...Deathly Love...

di Tappina_5_S
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio. ***
Capitolo 2: *** Scommessa ***
Capitolo 3: *** Sneak in... ***
Capitolo 4: *** Patti & Decisioni ***
Capitolo 5: *** Coltelli...e ladri. ***
Capitolo 6: *** L'oscurità della notte. ***
Capitolo 7: *** Kiss & Note ***
Capitolo 8: *** Perchè?... ***
Capitolo 9: *** Pigiama Party ***
Capitolo 10: *** Hurry up and Save me... ***
Capitolo 11: *** Domande...e dubbi. ***
Capitolo 12: *** Cena col killer. ***
Capitolo 13: *** Lampi nella notte... ***
Capitolo 14: *** Una rosa per sorridere ***
Capitolo 15: *** Nel buio... ***
Capitolo 16: *** Riposo forzato. ***
Capitolo 17: *** Una nuova certezza ***
Capitolo 18: *** Il segreto del padre... ***
Capitolo 19: *** Rabbia...Amore...qualcosa sta cambiando... ***
Capitolo 20: *** Il Ballo... ***
Capitolo 21: *** Kiss in the dark... ***
Capitolo 22: *** Una trappola d'amore... ***
Capitolo 23: *** ...lui era l'altro... ***
Capitolo 24: *** ...deathly love... ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio. ***


love

Salve a tutti!

Premettendo che l'idea e l'ispirazione di questa ff vanno direttamente ai video e la serie di Nishitaa1 (potete trovare i suoi video su youtube) Ho cercato di portare i video a una storia e ho cambiato e aggiunto parti e dettagli come i nomi o i dialoghi e inventato di mia fantasia. Spero tanto che vi piaccia. Tutti i diritti di Deathly Love vanno a Nishitaa1 (1°video Deatlhy love più di 6000 e l'ultimo più di 10000) KISS a tutti ;-)

Primo giorno nella nuova scuola.

Con lo sguardo assente saluto mia madre che se ne sta andando con la sua macchina bianca panna, pronta per la sua prima giornata di lavoro all'ospedale.

Siamo a metà novembre e il semestre è già iniziato.

Guardo l'edificio grigio cenere che mi trovavo davanti sperando tanto che quello sarebbe stato un nuovo inizio, un nuovo e fresco inizio.

Ne avevo bisogno.

Per dimenticare tutto quello che era successo, anche se sapevo bene che sarebbe stato impossibile, ma almeno dovevo provarci.

Salii i gradini lentamente cercando di orientarmi in mezzo a quella folla di ragazzi che mi passava accanto.

Mi fermai in un angolo meno affollata subito all'ingresso e tirai fuori il foglio che mia madre mi aveva dato.

Alla prima ora avrei avuto scienze. Stanza 26.

Girovagai smarrita per i corridoi, prima o poi avrei trovato la stanza giusta no?

Dopo circa dieci minuti in cui avevo perso completamente anche quel briciolo di senso dell'orientamento che avevo, mi fermai appoggiandomi al muro.

Quasi mi girava la testa.

Respirai piano cercando di sorridere ai ragazzi che passavano davanti a me guardandomi con uno sguardo misto tra il preoccupato e lo scettico.

"Tutto bene? Ti serve una mano?"

Sobbalzai, accorgendomi che in piedi alla mia sinistra si trovava una ragazza dai capelli biondi chiari, quasi bianchi, gli occhi verdi giada e un sorriso aperto e disponibile.

"Ehm...si vede così tanto che mi sono praticamente persa?" chiesi imbarazzata.

"...si...comunque mi fa piacere darti un aiuto" poi sorridendo distese la sua mano "ciao! io sono Alice!"

"Ciao! Io mi chiamo Sam"

Le strinsi la mano cercando di ricambiare il suo sorriso.

Ma sorridere a comando non è facile.

"Beh, vieni, ti mostro la scuola"

Mi fece fare un giro veloce mentre parlavamo del più e del meno cercando di conoscerci.

"E questo è il laboratorio di scienze"

Scossi la testa pensando che assomigliava in modo impressionante a quello della mia vecchia scuola.

"Carino"

Lei storse un po il naso mordendosi il labbro.

"Si sarebbe carino se tutti i giorni non scappassero le rane dalle teche" io risi sentendomi a mio agio.

"Non contando il fatto che non è carino andarci quando devi fare la dissezione"

Storsi la bocca ricordandomi all'improvviso perchè odiavo i laboratori di scienze.

"Che lezione hai per prima?"

Io con uno scatto un po impacciato afferrai il foglio che avevo nella tasca dello zaino.

"Biologia"

"Allora auguri con la professoressa Madison"

"Perchè?"

"Dicono che sia molto stretta con i voti e che faccia compiti a sorpresa, però questo è quello che mi hanno detto, io non ho lei come professoressa"

"Ah no? In che classe vai?"

"4°D" poi rivolse gli occhi verso il cielo in modo pensieroso "tu invece dovresti essere in 4°B, giusto?"

"Si"

"Beh stanno per iniziare le lezioni, vieni ti faccio vedere la tua classe"

Camminammo spedite per il corridoio accorgendoci che lo stesso facevano anche li altri studenti.

Mentre cercavo di aumentare il passo per stare dietro alle sicure falcate di Alice, andai a sbattere contro qualcuno.

Sentii un dolore alla spalla e di scatto alzai la testa per scusarmi.

Incontrai i suoi occhi.

Occhi scuri, indecifrabili, il suo sguardo era sicuro, ma aveva qualcosa di inquietante.

Mi sentii gelare il sangue nelle vene.

Rimasi immobile senza riuscire a spiccicare parola.

Mi fulminò all'istante.

Il suo viso era pallido e affusolato, aveva le labbra carnose e il naso dritto.

Aveva i capelli riccioli mori e candidi.

Non seppi dire cosa, ma c'era qualcosa di quel ragazzo che mi attirava e mi inquietava allo stesso tempo.

Rimasi ferma a fissare la sua camminata decisa.

"Lui meglio starli lontani"

Sobbalzai notando Alice alla mia destra, ma ignorai completamente la sua affermazione.

"Come si chiama?" chiesi con tono interessato e forse troppo curioso.

"Come si chiama??" ripete lei con un tono impaurito e furtivo come se ci fosse qualcosa di male in ciò che avevo chiesto.

Ma io continuai a fissarla in cerca di una risposta.

Lei scosse il capo abbassando la voce.

"Si chiama Nick"poi con un passo si avvicinò a me e mi guardò fissa nei miei occhi scuri "ed è pericoloso"

"Definisci persicoloso" dissi con aria circospetta.

Lei sospirò incrociando i fianchi e mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.

"E' sempre stato strano fin da quando si trasferì qui circa sei anni fa"

Io ascoltavo attenta.

"Diciamo che anni fa, un ragazzo lo fece arrabbiare, non ricordo esattamente cosa, ma gli fece uno scherzo pesante e il giorno dopo quello stesso ragazzo è sparito."

Finì il discorso guardandomi fissa negli occhi.

"E allora, insomma, ci credi sul serio?" chiesi quasi ridendo.

Lei rise nervosamente guardandomi comprensiva.

"Quel ragazzo non è stato mai più trovato"

Il suo tono era glaciale e maledettamente serio.

"E tu pensi sia stato lui?" chiesi scettica.

"Tutti sappiamo che è stato lui, in casa sua hanno trovato coltelli e pistole, è per questo che Nick se ne sta sempre per i fatti suoi, lui è pericoloso"

Un brivido mi percorse la schiena.

Possibile che un ragazzo di circa diciasette anni potesse fare una cosa del genere? Insomma, era solo un ragazzo e queste sono cose da...assassini o killer, insomma non è concepibile!

Ma il tono e l'atteggaimento di Alice mi fecero capire che di certo non stava scherzando.

Proseguimmo silenziose fino alla fine del corridoio dove si trovava la mia aula.

"Beh allora ci vediamo alla ricreazione, ok?" disse sorridendo nuovamente.

Non capivo perchè si prendeva tanta briga di fare da amica alla nuova venuta, ma mi faceva piacere.

"Certo"

E così dopo il nostro saluto entrai in classe dove la professoressa Madison mi accolse frettolosamente.

"Cerca di seguire la lezione per quanto sai signorina Knight" Poi guardandomi visto che ero ancora impalata accanto alla sua cattedra continuò "Puoi andarti a sedere accanto al signor Jonas"

Io guardai l'anarchia generale della classe, disorientata.

Con decisione la professoressa parlò (anzi urlò) riportando tutti i ragazzi in riga.

"Ragazzi lei è la signorina Knight. Signor Jonas può alzare la mano"

In fondo alla classe nell'angolo sinistro una mano pallida si alzo con decisione.

La professoressa mi sorrise mentre andavo a sedermi accanto a...oh no è lui!


Per la durata delle successive tre noiosissime ore prima della ricreazione cercai di seguire la lezione per mettermi in pari; ma la cosa mi restò molto difficile visto che non riuscivo a non pensare a ciò che Alice mi aveva detto prima sul mio nuovo compagno di banco.

Io stavo in bilico sulla sedia, dalla parte opposta di dove si trovava lui.

A complicare le cose c'era il fatto che da quando mi ero seduta con la coda dell'occhio mi ero accorta che Nick mi fissava, così feci finta di niente immaginando che sarebbe durato qualche secondo soltanto, invece non mi staccò più gli occhi di dosso.

Avevo una paura che non mi sarei mai aspettata.


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Capitolo 2
*** Scommessa ***


love Ringrazio le persone che hanno aggiunto questa ff tra le preferite e le seguite.

CHIBI AKI: Già, a pensarci bene forse ricorda vagamente twilight ma...sono contenta che ti interessi, ma devo confessarti che NISHITAA1 non è una mia amica, ho solo visto i suoi video su youtube. Grazie mille, spero che tu continui a seguirmi!KISS:-)

MARY__TIGRO:Bhe Nick un po ispira questo lato killeresco (hihi XD) e con il continuare lo scoprirai meglio...spero tu mi continui a seguire perchè io ho scoperto le tue ff e sono fantastiche!...KISS;-)

ADA12:Grazie, mi fa piacere che come inizio ti piaccia, anche perchè è piuttosto noioso come partenza...comunque grazie e spero di trovarti al prox chap!KISS ^_^

MAGGIE__LULLABY:Eh ma secondo te come faccio a fare Nick (il povero piccolo Nicky) cattivo?!...vedrai il suo cambiamento durante la storia e grazie mille per i complimenti!!KISS 8-)


La campanella suonò facendomi sobbalzare da quanto ero tesa.
Lui si alzò in piedi come la maggior parte dei ragazzi e uscì di classe.
In classe con me erano rimaste solo altre due ragazze quando mi sentii chiamare dalla voce squillante di Alice.
"Ciao!" Io uscii di classe salutandola.
Insieme ci avviammo al bar interno della scuola dove c'erano anche dei tavolini.
Lungo tutto il tragitto Alice parlava fitta su un certo Taylor con una sua compagna.
Dopo che lei ebbe comprato una brioche ci sedemmo ad un tavolino vuoto.
"Come mai così silenziosa? Come sono andate le prime ore?"
"Bene...direi..." lei alzò gli occhi curiosa "Insomma, la professoressa Madison in fondo non è così cattiva, diciamo che ti mette un po soggezione" poi non riuscii a trattenermi "...come il mio compagno di banco"
"Chi è?" chiese poco interessata.
"Nick"
Alice sbatte gli occhi due volte sorpresa strozzandosi con un boccone di brioche.
"Sul serio?!"
Io annuii.
"Di certo non ti invidio"
Poi sobbalzai quando una voce acuta parlò alle mie spalle.
"Ehi Alice!"
"Emily!"
Le due si abbracciarono e poi si sedettero accanto a me.
"Emily lei è Sam" poi con un gesto teatrale indicò me e poi lei.
"Sam questa è la mia migliore amica Emily"
Sorrisi a una ragazza con i capelli biondi scuri e gli occhi color nocciola.
Aveva la pelle abbronzata e aveva un'aria mister Perfetta, ma molto alla mano e gentile.
"Già ed è in classe con uno dei ragazzi più belli della scuola!" disse Alice con gli occhi scintillanti
"Diciamo che però Taylor se la tira un po troppo" Alice roteò gli occhi
"Ma che ti lamenti, poi ci credo, insomma te esci già con uno"replicò.
"Dimentichi che tu sei già uscita con Taylor...e se non ricordò non fu una grande esperienza!" Emily ammiccò con lo sguardo all'amica.
"Colpa delle due sorelline perfettine!"
Emily si girò verso di me per spiegarmi.
"In classe mia oltre a Taylor di cui stavamo parlando ci sono anche Paris e Destinee Monroe"
"E chi sono?"
Alice si avvicinò a me e roteò gli occhi mentre con un dito indicava dietro le sue spalle.
Due ragazze con i capelli biondi, truccate, vestite alla moda e seguite da un codazzo di due o tre ragazze si fermarono davanti a Emily.
"Oh guarda chi c'è!" le due si sorrisero beffarde "Cerca di non cadere per terra come stamani, dovresti farti prestare un po di senso dell'equilibrio" disse quella più alta con i capelli riccioli.
"Pensa per te Destinee che stamani non hai neppure fatta ginnastica"
Ma le due se ne erano già andate a testa alta ridacchiando.
Paris però aveva dato una gomitata alla sorella e si era fermata un attimo a squadrarmi.
Poco dopo la vidi sussurrare qualcosa all'orecchio di Destinne e poi se ne andarono via a braccetto sorridendo maliziose.
"Purtroppo loro due sono in classe mia. Destinee è quella più alta che ha 17anni, come noi, mentre quell'altra è Paris che anche se ha 16 anni pur di stare con la sorella è entrata un anno prima a scuola."
Alice si avvicinò a me "Anche da loro devi stare lotana"
"Si e anche da Nick" esclamò Emily.
Alice annuì dicendo che me lo aveva già detto.

Quando la campanella finalmente annunciò la fine delle lezioni erano le tre e mezzo e uscii di scuola incontrando Emily che iniziò a parlare spedita dei grandi magazzini che avevano appena aperto fuori città.
"Ciao Nuova!" mi apostrofò una voce alle mie spalle.
Detesto dirlo, ma sapevo esattamente di chi era quella voce.
"Ciao!E comunque mi chiamo Sam" risposi acida squadrando Paris e Destinee che si tenevano a braccetto.
"Ciao" disse una Emily poco convinta "Cosa volete?"
"Bhe la tua amichetta è nuova e vogliamo solo darle il nostro benvenuto"
Emily si mise le mani sui fianchi minacciosamente.
"G-grazie" mormorai io poco convinta avendo capito dalla faccia della mia amica che le due sorelle erano venute non solo per un semplice benvenuto.
"Bhe visto che sei nuova devi accettare la nostra sfida"
Eccoci, lo sapevo, solite scocciature.
"No, grazie"
Mi incamminai con Emily quando Paris mi si piazzò davanti seguita dalla sorella.
"Una scommessa"
"Smettila Paris!" interviene Alice piazzandosi alla mia sinistra.
"Guarda chi c'è" le due si fecero spallucce mentre le mie due amiche si lanciavano uno sguardo allarmato.
"Sam non ha bisogno che voi due le rompiate le scatole appena arrivata!"
Ci incamminammo tutte e tre quando la voce di Paris mi congelò all'istante.
"Se non accetti, diremo all'intera scuola come mai ti sei trasferita"
Sento il mio passato piombarmi addosso con una tale violenza da mozzarmi il fiato.
Chiudo gli occhi per scacciare via tutte le immagini che mi sono tornate alla mente.
Vedo con la coda dell'occhio le mie due amiche lanciarsi uno sguardo preoccupato.
Poi mi giro sapendo che devo affrontare le due sorelle.
Non ho altra scelta.
"Come fate a saperlo?" mormoro cercando di sembrare forte e spavalda ma sento il tremito nella mia voce far capire che sono assalita dalla paura.
"Noi sappiamo tutto di tutti" poi continuò
"O accetti la scommessa o entro domani tutti sapranno la verità"
Sapevo che le persone mi avrebbero guardata male, mi avrebbero evitata,  forse mi avrebbero guardata con sguardi di compassione, ma quello che a me importava è che io stessa non riuscivo ad accettare la verità e se tutti lo fossero venuti a sapere non so se sarei riuscita a reggere il fardello di ciò che era succeso.
Cercai di alzare la testa per guardare Paris nei suoi occhi color ambra.
Sapevo che non avevo altra scelta.
"Cosa devo fare?"chiesi in un tono fermo ma rassegnato.
Le due si guardano soddisfatte.
"Dovrai entrare di nascosto in casa di Nick Jonas"
Sentii le mie due amiche sobbalzare e spalancare gli occhi mentre si facevano scure in volto.
"Come puoi dirle una cosa del genere?!" esclamò arrabbiata Alice.
"Lei lo farà" rispose Paris.
"Ti prego Sam, ripensaci" Alice mi guardò con sguardo implorante scuotendo la testa.
"No, e poi che sarà mai" esclamai ma vidi che nessuno sembrava d'accordo con le mie parole.
"Vogliamo una prova del fatto che tu sia stata in casa sua"
"Che prova?"
"Una foto"
"Hai tre giorni di tempo"
E così come erano venute se ne andarono lasciando me e le altre due ragazze immobili all'uscita di scuola.
Attraversammo la strada che si trovava davanti all'uscita e ci sedemmo su una delle panchine che si trovavano lì di fronte nel piccolo giardino al centro della piazza.
"Quando hai intenzione di andarci?" mi chiese Alice.
"Non lo so ma prima lo faccio, prima mi tolgo il pensiero"
"Allora vacci ora e noi verremmo con te"
Io scossi la testa rincuorata.
"Grazie, ma avete già fatto abbastanza per me, mi potete accompagnare, così mi dite qual'è la sua casa, ma poi vado da sola. So che vi fa paura"
Così in un silenzio surreale interrotto solo da il chiacchericcio nervoso di Emily camminammo fino alla casa di Nick.
Era un ragazzo normale con una cattiva reputazione e probabilmente qualche problema personale.
In fondo era un normale ragazzo come tutti e forse era solo una stupida superstizione quella storia che tutti i ragazzi credevano vera.
"Questa è la sua casa" mi disse Emily in un tono preoccupato.
"Ragazze tranquille, andrà tutto bene!" Sorrisi davvero convinta.
"Va bene, ma appena hai finito facci uno squillo ok?"
"Certo!"
"Emily te hai da fare ora?" chiese Alice.
"No, perchè?"
"Potremmo stare nei paraggi, così tanto per starle vicine"
Le due annuirono e si incamminarono lungo il marciapiede dalla parte opposta della strada mentre continuavano a guardarmi preoccupate sorridendomi incoraggianti.
Era una strada normale, ne troppo elegante, ne troppo malfamata.
Silenziosa, anzi forse troppo silenziosa.
Non era molto distante da casa mia, a piedi ci avrei messo circa venti minuti.
Feci un respiro profondo e ritrovai l'autoconvinzione che ero riuscita ad aquistare quella mattina stessa durante le ore di scuola.


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Capitolo 3
*** Sneak in... ***


Deathly Love HO INTENZIONE DI POSTARE UNA VOLTA ALLA SETTIMANA, PROBABILMENTE I PRIMI GIORNI (Lunedì, Martedì). Grazie ancora per tutti quelli che continuano a seguire con pazienza questa ff. KISS

CRISTAL__ROSE:Ciao! Grazie, mi fa piacere che ti incuriosica e spero che continui a farlo! Un KISS e dimmi cosa ne pensi di questo chap! XD

STELLALILLY:Come ho detto a Lilian Malfoy, nella storia originale i fratelli non ci sono, ma io ho deciso di metterli perchè è strano che non ci siano!!Spero che anche questo chap ti piaccia! KISS e grazie...:D


LILIAN MALFOY: Prima di tutto è una AU, quindi la band non esiste e i Jonas si trovano in situazioni completamente differeti dalla realtà di gruppo famoso...comunque ho deciso di mettere Joe e Kevin, non potevo non metterli anche se nella storia originale loro non c'erano. KISS e grazie mi fa piacere che ti piaccia ;-)


MARY__TIGRO:Ciao!Mi fa piacere ti sia piaciuto il chap e spero ti piaccia anche questo!!! KISS e thank's :->


MAGGIE_LULLABY:Wow!!1Non avrei mai creduto che potesse piacere così tanto e ne sono felicissimissima!!!!Bella scusa quella dei compiti...ma...ehm...come dire, non avrà il tempo di spiegare...(leggi il capitolo...XD) Destinee e Paris purtroppo sanno davvero tutto di tutti e per sapere di più sul perchè Sam si è trasferita mi sa che dovrai aspettare.Dimmi che ne pensi di questo chap!KISS XD


NES95:Guarda chi c'è! Mi fa piacere ti piaccia questa ff e ti capisco...biologia mi fa andare fuori di testa (più del solitoXD) Comunque spero tanto di rivederti al prox capitolo! Grazie mille!KISS ^_^


CHIBI ABI:Wow!Davvero ti piace così tanto?!Mi fa un sacco piacere e posso farti una domanda...come mai ti chiami CHIBI AKI? Che vuol dire?Grazie ancora KISS:-)




Il cancelletto sulla strada era accostato, ma non chiuso.
Lentamente lo aprii ed entrai nel piccolo e sconclusionato giardino che circondava la casa.
Di soppiatto raggiunsi l'angolo dell'abitazione e iniziai a perlustrare il lato est con fare circospetto sperando che lui in quel momento non fosse dentro.
Che fortuna!
La finestra laterale era socchiusa.
Le detti una spinta verso l'alto e con molta fatica riuscii ad aprirla.
Possibile fosse così pesante?!
Mi issai dentro cercando di fare il meno rumore possibile.
Come misi piede sul pavimento in legno del salotto mi resi conto che forse qualcosa di strano nel Jonas c'era.
Alzai il piede destro che avevo appoggiato su qualcosa che aveva fatto un rumore sinistro.
Un pezzo di vetro.
Sul pavimento pezzi di vetro rotto erano sparsi ovunque, sul divano e sul tavolino bottiglie vuote (soprattutto alcolici) erano sparsi e rovesciati dappertutto.
Sulla poltrona c'era una scatola di pizza mezza piena.
L'aria aveva un odore pungente di muschio.
Ogni passo che facevo in quella casa mi sentivo avvampare da una strana sensazione nauseabonda e di inquietudine.
La luce soffusa mi permetteva di vedere tutto, anche se non molto distintamente.
Appoggiai una mano sullo stipite della porta e iniziai a camminare nel corridoio.
Le pareti erano di un colore giallo consunto.
Mi sentivo il cuore stranamente agitato e mi toccai la tasca dei miei adorati Jeans neri sentendo il cellulare.
Prima avrei fatto la foto, prima sarei uscita da quel posto.
All'improvviso una mano gelata mi afferrò il braccio.
Con uno strattone mi ritrovai in una stanza buia.
La presa sul mio braccio aumentava e una mano mi tappò la bocca.
Cercai di guardarmi in torno ma prima che ci riuscissi, qualcuno mi spinse forte contro il muro.
"Che stai facendo?" mi chiede una voce bassa e sinuosa ma terrificante.
La voce di Nick.
Sentii la paura accanirsi contro i miei muscoli.
Avevo gli occhi spalancati.
Cercai di spingerlo via, di allontanarlo, ma era troppo forte.
Sentii la mano sulla mia bocca scivolare e cercai di parlare.
"N-niente, non sto facendo niente...t-toglimi le tue mani di dosso schifoso!" cercai di essere forte ma nella mia voce si sentiva una sfumatura di terrore.
"Io starei zitta se fossi in te, io non sono così gentile sai!" disse avvicinando il suo volto al mio.
"E perchè mi dovrebbe importare?"
"Perchè, come ho detto, non sono così gentile e posso fare cose che tu neanche immagini" il suo tono era diventato minaccioso ma non gli credevo veramente dopotutto era solo un ragazzo.
"Come cosa? Non puoi farmi niente. Lasciami solo andare, non ti ho fatto niente"
Sorrise malizioso.
"Oh davvero, e tu come lo chiami allora questo?"
"Questo, cosa?"
"Questo intrufolarsi nelle case delle altre persone"
Non sapevo cosa dire, in fondo aveva ragione.
"Allora, sai una cosa, dammi una ragione perchè non dovrei ucciderti" mi chiese con fare divertito.
"Perchè per omicidio si rischiano da 25 a 50 anni di carcere...anche tutta la vita"
Risposi a tono, non prendendolo seriamente.
"E se nessuno lo scoprisse?"
Cosa?
La paura mi attanagliò le viscere.
"D-di che stai parlando? N-non stai seriamente pensando d-di uccidermi...vero?"
No...non...poteva essere vero...
"Lo vedremo"
Sorrise nell'oscurità della stanza.
Si portò una mano sotto la giacca ed estrasse un pugnale.
Io mi sentii presa dal panico, un urlo stridulo mi uscii dalla bocca, magari qualcuno mi avrebbe sentita.
Mi coprì la bocca scuotendo la testa mentre un sorriso sinistro gli si dipingeva sul volto.
I miei muscoli erano rigidi e il cuore aveva iniziato a battere all'impazzata.
Provai ad urlare ma la sua mano bloccava qualsiasi suono.
"Shhh" mi sussurrò sfiorandomi l'orecchio con le labbra "Sarò veloce"
Con uno scatto mi alzò la maglia fin sopra lo stomaco, la sua mano fredda mi fece  rabbrividire mentre la lama del coltello mi sfiorava delicatamente la pelle.
Sentii un panico profondo impossessarsi del mio corpo e una paura matta farmi salire le lacrime agli occhi.
Chiusi gli occhi cercando di pensare ad una soluzione...
Ma la paura mi offuscava i pensieri.
Con un ultimo sforzo presi aria dai polmoni e provai ad urlare più forte che potessi, ma la sua mano mi tappava ancora la bocca.
Rise.
"Tra poco sarà tutto finito" disse con una freddezza ingenuamente disarmante.
Improvvisamente in uno scatto di lucidità mi ricordai del telefono che avevo in tasca.
Lo afferrai, lo portai davanti alla sua faccia e pigiai il tasto della macchina fotografica e un flash bianco acceccò Nick che cadde all'indietro sul pavimento.
Con il cuore in gola ne approfittai per liberarmi dalla sua stretta e scappare da quell'inferno di casa.
Cercai l'uscita.
Entrai nel salotto, scivolai su qualche pezzo di vetro e in un salto caddi fuori dalla finestra.
Sentivo i pensieri annebbiati e il cuore battere all'impazzata.
Le gambe si muovevano da sole mentre io guardavo persa cercando di tornarmene a casa.
Continuai a correre cercando di ritrovare lucidità.
I muscoli mi dolevano e il respiro era affannato.
Svoltai l'angolo e andai a sbattere contro qualcuno che parlava.
L'asfalto ruvido mi sfregò la mano e mi alzai impaurita.
"Sam, tutto bene?" chiese Emily preoccupata.
"Sembra che tu abbia visto un fantasma!" esclamò Alice.
"N-nick...l-lui...io...è...c-come..."
Alice mi afferrò per le spalle.
"Sam, calmati" disse spaventata ma capace di tener ferma la situazione.
"Sam, andiamo a casa, tua e calmati, così riuscirai a dirci tutto"

Aprii la porta di casa e filai di corsa in cucina seguita da Emily a Alice.
Aprii il frigo e afferrai la bottiglia dell'acqua.
Tutte e tre bevemmo un bicchiere mentre io decisi di trangugiarmi quasi tutta la bottiglia.
Poi più rilassata e finalmente padrona del mio corpo mi appoggiai alla lavastoviglie e iniziai a raccontare alle due ragazze cosa era successo.
Non riusci a decifrare le loro emozioni fino alla  fine quando le vidi sbattere più volte le palpebre e ricominciare a respirare regolarmente.
"Forse è meglio che ora tu gli stia il più lontano pssibile" riflettè pensierosa Alice.
Io annui, sperando però con tutto il cuore di non doverlo mai più rivedere...ma sapevo che non era possibile.
"Bhe c'era da aspettarselo da Nick" disse Emily sbalordendomi "in fondo è proprio questo il motivo per il quale tutti gli stanno lotani"
Mi maledissi per non aver creduto realmente a quello che Alice mi aveva detto riguardo al Jonas, eppure nonostante quello che avevo passato non ce lo vedevo come...oddio non mi riesce neanche pensarl...assassino.
"Hai fatto la foto?" mi chiese Alice.
Io mi ricordai improvvisamente della prova che le due sorelle Monroe mi avevano chiesto e presi il cellullare facendo vedere alla altre la foto che avevo scattato per liberarmi da Nick.
"Wow...questa è la sua faccia...e l'espressione non è proprio rassicurante..."
"Già" convenne una Emily di poche parole.
Un ragazzo che vive da solo in una casa dove sembra esserci passato un tornado.
Loro mi chiesero dove era mia madre e io gli dissi che lavorava all'opedale come infermiera e i suoi orari erano molto rigidi e cambiavano continuamente quindi naturalmente in questo momento era ancora al lavoro.
Il pomeriggio, dopo aver deciso che le ragazze sarebbero rimaste con me, dicendo che non avevano niente da fare, ma mi ero accorta che lo facevano solo per darmi forza e farmi tornare il cuore a battere regolarmente dopo quello che era successo.
In fondo lo apprezzavo.
Così il tempo passò piacevolmente mentre imparavamo a conoscerci meglio e scoprivamo di andare d'accordo insieme.
Ascoltammo musica, aprimmo scatoloni e rimettemmo a posto oggetti su oggetti.
Fu un pomeriggio allegro e spensierato come non ne vivevo da tanti.
Un clacson di una macchina ci fece sobbalzare.
"E' mia madre, le avevo promesso che sarei andata con lei a vedere il saggio di mia sorella" Emily ci salutò frettolosamente mentre usciva dalla porta bianca di casa mia.
Corse in macchina con sua madre e ci salutò con la mano.
Alice si girò a mi fissò.
"Perchè ti sei trasferita?"
Io mi sentii colta alla sprovvista e chinai il capo.
Sentii un groppo in gola e la voglia di essere capace di dirlo a qualcuno.
Ma ancora non ero pronta e per mia fortuna Alice lo capì.
"Non ti preoccupare, non ti sto obbligando, ma quando ne avrai voglia o bisogno di parlarne con qualcuno. Conta pure su di me!"
Mi sorrise come nemmeno la mia vecchia migliore amica mi aveva mai fatto.
Ne fui molto grata.
Sorrisi essedo certa che anche se l'avevo conosciuta il giorno stesso, Alice sarebbe stata una buona amica.
Poco prima dell'ora di cena il cellullare di Alice squillò e sua madre le intimò di tornare a casa, così dopo avermi salutato e aver fissato di trovarci la mattina dopo alla panchina davanti a scuola se ne andò.
Mi misi a setacciare il frigo in cerca di qualcosa di commestibile da mangiare.
Trovai delle lasagne surgelate e le misi in forno a riscaldare, poi preparai un'insalata veloce e apparecchiai.
Appena le levai dal forno sentii la porta di casa sbattere.
"Ciao tesoro! Sono tornata!"
Mia madre entrò in cucina dopo essersi levata cappotto e borsa e annusò l'aria.
"Che buon profumino!"
Si avvicinò e mi dette un bacio.
Sul suo bel viso vedevo delle occhiae violacee contornarle gli occhi, ma lei era ugualmente felice e sorridente.
Questa è la mia mamma.
Ha i capelli di un castano chiaro, quasi biondo e gli occhi azzurri vispi e curiosi.
Il fisico asciutto, le mani affusolate e la pelle leggermente abbronzata che profumava sempre di un odore di cocco.
Non mi assomigliava molto in realtà.
Io ho capelli mossi castani lunghi fino sotto le spalle, occhi scuri quasi neri e la pelle pallida.
Non sono alta e non ho un fisico atletico.
Sono piuttosto equilibrata.
Mia madre sostiene che profumo di pesca e albicocca.
Mangiammo serenamente mentre in sottofondo il gracchiare monotono della televisione ci faceva compagnia.
Ci raccontammo i nostri rispettivi primi giorni di scuola e lavoro...tralasciando però qualche dettaglio...
La sera vedemmo un film e andai a letto sognando per la prima volta qualcosa di diverso.
Qualcosa che non era un sogno...anche se avrebbe dovuto esserlo....
Un assassino.
Un ragazzo.
Un mistero.
Un sogno che non avrei mai dimenticato e che mi fece svegliare con il sorriso sulle labbra.

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Capitolo 4
*** Patti & Decisioni ***


love

RYNA91:Wow grazie per i complimenti! e spero che tu continui a seguirmi e recensirmi...in effetti Nick cattivo è strano...molto...ma poi vedrai un po come si evolve il suo personaggio. Grazie ;-) KISS

CHIBI AKI: Tu. Si dico proprio a te! Ma cos'è mi vuoi far gasare con tutti i complimenti che mi hai fatto??? Insomma scrittice, regista...wow...insomma...GRAZIE MILLE!! (oddio, avresti dovuto vedermi quando ho latto la tua recensione e quelle di tutti, sembtravo una bambina che ha appena visto una vasca di nutella...;-)...bona...) attendo una tua recensione piccolo-autunno! KISS

MARY__TIGRO:Già...ma guarda cosa succede in questi chep! A pensarci sembra quasi che i ruoli si siano ribaltati eh?? Non ti svelo altro e lascio tutto alla tua lettura!:-)KISS

MAGGIE__LULLABY:Shhhh!!Ma che partita di cervello?! Hai prorpio capito bene (e azzeccato alla grande!!) Sam sogna Nick...ma non fa un incubo...anzi direi un bellissimissimo sogno! E' già il tuo intuito è sorprendente, ma vedi di non intuire troppo o svelerai tutto prima che accada XD KISS

STELLALILLY:Ecco un nuovo chap! Spero vivamente che ti piaccia e tu recesisca ancora!!KISS 8-)

LILIAN MALFOY:GRAZIE!!! Ma quanti complimenti...spero che la storia continui a piacerti e dimmi che ne pensi di questo nuovo chap! ;-) KISS

NES95:Ciao!!!Grazie mille per i complimenti e mi fa piacere che la storia ti piaccia!!! Inoltre non vedo l'ora di sapere che ne pensi di questo nuovo chap perchè non ne ero tanto sicura!...fammi sapere presto!!KISS :-D

CRISTAL__ROSE:Davvero sei andata su youtube a cercarlo?!? Spero tanto che ti sia piaciuto (anche come gli attori che li interpretano) sono curiosa di sapere che ne pensi di questo nuovo chap!!Wow thanks ancora! :-) KISS

GRAZIE ANCORA TANTISSIMO A TUTTE VOI CHE MI SEGUITE, RECENSITE!!!

A RICHIESTA HO DECISO DI AGGIUNGERE GLI ALTRI DUE jonas.

In questo capitolo un piccolo accenno a JOE...nel prossimo arriva KEVIN!!

grazie e KISSONI a tutte! :-)

La mattina mi svegliai riposata.

Mi lavai e vestii in un batter d'occhio...cosa inusuale conoscendomi.

Scesi in cucina dove mia madre aveva preparato una colazione con i fiocchi.

C'erano biscotti, latte, thè, una fetta di torta, fette biscottate e marmellata.

Mi accompagnò lei in macchina a scuola e mi disse che sarebbe tornata tardi anche stasera, ma non me ne preoccupavo perchè in quei pochi giorni stavo riuscendo a recuperare il nostro rapporto molto lentamente, ma era già qualcosa.

Io scesi sorridendo.

Ero riuscita a ritrovare il buon umore, cosa non da poco.

Alla panchina trovai Alice che mi aspettava con Emily.

"Ciao" le salutai velocemente e poi tutte insieme entrammo a scuola.

"Cos'hai alla prim'ora?" chiesi ad Emily.

"Storia, uffa proprio non la sopporto!" fece una faccia da disperata che fece scoppiare a ridere sia me che Alice.

"Mentre io ho Arte." poi Alice guardò Emily "con la professoressa più pazza che esista" tutte e due scoppiarono a ridere mentre io facevo una faccia curiosa.

"In effetti, non è una persona con tutte le rotelle a posto" mi spiegò Alice.

La mattina era passata bene, c'era un'aria tranquilla e spensierata, ma sembrava quasi che faccessero di tutto per occupare ogni momento libero o di silenzio che si creava.

Forse cercavano di non farmi pensare a ciò che era successo.

Ma era tecnicamente impossibile.

"Uffa, storia mi aspetta!" poi Emily si interruppe di colpo "Joe!" ci fece l'occhiolino mentre si avvicinava ad un ragazzo alto e moro con gli occhi verdi che mi osservava penetrante.

Lui si illuminò appena la vide e si abbracciarono come due amici che si conoscono da una vita.

Io sorrisi nel vederli e insieme ad Alice ci allontanammo dirigendoci verso classe mia, mentre lei mi  spiegava che Joe ed Emily si conoscevano da quando erano piccoli, ma lui era diventato il migliore amico del Jonas, sembravano fratelli e stavano sempre insieme ma qualcosa tra loro si incrinò...e così, un giorno, senza preavviso, se ne era andato...

Si diceva che fosse a causa di Nick.

Si diceva anche che avesse lasciato il paese andando chi sa dove per scappare da Nick.

Ma nessuno sapeva qualche di queste storie fosse realmente vera.

Fatto sta che ora era tornato e con Nick non si erano neanche rivolti la parola.

Arrivai davanti all'aula ma la mia nuova amica mi bloccò per un braccio.

"Aspetta...adesso sai che la storia sul Jonas non è solo una barzelletta" poi si dette un'occhiata in torno furtiva "quindi stai attenta..."

Mi sedetti in classe dopo aver salutato Alice che mi aveva consigliato di stargli lontano.

Facile a dirsi, ma lui era il mio compagno di banco.

Sorrisi e mi sedetti al mio posto dove per il nervosismo iniziai a parlare con la ragazza dai capelli rossi chiamata Ginger.

Era molto simpatica e parlare con lei mi faceva allentare la tenzione.

Sentii qualcuno spostare la sedia accanto al mio banco proprio mentre la professoressa entrava in classe e non ebbi il coraggio di girarmi.

Guardai fissa i colori estivi del vestito della mia prof di Inglese.

Iniziavano quasi a diventare interessanti.

Sospirai quando finalmente suonò la prima campanella e mi accorsi che ero riuscita a non scmbiargli neanche una parola, forse sarebbe stato più facile del previsto evitarlo.

"Ti sei divertita ieri?" mi chiese una voce sottile e maliziosa al mio orecchio.

Io saltai mentre un brivido ghiacciato mi percorreva furiosamente la schiena.

Come non detto, non posso far finta che non esista.

Per mia fortuna il professore di Biologia entrò in classe e vidi con la coda dell'occhio che Nick si era risitemato sulla sedia.

Io spostai la mia sedia al limite del banco opposto a quello di ridere.

Lo vidi abbassare il capo e sorridere.

Rideva della mia reazione forse?

Le due ore successive scoprii di essermi particolarmente appassionata alla cellula.

La cara vecchia cellula riuscì a farmi evitare Nick per tutta la durata della lezione.

Appena la campanella della ricreazione suonò io scattai fuori di classe, in un modo o nell'altro sarei riuscita ad evitarlo.

Ma per mia sfortuna la campanella dell'inizio suonò troppo presto e dovetti tornare in classe lasciando Alice a malincuore.

"Credo che tu abbia già visto il mio lato buono"

Io sobbalzai vedendo Nick a due centimetri dal mio orecchio.

Il suo lato buono?!?...alllora spero di non avere mai l'opportunità di vedere quello cattivo...

In un balzo spostai la sedia allontanandomi da lui.

"L-lasciami in pace..." gli risposi.

Lui sorrise chinando il capo, poi lo rialzò e mi guardò dritto negli occhi.

"Mi spiace, ma non posso"e mentre diceva ciò mi passò un dito sulla guancia facendomi rabbrividire al contatto con la sua pelle fredda.

"Forse potremmo farlo di nuovo, che ne dici?"

Io spostai la testa ma il suo sguardo agghiacciante non mi voleva lasciare libera.

Alzai la mano.

"Si signorina Knight?" mi chiese il professore.

"Posso andare in bagno?"

"Certo, vai pure"

Mi alzai frenetica mentre sentito la voce cantilenante del professore continuare la lezione.

Andai in bagno e mi appoggiai al lavandino.

Aprii l'acqua fredda e mi lavai la faccia, una rinfrescata era quello di cui avevo bisogno.

In quel momento mi vennero in mente una frase, un attimo e poi io che mi lavavo frenetica per cercare di dimenticare.

Buffo come le cose succedono tutte le volte allo stesso modo.

Quelle immagini mi avevano fatto venire in mente il motivo per cui mi ero trasferita.

Il mio segreto.

Il mio maledetto e opprimente segreto.

In quel momento sentii una voce fuori dalla porta del bagno.

"Quella ragazza in bagno non è così male"

Una voce profonda e sinuosa, una voce che non avevo mai sentito.

Chiusi gli occhi cercando di scacciare via tutta la tristezza e la paura che il mio passato mi procurava.

Alzai la testa e mi asciugai il volto, era pronta a tornare in classe.

"C-che ci fai qui?" sobbalzai trovandomi davanti il corpo immobile e la faccia di Nick intenta a osservarmi.

"Volevo solo vederti"

Fece un passo avvicinandosi pericolosamente a me.

Io mi sentii in trappola.

Feci un passo in dietro trovandomi con le spalle al muro e vidi nei suoi occhi il luccichio che avevo visto il giorno prima mentre mi aveva beccata mentre mi ero intrufolata in casa sua.

Aprii la bocca pronta ad urlare.

Ero in una scuola, qualsiasi cosa sarebbe successa qualcuno mi avrebbe dovuto sentire...per forza...

Ma non ebbi il tempo di urlare che la mano fredda del Jonas mi tappò la bocca.

"Pensavo che l'avessimo già superata questa parte"poi alzò un lato della bocca facendo un sorriso sghembo "quindi non urlare"

Sentii il mio corpo fremere e alzai le mani appoggiandole contro il suo petto.

Lo spinsi via mentre sentivo i suoi muscoli contrarsi sotto la sua maglia nera.

Corsi in un attimo alla porta, pronta ad andarmene.

Ma quando misi la mano sulla maniglia per aprirla e mi accorsi di un'altra mano che l'aveva già afferrata.

Con uno scatto fece girare la serratura chiudendo la porta a chiave.

Mi sentii spaventata.

Che diavolo stava facendo?

Vidi il suo sorriso malizioso allargarsi sul suo bel viso e allo stesso tempo sentii i miei muscoli irrigidirsi mentre mi spingeva contro la porta.

La mia schiena aderiva perfettamente alla porta e con un passo lui si avvicinò sfiorandomi.

Sentii la paura in ogni muscolo, eppure il contatto con il suo corpo mi attraeva...

"T-ti prego, lasciami...non ti ho fatto niente"

Rise e sentii il suo fiato caldo sfiorarmi la pelle

"Ma sono io che ho intenzione di fare qualcosa a te"

In un attimo mi resi conto del panico che mi faceva provare Nick e immediatamente tutte le immagine del mio fardello, le parole, la tristezza, il peso del mio segreto mi sovrastarono nuovamente, mentre sentivo rimbombarmi nelle orecchie una frase.

Quella frase.

Non avevo il coraggio di affrontare nuovamente tutte quelle emozioni.

Non sarei riuscita a sopportarle un'altra volta.

"Sai una cosa?" un sorriso rassegnato mi si dipinse sul volto pensando alla mia misera vita e al mio patetico tentativo di ricominciare, in un nuovo posto, con nuove amiche

"Se hai intenzione di uccidermi, perchè non lo fai" poi alzai la testa fissandolo nei suoi occhi incantatori

"Ora"

Vidi il suo sguardo bloccarsi nel mio e non sapevo quello che ci avrebbe potuto leggere.

Tristezza. Rassegnatezza. Paura. Nessuna voglia di andare avanti fingendo di apprezzare questa misera vita.

Mi sentii rinvigorita dalla scossa di adrenalina della mia decisione avventata.

"Non ho niente per cui vivere davvero" sospirai pensando a tutto il tempo in cui io e mia madre non ci eravamo quasi scambiate parola, fino al trasferimento

"Sai, mi faresti un favore"

Ma lui era immobile e non reagiva.

Come poteva non capire, non vedere che è ciò che voglio davvero!
"Che diavolo stai aspettando!...Uccidimi!"

Ma lui si era pietrificato.

Proprio ora che poteva fare qualcosa di utile ed ero riuscita a trovare una soluzione, avevo preso una decisione.

"Ti prego! Fallo!!"

Chiusi gli occhi ma non sentii niente.

Nick fece un passo in dietro lasciandomi libera.

No!

Non adesso...ora che ero riuscita a decidere qualcosa...

Ora che avevo avuto il coraggio...

Lui guardandomi scosse la testa, poi in uno scattò aprii la porta e se ne andò.

...

Mi sentivo il fiato corto e non riuscivo a bloccare le sensazioni che ora rispetto a qualsiasi altro momento erano riuscite a prendere possesso di me.

Sentivo freddo e vedevo offuscato.

Sentivo le lacrime agli occhi, ma forse era quella la cosa giusta da fare, forse in assoluto e assurdamente era quella la soluzione più facile per evitare tutto.

Scattai in piedi.

Uscii dal bagno e mi guardai in torno compulsivamente.

Percorsi silenziosamente due corridoi, poi vidi uno sgabuzzino, dove i bidelli tenevano di tutto, dai disinfettanti ai rifornimenti per il bar.

Ecco.

Una scatola socchiusa era riempita di posate sciupate o rotte.

Presi un coltello.

Non sapevo cosa stessi facendo e neanche volevo saperlo.

Lo portai all'altezza del viso e lo osservai.

In uno scatto qualcuno lo afferrò.

Mi girai pronta a qualsiasi scusa sarebbe stata necessaria inventare.

"No"

Lui non me lo aspettavo.

Nick mi guardava, anzi mi osservava...

"Se non lo farai tu, lo farò io"esclamai convinta.

Cercai di strapparglielo di mano, ma lui lo alzò portandolo ad un'altezza per me irraggiungibile.

Lui guardando i miei patetici tentativi rise.

"Sarebbe questo il tuo piano, vorresti ucciderti da sola?...qui?"

Io incrociai le braccia al petto.

Poteva anche impedirmelo qui a scuola, ma quando sarei stata da sola, nessuno avrebbe potuto.

"Non sarà qui...ma tanto ho un sacco di coltelli a casa"

Gli girai le spalle e me ne andai.

Girai per un minuto spaesata.

Era pur sempre la prima settimana che ero lì e il senso dell'orientamento era difficile da trovare soprattutto in un momento come quello.


La ricreazione passò insolitamente silenziosa mentre le mie due amiche parlavano freneticamente.

Io non ce la facevo.

Non riuscivo a guardarle in faccia.

Non riuscivo a capire cosa mi erea successo quella mattina, da dove venisse fuori tutta quella voglia di finire la mia vita.

Forse, anzi, sicuramente non era certo la cosa migliore da fare: la più facile, ma non quella giusta.

Mi alzai con la scusa di andare al bagno e andai sulle scale anticendio, della porta di emergenza della scuola.

Rimasi un po lì a schiarirmi le idee poi presi un bel respiro e rientrai.

Ma non feci in tempo a tornare al bar dalle mie amiche che un braccio abbronzato e robusto mi bloccò la strada.

"Ehi, non mi sembra di averti già vista" poi sorrise ammiccante "o sbaglio?"

I capelli corti scurissimi, le ciglia folte e delineate, la pelle bronzea e le labbra carnose.

Davvero un bel tipo.

Ma quello non era certo il momento e il suo sorriso così sicuro egoista non mi convinceva affatto.

"Sono nuova"

"Ti va di uscire con me?"

Io mi fermai guardandolo bene.

"Ti ho appena conosciuto e non so niente di te...quindi NO"

Quel tipo non mi tranquillizzava affatto.

Mi scostai di lato e continuai a camminare.

Ma una presa calda mi afferrò il braccio con forza.

"E dai" poi sorrise passandosi la lingua sulle labbra "tutte le ragazze morirebbero pur di uscire con me"

Io incrociai le braccia. "Tutte le ragazze?"

"Si"

"Bhe, allora vuol dire che io non sono una di loro"

Ma lui non era convinto.

"Perchè no?"il suo tono si fece più aspro.

"Sono appena arrivata e voglio concentrarmi sulla scuola e poi come ti ho già detto non so niente di te"

Sorrisi orgogliosa e a testa alta.

Ma a quanto pare non la prese bene.

"Te ne pentirai" disse a bassa voce, minacciosamente.

Davanti a me in fondo al corridoio vidi le mie amiche guardarmi stupite.

Così io mi scansai e mi diressi verso di loro.

"Ma sai chi è???"

"Chi?" chiesi io stupefatta dalla loro contentezza dopo averle raggiunte.

"E' Taylor, quello in classe con Emily...quello carino"

Storsi la bocca.

"A me non piace"

"Cosa???"

"No, non mi sembra affidabile, insomma non esco certo con il primo che capita"

"Ti ha chiesto du uscire?!?"

Le mie due amiche saltavano come due bambini davanti ad un lecca-lecca.

"Si ma non ho accettato"

E mentre continuavano a parlarmi di Taylor e di come avevo buttato via la fortunatissima offerta che mi aveva fatto, dietro di me, nascosti contro il muro per non farsi vedere e sentire da altre persone, due ragazzi parlavano sottovoce...

"Ho bisogno che tu faccia qualcosa per me"

"Cosa?"

"Un compito facile, niente di speciale, ma devi eseguirlo alla lettera"

"Dimmi"

"Accetti?"

"Accetto"

"Il compenso e i dettagli sulla tua libertà di azione?"

"Come al solito"

"Perfetto" poi Taylor sorrise maliziosamente "Ascoltami attentamente"

Con un occhiata indicò Sam e con una precisione maniacale diede le istruzioni sul suo piano.

"Quando inizio?"

"Ora, inizia tranquillamente...più leggero...poi procedi seriamente"

E così con un' espressione soddisfatta se ne andò verso il gruppo di soliti ragazzi che lo aspettavano al suo tavolo.

D'altronde lui Taylor Black poteva avere tutto e lei non avrebbe fatto eccezione.


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Capitolo 5
*** Coltelli...e ladri. ***


love MARY__TIGRO:WOW...ahah...spero che le parole ti tornino e in questo capitolo penso che tu possa parlare, perchè è più tranquillo!KISS
MAGGIE_LULLABY: E' già. Nick cattivo-cattivo non credo che esesita...comunque Taylor vedremo quello che combina! KISS :-)
LILIAN MALFOY:Anche te sei andata a sbirciare eh?! Non ci credo che ti piaccia sul serio e grazie tantissimo per i complimenti...(ops...stò arrosendo!^_^)KISS
NES95:Ehi eccoti!! Allora che ne dici di questo capitolo...(che finalmente leggi interamente)?? Oddio sono così contenta che piaccia a qualcuno! KISS ci si sente! ;-)
RYNA91:Ehi grazie infinite! Anche te sei andata su internet a sbirciare!?!? Comunque apparte la NELENA , questa storia mi piaceva già moltissimo e sono contenta di riuscire a riscriverla facendola piacere:-D!!KISS grazie
ANNINA94:Ehi ehi silenzio! Ti avverto che hai intuito bene su Nick!!...ma non mi fare rivelare altro...comunque guarda che se mi mandi Nick apro subito la porta!! Nick??ahahXD KISS e grazie :-)



Nick stava rimettendo a posto dopo aver suddiviso in pile i fogli che aveva sparsi sulla scrivania di camera sua.
Si bloccò.
Aveva sentito dei passi.
"Ciao" disse ancor prima che qualcuno si avvicinasse all'ingresso della stanza.
"Ciao"
Si girò per vedere un ragazzo alto più o meno quanto lui, capelli ricci scompigliati scuri e uno sguardo verde smeraldo.
"Perchè te ne sei andato da scuola due ore prima?"
Odiava il fatto che Kevin seguisse l'università accanto al suo liceo, in questo modo lui non era mai libero.
Suo fratello non accettava quello che faceva e Nick non vedeva l'ora che partisse nuovamente per uno dei suoi viaggi di praticantatocosì se ne sarebbe stato un po in pace.
Suo fratello era l'unica persona con cui viveva.
Non erano uguali.
Suo fratello, Kevin, aveva cercato di farsi una vita...una vera vita.
Senza seguire le orme indelebili di suo padre, come Nicholas faceva e aveva sempre fatto.
"Avevo da fare" rispose gelido.
"Dovresti dare più importanza alla tua istruzione, sai che un giorno potresti smettere di fare quello che fai"
"Lo so" lo interruppe velocemente il fratello più piccolo.
Sapeva benissimo dove voleva andare a parare con quel discorso.
E ormai ne avevano parlato talmetne tante volte che gli dava la nausea.
"Il fatto che tu sia cambiato, non vuol dire per forza che anch'io lo voglia"
Con un tonfo posò i fogli alla sinistra di un grosso libro nero.
Si girò e fisso il fratello negli occhi vedendo la solita speranza che gli illuminava lo sguardo cercare di contagiare anche lui.
Il fatto di essere fratello di Nicholas Jonas, non era certo una buona reputazione, ma Kevin non se ne preoccupava.
Lui non aveva quasi mai avuto un vero amico e quei pochi che adesso riuscivano a stargli vicino senza il terrore del fratellino erano pur sempre spiazzati quando c'era Nick nei suoi paraggi.
Ma Kevin non lo faceva pesare a Nick.
Voleva solo aiutarlo.
Nicholas si chinò a raccogliere una fodera di un pugnale e la ripose sul fondo dell'armadio.
Afferrò la giacca di pelle nera appoggiata sul letto e se la mise.
"Esci?" chiese Kevin
"Si"
"Dove vai?"
Nick si girò scocciato mordendosi un labbro.
"Faccio un giro"
Il più grande scosse la testa sospettoso.
"Vorrei solo che tu stessi attento"
"Lo sono sempre"
Il più grande allargò gli occhi e inclinò il capo.
"Non mi sembra che l'altra sera quando sei tornato con quello squarcio sulla schiena, tu fossi stato attento" poi continuò vedendo che non gli rispondeva "ed è solo fortuna se stò studiando medicina e faccio tutti questi praticantati, sennò non so quanto camperesti"
Nick scosse la testa e scese al piano di sotto dirigendosi verso la porta.
"Non voglio fare altri bendaggi miracolosi o dover pagare un altro vetro rotto o roba simile"
Nick non si voltò neanche.
"Non ce ne sarà bisogno" detto questo uscì sbattendosi la porta alle spalle.


Entrai in casa stanca...stanchissima e confusa.
Alice mi aveva vista strana e voleva rimanere con me, ma ero riuscita a farle cambiare idea e mi aveva fatto promettere che mi sarei fatta una tisana, bagno caldo e sarei andata a letto a riposare.
Ne avevo bisogno.
Davvero bisogno.
Accesi la tv, preparai l'acqua calda per la tisana e mi misi sul divano a saltare da un canale all'altro per trovare qualcosa di decente.
Sentii il rumore del bollitore e schizzai in cucina.
Preparai tazza, biscotti e un piattino dove ci avrei messo un pezzo di torta che mia madre aveva preparato quella mattina stessa.
Alrii il cassetto per prendere un coltello per tagliarla e mi bloccai.
Ma che diavolo?!
"Ma che cavolo??...dove sono finiti i coltelli?!?"
Ma...che storie sono queste?!
Aprii altri cassetti e notai che era tutto a posto, in perfetto ordine, ma di quello che avevo bisogno io non c'era neanche una piccola traccia.
Possibile che mia madre li avesse spostati?
Si e per metterli dove, e poi perché mai avrebbe dovuto?!
Qui la cosa non mi era chiara...
Mi girai per tornare in salotto a setacciarlo per cercare qualcosa di tagliente che avrebbe fatto al caso mio.
Nick mi si piazzò davanti.
Il cuore mi balzò in gola.
Feci un salto indietro.
Non feci in tempo ad urlare che qualcuno mi tappò la bocca.
"Ci siamo già passati due volte, direi che possiamo anche smetterla"
"M-ma che diavolo ci fai qui?!C-come..."poi ripensai ai coltelli "Tu...ma che diavolo credi di fare?...Dove sono i miei coltelli?!?"
"Li ho presi io"
"Ridameli!"
"Perché?"
Quel gioco iniziava davvero a scocciarmi.
"Perché, come si dice, ne ho bisogno!"
"Per fare cosa?"
"Cosa ci devo fare secondo te??Sto cercando di farmi un panino!"
Lui sorrise portandosi una mano sotto la giacca nera.
"Poi lo rivoglio in dietro"
...c-cosa?Ma che diavolo gli stava saltando in testa a quel ragazzo?!
Afferrai con uno scatto il manico nero e pulii l'arnese sotto l'acqua, poi mi bloccai vedendo sul mio polso un livido.
Magari me l'ero fatta quando ero andata a sbattere mentre tornavo a casa.
Improvvisamente Nick mi afferrò il coltello che tenevo e me lo tolse di mano.
Io mi girai indispettita accorgendomi che mi teneva stretto il polso e dalla parte opposta stringeva saldamente il coltello.
"Jonas, ne ho abbastanza!"
Con una mano lo spinsi via sempre più inquietata dal suo atteggiamento.
Lui mi spostò di lato con una mano, poi afferrò il pane e ne tagliò due fette.
"Adesso non ti serve più"
Con un gesto rapido afferrò un canovaccio e ripulì la lama del coltello, poi se lo rimise in una tasca interna della sua giacca di pelle.
"Ma i coltelli mi servono!Non puoi prenderli te e poi quando mia madre lo scoprirà andrà fuori di testa"
Già me la immaginavo, paranoica come era le sarebbe venuto un colpo scoprire che qualcuno aveva rubato in casa nostra.
"Ma tanto tua madre non è quasi mai a casa"
"Questo non...come lo sai?!?!?"
Feci un passo in dietro colta alla sprovvista.
"So molte cose su di te"
"Tipo?"...questo ragazzo sarebbe dovuto essere inquietante...ma non riusciva a farmi tanta paura come avrebbe dovuto.
Il mio sguardo si fermò intrappolato nel scrutare i lineamenti sinuosi dei suoi muscoli che si intravedevano sotto la maglia attillata nera sotto la giacca aperta.
Aveva un paio di jeans scuri e all-star nere, gli mancavano gli occhiali e sarebbe sembrato man in black.
"Non hai bisogno di saperlo"
Poi mentre guardavo la finestra alle spalle di Nick persa in ragionamenti che mi facevano diventare paranoica nei confronti del mio vicino di banco mi venne in mente una cosa...
"Come sei entrato in casa mia?!?"
Lui sorrise alzando un lato della bocca, maliziosamente.
"Ho forzato la serratura"
Pure!!
"Come hai fatto?"
"Ho i miei metodi"
...era riuscito ad entrare in casa mia senza problemi, questo voleva dire che non potevo stare tranquilla...mai...
Eppure dopo quello che era successo la mattina non riuscivo a vederlo così pericoloso.
...certo era inquietante...ma non pericoloso...
"Mi stai perseguitando??"
Il suo sorriso sghembo si fece di nuovo largo sulle sue labbra.
"Perché me lo chiedi?"
"Perché non è così?...e poi a me piace la mia privacy"
"Pensa quello che ti pare...ma io prendo questi"
Con uno scatto mi mostrò nuovamente ciò che aveva usato per tagliare il pane.
"Ma non puoi!Io ne ho bisogno!"
Nick fece velocemente un passo verso di me e mi fissò negli occhi.
Vidi il suo sguardo serio scrutarmi e poi cadere in basso e le sue dita mi sfiorarono il polso.
"Li riavrai in dietro"
Le sue dita si muovevano lente e sinuose sul mio polso, ma quando iniziarono a salirmi sul braccio e cominciai a sentire i brividi percorrermi la schiena mi affrettai ad allontanarlo e poi incrociai le braccia al petto.
"Stai attenta Knight"
Io inclinai leggermente il capo "Perché?"
Non ne fui sicura, ma lo vidi sorridere amaramente.
"Ricordi ieri?"
Mi immobilizzai...era una minaccia?
Il telefono iniziò a squillare facendomi sobbalzare.
Ma io rimasi immobile a fissare il ragazzo che si era intrufolato in casa mia, aveva rubato i miei coltelli e mi stava davanti.
"Non rispondi?"
Scossi la testa, ma prima che riuscissi a fare qualcosa, con un movimento rapidissimo Nicholas afferrò il cellulare dalla tasca dei miei Jeans chiari scoloriti e rispose.
"Pronto"
Io spalancai gli occhi e mi misi a saltare cercando di afferrare il mio telefono che però Nick teneva ad un'altezza per me irraggiungibile.
Mi aggrappai al suo braccio ma lui non cedeva.
"Jonas!!Dammelo!!"
Lui spostò i suoi occhi scuri su di me.
"Come vuoi"
Con lentezza, troppa lentezza me lo avvicinò, appena fu alla mia portata io scattai in avanti e con precisione, tenendolo saldo in mano, riagganciai.
Lui si passò una mano tra i suoi candidi ricci non capendo.
"Perché hai riattaccato?"
Io mi sentivo avvampare dall'attrazione che mi portava a non avere abbastanza paura di lui.
Sentivo la testa affollarsi di pensieri e volevo solo che lui se ne andasse, mi lasciasse sola.
"Vattene!!Lasciami in pace!"
Chiusi gli occhi e con le mani tremanti appoggiate contro il suo petto lo spinsi via.
Non seppi da dove fosse uscito, sapevo solo che appena riaprii gli occhi, lui era sparito...

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Capitolo 6
*** L'oscurità della notte. ***


love CHIBI AKI:o mamma!!!Ma che sei pazza?! Mi fai diventare bordeaux da quanti complimenti mi fai...sei sicura che per caso non hai sbagliato persona...non è che stai sbagliando a leggere??Cioè...sai quanto mi fogano le tue recensioni e poi le rileggo anche tre volte di seguito!hihiXD (sono un po fumata!;-p) W Nick MIB!!!O santissimi noi!, ma mi hai paragonata a Stephenie Meyer?!?! Comunque prova a vedere Taylor come Jacob di twilight (approposito io voglio sposarmi Jacob e Nick!!XD)...KISSONI  la smetto e ti lascio a questo chap! :-D
NES95:Thank you so much!! Sono contentissima che tu continui a seguirmi e che ti sia piaciuto! non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi di qusto. KISSETTONI :-)
MAGGIE__LULLABY:Woww!! Fermati con tutti i complimenti o non riesco più a riprendermi, comunque ti avevo aggiunto su facebook anche prima di sapere che eri te...me lo sentivo :-D!! comunque Nick è fantastico ed è un poco protettivo verso Sam, staremo a vedere come questa cosa si evolve! KISS :-)
RYNA91:Davvero ma com'è KEV!! E' troppo bravo-bravissimo...studia pure medicina ed è la salvezza di Nick!!...per il resto capirai quello che intende quando dice a Nick " Smettere
di fare la vita che fa" il nostro Nick segue una vita che non ha deciso lui...piccino!!KISS e grazie ;-)
LILIAN MALFOY:Beccato! Hai perfettamente ragione! Nick vuole salvare la vita a Sam...forse neanche lui sa quello che vuole...;-)...comunque sono contenta ti piaccia! KISS 8-)
ANNINA94:Eccoti il nuovo capitolo! Mi disp per l'attesa ma avevo parecchio da fare! In effetti che fosse al telefono rimane un mistero...visto che ce ne sono già pochi!!XD KISSONI :-)




*NICK POV*


Era buio.
La notte mi avvolgeva nella sua oscurità e mi sentivo bene, perchè sapevo che quello era il mio elemento.
Mi bloccai.
Avevo sentito dei passi.
Contrassi le labbra e chiusi le palpebre.
Sapevo chi era e non importava che mi girassi per confermarlo, lo conoscevo abbastanza bene da sapere addirittura quello che li passava per la testa.
"Ciao Nicholas"
"Ciao Joseph" mi girai con le mani sui fianchi e la mente altrove, persa in ricordi vecchi e innocenti.
"Vedo che non sei cambiato per niente" la voce di Joe mi colpì come una stilettata e guardandolo nei suoi occhi color nocciola capii che mi era mancato più di quanto volessi ammettere a me stesso.
"Tu invece si" lo sapevo e lo avevo sempre saputo che un giorno sarebbe cambiato, sarebbe riuscito lì dove io avevo fallito.
"Te lo avevo promesso che se fossi mai tornato non sarei più stato lo stesso"
"Già e hai mantenuto la parola" lo fissai mentre sentivo che eravamo divisi da qualcosa di incolmabile " perchè sei tornato?"
I suoi occhi si fecwero improvvisamente seri e decisi.
"Perchè se sono cambiato io, puoi riuscirci anche tu!"
"E chi ti ha detto che io voglia cambiare?" le mie parole suonavano fredde e taglienti ed era quello il mio scopo: dovevo allontanarlo da me, ero riuscito a rovinare la mia esistenza, ma adesso non potevo trascinare con me anche lui, lui che era riuscito a farcela.
"Nick non mentire a te stesso e nemmeno a me, sappiamo entrambi che hai sempre voluto cambiare, sei tu a decidere il tuo futuro"
Io mi sentii montare dentro la rabbia.
"Io?! Cosa ho mai deciso io della mia vita?"
"C'è sempre un inizio"
"Sta zitto Joe! Tu non puoi capire" mi voltai pronto ad andarmene, ma lui mi afferrò un braccio "Dimmentica tutto Nicholas e riparti da zero!"
"Dimenticare?...come potrei dimenticare quello che faccio me che ho sempre fatto, è l'unica cosa che so fare e che farò"
Joe si incupì e la sua presa si fece forte sul mio braccio.
"No, queste sono le parole di tuo padre, non tue! Tu sei diverso da lui...tu, tu sei buono. Tu non sei questo" con un occhio mi squadrò da il mio sguardo cupo ai miei vestiti neri, scuri ma sapevo che in realtà stava guardando oltre, guardava dentro di me.
Sentii il corpo tremarer e la verità salirmi alle labbra.
"N-non posso" nella mia voce c'era una richiesta di aiuto che avrei voluto nascondere a tutti i costi.
"Si invece, se non ce la fai da solo, permettimi di aiutarti" il suo sguardo era accorato.
Io mi sentii le viscere ribaltarsi e lo stomaco stringersi in una morsa.
"Io sono questo. Io sono un assassino e non cambierò mai"
Il mio tono era duro e rassegnato.
Con uno scatto scappai dalla sua stretta e mi inccamminai nel buio della notte mentre sentivo qualcosa dentro di me che si era incrinato e che lottava per uscire allo scoperto.
Da lontano la voce di Joe mi arrivò chiara e dannatamente veritiera
"Cambierai o forse stai già cambiando...qualcuno ti sta facendo cambiare"


CASA DI SAM

Mi lavai i denti con forza, poi aprii la cannella dell'acqua e ci infilai sotto la testa...letteralmente.
Amavo l'acqua, soprattutto quando avevo qualche brutto pensiero da lavar via...e io ne avevo molti di brutti pensieri!
Solo pensare a quello che era successo nel pomeriggio.
Se aggiungevo il fatto che erano ormai le undici e mia madre non era ancora tornata, la cosa mi metteva molto a disagio e di cose a cui pensare ne avevo fin troppe.
Presi l'asciugameno azzurro e mi asciugai la faccia.
Lo rimisi a posto accanto al termosifone.
Sentii scricchiolare.
Alzai l'asciugamano.
C'era un bigliettino lì sotto.
So tutto di te, qualcosa che perfino te non sai. Non avere paura, mi conosci...abbiamo già parlato prima...
O mamma!!
Accartocciai il bigliettino e lo buttai nella tazza del water...
Mi bloccai mentre mi guardavo in torno furtiva. Controllai che le finestre fossero chiuse, poi con un vago senzo di inquietudine mi precipitai in camera e mi infilai sotto le coperte con la speranza di riuscire a dimenticare anche quel piccolo dettaglio di quella schifosa giornata.
Chiusi gli occhi con forza per non cercare di pensare a quei due nomi che mi rimbomabavano in testa.
I nomi degli unici che avrebbero potuto scrivermi quel biglietto...


                                                          *MEZZANOTTE*



Sentii la porta di casa aprirsi, cigolando.
Sospirai, possibile che mia madre fosse uscita di nuovo?
Era la seconda volta che sentivo riaprire la porta, mia madre era tornata circa mezz'ora fa e se ne era andata immediatamente a dormire.
Eppure se fosse uscita di nuovo me lo avrebbe detto...eppure...e se non fosse stata LEI???
Il cuore mi balzò in gola.
Con uno scatto sentii la porta richiudersi leviemente...troppo silenziosamente, come se non volesse farsi sentire...
Tesi gli orecchi e per la tensione mi accorsi di stringere forte le coperte profumate di mela del mio letto.
Alla mia destra la luce della luna entrava soffusa in camera mia, mentre sentivo lo scricchiolio impercettibile delle scale provocato da passi lenti e ritmici.
Spalancai gli occhi e rimasi immobile, cercando di seguire i rumori.
Ultimo scalino, destra, passarono davanti ai bagni, poi davanti a camera di mia mamma...o no...
...si avvicinavano...
Il mio respiro si bloccò.
Sentii il cuore battermi all'impazzata e il fiato farmisi corto...inesistente...
La maniglia di camera mia scattò.
Qualcuno entrò.
Con uno cigolio la porta si richiuse.
Per quanto rimanessi immobile ed in ascolto non sentivo niente...oltre il battito frenetico e ossessivo del mio cuore...
Chiusi gli occhi.
Forse mi stavo immaginando tutto.
Mi girai con uno scatto rannicchiandomi su me stessa.
Una ciocca di capelli mi scivolò sul volto.
Tirai cautamente la mano fuori da sotto le coperte per risistemarmi.
Una mano mi sfiorò il volto portandomi il ciuffo dietro l'orecchio.
...
"AHHH!!!"
...
Un urlo mi uscii di gola mentre io incapace di ragionare non avevo il coraggio di guardare.
Sentii uno spostamento d'aria e vidi un ombra sparire nell'oscurità della stanza.
"Tesoro tutto bene??"
Mia madre si era fiondata in camera mia appena mi aveva sentito gridare.
Osservai la sua faccia preoccupata e i capelli arruffati.
"N-no mamma, va tutto bene...era solo un brutto sogno"
Lei mi osservò troppo stanca per insistere.
Annuì e con passo lento se ne tornò a dormire.
Io tesi nuovamente l'orecchio, ma continuava a regnare il silenzio.
Mi passai una mano sul viso sentendolo imperlato di sudore e sentii di aver bisogno di bere, per cercare di riprendermi dallo spavento.
Scesi in cucina con passo silenzioso per non svegliare la mia esausta mamma.
Svoltai a sinistra, presi la bottiglia dell'acqua da dentro il frigo mentre rabbrividivo poichè come maglietta del piagiama indossavo solo una magliattina senza maniche.
Chiusi l'anta del frigo facendo cessare la folata di freddo.
Mi bloccai.
Un bigliettino era attaccato  sul frigo e la luce della luna lo illuminava permettendomi di leggerlo.
Girati
Mi girai.
"Ti sono mancato?"
Il cuore mi saltò in gola, la vista mi si offuscò e in un attimo iniziai a correre freneticamente.
Con un balzo salii tutti i gradini.
Entrai in camera, chiusi la porta a chiave e mi infilai nel letto.
Tesi gli orecchi.
Ma chi diavolo era e cosa voleva da me??
Sentii un rumore.
Scivolai giù dal letto e tremante arrivai fino alla porta.
"Meno male è chiusa...mi sembrava di aver sentito qualcosa..."
"Infatti"
ODDIO
Feci un salto all'indietro trovandomi nella striscia di luce illuminata dalla luna.
"C-cosa?? Tu eri quello giù...e ora sei su..c-come hai fatto ad arrivare così veloce?!"
Il fatto era che quando uno corre si sente, ma io non avevo sentito neanche un minimo rumore!!
"Corro veloce"
Lo sentii ridacchiare e in un attimo lo riconobbi...
"Che diavolo vuoi?! E c-cosa stai facendo in camera mia?"
"Non hai bisogno di saperlo"
Come?? E' forse pazzo, questa è camera mia e non ha il diritto di venire qui.
Abbassai il capo squadrando il mio pigiama grigio...
"Ti prego, vattene!"
Lo vidi avvicianrsi e la luce inondò anche il suo corpo lasciandogli la faccia in penombra.
Si morse il labbro.
"Mi spiace ma non posso"
Mi allontanai di un altro passo e con la mano cercai l'interruttore della luce sul muro.
"Perchè non si accende??"
"Diciamo che ho fatto qualcosa"
...basta! Davero oggi non ne potevo più!
"Che cosa vuoi?"
Rise.
Alzò il capo e i suoi occhi penetrarono nei miei.
"Te"
Feci un altro passo all'indietro.
"S-smettila...v-vattene"
Ma non avevo il coraggio di dire nient'altro.
Non riuscivo a staccare gli occhi da lui.
Da quello sguardo incantatore, dal suo mento affusolato, dai musoli del petto messi in risalto dalla sua maglia strette...dal suo corpo che si stava sedendo sul mio letto...
Non sarei riuscita a resistere un minuto di più.
Con uno scatto arrivai alla porta e girai.
"Ma perchè non si apre!"
Rise lievemente.
"Stai sprecando il tuo tempo"
Mi girai ad osservare il suo profilo illuminato dai raggi della luna.
"Che cosa hai fatto alla porta?"
Inclinò il capo alzando un labbro in un sorriso sghembo.
"Perchè fai così tante domande?"
"Dimmelo, subito!"
"E' bloccata, tu l'hai chiusa a chiave prima e io non l'ho riaperta...Quindi sei bloccata dentro"
"Anche tu sei bloccato"
Sorrise scuotendo il capo.
"Credi che io sia così stupido? Credi che io mi sia lasciato chiudere a chiave in una stanza?"
"Ma..." non capivo..lui ERA chiuso a chiave in una stanza!
"Non hai un po di buon senso?"
Chinai il capo, quella storia sarebbe finita e avrei usato una stupida scusa.
"Vattene e basta, domani ho il compito di matematica e ho bisogno di dormire"
Rise.
"Da quando ti importa dei compiti in classe?"
Sorrise facendo qualche passo verso di me.
Mi sentii...scioccata...
"Come fai a sapere che non mi è mai importato nulla dei compiti di scuola?"
Il suo sguardo ammiccò e io ne rimasi nuovamente intrappolata...
"Come ti ho detto prima so molte cose di te"
"Sai anche perchè mi sono trasferita?"
Paura, tremai, il mio segreto.
Si morse il labbro.
"No, ma lo scoprirò in un modo o nell'altro"
Feci un respiro di sollievo.
"Adesso vattene o chiamo la polizia!"
"Come fai a pensare che io sia così stupido?"
Non mi credeva.
Bene, glielo avrei mostrato.
Afferrai il telefono che avevo sul comodino.
Digitai il numero e me lo portai all'orecchio.
...
"Che cosa è successo al telefono?!"
"Ho fatto qualcosa"
Non ne potevo più di questo stupido gioco.
Mi avviai verso il letto e mi ci infilai.
"Ok, sai una cosa, se vuoi uccidermi, fallo, questo stupido gioco sta iniziando a scocciarmi..." in effetti la parola più giusta sarebbe stata a inquietarmi perchè tu sei qui, in camera mia, mi metti paura, ma non solo paura, anche altro...ed è la cosa più sbagliata che io abbia mai provato!
Rise.
Io chiusi gli occhi e mi sistemai.
"Buonanotte Sam"sussurrò dolcemente.
Lo sentii alzarsi.
Senti la serratura scattare.
Mi voltai a cercarlo, ma lui era sparito...di nuovo...
E così, cullata da tutte le domande e dal suo sguardo mi addormentai.

Un altro pezzo di legno si staccò dal muro e cadde a terra sollevando un altra zaffata di caldo.
Lontano, vicino all'altra porta vidi qualcuno.
Mi sentii battere forte il cuore.
"Nick, che stai facendo qui?"
"Sono venuto a salvarti"
Tossii, il fumo mi inondava i polmoni e le lacrime mi offuscavano la vista.
"Da cosa?"
Non capivo. In torno a me sembrava che stesse bruciando tutto.
"L'edificio sta per crollare e se non ci sbrighiamo moriremo entrambi"
Il suo sguardo era sicuro.
Mi avvicinai a lui e le sue braccia protettive mi avvolsero.
I suoi occhi non mi lasciavano libera dal suo sguardo preoccupato
."Perchè mi stai salvando?"
Il suo volto era a un centimetro dal mio.
"Perchè non voglio perdere la persona che amo"

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Capitolo 7
*** Kiss & Note ***


LOVE ADA12:devo confessarti che ci vorrà un po perchè si capisca meglio la storia di Nick ma per ora ti ringrazio tanto!KISS :-)
BEAUTIFUL992:grazie mille! Sono felicisiima che ad altre persone inizi a piacere la mia ff, è veramente fantastico!Grazie mille!!;-)
CHIBI AKI:Mia grandissima amica devo darti la notizia che non ho msn, ma solo fb, cmq io ci sto, dividiamoci Nick e Jacob una settimana per uno!!!Sei una grande e mi diverto un sacco a leggere le tue recensioni e mi piacerebbe conoscerti meglio!scusa per la piccola risposta ma è mezzanotte, muoio di sonno ed è già tanto se sono riuscita a postare!...aspetto curiosissimissima il tuo parere su questo cap!KISSONI :-D
RYNE91:Eilà!Eccomi!Grazie davvero infinite per i complimenti...non so se me li merito...:-P Nick comunque è un vero mistero!! KISS alla prossima!:-)
MAGGIE__LULLABY:Ciao!!Lo so la storia è davvero incasinata e Nick ha una double-face!!Che ganzo!Spero che ti piaccia anche questo cap e grazie per la recensione!KISS
NES95:Eh, cara curiosa mi sa che tocca aspettare anocra un po per scoprire tutte le verità nascoste ma spero che continuerai a seguirmi!Grazie mille e salutoni!!KISS:-)
STELLALILLY:Davvero credo anch'io che la diverità stia tutta in questo tipo di ff!!E' strana e originale e spero che ti piaccia per questo!Un KISS e buona lettura!;-)
LILIAN MALFOY:Ciau!!Davvero Nick è una specie di agente segreto...se così si può definire...comunque grazie mille per i complimenti e le tue teorie su Nick!!E' già, la geometria da letteralmente alla testa!!KISS XD
BACKYVALE:Onoratissima di ricevere una recensione così!Grazie mille per i complimenti e per la storia!Anche a me piace moltissimo...cosa strana visto che le cose che di solito scrivo io non mi piacciono mai!!Comunque anch'io vorrei essere Sam e ti confesso che le sue caratteristiche sono praticamente le mie...a fine pratico per descrivere meglio questo personaggio!KISS:-)



Alzai la testa, esausta.
Il mio riflesso si rispecchiava stanco e bisognoso di sonno nello specchio del bagno.
Avevo due occhiaie da fare invidia ad un vampiro!
Mi lavai il viso, ma il risultato non era quello sperato.
Pace.
Mi vestii di corsa mentre sentivo il freddo pungermi la pelle.
Optai per maglietta blu, jeans neri e sopra una felpa leggera con il cappuccio grigia.
Afferrai lo zaino in camera e scesi di fretta le scale.
In cucina non c'era nessuno.
La sera prima mia madre aveva lavorato molto e adesso era ancora nel mondo dei sogni.
Non importava, avrei fatto due passi.
Chiusi la porta di casa mentre sentivo il vento freddo farmi rabbrividire e dimenticare per un momento la preoccuoazione e la stanchezza.
Già, la notte non ero riuscita a dormire.
Ma ogni pochino mi svegliavo agitata dopo aver fatto un incubo e se poi ci aggiungevo quel sogno con la casa che bruciava, Nick e quello che mi aveva detto...
Una notte da dimenticare!
Come iniziai a camminare mi sentii a dosso una sensazione strana, di inquietaudine, come se qualcuno mi stesse osservando.
Le prime volte feci finta di nulla, poi quando arrivai all'angolo, mi bloccai e con uno scatto mi voltai, ma niente, la strada grigia e deserta era qualcosa a cui ancora non mi ero abituata, rispetto a dove abitavo prima, e mi convinsi che fosse solo il disagio di quel silenzio.
Così mi fermai e afferrai il mio I-pod dalla tasca dello zaino e mi bloccai.
C'era un bigliettino...un altro.
Chiusi gli occhi e decisi di non leggerlo, sapevo cosa c'era scritto e di certo non mi avrebbe aiutata a stare più tranquilla, così lo accartocciai con foga e lo lanciai tra i cespugli lì vicino.
Infilai le cuffia nere negli orecchi e sulle note di "Bad Boy" affrettai il passo per arrivare a scuola.

Arrivai a scuola frastornata e appoggiai lo zaino a terra mentre mi siedevo sulla panchina dove mi ritovavo con Alice e Emily.
Feci per tirare fuori i libri della prima lezione per ripassare, Matematica, che trovai un altro bigliettino attaccato.
Mi morsi un labbro e saltai quando il tocco vivace ed energico di Emily mi fece perdere l'equilibrio.
"Hey!" la salutai dopo essere tornata con i piedi per terra.
"Ciao!" mi risalutò.
Capelli raccolti, jeans chiari e giubbetto grigio.
Lei mi squadrò mentre arrivava  Alice.
"Ciao! Come va? Ti sei riposata poi ieri?"
Io feci una faccia un po perplessa scuotendo il capo in segno di no.
"Perchè?"
"Bhe, diciamo che avrei voluto, ma Nick si è intrufolato in casa mia"
Le vidi bloccarsi entrambe e sgranare gli occhi.
In poche parole le raccontai della sua "visita" pomeridiana e di quella notturna.
Loro rimasero piuttosto perplesse per qualche minuto e poi vidi Emily irrigidirsi in maniera strana.
Poi dopo aver finito mi misi a ispezionare l'aria distratta di Emily.
Alice mi risvegliò
"Cos'hai in mano?"
Io l'aprii.
Mi ero diomenticata di aver ancora il bigliettino stretto nel pugno.
"Niente, è...solo..."
Ma Alice me lo prese di mano.
"Ehm...è una di quelle note che vi ho detto che trovo, tipo quella di ieri sera e stamani..."
Dopo che ebbero letto alzarono la testa guardandomi preoccupate.
"E chi credi che sia?"
Io scossi il capo ma Emily mi prevenne.
"E' sicuramente Nick, ti sta dando il tormento"
Io scossi il capo anche se dovevo ammettere che la risposta della mia amica era la più logica.
"Io non credo sia lui..." ma non sapevo spiegargli perchè e così lasciai cadere il discorso mentre le mie amiche continuavano a ragionare e notai li sguardi accorati e in un certo senso sospettosi della mia amica dai ricci biondi e gli occhi castani.
Emily aveva qualcosa che non andava.
Ma una voce acida e stridula ci bloccò.
"Allora, com'è andata? Hai preso la foto che ti avevamo detto?"
Ci girammo trovandoci davanti alle facce perfette e super truccate delle due sorelle più popolari (e rompiscatole) della scuola.
"Ciao Destinee, Paris" le apostrofò Emily che si trovava in classe con loro.
Paris ricambiò una sguardo di sfida e io parlai cercando di bloccare quella silenziosa battaglia di sguardi omicidi.
" Si, ce l'ho" mi frugai in tasca della felpa e afferrai il cellullare.
Andai nella cartella immagini e aprii la foto.
Girai il mio nokia nero e gliela mostrai.
Le vidi aggottare le sopracciglia e lanciarsi uno sguardo di intesa.
"Non va bene"
"Cosa?!?" escalmammo in coro io e le mie due amiche, cos'è? Era una presa di giro? Sapevamo noi tutto quello che mi era constato per prenderla, poco mancava che mi facessi ammazzare! E loro mi liquidavano così!
"Bhe, vedi, questa foto è solo della sua faccia, mentre noi volevamo una foto della sua casa"
poi Paris si passò con malignità una mano tra i capelli "potresti anche avergli fatto una foto da molto vicino, come facciamo a sapere che non sia stato così"
"Ma io non l'ho fatta, io ero davvero a casa sua!"
La mia protesta non venne neanche presa in considerazione.
"Perchè è solo della sua faccia?" chiese con un sorrisino malizioso Destinee
"Perchè mi stava per uccidere e mi teneva un coltello premuto addosso"
Ridacchiarono sarcasticamente.
"Oh, ma davvero!"
Detto questo si presero a braccetto e mi resero il telefono mentre sentivo la rabbia montare e farmi salire il sangue al cervello.
"Prendi un'altra foto e che sia buona questa volta"
Loro si girarono pronte ad andarsene.
"E di cosa??" chiesi scettica e irritata più che mai.
Destinee ammiccò con lo sguardo alla sorella e le sussurrò all'orecchio.
Paris sorrise soddisfatta mettendosi le mani sui fianchi.
"Devi prendere una foto del suo seminterrato"...ehm...dalla loro espressione potevo aspettarmi di tutto, ma non questo, insomma...cosa c'era di così divertente in un seminterrato?!
"Ok" dissi ancora prima che qualcuno potesse ribattere.
"Ti diamo tre settimane" poi si portò una mano al petto teatralmente " perchè noi siamo buone sai!"
"E dopo che io l'avrò fatto..."
"...noi non diremo a nessuno il motivo per il quale ti sei trasferita"
Le due alzarono la mano e intrecciarono le dita.
"Promesso!"
Io rimasi in silenzio mentre cercavo di trattenere la rabbia guardando le loro schiene che sparivano tra la folla degli altri ragazzi.
Io mi morsi il labbro e mi girai verso le mie amiche sbattendo con furia i piedi per terra.
"Io quelle proprio non le reggo!!"
Chiusi gli occhi e con un gesto di stizza cercai di far scemare la mia rabbia.
Appena ci riuscii, riaprii gli occhi e guardai le mie amiche.
Mi bloccai.
Emily aveva la bocca aperta e mi guardava scettica.
Alice aveva gli occhi sgranati e mi guardava come se fossi stata un alieno...c'era qualcosa che non andava?
"Che c'è?"
"C-che c'è?Che c'è!! Ma ti rendi conto di cosa le hai detto?!"
Io scossi la testa non capendo mentre guardavo Emily.
"Tu andrai nel seminterrato di Nicholas Jonas!"
"Si...e allora?"
Alice sbuffò e con una mano toccò la mia spalla e mi spiegò.
"Sai Sam, si dice che Nick uccida le persone nel suo seminterrato e che prima le torturi" poi si avvicinò a me con uno sguardo misto tra il comprensivo e l'arrabbiato "quindi la prossima volta perchè non chiedi a noi, visto che sei nuova di qui e queste storie non le puoi sapere, evita almeno di fare tutto per i cavoli tua!"
Io inclinai la testa.
"E voi credete davvero che lui uccida persone nel suo seminterrato??"
Il mio tono era scettico e Emily, che finora era rimasta zitta si fece avanti.
"Sai, ti ricordo che anche l'ultima volta che hai detto una cosa simile è risultato che invece queste storie erano esattamente vere"
Riflettei.
O mamma! Avevano perfettamente ragione!
"I-io..."
Alice mi si fece vicina e mi avvolse le spalle con un braccio.
"Non ti preoccupare, hai tre settimane, e noi ti staremo vicine"
Emily annuì convinta e poi scattò in avanti.
"Ora glielo faccio vedere io a quelle due" alzò un pugno in alto in segno di sfida "abbiamo ginnastica, la partita di pallavolo e loro sono nella squdra opposta alla mia...state sicure che quelle le disintegro!!"
I suoi occhi erano accesi di una furia incontrollabile e il suo fisico snello e atletico sembrava pronto a ciò che stava per fare.
Alzò il pugno verso l'alto e con una decisione fuori dal normale si diresse verso la sua classe.
La campanella suonò e salutai Alice velocemente.
"Buon compito!"
Detto questo mi lasciò al mio fantomatico e odioso compito di matematica, della quale, tra l'altro, non ci capivo assolutamente niente.


Guardavo il foglio e la penna e poi la professoressa che scriveva tranquillamente sul registro.
Ma l'illuminazione matematice non esisteva??
Per me quella roba era peggio dell'arabo...
mentre pensavo a un modo per ricevere l'illuminazione, la porta si aprii e il cuore mi balzò in petto.
Nick era appogiato all'entrata e guardava la professoressa con occhi vitrei.
"Signor Jonas, le sembra questa l'ora di arrivare?"
Nick non mosse un muscolo.
"Mi dispiace" poi voltò la testa nella mia direzione e mi fece un mezzo sorriso, ammiccante "avevo cose da fare"
Vidi alcune teste voltarsi nella mia direzione e squadrarmi ancor più scettiche del solito.
Io mi sentii bruciare in viso e immaginai le mie guance tinte di un rosso tendente al porpora.
Cercai di abbassarmi il ciuffo e sommergermi nella cascata di capelli castani che mi trovavo.
"Bhe, Nick, dopo scuola rimani per un'ora di punizione"
"Professoressa, mi dispice e che oggi avrei..." si bloccò e un lampo li illuminò lo sguardo "certo, va bene"
Lui annuì deciso e convinto dal suo cambiamento improvviso.
"E adesso a fare il compito"
Nick schizzò al posto e con gesti precisi iniziò a completare le equazioni e disequazioni che io reputavo qualcosa simile all'alfabeto cirillico...incapibile!!
Per una mezzora non feci caso a lui, poi sentii una voce melifflua e saudente sussurrarmi all'orecchio.
"Com'è andata ieri sera?"
Io rimasi in silenzio decisa a ignorarlo.
Lui si avvicinò ancora di più e visto che eravamo il banco più lontano e nascosto dalla cattedra la professoressa neanche lo poteva vedere e dirgli qualcosa.
Accidenti!
Ad un certo punto il suo sorriso si perse tra i miei capelli e lo sentii darmi un bacio sulla testa.
Io mi sentii invadere da un calore che non avevo mai provato e sentii lo stomaco stringersi in una morsa, allo stesso tempo mi vennero i brividi lungo la schiena.
Ma lui aveva la faccia ancora immersa tra le mie ciocche castane e ebbi l'impressione che mi stesse annusando.
A quel punto mi allontanai stizzita e gli sussurrai sottovoce.
"Ma che diavolo fai!Non puoi baciarmi i capelli!"
"Perchè?"
"Perchè...perchè no!"
Ma lui riavvicinò il suo volto ai miei capelli.
"Lasciami in pace!"
"Non posso"
"E allora smettila di fare quello che chiamano stalking!"
"Io non ti sto perseguitando"
"E invece si, che cosa vuoi da me?!"
Lui in uno scatto si staccò da me e alzò la mano.
"C'è qualche problema signor Jonas?" chiese la professoressa con aria impassibile.
"Si, Sam sta copiando dal mio compito"
Io rimasi a bocca aperta e lo sentii ridacchiare sotto i baffi.
"E' vero signorina Knight?"
"No" risposi decisa.
"E allora perchè mi stavi parlando?" mi chiese con il fare più innocente che avessi mai visto.
"E' vero? Gli stavi parlando?"
"Si, ma non stavo..."la professoressa mi interruppe
"Signorina Knight, sai che è proibito parlare durante il compito in classe. Mi dispiace ma anche te hai un'ora di punizione dopo le lezioni"
Io sgranai gli occhi mentre vedevo la professoressa che mi guardava con aria dispiaciuta.
Io mi curvai di nuovo sul compito e Nick ridacchiò mentre faceva lo stesso.
"Sembra che entrambi abbiamo un'ora di punizione dopo scuola"
Io evitai di ribattere.



Il pranzo lo passai silenziosa mentre accanto a me Alice discuteva preoccupata con Emily.
"Guarda che sarà a casa perchè gli sarà suonata tardi la sveglia, conoscendo Joseph!"
Emily non fece neanche caso a ciò che l'amica le aveva detto e continuò imperterrita sui suoi rompi-capi.
"E se sta male? E se ha la febbre?...E se invece avesse preso l'influenza? Oppure ha litigato con Nick? Oppure se ne andato di nuovo?...me lo direbbe se decidesse di partire un'altra volta, giusto??"
Alice le mise una mano sulla spalla.
"Certo! E adesso tranquillizati e mangia!"
"Certo che vuoi davvero bene a questo Joe"
Emily chinò il capo sorridendo dolcemente.
"Lo conosco da quando siamo bambini e sono davvero affezionato a lui e da quando è tornata sento che ho bisogno di lui e non voglio che sparisca di nuovo come ha già fatto"
L'Emily energica e vivace che nascondeva i suoi sentimenti si era trasformata per un momento in una dolce e preoccupata ragazza in pensiero per quello che lei reputava un semplice amico.
Alice mi sorrise facendo spallucce.
Emily annuì e rivolse verso di me l'attenzione come per distrarsi.
"Io, stamani ho fatto una partita fantastica e quelle due odiose sorelle se la ricorderanno per un bel po! Una sconfitta che brucia!" e alzò la testa in segno di vittoria, io ridacchiai e la calma e pacifica Alice scosse la testa in segno di diniego
"A te invece com'è andata il compito di mate?"
"Una tragedia, dire che ho capito almeno l'intestazione dell'esercizio è un eufemismo...mi sembravano cose venute dall'altro mondo!"
"Bhe ma tanto la professoressa lo sa che sei arrivata da poco e questi compiti non li conterà molto, ti darà il tempo per rimetterti in pari!"
"Si, lo so, anche se ad ammetterlo, avevo già studiato queste cose e non le capisco ugualmente!...a differenza del mio compagno di punizione di oggi pomeriggio"
"Hai beccato la punizione?E con chi?"
"Con Mr. Nicholas Jonas!"
"...ti mancava solo questo..."
Emily scosse la testa.
"E' inutile dirti di stare attenta vero?"
"Si, ormai sto attenta da sola, dopo tutto quello che mi sta combinando"



La scuola passò con troppa velocità e la campanella della fine delle lezioni fu per tutti una liberazione immensa, ma non per me, a me toccava ancora un'altra lunga ora di punizione.
Mi sedetti preoccupata mentre vedevo lo sguardo pietrificato di Nick mentre si sedeva accanto a me.
Con tutta la classe vuota doveva starmi proprio così vicino.
Schizzai in piedi afferrando il mio zaino azzurro e mi sedetti in un altro banco.
Non feci in tempo a sistemarmi che sobbalzai trovandomi Nick seduto accanto.
Il suo sguardo era rivolto alla porta, da dove entrò la professoressa.
"Ciao ragazzi, oggi siete solo voi due, quindi ho deciso di accorciare la punizione, solo venti minuti"
Io esultai in silenzio.
I venti minuti successivi li passai a scarabocchiare e fare i compiti per il giorno dopo, proprio perchè non avevo altro da fare.


                                                 *20 minuti dopo*



"Ragazzi potete andare, per oggi abbiamo finito" la professoressa si alzò e uscì di classe, esausta.
Io ricomposi i miei fogli sparsi e ne feci una pila, controllai l'ora sul cellulare.
Neanche il tempo di prendere le mie cose che Nick era già sparito.
Strano.
Infilai tutto in cartelle e l'afferrai.
Un altro bigliettino mi sorprese.
Aciidenti non ora!
Presa alla sprovvista lo lessi.
Ricordati che non sei da sola.
Lo accartocciai e lo buttai nel cestino.
Uscii dalla classe con un sospiro di sollievo.
Molte luci dei corrdoi erano spente e il rimbombo dei miei passi nel silenzio mi ghiacciava il sangue nelle vene.
Non ero mai stata da sola in una scuola e la cosa non era certo simpatica.
Con una mano afferrai la maniglia della porta di ingresso e aprii...
...o almeno questo era ciò che sarebbe dovuto succedere ma la porta era chiusa a chiave.
Accidenti!
Svoltai a destra e andando a zonzo tra i ricordi cercando di individuare la portineria.
Ma come arrivai il sorriso speranzoso che mi si era dipinto sul volto scomparve.
"Ehi c'è nessuno?!" feci un altro giro circospetta.
"Mi sente nessuno?"
Un silenzio glaciale e pesante fu l'unica risposta che ricevetti.
Improvvisamente la lampada a neon sopra la mia testa inizio a scricchiolare, poi si spense, ma non fu l'unica, le luci lì intorno iniziarono a spengersi e accendersi.
La cosa era strana e i brividi prevalsero sulla mia testa mettendomi addoso paura.
Tremai.
La luce si riaccese.
"Si, ti sento"
Io sospirai tranquilizzata cercando di placare il batticuore, mi voltai cercando di capire da dove provenisse la voce.
Ma non vidi nessuno.
Poi la voce risuonò nuovamente rimbombando indefinitamente per l'edificio vuoto e facendomi capire che la paura per quel giorno non era ancora finita...
"Ma ricordati che non sei da sola"...











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Capitolo 8
*** Perchè?... ***


jonas

NES95:Don't worry per la recensione mini,!!Mi fa piacere che ti continui a piacere E SPERO CHE AL PROX AVRAI PIù TEMPO!KISS:-)

CHIBI AKI: credo che non mi stancherò mai di ringraziarti!!Davvero ache io voglio Nick a casa (nick mib!!XD) comunque se fantastichi così tanto sulla mia fanfic (cosa wow per me) quando mi trovi su facebook puoi darmi qualche idea se ti va perchè vorrei sapere tutte le tue idee...ci conto!!;-) baci grandi!!

DANGER_DREAMER_93:Grande!!Grazie tantissimo! Sai pernso che anche a me piaccia un sacco questo Nick in versione tenebrosa/misteriosa e sono contenta che tu abbia deciso di recensire perchè mi diverto tantissimo a rispondervi!! Sai spero di trovarti anche al prossimo e...la tua recensione ti è venuta perfetta...(bel nickname!) KISS;-)

BEAUTIFUL992:grande viva Nick!! Sono contenta che voi accettiate questo nuovo Nick e anzi a quanto pare vi piace parecchio... inoltre vedrai cercherò ti continuare a postare regolarmente per tute voi che mi sostenete!!KISS :D

ABIGAILW13:Grazxie infinite per i complimenti e wow è un bellissimo nome abigail...non conosco nessuno con questo nome( ma adesso si grazie a te...:-) comunque non sembri una gran tipa dal modo di scrivere, anzi mi sembri simpatica e davvero grazie tantissimo per i complimenti!!...ciao abigail (che nome carino...ma di dove è!!) KISS :-)

LILIAN MALFOY: Ciao! Mi fa piacere che ti incuriosisca sempre di più...è questo lo scopo e per scoprire su Nick direi che ci siamo molto vicino...anzi...comunque aspetta e vedrai chi è questo nuovo tizio!!(PS:le tue ff sono AMAZING ma purtoppo non ho avuto il tempo di recensire...spero tanto di poterci riuscire!!) KISS

MAGGIE__LULLABY:Assolutamente no che non mi stanco di sentirmlo dire..anzi...è troppo fogante!! (ahahXD) comunque non ti preoccupare anche una recensione veloce-veloce mi fa molto piacere e spero di riuscire a postare il prox capitolo il prima possibile!!

Ciao a tutti e ringrazio immensamente tutti quelli che recensiscono leggono e solamente si interessano!!! Vorrei scusarmi per il ritardo e vi informo che forse è l'ultimo che posto prima di Natale (finalmente!!...w nataleXD) e vi faccio un enorme ringraziamento e come regalino (si fa per dire!) in fondo troverete link delle immagini di momenti o personaggi della storia!!...spero non vi arrabbiate, ma ho dovuto associare attori ecc...quindi spero che siate contenti della scelta!!!BACIONI SIETE I MEGLIO con enormi saluti vostra sclerotica Silvi...;-)

DEDICATO A TUTTI VOI CHE MI SEGUITE

Mi girai un'altra volta intorno mentre il cuore iniziava ad aumentare i battiti.

In un attimo la luce si spense completamente.

Il buio mi avvolse.

Un buio fitto e pesto, un buio che a quell'ora non ci sarebbe dovuto essere e nonostante non fossero neanche le quattro, non riuscivo neanche a vedere a un palmo dal naso.

La paura mi iniziava a giocare brutti scherzi: mi girai di scatto perchè mi sembrava di aver sentito dei rumori, ma non c'era nessuno...niente e nessuno...

Con un'enorme sforzo chiusi gli occhi e cercai di ricordarmi dove fosse l'uscita di emergenza in quella enorme e per me piuttosto sconosciuta scuola.

La palestra.

Lì doveva per forza esserci un'altra uscita.

Feci un passo verso destra pronta a liberarmi da quella situazione.

Una mano mi sfiorò il fianco.

"Ahhhh!!"

Qualcuno rise.

Una risata bassa, profonda, divertita...

Saltai barcollando e iniziai a camminare all'indietro.

Il cuore mi batteva troppo forte e ogni scricchiolio sembrava enorme e minaccioso.

Mi toccai sconcertata lì, dove poco prima qualcuno mi aveva sfiorato.

No, avevo sbagliato, non ero sola.

Aprii gli occhi, a tentoni cercai il muro dove aggrapparmi e rimasi in assoluto silenzio per cecare di cogliere ogni piccolo rumore.

Sentivo i muscoli tesi, i sensi in allerta...

"D-dove sei?!" la mia voce rimbombò per l'edificio che sarebbe dovuto essere deserto.

"Sono proprio qui accanto a te"

Sobbalzai.

Mi girai leggermente.

Per quanto cercassi di individuare qualcuno, era tutto troppo buio, ma sapevo che era lì.

"C-che cosa vuoi?!" cercai di essere padrona del mio corpo ma la paura mi faceva tremare.

"Io voglio te" lo sentii dire in un sussurro.

Ansimai, ancora più impaurita mentre sentivo lo stomaco stringersi in una stretta di panico.

Quella voce.

Era bassa, profonda, minacciosa e ritmica.

Ma tutto rimbombava e non capii chi potesse essere, inoltre la mia mente in quel momento non era capace di intendere e di volere, figuriamoci ragionare...

"Lasciami in pace...e v-vattene!" esclamai decisa.

"Non me ne andrò, non finchè tu non sarai mia"

Mi morsi il labbro mentre il mio corpo continuava a tremare atterrito e la bocca mi si seccava.

"Non sarò mai tua!"

"Oh si, in un modo o nell'altro lo sarai"

Adesso la gola mi si era completamente seccata.

Qualcuno mi baciò la mano.

"Ahhh!"

Lo spavento mi fece sobbalzare e mi allontanai ancora, mentre disorientata barcollavo.

Mi strinsi la mano al petto e con orrore la strofinai forte contro la maglia.

Dovevo andarmene da quel posto.

"Non scappare, non ti permetterò di andartene via così"

Un ringhio silenzioso e minaccioso era nascosto sotto le parole dello sconosciuto.

No, io me ne sarei andata!

Feci un respiro profondo trovando un minimo e piccolissimo residuo di forza di volontà.

Mi voltai nella direzione dove ci sarebbe dovuto essere il corridoio principale e iniziai a correre.

I miei passi iniziarono a ripetersi inesorabilemente per tutto il perimentro della scuola, non riuscivo a sentire altro suono, tutto si confondeva, non riuscivo a sentire se c'era qualcuno che mi seguiva, se qualcuno mi stava alle calcagna, il cuore batteva così forte che ebbi paura di poterlo sentire rieccheggiare in mezzo al rumore dei miei passi.

Sbattevo gli occhi disorientata perchè per quanto non volessi ammettere, la verità era che mi ero persa e non potevo farci niente.

Le gambe correvano da sole ed era già un miracolo che non avessi già sbattutto contro qualcosa.

"Ahi!!"

Con un colpo che mi mozzò il fiato sbattei contro qualcosa di duro.

Ruzzolai all'indietro sbattendo con forza contro il pavimento freddo e ruvido del corridoio.

Mi rialzai incerta non facendo caso al dolore pulsante che mi avvolgeva il gomito.

"Che diavolo ci fai ancora qui?!"

"Nick?!"

Un urlo mi ghiacciò il sangue nelle vene

"SAM!!!"

Sgranai gli occhi e Nick mi tappò la bocca, mi afferrò per la vita e mi trascinò contro un muro.

Ci appiattimo per nasconderci.

In quel momento potei sentire in lontananza i passi frenetici di colui che mi stava cercando senza pace.

"Che cosa fai ancora qui dentro?Dovresti essere a casa"

Nick abbassò la mano che teneva premuta contro la mia bocca.

"Qualcuno ha chiuso tutte le uscite e mi ha bloccata qui"

"Chi?"

"I-io...non lo so"

Sentivo la paura scuotermi in fremiti confusi e terrorizzati...perchè succedeva a me?

Sentii gli occhi misteriosi di Nicholas fissarmi con forza.

"Andiamocene di qui!"

No, io non mi sarei mossa, lui poteva essere ovunque, mi stava aspettando, poteva essere lì dietro l'angolo e non volevo rischiare di ritrovarmici di nuovo insieme.

"Ma lui potrebbe essere ovunque"

"Non ti preoccupare, non ti farà del male"

"Ma..."

"Fidati di me"

Io mi bloccai mentre sentivo le sue mani appoggiate lievemente sulla mia schina, come se mi tenesse per paura che dalla paura cadessi a terra da un momento all'altro.

Mi morsi il labbro e presi un respiro profondo.

Annui.

Istintivamente afferrai il suo braccio per sentirmi più sicura.

Sarei davvero riuscita a uscire dalla scuola.

Si, sentivo che in fondo potevo fidarmi, lo avevo sempre saputo.

Qualcosa dentro di me si mosse nell'attimo in cui il Jonas mi strinse la mano.

Iniziammo a correre, io seguivo lui, mentre mi tirava dietro di se.

Chiunque mi aveva bloccata dentro la scuola adesso sembrava scomparso.

Si sentivano solo i rumori prodotti dalle nostre scarpe durante la corsa.

Un lampo di luce ci passò davanti agli occhi.

Nick mi tirò a se.

"Vieni, questa finestra è aperta"

Alzai la testa e allungai una mano arrivando a malapena al bordo del muro su cui si trovava la nostra via di fuga.

Le braccia forti di Nick mi strinsero per la vita e con una forza che non mi sarei mai aspettata, mi spinsero verso l'alto.

Ancora poco.

Mi appoggiai con il gomito sul muro e feci forza.

Con una mano aprii completamente la finestra respirando l'aria fresca dell'aperto.

Per un attimo mi sentii rigenerare da quel senso di libertà e mi spinsi oltre così da lasciare spazio anche a Nicholas per salire.

Mi girai aspettando.

Ma lui era rimasto fermo, immobile.

"Adesso vattene a casa"

"E...e tu??"

"Non preoccuparti, e adesso corri, vattene!"

Con questo mi spinse leggermente e poi, finalmente, mi ritrovai all'aperto.



*intanto...*

Emily era seduta sulla panchina all'uscita della scuola.

La testa appoggiata alla spalla di Joe.

Lei si crogiolava vicino al calore del ragazzo che tanto aveva voluto riavere accanto a se e lui non riusciva a smettere di guardarla: la sua pelle liscia e color crema, la fronte larga, gli occhi vispi e siceri, i capelli biondi morbidi che emanavano un delizioso profumo di cocco.

Le era mancata, più di ogni altra cosa e ci aveva messo un po a capirlo.

Parlavano poco, ridevano, si confessavano e anche solo lo stare vicini li rendeva felici, ora che entrambi avevano capito il bene che si volevano.

"Emi, mi spieghi perchè vuoi stare qui fuori a congelarti invece di andare a casa tua?"

Emily inclinò la testa osservando Joseph nei suoi occhi color nocciola.

"Non ho voglia di starmene a casa con la voce strillante di mia sorella che mi rompe le scatole!"

"Ma se tua sorella è un tesoro!!"

Emily si tirò su di scatto e assunse un'aria minacciosa mentre si accigliava

"Prova un'altra volta a dire un'anormalità del genere e vedi cosa ti combino!!"

Joe sogghignò mentre faceva la faccia furba.

"Tua sorella è un vero tesoro!!"

Emily con uno slanciato piombò su di lui, iniziando a massacrarlo di solletico, sapendo bene che quello era un suo grande punto debole.

"O-ok...smettila...r-ritiro tutto quello che ho detto...Ahah...ma s-smettila!!"

La ragazza si fermò mettendosi di nuovo a sedere al lato del ragazzo con un'aria fintamente superiore e sdegnosa "pappamolla"

"Non è vero!" protestò lui.

"E invece si, ti fai sconfiggere da un semplice solletico, per di puù fatto da una ragazza"

"...già, ma da una ragazza davvero carina" si spalancò in un sorriso a 50 denti.

"Stai cercando di farti perdonare?!"

"...perchè, funziona??" lui inizio anche a sbattere le ciglia e a fare labbrino...sembrava sul serio un cane bastonato...

"...Uff...Jonas!...Non puoi sempre averla vinta in questa maniera!"

Lei incrociò le braccia al petto mentre Joe gli sorrideva osservandola talmente intensamente che lei si sentì un po imbarazzata.

"P-perchè continui a guardarmi così?"

"Perchè mi sto chiedendo come possa una ragazza così bella e dolce stare qui a parlare con un cretino come me"

"...in effetti me lo chiedevo anch'io..."poi partì a ridere e si fermò però bloccata dallo sguardo serio di lui

"Va bene, sono seria, ma sai benissimo di non essere un cretino e comunque sto bene con te...e lo sai!Magari sono io a chiederti come mai sei così interessato a me, una sportiva-atletica fino alla morte che non si mette neanche un filo di trucco"

A Emily era sempre sembrata netta la differenza con tutte le altre ragazze, truccate, perfette, con manicure e capelli ogni giorno più splendenti, in fondo aveva anche provato a vestirsi con una mini-gonna e una camicietta ma quando Joe aveva scoperto il motivo per il quale l'aveva fatto, l'aveva tanto brontolata, che lei aveva capito che l'importante era essere se stessi.

Non importarsene di cosa dicono gli altri.

Joe la distrasse dai suoi pensieri passandole un braccio in torno alle spalle e avvicinandola a se.

La strinse e le baciò lievemente i capelli.

Emily si sentì il cuore battere forte e lo stomaco che per la felicità faceva capriole.

Dopo qualche minuto che per entrambi sembrò eterno, si staccarono e Joe chiese.

"Ma le tue amiche dove sono?"

"Alice è al centro commerciale con la madre perchè vuole rifarle la camera e Sam è a scuola per la punizione"

"Poverina, non la invidio, già odio la scuola, se poi dovessi anche rimanerci dopo l'orario delle lezioni, figurati!"

"Solo perchè te sei allergico alla scuola!!Comunque non penso che sia la cosa che in questo momento preoccupi di più Sam..."

Joe inclinò il capo sospettoso.

"Cosa vuoi dire?"

"Sam ha la punizione con Nick, è stato lui a fargliela dare"

Joe scattò in piedi e Emily ne rimase sorpresa

"C'è qualche problema?"

"Certo che c'è qualche problema!! Sam da quando è entrata in casa di Nick se l'è messo contro quando lui si mette in testa qualcosa, va fino in fondo..." i loro sguardi si incrociarono ed Emily ebbe paura per la sua amica

"Emily, Nick è pericoloso, lui non è cambiato come me! Lui è ancora un killer professionista!!Lui..."

"Un killer professionista?!?...non mi avevi detto che lui era una specie di spia che lavorava per i pezzi grossi??"

Joe si morse il labbro, si era promesso di non parlare mai più con lei di queste cosa...ma la situazione stava peggiorando...

"Più o meno, lui esegue gli incarichi che le persone gli chiedono, a lui viene commissionata la missione e lui la svolge nei limiti che gli vengono imposti...ma non è questo il punto, lui è capace di cose che neanche immagini, è spietato, è stato addestrato come una macchina perfetta, lui...lui è sempre stato più pericoloso di me e dè capitato che ha dovuto svolgere lavori personali e non lascierà stare Sam solo perchè è una ragazza ed è giovane..."

Con uno scatto si immobilizzò smettendo di gesticolare.

Il suo sguardo si fece duro, i muscoli si contrassero.

"Emily, Sam è in pericolo!"






* POV SAM *

Sentivo le gambe molli e il vento mi sferzava il viso.

Continuaai a correre mentre pensavo alla strada che dovevo prendere per tornare a casa.

Dovevo passare dalla rotonda e poi svoltare alla sinistra fino a che non arrivavo alla stazione, poi allo starbucks svoltavo a destra e prendevo la prima a sinistra...

Le informazioni si confandevano nella mente e intanto con la forza di volontà rimasta cercavo di trattenere le forti emozioni che sapevo mi sarebbe crollate a dosso tutte all'improvviso...

Sentivo gli occhi umidi e la paura mi aveva svuotata.

Con una mano mi pulii gli occhi e, con lo zaino che tenevo stretto convulsamente con una mano, guardai davanti a me.

Accanto alla panchina prima dell'entrata della scuola due ragazzi parlavano.

Sbattei le palpebre e riconobbi Emily, nello stesso istante li vidi girarsi e guardarmi con sguardi impauriti e agitati.

Appena mi riconobbero però cambiarono, diventando confusi e preoccupati.

Io feci qualche altro passo verso di loro e Emily si lanciò contro di me e un secondo dopo mi ritrovai stretta tra le sue braccia.

"Sam, m-ma che succede?!" Si staccò e mi osservò con occhi vitrei

"Sei pallida, che è successo?E' stato Nick??"

Un secondo dopo Joe l'affiancò afferrandomi per un braccio poichè continuavo a traballare come inebetita.

"N-no...no Nick...è stato"

Mi bloccai e presi un bel respiro.

"Ero nella scuola e le porte erano bloccate, qualcuno mi aveva chiusa dentro e ha spento la luce, poi ...poi era lì...e voleva me...i-io non so chi fosse"

Mi accorsi che tremavo e Emily e Joe decisero di portarmi a casa di lei.

Io inerme mi feci condurre in una casa lì vicino: calda, ospitale e che odorava di bucato.

Per il tempo dopo, mi ritrovai a parlare con un Emily preoccupata per me e irritata dalle domande impertinenti della sua piccola sorella e da un Joe taciturno e con un velo di rabbia nella voce.

Rimasi con loro tutto il pomeriggio, poi tornai a casa sentendomi, finalmente, un po più tranquilla.








*A CASA JONAS*

La porta di casa sbattè rumorosamente.

Un Nick tetro e spaesato buttò lo zaino e la giacca sul divano.

Si incamminò in cucina dove il suo bravo fratello aveva messo tutto in ordine, anche tutti i miliardi di fogli e piante di abitazioni su cui Nick aveva studiato la notte.

Odiava tutto quell'ordine.

Kevin non era a casa così si diresse verso il frigo, lì dove sapeva sarebbe dovuto esserci qualche foglietto lasciato per lui.

Ciao!Torno domani verso sera, sono andato nella città qui vicino, Brighton, per parlare con un professore esperto in medicina delle ossa. Studia, mangia e trovi tutti i fogli, che avevi lasciato sul tavolo stanotte, in camera tua. KEVIN

Il Jonas lo staccò con foga e lo lanciò con precisione nel secchio del sudicio.

Afferrò vicino al lavabo una bottiglia e ne bevve un gran sorso.

Bene, almeno non si sarebbe dovuto sorbire il sermone di suo fratello per l'importanza della scuola.

Inoltre era turbato e almeno così non avrebbe dovuto reggere gli aguardi allarmati e di compassione di Kevin.

Si passò una mano sul viso e poi tra i suoi capelli ricci.

Era bagnato.

Tutto il pomeriggio da quando era uscito da scuola era piovuto e lui aveva vagato, senza meta, fino a sentire la pelle fondersi con i propri vestiti.

Si cambiò velocemente la maglia.

Si appoggiò ansante al muro mentre qualcosa dentro di lui gli faceva male, come se il petto fosse stretto in una morsa che gli mozziava il fiato...una sensazione che non aveva mai provato.

Si sentiva preoccupato, ma non per se stesso...

Si continuava a chiedere come mai avesse fatto ciò che aveva fatto a scuola.

L'aveva salvata.

Si morse i labbro e tirò un pugno contro il muro della cucina.

Che diavolo gli stava succedendo?!

Alzò la testa e la scosse.

No, doveva smettere di pensarci.

Aprii la porta dello scantinato e, dopo aver sceso le scale, entrò nella porta alla sinistra, quella della palestra: aveva bisogno di sfogarsi, di non pensare, di fondersi con lo sforzo, il sudore e la fatica.

Entrò e toccò il muro per cercare l'interruttore, ma la luce era già accesa...

No...

"Davvero un bel repertorio di attrezzi"

Taylor si abbassò e agilmente si alzò dal lettino per sollevare i pesi.

Era senza maglia, l'afferrò in un angolo e se la mise.

"Cosa ci fai in casa mia Black?"

Taylor si toccò i capelli e avanzò verso il Jonas.

Nick lo guardò nei suoi occhi scuri mentre si rendeva conto di ssere esattamente alto qaunto lui.

"Lo sai benissimo Nick"

"No che non lo so"

Taylor ridacchio.

"Non voglio giocare Jonas, ricordatelo"

"Io non stò giocando"

"Allora spiegami cosa significa ciò che hai fatto prima"

Nick contrasse i muscoli e la sua faccia si fece immobile, di pietra.

I due si scambiarono un lungo sguardo silenzioso.

La tensione era tanta, ma nessuno osava fiatare.

"Non ti conviene metterti contro di me, attieniti al piano e fai il tuo lavoro" poi alzò il capo "o sarà peggio per te"

Nick mantenne lo sguardo fermo mentre una vena iniziava a pulsargli alla tempia.

"Non ti preoccupare, so quello che faccio"

Taylor annuì.

"Spero per te"

Detto questo uscì di scatto dalla palestra sbattendo la porta.

Nick continuò a rimanere immobile, svuotato, confuso...non gli era mai successo...lui che era una macchina...lui che doveva eseguire li ordini alla perfezione...iniziava a sentire qualcos'altro...iniziava a pensare con la propria testa...

Ecco a voi LINK:

QUESTA è SAM MENTRE TENTA DI CAPIRE ALGEBRA - http://www.teenidols4you.com/blink/Actors/selena_gomez/selena_gomez_1222978858.jpg

QUESTA è EMILY NELLA SUA ABITUALE TENUTA SPORTIVA  -   http://photos.posh24.com/p/25833/l/emily_osment/hannah_montanastjarnan_emily_osment_surar.jpg

LE ODIOSE PARIS &DESTINEE: http://media.photobucket.com/image/ashley%20and%20mary-kate%20olsen/planetfunkblog/PlanetFunkBlog2/mary-kate-and-ashley-olsen.jpg


NICK NELLA SUA TENUTA MISTERIOSA (SEMBRA CHE SEGUA QUALCUNO CHE NE DITE?!)  - http://www.jonas-photos.com/displayimage.php?album=865&pos=28













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Capitolo 9
*** Pigiama Party ***


jonas

ECCO A VOI UN NUOVO CAPITOLO E ANCHE SE IN RITARDO...BUON NATALE!!!
GRAZIE MILLE A I 15 CHE HANNO LA MIA STORIA TRA I PREFERITI E 6 TRA LE SEGUITE!!!
SIETE FANTASTICI TUTTI!ANCHE QUELLI CHE SOLO LEGGONO!! kiss :-)

VOGIO TROVARE L'ATTRICE GIUSTA PER ALICE, SE AVETE QUALCHE IDEA DITEMELO NELLE RECENSIONI!!grazie

CHIBI AKI:Ciao!!Sai che anche a me hanno regalato il calendario di Taylor del 2010 (io sbav...) comunque ritornando alla storia, Nick è stato crescuito così da suo padre ed è stato così per dire il "prescelto" e sarà difficile cambiare...inoltre davvero fortunata Emily!!:-D...quale sarebbe il traguardo a cui alludevi?? (sai sono un'impicciona!XD) comunque Taylor va capito...è uno che ha sempre avuto tutto e questa ragazza è una cosa che gli è stata preclusa, quindi deve essere sua a tutti i costi...già, confermo, ragionamento contorno di un ragazzo...!!KISS

BEAUTIFUL992:Grazie!!Mi fa piacere ti piacciano le foto e il capitolo!! Stai a vedere che comunque i guai non sono finiti e mi disp di avervi fatto a spettare fin dopo natale :-( (spero comunque che abbiate passato buone feste!)...detto tra noi anch'io amo Nick con questo carattere!!KISS

MAGGIE__LULLABY:Grazie per i comlimenti e gli auguri!!Comunque davvero Joe come mai non ti fidi di tuo fratello??...comunque Nick sta scoprendo questo lato buono che non sapeva di possedere...KISS e grazie ancora

NES95:Eccoci!!Allora che ne dici di questo nuovo capitolo?!?(io curiosissima di sapere che ne pensi) comunque mi disp se Selena non ce la vedi molto bene, ma mi serviva qualcuno che assomigliasse a chi ho bisogno (insomma: capelli scuri mossi, occhi quasi neri...oddio...sembra la mia descrizione...XD) comunque non vedo l'ora di sapere che ne pensi!!KISS

STELLALILLY:Wow!!Sono contentissima per il super-entusiasmo che hai per questa ff!!!Insoma mi disp di averti fatto aspettare così tanto, ma spero che questo schifoso capitolo ti piaccia...prometto che il prossimo sarà migliore!!Grazie ancora :-)

RYRY:Grazie!Mi fa piacere che ti piaccia questo nuovo Nick...anche a me piace tanto!!Comunque anche a me non piacciono i thriller o roba simile...ma chissà perchè mi è venuto fuori così, insomma, affascina anche a me!!KISS;-)

KIKINOVACAINE:Ciao! Grazie di avermi fatto notare il problema...immagino che sarà stato un po imbarazzante!! (ops...sorry^_^) comunque spero di trovare al prossimo capitolo una tua recensione più lunga e sapere che ne pensi di questa storia!!KISS

Arrivai a scuola senza accorgermene da quanto ero sovrappensiero.

Un'altra mattina.

Un'altra giornata.

Altri pensieri che mi ronzavano insistentemente in testa.

Per fortuna era sabato e domani me ne sarei potuta stare a casa a riposare.

Durante il tragitto verso scuola mi ero sentita nuovamente osservata, ma nonostante avessi continuato a cercare chi potesse essere colui che mi spiava, non riuscii a trovarlo.

Possibile fosse solo una mia impressione?

Arrivai alla panchina che ormai era diventata il nostro ritrovo e vidi Emily abbracciata a Joe; io sorrisi nel vederli e rallentai il passo pronta a dileguarmi per lasciarli un po di intimità.

Joseph si chinò e le diede un bacio sulla fronte e in quel momento mi vide.

Si allontanò dalla mia amica bionda e puntò il suo sguardo penetrante su di me.

Mi sentii a disagio mentre osservavo invece la mia amica che mi sorrideva.

"Ehi! Ciao! Come va?"

"Tutto bene" sorrisi cercando di convincerla del fatto che stessi davvero bene...enorme bugia...

"Hai avuti visite stanotte?" mi chiese il moro sospettoso, il suo sguardo non mi lasciava libera un secondo e vidi Emily che gli appoggiava una mano sulla spalla, sembrava quasi che volesse tranquilizzarlo...

"No..."

Joe continuò a osservarmi non convinto delle mie parole...cos'è aveva paura che Nick mi facesse qualcosa? sapeva forse qualcosa che io non sapevo??

In quel momento arrivò anche Alice e il telefono di Joe iniziò a squillare frenetico.

Lui lo afferrò dalla tasca dei suoi pantaloni a sigaretta e dopo aver letto il nome del mittente sul display del cellulare, si irrigidì e, dopo aver dato un'occhiata a Emily, si allontanò per rispondere.

"Ciao!" Alice ci salutò e venne da me sorridendo.

Sapevo che sapeva tutto ciò che era successo il giorno prima...Emily glielo aveva sicuramente detto, inoltre a quanto pareva il mio aspetto non era dei migliori visto che tutti continuavano a chiedermi se stavo bene.

Le lezioni iniziarono troppo presto e fummo separate per tre noiosissime ore.


RICREAZIONE


Uscii di classe e andai alla caffetteria, dovevo assolutamente prendere qualcosa da bere perchè mi girava la testa e la mia compagna di banco (che si era seduta accanto a me prendendo il posto a Nick, che io tra l'altro non ero riuscita neanche a ringraziare per il giorno prima) mi aveva imposto di mangiare qualcosa o sennò mi avrebbe mandata in infermeria.

Presi una cioccolata calda e andai a sedermi al tavolo mentre aspettavo le mie amiche.

Mi sentii nuovamente osservata e mi guardai intorno allarmata, ma con tutti i ragazzi che c'erano non riuscii a capire se ci fosse davvero qualcuno che mi osservava.

Stupide sensazioni!

"Ehi Sam"

Io sobbalzai facendo quasi cadere il bicchiere di cioccolata calda.

"Che vuoi Taylor?"

Lui sorrise ammicando e si sedette accanto a me, io mi allontanai irritata mentre lo fulminavo con lo sguardo.

Mi sentivo sempre maledettamente inquieta quando mi trovavo vicino a lui e i miei muscoli si contrassero.

"Ma perchè ti allontani?" chiese mentre io mi alzavo e lui mi seguiva.

Proprio il tavolo al muro dovevo prendere?! Accidenti!

Mi trovai con le spalle al muro e incrociai le braccia mentre lui mi si avvicinava bloccandomi, poi come un fulmine, sentii nuovamente quella sensazione penetrante e seppi che non era Taylor colui che mi stava fissando o spiando...

"Vattene via Black"

La mia voce era incrinata e il fiato mi si mozzava...ma perchè diavolo non mi lasciva un po in pace?

Lui si sporse verso di me e inclinò il capo pronto a baciarmi.

Si avvicinò, i nostri visi quasi si sfioravano.

Con uno scatto di lucidità mi abbassai e lui mi passò sopra andando a sbattere contro il muro.

Io scossi la testa scocciata e andai incontro alle mie amiche che mi guardavano stranite.

"Ma che stavate facendo??"

Alice curiosa ma anche leggermente sorpresa mi osservava con i suoi occhi color verde smeraldo.

"Niente, è venuto prima e non mi voleva lasciare in pace"

"Sembrava quasi che ti volesse baciare" disse pensierosa Emily...

"E' quello che stava tentando di fare"

Il discorso cadde lì sotto gli aguardi scettici e confusi delle mie amiche.

Dopo aver detto questo ci avviamo a sedere.

Chiaccheravamo della lezione quando una voce ormai a noi conosciuta ci distolse dai nostri discorsi.

"Ragazze, stasera siette tutte invitate al nostro" Destinee scambiò un'occhiata a Paris "pigiama party!!"

Molte ragazze lì vicine esultarono, altre sbuffarono seccate mentre noi tre ci scambiavamo sguardo divertiti.

"Avete intenzione di andarci?" chiese Emily mentre dava un morso al suo biscotto al cioccolato.

Naturalmente era una domanda di cui sapeva già la risposta.

"Certo che no!!" esclamammo io e Alice e iniziammo a ridere.

Destinee soddisfatta continuò imperterrita a parlare.

"Inoltre faremo dei giochi in cui i vincitori riceveranno TV al plasma a schermo piatto!"

Molti ragazzi nella stanza si lanciarono sguardi stupiti e così feci io con le mie amiche.

"E' uguale, tanto non ci vado lo stesso alla festa delle sorelle Monroe"

disse Alice e io annuii ma poi ci girammo verso Emily, la quale, aveva gli occhi spalancati e non sembrava condividere la nostra stessa opinione.

"...ehm...ragazze...siete sicure che non ci andiamo, insomma potremmo farci un salto..."

"Emily!" la apostrofò l'altra mia amica.

"Ma, il fatto è che tra un po c'è natale e in stanza mia e di mia sorella si è rotta la televisione e i miei genitori non me la vogliono ricomprare perchè dicono che ce lo dobbiamo guadagnare con i nostri soldi..." poi scosse scocciata la testa "ma in questo modo risolverei tutto...."

I suoi occhi azzurri incontrarono i nostri e si fecero supplicanti.

"Vi prego, anche a me non piace l'idea di andare da quelle due, ma ne ho davvero bisogno...o mia sorella continuerà a farmi rimettere e posto la nostra camera per il resto della vita visto che l'ho rotta io la TV!!"

Io ed Alice scotemmo la testa, rassegnate.

In quel momento suonò la campanella e tornammo tutte in classe.




LABORATORIO SCIENZE

Mi sedetti in trance mentre pensavo al lavoro in cui avremmo dovuto analizzare le pietre e i sali minerali.

"Ehi!"

Io saltai mentre Taylor si sedeva noncurante accanto a me...di nuovo...

Io spostai la sedia, odiavo ammetterlo ma in fondo mi faceva paura il fatto che non mi lasciava in pace, insomma per quanto ne sapevo poteva essere stato lui a chiudermi nella scuola il giorno prima.

Rabbrividii mentre tentavo di pensare ad altro.

"Allora, che mi racconti?"

Si sporse verso di me e si passò la mano tra i capelli neri fissandomi con i suoi occhi profondi come pozzi.

Io tentai di allontanarmi ma in quel momento una voce si bloccò.

"E' il mio posto quello, Taylor"

Nick si piazzò di fronte al mio indesiderato compagno di banco, in attesta che quest'ultimo si alzasse.

"Oh, certo..."

Non potei vedere lo scambio di sguardi che si scambiarono, ma fui più che sicura che sotto quell'occhiataccia ci fossero tanti sottintesi...

Strano che Nick fosse venuto a rivendicare il posto adesso e non stamani quando gliel'aveva preso la mia amica con i capelli rossi...di certo in quel momento ero grata a Nicholas...

Ma nonostante si fosse seduto accanto a me continuava ad evitare il mio sguardo e non si girò verso di me neanche una volta, diversamente da me che speravo fortemente di parlargli.

Ne avevo bisogno.

DURANTE LA LEZIONE

Con mano attenta alzai la pietra che il professore (calvo e con un la erre moscia tra l'altro) mi aveva dato da analizzare.

Uffa, cosa ci sarà mai stato di così interessante in un semplice sasso?!

"Come mai ti allontani da me Sam"...mi chiese una voce suadente alle mie spalle.

"Puoi smetterla ed andartene Taylor!"la mia voce era un sussurrò irritato.

Il suo comportamento inziava a scocciarmi...decismante...

"Ce l'hai con me tesoro mio?"

Io spalancai la bocca e posai la penna che tenevo in mano per girarmi verso il Black...ma come osava!

"Io non sono il tuo tesoro, capito!"

"Nervosa?"

"Vattene e basta!"

Mi girai stizzita e ripresi il mio lavoro.

Due mani mi si posarono sui fianchi e sentii il corpo di Taylor avvicinarsi al mio...troppo vicino... tentai di girarmi ma le sue mani si strinsero di più intorno alla mia vita.

Le sue labbra mi sfiorarono l'orecchio.

"Lasciati un po andare"

Io mi sentii terribilmente in trappola e proprio in quel momento mi accorsi che la porta dell'aula si era riaperta...Nick apparve accanto a me in un attimo...

"Ho bisogno dei tuoi appunti Sam"

Io gli fui mentalmente grata mentre Taylor mi lasciava libera e se ne tornava a posto.

Lui prese i fogli che li porgevo e si sedette non rivolgendomi più la parola.

Strano davvero...



A CASA KNIGHT

Corsi in camera e afferrai la borsa che avevo preparato.

Avevo preso tutto il necessario per andare a dormire dalle sorelle Monroe.

"Sbrigati Sam che facciamo tardi!"

Scesi di corse le scale rivestite di moquette di casa mia e in un attimo mi trovai davanti alla porta di casa, dove le mie due amiche mi aspettavano.

"Ci sentiamo domani mattina e tieni il cellulare acceso!" mi raccomandò mia madre.

Io annui andandole in contro e abbracciandola stretta, sentii il suo profumo di cocco invadermi e una leggerezza che non provavo da tanto mi avvolse.

"Grazie" sussurai a mia madre che mi rispose sorridendo gentilmente.

"Arrivederci signora Knight!" detto questo io e le mie amiche uscimmo di casa.

Emily e Alice erano rimaste a mangiare da me e adesso eravamo pronte a sostenere un'intera nottata con le due rompiscatole sorelle Monroe...!

"Tu e tua madre sembrate andare d'accordo adesso"

Io annui pensierosa.

"Già, ieri sera dopo che Emily e sua madre mi hanno riaccompagnata a casa, mia madre si è accorta che c'era qualcosa che non andava, così ci siamo messe a parlare...come facevamo ai vecchi tempi, mentre bevevamo una tazza di the. E' stato piacevole e mi ha fatto bene, naturalmente non sa di Nick ne di Taylor ma intanto abbiamo ricominciato a parlare il che non è poco"

Così mentre la madre di Emily ci accompagnava alla enorme, sontuosa e immensa villa Monroe noi continuammo a parlare di genitori e di quanto,a volte, erano davvero insopportabili.



01:30

Il tempo passava molto più in fretta di quanto avessimo mai potuto immaginare io e le mie amiche.

Fino ad adesso Paris e Destinee avevano parlato e spettegolato fino alla nausea con tutte le altre (circa 20) ragazze che partecipavano al loro pigiama-party.

Emily cominciava a spazientirsi.

"...sono già le una e ancora non c'è traccia dei televisori e schermo piatto..." sussurrò la mia amica bionda che indossava un paio di pantaloni da ginnastica larghi e una felpa bianca.

"Smettila di ripeterlo!Vedrai che ora arrivano..."la rassicurò la buona e saggia Alice che, infatti, non aveva torto.

"Adesso giochiamo a obbigo o verità!" esclamò Paris mentre saltellava in piedi come una cavalletta.

Emily sbuffò sonoramente e Alice alzò gli occhi al cielo scocciata.

"E coloro che faranno obbligo, se eseguiranno alla perfezione quello che devono fare...avranno in regalo una bella tv" concluse Destinee.

Emily si illuminò e si sistemò meglio a sedere sui cuscini che erano stati disposti per tutta la grande stanza, la quale, a quanto pare, era stata allestita apposta per l'occasione.

Il primo turno toccò ad una ragazza con i capelli corti biondi: scelse obbligo: dovette fare il giro della casa due volte di seguito...il che fu lungo, molto lungo e la seconda volta dovemmo addirittura andarla a cercare visto che non tornava più...infatti si era persa.

Tornata la ragazza ci risistemammo tutte in cerchio e Paris prese la bottiglia verde che sceglieva le vittime e la fece girare....Sam!

Emily si girò verso il punto indicato dalla bottiglia sorridendo a me.

Toccava a me.

Io guardando la faccia di Emily desiderosa di una TV e ricordandomi che se avessi scelto verità, le Monroe, avrebbero potutto obbligarmi a dire la verità sul perchè mi ero trasferita in questa città, scelsi obbligo.

"Obbigo eh?..."mi fece eco Paris mentre si avvicinava alla sorella e con un altro codazzo di ragazze decideva cosa farmi fare.

In fine le due sorelle si diedero un ultimo sguardo di assenso, poi si girarono verso di me mentre le altre ragazze tornavano a posto in fretta.

Paris alzò il capo e mi guardò fissa mentre si aggiustava il colletto della camicia.

"Devi andare al Butcher Hotel, in fondo alla via e comprare una merendina dal distributore automatico e poi portarcela qui, a noi."

Io annui non capendo come mai mi avessero fatto un obbligo così semplice visto che gli stavo antipatica.

La risposta non tardò ad arrivare.

Le mie amiche erano rimaste silenziose e pensierose e Pris spiegò compiaciuta...

"Nessuno e più entrato nell'Hotel da anni, è abbandonato"

Io contrassi le labbra.

Emily mi appoggiò una mano sulla spalla.

Osservai l'espressione compiaciuta che si era dipinta sul volto delle due sorelle e capii che non potevo ritirarmi o avrebbero svelato il mio segreto a tutti...

"Va bene"

Alice sussultò e si fece avanti "Però andiamo anche noi, ok?" disse indicando se e Alice.

Destinee inclinò il capo da un lato e Paris si fece avanti.

"Ok, ma comunque sia se farete l'obbigo giusto vincerete una sola TV, non tre...chairo?"

"Certo" risposi già in piedi.

Stranamente avevo ancora i Jeans a dosso e una maglietta a maniche corte sopra, così afferrai la felpa blu che mi ero portata dientro e accompagnate da tutte le altre ragazzae presenti al pigiama-party, ci avviammo alla porta.

Come scendemmo in strada ci resimo conto del freddo che faceva e del silenzio sinistro che avvolegeva l'intera strada.

"Auguri" disse Paris con la sua vocina acuta mentre sghignazzava.

Io guardai le mie amiche e insieme ci avviammo verso destra, lì dove la luce si faceva più fioca, dove un cigolio strano faceva capire che lì, in fondo, si trovava un edificio vecchio, in rovina.

Alzai la testa verso l'alto e intravidi un'insegna piena di polvere con su scritto Butcher Hotel.

"Dov'è l'entrata?" chiesi decisa a fare in fretta

"Là" Alice alzò una mano e indicò alla nostra sinistra.

Con circospezione entrammo attraverso la porta a vetri che faceva d'ingresso all'albergo.


DENTRO


"E' buio...e c'è odore di muffa" disse Emily che osservava in torno per cercare l'interruttore della luce, in fondo anche se l'Hotel era stato abbandonato, il pannello di controllo doveva esserci per forza.

Alice, che aveva una paura matta del buio, si era aggrappata stretta al braccio della bionda e non la lasciava un attimo.

Io, intanto, tastavo le pareti e cercavo di non pensare al fatto di trovarmi di notte, al buio, in uno stupido e vecchio albergo in rovina...non era molto rassicurante come situazione...

"Trovato niente?" chiesi

"No, solo mobili impolverati"

Io annuii e con passi traballanti avanzai verso la luce che la luna proiettava all'interno della stanza.

I vetri impolverati facevano entrare la luce soffusa e biancastra.

Mi mise un senso di inquietudine...tutto si vedeva buio o offuscato...un luccichio attirò la mia attenzione...

Cosa poteva essere?

Feci un passo in avanti avvicinandomi ad un vecchio specchio attaccato alla parete che rifletteva i raggi della luna, ma non era quello ciò che mi aveva attirato di più, al lato, sul bordo, qualcosa di liquido e rosso gocciolava lentamente...

"Sangue..." sussltai mentre mi ritraevo in dietro avvolta da uno strano presentimento.

"C'è qualcosa che non va?" mi chiese Emily cercando nel buio di venirmi in contro.

"No...penso...pensavo di aver visto qualcosa..." possibile ci fosse del sangue in un albergo abbandonato da anni?!...per giunta sangue fresco...

Feci un passo in dietro avvicinandomi ancora di più alle mie due amiche.

"Trovato l'interruttore!" esclamò Alice che dalla paura stava il più zitta possibile.

Con un clic la luce si accese lentamente, portando allo scoperto l'interno dell'albergo.

Il dentro sembrava intatto e come congelato.

Tutto l'arredamento era ricoperto da uno strato pesante di polvere.

Alice e Emily mi si avvicinarono mentre osservavo le loro facce tese.

Immobili, mentre ci osservavamo, sentimmo un rumore di passi...

Mi contrassi...trattenni il respiro...

"Avete sentito?"

Restammo in silenzio qualche altro secondo mentre il cuore batteva all'impazzata, poi Emily, la più decisa, parlò

"Deve essere un gatto"

Così Alice mi guardò mentre teneva gli occhi spalancati e impauriti

"Non è che potremmo uscire di qui...quest'Hotel mi sta iniziando a fare paura"

Io annui accorgendomi che avevo i muscoli contratti e il fiato corto.

"Si, muoviamoci a trovare il distributore, così ce ne andiamo"

Io mi girai in torno ma Emily fu più svelta di me.

"E' qui!"

Io e Alice la raggiungemmo poi presi una moneta che mi ero portata dietro e la infilai nella fessura.

"Non entra"

"Fammi provare a me" Emily mi prese la moneta e provò lei, ma il risultato non cambiò.

"Hai ragione, non entra, forse è guasta"

"C'è un'altro distributore?"

"Non lo so" mi rispose Alice scuotendo la testa.

Non ebbi il tempo di stare a pensare...

LA LUCE SI SPEGNE

"Ehi!Ma che succede?!" esclamò Emily mentre ci avvicinavamo.

"Non so, forse un corto circuito..."

Sentii la mano di Alice toccarmi.

"Alice, lo so che hai paura, ma smettila di toccarmi"

"Io non ti stò toccando"

...

Mi paralizzai.

Spalancia gli occhii.

Trattenni il respiro.

"C-come?!"...la voce della mia amica proveniva dalla mia sinistra e cioè dalla parte opposta di dove qualcuno mi aveva appena toccata...

Mi si mozzò il respiro.

Feci un salto indietro facendomi stretta alle mie amiche.

...no...non poteva essere...

Poi di nuovo.

"Ahhhh!!"

Le mie amiche sobbalzarono.

"Sam che succede?!"

"Qualcuno mi ha toccato e..." mi accorsi che qualcosa di appiccoso e vischioso mi scendeva lungo il braccio...

"Perchè ho del sangue sul braccio??"

LA LUCE SI ACCENDE

"Ahhh!"

Mi voltai e afferrai il braccio di Alice mentre il sangue caldo continuava a colarmi giù dal braccio.

Vidi gli sguardi terrorizzati delle mie amiche e mi girai osservando anch'io il punto che entrambe stavano fissando.

...il muro...

non abbiate paura...perchè tanto non siete da sole

"O mio Oddio..."

Emily si voltò verso di me e mi guardò il braccio.

"N-non mi dire che è scritto con...il sangue..."

Io osservai le lettere scarlatte che colavano lentamente giù al muro.

Un paura sconosciuta mi afferrò le viscere.

Il luogo in torno a me si fece sinistro e sconosciuto.

Rimasi immobile mentre sentivo il cuore aumentare i battiti e il silenzio farsi gravido.

Avevo paura...avevamo paura...

LA LUCE SI SPEGNE

Alice urlò terrorizzata e si aggrappò stretta al braccio di Emily.

Alice sentì l'aria sparirle dai polmoni e una forza oscura impossessarsi del buio intorno a lei e aumentare il terrore.

La paura dell'ignoto...

La paura di sapere che qualcuno era lì con te e che ti sta aspettando...

La paura di sapere che purtroppo non eri sola...

La paura di sapere che questo non era niente in confronto a quello che stava per accadere...

Emily si voltò...capì...gli occhi le si allargarono di paura...

...sussurrò con un velo di panico nella voce...

"Dov'è Sam?..."

...un grido avvolse la consapevolezza delle due amiche...



SE VOLETE UN'ANTICIPAZIONE SUL PROSSIMO CAPITOLO...:

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Capitolo 10
*** Hurry up and Save me... ***


jonas

 ANNINA94:Oh mamma!! Mi hai fatto una recensione chilometrica...hihi!!XD no apparte gli scherzi, mi dispiace averti fatto passare delle notti insonne...:-(...cmq ora provo a rispondere a tutte le tue domande ma ti avverto che sarò un po enigmatica, ma sennò finisco per svelarti tutto e dov'è la suspance??....-Un gioro in cui vedremo la ribaltà di Nick ci sarà (povero e caro Taylor :-P)...-Sam non è malata, è il suo passato che non la fa stare in pace...-In realtà il nome Monroe non l'ho preso da Sonny tra le stelle, ma pensandoci non è male come idea...-Nick non vuole cambiare perchè non lo crede possibile (il nostro Nicholas sembra di vedute piuttosto limitate!) voglio Nick a casa!!ahah XDgrazie infinite e un bacio grande!!ps: hai fb?? Se si cm ti chiami che ti aggiungo? KISS

RYRY:Non leggere mai più i capitoli di mattina o prima o poi ti avrò sulla coscienza!XD comunque Taylor è un fico assurdo...anche se fa la figura del ragazzo misterioso-merda-ho-tutto-e-sono-insensibile-e-ricco...guarda un po che succede qui!KISS e grazie

BEAUTIFUL: Io sono in tempo per gli auguri della befana!!grazie per i complimenti e mi dispiace per averti fatto aspettare così tanto!KISS E GRAZIE

LARA94:Grazie per i complimenti e mi fa piacere che anche a te piaccia la mia storia! Comunque sono perfettamente d'accordo con te su Taylor, Nick e Selena...(a dire il vero la stimo tantissimo!!!) comunque vediamo che ne pensi di questo capitolo e visto che ti piacciono le scelte per i personaggi, non è che ti viene in mente quacuno che può fare Alice??Sono alla disperata ricerca!!KISS

ADA12:grazie infinite per i complimenti e per la storia che a quanto pare ti piace un sacco!!...già...chi si crede di essere Taylor?? Vedi in questo capitolo!!KISS

STELLALILLY:Mi dispiace tantissimo aver aggiornato così tardi...please sorry!!!Spero però che l'attesa venga ricompensata con la lunghezza del capitolo...e spero anche che ti piaccia!KISS

LEA194:Continua ad arrivare gente nuova e quindi benvenuta! Mi fa piacere che ti piaccia e forse attira proprio perchè è diversa...grazie mille KISS

LILIAN MALFOY:non uccidermi please...so che sono in ritardo ma non è colpa mia!! Comunque tmi aspetto una tua recensione anche in questo perchè mi fa piacerissimo leggerle!!KISS

NES95:oh mamma!!Non dirmi che ti ho scioccata...giuro non volevo e ehm...se nello scorso capitolo sei rimasta o___0...forse è il caso che tu ti prenda una bombola dell'ossigeno qui...ahah spero di no anche perchè forse non è così terrificante...fammi sapere! KISS

MAGGIE LULLABY:Non ci posso credere, ascoltavi Incredible...io AMO letteralmente quella canzone!!grandissima!!Bhe comunque anch'io ho postato in ritardo e mi aspetto una tua recensione quando torni!KISS

ciao! Scusatemi tantissimo per il ritardo, ma avevo problemi con la pennina di internet!:-(... comunque, in compenso, questo capitolo è decisamente LUNGO e mi scuso subito, inoltre ditemi se vi sembra troppo noioso o pauroso...che dite, devo cambiare il rating?? ...XD spero che vi piaccia (anche la grafica di sfondo!!) un bacio a tutti voi fantastici e buona lettura!

                                                        

                                                     

             

Era buio.

Sentivo il freddo del pavimento avvolgermi e l'odore penetrante e metallico del sangue invadermi.

Sbattei gli occhi un paio di volte.

Che era successo? Dove mi trovavo? Che stava succedendo?

Mi resi conto di essere distesa a pancia all'insù sul ruvido pavimento.

Forse mi trovavo ancora nell'albergo...

In un flash improvviso la mia memoria riacquistò consapevolezza: ricordai la scommessa, l'Hotel Butcher, la scritta sul muro e infine quel dolore secco alla nuca e l'urlo che era scaturito dalla mia bocca prima che tutto si facesse buio e inconsistente.

Mi tastai la testa, lì dove ricordavo di essere stata colpita e con un gemito mi resi conto del rigonfiamento che vi si trovava.

Un bel bozzolo.

Mi tirai sù a sedere mentre sentivo i muscoli sciogliersi da uno strano irrigidimento forse dovuto alla paura.

Cercai di mettere a fuoco i contorni della stanza e di ciò che mi poteva circondare.

Neanche una finestra.

L'oscurità era assoluta.

Poi sentii un urlo, qualcuno gridava, chiamava...mi chiamava!

Qualcuno stava urlando il mio nome.

Mi tirai in fretta in piedi mentre riconoscevo la voce impaurita di Alice.

"Ragazze...Alice son-..."

Ma un rumore furtivo dietro di me mi fece sobbalzare.

Una luce bianca, opaco si accese e mi sentii accecare.

Portai un braccio davanti agli occhi e lentamente tentai di metter a fuoco.

La lampadina era appesa al soffitto e la stanza sembrava stranamente scarna e spoglia di qualsiasi particolare arredamento.

Per quello che la luce artificiale mi permetteva di vedere, mi accorsi che c'era un tavolino sporco e vecchio, al centro.

Il resto era nascosto nell'ombrà più assoluta.

Io gonfiai i polmoni pronta a chiamare le mie migliori amiche ma una voce bassa e sinuosa mi fece bloccare sul posto.

"Perchè vuoi chiamare le tue amiche?...se ti senti sola, non ti preoccupare" poi con passi lenti un corpo alto e muscoloso si mostrò alla luce, rendendosi visibile "...adesso ci sono io qui con te"

Tremai incapace di muovermi.

Riconoscevo quel corpo, quella camminata sicura...poi anche il volto si mostrò e io lì nella penombra mi sentii invadere da una paura terrificante e agghiacciante.

Un risolino sommesso proruppe dalle labbra carnose e sensuali del ragazzo.

"Ti prometto che non ti lascerò mai più sola" il suo tono era minaccioso e i suoi occhi serpeggiarono verso di me bloccandosi nei miei provocando un tremito lungo la schiena.

"...Taylor..."

Lui sorrise e si passò la lingua sulle labbra mentre mi squadrava ogni centimetro del corpo, del mio corpo dannatamente paralizzato.

"Oh Sam...mio dolce e indifeso tesoro..."

Si bloccò sorridendo alla mia reazione.

"Adesso non osi più ribattere vero?...Cos'è, ti metto paura?"

Io sentii il cuore aumentare i battiti in maniera inumana e il corpo iniziare a sudare freddo.

Il sangue mi si era congelato nelle vene e i miei occhi erano rimasti pietrificati.

La volontà sparita, inghiottita negli occhi scuri e malvagi di Taylor Black.

"Perchè non parli?...Davvero ti metto così paura?...eppure oggi non mi sei sembrata così terrorizzata da me...no? Dolce e indifesa Sam, dov'è finita tutta la tua impertinenza?..."

Non riuscivo a muovere un muscolo...non riuscivo a parlare, a rispondere, quasi non riuscivo ad accorgermi di respirare...

Il cervello sembrava annebbiato eppure capivo perfettamente, adesso lo sapevo, ne ero certa.

Non avevo più dubbi.

Colui che mi perseguitava, colui che ni aveva rinchiuso nella suola era Taylor.

Feci un respiro profondo e tentai di tornare padrona nel mio corpo sapendo esattamente che forse da lì a poco sarei dovuta essere presente a me stessa o la faccenda si arebbe messa male...

Jeans scuri stretti, camicia nera con maniche arrotolate fino ai gomiti e sorriso soddisfatto, gioioso, carico di vendetta.

Non era lo sguardo che avevo visto a Nick.

Era uno sguardo felice, dannatamente compiaciuto del sapere di incutere terrore, inebriato del controllo totale che aveva sulla situazione.

Lo sguardo da predatore che si cingeva ad agire...

Con due passi svelti mi si avvicinò che quasi non me ne accorsi.

Alzò una mano portandola all'altezza del mio volto.

Avvicinò il palmo pronto ad accarezzarmi, ma io inorridita e terrorizzata saltai all'indietro.

Il cuore mi finì in gola e i muscoli si contrassero.

Gli occhi fissi su Taylor, il fiato corto, camminavo alla ceca, all'indietro pur di non staccargli gli occhi di dosso.

Ero impaurita, contrita in una morsa di panico che mi spingeva a cercare una via di uscita.

Lui sembrò divertito e si mordicchiò il labbro.

Avanzò verso di me, lentamente, quasi sapesse che tanto non gli sarei sfuggita.

Il suo sguardo non mi mollava un attimo.

"Che fai Sam, vuoi scappare?"

Io respirai e chiusi gli occhi tentando di ritrovare l'uso della parola.

"Che diavolo vuoi da me Balck?"

"Oh no, mio dolce tesoro, non ti rivolgere così al tuo povero Taylor, lui ti sta solo chiedendo di essere ragionavole, vuole solo uscire con te..."

Il suo sorriso beffardo mi mandò fuori di testa e una rabbia fievole mi scaturì dandomi una leggera scossa di volontà.

"Taylor non uscirò mai con te! Tu sei solo viziato, insolente e arrogante!"

La sua camminata si fermò, i suoi muscoli si bloccarono, i pugni si strinsero, le labbra si contrassero.

Il suo sguardo si fece scuro.

"Samantha Vivian Knight non è questo quello che mi aspettavo..." la sua voce era diventata pacata e quasi rauca.

Sentirmi chiamare con il mio nome intero mi diede un moto di stizza e inquietudine.

Il suo tono mi paralizzò...

"Sapevo che eri una testarda, ma pensavo avessi capito. Pensavo che ti fossi impaurita abbastanza"

Non so dove ma trovai il coraggio per parlare.

"Solo perchè sei sempre stato abituato ad avere tutto, questo non vuol dire che qualsiasi cosa può essere tua"

Mi bloccai nell'esatto momento in cui una vena cominciò a pulsargli ferocemente alla tempia.

"Invece ti sbagli: tutto quelo che voglio può essere mio...TUTTO!"

Nei suoi occhi vidi un lampo di rabbia cieca che mi fece capire di aver toccato un tasto dolente.

Eco cos'era.

Uno stupido e ricco ragazzino arrogante a cui non era mai stato privato niente ed io ero la cosa proibita.

L'unica cosa proibita che non poteva avere.

In un attimo la sua furia esplose avvicinandosi a me velocemente, io pur di scappargli mi girai, pronta a correre se fosse stato necessario.

Ma il terrore e il panico che mi avevano attanagliato lo stomaco mi fecero inciampare e cadere a terra con un rumore sordo.

Il braccio dolorante, feci appena in tempo a girarmi prima di incontrare gli occhi folgoranti di Taylor prima che mi piombasse a dosso premendo il mio corpo sul freddo e ruvido pavimento.

I suoi muscoli mi schiacciavano a terra mentre con una presa stretta mi teneva le braccia alzate sopra la testa.

I miei occhi si velarono di paura nello stesso istante in cui sulle sue labbra spuntava un sorriso eccitato.

Tentai di scalciare, ma il suo corpo mi bloccava a terra.

Sentivo il suo fiato caldo sfiorarmi la gola e il gelo della paura attanagliarmi le viscere.

La mente affollata di pensieri incoerenti.

Con la mano libera afferrò, da dietro la schiena, il manico di un pugnale dalla lama lunga e pulita che rifletteva i raggi artificiali della luce bianca.

Il suo viso si avvicinò al mio.

Il mio battito del cuore si confuse con le sue parole sussurrate all'orecchio.

"...tutto quello che voglio può essere mio..."

La sua risata rimbombò proprio sotto il mio mento poi mentre io tentavo di divincolarmi e urlare le sue labbra mi sfioravano il collo facendomi avvampare dal terrore.

La gola secca, il respiro corto, gli occhi offuscati, il corpo inerme.

Una voce in lontananza mi portò alla realtà.

"Sam!!!"

Le urla delle mie amiche distolsero Taylor dal suo intento.

Digrignò i denti e respirò rassegnato.

Con un salto tornò in piedi ma prima che potessi sfuggire mi afferrò il braccio con le sue mani fredde e la lama affilata del pugnale si incise sul mio avambraccio.

Un mugolio strozzato mi uscii dalla gola.

La paura si mescolò al dolore e all'odore metallico del sangue.

"Non scappare, non ti conviene" poi si svvicinò e baciarmi malamente il collo " torno subito, sarà meglio che tu rimanga qui"

Poi mi spinse a terra mentre con un balzo spariva nell'oscurità della stanza dell'albergo.

Io ansimai, vidi tutto appannarsi e il terrore farmi trabballare nel tentativo disperato di alzarmi in piedi.

Il soffitto e il pavimento si mescolarono e la luce bianca della lampadian offuscò i miei pensieri.

Mi sentii cadere in avanti ma non caddi a terra.

Mi sentii afferrare da delle braccia calde, morbide e robuste.

Una voce imprecò sottovoce.

"Dannazione!"

Con un tuffo al cuore tentai di riprendermi, cercai di mettere a fuoco la sagoma che mi teneva stretta tra le braccia ma i miei occhi sembravano velati di lacrime.

Poi tutto si fece nero.


XXXXXXXX


Sbattei gli occhi.

Osservai il cielo plumbeo illuminato dai raggi della luna piena.

L'aria era pregna dell'odore pungente del sangue.

Con uno pressione mi sentii stringere l'avambraccio.

"Ahiii" mugulai osservando alla mia destra.

Una sagoma scura teneva stretta tra le sue mani una benda che mi fasciava lì dove poco prima ero stata ferita.

Mi tirai sù in ginocchio mentre la figura nell'ombra mi aiutava a tornare con i piedi per terra.

"G-grazie" mormorai toccandomi la fasciatura.

Poi tentai di osservarlo ma il buio era troppo e l'oscurità fitta.

Eravamo addosssati a un vecchio muro, probabilmente il retro dell'albergo.

La paura sembrava svanita e il ricordo di Taylor mi premeva assordante.

"Chi sei?"

Il ragazzo non mi rispose all'inizio, poi, sussurrando, parlò lentamente con una mano sulla bocca...sembrava volesse camuffare la propria voce.

"Non importa chi sono. Ora stai bene"

Un urlo ci pietrificò entrambi.

"SAM!!!"

Il mio sguardo si allarmò e il ragazzo sembrò accorgersene.

"Non ti preoccupare, non ti troverà, ora ce ne andiamo di qui"

Mi afferrò la mano e in un istante una strana familiarità mi fece vacillare.

Mi trascinò fino ad un angolo poi ci bloccammo.

"Aspetta! Le mie amiche Alice e Emily! Saranno in pericolo!"

"No, sono al sicuro, ora ti porto da loro" mi disse con la voce pacata, bassa e come cambiata, sembrava che avesse una mano davanti alla bocca forse per non farsi riconoscere...eppure a me non sembrava di conoscerlo...

Mi strinse più forte la mano e mi trascinò ancora poi mi sentii tirare, mi girai e mi accorsi che la maglia che si era impigliata in un cespiglio.

Con uno strappo la maglia si lacerò lasciando nuda la pancia al freddo della notte.

"Cacchio!"

Sentii il ragazzo staccarsi da me e con movimenti precisi togliersi la felpa.

"Metti questa, con questo freddo rischi di congelarti"

Io rimasi incerta per un istante e il ragazzo mi infilò senza troppi complimenti la testa nella felpa.

Io mi scossi e infilai le braccia.

Mi arrivava quasi ai ginocchi e un odore penetrante di muschio mi invase.

Io inspirai tranquillizzata da quell'odore che sapeva tanto di familiare.

"G-grazie Ragazzo Misterioso"

Lui sorrise, forse per il mio appellativo e sentii di dover molto a quell'Uomo Misterioso che mi aveva salvata.

Lui mi afferrò le spalle e sussurrò camuffando la sua voce.

"Le tue amiche sono qui voltato l'angolo. Adesso va da loro e correte a casa. Subito"

Il suo tono tranquillò mi faceva sentire protetta.

"Non ti preoccupare, ci penso io a Taylor"

Detto questo mi spinse in avanti non dandomi la possibilità neanche di ringraziarlo poichè appena mi voltai a cercare le sue maniere confortanti, lui era sparito.

"Emily!Alice!"

"SAM!ma che diavolo è successo, sei sparita e ti abbiamo sentita urlare...eravamo preoccupatissime..."

Io le strinsi forte a me.

"Mi aveva preso, è stato orrendo, avevo una paura, poi se ne andato e qualcuno mi ha salvata!"

"Chi? Chi ti ha salvata e chi ti aveva preso??"

"Taylor, c'è lui dietro a tutto questo! E il Ragazzo Misterioso mi ha salvata"

"Chi?" mi chiese Emily osservandomi con uno sguardo preoccupato.

"Non so chi fosse"

"Ed è lui che ti ha dato la felpa?" mi chiese Alice.

Io annui poi le strattonai notando il terrore e la paura che si erano dipinti sui loro volti.

"Presto, dobbiamo tornare alla villa prima che Taylor ci trovi!"

"Ma non possiamo, dobbiamo prendere i dolcetti per Paris e Destinee"

"E dove li troviamo alle due di notte?!"

Dentro l'Hotel non saremmo tornate ma non potevamo permetterci di tornare al pigiama party a mani vuote.

"Da questa parte!"

Si illuminò Alice mentre strattonava me e Emily verso un'insegna non molto lontana.

Io aggrottai la fronte pensierosa.

Non mi sembrava di aver visto un negozio aperto prima...

Ma tenni i miei dubbi per me perchè la paura che Taylor ci trovasse era tanta, così entrammo e il tintinnio della porta d'ingresso ci accolse.

Alice afferrò M&M'S, twix, kinder bueno e altre caramelle.

"Qualcuno è affamata?"

L'apostrofò Emily ridacchiando sommessamente.

"Bhe il panico mi fa venire fame" la magra Alice sorrise e noi ridacchiamo contente di quel insolito momento che stava alleggerendo la tensione.

Emily si voltò dirigendosi verso l'unica cassa del piccolo bar.

Si affacciò a vedere se qualcuno fosse dietro il bancone, ma non c'era anima viva.

"Ehi! C'è nessuno??"

La sua voce rimbombò, poi si girò verso di noi alzando le spalle.

"Possibile che non ci sia nessuno?"

"Forse sono in pausa"

"Alle due di notte?" chiesi titubante.

"Il bar è aperto ma non c'è nessuno" osservò Emily pensierosa.

Il telefono della cassa iniziò a squillare.

Insistentemente.

"Ehi! C'è nessuno che risponde?" chiese Alice tentando nuovamente di capire dove fosse il proprietario.

Il telefono continuò a squillare.

Ma nessuno arrivò.

Emily si sporse verso il telefono poi si voltò verso di noi tenendo un cavo in mano.

Era pallida.

"Come fa a suonare il telefono se...s-se è staccato dai fili?"

Io mi bloccai.

Alice spalancò gli occhi.

Emily si avvicinò a noi tremante.

Non poteva essere...

"Che facciamo?...rispondiamo?" Alice sussurrò debolemnte anche se tutte e tre sapevamo che non era una cosa giusta e ragionevole rispondere ad un telefono fisso senza fili che squillava ugualmente in un bar aperto alle due di notte senza nessuno dentro.

Emily stizzita e forse per nascondere la paura si fece avanti.

"Rispondo io, tanto che vuoi che sia"

Afferrò la cornetta e se la poggiò all'orecchio.

"Pronto?"

Una risata profonda accolse Emily.

Lei tremò e io e Alice ci facemmo vicine.

"Ciao Emily"

La nostra amica sbiancò.

"C-chi sei?...e c-come sai il mio nome?"

"Io so molte cose" rispose la voce sinuosa e gracchiante all'orecchio della mia amica.

"C-che succede Emily?" chiese timorasa Alice.

Emily osservò le amiche intimorita e con un movimento veloce attivò l'autoparlante.

"Ciao Alice, Sam. Come state?"

La voce profonda e ironica colpì le tre ragazze che già provate dagli eventi della sera si agitarono.

Emily intanto, dopo aver posato la cornetta, si diresse verso la porta in punta di piedi e la tirò.

Ma l'usciò non si aprì.

Eravamo chiuse dentro.

"Lasciaci uscire!" sbottai.

"Oh, mi dispiace ma non posso"

"Questo è un gioco stupido! Lasciaci andare!"

* LA LUCE INIZIA A LAMPEGGIARE *

"Stavamo per pagare per i dolci..." sussurrò Alice in nostra difesa.

La voce ridacchiò.

"Ma a me non interessano i dolci"

"E allora cosa ti interessa?"

"..."

Emily alzò un pugno furiosa. "Diccelo dannazione!!"

"Io voglio Sam"

"Ma non puoi avere Sam! neanche sappiamo chi sei!"Emily non aveva capito...ma io si...

"Finchè non mi darete Sam rimarrete bloccate qui"

Riagganciò.

Noi ci guardammo scosse e con i cuori che battevano all'impazzata.

"Mi dispiace...è colpa mia..."

Ero terrorizzata dall'idea di trovarmi in pericolo e dispiaciuta per il fatto che non ero l'unica finita in questa storia.

Con me c'erano le mie amiche che non c'entravano niente in tutto questo.

"Non ti preoccupare, non è colpa tua, cerchiamo di trovare un modo per uscircene di qui"

Emily calcolava attentamente le possibilità.

"Qualcuno ha il cellulare?"

Io infilai velocemente una mano in tasca dei pantaloni e mi accorsi che in effetti ce lo avevo.

"Io!"

Lo tirai fuori e tentai di chiamare il 911.

Niente...

"Non c'è linea, non mi fa chiamare..."

"Non è possibile!" sbottò Emily afferrandomi il cellulare di mano.

Ma anche a lei non andò diversamente.

Alice si illuminò.

"Chiama un numero a caso nelle vicinanze"

Emily clicco un tasto che non sapevo esistesse per trovare il cellulare più vicino a noi.

Lei si girò verso di me eccitata.

"Sta squillando!"

Mi passò il telefono e io lo avvicinai all'orecchio.

Uno squillo.

Due squilli.

Cacchio, cacchio...dai...

"Pronto?" rispose una voce calma e profonda.

"Aiuto! Aiutami per favore!!"

"Umm...chi sei?"

"Mi chiamo Sam e sono rimasta chiusa dentro un bar accanto all'Hotel Butcher con le mie amiche"

La voce mi fremeva e la persona dall'altra parte se ne accorse.

"Tranquilla, dove avete detto che siete?"

Io ansimai cercando di calmarmi.

"Siamo chiuse dentro un negozietto di alimentari, un bar accanto all'Hotel Butcher, quello in rovina"

"State tutte bene?"

"Si...ma qualcuno ci ha chiuse dentro e non ci vuole far uscire"

"Ok, sto arrivando...ma perchè non avete chiamato la polizia?"

"Ci abbiamo provato ma il mio telefono non mi lascia chiamare..."

"Sto arrivando" prima che la nostra unica speranza riagganciasse, sentii un rumore mettalico come di lama e poi più niente.

Mi girai verso le mie amiche che avevano la speranza dipinta sulla faccia.

"Allora?"

"Era un ragazzo o un uomo e sta arrivando"

Loro fecero un sospiro di sollievo.

Emily afferrò il braccio mio e di Alice e si mise a saltellare.

"Per fortuna!...si, si! Ora usciremo di qui!"

"Non gioirei troppo fossi in te"

Noi ci bloccammo congelate dalla voce che aveva parlato, era la stessa del telefono.

"Una volta che siete chiuse dentro, rimarrete chiuse finchè non vi libererò"

La voce proveniva dall'oscurità oltre il bancone.

Alice mi afferrò un braccio impaurita.

"No, sta per arrivare e noi saremo libere" disse Emily coraggiosa e speranzosa.

"Nessuno sta arrivando."

Una risata.

Un passo.

E qualcuno venne fuori dal buio

"TAYLOR!!"

Le mie amiche erano rimaste senza fiato, io avevo sentito il cuore perdere un colpo, il fiato farmisi corto e le gambe tremare...

"Te l'avevo detto che non dovevi fuggire dall'Hotel"

Si avvicinò ancora di più a noi mentre le mie amiche tremavano vedendo per la prima volta il vero taylor.

Dietro di noi la porta scattò mentre le mani di Taylor mi accarezzavano i capelli mentre io tremavo angosciata.

Le mie amiche erano paralizzate.

Un rumore di passi.

Emily si voltò.

Una mano uscii dall'oscurità che si era creata nel negozio dopo che alcune lampadine si erano spente.

Black finì all'indietro fece un mugolio strozzato poi con un tonfo cadde a terra.

Io rimasi immobile poi una voce risvegliò me e le mie amiche.

"Scappate!!"

Io e le mie amiche ci guardammo a torno spaventate...chi altro c'era lì??

"Chi sei?"

"Sono il tuo Ragazzo Misterioso e adesso andate via!!"

Io sorrisi sorpresa, ricordandomi il modo protettivo in cui mi aveva salvata.

"Grazie! ti vorrei ringraziare ma non ti vedo"

Una mano uscì dal buio e mi sfiorò la guancia.

Io rimasi inebriata dal calore che la sua pelle mi trasmetteva.

Afferrai la sua mano e la strinsi.

E il senso di familiarità tornò improvviso.

"Vorrei poterti vedere"

"Mi vedrai, ma adesso andate via, è pericoloso!"

La sua mano si ritrasse nel buio poi tornò e con un pennarello mi scrissse il suo numero di telefono sulla mano. Io sorrisi.

Presi il pennarello e scrissi il mio sul suo braccio.

La luce era quasi andata via del tutto e anche se lui si trovava accanto a me, non riuscivo a vederlo, però potevo sentirlo.

Si piegò su di me e sentii le sue labbra che mi sfioravano i capelli.

Mi dette un bacio e mi sussurrò.

"Ci rivedremo, te lo prometto, ma adesso scappate"

Alice corse alla porta e trovò che era sbloccata.

Emily mi tirò per un braccio e improvvisamente il vento freddo della notte mi sferzò sul viso.

Di corsa io e le mie amiche ritornammo alla villa.

"C'avete messo tanto!"

Noi annuimmo porgendo a Paris i dolci.

Non le raccontammo nulla e così furono contente e Emily conquistò la sua tv, poi stanche e provate ci addormenatmmo vicine mentre inspiravo l'odore di muschio della felpa del mio Ragazzo Misterioso.


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Capitolo 11
*** Domande...e dubbi. ***


jonas BEAUTIFUL992: Grazie sono contenta che ti piaccia...anch'io vorrei un Ragazzo Misterioso...;-)
NES95:Ehilà! Ciao, comunque grazie per i tuoi complimenti e la grafica l'ho messa cambiando le impostazioni dello sfondo...molto facile! KISS e spero di trovarti presto su FB!:-)
CHIBI AKI: Carissima! Ultimamente mi stò divertendo con la grafica...;-) ..comunque mi dispiace ma non posso dirti niente sul Ragazzo Misterioso...ti toccherà aspettare (uff...mi sento così in colpa...) comunque Black è solo uno che ha sempre avuto tutto e Sam (secondo lui) non farà eccezzione...per lui è diventata una sfida personale! KISS e grazie per i complimenti e dimmi se questo capitolo è troppo lungo...ho paura di annoiarvi...
PUFFETTOSAA:ciao! Le nuove lettrici (soprarttutto quelle che leggono ma non recensiscono) sono sempre le benvenuta e spero che mi lascerai un commentino anche in questa. Grazie per i complimenti! KISS :D
LILIAN MALFOY:Grazie per complimenti e mi dispiace per farti aspettare...ma per ora il Ragazzo Misterioso  rimarra ancora nel mistero...KISS E mi disp(g.i.u.r.o....non voglio fare troppo la misteriosa...però mi tocca!)
MAGGIE LULLABY:Cacchio! Anch'io adoro questa grafica...fa molto horror, comunque grazie per i complimenti e hai problemi di cuore??...mi disp e sono sicurissima (anzi te lo posso confermare) che le tre amiche se la stavano facendo sotto dalla paura! XD ...porca ciambella??ahah è troppo forte, se non c'è il copyright potrei anche riutilizzarla!!KISS
ADA12:Cacchio! Non posso rispopndere alle tue domande (quella su Taylor posso dirti che diciamo che è un po tutto quello che hai elencato!) mentre sul Ragazzo Misterioso ci tocca aspettare!...KISS e grazie
RYRY: Anchio amo letteralmente Taylor Lautner, ma ci stava perfetto in questa parte...anche se ti confesso che credo che sia bravissimo! Grazie per i complimenti e spero tu riesca a dormire...non ti voglio avere sulla coscienza!!KISS
SARETTAJB.Ciao! E benvenuta! Eh-eh, chissà cosa sta combinando Nick?! comunque grazie e spero ti rivederti in questo noioso capitolo! KISS :-)
STELLALILLY:Mi sento ripetitiva oggi e in colpa...però giuro che non posso fare anticipazioni su chi è il Ragazzo Misterioso...please non bastonarmi! Xd...comunque grazie e KISS:-)
LARA94:grazie per i consigli su Alice,ma poi l'altro giorno stavo facendo zapping sulla televisione e ho trovato l'attrice giusta! Vai a vedere in fondo al capitolo perchè c'è il link e dimmi che ne pensi...grazie! KISS
ANNINA94:Wow è strano che tu ti sia messa a ragionare sulla mia storia, ma ne sono più che lusingata!!Comunque giuro che sarà un bel capitolo quando arriveremo alla resa dei conti!!KISS






RAGAZZE DOVETE SCUSARMI PERCHè QUESTO CAPITOLO è ESAGERATAMENTE LUNGO...VI PREGO DI SCUSARMI...DITEMI SE è IL CASO CHE LI FACCIA PIù CORTI...GRAZIE!!




La mattina era passata veloce.

Io e le mie amiche avevamo chiamato a casa dicendo che saremmo state fuori il giorno.

Era mezzogiorno quando lasciammo la villa Monroe e la madre di Emily venne a prendergli la tv e ci portò ad un McDonald lì vicino.

Mangiammo e cercammo di ragionare su ciò che era successo la sera prima, era Taylor, era sempre stato lui e dovevamo assolutamente trovare una soluzione.

Il cellulare mi vibrò.

Lo afferrai dalla tasca dei pantaloni chiari e lessi il messaggio.

Il tuo Ragazzo Misterioso è sano e salvo...te come va?

Sorrisi, era lui, mi sentii arrossire mentre gli rispondevo felice come una pasqua.

Io sono a mangiare al McDonald :-) sono contenta che tu stia bene.

...:-) lo so che sei al McDonald e in compagnia delle tue amiche.

Io aggrottai la fronte.

Come lo sai?

Ti vedo...:-)

Io mi guardai in torno frenetica mentre le mie due amiche mangiavano tranquille.

Non riesco a vederti :-( non vedo nessuno che sta usando il telefono.

Non essere triste...sono più vicino di quanto credi.

Quando potrò vederti?

Quando vuoi...ci possiamo trovare domani alla fine delle lezioni nella biblioteca della scuola...

...mi farebbe piacere :-)

Mi mordicchiai un labbro colma di gratitudine per il mio Ragazzo Misterioso e felice, stranamente felice...

Alice diede una gomitata ad Emily a iniziarono a ridacchiare mentre mi osservano.

"Con chi messaggi?"

"Con il mio Ragazzo Misterioso..." mi sentii avvampare nel preciso istante che lo dissi.

Alice si aprì in un sorriso a 32 denti e iniziò a fissarmi gongolante.

"Che vi state dicendo?"

"Che ci incontriamo domani usciti da scuola" io mi arrotolai un capello in torno al dito mentre Alice beveva la sua bibita sempre più incuriosita.

"Quindi viene alla nostra scuola?"

Io feci spallucce, non lo sapevo...

Vieni alla mia scuola?

Si...

E ci siamo mai incontrati?

Si e più di una volta.:-)

Io alzai il capo pensierosa, possibile non l'avessi riconosciuto?...

Comunque grazie per ieri...davvero, senza di te non so cosa sarebbe potuto succedere.

Sono contento di averti salvata Sam...:D

...:D

Allora a domani! E miraccomando, sta attenta! il tuo Ragazzo Misterioso :-)

Sorrisi mentre notavo Alice che si sporgeva per leggere sul display del mio cellulare.

"Hey!" brontolai io mentre le altre due ridacchiavano.

"E' solo che siamo troppo curiose e poi avevi un'aria così...tra le nuvole!"

Io inclinai il capo imbronciata.

Loro risero, poi insieme finimmo e uscimmo.

Emily afferrò di fretta il cellulare che le vibrava nella tasca dei suoi pantaloni marroni scuri.

Mentre rispondeva si voltò verso di noi, poi si mordicchiò il labbro e infine riattaccò facendo un sorriso dolce.

"Mi spiace ragazze, ma Joe ha bisogno di vedermi...mi sembrava piuttosto agitato..."

Alice le posò una mano sulla spalla.

"Non ti preoccupare, va da lui! Noi faremo un giro e poi facci sapere com'è andata"

Io le feci l'occhiolino e la strinsi forte prima di salutarla.

"A domani ragazze!"

Detto questo si avviò a passi svelti alla fermata dell'autobus nel centro della piazza.


                                  XXXXXXXXX


EMILY POV


Stavo per prendere l'autobus quando un'auto grigia con un finestrino abbassato, mi si avvicinò.

"Ehi! Monta"

Io agitata mi misi a sedere sul sedile anteriore osservando Joe che guidava mentre stringeva con forza il volante.

Attesi che dicesse qualcosa per farmi sparire l'ansia che poco prima mi aveva provocato la sua telefonata.

"Non dovevi aspettarmi a casa?...e poi mi vuoi spiegare che cosa succede?"

Il suo volto rimase di pietra mentre osservava imperterrito la strada davanti a se.

Neanche ci fosse così tanto traffico, anzi, eravamo dietro un autobus che se la stava prendendo con tutta calma.

A quel punto mi girai verso di lui incrociando le braccia.

"Mi vuoi spiegare!"

Lui fece un grande respiro allentando la presa sul volante.

Poi con una lentezza che mi mandò letteralmente di fuori, si girò a guardarmi.

I suoi occhi color nocciola erano velati da una paura sconosciuta e profonda.

"Non ce la facevo ad aspettare che tu arrivassi fino a casa"

Io rimasi in silenzio voltandomi a guardare la strada mentre tenevo stretta la catenina che avevo al collo.

Vedere il mio Joseph in quella maniera mi faceva paura e l'unica cosa che mi dava speranza di non preoccuparmi troppo era il ciondolo che lui stesso mi aveva regalato due anni prima, il giorno prima di partire.

Joe sembrava indeciso e io attesi che trovasse le parole giuste per spiegarmi.

"Ho ricevuto una telefonata l'altro giorno e uno di "quelli" amici di mio padre mi ha detto che la nostra famiglia era nei guai"

Io mi sentii stringere lo stomaco quando nominò quelli amici...sapevo benissimo a chi si riferiva, agli amici di suo padre, i killer, gli assassini, le spie, tutti loro...

"E?"

Lui mi guardò fugacemente prima di riportare la sua attenzione sulla strada.

"Metti caso di trovarti in una brutta situazione" la sua voce si incrinò leggermente "di sapere che un tuo caro amico si è messo nei guai...in dei guai seri, e che si è fatto nemico una delle più ricche e importanti famiglie...inoltre non ha nessuno che può aiutarlo, compreso te visto che hai promesso che non avresti più avuto a che fare con gente così...che cosa faresti?"

Io fissai Joe.

Sconcertata.

"Ma di che diamine stai parlando Joseph??"

Non ci capivo nulla e vidi le sue sopracciglia contrarsi.

"Voglio dire fino a che punto ti spingeresti per salvare un amico?"

La sua voce era un sussurro, quasi avesse paura di dire quelle poche parole.

Io capii che c'era qualcosa sotto.

"Per i miei migliori amici farei di tutto, credo che potrei farmi un oceano a nuoto per Alice e così per te o per mia sorella, anche per le persone care, quelle che conosco da una vita e anche per quelle che conosco da poco come Sam..."

Lui contrasse le mascelle e io mi bloccai.

"Joe qual'è il problema?"

Lui si ostinava a non rispondere quando notai che eravamo giunti davanti a casa mia, nella strada principale della nostra città, lì dove c'erano un sacco di negozi e la gente chiaccherava allegra.

"Joe chi è in pericolo?Che sta succedendo?"

Lui si sganciò la cintura e sprofondò leggermente nel seggiolino dell'auto mentre le mie paure crescevano a dismisura.

"Diamine Joseph Adam Jonas dimmi che diavolo sta succedendo!!"

Lui con uno scatto si voltò, mi sfiorò le spalle e rimase a fissarmi mentre i nostri sguardi si intrecciavano.

"Nick è nei guai...lui...lui non lo sa, ma gli è stato commissionato un lavoro, qualcosa di semplice e che..." ansimò mentre si passava una mano sulla faccia.

Io gli appoggiai una mano sulla guancia costringendolo a guardarmi.

I suoi occhi erano velati di preoccupazione e i suoi lineamenti tirati.

"Il mandante di questa missione è una persona potente. Più potente di quanto Nicholas avesse mai potuto immaginare. Ma, non so per quale motivo, c'è il sospetto che non stia facendo bene la sua missione, sembra quasi che ostacoli ciò che deve fare e a loro non sta bene"

"Loro chi?"

"Coloro che gli hanno affidato la missione e Nick non lo sa, non sa del casino in cui si è cacciato...merda!!"

Sbattè un pugno sullo schienale e chiuse gli occhi.

"Non sarà niente di così pericoloso e poi se l'è sempre cavata, mi hai detto che è bravo, davvero troppo..."

"Si, è vero ma questa volta non so che fare, non capisco perchè sospettino che non voglia eseguire la miassione...Diavolo! Si è incastrato in qualcosa di..."

"Joe, ragiona: lui è bravo, è grande e maturo abbastanza e poi quanto potente sarà questa famiglia..."

Joseph portò la sua attenzione su di me congelandomi all'istante.

Scosse la testa allontanandosi leggermente dal mio volto.

"Tu non puoi capire...ho scoperto che loro hanno contatti in diverse città, perfino in tutta Europa!! E' pazzesco! non so neanche come abbiano fatto: hanno collaboratori, soci, contatti ovunque...e io non so che fare, non so come posso aiutarlo"

"Avvertilo!!"

"Ma non risolverebbe niente, anzi, mi metterei anch'io contro di loro e non so che cosa potremmo inventarci...io..."

Lui chinò il capo e sentii una stretta allo stomaco.

Mi lanciai in avanti e lo strinsi forti.

Lo sentivo quasi tremare sotto il mio abbraccio.

Strinsi più forte mentre il suo viso si nascondeva tra i miei capelli biondi.

Ricambiò l'abbraccio accarezzandomi il capo.

Il mio respiro si mescolò al suo mentre mi baciava sulla fronte dolcemente.

Poi dopo un tempo che mi parve infinito si staccò con un bacio veloce e mi sentii lo stomaco sotto sopra.

"Vedrai che riuscirai a farcela, riuscirete a farcela!"

Sorrisi radiosa cercando di contagiarlo.

"Grazie, non so cosa farei senza di te...ma prima di tutto devo scoprire che missione è stata affidata a Nick"

Si avvicinò a me e mi appoggiò una mano sulla schiena attirandomi verso di se.

Le nostre labbra si incontrarono e il suo calore mi invase facendomi sentire leggera e protetta.

Sorrisi.

Poi entrambi scendemmo dall'auto mentre ci avviavamo a casa mia.

"Comunque come è andato poi il pigiama-party?" cercò di cambiare discorso per alleggerire la situazione.

"Oh...ehm...il televisore l'ho vinto ma ci è costato una serata con le Monroe, poi una visita allo spettrale Hotel Butcher, dove Sam è stata rapita da Taylor e infine siamo rimaste bloccate alle due di notte in un bar in cui Black ci aveva intrappolate...."
dissi tutto con molta leggerezza poi poggiai una mano sulla porta di legno che introduceva al salotto di casa mia e cercai con lo sguardo Joseph.

Mi voltai trovandolo pietrifacato a guardarmi.

Aveva gli occhi sgranati e la bocca aperta con la mascella di sotto penzoloni.

Per un secondo pensai che sembrava un cartone, poi corsi da lui a prenderlo sottobraccio mentre continuava a balbettare.

"Ma che cavolo?! Potevi avvertirmi, insomma, potevo darti una mano e poi...vai te a sapere cosa ti sarebbe potuto succedere e poi che cavolo c'entra Taylor?!? E perchè aveva rapito Sam?!?"

Lui continuava a sparare domande a raffica, così lo zittii con un bacio profondo che ebbe l'effetto sperato.

Mi staccai da lui soddisfatta.

"Adesso fai silenzio che se proprio vuoi ti racconto come è andata basta che non inizi a fare domande peggio di mia madre!"

"Però se mi zittisci in questa maniera continuerei volentieri..."

Rise furbo mentre io mi mettevo le mani sui fianchi, seriamente.

Con passo traballante entrammo in casa, dove ci accolse la mia frenetica madre che stirava e la mia piccola e casinista sorella più piccola che guardava i cartoni.

Filammo in camera dove chiusi la porta a chiave e mentre bevevamo un the caldo gli raccontai tutto.





SAM POV


Con Alice facemmo un giro veloce in centro, dove la domenica i negozi pullulavano di gente, femiglie e bambini; le vie sembravano animate e la nostra voglia di fare due chiacchere e divertirsi poteva essere completamente appagata.

Poi verso le 8 tornammo a casa dove mia madre aveva cucinato una cena con i fiocchi.

I genitori di Alice erano stati fuori tutto il giorno ad una festa di beneficenza e mia madre gli aveva convinti a lasciarci Alice anche a cena, così passammo una serata tranquilla mentre scherzavamo.

Mia madre rimise apposto i piatti mentre noi due le davamo una mano a sparecchiare, poi dopo aver riaccompagnato Alice a casa, mia madre mi chiese come era andata la giornata.

"Bene!Sono stata davvero bene con Alice!"

"Già, sembra una brava ragazza"

"Lo è! E' molto brava a scuola, i suoi genitori sono persone piuttosto tranquille e lei sa disegnare bene e suona il piano da sei anni, mi ha promesso che un giorno mi farà sentire come suona!"

"Sembra che andiate d'accordo, anche con l'altra tua nuova amica molto chiaccherona"

Io risi ricordandomi il fiume di parole che Emily non riusciva mai a cessare.

Arrivata a casa mangiai i biscotti con il latte con mia madre.

Sallii in camera e lessi l'sms che mi era arrivato: Notte Sam e sogni d'oro...:-) poi con il pensiero grato al mio Ragazzo Misterioso mi addormetai, finalmente più rilassata.



               XXXXXXXX



Ero appoggiata al muro.

Le braccia dietro la schiena e gli occhi socchiusi quando un uragano mi travolse.

"Ehi!Buongiorno!"

Io caddi quasi a terra, fortunatamente Emily mi afferrò prontamente rimettendomi con i piedi per terra.

"Mamma mia!Ma non riesci a essere più tranquilla di prima mattina!"

Alice mi guardò scuotendo la testa.

"Sei tu Sam che dovresti essere più attiva!Sembri uno zombie!"

Detto questo mi fece il verso mentre cadevo tutta scomposta.

Emily l'afferrò per un braccio ridacchiando.

"Ma finiscila!"

Le due si presero a braccetto.

Poi mentre chiaccheravamo per dirigerci verso le nostre classi, una mano afferrò la mia amica bionda e l'attirò a se premendo le sue labbra contro le proprie.

Alice si illuminò afferrando il mio braccio e sorridendomi divertita.

Emily a quel punto avvolse le braccia al collo di Joe e lo portò ancora di più verso di se.

I due fecero aderire i loro corpi mentre si perdevano in un bacio che sembrava averli completamente portati fuori dalla realtà e dal tempo.

Non considerando che si trovavano in un corridoio super affollato di un liceo super frequentato.

Io e Alice continuavamo a ridacchiare sommessamente.

Ad un certo punto Emily spalancò gli occhi e sembrò tornare alla realtà.

Con uno scatto si separò da Joseph arrossendo vistosamente mentre si ricomponeva guardando i ragazzi attorno a se.

Imbarazzata si avvicinò a noi mentre Joe le stringeva i fianchi con un braccio mentre sul suo viso un sorriso furbo gli illuminava gli occhi.

"Cosa avete da ridere!"

Ci rimbeccò Emily che era diventata rossa quanto la felpa con il cappuccio che indossava quel giorno, io e Alice alzammo il capo serie, poi senza riuscire a trattenerci ripartimmo a ridere senza più ritegno, la pancia mi doleva e sentivo gli occhi umidi.

Emily si stava seriamente arrabbiando e la campanella salvò me e la mia amica dall'ira funesta della biondina.

Scappai in classe.

La professoressa di italiano era già a sedere quando entrai e con uno scatto mi misi a sedere, dove trovai un bigliettino attaccato alla sedia.

(Divertita l'altra sera?) in un istante un brivido mi percorse la schiena ghiacciandomi.

Alzai gli occhi a cercare quelli neri e profondi di Taylor che proprio in quel momento mi fissavano maliziosi e seri più che mai.

Con un balzo mi girai a sedere osservando Nick che proprio in quel momento si stava sedendo accanto a me.

Io gli scambiai un occhiata veloce e lui ricanbiò sorridendomi...aspetta...SORRIDENDOMI??

A quel punto fissai la professoressa distraendomi da tutto ciò che mi circondava.

Ne avevo abbastanza delle stranezze.


XXXXXXXXXXXXXX


La sala da pranzo sembrava quasi più affollata del solito e i ragazzi parlavano a gran voce da ogni tavolino, solo lontano nell'angolo della finestra che dava sul giardino, un diciassettenne riccio dall'aria enigmatica se ne stava in disparte senza che nessuno osasse avvicinarsi.

Aveva le cuffie dell'i-pod infilate nell'orecchie e mangiucchiava una mela.

Verso l'altro angolo della sala tre ragazze ridacchiavano concitate.

Quella con i capelli biondi si osservava in torno in attesa del suo ragazzo, quella castana dagli occhi azzurri mangiava svogliatamente uno jogurt e quella con i capelli lunghi e scuri e con gli occhi neri, sembrava persa nei suoi pensieri.

[...]

Il cellullare vibrò appena e con mano svelta lo tirai fuori di tasca.

Com'è andata la mattinata?

Noiosa...te invece eri in classe?

Si...e posso confermare che la professoressa di Italiano è davvero logorroica...:-P

Già!XD...ma quindi io ti conosco?...

Si...

E stamani eri seduto in fondo alla classe vicino al mio banco?

Si...molto più vicino di quanto tu possa immaginare...:-)

...ma perchè non mi dici chi sei?

Non è questo il momento giusto. ;-)

Però scoprirò chi sei prima o poi? :-)

...si...prima o poi :-)...per ora ci possiamo vedere alla fine delle lezioni, in Biblioteca.

Io per un attimo pensai alla biblioteca molto poco fornita della scuola e stranamente mi ricordai anche dove fosse.

Si! Non vedo l'ora! :-D

Alice mi dette una gomitata e io stralunata la osservai.

La sua faccia era a un centimetro dalla mia, più curiosa che mai.

"Che c'è??"

Lei si dette un'occhiata con Emily, seduta davanti a noi.

"Messaggi ancora con il tuo Ragazzo Misterioso??"

Io mi sentii arrossire e chinai leggermente il capo facendomi scivolare i capelli castani sulle spalle.

"Si..."

"E che dice?"

"Ci incontriamo dopo la scuola in biblioteca"

Alice si illuminò.

"Questo vuol dire che lo vedrai e scoprirai chi è??"

Adesso anche Emily sembrava curiosa e si era sporta in avanti, verso di noi.

"Non credo che mi permetterà di vederlo in faccia"

"E perchè?"

"Dice che non è questo il momento giusto"

Emily alzò un sopracciglio mordicchiando un biscotto alla ciocolata.

"Spiegami, tu oggi incontrerai un ragazzo che a quanto pare conosci, ma non sai chi sia e inoltre lo incontrerai senza...vederlo...non ti sembra una cosa un po' impossibile e strana?!"

Io mi mordicchiai il labbro...certo che mi sembrava strana! Ma che ci dovevo fare se tutte le cose strane capitavano sempre a me?!

"Non so che dirti..."

"Bhe perchè non proviamo a indovinare chi è"

Io e Emily osservammo curiose Alice che si era piegata su un lato e stava rovistando nella sua cartella.

Trionfante tirò fuori un foglio spiegazzato e Emily le porse prontamente un lapis mezzo mordicchiato.

Alice fece una smorfia osservando la matita e l'amica fece una scrollata di spalle, così si girò verso di me pronta.

"Allora Samantha Knight, vuole dirci ciò che sappiamo del Soggetto Misterioso?"

Io e Emily scoppiammo a ridere mentre lei con l'aria da avvocato, non faceva una piega.

"Si certo, signorina Emily Bains"

Lei fece una smorfia.

"Ragazze, guardate che non sto scherzando!"

Noi a quel punto ci bloccammo e io assentii.

"Allora: viene in classe mia e quindi ha circa diciassette anni, stamani mattina era seduto vicino"

Alice iniziò a scrivere tutti i nomi dei ragazzi della mia classe.

Emily iniziò a farli degli appunti e lentamente scancellammo un sacco di nomi.

Davide

Taylor

Alex

Nick

Lessi i nomi rimasti mentre cercavo di capire su quali criteri avessero lasciato solo quattro dei nove ragazzi che c'erano in classe mia.

Emily si affrettò a spiegare.

"Da come ci hai detto stamani quelli a sedere più vicini a te erano sei e quindi gli altri quattro li avevamo già eliminati; poi Maichol è troppo basso e Giovanni la sera del pigiama party era a casa malato, quindi non può essere stato lui a salvarti. Questa ci porta a lasciare questi quattro..." Emily osservò il foglio e con un gesto veloce cancellò un altro nome "...Taylor di certo non lo è! Ecco, quindi siamo a tre"

"Chi sono Davide e Alex?"

"Davide è quello là in fondo" disse Emily indicando un biondino che si trovava a parlare con una delle amiche delle Monroe.

"...ehm...devo dire che non mi piace un granchè"

Io confermai annuendo e poi indicai un altro ragazzo moro a sedere vicino a noi che beveva mentre parlava con un suo amico.

"Lui è Alex e non mi sembra che mi abbia mai rivolto la parola..."

"Potrebbe essere lui!"

Alice valutò l'affermazione di Emily e anche lei annuì vigorosamente.

"Nick potremmo anche cancellarlo"

Emily afferrò la matita e fece un frego.

"Perchè?" la mia domanda sembrava delle più naturali, eppure entrambe le mie amiche mi fulminarono all'istante.

"E' pericoloso Sam! non contando il fatto che ha tentato di ucciderti non molto tempo fa!"

Io annui, non del tutto convinta.

Mi voltai e osservai lo sguardo perso del riccio nell'angolo della mensa.

Era solo.

Tutti gli stavano alla larga e una stretta al cuore mi fece avere quasi pena della sua sicurezza e della sua aura di mistero che si portava in torno.

Sospirai.

La campanella suonò e con quel pensiero che ancora mi ronzava in testa tornai in classe dove mi aspettavano solo altre due ore prima di poter rivedere il mio Ragazzo Misterioso.

In fondo quando la campanella della fine delle lezioni suonò nuovamente, quasi non mi ero accorta che erano passate un paio d'ore.

Titubante uscii di classe dopo aver messo tutte le mie penne e i miei quaderni nella cartella ed essermela buttata sulle spalle.

Mi sistemai con una mano il golf grigio con il cappuccio che mi ero messa quel giorno e i jeans vecchi che sembravano avere una vita, poi mi sistemai la molletta che mi teneva di lato il ciuffo e osservai casualmente le tiger nere che avevo indossato quel giorno.

Sospirai e con passo deciso mi avviai verso la biblioteca, nell'ala est della scuola, dopo i bagni.

Sentivo i muscoli tesi, palpitanti e il cuore che mi bateva leggermente più veloce nel petto.

Mi sentivo emozionata e non vedevo l'ora di rivederlo, anche solo per sentirlo vicino, era strano, ma quei pochi minuti che ero stata in sua presenza, mi ero sentita protetta e avevo provato una sensazione piacevole allo stomaco.

Guardai le pareti del corridoio deserto e poi con passo titubante entrai nella sala.

Mi avviai al centro, dove si trovava un grande banco dove i ragazzi potevano sedersi per studiare.

Quel giorno, la biblioteca sembrava deserta e il silenzio ronzava ritmico.

Possibile non ci fosse neache la segretaria che di solito aveva il compito di sorvegliare la biblioteca?

Tranquillamente mi avviai verso il termosifone, alla sinistra della sala, lì dove osservai i miei compagni uscire concitati dalla scuola mentre si tiravano gli spintoni e si sparpagliavano per l'ampio piazzale.

Vidi Alice e Emily che abbracciava Joe, entrambi erano vicino alla panchina (il nostro ritrovo) e chiaccheravano guardandosi in torno.

Io osservai l'intera stanza, ma sembrava non ci fosse nessuno.

La finestra sul lato opposto della parete era aperta e visto che faceva piuttosto freddo decisi di andare a chiuderla.

Non feci nenche in tempo a fare un passo che con uno stonfo si chiuse da sola.

Sgranai gli occhi.

Nessuno l'aveva toccata, eppure si era chiusa...

Sentii un altro rumore sordo e correndo verso il punto in cui l'avevo sentito mi accorsi che anche la porta si era chiusa...

Mi girai in torno mentre sentivo la mente ragionare e i muscoli tendersi.

I pensieri si intrecciavano e una domanda mi uscii spontanea...sono tutte coincidenze?

Corsi verso la porta e afferrai la maniglia...bloccata!...

Corsi verso le finestre per uscire, tanto erano al pian terreno e con un salto sarei potuta essere all'aria aperta.

...chiusa...

Corsi verso l'altra finestra mentre sentivo il cuore palpitare.

...chiusa...

Ero chiusa dentro.

Sobbalzai dopo aver sentito un rumore sordo e mi diressi verso ciò che sembrava essere caduto.

Per terra vicino al termosifone c'era un libro, mi piegai e lo afferrai.

I misteri dell'ombra...Non ne avevo mai sentito parlare, vidi che la copertina era piuttosto lacera e da un lato spuntava fuori qualcosa...come un segnalibro, lo afferrai e aprii la pagina.

"Ahh!"

Saltai all'indietro mollando per terra il libro, aperto sulla pagina macchiata di sangue.

Sentii la testa girarmi e il cuore aumentare i battiti, un ronzio mi invadeva le orecchie e sentivo una stretta di panico allo stomaco.

No...basta, ero stufa di quei giochini!

Afferrai il telefono e con movimenti precisi inviai un messaggio.

Dove sei??:-O...

Mi rigirai il cellulare tra le mani mentre sentivo l'angoscia aumentare e continuavo a girarmi frenetica in torno, nella paura che non fossi sola.

Guardai la porta nella speranza che arrivasse qualcuno.

Un sussurro.Era stato un momento ma avevo sentito qualcosa.

Mi avvicinai alla porta, ero sicura che provenisse da là...le gambe mi tremavano e giunta davanti alla porta di legno, ne osservai i lineamenti senza riuscire a trovarci nulla di insolito.

Il telefono mi vibrò in mano facendomi sobbalzare.

Sto arrivando...perchè? Che succede??...

Le porte e le finestre sono bloccate e non riesco a uscire...come l'altra sera...

Strinsi il telefono al petto e cercai di respirare regolarmente chiudendo gli occhi.

Quando gli riapri rimasi immobile...il bordo della porta era segnato da una colata fresca di sangue...

N-no...non di nuovo...

Sentii qualcuno battere insistentemente alla porta e mi feci indietro, alcune voci concitate si stavano agitando, le gambe mi tremavano e feci qualche altro passo in dietro...poi sentii una botta e la serratura girò.

Tre persone si catapultarono dentro.

"Sam!!"

Alice corse verso di me e mi strinse forte, Emily mi mise una mano sulla fronte osservandomi preoccupata.

"Tutto bene?"

Io le guardai troppo confusa e ancora impaurita per rispondere.

"C-come sapevate che..." troncai la frase ma tanto loro avevano capito ugualmente. Joe si fece avanti prendendomi il polso e contandomi i battiti mentre mi spiegava.
"Alice voleva venire a spiare il tuo incontro e quindi Emily ha tentato di fermarla, quando però siamo arrivati qui, era tutto chiuso e sembrava che non ci fosse nessuno dentro, così ci siamo impauriti e abbiamo forzato la serratura."

"G-grazie" mormorai sottovoce.

Joe mi lasciò il polso con aria clinica e si rivolse a Emily.

"Sta bene, è solo frastornata, ma statele vicine, dalla faccia pallida che ha posso scommettere che rischia di svenire"

Io sentii appunto l'aria sparirmi dai polmoni e le gambe farmisi molli.

Alice mi afferrò una spalla ma continuavo a scivolare, così Joe mi passò un braccio in torno alla vita e sorreggendomi mi accompagnò fuori.

Alice si allontanò con Emily mentre chiamavano mia madre che era rimasta a casa.

Cacchio avevo insistito perchè non volevo che si preoccupasse per nulla, ma loro avevano insistito, così tra poco sarebbe venuta lei a prendermi...

Misi piede fuori dalla scuola mentre il ragazzo di Emily ancora mi sorreggeva e mi accompagnò verso la panchina.

In torno a noi non c'era segno di altri ragazzi, o di colui che mi avesse potuta rinchiuder,i nella biblioteca, perchè lo sapevo, non era stata una coincidenza...Joe mi stava aiutando a sedermi quando entrambi ci bloccammo.

Guardammo verso l'angolo della scuola, lì dove all'interno si trovava l'ala est...

Rimasi immobile e per un momento mi sentii sovrastare da tanti sentimenti diversi.

Nicholas si voltò a guardarmi e in un attimo vidi la sua espressione cambiare...aumentò il passo e in un secondo sparì...

Joe mi fece sedere poi con lo sguardo assorto e le pupille dilatate mi guardò e entrambi capimmo di aver visto la stessa cosa.

Lui chinò il capo.

"Credi che sia stato qualcuno a chiudermi lì?" domanda ovvia, ma non volevo arrivare direttamente al punto.
"Si, la porta e le finestre della biblioteca non si possono chiudere da sole...credo di saper chi può essere stato..."

"Anch'io credo di saperlo..." con uno sguardo fugace i suoi occhi color nocciola mi osservarono, ma non capì se intendeva lo stesso che intendevo io.

Chi poteva essere stato?

Fino a due minuti prima avrei risposto Taylor...eppure Nick aveva appena distrutto la mia ipotesi, mettendosi lui stesso nella lista dei colpevoli...




Ecco per voi alcuni link per vedere i personaggi a cui mi sono ispirata:

http://www.flickr.com/photos/excuse_me_sir_ninjaz/4040825127/   ECCO QUI UNA FOTO DI NICK IN VERSIONE...INQUIETANTE!...

http://celebriscoop.com/wp-content/uploads/2008/12/jennifer-aniston-turns-40.jpg   ECCO LA MAMMA DI SAM...!

http://www.freewebs.com/our-twilight/alexis_bledel.jpg   QUESTA è LA NOSTRA BUONA ALICE

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Capitolo 12
*** Cena col killer. ***


jonas

CIAO A TUTTI!...E UN PUNTO FORSE UN PO NOIOSO DELLA STORIA QUESTO...BHE SPERO CHE QUESTO VI PIACCIA LO STESSO ^_^...INOLTRE VOGLIO CHIEDERVI QUAL'è IL COLORE CHE PREFERIRESTE COME SFONDO DEL PROX CAPITOLO??...KISS E GODETEVI QUESTO CAPITOLO DEDICATO A TUTTI VOI CHE LEGGETE, COMMENTATE, AGGIUNGETE TRA I PREFERITE E LE SEGUITE!...SIETE FANTASTICI!...

PEGGIUZZ.Ciao! Benvenuta!...;-) mi fa piacere che ti piaccia e per il Ragazzo Misterioso staremo a vedere! KISS

LARA94:Mi fa piacere che ti piaccia l'attrice che ho scelto...e per il Ragazzo Misterioso ti anticipo che bisognerà aspettare un po per scoprire chi è! KISS :-)

RYRY:Bhe sai che il motivo per cui lei si è trasferita rimane avvolto nel mistero per ora...ma ti do un indizio: in questo capitolo si fa riferimento ad una persona che non è mai stata nominata ed è proprio lei la causa...dimmi se ti viene qualche idea!!KISS ;-)

MAGGIE__LULLABY:Già vedremo cosa pensa Sam e se è giusto...chi lo sa...intanto visto che ti piace Nick leggi un po questo capitolo! KISS :-D

ADA12:Mi fa piacere che ti piaccia e penso anch'io che i personaggi che ho costruito siano davvero complessi...forse troppo XD...grazie dei complimenti KISS :-)

BEAUTIFUL992:Mi fa piacere che ti piacciano i capitoli lunghi...perchè mi sa che per un po li troverai così...XD...comunque spero che ti piaccia anche questo!!KISS :-)

LILIAN MALFOY:sembri piuttosto convinta che sia stato Nick a salvare Sam...magari hai ragione...comunque hai letto qualcuno da mare??( MI FA DAVVERO PIACERE)...povera a me...diciamo che è stato lo sclero di un momento scritto con il sostegno di CILIEGINA156 (derivato da un sogno...XD) però non penso che lo continuerò...forse se trovo qualcuno con cui collaborare, ma per ora mi concentro su Deathly Love...KISS :-)

NES95:Carissima!Allora come ti va? Sai che ne dici se ci regaliamo un protettore segreto per uno??XD...comunque mi fanno piacere le tue recensioni e spero che anche questo capitolo ti piaccia...bhe se ci becchiamo su FB fammi sapere che ne pensi!...però non esagerare con i complimenti o finisce che di vento bordeaux XD KISS

SARETTAJB:Ma come sei catastrofica!! Se poi ti succede davvero qualcosa finisce che ti avrò sulla coscenza...;-P...comunque penso che sarai contenta visto che anche questo capitolo è parecchio lungo...basta che non mi fai troppi complimenti o diventerò rossa come un pomodoro...siete davvero troppo buoni e soprattutto pazzi per appassionarvi così tanto a questa stravagante storia...;-) KISS

ANNINA94:Cacchio! E' così intrigante la mia storia?...comunque mi fa piacere che ti piaccia così tanto...e hai un buon intuito...;-)...inoltre sarai contentissima contando la lunghezza di questo capitolo!! Spero di non snervarti troppo non rivelando un granchè! ti sembrano adatti gli attori che ho usato per tutti i personaggi?? Grazie! :-) KISS

Era stato Nick?

Insomma, era davvero possibile che fosse stato lui, colui che mi stava praticamente perseguitando?

Era stato Taylor a farmi tutti quegli ascherzi...e su questo ne ero sicura...ma forse, a pensarci bene, non sarebbe mai riuscito a fare tutto da solo: quando ero rimasta chiusa nell'Hotel qualcuno aveva mandato via la luce, scritto con il sangue sul muro e versatone un po allo specchio e quando ero rimasta chiusa a scuola qualcuno aveva chiuso la porta d'ingresso e tutte le finestre e inoltre aveva fatto saltare la corrente...

No, non poteva essere stata una sola persona, doveva esserci stato qualcuno che aiutava Taylor...

...NICK?

In effetti avrebbe spiegato molte cose, compresi i loro sguardi ambigui, pieni di sottintesi.

Eppure c'era sempre qualcosa che non tornava...

Se era stato Taylor a rinchiudermi nella scuola, allora perchè Nick mi eveva aiutata a scappare?

A che gioco stavano giocando??

Taylor, ormai l'avevo capito, guidava tutto ma...Nick?

Che diavolo faceva davvero Nick? E che diamine c'entrava in tutto questo?

Non lo sapevo...ma ero sicura che prima o poi l'avrei scoperto...

Dovevo però ammettere che comunque nonostante Nick mi fosse entrato in casa per ben due volte e aveva quasi tentato di uccidermi, ultimamente mi lasciava in pace...anzi mi evitava!...

Ne ero contenta perchè all'inizio era l'unica cosa che desideravo, mi aveva spaventata, ma adesso?... ero in un certo senso incuriosita da lui e il fatto che non mi parlasse mi faceva sentire un dolore allo stomaco...

L'unica consolazione in tutta questa assurda situazione era il mio Ragazzo Misterioso.

Su di lui potevo sempre contare e quando mi aveva salvato e mi era stato vicino, mi ero sentita bene, protetta ed era stata una sensazione che non aveva mai provato prima.

E anche solo il fatto di sapere che quando mi arrivava un messaggio era stato lui, mi riempiva di gioia e di una felicità strana...

...avevo bisogno di lui...

Chiusi gli occhi interrompendo il filo dei miei pensieri, già la testa mi doleva terribilemente, se poi continuavo così sarebbe stato ancora peggio.

Mi passai di nuovo la mano sulla fronte, mentre mi raddrizzavo a sedere.

Ero distesa sul divano marrone del salotto di casa mia e mia madre aveva insistito sul fatto che sarei dovuta rimanere sdraiata per un po, ma io non ero mai stata molto incline ad ascoltare le sue raccomandazioni da mamma-barra-infermiera-appresiva...così misi i piedi scalzi sul parquet e facendo il più piano possibile mi diressi verso le scale.

Uno scricchiolio mi tradì.

"Sam?"

"Si, mamma, sto bene, me ne vado un po in camera"

Lei arrivò da me mentre teneva in mano una tazza blu fumante, che sprigionava un odore di mirtillo.

"Prendi questa"

Me la porse e io fui costretta a prenderla.

"Cos'è?"

"Tisana ai frutti di bosco, aiuta a rillassarsi"

Io le sorrisi, cosa avrei fatto senza di lei che aveva sempre un pensiero dolce per me?

"Grazie Mà!"

Mi avvicinai a lei e l'abbracciai stretta mentre i suoi capelli biondi mi solleticavano il viso.

Poi con il suo sguardo clinico mi osservò mentre me ne andavo in camera.

Appoggiai la tazza sulla scrivania e accessi la luce color sole che usavo solitamente per leggere o studiare...cosa che facevo il minimo indispensabile...

Afferrai da sopra il letto una coperta di pile color lilla e me la buttai sulle spalle, mentre, dopo aver acceso il computer, facevo diffondere nell'aria una delle mie canzoni preferite, che aveva sempre avutò la capacità di tranquillizzarmi: My Immortal degli Evanescence.

In quel momento mi venne in mente il cellulare e il Ragazzo Misterioso e del fatto che non si fosse fatto vedere dopo scuola in biblioteca.

Frugai nella tasca dei Jeans e vidi che il display era illuminato dall'avviso di due messaggi e una chiamata persa.

Era tutto del Ragazzo Misterioso:

Sam ma dove sei? Stai bene?

Sam sei a casa? Va tutto bene??

Mi ero completamente dimenticata di rispondergli e mi affrettai subito a farlo.

E' tutto ok e sono a casa con mia madre...

Aspettai qualche secondo mentre frugavo tra le cartelle di muscia sul computer.

Il vibrare del cellulare arrivò più velocemente di quanto mi aspettassi.

Ma stai bene? Che cosa è successo prima?...quando sono arrivato non ti ho vista e mi sono spaventato...

Sorrisi leggermente al pensiero che fosse stato in ansia per me.

Ero rimasta chiusa dentro, ma per fortuna le mie amiche mi hanno trovata e poi hanno chiamato mia madre per riaccompagnarmi a casa...:-)

Tua madre non è a lavoro?

No, finalmente ha un po di riposo!;-)

Mi fa piacere...così non starai più a casa da sola...

Io mi grattai pensierosa il mento...e chi glielo aveva detto a lui?

Come fai a saperlo?

...ti conosco più di quanto tu immagini:-D

Io pensai che era una frase che in fondo, detta da uno sconosciuto, avrebbe potuto inquietarmi, eppure aveva solo l'effetto di rassicurami detta da lui.

Che fai adesso?

Messaggio con te :-)...e te?

Mi sorprese il fatto che fosse così vago, sembrava quasi che non volesse parlare di se...

Bevo la tisana e ascolto un po di musica :)

...sembra rilassante! Che ascolti?

Io alzai gli occhi sulla canzone che avevo appena scelto mentre sorseggiavo dalla tazza.

Hurry up and Save me di Tiffany Giardina...piuttosto sconosciuta come canzone...l'ho trovata a giro su internet ;-D

"...My window's opened up , tonight I'm going down, will you be there are you waiting, will you be there will you save me..."

Allora la conosci?:-)

Si...e, Sam, anch'io sarò sempre qui per salvarti...

...^_^

Mi sentii arrossire violentemente e il batticuore aumentò.

Era bella la sensazione di sicurezza che mi faceva provare.

Sorrisi.

Grazie mio Ragazzo Misterioso...

:-)...andrai al ballo della scuola?

Io ci pensai un'attimo su...detestavo i balli, soprattutto perchè non mi ero mai divertita, ma sapevo che quello che si sarebbe svolto a fine Marzo, sarebbe stato in maschera...il che poteva essere divertente...

In realtà pensavo di non andarci...

Non ti piacciono i balli?

No...

:-)...nemmeno a me...ma saranno tutti travestiti in maschera, forse sarà forte...

Io sorrisi.

Si...forse sarà divertente...:-)

...e se te lo chiedessi io, verresti con me?

Io mi mordicchiai il labbro mentre sentivo le farfalle nello stomaco.

Credo proprio di si :D

...allora ci toccherà travestirci anche a noi:-)

"Sam scendi, ho bisogno di un favore!"

La voce di mia madre rieccheggiò dal piano di sotto.

"Arrivo!"

Scusa, ma adesso devo andare, mia mamma ha bisogno di me. :-)

Scesi le scale rapidamente mentre ancora mi rimbombava in testa la canzone di prima...mi sentivo felice...

Mi fermai in salotto, dove appeso al muro c'era un piccolo specchio tondo bordato di legno.

Casualmente vidi il mio riflesso.

Avevo il viso pallido, quasi slavato, in effetti non avevo una bella cera e inoltre le occhiaie creavano aloni scuri in torno ai miei occhi scuri quasi neri, accentuandone ancora di più la profondità.

Una cosa insolita stonava in quell'immagine.

Un sorriso ebete mi illuminava il volto.

Mi scostai mentre scuotevo la testa stranita.

Mia madre era in cucina e si stava arrabbattando con delle pentole nel forno.

Aveva una strano grembiule giallognolo annodato in vita e i suoi bei capelli erano raccolti in una coda alta.

"Avevo pensato di fare le lasagne..."

Fece un sorriso incoraggiante.

"Si!"

Saltai eccitata mentre ricordavo che prima, nella nostra vecchia casa, la metteva di buon umore cucinarle e lo faceva sempre quando papà tornava dai suoi lughi viaggi di lavoro...

...i suoi lunghi finti viaggi di lavoro...

Io le sorrisi sapendo che quel gesto significava tanto per entrambe.

La vidi grattarsi il mento.

"Già...solo che mi manca il formaggio, non è che te la senti, se stai bene, di andare a prenderlo al market all'angolo?"

"Certo!"

Corsi in salotto dove avevo lasciato la scarpe.

Me le infilai mentre ricordavo mentalmente la mappa della città che mi ero studiata i primi giorni.

"Mamma io vado, vuoi qualche tipo in particolare?"

"No, scegli te"

Afferrai la giacca nera con il cappuccio, appoggiata sulla poltrona, e le chiavi di casa.

Uscii e il cellulare in tasca mi vibrò.

Che ti ha detto tua mamma?

Devo andare a prendere il formaggio al super-market all'angolo, perchè stasera mangiamo lasagne! :-D

Buono! ...ma fai attenzione...

Certo!

Infilai il cellulare in tasca mentre notavo la luce soffusa che illuminava i palazzi di periferia.

Era il tramonto.

Per fortuna il negozio dove dovevo andare io non era lontano, anzi, era alla fine della strada semi-deserta.

Così anche come all'interno del supermarcato.

Vivevamo in periferia adesso, e la scarsità di persone non mi sorprendeva.

Presi un cestino rosso alla destra dell'entrata e tentai di capire quali tra quelle file di scaffali potesse essere quella che serviva a me.

Non ne avevo la minima idea.

Mi diressi nel primo davanti a me.

Inizia a cercare ma tutto quello che vedevo era: cereali biachi, cereali all'orzo, fette biscottate, biscotti al cioccolato, biscotti al burro...

"Ohh"

Ero andata a sbattere contro qualcuno.

Feci un passo indietro maledicendo la mia sbadataggine.

"Scusa...Nick?"

"E' tutto ok"

Io rimasi per un attimo immobile mentre le uniche parole che riuscii a dire furono.

"Che ci fai qui?"

Ma che domanda idiota...ma brava Sam, adesso dimmi, che diavolo ci verrà mai a fare una persona ad un supermercato??

Mi sentii lievemente arrossire mentre lui non mi staccava gli occhi di dosso.

Camicia color bottiglia che spuntava da sotto la giacca nera, jeans neri e uno sguardo che sembrava volesse guardarmi dentro.

"Sono venuto a prendere un po di formaggio, te invece?"

Io cercai di far combaciare l'immagine di Nick l'assassino con quella di Nick un ragazzo normale che va a fare la spesa...non mi riuscii...

"Ho bisogno di un po di groviera, ma non riesco a trovarlo..."

Le sue labbra si incrinarono mentre una risatina gli usciva dalla bocca.

"Che c'è di così divertente??"

Mi misi le mani sui fianchi.

"Questa è la sezione dei cereali e delle merendine, i formaggi sono di là"

Mi girai verso la fine della fila, in fondo, dove Nicholas stava indicando.

Arrossii.

"Grazie...ci vediamo a scuola Nick"

"Di niente, ci vediamo a scuola Sam"

Rimasi qualche secondo imbambolata a sentire come suonava bene il mio nome pronunciato da lui...

Poi mi riscossi...ma che diavolo stavo combinando??...

Scossi la testa e mentre tenevo stretto il cestino, mi avviai dove mi aveva indicato.

"Formaggi...Formaggi...ecco!"

Appoggiai il cestino a terra e allungai una mano verso una busta trasparente di groviera.

Buono il groviera...

Nello stesso istante che afferrai la busta, un'altra mano si posò sulla mia, afferrando insieme il formaggio.

Il freddo che la pelle dello sconosciuto mi trasmise mi fece venire i brividi lungo la schiena.

Guardai alla mia sinistra mentre osservando inquietata la figura che mi stava accanto.

Un cappotto nero, lungo fino a terra, in testa, un cappello che gli copriva quasi interamente il volto.

Labbra socchiuse.

Mi sentii il cuore battere nel petto...non mi piaceva affatto...

Osservai meglio.

Non aveva in mano mangiare o cestini...deglutii...

Spalancai gli occhi e i muscoli mi si tesero quasi a farmi male.

In mano teneva un pugnale fine e appuntito.

Lo alzò lentamente mentre sentivo il cuore balzarmi nel petto e il respiro farsi irregolare.

Mi si era seccata la gola e le gambe non mi rispondevano più.

Vidi un luccichio e la lama alzarsi...

...qualcuno si frappose fra me e il resto, buttando a terra la figura nera.

Come se qualcuno avesse rotto l'incantsimo, le gambe mi tremarono e una mano pronta mi afferrò prima che scivolassi a terra.

Alzai gli occhi impaurita mentre guardavo con la coda dell'occhio la figura nera.

"Nick, ma che di-"

"Vattene Sam!"

Mi spinse dietro di se e lo vidi portare una mano sotto la giacca, l'uomo intanto si stava rialzando con un ghigno.

"Vattene a casa!"

Nick mi spinse più indietro con una mano, protegendomi con il suo corpo.

"Ora!!"

Io vidi l'uomo in piedi e mollai tutto presa dalla paura.

Mi girai e inizia a correre con il fiato corto mentre tentavo di trovare l'uscita, non ebbi il coraggio di voltarmi in dietro.

La paura mi stringeva in una morsa lo stomaco.

Sentivo la fronte madida di sudore e finalmente fui allo scoperto.

Corsi senza pensare, senza preoccuparmi dell'uomo, senza rendermi conto della paura che mi aveva avvolto, senza pensare a ciò che poteva succedere in quell'esatto momento a Nick e senza domandarmi chi fosse quella persone...

Volevo solo mettere più strada possibile tra me e lui.

Con una mano tremante afferrai le chiavi in tasca e aprii la porta di casa.

La richiusi quasi senza accorgermene.

Il silenzio era duro, il respiro affannato e non solo per la corsa.

Mi portai le mani alla fronte mentre scivolavo lentamente contro la porta.

Ma che diavolo era successo??

Mi accovacciai per terra mentre mi pulivo la fronte con il dorso della giacca.

...

"Samantha tutto bene??"

Alzai il capo spaventato.

"Mamma mi hai fatto paura..."

"Accidenti, sembra tu abbia appena visto un fantasma, eppure non mi sembra di essere così spaventosa"

Lei mi porse una mano e io la afferrai tentando di sorridere per levarmi di dosso l'inquietudine.

"Driiin"

Il campanello suonò facendomi saltare dallo spavento, mia madre mi squadrò preoccupata.

Io sorrisi e con la paura negli occhi socchiusi la porta...sperando che non fosse l'uomo di prima...

"Nick?"

Feci un enorme sospiro appoggiandomi allo stipite della porta mentre lui mi si avvicinava.

"Tutto bene?"

Io annuii.

"Tesoro chi è?"

Mia madre si affacciò alle mia spalle.

"Salve"

"Ciao"

Mia madre mi dette una leggera gomitata.

"Chi è questo bel ragazzo Sam?"

"E' un mio compagno, Nick"

Lei mi lanciò uno sguardo che lasciava davvero a desiderare...accidenti, ma le mamme non potevano ogni tanto farsi li affari loro??

"Sono venuto a portarti il formaggio, lo avevi dimenticato al supermercato"

Io guardai la busta che mi stava porgendo.

"Già! Grazie, ma non l'ho pagato io, l'hai pagato tu quindi è tuo, non posso accettare..."

Lui scosse la testa facendo ondeggiare i suoi riccioli scuri.

"Non fa niente, è per te"

"Grazie davvero, ma..."

Il suo sorriso rassicurante stonava molto con l'immagine che si era fatto creare dalle storie di horrore che gli erano state costruite in torno...non contando il fatto che secondo i miei calcoli era lui colui che lavorava con Taylor...

Mia madre si intromise.

"Già, non possiamo accettare..." poi mi fece l'occhiolino "almeno che tu non venga a mangiare da noi, così lo potrai assaggiare anche tu"

Io sgranai gli occhi.

Ma che diavolo era saltato in mente a mia madre??

Certo, invitiamo a cena il collega del ragazzo che mi sta perseguitando, certo, perchè non fare una bella cena con il proprio killer??

Tentai di ribattere, ma mia madre mi battè con una mano sulla schiena per farmi zittire.

"Ci farebbe molto piacere se tu rimanessi a cena. Gli amici di Sam sono sempre i benvenuti!"

Certo, peccato che lui non era esattamente quello che si potrebbe definire mio amico... anche se dovevo ammettere che poco prima mi aveva salvata...

Rimasi zitta guardando negli occhi profondi e enigmatici di Nicholas.

"Grazie, rimango volentieri"

Mia madre saltellò come una bambina a cui avevano appena regalato un lecca-lecca e poi scappò in cucina.

Io mi feci da parte per farlo entrare.

Mi sfilai la giacca che ancora non mi ero levata mentre lui faceva lo stesso con la sua.

Rimasi un attimo incantata a vedere il suo corpo perfetto messo in risalto dalla camicia leggermente attillata.

"Allora, tutto ok?"

"C-certo"

Scossi la testa imbarazzata.

"Ma chi era l'uomo di prima?"

"Non lo so, tu sei riuscita a vederlo in faccia?"

Ripensai a ciò che era appena accaduto.

"No, aveva il volto coperto..."

Lui si avvicinò a me sfiorandomi la guancia con la sua mano.

Mi alzò il volto verso il suo.

"Hai una brutta cera, sei sicura di stare bene?"

Io mi allontanai spaventata dal nostro contatto.

"C-certo, sto benissimo"

Lui si guardò in torno.

"Che ti va di fare?"

"Conosci il parco, qui dietro la fontana?"

"No..."

"Se ti va possiamo andarci a fare un giro"

"Ok"

Corsi in cucina.

"Mamma noi andiamo a fare un giro ai giardini"

"Ok! Ma siete di ritorno prima di un'ora, Nick ti piacciono le lasagne?"

"Si signora Knight"

Lei sorrise e sparì nuovamente tra i meandri della cucina, noi ci rimettemmo le giacche e uscimmo.

Rimanemmo in silenzio.

Un silenzio non carico di imbarazzo, solo strano.

Io camminavo accanto a lui e non riuscivo a smettere di guardarlo.

Ci fermammo in un piccolo giardino circondato da alberi non molto alti,ma fitti.

Alla destra c'era un'altalena recentementa restaurata, paragonandola al resto, alla sinistra c'era uno scivolo con qualche altro aggeggio con cui i bambini si divertono alla follia.

Ridacchiai pensando alla mia infanzia.

Felice e spensierata, eppure quando guardai lo scivolo alto, grigio...mi sentii un groppo in gola e andai a sedermi sull'altalena.

Sentivo i passi miei e di Nick tra la polvere e la terra.

"Vuoi una spinta?" mi sussurrò all'orecchio.

Io annui.

Lui dolcemente mi fece ondeggiare avanti e indietro.

Possibile che il Nick che tutti conoscevano fosse in realtà un'altra solo un illusione??

Continuammo così per qualche altro minuto mentre ci scambiammo qualche chiacchiera riguardo ai parchi giochi.

"Anche lo scivolo non è male"

"In realtà non sono mai stata su uno scivolo..."

Nick si bloccò.

"Come sarebbe a dire che non sei mai andata su uno scivolo?"

Io mi sentii dannatamente imbarazzata.

"Ehm...quando ero piccina caddi da uno alto e poi non ci sono mai più montata per la paura..."

"Ma è solo uno scivolo"

"Lo so"

Lui fermò l'altalena e si piazzò davanti a me allungandomi una mano.

"Andiamo"

"Dove?"

Lui sorrise.

"Sullo scivolo"

Io mi sentii tremare leggermente al ricordo di quell'affare.

"Ci sarò io con te"

Alzai il capo a quelle parole, guardando Nick sorridere incoraggiante e rassicurante, in un attimo le mie paure si affievolirono e così afferrai la sua mano.

Salimmo le scale, prima io e poi lui subito dietro.

Arrivati in cima mi misi a sedere lentamente mentre mi tenevo stretto il bordo.

Sentii il corpo di Nick aderire al mio e le sue mani scivolare sui miei bracci...una piacevole sensazione allo stomaco mi fece sorridere mentre un brivido mi passava lungo la schiena.

Mi prese le mani e me le strinse.

"Pronta?"

"...credo..."

Lui ridacchiò e mi strinse la vita nel momento in cui ci dettimo la spinta per scendere.

Chiusi gli occhi e strinsi forte le sue mani.

Quando arrivammo a terra, saltai in piedi.

"Allora, è stato bello?"

"...bello?...E' stato GRANDIOSO!"

Corsi sullo scivolo e lo ridiscesi nuovamente.

Nick affondò le mani in tasca e ridacchiò, io rimasi incantata a fissare il suo sorriso e il suo sguardo così enigmatico e così dolce allo stesso tempo.

...ma chi era davvero Nick e perchè aveva questo effetto su di me?...






































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Capitolo 13
*** Lampi nella notte... ***


jonas

LARA94:Già, mi sono accorta che l'ultima parte è davvero dolcissima, guarda in questo capitolo! ;-) KISS

ADA12:Davvero una volta ti ha aiutato un ragazzo a scendere dallo scivolo?...che carino! Insomma è molto dolce come scena ;-)...spero che anche questo capitolo ti piaccia e per vedere se le tue ipotesi sono vere ti tocca aspettare ancora un pò...KISS

RYRY:Diciamo che sei piuttosto perspicace, ma per vedere se è vero quello che hai ipotizzato sul padre di Sam ti tocca aspettare ancora un pò...KISS ;-)

NES95:Già, penso anch'io che fino a qui il romanticisno è davvero mancato...ma credo che non tarderai a vederne altro! come va?? KISS :-D

LILIAN MALFOY:Corta?? E la chiami una recensione corta?!...sai che a me piace sempre le vostre recensioni e vi ringrazio tantissimo per lasciarle...già, sono cattiva, ci sono un sacco di dubbi nella storia e non riuscite a capirci nulla...ti prometto che prima o poi ti sarà chiaro tutto! KISS :-)

MAGGIA__LULLABY:guarda un pò di che colore è lo sfondo!!...devo dire che forse è troppo acceso come blu, ma sennò non si leggeva bene!...sai che anche io adoro il blu!!:-D comunque grazie mille per i complimenti e peso anche io che Sam dovrebbe scappare, magari andare a stare nel deserto, per vedere se a meno lì riesce a scappare ai pericoli! ;-)...KISS

PEGGIUZZ:Ciao! Già Sam farebbe meglio a rinchiudersi in una capsula e volare nello spazio per non incontrare nessun pericolo...ma sennò non esisterebbe nessuna storia...e se questo ti sembra pericoloso, aspetta e spera (e prege soprattutto!) per la nostra povera Sam...:-) KISS

STELLALILLY:Davvero, scusa, prometto che prima o poi scoprirete tutto! Grazie per i complimenti...così arrossisco  ^_^ KISS

ANNINA94:Già, fondiamo un club e mandiamo una lettera a Sam dicendole di barricarsi in casa XD...a parte gli scherzi, che carino Nick, sono d'accordissimo! E grazie infinite con i complimenti, ma non esagerare, che sennò mi imbarazzo...KISS :-)

SARETTAJB:Perdonami infinitamente per il ritardo...perdonata?? *faccia da cucciolo bastonato* ^_^ spero che ti piaccia il capitolo per farmi perdonare del ritardo! KISS (e grazie per i complimenti) :-)

SCUASATEMI TUTTE PER IL RITARDO E BUONA LETTURA!! ^_^...Silvy

"Grazie per la cena signora Knight"

"Di niente Nick, gli amici di Sam sono sempre i benvenuti!"

Lei sorrise.

Poi lo sguardo del riccio si posò su di me, facendosi enigmatico.

"Ci vediamo a scuola Sam"

Io sorrisi di rimando mentre guardavo la sua figura mescolarsi tra le tenebre della sera.

Chiusi la porta e pensai a quanto la cena fosse stata inaspettatamente piacevole e soprattutto non-pericolosa...

Nick l'assassino?...Nick il bravo ragazzo?...Nick il complice di Taylor?...Nick il ragazzo dolce che ti aiuta a scendere dallo scivolo?...

Tutte queste domanda mi ronzavano in testa e decisi che per quella sera era meglio finirla lì e andare a letto.

Mi voltai trovandomi gli occhi vispi di mia madre puntanti su di me, i labbri curvati maliziosamente e le mani sui fianchi.

"Che c'è?" chiesi non capendo.

Lei arricciò le labbra.

"Ti piace Nick?"

...

"Cosa???"

"Bhe guarda che me ne sono accorta del modo in cui lo guardi..."

"Mamma io non lo guardo in nessun modo"

Ma lei non ne fu affatto convinta.

"Sei sicura che non ti piaccia Nick?"

"E' solo carino, tutto qui"

Chissà perchè ma mentre lo dissi mi sentii avvampare e mia madre non si fece scappare questo particolare.

"Mh-mhm"

Mi fece l'occhiolino mentre io irrimediabilmente scuotevo la testa.

Come poteva piacermi il mio presunto e ipotetico killer??...

Le diedi un bacio sulla guancia e la buonanotte, poi senza troppi rigiri filai in camera dove mi accorsi del cellulare appoggiato su letto e afferrandolo notai che mi era arrivato un messaggio.

Ciao! Come è andata la commissione per tua mamma?

Io mi battei una mano sulla fronte...accidenti mi ero dimenticata di rispondergli!

Ciao, scusami tantissimo! Mi sono dimenticata di riscriverti, ma il fatto è che è venuto un mio amico e siamo usciti e non avevo il cellulare dietro...SORRY :-)

Non ti preoccupare! Ti sei divertita con il tuo amico?

Si...:-D Sono andata sullo scivlo al parco e non ci ero mai andata prima, mi sono divertita tantissimo!

Mi fa piacere! Ti andrebbe di ritornarci una volta?

Certo!:-)...te che hai fatto?

Niente, ho visto un po di TV...niente di che...:-)

Possibile che quel ragazzo non facesse niente di interessante o che non me lo volesse dire?

Bhe hai qualche idea per come ti vestirai al ballo?

Aggrottai le sopracciglia provando a pensare...ricordavo di aver visto un negozio con vestiti di carnevale ad un centro commerciale lì vicino...

Ancora non ho idee...te invece?

Pensavo di vestirmi da giocatore di calcio o baseball...;-)

Forte! Io andrò a cercare il vestito, forse domani...ora scusami, ma forse è meglio se vado un po a letto perchè sono stanca! Buona Notte!:-)

Buona Notte Sam e sogni d'oro...:-)

Così con le dolci parole del Mio Ragazzo Misterioso mi addormentai.



Quando aprri gli occhi fui sicura che quello sarebbe stato un altro giorno e che niente sarebbe potuto andare storto, già il fatto che fuori rispeldesse un bagliore di sole, il fatto che avevo dormito benissimo e che non avevo fatto nessuna fatica a ad alzarmi (cosa alquanto insolita) mi convinse che niente sarebbe potuto andare storto...ma mi sbagliavo...

Mi ero infilata un maglia celeste e un golf nero, un paio di jeans a sigaretta e data una sistemata ai capelli.

Infilai la roba nello zaino e andai verso il comodino, lì dove avevo lasciato il telefono in carica la sera prima.

Quando lo staccai dal caricatore mi accorsi che avevo quattro chiamate perse...

Il mittente era Sconosciuto e sotto era riportato il numero...

Mi bastò un secondo e riconobbi quelle cifre, ricnobbi il numero di cellulare nonostante lo avessi anche cancellato.

Sentii una stretta al petto e la testa girarmi.

Chiusi gli occhi mentre sentivo parole e immagini rimbombarmi nella testa.

Il passato sembrò tornare a galla tutto insieme, infrangendo le barriere della mente dove l'avevo richiuso.

Vacillai e mi appoggiai il muro mentre sentivo una rabbia cieca salirmi in gola e gli occhi farmisi appannati.

"Lasciami in pace!"

Urlai contro lo schermo del telefono e lo nascosi in tasca.

Sentii la voce di mia madre chiamarmi dal piano di sotto, così cercando di cancellare ogni emozione dal mio viso csesi in cucina, lì dove un buon profumina vagava per l'aria.

"Buongiorno tesoro!"

Mi venne in contro e mi dette un bacio sulla fronte.

Poi si fece in dietro per tornare al tavolo, ma si bloccò.

"Tutto bene?"

Io strinsi i pugni e serrai le labbra.

No, lei non doveva saperlo, era meglio che non la caricassi di un altro stupido problema...del nostro passato...

Ma sentii le lacrime salirmi agli occhi prepotentemente, proprio mentre il suo sguardo si faceva meno preoccupato...

Una morsa mi stringeva lo stomaco e le immagini dei miei amici, la mia vecchia casa, la nostra vecchia città...tutto tornò talemtne vivido che non riuscii a trattenermi.

Mi amadre mi corse in contro.

"Tesoro che succede?"

La sua voce era agitata e così le porsi il telefono.

La vidi diventare pallida, poi una grinta che a me ancora mancava, le si dipinse sul volto, allargandosi in un sorriso.

Mi strinse tra le sue braccia, accarezzandomi la testa con le sue mani delicate.

"Non ti proccupare Sam, non ci pensare, passeremo anche questa"

Io sentii un groppo in gola e riuscii a malapena a scacciare le lacrime.

"Lo so che ce la faremo, è solo...c-che è dura..."

"E' per questo che hai anche cancellato il suo numero?"

Io annui con la testa poggiata sotto il suo mento.

Lei mi diede un bacio sui capelli e poi si staccò da me prendendomi il viso tra le mani.

"Non ci pensare! Riusciremo ad andare avanti, il passato è il passato e non potrà mai influire sul futuro e per ora stiamo bene: abbiamo una bella casa, in una città ospitale e ci stiamo ambientando bene, a lavoro, a scuola, io con i miei colleghi, tu con le tue amiche e con il tuo ragazzo..."

"Hai ragione mamma...COSA???"

Mi staccai dal suo braccio allargando gli occhi mentre lei mi guardava innocentemente.

"Cosa hai datto??"

Io mi misi le mani sui fianchi mentre lei sorrideva.

"Nick, il tuo ragazzo"

Io mi sentii assolutamente presa alla sprovvista...ma che immaginazione che aveva mia mamma!

"Nick NON è il mio ragazzo!"

Lei rise ammiccando con lo sguardo.

"...non ancora"

Io mi sentii avvampare dall'imbarazzo e dall'assurdità delle sue parole...ci mancava mia mamma!

"Quando fai così sembri quasi una delle mie amiche"

"Bhe, sono ancora una bambina dentro"

Fece gli occhioni e sorrise raggiante.

Io scoppiai a ridere vedendo quella scena esilarante.

Lei mi osservò, sembrava rincuorata.

"Questa è la mia Sam"

Di sottecchi notai che il suo sguardo si era fatto dolce e accorato nei miei confronti.

"Adesso sbrigati a fare colazione o farai tardi"

Io mi trascinai in cucina dove afferrai una tazza e ci versai un po di latte freddo e iniziai a mangiucchiare qualche biscotto.

Avevo la mente piena di pensieri e mi accorsi che il mio umore cambiava molto rapidamente negli ultimi tempi...sembravo lunatica.

Scossi la testa e il cellulare mi vibrò.

Buongiorno! Come va stamani?

...abbastanza bene...

Mi accorsi che la bugia era palese e lo sconforto si impossessò nuovamente di me.

...Cos'è successo?

Niente...non è successo niente...

Sam, sai che puoi sempre contare su di me! :-)

Grazie!:-) ma non ho voglia di parlarne, è solo che non ho voglia di andare a scuola, non ti preoccupare!

Detto questo mi avviai verso la porta, pronta per andare a scuola.

"Mà devo per forza andare a scuola?"

Lei mi raggiunse nell'ingresso nel momento esatto in cui si stava legando i capelli.

"Mi dispiace tesoro, ma stare a casa peggiorerà solo le cose, fidati"

Mi sorrise e mentre teneva stretto tra i denti un foglietto, alzò la manica della giacca per guardare l'orologio.

"Se vuoi ti accompagno io a scuola"

Annui, d'altronde forse aveva ragione lei, stare a casa avrebbe solo contribuito ad aumentare il mio malditesta.

Uscimmo di casa ed entrai in macchina mentre buttavo la cartella nel sedile posteriore.

La macchina partì e appoggiai la testa al finetrino...improvvisamente anche un ricordo mi saltò in mente...stessa macchina, stesso vetro freddo e così, senza che me ne rendessi conto, i pensieri avevano risvegliato un ricordo che si trasformò in un flashback...


Mi tremavano le mani, giravo la testa confusa osservando mia madre che si sedeva sul sedile del guidatore, accanto al mio...

"Mamma...dove stiamo andando?"

"Lontano da qui..."

Un leggero tremito nella voce, lo sguardo fisso sulla strada e il respiro debole.

Io mi girai improvvisamente stralunata, sentivo la tensione e la paura.

"M-ma le mie cose..."

Lei non mi fece finir di parlare.

"Sono tutte dietro"

Io mi misi a sedere rivolta verso il bagagliaio.

Scatoloni su scatoloni erano ammucchiati sul retro della macchina.

Spalancai gli occhi mentre un'agitazione profonda mi attanagliava le viscere.

"Mamma ma che sta succedendo...d-dove andiamo...e c-che è successo??"

Lei mi afferrò un braccio e i suoi occhi azzurri, cerchiati da profonde occhiaie, mi osservarono bloccandomi sul posto.

Paura...tristezza...debolezza...delusione...

Una lacrima le scivolo lateralmente andandole a marcare la guancia.

"Ti spiegherò tutto dopo..."

Con questo mise in moto l'auto e con i pensieri confusi, la sensazione che qualcosa era successo, qualcosa di grave, qualcosa che mi stava portando lontano da casa, lontano dalla mia vita, lontano da tutto e da tutti...

Mi girai verso il finestrino e vidi la mia casa in mattoni rossi...la luce soffusa del tardo pomeriggio che la illuminava e poi tutto scomparve...


Mi portai una mano alla tempia mentre il flashback terminava, riportandomi alla realtà.

Mi accorsi che eravamo arrivati a scuola e che una lacrima mi era scesa silenziosa lungo la guancia.

Con i capelli arruffati mi asciugai velocemente e mi dipionsi in viso un sorriso falso che avrebbe potuto tranquillizare mia madre.

"Siamo arrivati"

Io mi voltai verso di lei e in uno slanciò le diedi un bacio sulla guancia.

Lei sorrise mentre afferravo la cartella e scendevo ritrovandomi al freddo di quella giornata di inverno.

"Se hai bisogno di qualcosa o ti senti male fammi uno squillo e io arrivo"

"Grazie"

La salutai con la mano e per qualche istante rimasi immobile a fissare il profilo indistinto dell'auto.

Mi trascinai dentro scuola e mi diressi verso la classe quando qualcuno si scontrò contro di me facendomi perdere l'equilibrio.

Avevo la testa tra le nuvole e questo comportò che caddi a terra con un tonfo.

Imbarazzata, cercando di evitare gli aguardi scettici degli altri ragazzi, mi ricomposi afferrando lo zaino.

Mi resi stranamente conto che la tesca esterna era aperta.

Presi la cerniera pronta a chiuderla, quando notai che devo vi si trovava un pezzo di formaggio.

Sbarrai gli occhi e lo tirai fuori.

Mentre il cuore mi batteva all'imopazzata mi guardai in torno, ma nessuno dei ragazzi mi prestava attenzione e tra di loro non distinsi l'uomo del giorno precedente...un biglietto era attaccato al bordo...

Hai dimenticato questo ieri al supermarket...

Il sangue mi si gelò nelle vene e mi sentii sopraffatta da tutto ciò che mi stava succedendo, non sopportavo più quella situazione, quegli stupidi giochini.

"Lasciami-in-pace!"

Con rabbia infilai il formaggio dentro lo zaino e mi incamminai a passo deciso verso l'aula.

"Ehi-ehi! Ma che succede? Che c'è da essere così arrabbiata di prima mattina?"

Mi voltai riconoscendo la voce suillante di Alice.

Lei mi si avvicinò posandomi una mano sulla spalla.

"Tutto bene?"

Per quanto mi sforzassi di non farle capire i miei veri sentimenti, lei lo capì ugualmente.

"Cos'è successo?"

La sua voce si fece preoccupata e tentai immediatamente di tranquillizzarmi.

"Niente, è solo...s-sai il mio passato..."

"Il motivo per cui ti sei trasferita qui?"

Lei aveva colto nel segno e io annuii debolmente.

"Sai una cosa: qualsiasi cosa sia successa devi comunque guardare avanti e pensare al futuro che è lì ad attenderti per farti diemnticare le cose brutte"

Poi prima di rialzare il capo mi sentii stringere in un braccio che non mi sarei aspettato.

Mi strinse forte.

"Non ti preoccupare, noi siamo qui per te e il passato non riuscirà a portarti via da qui"

Mi sentii le lacrime salire agli occhi alle parole di Emily che aveva visto l'intera scena e si era aggregata al nostro abbraccio.

"Grazie ragazze"

Loro sorrisero.

"Senti,ma ho visto che prima tenevi in mano un formaggio...che ci fai con un formaggioa scuola?"

Alice fece la faccia confusa.

Così le raccontai tutto quello che era successo: dall'uomo del supermarket a la cena con Nick.

"Allora direi che siamo molto fortunate a rivederti ancora sana...e salva!"

"Che intendi?" le chiesi non capendo.

"Bhe non è da tutti cenare con un killer e rimanere vivi"

Io scossi la testa.

"Lui non è cattivo..."

"Ma è un killer!"

Stranamente trovai che ciò mi sembrava la cosa più stupida da dire eppure, tra lo sconcerto delle mie amiche lo dissi...

"Credo che lo sia...ma non è pericoloso come sembra."

Loro mi fissarono a bocca aperta.

"Sam, per caso hai bisogno di una rinfrescata di memoria o ti basta ricordare la foto..."

Lei mi afferrò il telefono che tenevo in tasca e un attimo dopo mi mostrò il volto di Nick nell'oscurità...la foto che avevo fatto a casa sua...

"Già! Devo ancora prendere la foto del seminterrato!"

Alice si irrigidì.

"Fossi in te aspetterei...le Monroe ultimamente sembrano molto presa da altro (riferendosi a Taylor e il codazzo di ragazzi che ultimamente le stava appiccicato) quindi forse per il momento se lo dimenticheranno...quindi lascia perdere per ora..."

Notai che nel suo tono c'era una sfumatura di sollievo.

Detto questo filai in classe mentre la professoressa di letteratura preannunciava l'inizio di un'altra noiosissima lezione sullo "Stil novo".

Ovunque guardassi mi sembrava di notare la tristezza e il vuoto.

L'aula sembrava più grigia del solito e fuori dalla finestra gli alberi spogli mi intristivano ancora di più.

Accanto a me Nick mi tirò una gomitata e mi passò un bigliettino.

Che succede?

Niente...

La tua faccia non dice niente...

Mi sforzai di sorridere ma proprio non mi riusciva così Nick si chinò a scrivere au altro foglietto.

Cos'è successo?

...niente...è solo il mio passato che non vuole lasciarmi stare...

Che vuoi dire?

E' il motivo per cui mi sono trasferita qui...

Lui scosse la testa e mi fissò con i suoi occhi color caffè facendomi perdere nei miei pensieri.

Quando avrai intenzione di dirmi qual'è il motivo per cui ti sei trasferita?

...e chi ha mai detto che te lo avrei mai rivelato?

Nick mi diede una gomitata mentre scuoteva la testa verso di me.

Io mi girai cercando di seguire la lezione.

"Comunque sia, sappi che ho intenzione di scoprirlo"

Il sussurro che mi rieccheggiò nell'orecchio mi fece rabbrividire e sorridere allo stesso tempo per la testardaggine del mio compagno di banco.

In quel momento notai che Taylor era assente e tirai un sospiro di sollievo...per oggi sarei potuta stare tranquilla...


*CASA DI SAM*

La mattinata era passata lenta e devastantemente noiosa.

Ora ero in salotto e avevo appena finito di cenare, mia madre leggeva un libro nella poltrona accanto a me e io facevo zapping tra i canali della televisione.

Il cellulare mi vibrò, lo estrassi dalla tasca.

Rimasi immobile, sconcertata, piena di rabbia e tristezza e sentii le lacrime salirmi agli occhi mentre lo stomaco mi si stringeva in una morsa.

Mi stava chiamando di nuovo...

Gli riattaccai in faccia e con la testa che mi doleva salutai mia madre e corsi in camera.

Mi feci una doccia veloce e poi, più rilassata, decisi di infilarmi a letto , stretta nella tuta blu e bianca che mi faceva da pigiama.

Mi distesi e mi rintanai sotto il piumino.

Stavo lentamente scivolando nel sonno, quando un lampo illuminò la camera a giorno e il tuono fece tremare la casa, mi accorsi solo allora che stava piovendo e che avevo dimenticato le persiane aperte.

Rabbrividendo per il freddo, uscii da sotto le lenzuola e mi diressi accanto alla scrivania a chiudere le persiane.

Mentre mi avvicinavo, un altro lampo illuminò a giorno la stanza e un'ombra scura venne riflessa sul pavimento.

Con il cuore che batteva a mille e gli orecchi che mi fischiavano per la paura corsi alla finestra e notai una figura che stava correndo nel giardino.

Mi venne un tuffo al cuore.

Giubbotto nero, cappello calato sul volto e in mano teneva una borsa nera mentre nell'altra mano stringeva un coltello la cui lama si increspo al riverbero con la luce della luna.

Era l'uomo del supermarket.

Sentii i muscoli irrigidirsi...

In quello stesso istante l'uomo si fermò e si voltò...

...un altro lampo illuminò tutto e vidi distintamente lo scintillio dei suoi occhi che mi osservavano dal basso...

Un groppo alla gola mi fece ansimare e presa dalla paura corsi a letto e mi avvolsi stretta nelle coperte.

Tesi le orecchie nel tentativo di cogliere ogni piccolo rumore, pronta a scappare o a correre da mia madre se ce ne fosse stato bisogno.

Era lo stesso uomo del supermercato, ne ero più che sicura: ricordato il modo in cui era vestito e cosa ancora più importante ricordavo esattamente la sensazione di disagio e pericolo che mi aveva fatto provare.

Che cosa potevo fare?

Perchè l'uomo mi stava cercando?

E chi era in realtà?

Strinsi forte gli occhi.

I tuoni continuavano incessantemente a scuotere la tranquillità della casa e non riuscivo a prendere sonno.

L'emozione e l'inquietudine erano troppo.

Voltando la testa mi resi conto che non aveva chiuso le persiane e che forse se l'avessi fatto, forse sarei riuscita a prendere sonno finalmente.

Mi alzai e corsi alla finestra, l'aprii e sotto lo scrosciare dell'acqua afferrai le persiane e le tirai verso l'interno per chiuderle.

Quando...

...

...una mano mi afferrò.

Mi sbilanciai in avanti, stavo per cadere.

Prontamente mi buttai all'indietro riusciendo a liberarmi dalla presa e cadendo per terra sul pavimento.

Sentii il cuore battere a mille e mentre sentivo tutto il corpo scosso da fremiti vici una mano aggrapparsi al bordo della finestra...che avevo lasciata aperta.

Corsi senza neanche pensarci e la chiusi mentre l'uomo si issava su a fatica per entrare.

Sentii un mugolio di dolore e mentre un altro lampo si abbatteva illuminando tutto di bianco lui sparì...

Io ansimai, scivolai a sedere per terra, accanto al comodino mentre mi sentivo scossa da brividi incontrollati.

Tentai di respirare tranquillamente e afferrai il telefono.

Mi bastava sapere che era sveglio e parlare con lui...era l'unica cosa che avrebbe potuto tranquillizarmi.

Sei sveglio??...

Si. Perchè? Tutto ok?

No, è solo che quando parlo con te mi sento più tranquilla...:-)

In effetti finalmente mi resi conto che l'affanno se ne era andato e il tremito incontrollato dei miei muscoli era terminato.

Scivolai tra le lenzuola.

Ricordatelo...io sono sempre qui per te :-)

Grazie...è solo che con quello che succede ultimamente, Taylor, la nuova città, il mio passato e quello che è appena successo...

Che è successo?

Lo stesso uomo del supermercato, quello che mi perseguita, era nel mio giardino e si è arrampicato fino alla mia finestra...ma per fortuna ora se ne è andato...

Te come ti senti?

...meglio...è solo che sono terrorizzata e non so davvero più cosa fare...

Mi dispiace, c'è un modo per cui ti possa dare una mano?

...sentirti vicino mi fa stare bene e più tramquillo, mi basta questo...:-)

Se vuoi vengo lì :-)

...davvero? :-)

Spengi la luce che arrivo...;-)

Io allungai una mano verso la lampada blu appoggiata sul comodino e spensi la luce.

Mi rintanai per bene sotto le coperte mentre i miei sensi si facevano tesi, ancora all'erta...

Dopo pochi minuti sentii un fruscio verso la parte opposta della stanza, vicino alla porta che era rimasta socchiusa.

"Sei tu?"

Un altro frucio e la voce rispose alla mia destra, non molto distante da me e come al solito era bassa e quasi roca...camuffando la sua vera voce.

"Si, sono io...tranquilla"

Sentii il letto scricchiolare sotto il peso di un altro corpo.

Mi spostai più a sinistra.

"Come va?"

"Meglio"

Senti la sua mano accarezzarmi i capelli e nello stesso istante mi sentii venire le vertigine mentre una strana sensazione mi faceva sorridere.

"Grazie per essere venuto"

Lui rise lievemente mentre si sistemeva sdraiato al mio fianco.

Sentii il calore del suo corpo avvolgermi e mi rannicchiai più vicina mentre una sensazione di tranquillità e tenerezza mi nasceva dentro.

Lui mi passò una mano sulla fronte, forse per controllare se stavo bene e con mio enorme imbarazzo, si accorse che mi ero raggomitolata stretta a lui, così mi alzò la testa e mi ci posò sotto il suo braccio, così che mi avvolse le spalle.

Io arrossi e allo stesso tempo sentii il suo alito caldo molto vicino al mio volto.

"Adesso cerca di dormire...e non preoccuparti, ci sono io qui con te"

Io sorrisi.

"Grazie"

Così, cullata dal dolce abbraccio del mio Ragazzo Misterioso, riuscii finalmente ad addormentarmi.


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Capitolo 14
*** Una rosa per sorridere ***


JONAS

LARA94:Ciao! Mi fa piacere che ti piaccia come descrivo ciò che prova Sam, cerco di immedesimarmi e poi vedo quello che viene fuori! ;.) KISS e grazie

PEGGIUZZ:Ciao! Già, che carini! Mi fa piacere che ti piaccia, perchè piace anche a me! KISS

RYRY:Anch'io voglio un ragazzo misterioso...ma sai forse è vicino...c'è sempre la speranza! :-D, comunque lasciando perdere i miei pensieri, mi spiace ma ti tocca aspettare un po per scoprire il segreto di Sam...però ci siamo quasi lo prometto! KISS 

ADA12:Per quanto mi sento in colpa per lasciarvi on tutti questi dubbi, ancora non si svela nulla, anzi prima ci saranno un altro po di avvenimenti! Però spero che intanto, nell'aspettare, la storia non ti annoi ma ti piaccia! KISS

NES95.Ciao! Non hai idea di quanto sia impegnata ultimamente ed è un miracolo se riesco a postare a distanza di una settimana...comuque visto che a te un po ti conosco ho bisogno di un parere sincero: pensi che in questi punti la storia sia troppo lenta??Bhe, a confessarti, dopo questo capitolo, di noiosi ce ne dovrebbe essere solo uno...poi le cose inizieranno a correre e concludersi, però ho bisogno di un tuo parere grazie e KISS :-)

MAGGIE__LULLABY:Ciao! Blu?? Ma che nome è??...insomma...è...FANTASTICO!! comuque anch'io sto adorando la parola i-n-q-u-i-e-t-a-n-t-e...il colore di questo capitolo non mi piace molto...come il capitolo in se, però spero ugualmente che mi recensirai! KISS

LILIAN MALFOY:Non uccidermi, ma per ora i misteri non verranno svelati...anzi questo capitolo fino alle ultime 10 righe è un po noioso...ma ti prometto che presto saprai la verità!...grazie mille per i complimenti! :-) KISS

ANNINA94:Davvero!...senza Nick e il Ragazzo Misterioso Sam sarebbe già crepata da un pezzo! Altro che in antartide, quella figliola dovrebbe andare nello spazio per non beccare pericoli! Però mi fa piacere che la scena finale sia risultata così dolce...era il mio scopo! ;.) grazie e KISS

SARETTAJB:Mentre rispondo alla tua recensione ti prego anche di evitare di strangolarmi...per il ritardo, ma è un periodo pieno di impegni ed è davvero dura postare regolarmente...inoltre ti prometto che il prossimo capitolo sarà con molta suspance...inoltre per farmi perdonare ti darò un'anteprima...il capitolo sarà a sfondo rosso!...questo capitolo è piuttosto noioso, ma spero che la fine ti piaccia! KISS :-)

Ragazze perdonatemi per il ritardo, ma è un momento super impegnato...inoltre vi avviso subito che questo capitolo fino alle ultime 10 righe sarà un po noioso...secondo me...comuqneu spero lo stesso che mi recensiate perchè mi fa piacere tantissimo!!KISS

PER FARMI PERDONARE HO UN REGALINO PER VOI, QUI TROVERETE NICK IL VERSIONE KILLER...PIù O MENO...:    

http://www.flickr.com/photos/excuse_me_sir_ninjaz/4040825127/

Aprii un occhio al suono metallico della sveglia.

Ero ancora per metà nel mondo dei sogni, così mentre cercavo di scendere dal letto, ruzzolai per terra, impigliandomi nel piumino.

"Accidenti!"

Borbottai e poi con un clic seccò spensi l'orologio.

Mi voltai vero il letto, e lì, alla spalliera, trovai attaccato un bigliettino.

Spero che tu ti senta meglio e...quando dormi sei ancora più bella...:-) by tuo Mistery Man

Arrossi violentemente mentre mi ricordavo ciò che era successo la sera prima.

Gli ero davvero grata e gli volevo bene...davvero!

Con questi pensieri che mi ronzavano in testa mi lavai e vestii: optai per una maglia grigia, golf blu e jeans scuri.

Per colazione mangiai un po di cereali e biscotti, poi prima di uscire, mia madre mi bloccò.

"Ehi, tutto bene Sam?"

Io le diedi un bacio sulla guancia.

"Si, va tutto bene"

Sorrisi mentre lei mi accarezzava la testa.

Poi sul suo volto apparve un sorriso a 32 denti.

"Sai, oggi è il mio giorno di riposo, il che vuol dire che starò a casa tutto il tempo e, pensavo, che saremmo potute andare a fare un po di compere...se ti va..."

"Shopping?!"

"Si..."

Io mi illuminai in un sorriso mentre notavo i suoi sforzi per contenere la gioia, ma sembrava quasi più felice di me; stava cercando di passare più tempo insieme e di questo gliene ero più che grata, senza di lei vicino in questo momento, non so cosa avrei potuto fare.

"Ci andiamo dopo scuola?"

Lei annuì.

"Si, ti vengo a prendere io con la macchina alle tre e mezzo!"

Lei mi stampò un bacio sulla fronte e poi uscii di casa infilandomi le cuffie nelle orecchie.

Scelsi CRUSH di David Archuleta, il che mi fece presupporre che mi sentivo di ottimo umore quella mattina.

Di solito quella canzone non l'ascoltavo perchè mi sapeva di troppo smelenso, eppure mentre l'ascoltavo, un sorriso ebete mi si dipinse su volto.

Pensai a mia madre.

Era sempre stata una donna esuberante e sicua di se: era dinamica e forte.

Nel tempo aveva cercato di passare sempre più tempo con me, non so, forse credeva che mi sentissi sola, e, in effeti, forse prima lo ero.

Avevo due migliori amici: Mike ed Erica.

Loro stavano sempre insieme e io con loro, purtroppo nel tempo non avevo fatto amicizia con tanti altri ragazzi e mi ero ritrovata ad avere solo loro.

Osservai il cellulare e ricordai quello che avevo detto loro quando me ne ero andata: nessuna spiegazione, nessun nuovo indirizzo di casa...mi si era strinto il cuore, eppure era la cosa giusta, soprattutto per la loro sicurezza.

Adesso chissà dove erano, chissà cosa facevano...

A volte pensavo che il modo in cui avevo troncato di netto la mia vita era stato troppo brusco e soprattutto sbagliato.

Scossi la testa.

Non erano pensieri che mi avrebbero risollevato il morale.

Mi tolsi le cuffie e in quell'istante una sensazione penetrante mi colpì in pieno.

Mi bloccai sul marciapiede, mentre osservavo la via quasi-deserta che stavo percorrendo.

Niente di strano, niente di insolito...

Continuai a guradai freneticamente in torno: avevo sentito come se qualcuno mi stesse spiando...oddio! Mi passai una mano tra i capelli mentre pensavo che forse stavo diventando paranoica...

Si, devo essere paranoica!

Così prosegui a camminare verso scuola, ma con il passare del tempo, quella sensazione non diminuì; neanche quando prima di svoltare l'angolo entrai dentro la pasticceria di fronte al supermercato.

Ne approfittai per comprare una pasta alla frutta, che mangiai subito.

Non era la prima volta che mi fermavo in quella pasticceria e doveva dire che ne valeva davvero la pena, insomma non riuscivo più a smettere di andarci, sembrava quasi fosse diventato un vizio.

Sorrisi e dopo aver attraversato la strada svoltai l'angolo e prosegui fino a che non mi trovai in un piazale in cui sorgeva la mia scuola.

Stringendomi più stretta nel cappotto nero, decisi che era meglio filare subito dentro, invece di aspettarle fuori alla panchina...avrei rischiato il congelamento.

Passai per i corridoi gremiti di ragazzi di ogni età e genere e con non poche difficoltà entrai nella mia classe.

Notai che mancava ancora 10 minuti prima che la campanella suonasse e quando mi andai a sedere al banco rimasi di sasso.

Fissavo incredula lì, al mio posto, lì dove il giorno studiavo e ci appoggiavo i libri, e rimanevo sbalordita fissando la rosa rossa che vi ci era appoggiata sopra.

Ero immobile, gli occhi grandi e la faccia illuminata da un sorriso.

Sentii un calore invadermi, mentre i miei compagni di classe mi fissavano curiosi, nello stesso istante sulla soglia della porta dell'aula le mie amiche si affacciarono.

"Sam?!"

Emily e Alice si avvicinarono a me più sorridenti che mai.

Alice fece gli occhi dolci.

"Non mi dire che è stato il tuo Ragazzo Misterioso..."

Emily le tirò una gomitata facendola zittire.

"I-io, veramente non lo so..."

Alice, che non stava più ferma dalla gioia si mise a saltellare.

"Ma che carino! Il tuo Ragazzo Misterioso ti ha portato una rosa...ohoh!!"

Io diventai scarlatta e Emily afferrò l'amica per le spalle cercando di farla smettere di saltare.

"Non so se è stato davvero lui..."

"Ma certo che lo è!Chi altro sennò?"

Io mi sedetti imbarazzata mentre non riuscivo a staccare gli occhi dal colore rosso vivo dei petali della rosa.

"Chiunque sia, mi sa che gli piaci davvero tanto!"

Alice annuiva sognante, possibile che fosse più contenta di me??

"Perchè non glielo chiedi?"

Io annuii distrattamente con l'odore penetrante del fiore che ancora mi intontiva i sensi.

Era davvero bellissima.

Ciao! Come stai? Grazie per ieri sera...e, per caso, sai niente della rosa sul mio banco? ^_^

Cercavo di nascodermi dagli sguardi curiosi e pettegoli dei miei compagni quando il cellulare vibrò e Alice mi si fece vicina.

Buongiorno!E spero che ti piaccia...:-)

"E' stato lui! E'stato lui!!"

Alice riprese a saltare e Emily, con un'azione di forza la fece sedere su una sedia libera.

Io mi sentivo la testa girare e sorridevo...

Grazie...è davvero bellissima!

Mi fa piacere che ti piaccia:-) Ora è meglio che tu stia attenta alla lezione, e, ricorda io sono sempre qui per te! ;.)

Io misi via il cellulare mentre l'aula iniziava a farsi sempre più gremita di ragazzi e gli sguardi che mi venivano lanciati aumentavano in continuazione.

"Perchè mi fissano?"

Emily fece un gesto evasivo con la mano.

"Non fare caso a loro, qui la gente non sa tenersi la bocca chiusa neanche se se la cucisse!"

Sembrava molto in contraddizione con i suoi concittadini, ma questo non impedii ugualmente a me di arrossire a vista d'occhio.

La campanella suonò e ognuno rientrò nella propria classe, comprese le mie amiche.


La lezione sulla rivoluzione indutriale fu più noiosa del solito e io rimasi con la testa fra le nuvole ancora per un pò..anzi...per tutta la giornata fino a qaundo il mio compagno di banco, Nick, non mi dette una gomitata e indicò i nostri compagni che se ne stavano andando, era finita la scuola.

Io mi affrettai ad alzarmi e senza troppi preamboli schizzai fuori dall'edificio.

"Ehi Mrs. Sorriso! Che fai ora?"

Io mi girai verso Emily che mi stava trattenendo per un braccio.

"Ehi Ragazze!..mia madre mi viene a prendere e andiamo a fare un pò di shopping!"

Alice, mentre si sistemeva la sciarpa verde intorno al collo, si fece vicina.

"Sembra che andiate d'accordo!"

"Già..."

In quel momento un clacson mi fece trasalire e notai una macchina bianca, con la vernice che avrebbe avuto bisongo di qualche ritocco, che stazionava dall'altra parte della strada in attesa.

"Ciao!A domani!"

"A domani Sam!"

Saltai in mezzo alla strada e corsi dall'altra parte precipitandomi in macchina.

"Ciao tesoro!"

Salutai mia madre e notai che si era slegata i lunghi capelli dorati.

"Com'è andata a scuola?"

Per tutta risposta afferrai la cartella e ne tirai fuori l'involucro di carte con cui avevo avvolto il regalo.

Con delicatezza lo aprii, mostrando il fiore che ancora risplendeva di una bellezza particolare.

"Wow! E questa da dove viene fuori?"

"L'ho trovata sul banco stamani...me l'ha regalata..."

Io arrossi e mia madre curiosa, si voltò verso di me avvicinando il suo volto al mio.

"Chi te l'ha regalata??"

Io mi attorccigliavo le mani imbarazzata...

"Il mio Ragazzo Misterioso..."

"Il tuo Ragazzo Misterioso?"

Io scappai dal suo sguardo esageratamente curioso e tentai di non arrossire più del dovuto.

"Non so come si chiami, ma mi è stato vicino tante volte e gli voglio bene"

"Ma come fai a conoscerlo senza sapere come si chiama?"

"Bhe se fosse quello il punto...in realtà non l'ho neanche mai visto in faccia..."

Lei scosse la testa mentre aggrottava le sopracciglia.

"Come si fa a conoscere una persona senza averla mai vista in faccia??"

La sua aria crucciata mi fece quasi venire da ridere.

"Il fatto è che l'ho sempre visto di notte, o quando era buio...è lui che non si vuole far vedere..."

"Strano, però mi fa piacere che ti piaccia, sembri...contenta!"

Io annui mordicchiandomi il labbro.

"Lo sono infatti!"

Lei sospirò pazientemente ridacchiando.

"E allora partiamo!"

Accese la radio e spostò la leva del cambio.

Mentre passavamo per starde e semafori, finimmo per arrivare al centro commerciale, che quasi non me ne accorsi, la musica era a tutto volume e il cielo si era schiarito, rivelando un cielo bianco plumbeo.

Scesi dall'auto notando che il posto in cui ci trovavamo sembrava piuttosto recente.

Entrammo dentro e iniziammo a fare un giro dei negozi, tra l'aria xcontenta e spensierata della gente, il calore dei negozi di mangiare.

Entrammo in un negozio di abiti eleganti in cui mia madre si comprò un taier grigio perla che io stessa le avevo consigliato; poi andammo da Zara, in cui comprai un golf marroncino e un paio di jeans grigi di cui andavo letteralmente matta.

Mia madre mi comprò un paio di ballerine color panna e insieme continuammo quel pazzo pomeriggio di spese.

Alle sette avevamop praticamente saccheggiato quasi oni negozio, e, sedute su una panchina, mangiavamo la schiacciata.

"Adesso arriva la sorpresa!"

Io mi voltai a osservare mia madre.

"Che sorpresa?"

"Tu chiudi gli occhi e vedrai."

io obbedii rassegnata mentre distinguevo un rumore di sacchetti aperti...mia madre aveva comprato qualcosa di cui non mi ero accorta e probabilmente voleva regalarmelo.

"Posso aprirli??"

Lei ansimò un attimo, poi sentii un sacchettino cadermi sui palmi delle mani e la sua voce carica di aspettative che mi rispondeva.

"Adesso!"

Come aprii gli occhi, fissai un pacchettino piccolo, non più grande di una mano, che tenevo tra i palmi.

Era una bustina anonima, senza nessun simbolo particolare.

Ci infilai le dita dentro e afferrai una scatolina quandrata di pelle blu.

"Oddio!"

Mi ritrovai a stringere incredula una di quelle scatoline che puoi vedere nei film sul momento più bello, quando l'uomo si inginocchia e chiede alla propria ragaqzza di sposarlo.

"Mamma...che cos'è??"

Lei sorrise mettendosi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.

"E' un piccolo pensierino che volevo regalarti, quando l'ho visto ho pensato a te..."

Io tremante con due dita sollevai il coperchio, scorgendo una piccola collanina d'argento.

La sollevai.

Era una mezza luna unita ad un mezzo sole e al centro si trovava una pietruzza blu che risplendeva affascinandomi.

"Ma è bellissima!!"

Saltai in piedi e mi buttai addosso a mia madre, stringendola forte.

"Mamma è davvero fantastica! Grazie!!"

"Di nulla tesoro!"

Dopo poco mi staccai e con il sorriso a 32 denti mia madre mi agganciò il suo regalo al collo.

"Ecco fatto"

Io mi voltai e sorrisi felice a mia madre.

In quel momento il cellulare mi vibrò e mia madre si alzò in piedi chiedendomi di aspettarla mentre filava in bagno.

Io mi sedetti afferrando il telefono.

Come va? Che fai di bello?

Sono al centro commerciale con mia madre e mi sto divertendo tantissimo!...te che fai? :-)

Niente di che, sono appena rientrato in casa ed ero curioso di sapere cosa stavi combinando...:-D

Mi madre riapparve in lontananza e io mi affrettai a rispondere.

Mia mamma sta tornando, ora vado, ma ci sentiamo stasera! :-)

Proprio dietro le falcate sicure di mia madre, notai una figura, una delle tante, vestita di nero...il cuore accellerò i battiti e per un istante fui sicura di aver visto l'uomo della notte prima, lo stesso del supermercato... era una sensazione fortissima e lo stomaco mi si attorcigliò...

...poi come era apparitò, sparì, senza lasciare traccia...

"Pronta per tornare a casa?"

"Si" mi alzai in piedi e afferrai le tre buste cariche di roba.

Filammo in macchina e chiaccherando allegramente arrivammo fino a casa dove cucinammo insieme la pizza e la mangiammo sul divano mentre vedevamo le puntate di Una Mamma per Amica.

Infine, felice, me ne andai a letto, dopo aver ricevuto il messaggio della Buona Notte del mio Ragazzo Misterioso.




"Sam...ma mi ascolti??"

La testa scivoòo dalla mano su cui era appoggiata e quasi non caddi dalla sedia su cui ero seduta.

"Che?"

Alice roteò gli occhi guardandomi severamente.

"Capisco che sei presa dal tuo R.M., ma potresti almeno ascoltarmi quando ti parlo..."

Io mi sistemai a sedere osservando le sue sopracciglia corrucciate.

"Scusa...aspetta, chi è R.M.??"

Emily mi lanciò uno sguardo scoraggiato scuotendo la testa mentre Alice sorrideva raggiante.

"Ma è ovvio, è il tuo Ragazzo Misterioso!"

Io evitai di rispondere e più esasperata che mai scossi la testa.

"Allora come vi vestirete al ballo mascherato?" chiese Emily cercando di spostare l'attenzione su qualcos'altro.

"Io ho trovato un vestito da principessa della notte e mi piace tantissimo, è tutto blu e azzurro e ho comprato una maschera dorata che ci sta benissimo!" esclamò Alice e Emily si girò le mani nervosamente.

"A me Joe ha regalato...i-il vestito di Giulietta, dell'ottocento...sai, lui si è fissato con questa storia di Romeo & Giulietta e non la finisce più..." lei arrossì vistosamente e mi resi conto che era una cosa rarissima vederla reagire così e per questo Alice mi tirò una gomitata sospirando entusiasta.

"Ma che carini che sarete!...Joe è davvero dolce da quando sta con te, si comporta bene con tutti, ed è diventato anche molto più socievole!"

"Già..." mormorava mentre sembrava sciogliersi sulla sedia, sembrava quasi che volesse scomparire, non era certo una reazione dalla sicurissima-super-decisa Emily!...ma l'amore fa davvero miracoli...

"Tu Sam?"

"Veramente non ho ancora trovato niente..."

"Ma come, non avevi detto che andavi a fare compere con tua madre?"

"Si, però mi sono completamente scordata del vestito"

Io alzai le spalle.

"Non ti preoccupare, che ne dite di andare a fare un giro oggi al centro commerciale per trovarlo?"

"Io ci stò" esclamò Alice dando un morso alla mela che teneva in mano.

"Ok, grazie"

E così all'uscita di scuola, dopo aver avvertito mia madre, andammo al centro commericale accompagnate dalla madre di Alice: una persona distinta e molto sorridente, ecco a chi assomigliava Alice.

I negozi erano più vuoti del giorno prima e quando entrammo ebbi la fortissima sensazione di essere seguita, come se quancuno mi spiasse, ma come al solito non mi accorsi di nessuno di sospetto, forse stavo davvero diventando paranoica, eppure quella sensazione ultimamente mi assaliva spesso...troppo spesso.

"Ehi Sam, lì è dove ho preso il mio vestito, possiamo cercare lì" disse Alice indicandomi un negozio dalla scritta color caramello con tutti i festoni, in vetrina erano appese maschere e addomi di canevale di ogni tipo.

"Ok"

Alice mi afferrò il braccio e mentre sul suo volto compariva un sorriso ci incamminammo dentro.

"E di questo che ne dici?"

Emily scosse la testa per l'ennesima volta, anche il vestito da fata era stato bocciato.

Alice si catapultò dentro il camerino tenendo in mano altri due vestiti.

"Allora, fammi vedere..." disse tutta affaccendata mentre mi faceva voltare di schiena per vedere il vestito come mi calzava.

"Mmmm..."

Poi prese uno dei vestiti che aveva appoggiato sulla poltrona e me lo mostrò.

"Questo?"

Io storsi la bocca mentre osservavo il luccichio delle pailette che si trovavano sulla coda della sirena.

"Ma scherzi, vero?"

Lei mi guardò con aria colpevole.

"Già, non è molto adatto..."

Lo posò e prese l'altro mentre Emily sorrideva e Alice annuiva soddisfatta.

"Questo?"

Verde a pieghe irregolari, arrivava all'incirca sopra al ginocchio, in vita era stretto e poi andava leggermente a gonfiarsi, era simpatico.

Poi me lo passò insieme a una passata verde e delle ali.

"E queste?" dissi ammiccando alle ali.

"Bhe, a trilli non possono mancare le sue ali"

Io scotei la testa ridacchiando.

Mi infilai nel camerino e lo indossai, mi stava stranamente bene, era carino e niente di troppo appariscente, il che era un bene, poi mi misi la passata e con risultati disastrosi mi attaccai le ali...

"Che carina!!"

Io arrossi mentre anche Emily annuiva.

"Ti sta bene"

Io mi mordicchiai il labbro voltandomi per guardare la mia immagine nello specchio.

"Mi piace!"

E così anche il vestito era fatto.

Mi costò non poco, contando che avevo comprato anche le scarpe, le ali e la passata abbinate, ma per fortuna mia madre aveva deciso di finanziarmi.

Uscimmo dal negozio e decidemmo di fare un altro giro fino a quando l'orologio non segnò le sei e mezzo, a quel punto uscimmo e andammo a mangiare al Mc. Donald lì di fronte mentre il tramonto indugiava ad andarsene.

"No, te lo giuro!" ridacchio Alice.

"Non ci credo! E possibile che io non me ne fossi accorta?"

"Te lo giuro, parola di scout!"

Io aggrottai le sopracciglia.

"Perchè, sei mai stata uno scout?"

Lei alzò le spalle noncurante.

"No!" rispose al suo posto Emily, allora Alice piegò la testa pensierosa.

"Però una volta sono uscita con uno scout..."

"Bhe, ma questo non conta!"

Scoppiarono a ridere e io afferrai il telefono che vibrava.

Il cuore mi fece un tuffo e fui sicura di arrossire.

"Ciao"

"Ciao Sam, come va?"

Io mi mordicchiai il labbro ascoltando come suonava bene il mio nome detto da lui, il mio Ragazzo Misterioso...

"Bene, te invece che fai?"

"Sto...facendo i compiti, te invece?"

"Sono al Mc.Donald con le mie amiche, Alice e Emily, e siamo appena state a comprare il vestito per il ballo..."

"Com'è?" chiese con un tono curioso.

"E'...carino, ma non voglio dirti cos'è, è una sorpresa..." sussurrai mentre mi rigiravo una ciocca di capelli in torno all'indice della mano destra.

Vidi le mie amiche farmi i versi, così mi alzai e mi diressi verso la macchinetta dei gelati, per avere un po di privacy.

"Non vedo l'ora di venire al ballo, così scoprirò chi sei"

"Ti prometto che te lo dirò chi sono, prima o poi mi vedrai..."

Aprii la bocca per dire qualcosa, ma mi bloccai...

...voltai la testa...

...il cuore aumentò i battiti e i miei muscoli si irrigidirono...

Lui era lì.

Giacca nera, cappello nero, volto inespressivo, aria inconfondibile.

Il tempo sembrò bloccarsi mentre le altre persone continuavano a parlare nel ristorante, le mie amiche al tavolo alle mie spalle continuavano a ridacchiare...

Poi qualcosa che usciva dalla sua manica luccicò...

Sobbalzai, trattenni il respiro e un tremito ghiacciato mi scivolò lungo la schiena.

Nella mano sinistra teneva una borsa, nella destra un pugnale...

Poi come se il tempo tornasse a scorrere a velocità normale, incontrai lo sguardo di Alice e Emily spalancò gli occhi guardando alla mia destra.

Con uno scatto corsi al tavolo e afferrai il braccio di Emily.

"Dobbiamo andarcene, ora!!"

Urlai mentre sentivo la gola dolermi.

Non ebbi il tempo di guardarmi in torno, non mi importanva vedere la reazione della gente, bastaca uscire di lì, correre lontano da lui.

Le mie amiche mi seguivano spaventate ansimando.

"Sam!!"

Io vidi lo sguardo preoccupato di Alice.

"Sam ma che sta succedendo?!?" una voce mi urlò nell'orecchio.

Mi ero dimenticata di essere al telefono.

"E' lui, l'uomo del supermercato, quello che mi sta perseguitando, è qui, aveva un pugnale in mano e una borsa...è vestito tutto di nero..."

Continuavo a correre ansimando.

"Sam non muoverti, ne sei sicura??"

"Assolutamente! E-è qui..."

"Non ti muovere, arrivo! Ti prego non muoverti da lì!!" il tremito nella sua voce mi fece sentire che temeva per me e questo non mi tranquillizzò affatto.

Ci bloccammo nel mezzo della piazza, deserta.

"Chiamo mia mamma"

Alice tirò fuori il cellulare e digitò il numero della madre che ci avrebbe riportate a casa, ma non sarebbe stata abbastanza svelta.

Ansimavo e continuavo a guardarmi in torno.

Non se ne era andato, lo sentivo...

"Sam calmati!"

Emily mi mise una mano sulla spalla e in quel momento mi resi conto che stavo tremando, lei aveva il viso pallido e gli occhi spalancati, Alice aveva la paura dipinta sul volto...

"Magari è andato via...e-e comunque sia, mia mamma sta arrivando..." Alice annuì cercando di non balbettare dallo spavento.

Ma in quel momento un rumore alle mie spalle mi fece sobbalzare.

Mi voltai.

Là, dall'altra parte della strada, sul buio che stava avvolgendo il parcheggio del centro commerciale, c'era lui...

Alice afferrò il mio braccio con un mugolio.

Lo vidi dirigersi verso di noi, verso di me, il coltello stretto in mano e un sorriso inquietante dipinto sul volto.

Guardandomi in torno iniziai a correre ma capii che non potevamo farcela, non tutte e tre e non avrei permesso che altri ci pagassero per colpa mia, non le mie amiche, non coloro che mi avevano accolta e aiutata...

"Andate di là! Correte!!" Le spinsi via con la mano.

"Ma che fai?!" Emily mi afferrò un braccio.

"Il Ragazzo Misterioso sta arrivando, nascondetevi nel parcheggio e aspettatelo, io intanto lo distraggo..."

"E' pericoloso!"

Mi sbraitò in faccia non mollando la presa.

"Ma dobbiamo prendere tempo! Dobbiamo solo prendere tempo per distrarlo!!"

Con questo con uno strattone mi liberai dalla sua stretta.

"Nascondetevi e non preoccupatevi, tra poco tornerò qui, dopo averlo seminato!"

Iniziai a correre verso l'ingresso del centro ommerciale, le gambe mi tremavano, la vista mi si appannava e il fiato usciva irregolare.

Con la coda dell'occhio notai le mie amiche che più scosse che mai che correvano nella direzione opposta.

Per un momento credetti che tutto si sarebbe risolto bene, che l'assassino se ne fosse andato, che fosse stato solo un'allucinazione e che la macchina della madre di Alice sarebbe arrivata in tempo...ma come entrai nel centro commerciale e notai che era quasi deserto, capii che il mio piano non sarebbe durato a lungo...non correvo così veloce e non c'erano persone a sufficenza con cui mescolarmi e cercare di confondermi...

Il cuore mi battè forte nel petto e la paura mi fece tremare.

Mi fermai e mentre pensavo al mio Ragazzo Misterioso e alla speranza che sarebbe arrivato in tempo, sentii una risatina, mi voltai e mentre qualcosa sbatteva contro la mia testa e una mano mi tappava la bocca...tutto divenne nero...

...tutto si appannò e scomparve...


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Capitolo 15
*** Nel buio... ***


jonas

NES95:Già, al ballo ne succederanno delle belle ma devo ammettere che anche in questo ne succedono parecchie...KISS

RYRY:mi disp ma in questo capitolo troverai solo un po di paura e parecchia inquietudine...il killer ci va giù pesantuccio...spero che non ti faccia paura. ;-) KISS

CRUELLA DE VIL:C iao carissima! Mi fa piacere che ti piaccia, però in questo capitolo la paura si fa sentire, fammi sapere che ne pensi e domanda: secondo te chi è il killer??KISS 

PEGGIUZZ:Già dovremmo regalare a Sam un bello scudo antisfiga, facciamo una colletta??...comunque eccoti il continuo dal chap...e spero che ti piaccia! KISS

LILIAN MALFOY:Hai reso l'idea alla grande, ma anche a te coglio fare una domanda: leggi questo capitolo e dimmi : secondo te chi è il killer?? PS: facciamo una colletta per regalare a Sam un bello scudo antisfiga?? KISS

ANNINA94:Secondo te chi è il killer in nero?? sto facendo questa domanda a tutti e voglio vedere che mi risp, bhe certo che dopo aver letto questo chap forse lo vorrai strozzare...kiss

SARATTEJB:lo so che sono stata crudele a far finire il capitolo così ma cerca di perdonarmi...please...anche se dopo aver letto questo capitolo forse mi odierai ancora di più...KISS e chi pensi sia il killer in nero?? :-)

BENYY:grazie mille per i complimenti e sono lietissima che tu recensisca, spero che ti piaccia la suspance perchè questo capitolo credo che ne abbia un po e spero che tu continuerai a recensirmi! KISS

ADA12:Già, ci sono troppi misteri, ma in questo chap si spera solo che Sam sopravviva...oddio spero di non averlo fatto troppo brutto o pauroso...il killer lo vorrei strozzare KISS

Mi dispiace per il ritardo ma se vado di fretta(ecco perchè ho risp. poco alle vostre recensioni...SORRY ^_^) il capitolo mi viene pieno di errori e ho bisogno di un po di tempo per correggerlo, inoltre vi ringrazio e mi sono accorta che i primi capitoli grammaticalmente fanno pena quindi mi metterò a ripostarli per correggerli...finalmente abbiAmo un capitolo sfondo nero e scritta BIANCA/ROSSA (bianca è la versione del ragazzo misterioso mentre rosso è Sam)...devo confessarvi che mentre lo scrivevo ero da sola a casa e...insomma...un po di fifa mi è venuta...KISS


Correvo, la macchina sembrava sfrecciare tra le strade semideserte della città con una facilità impressionante, ma non me ne importava, dovevo solo arrivare in tempo, dovevo solo riuscire a salvarla prima che fosse troppo tardi.

Con uno sguardo veloce notai di essere arrivato al parcheggio del centro commerciale, mi sporsi per osservare il cielo, nuvoloso ed era quasi buio ormai...potevo uscire senza problemi, non mi avrebbero visto.

Scesi con un salto e mi buttai le chiavi in tasca.

Mi fermai.

Le sue amiche dovevano essere lì nascoste da qualche parte, mi voltai dopo aver sentito un rumore metallico e le trovai nascoste dietro una macchina nera metallizzata.

Mi avviciani senza farmi sentire per cercare di non spaventarle, ma comunque dovevo sbrigarmi...

"Emily, Alice, sono io...il Ragazzo Misterioso...state bene?"

Sentii un balzo e le due si strinsero tra di loro mentre uscivano per venirmi in contro.

"S-si stiamo bene, ma Sam è scappata, non so...ha iniziato a correre ed è entrata nel centro commerciale...aveva detto che era solo per distrarlo, ma...m-ma non è ancora tornata..." sentii un singhiozzo uscirle strozzato dalla gola e Emily prese la testa di Alice e se la strinse forte al petto per tranquillizzarla.

"Non vi preoccupate, la riporterò da voi, ora però dovete nascondervi per bene e non fare neanche un rumore, avete capito?"

Loro annuirono lievemente, paralizzate dalla loro paura e quella per la loro amica.

Prima di andarmene mi voltai un'ultima volta.

"Chiamate qualcuno che vi venga a prendere, poi ci penserò io a Sam..."

"No, noi senza Sam non ci muoviamo di qui"

Mi portai una mano alla fronte digrignando i denti...

"Allora Emily perchè non chiami il tuo ragazzo e gli dici di venire, in modo che almeno lui vi possa tenere d'occhio e aspettare con voi"

"Ok..." e tirò fuori il cellulare.

Così con un balzo mi allontanai e iniziai a correre mentre sentivo i muscoli irrigidirsi e una stretta allo stomaco farmi sperare che non fosse troppo tardi.

Il vento smise di sfrecciarmi sulla faccia e mi ritrovai all'interno del centro commerciale....

...maledizione!...

Avevo sperato che ci fossero tante persone, così magari Sam si sarebbe potuta nascondere...ma le pochissime persone che si trovavano lì si stavano dirigendo a passi svelti verso le uscite.

Una voce metallica gracchiò nell'autoparlante.

"Si avverte la gentile clientela che il centro commerciale chiuderà tra una decina di minuti, Grazie"

Merda!

Strinsi i pugni e mi morsi un labbro...

Iniziai a correre verso i bagni, avrei inziato a cercare da lì, se il killer l'aveva presa avrebbe aspettato che il negozio si fosse chiuso e poi avrebbe iniziato...

Un brivido mi percorse la schiena e iniziai a cercare.



      

 ...NELLO  STESSO  MOMENTO...



Un dolore lancinante mi colpì la fronte facendomi tremare dal dolore e farmi venire le lacrime agli occhi...ma che diavolo era successo?

Un sapore metallico mi fece venire la nausea e da distesa come ero mi tirai sù a sedere e sputai per terra cercando di liberarmi da quell' odore nauseabondo.

Mentre aprivo gli occhi la consapevolezza di ciò che era successo prima mi investì come un uragano...il McDonald...l'uomo...la corsa...il ragazzo Misterioso...le mie amiche e poi la botta e tutto nero...

Mi guardai in torno, ma l'unica cosa che vedevo ero il buio, nero...solo in fondo, dalla parte opposta una luce fioca si intravedeva, forse era l'uscita, appoggiai il braccio a terra per cercare di mettermi in piedi ma una voce mi immobilizzò.

"Finalmente ti sei svegliata" era bassa, sinuosa e lievemente divertita.

Quella voce non mi era nuova...eppure non riuscivo a ricordare dove l'avessi sentita.

Ma anche se non ero da sola, il mio intento era lo stesso: sarei scappata da lì.

Sentii un brivido percorrermi la schiena e con uno scatto mi alzai da terra e iniziai a correre verso la via d'uscita...

...si...forse potevo farcela, non tutto era perduto...

Una mano mi afferrò il polso e con una forza disumana iniziò a tirarmi verso di se mentre io invano provavo a liberarmi dalla presa, ma sembrava non avere intenzione di mollarmi.

Il cuore iniziò ad aumentare i battiti e la gola a seccarmisi.

Imperterrita continuavo a scivolare verso colui che mi teneva in trappola...

"Perchè continui a scappare?...non ce n'è motivo..."

Il suo alito caldo mi inondò il volto e lì dove venne a contatto con la mia pelle io rabbrividii.

Un risolino soffuso mi fece diventare le gambe molli e impallidire.

"C-chi sei e c-che cosa vuoi da me?" la mia voce era scossa da continui tremiti.

Lui mi si fece ancora più vicino annusandomi il collo poi spostò le sue labbra vicino all'orecchio facendomi chiudere gli occhi e tendermisi i muscoli.

"Possibile che tu me lo continui a chiedere, sai benissimo che cosa voglio da te" le sue labbra calde mi mordicchiarono l'orecchio e io presa dal panico gli detti una ginocchiata nello stomaco liberandomi dalla sua stretta, ma caddi all'indietro.

Ogni muscolo del mio corpo era contratto e io ansimavo per la paura e sentivo ancora il suo alito caldo ovunque...tentai di rimettermi in piedi ma vedevo tutto nero, avevo paura, mi pulsava insistentemente la testa e il grigno del killer era vicinissimo a me...

"Ora iniziamo a divertirci..."

La sua voce mi arrivò eccitata e non arrabbiata...

...lui si stava divertendo...

Questo mi fece andare nel panico e cercare con maggior vigore di uscire di lì.

Una voce metallica mi interruppe, proveniva da lontano e sembava ovattata ma distinguevo chiaramente le sue parole.

"Ricordo alla gentile clientela che il centro commerciale chiuderà tra una decina di minuti, Grazie"

Io capii...

Se ero ancora nel centro commerciale se avessi gridato, qualcuno mi avrebbe sicuramente sentito, così presi un profondo respiro, gonfiai i polmoni e spalancai la bocca.






"AHAHAHAHAHAH!!!!"

Mi bloccai.

Era la sua voce, ne ero più che sicuro.

Mi guardai intorno ossevando il vuoto del negozio e notando che non c'era quasi nessuno, le luci si abbassarono.

"Accidenti!"

Dovevo fare in fretta.

Feci qualche altro passo e entrai nel bagno delle donne, aprii le porte una ad una, ma erano vuote, come una furia uscii e entrai in quello dei maschi, ma anche lì lo scenario era lo stesso.

Mi portai le mani tra i capelli.

Dove diavolo l'aveva portata?!

Alla fine del corridoio dei bagni notai un piccolo oggetto nero per terra, lo afferrai.

Grigio e nero, piccolo e con una S attaccata sul di dietro.

Era il cellulare di Sam...sentii un groppo in gola e un altro urlo mi rapì dai miei pensieri, veniva da non molto lonatno...

Iniziai a correre.

Aprii la porta dello sgabuzzino e poi entrai in un'altra stanza.

Trattenni il respiro ma quando entrai era tutto vuoto.

Non c'era neanche l'ombra di una persona, ma mentre pensavo ciò, un odore pungenete e metallico mi colpì in pieno...

...sangue...

Digrignai i denti mentre una ruga di preoccupazioni mi solcava la fronte...non ci voleva molto a capire che di certo non era sangue del killer...

Mi chinai e vidi delle macchie scure allargarsi sul pavimento, se quello era ciò che Sam aveva perso, a giudicare dal colore, il taglio doveva essere piuttosto profondo...

Mi morsi un labbro e mi alzai in piedi, dovevo trovarla!

Stavo per uscire dalla porta opposta quando una figura in un angolo attirò la mia attenzione: era una borsa, nera, un borsone tipo quelli da calcio.

Mi chinai e lentamente aprii la cerniera.

Estrassi dei fogli con delle scritte sopra, non sembravano importanti e li stavo quasi per riporre nel borsone quando la mia attenzione venne catturata dall'immagine di Sam...

Li avvicinai alla mia faccia e mi sentii congelare il sangue nelle vene.

La foto di Sam, presa sicuramente di nascosto, era seguita da altre, mentre faceva azioni quotidiane come mangiare, camminare, lavarsi i denti...

Rabbrividii e pensai alle parole che Sam mi aveva detto prima al telefono: quella borsa doveva essere dell'assasino.

Continuai a leggere e trovai informazioni su di lei e su tutto quello che faceva, sulla sua vecchia residenza, su sua madre, sulle sue amiche e più andavo avanti, più mi rendevo conto che la cosa era più seria del previsto.

Riposi tutto dentro e frugai ancora aprendo le altre tasche.

Il respiro mi si mozzò quando tirai fuori un coltellino, un pugnale con la lama corta, uno con la lama lunga, una corda, delle boccete vuote e altre piene di cui non seppi identificare il contenuto ma sicuramente erano veleni e altri impiastri simili, poi con mio grande disappunto afferrai una pistola calibro diciotto con la fodera e le munizioni di ricambio...

...ma non era finita...

...l'ultima cosa che tirai fuorii fu una mannaia lunga due mani e dall'impugnatura larga...

A quel punto mi venne il capogiro, le lacrime mi salirono prepotentemente agli occhi...perchè??...perchè proprio a lei??

Con un moto di stizza mi alzai in piedi e con una mano mi asciugai gli occhi e una vena iniziò a pulsarmi prepotentemente alla tempia.

Se lui voleva giocare pesante allora lo avrei accontentato.

Una furia cieca si impadronì del mio istinto e tutto quello che avrei voluto vedere era Sam libera e senza neanche un graffio o il killer l'avrebbe pagata cara...

...così inziai a correre...





Ero riuscita a scappare dalla prima stanza, mi ero rintanata in uno sgabuzzino, ma lui mi aveva scoperta nuovamente...

...avevo corso...avevo ansimato...

...mi ero tastata la fronte sporcandomi le mani di sangue, ero impallidita e quasi svenuta, ma dovevo tenere duro.

Le parole che il killer aveva pronunciato dopo che l'autoparlante aveva parlato mi rimbombavano con insinstenza in testa facendomi attorcigliare lo stomaco e tremare il corpo.

Dieci minuti e potremmo iniziare a divertirci...

Strinsi forte gli occhi e purtroppo per la distrazione misi un piede male ruzzolando in avanti.

"Ahi!!"

Mi tappai la bocca sparando che non mi avesse sentito, mi girai a pancia all'insù e mi toccai la fronte che mi pulzava dolorante facendomi venire le lacrime agli occhi.

Il buio era ancora assoluto e avevo perso la cognizione dello spazio...

Non aveva la minima idea di dove mi trovavo, sapevo solo che il pavimento sotto di me era ruvido e freddo e in lontananza intravedevo la luce della luna che filtrava attravarso una finestra posizionata troppo in alto.

Mi morsi il labbro e feci per tirarmi su quando due labbra brucianti e ossessive mi baciarono il collo...

Il respiro mi si mozzò in gola e tentai di scacciare le labbra, allontanarle da me, mandarle via, ma sembravano appiccicate.

Il suo corpo si piegò e si accasciò sul mio, bloccandomi al suolo.

Le sue braccia bloccarono le mie con foga e le sue labbra iniziarono a premere sempre più forte.

Sentivo una paura trepidante farmi salire le lacrime agli occhi mentre lui ansimava ossessivo contro la mia pelle, facendomi male.

"L-lasciami!!!"

Riuscii a tirargli una gomitata al mento e con un grugnito di dolore si scostò dal mio collo mentre sentivo il sangue pulsare con insistenza.

Il mio fiato era corto, avevo gli occhi appannati, i muscoli tesi, le mani tremanti e lo stomaco aggrovigliato...

...non voleva solo uccidermi, no...come aveva detto lui...voleva divertirsi...

La consapevolezza di questo fatto mi colpì in pieno facendomi indietreggiare e tremare, i pensieri sparirono e la paura regnò sovrana.

Feci qualche passo all'indietro, ma mi accorsi che la sua mano stringeva forte sul mio polso impedendomi di andarmene.

Ansimai di nuovo...

"Perchè?...ti prego lasciami stare..." le lacrime salirono prepotenti mentre lui continuava ad avanzare e io continuavo ad indietreggiare.

"Sai Sam, hai reso tutto troppo facile, insomma, hai messo in salvo le tue amiche e poi hai iniziato a scappare nel centro commerciale, troppo prevedibile..."

La sua voce si avvicinava e io continuavo ad indietreggiare non riuscendo a spiccicare parola.

"In fondo, appena si mettono in pericolo i tuoi amici, smetti di pensare razionalemnte e diventi una preda troppo facile da catturare..."con un moto di stizza scosse la testa "ma grazie a questo ho capito che la chiave per arrivare a te, sono i tuoi amici"

Ridacchiò.

"Non ti azzardare a toccarli..."

La voce mi tremava ma una vena mi pulsava insistentemente alla tempia e sapevo che se solo si fosse azzardato ad avvicinarsi a loro gliela avrei fatta pagare...ma aveva ragione...pur di salvare loro, avevo messo in pericolo me stessa...

...stupida!...

Lui rise sommessamente.

"Si, continua a fare l'eroina, ma sappi che forse se tu non l'avessi fatto saresti ancora libera e " si passò la lingua sulle labbra "saresti ancora sana e salva"

Stavo per ribattere ma con un tremito mi accorsi di essere arrivata con le spalle al muro.

Mi guardai attorno ma le mani del killer scivolarono sulle mie spalle bloccandomi contro la parete fredda...

...ero in trappola...

Mi girai appena in tempo per vedere un luccichiò illuminarli gli occhi poi avvicinandosi al mio volto sussurrò.

"...fine dell'attesa, adesso iniziano i giochi..."

Poi le sue labbra si avventarono contro le mie mozzandomi il fiato e facendomi salire le lacrime agli occhi mentre sapevo che i negozi erano chiusi...le mie amiche erano al sicuro...tutti stavano bene...

...speravo solo che facesse  in fretta così tutto sarebbe potuto finire...





Avevo guardato quasi dovunque, i negozi ormai erano chiusi, mancavano al massimo cinque minuti e di Sam ancora nessuna traccia...

No!No!!

Un rumore mi fece trasalire, mi girai, veniva da dietro un'uscita di emergenza.

Corsi il più velocemente possibile...

Appogiai la mano sulla maniglia e con forza aprii.

La luce filtrò attraverso l'oscurità illuminando l'interno.




Con forza gli tirai un ceffone facendolo indietreggiare e barcollare, in quel momento una luce filtrò nella stanza facendomi bruciare gli occhi.

Era una figura scura e in controluce non riuscii a distinguere chi fosse.

Lui entrò nella stanza e mi corse in contro poi le sue mani scivolarono sul mio viso e mi strinse forte a se....Ragazzo Misterioso...

"Sei tu?"

Lui ansimò.

"Per fortuna sei viva..."

Mi diede un bacio in fronte accorgendosi del taglio da cui sgorgava il sangue e un grugnito arrabbiato gli sgorgò dalle labbra.

Un rumore alle sue spalle mi fece trasalire, il killer era ancor lì, il Ragazzo Misterioso si voltò proteggendomi dietro la sua schiena, poi diede una paio di botte e il killer cadde nuovamente all'indietro, ma anche lui gemette dolorante.

"Stai bene?"

Lui parlò senza voltarsi.

"Adesso devi andartene Sam..."

"Non ti lascio qui da solo!"

"Sam, io me la so cavare...tu vai, ci sono le tue amiche fuori che ti aspettano..."

Ma io continuavo a rimanere ferma mentre inspiravo il suo odore di muschio e non volevo separarmi da lui, lui si morse il labbro.

"Ti prego Sam, vattene! Alice e Emily ti apettano fuori, corri con loro a casa e ti prometto che poi verrò da te...non mi succederà nulla..."

"Lo prometti?"

Lui si voltò un secondo baciadomi la guancia.

"Lo prometto! Ma adesso corri!"

Lui mi spinse con un braccio mentre si voltava pronto ad affrontare il killer.

"Te ne pentirai Sam!!Non mi scapperai così facilmente!!"

A quelle parole iniziai a correre presa dalla paura mentre a malincuore lasciavo il mio Ragazzo Misterioso a vedersela con lui.

Chiusi gli occhi carichi di lacrime e tentai di trovare l'uscita nella semi-oscurità del negozio, sperando che non fosse chiuso.

I muscoli mi dolevano e la testa pulsava talmente forte che aveva paura mi potesse esplodere...all'improvviso notai la porta di ingresso e con tutta la forza che mi rimaneva continuai a correre uscendo così all'aria aperta e barcollare alla ricerca delle mie amiche.

Vidi tutto appannarsi e stavo quasi per cadere in avanti quando due bracci mi afferrarono.

"SAM!!!" Alice mi strinse così forte da mozzarmi il fiato, Emily la staccò guardandomi con gli occhi lucidi.

"Per fortuna stai bene!"

"S-si, ma lui è ancora..." non riuscii a finire la frase per le scosse che mi facevano tremare da capo a piedi.

"Ci penseremo dopo, adesso dobbiamo portarla lontano da qui" disse una voce che identificai come quella di Joe, il ragazzo di Emily.

Qualcuno mi sollevò da terra e mi fece sedere sul sedile posteriore di un'auto, Emily mi sostenne la testa e poi l'auto partì mentre lentamente mettevo tutto a fuoco.

Arrivammo a casa più velocemente di quanto avessi mai immaginato, le mie amcihe mi aiutarono ad entrare in casa portando anche dei sacchetti, poi vedendo che mia madre non c'era decisero di rimanere lì con me e fu allora che Joe notò il taglio alla fronte.

"Ma che ti è successo?!"

Io ero sdraiata sul divano e sentii lo scalpiccio di Alice e di Emily che si avvicinavano a me.

"Perchè Joe? Che cosa ha?"

Joe appoggiò la sua mano fredda sulla mia fronte e mi spostò i capelli castani lateralmente mentre una fitta mi faceva tremare.

"Oddio!!" le mie amiche trasalirono e Emily corse in cucina, la sentii armeggiare con gli sportelli e poco dopo mi venne messo il disinfettante sul taglio.

"AH!!"

"Calmati Sam, è solo disinfettante" Alice mi passò una mano sulla spalla mettendosi a sedere accanto a me.

Emily si inginocchiò vicino al divano mentre Joe armeggiava cercando di pulire la ferita.

"Ma cosa ti è successo dopo che sei entrata dentro il centro commerciale?"

Io sentii i ricordi affiorare alla mia memoria e un conato di vomito mi colse, ma riuscii a trattenermi e inziai con molta lentezza a raccontare molto approssimativamente quello che mi era successo, tra una pausa e l'altra mentre tremavo e la testa mi pulsava, vennero a conoscenza di ciò che mi era successo.

"Non mi immagino cosa sarebbe potuto succedere se il Ragazzo Misterioso fosse arrivato dopo..." Emily tirò una gomitata all'amica facendola zittire, ma non importava, sapevo benissimo quello che avevo rischiato.

"Spero che ce l'abbia fatta" disse Emily riferendosi al Ragazzo Misterioso, anch'io lo speravo, ma sapevo che non sarebbe mai riuscito a sconfiggerlo del tutto...

"Il killer cii riproverà...non si arrenderà così facilmetne..."

Alice trasalì alle mie parole e Joe mi osservò con uno sguardo enigmatico.

"Ma adesso che lo sappiamo non ti lasceremo che ti si possa avvicinare così tanto...il punto è che sembra, così..." Joe si intromise "...ossessionato da te"

Lo sapevo e la prova ne era lì dove mi aveva baciato con una foga che mi aveva impaurito più di tutto il resto.

Tirai su una mano, lentamente, andandomi a sfiorare il collo.

"Che cos'hai lì?" io tentai di nascondere il livido violaceo con la maglia, ma Emily mi scostò la mano e scoprì la parte del racconto che le avevo nascosto...

Lo avevo nascosto a tutti.

"Ti ha fatto un....succhiotto?" le mie amiche si guardarono agitate e impaurite.

Io impallidii all'istante mentre capii che finalmente avevano intuito che la faccenda era più grave del previsto.

Joe finì di medicarmi e mi mise una piccola benda da tenere per la notte, le mie amiche mi accompagnarono in camera e dopo essersi assicurate che mia madre fosse tornata le raccontarono che ero inciampata sbattendo la testa e adesso stavo dormendo così se ne andarono a casa dopo le varie chiamate dei genitori e finalmente riuscii ad addormentarmi in un sonno privo di sogni, o forse questo era quello che speravo visto che la realtà di quel giorno era già stata abbastanza inquietante.

Mentre stavo per abbandonarmi nel mondo dei sogni la finestra scattò e una figura entrò in camera, tentai di mettermi a sedere di scatto, ma la testa mi pulsò e una braccio mi afferrò prontamente.

"Non ti preoccupare, sono io"

Io sorrisi al mio Ragazzo Misterioso mentre mi aiutava a distendermi a letto e poggiava sul comodino il mio cellulare.

Poi mentre mi teneva stretta tra le sue braccia e mi sussurrava che non dovevo preoccuparmi perchè tutto si sarebbe risolto, mi addormentai con la testa appoggiata contro il suo petto.

DOMANDE.

1) Pensate che debba cambiare il rating della storia??

2)Credete che il killer sia un maniaco?

3) Devo farlo meno pauroso?

PS: QUI POTETE TROVARE NICK IN VERSIONE KILLER...SPERO CHE QUALCUNO MI DICA CHE NE PENSA...

http://www.flickr.com/photos/excuse_me_sir_ninjaz/4040825127/

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Capitolo 16
*** Riposo forzato. ***


jonas PEGGIUZZ:Ciao! D'accordissimo con te sul fatto che Nick in versione di killer sia piuttosto inquietante...grazie, mi fa piacere che ti piaccia e scusa per il ritardo! KISS
ANNINA94:Scusa per il ritardo con cui ti rispondo, ma l'altra storia purtroppo non riesco più a criverla...perdita di ispirazione! Mi dispiace, ma forse un giorno o se trovo qualcuno disposto a continuarla con me...per ora no, mi disp! comunque grazi mille per i complimenti e sono d'accordo con te nel voler relegare il killer a vita in un ospedale...ma senza di lui non ci sarebbe storia! non ho msn...già, ma lasciamo perdere, comunque puoi trovarmi su FB, tu ce l'hai?? il mio nome è silvia monti! spero di sentirti presto!KISS
STELLALILLY:Ciao! Mi fa piacere che tu recensisca e anche se non l'hai fatto prima, mi fa davvero piacere e spero che non ti stia deludendo! KISS
MISSINBLACK:Ciao! (carino il tuo nick name!!) grazie per i complimenti e mi fa davvero piacere che ti piaccia e aspettiamo per vedere se i tuoi sospetti sul ragazzo misterioso sono giusti o no...KISS
BENNYY:Ciao! Mi fa piacere che ti iaccia così tanto e sono onorata della tua mega-recensione (giuro che l'ho riletta non so quante volte!) comunque sono felicissima che ti abbia preso così tanto la storia, spero che questo capitolo, anche se noioso, non ti deluda! KISSONI
ADA12:Ciao! Scuasa per tutti i dubbi che vi metto, ma giuro che se fossi al tuo posto avrei già ucciso la scrittice (ma ti prego non uccidermi!!") comunque mi fa piacere che ti appassioni e spero che questo capitolo non ti annoi! KISS
CRUELLADEVIL:Wow! Anche io spesso mi sono immaginata Nick Jonas in versione Bad Boy...insomma come si può dire di no??...grazie per i complimenti e mi fa piacere che la storia ti piaccia! KISS
NES95:Cara! come va? mi disp per l'immenso ritardo ma è colpa del computer, comunque per il resto per il ballo ti informa che ti tocca aspettare un po...giiuro che quando arriverà il momento te lo faccio sapere! KISS
MAGGIE__LULLABY:Ciao! Lo so, prima di scoprire chi è il Mistery Man ci vuole un po...ma prometto che tenterò di accorciare i tempi...lo giuro!! Grazie per i complimenti, sono onorata e mi fa davvero piacere che tu trovi la mia scrittura in un qualche modo...decente! KISS
SARETTAJB:Ciao!...io un MITO??? MA stai scherzando??...non esageriamo che sennò divento rossa...comunque grazie infinite per i coplimenti e per risponderti, purtroppo non ho msn...già, discorso da lasciar perdere, comunque puoi trovermi su FB, mi chiamo Silvia Monti...spero di riuscire a parlarti! Grazie mille per le tue recensioni, sono davvero fantastiche!!KISS





Mi scuso immensamente per il ritardo ma avevo il computer fuori uso...^_^'.. e mi scuso anche per la brevità delle risoste alle vostre recensioni, ma vado davvero di frettissima!!comunque vi informo che domenica parto per la Germania per due settimane e non potrò postare per un po'...quindi per farmi perdonare il prossimo capitolo lo anticiperò, postandolo venerdì o sabato!! Intanto mi scuso ancora e spero di non annoiarvi!
KISS Silvy






La testa mi faceva male, mi stiracchiai il corpo intirizzito e lentamente mi misi a sedere sul letto.

Afferrai il cellulare, dove sopra vi era attaccato un post-it giallo.

Riposa bene dolce Sam ^_^ il tuo Ragazzo Misterioso

Io sorrisi e staccai il fogliettino riponendolo sotto il cuscino.

Distrattamente guardai il display del cellulare e vidi l'ora...

"Le 10 e mezzo???"

Come un fulmine uscii dalla stanza e iniziai a scendere le scale, troppo di corsa perchè la testa iniziò a pulsarmi lì dove avevo la ferita.

"Accidenti!" borbottai, poi arrivai in cucina dove mia madre beveva tranquillamente una tazza di caffè.

"Mamma ma perchè non mi hai svegliato?!La scuola è iniziata già da un pezzo!!"

Lei alzò la testa, sorridente.

"Non mi sembrava il caso che tu andassi a scuola oggi, con quel taglio alla fronte è meglio se ti riposi un po..."

poi si alzò e mi si avvicinò circospetta.

"Come ti senti?"

"Abbastanza bene, mi fa un po male, ma credo sia normale..."

Lei mi cinse le spalle con le sue mani.

"Già, Emily ed Alice mi hanno raccontato...solo te puoi inciampare all'uscita del McDonald e andare a sbattere contro lo spigolo del muro!"

Io mi sforzai di sorridere...ma che bella scusa che si erano inventate le mie amiche!

"Comunque sia, quel ragazzo, l'amico di Emily, ti ha fatto una buona medicazione, ma ho chiamato un medico dell'ospedale dove lavoro e ti verrà a fare una visita in mattinata"

Io annui distrattamente mentre i fatti del giorno precedente mi offuscavano la memoria.

"Tutto bene tesoro?" la sua voce era accorata e odiavo quando la gente mi guardava così...

"Si, va tutto bene..."

"Senti, perchè non vai un po a riposarti a letto che io ti porto una tazza di thè?"

"Ok"

Così con le sembianze di uno zombie tornai al piano di sopra e mi fermai in bagno a vedermi come ero ridotta...perchè in realtà anncora non avevo avuto modo di vedermi il taglio.

Con passi incerti mi portai davanti allo specchio e alzai gli occhi sul mio volto riflesso.

"Però..."

Apparte il volto pallido e le occhiaie violacee che si allargavano sotto i miei occhi, avevo una piccola benda sulla parte destra della fronte, nell'angolo, lì dove normalmente avevo i capelli a coprirmi.

Così mi tirai in avanti il ciuffo e tentai di nascondere tutto lì sotto...perfetto!

Ero davvero pallida quella mattina e il mio aspetto non era dei migliori, ma la cosa che attirava maggiormente l'attenzione era quella macchia violacea all'altezza del collo...

Ripensai a ciò che mi era successo e venni percorsa dai brividi...

Scossi la testa e andai in camera dove mi misi un paio di jeans vecchi, una maglia a maniche lunghe e una sciarpa...bhe di certo prima o poi mia mamma mi avrebbe chiesto come mai, ma per ora poteva andare bene, chissà se le mie amiche le avevano inventato una scusa anche su di quello, naturalmente sembrava un semplice livido...

Così afferrai un libro "Maya Fox: la predestinata", l'i-pod e mi infilai sotto le coperte.



"Si, è un taglio profondo, ma non grave, a giudicare da come è messo sembra che abbia perso molto sangue, ma è stato medicato bene e per questo io ti darei solo un antibiotico da prendere cinque giorni" Il dottore si alzò rimettendo le cose a posto nella valigia e mia madre si fece avanti.

"Non ci sono pericoli di un trauma cranico?"

"No...ho controllato e per ora non c'è niente che non va, oggi stai ferma a casa e sarebbe meglio anche domani, mai poi puoi tornare a scuola"

Mi sorrise e io ricambiai di malavoglia mentre guardavo l'orologio, le quattro e mezzo, era da più di mezz'ora che era lì.

Il campanello di casa suonò e mia madre e il dottore scesero le scale.

Sentii delle voci concitate provenire da sotto, poi Alice entrò di corsa in camera mia, mentre reggeva un cestino.

"Ehi! Come va?"

Io sorrisi felice di vederla.

"Abbastanza bene!"

Si sedette sul bordo del mio letto e io mi tirai su incrociando le gambe.

"Che mi racconti?"

Così iniziammo a chiaccherare e a mangiare le paste che aveva comprato al fornaio all'angolo e che tenva nel cestino.

"Ma dai, è buonissima questa al...limone!"

Lei rideva e il campanello suonò di nuovo, sentimmo delle voci e Alice si affacciò a vedere chi era.

"Emily!Joe!"

Entrarono in camera ed entrambi mi salutarono, Emily con la sua solita aria sbarazzina e Joe con i suoi soliti sguardi sorridenti ma enigmatici.

Appena anche loro si sistemarono a sedere, il campanello suonò di nuovo...

Possibile che oggi venissero tutti da me??...non ero certo abituata a tutte quelle attenzioni...

Quando alzai la testa notai stupefatta che Nick stava entrando in camera mia...

Giacca marrone, jeans scuri e sguardo sorridente.

Con la coda dell'occhio notai Emily irrigidirsi e Alice agitarsi preoccupatamente, mentre Joe rimaneva stupefatto e poi guardando Nick che si avvicinava al mio letto e mi salutava con un bacio sulla guancia, un sorriso speranzoso si allargò sul volto del ragazzo di Emily...

...sorriso speranzoso??

Io sentii le labbra calde di Nick che mi sfioravano la pelle e mi sentii lievemente arrossire.

Poi si alzò e mi poggiò sul comodino dei fogli.

"Sono i compiti che hanno dato oggi a scuola" la sua voce era bassa ma nel silenzio ghiacciato che si era creato nella camera, si sentiva perfettamente.

"Come stai?"

"Abbastanza bene...grazie"

Emily lanciò uno sguardo a Joe e lei si avvicinò a me con Alice, riprendendo a parlare, mentre Joe si ritirava più lontano per parlare a Nick.

"Insomma il dottore non ha detto niente di preoccupante?" chiese Emily preoccupata.

"No, devo solo stare a riposo oggi e domani e prendere l'antibiotico per cinque giorni, ma la ferita è stata medicata bene, quindi non ci sono pericoli..." poi mi voltai verso Joe che stava vicino all'amico e gli sorrisi "...e grazie Joe"

Lui sorrise di rimando mentre Emily sembrava particolarmente fiera del suo Joseph.

Che carini!

Poi Alice si voltò a osservarmi.

"Sei un po pallida, ma per il resto mi sembri apposto, ma il dottore ha visto anche..." lei inclinò la testa indecisa indicandosi il collo.

Io mi irrigidii mentre la mia amica mi si faceva vicino cercando di vedere oltre la sciarpa.

"Oh..."

Mormorai mentre iniziavo a srotolarmela dal collo.

Nick aveva fatto un passo in avanti portando la sua attenzione su di me.

Io finii di levarmela e l'appoggiai sul letto mentre Alice aggrottava le sopracciglia e Emily lo osservava preoccupata.

"Non sembra che ti si sia riassorbito un granchè...."

Nick fece un altro passo in avanti mentre i suoi occhi riamnevano fissi su di me.

Alice si intromise.

"...ci credo, è un socchiotto, mica sparisce in un giorno"

Nicholas si bloccò sul posto, strinse forte i pugni e la sua espressione si fece dura, furiosa...

il suo sguardo di fuoco era rapito dalla mia macchia scura sul collo e una vena iniziò a pulsargli alla tempia.

Joe notò la reazione dell'amico e si fece avanti mentre gli metteva una mano sulla spalla.

Alice e Emily erano intente a parlare tra di loro e non si accorsero della sua reazione strana, ma non era finita...

Il Jonas si scostò dall'amico mentre sembrava che una rabbia cieca gli montasse dentro rendendo il suo volto scuro ed illeggibile.

Joe guardò curioso lui, poi me, il mio collo e infine di nuovo Nick...

La sua faccia iniziò a tramutarsi da curiosa a stupefatta...infine sbalordita e arrabbiata...sembrava avesse capito qualcosa.

I loro sguardi si incrociarono.

"Emily io devo andare, Kevin mi aspetta a casa..."

I due si salutarono frettolosamente, poi fece un cenno a me e uscendo dalla porta afferrò per un braccio Nick e insieme se ne andarono.

...che cosa era successo esattamente?...

...perchè avevano reagito così??...

Queste domande mi vorticarono in testa per tutta la sera e anche il giorno dopo quando le mie amiche tornarono a farmi visita, ma Nick e Joe no...non tornarono...

Ero sul divano con mia madre e avevamo appena finito di mangiare, lei leggeva una rivista e io facevo zapping tra i canali cercando qualcosa di decente, quando il telefono di casa squillò.

Mia madre si alzò e la sentii chiedere

"Pronto?"

Dopo qualche secondo di silenzio.

"Posso chiedere chi sta parlando?"

"Ok"

Poi coprì la crnetta con una mano.

"Sam è per te!"

Io mi alzai scocciata e afferrai il telefono dirigendomi in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

Appoggiai la cornetta all'orecchio.

"Pronto?"

"Ciao"

Mi bloccai, le gambe mi si irrigidirono...non poteva essere...

"Allora mi hai riconosciuto " fece una pausa ridendo sommessamente...era lui, non avevo dubbi, era l'uomo del centro commerciale

"So anche dove vivi, visto?"

La mia voce tremava e mi ero appoggiata al muro.

"Come fai ad avere il mio numero di casa??"

"Io so molte cose su di te, non immagini neanche quante"

La sua risata mi fece venire la pelle d'oca...non potevo stare tranquilla neanche a casa.

"Smettila e lasciami in pace! Perchè continui a perseguitarmi??Che diavolo vuoi da me?!?"

Lo sentii sospirare.

"Te lo già detto...dal giorno che ti ho incontrata io ti voglio"

La cornetta quasi mi scivolò di mano, mi appoggiai al muro dove mi portai una mano al collo e il ricordo di ciò che mi aveva fatto mi fece chiudere gli occhi e ansimare.

"T-ti prego...smettila..."

"Mi dispiace, ma non posso...tu sarai mia"

Poi la linea cadde...

"Pronto?...pronto??"

Corsi in camera e mi infilai sotto le coperte mentre accendevo la luce e fissavo pensierosa il cellulare.

Avevo bisogno di sentire la sua voce, così mi sarei calmata.

Posso chiamarti?...

Che succede, stai bene?

Io inizialmente pensai di dirgli una bugia, ma era il mio Ragazzo Misterioso e non potevomentirgli.

...mi ha chiamato a casa...

...chi?

L'uomo del centro commerciale, il killer in nero...ho paura...:-(

Non ti preoccupare, non devi avere paura di lui perchè ci sarò sempre io a proteggerti...comunque chiamami se questo ti fa sentire meglio. :-]

Io digitai velocemente il numero e poi aspettai trepidante che rispondesse.

"Ciao Sam"

Per un attimo mi bloccai...sembrava quasi...

"Aspetta...sembri..."

"Chi?"

Scossi la testa.

"Nessuno, lascia perdere..."

"Come stai?"

"...meglio"

"Ora non posso, ma se ti fa stare meglio dopo passo da te"

"Grazie..."

"Sei sicura che fosse lui?"

"Si..."

Lo sentii preoccuparsi.

"E che ti ha detto?"

"Ha detto che sa dove abito e tante altre cose su di me...ha detto anche che prima o poi sarò sua...ho paura, non voglio vederlo di nuovo..io..."

Il suo tono si irrigidii, forse anche lui stava pensando a quello che mi aveva fatto...

Sembrò però che il suo tono si fosse addolcito.

"Non ti preoccupare, sai che puoi contare su di me"

"Già...grazie per tutto...non so cosa sarebbe potuto succedere se l'altro giorno non fossi arrivato in tempo..."

"Non ci pensare perchè ci sarò sempre e non gli premetterò più di avvicinarsi così tanto a te"

La sua voce sembrava rabbiosa.

"Non ti preoccupare, sto bene"

"Certo...a parte il taglio...e, il resto..."

Io rimasi un attimo in ascolto della sua voce che riusciva sempre a tranquillizzarmi.

"Buona Notte Sam e dormi bene"

"Grazie...buona notte"

"E dormi tranquilla che ci sarò io a vegliare su di te..."

Io mi sentii arrossire e chiusi la chiamata infilandomi nelle coperte cercando di immaginarmi ilsuo aspetto e ringraziandolo mentalmente per tutto quello che faceva per me.



                     XXXXXXXX

Stiracchai le braccia spegnendo la sveglia.

Finalmente oggi sarei tornata a scuola...finalmente?!...no, ma il fatto era che mi stavo stufando di rimanere sempre a letto senza fare niente e dopo quello che era successo la sera prima, preferivo di gran lunga stare con le mie amiche.

Infilai un pai di jeans, stivali bassi neri e una felpa grigia, poi mi avvolsi la sciarpa intorno al collo e fui prnota.

Mi madre insistette nel volermi portare lei a scuola.

"Sarai a casa oggi?"

Lei scosse il capo.
"No, purtroppo ho già chiedsto di rimanere a casa due giorni per starti vicina e adesso mi tocca recuperare il lavoro che ho perso"

Io annui mentre aprivo lo sportello e il freddo invernale mi investiva.

"A stasera"

"Ciao tesoro"

Sorrise e con la macchina se ne tornò via.

Io feci qualche passo malfermo tornando a respirare l'aria aperta e freddissima.

Rabbrividii leggermente e mi strinsi di più nel giubbotto nero, poi camminai fino alla panchina dove mi misi a sedere ad aspettare le mie amiche.

Appoggiai la cartella e mi piegai in avanti a raccattare l'i-pod che mi era caduto di tasca, in quell'istante la sciarpa si srotolò,ma non avevo nessuno in torno e quindi non me ne preoccupai.

Lentamente mi tirai su e incrociai le braccia, quando mi accorsi di qualcuno che si trovava alle mie spalle, non feci in tempo a girarmi che una mano fredda mi sfiorò la pelle, il collo e mi sistemò la sciarpa mentre le sue labbra bollenti mi sfioravano l'orecchio sussurrando.

"Attenta che così ti si vede"

La voce di Taylor era sinuosa e mi fece venire i brividi.

Feci un salto spostandomi da lui.

"Vattene via Taylor!"

Lui sorrise sfiorandomi la guancia con un dito e notai che all'anulare della mano portava un pissolo anello d'argento con tanti piccoli rubini rossi...un anello piuttosto particolare e strano se si aggiunge che lo portava un diciassettenne.

Io lo allontanai.

Lui sorrise ammicante con il suo sguardo color onice fisso su di me e il suo sorriso bianco pieno di sottintesi.

Afferrai lo zaino e corsi in contro alle mie amiche che vedevo in lontananza.




La lezioni di matematica mi stava letteralmente concigliando il sonno e facevo fatica a tenere gli occhi aperti e Nick accanto a me sembrava rigido e fissava il suo sguardo in un punto davanti a se.

"Vi ricordo inoltre che domani abbiamo il compito e che mi aspetto dei buoni risultati"

La campanella suonò e io mi stiracchiai e quando alzai lo sguardo mi trovai la professoressa che mi fissava e così mi alzai.

"Signorina Knight non so dove lei era arrivata nella vecchia scuola, ma in questa classe siamo piuttosto avanti con il programma e quindi le consiglierei di studiare per bene, non contando che negli ultimi due giorni non c'è stata, non credo sia pronta per il compito...le suggerisco di studiare con qualcuno della classe...per esempio il signor Alex"

Io annuii ma Nick si alzò e si fece vicino a e.

"Professoressa posso aiutarla io"

Lei sembrò scrutare il ragazzo poi sembrò annuire.

"Si, perchè no, hai la media alta quanto quella di Alex, spero che le possa essere utile Sam"

Io annui distrattamente mentre lei se ne andava.

"Allora eravate così in dietro nella tua vecchia scuola?"

"Veramente non me lo ricordo...di matematica non ho mai capito niente..."

Lui scosse la testa ridacchiando.

"Perfetto mi sa che ci tocca partire dall'inizio...vengo a casa tua?"

Io annui non del tutto convinta, dopo la reazione che aveva avuto due giorni prima alla vista del livido sul mio collo, mi sembrava cambiato.

"Ok"

"Allora vengo, diciamo verso le quattro?"

"Ok"

Lui sorrise guardandomi fisso e io mi sentii a disagio, così afferrai le mie cose e mi diressi verso l'uscita dove trovai le mie amiche.

"Allora come va?"

"Tutto ok, domani mi aspetta un compito di matematica di cui non so assolutamente niente!"

Alice ridacchiò.

"La vostra classe è molto avanti rispetto a noi, comunque dovresti chiedere a qualche compagno di darti una mano"

Io annui sarcasticamente.

"Non ti preoccupare, per questo ci ha già pensato la professoressa, Nick viene a casa mia oggi e facciamo un ripasso completo"

Alice si bloccò.

"Sam, te l'ho già detto, devi stare attenta a lui, è pericoloso e insomma..."

Emily rimase zitta e fissarmi.

"Non ti preoccupare, starò attenta..."

Così continuammo a camminare verso casa.



...nello stesso momento nel corridoio della scuola con Taylor...




Taylor lo afferrò per un braccio e si addossarono al muro mentre gli altri ragazzi continuavano a passare ridacchiando.

"Allora?"

"Si, tutto come previsto"

Una vena inziò a pulsargli alla tempia mentre non riusciva a guardare Black in faccia.

Taylor se ne accorse e lo osservò.

"C'è qualcosa che non va?"

"...no...che devo fare?"

Taylor si passò la lingua sulle labbra sorridendo.

"Continua...spaventala, ma ricordati che si deve fidare di te, voglio che tutto sia pronto per il ballo"

L'altro fece un passo in dietro, non convinto mentre chiudeva gli occhi.

"...mi sembra che sia già abbastanza spaventata per quello che è successo...potremmo anche smettere..."

Black allargò gli occhi mentre un sorriso complice e furbo gli nasceva sul volto abbronzato.

"Ti stai rifiutando di eseguire la tua missione? Mi sembrava di averne già parlato..."

L'altro alzò gli occhi fissandoli in quelli del ricco diciassettenne.

"Si, ne abbiamo già parlato..."

"Bene" disse compiaciuto afferrando lo zaino e buttandoselo sulla schiena.

L'altro si girò incamminandosi verso l'uscita.

Aveva appena messo un piede fuori quando la voce di Taylor lo bloccò.

"Ah...Jonas...vedi di non sbagliare questa volta o mi toccherà intervenire di nuovo"

DOMANDE:

1)Che ne pensate delle reazione di Nick davanti al livido di Sam???

2) Come mai nick si è proposto di aiutare Sam  e cosa succederà nel pomeriggio?

3) Cosa vuol dire il discorso tra Taylor e il jonas in fondo, all'uscita della scuola??

RAGAZZE RICORDATE CHE LE VOSTRE RECENSIONI SONO LA MIA ISPIRAZIONE E VI RINGRAZIO IMMENSAMENTE PER SEGUIRMI COSTANTEMENTE, SIETE LE MEGLIO!!kiss


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Capitolo 17
*** Una nuova certezza ***


JONAS

ANNINA94:Bhe, in effetti hai una bella teoria e su qualcosa ci puoi aver azzeccato, ma su altre no...anche se come idea non è male...^_^...comunque grazie per aver risposto alle domande e mi disp che tu non abbia fb, poi sarò curiosissima di sapere la tua teoria sul passato di Sam...leggendo questo capitolo..anche se naturalmente la rivelazione ancora non c'è...però ci siamo vicini! KISS

MAGGIE__LULLABY: Personalità multipla??...in effetti non avevo mai considerato l'opportunità che Nick avesse una personalità multipla...ma comunque la fantasia non ti manca!! Comunque sia come preciso di seguito, il Jonas che parlava con Taylor è proprio Nick, Joe sta cercando di impedire che Nick esegua la missione e Kevin (per quanto appaia poco nella storia...già, lo so e mi dispiace un sacco...:-( Grazie mille per le tue teorie e volgio quale saranno le risposte alle domande di questo capitolo...hihi KISS

ADA12:Wow! Ho trovato un'altra fan di Maya Fox! (detto tra noi, secondo te Nick è un po misterioso tipo Trent, no??) comunque quante volte hai modificato la recensione? Bhe, comunque sia le tue supposizioni non sono male e non vedo l'ora di vedee le risposte alle nuove domande...KISS

PEGGIUZZ:bhe, detto tra noi il ragazzo misterioso non ha visto il livido perchè era buio e comunque sia mi fanno piacere le tue supposizioni, diciamo che in questo capitolo non ti svelerò ciò che vuoi...ma qualcosina si potrebbe iniziare a capire sul passato di Sam! ^_^ KISS 

MISSINBLACK:Mi dispiace confessartelo, ma il bacio ancora non c'è...ma ci sarà...^_^ (accidenti parlo troppo!!) comunque il jonas che parlava con Taylor era Nick e non il povero Joe che non s'immischia più in queste faccende! Comunque sia non vedo l'ora di sapere che ne pensi di questo capitolo!! KISS

STELLALILLY:Sul serio? Insomma se non ci capisci niente non credo di essere così brava...anche se in effetti i misteri a questo punto sono un po troppi...^_^...bhe qui si potrebbe intuire qualcosa sul segreto di Sam...che ne pensi di questo capitolo? KISS

SARETTAJB:Bhe sul fatto che joe sia buono concordo con te, infatti lui non c'entra niente, era Nick che parlava con taylor... ed è Taylor che sta creando questa grande confusione. Per ora in questo capitolo (forse meno teso e più rilassato degli altri) si intuisce qualcosa...te che ne pensi? KISS

BENNYY:Ciao straconfusa...mi dispiace torturarvi con tutti questi misteri, ma è la storia che me lo impone (oddio, detto così sembra che la storia comandi su di me...^_^)  forse qui si può molto lontanamente intuire qualcosa, ma almeno questo è un capitolo tranquillo e meno teso in cui vedremo la relazione Nick/Sam...tu che ne pensi? Sono curiosissima di vedere come risponderai alle domande alla fine del capitolo...grazie ancora per i complimenti!!KISS

Salve a tutti! Ed eccomi qui in partenza! Premetto che questo capitolo non è questa bellezza e che ho fatto di meglio, ma potrete forse intuire il passato di Sam...naturalmente non è questo il momento della "rivelazione" ma ci va molto vicino...inoltre se avessi avuto più tempo credo che avrei riscritto la parte finale che non mi piace molto, ma così è andata!!

CHIARIMENTO: KEVIN E JOE SONO CAMBIATI E QUINDI L'UNICO AD AVERE ATTIVITà LOSCHE E' NICK...QUINDI IL JONAS CHE STAVA PARLANDO CON TAYLOR E' LUI...Joe ha intuito quello che sta succedendo ma non può fare nulla contro Taylor.

Come entrai in casa, un odore delicato di muffin mi avvolse.

Chiusi gli occhi e inspirai profondamente mentre appoggiavo lo zaino accanto al divano.

"Mamma?"

Sentii un rumore di uno sportello che si chiudeva, poi una cascata di capelli chiari spuntò dalla cucina.

"Bentornata!"

Io le diedi un bacio sulla guancia mentre mi levavo la giacca.

"Hai fatto i muffin??"

"Si"

Io corsi in cucina afferrandone uno, poi mi ricordai che in teoria lei in quel momento non sarebbe dovuta essere a casa.

"...ma non dovevi essere a lavoro?"

Io mi appoggiai al tavolo mentre lei dava uno sguardo fugace all'orologio che teneva al polso.

"Già, avevo la pausa di un'ora e sono tornata a casa a fare un po di muffin, però ora mi tocca tornare e non so, forse tornerò stanotte tardi...com'è andata oggi?"

"Tutto bene..."

"Hai da studiare per domani o ti vedi con le tue amiche?"

Io inclinai il capo.

"Veramente devo studiare perchè ho un compito in classe...e mi viene a dare una mano Nick"

Io mi morsi in labbro mentre notai il suo sorrisetto sospettoso che le si allargava sul volto.

"Mamma non ti preoccupare, non mi piace..."

Mi rigirai il muffin tra le mani mentre cercavo di interpretare la sua rezione.

"Oh!Certo che non ti piace..."

Io sospirai, meno male, finalmente l'aveva capito.

"...tu ne sei innamorata"

Allargai gli occhi e mi andò di traverso un pezzo di squisito muffin alla cioccolata.

"Ma che cosa dici?!?"

"Bhe a te lui piace, ne sono sicura, l'ho notato dal modo in cui lo guardavi..."

Io scotei la testa, mia madre era davvero una persona troppo fantasiosa.

"Si, si, certo...come no..."

Lei afferrò un dolce e lo avvolse in un panno.

"Bhe ora devo andare, ma poi voglio sapere com'è andata"

Io rassegnata annuii e lei mi diede un bacio sulla fronte.

Osservai la sua macchina lasciare il parcheggio davanti a casa e in quell'istante notai la figura di Nicholas che camminava in fondo alla via.

Presi lo zaino e lo portai in salotto, tirando fuori i libri di matematica, poi dopo aver sentito il campanello suonare, andai alla porta e l'aprii.

Per un momento rimasi impalata ad osservarlo mentre sorrideva : lì, fuori dalla mia porta.

I capelli ricci tutti scompigliati, i jeans stretti e la maglia aderente grigia che spuntava da sotto la giacca nera di pelle.

Il sorriso lieve, leggermente accennato sul volto.

"Allora?" chiese lui mentre i miei occhi non riuscivano a staccarsi dal suo volto.

"...oh...ehm, vieni, entra" così mi girai per farlo passare mentre inevitabilmente arrossivo.

Nascosi il viso facendomi scivolare il ciuffo castano sul viso.

"Ehm...vado a prendere i muffin in cucina, tu accomodati pure...." dissi neanche voltandomi per impedire che vedesse le mie guance paonazze.

Così corsi in cucina e mi appoggiai al muro...respira, inspira...ma perchè ero arrossita?

Feci un respiro profondo, poi afferrai il vassoio con i muffin e mi diressi in salotto, dove li appoggiai sul basso tavolino in legno davanti al divano.

Mi girai.

Ma lui dov'era?

Mi voltai osservando in torno a me, ma lui non era lì, poi con qualche passo incerto andai nel corridoio che portava dall'ingresso alla cucina.

Mah...sembrava scomparso...

Mi girai all'indietro sentendo un rumore...

Andai a sbattere contro qualcosa di duro e barcollai all'indietro prima che qualcuno mi afferrasse il braccio, sostenendomi.

"Tutto bene?"

Sbattei gli occhi cercando di capire contro cosa ero andata a sbattere....contro Nick.

"Bhe...non ti trovavo, così sono venuta a cercarti..." mi bloccai quando mi accorsi che il suo braccio era avvolto intorno alla mia schiena e che il suo volto era a un soffio dal mio.

"Comunque tu hai davvero poco senso dell'equilibrio" poi mentre i suoi occhi color nocciola sembravano non voler abbandonare i miei, mi aiutò a rialzarmi.

Appena toccai terra mi passai una mano tra i capelli cercando di ricompormi, poi mi diressi in salotto.

"Ok, qui ci sono dei muffin se ti vanno"

Lui si sedette sul divano, poi afferrò quello con le gocce di marmellata e ne diede un morso.

"Buono"

Io annuii mentre sistemavo i libri sul tavolino.

"Li ha fatti mia madre"

"E' davvero brava" diede un altro morso mentre io prendevo il diario guardando cosa avevo da ripassare per il compito.

"Da dove partiamo?" chiese lui, scivolando di sotto dal divano e appoggiando i gomiti sul tavolo, accanto a me.

"...mhm...nel compito ci sono le disequazioni di primo grado, le equazioni fratte e non, di secondo grado e i sistemi..."

"E cos'è che ti riesce peggio?"

Io mi morsi il labbro passando un dito sul bordo del diario.

"Veramente...direi...le equazioni, i sitemi e...le disequazioni..."

Lui rise.

"Cioè tutto?"

Io mi voltai a guardarlo alzando le spalle.

"...più o meno..."

Lui sospirò poi mi prese il libro di mano.

"Va bene, allora iniziamo dalle equazioni di primo grado"



Così il tempo iniziò a passare, l'imbarazzo iniziale sparì, le mie domande e incertezze sulla matematica erano più che evidenti e lui con tutta pazienza mi spiegava ogni singolo dettaglio e scoprii così che era molto più bravo di quello che credevo.

Strano...non l'avrei mai detto che potesse essere bravo a scuola, eppure da quando ero la sua vicina di banco non mi era parso che seguisse le lezioni, anzi, sembrava totalmente assente con la testa durante le ore di scuola!

Le lancette dell'orologio giravano veloci e le mie lacune sulla matematica svanivano lentamente.

Ma più io iniziavo a capire e rilassarmi della presenza di Nick, più lui ridacchiava e mi faceva domande non inerenti alla scuola, portandomi a parlare di tutt'altro.

"E quindi hai finito per rovesciarti l'esperimento a dosso?"

Io alzai gli occhi al cielo con il gomito appoggiato al tavolo e la testa sorretta dalla mia mano, rivolta verso Nicholas.

"Già...e la professoressa aveva appena detto di fare attenzione che se riuscivamo a farla bene, era molto corrosiva..."

Lui ridacchiò appoggiato con la schiena al divano e il volto nella mia direzione.

"...ed era corrosiva la vostra?"

Io mi passai i capelli dietro l'orecchio.

"Per fortuna no, avevamo sbagliato la dose degli ingredienti e quindi non mi è successo nulla, però è stato un vero disastro, era tutto appiccicoso"

Lui sorrise ancora sporgendosi in avanti mentre continuava a guardarmi.

"Quindi non è che ora sei disattenta, insomma, sei sempre stata un impiastro..."

Io incrociai le braccia fintamente arrabbiata.

"Cos'è Jonas, stai cercando di fare il simpatico?"

Lui si avvicinò con il volto serio.

"Perchè, mi sta riuscendo?"

Io ridacchiai e lo allontanai da me con una mano mentre sentivamo l'orologio di cucina rintoccare, scandendo le otto.

"Però, si è fatto tardi, è da quattro ore che stiamo studiando!"

Lui annuì.

"Già, sei davvero una schiappa a matematica"

"Smettila Jonas che sennò ti chiudo al ghiaccio fuori di casa!"

Lui tirò su le mani in segno di arresa.

"Va bene, però dovremmo fare una pausa..."

"...ma se non abbiamo fatto altro che parlare fin'ora!"

"Bhe, però prima abbiamo ripassato tutto per il compito, no?"

Io annui.

"Che ne dici di ordinare una pizza?" propose mentre io sorridevo...amavo la pizza!

"Certo!...ma non ho idea di dove si potrebbero prendere"

Lui tirò fuori il cellulare.

"Ci penso io"

Poi si alzò avvicinandosi alla finestra.

Dopo qualche minuto si voltò verso di me scostando il cellulare dall'orecchio.

"Che pizza vuoi?"

Io ci pensai un momento.

"Con il prosciutto crudo"

Lui mi dette un'occhiataccia divertito poi continuò a chiaccherare.

"...si una con il prosciutto crudo e una con l'ananas...si...e l'indirizzo è via White Garden numero 15

...ok...va bene, grazie"

Riagganciò e si voltò verso di me, tornando a sedere alla mia sinistra.

"Arriveranno tra circa un quarto d'ora"

Io chiusi il libro mettendoci una matita in mezzo per non perdere il segno.

"Ma tua mamma dov'è?"

"A lavorare. E' stata con me questi due giorni e quindi ha dovuto recuparare il tempo perso e rimarrà anche per il turno di notte, però non so a che ore tornerà"

Lui incrociò le gambe appoggiandosi al divano.

"Ma non ti scoccia il fatto che spesso sia fuori e ti lasci a casa da sola?"

Io inclinai il capo, certo che mi pesava!

"Si, però non posso farci niente, quando è a casa stò con lei cercando di sfruttare il tempo che passiamo insieme"

Lui annui in silenzio perso in pensieri a me sconosciuti.

Poco dopo Nick andò alla porta e prese le pizze pagando lui, nonostante io avessi nsistinto nel voler pagare anche la mia parte.

Io andai in cucina a prendere una bottiglia di coca-cola e due bicchieri.


XXXXXX



"Ma hai già quasi finito la tua pizza!"

Lui ridacchiò.

"Bhe, non sono lento come te"

"Ma finiscila!"

Lo spintonai leggermente mentre lui afferrò un mio pezzo di pizza.

"Ehi è mia!"

Io tentai di riprendergliela, ma finii solo per fare cadere il prosciutto e spargermi il pomodoro sulla faccia.

Lui iniziò a ridacchiare sommessamente mentre io tentavo di pulirmi la faccia con un fazzolettino.

Credetti di aver pulito tutto, ma lui continuava a guardarmi e a ridacchiare.

"Cos'hai da ridere?"

Lui tentò di tornare serio mordicchiandosi il labbro, poi prese il suo pezzo di scottex e si mise in ginocchio avvicinandomisi.

Si chinò su di me, che stavo a sedere e con una mano mi afferrò il mento, mentre con l'altra mi puliva tra la bocca e la guancia, delicatamente.

La sua pelle a contatto con la mia mi fece vibrare e una stretta allo stomaco mi immobilizzò, ma non era una stretta di paura perchè lui era un killer ed era con me da solo in casa mia, bensì era una stretta dolce e piacevole, come se avessi le farfalle nello stomaco.

I suoi occhi concentrati mi incantarono e io rimasi a fissare il color caffè che gli illuminava e che gli faceva sembrare scuri e misteriosi, ma in quel momento erano illuminati da una sfumatura di dolcezza che non avevo mai notato.

Rimasi immobile fino a quando lui non si staccò e mi lasciò andare il volto, tornando a sedersi al suo posto.

"Adesso va meglio"

Io annui lievemente passandomi una mano imbarazzata tra i capelli.

"Grazie..." sussurrai.

"Figurati"

Presi un altro pezzo di pizza e lo addentai cercando di rompere il silenzio, lui fece lo stesso con la fetta che mi aveva fregato.

"Bhe, spiegami una cosa, ma non hai mai studiato matematica?"

Io ingoiai il boccone prima di rispondere.
"Diciamo che non ci ho mai capito niente e quindi ho deciso di studiare sempre meno"

Lui continuò a mangiare, poi io mi raddrizzai osservandolo.

"Spiegami perchè ti sei offerto per darmi una mano, insomma, non credo che sia stata una cosa divertente fare il tutor..."

"Bhe, sei la mia compagna di banco e mi sembrava in mio dovere" poi lui ridacchiò e io feci lo stesso.

"Va bene, e la vera ragione?"

Lui bevve un sorso dal bicchiere poi mi osservò per un lungo istante.

"Stare con te è più facile che con tutti gli altri...mi sento a mio agio e sento che mi guardi come se fossi uno normale. Di solito tutti mi guardano come se avessero paura di me e mi evitano per colpa di quello che si dice su di me...insomma, è da tanto che non mi sentivo così...normale."

Io rimasi un momento incantata a guardare la sua testa che si chinava in avanti.

Non avrei mai creduto che mi dicesse una cosa del genere, lo capivo, e mi dispiaceva per lui.

A volte la gente ha degli atteggiamenti sbagliati che finiscono per ferirti senza che tu te ne renda conto e la sua improvvisa schiettezza era stata imprevista e mi aveva lasciata leggermente intontita.

Vederlo in quel momento così fragile e in un certo senso senza maschera mi fece venir voglia di abbracciarlo.

Gli strinsi la mano e lui alzò il capo guardandomi negli occhi.

Poi dopo qualche secondo mi mordicchiai il labbro.

"...v-vado a prendere una bottiglia d'acqua che quella della coca-cola è finita..."

Mi alzai e afferrai la bibita vuota e camminai fino alla cucina.

Aprii il frigo e presi quell'altra tornando in dietro.

L'appoggiai sul tavolino, ma lui non era più a sedere, era in piedi vicino alla finestra a guardare qualcosa sopra la mensola.

Io mi avvicinai alle sue spalle mentre lui ridacchiava.

"Da piccola avevi un cesto di capelli..." continuò a ridacchiare mentre io facevo segno di no con la testa.

Poi si voltò verso di me con aria circospetta.

"Perchè ci sono solo foto tue e di tua mamma?...tuo padre non c'è mai..."

Il ricordo del suo volto mi colpì come una furia e rippe quell'istante di serenità che avevamo creato.

"...lui..."

Arretrai e sentii tutti i ricordi tornarmi alla mente, confusi, veloci, potenti.

No...non ce la fecevo, non ora...mi tornò in mente la partenza, il mio cellulare e le sue chiamate continue...il dolore e la promessa che avevo fatto a me stessa.

Il pianto di mia madre in piena notte, soffocato, per cercare di non svegliarmi, le sue occhiate piene di incoraggiamento.

"Sam?" vedevo lo sguardo di Nick farsi serio e allarmato mentre i pensieri si impadronivano di me, senza controllo...Quando mi aveva detto la verità, quando mia aveva stretto tra le sue braccia, quando mi ero promessa che non avrei pianto, che sarei andata avanti senza pensarci.

Avevo spalancato gli occhi, poi chiusi stretti, avevo impedito alle lacrime di uscire, avevo sorriso a mia madre, l'avevo aiutata, sostenuta, mentre continuavo a tenermi dentro la verità, il peso di ciò che era successo e il mio silenzio.

"Sam, stai bene?" la voce di Nick seriamente preoccupata...

"...si...io..."

Non l'avevo mai detto a nessuno e non ce la facevo più.

Chiusi gli occhi mentre la mente mi si offuscava di tanti pensieri, ricordi...il volto di mio padre.

L'ultima volta che l'avevo visto: non negava, stava zitto e teneva lo sguardo basso.

Quello che aveva fatto a mia madre, tutte le bugie che aveva detto...su tutto...su i suoi viaggi...sul suo lavoro...

Barcollai all'indietro mentre sentivo un dolore lancinante al petto e portavo una mano a stringermi la maglia...cercai di aggrapparmi al divano, tentai di respirare regolarmente, ma sentivo un groppo in gola e tremavo, sentii il volto caldo e le gambe molli mentre le orecchie mi fischiavano.

Il peso era diventato troppo insopportabile, non ce la facevo.

Aprii gli occhi ma vidi tutto appannato e capii che le lacrime, quelle che tanto avevo represso, stavano per sovrastarmi.

"Scusa...i-io..."

Mi voltai velocemente iniziai a correre verso il bagno.

Volevo scappare dalla vista di Nick, ma lui mi afferrò il braccio.

Mi fece voltare e cercò il mio sguardo, ma io non volevo che mi vedesse così.

"Sam?...ma che succede?"

La sua presa si fece più forte tentando di avvicinarmi a se, ma io non volevo.

"...niente, ti prego, vattene..."

Con uno strattone mi strinse tra le sue braccia mentre tentava di dirmi qualcosa per farmi calmare, ma no, io non volevo...misi le mani contro il suo petto e tentai di allontanarlo,poi iniziai a tiragli i pugni per mandarlo via, mentre lacrime calde iniziavano a rigarmi il viso...

In quel momento capii che il ricordo mi aveva sovrastato e tra singhiozzi strozzati cedetti, facendomi finalmente avvolgere dalle braccia rassicuranti di Nicholas.

Io tremavo, le lacrime mi rigavano il volto e i singhiozzi mi facevano sobbalzare.

Lui mi strinse sempre di più, appoggiò una mano sulla mia testa e iniziò ad accarezzarmi mentre mi sussurrava all'orecchio parole per farmi tranquillizzarmi, mi diceva che andava tutto bene, che tutto era passato.

Scivolammo a terra, accanto el divano e lui si appoggiò con la schiena al divano mentre io mi stringevo al suo petto e tentavo con tutta me stessa di fermare quel fiume di ricordi che mi stava invadendo, facendomi dire frasi spezzate.

"Lui...è tutta colpa sua..." un sighiozzo mi fece interruppere e un groppo in gola mi faceva tremare.

"Mia mamma piangeva...l'ho sentita...di notte...lei non voleva che io sentissi..."

"Stai tranquilla, passerà tutto"tentò lui.

"No, lui non sa dove siamo...lui...l-lui ci ha mentito...quello che faceva..."

Nick mi strinse ancora di più a se mentre sentivo le sue mani calde scivolarmi sul volto per mandare via le lacrime.

"Ma...è-è...è stato lui...lui le ha uccise, era il suo lavoro...ha tradito mamma con tutte loro...e poi..."

No, non ce la facevo ad andare avanti.

"Non ti preoccupare, non devi dirmelo per forza, lascia perdere, ora stai bene, state bene e non devi più pensare a lui. A scoltami Sam...hai capito?"

Io annui lentamente mentre tiravo su con il naso e le ultime lacrime mi scendevano silenziose fino al mento.

Nick mi appoggiò il pollice sulla guancia e strinse la mia testa contro il suo petto mentre continuavo a dire frasi senza senso, a singhiozzare e a stringere la sua maglia.

La sua voce si intrufolò nelle mie parole, nei miei pensieri e asciugò le mie lacrime.

Sentii un tepore caldo avvolgermi e mi accorsi che mi aveva avvolta con una coperta, la sua voce mi sussurava all'orecchio e non mi lasciava un attimo sola.

Fino a quando sentii la testa pesante e i pensieri appannarsi, scomparendo e lentamente sprofondai in un dolce e buio sonno.






Le accarezzai un'altra volta i capelli e le spostai un ciuffo dalla fronte, liberandole gli occhi chiusi e il volto rosso.

La sua testa era appoggiata al mio petto e da poco aveva smesso di farfugliare frasi sconnesse.

Qualcosa mi scuoteva dentro e un dolore non per me, ma per lei, mi dava un senso di freddo e me la faceva stringere.

La osservai mentre con la bocca semi-aperta dormiva appoggiata a me.

Il volto era ancora rigato da lacrime di sofferenza che mi avevano scosso.

Adesso era lì, indifesa, fragile, sola...sarebbe stato il momento giusto...perfetto...

Con una mano scivolai sotto la mia maglia sentendo la lama fredda nascosta nella taschina interna.

L'afferrai.

Iniziai a estrarla quando lei si mosse appena e pronunciò una parola nel sonno.

"...grazie..."

Lieve, sussurrata, solo una parola, ma mi aveva immobilizzato.

Guardai i suoi lineamenti fini, le guance piene e il mento appuntito, le accarezzai la schiena e le strinsi la mano chiusa sulla mia maglia.

Aveva bisogno di me.

Non potevo...non ce la facevo...

Qualcosa dentro di me si stava ribellando, sentivo una stretta piacevole che mi faceva provare una tenerezza infinita.

Sentivo il suo minuto corpo sppoggiato al mio e vedevo come era fragile, piccola, la sua allegria innocente mi aveva stregato, e avevo scoperto che dietro la sua facciata c'era ben altro.

La sofferenza che l'aveva colta poco prima mi aveva spaventato, avevo sentito un bisogno disperato di proteggerla di riuscire a starle vicino, di mandarle via i ricordi che la stavano assalendo.

Più guardavo il suo volto finalmente asciutto e il suo corpo inerme e non scosso da continui singhiozzi e più provavo un sentimento di disagio, avrei voluto strarle vicino per salvarla, per proteggerla, per impedire che qualsiasi altra cosa brutta le potesse succedere.

Volevo proteggerla dai suoi ricordi e dal padre stesso, dal male che il padre le aveva fatto e che la tormentava.

Allentai la presa sulla lama e la lasciai ricadere all'interno della taschina.

Non avevo capito quale era il tormento del padre e ciò che lui gli aveva fatto veramente, ma non me l'ero sentita di chiederglielo, non dopo lo sfogo che aveva avuto...

Le sfiorai la guancia con il palmo della mano e le strinsi la coperta ancora di più in torno.

Poi le passai una mano sotto le ginocchia e con un'altra le strinsi le spalle e alzandomi mi strinsi il suo corpo al petto.

Andai alle scale e le salii fino ad arrivare davanti a camera sua.

Inginocchiandomi l'appoggiai sul piumino e poi le risitemai sopra la coperta scostandogli i capelli dal volto.

Scesi mettendo a posto i cartoni delle pizze e la bottiglia, poi presi i libri e li rimisi nella cartella azzurra e salii nuovamente le scale appoggiandole lo zaino ai piedi del letto, poi con una stretta allo stomaco nel vedere il suo fragile corpo, mi chinai e la baciai sulla fronte.

Poi dopo aver sentito la madre rientrare dal lavoro, mi alzai dal letto su cui mi ero disteso accanto a lei per starle vicino e afferrai la giacca.

Mi voltai un'ultima volta a guardarle il volto fnalmente disteso e sanza lacrime e mi avvicinai al letto.

Le rimboccai le coperte.

Rimasi immobile un altro minuto a guardarla, poi mi diressi verso la finestra.

No, non avrebbe più sofferto.

Non potevo continuare.

Per la prima volta capii che ciò che facevo era sbagliato e che il motivo per cui dovevo smettere, il motivo per non essere più un assassino era proprio davanti a me.

Mi girai e saltai nella notte fredda guardando la luna, una nuova e rassicurante luna mentre una nuova certezza nasceva dentro di me...

DOMANDE

1) che ne pensate di questi nuovi momenti insieme in cui Nick finalmente non ha più l'aria da killer famelico??

2) Avete forse capito o intuito o potete azzardare un'ipotesi su quale è il passato di Sam e il suo segreto?

3) Qual'è il capitolo e il momento che preferite dall'inizio della storia??

PS: SE AVETE DUE MINUTI POTETE PASSARE DA QUESTO LINK...è IL MIO PRIMO VIDEO POSTATO SU YOUTUBE DOVE C'è NICK E ANCHE SELENA...MI DISPIACE PER COLORO A CUI NON PIACE, MA MI PIACEREBBE SE VOI LO GUARDASTE, MI FAREBBE UN ENORME PIACERE!


http://www.youtube.com/watch?v=idJUWM6kJZ8

...GRAZIE INFINITE!!
VI RINGRAZIO TANTISSIMISSIMO...ALLA PROSSIMA TRA 2 SETTIMANE...^_^

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Capitolo 18
*** Il segreto del padre... ***


JONAS

Ragazze!!!Sono tornata!!!Vi chiedo scusa per il mio mega e non giustificato ritardo con cui posto, ma dopo essere tornata dalla Germania (approposito fantastica gita) sono stata riempita di compiti, interrogazioni, poi sono stata male, poi mio babbo mi aveva fatto ripartire il computer perchè in tilt e infine mi si era cancellato il programma per postare...un incubo! Ma vi comunico che ho scritto già 15 pagine e le metto tutte insieme in questo capitolo e troverete qualche dubbio svelato...come il passato di Sam!!! ^_^ ho paura di sapere che ne pensate, magari non vi piace...spero non vi abbia annoiate troppo!! domande in fondo...KISS :-D

MILEYXXX:Ciao! Bhe grazie per aver recensito...mi fa davvero molto piacere!!Sono contenta che ti piaccia e però come hai detto te per capirci qualcosa ci vorrà davvero un po di tempo...forse non così tanto però, siamo quasi alla fine!! KISS

MARY__TIGRO:Grazie per aver guardato il mio video!! Giuro, ne sono felicissima e non ti preoccupare per non aver recensito per un po, guarda io con che ritardo posto...grazie mille!!KISS

MOONLIGHT___xX:Grazie per aver guardato il video e recensito...grazie un sacco!! Spero che tu continui a leggere e recensire, mi fa davvero piacere!KISS :-)

KATIYA:Che veneranda età hai? Se posso chiedere, è che sono solo curiosa, però ti ringrazio davvero un sacco del fatto che ti piaccia la storia, insomma ne sono felicissima!!E sono contenta del fatto che la mia storia sia per te quasi come un "eccezione"...grazie mille! KISS :-)

MAGGIE__LULLABY:Anche tu hai guardato il video? Non ci posso credere, è semplicemente fantastico e ne sono...wow, amo fare i video e quello credo che non mi sia venuto così male!...Grazie tanto e ti aspetto al prossimo capitolo! kiss ;-)

STELLALILLY:Unica?...giurami che non lo dici solo per farmi piacere...insomma grazie, non so davvero che dirti. Come ho detto l'ispirazione e la storia base derivano tutti da altri video in inglese messi a serie su youtube, ma il trascriverli e modificarli è stato una faticaccia e sapere che piacciono...da davvero soddisfazione!! GRAZIE kiss :-)

BENNYY:Salve mia straconfusa!!Perdonami tantissimo per il ritardo...please non uccidermi...^_^ Però in compenso in questo enorme capitolo (già perchè su word mi venivano 15 pagine...o.O!) scoprirai il passato di Sam!!!Oddio l'ho detto e ho paura delle vostre rezazioni...fammi sapere please che sono in super ansia...!!KISS :-)

ADA12:Ciao!!Gurda un po che capitolino dopo la mia lunga assenza...ecco un po di dubbi in più svelati! Decisamente un poco meno confusa ora? Spero che tu mi dirai che ne pensi perchè ho davvero paura di ciò che penserete voi...KISS :-)

Chiusi l'armadietto con un tonfo e continuai ad ascoltare Alice che parlava senza sosta.

Dopo che le avevo detto che era andato tutto bene la sera prima con Nick, lei aveva iniziato a parlare sui suoi strani rigiri su chi davvero fosse Nick.

Io non l'ascoltavo...

Pensavo.

La sera prima mi ero ritrovata nel mio letto non sapendo come, senza contare che mi ricordavo benissimo di aver avuto un momento di crisi mentre ero con Nick e, non ne ero sicura, ma mi ricordavo di avergli raccontato qualcosa su mio padre.

Per la prima volta sentivo la mia solita stretta allo stomaco allentarsi e mi chiesi se fosse davvero quella la soluzione dei miei problemi e se il solo modo per allentare il fardello che mi pesava tanto non fosse raccontarlo a qualcuno.

Mia madre mi aveva chiesto di non dirlo a nessuno, perchè secondo lei non ero pronta, ma forse così stavo solo facendo peggio.

"Ma mi ascolti??"

Io sobbalzai nel trovarmi la faccia torva di Alice che mi guardava fissa.

"Scusa...ero sovrappensiero..." tentai di scusarmi sospirando.

"Me ne ero accorta, comunque è suonata la campanella, ci vediamo dopo!"

"A dopo!"

Così rimasi un attimo imbambolata a seguire la linea bianca del suo giubbotto che si mescolava tra le sagome degli altri ragazzi, poi mi voltai e entrai in classe trovandomi di fronte al subbuglio generale della classe...

...compito!

Mi sistemai a sedere e tirai fuori il foglio a protocollo mentre ripassavo mentalmente tutte le formule che aveva studiato il giorno precedente.

La professoressa entrò e con un saltò Nick si sedette al mio fianco.

"Ciao..." sussurrai, ma lui non mi rispose, sembrava distratto da altri pensieri, così io mi voltai e osservai il volto paffuto della professoressa che si avvicinava per darci i fogli.

Dopo aver fatto il giro della classe tornò alla cattedra e con un sorriso compiaciuto ci guardò tutti.

"Potete iniziare. Buon compito!"

A quel punto sentii una voce sussurrarmi all'orecchio.

"Auguri per il compito"

Voltandomi mi trovai ad un soffio dal volto di Nick e di ricambio feci segno di si con la testa.

"Auguri anche a te"





Sentii le parole di incoraggiamento di Nick durante tutta la durata del compito: equazioni, disequazioni e le sue parole che mi facevano concentrare e fare tutti gli esercizi prima del suono della campanella.

Pensavo al fatto che era il primo compito di matematica che avessi mai finito in vita mia.

Sorrisi.

Sentivo che era andato bene.

Ginger, la mia compagna di classe si avvicinò a me mentre ero nel corridoio e mi fermò.

"Com'è andato il compito?"

"Non male, a te?"

"Me la sono cavata...forse però devo prendere anch'io lezioni dal Jonas..." io mi bloccai squadrando i suoi occhi azzurri che sembravano ammiccarmi per qualche ragione di cui non sapevo assolutamente niente.

Che cosa voleva dire con quella frase?

Ma il suo sguardo non mi mollava un istante.

"Che c'è?"

Lei si torse le mani imbarazzata, la conoscevo, era una ragazza timida e sorridente con tutti ed era difficile trovarla a spettegolare di affari degli altri, eppure in quel momento sembrava che si stesse facendo i miei di affari.

"Niente, è che...ieri Maria ti aveva sentito parlare con la professoressa a proposito di alcune ripetizioni e ha detto che Nick si è offerto di venire a darti una mano...insomma, è vero?"

Io feci un passo in dietro mentre capivo che ogni cosa che riguardasse il Jonas era sempre al centro dei pettegolezzi, soprattutto se questo comprendeva anche l'ultima arrivata...chissà come avrebbero reagito se avessero saputo tutto ciò che mi era successo con Nicholas.

"Si, è venuto a darmi una mano ed è stato molto gentile" risposi con una punta di acidità alzando un sopracciglio. Volevo proteggere Nick da tutte quelle voci che giravano sul suo conto senza che lui ne sapesse nulla.

"Ok, sai, insomma quello che si dice di lui, qui..."

"Si lo so, ma è andato tutto bene"

Con questo le voltai la schiena e me ne andai.

Sentivo il suo sguardo sulla mia schiena e sapevo che le avevo risposto male e mi dispiaceva, ma non mi piaceva il modo in cui parlavano di lui.

"Sam!"

Mi voltai trovandomi davanti ad Alice.

"Che succede?...hai una faccia..."

Io mi passai velocemente una mano tra i capelli sorridendo forzatamente.

"Niente"

"Bhe, Joe non c'è oggi ed Emily è fuori a chiamarlo con il cellulare...mi sembra un po troppo preoccupata, non so se è successo qualcosa..." la sua fronte era solcata da una ruga che mi faceva capire che anche lei ne era preoccupata.

"Vedrai che non sarà nulla. Poi hai trovato la maschera per il vestito?"

Lei si illuminò.

"Si! E pensare che il ballo è sabato, tra due giorni!!"

Io sorrisi.

Anche io ne ero emozionata perchè finalmente avrei scoperto chi fosse davvero il mio Ragazzo Misterioso, me lo sentivo.

"A quanto vedo non sono l'unica ad aspettare quel giorno eh..." lei rise mentre mi passava un braccio sulle spalle.

Io feci segno di no con la testa.

"che ne dici domani sera di fare un pigiama party da me, prima del grande evento di sabato?"

Lei sorrise scuotendo la testa elettrizzata.

"Assolutamente si, sentiamo Emily e poi ci organizziamo!"

Così iniziammo ad architettare tutto, dall'orario a cosa avremmo fatto.

Emily ne era entusiasta quanto noi, senza contare che quel giorno sarei stata da sola perchè mia madre sarebbe stata a lavorare fino a sabato a pranzo e quello era un modo per non stare da sola.

Feci la strada di ritorno con entrambe le mie amiche e ci fermammo anche dal pasticcere a prendere un pasta per uno: una bomba calorica che ci tirava ancora più su di umore.

Pensare che con loro riuscivo a ridere così semplicemente era una delle cose più belle.

I momenti passati con loro mi facevano dimenticare tutti i miei infiniti pensieri e di questo gliene ero davvero grata!

"Va bene! A domani!" le salutai entrando in casa dove avevo deciso di mettere un po a posto e poi di farmi un bel bagno caldo, infine avrei finito di aprire anche gli ultimi scatoloni che avevo nascosto sotto il letto per la pigrizia di scartare e poi, finalmente, sarei andata un po a letto.

Andai in cucina e mi presi un bicchiere con il latte e un vassoio di biscotti alla marmellata di albicocche, poi salii i gradini delle scale cercando di non rovesciare nulla...per fortuna arrivai in camera sana e salva senza aver rovesciato nulla e mi sedetti sul tappeto.

Accessi un po di musica dal computer, una canzone carina che si chiamava Gypsy e che mi aveva consigliato Alice, era di Shakira ed era bellina.

Alzai il volume e chiusi gli occhi due minuti muovendomi a ritmo di musica, poi sorrisi e mi andai a sedere per terra, presi un biscotto in bocca e da sotto il letto tirai fuori uno scatolone.

Vi soffiai sopra e una nuvola di polvere mi fece tossire facendomi andare di traverso il biscotto, così bevvi un sorso di latte.

Lessi cosa c'era scritto su un foglietto attaccato con lo scoch: Foto, Album e Oggetti Sam.

Diedi uno strattone e aprii il cartone infilandoci dentro una mano.

Era un poster dove sopra ci erano attaccate le foto mie dell'asilo, delle elementari, delle medie.

Rimasi un momento imbambolata a fissarle, poi scoppiai a ridere ricordandomi di quei tempi.

In una immagine facevo la linguaccia ai miei due migliori amici mentre loro ricambiavano.

"Ahah!!" mi piegai in due dalle risate e decisi di prendere qualcos'altro da quello scatolone che sembrava racchiudere gran parte dei miei ricordi.

"Ma dai!.." stropicciai la copertina blu che mi ricordavo essere la mia preferita quando avevo all'incirca tre anni.

Sorrisi mentre mi ricordavo tutte le innumerevoli foto in cui non mi volevo staccare da lei neanche per farmi fotografare.

Infilai la mano ancora più dentro e trovai un cd con scritto Sam da piccola! T i voglio bene Vivi!

"Nonna..." sospirai serena mentre ricordavo i lineamenti meditteranei e la parlata schietta e gioviale di mia nonna, solo lei mi chiamava con il mio secondo nome: Vivi.

Le volevo un bene!

La mamma l'aveva chiamata la settimana prima e quando me l'aveva passata al telefono, l'avevo sentita scoppiare di felicità.

Quell'estate saremmo andate da lei in Italia e la cosa mi faceva davvero piacere, poi il mare e il caldo mi erano sempre piaciuti!

Sorrisi e infilai nuovamente la mano dentro lo scatolone.

Andai avanti così per un'altra oretta mentre tiravo fuori oggetti, foto, diari, portachiavi, cd, lettere e ricordidi un tempo che mi pareva risalire a secoli prima, eppure ne ero contenta e mi sentivo tranquilla.

Poi ripiegai i due scatoloni vuoti e presi il terzo mentre un'altra canzone rimbombava nella camera e l'aria spensierata che si era creata mi invadeva.

La canzone che risuonava era più triste e quasi nostalgica con una punta di amarezza e stavo quasi per cambiarla quando mi accorsi di iò che si trovava all'interno del terzo scatolone...

"Papà..."

Una stretta allo stomaco mi immobilizzò.

Era una foto di quando avevo circa sette anni, eravamo in un giardono e c'erano tutti e due i miei genitori che mi stringevano forte e sorridenti mi davano i baci ognuno su una guancia.

Vidi il volto di mia madre sereno e riposato, i suoi lineamenti più giovani ancora spensierati e lo sguardo pieno d'amore che lanciava a mio padre mi fece sentire gli occhi umidi.

Erano i tempi in cui ancora si parlavano, i tempi in cui tutto sembrava velato di una quiete e irreale dolcezza e spensieratezza, i tempi in cui mia madre non sapeva ancora niente della verità su mio padre.

Sentii il telefono vibrarmi nella tasca della felpa.

Lo tirai fuori passandomi velocemente una mano sugli occhi per mandare via le lacrime furtive che ne stavano uscendo.

"Pronto?"

"Sam...sono Nick..." poi si bloccò mentre io tiravo su con il naso "Tutto bene?"

Io annuii cercando di sorridere.

"Si, si...tutto bene...che volevi?"

"Quando sono venuto da te a studiare mi sono preso per sbaglio il tuo libro di matematica, se scendi te lo rendo..."

"Come?"

Non capivo...in che senso se scendo?

"Sei in camera tua ora, no?"

"Si..." come diavolo faceva a saperlo??

"Bhe tu scendi di sotto...ti aspetto!"

Io più stranita che mai mi alzai in piedi e mentre mi passavo la manica della felpa sul volto, tentavo di togliermi di dosso il senso di nostalgia e amarezza che mi aveva procurato la foto di mio padre.

La guardai un'ultima volta e poi la misi in tasca.

Mi diressi alle scale e iniziai a scendere.

Nick ritornava di nuovo con tutti i suoi misteri...cosa voleva dire con scendi di sotto?

Forse era fuori davanti alla porta di casa e stava aspettando con il mio libro, si...

E ripensando a Nicholas mi veniva in mente ciò che mi aveva detto Ginger...il fatto che ogni persona lo evitasse era inquietante, ma lo era ancora di più il fatto che i pettegolezzi non lo abbandonavano mai.

Ne avevo sentite tante su di lui è vero, però non era possibile che qualsiasi cosa lui facesse le persone non lo lasciassero in pace...

Bhe, siamo adolescenti e questo ci porta e ci porterà a spettegolare sempre e comunque degli altri, eppure il modo con cui lo facevano con il Jonas mi faceva sentire...arrabbiata...

Ero nel corridoio davanti all'entrata e sorrisi, pronta ad andare all porta e a trovarmelo lì con il suo sorrisino misterioso, l'aria pericolosa e i modi gentili...

Stavo per mettere quasi la mano sulla maniglia quando sentii un rumore povenire dalla cucina.

Mi bloccai.

Trattenni il respiro e rimasi ferma ad osservare la luce giallognola che illuminava il corridoio.

Lentamente feci per voltarmi, ma una mano si premette sulla mia bocca e tentai di dire qualcosa, presa dal panico, ma la presa sulle mie labbra si faceva sempre più forte e una voce all'orecchio mi fece rabbrividire.

"Sono io..."

Nick??

E allora chi c'era in cucina?

Mi voltai mentre lui mollava la presa e mi trovai ad un soffio dal suo volto tirato e concentrato.

Portò un dito davanti alla bocca per farmi silenzio di stare zitta, poi con un braccio mi spinse dietro di lui e si incamminò verso la cucina.

Io, presa dalla paura, mentre sentivo il cuore battere a mille mi aggrappai alla sua maglia e mi tenni dietro di lui.

Poco prima di entrare in cucina sentimmo il rumore dello scattare della serratura della finestra e subito dopo, entrando, scoprimmo che chiunque fosse stato a intrufolarsi...se ne era andato.

Il Jonas corse alla finestra e si sporse fuori a guardare, poi con mani esperte richiuse la finestra.

Io mi guardai intorno cercando di vedere se per caso avesse rubato qualcosa o se ci fosse qualcosa di strano, ma sembrava di no...

"Chi era?"

Nick si voltò a quella domanda e mi fissò con il suo sguardo penetrante.

"Non lo so...ma magari è quello che ti dava noia al supermercato quando comprasti il fomaggio..." Io rimasi un momento a pensarci mentre Nicholas continuò a spiegarmi "Ricordi, ci pensai io mentre tu te ne andasti"

Io mi voltai con un moto di stizza.

"Certo che me ne ricordo..." bhe come avrei potuto dimenticare visto che era sempre la stessa persona che mi perseguitava..."ma tu che ci fai qui?"

Nick mi si avvicinò mostrandomi il libro che teneva in mano, io lo afferrai.

"E come hai fatto ad entrare in casa?"

Lui sorrise malizioso mordicchiandosi il labbro...oddio! Mi sentii lo stomaco sotto sopra mentre si avvicinava a me e mi sfiorava la guancia con il dorso della mano.

"Ricordi, non è la prima volta..."

Io mi sentii raggelare dalle sue parole e non riuscii a staccarmi dai suoi occhi scuri come pozzi.

"C-certo che ricordo..."

Con uno scatto mi allontanai da lui e presi una tazza e dell'acqua poi gli chiesi.

"Vuoi una tazza di thè?"

"Si..." poi gli morirono le parole in bocca e non capii come mai, così mi voltai e lo trovai al tavolo immobile a fissare qualcosa.

Mi avvicinai trovando una sciarpa nera con un bigliettino attaccato.

"E' tua questa?"

Sentii un groppo alla gola.

"No..."

Il volto serio del Jonas si spostò su di me poi di nuovo sulla sciarpa poi l'afferro e staccò il bigliettino per leggerlo.

Si irrigidì e vidi una vena alla tempia pulsargli minacciosamente mentre la sua mano si chiudeva a pugno.

"Fammi vedere..."

Gli abbassai il braccio potendo così leggere anch'io ciò che c'era scritto.

Magari ti può essere utile per nascondere il mio ultimo ricordino...tanto per il prossimo non so se ne avrai più bisogno...ti sto' aspettando...

Sentii il sangue gelarmi nelle vene e barcollai all'indietro mentre il pensiero mi si offuscava e il ricordo del succhiotto e del bacio dell'uomo vestito di nero mi facevano sentire senza forte, impaurita e mi facevano tremare...

Stavo quasi per perdere l'equilibrio, ma il braccio forte del Jonas mi afferrò al volo e mi aiutò a rimanere salda sulle mie gambe.

"Tutto bene?"

Io mi levai le mani che mi ero stretta intorno alla testa e sussurrai.

"Si..."

Alzai il capo vedendo che lui con la mano accartocciava il bigliettino del killer e con rabbia lo riponeva sul tavolo.

Poi si chinò in avanti e prese la foto...la foto che mi era caduta di tasca...

Sentii una stretta al petto e di scattò il volto affusolato del Jonas si spostò su di me.

"E' lui tuo padre?"

Io annui mentre sentivo le lacrime salirmi con forza agli occhi.

Lui mi toccò la guancia e in quel preciso istante sentii le farfalle nello stomaco e rimasi incantata a guardare il suo volto...non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, sentivo il mio respiro mozzarsi e il volto infuocarsi sotto il suo tocco gentile...

Ma che stava succedendo?...

Sentivo un attrazione per Nick che non mi sarei mai aspettata, e allo stesso tempo sentivo il dolore per il mio passato sulla punta della lingua...volevo...dirgli tutto...

Ma perchè?

Sentii la testa girarmi e il Jonas si mise a sedere su una sedia lì vicino sorreggendomi con un braccio attorno alla vita.

Mi guardava come si guarda una persona che ha appena dato di stomaco o che è appena svenuta...e di certo questo non mi aiutava!

"Sam..."

Io lo guardai nuovamente nei suoi occhi e notavo che il suo sguardo misterioso e che metteva paura a tutti i ragazzi, stava lentamente sparendo.

Stava lasciando spazio a quello preoccupato e semplice del Nick che ero riuscita veramente a conoscere...

Teneva ancora stretta in mano la foto, così la presi e mentre la fissavo una lacrima scese lungo la guancia.

Non ero riuscita a trattenerla.

"Sam...va tutto bene?..."

"No..."

Avevo il capo chino e la mente sgombra mentre Nick continuava a sostenermi con un braccio.

"Qual'è il problema?...cos'è successo con tuo padre?"

Un'altra lacrima trovò via libera e mi rigò il volto, ma arrivata al mento venne fermata dal dito del Jonas, che l'asciugò.

"Sam puoi fidarti di me...non fa bene tenersi tutto dentro..."

Sentii una stretta allo stomaco e appoggiai la foto sul tavolo.

"Lo so..."

Lui mi strinse la mano libera e attraendomi a se mi spinse a sedere sulle sue ginocchia.

Alzai il capo.

Così mentre ero in collo a Nick, capii che era il momento di togliermi di quel peso, era il momento di rivelare la verità a qualcuno.

"Ti ascolto"

Le sue labbra si stesero e mi fece cenno con il capo di parlare mentre i suoi occhi mi incoraggiavano a dire la verità.

Feci un respiro profondo e abbasai lo sguardo sulla foto.

"Mio padre ha 40 anni, si chiama Robert e in questo momento non ha la minima idea di dove siamo io e mia madre, perchè siamo scappate..."

Feci una pausa.

"Perchè?"

"Perchè abbiamo sempre vissuto insieme credendo di sapere tutto di lui, credendo di sapere dove andava tutte le innumerevoli volte che partiva per i suoi viaggi di lavoro."

Mi fermai un momento a trovare le parole.

"Mio padre lavora in banca, o almeno questo è quello che ci ha sempre detto...è la sua copertura"

Nick mi mise una mano sulla gamba e continuò a guardarmi aspettando che riuscissi ad andare avanti.

Io mi sentivo la gola infuocata e la testa pulsante.

"E' successo tutto 3 mesi fa. E' arrivata a casa nostra una donna dicendo che 'avrebbe fatta pagare a mio padre. Diceva cose che sembravano sensa senso, diceva che la CIA lo avrebbe trovato prima o poi e gliel'avrebbe fatta pagare per tutto il dolore che aveva causato a lei e a tutte quelle altre donne..."

Feci un respiro ricordandomi il volto della donna.

"A quel punto, mia madre ormai non capiva più niente e la donna ci raccontò tutto.

Ci rivelò che mio padre faceva parte di un organizzazione segreta chiamata Black Moon , questa organizzazione era un po come la CIA e l'MI6, un organizzazione segreta...ma rispetto a loro che combattono per la nazione, Black Moon è un'associazione che si occupa di precedere i piani dell'FBI, di qualsiasi altro gruppo di Agenti Segreti e poi di distruggerli...si dice che gli uomini che ne fanno parte siano come delle macchine, delle bestie. Uccidono, agiscono come dei robot, non hanno sentimenti..."

Mi fermai un momento ricordandomi il volto di mio padre...

"Mio padre ne faceva parte, il suo campo di specializzazione era con le...d-donne..."

Ebbi un tremito e sentii la rabbia farmi venire un groppo alla gola.

"Lui le usava, scopriva da loro le informazioni che avevano sulle missioni e poi...le uccideva...aquistava la loro fiducia e poi le uccideva. Mio padre era un assassino"

Aprii le mani mentre una lacrima mi scivolava lenta, mentre la paura sembrava avvolgermi.

"Con le stesse mani che mi accarezzava, con le stesse mani che usava per farmi le carezza, per dirmi che mi voleva bene, lui uccideva, toglieva la vita alle persone..."

Un singhiozzo mi scosse ancora di più mentre il volto di Nick sembrava di pietra, immobile.

Il profilo pallido e affusolato era fisso a guardarmi e il suo corpo era immobile e teso.

Un'altro tremito mi fece scivolare altre lacrime, bagnandomi il volto.

"La donna che venne da noi aveva perso sua sorella, uccisa da mio padre...ma non solo...Papà aveva fatto finta di essere innamorato di quella donna, ci era andato a letto e adesso lei aspettava un figlio da lui...il mio fratellastro, un bambino..."

Mi venne un groppo in gola e gli occhi ormai appannati lasciarono scivolare le ultime lacrime mentre le immagini di ciò che era successo mi dilaniavano dentro.

"Lui li ha uccisi: h-ha ucciso la madre e-e il bambino...q-quella donna e-era inn..innocente, non doveva morire, m-ma lui non voleva complicazioni e gli ha sterminati entrambi..."

A quel punto l'immagine di mio padre si confuse, lo vidi mentre uccideva la donna, il bambino, le decine di altre persone che avevano perso la vita a causa sua...

"...era s-solo...un bambino..."

Il mio corpo era scosso da fremiti, le mani erano calde, la gola bloccata da un groppo e le orecchie mi fischiavano.

Nick sembrava una statua, immobile, fermo.

Poi alzai il capo e i miei occhi incontrarono i suoi.

Non riuscivo più a trattenermi e scoppiai a piangere per la paura, l'ansia, lo schifo, il ribrezzo, il terrore...

Lui mi tirò a se e mi fece appoggiare sul suo petto mentre continuavo a piangere.

Lui mi prese la testa e iniziò ad accarezzarmela.

"Non ti preoccupare, lui non vi troverà più...sei al sicuro..."

Con forza mi aggrappai alla sua maglietta sfogando tutto quello che tenevo dentro da troppo tempo ormai.

Tentai di allontanarmi da Nick.

"Scusa...ti sto bagnando..."

Lui invece mi strinse ancora di più a se.

"Non ti preoccupare...sfogati..."

Mi passò una mano sulla guancia e continuò a sussurrarmi parole di conforto.

Così, io, stretta tra le sue braccia, trovai il modo di affrontare mio padre, il suo ricordo e le orribili immagini di lui che mi erano venute alla mente...e poi le immagini di un neonato, solo, indifeso e continuai a piangere senza ritegno.

Continuai a singhiozzare fino a quando esaurii le lacrime, la testa mi pulsava dal dolore e la maglia di Nick era diventata fradicia.

Il Jonas mi aiutò ad andare sul divano e preparò la tisana calda.

Ne diede un po a me e a lui e rimase con me tutta la sera.

Tentò di farmi sentire meglio, di tirarmi su e soprattutto di sorridere...non posso dire che ci riuscii, ma quando ero vicina a lui mi sentivo...al sicuro...e gliene ero grata, oltre ogni cosa...













Mi sentivo imbambolata e completamente assente.

Stavamo uscendo da scuola ed ero con le mie amiche, pronta ad andare a casa per iniziare il Pigiama Party.

Sentivo un vuoto dentro e una sensazione strana che mi invadeva.

Sorrisi...la sera prima sembrava ancora incombere sul mio inquieto stato emotivo, eppure riuscivo a sorridere con una naturalezza che non mi sarei mai aspettata.

Avevo parlato con il Ragazzo Misterioso ed ero stata al telefono con lui per un sacco di tempo mentre cercava di convincermi di addormentarmi, perchè avevo paura e non riuscivo a togliermela di dosso, purtroppo non ero riuscita a rivelargli anche a lui il mio segreto, perchè già il pomeriggio era stato troppo per me e le emozioni ancora mi facevano sentire un groppo alla gola.

Lui alla fine era riuscito a calmarmi ed era stato molto tranquillizante, nonostante non sapesse cosa era successo e il perchè del mio essere così agitata.

Poi pensai al Jonas...lo avevo visto durante le lezioni e quando mi aveva notato, aveva semplicemente sorriso...

Lui.

Un sorriso sincero e senza sottintesi o occhiate strane, un sorriso spontaneo e sincero che ti saresti aspettata da una migliore amica, da un genitore, da qualsiasi persone tranne lui...tranne Nicholas Jonas.

Mi ero aspettata di trovare sgomento, paura, ribrezzo o addirittura compassione nel suo sguardo...invece niente.

Sorrisi nuovamente.

Inoltre anche il solo vederlo, ultimamente, mi mandava in allegria, mi faceva sorridere e poi sentivo una sensazione strana, sembrava quasi che avessi le farfalle inpancia e poi finivo sempre per arrossire in maniera vistosissima...cosa normale per me, ma ultimamente era troppo esagerato.

La verità era che quando mi trovavo con lui stavo bene, ero spensierata e felice, nonostante la paura che mi faceva i primi giorni, adesso sentivo solo questo strana attrazione.

Il suo sorriso, i suoi cappelli ricci, lo sguardo misterioso mi piacevano così tanto che....ASPETTA...come, mi piacevano così tanto???

Oddio...sono impazzita, non mi può piacere...quel...insomma Nick!

...eppure...

Accidenti a me, è pericoloso...o forse no?

Ultimamente non lo sembrava più, invece era...assolutamente carino, dolce, o forse era molto più semplicemente...diverso.

E mi piaceva per questo...

Piaceva?...in effetti...credo di doverlo ammettere; potrò continuare a mentire e a dire di no, ma credo che in fondo so benissimo che mi piace come non mi è mai piaciuto nessuno.

"Sam?...ma che ti prende oggi?"

Mi voltai tornando bruscamente alla realtà e fissando gli occhi azzurri di Alice e lo sguardo interrogativo di Emily.

Scossi la testa mettendomi le mani nelle tasche del giubbotto grigio.

Poi chinai il capo e fissai le tiger nere e rosa che indossavo quel giorno.

"Vallo a raccontare a qualche d'un altro!...che ti succede?"

Emily insistette incrociando le mani e venendomi più vicino.

Attraversammo la strada e Emily mi prese a braccietto, insistendo a voler avere una risposta.

"Allora?" anche Alice sembrava intenzionata a non lasciarmi in pace.

Io per tutta risposa alzai le spalle e continuai a guardare davanti.

Ok, allora vuol dire che indovineremo noi...c'entra per caso il Jonas?"

Io scossi la testa, negando mentre Alice si voltava curiosa a guardare l'amica bionda.

"Perchè secondo te c'entra lui?"

"Bhe...hai fatto caso oggi mentre eravamo alla mnsa a lui?"

Alice fece segno di no e Emily sospirò mentre si affrettava a spiegare.

" Mentre era seduto al suo solito tavolo, non faceva altro che fissare Sam...in effetti non gli staccava gli occhi di dosso. Era strano"

Si fermò e mi lanciò uno sguardo di sottecchi mentre pensavo chissà cosa.

"Sembrava calamitato da lei, anche a ricreazione e quando tornavamo in classe, era sempre dietro a Sam, la osservava...sembrava quasi la sua ombra"

"Non è che c'è l'ha dinuovo con te? mi sembrava che avesse smesso di darti noia, ti ha anche aiutato a matematica"

"Infatti" borbottai io che non mi ero accorta assolutamente di nulla...possibile??

"...no...non l'ha guardava con fare cattivo, sembrava interessato a lei, quasi, non so come spiegarlo. Sembrava la volesse tenere d'occhio, sorvegliare..."

Io alzai un sopracciglio stranita guardando Emily che ricambiò il mio sguardo stranita.

"Vabbè...ha che ore torna tua mamma?"

"Alle nove, domani mattina, quindi abbiamo tutat la serata per noi!"


Sentii il telefono in tasca vibrare e prendendolo notai che mi era arrivato un messaggio.

CIAO!Come stai? T utto bene? :-)

Sorrisi ricordandomi del mio Ragazzo Misterioso e che fore ultimamente lo avevo un po troppo trascurato...in fondo gli volevo davvero bene...

Tutto bene...anche se potrebbe andare meglio, comunque sto andando a casa con le mie amiche a fare un Pigiama Party...:) te che fai, come va?

Io tutto ok. Pigiama Party?...sembra divertente :-)

Si, lo è! Grazie per starmi vicino...spero di ruìiuscire a vederti presto, ora che il ballo è vicino!! :D

Già...è domani! Ti voglio bene Sam e anch'io non vedo l'ora di farti vedere chi sono...ti voglio bene!

...anche io ti voglio bene! :-)

Alice mi si avvicinò sbirciando il telefono.

Sorrise.

"Sembra che qualcuno si sia presa una bella cotta per il misterioso salvatore..."

Io arrossi e in tutta risposta feci finta di niente mentre anche Emily sorrideva.

Arrivate a casa mia scegliemmo un film da vedere la sera: le possibilità erano romantico tipo Titanic, musical tipo Mamma Mia, oppure un horror...opzione che mi sarei seriamente risparmiata.

Ma purtroppo la maggioranza vince e loro avevano voglia di un po di sana paura...coem se non ne avessimo abbastanza.

Così lo scelsimo.

Ordinammo la pizza e alle 7 8 salimmo in camera a giocare a obbligo o verità....lo so, assolutamente banale e superato, ma ci tenevano...

Mi sedetti sul letto, Emily si appollaiò sulla sedia morbida blu e Alice si sedette a gambe incrociate vicino a me.

"Chi inizia?" chiesi mentre mi legavo i capelli in una coda un po torta, poi mi annoiai e ne feci una crocchia sfatta.

Emily si sistemò a sedere finendo di mangiucchiare il suo pezzo di pizza.

"Iniziamo da te...obbligo o verità?" sorrise maligna...ridacchiai, da lei me lo sarei dovuta aspettare.

"Verità..." mi stavo mangiucchiando la pizza e non avevo voglia di alzarmi, correre o anche solo fare una figuraccia.

"Va bene" Alice staccò un pezzo di pizza e si avvicinò ad Emily per decidere.

Emily si illuminò e mi guardò.

"C'è qualcuno che ti piace?"

Mi strozzai con un boccone di pizza e iniziai a tossire, poi dopo essermi ripresa, alzai il volto imbarazzatissimo...

La risposta c'era e non volevo ammetterlo neanche a me stessa...

"Oddio!!Quello è un si!"

Alice saltò giù dal letto e mi venne davanti con una faccia a 32 denti e un'espressione raggiante e curiosissima, ma anche Emily si avvicinò e mi fece l'occhiolino.

Io che sicuramente ero arrossita come non mai mi alzai di fretta.

"Ho lasciato giù il telefono, devo andarlo a prendere se poi..."

Emily e Alice mi afferrarono per un braccio qualcuno e mi rispinsero a sedere con un tonfo.

"Ora tu ci racconti..." Alice spalancò gli occhi "Spara!"

"Ehm...io...non c'è nessuno che mi piaccia..." mi mordicchiai il labbro e sorrisi timidamente cercando di convincerle...ma non ci riuscii un granchè perchè Alice scoppiò a ridere.

"Si! Proprio una brava attrice...adesso dicci chi è!"

Mi trovavo alle strette, le mie amiche una davanti e una alla mia destra e i loro sguardi che non mi mollavano un attimo.

"Io...credo..." abbassai la voce a farla diventare un sussurro"...Nick..."

Emily si strozzo con il biscotto e Alice rimase imbambolata con un'espressione a pesce palla...

Aspettai un secondo, il tempo che si riprendessero...

"Cosa???"

Alice si svegliò e balzò in avanti.

"Ma ti rendi conto che ha cercato di ucciderti!...è un assassino!...è PERICOLOSO!"

Io tentai di ribattere ma Emily mi fermò.

"Com'è possibile Sam? Ti ricordi quello che ti ha fatto a casa sua e quello che hai rischiato lei primi volte che lo vedevi...insomma...stai scherzando??"

"Veramente no...e comunque ora non si comporta più così, è diverso...non è cattivo..."

scosse la testa.

"...non capisco come sia possibile...insomma che cosa ti piace di lui?"

Io alzai gli occhi e pensai al suo volto, alle sue parole, i suoi gesti e la sua premura che nessuno sembrava conoscere...cosa mi piaceva di lui?

"Il suo sorriso, i suoi occhi misteriosi e profondi, i suoi modi gentili e premurosi, il modo in cui parla e ammicca con lo sguardo, la sicurezza che mi fa sentire quando mi trovo vicino a lui...e la sensazione strana che mi fa provare quando anche solo penso a lui..."

Improvvisamente mi accorsi che tutto questo l'avevo detto ad alta voce e abbassai il volto sgranando gli occhi e arrossendo.

Alice e Emily si guardarono per un momento con un'aria strana...sorridendo.

"Sembra che qualcuno abbia preso una bella cotta...!" Io arrossii ancora di più e abbassai il volto grattandomi la guancia calda.

Emily sorrideva completamente persa.

"In fondo, chi siamo noi per decidere se a lei Nick può piacere o no?...però vedendola sono contenta per lei perchè vederla così felice e bellissimo..." sorrise a Alice che dovette a malavoglia accettare il fatto.

"Stai solo attenta però..." Alice sorrise "...accidenti sei completamente cotta!"

Emily ridacchiò tenendosi una mano sulla pancia mentre incrociava le gambe.

"Cotta?...lei è persa, è completamente innamorata!"

Io annui...poi mi resi conto di quello che mi aveva detto.

"Cosa?!?!"

"Si...sei innamorata persa di lui!"

Io spalancai gli occhi.

"Ma certo che no!...Io non sono minimamente innamorata di lui!"

Alice diede una gomitata a Emily.

"Ma come no?!Ammettilo!!"

"Io non sono innamorata di lui!"

"Di chi è che non saresti innamorata?"

...

Alice urlò e divenne bianca dallo spavento Emily sputò l'acqua che stava bevendo.

Oddio.

Avevo il cuore che batteva velocissimo e le mie amiche non erano da meno.

Mi morsi il labbro, poi mi voltai a guardare l'entrata della camera dove Nick stava in piedi, appoggiato al muro, le braccia incrociate e il sorriso ammiccante.

Le mie amiche si voltarono a guardarmi e sbiancarono.

Alice saltò in piedi , guardandolo.

"Mi spieghi che diavolo ti era saltato in mente!"

Emily si aggrappò al braccio dell'amica e anche lei si tirò su.

"Già, cosa ci fai tu qui?"

Lui si stacco dal muro e venne in avanti, tirando fuori una quaderno che gli avevo prestato per gli appunti.

"Avevo da renerle questo..." disse squadrando le mie due amiche che ammutolirono cercando di scusarsi, insomma, lui per loro era sempre Nick Jonas, quello inquietante...

"Si...già...certo..." fu quello che borbottò Alice, poi si allargò in uno strano sorriso tirando fuori il telefono.

"Oh, ma è tardi, mi sono dimenticata che mia mamma mi aveva chiesto di chiamarla..."

Alice iniziò a correre al piano di sotto e Emily si affrettò ad aggiungere.

"Già...e io vado con lei perchè non si ricorda il munero di sua mamma"

Emily si girò, dopo essere stata interpellata e facendo un'occhiataccia a Alice, annui afferrando l'amica per un braccio e correndo di sotto mentre i loro pigiami Bianco e Verde svolazzavano.

"Allora..." continuò Nick "...di chi è che non saresti innamorata?"

Io arrossii e mi alzai in piedi osservando come ero vestita.

Pantaloni larghi di felpa grigi, canottiera blu e felpa leggera nera...insomma non ero certo nelle migliri condizioni.

Gli presi il quaderno di mano e mi vltai andando a riporlo sulla scrivania, quando mi voltai me lo trovai ad un centimetro e mi sentii i brividi lungo la schiena.

"Non hai risposto alla mia domanda"

"Perchè non ce alcuna risposta..." con uno scatto gli passai di lato andando al centro della stanza, davanti al letto e incrociando le braccia al petto.

Lui rise lievemente e girandosi mi si avvicinò nuovamente.

"Viene alla nostra scuola?"

"Forse..."

Lui sogghignava, sembrava divertirsi e io intanto arrossivo in maniera incontrollata, cercando di evitare il suo sguardo.

"Lo prendo come un si...ma questo non mi aiuta a scoprire chi non ami...chi è?Di me ti puoi fidare..."

Io rimasi zitta a contorcermi le mani mentre mi mordicchiavo il labbro nervosa e tentavo di respirare con calma.

"Lo so..." poi tentai di cambiare discorso"ma come sei entrato in casa?"

Lui rise e mosse la mano in un gesto evasivo.

"La porta"

"Hai forzato di nuovo la serratura??"

Lui mi guardò con fare penetrante e sorrise.

"Si...ma dovresti smettere di sorprenderti ormai"

Io annui...in effetti...

"Inoltre tua madre tornarà domattina quindi ho anche il tempo di sistemarla"

Io mi bloccai alzando il capo di scatto e bloccandolo con il mio sguardo.

"Come fai a saperlo..."

Io pensai a mia madra e lui che la spiava...in fondo non sarebbe stato così assurdo.

"Sto diventando monotono a ripetertelo, ma so molto su di te, E adesso perchè non rispondi: di chi è che non sei innamorata?"

Si era avvicinato ancora di più a me e io avevo fatto un altro passo all'indietro, ma avevo capito che il suo sguardo era serio e tranquillo...non se ne sarebbe andato finchè non avesse saputo la mia risposta...accidenti!Ma proprio in quel momento doveva arrivare?
Lo vidi un attimo alzare il capo mentre pensava, poi riabbasso gli occhi su di me con un moto di rabbia e con uno sguardo maledettamente serio.

"E' Taylor?" sembrava quasi ringhiasse il suo nome.

Io saltai subito sulla difensiva.

"No! Preferirei saltare da un aereo senza paracaduta piuttosto che farmi piacere Taylor!"

La mai risposta lo dovette divertire parecchio perchè sembrò rilassarsi e sorridere maggiormente.

Poi lo vidi guardarmi di sottecchi e guardarmi in un modo strano mentre affondava le mani nelle tasche dei Jeans scuri e stretti che indossava.

"Sono io?"

Mi sentii immediatamente arrossire, il sangue affluii così velocemente che potei sentire il calore invadermi con una vampata.

Lui se ne accorse e sembrò lievemente sorpreso e compiaciuto, ma io ribattei.

"No...io..."

Lui si mordicchiò il labbro inferiore guardandomi fissò.

"Mmmm...vedo che ti imbarazzo"

"No..." feci un gesto evasivo tentando di avere una postura più comoda per fargli vedere che non era vero.

Lui allora alzò un sopraccigliò e sembrò sfidarmi.

Fece un passo in avanti e io uno indietro...un altro in avanti e io mi bloccai contro il muro.

Avevo la schiena contro il muro e il suo volto così vicino che mi mozzò il fiato, potevo sentire il calore del suo alito toccarmi con delicatezza la fronte e i suoi occhi si fissarono nei miei.

Rimasimo così per un istante: tanto vicini da poter sentire l'odore dell'altro, da poter notare anche il respiro irregolare dell'altro.

Lui sembrò non voler staccare gli occhi da ogni centimetro del mio volto, nello stesso momento sentivo i muscoli del suo corpo tesi contro il mio.

"Quindi questo non ti infastidisce?"

Le sue labbra si mossero sinuose facendone uscire un sussurro.

Io sentivo lo stomaco sottosopra e il cuore che mi batteva all'impazzata.

"No...non proprio..."lasciai cadere il discorso e sentii la sua mano scivolarmi sul braccio e i brividi mi percorsero la spina dorsale.

Vidi la porta alla mia sinistra, così scivolai con uno scatto da Nick e andai alla porta, mi voltai e lo fissai ancora per un istante.

"E' meglio che vada a vedere dove sono le mie amiche...sai...ci si vede!" Lo salutai con un gesto alquanto stupido e imbarazzato della mano e poi scappai di sotto.

Mentre tentavo di far riprendere il mio cuore a battere regolarmente, lo sentii ridere lievemente.

Appena le mie amiche mi videro arriavre in salotto, si alzarono dal divano e mi vennero incontro.

"Allora, che è successo?"

Emily sembrava curiosissima e si sfregava le mani e aveva gli occhi sgranati.

"Ehm, niente...se n'è andato..."

Scivolai via dalle attenzioni di Emily e mi fiondai sul divano, dove le mie amiche avevamo portato pop-corn, patatine e schifezze varie.

"Pronte?" chiesi loro, che non tentando più di chiedermi di Nick, annuirono e presero tutto il necessario per il film e mi seguirono in camera dove ci sdraiammo per terra con delle coperte e i cuscini e iniziammo a mangiare tutto quello che ci capitava a tiro.

Io afferrai il telecomando e premetti play...mentre facevo finta di essere pronta a subirmi un intero film dell'orrore. L'incubo di Elm Street...



MEZZANOTTE...DURANTE IL FILM


Afferrai la busta di pop-corn che Emily teneva stretta in mano e iniziai a mangiare istericamente mentre avevo i muscoli tesi e gli occhi fissi sullo schermo.

Con un tonfo sentii la porta di sotto sbattere.

Stacccai gli occhi dallo schermo e mi guardai intorno, sembrava che le mie amiche non si fossero accorte di niente...

"Avete sentito?"

Alice alla mia destra mi guardò non capendo, mentre Emily, intenta a guardare il film non si voltò neanche riapondendomi.

"Sentito cosa?"

"Sembrava che la porta di sotto avesse sbattuto..."

"Sarà stato nel film Sam, non era niente..."tagliò corto Emily.

Così ricominciai a guardare stringendo il cuscino con le mani.

Un rumore di un piatto che si rompeva ci fece voltare tutte e tre.

"Ok...questo era per forza qualcosa..."

Alice fece gli occhi larghi e Emily si immobilizzò tentando di sentire se dal piano di sotto veniva qualche altro rumore, ma il silenzio era tornato a regnare.

Afferrai il telecomando e premetti pausa mentre sentivo il profumo di ciliegia di Emily che mi invadeva, mano a mano che mi si avvicinava preoccupata.

"C'è qualcuno giù..."

Alice mi si aggrappò al braccio guardandomi con gli occhi azzurri spauriti.

"Che facciamo?"

"Chiamamo qualcuno per aiuto"

Alice si alzò in piedi e infilò la mano nella tasca della felpa bianca...ma non trovò nulla e il volto le si tirò in un espressione consapevole.

"Il mio telefono è giù con il tuo Emily...ti ricordai, quando siamo andate a chiamare mia mamma..."

Si fecero un sorriso tirato e guardarono me, io pensai velocemente.

"Io mio è nella cartella..." poi tentai di ricordare dove fosse e lo sconforto mi prese "...che è giù in salotto"

Entrambe stettimo un attimo in silenzio cercado di trovare una soluzione.

"Hai un telefono fisso su? O una porta sul retro?...non so..."

Io feci segno di no con la testa e Emily alzò il volto decisa.

"Dobbiamo scendere a prendere uno dei telefoni"

"Dove lo avete lasciato il vostro?" chiesi.

"Sono...sul tavolino tra la televisione e il divano, in salotto"

Io annuii convinta.

Fecimo un passo verso le scale quando la luce si spense improvvisamente e rimanemmo al buio...

...tutto buio...

Sentii Alice tremare e Emily sobbalzare di paura.

Io sentii un groppo alla gola e un tremito lungo le gambe.

"Vado io..."

Emily si avvicinò nell'oscurità tentando di capire dove fossi.

"No! E' troppo pericoloso!Sappiamo benissimo che se per caso è l'uomo vestito di nero, vuole te...non possiamo lasciarti andare"

Io scossi la testa mentre un coraggio che non credevo di avere mi faceva voler andar giù per proteggerle da quello che le sarebbe potuto succedere se fosse stato davvero l'uomo vestito di nero...colui che mi perseguitava...mi sentii le gambe tremare.

"Non c'è luce e non sapete come arrivare dove avete messo il cellulare, senza andare a sbattere o inciampare, inoltre se lui cerca me, non metterò certo voi in pericoli."

"Ma Sam!"

"Niente ma...non voglia che vi succeda qualcosa per colpa mia...voi siete le mie migliori amiche..."

Dissi tutto di impeto, era vero e nonostante tutto, non gliel'avevo mai detto, perchè non c'era mai stata occasione, ma adesso capivo di volergli bene e di doverle ringraziare per tutto quello che avevano fatto per me e del fatto che se io avevo qualche problema, loro per me c'erano sempre.

Sorrisi.

Era la cosa giusta.

Sentii la mano delicata di Alice afferrarmi il braccio e stringermi forte a se, poi anche Emily mi strinse forte e così, tutte e tre strette in un abbraccio, ci dettimo forza.

"Anche noi ti vogliamo bene Sam, ma per favore, stai attenta e se c'è qualcosa che non va, facci un urlo e noi arriviamo...d'accordo?"

"Si"

Così scivolai via dal loro abbraccio e con passo sicuro, ma impaurito, usciii di camera e iniziai a scendere le scale.

Era tutto buio e l'aria odorava di bagnato.

Con una mano mi aggrappai al corrimano delle scale e iniziai a scendere con passo lento, tentando di non fare nenahce il minimo rumore. Avevo le orecchie tese a captare ogni suono che ci fosse.

L'uomo in nero poteva essere ovunque...

Arrivai in fondo alle scale e feci qualche passo, poi mi appoggiai al muro, tesi le orecchie.

Un fruscio non molto lontano mi fece sobbalzare, di fretta corsi a sinistra, entrando in cucina dove sapevo esserci un atorcia nel cassetto sotto il forno.

Lo aprii e l'afferrai, poi tirandomi su, l'accesi.

Illuminai la cucina, il buio si andava dissolvendo e trovavo tutto a posto senza niente di sbagliato, poi illuminai il pavimento e vidi i pezzi bianche di un piatto rotto, lo riconobbi, era quello che avevo usatoprima con le mie amiche e che avevo appoggiato sul tavolo, qualcuno poteva averlo urtato e fatto cadere.

Sentii le gambe tremarmi...c'era qualcuno in casa mia e poteva essere ovunque.

Il panico iniziava a farmi davvero scoppiare di paura, così decisi di andare in salotto a prendere il telefono, prima lo avrei preso e prima sarei potuta correre in camera con le mie amiche.

Mi guardai in tonro e chiusi la lampada, se lui era ancora lì, così mi avrebbe trovata subito.

Feci un respiro profondo tentando di prendere il controllo dei miei muscoli tesissimo e della gola che si era fatta secca...

Sempre con la mano rasente al muro, scivolai fuori dalla cucina e entrai in salotto dove la finestra mandava pochissimi bagliori di luce all'interno della stanza.

Mi avvicinai al divano e lo aggirai, poi arrivai al tavolino e urtai qualcosa con la mano: il cellulare di Emily.

Lo presi e non vedendo nulla lo accesi, così che uuna luce mi inondò il volto e pregai con tutta me stessa che lui non mi vedesse.

Andai nella rubrica e premetti un numero a casa...avevo sentito un rumore non molto lontano da me...

Mi portai il telefono all'orecchio e appena qualcuno rispose non perdetti tempo.

"Sono Sam, sono al numero 15 di via White Garden...qualcuno è entrato in casa mia, sono da sola con le mie amcihe e non sappiamo che..."

"Ahhh!!"

Un dolore acuto alla spalle mi fece mozzare il fiato, le gambe mi cedettero e il telefono mi scivolò di mano, ma non cadde a terra...qualcuno lo aveva preso.

Mi aggrappai al divano e portai una mano alla spalla sinistra, dove qualcosa di bagnato mi scivolava...era sangue.

Presi la torcia e l'accesi davanti a me...

...era lui!

L'uomo vestito di nero si parò con una mano davanti al volto, lo sentii digrignare i denti e allo stesso tempo il respiro mi si fece grosso e la paura di quello che mi aveva fatto l'ultima volta mi raggelò il sangue.

Non persi tempo.

Lì detti una spinta mentre era distratto, poi tentando con uno scatto di rimettermi in piedi, corsi verso le scale e le salii du a due spalancai la porta di camera mia e mi ci fiondai dentro, poi la richiusi a chiave e mi ci lasciai scivolare a terra.

"Sam!!"

Emily e Alice mi si avvicinarono impaurite, inginocchiandosi accanto a me.

"Che succede? Stai bene?C'è qualcuno?..."

"Si...è lui..."

Alice mi toccò la mano.

"Ma stai bene, vero? Ti abbiamo sentito urlare"

Io mi portai una mano alla spalla mentre mi mordevo il labbro dal dolore.

"Mi ha fatto un taglio alla spalla..."

Alice trattenne il respiro.

"Questo vuol dire che ha un coltello..."

Tutte e tre ci bloccammo nello stesso istante mentre sentivamo dei rumori di passi per le scale.

"Sam...che facciamo adesso? Hai presoil telefono?"

Io trattenni il respiro mentre tutte e due speravano che io avessi una via di salvezza per quella situazione.

"No...me l'ha preso lui..."

Emily sbattè una mano per terra mentre Alice mi toccò la spalla preoccupata e io feci un gemito di dolore, ma il rumoe di passi si avvicinava e la paura cresceva velocemente.

"Nasconsiamoci!" Saltai in piedi controllando che la serratura fosse chiusa chiave e poi indicai il letto mentre avevo un groppo in gola e le gembe mi tremavano.

"Sotto il letto!"

Alice si catapultò sotto e Emily a fatica alla sua destra, mentre io mi sistemavo alla sinistra, sapevamo bene tutte e tre che ne la serratura chiusa, ne il buio ne il nasconderci sotto il letto, lo avrebbero fermato...

...se lui mi voleva, mi avrebbe presa a tutti i costi e in questo momento non potevo pensare al mio Mistery Man che era ignaro di tutto ne a mia madre che era a lavoro ne a un miracolo...

La verità mi offuscava la vista e battere il cuore all'impazzata, mentre nelle orecchie mi rimbombavano i passi dell'uomo per le scale, si avvicinavano...sempre di più.

Senti Alice gemere e tapparsi la bocca con una mano.

Emily strinse gli occhi e con un braccio si aggrappò a noi.

Io mi morsi il labbro e trattenni il respiro.

Era davanti alla porta, tentò di girare la maniglia, ma si accorse che era bloccata e dette un pugno contro il legno della porta facendoci saltare dallo spavento.

La porta si aprì...aveva rotta la serratura.

Più il tempo passava più sentivamo i muscoli irrigidirsi e il panico aumentare...

Emily mi guardò mentre uno strano silenzio era sceso sulla stanza e fuori dalla porta, forse c'era ancora possibilità.

Con un tonfo la porta si spalancò e uno scapone nero entrò nella mia visuale, nonostante fosse notte e la luce non ci fosse, la finestra in camera mia permetteva alla luce della luna di entrare, illuminando così una parete della camera.

Si fermò, in piedi, vestito di nero e intravidi qualcosa luccicare nella sua mano sinistra...aveva un coltello.

A quel pensiero mi portai una mano alla spalla, dove mi aveva ferito e sentii un dolore lancinante percorrermi la schiena e intanto il respiro accellerava e i muscoli mi si tendevano, la gola mi si era seccata e fissavo i piedi dell'uomo avanzare per la stanza.

Un passo, il mio cuore accellerava, un altro passo, i muscoli mi si tendevano, un passo ancora,

il sangue caldo che usciva dalla spalla mi bagnava la mano...qualcuno mi toccò la mano...

Feci gli occhi grandi e mi voltai.

Qualcuno mi tappò la bocca.

Il sangue mi si era ghiacciato e avevo smesso di respirare per qualche secondo.

Non riuscivo a vedere chi era che si era appoggiato completamente a me con il corpo e mentre con una mano mi tappava la bocca, con l'altra mi teneva premuto sulla spalla sanguinante.

"Sono io..."

Mi bloccai un attimo ad ascoltare quella voce sussurrata all'orecchio.

"...Nick"

DOMANDE:

1)CHE NE PENSATE DI CIò CHE FACEVA IL PADRE DI SAM??

2) COSA NE PENSATE ADESSO, DOPO GLI ULTIMI SVOLGIMENTI,  DI NICK?

3) CHI CREDETE CHE SIA L'UOMO IN NERO??

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Capitolo 19
*** Rabbia...Amore...qualcosa sta cambiando... ***


jonas 2

Sono tornata!!! Scusatemi immensamente ma questa scuola mi uccide ultimamente, poi mi mettono in punizione, poi c'è il pagellino, poi ho da studiare la parte di teatro, poi cerco di uscire...insomma...HELP!! COMUNQUE ragazzi....siamo quasi agli sgoccioli...oddio il prossimo capitolo sarà...il ballo...BACIONI A TUTTI E GRAZIE INFINITE PER IL VOSTRO SUPPORTO!!!kiss :-D

DANGER__DREAMER__93:Ciao! Grazie per i complimenti...insomma poi è colpa vostra se non faccio altro che arrossire!! GRAZIE mille!! Sono più che felice che ti piaccia...scusami per il ritardo! KISS =)

ANNINA94:Ahah! Non ti preoccupare, la recensione l'ho letta comunuqe e ti ringrazio immensamente...in effetti è piuttosto compliecata come storia...ma...qui si scopre chi è l'uomo in nero...ODDIO! non dovevo dirli...KISS :-)

DARKSWAN:Ciao! Come mai hai cambiato nome?? (comunque a me questo piace parecchio!!) comunque in effetti si inizia a scoprire sempre qualcosa in più...anche in questo!!KISSONI :-)

MOONLIGHT__XX:Ciao!! Garzie per la recensione e spero immensamente che anche questo ti piaccia! Siete fantastiche! Grazie! KISS :-)

STELLALILLY:Grazie!! Io continuo a ripeterlo ma qui nessuno mi da ascolto...siete troppo buone a fare tutti questi complimenti! Giuro! Comunque mi fa piacerissimissimo che ti piaccia e scusami per il ritardo...KISS ;-)

NES95: Eh cara Nes! Che mi racconti??...hai visto che finalmente Sam l'ha capito che Nick non gli è poi così tanto indifferente...:-) comunque non preoccuparti per il bacio...arrivarà! KISSONI :-)

FABIOLITA:Wow!! Sono contenta che ci siano sempre nuove persone che leggono e sono sempre più grata di tutto gli immensi compimenti che fate! Giuro, è troppo!! comunque mi piace la tua fantasia...magari qualche idea di quelle che mi hai involontariamente suggerito le userò...chissà!Ma per ora manca poco alla fine e non posso complicare le cose ulteriormente o voi che mi seguite mi ammazzate!!KISS :-)

MISSINBLACK:ciao! In effetti ci sono tante opzione per chi possa essere l'uomo in nero...ma, se ti dicessi che lo scoprirai più presto di quanto tu possa immaginare?? Grazie per la recensione! KISS :-)

KATIYA:ciao! Grazie per la recensione e sono felicissima che tu ti sia decisa a scrivermi una recensione (me contenta ^_^) comunque l'uomo in nero si scoprirà presto chi è...davvero presto...KISS ;-)

MARY__TIGRO:Che grande recensione!!Concisa! Chiara! E diretta!...sono d'accordo con te comunque! KISS :-)

SARETTAJB:Mhmmmm...hai perfettamente ragione: ho trascurato il povero Joe...e anche il povero Kevin!! Poracci! Comunuqe mi spiace ma mi ero concentrata parecchio su altri punti della storia...bhe ma per tua contentezza qui ritornano...purtroppo non così tanto come vorrei, ma la storia deve andare avanti perchè siamo agli sgoccioli!! KISS :D

WOLFGIRL92:Forte il tuo Nickname...comunque grazie per i complimenti e bhe, in effetti,sono d'accordo con te!Anch'io amo Nick in versione killer...vedi un po che cosa si scoprirai in questo capitolo e poi vedi un po se ci avevi azzeccato con l'uomo misterioso!! KISS ;-)

_LITTLEJONAS_:Felice che nuove persone si aggiungeno a leggere la mia storiella! Sono contentissima! Grazie per i complimenti! Insomma anche a me piace Nick così...;-) grazie e alla prossima!Kiss :D

MAGGIE__LULLABY!...O.o...cioè io ti sitmo letteralmente! La tua fantasia mi piace un sacco!! Giuro! Senti che bel rigiro ti eri inventata su chi fosse l'uomo in nero! Purtroppo di devo dire di no...ma...sai non per dirti niente ma questa storia è agli sgoccioli e forse (e ribadisco FORSE!!!) un sequel non lo toglie nessuno...ma non dirlo a nessuno perchè ci sta che non lo faccia, comunuqe saresti disposta a darmi una mano con tutti questi intrighi!! Sono assolutamente ispirata dalla tua immaginazione! Please! KISS ^_^

ADA12:non disperare sul bacio...ci sarà...^_^ comunque non posso rivelarti niente, ma grazie per i complimenti e scusami infinitamente per aver postato così in ritardo!!KISS :-)

BENNYY:Eccoti un po di confusione sciolta...capirai un po in più in questo capitolo! Però voglio assolutamente sapere che ne pensi perchè sono letteralmente terrorizzata dalla reazione che potrete avere!! Spero di trovare presto una tua risposta!1KISS -)

Sentii il cuore bloccarsi per un momento e mi afferrai stretta a Nick mentre lui mi passava un braccio in torno alle spalle e ricambiava la mia stretta.

Il calore del suo corpo e la sua stretta forte non mi alleviarono però la paura, mi sentivo ancora i muscoli rigidi e la gola secca.

Alice mi mise una mano sulla spalla e Nick si fece leggermente avanti per far vedere alla mia amica del suo arrivo.

Le mie amiche rimasero per un momento sorprese, poi un rumore ci distrasse nuovamente e i nostri occhi tornarono a scrutare nell'oscurità dove l'uomo stava camminando con passo felpato.

Si studiava in torno, poi si bloccò, intento ad ascoltare ogni piccolo rumore per vedere di trovarci, in quel momento le mie amiche smisero di respirare, io mi aggrappai stretta a Nick e chinai la testa contro il suo petto, mentre le sue braccia si avvolgevano di più in torno a me facendomi mozzare il respiro.

Con gli occhi serrati e i muscoli tesi, nel silenzio più assoluto della casa, sapevo che ciò che divideva noi dall'uomo nero era non più che un semplice letto...anche il più piccolo rumore poteva tradirci.

Avevo paura che il battere ritmico e agitato del mio cuore, potesse giungere fino alle sue orecchie e farci scoprire.

Il silenzio era diventato eterno e il sangue alla mia spalla sembrava essersi fermato.

Sentii il respiro caldo di Nick inondarmi la fronte e un suo impercettibile movimento con il corpo mi fece portare l'attenzione su di lui.

Il killer si era intanto avvicinato e vedevo lo sguardo torvo del Jonas puntato nell'oscurità.

L'uomo si avvicinava verso il letto, lì dove eravamo nascoste e iniziai a respirare velocemente, affannata e con l'ansia che mi stringeva lo stomaco in una morsa.

Nick mi baciò la fronte con le sue labbra morbide, poi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò.

"Tu e le tue amiche state qui...io mi occupo di lui"

Sentii una stretta all stomaco all'idea di Nick in pericolo.

"No...non puoi, lui sta cercando me...vado io"

Lui mi tappò la bocca con la mano e continuò a sussurrarmi lentamente.

"No Sam...tu rimani qui"

Detto questo mi sfiorò la guancia con la mano, poi lo vidi scivolare all'indietro, fuori dal letto.

Una lacrima mi salì agli occhi e l'ansia mi fece respirare affannatamente.

Alice alla mia destra vidi ciò che stava facendo il Jonas e mi venne vicina, abbracciandomi.

Poi, ci sporsimo in avanti per vedere l'uomo in nero che si era fermato, immobile, come se avesse sentito qualcosa.

Io trattenni il respiro.

Nick sembrava sparito, risucchiato dal buio compatto dalla stanza.

"Dove sei?...so che sei qui, non puoi sfuggirmi..."

Le parole dell'uomo mi fecero venire i brividi lungo la schiena e la presa della mia amica si fece più forte.

La parete a sinistra era illuminata dalla luna.

Il killer si bloccò, una mano alzata.

Fece una smorfia e si girò.

Il Jonas sbucò fuori dal nulla, saltò addosso all'uomo nero e lo spinse contro il muro.

Io e le mie amiche sobbalzammo mentre una smorfia di dolore faceva ringhiare l'uomo in nero, che con le spalle al muro era bloccato da Nick che gli stava davanti.

L'uomo sorrise e alzò la mano che reggeva un coltello, Nick la bloccò, ma l'uomo non perse tempo e con uno sgambetto lo fece scivolare a terra.

Il tonfo del corpo di Nick che sbatteva contro il pavimento mi fece chiudere gli occhi forte e strinsi il braccio di Emily.

Il killer si chinò sul Jonas pronto a colpirlo, ma lui scartò di lato e con un salto si rimise in piedi.

Afferrò il giubbotto dell'uomo in nero e lo spinse dall'altra parte della stanza, dove la luce della luna gli illuminò i pantaloni.

Il killer si fece in avanti, ma Nick fu più svelto e lo afferrò per una mano spingendolo contro il muro.

Il killer grignò e prendendo il braccio di Nick glielo girò dietro la schiena facendogli fare un gemito di dolore, poi lo girò a lo immobilizzò portandoglielo dietro schiena.

Prese un respiro e lo scaraventò a terra.

Mi coprii la testa per non vedere la scena e il corpo di Nick scaraventato sul pavimento.

Un tonfo scosse le mie amiche che si strinsero forti a me.

Nick ansimò con gli occhi chiusi e il volto alla luce della luna, mentre il killer lo teneva bloccato a terra con un piede premuto sulla schiena.

Feci una smorfia di dolore e contrassi i muscoli mentre un dolore sordo mi faceva salire le lacrime agli occhi e non riuscivo più a sostenere di vedere Nick in quello stato.

Aveva il volto contratto e il petto che si alzava e abbassava disperatamente alla ricerca di ossigeno.

Con uno scatto il killer lo voltò, portandolo a pancia all'insù, potendo così vedere il suo volto.

"Jonas!"

Nick tentò di aprire gli occhi ma non riuscì a distinguere la figura in nero che ancora aveva metà del busta nascosto dell'ombra della stanza.

Ma quando sentì il suo nome si immobilizzò.

Quell'uomo lo conosceva...sapeva chi era...

Il killer si irrigidì e con un urlo di rabbia lo alzò di peso sbattendolo contro il muro.

La parete tremò e l'urlo arrabbiato del killer mi fece tremare il sangue nelle vene.

Nick chiuse forte gli occhi.

Prese un respiro profondo.

Io vidi il volto sofferente e il killer che lo premeva contro il muro.

No.

Non potevo permetterglielo...

Non potevo permettere che lui ci rimettesse per colpa mia...

Non Nick...

Con uno scatto uscii da sotto il letto.

Nell'istante in cui l'uomo in nero si girò io corsi verso di lui, non sapendo davvero quello che stavo facendo.

Volevo solo salvare Nicholas.

Mi aggrappai al cappotto nero e lo tirai con forza facendolo allontanare da Nick, ma allo stesso tempo facendolo cadere all'indietro, addosso a me.

Così persi l'equilibrio e non sapendo quello che stava succedendo mi sentii le gambe tremare e l'adrenalina a mille.

Sbattei con forza contro il pavimento e mugolai di dolore quando la spalla ferita si scontrò contro il duro e freddo pavimento della mia camera.

Un mugolio dolorante e allo stesso tempo divertito mi arrivò da dietro la schiena e mi resi conto che qualcuno era caduto con me e mi premeva contro il pavimento.

Tentai di muovermi, ma sentii l'urlo di Nick rompere il silenzio.

"Non azzardarti a toccarla! Lasciala stare!!"

Nell'istante in cui lo disse, l'uomo rise e con uno strattone che mi fece grugnire di dolore, mi alzò in piedi di peso e con un braccio mi tenne salda la vita, mentre con l'altra mi teneva la testa all'indietro...non capivo che stava facendo.

Il Jonas che era corso subito in avanti si bloccò alla vista mia e dell'uomo nero.

Una vena gli pulsò insistentemente alla tempia, era ancora sotto i raggi della luna e la sua espressione si era fatta tesa e seria...

"Adesso non fai più il gradasso Jonas, eh?"

La voce dell'uomo mi fece venire i brividi lungo la schiena.

Il suo fiato caldo mi colpiva dietro l'orecchio, vicino all'incavo del collo e il suo corpo stretto contro il mio mi faceva venire un groppo alla gola mentre le gambe tremavano con forza al ricordo di ciò che era successo l'ultima volta.

Nick immobile, pallido il suo sguardo torvo fisso su di me, o meglio sul mio collo, o più precisamente sulla lama scintillante che mi sfiorava minacciosamente il collo...

Sentii il respiro mozzarmisi e la paura stringermi i muscoli in una morsa.

L'uomo mi strinse più forte il bacino tenendomi ancora più stretta contro il suo corpo e una sensazione spiacevole che avevo già provato mi avvolse le viscere.

C'era qualcosa di dannatamente familiare in quello che l'uomo nero stava facendo.

Rabbrividii mentre l'uomo mi strascinava lentamente in avanti verso Nick.

Lui fermo, immobile, sembrava paralizzato e non sapeva cosa fare, lo vedevo nei suoi occhi...

Più l'uomo mi avvicinava a Nick, più lui si mordeva il labbro non sapendo che fare.

Era immobile per la paura che anche per un gesto sbagliato io avrei pagato caro.

Chiusi gli occhi mentre l'uomo avvicinava le labbra all'orecchio e me lo mordicchiava.

Nick immobile spalancò gli occhi.

L'uomo rise lievemente facendomi rabbrivdire la pelle.

Nick chiuse gli occhi.

L'uomo mi baciò il collo poi con uno schiocco staccò le labbra dalla mia pelle e susurrò.

"Stesso posto dell'altra volta...che dici?"

Sentii il fiato mozzarmisi all'idea del succhiotto...Poi riappoggiò le labbra al mio collo e la paura che mi faceva ansimare mi fece salire le lacrime agli occhi mentre i brividi non mi abbandonavano.

Con un tremito smorzato mormorai.

"Perchè? Perchè mi fai questo?"

Vedevo lo sguardo di Nick maledettamente afflitto e ebbi l'impressione di sentire il mugolio spaventato di Alice sotto il letto.

Lui si allontanò per un attimo dal mio collo e con la voce seria mi rispose.

"Dal giorno che ti ho incontrata, io ti voglio"

Nick si incupì mentre una vena gli pulsava alla tempia, minacciosamente.

L'uomo vedendo la sua rezione mi portò ancora più vicina a lui, ridacchiando.

Con il palmo della mano mi sfiorò la guancia.

Sentii qualcosa di duro e metallico scivolare sulla pelle e quando lui staccò la mano vidi un anello argentato con dei rubini rossi risplendere quando la sua mano passò sotto i raggi della luna...

Per un momento rimasi senza fiato.

Fissai l'anell che portava al dito.

"TAYLOR!!!"

Tutto sembrò fermarsi per un attimo.

Le mie amiche le sentii sobbalzare.

Nick aveva lo sguardo perso nel vuoto, paralizzato.

L'uomo al mio orecchio ridacchiò.

"Esatto"

Per un istante la mia mente vagò veloce tra tutti i ricordi, le scene passate, la scuola, il McDonald, l'albergo in rovina, il supermercato, il centro commerciale...e improvvisamente mi sembrò tutto chiaro...

...dannatamente chiaro...

Era stato lui.

Sempre.

Nick strinse con forza i pugni.

Le sopracciglia si incurvarono minacciose.

La sua espressione si fece torva.

I muscoli si tesero.

"Black..."

Il ringhio che gli venne fuori dalla gola mi fece rabbrividire.

"Prova solo a dire un'altra parola e vedrai..." ribattè Taylor.

Con queste parole con uno scatto mi sbattè contro il muro, con un braccio mi bloccò e con l'altro premette minacciosamente il coltello contro il mio collo.

La spalla mi dolette e feci una smorfia di dolore.

Poi vidi una scarpa colpire con forza la testa di Taylor.

Lui cadde all'indietro e Nick non perse tempo e lo andò ad afferrare, colpendolo nello stomaco.

Ma il Black con uno scatto si allontanò improvvisamente da lui, corse verso la finestra e l'aprì e prima che Nick riuscisse a fermarlo si lanciò di sotto.

Io corsi a vedere dalla finestra.

Ma lui stava già correndo per il giardino, mescolandosi con il buio della notte.

Feci un sospiro subito prima di venire travolta da un corpo magrolino che mi si lanciò letteralmente addosso..

"SAM!!"

Alice mi travolse facendomi cadere sul letto.

Io tentai di rialzarmi, ma anche Emily mi abbracciò stretta e sentii tutta la loro paura per me soffocarmi.

"G-grazie ragazze...anche io vi voglio bene...ma adesso b-basta..."

Loro mi lasciarono e Alice si asciugò in fretta gli occhi.

"Meno male che Emily aveva la scarpa a portata di mano!"

Io sorrisi grata e lei ricambiò con uno sguardo di sollievo.

Alice continuò a guardarmi.

"Meno male che stai bene...avevo tanta paura...quando poi hai detto il nome di Taylor..."

Emily si fece avanti.

"...come hai fatto a riconoscerlo?"

Io mi ricordai la prima volta che lo avevo visto sorridere mentre avevo notato l'anello che portava al dito.

"L'ho riconosciuto dall'anello d'argento con i rubini rossi. Quando l'ho visto alla mano dell'uomo, mi sono ricordata che era uguale a quello di Taylor e poi...adesso torna tutto..."

Lasciai la frase a metà e le mie amiche mi guardarono preoccupate e rammaricate mentre Alice rabbrividiva solo al ricordo di tutto quello che lui aveva fatto.

"Era davvero lui..." sentenziò con un brivido nella voce.

Poi guardai dall'altra parte della stanza, dove Nick in piedi alla luce della luna mi guardava, enigmatico e immobile.

"Nick...grazie"

Le mie amiche si sedettero sul letto e presero i sacchi a pelo, mentre io andai verso il Jonas che continuava a guardarmi mentre i raggi di luce lo inondavano e gli facevano risaltare il profilo sottile del mento.

"Stai bene?"

Io annuii e gli sorrisi nuovamente mentre il suo sguardo si spostava da me a fuori dalla finestra.

"Se n'è andato per ora"

Io annui nuovamente, poi guardando la sua aria enigmatica, il suo profilo asciutto e sentendomi una morza allo stomaco, mi lanciai in avanti e lo abbracciai stretto mentre sentivo il suo calore avvolgermi.

"Sam..."

Mormorò per un istante, poi anche lui ricambiò il mio abbraccio e mi strinse forte.

In quell'istante sentii la paura e l'ansia scivolare lentamente via e il desiderio di rimanere per sempre abbracciata a lui.

Ma poi mi sfiorò la spalla e gemetti di dolore.

Il Jonas allora si staccò dall'abbraccio e corrugò la fronte mentre osservava il taglio dietro la mia spalla.

"Te l'ha fatto lui?"

Io annui imbarazzata e paralizzata dall'immagine di Taylor che si sovrapponeva a quella del killer in nero.

Mi voltai verso di lui e lo vidi uscire dalla mia camera e dirigersi verso il bagno.

Io lo seguii stranita mentre cercavo di capire quello che stava facendo.

Le mie amiche mi guardarono incuriosite.

Nick tornò poco dopo con un batuffolo di cotone, il disinfettate una fascia bianca e un pezzo di nastro...e io continuai a chiedermi come facesse a sapere dove si trovavano quegli oggetti in casa mia...

"Ci metterò solo un attimo"

Mi fece voltare e mi sfiorò la pelle mentre con moviementi delicati mi puliva la ferita e la disifettava, infine la bendò e poi si voltò a guardarmi.

"Non è molto profonda"

Guardai Alice che sorrideva sognante guardando me e Nick e improvvisamente arrossii mentre sentivo la stretta di panico allentarsi e un senso di pace e salvezza invadermi.

"Grazie."

Emily si alzò dal letto e chiese.

"Sono le due passate, che ne dite di andare a letto, domani poi penseremo al letto e alle ultime cose per il ballo"

In quel momento il pensiero del Ragazzo Misterioso mi fece sentire in colpa.

"Ok..." rispose Alice afferrando il suo sacco a pelo e distendendolo per terra.

Mentre guardavo Nick, pensavo al Ragazzo Misterioso e capivo che sia lui che Nick non mi erano indifferenti.

Sarei andata al ballo con il Ragazzo Misterioso, ma avrei voluto andarci anche con Nicholas,...sarei voluta andarci con entrambi.

Perchè la verità era che mi piaceva Nick, ma anche il Ragazzo Misterioso e non potevo dimenticare le innumerevoli volte che mi aveva salvata e che mi era rimasto vicino.

Nick mi guardò di nuovo, poi si voltò e si diresse alla porta della camera.

Io mi bloccai mentre sentivo il disagio avvolgermi...non volevo che se ne andasse.

Avevo paura di restare da sola.

Avevo paura ora che sapevo la verità, oa che capivo fino a che punto Taylor si sarebbe spinto pur di avermi.

Avevo paura di perdere Nicholas.

"Nick?"

Lui si voltò a guardarmi.

"Puoi rimanere con noi stanotte?..."

Vidi Alice sorridere e scambiarsi uno sguardo con Emily che sorrise a sua volta.

"Certo" rispose lui sorridendo leggermente e venendomi vicino.

Alice e Emily sorridendo si infilarono nei loro sacchi a pelo e ci dettero la buonanotte.

"A domattina!"

Io le risposi e poi mi distesi nel mio letto con le coperte blu.

Nick, con i Jeans chiari e la camicia girgia, si levò la giacca e l'appoggiò in fondo al letto, poi mi si avvicinò a io mi spostai sul lato destro per fargli spazio.

Lui mi fissò per un istante, poi scivolò sotto la coperta girandosi su un fianco per guardarmi in faccia.

Io mi sentii arrossire e chinai il capo.

"Non ti preoccupare...starò qui tutta la notte"

"...grazie"

Mi sistemai con la testa vicina al suo petto e lui si fece avanti avvolgendomi con un braccio e baciandomi la fronte.

Sentii il suo odore fresco e penetrante invadermi e sorrisi inevitabilmente mentre mi facevo più vicino a lui e lo sentivo respirare leggermente tra i miei capelli.

Così cullata dal suo braccio e accoccolata contro il suo petto, mi addormentai...




Nell'ombra della stanza, con la luce della luna che gli sfiorava delicatamente il profilo, rimase sveglio, a guardarla.

Coccolato dal lento e ritmico movimento del petto di Sam che si abbassava e alzava e sfiorava il suo corpo.

Il calore che lei gli trasmetteva lo faceva sentire bene.

I suoi occhi spalancati, a vegliare su ogni suo movimento e su ogni suono che avesse stonato nel perfetto silenzio della notte.

Nick sorrise mentre sentiva il respirare tranquillo delle altre ragazze che dormivano per terra, al lato del letto.

Il tempo passò con una velocità inaspettata e i suoi pensieri volarono lontani, come non facevano da tanto...liberi da tutto e da tutti.

Con un dito sfiorò la pelle pallida e liscia di Sam, poi si avvicinò e le baciò i capelli, annusandole per l'ultima volta il dolce e inebriante profumo di pesca che tanto lo rapiva.

Si lasciò scivolare lentamente fuori dal letto mentre sentiva i primi raggi di luce entrare dalle finestre e il risveglio lento e festivo del sabato.

Sorrise mentre son una mano spostava con gentilezza il bracio della ragazza e lol riappoggiava sulle coperte.

All'ultimo sentì Sam mormorare qualcosa nel sonno e la sua mano si legò inconsciamento a quella di Nick, tantò che si svegliò lentamente.

Aprì gli occhi con lentezza, mentre le braccia del sogno si allentavano su di lei e la riportavano alla realtà.

"N-nick...?"

Il ragazzo si chinò su di lei e le si fece vicinissimo, accarezzandole il volto con una mano.

"Si, Sam, sono io. E' mattina e adesso sei al sicuro." con uno sguardo veloce cercò di dedurre la coscienza del risveglio di Sam e capì che ancora si trovava in uno stato di dormiveglia.

"Ci vediamo Sam"

Si chinò e per l'ultima volta le dette un bacio sui capelli, poi si allontanò afferrando la giacca di pelle e poi aprendo la finestra si dileguò nell'aria mattutina.




Le strade sembravano deserte e i raggi del sole gli sfioravano intimedite le spalle.

Sarebbe stata una giornata con il sole, stranamente...

Guardò in alto, verso il cielo azzurro mattutino, quasi del tutto sgombro di nubi e sorrise.

Con i pensieri ancora che gli ronzavano in testa, a passo svelto, arrivò davanti al cancello di casa, ma si bloccò.

La sua pelle sfiorò il metallo nero, ma invece che aprire la maniglia, si voltò in dietro e tornò sui suoi passi, arrivando fino al parco con lo scivolo.

Quello su cui era salito con Sam tempo prima.

Sorrise.

Cosa nuova e piuttosto insolita per lui...

Si sedette sull'altalena e lasciò che i suoi pensieri vagassero liberi ancora per un po', prima di dover tornare alla fredda e allarmante realtà che in quel momento lo circondava...





Quando Nick tornò finalmente a casa erano le tre di pomeriggio e la giornata si era rivelata delle migliori.

Prima di mettere piede in casa tornò bruscamente alla realtà e si fece sparire tutti quei pensieri dalla testa e sul volto tornò il suo solito sguardo profondo ed enigmatico.

Fece un respiro.

L'odore di disinfettante e muschio che faceva parte della sua vita lo investirono all'improvviso, appena aprì la porta.

Entro con sicurezza e lanciò le chiavi sul tavolo di legno alla destra dove poi appoggiò anche la giacca.

Sentendo delle voci si voltò, sorpreso, ma pronto ad ogni evenienza.

Kevin era in piedi, accanto al divano, con le braccia strette intorno al petto e lo sguardo indeciso.

Joe, in tuta, era seduto sulla poltrona e con una mano teneva alzata una gruccia con appeso un vestito dell'800 con tanto di merletti e rifiniture.

Nick rimase immobile a fissare la scena, fino a quando li sguardi degli altri due ragazzi non si spostarono su di lui.

Nicholas alzò un sopracciglio e Kevin in fretta gli venne in contro.

"Bentonrato!E' da ieri che sei sparito..." lo sguardo del Jonas maggiore rimase per un attimo torvo, in attesa di spiegazioni, poi sembrò sciogliersi e lasciare posto ad una tranquillità...sembrava che Kevin non avesse voglia di litigare con il fratello appena rientrato.

"Comunque, hai fame?"

Nick scosse la testa in segno di diniego.

"Che succede qui?..." Nick spostò lo sguardo sull'amico d'infanzia ricciolo che riacambiò il suo sguardo, sorridendo.

"Prova vestito..." fece un verso strano indicando ciò che teneva in mano "...mi vesto da Romeo. Sai stasera c'è la festa in maschera a scuola e avevo bisogno di qualche consiglio, comunque, che ne pensi?"

Nicholas si sentì a disagio, non era certo un campo in cui sapesse dare dei consigli, per di più con Joe i rapporti erano ancora molto tesi e pieni di incomprensione...

...ma quell'improvvisa leggerezza e tranquillità nello stare insieme, gli era mancata, tanto, e non se la sentiva di distruggere quel momento tanto fraterno.

"Sembra bello come vestito...farai coppia con Giulietta?"

Joe arrosì lievemente e scosse la testa per portarsi in dietro il ciuffo, poi posò il vestito e con fare spensierato si avvicinò all'amico.

"Si...ci vado con Emily...lo sai anche te che questo non è mai stato un genere di cose a cui mi piace andare. Preferirei fare un giro all'antartide, invece che andare alla festa, però..."

Ci fu un momento di pausa in cui Nick capì benissimo ciò che l'amico stava cercando di dirgli.

"Emily...lei mi piace davvero e, non sono più lo stesso, mi ha convinto lei ad andarci, dice che un po' di vita sociale mi farebbe bene..."

Poi un sorriso furbo e scaltro gli si dipinse sul volto, sogghignò...

"Alla condizione che sciegliessi io il vestito da mettere!"

Kevin gli andò vicino e scosse la testa non curante.

"Povera Emily, chissà quanto ti ha odiata per questo!"

Nick rimase impassibile e Joe si mise una mano sul fianco e alzò l'altra in cielo con le dita incrociate.

"Ma una promessa è una promessa...e purtroppo per lei non è mai bene fare una promessa con il sottoscritto!"

Kevin, a quel punto, guardò Nick e fece il verso al ricciolo, scatenando la sua collera.

Finì che Joseph si lanciò a dosso a Kevin, travolgendolo letteralmente.

Quest'ultimo cadde sul divano, colto alla sprovvista dalla sarcastica ira dell'amico.

Nick non potè fare altro che ridere...erano le persone che gli avevano sempre voluto bene, e, per quanto lo negasse a se stesso, anche lui gliene voleva tanto.

Andò vicino ai due e afferrò Joe per un braccio tentando di staccarlo dal povero Kevin che agonizzante dalle risate, stava tentando invano di respirare.

"Piantala Joe!"

Joseph fieramente si voltò e con una mano si sistemò i capelli...suo vizio fin da quando era bambino.

Nick scosse la testa facendo lo sdegnato, ma era anche divertito.

"Cos'è, mi devo preoccupare Nick??"

Chiese Joe spalancando gli occhi e catturando l'attenzione del Joans maggiore...che stava tentando di rimettersi in piedi.

"Perchè?" chiese sorpreso il diretto interessato...

"Sai...due sorrisi in meno di un minuto!Una catastrofe!"

Nicholas scosse la testa sorridendo nuovamente.

"...è già, è proprio un sorriso...i miracoli ancora accadono!"

Convenne Kevin.

Nick scosse la testa e Kevin diede un'occhiata a Joe, entrambi erano sospresi dal suo strano entusiasmo...

A quel punto Joe aggieggiando con i merletti del vestito osservò l'amico.

"Non è che per caso vieni anche te al ballo stasera?"

Nick si immobilizzò e guardò torvo l'amico, tanto che lui alzò le mano in segno di difesa.

"...come non detto! So che non sono cose da te, però, visto che eri in vena di miracoli...non si sa mai!"

Nick scherzosamente lo fulminò con lo sguardo e poi gli dette una pacca sulla spalla.

Poi si avvicinò al fratello che stava in disparte, pensieroso.

"...non è che anche tu vai al ballo stasera?"

Kevin alzò le spalle con noncuranza.

"...in effetti ci avevo fatto un pensierino, sai con il praticantato all'università di medicina e gli studi e i viaggi...è da tanto che non ho un momento di pace solo per me, quindi, pensavo che avrei potuto fare un salto..."

Joe sorrise andando a passargli un mano sulle spalle, trionfante.

"Allora sono proprio curioso di vedere cosa ti metterai!"

Kevin sorrise compiaciuto.

"Tu non te ne preoccupare, però, poi farò anche un salto da te e la tua Giulietta"

Joe non si scompose.

"Certo! Ti aspetteremo!"

Kevin sembrò sorpreso dal fatto che Joseph non si fosse ribellato all'idea di averlo tra i piedi...Emily lo stava davvero cambiando! E gliene era davvero grato!

Nick si fece sprofondare le mani nelle tasche dei Jeans, poi facendo un cenno con la mano selutò gli altri due e salì al piano di sopra con il pnsiero fissò alla serata che sarebbe arrivata...

...mentre degli sguardi speranzosi e curiosi lo serguivano andarsene inconsciamente.

Kevin sorrise.

Joe guardò l'amico e a sua volta un sorriso speranzoso gli si allargò sul volto pallido.

Nick intanto più saliva più sentiva un groppo in gola...una stretta allo stomaco...

...Sam...

...la rabbia montò lenta sempre di più...

...più pensava e più la vena alla tempia pulsava minacciosa...

...strinse i pugni...

...l'immagnine di un volto si formò nei suoi  pensieri...

...lui che toccava Sam...

...lui che la spaventava...

...lui che la baciava...

...lui che l'aveva ferita...

...lui...

...l'avrebbe pagata...

...lui...

...Taylor...

DOMANDE:

1) Il killer...Taylor...che ne pensate? Ve lo aspettavate?

2) Joe e Emily, l'amore fa miracoli, li vedete bene insieme?

3) ...la rabbia di  Nick che ha scoperto che è stato Taylor ha perseguitare Sam, pensate che se ne syia buono in disparte non dicendo nulla al Black??



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Capitolo 20
*** Il Ballo... ***


JONAS 3

Era così brutto l'ultimo capitolo...insomma sapevo di non aver fatto questo bel lavoro ma immagino che probabilmente non siete d'accordo dal fatto che sia Taylor l'uomo in nero...:-(...spero solo che in questo misero capitolo riceva più recensioni...il capitolo è piccolo, ma chiamandosi il BALLO, ha un po di importanza...spero tanto che vi piaccia!!

grazie sempre a tutti!! KISS :-)

ADA12:Giò Joe ed Emily sono davvero carini!!...spero che questo chap ti piaccia! KISSONI :-)

DARKSWAN:I tuoi dubbi avranno una risposta presto...però per ora non posso dirti molto, solo che Nick  sapeva ciò che Taylor voleva fare, ma non aveva la minima idea che fosse lui L'uomo nero!! KISS e fammi sapere che ne pensi di questo chap! KISS :-)

MAGGIE__LULLABY:Wow grazie per l'entusiasmo!! Comunuqe sono contenta che tu abbia detto di si, ma ribadisco che per ora è tutta una cosa astratta e ancora ho da finire questa serie...siamo quasi agli sgoccioli e sono curiosissima di sapere che ne pensi!!!Spero ti piaccia ^_^ KISS :-D

WOLFGIRL92:grazie per i complimenti! Comunuqe avvertirò il detective conan che ha un rivale... ahah (bhe forse anche io potevo evitarmi questo commentino, però mi ha fatto ridere l'idea del detective conan!) comunque  sono d'accordo, l'amore oltre a far danni fa anche miracoli! KISS e non vedo l'ora di sapere che ne pensi di questo capitolo!! KISS ;-)

BENNYY:Davvero non te l'aspettavi che fosse Taylor l'uomo in nero?? Comunuqe il padre di SAM non si vedrà più in questa serie...almeno in questa no...ma chissà...^_^ grazie per i complimenti e KISS :-p

_LITTLEJONAS_:Vedi un po se secondo te questo capitolo è all'altezza delle tue aspettative...spero tanto di si perchè quello prima a quant pare a fatto una strage...insomma credo che la gente ci sia rimasta male sul fatto che fosse Taylor...:-( comunque sono curiosa di sapere che ne pensi di questo! KISS :-)

Presi un respiro profondo.

Con difficoltà, tirai su la cerniera sulla schiena e mi lisciai le punte verdi del vestito.

Afferrai la passata verde in tinta e me la sistemai, un capello scivolò fuori e con stizza lo rimisi a posto.

Afferrai le ballerine e le misi, poi con un respiro profondo mi voltai, pronta a guardarmi allo specchio.

Rimasi immobile, a fissare la mia immagine riflessa e per la prima volta vedi qualcosa di diverso, vedevo una persona diversa, una persona nuova.

Forse ero cambiata da quando ero arrivata, con tutto quello che avevo passato ero diventata più coraggiosa, ero più consapevole di me ed ero riuscita ad affrontare il peso che mi portavo dentro.

Mi ero aperta e avevo trovato le migliori amiche del mondo.

Tutto quello che era successo mi aveva fatto capire che bisognava sempre sperare in qualcosa di migliore, anche se a volte sembra che non possa esistere qualcosa di meglio.

Mi sistemai i capelli lunghi e ondulati e passai un po' di matita nera, lungo il contorno degli occhi, un filo di lucidalabbra e in fine l'ombretto che Alice mi aveva regalato prima di andarsene.

Mi mordicchiai il labbro.

Quanto avrei voluto che loro fossero lì con me in quel momento.

Ero nervosa e agitata...stavo per incontrare il mio Ragazzo Misterioso e scoprire chi era davvero.

Poi mi bloccai a pensai alla domanda che Emily mi aveva fatto prima di andarsene:

"E Nick?"...

"Nick cosa?" le avevo chiesto con aria spaesata.

"A te piace Nick, giusto?"

Avevo annuito, assorta nei miei pensieri.

"Credo proprio di si, ma non so se anche a lui io piaccio, è stato gentile e mi fido di lui, ma... non so davvero che fare perchè in un certo senso mi piacciono entrambi...sia lui che il Ragazzo Misterioso e prima di scegliere voglio solo vedere ciò che succede"

Egoista!

Ecco cosa ero...

O uno o l'altro, come direbbe Alice non si può stare con il piede in due scarpe, eppure non mi sentivo pronta, ancora non avevo davvero capito ciò che mi legava sentimentalmente a entrambi.

Mi guardai ancora allo specchio mentre mi spruzzavo il mio profumo preferito al collo: pesca.

Un aroma dolce e fresco di cui non mi sarei mai stancata, era il profuma che mia nonna mi regalava per tutti i miei compleanni e in un certo senso era anche il mio porta fortuna.

Alzai la testa e notai il volto di mia madre alle mie spalle.

Sorrideva con un luccichio emozionato negli occhi.

Alzò le mani e mi avvolse con le sue braccia mentre mi sistemava una maschera sul volto.

"E' un ballo mascherato o sbaglio?"

Io annuii, mi ero completamente dimenticata di comprarmi la maschera, se non ci fosse stata lei.

"Grazie mamma"

Lei mi voltò e mi guardò emozionata mentre arrossivo.

"Sei davvero bellissima stasera."

Sentii una stretta allo stomaco e mi sentii grata del suo appoggio.

Chinai la testa.

"Ti voglio bene"

In quell'istante, il campanello di casa suonò e sentii il cuore finirmi in gola.

Le gambe in un istante mi si fecero molli e una stretta allo stomaco mi fece capire che era arrivato il momento di andare.

"Andrà tutto bene tesoro, vedrai che passerai una splendida sarata!"

Mi sorrise teneramente, poi si risvegliò

"Dai Sam, ti sta aspettando" poi mi diede un bacio sulla guancia con fare tenero e stringendomi il volto tra le mani mi accompagnò giù.

"Divertiti"

Io mi infilai il giubbotto nero e aprii la porta.

"Certo e grazie Mamma"

Lei sorrise e mi strinse per l'ultima volta, poi mi lasciò uscire dalla porta guardandomi allontanarmi verso la macchina nera parcheggiata davanti a casa.

La portiera del guidatore si aprì a mentre il cuore batteva all'impazzata fissai la tuta da baseball a righe blu e bianche che scendeva dall'auto.

Aveva il fisico slanciato e la tuta gli metteva in risalto i muscoli delle gambe.

Aveva i pantaloni lunghi, le scarpe nere e sopra la camicia in tinta, aveva un giubbotto nero di pelle...mi era familiare in effetti.

Con trepidante attesa alzai lo sguardo sul suo volto e lo trovai nascosto sotto un maschera grande, larga, esageratamente grande che, purtroppo, gli copriva tutto il volto.

Vedevo solo i capelli neri.

Lo vidi sorridere e notai le sue labbra fini e rosse che mi incantarono per un momento.

Con gesti svelti si parò davanti a me e allungò un braccio in avanti, piegato.

"Sei bellissima Sam"

Io arrossi inevitabilmente mentre sentivo il suo sguardo su di me e il mio non riusciva a staccarsi da lui.

Non riuscivo a smettere di guardarlo, lo vedevo alla luce, lo vedevo come se fosse la prima volta, il suo corpo mi faceva venire brividi lungo la schiena e sorrisi emozionata.

"Permetti?"

Chiese con voce sicura ma bassa.

Mi accorsi che non aveva però smesso di camuffare la sua voce, ancora non mi avrebbe svelato chi era, ma la sera era lunga e prima o poi il momento sarebbe arrivato...ne ero certa.

Afferrai il braccio che mi porgeva e lo presi a braccetto, mentre mi accompagnava alla macchina e mi apriva la portiera.

Mi fece sedere e poi mi porse un fermaglio e forma di rosa, una bellissima rosa blu.

Si piegò in avanti e sorridendo me la mise nei capelli, poi si soffermò un momento a sussurrarmi all'orecchio.

"Questo è per te, Sam"

Mi passò una mano velocemente sui capelli e poi chiuse la portiera mentre sentivo il cuore battere e l'emozione farmi sorridere inevitabilmente mentre sentivo un calore piacevole invadermi.

Mi voltai verso il finestrino e mentre mi toccavo il fermaglio, fissai mia madre che mi salutava con fare incerto sull'uscio della porta.

Io contraccambiai, poi al rumore della portiera che si richiudeva, mi voltai a fissare il mio Ragazzo Misterioso pensando a quanto mi sentivo bene con lui vicino.





Arrivammo alla festa troppo velocemente, avevo avuto il tempo solo di fargli qualche domanda a cui lui aveva prontamente sviato l'argomento, ma una cosa era riuscita a capirla: c'era più di una possibilità che quella sera riuscissi davvero a scoprire chi era.

Quando arrivammo davanti alla scuola rimasi estasiata di vedere come era cambiata.

Naturalmente ero rimasta un pomeriggio lì per fare i festoni, ma non avrei mai pensato che l'effetto finale sarebbe stato quello.

Era davvero bellissima, colorata e decorata in ogni minimo dettaglio.

Luci e festoni erano appesi all'entrata come dentro la hall.

Come uscii all'aria aperta il freddo della notte mi fece rabbrividire e prontamente il Ragazzo Misterioso arrivò al mio fianco.

"Hai freddo?"

Io scossi la testa imbarazzata.

"No, sto bene, grazie..."

Mi bloccai un momento mentre mi voltavo a guardarlo, indecisa, lui se ne accorse e a sua volta si mise ad osservarmi.

"Che succede?"

Io alzai le spalle aggrappandomi al suo braccio con aria spensierata.

"Bhe mi chiedevo solo come avrei dovuto chiamarti visto che Ragazzo Misterioso mi sembra poco pratico"

Lui sorrise malizioso, poi si voltò a guardarmi e notai sotto la luce del lampione i suoi occhi scuri che luccicavano.

"Se questo è un modo per scoprire il mio vero nome, sappi che non ci casco" poi si avvicinò a me e sussurrò "te l'ho promesso, scoprirai presto chi sono"

Io mi morsi il labbro inferiore, emozionata e mi strinsi più forte a lui, pronta a varcare la soglia della scuola e a tuffarmi nell'insieme di luci, colori e musica che quella sera mi avrebbero accompagnato.

Mi sentivo in imbarazzo e scrutai tutte le persone che mi circondavano.

Entrammo nella palestra e la folla accrebbe numerosa, concentrandosi soprattutto nel centro della pista, dove i ragazzi si divertivano maggiormente.

Ci avvicinammo al tavolo delle bibite e lui si bloccò avvicinando il suo volto al mio.

"C'è qualcuno che ti sta cercando" indicò dietro di se e io notai Alice che faceva un segno a Emily che si stava in quel momento allontanando da Joe.

"Ti lascio un po di tempo nelle loro mani, ma tra dieci minuti sarai di nuovo tutta per me"

Sorrise malizioso e io arrossi sorridendo.

"A dopo allora"

Lo fissai con lo sguardo voltarsi e mescolarsi tra la massa colorata degli altri ragazzi.

Rimasi immobile a fissarlo, incantata, fino a quando un braccio mi avvolse la vita.

"Sam ma stai benissimo con questo vestito!"

Io sorrisi separandomi dall'abbraccio affettuoso della mia amica per guardare meglio come era vestita..

Aveva un vestito blu con la gonna lunga e a balze che le ricardeva sul corpo magro con una semplicità ed eleganza magica, il corpetto stretto e luccicante le metteva in risalto la vita fine e lo scollo le lasciava in vista la pelle chiara.

I capelli erano raccolti in una crocchia alta e la maschera azzurra sul volto le risaltava ancora di più il colore vivace e blu degli occhi.

Sembrava perfettamente a suo sgio in quel vestito e al ballo.

"Tu sei fantastica, vestita così tra breve avrai un codazzo di ragazzi a fare la fila per ballare con te"

Lei scosse la testa divertita.

"In effetti, qualcuno già c'è"

Con la testa indicò alla sua destra un ragazzo alto, biondo con la pelle abbronzata e l'aria timida e fiera allo stesso tempo che la stava fissando.

Io ammiccai alla mia amica che in un attimo divenne rossa in volto.

"E' carino, no?"

Io annui.

Poi lei mi fece un segno alle mie spalle e voltandomi vidi Emily arrivare verso di noi con il volto chino e l'aria impacciata.

Io rimasi sbalordita a fissarla: il vestito era in perfetto stile 800 e le ricadeva adosso perfettamente facendole esaltare le forme e rendendola carina e, diversamente dal solito, risaltando la sua femminilità.

I capelli erano sciolti a boccoli sulle spalle e indossava una piccola maschera color avorio che si intonava al vestito rosso e giallo che indossava.

"Emily è...fantastico"

Le dissi tentando di attirare la sua attenzione, infatti sembrava che stesse fissando esclusivamente il pavimento.

Alzò il capo e mi fulminò con lo sguardo.

"Questo coso è tutto pieno di merletti e gale...e balze...è straziante e poi sembro un pesce fuor d'acqua!"

Alice alzò le spalle.

"In effetti assomigli molto ad un pesce fuor d'acqua..."

Emily si voltò a fulminarla e lei l'abbracciò alzando gli occhi al cielo.

"Accidenti Emily, stavo solo scherzando, rilassati! Sei assolutamente bellissima!E' solo che non sei abituata a vestirti in questo modo, ma sei perfetta"

Emily si tranquillizzò e poi si staccò dall'abbraccio dell'amica, proprio mentre si voltava e mi guardava con aria curiosa.

"Il tuo Ragazzo Misterioso in vece sta proprio bene!"

Io arrossi imbarazzata.

"In effetti non è niente male..." annuì Alice con fare di chi la sa lunga.

"Quando si leverà la maschera finalmente capirai chi è...e fidati credo che succederà entro stasera, quando siete arrivati eravate davvero carini. Signora Trilli e Signor Giocatore di Baseball..."

disse lei in maniera pomposa cercando di stuzziacarmi.

Io feci finta di non ascoltarla, poi Emily si intromise.

"Vedrai che lo scopriarai presto, eppure ha qualcosa di familiare...comunque a porposito di accompagnatori, dov'è finito il mio?"

In quell'istante due braccia rivestite di una camicia bianca e con il merletto, le avvolsero i fianchi e la strinsero a se.

"Stavi forse cercando me mia Giulietta?"

Le diede un bacio dolce sulla guancia e sorrise raggiante in tutta la sua bellezza dentro il vestito dell'800.

Joseph era assolutamente a suo agio e sembrava saltato fuori direttamente dall commedia di ROMEO E GIULIETTA.

"Se sei tu il Romeo che stavo aspettando allora sarà meglio che mi metta alla ricerca di un altro... "

Rispose Emily in maniera provocatoria cercando di scappare dall'abbraccio di Joe.

A quel punto io e Emily ci scambiammo uno sguardo divertito e li interrompemmo.

"Allora mi sembra che qui è meglio che noi ce ne andiamo"

Sorridemmo e li salutammo mentre Alice mi stringeva il braccio, poi si bloccò.

"Ehi...eccolo lì il mio bel biondino, ci vediamo dopo Sam, fammi gli auguri!"

Io le sorrisi incoraggiante fissando il biondo che la stava aspettando.

"Non ne hai bisogno, stai benissimo!"

Così anche lei si mescolò tra gli altri ragazzi e io rimasi immobile a fissarmi intorno fino a quando qualcuno non mi strinse la mano nella sua.

"Eccoti"

Io sorrisi fissando la maschera bianca del mio Ragazzo Misterioso in versione Giocatore di Baseball.

"Sana e salva dopo la controllata protettiva delle tue amiche?"

Io alzai gli occhi al cielo.

"Si alla fine mi hanno lasciato andare..."

Ridacchiai mentre lui faceva lo stesso, poi si voltò e con una mano indicò la pista da ballo.

"Ti va di ballare?"

In quell'istante la muscia cambiò e le note di un lento si sparsero per sala facendo cambiare ad ogni coppia il proprio ritmo e facendole aggrapparsi l'uno a l'altra.

Io arrossi e mi fissai le ballerine.

"Non so se è una buona idea..."

Lui con un braccio mi avvicinò a se e fece scivolare la sua mano dietro la mia schiena per avvolgermi, io intanto mi sentivo traballante, instabile.

Cavoli...io ero una frana in quel genere di cose...

"Non sono brava a ballare..."

Lui mi fissò in cerca di una spiegazione.

"Per niente brava" ribattei più che convinta.

Ma lui non demordeva e la sua stretta si strinse di più in torno a me facendomi sentire un calore piacevole.

"Allora lascia che ti dia una mano"

Io mi sentivo impacciata e indecisa.

Avvolsi le mie braccia intorno al suo collo, mentre con indecisione guardavo gli altri in torno a me per cercare di trovare spunto da loro e non fare la figura dell'imbranata.

Lui richiamò la mia attenzione sussurrando vicino al mio volto.

"Non ti preoccupare degli altri"

I miei occhi si impigliarono nei suoi e respirai a fondo mentre la sicurezza che mi infondeva la sua presenza, mi tranquillizzava.

"Lascia solo che la musica ti guidi"

Io chiusi gli occhi e mi appoggiai con il corpo a lui cercando di entrare in contatto con la musica e andare con lui a ritmo.

I miei muscoli da tesi che erano si rilassarono, il mio respiro si fece più regolare e un sorriso lievemente accennato mi spuntò sul viso.

L'imbarazzo iniziale sembrò lasciare piano piano posto a la fantastica sensazione di essere abbracciata a lui.

"Si così.."

Sussurrò lui all'altezza della mia fronte mentre il suo fiato si scontrava con la mia pelle e mi faceva venire i brividi.

La musica dolce nell'aria giudava i miei passi e lentamente mi lasciai andare a appoggiai la mia testa contro il suo petto sentendone il battito.

Rimasi immobile avvolta da quel senso di pace che mi trasmetteva quel momento così perfetto e le sue braccia dietro la mia schiena mi fecero sentire protetta e al sicuro.

Lui appoggiò il volto in mezzo ai miei capelli e mi diede un bacio tenero, poi mentre la canzone terminava facendo svanire quel senso di quiete, lui si avvicinò al mio orecchio.

"Che ne dici di fare un giro?"

Io annui e insieme lasciammo la pista da ballo, scivolando tra le persone e arrivando alla porta di servizio, che, aperta dava sulla notte fresca e magica che quella sera era illuminata da una magnifica luna piena.

La sua mano scivolò nella mia e le nostre dita si intrecciarono.

"Te l'avevo detto che sarebbe andato tutto bene"

disse riferendosi al ballo e, in effetti, dovevo ammettere che aveva avuto ragione.

"Raccontami qualcosa di te" chiese con tono invitante, ma io ribattei.

"Raccontami te qualcosa, visto che sembra che tu sappia tutto di me" lui sorrise divertito e inclinò la testa, annuendo.

"Giusto, allora...Odio i balli e di solito non ci vado, non è una cosa che mi piace fare, non è il mio genere di cose..."

"Allora perchè a questo sei venuto?"

Lui sorrise voltandosi a fissarmi.

"Perchè potevo venirci con te"

Mi passò una mano sul volto e mi risistemò il ciuffo ribelle mentre sentivo le farfalle nello stomaco.

Vedevo i suoi occhi luccicare sotto la luce bianca e pallida della luna e cercavo di immaginare quali sarebbero potuti essere i suoi lineamenti sotto la maschera.

La curiosità era tanta.

Lui si appoggiò al muro illuminato dai raggi della luna e i nostri sguardi si persero ad osservare il paesaggio quieto e ovattato del giardino.

"E' una serata fantastica"

Sorrisi e a quelle parole mi avvicinai di più a lui.

" Si lo è..." dissi io non smettendo di fissare il cielo stellato.

"Sai Sam, sto bene con te"

Io mi voltai lentamente a guardarlo.

"Anche io sto bene quando sei con me...mi sento...al sicuro"

Lui sorrise non staccando gli occhi dal mio volto, mi fissò e si sollevò leggermente la maschera.

Io scivolai in avanti, poggiando le mani sul suo volto e scostando le sue per sollevargli la maschera.

I nostri sguardi si intrecciarono e le nostre mani si strinsero.

Io mi avvicinai ancora di più a lui mentre sentivo il cuore battere e le gambe tremarmi.

Lui mi appoggiò l'altra mano dietro la schiena e mi avvicinicò con delicatezza a se.

Io lasciai che mi attraesse verso di lui.

I nostri respiri si sfiorarono e le nostre labbra si schiusero mentre sentivo il cuore balzarmi nel petto.

Poteva quasi sentire il respiro del ragazzo mescolarsi con il mio...

...quando...

"Che diavolo stai combinando?!?"

Sobbalzai e con uno scatto ci allontanammo.

Il Ragazzo Misterioso si voltò facendosi riscivolare la maschera a posto.

"Scuami?" il suo tono era neutro e calmo, ma quando vide il volto di Taylor avvicinarsi la sua mano si separò dalla mia e si strinse in un pugno.

Vidi lo sguardo di Taylor accendersi di ira e provai per un istanteuna irrazionale paura.

"Lei è la mia ragazza!" disse a denti stretti, facendo montare la rabbia al mio Ragazzo Misterioso.

Vedevo lo sguardo torvo e scuro di Taylor avanzare inesorabilmente e con rapidità verso di noi e la mia rabbia ribolliva silenziosa.

"Io non sono la tua ragazza Taylor, lasciami in pace!"

Il suo sguardo furente si puntò su di me e uno schiaffo mi colpì in pieno volto facendomi digrignare i denti dal dolore.

"Tu stanne fuori" sussurrò a denti stretti spingendomi lontana da entrambi.

Vidi il Ragazzo Misterioso fremere di collera.

"Non azzardarti più a toccarla!!!"

Fece un passo in avanti guardando minacciosamente il Black mentre la mia guancia bruciava furente e sentivo i muscoli tendersi.

"Altrimenti?"

Chiese Taylor con un tono di voce a scherno che, capii, fu la scintilla che fece scoppiare tutto.

"Altrimenti te la vedrai con me"

Il Ragazzo Misterioso scattò in avanti e con una spinta fece arretrare Black

Ma lui non si fece prendere alla sprovvista e prontamente si riavvicinò e con altrettanta forza lo spinse in dietro facendolo scivolare a terra.

Black con un salto si portò sopra di lui e con una mano lo afferrò per la maglia.

Ma l'altro fu più svelto e con uno scatto scappò dalla sua presa e con uno sgambetto ribaltò la situazione facendolo atterrare con uno stonfo contro l'asfalto ruvido.

Il Black mugulò dolorante e si toccò il graffio alla tempia fatto dal mio Ragazzo.

Io sentivo le orecchie fischiarmi e i brividi lungo i bracci.

"Smettetela!! Smettetela!"

Tentai di farmi avanti per dividerli ma entrambi erano infuriati e non smettevano di mettersi le mani addosso.

Vedevo la scena di entrambi che si prendevano a botte come se fosse un incubo, sentivo gli stonfi rimbombarmi nelle orecchie e la paura paralizzarmi.

Black era comunque più alto e più muscoloso del mio accompagnatore e questo non lo aiutava.

Il Ragazzo Misterioso era in svantaggio.

Ad un certo punto Black lo afferrò per la vita e lo sbatacchiò contro il muro facendolo grugnire dal dolore, gli occhi del ragazzo misterioso si chiusero e io sentii un dolore allo stomaco farmi reagire senza pensare.

Corsi in avanti impaurita da quella scena.

Mi avventai contro i due e mi infilai con forza nel mezzo respingendoli.

"Smettetela!!State combattendo come foste degli idioti!!"

Con uno sforzo esagerato riuscii ad allontanare Taylor, ma quando il suo sguardo scuro e furente si spostò su di me, sentii il sangue gelarmisi nelle vene.

"Tu stanne fuori ti ho detto."

La sua mano si alzò pronta contro di me, ma il Ragazzo Misterioso si lanciò contro di lui sbattendolo a terra e finendogli addosso.

"Non avvicinarti a lei!" ringhio minacciosamente fissandolo negli occhi.

Con un salto afferrai il Ragazzo Misterioso e lo tirai in dietro, allontanandolo dall'altro.

Non potevo sopportare che per colpa mia gli succedesse qualcosa, volevo solo che tutto quello finisse.

Sentivo i muscoli tremare e per un attimo credetti che Taylor sarebbe rimasto steso a terra, senza rialzarsi...

Ma dopo che ci voltammo pronti ad andarcene, lui si rialzò e voltandosi verso il mio Ragazzo. urlò

"Se io non posso averla, allora nessun'altro potrà!"

Il suo sguardo gelido si concentrò su di noi e prima che me ne accorgessi, il corpo del Rgazzo Misterioso mi era saltato davanti, per proteggermi, potevo vedere i suoi muscoli tesi e sentire il suo fiato grosso.

Taylor fece un passo in avanti, poi un sorriso minaccioso si aprì sul suo volto mentre la sua mano tirava fuori da sotto la giacca...una pistola...

Il mio respiro si bloccò.

Le gambe si immobilizzarono.

I muscoli si tesero in una morsa e fui certa di essere stata trascinata in un incubo.

Il tempo sembrò bloccarsi e la luce pallida della luna illuminò quella scena assurda e paurosa che si stava andando delineando.

Taylor alzò e abbassò il petto con fatica mentre l'arma si alzava, puntata contro il Ragazzo Misterioso.

Lui rimase immobile davanti a me, rigido, freddo, lo sguardo torvo e illuminato da una punta di paura.

Vedevo tutto dannatamente chiaro, sentivo i rumori della festa attutiti, come se fossimo fuori dal mondo, come se quello che stava succedendo non fosse vero.

Il silenzio glaciale della notte sembrare la cosa più minacciosa che avessi mai sentito.

...sembrava un incubo...

Sentivo la paura farmi tremare e il petto abbassarsi e alzarsi in preda al panico.

"Fermati!!"

Le mie parole sembrarono non scalfire neanche la concentrazione in cui Taylor era entrato: il suo volto era statuario e la sua espressione seria, maledettamente seria...

Il ragazzo misterioso era immobile...

...io ansimavo...

...Taylor premette il grilletto...

"NOOO!!!!"

Con voce strozzata saltai in avanti...

...verso il volto del Black...

...verso il suo sguardo carico di vendetta...

...verso i suoi occhi pieni di rancore...

...verso la sua pistola...

...verso la pallottola che sfrecciava contro il mio Ragazzo Misterioso...



Uno sparo.

Un tonfo.

Un urlo.

Un dolore lancinante.

Uno scalpiccio.

Il duro pavimento.

Altri urli.

Ho la vista appannata.

Al fianco un dolore lancinante.

Il fiato mozzato.

Qualcosa scivola lungo la gamba.

Due braccia mi afferrano con forza la schiena.

Due occhi castani entrano nella mia visuale...

...poi...

...finalmente...

...il buio mi avvolse.

...niente domande...voglio solo sapere che ne pensate...



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Capitolo 21
*** Kiss in the dark... ***


jonas 3

Salve a tutti!! Sto cercando di postare il prima possibile, nonostante la scuola, lo studio, gli amici e l'impegni...spero tanto che mi perdionate per il ritardo!! Una cosa: siamo quasi agli sgoccioli della storia (ops...l'ho rivelato...) comunque avrei da chiedere un favore a tutte voi: non è che qualcuno a un account su flickr o su twitter?? Perchè ho un'immagine inerente alla storia che potrebbe essere l'immagine di Deathly Love, ma purtroppo non riesco a metterla su facebook e non ho altri account....grazie mille e grazie mille per seguirmi!! KISS  vostra Silvy...^_^

TIZZY95:Grazie mille per i complimenti!!! Mi fa piacere che ti piaccia e che tu mi segua, spero che anche questo capitolo ti piaccia! :-)

_LITTLEJONAS_:WOW!pensi davvero che abbia dato il meglio di me??grazie!!comunque sono felice che ti piaccia e però questo capitolo doveva essere un po più tranquillo...anche se il finale non è tanto rilassante...:-) grazie ancora KISS

ROSEGARDEN:Grazie!!Sono sempre contenta che arrivino nuove lettrici!! Grazie per i complimenti e sono contenta che ti piaccia il capitolo! :-) KISS

DANGER_DREAMER_93:Grazie!!!...però ti prego non mi uccidere per il ritardo, è che sono piena di cose da fare!! ^_^ comunque fammi sapere che ne pensi di questo capitolo anche se non è veloce come l'altro...aveva bisogno di un momento di pausa...ti piaceva il quasi bacio??allora leggi qui...grazie per i complimenti!:-) KISS

STELLALILLY:Non ti preoccupare se non puoi recensire, ma quando puoi a me fa piacerissimo!! Sono contenta che ti sia piaciuto e mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto per questo altro capitolo...ma ero piena di cose da fare!! Mi fa piacere che ti piaccia! :-) KISS

WOLFGIRL92:Porca bislacca????E questa?...ahah mi piace un sacco!comunque sono contentissima che ti piaccia e sono perfettamente d'accordo con te...Taylor deve imparare a farsi gli affari suoi!!!Mi dispiace con il ritardo con cui posto, ma non ho avuto molto tempo e grazie infinite per i complimenti!1sono davvero contentissima!!^_^ KISS

SARETTAJB:Grazie!1 Mi fa piacere che ti piaccia! KISS :-)

MARY91G:Grazie per i complimenti e mi fa piacere che sia coinvolgente!! ;-)

LOVATOJONASSISTER:Oddio!!!Mi hai fatto venire un infarto solo a leggere la recensione piena di oooooo!!comunque mi fa piacere che ti piaccia, ne sono davvero felice e mi disp per il ritardo con cui posto, però ho avuto parecchio da fare! spero che questo ti piaccia!!KISS :-D

MAGGIE__LULLABY:Oddio, ma io mi sento in colpa!!Mi hai fatto una recensione in cui mi sono presa paura da sola per tutte quelle faccine!! mi disp per il ritardo con cui posto il capitolo, ma avevo davvero da fare! Dimmi che ne pensi di questo, anche se non succede tantissimo a parte....eheh lo devi scoprire!! Non anticipo niente...;-) KISS

BENNYY:Non mi uccidere per  il ritardo!!chiedo perdono ^_^'...ahah comunque spero che ti piaccia il proseguimento anche se in ritardo...grazie per i complimenti e mi fa piacere avere lettrici accanite così...hihi! grazie tantissimo!!KISS :-D

Sentii un improvviso dolore al fianco e strinsi forte gli occhi dal dolore, mi sentii la testa scoppiare e pulsare...la memoria appannata, come quando ti svegli dopo un lungo sonno.

Un odore pungente di disinfettante mi penetrò le narici e mi fece storcere la bocca.

A quel punto schiusi lentamente gli occhi e tentai di mettere a fuoco in torno a me.

Toccai il materasso morbido di camera mia e riconobbi le tende delle finestre e la libreria e la scrivania tipici della mia camera, ma ancora non ricordavo come mai mi trovavo lì.

La luce della camera era lievemente accesa e inizialmente mi sentii gli occhi bruciare, poi, notai che qualcuno era seduto alla destra del letto...un volto che non avevo mai visto, eppure mi sebrava familiare, troppo familiare...

I riccioli nero si girarono e trovai due occhi verdi che mi fissavano sorpresi e accorati.

"Ti sei svegliata finalmente"

Io contrassi le sopracciglia, non capendo.

Appoggiai un gomito sul materasso e feci forza per alzarmi, ma un dolore acuto al fianco mi mozzò il fiato e il ragazzo davanti a me si sporse velocemente e mi aiutò a riscivolare sotto le coperte.

"E' meglio se per un po non ti muovi, hai bisogno di riposo"

La sua voce era tranquilla e pacifica, una nota tanto bassa che mi faceva voglia di tornare a dormire.

Lo fissai un altro istante mentre il suo profilo mi risultava sempre più familiare.

"Ma tu chi sei?"

La mia voce uscì come un sussurro e ogni parola mi fece venire una piccola fitta al fianco.

Lui sorrise, poi si girò e si mise a ripiegare un pezzo di stoffa bagnato.

"Sono Kevin Jonas, studio medicina e sono stato io a curarti la ferita..."

In un lampo capii come mai mi sembrava tanto familiare.

"Jonas?"

Lui allargò gli occhi capendo che non era il primo Jonas che conoscevo.

"Tu conosci mio fratello, Nick...andate nella stessa scuola e, da quello che mi ha detto Joe, avete la stessa età, però non so se lo conosci di persona e solo di..." lo vidi morderdi un labbro mentre cercava la parola adatta "...o se lo conosci solo di fama..."

Lui chinò il capo.

Io mi soffermai a pensare su ciò che aveva detto e capii che sapeva esattamente quale era la reputazione del fratello.

"No, lo conosco di persona, è mio compagno di classe e mi ha anche dato una mano qualche volta..."

Lui si illuminò mentre mi fissava, sembrava che una luce speranzosa gli si fosse accesa negli occhi.

"Ti ha aiutato?"

Io mi sentii a disagio e tentai di rispondere, ma una fitta più forte al fianco mi fece piegare dal dolore.

"Oh, già, devo cambiarti la medicazione."

Io rimasi immobile a pensare, lui intanto aggeggiava tra le bende e il disinfettante, poi notò la mia espressione e si affrettò a farmi ricordare.

"Ti dice niente il ballo in maschera a scuola?"

Io sentii i ricordi colpirmi con tanta violenza da rimanere imbambolata.

Il ballo, il ragazzo misterioso...Taylor, la pistola, lo sparo...

Ora ricordavo...fino ad un certo punto.

"Si, ricordo, ma poi, che altro è successo, come ho fatto ad arrivare qui?"

Dissi indicando la mia stanza e lui tagliò con le forbici la benda e poi mi rispose.

"Eravamo all'interno della scuola, poi abbiamo sentito uno sparo e abbiamo sentito delle voci fuori che urlavano e siamo usciti tutti e ti ho visto distesa a terra mentre c'era un ragazzo...Black, mi sembra...che stava facendo a botte con un altro e poi è arrivata subito la polizia e lo hanno portato via" fece una pausa mentre prendeva una bottiglietta di disinfettante

"ci siamo resi conto che eri ferita e io, Joe e due tue amiche ti abbiamo portato a casa. Sembrava non fosse successo niente di che, credevamo che fossi solo svenuta, ma poi mi sono accorto della ferita e ho tentato di rimediare."

Rimasi a pensare mentre lui mi faceva girare di lato, mi alzava la maglietta e poi iniziava lentamente e con cautela a levare la benda che mi avvolgeva i fianchi.

"Cioè, tu mi hai curato tutto da solo in camera mia?"

Non capivo...di solito non si andava all'ospedale per queste cose?

Lui ridacchio lievemente.

"Studio medicina ormai da molti hanni e più volte ho fatto praticantoto...inoltre posso dire di avere una certa esperienza con ferite del genere"

Sorrise guardandomi di sbienco come se quello che volesse dire fosse sottinteso tra le righe...eppure mi sfuggiva il senso.

"Quindi tu conosci Joe?"

Lui annuì mentre con un pzzo di benda tra i denti si affrettava a fasciarmi.

Mi passò il cotone disinfettato sulla finestra e mi morsi il labbro per tentare di non di re nulla dal dolore, poi con gentilezza, si levò la benda di bocca e mi rifasciò la ferita.

"Si, lo conosco praticamente da quando è nato, per me è come un fratello"

Lui soorrise con tanta naturalezza da farmi sentire sorprendentemente a mio agio anche se lui in realtà non lo conoscevo.

"Grazie Kevin"

"Figurati, mi fa piacere aver dato una mano, comunque forse è meglio che io vada a dire agli altri che stai bene e che è tutto a posto, sono tutti giù ad aspettare"

Io tentai di guardare fuori dalla finestra, ma le tende erano tirate.

"...ma che ore sono?"

Lui alzò la camicia e guardando il polso rispose.

"Sono circa le due di notte, dalle undici che sei svenuta, sono venuti giù e ti stanno aspettando"

Io tentai di alzarmi traballante.

"Posso andarli a salutare?"

Lui con passi svelti mi fu accanto e mi afferrò per le spalle.

"E' meglio che ti riposi e che non ti alzi per un po, la ferita si deve ancora rimarginare, comunque gli dirrò di venire su"

Arrivò alla porta e dopo essersi fermato a guardarmi, sorrise.

Spense la luce, lasciando così solo la tenue luce che la mia lampada sul comodino infondeva nella camera.

"Tu resta qui"

Io annuii e ubbidiente mi rinfilai sotto le calde e rassicuranti coperte blu.

Come la porta si chiuse notai che una figura si mosse esattamente accanto all'uscio, sembrava un ombra.

"Chi sei?"

Sentii subito i battiti accellerare...no, basta per stasera ne avevo avute abbastanza.

"Sono il tuo Ragazzo Misterioso"

Io tirai un sospiro di sollievo.

"Ciao..."

lui passò rasente al mio letto e si fece illuminare dai raggi opachi della mia lampada e notai che sul volto aveva ancora la maschera e che era ancora vestito come al ballo.

"Come ti senti?"

"Bene"

Lui si sedette sul bordo del letto e mi prese la mano.

Io strinsi la sua calda e sentii il suo calore infondersi nel mio corpo.

"Da quanto eri lì nell'ombra?"

Lui chinò il capo fissandomi la mano.

"Da quando ti hanno portata in camera."

"E nessuno si è accorto di te?"

Lui sorrise tristemente.

"Sono bravo a nascondermi"

Poi mi passò una mano sulla guancia e i suoi occhi mi fissarono il volto.

"hai la mano congelata e la fronte calda, non sembra tu stia bene...Sam...non avresti dovuto farlo"

Io l'osservai mentre continuava ad accarezzarmi il capo.

"Fare cosa?"

"Fare l'eroina e lanciarti davanti a me per proteggermi dallo sparo"

"...e cosa avrei dovuto fare, lasciarti lì a prendere una pallottola per me??"

Chiesi leggermente su di giri, stava dicendo che era giusto che quella pallottola l'avesse presa lui?? Ma che discorsi faceva??

Era colpa mia se Taylor se l'era presa con lui!...

"Sarei riuscito ad evitarla e a salvare te, così invece guarda che hai combinato"

Indicò me distesa sul letto e la sua faccia accorata mi fece sentire dispiaciuta.

"Non volevo che ti facesse del male"

Lui si chinò verso di me mentre il suo volto veniva scosso da tremiti contradditori.

"Neanche io volevo che tu ti facessi male e invece per salvarmi adesso sei distesa in questo letto...Sam mi hai fatto prendere paura, ho creduto di averti perso..."

Il suo sguardo oltre la maschera si fece basso e si avvicinò ancora di più a me.

"...sono stato malissimo per questo, tu...tu sei la migliore cosa che mi sia mai successa..."

Io arrossii emozionata mentre ascoltavo quelle dolci e fantastiche parole che mi sussurrava, sembrava che fosse tutto un sogno, lui stava dicendo delle cose bellissime e io mi sentii assolutamente presa da lui.

"Dove eravamo rimasti?..." chiese lui.

Io poggiai il gomito al materasso e con forza mi misi a sedere con la schiena appoggiata alla spalliera del letto.

Lui mi si fece vicino mentre mi passava un braccio intorno alle spalle.

Io mi aggrappai a lui e sfiorai la sua soffice maglia da baseball e i suoi bracci muscolosi.

"Ti voglio bene Ragazzo Misterioso"

Lui mi si fece ancora più vicino.

"Ti voglio bene anche io mia eroina Sam"

Le sue mani scivolarono al mento, ai bordi della maschera e lentamente iniziò a tirarla su.

Io sentii il cuore aumentare i battiti.

L'emozione mi bloccò i muscoli e sentii il pulsare ritmico del sangue.

Mi aggrappai più forte ai suoi fianchi.

Il dito scivolò sotto la maschera e iniziò a sollevarsa, facendola scorrere in su.

"Aspetta..."

Lo bloccai e gli toccai il mento mentre allontanavo le sue mani e con le mie alzavo la maschera.

Lui si fece più avanti e mi circondò con le sue braccia.

Io con le mani che mi tremavano dall'emozione sollevai la maschera sopra la sua bocca e vidi le sue labbra rosse e sottili tirarsi in un sorriso.

Io rimasi incanata per un attimo a fissarle e mi fece più vicino a lui mentre le mie mani scivolavano dietro il suo collo.

Sentivo come se il tempo si fosse immobilizzato.

I muscoli mi fremevano.

La bocca mi si era fatta asciutta.

Il respiro lento.

Le sue braccia mi avvolgevano sempre di più.

Riuscivo a sentire il suo respiro caldo sfiorarmi la pelle.

Mi bloccai mentre lo fissavo negli occhi ancora celati sotto la maschera...

...poi lui si fece avanti...

...e le nostre labbra si toccarono, sfiorarono, delicatamente.

Sentii le sue labbra stendersi contro le mie e sorridere, io feci lo stesso...

...poi approfondì il bacio mentre sentivo le sue labbra premersi contro le mie.

Sentii come se avessi mille farfalle nello stomaco.

L'odore di fresco e di muschio mi invase completamente.

E rimasi incantata mentre sentivo le sue braccia sfiorarmi le spalle.

Il suo odore ovunque...la dolcezza delle sue labbra...la gentilezza con cui mi toccava...l'emozione che mi vibrava nei muscoli...

Rimasi immobile, con gli occhi chiusi mentre assaporavo quel bacio dolce...

...atteso...

...incerto...

...nuovo...

...delicato...

...tremante...

...caldo...

...soffice...

...tenero...

...desiderato...






Qualcuno bussò alla porta.

L'iimobilità di quel momento così unico si interruppe.

Il tempo sembrò piombare nella stanza indesiderato.

Il Ragazzo Misterioso si staccò all'improvviso.

Io lo guardai immobile, imbambolata.

Lui mi si avvicinò e mi diede un piccolo bacio dulla fronte.

"Tornerò dopo mia piccola eroina"

Sorrise e con le sue labbra calde mi sfiorò per l'ultima volta le labbra, poi se ne andò scompaendo oltre le tende della finestra, mescolandosi con la notte.

Io ero rimasta incantata, paralizzata.

Sentivo il cuore scoppiarmi di qualcosa di nuovo, energia nuova, felicità, gioia, incredulità...

La porta si spalancò e vidi mia madre entrare con sguardo ansioso.

"Sam!!"

Si lanciò contro il letto e mi strinse a se mentre la sua indole da infermiera la portava a toccarmi la fronte, sentirmi il polso e a toccarmi con delicatezza.

"Come ti senti tesoro?"

Io la fissai.

Aveva i lineamenti del volto tirati, preoccupati, i capelli arruffato e il sorriso spalancato sul volto.

"Meglio"

"Meno male"

Mi diede un bacio sulla guancia e poi si allontanò mentre il suo sguardo materno continuava ad analizzare la mia espressione, i miei gesti, per vedere se c'era qualcosa che non andava.

Sospirai e sorrisi per tranquillizarla, ma proprio in quel momento vidi due figure lanciarmisi di peso addosso e scivolai nel letto mentre mugolavo per il dolore.

"Ohiiiii"

Un braccio mi si avvolse intorno alle spalle a al collo e sentii l'aria mancarmi.

"Alice così soffocco..."

Emily si staccò e afferrò l'amica per le spalle allontanandola da me.

Alice aveva il volto rosso, gli occhi gonfi e l'espressione impaurita.

"Sam stai bene!I-io...è stato bruttissimo...eri distesa a terra...e-e tutti urlavano..."

Emily strinse l'amica tentando di tranquillizzarla, ma io mi sporsi in avanti comossa e dispiaciuta per il brutto momento che le avevo fatto passare e la sstrinsi forte a me.

"Alice sto bene"

Emily mi guardò con occhi accorati e poi mi sorrise debolmente.

"Stai davveo bene?"

"Assolutamente si...mi sento meglio"

Le due si sedettero ai piedi del letto e vidi spuntare alla sinistra di mia madre anche Joe e Kevin.

"Ma voi come mai siete qui? Non dovreste essere a casa?"

Emily si voltò e sorrise a mia madre.

"Eravamo agitate e preoccupate, così quando siamo arrivate tua madre ha chiamato le nostre e gli ha raccontato ciò che è successo e così ci hanno permesso di rimanere qui per sasera, a patto che appena tu ti fossi svegliata, le avremmo avvertite."

Io vidi mia madre sorridere e stringersi le braccia intonro al petto.

"Hai delle amiche fantastiche Sam"

Io annui.

"Lo so..." poi le fissai "...grazie"

Emily sorrise, ma Alice emotiva come era fece gli occhi lucidi e mi strinse forte un'altra volta.

"Bhe io vado a casa, sono stanco e per ora sei in buone mani, comunque passerò domani mattina a vedere come stai e a cambiarti la medicazione, se ti senti male, avvertimi"

Salutò mia madre con un sorriso e a me mi diede un sorriso incoraggiante, poi si rivolse agli altri.

"Forse è meglio che vada anch'io con lui"

disse Joe che fino a quel momento era stato silenzioso in disparte, fasciato nel suo vestito da Romeo.

"Grazie" dissi sorridendo e così anche lui se ne andò.

Mia madre, finalmente tranquilla, scese in cucina a fare una camomilla per tutte e quattro, poi, finalmente tranquillizzata, se ne andò a letto, invitandoci a fare lo stesso.

Dal suo sguardo vidi che a lei avrebbe fatto piacere rimanere lì con me, le mie amiche a sentire i particolari della festa, ma il suo istinto materno la obbligava ad andarsene a letto e a lasciare a noi un po ti privacy.

Io ero sempre distesa nel letto mentre bevevo la tazza di camomilla, Emily si era distesa sul divanetto in fondo al mio letto e Alice si era distesa per terra con delle coperte che mia madre le aveva dato.

"Che serata..." borbottò Emily mentre uno strano silenzio regnava nella camera mentre tutte noi riflettevamo, stanche.

"Sono stanchissima e ancora penso a quello che è successo..."

Io annui distrattamente mentre le fissavo dentro i miei pigiami, quelli che le avevo prestato per dormire.

"Apparte l'incidente, com'è andata il resto della serata?" chiesi volendo sapere come era andata a loro.

"Bene...molto meglio di quello che immaginavo..." esclamò Emily sorprendendoci.

Io e Alice ci voltammo di scatto a guardarla.

"Prego?Ho sentito bene? La mia amica anti-balli è venuta ad un ballo e si è anche parecchio divertita...e lo ha ammesso??"

chiese Alice con gli occhi spalancati e fissi sull'amica bionda che facendo finta di niente si era girata dall'altra parta e guardava un punto sul muro.

"Bhe...si...ci sta, insomma cosa c'è di male?"

"Niente...anzi. Ci fa piacere..:" disse Alice alzando le mani come per difendersi.

Così ci facemmo raccontare da Emily come aveva passato la serata, poi Alice e infine io così con le nostre chiacchere cercammo di rendere l'aria di quella sera migliore rispetto a quella che purtroppo si era creata...










Ormai erano passati cinque giorni dalla sera del ballo.

La ferita si era quasi del tutto rimarginata, anzi anche il dottore aveva detto che la guarigione era stata più veloce del previsto.

Già, mia madre aveva chiesto a uno dei dottori che lavoravano all'ospedale lì da lei di venirmi a visitare perchè non si fidava appieno del giovane Kevin Jonas, come lo aveva chiamato lei.

Invece a quanto pare era uno dei praticanti più esperti della zona poichè il dottore aveva detto che la ferita si stava rimarginando così bene solo perchè era stata curata bene subito.

Kevin era tornato il giorno prima, era rimasto a parlare con noi tutto il pomeriggio, aveva parlato molto anche con mia madre e aveva raccontato come era iniziata la sua passione per la medicina.

Era una persona premurosa e gentile, e anche molto chiaccherona.

Le mie amiche venivano tutti i giorni a trovarmi e mi tiravano su, mi raccontavano che cosa avevano fatto a scuola e spesso mi portavano anche i compiti, che prendevano dalla mia amica di classe Ginger e a volte anche da Nicholas.

La prima volta che mi avevano detto che era stato Nick a dargli i compiti, Alice era rimasta piuttosto scettica, Emily invece si sta abituando , in un certo senso, a Nick.

Il mio Ragazzo Misterioso si faceva sentire tutti i giorni, anche più di una volta, spessp mi chiamava e qualche volta mi veniva a trovare la sera, quando ero a letto e quando la paura mi saliva.

...già...la paura...quello che poi si traformava in incubi in cui Taylor era libero, spietato e rapito dalla vendetta.

Era in quei momenti che mi svegliavo nel mezzo della note, con la fronte madida di sudore, i muscoli tesi, le coperte avvolticciolate e il respiro affannato.

Respiravo lentamente cercando di tranquillizzarmi e tornare alla realtà per dimenticare Taylor...

In quei momenti la mano fredda del Ragazzo Misterioso mi si poggiavo sulla guancia, mi accarezzava e mi sussurrava parole per tranquillizzarmi e dirmi che non era successo niente.

Ma la paura era sempre lì, pronta a prendermi quando rimanevo da solo, quando il Ragazzo Misterioso se ne andava, quando pensavo a Nick...

...Nick e il Ragazzo Misterioso...

Sorrisi.

Ma non era questo il momento di pensarci.

Adesso era il momento di tornare a scuola.

"Come ti senti?"

"Bene" dissi guardando Kevin che finiva di disinfettare la ferita.

Poi si alzò e dopo aver messo una piccola fascia a coprirla, si alzò e mi diede una mano a rialzarmi.

"Sempre che sia tutto a posto, naturalmente devi stare attenta e non sbatterci o a non fare ginnastica, ma per il resto è a posto"

Sorrisi, sarei potuta uscire di casa e ricominciare ad uscire e per quella mattina, anche ad andare a scuola.

"Va bene, vado a vestirmi" dissi con un cenno della mano a mia madre.

"Sei sicura di voler tornare, puoi stare a casa altri giorni per sicurezza, se non ti senti bene"

Io mi girai.

Guardai i capelli a posto, la posa sicura, la tazza di caffè che teneva in mano e l'espressione accorata con cui mi fissava.

"Mamma sto benissimo, sono solo stanca di stare chiusa qui in casa"

Lei mi fissò con i suoi occhi sinceri e preoccupati e alla fine annui, contro voglia.

Salì in camera e mi spogliai di fretta.

Scelsi una maglia azzurra con una scritta nera, un golf grigio con scollo a v e un paio di jeans a sigaretta non aderenti.

Afferrai la giacca che era appoggiata sulla sedia e facendo un respiro profondo scesi giù dalle scale, dove mia mamma mi aspetta con la mia cartella in mano.

Uscimmo tutti e tre di casa e salutammo riconoscenti Kevin che si era alzato presto di mattina a posta per venire a visitarmi.

"Mi fa piacere che tu torni a scuola...Nick sarà felice di rivederti"

Io rimasi immobile a guardare il volto felice di Kevin e a chiedermi se non ci fosse qualcosa che mi fosse sfuggito.

Io annui e lo stesso fece mia madre che abbracciò il ragazzo e lo ringraziò nuovamente prima di entrare in macchina e partire.

Agganciai la cintura.

"Ancora non hai scoperto chi è il tuo Ragazzo Misterioso?"

Io mi voltai sopresa dalla domanda di mia madre...

Per un attimo rimasi a disagio a fissarla , poi vedendo il suo sorriso tentai di rispondere.

"Ancora no...ma spero presto"

Lei sorrise incoraggiante e mi accompagnò fino a scuola mentre chiaccherava di quanto Kevin fosse gentile e di come le mie amiche erano simpatiche...io sospirai leggermente annoiata dalla parlantina di mia madre, poi arrivata la salutai e scesi subito.

Come misi piede fuori mi ritrovai a camminare tra la folla di ragazzi in cui mi piace nascondermi e mescolarmi, ma a quanto pare la cosa oggi era più difficile del solito...

Me ne accorsi quando una ragazza si girò a fissarmi e subito si voltò a sussurrare qualcosa nell'orecchio dell'amica e poi entrambe si girarono a scuadrarmi da capo a piedi.

Io mi sentii subito in imbarazzo e chinai il capo e mi allontanai da loro con passo svelto, ma a quanto pare ciò che era successo al ballo non era una cosa segreta e quelle ragazze non furono le uniche a reagire a quel modo alla mia vista.

Mi sentivo stranamente al centro dell'attenzione e questo mi mandava in agitazione e soprattutto mi innervosiva, così decisi di entrare subito dentro la scuola, senza aspettare le mie amiche, che tanto avrei visto a ricreazione.

Con la testa china e le guance rosse raggiunsi la mia classe dove entrai trafelata non guardando in faccia nessuno.

Posai la cartella con un tonfo e poi alzai la testa per guardarmi in torno.

Ginger mi sorrise contenta e fece qualche passo in avanti per venirmi a salutare, ma proprio in quel momento con la coda dell'occhio notai qualcuno alla mia sinistra e non feci nenahce in tempo a girarmi che sentii qualcuno lanciarsi contro di me e stringermi forte in un abbraccio dolce e premuroso.

Dopo qualche secondo in cui arrossi vistosamente sentii una stretta allo stomaco farmi venire i brividi lungo la schiena mentre mi rendevo conto di chi fosse.

Le sue mani mi accarezzavano la schiena e il suo corpo era stretto contro il mio.

Poi si separò da me con la stessa velocità con cui mi aveva stretta in quell'abbraccio e alzò il capo su di me.

"Sam"

Io lo guardai negli occhi scuri ed enigmatici.

"Nick" rimanemmo qualche secondo a fissarci, poi notando il momento di silenzio imbarazzante che si era creato, mi passai una mano tra i capelli e lo ringrazia.

"Grazie per avermi mandato i compiti mentre ero a casa"

"Non c'è problema"

A quel punto Ginger mi raggiunse e mi venne ad abbracciare, così vidi Nick sorridere, perso a guardarmi e lentamente si rimise a sedere al suo posto, pronto per la lezione di storia.






Al suono della campanella i ragazzi si alzarono in piedi, entusiasti di poter finalmente uscire dall'aula e smettere di ascoltare le noiose parole dei professori.

Ma anche il professore di alzò di fretta e uscì.

Paris e Destinee si scambiarono uno sguardo fugace, si alzarono come gli altri ragazzi, ma a differenza degli altri rimasero ferme, in piedi, dentro la classe.

I pochi secondi la classe si era svuotata.

Tutti se ne erano andati...tutti tranne uno...

Paris sollevò lo sguardo e fece un cenno alla sorella.

Si fecero vicine e mentre i loro sguardi si facevano seri, si avvicinarono all'ultimo rimasto in classe.

L'unico che era rimasto a sedere.

L'unico che sembrava non accorgersi che la classe era vuota.

Le sorelle Monroe si fermarono davanti al suo banco, serie.

Nick alzò lo sguardo e le fissò per un attimo con sguardo enigmatico, cercò di ignorarle, ma loro non se ne andavano.

"Si?" chiese lui poco interessato mentre rimetteva a posto i quaderni sul banco.

"Non hai ancora concluso il tuo lavoro." sussurrò Destinee con le braccia strette al petto.

Nick si bloccò, aggrottò la fronte e si girò leggermente a guardarle con aria interrogativa.

"Di che state parlando?"

Nessuna delle due si mosse.

"Credevi che Taylor avesse tenuto per se il segreto di ciò che stava facendo?"

Nick si immobilizzò, di spalle, impercettibilmente si voltò mentre gli tornava alla mente l'immagine delle Monroe che parlavano alla mensa al tavolo con Black....era possibile che loro sapessero?

Dopo qualche secondo Paris fece un passo in avanti costringendo Nicholas a voltarsi e a guardarla.

"Lui aveva previsto che ci sarebbero potuti essere dei problemi, per questo non ha fatto tutto da solo, per questo ha fatto affidamento su altri se lui non se ne fosse più potuto occupare loro avrebbero concluso per lui. Per questo ha lasciato a noi il compito di far si che tu concludessi la tua missione"

Nicholas era fermo, con la testa alta.

Paris gli si fece vicino, troppo vicino e lo guardò fisso.

"Black non rimarra tanto a lungo bloccato per colpa dei poliziotti...un mese massimo in rifomatorio e poi sarà di nuovo fuori"

Paris alzò un dito sfiorando il volto di Nick.

"Le sue indicazioni sono state chiare: tu porterai a termine il tuo lavoro"

Il Jonas fece finta di non sentire e si tirò indietro e fece per voltarsi , ma Destinee lo bloccò per un braccio.

"E a voi cosa importa?"

Le due si sorrisero velocemente.

"Perchè credi che abbiamo messo i bastoni tra le ruote a Sam?..."

Nicholas si irrigidì all'impovviso...sembrava che avesse capito qualcosa.

Destinee sembrò capirlo e lo fisso, nuovamente.

"Taylor vuole che tu porti a termine la tua missione...il prima possibile"

Nick ebbe un moto di rabbia, ma sembrò riuscire a trattenerlo...scosse la testa.

"No"

Le sorelle sembrarono inizialmente sorprese dalla sua risposta, ma poco dopo ritonarono serie incrociando le braccia al petto.

"Jonas, tu hai un patto con Taylor...tu lo farai"

Paris si fece avanti con gli occhi stretti e Nick le lanciò uno sguardo di sfida.

"Non lo farò..."

Destinee ammiccò per un attimo con lo sguardo.

"Non ti conviene Jonas. Fallo e basta"

"Altrimenti?" chiese Nick con i nervi a fior di pelle e i pugni stretti, nessuno poteva obbligarlo a fare qualcosa.

"Altrimenti dovremmo chiamare...loro..."

Nick si bloccò.

Spalancò gli occhi, serrò lamascella e contrasse i muscoli impercettibilmente.

"Non osereste..." sussurrò tra i denti.

Le due sorrisero...l'avevano preso nel punto giusto, bingo!

"Vuoi metterci alla prova?"

Rimasero immobili, a fissarsi, a capire se stavano mentendo.

"Non ti conviene metterti contro di noi...e soprattutto di loro..."

Sorrise lievemente.

"...e questo mi sembra tu lo sappia anche troppo bene, vero Nicholas?..."

Il Jonas rimase fermo, immobile.

Non protestò.

Non rispose.

Non disse nulla quando le sorelle sorrisero, soddisfatte.

Ne quando gli si avvicinarono.

Aveva lo sguardo perso nel vuoto.

La mente altrove.

Le sorelle se ne andarono, non dopo avergli detto un'ultima cosa.

L'ultima cosa che Nick avrebbe voluto sentire.

"Fallo, oggi...la costringeremo noi a venire da te: momento perfetto, luogo perfetto, scusa perfetta... ricordati che le sue ore sono contate che tu lo voglia o no e...Nick, ricordati che i sentimenti e il lavororo non vanno mai d'accordo insieme"

Così se ne andarono.

Così lo lasciarono da solo.

Così, immobile, seppe che non aveva più scelta...

...le mani strette a pugno...

...gli occhi spalancati...

...i muscoli tesi...

...il volto tirato...

...sopracciglie aggrottate...

...dall'angolo dell'occhio una lacrima scappò dal suo autocontrollo e scivolò...

...inesorabilmente...

...così...

...come unico indelebile segno della sua rabbia...

...la lacrima scese...

...imperterrita...

...una lacrima di frustazione...

...una lacrima di paura...

...una lacrima di semplice e impossibile amore...

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Capitolo 22
*** Una trappola d'amore... ***


jonas

Scusate a tutti per il ritardo...ma siamo quasi alla fine e questo capitolo, a essere sincera, non mi piace per nulla...non sono riuscita a esprimere quello che volevo...un bacio a voi tutti e grazie per seguirmi!! :-D

FOLFGIRL:Wow...sono sempre felice del tuo entusiasmo per la mia storia!!Mi diverto un sacco a leggere le tue recensioni, comunque per un sequel...si vedrà, per ora mi dispiace, ma ti lascio la parte un po triste (e scritta male secondo me!) kiss e grazie infinite :-)

MAGGIE_LULLABY:Non piangere!!Mi dispiace, non volevo fosse così triste e non avrei mai pensato che ti potessi emozionare così tanto...sorry! ^_^ cmq vedrai che saranno felici di nuovo...per questo capitolo (che è scritto davvero da cani) purtroppo non ci sarà tanta gioia...mi disp!! ps:scusa senti ma te sei amica di nes95, giusto? perchè ti ho su fb, giusto? dimmi che non ho tirato uno sfondone! kiss e grazie :-)

NES95:GRAZIE!sono sempre felice che tu mi segua e magari sentiamoci ogni tanto su fb! grazie per seguirmi! :-)

DANGER_DREAMER_93:CIAO!! grazie, la tua recensione mi è piaciuta un sacco, sei fantastica, davvero!! Il fatto che ti prenda così tanto la mia storia mi elettrizza un monte!! senti magari se mi dici come ti chiami ti cerco su fb!mi farebbe davvero piacere conoscerti, cmq non temere tra poco capirai tutto!! mi dicp per come questo capitolo è scritto (davvero male!!) cmq voglio sapere che ne pensi! baci :-D

BENNYY:Grazie per seguire la storia, ma mi dispiace se ti perdi un po, giuro che tra poco capirete tutto, tutto!! diciamo che secondo me è uno dei momenti più tristi questo capitolo, ma spero ugualmente che ti piaccia! kiss :-)

_LITTLJONAS_:SCUSAMI immensamente per il ritardo!! cmq anche a me ha fatto davvero effetto far piangere Nick, giuro! spero che questo ti piaccia anche se è scritto male! kiss :-)

SHE IS MARY:GRAZIE mi fa felicissima sapere che ti piace!! giuro, spero tu continui a seguirmi e voglio sapere che ne pensi di questo triste capitolo!! grazie infinite! :-)

Sfrecciai nel corridoio veloce.

Ero stanca delle occhiate che mi lanciavano i ragazzi, tutti continuavano a fissarmi e stavo iniziando seriamente ad diare i loro sguardi carichi di curiosità e pettegolezzi.

Arrivata alla sala caffetteria della scuola mi guardai in torno, individuando subito il tavolo dove sedevano le me amiche, così, con rapidità, le raggiunsi e mi sedetti con loro tentando di voltare la schiena al chiacchericcio generale dei ragazzi.

"Sam!"

Alice mi fece un sorriso a trentadue denti e mi si fece vicino, mentre Emily corrucciava la fronte in direzione di alcune persone alle sue spalle.

"Che succede?" chiesi osservando la sua postura irrequieta.

Lei abbassò la voce e socchiuse gli occhi, irritata.

"Non sopporto questa scuola piena di...pettegolezzi...la gente qui non riesce a farsi gli affari suoi!"

Io annui, più che d'accordo.

Proprio in quel momento una ragazza vicino al nostro tavolo rise sommessamente e mi bloccai ad osservarla, la sua amica le tirò un colpetto alla spalla e la redarguì.

"Guarda che non c'è nulla da ridere! Finire in riformatorio non deve essere una pacchia..."

Io corrugai la fronte non capendo di chi stessero parlando, così Alice, che aveva seguito ciò che le due ragazze si erano dette, si fece più vicina a me ed Emily e abbassò la voce.

"Si dice che Black sia stato mandato in riformatorio"

Io inclinai la testa...

"Sul serio??"

Emily sgranò gli occhi e mi fissò leggermente stizzita.

"Sam, sparare ad una ragazza al ballo della scuola, non è esattamente un gesto da nulla, sai!"

"Lo so, ma credevo che non gli avrebbero fatto niente..."

Emily appoggiò il gomito sul tavolo e alzò gli occhni alcielo, pensierosa.

"In effetti, è strano che ci siano andati giù così pesanti...insomma, i Black sono pur sempre i Black e la loro famiglia non è certo cosa da poco, però mi pare strano che lascino loro figlio in riformatorio così..."

Alice guardò l'amica e la interruppe.

"Ma non dimenticare quello che hanno fatto con Thomas...quando è stato il momento, anche lui lo hanno punito pesantemente..."

A qul punto io mi bloccai e entrai nel mezzo del discorso, confusa.

"Chi è Thomas?"

"E' il fratello maggiore di Taylor, piuttosto agitato come ragazzo, quando era qui a scuola le voci su di lui erano ordine del giorno, ma da quando due anni fa lo beccarono ubriaco al volante, dopo aver fatto un incidente, con un suo amico pieno di droga che stava per collassare, scomparve..."

"Come scomparve?"

Chiesi cercando di immaginare ciò che sarebbe potuto succedere.

"Si, i signori Black pagarono la cauzione e con le loro conoscenze gli fecero annullare l'udienza al tribunale, poi si dice che lo abbiano mandato dai nonni in Canda, altri invece dicono che è entrato a lavorare nella società del padre e che adesso sia a giro per la Cina..."

"E qual'è la verità?"

Emily alzò le spalle nel dubbio.
"Non si sa e forse, se Thomas Black, non si fa vivo, non si saprà mai..."

"...inquietante"

borbottò Alice al ricordo di ciò che era successo, poi mi venne un dubbio.

"Che genere di lavoro fa il padre?"

Alice ed Emily si lanciarono uno sguardo e poi mi fissarono, indecise.

"Diciamo che il padre ha una società mondiale di negozi e ingrossi di tecnologia avanzata"

"Cioè?"

"In poche parole hanno qualsiasi genere di arma o aggeggio elettronico di qualsiasi tipo che puoi trovare in tutto il mondo...ma questa è la loro copertura, tutti sanno che in realtà i Black hanno contatti con la CIA, FBI, e che molto spesso avvengono omicidi che sembrano risalire a loro..."

Io spalancai gli occhi.

"Stai scherzando? "

"No, ma questo è quello che si dice, poi ciò che davvero fanno non si sa con certezza, il fatto è che sicuramente è qualcosa di losco e poco raccomandabile, nessuno si mette contro i Black, perfino i Jonas si dice che siano sotto il loro controllo..."

Io chinai il capo assolutamente confusa...che diamine c'entravano i Jonas con i Black??
Ma non feci in tempo a rispondere che una voce acuta e trillante entrò nel mio campo uditivo facendomi aggrottare le sopracciglia....

"Knight"

Io mi voltai mentre trattenevo il respiro tentando di rimanere calma.

"Monroe, siamo passate a chiamarci per cognome?"

Chiesi sarcastica sorridendo falsamente osservando il volto tirato, super perfetto di Destinee.

Sua sorella fece un passo in avanti mandandosi all'indietro i capelli biondi con un gesto altezzoso.

"Fai poco la spiritosa Sam"

Io continuai a sorridere ingenuamente, attenta, qualsiasi cosa volessero da me, sicuramente non era qualcosa di buono.

"Che c'è?" chiesi spazientita dai loro sguardi penetranti.

"Credevi di fare la furba eh?"

Io aggronttai la fronte fissando con la coda dell'occhio le mie amiche che come me non capivano di cose le sorelle stessero parlando.

"Di che stai parlando Destinee?"

Lei sorrise e muovendo il capo leggermente alzò la mano stretta in torno al telefono per farmelo vedere..

"Ti dice niente questa?"

Io mi feci in avanti e fissai la foto del volto di Nick che avevo fatto quando le due sorelle, tempo prima, mi avevano constretto a fargli visita di nascosto, prima che lo conoscessi, prima che diventasse mio amico...

"Si...e allora?"

"E allora, il patto prevedeva che tu facessi un'altra cosa per noi, oppure avremmo rivelato il tuo segreto a tutta la scuola"

Io in un attimo mi ricordai il patto...la foto...dovevo prendere una foto del seminterrato...lì dove si diceva che commettesse i suoi omicidi...io scossi il capo, tranquilla.

"Ricordo, quindi?"

Paris si fece avanti, afferrando il telefono della sorella e richiudendolo con un gesto svelto e preciso, poi si avvicinò minacciosamente e mi fissò negli occhi.

"Quindi è il momento che tu rispetti il tuo patto...se non vuoi che tutti sappiano il tuo segreto, come se ultimamente parlassero poco di te..." io mi sentii a disagio e incrociai le braccia al petto.

"Oggi! domani vogliamo la foto, niente scuse, tu fai quella foto oggi e il tuo segreto non verrà rivelato a nessuno...ci siamo capiti?"

Io con tranquillità e sfacciataggine la fissai negli occhi marroni e sorrisi.

"Si, allora a domani"

Le due rimasero un attimo stranite a guardarmi, poi mi fissarono per un'ultima volta.

"Ricorda: se domani non abbiamo la foto, preparati a dire addio al tuo segreto."

Io digrignai i denti cercando di restare calma, poi mi morsi il labbro odiandole con tutta me stessa.

Dopo che se ne andarono, io e le mie amiche ci voltammo a tornammo a sederci tranquillamente al tavolo, rimanemmo qualche istante in silenzio, poi Alice si intromise.

"Tu sei proprio sicura di quello che stai facendo?"

Io mi voltai di scatto a fissare i suoi occhi azzurri, preoccupati, riflessi nei miei.

"Che vuoi dire?"

"Bhe, so che Nick e tuo amico, ma devi pur sempre prendere una foto del suo seminterrato, chi ti dice che lui non commetta davvero degli omicidi lì?"

Io spalancai gli occhi e scossi la testa vigorosamente.

"Alice ma anche tu hai conosciuto Nick e , nonostante sia strano e a volte inquietante, è una bravo ragazzo e mi ha salvato più di una volta, gli spiegherò la situazione e gli chiederò se posso fare una foto per le due sorelle al suo seminterrato, così poi mi possono lasciare in pace"

Emily rimase zitta a fissare me e Alice, non esprimendosi ma lasciando che fosse Alice a ribattere.

"Sam, lo so che è tuo amico ma è pur sempre Nicholas Jonas e se fosse vero? Se fosse sul serio un assassino? Se non volesse portarti a farti vedere il seminterrato perchè magari è vero?...Insomma non lo cocnosci così bene..."

Io la bloccai con uno sgaurdo fulminante.

"Alice, io mi fido di lui..."

Con questo la mia amica chiuse la bocca tenendo il suo dissenso per se e lasciando continuare la ricrezione come se tutto fosse normale.

Come entrai in classe vidi Nick a sedere, serio, troppo serio.

Aveva il capo chino, le braccia inerti sul tavolo e quando mi sedetti non si voltò nenahce a guardarmi.

Non mosse un muscole e rimase così per tutta la lezione.

Lo continuavo a guardare, capivo che c'era qualcosa che non andava, sembrava fosse apatico, sembrava quasi morto, il volto scuro era chinato, ma potevo vedere i suoi occhi fissi nel buio.

Rimasi tre lunghr ore a guardarlo.

Che cosa gli era preso?

Quando quasi alla fine della terza ora notai che aveva ancora i muscoli tesi, lo sguardo chino e le braccia immobili, mi preoccupai, seriamente.

Stavo quasi per chiedergli che diavolo gli era successo, ma la campanella suonò e sapevo che era il momento di parlare con lui e chiedergli della foto.

Mi voltai a raccogliere lo zaino e come mi voltai per parlargli, lui era sparito...

Dopo tre ore immobile, senza parlare, senza alzare la testa...in un secondo se ne era andato...

Le mie amiche mi raggiunsero all'uscita di scuola, serie.

Sapevo cioè che volevano dirmi i loro sguardi, ma tentavo di non ascoltarmi.

Prudenza...sembrava ciò che entrambe mi stavano tentando i dire.

Facemmo la strada verso casa in silenzio...uno strano silenzio che non riuscivo a sopportare, così tentai di romperlo.

"Vi chiamo appena ho finito, così state tranquille...ok?"

Emily mi guardò di sbieco senza dire nulla e Alice invece puntò i suoi occhi azzurri su di me.

"C'è tua mamma a casa stasera?"

Io annui.

"Bhe allora possiamo venire a mangiare da te?"

Io annui, capendo che quello era un modo per fare sentire entrambe più sicure.

"Certo, vi aspetto alle sette e mzzo"

Sorrisi cercando di tranquillizzarle.

Eravamo arrivate e io aprii la porta di casa mia, mi voltai e salutai Alice con un bacio sulla guancia, poi Emily si fece avanti e mi strinse in un'insolito abbraccio.

"Promettimi solo che starai attenta...anche se molto probabilmente non succederà niente, ok?"

Io annui, rincuorata di sentirla parlare, visto che a pranzo e per la strada non aveva spiccicato parola.

Mi fermai sull'uscio di casa e le fissai andare via per la strada silenziosa e verde di White Garden.

Mi fermai altri secondi a guardare le loro figure che sparivano in lontananza, poi mi voltai e chiusi la porta di casa con uno stonfo.

Infilai in cucina, dove trovai un biglietto sul tavolo, vicino ad un piatto in cui c'erano due muffin alla cioccolata.

Ne presi uno e con l'altra mano afferrai il foglio e lessi Sono tornata a lavoro e nel pomeriggio non ci sono, tonro stasera verso cena...baci Mamma

Io sorrisi distrattamente e mentre davo un'altro morso al muffin, alzai gli occhi sull'orologio appeso al muro sopra i fornelli.

Le 16.00.

Pensai a come Nick era corso via alla fine delle lezioni e non capii come mai...sembrava quasi che cercasse di evitarmi...

Sbuffai sonoramente e mi andai a sedere sul divano in salotto, poi afferrai il celllare in tasca e cercai il nome di Nick nella rubrica.

Pensai un attimo a ciò che gli avrei detto...ciao sono Sam, le Monroe mi hanno fatto un ricatto e visto che loro credono che tu sia un assassino, devo venire a casa tua e fare una foto al seminterrato...posso??

No, non era esattamente ciò che gli avrei detto, però il concetto era questo...oddio avrei dovuto trovare un modo migliore di chiederglielo!

Così, agitata premetti il tasto della chaimata e appoggiai il telefono all'orecchio mentre con l'altra mano mi arriciavo un capello intorno al dito...nervosamente.

Rimasi in ascolto mentre mi preparavo a chiedergli il favore...ma l'unica cosa che rispose fù la segreteria telefonica.

Riattaccai e fissai la televisione spenta per qualche secondo, poi riafferrai il cellullare e rifeci il numero sperando che rispondesse...

Ma niente.

Aveva il telefono staccato...accidenti!

E adesso?

Mi alzai e mentre pensavo andai in cucina e presi l'altro muffin...cosa potevo fare?

Le sorelle Monroe voolevano la foto per il giorno dopo...e io dovevo farla assolutamente!

Mi passai le mani tra i capelli castani e rimasi così per qualche istante.

Non c'erano altre soluzioni.

Afferrai in un lampo le chiavi di casa e infilai il cellulare in tasca dei jeans, misi una mano sulla fasciatura e notai che non mi faceva male, così afferrai il giubbotto e in un lampo uscii di casa.

Appena uscita osservai la strada e cercai di ricordarmi dove dovevo andare.

A destra.

Arrivai all'incrocio e svoltai a destra, proseguii così fino a che alla traversa tentai di ricapitolare dove si trovasse la sua casa.

Per le strade poche persone giravano e un gruppo di ragazzi era alla gelateria...di Aprile!

Scossi la testa e girai a sinistra trovandomi davanti ai giardini, gli attraversai e dopo non molto riconobbi casa Jonas...

Ero arrivata.

Con passi lenti ma sicuri arrivai al cancello di casa, quello che introduceva nel giardino circostante e rimasi immobile a ricordare la prima volta che ero andata lì...era il momento da cui era cominciato tutto...

Presi un respiro profondo e andai alla destra del cancello per suonare il campanello...ma mi resi conto che non avevano campanello...

Per un attimo roteai gli occhi, poi spinsi il cancello, che si aprii stranamente ed entrai guardandomi in torno.

Pensai a Nick e a suo fratello Kevin, almeno uno dei due doveva esserci a casa!

Arrivata al portone di casa e bussai, mi feci indietro, attendendo che qualcuno venisse ad aprire alla porta...

Non venne nessuno.

Provai nuovamente e con più vigore da farmi male alle nocche, ma nessuno aprì la porta.

Scossi la testa e pensai velocemente.

Cha altre possibilità avevo?

La foto dovevo prenderla, per forza...

Così mi venne un'idea e girai in torno alla casa fino a quando non trovai una finestra leggermente socchiuse, con attenzione tirai verso l'alto e riuscii ad aprirla.

Ce l'avevo fatta nonostante sentissi una voce dentro di me che mi continuava a ripetere che quello che stavo facendo era assolutametne sbagliato...

Con un tonfo scivolai dentro e mi guardai in torno...non poteva essere.

Ero nel salotto, proprio lì dove ero entrata la prima volta, un brivido mi scese lungo la schiena e tentai di convincermi che fosse solo una coincidenza.

...ma dentro di me quella voce mi rispose che le coincedenze non esistevano.

Io ripetevo a me stessa che ero amica di Nick e che lo avevo conosciuto, lui sapeva il mio segreto, mi aveva salvata e io mi fidavo di lui.

Feci qualche passo nel salotto stranamente in ordine e arrivai nel corridoio chiedendomi dove fosse il seminterrato.

Sicuramente al piano terra.

Percorsi tutto il corridoio arrivando in cucina, dove una bottiglia vuota era abbandonata sul tavolo, poi con cautela girai verso il salotto e lì vidi una porta.

Velocemente ci arrivai e la aprii.

Era tutto buio così tastai il muro alla destra e trovai un interruttore, con un clic la luce si accese lentamente, lampeggiando.

Guardai scendendo gli scalini la stanza in cui mi trovavo e vidi degli attrezzi da palestra sul fondo, mentre alla destra c'erano un tavolino di legno con dei coltelli sopra.

Trattenni il respiro mentre con le gambe che mi tremavano, raggiunsi il tavolo e osservai le lame taglienti, i pugnali, la corda, gli stracci abbandonati lì sopra.

Poi il mio sguardo cadde su una macchia scura sul tavolo e osservandola bene capii cos'era, capii anche cos'era l'odore metallico che mi aveva presa alla gola quando avevo aperto la porta del seminterrato...sangue...

Alzai gli occhi e mi accorsi che avevo il respiro affannato.

Chiusi gli occhi e presi il cellulare con mano tremante, prima avrei fatto la foto, prima me ne sarei andata via.

Nick era mio amico, Nick era buono, Nick non era cattivo...eppure quello che vedevo mi ribadiva il contrario...

Respirai profondamente e scattai la foto che riprendeva l'intero seminterrato.

Era fatta!

Velocemente e nervosamente mi girai pronta ad andarmene, ma inciampai in uno strumento da palestra e ruzzolai i avanti sbattendo con la spalla per terra.

"Ahii..." borbottai tentando di rialzarmi dolorante.

L'attrezzo si era praticamente ribaltato causando un rumore fortizzimo che mi aveva fatto sobbalzare.

E' vero che nella casa non c'era nessuno (in teoria) ma era sempre meglio stare attenti e fare poca confusione perchè se mi avessero trovato avrei dovuto spiegare e non ne avevo affatto voglia.

Mi trascinai lentamente per un pezzo sul pavimento, poi quasi alla porta mi voltai un'ultima volta a guardare la stanza...in fondo era davvero inquietante.

Mi voltai di scatto e andai a sbattere contro qualcosa.

"Ohi..."

Con attenzione mi tastai la testa, poi alzai il capo per vedere contro cosa ero andata a sbattere.

"Nick..."

Rimasi immobile, inginocchiata, gli occhi verso l'alto e il mio sguardo perso a fissarlo.

Non l'avevo sentito arrivare.

"Nick, bhe io..."

Mi alzai lentamente e tirai fuori il cellulare pronta a raccontargli la verità sul ricatto delle Monroe, quando fissai il suo sguardo...

...c'era qualcosa che non andava...

"Nick?"

Aveva i muscoli tesi, lo vedevo.

Era in piedi, i bracci abbandonati ai lati del corpo.

Le sopracciglia incurvate e lo sguardo fisso su di me...e fu in quel momento che capii che c'era qualcosa che non andava...

I suoi occhi mi fissavano e sembravano talmente profondi che non guardassero me...ma come se guardassero dentro di me...trapassasserro tutti i momenti che io e lui avevamo passato insieme e gli cancellavano...

Il suo sguardo era carico di una tagliente e fredda decisione...

I suoi occhi erano scuri e lontani da me.

Quando lo guardai, mi sembrò di essere tornata al primo giorno...quello in cui lui era un assassino, quello in cui aveva tentato di uccidermi...

...ma questo non poteva succedere di nuovo...

Lui era mio amico, mi aveva aiutata, mi aveva salvata da Taylor, mi aveva sostenuta e io mi ero fidata di lui, raccontandogli il mio segreto...

...io gli volevo bene...

...io...io mi ero innamorata di lui...

Il mio sguardo era perso nei suoi occhi e tentavo di ritrovare quel Nick che mi conosceva e che mi aveva aiutata...

"Nick che succede?..."

Le mie parole erano uscite fuori con un sussurro.

Mi alzai in piedi e mi avvicinai con passi traballanti.

Il suo sguardo scuro era fisso su di me e sembrava impassibile.

Sentii le gambe tremarmi e un brutto presentimento accanirsi su di me.

"Nicholas c'è qualcosa che non va?"

Alzai un braccio tremante e gli appoggiai una mano sul petto per cercare di stargli più vicino.

"Nick non volevo entrare di nascosto, te lo giuro: ho provato a chiamarti, ho bussato alla porta di casa ma..."

Lui fece un passo indietro e puntò i suoi occhi su di me, facendomi ammutolire...spaventata.

I suoi occhi erano neri come pozzi.

"Nick..."

Feci un passo indietro e lui allo stesso tempo ne fece uno in avanti.

Più lui veniva in avanti, più io avanzavo all'indietro, impaurita.

Che gli stava succedendo?

Dove era il Jonas che avevo conosciuto e di cui mi ero fidata?...

Sentii un groppo in gola e le gambe tremarmi.

"Nick io..."

Lui continuava ad avanzare in contro a me e io con un sussulto mi resi conto di essere con le spalle al muro.

Il fiato mi si fece grosso e guardandomi alle spalle capii di essere in trappola.

Ansimante mi voltai a fissare il suo volto vicinissimo a me.

Ero paralizzata...dal suo sguardo...

Quello sguardo che non mi lasciava libera neanche un secondo.

Aprii la bocca pronta a ribattere, a dire qualsiasi cosa pur di farlo smettere di spaventarmi in quel modo, ma la sua mano mi tappo la bocca.

"Direi che ci siamo già passati..."

La sua voce roca e bassa mi fece venire i brividi lungo la schiena e continuavo a fissarlo in cerca del mio Nick, quello che conoscevo e amavo.

In un istante mi sembrò di vivere un flashback...mi sembrò di essere tornata al primo giorno di scuola.

"...è il momento che questa storia finisca"

Il suo volto serio mi fissò.

Poi, con uno scatto, si voltò e afferrò qualcosa dal tavolo dietro di se, quando si voltò vidi un la lama di un coltello luccicare nella sua mano.

Scossi la testa incapace di reagire...

...no, non lo stava facendo davvero!

Il cuore iniziò a battere forte e le gambe molli, i muscoli tesi e la testa che iniziava a girarmi.

La sua mano dalla mia bocca scese lentamente lungo il volto, poi lungo il collo, lungo il mio braccio facendomi rabbrividire, poi arrivò sulla mia pancia...

...con un colpo secco strappò la maglia lasciandomi scoperta la fasciatura: lì dove Taylor mi aveva ferita.

"Nick..."

Le parole vibravano lente, paralizzate, terrorizzate.

La lama del coltello si appoggiò contro la mia pelle e il freddo del metallo mi fece rabbrividire facendomi ansimare dalla paura.

Cercai il suo sguardo.

"Nick ti prego...."

Lui guardava in basso, verso il mio stomaco e iniziò a passare la lama sul mio stomaco, sfiorando la pelle...

Trattenevo il respiro incapace di guardare, incapace di fare qualsiasi cosa mentre sentivo la lama sfiorarmi la pelle, ma non ferirmi.

Una morsa di panico mi strinse le viscere e ancora uno volta il mio pensiero andò a Nick, al ragazzo che avevo conosciuto e che mi aveva protetta...

...non poteva essere scomparso...

"Nick perchè mi fai questo?...che cosa ti ho fatto?"

Il panico mi fece tremare e Nicholas staccò la lama, allontanandola dal mio corpo.

Il suo volto di alzò con lentezza su di me e io esausta e impaurita, scivolai contro il muro, lentamente verso terra...

"Dov'è il Nick che conosco?...perchè mi stai facendo questo...perchè??...Rispondi!"

"Perchè mi piace uccidere...è quello che ho sempre fatto"

Io rimasi immobile e in un lampo capii...tutto.

Lui non era altro che un killer, un assassino esperto che faceva innamorare le sue prede, le attirava nelle sue trappole e poi le finiva a suo modo.

Io non ero stata nulla per lui...non ero stata altro che un'altra vittima una stupida e illusa vittima che si era prestata al suo gioco.

Avevo creduto che lui fosse diverso, che fosse cambiato, che tutto quello che mi aveva detto su di se fosse vero, che il proteggermi, il salvarmi e il fidarmi di lui, fossero solo elementi che io avevo fatto di mia spontanea volontà...e invece facevano tutti parte del suo piano...il suo astuto e perfetto piano.

Chissà quante altre ragazze aveva attirato così nella sua trappola, quante altre povere e innocenti ragazze si erano fatte ammaliare da lui e per questo avevano rischiato la vita.

Chi ero io per lui?...

Un gioco, un'altra ragione di divertimento...

Quando disse quelle parole, capii tutto...tutto mi parve malledettamente chiaro, così chiaro che io ero stata una stupida a non accorgermene.

Tutto era tornato come al primo giorno, quando l'avevo visto...quel giorno in cui aveva tentato di uccidermi, quel giorno in cui nei suoi occhi non esisteva altro che una rigorosa e ossessiva voglia di uccidere...il Jonas che mi aveva aiutata, che aveva sceso lo scivolo con me, che mi aveva consolato dal dolore di mio padre era sparito...dissolto sotto un muro di menzogne e bugie da lui create.

Vedevo tutto appannato e non facevo altro che pensare al suo volto, al suo sguardo...al mio Nicholas!

Quel Nicholas che mi aveva attirata nella sua trappola...

Lo guardai, capendo chi era veramente e domandandomi perchè fin dall'inizio avesse giocato con me in quel modo

"Perchè mi fai questo? Io non ti ho fatto nulla!"

Lui si chinò, sovrastandomi.

"Invece si"

Le sue parole erano taglienti, fredde e la distanza che ci divideva sembrava incolmabile.

Io scossi la testa.

"Cosa? Che cosa ti ho fatto?"

Lui continuò a fissarmi con il coltello stretto in mano.

Vedevo l'indicisione dipinta sul suo volto.

"Dimmelo!!"

Il suo voltò si avvicinò a me, impassibile, eppure velato da un misto di emozioni che sembrava combatterlo internamente.

Il mio cuore aumentò i battiti e chiusi gli occhi incapace di stare a vedere che cosa sarebbe successo.

Le sue labbra mi sfiorarono la guancia, poi scivolarono fino all'orecchio.

"Mi hai fatto innamorare di te"

Rimasi un momento immobile, paralizzata dalle sue parole...

...poi tornai alla realtà e capii che il suo piano stava continuando intrappolandomi con i suoi modi gentili.

"Non inventarti stupide scuse!"

I suoi occhi si bloccarono nei miei e mi si fece più vicino, appoggiò la mano sulla mia guancia e mi accarezzò lentamente ma non potevo credergli, non ora...non ora che aveva provato a uccidermi di nuovo...

La su pelle mi trasmetteva un calore piacevole, pungente...un calore che mi sapeva di tradimento.

"Sam..."

Lo interruppi con gli occhi spalancati e un gran dolore nel petto che mi mozzava il respiro.

"No, Nick, non voglio più sentire le tue patetiche scuse!"

"Sam ma io.."

"Smettila, finisci questo stupido gioco..."

I suoi occhi forti si bloccarono nei miei, pietrificati, indecisi, supplicanti.

Un bacio mi bloccò, mi fece tacere.

Le sue labbra calde si erano premute contro le mie, con forza, con desiderio e io ero rimasta incapace di parlare, di reagire...

Sentivo il corpo vibrare alla dolcezza di quel bacio...

Mi staccai con forza.

Gli occhi spalancati...

Una ferita profonda nel petto.

"Che...perchè l'hai fatto?"

Lui si inginocchiò accanto a me e mi venne vicino mollando il coltello per terra.

"Non posso più farlo...perchè io ti amo Sam"

Il mio cuore perse un colpo e sentii le lacrime salirmi agli occhi con forza mentre la sua mano mi accarezzava lentamente.

Mi feci indietro impaurita, sconvolta, agitata, sopraffatta da tutte quelle emozioni che mi stavano circondando.

Avevo una voragine nello stomaco, una voragine che stava inghiottendo tutti quei momenti belli passati con lui e mi faceva credere finalmente alla realtà delle cose e lui non mi aiutava...

Scossi la testa...esausta...

Chiusi gli occhi che mi si erano appannati, velati di lacrime.

Chinai il capo e tentai di mettermi in piedi, traballante, mentre il cuore batteva nel petto e le gambe mi tremavano.

"Sam che hai?"

Mi venne accanto e mi sorresse con una mano.

Io mi allontanai inorridita da tutto quello che stava succedendo...da come tutto sembrava vero, eppure sapevo che era solo una trappola...

Mi appoggiò una mano sulla fronte e i suoi occhi fissarono i miei.

Mi sentivo tradita.

"Ti prego lasciami stare..."

Lui mi osservò, poi i suoi occhi si addolcirono e si velarono di tristezza.

"Hai paura di me e questo mi fa stare male...è come se la tua paura mi uccidesse"

Lo guardai, non negando, perchè era vero....avevo paura di lui, di quello che aveva fatto, ma soprattutto avevo paura perchè era colpa sua se in questo momento sentivo il mio stomaco stretto in una morsa di dolore...

Avevo paura di lui, avevo paura del modo in cui mi aveva ingannata...tratta in inganno, usata...

...e avevo paura che continuasse a tradirmi in quel momento e che continuasse a farmi stare male.

"...v-voglio andarmene, non voglio più stare a sentire...tu...sono sempre stata solo un gioco per te quindi finiscila qui, smettila! Non mi dire che mi ami perchè so che non è vero!"

Lui rimase spiazzato e si avvicinò mentre io indietreggiavo verso la porta.

I suoi occhi si spalancarono, doloranti, desiderosi, supplicanti.

"E invece io ti amo Sam...ogni volta che ti vedo sento di voler cambiare, di non voler essere più lo stesso...voglio essere una persona migliore. Sam io sento che vorrei starti sempre vicino, non voglio che tu soffra e mi uccide dentro sapere che tu stai male a causa mia"

Vedevo il suo dolore intristirgli il volto, ma ero stufa di tutto questo e una lacrima mi scivolò lenta al bordo del viso.

...e nei suoi occhi vedevo il dolore che la mia paura gli creava e questo mi faceva stare ancora peggio.

Sentivo come se tutto il mio corpo fosse punsecchiato da una lama tagliente.

Non riuscivo a controllarmi, a sopportare il dolore della verità.

"Smettila..."

Sussurrai, incapace di ribattere...incapace di guardarlo in faccia...incapace di credere che tutto quello che avesse detto fosse vero...

Chiusi gli occhi, respirai profondamente e mentre ricordavo il suo volto, il suo sguardo assassino fisso su di me, quello sguardo impassibile che era pronto ad uccidermi...iniziai a correre...

...corsi più che potevo...

...corsi oltre il corridoio...

...corsi fuori dalla finestra...

...corsi oltre il giardino...

...corsi oltre il cancello, oltre la strada...

...oltre il parco in cui i nostri ricordi sembrarono colpirmi con tanta violenza da mozzarmi il fiato...

...corsi mentre sentivo il volto inumidirsi...

...corsi mentre pensavo a tutte le sue bugie...

...corsi mentre pernsavo al killer che mi aveva attratto nella sua trappola...

...corsi mentre pensavo ai suoi occhi spietati puntati su di me...

...corsi mentre pensavo a quel ragazzo che avevo creduto di amare...

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questa è la mia pagina di fb, vi prego passateci se potete e se volete chiedermi qualsiasi cosa kiss :-)


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Capitolo 23
*** ...lui era l'altro... ***


jonas 6

Giuro che è avvenuto tutto senza che me lo aspettassi...

Questo doveva essere l'ultimo capitolo, purtroppo però dopo aver scritto tutto mi sono resa conto che venivano in totale 19 pagine in carattere 12....una roba lunghissima e ho dovuto dividerlo a metà....purtoppo così si è perso l'andamento e in questo modo il capitolo si interrompe in un modo che non volevo, ma non potevo fare altrimenti.

Ora smetto è vi do il benvenuto a uno dei capitoli più tristi (ero tristissimissima quando l'ho scritto...:-() comunque bando alle ciance e buona lettura...spero nei vostri numerosi commenti!!

By °Silvi°

MAGGIE_LULLABY: Ciao!! Quando tua mamma ti fa tornare su fb passa da me che magari mi farebbe piacere conoscerti!...comunque spero tantissimo che ti piaccia questo capitolo percè ho paura di quello che penserete...ho paura che non vi piaccia...fammi sapere! Grazie ancora! :-)

SILVIKING:Ciao!!Sono sempre contenta delle nuove lettrici! E sempre sorpresa dal fatto che possa piacere la mia storia...comunque l'iniziò assomiglia molto a twilight...infatti ho intenzione di cambiarlo, comunque grazie di seguirmi e spero che questo capitolo non ti deluderà...perchè verrà scoperto qualcosa! :-D

DEBBY95:Wow...non credo di meritarmi tutti questi complimenti...e meno di tutti il fatto di essere un genio...(mi sento più un bradipo...hihi) comunque sono felicissima che anche coloro che non hanno mai recensito ma mi hanno sempre seguito, prendavano l'iniziativa! grazie infinite per i complimenti...sono arrossita...:-P

LOVATOJONASSISTER:Wow! Ciao continuo a stupirmi del vostro essere così presi da questa storia, ma ne sono felicissima!! Spero che ti piaccia anche questo...fammi sapere che ne pensi!!:-)

ROSEGARDEN:Grazie, mi fa piacere che ti piaccia e sono contenta che tu la segua e non ti preoccupare se non sei riuscita a commentare, so che mi seguite e ve ne sono grata, comunque devo dirti che il tuo nickname mi ricorda la canzone di Nick Rosegarden (che tra l'altro adoro!) ...so che non c'entrava nulla ma volevo dirtelo, grazie ancora per seguirmi! :-)

_LITTLEJONAS_:Ti sei...commossa?? Sul serio?! Ne sono più che onorata, lo giuro è assolutamente fantastico, insomma...grazie! E' fantastico che vi piaccia e che siate così ansiose di leggere il continuo, ma ti devo annunciare che questo capitolo per gran parte è triste...mi disp in anticipo...spero che tu mi faccia sapere che ne pensi! =)

SAMCRUSH:grazie!rimango sempre più stupita dai vostri complimenti e dal vostro essere così attaccati alla storia...e mi fa piacere! Sono davvero contenta e ti ringrazio, mi spiace per il ritardo ma spero di non avervelo fatto aspettare troppo...però devo farti una domanda: come mai ti chiami SamCrush...la curiosità viene dal fatto che c'è Sam nel nickname (come la protagonista) :-)

DANGER_DREAMER_93:Già anche solo sapere che qualcuno ha letto quello che scrivi e che gli è piaciuto è qualcosa che ti da un'amozione fantastica...inspiegabile. Anche io amo scrivere e sapere di essere arrivata a suscitare l'interesse di qualcuno è uno dei piaceri che la scrittura offre...comunque come dico sempre "Non abbattiamoci e andiamo avanti!!" quindi se a volte qualche capitolo sembra non riuscire come si vuole basta andare avanti, poi si riuscirà a sistemarlo...comunque grazie del sostegno e dell'interesse sulla storia...guarda che succede in questo capitolo!!...voglio assolutamente un tuo commento, devo sapere che ne pensi!! :-D

ADA12:Già...alcune volte l'amore che sembra più semplice si tramuta in qualcosa di estremamente complicato...ahah che vena poetica e melodrammattica!! Comunque, a parte gli scherzi, grazie per seguire la storia e spero che questo capitolo soddisfi la curiosità...;-)

SHE IS MARI: GRAZIE infinite per i complimenti... non sono abituata a tutti questi complimenti, eppure da quando scrivo la storia per colpa vostra arrossisco spesso...comunque grazie, sono felicissimissima del vostro interesse per la storia e spero che non rimarrai delusa da questo ( che a mio parere è scritto male...) però lascerò a te giudicare...grazie ancora :-)

BENNYY:Il fatto che siate così prese dalla mia storia è qualcosa di cui vi sono immensamente grata e mi fa un sacco piacere quando mi dite che aspettate il mio capitolo e che non vedete l'ora di leggere il proseguimento...spero solo di non deludervi...comunque in questo momento se tu fossi nella mia testa non credo tu capiresti molto...ahah...la mia testolina è molto confusa, ma spero di essere riuscita a rendere un buon capitolo! Fammi sapere che ne pensi appena lo leggi!! grazie ^_^

Testa alta, sguardo fisso...gli occhi fissi fuori dalla finestra a fissare il buio della notte.

Le mie amiche se ne erano appena andate...

Avevo parlato poco, non ero riuscita esattamente a spiegargli cosa era successo...ma non importava.

Tutto sembrava strano, vuoto...senza senso...

Sentivo dentro di me un buco, come un vuoto che risucchiava tutte le mie emozioni...

Guardai l'orologio e fissai la lancette che con pacata velocità facevano il loro corso.

I pensieri vorticavano in testa in confusione eppure rimanevo ferma, senza capirli, senza tentare di capirci qualcosa.

Sapevo solo una cosa....

...che Nick era un assassino ed io ero caduta nella sua trappola...

Nicholas era un killer e amava uccidere.

Un brivido mi percorse la schiena e l'immagine di mio padre mi apparve davanti agli occhi...

Vidi nuovamente il suo volto, la sua faccia sorridente, e la mia che ingenuamente risorrideva a sua volta...

...Nick e mio padre in fondo non erano stati tanto diversi...

Entrambi erano assassini...

...entrambi avevano avuto la mia fiducia...

...entrambi mi avevano spezzato il cuore...

Sentii un dolore acuto all'altezza del petto e portai le gambe sotto il mento e rimasi così, rannicchiata a soffrire, mentre piccole e calde lacrime mi rigavano il volto.

Tutto si era infranto come una bella illusione, come era stato quando avevo scoperto la verità su mio padre....ma faceva più male sapere che per la seconda volta ero stata una stupida...

Quando mi ero trasferita nella nuova città mi ero promessa che sarei stata più attenta, che non avrei rivelato il mio segreto a nessuno, che avrei preservato il mio cuore da altri dolori...

Ma mentre sentivo il fiato mozzarmisi, capivo che era stato tutto inutile, che c'ero cascata nuovamente, volontariamente e coscientemente...

Ricordavo ancora lo sguardo inquietante del Jonas il primo giorno che lo avevo visto nella scuola, la mia attrazione per lui e allo stesso tempo l'inquietudine che suscitava in me.

Poi ricordavo quando mi dava noia durante le lezioni, quando mi baciava i capelli, quando mi aveva fatto prendere la punizione con lui....

...poi ancora quando aveva iniziato a intrufolarsi in casa mia...

...quando mi aveva salvata nella scuola...

...quando mi aveva salvata dall'uomo nero al supermercato...

...quando mi aveva stretto i fianchi e mi aveva aiutata a scendere giù dallo scivolo...

...fino a quando non mi aveva tenuta stretta tra le sue braccia mentre gli raccontavo il segreto su mio padre...

...

Tutto sembrava lontano, distante...come una favola...

Mi ero innamorata di lui e questo non potevo negarlo, non più, nemmeno a me stessa.

Un'altra lacrima scese con impaziente velocità e la figura di mio padre che mi accarezzava la guancia, si sovrappose a quella di Nick che mi sfiorava la mano...

Quella stessa mano che aveva tolto delle vite, aveva spezzato un'esistenza come niente fosse.

Quella mano che era uguale a quella di mio padre...falsa, bugiarda....

Chinai il capo, sopraffatta dalle emozioni e iniziai a singhiozzare senza ritegno mentre sentivo una voragine nel petto che si allargava sempre di più, facendomi mozzare il respiro...






I raggi della mattina mi colpirono con tanta forza che gli occhi mi si appannarono.

Osservai la mia stanza in cerca di qualcosa di diverso, qualcosa che mi confermasse che quello che era successo era stato solo un incubo, un brutto incubo e che nella realtà non sarebbe mai più successo.

Guardai la maglietta inerme al fondo del letto...quella maglietta che era stata strappata il giorno prima dal pugnale di Nick, quella maglietta che era la prova lampante del fatto che tutto era successo.

Sentii un dolore al petto e mi bloccai a sedere sul letto...respirai per qualche secondo, poi mi alzai e mi resi conto di essere ancora vestita dalla sera prima.

Mossi qualche passo e scesi rassegnata in cucina, dove mia madre mi accolse con un sorriso e la colazione pronta.

Io la guardai, non capendo perchè sorrideva, non capendo cosa mai ci fosse da essere felici.

Chinai il capo e mangiai una mela, poi senza dire una parola mi alzai e andai in bagno a sciacquarmi la faccia notando le mie occhiaie violacee che mi contornavano gli occhi scuri e spenti...

Mi lavai e mi misi una felpa trovata appoggiata sulla sedia non vedendo neanche di che colore fosse.

Non me ne importava.

Non pettinai i capelli, non mi guardai allo specchio, non osservai il modo strano con cui mi ero vestita, non mi truccai...

Scesi in cucina e diedi un bacio sulla guancia di mia madre, senza chiederle se sarebbe tornata a casa nel pomeriggio, senza chiederle niente, uscii di casa dopo aver afferrato le chiavi.

Sapevo che lei avrebbe potuto portarmi a scuola, sapevo che le avrebbe fatto piacere, ma io non volevo, non volevo che nessuno mi stesse vicino, volevo stare da sola, volevo non dover incontrare gli occhi troppo curiosi delle persone, ne sorridere per forza....

Arrivai a scuola senza accorgermene.

Andai in classe e lasciai cadere lo zaino accanto al banco, poi mi sedetti e poggiai la testa sul banco, chiusi gli occhi e aspettai che il professore entrasse in classe.

Non ricordavo che materia avevo, non ricordavo se avevo i libri delle lezioni, ne se avevo fatto i compiti.

Il freddo della superfici del banco era un sollievo inaspettato e rimasi così, immobile.

Sentivo le voci ovattate dei miei compagni giungermi distanti, finte, come provenissero da qualche altra parte, poi una si fece largo nella mia barriera emotiva e si fece sentire più forte...

"Sam..." rimasi immobile, ferma.

"Sam stai bene?"

Feci finta di nulla, ignorai la voce del mio vicino di banco, ignorai il fatto che mi aveva appoggiato una mano sulla spalla e ignorai la dolcezza e la colpevolezza nel suo tono di voce.

Non mossi un muscolo.

"Buongiorno ragazzi"

Io alzai il capo vedendo il professore di Inglese entrare in classe e con estrema lentezza mi sistemai a sedere e con la mente persa mi misi a fissare la lavagna...

Sentivo lo sguardo penetrante, preoccupato del mio vicino che mi fissava, ma feci finta di nulla.

...se avessi fatto finta che non esisteva, forse il dolore dentro il mio petto sarebbe diminuito e un giorno scomparso...

Lui non esisteva.

La sua voce non era vera.

Lui non mi aveva mai fatto del male.

Io non mi ero mai innamorata di lui.

Per tutta la lezione rimasi immobile, ferma, a fissare qualcosa sulla lavagna.

"Sam ti prego ascoltami! Scusami, io non volevo, ti prego almeno guardami!"

Nick continuava a starmi vicino e chiedermi di guardarlo, ma io volevo solo che mi lsciasse in pace perchè ogni parola che mi diceva, allargava il dolore al petto.

Quando la campanella suonò mi alzai con lentezza e uscii dall'aula facendomi guidare dalla folla dei ragazzi che andavano verso la mensa.

Il cellulare in tasca vibrò e io meccanicamente lo afferrai, poi quando notai che era arrivato un altro messaggio dal mio Ragazzo Misterioso, lo lasciai scivolare nuovamente in tasca.

Non avevo voglia di parlare con nessuno anche se non ero arrabbiata con lui, volevo solo far finta di essere invisibile e di non venire notata dalle persone, in modo che così potessero lasciarmi in pace.

Arrivai al tavolo delle mie amiche e mi sedetti senza salutarle, non volevo stare lì con loro, non mentre i loro sguardi compassionevoli mi osservavano, ma sapevo che se fossi andata da un'altra parte mi avrebbero chiesto spiegazioni, fatto domande, tormentata.

Presi la bottiglia d'acqua che mi ero portata da casa e bevvi.

Sapevo che le mie amiche mi fissavano, sapevo che volevano delle spiegazioni e sapevo che non gliene avrei date.

Alice sorrise"Come è andata la mattina?"

Io alzai il capo e staccai la bocca dal bordo della bottiglia qual tanto che bastava per rispondere.

"Normale"

Poi presi una mela e inizia a mangiarla.

Emily teneva il capo chino e Alice spostò la sua attenzione su di lei inziando a parlare di cose futili, che non mi interessavano, così fissai fuori, il cielo grigio di Maggio e vagai con lo sguardo fino a quando non notai le sorelle Monroe che mi venivano in contro con aria soddisfatta.

"Knight, stiamo aspettando la foto"

Io le guardai e tirai fuori dalla tasca il cellulare.

Le mie amiche si guardarono allarmate, non gli avevo detto della foto, non gli avevo detto che ero riuscita a prenderla, forse loro credevano che non l'avessi presa e probabilmente credevano che era per questo che ero diventata così silenziosa, ma non era quello il motivo.

Lentamente andai nella cartella immagini e senza guardare aprii l'ultima foto scattata e voltai il telefono prima che quell'immagine potesse comparirmi davanti agli occhi e cancellare la mia barriera anti-emozioni che stavo tentando di crearmi.

Vidi le due sorelle avvicinarsi e allo stesso tempo anche le mie amiche avanzarono in avanti incuriosite, potevo sentire i loro respiri aumentare velocità.

Destinee alzò un sopracciglio e Paris sorrise soddisfatta.

"Perfetto, sembra che il tuo segreto rimarrà al sicuro per adesso"

Io annui senza guardarle e notai il loro sguardo su di me, incredule.

C'era qualcosa che non andava perchè mi guardavano come se ci fosse qualcosa di strano in me, come se fossi un fantascma.

Come se solo il fatto che fossi viva fosse uno sgomento per loro...sul loro volto si intravedeva la sorpresa di avermi di nuovo incontrata...

...come se io in questo momento dovessi essere morta...

Senza dire altro le due sorelle se ne andarono guardandomi ancora.

Vedevo che nei loro occhi c'era lo sgomento e la sorpresa...

Era successo qualcosa che non si aspettavano.

Quando la campanella suonò tornai in classe salutando le mie amiche con un più che sufficiente ciao.




Le lezioni si sugguerirono con velocità mentre io contnuavo a guardare fuori dalla finestra, disinteressata.

Vedevo il mio compagno di banco scuotere la testa, tentare di attirare la mia attenzione, mandarmi biglietti, chiamarmi, sussurrare.

Ma io non mi voltavo, non lo guardavo, lo lasciavo fare.

Quando la campanella suonò, mi sembrò passato un solo istante dalla ricreazione e mi alzai meccanicamente uscendo.

Emily e Alice erano alla panchina nel piazzale ad aspettarmi, io feci un segno del capo e ci incamminammo mentre loro cercavano di non fare finta a me e tentavano di reprimere la curiosità per cui mi avrebbero riempito di domande.

"Sam!"

Io mi fermai, ma non mi voltai, sapevo di chi era quella voce e per me, quella voce non esisteva.

"Sam ti prego, devo parlarti!"

Alice si voltò e la sentii andare incontro a lui.

"Senti, lasciala in pace per adesso, non ti vuole parlare, per favore Nick"

Lui rimase in silenzio e la mia amica tornò al mio fianco e mi prese a braccetto e continuammo a camminare menre sentivo lo sguardo supplicante del mio compagno di banco che mi seguiva, rassegnato.

Io portai le mie amiche a casa mia, non perchè mi andasse di stare con qualcuno, ma perchè avevano insistinto perchè non volevano lasciarmi sola e che tanto non c'erano probemi perchè non avevano compiti da fare.

"Vi faccioun tè"

Loro si sedettero sul divano e guardarono distrattametne fuori dalle finestra dove il freddo sembrava non volere lasciar spazio alla primavera.

"Grazie"

Io me ne andai riuscendo a trovare un momento di pace e tranquillità da sola.

Presi le tazze, misi lo zucchero, feci bollire l'acqua sui fornelli neri della cucina di cui mia madre era tanto orgogliosa e attesi.

Aspettai tranquillamente, passivamente...

Quando l'acqua bollì, afferrai le presine e versai l'acqua nelle tazze in cui avevo messo il filtro per il tè.

Portai le tazze di là con un vassoio su cui posai anche biscotti di diversi tipi.

Sedute tutte sul divano mangiammo e bevemmo, chiaccherando...o almeno, loro chiaccheravano.

Poi si diedero uno sguardo e posarono le tazze sul vassoio osservandomi mentre rimanevo rannicchiata sul divano con le gambe incorciate.

"Sam non sappiamo quello che è successo, ma se vuoi parlarne, noi siamo qui"

Alice sorrise incoraggiante e Emily aprì le braccia.

"Sai che puoi sempre contare su di noi"

Io continuai a bere dalla tazza.

"Si, lo so, grazie"

Alice chinò il capo...si aspettava una risposta o almeno una spiegazione...

Emily guardò l'orologio.

"Sono già le sette, io devo andare a casa perchè è il turno mio e di mia sorella per fare la cena, comunque ci vediamo domani a scuola!"

Io annui e le diedi un bacio sulla guancia.

"Vado anche io Sam, ma se domani non abbiamo compiti venaimo di nuovo da te, va bene?"

Io le osservai con sguardo assente sapendo che se anche le avessi detto di no, loro sarebbero venute ugualmente.

Annui distrattamente mentre se ne andavano.

Accesi la televisone e rimasi sul divano, rannicchiata, tentando di distrarmi con i programmi, ma sapevo che sarebbe stato tutto inutile.

Mia madre rientrò poco dopo e venne in salotto dove trovò le tazze mie e delle mie amiche e così capì con non ero stata da sola, a quanto pare sembrò rinucuorata da questo.

Le prese lei e le rigovernò non facendomi domande, perchè aveva capito che c'era qualcosa che non andava e conoscendomi, sapeva che non le avrei risposto fino a quando non me la sarei sentita.

Ma quella volta non era un fatto di sentirsela o no...non volevo spiegare, perchè sennò le emozioni mi avrebbero avvolta, sopraffatto, invasa...invece io volevo solo dimenticare, fare finta che tutto quello che era avvenuto il giorno prima in realtà non fosse mai successo...

...che lui fosse solo un mio compagno di banco...

...che lui non fosse un killer...

...che non mi fossi innamorata di lui...

Guardai il telegiornale per un altra mezz'ora fino a quando il cellulare non squillò e dovetti spostare la mia attenzione sul vibrare ritmico del telefono sul tavolino con la scritta Nick...

Mia madre arrivò e mi osservò.

"Non vuoi rispondere?"

Io contiuai a fissare il display, assente.

"No..."

Ma dopo che smise di squillare, ricominciò...insistentemente.

Sentivo una stretta allo stomaco e il mio corpo tremare mentre i miei muscoli rimanevano tesi, tirati.

Con uno scatto mi alzai e afferrai il cellulare spegnendolo con forza mentre mi accorgevo che era arrivato un altro messaggio dal mio Ragazzo Misterioso.

"Mamma io mi sento stanca, me ne vado a letto"

Lei si affacciò dalla cucina bloccandomi sulle scale.

"Ma sono appena le otto"

"Si ma sono stanca..."

"Va bene tesoro, buonanotte"

Io annui facendomi dare un bacio sulla fronte, poi mi voltai e andai in camera mettendomi una tuta per dormire, poi mi infilai nel letto e in quel momento, mentre guardavo fuori dalla finestra, mentre osservavo la luce della luna entrare nella stanza, mentre mi ritrovavo da sola con i miei sentimenti, lasciai che le lacrime scendessero copiose dai miei occhi.

Lasciai che il mio corpo tremasse e che il dolore al petto aumentasse, che il cuscino si bagnasse, che la rabbia e la tristezza si prendessero cura di me facendomi passare una notte insonne.

Quello era l'unico momento in cui potevo essere vulnerabile.

...

I giorni passarono, le mattine si susseguirono e le ore di scuola si successero con una quotidianeità passiva quasi anormale...

...lasciavo che tutto mi scivolasse addosso, non sfiorandomi neanche...

Sembrava tutto uguale.

I discorsi delle mie amiche, le nuvole grigie che non smettevano di coprire il sole, la pioggia che scendeva dal cielo insistentemente.

Niente sembrava più riuscire a spezzare quella realtà atona e ovattata che ero riuscita a costruire.

Lui era stato assente per tre giorni...e questo mi aveva aiutata ancora di più.

C'era stato il week-end di mezzo ed ero rimasta in casa, con mia madre, con le sue tacite rassicuarzioni e il tè caldo che sembrava l'unico modo per alleviare il mio dolore allo stomaco.

Era martedì.

Eravamo appena entrate in casa mia e come ormai da una settimana, le mie amiche non mi lsciavano da sola...

...mai...

Ma io avevo quasi smesso di parlare anche con loro.

Riuscivo a sopportare la loro solita presenza, senza che mi chiedessero nulla.

Era diventato normale e mi ero abituata.

Feci il tè alla menta e ci sedemmo sul divano.

Accendemmo la tv e iniziarono a commentare i programmi mentre io, con la testa bassa osservavo l'interno della tazza, come se ci fosse qualcosa di importante che mi era sfuggito.

"ADESSO BASTA!!"

Sobbalzai impaurita mentre la mia realtà ovattata si incrinava.

Emily era balzata in piedi con il volto rosso e le mani strette a pugno.

"Emily..."

Tentò di richiamarla Alice, ma la bionda non si addolcì ne si mosse, anzì aggrottò il volto e alzò gli occhi furenti su di me.

"Come puoi continuare così!?!"

Io la guardai, immobile, non capendo.

"Sam ti rendi conto che non parli più nemmeno con noi!!"

Io poggiai la tazza e la fissai, sapendolo benissimo.

"Reagisci maledizione!!Si può sapere cosa ti è successo?!"

Io chinai il capo mentre Alice mi si avvicinava prendendomi la mano.

"Sam siamo preoccupate, da quando sei andata a casa Jonas non sei più la stessa...dicci qual'è il problema, che ti ha fatto Nick??"

Quando sentii il suo nome, il dolore al petto pulsò...

"Non dirlo..." sussurrai lievemente con una mano stretta al petto.

"Cosa?" chiese preoccupata Alice avvicinandosi e cercando il mio sguardo.

"...il suo nome"

Alice sembrò preoccupata e colta in contropiede.

"Sam come possiamo aiutarti se non ci dici quello che è successo?"

"Io non voglio aiuto"

Emily fece un passò in avanti guardandomi con gli occhi furenti.

"Sam ma ti senti?!...sembri uno zombie...stai degenerando!"

Io chiusi gli occhi mentre il dolore al petto aumentava.

I miei muscoli si tesero.

"E' un killer..."

Le mie amiche rimasero immobili, capendo che stavo cercando di parlare, di rivelargli tutto.

...non volevo, ma dovevo, così mi avrebbero lasciata in pace...

Sospirai chiudendo gli occhi con forza mentre mi rannicchiavo cercando di non sentire il dolore sordo che mi stava invadendo silenziosamente.

"E' tutto vero. E' sempre stato un killer e a lui piace uccidere, me lo ha detto..."

Respirai mentre le immagini di quel giorno mi balenavano davanti agli occhi facendomi tremare.

"...ha tentato di uccidermi" sentii le mie amiche sobbalzare, inaspettatamente.

"Ma io...i-io...io mi ero innamorata di lui! Credevo che lui fosse diverso, mi ero fidata, gli ho rivelato il mio segreto, mi sono aperta, gli ho voluto bene senza rendermene conto e lui..."

Pensai a quello che avevo capito e alla rivelazione improvvisa.

"...lui lo faceva solo per attirarmi nella sua trappola. E' sempre stato questo il suo scopo...io non sono stata altro che una vittima...un'altra stupida vittima caduta nelle sue grinfie ingenuamente!"

Sentivo il dolore aumentare senza che ci potessi fare niente.

Gli occhi si erano appannati e tutta la mia insicurezza ormai era uscita allo scoperto e tremavo, singhiozzavo, rabbrividivo mentre un dolore insistente mi faceva fischiare le orecchie.

Chinai il capo mi strinsi le braccia al petto.

"...mi ha tradita come ha fatto mio padre..."

A quel punto Alice che era rimasta immobile, tremante, con la bocca spalancata, nonostante non sapesse il mio segreto, si lanciò contro di me e mi strinse tra le sue braccia trasmettendomi tutto il suo dispiacere e le scuse, la forza di cui avevo bisogno.

"Io lo amavo..."

Alice mi strinse ancora più forte.

"Non ci pensare..."mi sussurrò.

Ma venne interrotta da Emily che la allontanò da me e mi si parò davanti facendomi alzare il viso per guardarmi in faccia.

"Come puoi non capire!! Come puoi non vedere che anche lui ti ama, che lui è cambiato per te!"

Io sospirai.

"Sta solo fingendo..."

Uno schiaffo mi fece spalancare gli occhi.

Forte...

...reale...

...doloroso...

Rimasi immobile, finalmente consapevole di essere tornata alla realtà.

"Ma non capisci che non stava fingendo, non capisci che con te è sempre stato sincero! Non vedi come ti guarda, come il suo sguardo è colpevole! Come è diventato pallido!...come ti fissa lacerato dal dolore quando non te ne accorgi..."

Io la fissai mentre il suo volto si addolciva leggermente e mi accarezzava la guancia, lì dove mi aveva tirato lo schiaffo.

"...non mangia più da quando non gli vuoi parlare..." disse Emily a bassa voce

"Addirittura le persone a scuola se ne sono accorte, non è più lo stesso, soffre mentre ti guarda, mentre vede che lo ignori!"

Alice mi si avvicinò.

"E' vero Sam..."

Ma Emily non aveva finito.

"Kevin è preoccupato, molto e non capisce cosa stia succedendo a suo fratello e anche Joe è distrutto da questo...e poi guardati...guardati Sam!!"

Io alzai il capo vedendo il mio abbigliamento svogliato, ma sapevo che non si riferiva solo a quello, sapevo che parlava del modo in cui stavo vivendo, un modo passivo....

"Ti sei lasciata andare Sam!! Dov'è la ragazza che conosciamo! Dov'è quella ragazza che ha tenuto testa a Taylor, che sorrideva per incoraggiare gli altri, che ci è stata sempre vicino anche quando nessun altro ci sarebbe riuscito. Dov'è quella ragazza che ogni volta che si trova in una situazione disperata sorridere per rassicurare gli altri?"

Io mi alzai.

Colpita.

Capendo che avevo fatto soffrire loro...avevo fatto soffrire me stessa e tutte le altre persone che mi stavano in torno...

Scossi la testa.

Il cellulare sul tavolino squillò facendoci tremare tutte per la sorpresa.

Era il ragazzo Misterioso che ormai per la millesima volta stava cercando di parlarmi.

"Perchè continui a ignorarlo? anche lui sarà preoccupato, come tutti noi"

Emily si addolcì e mi venne vicino appoggiandomi una mano sulla spalla, ma io mi ritrassi, facendo un passo in dietro mentre le lacrime mi appannavano la vista e capivo di aver sbagliato.

Avevo sbagliato, ma era dura ammetterlo...soprattutto davanti a loro...

"Voglio stare da sola..."

"Sam..." Alice mi venne vicina, ma io arrettrai mentre una lacrima mi rigava il volto.

"...voglio stare da sola..."

"Sam" la voce accorata di Alice mi fece arrabbiare e un'altra lacrima scese rigandomi il volto mentre le mie braccia cadevano inermi di lato al corpo e tremavo mentre le emozioni mi sopraffacevano.

"Lasciatemi in pace!"

"Ma Sam..."

Emily afferrò l'amica per un braccio e la trattenne.

Le fece segno di no con la testa.

"Ha capito...adesso deve solo stare un po' da sola..."

Ma io non sopportavo più le loro parole tranquille, rassicuaranti così senza pensare corsi...

Corsi più che potevo uscendo di casa.

Sbattei la porta con violenza.

Il vento e il freddo mi colpirono con violenza e mi accorsi ancora di stringere in mano il telefono.

Camminai assente mentre mi dirigevo verso i giardini.

Il dolore era troppo forte da sopportare, le gambe tremavano, il fiato mi si mozzava ad ogni passo e ricordo, il petto si alzava e abbassava, le lacrime scendevano e i singhiozzi mi scuotevano da capo a piedi.

No...non era vero...volevo che tutto finisse...tutto il dolore...avevo bisogno di pace, di tranquillità...volevo tornare nel vuoto nel nulla...

Mi appoggiai al muro mentre mi veniva in mente l'unica persona di cui avevo bisogno in quel momento.

Con le mani tremanti alzai il capo verso il cielo grigio e una goccia mi finì nell'occhio e mi accorsi in quel momento che stava iniziando a piovere.

Tirai su con il naso.

Mi voltai a guardara la strada grigia deserta, senza persone, vuota...

Afferrai il cellulare e digitai un numero che sapevo a memoria.

"Sam!!"

La voce preoccupata del mio Ragazzo Misterioso mi fece sentire in colpa, era colpa mia se era così agitato.

"Scusa se non ti ho risposto..."

La mia voce tremava ed era interrotta da singhiozzi...e a lui non passò inosservato...

"Che è successo?..."

"N-niente, sto bene..."

Ma lui non mi credette.

"Dove sei?"

Io rimasi in silenzio sentendomi egoista perchè avevo bisogno della sua presenza, della sua tranquillità anche se non me lo sarei meritata...

"Dimmi dove sei Sam"

La sua voce era calma e dolce, così io respirai profondamente.

"...ai giardini..."

"Sto arrivando"

Riattaccò.

Io guardai i giochi davanti a me e rimasi intontita.

Ero solo una stupida egoista.

Lui aveva provato a chiamarmi tutta la settimana, si era preoccupato per me, era stato agitato e io me ne ero completamente fregata.

Mentre adesso che ero io ad aver bisogno di lui lo chiamavo e gli dicevo senza troppe scuse di venire...mi sentivo un'egocentrica, insensibile.

Camminai lentamente mentre la pioggia mi attaccava i vestiti al corpo e mi trapassava il tessuto bagnandomi la pelle.

Sentivo il freddo scorrermi nelle vene.

Vedevo tutto sfocato.

Le vene mi pulsavano, la testa mi doleva, le gambe mi tremavano, il fiato corto... respiravo a fatica e le lacrime scendevano inesorabilmente contro il mio volere.

In quel momento l'unica cosa di cui avevo bisogno era della presenza rassicurante e protettiva del mio Ragazzo Misterioso...lui era l'unico che era riuscito a tranquillizarmi quando nessun'altro ci era riuscito, era l'unico che mi era sempre stato vicino prendendosi cura di me e io mi ero allontanata da lui per una settimana, non dandogli mie notizie...

Mi sentivo in colpa.

Il freddo di quella giornata mi era entrato nelle vene e i brividi scendevano lungo la schiena insieme alle gocce di pioggia che cadevano dal cielo.

Speravo che quelle goccce mi potessero lavare, mandare via tutte le paure, le insicurezze, la rabbia, i dubbi e la fiducia negli altri.

Volevo partire da capo, lasciarmi tutto alle spalle.

Osservai lo scivolo argentato che mi fece venire un'altra stretta allo stomaco, poi mi voltai a fissare l'altalena che immobile si bagnava...poi vidi una casetta, quella in cui da bambino ti vai a rifugiare e dove fai finta di creare la base dei pirati.

Camminai traballante mentre gli occhi continuavano ad appannarsi e chinando il capo entrai dentro la casetta che stranamente era asciutta.

Osservai il legno vecchio, il pavimento sporco e capii che quello era il posto dove poter aspettare e far uscire tutta la mia vulnerabilità.

Appoggiai la schiena contro la parete di legno, tirai le gambe verso il petto e mi rannicchiai su me stessa tenendomi stretta e nascondendo al mondo le lacrime calde che mi rigavano il volto.

Il mal di testa era forte e mi faceva pulsare le tempie insistentemente, i muscoli sembravano a pezzi, stremati, la gola secca, arida, mi bruciava.

Il dolore al petto e allo stomaco era talmente forte da sembrare che la ferita fatta dallo sparo di Taylor si fosse riaperta.

Sentivo talmente tanto dolore che il respiro mi usciva corto e irregolare.

Strinsi più forte e rimasi immobile, aspettando, sperando che tutto finisse...

La pioggia batteva ritmicamente sul tetto di legno e i miei capelli umidi si erano appiccicati al volto.

Sentii un rumore e alzai il capo.

Scrutai intorno ai giardini.

Ero sicura che ci fosse qualcuno, lo sentivo.

Poi, con un tuffo al cuore, lo vidi.

Un'ombra scura, indistinta tra la pioggia, camminava lentamente, si appoggiò ad un albero e sorrise.

Spalancai gli occhi e sentii un istinto irrepremibile di stringerlo a me.

Sussultai...

...mi alzai di scatto...

...inziai a camminare...

...sempre più veloce...

...bagnandomi...

...tremando...

...poi iniziai a correre...

...inciampando nelle pozze...

...lui era lì...

...per me...

Più mi avvicinavo all'albero, più l'ombra mi faceva distinguere il suo profilo e lo riconobbi, era vestito nello stesso modo in cui era vestito al ballo: tuta da calcio, maschera grande a coprirgli interamente il volto.

Lo vidi.

Sorrisi.

Mi lanciai contro di lui lo strinsi più forte che potevo, appoggiai la testa con forza contro il suo petto e sentii il suo calore invadermi.

Le sue braccia mi avvolsero facendomi sentire protetta, tranquilla, al sicuro, da tutto, da tutti, dal male che il mondo poteva provocare, dalle emozioni che potevano ferire più degli atti stessi.

Il suo corpo caldo e asciutto si premette contro il mio e sentii una pace inattesa avvolgermi.

Mi sentii in colpa.

Alzai il capo.

"Scusami...non volevo sparire così...n-non volevo farti preoccupare, mi dispiace..."

Lui rimase in silenzio e con una mano mi accarezzò i capelli bagnati e appoggiò il suo mento sul mio capo.

"Non ti devi scusare Sam, io sarò sempre quì per te"

La sua voce era come al solito bassa, sussurata, camuffata.

Mi sentii un egoista, appena mi disse quelle parole capii che lo avevo ferito, lo capii dal suo tono di voce, dall'incrinazione nella sua voce.

L'ombra dell'albero ci copriva in parte dalla pioggia.

Il suo corpo era un'ancora di salvezza, era come se da lui scaturisse la forza necessaria per affrontare tutto ciò che mi circondava.

"Mi sei mancato..."

Dissi con il volto contro il suo petto mentre le sue mani scivolavano sulla mia schiena come per riscladarmi.

"...anche tu..."

Disse lui con la voce incrinata, sembrava distrutto, provato, dispiaciuto...

Era forse per colpa mia?

Lui mi sfiorò la guancia bagnata con la mano e tentò di asciugarmi , poi con un dito alzò il mio mento e il suo volto si avvicinò al mio e i nostri occhi si incontrarono.

"Non c'è bisogno di piangere" sussurrò mentre vedevo i suoi occhi scuri velati da un senso di colpevolezza di cui non riuscivo a capire il senso.

Mi accorsi che involontariamente alcune lacrime erano scappate dal mio auto controllo ed erano scivolate lungo il volto.

"E' solo che non ce la faccio...è tutto così duro...i-io non voglio. Vorrei che il tempo si fermasse e che le emozioni non esistessero più"

Lui mi sfiorò i capelli mentre mi continuava ad avvolgere con le sue braccia.

"Le emozioni sono una delle cose più belle che noi uomini possiamo provare"

Io scossi il capo rifugiandomi nella sua aura pacifica e tranquilla.

"Io non voglio provare emozioni, voglio smettere di soffrire...voglio smettere di fidarmi delle persone..."

Lui con uno scatto si allontanò con la testa china e si avvicinò al tronco dell'albero.

Io rimasi immobile, non capendo quale fosse il problema.

"Sono uno stupido"

Sussurrò portandosi una mano al volto e incurvandosi leggermente.

La sua voce si stava via via schiarendo, stava levando il camuffamento...

"Non sei uno stupido..." dissi io andandogli vicino e appoggiandoli una mano sulla spalla.

Lui afferrò la mia mano e intrecciò le sue dita con quelle della mia mano.

Io sorrisi involontariamente sentendomi leggermente più tranquilla.

Il dolore che avevo provato e che ancora mi attanagliava era tutto lì, però il Ragazzo Misterioso aveva qualcosa che non andava e mi sentivo in dovere di aiutarlo, vederlo così combattuto mi faceva stare male.

Appoggiai una mano sul suo petto.

"Qual'è il problema?"

Lui alzò il capo all'improvviso facendo incontrare i suoi occhi scuri e indecifrabili con i miei.

Sentii un tuffo al cuore e una sensazione strana mi fece rimanere immobile a fissarlo, intrappolata dal suo sguardo...così familiare.

Lui si staccò da me e si spostò verso la fine dell'ombra dell'albero, andando alla luce, sotto la pioggia, la mia mano si slegò dalla sua e io rimasi immobile ad osservarlo.

Lui sospirò e mi fece segno di venire avanti, così io lo seguii...

I nostri corpi erano di nuovo vicinissimi, sotto l'acqua.

Mi passò una mano sulla guancia e sorrise, poi portò le mani all'altezza del suo mento e afferrò la maschera...

Il cuore mi saltò in gola.

Una stretta allo stomaco mi immobilizzò.

Il fiato mi si bloccò in gola.

Lui mi guardò, sapendo che avevo capito.

...stavo per scoprire chi era davvero...

Vedevo tutti i momenti che avevamo passato insieme come fossero appena successi.

Sentivo il battere ritmico del cuore nel petto e i muscoli che si erano tesi per l'emozione.

Poi lo guardai, pensai a quando mi aveva salvata, tutte le volte che mi era stato vicino solo perchè io ne avevo bisogno...pensai a quando mi era stato accanto tutta la notte per farmi addormentare.

...pensai a tutte le parole che mi aveva sussurrato per tranquillizarmi, tutti gli attimi che avevamo condiviso insieme, tutti quei momenti di cui gli ero grata e di cui glielo sarei stata per sempre...

Lui era stato la mia ancora di salvezza in mezzo a tutto quello che era successo.

Lui era stato ciò che mi dava forza per andare avanti...

...la maschera si stava sollevando, lentamente, mentre il mio cuore continuava a battere sempre più forte...

La maschera si alzò dal mento, superò le labbra e io lo guardai, lo fissai.

Con uno scatto cancellai la distanza che ci divideva e feci premere le mie labbra contro le sue...

...avevo bisogno di fargli sapere che qualunque cosa fosse successa io gli sarei sempre stata grata di quello che aveva fatto per me...chiunque lui fosse io gli sarei sempre stata grata e non mi importava chi fosse veramente perchè non poteva ccambiare tutto quello che aveva fatto per me.

Lui rimase srpreso, poi stese le labbra e approfondì il bacio mentre i nostri corpi si avvicinavano.

Poi ci separammo e lui sorrise lievemente, divertito.

"Non mi importa di sapere chi sei veramente perchè tutto quello che hai fatto per me non cambierà mai..."

Lui mi premette un dito sulle labbra.

"E' giusto che tu sappia"

Poi allontanò la sua mano dalla mia bocca e mi sorrise nuovamente accarezzandomi la guancia.

Sentivo che dalla sua voce stava scomparendo quel tono di camuffamento...

...il mio cuore batteva sempre più forte e le gambe mi tremavano...

Io alzai la mano e l'appoggiai sulla sua e insieme alzammo la maschera...

...di scatto...

...velocemente...

...insieme...

....con sicurezza...

...con decisione...

...mentre sapevamo che comunque sarebbe andata nulla sarebbe cambiato tra di noi...

Io non riuscì a trattenermi e chiusi gli occhi...avevo paura...

Lui mi prese il mento e premette le sue labbra contro le mie mentre il suo sapore dolce mi invadeva e sentivo la tensione sciogliersi...

...ricambiai...

Feci passare le mie braccia attorno al suo collo e la mia mano gli toccò i capelli morbidi mentre lui mi tirava verso di se, spingendomi tra le sue braccia.

La maschera era caduta a terra.

La pioggia ci bagnava.

La sua vera identità era lì, svelata, in attesa che io la vedessi.

Per la prima volta avevo paura di scoprire chi era davvero.

Lui allontanò le sue labbra dalle mie e appoggiò la sua fronte contro la mia.

Io avevo ancora gli occhi chiusi...ma il suo bacio mi aveva fatto provare una sensazione strana...

...avevo sentito un profumo di muschio, pulito, fresco...

Il suo inconfondibile odore che non riuscivo a dimenticare...

"Scusami Sam..."

Spalancai gli occhi.

Mi allontanai con un salto da lui.

Lo fissai.

I muscoli erano tesi.

Il cuore si era fermato nel petto.

Il dolore allo stomaco pulsò, vivissimo.

Il fiato era sparito e la bocca mi si era fatta secca dallo stupore...

Una goccia di pioggia scivolò lenta fino al mio mento.

"...Nick..."

Il suo volto pallido...

...i suoi occhi scuri...

...i capelli ricci...

...le labbra morbide...

...il Ragazzo Misterioso era Nick...

...Nick era il Ragazzo Misterioso...

...lui era l'altro...

...e l'altro era lui...

...il mio killer e il mio salvatore erano la stessa persona...

...le due persone che credevo di amare erano in realtà una sola...

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Capitolo 24
*** ...deathly love... ***


eree WOLFGIRL92: Sono assolutamente contenta che ti piaccia!...il fatto che finisca mi intristisce anche a me...ma non vedo l'ora di sapere che ne pensi...grazie mille per il tuo supporto...:-D
MAGGIE__LULLABY:Kevin come Ragazzo Misterioso??...in effetti, a essere sincera, non ci avevo mai pensato...è, come dire, strano...ma ganzo! comunque non ti preoccupare per il finale (devo ammettere che ho avuto paura quando ho letto che venivi a cercarmi con una mazza da baseball...:-P ahah) cmounque leggi qui e dimmi che ne pensi, insomma ve l'ho fatto attendere un bel pò questo ultimo capitolo, ma ancora adesso non sono sicura di averlo reso così come lo volevo...spero bene e rimango fiduciosa del fatto che ti piaccia!!!:-)
VIKYJOBROS:Grazie! Sono contenta che nonostante sia la fine, continuano ad arrivare nuove lettrici, grazie ancora! :-)
DANGER_DREAMER_93:Certo!!Sarei contentissima di leggere una tua ff!! E poi appena finisce Deathly Love vedremo che fare...comunque visto che ti sei offerta credo proprio che approfitterrò e ti chiederò qualche consiglio!! Fantastico, ma come fai a rimanere così presa dalla mia storia...sono super felicissima e le tue recensioni mi rimpiono sempre di felicità!!Spero immensamente che ti piaccia la fine e poi...vedremo! grazie per tutto il sostegno che mi hai dato! :-D
TIZZY95:Davvero ti sei emozionata al dolore di Sam...mi spiace, ma in un certo senso mi fa piacere...grazie ancora! :-)
SAMCRUSH:Grazie!...be ci avevi davvero azzeccato...era proprio Nick!! Sono contenta che ti sia piaciuto e spero che anche l'ultimo ti piaccia...per quanto riguarda il finale...vedi un po se ti piace...spero immensamente di si!!grazie ancora! :-) ps:mi piace il tuo nickname!!
BLUES SISTER:Grazie, sono contenta che ti piaccia la mia storia e sono contenta che arrivino sempre nuove lettrici, spero che il finale ti piaccia! :-)
SHE IS MARI:Già, era davvero tiste...spero che questo ti piaccia altrettanto e poi fammi sapere che pensi del finale...:-)
_LITTLEJONAS_:Davvero hai pianto??mi spiace...oddio davvero ti piace così tanto??comunque sia mi scuso per il ritardo con cui posto, ma spero che comunque ti piaccia e spero che continui a emozionarti! Le tue recensioni mi piacciono, grazie infinite per i complimenti! :-)
LOVATOJONASSISTER:Ci avevi azzeccato, era proprio Nick!! Sono contenta che tu sia contenta del fatto che sia Nick il Ragazzo Misterioso...ma che discorso ingarbugliato!! comunque sia è fantastico il fatto che ti piaccia e spero immensamente che anche la fine non ti deluda...grazie! ;-)
ROSEGARDEN:Per un sequel...si vedrà...ahah non voglio fare la misteriosa ma una risposta ti arriverà presto e grazie per seguirmi!! :-D
BENNYY:Già, il fatto che la persona a cui piaci tenta anche di ucciderti non è normale...e non so come potrei reagire ad un fatto del genere, sicuramente rimarrei così o.O...comunque sono contenta che ti piaccia e che tu mi sostenga, inoltre adesso si è risolto il problema di chi era innamorata Sam visto che il Ragazzo Misterioso e Nick sono la stessa persona...ahah fantastico tutte le domande che mi fai sulla storia, vedrai che troverai una risposta a tutte! grazie ancora!! :-D
SILVIKING:Bhe ci avevi davvero azzeccato sul fatto del Ragzzo Misterioso e non eri l'unica...a quanto pare comunque vi è piaciuto che fosse lui...spero che anche la fine piaccia!! Per quanto riguarda un ipotetico seguito...scoprirai presto...;-) grazie! :-D
DEREKKINA2:Sei nuova?? Comunque sono felice che ti piaccia e spero che la tua curiosità venga ripagata bene con questo capitolo!! :-)






















"Scusami Sam..."

Spalancai gli occhi.

Mi allontanai con un salto da lui.

Lo fissai.

I muscoli erano tesi.

Il cuore si era fermato nel petto.

Il dolore al petto tornò pulsante, vivissimo...

"Nick..."

Il suo volto pallido...

...i suoi occhi scuri...

...i capelli ricci...

...le labbra morbide...

...il Ragazzo Misterioso era Nick...

...Nick era il Ragazzo Misterioso...

...lui era l'altro...

...e l'altro era lui...

...le due persone che credevo di amare erano in realtà una sola...

Erano sempe stati la stessa persona e io avevo creduto di amarli entrambi, ma questo voleva dire che io avevo sempre amato solo una persona...sempre la stessa...

In tutti quei momenti era sempre stato lui...

Io amavo lui e il Ragazzo Misterioso.

Lui era venuto al ballo con me...lui mi era sempre stato vicino...mi aveva sempre protetta senza che io lo sapessi...

Era sempre stato lui e io non me ne ero accorta.

Il dolore che avevo provato, la paura...Nick.

Come poteva essere?

Come aveva potuto tentare di uccidermi se diceva di amarmi?

Come poteva essere lui la stessa persona che mi aveva salvata e aiutata?

Come può una persona che ti ha detto di amarti, poter tentare di ucciderti...come poteva essere vero?

Sentivo un nodo alla gola.

Lo sbigottimento mi aveva fatto spalancare gli occhi.

Ogni fibra del mio corpo sembrava tesa, tirata.

Non poteva essere vero...

La sua figura si stagliava tra la pioggia e tutto sembrò apparirmi chiaro per la prima volta.

Gli zigomi alti incorniciavano il suo volto e capii tutta la familiarità che il Ragazzo Misterioso mi trasmetteva...

Feci un passo indietro...No...non poteva essere...

"Nick?"

Lui alzò il capo e afferrò la mia mano, con il capo chino, il volto ombroso, lo sguardo scuro.

Io ebbi l'impulso di allontanarmi, scappare via, correre via da quel misto di paura e amore che non sapevo decifrare.

"Perdonami se ti ho fatto soffrire. Non volevo....ma è il mio lavoro e se non l'avessi fatto Taylor lo avrebbe fatto da solo e non riuscivo a sopportare l'idea di Black che ti stesse vicino, che ti facesse del male...che arrivasse a usarti e men che meno a ucciderti!"

Il suo volto si alzò e mi fissò negli occhi.

"Conti troppo per me e non posso sopportare l'idea che ti succeda qualcosa"

Io mi sentii colpita dalle sue parole, la loro sincerità era qualcosa di così semplice e puro e quello che diceva era così dolce che non poteva essere una bugia.

Eppure non capivo...come era possibile?

Perchè aveva tentato di uccidermi se mi voleva bene?

"P...perchè?"

Lui mi fissò non capendo.

"Perchè hai tentato di uccidermi se in realtà mi hai sempre protetta?"

Avevo paura, tutti i miei punti fermi erano scomparsi e non sapevo più a cosa credere.

"Te l'ho detto Sam, è il mio lavoro, se non l'avessi fatto Taylor si sarebbe occupato personalmente e sarebbe stato peggio per te...ma io ti voglio bene Sam, credimi"

Io feci un passo all'indietro, impaurita, sconcertata, infreddolita, confusa.

"Come puoi dirmi tutto questo?"

Una lacrima salì con forza nell'angolo dell'occhio.

"Come puoi dire che mi vuoi bene se hai tentato di uccidermi una settimana fa?..."

Ero confusa, tremante...

"Dovevo, ma sentivo il cuore rompersi in mille pezzetti, ho tentato, ma non potevo, ti ho vista tremante, impaurita e ho capito che stavo sbagliando Sam...non era questo che volevo, e non ho mai voluto farti del male. Mi sono sentito un mostro l'altra settimana e il fatto che tu avessi paura di me mi ha sconvolto, mi ha fatto soffrire non sai quanto..."

Prese un rspiro e mi si avvicinò nuovamente mentre dai capelli ricci candevano piccole gocce di pioggia.

"...è per questo che ho creato il Ragazzo Misterioso: se non ti potevo proteggere da Taylor perchè ero Nick Jonas, allora ti avrei protetta da lui in un altro modo."

Lo guardai, osservai la sua espressione seria, il volto aggrottato in un'espressione di dispiacere.

"Tutto quello che ti ho detto Sam è vero. Odio me stesso per averti fatta soffrire in questo modo, sono uno stupido...essere il Ragzzo Misterioso era l'unico modo per salvarti e proteggerti. Io non voglio essere un mostro ai tuoi occhi, vorrei che tu mi perdonassi per quello che ho fatto...per tutte le cose che ti hanno fatto soffrire, perchè senza di te non ce la farei."

Poi chinò il capo, poi i suoi occhi si velarono di tristeza e rassegnazione e lasciò cadere i suoi bracci ai lati del corpo, inerme.

"Però se davvero ti amo capisco che è meglio lasciarti andare...perchè io sono questo, un'assassino, e non voglio farti soffrire di nuovo"

Così si volto e iniziò a camminare tra la pioggia, lontano da me, mentre sentivo il cuore battere nel petto e la tristezza impossessarsi di me.

I suoi passi risuonarono ritmicamente, come fossero l'unico rumore insieme alla pioggia.

Avevo sofferto abbastanza ed era vero quello che aveva detto: lui era questo e no poteva facri niente, avrei potuto di nuovo rischiare di essere ferita.

Fissavo il suo corpo, le sue spelle, la sua sagoma stagliarsi contro il giardino e sapevo che era meglio così.

Entrambi lo sapevamo.

Sapevamo che sarebbe stato meno indolore stare lontano.

Sapevamo che stare lontani era la cosa più intelligente che potessimo fare...

...la più giusta...la più sensata...

Epure...eppure un dolore sordo si fece largo nel petto e il fiato mi si mozzò...

...eppure il dolore e la tristezza si stavano impossessando di me...

...eppure io lo amavo e non sopportavo l'idea che si allontanasse da me...

"Nick!"

Corsi tra le pozze, in mezzo ai giardini, sotto la pioggia, desideroso di colmare la distanza, di fargli sapere che non potevo stare senza di lui.

Lui non ebbe il tempo di girarsi che le mie braccia si avvolsero intorno al suo corpo, intorno alla sua schiena.

Lo strinsi forte mentre la mia testa era appogiata contro la sua camicia bagnata e sentivo che nonostante fosse la cosa sbagliata era quello che volevo.

Sentivo la pace impossessarsi di me e al gioia invadermi.

Era la scelta sbagliata, ma quella che desideravo.

"Non posso lasciarti andare via così. Lo so che è sbagliato, lo so che dovrei lasciarti scomparire dalla mia vita e non dovrei volere la tua vicinanaza, ma io tengo troppo a te e sono un'agoista, e...io..."

Sentivo il mio corpo fremere, le labbra seccarsi, i capelli appicicarsi al volto, il suo corpo immobile e il mio cuore scoppiare di verità.

"...io ti amo Nick e non voglio che tu te ne vada, io voglio stare con te!"

Lui si voltò di scatto e prese il mio corpo e lo strinse tra le sue braccia.

Il suo fiato caldo mi riscaldò e l'odore fresco del Ragazzo Misterioso mi invase.

"Sam tu sei l'unica persona che mi ha fatto cambiare, da quando ti conosco io voglio essere una persona diversa...una persona migliore...perchè..."

I suoi occhi color nocciola e siceri, di una sincerità che non mi sarei mai aspettata, si spostarono su di me e con l'altra mano libera mi accarezzò il volto e asciugò la lacrima che solitaria scendeva lungo la mia guancia.

"...perchè io ti amo Sam"

Le nostre labbra si scontrarono, si legarono, rimasero così per un tempo che mi parse infinito...

...perchè avevo capito...

...perchè finalmente sapevo che non mi importava tutto quello che aveva fatto...

...perchè avevo capito che non ero solo un'altra vittima...

...perchè sapevo che quello che diceva veniva dal suo cuore...

...perchè sapevo che mi amava...

...perchè sapevo che lo amavo...

Quando ci separammo le mie labbra si tesero, sorrisi, risi.

Lui mi guardò e sorrise.

"Mi perdoni?"

Io abbassai il capo e mi morsi il labbro.

"Certo...però promettimi solo una cosa..."

Lui mi passò un braccio intorno alla vita e mi fissò sorridendo sotto la pioggia che scendeva incessantemente dal cielo grigio.

"Qualsiasi cosa"

Io sorrisi mordicchiandomi il labbro e sentendo il calore del suo corpo invadermi come se fosse l'unica cosa che mi importasse in quel momento.

"Promettimi che non proverai mai più ad uccidermi"

La mia voce tremava e lui avvicinò il suo volto al mio dandomi un lieve bacio sulla guancia bagnata con dolcezza.

"Come potrei mai uccidere l'unica persona che amo?"

Io sentii il cuore saltarmi nel petto a quelle parole e lui mi avvicinò le sue labbra al mio orecchio.

"Si, io ti amo Samantha Vivian Knight"

Io sorrisi e spostai il capo imbarazzata mentre il suo sguardo non mi lasciava libera, così appoggiai la mia testa sul suo petto ascoltando il suo ritmico respiro.

"Anch'io ti amo Nicholas Jonas"

Così sotto l'acqua, bagnati, felici, intrecciati l'uno all'altra, iniziammo a ridere senza senso perchè sapevamo che ci volevamo bene, perchè finalmente tutto si era risolto.

"Adesso è meglio che ti riporto a casa o rischi di prenderti un malanno"

Disse premuroso mentre mi accarezzava i capelli e io osservai i nostri corpi bagnati, fradici.

Lui mi prese per un braccio e non so come mi fece salire sulla sua schiena.

Io mi aggrappai stretta.

Lui sorrise mentre poggiavo la testa sulla sua schiena e avvolgevo le mie mani intorno al suo collo.

In quel momento capii che l'unica cosa che avevo sempre voluto era quella: stare con lui, in pace, in tranquillità, non pensando ad altro.

"Peso troppo?"

Chiesi arrossendo e osservando il suo volto che si mise a ridere.

"Pesi come un elefante!"

Io alzai la testa di scatto.

"Ehi!"

Lui sorrise e iniziò a camminare ridendo, allegramente, come non lo vedevo da tanto, come in realtà non lo avevo mai visto.

"Scherzo...sei più leggera di una piuma Sam"

Io ridacchiai riappoggiando la testa sulla sua schiena.

"Da dove salta fuori questa vena comica, eh Jonas??"

Lui sorrise camminando sempre più veloce.

"Ci sono molti lati di me che non conosci Knight, purtoppo tu hai visto solo quello peggiore"

Girò la testa e ammiccò con lo sguardo.

Io ricambiai e lo strinsi forte a me.

"Vorrà dire che dovrò scoprire tutti gli altri"

"Certo, abbiamo tutto il tempo che vuoi, però...spiegami una cosa"

Io rimasi ferma.

"Cosa?"

"Perchè sei venuta a casa mia di nascosto e hai fatto una foto al seminterrato?"

"Bhe, le sorelle Monroe mi hanno minacciato che avrei dovuto prendere uan foo del tuo seminterrato (perchè si dice che lì esegui i tuoi omicidi) e se non l'avessi fatto, loro avrebbero rivelato il motivo per cui mi ero trasferita a tutta la scuola."

Lui ebbe un moto di rabbia e ringhiò sottovoce.

"Odio quelle due...aspetta"

Io alzai il capo notando che si era bloccato.

Girò a sinistra e andò dalla parte opposta di dove si trovava casa mia, cioè verso casa sua.

"Dove stai andando?"

Lui sorrise con un luccichio strano negli occhi.

"A casa mia...ho un piano per fargliela pagare alle Monroe"

Io rimasi in silenzio a pensare a cosa avremmo potuto inventare per fargliela pagare a quelle due.





Era sera e con Nick avevamo pianificato lo scherzo da fare alle Monroe, è vero che non è giusto prendersela con le persone, anche se se lo meritano...ma loro avevano fatto anche troppo e mi avevano incasinato la vita da quando ero arrivata nella scuola e qualcosa si meritavano per forza.

Premetti il campanello di casa perchè mi ero dimenticata di prendere le chiavi, così dopo pochi secondi la porta si aprì e mia madre mi guardò sorridente.

"Sono contenta che tu sorrida di nuovo"

Disse accorgendosi immedaitamente del mio buon umore.

Così mentre la porta rimaneva aperta, feci un passo dentro e osservai mia madre mentre mi guardava ciò che indossavo.

"Bhe...ehm...mi ero bagnata e ho avuto bisogno di un cambio..."

Dissi arrossendo mentre osservavo i pantaloni larghi, la camicia bianca e il giubbotto nero che mi erano stati prestato da Nick e Kevin, già, quando ci aveva visto arrivare insieme a casa era praticamente scoppiat di gioia e aveva insistito perchè mi cambiassi, poi mi aveva anche controllato la ferita e dato una mano a trovare i vestiti giusti.

Io tirai su con le spalle guardando mia madre di sottecchi.

"Possiamo aggiungere un altro posto a tavola?"

Lei si bloccò a osservarmi con i suoi occhi vispi.

"Bhe sono le otto e non ho più tempo per fare altro da mangiare, ma se questa persona si accontenta di quello che c'è...certo che può venire"

Io feci un cenno alle mie spalle, mentre con voce tiubante fui costretta a dire quello che mi era stato detto...insomma io non volevo fare queste cose teatrali, ma Nick ci teneva e quindi...

"Mamma ti presento il mio Ragazzo Misterioso cioè..."

Osservai il suo volto assolutamente divertito metnre aspettava con ansia che le rivelassi la notizia

"...Nick"

Arrossì fino alla punta dei capelli mentre mia madre sorrideva complice e porgeva la mano a Nick che era magicamente apparso sulla porta alla mia sinistra.

"Piacere signora Knight"

"Piacere mio Ragazzo Misterioso...cioè, volevo dire, Nick"

Io rimasi un attimo stralunata nel vedere mia madre che tentava di fare la divertente, ma Nick ne sembrò entusiasta e così mi diede un bacio veloce sulla guancia e entrò passando la prima serata con mia madre...prima serata in veste ufficiale di mio ragazzo....ecco perchè mi aveva costretto a fare questa scena.

La serata passò talmente bene che quando fu il momento di andare a letto ne rimasi delusa, ma Nick mi venne vicino e dopo aver salutato mia madre e averle fatto i complimenti per come cucinava, mi accompagnò a letto e mentre er nel mio letto con addosso i suoi vestiti si sedette al bordo e mi mise una mano sulla fronte.

"Come mai vai a letto vestita così?"

"Perchè in questo modo mi sembrerà di averti vicino, visto che rimarrò ricoperta dal tuo odore dormendo con i tuoi vestiti..."

Lui ridacchiò e mi diede un bacio veloce sulla fronte.

"Buonanotte Sam, a domani mattina"

"Buonanotte Nick"

E se ne andò lasciandomi tra le braccia serene del sonno.



Mi alzai talmente riposata che mi pareva di aver dormito per una settimana intera, a malincuore mi dovetti cambiare e levare i vestiti di Nick.

Presi un paio di jeans neri, una maglietta grigia con uno smile giallo e afferrai il giubbotto di Nick per mettermelo sopra.

Come scesi in cucina notai mia madre che mi squadrava...forse aveva notato il mio entusiasmo, così evitò di farmi domande e mi porse una tazza di latte con dei biscotti.

Io li divorai velocemente e mentre mi facevo una coda alta lei mi fissò.

"Vuoi un passaggio a scuola?"

Proprio in quel momento un clacson suonò fuori dalla porta di casa e io sorrisi.

"Vedo che hai già un passaggio"

Ridacchiò mia madre allegra e io afferrai un biscotto con i denti, poi di fretta afferrai lo zaino, le chiavi e il cellulare e scappai fuori di casa metnre mia madre mi fissava.

Appena uscii mi sccorsi del cielo azzurro senza nuvole e sorrisi raggiante, sembrava che il tempo rispecchiasse il mio umore.

Poi abbassai gli occhi su la casa che di trovava di fronte alla mia, da cui una vecchina si era affacciata e guardava in modo scocciato la macchina nera che si trovava davanti a casa mia.

Io sorrisi, divertita dallo sguardo accusatorio della vecchietta e andai verso lo sportello aperto dell'auto.

Come entrai notai una busta sul sedile e mentre la afferravo un bacio mi colse alla sprovvista.

"Siamo in vena di romanticismo Jonas?"

Ridacchiai fissando il mio Nick che spingeva il piede sull'accelleratore facendo finta di non guardarmi.

"Ho tanto romanticismo da mostrarti mia distratta Sam"

Io lo fulminai con lo sguardo e notai che sul cruscotto davanti al mio seggiolino c'era una rosa rossa con un qualcosa di argentato avvolto intorno al gambo.

Ne rimasi incantata...era davvero bellissima...

La afferrai estasiata mentre il cuore mi batteva forte.

"Ti piace?"

Chiese con un tono divertito nella voce.

Io balbettai un secondo mentre ammiravo i petali vellutati e la bellezza che scaturiva dal fiore.

"E' davvero fantastica, grazie"

Lui sorrise fissando la strada, senza girarsi a guardarmi.

Un luccichio divertito gli illuminava il volto e rimasi incantata a fissare la bellezza perfetta della sua faccia e mi accorsi che raramente lo aveva visto sorridere...e dovevo ammettere che era davvero bello vederlo così felice.

Eravamo già arrivati a scuola e io mi ero fermata ad osservare la catenina che era legata attorno al gambo.

"Cos'è?" chiesi curiosa tentando di slegarla...senza nessun risultato.

"E' per te...Kevin me l'ha data dicendo che gliel'aveva regalata nostra madre"

Io la fissai, incredula che fosse per me.

Lui mi prese la rosa e la slegò, poi mi fece girare e con delicatezza me la legò intorno al collo.

Era piccola, fine, non vistosa e quando scesi dalla macchina notai il pendaglio attaccato all'estremità e lo guardai incuriosita.

"E' una rosa blu: il simbolo dell'eterno, della purezza e della rarità. La rosa blu è una delle cose più rare al mondo, come l'amore: qualcosa di unico e puro. Al centro, nel petalo, nell'atto di scivolare c'è una goccia di sangue, una goccia che indica la morte, l'eternità oltre la morte."

Io sorrisi estasiata mentre osservavo ogni più piccolo dettaglio di quel dono tanto meraviglioso.

"Quindi io sarei una cosa rara che scivola verso la morte..." 

Tentai di fare una traduzione approssimativa, ma il risultato era piuttosto improbabile, infatti lui rise divertito, poi si voltò e mi passò una mano sulla guancia.

"No, tu sei una cosa bella e pura più della morte: questo è il simbolo dell'amore più forte della morte, io ti amo più della morte, oltre la morte. Il mio è un amore mortale, ma non nel senso che muore, ma nel senso che va oltre la morte...un'amore oltre la morte...Deathly Love..."

Sorrisi e mi alzai in punta di piedi per dargli un bacio a stampo.

Lui si staccò frettoloso e si guardò di lato mentre due ragazze ci guardavano con orrore e scappavano via confabulando.

Guardammo avanti.

La scuola era gremita di gente.

Il cielo azzurro, il vento fresco della primavera, le chiacchere dei ragazzi ci avvolgevano.

"Pronta?"

Io annuii.

Poi mi bloccai mentre vedevo da destra Emily che si teneva per mano con Joe e dall'altra parte Alice la teneva a braccetto.

Vidi i loro volti preoccupati, le loro facce pacate.

"Un attimo solo"

Sussurrai a Nick, poi lui mi mise una mano dietro la schiena e mi spinse in avanti, capendo ciò che volevo fare.

Io mi incamminai, poi quando le mie amiche alzarono il volto su di me iniziai a correre e mi lanciai tra le braccia di Alice.

Lei sorrise mentre i suoi occhi azzurri color del cielo sprizzavano gioia e felicità.

"Sam stai bene?"

Io mi allontanai accarezzandole i capelli castani e liscissimi.

"Sto benissimo"

Ci guardammo per un istante e notai il suo sguardo rincuorato.

Aveva capito che mi dispiaceva per il giorno prima e mi aveva tacitamente scusata.

Poi mi voltai verso Emily che era rimasta immobile a lato di Joe.

La fissai, chinai il capo.

"Scusami, avevi ragione tu, non era da me quello che stavo facendo e ti ringrazio per avermelo fatto notare"

Lei improvvisamente scoppiò in un sorriso a trentadue denti e mi abbracciò stretta.

"Scusami tu, non sarei dovuta essere così brusca"

Io sorrisi rincuorata.

Alice si lanciò su di me e tutte e tre insieme ci strinsimo forte in un abbraccio che sembrò durare un'eternità.

"Vi voglio bene"

Erano le mie amiche, le mie migliori amiche e senza di loro non so cosa avrei potuto fare.

"Tu non ti unisci all'abbraccio di gruppo Joel?"

Chiese con voce divertita Nick alle mie spalle.

Io e le mie amiche ci separammomentre sentivamo la voce roca e profonda di Joseph che tentava di fare il serio.

"Lascio queste cose sdolcinate alle ragazze"

Poi si fece avanti e passò un braccio attorno alle spalle di Emily sorridendo.

"Piuttosto mi sarei aspettato che anche tu ti fossi unito al loro abbraccio di gruppo, visto tutti i miracoli che succedono ultimamente...insomma, stai sorridendo di nuovo"

Io ridacchiai e mi voltai mentre il sole mi andava negli occhi e fissai Nicholas che alzava le spalle con aria noncurante e mi veniva vicino.

Mi prese la mano davanto agli sguardi di tutti.

"Devo dirvi una cosa sul Ragazzo Misterioso, ho scoperto chi è..."

Dissi fissando Emily ed Alice di sottecchi, poi mi accorsi che si lanciarono un'occhiata complice, come se sapessero già tutto.

Così mi bloccai e corrucciai la fronte.

"...in realtà sappiamo già chi è"

Io le fissai sorpresa.

"Come sarebbe a dire?"

Emily alzò le spalle in difesa e indicò Joseph alla sua sinistra.

"Ce lo ha rivelato lui..."

Nick mi strise di più la mano e fece un passo in avanti squadrando l'amico.

"Aspetta...tu sapevi che ero io??"

Joe alzò le spalle colpevole stringendo di più Emily e sorridendo.

"Diciamo che Kevin mi disse che la sera del ballo sembravi sparito e che tra l'altro era sparita anche la sua tuta da calcio di quando andava al liceo...ho fatto due più due..."

Io lo fissai stralunata e lui scosse la testa divertito.

Joe mi venne vicino e mi diede un abbraccio veloce.

"Sono contento che tu lo abbia aiutato Sam"

Io annui sorridendo e poi fissai Nick e sorridemmo complici.

"Noi abbiamo da farla pagare alle Monroe"

"Questa non me la perdo!" esclamò Alice ridendo divertita e battendo le mani eccitata.

"Be Alice potresti farmi un favore?"

"Certo, spara!"

"Avremmo bisogno di un secchio, quello che c'è nello stanzino del bidello e che lo riempiate di acqua..."

Lei sorrise complice e di fretta, tirando per un braccio Emily e Joe, corse nella scuola.

Così ci girammo e ci incamminammo verso la scuola.

Noi camminammo mano per mano tra la folla di ragazzi che ci guardavano incuriositi e sbalorditi, ma a noi non importava e mentre guardavo il suo sguardo capivo che non mi importava nente di quello che le persone avrebbero detto di me o di noi.

Io tirai Nick per una mano, così ci dirigemmo nell'angolo della mensa in cui sapevamo che le Monroe sedevano al mattina prima delle lezioni.

Loro due erano circondate dal solito gruppeto che non le lasciava nenache un attimo.

Quando le vedemmo ci scambiammo uno sguardo serio.

"Guarda chi c'è..."

Ammiccò Paris voltandosi a guardarci.

"Cosa ti porta qui Jonas, ah, tanto perchè tu lo sapessi stavamo per dire a Black della tua missione fallita"

Lui non mosse un muscole e rimase rigido alla mia sinistra.

Io afferraì la busta che Nick aveva preso dalla macchina e la aprii, poi la porsi alle Monroe.

"Sapete una cosa: non mi importa di quello che dite su di me o su Nick, e non mi importa neanche se dite all'intera scuola il mio segreto, in fondo non mi importa quello che può dire la gente"

Loro mi guardarono ferme cercando di capire quale fosse il punto in cui stavo andando a parare.

Loro abbassarono gli occchi sulla busta che le avevo dato e la aprirono, presero la foto e la alzarono per vederla meglio.

Intanto sentivo le risatine curiose delle mie amiche e di Joe alle mie spalle.

Mi voltai e vidi Alice che mi fece un cenno di compiuta missione con il pollice, io sorrisi, osservando ils ecchio pieno d'acqua che avevano appoggiato esattamente dietro me e Nick.

"Cosa significa questo?!"

Chiese Destinee acida con una mano sul fianco e lo sguardo alto.

"Significa che se proprio vuoi una foto del seminterrato di Nick, perchè non la chiedi a lui invece di importunare le altre persone con stupidi ricatti"

Intanto dietro di me sentivo i passi concitati dei ragazzi che si stavano ragruppando nella mensa per vedere cosa stava succedendo.

Le sorelle si scambiarono uno sguardo infuocato, prese alla sprovvista dall'affluensa di ragazzi che arrivava ad assistere alla scena.

"Quindi è per questo che ci avete dato una foto di voi due nel seminterrato?"

"Si, perchè vogliamo favi capire che siete solo delle ragazzine troppo viziate e che dovreste imparare a farvi un po' di affarini vostri"

Dissi sicura di me mentre Nick mi stringeva più forte la mano.

Dopo aver detto quella frase sentii il gruppo di ragazzi che si era radunato in mensa scoppiare a ridere e indicare le due sorelle, mentre le amiche delle due sorelle si mettevano una mano sulla bocca, scandalizzate...nessun aveva mai osata di cose del genere alle due sorelle.

"Come osi dire queste cose Knight??"

Esclamò Paris furente facendo un passo minaccioso verso di me, ma Nicholas fece un passo in avanti e le si parò davanti, frapponendosi fra me e lei.

"Quello che ha detto Sam è quello che tutti i ragazzi qui pensano forse è arrivato il momento che lo ascoltiate, no?"

Lei si giro in torno ad osservare quella cerchia di ragazzi che si era creata intorno a noi e capì che quello che avevamo detto non era altro che la pura verità.

"E, inoltre, Monroe, io non lavoro per voi, ne lavoro per Black quindi lasciatemi in pace e vedete di girare largo da Sam, i miei amici o chiunque io conosca perchè sennò ve la farò pagare"

Il tono minaccioso del Jonas fece ricordare ai ragazzi che infondo lui era pur sempre il ragazzo più temuto della scuola, ma con lo sconcerto delle Monroe, i ragazzi iniziarono ad applaudirlo e a incoraggiarlo per ciò che aveva detto.

"Pronta Sam?"

Io lo guardai di sottecchi ammiccando divertita.

"Quando vuoi" sussurrai.

In uno scatto ci voltammo all'unisono e afferrammo il secchio, poi con uno scatto di muscoli, lo alzammo e lo lanciammo in direzione delle Monroe.

Il getto di acqua le colpì in pieno bagnandole da capo a piedi.

La reazione dei ragazzi fu immediata e le risate scaturirono.

I loro occhi spalancati fissavano loro stesse, bagnate, fradicie, sotto gli occhi di tutti, con gli sguardi della gran parte dei ragazzi della scuola puntati addosso, umiliate da due ragazzi, nessuno aveva mai osata.

Arrossirono fino alla punta dei capelli e Destnee iniziò a toccarsi i vestiti bagnati, nel panico con un'espressione scandalizzata sul volto.

Io afferrai il mio telefono e feci loro una foto ricordo.

"Così anche io avrò un vostro ricordino"

Loro spalancarono la bocca esterefatte e le loro amiche le si fecero intorno aiutandole ad alzarsi.

"Oddio...guarda che cosa hai combinato!!!"

Paris scattò in avanti per colpirmi, ma scivolò sulla pozza d'acqua e con un tonfo riscivolò a terra, facendo una figura assai penosa.

Le risate generali l'accompagnarono nuovamente, così entrambe si alzarono e corsero via, seguite dalle loro amiche, furenti di rabbia e frustazione e imbarazzata come non lo erano mai state.

Io ero piegata in due dal ridere e tenevo una mano sullo stomaco, che dal gran ridere mi doleva tantissimo.

"Ahahahah"

Nicholas con una mano mi arresse e mi aiutò ad alzarmi.

"E' stata una delle cose più sfoganti che abbia mai fatto"

Dissi tra un conato di risa e l'altro.

Alice appoggiò una mano sulla mia spalla e fissandola in volto vidi che aveva quasi le lacrime negli occhi.

"Questo se lo meritavano proprio!"

"Puoi dirlo forte!"

Esclamai tentando di riprendere fiato nei polmoni.

Io e Emily ci battemmo il cinque, finalmente eravamo riuscte a fargliela pagare a quelle ragazzine che ci avevano creato tutti questi problemi!

Joe passò un braccio attorno alle spalle di Emily, Alice al centro corrise osservandoli, poi voltò il capo alla sua sinistra e Nick mi afferrò la mano trascinandomi vicino a lei.

Così, tutti e cinque, con le nostre risate, la nostra gioia e la nostra voglia di passare un periodo tranquillo e felice tutti insieme sorridemmo: sorridemmo a tutti, a quelli che ci guardavano di sottecchi sorpresi, a quelli che spettegolavano alle nostre spalle, a quelli che ci sorridevano e si complimentavano con noi per aver dato una lezione alle Monroe...senza pensieri, dalla prima volta che ci eravamo incontrati, guardammo davanti a noi, ai momenti che ci aspettavamo e dandoci forza l'un l'altro sapevamo che avremmo affrontato tutti insieme...

...uniti...

Nicholas si voltò a fissarmi e si chinò su di me baciandomi sulle labbra dolcemente.

Si, ora ne ero sicura...

...insieme...

...qualunque cosa sarebbe successa...

Tutti vedevano la nostra felicità.

Tutti capivano che per noi era iniziato un nuovo periodo di spensieratezza e gioia.

Tutti lo capivano...anche un'ombra che all'angolo dell'entrata della scuola ci fissava, ci osservava.

Si tirò il cappuccio nero sulla testa, sorrise e mentre appoggiava il cellulare all'orecchio sussurrò una sola, unica parola ..."Trovata"...

                                                               The End

E' finito...davvero...

Voglio ringraziare ogni lettore che ha seguito la mia storia, ogni persona che ha aggiunto questa ff tra le seguite o tra le preferite, o tra quelle da ricordare e chi ha recensito...siete fantastici ed è anche grazie a voi che sono riuscita a portare a termine questa storia!

GRAZIE INFINITE!!!

E' dipeso tutto da voi...e lo dipenderà ancora...

...RULLO DI TAMBURI...

Potrebbe esserci un seguito, un sequel, ma non è certo, è solo un'ipotesi a cui potrei, forse, al termine dell'estate lavorare.

Ho molte idee, ma tanta indecisione, quindi visto che so che siete tanti a seguirmi, dipenderà tutto dalle vostre recensioni: se arriveranno a più di 25, allora lo farò...

Vi chiedo questo perchè nulla è certo e voglio il vostro appoggio!!

SIETE STATI I MIGLIORI E VI DEVO UN ENORME GRAZIE...!!!!

VI VOGLIO BENE!!!!!!!!!!!!!!!!!!              :-D




"...questo è il simbolo dell'amore più forte della morte, io ti amo più della morte, oltre la morte. Il mio è un amore mortale, ma non nel senso che muore, ma nel senso che va oltre la morte...un'amore oltre la morte...Deathly Love..."



 
vostra °Silvi°


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