Un amore fuori dagli schemi

di Martilla92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vendetta ***
Capitolo 2: *** Incontri ***
Capitolo 3: *** Posso baciarti? ***
Capitolo 4: *** Promessa ***



Capitolo 1
*** Vendetta ***


Vendetta

Aphrodite abbandonò la stanza dove si trovava il figlio dolorante e scoraggiato, colpevole di averla offesa.
Attraversò il lungo corridoio dalle pareti candide sul quale moltissimi anni addietro erano stati ritratti miti che riguardavano l'origine e gli operati della dea stessa.
La più bella. Colei che ogni mortale e dio avrebbe voluto stringere a sé almeno una volta nella propria vita o immortalità per poter provare quel brivido intenso di piacere che solo il corpo perfetto della dea dell'amore era in grado di dare.
Eppure da qualche tempo i mortali le avevano voltato le spalle in favore di un'altra creatura, considerata dagli uomini pari a lei in bellezza. Una ragazzina. Psiche era il suo nome. Una parola che per lei era diventata simbolo di odio, vendetta.
Soprattutto dopo che suo figlio Eros aveva violato i suoi ordini, osando addirittura innamorarsi di quella sciocca mortale.
A nulla servirono le parole di Era e Demetra, incontrate per caso, a calmare la dea dell'amore. Tentarono con saggi consigli di riportarla alla ragione, ma nel cuore di Aphrodite ogni sentimento aveva lasciato il posto all'ira. E l'ira al desiderio di vendetta.
Uscì dal palazzo, sul prezioso cocchio che le era stato regalato da Efesto, e si diresse alla dimora di Zeus, in cerca di Hermes. Il dio, sentendosi chiamato, la raggiunse in pochi attimi, sorpreso di vedere Aphrodite così fuori di sé e al tempo stesso desiderosa di controllare quell'istinto così umano per paura che la sua superba avvenenza venisse sconvolta da passioni riprovevoli.
Dopotutto Hermes era stato suo amante. E la dea sapeva del fascino che era ancora in grado di esercitare su di lui.
Gli chiese di aiutarla, l'offesa subita era stata troppo grande. Lui avrebbe riferito ai mortali che chi avesse catturato Psiche avrebbe ricevuto da Aphrodite stessa sei teneri baci sulla bocca. Ed uno più intenso, con la lingua.
Hermes si divertì pensando all'effetto di tale rivelazione sugli uomini. Immediatamente si sarebbe scatenata una caccia furibonda solo per una sciocca ragazzina. Molto bella, certo. Ma sempre una mortale.
Tuttavia la vendetta di Aphrodite non aveva per nulla intenzione di fermarsi a quel punto. Psiche era sistemata, ora toccava ad Eros. E sapeva benissimo come fare.
Le sfuggì un ghigno.
Con lo sguardo che le brillava e la voce ferma chiese ad Hermes di cercare la Castità. Trovarla e portarla ad Eros affinché gli desse la punizione che meritava.
Il dio sgranò gli occhi. Le disse che la Castità non avrebbe mai accettato di scendere a patti con lei. Non era mai successo. E anche questa volta sarebbe stato così.
Aphrodite ghignò di nuovo.
Offriva alla Castità un patto. Le avrebbe ceduto le sue dieci più belle compagne, le più abili nell'arte della seduzione e della lussuria. Sarebbero state sotto il suo controllo per un intero anno. Era questo ciò che Hermes le avrebbe dovuto riferire.
Il dio,sempre più confuso, acconsentì, vittima ancora una volta del fascino splendente di Aphrodite.
Si congedò da lei, mentre lo sguardo della dea lo osservava allontanarsi nel vento.

Poco dopo, Aphrodite cercò riposo in una delle stanze delle immensa dimora di Zeus. Sul letto della camera prescelta erano posizionati in modo accurato grandi e morbidi cuscini dai colori orientali.
Si sdraiò a peso morto, sulla schiena.
La testa le doleva per le troppe emozioni avute quella mattinata e per questo aveva poggiato il palmo della mano candida sulla fronte.
Ripensò al tradimento del figlio, alla vendetta che di lì a poco si sarebbe abbattuta su di lui e su Psiche.
'Quella stupida ragazzina' disse fra sé e sé 'lo ha proprio rovinato. Mi chiedo come mai il grande Zeus abbia lasciato che quella lì nascesse. Ha portato solo guai. E quello sciocco di Eros non ha proprio mostrato l'acutezza degna di un dio. Lui, l'Amore, può avere chi vuole. E non solo per le sue frecce che recano quel dolore tanto vicino all'estasi in dei e mortali,ma anche per il suo aspetto pressoché perfetto. Come il mio.'
'Si è comportato come il peggiore degli imbecilli. Ma, dopotutto, è sempre mio figlio. Però questo non vieta a me, sua madre, di punirlo dopo un'offesa così grande e che ormai sarà sulla bocca di tutti. Già li sento, gli altri dei. Aphrodite non è in grado neanche di farsi obbedire da suo figlio e tutti questi inutili pettegolezzi.'

Si rigirò sul fianco, levando la mano delicata dalla fronte, dato che il dolore si era attenuato.
'Ma alla punizione di Eros ho già provveduto. continuò Se quella sciattona della Castità accetterà, la mia vendetta sarà compiuta. Forse sono stata un po' troppo dura. Ma chi è così saggio da poterlo affermare? Dopotutto, appena riconsegnerò arco e frecce ad Eros, l'influenza di quella terribile divinità svanirà. E spero che questo castigo gli serva da lezione per la prossima volta e che,soprattutto, gli tolga dalla testa strane idee.'
Un sorriso si dipinse sulle sue labbra carnose prima che il suo corpo fosse vinto dal sonno.

Hermes si era sbarazzato in poco tempo del primo favore che gli aveva chiesto Aphrodite.
Ora avrebbe dovuto solo trovare la Castità e proporle quel patto che al dio stesso pareva assurdo, se non ridicolo. Tuttavia conosceva Aphrodite. Come conosceva la natura divina di entrambi. Ben poche volte gli dei avevano lasciato impunito un torto subito, specialmente se questo proveniva da un insulso mortale.
Si ritrovò in un prato rigoglioso, nel quale gli occhi potevano ammirare le più svariate specie di fiori primaverili.
Ad un tratto udì delle voci di fanciulle, delicate e dolci, e sperò con tutto sé stesso di aver trovato ciò che cercava con così tanto affanno. Era risaputo, infatti, che la Castità sfuggiva chiunque e che si circondava solo di ragazze a lei fidatissime.
Tre fanciulle comparvero davanti a lui dopo essere uscite dal fitto bosco che segnava la fine del prato.
Hermes riconobbe subito la Castità. Era la ragazzina al centro, che guidava le sue due compagne.
Era scalza e vestiva una lunga tunica bianca, che richiamava la sua pelle candida. I lunghi capelli biondi erano lasciati sciolti, mentre una corona di margherite le cingeva la fronte. Gli occhi verdi non avevano nulla da invidiare al colore bellissimo dei fili d'erba. Le labbra erano delicate, sottili, e sembrava che anche un solo, leggero bacio avrebbe potuto spezzarle.
A Hermes parve bella. Eppure quel pensiero lo abbandonò subito. Sapeva fin troppo bene che era proibito rivolgere quel certo tipo di attenzioni alla Castità.
Lei e le sue compagne, intanto,lo guardavano con occhi indagatori.
- Salute a te, Castità. Vengo a proporti un patto. - Esclamò Hermes, rompendo il silenzio che si era venuto a creare.
- Che genere di patto? - Rispose lei, avvicinandosi al dio.
- Mi manda Aphrodite. Vuole che tu le conceda un favore. - guardando l'espressione incredula dipinta sul viso della dea, gli ci volle molto per poter mantenere il suo divino contegno.
- Aphrodite vuole un favore? ! Da me? ! Dev'essere impazzita! - gli disse, sempre più confusa.
- No. - intervenne di nuovo Hermes - Ora ascolta. Eros ha disubbidito agli ordini di sua madre, innamorandosi di una mortale che Aphrodite odia. Tu conosci il furore di cui siamo vittime molto spesso noi dei e la tua nemica non è proprio da meno. Vuole vendicarsi di Psiche, questa è la fanciulla, e di Eros. Per la prima ha già trovato il modo, ma per suo figlio ha bisogno del tuo aiuto. Ovviamente, non pretende che tu accetti senza avere nulla in cambio-
- E cosa mi offrirebbe?-chiese Castità, ora molto più interessata.
- Dieci fra le sue più promettenti compagne. Saranno sotto il tuo potere per un intero anno. E, visto l'orgoglio della dea in questione, direi che non è poco.-le rispose, felice per la curiosità che gli aveva mostrato
- Tutto qui? - disse lei, questa volta con tono disinteressato - Io dovrei punire suo figlio e in cambio otterrei dieci ragazze scapestrate? Non ti sembra una nullità? -
- Niente affatto. Proprio perché quelle giovani sono, come dici tu, sulla cattiva strada, potrai riportarle su quella buona. E riguardo ad Eros, mia cara, se non ci facciamo favori tra noi dei temo proprio che l'Olimpo possa ritenersi veramente un triste luogo, dato che le persone che lo abitano non si aiutano nemmeno a vicenda - il dio tentò di convincerla con ogni mezzo.
- Risparmia il fiato e le tue ridicole osservazioni, Hermes. Lo sappiamo tutti che se cerchi di persuadermi è perché sai della riconoscenza che avrà Aphrodite nei tuoi confronti. E non ci vuole molto a capire cosa potrebbe mai essere. - gli rispose lei, fredda.
Hermes sorrise
- Non essere così severa con me - la rimproverò dolcemente - sarò pure un dio, ma sono maschio e, soprattutto, non indifferente alla belle donne che si concedono senza troppo pretesti. Ma non è questo il punto. Mia dolce amica, non eri forse tu quella che si lamentava sempre delle nefandezze di Aphrodite ed Eros? Bene, ora potrai divertirti punendo quest'ultimo. Lo colpirai con un incantesimo di castità finché Aphrodite non gli restituirà arco e frecce, che per rabbia gli ha sottratto. Perché non provare? Prendila come una sfida, oltre che come soddisfazione personale. Allora,accetti o pure no? -
I due si fissarono qualche istante negli occhi.
Fu Castità a riprendere la parola per prima - Non c'è bisogno che continui, Hermes. Accetto-

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Capitolo 2
*** Incontri ***


Incontri

Eros si era svegliato. La pallida luce solare era filtrata dalla grandi tende e aveva accarezzato la sua candida pelle, resa ancora più chiara dalle pene fisiche e, soprattutto, amorose che stava soffrendo.
Le lenzuola ricoprivano il suo corpo fino al mento, conferendogli un'aria da bambino indifeso. Il dolore alla spalla, peraltro regalo di Psiche, non si era affatto affievolito.
Osservò con attenzione ogni singolo angolo della stanza, ma del suo arco e delle sue frecce non vi era alcuna traccia.
Sospirò. Non si sentiva colpevole. Era una colpa essere stato colpito dalle proprie armi per sbaglio? Era una colpa amare senza possibilità d'uscita?
No.
Essere il marito di Psiche era diventato per lui talmente normale che non si era mai posto simili domande. E anche l'ira della madre gli era sembrata davvero di poco conto in confronto all'unione che aveva stabilito con la fanciulla.
Perché per la prima volta aveva capito che le sue frecce erano davvero intrise di quel veleno portatore di piacere che tutti temevano.
Psiche era diventata l'altra metà della sua anima. Era come se avesse occupato il posto di suo fratello Anteros, che con così tanto affanno Aphrodite gli aveva procurato per paura che il figlio prediletto restasse per sempre un bambino.
Ed ora quella stessa madre gli negava il suo affetto, la sua stima; gli aveva tolto i poteri che lei stessa gli aveva concesso tanto tempo prima, accecata dall'amore che provava per lui.
Ma che cos'era veramente l'Amore? Amore era parte di lui e di sua madre, Amore era parte di Anteros, Amore era parte del mondo. Amore era ciò che avrebbe spinto Aphrodite a perdonarlo ancora una volta e la forza che avrebbe costretto lui ad accettare le sue scuse.
Un fruscìo distolse Eros dai suoi pensieri. Le tende si stavano muovendo leggermente come se qualcuno le stesse sfidando per entrare.
Da esse sbucò dopo alcuni affanni una colomba, da sempre animale sacro del dio dell'Amore.
-Non capisco perché la gente non tiri mai le tende!!!-esclamò l'uccello-Eppure con i tempi che corrono si dovrebbe sapere che le notizie piccanti sono più frequenti dei pesci nel mare! E chi se le deve accollare? Noi volatili. Sissignore, tra un po' mi metteranno una targhetta con scritto portantino sulla fronte!-e si avvicinò al letto, fino a poggiarvisi sopra.
Eros si mise seduto, sorridendo per le proteste pronunciate dal becco dell'animale.
-Non lamentarti così tanto, mio piccolo amico-gli disse, dolce-Lo sai il rispetto che nutro per te e i tuoi simili. Questo dovrebbe bastarti.-
-Oh certamente, mio signore. Ma, vedete, erano solo semplici constatazioni per la mia povera razza.-replicò la colomba, cercando di scusarsi-Ma ora veniamo a noi. Ho accennato a delle notizie interessanti che, indovinate un po', riguardano proprio voi!-
-Di che si tratta?-chiese Eros, ora più incuriosito che mai
-Però prima di informarvi, fatevelo dire. Quella mortale vi ha proprio rovinato. Vostra madre ha avuto ragione a prendersela con voi. Ha sbagliato i modi,certamente. Ma voi, mio signore, cosa ci guadagnate da quella ragazzina?- lo rimproverò l'uccello, tentando di riportarlo a una visione più lucida dei fatti
-No, Amico, non anch..-Eros non fece in tempo a finire la frase
-Lasciatevelo dire-continuò la colomba-è stato un gesto infantile. Voi vedete una bella ragazza e ve la prendete. Che male c'è? Ma le vostre passioni, mio caro Eros, sono sempre durate ben poco. E ora, solo per fare un torto a vostra madre, vi autocolpite con le vostre frecce! Ah, i giovani di oggi!-sospirò
-Posso parlare?-chiese Eros, scoraggiato per l'ennesima predica subita quel giorno
-Prego, chi vi ha mai negato il diritto di parola?-rispose l'animale, mettendosi buono
-Tu e mia madre. Ma non importa. Lo volete capire tutti che non l'ho fatto per offenderla? Può capitare che anche io...-Eros fu di nuovo interrotto
-Su, mio signore, volete forse negare che alcune volte vi prendiate gioco di Aphrodite regalando a vostro padre avvenenti fanciulle? Questo sì che si chiama offendere. E sfido chiunque a dire il contrario!-Intervenne ancora l'uccello, osservando la divinità con occhi pieni di rimprovero.
-E' egli stesso che me le chiede! Povero dio, con tutte quelle guerre avrà certo bisogno di qualcuno con cui divertirsi e riposarsi quando mia madre è occupata con altri dieci amanti!-cercò di giustificarsi Eros
-In ogni caso, mio signore, vedrete che questa passioncella si esaurirà non appena l'effetto delle vostre frecce vi avrà abbandonato. Ne sono sicuro. Nonostante tutto siete un bravo ragazzo, non la lascereste mai sola in preda a chissà quali pericoli anche quando la fiammella che arde d'amore dentro di voi si sarà spenta-sentenziò la colomba, ora più sicura che mai.
-Io non ne sarei così sicuro...-disse il dio dell'Amore, sempre più affranto-Ma quali erano le notizie piccanti?-
-Ah giusto, con tutti questi rimproveri quasi me ne dimenticavo-esclamò il volatile
'Rimproveri che ti potevi tranquillamente evitare' pensò Eros
-Da quanto avete capito vostra madre è infuriata, mio signore. Se credevate che il semplice fatto di togliervi arco e frecce l'avrebbe calmata, vi sbagliavate di grosso. Fra poco avrete una visita-
Eros sgranò gli occhi-Che...che genere di visita?-
-Oh beh...una cosa da niente...non vi preoccupate-cercò di essere più vago possibile, per evitare ciò che fra poco sarebbe sicuramente accaduto
-Chi?-stavolta la voce del dio era ferma, non avrebbe ammesso scuse
-Castità-sussurrò la colomba, in un suono appena percettibile
Eros divenne ancora più pallido e si lasciò accasciare all'indietro, ricadendo con le spalle sopra il cuscino
Si coprì dapprima il volto con le mani e poi con il cuscino, gridando-No! No! Meglio morire! Ah perché non sono mortale come la mia amata Psiche? Tutto, ma quella femminaccia, no! Uccellaccio del malaugurio sei venuto qui solo a portarmi cattive notizie! Anzi direi che peggiore di questa non ce ne sono! Ah come farò ora?-
-Povero me, ma io lo sapevo!-esclamò il volatile-Su chi sarebbe ricaduta la colpa? Ma sul sottoscritto! Io, che rischio le mie candide piume per riferire il messaggio al mio signore e questi sono i bei ringraziamenti!-
-Come farò?-continuò Eros, non prestando per niente ascolto ai lamenti dell'uccello-Cosa farò? Io, che non ho fatto altro che deriderla con i miei amici, con mia madre, con gli altri dei? Ora ricadrò vittima di un incantesimo di quella sciattona. Povero me, la mia reputazione sarà rovinata per i prossimi 1500 anni!-
La colomba si avvicinò al dio, cercando di ottenere con la propria voce un tono più rassicurante possibile- Su, mio signore, non tutto è perduto. Provate a parlarci. Anche lei è giovane come voi. Per giunta sensibile. Anche se ha fatto un patto con vostra madre, sono convinto che davanti alle vostre preghiere si commuoverà e vi lascerà in pace.-
-Preghiere?-esclamò questa volta Eros, rimettendosi seduto di scatto-Preghiere?! Quella donnaccia non avrà proprio nulla da me! Vuole osare trasformarmi in un omuncolo asessuato? Bene, lo faccia pure! Ma non si aspetti che tutto finirà lì! Tanto, tra noi dei, la vendetta sembra essere all'ordine del giorno. Quindi non mi preoccupo minimamente di avere grane con la mia coscienza!
L'uccello si lasciò sfuggire un sospiro, osservando con occhi sconsolati la perfezione del dio.


Nel frattempo, Hermes e Castità avevano raggiunto il palazzo di Aphrodite.
-Eccoci arrivati-esclamò per primo il dio-Ora potrai fare ciò che ti è stato chiesto. Eros si trova in una di queste stanze-e le indicò con lo sguardo
-Voglio fare presto, questo posto mi disgusta-ribatté la dea, con tono nauseato e pentita per il patto che aveva accettato
-Come vuoi, mia dolce amica. Ora ti lascio. Quando mi rivedrai ti condurrò le fanciulle che Aphrodite ti ha promesso.-le disse, sorridendo e sparendo esattamente come le era apparso poco prima nel prato.
Castità cercò di localizzare Eros tentando di percepire il potere divino che, seppure molto lievemente, era ancora presente in lui.
E poi, l'idea di aprire tutte quelle stanze non la allettava. Sapeva dei passatempi preferiti della dea dell'Amore e non aveva alcuna voglia di imbattersi in scene imbarazzanti.
Si soffermò davanti ad una porta. Era sicura che la camera fosse quella.
Entrò delicatamente per assicurarsi di non svegliare il dio, qualora fosse stato addormentato.
Vide il corpo di Eros, coperto dalle candide lenzuola, che le dava le spalle. Era pressoché immobile e pensò che fosse caduto vittima di un sonno profondo.
Si avvicinò lentamente a lui e, quando fu a un passo dal suo corpo, sentì la sua voce tagliente- Sei arrivata, allora! Certamente, che cosa ammirevole per una dea venire a patti con la propria nemica solo per punire qualcuno che neanche si conosce! Ma no! Tu ti vuoi prendere la tua rivincita perché il vero divertimento a ogni essere vivente lo concedo io e non tu!-
Castità lo guardò con aria ancora più indifferente, tutto ciò che le sembrava era uno stupido ragazzino viziato.
-Cosa aspetti a trasformarmi in un verme asessuato? -continuò Eros-Credi che io ti implori, forse? Io non rivolgo le mie preghiere alla peggiore delle donnacce! Povero me, temo anche il solo fatto di dover vedere il tuo miserabile volto. Chissà da quali terribili malattie sarà stato sfigurato! Dev'essere per questo che nessuno ti vuole e le mie frecce non hanno alcun potere su di te-
Si girò di scatto per vedere il viso della dea e in un attimo si maledì per tutti gli insulti insensati che le aveva appena rivolto.

Ringraziamenti:
Sakura2480: In realtà non mi ricordo bene come mi era venuta in mente questa idea, ma se vuoi vado a rivedere nelle vecchie conversazioni XD. Ma restando serie(difficile u.u), grazie per i tuoi piacevolissimi complimenti, sai quanto conta per me la tua opinione. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto come il primo.

Naomi92: Secondo me Aphrodite è stata ancora buona con Eros nella versione di Apuleio u.u Non per apparire sadica, ma io Psiche non l'ho proprio mai retta u.u Comunque anche a te grazie infinite per i bellissimi commenti che mi fai anche privatamente e per le letture in anteprima, mi dai nuovi stimoli.

Trullitrulli: Grazie per aver commentato anche se la storia non ti piace, ma è giusto avere anche pareri contrastanti. Detto questo, ci ho pensato prima di scrivere questa fanfic e, francamente, non avevo voglia di scrivere la 'solita' storia dove Eros o Psiche si struggono per amore l'un con l'altro oppure di narrare i fatti da un punto di vista di uno dei personaggi, come per esempio hai fatto tu. Io non distruggo nessuna favola, ho semplicemente preso spunto da una frase che Aphrodite dice nel corso della storia e mi è venuta in mente questa trama. Il racconto originale è di Apuleio e quello rimane, il mio è solo un episodio inventato. Mi spiace che ti venga da piangere ma più che offrirti un fazzoletto non posso fare XD Scherzi a parte, come dicevano i latini De gustibus non disputandum est.

Eles Weasley: Sono contenta che ti siano piaciute le descrizioni di Aphrodite e Castità. Per quanto riguarda la prima, il fatto che si svenda così facilmente lo narra Apuleio. Il premio dei baci(se ti riferivi a quello) l'ho ripreso dalla sua opera, infatti, come hai potuto notare, non mi ci sono sofferemata più di tanto perchè quella è la vera storia e non mi interessava ritoccarla, ma di servirmene per fare solo una breve introduzione :) Per quanto riguarda Hermes, è vero che è un dio anche lui, ma Aphrodite è la dea del piacere ed era stata sua amante e quindi mi sono immaginata che egli avesse ancora una forte passione verso di lei al punto di assecondare i suoi desideri.

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Capitolo 3
*** Posso baciarti? ***



Posso baciarti?


Eros e Castità si osservarono per lunghi istanti. Più gli occhi della giovane si posavano sul dio e più doveva ammettere, se non altro a se stessa, che quel corpo perfetto rappresentava tutto ciò che vi era di desiderabile al mondo.
Il volto, leggermente sudato per i resti della malattia, era incorniciato da riccioli d'oro che cadevano ribelli sulla schiena. Lo sguardo, tinto del celeste che colora il cielo, era profondo e indagatore.
Castità poté vedere che le ali, delicate e candide come quelle di una colomba, conferivano ancora più dolcezza all'aspetto già gentile di Eros.
Il dio dell'Amore, d'altra parte, era rimasto sorpreso, addirittura affascinato, da quella figura di giovane donna che poco prima aveva offeso così ingiustamente.
In quei brevi istanti non vide più in lei una nemica, ma una creatura pura, incapace di recare sofferenze.
-Io...io...-sussurrò Eros- Non volevo offenderti...perdonami...-
Castità lo osservò ancora-Non sprecare ancora il fiato inutilmente, non ti sei del tutto ristabilito-sentenziò poi, fredda
-Hai tutti i diritti di parlarmi così. -Rispose il dio, sinceramente dispiaciuto- Ma, vedi, l'ira si era impossessata di me. Tu fai parte del piano di mia madre punirmi e...-
-Io non faccio parte di nessun piano! Non osare!- inveì la giovane- Io faccio quello che voglio, che credi? Che io rispetti un patto stabilito con la mia più grande nemica?-
-Sì, lo credevo.-rispose l'altro, gelido-Ora dimmi, dovrei pensarlo ancora?-gli occhi del dio fissarono Castità in modo intenso, profondo
La dea sospirò-Non ti so rispondere. Non so più neanche il motivo per cui mi trovo qui, in questa casa piena di piaceri carnali. Io, proprio io, che non faccio altro che disdegnarli!-
-Siedi accanto a me- la invitò Eros, intenerito dalla confessione appena concessagli da Castità
Lei obbedì, posizionandosi sul bordo del letto, in modo da non invadere troppo lo spazio riservato al dio.
-Tua madre deve odiarla proprio tanto quella mortale-riprese a parlare Castità-se mi ha chiesto di punirti in modo così esemplare. Tu, che sei il suo figlio prediletto!-
Lui abbassò lo sguardo per i ricordi che quell'affermazione gli aveva provocato-La considerano bella al pari di lei-le disse-ecco perché prova tanto astio nei suoi confronti. Io avrei dovuto farla innamorare del più orribile dei mostri. Ma il Fato aveva un altro disegno per me. Mi colpii con le mie stesse frecce e l'Amore si accese subito in me. Un fuoco che neanche tutti gli oceani del mondo avrebbero potuto spegnere.-
-Non sei stato per nulla accorto-sentenziò la dea, provando una sorta di compassione per lui.
-Quando c'è di mezzo il destino, non si è mai troppo attenti.-replicò, sconsolato-Cosa ti ha promesso Aphrodite in cambio di questo tuo piccolo favore?-riprese, pochi istanti dopo
-Mi avrebbe ceduto dieci delle sue più promettenti compagne e io le avrei avute sotto il mio potere per un intero anno.-rispose Castità, tradendo un leggero sarcasmo
-Le conosco. Sono le ragazze che mia madre mi mette sempre fra i piedi. E di cui è molto gelosa, per giunta. Dovresti rallegrarti per questa generosa offerta. Stai pur certa che un'occasione del genere non ti ricapiterà mai più. O a meno che io non mi innamori di un'altra ragazza il cui nome è scritto nel libro nero di mia madre-disse Eros, questa volta lasciandosi sfuggire un timido sorriso.
-Non credo che si possa presentare una situazione peggiore di questa-aggiunse lei, contagiata dall'ironia del dio-Ma, non temere, non ho alcuna intenzione di punirti per qualcosa che non mi ha recato alcun danno. E poi, assecondare Aphrodite non mi interessa minimamente. Si tenga pure le sue amichette. Tu, da me, non riceverai alcun danno.-concluse, cercando ancora una volta di mischiare il verde del suo sguardo con l'azzurro degli occhi del dio.
Eros non poté fare altro che rivolgerle un sorriso di puro ringraziamento e amicizia.

Aphrodite sentì sul suo volto un tocco delicato, sensuale.
Aprì gli occhi lentamente e davanti a sé si ritrovò il bel volto di Hermes,il cui sguardo non faceva altro che trasmetterle gioia e piacere.
-Sono tornato per dirti che ho assecondato i favori che mi avevi chiesto-le sussurrò, stampandole un casto bacio sulla fronte.
La dea gli rivolse un sorriso compiaciuto, accarezzando la folta chioma bruna di Hermes con le dita delicate, curate ogni giorno con i più preziosi unguenti.
-Castità ha accettato subito?-le chiese, con il tono dolce e mansueto che era solita usare con gli uomini
-Ho dovuto convincerla, ma alla fine ha ceduto.-le rispose, impossessandosi delle sue labbra per un bacio appassionato
-Sei focoso oggi-ironizzò la dea, scostandosi per un attimo dal viso di Hermes-Tuttavia ti sono grata per i favori che mi hai assecondato. Perché non ti stendi qui, vicino a me?-gli disse, con voce carica di desiderio
Il dio non se lo fece ripetere e si posizionò in fianco a lei, brandendole i fianchi con un tocco delicato, come aveva già fatto altre volte.
Questa volta fu Aphrodite a baciarlo per prima ed Hermes si abbandonò alle arti che solo la dea dell'Amore poteva conoscere.


Nel frattempo, Castità ed Eros avevano approfondito la conoscenza l'uno dell'altra.
Il dio dell'Amore non avrebbe mai pensato che sarebbe potuta nascere un'amicizia fra loro, ma ora tutto ciò gli sembrava più che naturale.
Le parole uscivano dalle sue labbra in modo spontaneo, forse per la prima volta nella sua immortalità aveva trovato una persona in grado di capirlo per quello che era la sua anima, e non la sua condizione divina.
In quegli istanti si dimenticò anche di Psyche, la ragazza per la quale era successo tutto quel pandemonio e che ora gli sembrava lontana, di così poca importanza.
Forse neanche le sue frecce erano in grado di combattere a lungo la sua natura, sempre bisognosa di amare chiunque fosse gradito ai suoi occhi.
E Castità gli piaceva. Non solo possedeva quel fascino comune a tutte le dee, ma anche quel carattere così comprensivo che neanche sua madre stessa aveva dimostrato di avere.
-Mi domando perché tutto ciò non sia successo prima-sbuffò il dio
-Che cosa?-chiese lei- Che tua madre avesse ingaggiato qualcuno per farti diventare un essere...nono.... aspetta...com'era? Un verme asessuato?-entrambi si lasciarono sfuggire un timido sorriso.
-Beh... anche. Ma stavo parlando di me e di te. Perché non ci siamo conosciuti prima? Avrei evitato certi errori...- a Eros parve di aver parlato eccessivamente
-Errori?- domandò di nuovo lei, sorpresa per l'espressione triste che si era dipinta sul volto dell'amico
-Psyche-sentenziò lui, freddo, senza possibilità di repliche.
-Eros... io... non credo di capire. Mi vuoi spiegare?- replicò la dea, infastidita
Il giovane la guardò con occhi pieni di desiderio celato- Posso baciarti?-


Ringraziamenti:

Sakura2480: Non posso fare altro che ringraziarti per i complimenti che mi fai sempre. Beh per forza era un po' risentito, dopotutto gli ha sottratto i poteri e pensato anche altro XD Il rapporto conflittuale all'inizio c'è ed è innegabile, ma come sai ho voluto dare una versione leggermente diversa dei fatti. Bacio,

Naomi92: Eros se li meritava tutti quei rimproveri a parer mio u.u L'opinione che ha di Castità non poteva essere che quella, in fondo lei è la sua antitesi XD Che ne abbia fatto una tragedia, si sono d'accordo, ma era per rendere bene quello che provava il ragazzo XD Comunque grazie come al solito per i commenti. Bacio.

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Capitolo 4
*** Promessa ***


Promessa


Castità fissò Eros come instupidita-Che cosa hai detto?-gli chiese, sperando di aver capito in modo sbagliato la frase appena pronunciata dal dio
-Hai sentito benissimo...io...-balbettò egli, distogliendo gli occhi da quelli dell'amica-Sì, vorrei baciarti. Me lo concedi?-
-Eros-riprese la dea-Tu ami Psyche, che senso avrebbe posare le tue labbra sulle mie?-
-Lo credevo. Credevo di amarla. Come pensavo allo stesso modo di amare tutte le altre donne che mi ero preso. Ma no. Con nessuna di loro ha provato quello che sto provando ora con te-sentenziò- E' qualcosa di diverso. Non c'è solo amore e passione, ma anche affetto. Dimmi, come posso contrastare la tempesta che si sta svolgendo dentro di me?-
Castità sorrise, era felice che anche Eros stesse provando esattamente ciò che stava sentendo lei stessa. Non aveva mai pensato che simili sentimenti potessero sfiorarla, era stata creata per opporsi alle passioni e non per fomentarle dentro di sé.
Ma Eros, con la sua bellezza e la sua anima, ci era riuscito. Ora ella non vedeva altri che lui e, se fosse stato per quello che le diceva il suo cuore, si sarebbe lasciata baciare da quelle labbra così invitanti senza la minima preoccupazione.
Questo, tuttavia, era un sogno e tale doveva rimanere.
-Eros-riprese Castità-non credere di essere il solo ridotto in questo stato. Io stessa lo sono. Ma non possiamo. Guardaci, cosa rappresentiamo? Siamo l'antitesi l'uno dell'altra. Perché esistiamo? Tu, per dare gioia a chi si rifugia troppo nel mio culto, e io, per consolare coloro che le tue frecce fanno soffrire. Dimmi tu, adesso, è giusto che per un nostro capriccio altra gente, inclusa quella ragazzina che ha scatenato le ire di tua madre, debba essere privata di piacere e conforto?-tacque, perché in quel momento la tristezza le impediva di andare oltre.
Eros la ascoltava pieno d'ammirazione. Era sicuro che anche lei, a modo suo, lo amasse con la sua stessa intensità. Sarebbe rimasto con lei per sempre, qualora glielo avesse chiesto. Un'illusione, certo, ma pur sempre bellissima.
-Hai ragione- le rispose Eros, con voce spezzata dal dolore-Ma io non posso nascondere quello che sento per te. Dev'essere un difetto di creazione. O forse è semplicemente l'Amore, che è abituato a prendersi quello che vuole senza chiedere niente a nessuno e io rappresento tutto questo. Però ora non è giusto. Ti rispetto troppo per recarti un torto e se questa è la tua decisione non posso fare altro che accettarla.-
Castità gli poso teneramente la mano sulla spalla-Un modo di amarci ci è stato concesso-gli sorrise
Eros la guardò sbalordito-Quale?-
-Essendo amici-gli rispose, dolcissima-In fondo, credo che anche nell'amicizia si celi un rapporto d'amore, due anime che non possono fare a meno l'una dell'altra. Vorrei chiederti un favore.-
-Parla-la incitò il dio, stringendo la mano della ragazza nella sua
-Torna da Psyche-sentenziò, seria-E' lei che hai sposato. Fa' in modo che sia una cosa onesta, come se fossi io al suo posto. Ama soltanto lei. Esaudisci questa mia richiesta e sarà un modo per non dimenticarmi. Per ricordarti di noi.-
Il dio la fissò ammutolito. Ripensare a Psyche gli faceva venire in mente qualcosa di sbagliato, ma che era ormai irreparabile.
-Va bene, Castità-riprese pochi istanti dopo-Te lo prometto.-

Aphrodite accarezzò la guancia di Hermes, stanco per il rapporto carnale che era appena avvenuto. Erano stesi vicini e lui la stringeva a sé con un caldo abbraccio.
-Da quanto tempo non facevamo più l'amore, Hermes?-le chiese lei, con una voce che racchiudeva malizia e dolcezza
-Mi era sembrato un periodo interminabile-le rispose, baciandole le labbra
-Mi è piaciuto-gli disse soddisfatta-Sì. Mi è proprio piaciuto.-
Un sorriso compiaciuto si dipinse sul volto di Hermes-Ma lo sai cosa mi piacerebbe in egual modo?-riprese la dea-Andare a spiare mio figlio per vedere di persona quello che gli ha fatto quella sciattona-si lasciò sfuggire un ghigno
-Non ti sembra di aver esagerato?-la rimproverò-In fondo è nella sua natura innamorarsi e...-
-Innamorarsi di quella che vorrebbe prendere il posto di sua madre!-esclamò Aphrodite, mettendosi seduta di scatto
-Non credo che una mortale ardisca a tanto-riprese Hermes- Ed Eros l'avrebbe punita a dovere se avesse avuto il minimo sospetto che quello che dici tu è la verità, dopotutto è sempre un dio.-
-Accompagnami-lo esortò di nuovo la dea-Metà del lavoro l'hai fatto tu, quindi è giusto che ti gusti i suoi frutti-
-E chi l'avrebbe fatta la prima metà?-anche il messaggero degli dei si sedette di scatto, perplesso per ciò che aveva appena pronunciato l'amante
-Io!-replicò Aphrodite, come se la risposta fosse stata ovvia-Ho progettato io questo piano o mi sbaglio? No! Tutta opera mia!-
'Donne' pensò egli, sbuffando-Forse ne vale la pena come dici tu-si alzò e prese il chitone che era finito sul pavimento, per rivestirsi
La dea lo guardò soddisfatta, pensando fra sé e sé.
-Non eri tu quella che aveva fretta?-la rimproverò Hermes, riportandola alla realtà

-Quindi il nostro è un addio?-riprese Eros, che non aveva alcuna intenzione di finire il loro primo e unico incontro troppo velocemente. Sapeva che probabilmente non l'avrebbe rivista mai più.
-Non avremo molte possibilità di incontrarci, lo sai-rispose Castità, tenendo gli occhi bassi-Ma è la promessa che mi hai fatto che ci unirà per sempre.-
-Se è l'unico modo per sentiti vicina farò tutto ciò che è in mio potere per mantenerla-le prese delicatamente il volto fra le mani, portandolo a breve distanza dal suo.
-Eros-gli sussurrò la ragazza-Prima mi hai chiesto un bacio. Prenditelo-
Il dio la fissò con occhi carichi di sorpresa e tenerezza- Lo vuoi davvero?-
Castità annuì.
-Le tue labbra-il dio posò il dito su di esse-Sono così fragili...se le baciassi si spezzerebbero. Ma ho trovato il giusto modo-e continuò ad accarezzarle teneramente la bocca.
La ragazza non si oppose, al contrario, provava quella sensazione così vicina all'estasi che l'amore doveva provocare in ogni essere.
Qualche istante dopo Eros compì esattamente lo stesso gesto, ma sulle proprie labbra- Hai visto? Non è stato difficile. Se ti avessi baciata in maniera tradizionale ti avrei ferita. Ma anche se il nostro è stato un modo come dire, inconsueto, io ho avvertito lo stesso trasporto che provo ogni qualvolta le mie labbra si incontrano con quelle di un'altra ragazza. Dopotutto, ho trovato una maniera un po' insolita, come del resto il nostro amore.-le sorrise, accarezzandole i capelli biondi.
Si sentì il rumore di una porta spalancarsi.
Eros e Castità si voltarono. Non avrebbero mai immaginato di trovarsi di fronte Aphrodite e Hermes che li guardavano con occhi pieni di stupore e incredulità.

-Oh costellazioni celesti! Ma cosa sta succedendo qui?-esclamò Aphrodite, fuori di sé-Voi due non potete! Non è possibile...io...io non ci credo!-
-Madre calmati!-disse Eros-non stavamo facendo nulla. L'unica che ha cercato di fare qualcosa sei tu!-
-Vedi di non prenderti certe libertà con me!-gli rispose la dea, ancora più in preda all'ira- Non stavate facendo nulla? Nulla? Tu lo chiami 'niente' dirsi quelle frasi d'amore, baciarsi con nuovi modi e chissà quant'altro? Che credi? Vi abbiamo sentiti, Hermes ed io, mentre facevate i vostri discorsi insensati da bambini immaturi quali siete!-
-Ci vuoi dire che ci stavate spiando?-intervenne Castità, contrariata.
-No-si aggiunse Hermes, che non voleva essere escluso dalla discussione-Cioè sì, ma siamo arrivati da poco. Aphrodite voleva vedere se tutto stava procedendo per il verso giusto. Avremmo fatto meglio a rimanere dov'eravamo, visti i risultati-concluse, sarcastico
-Hermes, tu sei sicuro di aver riferito a quella lì ciò che ti avevo chiesto?-la dea dell'Amore si rivolse all'amante con tono accusatorio
-No-intervenne Castità al posto suo- Lui non c'entra. Abbiamo fatto tutto da soli.-
-E non mi sembra che ci sia niente di male in tutto questo-disse Eros- Quindi vedi di non fare sempre la solita impicciona.-
-Ma certamente! Una relazione fra l'amore e la castità è la cosa più naturale del mondo. Mi domando come ho fatto a non pensarci prima!-urlò nuovamente Aphrodite-Ma dico, ti sei rammollito più di quanto pensassi! E' stata sicuramente quella inutile mortale a farti perdere la ragione e questa qui-si rivolse a Castità-non ha fatto altro che completare l'opera!-
-Se tu non avessi voluto punire tuo figlio per qualcosa di insensato, probabilmente non ci ritroveremmo a questo punto!-le rispose tagliente la sua antitesi- Ma non ha senso che ti preoccupi, io ed Eros non ci rivedremo più. Hai ragione che non siamo fatti per stare insieme, quindi ognuno tornerà alla sua vita-concluse
-Saggia decisione-disse Hermes-Su, Aphrodite, non ha senso che ti scaldi tanto. Li vedi? E' stata solo una debolezza. Se vuoi preoccuparti di qualcuno, preoccupati della mortale. Sempre se a tuo figlio interessa ancora-
-Sì, gli importa, E' l'unica ragazza che ama.-Castità precedette Eros nel replicare-Ma ora vorrei parlare con te di una questione, Aphrodite. In privato-
La dea dell'Amore acconsentì, e uscì per prima dalla stanza. Eros e Castità si rivolsero un ultimo sguardo d'intesa, carico di tutti quei sentimenti che in così poco tempo avevano capito di provare l'uno per l'altra.
Quegli istanti parvero loro infiniti, finché la ragazza non decise di raggiungere Aphrodite e di richiudere lentamente la porta dietro di sé.

-Che mi volevi dire?-chiese Aphrodite, non appena fu raggiunta da Castità
-Due cose. Primo, puoi tenerti le tue amiche. Non mi interessano-le rispose immediata
-Vorrei ben vedere! Non mi sembra che tu abbia fatto nulla per meritartele!-inveì di nuovo la madre di Eros
-Pensala come vuoi.-la giovane non le diede troppa importanza- Secondo, lascia stare tuo figlio e quella mortale. Ormai sono sposati, non impicciarti. E' la loro vita, tu non c'entri.-concluse, questa volta con tono di rimprovero
-Non sei certo tu a dirmi quello che devo fare, ragazzina.-replicò Aphrodite, infastidita dalle parole di Castità- Mettiti nei miei panni. Perché non posso avere il diritto di punire una mortale che mi ha offesa? Non è forse legge comune di tutti gli dei? E poi credo fermamente che mio figlio si meriti di più di quella Psyche. Una dea che la superi in bellezza e in saggezza. Preferirei perfino te a lei, se non fosse per le nostre divergenze.-
-Eros deve stare con Psyche-disse di nuovo Castità, più decisa
-Non che dirti, ci penserò-sospirò l'altra-Devi dirmi altro?-
-No, ho finito. Addio, Aphrodite-E sparì, lasciando la dea sconcertata e persa nei suoi più intimi pensieri

Hermes fissò Eros. Gli faceva pena, tanta pena. Era insolito vedere che il dio dell'Amore, come ogni altro essere vivente, era caduto vittima di un'unione impossibile.
Si avvicinò a lui e, appena gli fu davanti, gli posò una mano sulla spalla in segno di conforto.
Eros alzò gli occhi e gli rivolse uno sguardo di gratitudine, sforzandosi di mostrarsi felice. Non che non apprezzasse il gesto di Hermes, ma l'addio con Castità gli aveva provocato più dolore di quanto avesse immaginato.
-So che è banale da dire-il messaggero degli dei interruppe il silenzio-Ma mi dispiace. Queste faccende sentimentali colpiscono tutti prima o poi. Però vedrai, con il tempo supererai ogni cosa.-
-Ti ringrazio, Hermes. Non avrei mai pensato che ciò che io rappresento avesse un potere così immenso. E di questo non so se rallegrarmi o rattristarmi. Ma ora non mi resta che tornare da Psyche. Ho due promesse da mantenere.-disse Eros, provando a sorridere
-Ma con quella mortale ne hai preso solo uno di impegno, sposandola. Cos'altro hai fatto?-chiese Hermes, confuso.
Questa volta il dio dell'Amore sorrise sinceramente. Infatti lui non pensava al matrimonio che aveva celebrato con Psyche, ma alla promessa, fatta a Castità, che durante la sua immortalità avrebbe sempre mantenuto.


Note:

Eccoci alla fine, colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che hanno letto e che hanno lasciato commenti, sia positivi che negativi.
Aspettando che dai piani alti mandino di nuovo l'ispirazione, ci rivediamo alla prossima storia.
Visto che non l'ho ancora fatto, ringrazio Sakura2480 e Nelco per aver messo la storia nei preferiti e Naomi92 per averla messa tra i seguiti.

Ringraziamenti:

Naomi92: Innanzitutto ti devo ringraziare per i complimenti che mi fai sempre. Eh sì questo è l'ultimo capitolo, e devo dire che anche a me dispiace un tantino^^ Per quanto riguarda Eros, io me lo immagino un bravo ragazzo nonostante tutto, e quindi ho deciso di renderlo in questo modo. E sul fatto che sia affascinante, beh, mi sembra naturale. Se no chi si innamorerebbe?u.u Povera Aphrodite, in fondo è la sua natura essere sempre vittima e far vittime gli altri, In questo caso Hermes, delle sue passioni. Ancora grazie. Bacio.

Sakura2480: Non posso fare altro che ringraziare anche te per i complimenti che non hai mai smesso di farmi. Spero solo che ti sia piaciuto come i bucatini all'amatriciana XD. Bacio.

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