert
avevamo passato la notte insieme e quindi eravamo in ogni caso i
genitori di
Angel, ma sapere che l’avevamo concepita in una notte
speciale come quella che
avevamo passato due settimane prima era qualcosa di meraviglioso.
Volevo
ricordare la notte in cui io e Robert avevamo dato alla luce il frutto
del
nostro amore.
Io
e Robert avevamo, per la prima volta, lasciato spazio ai nostri veri
sentimenti
e avevamo condiviso una notte indimenticabile. Eravamo perfettamente
lucidi e
ricordavo ogni cosa, così come Robert a giudicare dal modo
in cui mi stava
guardando. Aveva di sicuro fatto i miei stessi ragionamenti, i suoi
occhi erano
lucidi e splendevano di una luce particolare.
I
medici, dopo averci dato qualche raccomandazione su Angel, se ne
andarono con
la promessa di tornare qualche ora dopo. Rimanemmo da soli e in
silenzio
guardammo la nostra bambina.
<<
Pensi anche tu a quello che sto pensando io? >> mi chiese
in un sussurro.
<<
Sì, se pensi alla nostra prima notte insieme.
>>
<<
La stessa in cui abbiamo dato vita al nostro piccolo Angelo?
>>
Il
mio sguardo valse più di mille parole e lui mi strinse a se,
baciandomi con
dolcezza. Non seppi quanto tempo passammo in quella posizione, fin
quando non
sentii qualcosa di umido sulla mia guancia. Mi allontanai piano da
Robert e mi
si strinse il cuore quando vidi che aveva il viso bagnato dalle
lacrime. Gliele
asciugai con le dita mentre sentivo anche i miei riempirsi di lacrime.
Non
seppi cosa dire e Robert mi baciò le mani più
volte per poi prendere Angel in
braccio, cullandola.
La
piccola era sveglia e si lamentava sommessamente. Robert con un dito
giocava
con la sua manina e Angel lo fissava, con i suoi grandi occhi verde
acqua. Era
proprio l’unione di entrambi, sia nei lineamenti che nel
colore degli occhi,
tuttavia era vero assomigliava tantissimo a Robert.
Sorrisi
e sospirai serena nel guardarli.
<<
Mia figlia… la mia piccola Angel. >> sentii
sussurrare dal mio fidanzato.
Doveva
essere un emozione incredibile per lui aver scoperto che Angel era
davvero sua
figlia, come lo era per me. Mi aveva amato in maniera indiscussa
nonostante
all’inizio credessimo che non fosse sua figlia e mi era stato
accanto nei
momenti buoni e in quelli cattivi. Aveva sopportato ogni cosa e aveva
rispettato la mia condizione. Era tutto ciò che avrei potuto
desiderare.
Rappresentava insieme a mia figlia tutta la mia vita.
Si
avvicinò a me, mentre teneva Angel accoccolata sulla sua
spalla, mentre con la
mano libera le teneva la piccola testa. Era davvero una visione
guardarli.
Si
sedette accanto a me e dopo avermi dato la piccola, mi
abbracciò, circondando
così sia me che Angel.
<<
Ti Amo Kristen… Vi amo, siete il regalo più bello
che la vita potesse darmi.
>>
<<
Ti Amo anch’io. >> dissi,guardandolo
intensamente per poi appoggiarmi
alla sua spalla.
Restammo
in quella posizione, per molti secondi, minuti o forse ore, fin quando
entrambi
non abbassammo lo sguardo sulla piccola Angel che ora dormiva
placidamente tra
di noi. Robert mi strinse più forte e io mi addormentai
serena tra le braccia
dell’uomo che amavo e con il nostro piccolo Angelo.
******************************************************
Ciao
a tutti!
Il
ritardo con cui sto postando è dovuto soprattutto alla
notevole difficoltà che
mi ha dato scrivere questo capitolo. Una parte, la seconda, era stata
già
scritta dalla mia co-autrice, ovvero lisepotter, quindi ho dovuto unire
la mia
e la sua parte!
Come
sempre vi ringrazio per avermi seguito e spero lo farete ancora per
l’epilogo
di Angel!
E’
comunque un emozione essere arrivata fin qui! Angel è
finalmente nata e come
molti pensavano è figlia di Robert! Potevo fare
diversamente?!!!
Nell’epilogo
ci sarà anche il loro matrimonio, quindi spero di ritrovarvi
tutti per l’ultima
volta!
Rispondo
per l’ultima volta alle vostre recensione e spero di
ritrovarvi per l’epilogo
che ho pensato di scrivere per voi!
Nessie93:
Ciao
nessie! Sono sempre molto contenta delle tue recensioni,
nell’epilogo si vedrà
il loro matrimonio, mentre che mi dici di questo ultimo capitolo?
Grazie di
tutto, un bacio ciao^^
Midnightsummerdreams:
Ciao Carla! ( oddio spero di non aver
sbagliato nome xD) Beh sono felicissima che il capitolo ti sia piaciuto
e spero
di non averti deluso con questo capitolo. Angel è sempre
stata di Robert e ho
fatto un po’ come pollicino… lasciando molliche in
giro… ehehe… alla fine era
davvero sua figlia. Spero di trovarti anche per l’epilogo, un
bacio ciao^^
Ledyang:
Ciao
tesoro! Ehhh, che strano… sai credevo che tu avessi chiesto
di aspettare almeno
un mese, poi rileggendo adesso mi sono accorta che non era cosi ma il
contrario
* risata sadica * scherzo!!! Cercavo un modo per sfuggire alle mie
colpe, eheh.
Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere e grazie per avermi
seguito e per
avermi dato il tuo supporto, un bacione ciao!
Serve:
Ciao
cara^^ Beh non stavano propriamente insieme ma erano innamorati quindi
lei
comunque si sente di averlo tradito. Robert è stato davvero
un uomo, a tutti
gli effetti, nel senso che molti se ne fregano e abbandonano le loro
responsabilità e Robert pure non avendone ( apparentemente )
è stato vicino a
lei perché la amava. Questo è il mio concetto di
amore. Spero che questo
capitolo ti piaccia, un bacio ciao^^
Marikina:
Ciao! Con questo capitolo ti ho dato la
risposta alla tua recensione e spero di non averti deluso. Grazie di
tutto, un
bacio^^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Epilogo ***
Epilogo
<< Angel, piccola mia,
così mi strozzi! >>
Ero
seduto su un piccolo sgabello e avevo mia figlia sulle gambe che
armeggiava con
il nodo della mia cravatta. Il suo visino era corrucciato per la
concentrazione
e io risi silenziosamente. Angel interruppe il suo lavoro laborioso e
mi guardò
dispiaciuta. Mi specchiai in quegli occhioni verde acqua e la guardai
con
amore. Era la perfetta unione di me e Kris. Aveva i capelli mossi e
chiari, del
mio stesso colore ma ondulati come quelli della mia Kris, gli occhi
erano
stupendi, l’unione dei nostri due colori e i tratti somatici
erano sia miei che
di Kristen, solo che aveva un impronta indistinguibile che la faceva
somigliare
a me in modo impressionante.
<<
Papi, non riecco. >> mi disse con la sua voce angelica.
Nonostante
avesse tre anni era una bambina molto sveglia e sapeva articolare
piuttosto
bene le parole anche se ovviamente la maggior parte le storpiava a suo
modo,
comunque si faceva capire piuttosto bene.
<<
Non fa niente amore mio, ci penserà papà a
sistemare la cravatta. >>
Lei
rise e mi abbracciò con le sue piccole manine. Le baciai i
capelli e la strinsi
forte a me con il cuore traboccante di felicità.
C’erano giorni in cui ancora
non riuscivo a credere che Angel fosse davvero mia figlia, ma era una
mia
piccola fotocopia e non c’erano dubbi. In realtà
per me non c’e ne erano mai
stati, avevo sin da subito sentito la piccola come mia figlia, sin da
quando
Kristen mi fece quella famosa telefonata che cambiò del
tutto la mia vita. Non
ricordavo bene quella notte in cui sia io che la mia futura moglie
eravamo in
preda ai fumi dell’alcool ma ricordavo alla perfezione quella
in cui avevamo
realmente concepito nostra figlia.
Amavo
Kristen dalla prima volta che l’avevo vista in quel provino,
anzi addirittura
da quando l’avevo vista nel suo film. Quando avevo visto i
suoi occhi e il suo
sorriso avevo sentito qualcosa dentro indescrivibile e avevo subito
capito che
sarebbe stata la mia anima gemella… la mia vita.
Nonostante
i mesi difficili e i tanti dubbi non avevo mai pensato ad abbandonare
Kristen,
anche quando le cose si facevano complicate. Tutte le volte che Kris mi
faceva
intendere che avrei dovuto vivere la mia vita e magari stare con una
ragazza
che mi avrebbe dato un figlio del tutto mio, avrei voluto stringerla e
coccolarla come si fa con un cucciolo. Che sciocca! Come se potessi
fare a meno
di lei. Sarei morto se non l’avessi avuta al mio fianco.
Inoltre
ciò che sentivo era corretto. Angel era mia figlia e adesso
stavo coronando il
mio sogno più grande, ovvero che Kristen diventasse mia
moglie.
<<
Papi cota depo dire alla mamma? >>
Guardai
mia figlia con un occhiata furba. Io e Kristen dato che in quel momento
non
potevamo vederci, utilizzavamo Angel come nostro personale messaggero.
La
piccola si divertiva un mondo a sgattaiolare da una stanza
all’altra e poi
Ashley non sospettava nulla. Non voleva assolutamente che io Kirsten
parlassimo
per rispettare la tradizione ma grazie ad Angel, riuscivamo a
comunicare in
qualche modo.
<<
Dille di sbrigarsi che noi l’aspettiamo all’altare.
Poi dalle un bacio da parte
mia. Mi raccomando non dire nulla alla zia Ashley. >>
Lei
rise contenta e corse fuori. Sospirai felice e sistemai finalmente quel
nodo
della cravatta. Angel aveva fatto un vero macello!
<<
Allora, come andiamo qui? >>
Sorrisi
nervosamente a Kellan, vestito di tutto punto, mentre entrava nella
stanza.
<<
Ho quasi finito. >> sospirai in ansia e lui mi mise una
mano sulla
spalla.
<<
Coraggio! Tra un po’ ci aspettano per le foto. Ho cercato di
acciuffare tua
figlia ma è veloce come un razzo ed è scappata
via dicendo che era “ in
mizzione “ come l’ha detto lei! >>
Ridemmo
entrambi, mentre mi infilavo la giacca nera del mio smoking. Ci
avviammo per le
foto ed Angel tornò di filato da me, come un agente di 007,
a ridarmi il bacio
che Kris le aveva detto di ricambiare e dicendomi che lei sarebbe
venuta
presto.
Durante
le foto Angel fece ammattire il fotografo perché cambiava
spesso posizione e
poi voleva sempre stare in braccio a me.
Quando
finalmente tutti andarono in chiesa io affidai Angel alle due nonne e
mi avviai
all’altare seguito dai miei testimoni, Kellan e Jackson.
<<
Chi l’avrebbe detto, eh? >> mi
canzonò Kellan con il suo solito tono
scherzoso.
<<
Lascialo in pace orso! >>
Jackson
dette uno scappellotto sul capo di Kellan che lo fulminò con
un occhiata.
Grazie a loro stemperai la tensione ma le mani mi sudavano al pensiero
che tra
poco avrei sposato la donna della mia vita.
Quasi
non mi accorsi del tempo che passava e mi venne un colpo quando sentii
la
marcia nuziale.
Mi
voltai all’improvviso e vidi un raggio di sole
all’entrata della Chiesa. Rimasi
abbagliato dalla bellezza di Kristen, attaccata al braccio di suo
padre. La
immaginavo nervosa stringersi un labbro tra i denti. Quando mi fu
più vicina
vidi, nonostante il velo, che era proprio come immaginavo.
Le
sorrisi e lei ricambiò felice. Il mio cuore era sul punto di
scoppiare e quasi
dimenticai come si faceva a respirare quando suo padre mi porse la sua
mano. La
presi tremante e la strinsi con forza nella mia. Kristen prese varie
boccate
d’aria e io le sorrisi rincuorante.
Era
stupenda con quel lungo abito bianco. Il suo viso era dolce ed etereo e
i suoi
occhi erano due smeraldi luminosi.
<<
Amore mio >> sussurrai baciandole la mano. Lei mi
accarezzò il viso e poi
ci rivolgemmo al prete che ci guardava con un sorriso.
<<
Siamo qui riuniti oggi, per unire Kristen e Robert in matrimonio. Il
loro
rapporto non è stato semplice, ma minato da mille
difficoltà e adesso sono qui
a giurarsi amore eterno sotto gli occhi di Dio. >>
Ci
guardammo emozionati e ascoltammo il resto della funzione. Il tempo
passò fin
troppo velocemente e il prete intimò che gli fossero portati
gli anelli.
<<
Angel! >> chiamammo all’unisono io e Kristen.
<<
Papi, mamy arripo! >>
Tutti
i presenti in chiesa risero e si commossero alla vista del nostro
piccolo
cucciolo che camminava malferma a causa di quel grosso cuscinetto dove
erano
poggiati i nostri anelli.
Arrivò
davanti a noi e entrambi ci inginocchiammo per prendere il cuscinetto
dalle
mani della piccola. Lei si allungò per dare un bacio sulla
guancia ad entrambi
e poi tornò dalle nonne.
Il
prete osservava tutto questo con un sorriso radioso e ci fece cenno di
cominciare con le nostre promesse.
Presi
un respiro profondo e presi la mano di Kristen guardandola negli occhi.
I suoi
erano lucidi e mi osservava con un sorriso.
<<
Kristen, fin dalla prima volta che ti ho visto ho subito capito che
saresti
stata la donna della mia vita. Abbiamo cominciato con una bella
amicizia, nonostante
provassi già per te qualcosa di molto più forte.
Abbiamo superato tutte le
difficoltà e tutti i pregiudizi e ci siamo innamorati
l’uno dell’altro e infine
abbiamo concepito una bambina bellissima, frutto del nostro amore. Non
sono
pentito di nulla e rifarei tutto quanto, soprattutto gli sbagli che ci
hanno
accompagnato fin qui. >>
Piccole
lacrime solcavano il suo viso e gli baciai la mano.
<<
Adesso voglio solo vivere al tuo fianco e amarti per sempre.
>> mi
interruppi per infilarle l’anello al dito.
<<
Con questo anello io ti sposo e prometto di amarti in salute e in
malattia e
restarti fedele per sempre, finchè morte non ci separi.
>>
Un
piccolo applauso seguì le mie parole e Kristen strinse forte
la mia mano.
<<
Robert, la prima volta che ti ho incontrato ho sentito una grande
emozione
pervadermi ed è la stessa che provo ogni giorno solo
guardandoti. Il mio cuore
è stato rapito da te fin da subito e ti è sempre
appartenuto. Nel corso di
questi anni abbiamo vissuto tante cose ma anch’io sono felice
di tutto ciò che
abbiamo passato insieme e che ci ha portati fin qui. Mi hai reso la
donna più
felice del mondo e riesco a vederti in nostra figlia e sentire
l’amore che tu
provi per me in ogni cosa che fai. Mi hai sempre amato mettendomi
davanti a
tutto e per questo non finirò mai di ringraziarti. Voglio
amarti e vivere al
tuo fianco per sempre. >>
Quelle
parole mi avevano scosso e le mie mani tremavano. Kristen strinse la
mia mano
come io avevo fatto con lei prima e mise l’anello al mio dito.
<<
Con questo anello io ti sposo e prometto di amarti per sempre, in
salute e in
malattia, finchè morte non ci separi. >>
Le
sorrisi e le strinsi entrambe le mani nelle mie.
<<
Per i poteri conferitomi, vi dichiaro marito e moglie. >>
Le
parole solenni del prete ci destarono e restammo a fissarci felici per
innumerevoli secondi.
<<
Adesso il momento che preferisco di più : lo sposo
può baciare la sposa!
>>
Tutti
i presenti cominciarono ad applaudire e con l’aiuto di Kris
le sollevai il
velo, lasciandolo cadere dietro di lei. Le afferrai il viso tra le mani
e mi
specchiai in quegli occhi meravigliosi.
<<
Ti amo >> dicemmo insieme per poi far congiungere le
nostre labbra.
Pov
Angel:
Li
guardai da lontano e scappai dalle braccia della nonna. Mi avvicinai a
loro. La
mamma era troppo bella
e papà era bellissimo!
Le
nonne mi avevano detto che potevo andare da loro quando si sarebbero
dati un
bacetto ma lo volevo pure io!
Corsi
da loro e tirai i loro vestiti.
<<
A me niette bacetto? >> dissi con un sorriso.
Risero
entrambi e papà mi prese in braccio. Mi schioccammo un
bacio, papà in una
guancia e mamma nell’altra
mentre io li abbracciavo felice.
Fu
così che la mia mamma e il mio papà si sposarono!
*******************************************
Ciao
a tutti!
Eccoci
arrivati all’epilogo! Cosa ne dite? Ringrazio sempre la
mia co autrice lisepotter
che ha costruito con me l’intera
storia e naturalmente quest’epilogo!
Abbiamo
pensato di inserire anche un piccolo pov Angel,
nonostante sia piccolina, giusto per rendere partecipe anche lei! xD
Questa
storia mi mancherà molto, a voi?
Ringrazio
tutti quelli che mi hanno seguito! Fatemi sapere cosa
ne pensate, un bacio a tutti! Ci sentiremo per qualche altra storia!!!
Un
bacio anche dalla piccola Angel^^
Ledyang:
Tesoro, ho fatto
presto? Piuttosto sono sotto esami all’università
( sigh! ) ma che ne dici dell’epilogo????
Aspetto con ansia la tua recensione e ti ringrazio per avermi seguito
fin ora,
spero di ritrovarti in qualche altra mia storia, mi farebbe piacere! Un
bacione!
Serve:
Ciao
tesoro! Sono felicissima di averti sorpreso, eheh! Ho lasciato qualche
dubbio
in giro perché il padre era proprio Robert! Sono contenta
che anche questa
storia ti sia piaciuta. Un bacione ciao!
Nessie93:
Ciao!!!
Si quei due sono terribili, grazie mille del tuo supporto, che ne dici
dell’epilogo?
Fammi sapere, un bacione!
Midnightsummerdreams:
Ciao!!! Si tu ci avevi azzeccato fin da subito e cercavo di depistarti!
Ahaha xD
Fammi sapere cosa ne pensi dell’epilogo, ci terrei molto, un
bacione anche a te
e grazie per avermi seguito fin ora!!! ^^
Ringrazio
anche solo chi ha letto e tutti quelli che mi hanno recensito fin ora.
Questa
storia mi mancherà e mi mancherete… anche voi!
Un
bacio a tutti!
Stella
Del Sud…
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=336165
|