Soul Calibur II - Il Ritorno del Trio

di Francesca Akira89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maxi ***
Capitolo 2: *** Xianghua ***
Capitolo 3: *** Kilik ***
Capitolo 4: *** Finalmente insieme! ***



Capitolo 1
*** Maxi ***


Soul Calibur II
Soul Calibur II
-Il Ritorno del Trio-

 

 

-Parte Prima-

 

 

Erano passati tanti anni da quando, nella sua mente, si erano riaccesi quei ricordi che mai avrebbe dovuto scordare…

Come aveva potuto scordarsi di loro..? Scordarsi delle persone più importanti per lui.. Dimenticare la loro esistenza.. Pensare solo alla propria vita senza curarsi di sapere se essi potevano ancora vivere la loro…

.. Era così.. Non sapeva nemmeno se erano ancora vivi…

Potevano mai essere morti? Il forte Kilik, che aveva giurato sul suo onore di vendicare la propria famiglia, e la valorosa Xianghua, disposta a tutto per proteggere l’ Imperatore?

.. La spada sacra era stata distrutta, ma a quale prezzo?

I suoi amici più cari avevano forse perso la vita per scacciare il male da dove era venuto…? E lui cosa aveva fatto, nel frattempo? Se ne era rimasto in quel villaggio senza serbare alcun ricordo di loro…

Aveva gettato via i suoi fedeli nunciaco… Con che diritto poteva conservarli, avendo scordato.. Anzi, no.. Abbandonato i suoi più cari amici? Si sorprendeva che non avessero preso da soli quell’iniziativa, lasciandolo da solo.. come si meritava…

Non aveva avuto il coraggio di recarsi a Pechino per chiedere notizie di Xianghua, né di cercarne altre su Kilik…

In fondo.. se avesse scoperto che erano vivi… Con che coraggio si sarebbe potuto presentare a loro?

Non sarebbe riuscito a sostenere i loro sguardi di biasimo per averli lasciati da soli… Non avrebbe sopportato le loro eventuali domande su dove fosse stato fino a quel momento… Su perché non si fosse più fatto vivo…

Avrebbe mai potuto rispondergli: “L’ho fatto perché vi avevo dimenticato… Dimenticato voi e la nostra amicizia”… ?

No.. Non poteva…

Ma doveva… Non avrebbe potuto continuare a vivere in quel modo, lasciando che la disperazione, la solitudine e il senso di colpa lo consumassero lentamente… Gli sembrava che le sue stesse armi, abbandonate attorno ad un tronco d’albero su un precipizio che dava sul mare, lo stessero chiamando...

 

“Reagisci, Maxi… Reagisci… Tu sei un guerriero, non puoi arrenderti così... Vieni a prenderci e partiamo insieme… Verso questo nuova battaglia.. Maxi!”

 

 

Note dell’ autrice:

 

Una piccola fic nata da una noia passeggera… O da un attimo di follia, com’è forse più probabile… XD

Probabilmente non commenterà nessuno… Cmq, conto di finirla in fretta… ^^

Yà a tutti!! =^^=

 

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Capitolo 2
*** Xianghua ***


Soul Calibur II
Soul Calibur II
-Il Ritorno del Trio-

 

-Parte Seconda-

 

 

Il sole cocente di abbatteva su di lei senza pietà, bruciando la sua pelle delicata…

Lei non amava il sole, anche se lì in Cina, il suo paese natale, era un elemento fondamentale… Da quella postazione riusciva a vedere chiaramente le superbe risaie, che formavano uno spettacolo particolarmente imponente alla luce del sole, che faceva rilucere come specchi i larghi gradini dove migliaia di donne e uomini coltivavano il prezioso cereale…

Erano quasi un monumento, un monumento alla grandezza della Cina, la cui quasi emozionante vista era soppiantata solo dalla grandiosità della muraglia cinese, che cingeva la cittadella e il palazzo dell’ Imperatore.

Ah, quanto le sarebbe piaciuto andare a refrigerarsi all’ ombra di quelle colossali mura, come aveva fatto tante volte… Guardar giocare i bambini e vederli salutarla con rispetto al suo passaggio, e rinfrescarsi alla fonte della piazza ai piedi del palazzo imperiale…

Ma ormai non poteva più…

Aveva fallito, almeno ai loro occhi, e per questo non meritava più di far parte delle guardie dell’ Imperatore, né di essere una qualunque onorata abitante della cittadella che circondava il palazzo…

Era stata cacciata, spogliata del suo grado e della sua armatura… Perfino la sua amata spada era stata spezzata…

Adesso era solo la sguattera di un’ odiata casa, la cui proprietaria l’ aveva “accolta” con l’unico evidente intento di umiliare un’ ex-guardia dell’ esercito imperiale…

Ma non era questo ciò che le bruciava… Aveva perso ben altro che un posto nell’ esercito o una spada, per quanto importanti potessero essere per lei quelle due cose…

Aveva perso altre due cose molto più importanti.. Due cose che la tormentavano ogni notte con i loro volti.. le loro voci…

Non li aveva cercati… Come poteva presentarsi a loro, suoi compagni, così com’era ora? Senza spada e senza onore…

Ma neanche loro, a quanto sembrava, avevano cercato lei…

 

“Dove siete, amici miei..? Kilik…” avvertì gli occhi bruciare e li chiuse in fretta, imponendosi autocontrollo.

 

No.. Non avrebbe pianto… Anche senza spada e vestita di stracci, lei restava una guerriera… E i guerrieri non piangono… Mai…

 

-          Che cosa strana, l’ amore, non è vero?- una voce femminile interruppe all’improvviso i suoi pensieri, facendola sussultare. La prima voce che sentiva da tanto tempo, che non fosse quella della sua padrona…

 

Aprì gli occhi e volse lo sguardo indietro. Una giovane donna vestita da guerriera, con in mano uno scudo ed una daga, si accostò a lei guardando pensierosamente il cielo…

Era abbigliata in un modo strano, e anche le sue armi lo erano: non aveva mai visto una spada così corta ed un’armatura così strana... Senza contare che in Cina non si aveva l’abitudine di utilizzare uno scudo durante il combattimento. Una cosa era certa; non era di lì. (che intuizione.. nda)

Però… Come aveva fatto ad avvicinarsi a lei senza che se ne accorgesse? Sotto la tristezza, avvertì un moto di vergogna: un tempo non si sarebbe mai lasciata sorprendere così alle spalle.

E anche se quella donna era una guerriera di chiara esperienza e non sembrava avere intenzioni bellicose, si sentì all’ improvviso deufradata in qualcosa di più grande dei beni terrestri: il suo orgoglio.

 

-          Io sono partita per proteggere i miei figli, il mio sposo e la mia amata sorella…- riprese all’ improvviso la donna, distogliendola dalla sua crisi morale- Ma mia sorella mi ha inseguito per combattere al posto mio… Perché io ritornassi a casa e non rischiassi la mia vita… Siamo arrivate addirittura a combattere l’una contro l’ altra.. perché ci amavamo troppo per sopportare che una di noi cadesse contro un nemico troppo potente… Una vera contraddizione, non trovi?

 

Xianghua non disse nulla, ma si sentì stranamente vicina a quella donna e a sua sorella. Capiva cosa avessero provato

 

-          L’ amore è un sentimento strano… E.. impossibile da capire appieno se non lo si ha mai contratto… Difficile se ci si ha avuto a che fare più volte… L’ amore senza motivo è assai più frequente dell’ ODIO senza motivo.. A volte mi chiedo se ci sia così tanta differenza tra i due sentimenti… D’altra parte, l’ amore sa essere più devastante dell’ odio…- s’interruppe, con un sospiro- Anche tu hai perso qualcosa, non è vero? Te lo si legge in volto… Io ho perso mia sorella.. perché l’amavo… E adesso devo ritrovarla.. perché l’ amo…! Causa e riparazione racchiusi in un unico motivo! Devo ritrovarla!… E allora potrò piangere.. piangere di gioia, così come ho pianto di dolore… Perché amore è soffrire per qualcosa che si è perso… E piangere è una delle più antiche e migliori prove del proprio amore…- Man mano che parlava, la donna si era allontanata sempre più da lei, e così continuò a fare una volta concluso, fino a sparire oltre la collina.. misteriosa come era apparsa.

 

La giovane guerriera cinese rimase qualche attimo immobile, stordita da ciò che aveva visto e sentito… E all’ improvviso sentì qualcosa di umido scivolarle sulle labbra… Gli occhi gonfiarsi come per un raffreddore… E si sentì tremare di freddo nonostante il sole abbagliante…

 

“Amore è soffrire per qualcosa che si è perso… E piangere è una prova del proprio amore…”

 

E così Xianghua pianse… Pianse per aver perso le due persone che amava… Pianse per l’amore particolare che provava per uno dei due… Pianse per averli persi e per non averli più cercati… Per essersi arresa così di fronte alle avversità…

Pianse.

 

 

Note dell’autrice:

 

Siccome probabilmente nessuno ha capito chi fosse la dolce donzella che è andata a filosofeggiare dalla nostra bella cinese (e con questo non intendo certo dire che siete tonti, ma che sono io che ho dato pochissimi indizi… ^^”), vi dico io che si trattava  di Sophitia, la guerriera di Atene… ^_^

So che questa fic è un po’ troppo melodrammatica e riflessiva, per un videogioco come Soul Calibur, fatto solo di combattimenti, ma è il mio genere! Del resto, se ho portato a termine tutti gli Arcade solo per avere i profili e la storia di tutti i personaggi, si dovrebbe capire che ero più interessata alla vicenda che alle armi… XD

Cmq ttt ciò è ambientato dopo la seconda versione del gioco… Senza però che vengano contati i finali dei vari personaggi, ma le loro storie sì… ^_^

E’ tutto per oggi, appuntamento al prossimo cap. con il bel Kilik!!! (e con un altro personaggio che personalmente, considero il mio preferito! ^.^ Vi do un indizio, è una ragazza ed è la più giovane della rosa dei guerrieri di Soul)

Ma c’è qualcuno che legge questa fic?!? =.=;;

 

 

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Capitolo 3
*** Kilik ***


Soul Calibur II
Soul Calibur II
-Il Ritorno del Trio-

 

 

-Parte Terza-

 

Il rumore dell’ aria e delle pale dei mulini a vento si perdeva nell’ immensità della vallata.

Il vento forte fendeva il suo corpo da dietro, quasi volesse spingerlo a compiere quella fatidica decisione che l’ aveva portato lassù, sull’ orlo di quel precipizio…

In fondo.. In fondo era così sbagliato? Cosa valeva ormai la sua vita?

Le correnti vitali erano state ripristinate e il male scacciato… La spada malefica non esisteva più… Aveva finalmente compiuto la sua vendetta…

Ora poteva morire in pace…

Che motivo aveva di restare ancora…?

Era sempre stato quello il suo obbiettivo; vendicare sua sorella e gli abitanti del tempio, ed infine raggiungerli nell’unico luogo in cui avrebbero potuto stare in pace...

Sicuro di sé e della sua scelta, Kilik staccò un piede da terra, portandolo nel vuoto…

 

E Xianghua…?”

 

Quell’ improvviso pensiero, accompagnato da una fugace immagine limpida e luminosa, lo bloccò sul nascere.

Già… Xianghua che fine aveva fatto?.. E Maxi..?

Dov’erano i suoi amici più fedeli?

Dopo aver distrutto la spada maligna, non li aveva più rivisti…

Quel giorno.. Quel giorno che non avrebbe mai scordato Maxi era rimasto indietro per sconfiggere Astaroth, mentre lui e Xianghua erano andati avanti per trovare e distruggere la Soul Edge…

Dopo quel giorno non l’ aveva più rivisto… E anche Xianghua, dove…?

Era tutto così confuso…

Era il caso di mettere fine alla propria esistenza senza prima mettere a tacere quei dubbi?.. Senza prima salutarli… Dirgli addio… Abbracciarli un’ ultima volta…

Che egoista era stato a decidere di uccidersi senza pensare ai suoi amici…

I suoi amici…

Se si fosse ucciso… Come avrebbe fatto senza di loro…? Senza il suo sorriso…?

Senza poter vedere il suo volto.. Sentire la sua voce.. Così acuta, petulante, arrogante, tutta da bambinetta…

Senza la sua risata quando le scoccava occhiate di fuoco, e i suoi irritanti: “Sto scherzando!” e senza i commenti di Maxi in sottofondo, che lo prendeva in giro per la sua impassibilità…

Sapeva di amare Xianghua già da molto tempo… Fin da quando combattevano fianco a fianco, gomito a gomito… Fin da quando si erano fatti quel patto:

 

“Uniti… Per sempre… Nella nostra missione… Fino alla morte!”

 

Uniti…

Già…

La domanda ora era…

Qual’era davvero la cosa giusta da fare?...

 

-          Ma che cosa stai facendo, qui?

 

Una voce squillante dietro di lui lo fece spaventare a morte, rischiando di fargli perdere l’equilibrio e di farlo cadere per davvero di sotto.

Recuperò a fatica la stabilità, riappoggiando il piede a terra accanto all’ altro e vacillando paurosamente… (cioè, questo finora era stato per tutto il tempo su un piede solo e l’ altro nel vuoto…? -__-“ nda) (il mio adorabile scemottone!!! *^^* ndXianghua) (o.o? nda)

Se ci fossero stati Xianghua e Maxi come minimo si sarebbero fatti una bella risata, nel vederlo così

Gli sembrava quasi di poterli sentire.

 

-          Ah, ho capito!- la voce che l’aveva spaventato parlò di nuovo, e stavolta insieme a lei spuntò fuori la persona: una ragazzina di sì e no quindici anni, dalla pelle abbronzata e lunghe trecce nere lucenti, si affiancò a lui, aprendo le braccia e lasciandosi accarezzare dalla brezza:- Ascoltavi la voce del vento, vero..?

 

Kilik si limitò a fissarla allibito, senza dire una parola.

Lei lo guardò:

 

-          Ce l’hai la lingua?- chiese.

 

Il ragazzo annuì rapidamente.

 

-          Bene...- replicò la ragazzina, dubbiosa- Io mi chiamo Talim… Quel villaggio che vedi laggiù è il mio!- aggiunse, indicandogli con lo sguardo un agglomerato di case che si estendeva nella conca dove stava per buttarsi.- Sai, sono stata via per molto tempo.. Ma poi ho capito che era il momento di tornare… Tu come mai sei qui? Non sei di queste parti vero?- aggiunse, dubbiosa.

 

Kilik scosse la testa.

 

-          Ne ero certa… Comunque da queste parti la vita è molto tranquilla, per un guerriero che ha voglia di riposarsi… Sono belli i nostri mulini, vero? Li abbiamo costruiti affinché amplificassero la voce del vento, oltre che per alimentare i macchinari necessari ai lavori agricoli…

 

Non chiese come facesse a sapere che era un guerriero, dato che il suo abbigliamento ed il fedele bastone che portava dietro alla schiena erano un segno di riconoscimento fin troppo chiaro, ma domandò:

 

-          ..La voce del vento…?

 

Talim lo fissò, stupita:

 

-          Certo! Tu non la senti?- chiese. La ragazzina chiuse gli occhi e si voltò nuovamente verso il flusso di corrente, che pareva abbracciarla e accarezzarle la pelle abbronzata e i capelli morbidi:- Ogni soffio ha un suo significato.. Dalle mie parti tutti sanno interpretarla… Io la ascolto spesso, perché mi fa sentire a casa… E’ anche per questo che sono qui.. Il vento mi ha chiamato.. Anzi, anche adesso…- annusò l’aria di fronte a sé, sorridendo felice:- Mi sembra che stia dicendo: “Bentornata, Talim! Torna a casa, adesso! Chi ti vuol bene ti aspetta!”

 

“Torna a casa, adesso… Chi ti vuol bene ti aspetta…”  Kilik rimase immobile, le labbra congiunte, come pietrificato…

Le sue orecchie ascoltarono il mormorio del vento… Captarono il suo messaggio…

Alzò e strinse una mano attorno alla sua arma, come per darsi forza, per poi voltarsi e buttarsi a capofitto a correre giù per la discesa, senza nemmeno salutare Talim…

Adesso sapeva cosa doveva fare…

 

“Sto tornando da voi!” pensò, felice, saltando ogni sasso e dislivello del terreno senza rallentare mai il passo “Maxi.. Xianghua.. Aspettatemi! Nulla.. ci dividerà…!”

 

 

Nota dell’ autrice:

 

Scusate, ma io considero Kilik un povero scemo… ^__^””

Nel prossimo e ULTIMO capitolo ci sarà un po’ più d’azione… Spero che vi sia piaciuto questo, e che vi piaccia anche il prossimo!
Come ormai avrete capito i capitoli hanno la stessa noiosa semplice struttura: presentazione personaggio + incontro con un altro personaggio + decisione finale...
E' una struttura tipica dei videogiochi, e così... xDD

Grazie a Obelisk per la sua recensione… ^_^ Ehm.. No, purtroppo Nightmare non ci sarà in questa fic, e nemmeno tutti gli altri che hai elencato…

E.. Se c’è qualcun’altro che legge questa fic… Vi prego, commentate! ç.ç

 

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Capitolo 4
*** Finalmente insieme! ***


Nuova pagina 1
Soul Calibur II
-Il Ritorno del Trio-

 

-Conclusione-

 

Erano due giorni che era in cammino, ormai.

Si era infilato clandestinamente su un carro ed era passato per due villaggi, prima d’essere sicuro di aver preso la strada giusta… Tutto quel tempo passato in solitudine aveva giovato molto poco al suo senso dell’orientamento…

Ma finalmente era arrivato! Salvo imprevisti e mantenendo un buon passo, sarebbe di sicuro arrivato a Pechino entro un’ ora o poco più…

La sua mente cominciò freneticamente a registrare quello che la sua indole pessimistica aveva preferito tenere fuori per il corso del viaggio…

Stava per rivedere Xianghua… Stava per rivedere Xianghua… Stava per rivedere Xianghua…!!!

Senza che alcun comando fosse stato impartito dal cervello, istintivamente, le sue gambe aumentarono il passo fino a prendere il ritmo di una corsa…

Ormai era quasi riuscito ad uscire dal bosco…

 

Un kitana spuntò dal nulla ed andò a conficcarsi roteando a pochi centimetri dai suoi piedi…

Solo un po’ più in là e avrebbe dovuto usare il suo bastone per sostituire una gamba amputata!

Alzò il viso per capire chi fosse quel folle, e pochi istanti dopo la figura di una donna ben tornita uscì fuori degli alberi, roteando su se stessa come la sua arma e atterrando  di fronte a lui in perfetto equilibrio:

 

-          Buon giorno, gentil messere…- sussurrò, mellifluamente- Mi dispiace molto, ma non si può proseguire… Non prima di aver pagato il pedaggio, almeno…

 

Senza aspettare altro, Kilik impugnò il bastone brandendolo di fronte a sé:

 

-          Sei una ladra?!

 

-          Che brutta parola..! Mi limito a prendere ai ricchi per dare ai poveri!- ribatté lei, sorridendo furbescamente.

 

-          Le uniche cose che prenderai da me saranno un sacco di colpi! In guardia!- esclamò lui, facendo roteare l’arma con decisione.

 

-          Ma tu vedi che tipi testardi devono capitarmi a metà pomeriggio! Di seguito, per di più!- sbuffò la donna. Gettò un’ occhiata a Kilik, che non accennava né ad abbassare l’arma né ad attaccare, e sorrise:- Un vero esempio di lealtà, a quanto vedo… D’ accordo...- sconficcò il suo kitana da terra con un colpo secco e si portò in posizione d’attacco:- Diamoci da fare…!

 

Kilik tirò un colpo secco in direzione dei reni della donna, che li evitò abilmente con un salto per poi colpirlo alle spalle…

Avvertì la scapola destra bruciare per la botta ricevuta, ma non si concesse altro tempo per pensare; con un movimento repentino si voltò, colpendo l’avversaria alle costole… Lei perse l’equilibrio, ma si appoggiò alle mani e si slanciò contro di lui, afferrandogli il collo con le gambe… Subì il suo attacco, ma non appena fu saltata via la colpì con un attacco roteante dell’ asta, la sua specialità…

Finché utilizzava quell’attacco la donna non poteva avvicinarsi senza essere colpita.

La guerriera predone fece a sua volta roteare il suo kitana, lanciandolo contro di lui. Si abbassò appena in tempo e direzionò un calcio deciso alle caviglie della giovine…

La combattente cadde a terra, incassando un altro paio di colpi, prima di riuscire a riprendere il suo kitana e assestare a Kilik un potente attacco frontale…

Kilik vacillò ma non cadde, appoggiando la sua asta a terra per reggersi… L’ avversaria impuntò la sua arma a terra, issandovi su e tentando di allungargli un calcio al volto, ma prima che riuscisse nel suo intento Kilik le afferrò il piede, facendola sbilanciare e scagliandola al terreno con violenza…

I pochi secondi che la donna ci mise per riaprire gli occhi, ancora intontita per il colpo ricevuto, bastarono a fargli reinpugnare il bastone e a puntarglielo alla gola.

-          Ti arrendi?- chiese Kilik.

 

Lei aprì del tutto gli occhi e sorrise, con aria lievemente sorniona:

 

-          Ok, ok…- fece- Puoi pure passare!...-si tirò su in piedi, scrollandosi la polvere di dosso- Comunque… Ero ancora stanca per il combattimento avuto con quel guerriero qualche ora fa, altrimenti non saresti mai riuscito a battermi… Anche se è la prima che da queste parti capitano guerrieri così valenti come te e lui, devo ammetterlo… Evidentemente non è la mia giornata fortunata…

 

-          Guerriero..?- chiese Kilik, colto da un improvvisa speranza- Chi..? Ti ha detto il suo nome…?

 

La donna scosse la testa, lanciandogli un’occhiata incuriosita:

 

-          No… Un tipo strano, comunque… Giapponese, probabilmente(*)… Era agghindato come un marinaio e utilizzava delle armi stranissime, costituite da due corti bastoni uniti insieme da una catena…

 

Kilik sussultò ed abbassò di scatto il bastone, domandando:

 

-          Da che parte è andato?- domandò, velocemente, rimettendo l’arma al suo posto.

 

-          Verso Pechino… Però se vai da quell’ altra parte, lì dove c’ è uno degli affluenti del fiume Kamo…- glielo indicò- E segui la corrente ci arrivi più in fretta, anche se non proprio in città…

 

Il giovane si lanciò nella zona indicatagli senza nemmeno sognarsi di salutare o ringraziare.

Seung Mina sbuffò:

 

“Maleducato! Beh, pazienza…” ridacchiò, giocherellando con una piccola borsa di pelle abilmente sfilata dalla cintura del ragazzo durante il combattimento, che tintinnò del limpido rumore dell’argento “Questi basteranno a ripagarmi sia dell’informazione che del pedaggio mancato dal suo amico giapponese… E poi scommetto che ha così tanto per la testa che non se ne accorgerà neppure…”

 

Magari non era stato proprio leale, da parte sua, ma in qualche modo bisognava pur vivere, no…?!

E poi, com’era quel motto? Se nessuno ti aiuta, aiutati tu!

 

******

 

Era arrivato, finalmente!

Cadde a terra, sfiatato… Si sentiva distrutto, ma i suoi occhi luccicavano di gioia…

Guardò il paesaggio dinanzi a sé, sulle cui colline verdeggianti e le estese risaie si allargava in tutta la sua maestosità la muraglia cinese, che delimitava i confini del palazzo imperiale.

Xianghua era lì, di sicuro. E, se erano rimasti insieme, forse avrebbe trovato anche Kilik…

Gli sarebbe bastato raggiungerla per mettere fine alle sue sofferenze… Anche se in lui la paura di essere rifiutato era ancora  forte…

Si asciugò il sudore che gli imperlava la fronte con una mano, rialzandosi in piedi a fatica, e prese a correre giù per la collina, verso il palazzo imperiale.

Si fermò in fretta, tenendosi un fianco e respirando affannosamente; l’incontro con quella guerriera/predona l’aveva stremato…

Ma ormai era arrivato, e non poteva certo fermarsi ad un passo dalla fine del suo viaggio!

Riprese ad avanzare più lentamente. Attraversò la città scansando venditori e mendicanti in vena d’imbrogli, e non appena intravide la grande porta orientale, si mise a correre.

Si fermò solo una volta arrivato, appoggiando le mani sulle ginocchia e piegandosi su se stesso per riprendere fiato, mugolando qualcosa all’indirizzo di una qualunque forma di vita che si trovasse davanti a lui. (non poteva vedere perché era piegato… ^^’ nda)

Le due guardie che sorvegliavano la porta orientale lo fissarono con sospetto, portando le mani alle armi: in effetti, non doveva avere un aspetto molto rassicurante, conciato a quel modo.

Attese di essersi sufficientemente ristabilito, per poi raddrizzarsi e ricomporsi alla meglio, schiarendosi la voce:

 

-          Devo vedere la valorosa Chai Xianghua…- disse, deciso, con un ultimo colpo di tosse.

 

Le due sentinelle non dissero nulla, limitandosi a scambiarsi fra di loro un’occhiata poco rassicurante.

Notando questo, Maxi continuò:

 

-          Fa parte dell’esercito imperiale…- aggiunse- Dov’ è adesso? Devo parlarle!

 

-          La traditrice Xianghua è stata espulsa da questo esercito...- disse una delle sentinelle, con voce dura e tagliente.

 

“Cosa?!” Maxi sgranò gli occhi, inorridito:- No, non è possibile!- esclamò- Xianghua era un soldato fedele!

 

-          Bada al tono che usi, straniero!- ruggì l’altra guardia, sguainando minacciosamente la spada.

 

-          Chai Xianghua ha disobbedito agli ordini. Non è riuscita a trovare la leggendaria Soul Edge e a portarla al nostro venerato Imperatore, come le era stato ordinato. Per questo motivo è considerata alla stessa stregua dei traditori... E adesso vattene!- disse la prima, severamente, seguendo l’esempio del compagno.

 

-          Ma no! No! Le cose non stanno così!- esclamò Maxi, scuotendo la testa. Non riusciva a crederci!!- Non avete capito niente! La Soul Edge era una spada malvagia… Avrebbe portato solo distruzione..

 

-          Non forzare troppo la nostra pazienza, straniero! Allontanati da solo finché sei in tempo! Non puoi restare qui!- ma Maxi non lo sentì nemmeno:

 

-          Devo parlare con l’ Imperatore! Dovete ascoltarmi!

 

Com’ era prevedibile, dodici secondi dopo era già stato buttato di mala grazia in mezzo alla strada, come tutti i petulanti…

Si rialzò a fatica e prese a camminare per la strada, masticando insulti. Si sentiva incredibilmente scoraggiato; aveva appena scoperto che Xianghua era stata (ingiustamente) cacciata dall’esercito, e in più non aveva la minima idea di dove andarla a cercare adesso…

Sospirò; e ora cosa poteva fare?

Era così preso nei suoi pensieri che si accorse di stare finendo dritto dritto addosso ad un’altra persona solo quando le urtò violentemente contro; fortunatamente nessuno dei due cadde, sebbene l’ investita avesse vacillato paurosamente.

Si raddrizzò a fatica, alzando lo sguardo sulla sua “vittima”, e notò che era una donna… Una guerriera, a quanto sembrava, e anche parecchio affascinante… (frena, amico.. E’ già sposata… ^_^ nda)

Beh, non era sua abitudine scusarsi, ma quella volta fece un’ eccezione. Senza contare che non aveva alcuna voglia di ingaggiare un’ eventuale lotta anche con quella guerriera...

 

-          Non importa…- disse la donna, distrattamente- Ero anch’io con la testa fra le nuvole… Sto cercando una ragazza, alta.. con i capelli biondi… L’ hai vista?

 

Maxi scosse la testa:

 

-          No... Però devo dire che è davvero una strana coincidenza.. anch’io sto cercando una ragazza…-  gli venne spontaneo commentare.

 

La donna lo fissò pensierosa: 

 

-          Carnagione chiara… Capelli castano scuro tagliati corti con due ciuffi più lunghi attorno al viso?..- chiese.

 

Maxi si voltò di colpo a fissarla, stupito. Qualcosa di molto simile alla speranza si riaccese nel suo cuore.

 

-          Sì!- esclamò- Come…

 

-          Ho visto una ragazza simile…- disse la donna- Al di là della collina, laggiù… Dove c’è la locanda Tora Siroi, vicino allo sbocco del fiume Kamo…

 

Maxi si lanciò immediatamente nel luogo che gli aveva indicato, urlandole un “grazie”.

Se era davvero lei…  Se era davvero Xianghua…

Arrivò alla collina con una velocità sorprendente… Si sentiva le ali ai piedi…

Poi vide qualcosa che lo fece bloccare così di colpo da fargli correre il rischio di rotolare giù per tutta la strada che ancora gli mancava alla locanda: una figuretta vestita di brutti abiti scuri, con in mano un grosso secchio, si dirigeva a passo lento verso una piccola costruzione che da quella distanza sembrava una di quelle casette di legno con cui giocano i bambini…

Anche di spalle… Anche vestita a quel modo… Era impossibile non riconoscerla…

 

-          XIANGHUA!!!- urlò, riprendendo la sua corsa.

 

La ragazza lasciò cadere a terra il secchio, che si rovesciò con un fragore attutito dall’ erba… Si voltò tremante, fissandolo avvicinarsi, incredula…

 

-          Maxi…- sussurrò, sull’ orlo delle lacrime.

 

Ci rimase molto male. Non l’aveva mai vista piangere prima.

Ma quando la vide tendere le braccia nella sua direzione come ad un miraggio che si teme di veder svanire non resistette più; in pochi passi le fu di fronte e l’avvolse forte tra le braccia, lasciando che i suoi singhiozzi fossero soffocati dalla stoffa della propria camicia.

 

******

 

Era Maxi! Di sicuro era Maxi!

Quanta altra gente poteva esserci che combatteva con dei nunciaco?!

E se era arrivato lì prima di lui… Forse aveva già trovato Xianghua!

Le sue gambe correvano a precipizio seguendo il corso del fiume, ignorando le fitte di dolore scaturite dal combattimento da poco disputato. Con il bastone scansava ogni sasso e tronco gli si presentasse davanti, automaticamente, senza pensare…

In testa aveva solo una cosa: stava per rivederli, stava per rivedere i suoi migliori amici!

Con un fragile sussulto di speranza e gioia intravide lo sbocco del fiume, diviso in due affluenti, e una rozza casa di tronchi sovrapposti, dalle imposte colorate di un verde brillante visibile anche a quella distanza; la prima, piccola abitazione del territorio di Pechino. Era quasi arrivato, ormai… Sarebbe solo dovuto arrivare al palazzo imperiale e…

Si bloccò: a poca distanza dall’edificio di legno grezzo, c’erano due figure avvinte strettamente in un abbraccio. Conosceva fin troppo bene quel ciuffo nero perennemente arricciolato e quella nuca castana simile ad un cespo di cipolla non ancora sbucciato. (come sei poco romantico… V.V nda)

Xianghua e Maxi.

I suoi amici… I suoi migliori amici…

La tiepida gelosia che aveva provato nel vederli abbracciati sciamò in un attimo, cedendo il posto alla commozione ed al timore.

Non riusciva ad avvicinarsi a loro… Gli sarebbe bastato fare pochi passi, anche solo dire una parola per richiamare la loro attenzione e partecipare a quell’abbraccio…

Ma non ci riuscì, troppo impaurito ed incredulo. Come quando si è finalmente raggiunto qualcosa che cercavi da tempo, e non riesci ad avvicinartici per paura che scompaia…

L’ arma gli cadde dalle mani, senza alcun rumore per via dell’ erba alta, e nello stesso istante, Xianghua e Maxi si staccarono. I due ragazzi si guardarono negli occhi per qualche istante, poi la cinese si passò le mani sulle guance e l’ex-pirata alzò il viso, lasciando che l’aria fresca gli scivolasse sul viso.

E fu allora che finalmente lo notò. Maxi spalancò la bocca:

 

-          KILIK!- non fu la voce di Maxi ad urlare il suo nome ma quella di Xianghua. E bastò quella a risvegliarlo dal suo stato di trance.

 

Il primo impulso fu quello di correre ad abbracciarli, ma prima ancora che fosse riuscito a staccare un piede da terra fu letteralmente travolto!

Il lieve e delicato profumo dei fiori di shaing, raggiunse la sua mente prima ancora della stretta calda che lo avvolse completamente, gambe comprese. Xianghua gli aveva detto e ripetuto che lo shaing era molto, molto comune a Pechino come nel resto della Cina Orientale, e quindi era usato per bagnoschiumi e profumi di basso costo… A Nanjing, addirittura, era usato per profumare la lana grezza in modo da sopprimere l’aroma polveroso della tosatura, prima di passare per i laboratori tessili (**)…

Era perciò molto facile ritrovarlo addosso a molte donne…

Ma lui si era sempre rifiutato di non associare che a lei quel profumo, tanto che, nei tempi fiorenti in cui se ne andava a spasso per la Cina senza una meta ben precisa,  gli era capitato ogni qualvolta sentiva quel delicato aroma di chiamarla istintivamente, guardandosi freneticamente attorno e spaventando le altre ragazze che in realtà portavano quel profumo e gli erano capitate per caso vicino…

Fu la prova più tangibile che Xianghua era davvero lì con lui. E la forte e familiare pacca dietro la schiena che gli arrivò pochi istanti dopo formulata quella constatazione, gli confermò anche l’effettiva presenza di Maxi:

 

-          Il nostro complessato preferito è di nuovo tra noi!! A quanto sembra abbiamo avuto tutti la stessa idea, eh?!- esclamò il nipponico, afferrandolo appena in tempo per il cappuccio della veste, dato che Kilik, al suo colpo, avendo Xianghua attaccata con gambe e braccia al proprio corpo, aveva vacillato paurosamente in avanti- Noto con piacere che non sei cambiato affatto…- aggiunse mentre lo rimetteva dritto, con una smorfia divertita, scuotendo criticamente e scherzosamente la testa.

 

-          Neanche tu, Maxi…- ribatté lui, con un mezzo ghigno- Sei sempre il solito sbruffone…

 

-          Ehi, ehi… E’ piuttosto strana tanta schiettezza sulla bocca di un mancato sacerdote! Dov’è finito il nostro Kilik dal linguaggio aulico ed incomprensibile? Vedi un po’ di ricomporti; noi stavamo aspettando Kilik, non una mia versione imbranata…- osservò Maxi, con tutto il tono di uno che è in cerca di guai.

 

Difatti, pochi istanti dopo si vide arrivare un secco colpo di bastone, che venne prontamente schivato:

 

-          …Meno male che però certe cose rimangono sempre le stesse! Avevo paura che la nostra assenza avesse causato più danni del previsto, eh Xianghua?... Ehi, che hai?

 

Da quando gli si era gettata fra le braccia, Xianghua non aveva mai alzato la testa dalla spalla di Kilik; se ne rese conto in quel momento anche quest’ultimo, fissando la sua nuca bruna con aria preoccupata:

 

-          Cosa ti succede?- sussurrò, scostandola dolcemente da sé.

 

Quando finalmente la giovine alzò il viso, per poco non gli venne un colpo: i suoi occhi luminosi erano velati di lacrime.

Lacrime?!.. Da quando la conosceva Xiaghua non aveva mai pianto, perché adesso era in lacrime?!

 

-          Non essere troppo felice per il mio ritorno…- cominciò, tentando di sdrammatizzare, ma fu interrotto dalla ragazza stessa che gli saltò nuovamente al collo.

 

-          E’ che io.. io…- balbettò, stringendolo forte e dandogli l’impressione che la sua testa sarebbe saltata via da un momento all’altro; forse Xianghua l’aveva scordato, ma anche se adesso si comportava come un’adolescente innamorata, rimaneva comunque una guerriera, e aveva una presa piuttosto forte- …Ho aspettato così tanto questo giorno che ora non mi sembra vero!...

 

I due ragazzi non risposero, ma sui loro volti si dipinse un’espressione amara.

Non si può dire che scoppiarono in lacrime come Xianghua, ma avevano il cuore gonfio e mentre la consolavano si resero conto di star dando nel contempo delle rassicurazioni a se stessi…

Ormai quello era il passato… Dovevano andare avanti…

 

-          Adesso siamo insieme…- sussurrò Kilik, in tono di conforto- E lo resteremo per sempre… Non permetteremo a nessun uomo, donna o divinità di separarci di nuovo…

 

Xianghua sorrise, asciugandosi le guance umide.

 

-          Sia ben chiaro però che io non ho alcuna intenzione di fare lo sguattero in questa locanda!- aggiunse Maxi, prendendosi un calcio da Kilik per la sua mancanza di tatto.

 

La giovane cinese lo fissò preoccupata:

 

-          Intendi riprendere il viaggio..?- sussurrò, perplessa.

 

Maxi annuì:

-          Certo! Ci sono ancora molti luoghi che ho voglia di visitare! Sono rimasto fermo anche troppo a lungo, in questi ultimi anni; ora che i miei marinai sono stati vendicati, ho voglia di concludere il giro del mondo conosciuto che avevamo iniziato, anche senza la mia nave! Insieme a voi, s’intende!- ammiccò, in fretta.

 

Xianghua s’imbronciò:

 

-          Ma io non ho più un soldo da quando mi hanno buttato fuori dall’esercito…

 

-          Ti hanno buttata fuori dall’esercito imperiale?!- esclamò Kilik, incredulo.

 

Xianghua arrossì e Maxi gli tirò un calcio, probabilmente più per ripicca che perché lo ritenesse necessario:

 

-          Ho parlato con un paio di guardie e ti assicuro che le loro accuse erano una vera idiozia…- disse, fra i denti, ancora irritato al ricordo del trattamento ricevuto da quelle stesse guardie- Non starci troppo a pensare.. poi ti spiegherò…

 

Kilik scosse la testa, sospirando e accarezzando una ciocca di capelli dell’amica con quieto rammarico. 

Aveva capito che a Xianghua doveva essere capitato qualcosa, visti gli straccetti da due soldi che aveva addosso e le precedenti parole di Maxi sul fatto di fare “lo sguattero all’ osteria”, ma non immaginava certo una cosa del genere! Aveva sempre pensato che l’ imperatore fosse un po’ tocco, con quella pretesa d’incatenare a sé il potere della Soul Edge, ma ora ne aveva la conferma!

Si sforzò di sorridere, tanto per dimostrare ad una apparentemente imbarazzata e umiliata che la considerava ancora un essere umano, visto che dal modo in cui l’aveva sciolto dalla sua stretta pareva preoccupata di essere ripudiata, o cosa:

 

-          Beh, qualunque sia il tuo lavoro adesso…- cominciò, glissando sull’argomento con delicatezza- ..Puoi anche dare le dimissioni! Maxi ha ragione.. Dobbiamo concludere ciò che abbiamo iniziato, in tutti i sensi, e tu fai parte del gruppo! Quanto ai soldi, io ho un po’ d’argento da parte…- fece per portare istintivamente la mano al sacco dove era riposto, ma si rese conto di non averlo più alla cintura.

 

-          Cosa…?- si guardò intorno, chiedendosi se fosse caduto, poi capì-  Oh!- esclamò, dandosi una manata in fronte.

 

-          Che succede?- chiese Xianghua, perplessa.

 

-          Quella dannata predona! Deve essere stata lei a rubarmi la sacca!- strepitò Kilik, furibondo.

 

-          Predona?.. Vuoi dire Seung Mina?- chiese Maxi, iniziando a capire.

 

Kilik annuì, con una smorfia:

 

-          Già, proprio lei…- sospirò e spiegò ai suoi amici del suo incontro con la donna, del combattimento e dell’epilogo che aveva avuto.

 

Alla fine del suo racconto Maxi scoppiò a ridere con tutto il cuore:

 

-          Tipico di te, Kilik! Così concentrato sullo scontro da dimenticarti persino di difendere ciò per cui stavi combattendo! Anch’io ho combattuto contro quella guerriera, ma di certo non mi sono fatto fregare a quel modo!

 

-          Si capisce, per un ex-ladro è più facile capire la mentalità dei suoi colleghi…- ribatté Kilik, con una certa acredine nella voce, furioso per quella doppia presa per il naso.

 

Maxi smise all’istante di ridere e si avventò su di lui:

 

-          Ripetilo se ne hai il coraggio!- urlò, furibondo.

 

-          Piantatela voi due!- esclamò Xianghua, frapponendosi fra i due uomini.

 

Maxi si lasciò docilmente trattenere, ma non rinunciò ad urlare:

 

-          Un pirata non è un ladro, è un audace avventuriero esperto di navigazione!

 

Quella frase  che ai tempi del loro primo viaggio insieme era sempre stata oggetto di polemica fra i tre, soprattutto i due maschi, non mancò come allora di provocare una sonora risata ai due interlocutori dell’ ex- audace avventuriero esperto di navigazione, che dopo qualche istante di offesa si unì a loro.

 

-          D’accordo!- esclamò Maxi, quando animi e risate si furono placati- Vorrà dire che il viaggio lo faremo con il denaro della mia ricompensa! In diversi villaggi era stata messa in palio una certa somma d’oro per chi li avesse liberati di quel mostro assassino di Astaroth, e sarete felici di sapere che il sottoscritto se l’è guadagnata!- affermò, con soddisfazione.

 

-          Beh… ma allora…- esclamò Xianghua, eccitata- Che cosa stiamo aspettando ancora?! In marcia!

 

-          Puoi dirlo forte!- urlò Maxi- Attenzione mondo! Il trio si è ricomposto e ritornerà sulla scena!- fece un paio di salti dalle gambe alle braccia e così via, giocherellando con i suoi nunciaco, tanto per dar maggior enfasi alle sue parole, provocando le risate degli altri.

 

-          Su, andiamo allora!- osservò Kilik, facendo un ampio cenno in avanti con il braccio.

 

-          Non saluti la tua ex-datrice di lavoro?- chiese Maxi a Xianghua, mentre i tre si avviavano lasciandosi alle spalle la città ed il passato.

 

Xianghua ci pensò su. In effetti aveva una gran voglia di salutarla con un paio di calci nello stomaco, ma forse non era il caso. Le avrebbe fatto perdere tempo e poi rischiava di indolenzirsi il piede.

 

-          Naa…- fece.

 

Maxi sorrise.

 

-          Direi di avanzare fino a Vladivostok e poi prendere un sambuco per raggiungere Hokkaido…- disse in tono pensieroso Kilik, che evidentemente non aveva ascoltato una parola della conversazione- Sempre se non vogliamo arrivare fino a Ningakor… In questo modo allungheremmo il tragitto a piedi, ma il viaggio via mare sarebbe più breve e di conseguenza pagheremmo meno il noleggio della barca…

 

-          Arriveremo a Ningakor… Non è il caso di essere spilorci, abbiamo abbastanza oro…- replicò Maxi. Fece una pausa:- S’ intende che quando avrete guadagnato qualcosa per i vostri servigi di guerrieri mi ripagherete dei soldi che ho speso per tutti e tre…- aggiunse.

 

-          Cosa?!- esclamò Kilik- Non cambierai mai! Sei sempre il solito approfittatore pidocchioso!

 

-          Si dice “oculato risparmiatore”…

 

Xianghua non si prese nemmeno la briga di interromperli di nuovo.

In fondo adesso sì che era davvero tornato tutto alla normalità!

 

 

***Fine***

 

 

Nota dell’ autrice:

 

(*)  Ricordo di aver letto sul suo profilo che Maxi è un corsaro giapponese (anke se a me sembra più spagnolo, con quel ciuffo e quelle armi… O.o”)… Ma davvero in Giappone a quell’epoca c’erano i pirati?!? O.o””

(**) Ho letto da qualche parte che Soul Calibur è ambientata durante la seconda rivoluzione industriale… Anke se non si può dire che quello di SC sia davvero il mondo reale, d’altri tempi e d’oggi… ^^”

 

Salve! ^^””” Chiedo 100000 volte venia a tutti per il ritardo… Spero solo che quei quattro lettori che avevo mi perdonino l’immane negligenza (ma sapete.. Il cap era lungo, le fic da aggiornare erano tante e poi i compiti, le vacanze…) e leggano quest’ultimo cap, spero all’altezza delle aspettative…

Mi rendo conto che la battaglia fra Kilik e Seung Mina fa pena, ma non sono proprio portata per questo genere di cose… ç.ç

A proposito di Seung Mina: so bene che secondo il suo profilo la donna è la figlia di un potente guerriero, maestro di Yunsung… Ma nella modalità Maestro d’Armi, le viene data la parte di una guerriera che depreda i viandanti, e mi è sembrato più consono per la mia fic inserirla con questo ruolo… ^_^ I suoi fan non se l’abbiano a male…

Spero che il cap vi sia piaciuto e che lo commenterete…

Scusate ancora per il ritardo… >.<;;;

 

Forse scriverò un’altra fic sulla coppia Talim/Yunsung, ma non ne sono sicura… (so che sarebbe più indicata una Yunsung/Seung Mina, ma lei mi è sempre parsa un po’ troppo matura in tutti i sensi per un giovane avventato come lui… ^^”)

 

Ciao a tutti!!! ^O^

 

ps. Ehm, per la fretta di postare non l'ho riletto... ^^"""

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