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A shadow of
a man I'm
nothing less I am
holding on, still holding on... And
every now and then life begins again I am
holding on, still holding on... I'm not like you Your
faceless lies Your
weak, dead heart Your
black, dead eyes I'll
make it through, but not this time Your
hope is gone, and so is mine...
Buio.
Inondava la casa dappertutto.
Lo sentivo dietro di me, davanti a me.
Mi avvolgeva.
Come il dolore.
Dolore in quel momento, dolore sempre.
Sentivo anche qualcosa di bagnato sul viso.
Lacrime.
Live,
Fight
Crawl back inside
Non piangevo spesso. Non ci ero abituata.
Eppure, quella volta non riuscivo a trattenermi.
Eris mi aveva picchiato in modo troppo crudele.
Sick,
Blind Love
left behind
Non riuscivo a scagliare
bene quella lancia Eris mi prese il braccio Afferrò la
lancia Colpì il mio
braccio Non voleva smettere.
And
I won't live, your
weak wicked lie
Avevo dei lividi molto
grandi, ora. E per un bel po' di giorni non avrei potuto più
lanciare nulla. Mi faceva male quel dannato braccio, quasi non riuscivo
a muoverlo.
Non volevo piangere. Nemmeno davanti a Eris.
Quando vide quelle
lacrime, buttò a terra la lancia. Mi urlò che non
ero
degna di essere chiamata Ashura, che non potevo in alcun modo
permettermi di piangere.
Mi mandò via, non voleva più vedermi.
E ora ero qui, nella mia stanza. Dalla finestra si poteva vedere il
palazzo dove mi allenavo.
Lo odiavo.
Dodici anni di allenamenti, senza sosta.
A un anno assistevo a quelli dei miei genitori.
A due anni finalmente capivo cos'erano le armi.
A tre facevo arti marziali.
E ora, a tredici anni, mi allenavo undici ore al giorno.
La mia vita non era come quella delle mie coetanee.
You
pull me in, I'm
one step behind
Mi chiamavo Daruma Ashura.
Odiavo il mio nome. Significa "bambola".
Infatti io ero solo una marionetta.
La mia famiglia non
aveva un vero e proprio cognome. "Ashura" è quello che
adottavano tutti quelli come noi, sin dalla nascita.
E per "quelli come
noi", io intendo i clan di Arashi Ashura. Il demone più
potente
di tutti, ma soprattutto il più terribile e temuto.
Arashi aveva il corpo da donna, ma non possedeva nulla di umano.
Tantomeno il cuore.
Iniziava tutto centinaia di anni fa.
Sette sacerdotesse, le
Signore della Luce, intrappolarono dentro di loro il Potere Hi, quello
del Sole. Un potere straordinario, a quanto mi insegnarono. L'intento
delle sacerdotesse era di custodirlo al fine di impedire ai
malintenzionati di impossessarsene. Perché se fosse caduto
nelle
mani sbagliate, sarebbero stati guai.
In particolar modo, se
i demoni più potenti avessero potuto usufruire dell'Hi,
avrebbero spadroneggiato ovunque. E uno di questi demoni era Arashi.
Le Signore della Luce sconfissero molti demoni, anche i più
potenti.
Ma Arashi no.
Prima di morire, le
sacerdotesse fecero un rito. In questo modo, una volta defunte, il
Potere Hi si sarebbe liberato dal loro corpo, per poi reincarnarsi in
quello di altre sette donne, trasformandole in semi-umane e conferendo
loro una potenza straordinaria. E alla loro morte, il potere Hi si
sarebbe nuovamente stabilito in altre sette giovani, in un ciclo
continuo.
Perché l'Hi non muore mai.
Così, ogni
cento anni, sette ragazze acquisivano un potere enorme, continuando a
proteggerlo e a combattere contro chi voleva impossessarsene.
E Arashi ci ha sempre provato.
Ogni cento anni, ha sempre aspettato le nuove reincarnazioni, per
ucciderle.
Perché chi
riusciva ad ammazzare anche solo una delle sette reincarnazioni, si
appropriava di una parte dell'Hi, diventando sempre più
potente.
E chi le assassinava
tutte e sette, riceveva l'intero potere, diventando imbattibile. Ma
ucciderle era un'impresa quasi impossibile, perfino per Arashi.
Ci ha tentato per
centinaia di anni. Ha combattuto con dozzine di reincarnazioni, ma non
le ha mai battute. Ognuna di loro ha fatto in tempo a morire di morte
naturale, lasciando Arashi a mani vuote.
Finché non si organizzò in modo diverso.
Trecento anni fa,
infatti, riuscì a unire la maggior parte dei demoni del
mondo,
creando una società intricata, composta da centinaia di
creature
maligne, distribuite in tutta la terra.
Tutto ciò era
in suo comando. Ogni demone pendeva dalle sue labbra, ma in
realtà tutti loro miravano a ricevere l'Hi, una volta uccise
le
reincarnazioni.
Gli umani tremavano al
sol pensiero di Arashi e della sua potenza. Ma Arashi non controllava
anche loro, perché erano difesi costantemente dalle
reincarnazioni attuali delle Signore della Luce e dai loro
collaboratori, dei saggi e dei maestri molto potenti.
Eppure, non tutte le persone sono buone.
Molte famiglie di umani si allearono ad Arashi, in particolar modo
malviventi.
Inutile dire che ora, la società di Arashi comprendeva clan
di demoni e anche di persone comuni.
Ma molti di loro non avevano ancora capito di essere l'ultima ruota del
carro, in tutta la società Ashura.
Secondo Arashi, gli
umani dovevano provocare scompiglio tra le città, attirando
l'attenzione delle reincarnazioni, che sarebbero giunte a riportare
l'ordine. A quel punto, qualche demone doveva cercare di ucciderle.
Spesso e volentieri, i
demoni andavano anche a caccia di queste donne, ma non potevano
attaccare la loro sede: il potere dell'Hi era utilizzato anche per
difendere il territorio dove vivevano le reincarnazioni. Nemmeno Arashi
poteva avvicinarsi, senza un livello adeguato di potere - che ancora
non era riuscita a possedere.
In tutto questo, le
famiglie di umani alleati ad Arashi non dovevano fare altro che
condurre una vita malfamata, completamente sotto il controllo dei
demoni.
E i miei parenti non erano da meno.
Ognuno di noi era
destinato a seguire un'infanzia - se così si può
chiamare
- di duro allenamento, sotto la supervisione di demoni spesso troppo
severi.
E a vent'anni, si iniziava a uccidere.
Superata quella soglia
d'età, i giovani Ashura si recavano in missione nelle
città, per rapinare, gestire affari illegali, ma soprattutto
per
ammazzare persone innocenti.
Agli occhi di molti, quest'attività rappresentava una
consuetudine, un divertimento quotidiano.
D'altronde, eravamo tutti abituati a questo.
Uccidere.
Show
me where it hurts And
I will make it worse
C'era solo odio.
L'amore non si accompagnava bene al nome Ashura.
Nessuno di noi riceveva affetto.
Are
you holding on? Keep holding on
I miei genitori mi educarono a rigare dritto, picchiandomi.
Se da piccola piangevo, loro non si facevano impietosire.
E a tre anni, quando
nelle mie giornate era più presente la mia allenatrice Eris
piuttosto che loro, ho capito che la mia vita era impregnata di
qualcosa di amaro, di triste.
La mia vita era in mano di Arashi.
Dilated eyes shine for one last time
Are you holding on? Keep holding on
Daruma Ashura.
La sua marionetta.
You're
not like me Your
faceless lies
Non avevo neanche la
possibilità di conoscere ragazzi della mia età:
vivevo da
sempre in un palazzo situato su una piccola isola, assieme ai miei
genitori e i miei nonni. Ma non stavo quasi mai coi miei parenti.
La nostra casa era circondata da quelle di molti demoni, che ci
tenevano sotto controllo.
E in particolar modo, Eris. Lei era la più terribile.
Your
weak, dead heart Your
black, dead eyes
Sono sempre stata vittima delle sue terribili punizioni, spesso
ingiuste, spesso troppo crudeli.
Eris mi torturava.
I'll
break you in, and
let this die
Mi sottoponeva ad esercizi che erano alla portata di un demone. E io
ero solo una semplice bambina.
Ogni giorno, per undici ore, dovevo maneggiare armi e combattere contro
di lei.
Ogni giorno, Eris, sotto ordine di Arashi, mi addestrava ad essere
spietata.
Ogni giorno, mi insegnava a uccidere.
Ma io non volevo.
Your
hope is gone And
so is mine
E ora ero in camera mia, a piangere come una stupida.
Come una che non sa ribellarsi.
O meglio, che non può
ribellarsi.
I'm
becoming a monster,
Just like YOU
E in quel momento, la
cosa migliore da fare era rimanere in quella stanza buia, in silenzio,
mentre mi passavo due dita sopra il livido più gonfio.
L'oscurità mi
impediva di vederlo. Tanto meglio, perché evitavo di
guardare
anche quella camera malinconica che mi circondava.
Assomigliava tanto a una prigione.
After
it all you'll
try to break me too
Non c'era molto,
lì intorno. Solo due letti, un piccolo armadio e qualche
scaffale impolverato, il tutto attorniato da quattro pareti grigie e
sudice. Era presente un'unica finestra, da cui si poteva vedere il mare
che circondava la mia isola, e poco lontano si scorgeva la terraferma:
Moon, la città dove il mio clan compieva le sue subdole
missioni. In quel momento, non potevo vedere nulla di tutto quel
panorama: una pesante tenda impediva a ogni singolo raggio di luce di
filtrare.
Per il resto, nella mia camera erano due le cose che più
saltavano all'occhio.
Una la odiavo, l'altra l'amavo.
La prima: un quadro. Vecchio, sporco, cupo.
Raffigurava un uomo,
lo sguardo severo e terrificante, illuminato dalla macabra
consapevolezza di essere una persona temuta, rispettata dai suoi simili
e soprattutto, macchiata di numerosi crimini.
Era il mio bisnonno.
Dire che quel dipinto
mi incuteva terrore era poco. I miei genitori l'avevano appeso proprio
davanti ai due letti: secondo loro, quando mi addormentavo, l'ultima
cosa che dovevo vedere erano quegli occhi gelidi.
Ma io dormivo a pancia in giù.
L'altro oggetto era decisamente meglio.
Una katana.
Bella, luminosa e potente.
Hito no Shi, questo era il suo nome.
Non l'avevo mai toccata in vita mia, ma l'amavo profondamente.
E il motivo di questo mio affetto per un'arma era molto semplice.
Apparteneva a lui.
La persona che più adoravo in tutta la mia vita, e quella
che amo ancora adesso.
Mio fratello.
Hidari Ashura.
Il mio unico affetto, la ragione che mi spingeva a continuare a vivere.
Era la mia speranza.
Hidari mi trasmetteva quella tenerezza che mi faceva amare la vita,
nonostante tutto.
Mi aveva sempre regalato tanto affetto, sin da quando avevo iniziato a
imparare a camminare.
Quando ci allenavamo insieme, era lui che mi aiutava ad alzarmi se
cadevo, impedendo a Eris di punirmi per la mia debolezza.
Quando io sbagliavo qualcosa, lui si assumeva le mie colpe.
E quando piangevo, lui mi asciugava le lacrime.
Ma in quegli ultimi anni era cambiato tutto.
Hidari aveva compiuto vent'anni già da un pezzo.
E da più di un anno, era obbligato a uccidere.
Andava per le città con i nostri genitori e vari demoni,
organizzando diversi attentati.
Inutile dire che Hidari non voleva fare niente di tutto ciò.
Inutile dire che era
colui che uccideva meno innocenti di tutti gli altri, ma se lo avessero
scoperto avrebbe potuto rischiare grosso.
Inutile dire che
Hidari piangeva ogni notte, prima di addormentarsi, perché
nel
buio rivedeva i volti senza vita dei cadaveri di decine di creature
umane.
Falling
forever, chasing
dreams
Mio fratello mi diceva
sempre di meritarsi l'Inferno, e nient'altro. Ma ogni volta aggiungeva
che la sua soddisfazione, quando brucerà tra le fiamme,
sarà quella di sentire le urla disumane emesse da coloro che
si
sono macchiati del suo medesimo reato.
E io la pensavo come lui.
I
brought you to life so
I can hear you scream
Hidari era un ribelle. Voleva trovare una soluzione a quel travaglio,
per me e per lui.
Non si dava pace.
La sua incredibile
sensibilità gli faceva capire che la vita era importante,
che
nessuno poteva rubarla a qualcun altro. E lui sapeva che doveva
scampare al più presto da quell'ambiente, dove questi valori
non
erano rispettati.
E sempre la sua enorme sensibilità lo induceva a non
uccidere i nostri familiari.
Diceva di non averne diritto, perché era compito di qualcun
altro, lassù, che avrebbe fatto giustizia.
Hidari voleva scampare a quel supplizio in un altro modo.
Ma ancora non aveva capito come.
And
I won't live your
weak wicked lie
In quel momento, il
pensiero di mio fratello era l'unico che poteva farmi trovare un po' di
serenità, tra quelle mura ghiacciate. E avrei continuato a
sfiorare quei lividi pensando a lui, se non avessi sentito
improvvisamente dei passi avvicinarsi alla porta. Cavolo.
Balzai in piedi, impietrita dal terrore.
Se chi stava per entrare era Eris, potevo considerarmi finita.
Non potevo
nascondermi: quella demone mi avrebbe di certo trovata, avendo dei
sensi molto sviluppati. Ma non potevo nemmeno fuggire,
perché
non c'era un'altra porta. Tantomeno sarei stata in grado di buttarmi
dalla finestra senza morire o farmi male, visto che ero al terzo piano. Fantastico.
Non mi restava che asciugarmi alla meglio le lacrime, sopprimendo il
dolore che ancora voleva uscire dal mio corpo.
I passi si facevano
sempre più vicini. Ormai era sicuro che la persona dietro la
porta voleva entrare nella mia stanza. Mi sedetti sul mio letto,
cercando di fare finta di nulla.
Finalmente, la porta si aprì.
Una figura di uomo,
alto e snello, comparve all'ingresso. Alla sua vista, i miei occhi si
illuminarono di gioia: una sensazione istintiva, che non potevo evitare
di provare, ogni volta che lo guardavo.
Hidari stava entrando.
Malgrado il dolore che
ancora mi perseguitava, gli sorrisi immediatamente. Ma allo stesso
tempo, nascosi le braccia dietro la schiena: Hidari non sapeva che Eris
mi aveva punito, e se fosse venuto a conoscenza del modo esagerato con
cui mi aveva picchiata, avrebbe potuto reagire in modo troppo impulsivo.
E questo era un rischio che non poteva correre, per il suo bene.
- Ehi, Hime mia! Non pensavo di trovarti qui!
Il tono del mio
adorato fratello, con quella sua voce non troppo profonda, era
straordinariamente sereno. Era normale per lui: ogni volta che parlava
con me, si sforzava sempre di apparire felice, anche se non lo era. E
il motivo lo potevo intuire.
Hidari cercava di
trasmettermi quella tranquillità, quella illusione che mi
avrebbe concesso di provare a vivere in un mondo che non era poi
così triste e drammatico come sembrava. Il più
delle
volte ci riusciva, ma l'effetto dei suoi sforzi s'interrompeva nel
momento stesso in cui mio fratello si allontanava da me.
Però, quando mi
chiamava in quel modo...adoravo quel soprannome che mi aveva dato.
Anzi, ormai era diventato il mio vero nome. Hime, Principessa. Ero la
sua principessa, il suo piccolo tesoro. Il mio cuore si riempiva di
gioia solamente sentendo che Hidari mi chiamava in quel modo. Nessun
altro conosceva quel mio nome. Era come una sorta di parola segreta che
solo io e lui condividevamo.
- Hidari! Che bello vederti!
Nelle mie parole, non
potevo trattenere la felicità che provavo di fronte al mio
fratellone. Senza pensarci troppo, lo abbracciai per qualche secondo,
ma subito dopo ritirai di nuovo le braccia dietro la schiena, per
evitare che si accorgesse dei lividi. Hidari non ci fece caso, forse
perché troppo intento ad accarezzarmi la testa spettinata.
Lo osservai,
guardandolo negli occhi. Lui continuava a sorridermi, nascondendo con
grande abilità lo sforzo immane che gli costava.
E nulla era più bello di mio fratello, quando assumeva
quell'espressione serena.
Hidari era un giovane
stupendo, a mio parere. Tutto il contrario di me: io, coi miei tredici
anni, ero una ragazzina pallidissima, dalla corporatura incredibilmente
magra e poco sviluppata. Il mio viso era scarno e i miei occhi, di un
nero intenso, non si illuminavano mai. Solo i miei capelli, corti che a
mala pena arrivavano alle spalle, erano di un rosso non molto scuro; ma
non avevo il tempo di curarli: rimanevano sempre spettinati,
conferendomi un aspetto più maschile che femminile.
Nell'insieme, ero convinta di essere una ragazza il cui aspetto,
prevalentemente nero e rosa pallido (senza contare i miei vestiti, che
difficilmente non erano neri, grigi o viola scuro), comunicava solo
malinconia.
Hidari era diverso. Il
suo volto era magro ma incredibilmente affascinante, circondato da dei
capelli castani e continuamente in disordine, la cui frangia lunga e
spettinata copriva parte degli occhi. E forse era meglio
così,
perché erano proprio i suoi occhi a tradire la finta
espressione
di felicità che cercava di assumere.
Lo sguardo del mio
amato fratello era perennemente triste e malinconico, ma poteva
capitare che i suoi occhi castano chiaro brillassero di una luce
ribelle, coraggiosa.
Per il resto, Hidari
aveva un corpo magro ma muscoloso, a prova della sua grande forza. Era
molto alto, a dispetto della mia statura minuscola: gli arrivavo poco
sopra l'ombelico.
- Vedo che sei
particolarmente contenta di vedermi, vero Hime? Ma come mai sei in
camera tua? Pensavo che a quest'ora ti stessi ancora allenando...
Oh no. Non mi ero preparata una scusa per questa domanda.
- Eh, vedi... -
risposi, tentando di non guardarlo negli occhi (non ero brava a
mentire, specialmente a lui) - Eris ha detto che voleva allenarsi da
sola, così ha deciso di mandarmi via...
Che scusa idiota.
Hidari sapeva perfettamente che i demoni si allenavano sempre la notte,
dal momento che pochi di loro avevano bisogno di dormire. Inoltre, Eris
tendeva sempre a prolungare le ore di allenamento con me, e non di
concludere prima.
- Davvero? E perché questa decisione improvvisa?
Era chiarissimo che Hidari sospettasse già qualcosa. Prese a
osservarmi con aria indagatrice e io entrai nel panico.
- N-non lo so perché... - balbettai - Ha detto che la facevo
innervosire e mi ha cacciato...
Quella scusa era in
parte vera, ma la mia voce tremante e insicura fece capire a mio
fratello che nascondevo qualcosa. E proprio in quel momento il suo
sguardo si spostò verso le mie braccia, ancora nascoste
dietro
la schiena.
- Hime, fammi vedere le braccia. - disse, con tono grave e preoccupato.
Inutile continuare a
fingere. Hidari avrebbe scoperto i lividi, ma speravo con tutto il
cuore che non si sarebbe arrabbiato, reagendo in modo troppo impulsivo
verso Eris e mettendo a rischio la sua salute.
Lentamente, portai le
braccia davanti a me. Mio fratello, vedendo quelle numerose botte,
iniziò a tremare dalla collera. Le sue mani si raccolsero
formando dei pugni, e dai muscoli contratti delle braccia erano
chiaramente visibili le vene. Io abbassai gli occhi, incapace di dire
qualcosa. Hidari, invece, continuava a guardare le mie braccia,
cercando di controllare l'ira improvvisa che lo assaliva.
Sapevo che non mi
avrebbe mai fatto del male. Ma se il mio adorato fratello avesse
provato a scaricare quella rabbia contro Eris, l'avrebbe pagata cara:
la sua forza non eguagliava quella di un demone così
potente. E
la stessa Eris non si sarebbe fatta problemi a ucciderlo...e questo non
doveva accadere. Non concepivo nemmeno un'idea simile.
Ma Hidari non riusciva a reprimere quella collera.
- Eris... - mormorò - ti ha fatto questo?
Non potevo mentire, era evidente quale fosse la mia risposta.
Così annuii, ma tentai di calmarlo.
- Ti prego, Hidari...lascia perdere...non le permetterò
più di picchiarmi così...
Fu allora che distolse lo sguardo dalle mie braccia, che avevo riposto
lungo i fianchi.
- No, Hime. Nessuno può farti questo. Deve pagarla...
I suoi pugni si
strinsero talmente forte che le vene parevano quasi scoppiare. Ma io
dovevo impedirgli di compiere qualche gesto sfrontato, dovevo calmarlo
e farlo rimanere qui.
- Hidari, ti prego, fallo per me...lascia perdere...
Mio fratello rimaneva impassibile.
- Non posso lasciargliela passare, Hime.
D'un tratto,
aprì una mano e mi accarezzò uno dei lividi. Io
rimasi
immobile, agitata. Riuscivo a intravedere i suoi occhi: ora
trasmettevano un'enorme tristezza.
Subito dopo, mio fratello mi guardò, ormai deciso a
vendicarsi.
- Hidari, rimani qui, non fare nulla di impulsivo... - mormorai,
implorandolo.
- Non posso. Ora devo andare, sorellina. Tu rimani qui e cerca di
riposarti.
E detto questo, mi baciò sulla fronte e uscì
dalla stanza, con passo deciso.
You
pull me in, I'm
one step behind I'm
one step behind I'm one step behind
*** Spazio dell'autrice ***
Allora,
intanto un grande GRAZIE a tutti coloro che, anche per un attimo, hanno
letto questa storia. Grazie mille, spero vi sia piaciuta! Riconosco che
questo primo capitolo possa essere un po' pesante e noioso, forse
troppo lungo, ma spero comunque che trasmetta qualcosa. Ci tengo
moltissimo a questa storia, quindi siate clementi! ^^''
La canzone che ho usato per questo capitolo è "Crawl" dei
Breaking Benjamin, vi consiglio di ascoltarla. =)
Vi chiedo ancora una volta di recensire, se potete =) Ve ne
sarò molto grata. :)
Cercherò di pubblicare un capitolo ogni settimana o poco
più e spero che, a poco a poco, qualcuno di voi si possa
appassionare a questa storia! =) Ah, il secondo capitolo non
sarà così lungo, quindi non preoccupatevi! ;-)
Grazie ancora a tutti voi!! =)
Close
your eyes, so many days go by Easy
to find what's wrong Harder
to find what's right
I
believe in you I
can show you that, I can see right through All
your empty lies, I won't stay long In
this world so wrong...
Hidari era
davvero un ragazzo ribelle. Era nato in un
ambiente oscuro, tra gente malvagia e abituata solo a uccidere. Eppure lui, per
qualche strana ragione, era cresciuto con una mentalità
diversa. Era come un fiore
nel deserto.
Say
goodbye, As
we dance with the devil tonight
Ed era proprio
per questo motivo che non voleva lasciarsi sottomettere da quella
gente. La nostra
famiglia, Eris e gli
altri abitanti di quell'isola potevano anche obbligarlo a stare dalla
parte dei cattivi, ma nessuno poteva dissuaderlo dal ribellarsi. Hidari non
pensava ad altro, ormai. Ogni giorno, ogni attimo lo vedevo assorto nei
suoi pensieri. E sapevo che
meditava su quanto quella vita fosse ingiusta, su quanto era necessario
opporsi ad essa. Hidari si sarebbe
ribellato,
prima o poi. Ma con cautela, senza agire d'impulso, perché
era
ben consapevole di avere a che fare con uomini e demoni molto
più potenti di lui.
Don't
you dare look at him in the eye As
we dance with the devil tonight
Non avrebbe
potuto combattere
da solo contro di loro, né sarebbe potuto fuggire: c'erano
decine di guardie sulle coste di quella piccola isola, la maggior parte
di queste erano demoni. Per di
più, l'unica
possibilità per un uomo di lasciare l'isola era quella di
utilizzare una barca, un motoscafo o una piccola nave: durante le
missioni gli umani si recavano a Moon sempre in questo modo. E ovviamente, con
dei demoni all'erta su tutta la costa, fuggire in barca era impossibile. Hidari - come
anche il resto
degli umani - aveva il permesso di lasciare l'isola solo durante le
missioni. In quelle occasioni era in compagnia della mia famiglia e di
altri demoni, che non l'avrebbero lasciato scappare. Ma anche se
Hidari fosse riuscito a fuggire durante una missione, io sarei rimasta
sull'isola. Non potevo andare
a Moon. Non
facevo missioni, quindi non avevo scuse valide per allontanarmi da
quella insulsa prigione dove vivevo. Hidari non mi
avrebbe mai abbandonata, non sarebbe scappato senza di me, ne ero
certa.
Di fronte a
questi ostacoli, il mio adorato fratello non sapeva come scampare a
quella vita. E intanto, era
costretto a
vivere come il resto della sua famiglia: allenamenti di giorno,
missioni a Moon di sera. Per fortuna, avendo nemmeno ventun'anni,
Hidari non partecipava ogni giorno a una missione. Perciò,
non
erano rare le sere in cui rimaneva sull'isola. Ma purtroppo,
altre volte era obbligato a recarsi in città. Di solito,
durante le
missioni, la nostra famiglia e i demoni gestivano traffici di armi o di
droghe, ma quello era il minimo. In altre occasioni si organizzavano
riunioni con i vari clan che vivevano nei dintorni. Ma alcune volte
accadeva il peggio: si distruggeva la città. E i suoi
abitanti.
Trembling,
crawling across my skin Feeling
your cold, dead eyes
A Moon vigeva una
regola. Di
giorno, quella città era abbastanza tranquilla; ma di notte,
dopo le dieci, la gente doveva tornare a casa, se ci teneva alla vita. Da quell'ora e
per tutta la
notte, fino alle prime luci dell'alba, i demoni e i vari clan Ashura
erano liberi di fare ciò che più desideravano.
Non
potevano entrare nelle case abitate, né nei vari negozi o
edifici, ma potevano spadroneggiare per le strade e uccidere chiunque
si trovasse lì. Questa assurda
regola era
ormai diventata legge. Le reincarnazioni delle Signore della Luce e i
loro collaboratori non potevano opporsi: sapevo che, a quei tempi, il
potere Hi non si era incarnato in tutte e sette le ragazze prescelte.
Le reincarnazioni erano ancora poche e troppo giovani per essere
sufficientemente abili a sconfiggere tutti quei demoni e per mantenere
l'ordine completo a Moon. D'altronde, il
potere Hi si
stabiliva nelle sette prescelte a intervalli di circa cento anni e in
mesi diversi a seconda delle varie ragazze. Durante il periodo in
assenza delle reincarnazioni, chi combatteva contro i demoni di Arashi
erano solo alcuni saggi e guerrieri. Era chiaro, quindi, che i clan
Ashura avessero quasi sempre la meglio. Inoltre, Arashi risiedeva
spesso in un'isola nei pressi di Moon: ciò rendeva quella
città la più pericolosa di tutto il mondo. E proprio negli
ultimi cento
anni, Moon era talmente pullulante di demoni - molti dei quali stretti
collaboratori di Arashi - che i guerrieri e i saggi furono costretti a
concedere ai clan campo libero tutte le notti. Dopo un vero e proprio
accordo, i difensori di Moon promisero di non ostacolare nessun demone
dalle ore ventidue all'alba. In cambio, i demoni assicurarono di non
intromettersi o danneggiare gli edifici dove risiedevano gli umani, e
soprattutto giurarono di non minacciare la città durante il
giorno. Inutile dire che
i seguaci di
Arashi non rispettavano sempre questa legge. Grazie ad essa, durante le
varie missioni dei clan, i malviventi si sentivano liberi di
scatenarsi.
Hidari non
sopportava tutto
questo. La malvagità di Arashi e dei suoi demoni non poteva
continuare a dominare in quel modo. Le vite di troppe persone
continuavano ad essere stroncate ingiustamente. E non si trattava solo
di quelle degli innocenti che venivano assassinati. I malviventi dei
clan erano i primi ad essere privati della vita. Io, Hidari e
tutti gli altri,
perfino chi non se ne rendeva conto, perfino chi era felice di essere
un Ashura: le nostre vite erano perdute sin dalla nascita. Eravamo solo
delle macchine, tutto qua. Bastava il mio nome a provarlo. Il nostro compito
era solo ed esclusivamente quello di uccidere. Ma la cosa
più assurda era che i clan Ashura si rallegravano di
questo. Si sentivano potenti.
Stealing
the life of mine...
Hidari non voleva
essere come
loro. Non desiderava essere potente o imbattibile. E sperava con tutto
il cuore che qualcuno, prima o poi, potesse fermare tutta quella follia.
I
believe in you I
can show you that
Finora si era
limitato a sopportare quel mondo in cui eravamo intrappolati. Sapeva di
non poter ribellarsi, in quel momento. Aveva trattenuto
la sua ira
per la nostra famiglia, per Eris, per tutti. Aveva resistito, senza
agire d'impulso. Si era allenato senza sosta, come volevano loro. Aveva
ucciso, come volevano loro. Ma nessuno, nessuno poteva
toccarmi. Hidari sopportava
tutto, ma non questo.
E in quel
momento, desiderava ardentemente fare ciò che, in
precedenza, non avrebbe mai voluto. Uccidere. Eris la doveva
pagare cara.
I
can see right through All
your empty lies
-ERIS! DOVE SEI,
BASTARDA!? Mio fratello era
appena
entrato nella palestra dove mi allenavo. Un posto squallido, tetro e
spesso troppo freddo. La sua voce rimbombò per tutta la
sala,
facendo vibrare le pareti. Eris era
lì. Non sembrava
sorpresa, né spaventata. Tipico di lei. Eris non mostrava
mai la sua paura, non svelava mai i suoi sentimenti. Sul suo volto era
dipinto solo l'odio. E il suo volto
era indescrivibile. A quei tempi non
avevo mai visto Arashi, ed Eris rappresentava per me il demone
dall'aspetto più gelido di tutti. La mia
allenatrice aveva due
occhi piccoli, rosso chiaro, che risaltavano sulla carnagione
pallidissima, quasi livida come quella di un cadavere. Sostenere il suo
sguardo mi era impossibile. Il suo corpo
aveva le
sembianze di una donna, ma i muscoli, l'altezza esagerata e la divisa
da combattimento le conferivano un aspetto poco femminile. Solo i
capelli, lunghi e castano scuro, potevano provare che era di sesso
femminile; ma essendo perennemente raccolti, assomigliavano
più
a quelli di un uomo. In natura di
demone, Eris
possedeva una forza molto superiore a quella umana. In alcune
occasioni, era anche capace di lanciare attacchi spirituali. I
più terribili.
- Hidari, ma qual
buon vento... La voce di Eris
era fredda,
sottile e maligna. E la maggior parte delle volte - come in quel
momento - suonava profondamente sarcastica. Il mio adorato
fratello non
voleva trattenersi. Senza risponderle, avanzò deciso verso
di
lei, con l'espressione più minacciosa che poteva assumere. Bastò
qualche attimo, e
Hidari scaricò tutta la forza che aveva in corpo, afferrando
la
demone per il collo e schiantandola al muro lì vicino. Eris non era
impressionata. Hidari la teneva
stretta con due mani, premendola contro il muro, ma lei rimase
impassibile. Mio fratello
stringeva
talmente forte che un qualsiasi umano avrebbe smesso di respirare. Ma
l'indifferenza di Eris era sconcertante, e non fece altro che agitare
ulteriormente Hidari. Il suo cuore batteva all'impazzata, quasi volesse
uscire dal petto. Ma non ottenne
nulla.
I
won't last long In
this world so wrong
- Cosa credi di
fare? - sibilò la demone, in una breve risatina. Hidari le si
avvicinò ulteriormente, tremando di rabbia. - Come hai osato
punirla in quel modo... - sussurrò, quasi facendo fatica a
parlare, tanta era la collera. - Dovevo. Tua
sorella non è capace di combattere. Mio fratello
strinse ancora più forte, furioso. - Eris, non devi
toccarla... La demone rise di
nuovo. - Altrimenti? -
rispose, quasi divertita. - Altrimenti ti
uccido... Ormai Hidari non
riusciva a stringerla più forte di come stava già
facendo. - Cosa credi,
Hidari? -
ribatté Eris - Credi di fare la cosa giusta, uccidendomi?
Sei
sempre stato un ribelle. Se io morissi, tutti sospetterebbero di te.
Dovrai pagare un prezzo molto caro. La demone
fissò il mio adorato fratello, con aria di sfida. - E lo sai che la
tua dolce sorellina non potrebbe sopravvivere senza di te... - aggiunse. Bastò
quell'ultima frase perché il sangue di mio fratello si
gelasse improvvisamente. Per lui, il mio
bene era fondamentale. E Hidari sapeva perfettamente che senza di lui,
nessuno si sarebbe curato di me. Non ce l'avrei
fatta da sola. Avrei preferito
morire nel più terribile dei modi, piuttosto che vivere
senza il mio amato fratello. Hidari, che
metteva in primo piano la mia vita piuttosto che la sua, sapeva di non
poter rischiare di essere ucciso. Perché
senza di lui, io non esistevo. Ed era proprio
per questo che mio fratello mollò la presa, lasciando libera
Eris. - E va bene,
bastarda. Per
questa volta l'hai scampata... ma non osare più toccare
Daruma.
Altrimenti non rispondo delle mie azioni. Hidari tremava
ancora di rabbia, ma stavolta, con uno sforzo immane, cercò
di trattenersi. - Non sarai certo
tu a convincermi a cambiare i miei metodi di insegnamento. -
sentenziò la demone, secca. Hidari
abbassò lo
sguardo. Non riusciva a fissarla negli occhi, perché alla
sola
vista di quell'essere crudele, sarebbe stato colto da un forte impulso
omicida. Quella risposta lo fece imbestialire, ma nonostante tutto
cercò di calmarsi, fissando il pavimento. Non doveva
attaccarla.
Non poteva rischiare, per il mio bene. E per il suo.
Hold
on, Hold
on...
- Non finisce
qui, Eris... - mormorò. In quel momento, la sua voce avrebbe
fatto rabbrividire chiunque. La demone non
rispose. Si limitò a sorridere, soddisfatta. Il mio adorato
fratello non avrebbe trattenuto ancora a lungo la collera. Con l'espressione
più feroce che avesse mai assunto, uscì
dall'edificio.
Say
goodbye, As
we dance with the devil tonight
***
In quello stesso
istante, io
mi stavo dirigendo alla palestra. Non erano passati nemmeno cinque
minuti da quando mio fratello mi aveva lasciato in camera nostra. Non
sapevo se seguirlo o meno. Non ero riuscita
a calmarlo, e
mai avrei potuto. Ma dopo un attimo di indecisione, capii che forse era
meglio ritentare. Hidari era furioso, ma non volevo che si mettesse nei
guai. Uscii velocemente
di casa, ma
nonostante ciò lo trovai ormai fuori dalla palestra. Intuii
che
doveva aver già incontrato Eris, ma per fortuna non gli era
accaduto niente di male. - Hidari! Non aggiunsi
altro, e corsi verso di lui. Mio fratello
aveva uno sguardo profondamente amareggiato. Ancora tremava di rabbia,
e il cuore pulsava forte per l'agitazione. - Hime, vieni
qui... - mi sussurrò. Si
chinò verso di me e mi abbracciò. La sua stretta,
adesso, era incredibilmente delicata. -
Cos'è successo, Hidari? - mormorai,
preoccupata. - Niente,
piccola, stai tranquilla. Lo sai com'è Eris, purtroppo. Ma
ora mi sono calmato. Mentre mi
abbracciava, il suo
cuore riprese a battere più lentamente. Avrei voluto che si
rasserenasse. E invece, i suoi occhi si fecero lucidi.
Don't
you dare look at him in the eye As
we dance with the devil tonight
- Fratellone, non
ti
preoccupare, Eris la pagherà, un giorno... - sussurrai, ma
sapevo che ciò che avevo detto era molto improbabile. Dalla finestra
della palestra
poco distante comparve la figura della mia allenatrice. Ci guardava,
con quel suo sorrisetto gelido. Ma noi non le badammo. - Lo spero,
Hime... e vedrai, un giorno ti libererò da questo supplizio.
Hold
on,
Hold on...
Goodbye
***Spazio dell'autrice***
Ebbene,
rieccomi qui! ^^ Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, e
ovviamente GRAZIE a tutti coloro che l'hanno letto o anche recensito!!
=D
La canzone che ho usato stavolta è sempre dei Breaking
Benjamin e si chiama "Dance with the devil". =)
Questo capitolo è un po' più corto del primo, ma
almeno
c'è un po' di azione...spero che non sia troppo noioso! XD
Ah, volevo aggiungere una piccola nota: il nome "Hidari" significa, in
giapponese, "a sinistra" o "sinistra" (a quanto dice il vocabolario
O.o) e quindi volevo far notare che non è un caso se Hime
è mancina =)
Per quanto riguarda il terzo capitolo, l'ho finito di scrivere poco fa
e lo posterò tra qualche giorno...forse venerdì
=D
Vi anticipo già che nel terzo c'è più
azione, decisamente XD Odierete Eris. U.U O almeno spero O.o
Ma intanto, dedico questo capitolo a Chandrajak (la cara Kei XD) che mi
ha aiutato a postare la storia, e ovviamente anche a _Angel Black_, che
ha recensito per prima!
E grazie infinite ancora a tutti quelli che hanno recensito! Ora vi
risponderò XD
_Angel Black_: grazie
ancora
per la recensione! Sono diventata euforica quando l'ho letta XDXD
Grazie mille dei complimenti!! *__* Sono contenta che la storia ti
piaccia, spero che ti appassionerà anche il seguito! =) Per
il
carattere della scrittura, sul mio pc si vede Baskerville Old Face ed
Estrangelo Edessa, ma usando il pc di mio padre si vedono altri
caratteri O.o Quindi può essere che nel tuo si veda quello
O.o E
perciò ho seguito il tuo consiglio e ho usato Arial, ma
anche
Book Antigua =) Ah, tranquilla, il terzo capitolo l'ho scritto lungo!!
^^
Poi, bè, per ciò che succederà a
Hidari ed
Eris...cercherò di accontentarti, ma non so se
potrò
farlo del tutto XD Vedremo XD
Ne approfitto per dirti che anche la tua storia è
bellissima,
tranquilla che le emozioni le hai sapute suscitare anche tu, nella tua
storia *__* Ti consiglio di continuarla XD
Thoas Pensiero: grazie
infinite
anche a te per la recensione!! *___* Sono felice che ti piaccia
l'ambientazione, e spero che anche questo capitolo possa piacerti =) Ho
messo un po' di azione, ma nel terzo ce n'è un po' di
più
=) Quindi spero di aver seguito bene il tuo consiglio =)
Aspetto di leggere il seguito della tua storia, mi raccomando! XDXD
pillo: eheh,
a te e a Kei ho
già risposto a voce, ma comunque lo farò anche
qui.
Grazie anche a te per la recensione! Ottima l'espressione del principe
azzurro per Hidari XDXD E per Daruma, grazie milleee! Non sai quanto mi
fa piacere sapere che ti piaccia come personaggio *___* Spero di
riuscire a renderla "viva" (figo O.o) anche nei prossimi capitoli =)
Per l'ambientazione, ehh lo so che c'è troppa distinzione
tra
buoni e cattivi, ma forse più avanti la situazione
cambierà O.o Speriamo XD Per il resto, ti
ringrazierò
meglio a voce! Grazie donna!! =D
Chandrajak: grazie
per i saluti
stile albergo!! ^^ E per la recensione XDXD A parte quello che ti ho
già detto a voce, volevo dirti che sono contenta che ti
piaccia
il nome XD Anche se, a quanto ho capito, Daruma è il nome di
solo un tipo di bambola giapponese, ma ceste suvvia XD E' particolare
lo stesso =)
Eccoti accontentata col secondo capitolo, anche se l'avevi
già letto ;) E io aspetto il seguito della tua storia! =)
Beene, ora non mi resta che salutarvi e augurarvi buona lettura! =D
Now
the dark
begins to rise Save
your breath, it's far from over Leave
the lost and dead behind Now's
your chance to run for cover
I
don't wanna change the world I
just wanna leave it colder Light
the fuse and burn it up Take
the path that leads to nowhere
All
is lost again But
I'm not giving in...
Alla fine, Hidari
si era calmato. Aveva passato
tutta la sera ad
allenarsi in una palestra poco distante dalla mia, sfogandosi come
poteva. Non mi aveva lasciato assistere al suo allenamento: voleva
stare da solo, per scaricare la sua rabbia. Io lo accontentai, e
ritornai a casa. Mi fidavo di lui,
sapevo che
non avrebbe agito di nuovo d'impulso. Aveva solo bisogno di sfogare
tutta la sua collera, e il modo migliore per farlo era di certo un
allenamento: nessuno, nemmeno Eris gli avrebbe impedito di esercitarsi
con le armi, dato che quello era il nostro compito principale. E
così, mentre mi avviavo verso casa, iniziai a sentire degli
spari. Continui, decisi. Era Hidari, che
si allenava con le sue pistole. Non era difficile
immaginarsi ciò che mio fratello stesse pensando, in quel
momento. Il bersaglio -
una delle
sagome a forma di uomo disposte davanti a un muro della palestra -
appariva ora così simile a Eris. Hidari la vedeva benissimo,
disegnata su quella figura nera, con quei suoi occhi piccoli e rossi,
con quel suo sorriso sarcastico. E senza esitare
premeva il grilletto, mirando al volto. Una, due, tre
volte. Finché la collera non evaporò del tutto
dal suo corpo.
I
will not bow, I
will not break
Continuai a
sentire l'eco degli spari anche quando, dopo pochi metri, arrivai a
casa. Entrai in una
saletta buia e fredda: era il nostro soggiorno, ma non lo trovavo
accogliente. Neanche un po'. Non era molto
arredato, a
parte un grande divano, alcuni scaffali e molti quadri. La mia famiglia
non era povera, perché i miei genitori guadagnavano
abbastanza
durante alcune missioni. Eppure, tutta la casa mi sembrava sudicia e
quasi del tutto deserta. Certo, nessuno si curava di pulire o di
sistemare qualcosa, visto che i miei parenti stavano raramente a casa.
Ma nonostante questo, sentivo che quell'ambiente, quella casa mi
parevano freddi e malinconici per un unico motivo: tutto, sin dalle
fondamenta, era stato comprato o costruito grazie ai guadagni della mia
orrenda famiglia. E ovviamente, si trattava di guadagni sporchi.
Avanzai lungo la
stanza,
camminando quasi a ritmo degli spari. In casa non c'era anima viva:
inutile dire che i miei parenti sparivano tutti alle prime luci
dell'alba, tornando poi a sera molto tarda, dopo aver preso parte alle
loro amate missioni a Moon. Mi diressi in
cucina e cenai
con una minestra ormai fredda che aveva preparato mia madre quella
mattina. Era lei che, prima degli allenamenti quotidiani, preparava
spesso qualcosa da mangiare, ma sempre malvolentieri: fosse stato per
lei, avrebbe con piacere evitato di cucinare. Ma uno dei suoi doveri
era quello di far crescere me e Hidari in modo tale che fossimo forti e
in forma per gli allenamenti. E
finché si trattava di
combattere, finché si trattava di crescere bene per poi
essere
forti a sufficienza per uccidere tutte le vittime che i demoni
desideravano, nessuno obbiettava. Mia madre
provvedeva al nostro nutrimento solo per questo motivo.
I will shut the world away
Finita la cena,
mi stesi sul
mio letto, sfinita. I lividi erano ancora gonfi, ma facevano meno male
di prima. Almeno quella giornata non era stata pesante come le altre. Nonostante fosse
ormai tardi,
non riuscii ad addormentarmi subito. Dovettero passare due lunghe ore,
quando finalmente, in uno stato di dormiveglia, non sentii
più
l'eco degli spari. Poco dopo, mi accorsi che Hidari era entrato in
camera e mi aveva baciato la testa. - Buonanotte,
piccola Hime. - aveva sussurrato. Gli risposi
mormorando qualcosa, ma ero troppo intontita per farmi capire. Poi,
subito dopo, mi addormentai.
I
will not fall, I
will not fade
***
La mattina dopo
la sveglia suonò alle sette, come di consueto. Hidari era
già andato
in palestra. Una volta, io e lui ci allenavamo sempre insieme, sotto la
supervisione di Eris. Ma da quando il mio adorato fratello aveva
compiuto vent'anni, eravamo costretti ad esercitarci in palestre
diverse, lui da solo o con qualche demone, io perennemente con Eris. E anche quel
giorno dovevo passarlo con lei. Alle otto, mi
avviai di
malavoglia verso la palestra dove mi allenavo, ma sentii un brivido
freddo corrermi lungo la schiena quando mi accorsi che i lividi mi
facevano ancora male. Passai la mano sul braccio e mi assicurai che la
felpa lo coprisse bene. Ero terrorizzata, perché sapevo che
se
Eris avesse notato quelle botte, ne avrebbe approfittato per colpirmi
negli stessi punti, facendomi ancora più male. Fortunatamente, i
demoni non
avevano il permesso di ucciderci o mutilarci durante un allenamento.
Potevano solo picchiarci o punirci. Naturalmente, era chiaro il motivo:
ai clan di Arashi servivano persone dal fisico sano, ma addestrate
abbastanza severamente da essere spietati quasi quanto i loro
allenatori.
I will take
your breath away
- Chiudi la porta. Sobbalzai, quando
mi accorsi
che Eris mi aveva rivolto la parola, appena entrai in palestra. Non si
era nemmeno voltata a guardarmi: sembrava invece interessata ad
ammirare alcune spade appese a una parete. Quando quella
demone guardava
un'arma, pareva illuminarsi. Il suo volto bianco cadaverico acquisiva
un po' di colore, assumendo un'espressione quasi adorante. Erano gli
unici momenti in cui Eris appariva felice. La odiavo anche
per quello. La
mia allenatrice viveva solo per combattere, per distruggere. Le sue
uniche passioni erano le armi e le battaglie. Ed era così
che
dovevano comportarsi gli Ashura.
Fall...
Alla fine, Eris
si voltò verso di me. - Come sta la mia
piccola
ragazzina, oggi? - sibilò, in tono profondamente sarcastico
-
Ieri il tuo fratellino ha alzato un po' troppo la cresta, non ti pare? Tremai. Non
potevo rimanere indifferente di fronte a tanta perfidia. - Lascia perdere
Hidari. - mormorai, cercando di reprimere la paura. Eris mi
osservò, con un mezzo sorrisetto dipinto in volto, e io non
riuscii a guardarla negli occhi. - Giusto.
Lasciamolo perdere. Pensiamo piuttosto a te. Stavolta, il suo
sorriso si allargò, scoprendo i denti. - Vieni qui,
Daruma. Avanzai. Il mio
cuore batteva a mille. Di solito non ero
così
terrorizzata. In fondo, mi ero abituata a sottopormi ai duri
allenamenti di quella demone. Ma quella volta avevo un brutto
presentimento. Quella volta,
avevo paura che
Eris mi avrebbe fatto davvero male. Ultimamente era più
feroce
durante gli allenamenti, e ora che Hidari l'aveva provocata, poteva
vendicarsi su di me.
In quel momento,
vidi che la
demone prese un bastone da un angolo. Era un semplice bastone di legno,
lungo circa un metro e un po' scheggiato, ma abbastanza robusto da
resistere anche a quasi tutti gli attacchi di Eris. L'avevo usato
pochissimo, in tutti i miei dieci anni di allenamenti. - Tieni. Oggi ti
eserciti con questo. - sentenziò Eris. Presi il bastone
e lo strinsi
forte. Pregai con tutta me stessa che la mia allenatrice non si armasse
di una spada, una katana, una lancia o una qualsiasi altra arma
più potente di un'innocua asta di legno. E infatti rimase
a mani nude. - Questa mattina
voglio vedere
come ti difendi. Il mio compito sarà quello di attaccarti,
mentre tu dovrai schivarmi o bloccarmi. Non dovrai fare nient'altro. Sgranai gli
occhi. Mi stava proponendo un suicidio. - Nient'altro? -
ribattei - Come, non posso attaccarti? Eris scosse la
testa, ridendo. - Assolutamente
no. Ho detto che voglio vedere come ti difendi, non come attacchi. Sei
lenta di comprendonio, eh? Ignorai l'offesa
e abbassai lo
sguardo, cercando di capire come fare a respingere la forza di Eris.
Lei non avrebbe moderato di molto la sua potenza: non si faceva certo
problemi. Doveva solo evitare di uccidermi. Per la mia
allenatrice, farmi male non era un semplice rischio. Era un obbiettivo
che doveva raggiungere.
Watch
the end through dying eyes Now
the dark is taking over
- Quanto dura
quest'allenamento? - mormorai, preoccupata. - E quanto vuoi
che duri? -
ribatté Eris, spazientita, sistemandosi la divisa da
combattimento - Due ore va bene. Poi ti eserciterai con le pistole fino
alle quattordici. Sentii il latte
alle ginocchia. Dovevo resistere due ore. Le altre volte
era diverso: o
combattevamo a mani nude, o con un'arma. Ma io ero sempre libera di
attaccare. E già in quelle occasioni trovavo
difficoltà.
Figurarsi ora. La forza di un
demone non
è nulla in confronto a quella di un uomo. Certo, tutti i
demoni
sono mortali, nonostante abbiano una durata di vita decisamente
più lunga di quella di una persona. Ucciderli
è difficile,
ma non impossibile. Basterebbe trafiggerli con una spada, o sparare nel
punto giusto. Ma non è così scontato. I demoni
non si
lasciano prendere da dei semplici umani. E una tredicenne
impaurita non avrebbe potuto nulla contro una demone come Eris.
Show me where forever dies
Take the fall and run to Heaven
- Bé,
possiamo iniziare? - riprese la mia allenatrice, ancora più
impaziente. Era una domanda
retorica. Non ebbi il tempo di annuire, che lei si preparò
ad attaccare. Successe tutto in
un attimo. Implorai la mia mente affinché restasse lucida. Eris mi si
scagliò
addosso. Io stringevo il bastone con tutte le mie forze, ma capii che
non ce l'avrei fatta a bloccarla. Così, in un gesto
istintivo,
la schivai. A quei tempi non
lo sapevo, ma
rispetto a una comune persona umana, io ero piuttosto veloce ed agile.
Nonostante questo, in quella condizione mi sentivo come una pulce di
fronte a un elefante.
All
is lost again, But
I'm not giving in
Eris non si
lasciò
minimamente impressionare. La sentii ridere, e subito si
voltò
verso di me. Mi si scagliò nuovamente addosso, allungando un
pugno. Questa volta, non avevo il tempo di schivarla. Cercai di
proteggermi col
bastone, e il pugno della mia allenatrice colpì proprio
quello.
Non si fece male. Anzi, stavolta mi sferrò una serie di
pugni,
veloci e terribili. Io cercavo di
indietreggiare. O meglio, avrei voluto scappare. Ma non potevo, mi
sarei messa ancora di più nei guai. E
così, tentai di difendermi da Eris, muovendo velocemente il
bastone. Ma non durò molto. La demone mi
stava attaccando
vicino al viso, ma improvvisamente uno dei suoi pugni si
abbassò, colpendomi al torace. Mi piegai in due dal dolore. Naturalmente, la
mia allenatrice ne approfittò per darmi un calcio sul
fianco. Detestavo quando
me ne dava uno. Ogni volta, mi scaraventava per terra. E anche in
questa occasione fu così. Sentivo il
sudiciume del
pavimento sul mio viso e i dolori al torace e al fianco non volevano
smettere. Fu un miracolo se non mollai il bastone. Grazie al cielo lo
tenevo ancora stretto in una mano, mentre con l'altra mi premevo il
torace. Riuscii ad
alzarmi in poco tempo, ma mi accorsi che Eris si era fermata. Stava
ridendo. Afferrai il
bastone con le due mani e la guardai con aria feroce. La odiavo.
I will not bow,
I will not break
- Impegnati, a
quest'ora ti avrei già uccisa! - esclamò, tra una
risatina e l'altra. Poi, si
scagliò di nuovo addosso a me. Continuò
per una buona
mezzora a sferrarmi delle serie di pugni, colpendomi solo a volte.
Riuscii a proteggere sempre il mio viso, ma non fu altrettanto per la
pancia e le gambe. Caddi a terra un altro paio di volte, e ovviamente
Eris non evitò di ridere. Anche durante
questo allenamento, le si era illuminato il viso.
I
will shut the world away
La terza volta
che mi rialzai
da terra, la demone mi attaccò più forte. Schivai
due
pugni e ne bloccai un altro. Ma Eris non si accontentò, e mi
sorprese con una ginocchiata dritta in pancia. Ancora peggio del torace
e dei colpi di prima. Mi lasciai
sfuggire un gemito. - Incapace... -
sibilò l'allenatrice. Le sue offese nei
miei
confronti non mi scalfivano più di tanto. Specialmente in
quel
momento, quando i suoi cazzotti facevano più male delle
parole. Eris mi
guardò, con gli
occhi più rossi del solito. Fece finta di scagliarmi un
altro
pugno, e io, seppur intontita dal dolore, mi mossi per schivarlo. Poi rise di
nuovo, ed ecco un'altra ginocchiata. Ma stavolta la
bloccai, spostando velocemente il bastone in basso, stringendolo forte
con le due mani. Grosso errore. I lividi che
ricoprivano
braccio sinistro mi dolevano ancora molto. Muovendomi così
velocemente e bloccando quel colpo molto forte, mi feci ancora
più male proprio dove avevo ancora le botte. Maledizione. Non potei fare a
meno di gemere di nuovo dal dolore. Eris capì il
perché. E per tutta
risposta, mi dette un pugno proprio sul braccio sinistro. Lo fece di
proposito, quasi con soddisfazione. Non riusciva a
nascondere quel suo sorriso sadico. Gemetti di nuovo,
trattenendo le lacrime a stento. Ahia. Maledetta Eris,
se solo avessi potuto attaccarla... E invece, la
demone mi afferrò il polso, e io lasciai cadere il bastone. - Ti fa ancora
male da ieri, vero? - esclamò, innervosita. Non risposi. La
demone mi strinse più forte. - SEI
UN'INCAPACE! - urlò. Dovevo trattenere
le lacrime. Non potevo piangere come ieri. Eris mi
sferrò un calcio, sempre sul fianco, e io caddi a terra a
pochi metri di distanza da lei. Rimasi
lì, rannicchiata. Non sapevo che fare. Non avrei mai
voluto che Hidari mi vedesse così.
I
will not fall, I
will not fade
- DARUMA ASHURA!
ALZATI! Eris era furiosa.
Sembrava quasi che fosse nervosa perché io, rimanendo a
terra, le impedivo di continuare a combattere. Mi alzai. Avevo
la nausea. - Vieni qui. -
ordinò la demone. La guardai, ma
anche questa volta sostenere il suo sguardo era impossibile. Mi avvicinai
lentamente, barcollando un po'. Spazientita, lei mi prese per il polso
e mi trascinò vicino a sé. - E va bene,
Daruma. Sei un'incompetente? D'accordo. Giochiamo al tuo gioco. Sentii il sangue
gelarsi. - Ti concedo un attacco. Solo
uno. Se mi colpisci, l'allenamento col bastone termina qua. Se non mi
colpisci, lo continuiamo un'altra ora. Stavolta, la
guardai negli occhi. Potevo
attaccarla. Potevo provarci. Potevo, dovevo spaccarle la
faccia.
I will take your breath AWAY
- Allora, Daruma?
Quando vuoi. Continuai a
guardarla. Raccolsi il bastone: volevo colpirla con quello. Con tutta la
forza e la velocità che mi erano concesse, mirai al volto
della mia allenatrice.
Non la colpii. Eris era troppo
veloce,
talmente tanto che, in pochi istanti, si era spostata di due metri
senza che nemmeno la vedessi. Era semplicemente sparita e riapparsa. Che
stupida. Dovevo
immaginarmelo.
And
I'll survive, paranoid I
have lost the will to change
Ovviamente, Eris
rise. Di cuore. - Voi umani siete
come le formiche... stupidi voi, che vi siete alleati ai grandi Ashura! Già,
eravamo degli stupidi. E ora io e Hidari dovevamo pagare gli errori di
tutti i miei antenati. Tremai ancora,
mentre attesi la prossima mossa della mia allenatrice. Non avevo
mollato il bastone. Eris mi
attaccò con
un'altra serie di pugni, sempre più veloci. Avevo male, un
male
cane, ma non volevo che lei me ne facesse ancora. E schivai tutti i
colpi, finché la demone non si fermò, un quarto
d'ora dopo. - Basta. -
annunciò - Mi sono stufata. Sentii il cuore
farsi tre volte più leggero. Di solito gli esercizi
terminavano con quella frase. - Metti via il
bastone. Sono le nove e qualcosa: facciamo cinque ore di allenamento
con le pistole. Cinque ore erano
improponibili, ma non era una novità, per me. Ero
più che
felice di non dovermi battere ancora con lei, per quella mattina. Le
pistole andavano benissimo: come Hidari la sera prima, dovevo colpire
alcune sagome dalla forma umana. Era uno dei meno peggio, tra tutti gli
esercizi che potevo fare. Per fortuna, gli
allenamenti
con le pistole erano i più gettonati. Non a caso, le armi
che
gli uomini usavano di più durante le missioni erano quelle.
Tuttavia, ero
dolorante,
stavolta non solo a causa dei lividi del giorno prima. Tendere il
braccio per sparare mi faceva male, inutile dirlo. Essendo mancina,
dovevo sforzare di più proprio quello pieno di lividi. Dovevo resistere
per cinque ore. Eris lo sapeva, e non nascondeva il suo gradimento. Ma nonostante
tutto, la
mattinata passò in fretta. Bastò agire come mio
fratello
la sera prima: sparavo in continuazione alle sagome, ma davanti a me
vedevo solo la mia allenatrice. E nemmeno io
nascondevo il mio gradimento.
And I'm not proud, cold-blooded fate
I will shut the world away...
***
L'allenamento
mattutino si concluse alle quattordici, come previsto. Pranzai da sola,
a casa, con
qualche avanzo cucinato qualche ora prima. Purtroppo Hidari si allenava
fino all'una, e alle due era di nuovo in palestra. Così, non
potevamo vederci.
Alle quindici
dovevo iniziare
gli allenamenti del pomeriggio, che si sarebbero conclusi alle
diciotto. Stavolta, Eris mi fece tirare con l'arco. Non era una scelta
casuale: anche in questo caso avrei dovuto sforzare le braccia. Ma il trucco di
poco prima
funzionò anche in quest'occasione. Il bersaglio, ai miei
occhi,
sembrava sempre la demone, e in questo modo riuscii a scaricare un po'
di rabbia. Eris non
rinunciava a
rimproverarmi e strattonarmi ogniqualvolta lo ritenesse opportuno,
eppure, nonostante questo, le sei di sera giunsero in fretta. Finalmente, uscii
dalla
palestra. Per quel giorno non era finita: dovevo allenarmi anche di
sera, dalle sette alle nove, ma non ero più preoccupata.
E il motivo era
uno. Alle sei di sera,
io e Hidari ci davamo sempre appuntamento in un posto tutto nostro. Alle sei di sera
e per un'ora intera, nessuno ci avrebbe disturbati. Alle sei di sera,
io e il mio adorato fratello avevamo l'illusione di non vivere in una
prigione. Era l'unico
momento della giornata che adoravo.
Sin da bambini,
io e Hidari ci eravamo sempre ritagliati questa breve oretta per stare
insieme. Ci rifugiavamo in
una
piccolissima radura del boschetto che si estendeva a qualche metro
dalla nostra casa e dalle palestre. E poi stavamo lì, a
parlare.
Insieme.
I demoni ci
permettevano di andare in quella radura, poiché sapevano che
non avevamo modo di fuggire. E
così, senza preoccupazioni, mi addentrai nel boschetto.
Ero felice. Ma non sapevo per
quanto ancora.
Fall...
***
Angolo dell'autrice ***
Allooora,
intanto
spero che questo capitolo vi sia piaciuto. =) Non avevo mai descritto
una scena di combattimento prima di questo capitolo (o meglio, una
volta ci avevo provato, ma ho scritto poco e non molto bene XD), quindi
non so se sia venuta molto bene... O.o
La canzone che ho usato stavolta è sempre dei grandi
Breaking
Benjamin e s'intitola "I will not bow". Mi sembrava una delle
più adatte per questo capitolo XDXD
Vi anticipo che il quarto capitolo sarà un po'
più corto,
ma in compenso sarà costituito soprattutto da dialoghi...
Spero
che non sarà troppo noioso =( Però è
importante
per la storia, almeno l'ultima parte. =)
Intanto, in questo terzo cappy, suppongo che abbiate capito che tipa
è la carissima Eris U.U Mi auguro che la odierete, ora. XD
Ah, dedico questo capitolo alla mia amica pillo, che mi consiglia
sempre per questa storia! ^^
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e tutti coloro che hanno anche
recensito! Sono davvero felicissima di aver ricevuto tutte queste
recensioni =D =D Thanksssssssss!!! *___*
Ora rispondo alle recensioni =)
Pillo: bè,
ti ho
già risposto a voce, ma comunqueee... sono contenta che ti
piaccia Hidari! ^^ Spero solo che non appaia troppo debole,
perché in realtà non lo è XD Per
Eris...bè,
diciamo che hai capito. E' esattamente una vecchia megera XDXD Eheh, ok
ti farò il disegno ;);) Per Dance with the devil, inutile
dire
che l'ho messa anche xk piace a te XDXD Thoas Pensiero: grazie
anche
per questa recensione!!! Ehhh già, a Eris le serve proprio
molta, molta paura. Ma non preoccuparti, prima o poi ne avrà
parecchia! ;) Diciamo che Hidari per ora si è solo
trattenuto XD
Bè, per il fatto di fuggire...ancora non posso dirti nulla,
vedrai però tra qualche capitolo! =) Raukath: grazie
infinite anche
a te!!! Sono contenta che ti sia piaciuto l'inizio. =) Eheh
già,
Hidari è proprio uno dei personaggi fondamentali =) Sono
felice
che ti piaccia anche l'ambiente della storia, spero non appaia troppo
confuso!! XDXD Grazie ancora per i tuoi complimenti!! Ah, domani
mattina inizio a leggere I figli del Re. Ho visto che è un
po'
lunga, ma intanto la inizio a leggere! =) Dust_and_Diesel: molte
molte
molte grazie anche a te!!! Mi ha fatto molto piacere ricevere anche le
tue recensioni! =D=D Eh già, ho scelto il nome "Eris"
proprio
per questo motivo. =) Per la verità all'inizio si chiamava
Amaterasu, che è il nome di una dea del sole, ma poi una mia
amica mi ha consigliato questo nome decisamente molto più
appropriato. =) Sono contenta che ti piaccia come scrivo! Io
personalmente ho sempre paura di scrivere male O.o Boo XDXD Sono felice
anche che ti piaccia il mondo in cui è ambientata la mia
storia.
Più avanti descriverò anche altre cose che lo
illustreranno meglio XD
Ebbene, ora vi saluto!! ^^ Grazie ancora delle recensioni. =) Ah,
scusate il ritardo di due giorni ^^'''
I
have fallen to my knees As I
sing a lullaby of pain I'm
feeling broken in my melody As I
sing to help the tears go away
Then
I remember the pledge you made to me...
Il sole non era ancora tramontato, quando arrivai nella piccola radura.
Hidari era già lì. Non potei fare a meno di
sorridere, appena lo vidi.
Era disteso sull'erba, le mani dietro la nuca, a guardare il cielo.
Intorno a lui si estendeva un modesto prato, ampio neanche una trentina
di metri quadrati. Qua e là c'era anche qualche fiore.
Dietro di lui, invece, si ergeva un grande salice piangente. A parer
mio, era l'albero più bello di tutta la foresta.
Hidari non si era ancora accorto del mio arrivo: sembrava
particolarmente assorto nei suoi pensieri. Così lo osservai
per un minuto, mentre stavo in piedi, immobile sul confine tra il
boschetto e la radura.
Era come se un frammento di Paradiso fosse appena apparso
lì, davanti a me.
Mio fratello pareva un angelo tranquillo e sereno, che si rilassava in
un prato inondato dai raggi del sole.
Hidari sembrava davvero calmo e felice.
Sentivo che il cuore mi si riempiva di gioia, spazzando via il dolore
che perseguitava così tanto le nostre vite.
Ringraziavo il Cielo perché ogni giorno, salvo rare
eccezioni, potevo passare quell'oretta con mio fratello.
Solo in quei momenti vivevo davvero. Sentivo che quella gioia, quella
contentezza che provavo in quella radura erano i veri sentimenti che la
vita riservava.
E sapevo che i demoni di Arashi non erano riusciti a privarmi del tutto
della mia esistenza. Sapevo che, almeno per un'ora al giorno, potevo
essere me stessa e riappropriarmi della mia anima.
Riuscivo persino a dimenticarmi di Eris. I lividi sul braccio e quelli
che mi ero fatta la mattina non mi facevano più tanto male.
O meglio, non ci badavo.
Perché il mio cuore era talmente felice, che non volevo
preoccuparmi di nulla.
Tra tutto quel buio, finalmente ora c'era un po' di luce.
Avrei voluto restare lì e non abbandonare mai più
quel momento della giornata. Ma non potevo.
Sapevo che Hidari, in realtà, non era tranquillo e sereno.
Sapevo che guardava il cielo perché voleva fare come gli
uccelli, e volare via insieme a me.
Eppure, non sapevo come aiutarlo a realizzare quel suo desiderio. Ma
volevo consolarlo, volevo stargli vicina e fargli capire che, durante
quella prigionia, io non l'avrei abbandonato.
I
know you're always there To
hear my every prayer inside
Mi avvicinai lentamente a lui, e Hidari si voltò verso di
me.
- Hime! - esclamò, con un grande sorriso - Sei
già arrivata!
Mio fratello si mise a sedere, aspettando che io facessi lo stesso.
- Ciao, fratellone! - gli risposi, piena di felicità. Subito
mi sedetti e lo abbracciai più forte che potevo. Hidari
ricambiò, accarezzandomi la testa.
- Aspettavi da tanto? - gli chiesi.
Mio fratello scosse la testa.
- Non preoccuparti, sono qui solo da cinque minuti. Com'è
andato l'allenamento, piccola? Quel rifiuto di demone ti ha fatto
qualcos'altro?
Stavo per rispondergli, ma il mio sguardo si posò su un
oggetto. Non l'avevo notato prima, perché era dietro a mio
fratello, poggiato sull'erba.
Hito no Shi, la katana di Hidari.
Era dentro il suo fodero, nero e lucente.
Non sapevo bene da dove provenisse quell'arma. Probabilmente mio padre
se l'era procurata da qualche parte a Moon, ma poi si era accorto di
non usarla praticamente mai. Quando mio fratello, ancora piccolo, aveva
iniziato ad allenarsi con le spade, gliel'aveva regalata, non sapendo
che altro farsene.
Hidari l'aveva usata per parecchi anni, finché non
iniziò a partecipare alle missioni. Da quel momento in poi
fu obbligato a usare le pistole.
I'm
clinging to the promise of a lifetime
In genere, odiavo le armi: ero costretta a usarle ogni giorno e prima o
poi, con una di quelle, avrei dovuto uccidere. Ma Hito no Shi era
diversa. Con quella katana, il mio adorato fratello non aveva mai fatto
del male a nessuno. L'aveva utilizzata solo ed esclusivamente durante
gli allenamenti.
Forse era proprio per quello che amavo così tanto
quell'arma.
Era quasi sacra per me, perché appena la guardavo, subito mi
veniva in mente Hidari. Solo lui l'aveva usata, io non l'avevo mai
neppure toccata.
- Hai... hai portato qui Hito no Shi? - balbettai, sorpresa.
Hidari mi sorrise compiaciuto.
- Indovinato. - si limitò a rispondermi, senza smettere di
sorridere.
Da quando Eris e gli altri demoni avevano obbligato Hidari ad adoperare
solo le pistole, mio fratello - seppur con amarezza - aveva abbandonato
la sua katana in camera nostra, e non l'aveva più ripresa in
mano. Fino ad ora, almeno.
- Ma... perché?
Hidari mi accarezzò la testa, dolcemente.
- Vedi Hime, era da tanto che non mi allenavo con questa katana.
Sgranai gli occhi.
- Come? - chiesi, incredula - L'hai ripresa per allenarti anche durante
quest'ora di riposo?
- Bé, forse... non so perché l'ho ripresa, Hime.
Era raro che mio fratello rispondesse in modo così vago,
specialmente a me.
Abbassai lo sguardo e guardai la katana. Perché mai Hidari
avrebbe dovuto continuare ad allenarsi anche quando potevamo evitarlo?
Odiava combattere, non c'era dubbio. Ma non riuscivo a spiegarmi quel
suo gesto.
- Perché hai quello sguardo triste, piccola?
Hidari sapeva che cosa mi stavo chiedendo in quel momento. Mi conosceva
troppo bene. Così, non aspettò la mia risposta, e
aggiunse:
- Non voglio esercitarmi per essere più abile negli
allenamenti, sorellina. Ma dopo l'episodio di ieri ho capito una cosa.
Il mio amato fratello s'incupì. Dietro la frangia spettinata
intravidi i suoi occhi infelici.
- Cos'hai capito, Hidari? - sussurrai.
- Sono troppo debole. Questo ho capito. - mormorò, in modo
che solo io lo potessi sentire - E in compenso Eris è troppo
forte. Se continuiamo così, non potremo mai ribellarci. Non
potremo mai scappare.
Mio fratello stringeva i pugni, quasi facesse fatica a pronunciare
quelle ultime frasi. Provai un grande dolore al cuore, nel vederlo
così amareggiato.
- Non dire così. Sei forte, fratellone. Sei potentissimo,
credimi...
Non potevo consolarlo. Non c'erano parole per provargli che, forse,
saremo potuti fuggire.
Hidari non mi credeva. Non credeva nemmeno a una parola.
Scosse la testa, deluso. Eppure io pensavo sul serio ciò che
gli avevo appena detto.
Ma, nel contempo, sapevo che i demoni erano molto, molto più
potenti di lui.
- Hime, ieri ho visto quanto Eris è diventata potente. Non
sono nemmeno riuscito a torcerle un capello. Come speriamo di fuggire,
in queste condizioni?
Le parole di mio fratello erano impregnate di delusione. Ma nonostante
quello, sentivo che non si sarebbe arreso. Non volevo nemmeno pensarlo.
Non saremmo rimasti per sempre lì, ad obbedire al Male.
I
hear the words you say To
never walk away from me and leave behind
Guardai mio fratello, senza riuscire a rispondergli. Anche quella
volta, lui mi lesse nel pensiero.
- Non temere, piccola. Non per questo mi tirerò indietro.
Si voltò verso Hito no Shi e la estrasse dal fodero.
La katana era affilata e splendente, quasi ci si poteva specchiare con
la lama. Sembrava appena forgiata. Era l'arma più bella che
io avessi mai visto.
- Voglio allenarmi con questa, per diventare più forte. Non
c'è altro modo.
Hidari sussurrava, per evitare che qualcuno potesse sentirci. Ma io
potevo cogliere, nel suo tono di voce, una certa sicurezza e fiducia
verso quella katana.
Gli sorrisi. Mio fratello possedeva un enorme coraggio. Non avevo mai
incontrato, e mai incontrerò, qualcuno più
determinato di lui.
The promise of a lifetime...
- Grazie, fratellone. - gli sussurrai.
Mio fratello si alzò, con la katana in mano. Mi rivolse uno
sguardo interrogativo.
- Perché mi ringrazi?
- Bé, perché senza di te non avrei alcuna
speranza di scappare. Sei la mia salvezza...
Stavo arrossendo e me ne rendevo conto, ma volevo far capire a mio
fratello quando lo amassi.
Hidari mi baciò la testa. Sapeva di essere fondamentale, per
me.
- E ora ti salverò, Hime. Ci salveremo.
Mio fratello teneva stretta Hito no Shi con la sinistra. Anche lui era
mancino.
- Allora, vuoi vedere come mi alleno? - mi chiese, riacquistando il
sorriso.
Mi alzai ed annuii.
Per la prima volta, mentre si esercitava, Hidari mi mostrò
come combattere con una katana. Mi svelò ogni trucco che
conosceva e mi spiegò come sorprendere l'avversario.
Ignoravo il fatto che la maggior parte di quello che mio fratello
sapeva gli era stato insegnato da Eris o da altri demoni.
Ciò che mi importava, in quel momento, era vederlo
così abile e forte.
Era molto migliorato da quando ci allenavamo insieme. La sua potenza
non era assolutamente comparabile alla mia. Mi sentivo debole, ma non
m'interessava.
Will
you help me fall apart Pick
me up, take me in your arms
Hidari si allenò da solo per una quarantina di minuti,
mentre io lo guardavo, ammirata. Non rinunciò a illustrarmi
ogni sua mossa, in ogni momento.
Era di gran lunga più abile di un comune essere umano. Il
modo in cui teneva la katana, il modo in cui simulava gli attacchi...
non c'era dubbio che fosse un professionista.
Inutile dire che il tempo volò via molto in fretta.
Ma alla fine dell'allenamento, mio fratello riuscì davvero a
sorprendermi.
- Hime, vuoi provare anche tu a usarla? - mi chiese, con un grande
sorriso stampato in volto.
Mi si illuminarono gli occhi. Per la prima volta in assoluto potevo
usare Hito no Shi, la katana destinata solo ed esclusivamente al mio
amato fratello.
Annuii, ancora incredula, e mi avvicinai a Hidari.
- Tieni. - mi sussurrò con dolcezza.
Finalmente, presi in mano la katana. Sarà stata solo una mia
impressione, ma quell'arma mi trasmetteva una sensazione di sicurezza,
di potenza.
Hidari mi allenò per dieci minuti, con pazienza e
delicatezza. Non mi sottopose ad alcun esercizio e io non faticai
nemmeno per un secondo. Né il torace, né la
pancia o i lividi mi facevano male.
Mio fratello si limitò unicamente a farmi provare alcune
mosse che aveva imparato.
Quell'allenamento fu di certo il migliore a cui mi sottoposi.
Find
my way back from the storm And
you show me how to grow Through
the change
Dopo i dieci minuti, consapevoli che a momenti saremmo dovuti tornare
in palestra, ci sedemmo sull'erba a riposarci.
- Brava, piccola. Ti sei allenata davvero bene.
Hidari mi accarezzò la testa. Sembrava davvero fiero di me.
Io arrossii e lo abbracciai. Mi sentivo davvero in Paradiso.
Ma mio fratello rimaneva comunque triste, e non poteva nasconderlo.
- Sai Hime, stasera ho un'altra missione a Moon...
D'un tratto, quel Paradiso si trasformò in Inferno, e
ritornammo alla realtà.
- Mi dispiace... - mormorai. Non riuscivo ad aggiungere altro.
Odiavo vedere mio fratello così infelice, ma detestavo
ancora di più non poterlo consolare.
I
still remember the pledge you made to me
- Sai che cos'è successo, qualche giorno fa? - mi chiese,
con un fil di voce.
Scossi la testa, in attesa di una risposta.
- Durante una missione - proseguì mio fratello - nostro
padre e alcuni demoni hanno trovato un barbone per strada.
Deglutii.
- Stavamo andando a una riunione con un altro clan, non ricordo nemmeno
quale. So solo che nostro padre e tutti gli altri erano particolarmente
agitati, quella notte. E quando hanno visto quel barbone si sono
scatenati.
Mio fratello fece una smorfia, disgustato.
- Quel poveraccio non aveva nemmeno un tetto su cui riposare. -
continuò - Era piuttosto vecchio, debole e particolarmente
impaurito. Non immagini come ci ha guardato, appena si è
accorto di noi. Si è messo a urlare, cercando di scappare.
Ma ovviamente gli altri lo hanno preso.
Strinsi involontariamente i pugni, sentendo le parole di Hidari. Sapevo
come si sarebbe concluso il suo racconto. Non era una novità.
- Ricordo ancora la sua espressione terrorizzata. Ci implorava di
lasciarlo libero. E invece gli altri hanno iniziato a picchiarlo.
Ridevano, felici. Erano cinque contro uno, di cui quattro demoni. Anzi,
non sono riusciti a ucciderlo subito. Credimi, non sapevo cosa fare.
Stavo lì davanti, impalato, mentre chiamavo gli altri e
cercavo di convincerli a smettere. Dicevo loro che saremmo arrivati in
ritardo alla riunione, che uccidere quel barbone non ci avrebbe
cambiato la vita. Ma non mi ha risposto nessuno. Erano troppo
concentrati a picchiare quel poveretto.
Hidari si toccò la fronte con una mano. Io stavo in
silenzio, incapace di interromperlo.
- Alla fine non mi sono più trattenuto. Ho preso il braccio
di nostro padre e l'ho fermato, chiedendogli di lasciare stare quel
barbone. Sai, ho sbagliato di grosso ad agire in quel modo. Davanti al
mio gesto, anche i demoni hanno smesso di picchiarlo. Ma in compenso,
mi hanno ordinato di sparargli.
Sentii un tuffo al cuore, nonostante mi aspettassi quella frase.
- Mi sono rifiutato. Ma, come sai, è inutile opporsi in
questi casi. Dopo vari minuti, un demone mi ha puntato una pistola
addosso. Mi ha ordinato nuovamente di ucciderlo. Anche quella volta mi
sono rifiutato, ma nostro padre mi si è avvicinato e mi ha
urlato di eseguire i comandi. Sono rimasto impassibile. Ma poi un altro
demone ha sfoderato la sua spada, minacciandomi. Non ci crederai, ma
alla fine anche il barbone mi ha implorato di ucciderlo. Era talmente
pieno di botte e dolorante, che voleva smettere di soffrire.
Mi morsi il labbro inferiore.
- Sai Hime, quel poveraccio non aveva una casa, una famiglia e in quel
momento non era neppure in grado di camminare. Lo capisco, se voleva
morire. Ma mi ci è voluto qualche altro minuto per prendere
in mano la pistola. Lo guardavo, rannicchiato sul marciapiede e
dolorante. Continuava a chiedermi di sparargli.
Il mio amato fratello abbassò lo sguardo. Grazie al Cielo la
sua frangia mi impediva di vedere i suoi occhi.
- L'ho ucciso. Mi è bastata una pallottola. -
sussurrò, con la voce rotta.
Avevo gli occhi lucidi, ma non volevo piangere. Non volevo peggiorare
la situazione.
Stavolta Hidari posò entrambe le mani sulla fronte. Sapevo
che in quel momento stava rivedendo, nella sua mente, il volto di quel
povero barbone.
Sì, eravamo davvero ritornati nell'Inferno.
Tremavo pensando che anche io ero destinata a subire tutto quello. E mi
si spezzava il cuore vedendo quanto soffriva il mio amato fratello. Non
ribellarsi significava continuare a vivere in quel modo.
Soffrendo. E facendo soffrire gli innocenti.
Non sapevo cosa dire. Mi limitai ad abbracciare Hidari, più
forte che potevo. Lui ricambiò.
Rimanemmo in quel modo per un paio di minuti, immobili.
Quell'abbraccio bastò a consolare entrambi. Mentre stringevo
mio fratello, sentivo che lui era lì, vicino a me, sempre
pronto ad aiutarmi e a sostenermi. E speravo che anche Hidari,
abbracciandomi, si rendesse conto che io sarei rimasta sempre con lui,
e che ancora avevamo una ragione per vivere ed andare avanti.
I
am holding on to the hope I have inside... With
you I will stay through every day Putting
my understanding aside
- Ti voglio bene, Hidari. - fu tutto quello che riuscii a mormorare.
- Anche io ti voglio bene, piccola Hime.
Looking
back at me I
know that you can see my heart is
holding to the promise of a lifetime
*** Spazio dell'autrice ***
Rieccomi col quarto capitolo! ^^ Mi auguro che non sia
troppo noioso, perché è in gran parte costituito
da dialoghi... Ma almeno, leggendo la parte finale, spero che abbiate
capito cosa si fa in alcune missioni a Moon... <.<** Vi
dico subito che non è facile per me descrivere la morte di
qualcuno X.x
Stavolta la canzone che ho usato è "Promise of a lifetime"
dei Kutless, perché ha una melodia più dolce e
lenta e penso che ci stia meglio con l'atmosfera dell'inizio del
capitolo XD
Dedico questo capitolo al mio ragazzo, che anche se vive a 1200 km di
distanza da me, mi dà sempre ottimi consigli per questa
storia! :D
Ah, tranquilli: dal prossimo capitolo iniziano a succedere alcune cose!
:)
Ringrazio tantissimo coloro che hanno letto la mia storia e che l'hanno
recensita, mi fate davvero un grande piacere!! :D :D
hope52: grazie
anche a te della recensione, sono contenta che la storia ti piaccia! =D
Grazie anche per averla aggiunta tra le seguite! ;) Tranquilla,
commenta con calma e spero che continuerai a leggerla volentieri, anche
se magari alcuni capitoli sono un po' lunghi e pesanti O.o XD Grazie
ancora!! :D raukath: grazie
mille anche a te! ^^ Sono felice che ti siano piaciuti Hidari e la
scena di combattimento. Spero che ti piaccia anche questo capitolo,
nonostante non ci sia molta azione! ^^''' Eheh, tranquillo, prima o poi
Eris avrà quello che merita, e qualcuno la
prenderà davvero a calci!! ;) ;) Chandrajak: grazie
anche a te Kei!! ^^ Ehh lo so che ti piace quel particolare ;) Anche se
me l'ha suggerito francy XD A parte questo, spero che ti piaccia anche
questo capitolo e vedi di andare avanti anche tu con la tua storia!! E
grazie di aver scritto quella spin off coi miei personaggi ;) Thoas Pensiero: sono
felice che Eris ti stia antipatica ;) ;) vedrai che se la prende, la
bastonata! E non preoccuparti, prima o poi Daruma starà
meglio, vedrai :) E non avrà più la minestra
fredda ;) Spero che ti piaccia anche questo capitolo,
cercherò di alternare azione e dialoghi come hai detto tu!!
^^ e grazie delle recensioni!! ;) pillo: ehh,
a te e a Kei ho già risposto a voce ;) Ma comunque
sì, hai ragione: Eris è un'elefanta ;)
Bè, se vuoi lo facciamo santo Hidari!! E non preoccuparti,
che ora stai scrivendo una nuova storia e non dovrai fare alcun
ritardo!! Mi raccomando ;) Iolyna92: grazie
mille anche a te!! :D Sono felice che ti piacciano questi tre capitoli
;) Spero che ti piaccia anche questo =) E spero anche che
più avanti la storia non ti deluderà!! ^^ Per i
nomi inveceee...sono in gran parte giapponesi, a parte qualcuno ^^'' Il
motivo è che a me piace molto la lingua giapponese,
così molti dei miei personaggi hanno nomi di questa lingua
;) Ah, non preoccuparti, Eris avrà quel che si merita ;)
It's over, I didn't want to see it come to this
I wonder if I will ever see your face again
And I know that I will find a way to shed my skin
It's simple, I know that I will suffer in the end...
Quella
sera, in cielo, non si vedeva
nessuna stella.
Ero appena uscita dalla palestra, reduce dall'allenamento con Eris.
Dovevano
essere le nove o poco più.
Mi ero esercitata di nuovo con le pistole, tra un insulto e l'altro
della mia
allenatrice.
Ma ora ero libera.
Potevo tranquillamente tornare a casa, a dormire. Mi avrebbe aspettato
un'altra
giornata come quella, ma almeno potevo riposarmi.
Mi diressi verso casa con passo veloce, nella speranza di riuscire a
salutare
mio fratello, prima che si recasse a Moon con gli altri.
Entrai in soggiorno. Sentivo dei rumori provenienti dalla cucina: forse
Hidari
non era ancora partito.
E invece, mi sbagliavo.
In cucina c'era tutt'altro che mio fratello.
Una donna anziana, dai capelli rossi ormai striati di bianco, stava
aprendo il
frigorifero.
- Nonna... - mormorai, stupita.
- Ciao Daruma. - rispose, con indifferenza.
Non si voltò a guardarmi. Era troppo presa ad ispezionare il
frigo.
- Hai finito l'allenamento? - chiese, mentre posava del cibo sulla
tavola.
La voce di mia nonna era fredda e disinteressata: non serviva un genio
per
capire che la mia compagnia le importava ben poco.
- Sì, ho finito poco fa.
Mia nonna prese un piatto dal mobile ed apparecchiò solo per
uno. Poi si
sedette e iniziò a mangiare.
Ignorai la sua gentilezza e apparecchiai anche per me.
- In cosa ti sei esercitata? - domandò ancora.
Gli allenamenti sembravano l'unico argomento che le interessava
chiedermi. E
non c'era da stupirsi, visto che quasi tutti i discorsi con i miei
familiari
riguardavano quello.
Anzi, mia nonna era colei con cui avevo più occasione di
parlare, ovviamente
escludendo Hidari.
- Con le pistole. Nel pomeriggio ho tirato con l'arco. - risposi, senza
mostrare alcun entusiasmo.
Presi un po' di carne e la misi nel piatto. Era stata cucinata
parecchie ore
fa, e ormai aveva perso quasi tutto il suo sapore.
- Ottimo, vedo che Eris sa come prepararti adeguatamente. D'altronde,
ormai sei
entrata nell'adolescenza: tra pochi anni anche tu potrai partecipare
alle
missioni, e dovrai essere addestrata bene.
Cercai di non badare molto a quella risposta. Non volevo immaginare un
futuro
simile, per me. In quel momento, era già troppo pensare che
il mio amato
fratello si trovava a Moon, costretto a compiere chissà
quale altro crimine.
Fast I fade away It's almost
over
- A mio parere, Eris è una brava insegnante. -
proseguì mia nonna - E se lo
dico io, che sono stata sua allieva, puoi star certa che è
vero. E' severa, ma
sa allenare molto bene.
Mia nonna stimava molto quella demone. Non rinunciava mai ad elogiarla,
per
farmi capire quanto fossi fortunata ad avere un'allenatrice come lei.
Come tutti i suoi simili, Eris viveva parecchi secoli in più
di noi. Per questo
motivo, Arashi l'aveva incaricata di allenare quasi tutta la nostra
famiglia:
mia nonna, mio padre, Hidari ed io.
Non riuscivo a capire come i miei parenti potessero essere grati a
quella
demone per averli allenati durante la loro giovinezza. Probabilmente,
era
grazie a lei che erano diventati degli assassini senza molti scrupoli.
Forse eravamo io e Hidari ad essere strani. E forse soffrivamo tanto
perché, a
differenza di tutti gli altri, non ignoravamo l'esistenza di una vita
più
onesta.
- Perché non sei andata a Moon stasera? - chiesi a mia
nonna, cercando di cambiare
argomento. Non avevo assolutamente voglia di parlare di Eris.
- Tuo nonno dice che sono solo una vecchia lenta e ritardata, che sono
un
ostacolo per le missioni. Così, non mi ha permesso di
venire. Peccato che non
capisca di essere lui a rappresentare un impiccio per tutti gli altri.
Mia nonna si morse il labbro inferiore, facendo una smorfia. Sembrava
piuttosto
arrabbiata col marito.
- Almeno al mio posto hanno mandato Hidari. - concluse, un po'
più calma.
Abbassai lo sguardo. Cercavo di non pensare al dolore di mio fratello,
in quel
momento.
Pregai perché, quella sera, non dovesse uccidere nessuno.
Non risposi a mia nonna. Non trovavo le parole.
Hold
on...
La cena non durò ancora molto. Dopo cinque minuti, mia nonna
si alzò.
- Credo che per stavolta andrò a dormire. -
annunciò - Forse sono davvero
vecchia e lenta.
La guardai. Aveva più rughe del solito, sul volto. Solo i
suoi occhi azzurri
brillavano ancora.
Era davvero così cattiva?
Non lo sapevo. I miei genitori ricordavano con orgoglio quanto mia
nonna fosse
stata spietata, da giovane. Era un'assassina professionista, di quelle
che non
esitavano a uccidere nessuno, con o senza armi. Per fortuna, io non
l'avevo mai
vista all'opera.
Ma sapevo che, grosso modo, anche mio nonno e i miei genitori erano
così.
Eppure, a volte mia nonna pareva più affettuosa di loro.
- Non sei vecchia... - mormorai, poco convinta.
Per un attimo, mia nonna mi sorrise. Poi uscì dalla cucina,
lasciandomi sola.
Finita la cena, andai anche io a dormire. Avrei voluto aspettare il
ritorno di
Hidari, ma sapevo che sarebbe tornato parecchie ore più
tardi. Così, vinta dal
sonno, mi addormentai.
Slow
I suffocate I'm
cold
and broken
Quella notte, grazie al Cielo, il mio adorato fratello non dovette
uccidere
nessuno.
Alone
***
Passò circa una settimana e mezzo con la solita routine.
Eris continuava a farmi usare le pistole, fino a che non si accorse che
i
lividi al braccio, ormai, non mi facevano più tanto male.
Così, mio malgrado,
tornai ad allenarmi anche con i combattimenti corpo a corpo e con le
spade.
Hidari, invece, era sempre più infelice. Alla radura ci
esercitavamo ogni
pomeriggio con Hito no Shi. A volte, in queste occasioni, lo vedevo
sorridere.
Ma più passavano i giorni, più era raro che
accadesse.
Non partecipava sempre alle missioni, ma ciò non serviva a
migliorare il suo
umore.
It's hopeless, the end will
come and wash it all away
Una mattina, però, mio fratello si comportò in
modo diverso dal solito.
- Ciao, piccola Hime - mi sussurrò, appena mi svegliai.
Hidari era già in piedi, pronto per andare in palestra,
nonostante avesse
partecipato a una missione la sera prima.
- Ciao fratellone... - gli mormorai, ancora intontita, mentre mi alzavo
dal
letto.
Lui mi si avvicinò e mi baciò la fronte.
Lo guardai negli occhi: brillavano. Nemmeno la frangia mi impediva di
notarlo.
- Sei già pronto? - gli chiesi.
Hidari annuì.
- Stavo per andare ad allenarmi. - rispose, con un grande sorriso.
Non riuscivo a capire il motivo della sua allegria. Di solito, la
mattina dopo
essere andato a una missione a Moon, mio fratello era di tutt'altro
umore.
- Ci vediamo alle sei, ok piccola?
Io annuii, ricambiando il sorriso. Hidari mi abbracciò forte
e se ne andò.
Da quella mattina in poi, gli occhi del mio adorato fratello brillarono
sempre
di più. Ogni volta che lo incontravo, mi sembrava felice.
Non me lo spiegavo.
Quando ci allenavamo con Hito no Shi, lui si mostrava sempre
più determinato ad
aumentare la sua forza e la sua abilità.
Ma se fosse stato solo quello, non mi sarei preoccupata.
Il guaio era che Hidari partecipava ogni sera alle missioni a Moon.
E lo faceva di sua spontanea volontà.
Forsaken, I
live forthose I lostalong
the way
Cercavo di capire il motivo di quel suo comportamento.
Un giorno, alla radura, gli chiesi perché partecipasse
così spesso alle
missioni.
- Non c'è un motivo, Hime. Purtroppo devo abituarmi ad
andare ogni sera a Moon.
Così dicono gli altri. Se rifiutassi ogni volta di
partecipare alle missioni,
sospetterebbero qualcosa. - mi rispose, accarezzandomi la testa.
- Non preoccuparti, piccola. - mi sussurrò poco dopo,
baciandomi la fronte.
Ma io non riuscivo a tranquillizzarmi.
And
I can't rememberhowitallbeganto break
La mia più grande paura, nel vederlo così, era
che Hidari si stesse lentamente
adeguando a quella vita.
La stessa vita che conduceva la mia famiglia, e la stessa che li
rendeva così
crudeli.
Non avrei mai voluto che l'unica luce in tutte quelle tenebre si
spegnesse.
Hidari era un ribelle, non poteva inchinarsi di fronte a quelle
ingiustizie.
Aveva sofferto tanto, per colpa di quel mondo in cui eravamo
intrappolati.
E ora non poteva diventare come tutti gli altri Ashura, non sarebbe
stato un
altro servo di Arashi.
Conoscevo mio fratello. Non si sarebbe arreso.
Ma avevo paura lo stesso.
You suffer, I live to
fight and die another day
***
Erano passati nove giorni, dalla mattina in cui Hidari aveva iniziato
ad essere
felice.
Come al solito, nella radura, ci esercitammo con Hito no Shi.
- Sai, piccola Hime, ti voglio un mondo di bene. - mi
sussurrò, a fine
allenamento.
Io lo abbracciai, ricambiando il suo affetto.
Ma stavolta, le sue parole non mi rassicuravano completamente.
- Stasera vai di nuovo a Moon? - gli chiesi poco dopo.
- Sì, sorellina. Ma non preoccuparti: so cosa faccio. - mi
rispose, con
dolcezza.
- Ma ormai ci vai ogni sera... fino a pochi giorni fa non era
così... -
mormorai. Ero triste.
Hidari si rendeva conto del mio stato d'animo. Sapeva perfettamente
come mi
sentivo e quali erano le mie preoccupazioni.
- Hime, ti fidi di quello che faccio?
Il mio adorato fratello mi guardava negli occhi, sicuro di quello che
stava
dicendo.
- Sì, Hidari. Mi fido, ma sono solo preoccupata...
- Non c'è bisogno di preoccuparsi. Continua a fidarti,
piccola Hime. Fidati di
tuo fratello.
***
Quella sera stessa, Hidari e i miei genitori partirono presto per Moon.
Avevano
stabilito da tempo di fare una riunione con un clan di un'altra isola
lì
vicino.
Quando uscii dalla palestra alle nove, vidi che mio fratello era venuto
lì
davanti per salutarmi.
- Stiamo andando a Moon, ma non so a che ora torneremo. Di solito le
riunioni
durano parecchio.
Hidari mi sorrideva, con gli occhi che brillavano più che
mai.
- Ti volevo salutare, prima di andare. - mi sussurrò.
Gli sorrisi, incerta.
- Al massimo ci vediamo domani mattina, ok fratellone? - cercavo di
apparire
serena, ma non lo ero.
Hidari sembrava contento. Eppure stava per prendere parte a una
missione.
- Ok... - mi sussurrò, ancora più piano.
Il mio amato fratello mi abbracciò. Mi strinse
più forte che poteva.
Fast I fade away It's almost
over
Pochi minuti dopo ero già in cucina. Cenai coi miei due
nonni, che per quella
sera erano rimasti sull'isola. Mangiammo silenziosamente, scambiandoci
solo
qualche parola.
Poco più tardi ero già a letto.
Avrei voluto dormire sonni tranquilli. Ma non fu così.
Alle due di notte fui svegliata dalle urla di mia nonna.
Hold
on...
- COSA? COSA SIGNIFICA? - gridava. Non l'avevo mai sentita
così agitata.
Mi alzai dal letto, senza capire cosa stesse accadendo.
Al piano di sotto si udivano i passi dei miei nonni, che correvano
verso
l'ingresso. Mi affacciai alla finestra: vicino a casa mia si
erano
riuniti alcuni demoni.
Scesi in fretta le scale e uscii di casa.
I miei nonni avevano già raggiunto il gruppo di demoni.
Non erano in molti: riuscivo a riconoscere Eris, insieme ad altri
quattro che
abitavano sull'isola.
Ma due di loro avevano le ali spiegate.
Riuscii a raggiungerli proprio mentre stavano entrando nella palestra
dove mi
allenavo.
- Cos'è successo? - chiedeva mio nonno, con voce tuonante.
Entrai anche io nella palestra. I demoni con le ali spiegate erano
seduti.
Solo in quel momento mi accorsi delle numerose ferite che ricoprivano i
loro
corpi.
Uno di loro non aveva le pupille. Era il più terrificante
dell'isola.
Ma in quel momento sembrava debole e quasi impaurito.
L'altro, dall'aspetto apparentemente umano, aveva le braccia
insanguinate.
- Hanno... hanno attaccato... - mormorò il demone senza
pupille.
Gli occhi di Eris diventarono fessure.
- CHI? - urlò. Sembrava aver già capito tutto.
- L'agenzia... - sussurrò di nuovo il demone senza pupille.
- L'agenzia Hope... - completò l'altro, con un po'
più di forza.
I miei nonni si guardarono. Mia nonna si portò una mano alla
bocca,
terrorizzata.
Eris tremava di rabbia. Gli altri due demoni di fianco a lei, che
conoscevo
solo di sfuggita, mormorarono qualcosa.
Sapevo cos'era l'agenzia Hope.
Aveva sede su un'isola di Moon, ma piuttosto distante dalla nostra.
Lì vivevano
numerosi guerrieri e maestri che combattevano contro gli Ashura.
Era quella la casa delle reincarnazioni delle Signore della Luce.
- Bastardi... - sibilò Eris.
- Ci... ci hanno attaccato mentre eravamo alla riunione... sono entrati
nell'edificio dove stavamo...
Il demone senza pupille non riusciva a continuare. Si premeva il torace
con una
mano, dolorante.
- Eravamo nemmeno una ventina... loro invece erano in sessanta... -
continuò
l'altro.
- Si sono organizzati... maledetti... - sussurrò mio nonno.
Era furente.
Io stavo lì, senza sapere cosa dire.
Poi sentii un grande dolore al cuore.
Hidari era con loro, durante l'attacco.
Slow I suffocate I'm cold and
broken
-
Che fine hanno fatto gli altri? -
chiese mia nonna, angosciata.
Il demone con le mani insanguinate sorrise sarcasticamente. Non
riusciva
nemmeno a muovere le sue ali nere e lucide.
- Secondo te? - rispose, maligno - Hanno catturato tutti gli umani... i
demoni
li hanno uccisi.
Eris dette un pugno alla parete.
Sobbalzai.
Il cuore mi batteva a mille.
Allora avevano catturato anche Hidari?
- Siamo riusciti a fuggire solo noi due... - continuò il
demone con le mani
insanguinate - siamo scappati da una finestra, volando.
Un demone dietro a Eris imprecò.
- Bastardi... come facevano a sapere dove vi trovavate? - chiese mio
nonno,
rosso in faccia.
Il demone con le mani insanguinate sorrise di nuovo. Ma stavolta, sul
suo viso
si dipinse chiaramente un'espressione di profondo odio.
- Prova a indovinare... - sibilò.
Tremavo. La sua voce, in quel momento, era più gelida di
quella di Eris.
Poi, quello che disse non lo dimenticai mai.
Le sue parole mi scoppiarono in testa.
- E' stato Hidari.
Mia nonna si appoggiò alle spalle del marito, incapace di
reggersi in piedi.
Per la prima volta vidi delle lacrime rigarle il volto.
Mio nonno stava immobile, stringendo i pugni, incapace di reagire.
Gli occhi di Eris divennero più rossi che mai.
- Maledetto... lurido bastardo... - ringhiò.
Io guardavo il vuoto. Ancora non ci credevo.
- Hidari ha tradito. Si è alleato con l'agenzia Hope. -
continuò il demone
dalle mani insanguinate.
- Ha... ha combattuto contro i suoi stessi compagni... - aggiunse
l'altro, con
un fil di voce.
- E contro i suoi genitori. - completò mio nonno, fuori di
sé dalla rabbia.
Eris sputò sul pavimento.
- La deve pagare... - mormorò, insieme ai due demoni dietro
di lei.
Poi mi guardò, lanciandomi lo sguardo più gelido
del mondo.
Io continuavo a tremare. Non sapevo che fare.
- Daruma, vai subito a dormire! Dobbiamo parlare tra di noi! -
tuonò mio nonno.
Sobbalzai di nuovo. Il tono di mio nonno era terrificante.
Corsi a casa, incapace di fare altro.
Ero in camera mia.
Avevo gli occhi lucidi, ma non sapevo se per la gioia o per lo
sconforto.
Non mi importava nulla dei miei genitori. Se in quel momento erano in
carcere,
se lo meritavano.
Ma non sapevo dove fosse Hidari, in quel momento.
Probabilmente era sano e salvo, assieme all'agenzia Hope. Ma questo non
riusciva a tranquillizzarmi.
Alone
Ora capivo perché Hidari era stato così felice,
in quegli ultimi giorni.
Ora capivo perché voleva che mi fidassi di lui.
Ora capivo perché, prima di partire per Moon, era venuto a
salutarmi.
Ma una cosa non capivo.
Hidari si era ribellato.
Ma mi aveva lasciato sull'isola.
I'm
cold and broken...
***
Angolo dell'autrice *** Rieccomi qui, col quinto
capitolo! ^^ Spero vi sia
piaciuto. So che la storia è un tantino cupa, ma mi auguro
che possa trasmettervi
lo stesso qualche emozione. :)
La canzone che ho usato in questo capitolo è "Fadeaway" dei Breaking
Benjamin, mi sembrava adatta per il testo. XD
Ah, colgo l'occasione per precisare una cosuccia... questa storia non
sarà
molto lunga, perché è il prologo di un'altra
storia che forse, se Dio vuole,
prima o poi scriverò (anzi riscriverò XD).
Però devo dire che ci tengo davvero
moltissimo a Princess of Pain, e specialmente a Hime. =)
Ringrazio tutti coloro che hanno letto questa storia, e grazie infinite
soprattutto a chi l'ha recensita!! :D
Hope52: sono felice che ti piaccia come scrivo! *__* Sono
lusingata XD
Spero che la storia continuerà a incuriosirti! :) Bè,
forse questo capitolo ti avrà lasciato un po' attonita O.o
Comunque sì, ho
usato di proposito il nome di Eris, proprio perché
è il nome della dea della
discordia. Però me l'ha consigliato una mia amica, quindi
non è farina del mio
sacco! ^^''' Pillo: che dirti, donna, ti ho già
risposto a voce! ^^ Eh già, la scuola
ci riempiva di compiti...ma per fortuna ora ne approfitto! ^^ Spero che
ti
piacerà anche questo cappy
=) Bè,
sì, effettivamente ha fatto pena anche a me il barbone :S E'
proprio difficile
per me scrivere scene di questo genere! X.x Thoas
Pensiero: sono contenta che la
scena della morte del barbone ti sia piaciuta. Menomale! XDXD Eh
sì, Hidari a
volte decide di fare delle cose un po' strane O.o ma non è
pazzo, tranquillo!
;) In ogni caso sono solo lui e Daruma che vogliono ribellarsi =) Gli
altri si
adeguano più semplicemente a quella vita... mah X.x Ehh
sì, Hime prima o poi le farà una sorpresa ;) ;) Raukath:
ebbene sì, il padre di Hime e
Hidari è addirittura più orribile dei demoni! X.x
Ma in questo capitolo ha
fatto la fine che meritava. U.u
Purtroppo lo stato di
disperazione continua anche in questo capitolo, ma spero di non
deprimervi! X.x
Eh già, hai ragione: usare una katana è davvero
molto più bello ;) E proprio
quell'arma avrà un ruolo importante nella storia :D
Screaming
on the inside I am
frail and withered Cover
up the wounds That
I can't hide Walls
that lie between us The
saint within the sinner I
have lost the nerve, But
it's all right
Carry
the wounded and shut your eyes All
will be forgiven, None
will rise Bury
the fallen and lead the blind I
will find the lost Dead
inside...
Mi svegliai di
soprassalto, dopo una notte senza sogni. Non ero riuscita a dormire
molto. Sentivo il peso
delle coperte sopra di me, ma avevo comunque freddo. Mi voltai verso
il letto di Hidari. Vuoto. Le lenzuola erano
intatte, non avevano una piega. Chiusi gli occhi.
Sentivo i battiti accelerati del mio cuore. Non volevo
alzarmi. Non volevo nemmeno allenarmi con Eris. Quella mattina
volevo solo nascondermi sotto le coperte.
Into
the nothing Faded
and weary I
won't leave and let you fall behind
Ma ovviamente,
non potevo. Non avevo altra scelta: dovevo prepararmi per gli
allenamenti. Mi alzai dal
letto e mi
preparai. In casa non c'era anima viva, a parte me. Non sapevo dove
fossero i miei nonni, né mi interessava. Mentre mi
vestivo, notai una cosa. Un attimo dopo sentii un tuffo al cuore. Hito no Shi non
c'era più. La parete dov'era appesa era rimasta spoglia.
Poco dopo stavo
già entrando in palestra. Come sempre, Eris era
già lì, ad aspettarmi. Non appena
udì i miei
passi, si voltò verso di me. Mi squadrò e
mormorò
qualcosa che non riuscii a capire. Non potei fare a meno di tremare. Avevo un orrendo
presentimento. - Avvicinati. Subito. Era furente. E io
sapevo che avrebbe sfogato tutta la sua rabbia su di me. Mi avvicinai
lentamente, senza osare guardarla negli occhi. - Sarai contenta.
In famiglia hai un traditore. Stavolta, il suo
tono non era sarcastico. Eris mi parlava con voce severa e maligna. Sapevo che il
tradimento di
Hidari l'aveva colpita nell'orgoglio: un semplice ragazzo di vent'anni
era riuscito a fregare lei e tutti gli altri, senza che nessuno si
accorgesse di ciò che stava architettando. E ora non avrebbe
potuto fargliela pagare, perché nemmeno sapeva dove
trovarlo. Ma una cosa
poteva fare: prendersela con me. E ciò
non le dispiaceva. - Allora, non
dici niente? - mi chiese, nervosa. Io guardavo per
terra, incapace di trovare una risposta adeguata. Che cosa avrei
potuto dirle? Io ne sapevo quanto lei. Hidari non mi
aveva mai
parlato del suo tradimento. Erano anni che si confidava con me,
promettendomi che insieme ci saremmo ribellati. Appunto, insieme. E invece ora io
ero lì, che stavo per allenarmi con Eris, mentre lui era
riuscito a scappare. Senza il mio
adorato fratello, mi sentivo smarrita. Non avevo un punto di
riferimento. Hidari
rappresentava il mio unico affetto. E se lui mancava, io non esistevo.
Live
for the dying Heaven,
hear me I
know we can make it out alive
- Daruma Ashura,
ti sto parlando. Eris si morse le
labbra. La stavo facendo innervosire ulteriormente. - Io... non lo
so... La mia
allenatrice digrignò i denti. In un attimo, sentii le sue
dita fredde sulla mia guancia. Mi
sfuggì un gemito. Eris mi aveva appena dato uno schiaffo. Sentivo che il
viso pulsava e bruciava talmente tanto che trattenni a stento le
lacrime. Ma sapevo che quello era solo l'inizio. - NON FARE FINTA
DI NIENTE! La demone mi
prese per i capelli e si chinò verso di me. Chiusi gli
occhi. - Ti prego... non
ho fatto niente... - mormoravo, ma lei non mi voleva ascoltare. - TU LO SAPEVI!
LO SAPEVI, MALEDETTA! Era fuori di
sé. Avrebbe voluto uccidermi nel peggiore dei modi. Ma se avesse
osato farlo, Arashi le avrebbe destinato una punizione esemplare. Non ero felice,
per questo: Eris mi avrebbe fatto soffrire in mille altri modi, senza
togliermi la vita. - No... non
sapevo niente... - stavo per piangere davvero. La demone mi
afferrò il mento con due dita, strattonandomi. - Oh
sì che lo sapevi, piccola bastarda... A te Hidari dice
tutto... - sibilò. Quella frase mi
fece più male dello schiaffo. - Invece no...
non mi aveva mai parlato di questo... - mormorai, facendo fatica a
parlare. - Ah no? Non
prendermi in giro. - Ti prego,
Eris... se me lo avesse detto, non mi avrebbe lasciato qui... Mi scesero due
lacrime. - Hidari se
n'è andato senza di me... io non ne sapevo nulla... -
singhiozzai. Eris mi scrutava,
cercando di capire se stessi dicendo la verità. Ora piangevo sul
serio. Vedendomi in quello stato, la mia allenatrice mi
lasciò, buttandomi a terra. Ero rannicchiata
sul
pavimento, cosa che accadeva quasi ogni giorno. Ma stavolta rimasi
lì, a piangere. Mi coprii il viso con le mani. Volevo
scomparire.
Leave
me at the bottom I
am lost forever
Eris mi fissava. - Che ragazzino
insulso... ha tradito anche te... - sussurrò. Era felice di
vedermi in quello stato, ma ciò non placò la sua
rabbia. Io continuavo a
singhiozzare. Non avevo mai osato piangere in quel modo, davanti a lei.
- Alzati. - mi
ordinò, afferrandomi un braccio - Dobbiamo allenarci. Cercai di
calmarmi, per evitare di peggiorare le cose. Nessuna delle mie
lacrime poteva impietosire Eris. - Stamattina ti
eserciti con le pistole. Ne userai due contemporaneamente, e guai a te
se non colpisci il bersaglio. Respirai
lentamente e mi asciugai il viso con le mani. Se non altro, non avrei
dovuto combattere contro di lei.
Letters from the dead
Say goodbye
***
Le due del
pomeriggio giunsero
molto lentamente. Eris continuava a strattonarmi, anche quando riuscivo
a centrare il bersaglio. Ma l'allenamento pomeridiano fu ancora peggio,
perché mi allenai nelle arti marziali, naturalmente contro
di
lei. Mi fece male,
inutile dirlo. Quando uscii
dalla palestra alle sei, avevo varie botte su tutto il corpo. Cercai di
non farci caso. D'altronde,
l'assenza di Hidari mi faceva più male di tutte le ferite
del mondo. E in quel momento ancora di più.
Sorrow
falls upon us This
will be the last time
Esattamente un
giorno prima io e il mio adorato fratello eravamo nella radura,
insieme. Ora, invece, ero
rimasta da sola. Ma nonostante
questo, mi diressi lo stesso verso il bosco. Dentro di me
nutrivo una
piccola speranza: chissà, magari Hidari mi sarebbe venuto a
prendere proprio lì, dove ci incontravamo sempre. Nel nostro
luogo preferito. Ma sapevo che era
impossibile. Mio fratello non aveva modo di arrivare fino alla radura
senza essere visto. E lui non doveva essere
visto. Perché altrimenti l'avrebbero ucciso.
Days
begin to end But
I'll get by
Guardai il prato
dove, fino a un giorno prima, io e Hidari ci allenavamo con la katana. Deserto. Non vedevo nulla.
Non m'importava di niente, lì intorno, se non c'era il mio
amato fratello. Desolazione più totale.
Mi buttai
sull'erba fresca, e piansi fino ad esaurire le lacrime.
Follow
the hopeless And
shut your eyes
***
Trascorsero
dodici giorni. I pochi demoni
rimasti
sull'isola, assieme ai miei nonni, si recavano ogni sera a Moon, alla
ricerca di mio fratello. Nessuno riuscì a trovarlo. In compenso,
tutti lo volevano morto. Era questa la pena riservata ai traditori dei
clan di Arashi. Dovevano essere
uccisi, senza pietà.
Ogni mattina,
quando mi svegliavo, guardavo il letto di Hidari. Ero completamente
sola. I miei
nonni non rientravano quasi mai a casa, e nelle mie giornate esisteva
unicamente Eris. Solo alle sei del pomeriggio mi rifugiavo nella
radura, a piangere. Più
passavano i giorni, più avevo paura che il mio adorato
fratello non sarebbe venuto a prendermi.
All
will be abandoned, None
will shine
Anche quel giorno
ero andata nella radura. Appena arrivata, mi sedetti sul prato. Una farfalla
bianca si posò su un fiore davanti a me. Sorrisi amaramente,
mentre vedevo che volava via. In quel momento,
non potei fare a meno di pensare. Mi chiedevo dove
fosse mio fratello. Chissà se era preoccupato per me. Una cosa era
certa: non ce l'avevo con lui. Continuavo ad
amare Hidari come sempre, nonostante mi sentissi abbandonata. E in fondo
sentivo che prima o poi sarebbe tornato da me, per portarmi via.
Gather the
broken and leave this life Lying in the
earth, Side by side
Chiusi gli occhi.
Riuscivo a immaginarmi mio fratello, che mi sorrideva. E a poco a poco,
nella mia mente riaffiorarono alcuni ricordi.
-
Sai, fratellone, sei il mio migliore amico... Una
bambina sedeva sull'erba, sorridendo a un ragazzino. Un attimo dopo, lo
abbracciò. Ero
io. Non
li
dimostravo nemmeno, i miei cinque anni. Navigavo nelle magliette,
troppo grandi per il mio corpicino gracile. Ma vicino a lui, vicino a
Hidari, io mi sentivo forte. -
E tu sei la mia migliore amica, piccola. Anche
mio fratello sorrideva. Ma già a dodici anni, i suoi occhi
erano tristi e malinconici. -
Grazie per avermi difeso, oggi - gli sussurrai. Hidari
mi baciò sulla fronte e mi accarezzò. -
Eris non ti sfiorerà mai, finché ci
sarò io a proteggerti. Mi
sentivo bene. Mi sentivo al sicuro.
I'll
keep you inside Where
I lead you cannot follow
-
Sai, Daruma... sono come il tuo principe azzurro. Mi
si illuminarono gli occhi. -
Davvero? Che bello! La
mia voce suonava un po' squillante e infantile. Ero
ingenua. Ma il dolore lo conoscevo, eccome. Anche
se non come ora, perché a quei tempi non mi rendevo davvero
conto di vivere in un mondo come quello. -
Sapevo che ti sarebbe piaciuta l'idea. Hidari
continuava a sorridere. Già
allora mi sembrava un bel ragazzo: era magro e slanciato, perfino un
po' muscoloso, con i capelli arruffati e la frangia, che cadeva sempre
sugli occhi. -
E io? Io cosa sono? - chiesi, impaziente. -
Bé, se io sono il principe... tu sei la principessa. La mia
principessa. Sorrisi,
entusiasta. -
Sì, la principessa! - esclamai, felice. Mio
fratello guardò il cielo per un attimo, pensando. Poi
annunciò, con aria soddisfatta: -
Ho
deciso. Non mi piace chiamarti Daruma, come fanno tutti gli altri. Mi
hai sempre detto che questo nome non ti va a genio. Perciò,
da
ora in poi ti chiamerò in un altro modo. Lo
guardai sgranando gli occhi. -
Come mi chiamerai? Eh? Come? - domandai ansiosa. -
Hime. - rispose, fiero della sua decisione. Quel
nome mi piaceva, aveva un bel suono. -
Che bello! Ma... che significa? Il
mio adorato fratello rise, accarezzandomi la testa. -
Ovvio, significa "principessa". Sorrisi,
col cuore che a poco a poco si riempiva di gioia, e abbracciai Hidari
più forte che potevo. -
E siccome tu sei la mia principessa, - continuò poco dopo -
io ti porterò in salvo. -
Davvero? -
Certo, Hime. Un giorno ce ne andremo da qui. - sussurrò, per
evitare che qualcuno lo sentisse. Continuai
a stringere mio fratello, poggiando la testa sul suo torace. -
Non vedo l'ora che arrivi quel giorno, fratellone! - esclamai. Sentivo
che sarebbe arrivato presto. Da bambina ero piuttosto ottimista. -
Arriverà, vedrai. - mi rispose, dolcemente - Te lo prometto.
Straight into the light
As my breath grows still and shallow
Riaprii gli
occhi. Una lacrima mi stava rigando la guancia. Abbassai lo
sguardo e fissai l'erba. Non ce l'avrei
fatta ad andare avanti così. Rivolevo mio
fratello.
Stay
with me, You're
all I have left... I
know we can make it out alive
- Hidari... -
sussurrai, guardando il cielo. Non c'era una
nuvola. Il sole splendeva, ma tra poco tempo sarebbe tramontato. - Hidari... -
ripetei, mentre un'altra lacrima scendeva.
Stay
with me, You're
all I have left...
- Hime... Sussultai. L'avevo sentita
davvero. Non era la mia immaginazione. Era un suono
dolce, il più dolce che avessi mai udito. Era la voce di
Hidari.
Mi alzai di
scatto e mi voltai. Era
lì. Era davvero
lì. Il mio adorato
fratello era ritornato a prendermi.
I know we can
make it out alive
***
Spazio autrice ***
Eccomi
qui col
sesto capitolo! =) Spero che vi sia piaciuto. Ripeto che la storia
è malinconica, e non vorrei annoiarvi troppo. :-S
Stavolta ho utilizzato la canzone "Into the nothing", sempre dei
Breaking Benjamin. E' una delle mie preferite ;)
Ah, volevo segnalarvi una cosa. La mia amica Chandrajak ha scritto una
crossover con alcuni personaggi di questa storia (Hime ed Eris), quindi
se vi piacerebbe leggerla la trovate sempre in questa sezione. :) Si
chiama "Princess of pain: before we dared the storm".
Ringrazio tutti coloro che leggono e/o recensiscono la mia storia, mi
rendete davvero felice! ^^ Kiriri93: grazie
per le tue recensioni, Bea!! E grazie anche di avermi fatto notare gli
errori ;) ;) Bè, diciamo che Hime ha fiducia in suo
fratello, ma crede anche che lui non abbia modo di tornare a prenderla
(perché effettivamente non ci sono molti modi, a meno che
non voglia farsi beccare dai demoni rimasti sull'isola ^^''). E poi si
sente completamente abbandonata, perché deve affrontare Eris
e gli altri da sola... sai che gioia O.o Ehh sono contenta che ti sia
piaciuto l'attacco (anche se non l'ho descritto XD). Ebbene
sì, Eris mi serve ancora e non la posso fare uccidere
durante una missione, purtroppo! ^^''' Raukath: ehh
già, i nonni non sono proprio dolci e gentili ^^'''
Però Hidari ha fegato, eh? XD Non preoccuparti, come si
legge in questo capitolo non ha abbandonato Hime! :) Non lo farebbe mai
XD Sono felicissima che ti piaccia come ho inserito i versi della
canzone. Devo dire che mi aiuta molto a scrivere i capitoli, mi danno
l'ispirazione! ;) Non preoccuparti, di capitoli ce ne saranno ancora.
Non siamo arrivati nemmeno a metà ;) Però,
secondo me, la storia rimane ancora un po' corta... è sempre
questa la mia preoccupazione X.x Pillo:
strano che la nonna ti sia simpatica, però come hai detto
almeno è più gentile degli altri. XD Ehehh, era
inevitabile che Hidari passasse dalla parte dei buoni ;) Quella frase
l'ho messa apposta, cercando di darle un po' di effetto. Vedo che con
te ha funzionato! *__* Sono lusingata :P Chandrajak:
lo sapevo che la nonna sarebbe piaciuta anche a te XD. Spero di non
darti troppe mazzate, però! :( ma non preoccuparti, prima o
poi la situazione si risolverà (come tu ben sai). :) E
grazie per la spin-off!! :D Thoas Pensiero: eehh
già, Eris si roderà per un po' XDXD. Hidari
è stato piuttosto furbo. =) Tranquillo, come si legge in
questo capitolo è tornato, anche perché, proprio
come hai detto, Hime da sola non potrebbe farcela. :( Dust_and_Diesel: tranquilla,
recensisci pure quando vuoi! ;) Anzi, grazie per aver commentato tutti
i capitoli! ^^ Sono felice che ti piacciano le scene della buonanotte e
del combattimento. Hime e Hidari sono molto legati fra loro, mi fa
piacere sapere che sono riuscita a farti capire ciò che
provano. :) Per quanto riguarda la scena del barbone, ho cercato di
renderla il più drammatica possibile, nonostante fosse
narrata sottoforma di dialogo. Ebbene sì, Hime e suo
fratello non assomigliano molto ai loro parenti XD E' un miracolo che
siano nati loro. ;) Diciamo che Hidari e Hime sono semplicemente
più intelligenti e sensibili dei genitori e dei nonni. La
loro famiglia guarda più che altro il fatto di essere
più potenti di chi non è alleato di Arashi, che
non può niente contro di loro. Ma la nonna, nella sua
vecchiaia, si rende conto che - almeno coi nipoti - potrebbe essere un
po' più gentile. XD Hai ragione, ha dei lati buoni di cui si
vergogna ;) Sono felice di averti sorpreso!! ^^ Spero che ti piaccia
anche questo capitolo. :)
Grazie ancora a tutti quanti! ^^ A presto, col prossimo capitolo. ;)
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for the answers I knew all along I
lost myself, we all fall down Never
the wiser of what I've become Alone
I stand - a broken man
All
I have is one last chance I
won't turn my back on you Take
my hand, drag me down If
you fall then I will too And
I can't save what's left of you...
In un istante, il mio cuore si riempì di
felicità. Sentii
il sangue scorrermi nelle vene, e capii di essere finalmente ritornata
in vita.
Hidari era di nuovo lì, di fronte a me.
Mi avrebbe portata via con lui. Ce l'avremmo fatta, me lo sentivo.
Sing
something new, I have
nothing left I can't face
the dark without you
- Hime, piccola mia... stai bene? - sussurrò.
Avevo le lacrime agli occhi. Non riuscivo nemmeno a parlare.
Ma non m'importava: corsi immediatamente dal mio amato fratello,
finendo tra le sue braccia.
Mi sentivo di nuovo al sicuro.
Hidari mi strinse talmente forte che per un attimo non riuscii a
respirare.
- Piccola, mi dispiace... mi dispiace... - parlava a stento.
In quel momento, stavo già piangendo. Le lacrime scendevano
copiose, bagnando la camicia di mio fratello.
Per la prima volta nella mia vita, si trattava di lacrime di gioia.
- Non piangere, Hime... non piangere...
Lo guardai, stringendolo con tutte le mie forze. Mentre mi accorgevo
che il mio viso era a pochi centimetri dal suo, sentivo che tutto il
dolore provato finora, tutto il male che mi avevano fatto Eris e gli
altri, stava scomparendo.
Hidari mi asciugò le lacrime con le dita, mentre a poco a
poco
riacquistava il sorriso. Mi accorsi che anche lui stava piangendo.
- Hidari, sei tornato... - mormorai infine, con la voce rotta.
- Certo, piccola... come potevo abbandonarti, sei tu la mia unica
ragione di vita...
Il mio adorato fratello si abbassò ancora di più
verso di me e prese a baciarmi le guance.
- Scusami... scusami, Hime... mi dispiace... - ripeteva, dopo ogni
bacio.
- Non devi scusarti, non ne hai motivo... - gli sussurrai, ma lui non
si convinse.
- Invece sì. Ti ho lasciata senza una spiegazione, in
balìa di Eris e degli altri demoni rimasti... non oso
immaginare
che giorni hai passato. Perdonami, sorellina. Perdonami, ti prego, ma
era l'unico modo per scappare.
Hidari era piuttosto agitato, nonostante fosse incredibilmente
sollevato dal vedermi lì, sana e salva.
Se io avevo passato quegli ultimi dodici giorni a piangere, lui li
aveva trascorsi in uno stato di completa agonia.
- Fratellone, stai tranquillo. Non importa ciò che
è successo. Ora mi interessa solo starti vicino.
Ero sincera e Hidari lo sapeva. Mi sorrise, mentre altre due lacrime
gli rigavano il volto.
- Non piangere nemmeno tu, fratellone... - gli sussurrai dolcemente.
Hidari mi baciò sulla fronte, sorridendo.
- Ok piccola, non piango. - mi rispose - Ma ora ti chiedo di ascoltarmi
attentamente.
Smisi di abbracciarlo e lo guardai negli occhi, pronta a sentire tutto
ciò che mi avrebbe detto.
- Dobbiamo fuggire, Hime. Dobbiamo farlo subito. - mormorò a
denti stretti.
Annuii debolmente.
Mi batteva forte il cuore. Ero agitata.
Riuscivo a percepire la tensione di mio fratello.
- Ascoltami bene: sono riuscito a venire fin qui grazie a queste.
In quell'istante, prese dalla tasca due oggetti minuscoli. Poi tese la
mano verso di me e la aprì.
Avevo davanti due pietruzze, grandi nemmeno due centimetri. Se non
fosse stato per l'intenso colore ocra, le avrei scambiate per due
comunissimi sassi.
Guardai Hidari con aria interrogativa. Non riuscivo a capire cosa
c'entrassero.
- Le hanno create all'agenzia Hope, sono opera di alcuni maestri molto
potenti. Non ne so molto, ma mi hanno spiegato che possono teletrasportare al
massimo due persone.
Sgranai gli occhi.
- Vedi, Hime... è grazie al potere Hi che le hanno create.
Mio fratello mi rivolse uno sguardo che non riuscii a decifrare.
- Queste due pietre sono state programmate per fare andata e ritorno
dall'agenzia fino a qui e viceversa. Per teletrasportarsi basta farle
scontrare l'una con l'altra, una sola volta. E' così che ho
fatto io, per venire da te.
Ero sbalordita: nell'isola dove vivevo i demoni possedevano
abilità di gran lunga superiori all'uomo, ma mai avrei
pensato
che dei comuni mortali potessero utilizzare il potere Hi per creare
oggetti del genere.
Ancora non sapevo di cosa fossero capaci, all'agenzia Hope.
- Ma... tu come hai fatto a procurartele? - gli chiesi, ancora
incredula.
- In questi dodici giorni sono stato sempre all'agenzia. Mi hanno
nascosto lì e insieme abbiamo trovato un modo per venirti a
prendere.
Hidari mi strinse la mano, mentre con l'altra teneva le pietre.
- Hime, c'è una cosa che non sai. Ma non posso spiegartela
ora,
non c'è tempo. Dobbiamo scappare prima che ci trovino.
Lo guardai, senza capire che cosa mi nascondesse.
- Non preoccuparti, piccola. E' una bella notizia.
Gli occhi di mio fratello si illuminarono.
- Ora andiamo, coraggio. Stringi forte la mia mano. -
continuò, senza lasciarmi il tempo di rispondere.
Cercai di reprimere la curiosità, e mi limitai ad annuire.
Hidari mi baciò sulla guancia, dolcemente. Mi teneva stretta
la mano.
- Prendi una pietra. Al mio via le facciamo scontrare, e in quel
momento ci teletrasporteremo.
- Ok, fratellone. - sussurrai.
Era tutto pronto. Tra meno di un secondo ci saremmo potuti
teletrasportare.
Il mio adorato fratello mi guardò, tenendo la sua pietra con
due dita. Io lo imitai.
There's
nothing left to lose The
fight never ends I
can't face the dark without you
Ci sarebbe bastato un altro istante. Uno solo.
Ma in quel momento, Hidari fece cadere la pietra.
Alzai di scatto la testa verso di lui, per capire il motivo di quel
gesto.
Mio fratello non mi guardava. Stava fissando un albero, alla sua
sinistra.
Accadde tutto in un attimo. Quell'attimo che ci sarebbe servito per
scappare.
- No... - mormorò mio fratello. Riuscii a mala pena a
sentirlo.
Poi me ne accorsi.
Eris era lì, in piedi su un ramo di un albero.
Swallow
me under and pull me apart I
understand there's nothing left
Mi sentii svenire. Tremavo.
Tremava anche Hidari.
Pain
so familiar and close to the heart No
more, no less, I won't forget
- Bene, vedo che il nostro paladino della giustizia è
tornato a
farci visita. - sibilò la demone, con un sorriso di pura
soddisfazione.
Sentivo che la mano di mio fratello, ancora stretta nella mia, era
fredda.
- Hime, ora! - esclamò improvvisamente, mente raccoglieva
con rapidità la pietra.
Sussultai, ma non mi lasciai cogliere di sorpresa. Ero pronta a
teletrasportarmi, in quell'istante.
Con una velocità impressionante, io e Hidari avvicinammo le
pietre.
Come
back down, Save
yourself
Ma non bastò.
Anche quella volta, Eris fu più veloce.
Quando toccai la pietra di Hidari, mi accorsi di non avere
più in mano la mia.
Sentii un tuffo al cuore. Non riuscivo nemmeno a respirare.
Mio fratello mi guardò, terrorizzato.
- NO! - urlò, voltandosi indietro.
Eris era lontana da noi una decina di metri. Mi voltai anche io, e la
vidi mostrare con orgoglio la mia pietruzza.
- Hai davvero creduto di poter giocare con noi, Hidari? -
esclamò - E va bene, se proprio insisti... giochiamo.
Era furiosa e la presenza di mio fratello aveva scatenato in lei un
istinto sadico.
In un attimo la vidi scagliare in aria la pietra, che
atterrò
una ventina di metri davanti a noi. Era finita nella foresta.
- Brutta... bastarda... - ringhiò Hidari.
Eris sorrise. Era felice.
Non si mosse: sembrava voler rimanere lì a guardarci, per
capire
cosa avremmo fatto in quel momento. Quasi come se si stesse godendo uno
spettacolo teatrale.
- Hidari... che facciamo? - mormorai, mentre le labbra mi tremavano.
Mio fratello mi strinse ancora più forte la mano,
digrignando i denti.
- Non lo so...
Eris si lasciò sfuggire una risata. Dietro di lei stavano
arrivando altri quattro demoni.
- Maledizione... - sussurrò Hidari.
Eravamo in trappola.
- Te la faremo pagare cara, traditore! Pensavi di farcela sotto il
naso? E ora vedrai... - sibilò Eris, leccandosi le labbra.
Mio fratello era impietrito. Non sapeva come fuggire.
L'unico modo sarebbe stato quello di correre a riprendere la pietra,
per poi teletrasportarsi. Ma i demoni erano molto più veloci
di
noi, e ci avrebbero raggiunti dopo un solo passo.
- Scappa... - mi sussurrò Hidari.
Aveva gli occhi lucidi.
Avvertii un nodo allo stomaco. Non riuscivo a credere a ciò
che avevo sentito.
Quella parola mi colpì come un pugnale.
- Cosa? No... non senza di te. - ribattei, decisa.
Non avrei ascoltato il mio amato fratello, stavolta. Non sarei fuggita
da sola.
I
can't find my way to you And
I can't bear to face the truth
- Scappa, Hime. Ti prego, fai quel che ti ho detto. - gli scese una
lacrima.
- No, Hidari. Non ti lascio qui.
Lo guardai negli occhi.
- Rimango con te, fratello mio. Non ti abbandono.
Anche a me scese una lacrima.
Hidari si morse le labbra.
- Hime, ti prego, scappa. Salvati.
Stavo iniziando a piangere di nuovo, mentre sentivo un forte dolore al
cuore.
I
wanted to forget, I'm
trying to forget
- Devi
vivere, sorellina. Vivi, fallo per me.
Scossi la testa, rifiutando di capire.
- No! No, Hidari! Io sto con te, non ti lascio, non voglio!
Lo stavo implorando.
Don't
leave me here again
Eris e gli altri erano ancora fermi, a dieci metri di distanza. La
demone sorrideva.
Volevano vedere cosa avrebbe fatto mio fratello, prima di raggiungerci.
- Hime, tu hai bisogno
di vivere. Ascoltami, ti prego. Credimi, devi salvarti. - stava
piangendo.
Scossi di nuovo la testa, mentre altre due lacrime mi rigavano il volto.
- Scappa, piccola Hime - singhiozzò il mio amato fratello -
Corri a prendere la pietra che è caduta e teletrasportati.
Salvati, sorellina mia.
Le mie gambe non volevano muoversi.
I demoni si erano spazientiti: iniziarono a camminare verso di noi.
Eris continuava a leccarsi le labbra, pregustando quel momento che
tanto desiderava.
Ma io non volevo muovermi.
- SCAPPA, HIME! - mi urlò Hidari - SCAPPA!
Non feci in tempo a ribattere. Mio fratello mi dette la sua pietra e mi
spinse in avanti.
Sentii che le nostre mani, strette fino a quel momento, si stavano
separando.
- NO! - gridai, ma stavo già correndo.
Il cuore mi batteva forte, lo udivo rimbombare nella mia mente.
Riuscivo a vedere solo gli alberi, che a poco a poco si stavano
avvicinando.
La pietra luccicava su alcune radici poco più avanti. C'ero
quasi.
Ma un rumore improvviso mi fece fermare.
I
am with you forever, the end
Mi voltai. Il mio amato fratello era caduto a terra, legato dal torace
fino alle caviglie. Due demoni tenevano strette alcune corde. Eris lo
guardava, ridendo.
Impallidii.
- HIDARI! - gridai.
Volevo tornare da lui, ma non ci riuscii.
Avvertii una folata di vento, e in un istante un demone apparve alle
mie spalle, afferrandomi.
- HIDARI! - ripetei, cercando di liberarmi.
Ma ero immobile. Le mani ruvide del demone non mi lasciavano via di
scampo.
Mio fratello mi sentì, e cercò di girarsi verso
di me. Ma nemmeno lui ne fu capace.
Holding
the hand that holds me down I
forgive you, forget you, the end
Un attimo dopo il demone mi lasciò.
Provai un dolore lancinante al retro del collo. Mi aveva colpito.
Non riuscivo a vedere più nulla. La radura, Eris, Hidari:
tutto appariva sempre più sfocato.
Stavo cadendo in avanti, ma non avevo forze per parare l'impatto con il
suolo.
Udii un urlo. Non sapevo se provenisse da mio fratello o da me stessa.
L'odore dell'erba mescolata alla terra mi invase le narici.
Holding
the hand that holds me down
E poi, nient'altro.
Solo buio.
I
forgive you, forget you, the
end...
***Spazio dell'autrice***
Salve a tutti! ^^ Spero che questo capitolo vi sia
piaciuto. Sì lo so, la storia si è rifatta
cupa... :( Ma mi auguro che continuiate lo stesso a leggerla! O.o E mi
raccomando, se trovate qualcosa che non vi piace segnalatemelo pure! :)
Vi anticipo una cosa molto importante. Domani vado in vacanza, quindi non ci sarò fino
al 12 agosto. Ma spero che, quando tornerò,
riprenderete lo stesso a leggere questa storia, mi farebbe molto
piacere! :D
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e tutti quelli che hanno anche
recensito! :D Grazie davvero, mi fate davvero tanto piacere!! *__*
Raukath: sono
contenta che ti siano piaciuti il sesto capitolo e il flashback! :D :D
Però spero che questo settimo capitolo non ti abbia deluso
troppo! :( Mi auguro che continuerai lo stesso ad andare avanti a
leggere, e aspetto presto anche il seguito della tua storia! :D Iolyna92: grazie
anche a te per i complimenti, sono lusingata! *__* spero che anche il
finale di questo capitolo ti possa lasciare sulle spine ;) eheh XD
aspetto il seguito anche della tua storia! ^^ Dust_and_Diesel: grazie!
^^ Ehhh, purtroppo non ho dei tempi di aggiornamento molto brevi
ultimamente O.o però cerco lo stesso di fare abbastanza
presto :) spero che il racconto di Hidari in questo capitolo
non ti abbia lasciato delusa. In effetti c'è ancora una cosa
che deve dire a Hime... ma questo si scoprirà più
avanti ;) Sono felice che ti sia piaciuto anche il flashback! ^^ Thoas Pensiero: grazie
anche a te! :) Eh già, la situazione di Daruma stava proprio
peggiorando :( Ma almeno, fino a poche righe fa, era migliorata. Non
preoccuparti, che prima o poi Eris avrà ciò che
si merita ;) Questa storia è triste, ma non significa che lo
sia fino alla fine! ^^ Pillo: donna,
grazie! ^^ A te rispondo brevemente, tanto l'ho già fatto a
voce XD Poi domani mattina parto, quindi devo sbrigarmi O.o quindii...
sono felice che il flashback sia una delle tua parti preferite! ^^ E
Eris... bè, hai colto in pieno ciò che
è: deficiente fino a quel punto. Almeno ora si è
presa una bella steccata! ;) E se la riprenderà, prima o
poi! U.U Kiriri93: grazie
anche a te Bea! ^^ Ehhh già, la scena della farfalla in
realtà contiene alcuni significati. Anche per quella ti ho
risposto sul forum, quindi non sto a ripeterli XD Sono felice che tu
l'abbia colta eheheh ;) Tranquilla, recensisci pure i capitoli qui! ^^ ndrew7: wowww
6 recensioni tutte in un colpo! *__* Ti ho già detto quanto
mi hai fatto felice! XDXD Sono proprio contenta che la storia ti
piaccia, mi ha lusingato il modo in cui l'hai descritta! *__* E
tranquillo per la lunghezza, capisco che il primo capitolo possa
spaventare O.o XD. E' curioso che ti affascini la figura di Arashi O.o
Ma vedo che Eris non è tra le tue preferite ;)
Però ti svelo che Arashi non entrerà in gioco in
questa storia, purtroppo! :( Lei è l'antagonista della
storia che viene dopo di questa (non è proprio un seguito,
ma tra i protagonisti c'è anche Hime). Qui mi concentro di
più su Eris e sulla "bella" fine che le voglio far fare ;)
;) Spero che non rimarrai deluso per questo O.o eheheh e non sai quanto
mi fa piacere sentire che ti piace Hidari :) E' uno dei miei personaggi
preferiti, assieme a Hime :) ah, e il nome Hope per l'agenzia piace
anche a me. Forse è troppo scontato, ma non importa XD.
Infine, spero che questo settimo capitolo non ti deluderà
(anche se non ci metterei la mano sul fuoco, visto che c'è
di nuovo una ricaduta X.x). Grazie ancora per tutti i tuoi
complimenti!!! *__*
Ebbene, ci rivedremo dopo il 12 agosto! ^^ Vi ringrazio ancora tutti
quanti, le vostre recensioni mi incoraggiano a scrivere ancora! :D
White
walls surround us No
light will touch your face again Rain
taps the window As
we sleep among the dead
Days
go on forever But
I have not left your side We
can chase the dark together If
you go then so will I...
Nessuno era in
grado di capire l'affetto che legava me e Hidari. Vivevo in un
mondo maligno, circondata dall'oscurità, ma accanto a lui
era tutto diverso. Accanto a lui, io
imparavo a conoscere l'amore e la speranza. Accanto a lui, il
buio non esisteva. Volevo continuare
a vivere, ma solo perché sapevo che ci sarebbe stato lui al
mio fianco. Mio fratello era
tutto ciò che avevo.
There is
nothing left of you I can see it
in your eyes
Quando mi
risvegliai, il sole stava tramontando. Faceva freddo. Il retro del
collo pulsava ancora dal dolore, ma non fu quella la mia prima
preoccupazione. - Si è
svegliata... che ne facciamo di lei ora? Quella voce mi
fece tremare.
Era tetra, fin troppo. Proveniva da dietro di me, era talmente vicina
che mi rimbombò in testa. Solo allora mi
accorsi delle braccia robuste che mi tenevano ferma. Appartenevano al
demone che mi aveva tramortito poco prima. Parevano marmo.
Non riuscivo nemmeno a muovermi. Capii di essere
stata
lì, stretta al petto di quel demone viscido per tutto il
tempo.
La testa mi scoppiava per il male e la schiena era a pezzi. E poi, come un
fulmine mi ritornarono alla mente alcune immagini.
Hidari
mi aveva urlato di scappare. Eris
e gli altri l'avevano preso. Mio
fratello era a terra. Legato.
Inerme.
Sussultai, mentre
il mio sangue si trasformava in ghiaccio. - Mi pare che la
risposta sia ovvia. Tienila ancora lì, per adesso abbiamo
una cosa più importante da fare. Riconobbi
immediatamente quel tono. Alzai la testa,
sopportando il dolore, e vidi Eris avvicinarsi. - Allora,
piccolina? Ti sei svegliata alla fine, eh? Sentii lo stomaco
rivoltarsi per la nausea, di fronte a quelle parole ricche di sarcasmo.
- Eris... -
mormorai, ancora intontita - tu... Lei mi rivolse un
sorriso maligno. - Cosa gli hai
fatto? - proseguii, il tono carico d'odio - Non osare toccarlo... La mia
allenatrice e l'altro demone si lasciarono sfuggire una risata. - Non temere, tu
stessa potrai notare che non abbiamo nemmeno sfiorato il tuo caro
fratellino. Le parole di Eris
non mi rassicurarono. Il demone che mi
teneva stretta si girò dalla parte opposta, trascinandomi
con sé. Fu allora che lo
vidi.
Hidari era in
piedi davanti a me, distante qualche metro. Due demoni ai
suoi fianchi reggevano delle corde molto lunghe, che lo stringevano
dalle spalle alle ginocchia. Il mio adorato
fratello era immobile, con la testa rivolta verso il basso. Era
debole. Era
sconfitto.
Sing
the anthem of the angels And
say the last goodbye
In quel momento,
sentii che il mio cuore si rifiutò di battere. Non volevo
credere a quella visione. - Visto? Non
l'abbiamo toccato. Eris mi sorrise,
ma io ormai non la ascoltavo più. - Hidari... -
mormorai, con la voce rotta. Lui
riuscì a sentirmi. Alzò di colpo la testa e la
volse verso di me. - Hime... ti sei
svegliata... La sua voce era
impregnata di dolore. Avvertii una
fitta al petto, quando notai che nei suoi occhi si leggeva una
tristezza che mai aveva provato prima. Il mio adorato
fratello era consapevole di ciò che stava per accadere. Ma
non aveva paura per sé stesso. Sapevo che il suo
rammarico
più grande era quello di vedermi ancora lì,
intrappolata
tra le braccia nerborute di uno dei pochi demoni rimasti sull'isola. L'intento di
Hidari era quello di salvarmi. Voleva che anche io scappassi, come
aveva fatto lui. Era tornato
sull'isola solo per me. E ora l'avevano preso. Per colpa mia. Avrei voluto
uccidermi nel
peggiore dei modi. Se non fosse stato per me, Hidari sarebbe rimasto
all'agenzia Hope. Avrei preferito essere abbandonata, piuttosto che
vederlo in quello stato.
Cold
light above us Hope
fills the heart And
fades away
Ma
mio fratello era coraggioso. Mio fratello mi amava. Sarebbe stato
addirittura felice, se Eris e gli altri avessero preso solo lui. E io intanto
sarei morta di dolore.
Skin
white as winter As
the sky returns to grey
Hidari era un
pezzo della mia anima. Se lui soffriva, soffrivo anche io. Non ero in grado
di respirare, vedendolo in quello stato. Iniziai a
piangere silenziosamente, mentre mio fratello mi parlava. - Piccola, non
essere triste... - Zitto, Hidari!
Risparmia il
fiato per dopo. - sibilò Eris mentre gli si avvicinava,
raggiungendo un altro demone lì vicino. Nutrii un forte
impulso
omicida verso di lei. Provai a muovermi, ma ero bloccata: il demone che
mi teneva ferma rimaneva impassibile. Era troppo forte, per me. - Non osare
rivolgermi la parola, lurida bastarda... - sputò Hidari. Eris si morse le
labbra con
violenza, cercando di reprimere la collera. Mio fratello le teneva
testa in una maniera impressionante. - Oh, lo sai che
te ne pentirai, traditore... - Credi che me ne
importi
qualcosa? Potete farmi quello che volete, ma non potrete mai negare che
sono riuscito a fregarvi, tutti quanti. Ogni demone
lì intorno emise un ringhio acuto. Quello che mi tratteneva
strinse ancora più forte, facendomi male. - Ma guardatevi,
- continuò mio fratello - siete rimasti in cinque. Vi siete
fatti ingannare da un ragazzino. Gli occhi di Eris
si fecero
ancora più rossi. Avanzò di qualche passo verso
mio
fratello, fino a che i loro visi non furono distanti pochi centimetri. - Ti giuro... -
sibilò - che te la farò pagare... Gli altri demoni
digrignarono i denti. Io rabbrividii. - Puoi anche
farmela pagare, ma ti assicuro che non avrai vita facile... Il tono di Hidari
era diventato straordinariamente calmo.
- SPORCO
TRADITORE! Trasalii,
nell'udire all'improvviso quella voce tuonante. Solo allora mi
accorsi della presenza dei miei due nonni. Erano poco più
avanti di Eris. Mio nonno era
rosso in volto e
fremeva di rabbia. Avrebbe voluto scagliarsi contro mio fratello, ma
sua moglie lo tratteneva per una manica, piangendo amaramente. Hidari
cercò di ignorare l'accusa di nostro nonno. Si
voltò verso di me, guardandomi intensamente. Io stavo ancora
piangendo, sperando con tutte le mie forze che lo avrebbero liberato. - Hime,
piccola... stai tranquilla, ok? Non piangere... - mi
sussurrò lui, dolcemente. Il demone che mi
teneva ferma sputò a terra. Io non riuscivo a
parlare. In compenso, tremavo sempre più forte. - Ti avevo detto
di stare zitto, traditore! - urlò Eris, mentre il demone che
le stava accanto stringeva i pugni. Hidari non si
girò verso di lei: continuò a guardarmi,
ignorandola. Cercai di
reprimere le lacrime. Non volevo rattristarlo ancora di più. Ma era inutile.
Avevo paura per il mio amato fratello.
Days
go on forever But
I have not left your side
In quell'istante
Eris digrignò i denti, indietreggiando di qualche passo. - Sorrow, ora!
Iniziamo. - esclamò al demone vicino a lei. Sorrise,
leccandosi le labbra. Sentii un tuffo
al cuore.
We
can chase the dark together If
you go then so will I
Sorrow aveva
sembianze umane, ma era spregevole quasi quanto Eris. - Bene, si dia
inizio alle danze. - mormorò, gelido. Hidari continuava
a guardarmi. Dietro la frangia, i suoi occhi grandi divennero lucidi. Era chiaro
ciò che stava per accadere.
There
is nothing left of you I
can see it in your eyes
Tremai
violentemente, mentre sentivo di cadere a pezzi. - Hidari... -
sussurrai, senza forza. Le mie labbra si
colorarono di bianco. Mio fratello
tentava di rimanere calmo, senza smettere di fissarmi. Sorrow era
davanti a lui. Lo vidi allungare un braccio, irrigidendo la mano. I due demoni ai
fianchi di mio fratello fecero due passi indietro. - HIDARI! NO! -
gridai, disperata. - Non urlare,
mocciosa! - esclamò il demone dietro di me,
stringendomi ancora più forte. Non volevo
ascoltarlo. Poteva stritolarmi quanto desiderava, ma non sarei stata
zitta. - LASCIATELO,
LASCIATELO! - gridai di nuovo. Ma nessuno mi
ascoltò.
Sing the
anthem of the angels And say the
last goodbye
Sorrow mosse
leggermente la mano che aveva irrigidito. Immediatamente, dal suo polso
uscì un lampo di luce. Era un attacco
spirituale. - Chiudi gli
occhi, Hime... - sentii sussurrare il mio amato fratello. Un attimo dopo,
il lampo di luce lo raggiunse, colpendogli la pancia. Il mio adorato
fratello gemette dal dolore. - NO! LASCIATELO!
- urlai. Il mio petto
pareva voler scoppiare. Eris mi guardava.
Rideva. Gridai un'altra
volta, mentre il demone dietro di me continuava a stringermi. Hidari era ancora
vivo. Quell'attacco non era stato lanciato per uccidere, ma solo per far soffrire. E in quel
momento, il mio amato fratello iniziò a provare un dolore
lancinante dentro il suo corpo. Cercò
di trattenere un urlo, ma a stento. Si morse a sangue il labbro
inferiore, chiudendo gli occhi. - ERIS! ERIS,
LASCIALO! LASCIALO! Sentii il cuore
spezzarsi in due parti. - Stai zitta, non
hai voce in capitolo. - sibilò la demone. Mia nonna
singhiozzò, coprendosi il volto con le mani. Suo marito
strinse i pugni, e decise di portarla a casa. Se ne andarono,
rifiutandosi di assistere a quello spettacolo. Non mossero un
dito per difendere il loro nipote.
- Ancora uno,
Sorrow. Eris si
leccò di nuovo le labbra, con aria soddisfatta. - ERIS, TI PREGO,
LIBERALO! Non avevo
più voce per urlare. Ma non m'importava. - Hi-hime... non
preoccuparti... - balbettò Hidari, dolorante - chi-chiudi
gli occhi... Gridai. Mio
fratello non doveva soffrire. - Ora capisci
cosa significa tradire il tuo clan? - gli domandò Eris,
maligna. Sorrow
allungò di nuovo il braccio, irrigidì la mano e
la mosse lievemente. Un altro lampo di
luce colpì il mio amato fratello. Stavolta, Hidari
urlò di dolore. - HIDARI! HIDARI!
LASCIATELO! Il demone dietro
di me tentò di coprirmi la bocca con la mano, ma io gridai
lo stesso. Un attimo dopo,
la luce svanì. Hidari riprese a guardarmi. Era sudato e a
stento teneva gli occhi aperti. - Hime... t-tu...
tu ri-ricordati di... vivere... Dalla bocca del
mio adorato fratello uscì un rivolo di sangue. Era pallido. Gridai di nuovo,
nonostante la mano del demone attutisse il suono. Il mio cuore si
spezzò un'altra volta.
I
keep holding onto you But
I can't bring you back to life
- Ottimo lavoro. Eris sorrise a
Sorrow, malefica. - E ora, te la
faccio pagare io. - sibilò lentamente. Il mio stomaco si
annodò. Avevo il viso coperto di lacrime. Il demone che mi
bloccava abbassò la mano e mi strinse il torace anche con
quella. Urlai di nuovo. - NO, ERIS!
PRENDITELA CON ME, LUI LASCIALO STARE! I demoni con le
corde risero fragorosamente. Eris li imitò. - Secondo te io
catturo un pesciolino, quando ho davanti uno squalo? - Sei... sei
u-una bastarda, Eris... - mormorò Hidari. Non ho mai
incontrato qualcuno più coraggioso di lui. - Tu non
azzardarti a parlare. Adesso vedrai. Mio fratello la
ignorò, voltandosi verso di me. - Hi-hime, tu...
tu devi sopravvivere… ti prego, fa-fallo per me... Altre due lacrime
mi rigarono il viso. - No, no... - gli
mormorai, con la voce tremante - Hidari, fratello mio... Hidari... Non
riuscivo più a ragionare. Volevo salvarlo. Dovevo salvarlo. - Che commozione.
Un addio tra fratelli, interessante. Non ne avevo mai visto uno. Ormai
né io né Hidari ascoltavamo più Eris. - Hime, ti... ti
starò se-sempre accanto… Scossi
velocemente la testa. Dovevo fare immediatamente qualcosa. Con tutta la
forza che possedevo in corpo, tentai di liberarmi dalle braccia del
demone. Ma nulla. Fu
tutto inutile. - LIBERATELO! -
presi di nuovo a urlare, in preda al panico - VI PREGO, LASCIATELO! - Ora basta. -
sussurrò Eris - Mi fai venire il mal di testa. Poi, si volse
verso il mio amato fratello. - Ti
farò assaporare la mia vendetta, traditore. Cominciai a
singhiozzare, consapevole che non sarei mai riuscita a liberarmi dalla
stretta di quel maledetto demone. Non sarei mai
riuscita a salvare mio fratello. Non l'avrei mai
slegato e mai sarei stata capace di portarlo via con me.
Sing
the anthem of the angels Then
say the last goodbye
- Hime, vi-vivi
anche per me... Il mio amato
fratello non smise di guardarmi. Il mio cuore si spezzò una
terza volta. Eris si
portò le mani davanti al viso. Chiuse gli occhi. - Ti…
ti amo, sorellina... - sussurrò Hidari. E in
quell'istante, la demone rivolse i palmi delle mani verso il mio
adorato fratello. Un lampo lo
colpì al petto, e tutto il suo corpo fu avvolto da una luce
bianca.
You're dead
alive
Gridai. Gridai
più forte che potevo, svuotando i polmoni di tutta l'aria
che mi era concessa. Gridai il suo
nome.
You're dead
alive
Poi, la luce
svanì. Il corpo di mio
fratello era intatto, ma i suoi occhi non erano più rivolti
verso di me. I demoni dietro
di lui lasciarono le corde. Hidari cadde a
terra.
You're dead
alive
Urlai ancora, ma
non sentivo più alcun suono. Non vedevo
più Eris, né gli altri demoni. Non esisteva
più nulla. Niente, nessuno. Cercai di
vomitare l'anima, mentre urlavo. Ma i miei sforzi non valsero a nulla.
You're dead
alive
A un tratto, il
demone mi lasciò. Senza rendermi
conto di ciò che aveva appena fatto, corsi verso il mio
adorato fratello. Quando lo
raggiunsi, mi inginocchiai e lo abbracciai. Ma stavolta, le
sue braccia non fecero altrettanto.
There
is nothing left of you I
can see it in your eyes
- HIDARI! HIDARI,
FRATELLO MIO! Aveva gli occhi
chiusi e la bocca aperta. Le mie lacrime gli bagnarono il volto. - RISPONDIMI, TI
PREGO! RISPONDIMI! Gli presi il viso
e lo strinsi forte al mio petto. Mi sarei
strappata il cuore, pur di donarlo a lui. - Hidari, Hidari,
- gli
sussurrai improvvisamente, singhiozzando - ti amo anche io, Hidari...
ti prego, ti prego, torna in vita... non esisto senza di te... ti
prego, fratello mio... Poi, gridai
ancora. Il dolore sembrava aver attaccato ogni parte della mia anima.
Sing the
anthem of the angels And say the
last goodbye
Un attimo dopo,
qualcuno mi afferrò per le braccia. - Smettila,
Daruma! Vieni qui! Eris e un altro
demone mi strattonarono, ma io non volevo abbandonare il mio amato
fratello. Urlai ancora, ma
non ottenni nulla. Dopo poco, i due
demoni riuscirono a separarmi da Hidari. - Non pensare che
ti risparmierò una bella punizione. - ringhiò
Eris - E non cercare di ribellarti. L'altro demone mi
prese per la pancia e mi sollevò, portandomi poco lontano. Ero bloccata. Arrivammo davanti
alla palestra. Accanto, c'era la porta del ripostiglio. Eris la
aprì con impeto. Un istante
più tardi, il demone mi scaraventò dentro la
stanza. Gridai e
singhiozzai ancora, mentre richiuse a chiave la porta.
I keep
holding onto you But I can't
bring you back to life
E di nuovo il
buio mi avvolse. Ma questa volta,
non m'importava.
Sing the
anthem of the angels And
say the last goodbye
Perché
Hidari era morto, e io non volevo più esistere.
Sing the
anthem of the angels...
*** Spazio dell'autrice ***
Sì, lo so cosa
state pensando... ma vi prego, non uccidetemi! X.x
Forse questo capitolo vi avrà un po' deluso, ma purtroppo la
morte di Hidari è collegata con la trama di questa storia e
con
quella del suo seguito. Scrivere questo capitolo mi ha fatto venire gli
occhi lucidi. E' brutto narrare la morte di un tuo personaggio,
specialmente se questa provoca molta sofferenza a qualcun altro. Ma
posso assicurarvi una cosa: non riesco a liberarmi di Hidari,
è
un personaggio che a me piace davvero molto, ed è ovvio che
comparirà ancora, in seguito. Non sarà certo come
nei
capitoli precedenti, ma starà sempre al fianco di sua
sorella,
come lui stesso le aveva promesso. Vedrete che la
aiuterà.
:)
Bè, a questo punto... chi vuole dare un calcio al
fondoschiena di Eris? ^^ Io volentieri U.U
Ah, c'è un piccolo appunto che volevo farvi presente. Hidari
ha detto a Hime che la ama, ma il suo è un amore puramente fraterno. Non
vorrei che cadiate in equivoci! ^^ Scrivere un "ti voglio bene" mi
sembrava troppo riduttivo in quel momento. D'altronde, l'affetto che li
lega (e che continuerà a legarli) è pur sempre
amore, no?
:)
Spero che questo ritardo non vi abbia fatto perdere la voglia di
continuare a leggere Princess of Pain. Colgo l'occasione per chiedervi
ancora scusa. Nelle settimane precedenti ho avuto un motivo molto
importante per non scrivere, ma da adesso ho di nuovo la
possibilità di andare più spesso su efp, scuola
permettendo!
Ritornando al capitolo, in questo ho inserito la canzone "Anthem of the
angels", sempre dei miei amati Breaking Benjamin. Adoro questa canzone,
ve la consiglio. Credo che si accompagni bene al capitolo.
Vi chiedo, se volete, di segnalarmi qualsiasi errore che trovate, o
comunque qualcosa (o più di qualcosa XD) che non vi piace. E
poi, ovviamente, vi ringrazio tantissimo per le bellissime recensioni!!
:D :D Ve ne sono davvero grata. Rispondo subito a quelle del capitolo
7. :D
Raukath: ciao!
^^ sono molto
felice che il cap. 7 sia quello che ti sia piaciuto di più.
Eh
sì, purtroppo Hime e Hidari non sono riusciti a scappare, e
ci
sono state delle brutte conseguenze. Ma non tutto è perduto.
:)
Riguardo a te, spero che tu possa passare il periodo burrascoso, in
ogni caso continuerò a seguire la tua storia! ^^ Chandrajak: kei!
Ieri ti ho
assillato abbastanza raccontandoti il seguito della storia, grazie
della pazienza! ^^ Grazie anche dei tuoi complimenti, la tua
partecipazione al capitolo è una grande soddisfazione per
me. Mi
dispiace che tu abbia pianto, però! :( Mi fai sentire in
colpa
O.o Ndrew: grazie,
grazie del tuo
sostegno! ^^ La tua recensione mi ha lusingato. :D Spero di non
deluderti riguardo ad Arashi, se mai scriverò il seguito. Ti
rivelo che un anno fa l'avevo già iniziato e avevo scritto
lo
storyboard, ma preferisco finire prima questa storia e poi dedicarmi al
seguito, sistemandolo per bene (o almeno spero O.o). Per me sarebbe
già un traguardo finire questa! XD Comunque credo che, a
questo
punto della storia, potresti avere qualche istinto omicida nei
confronti di Eris, proprio come Hime... O.o E riguardo al suo amore per
Hidari, spero di non averti deluso con questo capitolo. Ti assicuro che
l'affetto che li lega non si ferma alla morte. :) Ah, presto conto di
mettermi in pari con la tua storia!! Perdonami, ma come ho scritto
prima non ho avuto molto tempo in precedenza. :) Grazie ancora dei tuoi
complimeti! :D Dust_and_Diesel: wow,
hai
davvero colto il succo del capitolo 7!! E hai anche colto dei passaggi
significativi, come quello di "ritornare in vita" per Hime, o il fatto
che tutta la tensione culmini nel momento in cui le mani dei due
fratelli si lasciano. Ho insistito su quell'istante anche
perché
è l'ultima volta in cui si tengono per mano. :) Cerco sempre
di
inserire alcuni particolari con un significato, come ad esempio il sole
che tramonta in questo capitolo o che sta per tramontare nei
precedenti, che sta a simboleggiare - avrai già capito - la
morte di Hidari. Spero, a proposito, che questo capitolo non ti deluda.
:( In ogni caso, ti ringrazio davvero per il tuo sostegno e i tuoi
complimenti. Grazie mille!! :D Kiriri93: grazie
Bea, mi
lusinghi!!! :D Sei troppo gentile. :D :D Sapere che tu, che leggi
tantissimo, mi fai questi complimenti è davvero bellissimo!
:)
Conto su di te per capire se in questo capitolo c'è qualcosa
che
non va, ok? ;) E sappi che prima o poi dovrai scrivere qualcosuccia
anche tu! U.u Andreea: una
nuova lettrice!!
*__* Ma salve! ^^ Bè, ehm... ehm... ti ho delusa, vero? X.x
Ti
chiedo anticipatamente scusa :( Purtroppo non potevo fare a meno di
scrivere questo capitolo! X.x Ma Hidari non scomparirà del
tutto, promesso! Sono davvero felice che tu abbia tutta questa
ammirazione per lui. Lo adoro anche io, ma sapere che fa questo effetto
anche a te mi lusinga molto. :D Ah, comunque ho qualche sospetto che la
tua teoria sia giusta... se è così, ne avrai
conferma il
prossimo capitolo!! ;) Sempre che continuerai a seguirmi, se la storia
non ti ha troppo delusa O.o Poi, che altro dire... come vedi, Eris
è una che si merita un'infinità di insulti per
ogni
capitolo. Ho cercato di renderla più viscida del solito, in
questo capitolo. Ma un giorno se ne pentirà! ^^ Ah, riguardo
a
Fantazia, conto di mettermi in pari anche con la tua storia. Al
più presto, visto che la adoro! ^^ Thoas Pensiero: hai
ragione,
Hidari avrebbe dovuto riservare i saluti per dopo! X.x Ma che ci vuoi
fare... era un momento un po' particolare! Comunque, non preoccuparti
per aver inserito lì la recensione. Credimi, sono molto
molto
più maldestra di te! XD E tranquillo per gli errori, so che
sono
solo sviste! ^^ Hope52: grazie
anche a te dei
complimenti! :D Sei molto gentile. :) Spero che anche questo capitolo
ti faccia lo stesso effetto! Ma soprattutto spero di non deludere
nemmeno te... O.o lo so, sono ripetitiva, ma sono anche preoccupata per
le vostre opinioni! X.x Comunque, grazie davvero per i complimenti alla
storia. :D
Ringrazio anche Angel_Black, che continua a seguirmi, Iolyna92 e yami
no tenshi (a proposito, bel nome, se non erro significa "angelo
dell'oscurità" XD), che ha aggiunto questa storia tra le
seguite.
Grazie anche a chi l'ha messa nei preferiti e a chi l'ha ricordata! ^^
Non sapete quanto mi rendete felice, col vostro sostegno. :)
Alla prossima, sperando che la scuola mi lasci una via di scampo! O.o
Crowded
streets are cleared away One
by one Hollow
heroes separate As
they run
You're
so cold Keep
your hand in mine Wise
men wonder while Strong
men die…
- Hidari…
Piangevo, mentre sussurravo il suo nome.
- Hidari, Hidari…
Il buio era una coperta impercettibile, che m'impediva di vedere
qualsiasi cosa.
- Hidari, fratello mio, vieni a prendermi…
Sentivo il cuore sanguinare dal dolore, mentre l'oscurità mi
dava l'illusione di non essere più in vita.
Era morto. Morto.
Ed io ero rimasta sola, inghiottita da quell'Inferno che mi circondava.
Non trovavo più la forza per respirare, né
avvertivo il battito del mio cuore.
Non riuscivo più a reagire.
Ora l'unico desiderio, l'unico barlume che illuminava ancora la mia
esistenza era quello di raggiungere il mio amato fratello. Solo al suo
fianco avrei potuto vivere.
Show
me how it ends it's alright Show
me how defenseless you really are
Hidari voleva ribellarsi. Voleva semplicemente fuggire da quella
prigione di odio e sofferenza che ci opprimeva.
Hidari voleva vivere, nulla di più.
E la vita, per lui, non era stata creata per stroncare quella degli
altri.
Ma in quel mondo di ciechi e di sordi, nessuno era riuscito a capirlo.
In quel mondo di ciechi e di sordi, gli uomini dovevano essere educati
a uccidere altri uomini, i bambini dovevano imparare a essere crudeli
come i loro allenatori e l'amore doveva essere rimosso
definitivamente.
Ma che cosa chiedeva di così straordinario mio fratello,
quando diceva che desiderava esistere?
Per quale ragione doveva essere accusato?
Tradire un clan di assassini era un crimine tanto grave quanto quello
di vivere per distruggere il prossimo?
Singhiozzai, mentre le mie labbra sussurravano un'unica parola:
innocente.
Hidari lo era sempre stato.
La sua anima si era macchiata del sangue di molte vittime, ma mio
fratello aveva già scontato una pena per questo.
La vita che gli era stata imposta aveva rappresentato la sua unica e
terribile condanna.
- Fratello mio, portami via…
Ma sapevo che Hidari non sarebbe tornato a prendermi. Non stavolta.
Non sarei più stata avvolta dal suo calore. Ma forse, forse la colpa
di tutto questo era mia.
Forse ero io a dover scontare quel supplizio.
Forse avrei dovuto essere più forte.
E di certo, avrei dovuto essere come il mio amato fratello. Ma non ci
ero riuscita.
Ed ero stata punita.
Satisfy
an empty inside Well,
that's alright, let's give this another try
Gridai, sopraffatta dal dolore. La morte di mio fratello era la
condanna più atroce che avrei dovuto subire. Nessuno, fuori
da
quello sgabuzzino, sembrava voler udire le mie urla. Nessuno mi avrebbe
liberata.
Da quando mi avevano rinchiuso lì dentro, ero rimasta
immobile,
sdraiata sul pavimento bagnato di lacrime. Come una ragazzina inerme e
annientata.
Solo dopo due interminabili ore cercai di alzarmi da terra, lentamente.
E fu proprio in quel momento che accadde.
Una fitta alla schiena, all'altezza della scapola. Forte, terribile,
infernale.
Urlai involontariamente, incapace di capire cosa stesse succedendo.
Sentii le ossa muoversi lievemente e qualcosa premere sotto la mia
pelle. Qualcosa che voleva
uscire.
Urlai ancora, mentre le ginocchia non riuscivano più a
reggere
il peso del mio corpo. Caddi a terra e riuscii a malapena ad evitare
che il mio viso si schiantasse contro il pavimento.
Poi, una seconda fitta. Il dolore si stava lentamente espandendo lungo
tutta la schiena. Strinsi i pugni e chiusi gli occhi, tentando invano
di non gridare.
- Hi-Hidari… - mormorai poi, respirando a fatica.
Non riuscivo a pronunciare altro.
La spalla pulsava ed io avvertii chiaramente la pressione di quel qualcosa sotto a
essa. Provai un orrendo senso di nausea.
Non avevo mai sofferto così durante gli allenamenti con Eris.
Rimasi rannicchiata a terra, consapevole di non potermi alzare. Cosa mi stava accadendo?
La mia mente non era capace di trovare una risposta, in quel momento.
Il qualcosa
sotto la spalla continuava a premere. Tentai di toccare quel punto con
la mano, ma il dolore ostacolava ogni movimento.
E, a poco a poco, si faceva sempre più atroce.
If
you find your family, don't you cry In
this land of make-believe, dead and dry
Il mio cuore pulsava con talmente tanta potenza da non permettermi di
udire nulla, se non i suoi battiti insistenti.
Poco dopo, una terza scarica di dolore m'impedì di
trattenere un
altro urlo. Graffiai il pavimento, mentre nuove lacrime lo bagnavano.
Stava davvero
uscendo qualcosa dalla spalla.
- Aiuto… - ansimai, ma l'oscurità soffocava anche
le mie parole.
La nausea stava aumentando. Avevo bisogno di uscire da quella prigione.
Trascorsi due eterni minuti di agonia, prima che il qualcosa lacerasse
parte della mia carne.
Fu come uno strappo, forte e deciso. Dopodiché si
aprì un
ampio taglio lungo tutta la spalla e parte della schiena sottostante.
Quasi non lo avvertii: il dolore era provocato da ben altro.
Sotto la carne, sentii scorrere lentamente qualcosa di caldo. E non era
sangue.
Rimasi immobile, completamente incapace di reagire.
Solo quando il qualcosa
cessò di uscire dal mio corpo, iniziai a comprendere.
Un osso tutt'altro che sottile aveva appena strappato parte della mia
pelle, fuoriuscendo quasi interamente.
Ma il dolore non si era attenuato.
Un'altra terribile fitta colpì la spalla opposta. Stava per
succedere di nuovo.
Tremai, terrorizzata. Chiusi gli occhi e aspettai, distesa a pancia in
giù su un pavimento fin troppo freddo.
Un altro osso lacerò la mia carne, uscendo altrettanto
dolorosamente.
Stavolta non urlai, ma sfogai tutta la mia sofferenza attraverso le
lacrime. E in quel momento, l'immagine della mia allenatrice apparve
nitida nella mia mente.
Non volevo dare ulteriore soddisfazione a Eris. Non volevo che mi
sentisse gridare.
Non volevo che si avvicinasse al ripostiglio, sorridendo mentre le mie
urla raggiungevano le sue orecchie.
Ma intanto, aveva vinto lei.
Intanto, il mio cuore e il mio corpo si stavano distruggendo, senza
impedirmi di rimanere in una vita crudele e meschina.
You're
so cold, but you feel alive Lay
your hand on me one last time
Riaprii gli occhi solo quando entrambe le ossa cessarono di muoversi.
Con un po' di sollievo, mi accorsi che la nausea pareva scomparire a
poco a poco.
Un brivido gelido mi percorse la schiena e dedussi che parte della
maglietta si era strappata.
Non sapevo se avevo perso molto sangue. Non sapevo nemmeno come fossero
quelle maledette ossa. E non sapevo cosa
diamine mi fosse successo.
Show me how
it ends it's alright Show me how
defenseless you really are
I miei muscoli si rifiutavano di rispondere ai comandi. Rimasi senza
forze per quasi mezzora, dopodiché un fruscio inquietante
raggiunse le mie orecchie, accelerando nuovamente i battiti del mio
cuore.
Non potevo sopportare altra sofferenza, ma quel rumore non prometteva
nulla di buono.
Chiusi gli occhi per la terza volta, preparandomi al peggio.
Ma non arrivò niente. Me ne resi conto quando qualcosa di
soffice mi sfiorò un braccio, facendomi sobbalzare.
E poi nulla. Era sparito
completamente.
Il dolore aveva finalmente abbandonato il mio corpo - o quello che ne
restava. Si dissolse con la medesima rapidità con cui mi
aveva
travolta.
Lentamente, mi riappropriai delle mie forze. Mi alzai adagio e presto
mi accorsi che le ginocchia riuscivano di nuovo a sostenermi. Ma mentre
mi levavo da terra, mossi involontariamente una parte quasi del tutto
sconosciuta del mio fisico.
Le ossa che erano appena fuoriuscite dalla schiena sembrarono vibrare,
mentre il fruscio di poco prima aumentò.
Stavolta, quel qualcosa di morbido accarezzò entrambe le mie
braccia, in una sensazione quasi piacevole.
Fui percorsa da un tremito. E all'improvviso, un orribile presentimento
affollò la mia mente.
Di demoni alati ne avevo
visti fin troppi, per non sospettarlo. Sapevo com'era il loro aspetto. E quel maledetto fruscio
non mi era nuovo. Per niente.
Il mio stomaco si attorcigliò. No.
Non poteva accadere. Non aveva alcuna logica. Non ero un demone, io.
E mai avrei potuto esserlo.
Io appartenevo al genere umano, come il mio amato fratello. Non ero un demone,
diamine. Non potevo assomigliare all'assassina di Hidari.
Non volevo.
Sarei per sempre rimasta un'umana, simile all'unico uomo che aveva
riscaldato la mia anima. Non potevo essere altro.
Scossi la testa, decisa. Ma in che altro modo
potevo spiegarmi cos'era avvenuto?
Satisfy
an empty inside Well,
that's alright, let's give this another try
- Hidari… - sussurrai, senza rendermene conto - dimmi che
succede… aiutami, fratello mio…
Sfiorai la fronte con una mano e mi accorsi che era imperlata di sudore.
- Aiutami…
Altre lacrime mi rigarono il volto, mentre il dolore al cuore - quel
dolore che non mi aveva abbandonato - sembrava amplificarsi
ulteriormente.
E in quell'istante, persi completamente il controllo di me stessa.
Fu come se una scossa avesse attraversato tutto il mio corpo, facendomi
barcollare.
Istintivamente, avanzai di qualche passo, per cercare un appoggio. Le
pareti, però, erano occupate da decine di armi diverse, e
forse
fermarsi era la scelta migliore.
Ma il mio corpo non si arrestò.
Senza volerlo, mi voltai e presi a camminare. Ero intenzionata ad
aprire la porta del ripostiglio, a tutti i costi. O almeno, il mio fisico
lo pretendeva.
Tentai di ribellarmi, ma fu tutto inutile. Mi era unicamente concesso
di guardare, come se assistessi a un macabro spettacolo.
Ansimai, completamente inerme.
E anche stavolta, non capivo cosa stesse accadendo.
Show me how it ends it's alright Show
me how defenseless you really are
Continuai ad avanzare, decisa.
La porta era lì, a qualche centimetro da me.
Per un istante, il mio cuore fu investito da un odio profondo e
violento. Strinsi automaticamente i pugni, mentre le unghie incidevano
dei segni sul palmo delle mani.
Le mie labbra si dischiusero, liberando un flebile suono.
- Li ucciderò.
- mormorai, ma quella voce non mi apparteneva - Con le mie mani, li
ucciderò tutti.
Tremai. Come poteva albergare tanto odio dentro di me?
E nonostante tutto, sentivo di averlo sempre provato.
Satisfy
an empty inside Well,
that's alright, let's give this another try
In quel momento, alzai i pugni.
Non sapevo cosa stessi per fare. E non sapevo il perché.
Ma un attimo più tardi colpii la porta con tutta la potenza
che avevo.
E la ridussi in mille pezzi.
It's
alright
Fui investita da un soffio di aria ghiacciata.
Doveva essere sera tarda, perché il cielo non rivelava
più alcuna traccia di luce.
Il mio sguardo si posò sul prato davanti alla palestra. Hidari era morto
lì, a qualche metro da me. E ora quel posto era
deserto.
Una lacrima riscaldò improvvisamente il mio viso.
- Vi
ucciderò, maledetti bastardi.
Non ebbi il tempo di chiedermi dove fosse il cadavere del mio amato
fratello. Non ne ebbi il coraggio.
Nel frattempo, tre demoni stavano correndo verso di me.
- Chiamate gli altri! Veloci! - urlò uno di loro.
Un altro si bloccò all'improvviso. Il buio m'impediva di
riconoscere i tratti del volto, ma percepii il suo orrore.
- Maledizione, che cosa diavolo sei? - esclamò, rivolto a me.
- Eris! ERIS! - gridò il terzo.
Trasalii. Avrei voluto fuggire, ma il mio corpo decise di sorprendermi.
In quell'istante, i tre demoni ripresero a correre verso di me,
ringhiando. Più indietro, altri due li stavano imitando. Uno
di
loro doveva essere Eris.
Per tutta risposta, le mie gambe avanzarono in direzione del prato,
acquisendo sempre più velocità.
- Non fatevela scappare, bastardi! - urlò uno dei demoni.
Mi avevano quasi raggiunta, ma il mio corpo non si arrendeva.
Quando arrivai al centro del prato, le mie gambe saltarono, con tutta
la forza che era loro concessa.
E un attimo dopo, non toccavo più terra. Stavo volando.
It's
alright
Soffocai un urlo, quando mi resi conto di ciò che era appena
avvenuto.
E con un tuffo al cuore, capii che i miei sospetti erano fondati.
Il dolore di poco prima era stato causato dalla comparsa di due ali,
grandi a tal punto da poter sostenere il peso del mio corpo.
Sentivo contrarsi i muscoli del dorso, mentre l'aria gelida mi
graffiava il viso.
Non provai a riprendere il controllo del mio fisico, consapevole che
sarebbe stato inutile: mi lasciai trasportare, troppo esausta per
capire dove.
Abbassai lo sguardo, incurante delle vertigini: stavo volando ad alcuni
metri d'altezza, mentre l'isola - quell'isola che per tredici anni era
stata la mia prigione - sembrava rimpicciolirsi sempre di
più.
Respirai a fondo, e per la prima volta mi sentii libera.
Udii urlare i cinque demoni rimasti a terra, e con mio grande conforto
mi ricordai che nessuno di loro era dotato delle ali. Gli unici che
avrebbero potuto volare erano i due sopravvissuti all'attacco
dell'agenzia Hope, ma rimanevano ancora in condizioni tali da non poter
nemmeno camminare. I restanti cinque, ancora illesi, erano i soli a
essere rimasti sull'isola, la sera del tradimento del mio amato
fratello. E ognuno di loro aveva contribuito all'uccisione di Hidari.
Continuai a volare, mentre le catene che mi avevano da sempre legato
all'isola si frantumavano.
Quel momento avrebbe potuto rappresentare la realizzazione del mio
più grande desiderio, se solo mio fratello fosse stato al
mio
fianco.
Dopo tanta angoscia, avremmo potuto essere davvero felici.
It's
alright
Abbassai nuovamente lo sguardo e contemplai il mare, nero e solitario
quanto la vita che sembrava attendermi.
E fu allora che capii davvero tutto.
It's
alright
Avvolta dall'aria gelata, ricordai le parole del mio amato fratello. Hime, c'è una
cosa che non
sai. Ma non posso spiegartela ora, non c'è tempo. Dobbiamo
scappare prima che ci trovino.
Sussultai. Hidari non aveva potuto rivelarmi ciò che sapeva. Hime, tu hai bisogno di
vivere. Ascoltami, ti prego. Credimi, devi salvarti.
Secondo lui, io dovevo vivere. A tutti i costi.
E mentre moriva, non mi aveva ripetuto altro.
It's
alright
Udii il fruscio delle mie ali, e tutti i pezzi del puzzle trovarono il
loro posto. Mi ero trasformata. E
Hidari sapeva che sarebbe successo. Gliel'aveva rivelato
l'agenzia Hope.
It's
alright
Il mio cuore prese a battere insistentemente, mentre giungevo alla
soluzione.
L'avevano predetto. E
ora era accaduto.
Nel mio corpo si era insediato il potere Hi.
It's
alright
***Spazio dell'autrice***
Dopo tanto tempo, rieccomi
qui, con un nuovo capitolo! :) Mi scuso per il
ritardo, ma con la
scuola ho poco tempo per scrivere. :-S Spero che, nonostante i ritardi,
continuerete lo stesso a seguire la mia storia. :) Il capitolo
precedente è
finito in maniera piuttosto drammatica, ma in questo, per lo meno,
è racchiusa una piccola speranza. Sono stata costretta a far
soffrire la povera Hime, e non è stato piacevole.
Però
ora entriamo nella seconda parte della storia, dove le cose
cambieranno. Spero che non abbiate
trovato
pesante la descrizione della formazione delle ali, per la quale mi ci
è voluta un bel po' di pazienza! Ah, una piccola
precisazione:
le due ossa che sono fuoriuscite non erano già all'interno
della
schiena di Hime, ma si sono formate grazie al potere Hi.
Comunque, se trovate qualche errore in questa descrizione (e non
intendo unicamente quelli grammaticali, ma anche sviste o
imprecisioni), non abbiate problemi a farmelo notare! ^^ In questo capitolo ho
usato molto
anche il carattere corsivo, ma spero che non possa risultare eccessivo.
In caso contrario fatemelo sapere, ok? :) Provvederò a
sistemare. ^^
La canzone che ho inserito è "So cold" sempre dei mitici
Breaking Benjamin. Se devo essere sincera, l'ho conosciuta da poco, ma
me ne sono subito innamorata. Ve la consiglio! :) Spero solo che la
frase finale, "It's alright", non sia troppo pesante (nella canzone il
cantante la ripete nove volte, qui l'ho messa sette), ma penso che si
accompagni bene al finale della storia.
Comunque, se qualsiasi cosa non vi piace (anche tutto il capitolo, in
caso XD) ditemelo senza problemi. :) E' stato piuttosto difficile
scriverlo: Hime è rinchiusa in una stanza buia per gran
parte
del capitolo, quindi non può vedere niente; è
disperata
per la morte del fratello, ma non potevo soffermarmi troppo a
descrivere questo dolore, né troppo poco; infine descrivere
qualcosa come la formazione delle ali era cosa del tutto nuova, per me.
Insomma, è stato un casino. U.U Il prossimo sarà
un po'
più dinamico, ma spero di non scriverlo troppo tardi. :)
Vi ringrazio immensamente delle recensioni, siete sempre molto gentili
e mi incoraggiate a continuare a scrivere! :D
Meiou Hades: ciao!
^^ Sono
felice che l'ottavo sia uno dei tuoi capitoli preferiti. Ci tengo molto
anche io, perché è fondamentale per la storia.
E...
sì, è terribile ciò che succede. Ma
non temere,
Eris la pagherà, prima o poi. U.U Spero che con questo
capitolo
Hime sia riuscita a farsi valere, proprio come dicevi tu. :) Dust_and_Diesel: grazie
infinite anche a te! :D Già, ormai il destino di Hidari era
segnato, ma sono felice che la scena ti sia piaciuta. Ci ho pensato
molto, prima di scriverla, continuavo a immaginarmela... comunque, hai
ragione: è più efficace un "ti amo", spero solo
che non
venga frainteso da qualcuno. O.o andreea: lo
so, lo so, sono
orrenda. Sei libera di tirarmi dietro qualcosa! Ma tranquilla, puoi
continuare ad amare Hidari quanto vuoi, perché non
sarà
del tutto assente dalla storia. :) Per quanto riguarda Hime, ora sembra
che la sua situazione sia leggermente migliorata, ma il dolore per la
perdita del fratello rimane, giustamente, grande. Spero solo che questo
capitolo ti piaccia, anche se il tuo amato Hidari non c'è! :( Chandrajak: ciao,
kei! ^^ Nooo,
non volevo che piangessi... :'( suvvia, ora sai come andranno le cose,
perciò asciugati le lacrime. :) Ti ringrazio tantissimo dei
consigli che mi dai (te l'ho già detto ieri, sei un pozzo di
idee u.u) e se c'è qualche errore in questo capitolo,
fammelo
sapere! U.u Hope52:
eheh, il calcio alla
caaara Eris l'ho appena dato! ^^ E con molto piacere. :) Almeno, in
questo capitolo, è stata del tutto inutile e incapace! U.u
comunque, capisco benissimo quello che intendi: non sai quante volte ho
pensato a quella scena, e a tutta la storia in generale, e scriverne
una così terribile è molto brutto. Anche
eliminare un
personaggio così caro come Hidari non è una cosa
piacevole, però spero che il seguito della storia non ti
deluderà. E grazie dei tuoi complimenti! :D Pillo: donna,
credevo che
l'odio per l'elefanta sia cresciuto già abbastanza vedendo
la
sua musa ispiratrice (e sai di chi parlo XD)! Comunque non
preoccuparti, recensisci quando vuoi. Grazie dei complimenti, e
menomale per la storia delle battute. Sai, non volevo scrivere qualcosa
di inadeguato, mettendo alcune frasi in maiuscolo. E quali
antidepressivi, suu! XD Kiriri: beaaa!
Grazie per la
tua splendida recensione! Però io so che anche tu sai
scrivere
muy bien, e presto dovrai metterti alla prova anche tu! Ti obbligo U.u
XD Comunque, ora provvedo subito a correggere l'errore, grazie infinite
per avermelo fatto notare. :) Spero che ti piaccia anche questo
capitolo!! Iolyna92: ciao!
:) Spero di
essermi fatta perdonare per il ritardo, visto che mi avevo detto di
aggiornare presto! X.x comunque mi dispiace che tu abbia pianto :( Ma
come hai detto tu, mi fa capire che ti ha trasmesso qualcosa. :) E
tranquilla, che Hime cambierà, ma non in peggio! ^^ Gio26: ciao
anche a te! ^^
Anche se non sei arrivata fin qui nella lettura, e ti ho già
risposto via e-mail, ti ringrazio anche qui per le tue recensioni. Sono
felice che la storia ti piaccia, anche perché ti soffermi
capitolo per capitolo a commentare! :) Comunque, vai avanti con calma
nella lettura, che non c'è fretta! E spero che il quarto
capitolo possa piacerti. A proposito, qui ho usato "So cold", una delle
tue canzoni preferite! :D
Ringrazio anche gli altri lettori che seguono la mia storia o che
l'hanno messa tra le preferite! ^^
Un saluto a tutti voi,