Come in un Sogno... di LittleEmma (/viewuser.php?uid=98657)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Colpo di fulmine ***
Capitolo 3: *** Bisogno di vacanze ***
Capitolo 4: *** Un silenzio perfetto ***
Capitolo 5: *** Corsa sulla spiaggia ***
Capitolo 6: *** Innamorati persi ***
Capitolo 7: *** Bagno a Mezzanotte ***
Capitolo 8: *** Ti Amo ***
Capitolo 9: *** Piccola e fragile lacrima salata ***
Capitolo 10: *** Rivalità e gelosie ***
Capitolo 11: *** Intima Illusione ***
Capitolo 12: *** Un dolce risveglio ***
Capitolo 13: *** Ricordi la sorpresa? ***
Capitolo 14: *** Il Ritorno ***
Capitolo 15: *** La poesia di una danza ***
Capitolo 16: *** Sbagli ***
Capitolo 17: *** Distanza ***
Capitolo 18: *** Cioccolata con panna ***
Capitolo 19: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 20: *** La potenza delle emozioni ***
Capitolo 21: *** Luna Piena ***
Capitolo 22: *** Resta con me per sempre ... ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
salve
a tutte! questa è la mia prima vera FF perciò
siate molto ma molto clementi...
Prologo
Non ho mai creduto
che i sogni si potessero avverare. E' sempre stata una favole per
bambine, fino all'anno scorso...
***
- Mammaaaaaa !!! -
dovevo sempre urlare per chiamarla, dato è sempre
giù a stirare*.
-Io vado!-
-Ok!- mi rispose,
così uscii dalla porta facendola sbattere come mio solito.
Era un giorno
ventoso, il cielo era terso e il sole accecante. La mia sciarpa
svolazzava e il freddo mi penetrava fin dentro il giubbotto.
La danza era la mia
anima, soltanto danzando riuscivo ad essere me stessa, a liberare le
mie emozioni che ormai mi tenevo nascoste dentro da troppo tempo.
soltanto lo studio e
la famiglia riuscivano a compensare il vuoto che avevo dentro. Erano
queste le tre uniche cose da cui traevo soddisfazione dato che a scuola
ero una sfigata
e per
giunta secchiona e i miei compagni di classe mi evitavano come se fossi
appestata.
Non avevo amiche che
abitassero vicino a me, anche le mie migliori amiche si erano
trasferite altrove.
Mentre camminavo
verso la palestra, dove mi allenavo per due ore tutti i giorni, mi
sfrecciò di fianco una Porche nera nuova di pacca.
Ma siccome ero
immersa nelle mie riflessioni non vi prestai particolare attenzione.
*
la casa è su tre piani e il più basso
è dedicato al ferro da stiro e le sala giochi
Lo so, è un Prologo molto corto, ma posterò
presto perchè è quasi pronto anche il rpimo
capitolo...
bè quando finalmente avrò completato l'esame
orale (sono in pieno periodo esami!) quindi tra una settimana circa...
Recensite in numerosi !!! ( le accetto sia belle che brutte ).
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Colpo di fulmine ***
Bisogno di vacanze
Colpo di fulmine
PoV: Taylor
Premere sull'acceleratore della mia Porche mi dava un senso
di
esaltazione, non mi riuscivo a trattenere. La strada era deserta
perciò guardavo fuori dal finestrino per godermi il
paesaggio
che mi cirondava.
Fu un particolare che mi colpì in particolar modo, una
sciarpa
grigia svolazzante era gettata sul collo di una ragazza, aveva un aria
assorta probabilmente non si accorse nemmeno del mio passaggio,
rallentai per osservarla meglio, fui distratto sopratutto dai suoi
capelli boccolosi lunghi fino al bacino. Ero sempre stato attratto dai
capelli ricci, ma capelli così non ne avevo mai visti prima.
E' scemo per un uomo fare certe considerazioni, di solito noi siamo
attratti da altre caratteristiche, ma in questa occasione mi venne
naturale, spontaneo.
Entrai nella mia nuova villa di provincia, salutai George (il mio
maggiordomo) e mi diressi alla cucina per prepararmi un panino prima di
andare alla ricerca di una giovane attrice con la regista del mio nuovo
film.
Era la prima volta che un ragista mi dava una responsabilità
così grossa, mi sentivo molto lusingato e felice
perchè
avrei potuto scegliere la mia compagna di riprese.
Avevamo il primo appuntamento con un insegnante di danza che desiderava
presentarci una sua allieva, non mi ispirava molto perchè le
ballerine mi erano sempre state antipatiche. Con quel loro fare
altezzoso, come se fossero le più importanti del mondo, come
se
fossero delle regine. Bleah. Tanto ero io che dovevo scegliere, l'
avrei detto chiaro e tondo se non mi fosse piaciuta.
Dopo aver pranzato mi cambiai la camicia con una maglietta
più comoda, mi infilai le scarpe
più comode che avevo e uscii di casa.
Zoe mi aspettava appena fuori dalla mia via con la sua
mercedes
Z4, salii in macchina contro voglia, avrei preferito starmene sdraiato
sul bordo della piscina a bere una Coca-Cola e a prendere il sole
piuttosto che andare a caccia di novelline. Mi annoiavano quelle
ragazze, appena mi vedevano mi saltavano addosso gridando e storpiando
il mio nome... quanto mi dava fastidio!
Avrei mai trovato una ragazza decente???
due secondi dopo arrivammo alla palestra dove l'insegnante di danza ci
aveva dato appuntamento. scendemmo delle scale e appena ci vide una
donna sulla quarantina ci venne incontro.
-Salve!- ci disse
- Salve- rispondemmo cortesemente. Mia madre era italiana
perciò
in casa ci aveva insegnato a parlare la lingua e io riuscivo a espormi
in modo quasi impeccabile.
- Mi chiamo Lucia e sono la persona che vi ha chiesto l'appuntamento.
Vorrei presentarvi una mia allieva, è una ragazza splendida,
è molto riservata, ma anche molto... beh ve la presento,
venite...-
Zoe annuì fissandomi negli occhi .
Ci fece strada e arrivammo davanti ad una porta socchiusa dalla quale
uscivano le note di Wonderful Life di Zucchero.
Quando aprì la porta ciò che vidi mi
investì come
fossi stato colpito in testa da un fulmine caduto dal cielo
all'improvviso.
Si muoveva in modo estremamente pulito ed elegante, sembrava
improvvisasse, anche se sapevo che dietro ai quei passi c'era una
preparazione smisurata.
volteggiava per la stanza come stesse volando. Era lei, quei boccoli
inconfondibili che teneva raccolti in una coda ben curata, gli stessi
boccoli che in durante il rpimo pomeriggio mi avevano stregato mentre
tornavo a casa dal lavoro.
Nemmeno s'era accorta che eravamo entrati. teneva gli occhi chiusi, ma
colsi ugualmente quell'aria assorta che avevo notato in lei anche poche
ore prima. Era incantevole.
Fu in quel preciso istante che me ne innamorai...
***
PoV: Sara
Arrivai in palestra con un quarto d'ora di anticipo, ma l'insegnante
già mi aspettava.
Era da quasi un anno che facevo lezioni individuali, perchè
l'istruttrice mirava a farmi entrare nel mondo dello spettacolo.
Ero molto entusiasta di questa proposta e al contrario di
quanto
mi aspettavo, anche la mia famiglia.
Non
era un sogno che rimuginavo da tanto tempo, eppure era arrivato
così,
d'improvviso. Quando Lucia me lo disse non
riuscivo a credere alle mie orecchie.
e ora mi stavo preparando per un futuro ignoto...
Mi piaceva quella melodia, anche le parole mi incantavano, le conoscevo
a memoria eppure non ero mai stanca di ascoltarle.
La voce blues di Zucchero mi faceva venire la pelle d'oca
tutte le volte che la udivo.
Mi lasciavo trasportare dalla musica senza pensare ai passi che tanto
conoscevo a memoria, sempre mentre danzavo mi piaceva sentire i
movimenti delmio corpo, ma questa volta ero preoccupata per la mia
situazione e più ci pensavo più mi accigliavo:
sempre impegnata nello studio o nella danza e mai un po' di tempo per
me stessa... tutte le mie compagne di classe avevano il ragazzo e io
neanche avevo il tempo per pensarci, un liceo classico non me lo
permetteva, ero al secondo anno e tutto andava a gonfie vele e solo che
non ero mai pienamente siddisfatta....
mentre facevo queste mie considerazioni mi accorsi che la porta si
aprì, pensai che fosse Lucia che poco prima era uscita a
fare una telefonata, così non mi preoccupai e continuai a
muovermi rimanendo con gli occhi chiusi.
Appena la musica finì mi sedetti a terra esausta, era quasi
due ore che ballavo ininterrottamente e la fatica cominciava a farsi
sentire. avevo la maglietta
appiccicata alla schiena per il sudore e i pantaloni
cominciavano a dare fastidio. Le mezze
punte erano fradice così decisi di toglierle
scoprendo il mio piccolo tatuaggio sulla caviglia a forma di stella.
Sospirando mi alzai in piedi e aprii gli occhi. quello che vidi mi
investì come fossi stata colpita da un fulmine caduto dal
cielo all'improvviso.
Taylor Lautner stava lì in piedi a fissarmi. Taylor Lautner!
Stavo sognando, avevo le allucinazioni, no, non era possibile, mi ero
inventata tutto, mi strofinai gli occhi, ma quando li riaprii era
ancora lì, fermo sulla porta della piccola palestra dove io,
ragazza inutile e del tutto invisibile, mi allenavo costantemente per
... niente, assolutamente niente o almeno così pensavo.
-Eccola... Sara ti presento la signorina Smith regista di un nuovo film
che sta per uscire e il famosissimo Taylor Lautner che probabilmente
conosci meglio di me.- Ci presentò Lucia.
-Piacere- Dissi inchinandomi leggermente rivolta alla giovane regista.
Lei mi porse la mano e io sorpresa glie la strinsi timidamente. -
Chiamami Zoe!-
-Ciao- mi disse invece Taylor, mi sorprese perchè al
contrario di quanto pensavo aveva un'aria incuriosita.
- Ciao- risposi un po' stordita senza sbilanciarmi troppo. Anche lui mi
tese la mano che questa volta strinsi con esitazione.
Era calda e morbida, fu un contatto molto breve, ma mi parve durare un
eternità.
Era più bello di quanto poteva apparire in televisione o
nelle foto, visto così dal vivo era davvero da pelle d'oca...
Furono i suoi occhi che mi colpirono particolarmente. Al contrario di
quanto pensavo erano verde scuri, talmente profondi e intesnsi che mi
ci persi dentro smettendo di ascoltare quello che stavano blaterando
Lucia e Zoe sul nostro conto.
Quando mi accorsi che mi stava a sua volta osservando, distolsi lo
sguardo imbarazzata e mi sentii avvampare, probabilmente ero anche
arrossita.
Sorrise. Dio, come mi vergognavo, perchè Lucia non mi aveva
detto niente?! NO, mi aveva pure visto ballare!!!
- TI piacerebbe diventare la protagonista del nostro nuovo film? Mi
hanno colpito molto i tuoi movimenti, ci serve proprio una come te!-
La domanda di Zoe mi fece sobbalzare il cuore... Mi sentii svenire,
meno male che Lucia mi raggiunse cingendomi le spalle. Come
se uno schiaffo mi avesse colpito in piena faccia mi risvegliai da
quella specie di trans e tornando lucida guardai la regista
che stava aspettando una risposta con la fronte corrugata
(probabilmente per la mia reazione).
SI'.
L'avevo detto veramente? non ci potevo credere!
Zoe, dopo avermi informato suglio orari dei vari appuntamenti che avrei
dovuto sostenere, firmò e staccò un assegno.
- E' per te, fatti una vacanza, vai a fare shopping, porta al cinema le
tue amiche, fanne quello che vuoi, te lo meriti, hai lavorato sodo e
ora che finalmente i tuoi sforzi sono stati ripagati te lo
puoi permettere!, Ciao ci rivedremo molto presto non preoccuparti!-
- Ci si vede- Si congedò Taylor dopo avermi regalato uno
splendido sorriso...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Bisogno di vacanze ***
Bisogno di vacanze
Bisogno di vacanze
PoV: Taylor
Salii in macchina che ancora mi girava la testa... non riuscivo a
smettere di pensare a lei, era così diversa dalle altre
ragazze
che evevo conosciuto. Tutto in lei lo dimostrava e i suoi occhi, ...
non c'erano parole per descriverli, di un marrone intenso e... quando
si dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima, ecco nel suo caso
era davvero così, in quei pochi minuti ero riuscito a
percepire
emozione,sbalordimento, felicità, imbarazzo, timore,
timidezza.
Aveva il volto imperlato di sudore, il che la rendeva ancora
più
affascinante. Era alta più o meno un metro e 70 e aveva un
fisico assolutamente perfetto, e l'eleganza del suo
portamento e
della sua camminata lasciavano trasparire chiaramente che era una
ballerina, ma non si dava arie come invece tante di esse facevano, anzi
dall'espressione del suo volto si leggeva l'umiltà che la
caratterizzava dandole un aria quasi infantile.
Quando le avevo stretto la mano ed ero riuscito a sentire il suo calore
contagiarmi, avevo avvertito un brivido corrermi lungo la schiena.
- Carina vero?- La voce di Zoe mi fece sobbalzare
- ... Che? ... Cosa? Non ho capito... -
- Ho visto la tua faccia mentre la guardavi ballare e anche dopo mentre
io e la sua insegnante parlavamo, ho visto come vi stavate guardando-
-No, io non avevo nessuna faccia!!!-
-Tipica reazione da innamorato...-
- Che cosa stai dicendo?! Basta stai zitta che mi dai solo sui nervi!-
-Certo, certo...-
Lasciai perdere perchè se no avremmo finito per litigare,
non mi
andava quando le persone riuscivano a capire cosa provavo, i miei
sentimenti mi piaceva nasconderli e tenerli per me, erano praticamente
l'unica cosa che qualche volta riuscivo a tenermi privata
perchè
ormai la mia vita era completamente di dominio pubblico, anche il mio
modo di vestire ormai veniva criticato da tutti.. certe volte odiavo
questa vita, a volte mi sarebbe piaciuto tornare indietro e ripetere
tutto da capo per provare ad averne una diversa, più
tranquilla
e più personale.
Salutai Zoe ancora leggermente irritato, infilai il vialetto che
conduceva alla villa ed entrai in casa.
Mi venne incontro Harry, il maggiordomo fidato, ormai da 20 anni al
servizio della nostra famiglia.
-E' passata sua madre, le ha lasciato questo signore- Mi
riferì.
Nonostante mi avesse visto nascere mi aveva sempre dato del lei. Presi
la busta che Harry mi stava porgendo e la aprii:
Ciao Tay, non sono
rimasta da te
perchè io e tuo padre stiamo andando a fare un tour per le
più famose città di Italia e visiteremo anche
qualche
località marittima e montana, staremo in viaggio tutta
l'estate,
Katie verrà con noi così non ti
disturberà...
Mi sono permessa di prenotarti una vacanza in un delizioso residence in
Puglia, il biglietto aereo è dentro alla busta, la partenza
è prevista per le 7,30 del giorno 1 luglio,
arriverai
all'aereoporto di Bari alle 9,45 circa, poi un taxi già
prenotato
ti accompagnerà fino all'Hotel, è nel salento una
zona
bellissima della penisola, il mare è stupendo... la
prenotazione
è di tre settimane, se ti stanchi te ne puoi andare prima.
Noi
tre ti raggiungeremo per qualche giorno prima di ripartire
così
potrai finalmente stare un po' con tua sorella che non vede l'ora di
riabbracciarti.
Goditi la vacanza e a presto
Mamma, Papà, e Katie .
Avevo
proprio bisogno
di una vacanza che mi allontanasse un po' da Milano perchè
nonostante non fosse come le città d'America era stressante
comunque lavorarci. Mamma quando voleva sapeva proprio essere grande!
una settimana e sarei stato lontano dalle continue pioggie del nord
Italia e mi sarei potuto godere il caldo sole della Puglia!
***
PoV: Sara
Non riuscivo a connettere il crevello, avevo appena ricevuto un posto
di lavoro conteso dalle più grandi attrici, avevo appena
stretto
la mano a Taylor Lautner e tra poco srei partita per una vacanza
lussuosissima in uno splendido Hotel nel salento... ancora non ci
potevo credere, avevo le mani che mi tremavano e Lucia non si fidava a
lasciarmi andare a casa a piedi perchè aveva paura che
svenissi
per strada.
Ero rimasta sincramente ammaliata da Taylor, mi aspettavo un tipo
strafottente e snob, invece mi aveva stretto cordialmente le mano e mi
aveva salutato amichevolmente regalandomi uno di quei suoi sorrisi
splendidi, avevo notato qualcosa di più in lui, qualcosa che
dalla televisione o dai giornali non si sarebbe mai potuto notare.
Aveva gli occhi profondi e espressivi, era difficile leggerli, ma si
vedeva che non era un ragazzo privo di emozioni e sentimenti. Tuttavia
era un attore, e come tutti gli altri attori era quasi sicuramente un
Don Giovanni percui non potevo fidarmi più di
tanto, dovevo comunque stare all'erta tra pochi mesi avrei dovuto
girare un film con lui e non sapevo ancora cosa prevedesse il copione.
Mi riaccompagnò a casa Lucia in macchina perchè
voleva parlare con i miei genitori e comunicargli la fantastica
notizia, era solo grazie alla loro pazienza e alla loro fede che ero
riuscita a raggiungere il mio primo obiettivo,
Entrai in casa e comunicai che Lucia era venuta a fare un grande
annuncio. Appena seppe la notizia mia madre si mise a piangere dalla
felicità e mio padre non la smetteva più di
abbracciarmi e farmi complimenti, mio fratello era in fibrillazione e
nessuno avrebbe più potuto calmarlo nell'arco di una
settimana.
Salii in camera dopo aver cenato e corsi al computer per comunicare
alle mie amiche che mi aspettavano in linea su MSN quello che era
capitato durante la giornata.
Nonostante non fossero vicine a me fisicamnte mi sostenevano sempre
anche da lontano con telefonate e-mail e qualche volta chattando e io
facevo altrettanto con loro due.
Pensavo di averle ammutolite e invece avevano cominciato a tempestarmi
di domande tante che non riuscivo nemmeno a rispondere a una che
già c'era una lista di aleno altre 50 a cui rispondere...
Troppe domande a cui nemmeno io spevo dare risposta, era successo tutto
all'improvviso, torppo in fretta, nemmeno avevo avuto il tempo di
rendermene conto.
Ero stanca, così decisi di andare a letto, mi addormentai
subito... quella notte sognai il nostro
incontro.
La valigia era già pronta da un paio di giorni e ora
mancavano poche ore alla partenza, sarei rimasta tre settimane e una
delle mie migliori amiche sarebbe venuta con me, non la vedevo da un
sacco di tempo, così aveva deciso che sarebbe venuta a
qualunque costo, sapevo che sua mamma aveva influito parecchio su
questa decisione perchè sua mamma (la nonna della mia amica)
stava molto male e non voleva angosciare anche sua figlia con le sue
preoccupazioni.
Meglio, mi avrebbe fatto compagnia dato che per i miei 16 anni avevo
espressamente detto che sarei voluta andare in vacanza da sola.
Avevamo stabilito che i nostri padri ci avrebbero accompagnato
all'aereoporto di Firenze (a metà strada tra i nostri due
paesi dato che io abitavo vicino a Milano e lei in un paesino sulla
riviera adriatica).
Mentre mio padre caricava i bagagli in macchina spedii un messaggio a
Lucia e poi salii in auto pronta per partire.
Il viaggio era durato quasi quattro ore e mezzo, ma sapevo che ne
valeva la pena. Ci incontrammo al Chek-In e ci lasciammo andare in un
abbraccio infinito, era da quasi due anni che non la vedevo e aspettavo
impaziente che arrivasse quel momento, ormai la sognavo di notte quasi!
Finiti i saluti e le raccomandazioni dei nostri genitori ci imbarcammo
felici tenendoci per mano come due bambine. Ero felicissima, mi
sembrava di essere tornata indietro nel tempo quando giocavamo ancora
insieme a Barbie svestendole e rivestendole diecimila volte
inventandoci una storia... anchio tra poco avrei rivestito quel ruolo,
solo... un po' più realisticamente.
Parlammo per due ore ininterrotte, fino a quando una voce
all'altoparlante non ci comunicò che eravamo arrivate.
Le hall degli alberghi mi avevano sempre affascinato, ma questa era
davvero favolosa, pareva il salone delle feste di un castello e il
ritmo della giornata era accompagnato dal suono dolce di un pianoforte
che stava al centro della sala. probabilmente le sera c'erano degli
intrattenimenti prorio in quel salone.
il tempo era splendido, ma il caldo era soffocante.
ci diedero una delle stanze più lussuose ed eleganti
dell'albergo, vi era un balcone talmente grande che pareva una terrazza
era provvisto di tavolo con sedie e sdraio per prendere il sole, la
ringhiera di ferro battuto era ornata da vasi di gerani rossi fioriti
e la vista che offriva era spettacolare: si vedeva tutta la
baia e la spiaggia al tramonto pareva dipinta di rosa. Gli ombrelloni
piano piano so chiudevano tutti e il mare calmo si tingeva d'oro. Era
il momento del giorno che preferivo e in assoluto il più
romantico.
Quella sera la cena non cenammo nel ristorante dell'albergo, avevamo
troppe cose da dirci ancora io e Chiara, e avevamo bisogno di
un'atmosfera tranquilla, perciò decidemmo di fare un pic-nic
sul molo accendedo piccole candeline per vederci meglio anche quando
sarebbe venuto buio.
Quella sera mi addormantai subito per la stanchezza del viaggio. Fu una
notte priva di sogni.
Angolo SweetDancer96
Grazie MissFify per aver recensito, ringrazio anche i visitatori
"silenziosi" e ringrazio coloro che seguono la mia storia.
Vi prego lasciate un commento, anche di due parole, ma vi prego
recensite se no non posso sapere come migliorarmi, se smettere di
scrivere o continuare... Scrivete, scrivete, scrivete
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Un silenzio perfetto ***
Tuffo di prima mattina
Un silenzio perfetto
Pov: Taylor
Mentre facevo il ceck-in pronto per partire vidi due ragazze che si
stavano abbracciando, e notai di sfuggita quei ricci inconfondibili,
possibile che fosse lei? No, probabilmente era un'altra persona o
probabilmente cominciavo ad avere le allucinazioni. Così
lasciai
perdere e mi imbarcai sull'aereo.
Mi buttai sul letto morbido chiudendo gli occhi, ci voleva proprio una
bella vacanza, ero proprio esausto. Era una delle stanza più
belle, non aveva il balcone, ma avevo a disposizione la terrazza tutta
per me, c'era una poltroncina a dondolo, delle sdraio, dei tavolini con
delle sedie, e una panchina posta vicino alla ringhiera ornata da vasi
di gerani rossi, lì seduto potevo ammirare il mare dorato
estendersi all'infinito verso l'orizzonte. Era un tramonto stupendo,
rimasi a contemplarlo incantato fino a che non scese la sera, a quel
punto per niente affamato, mi sdraiai sul letto e ripensando agli
avvenimenti degli ultimi giorni mi addormentai.
Scesi a fare colazione verso le otto e mezza, quel giorno avrei voluto
godermi appieno la giornata restando a prendere il sole steso su un
asciugamanoa bordo piscina, solo nel pomeriggio sarei andato al mare.
Appena entrai nel ristorante ebbi come la sensazione che Sara fosse in
quella stanza, provavo le stesse emozioni che avevo avvertito il giorno
in cui ci eravamo incontrati... mi dissi che probabilmente ero ancora
un po' addormantato, ma le sensazione non svanì.
Salii in camera per prepararmi e prendere le ultime cose che servivano,
poi chiusi la porta e mi diressi verso la picina all'aperto, appena
arrivai tornò quella sensazione che avevo rpovato pochi
minuti
prima mentre mangiavo... scelsi una sdraio a bordo piscina ci stesi il
telo e feci un passo indietro per scansare la borsa della ragazza
sdraiata lì vicino, ma urtai qualcosa e...
PoV: Sara
Stavo facendo colazione, Chiara stava ancora dormendo, scombussolata
dal viaggio del giorno precedente, io invece mi ero svegliata di prima
mattina, volevo godermi la giornata e sprecare ore oziando, mi sembrava
ridicolo.
Mi girai verso l'ingresso per vedere se si era svegliata e notai con
mia grande sorpresa che era appena entrato un ragazzo molto simile a
Taylor, si poteva riconoscere dalla corporatura... possibile che fosse
lui? no, fore l'avevo scambiato per un'altra persona, forse avevo le
allucinazioni, così lasciai perdere e dopo aver finito
tornai in
camera.
Chiara si era appena alzata,
- Ho già fatto colazione- le dissi allegramente
- Non mi potvi aspettare?-
- E' vero, avrei dovuto, ma se ti avessi aspettato ora non sarei pronta
per andare ad occupare i posti sulle sdraio in piscina, sai
com'è i posti migliori spariscono subito...-
- Ti ho mai detto che sei superiperfantastica?-
- No, credo solo che tu me l'abbia detto solo 7834 volte!-
Mi rispose con un sorriso
- Io vado se no avrei anche potuto svegliarmi più tardi, non
ti pare?... ti aspetto giù-
mentre mi chiudevo la porta alle spalle sentii che mi diceva di
prendere dei posti vicino alla piscina
e così io feci.
Scese poco dopo le 9.00 io mi ero appena spalmata la crema sulla pancia
e le chiesi se mi poteva aiutare a spalmarla anche sulla schiena, dopo
avremi aiutato si stese sulla sdraio per prendere il sole, e
probabilmente per la stanchezza si addormentò. Avevo scelto
due
posti a bordo piscina, data l'afa stare vicino all'acqua era meglio.
Avevo voglia di fare il bagno ma era ancora presto, entrare in acqua
subito dopo colazione non era molto consigliato, così mi
avicinai all'acqua sfiorandola con il piede per verificare se fosse
fredda o calda, raccolsi i capelli su una spalla e feci un piccolo
passo indietro per tornare alla sdraio ma urtai contro qualcuno, mi
sentii cdere in avanti, verso la piscina, feci intempo a girarmi per
vedere chi mi aveva spinto e ... era Lui, Taylor. io stringevo le sue
braccia muscolosee lui mi stava cingendo i fianchi con le mani, e
volammo entrambi in acqua così abbracciati.
Mentre cadevamo avevo fatto in tempo ad incontrare i suoi occhi
cogliendo lo stupore e la sorpresa, ma quello che mi
sconcertò
fu un'espressione che non riuscii a decifrare immediatamente, ma
compresi solo più tardi.
Conto il mio volere, quando caddi in acqua dovetti scioglermi da lui
per non rischiare di affogare. Sarei stata abbracciata a Taylor per
l'eternità, non tanto perche era un attore, ma
perchè
quando avevo sentito le sue mani sulla mia pelle avevo avuto un
fremito.
Quando riemersi tossendo vidi lui che ritornato a galla poco prima di
me preoccupatissimo mi chiese se stavo bene e non smetteva
più
di chiedermi scusa, io non avevo ancora spiaccicato parola troppo
sorpresa per parlare e ancora leggermente scombussolata da quel tuffo
improvviso.
- Che ci fai qui? - mi chiese poi dopo che si era accertato che stessi
bene.
- Io sono venuta in vacanza e starò qui per tre settimane
circa,
sono qui con la mia amica - dissi indicandondogliela mentre lei ci
guardava stupita pensando di stare sognando ancora.
- Wow, anche io sono venuto qui in vacanza per tre settimane. Allora
eravate davvero voi le ragazze che si stavano abbracciando in
aereoporto?!-
-Tu... Tu ci hai visto all'aereoporto mentre ci abbracciavamo... Sei
venuto qui con il nostro stesso aereo?-
- Probabilmente sì, almeno così pare...-
nessuno sapeva più cosa dire, ci limitavamo a guardarci e
cera
un silenzio strano... adatto ad un'atmosfera romantica. Meno male che
Chiara intervenne altrimenti l'impulso di baciarlo mi avrebbe vinto.
- Allora tu saresti il famoso Tayl...-
- NO, ti prego non dire il mio nome se no nel giro di due minuti le
flotte di paparazzi si riverseranno nell'albergo... ti prego, comunque
sì sono io-
-Wow! - e anche lei rimase completamente senza parole dopodiche
capì che forse sarebbe stato meglio togliersi di mezzo cosi
annunciò che si sarebbe rimessa a dormire, era una cosa
incredibile non so nemmeno come facesse a dormire così tanto!
Io e Taylor ci mettemmo a ridere: lui divertito, io sconcertata, dalle
riserve della mia amica, era davvero incredibile.
- Bè avremo molto tempo per conoscerci meglio in queste tre
settimane, e quando quel ghiro della tua amica si sveglierà
mi
farai conoscere pure lei - Disse sorridendo, anche io mi misi a
ridere... era davvero un ghiro.
- Quanti anni hai?- Mi chiese
- Sedici l' 11 luglio -
-Quindi tra poco meno di due settimane-
- Già -
- E tu? dovresti averne 19 giusto?-
- Giustissimo. Sai sei fantastica.... non avevo mai visto nessuno
ballare come te!-
- Grazie, ma ce ne sono di ballerine più brave basta voltare
la
testa che ne trovi altrettante... ad esempio oltre a dormire, Chiara
è bravissima a ballare e se noti ha un piccolo tatuaggio a
forma
di scarpetta di danza sulla caviglia-
- Davvero?-
-Sì, prima che si trasferisse ballavamo insieme... eravamio
una
bella squadra, inseparabili e appassionate. Purtroppo ora il nostro
rapporto si sta via via affievolendo, sai la lontananza spesso dissolve
i rapporti-
- E allora perchè è venuta con te in vacanza?-
- E' venuta perchè sua mamma voleva allontanarla da casa
dato
che sua nonna sta male, non la vuole straziare con le sua angoscie,
comunque siamo ancora amiche, non è che ora ci odiamo
tuttavia
prima eravamo come sorelle ora è diverso, siamo solo amiche
-
- Usciamo dalla piscina, vedo che stai tremando-
- Sì, l'acqua è piuttosto fredda -
Mi diedi una piccola spinta e mi misi seduta sul bordo, lui
più
forte era riuscito a ritrovarsi subito in piedi, così mi
porse
la mano per aiutarmi a rialzarmi ed io l'accettai con piacere.
Aveva un fisico pazzesco e bagnato lo si notava ancora di
più...
PoV: Taylor
Quando uscimmo dall'acqua la vidi in costume
e mi stupii... aveva un fisico perfetto, non l'avevo notato prima, o
meglio non avvo fatto un "esame" così accurato.
Era snella, alta, con gambe lunghe e slanciate, le guance non
erano scarne e magre come invece tante altre ragazze con un fisico pari
al suo, le sue mani erano forti, ma elegantissime e delicate. I suoi
movimenti mi facevano impazzire sembrava non facesse fatica a fare
niente tuttavia sembrava così fragile che sentivo il bisogno
di proteggerla come fosse di cristallo.
Si notavano i muscoli sviluppati sia nelle gambe che sull'addome che
contribuivano a renderla ancora più affascinante.
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
- Vieni a fare una passeggiata?- Le chiesi. Volevo conoscerla meglio, e
questa era una grande occasione.
- ... Sì, volentieri. Devo avvisare Chiara prima-
Si vedeva che voleva molto bene a quella ragazza, a mio parere la
considerava ancora come una sorella lei. Gle lo si leggeva negli occhi.
I piedi sprofondavano nella sabbia bagnata dalle flebili onde
mattutine, era una fantastica giornata: soleggiata e leggermente
ventosa. I suoi capelli venivano mossi all'indietro dalle folate
improvvise e il prendisole
che indossava le aderiva al corpo mettendolo in risalto.
- Parlami di te - mi chiese coglendomi di sorpresa
- Di me... che posso dire? credo che tu sappia già tutto.
Che professione faccio, quante persone compongono la mia famiglia, chi
sono state le mie ex... sono tutte informazioni di dominio pubblico...-
- Ne parli con disprezzo, per quale motivo?-
- Vorrei che la mia vita fosse anche un po' privata, mi piacerebbe non
dover giustificare ogni cosa che faccio e ogni cosa che dico... vorrei
essere libero e invece non lo sono-
- Ma sei qui in vacanza e nessuno ancora lo sa-
- Già, ogni volta che vado in vacanza è
perchè mia mamma ha prenotato per me, così posso
rimanere in ingnoto e magari godermi meglio la vacanza-
- Quindi tutto di nascosto.... spero che non sia
così anche per me. Comunque non credo di avere successo,
insomma una novellina non è mai vista di buon occhio nel
campo della recitazione-
- Non ti preoccupare che avrai un enorme successo, basta solo guardare
come balli-
- Non è questo che voglio, vorrei solo avere un
po' di soldi per aiutare la mia famiglia, io vedo mio padre
che deve lavorare come un matto per portare a casa qualcosa al mese,
lui lavora in proprio sai, e vorrei alleviare un po' le fatiche dei
miei genitori, vorrei anche avere abbastanza denaro per iscrivermi ad
una buona università e al contempo ad un'accademia di
danza... ecco questo sarebbe il mio sogno-
- Umile, modesto e di sincero affetto verso la famiglia e dedicato alla
tua istruzione. Un progetto davvero grandioso. La maggior parte di noi
quel denaro lo spende in auto costose e lussuose, oppure in ville senza
fine o vestiti di marca costosissimi. Ti invidio-
- Non hai niente da invidiare a me, tu sei perfetto, hai tutto, basta
schioccare le dite e le ragazze cadono ai tuo ipiedi e ...-
- Non sono felice- Dissi interrompendola, volevo farle capire quanto
era fortunata, lei non se nerendeva conto forse, ma io ci stavo
veramente male.
- Ti capisco bene, io ha passato un momento in cui l'unica cosa che mi
interessava era la scuola. non uscivo nemmeno più per
studiare e i miei genitori non erano contenti perchè ormai
il mio migliore amico era il computer. E' per questo che mi hanno
iscritto a danza, poi io me ne sono innamorata e ho continuato, ma
tutto questo per ridarmi una felicità che avevo perso da due
anni almeno.-
- Non permettere che ti capiti di nuovo - Fu solo quello che riuscii a
dire, ma in quel momento le parole non servivano più.
Camminammo in silenzio, era un silenzio da lasciare così,
assolutamente perfetto.
E io finalmente stavo bene.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Corsa sulla spiaggia ***
senza titolo
Corsa sulla spiaggia
PoV: Sara
Avevamo passato tutta la mattinata a passeggiare sulla spiaggia, a
volte parlando della nostra vita, a volte stando in silenzio a
riflettere.
Quella mattina avevamo camminato tanto, che ad un certo punto nessuno
dei due sapeva dove fossimo finiti, era ormai la una, così
decidemmo di fermarci a mangiare ad un bar sulla spiaggia.
Mandai un messaggio a Chiara che diceva che saremmo rientrati dopo
pranzo.
La spiaggia a quell'ora era vota, tutti erano risaliti agli alberghi
per mangiare e riposare. Anche il bar era vuoto, al bancone di canne di
bambù un uomo stava facendo la pennichella, mentre la moglie
sistemava i prodotti esposti sugli scaffali. La tettoia in caso di
pioggia avrebbe riparato a malapena dato che era fatta di canne di
bambù intrecciate e i tavolini da pic-nic erano disposti
orndinatamente sopra un soppalco di legno scuro, bastava scendere due
gradini per toccare la sabbia. La vista che offriva era meravigliosa a
quell'ora. erano circa le due meno un quarto, il mare calmissimo come
fosse una piscina deserta e cristallino.
Veniva subito voglia di fare il bagno.
Avevamo scelto un tavolino all'angolo del soppalco, eravamo uno
difronte all'altra, tanto vicino che le nostre ginocchia si toccavano.
Ad un certo punto la borsetta a tracolla che avevo portato con me si
illuminò: Chiara mi aveva risposto al messaggio:
Non ti preoccupare vei e
divertiti, ho visto come vi stavate guardando... è proprio
un figo pazzesco Lui !
P.S anche io ho trovato compagnia =P
poi ti racconto!
Baci
Kiaretta
Io non avrei mai osato usare quel termine per descriverlo,
però dovetti ammettere che aveva pienamente ragione. Mi
incuriosiva il fatto che avesse trovato compagnia, ma non le risposi
perchè non volevo rovinare un momento così
mettendomi a
scrivere messaggini.
- Scusa, era Chiara... mi dice che non le dispiace perchè ha
trovato compagnia -
- Perfetto... vedo che si da da fare -
- Lei è fatta così, è stata lei che ha
trovato me-
- E' bellissimo il mare a quest'ora- mi disse
Facendo un cenno d'assenso mi voltai ad ammirare quello spettacolo
meraviglioso.
Avevamo finito di mangiare da almeno mezzora, aveva già
anche pagato vietandomi categoricamente di aprire il portafogli.
Mi guardò negli occhi, fu uno sguardo intenso che feci
fatica a sostenere, mi vergognavo troppo.
Mi sorrise.
- Dai tuoi occhi riesco a capire a cosa pensi, sono così
innocenti - mi annunciò
- E a cosa starei pensando? -
- ora stai pensando che ti vergogni perchè non sei alla mia
altezza... ho indovinato? -
Arrossii violentemente.
- Bene, ho indovinato. Ma sai che ti dico? Non devi nemmeno pensarle
queste cose, tu tra tutte le ragazze che ho visto in vita mia, e
credimi ne ho viste parecchie, sei l'unica che ha un minimo di cervallo
e di emozioni -
- E cosa ti fa credere che io abbia un cervello?-
- Bè tanto per cominciare la prima volta che mi hai visto
hai
fatto finta che non ci fossi e hai continuato fino alla fine con
tenacia e passione...-
- Ehi aspetta un momento, io non ti ho visto entrare perchè
avevo gli occhi chiusi, ho solo sentito la porta aprirsi e richiudersi,
ma pensavo fosse solo la mia insegnante-
- Sul serio? comunque anche dopo non mi sei saltata addosso giusto? Ti
sei limitata semplicemente a stringermi la mano come una persona civile
-
- Sì certo, ma non credo che una fan sfegatata se ti veda si
possa limitare a stringerti cortesemente la mano, è quasi
impossibile che lo faccia! -
- Però c'è quel "quasi"-
- Vuol dire che ho visto solo una persona farlo nella mia vita -
- Cioè?-
No, avevo fatto un passo falso, aveva sicuramente capito a giudicare
dalla sua espressione...
- Chiara, ovviamente - Lo sviai
Mi sembrò di leggere delusione sul suo volto, ma
svanì subito e non ne fui certa.
Il discorso cadde e non fu completato, per fortuna. Anche se mano a
mano che lo conoscevo meglio sembrava rivelarsi davvero un buon ragazzo
e con un po' di sale nel cervello, ancora non mi fidavo completamente e
doevo ancora stare attenta, non si poteva mai dire.
- Ti va di fare un bagno - gli chiesi spiazzandolo
- Certo, chiediamo se ci prestano un ombrellone per appoggiare i
vestiti ...-
Andò a chiedere e ci affittarono un posto in prima fila per
tutta la giornata se avessimo voluto restare, io appoggiai il
prendisole rosso e la tracolla ai raggi dell'ombrelone e cominciai a
cmminare lentamente verso il mare godendo di tutte le sensazioni che
provavo stando a contatto con la sabbia e con i sapori che sprigionava
il sale dell'acqua.
La sabbia era calda, ma non rovente come mi aspettavo, non c'era vento
e il caldo cominciava ad essere soffocante.
Ero persa nei miei pensieri e non mi accorsi che Taylor mi osservava da
dietro.
PoV: Taylor
I movimenti eleganti del suo corpo mi attraevano in modo smisurato,
anche quando camminava sembrava danzare. La leggerezza dei suoi passi,
la posizione delle sue mani, l'inclinazione del capo... mi facevano
letteralmente impazzire sarei potuto rimanere ore ad osservarla.
Era assorta ma serena se non fosse stato che ero ad almeno 4 metri da
lei, non avrei resistito all'impulso di baciarla.
Quella mattina ero stato davvero bene con lei, era da un po' che non mi
sentivo così a mio agio con una persona estranea alla mia
famiglia... anche con i miei amici, che conoscevo da anni non mi era
mai capiatto di sentirmi così libero e senza pensieri.
Chiaccherare con lei veniva naturale, non c'era bisogno di soppesare
ogni lettera per non aver paura di offendere.
Era come se nella vita avevo trovato la mia prima vera meta, una meta
reale con cui avrei potuto passare il resto della mia vita. Io, al
contrario di tutti i miei simili (attori e ragazzi intendo), ero uno
che ci teneva ai valori, uno che oggi potrebbe essere definito "uno
all'antica", credevo ancora nel matrimonio. Forse in un era dove tutti
si fanno tutte, la cosa poteva apparire strana anzi impossibile e da
sfigati, eppure ero convinto che fosse la cosa più giusta e
migliore per me.
Anche io avanzai , avevo una voglia incredibile di farmi un bagno in
mare.
senza nemmeno accorgercene stavamo camminando alla stessa
veocità, uno a fianco dell'altra. Sembravamo davvero due
innamorati come probabilmente eravamo. Si voltò lievemente
per
guardarmi, sorrise, poi aumentò la velocità della
camminata ed io feci lo stesso. Non so bene cosa volesse fare, forse
aveva solo voglia di entrare in mare.
Arrivammo sul bagnasciuga erallentò, camminava
molto
lentamente, un passo dopo l'altro e avevamo già l'acqua alle
caviglie. Una volta che l'acqua le raggiunse la vita, prese coraggio e
si tuffò scomparendo sotto l'acqua.
La imitai.
Un brivido mi corse lungo la shiene, finalmente potevo nuotare
tranquillo con una ragazza stupenda, che, nel giro di due mesi avrebbe
lavorato al mio fianco.
Continuai ad avanzare sott'acqua, sentivo il mio corpo accaldato
rinfrescarsi e adattarsi alla temperatura dell'acqua. Riemersi
perchè a corto di ossigeno, capii immediatamente che anche
lei
stava proando la stessa sensazione perchè quando
riaffiorò fece un profondo respiro, e espirando sorrise come
mai
le avevo visto fare prima, era un sorriso sincero e pieno di energia.
Sì, Zoe aveva ragione quel giorno n macchina, mi ero
decisamente
innamorato di lei.
Restammo in acqua per un ora circa, semplicemente nuotando un po',
rimanendo a mollo e chiaccherando di cose assolutamente insensate e se
si vuole anche stupide. non ci importava che avessero senso, ridevamo
insieme come due bambini, spassandocela in modo del tutto naturale ed
innocente.
Quando anche l'ultima risata si fu spnta ci accorgemmo di essere
più vicini di quanto credevamo... l'acqua mi arrivava al
collo,
ma lei per rimenere alla mia altezza doveva galleggiare
perchè
non ci toccava.
Eravamo a una spanna... avrei voluto prenderla per mano e dirle
ciò che proavo per lei, ma non ne ebbi il coraggio. Insomma,
ci
conoscevamo appena da due giorni, mi sembrava un po'affrettato...
Dopo essere usciti verso le 15 aspettammo di essere completamente
asciutti e ci incamminnammo verso il nostro hotel.
- Facciamo a chi arriva primo? - mi chiese quando ormai eravamo
arrivata a 150 metri dalla nostra spiaggia
- E cosa mi dai se vinco io? -
-... Ti insegno a ballare -
- hmm... mi sta bene, e se vinci tu, cosa vuoi?-
- Non saprei... -
- E se ti facessi una sorpresa, la accetteresti?-
- Adoro le sorprese, quelle belle però, guai a te se
è un brutto scherzo -
Ci guardammo per un istante
- Via!!! - disse all'improvviso cogliendomi del tutto impreparato.
Cominciammo a correre, sollevavamo sabbia ovunque, era veloce davvero,
non me l'aspettavo, forse avrei dovuto a giudicare dal fisico, ma non
riuscivo a capire come facesse una cosa così fragile e
delicata come lei a sprigionare tanta potenza.
Ad un certo punto dato che non riuscivo a rimanere in testa feci uno
scatto e l'afferrai per la vita abbracciandola, mentre lei mi teneva le
mani, non per staccarle anzi proprio al contrario.
Ad un certo punto persi l'equilibrio e caddi, lei mi cadde sopra.
restammo a fissarci negli occhi alcuni istanti interminabili.
Sciogliemmo la presa nello stesso momento, ma giuro che se mi avesse
trattenuto un solo secondo in più, l'avrei baciata.
AVVISO
Non potrò postare per almeno una decina di giorni
perchè partirò per le vacanze Lunedì 5
perciò fino al 16 non scriverò più,
a meno che Domenica non mi venga un'ondata di ispirazione pazzesca.
Grazie
a MissFify e NIkkyStew che mi sostengono recensendo, grazie anche alle
persone che hanno inserito la mia storia tra le seguite.
Baci
SweetDancer96
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Innamorati persi ***
innamorati persi
PoV: Sara
Dato che la gara non era stata vinta da nessuno avevamo deciso di
comune accordo che entrambi avremmo avuto i premi promessi
precedentemente e dalla mattina successiva lui avrebbe preso lezioni di
danza da me.
Avevo passato una giornata splendida con Taylor, certo non era ancora
finita perchè erano le 6 di pomeriggio. mi aveva promesso
che
anche la sera sarebbe uscito, l'animazione aveva organizzato uno
spettacolo di benvenuto ai turisti e avevamo deciso che avremmo
assistito insieme, anche con Chiara e il suo nuovo compagno.
Ebene sì, Chiara avav trovato un ragazzo che si era subito
invaghito di lei, era simpatico e un po' ingenuotto, d'altra parte come
lei. Alto muscoloso e snello, biondo e con gli occhi azzurri. La solita
bellezza di cui è facile innamorarsi, era un tipo spigliato
e
non si vergognava, nemmeno davanti a me. Non sapeva che Taylor fosse a
un passo da lui perchè lui aveva preferito dirgli un nome
falso.
Appena eravamo salite in camera per prepararci per la cena Chiara mi
aveva assalito di domande. Si aspettava che fosse successo
chissà che cosa e rimase un po' delusa quando le avevo detto
che
non ci eravamo baciati per un soffio.
- Tipico di te... romanticona e sognatrice, io non avrei aspettato
occasione migliore -
- Già lo so... Davide ne è la dimostrazione! - le
risposi ridendo.
- Però non puoi negare di essertene innamorata - Colpo
basso. Non me lo sarei mai aspettata sinceramente.
- io...No... Non... Hei! Ma che cosa dici !!! -
- Ne sei innamorata! - Si vedeva che ci godeva a vedermi
così
impacciata difronte a questioni amorose. io non ero mai rimasta senza
parlare, io ero sempre quella con la parola pronta da dire,
già
premeditata. Sempre. Manon con problemi d'amore perchè non
avevo
nessun tipo di esperienza. Chiara era quella esperta e le piaceva
sapere di essere migliore di me in qualche campo.
- E va bene, hai vinto tu... Me ne sono innamorata - Dissi sospirando
sconsolata, era inutile dovevo smettere di mentire a me stessa. Ero
perdutamente innamorata di Taylor.
Finita la conversazione decisi di andare subito a lavarmi,
perchè se no c'avrei messo tre ore a scegliere che cosa
indossare.
Dopo una lunga doccia rinfrescante aprii l'anta dell'armadio nel quale
avevo sistemato la mia roba... Non avevo idea di come presentarmi, ma
visto che la sera ci si vestiva sempre eleganti negli hotel sceldi un abito
delicato e semplice e scelsi delle scarpe ( stessa foto
dell'abito) altrettanto semplici ed eleganti che stavano bene con
qualunque vestito, l'unica mia preoccupazione era il tacco, solo un
paio di volte avevo usato scarpe con tacco simile e ne avevo il terrore
però decisi di rischiare ugualmente.
Quando Chuara mi vide appena ebbe finito di farsi la doccia, rimase con
la bocca spalancata... probabilente non aveva mai visto nessuno
così orribile.
- Sei una Bomba Sara! - Esclamò, erano rare le volte che mi
chiamava Sara, e quelle volte lo diceva perchè significava
che
stava parlando seriamente.
- Lo pensi sul serio? - Chesi un po' diffidente
- Certo! Non sono mai stata così seria... -
- Lo stenderai ! - Eccola, l'aspettavo la cigliegina sulla torta...
avevo intuito subito dove voleva andare a parare. In realtà
era
davvero quello che speravo.
Ci eravamo messi d'accordo che gli uomini ci avrebbero dovuto aspettare
in fondo alle scale e così fu.
Anche la mia best si era vestita elegantissima solo che aveva
messo il muso perchè continuava a dire che io ero talmente
bella
che lei sarebbe stata messa in secondo piano, ma io sapevo che stava
scherzando.
La scalinata seguiva la curva perciò dal salone ancora non
avrebbero potuto vederci.
Mi tremavano le mani. Davide era un po' in ritardo perciò ci
raggiunse alle spalle. Come naturale lui aveva occhi solo per Chiara
perciò per lasciarci da soli in un momento magico
e molto
romantico decisero di scendere dall'altra scala che arrivava
direttamnete davanti alla sala pranzo.
Oh no! ero rimasta del tutto sola, avevo le farfalle nello stomaco e
l'adrenalina mi scorreva nelle vene, ero stra eccitata, ma anche
totalmente impaurita
A vederlo dall'esterno si sarebbe potuta dire una cavolata, non era
nemmeno un appuntamento formale, ma stavo male veramente tanto ero
contenta e agitata.
Feci un profondo respiro e cominciai a scendere le scale una per volta.
Ero arrivata alla curva, un passo ancora e sarei stat completamente
invista. Un altro respiro e presi coraggio.
Estrassi il miglior portamento e mi sforzai nonostante la paura di
avanzare elegantemente, come se stessi entrando in scena con le mie
scarpette.
Era ancora girato verso la porta a vetri dell'entrata per fortuna, ma
si stava per girare.
Probabilmente notò che qualcuno stava scendenso e si
voltò completamente. Il mio cuore batteva a tremila, ma
ormai
ero sul mio palco e i riflettori erano tutti completamente puntati su
di me.
Osservai la sua espressione: tale qualea quella di Chiara di poco prima.
Anche lui era elegante nella sua semplicità: aveva una camicia
bianca con le maniche tirate sù per il caldo e un paio di
Jeans. Era bellissimo. E affascinante.
PoV: Taylor
Il ragazzo della sua amica non era ancora arrivato, proprio oggi doveva
essere in ritardo, questa sera che ero super agitato, avevo le mani che
mi tremavano e le farfalle nello stomaco. Avevo paura di essere
inadatto di essermi vestito troppo elegante o troppo sportivo.
Sapevo che sarebbe scesa a minuti perciò cercai di darmi una
calmata. Feci un raspiro profondo e provai a rilassarmi.
Vidi scendere dalla scala opposta Chiara con Davide... Rimasi
interdetto, che significava?
Si diressero verso di me.
- Io ero in ritardo e ci siamo incontrati sulle scale - Mi disse Davide
- Perciò abbiamo deciso di scendere dall'altra parte per
lasciarvi soli.... - intervenne Chiara
Fantastico, sarebbe stato un momento ancora più romantico.
- Noi rimaniamo all'albergo a mangiare così potete restare
tranquilli per conto vostro - continuò Chiara lanciandomi un
occhiata alquanto eloquente, feci finta di non averla vista.
- Grazie mille, non so davvero come ringraziarvi - Risposi cortesemente.
- Noi scappiamo, starà arrivando. Stai attento, mi
raccomando.
Un consiglio: serra la bocca - Non afferrai il concetto. Che strana
ragazza, sembrava davvero più piccola di Sara.
Mi girai verso la porta a vetri per smorzare la tensione e osservare la
gente entrare e uscire.
Percepii un movimento sulle scale e mi voltai.
Non so nemmeno come descrivere quello che vidi: Aveva un abito stupendo
e anche con i tacchi alti riusciva a sfoggiare tutto il suo fascino da
ballerina. I capelli boccolosi erano sciolti e le ricadevano morbidi
sulle spalle.
Rimasi letteralmente incantato ad osservarla scendere. Avevo capito
solo ora quello che intendeva dire la sua amica, perchè
avevo la
bocca aperta per lo stupore.
quando fu al quinto gradino le andai incontro tendendole la mano per
aiutarla a scendere gli ultimi gradini che ci separavano. Mi accorsi
che portava un anello
nella mano sinistra, sperai che non avesse nessun significato
importante.
- Sei stupenda - le dissi sinceramente ammaliato e stordito dalla sua
vicinanza.
- Grazie, ma anche tu non scherzi - mi rispose sorridendo.
- Ti voglio portare in un posto speciale -
- Davvero? e dove? - Mi chiese incuriosita
- E' una sorpresa -
- Comincio ad avere paura di queste sorprese -
- Non ti preoccupare, ti piacerà - le dissi.
La presi per mano e lei intrecciò le sue dita alle mie, mi
diressi verso la mia stanza, dove sulla terrazza i camerierei
dell'albergo avevano preparato una cena solo per noi.
Probabilmente stavo facendo una pazzia, ma non mi interessava.
Si fece ricondurre sù per le scale da dove era scesa senza
fare domande.
Solo quando fummo davanti alla mia camera alla fine del corridoio
parlò.
- Questa è la tua camera? - Mi chiese
- Certo -
- Veramente? -
- Sì... -
- La mia è quella all'inizio del corridoio, siamo vicini
allora. -
- Wow fantastico, ora so dove bussare la notte - scherzai
- Certo - Rispose ridendo.
Meno male che l'albergo era nuovo e non c'erano chiava,
perchè
se no ci avrei messo un eternità ad aprire la porta. Sfilai
dalla tasca la tessera e la sfregai contro il sensore, con uno scatto
la serratura si aprì.
Per galanteria la faci entrare tenendole la porta aperta, poi entrai,
la ripresi per mano e la guidai sulla terrazza.
Quando fummo arrivati, rimase stupefatta da ciò che avevo
fatto
preparare. Da lì nessuno avrebbe potuto disturbarci o
vederci.
Non mi andava di invitarla per farle mangiare una pizza, insomma questo
era il nostro primo e vero appuntamento anche se non glie l'avevo
proprio annunciato. Ci avevano preparato una cena a base di pesce,
costosa, ma più elegante.
Sapevo bene che era una ragazza molto romantica, e vedere il tramonto
da una terrazza mentre si cenava mi sembrava perfetto.
Appena arrivta sulla terrazza si diresse verso la ringhiera, che le
arrivava appena sotto il petto, ad ammirare il paesaggio, io mi
accostai a lei. Alla luce dorata del tramonto era ancora più
bella.
- Grazie - Mi disse voltandosi verso di me.
- Grazie di tutto, nessun ragazzo ha mai fatto tutto questo per me -
Questa affermazione mi stupì, come faceva una ragazza
così bella a non essere stata corteggiata prima. Mi sembrava
assolutamente assurdo e impossibile.
- In che senso? - le chiesi
- Nessun ragazzo prima d'ora mi ha mai guardato come fai tu, nessuno mi
ha mai invitato a fare una passeggiata sulla spiaggia e tanto meno a
cenare assieme -
- Non sei mai stata con nessuno?! - Le chiesi davvero stupito
- No, mai. Nessuno mi ha mai considerata. Nemmeno come amica. -
- Che idioti! Bè non sanno cosa si sono persi... tutti -
- Davvero pensi questo di me? -
- Stai scherzando?! Certo che lo penso! -
La presi per mano, era una mossa un po' azzardata ma non ci pensai
troppo.
Mi avicinai.
PoV: Sara
Si avvicinò, era così vicino da farmi girare la
testa.
Dal suo sguardo si capiva che stava dicendo la verità.
Anche io feci un passo avanti, eravamo talmente vicini ora che potevo
sentire il suo profumo, era avvolgente e dolce.
Cominciò ad avvicinare il volto al mio ed io feci lo stesso.
Chiusi gli occhi.
Le nostre bocche si toccarono. Le sue labbra erano calde e morbide e
scivolavano lente sulle mie, aveva appoggiato le mani sui miei fiianchi
e ora mi stringeva a sè con passione.
Mi sentivo bruciare un fuoco dentro che man mano andava aumentando.
Appoggiai le mani sul suo petto con delicatezza.
Continuammo a baciarci per un tempo indefinito, potevano essere ore,
minuti, secondi....
Non avrei mai voluto staccare le mie labbra dall sue, ma lo feci.
Volevo guardare la sua espressione. Avevo paura di non avere fatto la
scelta giusta, o di avere fatto un passo falso.
Alzai lo sguardo. Era sereno come non lo avevo mai visto prima e mi
sorrideva con dolcezza.
- Ti amo - Mi disse.
- Con tutto mè stesso -
Angolo
SweetDancer96
Non pensavo ma sono riuscita a finire il capitolo... Spero
vi sia piaciuto.
Questo sarà davvero l'ultimo capitolo perchè per
12 giorni non scriverò più dato che sono al mare.
Recensite e fatemi sapere che cosa ne pensate della storia.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Bagno a Mezzanotte ***
Bagno a Mezzanotte
Scusate tantissimo per il ritardo, ma sono stata in vacanza e non sono
andata avanti con la storia.
PoV: Taylor
Mi avvicinai al suo volto angelico. Avevo paura che si sarebbe
ritratta, invece si avvicinò a sua volta. Le nostre facce
erano
così vicine che potevo sentire il suo respiro caldo sul mio
collo sudato.
Mi avvicinai di nuovo e anche lei fece un altro passo avanti. Eravamo
tanto vicini che il nostro naso si sfiorava.
Chiusi gli occhi e la baciai.
Ero al settimo cielo, non pensavo che sarei mai riuscito a provare un
sentimento tanto forte e profondo.
Sentivo la passione come fosse corrente trasmessa attraverso la nostre
labbra. Sentivo la delicatezza delle sue mani posate sul mio petto e la
sensazione che mi suscitavano. Io la stringevo a me cingendole i
fianchi con entrambe le mani. Sentivo le nostre labbra muoversi morbide
e delicate in sincrono.
non avrei mai voluto allontanare il viso dal suo, ma lentamente il
bacio si sciolse. Volevo vedere la sua espressione, avevo paura di
essermi sbilanciato e avere osato troppo. In fin dei conti ci
conoscevamo da due giorni, La fissai negli occhi. Era serena, anche se
sapevo che stava cercando le mie stesse conferma.
- Ti amo - le dissi.
- Con tutto mè stesso - In quel momento ero più
sincero di quanto non lo fossi mai stato.
Cogliendomi di sorpresa si alzò in punta di piedi e mi diede
un
dolce, tenero e breve bacio, facendomi fremere, poi mi sorrise.
- Anche io - rispose.
Ero totalmente su di giri. La abbracciai forte.
Solo in quel momento ci accorgemmo della musica che faceva da sottofondo
( Guardate tutto il video se no non si capisce quello che volevo
trasmettere) , era dolce ma potente. Adoravo quella canzone.
- Questa sarà lla nostra canzone - le dissi.
La presi per mano e la accompagnai al tavolo. Gradì tutto
quello
che ci avevano preparato. Mentre mangiavamo chiaccherammo per
tutto il tempo ridendo degli aneddoti divertenti. In sua compagnia non
esistevano pensieri negativi o preoccupazioni, e anche le mie ferite
erano state guarite tutte.
PoV: Sara
Quando ci accorgemmo che lòa serata si stava aprendo con la
"
baby dance " dei bambini, ci fiondammo mano nella mano giù
dalle
scale e arrivammo appena in tempo prima che si spegnessero le luci.
Quando si riaccesero l'equipe d'animazione entrò in sena.
Erano
molto gli animatori: una decina circa, ma che catturò la mia
attenzione fu un volto in particolare. Non mi srei mai aspettata di
rivederlo... Non lì!
Daniele, ricordavo bene il suo nome. Era il ragazzo che un paio di anni
fa, in vacanza, aveva fatto girare la testa a me e alle mie amiche.
Sorrisi per l'ironia della sorte e in quell'istante si voltò
verso di me incrociando il mio sguardo. Impossibile non notare la
sorpresa della sua espressione quando mi riconobbe.
Non mi aveva mai parlato o naotato allora. Solo una sera quando ci era
passato accanto ed io l'avevo salutato mi aveva guardata negli occhi
salutandomi. Era stata soltanto una stupida cotta, già
dimenticata dopo un'ora di viaggio verso casa. In tutti i casi il mio
cuore era occupato ora e non c'era più posto per nessuno.
Strinsi la mano di Taylor ancora più forte... ogni suo tocco
scatenava in me una sensazione stupenda e indescrivibile, Quando mi
sfiorava la pelle era come se lasciasse una scia infuocata. Guardandolo
negli occhi avevo capito che io appartenevo solamente a lui e a nessun
altro. Mi cinse i fianchi con un braccio e mi strinse a
sè. Ero al settimo cielo, in Paradiso.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai cullare dalla canzone
del vento, senza ascoltare ciò che l'uomo con il microfono
stava
dicendo. Era una sensazione quasi familiare, l'avevo sognata troppe
volte, ma non me la sarei mai immaginata così forte e
coinvolgente.
Sapevo di amare Taylor più della mia stessa vita. Poteva
sembrare strano, assurdo o addirittura impossibile, eppure era la
verità.
Si voltò verso di me e mi guardò negli
occhi.
- Vieni con me... - mi disse.
- Dove andiamo? - gli chiesi molto incuriosita.
- A mettere il costume -
Rimasi interdetta, ma lo seguii comunque.
Mi accompagnò davanti alla mia camera e dopo avermi di nuovo
baciata con tenerezza corse ad indossare il costume in camera sua, ed
io feci lo stesso. Avevo capito che voleva portarmi in spiaggia a fare
il bagno.
Sopra al costume indossai un paio di jeans
attillati e una semplice maglietta
a maniche corte, tuttavia scordai di togliere le scarpe
con i tacchi per la fretta.
Dopo essermi rivestita uscii dalla stanza e mi accorsi che mi stava
già aspettando. Mi sorrise, mi prese per mano e corremmo di
nuovo giù a capofitto per le scale, questa volta non ci
dirigemmo verso l'anfiteatro, ma verso la pineta che conduceva alla
spiaggia.
Correvamo, perciò ero stata obbligata a togliere le scarpe.
Dopo un minuto eravamo sulla sabbia. Ci togliemmo i vestiti e li
lasciammo cadere disordinatamente e correndo ci buttammo in acqua. Era
ovviamente più calda rispetto al giorno e si stava da favola.
Ridevamo come due bambini, era una risata complice e sincera.
Anche nell'oscurità non era difficile riconoscersi.
Cogliendomi
alla sprovvista mi prese in braccio e mi buttò in acqua.
- Così non vale però !!! - protestai quando
riemersi boccheggiando. Rise.
- In amore vale tutto ! -
- Anche questo allora! ... - dissi buttandomi addosso a lui per farlo
sbilanciare e cadere in mare. Non era preparato perciò la
mia
mossa andò a segno, ci fu un solo problema... anche io caddi
con
lui dato che aveva fatto in tempo ad intrappolarmi con le braccia.
Una volta riemersi mi accorsi che non ci toccavo, così mi
aggrappai a lui mettendogli le braccia intorno al collo. Lui non aveva
problemi dato che era almeno dieci o quindici centimetri più
alto di me percò appoggiò le mani sulla mia
schiena
provocandomi un brivido. Se ne accorse e mi sorrise. La mia pancia
toccava i suoi addominali scolpiti, riuscivo a sentire i nostri cuori
battere all'impazzata.
Sorrisi a mia volta.
Avvicinò le labbra alle mie fino a sfiorarle ripetutamnete,
poi
la pressione si fece più intensa e ci lasciammo andare in un
bacio appassionato. Nessuno dei due voleva o riusciva afermarsi
perciò continuammo a baciarci per un'ora o forse di
più.
Quando Taylor si accorse che stavo tremando di freddo mi mise un
braccio intorno alle spalle facendo in modo che mi stringessi al suo
petto per riscaldarmi. Uscimmo dall'acqua a mi coprì on
l'unico
asciugamano che avevamo portato. Prese in mano i nostri vestiti
rimttendosi la sua maglietta sopra al costume bagnato. Tornammo in
albergo passeggiando sotto il cielo stellato. Quando entrammo
nell'hotel non c'era più in giro nessunoo, anche gli
animatori
erano andati a letto, dovevano essere le due e mezza probabilmente. Ma
accompagnò davanti alla porta della stanza e dopo esserci
scabiati un ultimo e fugace bacio ognuno tornò nella propria
camera.
quando rientrai Chiara era ancora sveglia, stava insolitamente leggendo
un libro.
- Salve, ti stvo aspettando, è da due ore che leggo sempre
la
stessa pagina nella speranza di vederti rientrare. Su allora? raccontra
tutto per filo e per segno, in ogni particolare - Mi disse senza
nemmeno lasciarmi respirare.
Scoppiai a ridere, era davvero unica ed incredibile. Aveva fiuto per
certe cose così non negai e le raccontai tutto nei minimi
particolari. Quando finii lei era a bocca apetra e aveva gli occhi
completamente sgranati dallo stupore. Risi di nuovo osservandola. Erano
ormai le tre di notte, avevo un sonno terribile, ma ero felice di poter
condividere un momento così importante della mia vita con la
mia
migliore amica. Dopo essermi asciugata i capelli tirai indietro le
coperte e mi buttai sul letto sprofondando nel cuscino morbido. Mi
addormentai subito.
PoV: Taylor
Stavamo correndo mano nella mano verso la spiaggia, avevo voglia di
stare solo con lei e il mare mi sembrava il posto migliore dato che
nessuno ci sarebbe mai andato a quell'ora. Era circa Mezzanotte e in
cielo vi era qualche stella solitaria.
Arrivammo alla spiaggia e ci togliemmo i vestiti per poi buttarci in
acqua correndo. Quando vidi che l'acqua le arrivava appena sopra il
bacino la presi in braccio e la buttai lontano facendole fare un tuffo.
-Così non vale però !!! - mi disse
quandò tornò a galla ancora tossicchiando.
- In amore vale tutto ! - le risposi ridendo
- Anche questo allora ! ... - mi disse. Non colsi il significato delle
sue parole o meglio non ne ebbi il tempo perchè mi si
scagliò addosso, solo in quel momento compresi le sue
intenzioni, mi voleva buttare in acqua. Così la bloccai in
un abbraccio facendola cadere con me, un po' come era successo la
mattina stessa in piscina. Sembrava passata già una
settimana da quando l'avevo conosciuta, invece erano appena due giorni.
quando tornammo in piedi Sara si accorse che non ci toccava al ontrario
di me, ci eravamo spinti un po' in là ma a me l'acqua
arrivava poco sopra ai pettorali.
Si aggrappò al mio collo con entrambre le mani. La
nostra pancia e i nostri petti si toccavano, tanto che potevo sentire
il battito dei nostri cuori, era un ritmo regolare ma potente, sempre
più veloce mano a mano che i secondi passavano. Le posai le
mani sulla shiena e lei rabbrividì. Non riuscii a trattenere
un sorriso spontaneo e involontario. Mi piaceva sapere che avevo un
certo effetto su di lei.
Avvicinai il volto al suo osservando le sue labbra perfette come
fossero state scolpite dall'artista più bravo del mondo,
sfiorandole più volte con le mie, poi le appoggiai
delicatamente sulle sue aumentando sempre uin po' la pressione. Sara
rispose al bacio con altrettanta dolcezza e delicatezza. Ci lasciammo
andare in un bacio molto appassionato. Un bacio vero. Sincero.
Nessuno dei due voleva essere il primo a spezzare l'incanto di quel
bacio e continuammo forse per un'ora o forse di più.
Fui io ad allontanare il volto dal suo quando mi accorsi che stava
tremando di freddo. Uscimmo dal mare e l'avvolsi nell'asciugamano,
raccolsi i nostri vestiti e mi infilai la maglietta
che si sarebbe probabilmente bagnata a contatto con il costume.
Rientrando in hotel notammo che tutti erano a dormire e l'orologio
della reception segnave le due e mezza. La accompagnai davanti alla sua
stanza ( l'avrei fatto anche se non fosse stata nello stesso corridoio
del mio) e dopo un ultimo e fugace bacio le diedi la buonanotte e andai
nella mia stanza.
Entrando notai che Harry mi aveva aspettato alzato. Ormai era diventato
mio amico e confidente.
- E' stata la giornata più bella della mia vita caro Harry
...- dissi sospirando felice.
- Sono contento che abbia passato una bella giornata - Harry era sempre
moderato e non dimostrava mai interesse per non essere invadente, ma in
fondo sapevo che stava morendo di curiosità.
- Ricordi che ti avevo parlato di una ragazza conosciuta poco prima di
partire? -
- No signore, non ricordo -
- Ma sì... La ragazza che dovrà lavorare con me
tra un mese circa, Sara si chiama... -
- Ora ricordo... la ballerina con le stelline tatuate sulla caviglia? -
- Sì, prprio quella! - risposi pieno di entusiasmo.
- Oggi ci siamo scontrati in piscina e siamo finiti nell'acqua insieme,
poi siamo andati a fere una passeggiata insieme sulla spiaggia, abbiamo
pranzato e abbiamo fatto il bagno in mare. La sera mentre tu eri a
Otranto a visitare la città, ho fatto preparare la cena a
lume di candela sulla terrazza. E ho scoperto di amarla veramente,
così gle l'ho detto e mi ha risposto che anche lei mi ama.
Sono sicuro che era sincera e ..... - Continuai a parlare
finchè non ebbi finito di raccontargli tutto,
senza entrare nei particolari ovviamente.
Harry per la prima volta da quando ero nato sorrise, un sorriso
sincero, non di cortesia come di solito.
- Sono felicissimo per te
Taylor, sono davvero felice che tu possa evere una
vita normale nonostante la fama - Rimasi sbalordito a dir poco, la
prima volta in tutta la storia della famiglia che Harry dava del tu a
qualcuno. Avevo provato un infinità di volte a farmi
chiamare Taylor da lui, me senza alcun risultato, ed ora avevo
finalmente sbloccato il buon vecchio maggiordomo, e avevo capito che mi
coleva bene come un padre.
Appena si accorse della mia reazione si corresse.
- Mi scusi tantissimo signore, sono davvero mortificato - disse
guardando per terra.
- No Harry, io pretendo
che tu mi dia del tu,
ti ho sempre considerato come un padre, anzi di
più perchè sei stato l'unico sempre presente
nella mia vita. -
Si commosse e scoppiò a piangere come un ragazzino. Corsi ad
abbracciarlo e confortarlo.
- Grazie, Taylor, nessuno mi aveva mai parleto così, e con
tanto affetto -
- Amici per sempre? - Gli domandai
- Amici per sempre - Rispose dandomi un'affettuosa pacca sulla spalla.
L'amore cambia sempre le persone, a volte in male, e a volte in bene.
In questo caso l'amore mi aveva cambiato per trasformarmi in una
persona reale e sincera e non più in un manichino da
fotografare.
Avviso le persone
che seguono la storia che sarà molto lunga e con molti
capitoli, se comincia a pesarvi, basta avvisare che trovo un modo per
concluderla.
Recensite in numerose!!! P.S. la traduzione della canzone
Good Enought (Evanescence) è Questa
P.P.S. Questo capitolo è dedicato alle mie amiche del mare
Federica e Filomena. Grazie per tutto quello che avete fatto per me!!!
By
SweetDancer96
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Ti Amo ***
7- Finalmente Vivi
Volevo
rispondere alla recensione di Jas_93... innanzi tutto grazie mille per
aver recensito. Sì è vero è un po'
malinconico ma
sopratutto sensibile alle emozioni della gente, ho scelto di
rappresentare così il suo carattere perchè credo
che sia
una qualità importante tener conto delle emozioni altrui.
Inoltre
credo che conoscere i punti di vista di entrambi e le sensazioni di
entrambi è utile soprattutto più avanti nella
storia,
diciamo che è anche divertente impersonarsi in due
mentalità un po' differenti e provare a pensare con la loro
testa.
Grazie
mille ancora per la recensione...
P.S.
per trovare il costume adatto ci ho messo più di un'ora
perchè nessuno mi piaceva abbastanza. Sono contenta che
qualcuno
abbia apprezzato la mia scelta!!!
Ti amo
PoV: Sara
Quella mattina dormii
più del solito, ero stanca perchè
oltre ad essere rientrata a notte fonda Chiara mi aveva tenuta alzata
ancora due ore per farsi raccontare tutto.
Fu Chiara a buttarmi
giù dal letto, spalancò le tende che
coprivano la luce mattutina e abbagliante e aprì le finestre
facendo filtrare una folata di vento fresco proveniente dal mare che
fece svolazzare qualcosa sul mio comodino.
Una busta color lilla era
posata sul mio comodino accanto a cinque
rose raccolte in un mazzo ordinato: una rossa, una arancione, una
bianca, una blu e una rosa. Aprii la busta e ne
lessi il contenuto.
Sara,
Ho scelto il lilla
perchè simbolo di Amore
sincero
Ho scelto il rosa
perchè simbolo di Amore
nuovo e appena nato
Ho scelto il blu perchè
simbolo di Saggezza,
Lealtà, Costanza e Fedeltà
Ho scelto il bianco
perchè simbolo di Innocenza,
Purezza e Bene
Ho scelto l'arancione
perchè simbolo di Amore
consolidato e Gioia
Ho scelto il rosso
perchè simbolo di Forza
d'animo e Magnanimità
Ho scelto questi colori per dirti semplicemente Ti Amo
Taylor
Quando terminai di leggrela avevo le lacrime
agli occhi, nessuno era arrivato a tanto per me.
- Ora però muoviti
perchè è da due ore che
è giù ad aspettarti per fare colazione insieme! -
Mj
rimproverò Chiara bonariamente
- Co.. lui è... non
capi... imposs.. Perchè non me l'hai detto primaaaaaa !!!!! -
Mi alzai dal letto in fretta e
furia aprii l'armadio e... mi bloccai di colpo. Crisi. E ora?! cosa
avrei potuto mettermi?!
Chiara mi buttò
letteralmente in faccia dei jeans
corti adatti per andare in spiaggia e una canottiera
altrettanto comoda di cotone.
- Li ho scelti io, se no non
saresti più arrivata -
- Grazie! sei mitica... -
Me li infilai più
velocemente possibile e corsì
giù per le scale. Quando lui mi vide arrivare
così
affannata sorrise e mi venne incontro aprendo le ampie braccia pronto
per accogliermi. Gli gettai le braccia al collo dandogli un bacio a
stampo sulle labbra morbide, poi lo abbracciai ancora commossa.
- Grazie- gli dissi con il
fiatone.
- Non sono un grande poeta, ho
fatto quello che potevo -
- E' stata la lettera
più bella che io abbia mai ricevuto in
vita mia, poetica al punto giusto e davvero molto originale... grazie,
non smetterò mai di dirtelo, mi fai sentire viva finalmente -
- Anche io mi sento vivo grazie
a te - mi rispose
- Andiamo a fare colazione, sai
il mio stomaco brontola... - Appena
finì la frase si sentì un sonoro gorgoglio che
però non proveniva dal suo stomaco, ma dal mio. Scoppiammo a
ridere
- Credo che il mio stomaco sia
d'accordo! - dissi con ancora il sorriso sulle labbra.
Mi accorsi con gioia che Taylor
e Davide erano stati spostati nel
nostro tavolo, ma lui e Chiara avevano già mangiato e ora
probabilmente erano in piscina a prendere il sole.
Dopo la colazione ci dirigemmo
sempre mano nella mano verso le stanze.
- Che si fa questa mattina? -
Chiese Taylor. Improvvisamente mi venne
in mente la corsa sulla spiaggia del pomeriggio precedente.
- Come?! te ne sei
già dimenticato??? Lezione di danza!!! -
conclusi con un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro.
- ... Non vedo l'ora! - rispose
sinceramente entusiasmato
- Mi devo cambiare... metti
qualcosa di comodo e sportivo -
- Certo! a dopo Amore - stava
già per incamminarsi verso la sua camera quando lo fermai
posandogli una mano sul braccio
- Come hai detto? -
- A dopo... - Rispose titubante
- No, dopo di questo... -
Abbassò la testa
- Amore - disse
contovolgia per paura di avere fatto qualcosa di sbagliato.
Gli alzai il mento
delicatamente per far sì che mi guardasse negli occhi. Era
... spaventato?
Avvicinai delicatamente le mie
labbra alle sue facendole aderire
completamente così da sentirne il sapore dolce e mieloso.
Senza
staccare le mie labbra dalle sue gli sfiorai la guancia teneramente con
la mano.
La fermò con la sua
e me la posò sul petto all'altezza
del cuore per farmi sentire come il suo battito aveva accelerato...
- Mi piace da morire quando mi
chiami Amore -
- Sai, per un momento ho
pensato che ti desse fastidio, da come hai reagito inizialmente hai
dato questa impressione -
- Non volevo farti
spaventare... - Dissi sorridendo e guardandolo negli occhi quasi verdi
- Ora vai, se no va a finire
che non ce la facciamo -
- Ok, vado -
Entrai in camera sfilando la
tesserina dalla tasca e facendola scorrere
contro il sensore. In quel momento pensai a come avesse potuto fare a
lasciarmi la sorpresa. L'avrei chiesto più tardi.
dopo essermi lavata aprii di
nuovo l'armadio.
Scelsi un completo
di Dimensione Danza che Lucia mi aveva regaleto per il
comleanno, non l'avevo ancora usato e questa era l'occasione perfetta.
PoV: Taylor
Spalancai l'armadio salutando
Harry che si era appena lzato con un sorriso smagliante stampato sulla
faccia.
Scelsi vestiti
e scarpe
comode come mi aveva detto Sara (guardate solamente i vestiti e le
scarpe, sono quelli che ora mi interessano) e corsi fuori dalla stanza
dopo essermi lavato. Stava uscendo anche leiquando le arrivai accanto.
Intrecciai la mia mano alla sua e scendemmo le scale. Andammo verso la
direzione. Probabilmente si era già messa daccordo con i
dirigenti per occupare la palestra, prese la chiave e scendendo una
rampa discale ci trovammo davanti ad una porta, aprì con la
chiave e ci trovammo in una palestra
completamente pavimentata coc il parquet e con una parete ricoperta di
specchi, era grande, ma non esageratamente, sicuramente più
grande della palestra in cui si stava allenando quando l'avevo vista la
prima volta. Ci era già stata in quella palestra
perchè
si diresse verso lo stereo e disse
- Dovrebbe già
esserci il mio CD se i ragazzi dell'animazione non si sono allenati
questa notte -
Si tolse le converse nere
e consumate e si infilò le mezzepunte ancora più
consumate, mettendo bene in evidenza il tatuaggio con le stelle sulla
caviglia poi si diresse verso lo stereo ad alta definizione e con casse
sistemate ad ogni angolo della palestra. Estrasse il suo Ipod e lo
collegò all'apparecchio. Il dito scorreva su e giu sulle
schermo
touch in cerca della canzone adatta.Una melodia ritmata ed allegra
invase la sala.
- Cominciamo con un po' di
riscaldamento per le braccia, segui i miei movimenti e ripetili con me -
Erano passi di danza che
fungevano da riscaldamento, ma non era
semplice seguirla e comunque si notava che ci provava gusto a vedermi
un po' ipacciato.
Ad un tratto scoppiò
a ridere.
- Sei troppo bello
così impegnato a cercare di fare bene, mi piaci un sacco
così -
- Sfotti eh! - Le risposi
ridendo, sapevo di essere un pessimo
ballerino di danza jazz e moderna e mi piaceva sapere di esserlo. Mi
piaceva anche l'idea che lei mi vedesse in difficoltà nel
suo
campo, almeno non le avrei dato l'impressione di essere invincibile e
capace di fare tutto... Era una sensazione bellissima vederla ridere
così di gusto.
Cominciai a farle il solletico
sulla pancia.
- No!!! ti prego il solletico
noooo -
Cominciò a correre
per la sala per scappare da me, quando fece
uno scatto avavnti per arrivare all'altro capo della palestra riuscii a
prenderla, la sollevai allaciando le mani sul suo grembo e facendola
girare.
Quando la riappoggiai per terra
si voltò verso di me e mi diede
un piccolo bacio sulle labbra, doveva essere un bacio brevissimo,
invece le intrappolai le labbra nelle mie e la tenni stretta a me
posando una mano sul suo volto in modo che le mie dita potessero
sfiorare anche i suoi capelli sciolti.
- Credo che il riscaldamento
possa bastare - mi disse.
- No, mi piaceva
così tanto fare la figura del negato totale! -
Sorrise e si sedette per terra
per sciogliere i musicoli delle gambe. La guardai con gli occhi
sgranati.
- Non ti preoccupare, non te
l'avrei fatto fare - rispose alla mia
espressione. Dopo essersi riscaldata andò a cambiare musica:
scelse Kaboom di Lady Gaga e cominciò ad insegnarmi passi
su passi, finchè non fummo a metà
canzone, quando mi
buttai a terra per la stanchezza.
- Per oggi abbiamo finito,
anche perchè il tempo che ci avevano
concesso è scaduto - Mi prese per mano e mi
spronò ad
alzarmi, la seconda volta che lo fece io la tirai verso di me e
atterrò con la bocca sulla mia...
- Ora ho la forza per alzarmi -
Annunciai soddisfatto
- Opportunista- rispose
sorridendo.
Raccolti borse e asciugamani da
spiaggia ci dirigemmo verso la pineta per raggiungere il mare.
Durante il pomeriggio giocammo a biliardino e a beachvolley con Chiara
e Davide, ma più che altro restammo in mare per la maggior
parte del tempo a chiaccherare di cose assurde, film, libri, ragazzi,
raggazze e attori vari.
Passammo una settimana
tranquilla felici e spensierati lontani dall'animazione e dagli
spettacoli perchè a Sara non piaceva e non si divertiva.
Notai in quei cinque giorni che faceva di tutto pur di stare lontana
dagli animatori, e non capivo perchè ma sinceramente non mi
importava più di tanto perchè avendo la ragazza e
la compagnia più che piacevole mi divertivi un sacco. Per
quanto riguardava la danza, stavo facendo davvero progressi, non mi
obbligava a ballare come le femmine come invece mi ero immaginato,
preparava pezzi di hip-hop e breakdance, l'unica volta che avevamo
fatto un ballo su una musica dolce era stato più che latro
un lento animato dai suoi salti e i suoi passi assolutamente aggraziati
e leggeri. " Da piccola volevo volare, è per questo che ho
imparato a danzare" mi aveva detto una mattina quando le avevo chiesto
come faceva ad avere sempre la carica, l'energia e la forza necessaria
nonostante la fatica.
Sembrava ridicolo, ma mi
divertivo veramente a ballare con lei...
C'era complicità tra
noi, stare insieme ci veniva davvero naturale, quando eravamo in
compagnia non ci appartavamo per rimanere soli e ci godevamo la
giornata insieme agli altri per non essere noiosi con gli altri e non
annoiarci.
PoV: Sara
Tutti i giorni facevo di tutto
per stare lontana dagli animatori, non mi andava di incontrare Daniele,
mi sentivo una stupida perchè non avevo assolutamente niente
da nascondere, ma non volevo che nel nostro fantastico rapporto si
intromettesse un "vecchio amico" che non avrebbe portato altro che
gelosia e guai. Perciò facevo di tutto per stare con Chiara
e Davide che si erano rivelati una fantastica e divertente compagnia.
Passavamo un sacco di tempo con loro, e per me questo fu importante per
fare capire a Chiara che nonostante l'amore, il nostro rapporto non si
sarebbe mai ditrutto comletamente perchè una aveva bisogno
dell'altra.
In quei giorni lei parve
capirlo bene, tanto che anche quegli anni in cui eravamo state
costrette a stare lontane, nulla si era danneggiato e anzi, il nostro
rapporto si era dimostrato indistruttibile e in quei pochi giorni
recuperammo tutto ciò che si era perso in mesi di lontananza.
Taylor rimaneva sempre e
comunque sotto falso nome perchè, mi confessò un
giorno, era già un miracolo che nessuno lo avesse
rionosciuto. Si faceva chiamare semplicemente Matteo e come cognome
alla reception aveva dato quello del suo maggiordomo di famiglia. Aveva
detto che anche lui era venuto in vacanza con Taylor ma personalmente
non l'avevo mai visto. Sapevo che si chiamava Harry solo
perchè ogni tanto me ne parlava.
Quella sera decidemmo di andare
a Gallipoli a fare un giro per i negozietti, ma Davide e Chiara
decisero che sarebbero andati alla serata d'animazione, così
rimasero all'hotel.
Ci divertimmo un sacco io e
Taylor, mangiando il gelato era rimasto un po' sporco e dopo aver riso
per un quarto d'ora mi ero decisa a pulirlo con un piccolo bacio
innocente.
Passando davanti ad un negozio
d'alta moda ero rimasta colpita da un vestito, il vestito dei
sogni di quando ero piccola, uguale identico a come l'avevo
immaginato... Ero rimasta davanti alla vetrina per pochi secondi, ma a
Taylor bastarono per capire che era l'unica cosa che aveva realmente
attirato la mia attenzione durante tutta la serata, in tutti i casi non
mi disse niente e continuammo a passeggiare lungo il viale illuminato
dalle luci di bar, gelaterie e pizzerie.
Rientrammo presto, alle undici
e mezza eravamo arrivati all'hotel. La serata in anfiteatro non era
ancora terminata, perciò Chiara doveva essere sicuramente
ancora là. Dopo il solito, romantico bacio sulla portaognuno
rientrò nella propria stanza. Mi buttai sul letto
felice , da sdraiata notai la borsetta di Chiara appoggiata el
comodino e poi lo scrosciare dell'acqua in bagno. Mi misi a
sedere sul letto ancora con il sorriso sulle
labbra proprio nello stesso istante
in cui Chiara uscì dal bagno.
Aveva gli occhi cerchiati di
rosso, segno che aveva pianto e sofferto a lungo.
Non
è un capitolo molto lungo, ma mi mancava un po'
l'ispirazione e volevo
terminarlo in suspance, così non ho potuto allungarmi
più di tanto.
Fatemi sapere che cosa ne pensate dello sviluppo dell storia, mi
raccomando, aspetto le vostre recensioni...
by
SweetDancer96
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Piccola e fragile lacrima salata ***
8 - Piccola, fragile lacrima salata
PoV: Sara
Aveva gli occhi cerchiati di rosso, segno che aveva pianto e sofferto a
lungo.
- Oh mio dio! che ti è successo??? - Urlai preoccupata.
corsi ad
abbracciarla e sulla mia spalla scoppiò di nuovo a
piangere...
non era un capriccio, nè una delusione amorosa. Non aveva
mai
reagito così e la conoscevo troppo bene per capirlo da sola.
Di
certo Davide non aveva nessuna colpa.
- Mia ... mia ... mia mamma è...è... morta -
disse tra un
singhiozzo e l'altro. Rimasi di sasso. Impietrita. Come poteva essere
successo...
- E' colpa mia, non dovevo andarmene, non doevo lasciarla sola -
- Calmati e dimmi cosa è successo - il fatto è
che non ci
potevo credere. Roberta, la madre di Chara era sempre stata come una
zia per me, la adoravo e non ci potevo credere. No, era impossibile!
- Stava andando all'ospedale a trovare mia nonna e un camion l'ha
travolta... andava di fretta perchè le avevano detto che non
si
sentiva bene... - Questa volta fui io che non riuscii a trattenere le
lacrime. Mi sfuggirono calde e lente sulle guance e poco dopo
scoppiammo entrambe in singhiozzi. Una abbracciata all'altra. Nessuna
ci voleva credere.
Ci stingevamo forte come se avessimo paura che il cuore frantumato
potesse colare fuori dal petto. Lei soffriva per la morte di sua madre,
io piangevo la sua sofferenza.
Rimanemmo così abbracciate a piangere finchè
tutte le
lacrime non furono consumate. Restammo lì varie ore, anzi
tutta
la notte finchè il sole non sorse. Fu la notte
più lunga
e allo stesso tempo la più breve che avessi mai vissuto.
L'incredulità aveva lasciato il posto ad un angoscia
straziante.
Entrambe avevamo gli occhi gonfi e rossi.
- Davide lo sa?- fu l'unica cosa che riuscii a biascicare prima che la
voce si incrinasse di nuovo.
- E' stato con me fino a quando non sei tornata tu, non voleva
andarsene ma io volevo che si riposasse. Dopotutto è inutile
che
soffra anche lui -
- Starà male comunque, però sono ... contenta
... di essere qui con te, non avremmo mai dovuto separarci e di certo
non lo farò più. Non ti lascerò mai
più
sola -
- Neanche io ti abbandonerò mai, sei troppo preziosa, quanto
la mia vita ormai. - Mi rispose.
- Grazie per aver condiviso la mia sofferenza, grazie perchè
mi sei stata sempre al fianco -
Altre lacrime mi rigarono il viso, lacrime che pensavo di aver
terminato. Questa volta non erano di tristezza, erano di commozione. La
prima arrivò sul labbro superiore e poi nella mia bocca
semiaperta. Serrai le labbra per assagiarne il sapore. Salata. E come
se no? Non avrei mai dimenticato quel momento, non avrei mai
dimenticato quella piccola, fragile lacrima salata.
Ci lavammo il viso, anche se non bastò a rimetterci in sesto.
Qualcuno bussò debolmente. Andai ad aprire, Davide era
davanti a
me, indossava una tuta che probabilmente aveva tenuto tutta notte e
aveva gli occhi rossi anche lui.
Senza parlare mi feci da parte e lo feci entrare con un debole e poco
convincente sorriso.
Non avevo mai notato quanto fosse sensibile e terribilmente innamorato
di Chiara quel ragazzo. Mi resi conto che la loro non era la solita
storiella passeggera ma si era creato un forte e robusto rapporto, un
intreccio di fili che mano a mano andava inspessendosi e rafforzandosi.
Tutti i sentimenti invisibili, di fronte ad una sofferenza vengono a
galla e si mostrano per quello che sono. A volte in bene a volte in
male. Questa è la vita, il mondo reale che tanto avevo
temuto.
Uscii dalla stanza per lasciarli tranquilli nel loro dolore. Sapevo che
sarebbe passato presto questo momento, ma non per questo andava
sminuito, anzi doveva essere vissuto in ogni suo preziosissimo istante.
Percorsi il corridoio a testa bassa, avevo ancora indosso i vestiti
della sera precedente. arrivai difronte alla stanza 122, la camera di
Taylor.
Bussai. Taylor stesso venne ad aprirmi.
- Che è successo, per la miseria! - Mi disse con lo stesso
tono che avevo usato io quella sera con la mia amica.
Scoppiai di nuovo in lacrime e affondai il viso nel suo petto nudo e
muscoloso. Mi abbracciò accarezzandomi la guancia umida di
lacrime e tenendo un braccio saldo attorno alle mie spalle. Stavo per
crollare e lui se n'era accorto.
- Calmati, respira, come stai? - mi chiese seriamente preoccupato
sedendosi sul letto con me in braccio
- Sto meglio - risposi facendo un profondo respiro per cercare di
fermare il flusso di lacrime che minacciava di uscire di nuovo.
- Non si direbbe... non hai dormito tu! -
- E' vero, ma non avrei mai potuto. La mamma di Chiara è
morta e lei sta peggio di me -
Anche lui come me rimase sbigottito.
- Come è potuto accadere? -
- L'avevano chiamata dall'ospedale che sua madre la voleva vedere per
parlarle, la avevano avvisata che non stava molto bene, in strada
andava di fretta e non è riuscita a scansare un camion, che
l'ha
travolta. -
Rimase in silenzio. Mi ero calmata. Era come se avesse fatto un
incantesimo, stavo quasi bene, se si poteva dire così.
Appoggiai la testa nell'incavo della sua spalla e m lasciai confortare
dal calore della sua pelle. Mi accorsi di avere freddo, e la mia pelle
era davvero gelida.
Anche Taylor se ne accorse in quel preciso istante. mi toccò
la fronte.
- Sei bollente- sussurrò spaventato.
- Sdraiati immediatamente, prendo del ghiaccio e chiamo immediatamente
un medico! -
Stavo sudando, ora la mia pelle ardeva, mi sentivo avvampare e nemmeno
il ghiaccio che poco dopo mi venne posato sulla fronte servì
a
darmi sollievo.
L'ultima cosa che rvidi furono i suoi bellissimi occhi marrone chiaro
osservarmi preoccupati, poi ... buio totale.
PoV: Taylor
Appena sveglio sentii bussare alla porta, mi alzai dal letto ancora un
po' intontito e corsi ad aprire.
Mi aspettavo di tutto ma non lei.
- Che è successo, per la miseria! - urlai preoccupatissimo
quando vidi la sue espressione distrutta. Per tutta risposta fece un
passo avanti e scoppiò in lacrime nascondendosi nel mio
petto. Le appoggiai una mano sulla guancia accarezzandola e le cinsi le
spalle con l'altro braccio. Stava per crollare, si sentiva
semplicemente sfiorandola quanto era debole in quel momento. Mi sedetti
sul letto tenendola in braccio per non interrompere il contatto tra le
sue lacrime e il mio petto. Nonostante fosse un momento triste, era una
sensazione piacevole.
- Calmati, respira. come stai? - Le chiesi. Non mi interessava cosa
fosse accaduto, in quel momento solo lei era importante... al centro
dei miei pensieri.
- Sto meglio - rispose facendo un profondo respiro.
La guardai meglio in faccia.
- Non si direbbe... non hai dormito tu! -
- E' vero, ma non avrei mai potuto. La mamma di Chiara è
morta e lei sta peggio di me -
Rimasi senza parole, sbigottito.
- Come è potuto accadere? - Chiesi un po' sconvolto dalla
notizia.
- L'avevano chiamata dall'ospedale che sua madre la voleva vedere per
parlarle, la avevano avvisata che non stava molto bene, in strada
andava di fretta e non è riuscita a scansare un camion, che
l'ha
travolta. -
Rimasi in silenzio. Era l'unica cosa che potevo fare. Era una
sofferenza tutta loro, non mi potevo intromettere, potevo semplicemente
stare con lei e confortarla.
Lei appoggiò la testa nell'incavo della mia spalla
per farsi coccolare. le sfiorai una mano. Era gelida. Anche lei si
accorse in quell' istante di avere freddo.
Automaticamente la mia mano scivolò sulla sua fronte.
- Sei bollente - sussurrai spaventato
- Sdraiati immediatamente, prendo del ghiaccio e chiamo immediatamente
un medico! -
Stava sudando e la sua pelle ardeva. Vidi che nemmeno il ghiaccio che
le avevo posato sulla fronte aiutava a darle sollievo.
Guardai i suoi occhi che mi incrociarono per una frazione di secondo
poi... svenne.
Sapevo che si sarebbe ripresa, ma non ero comunque tranquillo, lo
stress di quella nottata doveva essere stato veramente
esagerato.
Le adagiai la testa sul cuscino, sistemai le lenzuola in modo che
potessero apparire meno disordinate. Indossai una maglietta e chiusi la
porta per lasciarla riposare in modo che nessuno tranne me potesse
entrare.
Scesi le scale e andai alla reception.
- Mi scusi potrebbe chiamare un medico, perchè la mia
ragazza sta male. Ha la febbre alta ed è svenuta -
- Chiamo subito, mi dice il numero di stanza? -
- 122 -
- Salve, potrebbe venire all'Hotel Crystal, una ragazza non
si sente bene, la trova alla stanza 122 al primo piano. -
Probabilmente il dottore rispose e poi si rivolse a me
- Mi chiede per conto di chi sto chiamando -
- Risponda che chiama per conto del signor Laut ... Smith - Dissi
correggendo la voce e pregando che l'impiegata non avesse capito.
Chiuse la telefonata.
- Arriva in un baleno, torni pure dalla sua ragazza - mi disse
cordialmente la donna.
Corsi di nuovo su per le scale, non mi piaceva usare l'ascensore e poi
andavo di fretta. Tornai in camera quasi correndo. Non si era svegliata
ma ora dormiva semplicemente. La temperatura non si era abbassata
però. Aveva le guance paonazze e la fronte sudata. Presi un
panno umido e glie lo appoggiai sulla fronte al posto del ghiaccio.
Circa dieci minuti dopo qualcuno il dottore bussò alla
porta. Entrò e la visitò.
- Non deve stare esposta al sole per un paio di giorni e per una
settimana deve rimanere tranquilla senza tornare a casa o subire
spostamenti. Ora dorme profondamente, non lasci che venga disturbata e
le stia accanto il più possibile. Se accusa dolori o
giramenti di testa è assolutamente normale. Le faccia
prendere un antidolorifico al giorno e non di più. Mi
raccomando, abbi cura di lei, anche se sono certo che lo
farà. -
Non mi lasciò nemmeno il tempo di fare domande, in fondo
aveva spiegato tutto alla perfezione. Scrisse tutto quanto al computer
stampò il foglio dalla stampante in dotazione a tutte le
stanze, timbrò e firmò il foglio.
- Lo faccia leggere alla sua ragazza, è tutto quello che ho
detto a llei ma è meglio che lo sappia anche la giovane ... -
- Sara - Gli risposi
- Anche la giovane Sara - Concluse sorridendo.
- Arrivederci - salutai cordialmente quando uscì dalla porta.
Chiamai Harry e gli chiesi se mi poteva portare la colazione in camera.
Quando entrò gli raccontai quello che era accaduto,
guardò Sara che dormiva sul letto e poi proferì
parola.
- Ottima scelta Taylor, davvero una ragazza angelica. Deve essere molto
buona... -
- E lo è. -
- Appogerò questa tua decisione fino alla morte se
necessario. Non lascerò che quelle sanguisughe rovinino
tutto di nuovo - Disse con aria fiera.
- Grazie Harry, sei mitico! - Risposi entusiasta di avere un amico
fedele come lui.
- Avvertimi quando sta meglio... ci vediamo all'ora di pranzo,
porterò da mangiare per entrambe -
- Perfetto e grazie ancora -
Detto questo, anche Harry uscìdalla stanza.
Consumai la mia colazione e quando ebbi finito mi buttai sotto l'acqua
gelata della doccia. Presi una canottiera
e un paio di pantaloni
dall'armadio.
Decisi di avvisare Chiara, così mi diressi alla stanza 118
per comunicarglielo. Bussai.
Lei stessa mi venne ad aprire. Aveva la stessa faccia di Sara.
- Sara mi ha raccontato quello che è successo e mi dispiace
un sacco, ma sono venuto a dirti un'altra cosa. -
- A Sara è venuta la febbre alta, e quando è
venuta da me mi è praticamente svenuta in braccio -
- Oh no... non volevo, mi dispiace un sacco... -
- No, non è colpa tua, sai com'è fatta Sara,
è molto sensibile e quello che è accaduto l'ha
distrutta, mi sembrava giusto solamente fartelo sapere, anche
perchè potevi preoccuparti non vedendola tornare. -
- Mi dispiace un sacco credimi... ora dov'è? -
- E' in camera mia, sta dormendo. -
- Vengo a salutarla, perchè tra un'ora parto, ho l'aereo.
Devo tornare a casa dalla mia famiglia. Forse è meglio che
sia costretta a letto, se no, testarda com'è avrebbe voluto
venire con me -
Rise, ma senza allegria.
- Ok, il dottore mi ha detto di non lasciare che la disturbino, ma te
lo potresti fare mille volte. Mi sembra un dovere. -
- Grazie -
- Vieni con me...- La accompagnai davanti alla mia porta e la lasciai
entrare, io rimasi fuori.
PoV: Sara
Sentii la porta aprirsi, ricordavo di essere nella stanza di Taylor, ma
non mi aspettavo di vedere entrare Chiara... aveva la stessa
espressione che veva quella notte e improvvisamente mi sentii in colpa
per essermi abbandonata ad un sonno tanto lungo, Quanto avevo dormito?
Due ore? Subito mi misi a sedere sul letto
- No, stai giù, hai bisogno di riposare, sei stanca e debole
-
Non la ascoltai nemmeno
- Scusa non volevo lasciarti sola così a lungo... -
- Stai scherzando? non è nemmeno un'ora che sei uscita dalla
nostra stanza! In tutti i casi Taylor ha dice che il medico ha ordinato
di tenerti letto almeno due giorni, e senza stare esposta al
sole. Non ti puoi muovere dall'albergo per una settimana almeno,
perchè sei ancora troppo debole... Gli ordini, sono ordini! -
- Ma lo sai che quello che dicono i medici non mi interessa -
- A me sì, perciò starai riguardata -
- E da quando ti interessano i medici??? - Dissi incredula
- Da ora! - strillò furiosa.
- Scusa, non volevo spaventarti, ma non sopporterei di perdere anche
te, già con mia madre è stato un duro colpo...
Per favore, fallo per me!-
- Hai ragione, scusami tu... non avrei dovuto insistere. So
già perchè sei venuta qui. lo sapevo
già da ieri sera ma speravo di poter venire conte. Sembra
però che il destino non me lo permetta - Dissi sconsolata.
- E' meglio così fidati, non si offenderà nessuno
che tu non ci sia, perchè tutti sanno quello che hai sempre
fatto per noi e sicuramente la mamma da là sù te
ne sarà grata, come lo è sempre stata -
- Quando parti? -
- Tra tre quarti d'ora ho l'aereo perciò parto subito. Non
sarò sola comunque. Davide viene con me, tanto abita a due
km da casa mia. Abitiamo nello stesso paese, ti rendi conto??? -
Per un momento i suoi occhi furono attraversati da un'immensa
felicità che però, scomparve subito.
- Sono felicissima per voi due... Riguardati e chiamami subito appena
arrivi a casa - Un'altra lacrima segnò il mio viso. Anche
lei stava piangendo silenziosamente.
- Verrò presto a trovarvi -
- Anche tu stai riguardata, guarisci presto e goditi la vacanza... ma
sopratutto buona fortuna con Taylo, ti ama più di quanto
credessi, più di quanto potessi immaginare, non perderlo -
Vidi sparire i suoi capelli biondi e lisci dietro la porta e sentii
Taylor ringraziare e salutare a sua volta Chiara.
Tornò dentro alla stanza. L'unica cosa che ora volevo er
stare solo con lui, e nessun altro. Quando si sedette sul
letto accanto a me gli strinsi la mano. Mi avvicinai a lui e gli diedi
un bacio mentre le lacrime continuavano a scorrere abbondanti e
silenziose, entrambi potevamo sentirne il sapore, entrambi le
condividevamo.
- Se la caverà, è una ragazza forte - Mi
sussurrò.
- Sì, ne sono certa - Risposi
La febbre già mi stava scendendo, m Taylor insistette per
farmi dormire ancora.
Mi svegliai con l'odore di pane caldo e appena sfornato sotto il naso.
Sorrisi automaticamente. L'angoscia stava svanendo e il pomeriggio
sarebbe stato ancora lungo.
Aprii gli occhi e lo trovai seduto intento ad osservarmi. Si accorse
subito che mi ero svegliata e mi scostò una ciocca di
boccoli ribelli dalla fronte, mi sentivo abbastanza in forze per
alzarmi dal letto.
mi tirai sù.
- Ho bisogno di una doccia rinfrescante - sospirai sorridendo.
Si alzò in piedi anche Taylor, mi prese le mani.
- Dopo il dottore mi ha consigliato di portarti nella piscina al
coperto, prima è meglio che mangi qualche cosa -
- Va bene, ma solo perchè me lo dici tu... a me i medici
stanno antipatici -
Rise.
- Sei sempre in grado di sorprendermi, vuoi cambiare i vestiti e
metterti qualcosa di più comodo? -
- Sì, forse è meglio -
- Ti accompagno in camera allora... -
Uscimmo dalla stanza ed entrammo nella mia... stavo molto meglio
rispetto a prima.
Spalancai l'armadio... scelsi la prima cosa che trovai davanti, un
prendisole comodo.
Andai in bagno e indossai subito anche il costume regalatomi proprio da
Roberta per il mio compleanno... pochi giorni rpima che partissi.
Già il mio compleanno, tra tre giorni sarebbe stato il mio
compleanno.
Tornammo in camera sua e pranzammo insieme senza parlare. ognuno era
immerso nelle proprie riflessioni.
Angolo
SweetDancer96
Innanzi tutto Grazie mille Jas_93... Lo so che questo capitolo
è un po' triste e magari per qualcuno un po' palloso ma era
necessario per il continuo della storia.
Spero vi stia appassionando la mia storia e spero che continuiate a
leggerla. Grazie anche alle ragazze che hanno inserito la storia tra le
preferite o le seguite.
Vi avviso che per un po' di tempo la FF rimarrà in
sospeso perhè sono in vacanza.
Baci la vostra Sweet
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Rivalità e gelosie ***
9 - Rivelità e gelosie
Carissima
MissFify ... MI MANCHI DA MORIRE !!! Finalmente ti sei fatta viva, non
aspettavo altro che le tue recensioni e quelle di Jas_93 .
Grazie
mille a tutte e due per il sostegno e grazie per i complimenti, pensavo
che l'ultimo capitolo invece vi sarebbe sembrato palloso...
evidentemente non è stato così
GRAZIE MILLE!!!
Questo capitolo
è dedicato a voi!!!
Rivalità
e gelosie
PoV: Taylor
La accompagnai nella sua camera affinchè si cambiasse e si
sollevasse di morale.
Pranzammo nella mia stanza invece, come già programmato.
Più tardi ci stendemmo sul divano grande. Ancora nessuno dei
due
aveva parleto, ognuno era immerso nelle proprie riflessioni e non si
rendeva conto di quello che accadeva all'esterno.
Lei però si era risollevata, stava meglio e anche se mi
dispiaceva dirlo, la lontananza di Chiara sembrava giovarle alla salute.
Sì, ora stava bene, evidentemente era stato lo stress a "
distruggerla "
Le
diedi un piccolo e lieve bacio sulla fronte per attirare la sua
attenzione. Mi rivolse un sorriso... calmo, sincero e bello. Come il
mare dopo la tempesta.
Io ero sdraiato su un fianco, lei era a pancia in sù. Ci
stavamo
abbracciando, lei aveva posato una mano appena sotto il mio braccio e
la testa accoccolata vicino alla mia spalla e le tenevo la
mano
con il braccio libero.
- Ti amo, lo sai? come non ho mai amato nessun altro in vita mia - Mi
disse rivolgendomi uno sguardo serio ma dolce allo stesso tempo.
- Anche io, e tu non puoi nemmeno immaginare quanto -
Mi baciò di nuovo, molto dolcemente.
- Ti va di fare un bagno nella piscina termale al coperto? - Le chiesi
- C'è anche una piscina termale? -
- Sì, e pure enorme! -
- E tu come lo sai? -
- Mentre dormivi me la sono fatta mostrare, perchè ti
potessi portare -
- Davvero? allora sì... ma sarà affollata? -
- No, perchè generalmente d'estate la aprono solo quando
piove - Dissi fiero che la mia scoperta potesse piacerle
- Ma se oggi splende il sole ?! -
- Infatti - Dissi ancora più fiero
- Oggi la aprono solo per noi due -
La vidi illuminarsi di colpo, era felice.
- Prendo l'asciugamano e arrivo - Disse entusiasta
- Non se na parla nemmeno, non ti lascierò un istante sola,
potresti svenire di nuovo, e non voglio che accada mentre non ci sono -
Risposo convintissimo
- E va bene - Si rassegnò
pochi minuti dopo raggiungemmo la piscina... era davvero un paradiso
quel posto.
Sistemammo le nostre cose e lei piano piano entrò in acqua,
quando lei fu dentro completamente io mi tuffai e la raggiunsi
abbracciandola e stringendola a me. sentire il suo corpo
così vicino al mio mi dava sempre i brividi, come se avessi
trovato una metà di me rimasta nascosta fino ad ora. Ogni
mia
singola cellula aveva bisogno di lei per vivere. Era come sa
la
mia vita al suo arrivo si fosse completamente rivoluzionata,
sì,
era davvero cambiata. Ora la mia vita aveva un senso, io avevo un
senso, mi sentivo realizzato, come se avessi raggiunto la mia prima e
reale meta.
La guardai negli occhi e vi vidi un immensa dolcezza tutta a mia
disposizione, era una ragazza pura e corretta. Incapace di fare del
male ma a rischio perchè facile bersaglio del male.
Sentivo il bisogno
di proteggerla, così fragile e sensibile.
E l'avrei fatto a costo della vita.
- Mi sembri sempre così fragile... - sussurrai. Sentivo il
suo respiro sul mio collo e il mio naso sfiorava il suo.
- Sono forte, molto più forte di quanto non sembri - Rispose
- Lo so, e me ne sono accorto - Non ero sarcastico, anzi ero del tutto
serio.
Sapevo che era molto forte, ma spesso trascurava sè stessa
per
mettere la sua forza a disposizione degli altri. Mi rattristava questo
fatto perchè avevo paura per lei. Qualcuno un giorno avrebbe
potuto fraintendere i suoi buoni propositi ed approfittarsene.
Mi accarezzò la guancia facendomi venire la pelle d'oca.
Ogni
suo tocco era come un regalo prezioso da conservare...
perciò
erano così speciali quei momenti.
Averla così vicina mi dava alla testa, avevo solo voglia di
baciarla e così feci.
La baciai tanto da riempire finalmente i nostri cuori di passione.
Insieme diventavamo una cosa sola.
Le nostre labbra si muovevano dolcemente le une sulle altre
assaggiandone ogni millimetro.
Anche il suo corpo ancora leggermente teso dalla febbre appena svanita
si rilassò.
Non avrei mai staccato le labbra dalle sue se non fossimo stati
interrotti da alcuni passi che entrambe sentimmo improvvisamente
riecheggiare nel corridoio dall'altra parte della stanza.
Ci voltammo per vedere chi stava per entrare dalle porte a vetri
oscurate.
PoV: Sara
Ci voltammo per vedere chi stava per entrare dalle porte a vetri
oscurate.
Era Daniele. Sbiancai.
No, perchè... l'avevo evitato e quando meno mi
aspettavo di incontrarlo mi aveva trovata.
Non avevo per niente voglia di vederlo e di certo non in quel momento.
- Ciao piccioncini! E' da un po' che non ci si vede... non ci siete mai
quando facciamo le attività -
C'era allegria nella sua voce ma notai, e forse solo io, che vi era
anche una punta di gelosia nel suo tono.
- Ciao... da quanto tempo non ci si vede - Dissi forzatamente
- Vi conoscete già ? - Disse Taylor innocentemente sorpreso
- Già - Risposi
- Io e le tua ragazza, ci siamo incontrati un paio di anni fa in
vacanza, me la ricordo perchè di ragazze carine ce n'erano
ben
poche -
Spalancai gli occhi sorpresa dall'affermazione che aveva appena fatto.
L'aveva detto sicuramente per riveleggiare con Taylor. Ne ero certa,
anche se non lo conoscevo bene (in due settimane ci eravamo rivolti la
parola un paio di volte soltanto) l'avevo capito subito, di tipi come
lui nella zona dove abitavo ce n'erano
anche troppi. Dovevo ammettere che non era niente male come ragazzo,
alto con capelli corti e castani, appena spettinati con il gel, fisico
niente male e vestiti sempre all'ultima moda
Certamente niente a che vedere con Taylor ovviamente, ero perdutamente
innamorata di lui e, in tutti i casi, anche gli occhi avevano
certamente .la propria parte.
- Immagino, per me è stato impossibile resistere al suo
fascino
la prima volta che l'ho vista - Rispose Taylor che, per fortuna non
aveva captato la sfida che gli veniva lanciata... Tirai un sospiro di
sollievo.
- Ora vi lascio... Ho saputo dal medico che non puoi agitarti troppo
per un paio di giorni, ma al terzo giorno vi voglio entrambe a
partecipare alle varie attività -
- Mi raccomando, ci conto! - aggiunse sfacciatamente.
Quando uscì dalla porta a vetri dopo aver preso
ciò che gli serviva, rivolsi lo sguardo a Taylor.
- Non sapevo vi conosceste... non me ne avevi mai parlato prima d'ora -
Mi disse Taylor a bruciapelo.
- Lo so, e mi dispiace un sacco. Mi sento in colpa. - Risposi
sinceramente dispiaciuta.
- Ma no, figurati, non è importante, anzi non cambia
assolutamente nulla -
- Non voglio che pensi male, sì, è vero, ci siamo
già visti all'Isola d'Elba, ma ci simo parlati solo due
volte:
la prima volta ci simo salutati, eravamo pochissimi ragazzi in quel
residence perciò tra di noi c'era "solidarietà"
diciamo... la seconda volta al mio compleanno gli ho offerto la torta
perchè l'avevo offerta praticamente a tutto il villaggio.
Inutile negare che quando l'avevo visto quell'estate, con le mie
amiche, gli sbavavamo dietro, però ti posso assicurare che
è passato tutto -
Quando finii di parlare rise rilassato.
- Anche a me è capitata una cosa del genere, solo che io ero
un
altro Daniele dicimo... tra ragazze mi venivano dietro e io
facevo il fighetto per farmi vedere e farle impazzire del tutto -
- No, sul serio!? ma sapevano già che tu fossi o erano
ignare del personaggio che gli si presentava davanti? -
- Nessuno mi conosceva allora, e in Italia ero del tutto sconsciuto -
Entrambi sorridemmo.
- Quanti anni ha tu che l'hai conosciuto? - mi chiese
- Dovrebbe avere la tua età se non sbaglio -
La bufera era del tutto passata, io stavo alla perfezione ora, non
riuscivo a capire come avevo fatto a prendere quella febbre misteriosa.
Mi sembrava mi fosse venuta appesta per evitare di farmi partire con
Chiara, perchè ora nonostante stessi bene di certo Taylor,
seguendo ciò che aveva detto il dottore non mi avrebbe
lasciata
partiree sinceramente solo al pensiero di dovermi dividere da lui mi
venivano le vertigini.
- A cosa pensi?- Mi chiese quando rabbrividii
- Sto pensando a come mi srei sentita se fossi partita anche io con
Chiara, a come mi sarei sentita lontano da te, ti rendi conto? Grazie
alla febbre sono ancora qui con l'amore che pensavo non avrei mai
incontrato -
Rimase silenzioso ma con il sorriso sulle labbra. Adoravo
quell'espressione. Adoravo qualunque sua espressione, ma quando aveva
il sorrideva era semplicemente irresistibile.
Non resistetti all'impulso di baciarlo, la tentazione era tanto forte
che cedetti.
Un piccolo e soffice bacio capace di esprimere quello che provavo in
quel momento.
Mi sentivo così sicura tra le sue possenti braccia. Mi
sentivo
così fragile e bisognosa di protezione, di conforto.
Rimenemmo in piscina e nessuno venne più a disturbarci.
Tentai di affogarlo per scherzo, ma era impossibile. Una cpsa positiva
c'era però, nessuno dei due toccava in quella piscina.
Uscii dall'acqua per tuffarmi, vi era un trampolino situato all'altezza
di cinque o sei metri d'altezza.
Ero sul trampolino, avevo posizionato le punte dei piedi appena fuori
dal bordo dell'asta pronta a buttarmi.
Presi coreggio e cominciai a mollegiarmi con grazia come mi era stato
insegnato qualche anno prima da un'amica del mare che faceva le gare di
tuffi.
Saltai prima verso l'altro con le braccia aperte ad angelo e le gambe
rigorosamente chiuse e tese, quando fui a pochi metri dalla piscina
chiusi le braccia e il mio corpo entrò in acqua esattamente
perpendicolare all'acqua e teso. Quando riemersi a cinque centimetri da
Taylor mi accorsi che era rimasto a bocca aperta.
- Spettacolare... - Riuscì a biascicare
- Niente di speciale, qualcosa che mi hanno insegnato un po' di anni fa
-
- Oltre che una spettacolare bellerina sei anche una fantastica
tuffatrice! -
- No, dovevi vedere la mia amica... faceva di quelle accrobazie
impressionanti. Essere una ballerina aiuta un po' , per me è
più semplice imparare... vedi è come una
danza muta
nell'aria -
- In tutti i casi sei bravissima -
- ... Grazie -
- Ci scommetto che sai fare anche tu qualche cosa di impressionante...
oltre ad apparire un orso mentre balli!!! - Lo presi in giro mettendomi
a ridere.
Anche lui si mise a ridere.
- Lo pensi davvero?!?! - Disse con aria maliziosa e falsamente
minacciosa
- Certo che lo penso! - Dissi per provocarlo
- Adesso vedi che cosa so fare!!! - Disse.
Cominciò a rincorrermi nuotando per la piscina, ad un certo
punto non lo vii più, non riuscivo a vederlo nemmeno
sott'acqua.
Mentre ancora spaesata lo cercavo guardando se fosse uscito per
asciugarsi mi sentii tirare la caviglia. Con uno strattone mi
portò sott'acqua, mi intrappolò con le braccia e
mi diede
un romanticissimo bacio. Lo abbracciai forte senza smettere di
baciarlo. Lo amavo troppo, non potevo permetteremi di perderlo. Mai.
Lentamente ritornammo in superficie quando l'ossigeno venne a mancare
nei nostri polmoni.
Ogni volta che le mie labbra toccavano le sue mi saliva il sangue alla
testa e non capivo più niente, ogni volta come fosse la
prima
mi sentivo stordita. Nulla aveva più senso, nulla
tranne
lui.
Quando la mia mente vide un briciolo di lucidità scoppiai a
ridere, non riuscivo a spiegarmi il motivo di tanta allegria, ma ero
talmente felice e serena...
Anche Taylor si mise a ridere. La sua risata era grave e potente e con
la mia dolce e non troppo acuta formavano un intreccio perfetto.
Verso le sette uscimmo dall'acqua, ci asciugammo per non entrare
sgocciolanti nella hall dove avremmo sicuramente attirato l'attenzione.
Ognuno andò nella propria stnza per fare la doccia e
prepararsi
alla cena.
Come al solito mi trovai in difficoltà davanti
all'armadio...
non avevo idea di cosa indossare. All'inizio pensai ad un abitino da
sera, ma poi optai per una mini
(ma non troppo) di jeans e una camicia
bianca con le maniche a tre quarti. Elegante ma non troppo.
Lasciai i capelli sciolti facendone ricadere alcune ciocche sul petto.
Stavano diventando davvero lunghi: ormai mi arrivavano poco sopra ai
fianchi. I boccoli erano davvero difficili da curare e spesso mi
ritrovavo ad odiarli, ma quando erano davvero belli come quella sera li
adoravo.
Scelsi un paio di scarpe con il tacco di 10 cm, argento. Ero pronta ma
era ancora presto per la cena che sarebbe iniziata alle 19,30.
Uscii dalla porta ugualmente sperando che anche Taylor fosse in
anticipo.
Feci appena in tempo a chiudermi la porta alle spalle che mi senii
abbracciare all'altezza dei finchi, all'inizio mi spaventai ma
sfiorando con una mano il dorso di quella che mi stringeva lo
riconobbi. Mi voltai e vidi che Taylor che mi cingeva ancora il bacino
si era vestito più o meno come me: jeans scuri a vita bassa
e
camicia bianca infilata nei pantaloni, vans nere ai piedi e capelli
spettinati dal gel.
- Vedo che abbiamo avuto la stessa idea in fatto di vestiti questa sera
- dissi sorridendo
- Già... elegante ma non troppo? -
Risi in risposta alla sua domanda
- Esatto -
Mi prese per mano e insieme scendemmo le scale.
Quando arrivammo nella hall vidi che tutti gli animatori erano
lì radunati ad aspettarsi prima di cenare. Appena Daniele mi
vide gli si illuminò il volto. Anche Taylor se ne accorse e
la
sua stretta di mano aumentò lievemente, era forse geloso
dopo
quello che gli avevo raccontato? probabile.
Mi voltai verso di lui e gli sorrisi per rassicurarlo... un sorriso
complice. Infatti tutti ci stvano guardando e così, mano
nella
mano, facevamo davvero scena.
Quel sorriso voleva dire parecchie cose, compreso: guarda tutti ci
osservano... diamo spettacolo.
Anche lui sorrise assentendo.
Il nostro rapporto stava diventando sempre più complice. Mi
piaceva.
PoV: Taylor
Diciamo che entrambi volevamo far capire all agente che ci stava
guardando che eravamo soddisfatti di chi tenevamo per mano e che mai e
poi mai l'avremmo lasciato.
Assunsi questo atteggiamento in particolar modo verso Daniele che ci
squadrava. Dopo quello che mi aveva rivelato Sara
quel
Ci dirigemmo verso il nostro tavolo sempre mano nella mano, mentre
Daniele non ci scollava gli occhi di dosso. Aveva perso la sua
occasione ormai e mi pareva di capire che a Sara gli dava anche un po'
fastidio.
Ci sedemmo e fummo serviti. Finita la cena ci dirigemmo all'ampissimo
anfiteatro dove di solito l'animazione organizzava le serate.
Guardammo i bambini che si divertivano un mondo a ballare la babydance
mentre i loro genitori li fotografavano a loro insaputa.
Alle nove e trenta in punto il capo animatore annuciò
l'apertura della serata, quella sera dedicata alla discoteca.
Fecero partire subito musiche disco tipo Your Love Is My Drug o
Gettin'Over You, Memories, Kiss n' Tell, Tik Tok, If We Ever Meet
Again.
Erano tutte canzoni che io e Sara avevamo ballato durante quella
settimana e anche se non si sarebbe potuta agitare volle a tutti i
costi entrare in pista. Un paio di canzoni le ballammo come si faceva
di solito in discoteca, ma quando si formò il "Cerchio"
nella quale i più dotati in fatto di brakdance o
tektonik
si esibivano, Sara mi trascinò dentro per danzare sulle note
di
Tecnologic, quando aveva terminato di insegnarmi i passi e io li vevo
imparati davvero bene anche lei aveva ammesso che ballavo davvero bene
se mi impegnavo, perciò accettai e mi impegnai il
più
possibile per non farle fare figuracce. Finita la musica ci fu un
applauso generale, erano rimasti tutti increduli difronte al nostro
spettacolo. Quando però partì Telephone io non mi
ricordavo i passi, perciò lei decise di ballare da sola. Era
una
coreografia creata nel suo stile: danza moderna , il cerchio is era
allargato perchè tutti la volevano vedere, perciò
ad un
certo punto per evitare che si creasse la ressa senza smettere di
ballare salì sul palco lì vicino in modo che
tutti la
potessero vedere.
Era davvero spettacolare, ci metteva energia, grinta e passione.. fu
questo che ipnotizzò gli spettatori. Quando la musica
cessò un tifo incredibile la accolse. In tutti i casi non
continuò, scese e lasciò che la serata
continuasse per il
suo corso.
Mi raggiunse velocemente mentre tutti ricominciavano a ballare come
prima.
Mi prese per mano e mi sussurò un grazie all'orecchio prima
di darmi un tenero bacio che mi sorprese parecchio.
Continuammo a ballare come tutti gli altri ma molto più
moderatamente.
Circa un ora dopo la musica cambiò... Un dolce lento
uscì dalle potenti casse.
La avvicinai a me stringendola dolcemente ma anche un po'
egoisticamente.
Lei intrecciò le mani dietro il mio collo.
- Sei stata formidabile, tutti ti guardavano ammaliati prima -
- Volevo divertirmi un po' - Rispose ridendo
- E comunque ti assicuro che anche tu sei stato fantastico, ci hai
messo davvero forza e grinta, quello che ti ho sempre chiesto mentre
ballavamo le altre mattine ma che tu non sei mai riuscito a dare
completamente - Aggiunse.
Rimasi sbalordito.
- Tu mi hai guardato mentre ballavo? - Chiesi un po' sorpreso, non
pensavo che mi stesse guardando, la vedevo così presa.
- Certo, una buona ballerina deva anche saper stare in armonia con i
suoi compagni, deve osservare le loro mosse e i loro movimenti... solo
così si può creare una squadra unita. E' quello
che hai
fatto anche tu senza rendertene conto -
Sorrisi felice di averla resa soddisfatta.
- ... Grazie, vedi che anche io so fare qualche cosa ! -
- Tu non sai fare qualche cosa... tu sai fare tutto! anche sa
all'inizio ti può sembrare di non riuscirci, con un po' di
volontà riesci a raggiungere ogni tuo obiettivo-
E mentre le note di I Belive I Can Fly si facevano più
intense la baciai con amore e intensità.
Scusate tantissimo
il ritardo, ma tra una gita e l'altra la stanchezza sembra avere il
sopravvento.
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Se la
storia comincia a farsi noiosa o non vi convince più,
fatemelo
sapere che la concludo presto, altrimenti ... vedrete cosa
succederà.
Un saluto enorme a Chiara e Giulia... ( Il Trio Glorioso : D )
baci dalla vostra Sweetie
<3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Intima Illusione ***
10 - Intima Illusione
Grazie,
grazie, grazie, non so, ma ho come la sensazione che non
smetterò mai di ringraziarvi per il sostegno...
Risposte
alle recensioni-
Jas_93:
innanzitutto,
grazie mille! Hai ragione, trovare dei ragazzi
così penso che sia più o meno impossibile. Non
sarà
proprio così, Daniele, vedrai, capirà che Sara
appartiene al nostro
amato licantropo, ma di certo non ti odio perchè lo reputi
simpatico. Ti devo confessare che in raltà Daniele esiste
realmente e ti assicuro è un figo pazzesco e pure simpatico
; P
MissFify:
Io
ho ricevuto da te solo un messaggio al quale ho risposto, e te ne ho
inviato anche un altro
Si
la storia è ambientata nell'anno corrente, lo so che pure un
cieco lo riconoscerebbe Taylor, ma così la storia tra lui e
Sara
non potrebbe essere così come è, sarebbe tutto
molto
diverso.
P.S
Credo che tu mi abbia passato la febbre per gli Evanescence e i Muse :
D !!!
Vi avverto che questo capitolo sarà un po' particolare
perchè ho curato un PoV che aiuta a capire il
perchè della scelta del titolo di questo capitolo.
Intima
illusione
PoV: Sara
Quando la serata terminò ci dirigemmo verso la hall per
rientrare nelle camere. Mentre salivamo le scale Taylor ricevette una
telefonata... non avevo mai sentito o visto il suo cellulare, in tutti
i casi non rimasi sorpresa quando estrasse dalla tasca l' Iphon
più cpstoso e tecnologico che potesse esistere.
Non guardai chi telefonasse, non volevo apparire invadente o
addirittura gelosa anche se a dire il vero morivo dalla
curiosità.
Rispose in americano, ovviamente, era la sua lingua madre prima dell'
Italiano. Avendo studiato per parecchi anni l'inglese e avendo
partecipato anche a corsi d'approfondimento, riuscii a capire
ciò che disse. Sono sicura che non me lo volesse tenere
nascosto
se no si sarebbe allontanato invece di tenermi stretta per mano.
- Vogliono che vada ad una serata per la promozione di BrakingDawn in
America, dovrei stare via due giorni appena, ma non voglio partire. Non
voglio lasciarti qui sola - Mi informò appena
terminò la
telefonata.
- No, non ti devi preoccupare, io me la caverò... per due
giorni, cosa sarà mai! -
- Ma proprio ora che sei del tutto sola, non c'è nemmeno
Chiara o Davide... -
- Tu non ti preoccupare, è importante che tu ci sia... sei
il
preferito delle TeenAgers! - Gli risposi facendo un sorrisetto
malizioso.
- Sei davvero sicura? Se vuoi ti posso portare con me -
- Non mi posso muovere per almeno una settimana... ricordi cos'ha detto
il dottore? -
- Già, non mi ricordavo più... - disse con aria
triste.
Gli sollevai il mento con una mano perchè mi guardasse negli
occhi.
- Stai tranquillo, sarò qui ad aspettarti quando torni, non
puoi rinunciare. Le tue fan ti aspettano! -
Tutti erano già rientrati nelle stanze perciò
nessuno avrebbe potute ascoltare la nostra conversazione.
Gli sorrisi con affetto.
- Quando è prevista la partenza? -
- Dopodomani, alle due di pomeriggio -
- E il ritorno? - Chiesi con finta idifferenza
- Due giorni dopo, verso le cinque di pomeriggio - Rispose
- Coincide con la data di arrivo dei miei genitori, l'ho saputo poco
prima di cena ma mi sono scordata di dirtelo... -
- E quando ripartono? -
- Tre giorni dopo, farai in tempo a conoscerli se te la senti -
- Non so se essere strafelice o terrorizzato all'idea... ma ne
sono alquanto lusingato -
Risi divertita, ero anche io sinceramente terrorizzata all'idea di
dirgli che avevo trovato il ragazzo, non avevo idea di come avrebbero
potuto comportarsi dato che era il primo amore.
- Si vedrà... è un passo che presto o tardi ci
toccherà fare - Dissi ancora divertitra all'idea delle
possibili
espressioni.
- Hai ragione -
Ormai eravamo giunti davanti alla mia porta, ci salutammo e ognuno
andò aavrei fatto dormire.
I due giorni successivi passarono veloci. Troppo veloci. Non facevo
pesare a Taylor il fatto che dovesse partire, in alcun modo,
però ne soffrivo. Cosa avrei fatto sola soletta per
quarantotto
lunghissime ore?
A dirla così pareva uno sherzo.
Fatti i pochi bagagli necessari venne nella mia camera a chiamarmi.
Voleva che andassi con lui all'aereoporto almeno. Io lo stavo
aspettando sul balcone. Adoravo quel balcone, le fioriere riempite di
gerani rossi meravigliosi che pendevano dal balcone formando cuori
enormi. Indossavo il prendisole rosso che avevo utilizzato il giorno
che ci eravamo conosciuti veramente. ( vedi capitolo Un silenzio
perfetto )
Ero a piedi nudi e affacciata al balcone guardavo il panorama. La
brezza leggera proveniente dal mare mi accarezzava i capelli e li
spostava sulle spalle, anche il prendisole svolazzava leggero
diventando aderente al corpo e mettendo in risalto il mio corpo. Il
colori dell'acqua erano meravigliosi, sfumati mano a mano che il
fondale si abbassava. La spiaggia era animata dai colori degli
ombrelloni, disposti in file larghe e comode e non fitte e strette che
impossibilitavano ogni movimento. La sabbia bianca e fine quasi
abbagliava. Chiusi gli occhi per imprimermi questo momento speciale
nella mente. Non sentii il rumore della porta che si apriva e si
richiudeva alle mie spalle, ma mi accorsi della sua presenza quando mi
si affiancò posando il braccio attorno al mio fianco. Ora
sì, era un momento davvero magico e perfetto. Mi voltai e
vidi
che mi osservava, mi sorrise. Sembrava un semidio, indossava i
classicissimi "Jeans e T- Shirt (bianca)" perfetti per il viaggio, ma
era rilassato e sereno e si godeva quegli ultimi attimi di mare prima
di partire per lavoro.
Intanto faceva scorrere lentamente un dito dal mio fianco fin sotto
l'ascella.
- Hei! smettila che mi fai il solletico - Dissi ridendo
- Ah sì! - Esclamò e prese a farmi il solletico
sulla
pancia, mi misi a ridere più forte cercando di divincolarmi
Mi prese in braccio girando, mentre l'eco della risata
proseguiva.
In quel momento mi accorsi che il famoso Harry, il
maggiordomo, ci stava
facendo delle foto a nosra insaputa.
- Salve signorina - Disse imbarazzato
- Salve! - Dissi sorpresa ma felice
- Mi scusi non volevo disturbarvi, ma eravate talmente carini che
davvero non ho resistito ad entrare per fotografarvi -
- Non si preoccupi, a me non da fastidio che sia entrato... Mi dia del
tu, preferisco di gran lunga, mi fa sentire vecchia da essere chiamata
"lei" - Dissi sorridendo.
- Rispetterò il su...il tuo desiderio se anche tu mi dai
confidenza - disse correggendosi.
- Certamente... Harry - dissi con titubanza.
- Finalmente ti conosco, Taylor non faceva che parlare di te, Sara qui,
Sara là !!! -
Osservai Taylor sorridendo, aveva sul volto un'espressione lievemente
imbarazzata, mi fece ridere ma riuscii a trattenermi
- Amche a me fa piacere conoscerti, non ho mai avuto il piacere di
incontrarti ingiro per il villaggio ... -
- Lo so, appena posso vado a visitare paesi qui vicini, ma quando ci
sono preferisco tenermi lontano da Taylor, perchè
ognuno,
secondo me, deve vivere la sua vita -
- Hai ragione -
- Ora vi lascio soli ... - Disse uscendo dalla porta con un sorriso.
- E' davvero un uomo delizioso e saggio il tuo maggiordomo -
- Sì, ormai lo considero come un amico - Mi
guardò e mi sorrise divertito.
- Che c'è da ridere ?! -
- Adesso so che soffri il solletico ... -
- Non ci provare... no, non ... basta - Cercai di rimproverarlo mentre
ricominciava, ma le riste non mi permisero di terminare la frase.
Meno male che la tortura smise dopo pochi minuti.
- Dobbiamo andare Amore -
Sorrisi, quando mi chiamava così un brivido di piacere mi
correva lungo la schiena.
- Ok, mi metto le scarpe e andiamo -
Presi le ballerine bianche che avevo già preparato e le
infilai
con riluttanza, non volevo mi lasciasse, anche solo per pochi giorni ma
il pensiero mi faceva stare male.
Dopo un'oretta di viaggio arrivammo all'aereoporto. Scaricò
un
piccolo borsone e se lo mise in spalla. Mi prese per mano,
buon
segno, pensavo non lo volesse fare per paura di essere riconosciuto.
Lo accompagnai fino all'imbarco. A quel punto appoggiò la
valigia e mi prese anche l'altra mano.
- Ti amo - Mi disse
- Torna presto, non ti posso dire di fare con calma perchè
non è propriamente quello che desidero - Gli confessai
- Lo immaginavo, e comunque tornerò il prima possibile -
Mi prese il volto tra le mani e mi baciò, fu un bacio
intenso ma
già carico di nostalgia; poi mi abbracciò forte,
avrei
voluto tenerlo così stretto a me per sempre ma lo lasciai
andare, infondo sarebbe tornato presto, anzi prestissimo.
- Fai buon viaggio - Sussurrai
- Ti chiamo appena arrivo -
- Ok, aspetterò la tua chiamata, qualunque ora sia -
Un altro piccolo e tenero bacio e poi si voltò imbarcandosi.
Il viaggio di ritorno fu più lungo ma se non altro
abbastanza
piacevole. Chiacchierai con Harry del più e del meno. Mi
raccontò addirirttura com'era il mio ragazzo da bambino.
Feci un
bel po' di risate pensando a tutti i disastri che poteva aver combinato.
Una volta arrivati decisi di fare il giro largo e passare per la
piscina.
Mentre facevo il giro a bordo vasca Daniele mi vide e mi venne incontro.
- Ciao Sara ...-
- Ciao - Risposi cortesemente cercando di apparire allegra
- E Matteo? Di solito siete inseparabili - Chiese riferendosi a Taylor
- E' partito per un paio di giorni, poi torna -
PoV: Daniele
La vidi entrare in piscina e rimasi incantato da tanta bellezza.
Notai subito che non era un giorno particolarmente felice, aveva un
aria... malinconica
Le andai in contro e mi accorsi di un particolare a cui non avevo fatto
caso immediatamente. Era sola.
- Ciao Sara ... - La salutai
- Ciao - Rispose cortesemente.
- E Matteo? Di solito siete inseparabili - Chiesi forse con poco tatto
- E' partito per un paio di giorni, poi torna - Rispose con aria
malinconica
Appena pronunciò quelle parole provai un'intima
felicità
che feci fatica a contenere. La sanguisuga era fuori gioco per un paio
di giorni, forse avevo qualche possibilità di riconquistarla.
Sapevo grazie ad una ragazza un po' troppo chiacchierona che lei e le
sue amiche mi venivano dietro, il fatto è che al contrario
di
tante ragazze non sie erano mei sbilanciate.
- Mi dispiace... - Risposi con un falso tono dispiaciuto.
- Beh, penso che ora avrai più tempo da dedicare alle nostre
attività... anzi il mio capo di dovrebbe chiedere una cosa -
PoV: Taylor
Appena mi accomodai sull'aereo mi venne un flesh nella mente...
Per due giorni sarebbe rimasta sola con quell'avvoltoio di Daniele.
All'inizio non mi ero reso conto di come la guardasse in
realtà.
All'inizio mi pareva che la guardasse solamente affascinato, ma dopo
avere saputo quello che Sara mi aveva detto avevo capito che era geloso
e mi considerava come un rivale perchè non avrebbe
più
potuto riconquistarla.
Lo so che non sarebbe stato molto corretto, ma avrei chiesto ad Harry
di guardare dove fosse andata.
Non mi sentivo leale, anzi, mi sentivo un verme, ma avevo paura...
paura di perderla, di perdere la cosa più importante della
mia
vita.
Sì, Sara era diventata la più importante ora,
addirittura più della mia famiglia e della mia stessa vita.
Non era solo bella d'aspetto, perchè dovevo ammetterlo, lo
era
veramente. Ma specialmente di carattere, era davvero una brava ragazza.
E, cosa più importante di tutte: l'amavo. E lei amava me.
Mi infilai l'Ipod nelle orecchie, la prima canzone che partì
fu Good Enought, la canzone del primo bacio.
L'aereo decollò e io mi addormentai sognandola, sulle note
della nostra canzone.
PoV: Sara
Ero davanti al capo animatore, Daniele aveva detto che mi voleva
chiedere una cosa, ma anche se sapeva cosa non me l'aveva voluto dire.
- Ciao ... Sara -
- Salve - Risposi
- Ti ho osservato ieri sera mentre ballavi, e sono rimasto davvero
impressionato. Ti ho fatto chiamare per dirti che ho bisogno di te.
Vedi, la nostra coreografa e ballerina principaleClaudia si
è
ammalata e per due settimane è del tutto fuori gioco... tu
ci
potresti dare una mano per la preparazione del musical di fine
settimana? -
Sulle prime rimasi sbalordita e anche un po' intontita. Ne ero molto
lusingata.
- Certo, sarò felicissima di aiutarvi, qual'è il
tema del musical? -
- Avremmo scelto High School Musical 2 -
- Perfetto e... chi dovrebbe fare il protagonista assieme a Claudia? -
- Inizialmente era stao scelto il DJ: Marco, ma se vuoi il tuo ragazzo
potrebbe fare la parte insieme a te, ho visto che anche lui se la cava -
- Perfetto, ne sarà entusiasta! -
Con la coda dell'occhio sbirciai Daniele che era rimasto di fianco a me
in silenzio. Quando il capo animatore aveva fatto la proposta, aveva
stretto i pugni e serrato la mescella, aveva abbassato lo sguardo.
- Di solito ci riuniamo la notte, appena finita la serata e alla
mattina presto, ma se ritieni che non basti potremmo trovarci anche
dopo pranzo prima che ricomincino le attività -
- Perfetto, a me va benissimo, se mi fai avere le musiche che magari
nel frattempo comincio ad inventare le coreografie -
- Sì, cominceremo le prove lunedì dopo pranzo...
va bene? -
- Certo, perfetto così anche Ta ... Matteo fa in tempo a
tornare. E' partito per problemi in famiglia ma torna tra due giorni
esatti -
- Ok, Allora ci si vede in giro -
- Ok, arrivederci e grazie -
- E ... chiamami Peo - Disse mentre mi stavo chiudendo la porta alle
spalle.
Era un uomo simpaticissimo, avevo provato ad assistere agli spettacoli
che organizzava alla sera ed erano davvero divertenti.
- Grazie ... - Dissi a Daniele appena fummo di nuovo in piscina.
- No, non devi ringraziare me, io ho fatto solo da potavoce
perchè già ti conoscevo -
- Come sta tuo fratello? -
- Bene, sta crescendo e sta diventando un po' una testa calda -
- Come suo fratello del resto, o no? - Dissi ridendo
- Già... forse anche meno di me - E rise a sua volta
- E comunque ora ha solo dodici anni, è ancora presto per
dirlo - Concluse
- Sì hai ragione. e i tuoi fratelli come stnno? -
- Non male, quello piccolo sta diventando come l'altro ovvero
rompiscatole insopportabile, ma a parte questo stanno bene - Dissi
sorridendo
- Quindici anni, chissà com'è diventato. Mi
ricordo che pareva più piccolo, era magrolino e basso -
- Hai ancora un immagine di lui? Ecco scordatela completamente
perchè è cambiato parecchio. E' alto e
muscoloso... hai
presente ... Taylor Lautner ? - Osai
- Sarebbe? il licantropo di Twilight ? -
- Esatto proprio quello -
- Sì ho presente -
- Ecco, sono molto, ma molto simili -
- Wow, un fratello licantropo! - Scherzò
Risi, per lo meno era simpatico. E dovevo ammettere a me stessa che non
era per niente male come aspetto, anzi...
Non fossi così innamorata di Taylor, ci avrei fatto un
pensierino.
- Scusa ma ora devo proprio tornare alle mie attività oppure
Peo mi licenzia - Disse sorridendo
- Ok... e se la palestra è libera io vado a preparare le
coreografie -
- Ciao, ci si vede - Mi sautò
- Ciao -
Corsi in camera a cambiarmi e a mettere il completo Dimensione
Danza
che avevo usato la prima volta con Taylor. Presi un borsone con dentro
un asciugamano e il prendisole. Vi infilai anche le mezze punte e corsi
giù verso la reception.
Mi feci dare le chiavi della palestra e corsi giù. Ormai
erano
passate due ora dalla partenza di Taylor ma non sapevo bene quante ce
ne sarebbero volute... forse otto.
Mi avvicinai allo stereo, Peo aveva selezionato quasi tutte le canzoni
tranne qualcuna per accorciare un po' lo spettacolo.
La mia preferita in assoluto era qella finale che nel film veniva
ballata attorno alla piscina.
Cominciai a lavorare sulle prime canzoni. Erano facili e orecchiabili
perciò mi ci volle davvero poco tempo, alemno mi
sembrò
poco tempo ma all'improvviso mi accorsi che ormai erano passte quattro
ore da quando ero entrata e tra poco sarebbe stato l'orario di cena.
Avevo fatto quattro canzoni ma me ne restavano altrettante.
Era divertente.
Corsi di nuovo in camera, mi lavai e mi cambiai infilandomi
semplicemente un paio di jeans attillati, le mie converse nere e una
maglietta a maniche corte nera con un basso elettrico bianco messo di
traverso.
Nel corridoio incontrai Harry, e gli chiesi se voleva cenare al tavolo
con me. Accettò volentieri. Nonostante tutto non volevo
cenare
con Daniele, avrebbe potuto fraintendere e non mi andava di creare
squilibrio.
La cena fu piacevole.
Passate otto ore esatte ricevetti la telefonata di Taylor.
" Finalmente, non aspettavo altro che ascoltare la tua voce Amore " Mi
disse
- Anche io Taylor, non sai quanto mi sei mancato e quanto mi manchi,
c'è una cosa però che ti farà
sicuramente
piacere... -
" E' morto Daniele ? " Chiese speranzoso
- No... - Dissi mettendomi a ridere di gusto
- Seeei geloooso vero? -
" Da morire "
Risi ancora più forte
- No, Daniele sta bene ed è ancora vivo e vegeto. Peo, il
capo
animatore ci ha chiesto se vogliamo prendere parte al musical che
orgnizzano per settimana prossima. Fanno Haigh School Musical 2 e
vogliono che io gli faccia da coreografa e da personaggio principale.
In sostanza io sarò Gabriella e tu Troy -
" Fantastico, a me va benissimo. Specilmente se dobbiamo ballare!"
Disse sincreamente sorpreso e entusiasta.
- Perfetto, si comincia appena torni: lunedì -
" Perfettissimo, lo sai che ti amo? "
- Sì lo so, ed io amo te ... Che ore sono da voi? -
" E' Mezzogiorno, e ho fame perchè non ho ancora
cenato/pranzato a seconda dei punti di vista... e poi ho sonno "
- Ti credo, chiamami quando vuoi, sarò qui ad aspettare la
tua chiamata -
" Va bene Amore, ti chiamo appena posso...approposito, ti salutano
Robert Pattinson e Kristen Stuart"
Risi sorpresa e divertita
- Ricambio i saluti e di loro che sono attori fantastici e li adoro -
Sentii che traduceva i miei saluti in americano e sentii ridere in
sottofondo, erano lì con lui. Probabilmente erano andati a
prenderlo in aereoporto
" Ringraziano lusingati "
- Ok, ciao Taylor... ti amo -
" Anche io"
Chiusi la telefonata ancora su di giri per avere conosciuto
indirettamente i tre attori della saga, di cui uno era il mio ragazzo.
Quella sera rimasi all'anfiteatro, ma andai a letto presto.
PoV: Taylor
Appena arrivai in aereoporto vidi che Rob e Kris mi stavano aspettando
come promesso.
Recitando assieme eravamo diventati buoni amici.
Mentre ci dirigevamo verso la macchina raccontai loro di Sara e dei
giorni che avevamo passato insieme. Anche loro convennero con me che a
differenza di tante altre era una brava ragazza e non stava con me per
interessi.
Appena saliti in macchina la chiamai.
- Finalmente, non aspettavo altro che ascoltare la tua voce
Amore - le dissi
" Anche io Taylor, non sai quanto mi sei mancato e quanto mi
manchi, c'è una cosa però che ti farà
sicuramente
piacere... "
- E' morto Daniele ? - Chiesi speranzoso
" No... " Disse mettendosi a ridere di gusto
" Seeei geloooso vero? " Mi chiese stuzzicante
- Da morire - risposi
Rise ancora più forte
" No, Daniele sta bene ed è ancora vivo e vegeto. Peo, il
capo animatore
ci ha chiesto se vogliamo prendere parte al musical che orgnizzano per
settimana prossima. Fanno Haigh School Musical 2 e vogliono che io gli
faccia da coreografa e da personaggio principale. In sostanza io
sarò
Gabriella e tu Troy "
- Fantastico, a me va benissimo. Specilmente se dobbiamo ballare!-
Risposi entusiasta..
" Perfetto, si comincia appena torni: lunedì "
-Perfettissimo... lo sai che ti amo? -
" Sì lo so, ed io amo te ... Che ore sono da voi? "
- E' Mezzogiorno, e ho fame perchè non ho ancora
cenato/pranzato a seconda dei punti di vista... e poi ho sonno -
" Ti credo, chiamami quando vuoi, sarò qui ad aspettare la
tua chiamata "
- Va bene Amore, ti chiamo appena posso...approposito, ti salutano
Robert Pattinson e Kristen Stuart - Le dissi, era vero, mi avevano
chiesto di salutarla ed io l'avevo fatto.
Rise probabilmente sorpresa e divertita
" Ricambio i saluti e di loro che sono attori fantastici e li adoro "
Riferii ciò che aveva detto, Rob e Kris risero e
ringraziarono.
- Ringraziano lusingati -
" Mi fa piacere, ciao Taylor... ti amo "
- Anche io - La salutai e chiusi la comunicazione.
- Deve esserti molto affezionata - Mi disse Rob
- Sì, quanto io lo sono a lei, la amo, come non ho mai amato
nessun'altra in vita mia - Risposi
Kris e Rob si guardarano e si sorrisero. I loro occhi erano davvero
pieni d'amore, come i miei lo erano per Sara.
PoV: Daniele
Ero in super ritardo, ma sinceramente non mi importava. Dovevo parlare
con Sara e dirle che in realtà mi piaceva un sacco e volevo
mi
desse una possibilità. Anche una sola ma almeno provasse a
stare
con me. Non riuscivo a trovarla. L'avevo vista a cena, si era vestita
da classica TeenAgers. Indossava converse nere straconsumate, jeans
attillati e maglietta nera a maniche corte. Mi aveva stupito il suo
trucco leggermente dark: si era messa la matita nera attorno agli occhi
( senza esagerare, però di solito preferiva usare colori
pallidi
come il rosa pastello o addirittura del tutto acqua e sapone) e il
rimmel, quella sera per la prima volta avevo notato che all'orecchio
sinistro aveva tre buchi, infatti aveva indossato un paio di orecchini
neri a forma di basso elettrico e due perle una nera e una bianca ai
due buchi extra . Aveva stile, e me ne ero accorto.
Avevo setacciato il ristorante e la piscina, ma non c'era, a quel punto
decisi di fare un giro attorno all'hotel, magari era sulla terrazza.
Appena cominciai a salire le scale della terrazza mi accorsi che era
proprio lì perchè riconobbi la sua voce. Stava
parlando
al telefono.
Capii subito che parlava con Matteo, il suo ragazzo. Probabilmente le
chiese se fossi morto perchè lei rispose che stavo
bene ed
ero ancora vivo e vegeto.
Rimasi sulle scale ad ascoltare la conversazione.
Quando chiuse la telefonata capii che stavo facendo uno sbaglio. Era
innamoratissima di lui, come d'altronde lui lo era di lei. Il mio era
semplicemente un capriccio. sì proprio un capriccio, o una
scommessa; volevo riconquistarla come avevo fatto due anni fa quando
era appena adolescente. Non era giusto rovinare la loro giovane storia.
Mi sentivo davvero un verme.
La sentii sospirare e capii che stava sorridendo.
Mi voltai e scesi le scale, me stavo arrendendo prima che la lotta
avesse inizio, ma era giusto così.
L'avrei solamente fatta soffrire facendo altrimenti.
Era giusto così, mi ero creato un'intima
illusione. Proprio: un'illusione.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Un dolce risveglio ***
11 - Un dolce risveglio
Risposte alle recensioni
jas_93: Sì, hai proprio ragione sono carinissimi insieme i
due piccioncini, non mi stanco mai di scrivere di loro due.
Sai avevo pensato di fare proprio come hai pensato tu per HSM2 ma dopo
non potevo più concludere il capitolo in quel modo, per far
sì che anche Daniele avessa un ruolo un po' più
simpatico
e non solo da odioso.
MissFify: Di sms te ne ho inviato un altro... l'hai ricevuto??? Detto
proprio sinceramente sì mi piacerebbe ...
Lo sai che sei proprio sadica a volte ?!
Quando torni ? io il primo di settembre. faremo in tempo a
ri-incontrarci prima del'inizio della scuola???
Godetevi anche questo capitolo e, mi raccomando recensite.
Un Dolce Rsiveglio
PoV: Taylor
Il lavoro che avevo da sbrigare era terminato e aveva avuto un
successone, la folla era in delirio totale.
Non vedevo l'ora di tornare da Sara, nonostante fossimo stati lontani
solo due giorni io non riuscivo più a fare a meno di lei.
Harry mi aveva detto che le aveva fatto compagnia mentre cenava e
avevano chiecchierato amichevolmete mentre erano a tavola.
- Ce la farai conoscere un giorno? - Mi chiese ad un tratto Rob
- Certo, penso che non veda l'ora di incontrarvi -
- Che tipa è? di carattere intendo -
- E' una ragazza tranquilla, tanto per cominciare appena mi ha visto
non mi è saltata addosso come tutte le altre ragazze della
sua
età avrebbero fatto, è dolce, è
simpatica e
scherzosa, è tenace e solare. L'unico difetto che ha
è
che a volte si trascura per aiutare gli altri -
- In che senso? - Mi chese incuriosito
Cominciai a raccontargli quello che era successo solo due giorni prima
con Chiara.
- Caspita! disposta a tutto pur di farsi in quattro per gli altri -
- Esatto -
- Si vedi che la ami come nessun'altra. Non ti ho mai visto
così affezionato a qualcuno, nemmeno della tua famiglia -
- La mia famiglia a parte Harry, non mi ha mai dato niente. Sempre in
giro per il mondo. Non mi hanno fatto vivere l'infanzia per la premura
di farmi diventare famoso e ricco -
- Lo so, ed è triste -
- Ho imparato a non farvi più caso, anche perchè
ora sono al settimo cielo -
- Si vede - Disse lui sorridendo ironico.
Nonostante l'iniziale invidia per il mio fisico Rob era diventato
davvero un amico.
- Ciao, ci si vede... verremo presto a trovarvi -
- Ciao, e fai buon viaggio. grazie per aver interrotto le tue vacenze
per venire ad aiutarci -
- Di niente e saluta Kris e gli altri -
- Lo farò...-
Mi voltai e mi diressi all'imbarco.
Salii sull'aereo e di nuovo mi addormentai, sarei arrivato il giorno
dopo verso le sei di mattina e per le sette sarei stato all'albergo.
Ero riuscito a liberarmi prima del previsto.
Non telefonai a Sara perchè le volevo fare una sorpresa.
Arrivai all'orario previsto. Harry mi aspettava sulla jeep che gli
avevo regalato per il suo compleanno. Lui aveva preferito affrontare il
viaggio in auto perchè aveva paura dell'aereo.
Lo salutai con un abbraccio e poi caricata la valigia saltai in
macchina al posto del guidatore. La guida di Harry era sicura ma lenta,
mentre io non vedevo l'ora di arrivare dalla ragazza he amavo.
In tre quarti d'ora fummo all'albergo. Corsi in camera a cambiarmi.
Indossai una maglietta a maniche corte al posto della camicia e un paio
di bermuda della adidas simili a quelli che avevo indossato per ballare
al prima volta con Sara. Finito di prepararmi, alle sette mi diressi
verso la sua stanza. Pensavo si fosse già svegliata, invece
quando entrai con la tessera di scorta che mi aveva dato la trovai
ancora addormentata.
L'ultima volta che l'avevo fista priva di coscienza il suo volto era
avvampato e la sua espressione tormentata, ora era del tutto diversa.
Era serena e innocente, pareva avesse il sorriso sulle labbra. Era
coperta fino al bacino con un lenzuolo candido che profumava di
ammorbidente.
Chiusi la porta e mi avvicinai al letto inginocchiandomi. Seguii il
profilo del suo braccio con un dito e vidi che ebbe un brivido anche
nel sonno. Sorrisi vedendo che nonostante fosse del tutto ignara che le
fossi accanto, il suo corpo reagiva al mio tocco involontariamente.
Rimasi forse un'ora ad osservarla. Era bellissima anche addormentata.
Aveva un fascin particolare... quasi infantile.
Non avrei voluto svegliarla, ma non resistevo più. Mi
avvicinai
ancora di più. Avvicinai il mio volto al suo molto
lentamente e
le diedi un delicato ma dolcissimo bacio sulle labbra morbide. Quella
lieve pressione la svegliò e vidi i suoi bellissimi occhi
castani illuminarsi quando capì che ero tornato.
Si sedette sul letto tstrofinandosi gli occhi.
Appena si rese davvero conto di come si fosse svegliata si mise in
ginocchio sul letto abbracciando con le braccia il mio collo e posando
di nuovo le sue labbra sulle mie. Risposi al bacio volentieri. Si
capiva che anche lei aveva voglia di riabbracciarmi. Era un bacio
intenso e appassionato come non lo era mai stato.
Appena cercai di staccarmi fece un verso di disapprovazione e
tornò a baciarmi.
- Hei - dissi sorridendo senza allontanare troppo le labbra dalle sue.
- Come mai questa passione? Nostalgia o senso di colpa? - Le chiesi
senza smettere di sbaciucchiarla
- Secondo te? - Mi chiese a sua volta aumentando l'intensità
e
la pressione del bacio.Fece scivolare una mano tra i miei capelli.
Quell'ultimo bacio mi stordì, fu però un dolce
stordimento.
- Nostalgia, ne sono sicuro - Mi diede un ultimo breve e tenero bacio,
poi scoppiò a ridere
- Mio Dio! Non pensavo una persona mi potesse mancare talmente tanto! -
Risi anche io. Aveva sfogato la voglia che aveva di riavermi accanto a
sè e anche la mia nostalgia si era placata.
- A me fa solo piacere... -
La abbracciai forte, avevo bisogno
di sentirla accanto a me e per me.
PoV: Sara
Dopo quella sera Daniele non era più stato insistente e mi
venne
il dubbio che la sera precedente i passi che avevo sentito sulle scale
della terrazza fossero i suoi, non ci pensai però
più di
tanto.
Ero preoccupata perchè Taylor non mi aveva chiamata e non
sapevo
se fosse già partito o stesse ancora lacorando. Non volli
disturbarlo però, non mi andava di fare la ragazza
appiccicosa e
supergelosa. Le avevo sempre odiate quelle persone.
La sera del secondo giorno della sua assenza ero rimasta in palestra
fino alle due di notte a provare i passi e inventare le coreografie per
il musical.
Andai a dormire che ero stravolta letteralmente. Mi lavai e infilai i
pantaloni aderenti grigi del pigiama e la maglietta azzurro cielo a
maniche corte.
Mi buttai sul materasso morbido e nel giro di un minuto già
dormivo.
Una morbida pressione sulle labbra che dopo qualche istante capii era
un bacio, mi svegliò. Nel sonno avevo avuto come la
sensazione
che Taylor mi fosse accanto e mi stesse osservando. Mi sedetti sul
letto strofinandomi gli occhi per accertarmi di non stare ancora
sognando. Taylor era lì in piedi artefice del mio risveglio,
sentii l'adrenalina cominciare a scorrere nelle vene. Inginocchiandomi
sul materasso gli gettai le braccia al collo baciandolo con
intensità e passione come non avevo mai fatto. Anche lui
rispose
al bacio alquanto volentieri. Appena avvertii che la pressione si
faceva più flebile e le sue labbra si staccavano dalle mie
gemetti come in segno di disapprovazione e tornai a baciarlo.
- Hei - disse sorridendo senza allontanare troppo le labbra dalle mie
- Come mai questa passione? Nostalgia o senso di colpa? - Mi chiese
alludendo a Danielete, sempre senza smettere di sbacciucchiarmi
- Secondo te? - gli chiesi aumentando l'intensità e la
pressione
del bacio per fargli capire che l'amavo più di me stessa e
non
avrei mai fatto a cui lui alludeva.
Quel bacio ci stordì entrambi.
- Nostalgia, ne sono sicuro - rispose afferrando il concetto. Gli diedi
un ultimo e breve bacio e infine scoppiai a ridere.
- Mio Dio! Non pensavo che una persona mi potesse mancare talmente
tanto! - Dissi sorpresa di mè stessa. Rise anche lui.
- A me fa solo piacere ... - Disse per tranquillizzarmi e farmi capire
che non avevo esagerato.
Mi abbracciò forte ed io mi lasciai cullare dal suo tepore.
- Come mai così presto? - Gli chiesi. Aveva detto che
sarebbe tornato verso le cinque di pomeriggio.
- Mi sono liberato prima dal lavoro che dovevamo sbrigare -
- Non hai chiamato, pensavo stessi ancora lavorando -
- Non ho chiamato solamente perchè volevo farti una sorpresa
-
- Sei riuscito nel tuo intento... - Dissi sorridendo felicissima.
- E Daniele? - Mi chiese con una punta di gelosia nello sguardo
- Mi ha lasciato in pace... credo abbia sentito la telefonata
dell'altra sera e abbia rinunciato -
- Speriamo sia così - Disse rallegrandosì un po'
- Ti ricordi che questo pomeriggio arrivano i miei genitori assieme ai
miei fratelli? -
- Sì, come faccio a scordarmi la mia condanna a morte! -
- Suu non essere così tragico, al massimo riceverai qualche
frustatina, ma non si arriverà alla morte. Fidati conosco i
miei
genitori - Scherzai
- Ah bè, se si parla di frustatine si potrebbe rischiare -
Disse lui reggendo il gioco.
- Ti lascio vestire così andiamo insieme a fare colazione -
- Va bene - Risposi.
Mi feci la doccia e indossai il costume nero. Indossai una canottiera
rossa con le spalline e sopra una camicia stile country scozzese rossa
blu e marrone. Sotto indossai un paio di mini jeans e un paio di
infradito bianche.
Quando fui pronta scendemmo insieme come al solito mano nella mano.
Dopo colazione andammo in piscina così nel caso
fossero arrivati prima del previsto li avrei notati.
Mi stesi sulla sdraio a prendere il sole e solo verso mezzogiorno
decisi di fare un tuffo per rinfrescarmi.
Pranzammo e prima che cominciasse la prova per il musical decisi di
telefonare a Chiara, volevo sapere come stava dato che da un po' non si
faceva viva.
- Ciao, come va? - Le chiesi appena aprì la
comunicazione
" Insomma... qui siamo tutti a pezzi. I tuoi genitori sono
venuti al funerale, non sapevo li avessi avvisati "
- Era il minimo che potessi fare. Io non potevo esserci per motivi di
salute ma la mia famiglia doveva comunque in qualche modo rendere
omaggio -
" Ne sono stata felice, ma credo che anche se non li
avessi obbligati sarebbero venuti ugualmente "
- Sì ne sono certa. Davide è lì con te
o è tornato a casa? - Le chiesi incuriosita
" No, è rimasto con me e non mi lascia un secondo.
Ho
bisogno di lui quanto lui ha bisogno di me, è
così tenero
... - Disse sollevandosi un po'"
- Lo immagino - Dissi
" Senti, ho visto Taylor al telegiornale mentre
pubblicizzavano
Braking Dan, avete litigato e lui è scappato in america? "
Mi
chiese
- No, assolutamente no. E' andato in america due giorni per la
promozione del film ma è già qui con me e ti
saluta con
affetto -
" Ah ci sembrava strano a me e Davide. Dopo avervi visti
così innamorati e affiatati ... era pressochè
impossibile
credere che vi foste già separati "
- Già... -
" Siete proprio una bellissima coppia Sara, tienilo stretto "
- Lo farò... comunque anche voi non scherzate - Le dissi.
Non era una scusa, lo pensavo seriamente.
Ci fu un silenzio che durò alcuni secondi durante il quale
ognuna era immersa nelle proprie riflessioni
" Bè, ti saluto. Vieni a trovarmi presto. Sono qua
ad aspettarti " Mi disse con aria triste
- Verrò presto te lo prometto, telefona qualche volta.
Quando ti
pare... se hai bisogno di sfogarti di parlare io ci sono, ricordatelo -
" Non dimenticherò "
- Ti voglio bene Chiara -
" Anche io te ne voglio... Ciao " E conclusi la telefonata.
- Come sta? - Mi chiese Taylor
- Mi è sembrata a pezzi -
- Lo immaginavo -
- Forza, a cambiarsi, ci sono le prove - Dissi
- Già, me ne ero del tutto scordato -
Salimmo in camera a cambiarci. Quando arrivammo in palestra non c'era
ncora nessuno ma sarebbero arrivati a momenti.
Ci sistemammo e cominciai a mostrargli alcuni passi del primo duetto di
Troy e Gabriella. Nel giro di due minuti arrivarono tutti quanti. Erano
esattamente in sedici: otto uomini e otto donne. Tutti avevano
già i ruoli e le parti assegnate.
Cominciai con un piccolo riscaldamento e poi lavorammo duramente sui
passi per due orette buone. Stavamo facendo un buon lavoro.
MI faceva quasi impressione: una sedicenne che insegnava a ragazzi
anche ventenni.
Si erano fatte le tre e mezza ormai.
Io e Taylor rimanemmo in palestra fino alle quattro e mezza per
esercitarci sui nostri duetti. Alla fine avevamo completato le due
coreografie.
Era divertente ma anche impegnativo.
Finito l'allenamento ci buttammo in piscina. Quasi non feci in tampo a
tuffarmi che vidi la mia famiglia fare capolino dall'entrata del
parcheggio. Gli corsi incontro ancora un po' gocciolante. Perfino mio
fratello quindicenne si fece abbracciare. Li accompagnai nella hall
dove gli venne assegnata la stanza. Concordammo che ci saremmo trovati
più tardi per cena al ristorante così avrebbero
avuto il
tempo per sistemarsi e lavarsi.
Gli anticipai che dovevo presentare loro una persona, ma sospettavo
anzi ne ero praticamente certa che Chiara avesse già
spifferato
tutto aggiungendo anche un commento personale. Indossai i jeans e una
semplice t-shirt. Dopo aver fatto la doccia scesi trascinando Taylo per
mano, aveva paura.
- Stai tranquillo, Chiara avrà già spifferato
tutto,
figurati se tiene la bocca chiusa - Gli dissi per tranquillizzarlo, ma
questo parve aumentare la sua tensione.
I miei genitori ci guardarono scendere guardandosi tra loro sorridendo.
- Mamma, papà... questo è Taylor Lautner. Mio
futuro
collega e... ragazzo - Dissi quando fui sicurissima che nessuno ci
sentisse
Il sorriso dei miei genitori si allargò
- Finalmente abbiamo il piacere di incontrarti - Disse mia mamma
sorridendogli
- Il piacere è mio - Disse Taylor stringendo la mano a
entrambe i miei genitori
- Chiara ci ha raccontato di quanto siete affiatati, simo felici che
Sara abbia trovato qualcuno che le voglia davvero bene - Disse mio
papà intromettendosi nel discorso
Sorrisi allegra, ai mei genitori piaceva.
Taylor si rilassò, anche a lui piacevano i miei genitori.
Durante la cena lo trovai particolarmente in sintonia con i miei
fratelli e mio padre. Chaccieravano di arrampicata e più in
generale di fisico e di sport mentre la mamma commentava in generale
l'hotel.
- Mi pare di rivivere la mia adolescenza - Se ne uscì ad un
certo punto quando fu sicura i non essere ascoltata dagli uomini
- In che senso? -
- Quando io e papà eravamo giovani avevamo lo stesso sguardo
che avete voi ora. Si vede che ci tiene molto a te -
- Sì, hai proprio ragione. - e il discorso si concluse. I
miei
genitori non avevano nulla in contrario al fatto che avessi trovato il
ragazzo.
Passammo tre giorni piacevoli e anche dopo la partenza dei miei
genitori continuammo ad esercitarci con l'equipe. Nel giro di una
settimana esatta lo spettacolo era pronto.
Quella sera mangiammo prima rispetto al solito.
A pochi minuti dall'entrata in scena avevo le farfalle nello stomaco.
Ero già salita su un palco e l'emozione era sempre
grandissima,
ma recitare e danzare con a fianco il mio ragazzo era un' esperienza
del tutto nuova e inaspettata.
Gli abiti erano quasi uguali a quelli indossati nel film. Le battute
erano identiche e il tutto era uguale al film originale... solo che la
versione era italiana.
Quella sera ci divertimmo un sacco.
Dopo il secondo duetto, quello finale Taylor mi cinse i fianche con le
braccia. Capii che non stava più recitando. Posando una mano
sulla guancia mi baciò.
L'anfiteatro esplose in applausi e grida. Anche la gente aveva capito
che in quel momento non stavamo recitando. Tutti si alzarono in piedi
battendo le mani. Avevamo fatto effetto e la gente si era innamorata di
noi.
Una volta concluso anche l'ultimo balletto la folla impazzì,
quasi come allo stadio. Gli animatori erano eccitati dal successo
ottenuto e non smettevano più di ringraziarci. Anche Peo
venne a
congratularsi con noi entusiasta.
Tutte le bambine e le ragazzine erano venute a salutarci felicissime.
Andammo a letto ancora esaltati dall'entusiasmo della gente.
Passarono ancora quattro giorni. Tutta la gente ci salutava sorridente,
era una bella sensazione.
Il quinto giorno della seconda settimana mi svegliai con un
presentimento. Era la prima mattina nuvolosa in tutte le vacanze.
Scendemmo come sempre a fare colazione insieme e passammo una mattinata
tranquilla in piscina nonostante il tempo non fosse dei migliori.
Dopo pranzo successe un fatto strano, cominciarono ad arrivare fiumi di
macchine all'albergo. Quando io e Taylor uscimmo dalla porta principale
per andare a fare un giro in paese un esercito di paparazzi si
scagliò contro Taylor facendo domende e intervistandolo sul
nostro amore appena nato. Domande anche insolenti e frivole. Lui mi si
parò davanti e mi spinse verso le scale. Corremmo in camera
senza rispondere ad alcun giornalista
- Come hanno fatto a torvarmi anche qui? Come cazzo hanno fatto? -
Disse rabbioso dando un pugno alla porta del bagno.
- Scusami ti prego, è solo colpa mia... e della mia vita di
merda, non ti dovevo mettere così a rschio Sara, scusami, ho
sbagliato -
- Tu non hai sbagliato niente, i pare uno sbaglio provare a
costruirsi una vita serena??? - Dissi leggermente isterica
- Non ne ho diritto purtroppo... - Disse sprofondando nella poltroncina.
Mi avvicinai a lui sendendomi sulle sue ginocchia. Mi strinse a
sè con delicatezza.
- Ti amo, e porprio per questo non posso metterti a rischio -
- Che vorresti dire? -
- Ci inseguirebbero fino in capo al mondo e non avremmo un attimo di
pace. Si inventeranno calunnie sul nostro conto... -
- Non mi importa -
- A me sì, non voglio che rovinino anche la tua vita,
è meglio se rimaniamo lontani -
- N..no... - Fu l'unica cosa che riuscii a balbettare
PoV: Taylor
- A me sì, non voglio che rovinino anche la tua vita,
è meglio se rimaniamo lontani - Lo dissi tutto d'un fiato.
Sentii un dolore lancinante al petto. Sapevo di ferirla ma era la cosa
più logica da fare.
- N..no... - Vidi il suo volto rigarsi di lacrime, questa volta non
erano il riflesso di quelle altrui. Era una sofferenza tutta sua...
nostra. Mi accorsi di avere il groppo in gola e ricacciai a fatica le
lacrime.
- Ti prego, non piangere - Dissi soffrendo
In risposta mi baciò e sentii le lacrime salate sulle
labbra. Fu un bacio breve ma ne capii il significato: mi amava
nonostante tutto e anche se la stavo facendo soffrire i suoi sentimenti
non sarebbero mai mutati.
Sì alzò in piedi senza parlare per lacsiarmi
uscire dalla stanza. Mi avviai in silenzio verso la porta e voltandomi
a guardarla mi richiusi la porta alle spalle.
Stavo facendo la cosa giusta?
Corsi in camera e prparai la valigia chiamai Harry e gli dissi di
preparare la macchina, il motivo l'avrei spiegato dopo.
Solo un quarto d'ora più tardi ero in viaggio verso una
destinazione ignota. Dopo avere spiegato ad Harry il motivo della
partenza si era fatto taciturno e assorto, poi dopo un'ora buona di
viaggio parlò
- E' quello che ti dice il tuo cuore Taylor? -
Non risposi, no, no di certo. Il mio cuore mi diceva di starle accanto
ogni secondo della mia vita.
Nessuno fiatò per un altra ora buona. Eravamo quasi usciti
dalla Puglia ormai.
- Che cazzo sto facendo?! - Dissi rendendomi conto che era tutto
sbagliato.
Uscii dall'autostrada e tornai indietro.
Premetti sull'accelleratore e in un'ora e mezza tornai all'albergo.
Corsi in camera senza nemmeno scaricare la valigia. Harry aveva un
espressione di trionfo in volto.
Salii per l'ennesima volta quelle scale e mi fiondai nella sua stanza
senza però fare rumore.
Non si accorse nemmeno che qualcuno era entrato nella camera.
Era distesa sul letto, in lacrime, con la faccia sprofondata nel
cuscino. Non sapevo che fare. Provai un'altra fitta al cuore. Stava
piangendo per causa mia.
Mi avvicinai cauto al letto e le sfiorai i capelli con le dita.
Sussultò spaventata e si mise a sedere sul letto.
- Che hai dimenticato? - Mi chiese senza usare un tono d'accusa.
Semplicemente rassegnato.
-... Ho dimenticato Te - e senza aspettare una risposta la avvicinai a
me e la baciai.
- Scusa, non avrei dovuto nemmeno pensarle quelle cose. E' che mi sono
spaventato quando ho visto tutta quella calca di gente venirci addosso -
Non disse niente. Si limitò a guardarmi e sorrise.
- Mi potrai mai perdonare e tornare ad amarmi -
- Non ho mai smesso di amarti e non sono mai stata arrabbiata con te,
dopo tutto l'avresti fatto solo per proteggermi. -
- Perchè piangevi allora? -
- Perchè sono egoista. Tu devi rinunciare all'amore della
tua vita soltanto per evitare che degli scemi senza cervello dicano
male di me... -
- Non è da egoisti, io se mai sono l'egoista -
- ... Basta parlare di questo. Ora sei qui e non te ne andrai
più perchè non te lo permetterò mai -
Disse sorridendo e intrappolandomi in un bacio.
- Mi hai fatto prendere un tale spavento! - Disse poi facendo un
respiro profondo per calmarsi totalmente.
Sorrisi, sicuro che non l'avrei mai più lasciata sola.
Nemmeno per lavoro.
Angolo
SweetDancer96
Volevo avvisarvi che il fatto appena accaduto con i
giornalisti , lo so è un po' banale, ma mi
sarà di aiuto un po' più avanti.
Mi raccomando, recensite!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Ricordi la sorpresa? ***
12 - Ricordi la sorpresa?
Questo capitolo è dedicato a Francesca ... Grazie di tutto!
PoV: Sara
Appena si richiuse la porta alle spalle non cercai più di
trattenere le lacrime e scoppiai in un pianto disperato. Era colpa mia,
soltanto colpa mia.
Ero egoista, e lui se ne era andato per porteggere me e la mia
immagine. Aveva rinunciato alla sua unica ragione di vita, come mi
aveva più volte ripetuto, per far sì che le
malelingue
non mi danneggiassero.
Nascosi la faccia nel cuscino e continuai a piangere. Non so
per
quanto tempo. Potevano essere passati minuti o addirittura ore.
Il mio corpo era continuamente scosso da fremiti a causa del
pianto.
Mi sentii sfiorare i capelli da una mano affettuosa e calda. Non mi ero
nemmeno resa conto che qualcuno era entrato in camera. Saltai a sedere
sul letto spaventatissima. L'unica cosa che mi aspettavo, certo non era
di vederlo lì. Accanto al letto che mi osservava. Provai una
felicità immensa che però svanì di
colpo, aveva
certamente dimenticato qualcosa, ma allora perchè era venuto?
- Che hai dimenticato? - gli chiesi senza alcun tipo di rabbia, solo
tristezza nella mia voce.
Rimase a fissarmi negli occhi per alcuni interminabili istanti.
-... Ho dimenticato Te - Disse. Non mi diede nemmeno il tempo di
riflettere sul significato delle sue parole. Mi avvicinò a
sè e mi baciò con affetto e amore. Capii che era
tornato
per restare.
-
Scusa, non avrei dovuto nemmeno pensarle quelle cose. E' che mi sono
spaventato quando ho visto tutta quella calca di gente venirci addosso -
Non dissi niente. Mi limitai a guardarlo e sorrisi vedendo nei suoi
occhi la sincerità con cui mi parlava
- Mi potrai mai perdonare e tornare ad amarmi? -
- Non ho mai smesso di amarti e non sono mai stata arrabbiata con te,
dopo tutto l'avresti fatto solo per proteggermi. -
- Perchè piangevi allora? -
- Perchè sono egoista. Tu devi rinunciare all'amore della
tua
vita soltanto per evitare che degli scemi senza cervello dicano male di
me... -
- Non è da egoisti, io se mai sono l'egoista -
- ... Basta parlare di questo. Ora sei qui e non te ne andrai
più perchè non te lo permetterò mai -
Dissi
sorridendo e felice gli intrappolai le labbra in un bacio.
- Mi hai fatto prendere un tale spavento! - Dissi poi facendo un
respiro profondo per calmarmi del tutto. Mi sorrise dolcemente, felice
e sicuro che non mi avrebbe mai più lasciata sola.
Poco più tardi, una volta asciugate le lacrime, scendemmo
nella hall . Nel caso fosse rimasto qualche giornalista
avremmo
risposto pacificamente alle domande. Tuttavia assistemmo a una sciena
piuttosto particolare.
- Come si è permessa?! - Il direttore del'albergo era su
tutte le furie. Stava rimproverando un' impiegata.
- Mi scusi, non pensavo potesse causare tanto dissesto - Era una donna
giovane. Doveva avere al massimo venticinque anni. Osservai che era
pure una bella donna.
- Non avrebbe dovuto azzardare un simile gesto signorina - L'uomo non
stava gridando, ma il tono severo e quella altezzosa compostezza
mettevano i brividi e davano lo stesso effetto di un' urlata.
La giovane donna ci inchiodò con lo sguardo appena si
accorse
della nostra presenza. Anche il direttore si voltò nella
nostra
direzione. Era un uomo sulla cinquantina, brizzolato. Dall'abito
elegante si capiva che era un uomo d'affari.
- Salve signor Lautner... signorina Josh -
Ebbenesì, nonostante fossi nata in una famiglia
100% italiana il mio
cognome era di origine straniera. Americana o inglese, non lo sapevo,
non mi era mai stato detto. Forse
perchè nessuno lo sapeva in realtà.
Taylor si voltò verso di me sentendo il mio cognome. In
quelle settimane non glie l'avevo mai detto.
Per tutta risposta gli sorrisi divertita.
- Salve - Rispondemmo all' unisono io e Taylor.
- Volevamo sapere io e la signorina qui presente se la visita dei
giornalisti vi ha infastidito -
Non sapevamo come rispondere. Certo aveva dato fastidio ad
entrambe specialmente per la conseguenza che aveva avuto, ma come fare
a dirlo così schiettamente?
- Non ci ha certamente fatto piacere, ecco - Rispose Taylor abilmente.
Non avrei potuto trovare parole migliori
- Concordo - Dissi perchè tutti aspettavano anche un mio
resoconto.
- Raccolga le sue cose e venga nel mio ufficio appena ha terminato che
le consegnerò le dimissioni - Disse il direttore in tono
piatto.
L'espressione sul volto della donna era indecifrabile. Il direttore era
stato alquanto chiaro e diretto. L'aveva licenziata.
Ci guardò con odio e disprezzo. Specialmente me.
Appena si voltò Taylor mi guardò e mi fece
l'occhiolino.
La ragazza era gelosa e non si dava pace per il fatto che lui avesse
scelto una un po' più giovane, inizialmente non l'avevo
capito...
Di colpo mi cadde l'occhio sull'orologio della raception, mancava
mezz'ora all'ora di cena. Anche Taylor se ne accorse e ci dirigemmo
insieme, ancora sotto l'osservazione di quella donna, verso le stanze.
Mi lavai velocemente e mi vestii più velocemente possibile
poi
presi il cellulare che era rimasto scarico per un'eternità
dato
che per chiamare Chiara avevo usato quello di Taylor e l'avviso
dell'arrivo dei miei genitori mi era arrivato via e-mail...
Lo misi in carica e lo accesi: in un minuto ricevetti una decina di
messaggi e qualche avviso di chiamata persa. Mi sorpresi, di solito
nessuno mi cercava così tanto. Lessi il primo messaggio:
Saretta, stai diventando
vecchia... se ti trasferisci in america potresti considerarti
maggiorenne!
Auguri ancora da
Fra e tutta la famiglia
P.S: Saluta i tuoi fratelli da parte di Tommy che non aspetta altro di
rivederli
Il mio compleanno! me ne ero del tutto scordata con gli ultimi
avvenimenti!!! Tutti i miei amici e anche i miei genitori mi avevano
inviato sms simili per augurarmi un buon compleanno, i nonni avevano
provato a chiamarmi ma non mi avevano trovato. Li chiamai
perchè
probabilmente erano offesi. Ringraziai in ritardo tutti quanti e
scrissi un messaggio un tantino più dettagliato a Chiara e
corsi
fuori dalla camera.
Taylor mi stava aspettando appoggiato allo stipite della porta.
- Scusa, ci ho messo un po' -
- No, non ti preoccupare non importa, le donne sono autorizzate -
Sorridemmo. Taylor non mi aveva fatto gli auguri, ma era comprensibile.
Glie l'avevo detto due settimane prima e probabilmente mentre lo dicevo
era troppo impegnato ad osservarmi. Lo perdonai.
Dopo cena mi propose di andare a fare un giro a Gallipoli e accettai
volentieri.
Anche quella sera passamo davanti al negozio d'alta moda dove vendevano
abiti da sera elegantissimi. Ancora mi fermai ad osservare l'abito
esposto in vetrina che adoravo. Questa volta quando mi voltai Taylor mi
stava osservando e sorrideva. Sorrisi anche io e ci incamminammo di
nuovo.
Anche quella sera come la sera della cattiva notizia non rientrammo
tardi, anzi, alle 10,30 eravamo ognuno nella propria stanza.
Mentre leggevo per prendere sonno udii dei passi in corridoio ma non mi
importò più di tanto. Era normale che qualcuno
rientrasse
nella propria stanza.
Il giorno successivo fu molto più tranquillo rispetto al
precedente. Passammo tutta la giornata in spiaggia, non rientrammo in
hotel nemmeno per mangiare. Era stata un idea di Taylor. Quando
rientrammo erano ormai le sei e mezza.
Quella sera mi volevo vestire un po' elegante perciò ci misi
un po' a scegliere il vestito.
Scelsi come sempre un paio di scarpe
con il tacco ( avevo un debole per
i tacchi nonostante fossi ancora un po' giovane ) e uscii dalla porta.
Ancora Taylor mi stava aspettando appoggiato al corrimano delle scale.
Appena mi vide apparve sul suo volto un'espressione di stupore mista ad
ammirazione ed esaltazione.
- I ragazzi che mi vedono in giro con te diventano tutti verdi per
l'invidia se continui così... -
Sorrisi lusingata
- Pensa che io mi sono già attirata le antipatie della gente
a
stare con te e conta che altri milioni di fan rosicano
perchè
non possono essere al mio posto. - Rise.
- Ma io non ho intenzione di lasciarti nemmeno se dovessero cominciare
a tirarmi pomodori e uova marce perchè stai con me - Questa
volta risi anche io. Non si definiva un tipo ironico o scherzoso, ma io
lo trovavo particolarmente divertente a volte.
- Non te le lanceranno mai se mantieni il fisico e l'aspetto da
strafigo ... -
- Pensavo non ti interessasse l'aspetto esteriore -
- Infatti, ma quando ti trovi ad avere un ragazzo del genere con un
carattere splendido e dolcissimo, vuoi mettere che non lo prediliga ad
uno cesso con lo stesso carattere? -
- Per la serie: anche l'occhio vuole la sua parte ? - Mi chiese con un
pizzico di malizia nella voce
- Diciamo di sì... - Risposi
- Sono perfettamente d'accordo -
- Andiamo a mangiare ora - Aggiunse
Una volta scese le scale mi diressi verso la sala ristorante.
- No, non di qui... da questa parte - Disse cingendomi i fianchi con un
braccio per indirizzarmi verso l'entrata principale. Lo guardai
sorpresa, ma non ebbi risposta. Solo un sorriso che intendeva dire: E'
una sorpresa e non ti posso svelare nulla.
Fuori ci aspettava Harry che mi porse il coprispalle e la borsetta che
avevo preparato sul letto nel caso fossimo usciti più tardi.
Poi ci salutò e rientrò in albergo.
Davanti a noi era posteggiata una Porche nera nuova di pacca. Taylor mi
accompagnò per mano verso il sedile del passeggero e mi
aprì la portiera con un gesto di galanteria. Salii in
macchina,
mi avvolse un profumo misto tra miele e rose. Un profumo familiare,
l'avevo già sentito ma non mi ricordavo in quale circostanza.
Non ero mai salita su un auto del genere, e rimasi sorpresa dalla
finezza e dall'eleganza di alcuni dettagli.
Poco dopo Taylor mi affiancò accomodandosi al posto di
guida.
Solo in quel momento notai che era più elegante del solito:
indossava giacca e cravatta. Dettaglio insolito.
Si voltò è mi guardò mettendo in moto
con un rombo
sonoro. Mi strizzò l'occhio e quando si voltò di
nuovo
pronto a scattare un sorriso che andava da orecchio a corecchio gli
illuminò il viso. Mi irrigidii impercettibilmente sul sedile
e
come speravo Taylor non se ne accorse.
Pensavo sarebbe partito a razzo, invece il tragitto in macchina fu
piacevolmente tranquillo. All'interno l'auto era piuttosto silenziosa,
anzi, paurosamnete silenziosa.
- E' la tua macchina vero? Intendo dire la tua, non uguale alla tua -
- Già, te ne sei accorta? -
- E' piuttosto evidente... - Dissi sorrideno
- Ma non eri venuto in aereo? -
- Infatti, sono venuto in aereo, ma per l'occasione me la sono fatta
portare giù -
- E quale sarebbe l'occasione speciale? - Chiesi incuriosita.
- Più tardi lo scoprirai - Fu l'unica cosa che mi disse
riguardo alla serata.
Dopo un altro quarto d'ora buono parlò di nuovo
- Ora chiundi gli occhi... - Mi disse.
Ero leggermente spaesata ma obbedii e chiusi gli occhi.
Pochi minuti dopo sentii che ci fermavamo.
- Tieni gli occhi chiusi, ti condurrò io -
Attesi che venisse ad aprirmi la portiera e mi prendesse per mano, poi
mi alzai e mi lasciai trasportare da Taylor che mi cingeva il bacino
con un braccio tenendomi stretta a sè.
Cominciò a sussurrarmi delle istruzioni sugli ostacoli da
evitare o eventuali svolte del percorso.
Ci fermammo.
- Puoi aprire gli occhi -
Aprii lentamente gli occhi e quello che vidi mi lasciò
leggermante... ammaliata.
Eravamo difronte ad uno dei più importanti teatri della
Puglia.
Lo conoscevo perchè la mia istruttrice di danza ci aveva
lavorato. Sapevo quale spettacolo ci sarebbe stato perchè
era il
mio preferito in assoluto: Romeo and Julliet.
Era un balletto stupendo, avevo provato a danzare alcuni pezzi
assegnati a Julliet e mi ero trovata in difficoltà,
perchè erano coreografie veramente molto complesse e in
realtà non era propriamente il mio stile di danza la danza
classica, anche se la mia insegnante continuava a ripetermi che avevo
talento. Me la cavavo, semplicemente.
Senza accorgermene sentii una lacrima rigarmi il volto. Ero commossa ed
emozionata allo stesso tempo.
- Buon Compleanno Amore... in ritardo - Disse con semplicità
e
dolcezza. Sorrisi troppo felice ed euforica per parlare, ma anche
sinceramente commossa dal suo gesto.
- Grazie, grazie, grazie ... Come lo sapevi che era il mio balletto
preferito? -
- Me l'hai svelato tu in una delle nostre prime chiecchierate, non me
lo sono dimenticato. - Disse e quasi leggendomi nel pensiero aggiunse
- L'unica cosa che ho cannato alla grande è la data del
compleanno, perchè mentre me la dicevi ero distratto dalla
tua
bellezza - Disse dispiaciuto
Risi, fu una risata limpida e cristallina. Faticai a riconoscere la mia
voce
- Non ti preoccupare, pensa che pure io me ne ero dimenticata... Non e'
grave, anche perchè sei giustificato dal fatto che hai
menzionato. Era il nostro primo incontro alquanto ravvicinato... -
Restammo in silenzio un paio di secondi. Mi persi nei suoi occhi
verdi-castani. Così intensi e profondi da mozzare il fiato.
Avvicinò delicatamente le sue labbra alle mie, e il sapore
di
miele e rose che avevo avvertito nella sua auto, mi accolse come un
abbraccio. Mi lasciai cullare da quel momento così ...
così ... nemmeno io sapevo spiegare come fosse.
- Ora andiamo a cenare, il balletto comincia alle nove -
- Ok, e grazie ancora, sei l'uomo più dolce, romantico e ...
innamorato del mondo. Ti amo -
Per tutta risposta mi baciò di nuovo. Andammo a cenare in un
piccolo ristorante semivuoto lì nei paraggi.
Nonostante fosse piccolo, vi regnava un'atmosfera intima e rilassante.
Le vetrate ampie offrivano la possibilità di ammirare il
paesaggio lì intorno: il sole stava tramontando e si
scorgeva il mare
calmo tingersi di rosso. Il rumore di gabbiani si mescolava con quello
delle onde creando un sottofondo rilassante e molto romantico.
Eravamo gli unici clienti per il momento ma era comprensibile: erano
semplicemente le 19.30 di sera. La maggior parte della gente sarebbe
arrivata come minimo un'ora dopo, quando noi sarenno stati pronti per
andarcene. Anche se Taylor aveva prenotato, ci fecero scegliere il
posto. Scegliemmo un tavolo sulla terrazza, che dava direttamente sul
mare.
Mangiammo pesce e appena finimmo di cenare un'altra coppia con tre
figli al seguito prese posto. Erano due maschi e una femmina. La
bambina doveva avere sì e no sei anni, un bamino ne doveva
avere tra i quattro e i cinque e quello più piccolo aveva
solo pochi mesi. Appena
ci vide la bimba ci corse incontro.
- Ciaaoo Jacob - Disse con un tono dolcissimo e tenero
- Ciao piccola, come ti chiami? -
- Mi chiamo Molly -
- Sai, è un bellissimo nome. Io mi chiamo Taylor in
realtà -
La mamma si accorse che era corsa verso di noi e la raggiunse per
riportarla al tavolo per non permetterle di importunarci.
Le feci segno di aspettare perchè non ci dava fastidio.
Notai che aveva in braccio il bimbo piccolo.
- Posso darti un bacino Taylor? -
Taylor sorrise e mi guardò
- Certo - Disse e la prese in braccio. Lei gli diede un piccolo bacio
sulla guancia e Taylor le diede un bacio sulla fronte.
- Sono felice di averti incontrato... - Le disse con dolcezza.
Sorrise felicissima e corse ad attaccarsi alla gamba della madre che ci
osservava con un'espressione serena.
- Scusatela... è una innamoratissima di Jacob e della saga
grazie a sua cugina e non ha resistito a venirvi incontro, grazie per
la pazienza -
- No, si figuri è solo un piacere per me... specialmente se
le
mie fan sono così doci - disse Taylor.
-E poi è facile innamorarsi di Jacob - Le dissi e le feci
l'occhiolino.
Il bimbo che aveva in braccio si mise a piangere all'improvviso e la
madre cominciò a squoterlo per calmarlo e continuare la
conversazione.
- Potrei tenerlo in braccio? - Chiesi con titubanza
- Certo, se riesci a calmarlo saresti il mio angelo caduto dal cielo.
E' tutta la sera che piange -
Con estrema delicatezza lo presi tra le braccia e cominciai a
cullarlo dolcemente. Subito si calmò e mi scrutò
con
quegli innocenti occhi blu.
Dopo qualche minuto tra le mie braccia si addormentò.
Continuai
a cullarlo perchè i primi minuti il sonno dei bambini
rimaneva
leggero
PoV: Taylor
- Potrei tenerlo in braccio - Chiese con titubanza.
Non sapevo le piacessero i bambini.
-
Certo, se riesci a calmarlo saresti il mio angelo caduto dal cielo. E'
tutta la sera che piange -
Lo prese con una delicatezza immensa e con un amore quasi come fosse il
suo bambino. Cominciò a cullarlo e dopo alcuni instanti il
bambino si calmò e smise di piangere dopo averla osservata
con
quegli occhioni blu si addormentò.
- Caspita, ci sai fare con i bambini - Disse la madre ammaliata.
- Già, non pensavo - Aggiunsi io.
Sorrise.
Restituì il bimbo alla madre.
- Come si chiama? - Le chiese
- Si chiama Alessandro e invece l'altro quello in braccio al
papà si chiama Lorenzo -
- Sono dei bellissimi nomi, come mai avete scelto il nome Molly? -
Chiesi io curioso
- Perchè era il soprannome che mi davano quando
ero
bambina e mi è sempre piaciuto. Siccome ora sono cresciuta e
non
mi chiamano più così, ho deciso di dare il nome a
mia
figlia -
Sorridemmo entrambi.
- Scusatemi è arrivato il cameriere per le ordinazioni e
devo
amdare... in bocca al lupo per la vita e per la carriera, ma
soprattutto per ... la coppia -
- Grazie - Rispondemmo nello stesso momento.
Ci dirigemmo verso l'uscita una volta che ebbi pagato. Tornammo
al teatro ed entrammo. Avevamo i posti migliori: in prima fila pletea
centrali. Ovviamente.
Sara aapeva le battute a memoria, ma come pensavo riusci a commuoversi
ugualemnte al finale.
Pensavo mi sarei annoiato, invece era stranamente affascinante. I
ballerini bravissimi e puliti nei movimenti. Anche se più
volte Sara mi aveva ripetuto che non era il suo stile la danza
classica, ero convito invece che avesse talento.
Alle 22,30 eravamo fuori dal teatro. Era ormai convinta che le sorprese
fossero finite, invece all'albergo l'aspettava la vera sorpresa.
Rientrammo in hotel.
- Vieni in camera mia c'è ancora una sorpresa... - Le dissi
Era sbalordita ma si lasciò accompagnare verso la mia porta.
- Ti chiedo ancora una volta di chiudere gli occhi -
Obbedì e chiuse di nuovo gli occhi.
Sul letto era posato un mazzo di rose rosse enorme e una scaltola
altrettanto grande posta sotto. Li avevo fatti portare la sera prima.
Le avevo preso il vestito
che tanto aveva sognato e osservato dalla vetrina. Sapevo le sarebbe
stato utile in futuro, era un buon augurio quello che le facevo anche
se lei forse non se ne saebbe resa conto ma ero certo che ci sarebbe
stata anche lei...
- Ora apri gli occhi - Le sussurai all'orecchio.
Quando aprì gli occhi la sua espressione era meravigliata,
più di quanto lo fosse stata davanti al teatro.
- Non avresti dovuto... è anche troppo. In fondo ci
conosciamo da meno di tre settimane! -
- Ma sei la mia ragazza da quando ci conosciamo praticamente e poi
credo che lo sarai per molto, molto, molto e molto tempo
ancora -
Sorrise.
- Ti amo troppo e a che se tu non mi avessi fatto nemmeno un regalo non
mi sarei offesa, anzi quasi mi sento in imbarazzo perchè non
potrò mai ricambiare -
- Dimentichi che io ho un mare di soldi da buttare via... preferisco
spenderli per cose che fanno piacere alla mia ragazza piuttosto che
soddisfare capricci inutili -
Sorrise di nuovo, questa volta un po' a disagio.
- Le rose sono stupende. Non ne avevo mai viste di così
belle ... - prendendole in mano mi diede un bacio tirandosi
sù in punta di piedi per raggiungere il mio volto.
- Non hai ancora guardato la sorpresa vera e propria di questa serata -
Dissi malizioso
Mi guardò con uno sguardo scherzosamente esasperato.
Aprì la scatola e sollevando il foglio prottettivo vidi il
suo volto illuminarsi. Sollevò l'abito e se lo mise davanti
al corpo per vederselo meglio addosso. Poi delicatamente lo
posò sul letto e prendendo
il mio volto tra le mani mi diede un bacio tirandosi sù in
punta di piedi per raggiungere il mio volto. La strinsi a me.
- Grazie - Mi disse per l'ennesima volta
- E' la sorpresa che ti avevo promesso sulla spiaggia due settimane fa
- Dissi
- Sì, l'avevo capito ... - Disse con gli occhi pieni di
felicità e amore.
- Prova l'abito... voglio vedere come ti sta addosso -
- Ok - disse allegramente.
Andò in bagno e riemerse dopo cinque o dieci minuti. Pareva
una dea, non c'erano parole per descriverla.
Si bloccò per un paio di secondi nei quali rimase immobile
ad osservarsi, poi rise.
- Io... Oh no.. Grazie ma non penso di essere presente -
- Sapevo avresti capito -
- Per forza se no non avrei avuto modo di indossarlo. Dove se non a
qualche serata tipo agli oscar... non è vero? -
- Già. Sono certo che verrai accolta da milioni di fan che
faranno il tifo per te -
- Per noi - Mi corresse
- E' un bellissimo augurio da parte tua... ne sono onorata -
- Mi pare di essere dentro ad un sogno - aggiunse
Aveva ragione, pareva quasi di sognare.
Scusate
se nei capitoli precedenti ho lasciato molti errori di battitura e
qualche ripetizione, è che odio rileggere e ricontrollare (
anche se lo dovrei fare, lo so )
Grazie MissFify per avermelo fatto notare, ci starò
più attenta d'ora in poi
Saluti dalle dolomiti da SweetDancer96
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Il Ritorno ***
13 - Il rientro
PoV: Taylor
Il resto della vacanza trascorse molto velocemente e, anche se la
coreografa si era ripresa, lei e Sara avevano lavorato insieme
per la preparazione del musical settimanale. Avevano scelto
di
rappresentare il classico dei classici tra i musical: Grease.
Ovviamente ci avevano obbligato a fare da protagonisti visto il
successo della settimana precedente. Anche quella sera ci divertimmo un
sacco a ballare e cantare sul palco e vidi che Sara non se la cavava
affatto male con la recitazione, anzi, era molto più brava
di
tante ragazze con cui avevo lavorato. Come una settimana prima, il
teatro esplose in urla e applausi al termine dello spettacolo. Nella
parte finale, avevo
visto tanti ragazzi osservare Sara con interesse vedendola con i
pantaloni e la maglietta di pelle attillatissimi e scarpe con tacco
vertiginoso. Avevo povato una grande fitta di gelosia e avrei
voluto
spaccargli il muso, tuttavia compresi. Come si faceva a non esserne
attratti? Sinceramente ero rimasto anche io di stucco quando l'avevo
vista entrare in scena, il suo fisico e le sue curve venivano messi in
risalto da quell'abbigliamento come non mai.
Il giorno prima della partenza avevo cominciato a preparare le valigie
e intanto pensavo al momento in cui le avevo preparate per la prima
volta. Pensavo a lei, a come ci saremmo trovati a lavorare insieme e
come sarebbe stata caratterialmente e mi chiedevo se avesse talento
oppure no. Ora avevo avuto le mie risposte. Era una ragazza
talentuosissima, mite e tranquilla, avremmo lavorato benissimo insieme
perchè l'ambiente sarebbe stato sereno e privo di timidezze
inutili dato che insieme eravamo una coppia formidabile e
già
due volte avevamo avuto l'occasione di dimostrarlo.
Sorridevo mentre ripensavo al primo giorno, al rovinoso tuffo in
piscina, alla lunga camminata sulla spiaggia, al pranzo insieme, e alle
prime volte che avevo trattenuto a stento la voglia di baciarla. Al
nostro primo bacio quella sera stessa e al bagno di mazzanotte. Alle
sue lacrime e alla mia prima gelosia... Tutto di quella vacanza pareva
un sogno, tutto. E invece avevo trovato la mia vita, ciò per
cui
avrei combattuto e sarei morto pur di proteggerla.
Entrò in camera mia bussando. Le andai incontro stringendola
a
me con le braccia attorno ai suoi fianchi. Abbassai il volto alla sua
altezza e la baciai.
Mi sorrise felice e serena.
Diede uno sguardo verso la mia valigia e fece una strana espressione.
- Ordinata la tua valigia! - Disse ironicamente
La osservai meglio: avevo infilato dentro le cose alla rinfusa in modo
mostruosamente disordinato. La roba era praticamente appallottolata e
annodata.
- Hai ragione - Dissi
Fece uno sguardo perplesso e poi insieme scoppiammo a ridere.
- Ti do una mano, tanto io ho finito -
- Ok - Le dissi profondamente grato
- All' andata era nello stesso stato? - Mi chiese mentre già
cominciava a riordinare
- No, perchè Harry mi aveva dato una mano -
- San't Harry Smith da Los Angeles !!! - Scherzò alzando gli
occhi al cielo. Aveva ragione, era un santo Harry!
- Hai ragione da vendere - Le risposi dando voce ai miei pensieri.
Pochi secondi dopo sentimmo bussare e la testa argentata di Harry fece
capolino dalla porta. Portava in mano due scatole identiche.
- Ho saputo che qualche giorno fa è stato il tuo compleanno
Sara... - Disse appena si richiuse la porta alle spalle
- Sì - Rispose Sara arrossendo leggermente.
- Vi ho portato qualcosa di speciale, auguri - Disse porgendo a Sara
una scatola grande quanto un banco di scuola.
- E a te, testa calda... grazie - Disse rivolgendosi a me consegnandomi
lo stesso pacco.
- Harry, non avresti dovuto, infondo il compleanno è suo,
non mio - Protestai
- No, comunque non avrebbe dovuto. Taylor lo conosci da una
vita, noi due ci siamo incontrati solo una volta-
- Smettetela di protestare e aprite - Disse sorridendo
- Grazie infinite Harry - Disse Sara
- Grazie Sant' Harry Smith da Los Angeles - Lo ringraziai io
prendendolo in giro e guardando Sara che sorrideva con aria complice e
colpevole
Harry si mise a ridere.
- Hai detto bene Taylor, hai detto bene - Disse con la sua voce
profonda e stanca.
Aprimmo la scatola e scoprimmo che vi conteneva un album fotografico
nero, rilegato con un bordino bianco. Le pagine di cartone erano
separate da veli di papiro sottili che avrebbero protetto le
fotografie. Sulla copertina vi era incassata una cornicetta nella quale
era stata inserita una delle foto che Harry ci aveva scattato sul
balcone della stanza di Sara pochi minuti prima che partissi per
raggiungere i miei colleghi. Il bianco della spiaggia e il blu intenso
del mare facevano da sfondo, e il balcone fiorito rendeva la foto
ancora più bella e romantica. Lei era in braccio a me,
teneva le
sue braccia attorno al mio collo ed entrambi ridevamo felici.
Guardai verso l'album di sara e notai che nella sua cornice la foto era
diversa: in quel momento ci stavamo guardando negli occhi, le sue mani
nelle mie, sempre con lo stesso sfondo e nello stesso luogo . La foto
ci ritraeva di profilo. Sfogliando le pagine dell'album notai
che
vi erano due o tre foto di ogni momento trascorso insieme,
probabilmente ci seguiva sempre rimanendo nascosto. Le uniche foto che
mancavano erano quelle del primo bacio. Vi erano foto dei musical, del
primo giorno in piscina, perfino di quella serata / discoteca. Mentre
passavamo quella sera in mezzo agli animatori e in tanti altri momenti.
Il bello era che ogni foto era diversa, le mie e quelle di Sara erano
state scattate negli stessi momenti, ma non erano mai identiche.
- Grazie Harry, è davvero il regalo più bello che
mi potessi fare - Dissi
Poi il mio sguardo corse verso di lei. Non riusciva a parlare dalla
commozione, l lacrime le rigavano il viso ma sul suo volto un ampio
sorriso la illuminava. Rise e pianse nello stesso momento
abbracciandomi con semplicità. Poi una volta che si fu
calmata
abbracciò Harry e gli diede un bacio sulla guancia, Harry
divenne rosso per un istante. Mi venne in mente la mia famiglia.
Già, la mia famiglia. Mia madre aveva detto che mi sarebbero
venuti a trovare e invece di loro nemmeno l'ombra. Mi telefonavano
raccontandomi di posti incantevoli e paesaggi meravigliosi
però
non stavano mai a sentire quello che io avevo da dire. Solo mia sorella
sapeva che avevo trovato la ragazza e che con lei stavo bene. Solo mia
sorella era interessata a me, era lei che si ricordava di chiamarmi di
tanto in tanto.
Li odiavo, li odiavo entrambe: sia quell'oca di mia madre che
quell'imbecille di mio padre.
Mia sorella Katie era l'unica cosa preziosa che avevo con Sara ed Harry.
Scacciai quei tristi pensieri dalla mente.
Anche quell'ultimo giorno di vacanza passò sereno e veloce.
Saremmo partiti in aereo e avremmo viaggiato insieme.
Mi venne in mente che durante tutta la vacanza non le avevo chiesto il
numero di cellulare, così me lo feci dare e lo accompagnai
ad
una sua fotografia, lo stesso fece lei.
Appena l'aereo decollò comiciammo a parlare di cosa avremmo
fatto a casa.
- Dove abiti tu? - le chiesi. Appena seppi l'indirizzo rimasi stupito.
- E' a un centinaio di metri da casa mia - Le dissi felicissimo. Anche
lei era su di giri. Abitavamo nello stesso paese, a nemmeno cento metri
di ditanza l'uno dall'altro, avremmo lavorato insieme e avevo il
permesso esclusivo di andare ad assistere alle sue lezioni di danza.
- Mi fratello ti adora - Mi disse ad un certo punto.
- Quale dei due? Quello che chiami Taylor 2? -
- Sì, parlo di Andrea -
- Ho notato che mi assomiglia davvero moltissimo come fisico,
nonostante abbia solo quindici anni è messo bene, sono
sicuro
che farà strage di ragazze!!! -
- Già, le ragazze gli sbavano dietro come non so che cosa,
ma lui continua a ribadire che non gle ne frega niente -
- Allora ha già la ragazza! - Dissi io pensando alla mia
adolescenza
- Come sarebbe ha già la ragazza? -
- Diciamo che quando avevo la sua età ero identico a lui: un
fisico prestante, mille ragazze ai miei piedi e continuavo a ripetere
che le ragazze erano senza cervello. Intanto mi complicavo la vita
cercando di flirtare con una a cui stavo antipaticissimo e fatto sta
che due settimane dopo era la mia ragazza, la prima per essere preciso -
Rise e scosse la testa
- Ti giuro che ce lo vedo Andrea a fare di tutto per conquistare una
ragazza che non gli si fila... - Disse senza smettere di sorridere
- Da quanto tempo dice che le ragazze non gli interessano e continua ad
andare in palestra per farsi i muscoli? -
- Da un anno circa - Rispose sicura
- Allora fidati che tra un paio di settimane lo vedrei arrivare a casa
che vi presenta il suo primo amore -
- Vedremo - Disse sorridendo speranzosa.
- Mi piacerebbe essere una mosca per assistere a quel giorno speciale -
Rise di nuovo
- Per rivivere la tua dolescenza? -
- Diciamo di sì... -
Dopo qualche attimo di silenzio ricominciammo a parlare.
- Ti ho osservato l'altra sera mentre cullavi il bimbo tra le
braccia... -
Sorrise arrossendo .
- Sei stata incredibile, nemmeno la mamma riuciva a calmarlo, sei
arrivata tu, perfetta sconosciuta e dopo averti osservata si
è
addormentato -
- Anche tu sei stato dolcissimo con Molly -
- Era tenerissima quella bimba che non ho resistito...-
- Non pensavo ti piacessero i bimbi... - Mi disse
- Io? Io li adoro starei ore in mezzo a loro. Quando è nata
mia
sorella ero io a badare a lei mentre i miei genitori erano impegnati
nel loro viaggi. -
- Ne parli con disprezzo, per quale motivo? -
- Non te l'ho raccontato? I miei hanno fatto di tutto per farmi
diventare famoso e ricco. A loro interessava solamente questo. Mi hanno
rovinato l'infanzia senza che me ne rendessi conto, quando mi lamentavo
con loro perchè i miei amici andavano al parchetto a giocare
e
io dovevo rimanere chiuso negli stanzoni di ripresa loro mi ripetevano
all'infinito che io ero fortunato e che un giorno sarei diventato ricco
e famoso. E mentre mi inculcavano queste stupide idee nella testa, non
si sono mai resi conto che ho cominciato ad odiarli, appena
avevano finito di portarmi ai provini partivano per uno dei loro
lunghissimi viaggi, con i miei soldi, con i soldi che sarebbero
spettati a me, e io e Katie rimanevamo a casa con Harry, che ci viziava
con caramelle, ci portava a fare i pic-nic in bicicletta, ci portava
alla fattoria a vedere gli animali, ci accompagnava dal dottore o in
ospedale se c'era la necessità, ci curava se eravamo malati
e ci
raccontava le favole alla sera, ci accompagnava a fare sport facendo il
tifo per noi quando facevamo le partite, andava alle riunioni
scolastiche e falsificava la firma dei miei genitori nelle verifiche,
oppure rimaneva con noi a guardare la TV . Ci ha insegnato le
barzellette e le buone maniere. Ci ha sgridato quando litigavamo o
facevamo qualcosa di sbagliato, insomma ci ha fatto da madre e da padre
quando i nostri non ci sono mai stati. -
- E' una storia triste e non ti posso capire, perchè io
dalla
mia famiglia ho avuto tutto. Per prima cosa l'amore e le attenzioni che
ci servivano. E' dai miei genitori che ho imparato ad amare e sulla
base del loro esempio ad andare in chiesa. Grazie a loro credo ancora
nel legame del matrimonio e della fedeltà. Ora capisco
perchè odi tanto la tua vita -
Rimasi in silenzio a riflettere sulle nostre parole. E mentre i miei
pensieri vorticavano mi addormentai.
PoV: Sara
- E' una storia triste e non ti posso capire, perchè io
dalla
mia famiglia ho avuto tutto. Per prima cosa l'amore e le attenzioni che
ci servivano. E' dai miei genitori che ho imparato ad amare e sulla
base del loro esempio ad andare in chiesa. Grazie a loro credo ancora
nel legame del matrimonio e della fedeltà. Ora capisco
perchè odi tanto la tua vita - Risposi sinceramente mentre
pensavo alle parole di Taylor. Mi ero accorta già da tempo
che
non era in buoni rapporti con i genitori, ma non pensavo che la sua
storia fosse così infelice.
Anche lui stava ripensando alle nostre parole e poco dopo si
addormentò. Non l'avevo mai visto dormire, sì, in
New
Moon, ma vederlo dal vivo era una cosa diversa.
Sembrava un bambino, non avrei mai smesso di osservarlo mentre il suo
petto si alzava e si abbassava con un ritmo regolare. Un cucciolo, ecco
come si poteva definire, un cucciolo. Sarebbe stato il mio cucciolo,
per sempre. Gli scattai anche una fotografia che sarebbe rimasta
rigorosamente segreta.
Provai anche io a dormire ma quando fui sul punto di farlo
l'altoparlante annunciò che stavamo per atterrare.
Guardando il volto di Taylor addormentato non resistetti all'impulso di
baciarlo. Aprì gli occhi subito.
Erano ancora parecchio insonnoliti ma appena mi riconobbero si
illuminarono. Gli sorrisi dolcemente
- Stiamo atterrando - Gli comunicai
- Ah... - Disse ancora mezzo addormentato.
Poi all'improvviso parve risvegliarsi completamente
- Oh mio Dio! scusa, io devo essermi addormentato. Non volevo farti
annoiare... - Disse
- Non ti preoccupare, sarei potuta rimanere ore ad osservarti... sai
quando dormi hai un fascino incredibile! - Dissi
Rise, poi mi prese la mano delicatamente e intrecciò le sue
dita
alle mie osservandone i movimenti, come se la mano che stava compiendo
quei gesti non fosse sua.
- Sara, mi sembra incredibile averti accanto. Sei come un angelo caduto
dal cielo per me e ancora mi è difficile pensare che sei
reale e
non un sogno -
Sorrisi, mi stavo commuovendo. Non ero mai stata una ragazza
particolarmente sentimentale, quando le mie amiche mi facevano vedere
dei film strappalacrime era rarissimo che scoppiassi a piangere come
facevano loro, anzi a volte mi annoiavano. Ora era tutto diverso: mille
attenzioni tutte per me, una premura particolare e tanto amore. E mi
ritrovavo ad essere talmente tanto felice di quello che avevo che mi
veniva il groppo in gola e le lacrime cominciavano a solcarmi il viso
prima che me ne potessi rendere conto. Riuscii a trattenerle a stento.
- Tu sei tutto quello che avrei sempre voluto e non ho mai potuto avere
- Dissi, perchè finalmente mi sentivo realizzata. Pienamente
soddisfatta di me stessa e della mia vita.
Scendemmo dall'aereo e ritrovati i bagagli ci dirigemmo verso l'uscita
dove poi ci avrebbero aspettato i miei genitori.
Vidi il mio fratellino più piccolo corrermi incontro. Mi
abbracciò felice. Ormai mi arrivava alle spalle. Salutai
anche
Andrea e mia mamma che come sempre si mostrarono felicissimi
di
vedermi con Taylor.
- E papà? - Chiesi notando l'assenza di mio padre
- E' andato ad accompagnare all'opedale la nonna che deve fare un
controllo e un prelievo - Disse, mia nonna necessitava spesso di
controlli.
Mentre raggiungevamo l'auto dei miei genitori mano nella mano
Taylor si bloccò all'improvviso. Vidi l'espressione del suo
viso
mutare: una rabbia ceca e il rancore presero il posto di
serenità e spensieratezza.
- Che succede Amore? - Gli chiesi ( mi aveva ordinato di
chiamarlo così per non essere riconosciuto )
- I miei genitori... - Disse rimanendo immobile come una statua con la
mascella serrata e i pugni chiusi. Mi faceva paura, nemmeno quando
c'era stato l'assalto dei giornalisti l'avevo visto così
teso.
- Rilassati, mi fai paura così - Gli dissi per cercare di
calmarlo accarezzandogli la schiena.
- Andiamocene, non li voglio nemmeno sfiorare, per fortuna non mi hanno
visto -
Ci defilammo il più infretta possibile e riuscì a
non
farsi vedere. Passato un quarto d'ora Taylor tornò ad essere
quello di sempre: sorridente e solare, scherzoso e allegro. Mia mamma
lo invitò a casa nostra per la cena e lui con mio sommo
piacere
accettò volentieri.
Ero super felice ed eccitata, non vedevo l'ora di arrivare a casa.
In mezz'oretta buona di macchina arrivammo nella via di casa.
Abitavamo in una villetta di mattoncini disposta su due piani. Era una
modesta abitazione in confronto al lusso delle sue ville, certo, ma a
noi bastava.
Un piccolo giardino circondava la casa e ovunque erano piantati fiori
ormai appassiti dal cambio di stagione.
Per mano lo trascinai per il vialetto di porfido
più emozionata che mai.
Appena arrivati davanti alla porta mi voltai verso di lui e sorrisi,
anche lui mi guardò e sorrise con me.
Era curioso di vedere dove abitassi lo si leggeva nella sua
espressione. Entrammo e il familiare odore di casa mi travolse.
- Bentornati, era ora! - Disse allegramente mia mamma posando le chiavi
sulla mensola e togliendosi le scarpe per stare più comoda.
La
imitai. Mi mancava quel gesto, lo facevo da quando ero una bimba e
ormai non ci facevo più caso.
Taylor si guardava in giro con aria curiosa ma anche leggermente
affascinata.
- Ad entrare in questa casa ci si sente accolti, complimeni davvero, si
respira un clima confortevole e tranquillo - Disse rivolto a mia madre
- Grazie - Rispose mia mamma sempre senza perdere una goccia di
entusiasmo.
- Vieni, ti faccio vedere la mia stanza e il piano superiore - Dissi
per poter avere un po di privacy prendendolo per mano e trascinandolo
su per le scale.
Le porte delle camere erano state chiuse aprii in corrispondenza della
mia camera posta proprio di fronte alle scale.
Gli feci segno d'entrare e mi richiusi la porta alle spalle. Spalancai
le persiane per fare entrare la luce del pomeriggio.
La mia stanza era lunga e stretta. Per la maggior parte occupata dal
letto con la testata color legno, dalla scrivania dello stesso colore e
dall'armadio arancione pallido che occupava una parete intera. La
bouaserie ricopriva la parete opposta, alla quale erano state appese
varie mensole sempre color legno e una piccola credenza dello stesso
colore dell'armadio. Le due pareti più piccole ospitavano
uno
specchio e una porta finestra messe una difronte all'altro. Un
arredamento abbastanza semplice e funzionale. Sulla mensola
più
alta erano posti una serie di peluches, su quella più bassa
vi
era qualche soprammobile e qualche fotografia di quando ero bambina e
sull'altra ancora vi erano messi ordinatamente i miei libri preferiti a
partire dal Signore degli Anelli per finire con la saga Twilight o
Harry Potter. Rimase per un po' intento ad osservare ogni particolare
della mia stanza.
- Lo so, non è quello a cui sei abituato tu... ma a me basta
e avanza - Dissi per scusarmi.
- No, è fantastica questa camera... è davvero
bellissima.
Vi starei rintanato notte e giorno senza uscirne mai! - Sorrisi.
- L'ha fatta mio padre, io ho dato una mano a progettarla e lui l'ha
realizzata -
- Sei davvero fortunata. Sembra quasi che abbia qualcosa di speciale
questa casa. Mi trasferirei qui a vivere e venderei le ville che ho
disseminate per il mondo se potessi... -
- Secondo me sono le persone che abitano la casa a renderla
così speciale - Dissi parlando in generale.
- Sì, credo che tu abbia ragione - Convenne.
- Siediti sul letto se vuoi - Dissi
Appena fu seduto mi ci sdraiai anche io appoggiando la testa sulle sue
gambe.
Taylor prese a toccarmi i capelli rigirandoseli e arricciandoli attorno
al dito, io mi lasciavo coccolare guardando fuori dalla finestra aperta
mentre il sole si faceva basso, e rosso.
In cucina intanto mia mamma aveva preparato la tavola per la cena e
come di consueto al sabato avremmo mangiato la pizza. Il pasto venne
consumato tra risate e chiacchiere.
Finita la cena rimanemmo a tavola a chiacchierare di tutto
quello che ci capitava per la testa.
A Mezzanotte circa Taylor annunciò che doveva rientrare
perchè la famiglia lo aspettava. Sapevo che quando parlava
di
famiglia si riferiva ad Harry. Mio padre lo accompagnò con
la
macchina all'entrata della sua via e dopo avermi dato un piccolo bacio
a stampo scese dall'auto. Tornai a casa e nemmeno un quarto d'ora dopo
già dormivo. Era ta una giornata stancante ma
bellissima. Non sapevo come potesse trasformarsi il nostro rapporto ora
che le condizioni sarebbero state diverse, speravo solo che non si
rovinasse tutto.
Mi svegliai felice con i raggi del sole che penetravano dalle imposte
socchiuse. Andai in cucina e fevi colazione con i miei fratelli, poi mi
vestii con un paio di leggins bianchi e una maglietta
a maniche corte Dimensione Danza nera. Preparai il borsone di danza e
mi infilai la mia adorata felpa bianca, perchè nonostante
fosse una giornata soleggiata, era particolarmente ventosa. Allacciai
velocemente le mie All Star distrutte e uscii di casa. Per andare alla
palestra dove Lucia mi allenava dovevo passare davanti all'entrata
della via di Taylor. Gli avevo detto che sarei passata
perciò svoltai e mi diressi alla ricerca della sua villa.
Senza nemmeno guardare tutti i nomi sui campanelli mi diressi a passo
deciso verso la villa davanti alla quale era parheggiata la Porche
nera. Mi bloccai quando la raggiunsi. Nonostante fosse un quartiere
pieno di grandi ville nessuna reggeva il confronto con quella di
Taylor. Mi ero immaginata una roba del genere ma non pensavo di
trovarmela difronte realmente. Era enorme, doveva essere circa 500 m2
di abitazione con altrettanti metri quadri di giardino. Suonai al
campanello.
- Chi è? - Domandò la voce assonnata di Taylor
- Sono Sara - Risposi apparentemente tranquilla
- Entra - Disse entusiasta
Avevo le ginocchia molli. Com'era possibile? Intimidita dal mio stesso
ragazzo?
Avanzai sul viale di piastrelle bianche su per una collinetta verso la
porta. Camminavo con passo veloce e deciso nonostante le mie gambe non
fossero molto stabili.
Appena fui vicina all'ingresso, la porta si aprì. Era a
torso nudo e mi sorpresi ad osservarlo come fosse stata la prima volta,
come se non ci conoscessimo nemmeno.
- Che hai, non vieni a riempire di baci il tuo amore eterno? - Disse
scherzosamente
- No, è che non sono ancora abituata ai tuoi pettorali
scolpiti e ai tuoi addominali con effetto 3D - Risi di ma stessa, e
anche lui rise di gusto e venne ad abbracciarmi visto che ero ancora
imbambolata sulla porta e non mi decidevo ad entrare. A quel punto mi
rilassai e gli diedi un piccolo bacio al lato della bocca poi mi
trascinò dentro casa tirandomi per una mano con un
sorrisetto malizioso. Appena si fu richiusa la porta di casa mi
appoggiò la mano sulla guancia facendola scivolare
lentamente sul collo mantenendo il pollice davanti all'orecchio. Poi
avvicinò il mio volto al suo e mi baciò con
dolcezza.
- E' stato il risveglio più bello della mia vita - Disse
- Sentire di nuovo le tue labbra sulle mie un minuto dopo essere stato
svegliato... lo auguro a tutti di provarlo prima o poi. Quasi non ti
fossi mai allontanata da me - Aggiunse
Sorrisi.
- Per me questo non è prorio un risveglio dato che mi sono
alzata un' ora fa, però credo di avrelo già
vissuto il risveglio più bello della mia vita... - Di
ssi pensando alla mattina del suo ritorno. Ora fu lui a sorridere.
Risposta alle
recensioni:
Jas_93 : In realtà non c'è molto da rispondere,
più che altro ti volevo ringraziare perchè mi
sotieni... se no avrei già smesso da unbel pezzo di scrivere
questa FF ... Grazie mille!!!
MissFify : Cosa c'entra l'Auchan scusa... Se non hai notato Sara
è molto diversa da me, lo so che i nomi die fratelli sono
quelli dei miei fratelli ma a nomi, manco di ispirazione.
,
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** La poesia di una danza ***
14 - La poesia di una danza
PoV: Taylor
Un mese passò in fetta, andavo ad assistere alle sue lezioni
di
danza e passavamo le giornate insieme. Qualche volta la accompagnai a
fare shopping, altre volte andavamo al parco a passeggiare e altre
volte stavamo a casa mia nella piscina in cortile.
Stavamo bene insieme. Quel giorno Sara era in fibillazione, eravamo al
telefono. Saremmo dovuti andare negli studi cinematografici dove
avrebbe dovuto sostenere una specie di provino.
" Taylor, non so cosa mettermi, non so come comportarmi, non so niente.
Assolutamente niente!!! "
- Stai tranquilla perchè andrai alla grande, farai un
figurone
che nessuno ti toglierà più gli occhi di dosso -
" No, non sono affatto tranquilla purtroppo. cominciamo dalla prima
preoccupazione: cosa mi metto? " Mi chiese con aria preoccupata
" Devo andare subito in tenuta comoda per ballasre oppure
c'è la possibilità di cambiarsi? "
- Ci sono i camerini apposta... -
" Ah perfetto, un dubbio tolto... Meglio i tacchi o le converse? "
- Non c'è una via di mezzo? Non vorrei che con le All Star
ti
vedessero ancora troppo ragazzina e con i tacchi troppo donna - Dissi
scherzando apposta per farla preoccupare
" Ho un paio di zeppe, dici che vanno bene? " Disse
doppiamente preoccupata
- Hei! stavo scherzando, ormai sei presa, sia che ti presenti con i
tacchi a spillo alti tre metri che con le infradito non cambia niente -
Dissi
" Mi sei molto d'aiuto! " Disse ironicamente ma con il
sorridìso sulle labbra
- Se non ricordo male io sono l'uomo e tu la donna. Non sono io
l'esperto di moda... -
" Hai ragione. Però potresti consigliarmi come mi devo
comportare "
- Dunque... Quando Zoe ti presenterà tu sorridi e stringi la
mano all'interlocutore. Ti chiederà qualcosa e tu dovrei
rispondere con sincerità. Poi farai il provino e ti
assegneranno
il copione e la trama della storia. Non devi fare niente di speciale,
solo stare rilassata, lasciarti trasportare dalle note della musica che
hai preparato e fare nient'altro che ballare come sai fare -
Sentii che faceva un respiro profondo forse per calmarsi
" Basta che mi stai accanto " Disse infine
- Sarò lì ogni secondo a tenerti la mano -
" Grazie, di tutto. A dopo "
- A dopo, ti passo a prendere io -
"Ok" E chiusi la telefonata
Io avevo già in mano il copione e avevo già
cominciato a
studiarlo. Non era semplicissimo ma neanche troppo complesso.
La passai a prendere un'ora più tardi. Quando la vidi uscire
di
casa sorrisi: non poteva essere più adatta di
così.
indossava un miniabito
rosa e un paio di zeppe
bianche. Era perfetta e anche bellissima.
Appena uscì dal cancello le andai incontro cingendole la
vita con le braccia e la attirai a me baciandola.
- Sali - Le dissi tenendole la portiera aperta
- Mi tremano le mani - Disse lei appena fu salita tenendo le mani
sospese a mezzaria. Tremava davvero a anche tanto.
- Non ti devi preoccupare così... sei già stata
presa e
poi sei bravissima perciò che motivo hai di avere paura? -
- Sai l'ultima volta che ho avuto così paura è
stato
all'esame di terza media, non dormivo la notte e passavo le giornate a
studiare la tesina. Quel giorno avevo le ginocchia molli e le mani non
smettevano di tremare, tutti mi ripetevano che non mi sarei dovuta
preoccupare perchè ero la più brava della classe
e se non
fossi passata io non avrebbe potuto passare nessun altro... sai come
è andata a finire? -
- Sei stata bocciata? - Dissi pensando al peggio
- No, sono uscita con 10! E' questo il bello!!! -
- Allora che cosa ti sei preoccupata a fare?! -
- Non lo so, ma io sono fatta così... - Disse ridendo di
sè stessa mentre sulla mia faccia si era stampato un sorriso.
- E sono agitatissima anche prima di salire sul palco per un saggio o
uno spettacolo, non so se hai presente, quei cinque minuti prima di
salire sul palco, sembra che la mente abbia resettato tutti i passi e
cominci a ripeterli all'infinito nonostante non hai nemmeno bisogno di
pensare perchè il tuo corpo si muove da solo e senti il
bisogno
impellente di andare in bagno anche se ci sei stato sei secondi prima
... -
- Ho provato delle sensazioni simili prima di presentarmi alla folla i
primi mesi di fama. Poi tutto l'entusiasmo iniziale è
sparito. E
poi, mentre si recita è diverso... non è in
diretta e
quindi se sbagli le persone non se ne accorgono anzi a volte
le
scene nonostante sono perfette vengono ritoccate, perciò
stai
tranquilla che è più rilassante di quello che
pensi -
Restammo in silenzio mentre la Porche filava liscia sull'asfalto.
- Che pezzo hai preparato? - Le chiesi
- Sono più pezzi, tutte coreografie inventate da Lucia. Il
primo
è un pezzo classico sulle note di Finally di Fergie. Il
secondo
è un pezzo di moderna sulle note di Bodies di Robbie
Williams e
il terzo è sempre di moderna sulle note di Enie Meenie di
Sean
Kingston e Justn Bieber. Poi ne ho preparato uno di riserva di
classico sulle note di Caruso di Lucio Dalla -
- Un po' di più no? - Scherzai ridendo, rise anche lei.
- Lucia è una perfettina e vuole che faccia un figurone -
- Ma una bastava -
- E c'è di più... mi ha fatto provare pure ad
improvissare, c'eri anche tu quando me l'ha fatto fare -
- Ah, ma io pensavo che fosse un allenamento che facevi spesso... -
- No, non me l'aveva mai fatto fare -
In un ora arrivammo davanti agli studi cinematografici.
La aiutai a scendere dalla macchina e mano nella mano ci dirigemmo al
luogo dell'appuntamento. Eravamo in leggero anticipo ma Zoe e Rick
già ci aspettavano.
- Eccoli - Disse Zoe
PoV: Sara
- Eccoli - Disse Zoe venendoci incontro.
Mi abbracciò e mi baciò come si fa con una
vecchia amica,
in effetti in quel mese veniva spesso con Taylor ad assistere alle mie
lezioni e qualche volta ci eravamo incontrate a casa di
Taylor
per un caffè. Era una donna sui trenta cinque anni, magra,
di
statura media statura con i capelli biondi liscissimi e tagliati a
caschetto, aveva gli occhi piccoli e azzurri. Una bellezza di cui
è facile innamorarsi, una "Barbie", la definiva Taylor.
Anche l'uomo che le stava accanto si diresse verso di noi.
- Ciao Sara, io sono Richard Turner, il produttore - Disse sorridendomi
e porgendomi la mano che strinsi cordialmente.
- Salve - Risposi. Era un uomo di mezza età, dai lineamenti
duri
e squadrati, aveva intriganti occhi azzurri e capelli castani. In forma
e alto. In passato diveva essere stato davvero un bell'uomo.
- Ti abbiamo chamata qui Sara per farti fare una specie di provino,
dovrai ballare dei pezzi che hai preparato con Lucia e poi tu
assegneremo il copione e una breve trama della storia - Disse Zoe tutta
eccitata.
- Dove mi posso cambiare? - Chiesi leggermente intimorita.
- Vieni ti faccio strada verso il tuo camerino personale. Taylor tu va
con Rick che ti deve spiegare un paio di cose - Disse Zoe
- Oh, come siete carini insieme voi due! - Disse apena fummo sole.
- Grazie - Dissi ridendo.
- L'ho capito fin dall'inizio che eravate innamorati! La prima volta
che ci siamo incontrati. Io e Lucia abbiamo visto come vi stavate
guardando mentre noi stavamo parlando di questioni tecniche -
Sorrisi, a quelle due donne non sfuggiva niente.
Se non altro era simpatica e spiritosa, sarebbe stato uno sballo
lavorare con lei.
Appena fui davanti al camerino rimasi sorpresa... c'era già
il
cartellino con il mio nome inciso sulla porta affiancato da una stella
gialla.
Guardai Zoe che mi stava osservando e sorrisi squotendo la testa.
Entrai nella stanza e notai che non era affatto piccola, vi era
addirittura un tavolo con delle sedie e un comodo divano.
- Ti lascio cambiare, sono qui fuori dalla porta se hai bisogno - Disse
- Ok e ... Ehm ... Grazie -
- Di nulla -
Mi cambiai il più infretta possibile. Non mi andava il
pensiero
che sprecassero tempo prezioso per me. Ancora non riuscivo ad abituarmi
all'idea.
Avevo preso un completo
Dimensione Danza come al solito, ma quello era speciale, era
un regalo di Taylor...
Avevo preso i pantaloni lunghi perchè Taylor mi aveva
avvisato
che c'era l'aria condizionata e non faceva caldo all'interno.
Arrivati nella stanza mi posizionai e mi preparai facndo un profondo
respiro, volevano che partissi con i pezzi di moderno e successivamente
di classico.
Scelsi di non fare pause perchè se no avrei perso la
concentrazione. Alla fine si era radunata una piccola folla di curiosi,
tra impiegati e cameramen. Quando terminai l'esibizione tutti
applaudirono entusiasti. Ero soddisfatta, e appena mi lasciarono
respirare Taylor mi si avvicinò, mi diede un piccolo bacio
ai
lati della bocca e mi portò via.
- Sei stata fantastica, più del solito - Mi disse sorridendo.
- Grazie... Mi sono divertita - Dissi tirando un sospiro di
sollievo
Più tardi Rick mi fermò per parlare.
- Sei stata meravigliosa, oltre che carinissima sei anche
splendidamente dotata... complimenti! -
- Grazie - Dissi riconoscente ma imbarazzata. Odiavo ricevere meriti e
lodi quando non avevo fatto altro che danzare, la cosa che mi riusciva
meglio.
- Mi hai davvero sorpreso, inizialmente non credevo molto in te
perchè pensavo fossi come tante ragazzine anoressiche e
belle
come delle bemboline in cerca di soldi e successo. Ma devo dire che mi
sono completamente ricreduto... -
- Grazie - Biascicai di nuovo.
- Ti aspetto qui tra due settimane esatte che cominciamo le
registrazioni, eccoti il copione -
- Va bene e arrivederci - Dissi felice. Finalmente ce l'avevo fatta.
Dopo nni di impegno avevo ottenuto qualcosa di concreto oltre che a
numerosi assoli negli spettacoli.
Appena fummo soli gettai le braccia al collo di Taylor che mi prese in
braccio.
- Non ci posso credere Taylor, sono ... sono... -
- Stra felice? Eccitata? -
- Sono orgogliosa di me stessa - Finii la frase sospirando felice.
- E io sono orgogliosissimo della mia ragazza e futura collega - Disse.
Lo baciai, finalmente felice e senza pensieri. Non ci potevo credere,
avrei recitato al fianco di Taylor Lautner nonchè mio
ragazzo e
avrei danzato, danzato e ancora danzato.
I miei genitori erano felicissimi specialmente perchè la
loro
figlia stava coronando il suo sogno, e le mie nonne non smettevano
più di piangere dalla commozione. Mio fratello mi sfotteva
scherzosamente come al solito e Fabio il fratellino più
piccolo
era in fibrillazione e non smetteva più di ripetere che
aveva la
sorella famosa. Era tutto così surreale, eppure era la
realtà.
Quella sera andai a letto presto perchè volevo leggere la
trama della storia.
La poesia di una danza
Una diciottenne liceale, una ragazza come tante, odia le attenzioni
degli altri e a scuola si mostra scontrosa e intollerante. Bella
d'aspetto ma non troppo notevole viene osservata con interesse da
qualche ragazzo, ma viene considerata dalla maggior parte dei compagni
una sfigata. Non partecipa alle feste e rimane sempre schiva. In
realtà Emma è molto diversa e riesce a
manifestare i
propri sentimenti e il proprio carattere tramite la danza. Derek il
ragazzo più gettonato della scuola, presidente del consiglio
studentesco, un giorno mentre sta
scappando da un branco di ragazzine impazzite trova rifugio nel teatro
della scuola dove Emma nelle ore di pausa si sfoga ballando sulle note
di musica classica e pop. Osservandola
muoversi si rende conto di quanto in realtà sia attraente e
capisce che quella che mostra di sè con i compagni
è una maschera. Si fa
dire da una delle poche amiche che ha il suo contatto per poter parlare
con lei
senza che
Emma
scopra la sua vera identità.
In chat Emma si rivela per quello che è: una ragazza
poetica,
romantica, piena di sogni, gentile, sensibile e con un obiettivo ben
fisso da raggiungere. Entrare all'accademia di danza più
famosa e rinomata di tutti gli Stati Uniti.
Derek comincia a consigliarle di provare ad essere sè stessa
anche in classe e con i compagni. Emma continua a non capire chi possa
essere il ragazzo misterioso e comincia a porgli delle domande sulla
sua identità alle quali lui risponde in modo alquanto vago.
Un
pomeriggio, dopo aver passato una giornata tremenda, Emma si rifugia
sul palco e comincia a sfogare la sua rabbia. Derek passando da quelle
parti sente la musica e decide di entrare per osservarla. Emma si
distrae e atterrando da un salto appoggia male una caviglia e se la
sloga. Derek corre sul palco per accertarsi che stia bene e prendendola
in braccio la accompagna all'ospedale dove le fanno la fasciatura e le
danno quelche anti dolorifico. Dopo cena Emma si siede al
computer per chattare con il ragazzo misterioso, che, facendo un passo
falso le chiede come va la caviglia. Emma capisce tutto
perchè
Derek
era l'unico a sapere che si era fatta male. Dopo qualch giorno che non
si scrivono Derek chiede ad Emma di incontrarsi, la ragazza accetta con
piacere, tuttavia mentre si dirige al luogo dell'incontro origlia
accidentalmente una conversazione tra Derek e alcuni suoi amici. I
ragazzi stanno parlando male di lei e Derek non è da meno, a
quel punto Emma si sente tradita e scappa perdendo un quadernetto dove
raccoglieva le sue poesie. Quando Derek esce dall'aula lo trova e
leggendone il nome capisce che Emma li ha ascoltati. Nei giorni
successivi il ragazzo cerca di parlare con lei per chiarire la
situazione, purtroppo Emma è tornata a ricostruire la
barriera
che la caratterizzava prima del loro incontro virtuale. Un pomeriggio i
due si incontrano nei camerini del teatro e lì Emma gli fa
capire che non ne vuole sapere più niente di lui e se ne va
piangendo. Tra una lezione e l'altra Derek non riesce più a
vederla e i giorni passano. L'estate si avvicina e viene organizzato un
ballo scolastico alla quale sono invitati tutti gli studenti
dell'ultimo anno. Gli insegnanti insistono perchè Emma si
esibisca proprio quella sera in un balletto classico, data la bravura
della giovane, la ragazza è costretta ad accettare.
Quella sera il salone della scuola pullula di ragazzi in abito da sera.
Quando gli insegnanti riescono a far tacere la folla di ragazzi le luci
si spengono e Emma entra in scena danzando con l'abito da sera
più bello di tutti, Derek vedendola ballare capisce di
esserne
innamorato e quando riappare pochi minuti dopo quando finalmente le
danze si sono aperte, la prende per mano e la accompagna sulla
balconata ornata con fiorni per l'occasione.
E senza lasciarla nemmeno fiatare la bacia.
Finalmente Emma riesce a coronare il suo sogno ed entra nell'accademia
da danza grazie alla quale avrà un grande futuro.
La trama della storia era molto semplice ma efficace. Mi
sarebbe
piciuto rivestire i panni di quel personaggio specialmente
perchè in parte mi somigliava.
Quella notte il mio sonno fu profondo e senza sogni.
Le successive due settimane furono lunghissime, ma l'attesa non fu
così snervante perchè con Taylor stavo bene e il
nostro
amore andava rafforzandosi.
Dopo due settimane partii per la California dove si sarebbe girato il
film. Taylor mi aveva invitata a passare quel mese di
vacanza a casa sua a Los Angeles così evitai
addirittura
la spesa dell'hotel. Anche quella casa era enorme forse più
della precedente fatto sta che il primo giorno per tornare indietro dl
bagno mi persi e Taylor venne a ripescarmi nell'ala dedicata allo svago
e allo sport. Mi ci volle un bel po' per ambientarmi.
Taylor mi aveva riservato una stanza solo per me e anche se a suo
parere era piccola e modesta a me pareva enorme. Non avevo mai dormito
in un letto ad una piazza e mezza così comodo. La testa
sprofondava nei numerosi cuscini e risvegliarsi con l'odore delle
brioches calde oppure da un bacio di Taylor mi pareva un sogno.
Passavamo moltissimo tempo insieme, nonostante le riprese. Mi portava
spesso in giro per il suo paese, mi fece visitare le mete turistiche
più ambite e ammirai dei paesaggi mozzafiato.Mi fece
conoscere
numerosi personaggi dello spettacolo tra cui Kris e Rob. Da subito mi
presero in simpatia, si erano affezionati molto a me. A volte mi
viziavano quasi fossi loro nipote! Un pomeriggio Kris mi
invitò
a fare shopping con lei, dovete immainarvi, un vero e proprio spasso.
Da quel giorno diventammo molto amiche, non tanto perchè
come
Taylor era famosa, piuttosto perchè era simpatica e solare.
Non
l'avevo certo immaginata così. Rob era più chiuso
ma
ugualmente simpatico e gentile. In mezzo a loro non mi sentivo a
disagio come invece capitava con altri personaggi.
Con loro eravamo due semplici coppie di innamorati che passano insieme
le vacanze. Un pomeriggio eravamo tutti e quattro insieme a casa di
Taylor. Io e Kristen stavamo leggendo un libro sulle sdraio, mentre
Robert e Taylor stavano correndo sul tapisrouland. Ad un certo punto mi
sentii sollevare, aprii gli occhi, Rob aveva preso in braccio me e
Taylor aveva preso in braccio Kris. Si diressero correndo verso la
piscina e ci buttarono dentro vestite. Dopo essersi tolti la maglia si
tuffarono anche loro. Io indossavo un paio di pantaloncini cortissimi e
aderenti blu scuri e una maglietta bianca larga e comoda che
diventò immediatamente trasparente mettendo in mostra il
reggiseno nero. I due uomini se la stavano spassando ridendo a
crepapelle mentre noi ragazze riemergevamo tossendo. Appena si fu
ripresa Kristen prese a tempestare di schizzi Taylor che scappava
correndo nell'acqua mentre io e Rob ridevamo e li guardavamo.
- Tanto uso Sara come scudo! - Disse Taylor quando giunse alle mie
spalle. Mi posò le mani sui fianchi tenendomi stretta
perchè non scappassi.
- Hei! - Dissi voltandomi e schizzandolo a mia volta. Poi Taylor
cominciò a rincorrermi per la piscina, intanto Kris aveva
raggiunto Rob e ci guardavano abbracciati.
- Presa! - Urlò Taylor vittorioso stringendomi a
sè e baciandomi con intensità.
- Sei scorretto però! - Dissi battendo un pugno scherzoso
sul suo petto appena mi lasciò respirare.
Il resto della giornata trascorse veloce e in allegria tra schizzi e
risate. Mi piaceva quella vita anche se sapevo che presto sarei dovuta
tornare a scuola. Mancavano due settimane al rientro.
Le riprese procedevano bene ed eravamo già a più
di metà film. Zoe si era rivelata una donna mezza matta e
simpaticissima e anche Rick non era male anche se rimaneva sempre un
po' chiuso. Passare più di un mese in America mi stava
facendo davvero bene perchè ora parlare l'inglese mi veniva
quasi automatico.
Una sera rientrai a casa che avevo l'emicranea. L'unica cosa che volevo
fare era una bella doccia e andare a letto, stavo davvero male, tanto
che avevo la nausea. Dopo essermi sdraiata sul letto Taylor venne a
bussare alla porta. Quella sera sarebbe dovuto andare ad una cena di
lavor, aveva insistito perchè andassi anche io ma mi ero
opposta perchè sarei stata certamente fuori luogo.
- Come stai Amore ? - Disse appena fu accanto a me.
- Non troppo bene, ma deve essere per colpa di qualcosa che ho mangiato
e che non ho digerito. Non ti preoccupare -
- Mi dispiace uscire e lasciarti sola, sei sicura di non volere che
resti? -
- No, sei obbligato ad andare, giuro che se resti a casa non ti parlo
più per una settimana! - Lo minacciai sorridendo.
- Bè, tornerò il prima possibile. Tu
però mangia qualcosa perchè se scopro che non hai
cenato ti riporto a casa immediatamente... - Sapendo già che
non avrei toccato cibo.
- Sì, non ti preoccupare - Dissi poco convinta.
- Ci vediamo appena rientro... - Disse dandomi un piccolo bacio sulle
labbra.
- Buona serata - Aggiunsi
Pochi minuti dopo che la porta si fu chiusa sprofondai nel sonno senza
cenare.
Il giorno seguente mi svegliai di buon umore. Quando andai in cucina
vidi che Taylor non c'era ancora. Pensai che non si fosse ancora
svegliato e che la sera precedente fosse rientrato tardi
perciò non lo disturbai.
Finita la colazione mi vestii veloce e mi misi dei vestiti comodi per
andare a fare una passeggiata prima del lavoro. Quando uscii dalla
porta vidi Taylor che camminava avanti e indietro nervosamente per il
vialetto. Era al telefono e a quento pareva era arrabbiatissimo. Era
una giornata soleggiata tirava un vento freddo, perciò
rientrai per coprirmi meglio. Quando tonai fuori Taylor aveva concluso
le telefonata, si avvicinò a me con un sospiro. Mi lasciai
accarezzare la guancia e risposi al suo bacio. Si era rilassato un
po'.
- Vado a fare una passeggiata prima di andare a girare, ci vediamo
direttamente là? -
- Va, bene. Io finisco di prepararmi e faccio colazione
perchè il mio stomaco brontola - Concluse con un sorriso.
- Ok, allora ci vediamo dopo - Dissi e con aria felice mi avviai verso
il cancello.
Mi sembrava d'essere tornata indietro due mesi. La mia sciarpa grigia
svolazzava mossa dal vento e i capelli mi venivano continuamente in
faccia. La mente svuotata da tutto mentre ascoltavo l'ululato del vento
e il frusciare delle foglie. Era un rumore rilassante. Fu un colore che
mi catturò, o un titolo, oppure l'istinto o smeplicemente il
destino.
Rimasi inpietrita davanti a quel giornale caduto accidentalmente dalla
borsa di qualche ragazza. Lo sguardo perso e vacuo mentre le pagine
continuavano a rigirarsi a causa del vento, purtroppo quello che dovevo
vedere l'avevo visto e anche fin troppo bene. Lo raccolsi e camminai a
passo svelto verso la scuola in cui si svolgevano le registrazioni.
Angolo
SweetDancer96
Sondaggio:
secondo voi Sara che cosa ha visto sul giornale?
Grazie a Lyle per la recensione e per i complimenti!
Ringrazio anche le ragazze che hanno inserito la mia storia tra le
preferite e quelle che l'hanno inserita tra le seguite...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Sbagli ***
15 - Sbagli
PoV: Taylor
La vidi
uscire dalla porta, semplice, bellissima, tranquilla e serena.
Cercai di imprimermi nella mente il suo volto perchè sapevo
che
quando avrebbe scoperto, perchè ne ero certo, avrebbe
saputo,
probabilmente non l'avrei più rivista. Conclusi la
telefonata
con fare sbrigativo e alquanto rabbioso e le andai incontro.
Le
accarezzai una guancia con il dorso della mano e la baciai. Non la
volevo lasciare ma sapevo che prima o poi avrebbe saputo e sarebbe
andata fuori di testa, non avrebbe capito più niente e
avrebbe
considerato tutto ciò che avrei detto una menzogna.
Mi
comunicò che sarebbe andata a fare una passeggiata prima di
cominciare le riprese mentre io avrei fatto colazione.
Già
mi sentivo distrutto per quello che era capitato e al solo pensiero...
No, non volevo nemmeno immaginarlo.
PoV: Sara
Camminavo
e non riuscivo a pensare a nulla. Nebbia. Nebbia totale.
Esatto
camminavo come un'automa, come un robot. Forse per la rabbia
ceca che mi stava crescendo dentro come una bestia malefica, forse
perchè sapevo che tutto questo non poteva che essere un
sogno o
un miraggio lontano anni luce da me, forse perchè ero
semplicemente distrutta e non riuscivo a capire.
Non sapevo
nemmeno se la strada che avevo imboccato fosse giusta. Non
sapevo nemmeno più chi fossi. Non pensavo ad altro che non
fosse
quell'immagine con quelle scritte cubitali che probabilmente mi stavano
gridando in facca la realtà.
Senza
nemmeno accorgermene entrai negli studios dove tutti mi aspettavano da
un pezzo.
-
Finalmente, dove eri finita?! - Gridò Zoe con la sua solita
energia. L'unica cosa era che quel giorno non avevo nessuna voglia di
scherzare o rallegrarmi per l'ottimismo degli altri.
Mi lasciai
vestire e truccare senza dire una parola. Mi pareva che
tutto d'un tratto le parole fossero del tutto vuote, che non avessero
più alcun significato.
- Ora
cerca di calarti nella parte e concentrati perchè
probabilmente per voi sarà la scena più difficile
da
girare! - Disse Zoe con allegria. Come se non fosse successo niente,
come se lei non lo sapesse già. Erano tutti falsi e ipocriti.
Annuii
sempre senza fiatare e mi voltai verso lo specchio.
- Chi sei
Sara?-
- .... Chi
sei ? - Sussurrai distrutta.
Due calde
lacrime mi rigarono il viso. Lacrime di dolore e di rabbia,
mi fecero colare tutta la matita, come voleva il copione e come
purtroppo sentiva il mio cuore. Vedere il ragazzo, che aveva promesso
di amarmi e stare con me, baciare una sua ex era stato per me come
ricevere una pugnalata nel cuore. Sì avevo un dolore
più
che lancinante all'altezza del petto che non mi permetteva quasi di
respirare. Ansimavo e piangevo in silenzio. In silenzio come lo era
stata tutta la mia insignificante vita. In silenzio per non disturbare
la vita degli altri. Volevo solo tornare a casa mia, nella mia
camera a spargere lacrime sul cuscino, nella mia torre, nel mio mondo.
Lo era sempre stato. Nascosta per non essere vista dagli altri.
Mi alzai
dalla sedia che non mi reggevo nemmeno in piedi, mi tremavano
le gambe e avevo un mal di testa incredibile. Tuttavia non ero mai
stata così lucida. Dopo il primo impatto, dopo la trance
iniziale, tutto mi era precipitato addosso.
Uscii dal
mio camerino e chiusi la porta. Mi diressi con passo deciso e
spalle rigide verso la stanza dove avremmo dovuto girare la scena.
Vidi il
volto di Zoe e Rick accendersi d'eccitazione. Potevano
considerarmi ora un'attrice provetta, probabilmente nessuno era mai
riuscito a ottenere un'espressione del genere. Per forza, io no stavo
affatto recitando.
Vidi la
spia rossa delle telecamere accendersi proprio mentre cercavo
di raggiungere Taylor. Appena gli fui davanti abbassò lo
sguardo. Aveva capito subito che io non stavo fingendo.
- Pensavo
tenessi a me realmente - Dissi cercando di assumere un tono deciso.
- Pensavo
di potermi fidare - Ma la voce mi si incrinò. Stavo
usando la stesse parole del copione. Non perchè volessi
entrare
nel ruolo, solo... erano le più adatte. Erano quelle che
stava
gridando il mio cuore se così si potevano chiamare i
minuscoli
frammenti che ne erano rimasti.
Non
parlò, non disse niente.
- Io mi
sono innamorata di te come una bambina ingenua e ho sbagliato.
Ho sbagliato. - Terminai con un sussurro strozzato prima che nuove
lacrime si riversarono sulle mie guance portandosi dietro una scia
paurosa di matita e rimmel neri.
Non
riusciva a sostenere il mio sguardo. Si limitava a guardare il
pavimento, come un bambino che viene rimproverato. Così
prevedeva il copione, ma non avrebbe fatto altro ugualmente e lo
sapevo.
Mi voltai
e corsi via dalla stanza. Tutti applaudirono e urlarono
complimenti entusiasti. Tutto si smorzò quando si accorsero
che
invece di fermarmi per continuare con le scene successive, ero scappata
verso i potrelloni e Taylor si era rifugiato nel suo camerino e aveva
chiuso la porta a chiave. Avevo visto i suoi occhi riempirsi di lacrime
e osservarmi imploranti prima di andarmene e mi erano rimasti impressi.
Scappai e
continuai a scappare finchè non raggiunsi
l'uscita. Appena fui fuori telefonai ad Harry singhiozzante
implorandolo di prepararmi la valigia e di prendermi un biglietto per
Milano il prima possibile.
Acconsentì
in modo triste, sapevo che anche lui aveva appreso la notizia.
Appena
arrivai a casa sua il bagaglio era pronto e il volo prenotato
per due ore dopo. Il tempo necessario per arrivare e fare il ceck-in.
Ne fui sollevata. Volevo andarmene per sempre da un mondo che non era
il mio e che non lo sarebbe mai stato.
Ancora non
ci potevo credere: mi aveva detto che andava ad una cena di
lavoro e invece sulla porta del ristorante si baciava con una sua ex,
che aveva lasciato ormai da un anno.
Salutai
Harry con un abbraccio forte. In fondo era simpatico e eravamo
reciprocamente affezionati.
Salii
sull'aereo e sadendomi tirai fuori dalla borsa l'ipod e lo accesi
al massimo del volume chiudendo gli occhi, mentre altre lacrime
ricadevano lente sulle mie guance fino a raggiungere la bcocca o fino a
scendere sul collo. Il primo album che capitò fu Fallen
degli
Evanescence, il che mi fece piangere ancora di più
perchè
mi vennero im mente tutti i momenti più belli passati
insieme a
lui a partire dal primo bacio.
Oscurando e mescolando la verità e le
bugie
così
non so cosa è vero e cosa no
confondendo sempre i
miei pensieri
così non
posso avere fiducia ancora in me stessa
io sto morendo ancora
sto andando
giù
annegando in te
sto cadendo per sempre
ho bisogno di fermare
tutto
allora vai avanti e urla
urlami, sono
tanto distante
non sarò
distrutta un'altra volta
ho bisogno di respirare,
non posso andare giù
.
( Traduzione ultima strofa di Going Under, Evanescence )
Le
parole di Going Under riuscivano ad esprimere nel migliore dei modi la
situazione in cui mi trovavo.
Sentivo gli sguardi della gente su di me, non capivo se era
perchè i miei occchi continuavano a lacrimare nonostante
fossero
chiusi o se conoscevano la mia identità e quindi
sapevano
anche il motivo del mio pianto. Non mi importava. Sarebbe stato lui a
fornire spiegazioni di certo non io.
Ero distrutta perchè io l'amavo ancora ma anche arrabbiata
perchè mi aveva mentito per tutto il tempo, e non potevo
accettarlo.
Fu il viaggio più lungo della mia vita. Non riuscii a
dormire
per niente e le mie parole di addio mi ritornavano in testa come in un
incubo.
Lì a Milano era notte fonda, non avevo mangiato ma non ne
avevo
aluna voglia. Un taxi mi aspettava all'uscita dell'aereoporto.
Salutai mia mamma, che mi era venuta ad aprire la porta svegliandosi,
con un sorriso amaro sulle labbra prima di chiudermi in camera mia. Non
le dissi che avevo saltato anche il pasto precedente.altrimenti mi
avrebbe obbligato. Mi infilai il pigiama e mi buttai sul cuscino che
presto si inumidì di lacrime.
Tuttavia la vita doveva ricominciare e mancava solo una settimana
all'inizio della scuola.
L'anno scolastico si aprì con qualche novità: In
classe
avremmo avuto un ragazzo nuovo, proveniente da Torino. Dovetti
ammettere quando lo vidi che era un ragazzo molto attraente.
Nicolò si chiamava, ma dagli amici si faceva chiamare Nick.
Normalmente era un po' indietro con il programma, specialmente di
Latino.
- Sara, saresti così gentile da fare ripetizioni a
Nicolò
di Latino? Avrei bisogno che si mettesse in pari - Mi chiese il
professore di greco e latino
- Certo, prof. Con piacere - Risposi. Non avevo per niente voglia di
dare ripetizioni e tanto meno ad un ragazzo, fosse stato per
me i
ragazzi li avrei cancellati dalla memoria. Guardai nella sua direzione
e vidi che mi stava guardando. Non ero mai stata considerata tra le
ragazze più belle tuttavia, per quel che ne sapevo c'erano
due o
tre ragazzi interessati a me purtroppo tutti cessi.
Nessuno si stupì della richiesta del professore, tutte le
volte
che qualcuno doveva mettersi in pari con il programma io lo dovevo
assistere in quanto secchiona della classe.
Il suono della campanella interruppe il flusso dei miei pensieri.
Appena il professore ebbe finito di comunicarci i compiti raccolsi le
mie cose e uscii dall'alula con l'Eastpack rosso in spalla. Mentre mi
dirigevo alla biblioteca del liceo in attesa del pullman che sarebbe
arrivato un'ora dopo, sentii dei passi venire nella mia direzione.
- Hei, e così tu sei Sara giusto? - Mi disse Nick
rivolgendomi la parola.
- Sì, mi chiamo Sara - Tagliai corto, senza smettere di
camminare a testa alta verso la biblioteca.
- E sei la secchiona della classe - Continuò
- Già - Risposi secca.
- Piacere io sono Nicolò ma tutti mi chiamano Nick e abito a
Carnate ora. -
- Io sono di Bernareggio -
Sorrisi cercando di ammorbidirmi un po'. In fondo che colpa ne aveva
lui se un altro mi aveva ferita?
- Senti, a te andrebbe bene se ci trovassimo domani nella biblioteca
comunale di Bernareggio, c'è un posto con delle tavolate
dedicate a chi studia o da ripetizioni - Gli chiesi, se dovevo svolgere
il mio lavoro, tanto valeva svolgerlo con impegno.
- Per me va bene, alle tre e mezza? -
- E sia - Dissi e lo congedai entrando nella tanto amata biblioteca.
PoV: Taylor
- Pensavo tenessi a me realmente - Disse con voce rotta dal pianto.
- Pensavo di potermi fidare - Stava recitando il copione, ma sapevo che
in realtà erano parole sue che sentiva nel suo cuore.
- Io mi sono innamorata di te come una bambina ingenua e ho sbagliato.
Ha sbagliato. - Terminò con un sussurro strozzato. Non
riusciva
più a trattenere le lacrime che le si riversrono sulle
guance.
Prima che si voltasse per andarsene alzai lo sgardo per vederla un
ultima volta. Anche io avevo gli occhi pieni di lacrime. Non avevo mai
pianto in vita mia ma vederla così distrutta mi
abbattè
definitivamente.
L'equipe scoppiò in un sonoro applauso di festeggiamento ma
io
non avevo alcuna voglia di festeggiare. Come facevano a non capire che
non stavamo affatto recitando?!
I sorrisi morirono sui loro volti non appena videro che Sara si era
diretta verso i portoni degli studios e io stavo andando verso il mio
camerino.
Non appena mi fui chiuso la porta alle spalle le lacrime mi rigarono il
viso paonazzo di rabbia. Sì, ero furioso. La mia ex
mi si
era buttata addosso appena mi aveva visto uscire dal ristorante ed era
riuscita a raggiungere le mie labbra. Prima che me la potessi togliere
di dosso e mandarla a quel paese i paparazzi, gli stessi che mi avevano
trovato in Puglia, avevano provveduto a rovinarmi la vita. Per sempre.
Era successo tutto in una frazione di secondo eppure aveva avuto il
potere di infrangere il mio sogno e la mia vita. Era stato progettato
tutto. I giornalisti avevano chiesto a quella che un anno prima era
stata la mia ragazza di bacirmi per riuscire ad infangarmi. Addirittura
me lo avevano confessato, tanto che cosa potevano le mia perole contro
quelle di un giornale?
Non avevo nemmeno tentato di dirlo che si era trattato di un errore...
che quella ragazza era stata pagata per rovinare tutto e che anche Kris
e Rob potevano testimoniarlo. Non mi avrebbe mai creduto. Avevo
telefonato a Rob quella mattina stessa per dirlgi di non fiatare
riguardo alla verità, con Sara.
Una parte di me moriva dalla voglia di rincorrerla e spiegargli, ma
sapevo che non sarebbe servito. Non sarebbe mai stato come nei film che
basta una piccola spiegazione per sitemare tutto.
Al solo pensiero che quei bastardi lo avevano fatto apposta solo
perchè alle fan non piaceva la mia ragazza...
Sentivo la rabbia crescermi dentro e il dolore corrodermi l'anima.
Altre lacrime, ancora lacrime e di nuovo lacrime. Non potevo fare
nient'altro. Rimasi ad ascoltare i miei stessi singhiozzi che
riempivano la stanza, il sapore delle lacrime salate che mi entravano
in bocca erano l'uica cose che mi ricordava che ero io a piangere.
Piansi per ore e nessuno mi venne a disturbare.
Uscii dagli studios deserti che era quasi ora di cena. non avevo
pranzato ma avevo lo stomaco serrato. Arrivato a casa Harry non
parlò perchè se avesse fatto altrimenti mi
avrebbe
rimproverato. Anche lui sapeva cosa fosse successo realmente e io
sapevo che in quel momento mi considerava uno stupido. E aveva ragione.
Andai dritto in camera mia. Mi infilai un paio di pantaloni comodi e
una t-shirt e mi sdraiai sul letto a pancia in su. Non cenai nonostante
Harry mi avesse portato un vassoio in camera e quella notte non dormii.
Avevo finito le lacrime e avevo gli occhi rossi e gonfi. La mattina
successiva mi lavai e tornai in camera, dalla quale non mi mossi
più per tutta la giornata. Solo a cena mangiai una pastina e
un
po' di insalata e durante la notte il sonno fu leggero, più
simile ad un dormiveglia. Passò così una
settimana in cui
non parlavo, mangiavo poco, dormivo a stanto e non mi degnavo di
uscire. Ordinai a Zoe tramite un e-mail che le riprese erano sospese
per vari motivi, per il resto passavo le giornate seduto o sdraiato sul
letto a crogiolarmi nel mio dolore e nella mia rabbia. Mi isolai
completamente.
Dopo due settimane Harry mi si avvicinò.
- Perchè non le hai detto nulla? - Mi chiese
- Non mi avrebbe mai creduto - Fù la mia risposta del tutto
vuota.
- Non dire idiozie Taylor, ti avrebbe creduto anche se le avessi
mentito -
- Non è vero -
- Allora che hai intenzione di fare? Startene qui seduto o sdraiato
mangiando come una formica, dormendo poco o niente e isolandoti
completamente da tutto e tutti? So che non la dimenticherai mai, ma la
vita continua... la tua e la sua - Concluse.
- Hai ragione, ma non ce la faccio ... - Dissi con tono disperato
trattenendo a stento le lacrime.
- Non so cosa dirti Taylor, resta pure qui se vuoi ma secondo me una
lunga passeggiata non ti farebbe male - Concluse alzandosi e uscendo
dalla stanza.
Da quel giorno cominciai a farmi lunghe camminate in giro per Los
Angeles oppure me ne stavo rinchiuso in camera con l'Ipod al massimo.
Stavo male, inutile negarlo.
Passò un altro mese così, tra il non fare nulla e
le
lunghe passeggiate durante la quale ignoravo anche le grida e le
richieste d'autografo delle fan. Dopotutto non erano mica loro che
odiavano Sara? Non erano state loro a spingere quei giornalisti a
dividerci?
Ancora
non mi capacitavo del fatto che non avevo provato a difendermi
come chiunque altro avrebbe fatto. Ora era troppo tardi, sarebbe
suonato come: non so più che tradire ti prego torna.
Stupido,
stupido e ancora stupido.
Seduto
su una panchina osservavo la gente passare e quando vedevo un
gruppo di ragazzine in procinto di venirmi incontro mi alzavo e con
passo svelto mi dileguavo alla ricerca di un altro posto dove poter
stare tranquillo.
Pssò
un altro mese. Sara era tornata a scuola già da due mesi,
quasi tre.
Un
giorno di fine ottobre, osservavo il cielo albeggiare, tinto di
colori stupendi, di sfumature tra il rosso e il viola, mentre
le
foglie secche dai mille colori venivano staccate dai rami e fatte
volare via dal vento per poi depositarsi sul selciato e
sull'erba. Sarebbe piaciuto a Sara assistere ad uno
spettacolo
del genere. Gia, Sara. Avrei voluto essere con lei a studiare e
sentirla ripetere poesie e poemi latini e grechi. Io avevo finito il
liceo ma non avevo continuato gli studi all'università come
in
vece mirava a fare Sara. Avrei voluto stringerla tra le braccia e
tenerla stretta a me per sempre. Per sempre.
Mentre
ammiravo quello spettacolo naturale mutare sotto i miei occhi
non mi accorsi che Zoe si era seduta sulla panchina accanto a me e mi
stava osservando.
-
So cosa è successo - Disse facendomi saltare dallo spavento
-
Mi hai spaventato - Dissi cercando di pilotare il discorso altrove, non
mi andava di parlarne.
-
E so anche cosa è realmente accaduto
quella sera - Continuò. Decisi di essere franco
-
Non ne voglio parlare -
-
No Taylor, ne dobbiamo parlare - Disse senza rabbia o agitazione
-
Perchè... per il bene del film? - Dissi con scherno e ironia
nella voce
-
No... per te ragazzo - Disse. Decisi di non rispondee.
-
Ma ti vedi? Non dormi, non mangi, non vai in palestra, non vivi
più Taylor! Perchè non le hai detto niente?!
Perchè l'hai lasciata andare?! So, perchè me lo
hai detto
tu stesso, che è la tua unica ragione di vita, e allora
perchè non reagisci ?! -
Non
risposi, ora era su tutte le furie.
-
Taylor, almeno rispondimi cazzo ! -
-
Ti ho già detto che non ne voglio parlare - Risposi gelido
-
Va bene, come vuoi... - Disse allontanandosi furiosa.
Aveva
ragione, ma non riuscio e non ne volevo uscire. Mi stava bene, me l'ero
meritato.
PoV:
Sara
La
compagnia di Nick
era piacevole. Dopo un mese di ripetizioni in biblioteca, aveva
proposto di cambiare luogo perchè quell'aula era troppo
affollata e caotica. Dovevo ammettere che aveva ragione,
così
decisi di farlo venire a casa mia visto che al pomeriggio presto tutti
erano fuori casa.
Nick
era un ragazzo simpaticissimo e divertente, trovava sempre un modo
di farmi ridere quando non ce n'era bisogno, mi lasciava ai miei
pensieri quando capiva che pensavo a qualcosa che non gli avrei mai
riferito ( Lui
)
e invece mi consolava senza intromettersi troppo quando vedeva che
pensandoci troppo mi si riempivano gli occhi di lacrime.
Stupida
mi
dicevo.
Come
avevo già constatato era un ragazzo molto carino: aveva gli
occhi verdi e capelli biondi. Alto e muscoloso ( ovviamente non quanto
Taylor). Ogni tanto lo beccavo mentre mi osservava. Non sapevo dire se
mi piacessero o no quelle attenzioni.
Eravamo
diventati molto amici in quei mesi e nonostante non servissero
più le ripetizioni eravamo soliti fare i compiti insieme.
Stare
con lui e studiare mi aiutava non pensare troppo spesso a
Taylor,
anche se quando mi mettevo a letto lacrime umide mi inondavano il viso
costantemente.
-
Per chi versi tutte quelle lacrime? - Mi chiese una mattina
-
Io non verso lacrime - Risposi asciutta e con totno distaccato
-
Oh sì invece, e tante anche -
-
Non è vero -
-
Allora come spieghi che alla mattina hai sempre gli occhi arrossati e
gonfi tipico di chipiange per ore? -
-
Non piango, è che spesso mi metto la matita nell'occhio per
sbaglio - Dissi arrampicandomi sugli specchi
-
Ok, ho capito non me lo vuoi dire... - E il discorso si chiuse
lì, o almeno lo speravo.
Quel
pomeriggio dopo aver studiato per ore entrai in chat dove Chiara
mi aspettava per parlare. Sapeva che ero solita accendare il computer
verso quell'ora.
Kia94
-
Finalmente ti sei degnata di farti sentire! -
Saretta
U.U
-
Sì tutto bene grazie! -
Kia94
-
Spiritosa! -
Saretta
U.U
-
Come va? -
Kia94
-
Bene. Qui la vita procede... anche la scuola = (
E
i piccioncini ke fanno???
Saretta
U.U
Kia94
Ehi
??? Ti sei disconnessa???
Saretta
U.U
No,
purtroppo... Non esiste più un Noi
Chiara,
mi ha tradita... e sto malissimo per questo.
Kia94
Come
sarebbe?! Brutto stronzo....
Saretta
U.U
Non
fare casini...
Kia94 si
disconnette.
Saretta
U.U si disconnette
Perchè
glie lo avevo detto? Ora gli avrebbe subito telefonato
per dirgli dietro peste e corna. Aveva il suo numero e il suo
contatto... avrebbe combinato un casino.
Poco
dopo squillò il telefono, che fosse già lui? No
impossibile.
"
Hei piccoletta... usciamo? " Era Nick. Tirai un sospiro di sollievo,
ma anche un po' di delusione. Mi sarebbe piaciuto sentire di nuovo la
sua voce...
-
Da quando mi chiami piccoletta? -
"
Da ora... allora vieni? "
-
Va bene... ma perchè proprio 'piccoletta'? -
"
Sei o no più piccola di me? "
-
Sì ma solo di due anni... e poi ricordati che sei tu quello
che è stato bocciato! -
"
Sì, ma tu rimani sempre più piccola!"
-
Dove si va? - Chiesi per cambiare discorso
"
Mmh ... non lo so, decidi tu "
-
A fare shopping! - Scherzai
"
Se ti fa piacere..." Disse con fare deluso
-
No, scherzavo, che ne dici se ci prendiamo ua pizza e poi andiamo al
cinema? -
"
Perfetto " Disse entusiasta
-
Che film vediamo? - Chiesi
"Che
ne dici di Harry Potter sette?"
-
Già visto! -
"
Ok, allooora ... sorpresa! "
-
Ci sto! -
"
Ti passo a prendere alle sette cioè tra un'ora... sbrigati
piccoletta "
-
A dopo - Dissi con finta esasperazione
Mi
feci la doccia e mi vestii: scelsi un paio di jeans attilati
come mio solito, una semplicissima t-shirt, una felpa bianca
della Dimensione Danza e un paio di Air
Max Light.
Più
teenager di così non potevo essere. Infine mi misi la matita
rigorosamente nera sopra e sotto l'occhio per farlo risaltare
meglio.
Alle
sette meno cinque ero pronta e alle sette in punto Nick
passò a prendermi.
Non
uscivo da almeno tre mesi e mezzo, nè con una amica
nè con i miei genitori. preferivo rimanere in casa a fare
niente o a studiare cose che sapevo ormai a memoria a furia di studiare.
Non
era un appuntamento da fidanzati, solo un uscita tra migliori amici.
Ebbene sì, Nick era diventato il mio migliore amico assieme
a Chiara.
Lui
doveva essere in quinta superiore ed era di gennaio, perciò
aveva la patente. Ha
la stessa età di Taylor. Mi
maledissi per quel pensiero.
Mi
fidavo di lui, aveva una guida sicura e non veloce.
Dieci
minuti dopo eravamo al centro commerciale. Ci fermammo al McDonalds a
mangiare un toast e poi mentre io ero in bagno lui provvide a comprare
i biglietti, in modo che non potessi vedere che film saremmo andati a
vedere.
Mi
guardai allo specchio. I capelli erano diventati lunghi e ormai mi
arrivavano ai fianchi, i boccoli definiti erano stupendi, a Taylor
sarebbe piaciuto vedermi così. Perchè non
riuscivo a togliermelo dalla testa nonostante avesse baciato un'altra
mentre stava con me?
Ero
ancora irrimediabilmente e perutamente innamorata di lui e non sarebbe
mai cambiato nente.
Quando
uscii dal bagno Nick mi aspettava. Mi sorrise, un sorrisetto furbo.
Mi
affiancai a lui e camminammo in silenzio verso l'entrata delle sale.
I
posti erano i migliori in assoluto: ultima fila centrali. Voleva fare
colpo?
Dopo
venti minuti di pubblicità una voce recitò una
frase, famosa, forse troppo per le mie orecchie. Breaking Dawn. Con
tutto quello che era capitato mi ero totalmentedimenticata che l'11
novembre sarebbe uscita la prima parte.
Gli
sorrisi, come per dire che aveva fatto la scelta giusta, in
realtà non lo era per niente.
Ressi
durante tutta la parte del matrimonio ma quando durante il ballo Jacob
si presentò in tutta la sua bellezza con i muscoli in
risalto e quel sorriso luminoso che tanto mi aveva fatto innamorare gli
occhi mi si riempirono di lacrime.
-
Scusami ... non ce la posso fare - la voce mi si incrinò.
Scappai
fuori dala sala e non smisi di correre nemmeno passando tra i vari
corridoi del centro commerciale e non avrei smesso nemmeno una volta
fuori dall'edificio se una mano calda e forte che mi ricordò
subito quella di Taylor, non mi avesse fermata trattenendomi per un
braccio.
-
Aspetta, almeno spiegami perchè... pensavo ti piacesse la
saga -
Riconoscendo
la voce mi voltai e appoggiai la testa nell'incavo della sua spalla
dando finalmente sfogo al mio pianto. Mi tenne stretta a sè
accarezzandomi i capelli finchè non mi fui calmata.
-
Nick, non posso più fare a meno di dirlo a qualcuno...
Taylor Lautner era il mio ragazzo, simo stati insieme tre mesi e poi
sono venuta a conoscenza, per colpa di un dannatissimo giornale di
gossip, che Taylor era andato a cena con una sua ex... c'era la foto di
loro due che si baciavano sulla porta del ristorate! - Dissi con voce
rotta dal pianto mentre nuove lacrime colarono dagli occhi.
Era
confuso e sorpreso.
-
Tu eri... - Ebbe il buonsenso di non terminare l'esclamazione
-
Sì Nick, lo ero -
-
Mi dispiace tantisimo io sono stato uno stupido.. - Non o lasciai
terminare
-
Non è affatto colpa tua, non lo sapevi. Sono stata stupida
io perchè non te ne ho mai parlato e ti ho rovinato la
serata -
-
No, assolutamente, in fondo mi conosci da tre mesi e mezzo. Avevi tutto
il diritto di non dirmi nulla - Mi rassicurò
Passammo
il resto della serata in un parco, in silenzio, ad osservare le stelle.
Angolo
SweetDancer96
So che
questo capitolo è piuttosto triste, ma spero non mi odierete
per questo.
Mi dispiace di non aver ricevuto recensioni nel capitolo precedente,
anche perchè vorrei sapere i vostri pareri riguardo alla
storia.
Vi piace? Vi annoia? Troppo sdolcinata? Troppo poco appassionante?
Fatevi sentire.
Baci e al prossimo capitolo.
P.S. Questo è dedicato ad Annette Bellamy nonche
mia migliore amica ( vecchia MissFify) Perchè
capisca che non è l'unica a non saper raccontare storie
tristi e malincoiche.
Quando ti decidi a tornare???
Vostra Sweetie
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Distanza ***
PoV: Taylor
Ero chiuso nella mia stanza, sdraiato sul letto ad osservare l'abum che
Harry ci aveva regalato quando sentii il cellulare vibrare sul
materasso, era da mesi che qualcuno non mi chiamava a parte la mia
famiglia.
Osservai il display: Chiara. Aspettavo la sua chiamata già
da
parecchio tempo. Possibile che Sara si fosse chiusa così
tanto,
da nasconderle i suoi sentimenti per tanto tempo?
- Pronto? - Dissi aspettandomi una sfuriata.
" Cosa è successo realmente? "
- In che senso? - Chiesi sbalordito dalla sua reazione.
" E' impossibile che tu, proprio tu l'abbia tradita, ci deve essere
un'altra spiegazione " Disse convintissima.
Nonostante il carattere spigliato di Chiara la facesse sembrare molto
più piccola rispetto a Sara che invece era seria, corretta e
intelletuale, la ragazza affrontava le delusioni d'amore con gelo e
distacco. Solo grazie a questa caratteristica era riuscita a capire la
verità.
- E va bene - Dissi dopo una lunga pausa di silenzio.
- Ti racconterò tutto solo se mi giuri su te stessa che non
dirai una sola parola di questa chiamata a Sara - Dissi risoluto
- Ma ...-
- Nessun ma, se no non ti racconto nulla - Dissi senza lasciarle finire
la frase.
" Va bene " Disse calma.
Le raccontai tutto per filo e per segno, partendo dal perchè
lei non mi avesse accompagnato.
- Mi credi? - Dissi una volta che ebbi terminato
" Sì, ti credo... Perchè non l'hai fermata? "
- Non mi avrebbe creduto -
" Io la conosco da quando è nata e ti posso assicurare che
ti
avrebbe creduto, è una ragazza che si fida. Io avrei reagito
come ti eri immaginato, ma non lei "
- Ho sbagliato, ma ora è troppo tardi per rimediare, si
sarà rifatta una vita. Una ragazza come lei non ha bisogno
di
aspettare molto per trovare una persona che la ami -
" Non so se si è ricostruita una vita. L'unica cosa che so
è che non ti dimenticherà mai
più. Le hai
dato tutto quello che non si aspettava, l'hai fatta sentire una piccola
donna e una star. L'hai amata e la ami ancora "
" Pensaci Taylor... Ci si sente"
- Alla prossima -Salutai.
Era incredibile quanto avesse ragione. Una vera amica, nonostante mi
avesse visto solo per una scarsa settimana.
Mi vestii velocemente infilendo un paio di jeans lunghi e scuri e un
giubbotto di pelle nera sopra la maglia bianca a maniche corte.
Raggiunsi il mio parco preferito nel giro di un quarto d'ora, dove
tutte le mattine rimanevo ad ammirare l'alba e tutte le sere il
tramonto.
Rallentai il passo per guardare i bambini giocare. Mi venne in mente
quella sera quando l'avevo portata a vedere il balletto e dopo cena
siera avvicinata la bimba... Molly.
Sorrisi al ricordo di quel momento. Perchè mi ero lasciato
scappare tanto? Veramente era troppo tardi? Sì, era troppo
tardi.
Trovai una panchina vuota e mi ci sedetti ad osservare il cielo terso
del pomeriggio. Non una nuvola. In quel momento mi accorsi che dopo
aver conosciuto Sara ero molto più sensibile, sia agli
spettacoli naturali quali l'alba e il tramonto che pirima consideravo
parte della routine giornaliera sia all'osservazione delle persone che
mi circondavano. A volte mi piaceva osservare le espressioni dei volti
cercando di percepirne le sensazioni.
Improvvisamente, mi venne in mente una frase, di una canzone.
Save me from the nothing
i've become - Salvami dal nulla che sto diventando.
( Bring me to life / Evanescence )
Sì, Sara mi aveva salvato dal nulla che stavo
diventando. Mi aveva cambiato. Mi aveva salvato da me stesso.
PoV: Sara
- Nick smettila - Dissi
- Perchè, che sto facendo di male? -
- E' da un'ora e sette minuti esatti che mi fissi -
- Non ti posso guardare? -
- Mi da sui nervi, mi fa sentire... osservata! -
Scoppiò a ridere e mi unii a lui.
- Non ti dovresti distrarre caro Nicolò, sei in terza
superiore quando dovresti essere in quinta... -
- Sì, ma non per colpa mia -
- Ah sì, e di chi sarebbe la colpa ? - Dissi con tono ironico
- Dei professori - Disse con espressione serafica e terribilmente
serena.
Scoppiai a ridere di nuovo, non per ciò che aveva detto ma
per la sua espressione, mentre lui rideva con me.
- Sei incredibile! -Dissi con finta esasperazione
- Però ti faccio ridere! - Disse con convinzione
- Devi aere per forza l'ultima parola tu? - Dissi
- Però ammettilo, io ti faccio ridere. -
- No -
- E invece sì -
- No -
- Sì -
- E va bene, hai vinto. Mi fai ridere, e allora? -
- Sono simpatico -
- Modesto! - Dissi con ironia malcelata.
- Lo prendo per un sì... -
- Studia - Dissi per cambiare discorso.
- Sì signora! - Esclamò e si mise finalmente a
studiare seriamente.
Poco più tardi quando se ne fu andato entrai in camera mia e
acesi il computer.
Kia94
Ciao
Saretta
U.U
Ciao... sentimo un po' che hai fatto?
Kia94
Niente, non ho fatto niente...Sara?
Saretta U.U
Che c'è?
Kia94
Io... ehm...
Saretta U.U
Allora?
Kia94
Nulla, non volevo dire nulla, una sciocchezza.
Kia94 si disconnette
Saretta U.U
Non ti capisco a volte
Saretta U.U si disconnette
Sapevo che avrebbe letto lì'ultima frase se fosse tornata in
chat, non ero arrabbiata, solo che non riuscivo a capire, dice che non
deve dire nulla e pochi secondi dopo si disconnette...
Mi voltai verso il letto e vidi l'abito viola steso sopra.
Probabilmente mia mamma l'aveva portato i lavanderia. l'abito che avevo
indossato al primo appuntamento.
Mi avvicinai e lo tolsi dalla plastica che lo ricopriva, stranamente
non mi fece piangere, mi fece venire in mente invece quella volta che
quasi se n'era andato per colpa dei giornalisti
" Sono capaci di distruggerti la vita con una foto e in un secondo e
sono falsi" Mi aveva detto quando era tornato.
" Se alle fan non piacciono come ti vesti o le persone con cui esci
riescono a farti cambiare o ad allontanarti da esse con
l'inganno" Possibile che fosse successo così anche nel mio
caso?
- No, non credo - Dissi ragionando a voce alta
Strinsi a me l'abito come se fosse stato lui e immaginai di rivivere di
nuovo quella serata magica. Lo indossai di nuovo e mi parve di rivivere
tutti i momenti più belli assieme a lui. Pensai anche alla
remota possibilità di rimanere amici e terminare di girare
il
film. No, erano solo fantasie, lui non mi voleva più, era
inutile. Riposi il vestito nell'armadio con riluttanza e andai a
mangiare.
Quella notte dormii poco e male, il mio sonno era tormentato da incubi.
Sognavo situazioni strane dove vedevo Taylor malato e solo. Pareva che
non mangiasse e non dormisse.
Mi svegliai con le occhiaie, fortunatamente era domenica. Mi vestii
veloce con un paio di jeans e una camicia bianca, sopra indossai un
maglioncino bianco con scollo a V.
Uscii di casa e andai alla S. Messa.
Dopo pranzo ricevetti una telefonata di Nick che mi chiedeva se volevo
andare ad una festa di un nostro compagno di classe.
Accettai.
Indossai i jeans più scuri che avevo e indossai una
maglietta
dell'Original marines che mio fratello mi aveva regalato per il
compleanno, rosa salmone con delle meduse bianche, che accompagnai con
la kefia bianca.
Ai piedi indossai le zeppe bianche che avevo usato per il provino.
Arrivammo alla festa in perfetto orario, Nick era più carino
del
solito Jeans e camicia bianca mi ricordarono le serate in albergo con
Taylor. All'entrata mi prese per mano.
- Non voglio farmi rubare l'amica - Disse strizzandomi l'occhio.
Dopo qualche minuto la sala fu piena e la musica a palla faceva venire
l'emicrania a chi non si era già sbronzato. Mi accorsi di
non
avere più Nick al fianco, così andai
a sedermi su
una panchina di marmo sulla terrazza
Rimasi lì per più di due ore, poi scorsi Nick in
mezzo
alla folla che quasi non si reggeza in piedi. L'avevo immaginato. Mi
diressi verso di lui prendendolo sottobraccio per allontanarlo dalla
casa. A fatia riuscii a trasportarlo fuori dalla porta, sistemai il suo
braccio sulle mie spalle e lo trascinai verso la macchina.
- Sara... Lo sai che ti amo? - Disse tra un singhiozzo e l'altro.
- Sì, certo, certo. Dormi sei ubriaco fradicio -
Lo stesi al posto di guida e abbassai il sedile. Chiusi la portiera e
telefonai a mia madre
- Guarda che non torno a dormire, perchè Nick si
è preso
una sbronza è non è in grado di guidare. Una mia
compagna
di classe ha detto che mi può ospitare a casa sua,
perciò
dormiro da lei - Mentii.
" Ok, ma nnon combinare casini" disse mia madre
- Mamma! Non sono ubriaca e non ho perso il lume della ragione! -
" Sì, sì. Era solo un avvertimento. Stai attenta "
- Va bene. Notte - La saluti.
Non era tardi, erano le undici e mezzo.
Aprii la portiera posteriore e mi stesi sui sedili dei passeggeri. Mi
coprii con la coperta che avevo portato per precauzione e mi
addormentai per la stanchezza.
Mi svegliai con le prime luci dell'alba e scesi dalla macchina per
ammirare il cielo.
Pochi minuti dopo si svegliò Nick con un gemito.
- Che mal di testa -
Mi raggiunse
- Che è successo? - Mi chiese
- Ti sei preso una bella sbornia ieri sera - Dissi con un sorriso sulle
labbra
- Veramente? Lo sai che non mi ero mai ubriacato? -
- Ma dai?! veramente ?! - Dissi un tantino sorpresa.
- Sì, mai in vita mia. E tu? -
- No, non mi sono mai ubriacata e non ho intenzione di farlo - Dissi
- No, intendevo dire, dove hai dormito? -
- Sui sedili posteriori - Dissi indicando la coperta scostata.
- Ah, mi dispiace. -
- Forza, è ora di prepararsi perchè tra un'ora e
mezza inizia la scuola - Dissi
- No... - Rispose
Riuscì a giudare fino a casa dove mi cambiai e presi lo
zaino e il biglietto del pullman.
Dopo la scuola mia mamma aveva invitato Nick a mangiare da noi. Finito
di pranzare cominciammo a studiare e nessuno parlò
più
fino a che non finimmo. Continuavano a rimbombarmi in testa le sue
parole Lo sai che ti
amo?
Mia mamma mi aveva insegnato che gli uomini erano molto più
sinceri quando erano ubriachi.
Ed io? Io corrispondevo i suoi sentimenti? Ero confusa, molto confusa.
No, ne ero certa. Non li corrispondevo. Io amavo Taylor nonostante
tutto.
Alle cinque circa terminai di studiare, mi alzai e uscii in cortile ad
osservare il cielo mutare. Pochi secondi dopo mi raggiunse anche Nick.
- Cosa ho datto ieri sera che ti ha reso così? - Chiese
Non risposi
- Merda, lo sapevo... -
Non sapevo cosa dire, non volevo ferirlo. Io gli volevo bene, come
amica ma non lo amavo.
- Nick, io... Ti voglio bene, mi sei stato vicino e sei diventato il
mio migliore amico. Ma il mio cuore appartiene ad un altro e non
cambierà mai niente - Dissi tutto d'un fiato.
- Lo so -
- Magari con il tempo riuscitò a dimenticarlo e a quel punto
... potremmo tentare di stare insieme -
- Ti aspetterò Sara, ti aspetterò sempre - Disse
dopo un lungo silenzio
Sorrisi rattristata. Avrei preferito che non mi avesse aspettato,
avrebbe dovuto anche costruirsi una sua vita.
Mi diede un bacio sulla guancia e si avviò verso il cancello.
Quella sera mentre mi agitavo tra le coperte ripensai alla mia vita.
Forse avrei dovuto provare a dimenticare Taylor e ricominciare una
nuova vita assieme a Nick, infondo avevo solo sedici anni quasi
diciassette. Avrei fatto in tempo a cambiarne tanti altri di ragazzi.
Nel mio cuore però sapevo che il mio destino era in qualche
modo
legato a Taylor, che prima o poi ci saremmo rincontrati. Stavo ancora
maledettamente male e soffrivo nonostante il tempo era passato.
I giorni successivi furono normali. Sempre sommersi di studio e
compiti, passggiate e feste di compleanno. Il tempo sembrava
trascorrere inesorabilmente, già cinque mesi disanti.
Cinque mesi di false speranze quando arrivava un messaggio o
un email, o quando qualcuno suonava il campanello. Il mio cuore
accelerava i battiti e una lacrima mi scendeva quando scoprivo che non
era lui.
- Sara, noi andimo a fare una settimana bianca a Chiesa, come
sempre. Vuoi venire? Devo prenotare la casa e lo devo sapere - Mi disse
una sera a cena mia madre, Andrea e mio padre erano andati a fare una
ferrata in Trentino e sarebbero tornati il giorno seguente.
- Se vuoi può venire con noi anche Nick, vedo che siete
piuttosto affiatati. - Continuò
- No, non posso venire, il mese prossimo ho l'esame di cui ti avevo
parlato e se lo passo vengo mandata direttamente in quinta superiore
saltando un anno. Devo studiare. E con Nick... Siamo solo amici mamma,
il mio cuore appartiene ad un altro... - Terminai la frase con una
punta di tristezza nella voce.
- Ma... - Cerco di parlare mia madre
- Magari con il tempo potrei anche lasciarmi andare con Nick, ma ora,
sono ancora innamorata di Taylor - La interruppi
- Come vuoi, sono felice perchè stai facendo la scelta
giusta... La scelta che va bene per te -
- Grazie mamma -
Partirono appena dopo Natale, il 26. Mi sarebbe piaciuto andare con
loro e sciare di nuovo. Io e Andrea sciavamo ormai da undici anni e
sulle piste nere facevamo a gara, che arrivava ultimo pagava la
cioccolata. Mi dispiaceva rimanere a casa, ma grazie a quell'esame
sarei potuta passare alla classe superiore anticipando l'esamen di
maturità di un anno.
Un pomeriggio finito di studiare andai in biblioteca a cercare un libro
da leggere. Rimasi lì per una buona mezz'ora e poi mi
riavviai a pidi verso casa.
Arrivai all'entrata della mia via e vidi parcheggiata la Jeep di Harry
difronte a casa mia. Ebbi un tuffo al cuore e per la sorpresa feci
cadere anche il libro che tenevo sotto braccio.
Velocizzai il passo. Avevo il cuore che batteva all'impazzata e le
vertigini. Aprii il cancello e attraversai il viletto che conduceva
alla porta quasi di corsa.Intravedevo un'omba accant all'ingresso ma
non riuscivo a capire di chi si trattasse dalla posizione in cui ero.
Mi sembrava di aver già vissuto questo momento.
Arrivai alla porta di casa e vi trovai appoggiata allo stipite...
Kristen Stewart.
Appena la vidi le gettai le braccia al collo e lei ricambiò
l'abbraccio.
- Mi sei mancata - Disse
- Anche tu mi sei mancata -
- C'è qualcun'altro? - Dissi nella speranza di rivedere
Taylor
- No, ci sono solo io -
Ma certo. La scena era tale quale a quella di New Moon.
- Ma sono venuta per dirti una cosa... che non dovrei dirti, ma
cambierà tutto... -
Aprii veloce la porta di casa e la feci accomodare sul divano
mangiandomi le unghie per il nervosismo.
- Ecco, Taylor mi ha vietato di dirtelo. Ma è da cinque mesi
che me lo tengo dentro e non ne posso più anche
perchè devi
sapere.- Disse convinta.
Annuii
- Quella sera, e tu sai a quale mi riferisco, Taylor è
venuto a cena con me, Rob e tutti gli altri attori della saga. Era una
specie di saluto per ricordare i momenti più belli dei film.
-
Annuii di nuovo, non lo sapevo.
- Silvia, la sua ex, non c'era, nè c'è mai stata
durante la cena. Ci ha detto che tu non stavi bene e che sarebbe
tornato a casa presto per farti compagnia -
Fece di nuovo una pausa.
- Erano le undici quando siamo usciti dal ristorante io, Taylor e
Robert. Volevamo veire a trovarti. Ad un tratto è arrivata
Silvia e si è lanciata addosso a Taylor cercando di
baciarlo. Lui l'ha tolta di dosso con uno strattone, ma i giornalisti
avevano già fotografato. E' stata una trappola per dividervi
Sara. Erano gli stessi giornalisti che vi hanno aggredito all'albergo
quest'estate. Indispettiti dal vostro comportamento allora, ti hanno
ingannata. -
Non potevo credere alle sue parole. Taylor non mi aveva tradita e, cosa
più importante di tutte, mi amava ancora. Mi amava e io
l'avevo lasciato per una ... cazzata tremenda!
- Taylor sta male. mangia poco, dorme male e pochissimo, non parla
più con nessuno fuorchè Harry, me e Rob. Evita le
fan e, o se ne sta rinchiuso nella sua camera solo Dio sa a fare che
oppure se na va in giro per Los Angeles a fare lunghissime passeggiate
solo -
Io piangevo disperata. Per felicità, dispiacere e per
euforia. Non capivo più niente Non riuscivo a parlare. Avevo
una gioia sorda che mi impediva di muovermi. Era come se il mio cuore
fino ad allora distrutto in mille pezzi fosse tornato di nuovo intero e
anzi si fosse ingrandito per contenere tutte quelle emozioni.
Abbracciai talmente forte Kris che per poco non la strozzai. Piangeva
anche lei nel vedermi così felice. Io piangevo e ridevo.
- Perchè non me l'ha detto subito? - Riuscii a biascicare
tra un singhiozzo e l'altro
- Aveva paura che non gli potessi credere e non voleva apparire ai tuoi
occhi anche bugiardo -
- Lo sapevo, me lo sentivo che in realtà non mi aveva mai
lasciata... - Scoppiai di nuovo a piangere, troppo felice per poter
fare altro.
Angolo
SweetDancer96
Non ci crederete ma mi sono messa a piangere mentre scrivevo
quest'ultimo pezzo. Lo so questo in confronto agli altri capitoli
è molto corto ma il seguito fa parte del prossimo capitolo.
Spero vi stia piacendo.
Baci
SweetDancer96
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Cioccolata con panna ***
17 - Cioccolata con panna
PoV: Taylor
Quella mattina mi alzai, contrariamente ad ogni aspettativa , di ottimo
umore. Non sapevo perchè, ero semplicemente sereno e non
tormentato dal solito rimorso e dal senso di colpa.
Nonostante Los Angeles fosse perennemente calda e soleggiata, ( neanche
fosse il deserto ) quel giorno era particolarmente nuvoloso e
minacciava pioggia, o meglio temporale.
Avevo voglia di passeggiare, ma quella mattina avevo una cosa
più urgente da sbrigare a casa. Rob sarebbe arrivato a
momenti.
Mi aveva minacciato. Se non mi avesse trovato intento a fare palestra
quella mattina mi avrebbe rovesciato addosso una secchiata di acqua
bollente e subito dopo una gelata e poi mi avrebbe preso a pugni.
Queste erano le sue parole. Sapevo che non l'avrebbe mai fatto, ma
nonostante tutto accesi il tapisrouland e cominciai il mio solito
allenamento. Arrivò dopo dieci minuti.
- Finalmente, ecco perchè tra poco piove! -
- Solo colpa tua scherzai -
- No, mi sa che qui viene giù la grandine mista a monete
d'oro e
banconote. Taylor ha fatto una battuta dopo mesi di ostinato
silenzio!!! -
- Spiritoso! - Risposi sorridendo
- Nonono... tra un po' vediamo volare gli asini, le mucche, i maiali e
tutta la fattoria al seguito! Taylor ha sorriso!!! -
- Piantala però ora perchè se no me ne torno in
camera e
non apro più bocca fino alla morte! - Dissi per minacciarlo
- Ok, la smetto - Disse Poi scoppiammo a ridere entrambe. Era come se
mi fossi liberato da un peso. Nonostante la sua mancanza e il dolore
per averla ferita lacerassero ancora il mio cuore e la mia anima, era
come sa finalmente avessi detto tutta la verità che avevo
taciuto per sei mesi. Sei mesi!
La mattinata fu piacevole e trascorse veloce tra chiacchiere e risate.
- Come mai senza Kris? - Gli chiesi verso l'ora di pranzo quando mi
accorsi che la ragazza non era venuta.
- E' andata a sbrigare delle cose a New York. Tornerà tra
poco - Disse in modo laconico abbassando lo sgardo complice
- Tu non me la racconti giusta - Replicai.
- Comunque non sono affari miei dove va la tua ragazza - Conclusi
spensierato
Pranzammo con la pizza che Rob aveva fatto portare per l'occasione. La
magiammo sul divano mentre guardavamo una partita dei Lakers in TV.
Come un americano serio avrebbe dovuto fare.
Verso le tre del pomeriggio rientrò Kris con l'aria di chi
ha
fatto un opera di bene e ha ricevuto il perdono di tutti i peccati
terreni e non.
- Hei, come va? - Disse entrando in casa
- Non hai visto volare una fattoria e cadere dal cielo grandine mista a
monete d'oro e banconote? - Scherzò Rob.
- No...-
- Beh, oggi abbiamo fatto progressi Kris cara: ha riso, fatto una
battuta e mangiato la pizza mentre guardavamo i Lakers! - Disse
entusiasta
- Wow, avrei voluto esserci!!! - Disse ridendo Kris.
- Non vai a fare una passeggiata oggi? -
- Sì, stavo aspettando il momento giusto, andrò
tra qualche minuto - Risposi sorridente alzandomi dal divano.
- Bentornato Taylor... - Sussurrò Kris abbracciandomi
- Non me ne sono mai andato - Scherzai. Era come se tutto d'un tratto
lei fosse lì con me e stesse ridendo e scherzando con noi.
PoV: Sara
Avevo chiamato mia madre per raccontarle tutto e le avevo spiegato che
sarei andata da lui per riabbracciarlo e scusarmi.
Avevo fatto la valigia e chiuso la casa. Dopo otto ore di viaggio
arrivammo a Los Angeles che erano circa le due di pomeriggio.
Kris mi aveva portato a casa sua per farmi lavare e vestire dopo il
lungo viaggio.
Non avevo chiuso occhio quella notte e nemmeno sull'aereo. Non vedevo
l'ora di rivederlo, ma avevo paura che non mi volesse più.
Mi infilai i miei soliti jeans e una felpa
della Converse. Ai piedi indossai un paio di All
Star
appena comprate. Lasciai i capelli sciolti e mi truccai
usando
semplicemente una riga di matita nera sopra e sotto gli occhi.
Mi tremavano le mani.
Quando fummo davanti alla sua casa Kris fece per entrare.
- Io resto fuori un po' vogli restare sola un'attimo - Dissi poco
convita che rimanere sola fosse la cosa migliore
- Come vuoi... - Disse con un sorriso di incoraggiamento
- Non dirglielo che sono qua fuori, quando sarò pronta
entrerò - Dissi
- Ok - Mi sorrise di nuovo ed entrò.
Appena fui sola mi incamminai verso uno spiazzo di verde che poi si
rivelò un parco piuttosto grande affacciato su una piazza.
Non mi fermai, andai oltre in vista di una panchina di marmo sul
marciapiede. Mi ci sedetti osservandola. Piena di scritte d'amore o
insulti. Graffiti di indelebile o bombolette spray. In questo l'America
non era molto diversa dall'Europa e dall'Italia.
Rimasi per un po' seduta lì sopra ad osservare la gente e la
auto che passavano.
Fu un solo movimento che catturò la mia attenzione e mi fece
voltare.
Ebbi un tuffo al cuore.
- Taylor - Sussurrai. Fu un sussurro appena udibile per orecchie
vicinissime, ma bastò quello perchè si voltasse.
Sì, a venti metri di distanza c'era Taylor. Mio primo e
unico amore.
Lacrime mi inondarono il viso e in un impeto di gioia, emozione,
frustrazione e dolore gli corsi incontro.
- Sara... - Disse in un soffio prima di corrermi incontro a sua volta.
Piangevo e ridevo.
Fu un vero e proprio impatto. Gli avevo gettato le braccia al collo e
lui mi aveva accolta stringendomi la schiena.Senza nemmeno frenare
avevo subito cercato le sue labbra con le mie avidamente.
Nel preciso istante in cui la mia bocca toccò la sua si
scatenò un temporale improvviso.
Lo baciai e il mio cuore esplose ne l vero senso della parola. Non
riusciva più a contenere tutto l'amore che provavo in quel
momento.
Fu un bacio intenso, intensissimo, mentre le nosre labbra scivolavano
veloci le une sulle altre e mentre le nostre lingue si intrecciavano e
si cercavano.
Sentire di nuovo le sue mani calde e forti sulla mia pelle, sentire i
suoi muscoli sotto la maglietta di cotone semplice aderire al mio
corpo, sentire di nuovo il suo cuore battere a ritmi frenetici e
impazziti a pochissima distanza dal mio.
Lo guardai che ancora piangevo e sotto le gocce di pioggia che rigavano
il viso di entrambi riconobbi le lacrime, lacrime di
felicità.
Lo baciai, ancora e ancora e poi di nuovo. Bagnati come due pulcini
sotto la pioggia fitta e incessante di un temporale improvviso,
inaspettato. Come il nostro incontro.
Non c'era nessuno in giro. Non un anima viva. Non mi volevo dividere da
lui e lui non aveva intenzione di lasciarmi andare.
Poi scoppiammo a ridere con gli sguardi rivolti verso il cielo, ognuno
dei due rivolgeva la propria prechiera muta al Signore.
Quando anche i tuoni e i lampi popolarono il cielo decidemmo di
ripararci in casa. La macchina di Rob e Kris non c'era più.
Probabilmente avevano pensato bene di lasciarci soli.
Quando fummo dentro Taylor mi baciò di nuovo. Questa volta
con
meno impeto. Fu un bacio dolce come la panna e denso come la
cioccolata. In quel momento il nostro amore si consolidò
come un
fiume di lava che si raffredda. Con quel bacio ci giurammo
fedeltà. Per sempre.
- Ti amo, e non ho mai smesso di amarti - Gli dissi metre gli
accarezzavo i capelli.
- Anch'io ti amo. Come non ho mai amato e non amerò mai
nessun'altra persona al mondo - Disse mentre mi accarezzava la guancia
con il dorso della mano, con una voce calda e profonda. La sua voce.
PoV: Taylor
- Taylor - Fu un sussurro nemmeno udibile dalla posizione in cui mi
trovavo, ma il destino volle, la udii e mi voltai di scatto non potendo
credere alle mie orecchie.
Lei, la ragazza che per sei mesi aveva tormentato i miei sogni, la
ragazza che aveva sofferto per colpa mia, la lagazza che amavo.
Lì a venti metri da me con le lacrime che le scendevano
dagli
occhi..
- Sara... - Dissi in un soffio. Le corsi incontro e vidi che anche lei
faceva lo stesso. Ero accecato dall'amore che provavo nei suoi
confronti e dalla nostalgia, non pensavo più a
nulla che
non fosse lei, e il suo corpo, i suoi lineamenti e i suoi moviementi.
Alle sue labbra e i suoi occhi. Ai suoi capelli e alla sua pelle.
Fu un impatto che mi parve dolcissimo.
La abbracciai e la strinsi forte a me allacciando le mani intorno alla
sua schiena , lei mi gettò le braccia al collo e
nello
stesso istante le nostre labbra si toccarono trasportandoci in un bacio
impetuoso e senza precedenti.
Nello stesso moemnto in cui la mia bocca raggiunse la sua
scoppiò il temporale. Bagnati sotto l'acqua sempre
più insistente caduta dal cielo. Piansi di gioria, fu un
pianto
muto e le mie lacrime si mescolarono alla pioggia fitta.
La baciai ancora e ancora e poi ancora. Non volevo staccarmi da lei
nemmeno di un millimetro. Sentire il suo cuore battere più
forte
del mio, sentire la pelle morbida della sua schiena sotto le mie mani...
Mentre la pioggia era diventata un vero e proprio accquazzone,
scoppiammo a ridere e volgemmo gli sgardi al cielo ringraziando il
Signore.
Avevo la magletta di cotone leggero completamente inzuppata e i jeans
scuri a vita bassa anche.
Un lampo scqarciò il celo e il rombo di un tuono non lontano
da
noi ci convinse a rientrare. Rob e Kris erano andat via poco prima che
andassia afre la passeggiata, o meglio lo avevano fatto apposta, per
lasciarci soli.
Quando il tepore della casa ci avvolse con una mano avvicinai il suo
volto al mio con delicatezza e la baciai di nuovo.
Fu un bacio lento e tenero meno impetuoso del primo ma non meno
apassionante.
Con quel bacio ci giurammo fedeltà. Per sempre.
- Ti amo, e non ho mai smesso di amarti - Mi disse mentre faceva
scivolare le sue dita tra i miei capelli fradici.
- Anch'io ti amo. Come non ho mai amato e non amerò mai
nessun'altra persona al mondo - Dissi accarezzandole la guanci con il
doro della mano.
Ebbe un brivido e sorrisi
- Perchè io devo sempre rovinare i momenti più
belli tremando di freddo? - Disse sorridendo
- Non rovini nulla. Ora siamo qui io e te e non ti lascerò
andare via sola per nulla almondo. Quante altre volte dobbiamo
dimostrarci che non possimo vivere separati? -
Sorrise.
- Vieni, ti mostro il bagno così fai una doccia calda o un
bagno, come preferisci... - Dissi.
- La doccia è più breve -
- Ok - Risposi
- Grazie di tutto - Mi disse arrosendo leggermente
- Sei la mia ragazza, se non ti vizio chi dovrei coccolare? -
Sorrise timidamente come se fosse la prima volta che ci vedevamo
- Usa pure il mio accappatoio, io userò il telo - Dissi
sperando di non metterla in imbarazzo
- Va bene - disse arrossendo ancora di più. Risi.
- Non ti devi sentire in imbarazzo. Non ti spio mica, stai tranquilla! -
Questa volta divenne un peperone. Le diedi un piccolo bacio sulle
labbra sperando che si calmasse e funzionò.
- Scusa... - Disse
- No, figurati. Hai ragione - Le dissi dolcemente
- Ti lascio fare la doccia - Dissi chiudendomi la porta alle spalle.
Arrivai in camera e vidi che c'era una valigia sul letto. Non volevo
avere di nuovo spiacevoli sorprese perciò tornai verso il
bagno
per accertarmi che fosse la sua valigia.
- Sara - Dissi senza aprire la porta
- Sì? - Rispose
- La valigia che c'è sul letto è la tua? - Le
chiesi
-... Aspetta, fammi vedere -Disse aprendo la porta.
Vidi in fondo al bagno le All Star posizionate ordinatamente sul
pavimento, i jeans appoggiati al calorifero assieme alla maglietta e
alla felpa totalmente inzuppati. Aveva indossato in fretta
l'accapatoio, purtroppo era un po' grande e una spalla le era caduta
trascinandosi dietro anche quella del reggiseno, lasciando
così
la scapola destra nuda.
Rimasi un attimo imbambolato a guardarla poi le feci strada verso la
camera.
- Sì, è proprio la mia valigia, ma non capisco
come possa
essere finita qui. Io l'avevo lasciata a casa di Kris... -
- Non ti preoccupare, l'avrà portata qui lei apposta - Dissi
rassicurandola.
- Probabile - Rispose.
Mi lavai nel bagno della mia camera il più in fretta
possibile.
Quando uscii lei non aveva ancora finito. Misi a bollire l'acqua calda
sul fornello e le preparai una camomilla. Sapevo che ne andava matta
perchè sei mesi prima l'avevo ospitata nella villa di
Hollywood
durante le riprese.
Avevo indossato un paio di pantaloni
lunghi di una tuta Adidas blu con
le classiche tre riche bianche di lato e rimasi a torso nudo. Non
faceva freddo in casa, nonostante fuori semrava essersi scatenata una
tromba d'aria,
Probabilmente Harry aveva pensato bene di accendere i riscaldamento
prima di andarsene per lasciarci soli
I capelli avevano fatto in tempo ad asciugarsi. Accesi lo stereo e le
note di una canzone degli Evanescence inondarono la stanza.
Sentii dei passi, probabilmente era in camera mia a vestirsi.
Arrivò mentre ero intento a mescolare la camomilla solubile
nelle due tazze. Indossava anche lei una tuta
della Deha, aveva molti vestiti di marche legate alla danza.
Ai piedi un paio di calze di cotone ne attutivano i passi
così quando mi fu alle spalle non me ne accorsi, mi voltai
perchè mi sentivo osservato
Era lì in piedi e mi guardava un po' confusa.
- Io... Ehm .... Beh ... Wow - Riuscì a dire
- E' che non sono abituata a vederti... così - Disse
Feci un sorrisetto malizioso
- Se non ti va mi posso anche mettere la maglietta.... - Le risposi
- Oh, no... ti preferisco così - Rispose facendo un risolino
- Scusami, sono una scema - Disse venendomi incontro scuotendo la testa.
Le andai incontro a mia volta mettendo le mani sui suoi fianchi e
posando delicatamente le labbra sulle sue, proprio mentre
partì Good
Enought , la nostra canzone... quella del primo
bacio. ( vi consiglio di continuare la lettura mentre ascoltate la
canzone, come ho fatto io =P )
Sorridemmo entrambi senza allontanare i volti.
Fece scivolare lentamente le mani dietro il mio collo e cominciammo a
ballare un lento senza smettere di baciarci.
PoV: Sara
Vederlo così, a pochissima ditanza da me mi fece venire un
capogiro.
- Io... Ehm .... Beh ... Wow - Riuscii a dire come un'ebete.
- E' che non sono abituata a vederti... così - Cercai di
riparare
Sorrise malizioso. Quant'era bello... e affascinante.
- Se non ti va mi posso anche mettere la maglietta.... - Disse per
stuzzicarmi
- Oh, no... ti preferisco così - Dissi come una bambina
innamorata.
- Scusami, sono una scema - Dissi tornando parzialmente in me. Mi
avvicinai a lui, che mi venne incontro a sua volta.
Mi mise le mani sui fianchi e posò delicatamente le labbra
sule mie. In quel momento le note di Good Enought contribuirono a
rendere ancora più romantico quel moemnto, sorridemmo
entrambi .
Raspirai il profumo della sua pelle e feci scivolare lentamente le mani
dietro il suo collo per catturare ogni momento di quel contatto. Mi
trasportò in un dolcissimo lento mentre assaporavo ogni
millimetro delle sue labbra.
In quel momento mi parve di essere in paradiso.
Contiuavamo ad ondeggiare lentamente per la stanza senza badare
più a quello che ci circondava. Contavamo solo noi e i
nostri sentimenti.
Cominciavo a dubitare della nostra capacità di allontanarci,
ora che ci eravamo ritrovati.
In quel momento mi vennero in mente l'esame e la scuola.
Allontanai le labbra dalle sue e aprii gli occhi.
- Devo dirti una cosa.... - Dissi sorridendo, lo vidi accigliarsi.
- No, non ti proccupare è una cosa che probabilmente ti
farà piacere - Vidi le rughe che si erano formate sulla sua
fronte per la corrugazione si erano ditese.
- Mi hanno dato la possibilità di avanzare di una classe
grazie ad un esame, se lo passo l'anno prossimo invece di essere in
quarta mi ritroverò diretta in quinta - Dissi tutto d'un
fiato
- Ma è fantastico! Così finisci prima gli studi!
Sono fiero della mia ragazza... - Concluse con un sorriso
Abbracciandomi
- Già, è solo che devo studiare. - Conclusi con
mezzo sorriso per farlo preoccupare
Vidi il suo entusiasmo spegnersi un po', mi squadrò e a me
venne da ridere. E va bene, tanto l'aveva capito
- Ok, ok. Ho già finito di studiare... - Dissi ridendo
- Mi volevi far proccupare?! - Disse con falso tono minaccioso.
Sorrisi e scappai perchè avevo capito che mi volva fare il
solletico.
Cominciai a girare intorno al tavolo correndo, poi intorno al divano,
solo che lui guadagnava terreno ad ogni giro.
- Presa! - Disse quando mi raggiunse.
Mi cinse la vita con le braccia ma entrambi perdemmo l'equilibrio e
finimmo a terra rotolando sul pavimento, ridendo.
Quando ci fermammo mi ritrovai sopra di lui. Gli diedi un breve bacio e
poi mi alzai tenendolo per mano.
- E' pronta la camomilla - Disse
Angolo
SweetDancer96
Voglio
ringraziare infinitamente Elenainuyasha ed Elly4ever per la recensione
al capitolo scorso. Grazie mille, vi adoro!
Spero continuiate a recensire anche i prossimi capitoli... mi
raccomando ci tengo!
Come vi è parso questo aggiornamento? Commentate,
commentate, commentate!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Di nuovo insieme ***
18 - Di nuovo insieme
Scusate tantissimo il ritardo colossale ma mi mancava
l'ispirazione...
Sono contenta che la storia vi piaccia. Anche io adoro la parte del
bacio sotto la pioggia e quando rileggo i miei capitoli dopo averli
pubblicati mi ritrovo sempre con un paio di lacrime sul viso... Buffo
vero?
Grazie mille a Elenainuyasha e a Tecnool per le recensioni stupende.
Volevo fare alcuni ringraziamenti: innanzitutto ad Annette Bellamy,
Elenainuyasha, Giu25, Giuls_Dancers, Jas_93, Kiaretta97, Tecnool e
_ Cecha_, per aver inserito la mia storia tra le preferite;
A Barbaritassss, EmmaTom4ever, Icaieia, Katia24, NikkyStew e
ShellySmile per averla inserita tra le seguite; A KeKkUzZ_95_LFMSM e
Tamakisskiss per averla inserita tra le storie ricordate. Un grazie
infinito poi ad Annette Bellamy, Kiaretta97 e Miri03 per avermi
inserito tra gli autri preferiti, Grazie mille a tutte ragazze!!!
Baci baci
SweetDancer96
P.S. In realtà, cara Annette Bellamy, ti dovrei ammazzare,
veramente. Come si fa ad avere le dita doloranti perchè si
usa
la tastiera ?!?!?!?!?!?!
1 Non rispondi ai messaggi
2 Non mi fai più betare le tue storie
3 Mica Taylor ti piaceva ???
4 Mi sento tradita nell'animo =(
Care lettrici scusatemi per questo sfogo, forse è la scuola
nuova che devo inziare che mi fa qusto effetto. Spero la lettura sia di
vostro gradimento.
Di nuovo insieme
PoV: Taylor
Am i too lost to be saved
Am i too lost?
Sono troppo perso per essere salvato
Sono troppo perso?
No, Lei aveva fatto in tempo a trovarmi e a cambiarmi la
vita, a
salvarmi. E in quel momento mi ritrovavo lì, steso sul letto
con
la sua testa appoggiata sul petto nudo. Accanto a me per carenza di
posti letto. Eravamo andati a letto vestiti come eravamo. Lei indossava
ancora la tuta, e io i miei pantaloni Adidas.
Era mezzanotte Sara si era appena ddormentata per la stanchezza del
giorno precedente e del viaggio. Io non volevo ancora dormire, mi
limitavo ad osservarla. Il suo petto si abbassava e rialzava a ritmo
regolare, la sua mano appoggiata semi aperta vicino alla testa. Alzai
lo sguardo al soffitto, era tutto un sogno, lei era un sogno? No, non
più. Era diventata realtà,. una realtà
così
bella da sembrare fantasia...
La pioggia batteva ancora sulle persiane chiuse. Forse anche Dio si era
commosso. Mi piaceva quel pensiero. Dio insegna ad amare, ed io non
avevo mai amato così tanto.
Piano, piano il sonno mi avvolse nelle sue dolci spire come non faceva
da sei mesi.
Quella notte i sogni popolarono la mia incoscienza. Ci sognai in una
casa mai vista prima, avevo un bimbo tra le braccia che mi guardava e
mi sorrideva innocente mentre Sara si addormentava sulla mia spalla.
Riemersi lentamente dalla dormita, tastando al mio fianco. Saltai
seduto sul letto spaventato quando non riscontrai la sua presenza
pensando di avere sognato tutto, anche il nostro incontro.
- Ehi, ci siamo sveglati dormiglione, Sono quasi le undici! - Disse una
voce allegra e acuta
Mi ributtai sul cuscino girandomi su un fianco. Avevo dormito undici
ore... Non mi capitava da quando se n'era andata.
- Mmmh....- Fu l'unico suono che riuscii ad emettere.
Sentii i passi di Sara dirigersi chissà dove nella stanza e
poi
un sofferto cigolio. Un attimo dopo la stanza venne inondata di luce
accecante.
Poi sentii che tornava a sdraiarsi sul letto a pancia in
sù.
Aprii un occhio. Aveva il volto a pochi centimetri dal mio.
Sollevai il gomito e appoggiai la testa sulla mano per osservarla
meglio. Lentamente i miei occhi si abituarono alla luce.
- Ci cred... - Non la lasciai terminare, la zittii intrappolando le
labbra nelle mie. Mi avvicinai a lei e le posai un braccio appena sopra
il bacino
- Il buongiorno si vede al mattino - Dissi allontanando appena le
labbra dalle sue e cominciando ad accarezzarle i capelli
Sorrise.
- Hai ragione - Rispose infine.
- Forza è pronta la colazione! - Disse con allegria.
Sorrisi, mi lasciai prendere per mano e mi alzai dal letto ancora
controvoglia.
Il caffè fumante preparato nelle tazze emanava un profumo
intenso, una brocca di latte era sistemeta al centro tra le due tazze,
un piatto pieno di biscotti era sistemato accanto e una brioches calda
era sistemata accanto alla tazza di ognuno su u tovagliolo di varta
bianco.
Probabilmente mi si illuminarono gli occhi perchè rise
ivertita.
- L'abbiamo preparata io ed Harry... Approposito ti augura la buona
giornata -
- Oh grazie.- Dissi ridendo
- Perchè ridi? - Mi chiese
- Sai che non mi ha più parlato da quando ti ho lasciata
andare
via? Mi ha detto che finchè non avrei sistemato e cose non
mi
avrebbe più rivolto la parola... " La prima cosa che mi
sentirai
dire quando aggiusterai le cose sarà Buona giornata, fino ad
allora..." - Dissi imitando la voce burbera di Harry così
che la
faci scoppiare a ridere.
- Povero Harry... Dopo tutto quello che fa per te! - Disse. Io risi
- Lo so, è un brav' uomo, un po' troppo burbero a volte
però - Conclusi
Consumammo la nostra colazione tra chiacchiere e risate.
Mi raccontò di Nick e provai una fitta di gelosia quando mi
raccontò delle sua dichiarazione e del giorno successivo.
Io invece le raccontai della sfuriata di Zoe e di quanto si fosse
arrabbiata vedendomi così giù.
Rise
- Zoe arrabbiata proprio non ce la vedo! Ci devi aver messo tutto il
tuo impegno per farla imbufalire così tanto... -
- Eh già - Scherzai
Gli raccontai anche delle mie passeggiate e di quanto mi fossi accorto
che mi aveva cambiato letteralmente la vita. La vidi arrossire e un
barlume di orgoglio le attraversò gli occhi castani.
- Forse la dovremmo chiamare Zoe - Disse cambiando discorso. Gli elogi
la metevano in imbarazzo.
-Eh già, lo credo anche io - Dissi
Mi alzai e presi l' IPhon dalla credenza. Era una vita che non lo
prendevo in mano ed Harry lo puliva regolarmente come fosse un
soprammobile.
Cercai nella rubrica il numero di Zoe e sfiorai il tasto verde per la
chiamata.
" Che c'è Taylor? " Disse con un aria rassegnata.
- Io.. Ehm... Non so come dirlo - Dissi un po' impacciato
" Ti prego non dirmi che vuoi annullare il film..." Disse
- Al contrario, Sara è tornata - Dissi in un fiato.
" Le ha raccontato tutto? "
- No, sono stato un codardo io. E'stata Kris ad andare da lei in Italia
- Dissi guardando Sara negli occhi, era una specie di confessione che
le facevo.
" Allora, si ricominciano le riprese?! "
- Non proprio, Sara deve finire la scuola, ormai manca un quadrimestre.
A giugno possiamo ricominciare - Dissi
" Sì, sì, può finire tutte le scuole
che vuole.
Sono felicissima che siate tornati insieme. Mi fai parlare con lei? E'
lì con te? "
- Sì, è qui con me, te la passo. Ciao -
Passai il telefono a Sara e le due si immersero in una conversazione
tutta loro che non ascoltai nemmeno. Parlavano di vestiti, scarpe,
trucchi.
- E' davvero incredibile Zoe - Disse quando chiuse la telefonata
sorridendo.
Sorrisi anche io.
- Non ti devi sentire codardo Taylor, avrei fatto esattamente la stessa
cosa se fossi stata in te. - Disse piantando gli occhi nei miei.
Non riuscii a sostenere il suo sguardo e abbassai gli occhi. Il
pavimento divenne ad un certo punto molto interessante. Avrei preferito
sparire sottoterra. Arrossi forse perchè la sentii
sorridere.
- Non ama colui al quale i difetti della persona amata non appaiano
virtù - Disse
con voce calma e dolce, la citazione di Goethe mi colpì in
pieno.
- Se non ti avessi amato abastanza ora non sarei qui e non avrei
nemmeno accettato quello che ha fatto Kris. Ma siamo tutti umani, tutti
sbagliamo... Io per prima -
Ebbi la forza per alzare lo sguardo per guardarla negli occhi.
- Davvero... Davvero non sei arrabbiata perchè non ti ho
detto niente? - Cercai di domandarle
Rise, fu una risata cristallina e pura. Senza una nota di risentimento
o di ironia.
- Certo che no Taylor -
Mi si avvicinò posando una mano sui miei pettorali
provocandomi la pella d'oca e con l'altra mi alzò il mento
così che la potessi vedere negli occhi.
Delicatamente posò le labbra sulle mie. Fu come se in quel
modo avesse sciolto tutte le mie paure, tutti i miei rimorsi.
Dopo esserci lavati entrambe decidemmo di andare a fare una passeggiata
per il parco prima di tornare in Italia.
Presi un paio di jeans scuri e una maglietta
a maniche corte.
Quando uscii dalla mia stanza e mi diressi verso la stanza di mia
sorella dove aveva voluto sistemarsi e rimasi un attimo sorpreso del
suo abbigliamento. Aveva indossato un miniabito
che le metteva in risalto le gambe lunghe e abbronzatissime,
le
curve e il fisico atletico. Probabilmente si accorse che la stavo
osservando perchè si voltò. Vide la mia
espressione
imbambolata e si guardò per vedere che cosa avesse di strano.
- Oh... Ehm... Forse ho esagerato - Concluse
- No, assolutamente. Stai benissimo. E poi, hai un fisico da fare
invidia a tutte le ragazze... -
Mi guardò con sospetto come se stessi dicendo una bugia
- Lo credi davvero? - Mi chiese
- Certo. Però non so che scarpe abbinarci... - Sorrisi
- Ah, le donne! -
Rise anche lei.
Poi prese dalla valigia un paio di sneakers
dell'adidas con i bordini viola perfettamente in tinta con il vestito.
E come tutti i teenagers che avevo visto in giro se le
sistemò tenendole slacciate.
Fuori c'era un sole meraviglioso, come sempre a Los Angeles del resto.
Il clima qui pareva sempre estivo e la neve quasi non sapevamo cosa
fosse.
Le temperature giravano sempre intorno ai trenta gradi, ma grazie ad un
clima secco non si moriva di caldo come in Italia d'estate,
perchè l'afa era solo una specie di modo di dire.
Si stava bene.
La presi per mano, intrecciando le mie dita alle sue e le sorrisi.
Uscimmo e camminando tranquillamente in mezzo alla gente, troppo
indaffarate per accorgersi di noi.
Passammo in mezzo al parco, tra i bambini che giocavano ridendo e
gridando felici. Riuscimmo anche a vedere una coppia di innamorati che
si sbaciucchiavano su una panchina ...
Quando incontravamo uomini o ragazzi per strada, li vedevo suqadrare
Sara dalla testa ai piedi e stringevo la presa sulla sua mano, mentre
lei mi guardava e ridacchiava.
In poco tempo ci trovammo a camminare sulla spiaggia come la prima
volta quando ci eravamo incontrati.
- Dimmi qualcosa in più su Nick... - Dissi curioso ma anche
un po geloso
- Che cosa vuoi sapere, sai già tutto di lui -
- Com'è d'aspetto fisico? -
- Ha gli occhi verde-azzurro, capelli biondi e della tua stessa
lunghezza. E' alto come te, buon fisico -
- Come il mio? - Chiesi con un sorrisetto malizioso e falsamente
vanitoso
- Molto meno... - Resse il gioco.
- Insomma un tipo carino? - Continuai
- Sì, abbastanza -
- Sono contento che almeno non sei rimasta sola in questo periodo...
brutto -
- Già, mi ha fatto compagnia, siamo rimasti amici -
Sospirai.
Più tari rientrammo a casa e pranzammo. Quel pomeriggio
saremmo
andati a fare shoppin assiem a Kris e Rob. O meglio Sara e Kris ci
avrebbero trascinato dietro.
Nonostante tutto ci divertimmo anche io e Robert.
Quella sera io e Sara ripartimmo. Arrivammo all'aereoporto di Malpensa
che era motte fonda. George ( il secondo maggiordomo ) ci aspettava
appisolato al volante della BMW di famiglia, appostato davanti
all'edificio.
Siccome i suoi genitori rimanevano ancora per quattro giorni in
montagna, mi aveva invitato a restare a casa sua.
Ci eravamo accordati che io avrei dormito sul letto di suo fratello che
me lo avrebbe ceduto volentieri.
Quellanotte caddi in un sonno profondo e senza sogni.
Mi svegliai tardi con la musica dello stereo di sottofondo e l'odore di
torta proveniente dalla cucina.
Scesi ancora un po' assonnato. Guardai l'orologio: erano le undici
Sul ripiano c'era una busta. La presi in mano e la guardai. Erano i
miei genitori da Hollywood che mi scrivevano. Una lettera? Strano di
solito scrivevano via email.
Ad un tratto mi ricordai del particolare fondamentale: Sara non c'era.
Salii di nuovo le scale e bussai alla porta di camera sua.
Sentii che correva ad aprirmi.
- Hei dormiglione, ti sei svegliato! - Disse dandomi un bacio sulla
punta del naso.
Sorrisi.
- Ti stavo aspettando per andare a fare colazione - Disse richiudendosi
la porta alle spalle. Indossava ancora il pigiama.
- Ti ho preparato una torta -
- Si sente il profumo - Risposi sereno.
Da quanto tempo non mi sentivo così bene?
Consumammo la nostra colazione in tutta tranquillità
chiacchierando della scuola, dei miei comagni di classe e dei suoi.
Quando aprì la persiana rimanemmo entrambe di stucco. Fuori
c'era almeno mezzo metro di neve che ricopriva il prato e il cortile e
continuava a nevicare.
Quando eravamo tornati dall'aereoporto non ci eravamo nemmeno accorti
che avesse cominciato a nevicare. Forse per la stanchezza.
Corremmo a vestirci, io indossai la mia giaccado pelle, lei invece
prese una giacca a vento e un paio di guanti.
Quando uscimmo dalla porta restammo meravigliati... tutto silenzioso e
ricoperto da uno spessissimo strato di neve morbida e pulita.
Sara fece una palla di neve e me la scagliò addosso.
Comiciò così una vera e propia lotta. Poi lei
felice si
buttò con la schiena nella neve alta e agitano braccia e
gambe
fece il cosidetto angelo. Io presi il cellulare dalla tasca e le
scattai qualche foto. Poi la dovetti aiutare a rialzarsi
perchè
erarimasta conficcata lì dentro.
Rientrammo in casa un po' infreddoliti ma allegri. Più di
quano c'eravamo alzati.
Lavammo le tazze e riordinammo la tavola della colazione.
Poi ci sdraiammo sul divano a guardare un film abbracciati: Braking
Dawn ( Il primo film)
- Nick mi aveva portato a vederlo al cinema, ma io non riuscivo a
guardare. Così ho pensato di prenderlo in DVD
così magari
l'avrei visto con più calma e piangendo quanto avrei voluto -
Sorrisi amaramente.
- Credo però che non piangerò più -
Disse
sorridendo e accuciandosi con la testa appoggiata alla mia spalla e al
petto. La strinsi forte a me. Avevo bisogno di sentire il suo corpo
vicino al mio, di sentire il suo calore contaiarmi come aveva fatto la
prima volta che avevamo avuto un contatto fisico stringendoci la mano.
Mentre guardavo il film mi veniva da sghignazzare a pensare alle risate
e agli errori che facevamo tra colleghi durante le riprese.
Durante il pomeriggio andammo a fare una passeggiata, Sara mi
aveva raccontato un po' della sua storia tormentata delle medie e mi
ero ripromesso di far fare a quelle persone che l'avevano fatta
soffrire una figura miserabile.
Guarda caso ne incontrammo una mentre stava camminando solo in mezzo
alla neve.
- Hei, ciao - Fece Sara allegra
- Ciao - Rispose fermandosi.
- Come va? E'da un po' che non ci si vede in giro - Continuò
Sara imperterrita mentre l'altra mi fissava
- Oh, scusa sono stata maleducata. Giulia... Lui è Taylor il
mio
ragazzo, Amore lei è Giulia - Disse. Bastarda fino all'osso.
Presentai uno dei miei migliori sorrisi
- Piacere - Feci inclinando leggermente la testa in segno di saluto.
PoV: Sara
- Hei, ciao - Dissi quando vidi il volto tanto odiato
- Ciao - Rispose con finto entusiasmo.
- Come va? E'da un po' che non ci si vede in giro - Continuai come se
non avessi capito.
- Oh, scusa sono stata maleducata. Giulia... Lui è Taylor il
mio
ragazzo, Amore lei è Giulia - Dissi facendo un sorrisetto
malizioso. Ero stata piuttosto bastarda.
Vidi Taylor sorridere.
- Piacere - Disse sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi, mentre mi
stringeva a sè cingendomi la vita con un braccio
- Tu ... tu ... sei .. Tayl... il ragazzo di Sara?! - Chiese con un'
espressione da ebete.
- Ovvio - Disse.
- Il famoso Taylor Lautner con Sara...-
- Bè, che c'è di male... è una
bellissima ragazza
al contrario di come l'avete ridotta tu e le tue oche di amiche per
qualche anno. E a quanto vedo non è che tu sia niente di
speciale, una delle tantissime teenagers che nella vita non
diventeranno nulla e rimarranno calpestate da gente che
nell'adolescenza avevano sfottuto e sottomesso - Disse
mantenendo
un tono calmissimo e gleciale. Anche io esternemente ero calma. ma
dentro di me ballavo, cantavo, gridavo e ridevo dalla gioria di quella
rivincita.
Giulia mi lanciò uno sguardo di fuoco. Vidi l'ira dipingerle
il volto di bordeaux e poi voltandosi se ne andò.
Taylor mi diede un bacio appassionato proprio mentre Giulia si voltava
a guardarci di nuovo, livida di rabbia
- Grazie - Sussurrai appena fummo fuori portata d'udito.
- Era necessario, hi visto? Stava per provare a sfotterti anche davanti
ai miai occhi! -
- Sono fatte così loro... -
- L'avrei ammazzata se solo t'avesse insultato - Disse stingendo i
pugni.
Scossi la testa sorridendo. Mi piceva avere questa protezione.
Girammo tutto il paese sempre abbracciati o mano nella mano, c'era
tanta gente che ci guardava di sfuggita senza vederci realmente,
eravamo una coppia come tante altre per loro.
Non sfuggimmo però agli sgardi delle giovani adolesceni
piene di
sogni d'amore che ci guardavano intenerite. Non sapevo se questo mi
piacesse o mi desse fastidio tuttavia in loro ritrovai un po' me stessa
di qualche anno prima. Anche io ero così. In cerca del sogno
perfetto, del ragazzo ideale.
Purtroppo non sfuggimmo nemmeno allo sguardo piuttosto indiscreto delle
"vamp" e delle "sgualdrine" del paese che lanciavano languide occhiate
a Taylor, per fortuna non corrisposte.
Nel tardo pomeriggio ebbi una sorpresa che non mi sarei mai aspettata
di vedere, infatti, uno dei miei compagni delle medie, uno dei
pochissimi intelligenti che non aveva perso la testa, passeggiava
tranquillo con la sua ragazza. Il fatto in sè non era
strano, se
non fosse stato che la ragazza che teneva per mano era una delle mie
migliori amiche.
Appena riuscii a connettereil cervello mi bloccai dicolpo.
- Marty! - Urlai e le corsi incontro abbracciandola.
Lei ricambiò la stretta con altrettanto entusiasmo. Aveva
l'età di mio fratello.
- Marco! - Dissi appena sciolsi l'abbaccio.
- Hei, ciao - Disse abbracciandomi a sua volta.
- Quanto tempo! Che ci fai qui tu?! - Chiesi alla mia amica.
- Sono appena tornata, mio padre ha ottenuto il posto fisso qui - Disse
felice
- Ragazzi questo è ... - Mi fermai e mi voltai verso Taylor
per
chiedergli se potevo dire il suo nome reale. Fece un cenno d'assenso
praticamente invisibile e mi sorrise.
- è Taylo Lautner, il mio ragazzo - Dissi presentandolo
- Questi sono Marco e Martina, amici che non vedevo da tempo - Sorrisi
felicissima di averli rincontrati, mentre si scambiavano strette di
mano.
- L'ultima cosa che mi aspettavo era vedervi insieme - Dissi prendendo
Taylor per mano e osservandoli.
- Ormai siamo insieme da un anno. Ci siamo conosciuti in vacanza -
Disse marco guardando verso Martina con occhi pieni d'amore.
- Bè, tu dovresti stare zitta, ti sei presa il ragazzo
più figo che esiste sulla faccia della terra!!! -
Enfatizzò Martina
Ridemmo tutti e quattro.
- Che ne dite di venire a cena a casa mia? Ci prendiamo una pizza,
così possiamo chiacchierare senza congelare dal freddo! -
Proposi
- Ok, va bene - Risposero Marty e Marco in coro.
- Allora ci troiamo alle sette e mezza a casa mia. Sapete entrambi
dov'è -
- Perfetto - Rispose Marty mentre Marco annuiva.
Erano le sei perciò avevamo un po' di tempo per prepararci
Tornati a casa per prima cosa ci fiondammo in doccia, prima io e poi
lui.
Mentre Taylor si lavava apparecchiai la tavola e prenotai le pizze per
telefono poi corsi in camera a vestirmi. Indossai una maglietta
lunga sopra ad un paio di jeans scuri e un paio di scarpe
con il tacco.
Legai i capelli in una lunghissima treccia,
disegnai una spessissima linea nera con la matita sulle
palpebre
e sotto l'occhio. Avevo notato che in quel modo il colore degli occhi
risaltava maggiormente.
Quando uscii dalla mia camera vidi che Taylor aveva finito da un po' di
fare la doccia e aveva finito di vestirsi prima di me. Indossava
ovviamente i jeans con una maglietta
a maniche lunghe nera, che faceva risaltare i suoi pettorali scolpiti.
i capelli pettinati con la cera a formare un abbozzo di cresta.
Per la prima volta vidi in lui il ragazzo che era. Non un uomo... un
ragazzo. Un normalissimo diciottenne.
- E' tutto pronto - Lo informai
- Mi dispiace, avrei potuto aiutarti... - Disse sussurrando,
più interessato al mio aspetto che al significato delle
parole che gli uscivano di bocca.
- No, non ti preoccupare, non ci voleva molto, si trattava solo di
apparecchiare la tavola e mettere un po' in ordine la sala -
Sorrise e mi si avvicinò scostandomi dagli occhi una ciocca
di riccioli sfuggita alla treccia. Con un gesto delicato e romantico li
mise dietro l'orecchio e sfruttò l'occasione per avvicinare
il volto al suo.
Il profumo di bagnoschiuma e il suo respiro caldo sul collo mi
stordirono come se mi si fosse avvicinato per la prima volta. Mi
sfiorò le labbra con le sue e poi un'altra volta.
Con quella luce soffusa, quello sguardo rilassato e le nostre labbra
bramose le une delle altre non ci volle molto per essere catturati in
un bacio che si fece via via più appassionato.
Poco dopo fummo interrotti dal suono del campanello. Taylor
continuò a bacirmi come se non avesse sentito nulla.
- Forse dovremmo aprire ... - Sussurrai
- Credo proprio di sì - Disse sorridendo felice.
- Mi sento di nuovo un quattordicenne innamorato - Concluse perndendomi
per mano.
Angolo
SweetDancer96
Mi scuso di nuovo per il ritardo colossale ma non riuscivo a ontinuare.
Forse l'agitazione per l'imminEnte inizio della scuola aveva avuto il
sopravvento.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento...
Vi avviso che stiamo giungendo al termine della storia, e spero di
terminarla entro la fine del mese. Cosa possibile se mantengo ritmi i
pbblicazione di uno ogni due o tre giorni.
Non vi garantisco niente però...
Aspetto i vostri commenti, baci e a presto
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** La potenza delle emozioni ***
19 -
PoV: Taylor
Appena uscito dalla doccia mi diressi ella camera di Andrea e Fabio per
vestirmi, quel giorno mi sembrava d'essere rinato. Di essere
ringiovanito e tornato quell'adolescente che non ero mai stato.
Infilai un paio di jeans e una maglietta nera a maniche lunghe, le
tirai sù ed uscii dalla stanza.
- E' tutto pronto - Mi informò
- Mi dispiace avrei potuto aiutarti ... - Pronuncia quelle parole a
venvera perchè ero troppo intento ad osservarla come se
l'avessi
fatto per la prima volta, con occhi nuovi.
Sentii che mi rispondeva ma non prestai alcuna attenzione alle parole.
Aveva i capelli raccolti in una lunga treccia ben curata, Il fisico
risaltava sotto alla maglietta lunga sintetica e jeans attillatissimi
le fasciavano le gambe. Il tocco di classe era poi dato dai tacchi ati
e dal trucco che le faceva risaltare gli occhi in una maniera
incredibile. Era bellissima.
Mi avvicinai a lei senza staccarle gli occhi di dosso e le scostai una
ciocca di boccoli sfuggiti alla pettinatura mettendoglieli dietro
all'orecchio. In questo modo riuscii ad avvicinare il suo volto al mio.
Il suo profumo della sua pelle e le sue labbra così vicine
mi
stordirono. Le sfiorai le labbra con le mie due volte, senza mai
baciarla però.
Lentamente avvicinai le labbra alle sue che non aspettavano altro che
essere baciate. Quelle che provai furono le stesse sensazioni che avevo
provato quella sera sulla terrazza. Le farfalle nello stomaco, un senso
di stordimento assoluto, la voglia di sentire il cuore battere a pochi
centimetri dal mio e il desiderio di avere le sue labbra tra
le
mie.
Il bacio si fece piano piano più appassionato. Dopo pochi
ninuti
suonò il campanello, continuai a baciarla come se non avessi
sentito, non avevo voglia di rovinare questo momento stupendo.
- Forse dovremmo aprire... - Sussurrò
- Credo proprio di sì - Dissi sorridnedo felice.
- Mi sento di nuovo un quattordicenne innamorato - Conclusi prendendola
per mano.
Sara si diresse verso il citofono e aprì.
- Sono loro - Annunciò.
Poco dopo arrivarono alla porta d'ingresso portando sul braccio un
vassoio pieno di pasticcini e una tortiera coperta con la carta
stagnola.
- Hei, ma non dovevate portare niente! - Protestò Sara
- Ma figurati dai! Era obbligatorio che portassimo qualcosa -
Ribattè Martina.
Sara sorrise grata. Non avevamo pensato al dolce. Li fecimo accomodare
sul divano mentre aspettavamo le pizze. Chiacchierammo del
più e
del meno. Di come ci eravamo conosciuti e di come loro si erano
conosciuti. Della nostra musica preferita e dei concerti a cui loro
avevano partecipato... Insomma era una serata tra amici come avrebbero
potuto essere quelle tra due famiglie amiche come la mia e qualche
altra. Purtroppo i miei genitori non erano mai stati degni di questo
nome perciò non avevano instaurato rapporti con le
persone
normali e tendevano ad essere snob e antipatici con tutti.
Inizialmente in città si era creata una rete di gente ostile
e
ividiosa. Con il tempo avevano capito che tipi fossero i miei e aveva
imparato a non farci più caso. Gli unici benvisti della
nostra
famiglia eravamo io e mia sorella perchè Harry ci aveva
insegnato ad essere umili al punto giusto e a convivere con gente anche
assai diversa da noi.
Marco e Martina erano raazzi semplici, discreti ed educati. Non mi
avevano rivolto domande impertinenti ma solo semplici
curiosità
sul mio lavoro e sulle persone con cui avevo lavorato. Fui io che
spettegolai un po' come si fa di solito, sui miei colleghi, senza che
loro lo chiedessero. Mi venne più che naturale e
non me ne
preoccupai.
Dopo mezz'ora arrivò da mangiare e allora la nostra
conversazione si spostò sul tavolo davanti ad una buona
pizza
fumante.
Si passarono in rassegna gli argomenti più disparati
spostandosi
agilmente da un discorso all'altro. Da quelli più semplici e
inutili a quelli più seri e complessi.
Questo era il mondo di Sara, questo era il mondo che io avevo perso per
fare carriera. Ora mi rendevo conto di quanto fosse stato grave
l'atteggiamento dei miei genitori.
Eh già, i miei genitori. Li avevo visti appena finito il
loro
viaggio perchè mi erano passati a salutare, quattro mesi
prima.
Sinceramente non mi importava, io stavo bene così.
E non riuscivo assolutamente a capacitarmi di quanto queste piccole e
modeste persone potessero farti sentire importante ed unico, molto
più di quanto ti potevano rendere felice la fama e il
successo.
Mi sentivo amato, ammirato, rispettato e considerato una persona
normale. Un amico. ERa la sensazione più belle che avessi
mai
provato dopo l'amore che aveva risveglaito Sara. Un amore
incondizionato sopito da tempo nel fondo dell'anima e de cuore. Forse
non aveva nemmeno mai mostrato il suo volto prima di allora.
Presi ad arrotolare il dito attorno ai boccoli perfettamente definiti
di Sara, mi rilassava, nonostante non ne avessi bisogno e mi aiutava a
capire quanto anche le piccole cose potessero contare nella vita.
Quelle piccole cose di cui non ci si rende conto ma che possono
cambiare eventi importantissimi nell'esistenza di ogni individuo...
Quelle sdraio troppo vicine alla piscina, una borsa messa nella
posizione più improbabile e scomoda, il fondale
del mare
troppo profondo, e quei tramonti così perfetti, avevano
cambiato
tutta la mia vita.
Quando cominciavano a partire i primi sbadigli e gli occhi non
riuscivano a rimanere più aperti i nostri ospiti si
congedarono
e noi rimanemmo soli a sistemare la cucina e a mettere in lavastoviglie
i piatti, i bicchieri e le posate.
Quando anche l'ultima briciola fu spazzata via ci coricammo, sfiniti ma
felici.
Uscii dal bagno che la luce della sua camera si era appena spenta.
Entrai.
Era sdraiata su un finco, i capelli buttati indietro sul cuscino e le
coperte che le arrivavano praticamente fin sulle orecchie.
Arrivai all'altezza del suo viso e mi accovacciai. Le accarezzai la
guanci delicatamente mentre lei mi sorrideva, troppo stanca per
parlare.
Le didi un piccolo bacio prima sulla punta del naso e poi uno
delicatissimo ma tenero sulle labbra.
- Buona notte piccola -
PoV: Sara
Le vacanza di Natale passarono in fretta, Taylor tornò alla
sua
villa non appena i miei genitori tonarono. Nonostante l'insistenza di
mia madre nel farlo restare. lui aveva preferito tornare dal suo
maggiordomo per non recare disturbo.
Nonostante tutto non mi dimenticai di Nick. Qualche volta gli
telefonavo o lui telefonava a me, ci raccontavamo cosa stava accadendo
e di quanto fossimo
"impazienti" di ricominciare la scuola.
Una settimana dopo l'inizio delle lezioni mi presentarono il test che
avrei dovuto affrontare. I risultati non venivano esposti subito ma
dopo un mese.
Il mese successivo all'esame fu un tormento unico. Nonostante la
presenza continua di Taylor a casa e quela di Nick a scuola che mi
distraevano dal peso dell'attesa, la notte tutti i dubbi che durante il
giorno ero riuscita a scacciare riaffioravano, provocando l'insonnia.
Arrivavo giorno dopo giorno più stanca. Non riuscivo a
recuperare le ore di sonno perse e lo studio si faceva sempre
più intenso.
Dopo quell'agonia il giorno tanto atteso arrivò. Eccome se
arrivò ma io non me ne ricordai subito, troppo presa dalla
mia
angoscia e dai miei pensieri.
Appena misi il piede fuori dal pullman notai alcune compagne di classe
riunite in cerchio poco lontano dalla fermata. Alcune erano in lacrime
altre erano felici ed euforiche. Appena mi videro cessarono ogni
discorso e mi salutarono come ogni mattina. Nick mi venne incontro
correndo e mi trasportò in un lunghissimo abbraccio
stritolatore. Non capivo più nulla.
Alcuni alunni delle classi più avanzate mi lanciavano
sguardi carichi di rabbia e invidia, altri mi guardavano ammirati.
Fu il messaggiodi Taylor che mi fece capire tutto all'improvviso. Era
semplice e conciso. Una parola.
Allora?
Appena alzai lo sguardo dal display del cellulare mi fiondai di corsa
alla bacheca.
Un foglio era appeso con un titolo a caratteri cubitali.
ESAME SPECIALE: RISULTATI
Si informa la studentessa Josh Sara che in merito ai risultati ottenuti
nel test, che superano tutti la soglia del 90%, che è stata
AMMESSA alla classe Terza Liceo Classico ( Quinta superiore ).
Con i migliori complimenti
Il Disigente scolastico Prof. Mario Rossi e tutto il collegio docenti.
Il cellulare mi cadde di mano. Per fortuna che Nick era pronto ad ogni
evenienza e riuscì a prenderlo al volo prima che toccasse
terra.
Non ci potevo credere, ero passata di una classe
Rimasi imbambolata davanti a quel foglio forse due minuti, fu la voce
di Nick che mi riscosse.
- Il tuo ragazzo vuole sapere come è andata, ti ha
già mandato altri due messaggi -
Afferrai il cellulare e digitai il numero di Taylor che tanto sapevo a
memoria.
" Amore! Mi hai fatto preoccupare. Allora com'è andata? " La
voce di Taylor mi fece venire la nostalgia e la voglia di averlo
lì accanto, di sentire la sua mano intrecciata alla mia e il
suo
braccio attorno alla mia vita.
- Sono passata Tay... Con il massimo dei voti -
Rimanemmo per un minuto in silenzio troppo felici e euforici per
spiaccicare parola.
" Voltati " Fu ciò che mi disse alla fine di quel silenzio
Mi voltai e per la seconda volta il cellulare mi scivolò di
mano, questa volta fui io che risvegliandomi dal mio coma profondo
riuscii a riacchiapparlo e ad infilarmelo in tasca.
Una Hiamaha
nera nuova di pacca era parcheggiata davanti al liceo e un ragazzo
alto, decisamente muscoloso con le vans nere, i jeans scuri, giubbotto
di pelle nera indossato sopra una maglietta bianca si dirigeva a testa
bassa nella mia direzione, si stava mettendo in tasca il cellulare.
Alzò la testa quando si accorse che l'avevo visto
per
regalarmi uno di quei suoi splendidi sorrisi.
Ci ero rimasta male quella mattina quando mi aveva detto che non mi
avrebbe potuto accompagnare a scuola perchè aveva un
impegno.Voleva semplicemente farmi una sorpresa.
Ma quanto era dolce?
Ero troppo felice che lui fosse lì con me a festeggiare la
mia promozione.
Gli corsi incontro abracciandolo e sollevando un po' i piedi da terra,
incurante degli sguardi dei miei compagni e di tutti gli studenti della
scuola.
- Ce l'hai fatta - Mi sussurrò nell'orecchio
- Sì, ce l'ho fatta - Risposi sorridendo e sospirando
guardandolo negli occhi.
Ora praticamente tutta la scuola ci stava fissando.
Lo baciai per completare l'oprera, lui sorrise.
Ora gli sguardi di tutti erano increduli e sbalorditi, quelli delle mie
amiche inteneriti e quello di nick felice e rilassato.
Mi sorrise tirando fuori la lingua e lanciando lo sguardo verso la sua
mano.
In quel momento mi accorsi che teneva per mano Valentina una delle mie
amiche e compagne di classe. Anche lei mi sorrideva felice.
Risi e scossi la testa.
Anche i professori erano usciti a vedere cosa aveva provocato quel
silenzio di tomba che era sceso improvvisamente nel cortile. Sembrava
che anche il fumo delle sigarette si fosse bloccato a mezz'aria.
Il suono della campanella riscosse tutti che si caricarono lo zaino in
spalla e si diressero verso le rispettive aule. Mentra io stavo per
salutare Taylor mi si avvicinò il preside.
- Signorina... Lei ha il giorno libero, la giustifico io. -
- Grazie Signore! - Risposi entusiasta rivolgendo lo sguardo a Taylor
- Grazie - Mi fece eco il mio ragazzo.
- Forza smammare, non vi voglio più vedere qui entro cinque
secondi - Disse facendo gesto di andarcene con il sorrido sulle labbra.
Rispondemmo al sorriso e corremmo via mano nella mano.
- E questa da dove esce? - Dissi riferendomi alla moto -
- E' un regalo per te, ma visto che fino all'anno prossimo non la puoi
guidare, ci penso io a farlo per te - Mi disse sorridendo malizioso.
- Grazie eh! - Risposi dandogli una pugno scherzoso sulla spalla.
- Questo è il tuo casco
- disse porgendomelo.
- Non mi merito un bacio? - Disse assumendo un aria falsamente
interrogativa.
Sorrisi e gli presi il volto tra le mani baciandolo.
- Contanto ora? -
- Credo di sì... - Rispose ridendo prima di
infilarsi a sua volta il casco.
Strinsi le braccia intorno alla sua vita e Taylor si diresse a folle
velocità con la mia
moto fuori dal parcheggio e successivamente in direzione Milano.
- Dove mi vuoi portare? - Urlai per far sentire la mia voce anche sopra
al rombo del motore.
- Non te lo dico - Urlò in risposta.
Ero impaziente di sapere dove mi avrebbe voluto portare, ma per placare
la mia curiosità mi concentrai sulle sensazioni di quegli
istanti. Aggrappata ad un ragazzo che aveva cambiato la mia vita, a
bordo della mia futura moto e il vento che sapeva di libertà
che
mi soffiava tra i capelli, facendoli danzare nell'aria. La vita
quotidiana delle persone normali mi passava davanti in un soffio per
poi scomparire come un'illusione. Tutti quei gesti che mi erano sempre
parsi eeffimeri e senza importanza, troppo monotoni per essere degnati
di attenzioni, ora mi apparivano sotto una luce del tutto diversa.
Perchè ognuno di quei piccoli gesti in realtà era
quello
decisivo, quello che avrebbe potuto cambiare per sempre la vita, come
era capitato a me, perchè quei piccoli passi, quei passi che
ogni giorno ripetevo al'infinità fino a farmi quasi venire
il
vomito, un giorno mi avevano realizzata.
Mi strinsi più forte a Taylor sorridendo sotto il casco.
Durante tutto il viaggio non feci altro che osservare la gente e le
cose che mi sfracciavano di fianco. Sembrava quasi di sognare, mi
sembrava di non vivere più. Era come se mi fossi presa una
pausa
dalla vita.
Mi " risvegliai " quando Taylor mi indicò un certello
San
Siro
Stavamo andando a vedre una partita di calcio? No, lo conoscevo
abbastanza da dire che mi stava portando ad un concerto, o a teatro. Un
teatro a San Siro? Da quanto avevo memoria non esistevano
teatri.
C'era solo lo stadio che potesse suscitare l'interesse generale della
gente.
Cercai di fare mente locale. In quel periodo lo stadio era
costantemente occupato da cantanti di fama internazionale. Prima Robbie
Williams poi i Muse, Avril Lavigne e ancora Vasco Rossi,
Elisa,
Laura Pausini. Sembrava che i catanti si fossero risvegliati tutti in
quel periodo...
Chissà...
Sentii che rallentava
- Se sei onesta chiudi gli occhi - Mi disse dolcemente
- E se non fossi onesta? - Dissi per provocarlo
- Rovineresti tutto - Rispose semplicemente
- Ok, vedrò di ricordarmene - Dissi ridendo.
Chiusi gli occhi anche se tre quarti di me mi chiedevano di aprirli
all'stante. Per fortuna ancora un quarto era intatto e quella piccola
parte prevalse.
- Tienili chiusi - Disse mentre parcheggiava la moto mettendone a
tacere il rombo. In quel momento mi parve di risvegliarmi davvero. Quel
rumore mi aveva accompagnato come una ninna nanna per tutto il viaggio
e ora che era cessato mi sentivo le orecchie vuote.
Io lottavo contro la voglia inrresistibile di scoprire dove fossimo e
perchè.
Scesi con cautela aiutata dal suo braccio che mi cingeva i fianchi.
Tolsi il casco e scossila testa per sistemare i capelli.
- Lo sai che quando fai così hai un fascino particolare? -
Disse Taylor
Sorrisi.
- Vorrei poter dire lo stesso ma non posso visto che ho gli occhi
chiusi - Protesti
- Non importa avrai occasione di dirmelo anche in futuro - Disse.
Sapevo che stava sorridendo. Sapevo che quello era uno dei migliori
sorrisi che solitamente sfoderava,e io me lo stavo perdendo.
Ripose il mio e il suo casco sotto il sedile e chiuse a chiave. Poi mi
prese per mano. Aprii la cerniera del mio giubbottino
di pelle nera. Sotto indossavo una maglietta
a meniche lunghe viola e nera che le mie compagne mi avevano regalato
per il mio compleanno in quinta ginnasio. Il rumore delle
scarpe
con il tacco nere di vernice riecheggiava sul pavimento del parcheggio
ad ogni passo. apii che ci dovevamo trovare in un parcheggio coperto
perchè la luce mi pareva artificiale e c'era uno strano
rimbombo.
Non aprii mai gli occhi e mi lasciai condurre per varie svolte fino a
quando non sbucammo all'aperto e poi di nuovo mi condusse dentro ad un
luogo. Questa volta però era diverso. Il chiacchiericcio
riecheggiava tra i muri vicini. Probabilmente stvamo attraversando dei
corridoi. Sentii Taylor salutare un paio di volte, ma erano tutte voci
nuove sconosciute e tutti parlavano americano.
- Scommetto che non sei mai andata ad un concero sola -
- Già... Quindi è ad un concerto che mi stai
portando? -
- Sì e no... - Fu la sua risposta vaga.
Sentii aprie una porta e la sentii chiudersi alle mie spalle.
- Ora puoi aprire gli occhi - Mi disse Taylor
Li aprii lentamente. Sembrava tanto il mio camerino sul set. Era una
stanza quadrata con un paravanto lungo quasi quanto una parete. uno
specchio circondato da lampadine con una base piena di trucchi e
smalti.
Una moltitudine di poster riempivano la stanza, probabilmente gli
artisti che avevano utilizzato quella stanza. Erano in prevalenza
donne, tranne i Tokio Hotel e i Sonhora.
Poi attaccata ad un appendi abiti posto ad un angolo della stanza notai
qualcosa che non avevo visto subito. La mia borsa di danza.
Volsi lo sguardo a Taylor che mi guardava con un sorrisetto malizioso e
furbo.
- Non capisco... -
- E' molto semplice, dovrai ballare questa sera, e dovrai fare delle
prove. -
- Siamo allo stadio immagino... -
- Sì sì. -
- Quello che non immagino nemmeno lontanamente e' il
perchè... -
- Vieni, puoi tenere gli occhi aperti ora -
- Ok -
Riattraversammo gli stessi corridoi solo che andavamo nella irezione
opposta.
Dopo aver fatto varie svolte vidi la porta proprio davanti a noi.
Taylor la aprì senza sforzo e fummo all'aria aperta. La
vista
dele tribune da quel punto aveva il potere di renderti più
minuscolo di quanto già non fossi.
Mi bastò ruotare lo sguardo poco più a sinistra e
vidi
davvero ciò che non mi sarei mai aspettata di vedere....
Sull'imponente palco che occupava circa un quarto del campo da calcio
c'erano cinque figure che ci osservavano e una di esse ci faceva segno
di avvicinarsi.
- Ciao Taylor! Questa è la tua ragazza? - Disse la ragazza
quando fummo abbastanza vicini.
Amy
Lee.
Stavo sognando? No, era lei, in carne ed ossa. Il mio idolo ad un
soffio di distanza mi guardava sorridente. Stavo per svenire... Per
fortuna che Taylor notò il pallore del mio volto e mi cinse
la
vita con un braccio per evitare di farmi cadere a terra rovinosamente.
- Sì, è lei. Sara, ti presento Amy Lee - Disse
rivolgendosi a me.
- Amy ti presento Sara... -
Ero in estasi completa.
- Pacere - Riuscii a biascicare in americano.
Le strinsi la mano, cercando di darmi un contegno e di riaquisire vita.
- Quindi avremo l'onore di farti esibire sul nostro palco questa sera.
Taylor mi ha parlato molto bene di te e dalle scene tratte dal film che
state girando, mi sembra che tu abbia un talento alquanto notevole per
la danza... -
Altra frecciata.
Avrei ballato sulle note di una canzone completamente live della
cantante per cui avevo una semi-ossessione.
- Grazie mille ... A tutti quanti - Dissi rivolgendomi ad Amy, al suo
manager che ci aveva raggiunto poco prima, alla sua band, ma in
particolare a Taylor.
- Vai a prepararti che ora proviamo. Ballerai sulle note di Sweet
Sacrifice, che aprirà il concerto e sul finale suoneremo
Whisper... Credi di potercela fare? -
- Volete che apra e concluda il vostro concerto? Sì credo di
poterci riuscire -
PoV: Taylor
Durante ciò che restava della mattinata Sara si
concentrò
sulle coreografie, durante il pomeriggio invece le prove furono lunghe
ma divertenti. Sara emanava come sempre il suo facino e incantava
tutti. Più volte Amy si complimentò con lei
dicendo frasi
del tipo: Sembra che stia volando mentre balli, o, i tuoi
movimenti sembrano dare un senso ancora più profondo alle
parole
della canzone, o ancora, non ti staccherei mai gli occhi di
dosso
e vorrei che la canzone non finisse mai. Erano entrambe entusiaste
l'una dell'altra. Vedevo i ragazzi della band che lanciavano occhiate
languide a Sara ma feci finta di niente per non rovinarle la giornata
con inutili gelosie... tanto il giorno successivo sarebbe stata di
nuovo tutta per me. E comunque lei non dava particolare importanza a i
musicisti, era troppo impegnata a conoscere Amy, a parlare con lei dei
suoi sogni e di quanto l'aveva adorata e a farmi capire quanto mi fosse
riconoscente di ciò che avevo fatto per lei.
Le prove terminarono alle quattro e mezza e soltanto mezz'ora dopo lo
stadio era già gremito di gente, specialmente di teenagers e
giovani; ve ne erano di tutti i tipi: Dark, Metal, Emo ma anche gente
normalissima.
Solo verso le cinque mi accorsi che Sara era sparita, così
mi
misis a cercarla un po' preoccupato. La trovai seduta con le gambe a
penzoloni in un punto in cui lei avrebbe potuto vedere tutti ma nessuno
l'avrebbe notata.
- Hei, Piccola... Che ci fai qua? -
Mi guardò e mi sorrise.
- Stavo pensando... Questo è il mio primo vero pubblico -
- Sono qui grazie a te... Avrò la possibilità di
esibirmi davanti a questo pubblico immenso soltanto grazie a te -
- No Sara. E' grazie a te stessa che ora sei qui. Se non avessia vuto
talento ta avrei portato semplicemente come spettatrice e non come
coo-protagonista -
- Amy aveva detto che ti avrebbe fatto aprire e chiudere lo spettacolo
quando avevamo parlato noi due. Appena ti ha visto ballare ti ha dato
la possibilità di ballare a tuo piacimento, anche per tutto
il
concerto -
Abbassò lo sguardo, non le piaceva quando le si facevano dei
complimenti e lo sapevo benissimo, ma non otevo farle credere che era
merito mio, quando invece era solo grazie al suo impegno e grazie alla
sua costanza che aveva raggiunto la sua prima meta.
Eh sì, perchè il film, l'esibizione al concerto e
questa
promozione di un anno non erano che la prima meta di un lungo cammino
infinito.
Cenammo con un paio di panini prorpio lì, osservando flussi
di
gente continui che antravano a prendevano posto mentre il sole
diventava rosso fuoco e poi svaniva all'orizzonte.
Rientrammo nel camerino verso le otto e mezza, un'ora prima che
iniziasse il concerto.
Sara teneva gli occhi chiusi massaggiandosi le tempie per calmarsi.
Amy le aveva dato un abito
che rispecchiava la tipologia Gothic ma che le lasciasse le gambe
libere per riuscire a ballare, scarpette
da danza classica nere e le gambe protette ( se così si
poteva dire) dai collant sempre rigorosamente neri.
Io rimasi in silenzio per farla concentrare. Era di sicuro molto
più terrorizzante ballare davanti ad un pubblico
così
vasto rispetto a fare solo un'apparizione per quanto significativa
potesse essere. Se avesse sbagliato, se avesse mancato il tempo o
cos'altro il pubblico se ne sarebbe accorto. Nell'apparire non si
poteva sbagliare niente, era come recitare, quelli che avevi di fronte
ti vedevano come il personaggio e non come la persona.
" Nella danza è impossibile recitare " Mi aveva detto Sara
un
girono " La danza come anche la poesia o la prosa, sono libere
espressioni dei sentimenti dell'animo umano. Solo se si mette
sè
stessi in tutto e per tutto esse possono essere considerate tali " .
A un quarto d'ora dall'inizio arrivarono i truccatori che le coprirono
gli occhi con spessi strati di matita e eye-liner neri, le piastrarono
i capelli cosichè divennero ancora più lunghi. Si
fece
raccogliere due sottili ciuffi di capelli dietro la testa per evitare
che le andassero negli occhi.
Appena la troupe di truccatori/parrucchieri se ne fu andata
cominciò a vestirsi. Le diedi una mano per sistemare i lacci
del
corpetto del vestito che si trovavano sulla schiena.
- Sei perfetta - Dissi quando onclusi l'opera.
- Grazie infinite Taylor... Di tutto - Rispose lei.
Le diedi un piccolo bacio per augurarle buona fortuna poi lei si
infilò le scarpette e puntualissima fu pronta insieme alla
cantante per salire sul palco.
Quella sera fu più splendida che mai e si divertì
un
sacco. Io cercai di avitare lo sguardo dei manager e degli addetti alla
sicurezza per evitare scenate di gelosia.
Il pubblico era ammaliato dai suoi movimenti e dalla sua bellezza ( non
solo esteriore ).
Tanti spettatori avevano le lacrime agli occhi.
Fu una serata davvero memorabile. Specialmente per il finale del
concerto, infatti mentre le ultime parole della canzone riempivano con
la loro potenza il teatro, Sara spalancò due enormi ali nere
e le richiuse sopra sè stessa simulando la morte o la
scomparsa dell'angelo gothic.
Le luci si spensero e tutti corsero dietro le quinte per complimentarsi
con Sara, sia per l'eccellente esibizione sia per l'idea ( che fu una
sorpresa per tutti tranne che per pochissimi che l'avevano aiutata )
delle ali.
- Era da anni che non mi esibivo in modo così
spettacolare... Mi sono davero divertita e il merito è
vostro che avete portato una ventata d'aria fresca alle nostre canzoni
senza però alterarne mai lo stile -
- Complimenti! Davvero - Disse il coo - produttore, nonchè
bassista del gruppo.
Poi le luci si riaccesero ed Amy prese per mano Sara che
rientrò sul palco con una caminata leggera che pareva stesse
volando.
La folla era in delirio totale. Grida e applausi erano esplosi in un
boato al loro ingresso.
Vidi che gli occhi di Amy brillarono.
Salutò la folla presentando e ringraziando i suoi musicisti.
- Ma un ringraziamento particolare va al mio Gothic Angel ,
Sara Josh, nonchè ragazza di Taylor Lautner con il quale sta
girando un film... Grazie di tutto - Disse la cantante abbracciando
Sara.
Fece i soliti ringraziamenti al pubblico e ai collaboratori prima di
scomparire dal palco.
- Ragazzi non so davvero come ringraziarmi, volevo apparire in grande
stile e così è stato, siete davvero formidabili,
continuate così. Spero di rivedervi presto, anzi prestissimo
sul grande schermo e anche dal vivo... -
Ci salutammo e io e Sara tornammo felicissimi ed entusiasti a casa,
portando con noi il ricordo di una voce incredibile, una serata
emozionante e terrorizzante allo stesso tempo e un cuore grande.
Angolo
SweetDancer96
Salve a tutte, spero di non avervi annoiato con questo capitolo, ho
voluto fare un piccolo/grande omaggio al mio gruppo preferito e
specialmente ad una cantante formidabile...
Non riuscirò come avevo provato a fare, a pubblicare con
regolarità e con poca distanza da un capitolo all'altro,
perchè la scuola non me lo permette.
Spero recensiate in numerose...
Un ringraziamento particolare a WolfGirl e ad Annette Bellamy per le
stupende recensioni... Grazie ragazze!!!
Baci
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Luna Piena ***
20 - Luna Piena
PoV: Sara.
Fu un evento memorabile, tutti i giornali ne parlvano, gli fu dedicato
anche un servizio al telegiornale. Più tradi scoprii che
anche i
miei genitori avevano assistito al concerto perchè Taylor li
aveva invitati.
Mi avevano scattato un sacco di bellissime foto.
La gente mi fermava per strada e si complimentava con me, al liceo,
ragazzi che non mi avevano mai rivolto la parola mi slautarono o
addirittura si fernarono a complimentarsi, in primo luogo per
l'esibizione, poi per la rpomozione e in particolare per essere riusita
ad avere un ragazzo come Taylor.
Come se mi importasse la sua fama...
Ricevetti un sacco di telefonate per contratti futuri, sia nell'ambito
dell'opera e quindi della danza classica sia nei musical. Mi furono
offerti addirirttura posti per film tratti da libri celebri e
meravigliosi.
Ogni tanto passavo davanti all'armadio in cui tenevo custoditi con cura
gli abiti più importanti. In primis quello che Taylor mi
aveva
regalato per serate importanti, poi quello che avevo usato durante il
concerto.
Guardavo l'abito lungo con occhi sognanti e quello regalatomi da Amy
con gratitudine infinita.
I mesi passarono in fretta e in un better d'occhio fu di nuovo estate,
la attesissima e veneratissima estate.
A Milano il caldo era soffocante già all'inizio di giugno,
periodo finale della scuola.
La data di partenza per l'america fu fissata per metà
giugno.
Invitai anche la mia famiglia, visto che ora ce lo potevamo permettere,
a passare un paio di settimane se non un mese, in California.
Come previsto accettarono l'offerta, anche perchè mio
fratello
non vedeva l'ora di provare a fare surrf a altre attività
sportive, tipo skateboard.
I miei presero una casa piuttosto lontana da quella di Raylor, per
lasciarci un po' liberi di vivere la nostra vacanza, anche se non lo
sarebbe stata a tutti gli effetti dato che avremmo dovuto finire le
registrazioni del film.
Tutto continuò secondo la normalità: durante la
giornata
lavoravamo, che in realtà era un po' come giocare
perchè
spesso si rideva e si facevano strafalcioni, come è normale
che
nelle registrazioni dei film capiti e durante il pomeriggio, dalle
quattro fino alle otto rimanevamo in spiaggia a goderci il caldo
estivo. Spesso facevamo delle lunghissime passeggiate sul
bagnasciuga chiacchierando del più e del meno, di argomenti
futili e di nessun conto, a volte ci piaceva stare in silenzio a
contemplare tutto quello che ci stava accanto: dai piccoli granchietti
che ci passavano a poca distanza dai piedi all'infinito cielo blu che
si estendeva sopra alle nostre teste oppure osservavamo semplicemente
la gente che ci passava accanto con la mente sgombra di qualsiasi
impiccio.
Qualche volta i ragazzi della nostra età ci coinvolgevano in
animate partite di beach volley alle quali partecipavamo volentieri.
Una sera, dopo cena mentre mi lavavo nel bagno di quella che Taylor
aveva definito come camera mia, Sentii delle voci provenienti dal piano
sottostante, in un primo momento pensai che fosse la televisione
perciò non vi prestai attenzione, dopo essere uscita dalla
doccia ed essermi messa il pigiama mi accorsi che le voci che
provenivano dal salone non erano affatto della TV.
Taylor stava discutendo con una voce maschile, non capii subito con chi
era in contrasto, afferrai solo quando subentrò anche una
voce
femminile: I suoi genitori.
Decisi di non intromettermi, anche se avrei voluto essere lì
accanto a Taylor per sostenerlo in quella che doveva essere una
battaglia di non poco conto.
Mi infilai un paio di calze e uscii sulla terrazza interamente
ricoperta di parquet. Harry aveva sistemato due sdraio dotate
di
materasso per sdraiarcisi ad osservare il cielo stellato di notte e
prendere il sole di notte. Io mi sedetti su una di esse cercando di non
ascoltare la conversazione piuttosto animata che si stava svolgendo di
sotto, purtroppo non vi riuscii.
- Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te, tu ci volti le spalle?! -
Disse il padredi Taylor con voce tonante.
- Infatti, avete fatto troppo. Quante volte ve l'ho detto che invece di
andare a quegli stupidi provini avrei voluto restare a fare sport o a
giocare con i miei amici come un bambino normale ?! - Urlò
Taylor esasperato.
- Tu non sei mai stato un bambino normale, e tuttora non lo sei. Non
vedi che sei diventato una star? - Si intromise la madre
- Io non volevo tutto questo, non l'ho mai voluto e voi non
l'avete mai capito... Vi dico anche un'altra cosa, siete stati i
peggiori genitori che un bambino possa avere. sempre in viaggio grazie
ai soldi che sarebbero spettati a me. -
- Come osi riferirti così ai tuoi genitori?! -
Urlò il
padre imbestialito. Tutto d'un tratto scese il silenzio. L'atmosfera
era carica di tensione e di ira.
- Andatevene immediatamente da casa mia! - Urlò Taylor
- Ma figliolo... - Tentò di dire la madre
- Non mi toccare! - Ringhio Taylor,
- Andatevene... Ora! - Disse ora con voce normale, ma tanto decisa e
autoritaria che mi face venire i brividi.
Sentii la porta sbattere e poi più nulla.
Poco dopo Taylor aprì la porta della terrazza. Lo sentii
singhiozzare e corsi da lui.
Lo abbracciai forte, e lui mi strinse a sè con fare
possessivo. Lo capivo.
Cercai di non piangere perchè aveva bisogno di
conforto e non di commiserazione.
- Shhhh, ti prego non piangere. Sono qui con te, e non me ne
andrò mai - Gli dissi
- Non lo sopporterei di nuovo - Mi disse tra i singhiozzi.
Era davvero distrutto.
Era una situazione strana. Sapevo benissimo che nonostante tutto Taylor
voleva bene ai suoi genitori come qualsiasi altro ragazzo o bambino.
- Ho dovuto farlo Sara. Loro non capiscono - Mi disse mentre
nuove lacrime gli inondavano il viso.
- Sono certa che capiranno, in fondo sono i tuoi genitori... - Dissi
cercando di rassicurarlo.
- Vieni a vedere che bella nottata - Dissi prendendolo per mano.
Mi sedetti sul cordolo di marmo spesso della terrazza che dava sulla
strada e lo invitai a fare lo stesso.
Con le gambe a penzoloni nel vuoto e gli sguardi rivolti verso il cielo
stellato eravamo stretti l'uno all'altro.
Un disco argentato di fronte a noi sembrava avvolgerci in un abbraccio
inmmaginario.
- Sai, Duemila anni fa un Unomo disse: Benedite coloro che vi
maledicono e pregate per coloro che vi fanno del male. Se qualcuno ti
percuote su una guancia porgigli anche l'altra. I nemici possono
esserci anche in una famiglia, Taylor ma non è impossibile
superarlo. - Dissi stringendo la mano sulla croce che portavo al collo.
- Sembra così maledettamente semplice ... - Disse.
- Ma potrebbe anche esserlo, come facciamo a saperlo se nemmeno ci
proviamo? - Conclusi
E mentre una leggera brezza giocava a scompigliarci i capelli, ognuno
dei due rimase in silenzio a riflettere sul significato di
quelle
parole e ad osservare la luna piena che sembrava sorriderci.
PoV: Taylor
Mentre ero seduto sul diano a guardare la televisione suonò
il campanello, così mi alzai e aprii la porta.
- Ciao Tay! - Squittì la voce stridula di mia madre
- Ciao mamma, papà... - Li salutai controvoglia.
- Allora come va? Stai bene con la tua nuova fiamma? -
- Mamma Io e Sara stiamo insieme da un anno. Lo so che non siete qui
per fare una visita di cortesia... che volete da me? - Domandai gelido
Vidi mia madre che abbassava lo sguardo come se il pavimento si fosse
fatto tutto d'un tratto interessantissimo.
- Ehmm... Ecco... Noi volvemo chiederti se ci potresti prestare dei
soldi... Sai, volevamo fare un viaggio io e tua madre - Disse mio padre
gonfiandosi d'entusiasmo.
Li squadrai entrambe con le braccia incrociate sul petto e
l'espressione severa stampata sul volto.
Scossi la testa
- Non vi presto più i miei soldi, se volete fare un viaggio
mettetevi a lavorare seriamente - Dissi voltandogli le spalle con
l'intenzione di salire le scale che portavano alle stanze da letto.
- Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te, tu ci volti le spalle?! -
Abbaiò mio padre. Mi voltai di scatto.
- Infatti, avete fatto troppo. Quante volte ve l'ho detto che invece di
andare a quegli stupidi provini avrei voluto restare a fare sport o a
giocare con i miei amici come un bambino normale ?! - Dissi in tono
piuttosto concitato.
- Tu non sei mai stato un bambino normale, e tuttora non lo sei. Non
vedi che sei diventato una star? - Si intromise mia madre con quella
voce che avevo imparato ad odiare.
- Io non volevo tutto questo, non l'ho mai voluto e voi non
l'avete mai capito... Vi dico anche un'altra cosa, siete stati i
peggiori genitori che un bambino possa avere. Sempre in viaggio grazie
ai soldi che sarebbero spettati a me. - Parlai quasi urlando. Mi stavo
scaldando sul serio. Ogni volta che toccavo questo argomento mi sentivo
montare una rabbia ceca dentro.
- Come osi riferirti così ai tuoi genitori?! -
Urlò mio padre.
- Andatevene immediatamente da casa mia! - Urlai a mia volta senza
rispondere alle accuse assolutamente irrisorie di quello che avrebbe
dovuto essere mio padre.
- Ma figliolo... - Cercò di intromettersi miamadre
sfiorandomi una guancia con il dorso della mano.
- Non mi toccare! - Sibilai con tono schifato, allontanandole la mano
dal mio volto stringendole il polso.
- Andatevene... Ora! - Ribattei con voce glaciale.
Non smisi di tremare dalla rabbia fino a quano la porta non si fu
chiusa.
Non volevo far altro che lasciarmi andare in un pianto sfrenato. Di
rabbia, di dolore e di delusione.
Salii sulla terrazza e mi accorsi di non essere solo. Mi resi conto
inoltre che avevo bisogno di lei come mai ne avevo avuto.
Cominciai a singhiozzare appena vidi il suo volto illuminato
dal
riverbero della luna piena.
Vidi il suo volto mutare espressione quando mi vide in faccia.
- Shhhh, ti prego non piangere. Sono qui con te, e non me ne
andrò mai - Disse venendomi incontro e abbracciandomi con
delicatezza.
La strinsi a me come fosse l'unica persona che teneva a me veramente,
come se fosse l'unica in tutto il mondo che avesse il potere di farmi
star bene, era proprio così... Lei era l'unica.
- Non lo sopporterei di nuovo - Dissi tra i singhiozzi. Questa volta il
dolore proveniva da una ferita mai rimarginata che ora aveva fatto
infezione e mi stava uccidendo.
Non feci nemmeno in tempo a calmarmi che le scene della lite di poco
prima mi tornaro in mente con una nitidezza paurosa.
- Ho dovuto farlo Sara. Loro non capiscono - Dissi mentre le lacrime
scendevano copiosamente. Strizzai gli ochhi per poterle fermare, ma non
riuscivo, non potevo fermarle.
- Sono certa che capiranno, in fondo sono i tuoi genitori... - Disse
per rincuorarmi. Era vero? Non lo sapevo. In diciott'anni non mi
avevano mai dato alcuna dimostrazione d'affetto, e forse non l'avrei
mai ricevuta.
- Vieni a vedere che bella nottata - Disse prendendomi per mano.
Le stelle illuminavano il cielo di un bagliore che mi parve stanco e
malinconico e la luna sembrava volermi abbracciare per confortarmi.
Quella sera il cielo era completamente terso e le luci mano a mano si
spegnevano tutte.
Il vento sembrava cantarci una canzone tra ululati e sospiri. Strinsi
Sara con tutto l'affetto e l'amore che potevo dimosrarle. Volevo
dimostrarle quanto fosse importante per me la sua presenza.
- Sai, Duemila anni fa un Unomo disse: Benedite coloro che vi
maledicono e pregate per coloro che vi fanno del male. Se qualcuno ti
percuote su una guancia porgigli anche l'altra. I nemici possono
esserci anche in una famiglia, Taylor ma non è impossibile
superarlo. - Non ero Cristiano, ma quelle parole erano così
dirette.
- Sembra così maledettamente semplice ... - Risposi
- Ma potrebbe anche esserlo, come facciamo a saperlo se nemmeno ci
proviamo? - Concluse. Notai che aveva usato il Noi. Era vero. Non si
riferiva solo ad un'occasione ma alla vita di tutti i giorni.
Rimasi pensieroso ad osservare la luna che ora sembrava sorriderci.
Le parole di Sara di quella sera mi rimbombarono in testa per tutta la
settimana seguente.
Erano troppo semplici e dirette e così complicate
da mettere in pratica.
In pochissimo tempo finimmo le registrazioni tra gli applausi generali
e i complimenti di tutti. Il film sarebbe uscito di lì a
poche settimane, appena finito il montaggio Negli USA e in Italia
contemporaneamente. Alcuni brani della colonna sonora del film erano di
Alessandra Amoroso e uno solo degli Evanescence, Good Enought, l'unico
pezzo di danza classica che Sara aveva voluto ballare. Finito il
montaggio Zoe e Rick ci chiamarono per rivedere tutto il nostro lavoro
al completo.
Ci fecero entrare in una piccola sala cinematografica, come spesso i
registi facevano per guardare cosa non andava nel montaggio.
Sara era in fibrillazione, non aspettava altro che vedere il
nostro film.
Io invece avevo paura che potesse farle tornare in mente i momenti
più tristi anche se speravo con tutto il cuore che non
succedesse nulla. Per fortuna le mie paure erano infondate
perchè non soffrì.
Dovevo ammettere che Sara sapeva recitare alla perfezione, quasi fosse
una veterana del mestiere.
Il film terminava con una camminata in un viale alberato, che piano
piano si trasformava in una corsa gioiosa mano nella mano dei due
personaggi, sotto una pioggia sempre più
forte mentre le note della canzone " Il Cielo
Può Attendere " di Alessandra Amoroso scorrevano
potenti creando un effetto meraviglioso.
Quando apparvero i titoli di coda Sara e Zoe avevano le lacrime agli
occhi, Intrecciai la mano alla sua e le sorrisi, per tutta risposta mi
diede un bacio lungo mentre altre lacrime le sgorgavano dagli occhi
chiusi.
La abbracciai felice e sereno, per la prima volta dopo la litigata con
i miei genitori.
Solo poco dopo mi accorsi che Zoe e Rick se n'erano andati per
lasciarci soli con le nostre emozioni.
- Ho realizzato il mio più grande sogno Taylor... -
Sussurrò
- Già è un grande orgoglio vedersi in un film...
- Dissi abbassando lo sguardo.
- No, non stavo parlando di quello Taylor, stavo parlando di Te. Ho
imparato ad apprezzare la vita e l'amore, a capire quanto è
importante vivere ogni istante senza perdere tempo ad
autocommiserarsi.... -
Sorrisi e l'abbracciai di nuovo.
- Anche tu mi hai insegnato a vivere, a vivere per davvero. Mi hai
fatto scoprire cos'è l'amicizia e cos'è la
semplicità - Conclusi sopirando con il sorriso sulle labbra.
Quella sera i genitori di Sara ci avevano invitato a cena
perciò indossai la mia solita camicia bianca con i jeans,
rimasi sorpreso però di vedere Sara vestita in modo
piuttosto semplice: Indossava un paio di jeans
neri e strappati e una maglietta
altrettanto nera degli Evanescence con le sue All Star nere e uno
spesso strato di matita intorno agli occhi. Si era legata i capelli in
una coda ordinata da cui aveva lasciato cadere un ciuffetto di boccoli
castani che cadevano ad incorniciarle il volto. Un'alternanza
di orecchini: Bianco, nero, cianco Sull'orecchio di tre buchi e un
orecchino nero sull'altro tutti a forma di perla.
Quando la vidi vestita così casual anche io preferii
cambiare maglietta e la sostituii ad una
a maniche corte bianca della Vans.
Come sempre i suoi genitori furono cortesi e i suoi fratelli amichevoli
e simpaticissimi. Andrea non mancò di dire che sua sorella
sembrava un vampiro. Anche la cena fu ottima. Quella sera io e sara
andammo sul molo a fare una passeggiata.
- Sei davvero bella questa sera - Le dissi mentre passeggiavamo verso
casa.
- Non ti sembro troppo piccola o infantile? -
- No per niente ... -
- E tu sei sempre bello ... - Disse dandomi un piccolo bacio sulla
guancia che mi fece arrossire nel buio della sera.
- Grazie... - Risposi sorridendo.
Angolo
SweetDancer96
Scusante tantissimo il ritardo, ma non ce la faccio a postare
più velocemente perchè non ho più
tanto tempo libero.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, commentate,
commentate.
Baci
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Resta con me per sempre ... ***
PoV: Sara.
- Vieni a vedere la TV con me Sara? - La voce di Taylor mi fece tornare
alla realtà
- Sì, arrivo subito... - Dissi chiudendo il pesante tomo che
il professore ci aveva dato da leggere per l'estate.
- Mi hai salvata dalle terribili fauci della noia... - Dissi appena lo
raggiunsi.
Appoggiai la testa alla sua spalla e mi accoccolai sotto il suo
braccio.
- Sono felice di essere utile a qualcosa - Disse ridendo
- Che scemo...- Dissi ridendo a mia volta e squotendo la testa.
- Che c'è di bello questa sera? - Chiesi
- In realtà non lo so... -
Continuammo a chiacchierare di argomenti futili, scherzandoci a
vicenda, senza prestare alcuna attenzione allo schermo animato. Fu la
musica a catturare la nostra attenzione...
Sulle note della più bella canzone degli Evanescence apparve
il titolo del film, del nostro film.
Il montaggio delle scene, della melodia e dei colori era perfetto e le
nostre immagini erano molto valorizzate.
- Wow, che bello... fa effetto vedersi in televisione, così
senza alcun tipo di prevviso - sussurrai.
- E questo è solo l'inizio - Affermò Taylor
sorridendo malizioso.
Ancora faticavo a crederci.
Senza nemmeno accorgermi, lì sotto accucciata tra il suo
braccio
che mi cingeva le spalle e il suo petto scolpito e muscoloso ma
morbido, mi addormentai.
Non mi accorsi nemmeno di essere trasportata dal divano al letto, tanto
ero stanca.
Una luce accecante dritta negli occhi e un dolcissimo profumo di miele
accanto alla testa mi svegliarono lentamente.
- Buongiorno ... - Ah, già dimenticavo... anche un
tenerissimo bacio contribuì a rendere quel risveglio
speciale.
- Buongiorno - biascicai con la voce ancora impastata per il sonno,
mentre un enorme sbadiglio mi deformava la bocca.
- Ha chiamato Rick, ci vogliono per la presentazione del film... Questa
sera alle 21 -
- Ah, fantastico! Hei, no aspetta forse ho sentito male... Questa sera?
-
- Sì, questa sera -
- E io come faccio a trovarmi un vestito adatto entro questa sera ?
Avevamo programmato di passare la giornata in spiaggia! -
- Lo so, ma non ti preoccupare, se vuoi andare a fare shopping ti ci
porto -
- Ma mi dispiace... E poi so che tu ti annoieresti a morte ad andare in
giro per negozi -
- Sbaglio o tutti i ragazzi del mondo accompagnano le loro ragazze a
fare shopping ? -
Sospirai
- E va bene... -
Facemmo colazione e poi mi vestii con i miei soliti jeans e le mie
Converse nere. A bordo della sua Porche che sfilava
silensiosa
per le strade di una Los Angeles ancora mezza addormentata, osservavo
il blu dell'oceano risaltare sul colore dorato della spiaggia che
presto si sarebbe tinta di mille colori ed animata da grida di
divertimento e allegria. La luna non era ancora scomparsa dal cielo e
la brezza mattutina rendeva l'aria respirabile.
- E' bello riuscire a vedere ciò che spesso ci sfugge, o
diamo per scontato, non è vero? -
Sussurrò
Mi limitai ad annuire e a sorridere.
- Siamo sempre presi dai nostri impegni che nemmeno ci accorgiamo di
quello che ci circonda, e di quanto sta cambiando - Dissi con
lo
sguardo sempre immerso nel paesaggio che scorreva veloce sotto i nostri
piedi.
- Un giorno ho chiesto a mio nonno come vivevano loro. Mi ha raccontato
che soltanto la strada principale era asfaltata, ed era
attraversata soltanto dai carri che andavano nei campi o dai mercanti.
Le macchine non si vedevano quasi mai perchè solo i
più
ricchi potevano permettersele, vi era un solo telefono per
tutto
il paese ed era molto lontano dalle case e l'unico strumento che li
teneva in contatto con ciò che accaeva all'esterno del paese
era
la radio che comunque non tutti si potevano permettere. I bambini
giocavano e correvano per le strade senza paura di nulla e di nessuno,
si passavano ore in mezzo ai campi a raccontarsi storielle, e a
raccogliere le ciliege nella stagione estiva. Vi era un negozio per
ogni genere alimentare e ci si fermava a salutare chiunque passasse
perchè nel paese tutti si conoscevano. Ora è
cambiato
tutto. Le città sono talmente grosse che se ti ricordi il
nome
dei tuoi vicini di casa è tanto, i bambini vivono con i
giochi
elettronoci e la TV perchè se anche osano mettere un piede
fuori
casa potrebbero essere investiti dai miliardi di automobili
che
transitano e c'è sempre la paura che vengano rapiti o uccisi
(
perchè ormai questi fatti di cronaca sono all'ordine del
giorno,
purtroppo ). Molte malattie sono state combattute, ma quante
ne
sono sorte di nuove a causa dell'inquinamento dell'ambiente? - Mi
fermai perchè mi stavo scaldando un po' troppo, tutte le
volte
che riflettevo su come stavamo vivendo, non riuscivo a controlare la
rabbia.
- Scusa... - Dissi sospirando
- No, hai ragione, ma non pensiamo ora a queste cose. Deve
essere
uan giornata di sano divertimento e spensierata allegria - Disse
spingendo il piede sull'acceleratore.
Risi, infilai gli occhiali da sole, e mi raccomodai sul sedile. Tutti i
pesi che avevo accumulato in quell'anno svanirono di colpo, riuscii
perfino a mettere da parte l'immagine di Taylor in lacrime, distrutto
dal litigio con i genitori.
La mattinata passò veloce, entrammo in molti negozi ma non
trovammo nulla che facesse al caso nostro. A pranzo ci fermammo in un
piccolo bar-ristorante con piccoli tavolini all'aperto sistemati sotto
un pergolato adornato dall'edera rampicante.
Magiammo due semplici panini e un gelato. Sotanto nel tardopo
pomeriggio trovammo quello che stavamo cercando. Taylor scelse subito
un classicissimo abito nero con una camicia bianca, senza cravatta. Io
invece dopo mille indecisioni, optai per un abito
da sera rosa chiaro era molto semplice e avevo paura di
apparire infantile, ma qualcosa dovevo pur indossare.
Il viaggio di ritorno mi parve troppo corto. L'ansia cresceva di pari
passo con l'adrenalina e avevo le ginocchia tremanti.
- Devi solo stare tranquilla - Mi disse appoggiando una mano sulla mia.
- Prova ad immaginare di essere su quel palco che hai calcato tante
volte. Pensa a quante volte hai detto " Non ce la posso fare" e invece
hai fatto una splendida esibizione. - Provò ad incoraggiarmi
- Ma questa volta è diverso, devo parlare in un certo senso
anche recitare. E io non ne sono capace -
- Beh ti sbagli. Devi essere del tutto naturale, e poi scsa fai il
Liceo Classico, se non sai parlare tu, chi dovrebbe esserne capace?! -
- Appunto per questo ho paura di annoiare la gente, di dare una cattiva
impressione -
- E' scientificamente e matematiamente impossibile Sara. Sei perfetta
sotto ogni punto di vista, hai un carattere magnifico e sei una
bellissima ragazza. Hai talento e sai esprimerti in tutti i modi
possibili. -
- Forse hai ragione, dovrei stare più calma... Ma proprio
non ci riesco ! -
- E allora pensa semplicemente che non sei sola e che sarò
sempre accanto a te - Disse sorridendomi.
- Ora mi sento molto meglio - Dissi sorridendo soddisfatta.
Arrivammo a casa alle 18.
Corsi a fare la doccia mentre Harry preparava la cena. Non mangiai
molto, avevo un nodo allo stomaco che mi aveva tolto l'appetito.
- Suvvia Sara, che sarà mai - Continuavo a ripetere a me
stessa
- Non devi fare altro che essere te stessa. Devi solo essere te stessa.
Nulla di più. - Ripetei
Feci un profondo respiro e uscii dalla porta della camera vestita,
truccata e pettinata.
- Taylor ti sta aspettando fuori... Buona fortuna Sara! -
- Grazie Harry, ne avrò bisogno - Dissi sorridendogli e
incamminandomi sul vialetto del giardino che conduceva al cancello.
- Sai, tutte le volte che ti vedo riesci a sorprendermi come la prima
volta, l'estate scorsa - Mi disse Taylor cingendomi i fianchi.
Abbassai lo sguardo per non far notare il rossore che istintivamente mi
era salito alle guance. Per fortuna vi era il crepuscolo,
perciò
non avrebbe potuto accorgersene comunque.
- Stai tranquilla, andrà tutto bene - Aggiunse aprendo la
porta
della Limousine che ci aspettava fuori dall'entrata della villa
facendomi salire.
Durante il breve viaggio non dissi una parola. Ero troppo terrorizzata,
Taylor che aveva capito come mi sentivo rispettò il mio
silenzio. Ma aveva un sorrisetto stampato in faccia che pareva
indelebile.
- Signori, siamo quasi arrvati... - La voce dell'autista mi
mandò in crisi totale.
Taylor si girò verso di ne, mi diede uan carezza sulla
guancia
divertendosi a vedere che mi era venuta la pelle d'oca appena mi aveva
sfiorato. Prese il mio volto tra le mani e mi diede un bacio tale che
lasciai da parte ogni pensiero che mi occludeva la mente e lo stomaco
in quel momento.
- Eccoci ... -
La voce dell'autista mi arrivò come da un altro pianeta. Ci
allontanammo di malavoglia, Mi diedi una sistemata al lucidalabbra e
presi un grosso respiro. La portiera venne aperta e le mie gambe
divenero gelatinose. Avevo paura di cadere da un momento all'altro,
prima uscì Taylor, con un sorriso smagliante, poi mi tese la
mano e mi invitò ad uscire.
Uscii il più elegatemente possibile, ma mi pareva di essere
goffa come non lo ero mai stato. Appena fui fuori dall'auto miliardi di
flash mi abbagliarono e una folla urlante ci accolse.
PoV: Taylor
Come fosse abituata a queste occasione mise fuori prima una gamba
snella, lunga ed elegantissima, quando fu stabile intrecciai le mie
dita alle sue, per dargli una sicurezza, perchè potevo
benissimo
immaginare come si sentisse.
Avevo imparato che quando ci si trovava a contatto con il pubblico ci
si doveva comportare in modo del tutto naturale. Perchè solo
mostrando la vera personalità una celebrità
avrebbe
potuto realmente essere apprezzata.
Quella sera non riuscii a recitare. Sorridevo perchè ero
felice.
Ero felice di molte cose... Innanzi tutto avevo al mio fianco una
persona con cui pensavo di condividere il resto della mia vita, che mi
amava per quello che ero e non si era mai, mai approfittata di me. In
nessuna occasione. Poi ero felice perchè era la prima volta
che
apparivo alla gente senza maschere, perchè avevo finalmente
ritrovato me stesso. E infine ero felice perchè sapevo che
nonostante io non avrei mai voluto fare l'attore, ora cominciava a
piacermi.
C'era più gente di quanto potessi pensare, tantissime
persone volevano i nostri
autografi. E vedevo sara con gli occhi che brillavano. Speravo solo che
nei giorni successivi non pubblicassero sui giornali cattiverie sul suo
conto perchè sarebbe sicuramente rimasta delusa.
Ci divertimmo. Un sacco di ragazzine e bambine si erano fatte
autografare le scarpette di danza, il che mi face sorridere.
Significava che il ruolo dela ballerina Emma era stato aprezzato.
Mi vennero in mente quei pomeriggi passati a farmi dare lezioni i danza
da Sara, di tutta la fatica e di tutte le figuracce che avevo fatto.
Fumolto stancante, ma quando arrivammo a casa più o meno
all'una
di notte eravamo felicissimi. Specialmente Sara, che aveva un sorrisoa
trentadue denti stampato in faccia.
Il giorno seguente dormii fino a tardi e quando mi svegliai trovai
accanto alla mia testa sul cuscino tre o quattro giornali. Li aprii e
li sfogliai con impazienza finchè non trovai ciò
che
cercavo.
Nessun articolo esprimeva commenti negativi e tutti ripetevano la
stessa cosa: Sara Josh - Una nuova promessa
Sorrisi e mi ributtai sul cuscino, sereno e allegro.
Sara mi aveva lasciato un biglietto per avvisarmi che non era in casa
ma era andata a trovare i suoi genitori. Non avevo fame
perciò
mi feci una bella doccia fresca per cominciare le giornata.
Avevo appena finito di vestirmi che suonò il campanello,
pensando che fosse Sara aprii senza nemmeno pensarci, con un bel
sorriso pronto.
Tuttavia rimasi alquanto stupito di vedere i miei genitori.
- Pensavo di essere stato chiaro ... - Dissi in tono glaciale con
l'intento di richiudere la porta. Tutta l'allegria e la
serenità di poco prima evaporò.
- Aspetta Taylor - Disse mia madre. Aveva un tono di voce diverso dal
suo solito. Era seria e ad osservarla meglio mi pareva invecchiata di
colpo.
- Volevamo chiederti scuse per quello che avevamo fatto, ci siamo resi
conto che ... effettivamente non abbiamo quasi mai pensato a quello che
avresti voluto fare tu. - Aggiunse
Rimasi in silenzio volevo sentire cosa avevano ancora da dirmi, ma se
pensavano di poter rimettere tutto a posto solo venendo a suonarmi il
campanello e dicendo scusa, bè, si stavano sbagliando d
grosso.
- Ci siamo sempre preoccupati dei nostri interessi, ma noi volevamo
solamente darti la possibilità di diventare ciò
che noi
non aevamo avuto la possibilità di essere in
gioventù -
Proseguì mio padre.
- Non volevamo farti soffrire, ma ci devi perdonare. E' vero, siamo
stati stupidi e insensibili, ma siamo tutti umani e tutti sbagliamo -
terminò mia madre.
Nonostante tutto mi dispiaceva vederli ridotti così,
però avevo ancora bisogno di tempo per pensarci.
- Ci penserò, ora ho da fare... Salutatemi Katie e
ditele
di venirmi a trovare se le va. - detto questo mi richiusi la porta ale
spalle.
Nel tardo pomeriggio arrivò Sara
- Che hai? - Chiese vedendomi turbato
- Niente, non ho niente -
- Sì, certo ... Che hai? -
- Com'è che tu sei l'unica a capire quando ho qualcosa? -
- Perchè tengo a te ... -
Feci un sospiro e vuotai il sacco.
- Viani con me... - Disse prendendomi per mano
- Harry, noi usciamo e non torniamo per cena! - Urlò
- Ok ! - Rispose Harry da una remota stanza della casa.
- Dove andiamo ? - Chiesi.
- Ora tocca a me fare le sorprese - Rispose
Solo in quel momento notai com'era vestita... Le gambe lughe e
abbronzatissime spuntavano da un paio di pantaloncini
cortissimi e una maglietta molto, molto attillata.
- Come pensi di arrivarci? - Chiesi, dato che non aveva ancora la
patente e non poteva guidare..
- Sulla mia moto -
- Allora dovrai dirmi la destinazione, altrimenti come faccio io ad
arrivarci ? - Le chiesi
Si mise la mano in tasca e mi sventolò sotto il naso una
tessera rosa.
- Guido io... La patente ce l'ho! - Disse con aria tronfia
- Come l'hai presa?! -
- L'ho presa come l'hai presa tu, come l'hanno presa i miei genitori, e
tutte le persone che guidano un'automobile -
- Ma tu hai ... 17 anni .. -
- Sì, ho 17 anni - Rispose sorridendo.
La guardai senza capire
- Se non ti ricordi siamo negli Stati Uniti d'America e qui la patente
si prende a 16 anni -
- Ah già... - Dissi squotendo la testa
Rise
- Eh già! - Disse lanciandomi il casco e sfilando le chiavi
dalla tasca dei miei jeans.
- Sali! - Mi esortò
Dopo averla guardata con le sopracciglia inarcate mentre si infilava il
casco e saliva a calvacioni sulla moto, decisi di farla contenta e
salii sulla moto anche io.
- Chiudi gli occhi ! - Mi urlò dopo un po'
Dovevo ammettere di essere molto curioso ma come aveva fatto lei a
Milano anche io dovetti farlo.
Notai che spingeva sull'acceleratore più di quanto mi sarei
mai immaginato.
Dopo poco più di un quarto d'ora avvertii un netto
rallentamento e poco dpo ci fermammo.
Mi venne naturale respirare l'aria a pieni polmoni e l'odore di
salsedine mi face capire che mi aveva portato nei pressi di una
spiaggia.
- Ora se vuoi puoi anche aprire gli occhi, tanto penso tu abbia capito
che siamo in riva al mare. - Mi disse con voce tranquilla.
Erano le sei del pomeriggio e nel giro di un paio d'ore il sole sarebbe
tramontato, tuttavia splendeva ancora in cielo.
Era un luogo in cui non ero mai stato... sembrava quasi che in quel
paeseino il tempo si fosse fermato ad una trentina di anni fa, i
signori anziani riposavano su sedie di legno al fresco della veranda
leggendo o sorseggiando una limonata fresca. Alcuni bambini saltavano
la corda al ritmo di canzoncine ripetute un'infinità di
volte,
altri si rincorrevano a piedi scalzi sul selciato. Rimasi per un po' ad
osservarli mentre si divertivano spensieratamente.
- Sai, ho imparato che stare con i bambini ti porta via qualsiasi
pensiero e sei felice.... Perchè l'amicizia di un bambino
è sincera, quando dice di divertirsi è
perchè si
diverte e quando è stanco e vuole cambiare gioco non ha
paura di
dirlo. Quando soffre, si mette a piangere senza chiudere tutto
all'interno perchè nel suo inconscio sa che gli
farà
male. Quando un bambino ti vuole bene te lo dice senza nascondersi... e
essere presi in simpatia dai bambini è una dono che a volte
è difficile comprendere perchè è
talmente
spontaneo che non ti rendi conto di quanto invece sia importante per te
un rapporto così schietto, immediato e sincero, che con un
adulto si costruisce soltanto con il passare degli anni. -
- Forse è vero... ma a me basta stare accanto a te e mi
sento meglio... - Risposi
Le sfiorai le labbra delicatamente con le mie senza baciarla e poi
affondai il volto tra i suoi apelli riccioli abbraciandola e
stringendola a me.
- Vieni.. - Disse prendendomi per mano.
***
PoV: Sara
Ed eccomi qui, in un anno la mia vita si è completamente
capovolta, ho vissuto imprevisti ed episodi piuttosto spiacevoli ma
anche un mare di meravigliose emozioni che ogni giorno diventano sempre
più grandi e autentiche, frutto di un amore che pensavo
impossibile e di un'amicizia che credevo dissolta. Invece, come spesso
si dice quando si è ingenue ragazzine: l'amicizia
può
arruginirsi ma mai spezzarsi...
Ed è proprio vero, in un anno ogni sogno che avevo da
bambina è diventato realtà.
Qui seduta su un pontile di legno che un tempo veniva usato dai
pescatori per attraccare le barchette, con la punta dei piedi che
sfiora l'acqua. Qui con la testa appoggiata sulla spalla di Taylor ad
osservare un tramonto infuocato di quelli che non vedevo da tantissimi
anni, di quelli che rasserenano e che al tempo stesso ti sconvolgono
l'anima. Qui, due anime solitarie che hanno trovato il loro scopo nella
vita e un solo cuore che accomuna tutte le passioni, tutte le
sofferenze e tutti momenti di smarrimento di una vita intera...
- Mi ami? - Chiesi a Taylor spezzando quel silenzio che ormai durava da
mezz'ora
- Non te l'ho detto abbastanza volte? - Chiese sorridendo
- No, ho bisogno di sentirtelo dire di nuovo ... -Ribattei convinta
- Ti amo - Disse dopo pochi attimi di silenzio.
- E tu? - Mi chiese poi
- Mi ami ancora? -
- Sì, ti amo alla follia ... -
Dopo avermi studiato il rpofilo del volto con un dito
appoggiò le labbra alle mie. Prima in un timido bacio, come
il nostro primo bacio poi sempre più appassionato.
Come se il nostro corpo fosse stato completamente svuotato,
sentivamo riecheggiare le nostre emozioni .
Poi mi diede un bacio sulla fronte.
- Resta con me per sempre ... - Mi sussurrò nell'orecchio.
- Sì - Risposi semplicemente.
Angolo
SweetDancer96
Innanzitutto mi devo scusare con tutte voi che avete seguito la mia
storia per il madornale ritardo con cui posto quest'ultimo ( ma non
ultimo ) capitolo della storia.
Davvero, vi prego in ginocchio di perdonarmi ma la scuola che frequento
non mi permette di avere molto tempo libero.
Come vi dicevo questo è l'ultimo vero e proprio capitolo
della storia, tuttavia che storia sarebbe senza un epilogo?
Vi assicuro che qualche sorpresa ci sarà.
Spero che il capitolo e ormai anche tutto il resto della storia siano
stati di vostro gradimento, spero che vi abbiamo appassionato come
è successo a me.
Devi ringraziare moltissimo alcune persone, che hanno inserito la mia
storia tra le preferite: Amy_19, ania2692, chantal
sonzogni, elenainuyasha, Giu25, Giuls_Dancer, jas_93 , taylorina, tecnool .
Inoltre devo ringraziare , per averla inserita tra le seguite : barbaritassss, ciaki90, EmmaTom4ever, icaieia, irmy, Kiaretta97, lupacchiotta90, NikkyStew , SellySmile, WolfGirl , ZEME_The
Twilight Saga.
Ma un ringraziamento super specialissimo, va alle mie due
amiche: Kiaretta97
e Annette
Bellamy.
GRAZIE
A TUTTE QUANTE !!!!!
Mi
raccomando, ricordatevi che c'è ancora l'epilogo !!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Epilogo ***
22 - Epilogo
Epilogo
PoV: Taylor
Nei mesi seguenti, il nostro film divenne tra i più famosi
del
mondo ed entrambi ricevemmo molti premi. Un po' per la coppia, alcuni
per le coreografie e le esibizioni delle coreografie. Altri per i
contenuti profondi di alcuni discorsi... Insomma fu molto gradito.
Ovviamente come è normale che accada non mancarono
le critiche ma ce ne furono talmente poche che nemmeno ebbero voce.
Al contrario di quanto pensavo ( anche se non mi serebbe per nulla
interessato), dopo l'uscita del film Sara venne presa in simpatia da
tutte le mie fan e ben presto anche la nostra coppia divenne una delle
più approvate tra gli attori.
Rob e Kristen decisero di sposarsi e quando naque il loro
bambino chiesero a me e a Sara di fare da padrino e madrina, ovviamente
accettammo subito e tutti notammo che Sara aveva una certa influenza
sul
bimbo, infatto ogni volta che lo prendeva in braccio smetteva di urlare
e le sorrideva.
Dopo un lunghissimo anno finì anche il liceo e riflettendo
sull'eventualità di frequentare un'università e
seguire gli studi di medicina, Sara comprese che sarebbe stato inutile
se poi non avrebbe
potuto esercitare al meglio la sua professione. Decise invece di
frequentare una speciale accademia di danza e recitazione, nella quale
venne accolta a braccia aperte più come insegnante che come
allieva.
Io riuscii a perdonare i miei genitori e i rapporti tra di noi
diventarono buoni. Mia sorella era entusiasta di Sara ma sia io che
Sara stessa avevamo il sospetto che fosse più interessata ad
Andrea il fratello che aveva un anno in meno di Sara, che dovevo
ammettere, era diventato ormai un uomo... Come d'altronde mia sorella,
anche se mi dispiaceva ammetterlo, era diventata una donna.
Passò un altro anno e Sara dalla ballerina eccezionale che
era divenne ancora più brava e venne chiamata addirrttura
alla Scala per un'esibizione.
Passato il primo anno dalla morte della madre, Chiara si riprese
splendidamente e venne ad abitare, con i suoi fratelli e assieme a
Davide, a Milano in un paesino limitrofo al nostro. Io e Sara vivevamo
quasi insieme e quando Sara ebbe ventiquattro anni ( io ne avevo
ventisette ) ci sposammo. Fu una cerimonia riservata ma vi
erano comunque molti invitati. Quello fu il più bel giorno
della mia vita.
Oggi, in una giornata di pioggia siamo qui sul divano ad osservare
nostra figlia che gattona sul tappeto mentre fa i suoi discorsi
incomprensibili pieni di gridolini e sospiri tipici dei bambini di un
anno.
Con i ricciolini castani e gli ochi verdi , è e
sarà sempre il più bel regalo che la vita potesse
offrirci.
E nonostante abbia paura di non essere un buon padre, sono certo che
l'unica cosa che non le mancherà da me sarà
l'amore. Lo stesso amore che provo per sua madre e nutrirò
sempre per lei. Un affetto nato nell'adolescenza che dura ancora oggi
che siamo quasi trentenni e che sono certo, durerà per
sempre.
Angolo
SweetDancer96
Lo
so è un epilogo molto corto, ma questa
è la conclusione che volevo dare a questo racconto.
Ringrazio infinitamente tutti coloro che mi hanno sostenuto e che mi
hanno ispirato ( Bliss de Lioncourt __ nonchè mia migliore
amica, Chiara, Federica & Filomena, Francesa, Daniele,
Antonella ( mia insegante di danza ) , la mia famiglia, e le mie
compagne di danza ( anche se a loro insaputa ) e infine gli
Evanescence perchè senza le loro canzoni non avrei mai
potuto farmi venire certe idee ).
Grazie ancora di tutto
SweetDancer96 o per meglio dire
Sara
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=521290
|