ARO IS BACK!

di cullenboy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** cap. uno ***
Capitolo 3: *** cap due ***
Capitolo 4: *** cap tre ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Ok, allora questo è il prologo di una nuova storia, che chi è su face conosce già. dovevo imparare ad usare nuv quindi è una prova più che altro.
Spero vi piaccia.
non ci sono correzioni, quindi purtroppo è farina del mio sacco(compresi gli obbrobri) purtroppo ho fatto incazzare una persona che non se lo meritava...sono stato un idiota e me ne dispiace, è una cara ragazza e merita solo che le persone stronze come me la lascino in pace.
SCUSAMI LUISA, DAVVERO, MI DISPIACE!



Il ritorno in Italia è stato in completo silenzio.

Nell'aereo in prima classe vi erano solo i suoi fratelli, Caius e Marcus, la sua sconfitta in terra straniera, contro un clan troppo numeroso per essere affrontato sarà memorabile.
Ogni vampiro nel mondo sentirà parlare della sconfitta dei Volturi.
No! Non poteva permetterlo, non avrebbe lasciato impunito questo affronto!!
Tornato nel suo regno, nella sua terra, e nel suo palazzo Aro, seguito in silenzio dal resto della guardia compresi i suoi fratelli, entra a passo di carica nella sala del trono.
Scaraventa ogni cosa che si trova davanti per aria, con una forza e una rabbia inaudita. Compreso il suo trono, poi, con i pugni incastrati nel muro che si trova dietro i troni si calma, prende fiato, scastra i pugni e si volta verso i suoi fratelli e il resto del corpo della guardia che lo guarda sgomento.
<< La pagheranno!! Fosse l'ultima cosa che faccio, la pagheranno!! >> ringhia hai presenti, facendo rimbombare il suo sfogo per le pareti.

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Capitolo 2
*** cap. uno ***


<< Tu!! >> si rivolge al fratello Caius << Gli avevi sconfitti! Quei maledetti cani avevi detto che gli avevi estirpati da questo mondo. Come facevano ad essere in quella maledetta radura? Come? >> il suo ringhio si disperse nell'enorme salone.
Il fratello guardava il pavimento di marmo antico chiedendosi la medesima cosa.
Gli aveva braccati, per anni ed anni, e dopo che anche l'ultimo di quei cani morì si accertò che non impiantassero nuovamente radici in questo mondo, perché il loro modo di contagiare un essere umano era lo stesso che usavano loro, anche più efficace, un morso, un graffio da parte di un artiglio e l'umano sarebbe diventato un lycan.
Ma loro non erano lycan erano mutaforma.
Caius alzò lo sguardo con nuova convinzione.
<< Sono mutaforma, non possono espandersi come i lycan, il loro è un gene di nascita, l'unico modo per allargare il branco è con i loro figli, estirpando il gene estirpiamo il problema >> si rivolse risoluto al fratello.
Quest'ultimo rilasciò un sospiro che sembrava di tensione.
<< E così sia! Mandate i membri migliori della guardia a estirpare questo gene, i Cullen, pagheranno quest'affronto >> Aro diede il suo ordine e si stava per allontanare quando...
<< Non è così semplice, Aro >> la voce pacata ma imperiosa di Marcus tuonò alle spalle del fratello Caius.
<< Cosa intendi? >> gli ringhio contro Aro, girandosi.
<< Ci siamo fatti sfuggire due fattori essenziali.
Numero uno:... >> avanza superando il fratello Caius << la veggente, potrebbe vedere, come è già successo, le nostre mosse e decisioni, creando così un esercito. Numero due: i mutaforma, come i lycan, sono stati creati per un unico scopo. Ucciderci! >> Marcus terminò di parlare sedendosi sul trono che gli spetta con un'alzata repentina del mantello nero.
<< Quindi che proponi di fare? >> la voce dura di Caius nei confronti del fratello faceva intuire perfettamente che lui non era in grado di arrivarci da solo.
<< Caius! >> intervenne Aro << tu non hai conoscenze nell'est? >> chiese con il viso rivolto al pavimento e una profonda ruga sulla fronte segno che pensieri affollano la sua mente.
<< Est?? I cinesi, cosa possono fare degli umani, sepur sicari, a delle creature del genere? >> chiese Caius non capendo le intenzioni del fratello.
Aro lo guardò con un ghigno malefico, e una nuova luce negli occhi.
<< Vedi mio caro fratello, i mutaforma come i lycan avvertono il nostro odore, che alle loro narici come alle nostre risulta puzza. Con degli umani, questo dilemma non viene a crearsi. E se i tuoi "conoscenti" sapranno fare bene il loro lavoro, ci libereremo di questi fetidi esseri >> la spiegazione era stata al quando convincente, tutto stava nel non far scoprire alla veggente i loro piani, e questo implicava scegliere bene le proprie carte, perché anche una sola decisione a riguardo e la veggente avrebbe "visto".

Nel frattempo...

<< Alice, tocca a te >>
Jasper chiama la compagna, guardandola successivamente, lei non risponde, così incuriosito la guarda, il suo sguardo si allarga vedendo i suoi occhi vitrei.
<< Alice? >> le si affianca reggendola, è abituato a queste reazioni della compagna, non è più di tanto spaventato, la paura viene solo quando, inevitabilmente, appare anche Edward.
<< E quindi? >> le chiede quest'ultimo scendendo dalle scale con la bambina in braccio.
<< E quindi nulla, Caius ha deciso di andare in cina per una visita di piacere. Almeno così ho capito >> lo informa la sorella.
Edward poco convinto dalla cosa si sofferma sul particolare. I "fratelli" non si dividono e non si spostano da Volterra per una visita in un paese lontano, senza uno scopo ben preciso.
<< A che stai pensando? >> la voce di Bella gli sfiora l'orecchio insieme al suo fiato fresco e profumato.
Edward sorride dall'ironia della scena.
<< Quante volte te l'ho chiesto io? >> le dice voltando il viso nella sua direzione.
<< Un infinità! >> le risponde baciandogli la punta del naso.
Edward chiude gli occhi a quel contatto, poi gli riapre facendosi serio.
<< Niente, mi sembrava strano, Aro, Caius e Marcus non si spostano dalle mura di Volterra da secoli, per non parlare di questa visita all'est. Forse di piacere, forse no, comunque cerchiamo di stare attenti ok? >> si gira verso i fratelli che sono ancora seduti uno affianco all'altra.
<< Non perdere di vista Aro, se Caius si è allontanato forse vuole un diversivo. Resta attenta su di lui, lascia perdere Caius. >> le dice conciso Edward.
La sorella annuisce convinta.
In quel momento rientrano Emmett e Rosalie in casa ridendo, ma quando i loro sguardi si soffermano sui presenti i loro visi tornano seri.
<< Che cosa succede? >> domanda Emmett allarmato.
Rosalie, scatta subito verso la bambina, che è rimasta in ascolto di tutta la faccenda, prendendola in braccio.
<< Tutto bene piccola? >> le domanda con tono dolce da mamma.
<< Si zia, tutto bene >> e informandola della sua salute, posa la mano, rosea e paffuta sulla guancia lattea della zia, mostrandole quello che è successo in sua assenza. << Ok, mi volete spiegare? >> chiese Emmett ancora agitato.
Rose, tranquillizzata dalla bimba rispose prima che lo facesse Alice.
<< Alice ha avuto una vistione di Caius che parte per la cina. Ma dato che conosciamo Aro, lo avrà utilizzato come diversivo, quindi ci teniamo su di lui >> gli spiega Rose mettendo a terra la bambina.
<< Vuoi venire a caccia con zia? >> domanda alla bambina che si volta appena verso i genitori per avere una conferma.
<< Vai >> le risponde sorridendo Bella.
Non appena le due escono di casa Edward si volta verso Emmett.
<< Tranquillo, Renesmeè basta per tutti >> gli dice voltandosi verso la moglie, che lo guarda interrogativo.
<< Ci voleva giocare >> le sussurra lui di rimando prendendola sotto braccio e salendo per tornare in camera loro.
Un grugnito da parte della moglie lo portano a fissarla.
<< Cosa? >> le chiede continuando a salire. Arrivanti in cima all'ultima rampa di scale Bella si volta verso il marito con un espressione scocciata.
<< Se fosse stato Jacob non gli avresti risposto così >>
Gli rivolge una smorfia, prima entrare in stanza.
Con uno sbuffo si lascia andare sul letto.
<< Bella... >> comincia restando sdraiato, con lo sguardo rivolto al soffitto << Emmett non prova niente per Renesmee, solo affetto di zio >> si solleva sui gomiti per guardarla, lei gli restituisce uno sguardo sconvolto.
<< Ma secondo te, Jacob pensa a Nessi... >>
<< Renesmeè! >> la corregge lui prontamente.
Lo guarda truce prima di continuare. << Jacob, pensa a NESSI - calca sul nome, ottenendo uno sbuffo - come ad una sorella, è vero, ha avuto l'imprinting con lei, ma sarà il suo migliore amico finché Nessi non sarà pronta >> finisce guardandolo truce.
Ma il volto di Edward, le fa cambiare espressione.
Poi, posizionandosi a cavalcioni su di lui, gli prende il viso tra le mani.
<< Capisco come ti senti, un padre è sempre geloso della propria figlia, ma Jacob è quello giusto. Prova a pensare se il suo futuro fosse mettersi con un ragazzo come Mike Newton?! >> finisce aspettandosi già la reazione di suo marito.
Infatti un basso ringhio gli nasce dal petto, e nello stesso momento una risata cristallina esce dalle labbra di Bella.
Prendendola per i fianchi la stende sotto di lui in un rapido movimento, oramai trattenersi nella forza per evitarle dolori è inutile, non potrebbe mai farle del male.
<< Ti diverti a prendermi in giro? >> le chiede con un ghigno sulle labbra.
<< Non immagini quanto! >> gli sussurra sulle labbra, prima di baciarlo.

Nella foresta...

<< Stai attenta, non devi farti scoprire, sempre sotto vento >> Rosalie, dietro un alto cespuglio, controlla un grosso alce per la sua nipotina prediletta, insegnandole piccoli trucchi per riuscire a cacciare meglio.
Nel momento in cui, Rose, stava per scattare verso la preda, un lupo grosso e castano si avventa sull'alce spezzandole il collo in un sol colpo.
<< Vai, Jake!! >> l'urlo della bambina fa infuriare visibilmente Rosalie.
<< Idiota!! >> gli ringhia contro!
Il lupo non le risponde, lascia l'alce hai piedi della piccola offrendole il pasto, per poi guardare di sottecchi la bella vampira in un chiaro segno di scherno.
<< Non le puoi cacciare il cibo a vita, deve pur imparare no? >> rosalie incrocia le braccia al petto infuriata, ma una musata da parte del lupo le fa guardare la bambina, che si nutre dell'animale con veemenza.
<< Mmm...okay, te la passo, tanto gliel'avrei offerto anch'io >> finendo la frase gli da uno scherzoso spintone sulla spalla. << Dai che poi puzzo >> gli dice allontanandosi.
<< Grazie Jake, era ottimo! >> la bambina, dopo aver finito il suo pasto corre in contro al lupo abbracciandolo.
Lui aiutandosi con il muso la fa salire a cavalcioni sulla testa.
<< Corri Jake, corri!! >> il lupo non curandosi della terza incomoda comincia a correre con la bambina che urla divertita.
Poi un lampo di genio, il confine, nonostante tutto i cullen, tranne Nessi, non potevano ancora inoltrarsi nel loro territorio.
Il lupo accelerò, superandolo.
<< Maledetto cane!! Suo padre mi ucciderà!! >> gli urli isterici di Rosalie si propagarono nella foresta inutilmente, in fondo non era un problema del lupo che fine faceva la bionda!

RISPOSTA ALLE RECENSIONI:

@ Kittylit90: grazie, kitty, quando l'ho scritto era quello il mio intento...e il seguito è ancora più incasinato...vedrai! Buona lettura! alla prossima!!

@ lisa76:

ciao, lisa! purtroppo sono una frana completa con i tempi...sicuramente anche in questo capitolo ce ne saranno purtroppo, in compenso, ho aggiornato presto...sono perdonato??

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Capitolo 3
*** cap due ***


Buona domenica ragazze!
questo, come avrete capito, è il secondo capitolo di questa storia, purtroppo sembra non essere apprezzata, ma a me piace scrivere sto macello per cui la continuo finchè ho l'ispirazione.
come sapete non è corretto quindi ci saranno, per forza, degli obbrobri. Cerate di non farci caso ^_-
un bacione e buona lettura!

Sulla spiaggia Jacob e la piccola Renesmeè si divertivano con la sabbia.
<< Ma no Jake! Il castello si fa con le finestre! Se lo fai dritto non è un castello è una torre! >> lo rimprovera la bambina.
Lui le sorrise, ma come faceva con la madre non resiste a risponderle.
<< Mettiamo il caso voglia fare una torre? >> le risponse sorridendo.
Lei gli tolse il secchiello celeste dalle mani.
<< Bè se vuoi fare una torre... >> riempi il secchio di sabbia con la paletta coordinata al secchiello << si riempie il secchiello di sabbia...così...vedi...e lo metti sopra...così...perché se è una torre, è troppo basso quello che hai fatto tu! >> la bambina sistema tutto secondo il suo criterio e la torre anche se un pò pendente e sconnessa, mantiene.
Sorride della contentezza della bimba, e della sua testardagine, tutta la madre.
<< Anche tu qui Jack! >> la voce lieve, vista la lontananza, di Quil lo riscosse dal gioco con la bambina.
Claire, lasciò la mano di Quil per correre in contro all'amica Renesmee.
<< Nessi! Sei tornata!! >> grida la bambina correndole in contro.
Appena la raggiunse, Jacob, si sollevò, scrollandosi la sabbia dai pantaloni e si allontanò dalle bambine per andare incontro all'amico.
<< E così, anche tu... >> Quil lasciò la frase in sospeso di proposito.
<< Già... >> gli rispose senza staccare gli occhi di dosso alla piccola, che giocava placida con l'amica.
<< Perché non trovi una sostituta nel frattempo che Renesmeè cresce? >> gli domanda l'amico, conscio di avergli fatto la stessa domanda, che tempo addietro gli aveva posto lui.
Jacob, però non si accorse della somiglianza della domanda e si voltò con un espressione sconvolta in viso.
Ma appena si rese conto dello sguardo di Quil, ricordò, e sorrise all'amico.
<< Ora, posso capirti >> constatò appoggiando una mano sulla sua spalla.
Restarono entrambi a contemplare le loro uniche ragioni di vita per un tempo indefinito...

Mentre...

<< La cifra è a piacere vostro, alla fine del compito. >> si rivolse, Caius seduto su una sedia anonima di un tavolo esagonale, adibito al poker, ai cinque partecipanti. Per ogni lato vi erano dei signori asiatici distinti, completi di giacca e cravatta, alle loro spalle, per almeno ognuno di loro, vi erano delle guardie, grossi omoni, che facevano solo scena visto il loro ospite, dietro Caius, solo la moglie, con il cappuccio sollevato.
<< Una cosa non ho ben capito... >> a parlare fu il giocatore alla sinistra di Caius, non si voltò neanche per prestargli attenzione, osservava le carte.
<< ...questi esseri, se voi non riuscite ad ucciderli, che speranza avremo noi? >> la domanda sembrava rispecchiare il pensiero degli altri quattro perché la loro attenzione fu catalizzata nella direzione di Caius.
<< Vedi, mio ingenuo amico, quegli esseri, come li hai gentilmente definiti tu. Sono esseri umani, che hanno questa reazione chimica al nostro odore, e di conseguenza si trasformano. Voi, non avete il nostro odore, potrete farli fuori facilmente. >> chiuse le carte che ha continuato ad osservare senza degnare nessuno della sua attenzione, le poggia delicatamente sul tavolo, scostando nello stesso momento la sedia, che raschia il pavimento con un rumore cupo.
I cinque si alzano con lui.
<< Qualche avvertenza, hanno dei vampiri per amici. Attenti ai pensieri, se volete vivere, attenti alle decisioni drastiche, se volete vivere, attenti a farli fuori tutti...se...volete...vivere. >> con l'ultima sillaba, lascia i presenti sgomenti a guardarsi.
Uscito dal locale, sale sulla limousine, preceduto dalla compagna.
<< Credi che sopravviveranno nell'intento? >> la moglie, abbassa il cappuccio, rivolgendosi a Caius.
<< Mia cara, non mi interessa. Se svolgono il loro compito e sopravvivono li pagheremo, se non svolgono il loro compito e se la svignano per sopravvivere...sopravviveranno per molto poco. >> con un ghigno compiaciuto, Caius, terminò la frase.

Intanto nella casa nel bosco...

<< Ma mamma, Claire mi ha invitato, Jake, ha praticamente accettato per me!! E dai? >> Renesmeè cercava di convincere la madre a lasciarla andare per il fine settimana a La Push, a dormire dalla sua amica.
<< Tesoro, io ti manderei volentieri, ma capiscimi... >> si abbassa sulle ginocchia per essere con lo sguardo all'altezza della figlia, ma addirittura facendolo si ritrova poco sotto, poggia le mani sulle spalle della bambina.
<< ...vuoi andare da Claire, vai, ma vieni a dormire qui, almeno zia Rose e papà saranno tranquilli. >> cercava di convincere una bambina che in quanto a testardaggine la batteva di due lunghezze. Era sempre quello che gli diceva Jacob.
<< Ma perché no?? C'è Quil, il branco di Sam, Jake, che di sicuro si terrà a portata di urlo, poi c'è Leah! Figurati se non mi tiene sotto controllo, sembra zia Rose avvolte!! Dai!! >> Renesmeè, continuava a sbattere i piedi, nella speranza di vincere per esasperazione.
<< Bella... >> Jacob, che assisti alla scena da lontano, la chiamò cercando di farla ragionare anche lui.
<< Non osare! >> le ringhiò lei di rimando, lui alzò le mani, e si girò per avvicinarsi alla porta, si appoggio non voltandosi.
<< Allora, facciamo così, tu vai, stai con Claire, gioca e resta a dormire, però io e papà saremo nei paraggi, giusto per precauzione, non si sa mai ok? >>
La bambina ci pensò su, poi disse seria e convinta.
<< Se mi risveglio a casa domani mattina, non ti rivolgo più la parola per l'eternità!! Chiaro? >> allo sguardo sconvolto della madre per quelle parole, alla risata tonante di Jacob, la bambina era compiaciuta di aver chiarito quel punto. Il suo sonno tendeva ad essere fin troppo profondo per fidarsi dei genitori.
<< Non la fregate più eh? >> il tono di Jake voleva essere sarcastico, ma del tutto reale. Bella, l'aveva capito da sola, Renesmeè aveva due anni, ma sembrava già una bimba di cinque, e come tale diceva sempre quello che pensava, senza ritegno alcuno.
Bella, l'abbracciò stretta. << Promesso >>.
***
<< Se mamma non vuole non vedo perché la devi far preoccupare?! >> persino Jacob tentò di convincerla.
La bambina, si fermò a metà del sentiero nel boschi e incrociò le braccia al petto, guardando il povero Jacob, come a volerlo fulminare solo per averle dato torto.
<< Sono stufa! >> disse solo quello prima di lanciarsi in corsa.
Jacob, colto alla sprovvista, tentò di correrle dietro, ma in forma umana non riusciva a raggiungerla, o bloccarla, si trasformò senza perdere tempo a togliersi gli abiti, e con un balzo le fu subito davanti.
<< Levati! >> gli ordinò.
Un guaito le fece intendere che non l'avrebbe fatto.
<< Tu devi solo ringraziare che non sono velenosa! >> gli ringhiò contro arrabbiata.
Lui rise di quell'affermazione, facendola irritare nuovamente.
<< Sono stanca di questa storia, Jake >> disse sbuffando, si lasciò andare su una roccia li vicino, il lupo si accovacciò sotto i suoi piedi, e lei senza continuare a tenergli nascosto il discorso che stava cercando di affrontare gli fece vedere perché era così stanca e arrabbiata.
Facendosi accarezzare la testa il lupo vide Bella discutere con Alice da un piccolo spiraglio della porta, discutevano su quello che è accaduto nella radura mesi addietro, come è difficile che Aro abbia lasciato perdere, e che il rischio che torni è alto, per lei stavolta, solo per Nessi.
A quei ricordi il lupo si incupi, dimostrando il suo dispiacere con guaiti lunghi. Ma anche lui aveva la medesima paura.
<< Posso capire di non essere normale, chi lo è? Ma non posso vivere quel poco che mi resta della mia infanzia come una bambina e non come un adulta? Posso? >> oramai la bambina parlava a raffica, approfittando della mancanza di parola dell'amico.
<< Che poi, ho due anni, a momenti sembro più grande di Claire, tra un altro mese è capace che sarò più grande di lei! E non mi vogliono far godere questi momenti?! >> ora si che sembrava un'adulta, non di sicuro al livello di Claire, a cinque anni neanche sapeva articolare al meglio le parole, lei invece era capace di ragionare persino da adulta.
Il lupo si alzò con convinzione, con un mezzo grugnito, la prese per la maglia cercando di portarsela in spalla come una volta, solo che la maglia si strappò.
<< Questa, zia Alice, non te la passa >> disse la ragazzina sarcastica. Poi continuò << vai, ti seguo >> e il lupo parti di corsa seguito da vicino, anche lei oramai era abbastanza veloce, lui non dovette neanche sforzarsi di andare piano.
Arrivati alla casa bianca, gli attendevano Edward ed Emmett, il secondo fece volare per aria la bambina appena la vide. Edward, guardando la scena riviveva mentalmente quello che è successo pochi istanti prima.
<< Ho capito >> disse in fine << Renesmeè! Preparati, zia Alice ti sta preparando il borsone per andare da Claire! >> dentro casa già Alice si muoveva per sistemare al meglio quello che Edward l'aveva incaricata di fare, un modo particolare, ma a lei piaceva l'idea di farlo quindi non obiettò, lasciando il povero Jasper a guardare la scacchiera da solo.
Dalle scale, scese Bella, subito uscì fuori per fulminare il marito, ma dopo il primo sguardo verso la figlia che tutta contenta abbracciava il padre si ricredette.
<< E sia >> sussurrò piano sorridendo.

risposta alle recensioni...
@ Ulissae: ciao! mi dispiace che sei stata costretta ad elencarmi tutti gli errori, ho cercato di modificare quelli imperdonabili, tipo il titolo, che giustamente era scorretto (non so se hai notato che è stata la prima cosa che ho fatto).
Per quanto riguarda gli errori di tempo, purtroppo, e quando lo racconto non mi credono, non me ne rendo conto, eppure lo rileggo più volte.
Grazie della lavata di testa, cercherò di fare meglio. un bacio alla prossima!

@ lisa76: ciao Lisa!! Grazie, il tuo apprezzamento mi è di conforto visto lo scarso successo della storia, le critiche sono ben accette, non mi abbattono, anzi mi danno la grinta per migliorare. e cercherò di sfruttare questi suggerimenti.
Spero che anche questo ti piaccia, un bacione alla prossima.


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Capitolo 4
*** cap tre ***


CIAO RAGAZZE!

VI FACCIO UN AGIORNAMENTO LAMPO, NON HO PROPRIO TEMPO PER RISPONDERE ALLE RECENSIONI, RIMEDIO APPENA POSSO!

UN BACIONE A TUTTE E BUONA LETTURA!

 

Nella cittadina di Forks, apparentemente sembrava tutto tranquillo. Alice non aveva avuto più visioni particolari dopo il ritorno pochi mesi indietro di Caius, per quello era alquanto tranquilla, lei, e di conseguenza tutto il resto della famiglia.
Ma l'estate era alle porte e il piccolo villaggio di La Push viveva di quel turismo che portava le persone a visitare i vecchi ruderi sulla spiaggia, e le pelli d'orso dell'anziano saggio, roba prettamente commerciale.
Così pulman di turisti andavano e venivano; americani, italiani, inglesi e cinesi. I lupi, con questo andirivieni di persone pattugliavano il territorio più affondo, ormai erano in venti, ne avevano il numero adeguato.
Nessuno intravedeva pericolo ovviamente, senza sapere che proprio quelle persone che si prodigavano tanto nel proteggere potessero essere il pericolo stesso, finchè...
<< Colin, che ti prende? >> Jared, seduto su una sedia del grande tavolo ovale a casa di Emily, guarda il compagno, seduto sul divano davanti a lui, allarmandosi, il suo cuore, pur battendo all'impazzata, aveva dei sussulti.
<< Non lo so! Prima stavo in giro per le strade e un cinese giocava con una cerbottana, mi ha preso in pieno, ma non c'è da preoccuparsi, figurati, sono guarito subito, solo, che ora mi prude >> non finisce neanche la frase che si gratta il collo, prima piano poi sempre più forte.
<< Colin, smettila, ti stai facendo del male! >> Jared allarmato, si alza dalla sedia per raggiungere l'amico sul divano.
Ma questo lo spinge via irritato. << Non rompere, mi prude! Mi gratto!! >> solo che dal nervoso comincia anche a tremare, e nel giro di pochi secondi si trasforma, buttando per aria tavolini e poltrone, sedendosi continua a grattarsi con la zampa posteriore.
<< Colin!! Smettila!!! >> Jared, non sapeva più come fermarlo, il cuore del ragazzo non batteva regolarmente ed ora come lupo ancora meno.
Il lupo si fermò, poggiò lentamente la zampa per terra, e stramazza al suolo con un tonfo secco.
Nel giro di pochi secondi sulla porta si presentano quattro lupi, Sam, Quil, Paul e Embry. Che comunciarono ad ululare incessantemente, in cuore del ragazzo si era fermato, e lentamente ritornò alla sua forma umana, sotto gli occhi sbigottiti di Jared, che restò impalato davanti al povero ragazzo.

INTANTO...

Leah correva come una forsennata verso l'enorme casa bianca, dove sapeva per certo che avrebbe trovato Jacob.
Già da qualche chilometro di distanza, cominciò a fare un resoconto mentale di quello che è successo.
Nella grande casa, Edwaqrd era intento a suonare il piano con Renesmeè seduta al suo fianco, smise di suonare a metà della sinfonia.
<< Jacob >> Edward si rivolse al ragazzo sdraiato sul divano. << Leah sta arrivando, ti conviene trasformarti >> il suo tomo era calmo ma deciso, quasi un ordine.
Il ragazzo, non capendo cosa stia succedendo lo guardò sollevando un sopraciglio, Edward capendone la perplessità, abbassò, per una frazione di secondo lo sguardo sulla ragazzina, ormai, che gli sedeva al fianco. Essa, guardava il suo amico non capendo a sua volta.
Jacob, a quel punto, non fece altre domande, si sollevò dal divano e si avvicinò alla porta di ingresso.
<< Jake? >> lo chiamò Renesmeè preoccupata, ormai aveva la costituzione di una ragazzina di dieci anni, era difficile prenderla in giro.
<< Torno subito, non ti preoccupare, continua a suonare con papà che poi mi fai sentire, okay? >> con un sorrisone, Jacob, si augurò di averla rassicurata, per poi voltarsi e uscire dalla porta d'ingresso, fù questione di un attimo, il rumore dei vestiti che si strappavano, poi solo falcate sul terreno asciutto, che si allontanavano man mano.
Renesmeè, si volta verso il padre, con un espressione che la diceva lunga.
<< Non è successo niente, tranquilla >> cercò di rassicurarla.
<< Papà! Non eri tranquillo prima, e non lo sei ora, mi spieghi per favore? >> il tono duro che gli rivolse la figlia, insiene al suo sguardo, gli fecero capire che non avrebbe ceduta failmente. Testarda come la madre. Rise a quel pensiero.
<< Non ho capito molto bene, Leah pensava anche ad altro, quando torna Jake, glielo chiedi okay? >>
Renesmeè annuì, poco convinta. Tornando, poi, a suonare il piano, la dove il padre aveva interrotto.
<< Stai diventando brava! >>
<< Meglio di te? >> lo prende in giro con un sorrisino accennato.
Edward gli poggiò una mano sulla testa scompigliandole i boccoli ramati, e con il suo sorriso sghembo, le rispose << Bè, non esageriamo >>
***
Jacob, in corsa al fianco di Leah, riviveva gli ultimi attimi di Colin.
Prendete il corpo pensò cerchiamo di capire cosa può essere successo. portetelo da Carlisle!
I ragazzi, ancora fuori alla piccola casa, entrarono senza neanche trasformarsi e Sam con l'aiuto di Quil si caricò Colin in spalla. Paul, invece, strattonò l'amico ancora sotto scock, trascinandolo fuori, e poi in groppa fino all'enorme casa bianca.

INTANTO...

In un motel ai confini di Forks, un uomo asiatico era legato ad una sedia.
<< Sei un maledetto idiota! >> lo rimproverò l'uomo che gli girava intorno. Aveva un conpleto elegante, camicia bianca, bredelle nere con la pistola in una fondina marrone allacciata alle spalle.
<< Ma l'ho preso! >> si giustificò l'asiatico, dimenandosi inutilmente sulla sedia.
L'uomo in piedi lo afferra per i capelli avvicinandosi. << Si, l'hai preso, ma lui ti ha visto, di conseguenza non mi servi più! >> gli lasciò la testa con uno strattone ed usci dalla stanza spegnendo la luce, dopo, un breve urlo...
<< Siamo costretti a ricorrere ad un altro metodo, cosi, scopriranno ogni mossa >> lo stesso uomo che interrogava l'asiatico nella stanza, si avvicinò ad una bacheca con venti foto.
Una mano candida, tracciò una X rossa, copra la foto di Colin.
<< Si >> rispose una vocina femminile, la figura si sollevò, rivelando alla fioca luce della lampada il candico viso di Jane << Il nostro veleno è facilmente rintracciabie, se Carlisle esaminasse il corpo, scoprirebbe subito che è veleno di vampiro. E un cinese con una cerbottana intrisa di veleno, non è molto usuale. E' mirato. >>
L'uomo annuì serio << Cosa suggerisce di fare? >> domandò, infine.
<< Il tempo ci sarà d'aiuto. Lasciamoli piangere il morto. Dopo, attaccheremo di nuovo, e stavolta, immediato, niente errori, via la testa e fate sparire il cadavere, lo crederanno disperso >> conclure velocemente Jane.
<< Sarà fatto! >> cosi dicendo, l'uomo si voltò e sparì nell'altra stanza.
Jane, allungò il braccio e girò la lavagna, dall'altra parte c'erano altre foto, i componenti della famiglia Cullen al centro e i testimoni tutt'intorno. Tracciò, con lo stesso pennarello rosso, un cerchio intorno alla foto di Bella. << Ci rivedremo presto! >>

NEL FRATTEMPO...

I lupi erano radunati fuori, non riuscivano a stare fermi, si muovevano agitati di continuo, pochi riuscivano a stare seduti, ed anche così grattavano il terreno con le zampe anteriori.
Nella grande casa bianca, alla fine della scalinata, Sam e Jacob aspettavano impazienti che Carlisle scendesse per avere una spiegazione sull'accaduto.
Il dottore scese, seguito da Edward, con un panno tra le mani e le maniche della camicia celestina arrotolate fino al gomito.
<< Allora? >> ruggi Jacob impaziente. Carlisle lasciò un sospiro e lo guardo negli occhi.
<< Mi dispiace, ma qualcuno l'ha avvelenato con il nostro veleno, non è stato morso, la cerbottana del cinese che avete visto nei suoi ricordi era intrisa del nostro veleno, non è stato un incidente, era un assassinio vero e proprio >> fini la frase abbassando lo sguardo, dispiaciuto per il lupo che ha perso la vita.
<< Chi? >> Sam sembrava calmo, ma già tremava.
<< Non lo posso diagnosticare, potete solo chiederlo al uomo asiatico in questione >>
<<  Non l'hanno trovato, la stanza del motel dove alloggiava è stata pagata quella mattina stessa >> lo informò Jacob girando voltandogli le spalle e dirigendosi verso il salotto con le mani tra i capelli.
<< Quindi? >>  chiese Sam.
<< Se potessi andare in giro per la riserva, magari qualcuno sa qualcosa... >> Edward non fece in tempo a finire la frase che Sam lo fulminò con lo sguardo con un "NO!" assoluto. Mentre Jacob, lo guardò con un filo di speranza. << Potre... >>
<< Niente!! No!! Un vampiro non entra nella mia riserva! >> risponde Sam ringhiando contro Jacob.
<< Alice e Jasper gli hai fatti passare >> rispose Edward piccato.
<< "Passare" >> sottolineo la parola << non farsi una passeggiata di comodo! >> Si guadagnò un'occhiataccia dai presenti, possibile che fosse così ostinato dopo tutto questo?
<< Sam, rifletti... >> cominciò Jacob.
<< Su cosa? Chi mi dice che non siano loro? Che ci vogliono morti ora? Non li serviamo più oramai. >> Sam gesticolava incontrollato e agitato, continuava a dire cose senza senso.
<< Sam, stai... >> Edward fu interrotto dal braccio di Carlisle che si solleva.
<< Pensi davvero quello che hai detto? >> lo sguardo e la voce di Carlisle erano tanto incredule quanto irritate. Mai visto così, persino Edward si sorprese. << pensi davvero, che ora che abbiamo superato un pericolo, dove voi ci siete stati molto utili ora noi vi ripaghiamo con questa moneta? Il tradimento? >>
Sam non si espresse, lo guardo con il viso fiero del capo branco, che lasciava intendere la sua risposta affermativa.
<< Sam... >> la voce di Jacob, stranamente calma e pacata, intervenne prima che Carlisle riuscisse ad aprire bocca.
Sam si voltò appena verso l'amico senza dare le spalle ai due 
<< Tu ti fidi di me? Come tuo braccio destro, non come tuo alfa, ti fidi di me? >> Jacob parlava lento scandendo le parole.
<< Di te mi fido, ma come puoi garantire per loro? Renesmeè è un conto, loro sono un altro >>
<< Garantisco io, pensaci Sam, non devono venire tutti, solo Edward, per sentire, lo terrò a freno io, qualunque cosa e gli stacco la testa, e lo sai che lo farei volentieri >> il ghigno di Jacob, bastò ad aquietare l'animo di Sam.
<< Va bene, ma tienilo d'occhio! >> cosi dicendo, Sam, si diresse alla porta d'ingresso, per poi correre verso la foresta seguito dagl'altri lupi, tranne Leah e Seth.
<< Cosa mi dovresti fare tu? >> il sorriso sghembo che Edward gli rivolse, lo sccese di competizione.
<< Vogliamo andare fuori? >>
<< Vediamo chi stacca la testa a chi!! >>

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