Momenti d'amore

di EclipseOfHeart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I°: A new white year ***
Capitolo 2: *** II°: Antico Carnevale ***
Capitolo 3: *** III°: Ricordi ***
Capitolo 4: *** IV°: Piccoli momenti di quotidianità- I° ***
Capitolo 5: *** V°: Piccoli momenti di quotidianità - II° ***



Capitolo 1
*** I°: A new white year ***


- Ragazze

 

Sera a tutti! Questa raccolta di 5 fic è dedicata alla mia amica NicoRobin92 per il suo compleanno, oggi lei fa 18 anni.

Te la dedico sperando che le mie storie ti piacciano, e ti facci un augurio grandissimo!

Queste fic sono ispirate a 5 delle sue immagini Rurobin preferite, questa è la prima che ho usato: Uploaded with ImageShack.us

 

 

 

 

 

 

 

Sì, lo so che è Giugno e sono passati 6 mesi dall’inizio dell’anno ma l’immagine diceva questo XD.

 

 

 

 

A new white year

 

 

 

- Ragazze! Ma ci pensate, sta per iniziare un nuovo anno! Un altro anno che trascorrerò in compagnia di voi dolci donzelle del mio cuore! -

- Sanji sì lo sappiamo ma ora togliti di mezzo e facci passare! – lo rimbrottò Nami tirando dai capelli il cuoco della Sunny.

- Nami-swuan sei sempre così determinata e forte! – esclamò lui in tono di venerazione. Lei sbuffò e uscì dalla cucina seguita da Robin che però si fermò sul ponte non seguendola verso il suo studio.

Guardò il mare limpido su cui la Sunny stava navigando e un brivido le passò per la schiena. Si strinse nel suo giubbotto, ovvio che faceva freddo, era il 31 Dicembre.

Robin pensò al suo anno trascorso con i suoi cari amici.

Sì ormai era da tanto che stava in loro compagnia, era tanto che aveva trovato una ragione di vivere.

E loro non avevano smesso di credere in lei ma all’inizio era stato difficile e se non fosse stato per lui chissà se l’avrebbero comunque amata e accettata.

Scosse la testa, ovvio che l’avrebbero fatto.

Però andava detto che il primo a crederle dall’inizio era stato solo Rufy, del resto solo un ragazzo totalmente imprudente e privo di buon senso avrebbe potuto credere nella sua buona fede dall’inizio.

Ed era stato soprattutto grazie a lui se era uscita viva da Enies Lobby, ovviamente era stato merito di tutti i suoi compagni ma la sua forza di volontà non ce l’aveva nessuno e nessuno avrebbe mai potuto eguagliarla.

Robin spesso immaginava il salvataggio di Rufy per Nami. La navigatrice gliel’aveva raccontato e aveva rivisto nei suoi occhi quella luce speciale che credeva di avere anche lei quando raccontava di come Rufy l’avesse aiutata.

Nami aveva tentato di spiegarle il totale senso di protezione che l’aveva avvolta quando Rufy aveva deciso di aiutarla ma alla fine le aveva detto che non riusciva ad esprimerlo totalmente.

Robin però lo capiva ugualmente, per lei era stato lo stesso.

Lei la invidiava Nami e sempre più spesso guardava con sofferta invidia il rapporto che vedeva tra lei e Rufy.

Si capiva quanto si volessero bene, litigavano ma davvero si notava palesemente tutto l’affetto tra i due, li univa un profondo legame e Robin si accorgeva in quel modo che mai lei e Rufy sarebbero stati tanto uniti.

- Robin! Fa freddo, che ci fai qui? -

La voce tuonante del cyborg la fece sussultare leggermente e si girò verso di lui.

- Franky! Mi hai colto di sorpresa. -

- Oh, non credevo fosse possibile. –

- Sono una normalissima umana anche io, in fondo. –

- A giudicare dalle tue duemila mani e dal tuo temperamento non l’avrei mai detto. –

- Quello fatto di latta qui sei tu, non io. –

- Nonostante ciò sembro più umano di te perché mi emoziono più di te. O perlomeno questo si percepisce. –

- Che vuoi dire? – chiese lei incerta su cosa ribattere.

- Io credo che le tue vere emozioni siano più forti delle mie, più rare ma molto più intense delle mie. –

- Non riesco a capirti Franky. Prima mi critichi dicendo che non sono umana e poi ritratti dicendo che le mie emozioni sono intense. –

- Ma tu non sei completamente umana, ma le tue emozioni sì. Era un discorso per farti capire che non c’è niente di male ogni tanto a esprimere anche piccole emozioni. Ora guardavi il mare ed eri triste, non disperata come a Enies Lobby, ma semplicemente triste.

Sono sicuro che se ti avessi chiesto se stavi bene mi avresti risposto di sì, pur non essendolo. –

Robin rimase in silenzio di fronte al discorso del cyborg, le sembrava un po’ illogico e sconclusionato, cosa le voleva dire Franky?

Non riusciva davvero a capirlo.

- Non capisco Franky, cosa stai cercando di dirmi? -

- Sto tentando di dirti che mostrare le tue emozioni non è segno di debolezza e che non dovresti farlo solo quando arrivi al limite. –

Franky se ne andò lasciandola lì sola nel ponte esattamente come prima che lui arrivasse, l’animo di Robin però si era agitato. Lei sapeva di non essere una persona che si apre subito e che mai lascia intravedere i suoi stati d’animo però non aveva mai pensato a questo suo atteggiamento come un fatto che la mostrasse non umana.

Era quello che pensavano di lei? Che non era umana, che era così fredda da non potere essere umana?

Quando loro ridevano e lei appena faceva un sorriso escludendosi dalla risata generale, il loro pensiero era quello?

Scosse la testa, era impossibile. Franky faceva parte della ciurma da meno tempo e forse ancora non aveva capito che la sua resistenza a mostrare emozioni era dettata solo dal suo carattere, non da un mero desiderio di non mostrarsi debole!
L’aveva detta la sciocchezza quello stupido di un cyborg!

Robin decise di andare nella biblioteca, determinata a dare un taglio a quei pensieri.

 

 

L’archeologa trascorse tutto il pomeriggio chiusa tra i suoi adorati libri. Nessun oggetto le dava emozioni tanto quanto un buon libro, le storie la immergevano in mondi fantastici e lontani, i protagonisti si spogliavano dei loro sentimenti e desideri e potevi capire tutta la complessità di ognuno di loro. In ogni libro che leggeva lei tendeva ad identificarsi immaginando posti, volti, amori e lacrime. E quando chiudeva un libro una strana malinconia le saliva, gioia per un buon lieto fine ma tristezza per aver dovuto dire addio a quelle persone che, alla fine te ne rendi veramente conto, non esistono e che mai esisteranno.

Robin si sentì decisamente più rilassata dopo la sua lettura e i dubbi che le erano venuti sembravano essere svaniti sotto la consapevolezza che mai i Mugiwara avrebbero avuto quei pensieri su di lei.

Ne era certa.

Uscì dalla biblioteca e, chiudendo la porta, incrociò il suo sorriso.

- Robin finalmente ti ho trovata! Sono le 8, il mega-cenone di Sanji ci attende! Non dobbiamo fare tardi! -

Persa nei suoi pensieri si era scordata del cenone di fine anno.

- Rufy la cena non scappa, ci attende paziente. Un po’ di ritardo non le farà dispiacere. -

- A lei no ma a me sì! –

Robin rise non riuscendo in alcun modo a trattenersi a causa della faccia di Rufy. Era così buffo anche non volendolo essere, lui era serio ma i suoi sguardi lo tradivano sempre.

E ovviamente Rufy era troppo buono per pensare che lei ridesse di lui e, quindi, cominciò a ridere anche lui benché ne ignorasse il motivo.

Forse perché trovava la sua risata bella e voleva continuasse.

Robin rideva così poco in quel modo, per una volta che lo faceva non voleva lasciarla sola.

- Oddio, solo tu sei capace di farmi ridere tanto per un’espressione del viso! - e non era l’unica cosa in cui solo lui riusciva.

- Davvero? Solo io? Forte! Ora però andiamo a cena! –

Rufy la tirò per una mano e la trascinò verso la cucina, mentre Robin silenziosamente si godeva il calore delle loro mani intrecciate.

 

Se esisteva un solo pirata che dovesse scoprire l’All blue quello doveva essere per forza Sanji Gamba nera.

La lunga tavola era imbandita di ogni pietanza immaginabile ed ognuna aveva un aspetto magnifico. Erano talmente belle che soltanto il sapere che erano addirittura più buone che belle, ti dava la forza di mangiarle.

Tutti i Mugiwara erano riuniti al tavolo mentre Sanji guardava soddisfatto il suo lungo lavoro.

- In quanto lotta fai pena, cuoco. Ma per cucinare bisogna ammettere che non hai rivali. – disse sogghignando Zoro.

- Grazie Marimo, almeno io in qualcosa io riesco bene a differenza tua che fai pena in tutto. – ribatté immediatamente Sanji.

Zoro stava per replicare quando Nami interruppe la loro litigata dando un pugno in testa ad entrambi.

- Ma vi sembra il caso di litigare pure il 31 Dicembre? Siete impossibili e peggio di due bambini! -

Sanji si prodigò immediatamente in mille scuse mentre Zoro si limitò a sbuffare.

Rufy stava già per buttarsi a capofitto nel cibo non appena era entrato nel salone e l’avrebbe fatto se non l’avessero trattenuto Usopp e Chopper.

- Rufy oggi bisogna aspettare! E’ un cenone particolare! – esclamò Chopper.

- E che avrebbe di particolare? – chiese Rufy.

Chopper e Usopp lo guardarono esasperati per poi rivolgersi, esigenti di aiuto, a Robin.

- Ti prego, tu così buona, calma, mite e paziente spiegheresti a questo tonto che giorno è oggi? – la pregò Usopp.

Robin sorrise dolcemente a Rufy per poi spiegargli la particolarità di quel giorno.

- Rufy oggi è il 31 Dicembre. E’ l’ultimo giorno dell’anno, si festeggia per celebrare l’anno vecchio e anche per propiziare l’anno nuovo. Domani anche ci sarà un mega-pranzo, perché domani sarà l’1 Gennaio, il primo giorno dell’anno nuovo. -

- Quindi oggi finisce l’anno? Oh! – disse Rufy spalancando la bocca per la sorpresa.

- Sì, per questo mangiamo tutti insieme e festeggiamo. –

Rufy stette in silenzio qualche minuto mentre tutti i Mugiwara osservavano la sua silente riflessione.

- Sì beh, però io ho fame! -

Inutile dire che tutti scoppiarono a ridere e Sanji, saggiamente, decise di dare il via alle danze.

Tutti si sedettero e iniziarono a gustare il delizioso banchetto.

Sanji aveva preparato così tanta roba che, nonostante la presenza di Rufy, erano avanzate alcune cose.

- Bene vedo che la cena è stata di vostro gusto, del resto come poteva non esserlo! – si vantò Sanji ficcandosi in bocca l’ennesima sigaretta.

- Ora non ci resta che attendere la mezzanotte! – esclamò trionfante Brook.

- La mezzanotte? E che l’aspettiamo a fare?! – ovviamente la solita domanda di Rufy non poteva mancare.

Tutti si girarono verso Robin, eh sì il compito di spiegare a Rufy toccava sempre e solo a lei.

- Per favore portatelo nel ponte a spiegarli tutto! Dobbiamo sparecchiare il tavolo e con Rufy il rischio di rompere qualsiasi cosa è alto! – pregò Nami.

Robin assentì e, seguita da Rufy, andò verso il ponte. Si era fermata e stava iniziando la sua spiegazione quando Rufy si lamentò: - Io qui ho freddo però. Non possiamo andare nella tua stanza? –

Fatta da qualunque ragazzo questa proposta poteva risultare ambigua, ma fatta da Rufy non v’era alcun dubbio che lui non avesse neanche idea del secondo fine della proposta.

Robin gli disse di sì e quindi insieme andarono verso la sua stanza. Fermati alla porta Robin sentì un brivido lungo la schiena.

Stava per fare entrare Rufy nella sua stanza e sarebbero stati solo loro due. Soli.

Si sentì fremere al pensiero, quasi fosse un suo segreto desiderio.

Lo fece entrare e lo vide dolcemente accomodarsi nel suo letto. Davvero Rufy non si rendeva conto delle azioni che faceva.

- Allora Rufy vuoi sapere perché si aspetta la mezzanotte, giusto? – chiese Robin.

- Che comodo questo letto! Altro che i nostri, Robin non posso dormire con te? – domandò ingenuamente Rufy.

Robin diventò rossa e negò subito.

- Dorme anche Nami in questa stanza e poi due amici non dormono nello stesso letto. -

- E perché no? Io e Usopp, a volte, dormiamo nello stesso letto perché io mi confondo e mi corico nel suo. –

- Ma tu e Usopp siete due maschi, è normale. Per un uomo e una donna non è una cosa comunissima. –

- Oh… Ma perché? Non capisco! Se due amici si vogliono bene che c’è di male? –

- Non c’è nessun male però solitamente sono un uomo e una donna innamorati che dormono insieme. –

- Ah ho capito! – disse Rufy trionfante.

Robin tirò un sospiro di sollievo, quella conversazione la imbarazzava molto.

- Quindi per dormire con te è sufficiente che io mi innamori di te! -

Robin sgranò gli occhi a quell’affermazione diventando di nuovo rossa vermiglia.

- Rufy! Ma cosa dici? Innamorarsi non è una cosa che puoi comandare, non lo può fare nessuno! -

Rufy si intristì e protestò come un bambino: - Io voglio dormire con te! Punto! –

Robin evitò di continuare la discussione tornando all’argomento che li aveva condotti in quella stanza.

- Rufy sai perché si aspetta la mezzanotte? -

- No. –

- Perché a mezzanotte inizia il nuovo anno ed è tradizione che lo si aspetti con i propri cari. Scoccata la mezzanotte si festeggia anche per tutta la notte per celebrare l’inizio del nuovo anno. –

- Ora ho capito, spieghi davvero bene Robin. –

Nella stanza calò il silenzio, Robin si avvicinò allo specchio e decise di cambiarsi d’abito. Indossava il solito vestitino nero e non le sembrava l’abito più adatto per iniziare l’anno nuovo. Il nero poteva rappresentare la parte oscura del suo passato ma ora c’era Rufy, c’erano i Mugiwara, c’era gioia e felicità. Ora la parte oscura era passata, l’anno vecchio stava finendo.

Andò nel suo armadio e prese un vestitino bianco.

Il bianco, la luce sarebbe stato quello il colore simbolo del suo futuro e quindi le toccava iniziare l’anno indossando un abito bianco.

- Rufy devo cambiarmi, vado un attimo in bagno. -

- Ok! –

Robin entrò nel bagno e velocemente si tolse l’abito nero per mettersi quello bianco.

Si sentì come la sua vecchia vita le fosse totalmente scivolata via dalla pelle e dalla mente.

Era tutto passato, era tutto finito.

Felice uscì dal bagno, sentendosi totalmente rinnovata e piena di gioia. Era quello lo spirito giusto con cui iniziare l’anno nuovo.

 

Sto tentando di dirti che mostrare le tue emozioni non è segno di debolezza e che non dovresti farlo solo quando arrivi al limite.

 

Si bloccò nel centro della stanza, quella frase di Franky le era tornata in mente con la forza di un colpo. I dubbi che era riuscita a fugare nel pomeriggio le tornarono a riempire la mente.

Non poteva iniziare l’anno con quei dubbi. Guardò Rufy e, in un atto totalmente impulsivo, gli chiese: - Rufy tu mi consideri umana vero? –

Rufy che stava giocando con uno degli strumenti di Nami si bloccò per guardare stranito Robin.

- Certo che sei umana, perché? -

- Io non mostro le mie emozioni come te, sembro fredda e inumana ed ho paura che a volte voi pensiate che io sia così. – confessò Robin.

Rufy si avvicinò piano e le poggiò la sua mano sopra il seno sinistro. Robin sgranò gli occhi e gli diede un pugno che lo fece volare dall’altra parte della stanza.

- Ma sei impazzito? Cosa fai! – gridò lei.

- Ma che ho fatto di male? Non è lì il cuore? A sinistra, me lo hai detto tu! – si difese Rufy.

- Il cuore? – lei restò stordita da quell’affermazione.

- Certo, volevo dimostrarti che il tuo cuore batte come il mio, hai occhi che piangono come i miei e ridi come rido io. Il fatto che non lo fai spesso è vero, però non vuol dire che non sei umana. Certo, quando lo fai diventi più bella. –

Arrossì per l’ultima affermazione e per il bellissimo discorso di Rufy. Era stato semplice ma così spontaneo da sconvolgerla.

- Sei umana come me e come tutti. – e le sorrise.

Robin lo abbracciò non trovando parole per esprimergli la sua gratitudine. Guardò l’orologio e notò che erano le 23:30, erano nella stanza da una buona mezz’ora ed era quasi mezzanotte.

- Torniamo dagli altri, ormai manca poco. -

Prima di uscire Robin prese il suo cappello bianco e se lo mise in testa.

 

Entrarono nel salone che Brook stava suonando una canzone accompagnato dalle grida di Usopp, Franky e Chopper.

Appena entrati Rufy si lanciò verso i suoi compagni e iniziò a cantare con loro. Tra canti, note e grida passò anche l’ultima mezz’ora.

- Mancano 10 secondi! Mano ai calici, miei compagni! – disse Nami prendendo il suo bicchiere di spumante e alzandolo al tetto.

Tutti la imitarono, Rufy si avvicinò a Robin e alzò il suo calice vicino a quello di lei.

Dieci…

Nove…

Otto…

- Stiamo per brindare giusto? – le chiese.

Sette…

Sei…

Cinque…

- Esatto, al nuovo anno. Vuoi brindare a qualcos’altro? - gli rispose ridendo.

Quattro!

Tre!

Due!

- Al nostro essere umani! Ci stai? -

- Sì! –

Uno!

- AUGURI! -

Un grido d’auguri si levò nel salone della Sunny, i calici alzati tintinnarono tra di loro e insieme bevettero lo champagne brindando al nuovo anno.

- Auguri di buon anno Rufy. -

- Auguri a te Robin. Sarà un anno bellissimo già lo so! –

Lei rise, stavolta insieme a tutti. Il calore dell’amicizia, dell’affetto la pervase totalmente.

Decisamente un buon inizio anno.

 

 

 

 

… - Robin non posso dormire insieme a te vero? –

- No! – esclamò lei stufa anche se alla fine pensò che non le sarebbe per niente dispiaciuto.

 

 

 

 

 

Fine della I° fanfiction.

Le altre quattro non sono strettamente legate a queste, potete leggerle tutte e 5 come one-shot indipendenti.

Credo di essere riuscita a fare un Rufy un po’ più IC in questa fic *_* Che bello! Robin è un bel personaggio da analizzare, è una personaggio su cui puoi fare delle riflessioni senza temere ogni istante di cadere nell’OOC. xD

Bene, ancora auguri a Robin-chan e spero vi sia piaciuta e che mi lasciate qualche recensione.

Per favore, lasciatemene qualcuna *-*

Ci vediamo alla prossima fic !

 

 

 

 

 

Marty De Nobili.

 

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Capitolo 2
*** II°: Antico Carnevale ***


Carnevale era una festa che piaceva moltissimo a Chopper

 

Stavolta l’immagine usata è questa: Uploaded with ImageShack.us

 

 

 

Antico Carnevale

 

 

Carnevale era una festa che piaceva moltissimo a Chopper. Il travestirsi da qualunque cosa lo riempiva d’eccitazione.

Il poter essere qualcun altro, il pensiero di preoccuparsi di quale personaggio scegliere, di come costruire il costume e gli accessori lo facevano fremere come un bambino che aspetta al sua festa. Per questo era una festa che lui aspettava con ansia e che veniva sempre festeggiata sulla Sunny.

Quell’anno a bordo avevano deciso di fare un Carnevale a tema, ovvero di vestirsi tutti in modo simile uniti sotto un unico tema: il Giappone antico.

Avevano lasciato l’ultima isola da qualche giorno e ora li attendeva un bel po’ di tempo per mare, ragion per cui le due donne della ciurma si erano molto divertite a confezionare abiti su abiti per i Mugiwara, seguiti da Chopper che le guardava con occhi scintillanti.

Con l’aiuto di alcuni libri confezionarono nove kimoni, quelli femminili erano stati i primi ad essere fatti ed erano sicuramente i più belli.

Il kimono di Nami era sui toni del rosso e del bianco, un lungo fiume era disegnato e partiva dalla manica del kimono per arrivare nel fondo. Tre lunghi nastri erano disegnati nella spalla e nella manica destra e tutto il kimono era contornato da foglie blu, gialle e rosse.

L’obi, ovvero la cintura legata alla vita, era rossa con farfalle argentee che lo decoravano.

Robin aveva optato per un kimono più semplice, era tutto color indaco, decorato con tantissimi cerchi rosa di varie dimensioni e con i bordi viola. L’obi era viola intenso con dei fiori bianchi e neri ricamati.

Per i maschi aveva confezionato kimoni molto più semplici, su toni scuri, come doveva essere per kimoni maschili.

Erano kimoni blu, neri oppure grigi. Solo per Rufy fecero un kimono su colori caldi, lo sfondo era nero ma era completamente coperto da fiori arancioni e con i bordi rossi. Cucirono anche una specie di cintura arancione.

Infine utilizzarono come accessori per i capelli dei fermagli che avevano comprato sull’isola. Entrambi avrebbero legato i capelli con la tradizionale capigliatura giapponese, Robin avrebbe circondato la fine con un filo di perline dorate e nei lati avrebbe messo un fermaglio che era una rosa rossa cui pendevano due fili di perline gialle.

Nami invece aveva in testa un grande fiore di ciliegio rosa.

Avevano anche deciso, oltre agli abiti, di creare una vera stanza in stile giapponese. Nella sala Franky aveva costruito degli shoji di colore marroncino e li aveva applicati vicino alla porta. Sanji e Zoro avevano trasportato un tavolino basso e attorno avevano appoggiato dei cuscini che rappresentavano gli Zabuton e gli Zafu, ovvero i tipici cuscini giapponesi su cui sedersi per stare tutti insieme attorno al tavolo. Infine Usopp e Chopper dopo aver supplicato Nami per ore avevano colto dei mandarini e, messi dentro una cesta, li avevano appoggiati al centro del tavolo.

- Sanji ma scusa tu cosa cucinerai? Le solite cose vero? – chiese Rufy, un giorno, vedendo tutti quegli strani cambiamenti. Temeva che gli cambiassero anche l’alimentazione.

- Beh Rufy non proprio, per te cucinerò la solita carne ma per altri dovrò preparare anche qualche piatto un po’ più tradizionale come il ramen, gli onigiri, il sashimi, i takoyaki e via dicendo. –

- Guarda che non ho detto che non mi piacciono, temevo che non mi faceste mangiare proprio! – concluse Rufy allontanandosi verso la sua adorata polena.

Sanji scosse la testa, ma chi gliel’aveva fatto fare di imbarcarsi con un soggetto del genere?

Forse era una domanda che almeno tutti si erano fatti almeno una volta ma la risposta era così immediata che non avevi modo di starci pensare più di tanto.

Sanji e gli altri trovavano la risposta nelle risate, nelle avventure folli, nelle grida, nelle tempeste, nello stare a guardare le stelle ridendo e bevendo.

Ognuno di loro inseguiva un sogno ma ormai oltre al loro avevano tutti un sogno in comune, non sarebbero stati felici se avessero realizzato solo il loro alla fine.

Avrebbero ricordato con gioia questi momenti di felicità, queste giornate passate a creare cose che sarebbero servite per solo un giorno, quei kimoni per cui Nami si era spesso punta le dita nel ricamare la stoffa.

Era quella strana euforia che ti spinge a faticare, a metterci tutto l’impegno possibile perché tutto venga bello, tutto venga perfetto.

Per passare insieme una giornata particolare.

A Carnevale tutti ci mascheriamo, fingiamo di essere chi non siamo invece loro stavolta avevano optato per essere sempre loro, solo un po’ più antichi.

 

La mattina di Carnevale infine arrivò. Il tempo aveva deciso di essere buono e il mare di essere calmo.

Ed era buono anche perché correre da una parte all’altra della nave perché c’è una tempesta in corso con i kimoni sarebbe stato molto complicato.

Sanji preparò piatti tipici per tutta la mattina mentre Franky e Usopp rifinivano la sala. Brook si era esercitato tutti i giorni per tentare di suonare una vecchissima canzone giapponese che ricordava gli avesse insegnato un suo vecchio amico ai tempi di quando era un uomo.

Poco prima di pranzo le due donne consegnarono a tutti i loro kimoni di modo che la festa potesse avere inizio.

Nami e Robin li indossarono e a vicenda si acconciarono i capelli. Inutile specificare che con quei vestiti stavano benissimo, emanavano quasi un’aura di mistero.

I ragazzi stavano molto bene soprattutto Rufy il cui kimono spiccava per i colori. Si riunirono tutti attorno al tavolo e dopo essersi guardati scoppiarono tutti a ridere.

Solo loro potevano inventarsi una cosa del genere!

Sanji portò al tavolo tutte le pietanze e iniziarono il pranzo.

- Dai quest’idea alla fine non è stata tanto male! - commentò Robin.

- Ma quale male, siamo stati bravissimi! Voi poi siete state superlative nel cucire i kimoni! – esclamò Chopper con gli occhi che brillavano di euforia.

- Ovvio che loro state divine, poi con questi kimoni addosso sembrate due imperatrici, mie amate sirene! – disse Sanji al suo solito.

- Ragazzi finito il pranzo vi suonerò la mia canzone! Yohoho! Finalmente stamattina sono riuscito a ricordarmi perfettamente tutte le note e gli accordi! –

- Bravo Brook, sapevo che ci saresti riuscito! – concluse Rufy mangiando l’ennesimo onigiri.

 

Finito il pranzo Brook prese il suo strumento e iniziò a suonare la melodia. Era una melodia rilassante e che sapeva di antico. Nami e Robin si alzarono e presero a ballare intorno a Brook come avrebbero fatto le antiche donne giapponesi.

I ragazzi risero e poi iniziarono tutti a ballare come gli antichi giapponesi, tutti eccetto Zoro che li guardava seccato.

- Ma invece di fare quella faccia da brontolone perché non vieni e balli? – gli chiese Nami tirandolo da un braccio.

- Ma non ho la minima voglia di perdere tempo in questo modo! – la scostò lui bruscamente.

- Scemenze! La verità è che tu non sai muovere un passo! – sogghignò lei.

Lui arrossì debolmente e non rispose alla provocazione.

- Dai, vieni! Ti aiuterò io, in fondo mica stiamo eseguendo una vera danza! – lo pregò lei.

Zoro si alzò e, imbarazzato, la seguì vicino a Brook.

 

Il pomeriggio passò così tra balli, risa e canti. Alla fine bisognava decidere chi avrebbe rimesso tutto a posto. Per ordine categorico di Sanji le donne erano escluse, quindi bisognava scegliere tra i ragazzi che però non sembravano intenzionati a mettersi d’accordo in alcun modo.

Nami, esasperata, prese una bottiglia vuota e la poggiò al centro del tavolo dove i ragazzi stavano discutendo.

- Facciamo decidere la sorte, sono stufa delle vostre voci! -

Nami fece girare la bottiglia che dopo due giri si fermò indicando la faccia assonnata di Rufy che, per nulla interessato a quella discussione, si stava per addormentare.

- Rufy! Devi farle tu le pulizie! -

A quel richiamo il capitano alzò la testa contrariato.

- Da solo??? No! Non voglio fare tutto da solo! – si lamentò lui.

- Se c’è qualcuno disposto ad aiutarti bene, sennò dovrai fare tutto da solo, è stato il fato a sceglierti! – sentenziò Nami e puntando un dito al cielo come se veramente fosse stata una scelta divina.

Ovviamente nessuno dei ragazzi si era offerto di aiutarlo, anzi si erano tutti dileguati velocemente.

- Begli amici! – sbuffò lui.

- Rufy ti do una mano io, se vuoi. – disse improvvisamente Robin, guardandolo dolcemente.

Lui la guardò con occhi riconoscenti e la ringraziò.

- Robin ma no, tranquilla. -

- Rufy smettila. –

Lui tacque e iniziarono a ripulire la stanza, cominciarono a togliere le pareti di legno mentre Robin sparecchiava il tavolo.

Il fermaglio a forma di rosa cadde dalla testa di Robin e lei non riuscì più a infilarselo per bene tra i capelli, quindi chiamò Rufy.

- Rufy mettitelo tu in testa, che non riesco a rimetterlo nei miei capelli. -

Dolcemente lo prese e glielo infilò tra i capelli corvini guardando i suoi occhi scuri che la fissavano.

- Che c’è? – chiese lei piano.

- Stai meglio con i capelli sciolti per me. – le disse lui.

- Così non sto bene? – chiese lei intristita.

- Tu stai sempre bene, era solo un mio commento, non farci caso. –

Rufy si ritrasse per dietro e il suo piede si impigliò in uno dei cuscini per terra, per evitare di cadere per dietro Rufy spinse il suo corpo in avanti con il risultato però di sbilanciarsi e cadere davanti trascinandosi pure Robin.

Robin si ritrovò a terra tra i cuscini mentre sopra di lei c’era Rufy a un centimetro dal suo viso.

Lei arrossì per la vicinanza al viso di lui mentre Rufy balbettava qualche scusa.

Si sarebbe dovuto alzare lui ma gli occhi chiari di lei lo tenevano fermo al suolo e sentire il corpo di lei che combaciava con quello suo era una sensazione per nulla spiacevole.

- Ma insomma, quanto tempo ci vuole a pul…! - esclamò Nami entrando nella stanza per poi bloccarsi vedendo in che posizione erano i due.

Sgranò gli occhi per poi gridare: - Ma cosa state facendo voi due?!

Guardò scandalizzata Robin che era arrossita e Rufy che velocemente si era alzato da sopra Robin.

- Non abbiamo fatto niente di male! – ribatté Robin alzandosi.

- Le sono inciampato addosso, che cosa stavamo facendo secondo te? – chiese Rufy.

Nami lo fulminò con un’occhiata: - Le sei caduto addosso? Chissà perché credo che tu non ti stavi per rialzare però! –

- Nami davvero non è successo nulla, ora finiamo di sistemare e vi raggiungiamo. – le disse Robin.

Nami assentì e uscì con gi occhi ancora sorpresi e stupiti.

Non credeva Rufy capace di certi comportamenti.

Alla fine rise, in fondo Rufy e Robin non sarebbero stati una coppietta per niente male.

 

 

 

 

 

Fine della II° fic!

NicoRobin (l’utente) ti odio sappilo! XD Questa immagine è difficilissima perché è evidente che i due non sono lì per sbaglio o perché lui ci è inciampato sopra!

Poi sono in abiti tradizionali quindi o facevo un AU ambientata in Giappone e non mi andava, quindi ho pensato a quest’espediente del Carnevale e della festa a tema.

I Mugiwara sono folli quindi perché no?

Ti ho inserito anche un piccolo spiraglio Zonami qui xD.

Un bacio!

Lasciatemi tanti commentini please :P

 

 

 

Marty De Nobili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

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Capitolo 3
*** III°: Ricordi ***


L’immagine per questa fic è questa:

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Ricordi

 

 

 

 

A volte durante la notte il ricordo di quella straziante giornata torna a farmi visita. La sofferenza, il dolore, le lacrime sono vividi nella mia memoria e non credo che riuscirò mai ad eliminarle. Fortunatamente in quel ricordo c’è anche lui.

Ci sono loro, i miei adorati compagni.

Mi hanno aiutato in ogni modo fosse loro consentito e anche di più.

Vederli lì su quel tetto tutti uniti e vicini mi aveva sconvolta. Non avevo mai provato l’amore e l’affetto di una ciurma, non sapevo che per loro quel gesto era normale, ovvio.

Nessun compagno non andava salvato, per ognuno il prezzo da pagare poteva essere anche la vita.

Ma l’aspetto più stupefacente è quanto loro mi considerassero compagna, ero una di loro.

La prima volta che ero salita a bordo avevo letto negli occhi di tutti – tranne nei suoi – la diffidenza ovvia e naturale.

Ero una nemica.

Quando è stato il momento che hanno smesso di considerarmi tale e sono diventata una compagna?

In quale istante sono entrata nel loro magnifico mondo?

Vederli lì, pronti a tutto, era stata un’emozione fortissima.

Ho capito quanto anche il mio animo fosse mutato, quanto io volessi essere una di loro.

Non volevo vederli soffrire e per questo li pregai di andarsene.

Poi il suo urlo.

 

Dimmi che vuoi vivere!

 

E’ stato come se mi avessero dato un pugno fortissimo, è stato come sentirmi rinascere.

Io potevo vivere?

Avevo trovato un posto nel mondo in cui vivere? Non semplicemente esistere, ma vivere.

Mi avevano avvolta con il loro calore e l’urlo di Rufy mi aveva fatto ricominciare a desiderare, mi aveva fatto ricominciare a credere che non era un crimine il mio contino respirare.

Avevo trovato persone che mi volevano bene, che volevano che vivessi e stessi con loro.

Non avevo più provato dai tempi di Saul quel calore e quell’affetto tipico degli amici.

L’avevo dimenticato.

Ormai credevo che non fosse un sentimento che dovesse riguardarmi.

Se vivere era già di per sé un crimine non avevo diritto a nessuna felicità.

Eppure loro mi avevano dimostrato che così non era e allora sì!

 

Io voglio VIVERE! Portatemi con voi lungo i mari!

 

Quell’urlo è stato fatto con tutta me stessa, c’era ogni singola parte del mio corpo e della mia anima che urlava.

Avevo diritto anche io alla vita.

Volevo vivere e volevo farlo insieme a loro, insieme a lui.

Rufy…

Se non ci fosse stato lui io chissà dove sarei ora. E’ grazie a lui se ancora i miei occhi vedono il sole e il mio naso sente l’aria marina.

E’ grazie a lui che ho trovato la mia ragione di vita, è vero ho sempre avuto un obiettivo nella mia esistenza ma non avevo fino ad allora una ragione per vivere.

Qualcosa che mi facesse andare avanti, quella forza che ti risolleva quando cadi.

Quella forza sei diventato tu.

Tu che non te rendi neanche conto di quanto sei diventato importante per me.

E a me non importa che non te ne rendi conto, basta che tu continui a esserci.

Ormai io ho bisogno di te.

 

 

 

Fine della III° fic!

Dai ormai siete a metà dell’opera XD Beh l’immagine non poteva che ispirarmi questo, un ricordo. E le varie riflessioni su di esso.

Robin è un bel personaggio da analizzare, mi sono trovata a mio agio con la prima persona. Una cosa difficilissima da fare con un Rufy o con Zoro, per esempio.

Bene, spero vi sia piaciuta =D

Voglio recensioniiiiiiiiiiiiii! XD

Un bacio.

 

 

 

Marty De Nobili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** IV°: Piccoli momenti di quotidianità- I° ***


Bene siamo arrivati alle ultime due storie, queste due fic sono legate e per questo saranno più brevi

Bene siamo arrivati alle ultime due storie, queste due fic sono legate e per questo saranno più brevi. Diciamo che le immagini più impegnative sono state le prime due, queste due sono piccoli momenti =)

Importante premessa: Rufy e Robin stanno insieme in queste due fic.

Si sono messi dopo qualcuna delle mie fic prendetela così u.u.

Buona lettura!

L’immagine è questa: Uploaded with ImageShack.us

 

 

 

 

 

Piccoli momenti di quotidianità- I°

 

 

- Robin! -

Un tranquillo pomeriggio sulla Sunny fu improvvisamente interrotto dalla voce squillante di Nami che chiamava a gran voce l’archeologa della Sunny.

Robin uscì di fretta dalla biblioteca per dirigersi verso i mandarini di Nami poiché la navigatrice era lì che curava i suoi amati frutti.

- Nami, cosa succede? -

La navigatrice, sentendo la voce dell’amica, si girà con la faccia esasperata e arrabbiata.

- Succede che il tuo carissimo fidanzatino mi ha rubato di nuovo ben TRE mandarini! Robin! – gridò Nami furibonda.

Robin ridacchiò mentalmente facendo in modo che la sua risata non venisse notata da Nami.

- Ma perché ti lamenti con me? Io cosa posso farci? – rispose l’archeologa.

- Sei la sua fidanzata! Cerca di educarlo un po’! –

- Sai meglio di me che è impossibile! –

Nami non rispose costatando al veridicità delle sue parole. Era impossibile cambiare Rufy, nulla, neanche l’amore, avrebbe potuto.

Nami si calmò e tutta la sua rabbia scemò, rivolse a Robin uno sguardo dolce per poi chiederle: - Robin ma com’è essere la fidanzata del capitano? –

Robin si girò stupita per la domanda insolita dell’amica.

Essere la donna del capitano, di Rufy.

- E’ strano. Bellissimo, ma non si può dire che il nostro sia uno stare insieme normale. -

- Immagino! Con un ragazzo del genere come può essere la vita di coppia! –

- Sai non è male come ti potrebbe sembrare, lui è molto dolce nei miei confronti. Io amo stare vicino a lui, in sua compagnia. A voi forse sembrerà strano che, insomma, il vostro Rufy sia innamorato. –

- Sì molto strano. Non ti nascondo che quando l’ho saputo sono rimasta sinceramente stupita, non mi ero mai accorta che i vostri affetti fossero a quel punto! –

- Ma neanche ho mai pensato che potessi essere ricambiata e sinceramente non mi ero neanche resa conto della grandezza del mio affetto. –

Nami annuì felice per i suoi due grandi amici.

- Sono davvero contenta per voi, anche se non capisco davvero come lo sopporti certe volte. -

- Non dico che lo sopporto sempre, a volte riesce a far infuriare persino me. Il fatto è che lui riesce sempre a farsi perdonare, non passano pochi minuti che lui non so come si è già conquistato il mio perdono. –

- L’ho sempre detto che Rufy ha troppa fortuna! –

Robin fece un sorriso. – Una volta, per esempio, avevamo battibeccato e io ero uscita infastidita dalla stanza ed ero sporta nel balcone che dà sulla nave e davanti a me c’era l’albero maestro. Stavo guardando il mare, ripensando alla discussione quando – non so come ho fatto non accorgermene – ho sentito le sue labbra che premevano sulle mie. Era salito sull’albero maestro e aggrappato si era sporto per darmi un bacio.

Poi si era distaccato e mi aveva detto : “Sei bella quando guardi il mare.”

Ed era sceso. E io sono rimasta lì ferma tutto il tempo, arrossendo mentre lui mi baciava. –

Nami rise forte, prese uno dei suoi mandarini e lo lanciò verso Robin che lo prese al volo con una mano che sbucò dal nulla.

- Ma sentilo! Non lo credevo così dolce e premuroso! -

- Beh questi sono nostri piccoli momenti. –

Nami le schiacciò l’occhiolino con intesa: - Certo, i vostri piccoli momenti di quotidianità! –

 

 

 

 

Fine della IV° fic!

Ora c’è l’ultimaaaa *rullo di tamburi*

XD.

Bene, beh l’immagine poteva essere descritta solo come un momento a sé, non riuscivo a immaginarci una storia lunghissima attorno. Ho preferito vederlo per quello che era, un piccolo momento del loro quotidiano stare insieme.

Un bacio e ora vi aspetta l’ultima! :*

 

 

 

 

 

Marty De Nobili.

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** V°: Piccoli momenti di quotidianità - II° ***


Bene siamo alla conclusione

Bene siamo alla conclusione! Per chiunque sia ancora sopravvissuto fino a questo capitolo gli faccio le mie più sentite congratulazioni, sopportarmi per cinque volte è davvero difficile. xD

Ovviamente, come già spiegato nell’altra fic, questa è legata alla IV° nel senso che Rufy e Robin stanno insieme.

Buona lettura.

L’immagine è questa: Uploaded with ImageShack.us

 

 

 

 

 

 

Piccoli momenti di quotidianità - II°

 

 

Rufy era comodamente seduto sulla polena della Sunny e avrebbe continuato nella sua piacevole – e soprattutto impegnativa e faticosa – attività se un pugno in testa non l’avesse fatto saltare e per poco volare nel mare.

Contrariato si girò verso la mano del suo compagno per scoprire che era Zoro. Strano, aveva pensato fosse Nami.

Scese dalla polena e infine costatò però che era impossibile fosse Nami, lei ci avrebbe messo più forza mentre Zoro aveva tentato di essere delicato.

- Cosa vuoi Zoro? C’era bisogno di picchiarmi? -

- Credevo dormissi, e se dormivi non c’era altra scelta che usare le mani. – rispose Zoro pacamente.

- Beh, che c’è di così importante da interrompere il mio sonnellino? –

- Devi aiutarmi, a causa dell’ultima tempesta quando la nave stava per capovolgersi sono caduti tutti i libri della biblioteca a terra. Nami e Robin ovviamente non lavorano, Sanji sta cucinando, Chopper sta sistemando i suoi medicinali, Usopp, Franky e Brook stanno riparando un pezzo della nave. Io mi stavo allenando quando quell’isterica di Nami è venuta gridando che dovevo rimettere a posto i libri e io pretendo il tuo aiuto. –

Zoro spiegò tutta la situazione a Rufy mentre lo trascinava verso la biblioteca. Non aveva neanche ascoltato la risposta di Rufy in quanto Zoro non chiedeva aiuto, lo pretendeva.

Rufy entrò nella stanza guardando tutti i libri ammucchiati uno sopra l’altro e il lungo lavoro che li attendeva.

- Mamma quanti sono! Quando finiremo?! – esclamò Rufy.

- Prima iniziamo, prima finiamo. – concluse Zoro tirando fuori dalla tasca un foglio dove c’erano scritti in quale ordine andassero i libri.

- E’ stata la tua ragazza a farlo, per complicarci ulteriormente il lavoro. Non basta raccoglierli e posarli, no, ogni libro deve stare posato nel giusto angolo nella giusta sezione! – si lamentò Zoro mostrando il foglietto a Rufy.

- Lei è sempre precisa, non sarebbe da lei non aver fatto una cosa del genere. –

- Già… Si ricordava ogni singolo libro dove andasse messo! –

- Ovvio, lei ama questo posto. –

Rufy e Zoro continuarono il lavoro in silenzio finché Rufy non attirò l’attenzione di Zoro alzando un libro.

- Guarda questo libro me lo stava leggendo Robin l’altra volta. -

Zoro si avvicinò per leggere il titolo: Cime tempestose di E. Bronte.

- Robin ti stava leggendo un libro del genere? Ma non ci sono figure ed è pure lungo! – disse Zoro in tono sorpreso.

- Zoro è un libro bellissimo, è una storia d’amore, lei si chiama Catherine, lui non riesco mai a dire il nome. –

- Oh Rufy sei impossibile! –

- Guarda, c’è ancora il suo segno! –

Rufy mostrò a Zoro il segnetto che aveva lasciato sul libro per indicare il punto dove si erano fermati.

- C’era una bella scritta qui, se ricordo bene. -

Robin aveva fatto una piccola sottolineatura a matita su una frase:

 

I miei più grandi dolori sono stati i dolori di Heathcliff,e tutti li ho conosciuti e provati fin dal principio; è lui la mia ragione di vita. Se tutto il resto perisse, tranne lui, continuerei a esistere; e se tutto il resto rimanesse e lui fosse annientato, l'universo mi sarebbe estraneo. Non ne farei più parte.

Il mio amore per Linton è simile alle foglie dei boschi. So che il tempo lo muterà, come l'inverno muta gli alberi... Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne sotto di noi... Una sorgente di gioia poco visibile, ma necessaria.

 

- Molto romantica la tua Robin! – commentò Zoro leggendo quelle frasi sdolcinate.

- Sì è molto sensibile! Anche se non me la ricordavo tutta, devo essermi addormentato come al solito! – disse Rufy ridendo.

Zoro scoppiò a ridere, del resto era davvero impossibile che Rufy restasse attento ad ascoltare Robin che leggeva un libro!

- Ma se ti addormenti perché continui a chiederle di leggerti? Povera! – chiese Zoro.

- Perché mi piace il suono della sua voce, perché quando mi legge noi siamo sempre seduti nella stessa posizione. Io contro il muro e lei contro di me che legge. Io appoggio la testa su di lei e la ascolto.

E’ vero mi addormento ma io la sento lo stesso, la sento sempre.

Poi c’è il suono della sua voce e inoltre mi piace sentire il suo profumo. Ecco perché non le chiedo di smettere. –

Zoro restò ammutolito dal discorso dell’amico.

- Rufy era un discorso serio. – non era una domanda, ma era un’affermazione.

- Sì, era serio. Senti Zoro tutto questo parlare e lavorare mi ha fatto venire fame, andiamo a mangiare? – chiese poi Rufy guardando l’amico supplicante.

- Ahaha, non c’è niente da fare! Nulla può cambiarti, amico! E forse è meglio così! Però comunque dovrò complimentarmi con Robin, riuscire che tu senta la lettura di un libro è un’impresa davvero ardua! –

- Ardua? – chiese Rufy stranito.

- Difficile! – borbottò seccato Zoro.

- Ma lei è Robin, può tutto! –

I due uscirono dalla biblioteca per andarono dal cuoco a chiedere cibo.

Cime tempestose era rimasto sulla scrivania, non c’era bisogno di posarlo. Domani Robin l’avrebbe ripreso per continuarne la lettura con Rufy, per riprendere un loro altro piccolo momento di quotidianità.

 

 

 

 

Fine!

 

Bene sono arrivata alla conclusione del mio faticoso lavoro. Spero che le mie storie ti siano piaciute! Visto che l’altro momento era stato visto da Robin, questo ho pensato di farlo rivivere da Rufy.

Spero di aver utilizzato bene le immagini e che questa sorpresa ti sia stata gradita amica!

 

Ancora Tantissimi Auguri mia cara Robin! Ora sono 18, goditeli appieno!

 

Un bacione enorme!
Commentini please xD

A prestoooo!

 

 

 

 

Marty De Nobili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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