Bonds.

di Lady Furianera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Friendship ***
Capitolo 2: *** Love ***
Capitolo 3: *** Brotherhood ***
Capitolo 4: *** Colleagues: a man and a woman - Never Too Late ***
Capitolo 5: *** Colleagues: a woman and a dog - All Night Long ***
Capitolo 6: *** Colleagues: men - If We Ever Meet Again ***
Capitolo 7: *** BONUS TRACK: My Enemy ***
Capitolo 8: *** Relationships: father and daughter ***
Capitolo 9: *** Relationships: mother and son ***
Capitolo 10: *** Relationships: father and son ***
Capitolo 11: *** BONUS TRACK: Human ***
Capitolo 12: *** GOLDEN CHAPTER: Wedding - RoyAi DAY 2010 ***



Capitolo 1
*** Friendship ***


NdA: buonsalve a tutti i coraggiosi che si sono avventurati in questa lettura. Aprono le danze di questa raccolta Edward, Alphonse e Winry con l'amicizia. Il sentimento che odio più in assoluto. Con un pensiero speciale a _Mrs. Cold per aver ascoltato i miei deliri con infinita pazienza. Ecco il mio rapporto, Tenente.

Friendship.

 

 

Me li hanno portati via! Non era quello che volevo! Al è stata tutta colpa mia! Solo mia! Merda... Ridammelo! Lui è il mio fratellino! Prenditi pure l'altra mia gamba, oppure tutte e due le braccia! Ti offrirò anche il mio cuore... Perciò... Ridammelo! E' l'unico fratello che ho!”

 

Perchè piangi? Non sei cambiata per niente da quando eri bambina, sei ancora una piagnucolona... Non è così, Winry?”

 

 

Ogni volta che Edward Elric chiude gli occhi, le immagini di quel giorno gli scorrono sotto le palpebre. Che fosse notte o giorno, il passato non lo abbandona mai. E' parte di lui. E' dentro suo fratello. E' in ogni cerchio che traccia. E' in ogni bellissimo incubo che lo viene a trovare nel sonno. Perchè i ricordi sono bellissimi. Ma i ricordi sono i messi oscuri del passato. Strisciano come serpi, e ci fanno male come una lama nello stomaco. E quella coltellata, Edward, la sente ogni mattina al suo risveglio.

E fa male... “ Pensieri che si tramutano in parole, in una bella giornata di sole, sotto un albero. Parole e pensieri biascicati tra un gambo di un fiore trovato lì. In quel fiore ci aveva rivisto scommesse, promesse, lacrime, sangue e conforto. Immagini di tre bambini cresciuti insieme. Nella gioia e nel dolore. “Siamo adulti ora, eh?” Già. Quei tre bambini sono grandi, ora. Sono cambiati. Sono cambiati davvero dal giorno in cui il fuoco illuminò i loro volti, per l'ultima volta realmente uniti. E anche se si ostinano a tenere uniti i pezzi del puzzle, lo sanno che è inutile. Mancano le tessere del passato. Perchè il loro legame appartiene a quei tempi di cui tutti hanno paura. Come da bambini avevano paura del buio. Anche se parlano di loro con un verbo al presente, non possono mentire a loro stessi. Nelle viscere della mente, esiste solo un eravamo. Ma cosa si può pretendere da dei codardi del genere? No, nemmeno codardi. Solo esseri umani. Esseri umani che non sanno nulla. Esseri umani che temono anche loro stessi. Perchè ovunque viva l'anima, vive la loro debolezza. La stessa debolezza che sta spingendo Edward ad alzarsi. Ad andare incontro a quell'armatura e alla ragazza bionda che gli sta accanto. E che gli da un motivo per preservare il loro affetto. Lui sarebbe perso, senza quei due. Quel motivo – potremmo chiamarla anche ostinazione, no? - è detta amicizia.

 

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati: ho cercato di far capire quanto la lontanza, i pericoli, la preoccupazione, le morti e il fiato della morte stessa sul collo possano incrinare anche il rapporto più solido. Ma anche quanto l'uomo sia testardo ed ingenuo nel voler credere - convincersi - che durerà per sempre. Ma anche timoroso che tutto finisca. Oppure sono soltanto io, che non ho mai avuto amici.

 

 

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Capitolo 2
*** Love ***


 

NdA: avevo promesso un aggiornamento in tempi brevi. Ed eccomi qui, con un PC passatomi clandestinamente, a scrivere dell'amore. Rimango dell'idea che l'amicizia sia più complessa. Ma l'amore non è banale. Ho fatto del mio meglio. Critiche e consigli sono ben accetti. Proprio a questo proposito, per rispondere alle recensioni di Stars_Daughter e bacinaru: lo so, il mio stile è molto sintetico. Sono un tipo laconico e questa mia caratteristica si riflette anche nella scrittura. Cercherò di allungare i periodi. A _Mrs. Cold: sono felice che tu abbia apprezzato. *spupazza anche lei*

 

Love.

 

"La verità è che io ero innamorata di lui... "

 

Ha perso il conto delle volte che se lo è ripetuta, Winry. Quel dubbio, lo serba nel cuore, come un ricordo dolceamaro segregato tra le pareti dell'anima. Sa che, se uscisse, non potrebbe più trattenerlo con le sue catene. Ma, quel viaggio in treno l'aveva portata a riflettere. La riflessione l'aveva portata al ricordo. Il ricordo l'aveva portata al dubbio. Dal dubbio alla certezza fulminante. Con il senno di poi, capisce che non era servito a nulla, quel percorso nella propria mente. Bastava un'immagine, per chiarire ogni cosa. Al diavolo il luogo comune della ragazza innamorata. Al diavolo il colpo di fulmine. L'ho sempre saputo.



*Rush Valley. Tramonto. Caldo. Tanto caldo. Edward non pensa ad altro, nella sua stanza. Ogni tanto maledice Winry per averlo trascinato lì. Poi si chiede dove sia finito Alphonse. Si lamenta di nuovo. Dietro la porta, la ragazza vorrebbe farlo tacere. E' come un bambino! Cos'è, l'infanzia rubata si ripercuote a quindici anni?! Stringe la maniglia della porta e pensa di poterla rompere. E' rossa in volto. Sa che lui non se ne accorgerà mai. Non l'ha mai guardata per davvero, perchè avrebbe dovuto farlo quella volta? Non ha paura. Però non si decide a bussare. E' l'ultima possibilità che le è concessa. Per cosa poi? Per rovinare tutto, come suo solito? Tutte queste domande non l'aiutano, certamente. Quindi un colpo secco è quel che ci vuole. Peccato che lo dia per sbaglio. Forse non l'ha sentito... “Avanti!” Dicevi? Non c'è tempo per pensare ad una scusa, il destino ha già deciso per tutti quanti. Oppure no? Le sta scoppiando la testa: troppi interrogativi! Scuote il capo, ondeggiano i capelli. Uno sguardo deciso si fissa davanti a lei, le sue mani armeggiano con la maniglia. Indietro non si torna, Winry. “Ed... ti disturbo?” Si mette a sedere sul letto mentre lei si avvicina. “No. Hai bisogno di qualcosa?” L'ultima occasione. “Io... ho bisogno di parlarti... “ Silenzio. “A proposito di... ?” Così non l'aiutava di sicuro. “Vuoi tornare a casa?” Winry non pensa nemmeno alla risposta. “No! Non sono una codarda, e non ho intenzione di lasciare perdere! E' una sfida con me stessa e...” Sbarra gli occhi Winry, quando lui la interrompe. “E non perderai? Queste parole hanno un valore, mia cara. Non sottovalutarle. Sai davvero cosa significhino?” Fa più caldo, o sono solo la tensione e la rabbia di essere stati punti sul vivo a rendere la situazione così pesante? “No, Ed. Non volevo dire questo. Non mi permetterei mai di paragonare una bambina come me ad un Alchimista che ha visto la morte in faccia troppe volte. - E' calma ora, ma non è una calma per mascherare il veleno del rancore. E' tranquilla. Sa quello che vuole. Niente rimpianti. - Ma, vedi, non serve che me lo spieghi. Lo capirò un giorno, quando sarà il mio momento. Vivrò la vita fino in fondo, facendo avverare i miei desideri e rendendo felice chi amo. E porterò avanti anche questa sfida. Se riuscirò a vincere non lo so. Ti farò sapere. Quello che stavo per dire era che non voglio assolutamente perdere.” E mentre pronuncia le ultime parole, lo guarda e gli sorride. No, non era quello che avrebbe dovuto dire. Ma è contenta così. Niente rimpianti. Lo vede, quello sguardo triste sotto la frangia di lui. Lo sa che sta per chiedere perdono. Ha la certezza che ciò che ha detto lo pensa per davvero. La ragazza sa ogni cosa. Anche se guarda fisso davanti a se e non pensa a nulla, se non ai giochi di luci e ombre che si consumano a terra. “Winry, io non... “ Comincia così, nel modo più banale. E la fine non verrà mai resa nota, perchè un dito gli cuce le labbra. Lei non vuole che parli. E' ancora il mio turno. “Aspettami, Edward. Ti prometto – non aver paura, so cosa voglia dire – ti prometto che ti aiuterò. Diventerò più brava. I miei auto-mail saranno il mezzo con cui riprenderai i tuoi arti e il corpo di Al. Ti prometto che non sarò il tuo peso. Non dovrai proteggermi. Sarò io a darti una mano, a consolarti, a tenderti un braccio quando sarai a terra. Sarò lì, quel giorno. Darò tutta me stessa. Te lo prometto. Aspettami. Te lo prometto.” Lascia cadere il dito dalle sue labbra. Posa le labbra sulla sua fronte. Esce dalla stanza. Cammina svelta fino alla sua. Chiude la porta dietro di se. “Niente rimpianti, no?” Ma bisogna esserne convinti. Convinzione che trova sfogo nel pianto. Per tutta la notte.*



Inutile. Tutto inutile. Lei lo ama. Lui anche. Lei come si ama il proprio amante. Come chi si vuole al proprio fianco per tutta la vita. Lui come la sorella che non aveva avuto. Come l'amica che l'aveva sempre aiutato. E se la carne si decompone, il sentimento vive. La promessa con lui. Il ricordo può sbiadire, certo. Ma non quando tutte le notti ti rammentano quella. La sua immagine ti passa davanti come il vento. Il suo profumo ti inebria come se fosse vicino. Ma non c'è. Sta aspettando. Non ha mai smesso.

La promessa vive. Vivrà sempre. L'amore rende ciechi. E' qualcosa di sciocco e irrazionale. Ci spinge verso l'occulto. Ci guida nel pronfondo dell'animo. E poi recide ciò che ha creato, nella maniera più brutale.

Succede a Winry, mentre la lama penetra nel cuore e il sangue sporca la pelle e i vestiti.

Ancora un po', Ed... Aspetta ancora un po'... Sto arrivando... “

Poi nulla. La porta non si apre.



Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati: dunque. E' complicato. Ma se notate, c'è Winry. La odio. Ma sono io. Com'è bastarda la vita, eh? Comunque... la frase in alto è tratta dall'anime del 2009. Quando l'ho sentita, non guardavo nemmeno lo schermo. Poi l'ho rivista una volta soltanto. E mi si è aperto un mondo. Okay, è stupido. Però mi sono sentita lì. Mi sono sentita lei. E poi la notte, mentre pensavo, mi è tornata alla mente La Ragazza Occhi Cielo. Infatti, per chi l'ha letta, Winry vuole che sia Ed ad aspettarla. Per una volta. Così, quando i due fratelli Elric sono nell'altra faccia della medaglia – a.k.a. Il nostro mondo – lei vuole raggiungerli. L'amore ci spinge a fare cose incredibilmente stupide. Da lì, il passo è breve. Tenta il suicidio, credendo che la morte la porterà davanti alla Verità. Ci vuole poco per capire che non è così. Ho pensato a tantissimi attimi di vita che potessero andare bene per l'amore. Ho pensato anche una RoyxEdward! Però mi piace pensare che questa shot sia il sequel - oppure prequel? - della Ragazza Occhi Cielo. Grazie.

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Capitolo 3
*** Brotherhood ***


NdA: Ed eccoci giunti al 3° capitolo. Poteva mancare la brotherhood? Ma anche no! Dunque... per eventuali spiegazioni vi rimando a dopo la lettura. Ringrazio Stars_Daughter e mery_wolf per le loro recensioni.         Stars_Daughter: non avrei mai pensato che uno dei miei deliri potesse far riflettere qualcuno. E non è vero, m'interessa la psicologia delle persone e di come si riconoscano in un personaggio. E poi, hai ragione! In un certo senso è come se Ed e Al siano fidanzati. Questo affetto è portato all'esasperazione dal maggiore, e si nota meno in Alphonse. Entrambi dovrebbero aprire gli occhi. Grazie per i consigli. mery_wolf: sono riuscita nell'intento di far capire come vedo Winry. Nel senso che, lei non lo fa 'apposta', ma perchè lo sente. *Pensa di aver scritto una cosa senza senso, ma non cancella perchè non ha idea di come esprimere il concetto in maniera decente* Non sono d'accordo sul fatto che tu abbia perso la capacità di scrivere un commento. Solo il fatto che tu ti prenda la briga di scrivere due righe mi fa molto piacere. Grazie anche a te.

Bene, si apra il sipario.

Brotherhood.

 

 

Si guarda allo specchio, Alphonse Elric. E' da un po' che ha gli occhi puntati su se stesso. Capirete certamente che Alphonse e la parola vanità non si sono mai incrociati. Nemmeno di striscio, per carità! Ma, dunque, qual è il motivo di tanta ossessione verso la propria immagine?

Alphonse Elric ha attraversato il portale una seconda volta. Se vogliamo essere precisi, l'ultima. Ora vive in Germania con il fratello. Lo stesso fratello che ha così a lungo cercato. Lo stesso fratello che chiamava la notte, che era per lui un padre, una madre, un amico – qualcosa di più, forse? - e che aveva anteposto il suo nii-chan a se stesso. Lo stesso fratello che, la mattina, lo chiama per ore prima che si degni di uscire dal bagno. Perchè tutte le mattine, lui è lì. Davanti allo specchio.

Mi sembrava che... la prima volta che ci siamo visti, quando siete tornati qui non... tu non avevi i capelli lunghi?” Noah vuole vederci chiaro. E lasciate stare la battuta di dubbio gusto. Prendetela letteralmente. E' sicura che entrambi i fratelli Elric avessero i capelli stretti in una coda di cavallo, quel giorno. Santo cielo, si assomigliavano così... tanto! “Ah, sì. Hai proprio ragione.” E mentre sul viso della ragazza si dipinge un'espressione confusa, sul viso di Al sembra che, di riflesso, il sorriso s'illumini di più.

Deglutisce a vuoto. E' riluttante. Potrebbe pentirsene, lo sa bene. Ma a cosa può servire, ormai? Solo tristi ricordi, intrisi di lacrime e vuoti di memoria. Tutte le volte che Winry lo aiutava, vedeva allo specchio la tristezza nello sguardo di lei. Ciocca per ciocca, le lacrime si facevano strada negli occhi e inumidivano delicatamente le ciglia. Quindi abbassava il capo, si concentrava sul suo lavoro e, all'ultimo giro d'elastico, parlava con falso sorriso: “Stai diventando davvero grande, Al. Vi somigliate moltissimo. Sarebbe fiero di te.” E se ne andava. Non sapeva mai cosa rispondere. Ma in fondo, non sarebbe mai riuscito a parlarne con qualcuno. Per questo vuole finirla. “Ormai il fratellone non ha più bisogno di questo. E nemmeno io.” Dicendo questo, inizia a tagliare. Non c'è sangue. Ma a lui fa male lo stesso.

Alphonse ha abbandonato Amestris e l'Alchimia. E' come dire che ha lasciato tutto ciò che aveva, starete pensando. Assolutamente no, vi risponderebbe, con quel sorriso cortese onnipresente sul suo volto. “E' il mio fratellone tutto ciò che ho.” Lo ripete tutte le mattine, davanti allo specchio. Lo ripete tutte le mattine, davanti allo specchio, osservando i suoi capelli corti. Perchè li ha tagliati. E' stato difficile. Ma con il senno di poi, Alphonse sa di aver fatto la cosa giusta. Il suo fratellone è li, accanto a lui. Non c'è più bisogno di fingere. Non c'è più bisogno di illudere gli altri che sia presente. Non c'è più bisogno di vedere nel proprio viso, il suo. Alphonse vuole guardarsi allo specchio e vedere di essere chi realmente è. Perchè Edward è di la, che sta bruciando l'ennesimo wurstel bianco. E allora, perchè mai crearne una copia?

 

 

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati: come capitolo mi sembra abbastanza semplice. Non ho mai capito come mai Al si tagli i capelli dopo il suo arrivo nel nostro mondo, e ho cercato una risposta. All'inizio pensavo l'avesse fatto per somigliare ad Alphonse Heiderich, poi ho pensato a questa situazione. Mi sono ricordata del dialogo tra il maggiore Armstrong e Rose: parlavano di quanto facesse impressione vederlo con i vestiti di Edward. Da lì, ho pensato che anche i capelli potessero entrare nel ragionamento. Al se li fa crescere per assomigliare al fratello, così da vederlo in se stesso e farlo vedere anche agli altri. Così da non sentirne la mancanza. Ho aggiunto anche un po' di ironia per farvi capire che non faccio parte della categoria 'Emo' *Pessima battuta, lo so. Non fateci caso, se potete* e - ultima cosa, promesso - gli spazi tra i vari paragrafi sono essenziali. Avrete di sicuro pensato che sia la cosa più banale che abbiate mai letto in ogni fandom esistente. Sono d'accordo con voi. Ma - non so se l'abbiate mai visto - come dice Iris in The Holiday "Nella mia vita io cerco la banalità". Avevo un sacco di idee, a proposito del legame tra fratelli. Avevo pensato anche ad una shot che parlasse di Hughes e di Roy. E anche rimanendo sul tema Elric, tante situazioni sarebbero state migliori di questa. Però mi piaceva il fatto che per una volta, vivessero come persone normali. Che fosse una piccolezza a caratterizzare la nuova giornata. Ora ho finito.

WTF?! O.O - Questa era la mia faccia quando ho scoperto che La Ragazza Occhi Cielo ha totalizzato altre recensioni. Che sia ora di rivalutare il personaggio di Winry Rockbell?   ...

Intanto ringrazio infinitamente: EDOXWIN; _Mrs. Cold; Stars_Daughter; mery_wolf; effe_95; nacchan; Siyah; icaro smile. Voi pazze, che avete deciso di regalare un parere a queste due povere sfigate - io e Win-chan. Grazie.

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Capitolo 4
*** Colleagues: a man and a woman - Never Too Late ***


NdA: vergognoso ritardo. Schifoso capitolo. Vi chiedo di guardare al senso di queste frasi messe alla rinfusa. Chiedo scusa e - ovviamente- vi ringrazio moltissimo.

mery_wolf: ero nel mio letto con il mio DSi quando ho letto la tua recensione. E ti giuro che avevo gli occhi lucidi. La cosa più stupida che abbia mai scritto. La cosa più banale che abbia mai partorito. Tu l'hai capita più di me! *Dovresti preoccuparti* E se scrivo sulla psicologia dei personaggi è perchè io il cervello l'ho perso da un pezzo. Sì, il senso si è capito benissimo. Ti ringrazio tantissimo. Dio, me la ricorderò per tutta la vita 'sta cosa. *Patetica*

Stars_Daughter: ho immaginato il bianconiglio straincazzato perchè gli hai rubato la battuta. XD A parte le mie pessime battute, credo anche io che chiuda definitivamente il film e la serie del 2003. Perchè mancava qualcosa. E allora riempiamo questo buco, che crea troppa malinconia! Grazie anche a te. *T'incoraggia a riguardare il film quante volte vuoi. Sarà sempre più istruttivo di un paio di equazioni ù.ù*

CaskaLangley: sono contenta che ti piaccia la mia idea. Non ho avuto modo di leggere tue storia, ma se ci vai pesante con gli Elric vedrò di rimediare. Grazie mille.

Collegues: a man and a woman

- Never Too Late -

 

E' fradicia. Queste gocce fanno male mentre corre. I capelli sciolti danzano col vento. La pioggia li farà presto suoi prigionieri. Ma c'è qualcosa che Riza deve fare, prima di tornare nella gabbia della sua vita. Ha freddo. Le fa male lo stomaco. Ha la vista annebbiata. E corre. Non vuole che sia troppo tardi.

 

*Havoc le risponde con il silenzio. Accendino a mezz'aria, sigaretta spenta in bilico tra le labbra, assieme alle parole che non aveva il coraggio di pronunciare. Scuote solo il capo. E l'espressione stravolta di Riza, s'imprime nello sguardo di lui.*

 

Gli occhi ben fissi sull'asfalto. Passo dopo passo, il tempo scorre. Sotto i piedi, il diniego di una vita intera. Un sogno buttato alle spalle. Il sapore della rabbia sulla lingua. La rassegnazione nella pioggia. Eppure non si ferma. Perchè non può fare altro che correre.

 

Roy guarda l'orologio. Aspetta di partire. Il vagone è vuoto, ma l'aria fredda gli fa compagnia. Due minuti e trentatrè secondi. L'orologio della stazione è indietro di due minuti e trentatrè secondi. Se potesse tornare indietro... no. Non farebbe mai in tempo. Ha scelto. Non può far altro che continuare su quella strada. Anche se sbagliata. E' troppo tardi.

 

Riesce a vederlo, adesso. Il viso accanto al finestrino. Un'espressione troppo rassegnata e stanca per lei. “Colonnello.” Potrai ancora guardarti allo specchio, dopo aver sorriso del terrore chiaro dei suoi occhi, Roy?

"Non dici nulla, Riza?" Le parole sono altre. Perchè sei venuta?

 

 Le ginocchia tremano. Sei lì, Riza. Fa ciò che devi. “Se parlassi, sarebbe sicuramente troppo.”

 

Sai che non ci vedremo più. “Ti ho sempre ascoltata. Vorrei farlo anche ora.” Per l'ultima volta.

 

Conoscerla mi ha cambiata. Non voglio che finisca. “Non è la mia voce, quella che vorrebbe ascoltare. Non dovrei essere qui. Non sono io che dovrei essere io.” Non posso non fare nulla.

 

Qualsiasi cosa. Fa qualunque cosa. Ma non lasciarmi andare così.

 "Non importa chi lei sia, che cosa abbia fatto, dove sia stato - anche in questa situazione gli dai del lei? Sciocca, Riza - Non importa! Dipende tutto da dove vuole andare da qui. E lei... può fare di meglio che scappare."

Le porge i guanti. Quel fermaglio nascosto nella stoffa. Restano così. Le mani vicine. Gli sguardi allacciati. Sotto lo stesso cielo. Sempre lo stesso cielo. Le ultime parole coperte dal fischio del treno. Comincia a muoversi. Il fumo che vola via, portando lontani i progetti futuri creati da tanti sognatori. Il suo sorriso è andato. Prima che il treno parta... lo stesso pensiero. E allora ricominci a correre, Riza, mentre lo vedi affacciarsi dal finestrino per cercarti con gli occhi.

 

Tutti i Signorina! dei controllori non ti sfiorano. Solo quella mano che ti saluta t'interessa. Vedi? Ora ne hai la certezza! Non è mai troppo tardi. E l'ha capito anche Roy, che nel vagone vuoto, sente il profumo del suo Tenente possederlo.

 

Riesci a vedere che l'erba è più verde dove piove, Riza? Sorride e si allontana. Ci rincontreremo presto. Un'altra volta, lo stesso pensiero. Lo stesso sorriso contento sulle labbra. La stessa certezza nel futuro.

 

Non è mai troppo tardi.

 

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati: perchè il loro non è amore. Perchè non è nemmeno amicizia. Ma è solamente una bellissima complicità. Per il resto, la storia del fermaglio ha libera interpretazione. Nemmeno io ho idee su questo capitolo. Vi prego di ispirarmi. Mi fido di voi più di me stessa. Grazie mille.

 

 

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Capitolo 5
*** Colleagues: a woman and a dog - All Night Long ***


NdA: eccoci qui. Di nuovo Riza a farvi compagnia. Ultimamente ho lasciato da parte il mio stile spartano - lasciamo stare, Troy è uno dei miei film preferiti - e triste. Ora è qualcosa di più dolce. Però mi piace. Lo sanno tutti che sono a un passo dal diabete. Buona lettura.

AVViSO:

è probabile che il prossimo aggiornamento venga posticipato verso la fine del mese. Lo so che non sono molto regolare nei postamenti, però ho sempre mantenuto il lasso di tempo tra una storia e l'altra una settimana circa. Dovrò posticipare per un incarico importante che mi è stato affidato a scuola. Ho aspettato un'occasione simile da troppo, e voglio dare il massimo. Vi chiedo di avere pazienza e, non so, farmi l'imbocca al lupo? No, solo pazienza. E' già tantissimo. Grazie.

Colleagues: a woman and a dog

- All Night Long -

 

Tenente!”

 

Riza afferra la pistola, veloce come sempre, e comincia a premere il grilletto in preda a quella strana elettricità che a parole non si spiega, ma si sente solo provandola. Questa volta però la sente come attraverso un filtro. Sta pensando ad altro per farsi travolgere. Si sente strana e non riesce proprio a capire. Hayate l'aveva salvata, mordendo quel... quel coso, insomma. E' il suo cane, ci tiene a lei. Tutto normale. Eppure quella sensazione di capovolgimento non la lascia. Esegue gli ordini. Carica l'arma. Risponde. Agisce. Ma non lo fa per davvero. Pensa troppo, Riza. Vuole capire. Eccola qui, la sete di conoscenza che gli essere umani sopprimono, per lasciare che riemerga solo lo stretto necessario all'evoluzione. Tutto ciò che riguarda noi e noi stessi soltanto viene brutalmente scagliato all'ultimo posto. Riza l'aveva fatto per tutta la vita e lo fa tutt'ora: Riza, per se stessa, è l'eterna seconda. Tutti vengono prima di lei. Lei è nata per servire. Ecco cos'è. E' da troppo tempo che non si cura di se stessa: come può essere che sia qualcun altro a farlo per lei? Un'iniziativa simile è sbagliata. Un'idea opprimente. Quasi malsana. Non riesce a concepirla. Lei non fa nulla per far preoccupare gli altri: il suo timore più grande è proprio essere di peso! No, è qualcos'altro... un dubbio. E' davvero possibile? In fondo cos'ho fatto per... Riza. Tenera insicura, nel costume troppo largo di una forte personalità. Certo che è possibile. Tutti quanti provano affetto per lei. Da tutto per tutti, non dubita mai, ha sempre una parola di conforto, la sua pistola colpisce solo nel giusto. Non è sicura. Non lo capisce, non le importa. E' una bella sensazione, punto.

 

Così, qualche sera più tardi, Riza smetterà di rigirarsi tra coltri e pensieri. Rivolgerà gli occhi al soffitto e sussurrerà il nome di Hayate, aspettando inquieta. Un guaito la farà sorridere, poi dirà: “Ti va di dormire qui... con me? “ Non sentirà risposta. Batterà due colpi sul posto vuoto, vicino a lei. E allora il sorriso tornerà a farle visita quando sentirà lo zampettare gentile del cane che la raggiungerà. Quel calore accanto a lei le regalerà il sono; una mano posata sul muso si muoverà lenta ad accarezzare il pelo scuro gemello della notte. Questa notte la dolcezza si mescolerà tra i respiri creando una bella melodia che ricorderanno bene.

 

Per una volta, la cuccia nell'angolo rimarrà vuota, solo l'aria fredda a riempirla. Quella bestiola calda è lì, nel letto, che dorme beata tra le braccia di Riza.

 

Forse lo capirà. Solo, lasciatela dormire. Almeno per questa notte.

 

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati - CAPiTOLO 4: vi ringrazio, mi avete aiutata a chiarirmi meglio le idee. Dunque. Partiamo dal fermaglio: diciamo che è Roy. Sì, sono scema. Ma sarebbe così abominevole se avessi fatto sì che passassero l'ultima notte insieme? Sarebbe così abominevole se avessi fatto sì che Roy fosse stato innamorato di Edward, appena passato per il portale insieme all'amato - un punto per le Elricester - fratello Alphonse? La vedo così. Non trovo altro modo. E devo chiedere scusa a Stars_Daughter per i periodi troppo corti: ci ricado spesso, lo so. Ma il loro rapporto non ha bisogno che di uno sguardo - come ha detto mery_wolf - per completarsi. Non riuscivo ad aggiungere altro.

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati: non credo ci sia bisogno di un chiarimento specifico. Ho omesso Roy, che in fondo si è preoccupato quanto Black Hayate. Ma - orsù! - agli occhi del proprio cane, ogni uomo è Napoleone. Lasciamo stare per una volta la guerra tra RoyEd, RoyAi e Elricest. Sotterriamo l'ascia di guerra fino alla prossima lettura. Affidiamoci all'amicizia più vera. Ci lasceranno tutti, presto o tardi. Il cane mai.

 Dedica speciale: alla mia Camilla. L'unico rimpianto che ho è quello di averti fatto vedere per ultimo, il letto dell'ambulatorio e non il mio. Sarai sempre con me, coscritta mia.

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Capitolo 6
*** Colleagues: men - If We Ever Meet Again ***


NdA: ma che schifo. Avevo anche pensato di abbandonare questa raccolta e EFP. Ci starei ancora pensando. Forse però dovrei finire, almeno per correttezza nei confronti di chi ha recensito, ha messo tra seguite e preferite e per Stars_Daughter e mery_wolf. Sì, forse finirò.

Colleagues: men

- If We Ever Meet Again -

 

 

Sta per piovere.”

 

E piove per davvero: piove ovunque, su chiunque e per chiunque. Lontano, Roy sente un'ambulanza, un cane abbaiare insieme all'ululato del vento. Vede la scrivania inondata di futili carte, la bottiglia di vodka, la penna e qualche fotografia. Ora distoglie lo sguardo: non ha intenzione di girare il coltello nella piaga più profonda che ha. Si concentra sul bruciore sulla lingua e giù, nella gola fino a far contorcere il fegato che implora pietà. E non è il solo. Roy stesso la cerca, la pietà. Urla strazianti nella sua testa, immagini e ricordi che si mischiano in una fragranza di morte e suicidio. Ora sì, che può dirsi solo. Solo fantasmi che annegano tra acqua di lacrime e pioggia. Beve, continua a bere fino a strozzarsi: chi lo può aiutare? Forse il tenente e il resto di quei poveri cretini che lo seguono ancora, dopo tutte quelle che gli ha fatto passare? Andare avanti un cazzo, perchè il domani si è fottuto.

E piove per davvero: piove dal cielo, piove dai suoi occhi.

Ha le mani sporche del suo sangue: il suo e il tuo, che cola dal cuore trucidato.

Ancora un bicchiere.

Prendilo, feriscilo, uccidilo: a chi importerà di lui?

Prendimi con te, portami con te. Ti prego, fammi venire con te.

E' morto. Non andrà da lui, la terra e non solo li divide. Non può sfidare Dio, non se lo può permettere.

E' morto. Non andrà da lui. Sarà lui ad andare, quando avrà concluso qui.

 

Prega, continua a pregare. Stringi il tuo cuore, Roy!

Hai le mani sporche del suo sangue. Ma non vedi che è solo l'ombra della tua paura a macchiarle? Rendi giustizia, poi vivi, sii felice e rendi felice. Infine va da lui, Roy.

 

Infine vengo da te. E ci rivedremo ancora. Ancora. Con te, amico ancora una volta e ancora per sempre. Con te, Maes.

 

 

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati - CAPiTOLO 5: non è che Riza permette a Black Hayate di dormire con lei solo per insicurezza e solitudine. Più che altro è paura: paura di non riuscire a dare agli altri tutto quello che meritano. Lei vuole bene al suo cagnolino, ma ha paura di non averglielo dimostrato abbastanza. O almeno non quanto lui abbia fatto con lei.

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati: se ci vedete yaoi, pulitevi gli occhiali, gente. Maes e Roy sono solo colleghi. Non equivocate, per favore. Questi due sono colleghi di guerra, di accademia, di alcool e di donne, magari. E poi, anche di dolore. Tutto qui. Grazie.

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Capitolo 7
*** BONUS TRACK: My Enemy ***


NdA: ebbene sì. Torno a rompere le palle già adesso! Chiedo scusa, ma soffrendo d'insonnia non posso far altro che scrivere. Sì, solo scrivere. Buona lettura.

 

BONUS TRACK: My Enemy

 

Lust si sente soddisfatta, o almeno il suo sorriso lo è. Forse, dover recitare la parte della brava ragazza acqua e sapone - non proprio il ruolo ideale per lei - con quel cretino di Havoc, non era stato poi così inutile.: il Colonnello Mustang è uno di quegli uomini con cui è sempre un piacere fare conoscenza. Come si dice, il gioco è valso la candela. E il sorriso si allarga, pensando a quanti significati possano avere le parole. Strappa i guanti ancora caldi e, quando se ne va, anche il suono dei suoi tacchi sembra pura vittoria.

D'accordo, si dice anche far buon viso a cattivo gioco. Però, avere ancora una smorfia maliziosa sul viso quando ci si ritrova in ginocchio davanti al nemico dopo essere stata bruciata per qualcosa tipo cinque o sei volte, è un po' troppo. Lust non la pensa così. Meglio non indagare troppo nella sua mente, dove vagano indisturbati pensieri - che di casto hanno ben poco - sull'uomo di fronte a lei. Chissà quante donne avevano varcato la porta del suo appartamento, per uscirne la mattina seguente con i capelli leggermente scompigliati e il trucco sbavato dalla fretta - sappiamo tutti il perchè. Ma ciò che ora maggiormente l'attrae sono gli occhi: uno sguardo acceso di adrenalina paurosa, quella che fa rabbrividire la pelle anche da morti. Lust scorge altro: preoccupazione o sollievo? Sollievo, lo sa anche senza vedere. Perchè Roy Mustang guarda lontano. Perchè Roy Mustang guarda il tenente Hawkeye.

"Proprio un buon ufficiale quel tenente, non trovi?"Ritorna su di lei, perplesso. "Sei stato bravo Mustang, ma proteggerla non sarà più così semplice."  Vacilla la fermezza, aumenta la malizia. 

 

"Per il resto, buona fortuna Colonnello."

 

E con essa, aumenta la vittoria. L'ultima cosa che Lust può vedere è il rosso fuoco sul viso di lui. Poi vola via col vento, per disperdersi un po' dove meno la gente se l'aspetta.

 

Se questa era la sua lussuria, quel Padre doveva essersi proprio dato da fare! Ecco perchè molte cose non ti sono date sapere, Roy.

 

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati: tributo a quella che io definisco una donna con le palle - scusate il termine. Avevo appena finito di vedere Chocolat. Ecco, Lust, per me, è proprio come il peperoncino sulla cioccolata. Se avete capito questo, non servono altre spiegazioni. Ora vedrò di smetterla con i doppi sensi... ci ho scritto sopra fin troppo... Grazie.

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Capitolo 8
*** Relationships: father and daughter ***


NdA: Gesù santissimo.  O___O Ma davvero è piaciuta FEAR? Ci sono rimasta così... male. L'avevo scritta di getto, senza pensare nè rileggere. Be', grazie.   XD

Rispondendo alle recensioni, ringrazio tutte quante per aver apprezzato, e in particolar modo nacchan. Perchè ha capito tutto quanto ciò che desideravo esprimere: la Verità che sa ogni cosa e che incita i fratelli a continuare una pazzia. Grazie a tutte voi!

Questo capitolo lo dedico a Stars_Daughter. Lo so, era orrenda quella frase. Ma mi sembrava incompiuta, senza di essa. Ti dedico questa slice of life perchè non voglio deluderti più. Grazie.

 

Relationships: father and daughter.

 

"Mamma, sto uscendo. Ci vediamo più tardi!", urla con entusiasmo. Glacier sorride: tale quale a lui. "Stai attenta ad attraversare la strada." Ma è già uscita. Dopotutto, a Central City è arrivato il sole. Chi non vorrebbe fare una passeggiata nel mattino tranquillo? Glacier apre le finestre e poi torna a sistemare i letti.

Elicia Hughes, quattordici anni. E' il suo primo giorno nella nuova scuola. Ma dove sta andando? Non è quella la direzione. Ma sì, va a trovare suo padre: ecco, è quasi arrivata. Quei cancelli le hanno sempre messo un po' d'inquietudine, ma col tempo ha imparato a guardare solo avanti, ha imparato ad essere coraggiosa. Oggi il cimitero militare è più bello, sembra quasi brillare: la pioggia stanziante nell'erba scintilla al sole più dolce. Elicia s'inginocchia davanti a quel nome, sistema meglio i fiori e toglie le foglie appassite. E nel mentre racconta di sè, di sua madre e della nuova scuola che l'attende. Racconta dello zio Roy e gli raccomanda di tenerlo d'occhio; racconta di Winry che in una lettera lo salutava con affetto; racconta del maggiore che è venuto a farle visita portando una fotografia un po' rovinata. Ce l'ha nella cartella, ora la prende. Ma l'orologio s'intromette: Elicia deve andare. "Te la faccio vedere domani, papà. Promesso! Ora corro: non si può arrivare tardi, se il dovere chiama, giusto? A domani!" Elicia accarezza le lettere impresse sulla pietra. Sorride, ma poi corre per davvero: è il dovere a chiamarla. Tale quale a lui.

Elicia è ancora lì, tutta sola. Sono dieci minuti buoni che tortura la gonna della divisa. E i suoi occhi bassi non possono vederne un paio verdi che aspettano la giusta occasione. L'aula è vuota; una bella aria fresca rammenta ad Elicia il cimitero, la mattina. La fotografia! Frenetica comincia a cercare... eccola! Sì, è proprio rovinata: il maggiore l'aveva trovata sotto la scrivania dell'allora tenente colonnello Hughes. "Che cos'è?" Alza lo sguardo, finalmente. Due smeraldi curiosi, poco nascosti da una frangetta scura. "Ah, scusa. Mi chiamo Catherine, e ti ho vista sola... " L'innocenza non ammette le bugie. "E' una fotografia. Un po' rovinata, certo, però siamo io e il mio papà! Non è fantastico? Comunque sono Elicia e - indica l'uomo che la tiene stretta tra le braccia, nell'immagine del colore del tempo - lui è mio padre: Maes Hughes!" E sorride orgogliosa, continuando a parlare di sè e dell'angelo a cui va a far visita tutte le mattine, senza che alcuno lo sappia. O forse no?

Roy me l'aveva detto che, un giorno, i ruoli si sarebbero scambiati!

Tale quale a me!

 

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati: le persone muiono quando vengono dimenticate. Credo che Maes sappia che vivrà sul sorriso di Elicia per sempre. Ed è bellissimo.

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Capitolo 9
*** Relationships: mother and son ***


NdA: questa sì che è stata dura. Be'... diamo il benvenuto a Swwtcicia e ringraziamo Stars_Daughter per aver apprezzato il capitolo a lei dedicato.

 

Relationships: mother and son

 

"Che cos'ha di tanto speciale, quel panda?" Scar non capisce. May-chang non ha idea di come faccia a non capire.

"Io e Xiaomei ci siamo sempre rialzate da sole: è la mia compagna. Nessuno ha mai teso la sua mano per noi. Prima che arrivasse non ci sarei mai riuscita: ogni volta che mia madre mi lasciava cadere, non potevo far altro che piangere. Lo so che lo faceva per il mio bene - voleva che diventassi forte, che non avessi bisogno che di me stessa - ma mi costringeva sempre a credere che non mi amasse. Sì, probabilmente non mi ha mai desiderata."

"Ma quante scemenze, è ovvio che ti ami. Se è stata dura con te è perchè voleva prepararti al mondo. E ricorda, bambina: tu non l'hai vista morire. Tu non l'hai sentità urlare al dolore. Tu non hai visto i suoi occhi mentre un'esplosione se la portava via." E la supera senza aggiungere altro. May-chang non lo segue: sa che ha ragione, ma fa male comunque.

"Sbrigati, se la rivuoi indietro." Scar si è fermato e May-chang annuisce con un lieve sorriso. Anche lui può essere gentile. Basta aspettare. Basta aspettare che le ferite si rimarginino e che l'impotenza - generata dalla morte - ritiri le sue dita dalle piaghe dell'anima. Basta aspettare.

 

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati: d'accordo, questa è complicata. Si può riassumere tutto nella frase di Scar: tu non l'hai vista morire. Il resto è tutto scritto perchè serviva un contesto XD Provate a perdonarmi, se potete: lo so che probabilmente è penosa, ma in quella frase si riassume Scar. Almeno da come la vedo io.

Gentile concessione dell'autrice (?): massì, ficchiamoci dentro un po' di ScarMay e andiamo tutti a quel paese, nè!

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Capitolo 10
*** Relationships: father and son ***


NdA: buonsalve. Questo è un capitolo di cui vado fiera. Spero possa piacere anche a voi. Buona lettura.

 

Relationships: father and son.

 

# Alphonse

Alphonse si gode la fresca estate di Resembool, seduto davanti alla casa, l'altalena che intona degli scricchiolii perfetti insieme alla bella canzone degli uccelli. L'aria tra i capelli è davvero piacevole; l'aroma di crisantemo e erba appena falciata raggiunge un altro buon profumo. La mamma è riuscita a fare la torta che si era prefissata. Alphonse spera che sia una torta di mele, ma si ricorda che la preferita di Edward è al cioccolato. Ma è sicuro che la mamma ne abbia fatta una con il limone. La preferita di papà, pensa. Magari riuscirà a tornare per assaggiarla. E sorride al pensiero, sbadigliando sonoramente come se avesse quattro anni.

# Edward

A Edward piacciono un sacco di cose. Gli piacciono le belle giornate come questa; gli piace sedersi su quell'albero in giardino e leggere un buon libro d'alchimia; gli piace il cioccolato; gli piace vedere suo fratello così felice senza un perchè, mentre si chiede cosa stia pensando davvero. E poi gli piacciono le cose buone che cucina la sua mamma. Ma se c'è una cosa che detesta, è sapere che il dolce che si raffredda in cucina non è al cioccolato; il dolce che si raffredda in cucina non è per lui. Tanto non tornerà. Ne è certo e vorrebbe che non gli importasse. Tanto gli importerà comunque.

Lui non tornerà.

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Capitolo 11
*** BONUS TRACK: Human ***


NdA: ossì, sono ancora qui! Lo so che mi odiate, ma ho fatto il resoconto della raccolta e penso ci saranno ancora un bel po' di capitoli. :D Bentornata a mery_wolf e buona lettura. In fondo la solita rottura di scatole e qualche altra seccatura extra, nè.

 

BONUS TRACK: Human

 

Eyes

Ogni volta che Winry guardava Edward, lo trovava sempre un po' più cresciuto. Quando però osservava se stessa, si rendeva conto di essere rimasta bambina.

Legs [and Feets]

I fratelli Elric non sapevano rimanere al loro posto. Erano guerrieri erranti: fatte le valigie, partivano all'alba senza salutare. Le loro gambe ne avevano percorse tante, di miglia. E le avevano percorse tutte per scappare dai brutti ricordi.

Hears

Quando Roy schioccava le dita, nell'aria rimaneva sempre il sibilio del fuoco. Ma sia questo, che il suo sonoro snap delle mani dell'alchimista di Fuoco, venivano coperti senza sforzo dalle urla delle sue vittime. E quelle urla lo tormentavano da sempre.

Nose

Riza aveva sparato tanti di quei colpi nella sua vita, da sapere a memoria cosa si provava. Probabilmente ne aveva incassati tanti quanti ne aveva dati perchè, anche per quelli, non si stupiva più. L'unica cosa che ancora la coglieva impreparata, era il sapore di sangue e polvere da sparo che le bruciava sulla lingua: il sapore della morte, quello fa troppo male per tenerlo a mente.

Hands

Izumi si definiva una casalinga perchè era ciò che, effettivamente, la rappresentava. Quando non volle venire più chiamata alchimista, aveva smesso di esserlo. Ma quando si ritrovava a riprenderne il titolo, lo faceva solo se necessario. Ogni volta che le sue mani si congiungevano, le sembrava che il ventre le facesse più male.

 

L'essere umano è davvero cosa da poco.

 

Piccoli appunti per comprendere i miei pensieri malati: sono frasi. Cosa c'entrano? Sono tutte debolezze umane. Ho fatto un po' l'homunculus. Sono anche slices of life. L'importante è capire come si colleghino nella stessa persona: sono tutte creature umane, no? Perchè sono al passato? Perchè sono attimi perduti, ma comunque presenti. Sì, dovrei aver detto tutto.

A mery_wolf: quella di Riza è dedicata a te. Ho letto una delle tue recensioni e ho aperto gli occhi, nel vero senso della parola. Ho abbandonato Orgoglio e Pregiudizio e sono uscita dalla mia piccola prigione: è stato bello. Ho scoperto qualcuno che probabilmente non si accorgerà mai di me, ma non m'interessa. L'ho scoperto e siamo amici. E' stato un attimo e sono tornata a casa. E ho scritto queste cinque frasi. La debolezza di Riza la dedico a te.

A Stars_Daughter: ho pensato a te, mentre scrivevo quella di Roy. Non c'è un motivo preciso: mi sono soltanto ripromessa di scrivere una RoyEd. Nel frattempo, ecco una piccola anticipazione - possiamo chiamarla così. Il terrore di Roy Mustang è stato scritto pensando a te.

A Swwtcicia: a te dedico quella di Winry. Perchè sei arrivata da poco, ma mi hai già riempita di critiche e complimenti. Perchè spero che ti rimarrà qualcosa di queste mie storie, come se fossero un ricordo d'infanzia. L'ingenuità di Winry è per te.

A me stessa dedico la frase sui fratelli Elric, sperando che il mio nuovo viaggio vada meglio. Anche grazie a voi. Ora vi lascio andare. 

Adieu. 

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Capitolo 12
*** GOLDEN CHAPTER: Wedding - RoyAi DAY 2010 ***


NdA: scusatemi, ma mi sono ricordata tardi del RoyAi Day. Come si fa a non festeggiarlo? Buona lettura, si spera. E grazie di tutto.

 

GOLDEN CHAPTER: Wedding.

 

 

# Roy

Roy sente davvero il profumo dei fiori d'arancio. Gli sembra una cosa stupida, ma continua a sorridere. Immagina i capelli sciolti di lei intrecciati al velo; immagina il suo viso sempre naturale; immagina i guanti bianchi stringere nervosi il bouquet. La immagine com'è, la immagina come vorrebbe che fosse. Perchè Roy sa che non serve vederla, per capire che Riza è bellissima con l'abito da sposa.

 

# Riza

E' ancora incredula, Riza. Il vestito le sta leggermente scomodo, le mancano le sue adorate armi e la giarrettiera... be', non è il massimo per un tenente dell'esercito. Di tutte queste cose non gliene importa nulla, però. Solo l'uomo in piedi davanti a lei, significa qualcosa in quel momento. E quando pronuncia lo voglio, non può che sorridere di riflesso alla mano che sfiora la sua, per metterle l'anello. Perchè Riza ne indosserebbe tutti i giorni di giarrettiere. Solo per Roy.

 

 

Piove da tutto il giorno. Sono entrambi fradici di pioggia, ma nessuno sembra farci caso. “Riza Hawkeye... mi vuoi sposare?” Riza un po' se l'aspettava. Riza è rimasta sorpresa lo stesso. Riza si scopre ogni giorno di più come i suoi occhi possano esprimere tutto, anche senza luce. “Roy Mustang, tu sei il più bell'uomo che abbia mai incontrato. Sei anche il più bastardo, il più arrogante e il più ambizioso tra questi. Nonostante tutto, ti ho seguito ovunque. E continuerò a farlo. Come tua moglie.” Ma la sua voce s'era leggermente affievolita alla fine, soffocata da un bacio romantico. Proprio come in un film. E proprio come in un film, Roy la prende tra le braccia e prolungando quel bacio in cui tanto sperava.

 

Il lieto fine arriva. Per tutti, in modo diverso. Ma arriva. Ricordatevi di accoglierlo, però.

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