1 - Un Babbano ad Hogwarts di Heinrich von Larsen (/viewuser.php?uid=72539)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo (da leggere sia per coloro che l'hanno già letta sia per gli amministratori) ***
Capitolo 2: *** Inizio ***
Capitolo 3: *** UNA GIORNATA COME TANTE ALTRE ***
Capitolo 4: *** DIAGON ALLEY ***
Capitolo 5: *** INIZIANO LE LEZIONI ***
Capitolo 6: *** IL PLATANO PICCHIATORE ***
Capitolo 7: *** LE TRE SCUOLE ***
Capitolo 8: *** DUBBI ***
Capitolo 9: *** LEGILIMENS… ANCORA DUBBI!!! ***
Capitolo 10: *** IL NUMERO 12 DI GRIMMAULD PLACE ***
Capitolo 11: *** L’ORDINE DELLA FENICE ***
Capitolo 12: *** IL RIFLESSO OLTRE LO SPECCHIO ***
Capitolo 13: *** BACK HOME ***
Capitolo 14: *** ANALISI E LOGISTICA ***
Capitolo 15: *** La stanza delle necessità. ***
Capitolo 16: *** QUATTRO N.O.T.I.Z.I.E. E QUATTRO V.E.R.S.I. ***
Capitolo 17: *** LA TANA… NATALE DAI WEASLEY ***
Capitolo 18: *** UN NATALE SCOPPIETTANTE ***
Capitolo 19: *** HOGWARTS È VISIBILE ***
Capitolo 20: *** L’ETERNITA’ DI UN SECONDO ***
Capitolo 21: *** ADESSO BASTA!!! ***
Capitolo 22: *** EXPECTO PROTEGUS GORGIANUS ***
Capitolo 23: *** IL CASTELLO CEDE! ***
Capitolo 24: *** L’ULTIMA STANZA!!! ***
Capitolo 25: *** LA QUINTA TORRE!!! ***
Capitolo 26: *** IL BASILISCO ***
Capitolo 27: *** Unicorni ***
Capitolo 28: *** HORIGANIUM VULGARIS E ALLIUM SATIVUM ***
Capitolo 29: *** EPILOGO ***
Capitolo 30: *** EPILOGO N.2 ***
Capitolo 31: *** recensioni ***
Capitolo 1 *** Prologo (da leggere sia per coloro che l'hanno già letta sia per gli amministratori) ***
capitolo 00
Prologo
Carissimi amici, ciò che state per leggere (per la sconda volta) è la versione aggiornata del racconto.
Mi scuso con coloro che hanno incoiciato al eggere l'altro racconto sui
vampiri , ma non li ho abbandonati solo che dovevo risolvere i
problemi presenti in questo racconto, e trovare il tempo di fare al
lettore alcune promesse di racconti futuri.
Come avrete notato ho lasciato il vecchio racconto in modo che possiate darimi dei giudizi di paragone.
Per gli amministratori:
se, come temo, il vari capitoli dovessero rientrare nella categoria 'html pesante' ditemelo subito e provvederò
Grazie e buona lettura
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Inizio ***
CAPITOLO 0
Nell’universo Marvel c’è un personaggio di nome Uatu che si fa chiamare
l’Osservatore e spesso questo personaggio mostrava avventure di eroi
già raccontate sotto un altro aspetto. Mostrare il risultato di scelte
alternative. Per questa storia, mi è piaciuta l’idea di poter giocare per un
attimo nel ruolo di Uatu e raccontare una storia, con una premessa
assurda. Un non mago (babbano) in terra di maghi. Navigando nel sito ufficiale della “mamma” del maghetto più famoso del
mondo, mi sono imbattuto in questa domanda:”Volevo sapere se le mie idee sono
state utilizzate” e la risposta “Mi dispiace, ma la trama della storia è già
pensata in ogni particolare che non è stato possibile inserirle.” Nel mondo
creato da J. K. Rowling maghi e babbani, convivono sotto lo stesso sole. I
maghi, con i loro simpatici tentativi di mimetizzarsi nel mondo dei babbani
ignari della loro esistenza, nessun babbano interagisce con il mondo magico a
meno che non si uniscono un mago e un babbano, oppure non nasce un figlio
dotato di poteri da una coppia di babbani.
Ma… se un giorno per qualche strano motivo, un babbano entrasse nella più
rinomata scuola di magia del mondo, che succederebbe?
Mettevi comodi, che cercherò di raccontarla.
Un babbano
ad Hogwarts
. 124
La storia racconta che, fin da molto prima che la
scuola di magia di Hogwarts esistesse, i maghi hanno sempre vissuto gli uni all’insaputa
delle persone normali, i non-maghi.
Naturalmente le vere streghe e i veri maghi erano
in grado di sfuggire al rogo, al ceppo e al capestro.
Nel Medioevo, i non-maghi (comunemente noti come
Babbani) nutrivano un particolare timore per la magia, ma non erano molto abili
nel riconoscerla e nelle rare occasioni in cui catturavano una vera strega o un
vero mago, i roghi non avevano comunque alcun effetto.
La strega o il mago eseguivano un semplice
Incantesimo Freddafiamma e poi fingevano di urlare di dolore mentre in realtà
provavano una piacevole sensazione di solletico; si racconta che Guendalina la
Guercia era così contenta di farsi bruciare che si lasciò catturare ben 47
volte sotto vari travestimenti.
Tuttavia,
alcune esecuzioni ebbero effettivamente luogo: Sir Nicholas de
Mimsy-Porpington (un mago della corte reale durante la vita, e durante la
morte fantasma della Torre di Grifondoro) fu privato della propria bacchetta
prima di venire rinchiuso in una segreta e si trovò quindi nell'impossibilità
di sfuggire alla morte.
Le famiglie di maghi rischiavano di perdere i
giovani rampolli che, per la loro incapacità di controllare la magia, si
facevano notare dai cacciatori di streghe Babbani.
Memori di ciò che successe durante i tempi bui in
cui la persecuzione di streghe e maghi si stava diffondendo per tutta Europa.
Molti rappresentanti della comunità magica
ritenevano, e a ragione, che praticare un sortilegio sul maiale ammalato del
vicino Babbano equivalesse a raccogliere la legna della propria pira.
«Che i
Babbani se la cavino senza di noi!» fu il motto che accompagnò il progressivo
allontanamento dei maghi dai fratelli Babbani, tendenza culminata con l'istituzione
dello Statuto Internazionale della Segretezza Magica del 1689, allorché i
maghi decisero di entrare volontariamente in clandestinità.
Sebbene i due universi vivano sotto lo stesso
cielo, i maghi cercano sempre di tenere celata la loro presenza per cui…
Gli
eventi qui contenuti…
NON SONO MAI ACCADUTI !!!
Tutto ebbe inizio Mille anni prima.
Quando il castello, fu
finito di costruire, i quattro si riunirono, in quella che nel futuro
sarà la sala comune quattro fondatori discussero su due fatti
importanti: le case e il metodo delle assegnazioni.
Quattro torri per i quattro fondatori, ma Salazar scelse diversamente.
Scese le segrete, e li costruì la sua casa.
Gli
altri tre fondatori, rimasero basiti nella scelta ma rispettarono la
sua decisione e nella torre che rimase libera venne deciso che li
sarebbe stato l’ufficio del preside, la vera estensione del castello.
All’inizio, la scelta degli allievi veniva fatta direttamente dai fondatori.
Grifondoro sceglieva per coraggio, audacia e rispetto.
Corvonero per intelligenza e volontà di sapere.
Tassorosso lealtà, costanza e la capacità di portare a termine anche i compiti più terribili.
Ma
l’unico che non seguiva i criteri “nobili” era Salazar che era fissato
con il fatto della purezza del sangue ambizione e furbizia.
Gli
altri fondatori, a torto o a ragione ritenevano che le qualità scelte
da Salazar stesso non rispecchiassero le vere qualità per un mago.
Un vero mago segue nobili ideali e non il potere fino a se stesso, ottenuto con furbizia e ambizione.
Non a caso nei tempi successivi tutti i maghi usciti dalla casa di Serpeverde hanno sempre creato problemi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** UNA GIORNATA COME TANTE ALTRE ***
CAPITOLO 1
C A
P I T O L O 1
Era un’uggiosa giornata di fine
settembre, meno male che il bollettino meteorologico aveva previsto “… per
tutta la settimana, sole su tutta Roma…”, quando tornando dall’ufficio, mi
accorsi che c’era della posta, le solite reclame… e una strana busta
pergamenata con sopra uno stemma con 4 animali e una scritta”Draco Dormiens Nunquam Titillandus (non
svegliare il drago che dorme)” ma non era il cane? Pensai. Sul retro solo il
mio indirizzo e nessuna traccia del mittente.
Aperta,
la busta mi ritrovai a leggere quanto segue:
SCUOLA di MAGIA e
STREGONERIA di HOGWARTS
Direttore: Albus Silente
(Ordine di Merlino, Prima
Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo del Wizengamot, Supremo Pezzo Grosso,
Confed. Internaz. dei Maghi)
Caro Mr Etrange',
siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a
frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà
l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° settembre.
Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio
p.v.
Con ossequi,
Minerva McGranitt Vicedirettrice
L’altro foglio
SCUOLA di MAGIA e STREGONERIA
di HOGWARTS
Uniforme
Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da
giorno
Un paio di guanti di protezione (in pelle di
drago o simili)
Un mantello invernale (nero con alamari
d'argento)
N.B. Tutti gli indumenti
degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.
Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei
seguenti testi:
Storia della Magia, di Bathilda Bath
Teoria della Magia, di Adalbert Incant
Guida pratica alla trasfigurazione per
principianti, di Emeric Zott
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore
Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Brodus
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt
Scamandro
Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione, di
Dante Tremante
Altri accessori
1 bacchetta magica
1 calderone (in peltro, misura standard 2)
1 set di provette di vetro o cristallo
1 telescopio
1 bilancia d'ottone
Gli allievi possono portare anche un gufo,
oppure un gatto, oppure un rospo.
Si ricorda ai genitori che agli allievi del
primo anno non e' consentito l'uso di manici di scopa personali.
Mi
vennero in mente molte cose che si possono fare con un manico di scopa, ma
niente che potesse giustificare “l’uso di manici di scopa personali”. “Risposta
via gufo”…io ho il fax, andrà bene lo stesso? Per un momento fantasticai
sull’eccentricità di quella scuola, prima di buttare nel secchio quella busta.
Sghignazzai
per tutta la serata che la ”mistica” scuola di magia mandasse corsi di per corrispondenza,
dove aprivi la busta e POF in una nuvola di fumo compariva una specie di ologramma
fatato che con calda voce suadente diceva:
“Hai
problemi ad eseguire incantesimi, anche quelli più semplici? Non vi sentite
sicuri con al vostra bacchetta? Vi prendono in giro per le vostre pozioni o
incantesimi ? (squillo di trombe con scoppiettanti piccoli effetti pirotecnici)
ta dah… ecco per per voi Spell For Dummies il vostro corso di magia per
corrispondenza magica. Yeah” per poi sparire con un secondo POF lasciando la
stanza piena di fumo e in testa una marea di dubbi, sul fatto se si è ecceduti
con le patatine alla paprika o, se per caso la combinazione di Nachos al
peperoncino con aggiunta di salsa cili e whisky di malto non abbia prodotto
nello stomaco una reazione termochimica tale da eguagliare il più potente gotto
esplosivo pangalattico.1
In piena vena goliardica Nicholas decise di
perdere tempo buttando un paio di righe.
“Egregia Madame Mc Crickett.” sbagliò apposta il
nome “Sono molto contento di aver ricevuto la vostra lettera ma francamente far
uscire un coniglio da un cilindro non è tra le mie necessità attuali. Non mi
interessa il vostro corso di magie per corrispondenza, con simpatico regalino annesso.
Non so che farmene di un corso di magia dello Spell For Dummies.”
Imbustaò la lettera, scrisse sopra HOGWARTS aprì
la finestra e disse a voce alta.
“Lettera pronta per la spedizione dov’è il guf…”
non terminanò la frase.
Una cosa bianca vagamente somigliante ad una
civetta uscì, o meglio, si materializzò dalle tenebre, gli strappò la lettera
dalla mano per poi sparire come era venuta.
Nicholas rimase basito, e per dieci minuti buoni,
immobile in una scadente imitazione della statua della libertà.
Passò circa un ora quando dalla finestra ancora
aperta, rientrò la civetta e depositò una lettera scarlatta. Il destinatario si
rigirò la lettera più volte tra le mani, inquietanti piccoli rivoli di fumo
incominciarono ad uscire dai lati, con mani tremanti cercò di aprirla.
“SIGNOR
ETRANGE’” La lettera, era adesso sospesa a mezz’aria, e il lembo aperto si comportava
come una bocca e stava urlando “ COME SI PERMETTE DI OFFENDERE L’ONORE DELLA
SCUOLA…”, preso dallo spavento, saltò indietro, prese dalla scrivania la sua
pistola e urlò incominciando a sparare alla lettera che esplose in una
fiammata.
I vicini
hanno sentito?
Come
spiego alle autorità, che mi stavo difendendo da una indemoniata lettera
urlante, portata da una civetta?
Questa e altre mille domande incominciarono a
vorticare nel suo cervello, decise di andare a dormire, ma quella notte non
chiuse occhio.
Il giorno dopo, andando in ufficio, al ministero
della marina, stranamente era nervoso, paranoico. Ma era tutta illusione e
passarono cinque giorni tranquilli… troppo tranquilli!
Vennero recapitate altre 5 buste...
Per tutta la settimana Nicholas non riuscì a
dormire tranquillo, gli eventi della lettera scarlatta lo aveva scosso a tal
punto, che aveva preso l’abitudine di dormire con la pistola.
La sesta notte, dall’arrivo della prima lettera,
Nicolas era riuscito a prendere sonno, senza troppe difficoltà quando ad un
certo punto da fuori, con un debolissimo POP, una figura ammantata comparve
all’improvviso a pochi metri dalla porta d’ingresso.
La figura si guardò in torno, con passi lenti e
sicuri si avvicinò alla porta.
Da una delle pieghe del mantello, tirò fuori un
bastoncino lungo si e no una trentina di centimetri, diede tre leggeri colpi
mugugnando qualcosa, e la porta come per magia si aprì.
Silenziosamente la figura entrò in casa.
Diresse la punta della bacchetta in alto, e
biascicata ancora qualcosa di incomprensibile, dalla bacchetta scaturì una luce
fioca, ma sufficiente a fare vedere l’ambiente circostante.
Lentamente, la figura passò a setaccio tutte le
stanze fino a trovare la stanza a letto dove dormiva, il motivo di quella
visita tanto strana.
L’uomo si distrasse un attimo, il tempo di
togliersi il cappuccio del mantello e… il letto ora era vuoto.
Un sinistro click, dietro di lui attirò
l’attenzione dell’intruso.
Giratosi, si trovo davanti Nicholas sveglio con in
mano una pistola e la stava puntando dritto sulla sua faccia.
“EXPELLIARMUS.” tuonò all’improvviso l’estraneo, e
la pistola venne strappata di mano e volò via.
Scattò subito in avanti, annotando mentalmente la
direzione della pistola.
La faccenda si sarebbe risolta con il buon vecchio
corpo a corpo ma…
“EXPELLIARMUS.” tuonato una seconda volta
all’improvviso, lo fece volare via.
Con un abile scatto di reni, fece una capriola in
aria e riuscì ad atterrare con grazia, riparandosi dietro una poltrona dallo
schienale alto.
Il suo cervello incominciò a lavorare
vorticosamente sulle possibilità di fuga e su come fronteggiare l’intruso.
Perfettamente conscio del fatto non gli avrebbe
fornito sufficiente protezione, almeno gli avrebbe concesso quei dieci secondi
per tentare di capire che stava succedendo.
“ Nicholas Etrangè. “ disse l’intruso “ Io sono il
Professor Severus Piton e ho l’incarico di portarti ad Hogwarts.”
Hogwarts,
conosco questo nome, mi è famigliare dove l’ho sentito?
Nella speranza di ritrovare la sua arma, i suoi
occhi affannosamente cercavano nella stanza; fino a che si posarono sulle buste
pergamenate recapitate via gufo.
Oddio, la
scuola di magia per deficienti, vuoi vedere che questo carciofo, approfittando
del fatto che sono in ufficio è entrato in casa mia e ha organizzato il tutto.
Gli
faccio una denuncia, che gli levo tutto quello che ha per tre generazioni.
“Stammi a sentire, non so chi sei e ne che vuoi,
ma io non firmerò un bel niente, se non te ne vai ti faccio una denuncia tale
che ti ricorderai di me, a vita.” urlò Nicholas, montando di rabbia “Non mi
incanti, lo sanno tutti che la magia non esiste.”
Per tutta risposta, Piton, si limitò a puntare la
bacchetta.
Nicholas vide benissimo, il formarsi di una
piccola sfera di luce e poi saettare come una cometa in miniatura verso la
poltrona, che irradiata da tale energia incominciò a tremare, squagliarsi e
ricoprirsi di piume, rimodellarsi nella forma di una tacchino e scappare qua e
là per la stanza starnazzando spaventato.
Piton stava davanti a lui con le braccia conserte
e lo fissava.
“Si va professore?” disse Nicholas sfoggiando un
sorriso nervoso, ancora accovacciato come se stesse ancora dietro la poltrona.
I due ritornarono nella stanza da letto, durante
il tragitto Nicholas gettava occhiate cariche di paura sia all’intruso che al
tacchino che correva starnazzando per tutta casa. Sperava di prendere tempo nel
tentativo di fare i bagagli, ma Piton sventolò la bacchetta, comparvero dei
bauli, mani invisibili presero abiti e li piegarono e in dieci minuti era tutto
pronto, altro sventolio di bacchetta e i bauli scomparvero.
Mi
piaceva di più la versione della Walt Disney, almeno mentre Merlino faceva i
bagagli c’era una bellissima musichetta e la canzoncina era orecchiabile.
A distrarre i pensieri Nicholas, fu la voce fredda
di Piton.
“Arriveremo a Diagon Alley attraverso la Metropolvere.”
“E sarebbe?” chiese di rimando Nicholas.
“La metro polvere è il modo di viaggiare di noi
maghi, si getta un pizzico di polvere da viaggio nel camino e…”
“Mi sa professore che sarà un viaggio mooolto
lungo e viaggeremo scomodi, io non ho un camino.”
Un sordo sia cupo quanto minaccioso gorgoglio,
venne dal termosifone vicino a lui. Nicholas coraggiosamente… si nascose dietro
Piton, che lo squadrò con un misto di stupore e sdegno.
Il gorgoglio non accennava a diminuire, anzi
aumentava. Del vapore incominciava ad uscire dalla valvola che dalla troppa
pressione venne sparata e come un bolide impazzito rimbalzò sui muri; d’un
tratto, il termosifone incominciò a tremare, squagliarsi come del ghiaccio al
sole, aumentando le dimensioni, rimodellarsi e solidificarsi… in un camino. Ci
fu una fiammata verde e ruotando velocemente come una trottola, usci una
persona che identificatasi come Auror dichiarò che il termosifone facente
funzione di camino (che non ci doveva essere perché la casa non era strutturata
per averlo) era sta inserito temporaneamente nel circuito Metropolvere ed era
autorizzato un unico percorso di quattro tappe fino a Londra. Il viaggio non fu
tutto agio e riposo… almeno per gli standard babbani.
Entrare in un camino, sentirsi buttare ai piedi
della polvere verde incominciare a vorticare per trovarsi in un’altra stanza
dove prima di capire che succede due mani ti afferrano e sbattuto dentro un
altro camino rincomincia la giostra, non è l’esatta definizione di viaggio
comodo, ma si sa che i maghi sono un universo a parte.
Le fermate furono quattro: Roma-Milano,
Milano-Madrid, Madrid-Edimburgo Edimburgo-Heatrow. Appena fuori, Piton prese
Nicholas per il bavero e lo trascinò in strada.
“Professore aspetti, lasci che il mondo si fermi.”
Senza degnate Nicholas di uno sguardo, si avvicinò
alla strada e sventolò la bacchetta.
BANG
A Nicholas usci un’ imprecazione che si guadagnò
un’occhiataccia di Piton.
In un momento un coso strano, simile ad un autobus
londinese a tre piani si materializzò davanti a loro..
Un autista in uniforme viola balzò giù dal pullman
e prese dalla tasca un biglietto e cominciò a leggere. “Benvenuti sul
Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà.
Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove volete. Mi chiamo
Stan Picchetto, e sono il vostro bigliettaio per questa notte..’
Una vera
aquila, visto che deve leggere il suo nome da un biglietto, ma dove sono
capitato. Voglio la mamma!!
Piton salì per prima, fece segno a Nicholas di
salire e detta la destinazione all’autista, l’unica parola che disse al babbano
fu: ”Reggiti!”
“Cos… aaaargh.” in quel momento il Nottetempo
partì. E tutto il contenuto del pullman viaggiava alla rinfusa come una
manciata di biglie dentro un centrifuga… compreso Nicholas che faceva di tutto
per tentare di guadagnare un valido appiglio. Per un momento gli venne in mente
il volo fatto a gravità zero in addestramento alla NASA, ma questo era peggio,
molto peggio.
Riuscito ad arrivare vicino a Piton. “Ma come
guida questo?”
“Lui è il nostro miglior guidatore.” Rispose Stan
con una punta di orgoglio.
“Che cosa? Ma hai visto
che occhiali che porta? Ma come lo chiamano? Occhio di falco!”
“No, Ernie Urto.” rispose ingenuamente Stan.
“See vabbè, in confronto le talpe ci vedono meglio
delle aquile.” borbotto Nicholas.
Il pullman andava sparato per le vie come se
niente fosse, oggetti, case, alberi al suo arrivo si spostavano per poi tornare
al posto primitivo.
L’arrivo a destinazione, il Paiolo Magico a
Londra, fu traumatico come la partenza.
Si fermò di botto, tutto ciò che era in movimento
prosegui per inerzia andandosi ad ammucchiare davanti.
La porta si apri, e prima che Stan potesse dire
‘Paiolo Magico’ Nicholas si era buttato fuori dal pullman, atterrando in malo
modo sull’asfalto.
Non si fece molto male, ma pur di uscire da lì era
disposto a tutto.
“Perchè ti sei buttato? Non potevi scendere come
tutti gli altri?”
“Vedi Stan, io sono un tipo sportivo e mi piace
scendere in maniera acrobatica.”
Imbecille!!!
“Professore.” Continuò “scusi ma se quello è
il vostro miglior guidatore, come ha preso la patente, l’ha trovata nei Corn
Flakers?”
Con un'altra esplosione assordante il pullman
sparì.
I due entrarono.
Piton con passo sicuro, Nicholas invece con passo
titubante.
Era un piccolo pub, dall'aspetto sordido.
Se non avesse visto Piton entrarvi non ci avrebbe
mai fatto caso.
I passanti frettolosi non gli gettavano neanche
un'occhiata.
Gli sguardi andavano dalla grossa libreria su un
lato della strada al negozio di dischi sull'altro, come se per loro Il Paiolo Magico
fosse invisibile. Il Paiolo Magico era molto buio e dimesso. Il brusio della
conversazione si arrestò al loro ingresso.
Dove sono
capitato, sto sognando, sto sognando, sto sognando…
Il locale era pieno di avventori vestiti con
strani abiti che in fondo davano una nota di folklore rilassante.
Piton si diresse verso il banco e prese a parlare
con il barista.
Mentre Nicholas, si diresse con passo lento verso
il bancone uno degli avventori, balzando come un pupazzo a molla, urlò.
“Babbano!” forse più per i nervi a fior di pelle,
che non per altro per tutta risposta partì un destro, che fece atterrare oltre
il tavolo il tizio che aveva appena urlato.
Piton squadrò Nicholas che di tutta risposta alzò
le mani “ Ha cominciato lui … io non centro nulla.”
Tutti gli istinti di Nicholas gridavano ‘allarme e
pericolo’.
Ridendo il barista, mentre continuava a pulire il
banco.
“Non ha detto babbeo, ma babbano. Non è un insulto
è solo il nostro modo di salutare, gli estranei.”
“E’ vero.” rispose l’uomo che si era preso il
pugno e ancora si stava massaggiando la mascella. Con un espressione torva
Nicholas prese due noci dal bancone.
Subito l’uomo si offri, in segno di pace, di
aprirle con la bacchetta, ma Nicholas le mise tutte e dentro una mano e
stringendo, con un sinistro scricchiolio le aprì, per mangiarne il contenuto.
Il chiacchericcio nel locale si calmò all'istante e un gelido silenzio avvolse
il locale.
“Oh… Eccovi giunti finalmente, fatto buon
viaggio?” era comparso dietro di lui una persona anziana, con una lunga barba e
con due occhi arzilli che brillavano dietro un paio di occhiali a mezza luna.
“Bè la prima parte del viaggio è stato, un po’
scombussolata, per la seconda parte… lasciamo perdere, con chi ho il piacere?”
rispose Nicholas appoggiandosi al bancone.
“Albus Percival Wulfric Brian Silente.” rispose
gaiamente Silente.
Si, per
gli amici Waldo, perché ride questo?
“Piacere Albus, io sono Nicholas Etrangè. Spero
che mi puoi spiegare, cosa sta succedendo.”
“Certamente, ma ti devo chiedere di chiamarmi
preside o professore. Io dirigo la scuola che dove tu andrai a studiare.”
E vai con
la prima gaffe, e ancora devo arrivare a scuola
La gentilezza, con la quale aveva parlato Silente,
fece subito capire che non era una persona qualunque, ma dotata di un carisma
unico.
Mentre Piton sparì dietro il bancone, Albus
accompagnò Nicholas in una delle tante stanze sopra al pub.
Ad aspettarlo c’era il ministro Caramell e la
professoressa Mc Granitt.
Albus, fece
le presentazioni. “Ti presento, il primo ministro Cornelius Caramell, del
ministero della magia, esatto Nicholas esiste un ministero della magia. Alla
tua destra, la professoressa Minerva Mc Granitt, o come l’hai chiamata tu Mc
Crickett,” dicendo questo, Silente fece un risolino
divertito.
“Buonasera.” Rispose la professoressa Mc Granitt,
con un tono gelido che al confronto l’azoto liquido era bollente. Nicholas si
prese l’appunto mentale di scusarsi alla prima occasione.
“Molto bene, ora che le presentazioni sono fatte
credo che sia meglio dare una spiegazione al nostro caro Nicholas…” Incominciò
subito Caramell, ma fu interrotto da Minerva.
“ Più di mille anni fa, quattro grandi maghi
decisero di unire le loro forze per dare vita al loro sogno più grande: fondare
una scuola di magia e stregoneria in cui giovani streghe e stregoni potessero
studiare e crescere insieme. Nacque così Hogwarts! E non…” leggendo dalla
lettera scritta per scherzo da Nicholas “corsi per corrispondenza con regalino
annesso come fanno quelli di Speddy Magic.”
Oddio
esiste veramente la scuola di magia per corrispondenza
“Minerva.” intervenne il professor Silente credo
che abbia capito di aver sbagliato, ma credo che più di ogni altra cosa, deve
capire il pericolo che corre.”
Pericolo?
Quale, essere infilzato a morte da una bacchetta?
“Non essere così pessimista!” disse Silente.
“E non faccia ricorso a dialetti locali, la
prego!” aggiunse la McGranitt “È già difficile seguire i suoi pensieri nel mio
vecchio italiano!”
Perfetto!
Telepatia… chissa se il concetto di Privacy…
“NO DIALETTO!” disse severa la McGranitt.
Il pensiero di Etrangè, formulato nel più puro
dialetto della periferia di Roma, in effetti era andato molto più in là, tanto
che Caramell e Silente cominciarono a ridacchiare osservando la delicata tinta
che aveva assunto la McGranitt.
Spiegarono a Nicholas, che il pericolo in cui
andava in contro era dovuto sopratutto al fatto che lui non aveva poteri
magici.
Caramell andò via e lasciò Nicholas con i due
professori di Hogwarts. Nella stanza era calato un teso silenzio che poteva
essere toccato con mano.
“Abbiamo due problemi!” sentenziò cupo,
continuando a fissare il paesaggio fuori.
“Quali?” fecero eco sbalorditi, i due insegnati.
“Uno, non posso lasciare tutto cosi, di colpo…”
“Di questo non ti devi preoccupare, il ministero
ha già provveduto a modificare le memorie di tutti quelli che ti conoscono. Nel
periodo in cui starai ad Hogwarts, per il ministero della marina di Roma
risulterà che stai in Missione in Scozia.” rispose Silente. “qual è il secondo
problema?”
“L’età per la quale si è ammesso a questa scuola,
è undici anni e credo di essere un pochino più grande sia di età che statura.
Se quello che il ministro Cornelius è vero: A, come arrivo ad Hogwarts. B, come
le seguo le lezioni. C, in caso di emergenza a chi mi rivolgo.”
“Non ti preoccupare,” disse Minerva “a questo
pensiamo noi. Tu per ora riposati tra due giorni organizzeremo il tuo viaggio
ad Hogwarts” i due professori si alzarono e si diressero verso l’uscita.
“Professoressa, può aspettare un momento? Dovrei
parlarle un momento in privato.” Silente con un sorriso, aggiunse “Ti aspetto
giù Minerva.”
“Mi dica signor Etrangè, ma faccia presto che non
ho molto tempo.”
“Be ecco professoressa… mi volevo scusare con lei
per… quella lettera. Ma pensavo che fosse uno scherzo e….” lo stentato discorso
di scuse, fu interrotto da un semplice gesto. Una mano su una spalla e un lieve
sorriso.
“Ho capito quello che vuole dire, noi pur vivendo
sotto lo stesso cielo siamo in due mondi diversi…”
Quelle
parole mi fecero venire in mente l’aforisma di Oscar Wilde, riferito alla
diversità di linguaggio di Inglesi e Americani ”Siamo due popoli divisi dalla
medesima lingua”
“…ammetto che mi sono lasciata prendere la mano e
che prima di spedirle quella strillettera avrei dovuto chiedere informazioni
all’insegnante di Babbanologia. Accetto le scuse.” dopo di che uscì dalla
stanza, lasciando solo Nicolas, con i suoi pensieri.
Trovato in un angolo quasi tutto il materiale
scolastico, descritto nella lista; per curiosità incominciò a sfogliarlo.
Dopo tre ore di intensa lettura, si rese conto di
alcune cose.
I maghi, non combattono mai facendo a botte, ma
facendo uso solo esclusivamente della magia. Non hanno idea del comportamento
dei babbani e cosa più importante non conoscono il concetto di combattimento
corpo a corpo e ne le tecniche di sopravvivenza.
Ciò dava un vantaggio, se pur esile, basato sulla
sorpresa. Nicholas aveva anche una piccola esperienza di illusionismo che
decise che forse gli sarebbe tornata utile.
Se non puoi batterli con la forza usa
l’intelligenza.
Passò i due giorni sdraiato sul letto a fissare il
soffitto e a pensare quello che aveva detto Caramell.
‘… per qualche strano motivo tu sei stato scelto
per frequentare la più famosa scuola di magia del mondo. E dico strano perché
nessuno di età avanzata come te e soprattutto… babbano. Vi è mai entrato.
Ricordati Nicholas che tu stai entrando in un mondo dove un semplice gioco di
polso per te può significare morte certa. Non tutti i maghi sono buoni. Se si
verrà a sapere che non puoi difenderti, potrebbero essere guai seri per te…’
si, in effetti erano le parole adatte per prendere sonno.
MAMMAAAAA!!!
1)
(Guida
galattica per autostoppisti - Douglas Adams) Quando si beve un Gotto
Esplosivo Pangalattico si ha l'impressione che il cervello venga spappolato
da una fetta di limone legata intorno ad un grosso mattone d'oro. Il Gotto
Esplosivo Pangalattico è stato paragonato allo scippo con botta in testa:
ti costa caro e ti lascia con una forte emicrania. "In fondo - si
pensa dopo averlo bevuto - qualunque cosa sia successa non importa un gran
che"
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** DIAGON ALLEY ***
CAPITOLO 2
C A P I T O L O 2
I due giorni erano passati in maniera pigra, e
senza troppe pretese.
Nicholas, aveva letto molto, ma si era accorto che
dalla lista che gli era pervenuta via gufo, mancava la maggior parte dei libri,
senza contare il calderone, rigorosamente di peltro tipo 2 (una forma poetica,
da elegante prosatore per identificare un pentolone o pignatta qual dir si voglia,
di quelli che si usavano all’inizio del secolo), la bacchetta e le divise della
scuola.
Non aveva la minima idea di dove poter, prendere
quello che cercava.
Sicuramente qualcuno lo avrebbe aiutato.
La mattina del secondo giorno, Silente bussò alla
porta della stanza di Nicholas.
“Pronto?” domandò, con la dolcezza di un nonno che
porta a spasso il proprio nipote.
“Prontissimo, professore.”
“Nicholas.” disse serio Silente, facendolo
rabbrividire “Tom il barista, mi ha detto che ieri sera sei uscito dal pub e
sei rimasto via per circa venti minuti. Ti era stato detto di rimanere al
sicuro, perché sei uscito?”
“Ho fatto un sortita veloce per comprare una penna
stilografica.”
“Cosi hai rischiato di morire, per comprare una
penna babbana, non ti sono state fornite le penne per scrivere?” per tutte
risposta, Nicholas mostrò un foglio pieno di macchie e pasticci d’inchiostro.
“Potevate almeno fornirmi le istruzioni su come si
scrive con queste penne.” per tutto il tragitto dalla stanza alla sala del pub
Silente ridacchiò. Il preside si diresse verso il camino.
No, no
ancora una volta la giostra no! Ma perché hanno perso tempo, a inventare la
metropolvere. Il teletrasporto è più pratico.
Cacchio ce l’ha Star Trek che è pura opera di
fantasia, non possono avercela loro che sono realtà.
Con somma contentezza di Nicholas, la direzione
verso il camino era sono temporanea; Silente si fermò a chiacchierare con due
avventori.
Nicholas, li osservò con attenzione, uno era
vestito in maniera trasandata, con abiti rattoppati ma l’altro, l’altro destava
inquietudine.
Di
corporatura robusta, ogni centimetro di pelle della faccia sembrava coperto di
cicatrici, la bocca pareva un taglio diagonale, un grosso pezzo di naso
mancava, come se una qualche bestia mitologica glielo avesse strappato con un
morso.
Ma gli occhi dell'uomo attrassero maggiormente la
sua curiosità.
Uno era piccolo, scuro e lucente. L'altro era
grande, tondo come una moneta e di un vivace blu elettrico.
L'occhio blu si muoveva incessantemente, senza che
mai calasse la palpebra, in totale autonomia rispetto all'occhio normale.
Di colpo roteò indietro, verso l'interno della
testa così che ne rimase visibile solo il bianco. Per più di una volta Nicholas
ebbe l’impressione che quell’occhio ribelle avesse indugiato su di lui più di
una volta.
Appena ebbe finito di parlare con quei due
avventori, assieme a Nicholas si diresse verso il retro del locale.
“Ti vedo pensieroso Nicholas, che hai?” chiese
tutto d’un tratto Silente
“Cos… ehm… ah già si, mi scusi.” riuscì a
farfugliare, mentre tutti i sensi erano occupati nel disperato tentativo di
ritornare al presente.
“Mi scusi professore, ma stavo pensando a quelle
persone con le quali aveva parlato prima. In particolare mi chiedevo, cosa
avesse potuto causare quelle ferite.”
“Be vedi Alastor, è un auror in pensione, e le
cicatrici che vedi gli sono state fatte durante vari combattimenti con i maghi
oscuri…”
Maghi oscuri? Il lato oscuro della magia? Si
immaginò il combattimento come è avvenuto. Alastor con il mantello marrone, che
fronteggia il mago oscuro coperto dal mantello nero con il cappuccio che gli
copre la faccia e respira pesante come se soffrisse d’asma.
“Ti stavo
aspettando Alastor, ci rincontriamo finalmente…” con voce roca come una pietra
che struscia sul pavimento; avvicinandosi con la bacchetta in mano.” quando ti
ho lasciato ero sono un discepolo, ora sono io il maestro”. I due incominciano
a sferrare incantesimi
“I tuoi
poteri sono deboli auror.”
“Se mi
abbatti, io diventerò più potente di quanto puoi immaginare.” rispose l’auror
“Non
saresti dovuto tornare.”dando seguito al loro efferato combattimento.
“…li ho interpellati,” la voce di Silente
lentamente saliva da un pozzo profondo, costringendo Nicholas a tornare alla
realtà “per, capire il motivo del perché sei stato scelto. Nicholas scusami, tu
sei italiano ma il tuo nome si direbbe francese.”
“Si professore, i miei genitori sono di origine
francese residenti in Inghilterra, ma io sono nato in Italia. I miei vi si
trasferirono poco prima che io nascessi.”
“Capisco, cosa sai delle streghe e maghi in
generale Nicholas?”
“Ho dato una letta al libro Storia della Magia, di
Adalbert Incant. L’autore narra con dovizia di particolari, la caccia delle
streghe e l’uso di semplici incantesimi per non soffrire l’essere arsi sul
rogo. Ma non dice, delle migliaia di uomini e donne che invece sono stati
torturati e uccisi, perché sospettati, di esercitare stregoneria. Bastava
semplicemente che uno andava dalle autorità e denunciasse che tal dei tali esercitava
stregoneria…” –
“Già erano
tempi bui, ma tu mi sembri abbastanza ferrato in materia.”
“Si professore, si dice che la mia famiglia
dovette cambiare nome, perché era perseguitata dall’inquisizione Spagnola… che
ci facciamo, nel cortile del pub professore?”
“Da qui, si va a Diagon Alley”
Batté sul muro tre volte con la punta della
bacchetta.
‘Da qui
si va a Diagon Alley’, perché mi vennero in mente i versi del terzo canto
dell’inferno di Dante?1
Il mattone che aveva colpito usci per metà, altri
incominciarono a muoversi fino a che non si formò un’apertura, che con stridore
di mattoni divenne un passaggio con tanto di arco.
L'arco dava su una strada selciata tutta curve, di
cui non si vedeva la fine.
Nicholas rimase senza fiato, fece il suo primo
passo nel mondo magico, si sentiva come Neil Armstrong quando il 20 luglio del
1969, mise il primo piede sulla luna.
Silente, gli fece gustare quel momento per intero;
poi insieme andarono alla banca dei maghi.
“Ecco la
Gringott.” disse.
Erano
giunti a un edificio bianco come la neve che svettava sopra le piccole
botteghe. Ritto in piedi, dietro un portale di bronzo brunito, con indosso
un'uniforme scarlatta e oro, c'era un piccolo essere brutto dal naso adunco e
dalle orecchie a punta.
Carino il
pupazzo, sembra uno dei folletti di Labirinth.
Si inchinò al loro passaggio.
Oddio
quel coso è vivo.
Passata la prima porta si trovavano di fronte una
seconda porta, questa volta d'argento, su cui erano incise le seguenti parole:
Straniero, entra,
ma tieni in gran conto
Quel che ti aspetta
se sarai ingordo
Perché chi prende
ma non guadagna
Pagherà cara la magagna
Quindi se cerchi nel sotterraneo
Un tesoro che ti è estraneo
Ladro avvisato mezzo salvato:
Più del tesoro non va cercato.
E adesso
che hai fatto la rima sei più scemo di prima, ma è una banca o la bacheca del
poeta dilettante della domenica?
Quando
attraversarono la porta d'argento, una coppia di folletti si inchinò davanti a
loro e li introdusse in un grande salone marmoreo.
Un centinaio di altri folletti seduti su alti
scranni dietro un lungo bancone scribacchiavano su grandi libri mastri,
pesavano le monete su bilance di bronzo, ed esaminavano pietre preziose con la
lente.
Le porte erano troppo numerose per poterle
contare, e altri folletti erano occupati ad aprirle e richiuderle per fare
entrare e uscire le persone. Silente e Nicholas si avvicinarono al bancone.
“Salve” disse Silente a un folletto che in quel
momento era libero.
“Devo prelevare dei soldi dal fondo speciale per
allievi poveri”.
“Avete la chiave, signore?”
“Certamente, eccola”
Con stupore, Nicholas notò che il rubino più
piccolo era delle dimensioni di un uovo.
Il folletto
la osservò da vicino.
“Sembra che
vada bene. Molto bene, Unci-unci vi accompanerà alla camera blindata.”
Arrivò un
folletto diverso.
Unci-unci condusse Silente dentro una porta.
Passarono diversi minuti, in cui Nicholas
(guardato con sospetto dai folletti) per ingannare il tempo stava osservando il
meraviglioso lavoro d’intarsio canticchiando a mezza voce.
Quando uscirono dalla banca (con molto sollievo di
Nicholas) Silente gli porse un sacchetto.
“Nicholas” disse Silente“ i soldi che ti ho dato,
ti dovranno bastare per tutto l’anno, e ti dovrai accontentare i libri di
seconda mano.”
“Nessun problema professore.”
Allora se
ho capito bene, il galeone è la moneta principale. Un galeone equivale a 17
falci. Un falci equivale a 29 zellini… ma non potevano usare unità più
comprensibili come barbabietole, carote e zucchine? Uhm, non ho chiesto il
corrispondente in euro.
Prima tappa: la bacchetta.
Un'insegna a lettere d'oro scortecciate sopra la
porta diceva: Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C. Nella vetrina
polverosa, su un cuscino color porpora stinto, era esposta una sola bacchetta.
Entrarono nel negozio di Olivander.
Il negozio era angusto e sporco, un lieve
scampanellio, accolse il loro ingresso. Era un luogo molto piccolo, vuoto,
tranne che per una sedia dalle zampe esili su cui ne Silente e ne Nicholas si
sedettero. Quest’ultimo guardandola, aveva l’impressione che si sarebbe rotta
se fissata a lungo.
Si mise invece a guardare le migliaia di scatoline
strette strette, tutte impilate in bell'ordine fino al soffitto.
“Buon pomeriggio” disse una voce sommessa. Avevano
di fronte un uomo anziano con occhi grandi e scoloriti che illuminavano la
penombra del negozio come due astri lunari. “Albus, qual buon vento ti porta
qui?”
“Nicholas”
esordi Silente, indicando il neo studente “deve comprare la sua prima
bacchetta.”
Olivander lo scrutò da capo a piedi. “Non sei un
pò troppo grosso per fare il primo anno?”
Quo usque
tandem abutere, Catilina, patientia nostra? quam diu etiam furor iste tuus nos
eludet?2 Il latino mi ha sempre rilassato. Ma che gli frega a lui di
quanto sono alto, cos’è le bacchette costano tanto al metro?
“In famiglia siamo tutti alti.” Esibendo un
amabile sorriso del tutto finto.
“Ah, ho capito sei un mezzo gigante.” Disse
Olivander, non capendo la strana luce negli occhi dell’anziano preside.
“Più o meno.”
“Allora, Mr
Etrange', vediamo un pò” e tirato fuori dalla tasca un lungo metro a nastro con
le tacche d'argento… “Qual è il braccio con cui usa la bacchetta”
“Er... boh ma che ne so... destro?" guardando
Silente con una punta di paura. “Alza il braccio… così.” Misurò il braccio
dalla la punta delle dita, poi dal polso al gomito, dalla spalla a terra, dal
ginocchio all'ascella e poi prese anche la circonferenza della testa.
Per utilizzare per utilizzare la
bacchetta tutto 'sto casino? È una bacchetta mica un vestito. Sono strani
questi maghi!
Appena finito di prender tutte quelle misure,
sparì dietro i scaffali, per ricomparire subito con un cofanetto tutto
impolverato.
“Quercia, dodici pollici e un quarto, con un crine
di unicorno.” Mise la bacchetta sul tavolo.
Nicholas osservò a lungo la bacchetta, non
accorgendosi dell’espressione sconcertata di Olivander.
“Bella!” disse Nicholas “come si usa?”
“Com… sareb… non sa…” Farfugliò impallidito,
sicuramente se gli avessero detto che suo figlio era morto squartato da cavalli
indomiti avrebbe sofferto di meno. “Non sarà mica il …babbano?”
Tanti
saluti alla missione segreta.
“Olivander, lui non ha poteri magici o se li ha
ancora non si sono manifestati, ma per diritto di nascita deve frequentare la
scuola.”
Incredibile,
mai visto un ‘parlare a suocera affinché nuora intenda’ usato con questa
maestria
In effetti, con quella semplice frase, Silente
aveva dato ben quattro risposte.
Le prime tre erano per Olivander e specificavano
che Nicholas non era un babbano (bugia necessaria) e che quindi poteva comprare
una bacchetta (semplice stratagemma per farlo sembrare mago) e per ultimo,
qualora si fosse scoperto che era proprio il famoso babbano.
Se ci fossero stati problemi aveva la diretta
protezione di Silente.
Quarta ed ultima risposta, aveva confermato a
Nicholas che era sotto la sua protezione.
“Bene”
rispose Olivander “prenda la bacchetta e la agiti”
Nicholas la prese e la agitò, ma non successe
nulla.
“Mi sa che fino a che non si sviluppano, non
potremmo mai sapere quale di queste bacchette sia adatta per te.”
“Scusate, ma non basta alzare al mano e urlare A
ME BACCHETTA!!!” da un angolo remoto del negozio, si sentì uno schiocco e del
trambusto.
Un affilato proiettile d'ambra sfrecciò per il
negozio, andandosi a posare nel palmo della mano.
Scariche di energia azzurra scaturite dalla
bacchetta serpeggiarono lungo la mano di Nicholas, senza provocare dolore.
Tutti e tre rimasero attoniti a fissarsi tra loro
e contemporaneamente la bacchetta.
Sudori freddi incominciarono timidamente a
scendere giù per il collo del babbano in terra di maghi.
Fu Olivander a rompere il silenzio. “Molto
interessante, in realtà, è la bacchetta a scegliere il mago, ma non era mai
successo prima che una bacchetta venisse chiamata in questo modo. Quella
bacchetta appartiene ad una serie di cinque costruite più di mille anni fa e si
dice che sia maledetta. Ma è stata controllata, molte volte ma mai è stato
riscontrato nessuna fattura”
“Ha detto che era una serie di cinque, a chi
appartenevano le altre quattro bacchette?” chiese incuriosito Nicholas.
“Ai quattro fondatori.”
Tutti e due uscirono, pensierosi dal negozio di
Olivander, come un bambino con il suo primo giocattolo Nicholas incominciò a
sventolare la sua nuova bacchetta, mormorando parole senza senso. Di colpo
dalla bacchetta uscirono delle scintille.
Fu un unico movimento.
Silente a girarsi di scatto e Nicholas a
nascondere la bacchetta dietro la schiena.
Due, occhi spalancati fissarono silente con aria
interrogativa.
“Che… c’è, professore?”
“I Babbani non possono essere maghi. Il meglio, o
il peggio, che possono sperare sono effetti casuali e incontrollabili generati
da un'autentica bacchetta magica, la quale, in quanto strumento che incanala la
magia, a volte trattiene poteri residui che si possono scaricare
improvvisamente”.
Nicholas rimise a posto la bacchetta, in tasca e
insieme al preside andò a prendere il calderone, gli abiti (strada facendo, non
mancò la visita alla gelateria dove mangiarono un buonissimo gelato, dai colori
inquietanti, ma dal sapore ottimo).
Come ultima tappa, al Ghirigoro per prendere i
libri mancanti.
Mentre Nicholas era occupato a prendere i libri,
il proprietario chiamò Silente da parte e mostrandogli un antico libro.
Quando Nicholas ritornò con la pila dei libri,
Albus aveva già nascosto il libro in una delle pieghe del mantello.
Tornati al Paiolo Magico e attesero la sera per
partire.
Tre macchine nere senza contrassegni mandate dal
ministero, prelevarono Nicholas e lo portarono ad Hogsmade.
Arrivarono alle prime luci del nuovo giorno.
Sulle rive del lago vi era un gruppo di cinque
auror pronto a scortarlo al castello. Un auror salì con lui sulla barca, e gli
altri quattro volarono a pelo dell’acqua scortando la barca e senza problemi
arrivarono al castello.
Il castello era gigantesco e appariva a tratti. La
visione si alternava tra i ruderi, (ciò che vedrebbe un babbano con una voglia
che si manifestava a tratti, di correre via perché aveva dimenticato di fare
delle cose importantissime), al castello intero, (ciò che vedrebbe un mago).
Avrebbe chiesto a Silente una spiegazione.
Appena entrato nel castello i cinque angeli
custodi, sparirono con un leggero POP.
Nicholas entrò quasi in punta di piedi, con il
rispetto di chi entra in una cattedrale.
A metà rampa di scale c’era il custode Argus
Gazza.
Un tizio cencioso, vestito con un lungo spolverino
di almeno tue taglie più grande. Un gatto, dal pelo arruffato, che sembrava
appena uscito da una centrifuga, stava ai suoi piedi fissandolo con curiosi
occhi rossi.
“Un babbano, pensavo che nessuno di voi feccia
potesse appestare l’aria di Hogwarts”
“Senti chi parla, ti si sente da qui e stiamo a
dieci metri di distanza; e poi sono io quello che appesta l’aria di questo
castello.”
Silente era in cima alla scala, preoccupato del
fatto che un babbano fosse entrato in quella scuola, dei pericoli che si
sarebbero potuto verificare e per ultimo, il fatto che forse il carattere di Nicholas
non era tanto mansueto come si richiede ad un alunno.
Il preside, scese dalle scale e accompagnò il
nuovo alunno nel suo ufficio.
Erano tutti presenti, tranne Piton, alla cerimonia
privata di assegnazione della casa di appartenenza.
“Ogni alunno” incominciò a dire Silente “che varca
le porte di questa scuola viene smistato in uno dei quattro dormitori del
castello.
E’ una cerimonia molto importante, perché per
tutto il tempo che passerai qui a Hogwarts…”
Sicuramente
il più breve tempo possibile
“NO
DIALETTO e poi breve o lungo che sia il periodo, sarai soggetto alle regole
della scuola.”
“Si professoressa.” Cercando di diventare piccolo
piccolo.
“La casa a cui sarai assegnato,” riprese, Silente
con una punta i sorriso “sarà un po' come una famiglia. L’unica differenza è
che mentre tutti loro faranno vita comune tu…”
“Io non mi farò vedere, perché anche il più
piccolo dei maghi n uno starnuto può uccidermi, lo so! Non si preoccupi ho già
fatto missioni sia sotto copertura che in Incognito. Sarò il primo allievo
invisibile ad Hogwarts”
“Ottimo Signor Etrangè, i quattro dormitori si
chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuno ha la sua
nobile storia e ciascuno ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine.”
Prese dallo scaffale un cencio brutto, che
assomigliava ad un cappellaccio tutto strappato e ricucito alla peggio.
Ma che
schifo, cos’è? Non lo voglio neanche vedere. Bleah mi dovrò fare l’antitetanica
solo per averlo guardato.
La professoressa non ebbe fatto in tempo a
poggiare il capello sulla testa di Nicholas; che subito esordi
“Bentornato sire, ad Hogwarts”.
Tutti
rimasero stupiti, mai il cappello si era comportato cosi.
“Gra…grazie monsieur Chapeaux3”
“Scelga lei la casa in cui vuole andare” Nicholas
era più stupito di tutti i professori e farfugliò “… Grifondoro, Tassorosso,
Serpeverde e Corvonero…”
Perché ho
l’impressione di conoscere già questi nomi? Anche quando li ha nominati
Silente. Dove li ho già sentiti. Perché mi viene in mente la Ninna nanna che mi
cantava sempre mia madre?.
“…hanno
caratteristiche particolari o una è uguale all’altra?”.
Il cappello incominciò a cantare in versi.
Gioisci,
o tu che varchi il cancello
Quattro
case in un castello
che
smistate son da un cappello
in modo
retto e senza appello
Grifondoro,
Che non
ha timor di nulla
Dei
coraggiosi è la culla
Dove non
c’è mai terra brulla
In quel
luogo la cavalleria brilla.
Tassorosso,
giustizia
e lealtà
pazienza
un’infinità
e il duro
lavoro non è novità.
Corvonero, il vecchio
e il saggio, ragione e sapienza qui
trovan linguaggio
siete
svegli e pronti di mente,
qui
dimostrate il vostro lignaggio
che si
confà a simil gente.
Serpeverde,
qui
troverete gli amici migliori
che qui
raggiungono fini ed onori!
tipi
astuti e affatto babbei
son
persone su cui conterei
Fugato
ogni dubbio ora hai
Dimmi tu
in quale casa vai
“Er… ecco… sceglierei Corvonero.” guardandosi
intorno come a cercare conforto, sulla scelta appena fatta.
“Vieni ti faccio vedere la tua stanza.” disse
Silente accompagnando Nicholas fino alle scale fatate e mai ferme.
“Fai attenzione alle scale.”
“Perché mordono, professore?” ormai si aspettava
di tutto, anche se, essere ucciso da una rampa di scale carnivora non gli
sembrava plausibile.
“No” rispose Silente ridacchiando “amano cambiare,
che ninna nanna ti cantava tua madre?”
“Eh? Cos… ah si la telepatia. Mia madre per farmi
addormentare mi cantava una ninna nanna, tramandata da generazione in
generazione, che narrava di quattro animali da evitare un leone d’oro, un tasso
dal pelo fulvo, un corvo nero e un serpente del colore dell’erba.”
“Sarei curioso, di ascoltarla.” Silente sorrise,
ma in fondo in fondo era molto turbato, e di questo Nicholas se ne era accorto.
“Professore dove devo andare?” chiese Nicholas.
“Risiederai nella sala dell’organo, si trova nella
torre opposta all’aula di Divinazione.”
Adesso so
tutto, il castello non ha più segreti.
“Molto bene… e come ci arrivo?”
“Semplice Nicholas, allora sali e…” Silente si
fermò con un espressione sgomenta, guardando altre le spalle di Nicholas.
“C…che c’è professore” Nicholas aveva paura a
guardare dietro di lui, temeva che realmente le scale, divenute un grosso
serpente lo stessero per attaccare.
“Le scale… ti stanno indicando la strada.”
In effetti le scale, avevano interrotto il loro
movimento erratico e stavano mostrando la strada per stanza riservata a lui.
“Fiuuuu, professore mi ha fatto prendere uno
spavento, però che gentili.” ed incominciò a salire.
Ogni rampa superata, rincominciava il suo erratico
movimento.
Arrivato a metà scala Nicholas si fermò, e con
esso il movimento delle scale.
“Professore, mi scusi.” si girò per parlare con il
preside, e le scale sotto di lui di fretta ripresero posizione per farlo
scendere.
“Dove sono tutte le mie cose?”
“Ti sono già state portate, nella tua stanza.”
“Grazie.” e prosegui per la sua stanza. Appena
giratosi le scale dietro di lui ripresero il loro movimento.
Tutti i fantasmi che Nicholas incontrò durante il
tragitto, gli fecero l’inchino, e quei pochi che dissero qualcosa, ripeterono
le parole del cappello… ‘Bentornato Sire’
1)
(Dante
Alighieri, Inferno canto III prima terzina)
'Per me si va ne la città
dolente, / per me si va ne l'eterno dolore, / per me si va tra la perduta
gente.
2)
(Cicerone
Marco Tullio – Orazioni – Contro Catilina ‘In Catilinam’)
Fino a che punto, Catilina, approfitterai della
nostra pazienza? Per quanto tempo ancora la tua pazzia si farà beffe di
noi?
3)
Francese:
signor cappello
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** INIZIANO LE LEZIONI ***
CAPITOLO 3
C A P I T O L O 3
Aperta la porta, rimase esterrefatto per il tipo di stanza che gli era
stata riservata.
Grande, di forma vagamente circolare, al cui
centro capeggiava uno spettacolare organo a canne.
Non seppe resistere alla tentazione e premette un
paio di tasti, ne usci una nuvola di polvere… e un suono meraviglioso, caldo
che riempì la stanza come raggi di sole al mattino.
Il letto a baldacchino stava alla destra mentre la
scrivania attaccata quasi al camino stava a sinistra, tutto a torno vi erano
dei libri.
Ampie finestre inondavano di luce la stanza e
davano sul lago, un panorama perfetto… fu allora che lo vide.
Quasi in penombra c’era una piccola creatura aveva
enormi orecchie da pipistrello e due occhi verdi sporgenti, grandi come palle
da tennis.
Oddio è
questo cos’è?
La creatura avanzò, con passo strascicato,
stropicciandosi la veste e fissando il pavimento, fermandosi a un metro da lui.
Nicholas si avvicinò e si inginocchiò davanti a
lui “Ciao, chi sei?”
“Il mio nome è Ginpy e sono un elfo domestico, il
professor Silente ha detto che Ginpy deve stare al suo servizio.” disse
continuando a fissare il pavimento.
“Bene, Ginpy vedo che sei interessato al pavimento
di questa stanza.” Ginpy sembrava farsi sempre più piccolo, come se volesse
scomparire.
“Se sei veramente al mio servizio, questo è il mio
primo ordine; quando parli con me, mi devi guardare in faccia.”
Due timidi
occhioni verdi si alzarono, Ginpy rispose al sorriso di Nicholas, con un
autentico sorriso.
Nicholas seppe d’istinto che quello forse era il
primo amico vero che aveva li in quella scuola.
Seduto alla scrivania incominciò a organizzare la
sua vita scolastica.
Come prima lezione da “privatista” Nicholas
incontrò il borioso professor Rhambau che con un gran sorriso disse.
“Così tu saresti il… babbano.” pronunciò babbano
come se la parola stessa gli facesse schifo
No, sono
la fata turchina, imbecille, continua cosi che ti stampo un bibidibobbidibù in
faccia.
“Come speri di poter battere i maghi oscuri, che
possibilità avresti contro un Infero? I babbani con la loro ottusità che
passano il tempo a guardasi le scarpe senza accorgersi del mondo che li circ…”
una cosa grigiastra passò sibilando a due centimetri dagli occhi.
Era la penna d’aquila con la quale stava scrivendo
Nicholas che era stata lanciata con perizia e che si era infilata perfettamente
tra de libri, come un coltello.
“Ora, se hai finito di dire scemenze su quello che
posso o non posso, vorrei andare avanti con la lezione…grazie.”
Incominciò cosi la sua carriera di celebrità ad
Hogwarts, l’unico babbano in una scuola di maghi, dal carattere leonino.
Il mercoledì a mezzanotte studio del cielo
stellato con i telescopi e imparare il nome delle stelle e i movimenti dei
pianeti. (Nicholas venendo dal ministero della marina ed avendo appena rinnovato
il brevetto di guida con l’uso del sestante spesso era lui che diceva i nomi
delle stelle).
Tre volte alla settimana, Erbologia con una strega
piccola e tarchiata, la professoressa Sprite, con la quale imparava a coltivare
tutte le piante e i funghi più strani, maledicendo il fatto che non si era
portato il fucile a pompa; alcuni funghi attaccano!
Scoprire a cosa servivano (dopo essere
sopravvissuti al loro attacco). Storia della Magia, l'unico corso tenuto da un
fantasma. Ruf non la finiva più di parlare con voce monotona, Nicholas fu
l’unico a seguire le lezioni con molto interesse e più il tempo passava più il
suo interesse aumentava, passando moltissimo tempo in libreria in orari dove
non c’era nessuno, su permesso diretto di Silente.
La professoressa Mcgranitt insegnava
trasfigurazione. Ascoltava con avidità e prendendo una marea di appunti. Severa
e intelligente, fece un bel discorsetto ‘La Trasfigurazione è una delle materie
più complesse e pericolose che apprenderai… ehm insomma la teoria che cercherò
di spiegarti”’ disse.
Chissà se
David Chopperfield da lezioni private.
“Ah, finalmente sei qui” un leggerissimo sorriso
di sufficienza solcò il viso di Piton.
“Si professore, eccomi qui avido di apprendere
nuove nozioni”
“Molto bene, qui si impara la delicata scienza e
l'arte esatta delle Pozioni. Poiché qui non si agita insulsamente la
bacchetta…”
Meno male
cosi evito di cavare un occhio a qualcuno con ‘sto zeppo.
“…stenterai a credere che si tratti di magia. Non
mi aspetto che comprendi a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco
lento”
Dallo a
me e ti faccio la famosa zuppa Etrangè in grado di resuscitare i morti.
“…con i suoi vapori scintillanti, il delicato
potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane ammaliando la mente, stregando
i sensi... Io potrei insegnarti a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura
la morte... ma tu sei un babbano, e non credo che capiresti. Se io ti
chiedessi, che cos’è il Distillato della morte vivente, cos’è un bezoar, o
cos’è l'Aconitum lycoctonum, sono parole che cadono nel vuoto, vero?”
Nicholas ci pensò su un attimo “Mmmm dunque il
Distillato della morte vivente… credo che sia una sorta di pozione soporifera
molto potente, il bezoar mi sembra di aver letto da qualche parte che stanno
nella pancia delle pecore. l'Aconitum lycoctonum è conosciuta anche con il nome
di l'Aconitum Napellus, ma non so minimante a cosa serve” sulla faccia Piton
apparve stupore.
“Sorprendente. Si la pozione distillato della
morte vivente è una pozione soporifera. Il bezoar non si trova nella pancia
delle pecore, ma delle capre e serve a curare la maggior parte dei veleni.
L’aconitum lycoctonum è effettivamente conosciuto con il nome di aconitum
napellus e serve assieme ad altri ingredienti a fare pozioni antiveleni.
Notevole… per un babbano.”
“Beh professore, considerando che mi trovo in un
mondo in cui anche uno starnuto…”
Piton, mentre Nicholas parlava, osservava i fogli
di pergamena e la penna babbana con la quale scriveva.
Rimase colpito dal una frase sottolineata tre
volte ‘cercare informazioni su Inferi o maledizione Inferius’.
“Cosa
significa questo?” tuonò Piton, afferrando il foglio di pergamena. “Non
hai trascorso, neanche una settimana e già cerchi informazioni su fatture di
magia oscura?”
“Veramente non sapevo che si trattasse di magia
oscura. L’ho sentito nominare da quell’idio… ehm spocchioso di Rhambau e visto
che ne ha parlato come se fosse una cosa pericolosa ho pensato che era una cosa
sulla quale prendere informazioni. Mi scusi non sapevo che fosse proibito.”
Prima che la giornata si chiuse, ci fu un altro
incidente… che rallegrò i corridoi della scuola
Era notte fonda e Nicholas, come suo solito stava
studiando in biblioteca.
Mrs Purr all’improvviso saltò sul tavolo dove
Nicholas stava studiando, un ‘ODDIO MIO’ riecheggiò nel silenzio della sala
lettura.
“Siamo fuori dalle stanze, nelle ore tarde eh? Qui
ci vuole una bella punizione.” disse Gazza, con un sorrisetto.
Il silenzio del corridoio della biblioteca, venne
interrotto dal rumore di due porte aperte all’improvviso, una figura umana
urlante scaraventata fuori, seguita da un MEOWWWWW spaventato di mrs Purr che
raggiunse il suo padrone volando.
“HO IL PERMESSO DI SILENTE IMBECILLE.” le porte
della biblioteca si chiusero con fragore.
La mattina successiva la professoressa Mc Granitt
accompagnò Nicholas nell’ufficio di Silente, dove ad attenderli c’era un
imbronciato Gazza e il professor Piton.
Silente era combattuto, come la professoressa
McGranitt e forse pure Piton, dal rimanere serio o sbottare in ridere in faccia
a Gazza per quello che era successo.
“Qui ci vuole una punizione esemplare.”
“Cosa, propone mastro gazza?” disse piatto Piton.
“Di pulire, le coppe senza magia…”
“Sai che sforzo...” disse Nicholas sbuffando.
Resosi conto dell’errore, si affrettò a
correggere.
“… e senza utilizzare l’unguento per pulire.”
Silente stava per dire qualcosa, ma venne bloccato
da un gesto secco di Nicholas.
“Stammi a sentire ‘cencioso’, se vuoi la guerra
l’avrai. Pulirò le tu coppe senza i tuoi strumenti.” Argus sorrise. “ ma ci
sono delle condizioni da rispettare…” il sorriso di Gazza, rimase li congelato.
“ Uno, devo vedere le coppe. Due, mi devo
costruire il necessario per eseguire la punizione. Tre, mi serve minimo una
settimana.”
“Penso che, quattro giorni siano sufficienti. Sono
pienamente d’accordo con tutti gli altri punti. Mastro Gazza, può andare ora
noi dobbiamo discutere di una faccenda importante.” disse Silente
“Vorrei vedere come farai babbano.” gli sputò in
faccia a Nicholas, mentre si dirigeva verso la porta continuando a fissarlo
negli occhi.
Era tanto concentrato a gettare occhiate velenose
a Nicholas, che si dimenticò dello scalino e per poco non finì per terra.
Appena uscito, Silente con molta calma. “Sebbene
Argus Gazza provi una grande invidia nei confronti degli studenti di questa
scuola, perché non ha poteri magici, benchè sia nato da genitori maghi. Si
diverte a tormentarli in tutti i modi possibili, cercando sempre di coglierli
sul fatto per poterli punire in modi sadici, tu sei un alunno, anche se unico.
Qui non tolleriamo che nessun alunno si prenda gioco del personale di questa
scuola.”
“Lo so
signor preside, ma nonostante il suo permesso lui... ho capito, farò più
attenzione mi scusi.”
Se quel
cencioso ci riprova gli do un destro, che quando si sveglia, la razza umana
sarà passata di moda da almeno tremila anni.
Silente sorrise “Molto bene, quale era la seconda
cosa di cui dobbiamo discutere?-
“Inferi.” disse Piton
Nicholas riferì per filo e per segno ciò che era
successo alla lezione di con Rhambau.
La Mc Granitt aveva un’espressione scettica, Piton
parlò.
“L’Inferius o Infero è un cadavere che è stato
rianimato dall’incantesimo di un mago Oscuro. Non è vivo, è semplicemente usato
come un burattino per eseguire gli ordini del mago.”
Ci vollero
un paio di secondi, affinché Nicholas capisse quello che aveva detto.
“Un cadavere rianimato… un non morto… ma allora
stiamo parlando di Zombie(1), e io che mi preoccupavo.”
“Credo che non hai afferrato il concetto.”
intervenì Piton.”gli Inferi sono pericolosi, perché non si possono uccidere,
l’unica cosa che temono e che li rallenta è il fuoco.”
“Preside, fatemene avere uno e vi dimostrerò come
noi babbani, combattiamo queste cose.”
Due giorni dopo, durante una partita di Quiddich,
nella sala comune si tenne una singolare lezione. Sette auror di livello
avanzato tenevano a bada un essere scheletrico dagli occhi bianchi che
dondolava sul posto, con aria da ebete.
Tutti i professori erano presenti, Nicholas era li
appoggiato ad uno dei tavoli che si guardava l’Infero.
Rhambau stava chiacchierando con fare pomposo,
sulle caratteristiche degli Inferi.
Quando gli auror rilasciarono gli incantesimi l’Infero
andò direttamente su Nicholas.
Rhambau, scagliò delle fiamme che distrasse
l’Infero, ma senza nessun risultato. Appena spente riprese la sua marcia verso
Nicholas. “Allora babbano, facci vedere come combatti.” con il suo sorrisetto.
Ma che si
ride quello, sta sempre a ridere, ma che è la festa sua?
L’Infero si stava avvicinando a Nicholas, che
neanche lo stava guardando.
Più il non-morto si avvicinava al babbano più gli
auror erano visibilmente nervosi.
Era a più di tre metri quando Nicholas gli diede
un’occhiata distratta, mentre giocherellava con la bacchetta.
A due metri di distanza, tutti gli auror e i
professori alzarono le bacchette, Rhambau aveva perso la sua spocchia e anche
lui ora puntava la bacchetta verso il non morto.
L’infero era ormai vicinissimo, Piton scattò in
avanti, ma Nicholas lo scartò velocemente annullando la distanza tra lui e il
non-morto.
Con un bell’affondo infilò la bacchetta
nell’occhio sinistro e l’infero si contorse come se in preda ad una
convulsione.
Approfittando di quel momento con un movimento
fluido, lo bloccò con una presa in modo che la spina dorsale poggiasse tutta
sul suo fianco… una rapida torsione e un sinistro scricchiolio della spina
dorsale dell’infero che si spezzava come dei rami secchi annunciarono, che non
vi era più pericolo.
L’infero giaceva a terra scomposto.
“L’Infero o Inferius.” incominciò a dire Nicholas,
mentre recuperava la bacchetta “sono semplicemente degli Zombie. Ma pur essendo
cadaveri che camminano, sono soggetti alla fisionomia umana. Staccargli la
testa o spezzargli la spina dorsale è l’unico modo per renderli innoqui.” tutti
erano in silenzio. “Quindi, come dicevo, non c’è da preoccuparsi. Io vado a
finire di fare compiti e poi mi devo organizzare, per la punizione di Argus
Gazza.”
Gli auror, e tutti i docenti presenti in sala, si
fermarono ad osservare il non-morto a terra.
Chi avrebbe mai detto che quegli esseri,
invulnerabili alla magia, potevano essere fermati semplicemente spezzandogli la
schiena.
Il ministero si sarebbe informato di più sulla
versione babbana degli infero, e sopratutto che lavoro Nicholas, faceva al
ministero della marina.
La lezione di volo sulla scopa Nicholas la seguì
volando, o per meglio dire saltandola a piè pari chiacchierando soavemente con
Silente, sul fatto che quello di svolazzare sulla scopa non sarà mai una
materia in cui lui ne conoscerà mai i segreti.
Dei quattro giorni concessi da Silente, Nicholas
ne perse due per cercare gli ingredienti necessari (un particolare tipo di
sabbia, e dell'olio abbastanza denso).
Trovato quello che cercava, rimaneva ancora un
problema;e fare a trasformare la sabbia nelle tre gradazioni di durezza
necessarie al lavoro richiesto.
Piton risolse per lui il problema.
Erano passati tre giorni e alla fine dell'ora di
pozioni che domandò a Piton.
“Professore, mi scusi. ho letto che i semi di
Forshyziam Ghiaiens vanno macinati in una mola di pietra. Pensavo di poterla
utilizzare per risolvere il problema della pulitura delle coppe.”
“Esatto, quei semi vanno macinati nelle prime ore
del giorno con una mola di pietra. Ma se non ricordo male non devi utilizzare
nessun tipo di oggetto magico” disse Piton guardandolo come un leone
guarderebbe un topolino.
“Ma non sarò io ad utilizzarlo, sarà lei.” gli
occhi di Piton divennero due fessure cariche di odio. Nicholas si affrettò a
proseguire.
“Vorrei utilizzare, o meglio, vorrei che lei
utilizzasse la mola per macinare la sabbia fino ad ottenerne tre diversi tipi
di durezza, che mescolata all’olio per le lanterne mi permetterà di pulire le
coppe.”
Si dice che la curiosità è donna, ma si dice che è
anche contagiosa.
All’esperimento, assistettero tutti quanti;
Silente, la McGranitt, Piton intendo a seguire le direttive di Nicholas e un
gongolante Gazza che prediligeva il momento in cui avrebbe con soddisfazione
gustato la sua rivincita.
Ottenere i tre tipi di durezza di sabbia, con
quella macina risultò molto semplice, ma il momento più sublime fu quando
Nicholas incominciò a pulire le coppe.
La polvere di tre tipi di durezza venne versata un
tre contenitori colmi d’olio, e mescolata di continuo (a questo pensò Silente
che su permesso di Gazza fece comparire tre coppe con tre bastoncini che
giravano senza sosta).
Con uno straccio prese un po’ dell’unguento a grana
grossa e ne strofinò una coppa, pulita con un secondo straccio già mostrava
evidenti segni di brillantezza.
Il secondo passaggio con la stessa miscela ma con
la sabbia intermedia e evidenziò ancora meglio la brillantezza, per diventare
sfavillante con il terzo passaggio con la sabbia fine.
Di tutti, ovviamente, quello che non era contento
era il custode, che se andò con un diavolo per capello.
In futuro quello divenne famoso come il metodo
Gazza per pulire tutto ciò che era ottone senza usare la magia.
Ma nessuno, nemmeno Nicholas stesso se la prese
perché con ciò che successe in seguito, questo piccolo furto non sarebbe
rientrato neanche nella categoria “ultimo dei problemi.”
1)
Zombie è una
parola di origine haitiana legata ai riti Voodoo, che è entrata
nell'immaginario comune attraverso il campo cinematografico e letterario
come un morto vivente. Nelle credenze popolari di Haiti alcuni sacerdoti
malvagi (bokor) sarebbero in grado di catturare una parte dell'anima di una
persona (detta Gros Bon Ange), producendo uno stato di letargia che rende
come morto un essere vivente, e che anche anni dopo la sua sepoltura, essi
siano in grado di riesumare il corpo rendendolo loro schiavo. Passando
sotto il naso del morto una bottiglietta contenente il suo Gros Bon Ange lo
si potrebbe far risvegliare e controllarlo a piacimento. Secondo alcune
tradizioni se lo Zombie dovesse assaggiare del sale per un qualsiasi
motivo, riprenderebbe coscienza e la fattura verrebbe spezzata. Nella
cultura letteraria e cinematografica occidentale gli zombie sono creature
morte che continuano a camminare, senza più volontà, spinti solo dalla fame
innaturale di carne fresca. Facendo diventare al sua volta non morto la
persona attaccata.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** IL PLATANO PICCHIATORE ***
CAPITOLO 4
C A P I T O L O 4
Era cosi passato un mese, senza troppi scossoni. Nella scuola già alcune
voci incominciavano a serpeggiare.
Un babbano si aggirava tra le mura del castello.
Nessuno lo aveva incontrato, ma tutti erano sicuri
di aver visto una fugace ombra scivolare lungo i corridoi.
Erano i primi di ottobre, quando la professoressa
Mc Granitt andò a trovare Nicholas nella sua stanza.
Nicholas si contorceva sull’organo, come in preda
ad un’atroce agonia; di tanto in tanto il vecchio strumento sbuffava nuvole di
polvere.
Appena la Mc Granitt ne varcò la soglia, venne
investita dalle calde note dello strumento.
Per un momento rimase sconcertata, si accorse che
Ginpy stava seduto sulla sedia e gli rivolgeva un candido sorriso; poi di corsa
scese dalla sedia e andò a strattonare la camicia di Nicholas.
“Ginpy, cosa c’è?” il piccolo elfo indicava
qualcosa dietro di lui, e seguendone la direzione si accorse della visita della
professoressa.
“Buongiorno professoressa, a che devo la visita?”
“Vede Nicholas, ogni sette anni qui si svolge il
Torneo tre maghi tra questa scuola e altre due. Ritengo che non sia opportuno
che ti trovino qui.”
“Dove mi nascondo professoressa, dietro la tenda?”
“Si ‘nasconderà’ alla Stamberga Strillante.
Etrangè perché non sentivo la musica fuori della porta? Lei non ha poteri
magici.”
“Beh semplice, Ginpy ha poteri magici e ho chiesto
se lui conosceva un modo per non far uscire il suono fuori della stanza. E poi
sapendo che questa torre è deserta… basta fare due più due e il gioco è fatto.
Ehm, cos’è la Stamberga Strillante?”
“Il posto più infestato da fantasmi
dell’Inghilterra.”
Ecco e ti
pareva, mai una cosa normale
“NO DIALETTO.” Urlò d’improvviso facendo
sobbalzare la professoressa. “Lo stava per dire.” Puntandole uno scherzoso dito
accusatorio. Per un momento i lineamenti del viso della professoressa, si
illuminarono di un sorriso, per poi ritornare freddi ed impassibili come
sempre.
“Scusi. Va bene professoressa andiamo a questa
Stamberga” disse con un filo di voce.”
Per tutto il tragitto Nicholas ebbe la sensazione
che la professoressa stesse ridendo, ma mentre si muovevano per i corridoi
della scuola tutti gli alunni che incrociavano la strada, cambiavano subito
direzione.
Eh? Che
ha detto? Confucio? Confermo? No no Confundus… mmm lo cercherò appena possibile
sul libro di magia, prima però sarà meglio chiedere il permesso al professor
Piton, non si sa mai.
In effetti, la professoressa quando durante il
tragitto incontrava qualcuno, lanciava a bassa voce l’incantesimo Confundus,
per confondere le menti degli alunni in modo da non ricordarsi di aver visto un
babbano.
Arrivati al giardino interno, si fermarono davanti
ad un grande albero tutto nodoso.
L’albero era un enorme platano mal sagomato, con
strani rami che finivano con dei rigonfiamenti che sembravano pugni.
“Bello” disse Nicolas con il tono diplomaticamente
neutro di colui, ed era pura verità, che non riusciva a capire che ci faceva
davanti a quell’albero.
Lo capi subito quando un uccellino ebbe la
malaugurata idea di andare a posarsi su un ramo.
Uno dei rami immobili saettò verso la povera
bestia a mo di frusta e una nuvola di piume cadde a terra.
Ma che… anche gli alberi sono pericolosi qui?
“Bello, è la prima volta che vedo un albero da
guardia. Ehm professoressa, come mi ci avvicino al quell’albero? Aspetto che si
addormenta?”
“Sebbene esista la possibilità di usare
l’incantesimo chiamato ‘Immobilus’ è stato approntato da Hagrid questo bastone
lungo con il quale a distanza sicura… là! Rende innocuo il platano.”
Difatti, mentre parlava la professoressa, prese il
lungo bastone e colpendo un particolare nodo irrigidì l’albero.
I due attraversano uno stretto tunnel fino ad
arrivare alla stamberga strillante, che oltre ad essere popolata da fantasmi
era l’unica casa che sulla terra ferma beccheggiava come una nave, che affronta
il mare grosso.
Carina,
beh per essere infestata dai fantasmi, non è messa poi così male, in fondo c'e'
solo polvere stratificata dal paleolitico.
Perché mi
hanno portato qui? In una casa di questo tipo, ma soprattutto se era infestata,
e quindi potenzialmente pericolosa per i maghi perché portare me che sono un
babbano che non ho neanche una stilla di potere magico?
Non fece in tempo, a dare verbo ai suoi pensieri
che Silente si materializzò vicino ai due.
“Arrgh, professore, che spavento! Ma non potrebbe
avvertire quando si teleporta? Non dico la finezza ‘Kirk ad Enterprise’ ma dei
campanelli che fanno plinplonplan prima del teletrasporto, sarebbero graditi.”
Sorridendo beatamente disse.
“Certamente ti starai chiedendo perché, ti abbiamo
fatto venir qui…”
Si,
appena passa l’infarto!!!
Nicholas
aprì la bocca per rispondere, ma Silente continuò “tra un mese arriveranno le
due scuole ospiti ed è meglio che evitare che un babbano giri indisturbato per
le mura di questo castello. Non ti preoccupare non ci sono fantasmi in questa
casa, è una leggenda che ho contribuito io a creare per salvaguardare un alunno
che aveva contratto la licantropia”
Licantropia?
Esistono anche i lupi mannari?
“Purtoppo si, signor Etrangè.” rispose freddamente
la professoressa Mc GRanitt “e del loro dilagare dobbiamo ringraziare Fenrir
Grayback”
E chi è? No, meglio non chiedere. Non mi va di
rifare la lezione speciale su come noi babbani uccidiamo queste creature, ho
ancora i brividi per quel coso che ho steso. Ancora ho il sinistro scricchiolio
della sua spina dorsale.
“I licantropi possono essere uccisi. Come?” chiese
la Mc Granitt
“Secondo le leggende, con un proiettile d’argento,
ma non voglio fare un’altra dimostrazione la prego.”
“Non si preoccupi, non ci sarà nessuna
dimostrazione, anche perché sono solo leggende... inferi o zombie,
vampiri, licantropi per voi babbani non esistono sono solo storie di spavento.
Ho ricevuto un gufo dall' ufficio regolazione e controllo delle creature
magiche nel quale si dice che per voi babbani sono solo fantasie letterarie.”
“Horror, professore, horror non spavento.”
“Nicholas…” riprese Silente, con tono duro.
“perché hai fatto quella sciocchezza? Gli inferi sono molto pericolosi!”
Nicholas in quel momento parve gonfiarsi, e un
espressione scura e minacciosa mutò i suoi lineamenti.
“Conosco professoressa la differenza tra coraggio
e stupidità e sicuramente ho fatto una cosa stupida ma sono un babbano e non
permetterò a nessuno, di pensare che per quanto… umano, non sia in grado di
difendermi o provarci.” pronunciò questa parole con la fierezza di un monarca
decaduto.
La professoressa Mc Granitt rimase di stucco, con
un solo sguardo aveva capito il rimprovero che in quel momento serpeggiava
nella sua mente.
Si, Nicholas era diverso.
Attento e sensibile allo stesso tempo, ma fiero e
indomito davanti al pericolo, da tenere d’occhio in quanto babbano, ma non
tanto sconsiderato da andarlo a cercare.
Magicamente, tutte le cose di Nicholas vennero
trasferite nella Stamberga.
Tutti professori con un soave SWOOP sparirono.
Nicholas incominciò ad ispezionare la sua nuova
“casa”.
Come la maggior parte delle case inglesi, lo
spazio si svolgeva in alto e sebbene fosse abbandonata da molto tempo era una
bellissima ‘Stamberga’.
Una volta finite di fare le pulizie, che grazie a
Ginpy durarono un niente, la casetta rimodernata era una delizia. L’incantesimo
usato Ginpy per fare le pulizie rapide consisteva una un forte vento, toglieva
solo la polvere senza spostare gli oggetti e scaricarla verso il camino o altre
aperture. I ragazzini del villaggio circostante, o gli studenti della scuola
che per dimostrare di essere coraggiosi agli occhi delle ragazze si
avventuravano in direzione della stamberga, con lo scopo di toccare le pareti;
rimasero impietriti quando all’improvviso essa si mise a urlare e a sputare polvere.
Due di loro tornarono a casa con i capelli bianchi dalla paura, gli altri invece
tornarono a casa con la Corsica disegnata nelle mutande.
La casa
essendo fuori dai confini della scuola, e quindi fuori dall’aura magica che
impediva di utilizzare la tecnologia non presentava nessun ostacolo all’uso del
portatile e cellulare. Volendo essere pignoli un problema c’era, ed era quello
delle batterie. Nicholas fu bel felice di poter accendere il suo portatile.
Incominciò quindi a controllare la posta e a girovagare su Internet.
Quando Piton aveva fatto le valigie, prima di
partire per il fantastico mondo dei maghi, pensando che fosse importante aveva
messo nei bauli anche la borsa del portatile.
Ginpy risolse il problema della batteria che
divenne la prima batteria a carica infinita (probabilmente i componenti a ioni
di litio la cui durata stimata dalla casa costruttrice, era circa dieci anni,
con l’intervento dell’elfo si sarebbero consumati… entro due secoli, dotati di
autoricarica spontanea) e per la connettività wireless Nicholas si dovette
accontentare dell’area di Londra… a più di 600 chilometri di distanza.
Amo la magia.
E aveva ragione, o no?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** LE TRE SCUOLE ***
CAPITOLO 5
C A P I T O L O 5
Nicholas era intento a studiare, le strane pozioni date per compito
ridacchiando sul fatto che alcune avevano quasi gli stessi ingredienti zuppe e
minestroni babbani (con effetti leggermente diversi e più pericolosi) quando
alzò la testa, aggrottando la fronte incominciò ad ascoltare i rumori della
casa.
“Buongiorno professore, qual buon vento la porta
qui?”
SWOOP e apparve il professor Silente.
Silente rimase sorpreso.
“Per un momento, prima del teletrasporto, i rumori
della casa, cambiano anche in maniera impercettibile. Mi dica,” sorridendo.
“Oggi, arrivano le rappresentanze della altre due
scuole, vorrei che anche tu assistessi a questo evento.”
“E pensa che sia saggio che un babbano assista a…”
“In quanto babbano, no! In quanto studente, si!”
Silente prese Nicholas se lo strinse a
forza…SWOOP!
Per un momento Nicholas ebbe la sensazione di
essere diventato cieco, tutto diventò nero; era pesantemente schiacciato da
tutte le parti; non poteva respirare, c’erano delle fasce di ferro che si
stringevano intorno al suo petto; i suoi bulbi oculari venivano forzati
all’interno della testa; i suoi timpani venivano spinti sempre più dentro il
suo cranio e poi …
Respirò a pieni polmoni l’aria fresca e vomitò la
cena.
“Stai bene?” Domandò Silente, guardando verso di
lui preoccupato. “È una sensazione che necessita di un po’ di pratica prima di
farci l’abitudine.”
E io che
mi lamentavo della giostra del camino express.
“Non lo faremo più vero? E se ci dobbiamo spostare
useremo la cosa lì… come si chiama? La polvere danzante ehm volante.”
“ E’ il metodo più veloce e pratico per viaggiare
per un mago…”
“Babbano…” con il tono di colui che sperava di non
ripetere mai più quell’orribile esperienza.
Un semplice sguardo, di sottecchi di Silente
incorniciato da un leggero sorriso fecero capire a Nicholas che era meglio che
si metteva l’anima in pace e che si preparasse a cose ben peggiori.
Silente scrutò il cielo e poi urlò.
“Aha! Ecco la delegazione Beauxbatons!”
E che si
urla questo? Sono a meno di un metro da lui
A causa
dello shock della smaterializzazione, Nicholas non si era accorto che si erano
materializzati nel cortile della scuola, in mezzo agli altri studenti.
Un momento, non è possibile smaterializzarsi
dentro la scuola.
“Professore mi scusi…?” ma di Silente, nessuna
traccia.
“Dove?”
esclamarono parecchi studenti con impazienza, guardando tutti da una parte
diversa.
Nicholas si guardava in giro, con un vago senso di
preoccupazione, c’era qualcosa che non riusciva a capire, e ciò non gli
piaceva.
D’un tratto la sua attenzione fu distolta da
qualcosa di grosso, molto grosso si precipitava nel cielo azzurro cupo in
direzione del castello, e diventava sempre più grande.
Mentre tutti gli allievi tiravano giù conclusioni
su cosa poteva essere quella cosa che via, via andava ingrandendosi. Nicholas
da pilota di elicotteri non poteva far altro che criticare l’andamento
ballonzolante di quella strana cosa volante.
Qualcosa in fondo all’anima gridava ‘PERICOLO’.
Mentre la
gigantesca sagoma nera sfiorava le cime degli alberi della Foresta Proibita,
illuminata dalle luci del castello, videro un'enorme carrozza di un blu
polveroso, delle dimensioni di due pullman affiancati, che fluttuava verso di
loro, trainata nell'aria da una dozzina di cavalli alati, tutti palomino,
grandi come elefanti.
La carrozza
sfrecciava più in basso e si preparava ad atterrare a una tremenda velocità.
Rallenta,
sei troppo veloce, tira su il muso…
Con un fracasso abnorme, gli zoccoli dei cavalli,
più grossi di piatti da portata, toccarono terra. Dopo un secondo, atterrò
anche la carrozza, rimbalzando sulle vaste ruote, mentre i cavalli d'oro
scuotevano le enormi teste e roteavano i grandi occhi fieri.
Ma che…
Mamma mia che peracottari che sono. Che schifo di atterraggio. Sono bravissimi
con la magie ma in quanto ad atterraggi… sono proprio maghi.
Sulla porta
della carrozza c'era un blasone (due bacchette d'oro incrociate da cui
spuntavano tre stelle ciascuna). Un timido scatto annunciò la sua apertura.
Un ragazzo
vestito di azzurro pallido balzò giù, si curvò, trafficò per un attimo con
qualcosa ed estrasse una serie di gradini d'oro.
Poi arretrò rispettosamente. Una lustra scarpa
nera col tacco alto spuntare dall'interno della carrozza - una scarpa grande
come una slitta da bambino - seguita quasi immediatamente dalla donna più
grande che avesse mai visto. La taglia della carrozza e dei cavalli furono
subito spiegati. Alcuni ragazzi trattennero il respiro.
Quella cosa in fondo alla sua anima continuava a
gridare ‘PERICOLO’
Quando entrò nella luce che fiottava dalla Sala
d'Ingresso, si scoprì che aveva un bel viso olivastro, grandi occhi neri
liquidi e il naso piuttosto grifagno. I suoi capelli erano raccolti in una
crocchia lucente alla base del collo. Era vestita da capo a piedi con un
vestito blu notte con lapislazzuli che sembravano piccole stelle intrappolate
nelle trame del tessuto, molti splendidi opali scintillavano attorno al collo e
sulle sue dita enormi.
Silente
prese ad applaudire; anche gli studenti, seguendo il suo esempio, batterono le
mani, molti in punta di piedi per vedere meglio la donna.
Il suo viso si distese in un sorriso cortese, e
avanzò verso Silente, tendendo una mano tutta bagliori. Silente, benché fosse
ben alto, dovette chinarsi appena per baciarla.
“Mia cara
Madame Maxime” disse. “Benvenuta a Hogwarts”.
“Mon cher
Silonte!” esclamò lei con voce profonda. “Voi sta bene, spero!”
“Sono in ottima forma, grazie” disse Silente.
“I miei studonti” disse Madame Maxime, agitando
noncurante una delle sue enormi mani e indicando alle sue spalle.
Una dozzina circa di ragazzi e ragazze - tutti, a
occhio e croce, tra i diciassette e i diciott'anni - erano spuntati dalla
carrozza e ora erano in piedi dietro Madame Maxime, contemplando Hogwarts con
aria preoccupata.
“Karkaròff è già qui?” chiese Madame Maxime.
“Dovrebbe essere qui a momenti” rispose Silente.
“Preferite aspettare qui e salutarlo o entrare a scaldarvi un po”?”
“Scaldarsci, sì’ disse Madame Maxime. “Ma i
scevalli...”
“Il nostro insegnante di Cura delle Creature
Magiche sarà felice di occuparsene” disse Silente.
“I miei destrieri hanno bisogno di... ehm... una
mano descisa” disse Madame Maxime, con l'aria di dubitare che qualunque
insegnante di Cura delle Creature Magiche di Hogwarts fosse all’altezza
dell'incarico. “Loro sono tanto forti...”
“Le
assicuro, se ne occuperà con competenza” disse Silente con un sorriso.
“Très bien”
disse Madame Maxime con un piccolo inchino, “voleva dire a vostro insegnonte i
scevalli bevono solamonte whisky di malto, s’il vous plaît?”
“Provvederemo” disse Silente, inchinandosi a
sua volta.
“Venite”
disse Madame Maxime imperiosa ai suoi studenti, e la folla di Hogwarts si
dischiuse per lasciarli salire le scale di pietra.
Quasi tutti
guardavano il cielo in attesa. Per qualche minuto, il silenzio fu rotto solo
dagli sbuffi e dallo scalpitio dei grossi cavalli di Madame Maxime. Ma poi...
“Sentite
qualcosa?” disse uno del quinto anno di Grifondoro all'improvviso.
Tutti tesero l'orecchio: un suono forte e
stranamente misterioso avanzava verso di loro dall'oscurità. Un rombo e un
risucchio soffocato, come se un immenso aspirapolvere avanzasse lungo il letto
di un fiume...
“Il lago!”
urlò qualcuno. “Guardate il lago!”
Dalla loro
postazione in cima ai prati che sovrastavano il parco, potevano vedere
chiaramente la liscia superficie nera dell'acqua, solo che all'improvviso non
fu più affatto liscia. Al centro, in profondità, c'era una strana turbolenza;
grandi bolle si formavano in superficie, ondate si abbattevano sulle rive
fangose... e poi, proprio al centro del lago, apparve un vortice, come se un
tappo gigante fosse appena stato tirato via dal fondo...
Una cosa
che sembrava un lungo palo nero prese ad affiorare lentamente dal cuore del
vortice... e poi si intravide il sartiame...
E' un albero maestro!... dalla forma si
direbbe un brigantino.
Lenta e maestosa, la nave sorse dalle acque,
splendente nella luce lunare. Aveva un'aria stranamente scheletrica, come se
fosse la vittima risuscitata di un naufragio, e le fioche luci nebulose che
scintillavano dai boccaporti sembravano occhi spettrali. Alla fine, con un gran
sciabordio, la nave emerse del tutto, galleggiando sull'acqua agitata, e prese a
scivolare verso la riva. Qualche istante dopo, udirono il tonfo di un'ancora
gettata in un fondale basso, e il tonfo di una passerella che veniva abbassata
sulla riva.
I
passeggeri sbarcarono; i ragazzi videro le sagome passare davanti alle luci dei
boccaporti. L'uomo che li guidava portava una pelliccia liscia e argentea, come
i suoi capelli.
“Silente!”
gridò con calore, mentre risaliva la collina. “Come stai, mio caro amico, come
stai?”
“Benissimo,
grazie, professor Karkaroff” rispose Silente.
Karkaroff
aveva una voce leziosa, untuosa; quando entrò nel fascio di luce che dilagava
dal portone del castello, videro che era alto e sottile come Silente, ma i suoi
capelli bianchi erano corti, e il pizzetto (che finiva con un piccolo ricciolo)
non riusciva a nascondere del tutto il mento debole. Quando raggiunse Silente,
gli strinse la mano tra le sue.
Finiti i convenevoli, tutti quanti si ritirarono
nella grande sala.
Nicholas si muoveva in modo da nascondersi in
bella vista, diretto al platano, per poi andare alla stamberga.
Durante il tragitto, notò che Silente, la Mc
Granitt e Piton stavano controllando che tutti gli allievi facessero ritorno al
castello e cambiò direzione per andare a parlare con loro.
“Tu! Cosa diavolo ci fai qui!!!” sibilò Piton.
Quelle parole, fecero crollare il mondo attorno a lui. I tre professori,
guardavano il babbano con un misto di stupore e indignazione (Piton e la Mc
Granitt) mentre l’espressione di Silente era totalmente imperscrutabile.
Che
succede perché mi guardano così? Come, lui prima mi teletrasporta qui e poi non
se lo ricorda?
Piton prese Nicholas per un braccio e tutto il
gruppetto andò di filato nell’ufficio del preside.
“Non posso credere a tanta stoltezza…” incominciò
a inveire la professoressa di Trasfigurazione, seguita da Piton che rincarò la
dose…”Avevo ragione io, preside. Un babbano in questa scuola avrebbe solo
creato problemi. Appena abbiamo allentato la sorveglianza, ce lo troviamo qui
in mezzo agli alunni come se niente fosse.”
Silente era seduto, alla sua scrivania e
impassibile osservava la scena.
“Secondo te” tuonò Nicholas “dopo quello che mi
avete detto in quella specie di buco, chiamato il Pitale Magico…”
“Paiolo Magico, si chiama il Paiolo Magico.”
Serenamente corresse Silente
“Eh? Cosa? Ah si come dice il preside e le
precauzioni prese per la mia sicurezza, io me ne vado allegro e spensierato in
un ambiente ostile?”
“Stà di fatto, che ti abbiamo trovato fuori della
Stamberga senza autorizzazione.” Disse calmo Silente.
“Che è arteriosclerotico professore? Mi ci ha
portato lei nella piazza ad assistere all’arrivo delle delegazioni di coso li…
Bibibalons e Strikstram. Ci siamo smaterializzati insieme, non se lo ricorda!!!”
“Nessuno, entro i confini di Hogwarts può
materializzarsi!”
“E questo lo so da me professor Piton”
l’espressione di Piton cambiò e guardando Silente disse “Preside, lui è
veramente convinto di quello che dice.”
La porta dell’ufficio, si spalancò di botto e
Ginpy entrò e piangendo si diresse verso Nicholas.
“Perché non hai detto a Ginpy che uscivi” disse
l’esserino tempestando Nicholas di pugni. “Ginpy ha ordine di Silente di
proteggerti, perché dato a Ginpy pozione per dormire.”
“Ginpy, io non ti ho dato nulla.” Questo scatenò
un’altra serie di pugni rabbiosi.
“Ginpy calmati” disse Silente alzandosi dalla
poltrona dietro la scrivania e andando verso uno dei tanti armadi. Ritornò alla
scrivania con un basso bacile di pietra, con strane figure incise sul bordo;
rune e simboli che Nicholas non aveva mai visto. Dal bacile fuoriusciva una luce
argentata che fluttuava. Non riuscì a capire se la sostanza fosse liquida o
gassosa. Era di un colore argento luminoso e biancastro, e si muoveva
incessantemente; la superficie s'increspò come acqua accarezzata dal vento, e
poi, simile alle nuvole in cielo, si separò e vorticò dolcemente. Sembrava luce
liquida, o vento solido.
“Risolveremo tutti i dubbi, andando nel Pensatoio”
tutti gli sguardi erano su Nicholas.
Ma che…
c’è un problema grande quanto il castello e questi pensano di andare al bagno(1)?
Cos’è, caga che ti passa! Perché stanno guardando a me… non penseranno che io
sul quel coso… faccio… noooo!!!
L’elfo si avvicinò a Silente, e lo stregone portò
la bacchetta alla tempia e ne estrasse dalla testa uno strano verme argentato
che vi si attorcigliò. Silente immerse la punta della bacchetta nella
superficie luminosa del bacile e incominciò a girare la bacchetta come volesse
sciogliere quella cosa argentata. Poi tutti, elfo compreso si avvicinarono
Piton lo afferrò per il collo e lo spinse verso il bacile.
1)
Nella città di
Roma “Il Pensatoio” o “Trono” è inteso il water (o tazza del cesso) dove ci
si siede per espletare lo scarico dei rifiuti solidi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** DUBBI ***
CAPITOLO 6
C A P I T O L O 6
Tutto il gruppo, cadde in quello che sembrava
essere una gigantesca nube di vapore bianco.
Per un momento, gli scudi di Silente si erano
abbassati e Nicholas aveva visto la preoccupazione del preside, e degli altri
insegnati; Ginpy era come spaesato ma continuava a dare occhiatacce di traverso
a Nicholas.
D’un tratto, dapprima lontana e sfocata poi via
via sempre più nitida una voce emerse dalla nebbia.
“Ginpy!”
“Ginpy!”
“Ginpy! Ginpy, dove sei?” lentamente la nebbia di
dissolse e tutti quanti si ritrovarono in cucina a vedere l’elfo che puliva i
piatti.
“In cucina padrone.” Nicholas entrò e con un
grande sorriso disse.
“Ti ho preparato, una bibita che usiamo noi
babbani, da bere con gli amici, assaggiala non so se ti piace.
“Grazie padrone.” E incominciò a bere.
Mentre, che la pozione faceva effetto e l’immagine
quindi incominciava e sfocarsi, Nicholas che era rimasto sulla porta a guardare
incredulo la scena, vide un riflesso sullo specchio in corridoio che lo fece
impallidire.
Di colpo si ritrovarono nell’ufficio.
Nicholas era pensieroso. “ Si può rivedere?”
“Si certo tutte le volte che vuoi.” Rispose
Silente e mosso da curiosità si avvicinò al bacile come tutti gli altri.
“Abbiamo già visto, non è che cambia se lo
rivedi.” disse Piton atono.
“Non rompere i *CENSURA*” e preso Il professore di
Pozioni per il bavero lo trascinò dentro.
Stessa scena, stessa nebbia, stessa voce che
emergeva. La solita cucina… “Preside si può bloccare l’immagine?” Silente agitò
la bacchetta e l’andamento della scena si fermò immobile come quadro.
“Ha perfettamente ragione, stessa scena di cui
sappiamo come va a finire, ma posso attirare la vostra attenzione su un piccolo
particolare?”
“Quale?“ disse la professoressa di
trasfigurazioni.
“Se io sto lì a dare la pozione per dormire a
Ginpy, come è possibile che sia contemporaneamente riflesso su quello specchio
a fare un’altra cosa?”
Tutti si girarono, e seguendo il riflesso andarono
nella stanza affianco, dove un altro Nicholas era seduto intento a studiare.
Tornarono tutti nell’ufficio, e la Mc Granitt,
prese la bacchetta e tirò fuori il ricordo dalla testa di Nicholas.
La sensazione era strana, un incrocio tra
solletico e una puntura di zanzara; lo mise nel bacile e pochi secondi dopo
erano tutti di nuovo dentro.
Questa volta però non c’era la nebbia.
Nicholas vide se stesso a studiare, ridacchiare e
a tendere l’orecchio ai rumori di casa.
Tutti videro Silente materializzarsi, prenderlo e
la scena cambiò alla piazza della scuola. Mentre Nicholas era occupato a
vomitare la cena l’altro Silente sparì poco prima dell’arrivo delle delegazioni
Beauxbatons e Drumstrang.
Tornati per la terza volta in ufficio, sgomento e
preoccupazione serpeggiavano liberi.
Di sicuro, il più preoccupato era Nicholas che
aveva compreso che li non era un posto sicuro.
“Nicholas, puoi aspettare fuori, dobbiamo
discutere di questo nuovo avvenimento”
Nicholas si diresse come un ebete vero la porta,
ma l’elfo non lo seguì, la porta si chiuse e Silente agitò la bacchetta.
“Ho appena lanciato un’incantesimo di
imperturbabilità…” nonostante l’incantesimo Nicholas non aveva difficoltà a
sentire quello che succedeva nell’altra stanza. “in questo modo Nicholas, non
potrà sentire quello che noi diciamo.”
Perché
allora io riesco a sentire quello che dicono?
Perché
incantesimi, che non dovrebbero funzionare con me invece funzionano?
Nessun
Babbano, ha mai varcato i confini di questa scuola, e allora che ci faccio qui?
“Avete notato che i ricordi di Ginpy, all’inizio
presentava una specie di nebbia?
“Si preside, sembra come se i ricordi siano stati
manomessi da un complesso incantesimo di alterazione della memoria. Che cosa
sta succendo?”
“Non lo so, Severus per la prima volta non ho la
più pallida delle idee.”
“Il re è tornato e tutto il castello è hai suoi
ordini.”
Tutti rimasero basiti dalle parole del Cappello
Parlante.
Il re è tornato, io un re ma non diciamo
sciocchezze.
“Che vuol dire che il castello è agli ordini di
Nicholas?” ma il cappello non profeì verbo.
“Quando ho accompagnato, Nicholas a Diagon Alley,
il libraio mi ha dato questo libro. Ha più di mille anni ed è uno dei libri
considerati perduti e narra gli eventi che portarono alla costruzione del
castello.” Prese il libro e lo mostrò agli altri. Il libro mostrava pagine
sbiadite e l’unica immagine che si vedeva era quelli dei quattro fondatori, che
stavano davanti l’abbozzo del progetto di quella che sarebbe diventata la più
grande scuola di magia del mondo. Ma nell’immagine foto vi era una quinta
persona, che stava di spalle a braccia conserte a fissare il disegno.
“L’immagine risale a prima che fosse inventato il
modo per rendere le foto vive.”
“Loro li riconosco, e sono i quattro fondatori, ma
non so chi è quella quinta persona.” Disse la professoressa Mc Granitt.
“Non lo so Minerva, ma avete fatto caso alla
bacchetta che usa quella persona? È uguale a quella che usa Nicholas e
Olivander ha detto che era quella del periodo dei fondatori, e dicono che sia maledetta.”
Dopo una pausa Silente aggiunse, “Nicholas qua non è più al sicuro.
“E dove nasconderete padron Nicholas.” Chiese
l’elfo preoccupato.
“A Londra, dall’Ordine della Fenicie.”
Non c’è
pace tra gli ulivi.
La porta si
aprì ed entrò Nicholas.
“ADESSO BASTA!!! MI RITROVO IN UN MONDO DI CUI
DEVO AVER PAURA PURE DELLE OMBRE, E IO NON POSSO FARE NULLA. LE MIE UNICHE
SPERANZE SONO IN MANO VOSTRE CHE NON AVETE LA MINIMA IDEA DI QUELLO CHE SUCCEDE…”
Tutti erano basiti, non perché era entrato in
maniera poco ortodossa, ma per il fatto che la porta era stata
imperturbabilizzata e quindi impossibile da aprire e soprattutto nessun suono
in teoria avrebbe potuto passare.
Senza essere interpellato il Cappello Parlante
cantò in versi.
Tutti si girarono a guardare stupiti il Cappello
Parlante, non accorgendosi di Nicholas che era diventato pallido.
Se ne accorsero quando con un tonfo sordo Nicholas
cadde seduto a terra, bianco come un cencio…
Immediatamente tutti si mossero per andare ad
aiutarlo e adagiato su una poltrona lo sostennero con del succo di zucca
mescolato ad pozione calmante.
Ci volle un po’ di tempo, ma alla fine Nicholas
riprese sia il colore che il controllo di sé.
“Quella filastrocca, si tramanda da generazione
nella mia famiglia, perché quel cappello l’ha citata? Che ci faccio qui?”
“Non lo sappiamo, e credo che ti dovremmo chiedere
più di quello che potrai dare. Il tuo viaggio qui, HA uno scopo anche se adesso
non c’è tutto chiaro. Sarai trasferito in un luogo sicuro.”
La lezione di pozioni fu un disastro, più di una
volta Piton dovette richiamare l’attenzione di Nicholas.
Finalmente arrivò la sera, e Nicolas si mise a
letto con la speranza che un buon sonno ristoratore portasse consiglio.
Vana speranza ahimè.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** LEGILIMENS… ANCORA DUBBI!!! ***
CAPITOLO 7
C A P I T O L O 7
Ho
freddo.
E’ normale
Non
riesco a muovermi, e non vedo nulla.
Sei nel mondo dell’anima.
Cosa sono
questi rumori, vicini eppure cosi lontani.
Non cercare di dare un senso aspetta che si plachi
tutto.
Chi sei?
Io sono l’architetto e tu sei …
Un urlo d’angoscia, ruppe il silenzio della notte.
Nicholas si ritrovò, seduto nel letto tutto madido
di sudore, respirando pesantemente.
Subito Ginpy si materializzò sul letto,
incominciandosi a guardare in giro, per proteggere il suo padrone.
Il primo a materializzarsi fu Silente, seguito
dalla professoressa Mc Granitt.
“Tutto bene figliolo?”
“Si professore, solo un incubo. Professore cos’è
il mondo dell’anima?”
I due professori, si guardarono stupiti. “Penso,
che ne dovremmo parlare con il professor Rhambau… domani mattina. Per questa
notte noi staremo qui, avvertimi se hai altri sogni.”
“Il mondo dell’anima.” disse il professore di
difesa delle arti oscure serio, e per nulla spocchioso.”E’ un posto
particolare, dove tutto è possibile ma niente è reale. Non è mai stato provato,
ma è la base della maledizione Imperius.”
“Maledizione Imperius cos’è?”
Rhambau diede uno sguardo a Silente che annui.
“Vi sono tre maledizioni, che sono state bandite
dal ministero della magia e che pronunciarle conduce direttamente ad Azkaban,
la prigione dei maghi. Questi tre anatemi - Avada Kedavra, Imperius e Cruciatus
sono noti come le Maledizioni Senza Perdono”
“Che effetto hanno?”
“Be L’Avada Kedavra, o anatema che uccide, ha
bisogno di molto potere magico, si manifesta con un lampo verde e uccide
istantaneamente. Imperius ti controlla contro il tuo volere, mentre la
maledizione Cruciatus infligge un dolore indicibile.”
“Proviamole, escluso ovviamente l’anatema che
uccide, se devo combattere queste cose, devo sapere il loro effetto.”
Anche questa volta Silente diede l’assenso.
“Crucio!” ondate di dolore bianco, invasero ogni
fibra del corpo. Era come bruciare, Nicholas non mostrava nessun segno
esteriore se non alcune lacrime, che solcavano un volto deturpato da una rabbia
feroce. Quando Rhambau tolse l’incantesimo, l’espressione si rilassò e un
grande sospiro pose fine a tutto.
“Impressionante” disse il professore Rhambau.
“Mio padre mi menava spesso, perché era sempre
ubriaco. Le lacrime sono tutto ciò che concedo di manifestare.”
“E la rabbia che vedevo?”disse Silente.
“Era mio padre, non potevo rispondere.” Per un
attimo ci fu un imbarazzante silenzio.
Silente capendo che si stava toccando un argomento
delicato decise di proseguire con la maledizione Imperius”
Nicholas provò una sensazione davvero
straordinaria. Aveva l'impressione di galleggiare, come se tutti i pensieri e
le preoccupazioni dentro la sua testa venissero dolcemente cancellati, lasciando
nient'altro che una vaga, indefinibile felicità. Rimase lì, infinitamente rilassato,
solo vagamente conscio che tutti lo stavano osservando.
E poi sentì
la voce di Rhambau che echeggiava in una stanza remota del suo cervello vuoto:
“Prendi la scopa e usala come se fosse un cavallo” e ubbidiente Nicholas
trotterellò per tutta la stanza.
Ritornato in sé, disse ai professori che la
sensazione provata era del tutto diversa da quella del sogno.
“Credo, preside che dobbiamo utilizzare la
Legomanzia.”
Lego… cosa? Ma
che pure loro giocano con…
“E che cos’è?” Chiese Nicholas.
“E’ l’abilità di estrarre i sentimenti e i ricordi
dalla mente di un’altra persona…”
“Riesce a leggere nella mente? Come avete fatto
voi al Pit… ehm Paiolo Magico?”
“Solo i Babbani” incominciò a parlare Rhambau, con
un tono, che faceva venire voglia a Nicholas di prenderlo a sberle ad ogni
sillaba pronunciata “parlano di ‘lettura della mente’. La mente non è un libro
che può essere aperto a piacimento ed esaminato nel tempo libero. I pensieri
non sono attaccati all’interno del teschio, per essere esaminati da chiunque
entri. La mente è una cosa complessa e con più livelli. Quello che intendo
fare, è entrare nella tua mente e cercare di capire cos’è questo ‘mondo
del’anima’ LEGILIMENS!”
Rhambau si trovò in uno strano limbo, immagini che
apparivano e sparivano senza un criterio. Il giorno del diploma, lui piccolo
con il padre che sovrastava sopra di lui con la cinta in mano, il giuramento in
marina, il padre in un letto d’ospedale, la prima missione, la tomba del padre
e le cose non dette… buio, buio e freddo.
Più avanzava e più faceva freddo, solo una luce
fioca dava una parvenza di chiarore.
Davanti a lui, una figura
incappucciata gli dava le spalle.
Giratasi lentamente verso
il professore di Difesa contro le arti oscure puntò la bacchetta “Chi sei?”
e un lampo bianco rispedì il professore fuori dalla mente di Nicholas.
“Preside, dobbiamo trasferire Nicholas subito, è
in grave pericolo.”
Guardando Nicholas che era seduto, a mò di
fantoccio buttato li.
Durante il Legilimens, come se posseduto Nicholas
era saltato addosso al professore di arti oscure e la Mc Granitt era stata
costretta a lanciare un incantesimo di soporifero.
Il giorno dopo incominciarono le grandi manovre.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** IL NUMERO 12 DI GRIMMAULD PLACE ***
CAPITOLO 8
C A P I T O L O 8
La notte, svogliatamente stava cedendo ai timidi
raggi di sole, quattro ombre si materializzarono in prossimità della camera da
letto.
Il più grosso, con passo
zoppicante si diresse verso il
letto ma non fece in tempo ad avvicinarsi, che all’improvviso il letto parve
esplodere.
Con un movimento rapido, Nicholas gettò la coperta
addosso a quello più grosso e sgusciato via con una capriola si ritrovò faccia
a faccia con il secondo che lo fissava inebetito.
Una doppia palmata sul petto e lui volò via.
I due rimasti indietro, si erano ripresi dalla
sorpresa e stavano lanciando schiantesimi a bassa potenza di difesa ma non
riuscivano a prenderlo.
Un attimo di incertezza e tutti e tre erano pronti
e all’unisono lanciarono gli incantesimi, ma accadde l’impossibile (per gli
occhi di un mago).
Come sollevato da mani
invisibili, fece un salto facendo una giravolta in aria facendo un giro completo parallelo al terreno i due
schiantesimi gli passarono uno sopra e uno sotto, costringendo quello grosso a
buttarsi da un lato, per essere colpito.
Nell’atterrare per terra, continuò la rotazione e
si accovacciò come se si fosse avvitato afferrò un tappetino e mentre si
‘svitò’ diede uno strattone e una della coppia fini a gambe all’aria.
Nella rotazione arrotolò il tappetino e
contemporaneamente diede un calcio all’ultimo rimasto mentre con il tappeto
arrotolato dava una sberla a quello grosso.
D’un tratto, il combattimento venne interrotto da
Ginpy che entrò urlando.
“Fermo, fermo padrone loro sono qui per aiutarti,
eri ancora sotto l’effetto del incantesimo soporifero per questo non ho potuto
dirtelo.”
“Per Diana, ragazzo nessuno, se pur babbano è mai
riuscito a mettere nel sacco quattro auror come noi.” Dando una pacca cosi
forte che sbilanciato per poco non cadde in ginocchio.
“Er… grazie.”
Un po’
più forte ‘sta pacca e mi ritrovavo steso come una canottiera in mezzo alla
stanza.
L’elfo con uno schiocco di dita, aumentò la luce e
Nicholas riconobbe sia quello grosso con l’occhio blu elettrico che gironzolava
indipendente, che quello vestito in modo trasandato. Finite le presentazioni
(con una marea di scuse) si sarebbero ritrovati li tra due giorno per andare al
nascondiglio segreto.
Tutto il gruppo venne formato e Alastor, fece
salire Nicholas sulla sua scopa.
“Non rompiamo le file per nessun motivo, capito?
Se uno di noi venisse ucciso… attento al contraccolpo ragazzo.“
“Scusi, quale contraccolpo…” non fini la frase. In
quel momento Alastor diede in via e al povero babbano il ‘contraccolpo’ arrivò
diretto sui gioielli di famiglia.
Cadde a terra e ululando come un animale ferito,
dicendo cose che forse è meglio non riportare fedelmente, ad intenditor poche
parole.
“Porca puzzetta, che piffero, il tuo simpatico
contraccolpo me le ha mandate su a far salotto con le tonsille. Ma non avete un
modo meno puffoso per viaggiare?”
Silente chiese in prestito ad Hagrid la sua moto
volate, dandola in consegna a Nicholas.
E nel cortile della scuola Alastor incominciò la
lezione.
“Questa ragazzo mio, è una motocicletta.”
Ma dai, e io che
pensavo fosse un cavolfiore a reazione.
Alastor incominciò ad elencare tutte le
caratteristiche del veicolo, l’anno di fabbricazione, bla bla bla.
Uff ma quanto parla, ma
come si spegne. Ho capito hai studiato bene la lezione… ahia!!!
Rhambau accortosi che si era distratto un attimo,
gli aveva mollato un ceffone sulla testa.
Guarda te se a questo
adesso non gli do un destro in bocca, che gli faccio sputare i denti dalle
orecchie.
Alastor
continuava con la sua lezione, spiegando il motore, i pistoni, quando senti un
tonfo e vide Rhambau scivolare verso di lui.
“E’
scivolato.” disse atono Nicholas mentre si avvicinava alla moto
Il
suo occhio blu elettrico, lo aveva visto ma non poteva ridere.
Rhambau
che dava un secondo ceffone a Nicholas e questi giratosi prenderlo e farlo
volare in direzione dell’auror con una mossa di judo.
Nicholas, montò sulla motocicletta e messa in moto
fece un paio di giri di prova… la moto andava controllata.
Qualunque motociclista, degno di questo nome, sa
che la manutenzione di una motocicletta non si fa così; alla come viene, ma che
bisogna perdersi molto tempo e se serve smontarla controllarla e rimetterla a
posto.
Nicholas fece questo sfruttando al meglio la
magia.
Non accontentandosi di un banale quanto generale
“REPARO” chiese a Ginpy di smontare la moto pezzo per pezzo e ad ogni singolo
pezzo di lanciare l’incantesimo “REPARO”.
Il risultato finale, fu che la moto adesso era in
condizioni non solo perfette, ma superiori a quelle del mezzo appena finito di
assemblare in fabbrica.
Stranamente Rhambau incominciava a tenersi alla larga
da Nicholas.
Alastor spiegò il meccanismo di volo e sue secondi
dopo, Nicholas svolazzava allegramente per il cielo.
Atterrò davanti a tutto il gruppo.
“Ti rendi conto ragazzo che questo cambia
notevolmente il programma?” tutto il gruppo incominciò a chiaccherare su come
modificare questo misterioso programma:
Spazientito, per la lungaggine della discussione,
scese dalla moto e tuonò “Allora posso sapere in che consiste questa missione
di soccorso?”
“La missione consiste, nel portati sano e salvo al
quartier generale fino a che non avremo capito cos’è che ti minaccia.” rispose
Lupin.
“Dove si trova questo quartier generale?”
“Londra, e non devi sapere altro” rispose burbero
Alastor.
“Ottimo e come ci arriviamo?”
“Semplice, volando e con il favore delle tenebre.”
“Certo, infatti le moto volati, specie di notte
sono comunissime tra i babbani” e prima che Alastor o qualcun altro
incominciasse a parlare continuò ”Allora, io e la ragazza… come si chiama?”
indicando l’unica ragazza del gruppo.
“Ninphadora.” disse Alastor.
“Nessuno mi chiama Ninphadora, chiaro?...”
puntando l’indice ammonitore sotto il naso di Alastor.
Con un
nome cosi preferirei essere chiamato Brinuiuldasbrugalovagarda, anzi lo
pretendo!
“…tutti mi chiamano Tonks!” finì la frase
guardando Nicholas.
“Molto bene
NinphadoranessunomichiamaNinphadorachiaro? Tonks, mamma mia che nome lungo, tu
verrai con me in motocicletta.”
Appena sentito ‘Ninphadora’, la ragazza estrasse
con un gesto fulmineo la bacchetta per ritrovarsi bloccata e con due dita sotto
la carotide che provocavano un leggero fastidio respiratorio. ” E questo è un
ordine!”
Appena la
lasciò andare, mentre si massaggiava la gola un sorriso compiaciuto solcò il
volto giovane della ragazza.
Alastor, era una fontana di contentezza “Ah mi pace
sempre di più quel ragazzo, è forte.”
Nicholas, chiese di materializzare sia per
Ninphadora che per lui due caschi da motocicletta… e se pentì.
“Hai finito di fare la scema?” chiese, mentre
finiva di allacciarsi il casco.
“Che c’è, sono una normalissima motociclista
babbana”
Si certo,
e io sono la regina Nefertari
Si avvicinò alla ragazza, prese il casco glielo
sfilò dalla testa lo girò e glielo rinfilò nel verso giusto.
Risalito in motocicletta, aspettò che Tonks
salisse dietro a lui.
“Cosa diavolo stai facendo?”
“Sto salendo in motocicletta, come una vera
babbana.”
“Vuoi corda e rampini? Se vuoi ti posso insegnare
a cantare lo Yodel.”
Infatti, tutti i “veri motociclisti babbani” per
sedersi al posto del passeggero si arrampicano come degli scalatori, partendo
dal bauletto posteriore.
“Sempre a criticare, se devo andare con te in moto
come faccio a salire?”
Di tutta risposta, e senza scendere dalla moto
Nicholas fece scattare le seconde pedaline per il passeggero.
“Allora Tonks, per salire devi mettere il piede
sinistro… L’ALTRO PIEDE!!!! spingerti in alto e scavalcare con l’altra gamba il
bauletto e sederti… visto non era poi cosi difficile.”
Cosi finalmente (con suprema gioia di Nicholas)
erano pronti a partire.
“Allora,”
grugnì Moody, il suo occhio magico che scrutava il cielo. “Viaggeremo di notte,
questo è il piano. Tonks sarà il tuo angelo custode. Noi saremo tutti uniti.
Lupin ti coprirà da sotto. Io starò dietro di te. Gli altri ci circonderanno.
Non rompiamo le file per nessun motivo, capito? Se uno di noi venisse ucciso…”
Nicholas sperando di non essere visto, si diede
una grattata al cavallo dei pantaloni.
“…tutto bene ragazzo?” chiese di spalle Alastor.
“No, è che con il colpo di prima e il cavallo un
po’ stretto… solo un po’ di fastidio, tutto qui.” Esibendo un sorriso amabile
quanto falso.
I cavoli
propri mai, mentre quelli degli altri spesso e volentieri vero? Maledetto
occhio bionico…
“…gli altri si mantengano in volo, non si fermino,
non rompano le file. Se ci prendono tutti e tu sopravvivi, ragazzo…
Lo spero
proprio, visto che si tratta di me.
”…la retroguardia sarà pronta a prendere il
controllo; continua a volare verso est e loro ti raggiungeranno.”
“Smettila di essere così allegro, Malocchio,
penserà che non stiamo prendendo la faccenda seriamente,” disse Tonks, dando
una pacca di conforto a Nicholas.
Oddio mio, debuttanti allo sbaraglio, mi sa
che faccio meglio a mettermi un bersaglio luminoso sulla schiena e forse ho più
possibilità di cavarmela.
“Sto solo
spiegando il piano al ragazzo,” ringhiò Moody. “Il nostro compito è di portarlo
al sicuro al quartier generale e se moriamo nel tentativo… ancora problemi con
il cavallo dei pantaloni? Abbiamo tempo vuoi passare in infermeria a farti dare
un’occhiata?
“Non si preoccupi.”
“Nessuno morirà,” disse Kingsley Shacklebolt con
la sua voce calma e profonda.
“Montate sulle scope, quello è il primo segnale!”
disse stridulamente Lupin puntando verso il cielo.
Lontano, lontano sopra di loro, una cascata di
luminose scintille rosse era scintillata tra le stelle.
Bello,
toh guarda i fuochi artificiali… ma sono deficienti tutta ‘sta segretezza e poi
fanno segnali visibili a chilometri di distanza.
“Secondo segnale, andiamo!” disse Lupin a voce
alta quando altre scintille, verdi questa volta, esplosero in alto sopra di
loro.
Tutto il gruppo si alzò in volo. L’aria della
notte fresca scorreva attraverso i suoi capelli mentre il castello rimaneva
indietro, rapidamente inglobato in un miscuglio di nero e verde scuro, vennero
spazzati via dalla sua mente come se la corsa in aria li avesse soffiati fuori
dalla sua testa.
“Tutti a sinistra, tutti a sinistra, un babbano
sta guardando!” gridò Moody da dietro. “Dobbiamo andare più in alto… ci vuole
un altro quarto di un miglio!”
Vedere le minuscole lucine piccole come punte di
spillo che dovevano essere i fanali delle macchine e i lampioni, mentre stai a
cavallo di una moto con sferzate di freddo che ti investono metteva in corpo
un’adrenalina a Nicholas, in quel momento avrebbe sconfitto anche il più potente
dei maghi.
“Svoltare a sud!” gridò Malocchio. “Città di
fronte!”
Volarono verso destra per evitare di passare
direttamente sopra la ragnatela di luci che brillava di sotto.
“Portatevi a sud-est e continuate dritto, abbiamo
qualche nuvola bassa davanti in cui potremmo passare per non essere visti!”
ordinò Moody.
“Girare a
sud-ovest!” urlò Moody “Dobbiamo evitare l'autostrada!”
Kingsley Shacklebolt scese in picchiata intorno a
lui, la testa calva e l’orecchino che luccicava leggermente al chiaro di luna…
Ora Emmeline Vance era sulla sua destra, con la bacchetta fuori, la testa che
si girava a destra e a sinistra… quindi anche lei piombò su di lui, prendendo
il posto di Sturgis Podmore…
“Dobbiamo tornare indietro per un po', appena il
necessario per assicurarci di non essere seguiti!” gridò Moody.
“Dove piffero si trova questo simpaticissimo
quartier generale?”
“Giovanotto, un po’ meno sboccato per favore, ti
stiamo salvando la vita.”
Anche qui, spero che mi perdonerai mio giovane
lettore/lettrice se uso una maniera poco ortodossa per esprimere il linguaggio
forbito e non proprio aulico che in certi momenti esce dalla bocca di Nicholas,
ma da bravo autore (spero) ho deciso di non mettere nessuna parolaccia o
volgarità.
“Al numero 12 di Grimauld Place, per i babbani è
compreso tra 11 e 13 di Argyle Square.”
“Argyle Square? King Cross vero?
“Conosci Londra, bravo.”
“Grazie Tonks, se volete vi posso portare li
passando per la città, totalmente inosservati, ma dovete silenziare il motore.”
Indispettito Moody agitò la bacchetta e di colpo
il motore divenne silenzioso.
“Allora ti serve altro?”
“Remus e Shacklebolt con me, il resto del gruppo
in alta quota, e lei Alastor il suo occhio speciale puntato sempre su di me.”
I due gruppi si separarono, mentre il grosso,
pronto all’azione seguiva dall’alto gli ordini di Alastor.
Nicholas individuò subito il punto di entrata e si
precipitò.
Entrò a pelo dell’acqua, proprio all’uscita del
Maida Hill Tunnel sul Regents Canal.
Passarono a pelo dell’acqua Little Venice, e
proseguirono dritto fino ad arrivare al Feng Shang Princess e girarono a
sinistra e superarono un paio di ponti, fino ad arrivare al ponte interessato
quello dove passava Camden High.
Ora veniva la parte più difficile, quella di
mettere la moto su strada senza destare sospetti.
Con una manovra da manuale atterrò sul marciapiede
di destra, fatta scendere Tonks con l’incarico da fare da palo, attese il
momento in cui non passava nessuno, e per maggior sicurezza Remus lanciò un
Confundus sul ponte e sulle case vicine.
Lentamente la moto usci dal suo nascondiglio, e si
mise in strada.
Tonks risalì in sella (stavolta meglio della prima
volta) e tolto l’incantesimo di Insonorità i due con calma ripresero il
viaggio.
Remus e Shacklebolt si tenevano a distanza volando
sopra le case, ma tenendo d’occhio sempre due motociclisti.
I due proseguirono dritti per Camden High fino ad
arrivare all’incrocio con Euston Road, da li dritto fino ad Argyle street e
girato per Belgrove Street si ritrovarono a destinazione.
I due scesero, e Nicholas infilò la chiave e girò
verso sinistra, tolse il bauletto e lo mise a terra.
Il bauletto crebbe di misura, fino a che non
divenne delle dimensioni necessarie per contenere la moto, che Nicholas spinse
dentro.
Chiuso, il bauletto, esso si rimpicciolì fini ad
arrivare alle dimensioni di un porta cd, che Nicholas si mise in tasca.
Prima di partire, aveva chiesto a Silente quella
speciale modifica.
Non è saggio lasciare in giro una moto, specie se
poi è in grado di volare.
Aspettarono che il gruppo atterrò.
“Leggi,” mormorò Moody, porgendo un pezzo di
pergamena tenendo vicina la sua bacchetta accesa, in modo tale da illuminare la
scrittura. “Leggi velocemente e memorizza.”
Nicholas abbassò lo sguardo sul foglio di carta.
La calligrafia stretta aveva un qualcosa di nobile. Diceva:
Il quartier generale
dell’Ordine della Fenice si può trovare al numero dodici di Grimmauld Place,
Londra.
“Cos’è l’ordine della…?” cominciò Nicholas
“Non qui, ragazzo” borbottò Moody. “Aspetta finché
non saremo dentro!”
Prese il pezzo di pergamena dalle mani di Nicholas
e gli diede fuoco con un colpo della sua bacchetta.
E che… un
altro po’ e mi brucio.
Quando il messaggio si accartocciò fra le fiamme e
cadde ondeggiando sul selciato, Nicholas si guardò nuovamente intorno tra le
case. Erano fuori dal numero 11; guardò a sinistra e vide il numero 10; alla
destra, tuttavia, c’era il numero 13.
“Ma dov’è…?”
“Pensa a ciò che hai appena memorizzato” disse
Lupin tranquillamente.
Non accade nulla.
“Non mi dire che non hai letto quello che c’era
scritto sulla pergamena?”Grugnì Moody
“Te lo posso tradurre in otto lingue.”
“Forse l’incantesimo,” disse Shacklebolt “su di
lui non funzione in quanto babbano.”
“Se è cosi siamo allo scoperto.” Disse preoccupato
Alastor.
In quel momento,l’espressione di Nicholas si fece
vuota, come se qualcuno gli avesse sconnesso il cervello.
Prese la bacchetta e diretta verso il palazzo
disse “Manifesta Veritas” e svenne.
Una porta consumata emerse dal nulla fra i numeri
11 e 13, prontamente seguita da muri sporche e finestre sudice. Era come
pensare che una nuova casa si fosse gonfiata, spingendo quelle ai suoi lati
fuori dal suo perimetro.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** L’ORDINE DELLA FENICE ***
CAPITOLO 9
C A P I T O L O 9
L’ORDINE DELLA FENICE
L’intero gruppo rimase basito a ciò che vide.
Da una parte un babbano, o presunto tale che
lancia un incantesimo di potenza superiore a quello d’indisegnabilità lanciato
da Silente.
Dall’altra l’incantesimo lanciato da Nicholas; che
nessuno, a parte Remus, aveva mai sentito.
Con un po’ di fatica, riuscirono a portarlo
dentro; passando davanti ad un Silente dubbioso e taciturno.
Dentro casa lanciarono l’incantesimo Mobilicorpus,
e una serie di fili invisibili legati ai suoi polsi, al collo e alle ginocchia,
Nicholas si rizzò in piedi, la testa ciondolante simile a quella di una
grottesca marionetta e venne guidato verso la sua stanza.
Per annullare gli effetti del Manifesta Veritas
Silente dovette ricorrere a tutta la sua esperienza e solo dopo aver faticato
per più di un’ora riuscì a ripristinare l’incantesimo che proteggeva il
quartier generale dell’Ordine.
Quando la marionetta ops pardon, Nicholas venne
messo a letto, tutti quanti si riunirono per parlare degli eventi successi.
“Che succede Albus”
“Non lo so, Moody. Ammetto la mia ignoranza ma non
ho mai sentito questo incantesimo.”
“Manifesta Veritas…” incominciò a parlare Remus,
“è in incantesimo di magia perduta. Vecchia di più mille anni.
La magia perduta, non è raffinata come quella che
usiamo è rude e sotto molti aspetti più facile da utilizzare, ma molto più
pericolosa.”
“Questo vuol dire che...”chiese con un filo di
voce la Mc Granitt.
“Si Minerva, tutti noi, assieme e usando tutto il
nostro potere fino all’ultima stilla; non saremmo in grado di contrastare il
più semplice degli incantesimi di magia perduta.”
Nel suo stato di incoscienza, Nicholas stava
cadendo dentro qualcosa di gelido e nero; era come essere risucchiati in un
gorgo oscuro... una sensazione già vissuta.
Vide un'enorme sala, una sala che gli parve di
guardare da una finestra rotonda nel soffitto.
Una luce fioca illuminava l'ambiente, solo torce.
Vide file e file di maghi e streghe seduti lungo
tutte le pareti, sopra quelle che sembravano panche disposte a diverse altezze.
Nel centro della stanza troneggiava una piedistallo alto circa una ventina di
centimetri con fissate al centro delle lunghe catene, la sola luce che entrava
era un fascio lugubre che partiva dalla base e si perdeva verso l’alto. Aveva
un aspetto sinistro.
Dove
siamo?.
E’ giusto che tu sappia, questo è il mio processo.
Chi sei?
Alberich Cornelius Haldman Harchitè e sono colui
che ha fisicamente costruito il castello di Hogwarts.
Hai
parlato di processo, che hai fatto per meritare un processo?
Perché loro… e indicò quattro maghi seduti in prima fila mi
hanno commissionato di costruire il castello e poi mi hanno tradito.
Chi sono?
Loro sono i quattro fondatori Godric Grifondoro,
Tosca Tassorosso, Cosetta Corvonero e Salazar Serpeverde.
Che cosa
aspettavano tutti quei maghi?
Di vedere lo spettacolo, il mio processo.
Un’improvvisa folata di nebbia, per un momento
divenne tutto bianco, di colpo tutti gli istinti drizzarono le orecchie, quella
nebbia non portava nulla di buono.
Nicholas si guardò attorno più attentamente,
cercando di capire. La sala, era sottoterra: una segreta, pensò. Vi aleggiava
un'atmosfera cupa e inquietante: non c'erano quadri alle pareti, solo quelle
file serrate di panche che si alzavano in ranghi, tutte disposte in modo da
godere di una vista indisturbata su quel piedistallo.
La porta nell'angolo della segreta si aprì, ed
entrarono cinque persone: o meglio, un uomo, scortato da quattro strani figuri
svolazzanti che sembravano dei fantasmi coperti di fuliggine.
Alte creature incappucciate dai volti nascosti,
scivolarono lentamente verso la sedia al centro della sala, le mani putrefatte
attorno alle braccia del prigioniero, che sembrava sul punto di svenire. La
folla in attesa si ritrasse mentre i Dissennatori spingevano l'uomo sulla sedia
e uscivano silenziosamente dalla sala. La porta si chiuse alle loro spalle.
Non appena l’uomo salì sul piedistallo, le catene
come serpenti di metallo si mossero e si avvinghiarono ai polsi e alle
caviglie.
“Alberich Cornelius Haldman Harchitè, sei stato
accusato di aver violato le leggi della comunità dei maghi.” Disse imperioso il
giudice supremo.
“Io ho solo seguito le loro indicazioni” indicando
i quattro fondatori “e voi, tutti voi avete avallato questa idea.”
“E’ vero, ma tu non hai costruito solo il
castello, hai anche messo degli incantesimi di protezione antibabbano. Ma hai
anche insegnato come escluderli per rubare tutti i segreti contenuti.”
Si svegliò di soprassalto, in una stanza che non
conosceva.
Doveva essersi addormentato di colpo o qualcuno
gli aveva lanciato un incantesimo del sonno, perché non si ricordava di essere
entrato con le sue gambe.
Era dentro al leggendario Ordine della Fenicie…
qualunque cosa fosse.
Uscito dalla stanza, incominciò a scendere le
scale guardando i strani ritratti che si muovevano.
Arrivato a metà scalinata, un orribile urlo che
sembrava di mille anime tormentate riempì l’aria, le tarmate tendine di velluto
che aveva superato poco prima erano volate in pezzi.
Mostrando una finestra dietro la quale una vecchia
donna dal cappello nero stava gridando ed urlando come se stesse subendo una
tortura – dopo capì che era solo un ritratto a dimensioni naturali, ma il più
realistico ed il più sgradevole che avesse mai visto in tutta la sua vita.
La vecchia donna stava sbavando, i suoi occhi
ruotavano, la pelle giallina sul suo volto si tirava rigida mentre urlava; e
dappertutto lungo la stanza dietro di loro, gli altri ritratti si svegliarono e
cominciarono ad urlare a loro volta, così che Nicholas prima strabuzzò gli
occhi e poi si copri le orecchie con le mani.
Lupin e Tonks sfrecciarono verso il quadro e
cercarono di tirare le tende per zittire la vecchia donna, ma non poterono
chiuderle e lei gridò più forte che mai, brandendo le mani con artigli come se
stesse cercando di lacerarsi il volto.
“Sudiciume! Scoria! Prodotti di sporcizia e meschinità!
Dementi, mutanti, fanatici, via da qui! Come osate voi insudiciare la casa di
mio padre. “
Tonks riusci a chiudere a fatica le tende mentre
una signora con i capelli rossi si affretto su e giù per la stanza, zittendo
tutti gli altri ritratti con la sua bacchetta.
“Che…che è successo?”
“Oh, non ti preoccupare fa sempre cosi, il trucco
consiste nel passare rasente la balaustra, dai vieni che ti vogliono
conoscere.”
Mentre scendevano, dava occhiate furtive verso il
quadro urlante che borbottava per tutto il tempo che loro scendevano la scala.
Entrarono in un salone e si ritrovò un gruppo di
persone alcune conosciute e altre sconosciute.
Elphias Doge, Arabella Figg (che era li per il suo
consueto rapporto su un bambino chiamato Harry Potter, e di come i Dursley lo
trattavano), Mundungus Fletcher (che si vantava di aver fatto il migliore
affare della sua vita… qualunque esso sia), Rubeus Hagrid che salutò con un
sorriso Nicholas, Remus Lupin che lo salutò anche lui con un caldo sorriso,
Dedalus Lux, la mezzo gigante… pardon la signora dalle “ossa grandi” Olympe
Maxime, la professoressa Minerva McGranitt, Alastor Moody, il professor Severus
Piton, Sturgis Podmore, Kingsley Shacklebolt alto calvo e nero, con un
orecchino d’oro dotato di voce profonda, e come dirà qualcun altro dopo
Nicholas, calmante.
Aberforth Silente fratello di Silente e barista
“Testa di Porco”, il preside e fondatore dell’ordine Albus Silente, la
“motociclista babbana” Ninfadora Tonks, buona parte della famiglia Weasley
Arthur, Molly, Charlie (tornato temporaneamente dalla Romania).
Finite le presentazioni, e con un gran mal di
testa (se si ricordava il nome di un quarto dei nuovi era già un miracolo)
venne fatto sedere a tavola.
Finito di mangiare, e la cucina della signora
Weasley era eccezionale, tutta la sala cadde in un silenzio pesante come
granito tutti gli occhi erano posati su Nicholas.
“Dove siamo?”
“Questo è il quartier generale dell’Ordine della
Fenicie, instaurato anni fa per contrastare, le azioni nefaste di Tom Orvoloson
Riddle.”
Orvoloson…
Solvorno… Vorsolon… Svirgolon…ma qui nessuno ha un cognome normale?
“E’ chi sarebbe?”
“Come? Non conosci
Colui-che-non-deve-essere-moninato.” Urlò scandalizzato Mundungus
Fletcher.”Buon Dio come si fa a non conoscere l’Innominabile…”
L’innominabile?
E adesso che c’entra Francesco Bernardino Visconti? No quello era l’Innominato
dei Promessi Sposi.
“…tutte le persone che ha ucciso, le guerre che si
sono state, le persone che manipol… ugh!!!” il piatto che un momento prima
conteneva il fantastico rosbif alla Weasley, come una saetta volò, descrivendo
un’elegante curva, schiantandosi sulla faccia di Mundungus. Il poveraccio cadde
e rimase stordito a terra.
“Chi sarebbe questo Svirgolon Riddle.” chiese
Nicholas calmo.
“Un mago cattivo” rispose il signor Weasley
leggermente accigliato, mentre guardava il povero disgraziato a terra.
“Quanto cattivo?”
“Cattivo, cattivo. Ehm vorremo sapere come un
babbano come te possa lanciare un incantesimo cosi potente, da mettere in
difficoltà Silente.”
“Io non ho lanciato nulla.”
“Di questo Nicholas ne parleremo domani, dovrai
essere stanco è meglio che vai a dormire.”
Ma se mi
sono appena svegliato.
Pensieroso se ne tornò adagio in camera (passando
rasente al corrimano in corrispondenza del quadro urlante), chiuse la porta e
si diresse verso il letto passando davanti alla specchiera ma il riflesso… non
era il suo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** IL RIFLESSO OLTRE LO SPECCHIO ***
CAPITOLO 10
C A P I T O L O 10
Una delle paure, forse più inconsce che tormenta
colui che scrive è quella di trovarsi di fronte ad uno specchio e scoprire che
il riflesso non è il suo e anzi, non so come dire, non si comporta da riflesso.
Nicholas si trovò davanti, un riflesso di una
persona vestita con abiti di almeno mille anni prima.
A differenza dei film horror in cui il riflesso,
cerca di spaventare; questo riflesso se ne stava li tranquillo, e Nicholas
sapeva che se voleva cercare di arrivare al bandolo della matassa, doveva
muoversi da solo.
Il riflesso, usci un attimo fuori dalla visuale
dello specchio, e la sedia nella stanza di Nicholas incominciò a muoversi in
direzione di Nicholas.
Quando il riflesso entrò in visuale portando una
sedia, era la stessa sedia che nella vita reale si era mossa. Nicholas si
sedette su quella sedia e passò tutta la notte a discutere con il suo riflesso.
Le prime luci fecero capolino, il riflesso tornò ad essere “normale”.
Nicholas ne approfittò per riposarsi un paio
d’ore.
Uscì tranquillamente dalla sua stanza e scese le
scale.
La sua espressione era strana, dubbiosa, di
qualcosa fuori posto, di cose non dette o dette a metà e mentre scendeva non si
accorse che stava passando davanti al quadro maledetto che incominciò ad
urlare.
Dalla stanza in fondo alla scala uscirono, la
signora Molly e Lupin, ma si fermarono stupiti il modo poco ortodosso per far
zittire il quadro… dando un poderoso pugno al quadro stesso.
Portato l’indice sopra la bocca “Shhhh o uso
questo!” mostrando il suo coltello e il quadro rimase zitto, “Vale anche per
voi!!!” immediatamente i quadri tornarono a fare i quadri.
Quando scese, passò davanti due maghi tanto
sbalorditi che il mento per poco non toccava le ginocchia, il quel momento e
solo per un momento percepirono un’aura di potere da far impallidire tutti i
maghi più potenti del Wizengamot.
L’elfo domestico Kreacher, si inchinò cercando di
scomparire.
E si sedette sempre pensieroso a tavola per la
colazione, mangiò in maniera meccanica.
Quando tutto l’ordine si riunì, su richiesta di
Nicholas Silente portò il Pensatoio.
Messo al centro del tavolo tutti i membri assistettero
al Processo di Alberich e alla nottata di discorso con il suo riflesso.
“Che sta succedendo? E chi sarebbe questo Alberich
che dice di essere un mio antenato?”
“Non lo sappiamo, Nicholas.”
“A chi lo devo chiedere?”
“Forse lo sa la mia padrona.” disse una vocina
flebile, emergendo da qualche angolo sperduto della stanza.
Di tutta risposta, Nicholas fece un gesto secco
con la mano, indice e medio ora indicavano il soffitto, di colpo un tremante
elfo domestico incominciò a svolazzare per aria come trascinato da mani
invisibili.
Ora non starò certo a sottilizzare sul significato
empirico del gesto1 e dei sorrisini che suscitò, ma tutti videro che
Nicholas per un momento fu come rendersi conto che aveva fatto, guardarsi le
dita e impallidire.
Fu solo grazie alla fermezza di riflessi di Remus
che gli mise una mano sulla spalla sussurrando all’orecchio “Non perdere la
concentrazione” e al quasi invisibile assenso, che vide solo Nicholas, di
Silente che riuscì in ciò che seguirà.
“Chi è la tua padrona?”
“La… la… signora del quadro.” disse l’elfo.
La mano di Nicholas si aprì di scatto e il povero
elfo, cadde a terra gemendo.
Lentamente si alzò e si diresse con passo calmo
verso il quadro urlante.
“SUDICIUME! ANIMALI CHE…”
“Vagano senza meta… maledetti mutanti sporchi
schifosi osano infangare la casa di tuo padre bla, bla,bla. Hai finito? Questa
parte la conosco.”
“Maleducato, non ti hanno insegnato che una
signora non si interrompe mai?” la voce del quadro da austera, quando Nicholas
incominciò a giocare con i coltello la voce era un flebile sussurro. ”Ehm che
posso fare per te…”
“Chi è
Alberich Cornelius Haldman Harchitè?”
“E’ il tuo avo, tu sei l’erede del castello.”
“Lo so, che è il mio avo…”
All’improvviso capì, tutti i pezzi si incastrarono
da soli. Le scale che rispondono ai suoi comandi, i fantasmi che lo chiamano
Maestà… era più in pericolo fuori dal castello, che dentro.
1)
Alzare due
dita al cielo, curiosamente ha diversi significati: per gli americani vuol
dire “Vittoria”, per gli italiani “Vittoria” o “Scusi, un momento di pausa
devo andare in bagno”. Per gli inglesi corrisponde al dito medio alzato
americano ovvero “Vaff…”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** BACK HOME ***
CAPITOLO 11
C A P I T O L O 11
Come un forsennato, si gettò dalle scale e di corsa
si diresse verso la stanza dove ancora erano tutti.
Ancora ansimando, tentò di parlare ma ne usci solo
un confuso farfugliare.
Ripreso il controllo di sè e inspirato
profondamente finalmente riuscì a dare verbo ai suoi pensieri.
“Preside, dobbiamo tornare, al castello.”
“Ma sei matto, ragazzo.” disse Remus a mo di
rimbrotto. “Non sappiamo, chi è questo Alberich e cosa voglia in realtà. Sei
più al sicuro qui.”
“No Remus, è qui che sono maggiormente esposto ai
pericoli, mentre ad Hogwarts ho un intero castello, i fantasmi, gli elfi
domestici che mi proteggono. Te la faccio semplice, conosci la matematica?”
“Er… si, ma che centra?”
“ Segui il mio ragionamento; se A è uguale a B e B
è uguale a C, quindi A e C sono uguali giusto?”
“Si e allora?” disse Shacklebolt.
“A sono io, erede del castello. B è il castello
che risponde ai miei ordini. C è la malezione Imperius adess… che succede?”
Come se obbedissero tutti ad un ordine silenzioso,
tutti quanti sparirono, in un istante rimasero soli lui e Tonks.
Prima ancora che riuscissero a capire ciò che
succedeva, arrivò un gufo con un messaggio:
Stiamo prendendo
provvedimenti per ritornare subito al castello, non muoverti di li, saremmo di
ritorno questa sera. Non muovetevi di li.
Silente.
Il rimanere li senza fare niente, rendeva nervoso
Nicholas come un gatto in una stanza piena di sedie a dondolo.
“Tonks!” e la ragazza sussultò “Vestiti, si va a
fare shopping devo prendere alcune cosette.” disse con un sorrisino che fece
rabbrividire Tonks.
I due, per meglio muoversi nelle strade di Londra
si affidarono ai mezzi di superficie e alla metropolitana “ the tube”.
“Scusa Nicholas” disse Tonks non ho capito quella
cosa di A, B, K, F.”
Per qualche strano motivo, appena Tonks ebbe
pronunciato il suo nome per un momento Nicholas rabbrividì come se gli fosse
passata la morte vicino.
“Semplicemente che se il castello risponde ai miei
domandi in quanto io erede dello stesso, basta un semplice Imperius e avrai il
controllo della scuola di magia più importante dell’Inghilterra.”
“E non potevi dirlo subito, senza snocciolare le
lettere di metà alfabeto?”
Nicholas aprì la bocca per rispondere, ma un
brivido lungo la spina dorsale gli fece perdere ogni voglia di controbattere,
la sua espressione cambiò e i suoi occhi incominciarono a spaziare di qua e di
là controllando tutto ciò che lo circonda a scovare il pericolo nascosto.
Anche Tonks se ne accorse e istintivamente mise
mano alla bacchetta.
“Che c’è?” chiese al ragazzo a bassa voce,
guardandosi con circospezione.
“Appena hai detto il mio nome, ho sentito qualcosa
di strano. Guarda quei tizi.” indicando due barboni che si trastullavano su una
panchina.
“Cos’hanno di strano quei due barboni?”
“Beh, due minuti fa non c’erano e…” all’improvviso
i due barboni fecero lo stesso gesto, comparvero due bacchette e due
maledizioni vennero lanciate.
Contrariamente a quanto credeva Nicholas, era
facile vedere gl’incantesimi e quindi potersi difendersi.
Per istinto fece lo sgambetto a Tonks che cadde
seduta, un attimo prima che la maledizione la colpisse; la maledizione diretta
a Nicholas invece semplicemente non arrivò a destinazione, ma fu rimandata al
mittente.
Tonks non ci aveva capito nulla sul movimento
delle braccia di Nicholas, ma le parve di vedere che la maledizione venne come
presa, accarezzata e poi rimandata indietro.
Il Mangiamorte che lo aveva lanciato cercò di
evitarla gettandosi di lato, ma Nicholas fece l’impossibile.
Continuando a muovere le braccia in quella strana
coreografia la piccola sfera di luce grigia saettava inseguendo il Mangiamorte.
Il secondo ripresosi dalla sorpresa lancio anche
lui la maledizione in direzione di Nicholas, ma fu fermata dall’incantesimo
Protego lanciato da Tonks che in quel momento combatteva con il Mangiamorte di
prima più altri due che si erano aggregati.
Prima di
essere colpito dal suo stesso incantesimo, ora controllato da Nicholas, riuscì
a lanciarne uno in direzione della ragazza.
Nicholas se ne accorse e lo chiamò a se.
Teneva la maledizione in mano come si tiene una
pallina da tennis, perfettamente immobile a un centimetro sopra la sua mano,
all’improvviso la sfera si divise in tre e partirono in direzione dei
Mangiamorte.
Nichola abbracciò Tonks e sparirono.
Tonks contò ben dieci materializzazioni in rapida
successione prima che il mondo si fermò.
“Che è successo?” chiese Nicholas ansimando
fortemente.
“Come non lo sai?” quasi urlava.
“No non lo so. Credo che il combattimento lo abbia
fatto Cornelius e non io.”
In quel momento arrivò un gufo, nella zampa un
pezzo di pergamena, scritto da Silente in persona.
Abbiamo pulito noi, in
macello a Picadilly Circus, spero che stiate bene, e stato messo un incantesimo
tabù sul nome Nicholas per cui fate attenzione.
“Cos’è un tabù?”
“E’ un incantesimo con il quale ‘loro’ scoprono la
gente! Usare un nome sotto tabù infrange gli incantesimi di protezione, provoca
una specie di interferenza magica...”
“Ah si? Quindi pronunciare il mio nome equivale ad
accendere una luce dentro una stanza buia.”
“Più o meno.” disse Tonks
“Bene, bene, bene, si va al Big Ben.” con
l’euforia propria di un bambino che va alle giostre.
I due si materializzarono sotto la campana
principale.
“Che ci facciamo qui?”
“Lo sapevi che il nome Big Ben si riferisce alla campana principale del Grande Orologio
di Westminster, ma il vero nome della torre è Magnus Beniaminus.”
“Si, si molto interessante ma che ci facciamo
qui?”
“Il panorama e… ah si dimenticavo. Nicholas,
Nicholas, Nicolas!!!”
Si materializzarono una decina di Mangiamorte, che
ridacchiando puntarono le loro bacchette su i due fuggiaschi.
“Combatti bene, per uno che fa finta di essere un
babbano, ma sappiamo che non lo sei..
Per quanto forte non potrai sconfiggerci tutti.”
“Ma non sarò io a farlo.”
“E che lo faccio io? Per chi mi hai preso?” Tonks
era sul limite dell’isterismo.”
“Non ti preoccupare Tonks.” disse mentre dava
delle piccole pacche sulla spalla della ragazza. “Tanto è quasi mezzogiorno.”
Il risolino spavaldo dei Mangiamorte rimase
congelato.
Uno di loro chiese “Che succede a mezzogiorno?” Lo
capirono troppo tardi.
Un attimo prima che il batacchio della grande
campana suonò il primo rintocco i due si materializzarono in zona di sicurezza,
fuori della portata dei rintocchi. I Mangiamorte non furono cosi fortunati.
“Bello il suono della campana, vero? Pensa che si
sente per una distanza di due chilometri.”
Tonks rise con gioia.
Che
voleva dire quello: ‘combatti bene, per uno che fa finta di essere un babbano,
ma sappiamo che non lo sei’.
Per tutto il giorno andarono in giro per Londra,
facendo materializzare Mangiamorte nei posti più strani: in mezzo a una strada
appena scattato il semaforo verde, nella metropolitana un attimo prima che
passasse il treno, dentro un dormitorio femminile dove i poveri disgraziati se
la dovettero vedere con un orda di ragazzine infuriate.
Un paio furono chiamati all’aeroporto di Stanted
dove gli fu applicato alle vesti un incantesimo di semi permanenza e attaccati
al primo aereo in partenza. In seguito seppero che era diretto a Sidney,
Australia.
Appena usciti dalla stazione di King Cross, Tonks
applicò su di loro un incantesimo di Disillusione e per tutto il tragitto fino
ad Argyle Square nessuno si accorse di loro.
Appena entrati, Tonks tolse l’incantesimo e
ridivennero visibili e incominciarono a ridere.
Un applauso di scherno, da sopra la scala
interruppe la loro ilarità.
“I bambini hanno finito di scorrazzare per
Londra.” disse Piton atono “Tra un po’ arriveranno gli altri e ritornerai al
castello”
Di colpo la sala si riempì di persone e l’istante
dopo si ritrovarono ai cancelli del castello.
Quando Nicholas ebbe finito di vomitare entrarono
dentro le mura.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** ANALISI E LOGISTICA ***
CAPITOLO 12
C A P I T O L O 12
Neanche il tempo di riprendersi che subito fu
portato di peso, dal prof. Piton, nello studio di Silente.
Senza troppe cerimonie, fu spinto dentro l’ufficio
in presenza di Silente, Mc Granitt e Malocchio Moody.
Come al solito, Silente era imperscrutabile e la
professoressa Mc Granitt era austera, ma aveva uno sguardo carico di rabbia in
grado di tagliare in due una lastra d’acciaio.
Infine c’era Alastor Moody che faceva di tutto per
recitare (male) la parte del rude soldato, ma si vedeva lontano un miglio che
avrebbe voluto urlare a tutti l’audacia di ciò che aveva fatto il babbano.
Lentamente con gli occhi ridotti a due fessure la
professoressa di trasfigurazione si alzò, e l’atmosfera parve raggelare.
Per una curiosa associazione di idee a Nicholas
venne in mente il personaggio di Ebenezer Scrooge, dal racconto Canto di Natale
di Charles Dickens.
Scrooge, ehm cioè la professoressa Mc Granitt, si
avvicinò come uno squalo alla preda.
“Di tutti gli idioti che ho visto, voi siete i due
più scavezzacollo, incoscienti e pazzi che io abbia mai visto. Sfidare cosi i
Mangiamorte, un auror in addestramento e un babbano con sprazzi di magia.”
“Sono tecniche di guerriglia, professoressa. Se i
Mangiamorte basano la loro ricerca su un incantesimo tabù allora hanno un punto
debole da sfruttare, quindi abbiamo un vantaggio.”
“Mi lasci finire signor Etrangè… Dicevo non ho mai
visto due pazzi scatenati come voi che in una sola giornata, ha messo fuori
combattimento ben 40 Mangiamorte.”
Tutti quanti si prodigarono in uno spontaneo e
lunghissimo applauso.
Aveva l’animo tranquillo, sia perché era tornato
in un posto che conosceva e sia perché nonostante tutto aveva fatto un buon
lavoro.
Sapeva benissimo, però, che ora più che mai non
doveva allentare la presa, perche il nemico, chiunque esso sia, era a
conoscenza che seppure babbano non era un avversario da sottovalutare.
Tutto questo vorticare di pensieri, lo portò dritto
alle scale che non stavano mai ferme, mentre saliva, sempre in preda ai suoi
pensieri non si accorse che le scale ‘rapirono’ due ragazze del secondo anno.
“Nooo.” gemettero all’unisono le due studentesse,
quando ad un passo dalla porta la scala cambiò di direzione per far passare
‘sua maestà’.
Arrivato di fronte alle due sfortunate ordinò alla
scala di tornare al suo posto per permettergli di tornare alla casa di
appartenenza, le due ragazze rimasero sbigottite posando lo sguardo prima sul
gigante che saliva le scalinate e poi su quest’ultime che obbedivano ai suoi
comandi.
Nicholas, tornato nella stanza dell’organo, si
accorse subito che era stata aggiunta una targa.
IL
ministero della magia
in
accordo
con il
Wizengamot
Sono
orgogliosi
di
conferire a Nicholas Etrangè
l’onorificenza
Ordine
di Merlino di Seconda Classe
Per
meriti speciali
“L’unico babbano, che, da solo, ha messo fuori
gioco 40 Mangiamorte. Al Wizengamot ancora ridono per la faccenda del Big Ben e
per quella del Mangiamorte assalito dalle ragazzine. In ogni caso la
professoressa Mc Granitt ha ragione, hai rischiato troppo e hai messo in
pericolo Tonks.”
Nicholas era cupo.
“Ha perfettamente ragione, Preside, ho commesso un
grave errore di valutazione. Non ho considerato il fatto che anche voi maghi
potevate avere degl’incantesimi di tracciatura. Arrivato a questo punto, prof.
Silente, devo sapere, come si comportano i Mangiamorte e come posso batterli,
ed allo stesso tempo devo passare più tempo in biblioteca per capire chi era il
mio avo. E per favore mi tolga dalle palle Gazza.”
“Si, sarà fatto… Nicholas non tolleriamo che gli
alunni usino certe parole.”
“Senza offesa preside, farò attenzione al
linguaggio ma vista l’attuale situazione, non credo che seguire il buon parlare
possa essere una finezza utile.”
Sorridendo Silente usci dalla stanza.
Adesso tutti sapevano che c’era un babbano nel
castello e in un lampo la notizia raggiunse ogni anfratto.
Il giorno dopo si presentò nell’ufficio di
Silente.
“Bene Nicholas, allora io e il professor Piton
abbiamo concordato il tuo nuovo programma di addestramento, unito al programma
didattico. Io ti insegnerò come combatte un auror e il professor Piton ti
insegnerà come combattono i Mangiamorte, e prima che tu lo chieda… si Nicholas,
lui un tempo era un Mangiamorte ma adesso è cambiato … e per quanto riguarda
Gazza non ti darà problemi.”
Le ricerche in biblioteca portarono Nicholas nella
sezione proibita.
La ricerca stava dando i suoi risultati, fin
quando non si imbatté in un uno strano libro; una volta aperto dalle sue pagine
uscì una faccia urlante.
UARGHHHHHHH!!!
SMAK
GHHHHH
Lentamente la faccia rientrò nel libro con lo
sguardo vacuo e l’espressione di totale rimbambimento, dovuto al formidabile
destro dato da Nicholas in risposta al suo urlo.
Le ricerche, più volte portarono a quel libro e
molte volte, riecheggiò per la biblioteca …
UARGHHHHHHH!!!
SMAK
GHHHHH
Nel libro si trovava un’importante indizio, si
parlava di un architetto e di un non ben identificato complotto ai suoi danni.
Nicholas portò il libro al cospetto di Silente, lo
aprì e…
“UARGHHHHHHH!!!”
Nicholas stava facendo partire il suo ennesimo
destro distruttivo ma si fermò a mezz’aria quando il libro mugugnò:
“No, no, no, scusa, scusa, scusa.”
Dopodiché la faccia ritornò, velocemente, nel
libro al sicuro.
Piton, dall’espressione impassibile si dovette
girare, e fare finta di interessarsi a qualcosa, per non sganasciarsi dalle
risate.
Nonostante la situazione grave il modo diretto e
pratico di Nicholas era fonte di ilarità.
Il libro trattava di una sezione della storia
sconosciuta del castello ed a un fantomatico “…quinto angelo che dall’alto
protegge gli altri quattro”.
La frase lasciò i professori interdetti.
Quella notte Nicholas rimase seduto sul letto e
Gimpy dall’angolo lo fissava non sapendo che fare; aveva visto Nicholas
preoccupato, spaventato, allegro, posseduto; ma la luce che vedeva adesso nei
suoi occhi non gli piaceva affatto.
La mente di Nicholas, viaggiava a folle velocità,
percorsi, supporto, logistica, ma una cosa era chiara: non conosceva il
castello.
Appena scese la notte, entrò in azione.
Aveva già perlustrato la sala comune, e le due
uscite, quando uno scricchiolio apparentemente innocuo lo fece girare e
d’istinto sparì.
Di corsa si diresse verso la parte più scura della
sala, quando la grande porta si apri e George Flitt dei Serpeverde fece la sua
entrata.
Spavaldo nella camminata, puntando la bacchetta
davanti a se la cui punta c’era una sfera di luce larga una decina di
centimetri .
La luce della piccola sfera, si rifletteva
sull’arcata superiore dei denti, in bella mostra e… in ordine sparso,
sembravano sparati con un fucile.
Marcus eseguì la sua ‘perlustrazione’ da manuale…
senza trovare niente.
Passò per ben due volte davanti a Nicholas e usci
dalla stanza.
Quando usci, le grandi porte si chiusero e Silente
rimase solo nella grande sala.
Si avvicinò all’angolo più buio della grande sala
e fissò con un sorrisetto compiaciuto la colonna.
Due occhi comparvero nell’ombra della colonna, e
Nicholas sembrò materializzarsi dal nulla.
Appoggiandosi alla colonna e indicando con la
testa la porta da dove Flitt è uscito “Chi era il Pianoforte che è appena
uscito?”
“Pianoforte?” disse perplesso il preside.
“ Ma si quello con la dentatura a targhe alterne
che è appena uscito.” Per chiarire meglio il concetto, Nicholas ritirò il
labbro inferiore mostrando tutta l’arcata superiore dei denti.
Il silenzio della grande sala venne rotto dalla
risata argentina del preside.
“Alcuni allievi, specie quelli di Serpeverde, si
credono migliori. Nicholas che ci fai in giro a quest’ora… insonnia?”
“Analisi e perlustrazione, avere un castello che
risponde hai tuoi desideri ma non conoscerne i luoghi è alquanto imbarazzante.”
Per tutta risposta Silente accompagnò Nicholas
all’ufficio di Gazza, dove un imbronciato custode gli consegnò un foglio di
vecchia pergamena.
“E cosa me ne faccio di una vecchia pergamena?”
Silente estrasse la bacchetta, sfiorò il foglio e
disse: “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”.
E
all'improvviso sottili righe d'inchiostro cominciarono a spuntare come una
ragnatela dal punto in cui la bacchetta di George aveva toccato il foglio. Si
univano, si incrociavano, si allargavano in tutti gli angoli della pergamena.
Parole presero a fiorire in testa alla pagina, grosse parole verdi e aggraziate
che proclamavano:
I
signori
Lunastorta,
Codaliscia,
Felpato
e Ramoso
consiglieri
e alleati
dei
magici malfattori
sono
fieri di presentarvi
LA
MAPPA DEL MALANDRINO
Era una mappa che mostrava ogni particolare.
Ma la cosa davvero sorprendente erano le minuscole
macchie d'inchiostro che si muovevano sulla carta, ciascuna contrassegnata da
un nome scritto molto piccolo su un cartiglio.
“Ma cos’è?”
“Cosi non dovrai, fare lo spettro a perlustrare il
castello. A proposito complimenti se non ti avessi visto nasconderti, non ti
avrei mai trovato.”
“Be grazie preside, ma chi sono Lunastorta,
Codaliscia, Felpato e Ramoso?”
“Tu già conosci Lunastorta…”
“No professore.”
“Si è Remus Lupin.”
“E’ abbastanza calmo per essere Lunastorta.”
Silente lo guardava con stupore. “da noi in Italia luna storta è sinonimo di
arrabbiatura, infatti si dice: eh come sei nervoso che ti sei alzato con la
luna storta. Scusi professore.”
Per la prima volta da quando era li, Silente gli
diede un’occhiataccia tale che al confronto quella di prima della professoressa
Mc Granitt era acqua fresca.
“Remus, è un licantropo e ogni luna piena… e qui
chi è morso da un licantropo o homo luminares è messo al bando. Gli altri tre,
sono i suoi amici che per aiutarlo sono diventati Animaghi a mia insaputa, si
Nicholas a volte riescono a prendere anche me alla sprovvista.”
“E… e… che fine hanno fatto?”
“Di quei quattro, il cui nome compare sulla mappa,
solo due sono in vita. Lunastorta, lo hai conosciuto. Codaliscia o Peter Minus
è morto per mano di Sirius Black, Ramoso o James Potter è stato ucciso da
Voldemort dopo il tradimento di Sirius Black e Felpato era Sirius Black. Ma durante
il periodo che stavano qui erano grandi amici. Pensa Nicholas Peter, James e
Sirius divennero animagi, per dare una mano a Remus.”
Tornato nella sua stanza, studiò la mappa e scopri
che: aula pozioni, antiche rune, ufficio e stanze del professor Piton, ufficio
e stanze del professor Sturluson, sala comune, dormitori e bagni maschili e
femminili Serpeverde, le cucine e le abitazioni degli elfi domestici erano
situati nei sotterranei.
Al piano terra c’erano: ingresso, sala grande,
sala insegnanti, ripostiglio scope, sala comune, dormitori e bagni maschili e
femminili dei Tassorosso, ufficio e stanze della professoressa Sprite
Primo piano: biblioteca, sala della musica,
ufficio e stanze di Madama Pince, ufficio di Mastro Gazza, infermeria, Ufficio
e stanze di Madama Chips, Bagni femminili e maschili, aula di Trasfigurazione,
Stanze della professoressa McGranitt.
Secondo
piano: bagni femminili, aula Aritmanzia Ufficio e stanze della professoressa
Vector aAula di Difesa Contro le Arti Oscure Ufficio e stanze del professor
Rambau, aula di Storia della Magia, Ufficio professor Rüf.
Terzo piano: aula incantesimi, stanze di Madama
Bumb, aula Babbanologia, ufficio e stanze del professor Ferry, sala trofei,
galleria armature, teatro (stanza trasfigurata)
Quarto piano: Sala Comune, dormitori e bagni
maschili e femminili Corvonero, aula di Geomanzia, ufficio e stanze del
professor Sands, aula di Mitologia, Ufficio del professor Godson.
Quinto piano: Bagno dei Prefetti, ingresso ufficio
del professor Silente.
Sesto piano: Aula di Lingue non umane, Ufficio e
stanze del professor Mirkwood, bagni femminili e maschili.
Settimo piano: sala comune, dormitori e bagni
maschili e femminili Grifondoro, ufficio e stanze della professoressa Sinistra,
Ufficio e stanze del professor Vitious .
Le torri: I dormitori dei Grifondoro, Aula di
Divinazione (Torre Nord) Torre per le lezioni di Astronomia (quella più alta…)
Ufficio e stanze della professoressa Cooman (Torre Nord), Ufficio e stanze del
professor Silente, Guferia (in cima alla Torre Ovest).
Per un momento, sulla mappa del malandrino
comparve una quinta torre con la scritta:
quattro N.O.T.I.Z.I.E. per aprirti la strada,
quattro V.E.R.S.I per sapere chi sei!!!
(four N.E.W.S. in order to open you the
road, four B.A.C.K.S. for knowing who you are!!!)
Mano a mano che sulla lista delle cose da chiedere
le varie voci venivano spuntate, altre ne spuntavano.
Le ultime erano:
35)
Esplorare il
castello
36)
Chi era e perché
bisognava fare attenzione a Mirtilla Malcontenta
37)
A che serviva
“solleticare una pera.” (e qui colui che scrive, e per estensione, Nicholas preferiscono
non fare commenti, di sicuro chiunque sarà preoccupato nel vedere una pera ridere)
Mai una
cosa facile, non c’è pace tra gli ulivi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** La stanza delle necessità. ***
CAPITOLO 13
C A P I T O L O 13
Mentre Nicholas nella sua stanza stava
riorganizzando le idee a fronte delle nuove informazioni, la porta si aprì
ed entrò la professoressa McGranitt.
“Abbiamo un problema.”
“Mai una volta, professoressa, che entriate
dicendo -oggi è una bella giornata,va tutto bene- scusi per lo sfogo.”
“A-hem ammetto che essere un babbano e poi, di
punto in bianco, entrare nel mondo magico e trovarsi al centro di una disputa
per il controllo del castello non è come una passeggiata ad Hogsmeade o un
campeggio. In ogni caso sono venuta ad avvisarti che sanno della tua presenza.”
“Beh, professoressa non poteva durare in eterno
giusto?”
“Giusto.”
“Ed ora? Che succede?”
“Ti sarà affidata una guardia del corpo, il corpo
docenti sarà al tuo fianco mentre Olympe Maxime e tutti gli allievi della
scuola di Beauxbatons ti daranno il loro aiuto, ma dovrai essere cauto: non
sappiamo se Drumstrang ti sarà amico o meno.”
“Capisco, senza ulteriori aggiornamenti Drumstrang
sarà considerato nemico. Detto tra noi … di quali case mi devo fidare in questo
castello in caso di bisogno?”
“Tassorosso, Corvonero e Grifondoro.”
“E Serpeverde?”
“Tutti gli studenti di Serpeverde si considerano
dei puro sangue, ovvero nessun incrocio nell’albero genealogico con i babbani..
o così dicono.”
“Oddio, ci mancavano pure gli ariani della
domenica.”
“Chi sono gli ariani?”
Nicholas spiegò in quattro parole, gli ariani, la
notte dei cristalli, la shoah (l’olocausto) e i morti nel tentativo di
raggiungere il sogno di Hitler.
La professoressa ne rimase sconvolta.
“E’ possibile poter parlare con loro, assieme al
corpo insegnanti?” chiese Nicholas.
L’incontro si tenne lo stesso pomeriggio nella
sala comune del castello, alla presenza dei prefetti delle tre case menzionate
dalla Mc Granitt, da Madame Maxime e i suoi allievi e gli studenti dal quinto
anno in su degli allievi delle tre case, escluso Piton e Rhambau.
Le grandi porte della sala si aprirono e un
marmocchietto del primo anno entrò.
“Scusate, mi sono sbagliato.” e subito uscì.
Tutti risero, una delle ragazze di Beauxbatons si
diresse verso le porte per recuperare il fanciullo.
Uno dei prefetti si alzò e disse “Penso di parlare
a nome di tutti, quando dico che aiuteremo quel bambino a..”
“Oh, ma non è lui l’alunno da proteggere.” disse
gaiamente Silente.
L’alunna di Beauxbatons, aprì le grandi porte e…
tutti rimasero a bocca aperta nel vedere il fragile e indifeso alunno babbano
del primo anno alto un metro e novantotto con un fisico da lottatore di
wrestling tutto muscoli.
“Preside
scusi, e lui sarebbe l’allievo del primo anno che dovremmo proteggere?”
“Si, timido e indifeso alunno del primo anno.”
rispose il preside.
Silente spiegò ai prefetti come un giorno,
Nicholas era un babbano felice e ignaro del mondo magico e il giorno dopo un
allievo ad Hogwarts. Raccontò anche di come scoprì di essere il discendente del
costruttore del castello e di come esso rispondesse al suo volere. Non
trascurarono di avvisarli della minaccia che incomberebbe su tutti quanti se
Nicholas verrebbe colpito da un semplice imperius, così da poter controllare
l’intero castello.
La discussione andò avanti per tutto il pomeriggio
e quando ogni chiarimento fu dato, la riunione fu sciolta.
La cena venne consumata nell’ufficio di Silente;
tutti mangiarono in silenzio.
Prima di congedare tutti, il preside su consiglio
del ministro Caramell consegnò a Nicholas un pacchetto.
Sul quest’ultimo c’era la scritta Aut. Min.
49/8564237 LOTTO 735896 Denominazione: Giratempo.
“E' una Giratempo, ogni giro torna indietro di
un’ora, ti servirà visto che dovrai seguire tre corsi, non possiamo certo
pretendere che tu stia sveglio ventiquattro ore al giorno.”
Un largo sorriso comparve sul volto di Nicholas,
quell’aggeggio che gli avevano appena consegnato gli avrebbe regalato una marea
di tempo libero, l’unica cosa a cui bisognava fare attenzione erano i paradossi
temporali.
“Ovviamente dovrai fare attenzione…” incominciò il
preside.
“A creare conclusioni assurde derivate da
premesse corrette - legato al tempo o alla possibilità di viaggiare, in questo
caso, indietro il tempo, in violazione al principio di causalità interrompendo
il normale andamento del continuum spazio tempo… Cos’è il reparto surgelati?”
disse guardando i presenti.
Tutti erano immobili, come se qualcuno avesse
premuto il pulsante PAUSE sul telecomando del dvd.
“Quando parli cosi, Nicholas fai paura, e detto da
me… cos’è il continuo coso… spazio che hai detto tu.” chiese Moody.
“Beh Alastor è molto semplice, allora per
continuum spazio tempo, indicato anche come spazio-tempo o cronotopo si intende
uno spazio quadridimensionale, composto dall'usuale spazio a 3 dimensioni con
il tempo come coordinata aggiuntiva. Lo spazio-tempo è quindi un concetto
fisico che combina le nostre classiche nozioni tradizionalmente distinte di spazio
e di tempo in un solo costrutto unico e omogeneo…”
Nicholas si fermò nella sua spiegazione
tecnica perché si rese conto che forse nel mondo magico nessuno aveva sentito
parlare di fisica teorica, e che i concetti di base che tutti gli appassionati
di fantascienza reputano ovvi , gli stessi alla base di film come ‘Terminator’
o ‘Ritorno al futuro’, per loro non erano altro che parole vuote.
Non si era accorto che alcuni professori avevano
incominciato, guardinghi, a tirare fuori la loro bacchetta.
“Mi rendo conto che forse usando una sfumaura un
po’ più ignorantona mi capirete più facilmente. Allora il continuo coso spazio,
come lo hai chiamato tu Moody, è il presente, quello che devo evitare è di
essere in più posti contemporaneamente, ovvero i paradossi temporali, le conclusioni
assurde derivate da premesse corrette come dicevo prima.”
“Accidentaccio a te.” Disse il professor Vitius
assestando un bel calcio di punta su uno stinco a Nicholas, “non potevi dirlo
subito?”
“Ultimamente me lo dicono spesso, per un momento
l’istinto del professore ha preso il sopravvento.” Disse Nicholas mentre si
massaggiava la caviglia.
In camera sua Nicholas controllava la mappa.
Mi serve
un posto dove poter studiare senza essere disturbato e che abbia tutto il
necessario senza che io vada in giro per il castello?
Ma dove
lo trovo.
Una porta molto pulita era apparsa nel muro.
Nicholas, controllò la maniglia di bronzo, spinse
la porta che lascò intravedere un’ampia stanza illuminata da torce tremolanti
come quelle che illuminavano il corridoio del ottavo piano sopra di loro.
Il muro era coperto da scaffali di legno e invece
di sedie c’erano dei larghi cuscini di seta sul pavimento. Accatastati in fondo
alla stanza c’erano un intero gruppo di strumenti come Spioscopi, Sensori
dell’Oscuro e un enorme, Sfera di Cristallo.
“C’è tutto il necessario per studiare” disse con
entusiasmo Nicolas, tastando uno dei cuscini con un piede.
Provò a dare una scorsa ai libri: Compendio di
Maledizioni Comuni e i loro Contro Incantesimi, L’arte Oscura Svelata, Parole
di Autodifesa, L’Ombra dei Mangiamorte, la vista si perdeva oltre le centinaia
di volumi che aveva davanti.
Da uno dei specchi, il riflesso di Alberich parlò.
“Questa è la stanza molto speciale, conosciuta come la stanza Va e Vieni, o
come la chiamano anche, la Stanza Necessaria!”.
“Cos’è?”
“Questa è una stanza dove una persona può entrare
solo quando ne ha veramente bisogno. Qualche volta è qua, altre volte è là, ma
quando appare è sempre attrezzata per le necessità di chi ne ha bisogno. Ma tu
la troverai ovunque ti serva, sempre. Normalmente si trova al settimo piano di
fronte all’Arazzo di Barnaba di Barmy che combatte con i Troll e passarvi
davanti per tre volte, concentrandosi su quello di cui aveva bisogno.”
Con un sorriso incominciò a studiare.
Successivamente scoprì che la Giratempo nella
stanza delle necessità produceva una sorta di bolla di risonanza, nella
quale Nicholas poteva creare tanti doppioni di sé che si occupavano a fondo di
un solo argomento. Poteva stare così giorni e giorni impegnato in una ricerca e
quando usciva scopriva che non era passato neanche un secondo, poiché azionando
la Giratempo nella stanza delle necessità il tempo fuori non scorreva.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** QUATTRO N.O.T.I.Z.I.E. E QUATTRO V.E.R.S.I. ***
CAPITOLO 14
C A P I T O L O 14
La difficoltà nel capire cosa fossero le ‘notizie
per aprirti la strada’ e chi potesse essere il poeta la cui poesia gli avrebbe
detto chi era, consisteva nel fatto che non si avevano appigli per capire che
tipo di strada seguire.
Cos’erano queste ‘notizie’?
Notizie che stavano sui giornali? Seguendo questa
ipotesi Nicholas (e tutti suoi cloni temporali) leggevano, barricati nella
stanza delle necessità, tutti i quotidiani magici: La Gazzetta del Profeta, Il Cavillo, Il settimanale delle streghe,
Trasfigurazione Oggi, Guida ai Manici di Scopa.
Non ne cavò un ragno dal buco, così si concentrò
sui ‘quattro versi’ che probabilmente, secondo Nicholas, avevano qualcosa in
comune con la letteratura inglese. A questo pensiero la stanza mutò, si allungò
e si materializzarono circa una ventina di scaffali lunghissimi.
Si avvicinò con timore al primo scaffale e lesse
la targhetta.
Sviluppo
della lingua inglese
Cenni
storici pre-anglosassoni
Periodo
anglo-sassone e danese (410 d.C. – 899 d.C.)
Produzione
poetica del periodo anglosassone-danese
Produzione
prosastica del periodo anglosassone-danese
The Middle
Age (X secolo - 1485)
Produzione
letteraria nella Middle Age
Letteratura
omiletica e mistica
Produzione
comica e lirica
Produzione
narrativa nei Middle Ages
Il
poeta di Gawain
Langland
Gower
Chaucer
I
post-chauceriani
Prime
forme di teatro nel Medioevo
Periodo
umanistico-rinascimentale (1485-1558)
Produzione
prosastica nel periodo umanistico-rinascimentale
Produzione
poetico teatrale nel periodo umanistico-rinascimentale
Età
elisabettiana (1558-1625)
Letteratura
giacobita
Letteratura
carolina
Letteratura
del Commonwealth e del Protettorato
Letteratura
della Restaurazione
Letteratura
Augustea
Il
romanzo
Age
of Sensibility
Romanticismo
Letteratura
vittoriana
Letteratura
edoardiana
Letteratura
giorgiana
Letteratura
contemporanea
Letteratura
post-moderna
Altre
letterature
Un insolito ed evidente tic nervoso comparve sul
lato sinistro della bocca, accompagnato da un sorriso ebete. Esausto Nicholas
uscì dalla stanza.
Sicuramente, stava sbagliando strada, ‘notizie’ e
’versi’ non erano quello che pensava, quindi mentre passeggiava la mente si
mosse “per rotte parallele”, come amava dire scherzosamente il suo sergente
istruttore.
Stava tranquillamente, passeggiando nel cortile
interno cercando altre “vie parallele” quando i suoi pensieri vennero
interrotti da attentato anti-babbano.
Mentre passeggiava due scope spuntarono dal nulla
e i piloti lanciarono delle sfere verso di lui che esplosero appena colpito e
lo riempirono di un liquido verdastro-marrone tanto puzzolente che per poco non
lo fece vomitare il pranzo.
Senza proferire parola fece dietrofront
dirigendosi nuovamente nella stanza delle Necessità, dove il pensiero di una
gigantesca vasca con cascata piena di bolle già si era reso tangibile. Aperte
le porte Nicholas ci si tuffò dentro ancora tutto vestito.
Ne riemerse un’ora più tardi di nuovo pulito e
profumato, su una delle panche trovò un cambio completo.
Quando finalmente si senti pronto per uscire dalla
Stanza era pulito, fresco e arrabbiato… molto arrabbiato.
Si ridiresse in direzione del cortile dove era
stato consumato ‘l’attentato’, ma non usci dal porticato.
Questo era fatto a forma di ferro di cavallo e
mentre misurava a lunghi passi la sua distanza, non smetteva di lanciare
occhiate guardinghe verso i muri che delimitavano il cortile; quei merli sul
costone fornivano un ottimo nascondiglio.
“Chi ti ha punto ragazzo? Stai puntando quei muri
come un falco da più di due ore.”
“Salve Alastor, cerco di capire una cosa.” rispose
spiegando frettolosamente ciò che gli era successo.
“Sei stato attaccato con delle caccabombe.”
“Caccacosa?”
“Sono una specie di palloncini che non contengono
acqua e quando esplodono,… beh credo tu sappia cosa succeda.”
Nicholas prese il Giratempo e passando la
catenella anche attorno al collo di Moody.
Portò indietro la rotella di un giro completo.
Dopo essere tornati indietro di un’ora subito l’Auror in pensione, lanciò su
entrambi l’incantesimo di disillusione e stettero ad osservare.
Nicholas era concentrato a capire da dove erano
partiti.
Alastor con il suo occhio magico, o bionico come
lo chiamava scherzosamente Nicholas, cercava di vedere oltre il muro.
Ad un tratto apparvero le due scope, sembravano
uscite dai muri, misero a segno l’attentato per poi sparire nuovamente da dove
erano venute.
Alastor scoprì un’apertura nascosta dietro ad una
parente illusoria.
Seguendo a tentoni il corridoio trovarono il
passaggio segreto.
La stanza conteneva le due scope incriminate, una
scatola piena di caccabombe e della birra; fu sicuramente in origine creata per
scopi nobili, ma ora veniva usata come nascondiglio ad attentati a corto raggio
o libagioni illegali.
Una volta dentro scoprirono che l’illusione
funzionava in un solo senso, da dentro si vedeva perfettamente il cortile da un
lato o il lago dall’altra parte. Da fuori, invece, sembrava che i due lati
facessero parte di un muro compatto.
In un angolino polveroso del nascondiglio c’era
una targhetta, la lesse distrattamente mentre la sua mente viaggiava per altri
lidi.
La targhetta aveva incisa la rosa dei venti con
una piccola poesia alla base:
I QUATTRO CARDINALI QUI PER TE
A DARTI UN AIUTO
QUANDO LA MEZZANOTTE
E’ SEGUITA DALL’OSTRO
DEL SOLE LEVANTE CHE
SALUTA IL RIDENTE PONENTE
Nicholas preso dal fervente desidero di vendetta
elaborò un piano per la sua rivincita, ormai preso nei suoi preparativi liquidò
un sospettoso mago con la frase “Fidati di me Alastor.”
Per quattro giorni si presentò nel cortile e
puntualmente, entrato nella visuale della stanza nascosta, le due scope
partivano all’attacco, uscivano dal muro finto e volando rasoterra lanciavano
una scia di caccabombe, fallendo il bersaglio.
Il quinto giorno Nicholas si ripresentò come al
solito nel cortile, li vicino Silente lo guardava incuriosito quasi sapesse che
lo studente stesse tramando qualcosa. Non dovette attendere molto per capire di
cosa si trattasse.
Le scope uscirono velocemente dal muro volando
verso il loro obbiettivo, ad un tratto un rumore acuto una nota limpida… e le
scope arrestarono di colpo la loro corsa.
Per il principio d’inerzia, per il quale un
oggetto mantiene il suo stato di quiete o di moto fino a che forze esterne non
ne cambiano lo stato; le scope si fermarono di colpo, ma i piloti urlando per
il panico continuarono il volo schiantandosi a terra vicino ai piedi di
Nicholas.
Anche se scossi estrassero subito la bacchetta,
ritrovandosi però di fronte alle tre case di Hogwarts Tassorosso, Grifondoro e
Corvonero, agguerrite più che mai, rassegnati alla bruciante sconfitta
giurarono con qualche mugugno di vendicarsi e tornarono alla sala comune di
Serpeverde passando sotto lo sguardo cupo di Piton.
Il professore passò accanto a Silente “Preside,
siamo sicuri che il babbano non è parente di Sirius Black o James Potter?”
chiese.
“No Severus, non sono parenti, anche se il suo
stile è molto simile. Mi domando come abbia fatto a fermare le scope.”
In realtà non c’era niente di magico,
semplicemente aveva agito d’astuzia, ogni giorno passando davanti al
nascondiglio dei suoi assalitori li aveva sfidati ad attaccare.
Ogni volta che fallivano un attacco, il giorno
dopo attaccavano con più ferocia e determinazione.
Cosi, li aveva ammaestrati su ora e luogo
dell’attacco.
La notte prima della sua ‘rivincita’ era
sgattaiolato facilmente attraverso al muro illusorio e con del filo di ferro,
preso dalla stanza delle necessità,aveva legato le scope al muro.
Con l’inconsapevole complicità di Silente che
aveva ordinato ai presenti di rientrare nelle loro aule, riuscì a far sparire
tutte le prove.
Era arrivato il tempo degli esami e Nicholas
rispondeva con estrema facilità alle domande dell’esame, tutto grazie al tempo
recuperato dalla combinazione Stanza delle Necessità e Giratempo.
Finito l’esame, si concesse il lusso di
passeggiare per i corridoi del castello pensando all’ultima domanda: A che
serve l’incantesimo ‘Guidami’ Nicholas aveva risposto che serve a trovare il
Nord geografico.
Perché mi
torna in mente quella domanda. Cos’è
che non capisco.
Cosa usi per orientarti?
La bussola.
Quattro direzioni cardinali… Nord, Sud, East, Ovest i quattro cardinali.
I quattro cardinali a darmi una mano… ho già letto
questa frase, tu ne sai qualcosa dimmi di più.
Mi dispiace nipote, ma pur non avendoti detto
nulla ti ho già detto troppo.
Lo sai che sei simpatico.
Si!
I suoi pensieri vennero interrotti da un drappello
di Serpeverde che lo intercettò a metà corridoio.
Rhambau uscì dall’oscurità con quel suo sorrisetto
idiota stampato in faccia, che faceva prudere sempre le mani a Nicholas.
“Un babbano, qui! Un animale nella terra degli
eletti. A stento sopportiamo i mezzosangue, cosa ti fa pensare che noi sangue
puro possiamo sopportare te, ti faremo vedere cosa facciamo alle bestie.” disse
il serpeverde.
Tirata fuori la bacchetta, trasfigurò Nicholas in
un gatto.
Tutto il gruppo, si divertì a lanciare
schiantesimi verso quel povero animale che saltava di qua e di là.
Lo scompenso dovuto alla Trasfigurazione durò poco
e i salti dell’animale dapprima spaesati poco a poco divennero meditati e la
paura lasciò posto all’istinto.
L’animale saltò a destra e poi a sinistra,
ritrovandosi sopra il gruppo dopo un elegante avvitamento a mezz’aria tese le
zampe con gli artigli in snudati.
“Uh-oh!” fece in tempo a dire Rhambau prima che il
gatto che piombasse su di loro.
“MEOWWWWWUARGHHHHHHHH!!!”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** LA TANA… NATALE DAI WEASLEY ***
CAPITOLO 15
C A P I T O L O 15
Il giorno dopo l’infame attacco da parte di quel
drappello di Serpeverde tutto il castello era in fermento.
I professori guidati da Silente cercarono ovunque
ad Hogwarts, senza grandi risultati, l’insegnante colpevole di averlo
trasfigurato.
In uno dei corridoi del castello un gruppetto di
ragazze che non aveva partecipato alla riunione chiarificatrice, stava
chiacchierando vivacemente, quando il discorso cadde proprio sull’avvenimento
recente.
“Per fortuna che sentendo i rumori della lotta è
arrivata la professoressa McGranitt a salvarlo da quei maledetti di
Serpeverde…”
“No… non hai capito, è stato proprio il contrario:
la vicepreside non ha salvato Nicholas da loro, ma i Serpeverde da lui. E meno
male, aggiungerei, perché quello che se l’è cavata meglio ha perso un
orecchio.”
“Dai non ci credo, in fondo è solo un babbano.”
“Esatto ragazze lui è solo un babbano, ma è anche
l’unico babbano nella storia della comunità magica ad aver ricevuto un ordine
di Merlino di seconda classe per meriti speciali.- le interruppe Minerva
McGrannit- Ed ora veloci, andate a lezione e senza civettare.”
“Si, professoressa.” dissero all’unisono le
studentesse. Mentre percorrevano il corridoio, in direzione delle aule, si
ritrovarono davanti al soggetto dei loro pettegolezzi: l’indifeso babbano le
guardava da un metro e novantotto di altezza e muscoli. Uscirono dal corridoio
poco dopo lanciando fugaci occhiate stupite in direzione di Nicholas.
“Buon giorno professoressa.”
“Buon giorno Nicholas, il professor Silente ti
vuole vedere.”
Arrivato in cima alle scale Nicholas entrò nello
studio e si accorse che il preside non era da solo.
Il preside stava placidamente seduto dietro la
scrivania mentre l’ospite stava in piedi dandogli le spalle.
Alto, con i capelli lunghi e totalmente bianchi,
avvolto in un vestito riccamente decorato con fregi d’argento,.
L’ospite, lentamente si girò verso l’uscio in
direzione del nuovo arrivato, mostrando un’inespressiva faccia dal colorito
pallido, animata solamente da due occhi gelidi che non trasmettevano alcuna
emozione che squadrarono Nicholas dall’alto in basso.
E ‘sto morto chi è?
L’ospite, Lucius Malfoy, attraversò la stanza con
passo lento e cadenzato e una volta arrivato vicino al babbano inizio a
girargli intorno.
Nicholas ebbe l’impressione che lo stesse annusando.
“Ecco finalmente davanti a noi la celebrità
dell’anno. Francamente, mi aspettavo che un giorno di questi arrivasse in
questa scuola un…” iniziò a dire guardando Nicholas di sbieco.
Se pronuncia ‘babbano’ come quell’altro, je do ‘na
crocca ‘n bocca che je faccio sputà i denti dalle orecchie.
“Nicholas, per favore…” disse Silente prossimo
alle risate “no dialetto.”
“No dialetto?” ripeté Malfoy, guardando con
espressione incredula sia Nicholas che Silente “Che vuol dire?”
“E’ un nostro codice, scusa ma non ho capito il
tuo nome, viso pallido.”
“Il mio nome…”disse con un sorrisetto di
sufficienza “ è Lucius Malfoy e questo nome – aggiunse sussurrando- ti incuterà
terrore.” Gli disse porgendogli la mano inguantata di nero.
Nicholas strinse vigorosamente la mano portagli,
tanto che sul volto di Lucius serpeggiò un ombra di paura.
“Ciao Lucius Malfoy, io sono Nicholas Etrangè e tu
al massimo…” finendo la frase, bisbigliando nell’orecchio qualcosa che fece
accendere il pallido volto di un bel rosa acceso.
Ricompostosi nella sua solita forma austera di
superiorità rispose “Non sono mai stato offeso così in mia vita.” disse
sibilando tra i denti gettando occhiate di fuoco.
“Beh Lucius, che dire… se è questo che ti
preoccupa, vieni a trovarci più spesso.”
Paonazzo, anche se nel suo caso era più roseo che
paonazzo, dalla rabbia uscì dalla stanza.
“Chi è questo Malfoy? Non è qui per caso…” disse
tamburellando le dita sulla scrivania. “se l’intuito non mi inganna è un
esploratore, un mangiamorte di alto rango ed è, ovviamente, di sangue puro.”
“E da cosa lo deduci ?” chiese il preside
incuriosito.
“Ho fatto due missioni nella Guerra del Golfo e ho
lavorato nei servizi segreti per cui so riconoscere un nemico quando lo vedo.
Pensa che mettendo fuori gioco quaranta mangiamorte il cattivone di turno non
manda qualcuno a conoscere il nemico? Dubito che fosse qui per caso. Nel mondo
babbano quando succede una cosa del genere l’Intelligence manda agenti segreti
nel tentativo di carpire più informazioni possibili. Inoltre il suo bastone da
passeggio aveva l’effige di un serpente a fauci spalancate, sinonimo
aggressività; non è uno sprovveduto ed è abituato ad ottenere sempre quello che
vuole. Il suo status sociale è palesemente evidente dalle vesti che sono troppo
ricche, per essere un normale altolocato o un ministro, e sono troppo ampie per
la sua corporatura, quindi sono dotate di tasche segrete. Il suo atteggiamento
di aperto disprezzo nei miei confronti mi ha ricordato quell’idiota di Rhambau
e quei fetenti maledetti che mi hanno attaccato, da questo deduco che è sangue
puro”
“Ottimo lavoro di deduzione, bravo. Ma da qui a
dire che è un Mangiamorte ce ne corre!” disse Silente, scrutando Nicholas al di
sopra delle lenti a mezzaluna.
“Se così non fosse non avrebbe senso la frase
‘Il mio nome è Lucius Malfoy e il mio nome ti incuterà terrore.’? Cosa vuole
fare, venire durante la notte a tirarmi le coperte?” Silente annuì in silenzio.
“Malfoy, non è un Mangiamorte di rango elevato, ma
il braccio destro di Voldemort. Che gli hai detto per fargli perdere la sua
compostezza? Solitamente è impenetrabile.”
“Beh professore, è meglio che certe curiosità non
vengano soddisfatte.” Gli disse con un sorrisino compiaciuto.
“Come vuoi, Nicholas. Tornando a noi ti ho mandato
a chiamare perchè Arthur Weasley e sua moglie Molly ti hanno invitato a passare
da loro le feste di Natale.”
“No preside, li ringrazi da parte mia ma la
risposta è no. Fuori dal castello c’è il rischio che mi attacchino come è
successo a Londra; ancora non sappiamo chi li ha avvisati.”
“Non ti devi preoccupare, il ministero sta
lavorando alacremente sul problema, e dai Weasley ci saranno quasi tutti i
membri dell’ordine. Inoltre vedo con piacere che ti sei ripreso del tutto dagli
effetti della trasfigurazione in gatto.”
Nicholas si accigliò “ Non saprei Preside, la
McGranitt ha sicuramente fatto un buon lavoro, ma che a lei risulti dopo una
strasfigurazione rimangono strascichi?
“Che intendi?”
“Un’avversione all’acqua e una malsana voglia di
latte e alici…”
Silente rise. “A volte capita, passerà con il
tempo.”
Le successive quarantotto ore per Nicholas furono
frenetiche.
Ancora una volta la stanza delle necessità fu
indispensabile per realizzare l’ultima idea folle che era venuta al babbano.
Al momento della partenza Nicholas aveva giocato
d’anticipo, perché una cosa era certa, di tutti i modi per viaggiare la
smaterializzazione era quella che odiava con ogni fibra del suo essere.
Mangiò dopo la smaterializzazione e mentre
mangiava il panino, si guardava attorno osservando l’ambiente circostante e la
strana abitazione davanti a sé.
Alle spalle della casa c’era una foresta di pini e
i restanti lati davano su un immenso campo di grano. L’abitazione aveva l'aria
di essere stata, un grosso porcile di pietra, ma qua e là erano state aggiunte
delle stanze raggiungendo una ragguardevole altezza. Così contorta, la
costruzione, sembrava proprio reggersi in piedi per magia il che probabilmente
era vero. Sul tetto rosso facevano capolino quattro o cinque comignoli, fissata
a terra vicino all’entrata c’era un'insegna sbilenca su cui si leggeva la
scritta: ‘La Tana’. Si fece strada tra le numerose galline marroni pasciute che
andavano beccando qua e là per l'aia.
Mentre si avvicinava alla porta, la sua mente
elaborato un piano d’azione e le possibili evoluzioni ed ora gli occhi
serpeggiavano di qua e di là, alla ricerca di finestre, porte vie d’uscita; punti
deboli e di probabili zone d’attacco
Entrato assieme a Silente vide dietro alla porta
principale dei degli stivaloni di gomma ammucchiati alla rinfusa e un calderone
tutto arrugginito. Il professore non sembrava farci caso e avanzando nel salone
gli presentò la famiglia Weasley.
Arthur, Molly e Charlie li conosceva già, gli
vennero presentati i gemelli Fred e George, Ronald e la piccola Ginny che si
nascondeva dietro i vestiti della madre.
Mentre la signora Weasley parlava con Silente, a
Nicholas bastò qualche occhiata per rendersi conto che i gemelli avrebbero
creato guai… in senso buono.
“Nicholas, potresti venire qui?”
“Si preside mi dica.”
“Molly si è lamentata del fatto che da quando sei
qui, hai gettato occhiate e…”
“Sto solamente notando che questa casa è
posizionata in modo ottimale per subire un attacco a sorpresa. Per tre quarti
tutto attorno ci sono campi di grano, le cui piante raggiungono facilmente il
metro e venti, basterebbe muoversi accucciati per essere totalmente invisibili.
Il restante quarto è un’impenetrabile foresta che offre molti spunti per raid e
trappole… a vostro danno. Non sono sicuro della disposizione delle stanze più
importanti; ma sono quasi certo che siano posizionate verso la foresta, in modo
da proteggerle in caso di attacco, proveniente dal campo di grano, ma
totalmente vulnerabili in caso di attacco dalla foresta. Per quanto riguarda i
timori della signora Weasley, mi è sempre piaciuto la rusticità delle casa di
campagna e devo dire che questa è molto carina. Sono preoccupato preside, sono
preoccupato per i ragazzi.”
“Albus scusa mi ero sbagliata sul conto di
Nicholas, e poi .. ragazzo” disse Molly ridendo per cercare di minimizzare
l’imbarazzo”..è impossibile attaccare questo posto.”
“L’unica cosa impossibile è quello che non si
vuole fare. Signora.” disse accomiatandosi dalla stanza.
Nicholas stava riordinando le sue cose nella
stanza assegnatagli quando la signora Weasley tenne una piccola riunione
dell’Ordine riepilogando gli ultimi avvenimenti.
Silente riferì le osservazioni fatte su Lucius
Malfoy; Tonks su come avevano sconfitto i Mangiamorte in giro per Londra; Moody
su come venne battuto alla Stamberga Strillante.
“Nicholas è un babbano, come tutti noi sappiamo.”
incomiciò Silente “ma da quello che abbiamo sentito e visto non è un babbano
normale. E’ un militare preparato a combattere, la sua visione della guerra è
forse superiore a quella che abbiamo noi: il primo pensiero non è stato quello
di rilassarsi e godersi le feste, ma quello di guardarsi attorno cercando
eventuali punti deboli e come poter preservare l’incolumità di tutti.”
“Come ci dobbiamo comportare con lui?” chiese
qualcuno.
“Non lo so.” disse francamente Silente.
Appena ne ebbe la possibilità Nicholas si fermò a
riflettere, per capire che cosa stava succedendo.
Non riusciva a togliersi dalla mente i due enigmi:
‘quattro N.O.T.I.Z.I.E. per aprirti la
strada, quattro
V.E.R.S.I per sapere chi sei!!! Si ricordava distintamente i particolari di
ogni singola lettera: “four N.E.W.S. in order to open you the road, four
B.A.C.K.S. for knowing who you are!!!” e ‘I quattro cardinali qui per te, a darti un aiuto
quando la mezzanotte è seguita dall'ostro del sole levante che saluta il
ridente ponente’
Non capisco, il motivo di queste frasi. E
chi sono poi ‘sti quattro cardinali? Che senso hanno quattro cardinali in un
paese anglicano e poi che ha da ridere l’est… l’est, est! non sono cardinali
religiosi, sono punti cardinali aspetta… se ponente è l’Est che centra il
Giappone?
Idiota che non sei altro Nick non è il Sol levante
è sole levante, Ovest. L’ostro e Mezzanotte sono rispettivamente Sud e Nord.
Bene ora che ho risolto questo, che ci faccio? A che mi serve?
Una voce risuonò nell’ambiente avvertendo che il
pranzo era pronto.
Tutti erano seduti, anche Piton partecipava al
banchetto, sembrava che la tensione fosse sparita.
L’intuizione sui gemelli Weasley si dimostrò
azzeccata, infatti combinarono un paio di scherzi e per la prima volta
dall’inizio di questa strana avventura Nicholas rise e di gusto.
Dopo il pranzo i commensali si avviarono verso
l’esterno, Nicholas ne approfittò per avvicinarsi a Severus Piton.
“Professor Piton come funziona l’incantesimo
Protego?”
“Perché mi chiedi questo?” rispose guardingo.
“Sarò paranoico, professore ma mi aspetto un
attacco.”
Anche se palesemente riluttante accettò “Vieni, ti
faccio vedere, Remus vieni.”
In giardino i due duellanti si sistemarono l’uno di
fronte all’altro e poi all’improvviso Piton lanciò uno schiantesimo non
particolarmente potente.
Remus mosse la bacchetta e pronunciò “Protego!” e
l’attacco si concluse contro una barriera generata dall’incantesimo difensivo.
“Visto?” chiese Remus.
“Mi scusi un attimo Remus?” Nicholas entrò in casa
per uscirne dopo alcuni minuti con la mano destra nascosta dietro al schiena.
Riuscito si diresse nel giardino “Posso provarci
pure io?”
“Senza offesa Nicholas ma ancora non abbiamo
capito se e come si manifestano i tuoi poteri, ne tanto meno se sai usare una
bacchetta.” disse la professoressa Mc Granitt.
“Non si preoccupi è solo un esperimento. Sei
pronto Remus colpirò all’improvviso.”
“Quando vuoi.” E si mise in posizione.
Fulmineo fece comparire una pistola da paintball,
pochi istanti dopo cinque chiazze viola si allargarono sul petto di un Remus
che cercava ancora di capire cosa lo avesse colpito.
“Da questo posso dedurre che il Protego funziona
solo se si può vedere l’attacco… ottimo, veramente ottimo.” Sogghignò
rientrando in casa ma prima di sparire dentro l’uscio lo sentirono sussurrare
“Ora so come combattervi.”
Rimasero tutti di stucco ed ebbero quasi paura,
non erano assolutamente preparati alle armi babbane. Remus aspirò la vernice
con la bacchetta per poi precipitarsi assieme agli altri nella camera di
Nicholas.
Il babbano era in camera sua davanti
all’unico mobile che si era portato.
Era strano, appariva costituito da cinque
intelaiature di porte unite assieme, dove si poteva vedere attraverso.
“Molto bene, vedo che ci siete tutti; vi spiego
cos’è questo mobile. Sui libri di incantesimi ho letto qualcosa riguardo alle
Passaporte: questa è la mia versione di quell’incantesimo. La prima porta è
casa mia a Roma.” Aperta la prima porta il suo interno mostrava un appartamento
con un tacchino che si aggirava per il salotto. “Piton scusa potresti…?” un
ombra di sorriso comparve sulla faccia del professore e mossa la bacchetta, il
tacchino ridivenne la poltrona del salotto.
“La seconda porta è la Stamberga Strillante, la
terza è la mia stanza ad Hogwarts, la quarta è una stanza speciale e la quinta
è vuota nel caso servisse un altro accesso. Per cui in caso di attacco, aprite
una delle tre porte e sarete al sicuro.”
Quando aveva ordinato alla Stanza delle Necessità
questo tipo di mobile, aveva chiesto solo quattro porte e ora si stava
chiedendo perché ce ne erano cinque?
“Ti ringrazio per la tua preoccupazione, ma devi
stare tranquillo, con tutti i membri dell’ordine qui siamo al sicuro. Quasi
tutti i presenti hanno combattuto in ben due guerre dei maghi.” disse Arthur,
dandogli delle amichevoli pacche sulla spalla.
“Tranquillo… a casa mia ha fatto una brutta fine.”
mormorando a bassa voce.
“Alastor.” chiamò in disparte l’auror “ qui sono
tutti fiduciosi del loro passato e del fatto che sono scampati a due guerre. Mi
serve il tuo aiuto. Se attaccheranno, e spero vivamente di no, di sicuro
useranno la tecnica dividi e conquista. Il tuo super occhio può vedere durante
la notte?”
“Si certo, ti aspetti un attacco?”
“Si, e siete troppo rilassati per miei gusti. È
molto probabile visto che stanno dando la caccia a me e che sono fuori dalla
protezione del castello”.
Durante la notte vennero svegliati da delle urla
nel campo di grano adiacente alla casa.
“Babbano ci senti? Ci senti stupido suicidio
babbano, sguazzafango, leccacacca e ciucciafeccia.”
Nicholas rimase un attimo allibito, Alastor gli si
avvicinò e mettendogli una mano sulla spalla disse “ Lo so, a volte è
traumatico ricevere degli insulti.”
Insulti? Quelli erano insulti?
“Ehi tu…” e produsse la più formidabile e audace
sequela di insulti che il mondo magico abbia mai sentito, tanto che un paio di
Mangiamorte indietreggiarono inorriditi.
All’improvviso tre saette di fumo nero
volteggiarono sopra la casa.
Tutti uscirono allo scoperto, sparando in
direzioni delle saette.
Nicholas, era nella stanza assieme ai ragazzi e
stava guardando, schifato, il combattimento.
I ragazzi stavano sul letto, quando strani rumori
attirarono l’attenzione dell’ex-soldato.
Lentamente, la porta si aprì ed entrò un tizio
trasandato, sporco e con un sorriso pieno di denti storti e gialli.
Rivolgendosi ai ragazzi disse:
“Bene, bene, bene chi abbiamo qui.”
“I tre porcellini.”
“Cosa?” girandosi sorpreso verso la voce, l’ultima
cosa che vide fu la fronte di Nicholas che si avvicinava velocemente, infine
solo il buio.
Nicholas prese l’intruso e lo buttò dalla
finestra.
Quando il corpo arrivò a terra, mugugnando sia per
la botta che per il volo, i combattenti si fermarono a guardare la scena.
Comprendendo da dove fosse caduto i Weasley
all’unisono gridarono “O mio Dio, i ragazzi.”
“LA VOGLIAMO SMETTERE DI SPARARE ALLE FARFALLE!!!
NON VI SIETE ACCORTI CHE E’ UN DIVERSIVO ?!” stava continuando a inveire quando
ci fu un lampo, la piccola Ginny urlò e subito dopo una saetta di fumo uscì
dalla finestra.
Un altro mangiamorte atterrò accanto al compagno
caduto lo prese e volò via.
Tutti si riversarono nella stanza dei ragazzi con
orrore si accorsero che mancavano Ginny e Nicholas.
Urla di gioia venivano dal campo.
Uno di loro si materializzò ai confini del campo e
urlò ”Abbiamo il babbano e la piccola, non tentate mosse strane o la piccola
muore” e volò via in direzione dei compagni.
Appena il gruppo si riunì, la prima cosa che
fecero, fu quella di creare uno spiazzo dove tre ceffi più Nicholas sotto la
maledizione Imperius sorvegliavano la bambina, mentre il grosso stava
accerchiando la casa.
Tutti si riversarono nella stanza dei ragazzi con
orrore si accorsero che mancavano Ginny e Nicholas.
Urla di gioia venivano dal campo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** UN NATALE SCOPPIETTANTE ***
CAPITOLO 16
C A P I T O L O 16
Tronfi della loro superiorità, uno di loro puntò
la bacchetta ala cielo e urlò “Morsmorde.”
dalla bacchetta, un flusso di energia verde e lucente volò oltre le cime degli
alberi, su in cielo.
Era un teschio colossale costituito da scintille
di verde smeraldo, un serpente gli usciva dalla bocca come se fosse una lingua.
Si levò sempre più in alto sotto lo sguardo di
tutti, stagliandosi vivido in una cortina di fumo verdastro, imbrattando il
cielo nero.
L’incantesimo era abbastanza in alto da illuminare
tutto, come un sinistro cartellone al neon.
In casa Weasley per un momento regnò la
disperazione più assoluta, poi si accorsero che qualcosa non andava.
Il teschio stava mutando forma e colore da verde
smeraldo a blu acquamarina.
Il teschio, cambiò in una figura umana.
Strane note musicali incominciarono a diffondersi
nell’aria seguite da una canzone.
Non posso ottenere soddisfazione (1)
Non posso ottenere soddisfazione
Perché io provo e provo e provo e provo
Non posso
Non posso
Tutti i mangiamorte rimasero basiti a naso in su
ad osservare lo strano fenomeno.
La canzone continuava:
Quando guido la mia macchina
E quell’uomo che parla alla radio
Egli mi parla sempre di più…
Alastor fissava Silente e tutti e due ebbero lo
stesso pensiero: C’è lo zampino di Nicholas, ma come aveva fatto?.
Un improvviso schianto su nella camera dei ragazzi
fece trasalire tutti.
Silente fu il primo ad arrivare nella stanza;
durante il tragitto sentirono distintamente una voce urlare disperata “Nooo non
c’è l’ho fatta ho sbagliato, tutto è perduto.”
Appena entrato, si trovò davanti ad una grottesca
creatura che un tempo forse era una persona “Chi sei?”
La creatura si girò di scatto e vedendo Silente
pianse.
“Allora sei ancora vivo, non tutto è perduto…MEMORIAM…
argh.” una seconda persona incappucciata si materializzò dal nulla e colpì la
creatura con l’anatema che non perdona, per poi sparire senza lasciarne
traccia.
Nonostante la rapida successione degli eventi, la
creatura riuscì lo stesso a lanciare su Silente un’incantesimo con il quale
impresse nella memoria del preside ciò che sarebbe successo con la cattura di
Nicholas negli anni a seguire(2).
Silente si smaterializzò per comparire nello
spiazzo lanciando schiantesimi, ma riuscì a prendere solo Nicholas.
La piccola Ginny, venne strappata dalle mani del
preside un attimo prima che questi si materializzasse al sicuro.
Tutti, si riversarono nella stanza dei ragazzi.
Silente era carponi sul pavimento ansando
pesantemente, Nicholas stava li imbambolato.
Silente, mentre si riprendeva raccontava ciò che
era successo; Molly scoppiò a piangere.
Alastor lanciò il Finite Incantate per liberarlo
dalla maledizione Imperius.
Quando si riprese, dopo quello che vide, preferì
lo stato antecedente di stordimento.
Tutti chiacchieravano, i genitori giustamente
erano preoccupati sulla sorte della loro bambina; gli altri che proponevano
piani di liberazione degni di un gatto ubriaco; e tirando bestemmie verso il
cielo uscì dalla stanza.
Da fuori, in un punto imprecisato del campo una
voce urlò “Sei bravo Albus, hai lasciato una bambina indifesa ti sei
preoccupato solo di portare al sicuro uno schifoso babbano…”
Chiacchiera,
chiacchiera io intanto mi faccio gli affari miei
All’improvviso ci furono, tre lampi e tutto
divenne bianco.
In poco meno di quaranta secondi lo shock, del
lampo era terminato… e la piccola era sparita.
Immediatamente con un urlo incominciarono le
ricerche della bambina.
Partirono le ricerche per terra e alcuni
saettarono in cielo per una ricerca più approfondita.
Non cercare in Australia, quando ciò che ti serve
e nel giardino di casa.
Lentamente una porzione del tappeto di spighe
incominciò a muoversi, si alzò e corse verso il campo di grano.
Lo strano cespuglio, si mosse zigzagando tra
spighe e mangiamorte e quei pochi che si accorgevano del cespuglio –STUMPF- e
cadevano morti a terra colpiti dai proiettili sparati dalla pistola con
silenziatore dell’uomo-cespuglio che si muoveva velocemente verso la tana,
facendo un lungo e contorto percorso.
Stavano ancora discutendo su quale fosse la
migliore strategia da adottare, quando Molly, urlò dallo spavento.
Tutte le
bacchette puntarono lo strano cespuglio umanoide che era appena entrato.
Ridendo Alastor disse “Nicholas, ragazzo mio come
ti sei conciato?”.
Nicholas si tolse il cappuccio, ma prima che
potesse parlare, fu la Mcgranitt a urlare contro di lui.
“Come osi, venire qui vestito da spaventa-passeri
quando una bambina è ancora li fuori in balia dei mangiamorte…”
“Uff si soffoca qua dentro.” disse una vocina da dentro il cespuglio
Il silenzio calò come una ghigliottina. Nicholas
aprì la tunica ne fece uscire una sorridente Ginny.
“Se non ci decidiamo a ‘parlare la stessa lingua’
io mi difendo da solo, chiaro?”
“Tu non hai idea di come si combatte da maghi. Ti
ringrazio per aver salvato mia figlia, ma hai avuto solo fortuna”
“Il bue che dice cornuto all’asino. Cambiamo
discorso che è meglio… preside senta può portare qui il… come si chiama? Il
cesso mobile… no volevo dire il Pensatoio?”
Nessuno gli rispose, erano troppo indaffarati a
stringere e coccolare la piccola Ginny, così Nicholas lasciò la stanza per
andare a sistemare alcune sorpresine prima di coricarsi.
L’alba del nuovo giorno venne salutata da un forte
boato.
Gli abitanti della casa si precipitarono fuori
ansanti ritrovandosi davanti a Nicholas in tenuta da combattimento con in mano
un cronometro, al suo fianco c’era Silente e Piton entrambi con un’espressione
incuriosita.
I Wealsley furono gli ultimi ad uscire “Nove
minuti prima di uscire dalla casa e sistemarsi, senza che nessuno controllasse
se era una trappola o meno. Un attacco reale avrebbe lasciato più morti che
superstiti. Si può sapere perché la famiglia Weasley ha tardato così tanto? Per
caso stavate ancora dormendo dopo tutto quel baccano?”
“Tu, tu, tu brutto…”
“Babbano?” la incoraggiò.
“No…Stupido scava folletti! Che ti salta in testa
di fare una cosa simile, Albus come hai permesso…”
“Rispondi alla domanda Molly” chiese serio
Silente.
Un’ondata di gelo cadde sul gruppo.
“Eeee… beh eravamo su a controllare se i ragazzi
erano al sicuro.”
Beh, se non altro non sono cosi ‘acci’.
“Professore, ha portato il … quello là insomma.”
“Si.”
Imbastirono un meeting sulla Storia della guerra
nel salone di casa.
Nicholas fu il primo a sporgersi sul pensatoio per
osservare la ‘guerra secondo i maghi’ attraverso i ricordi di Silente,
l’esperienza lo lasciò ancora più schifato e divertito allo stesso tempo della
sera prima.
“E questa la chiamate guerra? All’asilo eravamo
più spietati.” li derise.
Poi fu il turno dell’ordine di vedere ‘la guerra
secondo i babbani’ da uno dei ricordi di guerra che Nicholas custodiva. La
realtà cruda e spietata li lasciò traumatizzati, mentre Albus e Severus
sembravano impassibili.
“Benvenuti nel mondo reale, signori maghi” disse
Nicholas atono.
Albus chiese di vedere i ricordi inerenti
all’attacco della sera prima.
“Questo ricordo ci conferma che Nicholas ha una
visione della guerra nettamente superiore alla nostra” Silente si alzò in piedi
risoluto “Nicholas!” disse.
“Dica preside.”
“L’ordine del Fenice riconosce i tuoi meriti e
sarebbe lieto della tua esperienza a capo per avvantaggiarci contro Voldemort.”
“Molto bene, ma avrò bisogno anche del suo aiuto.”
disse Nicholas fissando un punto dietro al gruppo.
Tutti si girarono in direzione dello sguardo e
impallidirono.
Lo specchio in fondo alla stanza, non stava
riflettendo Nicholas, ma Alberich che con un sorriso d’assenso fece un inchino.
La colazione fu consumata silenziosamente ma il
nervosismo era tangibile, d’un tratto un sussurro arrivò alle orecchie di
Albus.
“Preside, vorrebbe insegnare a mio nipote come si
usa la bacchetta? Proposito vi è piaciuta la nuova versione del Morsmorte? La
canzone l’ho presa dai ricordi di mio nipote.”
“Certamente. Complimenti per la canzone molto
bella e appropriata.”
Le lezioni furono poche, ma Nicholas ci mise un
po’ a capirne il segreto.
Usare la bacchetta non è come usare una pistola,
dove premi il grilletto e il proiettile vola via verso il bersaglio, ma è una
cosa che viene dal cuore… dall’anima.
Il primo incantesimo lanciato da Nicholas fu come
una scarica, ma la cosa inaspettata era una strana sensazione che cresceva in
lui, sembrava paura ma non lo era, era una fredda e allo stesso tempo calda
sensazione.
La senti?
Si cos’è?
È il potere di noi maghi. Tu sei un mago Nicholas,
e sei qui per un compito importante.
E non mi dirai quale vero?
Esatto, perché come dici tu, sono simpatico.
Quei fetenti li hai invitati tu?
No, non so chi sono.
I due giorni che precedettero il Natale, furono
molto istruttivi per entrambi i gruppi.
I cattivi sapevano che non era da sottovalutare, i
buoni sapevano che i loro “ospiti” stavano li perché volevano Nicholas e
stavano aspettando il momento buono per attaccare.
Arrivò la vigilia, al di fuori della casa
volteggiavano allegri babbini natale che in sella alle loro piccole scope
ripetevano allegramente ‘ho, ho, ho!’.
Vennero messi molti addobbi natalizi attorno alla
casa e fecero comparire quattro abeti addobbati e luminosi.
Dalla distesa di grano occhi indiscreti scrutavano
il loro operato ridacchiando malignamente.
Finito di sistemare le decorazioni entrarono in
casa per mangiare e passarono il resto del pomeriggio alcuni a giocare con i
ragazzi, altri invece a dare una mano per pulire in casa.
Nicholas faceva pratica con la bacchetta mentre
Alastor, da buon insegnante, spiegava come direzionare i colpi senza ferire
nessuno, così non trovarono bersaglio migliore del campo di grano.
I Mangiamorte si dovettero abbassare e buttarsi
nel fango per evitare gli Sciantesimi ‘sparati a casaccio’ da Nicholas.
All’improvviso il capo dei Mangiamorte si irrigidì
e con orrore riconobbe gli effetti dell’incantesimo Mobilicorpus.
Nicholas discuteva animatamente con Alastor; il
poveraccio catturato dal Mobilicorpus dispensò botte e calci ai suoi compagni
reagendo agli ordini involontari della bacchetta.
All’improvviso Nicholas alzò di scatto il braccio
e il suo burattino prese il volo, scendendo poi in picchiata e volando a pelo
di grano.
Nessuno dei due sembrò accorgersi di ciò che stava
succedendo o cosi parve agli altri dal loro nascondiglio.
Nella stanza in cima alla casa Albus e Piton
stavano ridendo a crepapelle abbracciati assieme guardando la scena ed a ogni
evoluzione scaturivano altre risate.
Anche gli altri in casa si gustavano la scena e
pur allerta si scompisciavano dalle risate.
Liberato dall’incantesimo, il disgraziato cadde
sulle ginocchia e disse a fatica “Quel babbano è mio, lo voglio uccidere
personalmente.” poi svenne.
Mentre in casa si cenava, nel campo erano tutti
tesi e pronti all’attacco.
In perfetto spirito natalizio dall’interno
dell’abitazione uscì un canto:
“We wish you a merry Christmas”
I Mangiamorte
incominciarono a convergere verso la casa.
“We wish you a merry Christmas”
Gli alberi di natali e le ghirlande erano belle e
luminose i babbini natale volavano alti cantando “Oh! Oh!
Oh!”
“We wish you a merry Christmas”
Erano ormai prossimi al cortile dei Weasley
“…and a happy New Year!”
Le ghirlande erano più luminose, gli alberi più
festosi e i babbini ora stavano volando in alto.
“Glad tidings we bring”
Uno dei Mangiamorte, guardando quei babbini ebbe
la sensazione di vedere avvoltoi e non pupazzetti di natale animati.
“..to you and your kin”
Erano al limite del campo, i babbini erano fermi
per aria.
“Glad tidings for Christmas”
Mentre cantavano allegramente, sul tavolo dei
Weasley una mappa magica con lenticchie, fagioli e ceci come pedine segnava i
movimenti degli ospiti nel campo.
“..and a happy New Year!”
In quel momento si scatenò l’inferno.
I babbini allegri che svolazzavano attorno alla
casa mutarono espressione da sorridente a indemoniata lanciando un grido stridulo.
Dai comignoli vennero eruttati uno sciame di
babbini, dall’espressione cattiva, con gli occhi luminosi, rossi e dalla risata
sinistra.
Le ghirlande proiettavano fasci di luce in tutte
le direzioni e i quattro alberi, come missili partirono in cielo.
Disorientati dalla luce, non si resero conto della
partenza degli alberi di natale.
I quattro alberi si scontrarono ad un centinaio di
metri sopra la casa, e proiettarono i loro addobbi sferici in tutte le
direzioni, questi caddero nel campo ed esplosero come bombe.
I babbini, prima andarono verso l’alto muovendosi
in spirale e poi aprendosi a forma di fiore scesero in picchiata.
Tutti i Mangiamorte si diedero alla fuga,
inseguiti dai babbini di Natale, e ogni volta che colpivano un Mangiamorte si
sentiva un’esplosione.
La notte venne rischiarata da innumerevoli
esplosioni.
Gl’invasori erano portati al sicuro a circa
un chilometro dalla casa, alcuni iniziarono a lanciare incantesimi. Delle sfere
compirono una parabola, per evitare i babbini, per andare poi ad esplodere a
molta distanza dalla casa.
Nicholas aprì la quarta porta del suo mobile, e ne
usci con un fucile lungo un metro e venti.
Si sistemò davanti alla finestra e inserì nella
culatta del fucile un proiettile lungo 15 centimetri, prese bene la mira e
sparò.
Da lontano, un Mangiamorte evocò l’incantesimo Protego, ma con un grande spruzzo di sangue,
la testa sparì.
Il proiettile sparato dal fucile di Nicholas aveva
superato senza problemi lo scudo generato dal Protego, e il rumore generato
dallo sparo si sentì due secondi più tardi.
Saggiamente i Mangiamorte si smaterializzarono
tutti quanti.
Entrando nella stanza con le bacchette spianate
trovarono Nicholas a terra abbracciato ad un oggetto strano e lungo.
Alzandosi in piedi, prese il fucile e lo rimise a
posto nella quarta stanza del mobile.
“Che diavolo era quel botto infernale, e quel coso
che cos’è?” chiese Remus preoccupato.
“Niente è solo un fucile a lunga gittata.”E
vedendo la loro espressione vacua aggiunse.”con questo posso colpire qualunque
cosa entro le milletrecento yarde… e il Protego non funziona con questo.”
Perplessi ritornarono a cena, per festeggiare
finalmente il Natale, la gioia era al culmine.
Dal camino ci fu una fiammata verde e ruotando
velocemente come una trottola, uscì il Ministro Caramell agitatissimo.
“Albus, presto il castello…”
1) Rolling Stones -
Satisfaction (I Can't Get No)
I can't get no
satisfaction/I can't get no satisfaction/'Cause I try and I try and I try
and I try/I can't get no, I can't get no
When I'm drivin' in my
car/And that man comes on the radio/He's tellin' me more and more…
1) Gli eventi
che la creatura impresse nella memoria del preside sono raccontati nel
racconto “La maledizione del Giratempo.”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** HOGWARTS È VISIBILE ***
CAPITOLO 17
C A P I T O L O 17
Appena uscito dal camino il ministro Caramell
incominciò a farfugliare frasi sconnesse sul castello.
Il riflesso nello specchio di Alberich parlò
“Volevi sapere qual’era il motivo per il quale sei qui? Bene, eccolo… anche se
è un po’ più movimentato del previsto.”
La finestra si spalancò e un nugolo di lettere,
portate dai gufi, invasero dalla stanza portando un comune messaggio ‘Hogwarts
è visibile’.
Silente accompagnato dal professor Piton, dalla
professoressa McGranitt e da Nicholas si materializzò davanti al castello,
fortunatamente nonostante il pasto appena consumato Nicholas questa volta non
rigettò.
Un drappello di Auror si materializzò posizionandosi
lungo il perimetro delle mura scolastiche ed a colpi di Oblivion tennero alla
lontana i curiosi babbani.
Mentre un secondo gruppo lanciava incantesimi di
disillusione nel tentativo di nascondere l’edificio.
Le creature del lago nero aiutavano i maghi increspando
le acque, onde evitare che qualcuno in barca potesse fare delle foto.
“Preside, tutti gl’incantesimi che proteggevano il
castello sono caduti.” gli disse un Auror avvicinandosi.
La professoressa di trasfigurazione, su
ordine di Silente fece tornare immediatamente a casa i pochi alunni rimasti, a
casa, poiché il castello sarebbe rimasto chiuso fino a che non sarebbero state
ripristinate tutte le protezioni, o perlomeno comprese quali ne fossero le
cause.
“Forse la soluzione di questo enigma sta nelle
filastrocche che ho trovato.” esordì Nicholas.
“Quali filastrocche?” chiese Silente.
“Mentre voi congetturate, io vado a controllare i
corridoi.” si congedò Piton mentre usciva dall’ufficio del Preside.
Il babbano incominciò a spiegare “Quando mi ha dato
la mappa del Malandrino per un momento è comparsa un quinta torre con la
scritta ‘quattro notizie per aprirti la strada, quattro versi per sapere chi
sei!!!’ Poi ne ho trovata un'altra, ma quella sono riuscito a risolverla,’ I
quattro cardinali qui per te, a darti un aiuto quando la mezzanotte è seguita
dall'ostro del sole levante che saluta il ridente ponente’, la frase si
riferisce ai quattro punti cardinali, ma non capisco la connessione tra le
due.”
Silente rimase fermo a pensare.
“Interessante, mi piacciono gli indovinelli.
Perché notizie, secondo te, è scritto puntato?”
“Beh preside potrebbe significare che… Aspetti! È
sia notizie, cioè news, sia i quattro punti cardinali, ovvero le lettere
puntate n; e; w; s.
I quattro versi sono puntati allo stesso modo,
quindi sono sinonimi di due cose differenti.”
“Bravo Nicholas, è quello che stavo pensando anche
io ‘verso’ come verso poetico oppure ‘verso’ sinonimo di direzione. Possiamo
presupporre che quello che ti stanno indicando si trovi ai quattro punti cardinali.”
Un tonfo interruppe la discussione.
Ricordava bene lo strano libro, era lo stesso che
il proprietario del Ghirigoro aveva dato a Silente il suo primo giorno a Diagon
Alley. Ora giaceva a terra in mezzo al stanza e una stridula risata riecheggiò
nella stanza, prima di dileguarsi assieme al manoscritto.
“Pix. E’ un poltergeist un po’… dispettoso. Puoi…”
disse Silente gettando un’occhiata verso l’alto “prenderlo.” indicando il libro
che si allontanava fluttuando.
Nicholas usci dall’ufficio di gran fretta non
facendo caso alle due figure ammantate di nero, che lo fissavano dalla zona del
telescopio vicino al colonnato: uno di loro aveva i capelli lunghi e bianchi.
Nicholas vagava per i corridoi del castello
cercando di capire dove e soprattutto cosa cercare.
Fuori dalla finestra qualcosa di enorme, verde e
lucente volò oltre le cime degli alberi, su in cielo.
Era un teschio colossale costituito da scintille
di verde smeraldo, un serpente gli usciva dalla bocca come se fosse una lingua.
Si levò sempre più in alto sotto lo sguardo di tutti, stagliandosi vivido in
una cortina di fumo verdastro, imbrattando il cielo nero.
L’incantesimo era abbastanza in alto da illuminare
il castello, come un sinistro cartellone al neon.
Nicholas, quando vide quella strana cosa nel
cielo, non gli piacque istintivamente.
Fece dietrofront e si diresse a passo rapido verso
la stanza delle necessità, ma fu intercettato dalla Mc Granitt.
“Nicholas presto, il castello non ha più le
difese, stanno attaccando i mangiamorte.”
“Devo fare una cosa, torno subito.” e girò
l’angolo.
Arrivò in un attimo alla stanza magica ci entrò
per poi uscirne subito dopo. Raggiunto la professoressa insieme si diressero
verso il punti di raduno.
Mentre proseguivano a passo spedito, il corridoio
venne scosso da un boato e il soffitto crollando divise la professoressa di
trasfigurazione da Nicholas.
Nicholas si trovò il passo sbarrato e quel che
peggio non era solo.
“Ciao Nick.” salutò cordialmente Lucius Malfoy.
Nicholas occhieggiò il nuovo arrivato e il gruppo
alquanto pittoresco al suo seguito.
Lucius Malfoi e Rhambau erano gli unici normali…
insomma.
L’unica ragazza del gruppo aveva tutti i capelli
arruffati e vestita di stracci neri, e un altro paio di loschi figuri.
Uh che
bello, è arrivato il circo.
“Lucius, allora come ti butta vecchio pirataccio
Che racconta di bello Voldy?”
Dal gruppo, usci la donna e puntando il dito verso
Nicolas “Tu! Come osi rivolgerti a Lui in questo modo?”
“Bè, se vuoi lo chiamo Osvaldo.”
“Aura Lastrange, calmati lui non sa con chi sta
parlando.” disse Malfoi.
“ Tom Orvoloson Riddle, per gli amici Lord
Voldemort. Età 62 anni. Capricorno ascendente Toro. Nato il 31 dicembre 1926,
da Tom Riddle e Merope Gaunt. secondo il profilo psicologico Voldemort è privo
delle più semplici emozioni umane e animato da una "furia"
psicopatica. Non desidera avere amici o necessità di compagnia in quanto si
sente superiore a tutti gli esseri magici e non; la sua sete di potere lo
spinge ad affermarsi in continuazione. Secondo le leggende, la madre Merope
sedusse il padre Tom con un filtro d’amore e da quella relazione rimase incinta
di te. Tuttavia anche se tuo padre era tenuto sotto l’influsso del filtro
d’amore tua madre amava sinceramente e pensava che, magari senza filtro lui
potesse…”
“Lui è il potente Voldemort e tu non sai niente di
lui.” Urlò Aura lanciando un incantesimo, che venne semplicemente scansato da
Nicholas.
“Lucius a papà scusa, puoi evitare alla strana li,
di lanciare incantesimi? La cosa è tra me e te, non tra me , te e il resto del
mondo.”
“Io non sono ‘la strana’ sono Lastrange” urlò
“Tesoro,‘la strana’ o ‘la strange’ come dici; tu
non è che cambiando lingua, diventi normale sai.” Punzecchiò Nicholas.
“Ha, ha, ha stai tergiversando Nick, speri che
venga qualcuno a salvarti?”
“Beh Lucius, sai come si dice, la speranza è
l’ultima a morire.”
“Beh, possiamo fare un duello tanto per ammazzare
il tempo…”
“O qualcuno, vero?”
“Ti è stato insegnato come ci si sfida a duello?”
chiese canzonatorio il braccio destro di Voldemort, con gli occhi rossi
scintillanti.
“Mi dispiace, ma ero occupato in altri affari e
poi non ho con me la mia bacchetta. Ma rimediamo subito… A ME BACCHETTA!”
Intanto la Mc Granitt era riuscita a trovare sia
Silente che Piton, intenti a cercare di riabilitare gli incantesimi di
protezione.
I tre riuscirono a trovare Nicholas ma ebbero la
brutta sorpresa di trovarlo in compagnia dei Mangiamorte più spietati.
Piton e Silente videro una strana luce che
velocemente si avvicinava.
“Preside, credo che sia meglio dare una mano a
Lucius Malfoy.”
“Sei sicuro Severus?” la Mc Granitt era pallida
dallo spavento, gli si prospettava un tremendo scenario Severus, aveva
ingannato per tutti questi anni Silente e gli aveva lanciato la maledizione
Imperius.
Era lì attonita, quando le passò davanti un
proiettile di legno dalla cui punta fuoriuscirono dei lampi di energia alle cui
estremità quattro Mangiamorte urlanti venivano trascinati via.
Come nei cartoni animati, tre teste stupite fecero
capolino e videro che la bacchetta, era atterrata nella mano di Nicholas e i
quattro Mangiamorte catturati continuarono il volo e si scontrarono con quelli
del gruppo degli invasori.
Nicholas scosse la bacchetta e come un pistolero
del vecchio west soffiò sulla punta e ne usci uno spruzzo di scintille.
“Ecco fatto, ho la mia bacchetta… come si
duella?”
Anche se non lo davano a vedere erano tutti
leggermente intimoriti, memori di ciò che era successo dai Weasley.
“E solo un babbano.” disse sprezzante Rhambau “Innanzitutto
ci si inchina” curvandosi appena, senza distogliere il viso di serpente da
Nicholas. “Andiamo, bisogna osservare le regole nel dettaglio... Silente
sarebbe lieto che facessi sfoggio delle tue buone maniere... inchinati alla
morte.”
E tu
inchinati su ‘sto… lasciamo perdere.
i Mangiamorte erano tesi. Nicholas non s'inchinò,
non aveva intenzione di perdere di vista i suoi nemici.
“Ho detto inchinati” disse l’ex professore
di difesa levando in alto la bacchetta: Nicholas sentì la spina dorsale
piegarsi come se un'enorme mano invisibile lo spingesse inesorabilmente in avanti,
e i Mangiamorte risero più forte che mai.
“Molto bene” e mentre alzava la bacchetta,
si sollevò anche la pressione che schiacciava Nicholas. “E ora affrontami, da
uomo a uomo... diritto e fiero... duelliamo”.
Rhambau alzò la bacchetta e prima che
Nicholas potesse fare qualcosa per difendersi, prima ancora che potesse
muoversi, fu colpito dalla Maledizione Cruciatus. Il dolore fu così intenso,
come provato quando Rhambau gli spiegava le tre maledizioni.
Coltelli incandescenti gli trafiggevano ogni
centimetro di pelle, e RhambauVoldemort ridendo si avvicinò a lui ma si scontrò
con il tallone del piede destro del babbano che con un elegante arco colpì in
piena faccia e prima che si riprese arrivò una gomitata e Nicholas si dileguò,
facendosi scudo con una raffica di Bombarda Maxima.
Raggiunto il corridoio venne preso da due forti
braccia spinto verso il muro e mentre una mano gli impediva di chiamare aiuto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** L’ETERNITA’ DI UN SECONDO ***
CAPITOLO 18
C A P I T O L O 1 8
Note dell’ Autore:
Questo
che state per leggere, è l’unico capitolo anomalo di tutto il libro.
Prima che
io prosegui con la narrazione dei fatti, devo ricordare l’esistenza di alcuni
particolari già narrati.
Il
Giratempo che la professoressa McGranitt diede a Nicholas per riposarsi in
vista al “doppio” programma di addestramento e l’involontaria scoperta che
azionandolo dentro la stanza delle Necessità il tempo all’esterno rimane
congelato.
Se non ti dispiace, caro il lettore / lettrice
questo capitolo incomincio a narrarlo facendo un passettino indietro.
Nicholas vagava per i corridoi del castello
cercando di capire dove e soprattutto cosa cercare.
Fuori dalla finestra qualcosa di enorme, verde e
lucente volò oltre le cime degli alberi, su in cielo.
Era un teschio colossale costituito da scintille
di verde smeraldo, un serpente gli usciva dalla bocca come se fosse una lingua.
Si levò sempre più in alto sotto lo sguardo di tutti, stagliandosi vivido in
una cortina di fumo verdastro, imbrattando il cielo nero.
L’incantesimo era abbastanza in alto da illuminare
il castello.
Nicholas, quando vide quella strana cosa nel
cielo, sospirò; altre difficoltà in arrivo.
Ma non si
stancano mai vero?
Mai!
Fece dietrofront e si diresse a passo rapido verso
la stanza delle necessità.
Appena in cielo comparve il simbolo dei
Mangiamorte, Albus diede subito incarico alla professore di Trasfigurazione di
cercare immediatamente Nicholas.
La Professoressa Mc Granit percorreva velocemente
il corridoio, cercando con occhi ansiosi la figura familiare di Nicholas.
L’atmosfera cupamente tinta di un verde brillante,
filtrava attraverso le imponenti vetrate che si aprivano sui muri. Poi lo vide,
si muoveva con passo deciso verso di lei e sembrava non avesse intenzione di
fermarsi, il babbano si accorse di lei solo quando lo afferrò per un braccio
strattonandolo.
“Nicholas presto, il castello non ha più le
difese, stanno attaccando i mangiamorte.”
“Devo fare una cosa, torno subito.” e così dicendo
girò l’angolo e sparì dal suo campo visivo.
Lo seguì subito dopo, lo vide entrare in una
stanza e riuscirne subito dopo. Senza proferire parola annullò la distanza che
li separava e le fece cenno di andare.
Minerva non conosceva l’anomalia che scatenava il
giratempo dentro la stanza della necessità. Quel singolo istante in cui
Nicholas uscì dal suo campo visivo era più di quello che chiunque si potesse
aspettasse.
Ecco quello che successe in quell’attimo dentro al
stanza delle necessità.
Dentro la stanza Nicholas si sdoppiò due volte.
Desiderò tutte le informazioni che riguardavano il
castello e la sua origine in particolare e una stanza nella stanza piena di
specchi con la quale poter parlare con il suo avo e fare pratica di duello. La
stanza cambiò magicamente aspetto davanti a lui, le pareti erano adorne di
librerie colme di tomi dall’aria antica ed usurata, al centro della stanza su
un tozzo tavolo in tasso erano appoggiati tre tomi che Nicholas riconobbe
subito: la storia di Hogwarts era il più comune fra i tre, un altro era il
misterioso libro appartenuto a Silente e trafugato dal poltergeist, l’ultimo
l’ormai docile libro urlante delle biblioteca (che aveva smesso di urlare e che
ogni volta che lo si apriva; la faccia usciva facendo un timido “Hu!” come i
gufi, sorridendo timidamente).
I due Nicholas si organizzarono cosi: un Nicholas
si mise a leggere e libri alla ricerca di ciò che cercava mentre l’altro
Nicholas, nell’altra stanza a fare pratica con i duelli di magia.
Il libro preso da Pix era strano.
Le pagine erano bianche, ma non erano vuote. Non
erano lisce pergamene, ma cosparse di piccole graffi.
Una delle tecniche ‘made in casa’ per scoprire
quello che stato impresso su un foglio, consiste nel prendere una matita e
strofinarla sopra in modo da mostrare il testo nascosto.
Nicholas aveva incominciato, quando la grafite
sulla pergamena prese vita.
La striscia appena fatta da Nicholas, si riunì al
centro e poi… colò verso il centro.
Mentre colava, si formò una scritta:
Non penserai che sia cosi facile vero?
Dopodiché incominciò a sbiadire fino a scomparire.
Si sarebbe concentrato su gli altri due, ma quel
libro non lo avrebbe lasciato.
Incominciò a leggere il libro “storia di Hogwarts”
[…La
costruzione della scuola, databile intorno al ‘900, si rese necessaria a causa
delle discontinuità e della poco applicata teoria sulla pratica e dal crescere
di maghi nati da unione con babbani e maghi e da normali babbani. Le quattro
torri costruite portano i nomi dei fondatori. Il castello costruito con l'aiuto
dei un architetto, lontano dagli occhi curiosi dei Babbani. Il castello è stato
sottoposto a innumerevoli incantesimi anti-babbani che alla vista di questi
ultimi lo fanno sembrare un edificio abbandonato e pericolante,con davanti
un'insegna che dice: Pericolo non entrare! Il castello è di forma rettangolare
con ai 4 lati una torre, ognuna in onore dei fondatori della scuola. La sala
più grande è quella dove si celebrano le varie feste. Il suo soffitto ha un
incantesimo che permettere di vedere uno splendido cielo stellato di sera o un
ciel sereno di giorno. Per alcuni anni, i quattro fondatori, lavorarono insieme
in grande armonia, andando in cerca di giovani che mostrassero doti magiche e
portandoli nel castello per educarli. per impedire alle famiglia dei maghi di
perdere i propri rampolli a causa della impossibilità di controllare la propria
magia e quindi facilmente rintracciabili dai cacciatori dei maghi Tra Salazar e
Godrik nacquero dei dissapori. Fra Serpeverde e gli altri cominciò a crearsi
una spaccatura. Serpeverde voleva essere più severo nella scelta degli studenti
e ammettere a Hogwarts. Era convinto che il sapere magico doveva essere
custodito nelle famiglie di maghi. Non gli piaceva prendere studenti nati in
famiglie Babbane: li riteneva inaffidabili. Le cosiddette famiglie Purosangue
mantengono la propria presunta purezza negando, cancellando o nascondendo la
presenza di Babbani o nati-Babbani nel proprio albero genealogico. Serpeverde
riteneva, infatti, che i Babbani fossero inferiori ai maghi e che i matrimoni
tra Babbani e maghi peggiorassero la razza magica…]
Il resto del libro era la storia di coloro che vi
erano entrati e le varie modifiche al castello bla, bla,bla chiacchiere senza
senso.
Chiuse il libro con un gran botto.
“Ma che mi frega.”
Lo strano libro, incominciò a vibrare. Si alzò in
volo e finì davanti a Nicholas dove apri le sue pagine al babbano.
Comparvero alcune parole.
Non ti diro’ tutto, ma solo il necessario.
Mani invisibili sfogliarono le pagine del libro.
[…il
wizengamot mi ha chiesto di sovraintendere a due costruzioni una prigione per
maghi e curiosamente una scuola su commissione dei quattro tra i maghi più
illustri.Penso che la scuola mi darà più problemi della prigione.]
Altra pagina ed altre parole…
[… Il
problema più grave non è costruire il castello, ma far convivere le quattro
forme di magia in un unico edificio. Si può fare, ma sicuramente non vicine,
per cui forse avremo bisogno di almeno quattro angeli…]
Mentre le mani invisibili girarono pagina le
ultime due parole rimasero stampate nella mente di Nicholas.
Angeli?
Ora capisco, quattro angeli per quattro torri e allora… il quinto angelo che
dall’alto protegge gli altri quattro è una quinta torre più alta… ma le torri
sono solo quattro dall’alto… a meno che non sta sospesa… naa non esiste
Le pagine vennero mosse ancora.
[… è
curioso, tutti e quattro, mi hanno chiesto di costruire delle stanze segrete in
modo da fare gli esperimenti per proprio conto… credo che costruirò anche io la
mia stanza “per ogni necessità.”]
“Heheheh se è la stanza che dico io è proprio ‘per
ogni’ necessità.”
Sghignazzò Nicholas.
Uno schianto nell’altra stanza fece preoccupare
Nicholas.
“Tutto bene la dentro?”
“Si tutto bene Nicholas.” rispose l’altro
Nicholas.
[Considerando
che i quattro si sono tanto raccomandati di considerare maggiormente il problema
dei babbani.
La cosa
triste è che apparteniamo alla stessa razza, noi siamo consci della nostra
natura, i babbani sono… retrogradi e chiuso verso il nostro mondo, cosi ho
pensato ad un paio di trucchi… diciamo fantasiosi.
Ho dotato
il castello di incantesimi sia a lunga che a corta distanza. Da lontano fanno
sembrare il castello un edificio abbandonato e pericolante, con davanti
un'insegna che dice: Pericolo non entrare! Invece per i babbani… temerari che
incuranti del cartello si avventurano in direzione del castello ci sono
incantesimi che ricordano all’incauto esploratore importanti impegni
trascurati.]
Le solerti mani invisibili erano ancora al lavoro.
[… In
ognuna delle torri c’ è la sala comune e il dormitorio di una casa, bisogna
dire, per entrare la parola segreta al custode di essa, che solitamente è il
personaggio di un quadro. I quadri del castello, tendono a nascondere un
nascondiglio o passaggio segreto, tre delle quattro stanze sono
nascoste dai quadri che solo i fondatori possono aprire e io; non voglio
pasticci nel mio castello ma manterrò il segreto. Salalzar invece mi ha chiesto
di costruire la sua ponendo l’entrata dentro uno dei bagni destinati alle
ragazze.]
Ancora un'altra pagina.
[I
rapporti tra Salazar e gli altri tre. Si stanno inasprendo. Salalzar è convito
che il sapere magico della essere tramandato solo da veri maghi “i nati maghi.”
li considera inaffidabili. E’ curioso ma nella mia esperienza non ci sono “nati
maghi” ma nati “mago babbani” e che i “nati maghi” mantengono la loro tanto
decantata purezza negando o cancellando le presenze babbane nel loro albero
genealogico.]
Ancora un’altra pagina…
[Dopo
l’ennesimo litigio, Salazar se ne andò urlando che si sarebbe preso la sua
vendetta ha lanciato degli incantesimi, ma la struttura che io ho creato ha
retto senza indugio e da allora nessuno lo ha più visto. Non l’ho detto a
nessuno, ma gli incantesimi di Salazar lentamente stanno infrangendo le mie
difese, ma ho già la soluzione a riguardo]
Le pagine del libro si chiusero e prima che la
copertina chiudesse il libro… comparve una scritta.
Adesso sai quello che devi sapere.
Appena la copertina si chiuse, il libro cadde sul
tavolo con un tonfo sordo.
Alcune cose erano chiare e forse sapeva dove poter
cercare, ma i suoi pensieri forono interrotti dal libro urlante.
Il libro si apri e si chiuse di scatto, e lo fece
tante volte fino a che non riuscì a stare dritto.
Sempre aprendosi e chiudendosi arrancò fino a
Nicholas, il quale gli vennero in mente i racconti dell’orrore di Stephen King
riguardo gli oggetti posseduti.
Arrivato davanti Nicholas lentamente si aprì, e la
faccia urlante usci e lo fissò, senza urlare.
“Quel libro, non ti ha detto tutta la verità, sul
tuo avo.”
“Cosa avrebbe tralasciato?” chiese Nicholas al
libro.
“ Tu sai che al tuo avo, il Wizengamot ha dato la
commessa per la realizzazione di due edifici. Un castello e una prigione, tutto
per la comunità magica, Hogwarts e Azhkaban. Alberich, il tuo avo, ha
realizzato il castello nelle vicinanze del lago oscuro e della foreste nera.”
“Lo so caro libro, l’ho appena letto poco fa
nell’altro libro.”
“Lo so, ma non ti ha detto che poco dopo
l’insediamento dei quattro maghi fondatori, incominciarono ad essere trafugati
alcuni dei segreti più importanti. Nessun estraneo poteva entrare nel castello,
ma non il suo costruttore, per cui insegnò ad alcuni maghi invidiosi come poter
entrare indisturbati e come superare tutte le difese. Vennero scoperti e ci fu
una grande battaglia. Tutti i maghi furono o uccisi o catturati ed inaugurarono
la prigione. Il Wizengamot, che prima aveva commissionato la costruzione, ora
doveva procedere al processo contro di lui, a cui parteciparono anche i quattro
maghi fondatori. Il processo si concluse con la sentenza che nessuno deve
sapere dell’esistenza del tuo avo, per la storia la costruzione sarà fatta dai
quattro. Sarà rinchiuso in una prigione che non sia Azhkaban; e quella prigione
dovrà rimanere segreta.”
Lentamente la faccia rientrò nel libro, che si chiuse
e si adagiò su un fianco .
Molto
strano, un libro mi mostra la storia del mio avo, un altro mi racconta del
processo, nello stesso modo dei ricordi di Alberich che ho visto nel pensatoio.
Qualcosa non mi torna.
E pieno di dubbi si diresse verso l’uscita.
Mentre Nicholas andava verso l’uscita venne
raggiunto dal secondo Nicholas che si fuse con l’altro e diventando una persona
sola, uscì.
Ora che Nicholas è uscito, facciamo un passo
indietro quando dopo lo sdoppiamento uno dei due Nicholas si mise a leggere i
libri.
L’altro si diresse nella stanza dei specchi, a
prendere lezioni di duello.
Dall’altra parte dello specchio, Alberich
incominciò la sua lezione di ‘duellamento magico’.
“Bene, mio caro nipote la prima cosa che devi
sapere che in un duello devi sempre tenere sotto controllo due cose i movimenti
bruschi e gli incantesimi che possono essere lanciati senza uso della
bacchetta.”
“Carino.”
Nicholas faticava con il corso intensivo, e un
incantesimo mal direzionato rimbalzò su due pareti e fece un buco grande quanto
un melone.
“Tutto bene la dentro?”chiese Nicholas dalla sala
lettura
“Si tutto bene Nicholas.” rispose Nicholas nella
sala degli specchi.
Finito il tour de force si riunì all’altro
Nicholas dubbioso e uscì dalla stanza.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** ADESSO BASTA!!! ***
CAPITOLO 19
C A P I T O L O 19
Ci vollero alcuni secondi, prima che Nicholas capi
che le mani che lo tenevano bloccato erano mani amiche.
Calmatosi, si guardò intorno riconoscendo gli
amici e fece un segno di assenso con la testa, le mani lo lasciarono.
Tutto il gruppo, si mosse silenziosamente a
ritroso; in modo da non trovarsi faccia a faccia con il gruppo capitanato dal
viscido Malfoy.
Il gruppetto girovagò per corridoi con in testa
Nicholas che, con la mappa del Malandrino riuscivano ad evitare tutti i gruppi
di mangiamorte invasori ma si trovarono bloccati da un drappello di sudici
maghi.
Alastor tentò una sortita, ma riuscì solo ad
affacciarsi che un nugolo di schiantesimi gli fece fare un tuffo indietro.
“Impossibile, Albus sono in troppi. Minerva dai,
ammetto che Severus non è famoso per il suo sarcasmo ma da qui a pensare che
abbia lanciato un imperius a Silente ce ne corre.”
Dal corridoio una voce roca urlò: “Babbanooo… dove
sei?”
Nicholas, che in tutto quel trambusto non si era
cambiato ed aveva ancora addosso il giubbotto di Kevlar, tutta l’attrezzatura
compresa la borsa da coscia e tutte le armi, lentamente un largo sorriso
comparve sul volto del babbano.
Prese la pistola e sparò alcuni colpi alla cieca
in direzione della voce, facendo uscire dalla nascondiglio solo l’arma.
Nicholas chiese a Silente se era il caso di
spiegare una seconda volta quel concetto.
“Non credo Nicholas, penso che abbiano capito a
sentire come urlano.” tutti risero.
Dalla borsa da coscia prese una granata ed eseguì
sotto lo sguardo esterrefatto dei docenti un complicato incantesimo di
trasfigurazione a tempo, che trasformò la granata in una copia della bacchetta
con l’unica differenza, che alla base c’era l’anello della spoletta.
Prese la copia della bacchetta che aveva fatto,
facendo in modo da infilare l’anello nel mignolo e con passo spavaldo uscì dal
suo nascondiglio e puntò la finta bacchetta verso i mangiamorte, che puntuali
come un orologio lanciarono “Expelliarmus” e la bacchetta volò verso gli
invasori.
Immediatamente Nicholas, si buttò a terra.
“Ma come, sei stato un formidabile avversario;
durante l’assedio a quella baracca in mezzo al grano e adesso da codardo ti
butt…”
La frase venne interrotta, da un forte boato che
spazzò via gl’invasori.
Quando la bacchetta volò in direzione dei
mangiamorte riprese la sua forma originale e dopo dieci secondi… bum!
Tutti quanti poterono lasciare il corridoio con un
grande sorriso.
Durante, quell’attimo in cui era entrato nella
stanza nelle necessità e aveva creato una seconda stanza, aveva anche se
inconsapevolmente, due bolle di stasi del tempo.
Una che bloccava il tempo e nel breve tempo della
lettura dei quei tre libri, nell’altra stanza passavano la bellezza di dieci
anni, dieci anni di duro allenamento al combattimento magico, difesa contro le
arti oscure eccetera, eccetera.
Mentre lasciavano il corridoio, uno dei
mangiamorte ancora in vita, ma ferito gravemente prima di spirare ebbe il tempo
di lanciare l’anatema che uccide: l’Avada Kedavra.
Il tempo parve rallentare, Piton, Silente e la Mc
Granitt che lentamente, quasi pigramente che si giravano e protendevano le
bacchette, dall’altra parte Alastor che con un salto, faceva da scudo tra la
maledizione senza perdono e Nicholas.
Con al bacchetta in mano Nicholas tuonò “Volante
Ascenderai, Serpensortia, Aresto Momentum.”
Alastor si senti spinto in alto, dalla bacchetta
un serpente che si scontrò con l’anatema che uccide annullandone gli effetti e
infine Alastor grazie al terzo incantesimo si fermò a dieci centimetri di
distanza dal pavimento e quando vi ci si cadde sopra non si fece niente.
Il gruppo dei maghi incominciò ad avere veramente
paura quando Nicholas pronunciò il più potente e oscuro incantesimo di magia
oscura negromantica.
“Emendo vitae inferioverto.” trasformando il
gruppo dei mangiamorte nei temutissimi burattini chiamati Inferi.
Con passo strascicato gli Inferi, andarono a
combattere gli altri mangiamorte facendo guadagnare del tempo prezioso al
gruppetto dei maghi.
Finalmente erano fuori, nel cortile della scuola
assieme agli altri dell’ordine; sfortunatamente anche Lucius e tutti i
mangiamorte erano li.
L’ordine da una parte e i mangiamorte dall’altra,
ma il rapporto era almeno sei a uno.
“Com’è il motto di questa patetica scuola… ah si
Draco Dormiens Nunquam Titillandus non svegliare il drago che dorme… patetico.”
disse guardando Nicholas forte della superiorità dei suoi accoliti.
“Sai, ciuffettone” Malfoy si irrigidì.
Nicholas era dietro di lui e gli stava puntando la
bacchetta alla gola “Stai incominciando a starmi sulle palle tu e questa
fagottata di imbecilli che ti porti appresso. Anche la mia famiglia ha un motto
e non credo che ti piacerà. Sic gorgiamus allos subjectos nunc…”
Con un gesto fulmineo Aura Lastrange lanciò un
Avada Kedavra.
L’incantesimo prima di colpire Nicholas colpì
altri due.
Appena colpito dall’incantesimo Nicholas esplose
come fatto di fumo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** EXPECTO PROTEGUS GORGIANUS ***
CAPITOLO 20
C A
P I T O L O 20
Prima che la testa scomparve, la bocca parlò di nuovo. “...con delizia banchettiamo
di coloro che vorrebbero assoggettarci e credimi ciuffettone, non è tanto per
dire.”
Gli ultimi a sparire furono gli occhi, occhi di
ghiaccio degni di Clint Eastwood.
Mentre l’ordine era basito per quello che era
successo, minacciose si levavano le bacchetta in direzione degli invasori,
tutti i mangiamorte, tranne Lucius, si guardavano tra loro dubbiosi
“Aura!” disse Licius soppesando ogni lettera
“Abbiamo aspettato per mille anni questa occasione e tu con un semplice gesto
hai vanificato tutto.”
“Scusa.” disse Aura imitando le movenze e il tono
di una bambina piccola “Sono stata cattiva.”
Un fischio attirò la loro attenzione.
“A fagottari avete finito?” i membri dell’Ordine
applaudirono felici nel rivedere Nicholas, i mangiamorte invece erano
spaventati.
Aura stava saltellando di qua e di la cantando a
mò di filastrocca “Non l’ho ucciso, non l’ho ucciso…”
“Io sto ancora qua.” disse Nicholas conquistando a
passo lento il centro della piazzetta “Non so, volete che prenoto alla Testa di
Porco cosi annamo tutti a cena a festeggià. Ciuffettone, ti ho già detto che la
cosa è tra me e te. Per favore fai smettere quella cozza assurda di lanciare
incantesimi. Per prendere me, che neanche c’è riuscita, ne ha stesi due.”
“Cozza assurda, a me? Io non sono brutta.” disse
Aura cercando di dare a quei capelli fobici del pettine, una sistemata.
“No, non sei brutta.” disse Malfoy, i suoi occhi
passavano da allarmato con una punta di terrore guardando i suoi accoliti; da
puro terrore guardando Nicholas, cercando di capire come aveva potuto
sopravvivere ad un attacco del genere.
“Si, è come dice Lucius, non sei brutta, è solo
che al tuo cospetto tutto diventa bello per contrasto.”
Silente con tutto l’ordine esplosero in una risata
fragorosa...
“Geminio
bacchetta” disse a bassa voce e la sua bacchetta si sdoppiò, in due bacchette, lentamente Nicholas
incominciò a squadrare Lucius con occhi da predatore.
Di
colpo si inchinò come se una forza misteriosa lo costringeva a farlo, mentre le
braccia descrivevano rapidamente un arco che avrebbe portato le due bacchette a
puntare Malfoy; una raffica di schiantesimi decimò i mangiamorte e da quel
momento i mangiamorte si trovarono davanti al ‘diavolo babbano’.
Mangiamorte
e Ordine della Fenice incominciarono a duellare.
Nicholas
diede il meglio di sè e i membri dell’ordine per un attimo rimasero a guardare
le sue evoluzioni lanciandosi tra loro occhiate preoccupate.
Il
babbano colpiva li, si smaterializzava per comparire poco più in là, lanciava
un incantesimo per poi sparire di nuovo; ne comparirono due e lanciarono
incantesimi a tutto spiano. Mentre un terzo Nicholas comparso dietro le fila,
elargiva con mano generosa sberle, pugni e calci.
Stranamente
però, tutti gli incantesimi lanciati dall’Ordine che per caso colpivano
Nicholas, lo trapassavano da una parte all’altra come se non era li, mentre
quelli dei mangiamorte venivano riflessi contro coloro che lo avevano lanciato.
Gli
invasori, si trovavano davanti a due nemici, uno era l’Ordine, l’altro era uno
esercito formato da un solo uomo, insieme si stavamo dimostrando un nemico
quasi pericoloso.
Sebbene
la potenza di Nicholas fosse eccezionale e i membri dell’Ordine più agguerriti
che mai, non potevano eguagliare la superiorità numerica dei mangiamorte, più
ne buttavano giù e più ne comparivano.
Alla
fine i buoni stavano avendo la peggio.
Nicholas
era allo tremo delle forze, più per disperazione che per altro, con lo scopo di
proteggere Silente e gli altri lanciò uno strano incantesimo.
“EXPECTO PROTEGUS GORGIANUS.” una timida e
striminzita palla di energia volò verso i mangiamorte.
La piccola sfera che volava in direzione dei
mangiamorte con le movenze di una zanzara con la febbre, venne deviata con un
semplice gesto della bacchetta perdendosi in direzione del lago
Rhambau sorridendo “Tutto qui? Tanto fumo e niente
arrosto, hai fatto faville fino a un attimo fa e quello è il tuo incantesimo
migliore?” puntando la bacchetta su un Nicholas esausto “sarai il nostro
cagnolino.”
Una raffica di schiantesimi si abbattè sugli
invasori senza fare danni.
Non visto, durante il combattimento Rhambau era
riuscito a lanciare un incantesimo oscuro che generava uno scudo, il quale
inglobava anche Nicholas lasciandolo alla mercé dei cattivi.
Per quanti sforzi facessero i più esperti
dell’ordine, non c’era modo di superare quello scudo.
I mangiamorte risero, ma la loro ilarità durò ben
poco.
Un qualcosa di vagamente simile ad un tuono in
lontananza, riecheggiò nell’aria e tutti rimasero immobili.
Gli occhi di tutti erano puntati verso il cielo.
Il pavimento venne scossa da una sorda vibrazione.
Ci fu un secondo ‘tuono’ molto più potente del
primo, tanto potente che risuonò fin dentro le ossa, ma a differenza del primo
era accompagnato da strane scosse di terremoto.
“Lucius le senti, sembra quasi che qualunque cosa
si stia arrampicando fino qui.” disse Rhambau e in effetti le strane scosse sembravano
farsi sempre più vicine alla terrazza, aumentando d’intensità.
Una mano fatta di luce delle dimensione di una
Mercedes fece capolino e si abbatté nella piazzetta davanti alle grandi porte,
affondando nelle pietra come se fosse sabbia.
La mano, assorbì i pezzi di pietra, una strana
cosa a punta comparve dietro la mano un attimo e poi scomparve, nascosta dalla
rupe.
Le scosse non accennavano a diminuire sembrava
veramente che qualcosa o qualcuno stesse cercando arrampicarsi.
L’essere si mostrò in tutta la sua potenza.
Un gigantesco minotauro di oltre dieci metri con
il corpo fatto di quella strana luce che inglobava acqua, terra, alberi e
pietra ora era tra i membri dell’ordine e i mangia morte.
Il minotauro si guardava a destra e a sinistra
cercando qualcuno e lo trovò… Nicholas.
Sembrò rimanere sorpreso quando con lo zoccolo
toccò lo scudo e questi ondeggiò come una bolla distorcendo l’immagine.
Provò a toccarlo, ma se all’inizio sembrava morbido,
via, via che si premeva diventava sempre più duro.
Il Minotauro, diede un calcio alla bolla che si
limitò ad ondeggiare, ma stranamente l’unico ad risentire degli effetti su solo
Rhambau, copioso dal naso usci un fiotto di sangue.
L’Ordine capi subito, che ogni attacco si sarebbe
ripercosso sul ex-professore ed era pronto ad sferrare un attacco sia per
distruggere lo scudo, ma non fu necessario.
Il minotauro, alzò le braccia al cielo e le calò
con una potenza inaudita.
L’impatto si ripercosse su tutti gli occupanti
della bolla-scudo che si tapparono le orecchie; evidentemente all’interno
violente onde d’urto sonore violentarono con rabbia i timpani di coloro che
stavano dentro la bolla fino a far sanguinare le loro orecchie.
Le uniche orecchie che non sanguinavano erano
quelle di Nicholas.
L’incantesimo di magia perduta pronunciato da
Nicholas prendeva energia da tutte le cose viventi dando forma coerente a
questa energia, ma quello che nessuno ha mai saputo era, che l’unico punto
debole, non era la l’energia evocata, ma il mago che aveva lanciato l’incantesimo.
Il sangue schizzò, dalla bocca orecchie e naso
dell’ex professore in spruzzi che andarono a colpire a un metro di distanza; e venne
scagliato via facendo un volo di un metro.
La bolla esplose con un sordo ‘WUONPF’.
I mangiamorte incominciarono a lanciare gli
incantesimi più potenti con l’unico risultato di far ridere il mostro di luce.
La bestia luminosa, sbaragliò una parte dei nemici
semplicemente dando un calcio al terreno.
Una crepa si formò e corse in direzione dei
Mangiamorte dove esplose in una voragine che si richiuse su quelli che, caduti,
stavano tentando di arrampicarsi dalla buca.
L’avambraccio destro parve gonfiarsi; parti di
roccia, acqua e altre cose che formavano l’arto braccio colarono come grottesca
cera verso la mano che assunse la forma di una mazza a forma di croce la testa
venne spinta in avanti, la mano riprese il suo aspetto ed ora, finita la
trasformazione stringeva una mazza ferrata.
Il minotauro ruggì.
Tale era la forza che il solo spostamento d’aria
spalancò le porte del castello chi non riuscì a tapparsi le orecchie morì sul
colpo.
Tutti coloro che stavano dietro al Minotauro,
sentirono l’urlo, ma non ne subirono gli effetti.
Lentamente l’arma compì il suo arco che l’avrebbe
portata a guardare il cielo, gettando un’ombra nefasta sul gruppo degli
invasori.
Rimase un attimo ferma, uno strano rumore pervase
la piazza, simile a quello di un accumulatore di grossa potenza che si sta
caricando.
Tutti i muscoli della bestia si gonfiarono come se
l’arma stessa, non volesse più scendere e accompagnata da un grugnito; calò.
Le prime file, senza essere toccate esplosero come
palloni pieni d’acqua; di loro rimasero solo enormi macchie di sangue.
La
grande arma tornò ad oscurare il sole.
Per
disperazione uno dei mangiamorte lanciò un incantesimo di dissonanza, la bestia
questa volta accusò il colpo.
Immediatamente
tutti gli altri lanciarono lo stesso incantesimo, la luce della bestia, tremò e
come risucchiata, venne sparata verso il cielo; lasciando acqua terra e sassi
un attimo immobili, prima di cadere a terra costringendo tutti a correre ai
ripari ne tentativo di scansare quella pioggia di detriti fango e rami.
Lucius,
con un sorrisino si avvicinò verso Nicholas, puntando minaccioso la bacchetta
che se ne stava seduto tranquillo al centro della piazzola.
Anche
tutti i menbri dell’ordine puntarono la bacchetta e incominciarono ad
avvicinarsi.
Stranamente
più Lucius si avvicinava a Nicholas più il tempo peggiorava; timoroso il
braccio destro di Voldemort alzò gli occhi.
Un
fronte nuvoloso color pece, si stava addensando esattamente sopra il castello.
Dal
centro della grossa nuvola raggi di luce trapelarono, ma non poteva essere il
sole, lo si vedeva chiaramente ad est del castello
Grosse
mani aprirono la nuvola, e Zeus in persona brandendo il suo tridente guardò
truce verso il castello.
“Ti
piace Ciuffettone? Puoi solo mutarne la forma non puoi distruggerlo.” disse
Nicholas con un sorriso.
Solo
Silente si accorse che la concentrazione necessaria per mantenere
quell’incantesimo stava creando a Nicholas non pochi problemi.
La
perfezione della figura di Zeus era sorprendente, si potevano vedere i muscoli,
la toga era fatta di foschia, come anche l’aureola di alloro intorno alla
testa.
Mentre
i mangiamorte erano basiti da quella apparizione, Silente e tutti i membri
dell’ordine invece non visti lanciavano incantesimi curativi.
Zeus
parlò “LASCIATE IL CASTELLO… O AVRETE PROBLEMI!” ogni parola era un esplosione
di rabbia e potenza.
I
mangiamorte attaccarono e di tutta risposta Zeus alzò il suo tridente, un vento
minaccioso incominciò ad alzarsi spazzando tutto quello che c’era sulla
piazzetta; molti si dovette reggere alle colonne per non cadere.
“Se
non sarai nostro, non sarai di nessuno! Avada Kevadra!” disse Lucius prima di
scappare.
Con
un gesto fulmineo della bacchetta di Remus uno dei mangiamorte venne preso e
scaraventato verso la sfera verde morendo sul colpo.
Zeus
lanciò il suo tridente.
Durante
il tragittò che separava Zeus dal castello l’enorme tridente divenne la folgore
giustiziera e più si avvicinava più il vento cresceva fino a che non si abbattè
con tutta la sua potenza sul castello; non fece grossi danni, ma solo Malfoy,
Rhambau e Aura La Strange riuscirono a salvarsi, Zeus con un grugnito di
approvazione svanì come nebbia la sole.
Caramell
e gli auror del ministero arrivarono giusto in tempo per vedere Nicholas
lanciare l’incantesimo che distrusse gli inferi creati da lui.
Nicholas
si girò per parlare con Silente, pulendosi il sangue che usciva dal naso, ma fu
invece Caramell ad abbaiare ordini.
“Catturatelo,
è un mangiamorte non un babbano.”
Signore e signori, ecco a voi il grande Sherlock
Holmes che ha capito tutto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** IL CASTELLO CEDE! ***
CAPITOLO 21
C A P I T O L O 21
Appena Caramell, abbaiò i suoi ordini, tutti i
membri dell’Ordine si guardarono tra loro basiti.
Silente, guardò i membri dell’ordine che annuirono
in silenzio.
Non visto, Remus mimò con la bocca “L’ordine è con
te, vattene.”
Nicholas, alzò la bacchetta e urlò “Periculum.”
Mentre tutti, istintivamente guardavano il piccolo
oggetto lanciato dalla bacchetta che esplose in una cascata di scintille rosse,
Nicholas sparì.
L’ordine aveva visto tutto e ci volle tutta la
loro forza d’animo per non applaudire.
Nicholas, non si era smaterializzato come tutti
pensavano.
Appena distolto l’attenzione con il lancio di
quell’incantesimo si era lanciato addosso un incantesimo di disillusione e si
era spostato al lato della grande porta, rimanendo immobile.
Alastor, saggiamente quando Caramell diede ordine
di cercare il babbano, si mise davanti all’invisibile Nicholas.
Appena gli auror entrarono, con Caramell e Silente
in testa; Alastor si girò verso Nicholas e parlò a mezza voce.
“Devo farti i complimenti a nome di tutti sul modo
in cui hai distolto l’attenzione di tutti… no, no rimani disilluso, io sarò la
tua guardia del corpo. L’ordine distoglierà degli auror. E’ pronto un piano
d’emergenza per farti uscire dal castello…”
“No! Quello che cerco è nelle stanza segrete dei
quattro fondatori.”
La prima tappa fu la casa dei Grifondoro.
Arrivarono al settimo piano davanti al quadro della signora grassa.
“Parola d’ordine, se volete entrare.”
Nicholas divenne visibile “Apri il passaggio, te
lo ordina il signore del castello.”
“Certamente, subito mio signore.” i due entrarono
nella sala comune dei Grifondoro.
Ora dovevano cercare, cosa, ancora non lo
sapevano. Mentre gli occhi spaziavano a destra e a sinistra, soffermandosi ora
qui, ora là Alastor chiese.
“Qual è la verità Nicholas? Sei un mangiamorte
come dice Caramell?”
“Cos’è non ti fidi più di me; fino a ieri
decantavi la mia audacia.”
“Beh ragazzo mio, non è che uno il giorno prima è
un babbano e il giorno dopo dà forma agli inferi, e genera mostri di quel
tipo.”
“Touchè, conosci la stanza delle Necessità?”
“Si, ma che c’entra.”
“E sai anche che la professoressa Mc Granitt, mi
ha dato il giratempo.”
“Si c’ero quando te l’ha dato, non ricordi?”
“Si certo, hai mai usato il giratempo dentro
quella stanza? No non credo…” osservando l’espressione incuriosita di Alastor.
“azionata la dentro si genera uno strano fenomeno, per il quale fuori il tempo
si ferma mentre nella stanza possono passare secoli. Dieci minuti fa io sono
entrato in quella stanza e ho creato due stanze. Mentre io leggevo quei libri
nel tentativo di venirne a capo di questa storia, nell’altra stanza, un altro
me si applicava allo studio della magia, sotto l’insegnamento del suo avo per
dieci lunghissimi anni. Ma per il mondo esterno è passato solo un secondo.
Amico mio, ciò placa i tuoi dubbi?”
“Lo dobbiamo dire a Silente, ma cosa stiamo
cercando?”
“Secondo il diario, di Alberich tutti e quattro i
fondatori hanno una loro stanza segreta e quello che stiamo cercando si trova
lì… spero.”
“Beh ragazzo mio, qui il ritratto di Godric
Grifondoro è solo uno sgabuzzino, vedi?” dietro il quadro, effettivamente c’era
uno sgabuzzino per le scope. Tutti gli arazzi e quadri erano saldamente fissati
al muro, tranne quello di Godric.
“Cosa sai di Godric, Alastor?”
“Beh,
dunque, fammi pensare… fu il duellante più abile dei suoi tempi, un illuminato
avversario della discriminazione contro i Babbani e il primo proprietario del
famoso Cappello Parlante e gli occupanti di questa casa sono famosi coraggio e
audacia e cavalleria.”
Coraggio
e audacia.
Il quadro raffigurava Godric in posa da cavaliere
con le mani sul pomo dell’impugnatura della spada.
Coraggio
e audacia. Forse, forse…
Nicholas si avvicinò al quadro, e toccò la spada.
Era inutile, la spada era pitturata, ma la sorpresa fu quando toccò
l’impugnatura. La mano entrò nel quadro e le dita si strinsero su di essa come
se fosse vera.
La cornice elaborata del quadro, incominciò a
muoversi e il quadro si aprì questa volta sinistra invece che a destra come
prima, rivelando un’altra stanza, piena di libri, alambicchi.
“Come ci sei arrivato?” chiese Alastor.
“Beh, cosa c’è di più coraggioso e audace nel
prendere ad un cavaliere la sua spada? E poi, perché usare una stanza cui il
quadro di Godric fa da porta come ripostiglio delle scope, se non per
confondere le idee?”
“Giusto ragionamento.”
Lo strano libro bianco era li.
Come nella stanze delle Necessità, mani invisibile
sfogliarono le pagine.
Nella lingua dei padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per
quasi quattro secoli!!!
La scritta, sparì e si formò una seconda scritta.
Ci vollero ben sette tori da traino, per portare tutte le nostre cose per
la prima volta ebbi paura a posare gli occhi sulla grandezza del castello.
E questo
che c’entra, che senso ha! E’ sicuramente un indizio e poi chi sono questi
conquistatori che hanno dominato per quasi quattro secoli?
Ancora una volta, i pensieri di Nicholas si
muovevano in ogni direzioni e ancora una volta la frustrazione di non capire
quello che voleva dire l’indizio era esasperante.
Alastor fece segno, di stare zitto e socchiuse il
quadro gli auror del ministero stavano controllando la casa di Grifondoro.
Mentre l’auror stava in apprensione, con la
bacchetta spianata nel caso in cui scoprissero mentre Nicholas era tranquillo e
rilassato come un turista al museo.
“Dannazione ragazzo, c’è il rischio che ci beccano
e tu te ne sai li tranquillo e beato.” rimbrottò Nicolas a con una voce ridotta
ad un velenoso sussurro.
“Tanto non ci trovano, tranquillo.”
“E come fai, ad essere cosi tranquillo.”
“Semplice mio caro, voi guardate ma non osservate;
quindi non ci sono problemi. Quante volte ti sei soffermato ad osservare?”
Aveva ragione, l’osservazione in una ‘scena del
crimine’ nel loro mondo era prerogativa degli auror anziani che con il tempo
avevano acquisito molta esperienza e spesso andavano ad intuito. Ai babbani
invece glielo insegnavano.
Usciti dalla stanza segreta, guardinghi diedero
un’occhiata fuori del quadro della signora grassa e non trovarono nessuno.
Strane X fiammeggianti stavano li davanti al
quadro d’entrata.
“Che diavolo sono ‘ste X?” chiese il babbano
avvicinando la mano ad una fiammeggiante X che sembrava non emanare calore.
“Sono generate dall’incantesimo Flagramus e serve
a segnare le porte di cui bisogna ricordare qualcosa.”
“Ah si?” un sibillino sorriso illuminò la faccia
di Nicolas. “Flagranus.” Ma la x generata non era del tutto uguale a quella
fatta dagli auror del ministero.
“Ha, ha, ha non penserai, che sia cosi facile
vero.”
“Geminio flagramus.” E una copia perfetta della X
generata dai ministeriali seguiva docilmente, la punta della bacchetta.
“Ehi, giovanotto questo non è leale.”
“Ha, ha, ha invidioso Moody, dai non buttarla sul
personale.”
Si diressero verso l’altra casa, ma nel farlo
dovevano passare in una sezione del castello che era ancora vergine, ma ci
pensò Nicolas materializzò un paio di croci. Un drappello di auror passò per
quella sezione ma tornò indietro liquidando tutto con “Qui ci siamo già
passati.”
“Visto? Facile no?” disse Nicholas in risposta
alla faccia basita del vecchio Moody.
Quasi fischiettando, e mettendo e levando le X qua
e là, andarono alla prossima casa.
Arrivato, nel corridoio, pieno di quadri
raffiguranti roba da mangiare ed entrarono nella casa passando attraverso il
quadro di una natura morta.
Ma tutti, i quadri erano incollati al muro.
“Io, vado a mettere qualcosa sotto i denti.”disse
Alastor, e appena uscito si diresse al quadro alla fine del corridoio e
solleticata la pera del quadro entrarono nelle cucine del castello.
Era
scritto sulla mappa! Ora capisco a cosa serviva quel consiglio.
Grande quanto la sala da pranzo comune con quattro
tavoli lunghi. Alastor si sedette e gli elfi domestici gli portarono da
mangiare.
Pure Nicholas si sedette, e subito si materializzò
il libro bianco.
Nella lingua dei padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per
quasi quattro secoli!!!
Un’altra scritta venne ‘scritta’ da mani
invisibili.
Finalmente i lavori sono finiti e il grande carro saluta il castello dei
maghi.
“Che ci fa qui? A meno che…” rigirandosi, il libro
tra le mani “Che casa era quella?” chiese al compagno che stava sgranocchiando
con soddisfazione.
“Taddoroddo.” sputazzando pezzi di dolce.
E che
schifo, non gli hanno insegnato che non si parla con la bocca aperta. Che ha
detto? Non ho capito nulla mmh… in biblioteca avranno il dizionario
inglese-dolce, dolce-inglese?
“Che hai detto?” parandosi preventivamente con il
libro.
“Tassorosso, la casa di prima appartiene a Tosca
Tassorosso. Le caratteristiche di questa casa sono determinazione e infaticabilità.
Tosca era famosa per la sua abilità con incantesimi riguardanti il cibo. Alcune
ricette di leccornie per le feste sono grazie a lei.”
Cibo?
Cucina ma certo! Questa è la stanza segreta che stavamo cercando. Ogni cucina è
la stanza segreta di ogni cuoco.
Ancora una volta, la frase scritta da mani
invisibili non portava a nulla di tangibile.
Finito lo spuntino, si diressero verso la casa
successiva, ma a metà corridoio, si fermò come se avesse sentito qualcosa
lanciò su Moody l’incantesimo di disillusione.
“Ma che diavolo stai…” ma subito Alastor si zittì,
su ordine di Nicholas. Alla fine del corridoio, tutti gli auror con Silente e
Caramell in testa.
Prima che potesse fare qualcosa Caramell lo
disarmò con l’incantesimo Expelliarmus, con sorrisetto compiaciuto aggiunse.
“He, He, he non penserai che noi al Ministero
dormiamo sugli allori… “
“Beh ammetto che vedendovi all’opera mi è venuto
il dubbio che urinate dal ginocchio.”
La frase lasciò interdetti sia auror che Silente e
Moody.
Il ministro si affrettò a concludere.
“Non so come hai fatto ma sei riuscito ad
ingannare perfino Silente.”
Silente, chiuse gli occhi e lentamente fece di no
con la testa.
Ha
parlato il genio delle tartarughe. Pè sparà cazzate, er cervello je và a
tremila… questo non vede la verità neanche se ci va a sbatte contro.
Caramell prese al bacchetta di Nicholas che gli
avevano preso tramite l’incantesimo di disarmo e la ruppe in due; questa
scomparve in una nuvoletta di scintille.
“Ma cos…”
“Ben venuto nel mondo reale, genio delle
tartarughe” mostrando quella vera “ hai distrutto solo la copia. Enoxigenium.”
impugnandola con la punta verso il basso, diede un colpo per terra.
La fredda pietra ruggì al colpo, e tutti escluso
Silente, caddero a terra e prima che potessero capire cosa fosse successo.
“Oblivion.” disse Silente senza preavviso, le
persone che erano a terra, rimasero li con l’espressione beota e sognante.
“Preside… ma che…” chiese basito Nicholas.
“Nicholas ragazzo mio, non sono sicuro di parlare
bene il tuo dialetto ma ‘Pè sparà cazzate, er cervello je và a tremila’ ci sono
grossi problemi, superiori a quelli di Voldemort e francamente non abbiamo
tempo da perdere con le paure di… come lo hai chiamato? Ah si, genio delle tartarughe.
Il castello in alcuni punti sta cedendo, e che vuol dire la frase che hai
detto… urinare dal ginocchio.”
“In parole povere vuol dire: che quelli del
ministero sono così ingenui e tardivi da non comprendere l’elegante finezza
nell’utilizzare l’intelletto, e come lo si deve usare nel modo giusto… più o
meno.
Ormai preside con rammarico mi sono accorto che
nessuno insegna più le dieci regole d'oro del pensiero coerente."
"E quali sono?" chiese Alastor
ridiventato visibile.
"Conta fino a dieci e poi stai zitto!"
ancora una volta l'argentina risata del preside fece eco nella scuola "Mi
serve l’aiuto di tutto l’ordine, dei fantasmi e degli elfi domestici, ci
vediamo tra dieci minuti al suo ufficio, preside.”
Tutti si mossero.
L’ufficio, del preside era pieno di persone,
fantasmi e elfi.
“Signori salve, abbiamo un grosso problema. Come
dice il Preside il castello sta crollando e so perché le difese sono cadute.
Voi sapete che il castello è stato costruito dai quattro maghi le cui case
portano il nome. Colui che costruì realmente il castello fu il mio avo, e
sapete anche Salazar Serpeverde fu il più grande sostenitore della purezza di
sangue bla, bla, bla e che dopo la litigata con gli altri tre, se ne andò. Ma
la cosa che non sapete è che prima di andarsene lanciò un maleficio su questo
castello e che fu solo grazie alla struttura del mio avo, che il castello ha
resistito, ma lentamente il maleficio di Salazar ha fatto effetto e dopo mille
anni ha sortito il suo effetto.”
“Ma allora l’attacco… era premeditato?” chiese la
McGranitt.
“Non lo possiamo sapere, Minerva. Ma dal momento
che è avvenuto nel preciso momento in cui il castello è diventato visibile e il
fatto che si sono concentrati su di lui.” disse Piton indicando Nicholas “Direi
che dobbiamo pensare che stavano aspettando questo momento.”
Fu il turno di Nicholas prendere la parola.
“Allora, sicuramente la risposta è nelle quattro
stanze segrete dei fondatori, solo che adesso che ci sono i mastini del mistero
le cose diventano più… difficoltose.” disse Nicholas, pensieroso.
“Le stanze sono tre, quella di Salazar non è mai
stata trovata, la leggenda dice che oltre che costruire una stanza che avrebbe
pulito il castello dai mezzosangue e dai traditori di sangue, quando se ne andò
bruciò il suo quadro e nessuno trovò ne la sua stanza, ne quella degli altri.”
disse Rüf, il professore-fantasma di storia.
“La stanza segreta di Salazar non è, dietro un
quadro come le altre, so che è in uno dei bagni per ragazze del piano terra. Ne
abbiamo già trovate due. Ma adesso che ci sono loro, che facciamo prendiamo
tempo a colpi di Oblivion?”
“No!” disse Piton “Basta semplicemente un po’ di
Pozione Polisucco.”
“Polichè? disse Nicholas.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** L’ULTIMA STANZA!!! ***
CAPITOLO 22
C A P I T O L O 22
Alastor rimbeccò Nicholas. “Ma come, dieci anni a
fare pratica di magia e hai tralasciato la cosa più importante: le pozioni.”
“Dieci anni?” disse Silente “cosi hai scoperto, la
stanza delle Necessità e il singolare fenomeno legato al giratempo,
bravissimo.”
Qui mio caro lettore/ lettrice, interrompo la
narrazione per darti un tiratina di orecchie, perchè so quello che stai
pensando…
‘Ih ih ih
ma guarda tu questo, scrive una storia sul mondo di Harry Potter ed è del tutto
ignaro che Silente non sa dell’esistenza di questa stanza verba volant scripta
manent (le parole volano, gli scritti
rimangono) e poi basta leggere: in Harry Potter e il calice di fuoco.
[…‘Oh,
non mi sognerei mai di pretendere di conoscere tutti i segreti di Hogwarts,
Igor’ disse Silente in tono amabile. ‘Solo stamattina, per esempio, ho preso la
direzione sbagliata mentre andavo in bagno e mi sono ritrovato in una stanza di
magnifiche proporzioni che non avevo mai visto prima, che ospitava una
collezione di vasi da notte davvero notevole. Quando sono tornato indietro per
guardare meglio, ho scoperto che la stanza era sparita. Ma devo tenerla
d'occhio. E' probabile che sia accessibile solo alle cinque e mezza del
mattino. O che compaia solo quando la luna è a un quarto... o quando colui che
la cerca ha la vescica straordinariamente gonfia’…] e qui il lettore/lettrice saccente, sicuramente
starà gongolando sul fatto di aver trovato una falla nella storia.
Detta così potresti anche avere ragione mio caro
ma perché Silente avrebbe buttato lì un segreto vitale del castello se non
fosse importante? E poi come dici tu che le parole volano e le scritte
rimangono… perché non leggi anche le due righe successive.
[…Harry
sbuffò nel suo piatto di goulash. Percy si accigliò, ma Harry avrebbe giurato
che Silente gli avesse fatto l'occhiolino.]
Ci sono tre modi per trovare un indizio: inciamparci
sopra, cercarlo alla Sherlock Holmes, oppure qualcuno che te lo serve su un
piatto d’argento e il preside gli ha fornito un ottimo indizio.
E volendo dare il colpo di grazia al saccente
lettore/lettrice: mi basta citare dal libro ”L’Ordine della Fenice”.
[…“quando
Winky ha bevuto troppo; l’ho nascosta la e ho trovato là dentro l’antidoto alla
Burrobirra, e un letto carino a misura di elfo per sdraiarla mentre è fuori di
se, Signore... e Dobby sa che Gazza ha trovato del materiale di pulizia extra
quando c’è stato, Signore, e...”
“E se hai
veramente bisogno di un bagno” disse Harry, ricordando improvvisamente quello
che gli aveva detto Silente al Ballo del Natale precedente, “dovrebbe essere
attrezzato con tutto il necessario?”
“Dobby
crede di sì, Signore” annui onestamente Dobby. “E’ una stanza meravigliosa,
Signore”…]
E questo taglia la testa al toro.
Tornando alla nostra storia…
“Senza offesa per entrambi;” rivolto sia a Piton e
Moody “ ma visti gli eventi, ho pensato di saltare la prova del cuoco. Allora
cos’è questa Pozione Polisucco?”
“La pozione Polisucco “ con un tono gelido e
affettato “è una particolare pozione che permette a chi la beve di assumerne le
fattezze per un ora…”
Fantastico,
clonazione temporanea mediante pozione di riscrittura temporanea del D.N.A,
chissà quali sono i suoi ingredienti?
“Per tua nozione gli ingredienti sono: mosche
Crisopa, sanguisughe, erba fondente, centinodia, polvere di corno di Bicorno,
pelle tritata di Girilacco e capello della persona nella quale si desidera
trasformarsi. Cos’è un… DNA?”
Giuro che non
criticherò mai più le ricette di zia Settimia.
“Beh DNA è l’acronimo di acido desossiribonucleico…” e memore di ciò che successe durante la
spiegazione del paradosso temporale aggiunse con noncuranza “ma non ci badate è
una parolaccia che usiamo noi babbani. Senti non è che quello schifo, lo devo
bere?”
“No, la beviamo noi!”
preso un ciuffetto di capelli…
Ahia!!! Le forbici, queste sconosciute.
Mise dentro ogni fiaschetta un capello e
lentamente la pozione mutò colore in uno splendido blu oltremare dai riflessi
smeraldo.
Escluso Silente e Moody,
per ovvi motivi di rappresentanza, (Silente) il preside non può sparire di
punto in bianco, per motivi strategici (Alastor) la mutazione indotta dalla
pozione, gli avrebbe tolto l’uso del fantastico occhio magico rotante.
La persona, designata al
depistaggio ingollò in un solo sorso la pozione dal colore blu.
In meno di dieci minuti,
nella stanza c’erano due Nicholas.
Il Nicholas originale
stava davanti al suo doppio in maglietta e minigonna.
“Sai Nicholas, non ti
dona la minigonna.” disse Silente, osservando la copia Nicholas-Tonks.
“Secondo me sono le
scarpe; non si abbinano alla maglietta.” disse l’originale.
“Aha, molto spiritoso
aha” disse il Nicholas-Tonks, ma rimasero tutti a bocca aperta quando il
Nicholas Originale estrasse la bacchetta, e pronunciò il più elaborato
incantesimo di magia antica che Silente avesse mai sentito.
Strane linee
semi-trasparenti, saettarono dalla bacchetta e avvolsero prima il Nicholas-originale
e poi le due copie.
I vestiti di Nicholas-Tonks,
incominciarono a divenire confusi, annebbiati come macchie di inchiostro che cambiavano
forma. Quando ridivennero nitidi erano uguali a quelli di Nicholas-originale.
“Questo tipo di
trasfigurazione è legata al tuo aspetto; come tornerai normale, anche i tuoi abiti
torneranno normali. Vai e uccidi.”
”Preside, lei gentilmente dovrebbe placcare il
ministro in modo che non combini altri casini. Mi tenga in qualche modo
aggiornato sulle condizione del castello.”
“Certamente.”
Tutti quanti uscirono.
I gruppi si separarono;
Silente si mosse per cercare il Ministro, Nicholas-Tonks andò in una direzione,
mentre, il Nicholas-originale e Moody ripresero le ricerche delle stanze
segrete.
“Corpo insegnanti, vi
dispiace se vi lascio un’incombenza?”
“Dicci pure.” disse
l’insegnante di incantesimi.
“Nello strano libro
bianco che compare quando trovo le stanze segrete compaio queste strane frasi:’ Ci vollero ben sette tori da traino, per portare
tutte le nostre cose per la prima volta ebbi paura a posare gli occhi sulla
grandezza del castello.’ e ‘Finalmente i lavori sono finiti e il grande carro
saluta il castello dei maghi.’ e in tutte e due le volte è comparsa la stessa
frase ‘Nella lingua dei padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per
quasi quattro secoli!!!’ ma non capisco che centrano i padri fondatori!”
“Beh facile, per quanto
riguarda i padri conquistatori, che
dominarono l’Inghilterra per quasi quattro secoli si riferisce ai Romani. Quando vi giunsero in Inghilterra nel I
secolo a.C. vi trovarono popolazioni celtiche imparentate con i Galli della
Francia settentrionale (in particolare con la tribù dei Belgi), che vennero
assoggettate dall'Impero Romano nel giro di un secolo. Già a partire dal IV
secolo d.C. la pressione delle scorrerie sassoni, scozzesi, scandinave e irlandesi
iniziò a rappresentare una minaccia per l'isola, non adeguatamente protetta da
una efficace flotta militare. Successivamente, nel 409 d.C, i Romani lasciarono
l'Inghilterra e vi subentrarono nel giro di pochi decenni popolazioni
germaniche provenienti dal nord della Germania e dalla Danimarca. Fra questi, i
tre ceppi più importanti, furono gli Angli, i Sassoni e gli Juti.” disse il professor
Rüf e aggiunse “Le altre frasi, mi sembrano più in codice… ci lavoreremo sopra
tu cerca altri indizi.”
“Agli ordini comandante.” rispose Nicholas.
Mentre Tonks se ne andava in giro a fare scherzi
disorientando gli auror del ministero, il Nicholas-originale e Alastor si
dirigevano quasi fischiettando alla torre verso il lato ovest ovest del
castello.
Davanti alla lustra porta nera, priva di maniglia
e serratura, il batacchio di bronzo, a forma di corvo, della porta parlò.
“Io sono la porta che conduce dai Corvonero, ma
per entrare devi rispondere alla mia domanda. “Chi erano i conquistatori
protetti dal simbolo dell’aquila?”
Perché,
adesso tutto ruota sui romani, che c’entrano.
“Apri questa porta , te lo ordina il signore del
castello.”
“So chi sei e perché sei qui, ma io sono la porta
che conduce dai Corvonero e c’è un motivo per cui chiedo ancora una volta. Chi
erano i conquistatori protetti dal simbolo dell’aquila?”
“I Romani.” e la porta si aprì silenziosamente ed
entrarono.
Si ritrovarono in una sala vasta ed ariosa,
illuminata da enormi vetrate ad arco e, nelle stagioni fredde e durante la
notte, da meravigliosi lampadari di cristallo. Il soffitto decorato da un affresco
raffigurante il cielo notturno, punteggiato di stelle di bronzo, ripetute sulla
moquette blu notte. È arredata con moltissime librerie e scaffalature
invetriate, traboccanti di libri e tomi, lunghi tavoli di legno scuro e comode
bèrgere. Davanti a loro la stupenda scultura di marmo levigato rappresentante
Cosetta Corvonero.
Qui regna
intelligenza e astuzia e studio.
Nicholas si mise davanti alla scultura e
incominciò a fissarla e come Michelangelo davanti alla Statua della Pietà
“Perché non parli?”
“E’ una statua. Non può parlare, non avete statue
nel mondo babbano?” disse a bassa voce voce Alastor, fissandolo strano.
“Si! Ci sono le statue nel mondo babbano, mi
riferivo all’aneddoto nel quale Michelangelo, contemplando la sua ultima opera,
al termine delle ultime rifiniture e stupito egli stesso dal realismo delle sue
forme, abbia esclamato ‘Perché non parli!?’” rispondendo a denti stretti.
Nella stanza dei Corvonero, entrò una fenicie di
luce che disse “Sbrigati, altre parti del castello stanno cadendo non ti
preoccupare per quelli del ministero, abbiamo modificato le loro memorie e
Caramell non pensa più che sei un mangiamorte.” e come era arrivata se ne andò.
Adesso
basta mi sto stufando e il tempo stringe.
“Manifesta Veritas” e dai dormitori femminili si
sentì uno schianto.
Senza ascoltare quello che diceva Alastor,
Nicholas si diresse verso i dormitori femminili.
Appena arrivato a metà rampa gli scalini divennero
uno scivolo ma Nicholas non cadde.
Appena si rese conto che i scalini si erano
tramutati in scivolo, braccia e gambe scattarono allargandosi e Nicholas
proseguiva verso i dormitori muovendosi come un’imitazione dell’uomo ragno.
Alastor dapprima stupefatto poi si mise a ridere
compiaciuto, ma per salire gli bastò lanciare sulle scale il blocca incantesimo
Finite Incantatem.
Appena arrivato su, vide che una delle librerie
era spostata ma dietro ad essa non c’era nessuna porta, ma attaccato al muro vi
era uno specchio.
Era uno specchio meraviglioso, alto fino al
soffitto, con una cornice d'oro riccamente decorata che si reggeva su due zampe
di leone. In cima, portava incisa un'iscrizione: ‘Erouc li amotlov li
ottelfirnon’.
E che diavolo è questo specchio.
Era lì, riflesso sulla sua superficie, e riflesso
dietro di lui c'era suo padre, sorridente pulito ed elegante. Nicholas guardò
dietro di lui ma la stanza era vuota. Alastor che era dietro a Nicholas non
veniva riflesso. Tornò a guardare nello specchio. C’era solo suo padre, le lacrime
per tanto tempo trattenute stavano per essere uscire copiose. Avrebbe tanto
voluto abbracciare il suo amato padre.
“Lo Specchio delle brame.” sentenziò Il vecchio
Auror.
“Lo Specchio di cosa?” riprendendosi come da
un’illussione.
“Lo Specchio delle brame, la scritta dice ‘Non
rifletto il volto ma il cuore’” Nicholas nel vedere l’immagine finalmente
pianse… ciò che bramava di più era l’affetto di suo padre e quel coso la, lo
mostrava come se fosse possibile… facile.
“Non è vero!” in preda all’ira, prese il primo
oggetto che gli capitò a tiro e lo lanciò sullo specchio.
Lo specchio si ruppe, e mostrò la stanza segreta
di Cosetta Corvonero.
Non
capisco, qui regna studio e impegno che c’entra questa messinscena.
La stanza era strana, triste.
Le pareti erano piene di ritratti della stessa
persona da bambina fino ad età adulta, ma non era la stessa persona della
statua.
Il libro comparve di nuovo e ancora una volta
comparvero le parole come scritte dal vento.
Il castello e’ finito, alzai lo sguardo e con timore vidi il castello. Adesso
sai quello che devi sapere per trovare la strada.
“Sei sicuro di quello che dici? Libraccio
maledetto? urlò Nicholas.
Si !
“Sfotte pure adesso.” Indicando il libro mentre
guardava Alastor.
Il libro incominciò ad aprirsi e chiudere
velocemente, come se ridesse silenziosamente.
I due uscirono, gettando occhiate allo strano
libro che a mezz’aria continuava a ridere silenziosamente.
Appena uscito, tutti i pezzi rotti, tornarono al
loro posto riformando lo specchio.
Arrivati nella sala comune si trovarono davanti
una strana scena.
La Dama Grigia, spettro di Corvonero piangeva
davanti alla statua della fondatrice e implorava perdono.
La Dama Grigia guardò con fierezza i due.
“Tu eri nei ritratti della stanza.” disse
Nicholas.
“Si lo so. Il sono Helena Corvonero figlia di Cosetta
Corvonero ed ora fuori di qui!”
Alastor uscì, ma Nicholas Rimase.
“Helena perdonami, ma devo chiederti una cosa.”
“Cosa?”
“Perché piangevi davanti alla scultura di tua
madre e perché la stanza segreta è piena dei tuoi ritratti.”
“Perché l’erede del castello mi fa queste
domande?”
“Mera curiosità. Questa stanza è diversa dalle
altre.”
“Mia madre possedeva un diadema che indossato
rendeva più intelligenti, conosciuto come il Diadema del Corvonero. Io rubai il
diadema per diventare più intelligente di lei, e per la vergogna scappai con
esso. A mia madre, non importava del furto, voleva solo rivedere sua figlia” la
voce di Helena incominciò ad incrinarsi “chiese al Barone Sanguinario di
riportarmi da mia madre, ma io mi rifiutai e lui in un eccesso di rabbia mi
uccise e poi si uccise. Da allora oltre che essere il fantasma dei Serpeverde
in segno di costrizione porta le catene.”
“Perdonami.” ed usci, lasciando Helena ai suoi
dolori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** LA QUINTA TORRE!!! ***
CAPITOLO 23
C A P I T O L O 23
Nicholas, nell’ufficio del preside se ne stava da
solo nella stanza del telescopio, con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi
pieni di lacrime.
Fanny, la fenice si alzò in volo e andò ad
accovacciarsi vicino a Nicholas che distrattamente accarezzò.
“Tutto bene ragazzo?” chiese Silente avvicinandosi
al ragazzo. “Moody mi ha parlato dello specchio delle brame e della tua
reazione e… del tuo attuale stato. Tu, come centinaia di altri prima di te, hai
scoperto le dolcezze dello Specchio delle Brame. Suppongo che tu abbia capito a
che cosa serve?”
“Si, ci vedo le illusioni di cose che non saranno
mai!”
“No, allora te lo spiego. L'uomo più felice della
terra riuscirebbe a usare lo Specchio delle Brame come un normale specchio,
vale a dire che, guardandoci dentro, vedrebbe se stesso esattamente com'è. Ci
mostra né più né meno quello che desideriamo più profondamente e più irresistibilmente
in cuor nostro.”
“Allora… Lo specchio… mi ha fatto vedere…” disse
Nicholas.
“Quello che più ardentemente desideri nel profondo
del tuo cuore; un padre che ti vuole bene.”
In quel momento Nicholas comprese il perché quella
stanza era diversa.
Non centrava nulla, lo studio o la tenacia, ma era
solo la tristezza di una madre per non riavere più sua figlia e parallelamente
la tristezza di Nicholas nel avere avuto un padre ubriacone.
Questi ricordi, fecero sprofondare Nicholas nella
tristezza, ma ad un certo punto quella tristezza mutò nel fuoco che alimentava lo spirito indomito
proprio di colui nominato ‘Diavolo Babbano’ fecendolo brillare di un aura di
determinazione indistruttibile.
Silente vide questo cambiamento e se ne
compiacque.
“Ho un
nuovo indizio, ma credo che non ci porti a nulla.” e aggiunse la frase alle
altre già trovate.
-
Quattro notizie
per aprirti la strada, quattro versi per sapere chi sei!!!
-
I quattro
cardinali qui per te, a darti un aiuto quando la mezzanotte è seguita
dall'ostro del sole levante che saluta il ridente ponente.
-
Nella lingua dei
padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per quasi quattro secoli!!!
-
Ci vollero ben
sette tori da traino, per portare tutte le nostre cose per la prima volta ebbi
paura a posare gli occhi sulla grandezza del castello.
-
Finalmente i
lavori sono finiti e il grande carro saluta il castello dei maghi.
-
Il castello è
finito, alzai lo sguardo e con timore vidi il castello.
Ho qui tutti gli indizi, ma non ne capisco il
significato.
Tutto il corpo
insegnanti, elfi e fantasmi era andato via, nell’ufficio c’era sono Nicholas.
La prima parte sono riuscito, ma non capisco la
seconda, sembrano essere legati alle direzione… direzioni, nord, sud, ponente
che sia astronomia? Avrebbe un senso.
‘Il grande carro saluta il castello…’ l’orsa
maggiore Ursa Major in latino , la lingua dei romani… ‘Ci vollero ben sette
tori da traino…’ L’orsa Maggiore ha sette stelle: Dubhe, Merak,
Phecda, Megrez, Alioth, Mizar e Alkaid ma non mi porta a niente. Sette giorni e
sette tori forse se ragiono in latino…
Sette
giorni… septem duum, sette tori… septem triones. Conosco questa parola dove
l’ho già sentita? ’Alzai lo sguardo e con timore vidi il castello.’ Perché
questa frase mi suona strana. Ammetto che il castello è gigantesco, e capisco
perché con occhi timorosi ha guardato verso l’alto la magnificenza del…
CRISTO!!!
Nicholas usci
dall’ufficio come se stava andando a fuoco.
“Albus presto nel
cortile.” Mentre correva a perdifiato.
Tutti si ritrovarono
nel cortile ansimando.
“Che… succede?”
respirando a fatica.
“Ho… decifrato il
significato degli ultimi tre messaggi.”
“E che significa?”
chiese Piton.
“Con occhi timorosi
guarda verso l'alto i sette tori da traino.”
Non successe niente,
Piton squadrando Nicholas “Francamente sono alquanto deluso, ci hai fatto
correre qui per niente.”
Anche la
professoressa di trasfigurazione era d’accordo con Piton.
Stranamente Silente
e Alasotr si guardavano dubbiosi.
“Nella lingua dei padri conquistatori, che dominarono l’Inghilterra per
quasi quattro secoli. Cosi diceva la scritta ricordate!”
“Quindi?” chiese la Mc Granitt.
“Oculus timens suspicere
septem triones.”
Un sordo ruggito sembrò
riempire l’aria, un’ombra calò sopra il cortile.
Si era appena
materializzata una quinta torre e stava li, sospesa sopra il cortile.
Molto bello, ma come ci entro?
Semplice,
dall’ufficio di Silente. Vieni che te lo spiego.
Come ‘vieni che te lo spiego’? … in che senso?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** IL BASILISCO ***
CAPITOO 24
C A P I T O L O 24
“Preside, ho appena parlato con …”
“Lo so ragazzo mio, dobbiamo parlare.”
Erano rientrati, nell’ufficio del preside e fu invitato a guardare i
quadri, appesi al muro.
Ma come; il castello cede, si
materializza una torre sospesa sul ca-stello e lui che fa? Mi invita a
vedere i quadri appesi al muro. Ve-diamo ‘sti quadri…
Armando Dippet, Everard, Phineas Nigellus Black, Dylis Derwent, Dexter
Fortebraccio, mio dio ce ne sono a de-cine… uhh perché
quello è vuoto? C’è la targhetta vediamo chi
è… Alberich Cornelius Haldman Harchitè ma
che…
“Ciao nipote, ebbene si, io sono stato il primo preside, vieni
attra-verso questo quadro si accede alla quinta torre.”
“Si, Nicholas. Nessuno
lo sa; ma il tuo avo è stato il primo preside di questa scuola a differenza di
ciò che dicono i libri.”
La cornice del ritratto, si allungò fino a
diventare della grandezza di un porta, Nicholas entrò nel quadro.
Il quadro portava in
una sala tonda, vasta quanto la sala comune del castello dal soffitto altissimo
in cui Nicholas contò almeno un ventina di ‘gironi’ tutti pieni di libri. La
stanza era arredata con lusso, ma senza sfarzo. Al centro un modellino in scala
del castello, sembrava fatto di vetro, e si vedevano piccole miniature di tutte
le persone che stavano vi stavano dentro. Era la versione tridimensionale della
Mappa del Malandrino.
Quattro persone,
stavano guardando fuori dalla finestra.
Tre uomini e una donna,
tutti vestiti in modo strano stavano li ad guardare di sotto il castello.
“Err… ehm scusate…”
I quattro si girarono e
per poco a Nicholas non venne un colpo.
Erano tutti li in carne
ed ossa Godric Grifondoro, Cosetta Corvonero e Tosca Tassorosso e il suo avo.
Ma che, succede, che ci fanno qui!!!
“Noi non siamo vivi
caro Nicholas” disse Alberich “almeno non nel senso a cui tu sei abituato.”
“Scusa, ma che vuol
dire ‘almeno non nel senso a cui tu sei abituato.’”
“Te lo spieghiamo noi,
caro Nicholas” Godric prese la parola “in questa torre, noi abbiamo visto il
castello crescere e la fama della scuola da noi fondata. Ma noi non
apparteniamo al presente e se usciamo qui diventeremmo polvere.”
“Noi,” continuò Tosca
“ci siamo auto esiliati per proteggere il castello.”
Molto interessante, quindi qui lo potranno
loro riparare il castello con annessi e connessi… chissà se….
“Scusate, e tutto quel
bordello del processo… scusate, i fantasmi possono entrare in questa torre e
che serve per riportare il castello ai suoi splendori.”
“Si certo i fantasmi,
possono entrare ma non capisco che c’entra.” disse la fondatrice della casa dei
Corvonero “Noi faremo l’incantesimo. Ma tu dovrai trovare gli ingredienti.”
Oddio, altri indovinelli, altre capocciate al
muro.
“Gli indovinelli sono
finiti, ecco la lista.” e Tosca Tassorosso gli diede una pergamena.
“E la fregatura dov’è?
Mi date la lista e vado a fare la spesa?” disse sospettoso Nicholas.
“Alcuni, degli
ingredienti sono difficili da trovare e altri pericolosi, da rimanere
pietrificati… nella migliore delle ipotesi.” disse l’avo al nipote “Per quanto
riguarda il processo, non c’è mai stato era una copertura per nascondere questa
torre, ma qualcosa è sicuramente trapelato e credo che sia stato Salazar stesso
a farne parola, se nnò non si spiega la fase di Lucius Malfoy ‘Abbiamo aspettato per mille anni questa occasione
e…’”.
Carino, chissà se la Stanza delle Necessità si può
trovare un’arma nucleare tattica.
“Allora, quali sono gli
ingredienti a rischio della vita?” chiese Nicholas.
“Denti, sangue e veleno
di Basilisco, Sangue, corno e zoccoli di unicorno.”
“Grazie, signora
Corvonero.”
“Cosetta, chiamami
Cosetta.”
“Manco morto signora,
non chiamerò la fondatrice con un nome la cui traduzione è ‘Little Thing’.”
I quattro risero di
gusto.
“E poi, non ho mai
sentito che il basilico sia letale.”
“Basilisco, Nicholas,
Basilisco non basilico.”
“Ahhh, e che differenza
c’è?”
Godric prese un libro e
lo diede a Nicholas.
Come
si intitola? Gli animali fantastici e
dove trovarli di Newt Scamandro
Basilisco
(noto anche come il Re dei Serpi)
Classificazione
M.D.M.:XXXXX che corrisponde a… dov’è lo avevo visto prima… noto ammazza
maghi/impossibile da addestrare o addomesticare.
Il
primo Basilisco noto fu allevato da Herpo lo Schifido, un Mago Oscuro e Serpentese
greco, che scopri dopo molti esperimenti che un uovo di gallina covato da un
rospo produceva un serpe gigantesco provvisto di poteri straordinariamente pericolosi.
E io che ridevo come un matto, quando zia Settimia
mi disse che se metto il cibo caldo in una ciotola di plastica esso sviluppa
petrolio.
Il
Basilisco è un serpente verde brillante che può raggiungere i centocinquanta
metri di lunghezza. IL maschio ha una piuma scarlatta sulla testa. E’ dotato di
zanne straordinariamente velenose ma il suo strumento d’offesa più pericoloso è
lo sguardo dei suoi grandi occhi gialli. Chiunque li guardi direttamente morirà
all’istante. Se riesce ad approvvigionarsi a sufficienza (il Basilisco mangia
tutti i mammiferi e gli uccelli e gran parte dei rettili), può raggiungere
un’età molto venerabile. Si ritiene che il Basilisco di Herpo lo Schifido sia
vissuto per qualcosa come novecento anni. La creazione del Basilisco è illegale
fin dal Medioevo, anche chi la pratica dissimularla con agio rimuovendo
semplicemente l’uovo di gallina da sotto il rospo in caso di ispezione
dell’Ufficio Regolamentazioni e Controllo delle Creature Magiche. Tuttavia, dal
momento che i basilischi sono incontrollabili tranne che dai Rettilofoni, sono
pericolosi tanto per gran parte dei Maghi Oscuri quanto per chiunque altro, e
non sono stati segnalati avvistamenti di Basilischi in Gran Bretagna da almeno
quattrocento anni.
“E
come lo sdraio… cioè come prendo quello che mi serve?”
I
quatto si guardarono tra loro.
“Non
lo sappiano, per gli ingredienti del Basilisco ci pensò Salazar Serpeverde e
non è tutto.”
Oddio e che altro c’è adesso!
“E’ illegale, uccidere
gli Unicorni.”
“Affronteremo un
problema alla volta, per prima cosa il Basilisco.”
Ed usci dal quadro.
I quattro rimasero
interdetti, quando dopo alcuni minuti ritornò non era solo, era in compagnia di
Helena Corvonero.
Appena entrata nella
sala della torre Helena divenne solida.
“Che ci facciamo qui,
Nicholas, perché mi hai portato…”
“Helena, figlia mia.”
“Madre… io…” Helena
rimase li imbambolata davanti alla madre.
Nicholas la prese per
un braccio e la portò davanti alla madre.
“Mentre io, cerco un
modo su come stendere il vermone, voi chiarite i vostri problemi.”
Superato, l’imbarazzo
sia madre e figlia si abbracciarono e piansero assieme.
Rileggendo il libro di
Newt Scamandro si accrse come poter battere quel mostro.
Il Basilisco era dotato
di sensi molto sviluppati, vista olfatto e udito potevano trovare una persona anche
nelle condizioni più avverse, ma ciò che poteva essere per la bestia un
vantaggio, facilmente poteva diventare un handicap, bastava solo trovare il
modo.
Una mezza idea stava
pretendendo forma.
Prima cosa neutralizzare
la sua arma principale, gli occhi.
Se fosse riuscito ad
neutralizzarli, Nicholas sapeva che il serpentone avrebbe usato per istinto
udito e olfatto, ciò andava a suo vantaggio.
Mentre, si dirigeva al
quadro-porta vide madre e figlia che abbracciati ridevano e piangevano insieme;
con una punta di sorriso usci dalla torre.
Prima tappa: le cucine.
Chiese agli elfi di
preparare un condimento a base di carne che risultasse essere irresistibile per
i carnivori, si fece dare anche un enorme pezzo di carne.
Una capatina tattica,
nella stanza delle necessità dopo di che si diresse a passo veloce verso i
bagni delle ragazze al piano terra.
Appena entrato ebbe una
sorpresa, un fantasma era seduto sulla
cassetta dello scarico dell’ultimo gabinetto.
“Che cosa vuoi? Questo è un bagno per ragazze.”
esclamò quando vide Nicholas.
“Prima di tutto chi sei!”
“Mi chiamano Mirtilla Malcontenta e tu chi sei?”
“Nicholas, uno strano posto per un fantasma,
perché porti la divisa scolastica? Come sei morta.”
In un attimo il volto di Mirtilla si trasfigurò.
Era come se nessuno le avesse mai chiesto una cosa del genere e ne era
lusingata.
“Ooooh, è stato orribile!” esclamò deliziata. “E
successo proprio qui dentro. Sono morta in questo cubicolo. Me lo ricordo così
bene! Mi ero nascosta perché Olive Hornby mi stava prendendo in giro per via
degli occhiali. Sai Olive era un gran bastarda, si divertiva a prendermi in
giro perché…”
“Ehi, ehi ehi,” schioccando più volte le dita
della mano “rimaniamo concentrati… come, sei, morta!”
“Ah si, dunque, la porta era chiusa a chiave e io
stavo piangendo, quando ho sentito qualcuno entrare. Diceva cose strane. Credo
che parlasse un’altra lingua. Era la voce di un ragazzo... e questo mi ha
tratto in inganno. E così ho aperto la porta per dirgli di andare nel bagno dei
maschi e subito dopo...” e qui la voce di Mirtilla assunse un’aria d”importanza
e il suo volto divenne raggiante, “...sono morta”.
“Ma in che modo?” chiese Nicholas.
“Non ne ho la più pallida idea” disse Mirtilla in
tono confidenziale.
“Ricordo
solo di aver visto due immensi occhi gialli. E’ stato come se tutto il mio
corpo si fermasse e poi svanisse galleggiando...” Guardò Nicholas con occhi
sognanti. “Poi sono tornata. Ero decisa a perseguitare Olive Hornby sotto forma
di fantasma, capisci? L’ho fatta pentire di avermi preso in giro per gli
occhiali!”
Ma quanto
chiacchera ‘sto fantasma.
“Si, si certo molto interessante. In che punto,
esattamente, hai visto gli occhi?” chiese Nicholas.
“Da quella parte” rispose Mirtilla indicando
vagamente verso lo scarico di fronte al suo gabinetto.
Nicholas si avvicinò, sembrava uno scarico
qualunque. Lo esaminò centimetro per centimetro, dentro e fuori, compresi i
tubi sottostanti.
Poi, d”un tratto, Nicholas lo vide: inciso su uno
dei rubinetti di rame c”era un piccolo serpente.
“Quel rubinetto non ha mai funzionato” disse
Mirtilla vivacemente mentre lui cercava di aprirlo.
“Nicholas.” la voce veniva da uno dei specchi.
“Quando Salazar, mi chiese di costruirgli questa stanza mi chiese di imporre il
sigillo del serpente e solo un rettilofono avrebbe potuta aprirla.”
“E io come la apro, suonando il piffero?”
“Con chi parli? Sei proprio strano lo sai?” lo
canzonò Mirtilla e velocemente si nascose in uno degli scarichi per via
dell’occhiataccia carica d’odio di Nicholas.
“Semplice, basta che dici; hhhesashhhaaaa.
Corrisponde ad ‘Apriti’ nella nostra lingua.”
Ma Apriti
Sesamo? Nahhhh, banale
“Hhhhesashhhavasavagasagiachecisei.” il bagno
rimase silenzioso, forse non l’aveva pronunciato bene
“Hhhhesashhhavasagagiacasamia” ancora una volta niente “Hhhhesashhhavasagasartachizompa…
MI SONO ROTTO I COGLIONI CON QUESTE PUTTANATE!!!” incominciò ad urlare “SE NON
TI APRI GIURO SU DIO... Hhhhesashhhaaaa!”
Questa volta le parole ebbero un suono diverso:
uscirono in uno strano sibilo e subito il rubinetto brillò di una vivida luce
bianca e prese a girare. Un attimo dopo il lavandino cominciò a muoversi.
Sprofondò e scomparve alla vista lasciando
scoperto un grosso tubo, un tubo largo abbastanza da lasciar passare un uomo.
Nicholas sapeva quel che doveva fare.
Si calò lentamente nel tubo e lasciò la presa.
Fu come scivolare lungo una pista viscida e senza
fondo.
Vide altri tubi diramarsi in tutte le direzioni,
ma nessuno era grosso come il loro, ripido, tutto curve e giravolte. Capì che
stavano sprofondando sotto il livello della scuola, addirittura oltre quello
dei sotterranei.
Il tubo tornò in piano e lui fu catapultato fuori
con uno splash, atterrando sul pavimento bagnato di un buio tunnel di pietra,
abbastanza spazioso da permettergli di stare in piedi.
Nicholas diede un occhiata alle pareti, non era
uno speleologo, ma data la velocità e il tempo che aveva impiegato a cadere,
sicuramente era finito sotto il lago.
“Lumos!” bisbigliò Nicholas alla sua bacchetta,
che tornò ad accendersi.
Il tunnel era così buio che riuscivano a vedere
soltanto a pochi metri dal naso. Alla flebile luce della bacchetta la sua ombra
sulle pareti gocciolanti assumeva forme mostruose.
Dopo un’ennesima curva si trovò di fronte una
parete su cui erano scolpiti due serpenti attorcigliati che al posto degli
occhi avevano due grandi smeraldi scintillanti.
“Hhhhesashhhaaaa” i serpenti si sciolsero dal loro groviglio e la parete
cominciò a spalancarsi, dividendosi in due metà.
Si ritrovò nell’ingresso di una sala molto lunga,
debolmente illuminata. Pilastri di pietra torreggianti, formati da altri
serpenti avvinghiati, si levavano fino al soffitto, perdendosi nel buio e
gettando lunghe ombre nere nella strana oscurità verdastra che avvolgeva il
luogo.
I suoi occhi, spaziavano per tutta la sala.
“Vixiones Mirabili.” dalla bacchetta uscì un
fascio di luce verde.
Tutto ciò che veniva irradiato da quella luce
diveniva trasparente e si poteva vedeva attraverso.
Prima di incominciare a perlustrare l’enorme sala.
Indossò una strana maschera con un respiratore attaccato alla cintura. La
maschera era dotata di una visiera che abbassata, si poteva vedere solo verso
il basso.
In questo modo anche se il piano originale falliva
se Nicholas si ritrovava davanti al basilisco non correva il pericolo di vederlo
dritto negli occhi e nel caso in cui si dovesse ricorrere alla forza bruta, si
era portato un revolver con proiettili tanto grossi, che nel tamburo ce
n’entravano solo quattro.
Cominciò ad
avanzare fra le colonne sinuose. Prese il pezzo di carne che aveva preso in cucina,
fece alcuni tagli profondi con la bacchetta e l’ingigantì tramite l’incantesimo
Engorgio.
Raggiunte le dimensioni di una mucca, incominciò a
versare nei tagli il distillato della morte apparente concentrato dopo di che
versò il preparato-esca. Quando Godric preparò questa pozione disse a Nicholas
‘Fai attenzione, è tanto potente che i soli vapori hanno lo stesso effetto del
distillato stesso.’
L’eco dei suoi passi rimbalzava sulle pareti nere.
Nicholas teneva una mano sulla visiera, pronto ad abbassarla alla prima
avvisaglia di movimento. Gli pareva che le orbite vuote dei serpenti di pietra
lo seguissero.
Più di una volta, con una stretta allo stomaco,
credette di vedere qualcosa muoversi nell’ombra.
Giunto all’ultima coppia di colonne torreggianti
contro la parete di fondo, si ritrovò davanti una statua alta fino al soffitto.
Dovette piegare indietro il collo per riuscire a
intravedere il volto gigantesco che lo sovrastava: era il volto antico e
scimmiesco di un vecchio mago, con una lunga barba rada che gli arrivava quasi
fino all’orlo della veste scolpita, lunga fino a terra, e due enormi piedi
grigi che poggiavano sul pavimento levigato della stanza.
Uno strano suono, attirò la sua attenzione;
l’oggetto della sua ricerca, era dietro di lui.
La visiera cadde come una mannaia, alla cieca
puntò la bacchetta dietro di lui ed urlò ”Conjunctivitis.” un urlo stridulo
riecheggiò nella sala.
Giratosi dalla visuale che gli era concessa dalla
visiera, vedeva un mostruoso serpentone divincolarsi strofinarsi con la coda
cercando di farsi passare la temporanea cecità.
“Obscuro.” una serie di bende magiche coprirono
gli occhi della bestia, che ancora una volta si divincolava come se fosse
ferito.
Nicolas tirò fuori, dalla sua borsa una tromba da
stadio.
Al suono della tromba, il basilisco si fermò e
come aveva supposto Nicholas, incominciò ad annusare ed ascoltare l’ambiente.
Dai,
maledetto bestione la ciccia e lì.
Attirato dall’odore del preparato-esca la bestia
si avventò sulla carne, mentre mangiava i sensi perlustrava l’ambiente
circostante.
Nicholas faceva molta attenzione, a non fare
nessun rumore.
Appena finito di mangiare, passarono pochi minuti
e cadde a terra addormentato.
Nicholas, trasfigurò l’animale in un sasso che si
mise in tasca.
Richiuse la Camera e si diresse verso l’uscita.
Nicholas non vide, che dentro la Camera, il
gigantesco volto di pietra di Serpeverde si mosse.
La sua bocca si spalancava sempre più fino a
diventare un immenso buco nero.
E dentro la bocca qualcosa si mosse. Qualcosa
risaliva strisciando dalle profondità delle sue viscere di pietra.
Il Basilisco sbirciò fuori e annusò l’aria
attirata dal profumo del preparato-esca ma dal momento che non c‘era nessuno se
ne tornò dentro e lentamente la bocca della statua si chiuse.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** Unicorni ***
CAPITOLO 25
C A P I T O L O 25
Nicholas, si materializzò dentro il bagno delle
ragazze e subito venne accolto dalla voce stridula di Mirtilla Malcontenta che
pigolando disse “Oohhh, ma come hai fatto a materializzarti qui, nessuno dentro
il castello può farlo.”
”Se proprio lo vuoi sapere IO posso farlo perché
sono bello.”
“Mica tanto sai!” Nicholas, puntò la bacchetta
verso Mirtilla.
“Non puoi farlo io sono un fantasma!”
Mimimimimi,
ma non stai mai zitta!
“Oblivion Spectris” investita in pieno dall’incantesimo,
Mirtilla era li, a galleggiare beata e indifferente con gli occhi vacui, le sue
sopracciglia si spianarono e uno sguardo di sognante indifferenza cadde sul suo
viso.
Finalmente, nel bagno tornò il silenzio e
lasciando Mirtilla a galleggiare beate e indifferente, Nicholas ritornò verso
la torre, fischiettando “Sound of Silence.”
Nei mille anni che sono passati, da quando la
scuola fu creata, molti incantesimi di magia sono andati perduti, complici le
varie guerre e le distruzione delle biblioteche magiche vero tesoro di
conoscenza.
Molti incantesimi, hanno perso le loro estensioni.
Oblivion, che è rimasto solo la versione per gli
umani, aveva altri due incantesimi nella sua famiglia; Oblivion Spectris:
specifico per i fantasmi e Oblivion Selectivis, che lanciato su larga scala
permetteva di rimuovere un determinato ricordo e tutto quello che vi ruotava
attorno.
Appena rientrato nella torre, venne accolto dal
suo avo che scherzosamente lo rimproverò “Hhhhesashhhavasavagasagiachecisei, Hhhhesashhhavasagagiacasamia,
hhhesashhhavasagasartachizompa! Che razza di incantesimo è! Chi ti ha insegnato
il serventese?”
“Strano, il mio insegnate che ti somiglia si è
proprio dimenticato di insegnarmi il serpentico.” e tutti risero.
Il problema più urgente, consisteva nel poter
gestire in maniera sicura il Basilisco e dopo un consulto con gli altri maghi
giunsero alla soluzione.
Il Basilisco venne ri-trasfigurato nella sua forma
originale.
Le benda che era state messa sugli occhi, venne
trasfigurata in strisce di metallo ed applicata sugli occhi tramite incantesimo
di adesione permanente. Dopo di che venne la creatura venne imprigionata in una
bolla senza tempo che gli avrebbe concesso di invecchiare un secondo ogni anno;
così la bestia avrebbe dormito non una settimana, ma ben duecentocinquanta
secoli.
Lo stesso incantesimo, imponeva anche che
qualunque tagli e mutazioni si sarebbero manifestati quando l’incantesimo
avrebbe terminato il suo effetto.
La bestia, venne confinata nel laboratorio sotto
la grande sala.
La cena venne consumata nella torre, con il
preside, la Mc Granitt i tre fondatori e l’avo e Nicholas.
Dopo una notte di tutto riposo, il giorno dopo il
nostro eroe si diresse verso la Foresta Nera rifiutando l’aiuto di Hagrid.
Mentre si avventurava verso il cuore della foresta
i suoi pensieri erano a ciò che aveva letto prima di uscire dal castello sul
libro scritto da Newt Scamandro sugli unicorni e centauri.
[Centauro
Classificazione M.D.M.: XXXX (Tale classificazione non
dipende dall’aggressività, ma dal fatto che i Centauri vanno trattati con
grande rispetto.) Pericoloso / richiede una conoscenza specialistica /
trattabile da un mago esperto.
Il Centauro ha testa, torso e braccia umane su corpo di
cavallo, dal manto di vari colori. Intelligente a dotato di parola, a rigor di
termini non dovrebbe essere definito ‘animale’; ma per esplicita dei Centauri
sono inseriti come tali nella Classificazione del Ministero della Magia.
Il Centauro è un abitatore delle foreste. Si ritiene che
i Centauri in molte regioni d’Europa. Le autorità magiche di tali regioni annno
reato aree particolari in cui i Centauri non corrono il rischio di essere
disturbati da babbani.
I Centauri comunque non hanno bisogno di speciale
protezione magica, in quanto hanno sufficienti risorse per nascondersi dagli
umani.
I Centauri e le loro abitudini sono avvolti nel mistero.
Generalmente non si fidano né dei maghi né dei Babbani,
tra cui fanno scarsa differenza. Vivono in branchi variabili dai dieci ai
cinquanta membri. Sono maestri nell’arte della guarizione, della divinazione,
del tiro con l’arco e dell’astronomia.]
[Unicorno
Classificazione M.D.M.: XXXX (Tale classificazione non
dipende dall’aggressività, ma dal fatto che i Centauri vanno trattati con
grande rispetto.) Pericoloso / richiede una conoscenza specialistica /
trattabile da un mago esperto.
L’Unicorno è una bella bestia che si può nelle foreste
del Nord Europa. È un cavallo dotato di un corno, col manto di un bianco
immacolato quando è adulto, anche se i puledri all’inizio sono d’oro e
diventano d’argento prima di raggiungere la maturità.
Il corno, il sangue e il pelo dell’Unicorno possiedono
tutti proprietà altamente magiche. Esso in genere evita il contatto umano è più
probabile che consenta a una strega che a un mago di avvicinarlo, ed è così
veloce nella corsa che è così veloce nella corsa che è molto difficile da
catturare.]
Nicholas era arrivato in uno spiazzo, e il suo
scopo era di trovare quello che cercava senza neanche toccare l’animale; era
cosi immerso nei suoi pensieri che non accorse di ciò che gli succedeva
attorno.
Circa cinquanta centauri stavano arrivando da ogni lato, i loro archi erano
tesi ed armati, puntando l’intruso.
“Chi sei, umano? “ disse una voce.
“Nicholas Etrangè, e sono qui per una ricerca.”
“Io sono Magorian, che ricerca devi effettuare.” il centauro dal corpo
marrone chiamato Magorian stava camminando verso di loro fuori dal cerchio: il
suo arco, come quelli degli altri era teso.
“Tu sei del Ministero della Magia? “ disse Magorian mentre molti dei
centauri nel cerchio circostante si spostavano inquietamente.
“No, vengo dal castello.” rispose Nicholas.
“Cosa devi cercare in questa foresta?” disse un centauro nero dallo sguardo
feroce. C’era attorno a loro un gran sentimento d’astio con mormorii ed un
tendersi di corde d'arco.
“Il castello sta crollando e mi servono alcune cose per ricostruirlo;
sangue, pelo e zoccoli di Unicorno ma…” appena Magorian, sentirono la parola
‘Unicorno’ assieme a molti altri ruggì con ira e scalpitò per terra.
Una freccia volò così vicina alla sua testa che nella traiettoria prese la
sua riga nei capelli, Nicholas la cui concentrazione e totale sui centauri e
sui loro archi, non si mosse e la freccia passò vicino alla testa.
Alcuni dei centauri urlavano la loro approvazione ed altri ridevano
raucamente, ma le risate scemarono davanti all’immobilità senza batter ciglio,
alla freccia appena scoccata. La loro furia, il nitrito delle risate attorno
allo spiazzo leggermente illuminato e la vista dei loro zoccoli che scalpitano,
era veramente snervante.
Altre frecce, furono scoccate ma con immenso
stupore l’umano riuscì a prenderle al volo.
In realtà, quello che stupì i Centauri, non era
poi cosi eccezionale.
Il trucco consiste di vedere la freccia ed avere
degli ottimi riflessi.
I Centauri, erano li basiti e Nicholas, si giocò
la carta della diplomazia con un’abilità magistrale.
“Con onore, depongo le vostre frecce a terra.”
fatti alcuni passi avanti depose le frecce a terra e tornò a posto.
Magorian si avvicinò, prese le frecce da terra
“Perché hai deposto queste frecce ‘con onore’?”.
“Perché, non è mia intenzione combattere, ma
trovare quello che cerco senza danni per nessuno.”
“E questo che cosa c'entra con noi? I centauri si
occupano di ciò che è stato predetto! Non è compito nostro correre qua e là
come asini, inseguendo esseri umani che si sono smarriti nella nostra foresta!”
disse un Centauro nero.
“Io non mi sono perso.”
“Sei sicuro?” chiese Magorian.
“Si, Il castello, è là!” indicando una direzione.
“Bravo umano, ma non ti permetteremo di uccidere
di far male agli Unicorno.” disse il Centauro nero.
“Ma io non intendo uccidere nessuno. So cosa state
pensando, ma per il sangue penso che ci sarà un posto dove partoriscono… corno
e zoccoli è facile ci sarà pure uno scheletro di Unicorno o no?”
“Ottimo ragionamento, umano ma gli Unicorni vivono
a lungo.
“Senza offesa, Mastro Magorian e voi Centauri; ma
se nascono, vuol dire che muoiono giusto?”
“Noi, non permettiamo agli umani di vagare nella
foresta ti troveremo noi quello che ti serve, erede del castello discendente
dell’architetto.”
Allo sguardo stupito di Nicholas, Magorian disse
“Sapevamo che saresti venuto, e ti abbiamo già preparato tutto. Sarai sempre
accolto con onore.”
I Centauri, diedero a Nicholas un corno, un osso,
un paio di zoccoli e una boccetta di liquido argentato.
Hagrid e Silente rimasero di sasso, quando videro
Nicholas uscire dalla foresta scortato da un drappello di centauri salutandosi
con profondi inchini.
Ritornato nella torre diede, il corno e gli zoccoli
hai fondatori.
La quantità di sangue di Unicorno non era
sufficiente, ma a questo risolse Alberich, che fece un incantesimo per il quale
se la boccetta era dritta il sangue non usciva, ma se inclinata per versarne il
contenuto, ne sarebbe uscita una quantità infinita.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** HORIGANIUM VULGARIS E ALLIUM SATIVUM ***
CAPITOLO 26
C A P I T O L O 26
L’incantesimo, che avrebbe salvato il castello
procedeva alacremente e tempo due giorni sarebbe completato.
Alberich e Nicholas invece stavano lavorando ad un
progetto che se avesse dato i frutti sperati avrebbe risolto il problema per
sempre del corno e zoccoli di Unicorno.
L’esperimento stava avendo successo, e dall’osso
si incominciarono a formare le altre ossa e in breve avrebbero avuto uno
scheletro di Unicorno perfettamente formato; Tosca Tassorosso, chiamò Nicholas.
“Nicholas, scusa se ti disturbo, ma abbiamo un
problema con due degli ingredienti, purtroppo non ne abbiamo in quantità
sufficienti.”
“Un’altra caccia all’insetto, allora di che si
tratta?” la signora fondatrice della casa di Corvonero diede a Nicholas un
pezzetto di pergamena con i nomi degli ingredienti mancanti.
“Ma che… è uno scherzo vero?” disse Nicholas, dopo
averne letto per ben tre volte il contenuto, della pergamena.
“Magari.” disse Godric.
Appena Nicholas, usci dalla torre, chiese a
Silente dove si poteva comprare questi ingredienti, nel mondo magico e assieme
Tonks, andò a fare spese.
Da Hogsweade presero, l’espresso per andare a
Londra.
A Londra attraverso il Paiolo Magico, tornarono ad
Diagon Alley al negozio che vendeva ingredienti per le pozioni.
“Cosa!!! Duecento galeoni per una testa di allium
sativum e altrettando per un ciuffetto di horiganium vulgaris.”
“Calmati Nicholas.” disse Tonks “Questi due
ingredienti, sono molto rari.”
“La sua fidanzata ha ragione.” disse il
negoziante.
Tonks, la
mia ragazza? Gli voglio bene, ma da qui a essere la mia ragazza ce ne corre.
“Posso vedere come sono fatti gli ingredienti?” il
negoziante portò due vasetti con un ciuffettino horiganium vulgaris e metà
spicchio di allium sativum.
Andiamo
via sennò questo lo ammazzo.
“Allora avevo ragione, beh dovremmo tornare, non
abbiamo cosi tanti soldi…” e spinse fuori Tonks.
“Ma Nicholas, aspetta, Silente ci ha dato…”
“Vieni con me e ti farò vedere una cosa.”
I due, tornarono Londra, e si diressero verso uno
dei tanti supermercati della città.
Nel reparto verdure, Tonks, rimase inebetita
intere corone di allium sativum e grandi quantità di horiganium vulgaris li in
mostra e nessuno se ne approfittava.
Nel mondo magico avrebbero fatto delle guerre per
impossessarsi di quella quantità di… aglio e origano.
Tornati al castelli, tutti erano sgomenti di ciò
che portarono dalla city, e tutto per la modica spesa di dieci galeoni.
Finalmente, l’incantesimo fu preparato e versato nel
piedistallo dove c’era la mappa del castello in 3d.
Ma qualcosa non funzionò.
Il castello continuava a cedere e una torre cadde.
Nicholas intinse la punta della bacchetta nella
pozione che avrebbe dovuto risanare il castello.
“Vixiones Mirabili et Poxione Manifesta Veritas.”
dalla bacchetta, usci una sottile lingua d’argento che muovendosi sinuosamente
uscì dalla finestra e avvolse tutto il castello, e tutti capirono,
l’incantesimo, non faceva effetto perché non toccava il castello.
Bisognava distruggere la barriera, ma per quanti
sforzi facesse Silente i risultati era scarsi.
L’unico modo di distruggere la barriera era di
lanciare un Finite Incantatem, ma la cosa che lo preoccupava il preside era la
potenza con la quale lanciarlo che avrebbe sicuramente ucciso chi l’avrebbe
lanciato.
L’incantesimo era facile, un incantesimo simile al
Finite Incantatem ma di una potenza che cresceva a livello esponenziale.
Una volta pronunciato, non poteva essere
interrotto per bere la pozione rigenerante e non poteva certo bere mentre pronnunciava
l’incantesimo.
Si diresse verso la quella che scherzosamente
chiamava la santa Camera delle Necessità, durante il tragitto si maledì più
volte per non averci pensato prima per il fatto dell’aglio e origano e gli
altri ingredienti comunque dalla stanza si fece dare tutto l’occorrente per la
nutrizione attraverso la sonda nasogastrica.
Severus preparò una pozione rigeneratrice dieci
vote più potente del normale e la fece mettere in un sacchetto da flebo che con
lo stesso incantesimo della boccetta del sangue di Unicorno.
I maghi rimasero allibiti quando si infilò il
tubicino nel naso e continuò a infilarne ancora.
“Allora signori maghi, questo è il metodo babbano
per nutrire le persone che non possono ingoiare. Il tubo che avete visto arriva
diretto allo stomaco, per cui mentre pronuncio l’incantesimo la pozione farà il
suo lavoro, voi dovrete soltanto lanciare, se serve, incantesimi di
rigenerazione.”
Nicholas, si prese qualche minuto di
raccoglimento.
Speriamo
che non vada tutto a puttane!
Nicholas incominciò a pronunciare l’incantesimo.
Il cielo, incominciò a diventare nero e un forte
vento si alzò.
Anche la terra volle dare il suo contributo, più
Nicholas urlava e più il cielo e terra si contorcevano come bestie ferite, ma
la cosa peggiore era ciò che succedeva a Nicholas.
Il suo corpo era dilaniato da ferite che si
formavano come se artigli invisibili artigliassero il corpo di Nicholas, la
pozione faceva il suo lavoro e come si formavano le ferite scomparivano.
Per un’ora abbondante, Nicholas urlò con quanto
fiato aveva in corpo, un bracciò si staccò a si riattaccò subito grazie alla
pozione e a Piton che fulmineo intervenne.
Finalmente
con un boato, che fece tremare la terra la barriera cadde e l’incantesimo fatto
dai fondatori poté finalmente riparare il castello e con esso le difese.
Nicholas cadde a terra e non si mosse, timide
lacrime caddero dagli occhi vitrei.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** EPILOGO ***
CAPITOLO 27
C A P I T O L O 27
Nel vedere Nicholas, li inerme come un giocattolo
rotto nessuno poteva credere che fosse morto non dopo tutto quello che aveva
fatto.
Nella torre Alberich, era caduto in ginocchio
piangendo come un bambino.
Madama Chips, con un molta delicatezza, quasi
religiosa sfilò la sonda naso gastrica che ancora svolgeva il suo lavoro quello
cioè di versare la pozione rigeneratrice ormai inutile.
Erano li attorno a Nicholas, tra tutti Tonks era
l’unica che piangeva a dirotto.
Alastor e gli altri erano cupi… di colpo Nicholas
si mise seduto aspirando avidamente come se fosse stato in apnea per molto
tempo.
Tutti, fecero un salto indietro, la gioia ormai
cresceva a dismisura Tonks fu l’unica che gli si buttò al collo, abbracciandolo
forte.
“Tonks, lascialo respirare; ben tornato nel mondo
dei vivi.” disse Alastor sorridendo.
Finalmente, Nicholas potè riposarsi
nell’infermeria.
Mentre, il corpo si riposava, la sua mente era in
movimento adesso si poteva permettere il lusso di pensare a: cosa sarebbe
successo se invece di girare a destra avessi girato a sinistra.
Tonks andò a trovarlo in infermeria “Come sta il
mio babbano preferito?”
“Un po’ acciaccato ma indistruttibile come sempre”
Quando potè finalmente alzarsi, si diresse
all’ufficio di Silente,”Bene vedo che fare come mi hai detto ha ottenuto i suoi
risultati, come avevi predetto.”
“Che… ho fatto, Preside?
“Non te, te” indicando Nicholas “ma l’altro, te.”
Oddio, ci
siamo giocati il Preside sapevo che prima o poi sarebbe successo.
Sorridendo Silente lo indirizzò verso il passaggio
della quinta torre.
Nicholas entrò e venne accolto da un applauso dei
tre fondatori, Alberich se ne stava da una parte Nicholas lo vide ne riconobbe
lo sguardo carico di silenzioso orgoglio.
Anche se non era suo padre, a quello sguardo
Nicholas provò un calore benevolo.
Lo strano libro bianco, si materializzò nella
stanza e fermo a mezz’aria si aprì e la famigerata faccia urlante uscì.
Ma a differenza delle altre volte, non si limitò
solo al volto, ne usci la figura completa.
Il libro giaceva li a terra come se non serviva
più.
La figura appena uscita, da grigio carta piena di
caratteri stampati cambiarono divenne di carne e ossa e fu proprio in quel
momento che Nicholas si riconobbe.
“Ciao, Nicholas io sono te stesso, o per meglio
dire sono il signore del castello a pieno titolo.
Zitto, non
dire nulla e ascolta.
Da quando il castello… o per meglio dire questa
torre è stata creata ogni preside conosce la usa origine e il tradimento di
Salazar. Con la complicità di Silente, abbiamo messo su questa messinscena per
farti attivare la tua parte magica senza di te, io e questo castello non
potremmo esistere.
Scusami se siamo stati costretti a farti marciare
velocemente, ma non dovevi pensare; dovevi stare sempre sul chi vive cosi la
parte magica di te si sarebbe svegliata più velocemente.
L’attacco dei Mangiamorte però non era
contemplato, ci ha colto di sorpresa ma ancora più sorpresa è stato il modo in
cui hai combattuto guadagnandoti a pieno titolo, ancora una volta il soprannome
di ‘diavolo babbano’. Mentre tu ti stavi riprendendo dagli effetti
dell’incantesimo Silente ha fatto un viaggio nel passato.
Nel periodo, in cui le due scuole sono arrivate al
castello, ma assieme dovete fare un secondo viaggio, quando cioè tu prenderai
questo libro dall’ufficio di Silente che fluttuava nell’aria. Ricordi?”
“Certo!”
Certo che
è strano, trovarsi al centro di una congiura ordita ai miei danni da me.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** EPILOGO N.2 ***
CAPITOLO 28
C A P I T O L O 28
Dopo il ritorno dal secondo viaggio temporale,
tutti quanti si misero ad discutere allegramente sul modo poco ortodosso, ma
diretto di Nicholas.
La discussione andò avanti per altri cinque minuti,
dopo di che Nicholas si guardò in giro furtivamente e urlò.
“Oblivion Selectivis babbanus.” l’incantesimo si
sparse per tutta la comunità magica che era venuta a contatto con Nicholas.
Tutti i maghi dimenticarono di averlo conosciuto.
Sull’aereo che lo stava riportando a Roma,
Nicholas era triste.
Per tutto il viaggio, gli vennero in mente i
momenti felici e no della sua avventura nel modo dei maghi; lanciare
quell’incantesimo era come tradire la loro fiducia, ma l’unica consolazione era
che lo aveva fatto per salvare il castello e tutti loro.
OTTO ANNI DOPO…
Era mattina presto quando Silente arrivò in
prossimità della nuova casa di Nicholas, ma non c’era nulla, c’era solo sabbia
e mare.
Silente si guardò in giro più e più volte senza
vedere nulla stringendo gli occhi per concentrarsi meglio.
Si copri un occhio e
guardò con l'altro.
Senza badare alle
occhiate stupite della gente li intorno, si passava le mani sulla faccia ripetutamente,
si chinava dietro le spalle di qualcuno, si sollevava con un salto sopra la
testa di qualcun altro, stava in piedi rigido a sbattere in continuazione gli
occhi.
Dopo essersi comportato
cosi per vari secondi, cominciò a camminare con aria guardinga e concentrata,
come un leopardo che non fosse sicuro di avere appena scorto, a un chilometro
di distanza, in mezzo a una pianura arida e desolata, un barattolo di cibo per
gatti semivuoto, fino a che forse più per fortuna che con esperienza riuscì ad infrangere
il filtro di percezione che nascondeva la casa agli occhi delle persone.
L’anziano mago rimase
compiaciuto della scelta del sistema di protezione, anche se forse un pochino
bassa come livello, ma in fondo in un paese cattolico in cui la chiesa ha contribuito
assieme a quella spagnola alla caccia delle streghe, era sufficiente... in
Italia non c’erano maghi.
Era tutto il giorno che Silente stava in casa di
Nicholas; nel suo studio un’intera parete era dedicata alla targa dell’ordine
di Merlino e alle foto del periodo passato al castello.
Non era ancora arrivato a casa che sapeva che
subito che qualcuno era entrato.
“Professor Silente lo so che è a casa mia.
Con un sorriso Silente usci di casa tenendo alzate
le mani “Mi arrendo, ma come facevi a sapere che io stavo dentro casa tua?”
Senza parlare Nicholas indicò il rampicante di
casa, che aveva scritto il nome del professore e il giardino zen che aveva
modificato il disegno nella faccia del preside.
Con un semplice gesto della bacchetta (che Silente
non riuscì a capire quando l’aveva estratta) il rampicante prese la sua forma
originale e il giardino zen fatte riaffiorare le due pietre, che Nicholas aveva
affettuosamente chiamato Nihon-koku ed Ezo, la via per il mare settentrionale(1)
la ghiaia riprese il suo aspetto di sempre.
I due si abbracciarono come due amici che non si
vedevano da molto tempo.
Lo sapevo
che lui era scampato e quando ce lo freghi a Silente.
“Una domanda Professore…” la domanda rimase in
sospeso.
“Come ho fatto a ricordare chi sei nonostante l’incantesimo
che hai lanciato? Semplice, in realtà me lo hai detto tu”
Che
bastardone che sono, mi dovrò fare un bel discorsetto.
“…che avresti usato quel’incantesimo per salvaguardare
il noi e il castello e posso aggiungere che solo io, Minerva ed Alastor
ricordiamo di te e di ciò che hai fatto.Questi sono tempi cui e sono qui…” e stavolta
fu il turno del preside a rimanere a bocca aperta.
Nicholas divenne serio osservando la mano destra
annerita.
“Dopo otto anni rompendo il segreto di non aver
perso la memoria e con una mano cosi conciata, non per una rimpatriata tra
vecchi amici. So di Harry Potter, della storia del prescelto, di Voldemort e
degli Horcrux, di cui lei sembra averne trovato uno. Lei è venuto qui per
chiedermi un aiuto, e io credo di aver trovato alcuni indizi per i prossimi
Horcrux e… per caso ho tirato fuori il mobile delle cinque porte.”
Il Professore sorrise, aveva sottovalutato il ‘Diavolo
Babbano’.
Nicholas sapeva più cose di lui.“
Ma questa è un’altra storia; sicuramente mio caro
lettore/lettrice avrai capito chi sono.
Esatto, sono Nicholas
Etrangè attuale preside di Hogwarts che ha lasciato il ministero della Marina,
ha passato vent’anni a studiare la magia in tutte le sue forme (grazie alla
trucchetto del tempo fermo nella camera delle necessità) distintosi come
guaritore presso l’ospedale di San Mungo e sostituito madama Chips nella
gestione dell’infermeria del castello e aiutato Silente nella ricerca degli
Horcrux e operato fino a che non morì con Alastor nell’Agenzia ricerca dei
manufatti stregati per conto del Dipartimento delle
Catastrofi e degli Incidenti Magici.
Sinceramente parlando avrei voluto mandare sulla
luna a calci in culo Albus Severus Potter quando avendolo sospeso dopo
un’animata discussione, mi disse che se io potevo ‘giocare a fare il preside’
era grazie a suo padre che da giovane ha sconfitto il più grande mago oscuro.
In fondo perché prendermela più di tanto.
Il padre, Harry, ha solo sconfitto un mago oscuro.
La mia famiglia invece ha costruito il castello
divenuto nei secoli il faro di conoscenza della magia di cui il sottoscritto è
e sarà per sempre il suo custode.
1)
Ci sono stati
molti tentativi di spiegare il disegno dei giardini zen. Alcuni di questi sono:
La ghiaia rappresenta
l'oceano e le pietre rappresentano le isole del Giappone
Le rocce rappresentano una
mamma tigre con i cuccioli che nuota verso un drago
Le rocce formano parte del
kanji per cuore o mente
I nomi che Nicholas ha dato alle due pietre non
sono inventati e prendono spunto dalla prima delle tre ipotesi sopra citate.
Nihon-koku:
Giappone (日本/日本国, Nihon o Nippon,
ufficialmente Nihon-koku o Nippon-koku)
Ezo: nome
con cui originariamente veniva
chiamata l’isola di Hokkaido ed era abitata principalmente dagli indigeni Ainu.
Hokkaidō (北海道) è la più settentrionale
delle 4 isole principali dell'arcipelago giapponese e la meno sviluppata. Il
termine Hokkaidō letteralmente significa via per il mare settentrionale.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** recensioni ***
recensioni
10/08/10, ore 21:39 - Capitolo 30: EPILOGO N.2
La tua storia è senzazionale!Lo trovata per caso ma mi sono
subito (subito è una parola grossa xD) letta i 30 capitoli *-*
sei un bravissimo scrittore e hai moltissima fantasia,mi dispiace
vedere che hai ricevuto solo una recensione perchè la tua storia
merita davvero!ancora tanti complimenti :D
JuliaSnape
Indubbiamente, JuliaSnape ha fatto 'un interessante osserrvazione per cui ecco qui tutte le recensioni salvate.
p.s.
Devo chiede scusa a JuliaSnape che per risposta via e-mail
ho detto: "Ti ringrazio dei complimenti fatti, scusa se ci ho messo
tanto a rispondere. ma il fatto che ci sia una (due con te) sole
recensieone è dovuta al fatto, che come ho specificato nel
prologo "Carissimi amici, ciò che state per leggere (per la
seconda volta) è la versione aggiornata del racconto..." . Non a
caso s'intitola "un babbano ad Howarts (riveduto e corretto) nella
vecchia versione, c'erano alcuni errori e mancavano due capitoli
importanti.
Nell'altra versione, le recensioni erano se non erro quasi settanta
(Come l'ho sparata grossa sono soltanto 27, buuuuh sparone)
Vi invito a leggere l'altra storia che stò scrivendo, "La maledizione del giratempo".
1) alexis_malfoy
25/05/09, ore 19:02 - Capitolo 2: Diagon Alley
Davvero bella, mi piace per diversi punti, l'uso del latino, di
riferimenti alla letteratura, e un umorismo che non guasta. La storia
è bella, ma avrei delle domande: 1 Una descrizione fisica
dell'uomo? 2 Quanti anni ha? 3 Come fa a seguire le lezioni del primo
in incognito se già a quanto ho capito è un uomo maturo (
ma forse questo ci sarà nel prossimo capitolo) 4 Corrisponde a
qualche anno della vita scolastica di Harry Potter?
Continua a scrivere è molto bella anche se ogni capitolo è mooolto lungo!Continua presto!
2) Elisabeth
08/06/09, ore 01 :34 — Capitolo 3: Iniziano le lezioni
Devo dire che mi è piaciuta un sacco, anche se forse è un
pò troppo irrispettoso come marinaio, ma va bene così,
sostengo che tutti starebbero sulla difensiva in un mondo dove ti
uccidono con lo starnuto :). Ho solo una domanda, come mai Hogwarts non
ha trovato prima il "suo sire"? Intendo come mai ha ricevuto la lettera
così tardi? Era forse protetto da qualche "incantesimo", per
incoraggiarlo a stare lontano da Hogwarts?
Comunque molto bella, sia il lato pratico che dimostra il personaggio sia l'affetto che gli dimostra la scuola.
Al prossimo capitolo :)
3) alexis_malfoy
10/06/09, ore 18:30 - Capitolo 3: Iniziano le lezioni
Ciao bello anche questo capitolo. Sev è un mito come sempre!Continua presto!Baci... ...Alex... ps.W
SEVIMTICUUUUUUUUUUUUUUUU
4) Elisabeth
11/06/09, ore 04:09 - Capitolo 4: Il platano picchiatore
Desidero ardentemente quella batteria per il mio portatile ;) In ogni
caso bel capitolo, il personaggio sta cambiando e forse è un
bene, normalmente nessuno sarebbe così sconsiderato da
affrontare volontariamente zombie o licantropi.. per esempio se fossi
ad Hogwarts non seguire MAI e poi MAI i ragni! Direi istinto che sta
sviluppando un naturale istinto di conservazione :) Al prossimo
capitolo!
5) Elisabeth
15/06/09, ore 01:31 - Capitolo 5: le tre scuole
"Cos’è, caga che ti passa! " Ahahahaha, sto ancora morendo
dal ridere, il pensatoio.. in effetti era meglio lasciarlo in lingua
originale piuttosto che tradurlo.. uhahaha, troppo bello.
6) Elisabeth
06/08/09, ore 02:41 — Capitolo 7: Legilimens... ancora dubbi! !!
Ah, e ora sono curiosa.. chi è quest'uomo o creatura nella sua
testa? In effetti sono rimasta piacevolmente sorpresa, pensavo che ne
ricavasse un vantaggio da tutto questo..e invece è in pericolo.
7) 04/11/09, ore 20:58 - Capitolo 9: L'ordine della fenice I
Finalmente si sa qualcosa di più sull'antenato di Nicholas,
certo è ancora un mistero come possa Nicholas vedere i
dissenatori (essendo lui effettivamente un babbano) anche se l'uso e la
conoscenza anche se indiretta della "magia perduta" spiegherebbe il
tutto. Ho preferito questo capitolo al precedente perchè adoro
vedere i personaggi principali in difficoltà difronte agli
avvenimenti, mentre nel capitolo precedente forse era un pò
troppo sicuro di se. Questo lo dico ovviamente immaginandomi nei suoi
panni, prima volta su una moto volante.. a una notevole altezza senza
cinture o un paracadute.. io credo che non ci sarei nemmeno salita ;P
Per il resto adoro il suo occhio critico e pratico delle cose, magari
ogni tanto è un pochino suscettibile ed estremista, ma tutti
hanno dei difetti, no?
8) Elisabeth
26/12/09, ore 20:49 - Capitolo 12: Analisi e logistica
Finalmente sono riuscita a finire di leggere la seconda metà del
capitolo. La storia mi piace un sacco, c'è sempre qualcosa di
nuovo a ogni capitolo che tiene vivo l'interesse.
9) Elizabeth
La stanza delle necessità.
Ancora sghignazzo per la prima battuta alla McGranitt, ma ora sono curiosa di sapere a cosa porteranno le ricerche di Nicholas.
10) alida
29/12/09, ore 22:14 - Capitolo 14: Quattro n.o.t.i.z.i.e. e quattro v.e.r.s.i.
Caccacosa? Carino, divertente. Un pò puzzolente ma tanto non
hanno colpito me. Passando oltre la targhetta è molto
interessante e l'enigma si complica da capitolo a capitolo. L'antenato
di Nicholas vuole lasciare tutta la gloria al nipote e non lo aiuta per
niente. Dunque fantasticando la quinta torre potrebbe fungere da
bussola perciò potrebbe comparire solo all'occorrenza.
Aspetterò il seguito, anche perchè sono curiosa di sapere
come farà micio-Nicholas a riprendere le sembianze umane. Il
gatto è un animale schivo e riservato, ma è anche
collegato alle forze magiche e all'aldilà. lo un continuo lo
avrei già in testa.
11) Elizabeth
02/01/10, ore 13:39 - Capitolo 14: Quattro n.o.t.i.z.i.e. e quattro v.e.r.s.i.
I quattro cardinali qui per te, a darti un aiuto quando la mezzanotte
è seguita dall'ostro del sole levante che saluta il ridente
ponente. Oddio complicatissimo! I quattro cardinali, saranno i punti
cardinali? l'ostro del sole levante, allora l'ostro è un vento
del sud il sole levante è ad est, quindi sud est. Ma la
mezzanotte che è seguita da sud-est non ha senso.
Che poi è il sole levante che saluta il ridente ponente.. quindi l'ovest, perchè ridente poi?
Ok, sono in alto mare.
Ci provo, mezzanotte = nord, ostro= sud, sole= est, ponente: ovest.
Quindi i punti cardinali ti daranno una mano quando sarai a nord e
guardando a sud-est troverai il punto da cui guardare a ovest e
trovare... boh! Mi arrendo.. I
12) Alida
02/01/10, ore 22:10 - Capitolo 15: LA TANA... NATALE DAI WEASLEY
L'unica cosa impossibile è quella che non si vuole fare. Questa
frase è fantastica! Del tutto vera. Mi aspettavo di trovare
qualcosa di diverso, per esempio, considerato che il capitolo si
intitola "Natale a casa Weasley", un festone, una pallina, una
canzoncina insomma il Natale! Comunque l'inserimento di Lucius è
alquanto sospetto, non me la racconta giusta. E poi dove hai
dimenticato Piton? Anche lui fa parte dell’Ordine! A presto, Alida
13) Alida
08/01/10, ore 19:12 - Capitolo 16: Un Natale scoppiettante
Oddio! Non mi aspettavo che Nicholas fosse un mago lo
preferivo babbano. E poi se è un ma-go perché usare le
armi babbane? Mi dirai che ha una mentalità da babbano ma io
credo che le armi e la violenza non siano poi una cosa tanto bella, le
armi uccidono e il loro equivalente magico è l'Avada Kedrava e
considerato che è un Incantesimo senza perdono forse non
andrebbe usato spesso. la storia sta prendendo una piega inaspettata,
non so dirti se piacevole o meno ma posso dirti che un pò mi
delude. Comunque continuerò a leggerti A presto,
Alida
14) Elisabeth
08/01/ 10, ore 21:08 - Capitolo 16: Un Natale scoppiettante
Mah, per me non c'è nulla di sconvolgente, ho imparato che
nessuna storia ha una fine o una continuazione [ già scritta
nelle stelle...quindi finchè non vedrò la parola fine,
non sarò certa che Nicholas è solamente un mago o
solamente un babbano.. cmq diciamocela tutta.. una persona "comune"
come dovrebbe essere l'avo’ di Nicholas dubito riuscirebbe a
costruire un castello magico come Hogwarts.. dai.. era palese che
qualche zampino magico ci fosse. ' Ma piuttosto,. sto fantasticando che
il mangiamorte malconcio che entra nella camera dei figli dei Weasley
fosse Grayback..se così fosse la battuta dei porcellini era
esilarante (lo sarebbe stato in ogni caso... ma con grayback è
sicuramente il top!)
15) Alida
13/01/10, ore 21:21 — Capitolo 17: Hogwarts è visibile
Questo si che è un bel capitolo. Mamma mia! Nicholas ha molta
forza magica in sè, questo si era capito ma riuscire a reagire
sotto la maledizione cruciatus nè richiede davvero tanta. Lucius
mi è parso un pò intimorito, e soprattutto non mi
aspettavo che Severus fosse dalla parte dei Mangiamorte, (sei sicuro
che non stai mettendoci fumo negli occhi, caro?). Comunque un capitolo
davvero avvincente! Bravo, conti-nua ....
16) Elisabeth
03/02/10, ore 21 :42 - Capitolo 18: L'eternità di un secondo
E tu che eri tutto preoccupato per questo capitolo, te la sei cavata benissimo!
Ciò che accade è spiegato chiaramente, ma anche se
è un capitolo carico di informazioni non trascuri il lato
ironico. (come il trucchetto della graffite sbeffeggiato dal libro,.)
17) Elisabeth
03/02/10, ore 21 :48 - Capitolo 19: Adesso Basta! ! !
Wow, ho l'impressione di essere stata tramortina da un ciclone! Quanta
azione :), ..poi logicamente il furbo di turno c'è sempre..
Caramell è davvero il perfetto politico.. ahahaha!
18) alida
08/02/10, ore 21 :48 - Capitolo 18: L'eternità di un secondo
Wow, bello questo capitolo. Perciò l'antenato di Nicholas doveva
restare nascosto a tutti. Hanno fatto passare i 4 maghi fondatori come
costruttori del castello e hanno cancellato le tracce dell'avo di
Nicho-las. Rimangono comunque le stanze segrete, e i passaggi segreti.
Senza dimenticare la Prigione segreta! Lo sdoppiamento del protagonista
aiuta molto, ottima idea. Scusa se non ho più recensito ma ho
avuto problemi di causa maggiore. Comtmque ti seguo sempre. Continua
così.
19) Alida
08/02/10, ore 21 :55 - Capitolo 19: Adesso Basta!! !
Dieci anni di combattimento nella stanza delle necessità? Scusa,
ho un problema con l'inglese, non è che potresti prestanni la
giratempo? Scherzo, naturalmente (lo so che non la presti a nessuno).
Però come ho letto dieci anni ho pensato: Esagerato! Ma suppongo
che siano necessari per imparare a destreggiarsi nel combattimento.
Comunque, capitolo breve ma intenso. Nicholas è proprio in
gamba, si era già mostrato all'altezza della situazione e adesso
non fa che confermare quanto già detto. Caramell invece è
deliziosamente ottuso.
` A presto, Alida
20) Alida
09/02/10, ore 21 :00 — Capitolo 20: il castello cede
Ciao maestro dell'azione! Vuoi vedere che poi scopriamo che anche tu
non sei un babbano ma un maghetto coi fiocchi! Davvero, se questa
è la tua prima ff` sei già molto avanti rispetto a tanti,
compresa la sottoscritta la cui prima ff non era sicuramente ai livelli
della tua (per quelle odieme, bhè sono migliorata). Comunque
dopo la sviolinata meritata, cosa posso dirti? Non vedo l'ora che
Nicholas entri nella stanza segreta di Salazar. lncontrerà il
basilisco o hai intenzione di toglierlo dalla scena'? Un particolare
che mi è piaciuto molto è quando la terra ha tremato e
tutti, tranne Nicholas e Silente, sono caduti a terra, ad indicare che
se si ha il coraggio di affrontare la verità non si cade mai.
Very good. A presto, Alida.
21) alida
22/02/10, ore 21 :24 - Capitolo 21: L'ultima stanza `
Quando Nicholas ha rotto in mille pezzi lo Specchio delle Brame mi
è sceso un colpo al cuore. E' uno specchio cosi affascinante,
sarebbe stato un peccato se fosse andato perso per sempre. Comunque
Nicholas-Tonks con la minigonna (sebbene sia un tuo personaggio e
perciò mai interpretato da nessun attore) mi ha fatto proprio
ridere. Peccato, davvero peccato che questa storia abbia così
poche recensioni!
22) alida
22/02/10, ore 21 :32 - Capitolo 22: la quinta torre *
Alla fine bisogna sempre passare dall'ufficio di Silente per risolvere
gli enigmi più complessi. E final-mente, entreremo in questa
quinta torre.
P.S. La lingua dei padri, gli Juti, i Sassoni e gli Angli, le stelle la tua cultura è davvero molto ampia.
Complimenti, Nicholas ha avuto un grande antenato ma ha anche un buon regista!
23) alida
22/02/10, ore 21 :40 - Capitolo 23: ll Basilisco.
Cioè? Ci sono due Basilischi? Uno trasfigurato in sasso e uno
che è ancora nella camera segreta? Perchè stai lasciando
basilischi in giro nel racconto? Non dirmi che alla fine Nicholas
verrà ferito dal basilisco e Fanny andrà a salvargli la
vita? Per me va bene tutto, però questo basilisco libero mi
preoccupa un pò…
A presto, e scusa se non recensisco capitolo per capitolo ma sono molto impegnata.
24) alida
27/02/10, ore 19:30 — Capitolo 24: Unicorni
Devo dire che Nicholas è un attimino accozzato, ma di brutto!
Comunque sono felice che sia riuscito a procurarsi tutto il necessario
in breve tempo. Hhhhsagahhsashasassh...
25) alida
27/02/10, ore 19:34 — Capitolo 25: HORIGANIUM VULGARIS E ALLIUM SATIVUM •
Aglio e origano originale il fatto che i maghi non ne
possiedano in quantita, considerato che fanno ottimi banchetti. A parte
questo se mi hai ucciso Nicholas non potrà salvarti nessuna
protezione ma ti sembrano cose da fare?
26) alida
27/02/10, ore 19:40 - Capitolo 26: epilogo 1
Perciò bisognava attivare la parte magica di Nicholas per la
sopravvivenza del castello, di Nicho-las e dell'altro Nicholas,
però Nich-babbano non doveva esserne a conoscenza. Alla fine di
tutto, pur sapendo di essere un mago con i fiocchi decide di
vivere da babbano. Complicato questo ragazzo, non riesco a capirlo. Non
può nascondere quello che è a se stesso. E' un mago e
dovrebbe convivere con questo suo modo di essere.
27) alida
27/02/10, ore 19:43 - Capitolo 27: Epilogo n.2
Questo finale mi piace molto di più, da più senso alla
storia. Comunque sappi, caro Nakano, che se un giorno deciderai di
raccontarci la parte di vita di Nicholas di cui ci hai dato un accenno
(Harry, Albus Severus...) troverai qualcuno che la leggerà.
Complimenti per questo capolavoro. Baci, Alida
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=517193
|