1 - Un Babbano ad Hogwarts

di Heinrich von Larsen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo (da leggere sia per coloro che l'hanno già letta sia per gli amministratori) ***
Capitolo 2: *** Inizio ***
Capitolo 3: *** UNA GIORNATA COME TANTE ALTRE ***
Capitolo 4: *** DIAGON ALLEY ***
Capitolo 5: *** INIZIANO LE LEZIONI ***
Capitolo 6: *** IL PLATANO PICCHIATORE ***
Capitolo 7: *** LE TRE SCUOLE ***
Capitolo 8: *** DUBBI ***
Capitolo 9: *** LEGILIMENS… ANCORA DUBBI!!! ***
Capitolo 10: *** IL NUMERO 12 DI GRIMMAULD PLACE ***
Capitolo 11: *** L’ORDINE DELLA FENICE ***
Capitolo 12: *** IL RIFLESSO OLTRE LO SPECCHIO ***
Capitolo 13: *** BACK HOME ***
Capitolo 14: *** ANALISI E LOGISTICA ***
Capitolo 15: *** La stanza delle necessità. ***
Capitolo 16: *** QUATTRO N.O.T.I.Z.I.E. E QUATTRO V.E.R.S.I. ***
Capitolo 17: *** LA TANA… NATALE DAI WEASLEY ***
Capitolo 18: *** UN NATALE SCOPPIETTANTE ***
Capitolo 19: *** HOGWARTS È VISIBILE ***
Capitolo 20: *** L’ETERNITA’ DI UN SECONDO ***
Capitolo 21: *** ADESSO BASTA!!! ***
Capitolo 22: *** EXPECTO PROTEGUS GORGIANUS ***
Capitolo 23: *** IL CASTELLO CEDE! ***
Capitolo 24: *** L’ULTIMA STANZA!!! ***
Capitolo 25: *** LA QUINTA TORRE!!! ***
Capitolo 26: *** IL BASILISCO ***
Capitolo 27: *** Unicorni ***
Capitolo 28: *** HORIGANIUM VULGARIS E ALLIUM SATIVUM ***
Capitolo 29: *** EPILOGO ***
Capitolo 30: *** EPILOGO N.2 ***
Capitolo 31: *** recensioni ***



Capitolo 1
*** Prologo (da leggere sia per coloro che l'hanno già letta sia per gli amministratori) ***


capitolo 00
Prologo

Carissimi amici, ciò che state per leggere (per la sconda volta) è la versione aggiornata del racconto.
Mi scuso con coloro che hanno incoiciato al eggere l'altro racconto sui vampiri , ma non li ho abbandonati solo che dovevo risolvere i problemi presenti in questo racconto, e trovare il tempo di fare al lettore alcune promesse di racconti futuri.
Come avrete notato ho lasciato il vecchio racconto in modo che possiate darimi dei giudizi di paragone.


Per gli amministratori:
se, come temo, il vari capitoli dovessero rientrare nella categoria 'html pesante' ditemelo subito e provvederò

Grazie e buona lettura

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Capitolo 2
*** Inizio ***


CAPITOLO 0 Nell’universo Marvel c’è un personaggio di nome Uatu che si fa chiamare l’Osservatore e spesso questo personaggio mostrava avventure di eroi già raccontate sotto un altro aspetto. Mostrare il risultato di scelte alternative.  Per questa storia, mi è piaciuta l’idea di poter giocare per un attimo nel ruolo di Uatu e raccontare una storia, con una premessa assurda. Un non mago (babbano) in terra di maghi. Navigando nel sito ufficiale della “mamma” del maghetto più famoso del mondo, mi sono imbattuto in questa domanda:”Volevo sapere se le mie idee sono state utilizzate” e la risposta “Mi dispiace, ma la trama della storia è già pensata in ogni particolare che non è stato possibile inserirle.” Nel mondo creato da J. K. Rowling maghi e babbani, convivono sotto lo stesso sole. I maghi, con i loro simpatici tentativi di mimetizzarsi nel mondo dei babbani ignari della loro esistenza, nessun babbano interagisce con il mondo magico a meno che non si uniscono un mago e un babbano, oppure non nasce un figlio dotato di poteri da una coppia di babbani.

 

Ma… se un giorno per qualche strano motivo, un babbano entrasse nella più rinomata scuola di magia del mondo, che succederebbe?

 

Mettevi comodi, che cercherò di raccontarla.

 

Un babbano ad Hogwarts

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La storia racconta che, fin da molto prima che la scuola di magia di Hogwarts esistesse, i maghi hanno sempre vissuto gli uni all’insaputa delle persone normali, i non-maghi.

Naturalmente le vere streghe e i veri maghi erano in grado di sfuggire al rogo, al ceppo e al capestro.

Nel Medioevo, i non-maghi (comunemente noti come Babbani) nutrivano un particolare timore per la magia, ma non erano molto abili nel riconoscerla e nelle rare occasioni in cui catturavano una vera strega o un vero mago, i roghi non avevano comunque alcun effetto.

La strega o il mago eseguivano un semplice Incantesimo Freddafiamma e poi fingevano di urlare di dolore mentre in realtà provavano una piacevole sensazione di solletico; si racconta che Guendalina la Guercia era così contenta di farsi bruciare che si lasciò catturare ben 47 volte sotto vari travestimenti.

 Tuttavia, alcune esecuzioni ebbero effettiva­mente luogo: Sir Nicholas de Mimsy-Porpington (un mago del­la corte reale durante la vita, e durante la morte fantasma della Torre di Grifondoro) fu privato della propria bacchetta prima di venire rinchiuso in una segreta e si trovò quindi nell'impos­sibilità di sfuggire alla morte.

Le famiglie di maghi rischiavano di perdere i giovani rampolli che, per la loro inca­pacità di controllare la magia, si facevano notare dai cacciatori di streghe Babbani.

Memori di ciò che successe durante i tempi bui in cui la persecuzione di streghe e maghi si stava diffon­dendo per tutta Europa.

Molti rappresentanti della comunità magica ritenevano, e a ragione, che pra­ticare un sortilegio sul maiale ammalato del vicino Babbano equivalesse a raccogliere la legna della propria pira.

 «Che i Babbani se la cavino senza di noi!» fu il motto che accompagnò il progressivo allontanamento dei maghi dai fratelli Babbani, ten­denza culminata con l'istituzione dello Statuto In­ternazionale della Segretezza Magica del 1689, al­lorché i maghi decisero di entrare volontariamente in clandestinità.

Sebbene i due universi vivano sotto lo stesso cielo, i maghi cercano sempre di tenere celata la loro presenza per cui…

 

 

Gli eventi qui contenuti…

  

NON SONO MAI ACCADUTI !!!

Tutto ebbe inizio Mille anni prima.

Quando il castello, fu finito di costruire, i quattro si riunirono, in quella che nel futuro sarà la sala comune quattro fondatori discussero su due fatti importanti: le case e il metodo delle assegnazioni.
Quattro torri per i quattro fondatori, ma Salazar scelse diversamente.
Scese le segrete, e li costruì la sua casa.
Gli altri tre fondatori, rimasero basiti nella scelta ma rispettarono la sua decisione e nella torre che rimase libera venne deciso che li sarebbe stato l’ufficio del preside, la vera estensione del castello.
All’inizio, la scelta degli allievi veniva fatta direttamente dai fondatori.
Grifondoro sceglieva per coraggio, audacia e rispetto.
Corvonero per intelligenza e volontà di sapere.
Tassorosso lealtà, costanza e la capacità di portare a termine anche i compiti più terribili.
Ma l’unico che non seguiva i criteri “nobili” era Salazar che era fissato con il fatto della purezza del sangue ambizione e furbizia.
Gli altri fondatori, a torto o a ragione ritenevano che le qualità scelte da Salazar stesso non rispecchiassero le vere qualità per un mago.
Un vero mago segue nobili ideali e non il potere fino a se stesso, ottenuto con furbizia e ambizione.
Non a caso nei tempi successivi tutti i maghi usciti dalla casa di Serpeverde hanno sempre creato problemi.

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Capitolo 3
*** UNA GIORNATA COME TANTE ALTRE ***


CAPITOLO 1

C A P I T O L O 1

UNA GIORNATA COME TANTE ALTRE

 

Era un’uggiosa giornata di fine settembre, meno male che il bollettino meteorologico aveva previsto “… per tutta la settimana, sole su tutta Roma…”, quando tornando dall’ufficio, mi accorsi che c’era della posta, le solite reclame… e una strana busta pergamenata con sopra uno stemma con 4 animali e una scritta”Draco Dormiens Nunquam Titillandus (non svegliare il drago che dorme)” ma non era il cane? Pensai. Sul retro solo il mio indirizzo e nessuna traccia del mittente.

Aperta, la busta mi ritrovai a leggere quanto segue:

 

SCUOLA di MAGIA e STREGONERIA di HOGWARTS

 

Direttore: Albus Silente

(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo del Wizengamot, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. dei Maghi)

 

 Caro Mr Etrange',

 siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.

 I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

 

 Con ossequi,

 Minerva McGranitt Vicedirettrice

 

L’altro foglio

 

SCUOLA di MAGIA e STREGONERIA di HOGWARTS

 Uniforme

 Gli studenti del primo anno dovranno avere:

 Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)

 Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno

 Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)

 Un mantello invernale (nero con alamari d'argento)

N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.

 

 Libri di testo

 Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:

 Storia della Magia, di Bathilda Bath

 Teoria della Magia, di Adalbert Incant

 Guida pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott

 Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore

 Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus

 Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamandro

 Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione, di Dante Tremante

 

 Altri accessori

 1 bacchetta magica

 1 calderone (in peltro, misura standard 2)

 1 set di provette di vetro o cristallo

 1 telescopio

 1 bilancia d'ottone

 Gli allievi possono portare anche un gufo, oppure un gatto, oppure un rospo.

 Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non e' consentito l'uso di manici di scopa personali.

 

Mi vennero in mente molte cose che si possono fare con un manico di scopa, ma niente che potesse giustificare “l’uso di manici di scopa personali”. “Risposta via gufo”…io ho il fax, andrà bene lo stesso? Per un momento fantasticai sull’eccentricità di quella scuola, prima di buttare nel secchio quella busta.

Sghignazzai per tutta la serata che la ”mistica” scuola di magia mandasse corsi di per corrispondenza, dove aprivi la busta e POF in una nuvola di fumo compariva una specie di ologramma fatato che con calda voce suadente diceva:

“Hai problemi ad eseguire incantesimi, anche quelli più semplici? Non vi sentite sicuri con al vostra bacchetta? Vi prendono in giro per le vostre pozioni o incantesimi ? (squillo di trombe con scoppiettanti piccoli effetti pirotecnici) ta dah… ecco per per voi Spell For Dummies il vostro corso di magia per corrispondenza magica. Yeah” per poi sparire con un secondo POF lasciando la stanza piena di fumo e in testa una marea di dubbi, sul fatto se si è ecceduti con le patatine alla paprika o, se per caso la combinazione di Nachos al peperoncino con aggiunta di salsa cili e whisky di malto non abbia prodotto nello stomaco una reazione termochimica tale da eguagliare il più potente gotto esplosivo pangalattico.1

 

In piena vena goliardica Nicholas decise di perdere tempo buttando un paio di righe.

“Egregia Madame Mc Crickett.” sbagliò apposta il nome “Sono molto contento di aver ricevuto la vostra lettera ma francamente far uscire un coniglio da un cilindro non è tra le mie necessità attuali. Non mi interessa il vostro corso di magie per corrispondenza, con simpatico regalino annesso. Non so che farmene di un corso di magia dello Spell For Dummies.”

Imbustaò la lettera, scrisse sopra HOGWARTS aprì la finestra e disse a voce alta.

“Lettera pronta per la spedizione dov’è il guf…” non terminanò la frase.

Una cosa bianca vagamente somigliante ad una civetta uscì, o meglio, si materializzò dalle tenebre, gli strappò la lettera dalla mano per poi sparire come era venuta.

Nicholas rimase basito, e per dieci minuti buoni, immobile in una scadente imitazione della statua della libertà.

Passò circa un ora quando dalla finestra ancora aperta, rientrò la civetta e depositò una lettera scarlatta. Il destinatario si rigirò la lettera più volte tra le mani, inquietanti piccoli rivoli di fumo incominciarono ad uscire dai lati, con mani tremanti cercò di aprirla.

 “SIGNOR ETRANGE’” La lettera, era adesso sospesa a mezz’aria, e il lembo aperto si comportava come una bocca e stava urlando “ COME SI PERMETTE DI OFFENDERE L’ONORE DELLA SCUOLA…”, preso dallo spavento, saltò indietro, prese dalla scrivania la sua pistola e urlò incominciando a sparare alla lettera che esplose in una fiammata.

 

I vicini hanno sentito?

Come spiego alle autorità, che mi stavo difendendo da una indemoniata lettera urlante, portata da una civetta?

 

Questa e altre mille domande incominciarono a vorticare nel suo cervello, decise di andare a dormire, ma quella notte non chiuse occhio.

 

Il giorno dopo, andando in ufficio, al ministero della marina, stranamente era nervoso, paranoico. Ma era tutta illusione e passarono cinque giorni tranquilli… troppo tranquilli!

 

Vennero recapitate altre 5 buste...

 

 

Per tutta la settimana Nicholas non riuscì a dormire tranquillo, gli eventi della lettera scarlatta lo aveva scosso a tal punto, che aveva preso l’abitudine di dormire con la pistola.

La sesta notte, dall’arrivo della prima lettera, Nicolas era riuscito a prendere sonno, senza troppe difficoltà quando ad un certo punto da fuori, con un debolissimo POP, una figura ammantata comparve all’improvviso a pochi metri dalla porta d’ingresso.

La figura si guardò in torno, con passi lenti e sicuri si avvicinò alla porta.

Da una delle pieghe del mantello, tirò fuori un bastoncino lungo si e no una trentina di centimetri, diede tre leggeri colpi mugugnando qualcosa, e la porta come per magia si aprì.

Silenziosamente la figura entrò in casa.

Diresse la punta della bacchetta in alto, e biascicata ancora qualcosa di incomprensibile, dalla bacchetta scaturì una luce fioca, ma sufficiente a fare vedere l’ambiente circostante.

Lentamente, la figura passò a setaccio tutte le stanze fino a trovare la stanza a letto dove dormiva, il motivo di quella visita tanto strana.

L’uomo si distrasse un attimo, il tempo di togliersi il cappuccio del mantello e… il letto ora era vuoto.

Un sinistro click, dietro di lui attirò l’attenzione dell’intruso.

Giratosi, si trovo davanti Nicholas sveglio con in mano una pistola e la stava puntando dritto sulla sua faccia.

“EXPELLIARMUS.” tuonò all’improvviso l’estraneo, e la pistola venne strappata di mano e volò via.

Scattò subito in avanti, annotando mentalmente la direzione della pistola.

La faccenda si sarebbe risolta con il buon vecchio corpo a corpo ma…

 “EXPELLIARMUS.” tuonato una seconda volta all’improvviso, lo fece volare via.

Con un abile scatto di reni, fece una capriola in aria e riuscì ad atterrare con grazia, riparandosi dietro una poltrona dallo schienale alto.

Il suo cervello incominciò a lavorare vorticosamente sulle possibilità di fuga e su come fronteggiare l’intruso.

Perfettamente conscio del fatto non gli avrebbe fornito sufficiente protezione, almeno gli avrebbe concesso quei dieci secondi per tentare di capire che stava succedendo.

“ Nicholas Etrangè. “ disse l’intruso “ Io sono il Professor Severus Piton e ho l’incarico di portarti ad Hogwarts.”

 

Hogwarts, conosco questo nome, mi è famigliare dove l’ho sentito?

 

Nella speranza di ritrovare la sua arma, i suoi occhi affannosamente cercavano nella stanza; fino a che si posarono sulle buste pergamenate recapitate via gufo.

 

Oddio, la scuola di magia per deficienti, vuoi vedere che questo carciofo, approfittando del fatto che sono in ufficio è entrato in casa mia e ha organizzato il tutto.

Gli faccio una denuncia, che gli levo tutto quello che ha per tre generazioni.

 

“Stammi a sentire, non so chi sei e ne che vuoi, ma io non firmerò un bel niente, se non te ne vai ti faccio una denuncia tale che ti ricorderai di me, a vita.” urlò Nicholas, montando di rabbia “Non mi incanti, lo sanno tutti che la magia non esiste.”

Per tutta risposta, Piton, si limitò a puntare la bacchetta.

Nicholas vide benissimo, il formarsi di una piccola sfera di luce e poi saettare come una cometa in miniatura verso la poltrona, che irradiata da tale energia incominciò a tremare, squagliarsi e ricoprirsi di piume, rimodellarsi nella forma di una tacchino e scappare qua e là per la stanza starnazzando spaventato.

Piton stava davanti a lui con le braccia conserte e lo fissava.

“Si va professore?” disse Nicholas sfoggiando un sorriso nervoso, ancora accovacciato come se stesse ancora dietro la poltrona.

I due ritornarono nella stanza da letto, durante il tragitto Nicholas gettava occhiate cariche di paura sia all’intruso che al tacchino che correva starnazzando per tutta casa. Sperava di prendere tempo nel tentativo di fare i bagagli, ma Piton sventolò la bacchetta, comparvero dei bauli, mani invisibili presero abiti e li piegarono e in dieci minuti era tutto pronto, altro sventolio di bacchetta e i bauli scomparvero.

 

Mi piaceva di più la versione della Walt Disney, almeno mentre Merlino faceva i bagagli c’era una bellissima musichetta e la canzoncina era orecchiabile.

 

A distrarre i pensieri Nicholas, fu la voce fredda di Piton.

“Arriveremo a Diagon Alley attraverso la Metropolvere.”

“E sarebbe?” chiese di rimando Nicholas.

“La metro polvere è il modo di viaggiare di noi maghi, si getta un pizzico di polvere da viaggio nel camino e…”

“Mi sa professore che sarà un viaggio mooolto lungo e viaggeremo scomodi, io non ho un camino.”

Un sordo sia cupo quanto minaccioso gorgoglio, venne dal termosifone vicino a lui. Nicholas coraggiosamente… si nascose dietro Piton, che lo squadrò con un misto di stupore e sdegno.

Il gorgoglio non accennava a diminuire, anzi aumentava. Del vapore incominciava ad uscire dalla valvola che dalla troppa pressione venne sparata e come un bolide impazzito rimbalzò sui muri; d’un tratto, il termosifone incominciò a tremare, squagliarsi come del ghiaccio al sole, aumentando le dimensioni, rimodellarsi e solidificarsi… in un camino. Ci fu una fiammata verde e ruotando velocemente come una trottola, usci una persona che identificatasi come Auror dichiarò che il termosifone facente funzione di camino (che non ci doveva essere perché la casa non era strutturata per averlo) era sta inserito temporaneamente nel circuito Metropolvere ed era autorizzato un unico percorso di quattro tappe fino a Londra. Il viaggio non fu tutto agio e riposo… almeno per gli standard babbani.

Entrare in un camino, sentirsi buttare ai piedi della polvere verde incominciare a vorticare per trovarsi in un’altra stanza dove prima di capire che succede due mani ti afferrano e sbattuto dentro un altro camino rincomincia la giostra, non è l’esatta definizione di viaggio comodo, ma si sa che i maghi sono un universo a parte.

Le fermate furono quattro: Roma-Milano, Milano-Madrid, Madrid-Edimburgo Edimburgo-Heatrow. Appena fuori, Piton prese Nicholas per il bavero e lo trascinò in strada.

“Professore aspetti, lasci che il mondo si fermi.”

Senza degnate Nicholas di uno sguardo, si avvicinò alla strada e sventolò la bacchetta.

BANG

A Nicholas usci un’ imprecazione che si guadagnò un’occhiataccia di Piton.

In un momento un coso strano, simile ad un autobus londinese a tre piani si materializzò davanti a loro..

Un autista in uniforme viola balzò giù dal pullman e prese dalla tasca un biglietto e cominciò a leggere. “Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà. Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove volete. Mi chiamo Stan Picchetto, e sono il vostro bigliettaio per questa notte..’

 

Una vera aquila, visto che deve leggere il suo nome da un biglietto, ma dove sono capitato. Voglio la mamma!!

 

Piton salì per prima, fece segno a Nicholas di salire e detta la destinazione all’autista, l’unica parola che disse al babbano fu: ”Reggiti!”

“Cos… aaaargh.” in quel momento il Nottetempo partì. E tutto il contenuto del pullman viaggiava alla rinfusa come una manciata di biglie dentro un centrifuga… compreso Nicholas che faceva di tutto per tentare di guadagnare un valido appiglio. Per un momento gli venne in mente il volo fatto a gravità zero in addestramento alla NASA, ma questo era peggio, molto peggio.

Riuscito ad arrivare vicino a Piton. “Ma come guida questo?”

“Lui è il nostro miglior guidatore.” Rispose Stan con una punta di orgoglio.

“Che cosa? Ma hai visto che occhiali che porta? Ma come lo chiamano? Occhio di falco!”

“No, Ernie Urto.” rispose ingenuamente Stan.

“See vabbè, in confronto le talpe ci vedono meglio delle aquile.” borbotto Nicholas.

Il pullman andava sparato per le vie come se niente fosse, oggetti, case, alberi al suo arrivo si spostavano per poi tornare al posto primitivo.

L’arrivo a destinazione, il Paiolo Magico a Londra, fu traumatico come la partenza.

Si fermò di botto, tutto ciò che era in movimento prosegui per inerzia andandosi ad ammucchiare davanti.

La porta si apri, e prima che Stan potesse dire ‘Paiolo Magico’ Nicholas si era buttato fuori dal pullman, atterrando in malo modo sull’asfalto.

Non si fece molto male, ma pur di uscire da lì era disposto a tutto.

“Perchè ti sei buttato? Non potevi scendere come tutti gli altri?”

“Vedi Stan, io sono un tipo sportivo e mi piace scendere in maniera acrobatica.”

 

Imbecille!!!

 

 “Professore.” Continuò “scusi ma se quello è il vostro miglior guidatore, come ha preso la patente, l’ha trovata nei Corn Flakers?”

Con un'altra esplosione assordante il pullman sparì.

I due entrarono.

Piton con passo sicuro, Nicholas invece con passo titubante.

Era un piccolo pub, dall'aspetto sordido.

Se non avesse visto Piton entrarvi non ci avrebbe mai fatto caso.

I passanti frettolosi non gli gettavano neanche un'occhiata.

Gli sguardi andavano dalla grossa libreria su un lato della strada al negozio di dischi sull'altro, come se per loro Il Paiolo Magico fosse invisibile. Il Paiolo Magico era molto buio e dimesso. Il brusio della conversazione si arrestò al loro ingresso.

 

Dove sono capitato, sto sognando, sto sognando, sto sognando…

 

Il locale era pieno di avventori vestiti con strani abiti che in fondo davano una nota di folklore rilassante.

Piton si diresse verso il banco e prese a parlare con il barista.

Mentre Nicholas, si diresse con passo lento verso il bancone uno degli avventori, balzando come un pupazzo a molla, urlò.

“Babbano!” forse più per i nervi a fior di pelle, che non per altro per tutta risposta partì un destro, che fece atterrare oltre il tavolo il tizio che aveva appena urlato.

Piton squadrò Nicholas che di tutta risposta alzò le mani “ Ha cominciato lui … io non centro nulla.”

Tutti gli istinti di Nicholas gridavano ‘allarme e pericolo’.

Ridendo il barista, mentre continuava a pulire il banco.

“Non ha detto babbeo, ma babbano. Non è un insulto è solo il nostro modo di salutare, gli estranei.”

“E’ vero.” rispose l’uomo che si era preso il pugno e ancora si stava massaggiando la mascella. Con un espressione torva Nicholas prese due noci dal bancone.

Subito l’uomo si offri, in segno di pace, di aprirle con la bacchetta, ma Nicholas le mise tutte e dentro una mano e stringendo, con un sinistro scricchiolio le aprì, per mangiarne il contenuto. Il chiacchericcio nel locale si calmò all'istante e un gelido silenzio avvolse il locale.

“Oh… Eccovi giunti finalmente, fatto buon viaggio?” era comparso dietro di lui una persona anziana, con una lunga barba e con due occhi arzilli che brillavano dietro un paio di occhiali a mezza luna.

“Bè la prima parte del viaggio è stato, un po’ scombussolata, per la seconda parte… lasciamo perdere, con chi ho il piacere?” rispose Nicholas appoggiandosi al bancone.

“Albus Percival Wulfric Brian Silente.” rispose gaiamente Silente.

 

Si, per gli amici Waldo, perché ride questo?

 

“Piacere Albus, io sono Nicholas Etrangè. Spero che mi puoi spiegare, cosa sta succedendo.”

“Certamente, ma ti devo chiedere di chiamarmi preside o professore. Io dirigo la scuola che dove tu andrai a studiare.”

 

E vai con la prima gaffe, e ancora devo arrivare a scuola

 

La gentilezza, con la quale aveva parlato Silente, fece subito capire che non era una persona qualunque, ma dotata di un carisma unico.

Mentre Piton sparì dietro il bancone, Albus accompagnò Nicholas in una delle tante stanze sopra al pub.

Ad aspettarlo c’era il ministro Caramell e la professoressa Mc Granitt.

 Albus, fece le presentazioni. “Ti presento, il primo ministro Cornelius Caramell, del ministero della magia, esatto Nicholas esiste un ministero della magia. Alla tua destra, la professoressa Minerva Mc Granitt, o come l’hai chiamata tu Mc Crickett,” dicendo questo, Silente fece un risolino divertito.

“Buonasera.” Rispose la professoressa Mc Granitt, con un tono gelido che al confronto l’azoto liquido era bollente. Nicholas si prese l’appunto mentale di scusarsi alla prima occasione.

“Molto bene, ora che le presentazioni sono fatte credo che sia meglio dare una spiegazione al nostro caro Nicholas…” Incominciò subito Caramell, ma fu interrotto da Minerva.

“ Più di mille anni fa, quattro grandi maghi decisero di unire le loro forze per dare vita al loro sogno più grande: fondare una scuola di magia e stregoneria in cui giovani streghe e stregoni potessero studiare e crescere insieme. Nacque così Hogwarts! E non…” leggendo dalla lettera scritta per scherzo da Nicholas “corsi per corrispondenza con regalino annesso come fanno quelli di Speddy Magic.”

 

Oddio esiste veramente la scuola di magia per corrispondenza

 

“Minerva.” intervenne il professor Silente credo che abbia capito di aver sbagliato, ma credo che più di ogni altra cosa, deve capire il pericolo che corre.”

 

Pericolo? Quale, essere infilzato a morte da una bacchetta?

 

“Non essere così pessimista!” disse Silente.

“E non faccia ricorso a dialetti locali, la prego!” aggiunse la McGranitt “È già difficile seguire i suoi pensieri nel mio vecchio italiano!”

 

Perfetto! Telepatia… chissa se il concetto di Privacy…

 

“NO DIALETTO!” disse severa la McGranitt.

Il pensiero di Etrangè, formulato nel più puro dialetto della periferia di Roma, in effetti era andato molto più in là, tanto che Caramell e Silente cominciarono a ridacchiare osservando la delicata tinta che aveva assunto la McGranitt.

Spiegarono a Nicholas, che il pericolo in cui andava in contro era dovuto sopratutto al fatto che lui non aveva poteri magici.

Caramell andò via e lasciò Nicholas con i due professori di Hogwarts. Nella stanza era calato un teso silenzio che poteva essere toccato con mano.

“Abbiamo due problemi!” sentenziò cupo, continuando a fissare il paesaggio fuori.

“Quali?” fecero eco sbalorditi, i due insegnati.

“Uno, non posso lasciare tutto cosi, di colpo…”

“Di questo non ti devi preoccupare, il ministero ha già provveduto a modificare le memorie di tutti quelli che ti conoscono. Nel periodo in cui starai ad Hogwarts, per il ministero della marina di Roma risulterà che stai in Missione in Scozia.” rispose Silente. “qual è il secondo problema?”

“L’età per la quale si è ammesso a questa scuola, è undici anni e credo di essere un pochino più grande sia di età che statura. Se quello che il ministro Cornelius è vero: A, come arrivo ad Hogwarts. B, come le seguo le lezioni. C, in caso di emergenza a chi mi rivolgo.”

“Non ti preoccupare,” disse Minerva “a questo pensiamo noi. Tu per ora riposati tra due giorni organizzeremo il tuo viaggio ad Hogwarts” i due professori si alzarono e si diressero verso l’uscita.

“Professoressa, può aspettare un momento? Dovrei parlarle un momento in privato.” Silente con un sorriso, aggiunse “Ti aspetto giù Minerva.”

“Mi dica signor Etrangè, ma faccia presto che non ho molto tempo.”

“Be ecco professoressa… mi volevo scusare con lei per… quella lettera. Ma pensavo che fosse uno scherzo e….” lo stentato discorso di scuse, fu interrotto da un semplice gesto. Una mano su una spalla e un lieve sorriso.

“Ho capito quello che vuole dire, noi pur vivendo sotto lo stesso cielo siamo in due mondi diversi…”

 

Quelle parole mi fecero venire in mente l’aforisma di Oscar Wilde, riferito alla diversità di linguaggio di Inglesi e Americani ”Siamo due popoli divisi dalla medesima lingua”

 

“…ammetto che mi sono lasciata prendere la mano e che prima di spedirle quella strillettera avrei dovuto chiedere informazioni all’insegnante di Babbanologia. Accetto le scuse.” dopo di che uscì dalla stanza, lasciando solo Nicolas, con i suoi pensieri.

Trovato in un angolo quasi tutto il materiale scolastico, descritto nella lista; per curiosità incominciò a sfogliarlo.

Dopo tre ore di intensa lettura, si rese conto di alcune cose.

I maghi, non combattono mai facendo a botte, ma facendo uso solo esclusivamente della magia. Non hanno idea del comportamento dei babbani e cosa più importante non conoscono il concetto di combattimento corpo a corpo e ne le tecniche di sopravvivenza.

Ciò dava un vantaggio, se pur esile, basato sulla sorpresa. Nicholas aveva anche una piccola esperienza di illusionismo che decise che forse gli sarebbe tornata utile.

Se non puoi batterli con la forza usa l’intelligenza.

Passò i due giorni sdraiato sul letto a fissare il soffitto e a pensare quello che aveva detto Caramell.

‘… per qualche strano motivo tu sei stato scelto per frequentare la più famosa scuola di magia del mondo. E dico strano perché nessuno di età avanzata come te e soprattutto… babbano. Vi è mai entrato. Ricordati Nicholas che tu stai entrando in un mondo dove un semplice gioco di polso per te può significare morte certa. Non tutti i maghi sono buoni. Se si verrà a sapere che non puoi difenderti, potrebbero essere guai seri per te…’ si, in effetti erano le parole adatte per prendere sonno.

 

MAMMAAAAA!!!

1)         (Guida galattica per autostoppisti - Douglas Adams) Quando si beve un Gotto Esplosivo Pangalattico si ha l'impressione che il cervello venga spappolato da una fetta di limone legata intorno ad un grosso mattone d'oro. Il Gotto Esplosivo Pangalattico è stato paragonato allo scippo con botta in testa: ti costa caro e ti lascia con una forte emicrania. "In fondo - si pensa dopo averlo bevuto - qualunque cosa sia successa non importa un gran che"

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Capitolo 4
*** DIAGON ALLEY ***


CAPITOLO 2

C A P I T O L O 2

DIAGON ALLEY

 

I due giorni erano passati in maniera pigra, e senza troppe pretese.

Nicholas, aveva letto molto, ma si era accorto che dalla lista che gli era pervenuta via gufo, mancava la maggior parte dei libri, senza contare il calderone, rigorosamente di peltro tipo 2 (una forma poetica, da elegante prosatore per identificare un pentolone o pignatta qual dir si voglia, di quelli che si usavano all’inizio del secolo), la bacchetta e le divise della scuola.

Non aveva la minima idea di dove poter, prendere quello che cercava.

Sicuramente qualcuno lo avrebbe aiutato.

La mattina del secondo giorno, Silente bussò alla porta della stanza di Nicholas.

“Pronto?” domandò, con la dolcezza di un nonno che porta a spasso il proprio nipote.

“Prontissimo, professore.”

“Nicholas.” disse serio Silente, facendolo rabbrividire “Tom il barista, mi ha detto che ieri sera sei uscito dal pub e sei rimasto via per circa venti minuti. Ti era stato detto di rimanere al sicuro, perché sei uscito?”

“Ho fatto un sortita veloce per comprare una penna stilografica.”

“Cosi hai rischiato di morire, per comprare una penna babbana, non ti sono state fornite le penne per scrivere?” per tutte risposta, Nicholas mostrò un foglio pieno di macchie e pasticci d’inchiostro.

“Potevate almeno fornirmi le istruzioni su come si scrive con queste penne.” per tutto il tragitto dalla stanza alla sala del pub Silente ridacchiò. Il preside si diresse verso il camino.

 

No, no ancora una volta la giostra no! Ma perché hanno perso tempo, a inventare la metropolvere. Il teletrasporto è più pratico.

 Cacchio ce l’ha Star Trek che è pura opera di fantasia, non possono avercela loro che sono realtà.

 

Con somma contentezza di Nicholas, la direzione verso il camino era sono temporanea; Silente si fermò a chiacchierare con due avventori.

Nicholas, li osservò con attenzione, uno era vestito in maniera trasandata, con abiti rattoppati ma l’altro, l’altro destava inquietudine.

 Di corporatura robusta, ogni centimetro di pelle della faccia sembrava coperto di cicatrici, la bocca pareva un taglio diagonale, un grosso pezzo di naso mancava, come se una qualche bestia mitologica glielo avesse strappato con un morso.

Ma gli occhi dell'uomo attrassero maggiormente la sua curiosità.

Uno era piccolo, scuro e lucente. L'altro era grande, tondo come una moneta e di un vivace blu elettrico.

L'occhio blu si muoveva incessantemente, senza che mai calasse la palpebra, in totale autonomia rispetto all'occhio normale.

Di colpo roteò indietro, verso l'interno della testa così che ne rimase visibile solo il bianco. Per più di una volta Nicholas ebbe l’impressione che quell’occhio ribelle avesse indugiato su di lui più di una volta.

Appena ebbe finito di parlare con quei due avventori, assieme a Nicholas si diresse verso il retro del locale.

“Ti vedo pensieroso Nicholas, che hai?” chiese tutto d’un tratto Silente

“Cos… ehm… ah già si, mi scusi.” riuscì a farfugliare, mentre tutti i sensi erano occupati nel disperato tentativo di ritornare al presente.

“Mi scusi professore, ma stavo pensando a quelle persone con le quali aveva parlato prima. In particolare mi chiedevo, cosa avesse potuto causare quelle ferite.”

“Be vedi Alastor, è un auror in pensione, e le cicatrici che vedi gli sono state fatte durante vari combattimenti con i maghi oscuri…”

 

 Maghi oscuri? Il lato oscuro della magia? Si immaginò il combattimento come è avvenuto. Alastor con il mantello marrone, che fronteggia il mago oscuro coperto dal mantello nero con il cappuccio che gli copre la faccia e respira pesante come se soffrisse d’asma.

“Ti stavo aspettando Alastor, ci rincontriamo finalmente…” con voce roca come una pietra che struscia sul pavimento; avvicinandosi con la bacchetta in mano.” quando ti ho lasciato ero sono un discepolo, ora sono io il maestro”. I due incominciano a sferrare incantesimi

“I tuoi poteri sono deboli auror.”

“Se mi abbatti, io diventerò più potente di quanto puoi immaginare.” rispose l’auror

“Non saresti dovuto tornare.”dando seguito al loro efferato combattimento.

 

“…li ho interpellati,” la voce di Silente lentamente saliva da un pozzo profondo, costringendo Nicholas a tornare alla realtà “per, capire il motivo del perché sei stato scelto. Nicholas scusami, tu sei italiano ma il tuo nome si direbbe francese.”

“Si professore, i miei genitori sono di origine francese residenti in Inghilterra, ma io sono nato in Italia. I miei vi si trasferirono poco prima che io nascessi.”

“Capisco, cosa sai delle streghe e maghi in generale Nicholas?”

“Ho dato una letta al libro Storia della Magia, di Adalbert Incant. L’autore narra con dovizia di particolari, la caccia delle streghe e l’uso di semplici incantesimi per non soffrire l’essere arsi sul rogo. Ma non dice, delle migliaia di uomini e donne che invece sono stati torturati e uccisi, perché sospettati, di esercitare stregoneria. Bastava semplicemente che uno andava dalle autorità e denunciasse che tal dei tali esercitava stregoneria…” –

 “Già erano tempi bui, ma tu mi sembri abbastanza ferrato in materia.”

“Si professore, si dice che la mia famiglia dovette cambiare nome, perché era perseguitata dall’inquisizione Spagnola… che ci facciamo, nel cortile del pub professore?”

“Da qui, si va a Diagon Alley”

Batté sul muro tre volte con la punta della bacchetta.

 

‘Da qui si va a Diagon Alley’, perché mi vennero in mente i versi del terzo canto dell’inferno di Dante?1

 

Il mattone che aveva colpito usci per metà, altri incominciarono a muoversi fino a che non si formò un’apertura, che con stridore di mattoni divenne un passaggio con tanto di arco.

L'arco dava su una strada selciata tutta curve, di cui non si vedeva la fine.

Nicholas rimase senza fiato, fece il suo primo passo nel mondo magico, si sentiva come Neil Armstrong quando il 20 luglio del 1969, mise il primo piede sulla luna.

Silente, gli fece gustare quel momento per intero; poi insieme andarono alla banca dei maghi.

 “Ecco la Gringott.” disse.

 Erano giunti a un edificio bianco come la neve che svettava sopra le piccole botteghe. Ritto in piedi, dietro un portale di bronzo brunito, con indosso un'uniforme scarlatta e oro, c'era un piccolo essere brutto dal naso adunco e dalle orecchie a punta.

 

Carino il pupazzo, sembra uno dei folletti di Labirinth.

 

Si inchinò al loro passaggio.

 

Oddio quel coso è vivo.

 

Passata la prima porta si trovavano di fronte una seconda porta, questa volta d'argento, su cui erano incise le seguenti parole:

 

Straniero, entra,

ma tieni in gran conto

Quel che ti aspetta

se sarai ingordo

Perché chi prende

ma non guadagna

Pagherà cara la magagna

Quindi se cerchi nel sotterraneo

Un tesoro che ti è estraneo

Ladro avvisato mezzo salvato:

Più del tesoro non va cercato.

 

E adesso che hai fatto la rima sei più scemo di prima, ma è una banca o la bacheca del poeta dilettante della domenica?

 

 Quando attraversarono la porta d'argento, una coppia di folletti si inchinò davanti a loro e li introdusse in un grande salone marmoreo.

Un centinaio di altri folletti seduti su alti scranni dietro un lungo bancone scribacchiavano su grandi libri mastri, pesavano le monete su bilance di bronzo, ed esaminavano pietre preziose con la lente.

Le porte erano troppo numerose per poterle contare, e altri folletti erano occupati ad aprirle e richiuderle per fare entrare e uscire le persone. Silente e Nicholas si avvicinarono al bancone.

“Salve” disse Silente a un folletto che in quel momento era libero.

“Devo prelevare dei soldi dal fondo speciale per allievi poveri”.

“Avete la chiave, signore?”

“Certamente, eccola”

Con stupore, Nicholas notò che il rubino più piccolo era delle dimensioni di un uovo.

 Il folletto la osservò da vicino.

 “Sembra che vada bene. Molto bene, Unci-unci vi accompanerà alla camera blindata.”

 Arrivò un folletto diverso.

Unci-unci condusse Silente dentro una porta.

Passarono diversi minuti, in cui Nicholas (guardato con sospetto dai folletti) per ingannare il tempo stava osservando il meraviglioso lavoro d’intarsio canticchiando a mezza voce.

Quando uscirono dalla banca (con molto sollievo di Nicholas) Silente gli porse un sacchetto.

“Nicholas” disse Silente“ i soldi che ti ho dato, ti dovranno bastare per tutto l’anno, e ti dovrai accontentare i libri di seconda mano.”

“Nessun problema professore.”

 

Allora se ho capito bene, il galeone è la moneta principale. Un galeone equivale a 17 falci. Un falci equivale a 29 zellini… ma non potevano usare unità più comprensibili come barbabietole, carote e zucchine? Uhm, non ho chiesto il corrispondente in euro.

 

Prima tappa: la bacchetta.

Un'insegna a lettere d'oro scortecciate sopra la porta diceva: Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C. Nella vetrina polverosa, su un cuscino color porpora stinto, era esposta una sola bacchetta. Entrarono nel negozio di Olivander.

Il negozio era angusto e sporco, un lieve scampanellio, accolse il loro ingresso. Era un luogo molto piccolo, vuoto, tranne che per una sedia dalle zampe esili su cui ne Silente e ne Nicholas si sedettero. Quest’ultimo guardandola, aveva l’impressione che si sarebbe rotta se fissata a lungo.

Si mise invece a guardare le migliaia di scatoline strette strette, tutte impilate in bell'ordine fino al soffitto.

“Buon pomeriggio” disse una voce sommessa. Avevano di fronte un uomo anziano con occhi grandi e scoloriti che illuminavano la penombra del negozio come due astri lunari. “Albus, qual buon vento ti porta qui?”

 “Nicholas” esordi Silente, indicando il neo studente “deve comprare la sua prima bacchetta.”

Olivander lo scrutò da capo a piedi. “Non sei un pò troppo grosso per fare il primo anno?”

 

Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? quam diu etiam furor iste tuus nos eludet?2 Il latino mi ha sempre rilassato. Ma che gli frega a lui di quanto sono alto, cos’è le bacchette costano tanto al metro?

 

“In famiglia siamo tutti alti.” Esibendo un amabile sorriso del tutto finto.

“Ah, ho capito sei un mezzo gigante.” Disse Olivander, non capendo la strana luce negli occhi dell’anziano preside.

“Più o meno.”

 “Allora, Mr Etrange', vediamo un pò” e tirato fuori dalla tasca un lungo metro a nastro con le tacche d'argento… “Qual è il braccio con cui usa la bacchetta”

“Er... boh ma che ne so... destro?" guardando Silente con una punta di paura. “Alza il braccio… così.” Misurò il braccio dalla la punta delle dita, poi dal polso al gomito, dalla spalla a terra, dal ginocchio all'ascella e poi prese anche la circonferenza della testa.

 

Per utilizzare per utilizzare la bacchetta tutto 'sto casino? È una bacchetta mica un vestito. Sono strani questi maghi!

 

Appena finito di prender tutte quelle misure, sparì dietro i scaffali, per ricomparire subito con un cofanetto tutto impolverato.

“Quercia, dodici pollici e un quarto, con un crine di unicorno.” Mise la bacchetta sul tavolo.

Nicholas osservò a lungo la bacchetta, non accorgendosi dell’espressione sconcertata di Olivander.

“Bella!” disse Nicholas “come si usa?”

“Com… sareb… non sa…” Farfugliò impallidito, sicuramente se gli avessero detto che suo figlio era morto squartato da cavalli indomiti avrebbe sofferto di meno. “Non sarà mica il …babbano?”

 

Tanti saluti alla missione segreta.

 

“Olivander, lui non ha poteri magici o se li ha ancora non si sono manifestati, ma per diritto di nascita deve frequentare la scuola.”

 

Incredibile, mai visto un ‘parlare a suocera affinché nuora intenda’ usato con questa maestria

 

In effetti, con quella semplice frase, Silente aveva dato ben quattro risposte.

Le prime tre erano per Olivander e specificavano che Nicholas non era un babbano (bugia necessaria) e che quindi poteva comprare una bacchetta (semplice stratagemma per farlo sembrare mago) e per ultimo, qualora si fosse scoperto che era proprio il famoso babbano.

Se ci fossero stati problemi aveva la diretta protezione di Silente.

Quarta ed ultima risposta, aveva confermato a Nicholas che era sotto la sua protezione.

 “Bene” rispose Olivander “prenda la bacchetta e la agiti”

Nicholas la prese e la agitò, ma non successe nulla.

“Mi sa che fino a che non si sviluppano, non potremmo mai sapere quale di queste bacchette sia adatta per te.”

“Scusate, ma non basta alzare al mano e urlare A ME BACCHETTA!!!” da un angolo remoto del negozio, si sentì uno schiocco e del trambusto.

Un affilato proiettile d'ambra sfrecciò per il negozio, andandosi a posare nel palmo della mano.

Scariche di energia azzurra scaturite dalla bacchetta serpeggiarono lungo la mano di Nicholas, senza provocare dolore.

Tutti e tre rimasero attoniti a fissarsi tra loro e contemporaneamente la bacchetta.

Sudori freddi incominciarono timidamente a scendere giù per il collo del babbano in terra di maghi.

Fu Olivander a rompere il silenzio. “Molto interessante, in realtà, è la bacchetta a scegliere il mago, ma non era mai successo prima che una bacchetta venisse chiamata in questo modo. Quella bacchetta appartiene ad una serie di cinque costruite più di mille anni fa e si dice che sia maledetta. Ma è stata controllata, molte volte ma mai è stato riscontrato nessuna fattura”

“Ha detto che era una serie di cinque, a chi appartenevano le altre quattro bacchette?” chiese incuriosito Nicholas.

“Ai quattro fondatori.”

Tutti e due uscirono, pensierosi dal negozio di Olivander, come un bambino con il suo primo giocattolo Nicholas incominciò a sventolare la sua nuova bacchetta, mormorando parole senza senso. Di colpo dalla bacchetta uscirono delle scintille.

Fu un unico movimento.

Silente a girarsi di scatto e Nicholas a nascondere la bacchetta dietro la schiena.

Due, occhi spalancati fissarono silente con aria interrogativa.

“Che… c’è, professore?”

“I Bab­bani non possono essere maghi. Il meglio, o il peggio, che pos­sono sperare sono effetti casuali e incontrollabili generati da un'autentica bacchetta magica, la quale, in quanto strumento che incanala la magia, a volte trattiene poteri residui che si pos­sono scaricare improvvisamente”.

Nicholas rimise a posto la bacchetta, in tasca e insieme al preside andò a prendere il calderone, gli abiti (strada facendo, non mancò la visita alla gelateria dove mangiarono un buonissimo gelato, dai colori inquietanti, ma dal sapore ottimo).

Come ultima tappa, al Ghirigoro per prendere i libri mancanti.

Mentre Nicholas era occupato a prendere i libri, il proprietario chiamò Silente da parte e mostrandogli un antico libro.

Quando Nicholas ritornò con la pila dei libri, Albus aveva già nascosto il libro in una delle pieghe del mantello.

Tornati al Paiolo Magico e attesero la sera per partire.

Tre macchine nere senza contrassegni mandate dal ministero, prelevarono Nicholas e lo portarono ad Hogsmade.

Arrivarono alle prime luci del nuovo giorno.

Sulle rive del lago vi era un gruppo di cinque auror pronto a scortarlo al castello. Un auror salì con lui sulla barca, e gli altri quattro volarono a pelo dell’acqua scortando la barca e senza problemi arrivarono al castello.

Il castello era gigantesco e appariva a tratti. La visione si alternava tra i ruderi, (ciò che vedrebbe un babbano con una voglia che si manifestava a tratti, di correre via perché aveva dimenticato di fare delle cose importantissime), al castello intero, (ciò che vedrebbe un mago).

Avrebbe chiesto a Silente una spiegazione.

Appena entrato nel castello i cinque angeli custodi, sparirono con un leggero POP.

Nicholas entrò quasi in punta di piedi, con il rispetto di chi entra in una cattedrale.

A metà rampa di scale c’era il custode Argus Gazza.

Un tizio cencioso, vestito con un lungo spolverino di almeno tue taglie più grande. Un gatto, dal pelo arruffato, che sembrava appena uscito da una centrifuga, stava ai suoi piedi fissandolo con curiosi occhi rossi.

“Un babbano, pensavo che nessuno di voi feccia potesse appestare l’aria di Hogwarts”

“Senti chi parla, ti si sente da qui e stiamo a dieci metri di distanza; e poi sono io quello che appesta l’aria di questo castello.”

Silente era in cima alla scala, preoccupato del fatto che un babbano fosse entrato in quella scuola, dei pericoli che si sarebbero potuto verificare e per ultimo, il fatto che forse il carattere di Nicholas non era tanto mansueto come si richiede ad un alunno.

Il preside, scese dalle scale e accompagnò il nuovo alunno nel suo ufficio.

Erano tutti presenti, tranne Piton, alla cerimonia privata di assegnazione della casa di appartenenza.

“Ogni alunno” incominciò a dire Silente “che varca le porte di questa scuola viene smistato in uno dei quattro dormitori del castello.

E’ una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerai qui a Hogwarts…”

 

Sicuramente il più breve tempo possibile

 

 “NO DIALETTO e poi breve o lungo che sia il periodo, sarai soggetto alle regole della scuola.”

“Si professoressa.” Cercando di diventare piccolo piccolo.

“La casa a cui sarai assegnato,” riprese, Silente con una punta i sorriso “sarà un po' come una famiglia. L’unica differenza è che mentre tutti loro faranno vita comune tu…”

“Io non mi farò vedere, perché anche il più piccolo dei maghi n uno starnuto può uccidermi, lo so! Non si preoccupi ho già fatto missioni sia sotto copertura che in Incognito. Sarò il primo allievo invisibile ad Hogwarts”

“Ottimo Signor Etrangè, i quattro dormitori si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine.”

Prese dallo scaffale un cencio brutto, che assomigliava ad un cappellaccio tutto strappato e ricucito alla peggio.

 

Ma che schifo, cos’è? Non lo voglio neanche vedere. Bleah mi dovrò fare l’antitetanica solo per averlo guardato.

 

La professoressa non ebbe fatto in tempo a poggiare il capello sulla testa di Nicholas; che subito esordi

“Bentornato sire, ad Hogwarts”.

 Tutti rimasero stupiti, mai il cappello si era comportato cosi.

“Gra…grazie monsieur Chapeaux3

“Scelga lei la casa in cui vuole andare” Nicholas era più stupito di tutti i professori e farfugliò “… Grifondoro, Tassorosso, Serpeverde e Corvonero…”

 

Perché ho l’impressione di conoscere già questi nomi? Anche quando li ha nominati Silente. Dove li ho già sentiti. Perché mi viene in mente la Ninna nanna che mi cantava sempre mia madre?.

 

 “…hanno caratteristiche particolari o una è uguale all’altra?”.

 

Il cappello incominciò a cantare in versi.

 

Gioisci, o tu che varchi il cancello

Quattro case in un castello

che smistate son da un cappello

in modo retto e senza appello

Grifondoro,

Che non ha timor di nulla

Dei coraggiosi è la culla

Dove non c’è mai terra brulla

In quel luogo la cavalleria brilla.

Tassorosso,

giustizia e lealtà

pazienza un’infinità

e il duro lavoro non è novità.

Corvonero, il vecchio e il saggio, ragione e sapienza qui trovan linguaggio

  siete svegli e pronti di mente,

qui dimostrate il vostro lignaggio

che si confà a simil gente.

Serpeverde,

qui troverete gli amici migliori

che qui raggiungono fini ed onori!

tipi astuti e affatto babbei

son persone su cui conterei

Fugato ogni dubbio ora hai

Dimmi tu in quale casa vai

 

“Er… ecco… sceglierei Corvonero.” guardandosi intorno come a cercare conforto, sulla scelta appena fatta.

“Vieni ti faccio vedere la tua stanza.” disse Silente accompagnando Nicholas fino alle scale fatate e mai ferme.

“Fai attenzione alle scale.”

“Perché mordono, professore?” ormai si aspettava di tutto, anche se, essere ucciso da una rampa di scale carnivora non gli sembrava plausibile.

“No” rispose Silente ridacchiando “amano cambiare, che ninna nanna ti cantava tua madre?”

“Eh? Cos… ah si la telepatia. Mia madre per farmi addormentare mi cantava una ninna nanna, tramandata da generazione in generazione, che narrava di quattro animali da evitare un leone d’oro, un tasso dal pelo fulvo, un corvo nero e un serpente del colore dell’erba.”

“Sarei curioso, di ascoltarla.” Silente sorrise, ma in fondo in fondo era molto turbato, e di questo Nicholas se ne era accorto.

“Professore dove devo andare?” chiese Nicholas.

“Risiederai nella sala dell’organo, si trova nella torre opposta all’aula di Divinazione.”

 

Adesso so tutto, il castello non ha più segreti.

 

“Molto bene… e come ci arrivo?”

“Semplice Nicholas, allora sali e…” Silente si fermò con un espressione sgomenta, guardando altre le spalle di Nicholas.

“C…che c’è professore” Nicholas aveva paura a guardare dietro di lui, temeva che realmente le scale, divenute un grosso serpente lo stessero per attaccare.

“Le scale… ti stanno indicando la strada.”

In effetti le scale, avevano interrotto il loro movimento erratico e stavano mostrando la strada per stanza riservata a lui.

“Fiuuuu, professore mi ha fatto prendere uno spavento, però che gentili.” ed incominciò a salire.

Ogni rampa superata, rincominciava il suo erratico movimento.

Arrivato a metà scala Nicholas si fermò, e con esso il movimento delle scale.

“Professore, mi scusi.” si girò per parlare con il preside, e le scale sotto di lui di fretta ripresero posizione per farlo scendere.

“Dove sono tutte le mie cose?”

“Ti sono già state portate, nella tua stanza.”

“Grazie.” e prosegui per la sua stanza. Appena giratosi le scale dietro di lui ripresero il loro movimento.

Tutti i fantasmi che Nicholas incontrò durante il tragitto, gli fecero l’inchino, e quei pochi che dissero qualcosa, ripeterono le parole del cappello… ‘Bentornato Sire’


1)     (Dante Alighieri, Inferno canto III prima terzina) 
'Per me si va ne la città dolente, / per me si va ne l'eterno dolore, / per me si va tra la perduta gente.

 2)     (Cicerone Marco Tullio – Orazioni – Contro Catilina ‘In Catilinam’)
Fino a che punto, Catilina, approfitterai della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora la tua pazzia si farà beffe di noi?

3)       Francese: signor cappello

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Capitolo 5
*** INIZIANO LE LEZIONI ***


CAPITOLO 3

C A P I T O L O 3

INIZIANO LE LEZIONI

 

Aperta la porta, rimase esterrefatto per il tipo di stanza che gli era stata riservata.

Grande, di forma vagamente circolare, al cui centro capeggiava uno spettacolare organo a canne.

Non seppe resistere alla tentazione e premette un paio di tasti, ne usci una nuvola di polvere… e un suono meraviglioso, caldo che riempì la stanza come raggi di sole al mattino.

Il letto a baldacchino stava alla destra mentre la scrivania attaccata quasi al camino stava a sinistra, tutto a torno vi erano dei libri.

Ampie finestre inondavano di luce la stanza e davano sul lago, un panorama perfetto… fu allora che lo vide.

Quasi in penombra c’era una piccola creatura aveva enormi orecchie da pipistrello e due occhi verdi sporgenti, grandi come palle da tennis.

 

Oddio è questo cos’è?

 

La creatura avanzò, con passo strascicato, stropicciandosi la veste e fissando il pavimento, fermandosi a un metro da lui.

Nicholas si avvicinò e si inginocchiò davanti a lui “Ciao, chi sei?”

“Il mio nome è Ginpy e sono un elfo domestico, il professor Silente ha detto che Ginpy deve stare al suo servizio.” disse continuando a fissare il pavimento.

“Bene, Ginpy vedo che sei interessato al pavimento di questa stanza.” Ginpy sembrava farsi sempre più piccolo, come se volesse scomparire.

“Se sei veramente al mio servizio, questo è il mio primo ordine; quando parli con me, mi devi guardare in faccia.”

 Due timidi occhioni verdi si alzarono, Ginpy rispose al sorriso di Nicholas, con un autentico sorriso.

Nicholas seppe d’istinto che quello forse era il primo amico vero che aveva li in quella scuola.

Seduto alla scrivania incominciò a organizzare la sua vita scolastica.

Come prima lezione da “privatista” Nicholas incontrò il borioso professor Rhambau che con un gran sorriso disse.

“Così tu saresti il… babbano.” pronunciò babbano come se la parola stessa gli facesse schifo

 

No, sono la fata turchina, imbecille, continua cosi che ti stampo un bibidibobbidibù in faccia.

 

“Come speri di poter battere i maghi oscuri, che possibilità avresti contro un Infero? I babbani con la loro ottusità che passano il tempo a guardasi le scarpe senza accorgersi del mondo che li circ…” una cosa grigiastra passò sibilando a due centimetri dagli occhi.

Era la penna d’aquila con la quale stava scrivendo Nicholas che era stata lanciata con perizia e che si era infilata perfettamente tra de libri, come un coltello.

“Ora, se hai finito di dire scemenze su quello che posso o non posso, vorrei andare avanti con la lezione…grazie.”

Incominciò cosi la sua carriera di celebrità ad Hogwarts, l’unico babbano in una scuola di maghi, dal carattere leonino.

Il mercoledì a mezzanotte studio del cielo stellato con i telescopi e imparare il nome delle stelle e i movimenti dei pianeti. (Nicholas venendo dal ministero della marina ed avendo appena rinnovato il brevetto di guida con l’uso del sestante spesso era lui che diceva i nomi delle stelle).

Tre volte alla settimana, Erbologia con una strega piccola e tarchiata, la professoressa Sprite, con la quale imparava a coltivare tutte le piante e i funghi più strani, maledicendo il fatto che non si era portato il fucile a pompa; alcuni funghi attaccano!

Scoprire a cosa servivano (dopo essere sopravvissuti al loro attacco). Storia della Magia, l'unico corso tenuto da un fantasma. Ruf non la finiva più di parlare con voce monotona, Nicholas fu l’unico a seguire le lezioni con molto interesse e più il tempo passava più il suo interesse aumentava, passando moltissimo tempo in libreria in orari dove non c’era nessuno, su permesso diretto di Silente.

La professoressa Mcgranitt insegnava trasfigurazione. Ascoltava con avidità e prendendo una marea di appunti. Severa e intelligente, fece un bel discorsetto ‘La Trasfigurazione è una delle materie più complesse e pericolose che apprenderai… ehm insomma la teoria che cercherò di spiegarti”’ disse.

 

Chissà se David Chopperfield da lezioni private.

 

“Ah, finalmente sei qui” un leggerissimo sorriso di sufficienza solcò il viso di Piton.

“Si professore, eccomi qui avido di apprendere nuove nozioni”

“Molto bene, qui si impara la delicata scienza e l'arte esatta delle Pozioni. Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta…”

 

Meno male cosi evito di cavare un occhio a qualcuno con ‘sto zeppo.

 

“…stenterai a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendi a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento”

 

Dallo a me e ti faccio la famosa zuppa Etrangè in grado di resuscitare i morti.

 

“…con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane ammaliando la mente, stregando i sensi... Io potrei insegnarti a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... ma tu sei un babbano, e non credo che capiresti. Se io ti chiedessi, che cos’è il Distillato della morte vivente, cos’è un bezoar, o cos’è l'Aconitum lycoctonum, sono parole che cadono nel vuoto, vero?”

Nicholas ci pensò su un attimo “Mmmm dunque il Distillato della morte vivente… credo che sia una sorta di pozione soporifera molto potente, il bezoar mi sembra di aver letto da qualche parte che stanno nella pancia delle pecore. l'Aconitum lycoctonum è conosciuta anche con il nome di l'Aconitum Napellus, ma non so minimante a cosa serve” sulla faccia Piton apparve stupore.

“Sorprendente. Si la pozione distillato della morte vivente è una pozione soporifera. Il bezoar non si trova nella pancia delle pecore, ma delle capre e serve a curare la maggior parte dei veleni. L’aconitum lycoctonum è effettivamente conosciuto con il nome di aconitum napellus e serve assieme ad altri ingredienti a fare pozioni antiveleni. Notevole… per un babbano.”

“Beh professore, considerando che mi trovo in un mondo in cui anche uno starnuto…”

Piton, mentre Nicholas parlava, osservava i fogli di pergamena e la penna babbana con la quale scriveva.

Rimase colpito dal una frase sottolineata tre volte ‘cercare informazioni su Inferi o maledizione Inferius’.

Cosa significa questo?” tuonò Piton, afferrando il foglio di pergamena. “Non hai trascorso, neanche una settimana e già cerchi informazioni su fatture di magia oscura?”

“Veramente non sapevo che si trattasse di magia oscura. L’ho sentito nominare da quell’idio… ehm spocchioso di Rhambau e visto che ne ha parlato come se fosse una cosa pericolosa ho pensato che era una cosa sulla quale prendere informazioni. Mi scusi non sapevo che fosse proibito.”

Prima che la giornata si chiuse, ci fu un altro incidente… che rallegrò i corridoi della scuola

Era notte fonda e Nicholas, come suo solito stava studiando in biblioteca.

Mrs Purr all’improvviso saltò sul tavolo dove Nicholas stava studiando, un ‘ODDIO MIO’ riecheggiò nel silenzio della sala lettura.

“Siamo fuori dalle stanze, nelle ore tarde eh? Qui ci vuole una bella punizione.” disse Gazza, con un sorrisetto.

Il silenzio del corridoio della biblioteca, venne interrotto dal rumore di due porte aperte all’improvviso, una figura umana urlante scaraventata fuori, seguita da un MEOWWWWW spaventato di mrs Purr che raggiunse il suo padrone volando.

“HO IL PERMESSO DI SILENTE IMBECILLE.” le porte della biblioteca si chiusero con fragore.

La mattina successiva la professoressa Mc Granitt accompagnò Nicholas nell’ufficio di Silente, dove ad attenderli c’era un imbronciato Gazza e il professor Piton.

Silente era combattuto, come la professoressa McGranitt e forse pure Piton, dal rimanere serio o sbottare in ridere in faccia a Gazza per quello che era successo.

“Qui ci vuole una punizione esemplare.”

“Cosa, propone mastro gazza?” disse piatto Piton.

“Di pulire, le coppe senza magia…”

“Sai che sforzo...” disse Nicholas sbuffando.

Resosi conto dell’errore, si affrettò a correggere.

“… e senza utilizzare l’unguento per pulire.”

Silente stava per dire qualcosa, ma venne bloccato da un gesto secco di Nicholas.

“Stammi a sentire ‘cencioso’, se vuoi la guerra l’avrai. Pulirò le tu coppe senza i tuoi strumenti.” Argus sorrise. “ ma ci sono delle condizioni da rispettare…” il sorriso di Gazza, rimase li congelato.

“ Uno, devo vedere le coppe. Due, mi devo costruire il necessario per eseguire la punizione. Tre, mi serve minimo una settimana.”

“Penso che, quattro giorni siano sufficienti. Sono pienamente d’accordo con tutti gli altri punti. Mastro Gazza, può andare ora noi dobbiamo discutere di una faccenda importante.” disse Silente

“Vorrei vedere come farai babbano.” gli sputò in faccia a Nicholas, mentre si dirigeva verso la porta continuando a fissarlo negli occhi.

Era tanto concentrato a gettare occhiate velenose a Nicholas, che si dimenticò dello scalino e per poco non finì per terra.

Appena uscito, Silente con molta calma. “Sebbene Argus Gazza provi una grande invidia nei confronti degli studenti di questa scuola, perché non ha poteri magici, benchè sia nato da genitori maghi. Si diverte a tormentarli in tutti i modi possibili, cercando sempre di coglierli sul fatto per poterli punire in modi sadici, tu sei un alunno, anche se unico. Qui non tolleriamo che nessun alunno si prenda gioco del personale di questa scuola.”

 “Lo so signor preside, ma nonostante il suo permesso lui... ho capito, farò più attenzione mi scusi.”

Se quel cencioso ci riprova gli do un destro, che quando si sveglia, la razza umana sarà passata di moda da almeno tremila anni.

 

Silente sorrise “Molto bene, quale era la seconda cosa di cui dobbiamo discutere?-

“Inferi.” disse Piton

Nicholas riferì per filo e per segno ciò che era successo alla lezione di con Rhambau.

La Mc Granitt aveva un’espressione scettica, Piton parlò.

“L’Inferius o Infero è un cadavere che è stato rianimato dall’incantesimo di un mago Oscuro. Non è vivo, è semplicemente usato come un burattino per eseguire gli ordini del mago.”

 Ci vollero un paio di secondi, affinché Nicholas capisse quello che aveva detto.

“Un cadavere rianimato… un non morto… ma allora stiamo parlando di Zombie(1), e io che mi preoccupavo.”

“Credo che non hai afferrato il concetto.” intervenì Piton.”gli Inferi sono pericolosi, perché non si possono uccidere, l’unica cosa che temono e che li rallenta è il fuoco.”

“Preside, fatemene avere uno e vi dimostrerò come noi babbani, combattiamo queste cose.”

Due giorni dopo, durante una partita di Quiddich, nella sala comune si tenne una singolare lezione. Sette auror di livello avanzato tenevano a bada un essere scheletrico dagli occhi bianchi che dondolava sul posto, con aria da ebete.

Tutti i professori erano presenti, Nicholas era li appoggiato ad uno dei tavoli che si guardava l’Infero.

Rhambau stava chiacchierando con fare pomposo, sulle caratteristiche degli Inferi.

Quando gli auror rilasciarono gli incantesimi l’Infero andò direttamente su Nicholas.

Rhambau, scagliò delle fiamme che distrasse l’Infero, ma senza nessun risultato. Appena spente riprese la sua marcia verso Nicholas. “Allora babbano, facci vedere come combatti.” con il suo sorrisetto.

 

Ma che si ride quello, sta sempre a ridere, ma che è la festa sua?

 

L’Infero si stava avvicinando a Nicholas, che neanche lo stava guardando.

Più il non-morto si avvicinava al babbano più gli auror erano visibilmente nervosi.

Era a più di tre metri quando Nicholas gli diede un’occhiata distratta, mentre giocherellava con la bacchetta.

A due metri di distanza, tutti gli auror e i professori alzarono le bacchette, Rhambau aveva perso la sua spocchia e anche lui ora puntava la bacchetta verso il non morto.

L’infero era ormai vicinissimo, Piton scattò in avanti, ma Nicholas lo scartò velocemente annullando la distanza tra lui e il non-morto.

Con un bell’affondo infilò la bacchetta nell’occhio sinistro e l’infero si contorse come se in preda ad una convulsione. 

Approfittando di quel momento con un movimento fluido, lo bloccò con una presa in modo che la spina dorsale poggiasse tutta sul suo fianco… una rapida torsione e un sinistro scricchiolio della spina dorsale dell’infero che si spezzava come dei rami secchi annunciarono, che non vi era più pericolo.

L’infero giaceva a terra scomposto.

“L’Infero o Inferius.” incominciò a dire Nicholas, mentre recuperava la bacchetta “sono semplicemente degli Zombie. Ma pur essendo cadaveri che camminano, sono soggetti alla fisionomia umana. Staccargli la testa o spezzargli la spina dorsale è l’unico modo per renderli innoqui.” tutti erano in silenzio. “Quindi, come dicevo, non c’è da preoccuparsi. Io vado a finire di fare compiti e poi mi devo organizzare, per la punizione di Argus Gazza.”

Gli auror, e tutti i docenti presenti in sala, si fermarono ad osservare il non-morto a terra.

Chi avrebbe mai detto che quegli esseri, invulnerabili alla magia, potevano essere fermati semplicemente spezzandogli la schiena.

Il ministero si sarebbe informato di più sulla versione babbana degli infero, e sopratutto che lavoro Nicholas, faceva al ministero della marina.

La lezione di volo sulla scopa Nicholas la seguì volando, o per meglio dire saltandola a piè pari chiacchierando soavemente con Silente, sul fatto che quello di svolazzare sulla scopa non sarà mai una materia in cui lui ne conoscerà mai i segreti.

Dei quattro giorni concessi da Silente, Nicholas ne perse due per cercare gli ingredienti necessari (un particolare tipo di sabbia, e dell'olio abbastanza denso).

Trovato quello che cercava, rimaneva ancora un problema;e fare a trasformare la sabbia nelle tre gradazioni di durezza necessarie al lavoro richiesto.

Piton risolse per lui il problema.

Erano passati tre giorni e alla fine dell'ora di pozioni che domandò a Piton.

“Professore, mi scusi. ho letto che i semi di Forshyziam Ghiaiens vanno macinati in una mola di pietra. Pensavo di poterla utilizzare per risolvere il problema della pulitura delle coppe.”

“Esatto, quei semi vanno macinati nelle prime ore del giorno con una mola di pietra. Ma se non ricordo male non devi utilizzare nessun tipo di oggetto magico” disse Piton guardandolo come un leone guarderebbe un topolino.

“Ma non sarò io ad utilizzarlo, sarà lei.” gli occhi di Piton divennero due fessure cariche di odio. Nicholas si affrettò a proseguire.

“Vorrei utilizzare, o meglio, vorrei che lei utilizzasse la mola per macinare la sabbia fino ad ottenerne tre diversi tipi di durezza, che mescolata all’olio per le lanterne mi permetterà di pulire le coppe.”

Si dice che la curiosità è donna, ma si dice che è anche contagiosa.

All’esperimento, assistettero tutti quanti; Silente, la McGranitt, Piton intendo a seguire le direttive di Nicholas e un gongolante Gazza che prediligeva il momento in cui avrebbe con soddisfazione gustato la sua rivincita.

Ottenere i tre tipi di durezza di sabbia, con quella macina risultò molto semplice, ma il momento più sublime fu quando Nicholas incominciò a pulire le coppe.

La polvere di tre tipi di durezza venne versata un tre contenitori colmi d’olio, e mescolata di continuo (a questo pensò Silente che su permesso di Gazza fece comparire tre coppe con tre bastoncini che giravano senza sosta).

Con uno straccio prese un po’ dell’unguento a grana grossa e ne strofinò una coppa, pulita con un secondo straccio già mostrava evidenti segni di brillantezza.

Il secondo passaggio con la stessa miscela ma con la sabbia intermedia e evidenziò ancora meglio la brillantezza, per diventare sfavillante con il terzo passaggio con la sabbia fine.

Di tutti, ovviamente, quello che non era contento era il custode, che se andò con un diavolo per capello.

In futuro quello divenne famoso come il metodo Gazza per pulire tutto ciò che era ottone senza usare la magia.

Ma nessuno, nemmeno Nicholas stesso se la prese perché con ciò che successe in seguito, questo piccolo furto non sarebbe rientrato neanche nella categoria “ultimo dei problemi.”


1)       Zombie è una parola di origine haitiana legata ai riti Voodoo, che è entrata nell'immaginario comune attraverso il campo cinematografico e letterario come un morto vivente. Nelle credenze popolari di Haiti alcuni sacerdoti malvagi (bokor) sarebbero in grado di catturare una parte dell'anima di una persona (detta Gros Bon Ange), producendo uno stato di letargia che rende come morto un essere vivente, e che anche anni dopo la sua sepoltura, essi siano in grado di riesumare il corpo rendendolo loro schiavo. Passando sotto il naso del morto una bottiglietta contenente il suo Gros Bon Ange lo si potrebbe far risvegliare e controllarlo a piacimento. Secondo alcune tradizioni se lo Zombie dovesse assaggiare del sale per un qualsiasi motivo, riprenderebbe coscienza e la fattura verrebbe spezzata. Nella cultura letteraria e cinematografica occidentale gli zombie sono creature morte che continuano a camminare, senza più volontà, spinti solo dalla fame innaturale di carne fresca. Facendo diventare al sua volta non morto la persona attaccata.


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Capitolo 6
*** IL PLATANO PICCHIATORE ***


CAPITOLO 4

C A P I T O L O 4

IL PLATANO PICCHIATORE

 

Era cosi passato un mese, senza troppi scossoni. Nella scuola già alcune voci incominciavano a serpeggiare.

Un babbano si aggirava tra le mura del castello.

Nessuno lo aveva incontrato, ma tutti erano sicuri di aver visto una fugace ombra scivolare lungo i corridoi.

Erano i primi di ottobre, quando la professoressa Mc Granitt andò a trovare Nicholas nella sua stanza.

Nicholas si contorceva sull’organo, come in preda ad un’atroce agonia; di tanto in tanto il vecchio strumento sbuffava nuvole di polvere.

Appena la Mc Granitt ne varcò la soglia, venne investita dalle calde note dello strumento.

Per un momento rimase sconcertata, si accorse che Ginpy stava seduto sulla sedia e gli rivolgeva un candido sorriso; poi di corsa scese dalla sedia e andò a strattonare la camicia di Nicholas.

“Ginpy, cosa c’è?” il piccolo elfo indicava qualcosa dietro di lui, e seguendone la direzione si accorse della visita della professoressa.

“Buongiorno professoressa, a che devo la visita?”

“Vede Nicholas, ogni sette anni qui si svolge il Torneo tre maghi tra questa scuola e altre due. Ritengo che non sia opportuno che ti trovino qui.”

“Dove mi nascondo professoressa, dietro la tenda?”

“Si ‘nasconderà’ alla Stamberga Strillante. Etrangè perché non sentivo la musica fuori della porta? Lei non ha poteri magici.”

“Beh semplice, Ginpy ha poteri magici e ho chiesto se lui conosceva un modo per non far uscire il suono fuori della stanza. E poi sapendo che questa torre è deserta… basta fare due più due e il gioco è fatto. Ehm, cos’è la Stamberga Strillante?”

“Il posto più infestato da fantasmi dell’Inghilterra.”

 

Ecco e ti pareva, mai una cosa normale

 

“NO DIALETTO.” Urlò d’improvviso facendo sobbalzare la professoressa. “Lo stava per dire.” Puntandole uno scherzoso dito accusatorio. Per un momento i lineamenti del viso della professoressa, si illuminarono di un sorriso, per poi ritornare freddi ed impassibili come sempre.

“Scusi. Va bene professoressa andiamo a questa Stamberga” disse con un filo di voce.”

Per tutto il tragitto Nicholas ebbe la sensazione che la professoressa stesse ridendo, ma mentre si muovevano per i corridoi della scuola tutti gli alunni che incrociavano la strada, cambiavano subito direzione.

 

Eh? Che ha detto? Confucio? Confermo? No no Confundus… mmm lo cercherò appena possibile sul libro di magia, prima però sarà meglio chiedere il permesso al professor Piton, non si sa mai.

 

In effetti, la professoressa quando durante il tragitto incontrava qualcuno, lanciava a bassa voce l’incantesimo Confundus, per confondere le menti degli alunni in modo da non ricordarsi di aver visto un babbano.

Arrivati al giardino interno, si fermarono davanti ad un grande albero tutto nodoso.

L’albero era un enorme platano mal sagomato, con strani rami che finivano con dei rigonfiamenti che sembravano pugni.

“Bello” disse Nicolas con il tono diplomaticamente neutro di colui, ed era pura verità, che non riusciva a capire che ci faceva davanti a quell’albero.

Lo capi subito quando un uccellino ebbe la malaugurata idea di andare a posarsi su un ramo.

Uno dei rami immobili saettò verso la povera bestia a mo di frusta e una nuvola di piume cadde a terra.

 

 Ma che… anche gli alberi sono pericolosi qui?

 

“Bello, è la prima volta che vedo un albero da guardia. Ehm professoressa, come mi ci avvicino al quell’albero? Aspetto che si addormenta?”

“Sebbene esista la possibilità di usare l’incantesimo chiamato ‘Immobilus’ è stato approntato da Hagrid questo bastone lungo con il quale a distanza sicura… là! Rende innocuo il platano.”

Difatti, mentre parlava la professoressa, prese il lungo bastone e colpendo un particolare nodo irrigidì l’albero.

I due attraversano uno stretto tunnel fino ad arrivare alla stamberga strillante, che oltre ad essere popolata da fantasmi era l’unica casa che sulla terra ferma beccheggiava come una nave, che affronta il mare grosso.

 

Carina, beh per essere infestata dai fantasmi, non è messa poi così male, in fondo c'e' solo polvere stratificata dal paleolitico.

Perché mi hanno portato qui? In una casa di questo tipo, ma soprattutto se era infestata, e quindi potenzialmente pericolosa per i maghi perché portare me che sono un babbano che non ho neanche una stilla di potere magico?

 

Non fece in tempo, a dare verbo ai suoi pensieri che Silente si materializzò vicino ai due.

“Arrgh, professore, che spavento! Ma non potrebbe avvertire quando si teleporta? Non dico la finezza ‘Kirk ad Enterprise’ ma dei campanelli che fanno plinplonplan prima del teletrasporto, sarebbero graditi.”

Sorridendo beatamente disse.

“Certamente ti starai chiedendo perché, ti abbiamo fatto venir qui…”

 

Si, appena passa l’infarto!!!

 

 Nicholas aprì la bocca per rispondere, ma Silente continuò “tra un mese arriveranno le due scuole ospiti ed è meglio che evitare che un babbano giri indisturbato per le mura di questo castello. Non ti preoccupare non ci sono fantasmi in questa casa, è una leggenda che ho contribuito io a creare per salvaguardare un alunno che aveva contratto la licantropia”

 

Licantropia? Esistono anche i lupi mannari?

 

“Purtoppo si, signor Etrangè.” rispose freddamente la professoressa Mc GRanitt “e del loro dilagare dobbiamo ringraziare Fenrir Grayback”

 

 E chi è? No, meglio non chiedere. Non mi va di rifare la lezione speciale su come noi babbani uccidiamo queste creature, ho ancora i brividi per quel coso che ho steso. Ancora ho il sinistro scricchiolio della sua spina dorsale.

 

“I licantropi possono essere uccisi. Come?” chiese la Mc Granitt

“Secondo le leggende, con un proiettile d’argento, ma non voglio fare un’altra dimostrazione la prego.”

“Non si preoccupi, non ci sarà nessuna dimostrazione, anche perché sono solo leggende... inferi o zombie, vampiri, licantropi per voi babbani non esistono sono solo storie di spavento. Ho ricevuto un gufo dall' ufficio regolazione e controllo delle creature magiche nel quale si dice che per voi babbani sono solo fantasie letterarie.”

“Horror, professore, horror non spavento.”

“Nicholas…” riprese Silente, con tono duro. “perché hai fatto quella sciocchezza? Gli inferi sono molto pericolosi!”

Nicholas in quel momento parve gonfiarsi, e un espressione scura e minacciosa mutò i suoi lineamenti.

“Conosco professoressa la differenza tra coraggio e stupidità e sicuramente ho fatto una cosa stupida ma sono un babbano e non permetterò a nessuno, di pensare che per quanto… umano, non sia in grado di difendermi o provarci.” pronunciò questa parole con la fierezza di un monarca decaduto.

La professoressa Mc Granitt rimase di stucco, con un solo sguardo aveva capito il rimprovero che in quel momento serpeggiava nella sua mente.

Si, Nicholas era diverso.

Attento e sensibile allo stesso tempo, ma fiero e indomito davanti al pericolo, da tenere d’occhio in quanto babbano, ma non tanto sconsiderato da andarlo a cercare.

Magicamente, tutte le cose di Nicholas vennero trasferite nella Stamberga.

Tutti professori con un soave SWOOP sparirono.

Nicholas incominciò ad ispezionare la sua nuova “casa”.

Come la maggior parte delle case inglesi, lo spazio si svolgeva in alto e sebbene fosse abbandonata da molto tempo era una bellissima ‘Stamberga’.

Una volta finite di fare le pulizie, che grazie a Ginpy durarono un niente, la casetta rimodernata era una delizia. L’incantesimo usato Ginpy per fare le pulizie rapide consisteva una un forte vento, toglieva solo la polvere senza spostare gli oggetti e scaricarla verso il camino o altre aperture. I ragazzini del villaggio circostante, o gli studenti della scuola che per dimostrare di essere coraggiosi agli occhi delle ragazze si avventuravano in direzione della stamberga, con lo scopo di toccare le pareti; rimasero impietriti quando all’improvviso essa si mise a urlare e a sputare polvere. Due di loro tornarono a casa con i capelli bianchi dalla paura, gli altri invece tornarono a casa con la Corsica disegnata nelle mutande.

 La casa essendo fuori dai confini della scuola, e quindi fuori dall’aura magica che impediva di utilizzare la tecnologia non presentava nessun ostacolo all’uso del portatile e cellulare. Volendo essere pignoli un problema c’era, ed era quello delle batterie. Nicholas fu bel felice di poter accendere il suo portatile. Incominciò quindi a controllare la posta e a girovagare su Internet.

Quando Piton aveva fatto le valigie, prima di partire per il fantastico mondo dei maghi, pensando che fosse importante aveva messo nei bauli anche la borsa del portatile.

Ginpy risolse il problema della batteria che divenne la prima batteria a carica infinita (probabilmente i componenti a ioni di litio la cui durata stimata dalla casa costruttrice, era circa dieci anni, con l’intervento dell’elfo si sarebbero consumati… entro due secoli, dotati di autoricarica spontanea) e per la connettività wireless Nicholas si dovette accontentare dell’area di Londra… a più di 600 chilometri di distanza.

 

 Amo la magia.

 

E aveva ragione, o no?

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Capitolo 7
*** LE TRE SCUOLE ***


CAPITOLO 5

C A P I T O L O 5

LE TRE SCUOLE

 

Nicholas era intento a studiare, le strane pozioni date per compito ridacchiando sul fatto che alcune avevano quasi gli stessi ingredienti zuppe e minestroni babbani (con effetti leggermente diversi e più pericolosi) quando alzò la testa, aggrottando la fronte incominciò ad ascoltare i rumori della casa.

“Buongiorno professore, qual buon vento la porta qui?”

SWOOP e apparve il professor Silente.

Silente rimase sorpreso.

“Per un momento, prima del teletrasporto, i rumori della casa, cambiano anche in maniera impercettibile. Mi dica,” sorridendo.

“Oggi, arrivano le rappresentanze della altre due scuole, vorrei che anche tu assistessi a questo evento.”

“E pensa che sia saggio che un babbano assista a…”

“In quanto babbano, no! In quanto studente, si!”

Silente prese Nicholas se lo strinse a forza…SWOOP!

Per un momento Nicholas ebbe la sensazione di essere diventato cieco, tutto diventò nero; era pesantemente schiacciato da tutte le parti; non poteva respirare, c’erano delle fasce di ferro che si stringevano intorno al suo petto; i suoi bulbi oculari venivano forzati all’interno della testa; i suoi timpani venivano spinti sempre più dentro il suo cranio e poi …

Respirò a pieni polmoni l’aria fresca e vomitò la cena.

“Stai bene?” Domandò Silente, guardando verso di lui preoccupato. “È una sensazione che necessita di un po’ di pratica prima di farci l’abitudine.”

 

E io che mi lamentavo della giostra del camino express.

 

“Non lo faremo più vero? E se ci dobbiamo spostare useremo la cosa lì… come si chiama? La polvere danzante ehm volante.”

“ E’ il metodo più veloce e pratico per viaggiare per un mago…”

“Babbano…” con il tono di colui che sperava di non ripetere mai più quell’orribile esperienza.

Un semplice sguardo, di sottecchi di Silente incorniciato da un leggero sorriso fecero capire a Nicholas che era meglio che si metteva l’anima in pace e che si preparasse a cose ben peggiori.

Silente scrutò il cielo e poi urlò.

“Aha! Ecco la delegazione Beauxbatons!”

 

E che si urla questo? Sono a meno di un metro da lui

 

 A causa dello shock della smaterializzazione, Nicholas non si era accorto che si erano materializzati nel cortile della scuola, in mezzo agli altri studenti.

 

 Un momento, non è possibile smaterializzarsi dentro la scuola.

 

“Professore mi scusi…?” ma di Silente, nessuna traccia.

 “Dove?” esclamarono parecchi studenti con impazienza, guardando tutti da una parte diversa.

Nicholas si guardava in giro, con un vago senso di preoccupazione, c’era qualcosa che non riusciva a capire, e ciò non gli piaceva.

D’un tratto la sua attenzione fu distolta da qualcosa di grosso, molto grosso si precipitava nel cielo azzurro cupo in direzione del castello, e diventava sempre più grande.

Mentre tutti gli allievi tiravano giù conclusioni su cosa poteva essere quella cosa che via, via andava ingrandendosi. Nicholas da pilota di elicotteri non poteva far altro che criticare l’andamento ballonzolante di quella strana cosa volante.

Qualcosa in fondo all’anima gridava ‘PERICOLO’.

 Mentre la gigantesca sagoma nera sfiorava le cime degli alberi della Foresta Proibita, illuminata dalle luci del castello, videro un'enorme carrozza di un blu polveroso, delle dimensioni di due pullman affiancati, che fluttuava verso di loro, trainata nell'aria da una dozzina di cavalli alati, tutti palomino, grandi come elefanti.

 La carrozza sfrecciava più in basso e si preparava ad atterrare a una tremenda velocità.

 

Rallenta, sei troppo veloce, tira su il muso…

 

Con un fracasso abnorme, gli zoccoli dei cavalli, più grossi di piatti da portata, toccarono terra. Dopo un secondo, atterrò anche la carrozza, rimbalzando sulle vaste ruote, mentre i cavalli d'oro scuotevano le enormi teste e roteavano i grandi occhi fieri.

 

Ma che… Mamma mia che peracottari che sono. Che schifo di atterraggio. Sono bravissimi con la magie ma in quanto ad atterraggi… sono proprio maghi.

 

 Sulla porta della carrozza c'era un blasone (due bacchette d'oro incrociate da cui spuntavano tre stelle ciascuna). Un timido scatto annunciò la sua apertura.

 Un ragazzo vestito di azzurro pallido balzò giù, si curvò, trafficò per un attimo con qualcosa ed estrasse una serie di gradini d'oro.

Poi arretrò rispettosamente. Una lustra scarpa nera col tacco alto spuntare dall'interno della carrozza - una scarpa grande come una slitta da bambino - seguita quasi immediatamente dalla donna più grande che avesse mai visto. La taglia della carrozza e dei cavalli furono subito spiegati. Alcuni ragazzi trattennero il respiro.

Quella cosa in fondo alla sua anima continuava a gridare ‘PERICOLO’

Quando entrò nella luce che fiottava dalla Sala d'Ingresso, si scoprì che aveva un bel viso olivastro, grandi occhi neri liquidi e il naso piuttosto grifagno. I suoi capelli erano raccolti in una crocchia lucente alla base del collo. Era vestita da capo a piedi con un vestito blu notte con lapislazzuli che sembravano piccole stelle intrappolate nelle trame del tessuto, molti splendidi opali scintillavano attorno al collo e sulle sue dita enormi.

 Silente prese ad applaudire; anche gli studenti, seguendo il suo esempio, batterono le mani, molti in punta di piedi per vedere meglio la donna.

Il suo viso si distese in un sorriso cortese, e avanzò verso Silente, tendendo una mano tutta bagliori. Silente, benché fosse ben alto, dovette chinarsi appena per baciarla.

 “Mia cara Madame Maxime” disse. “Benvenuta a Hogwarts”.

 “Mon cher Silonte!” esclamò lei con voce profonda. “Voi sta bene, spero!”

“Sono in ottima forma, grazie” disse Silente.

“I miei studonti” disse Madame Maxime, agitando noncurante una delle sue enormi mani e indicando alle sue spalle.

Una dozzina circa di ragazzi e ragazze - tutti, a occhio e croce, tra i diciassette e i diciott'anni - erano spuntati dalla carrozza e ora erano in piedi dietro Madame Maxime, contemplando Hogwarts con aria preoccupata.

“Karkaròff è già qui?” chiese Madame Maxime.

“Dovrebbe essere qui a momenti” rispose Silente. “Preferite aspettare qui e salutarlo o entrare a scaldarvi un po”?”

“Scaldarsci, sì’ disse Madame Maxime. “Ma i scevalli...”

“Il nostro insegnante di Cura delle Creature Magiche sarà felice di occuparsene” disse Silente.

“I miei destrieri hanno bisogno di... ehm... una mano descisa” disse Madame Maxime, con l'aria di dubitare che qualunque insegnante di Cura delle Creature Magiche di Hogwarts fosse all’altezza dell'incarico. “Loro sono tanto forti...”

 “Le assicuro, se ne occuperà con competenza” disse Silente con un sorriso.

 “Très bien” disse Madame Maxime con un piccolo inchino, “voleva dire a vostro insegnonte i scevalli bevono solamonte whisky di malto, s’il vous plaît?”

 “Provvederemo” disse Silente, inchinandosi a sua volta.

 “Venite” disse Madame Maxime imperiosa ai suoi studenti, e la folla di Hogwarts si dischiuse per lasciarli salire le scale di pietra.

 Quasi tutti guardavano il cielo in attesa. Per qualche minuto, il silenzio fu rotto solo dagli sbuffi e dallo scalpitio dei grossi cavalli di Madame Maxime. Ma poi...

 “Sentite qualcosa?” disse uno del quinto anno di Grifondoro all'improvviso.

Tutti tesero l'orecchio: un suono forte e stranamente misterioso avanzava verso di loro dall'oscurità. Un rombo e un risucchio soffocato, come se un immenso aspirapolvere avanzasse lungo il letto di un fiume...

 “Il lago!” urlò qualcuno. “Guardate il lago!”

 Dalla loro postazione in cima ai prati che sovrastavano il parco, potevano vedere chiaramente la liscia superficie nera dell'acqua, solo che all'improvviso non fu più affatto liscia. Al centro, in profondità, c'era una strana turbolenza; grandi bolle si formavano in superficie, ondate si abbattevano sulle rive fangose... e poi, proprio al centro del lago, apparve un vortice, come se un tappo gigante fosse appena stato tirato via dal fondo...

 Una cosa che sembrava un lungo palo nero prese ad affiorare lentamente dal cuore del vortice... e poi si intravide il sartiame...

 

 E' un albero maestro!... dalla forma si direbbe un brigantino.

 

Lenta e maestosa, la nave sorse dalle acque, splendente nella luce lunare. Aveva un'aria stranamente scheletrica, come se fosse la vittima risuscitata di un naufragio, e le fioche luci nebulose che scintillavano dai boccaporti sembravano occhi spettrali. Alla fine, con un gran sciabordio, la nave emerse del tutto, galleggiando sull'acqua agitata, e prese a scivolare verso la riva. Qualche istante dopo, udirono il tonfo di un'ancora gettata in un fondale basso, e il tonfo di una passerella che veniva abbassata sulla riva.

 I passeggeri sbarcarono; i ragazzi videro le sagome passare davanti alle luci dei boccaporti. L'uomo che li guidava portava una pelliccia liscia e argentea, come i suoi capelli.

 “Silente!” gridò con calore, mentre risaliva la collina. “Come stai, mio caro amico, come stai?”

 “Benissimo, grazie, professor Karkaroff” rispose Silente.

 Karkaroff aveva una voce leziosa, untuosa; quando entrò nel fascio di luce che dilagava dal portone del castello, videro che era alto e sottile come Silente, ma i suoi capelli bianchi erano corti, e il pizzetto (che finiva con un piccolo ricciolo) non riusciva a nascondere del tutto il mento debole. Quando raggiunse Silente, gli strinse la mano tra le sue.

Finiti i convenevoli, tutti quanti si ritirarono nella grande sala.

Nicholas si muoveva in modo da nascondersi in bella vista, diretto al platano, per poi andare alla stamberga.

Durante il tragitto, notò che Silente, la Mc Granitt e Piton stavano controllando che tutti gli allievi facessero ritorno al castello e cambiò direzione per andare a parlare con loro.

“Tu! Cosa diavolo ci fai qui!!!” sibilò Piton. Quelle parole, fecero crollare il mondo attorno a lui. I tre professori, guardavano il babbano con un misto di stupore e indignazione (Piton e la Mc Granitt) mentre l’espressione di Silente era totalmente imperscrutabile.

 

Che succede perché mi guardano così? Come, lui prima mi teletrasporta qui e poi non se lo ricorda?

 

Piton prese Nicholas per un braccio e tutto il gruppetto andò di filato nell’ufficio del preside.

“Non posso credere a tanta stoltezza…” incominciò a inveire la professoressa di Trasfigurazione, seguita da Piton che rincarò la dose…”Avevo ragione io, preside. Un babbano in questa scuola avrebbe solo creato problemi. Appena abbiamo allentato la sorveglianza, ce lo troviamo qui in mezzo agli alunni come se niente fosse.”

Silente era seduto, alla sua scrivania e impassibile osservava la scena.

“Secondo te” tuonò Nicholas “dopo quello che mi avete detto in quella specie di buco, chiamato il Pitale Magico…”

“Paiolo Magico, si chiama il Paiolo Magico.” Serenamente corresse Silente

“Eh? Cosa? Ah si come dice il preside e le precauzioni prese per la mia sicurezza, io me ne vado allegro e spensierato in un ambiente ostile?”

“Stà di fatto, che ti abbiamo trovato fuori della Stamberga senza autorizzazione.” Disse calmo Silente.

“Che è arteriosclerotico professore? Mi ci ha portato lei nella piazza ad assistere all’arrivo delle delegazioni di coso li… Bibibalons e Strikstram. Ci siamo smaterializzati insieme, non se lo ricorda!!!”

“Nessuno, entro i confini di Hogwarts può materializzarsi!”

“E questo lo so da me professor Piton” l’espressione di Piton cambiò e guardando Silente disse “Preside, lui è veramente convinto di quello che dice.”

La porta dell’ufficio, si spalancò di botto e Ginpy entrò e piangendo si diresse verso Nicholas.

“Perché non hai detto a Ginpy che uscivi” disse l’esserino tempestando Nicholas di pugni. “Ginpy ha ordine di Silente di proteggerti, perché dato a Ginpy pozione per dormire.”

“Ginpy, io non ti ho dato nulla.” Questo scatenò un’altra serie di pugni rabbiosi.

“Ginpy calmati” disse Silente alzandosi dalla poltrona dietro la scrivania e andando verso uno dei tanti armadi. Ritornò alla scrivania con un basso bacile di pietra, con strane figure incise sul bordo; rune e simboli che Nicholas non aveva mai visto. Dal bacile fuoriusciva una luce argentata che fluttuava. Non riuscì a capire se la sostanza fosse liquida o gassosa. Era di un colore argento luminoso e biancastro, e si muoveva incessantemente; la superficie s'increspò come acqua accarezzata dal vento, e poi, simile alle nuvole in cielo, si separò e vorticò dolcemente. Sembrava luce liquida, o vento solido.

“Risolveremo tutti i dubbi, andando nel Pensatoio” tutti gli sguardi erano su Nicholas.

 

Ma che… c’è un problema grande quanto il castello e questi pensano di andare al bagno(1)? Cos’è, caga che ti passa! Perché stanno guardando a me… non penseranno che io sul quel coso… faccio… noooo!!!

 

L’elfo si avvicinò a Silente, e lo stregone portò la bacchetta alla tempia e ne estrasse dalla testa uno strano verme argentato che vi si attorcigliò. Silente immerse la punta della bacchetta nella superficie luminosa del bacile e incominciò a girare la bacchetta come volesse sciogliere quella cosa argentata. Poi tutti, elfo compreso si avvicinarono Piton lo afferrò per il collo e lo spinse verso il bacile.

 
1)         Nella città di Roma “Il Pensatoio” o “Trono” è inteso il water (o tazza del cesso) dove ci si siede per espletare lo scarico dei rifiuti solidi

 

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Capitolo 8
*** DUBBI ***


CAPITOLO 6
C A P I T O L O 6

DUBBI

 

Tutto il gruppo, cadde in quello che sembrava essere una gigantesca nube di vapore bianco.

Per un momento, gli scudi di Silente si erano abbassati e Nicholas aveva visto la preoccupazione del preside, e degli altri insegnati; Ginpy era come spaesato ma continuava a dare occhiatacce di traverso a Nicholas.

D’un tratto, dapprima lontana e sfocata poi via via sempre più nitida una voce emerse dalla nebbia.

“Ginpy!”

“Ginpy!”

“Ginpy! Ginpy, dove sei?” lentamente la nebbia di dissolse e tutti quanti si ritrovarono in cucina a vedere l’elfo che puliva i piatti.

“In cucina padrone.” Nicholas entrò e con un grande sorriso disse.

“Ti ho preparato, una bibita che usiamo noi babbani, da bere con gli amici, assaggiala non so se ti piace.

“Grazie padrone.” E incominciò a bere.

Mentre, che la pozione faceva effetto e l’immagine quindi incominciava e sfocarsi, Nicholas che era rimasto sulla porta a guardare incredulo la scena, vide un riflesso sullo specchio in corridoio che lo fece impallidire.

Di colpo si ritrovarono nell’ufficio.

Nicholas era pensieroso. “ Si può rivedere?”

“Si certo tutte le volte che vuoi.” Rispose Silente e mosso da curiosità si avvicinò al bacile come tutti gli altri.

“Abbiamo già visto, non è che cambia se lo rivedi.” disse Piton atono.

“Non rompere i *CENSURA*” e preso Il professore di Pozioni per il bavero lo trascinò dentro.

Stessa scena, stessa nebbia, stessa voce che emergeva. La solita cucina… “Preside si può bloccare l’immagine?” Silente agitò la bacchetta e l’andamento della scena si fermò immobile come quadro.

“Ha perfettamente ragione, stessa scena di cui sappiamo come va a finire, ma posso attirare la vostra attenzione su un piccolo particolare?”

“Quale?“ disse la professoressa di trasfigurazioni.

“Se io sto lì a dare la pozione per dormire a Ginpy, come è possibile che sia contemporaneamente riflesso su quello specchio a fare un’altra cosa?”

Tutti si girarono, e seguendo il riflesso andarono nella stanza affianco, dove un altro Nicholas era seduto intento a studiare.

Tornarono tutti nell’ufficio, e la Mc Granitt, prese la bacchetta e tirò fuori il ricordo dalla testa di Nicholas.

La sensazione era strana, un incrocio tra solletico e una puntura di zanzara; lo mise nel bacile e pochi secondi dopo erano tutti di nuovo dentro.

Questa volta però non c’era la nebbia.

Nicholas vide se stesso a studiare, ridacchiare e a tendere l’orecchio ai rumori di casa.

Tutti videro Silente materializzarsi, prenderlo e la scena cambiò alla piazza della scuola. Mentre Nicholas era occupato a vomitare la cena l’altro Silente sparì poco prima dell’arrivo delle delegazioni Beauxbatons e Drumstrang.

Tornati per la terza volta in ufficio, sgomento e preoccupazione serpeggiavano liberi.

Di sicuro, il più preoccupato era Nicholas che aveva compreso che li non era un posto sicuro.

“Nicholas, puoi aspettare fuori, dobbiamo discutere di questo nuovo avvenimento”

Nicholas si diresse come un ebete vero la porta, ma l’elfo non lo seguì, la porta si chiuse e Silente agitò la bacchetta.

“Ho appena lanciato un’incantesimo di imperturbabilità…” nonostante l’incantesimo Nicholas non aveva difficoltà a sentire quello che succedeva nell’altra stanza. “in questo modo Nicholas, non potrà sentire quello che noi diciamo.”

 

Perché allora io riesco a sentire quello che dicono?

Perché incantesimi, che non dovrebbero funzionare con me invece funzionano?

Nessun Babbano, ha mai varcato i confini di questa scuola, e allora che ci faccio qui?

 

“Avete notato che i ricordi di Ginpy, all’inizio presentava una specie di nebbia?

“Si preside, sembra come se i ricordi siano stati manomessi da un complesso incantesimo di alterazione della memoria. Che cosa sta succendo?”

“Non lo so, Severus per la prima volta non ho la più pallida delle idee.”

“Il re è tornato e tutto il castello è hai suoi ordini.”

Tutti rimasero basiti dalle parole del Cappello Parlante.

 

 Il re è tornato, io un re ma non diciamo sciocchezze.

 

“Che vuol dire che il castello è agli ordini di Nicholas?” ma il cappello non profeì verbo.

“Quando ho accompagnato, Nicholas a Diagon Alley, il libraio mi ha dato questo libro. Ha più di mille anni ed è uno dei libri considerati perduti e narra gli eventi che portarono alla costruzione del castello.” Prese il libro e lo mostrò agli altri. Il libro mostrava pagine sbiadite e l’unica immagine che si vedeva era quelli dei quattro fondatori, che stavano davanti l’abbozzo del progetto di quella che sarebbe diventata la più grande scuola di magia del mondo. Ma nell’immagine foto vi era una quinta persona, che stava di spalle a braccia conserte a fissare il disegno.

“L’immagine risale a prima che fosse inventato il modo per rendere le foto vive.”

“Loro li riconosco, e sono i quattro fondatori, ma non so chi è quella quinta persona.” Disse la professoressa Mc Granitt.

“Non lo so Minerva, ma avete fatto caso alla bacchetta che usa quella persona? È uguale a quella che usa Nicholas e Olivander ha detto che era quella del periodo dei fondatori, e dicono che sia maledetta.” Dopo una pausa Silente aggiunse, “Nicholas qua non è più al sicuro.

“E dove nasconderete padron Nicholas.” Chiese l’elfo preoccupato.

“A Londra, dall’Ordine della Fenicie.”

 

Non c’è pace tra gli ulivi.

 

 La porta si aprì ed entrò Nicholas.

“ADESSO BASTA!!! MI RITROVO IN UN MONDO DI CUI DEVO AVER PAURA PURE DELLE OMBRE, E IO NON POSSO FARE NULLA. LE MIE UNICHE SPERANZE SONO IN MANO VOSTRE CHE NON AVETE LA MINIMA IDEA DI QUELLO CHE SUCCEDE…”

Tutti erano basiti, non perché era entrato in maniera poco ortodossa, ma per il fatto che la porta era stata imperturbabilizzata e quindi impossibile da aprire e soprattutto nessun suono in teoria avrebbe potuto passare.

Senza essere interpellato il Cappello Parlante cantò in versi.

Tutti si girarono a guardare stupiti il Cappello Parlante, non accorgendosi di Nicholas che era diventato pallido.

Se ne accorsero quando con un tonfo sordo Nicholas cadde seduto a terra, bianco come un cencio…

Immediatamente tutti si mossero per andare ad aiutarlo e adagiato su una poltrona lo sostennero con del succo di zucca mescolato ad pozione calmante.

Ci volle un po’ di tempo, ma alla fine Nicholas riprese sia il colore che il controllo di sé.

“Quella filastrocca, si tramanda da generazione nella mia famiglia, perché quel cappello l’ha citata? Che ci faccio qui?”

“Non lo sappiamo, e credo che ti dovremmo chiedere più di quello che potrai dare. Il tuo viaggio qui, HA uno scopo anche se adesso non c’è tutto chiaro. Sarai trasferito in un luogo sicuro.”

La lezione di pozioni fu un disastro, più di una volta Piton dovette richiamare l’attenzione di Nicholas.

Finalmente arrivò la sera, e Nicolas si mise a letto con la speranza che un buon sonno ristoratore portasse consiglio.

Vana speranza ahimè.


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Capitolo 9
*** LEGILIMENS… ANCORA DUBBI!!! ***


CAPITOLO 7

C A P I T O L O 7

LEGILIMENS… ANCORA DUBBI!!!

 

Ho freddo.

E’ normale

Non riesco a muovermi, e non vedo nulla.

Sei nel mondo dell’anima.

Cosa sono questi rumori, vicini eppure cosi lontani.

Non cercare di dare un senso aspetta che si plachi tutto.

Chi sei?

Io sono l’architetto e tu sei …

 

Un urlo d’angoscia, ruppe il silenzio della notte.

Nicholas si ritrovò, seduto nel letto tutto madido di sudore, respirando pesantemente.

Subito Ginpy si materializzò sul letto, incominciandosi a guardare in giro, per proteggere il suo padrone.

Il primo a materializzarsi fu Silente, seguito dalla professoressa Mc Granitt.

“Tutto bene figliolo?”

“Si professore, solo un incubo. Professore cos’è il mondo dell’anima?”

I due professori, si guardarono stupiti. “Penso, che ne dovremmo parlare con il professor Rhambau… domani mattina. Per questa notte noi staremo qui, avvertimi se hai altri sogni.”

“Il mondo dell’anima.” disse il professore di difesa delle arti oscure serio, e per nulla spocchioso.”E’ un posto particolare, dove tutto è possibile ma niente è reale. Non è mai stato provato, ma è la base della maledizione Imperius.”

“Maledizione Imperius cos’è?”

Rhambau diede uno sguardo a Silente che annui.

“Vi sono tre maledizioni, che sono state bandite dal ministero della magia e che pronunciarle conduce direttamente ad Azkaban, la prigione dei maghi. Questi tre anatemi - Avada Kedavra, Imperius e Cruciatus sono noti come le Maledizioni Senza Perdono”

“Che effetto hanno?”

“Be L’Avada Kedavra, o anatema che uccide, ha bisogno di molto potere magico, si manifesta con un lampo verde e uccide istantaneamente. Imperius ti controlla contro il tuo volere, mentre la maledizione Cruciatus infligge un dolore indicibile.”

“Proviamole, escluso ovviamente l’anatema che uccide, se devo combattere queste cose, devo sapere il loro effetto.”

Anche questa volta Silente diede l’assenso.

“Crucio!” ondate di dolore bianco, invasero ogni fibra del corpo. Era come bruciare, Nicholas non mostrava nessun segno esteriore se non alcune lacrime, che solcavano un volto deturpato da una rabbia feroce. Quando Rhambau tolse l’incantesimo, l’espressione si rilassò e un grande sospiro pose fine a tutto.

“Impressionante” disse il professore Rhambau.

“Mio padre mi menava spesso, perché era sempre ubriaco. Le lacrime sono tutto ciò che concedo di manifestare.”

“E la rabbia che vedevo?”disse Silente.

“Era mio padre, non potevo rispondere.” Per un attimo ci fu un imbarazzante silenzio.

Silente capendo che si stava toccando un argomento delicato decise di proseguire con la maledizione Imperius”

Nicholas provò una sensazione davvero straordinaria. Aveva l'impressione di galleggiare, come se tutti i pensieri e le preoccupazioni dentro la sua testa venissero dolcemente cancellati, lasciando nient'altro che una vaga, indefinibile felicità. Rimase lì, infinitamente rilassato, solo vagamente conscio che tutti lo stavano osservando.

 E poi sentì la voce di Rhambau che echeggiava in una stanza remota del suo cervello vuoto: “Prendi la scopa e usala come se fosse un cavallo” e ubbidiente Nicholas trotterellò per tutta la stanza.

Ritornato in sé, disse ai professori che la sensazione provata era del tutto diversa da quella del sogno.

Credo, preside che dobbiamo utilizzare la Legomanzia.”

 

 Lego… cosa? Ma che pure loro giocano con…

 

E che cos’è?” Chiese Nicholas.

“E’ l’abilità di estrarre i sentimenti e i ricordi dalla mente di un’altra persona…”

“Riesce a leggere nella mente? Come avete fatto voi al Pit… ehm Paiolo Magico?”

“Solo i Babbani” incominciò a parlare Rhambau, con un tono, che faceva venire voglia a Nicholas di prenderlo a sberle ad ogni sillaba pronunciata “parlano di ‘lettura della mente’. La mente non è un libro che può essere aperto a piacimento ed esaminato nel tempo libero. I pensieri non sono attaccati all’interno del teschio, per essere esaminati da chiunque entri. La mente è una cosa complessa e con più livelli. Quello che intendo fare, è entrare nella tua mente e cercare di capire cos’è questo ‘mondo del’anima’ LEGILIMENS!”

Rhambau si trovò in uno strano limbo, immagini che apparivano e sparivano senza un criterio. Il giorno del diploma, lui piccolo con il padre che sovrastava sopra di lui con la cinta in mano, il giuramento in marina, il padre in un letto d’ospedale, la prima missione, la tomba del padre e le cose non dette… buio, buio e freddo.

Più avanzava e più faceva freddo, solo una luce fioca dava una parvenza di chiarore.

Davanti a lui, una figura incappucciata gli dava le spalle.

Giratasi lentamente verso il professore di Difesa contro le arti oscure puntò la bacchetta “Chi sei?” e un lampo bianco rispedì il professore fuori dalla mente di Nicholas.

“Preside, dobbiamo trasferire Nicholas subito, è in grave pericolo.”

Guardando Nicholas che era seduto, a mò di fantoccio buttato li.

Durante il Legilimens, come se posseduto Nicholas era saltato addosso al professore di arti oscure e la Mc Granitt era stata costretta a lanciare un incantesimo di soporifero.

Il giorno dopo incominciarono le grandi manovre.

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Capitolo 10
*** IL NUMERO 12 DI GRIMMAULD PLACE ***


CAPITOLO 8

C A P I T O L O 8

IL NUMERO 12 DI GRIMMAULD PLACE

La notte, svogliatamente stava cedendo ai timidi raggi di sole, quattro ombre si materializzarono in prossimità della camera da letto.

Il più grosso, con passo zoppicante si diresse verso il letto ma non fece in tempo ad avvicinarsi, che all’improvviso il letto parve esplodere.

Con un movimento rapido, Nicholas gettò la coperta addosso a quello più grosso e sgusciato via con una capriola si ritrovò faccia a faccia con il secondo che lo fissava inebetito.

Una doppia palmata sul petto e lui volò via.

I due rimasti indietro, si erano ripresi dalla sorpresa e stavano lanciando schiantesimi a bassa potenza di difesa ma non riuscivano a prenderlo.

Un attimo di incertezza e tutti e tre erano pronti e all’unisono lanciarono gli incantesimi, ma accadde l’impossibile (per gli occhi di un mago).

Come sollevato da mani invisibili, fece un salto facendo una giravolta in aria facendo un giro completo parallelo al terreno i due schiantesimi gli passarono uno sopra e uno sotto, costringendo quello grosso a buttarsi da un lato, per essere colpito.

Nell’atterrare per terra, continuò la rotazione e si accovacciò come se si fosse avvitato afferrò un tappetino e mentre si ‘svitò’ diede uno strattone e una della coppia fini a gambe all’aria.

Nella rotazione arrotolò il tappetino e contemporaneamente diede un calcio all’ultimo rimasto mentre con il tappeto arrotolato dava una sberla a quello grosso.

D’un tratto, il combattimento venne interrotto da Ginpy che entrò urlando.

“Fermo, fermo padrone loro sono qui per aiutarti, eri ancora sotto l’effetto del incantesimo soporifero per questo non ho potuto dirtelo.”

“Per Diana, ragazzo nessuno, se pur babbano è mai riuscito a mettere nel sacco quattro auror come noi.” Dando una pacca cosi forte che sbilanciato per poco non cadde in ginocchio.

“Er… grazie.”

 

Un po’ più forte ‘sta pacca e mi ritrovavo steso come una canottiera in mezzo alla stanza.

 

L’elfo con uno schiocco di dita, aumentò la luce e Nicholas riconobbe sia quello grosso con l’occhio blu elettrico che gironzolava indipendente, che quello vestito in modo trasandato. Finite le presentazioni (con una marea di scuse) si sarebbero ritrovati li tra due giorno per andare al nascondiglio segreto.

Tutto il gruppo venne formato e Alastor, fece salire Nicholas sulla sua scopa.

“Non rompiamo le file per nessun motivo, capito? Se uno di noi venisse ucciso… attento al contraccolpo ragazzo.“

“Scusi, quale contraccolpo…” non fini la frase. In quel momento Alastor diede in via e al povero babbano il ‘contraccolpo’ arrivò diretto sui gioielli di famiglia.

Cadde a terra e ululando come un animale ferito, dicendo cose che forse è meglio non riportare fedelmente, ad intenditor poche parole.

“Porca puzzetta, che piffero, il tuo simpatico contraccolpo me le ha mandate su a far salotto con le tonsille. Ma non avete un modo meno puffoso per viaggiare?”

Silente chiese in prestito ad Hagrid la sua moto volate, dandola in consegna a Nicholas.

E nel cortile della scuola Alastor incominciò la lezione.

“Questa ragazzo mio, è una motocicletta.”

 

Ma dai, e io che pensavo fosse un cavolfiore a reazione.

 

 Alastor incominciò ad elencare tutte le caratteristiche del veicolo, l’anno di fabbricazione, bla bla bla.

 

Uff ma quanto parla, ma come si spegne. Ho capito hai studiato bene la lezione… ahia!!!

 

Rhambau accortosi che si era distratto un attimo, gli aveva mollato un ceffone sulla testa.

 

Guarda te se a questo adesso non gli do un destro in bocca, che gli faccio sputare i denti dalle orecchie.

 

Alastor continuava con la sua lezione, spiegando il motore, i pistoni, quando senti un tonfo e vide Rhambau scivolare verso di lui.

“E’ scivolato.” disse atono Nicholas mentre si avvicinava alla moto

Il suo occhio blu elettrico, lo aveva visto ma non poteva ridere.

Rhambau che dava un secondo ceffone a Nicholas e questi giratosi prenderlo e farlo volare in direzione dell’auror con una mossa di judo.

Nicholas, montò sulla motocicletta e messa in moto fece un paio di giri di prova… la moto andava controllata.

Qualunque motociclista, degno di questo nome, sa che la manutenzione di una motocicletta non si fa così; alla come viene, ma che bisogna perdersi molto tempo e se serve smontarla controllarla e rimetterla a posto.

Nicholas fece questo sfruttando al meglio la magia.

Non accontentandosi di un banale quanto generale “REPARO” chiese a Ginpy di smontare la moto pezzo per pezzo e ad ogni singolo pezzo di lanciare l’incantesimo “REPARO”.

Il risultato finale, fu che la moto adesso era in condizioni non solo perfette, ma superiori a quelle del mezzo appena finito di assemblare in fabbrica.

Stranamente Rhambau incominciava a tenersi alla larga da Nicholas.

Alastor spiegò il meccanismo di volo e sue secondi dopo, Nicholas svolazzava allegramente per il cielo.

Atterrò davanti a tutto il gruppo.

“Ti rendi conto ragazzo che questo cambia notevolmente il programma?” tutto il gruppo incominciò a chiaccherare su come modificare questo misterioso programma:

Spazientito, per la lungaggine della discussione, scese dalla moto e tuonò “Allora posso sapere in che consiste questa missione di soccorso?”

“La missione consiste, nel portati sano e salvo al quartier generale fino a che non avremo capito cos’è che ti minaccia.” rispose Lupin.

“Dove si trova questo quartier generale?”

“Londra, e non devi sapere altro” rispose burbero Alastor.

“Ottimo e come ci arriviamo?”

“Semplice, volando e con il favore delle tenebre.”

“Certo, infatti le moto volati, specie di notte sono comunissime tra i babbani” e prima che Alastor o qualcun altro incominciasse a parlare continuò ”Allora, io e la ragazza… come si chiama?” indicando l’unica ragazza del gruppo.

“Ninphadora.” disse Alastor.

“Nessuno mi chiama Ninphadora, chiaro?...” puntando l’indice ammonitore sotto il naso di Alastor.

Con un nome cosi preferirei essere chiamato Brinuiuldasbrugalovagarda, anzi lo pretendo!

 

“…tutti mi chiamano Tonks!” finì la frase guardando Nicholas.

“Molto bene NinphadoranessunomichiamaNinphadorachiaro? Tonks, mamma mia che nome lungo, tu verrai con me in motocicletta.”

Appena sentito ‘Ninphadora’, la ragazza estrasse con un gesto fulmineo la bacchetta per ritrovarsi bloccata e con due dita sotto la carotide che provocavano un leggero fastidio respiratorio. ” E questo è un ordine!”

 Appena la lasciò andare, mentre si massaggiava la gola un sorriso compiaciuto solcò il volto giovane della ragazza.

Alastor, era una fontana di contentezza “Ah mi pace sempre di più quel ragazzo, è forte.”

Nicholas, chiese di materializzare sia per Ninphadora che per lui due caschi da motocicletta… e se pentì.

“Hai finito di fare la scema?” chiese, mentre finiva di allacciarsi il casco.

“Che c’è, sono una normalissima motociclista babbana”

 

Si certo, e io sono la regina Nefertari

 

Si avvicinò alla ragazza, prese il casco glielo sfilò dalla testa lo girò e glielo rinfilò nel verso giusto.

Risalito in motocicletta, aspettò che Tonks salisse dietro a lui.

“Cosa diavolo stai facendo?”

“Sto salendo in motocicletta, come una vera babbana.”

“Vuoi corda e rampini? Se vuoi ti posso insegnare a cantare lo Yodel.”

Infatti, tutti i “veri motociclisti babbani” per sedersi al posto del passeggero si arrampicano come degli scalatori, partendo dal bauletto posteriore.

“Sempre a criticare, se devo andare con te in moto come faccio a salire?”

Di tutta risposta, e senza scendere dalla moto Nicholas fece scattare le seconde pedaline per il passeggero.

“Allora Tonks, per salire devi mettere il piede sinistro… L’ALTRO PIEDE!!!! spingerti in alto e scavalcare con l’altra gamba il bauletto e sederti… visto non era poi cosi difficile.”

Cosi finalmente (con suprema gioia di Nicholas) erano pronti a partire.

 “Allora,” grugnì Moody, il suo occhio magico che scrutava il cielo. “Viaggeremo di notte, questo è il piano. Tonks sarà il tuo angelo custode. Noi saremo tutti uniti. Lupin ti coprirà da sotto. Io starò dietro di te. Gli altri ci circonderanno. Non rompiamo le file per nessun motivo, capito? Se uno di noi venisse ucciso…”

Nicholas sperando di non essere visto, si diede una grattata al cavallo dei pantaloni.

“…tutto bene ragazzo?” chiese di spalle Alastor.

“No, è che con il colpo di prima e il cavallo un po’ stretto… solo un po’ di fastidio, tutto qui.” Esibendo un sorriso amabile quanto falso.

 

I cavoli propri mai, mentre quelli degli altri spesso e volentieri vero? Maledetto occhio bionico…

 

“…gli altri si mantengano in volo, non si fermino, non rompano le file. Se ci prendono tutti e tu sopravvivi, ragazzo…

 

Lo spero proprio, visto che si tratta di me.

 

”…la retroguardia sarà pronta a prendere il controllo; continua a volare verso est e loro ti raggiungeranno.”

“Smettila di essere così allegro, Malocchio, penserà che non stiamo prendendo la faccenda seriamente,” disse Tonks, dando una pacca di conforto a Nicholas.

 

 Oddio mio, debuttanti allo sbaraglio, mi sa che faccio meglio a mettermi un bersaglio luminoso sulla schiena e forse ho più possibilità di cavarmela.

 

 “Sto solo spiegando il piano al ragazzo,” ringhiò Moody. “Il nostro compito è di portarlo al sicuro al quartier generale e se moriamo nel tentativo… ancora problemi con il cavallo dei pantaloni? Abbiamo tempo vuoi passare in infermeria a farti dare un’occhiata?

“Non si preoccupi.”

“Nessuno morirà,” disse Kingsley Shacklebolt con la sua voce calma e profonda.

“Montate sulle scope, quello è il primo segnale!” disse stridulamente Lupin puntando verso il cielo.

Lontano, lontano sopra di loro, una cascata di luminose scintille rosse era scintillata tra le stelle.

 

Bello, toh guarda i fuochi artificiali… ma sono deficienti tutta ‘sta segretezza e poi fanno segnali visibili a chilometri di distanza.

 

“Secondo segnale, andiamo!” disse Lupin a voce alta quando altre scintille, verdi questa volta, esplosero in alto sopra di loro.

Tutto il gruppo si alzò in volo. L’aria della notte fresca scorreva attraverso i suoi capelli mentre il castello rimaneva indietro, rapidamente inglobato in un miscuglio di nero e verde scuro, vennero spazzati via dalla sua mente come se la corsa in aria li avesse soffiati fuori dalla sua testa.

“Tutti a sinistra, tutti a sinistra, un babbano sta guardando!” gridò Moody da dietro. “Dobbiamo andare più in alto… ci vuole un altro quarto di un miglio!”

Vedere le minuscole lucine piccole come punte di spillo che dovevano essere i fanali delle macchine e i lampioni, mentre stai a cavallo di una moto con sferzate di freddo che ti investono metteva in corpo un’adrenalina a Nicholas, in quel momento avrebbe sconfitto anche il più potente dei maghi.

“Svoltare a sud!” gridò Malocchio. “Città di fronte!”

Volarono verso destra per evitare di passare direttamente sopra la ragnatela di luci che brillava di sotto.

“Portatevi a sud-est e continuate dritto, abbiamo qualche nuvola bassa davanti in cui potremmo passare per non essere visti!” ordinò Moody.

 “Girare a sud-ovest!” urlò Moody “Dobbiamo evitare l'autostrada!”

Kingsley Shacklebolt scese in picchiata intorno a lui, la testa calva e l’orecchino che luccicava leggermente al chiaro di luna… Ora Emmeline Vance era sulla sua destra, con la bacchetta fuori, la testa che si girava a destra e a sinistra… quindi anche lei piombò su di lui, prendendo il posto di Sturgis Podmore…

“Dobbiamo tornare indietro per un po', appena il necessario per assicurarci di non essere seguiti!” gridò Moody.

“Dove piffero si trova questo simpaticissimo quartier generale?”

“Giovanotto, un po’ meno sboccato per favore, ti stiamo salvando la vita.”

Anche qui, spero che mi perdonerai mio giovane lettore/lettrice se uso una maniera poco ortodossa per esprimere il linguaggio forbito e non proprio aulico che in certi momenti esce dalla bocca di Nicholas, ma da bravo autore (spero) ho deciso di non mettere nessuna parolaccia o volgarità.

“Al numero 12 di Grimauld Place, per i babbani è compreso tra 11 e 13 di Argyle Square.”

“Argyle Square? King Cross vero?

“Conosci Londra, bravo.”

“Grazie Tonks, se volete vi posso portare li passando per la città, totalmente inosservati, ma dovete silenziare il motore.”

Indispettito Moody agitò la bacchetta e di colpo il motore divenne silenzioso.

“Allora ti serve altro?”

“Remus e Shacklebolt con me, il resto del gruppo in alta quota, e lei Alastor il suo occhio speciale puntato sempre su di me.”

I due gruppi si separarono, mentre il grosso, pronto all’azione seguiva dall’alto gli ordini di Alastor.

Nicholas individuò subito il punto di entrata e si precipitò.

Entrò a pelo dell’acqua, proprio all’uscita del Maida Hill Tunnel sul Regents Canal.

Passarono a pelo dell’acqua Little Venice, e proseguirono dritto fino ad arrivare al Feng Shang Princess e girarono a sinistra e superarono un paio di ponti, fino ad arrivare al ponte interessato quello dove passava Camden High.

Ora veniva la parte più difficile, quella di mettere la moto su strada senza destare sospetti.

Con una manovra da manuale atterrò sul marciapiede di destra, fatta scendere Tonks con l’incarico da fare da palo, attese il momento in cui non passava nessuno, e per maggior sicurezza Remus lanciò un Confundus sul ponte e sulle case vicine.

Lentamente la moto usci dal suo nascondiglio, e si mise in strada.

Tonks risalì in sella (stavolta meglio della prima volta) e tolto l’incantesimo di Insonorità i due con calma ripresero il viaggio.

Remus e Shacklebolt si tenevano a distanza volando sopra le case, ma tenendo d’occhio sempre due motociclisti.

I due proseguirono dritti per Camden High fino ad arrivare all’incrocio con Euston Road, da li dritto fino ad Argyle street e girato per Belgrove Street si ritrovarono a destinazione.

I due scesero, e Nicholas infilò la chiave e girò verso sinistra, tolse il bauletto e lo mise a terra.

Il bauletto crebbe di misura, fino a che non divenne delle dimensioni necessarie per contenere la moto, che Nicholas spinse dentro.

Chiuso, il bauletto, esso si rimpicciolì fini ad arrivare alle dimensioni di un porta cd, che Nicholas si mise in tasca.

Prima di partire, aveva chiesto a Silente quella speciale modifica.

Non è saggio lasciare in giro una moto, specie se poi è in grado di volare.

Aspettarono che il gruppo atterrò.

“Leggi,” mormorò Moody, porgendo un pezzo di pergamena tenendo vicina la sua bacchetta accesa, in modo tale da illuminare la scrittura. “Leggi velocemente e memorizza.”

Nicholas abbassò lo sguardo sul foglio di carta. La calligrafia stretta aveva un qualcosa di nobile. Diceva:

Il quartier generale dell’Ordine della Fenice si può trovare al numero dodici di Grimmauld Place, Londra.

 

“Cos’è l’ordine della…?” cominciò Nicholas

“Non qui, ragazzo” borbottò Moody. “Aspetta finché non saremo dentro!”

Prese il pezzo di pergamena dalle mani di Nicholas e gli diede fuoco con un colpo della sua bacchetta.

 

E che… un altro po’ e mi brucio.

 

Quando il messaggio si accartocciò fra le fiamme e cadde ondeggiando sul selciato, Nicholas si guardò nuovamente intorno tra le case. Erano fuori dal numero 11; guardò a sinistra e vide il numero 10; alla destra, tuttavia, c’era il numero 13.

“Ma dov’è…?”

“Pensa a ciò che hai appena memorizzato” disse Lupin tranquillamente.

Non accade nulla.

“Non mi dire che non hai letto quello che c’era scritto sulla pergamena?”Grugnì Moody

“Te lo posso tradurre in otto lingue.”

“Forse l’incantesimo,” disse Shacklebolt “su di lui non funzione in quanto babbano.”

“Se è cosi siamo allo scoperto.” Disse preoccupato Alastor.

In quel momento,l’espressione di Nicholas si fece vuota, come se qualcuno gli avesse sconnesso il cervello.

Prese la bacchetta e diretta verso il palazzo disse “Manifesta Veritas” e svenne.

Una porta consumata emerse dal nulla fra i numeri 11 e 13, prontamente seguita da muri sporche e finestre sudice. Era come pensare che una nuova casa si fosse gonfiata, spingendo quelle ai suoi lati fuori dal suo perimetro.

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Capitolo 11
*** L’ORDINE DELLA FENICE ***


CAPITOLO 9

C A P I T O L O 9

L’ORDINE DELLA FENICE

 

L’intero gruppo rimase basito a ciò che vide.

Da una parte un babbano, o presunto tale che lancia un incantesimo di potenza superiore a quello d’indisegnabilità lanciato da Silente.

Dall’altra l’incantesimo lanciato da Nicholas; che nessuno, a parte Remus, aveva mai sentito.

Con un po’ di fatica, riuscirono a portarlo dentro; passando davanti ad un Silente dubbioso e taciturno.

Dentro casa lanciarono l’incantesimo Mobilicorpus, e una serie di fili invisibili legati ai suoi polsi, al collo e alle ginocchia, Nicholas si rizzò in piedi, la testa ciondolante simile a quella di una grottesca marionetta e venne guidato verso la sua stanza.

Per annullare gli effetti del Manifesta Veritas Silente dovette ricorrere a tutta la sua esperienza e solo dopo aver faticato per più di un’ora riuscì a ripristinare l’incantesimo che proteggeva il quartier generale dell’Ordine.

Quando la marionetta ops pardon, Nicholas venne messo a letto, tutti quanti si riunirono per parlare degli eventi successi.

“Che succede Albus”

“Non lo so, Moody. Ammetto la mia ignoranza ma non ho mai sentito questo incantesimo.”

“Manifesta Veritas…” incominciò a parlare Remus, “è in incantesimo di magia perduta. Vecchia di più mille anni.

La magia perduta, non è raffinata come quella che usiamo è rude e sotto molti aspetti più facile da utilizzare, ma molto più pericolosa.”

“Questo vuol dire che...”chiese con un filo di voce la Mc Granitt.

“Si Minerva, tutti noi, assieme e usando tutto il nostro potere fino all’ultima stilla; non saremmo in grado di contrastare il più semplice degli incantesimi di magia perduta.”

Nel suo stato di incoscienza, Nicholas stava cadendo dentro qualcosa di gelido e nero; era come essere risucchiati in un gorgo oscuro... una sensazione già vissuta.

Vide un'enorme sala, una sala che gli parve di guardare da una finestra rotonda nel soffitto.

Una luce fioca illuminava l'ambiente, solo torce.

Vide file e file di maghi e streghe seduti lungo tutte le pareti, sopra quelle che sembravano panche disposte a diverse altezze. Nel centro della stanza troneggiava una piedistallo alto circa una ventina di centimetri con fissate al centro delle lunghe catene, la sola luce che entrava era un fascio lugubre che partiva dalla base e si perdeva verso l’alto. Aveva un aspetto sinistro.

 

Dove siamo?.

E’ giusto che tu sappia, questo è il mio processo.

Chi sei?

Alberich Cornelius Haldman Harchitè e sono colui che ha fisicamente costruito il castello di Hogwarts.

Hai parlato di processo, che hai fatto per meritare un processo?

Perché loro… e indicò quattro maghi seduti in prima fila mi hanno commissionato di costruire il castello e poi mi hanno tradito.

Chi sono?

Loro sono i quattro fondatori Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Cosetta Corvonero e Salazar Serpeverde.

Che cosa aspettavano tutti quei maghi?

Di vedere lo spettacolo, il mio processo.

 

Un’improvvisa folata di nebbia, per un momento divenne tutto bianco, di colpo tutti gli istinti drizzarono le orecchie, quella nebbia non portava nulla di buono.

Nicholas si guardò attorno più attentamente, cercando di capire. La sala, era sottoterra: una segreta, pensò. Vi aleggiava un'atmosfera cupa e inquietante: non c'erano quadri alle pareti, solo quelle file serrate di panche che si alzavano in ranghi, tutte disposte in modo da godere di una vista indisturbata su quel piedistallo.

La porta nell'angolo della segreta si aprì, ed entrarono cinque persone: o meglio, un uomo, scortato da quattro strani figuri svolazzanti che sembravano dei fantasmi coperti di fuliggine.

Alte creature incappucciate dai volti nascosti, scivolarono lentamente verso la sedia al centro della sala, le mani putrefatte attorno alle braccia del prigioniero, che sembrava sul punto di svenire. La folla in attesa si ritrasse mentre i Dissennatori spingevano l'uomo sulla sedia e uscivano silenziosamente dalla sala. La porta si chiuse alle loro spalle.

Non appena l’uomo salì sul piedistallo, le catene come serpenti di metallo si mossero e si avvinghiarono ai polsi e alle caviglie.

“Alberich Cornelius Haldman Harchitè, sei stato accusato di aver violato le leggi della comunità dei maghi.” Disse imperioso il giudice supremo.

“Io ho solo seguito le loro indicazioni” indicando i quattro fondatori “e voi, tutti voi avete avallato questa idea.”

“E’ vero, ma tu non hai costruito solo il castello, hai anche messo degli incantesimi di protezione antibabbano. Ma hai anche insegnato come escluderli per rubare tutti i segreti contenuti.”

Si svegliò di soprassalto, in una stanza che non conosceva.

Doveva essersi addormentato di colpo o qualcuno gli aveva lanciato un incantesimo del sonno, perché non si ricordava di essere entrato con le sue gambe.

Era dentro al leggendario Ordine della Fenicie… qualunque cosa fosse.

Uscito dalla stanza, incominciò a scendere le scale guardando i strani ritratti che si muovevano.

Arrivato a metà scalinata, un orribile urlo che sembrava di mille anime tormentate riempì l’aria, le tarmate tendine di velluto che aveva superato poco prima erano volate in pezzi.

Mostrando una finestra dietro la quale una vecchia donna dal cappello nero stava gridando ed urlando come se stesse subendo una tortura – dopo capì che era solo un ritratto a dimensioni naturali, ma il più realistico ed il più sgradevole che avesse mai visto in tutta la sua vita.

La vecchia donna stava sbavando, i suoi occhi ruotavano, la pelle giallina sul suo volto si tirava rigida mentre urlava; e dappertutto lungo la stanza dietro di loro, gli altri ritratti si svegliarono e cominciarono ad urlare a loro volta, così che Nicholas prima strabuzzò gli occhi e poi si copri le orecchie con le mani.

Lupin e Tonks sfrecciarono verso il quadro e cercarono di tirare le tende per zittire la vecchia donna, ma non poterono chiuderle e lei gridò più forte che mai, brandendo le mani con artigli come se stesse cercando di lacerarsi il volto.

“Sudiciume! Scoria! Prodotti di sporcizia e meschinità! Dementi, mutanti, fanatici, via da qui! Come osate voi insudiciare la casa di mio padre. “

Tonks riusci a chiudere a fatica le tende mentre una signora con i capelli rossi si affretto su e giù per la stanza, zittendo tutti gli altri ritratti con la sua bacchetta.

“Che…che è successo?”

“Oh, non ti preoccupare fa sempre cosi, il trucco consiste nel passare rasente la balaustra, dai vieni che ti vogliono conoscere.”

Mentre scendevano, dava occhiate furtive verso il quadro urlante che borbottava per tutto il tempo che loro scendevano la scala.

Entrarono in un salone e si ritrovò un gruppo di persone alcune conosciute e altre sconosciute.

Elphias Doge, Arabella Figg (che era li per il suo consueto rapporto su un bambino chiamato Harry Potter, e di come i Dursley lo trattavano), Mundungus Fletcher (che si vantava di aver fatto il migliore affare della sua vita… qualunque esso sia), Rubeus Hagrid che salutò con un sorriso Nicholas, Remus Lupin che lo salutò anche lui con un caldo sorriso, Dedalus Lux, la mezzo gigante… pardon la signora dalle “ossa grandi” Olympe Maxime, la professoressa Minerva McGranitt, Alastor Moody, il professor Severus Piton, Sturgis Podmore, Kingsley Shacklebolt alto calvo e nero, con un orecchino d’oro dotato di voce profonda, e come dirà qualcun altro dopo Nicholas, calmante.

Aberforth Silente fratello di Silente e barista “Testa di Porco”, il preside e fondatore dell’ordine Albus Silente, la “motociclista babbana” Ninfadora Tonks, buona parte della famiglia Weasley Arthur, Molly, Charlie (tornato temporaneamente dalla Romania).

Finite le presentazioni, e con un gran mal di testa (se si ricordava il nome di un quarto dei nuovi era già un miracolo) venne fatto sedere a tavola.

Finito di mangiare, e la cucina della signora Weasley era eccezionale, tutta la sala cadde in un silenzio pesante come granito tutti gli occhi erano posati su Nicholas.

“Dove siamo?”

“Questo è il quartier generale dell’Ordine della Fenicie, instaurato anni fa per contrastare, le azioni nefaste di Tom Orvoloson Riddle.”

 

Orvoloson… Solvorno… Vorsolon… Svirgolon…ma qui nessuno ha un cognome normale?

 

“E’ chi sarebbe?”

“Come? Non conosci Colui-che-non-deve-essere-moninato.” Urlò scandalizzato Mundungus Fletcher.”Buon Dio come si fa a non conoscere l’Innominabile…”

 

L’innominabile? E adesso che c’entra Francesco Bernardino Visconti? No quello era l’Innominato dei Promessi Sposi.

 

“…tutte le persone che ha ucciso, le guerre che si sono state, le persone che manipol… ugh!!!” il piatto che un momento prima conteneva il fantastico rosbif alla Weasley, come una saetta volò, descrivendo un’elegante curva, schiantandosi sulla faccia di Mundungus. Il poveraccio cadde e rimase stordito a terra.

“Chi sarebbe questo Svirgolon Riddle.” chiese Nicholas calmo.

“Un mago cattivo” rispose il signor Weasley leggermente accigliato, mentre guardava il povero disgraziato a terra.

“Quanto cattivo?”

“Cattivo, cattivo. Ehm vorremo sapere come un babbano come te possa lanciare un incantesimo cosi potente, da mettere in difficoltà Silente.”

“Io non ho lanciato nulla.”

“Di questo Nicholas ne parleremo domani, dovrai essere stanco è meglio che vai a dormire.”

 

Ma se mi sono appena svegliato.

 

Pensieroso se ne tornò adagio in camera (passando rasente al corrimano in corrispondenza del quadro urlante), chiuse la porta e si diresse verso il letto passando davanti alla specchiera ma il riflesso… non era il suo.


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Capitolo 12
*** IL RIFLESSO OLTRE LO SPECCHIO ***


CAPITOLO 10

C A P I T O L O 10

IL RIFLESSO OLTRE LO SPECCHIO

 

Una delle paure, forse più inconsce che tormenta colui che scrive è quella di trovarsi di fronte ad uno specchio e scoprire che il riflesso non è il suo e anzi, non so come dire, non si comporta da riflesso.

Nicholas si trovò davanti, un riflesso di una persona vestita con abiti di almeno mille anni prima.

A differenza dei film horror in cui il riflesso, cerca di spaventare; questo riflesso se ne stava li tranquillo, e Nicholas sapeva che se voleva cercare di arrivare al bandolo della matassa, doveva muoversi da solo.

Il riflesso, usci un attimo fuori dalla visuale dello specchio, e la sedia nella stanza di Nicholas incominciò a muoversi in direzione di Nicholas.

Quando il riflesso entrò in visuale portando una sedia, era la stessa sedia che nella vita reale si era mossa. Nicholas si sedette su quella sedia e passò tutta la notte a discutere con il suo riflesso. Le prime luci fecero capolino, il riflesso tornò ad essere “normale”.

Nicholas ne approfittò per riposarsi un paio d’ore.

Uscì tranquillamente dalla sua stanza e scese le scale.

La sua espressione era strana, dubbiosa, di qualcosa fuori posto, di cose non dette o dette a metà e mentre scendeva non si accorse che stava passando davanti al quadro maledetto che incominciò ad urlare.

Dalla stanza in fondo alla scala uscirono, la signora Molly e Lupin, ma si fermarono stupiti il modo poco ortodosso per far zittire il quadro… dando un poderoso pugno al quadro stesso.

Portato l’indice sopra la bocca “Shhhh o uso questo!” mostrando il suo coltello e il quadro rimase zitto, “Vale anche per voi!!!” immediatamente i quadri tornarono a fare i quadri.

Quando scese, passò davanti due maghi tanto sbalorditi che il mento per poco non toccava le ginocchia, il quel momento e solo per un momento percepirono un’aura di potere da far impallidire tutti i maghi più potenti del Wizengamot.

L’elfo domestico Kreacher, si inchinò cercando di scomparire.

E si sedette sempre pensieroso a tavola per la colazione, mangiò in maniera meccanica.

Quando tutto l’ordine si riunì, su richiesta di Nicholas Silente portò il Pensatoio.

Messo al centro del tavolo tutti i membri assistettero al Processo di Alberich e alla nottata di discorso con il suo riflesso.

“Che sta succedendo? E chi sarebbe questo Alberich che dice di essere un mio antenato?”

“Non lo sappiamo, Nicholas.”

“A chi lo devo chiedere?”

“Forse lo sa la mia padrona.” disse una vocina flebile, emergendo da qualche angolo sperduto della stanza.

Di tutta risposta, Nicholas fece un gesto secco con la mano, indice e medio ora indicavano il soffitto, di colpo un tremante elfo domestico incominciò a svolazzare per aria come trascinato da mani invisibili.

Ora non starò certo a sottilizzare sul significato empirico del gesto1 e dei sorrisini che suscitò, ma tutti videro che Nicholas per un momento fu come rendersi conto che aveva fatto, guardarsi le dita e impallidire.

Fu solo grazie alla fermezza di riflessi di Remus che gli mise una mano sulla spalla sussurrando all’orecchio “Non perdere la concentrazione” e al quasi invisibile assenso, che vide solo Nicholas, di Silente che riuscì in ciò che seguirà.

“Chi è la tua padrona?”

“La… la… signora del quadro.” disse l’elfo.

La mano di Nicholas si aprì di scatto e il povero elfo, cadde a terra gemendo.

Lentamente si alzò e si diresse con passo calmo verso il quadro urlante.

“SUDICIUME! ANIMALI CHE…”

“Vagano senza meta… maledetti mutanti sporchi schifosi osano infangare la casa di tuo padre bla, bla,bla. Hai finito? Questa parte la conosco.”

“Maleducato, non ti hanno insegnato che una signora non si interrompe mai?” la voce del quadro da austera, quando Nicholas incominciò a giocare con i coltello la voce era un flebile sussurro. ”Ehm che posso fare per te…”

 “Chi è Alberich Cornelius Haldman Harchitè?”

“E’ il tuo avo, tu sei l’erede del castello.”

“Lo so, che è il mio avo…”

All’improvviso capì, tutti i pezzi si incastrarono da soli. Le scale che rispondono ai suoi comandi, i fantasmi che lo chiamano Maestà… era più in pericolo fuori dal castello, che dentro.

1)       Alzare due dita al cielo, curiosamente ha diversi significati: per gli americani vuol dire “Vittoria”, per gli italiani “Vittoria” o “Scusi, un momento di pausa devo andare in bagno”. Per gli inglesi corrisponde al dito medio alzato americano ovvero “Vaff…”

 

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Capitolo 13
*** BACK HOME ***


CAPITOLO 11

C A P I T O L O 11

BACK HOME

 

Come un forsennato, si gettò dalle scale e di corsa si diresse verso la stanza dove ancora erano tutti.

Ancora ansimando, tentò di parlare ma ne usci solo un confuso farfugliare.

Ripreso il controllo di sè e inspirato profondamente finalmente riuscì a dare verbo ai suoi pensieri.

“Preside, dobbiamo tornare, al castello.”

“Ma sei matto, ragazzo.” disse Remus a mo di rimbrotto. “Non sappiamo, chi è questo Alberich e cosa voglia in realtà. Sei più al sicuro qui.”

“No Remus, è qui che sono maggiormente esposto ai pericoli, mentre ad Hogwarts ho un intero castello, i fantasmi, gli elfi domestici che mi proteggono. Te la faccio semplice, conosci la matematica?”

“Er… si, ma che centra?”

“ Segui il mio ragionamento; se A è uguale a B e B è uguale a C, quindi A e C sono uguali giusto?”

“Si e allora?” disse Shacklebolt.

“A sono io, erede del castello. B è il castello che risponde ai miei ordini. C è la malezione Imperius adess… che succede?”

Come se obbedissero tutti ad un ordine silenzioso, tutti quanti sparirono, in un istante rimasero soli lui e Tonks.

Prima ancora che riuscissero a capire ciò che succedeva, arrivò un gufo con un messaggio:

 

Stiamo prendendo provvedimenti per ritornare subito al castello, non muoverti di li, saremmo di ritorno questa sera. Non muovetevi di li.

Silente.

Il rimanere li senza fare niente, rendeva nervoso Nicholas come un gatto in una stanza piena di sedie a dondolo.

“Tonks!” e la ragazza sussultò “Vestiti, si va a fare shopping devo prendere alcune cosette.” disse con un sorrisino che fece rabbrividire Tonks.

I due, per meglio muoversi nelle strade di Londra si affidarono ai mezzi di superficie e alla metropolitana “ the tube”.

“Scusa Nicholas” disse Tonks non ho capito quella cosa di A, B, K, F.”

Per qualche strano motivo, appena Tonks ebbe pronunciato il suo nome per un momento Nicholas rabbrividì come se gli fosse passata la morte vicino.

“Semplicemente che se il castello risponde ai miei domandi in quanto io erede dello stesso, basta un semplice Imperius e avrai il controllo della scuola di magia più importante dell’Inghilterra.”

“E non potevi dirlo subito, senza snocciolare le lettere di metà alfabeto?”

Nicholas aprì la bocca per rispondere, ma un brivido lungo la spina dorsale gli fece perdere ogni voglia di controbattere, la sua espressione cambiò e i suoi occhi incominciarono a spaziare di qua e di là controllando tutto ciò che lo circonda a scovare il pericolo nascosto.

Anche Tonks se ne accorse e istintivamente mise mano alla bacchetta.

“Che c’è?” chiese al ragazzo a bassa voce, guardandosi con circospezione.

“Appena hai detto il mio nome, ho sentito qualcosa di strano. Guarda quei tizi.” indicando due barboni che si trastullavano su una panchina.

“Cos’hanno di strano quei due barboni?”

“Beh, due minuti fa non c’erano e…” all’improvviso i due barboni fecero lo stesso gesto, comparvero due bacchette e due maledizioni vennero lanciate.

Contrariamente a quanto credeva Nicholas, era facile vedere gl’incantesimi e quindi potersi difendersi.

Per istinto fece lo sgambetto a Tonks che cadde seduta, un attimo prima che la maledizione la colpisse; la maledizione diretta a Nicholas invece semplicemente non arrivò a destinazione, ma fu rimandata al mittente.

Tonks non ci aveva capito nulla sul movimento delle braccia di Nicholas, ma le parve di vedere che la maledizione venne come presa, accarezzata e poi rimandata indietro.

Il Mangiamorte che lo aveva lanciato cercò di evitarla gettandosi di lato, ma Nicholas fece l’impossibile.

Continuando a muovere le braccia in quella strana coreografia la piccola sfera di luce grigia saettava inseguendo il Mangiamorte.

Il secondo ripresosi dalla sorpresa lancio anche lui la maledizione in direzione di Nicholas, ma fu fermata dall’incantesimo Protego lanciato da Tonks che in quel momento combatteva con il Mangiamorte di prima più altri due che si erano aggregati.

 Prima di essere colpito dal suo stesso incantesimo, ora controllato da Nicholas, riuscì a lanciarne uno in direzione della ragazza.

Nicholas se ne accorse e lo chiamò a se.

Teneva la maledizione in mano come si tiene una pallina da tennis, perfettamente immobile a un centimetro sopra la sua mano, all’improvviso la sfera si divise in tre e partirono in direzione dei Mangiamorte.

Nichola abbracciò Tonks e sparirono.

Tonks contò ben dieci materializzazioni in rapida successione prima che il mondo si fermò.

“Che è successo?” chiese Nicholas ansimando fortemente.

“Come non lo sai?” quasi urlava.

“No non lo so. Credo che il combattimento lo abbia fatto Cornelius e non io.”

In quel momento arrivò un gufo, nella zampa un pezzo di pergamena, scritto da Silente in persona.

 

Abbiamo pulito noi, in macello a Picadilly Circus, spero che stiate bene, e stato messo un incantesimo tabù sul nome Nicholas per cui fate attenzione.

 

“Cos’è un tabù?”

“E’ un incantesimo con il quale ‘loro’ scoprono la gente! Usare un nome sotto tabù infrange gli incantesimi di protezione, provoca una specie di interferenza magica...”

“Ah si? Quindi pronunciare il mio nome equivale ad accendere una luce dentro una stanza buia.”

“Più o meno.” disse Tonks

“Bene, bene, bene, si va al Big Ben.” con l’euforia propria di un bambino che va alle giostre.

I due si materializzarono sotto la campana principale.

“Che ci facciamo qui?”

“Lo sapevi che il nome Big Ben si riferisce alla campana principale del Grande Orologio di Westminster, ma il vero nome della torre è Magnus Beniaminus.”

“Si, si molto interessante ma che ci facciamo qui?”

“Il panorama e… ah si dimenticavo. Nicholas, Nicholas, Nicolas!!!”

Si materializzarono una decina di Mangiamorte, che ridacchiando puntarono le loro bacchette su i due fuggiaschi.

“Combatti bene, per uno che fa finta di essere un babbano, ma sappiamo che non lo sei.. Per quanto forte non potrai sconfiggerci tutti.”

“Ma non sarò io a farlo.”

“E che lo faccio io? Per chi mi hai preso?” Tonks era sul limite dell’isterismo.”

“Non ti preoccupare Tonks.” disse mentre dava delle piccole pacche sulla spalla della ragazza. “Tanto è quasi mezzogiorno.”

Il risolino spavaldo dei Mangiamorte rimase congelato.

Uno di loro chiese “Che succede a mezzogiorno?” Lo capirono troppo tardi.

Un attimo prima che il batacchio della grande campana suonò il primo rintocco i due si materializzarono in zona di sicurezza, fuori della portata dei rintocchi. I Mangiamorte non furono cosi fortunati.

“Bello il suono della campana, vero? Pensa che si sente per una distanza di due chilometri.”

Tonks rise con gioia.

 

Che voleva dire quello: ‘combatti bene, per uno che fa finta di essere un babbano, ma sappiamo che non lo sei’.

 

Per tutto il giorno andarono in giro per Londra, facendo materializzare Mangiamorte nei posti più strani: in mezzo a una strada appena scattato il semaforo verde, nella metropolitana un attimo prima che passasse il treno, dentro un dormitorio femminile dove i poveri disgraziati se la dovettero vedere con un orda di ragazzine infuriate.

Un paio furono chiamati all’aeroporto di Stanted dove gli fu applicato alle vesti un incantesimo di semi permanenza e attaccati al primo aereo in partenza. In seguito seppero che era diretto a Sidney, Australia.

Appena usciti dalla stazione di King Cross, Tonks applicò su di loro un incantesimo di Disillusione e per tutto il tragitto fino ad Argyle Square nessuno si accorse di loro.

Appena entrati, Tonks tolse l’incantesimo e ridivennero visibili e incominciarono a ridere.

Un applauso di scherno, da sopra la scala interruppe la loro ilarità.

“I bambini hanno finito di scorrazzare per Londra.” disse Piton atono “Tra un po’ arriveranno gli altri e ritornerai al castello”

Di colpo la sala si riempì di persone e l’istante dopo si ritrovarono ai cancelli del castello.

Quando Nicholas ebbe finito di vomitare entrarono dentro le mura.

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Capitolo 14
*** ANALISI E LOGISTICA ***


CAPITOLO 12

C A P I T O L O 12

ANALISI E LOGISTICA

 

Neanche il tempo di riprendersi che subito fu portato di peso, dal prof. Piton, nello studio di Silente.

Senza troppe cerimonie, fu spinto dentro l’ufficio in presenza di Silente, Mc Granitt e Malocchio Moody.

Come al solito, Silente era imperscrutabile e la professoressa Mc Granitt era austera, ma aveva uno sguardo carico di rabbia in grado di tagliare in due una lastra d’acciaio.

Infine c’era Alastor Moody che faceva di tutto per recitare (male) la parte del rude soldato, ma si vedeva lontano un miglio che avrebbe voluto urlare a tutti l’audacia di ciò che aveva fatto il babbano.

Lentamente con gli occhi ridotti a due fessure la professoressa di trasfigurazione si alzò, e l’atmosfera parve raggelare.

Per una curiosa associazione di idee a Nicholas venne in mente il personaggio di Ebenezer Scrooge, dal racconto Canto di Natale di Charles Dickens.

Scrooge, ehm cioè la professoressa Mc Granitt, si avvicinò come uno squalo alla preda.

“Di tutti gli idioti che ho visto, voi siete i due più scavezzacollo, incoscienti e pazzi che io abbia mai visto. Sfidare cosi i Mangiamorte, un auror in addestramento e un babbano con sprazzi di magia.”

“Sono tecniche di guerriglia, professoressa. Se i Mangiamorte basano la loro ricerca su un incantesimo tabù allora hanno un punto debole da sfruttare, quindi abbiamo un vantaggio.”

“Mi lasci finire signor Etrangè… Dicevo non ho mai visto due pazzi scatenati come voi che in una sola giornata, ha messo fuori combattimento ben 40 Mangiamorte.”

Tutti quanti si prodigarono in uno spontaneo e lunghissimo applauso.

Aveva l’animo tranquillo, sia perché era tornato in un posto che conosceva e sia perché nonostante tutto aveva fatto un buon lavoro.

Sapeva benissimo, però, che ora più che mai non doveva allentare la presa, perche il nemico, chiunque esso sia, era a conoscenza che seppure babbano non era un avversario da sottovalutare.

Tutto questo vorticare di pensieri, lo portò dritto alle scale che non stavano mai ferme, mentre saliva, sempre in preda ai suoi pensieri non si accorse che le scale ‘rapirono’ due ragazze del secondo anno.

“Nooo.” gemettero all’unisono le due studentesse, quando ad un passo dalla porta la scala cambiò di direzione per far passare ‘sua maestà’.

Arrivato di fronte alle due sfortunate ordinò alla scala di tornare al suo posto per permettergli di tornare alla casa di appartenenza, le due ragazze rimasero sbigottite posando lo sguardo prima sul gigante che saliva le scalinate e poi su quest’ultime che obbedivano ai suoi comandi.

Nicholas, tornato nella stanza dell’organo, si accorse subito che era stata aggiunta una targa.

 

IL ministero della magia

in accordo

con il Wizengamot

Sono orgogliosi

di conferire a Nicholas Etrangè

l’onorificenza

Ordine di Merlino di Seconda Classe

Per meriti speciali

 

“L’unico babbano, che, da solo, ha messo fuori gioco 40 Mangiamorte. Al Wizengamot ancora ridono per la faccenda del Big Ben e per quella del Mangiamorte assalito dalle ragazzine. In ogni caso la professoressa Mc Granitt ha ragione, hai rischiato troppo e hai messo in pericolo Tonks.”

Nicholas era cupo.

“Ha perfettamente ragione, Preside, ho commesso un grave errore di valutazione. Non ho considerato il fatto che anche voi maghi potevate avere degl’incantesimi di tracciatura. Arrivato a questo punto, prof. Silente, devo sapere, come si comportano i Mangiamorte e come posso batterli, ed allo stesso tempo devo passare più tempo in biblioteca per capire chi era il mio avo. E per favore mi tolga dalle palle Gazza.”

“Si, sarà fatto… Nicholas non tolleriamo che gli alunni usino certe parole.”

“Senza offesa preside, farò attenzione al linguaggio ma vista l’attuale situazione, non credo che seguire il buon parlare possa essere una finezza utile.”

Sorridendo Silente usci dalla stanza.

Adesso tutti sapevano che c’era un babbano nel castello e in un lampo la notizia raggiunse ogni anfratto.

Il giorno dopo si presentò nell’ufficio di Silente.

“Bene Nicholas, allora io e il professor Piton abbiamo concordato il tuo nuovo programma di addestramento, unito al programma didattico. Io ti insegnerò come combatte un auror e il professor Piton ti insegnerà come combattono i Mangiamorte, e prima che tu lo chieda… si Nicholas, lui un tempo era un Mangiamorte ma adesso è cambiato … e per quanto riguarda Gazza non ti darà problemi.”

Le ricerche in biblioteca portarono Nicholas nella sezione proibita.

La ricerca stava dando i suoi risultati, fin quando non si imbatté in un uno strano libro; una volta aperto dalle sue pagine uscì una faccia urlante.

UARGHHHHHHH!!!

SMAK

GHHHHH

Lentamente la faccia rientrò nel libro con lo sguardo vacuo e l’espressione di totale rimbambimento, dovuto al formidabile destro dato da Nicholas in risposta al suo urlo.

Le ricerche, più volte portarono a quel libro e molte volte, riecheggiò per la biblioteca …

UARGHHHHHHH!!!

SMAK

GHHHHH

Nel libro si trovava un’importante indizio, si parlava di un architetto e di un non ben identificato complotto ai suoi danni.

Nicholas portò il libro al cospetto di Silente, lo aprì e…

“UARGHHHHHHH!!!”

Nicholas stava facendo partire il suo ennesimo destro distruttivo ma si fermò a mezz’aria quando il libro mugugnò:

“No, no, no, scusa, scusa, scusa.”

Dopodiché la faccia ritornò, velocemente, nel libro al sicuro.

Piton, dall’espressione impassibile si dovette girare, e fare finta di interessarsi a qualcosa, per non sganasciarsi dalle risate.

Nonostante la situazione grave il modo diretto e pratico di Nicholas era fonte di ilarità.

Il libro trattava di una sezione della storia sconosciuta del castello ed a un fantomatico “…quinto angelo che dall’alto protegge gli altri quattro”.

La frase lasciò i professori interdetti.

Quella notte Nicholas rimase seduto sul letto e Gimpy dall’angolo lo fissava non sapendo che fare; aveva visto Nicholas preoccupato, spaventato, allegro, posseduto; ma la luce che vedeva adesso nei suoi occhi non gli piaceva affatto.

La mente di Nicholas, viaggiava a folle velocità, percorsi, supporto, logistica, ma una cosa era chiara: non conosceva il castello.

Appena scese la notte, entrò in azione.

Aveva già perlustrato la sala comune, e le due uscite, quando uno scricchiolio apparentemente innocuo lo fece girare e d’istinto sparì.

Di corsa si diresse verso la parte più scura della sala, quando la grande porta si apri e George Flitt dei Serpeverde fece la sua entrata.

Spavaldo nella camminata, puntando la bacchetta davanti a se la cui punta c’era una sfera di luce larga una decina di centimetri .

La luce della piccola sfera, si rifletteva sull’arcata superiore dei denti, in bella mostra e… in ordine sparso, sembravano sparati con un fucile.

Marcus eseguì la sua ‘perlustrazione’ da manuale… senza trovare niente.

Passò per ben due volte davanti a Nicholas e usci dalla stanza.

Quando usci, le grandi porte si chiusero e Silente rimase solo nella grande sala.

Si avvicinò all’angolo più buio della grande sala e fissò con un sorrisetto compiaciuto la colonna.

Due occhi comparvero nell’ombra della colonna, e Nicholas sembrò materializzarsi dal nulla.

Appoggiandosi alla colonna e indicando con la testa la porta da dove Flitt è uscito “Chi era il Pianoforte che è appena uscito?”

“Pianoforte?” disse perplesso il preside.

“ Ma si quello con la dentatura a targhe alterne che è appena uscito.” Per chiarire meglio il concetto, Nicholas ritirò il labbro inferiore mostrando tutta l’arcata superiore dei denti.

Il silenzio della grande sala venne rotto dalla risata argentina del preside.

“Alcuni allievi, specie quelli di Serpeverde, si credono migliori. Nicholas che ci fai in giro a quest’ora… insonnia?”

“Analisi e perlustrazione, avere un castello che risponde hai tuoi desideri ma non conoscerne i luoghi è alquanto imbarazzante.”

Per tutta risposta Silente accompagnò Nicholas all’ufficio di Gazza, dove un imbronciato custode gli consegnò un foglio di vecchia pergamena.

“E cosa me ne faccio di una vecchia pergamena?”

Silente estrasse la bacchetta, sfiorò il foglio e disse: “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”.

 E all'improvviso sottili righe d'inchiostro cominciarono a spuntare come una ragnatela dal punto in cui la bacchetta di George aveva toccato il foglio. Si univano, si incrociavano, si allargavano in tutti gli angoli della pergamena. Parole presero a fiorire in testa alla pagina, grosse parole verdi e aggraziate che proclamavano:

 

I signori

Lunastorta, Codaliscia,

Felpato e Ramoso

consiglieri e alleati

dei magici malfattori

sono fieri di presentarvi

 

LA MAPPA DEL MALANDRINO

 

Era una mappa che mostrava ogni particolare.

Ma la cosa davvero sorprendente erano le minuscole macchie d'inchiostro che si muovevano sulla carta, ciascuna contrassegnata da un nome scritto molto piccolo su un cartiglio.

“Ma cos’è?”

“Cosi non dovrai, fare lo spettro a perlustrare il castello. A proposito complimenti se non ti avessi visto nasconderti, non ti avrei mai trovato.”

“Be grazie preside, ma chi sono Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso?”

“Tu già conosci Lunastorta…”

“No professore.”

“Si è Remus Lupin.”

“E’ abbastanza calmo per essere Lunastorta.” Silente lo guardava con stupore. “da noi in Italia luna storta è sinonimo di arrabbiatura, infatti si dice: eh come sei nervoso che ti sei alzato con la luna storta. Scusi professore.”

Per la prima volta da quando era li, Silente gli diede un’occhiataccia tale che al confronto quella di prima della professoressa Mc Granitt era acqua fresca.

“Remus, è un licantropo e ogni luna piena… e qui chi è morso da un licantropo o homo luminares è messo al bando. Gli altri tre, sono i suoi amici che per aiutarlo sono diventati Animaghi a mia insaputa, si Nicholas a volte riescono a prendere anche me alla sprovvista.”

“E… e… che fine hanno fatto?”

“Di quei quattro, il cui nome compare sulla mappa, solo due sono in vita. Lunastorta, lo hai conosciuto. Codaliscia o Peter Minus è morto per mano di Sirius Black, Ramoso o James Potter è stato ucciso da Voldemort dopo il tradimento di Sirius Black e Felpato era Sirius Black. Ma durante il periodo che stavano qui erano grandi amici. Pensa Nicholas Peter, James e Sirius divennero animagi, per dare una mano a Remus.”

Tornato nella sua stanza, studiò la mappa e scopri che: aula pozioni, antiche rune, ufficio e stanze del professor Piton, ufficio e stanze del professor Sturluson, sala comune, dormitori e bagni maschili e femminili Serpeverde, le cucine e le abitazioni degli elfi domestici erano situati nei sotterranei.

Al piano terra c’erano: ingresso, sala grande, sala insegnanti, ripostiglio scope, sala comune, dormitori e bagni maschili e femminili dei Tassorosso, ufficio e stanze della professoressa Sprite

Primo piano: biblioteca, sala della musica, ufficio e stanze di Madama Pince, ufficio di Mastro Gazza, infermeria, Ufficio e stanze di Madama Chips, Bagni femminili e maschili, aula di Trasfigurazione, Stanze della professoressa McGranitt.

 Secondo piano: bagni femminili, aula Aritmanzia Ufficio e stanze della professoressa Vector aAula di Difesa Contro le Arti Oscure Ufficio e stanze del professor Rambau, aula di Storia della Magia, Ufficio professor Rüf.

Terzo piano: aula incantesimi, stanze di Madama Bumb, aula Babbanologia, ufficio e stanze del professor Ferry, sala trofei, galleria armature, teatro (stanza trasfigurata)

Quarto piano: Sala Comune, dormitori e bagni maschili e femminili Corvonero, aula di Geomanzia, ufficio e stanze del professor Sands, aula di Mitologia, Ufficio del professor Godson.

Quinto piano: Bagno dei Prefetti, ingresso ufficio del professor Silente.

Sesto piano: Aula di Lingue non umane, Ufficio e stanze del professor Mirkwood, bagni femminili e maschili.

Settimo piano: sala comune, dormitori e bagni maschili e femminili Grifondoro, ufficio e stanze della professoressa Sinistra, Ufficio e stanze del professor Vitious .

Le torri: I dormitori dei Grifondoro, Aula di Divinazione (Torre Nord) Torre per le lezioni di Astronomia (quella più alta…) Ufficio e stanze della professoressa Cooman (Torre Nord), Ufficio e stanze del professor Silente, Guferia (in cima alla Torre Ovest).

Per un momento, sulla mappa del malandrino comparve una quinta torre con la scritta:

quattro N.O.T.I.Z.I.E. per aprirti la strada,

quattro V.E.R.S.I per sapere chi sei!!!

(four N.E.W.S. in order to open you the road, four B.A.C.K.S. for knowing who you are!!!)

 

Mano a mano che sulla lista delle cose da chiedere le varie voci venivano spuntate, altre ne spuntavano.

Le ultime erano:

35)    Esplorare il castello

36)    Chi era e perché bisognava fare attenzione a Mirtilla Malcontenta

37)    A che serviva “solleticare una pera.” (e qui colui che scrive, e per estensione, Nicholas preferiscono non fare commenti, di sicuro chiunque sarà preoccupato nel vedere una pera ridere)

 

Mai una cosa facile, non c’è pace tra gli ulivi.

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Capitolo 15
*** La stanza delle necessità. ***


CAPITOLO 13

C A P I T O L O 13

LA STANZA DELLE NECESSITA’

 

Mentre Nicholas nella sua stanza stava riorganizzando le idee a fronte delle nuove informazioni, la porta si aprì ed entrò la professoressa McGranitt.

“Abbiamo un problema.”

“Mai una volta, professoressa, che entriate dicendo -oggi è una bella giornata,va tutto bene- scusi per lo sfogo.”

“A-hem ammetto che essere un babbano e poi, di punto in bianco, entrare nel mondo magico e trovarsi al centro di una disputa per il controllo del castello non è come una passeggiata ad Hogsmeade o un campeggio. In ogni caso sono venuta ad avvisarti che sanno della tua presenza.”

“Beh, professoressa non poteva durare in eterno giusto?”

“Giusto.”

“Ed ora? Che succede?”

“Ti sarà affidata una guardia del corpo, il corpo docenti sarà al tuo fianco mentre Olympe Maxime e tutti gli allievi della scuola di Beauxbatons ti daranno il loro aiuto, ma dovrai essere cauto: non sappiamo se Drumstrang ti sarà amico o meno.”

“Capisco, senza ulteriori aggiornamenti Drumstrang sarà considerato nemico. Detto tra noi … di quali case mi devo fidare in questo castello in caso di bisogno?”

“Tassorosso, Corvonero e Grifondoro.”

“E Serpeverde?”

“Tutti gli studenti di Serpeverde si considerano dei puro sangue, ovvero nessun incrocio nell’albero genealogico con i babbani.. o così dicono.”

“Oddio, ci mancavano pure gli ariani della domenica.”

“Chi sono gli ariani?”

Nicholas spiegò in quattro parole, gli ariani, la notte dei cristalli, la shoah (l’olocausto) e i morti nel tentativo di raggiungere il sogno di Hitler.

La professoressa ne rimase sconvolta.

“E’ possibile poter parlare con loro, assieme al corpo insegnanti?” chiese Nicholas.

L’incontro si tenne lo stesso pomeriggio nella sala comune del castello, alla presenza dei prefetti delle tre case menzionate dalla Mc Granitt, da Madame Maxime e i suoi allievi e gli studenti dal quinto anno in su degli allievi delle tre case, escluso Piton e Rhambau.

Le grandi porte della sala si aprirono e un marmocchietto del primo anno entrò.

“Scusate, mi sono sbagliato.” e subito uscì.

Tutti risero, una delle ragazze di Beauxbatons si diresse verso le porte per recuperare il fanciullo.

Uno dei prefetti si alzò e disse “Penso di parlare a nome di tutti, quando dico che aiuteremo quel bambino a..”

“Oh, ma non è lui l’alunno da proteggere.” disse gaiamente Silente.

L’alunna di Beauxbatons, aprì le grandi porte e… tutti rimasero a bocca aperta nel vedere il fragile e indifeso alunno babbano del primo anno alto un metro e novantotto con un fisico da lottatore di wrestling tutto muscoli.

 “Preside scusi, e lui sarebbe l’allievo del primo anno che dovremmo proteggere?”

“Si, timido e indifeso alunno del primo anno.” rispose il preside.

Silente spiegò ai prefetti come un giorno, Nicholas era un babbano felice e ignaro del mondo magico e il giorno dopo un allievo ad Hogwarts. Raccontò anche di come scoprì di essere il discendente del costruttore del castello e di come esso rispondesse al suo volere. Non trascurarono di avvisarli della minaccia che incomberebbe su tutti quanti se Nicholas verrebbe colpito da un semplice imperius, così da poter controllare l’intero castello.

La discussione andò avanti per tutto il pomeriggio e quando ogni chiarimento fu dato, la riunione fu sciolta.

La cena venne consumata nell’ufficio di Silente; tutti mangiarono in silenzio.

Prima di congedare tutti, il preside su consiglio del ministro Caramell consegnò a Nicholas un pacchetto.

Sul quest’ultimo c’era la scritta Aut. Min. 49/8564237 LOTTO 735896 Denominazione: Giratempo.

“E' una Giratempo, ogni giro torna indietro di un’ora, ti servirà visto che dovrai seguire tre corsi, non possiamo certo pretendere che tu stia sveglio ventiquattro ore al giorno.”

Un largo sorriso comparve sul volto di Nicholas, quell’aggeggio che gli avevano appena consegnato gli avrebbe regalato una marea di tempo libero, l’unica cosa a cui bisognava fare attenzione erano i paradossi temporali.

“Ovviamente dovrai fare attenzione…” incominciò il preside.

 “A creare conclusioni assurde derivate da premesse corrette - legato al tempo o alla possibilità di viaggiare, in questo caso, indietro il tempo, in violazione al principio di causalità interrompendo il normale andamento del continuum spazio tempo… Cos’è il reparto surgelati?” disse guardando i presenti.

Tutti erano immobili, come se qualcuno avesse premuto il pulsante PAUSE sul telecomando del dvd.

“Quando parli cosi, Nicholas fai paura, e detto da me… cos’è il continuo coso… spazio che hai detto tu.” chiese Moody.

“Beh Alastor è molto semplice, allora per continuum spazio tempo, indicato anche come spazio-tempo o cronotopo si intende uno spazio quadridimensionale, composto dall'usuale spazio a 3 dimensioni con il tempo come coordinata aggiuntiva. Lo spazio-tempo è quindi un concetto fisico che combina le nostre classiche nozioni tradizionalmente distinte di spazio e di tempo in un solo costrutto unico e omogeneo…”

 Nicholas si fermò nella sua spiegazione tecnica perché si rese conto che forse nel mondo magico nessuno aveva sentito parlare di fisica teorica, e che i concetti di base che tutti gli appassionati di fantascienza reputano ovvi , gli stessi alla base di film come ‘Terminator’ o ‘Ritorno al futuro’, per loro non erano altro che parole vuote.

Non si era accorto che alcuni professori avevano incominciato, guardinghi, a tirare fuori la loro bacchetta.

“Mi rendo conto che forse usando una sfumaura un po’ più ignorantona mi capirete più facilmente. Allora il continuo coso spazio, come lo hai chiamato tu Moody, è il presente, quello che devo evitare è di essere in più posti contemporaneamente, ovvero i paradossi temporali, le conclusioni assurde derivate da premesse corrette come dicevo prima.”

“Accidentaccio a te.” Disse il professor Vitius assestando un bel calcio di punta su uno stinco a Nicholas, “non potevi dirlo subito?”

“Ultimamente me lo dicono spesso, per un momento l’istinto del professore ha preso il sopravvento.” Disse Nicholas mentre si massaggiava la caviglia.

In camera sua Nicholas controllava la mappa.

 

Mi serve un posto dove poter studiare senza essere disturbato e che abbia tutto il necessario senza che io vada in giro per il castello?

Ma dove lo trovo.

 

Una porta molto pulita era apparsa nel muro.

Nicholas, controllò la maniglia di bronzo, spinse la porta che lascò intravedere un’ampia stanza illuminata da torce tremolanti come quelle che illuminavano il corridoio del ottavo piano sopra di loro.

Il muro era coperto da scaffali di legno e invece di sedie c’erano dei larghi cuscini di seta sul pavimento. Accatastati in fondo alla stanza c’erano un intero gruppo di strumenti come Spioscopi, Sensori dell’Oscuro e un enorme, Sfera di Cristallo.

“C’è tutto il necessario per studiare” disse con entusiasmo Nicolas, tastando uno dei cuscini con un piede.

Provò a dare una scorsa ai libri: Compendio di Maledizioni Comuni e i loro Contro Incantesimi, L’arte Oscura Svelata, Parole di Autodifesa, L’Ombra dei Mangiamorte, la vista si perdeva oltre le centinaia di volumi che aveva davanti.

Da uno dei specchi, il riflesso di Alberich parlò. “Questa è la stanza molto speciale, conosciuta come la stanza Va e Vieni, o come la chiamano anche, la Stanza Necessaria!”.

“Cos’è?”

“Questa è una stanza dove una persona può entrare solo quando ne ha veramente bisogno. Qualche volta è qua, altre volte è là, ma quando appare è sempre attrezzata per le necessità di chi ne ha bisogno. Ma tu la troverai ovunque ti serva, sempre. Normalmente si trova al settimo piano di fronte all’Arazzo di Barnaba di Barmy che combatte con i Troll e passarvi davanti per tre volte, concentrandosi su quello di cui aveva bisogno.”

Con un sorriso incominciò a studiare.

Successivamente scoprì che la Giratempo nella stanza delle necessità produceva una sorta di bolla di risonanza, nella quale Nicholas poteva creare tanti doppioni di sé che si occupavano a fondo di un solo argomento. Poteva stare così giorni e giorni impegnato in una ricerca e quando usciva scopriva che non era passato neanche un secondo, poiché azionando la Giratempo nella stanza delle necessità il tempo fuori non scorreva.

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Capitolo 16
*** QUATTRO N.O.T.I.Z.I.E. E QUATTRO V.E.R.S.I. ***


CAPITOLO 14
C A P I T O L O 14

QUATTRO N.O.T.I.Z.I.E. E QUATTRO V.E.R.S.I.

 

La difficoltà nel capire cosa fossero le ‘notizie per aprirti la strada’ e chi potesse essere il poeta la cui poesia gli avrebbe detto chi era, consisteva nel fatto che non si avevano appigli per capire che tipo di strada seguire.

Cos’erano queste ‘notizie’?

Notizie che stavano sui giornali? Seguendo questa ipotesi Nicholas (e tutti suoi cloni temporali) leggevano, barricati nella stanza delle necessità, tutti i quotidiani magici: La Gazzetta del Profeta, Il Cavillo, Il settimanale delle streghe, Trasfigurazione Oggi, Guida ai Manici di Scopa.

Non ne cavò un ragno dal buco, così si concentrò sui ‘quattro versi’ che probabilmente, secondo Nicholas, avevano qualcosa in comune con la letteratura inglese. A questo pensiero la stanza mutò, si allungò e si materializzarono circa una ventina di scaffali lunghissimi.

Si avvicinò con timore al primo scaffale e lesse la targhetta.

 

Sviluppo della lingua inglese

Cenni storici pre-anglosassoni

Periodo anglo-sassone e danese (410 d.C. – 899 d.C.)

Produzione poetica del periodo anglosassone-danese

Produzione prosastica del periodo anglosassone-danese

The Middle Age (X secolo - 1485)

Produzione letteraria nella Middle Age

Letteratura omiletica e mistica

Produzione comica e lirica

Produzione narrativa nei Middle Ages

Il poeta di Gawain

Langland

Gower

Chaucer

I post-chauceriani

Prime forme di teatro nel Medioevo

Periodo umanistico-rinascimentale (1485-1558)

Produzione prosastica nel periodo umanistico-rinascimentale

Produzione poetico teatrale nel periodo umanistico-rinascimentale

Età elisabettiana (1558-1625)

Letteratura giacobita

Letteratura carolina

Letteratura del Commonwealth e del Protettorato

Letteratura della Restaurazione

Letteratura Augustea

Il romanzo

Age of Sensibility

Romanticismo

Letteratura vittoriana

Letteratura edoardiana

Letteratura giorgiana

Letteratura contemporanea

Letteratura post-moderna

Altre letterature

 

Un insolito ed evidente tic nervoso comparve sul lato sinistro della bocca, accompagnato da un sorriso ebete. Esausto Nicholas uscì dalla stanza.

Sicuramente, stava sbagliando strada, ‘notizie’ e ’versi’ non erano quello che pensava, quindi mentre passeggiava la mente si mosse “per rotte parallele”, come amava dire scherzosamente il suo sergente istruttore.

Stava tranquillamente, passeggiando nel cortile interno cercando altre “vie parallele” quando i suoi pensieri vennero interrotti da attentato anti-babbano.

Mentre passeggiava due scope spuntarono dal nulla e i piloti lanciarono delle sfere verso di lui che esplosero appena colpito e lo riempirono di un liquido verdastro-marrone tanto puzzolente che per poco non lo fece vomitare il pranzo.

Senza proferire parola fece dietrofront dirigendosi nuovamente nella stanza delle Necessità, dove il pensiero di una gigantesca vasca con cascata piena di bolle già si era reso tangibile. Aperte le porte Nicholas ci si tuffò dentro ancora tutto vestito.

Ne riemerse un’ora più tardi di nuovo pulito e profumato, su una delle panche trovò un cambio completo.

Quando finalmente si senti pronto per uscire dalla Stanza era pulito, fresco e arrabbiato… molto arrabbiato.

Si ridiresse in direzione del cortile dove era stato consumato ‘l’attentato’, ma non usci dal porticato.

Questo era fatto a forma di ferro di cavallo e mentre misurava a lunghi passi la sua distanza, non smetteva di lanciare occhiate guardinghe verso i muri che delimitavano il cortile; quei merli sul costone fornivano un ottimo nascondiglio.

“Chi ti ha punto ragazzo? Stai puntando quei muri come un falco da più di due ore.”

“Salve Alastor, cerco di capire una cosa.” rispose spiegando frettolosamente ciò che gli era successo.

“Sei stato attaccato con delle caccabombe.”

“Caccacosa?”

“Sono una specie di palloncini che non contengono acqua e quando esplodono,… beh credo tu sappia cosa succeda.”

Nicholas prese il Giratempo e passando la catenella anche attorno al collo di Moody.

Portò indietro la rotella di un giro completo. Dopo essere tornati indietro di un’ora subito l’Auror in pensione, lanciò su entrambi l’incantesimo di disillusione e stettero ad osservare.

Nicholas era concentrato a capire da dove erano partiti.

Alastor con il suo occhio magico, o bionico come lo chiamava scherzosamente Nicholas, cercava di vedere oltre il muro.

Ad un tratto apparvero le due scope, sembravano uscite dai muri, misero a segno l’attentato per poi sparire nuovamente da dove erano venute.

Alastor scoprì un’apertura nascosta dietro ad una parente illusoria.

Seguendo a tentoni il corridoio trovarono il passaggio segreto.

La stanza conteneva le due scope incriminate, una scatola piena di caccabombe e della birra; fu sicuramente in origine creata per scopi nobili, ma ora veniva usata come nascondiglio ad attentati a corto raggio o libagioni illegali.

Una volta dentro scoprirono che l’illusione funzionava in un solo senso, da dentro si vedeva perfettamente il cortile da un lato o il lago dall’altra parte. Da fuori, invece, sembrava che i due lati facessero parte di un muro compatto.

In un angolino polveroso del nascondiglio c’era una targhetta, la lesse distrattamente mentre la sua mente viaggiava per altri lidi.

La targhetta aveva incisa la rosa dei venti con una piccola poesia alla base:


I QUATTRO CARDINALI QUI PER TE

A DARTI UN AIUTO

QUANDO LA MEZZANOTTE

E’ SEGUITA DALL’OSTRO

DEL SOLE LEVANTE CHE

SALUTA IL RIDENTE PONENTE

 

Nicholas preso dal fervente desidero di vendetta elaborò un piano per la sua rivincita, ormai preso nei suoi preparativi liquidò un sospettoso mago con la frase “Fidati di me Alastor.”

 

Per quattro giorni si presentò nel cortile e puntualmente, entrato nella visuale della stanza nascosta, le due scope partivano all’attacco, uscivano dal muro finto e volando rasoterra lanciavano una scia di caccabombe, fallendo il bersaglio.

Il quinto giorno Nicholas si ripresentò come al solito nel cortile, li vicino Silente lo guardava incuriosito quasi sapesse che lo studente stesse tramando qualcosa. Non dovette attendere molto per capire di cosa si trattasse.

Le scope uscirono velocemente dal muro volando verso il loro obbiettivo, ad un tratto un rumore acuto una nota limpida… e le scope arrestarono di colpo la loro corsa.

Per il principio d’inerzia, per il quale un oggetto mantiene il suo stato di quiete o di moto fino a che forze esterne non ne cambiano lo stato; le scope si fermarono di colpo, ma i piloti urlando per il panico continuarono il volo schiantandosi a terra vicino ai piedi di Nicholas.

Anche se scossi estrassero subito la bacchetta, ritrovandosi però di fronte alle tre case di Hogwarts Tassorosso, Grifondoro e Corvonero, agguerrite più che mai, rassegnati alla bruciante sconfitta giurarono con qualche mugugno di vendicarsi e tornarono alla sala comune di Serpeverde passando sotto lo sguardo cupo di Piton.

Il professore passò accanto a Silente “Preside, siamo sicuri che il babbano non è parente di Sirius Black o James Potter?” chiese.

“No Severus, non sono parenti, anche se il suo stile è molto simile. Mi domando come abbia fatto a fermare le scope.”

In realtà non c’era niente di magico, semplicemente aveva agito d’astuzia, ogni giorno passando davanti al nascondiglio dei suoi assalitori li aveva sfidati ad attaccare.

Ogni volta che fallivano un attacco, il giorno dopo attaccavano con più ferocia e determinazione.

Cosi, li aveva ammaestrati su ora e luogo dell’attacco.

La notte prima della sua ‘rivincita’ era sgattaiolato facilmente attraverso al muro illusorio e con del filo di ferro, preso dalla stanza delle necessità,aveva legato le scope al muro.

Con l’inconsapevole complicità di Silente che aveva ordinato ai presenti di rientrare nelle loro aule, riuscì a far sparire tutte le prove.

Era arrivato il tempo degli esami e Nicholas rispondeva con estrema facilità alle domande dell’esame, tutto grazie al tempo recuperato dalla combinazione Stanza delle Necessità e Giratempo.

Finito l’esame, si concesse il lusso di passeggiare per i corridoi del castello pensando all’ultima domanda: A che serve l’incantesimo ‘Guidami’ Nicholas aveva risposto che serve a trovare il Nord geografico.

 

Perché mi torna in mente quella domanda. Cos’è che non capisco.

Cosa usi per orientarti?

La bussola.

Quattro direzioni cardinali… Nord, Sud, East, Ovest i quattro cardinali.

I quattro cardinali a darmi una mano… ho già letto questa frase, tu ne sai qualcosa dimmi di più.

Mi dispiace nipote, ma pur non avendoti detto nulla ti ho già detto troppo.

Lo sai che sei simpatico.

Si!

 

I suoi pensieri vennero interrotti da un drappello di Serpeverde che lo intercettò a metà corridoio.

Rhambau uscì dall’oscurità con quel suo sorrisetto idiota stampato in faccia, che faceva prudere sempre le mani a Nicholas.

“Un babbano, qui! Un animale nella terra degli eletti. A stento sopportiamo i mezzosangue, cosa ti fa pensare che noi sangue puro possiamo sopportare te, ti faremo vedere cosa facciamo alle bestie.” disse il serpeverde.

Tirata fuori la bacchetta, trasfigurò Nicholas in un gatto.

Tutto il gruppo, si divertì a lanciare schiantesimi verso quel povero animale che saltava di qua e di là.

Lo scompenso dovuto alla Trasfigurazione durò poco e i salti dell’animale dapprima spaesati poco a poco divennero meditati e la paura lasciò posto all’istinto.

L’animale saltò a destra e poi a sinistra, ritrovandosi sopra il gruppo dopo un elegante avvitamento a mezz’aria tese le zampe con gli artigli in snudati.

“Uh-oh!” fece in tempo a dire Rhambau prima che il gatto che piombasse su di loro.

“MEOWWWWWUARGHHHHHHHH!!!”

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Capitolo 17
*** LA TANA… NATALE DAI WEASLEY ***


CAPITOLO 15

C A P I T O L O 15

LA TANA… NATALE DAI WEASLEY

 

Il giorno dopo l’infame attacco da parte di quel drappello di Serpeverde tutto il castello era in fermento.

I professori guidati da Silente cercarono ovunque ad Hogwarts, senza grandi risultati, l’insegnante colpevole di averlo trasfigurato.

In uno dei corridoi del castello un gruppetto di ragazze che non aveva partecipato alla riunione chiarificatrice, stava chiacchierando vivacemente, quando il discorso cadde proprio sull’avvenimento recente.

“Per fortuna che sentendo i rumori della lotta è arrivata la professoressa McGranitt a salvarlo da quei maledetti di Serpeverde…”

“No… non hai capito, è stato proprio il contrario: la vicepreside non ha salvato Nicholas da loro, ma i Serpeverde da lui. E meno male, aggiungerei, perché quello che se l’è cavata meglio ha perso un orecchio.”

“Dai non ci credo, in fondo è solo un babbano.”

“Esatto ragazze lui è solo un babbano, ma è anche l’unico babbano nella storia della comunità magica ad aver ricevuto un ordine di Merlino di seconda classe per meriti speciali.- le interruppe Minerva McGrannit- Ed ora veloci, andate a lezione e senza civettare.”

“Si, professoressa.” dissero all’unisono le studentesse. Mentre percorrevano il corridoio, in direzione delle aule, si ritrovarono davanti al soggetto dei loro pettegolezzi: l’indifeso babbano le guardava da un metro e novantotto di altezza e muscoli. Uscirono dal corridoio poco dopo lanciando fugaci occhiate stupite in direzione di Nicholas.

“Buon giorno professoressa.”

“Buon giorno Nicholas, il professor Silente ti vuole vedere.”

Arrivato in cima alle scale Nicholas entrò nello studio e si accorse che il preside non era da solo.

Il preside stava placidamente seduto dietro la scrivania mentre l’ospite stava in piedi dandogli le spalle.

Alto, con i capelli lunghi e totalmente bianchi, avvolto in un vestito riccamente decorato con fregi d’argento,.

L’ospite, lentamente si girò verso l’uscio in direzione del nuovo arrivato, mostrando un’inespressiva faccia dal colorito pallido, animata solamente da due occhi gelidi che non trasmettevano alcuna emozione che squadrarono Nicholas dall’alto in basso.

 

E ‘sto morto chi è?

 

L’ospite, Lucius Malfoy, attraversò la stanza con passo lento e cadenzato e una volta arrivato vicino al babbano inizio a girargli intorno.

Nicholas ebbe l’impressione che lo stesse annusando.

“Ecco finalmente davanti a noi la celebrità dell’anno. Francamente, mi aspettavo che un giorno di questi arrivasse in questa scuola un…” iniziò a dire guardando Nicholas di sbieco.

 

Se pronuncia ‘babbano’ come quell’altro, je do ‘na crocca ‘n bocca che je faccio sputà i denti dalle orecchie.

 

“Nicholas, per favore…” disse Silente prossimo alle risate “no dialetto.”

“No dialetto?” ripeté Malfoy, guardando con espressione incredula sia Nicholas che Silente “Che vuol dire?”

“E’ un nostro codice, scusa ma non ho capito il tuo nome, viso pallido.”

“Il mio nome…”disse con un sorrisetto di sufficienza “ è Lucius Malfoy e questo nome – aggiunse sussurrando- ti incuterà terrore.” Gli disse porgendogli la mano inguantata di nero.

Nicholas strinse vigorosamente la mano portagli, tanto che sul volto di Lucius serpeggiò un ombra di paura.

“Ciao Lucius Malfoy, io sono Nicholas Etrangè e tu al massimo…” finendo la frase, bisbigliando nell’orecchio qualcosa che fece accendere il pallido volto di un bel rosa acceso.

Ricompostosi nella sua solita forma austera di superiorità rispose “Non sono mai stato offeso così in mia vita.” disse sibilando tra i denti gettando occhiate di fuoco.

“Beh Lucius, che dire… se è questo che ti preoccupa, vieni a trovarci più spesso.”

Paonazzo, anche se nel suo caso era più roseo che paonazzo, dalla rabbia uscì dalla stanza.

“Chi è questo Malfoy? Non è qui per caso…” disse tamburellando le dita sulla scrivania. “se l’intuito non mi inganna è un esploratore, un mangiamorte di alto rango ed è, ovviamente, di sangue puro.”

“E da cosa lo deduci ?” chiese il preside incuriosito.

“Ho fatto due missioni nella Guerra del Golfo e ho lavorato nei servizi segreti per cui so riconoscere un nemico quando lo vedo. Pensa che mettendo fuori gioco quaranta mangiamorte il cattivone di turno non manda qualcuno a conoscere il nemico? Dubito che fosse qui per caso. Nel mondo babbano quando succede una cosa del genere l’Intelligence manda agenti segreti nel tentativo di carpire più informazioni possibili. Inoltre il suo bastone da passeggio aveva l’effige di un serpente a fauci spalancate, sinonimo aggressività; non è uno sprovveduto ed è abituato ad ottenere sempre quello che vuole. Il suo status sociale è palesemente evidente dalle vesti che sono troppo ricche, per essere un normale altolocato o un ministro, e sono troppo ampie per la sua corporatura, quindi sono dotate di tasche segrete. Il suo atteggiamento di aperto disprezzo nei miei confronti mi ha ricordato quell’idiota di Rhambau e quei fetenti maledetti che mi hanno attaccato, da questo deduco che è sangue puro”

“Ottimo lavoro di deduzione, bravo. Ma da qui a dire che è un Mangiamorte ce ne corre!” disse Silente, scrutando Nicholas al di sopra delle lenti a mezzaluna.

 “Se così non fosse non avrebbe senso la frase ‘Il mio nome è Lucius Malfoy e il mio nome ti incuterà terrore.’? Cosa vuole fare, venire durante la notte a tirarmi le coperte?” Silente annuì in silenzio.

“Malfoy, non è un Mangiamorte di rango elevato, ma il braccio destro di Voldemort. Che gli hai detto per fargli perdere la sua compostezza? Solitamente è impenetrabile.”

“Beh professore, è meglio che certe curiosità non vengano soddisfatte.” Gli disse con un sorrisino compiaciuto.

“Come vuoi, Nicholas. Tornando a noi ti ho mandato a chiamare perchè Arthur Weasley e sua moglie Molly ti hanno invitato a passare da loro le feste di Natale.”

“No preside, li ringrazi da parte mia ma la risposta è no. Fuori dal castello c’è il rischio che mi attacchino come è successo a Londra; ancora non sappiamo chi li ha avvisati.”

“Non ti devi preoccupare, il ministero sta lavorando alacremente sul problema, e dai Weasley ci saranno quasi tutti i membri dell’ordine. Inoltre vedo con piacere che ti sei ripreso del tutto dagli effetti della trasfigurazione in gatto.”

Nicholas si accigliò “ Non saprei Preside, la McGranitt ha sicuramente fatto un buon lavoro, ma che a lei risulti dopo una strasfigurazione rimangono strascichi?

“Che intendi?”

“Un’avversione all’acqua e una malsana voglia di latte e alici…”

Silente rise. “A volte capita, passerà con il tempo.”

Le successive quarantotto ore per Nicholas furono frenetiche.

Ancora una volta la stanza delle necessità fu indispensabile per realizzare l’ultima idea folle che era venuta al babbano.

Al momento della partenza Nicholas aveva giocato d’anticipo, perché una cosa era certa, di tutti i modi per viaggiare la smaterializzazione era quella che odiava con ogni fibra del suo essere.

 Mangiò dopo la smaterializzazione e mentre mangiava il panino, si guardava attorno osservando l’ambiente circostante e la strana abitazione davanti a sé.

Alle spalle della casa c’era una foresta di pini e i restanti lati davano su un immenso campo di grano. L’abitazione aveva l'aria di essere stata, un grosso porcile di pietra, ma qua e là erano state aggiunte delle stanze raggiungendo una ragguardevole altezza. Così contorta, la costruzione, sembrava proprio reggersi in piedi per magia il che probabilmente era vero. Sul tetto rosso facevano capolino quattro o cinque comignoli, fissata a terra vicino all’entrata c’era un'insegna sbilenca su cui si leggeva la scritta: ‘La Tana’. Si fece strada tra le numerose galline marroni pasciute che andavano beccando qua e là per l'aia.

Mentre si avvicinava alla porta, la sua mente elaborato un piano d’azione e le possibili evoluzioni ed ora gli occhi serpeggiavano di qua e di là, alla ricerca di finestre, porte vie d’uscita; punti deboli e di probabili zone d’attacco

Entrato assieme a Silente vide dietro alla porta principale dei degli stivaloni di gomma ammucchiati alla rinfusa e un calderone tutto arrugginito. Il professore non sembrava farci caso e avanzando nel salone gli presentò la famiglia Weasley.

Arthur, Molly e Charlie li conosceva già, gli vennero presentati i gemelli Fred e George, Ronald e la piccola Ginny che si nascondeva dietro i vestiti della madre.

Mentre la signora Weasley parlava con Silente, a Nicholas bastò qualche occhiata per rendersi conto che i gemelli avrebbero creato guai… in senso buono.

“Nicholas, potresti venire qui?”

“Si preside mi dica.”

“Molly si è lamentata del fatto che da quando sei qui, hai gettato occhiate e…”

“Sto solamente notando che questa casa è posizionata in modo ottimale per subire un attacco a sorpresa. Per tre quarti tutto attorno ci sono campi di grano, le cui piante raggiungono facilmente il metro e venti, basterebbe muoversi accucciati per essere totalmente invisibili. Il restante quarto è un’impenetrabile foresta che offre molti spunti per raid e trappole… a vostro danno. Non sono sicuro della disposizione delle stanze più importanti; ma sono quasi certo che siano posizionate verso la foresta, in modo da proteggerle in caso di attacco, proveniente dal campo di grano, ma totalmente vulnerabili in caso di attacco dalla foresta. Per quanto riguarda i timori della signora Weasley, mi è sempre piaciuto la rusticità delle casa di campagna e devo dire che questa è molto carina. Sono preoccupato preside, sono preoccupato per i ragazzi.”

“Albus scusa mi ero sbagliata sul conto di Nicholas, e poi .. ragazzo” disse Molly ridendo per cercare di minimizzare l’imbarazzo”..è impossibile attaccare questo posto.”

“L’unica cosa impossibile è quello che non si vuole fare. Signora.” disse accomiatandosi dalla stanza.

Nicholas stava riordinando le sue cose nella stanza assegnatagli quando la signora Weasley tenne una piccola riunione dell’Ordine riepilogando gli ultimi avvenimenti.

Silente riferì le osservazioni fatte su Lucius Malfoy; Tonks su come avevano sconfitto i Mangiamorte in giro per Londra; Moody su come venne battuto alla Stamberga Strillante.

“Nicholas è un babbano, come tutti noi sappiamo.” incomiciò Silente “ma da quello che abbiamo sentito e visto non è un babbano normale. E’ un militare preparato a combattere, la sua visione della guerra è forse superiore a quella che abbiamo noi: il primo pensiero non è stato quello di rilassarsi e godersi le feste, ma quello di guardarsi attorno cercando eventuali punti deboli e come poter preservare l’incolumità di tutti.”

“Come ci dobbiamo comportare con lui?” chiese qualcuno.

“Non lo so.” disse francamente Silente.

Appena ne ebbe la possibilità Nicholas si fermò a riflettere, per capire che cosa stava succedendo.

Non riusciva a togliersi dalla mente i due enigmi: ‘quattro N.O.T.I.Z.I.E. per aprirti la strada, quattro V.E.R.S.I per sapere chi sei!!! Si ricordava distintamente i particolari di ogni singola lettera: “four N.E.W.S. in order to open you the road, four B.A.C.K.S. for knowing who you are!!!” e I quattro cardinali qui per te, a darti un aiuto quando la mezzanotte è seguita dall'ostro del sole levante che saluta il ridente ponente’

 

 Non capisco, il motivo di queste frasi. E chi sono poi ‘sti quattro cardinali? Che senso hanno quattro cardinali in un paese anglicano e poi che ha da ridere l’est… l’est, est! non sono cardinali religiosi, sono punti cardinali aspetta… se ponente è l’Est che centra il Giappone?

Idiota che non sei altro Nick non è il Sol levante è sole levante, Ovest. L’ostro e Mezzanotte sono rispettivamente Sud e Nord. Bene ora che ho risolto questo, che ci faccio? A che mi serve?

 

Una voce risuonò nell’ambiente avvertendo che il pranzo era pronto.

Tutti erano seduti, anche Piton partecipava al banchetto, sembrava che la tensione fosse sparita.

L’intuizione sui gemelli Weasley si dimostrò azzeccata, infatti combinarono un paio di scherzi e per la prima volta dall’inizio di questa strana avventura Nicholas rise e di gusto.

Dopo il pranzo i commensali si avviarono verso l’esterno, Nicholas ne approfittò per avvicinarsi a Severus Piton.

“Professor Piton come funziona l’incantesimo Protego?”

“Perché mi chiedi questo?” rispose guardingo.

“Sarò paranoico, professore ma mi aspetto un attacco.”

Anche se palesemente riluttante accettò “Vieni, ti faccio vedere, Remus vieni.”

In giardino i due duellanti si sistemarono l’uno di fronte all’altro e poi all’improvviso Piton lanciò uno schiantesimo non particolarmente potente.

Remus mosse la bacchetta e pronunciò “Protego!” e l’attacco si concluse contro una barriera generata dall’incantesimo difensivo.

“Visto?” chiese Remus.

“Mi scusi un attimo Remus?” Nicholas entrò in casa per uscirne dopo alcuni minuti con la mano destra nascosta dietro al schiena.

Riuscito si diresse nel giardino “Posso provarci pure io?”

“Senza offesa Nicholas ma ancora non abbiamo capito se e come si manifestano i tuoi poteri, ne tanto meno se sai usare una bacchetta.” disse la professoressa Mc Granitt.

“Non si preoccupi è solo un esperimento. Sei pronto Remus colpirò all’improvviso.”

“Quando vuoi.” E si mise in posizione.

Fulmineo fece comparire una pistola da paintball, pochi istanti dopo cinque chiazze viola si allargarono sul petto di un Remus che cercava ancora di capire cosa lo avesse colpito.

“Da questo posso dedurre che il Protego funziona solo se si può vedere l’attacco… ottimo, veramente ottimo.” Sogghignò rientrando in casa ma prima di sparire dentro l’uscio lo sentirono sussurrare “Ora so come combattervi.”

Rimasero tutti di stucco ed ebbero quasi paura, non erano assolutamente preparati alle armi babbane. Remus aspirò la vernice con la bacchetta per poi precipitarsi assieme agli altri nella camera di Nicholas.

 Il babbano era in camera sua davanti all’unico mobile che si era portato.

Era strano, appariva costituito da cinque intelaiature di porte unite assieme, dove si poteva vedere attraverso.

“Molto bene, vedo che ci siete tutti; vi spiego cos’è questo mobile. Sui libri di incantesimi ho letto qualcosa riguardo alle Passaporte: questa è la mia versione di quell’incantesimo. La prima porta è casa mia a Roma.” Aperta la prima porta il suo interno mostrava un appartamento con un tacchino che si aggirava per il salotto. “Piton scusa potresti…?” un ombra di sorriso comparve sulla faccia del professore e mossa la bacchetta, il tacchino ridivenne la poltrona del salotto.

“La seconda porta è la Stamberga Strillante, la terza è la mia stanza ad Hogwarts, la quarta è una stanza speciale e la quinta è vuota nel caso servisse un altro accesso. Per cui in caso di attacco, aprite una delle tre porte e sarete al sicuro.”

Quando aveva ordinato alla Stanza delle Necessità questo tipo di mobile, aveva chiesto solo quattro porte e ora si stava chiedendo perché ce ne erano cinque?

“Ti ringrazio per la tua preoccupazione, ma devi stare tranquillo, con tutti i membri dell’ordine qui siamo al sicuro. Quasi tutti i presenti hanno combattuto in ben due guerre dei maghi.” disse Arthur, dandogli delle amichevoli pacche sulla spalla.

“Tranquillo… a casa mia ha fatto una brutta fine.” mormorando a bassa voce.

“Alastor.” chiamò in disparte l’auror “ qui sono tutti fiduciosi del loro passato e del fatto che sono scampati a due guerre. Mi serve il tuo aiuto. Se attaccheranno, e spero vivamente di no, di sicuro useranno la tecnica dividi e conquista. Il tuo super occhio può vedere durante la notte?”

“Si certo, ti aspetti un attacco?”

“Si, e siete troppo rilassati per miei gusti. È molto probabile visto che stanno dando la caccia a me e che sono fuori dalla protezione del castello”.

 

Durante la notte vennero svegliati da delle urla nel campo di grano adiacente alla casa.

“Babbano ci senti? Ci senti stupido suicidio babbano, sguazzafango, leccacacca e ciucciafeccia.”

Nicholas rimase un attimo allibito, Alastor gli si avvicinò e mettendogli una mano sulla spalla disse “ Lo so, a volte è traumatico ricevere degli insulti.”

 

Insulti? Quelli erano insulti?

 

“Ehi tu…” e produsse la più formidabile e audace sequela di insulti che il mondo magico abbia mai sentito, tanto che un paio di Mangiamorte indietreggiarono inorriditi.

All’improvviso tre saette di fumo nero volteggiarono sopra la casa.

Tutti uscirono allo scoperto, sparando in direzioni delle saette.

Nicholas, era nella stanza assieme ai ragazzi e stava guardando, schifato, il combattimento.

I ragazzi stavano sul letto, quando strani rumori attirarono l’attenzione dell’ex-soldato.

Lentamente, la porta si aprì ed entrò un tizio trasandato, sporco e con un sorriso pieno di denti storti e gialli. Rivolgendosi ai ragazzi disse:

“Bene, bene, bene chi abbiamo qui.”

“I tre porcellini.”

“Cosa?” girandosi sorpreso verso la voce, l’ultima cosa che vide fu la fronte di Nicholas che si avvicinava velocemente, infine solo il buio.

Nicholas prese l’intruso e lo buttò dalla finestra.

Quando il corpo arrivò a terra, mugugnando sia per la botta che per il volo, i combattenti si fermarono a guardare la scena.

Comprendendo da dove fosse caduto i Weasley all’unisono gridarono “O mio Dio, i ragazzi.”

“LA VOGLIAMO SMETTERE DI SPARARE ALLE FARFALLE!!! NON VI SIETE ACCORTI CHE E’ UN DIVERSIVO ?!” stava continuando a inveire quando ci fu un lampo, la piccola Ginny urlò e subito dopo una saetta di fumo uscì dalla finestra.

Un altro mangiamorte atterrò accanto al compagno caduto lo prese e volò via.

Tutti si riversarono nella stanza dei ragazzi con orrore si accorsero che mancavano Ginny e Nicholas.

Urla di gioia venivano dal campo.

Uno di loro si materializzò ai confini del campo e urlò ”Abbiamo il babbano e la piccola, non tentate mosse strane o la piccola muore” e volò via in direzione dei compagni.

Appena il gruppo si riunì, la prima cosa che fecero, fu quella di creare uno spiazzo dove tre ceffi più Nicholas sotto la maledizione Imperius sorvegliavano la bambina, mentre il grosso stava accerchiando la casa.

Tutti si riversarono nella stanza dei ragazzi con orrore si accorsero che mancavano Ginny e Nicholas.

Urla di gioia venivano dal campo.

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Capitolo 18
*** UN NATALE SCOPPIETTANTE ***


CAPITOLO 16

C A P I T O L O 16

UN NATALE SCOPPIETTANTE

 

Tronfi della loro superiorità, uno di loro puntò la bacchetta ala cielo e urlò “Morsmorde.” dalla bacchetta, un flusso di energia verde e lucente volò oltre le cime degli alberi, su in cielo.

Era un teschio colossale costituito da scintille di verde smeraldo, un serpente gli usciva dalla bocca come se fosse una lingua.

Si levò sempre più in alto sotto lo sguardo di tutti, stagliandosi vivido in una cortina di fumo verdastro, imbrattando il cielo nero.

L’incantesimo era abbastanza in alto da illuminare tutto, come un sinistro cartellone al neon.

In casa Weasley per un momento regnò la disperazione più assoluta, poi si accorsero che qualcosa non andava.

Il teschio stava mutando forma e colore da verde smeraldo a blu acquamarina.

Il teschio, cambiò in una figura umana.

Strane note musicali incominciarono a diffondersi nell’aria seguite da una canzone.

 

Non posso ottenere soddisfazione (1)

Non posso ottenere soddisfazione

Perché io provo e provo e provo e provo

Non posso

Non posso

 

Tutti i mangiamorte rimasero basiti a naso in su ad osservare lo strano fenomeno.

La canzone continuava:

 

Quando guido la mia macchina

E quell’uomo che parla alla radio

Egli mi parla sempre di più…

 

 

Alastor fissava Silente e tutti e due ebbero lo stesso pensiero: C’è lo zampino di Nicholas, ma come aveva fatto?.

Un improvviso schianto su nella camera dei ragazzi fece trasalire tutti.

Silente fu il primo ad arrivare nella stanza; durante il tragitto sentirono distintamente una voce urlare disperata “Nooo non c’è l’ho fatta ho sbagliato, tutto è perduto.”

Appena entrato, si trovò davanti ad una grottesca creatura che un tempo forse era una persona “Chi sei?”

La creatura si girò di scatto e vedendo Silente pianse.

“Allora sei ancora vivo, non tutto è perduto…MEMORIAM… argh.” una seconda persona incappucciata si materializzò dal nulla e colpì la creatura con l’anatema che non perdona, per poi sparire senza lasciarne traccia.


Nonostante la rapida successione degli eventi, la creatura riuscì lo stesso a lanciare su Silente un’incantesimo con il quale impresse nella memoria del preside ciò che sarebbe successo con la cattura di Nicholas negli anni a seguire(2).

Silente si smaterializzò per comparire nello spiazzo lanciando schiantesimi, ma riuscì a prendere solo Nicholas.

La piccola Ginny, venne strappata dalle mani del preside un attimo prima che questi si materializzasse al sicuro.

Tutti, si riversarono nella stanza dei ragazzi.

Silente era carponi sul pavimento ansando pesantemente, Nicholas stava li imbambolato.

 Silente, mentre si riprendeva raccontava ciò che era successo; Molly scoppiò a piangere.

Alastor lanciò il Finite Incantate per liberarlo dalla maledizione Imperius.

Quando si riprese, dopo quello che vide, preferì lo stato antecedente di stordimento.

Tutti chiacchieravano, i genitori giustamente erano preoccupati sulla sorte della loro bambina; gli altri che proponevano piani di liberazione degni di un gatto ubriaco; e tirando bestemmie verso il cielo uscì dalla stanza.

Da fuori, in un punto imprecisato del campo una voce urlò “Sei bravo Albus, hai lasciato una bambina indifesa ti sei preoccupato solo di portare al sicuro uno schifoso babbano…”

 

Chiacchiera, chiacchiera io intanto mi faccio gli affari miei

 

All’improvviso ci furono, tre lampi e tutto divenne bianco.

In poco meno di quaranta secondi lo shock, del lampo era terminato… e la piccola era sparita.

Immediatamente con un urlo incominciarono le ricerche della bambina.

Partirono le ricerche per terra e alcuni saettarono in cielo per una ricerca più approfondita.

Non cercare in Australia, quando ciò che ti serve e nel giardino di casa.

Lentamente una porzione del tappeto di spighe incominciò a muoversi, si alzò e corse verso il campo di grano.

Lo strano cespuglio, si mosse zigzagando tra spighe e mangiamorte e quei pochi che si accorgevano del cespuglio –STUMPF- e cadevano morti a terra colpiti dai proiettili sparati dalla pistola con silenziatore dell’uomo-cespuglio che si muoveva velocemente verso la tana, facendo un lungo e contorto percorso.

Stavano ancora discutendo su quale fosse la migliore strategia da adottare, quando Molly, urlò dallo spavento.

 Tutte le bacchette puntarono lo strano cespuglio umanoide che era appena entrato.

Ridendo Alastor disse “Nicholas, ragazzo mio come ti sei conciato?”.

Nicholas si tolse il cappuccio, ma prima che potesse parlare, fu la Mcgranitt a urlare contro di lui.

“Come osi, venire qui vestito da spaventa-passeri quando una bambina è ancora li fuori in balia dei mangiamorte…”

“Uff si soffoca qua dentro.” disse una vocina da dentro il cespuglio

Il silenzio calò come una ghigliottina. Nicholas aprì la tunica ne fece uscire una sorridente Ginny.

“Se non ci decidiamo a ‘parlare la stessa lingua’ io mi difendo da solo, chiaro?”

  “Tu non hai idea di come si combatte da maghi. Ti ringrazio per aver salvato mia figlia, ma hai avuto solo fortuna”

“Il bue che dice cornuto all’asino. Cambiamo discorso che è meglio… preside senta può portare qui il… come si chiama? Il cesso mobile… no volevo dire il Pensatoio?”

Nessuno gli rispose, erano troppo indaffarati a stringere e coccolare la piccola Ginny, così Nicholas lasciò la stanza per andare a sistemare alcune sorpresine prima di coricarsi.

 

L’alba del nuovo giorno venne salutata da un forte boato.

Gli abitanti della casa si precipitarono fuori ansanti ritrovandosi davanti a Nicholas in tenuta da combattimento con in mano un cronometro, al suo fianco c’era Silente e Piton entrambi con un’espressione incuriosita.

I Wealsley furono gli ultimi ad uscire “Nove minuti prima di uscire dalla casa e sistemarsi, senza che nessuno controllasse se era una trappola o meno. Un attacco reale avrebbe lasciato più morti che superstiti. Si può sapere perché la famiglia Weasley ha tardato così tanto? Per caso stavate ancora dormendo dopo tutto quel baccano?”

“Tu, tu, tu brutto…”

“Babbano?” la incoraggiò.

“No…Stupido scava folletti! Che ti salta in testa di fare una cosa simile, Albus come hai permesso…”

“Rispondi alla domanda Molly” chiese serio Silente.

Un’ondata di gelo cadde sul gruppo.

“Eeee… beh eravamo su a controllare se i ragazzi erano al sicuro.”

 

Beh, se non altro non sono cosi ‘acci’.

 

“Professore, ha portato il … quello là insomma.”

“Si.”

Imbastirono un meeting sulla Storia della guerra nel salone di casa.

Nicholas fu il primo a sporgersi sul pensatoio per osservare la ‘guerra secondo i maghi’ attraverso i ricordi di Silente, l’esperienza lo lasciò ancora più schifato e divertito allo stesso tempo della sera prima.

“E questa la chiamate guerra? All’asilo eravamo più spietati.” li derise.

Poi fu il turno dell’ordine di vedere ‘la guerra secondo i babbani’ da uno dei ricordi di guerra che Nicholas custodiva. La realtà cruda e spietata li lasciò traumatizzati, mentre Albus e Severus sembravano impassibili.

“Benvenuti nel mondo reale, signori maghi” disse Nicholas atono.

Albus chiese di vedere i ricordi inerenti all’attacco della sera prima.

“Questo ricordo ci conferma che Nicholas ha una visione della guerra nettamente superiore alla nostra” Silente si alzò in piedi risoluto “Nicholas!” disse.

“Dica preside.”

“L’ordine del Fenice riconosce i tuoi meriti e sarebbe lieto della tua esperienza a capo per avvantaggiarci contro Voldemort.”

“Molto bene, ma avrò bisogno anche del suo aiuto.” disse Nicholas fissando un punto dietro al gruppo.

Tutti si girarono in direzione dello sguardo e impallidirono.

Lo specchio in fondo alla stanza, non stava riflettendo Nicholas, ma Alberich che con un sorriso d’assenso fece un inchino.

La colazione fu consumata silenziosamente ma il nervosismo era tangibile, d’un tratto un sussurro arrivò alle orecchie di Albus.

“Preside, vorrebbe insegnare a mio nipote come si usa la bacchetta? Proposito vi è piaciuta la nuova versione del Morsmorte? La canzone l’ho presa dai ricordi di mio nipote.”

“Certamente. Complimenti per la canzone molto bella e appropriata.”

Le lezioni furono poche, ma Nicholas ci mise un po’ a capirne il segreto.

Usare la bacchetta non è come usare una pistola, dove premi il grilletto e il proiettile vola via verso il bersaglio, ma è una cosa che viene dal cuore… dall’anima.

Il primo incantesimo lanciato da Nicholas fu come una scarica, ma la cosa inaspettata era una strana sensazione che cresceva in lui, sembrava paura ma non lo era, era una fredda e allo stesso tempo calda sensazione.

 

La senti?

Si cos’è?

È il potere di noi maghi. Tu sei un mago Nicholas, e sei qui per un compito importante.

E non mi dirai quale vero?

Esatto, perché come dici tu, sono simpatico.

Quei fetenti li hai invitati tu?

No, non so chi sono.

 

I due giorni che precedettero il Natale, furono molto istruttivi per entrambi i gruppi.

I cattivi sapevano che non era da sottovalutare, i buoni sapevano che i loro “ospiti” stavano li perché volevano Nicholas e stavano aspettando il momento buono per attaccare.

Arrivò la vigilia, al di fuori della casa volteggiavano allegri babbini natale che in sella alle loro piccole scope ripetevano allegramente ‘ho, ho, ho!’.

Vennero messi molti addobbi natalizi attorno alla casa e fecero comparire quattro abeti addobbati e luminosi.

Dalla distesa di grano occhi indiscreti scrutavano il loro operato ridacchiando malignamente.

Finito di sistemare le decorazioni entrarono in casa per mangiare e passarono il resto del pomeriggio alcuni a giocare con i ragazzi, altri invece a dare una mano per pulire in casa.

Nicholas faceva pratica con la bacchetta mentre Alastor, da buon insegnante, spiegava come direzionare i colpi senza ferire nessuno, così non trovarono bersaglio migliore del campo di grano.

I Mangiamorte si dovettero abbassare e buttarsi nel fango per evitare gli Sciantesimi ‘sparati a casaccio’ da Nicholas.

All’improvviso il capo dei Mangiamorte si irrigidì e con orrore riconobbe gli effetti dell’incantesimo Mobilicorpus.

Nicholas discuteva animatamente con Alastor; il poveraccio catturato dal Mobilicorpus dispensò botte e calci ai suoi compagni reagendo agli ordini involontari della bacchetta.

All’improvviso Nicholas alzò di scatto il braccio e il suo burattino prese il volo, scendendo poi in picchiata e volando a pelo di grano.

Nessuno dei due sembrò accorgersi di ciò che stava succedendo o cosi parve agli altri dal loro nascondiglio.

Nella stanza in cima alla casa Albus e Piton stavano ridendo a crepapelle abbracciati assieme guardando la scena ed a ogni evoluzione scaturivano altre risate.

Anche gli altri in casa si gustavano la scena e pur allerta si scompisciavano dalle risate.

Liberato dall’incantesimo, il disgraziato cadde sulle ginocchia e disse a fatica “Quel babbano è mio, lo voglio uccidere personalmente.” poi svenne.

Mentre in casa si cenava, nel campo erano tutti tesi e pronti all’attacco.

In perfetto spirito natalizio dall’interno dell’abitazione uscì un canto:

 

“We wish you a merry Christmas”

 

 I Mangiamorte incominciarono a convergere verso la casa.

 

“We wish you a merry Christmas”

 

Gli alberi di natali e le ghirlande erano belle e luminose i babbini natale volavano alti cantando “Oh! Oh! Oh!”

 

“We wish you a merry Christmas”

 

Erano ormai prossimi al cortile dei Weasley

 

“…and a happy New Year!”

 

Le ghirlande erano più luminose, gli alberi più festosi e i babbini ora stavano volando in alto.

 

“Glad tidings we bring”

 

Uno dei Mangiamorte, guardando quei babbini ebbe la sensazione di vedere avvoltoi e non pupazzetti di natale animati.

 

“..to you and your kin”

 

Erano al limite del campo, i babbini erano fermi per aria.

 

“Glad tidings for Christmas”

 

Mentre cantavano allegramente, sul tavolo dei Weasley una mappa magica con lenticchie, fagioli e ceci come pedine segnava i movimenti degli ospiti nel campo.

 

“..and a happy New Year!”

 

In quel momento si scatenò l’inferno.

I babbini allegri che svolazzavano attorno alla casa mutarono espressione da sorridente a indemoniata lanciando un grido stridulo.

Dai comignoli vennero eruttati uno sciame di babbini, dall’espressione cattiva, con gli occhi luminosi, rossi e dalla risata sinistra.

Le ghirlande proiettavano fasci di luce in tutte le direzioni e i quattro alberi, come missili partirono in cielo.

Disorientati dalla luce, non si resero conto della partenza degli alberi di natale.

I quattro alberi si scontrarono ad un centinaio di metri sopra la casa, e proiettarono i loro addobbi sferici in tutte le direzioni, questi caddero nel campo ed esplosero come bombe.

I babbini, prima andarono verso l’alto muovendosi in spirale e poi aprendosi a forma di fiore scesero in picchiata.

Tutti i Mangiamorte si diedero alla fuga, inseguiti dai babbini di Natale, e ogni volta che colpivano un Mangiamorte si sentiva un’esplosione.

La notte venne rischiarata da innumerevoli esplosioni.

 Gl’invasori erano portati al sicuro a circa un chilometro dalla casa, alcuni iniziarono a lanciare incantesimi. Delle sfere compirono una parabola, per evitare i babbini, per andare poi ad esplodere a molta distanza dalla casa.

Nicholas aprì la quarta porta del suo mobile, e ne usci con un fucile lungo un metro e venti.

Si sistemò davanti alla finestra e inserì nella culatta del fucile un proiettile lungo 15 centimetri, prese bene la mira e sparò.

Da lontano, un Mangiamorte evocò l’incantesimo Protego, ma con un grande spruzzo di sangue, la testa sparì.

Il proiettile sparato dal fucile di Nicholas aveva superato senza problemi lo scudo generato dal Protego, e il rumore generato dallo sparo si sentì due secondi più tardi.

Saggiamente i Mangiamorte si smaterializzarono tutti quanti.

Entrando nella stanza con le bacchette spianate trovarono Nicholas a terra abbracciato ad un oggetto strano e lungo.

Alzandosi in piedi, prese il fucile e lo rimise a posto nella quarta stanza del mobile.

“Che diavolo era quel botto infernale, e quel coso che cos’è?” chiese Remus preoccupato.

“Niente è solo un fucile a lunga gittata.”E vedendo la loro espressione vacua aggiunse.”con questo posso colpire qualunque cosa entro le milletrecento yarde… e il Protego non funziona con questo.”

Perplessi ritornarono a cena, per festeggiare finalmente il Natale, la gioia era al culmine.

Dal camino ci fu una fiammata verde e ruotando velocemente come una trottola, uscì il Ministro Caramell agitatissimo.

“Albus, presto il castello…”

1)     Rolling Stones - Satisfaction (I Can't Get No)

I can't get no satisfaction/I can't get no satisfaction/'Cause I try and I try and I try and I try/I can't get no, I can't get no

When I'm drivin' in my car/And that man comes on the radio/He's tellin' me more and more…

 

1)        Gli eventi che la creatura impresse nella memoria del preside sono raccontati nel racconto “La maledizione del Giratempo.”

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Capitolo 19
*** HOGWARTS È VISIBILE ***


CAPITOLO 17

C A P I T O L O 17

HOGWARTS è VISIBILE

 

Appena uscito dal camino il ministro Caramell incominciò a farfugliare frasi sconnesse sul castello.

Il riflesso nello specchio di Alberich parlò “Volevi sapere qual’era il motivo per il quale sei qui? Bene, eccolo… anche se è un po’ più movimentato del previsto.”

La finestra si spalancò e un nugolo di lettere, portate dai gufi, invasero dalla stanza portando un comune messaggio ‘Hogwarts è visibile’.

Silente accompagnato dal professor Piton, dalla professoressa McGranitt e da Nicholas si materializzò davanti al castello, fortunatamente nonostante il pasto appena consumato Nicholas questa volta non rigettò.

Un drappello di Auror si materializzò posizionandosi lungo il perimetro delle mura scolastiche ed a colpi di Oblivion tennero alla lontana i curiosi babbani.

Mentre un secondo gruppo lanciava incantesimi di disillusione nel tentativo di nascondere l’edificio.

Le creature del lago nero aiutavano i maghi increspando le acque, onde evitare che qualcuno in barca potesse fare delle foto.

“Preside, tutti gl’incantesimi che proteggevano il castello sono caduti.” gli disse un Auror avvicinandosi.

 La professoressa di trasfigurazione, su ordine di Silente fece tornare immediatamente a casa i pochi alunni rimasti, a casa, poiché il castello sarebbe rimasto chiuso fino a che non sarebbero state ripristinate tutte le protezioni, o perlomeno comprese quali ne fossero le cause.

“Forse la soluzione di questo enigma sta nelle filastrocche che ho trovato.” esordì Nicholas.

“Quali filastrocche?” chiese Silente.

“Mentre voi congetturate, io vado a controllare i corridoi.” si congedò Piton mentre usciva dall’ufficio del Preside.

Il babbano incominciò a spiegare “Quando mi ha dato la mappa del Malandrino per un momento è comparsa un quinta torre con la scritta ‘quattro notizie per aprirti la strada, quattro versi per sapere chi sei!!!’ Poi ne ho trovata un'altra, ma quella sono riuscito a risolverla,’ I quattro cardinali qui per te, a darti un aiuto quando la mezzanotte è seguita dall'ostro del sole levante che saluta il ridente ponente’, la frase si riferisce ai quattro punti cardinali, ma non capisco la connessione tra le due.”

Silente rimase fermo a pensare.

“Interessante, mi piacciono gli indovinelli. Perché notizie, secondo te, è scritto puntato?”

“Beh preside potrebbe significare che… Aspetti! È sia notizie, cioè news, sia i quattro punti cardinali, ovvero le lettere puntate n; e; w; s.

I quattro versi sono puntati allo stesso modo, quindi sono sinonimi di due cose differenti.”

“Bravo Nicholas, è quello che stavo pensando anche io ‘verso’ come verso poetico oppure ‘verso’ sinonimo di direzione. Possiamo presupporre che quello che ti stanno indicando si trovi ai quattro punti cardinali.”

Un tonfo interruppe la discussione.

Ricordava bene lo strano libro, era lo stesso che il proprietario del Ghirigoro aveva dato a Silente il suo primo giorno a Diagon Alley. Ora giaceva a terra in mezzo al stanza e una stridula risata riecheggiò nella stanza, prima di dileguarsi assieme al manoscritto.

“Pix. E’ un poltergeist un po’… dispettoso. Puoi…” disse Silente gettando un’occhiata verso l’alto “prenderlo.” indicando il libro che si allontanava fluttuando.

Nicholas usci dall’ufficio di gran fretta non facendo caso alle due figure ammantate di nero, che lo fissavano dalla zona del telescopio vicino al colonnato: uno di loro aveva i capelli lunghi e bianchi.

Nicholas vagava per i corridoi del castello cercando di capire dove e soprattutto cosa cercare.

Fuori dalla finestra qualcosa di enorme, verde e lucente volò oltre le cime degli alberi, su in cielo.

Era un teschio colossale costituito da scintille di verde smeraldo, un serpente gli usciva dalla bocca come se fosse una lingua. Si levò sempre più in alto sotto lo sguardo di tutti, stagliandosi vivido in una cortina di fumo verdastro, imbrattando il cielo nero.

L’incantesimo era abbastanza in alto da illuminare il castello, come un sinistro cartellone al neon.

Nicholas, quando vide quella strana cosa nel cielo, non gli piacque istintivamente.

Fece dietrofront e si diresse a passo rapido verso la stanza delle necessità, ma fu intercettato dalla Mc Granitt.

“Nicholas presto, il castello non ha più le difese, stanno attaccando i mangiamorte.”

“Devo fare una cosa, torno subito.” e girò l’angolo.

Arrivò in un attimo alla stanza magica ci entrò per poi uscirne subito dopo. Raggiunto la professoressa insieme si diressero verso il punti di raduno.

Mentre proseguivano a passo spedito, il corridoio venne scosso da un boato e il soffitto crollando divise la professoressa di trasfigurazione da Nicholas.

Nicholas si trovò il passo sbarrato e quel che peggio non era solo.

“Ciao Nick.” salutò cordialmente Lucius Malfoy.

Nicholas occhieggiò il nuovo arrivato e il gruppo alquanto pittoresco al suo seguito.

Lucius Malfoi e Rhambau erano gli unici normali… insomma.

L’unica ragazza del gruppo aveva tutti i capelli arruffati e vestita di stracci neri, e un altro paio di loschi figuri.

 

Uh che bello, è arrivato il circo.

 

“Lucius, allora come ti butta vecchio pirataccio Che racconta di bello Voldy?”

Dal gruppo, usci la donna e puntando il dito verso Nicolas “Tu! Come osi rivolgerti a Lui in questo modo?”

“Bè, se vuoi lo chiamo Osvaldo.”

“Aura Lastrange, calmati lui non sa con chi sta parlando.” disse Malfoi.

“ Tom Orvoloson Riddle, per gli amici Lord Voldemort. Età 62 anni. Capricorno ascendente Toro. Nato il 31 dicembre 1926, da Tom Riddle e Merope Gaunt. secondo il profilo psicologico Voldemort è privo delle più semplici emozioni umane e animato da una "furia" psicopatica. Non desidera avere amici o necessità di compagnia in quanto si sente superiore a tutti gli esseri magici e non; la sua sete di potere lo spinge ad affermarsi in continuazione. Secondo le leggende, la madre Merope sedusse il padre Tom con un filtro d’amore e da quella relazione rimase incinta di te. Tuttavia anche se tuo padre era tenuto sotto l’influsso del filtro d’amore tua madre amava sinceramente e pensava che, magari senza filtro lui potesse…”

“Lui è il potente Voldemort e tu non sai niente di lui.” Urlò Aura lanciando un incantesimo, che venne semplicemente scansato da Nicholas.

“Lucius a papà scusa, puoi evitare alla strana li, di lanciare incantesimi? La cosa è tra me e te, non tra me , te e il resto del mondo.”

“Io non sono ‘la strana’ sono Lastrange” urlò

“Tesoro,‘la strana’ o ‘la strange’ come dici; tu non è che cambiando lingua, diventi normale sai.” Punzecchiò Nicholas.

“Ha, ha, ha stai tergiversando Nick, speri che venga qualcuno a salvarti?”

“Beh Lucius, sai come si dice, la speranza è l’ultima a morire.”

“Beh, possiamo fare un duello tanto per ammazzare il tempo…”

“O qualcuno, vero?”

“Ti è stato insegnato come ci si sfida a duello?” chiese canzonatorio il braccio destro di Voldemort, con gli occhi rossi scintillanti.

“Mi dispiace, ma ero occupato in altri affari e poi non ho con me la mia bacchetta. Ma rimediamo subito… A ME BACCHETTA!”

Intanto la Mc Granitt era riuscita a trovare sia Silente che Piton, intenti a cercare di riabilitare gli incantesimi di protezione.

I tre riuscirono a trovare Nicholas ma ebbero la brutta sorpresa di trovarlo in compagnia dei Mangiamorte più spietati.

Piton e Silente videro una strana luce che velocemente si avvicinava.

“Preside, credo che sia meglio dare una mano a Lucius Malfoy.”

“Sei sicuro Severus?” la Mc Granitt era pallida dallo spavento, gli si prospettava un tremendo scenario Severus, aveva ingannato per tutti questi anni Silente e gli aveva lanciato la maledizione Imperius.

Era lì attonita, quando le passò davanti un proiettile di legno dalla cui punta fuoriuscirono dei lampi di energia alle cui estremità quattro Mangiamorte urlanti venivano trascinati via.

Come nei cartoni animati, tre teste stupite fecero capolino e videro che la bacchetta, era atterrata nella mano di Nicholas e i quattro Mangiamorte catturati continuarono il volo e si scontrarono con quelli del gruppo degli invasori.

Nicholas scosse la bacchetta e come un pistolero del vecchio west soffiò sulla punta e ne usci uno spruzzo di scintille.

 “Ecco fatto, ho la mia bacchetta… come si duella?”

Anche se non lo davano a vedere erano tutti leggermente intimoriti, memori di ciò che era successo dai Weasley.

“E solo un babbano.” disse sprezzante Rhambau “Innanzitutto ci si inchina” curvandosi appena, senza distogliere il viso di serpente da Nicholas. “Andiamo, bisogna osservare le regole nel dettaglio... Silente sarebbe lieto che facessi sfoggio delle tue buone maniere... inchinati alla morte.”

 

E tu inchinati su ‘sto… lasciamo perdere.

 

i Mangiamorte erano tesi. Nicholas non s'inchinò, non aveva intenzione di perdere di vista i suoi nemici.

 “Ho detto inchinati” disse l’ex professore di difesa levando in alto la bacchetta: Nicholas sentì la spina dorsale piegarsi come se un'enorme mano invisibile lo spingesse inesorabilmente in avanti, e i Mangiamorte risero più forte che mai.

 “Molto bene” e mentre alzava la bacchetta, si sollevò anche la pressione che schiacciava Nicholas. “E ora affrontami, da uomo a uomo... diritto e fiero... duelliamo”.

 Rhambau alzò la bacchetta e prima che Nicholas potesse fare qualcosa per difendersi, prima ancora che potesse muoversi, fu colpito dalla Maledizione Cruciatus. Il dolore fu così intenso, come provato quando Rhambau gli spiegava le tre maledizioni.

Coltelli incandescenti gli trafiggevano ogni centimetro di pelle, e RhambauVoldemort ridendo si avvicinò a lui ma si scontrò con il tallone del piede destro del babbano che con un elegante arco colpì in piena faccia e prima che si riprese arrivò una gomitata e Nicholas si dileguò, facendosi scudo con una raffica di Bombarda Maxima.

Raggiunto il corridoio venne preso da due forti braccia spinto verso il muro e mentre una mano gli impediva di chiamare aiuto.

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Capitolo 20
*** L’ETERNITA’ DI UN SECONDO ***


CAPITOLO 18

C A P I T O L O 1 8

L’ETERNITA’ DI UN SECONDO

 

Note dell’ Autore:

 

Questo che state per leggere, è l’unico capitolo anomalo di tutto il libro.

Prima che io prosegui con la narrazione dei fatti, devo ricordare l’esistenza di alcuni particolari già narrati.

Il Giratempo che la professoressa McGranitt diede a Nicholas per riposarsi in vista al “doppio” programma di addestramento e l’involontaria scoperta che azionandolo dentro la stanza delle Necessità il tempo all’esterno rimane congelato.

 

Se non ti dispiace, caro il lettore / lettrice questo capitolo incomincio a narrarlo facendo un passettino indietro.

 

Nicholas vagava per i corridoi del castello cercando di capire dove e soprattutto cosa cercare.

Fuori dalla finestra qualcosa di enorme, verde e lucente volò oltre le cime degli alberi, su in cielo.

Era un teschio colossale costituito da scintille di verde smeraldo, un serpente gli usciva dalla bocca come se fosse una lingua. Si levò sempre più in alto sotto lo sguardo di tutti, stagliandosi vivido in una cortina di fumo verdastro, imbrattando il cielo nero.

L’incantesimo era abbastanza in alto da illuminare il castello.

Nicholas, quando vide quella strana cosa nel cielo, sospirò; altre difficoltà in arrivo.

 

Ma non si stancano mai vero?

Mai!

 

Fece dietrofront e si diresse a passo rapido verso la stanza delle necessità.

 

Appena in cielo comparve il simbolo dei Mangiamorte, Albus diede subito incarico alla professore di Trasfigurazione di cercare immediatamente Nicholas.

La Professoressa Mc Granit percorreva velocemente il corridoio, cercando con occhi ansiosi la figura familiare di Nicholas.

L’atmosfera cupamente tinta di un verde brillante, filtrava attraverso le imponenti vetrate che si aprivano sui muri. Poi lo vide, si muoveva con passo deciso verso di lei e sembrava non avesse intenzione di fermarsi, il babbano si accorse di lei solo quando lo afferrò per un braccio strattonandolo.

“Nicholas presto, il castello non ha più le difese, stanno attaccando i mangiamorte.”

“Devo fare una cosa, torno subito.” e così dicendo girò l’angolo e sparì dal suo campo visivo.

Lo seguì subito dopo, lo vide entrare in una stanza e riuscirne subito dopo. Senza proferire parola annullò la distanza che li separava e le fece cenno di andare.

Minerva non conosceva l’anomalia che scatenava il giratempo dentro la stanza della necessità. Quel singolo istante in cui Nicholas uscì dal suo campo visivo era più di quello che chiunque si potesse aspettasse.

 

Ecco quello che successe in quell’attimo dentro al stanza delle necessità.

 

Dentro la stanza Nicholas si sdoppiò due volte.

Desiderò tutte le informazioni che riguardavano il castello e la sua origine in particolare e una stanza nella stanza piena di specchi con la quale poter parlare con il suo avo e fare pratica di duello. La stanza cambiò magicamente aspetto davanti a lui, le pareti erano adorne di librerie colme di tomi dall’aria antica ed usurata, al centro della stanza su un tozzo tavolo in tasso erano appoggiati tre tomi che Nicholas riconobbe subito: la storia di Hogwarts era il più comune fra i tre, un altro era il misterioso libro appartenuto a Silente e trafugato dal poltergeist, l’ultimo l’ormai docile libro urlante delle biblioteca (che aveva smesso di urlare e che ogni volta che lo si apriva; la faccia usciva facendo un timido “Hu!” come i gufi, sorridendo timidamente).

I due Nicholas si organizzarono cosi: un Nicholas si mise a leggere e libri alla ricerca di ciò che cercava mentre l’altro Nicholas, nell’altra stanza a fare pratica con i duelli di magia.

Il libro preso da Pix era strano.

Le pagine erano bianche, ma non erano vuote. Non erano lisce pergamene, ma cosparse di piccole graffi.

Una delle tecniche ‘made in casa’ per scoprire quello che stato impresso su un foglio, consiste nel prendere una matita e strofinarla sopra in modo da mostrare il testo nascosto.

Nicholas aveva incominciato, quando la grafite sulla pergamena prese vita.

La striscia appena fatta da Nicholas, si riunì al centro e poi… colò verso il centro.

Mentre colava, si formò una scritta:

Non penserai che sia cosi facile vero?

Dopodiché incominciò a sbiadire fino a scomparire.

Si sarebbe concentrato su gli altri due, ma quel libro non lo avrebbe lasciato.

Incominciò a leggere il libro “storia di Hogwarts”

 

[…La costruzione della scuola, databile intorno al ‘900, si rese necessaria a causa delle discontinuità e della poco applicata teoria sulla pratica e dal crescere di maghi nati da unione con babbani e maghi e da normali babbani. Le quattro torri costruite portano i nomi dei fondatori. Il castello costruito con l'aiuto dei un architetto, lontano dagli occhi curiosi dei Babbani. Il castello è stato sottoposto a innumerevoli incantesimi anti-babbani che alla vista di questi ultimi lo fanno sembrare un edificio abbandonato e pericolante,con davanti un'insegna che dice: Pericolo non entrare! Il castello è di forma rettangolare con ai 4 lati una torre, ognuna in onore dei fondatori della scuola. La sala più grande è quella dove si celebrano le varie feste. Il suo soffitto ha un incantesimo che permettere di vedere uno splendido cielo stellato di sera o un ciel sereno di giorno. Per alcuni anni, i quattro fondatori, lavorarono insieme in grande armonia, andando in cerca di giovani che mostrassero doti magiche e portandoli nel castello per educarli. per impedire alle famiglia dei maghi di perdere i propri rampolli a causa della impossibilità di controllare la propria magia e quindi facilmente rintracciabili dai cacciatori dei maghi Tra Salazar e Godrik nacquero dei dissapori. Fra Serpeverde e gli altri cominciò a crearsi una spaccatura. Serpeverde voleva essere più severo nella scelta degli studenti e ammettere a Hogwarts. Era convinto che il sapere magico doveva essere custodito nelle famiglie di maghi. Non gli piaceva prendere studenti nati in famiglie Babbane: li riteneva inaffidabili. Le cosiddette famiglie Purosangue mantengono la propria presunta purezza negando, cancel­lando o nascondendo la presenza di Babbani o nati-Babbani nel proprio albero genealogico. Serpeverde riteneva, infatti, che i Babbani fossero inferiori ai maghi e che i matrimoni tra Babbani e maghi peggiorassero la razza magica…]

 

Il resto del libro era la storia di coloro che vi erano entrati e le varie modifiche al castello bla, bla,bla chiacchiere senza senso.

Chiuse il libro con un gran botto.

“Ma che mi frega.”

Lo strano libro, incominciò a vibrare. Si alzò in volo e finì davanti a Nicholas dove apri le sue pagine al babbano.

Comparvero alcune parole.

Non ti diro’ tutto, ma solo il necessario.

Mani invisibili sfogliarono le pagine del libro.

 

[…il wizengamot mi ha chiesto di sovraintendere a due costruzioni una prigione per maghi e curiosamente una scuola su commissione dei quattro tra i maghi più illustri.Penso che la scuola mi darà più problemi della prigione.]

 

Altra pagina ed altre parole…

 

[… Il problema più grave non è costruire il castello, ma far convivere le quattro forme di magia in un unico edificio. Si può fare, ma sicuramente non vicine, per cui forse avremo bisogno di almeno quattro angeli…]

 

Mentre le mani invisibili girarono pagina le ultime due parole rimasero stampate nella mente di Nicholas.

 

Angeli? Ora capisco, quattro angeli per quattro torri e allora… il quinto angelo che dall’alto protegge gli altri quattro è una quinta torre più alta… ma le torri sono solo quattro dall’alto… a meno che non sta sospesa… naa non esiste

 

Le pagine vennero mosse ancora.

 

[… è curioso, tutti e quattro, mi hanno chiesto di costruire delle stanze segrete in modo da fare gli esperimenti per proprio conto… credo che costruirò anche io la mia stanza “per ogni necessità.”]

 

“Heheheh se è la stanza che dico io è proprio ‘per ogni’ necessità.”

Sghignazzò Nicholas.

Uno schianto nell’altra stanza fece preoccupare Nicholas.

“Tutto bene la dentro?”

“Si tutto bene Nicholas.” rispose l’altro Nicholas.

 

[Considerando che i quattro si sono tanto raccomandati di considerare maggiormente il problema dei babbani.

La cosa triste è che apparteniamo alla stessa razza, noi siamo consci della nostra natura, i babbani sono… retrogradi e chiuso verso il nostro mondo, cosi ho pensato ad un paio di trucchi… diciamo fantasiosi.

Ho dotato il castello di incantesimi sia a lunga che a corta distanza. Da lontano fanno sembrare il castello un edificio abbandonato e pericolante, con davanti un'insegna che dice: Pericolo non entrare! Invece per i babbani… temerari che incuranti del cartello si avventurano in direzione del castello ci sono incantesimi che ricordano all’incauto esploratore importanti impegni trascurati.]

 

Le solerti mani invisibili erano ancora al lavoro.

 

[… In ognuna delle torri c’ è la sala comune e il dormitorio di una casa, bisogna dire, per entrare la parola segreta al custode di essa, che solitamente è il personaggio di un quadro. I quadri del castello, tendono a nascondere un nascondiglio o passaggio segreto, tre delle quattro stanze sono nascoste dai quadri che solo i fondatori possono aprire e io; non voglio pasticci nel mio castello ma manterrò il segreto. Salalzar invece mi ha chiesto di costruire la sua ponendo l’entrata dentro uno dei bagni destinati alle ragazze.]

 

Ancora un'altra pagina.

 

[I rapporti tra Salazar e gli altri tre. Si stanno inasprendo. Salalzar è convito che il sapere magico della essere tramandato solo da veri maghi “i nati maghi.” li considera inaffidabili. E’ curioso ma nella mia esperienza non ci sono “nati maghi” ma nati “mago babbani” e che i “nati maghi” mantengono la loro tanto decantata purezza negando o cancellando le presenze babbane nel loro albero genealogico.]

 

Ancora un’altra pagina…

 

[Dopo l’ennesimo litigio, Salazar se ne andò urlando che si sarebbe preso la sua vendetta ha lanciato degli incantesimi, ma la struttura che io ho creato ha retto senza indugio e da allora nessuno lo ha più visto. Non l’ho detto a nessuno, ma gli incantesimi di Salazar lentamente stanno infrangendo le mie difese, ma ho già la soluzione a riguardo]

 

Le pagine del libro si chiusero e prima che la copertina chiudesse il libro… comparve una scritta.

Adesso sai quello che devi sapere.

Appena la copertina si chiuse, il libro cadde sul tavolo con un tonfo sordo.

Alcune cose erano chiare e forse sapeva dove poter cercare, ma i suoi pensieri forono interrotti dal libro urlante.

Il libro si apri e si chiuse di scatto, e lo fece tante volte fino a che non riuscì a stare dritto.

Sempre aprendosi e chiudendosi arrancò fino a Nicholas, il quale gli vennero in mente i racconti dell’orrore di Stephen King riguardo gli oggetti posseduti.

Arrivato davanti Nicholas lentamente si aprì, e la faccia urlante usci e lo fissò, senza urlare.

“Quel libro, non ti ha detto tutta la verità, sul tuo avo.”

“Cosa avrebbe tralasciato?” chiese Nicholas al libro.

“ Tu sai che al tuo avo, il Wizengamot ha dato la commessa per la realizzazione di due edifici. Un castello e una prigione, tutto per la comunità magica, Hogwarts e Azhkaban. Alberich, il tuo avo, ha realizzato il castello nelle vicinanze del lago oscuro e della foreste nera.”

“Lo so caro libro, l’ho appena letto poco fa nell’altro libro.”

“Lo so, ma non ti ha detto che poco dopo l’insediamento dei quattro maghi fondatori, incominciarono ad essere trafugati alcuni dei segreti più importanti. Nessun estraneo poteva entrare nel castello, ma non il suo costruttore, per cui insegnò ad alcuni maghi invidiosi come poter entrare indisturbati e come superare tutte le difese. Vennero scoperti e ci fu una grande battaglia. Tutti i maghi furono o uccisi o catturati ed inaugurarono la prigione. Il Wizengamot, che prima aveva commissionato la costruzione, ora doveva procedere al processo contro di lui, a cui parteciparono anche i quattro maghi fondatori. Il processo si concluse con la sentenza che nessuno deve sapere dell’esistenza del tuo avo, per la storia la costruzione sarà fatta dai quattro. Sarà rinchiuso in una prigione che non sia Azhkaban; e quella prigione dovrà rimanere segreta.”

Lentamente la faccia rientrò nel libro, che si chiuse e si adagiò su un fianco .

 

Molto strano, un libro mi mostra la storia del mio avo, un altro mi racconta del processo, nello stesso modo dei ricordi di Alberich che ho visto nel pensatoio. Qualcosa non mi torna.

 

E pieno di dubbi si diresse verso l’uscita.

Mentre Nicholas andava verso l’uscita venne raggiunto dal secondo Nicholas che si fuse con l’altro e diventando una persona sola, uscì.

Ora che Nicholas è uscito, facciamo un passo indietro quando dopo lo sdoppiamento uno dei due Nicholas si mise a leggere i libri.

L’altro si diresse nella stanza dei specchi, a prendere lezioni di duello.

Dall’altra parte dello specchio, Alberich incominciò la sua lezione di ‘duellamento magico’.

“Bene, mio caro nipote la prima cosa che devi sapere che in un duello devi sempre tenere sotto controllo due cose i movimenti bruschi e gli incantesimi che possono essere lanciati senza uso della bacchetta.”

“Carino.”

Nicholas faticava con il corso intensivo, e un incantesimo mal direzionato rimbalzò su due pareti e fece un buco grande quanto un melone.

“Tutto bene la dentro?”chiese Nicholas dalla sala lettura

“Si tutto bene Nicholas.” rispose Nicholas nella sala degli specchi.

Finito il tour de force si riunì all’altro Nicholas dubbioso e uscì dalla stanza.


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Capitolo 21
*** ADESSO BASTA!!! ***


CAPITOLO 19

C A P I T O L O 19

ADESSO BASTA!!!

 

Ci vollero alcuni secondi, prima che Nicholas capi che le mani che lo tenevano bloccato erano mani amiche.

Calmatosi, si guardò intorno riconoscendo gli amici e fece un segno di assenso con la testa, le mani lo lasciarono.

Tutto il gruppo, si mosse silenziosamente a ritroso; in modo da non trovarsi faccia a faccia con il gruppo capitanato dal viscido Malfoy.

Il gruppetto girovagò per corridoi con in testa Nicholas che, con la mappa del Malandrino riuscivano ad evitare tutti i gruppi di mangiamorte invasori ma si trovarono bloccati da un drappello di sudici maghi.

Alastor tentò una sortita, ma riuscì solo ad affacciarsi che un nugolo di schiantesimi gli fece fare un tuffo indietro.

“Impossibile, Albus sono in troppi. Minerva dai, ammetto che Severus non è famoso per il suo sarcasmo ma da qui a pensare che abbia lanciato un imperius a Silente ce ne corre.”

Dal corridoio una voce roca urlò: “Babbanooo… dove sei?”

Nicholas, che in tutto quel trambusto non si era cambiato ed aveva ancora addosso il giubbotto di Kevlar, tutta l’attrezzatura compresa la borsa da coscia e tutte le armi, lentamente un largo sorriso comparve sul volto del babbano.

Prese la pistola e sparò alcuni colpi alla cieca in direzione della voce, facendo uscire dalla nascondiglio solo l’arma.

Nicholas chiese a Silente se era il caso di spiegare una seconda volta quel concetto.

“Non credo Nicholas, penso che abbiano capito a sentire come urlano.” tutti risero.

Dalla borsa da coscia prese una granata ed eseguì sotto lo sguardo esterrefatto dei docenti un complicato incantesimo di trasfigurazione a tempo, che trasformò la granata in una copia della bacchetta con l’unica differenza, che alla base c’era l’anello della spoletta.

Prese la copia della bacchetta che aveva fatto, facendo in modo da infilare l’anello nel mignolo e con passo spavaldo uscì dal suo nascondiglio e puntò la finta bacchetta verso i mangiamorte, che puntuali come un orologio lanciarono “Expelliarmus” e la bacchetta volò verso gli invasori.

Immediatamente Nicholas, si buttò a terra.

“Ma come, sei stato un formidabile avversario; durante l’assedio a quella baracca in mezzo al grano e adesso da codardo ti butt…”

La frase venne interrotta, da un forte boato che spazzò via gl’invasori.

Quando la bacchetta volò in direzione dei mangiamorte riprese la sua forma originale e dopo dieci secondi… bum!

Tutti quanti poterono lasciare il corridoio con un grande sorriso.

Durante, quell’attimo in cui era entrato nella stanza nelle necessità e aveva creato una seconda stanza, aveva anche se inconsapevolmente, due bolle di stasi del tempo.

Una che bloccava il tempo e nel breve tempo della lettura dei quei tre libri, nell’altra stanza passavano la bellezza di dieci anni, dieci anni di duro allenamento al combattimento magico, difesa contro le arti oscure eccetera, eccetera.

Mentre lasciavano il corridoio, uno dei mangiamorte ancora in vita, ma ferito gravemente prima di spirare ebbe il tempo di lanciare l’anatema che uccide: l’Avada Kedavra.

Il tempo parve rallentare, Piton, Silente e la Mc Granitt che lentamente, quasi pigramente che si giravano e protendevano le bacchette, dall’altra parte Alastor che con un salto, faceva da scudo tra la maledizione senza perdono e Nicholas.

Con al bacchetta in mano Nicholas tuonò “Volante Ascenderai, Serpensortia, Aresto Momentum.”

Alastor si senti spinto in alto, dalla bacchetta un serpente che si scontrò con l’anatema che uccide annullandone gli effetti e infine Alastor grazie al terzo incantesimo si fermò a dieci centimetri di distanza dal pavimento e quando vi ci si cadde sopra non si fece niente.

Il gruppo dei maghi incominciò ad avere veramente paura quando Nicholas pronunciò il più potente e oscuro incantesimo di magia oscura negromantica.

“Emendo vitae inferioverto.” trasformando il gruppo dei mangiamorte nei temutissimi burattini chiamati Inferi.

Con passo strascicato gli Inferi, andarono a combattere gli altri mangiamorte facendo guadagnare del tempo prezioso al gruppetto dei maghi.

Finalmente erano fuori, nel cortile della scuola assieme agli altri dell’ordine; sfortunatamente anche Lucius e tutti i mangiamorte erano li.

L’ordine da una parte e i mangiamorte dall’altra, ma il rapporto era almeno sei a uno.

“Com’è il motto di questa patetica scuola… ah si Draco Dormiens Nunquam Titillandus non svegliare il drago che dorme… patetico.” disse guardando Nicholas forte della superiorità dei suoi accoliti.

“Sai, ciuffettone” Malfoy si irrigidì.

Nicholas era dietro di lui e gli stava puntando la bacchetta alla gola “Stai incominciando a starmi sulle palle tu e questa fagottata di imbecilli che ti porti appresso. Anche la mia famiglia ha un motto e non credo che ti piacerà. Sic gorgiamus allos subjectos nunc…

Con un gesto fulmineo Aura Lastrange lanciò un Avada Kedavra.

L’incantesimo prima di colpire Nicholas colpì altri due.

Appena colpito dall’incantesimo Nicholas esplose come fatto di fumo.

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Capitolo 22
*** EXPECTO PROTEGUS GORGIANUS ***


CAPITOLO 20

C A P I T O L O 20

EXPECTO PROTEGUS GORGIANUS

 

Prima che la testa scomparve, la bocca parlò di nuovo. “...con delizia banchettiamo di coloro che vorrebbero assoggettarci e credimi ciuffettone, non è tanto per dire.”

Gli ultimi a sparire furono gli occhi, occhi di ghiaccio degni di Clint Eastwood.

Mentre l’ordine era basito per quello che era successo, minacciose si levavano le bacchetta in direzione degli invasori, tutti i mangiamorte, tranne Lucius, si guardavano tra loro dubbiosi

“Aura!” disse Licius soppesando ogni lettera “Abbiamo aspettato per mille anni questa occasione e tu con un semplice gesto hai vanificato tutto.”

“Scusa.” disse Aura imitando le movenze e il tono di una bambina piccola “Sono stata cattiva.”

Un fischio attirò la loro attenzione.

“A fagottari avete finito?” i membri dell’Ordine applaudirono felici nel rivedere Nicholas, i mangiamorte invece erano spaventati.

Aura stava saltellando di qua e di la cantando a mò di filastrocca “Non l’ho ucciso, non l’ho ucciso…”

“Io sto ancora qua.” disse Nicholas conquistando a passo lento il centro della piazzetta “Non so, volete che prenoto alla Testa di Porco cosi annamo tutti a cena a festeggià. Ciuffettone, ti ho già detto che la cosa è tra me e te. Per favore fai smettere quella cozza assurda di lanciare incantesimi. Per prendere me, che neanche c’è riuscita, ne ha stesi due.”

“Cozza assurda, a me? Io non sono brutta.” disse Aura cercando di dare a quei capelli fobici del pettine, una sistemata.

“No, non sei brutta.” disse Malfoy, i suoi occhi passavano da allarmato con una punta di terrore guardando i suoi accoliti; da puro terrore guardando Nicholas, cercando di capire come aveva potuto sopravvivere ad un attacco del genere.

“Si, è come dice Lucius, non sei brutta, è solo che al tuo cospetto tutto diventa bello per contrasto.”

Silente con tutto l’ordine esplosero in una risata fragorosa...

 “Geminio bacchetta” disse a bassa voce e la sua bacchetta si sdoppiò, in due bacchette, lentamente Nicholas incominciò a squadrare Lucius con occhi da predatore.

Di colpo si inchinò come se una forza misteriosa lo costringeva a farlo, mentre le braccia descrivevano rapidamente un arco che avrebbe portato le due bacchette a puntare Malfoy; una raffica di schiantesimi decimò i mangiamorte e da quel momento i mangiamorte si trovarono davanti al ‘diavolo babbano’.

Mangiamorte e Ordine della Fenice incominciarono a duellare.

Nicholas diede il meglio di sè e i membri dell’ordine per un attimo rimasero a guardare le sue evoluzioni lanciandosi tra loro occhiate preoccupate.

Il babbano colpiva li, si smaterializzava per comparire poco più in là, lanciava un incantesimo per poi sparire di nuovo; ne comparirono due e lanciarono incantesimi a tutto spiano. Mentre un terzo Nicholas comparso dietro le fila, elargiva con mano generosa sberle, pugni e calci.

Stranamente però, tutti gli incantesimi lanciati dall’Ordine che per caso colpivano Nicholas, lo trapassavano da una parte all’altra come se non era li, mentre quelli dei mangiamorte venivano riflessi contro coloro che lo avevano lanciato.

Gli invasori, si trovavano davanti a due nemici, uno era l’Ordine, l’altro era uno esercito formato da un solo uomo, insieme si stavamo dimostrando un nemico quasi pericoloso.

Sebbene la potenza di Nicholas fosse eccezionale e i membri dell’Ordine più agguerriti che mai, non potevano eguagliare la superiorità numerica dei mangiamorte, più ne buttavano giù e più ne comparivano.

Alla fine i buoni stavano avendo la peggio.

Nicholas era allo tremo delle forze, più per disperazione che per altro, con lo scopo di proteggere Silente e gli altri lanciò uno strano incantesimo.

EXPECTO PROTEGUS GORGIANUS.” una timida e striminzita palla di energia volò verso i mangiamorte.

La piccola sfera che volava in direzione dei mangiamorte con le movenze di una zanzara con la febbre, venne deviata con un semplice gesto della bacchetta perdendosi in direzione del lago

Rhambau sorridendo “Tutto qui? Tanto fumo e niente arrosto, hai fatto faville fino a un attimo fa e quello è il tuo incantesimo migliore?” puntando la bacchetta su un Nicholas esausto “sarai il nostro cagnolino.”

Una raffica di schiantesimi si abbattè sugli invasori senza fare danni.

Non visto, durante il combattimento Rhambau era riuscito a lanciare un incantesimo oscuro che generava uno scudo, il quale inglobava anche Nicholas lasciandolo alla mercé dei cattivi.

Per quanti sforzi facessero i più esperti dell’ordine, non c’era modo di superare quello scudo.

I mangiamorte risero, ma la loro ilarità durò ben poco.

Un qualcosa di vagamente simile ad un tuono in lontananza, riecheggiò nell’aria e tutti rimasero immobili.

Gli occhi di tutti erano puntati verso il cielo.

Il pavimento venne scossa da una sorda vibrazione.

Ci fu un secondo ‘tuono’ molto più potente del primo, tanto potente che risuonò fin dentro le ossa, ma a differenza del primo era accompagnato da strane scosse di terremoto.

“Lucius le senti, sembra quasi che qualunque cosa si stia arrampicando fino qui.” disse Rhambau e in effetti le strane scosse sembravano farsi sempre più vicine alla terrazza, aumentando  d’intensità.

Una mano fatta di luce delle dimensione di una Mercedes fece capolino e si abbatté nella piazzetta davanti alle grandi porte, affondando nelle pietra come se fosse sabbia.

La mano, assorbì i pezzi di pietra, una strana cosa a punta comparve dietro la mano un attimo e poi scomparve, nascosta dalla rupe.

Le scosse non accennavano a diminuire sembrava veramente che qualcosa o qualcuno stesse cercando arrampicarsi.

L’essere si mostrò in tutta la sua potenza.

Un gigantesco minotauro di oltre dieci metri con il corpo fatto di quella strana luce che inglobava acqua, terra, alberi e pietra ora era tra i membri dell’ordine e i mangia morte.

Il minotauro si guardava a destra e a sinistra cercando qualcuno e lo trovò… Nicholas.

Sembrò rimanere sorpreso quando con lo zoccolo toccò lo scudo e questi ondeggiò come una bolla distorcendo l’immagine.

Provò a toccarlo, ma se all’inizio sembrava morbido, via, via che si premeva diventava sempre più duro.

Il Minotauro, diede un calcio alla bolla che si limitò ad ondeggiare, ma stranamente l’unico ad risentire degli effetti su solo Rhambau, copioso dal naso usci un fiotto di sangue.

L’Ordine capi subito, che ogni attacco si sarebbe ripercosso sul ex-professore ed era pronto ad sferrare un attacco sia per distruggere lo scudo, ma non fu necessario.

Il minotauro, alzò le braccia al cielo e le calò con una potenza inaudita.

L’impatto si ripercosse su tutti gli occupanti della bolla-scudo che si tapparono le orecchie; evidentemente all’interno violente onde d’urto sonore violentarono con rabbia i timpani di coloro che stavano dentro la bolla fino a far sanguinare le loro orecchie.

Le uniche orecchie che non sanguinavano erano quelle di Nicholas.

L’incantesimo di magia perduta pronunciato da Nicholas prendeva energia da tutte le cose viventi dando forma coerente a questa energia, ma quello che nessuno ha mai saputo era, che l’unico punto debole, non era la l’energia evocata, ma il mago  che aveva lanciato l’incantesimo.

Il sangue schizzò, dalla bocca orecchie e naso dell’ex professore in spruzzi che andarono a colpire a un metro di distanza; e venne scagliato via facendo un volo di un metro.

La bolla esplose con un sordo ‘WUONPF’.

I mangiamorte incominciarono a lanciare gli incantesimi più potenti con l’unico risultato di far ridere il mostro di luce.

La bestia luminosa, sbaragliò una parte dei nemici semplicemente dando un calcio al terreno.

Una crepa si formò e corse in direzione dei Mangiamorte dove esplose in una voragine che si richiuse su quelli che, caduti, stavano tentando di arrampicarsi dalla buca.

L’avambraccio destro parve gonfiarsi; parti di roccia, acqua e altre cose che formavano l’arto braccio colarono come grottesca cera verso la mano che assunse la forma di una mazza a forma di croce la testa venne spinta in avanti, la mano riprese il suo aspetto ed ora, finita la trasformazione stringeva una mazza ferrata.

Il minotauro ruggì.

Tale era la forza che il solo spostamento d’aria spalancò le porte del castello chi non riuscì a tapparsi le orecchie morì sul colpo.

Tutti coloro che stavano dietro al Minotauro, sentirono l’urlo, ma non ne subirono gli effetti.

Lentamente l’arma compì il suo arco che l’avrebbe portata a guardare il cielo, gettando un’ombra nefasta sul gruppo degli invasori.

Rimase un attimo ferma, uno strano rumore pervase la piazza, simile a quello di un accumulatore di grossa potenza che si sta caricando.

Tutti i muscoli della bestia si gonfiarono come se l’arma stessa, non volesse più scendere e accompagnata da un grugnito; calò.

Le prime file, senza essere toccate esplosero come palloni pieni d’acqua; di loro rimasero solo enormi macchie di sangue.

La grande arma tornò ad oscurare il sole.

Per disperazione uno dei mangiamorte lanciò un incantesimo di dissonanza, la bestia questa volta accusò il colpo.

Immediatamente tutti gli altri lanciarono lo stesso incantesimo, la luce della bestia, tremò e come risucchiata, venne sparata verso il cielo; lasciando acqua terra e sassi un attimo immobili, prima di cadere a terra costringendo tutti a correre ai ripari ne tentativo di scansare quella pioggia di detriti fango e rami.

Lucius, con un sorrisino si avvicinò verso Nicholas, puntando minaccioso la bacchetta che se ne stava seduto tranquillo al centro della piazzola.

Anche tutti i menbri dell’ordine puntarono la bacchetta e incominciarono ad avvicinarsi.

Stranamente più Lucius si avvicinava a Nicholas più il tempo peggiorava; timoroso il braccio destro di Voldemort alzò gli occhi.

Un fronte nuvoloso color pece, si stava addensando esattamente sopra il castello.

Dal centro della grossa nuvola raggi di luce trapelarono, ma non poteva essere il sole, lo si vedeva chiaramente ad est del castello

Grosse mani aprirono la nuvola, e Zeus in persona brandendo il suo tridente guardò truce verso il castello.

“Ti piace Ciuffettone? Puoi solo mutarne la forma non puoi distruggerlo.” disse Nicholas con un sorriso.

Solo Silente si accorse che la concentrazione necessaria per mantenere quell’incantesimo stava creando a Nicholas non pochi problemi.

La perfezione della figura di Zeus era sorprendente, si potevano vedere i muscoli, la toga era fatta di foschia, come anche l’aureola di alloro intorno alla testa.

Mentre i mangiamorte erano basiti da quella apparizione, Silente e tutti i membri dell’ordine invece non visti lanciavano incantesimi curativi.

Zeus parlò “LASCIATE IL CASTELLO… O AVRETE PROBLEMI!” ogni parola era un esplosione di rabbia e potenza.

I mangiamorte attaccarono e di tutta risposta Zeus alzò il suo tridente, un vento minaccioso incominciò ad alzarsi spazzando tutto quello che c’era sulla piazzetta; molti si dovette reggere alle colonne per non cadere.

“Se non sarai nostro, non sarai di nessuno! Avada Kevadra!” disse Lucius prima di scappare.

Con un gesto fulmineo della bacchetta di Remus uno dei mangiamorte venne preso e scaraventato verso la sfera verde morendo sul colpo.

Zeus lanciò il suo tridente.

Durante il tragittò che separava Zeus dal castello l’enorme tridente divenne la folgore giustiziera e più si avvicinava più il vento cresceva fino a che non si abbattè con tutta la sua potenza sul castello; non fece grossi danni, ma solo Malfoy, Rhambau e Aura La Strange riuscirono a salvarsi, Zeus con un grugnito di approvazione svanì come nebbia la sole.

Caramell e gli auror del ministero arrivarono giusto in tempo per vedere Nicholas lanciare l’incantesimo che distrusse gli inferi creati da lui.

Nicholas si girò per parlare con Silente, pulendosi il sangue che usciva dal naso, ma fu invece Caramell ad abbaiare ordini.

“Catturatelo, è un mangiamorte non un babbano.”

 

Signore e signori, ecco a voi il grande Sherlock Holmes che ha capito tutto.

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Capitolo 23
*** IL CASTELLO CEDE! ***


CAPITOLO 21

C A P I T O L O 21

IL CASTELLO CEDE!

 

Appena Caramell, abbaiò i suoi ordini, tutti i membri dell’Ordine si guardarono tra loro basiti.

Silente, guardò i membri dell’ordine che annuirono in silenzio.

Non visto, Remus mimò con la bocca “L’ordine è con te, vattene.”

Nicholas, alzò la bacchetta e urlò “Periculum.”

Mentre tutti, istintivamente guardavano il piccolo oggetto lanciato dalla bacchetta che esplose in una cascata di scintille rosse, Nicholas sparì.

L’ordine aveva visto tutto e ci volle tutta la loro forza d’animo per non applaudire.

Nicholas, non si era smaterializzato come tutti pensavano.

Appena distolto l’attenzione con il lancio di quell’incantesimo si era lanciato addosso un incantesimo di disillusione e si era spostato al lato della grande porta, rimanendo immobile.

Alastor, saggiamente quando Caramell diede ordine di cercare il babbano, si mise davanti all’invisibile Nicholas.

Appena gli auror entrarono, con Caramell e Silente in testa; Alastor si girò verso Nicholas e parlò a mezza voce.

“Devo farti i complimenti a nome di tutti sul modo in cui hai distolto l’attenzione di tutti… no, no rimani disilluso, io sarò la tua guardia del corpo. L’ordine distoglierà degli auror. E’ pronto un piano d’emergenza per farti uscire dal castello…”

“No! Quello che cerco è nelle stanza segrete dei quattro fondatori.”

La prima tappa fu la casa dei Grifondoro. Arrivarono al settimo piano davanti al quadro della signora grassa.

“Parola d’ordine, se volete entrare.”

Nicholas divenne visibile “Apri il passaggio, te lo ordina il signore del castello.”

“Certamente, subito mio signore.” i due entrarono nella sala comune dei Grifondoro.

Ora dovevano cercare, cosa, ancora non lo sapevano. Mentre gli occhi spaziavano a destra e a sinistra, soffermandosi ora qui, ora là Alastor chiese.

“Qual è la verità Nicholas? Sei un mangiamorte come dice Caramell?”

“Cos’è non ti fidi più di me; fino a ieri decantavi la mia audacia.”

“Beh ragazzo mio, non è che uno il giorno prima è un babbano e il giorno dopo dà forma agli inferi, e genera mostri di quel tipo.”

“Touchè, conosci la stanza delle Necessità?”

“Si, ma che c’entra.”

“E sai anche che la professoressa Mc Granitt, mi ha dato il giratempo.”

“Si c’ero quando te l’ha dato, non ricordi?”

“Si certo, hai mai usato il giratempo dentro quella stanza? No non credo…” osservando l’espressione incuriosita di Alastor. “azionata la dentro si genera uno strano fenomeno, per il quale fuori il tempo si ferma mentre nella stanza possono passare secoli. Dieci minuti fa io sono entrato in quella stanza e ho creato due stanze. Mentre io leggevo quei libri nel tentativo di venirne a capo di questa storia, nell’altra stanza, un altro me si applicava allo studio della magia, sotto l’insegnamento del suo avo per dieci lunghissimi anni. Ma per il mondo esterno è passato solo un secondo. Amico mio, ciò placa i tuoi dubbi?”

“Lo dobbiamo dire a Silente, ma cosa stiamo cercando?”

“Secondo il diario, di Alberich tutti e quattro i fondatori hanno una loro stanza segreta e quello che stiamo cercando si trova lì… spero.”

“Beh ragazzo mio, qui il ritratto di Godric Grifondoro è solo uno sgabuzzino, vedi?” dietro il quadro, effettivamente c’era uno sgabuzzino per le scope. Tutti gli arazzi e quadri erano saldamente fissati al muro, tranne quello di Godric.

“Cosa sai di Godric, Alastor?”

 “Beh, dunque, fammi pensare… fu il duellante più abile dei suoi tempi, un illuminato avversario della discriminazione contro i Babbani e il primo proprietario del famoso Cappello Parlante e gli occupanti di questa casa sono famosi coraggio e audacia e cavalleria.”

 

Coraggio e audacia.

 

Il quadro raffigurava Godric in posa da cavaliere con le mani sul pomo dell’impugnatura della spada.

 

Coraggio e audacia. Forse, forse…

 

Nicholas si avvicinò al quadro, e toccò la spada. Era inutile, la spada era pitturata, ma la sorpresa fu quando toccò l’impugnatura. La mano entrò nel quadro e le dita si strinsero su di essa come se fosse vera.

La cornice elaborata del quadro, incominciò a muoversi e il quadro si aprì questa volta sinistra invece che a destra come prima, rivelando un’altra stanza, piena di libri, alambicchi.

“Come ci sei arrivato?” chiese Alastor.

“Beh, cosa c’è di più coraggioso e audace nel prendere ad un cavaliere la sua spada? E poi, perché usare una stanza cui il quadro di Godric fa da porta come ripostiglio delle scope, se non per confondere le idee?”

“Giusto ragionamento.”

Lo strano libro bianco era li.

Come nella stanze delle Necessità, mani invisibile sfogliarono le pagine.

Nella lingua dei padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per quasi quattro secoli!!!

 

La scritta, sparì e si formò una seconda scritta.

 

Ci vollero ben sette tori da traino, per portare tutte le nostre cose per la prima volta ebbi paura a posare gli occhi sulla grandezza del castello.

 

E questo che c’entra, che senso ha! E’ sicuramente un indizio e poi chi sono questi conquistatori che hanno dominato per quasi quattro secoli?

 

Ancora una volta, i pensieri di Nicholas si muovevano in ogni direzioni e ancora una volta la frustrazione di non capire quello che voleva dire l’indizio era esasperante.

Alastor fece segno, di stare zitto e socchiuse il quadro gli auror del ministero stavano controllando la casa di Grifondoro.

Mentre l’auror stava in apprensione, con la bacchetta spianata nel caso in cui scoprissero mentre Nicholas era tranquillo e rilassato come un turista al museo.

“Dannazione ragazzo, c’è il rischio che ci beccano e tu te ne sai li tranquillo e beato.” rimbrottò Nicolas a con una voce ridotta ad un velenoso sussurro.

“Tanto non ci trovano, tranquillo.”

“E come fai, ad essere cosi tranquillo.”

“Semplice mio caro, voi guardate ma non osservate; quindi non ci sono problemi. Quante volte ti sei soffermato ad osservare?”

Aveva ragione, l’osservazione in una ‘scena del crimine’ nel loro mondo era prerogativa degli auror anziani che con il tempo avevano acquisito molta esperienza e spesso andavano ad intuito. Ai babbani invece glielo insegnavano.

Usciti dalla stanza segreta, guardinghi diedero un’occhiata fuori del quadro della signora grassa e non trovarono nessuno.

Strane X fiammeggianti stavano li davanti al quadro d’entrata.

“Che diavolo sono ‘ste X?” chiese il babbano avvicinando la mano ad una fiammeggiante X che sembrava non emanare calore.

“Sono generate dall’incantesimo Flagramus e serve a segnare le porte di cui bisogna ricordare qualcosa.”

“Ah si?” un sibillino sorriso illuminò la faccia di Nicolas. “Flagranus.” Ma la x generata non era del tutto uguale a quella fatta dagli auror del ministero.

“Ha, ha, ha non penserai, che sia cosi facile vero.”

“Geminio flagramus.” E una copia perfetta della X generata dai ministeriali seguiva docilmente, la punta della bacchetta.

“Ehi, giovanotto questo non è leale.”

“Ha, ha, ha invidioso Moody, dai non buttarla sul personale.”

Si diressero verso l’altra casa, ma nel farlo dovevano passare in una sezione del castello che era ancora vergine, ma ci pensò Nicolas materializzò un paio di croci. Un drappello di auror passò per quella sezione ma tornò indietro liquidando tutto con “Qui ci siamo già passati.”

“Visto? Facile no?” disse Nicholas in risposta alla faccia basita del vecchio Moody.

Quasi fischiettando, e mettendo e levando le X qua e là, andarono alla prossima casa.

Arrivato, nel corridoio, pieno di quadri raffiguranti roba da mangiare ed entrarono nella casa passando attraverso il quadro di una natura morta.

Ma tutti, i quadri erano incollati al muro.

“Io, vado a mettere qualcosa sotto i denti.”disse Alastor, e appena uscito si diresse al quadro alla fine del corridoio e solleticata la pera del quadro entrarono nelle cucine del castello.

 

Era scritto sulla mappa! Ora capisco a cosa serviva quel consiglio.

 

Grande quanto la sala da pranzo comune con quattro tavoli lunghi. Alastor si sedette e gli elfi domestici gli portarono da mangiare.

Pure Nicholas si sedette, e subito si materializzò il libro bianco.

 

Nella lingua dei padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per quasi quattro secoli!!!

 

Un’altra scritta venne ‘scritta’ da mani invisibili.

 

Finalmente i lavori sono finiti e il grande carro saluta il castello dei maghi.

 

“Che ci fa qui? A meno che…” rigirandosi, il libro tra le mani “Che casa era quella?” chiese al compagno che stava sgranocchiando con soddisfazione.

“Taddoroddo.” sputazzando pezzi di dolce.

 

E che schifo, non gli hanno insegnato che non si parla con la bocca aperta. Che ha detto? Non ho capito nulla mmh… in biblioteca avranno il dizionario inglese-dolce, dolce-inglese?

 

“Che hai detto?” parandosi preventivamente con il libro.

“Tassorosso, la casa di prima appartiene a Tosca Tassorosso. Le caratteristiche di questa casa sono determinazione e infaticabilità. Tosca era famosa per la sua abilità con incantesimi riguardanti il cibo. Alcune ricette di leccornie per le feste sono grazie a lei.”

 

Cibo? Cucina ma certo! Questa è la stanza segreta che stavamo cercando. Ogni cucina è la stanza segreta di ogni cuoco.

 

Ancora una volta, la frase scritta da mani invisibili non portava a nulla di tangibile.

Finito lo spuntino, si diressero verso la casa successiva, ma a metà corridoio, si fermò come se avesse sentito qualcosa lanciò su Moody l’incantesimo di disillusione.

“Ma che diavolo stai…” ma subito Alastor si zittì, su ordine di Nicholas. Alla fine del corridoio, tutti gli auror con Silente e Caramell in testa.

Prima che potesse fare qualcosa Caramell lo disarmò con l’incantesimo Expelliarmus, con sorrisetto compiaciuto aggiunse.

“He, He, he non penserai che noi al Ministero dormiamo sugli allori… “

“Beh ammetto che vedendovi all’opera mi è venuto il dubbio che urinate dal ginocchio.”

La frase lasciò interdetti sia auror che Silente e Moody.

Il ministro si affrettò a concludere.

“Non so come hai fatto ma sei riuscito ad ingannare perfino Silente.”

Silente, chiuse gli occhi e lentamente fece di no con la testa.

 

Ha parlato il genio delle tartarughe. Pè sparà cazzate, er cervello je và a tremila… questo non vede la verità neanche se ci va a sbatte contro.

 

Caramell prese al bacchetta di Nicholas che gli avevano preso tramite l’incantesimo di disarmo e la ruppe in due; questa scomparve in una nuvoletta di scintille.

“Ma cos…”

“Ben venuto nel mondo reale, genio delle tartarughe” mostrando quella vera “ hai distrutto solo la copia. Enoxigenium.” impugnandola con la punta verso il basso, diede un colpo per terra.

La fredda pietra ruggì al colpo, e tutti escluso Silente, caddero a terra e prima che potessero capire cosa fosse successo.

“Oblivion.” disse Silente senza preavviso, le persone che erano a terra, rimasero li con l’espressione beota e sognante.

“Preside… ma che…” chiese basito Nicholas.

“Nicholas ragazzo mio, non sono sicuro di parlare bene il tuo dialetto ma ‘Pè sparà cazzate, er cervello je và a tremila’ ci sono grossi problemi, superiori a quelli di Voldemort e francamente non abbiamo tempo da perdere con le paure di… come lo hai chiamato? Ah si, genio delle tartarughe. Il castello in alcuni punti sta cedendo, e che vuol dire la frase che hai detto… urinare dal ginocchio.”

“In parole povere vuol dire: che quelli del ministero sono così ingenui e tardivi da non comprendere l’elegante finezza nell’utilizzare l’intelletto, e come lo si deve usare nel modo giusto… più o meno.

Ormai preside con rammarico mi sono accorto che nessuno insegna più le dieci regole d'oro del pensiero coerente."

"E quali sono?" chiese Alastor ridiventato visibile.

"Conta fino a dieci e poi stai zitto!" ancora una volta l'argentina risata del preside fece eco nella scuola "Mi serve l’aiuto di tutto l’ordine, dei fantasmi e degli elfi domestici, ci vediamo tra dieci minuti al suo ufficio, preside.”

Tutti si mossero.

L’ufficio, del preside era pieno di persone, fantasmi e elfi.

“Signori salve, abbiamo un grosso problema. Come dice il Preside il castello sta crollando e so perché le difese sono cadute. Voi sapete che il castello è stato costruito dai quattro maghi le cui case portano il nome. Colui che costruì realmente il castello fu il mio avo, e sapete anche Salazar Serpeverde fu il più grande sostenitore della purezza di sangue bla, bla, bla e che dopo la litigata con gli altri tre, se ne andò. Ma la cosa che non sapete è che prima di andarsene lanciò un maleficio su questo castello e che fu solo grazie alla struttura del mio avo, che il castello ha resistito, ma lentamente il maleficio di Salazar ha fatto effetto e dopo mille anni ha sortito il suo effetto.”

“Ma allora l’attacco… era premeditato?” chiese la McGranitt.

“Non lo possiamo sapere, Minerva. Ma dal momento che è avvenuto nel preciso momento in cui il castello è diventato visibile e il fatto che si sono concentrati su di lui.” disse Piton indicando Nicholas “Direi che dobbiamo pensare che stavano aspettando questo momento.”

Fu il turno di Nicholas prendere la parola.

“Allora, sicuramente la risposta è nelle quattro stanze segrete dei fondatori, solo che adesso che ci sono i mastini del mistero le cose diventano più… difficoltose.” disse Nicholas, pensieroso.

“Le stanze sono tre, quella di Salazar non è mai stata trovata, la leggenda dice che oltre che costruire una stanza che avrebbe pulito il castello dai mezzosangue e dai traditori di sangue, quando se ne andò bruciò il suo quadro e nessuno trovò ne la sua stanza, ne quella degli altri.” disse Rüf, il professore-fantasma di storia.

“La stanza segreta di Salazar non è, dietro un quadro come le altre, so che è in uno dei bagni per ragazze del piano terra. Ne abbiamo già trovate due. Ma adesso che ci sono loro, che facciamo prendiamo tempo a colpi di Oblivion?”

“No!” disse Piton “Basta semplicemente un po’ di Pozione Polisucco.”

“Polichè? disse Nicholas.


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Capitolo 24
*** L’ULTIMA STANZA!!! ***


CAPITOLO 22

C A P I T O L O 22

L’ULTIMA STANZA!!!

 

Alastor rimbeccò Nicholas. “Ma come, dieci anni a fare pratica di magia e hai tralasciato la cosa più importante: le pozioni.”

“Dieci anni?” disse Silente “cosi hai scoperto, la stanza delle Necessità e il singolare fenomeno legato al giratempo, bravissimo.”

 

Qui mio caro lettore/ lettrice, interrompo la narrazione per darti un tiratina di orecchie, perchè so quello che stai pensando…

‘Ih ih ih ma guarda tu questo, scrive una storia sul mondo di Harry Potter ed è del tutto ignaro che Silente non sa dell’esistenza di questa stanza verba volant scripta manent (le parole volano, gli scritti rimangono) e poi basta leggere: in Harry Potter e il calice di fuoco.

 

[…‘Oh, non mi sognerei mai di pretendere di conoscere tutti i segreti di Hogwarts, Igor’ disse Silente in tono amabile. ‘Solo stamattina, per esempio, ho preso la direzione sbagliata mentre andavo in bagno e mi sono ritrovato in una stanza di magnifiche proporzioni che non avevo mai visto prima, che ospitava una collezione di vasi da notte davvero notevole. Quando sono tornato indietro per guardare meglio, ho scoperto che la stanza era sparita. Ma devo tenerla d'occhio. E' probabile che sia accessibile solo alle cinque e mezza del mattino. O che compaia solo quando la luna è a un quarto... o quando colui che la cerca ha la vescica straordinariamente gonfia’…] e qui il lettore/lettrice saccente, sicuramente starà gongolando sul fatto di aver trovato una falla nella storia.

Detta così potresti anche avere ragione mio caro ma perché Silente avrebbe buttato lì un segreto vitale del castello se non fosse importante? E poi come dici tu che le parole volano e le scritte rimangono… perché non leggi anche le due righe successive.

 […Harry sbuffò nel suo piatto di goulash. Percy si accigliò, ma Harry avrebbe giurato che Silente gli avesse fatto l'occhiolino.]

Ci sono tre modi per trovare un indizio: inciamparci sopra, cercarlo alla Sherlock Holmes, oppure qualcuno che te lo serve su un piatto d’argento e il preside gli ha fornito un ottimo indizio.

E volendo dare il colpo di grazia al saccente lettore/lettrice: mi basta citare dal libro ”L’Ordine della Fenice”.

[…“quando Winky ha bevuto troppo; l’ho nascosta la e ho trovato là dentro l’antidoto alla Burrobirra, e un letto carino a misura di elfo per sdraiarla mentre è fuori di se, Signore... e Dobby sa che Gazza ha trovato del materiale di pulizia extra quando c’è stato, Signore, e...”

“E se hai veramente bisogno di un bagno” disse Harry, ricordando improvvisamente quello che gli aveva detto Silente al Ballo del Natale precedente, “dovrebbe essere attrezzato con tutto il necessario?”

“Dobby crede di sì, Signore” annui onestamente Dobby. “E’ una stanza meravigliosa, Signore”…]

E questo taglia la testa al toro.

 

Tornando alla nostra storia…

 

“Senza offesa per entrambi;” rivolto sia a Piton e Moody “ ma visti gli eventi, ho pensato di saltare la prova del cuoco. Allora cos’è questa Pozione Polisucco?”

“La pozione Polisucco “ con un tono gelido e affettato “è una particolare pozione che permette a chi la beve di assumerne le fattezze per un ora…”

 

Fantastico, clonazione temporanea mediante pozione di riscrittura temporanea del D.N.A, chissà quali sono i suoi ingredienti?

 

“Per tua nozione gli ingredienti sono: mosche Crisopa, sanguisughe, erba fondente, centinodia, polvere di corno di Bicorno, pelle tritata di Girilacco e capello della persona nella quale si desidera trasformarsi. Cos’è un… DNA?”

 

 Giuro che non criticherò mai più le ricette di zia Settimia.

 

“Beh DNA è l’acronimo di acido desossiribonucleico…” e memore di ciò che successe durante la spiegazione del paradosso temporale aggiunse con noncuranza “ma non ci badate è una parolaccia che usiamo noi babbani. Senti non è che quello schifo, lo devo bere?”

“No, la beviamo noi!” preso un ciuffetto di capelli…

 

Ahia!!! Le forbici, queste sconosciute.

 

Mise dentro ogni fiaschetta un capello e lentamente la pozione mutò colore in uno splendido blu oltremare dai riflessi smeraldo.

Escluso Silente e Moody, per ovvi motivi di rappresentanza, (Silente) il preside non può sparire di punto in bianco, per motivi strategici (Alastor) la mutazione indotta dalla pozione, gli avrebbe tolto l’uso del fantastico occhio magico rotante.

La persona, designata al depistaggio ingollò in un solo sorso la pozione dal colore blu.

In meno di dieci minuti, nella stanza c’erano due Nicholas.

Il Nicholas originale stava davanti al suo doppio in maglietta e minigonna.

“Sai Nicholas, non ti dona la minigonna.” disse Silente, osservando la copia Nicholas-Tonks.

“Secondo me sono le scarpe; non si abbinano alla maglietta.” disse l’originale.

“Aha, molto spiritoso aha” disse il Nicholas-Tonks, ma rimasero tutti a bocca aperta quando il Nicholas Originale estrasse la bacchetta, e pronunciò il più elaborato incantesimo di magia antica che Silente avesse mai sentito.

Strane linee semi-trasparenti, saettarono dalla bacchetta e avvolsero prima il Nicholas-originale e poi le due copie.

I vestiti di Nicholas-Tonks, incominciarono a divenire confusi, annebbiati come macchie di inchiostro che cambiavano forma. Quando ridivennero nitidi erano uguali a quelli di Nicholas-originale.

“Questo tipo di trasfigurazione è legata al tuo aspetto; come tornerai normale, anche i tuoi abiti torneranno normali. Vai e uccidi.”

 ”Preside, lei gentilmente dovrebbe placcare il ministro in modo che non combini altri casini. Mi tenga in qualche modo aggiornato sulle condizione del castello.”

“Certamente.”

Tutti quanti uscirono.

I gruppi si separarono; Silente si mosse per cercare il Ministro, Nicholas-Tonks andò in una direzione, mentre, il Nicholas-originale e Moody ripresero le ricerche delle stanze segrete.

“Corpo insegnanti, vi dispiace se vi lascio un’incombenza?”

“Dicci pure.” disse l’insegnante di incantesimi.

“Nello strano libro bianco che compare quando trovo le stanze segrete compaio queste strane frasi:’ Ci vollero ben sette tori da traino, per portare tutte le nostre cose per la prima volta ebbi paura a posare gli occhi sulla grandezza del castello.’ e ‘Finalmente i lavori sono finiti e il grande carro saluta il castello dei maghi.’ e in tutte e due le volte è comparsa la stessa frase ‘Nella lingua dei padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per quasi quattro secoli!!!’ ma non capisco che centrano i padri fondatori!”

“Beh facile, per quanto riguarda i padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per quasi quattro secoli si riferisce ai Romani. Quando vi giunsero in Inghilterra nel I secolo a.C. vi trovarono popolazioni celtiche imparentate con i Galli della Francia settentrionale (in particolare con la tribù dei Belgi), che vennero assoggettate dall'Impero Romano nel giro di un secolo. Già a partire dal IV secolo d.C. la pressione delle scorrerie sassoni, scozzesi, scandinave e irlandesi iniziò a rappresentare una minaccia per l'isola, non adeguatamente protetta da una efficace flotta militare. Successivamente, nel 409 d.C, i Romani lasciarono l'Inghilterra e vi subentrarono nel giro di pochi decenni popolazioni germaniche provenienti dal nord della Germania e dalla Danimarca. Fra questi, i tre ceppi più importanti, furono gli Angli, i Sassoni e gli Juti.” disse il professor Rüf e aggiunse “Le altre frasi, mi sembrano più in codice… ci lavoreremo sopra tu cerca altri indizi.”

“Agli ordini comandante.” rispose Nicholas.

Mentre Tonks se ne andava in giro a fare scherzi disorientando gli auror del ministero, il Nicholas-originale e Alastor si dirigevano quasi fischiettando alla torre verso il lato ovest ovest del castello.

Davanti alla lustra porta nera, priva di maniglia e serratura, il batacchio di bronzo, a forma di corvo, della porta parlò.

“Io sono la porta che conduce dai Corvonero, ma per entrare devi rispondere alla mia domanda. “Chi erano i conquistatori protetti dal simbolo dell’aquila?”

 

Perché, adesso tutto ruota sui romani, che c’entrano.

 

“Apri questa porta , te lo ordina il signore del castello.”

“So chi sei e perché sei qui, ma io sono la porta che conduce dai Corvonero e c’è un motivo per cui chiedo ancora una volta. Chi erano i conquistatori protetti dal simbolo dell’aquila?”

“I Romani.” e la porta si aprì silenziosamente ed entrarono.

Si ritrovarono in una sala vasta ed ariosa, illuminata da enormi vetrate ad arco e, nelle stagioni fredde e durante la notte, da meravigliosi lampadari di cristallo. Il soffitto decorato da un affresco raffigurante il cielo notturno, punteggiato di stelle di bronzo, ripetute sulla moquette blu notte. È arredata con moltissime librerie e scaffalature invetriate, traboccanti di libri e tomi, lunghi tavoli di legno scuro e comode bèrgere. Davanti a loro la stupenda scultura di marmo levigato rappresentante Cosetta Corvonero.

 

Qui regna intelligenza e astuzia e studio.

 

Nicholas si mise davanti alla scultura e incominciò a fissarla e come Michelangelo davanti alla Statua della Pietà “Perché non parli?”

“E’ una statua. Non può parlare, non avete statue nel mondo babbano?” disse a bassa voce voce Alastor, fissandolo strano.

“Si! Ci sono le statue nel mondo babbano, mi riferivo all’aneddoto nel quale Michelangelo, contemplando la sua ultima opera, al termine delle ultime rifiniture e stupito egli stesso dal realismo delle sue forme, abbia esclamato ‘Perché non parli!?’” rispondendo a denti stretti.

Nella stanza dei Corvonero, entrò una fenicie di luce che disse “Sbrigati, altre parti del castello stanno cadendo non ti preoccupare per quelli del ministero, abbiamo modificato le loro memorie e Caramell non pensa più che sei un mangiamorte.” e come era arrivata se ne andò.

 

Adesso basta mi sto stufando e il tempo stringe.

 

“Manifesta Veritas” e dai dormitori femminili si sentì uno schianto.

Senza ascoltare quello che diceva Alastor, Nicholas si diresse verso i dormitori femminili.

Appena arrivato a metà rampa gli scalini divennero uno scivolo ma Nicholas non cadde.

Appena si rese conto che i scalini si erano tramutati in scivolo, braccia e gambe scattarono allargandosi e Nicholas proseguiva verso i dormitori muovendosi come un’imitazione dell’uomo ragno.

Alastor dapprima stupefatto poi si mise a ridere compiaciuto, ma per salire gli bastò lanciare sulle scale il blocca incantesimo Finite Incantatem.

Appena arrivato su, vide che una delle librerie era spostata ma dietro ad essa non c’era nessuna porta, ma attaccato al muro vi era uno specchio.

Era uno specchio meraviglioso, alto fino al soffitto, con una cornice d'oro riccamente decorata che si reggeva su due zampe di leone. In cima, portava incisa un'iscrizione: ‘Erouc li amotlov li ottelfirnon’.

 

 E che diavolo è questo specchio.

 

Era lì, riflesso sulla sua superficie, e riflesso dietro di lui c'era suo padre, sorridente pulito ed elegante. Nicholas guardò dietro di lui ma la stanza era vuota. Alastor che era dietro a Nicholas non veniva riflesso. Tornò a guardare nello specchio. C’era solo suo padre, le lacrime per tanto tempo trattenute stavano per essere uscire copiose. Avrebbe tanto voluto abbracciare il suo amato padre.

“Lo Specchio delle brame.” sentenziò Il vecchio Auror.

“Lo Specchio di cosa?” riprendendosi come da un’illussione.

“Lo Specchio delle brame, la scritta dice ‘Non rifletto il volto ma il cuore’” Nicholas nel vedere l’immagine finalmente pianse… ciò che bramava di più era l’affetto di suo padre e quel coso la, lo mostrava come se fosse possibile… facile.

“Non è vero!” in preda all’ira, prese il primo oggetto che gli capitò a tiro e lo lanciò sullo specchio.

Lo specchio si ruppe, e mostrò la stanza segreta di Cosetta Corvonero.

 

Non capisco, qui regna studio e impegno che c’entra questa messinscena.

 

La stanza era strana, triste.

Le pareti erano piene di ritratti della stessa persona da bambina fino ad età adulta, ma non era la stessa persona della statua.

Il libro comparve di nuovo e ancora una volta comparvero le parole come scritte dal vento.

Il castello e’ finito, alzai lo sguardo e con timore vidi il castello. Adesso sai quello che devi sapere per trovare la strada.

 

“Sei sicuro di quello che dici? Libraccio maledetto? urlò Nicholas.

 

Si !

 

“Sfotte pure adesso.” Indicando il libro mentre guardava Alastor.

Il libro incominciò ad aprirsi e chiudere velocemente, come se ridesse silenziosamente.

I due uscirono, gettando occhiate allo strano libro che a mezz’aria continuava a ridere silenziosamente.

Appena uscito, tutti i pezzi rotti, tornarono al loro posto riformando lo specchio.

Arrivati nella sala comune si trovarono davanti una strana scena.

La Dama Grigia, spettro di Corvonero piangeva davanti alla statua della fondatrice e implorava perdono.

La Dama Grigia guardò con fierezza i due.

“Tu eri nei ritratti della stanza.” disse Nicholas.

“Si lo so. Il sono Helena Corvonero figlia di Cosetta Corvonero ed ora fuori di qui!”

Alastor uscì, ma Nicholas Rimase.

“Helena perdonami, ma devo chiederti una cosa.”

“Cosa?”

“Perché piangevi davanti alla scultura di tua madre e perché la stanza segreta è piena dei tuoi ritratti.”

“Perché l’erede del castello mi fa queste domande?”

“Mera curiosità. Questa stanza è diversa dalle altre.”

“Mia madre possedeva un diadema che indossato rendeva più intelligenti, conosciuto come il Diadema del Corvonero. Io rubai il diadema per diventare più intelligente di lei, e per la vergogna scappai con esso. A mia madre, non importava del furto, voleva solo rivedere sua figlia” la voce di Helena incominciò ad incrinarsi “chiese al Barone Sanguinario di riportarmi da mia madre, ma io mi rifiutai e lui in un eccesso di rabbia mi uccise e poi si uccise. Da allora oltre che essere il fantasma dei Serpeverde in segno di costrizione porta le catene.”

“Perdonami.” ed usci, lasciando Helena ai suoi dolori.

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Capitolo 25
*** LA QUINTA TORRE!!! ***


CAPITOLO 23

C A P I T O L O 23

LA QUINTA TORRE!!!

 

Nicholas, nell’ufficio del preside se ne stava da solo nella stanza del telescopio, con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi pieni di lacrime.

Fanny, la fenice si alzò in volo e andò ad accovacciarsi vicino a Nicholas che distrattamente accarezzò.

“Tutto bene ragazzo?” chiese Silente avvicinandosi al ragazzo. “Moody mi ha parlato dello specchio delle brame e della tua reazione e… del tuo attuale stato. Tu, come centinaia di altri prima di te, hai scoperto le dolcezze dello Specchio delle Brame. Suppongo che tu abbia capito a che cosa serve?”

“Si, ci vedo le illusioni di cose che non saranno mai!”

“No, allora te lo spiego. L'uomo più felice della terra riuscirebbe a usare lo Specchio delle Brame come un normale specchio, vale a dire che, guardandoci dentro, vedrebbe se stesso esattamente com'è. Ci mostra né più né meno quello che desideriamo più profondamente e più irresistibilmente in cuor nostro.”

“Allora… Lo specchio… mi ha fatto vedere…” disse Nicholas.

“Quello che più ardentemente desideri nel profondo del tuo cuore; un padre che ti vuole bene.”

In quel momento Nicholas comprese il perché quella stanza era diversa.

Non centrava nulla, lo studio o la tenacia, ma era solo la tristezza di una madre per non riavere più sua figlia e parallelamente la tristezza di Nicholas nel avere avuto un padre ubriacone.

Questi ricordi, fecero sprofondare Nicholas nella tristezza, ma ad un certo punto quella tristezza mutò nel  fuoco che alimentava lo spirito indomito proprio di colui nominato ‘Diavolo Babbano’ fecendolo brillare di un aura di determinazione indistruttibile.

Silente vide questo cambiamento e se ne compiacque.

 “Ho un nuovo indizio, ma credo che non ci porti a nulla.” e aggiunse la frase alle altre già trovate.

-          Quattro notizie per aprirti la strada, quattro versi per sapere chi sei!!!

-          I quattro cardinali qui per te, a darti un aiuto quando la mezzanotte è seguita dall'ostro del sole levante che saluta il ridente ponente.

-          Nella lingua dei padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per quasi quattro secoli!!!

-          Ci vollero ben sette tori da traino, per portare tutte le nostre cose per la prima volta ebbi paura a posare gli occhi sulla grandezza del castello.

-          Finalmente i lavori sono finiti e il grande carro saluta il castello dei maghi.

-          Il castello è finito, alzai lo sguardo e con timore vidi il castello.

 

Ho qui tutti gli indizi, ma non ne capisco il significato.

 

Tutto il corpo insegnanti, elfi e fantasmi era andato via, nell’ufficio c’era sono Nicholas.

 

La prima parte sono riuscito, ma non capisco la seconda, sembrano essere legati alle direzione… direzioni, nord, sud, ponente che sia astronomia? Avrebbe un senso.

‘Il grande carro saluta il castello…’ l’orsa maggiore Ursa Major in latino , la lingua dei romani… ‘Ci vollero ben sette tori da traino…’ L’orsa Maggiore ha sette stelle: Dubhe, Merak, Phecda, Megrez, Alioth, Mizar e Alkaid ma non mi porta a niente. Sette giorni e sette tori forse se ragiono in latino…

Sette giorni… septem duum, sette tori… septem triones. Conosco questa parola dove l’ho già sentita? ’Alzai lo sguardo e con timore vidi il castello.’ Perché questa frase mi suona strana. Ammetto che il castello è gigantesco, e capisco perché con occhi timorosi ha guardato verso l’alto la magnificenza del… CRISTO!!!

 

Nicholas usci dall’ufficio come se stava andando a fuoco.

“Albus presto nel cortile.” Mentre correva a perdifiato.

Tutti si ritrovarono nel cortile ansimando.

“Che… succede?” respirando a fatica.

“Ho… decifrato il significato degli ultimi tre messaggi.”

“E che significa?” chiese Piton.

“Con occhi timorosi guarda verso l'alto i sette tori da traino.”

Non successe niente, Piton squadrando Nicholas “Francamente sono alquanto deluso, ci hai fatto correre qui per niente.”

Anche la professoressa di trasfigurazione era d’accordo con Piton.

Stranamente Silente e Alasotr si guardavano dubbiosi.

Nella lingua dei padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per quasi quattro secoli. Cosi diceva la scritta ricordate!”

“Quindi?” chiese la Mc Granitt.

Oculus timens suspicere septem triones.”

Un sordo ruggito sembrò riempire l’aria, un’ombra calò sopra il cortile.

Si era appena materializzata una quinta torre e stava li, sospesa sopra il cortile.

 

Molto bello, ma come ci entro?

Semplice, dall’ufficio di Silente. Vieni che te lo spiego.

Come ‘vieni che te lo spiego’? … in che senso?

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Capitolo 26
*** IL BASILISCO ***


CAPITOO 24

C A P I T O L O 24

IL BASILISCO

 

“Preside, ho appena parlato con …”
“Lo so ragazzo mio, dobbiamo parlare.”
Erano rientrati, nell’ufficio del preside e fu invitato a guardare i quadri, appesi al muro.

Ma come; il castello cede, si materializza una torre sospesa sul ca-stello e lui che fa? Mi invita a vedere i quadri appesi al muro. Ve-diamo ‘sti quadri… Armando Dippet, Everard, Phineas Nigellus Black, Dylis Derwent, Dexter Fortebraccio, mio dio ce ne sono a de-cine… uhh perché quello è vuoto? C’è la targhetta vediamo chi è… Alberich Cornelius Haldman Harchitè ma che…

“Ciao nipote, ebbene si, io sono stato il primo preside, vieni attra-verso questo quadro si accede alla quinta torre.”

“Si, Nicholas. Nessuno lo sa; ma il tuo avo è stato il primo preside di questa scuola a differenza di ciò che dicono i libri.”

 La cornice del ritratto, si allungò fino a diventare della grandezza di un porta, Nicholas entrò nel quadro.

Il quadro portava in una sala tonda, vasta quanto la sala comune del castello dal soffitto altissimo in cui Nicholas contò almeno un ventina di ‘gironi’ tutti pieni di libri. La stanza era arredata con lusso, ma senza sfarzo. Al centro un modellino in scala del castello, sembrava fatto di vetro, e si vedevano piccole miniature di tutte le persone che stavano vi stavano dentro. Era la versione tridimensionale della Mappa del Malandrino.

Quattro persone, stavano guardando fuori dalla finestra.

Tre uomini e una donna, tutti vestiti in modo strano stavano li ad guardare di sotto il castello.

“Err… ehm scusate…”

I quattro si girarono e per poco a Nicholas non venne un colpo.

Erano tutti li in carne ed ossa Godric Grifondoro, Cosetta Corvonero e Tosca Tassorosso e il suo avo.

 

Ma che, succede, che ci fanno qui!!!

 

“Noi non siamo vivi caro Nicholas” disse Alberich “almeno non nel senso a cui tu sei abituato.”

“Scusa, ma che vuol dire ‘almeno non nel senso a cui tu sei abituato.’”

“Te lo spieghiamo noi, caro Nicholas” Godric prese la parola “in questa torre, noi abbiamo visto il castello crescere e la fama della scuola da noi fondata. Ma noi non apparteniamo al presente e se usciamo qui diventeremmo polvere.”

“Noi,” continuò Tosca “ci siamo auto esiliati per proteggere il castello.”

 

 Molto interessante, quindi qui lo potranno loro riparare il castello con annessi e connessi… chissà se….

 

“Scusate, e tutto quel bordello del processo… scusate, i fantasmi possono entrare in questa torre e che serve per riportare il castello ai suoi splendori.”

“Si certo i fantasmi, possono entrare ma non capisco che c’entra.” disse la fondatrice della casa dei Corvonero “Noi faremo l’incantesimo. Ma tu dovrai trovare gli ingredienti.”

 

Oddio, altri indovinelli, altre capocciate al muro.

 

“Gli indovinelli sono finiti, ecco la lista.” e Tosca Tassorosso gli diede una pergamena.

“E la fregatura dov’è? Mi date la lista e vado a fare la spesa?” disse sospettoso Nicholas.

“Alcuni, degli ingredienti sono difficili da trovare e altri pericolosi, da rimanere pietrificati… nella migliore delle ipotesi.” disse l’avo al nipote “Per quanto riguarda il processo, non c’è mai stato era una copertura per nascondere questa torre, ma qualcosa è sicuramente trapelato e credo che sia stato Salazar stesso a farne parola, se nnò non si spiega la fase di Lucius Malfoy ‘Abbiamo aspettato per mille anni questa occasione e…’”.

 

Carino, chissà se la Stanza delle Necessità si può trovare un’arma nucleare tattica.

 

“Allora, quali sono gli ingredienti a rischio della vita?” chiese Nicholas.

“Denti, sangue e veleno di Basilisco, Sangue, corno e zoccoli di unicorno.”

“Grazie, signora Corvonero.”

“Cosetta, chiamami Cosetta.”

“Manco morto signora, non chiamerò la fondatrice con un nome la cui traduzione è ‘Little Thing’.”

I quattro risero di gusto.

“E poi, non ho mai sentito che il basilico sia letale.”

“Basilisco, Nicholas, Basilisco non basilico.”

“Ahhh, e che differenza c’è?”

Godric prese un libro e lo diede a Nicholas.

 

Come si intitola? Gli animali fantastici e dove trovarli di Newt Scamandro

 

Basilisco (noto anche come il Re dei Serpi)

Classificazione M.D.M.:XXXXX che corrisponde a… dov’è lo avevo visto prima… noto ammazza maghi/impossibile da addestrare o addomesticare.

Il primo Basilisco noto fu allevato da Herpo lo Schifido, un Mago Oscuro e Serpentese greco, che scopri dopo molti esperimenti che un uovo di gallina covato da un rospo produceva un serpe gigantesco provvisto di poteri straordinariamente pericolosi.

 

E io che ridevo come un matto, quando zia Settimia mi disse che se metto il cibo caldo in una ciotola di plastica esso sviluppa petrolio.

 

Il Basilisco è un serpente verde brillante che può raggiungere i centocinquanta metri di lunghezza. IL maschio ha una piuma scarlatta sulla testa. E’ dotato di zanne straordinariamente velenose ma il suo strumento d’offesa più pericoloso è lo sguardo dei suoi grandi occhi gialli. Chiunque li guardi direttamente morirà all’istante. Se riesce ad approvvigionarsi a sufficienza (il Basilisco mangia tutti i mammiferi e gli uccelli e gran parte dei rettili), può raggiungere un’età molto venerabile. Si ritiene che il Basilisco di Herpo lo Schifido sia vissuto per qualcosa come novecento anni. La creazione del Basilisco è illegale fin dal Medioevo, anche chi la pratica dissimularla con agio rimuovendo semplicemente l’uovo di gallina da sotto il rospo in caso di ispezione dell’Ufficio Regolamentazioni e Controllo delle Creature Magiche. Tuttavia, dal momento che i basilischi sono incontrollabili tranne che dai Rettilofoni, sono pericolosi tanto per gran parte dei Maghi Oscuri quanto per chiunque altro, e non sono stati segnalati avvistamenti di Basilischi in Gran Bretagna da almeno quattrocento anni.

 

“E come lo sdraio… cioè come prendo quello che mi serve?”

I quatto si guardarono tra loro.

“Non lo sappiano, per gli ingredienti del Basilisco ci pensò Salazar Serpeverde e non è tutto.”

 

Oddio e che altro c’è adesso!

 

“E’ illegale, uccidere gli Unicorni.”

“Affronteremo un problema alla volta, per prima cosa il Basilisco.”

Ed usci dal quadro.

I quattro rimasero interdetti, quando dopo alcuni minuti ritornò non era solo, era in compagnia di Helena Corvonero.

Appena entrata nella sala della torre Helena divenne solida.

“Che ci facciamo qui, Nicholas, perché mi hai portato…”

“Helena, figlia mia.”

“Madre… io…” Helena rimase li imbambolata davanti alla madre.

Nicholas la prese per un braccio e la portò davanti alla madre.

“Mentre io, cerco un modo su come stendere il vermone, voi chiarite i vostri problemi.”

Superato, l’imbarazzo sia madre e figlia si abbracciarono e piansero assieme.

Rileggendo il libro di Newt Scamandro si accrse come poter battere quel mostro.

Il Basilisco era dotato di sensi molto sviluppati, vista olfatto e udito potevano trovare una persona anche nelle condizioni più avverse, ma ciò che poteva essere per la bestia un vantaggio, facilmente poteva diventare un handicap, bastava solo trovare il modo.

Una mezza idea stava pretendendo forma.

Prima cosa neutralizzare la sua arma principale, gli occhi.

Se fosse riuscito ad neutralizzarli, Nicholas sapeva che il serpentone avrebbe usato per istinto udito e olfatto, ciò andava a suo vantaggio.

Mentre, si dirigeva al quadro-porta vide madre e figlia che abbracciati ridevano e piangevano insieme; con una punta di sorriso usci dalla torre.

Prima tappa: le cucine.

Chiese agli elfi di preparare un condimento a base di carne che risultasse essere irresistibile per i carnivori, si fece dare anche un enorme pezzo di carne.

Una capatina tattica, nella stanza delle necessità dopo di che si diresse a passo veloce verso i bagni delle ragazze al piano terra.

Appena entrato ebbe una sorpresa, un fantasma era seduto sulla cassetta dello scarico dell’ultimo gabinetto.

“Che cosa vuoi? Questo è un bagno per ragazze.” esclamò quando vide Nicholas.

“Prima di tutto chi sei!”

“Mi chiamano Mirtilla Malcontenta e tu chi sei?”

“Nicholas, uno strano posto per un fantasma, perché porti la divisa scolastica? Come sei morta.”

In un attimo il volto di Mirtilla si trasfigurò. Era come se nessuno le avesse mai chiesto una cosa del genere e ne era lusingata.

“Ooooh, è stato orribile!” esclamò deliziata. “E successo proprio qui dentro. Sono morta in questo cubicolo. Me lo ricordo così bene! Mi ero nascosta perché Olive Hornby mi stava prendendo in giro per via degli occhiali. Sai Olive era un gran bastarda, si divertiva a prendermi in giro perché…”

“Ehi, ehi ehi,” schioccando più volte le dita della mano “rimaniamo concentrati… come, sei, morta!”

“Ah si, dunque, la porta era chiusa a chiave e io stavo piangendo, quando ho sentito qualcuno entrare. Diceva cose strane. Credo che parlasse un’altra lingua. Era la voce di un ragazzo... e questo mi ha tratto in inganno. E così ho aperto la porta per dirgli di andare nel bagno dei maschi e subito dopo...” e qui la voce di Mirtilla assunse un’aria d”importanza e il suo volto divenne raggiante, “...sono morta”.

“Ma in che modo?” chiese Nicholas.

“Non ne ho la più pallida idea” disse Mirtilla in tono confidenziale.

 “Ricordo solo di aver visto due immensi occhi gialli. E’ stato come se tutto il mio corpo si fermasse e poi svanisse galleggiando...” Guardò Nicholas con occhi sognanti. “Poi sono tornata. Ero decisa a perseguitare Olive Hornby sotto forma di fantasma, capisci? L’ho fatta pentire di avermi preso in giro per gli occhiali!”

 

Ma quanto chiacchera ‘sto fantasma.

 

“Si, si certo molto interessante. In che punto, esattamente, hai visto gli occhi?” chiese Nicholas.

“Da quella parte” rispose Mirtilla indicando vagamente verso lo scarico di fronte al suo gabinetto.

Nicholas si avvicinò, sembrava uno scarico qualunque. Lo esaminò centimetro per centimetro, dentro e fuori, compresi i tubi sottostanti.

Poi, d”un tratto, Nicholas lo vide: inciso su uno dei rubinetti di rame c”era un piccolo serpente.

“Quel rubinetto non ha mai funzionato” disse Mirtilla vivacemente mentre lui cercava di aprirlo.

“Nicholas.” la voce veniva da uno dei specchi. “Quando Salazar, mi chiese di costruirgli questa stanza mi chiese di imporre il sigillo del serpente e solo un rettilofono avrebbe potuta aprirla.”

“E io come la apro, suonando il piffero?”

“Con chi parli? Sei proprio strano lo sai?” lo canzonò Mirtilla e velocemente si nascose in uno degli scarichi per via dell’occhiataccia carica d’odio di Nicholas.

“Semplice, basta che dici; hhhesashhhaaaa. Corrisponde ad ‘Apriti’ nella nostra lingua.”

 

Ma Apriti Sesamo? Nahhhh, banale

 

“Hhhhesashhhavasavagasagiachecisei.” il bagno rimase silenzioso, forse non l’aveva pronunciato bene “Hhhhesashhhavasagagiacasamia” ancora una volta niente “Hhhhesashhhavasagasartachizompa… MI SONO ROTTO I COGLIONI CON QUESTE PUTTANATE!!!” incominciò ad urlare “SE NON TI APRI GIURO SU DIO... Hhhhesashhhaaaa!”

Questa volta le parole ebbero un suono diverso: uscirono in uno strano sibilo e subito il rubinetto brillò di una vivida luce bianca e prese a girare. Un attimo dopo il lavandino cominciò a muoversi.

Sprofondò e scomparve alla vista lasciando scoperto un grosso tubo, un tubo largo abbastanza da lasciar passare un uomo.

Nicholas sapeva quel che doveva fare.

Si calò lentamente nel tubo e lasciò la presa.

Fu come scivolare lungo una pista viscida e senza fondo.

Vide altri tubi diramarsi in tutte le direzioni, ma nessuno era grosso come il loro, ripido, tutto curve e giravolte. Capì che stavano sprofondando sotto il livello della scuola, addirittura oltre quello dei sotterranei.

Il tubo tornò in piano e lui fu catapultato fuori con uno splash, atterrando sul pavimento bagnato di un buio tunnel di pietra, abbastanza spazioso da permettergli di stare in piedi.

Nicholas diede un occhiata alle pareti, non era uno speleologo, ma data la velocità e il tempo che aveva impiegato a cadere, sicuramente era finito sotto il lago.

“Lumos!” bisbigliò Nicholas alla sua bacchetta, che tornò ad accendersi.

Il tunnel era così buio che riuscivano a vedere soltanto a pochi metri dal naso. Alla flebile luce della bacchetta la sua ombra sulle pareti gocciolanti assumeva forme mostruose.

Dopo un’ennesima curva si trovò di fronte una parete su cui erano scolpiti due serpenti attorcigliati che al posto degli occhi avevano due grandi smeraldi scintillanti.

“Hhhhesashhhaaaa” i serpenti si sciolsero dal loro groviglio e la parete cominciò a spalancarsi, dividendosi in due metà.

Si ritrovò nell’ingresso di una sala molto lunga, debolmente illuminata. Pilastri di pietra torreggianti, formati da altri serpenti avvinghiati, si levavano fino al soffitto, perdendosi nel buio e gettando lunghe ombre nere nella strana oscurità verdastra che avvolgeva il luogo.

I suoi occhi, spaziavano per tutta la sala.

“Vixiones Mirabili.” dalla bacchetta uscì un fascio di luce verde.

Tutto ciò che veniva irradiato da quella luce diveniva trasparente e si poteva vedeva attraverso.

Prima di incominciare a perlustrare l’enorme sala. Indossò una strana maschera con un respiratore attaccato alla cintura. La maschera era dotata di una visiera che abbassata, si poteva vedere solo verso il basso.

In questo modo anche se il piano originale falliva se Nicholas si ritrovava davanti al basilisco non correva il pericolo di vederlo dritto negli occhi e nel caso in cui si dovesse ricorrere alla forza bruta, si era portato un revolver con proiettili tanto grossi, che nel tamburo ce n’entravano solo quattro.

 Cominciò ad avanzare fra le colonne sinuose. Prese il pezzo di carne che aveva preso in cucina, fece alcuni tagli profondi con la bacchetta e l’ingigantì tramite l’incantesimo Engorgio.

Raggiunte le dimensioni di una mucca, incominciò a versare nei tagli il distillato della morte apparente concentrato dopo di che versò il preparato-esca. Quando Godric preparò questa pozione disse a Nicholas ‘Fai attenzione, è tanto potente che i soli vapori hanno lo stesso effetto del distillato stesso.’

L’eco dei suoi passi rimbalzava sulle pareti nere. Nicholas teneva una mano sulla visiera, pronto ad abbassarla alla prima avvisaglia di movimento. Gli pareva che le orbite vuote dei serpenti di pietra lo seguissero.

Più di una volta, con una stretta allo stomaco, credette di vedere qualcosa muoversi nell’ombra.

Giunto all’ultima coppia di colonne torreggianti contro la parete di fondo, si ritrovò davanti una statua alta fino al soffitto.

Dovette piegare indietro il collo per riuscire a intravedere il volto gigantesco che lo sovrastava: era il volto antico e scimmiesco di un vecchio mago, con una lunga barba rada che gli arrivava quasi fino all’orlo della veste scolpita, lunga fino a terra, e due enormi piedi grigi che poggiavano sul pavimento levigato della stanza.

Uno strano suono, attirò la sua attenzione; l’oggetto della sua ricerca, era dietro di lui.

La visiera cadde come una mannaia, alla cieca puntò la bacchetta dietro di lui ed urlò ”Conjunctivitis.” un urlo stridulo riecheggiò nella sala.

Giratosi dalla visuale che gli era concessa dalla visiera, vedeva un mostruoso serpentone divincolarsi strofinarsi con la coda cercando di farsi passare la temporanea cecità.

“Obscuro.” una serie di bende magiche coprirono gli occhi della bestia, che ancora una volta si divincolava come se fosse ferito.

Nicolas tirò fuori, dalla sua borsa una tromba da stadio.

Al suono della tromba, il basilisco si fermò e come aveva supposto Nicholas, incominciò ad annusare ed ascoltare l’ambiente.

 

Dai, maledetto bestione la ciccia e lì.

 

Attirato dall’odore del preparato-esca la bestia si avventò sulla carne, mentre mangiava i sensi perlustrava l’ambiente circostante.

Nicholas faceva molta attenzione, a non fare nessun rumore.

Appena finito di mangiare, passarono pochi minuti e cadde a terra addormentato.

Nicholas, trasfigurò l’animale in un sasso che si mise in tasca.

Richiuse la Camera e si diresse verso l’uscita.

Nicholas non vide, che dentro la Camera, il gigantesco volto di pietra di Serpeverde si mosse.

La sua bocca si spalancava sempre più fino a diventare un immenso buco nero.

E dentro la bocca qualcosa si mosse. Qualcosa risaliva strisciando dalle profondità delle sue viscere di pietra.

Il Basilisco sbirciò fuori e annusò l’aria attirata dal profumo del preparato-esca ma dal momento che non c‘era nessuno se ne tornò dentro e lentamente la bocca della statua si chiuse.

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Capitolo 27
*** Unicorni ***


CAPITOLO 25

C A P I T O L O 25

UNICORNI

 

Nicholas, si materializzò dentro il bagno delle ragazze e subito venne accolto dalla voce stridula di Mirtilla Malcontenta che pigolando disse “Oohhh, ma come hai fatto a materializzarti qui, nessuno dentro il castello può farlo.”

”Se proprio lo vuoi sapere IO posso farlo perché sono bello.”

“Mica tanto sai!” Nicholas, puntò la bacchetta verso Mirtilla.

“Non puoi farlo io sono un fantasma!”

 

Mimimimimi, ma non stai mai zitta!

 

“Oblivion Spectris” investita in pieno dall’incantesimo, Mirtilla era li, a galleggiare beata e indifferente con gli occhi vacui, le sue sopracciglia si spianarono e uno sguardo di sognante indifferenza cadde sul suo viso.

Finalmente, nel bagno tornò il silenzio e lasciando Mirtilla a galleggiare beate e indifferente, Nicholas ritornò verso la torre, fischiettando “Sound of Silence.”

Nei mille anni che sono passati, da quando la scuola fu creata, molti incantesimi di magia sono andati perduti, complici le varie guerre e le distruzione delle biblioteche magiche vero tesoro di conoscenza.

Molti incantesimi, hanno perso le loro estensioni.

Oblivion, che è rimasto solo la versione per gli umani, aveva altri due incantesimi nella sua famiglia; Oblivion Spectris: specifico per i fantasmi e Oblivion Selectivis, che lanciato su larga scala permetteva di rimuovere un determinato ricordo e tutto quello che vi ruotava attorno.

Appena rientrato nella torre, venne accolto dal suo avo che scherzosamente lo rimproverò “Hhhhesashhhavasavagasagiachecisei, Hhhhesashhhavasagagiacasamia, hhhesashhhavasagasartachizompa! Che razza di incantesimo è! Chi ti ha insegnato il serventese?”

“Strano, il mio insegnate che ti somiglia si è proprio dimenticato di insegnarmi il serpentico.” e tutti risero.

Il problema più urgente, consisteva nel poter gestire in maniera sicura il Basilisco e dopo un consulto con gli altri maghi giunsero alla soluzione.

Il Basilisco venne ri-trasfigurato nella sua forma originale.

Le benda che era state messa sugli occhi, venne trasfigurata in strisce di metallo ed applicata sugli occhi tramite incantesimo di adesione permanente. Dopo di che venne la creatura venne imprigionata in una bolla senza tempo che gli avrebbe concesso di invecchiare un secondo ogni anno; così la bestia avrebbe dormito non una settimana, ma ben duecentocinquanta secoli.

Lo stesso incantesimo, imponeva anche che qualunque tagli e mutazioni si sarebbero manifestati quando l’incantesimo avrebbe terminato il suo effetto.

La bestia, venne confinata nel laboratorio sotto la grande sala.

La cena venne consumata nella torre, con il preside, la Mc Granitt i tre fondatori e l’avo e Nicholas.

Dopo una notte di tutto riposo, il giorno dopo il nostro eroe si diresse verso la Foresta Nera rifiutando l’aiuto di Hagrid.

Mentre si avventurava verso il cuore della foresta i suoi pensieri erano a ciò che aveva letto prima di uscire dal castello sul libro scritto da Newt Scamandro sugli unicorni e centauri.

 

[Centauro

Classificazione M.D.M.: XXXX (Tale classificazione non dipende dall’aggressività, ma dal fatto che i Centauri vanno trattati con grande rispetto.) Pericoloso / richiede una conoscenza specialistica / trattabile da un mago esperto.

Il Centauro ha testa, torso e braccia umane su corpo di cavallo, dal manto di vari colori. Intelligente a dotato di parola, a rigor di termini non dovrebbe essere definito ‘animale’; ma per esplicita dei Centauri sono inseriti come tali nella Classificazione del Ministero della Magia.

Il Centauro è un abitatore delle foreste. Si ritiene che i Centauri in molte regioni d’Europa. Le autorità magiche di tali regioni annno reato aree particolari in cui i Centauri non corrono il rischio di essere disturbati da babbani.

I Centauri comunque non hanno bisogno di speciale protezione magica, in quanto hanno sufficienti risorse per nascondersi dagli umani.

I Centauri e le loro abitudini sono avvolti nel mistero.

Generalmente non si fidano né dei maghi né dei Babbani, tra cui fanno scarsa differenza. Vivono in branchi variabili dai dieci ai cinquanta membri. Sono maestri nell’arte della guarizione, della divinazione, del tiro con l’arco e dell’astronomia.]

 

[Unicorno

Classificazione M.D.M.: XXXX (Tale classificazione non dipende dall’aggressività, ma dal fatto che i Centauri vanno trattati con grande rispetto.) Pericoloso / richiede una conoscenza specialistica / trattabile da un mago esperto.

L’Unicorno è una bella bestia che si può nelle foreste del Nord Europa. È un cavallo dotato di un corno, col manto di un bianco immacolato quando è adulto, anche se i puledri all’inizio sono d’oro e diventano d’argento prima di raggiungere la maturità.

Il corno, il sangue e il pelo dell’Unicorno possiedono tutti proprietà altamente magiche. Esso in genere evita il contatto umano è più probabile che consenta a una strega che a un mago di avvicinarlo, ed è così veloce nella corsa che è così veloce nella corsa che è molto difficile da catturare.]

 

Nicholas era arrivato in uno spiazzo, e il suo scopo era di trovare quello che cercava senza neanche toccare l’animale; era cosi immerso nei suoi pensieri che non accorse di ciò che gli succedeva attorno.

Circa cinquanta centauri stavano arrivando da ogni lato, i loro archi erano tesi ed armati, puntando l’intruso.

“Chi sei, umano? “ disse una voce.

“Nicholas Etrangè, e sono qui per una ricerca.”

“Io sono Magorian, che ricerca devi effettuare.” il centauro dal corpo marrone chiamato Magorian stava camminando verso di loro fuori dal cerchio: il suo arco, come quelli degli altri era teso.

“Tu sei del Ministero della Magia? “ disse Magorian mentre molti dei centauri nel cerchio circostante si spostavano inquietamente.

“No, vengo dal castello.” rispose Nicholas.

“Cosa devi cercare in questa foresta?” disse un centauro nero dallo sguardo feroce. C’era attorno a loro un gran sentimento d’astio con mormorii ed un tendersi di corde d'arco.

“Il castello sta crollando e mi servono alcune cose per ricostruirlo; sangue, pelo e zoccoli di Unicorno ma…” appena Magorian, sentirono la parola ‘Unicorno’ assieme a molti altri ruggì con ira e scalpitò per terra.

Una freccia volò così vicina alla sua testa che nella traiettoria prese la sua riga nei capelli, Nicholas la cui concentrazione e totale sui centauri e sui loro archi, non si mosse e la freccia passò vicino alla testa.

Alcuni dei centauri urlavano la loro approvazione ed altri ridevano raucamente, ma le risate scemarono davanti all’immobilità senza batter ciglio, alla freccia appena scoccata. La loro furia, il nitrito delle risate attorno allo spiazzo leggermente illuminato e la vista dei loro zoccoli che scalpitano, era veramente snervante.

Altre frecce, furono scoccate ma con immenso stupore l’umano riuscì a prenderle al volo.

In realtà, quello che stupì i Centauri, non era poi cosi eccezionale.

Il trucco consiste di vedere la freccia ed avere degli ottimi riflessi.

I Centauri, erano li basiti e Nicholas, si giocò la carta della diplomazia con un’abilità magistrale.

“Con onore, depongo le vostre frecce a terra.” fatti alcuni passi avanti depose le frecce a terra e tornò a posto.

Magorian si avvicinò, prese le frecce da terra “Perché hai deposto queste frecce ‘con onore’?”.

“Perché, non è mia intenzione combattere, ma trovare quello che cerco senza danni per nessuno.”

“E questo che cosa c'entra con noi? I centauri si occupano di ciò che è stato predetto! Non è compito nostro correre qua e là come asini, inseguendo esseri umani che si sono smarriti nella nostra foresta!” disse un Centauro nero.

“Io non mi sono perso.”

“Sei sicuro?” chiese Magorian.

“Si, Il castello, è là!” indicando una direzione.

“Bravo umano, ma non ti permetteremo di uccidere di far male agli Unicorno.” disse il Centauro nero.

“Ma io non intendo uccidere nessuno. So cosa state pensando, ma per il sangue penso che ci sarà un posto dove partoriscono… corno e zoccoli è facile ci sarà pure uno scheletro di Unicorno o no?”

“Ottimo ragionamento, umano ma gli Unicorni vivono a lungo.

“Senza offesa, Mastro Magorian e voi Centauri; ma se nascono, vuol dire che muoiono giusto?”

“Noi, non permettiamo agli umani di vagare nella foresta ti troveremo noi quello che ti serve, erede del castello discendente dell’architetto.”

Allo sguardo stupito di Nicholas, Magorian disse “Sapevamo che saresti venuto, e ti abbiamo già preparato tutto. Sarai sempre accolto con onore.”

I Centauri, diedero a Nicholas un corno, un osso, un paio di zoccoli e una boccetta di liquido argentato.

Hagrid e Silente rimasero di sasso, quando videro Nicholas uscire dalla foresta scortato da un drappello di centauri salutandosi con profondi inchini.

Ritornato nella torre diede, il corno e gli zoccoli hai fondatori.

La quantità di sangue di Unicorno non era sufficiente, ma a questo risolse Alberich, che fece un incantesimo per il quale se la boccetta era dritta il sangue non usciva, ma se inclinata per versarne il contenuto, ne sarebbe uscita una quantità infinita.


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Capitolo 28
*** HORIGANIUM VULGARIS E ALLIUM SATIVUM ***


CAPITOLO 26

C A P I T O L O 26

HORIGANIUM VULGARIS E ALLIUM SATIVUM

 

L’incantesimo, che avrebbe salvato il castello procedeva alacremente e tempo due giorni sarebbe completato.

Alberich e Nicholas invece stavano lavorando ad un progetto che se avesse dato i frutti sperati avrebbe risolto il problema per sempre del corno e zoccoli di Unicorno.

L’esperimento stava avendo successo, e dall’osso si incominciarono a formare le altre ossa e in breve avrebbero avuto uno scheletro di Unicorno perfettamente formato; Tosca Tassorosso, chiamò Nicholas.

“Nicholas, scusa se ti disturbo, ma abbiamo un problema con due degli ingredienti, purtroppo non ne abbiamo in quantità sufficienti.”

“Un’altra caccia all’insetto, allora di che si tratta?” la signora fondatrice della casa di Corvonero diede a Nicholas un pezzetto di pergamena con i nomi degli ingredienti mancanti.

“Ma che… è uno scherzo vero?” disse Nicholas, dopo averne letto per ben tre volte il contenuto, della pergamena.

“Magari.” disse Godric.

Appena Nicholas, usci dalla torre, chiese a Silente dove si poteva comprare questi ingredienti, nel mondo magico e assieme Tonks, andò a fare spese.

Da Hogsweade presero, l’espresso per andare a Londra.

A Londra attraverso il Paiolo Magico, tornarono ad Diagon Alley al negozio che vendeva ingredienti per le pozioni.

“Cosa!!! Duecento galeoni per una testa di allium sativum e altrettando per un ciuffetto di horiganium vulgaris.”

“Calmati Nicholas.” disse Tonks “Questi due ingredienti, sono molto rari.”

“La sua fidanzata ha ragione.” disse il negoziante.

 

Tonks, la mia ragazza? Gli voglio bene, ma da qui a essere la mia ragazza ce ne corre.

 

“Posso vedere come sono fatti gli ingredienti?” il negoziante portò due vasetti con un ciuffettino horiganium vulgaris e metà spicchio di allium sativum.

 

Andiamo via sennò questo lo ammazzo.

 

“Allora avevo ragione, beh dovremmo tornare, non abbiamo cosi tanti soldi…” e spinse fuori Tonks.

“Ma Nicholas, aspetta, Silente ci ha dato…”

“Vieni con me e ti farò vedere una cosa.”

I due, tornarono Londra, e si diressero verso uno dei tanti supermercati della città.

Nel reparto verdure, Tonks, rimase inebetita intere corone di allium sativum e grandi quantità di horiganium vulgaris li in mostra e nessuno se ne approfittava.

Nel mondo magico avrebbero fatto delle guerre per impossessarsi di quella quantità di… aglio e origano.

Tornati al castelli, tutti erano sgomenti di ciò che portarono dalla city, e tutto per la modica spesa di dieci galeoni.

Finalmente, l’incantesimo fu preparato e versato nel piedistallo dove c’era la mappa del castello in 3d.

Ma qualcosa non funzionò.

Il castello continuava a cedere e una torre cadde.

Nicholas intinse la punta della bacchetta nella pozione che avrebbe dovuto risanare il castello.

“Vixiones Mirabili et Poxione Manifesta Veritas.” dalla bacchetta, usci una sottile lingua d’argento che muovendosi sinuosamente uscì dalla finestra e avvolse tutto il castello, e tutti capirono, l’incantesimo, non faceva effetto perché non toccava il castello.

Bisognava distruggere la barriera, ma per quanti sforzi facesse Silente i risultati era scarsi.

L’unico modo di distruggere la barriera era di lanciare un Finite Incantatem, ma la cosa che lo preoccupava il preside era la potenza con la quale lanciarlo che avrebbe sicuramente ucciso chi l’avrebbe lanciato.

L’incantesimo era facile, un incantesimo simile al Finite Incantatem ma di una potenza che cresceva a livello esponenziale.

Una volta pronunciato, non poteva essere interrotto per bere la pozione rigenerante e non poteva certo bere mentre pronnunciava l’incantesimo.

Si diresse verso la quella che scherzosamente chiamava la santa Camera delle Necessità, durante il tragitto si maledì più volte per non averci pensato prima per il fatto dell’aglio e origano e gli altri ingredienti comunque dalla stanza si fece dare tutto l’occorrente per la nutrizione attraverso la sonda nasogastrica.

Severus preparò una pozione rigeneratrice dieci vote più potente del normale e la fece mettere in un sacchetto da flebo che con lo stesso incantesimo della boccetta del sangue di Unicorno.

I maghi rimasero allibiti quando si infilò il tubicino nel naso e continuò a infilarne ancora.

“Allora signori maghi, questo è il metodo babbano per nutrire le persone che non possono ingoiare. Il tubo che avete visto arriva diretto allo stomaco, per cui mentre pronuncio l’incantesimo la pozione farà il suo lavoro, voi dovrete soltanto lanciare, se serve, incantesimi di rigenerazione.”

Nicholas, si prese qualche minuto di raccoglimento.

 

Speriamo che non vada tutto a puttane!

 

Nicholas incominciò a pronunciare l’incantesimo.

Il cielo, incominciò a diventare nero e un forte vento si alzò.

Anche la terra volle dare il suo contributo, più Nicholas urlava e più il cielo e terra si contorcevano come bestie ferite, ma la cosa peggiore era ciò che succedeva a Nicholas.

Il suo corpo era dilaniato da ferite che si formavano come se artigli invisibili artigliassero il corpo di Nicholas, la pozione faceva il suo lavoro e come si formavano le ferite scomparivano.

Per un’ora abbondante, Nicholas urlò con quanto fiato aveva in corpo, un bracciò si staccò a si riattaccò subito grazie alla pozione e a Piton che fulmineo intervenne.

 Finalmente con un boato, che fece tremare la terra la barriera cadde e l’incantesimo fatto dai fondatori poté finalmente riparare il castello e con esso le difese.

Nicholas cadde a terra e non si mosse, timide lacrime caddero dagli occhi vitrei.


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Capitolo 29
*** EPILOGO ***


CAPITOLO 27

C A P I T O L O 27

EPILOGO

 

Nel vedere Nicholas, li inerme come un giocattolo rotto nessuno poteva credere che fosse morto non dopo tutto quello che aveva fatto.

Nella torre Alberich, era caduto in ginocchio piangendo come un bambino.

Madama Chips, con un molta delicatezza, quasi religiosa sfilò la sonda naso gastrica che ancora svolgeva il suo lavoro quello cioè di versare la pozione rigeneratrice ormai inutile.

Erano li attorno a Nicholas, tra tutti Tonks era l’unica che piangeva a dirotto.

Alastor e gli altri erano cupi… di colpo Nicholas si mise seduto aspirando avidamente come se fosse stato in apnea per molto tempo.

Tutti, fecero un salto indietro, la gioia ormai cresceva a dismisura Tonks fu l’unica che gli si buttò al collo, abbracciandolo forte.

“Tonks, lascialo respirare; ben tornato nel mondo dei vivi.” disse Alastor sorridendo.

Finalmente, Nicholas potè riposarsi nell’infermeria.

Mentre, il corpo si riposava, la sua mente era in movimento adesso si poteva permettere il lusso di pensare a: cosa sarebbe successo se invece di girare a destra avessi girato a sinistra.

Tonks andò a trovarlo in infermeria “Come sta il mio babbano preferito?”

“Un po’ acciaccato ma indistruttibile come sempre”

Quando potè finalmente alzarsi, si diresse all’ufficio di Silente,”Bene vedo che fare come mi hai detto ha ottenuto i suoi risultati, come avevi predetto.”

“Che… ho fatto, Preside?

“Non te, te” indicando Nicholas “ma l’altro, te.”

 

Oddio, ci siamo giocati il Preside sapevo che prima o poi sarebbe successo.

 

Sorridendo Silente lo indirizzò verso il passaggio della quinta torre.

Nicholas entrò e venne accolto da un applauso dei tre fondatori, Alberich se ne stava da una parte Nicholas lo vide ne riconobbe lo sguardo carico di silenzioso orgoglio.

Anche se non era suo padre, a quello sguardo Nicholas provò un calore benevolo.

Lo strano libro bianco, si materializzò nella stanza e fermo a mezz’aria si aprì e la famigerata faccia urlante uscì.

Ma a differenza delle altre volte, non si limitò solo al volto, ne usci la figura completa.

Il libro giaceva li a terra come se non serviva più.

La figura appena uscita, da grigio carta piena di caratteri stampati cambiarono divenne di carne e ossa e fu proprio in quel momento che Nicholas si riconobbe.

“Ciao, Nicholas io sono te stesso, o per meglio dire sono il signore del castello a pieno titolo.

 Zitto, non dire nulla e ascolta.

Da quando il castello… o per meglio dire questa torre è stata creata ogni preside conosce la usa origine e il tradimento di Salazar. Con la complicità di Silente, abbiamo messo su questa messinscena per farti attivare la tua parte magica senza di te, io e questo castello non potremmo esistere.

Scusami se siamo stati costretti a farti marciare velocemente, ma non dovevi pensare; dovevi stare sempre sul chi vive cosi la parte magica di te si sarebbe svegliata più velocemente.

L’attacco dei Mangiamorte però non era contemplato, ci ha colto di sorpresa ma ancora più sorpresa è stato il modo in cui hai combattuto guadagnandoti a pieno titolo, ancora una volta il soprannome di ‘diavolo babbano’. Mentre tu ti stavi riprendendo dagli effetti dell’incantesimo Silente ha fatto un viaggio nel passato.

Nel periodo, in cui le due scuole sono arrivate al castello, ma assieme dovete fare un secondo viaggio, quando cioè tu prenderai questo libro dall’ufficio di Silente che fluttuava nell’aria. Ricordi?”

“Certo!”

 

Certo che è strano, trovarsi al centro di una congiura ordita ai miei danni da me.

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Capitolo 30
*** EPILOGO N.2 ***


CAPITOLO 28

C A P I T O L O 28

EPILOGO N.2

 

Dopo il ritorno dal secondo viaggio temporale, tutti quanti si misero ad discutere allegramente sul modo poco ortodosso, ma diretto di Nicholas.

La discussione andò avanti per altri cinque minuti, dopo di che Nicholas si guardò in giro furtivamente e urlò.

“Oblivion Selectivis babbanus.” l’incantesimo si sparse per tutta la comunità magica che era venuta a contatto con Nicholas.

Tutti i maghi dimenticarono di averlo conosciuto.

 

Sull’aereo che lo stava riportando a Roma, Nicholas era triste.

Per tutto il viaggio, gli vennero in mente i momenti felici e no della sua avventura nel modo dei maghi; lanciare quell’incantesimo era come tradire la loro fiducia, ma l’unica consolazione era che lo aveva fatto per salvare il castello e tutti loro.

 

OTTO ANNI DOPO…

 

Era mattina presto quando Silente arrivò in prossimità della nuova casa di Nicholas, ma non c’era nulla, c’era solo sabbia e mare.

Silente si guardò in giro più e più volte senza vedere nulla stringendo gli occhi per concentrarsi meglio.

Si copri un occhio e guardò con l'altro.

Senza badare alle occhiate stupite della gente li intorno, si passava le mani sulla faccia ripetutamente, si chinava dietro le spalle di qualcuno, si sollevava con un salto sopra la testa di qualcun altro, stava in piedi rigido a sbattere in continuazione gli occhi.

Dopo essersi comportato cosi per vari secondi, cominciò a camminare con aria guardinga e concentrata, come un leopardo che non fosse sicuro di avere appena scorto, a un chilometro di distanza, in mezzo a una pianura arida e desolata, un barattolo di cibo per gatti semivuoto, fino a che forse più per fortuna che con esperienza riuscì ad infrangere il filtro di percezione che nascondeva la casa agli occhi delle persone.

L’anziano mago rimase compiaciuto della scelta del sistema di protezione, anche se forse un pochino bassa come livello, ma in fondo in un paese cattolico in cui la chiesa ha contribuito assieme a quella spagnola alla caccia delle streghe, era sufficiente... in Italia non c’erano maghi.

 

Era tutto il giorno che Silente stava in casa di Nicholas; nel suo studio un’intera parete era dedicata alla targa dell’ordine di Merlino e alle foto del periodo passato al castello.

Non era ancora arrivato a casa che sapeva che subito che qualcuno era entrato.

“Professor Silente lo so che è a casa mia.

Con un sorriso Silente usci di casa tenendo alzate le mani “Mi arrendo, ma come facevi a sapere che io stavo dentro casa tua?”

Senza parlare Nicholas indicò il rampicante di casa, che aveva scritto il nome del professore e il giardino zen che aveva modificato il disegno nella faccia del preside.

Con un semplice gesto della bacchetta (che Silente non riuscì a capire quando l’aveva estratta) il rampicante prese la sua forma originale e il giardino zen fatte riaffiorare le due pietre, che Nicholas aveva affettuosamente chiamato Nihon-koku ed Ezo, la via per il mare settentrionale(1) la ghiaia riprese il suo aspetto di sempre.

I due si abbracciarono come due amici che non si vedevano da molto tempo.

 

Lo sapevo che lui era scampato e quando ce lo freghi a Silente.

 

“Una domanda Professore…” la domanda rimase in sospeso.

 

“Come ho fatto a ricordare chi sei nonostante l’incantesimo che hai lanciato? Semplice, in realtà me lo hai detto tu”

 

Che bastardone che sono, mi dovrò fare un bel discorsetto.

 

“…che avresti usato quel’incantesimo per salvaguardare il noi e il castello e posso aggiungere che solo io, Minerva ed Alastor ricordiamo di te e di ciò che hai fatto.Questi sono tempi cui e sono qui…” e stavolta fu il turno del preside a rimanere a bocca aperta.

Nicholas divenne serio osservando la mano destra annerita.

“Dopo otto anni rompendo il segreto di non aver perso la memoria e con una mano cosi conciata, non per una rimpatriata tra vecchi amici. So di Harry Potter, della storia del prescelto, di Voldemort e degli Horcrux, di cui lei sembra averne trovato uno. Lei è venuto qui per chiedermi un aiuto, e io credo di aver trovato alcuni indizi per i prossimi Horcrux e… per caso ho tirato fuori il mobile delle cinque porte.”

Il Professore sorrise, aveva sottovalutato il ‘Diavolo Babbano’.

Nicholas sapeva più cose di lui.“

Ma questa è un’altra storia; sicuramente mio caro lettore/lettrice avrai capito chi sono.

Esatto, sono Nicholas Etrangè attuale preside di Hogwarts che ha lasciato il ministero della Marina, ha passato vent’anni a studiare la magia in tutte le sue forme (grazie alla trucchetto del tempo fermo nella camera delle necessità) distintosi come guaritore presso l’ospedale di San Mungo e sostituito madama Chips nella gestione dell’infermeria del castello e aiutato Silente nella ricerca degli Horcrux e operato fino a che non morì con Alastor nell’Agenzia ricerca dei manufatti stregati per conto del Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici.

Sinceramente parlando avrei voluto mandare sulla luna a calci in culo Albus Severus Potter quando avendolo sospeso dopo un’animata discussione, mi disse che se io potevo ‘giocare a fare il preside’ era grazie a suo padre che da giovane ha sconfitto il più grande mago oscuro.

In fondo perché prendermela più di tanto.

Il padre, Harry, ha solo sconfitto un mago oscuro.

La mia famiglia invece ha costruito il castello divenuto nei secoli il faro di conoscenza della magia di cui il sottoscritto è e sarà per sempre il suo custode.

 

    

1)       Ci sono stati molti tentativi di spiegare il disegno dei giardini zen. Alcuni di questi sono:

La ghiaia rappresenta l'oceano e le pietre rappresentano le isole del Giappone

Le rocce rappresentano una mamma tigre con i cuccioli che nuota verso un drago

        Le rocce formano parte del kanji per cuore o mente

     I nomi che Nicholas ha dato alle due pietre non sono inventati e prendono spunto dalla prima delle tre ipotesi sopra citate.

    Nihon-koku: Giappone (日本/日本国, Nihon o Nippon, ufficialmente Nihon-koku o Nippon-koku)

 Ezo: nome con cui originariamente veniva chiamata l’isola di Hokkaido ed era abitata principalmente dagli indigeni Ainu. Hokkaidō (北海道) è la più settentrionale delle 4 isole principali dell'arcipelago giapponese e la meno sviluppata. Il termine Hokkaidō letteralmente significa via per il mare settentrionale.

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Capitolo 31
*** recensioni ***


recensioni 10/08/10, ore 21:39 - Capitolo 30: EPILOGO N.2
La tua storia è senzazionale!Lo trovata per caso ma mi sono subito (subito è una parola grossa xD) letta i 30 capitoli *-* sei un bravissimo scrittore e hai moltissima fantasia,mi dispiace vedere che hai ricevuto solo una recensione perchè la tua storia merita davvero!ancora tanti complimenti :D
JuliaSnape

Indubbiamente, JuliaSnape ha  fatto 'un interessante osserrvazione per cui ecco qui tutte le recensioni salvate.

p.s.
Devo chiede scusa  a JuliaSnape  che per risposta via e-mail ho detto: "Ti ringrazio dei complimenti fatti, scusa se ci ho messo tanto a rispondere. ma il fatto che ci sia una (due con te) sole recensieone è dovuta al fatto, che come ho specificato nel prologo "Carissimi amici, ciò che state per leggere (per la seconda volta) è la versione aggiornata del racconto..." . Non a caso s'intitola "un babbano ad Howarts (riveduto e corretto) nella vecchia versione, c'erano alcuni errori e mancavano due capitoli importanti.
Nell'altra versione, le recensioni erano se non erro quasi settanta (Come l'ho sparata grossa  sono soltanto 27, buuuuh sparone)

Vi invito a leggere l'altra storia che stò scrivendo, "La maledizione del giratempo".  




1)    alexis_malfoy
25/05/09, ore 19:02 - Capitolo 2: Diagon Alley
Davvero bella, mi piace per diversi punti, l'uso del latino, di riferimenti alla letteratura, e un umorismo che non guasta. La storia è bella, ma avrei delle domande: 1 Una descrizione fisica dell'uomo? 2 Quanti anni ha? 3 Come fa a seguire le lezioni del primo in incognito se già a quanto ho capito è un uomo maturo ( ma forse questo ci sarà nel prossimo capitolo) 4 Corrisponde a qualche anno della vita scolastica di Harry Potter?
Continua a scrivere è molto bella anche se ogni capitolo è mooolto lungo!Continua presto!

2)    Elisabeth
08/06/09, ore 01 :34 — Capitolo 3: Iniziano le lezioni
Devo dire che mi è piaciuta un sacco, anche se forse è un pò troppo irrispettoso come marinaio, ma va bene così, sostengo che tutti starebbero sulla difensiva in un mondo dove ti uccidono con lo starnuto :). Ho solo una domanda, come mai Hogwarts non ha trovato prima il "suo sire"? Intendo come mai ha ricevuto la lettera così tardi? Era forse protetto da qualche "incantesimo", per incoraggiarlo a stare lontano da Hogwarts?
Comunque molto bella, sia il lato pratico che dimostra il personaggio sia l'affetto che gli dimostra la scuola.
Al prossimo capitolo :)

3)    alexis_malfoy
10/06/09, ore 18:30 - Capitolo 3: Iniziano le lezioni
Ciao bello anche questo capitolo. Sev è un mito come sempre!Continua presto!Baci... ...Alex... ps.W
SEVIMTICUUUUUUUUUUUUUUUU

4)    Elisabeth
11/06/09, ore 04:09 - Capitolo 4: Il platano picchiatore
Desidero ardentemente quella batteria per il mio portatile ;) In ogni caso bel capitolo, il personaggio sta cambiando e forse è un bene, normalmente nessuno sarebbe così sconsiderato da affrontare volontariamente zombie o licantropi.. per esempio se fossi ad Hogwarts non seguire MAI e poi MAI i ragni! Direi istinto che sta sviluppando un naturale istinto di conservazione :) Al prossimo capitolo!

5)    Elisabeth
15/06/09, ore 01:31 - Capitolo 5: le tre scuole
"Cos’è, caga che ti passa! " Ahahahaha, sto ancora morendo dal ridere, il pensatoio.. in effetti era meglio lasciarlo in lingua originale piuttosto che tradurlo.. uhahaha, troppo bello.

6)    Elisabeth
     06/08/09, ore 02:41 — Capitolo 7: Legilimens... ancora dubbi! !!
Ah, e ora sono curiosa.. chi è quest'uomo o creatura nella sua testa? In effetti sono rimasta piacevolmente sorpresa, pensavo che ne ricavasse un vantaggio da tutto questo..e invece è in pericolo.

7)    04/11/09, ore 20:58 - Capitolo 9: L'ordine della fenice I
Finalmente si sa qualcosa di più sull'antenato di Nicholas, certo è ancora un mistero come possa Nicholas vedere i dissenatori (essendo lui effettivamente un babbano) anche se l'uso e la conoscenza anche se indiretta della "magia perduta" spiegherebbe il tutto. Ho preferito questo capitolo al precedente perchè adoro vedere i personaggi principali in difficoltà difronte agli avvenimenti, mentre nel capitolo precedente forse era un pò troppo sicuro di se. Questo lo dico ovviamente immaginandomi nei suoi panni, prima volta su una moto volante.. a una notevole altezza senza cinture o un paracadute.. io credo che non ci sarei nemmeno salita ;P
Per il resto adoro il suo occhio critico e pratico delle cose, magari ogni tanto è un pochino suscettibile ed estremista, ma tutti hanno dei difetti, no?

8)    Elisabeth
26/12/09, ore 20:49 - Capitolo 12: Analisi e logistica
Finalmente sono riuscita a finire di leggere la seconda metà del capitolo. La storia mi piace un sacco, c'è sempre qualcosa di nuovo a ogni capitolo che tiene vivo l'interesse.

9)    Elizabeth
La stanza delle necessità.
Ancora sghignazzo per la prima battuta alla McGranitt, ma ora sono curiosa di sapere a cosa porteranno le ricerche di Nicholas.

10)    alida
29/12/09, ore 22:14 - Capitolo 14: Quattro n.o.t.i.z.i.e. e quattro v.e.r.s.i.
Caccacosa? Carino, divertente. Un pò puzzolente ma tanto non hanno colpito me. Passando oltre la targhetta è molto interessante e l'enigma si complica da capitolo a capitolo. L'antenato di Nicholas vuole lasciare tutta la gloria al nipote e non lo aiuta per niente. Dunque fantasticando la quinta torre potrebbe fungere da bussola perciò potrebbe comparire solo all'occorrenza. Aspetterò il seguito, anche perchè sono curiosa di sapere come farà micio-Nicholas a riprendere le sembianze umane. Il gatto è un animale schivo e riservato, ma è anche collegato alle forze magiche e all'aldilà. lo un continuo lo avrei già in testa.

11)    Elizabeth
02/01/10, ore 13:39 - Capitolo 14: Quattro n.o.t.i.z.i.e. e quattro v.e.r.s.i.
I quattro cardinali qui per te, a darti un aiuto quando la mezzanotte è seguita dall'ostro del sole levante che saluta il ridente ponente. Oddio complicatissimo! I quattro cardinali, saranno i punti cardinali? l'ostro del sole levante, allora l'ostro è un vento del sud il sole levante è ad est, quindi sud est. Ma la mezzanotte che è seguita da sud-est non ha senso.
Che poi è il sole levante che saluta il ridente ponente.. quindi l'ovest, perchè ridente poi?
Ok, sono in alto mare.
Ci provo, mezzanotte = nord, ostro= sud, sole= est, ponente: ovest. Quindi i punti cardinali ti daranno una mano quando sarai a nord e guardando a sud-est troverai il punto da cui guardare a ovest e trovare... boh! Mi arrendo.. I

12)    Alida
02/01/10, ore 22:10 - Capitolo 15: LA TANA... NATALE DAI WEASLEY
L'unica cosa impossibile è quella che non si vuole fare. Questa frase è fantastica! Del tutto vera. Mi aspettavo di trovare qualcosa di diverso, per esempio, considerato che il capitolo si intitola "Natale a casa Weasley", un festone, una pallina, una canzoncina insomma il Natale! Comunque l'inserimento di Lucius è alquanto sospetto, non me la racconta giusta. E poi dove hai dimenticato Piton? Anche lui fa parte dell’Ordine! A presto, Alida

13)    Alida
08/01/10, ore 19:12 - Capitolo 16: Un Natale scoppiettante
Oddio! Non mi aspettavo che Nicholas fosse un mago   lo preferivo babbano. E poi se è un ma-go perché usare le armi babbane? Mi dirai che ha una mentalità da babbano ma io credo che le armi e la violenza non siano poi una cosa tanto bella, le armi uccidono e il loro equivalente magico è l'Avada Kedrava e considerato che è un Incantesimo senza perdono forse non andrebbe usato spesso. la storia sta prendendo una piega inaspettata, non so dirti se piacevole o meno ma posso dirti che un pò mi delude. Comunque continuerò a leggerti   A presto, Alida

14)    Elisabeth
08/01/ 10, ore 21:08 - Capitolo 16: Un Natale scoppiettante
Mah, per me non c'è nulla di sconvolgente, ho imparato che nessuna storia ha una fine o una continuazione [ già scritta nelle stelle...quindi finchè non vedrò la parola fine, non sarò certa che Nicholas è solamente un mago o solamente un babbano.. cmq diciamocela tutta.. una persona "comune" come dovrebbe essere l'avo’ di Nicholas dubito riuscirebbe a costruire un castello magico come Hogwarts.. dai.. era palese che qualche zampino magico ci fosse. ' Ma piuttosto,. sto fantasticando che il mangiamorte malconcio che entra nella camera dei figli dei Weasley fosse Grayback..se così fosse la battuta dei porcellini era esilarante (lo sarebbe stato in ogni caso... ma con grayback è sicuramente il top!)

15)    Alida
13/01/10, ore 21:21 — Capitolo 17: Hogwarts è visibile
Questo si che è un bel capitolo. Mamma mia! Nicholas ha molta forza magica in sè, questo si era capito ma riuscire a reagire sotto la maledizione cruciatus nè richiede davvero tanta. Lucius mi è parso un pò intimorito, e soprattutto non mi aspettavo che Severus fosse dalla parte dei Mangiamorte, (sei sicuro che non stai mettendoci fumo negli occhi, caro?). Comunque un capitolo davvero avvincente! Bravo, conti-nua ....

16)    Elisabeth
03/02/10, ore 21 :42 - Capitolo 18: L'eternità di un secondo
E tu che eri tutto preoccupato per questo capitolo, te la sei cavata benissimo!
Ciò che accade è spiegato chiaramente, ma anche se è un capitolo carico di informazioni non trascuri il lato ironico. (come il trucchetto della graffite sbeffeggiato dal libro,.)

17)    Elisabeth
03/02/10, ore 21 :48 - Capitolo 19: Adesso Basta! ! !
Wow, ho l'impressione di essere stata tramortina da un ciclone! Quanta azione :), ..poi logicamente il furbo di turno c'è sempre.. Caramell è davvero il perfetto politico.. ahahaha!

18)    alida
08/02/10, ore 21 :48 - Capitolo 18: L'eternità di un secondo
Wow, bello questo capitolo. Perciò l'antenato di Nicholas doveva restare nascosto a tutti. Hanno fatto passare i 4 maghi fondatori come costruttori del castello e hanno cancellato le tracce dell'avo di Nicho-las. Rimangono comunque le stanze segrete, e i passaggi segreti. Senza dimenticare la Prigione segreta! Lo sdoppiamento del protagonista aiuta molto, ottima idea. Scusa se non ho più recensito ma ho avuto problemi di causa maggiore. Comtmque ti seguo sempre. Continua così.

19)    Alida
08/02/10, ore 21 :55 - Capitolo 19: Adesso Basta!! !
Dieci anni di combattimento nella stanza delle necessità? Scusa, ho un problema con l'inglese, non è che potresti prestanni la giratempo? Scherzo, naturalmente (lo so che non la presti a nessuno). Però come ho letto dieci anni ho pensato: Esagerato! Ma suppongo che siano necessari per imparare a destreggiarsi nel combattimento. Comunque, capitolo breve ma intenso. Nicholas è proprio in gamba, si era già mostrato all'altezza della situazione e adesso non fa che confermare quanto già detto. Caramell invece è deliziosamente ottuso.
`     A presto, Alida

20)    Alida
09/02/10, ore 21 :00 — Capitolo 20: il castello cede
Ciao maestro dell'azione! Vuoi vedere che poi scopriamo che anche tu non sei un babbano ma un maghetto coi fiocchi! Davvero, se questa è la tua prima ff` sei già molto avanti rispetto a tanti, compresa la sottoscritta la cui prima ff non era sicuramente ai livelli della tua (per quelle odieme, bhè sono migliorata). Comunque dopo la sviolinata meritata, cosa posso dirti? Non vedo l'ora che Nicholas entri nella stanza segreta di Salazar. lncontrerà il basilisco o hai intenzione di toglierlo dalla scena'? Un particolare che mi è piaciuto molto è quando la terra ha tremato e tutti, tranne Nicholas e Silente, sono caduti a terra, ad indicare che se si ha il coraggio di affrontare la verità non si cade mai. Very good. A presto, Alida.

21)    alida
22/02/10, ore 21 :24 - Capitolo 21: L'ultima stanza `
Quando Nicholas ha rotto in mille pezzi lo Specchio delle Brame mi è sceso un colpo al cuore. E' uno specchio cosi affascinante, sarebbe stato un peccato se fosse andato perso per sempre. Comunque Nicholas-Tonks con la minigonna (sebbene sia un tuo personaggio e perciò mai interpretato da nessun attore) mi ha fatto proprio ridere. Peccato, davvero peccato che questa storia abbia così poche recensioni!

22)    alida
22/02/10, ore 21 :32 - Capitolo 22: la quinta torre *
Alla fine bisogna sempre passare dall'ufficio di Silente per risolvere gli enigmi più complessi. E final-mente, entreremo in questa quinta torre.
P.S. La lingua dei padri, gli Juti, i Sassoni e gli Angli, le stelle la tua cultura è davvero molto ampia.
    Complimenti, Nicholas ha avuto un grande antenato ma ha anche un buon regista!

23)    alida
22/02/10, ore 21 :40 - Capitolo 23: ll Basilisco.
Cioè? Ci sono due Basilischi? Uno trasfigurato in sasso e uno che è ancora nella camera segreta? Perchè stai lasciando basilischi in giro nel racconto? Non dirmi che alla fine Nicholas verrà ferito dal basilisco e Fanny andrà a salvargli la vita? Per me va bene tutto, però questo basilisco libero mi preoccupa un pò…
A presto, e scusa se non recensisco capitolo per capitolo ma sono molto impegnata.

24)    alida
27/02/10, ore 19:30 — Capitolo 24: Unicorni
Devo dire che Nicholas è un attimino accozzato, ma di brutto! Comunque sono felice che sia riuscito a procurarsi tutto il necessario in breve tempo. Hhhhsagahhsashasassh...

25)    alida
27/02/10, ore 19:34 — Capitolo 25: HORIGANIUM VULGARIS E ALLIUM SATIVUM •
Aglio e origano   originale il fatto che i maghi non ne possiedano in quantita, considerato che fanno ottimi banchetti. A parte questo se mi hai ucciso Nicholas non potrà salvarti nessuna protezione   ma ti sembrano cose da fare?  

26)    alida
27/02/10, ore 19:40 - Capitolo 26: epilogo 1
Perciò bisognava attivare la parte magica di Nicholas per la sopravvivenza del castello, di Nicho-las e dell'altro Nicholas, però Nich-babbano non doveva esserne a conoscenza. Alla fine di tutto, pur sapendo di  essere un mago con i fiocchi decide di vivere da babbano. Complicato questo ragazzo, non riesco a capirlo. Non può nascondere quello che è a se stesso. E' un mago e dovrebbe convivere con questo suo modo di essere.

27)    alida
27/02/10, ore 19:43 - Capitolo 27: Epilogo n.2
Questo finale mi piace molto di più, da più senso alla storia. Comunque sappi, caro Nakano, che se un giorno deciderai di raccontarci la parte di vita di Nicholas di cui ci hai dato un accenno (Harry, Albus Severus...) troverai qualcuno che la leggerà. Complimenti per questo capolavoro. Baci, Alida

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