Come in un Sogno...

di LittleEmma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Colpo di fulmine ***
Capitolo 3: *** Bisogno di vacanze ***
Capitolo 4: *** Un silenzio perfetto ***
Capitolo 5: *** Corsa sulla spiaggia ***
Capitolo 6: *** Innamorati persi ***
Capitolo 7: *** Bagno a Mezzanotte ***
Capitolo 8: *** Ti Amo ***
Capitolo 9: *** Piccola e fragile lacrima salata ***
Capitolo 10: *** Rivalità e gelosie ***
Capitolo 11: *** Intima Illusione ***
Capitolo 12: *** Un dolce risveglio ***
Capitolo 13: *** Ricordi la sorpresa? ***
Capitolo 14: *** Il Ritorno ***
Capitolo 15: *** La poesia di una danza ***
Capitolo 16: *** Sbagli ***
Capitolo 17: *** Distanza ***
Capitolo 18: *** Cioccolata con panna ***
Capitolo 19: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 20: *** La potenza delle emozioni ***
Capitolo 21: *** Luna Piena ***
Capitolo 22: *** Resta con me per sempre ... ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


salve a tutte! questa è la mia prima vera FF perciò siate molto ma molto clementi...

Prologo
ImageChef.com

Non ho mai creduto che i sogni si potessero avverare. E' sempre stata una favole per bambine, fino all'anno scorso...

                                                           ***

- Mammaaaaaa !!! -  dovevo sempre urlare per chiamarla, dato è sempre giù a stirare*.
-Io vado!-
-Ok!- mi rispose, così uscii dalla porta facendola sbattere come mio solito.
Era un giorno ventoso, il cielo era terso e il sole accecante. La mia sciarpa svolazzava e il freddo mi penetrava fin dentro il giubbotto.
La danza era la mia anima, soltanto danzando riuscivo ad essere me stessa, a liberare le mie emozioni che ormai mi tenevo nascoste dentro da troppo tempo.
soltanto lo studio e la famiglia riuscivano a compensare il vuoto che avevo dentro. Erano queste le tre uniche cose da cui traevo soddisfazione dato che a scuola ero una sfigata
 e per giunta secchiona e i miei compagni di classe mi evitavano come se fossi appestata.
Non avevo amiche che abitassero vicino a me, anche le mie migliori amiche si erano trasferite altrove.
Mentre camminavo verso la palestra, dove mi allenavo per due ore tutti i giorni, mi sfrecciò di fianco una Porche nera nuova di pacca.
Ma siccome ero immersa nelle mie riflessioni non vi prestai particolare attenzione.


* la casa è su tre piani e il più basso è dedicato al ferro da stiro e le sala giochi


Lo so, è un Prologo molto corto, ma posterò presto perchè è quasi pronto anche il rpimo capitolo...
bè quando finalmente avrò completato l'esame orale (sono in pieno periodo esami!) quindi tra una settimana circa...
Recensite in numerosi !!! ( le accetto sia belle che brutte ).

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Capitolo 2
*** Colpo di fulmine ***


Bisogno di vacanze Colpo di fulmine

PoV: Taylor

Premere sull'acceleratore della mia Porche mi  dava un senso di esaltazione, non mi riuscivo a trattenere. La strada era deserta perciò guardavo fuori dal finestrino per godermi il paesaggio che mi cirondava.
Fu un particolare che mi colpì in particolar modo, una sciarpa grigia svolazzante era gettata sul collo di una ragazza, aveva un aria assorta probabilmente non si accorse nemmeno del mio passaggio, rallentai per osservarla meglio, fui distratto sopratutto dai suoi capelli boccolosi lunghi fino al bacino. Ero sempre stato attratto dai capelli ricci, ma capelli così non ne avevo mai visti prima.
E' scemo per un uomo fare certe considerazioni, di solito noi siamo attratti da altre caratteristiche, ma in questa occasione mi venne naturale, spontaneo.

Entrai nella mia nuova villa di provincia, salutai George (il mio maggiordomo) e mi diressi alla cucina per prepararmi un panino prima di andare alla ricerca di una giovane attrice con la regista del mio nuovo film.
Era la prima volta che un ragista mi dava una responsabilità così grossa, mi sentivo molto lusingato e felice perchè avrei potuto scegliere la mia compagna di riprese.
Avevamo il primo appuntamento con un insegnante di danza che desiderava presentarci una sua allieva, non mi ispirava molto perchè le ballerine mi erano sempre state antipatiche. Con quel loro fare altezzoso, come se fossero le più importanti del mondo, come se fossero delle regine. Bleah. Tanto ero io che dovevo scegliere, l' avrei detto chiaro e tondo se non mi fosse piaciuta.
Dopo aver pranzato mi cambiai la camicia con una maglietta più comoda, mi infilai le scarpe più comode che avevo e uscii di casa.

 Zoe mi aspettava appena fuori dalla mia via con la sua mercedes Z4, salii in macchina contro voglia, avrei preferito starmene sdraiato sul bordo della piscina a bere una Coca-Cola e a prendere il sole piuttosto che andare a caccia di novelline. Mi annoiavano quelle ragazze, appena mi vedevano mi saltavano addosso gridando e storpiando il mio nome... quanto mi dava fastidio!
Avrei mai trovato una ragazza decente???
due secondi dopo arrivammo alla palestra dove l'insegnante di danza ci aveva dato appuntamento. scendemmo delle scale e appena ci vide una donna sulla quarantina ci venne incontro.
-Salve!- ci disse
- Salve- rispondemmo cortesemente. Mia madre era italiana perciò in casa ci aveva insegnato a parlare la lingua e io riuscivo a espormi in modo quasi impeccabile.
- Mi chiamo Lucia e sono la persona che vi ha chiesto l'appuntamento. Vorrei presentarvi una mia allieva, è una ragazza splendida, è molto riservata, ma anche molto... beh ve la presento, venite...-
Zoe annuì fissandomi negli occhi .
Ci fece strada e arrivammo davanti ad una porta socchiusa dalla quale uscivano le note di Wonderful Life di Zucchero.
Quando aprì la porta ciò che vidi mi investì come fossi stato colpito in testa da un fulmine caduto dal cielo all'improvviso.
Si muoveva in modo estremamente pulito ed elegante, sembrava improvvisasse, anche se sapevo che dietro ai quei passi c'era una preparazione smisurata.
volteggiava per la stanza come stesse volando. Era lei, quei boccoli inconfondibili che teneva raccolti in una coda ben curata, gli stessi boccoli che in durante il rpimo pomeriggio mi avevano stregato mentre tornavo a casa dal lavoro.
Nemmeno s'era accorta che eravamo entrati. teneva gli occhi chiusi, ma colsi ugualmente quell'aria assorta che avevo notato in lei anche poche ore prima. Era incantevole.
Fu in quel preciso istante che me ne innamorai...
***
PoV: Sara

Arrivai in palestra con un quarto d'ora di anticipo, ma l'insegnante già mi aspettava.
Era da quasi un anno che facevo lezioni individuali, perchè l'istruttrice mirava a farmi entrare nel mondo dello spettacolo.  Ero molto entusiasta di questa proposta e al contrario di quanto mi aspettavo, anche la mia famiglia.
Non era un sogno che rimuginavo da tanto tempo, eppure era arrivato così, d'improvviso. Quando Lucia me lo disse non riuscivo a credere alle mie orecchie.
e ora mi stavo preparando per un futuro ignoto...

Mi piaceva quella melodia, anche le parole mi incantavano, le conoscevo a memoria eppure non ero mai stanca di ascoltarle.
La voce  blues di Zucchero mi faceva venire la pelle d'oca tutte le volte che la udivo.
Mi lasciavo trasportare dalla musica senza pensare ai passi che tanto conoscevo a memoria, sempre mentre danzavo mi piaceva sentire i movimenti delmio corpo, ma questa volta ero preoccupata per la mia situazione e più ci pensavo più mi accigliavo: sempre impegnata nello studio o nella danza e mai un po' di tempo per me stessa... tutte le mie compagne di classe avevano il ragazzo e io neanche avevo il tempo per pensarci, un liceo classico non me lo permetteva, ero al secondo anno e tutto andava a gonfie vele e solo che non ero mai pienamente siddisfatta....
mentre facevo queste mie considerazioni mi accorsi che la porta si aprì, pensai che fosse Lucia che poco prima era uscita a fare una telefonata, così non mi preoccupai e continuai a muovermi rimanendo con gli occhi chiusi.
Appena la musica finì mi sedetti a terra esausta, era quasi due ore che ballavo ininterrottamente e la fatica cominciava a farsi sentire. avevo la maglietta appiccicata alla schiena per il sudore e i pantaloni cominciavano a dare fastidio. Le mezze punte erano fradice così decisi di toglierle scoprendo il mio piccolo tatuaggio sulla caviglia a forma di stella.
Sospirando mi alzai in piedi e aprii gli occhi. quello che vidi mi investì come fossi stata colpita da un fulmine caduto dal cielo all'improvviso.
Taylor Lautner stava lì in piedi a fissarmi. Taylor Lautner! Stavo sognando, avevo le allucinazioni, no, non era possibile, mi ero inventata tutto, mi strofinai gli occhi, ma quando li riaprii era ancora lì, fermo sulla porta della piccola palestra dove io, ragazza inutile e del tutto invisibile, mi allenavo costantemente per ... niente, assolutamente niente o almeno così pensavo.
-Eccola... Sara ti presento la signorina Smith regista di un nuovo film che sta per uscire e il famosissimo Taylor Lautner che probabilmente conosci meglio di me.- Ci presentò Lucia.
-Piacere- Dissi inchinandomi leggermente rivolta alla giovane regista. Lei mi porse la mano e io sorpresa glie la strinsi timidamente. - Chiamami Zoe!-
-Ciao- mi disse invece Taylor, mi sorprese perchè al contrario di quanto pensavo aveva un'aria incuriosita.
- Ciao- risposi un po' stordita senza sbilanciarmi troppo. Anche lui mi tese la mano che questa volta strinsi con esitazione.
Era calda e morbida, fu un contatto molto breve, ma mi parve durare un eternità.
Era più bello di quanto poteva apparire in televisione o nelle foto, visto così dal vivo era davvero da pelle d'oca...
Furono i suoi occhi che mi colpirono particolarmente. Al contrario di quanto pensavo erano verde scuri, talmente profondi e intesnsi che mi ci persi dentro smettendo di ascoltare quello che stavano blaterando Lucia e Zoe sul nostro conto.
Quando mi accorsi che mi stava a sua volta osservando, distolsi lo sguardo imbarazzata e mi sentii avvampare, probabilmente ero anche arrossita.
Sorrise. Dio, come mi vergognavo, perchè Lucia non mi aveva detto niente?! NO, mi aveva pure visto ballare!!!

- TI piacerebbe diventare la protagonista del nostro nuovo film? Mi hanno colpito molto i tuoi movimenti, ci serve proprio una come te!-
La domanda di Zoe mi fece sobbalzare il cuore... Mi sentii svenire, meno male che Lucia mi raggiunse cingendomi le spalle.  Come se uno schiaffo mi avesse colpito in piena faccia mi risvegliai da quella specie  di trans e tornando lucida guardai la regista che stava aspettando una risposta con la fronte corrugata (probabilmente per la mia reazione).
SI'.

L'avevo detto veramente? non ci potevo credere!

Zoe, dopo avermi informato suglio orari dei vari appuntamenti che avrei dovuto sostenere, firmò e staccò un assegno.
- E' per te, fatti una vacanza, vai a fare shopping, porta al cinema le tue amiche, fanne quello che vuoi, te lo meriti, hai lavorato sodo e ora che finalmente i tuoi sforzi sono stati ripagati te lo puoi permettere!, Ciao ci rivedremo molto presto non preoccuparti!-
- Ci si vede- Si congedò Taylor dopo avermi regalato uno splendido sorriso...


































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Capitolo 3
*** Bisogno di vacanze ***


Bisogno di vacanze Bisogno di vacanze

PoV: Taylor
Salii in macchina che ancora mi girava la testa... non riuscivo a smettere di pensare a lei, era così diversa dalle altre ragazze che evevo conosciuto. Tutto in lei lo dimostrava e i suoi occhi, ... non c'erano parole per descriverli, di un marrone intenso e... quando si dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima, ecco nel suo caso era davvero così, in quei pochi minuti ero riuscito a percepire emozione,sbalordimento, felicità, imbarazzo, timore, timidezza.
Aveva il volto imperlato di sudore, il che la rendeva ancora più affascinante. Era alta più o meno un metro e 70 e aveva un fisico assolutamente perfetto,  e l'eleganza del suo portamento e della sua camminata lasciavano trasparire chiaramente che era una ballerina, ma non si dava arie come invece tante di esse facevano, anzi dall'espressione del suo volto si leggeva l'umiltà che la caratterizzava dandole un aria quasi infantile.
Quando le avevo stretto la mano ed ero riuscito a sentire il suo calore contagiarmi, avevo avvertito un brivido corrermi lungo la schiena.
- Carina vero?- La voce di Zoe mi fece sobbalzare
- ... Che? ... Cosa? Non ho capito... -
- Ho visto la tua faccia mentre la guardavi ballare e anche dopo mentre io e la sua insegnante parlavamo, ho visto come vi stavate guardando-
-No, io non avevo nessuna faccia!!!-
-Tipica reazione da innamorato...-
- Che cosa stai dicendo?! Basta stai zitta che mi dai solo sui nervi!-
-Certo, certo...-
Lasciai perdere perchè se no avremmo finito per litigare, non mi andava quando le persone riuscivano a capire cosa provavo, i miei sentimenti mi piaceva nasconderli e tenerli per me, erano praticamente l'unica cosa che qualche volta riuscivo a tenermi privata perchè ormai la mia vita era completamente di dominio pubblico, anche il mio modo di vestire ormai veniva criticato da tutti.. certe volte odiavo questa vita, a volte mi sarebbe piaciuto tornare indietro e ripetere tutto da capo per provare ad averne una diversa, più tranquilla e più personale.

Salutai Zoe ancora leggermente irritato, infilai il vialetto che conduceva alla villa ed entrai in casa.
Mi venne incontro Harry, il maggiordomo fidato, ormai da 20 anni al servizio della nostra famiglia.
-E' passata sua madre, le ha lasciato questo signore- Mi riferì.
Nonostante mi avesse visto nascere mi aveva sempre dato del lei. Presi la busta che Harry mi stava porgendo e la aprii:

Ciao Tay, non sono rimasta da te perchè io e tuo padre stiamo andando a fare un tour per le più famose città di Italia e visiteremo anche qualche località marittima e montana, staremo in viaggio tutta l'estate, Katie verrà con noi così non ti disturberà...
Mi sono permessa di prenotarti una vacanza in un delizioso residence in Puglia, il biglietto aereo è dentro alla busta, la partenza è prevista per le 7,30 del giorno 1 luglio,  arriverai all'aereoporto di Bari alle 9,45 circa, poi un taxi già prenotato ti accompagnerà fino all'Hotel, è nel salento una zona bellissima della penisola, il mare è stupendo... la prenotazione è di tre settimane, se ti stanchi te ne puoi andare prima. Noi tre ti raggiungeremo per qualche giorno prima di ripartire così potrai finalmente stare un po' con tua sorella che non vede l'ora di riabbracciarti.
Goditi la vacanza e a presto
Mamma, Papà, e Katie .

Avevo proprio bisogno di una vacanza che mi allontanasse un po' da Milano perchè nonostante non fosse come le città d'America era stressante comunque lavorarci. Mamma quando voleva sapeva proprio essere grande!
una settimana e sarei stato lontano dalle continue pioggie del nord Italia e mi sarei potuto godere il caldo sole della Puglia!

***

PoV: Sara
Non riuscivo a connettere il crevello, avevo appena ricevuto un posto di lavoro conteso dalle più grandi attrici, avevo appena stretto la mano a Taylor Lautner e tra poco srei partita per una vacanza lussuosissima in uno splendido Hotel nel salento... ancora non ci potevo credere, avevo le mani che mi tremavano e Lucia non si fidava a lasciarmi andare a casa a piedi perchè aveva paura che svenissi per strada.
Ero rimasta sincramente ammaliata da Taylor, mi aspettavo un tipo strafottente e snob, invece mi aveva stretto cordialmente le mano e mi aveva salutato amichevolmente regalandomi uno di quei suoi sorrisi splendidi, avevo notato qualcosa di più in lui, qualcosa che dalla televisione o dai giornali non si sarebbe mai potuto notare. Aveva gli occhi profondi e espressivi, era difficile leggerli, ma si vedeva che non era un ragazzo privo di emozioni e sentimenti. Tuttavia era un attore, e come tutti gli altri attori era quasi sicuramente un Don Giovanni  percui non potevo fidarmi più di tanto, dovevo comunque stare all'erta tra pochi mesi avrei dovuto girare un film con lui e non sapevo ancora cosa prevedesse il copione.
Mi riaccompagnò a casa Lucia in macchina perchè voleva parlare con i miei genitori e comunicargli la fantastica notizia, era solo grazie alla loro pazienza e alla loro fede che ero riuscita a raggiungere il mio primo obiettivo,
Entrai in casa e comunicai che Lucia era venuta a fare un grande annuncio. Appena seppe la notizia mia madre si mise a piangere dalla felicità e mio padre non la smetteva più di abbracciarmi e farmi complimenti, mio fratello era in fibrillazione e nessuno avrebbe più potuto calmarlo nell'arco di una settimana.
Salii in camera dopo aver cenato e corsi al computer per comunicare alle mie amiche che mi aspettavano in linea su MSN quello che era capitato durante la giornata.
Nonostante non fossero vicine a me fisicamnte mi sostenevano sempre anche da lontano con telefonate e-mail e qualche volta chattando e io facevo altrettanto con loro due.
Pensavo di averle ammutolite e invece avevano cominciato a tempestarmi di domande tante che non riuscivo nemmeno a rispondere a una che già c'era una lista di aleno altre 50 a cui rispondere...
Troppe domande a cui nemmeno io spevo dare risposta, era successo tutto all'improvviso, torppo in fretta, nemmeno avevo avuto il tempo di rendermene conto.
Ero stanca, così decisi di andare a letto, mi addormentai subito... quella notte sognai il nostro incontro.

La valigia era già pronta da un paio di giorni e ora mancavano poche ore alla partenza, sarei rimasta tre settimane e una delle mie migliori amiche sarebbe venuta con me, non la vedevo da un sacco di tempo, così aveva deciso che sarebbe venuta a qualunque costo, sapevo che sua mamma aveva influito parecchio su questa decisione perchè sua mamma (la nonna della mia amica) stava molto male e non voleva angosciare anche sua figlia con le sue preoccupazioni.
Meglio, mi avrebbe fatto compagnia dato che per i miei 16 anni avevo espressamente detto che sarei voluta andare in vacanza da sola.
Avevamo stabilito che i nostri padri ci avrebbero accompagnato all'aereoporto di Firenze (a metà strada tra i nostri due paesi dato che io abitavo vicino a Milano e lei in un paesino sulla riviera adriatica).
Mentre mio padre caricava i bagagli in macchina spedii un messaggio a Lucia e poi salii in auto pronta per partire.
Il viaggio era durato quasi quattro ore e mezzo, ma sapevo che ne valeva la pena. Ci incontrammo al Chek-In e ci lasciammo andare in un abbraccio infinito, era da quasi due anni che non la vedevo e aspettavo impaziente che arrivasse quel momento, ormai la sognavo di notte quasi!
Finiti i saluti e le raccomandazioni dei nostri genitori ci imbarcammo felici tenendoci per mano come due bambine. Ero felicissima, mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo quando giocavamo ancora insieme a Barbie svestendole e rivestendole diecimila volte inventandoci una storia... anchio tra poco avrei rivestito quel ruolo, solo... un po' più realisticamente.
Parlammo per due ore ininterrotte, fino a quando una voce all'altoparlante non ci comunicò che eravamo arrivate.

Le hall degli alberghi mi avevano sempre affascinato, ma questa era davvero favolosa, pareva il salone delle feste di un castello e il ritmo della giornata era accompagnato dal suono dolce di un pianoforte che stava al centro della sala. probabilmente le sera c'erano degli intrattenimenti prorio in quel salone.
il tempo era splendido, ma il caldo era soffocante.
ci diedero una delle stanze più lussuose ed eleganti dell'albergo, vi era un balcone talmente grande che pareva una terrazza era provvisto di tavolo con sedie e sdraio per prendere il sole, la ringhiera di ferro battuto era ornata da vasi di gerani rossi fioriti  e la vista che offriva era spettacolare: si vedeva tutta la baia e la spiaggia al tramonto pareva dipinta di rosa. Gli ombrelloni piano piano so chiudevano tutti e il mare calmo si tingeva d'oro. Era il momento del giorno che preferivo e in assoluto il più romantico.
Quella sera la cena non cenammo nel ristorante dell'albergo, avevamo troppe cose da dirci ancora io e Chiara, e avevamo bisogno di un'atmosfera tranquilla, perciò decidemmo di fare un pic-nic sul molo accendedo piccole candeline per vederci meglio anche quando sarebbe venuto buio.
Quella sera mi addormantai subito per la stanchezza del viaggio. Fu una notte priva di sogni.


Angolo SweetDancer96
Grazie MissFify per aver recensito, ringrazio anche i visitatori "silenziosi" e ringrazio coloro che seguono la mia storia.
Vi prego lasciate un commento, anche di due parole, ma vi prego recensite se no non posso sapere come migliorarmi, se smettere di scrivere o continuare... Scrivete, scrivete, scrivete 






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Capitolo 4
*** Un silenzio perfetto ***


Tuffo di prima mattina Un silenzio perfetto

Pov: Taylor
Mentre facevo il ceck-in pronto per partire vidi due ragazze che si stavano abbracciando, e notai di sfuggita quei ricci inconfondibili, possibile che fosse lei? No, probabilmente era un'altra persona o probabilmente cominciavo ad avere le allucinazioni. Così lasciai perdere e mi imbarcai sull'aereo.

Mi buttai sul letto morbido chiudendo gli occhi, ci voleva proprio una bella vacanza, ero proprio esausto. Era una delle stanza più belle, non aveva il balcone, ma avevo a disposizione la terrazza tutta per me, c'era una poltroncina a dondolo, delle sdraio, dei tavolini con delle sedie, e una panchina posta vicino alla ringhiera ornata da vasi di gerani rossi, lì seduto potevo ammirare il mare dorato estendersi all'infinito verso l'orizzonte. Era un tramonto stupendo, rimasi a contemplarlo incantato fino a che non scese la sera, a quel punto per niente affamato, mi sdraiai sul letto e ripensando agli avvenimenti degli ultimi giorni mi addormentai.

Scesi a fare colazione verso le otto e mezza, quel giorno avrei voluto godermi appieno la giornata restando a prendere il sole steso su un asciugamanoa bordo piscina, solo nel pomeriggio sarei andato al mare. Appena entrai nel ristorante ebbi come la sensazione che Sara fosse in quella stanza, provavo le stesse emozioni che avevo avvertito il giorno in cui ci eravamo incontrati... mi dissi che probabilmente ero ancora un po' addormantato, ma le sensazione non svanì.
Salii in camera per prepararmi e prendere le ultime cose che servivano, poi chiusi la porta e mi diressi verso la picina all'aperto, appena arrivai tornò quella sensazione che avevo rpovato pochi minuti prima mentre mangiavo... scelsi una sdraio a bordo piscina ci stesi il telo e feci un passo indietro per scansare la borsa della ragazza sdraiata lì vicino, ma urtai qualcosa e...

PoV: Sara
Stavo facendo colazione, Chiara stava ancora dormendo, scombussolata dal viaggio del giorno precedente, io invece mi ero svegliata di prima mattina, volevo godermi la giornata e sprecare ore oziando, mi sembrava ridicolo.
Mi girai verso l'ingresso per vedere se si era svegliata e notai con mia grande sorpresa che era appena entrato un ragazzo molto simile a Taylor, si poteva riconoscere dalla corporatura... possibile che fosse lui? no, fore l'avevo scambiato per un'altra persona, forse avevo le allucinazioni, così lasciai perdere e dopo aver finito tornai in camera.

Chiara si era appena alzata,
- Ho già fatto colazione- le dissi allegramente
- Non mi potvi aspettare?-
- E' vero, avrei dovuto, ma se ti avessi aspettato ora non sarei pronta per andare ad occupare i posti sulle sdraio in piscina, sai com'è i posti migliori spariscono subito...-
- Ti ho mai detto che sei superiperfantastica?-
- No, credo solo che tu me l'abbia detto solo 7834 volte!-
Mi rispose con un sorriso
- Io vado se no avrei anche potuto svegliarmi più tardi, non ti pare?... ti aspetto giù-
mentre mi chiudevo la porta alle spalle sentii che mi diceva di prendere dei posti vicino alla piscina e così io feci.
Scese poco dopo le 9.00 io mi ero appena spalmata la crema sulla pancia e le chiesi se mi poteva aiutare a spalmarla anche sulla schiena, dopo avremi aiutato si stese sulla sdraio per prendere il sole, e probabilmente per la stanchezza si addormentò. Avevo scelto due posti a bordo piscina, data l'afa stare vicino all'acqua era meglio. Avevo voglia di fare il bagno ma era ancora presto, entrare in acqua subito dopo colazione non era molto consigliato, così mi avicinai all'acqua sfiorandola con il piede per verificare se fosse fredda o calda, raccolsi i capelli su una spalla e feci un piccolo passo indietro per tornare alla sdraio ma urtai contro qualcuno, mi sentii cdere in avanti, verso la piscina, feci intempo a girarmi per vedere chi mi aveva spinto e ... era Lui, Taylor. io stringevo le sue braccia muscolosee lui mi stava cingendo i fianchi con le mani, e volammo entrambi in acqua così abbracciati.
Mentre cadevamo avevo fatto in tempo ad incontrare i suoi occhi cogliendo lo stupore e la sorpresa, ma quello che mi sconcertò fu un'espressione che non riuscii a decifrare immediatamente, ma compresi solo più tardi.
Conto il mio volere, quando caddi in acqua dovetti scioglermi da lui per non rischiare di affogare. Sarei stata abbracciata a Taylor per l'eternità, non tanto perche era un attore, ma perchè quando avevo sentito le sue mani sulla mia pelle avevo avuto un fremito.
Quando riemersi tossendo vidi lui che ritornato a galla poco prima di me preoccupatissimo mi chiese se stavo bene e non smetteva più di chiedermi scusa, io non avevo ancora spiaccicato parola troppo sorpresa per parlare e ancora leggermente scombussolata da quel tuffo improvviso.
- Che ci fai qui? - mi chiese poi dopo che si era accertato che stessi bene.
- Io sono venuta in vacanza e starò qui per tre settimane circa, sono qui con la mia amica - dissi indicandondogliela mentre lei ci guardava stupita pensando di stare sognando ancora.
- Wow, anche io sono venuto qui in vacanza per tre settimane. Allora eravate davvero voi le ragazze che si stavano abbracciando in aereoporto?!-
-Tu... Tu ci hai visto all'aereoporto mentre ci abbracciavamo... Sei venuto qui con il nostro stesso aereo?-
- Probabilmente sì, almeno così pare...-
nessuno sapeva più cosa dire, ci limitavamo a guardarci e cera un silenzio strano... adatto ad un'atmosfera romantica. Meno male che Chiara intervenne altrimenti l'impulso di baciarlo mi avrebbe vinto.
- Allora tu saresti il famoso Tayl...-
- NO, ti prego non dire il mio nome se no nel giro di due minuti le flotte di paparazzi si riverseranno nell'albergo... ti prego, comunque sì sono io-
-Wow! - e anche lei rimase completamente senza parole dopodiche capì che forse sarebbe stato meglio togliersi di mezzo cosi annunciò che si sarebbe rimessa a dormire, era una cosa incredibile non so nemmeno come facesse a dormire così tanto!
Io e Taylor ci mettemmo a ridere: lui divertito, io sconcertata, dalle riserve della mia amica, era davvero incredibile.
- Bè avremo molto tempo per conoscerci meglio in queste tre settimane, e quando quel ghiro della tua amica si sveglierà mi farai conoscere pure lei - Disse sorridendo, anche io mi misi a ridere... era davvero un ghiro.
- Quanti anni hai?- Mi chiese
- Sedici l' 11 luglio -
-Quindi tra poco meno di due settimane-
- Già -
- E tu? dovresti averne 19 giusto?-
- Giustissimo. Sai sei fantastica.... non avevo mai visto nessuno ballare come te!-
- Grazie, ma ce ne sono di ballerine più brave basta voltare la testa che ne trovi altrettante... ad esempio oltre a dormire, Chiara è bravissima a ballare e se noti ha un piccolo tatuaggio a forma di scarpetta di danza sulla caviglia-
- Davvero?-
-Sì, prima che si trasferisse ballavamo insieme... eravamio una bella squadra, inseparabili e appassionate. Purtroppo ora il nostro rapporto si sta via via affievolendo, sai la lontananza spesso dissolve i rapporti-
- E allora perchè è venuta con te in vacanza?-
- E' venuta perchè sua mamma voleva allontanarla da casa dato che sua nonna sta male, non la vuole straziare con le sua angoscie, comunque siamo ancora amiche, non è che ora ci odiamo tuttavia prima eravamo come sorelle ora è diverso, siamo solo amiche -
- Usciamo dalla piscina, vedo che stai tremando-
- Sì, l'acqua è piuttosto fredda -
Mi diedi una piccola spinta e mi misi seduta sul bordo, lui più forte era riuscito a ritrovarsi subito in piedi, così mi porse la mano per aiutarmi a rialzarmi ed io l'accettai con piacere.
Aveva un fisico pazzesco e bagnato lo si notava ancora di più...

PoV: Taylor
Quando uscimmo dall'acqua la vidi in costume e mi stupii... aveva un fisico perfetto, non l'avevo notato prima, o meglio non avvo fatto un "esame" così accurato.  Era snella, alta, con gambe lunghe e slanciate, le guance non erano scarne e magre come invece tante altre ragazze con un fisico pari al suo, le sue mani erano forti, ma elegantissime e delicate. I suoi movimenti mi facevano impazzire sembrava non facesse fatica a fare niente tuttavia sembrava così fragile che sentivo il bisogno di proteggerla come fosse di cristallo.
Si notavano i muscoli sviluppati sia nelle gambe che sull'addome che contribuivano a renderla ancora più affascinante.
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
- Vieni a fare una passeggiata?- Le chiesi. Volevo conoscerla meglio, e questa era una grande occasione.
- ... Sì, volentieri. Devo avvisare Chiara prima-
Si vedeva che voleva molto bene a quella ragazza, a mio parere la considerava ancora come una sorella lei. Gle lo si leggeva negli occhi.

I piedi sprofondavano nella sabbia bagnata dalle flebili onde mattutine, era una fantastica giornata: soleggiata e leggermente ventosa. I suoi capelli venivano mossi all'indietro dalle folate improvvise e il prendisole che indossava le aderiva al corpo mettendolo in risalto.
- Parlami di te - mi chiese coglendomi di sorpresa
- Di me... che posso dire? credo che tu sappia già tutto. Che professione faccio, quante persone compongono la mia famiglia, chi sono state le mie ex... sono tutte informazioni di dominio pubblico...-
-
Ne parli con disprezzo, per quale motivo?-
- Vorrei che la mia vita fosse anche un po' privata, mi piacerebbe non dover giustificare ogni cosa che faccio e ogni cosa che dico... vorrei essere libero e invece non lo sono-
- Ma sei qui in vacanza e nessuno ancora lo sa-
- Già, ogni volta che vado in vacanza è perchè mia mamma ha prenotato per me, così posso rimanere in ingnoto e magari godermi meglio la vacanza-
- Quindi tutto di nascosto.... spero che  non sia così anche per me. Comunque non credo di avere successo, insomma una novellina non è mai vista di buon occhio nel campo della recitazione-
- Non ti preoccupare che avrai un enorme successo, basta solo guardare come balli-
- Non è questo che voglio, vorrei solo avere un  po' di soldi per aiutare la mia famiglia, io vedo mio padre che deve lavorare come un matto per portare a casa qualcosa al mese, lui lavora in proprio sai, e vorrei alleviare un po' le fatiche dei miei genitori, vorrei anche avere abbastanza denaro per iscrivermi ad una buona università e al contempo ad un'accademia di danza... ecco questo sarebbe il mio sogno-
- Umile, modesto e di sincero affetto verso la famiglia e dedicato alla tua istruzione. Un progetto davvero grandioso. La maggior parte di noi quel denaro lo spende in auto costose e lussuose, oppure in ville senza fine o vestiti di marca costosissimi. Ti invidio-
- Non hai niente da invidiare a me, tu sei perfetto, hai tutto, basta schioccare le dite e le ragazze cadono ai tuo ipiedi e ...-
- Non sono felice- Dissi interrompendola, volevo farle capire quanto era fortunata, lei non se nerendeva conto forse, ma io ci stavo veramente male.
- Ti capisco bene, io ha passato un momento in cui l'unica cosa che mi interessava era la scuola. non uscivo nemmeno più per studiare e i miei genitori non erano contenti perchè ormai il mio migliore amico era il computer. E' per questo che mi hanno iscritto a danza, poi io me ne sono innamorata e ho continuato, ma tutto questo per ridarmi una felicità che avevo perso da due anni almeno.-
- Non permettere che ti capiti di nuovo - Fu solo quello che riuscii a dire, ma in quel momento le parole non servivano più.
Camminammo in silenzio, era un silenzio da lasciare così, assolutamente perfetto.
E io finalmente stavo bene.


 

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Capitolo 5
*** Corsa sulla spiaggia ***


senza titolo Corsa sulla spiaggia

PoV: Sara
Avevamo passato tutta la mattinata a passeggiare sulla spiaggia, a volte parlando della nostra vita, a volte stando in silenzio a riflettere.
Quella mattina avevamo camminato tanto, che ad un certo punto nessuno dei due sapeva dove fossimo finiti, era ormai la una, così decidemmo di fermarci a mangiare ad un bar sulla spiaggia.
Mandai un messaggio a Chiara che diceva che saremmo rientrati dopo pranzo.
La spiaggia a quell'ora era vota, tutti erano risaliti agli alberghi per mangiare e riposare. Anche il bar era vuoto, al bancone di canne di bambù un uomo stava facendo la pennichella, mentre la moglie sistemava i prodotti esposti sugli scaffali. La tettoia in caso di pioggia avrebbe riparato a malapena dato che era fatta di canne di bambù intrecciate e i tavolini da pic-nic erano disposti orndinatamente sopra un soppalco di legno scuro, bastava scendere due gradini per toccare la sabbia. La vista che offriva era meravigliosa a quell'ora. erano circa le due meno un quarto, il mare calmissimo come fosse una piscina deserta e cristallino.
Veniva subito voglia di fare il bagno.
Avevamo scelto un tavolino all'angolo del soppalco, eravamo uno difronte all'altra, tanto vicino che le nostre ginocchia si toccavano. Ad un certo punto la borsetta a tracolla che avevo portato con me si illuminò: Chiara mi aveva risposto al messaggio:

Non ti preoccupare vei e divertiti, ho visto come vi stavate guardando... è proprio un figo pazzesco Lui !
P.S anche io ho trovato compagnia =P
poi ti racconto!
Baci
Kiaretta

Io non avrei mai osato usare quel termine per descriverlo, però dovetti ammettere che aveva pienamente ragione. Mi incuriosiva il fatto che avesse trovato compagnia, ma non le risposi perchè non volevo rovinare un momento così mettendomi a scrivere messaggini.

- Scusa, era Chiara... mi dice che non le dispiace perchè ha trovato compagnia -
- Perfetto... vedo che si da da fare -
- Lei è fatta così, è stata lei che ha trovato me-
- E' bellissimo il mare a quest'ora- mi disse
Facendo un cenno d'assenso mi voltai ad ammirare quello spettacolo meraviglioso.
Avevamo finito di mangiare da almeno mezzora, aveva già anche pagato vietandomi categoricamente di aprire il portafogli.
Mi guardò negli occhi, fu uno sguardo intenso che feci fatica a sostenere, mi vergognavo troppo.
Mi sorrise.
- Dai tuoi occhi riesco a capire a cosa pensi, sono così innocenti - mi annunciò
- E a cosa starei pensando? -
- ora stai pensando che ti vergogni perchè non sei alla mia altezza... ho indovinato? -
Arrossii violentemente.
- Bene, ho indovinato. Ma sai che ti dico? Non devi nemmeno pensarle queste cose, tu tra tutte le ragazze che ho visto in vita mia, e credimi ne ho viste parecchie, sei l'unica che ha un minimo di cervallo e di emozioni -
- E cosa ti fa credere che io abbia un cervello?-
- Bè tanto per cominciare la prima volta che mi hai visto hai fatto finta che non ci fossi e hai continuato fino alla fine con tenacia e passione...-
- Ehi aspetta un momento, io non ti ho visto entrare perchè avevo gli occhi chiusi, ho solo sentito la porta aprirsi e richiudersi, ma pensavo fosse solo la mia insegnante-
- Sul serio? comunque anche dopo non mi sei saltata addosso giusto? Ti sei limitata semplicemente a stringermi la mano come una persona civile -
- Sì certo, ma non credo che una fan sfegatata se ti veda si possa limitare a stringerti cortesemente la mano, è quasi impossibile che lo faccia! -
- Però c'è quel "quasi"-
- Vuol dire che ho visto solo una persona farlo nella mia vita -
- Cioè?-
No, avevo fatto un passo falso, aveva sicuramente capito a giudicare dalla sua espressione...
- Chiara, ovviamente - Lo sviai
Mi sembrò di leggere delusione sul suo volto, ma svanì subito e non ne fui certa.
Il discorso cadde e non fu completato, per fortuna. Anche se mano a mano che lo conoscevo meglio sembrava rivelarsi davvero un buon ragazzo e con un po' di sale nel cervello, ancora non mi fidavo completamente e doevo ancora stare attenta, non si poteva mai dire.
- Ti va di fare un bagno - gli chiesi spiazzandolo
- Certo, chiediamo se ci prestano un ombrellone per appoggiare i vestiti ...-
Andò a chiedere e ci affittarono un posto in prima fila per tutta la giornata se avessimo voluto restare, io appoggiai il prendisole rosso e la tracolla ai raggi dell'ombrelone e cominciai a cmminare lentamente verso il mare godendo di tutte le sensazioni che provavo stando a contatto con la sabbia e con i sapori che sprigionava il sale dell'acqua.
La sabbia era calda, ma non rovente come mi aspettavo, non c'era vento e il caldo cominciava ad essere soffocante.
Ero persa nei miei pensieri e non mi accorsi che Taylor mi osservava da dietro.

PoV: Taylor
I movimenti eleganti del suo corpo mi attraevano in modo smisurato, anche quando camminava sembrava danzare. La leggerezza dei suoi passi, la posizione delle sue mani, l'inclinazione del capo... mi facevano letteralmente impazzire sarei potuto rimanere ore ad osservarla.
Era assorta ma serena se non fosse stato che ero ad almeno 4 metri da lei, non avrei resistito all'impulso di baciarla.
Quella mattina ero stato davvero bene con lei, era da un po' che non mi sentivo così a mio agio con una persona estranea alla mia famiglia... anche con i miei amici, che conoscevo da anni non mi era mai capiatto di sentirmi così libero e senza pensieri. Chiaccherare con lei veniva naturale, non c'era bisogno di soppesare ogni lettera per non aver paura di offendere.
Era come se nella vita avevo trovato la mia prima vera meta, una meta reale con cui avrei potuto passare il resto della mia vita. Io, al contrario di tutti i miei simili (attori e ragazzi intendo), ero uno che ci teneva ai valori, uno che oggi potrebbe essere definito "uno all'antica", credevo ancora nel matrimonio. Forse in un era dove tutti si fanno tutte, la cosa poteva apparire strana anzi impossibile e da sfigati, eppure ero convinto che fosse la cosa più giusta e migliore per me.
Anche io avanzai , avevo una voglia incredibile di farmi un bagno in mare.
senza nemmeno accorgercene stavamo camminando alla stessa veocità, uno a fianco dell'altra. Sembravamo davvero due innamorati come probabilmente eravamo. Si voltò lievemente per guardarmi, sorrise, poi aumentò la velocità della camminata ed io feci lo stesso. Non so bene cosa volesse fare, forse aveva solo voglia di entrare in mare.
Arrivammo sul bagnasciuga  erallentò, camminava molto lentamente, un passo dopo l'altro e avevamo già l'acqua alle caviglie. Una volta che l'acqua le raggiunse la vita, prese coraggio e si tuffò scomparendo sotto l'acqua.
La imitai.
Un brivido mi corse lungo la shiene, finalmente potevo nuotare tranquillo con una ragazza stupenda, che, nel giro di due mesi avrebbe lavorato al  mio fianco.
Continuai ad avanzare sott'acqua, sentivo il mio corpo accaldato rinfrescarsi e adattarsi alla temperatura dell'acqua. Riemersi perchè a corto di ossigeno, capii immediatamente che anche lei stava proando la stessa sensazione perchè quando riaffiorò fece un profondo respiro, e espirando sorrise come mai le avevo visto fare prima, era un sorriso sincero e pieno di energia. Sì, Zoe aveva ragione quel giorno n macchina, mi ero decisamente innamorato di lei.

Restammo in acqua per un ora circa, semplicemente nuotando un po', rimanendo a mollo e chiaccherando di cose assolutamente insensate e se si vuole anche stupide. non ci importava che avessero senso, ridevamo insieme come due bambini, spassandocela in modo del tutto naturale ed innocente.
Quando anche l'ultima risata si fu spnta ci accorgemmo di essere più vicini di quanto credevamo... l'acqua mi arrivava al collo, ma lei per rimenere alla mia altezza doveva galleggiare perchè non ci toccava.
Eravamo a una spanna... avrei voluto prenderla per mano e dirle ciò che proavo per lei, ma non ne ebbi il coraggio. Insomma, ci conoscevamo appena da due giorni, mi sembrava un po'affrettato...
Dopo essere usciti verso le 15 aspettammo di essere completamente asciutti e ci incamminnammo verso il nostro hotel.
- Facciamo a chi arriva primo? - mi chiese quando ormai eravamo arrivata a 150 metri dalla nostra spiaggia
- E cosa mi dai se vinco io? -
-... Ti insegno a ballare -
- hmm... mi sta bene, e se vinci tu, cosa vuoi?-
- Non saprei... -
- E se ti facessi una sorpresa, la accetteresti?-
- Adoro le sorprese, quelle belle però, guai a te se è un brutto scherzo -
Ci guardammo per un istante
- Via!!! - disse all'improvviso cogliendomi del tutto impreparato.
Cominciammo a correre, sollevavamo sabbia ovunque, era veloce davvero, non me l'aspettavo, forse avrei dovuto a giudicare dal fisico, ma non riuscivo a capire come facesse una cosa così fragile e delicata come lei a sprigionare tanta potenza.
Ad un certo punto dato che non riuscivo a rimanere in testa feci uno scatto e l'afferrai per la vita abbracciandola, mentre lei mi teneva le mani, non per staccarle anzi proprio al contrario.
Ad un certo punto persi l'equilibrio e caddi, lei mi cadde sopra.
restammo a fissarci negli occhi alcuni istanti interminabili.
Sciogliemmo la presa nello stesso momento, ma giuro che se mi avesse trattenuto un solo secondo in più, l'avrei baciata.


AVVISO

Non potrò postare per almeno una decina di giorni perchè partirò per le vacanze Lunedì 5 perciò fino al 16 non scriverò più,
a meno che Domenica non mi venga un'ondata di ispirazione pazzesca.
Grazie a MissFify e NIkkyStew che mi sostengono recensendo, grazie anche alle persone che hanno inserito la mia storia tra le seguite.
Baci
SweetDancer96


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Capitolo 6
*** Innamorati persi ***


innamorati persi
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PoV: Sara
Dato che la gara non era stata vinta da nessuno avevamo deciso di comune accordo che entrambi avremmo avuto i premi promessi precedentemente e dalla mattina successiva lui avrebbe preso lezioni di danza da me.
Avevo passato una giornata splendida con Taylor, certo non era ancora finita perchè erano le 6 di pomeriggio. mi aveva promesso che anche la sera sarebbe uscito, l'animazione aveva organizzato uno spettacolo di benvenuto ai turisti e avevamo deciso che avremmo assistito insieme, anche con Chiara e il suo nuovo compagno.
Ebene sì, Chiara avav trovato un ragazzo che si era subito invaghito di lei, era simpatico e un po' ingenuotto, d'altra parte come lei. Alto muscoloso e snello, biondo e con gli occhi azzurri. La solita bellezza di cui è facile innamorarsi, era un tipo spigliato e non si vergognava, nemmeno davanti a me. Non sapeva che Taylor fosse a un passo da lui perchè lui aveva preferito dirgli un nome falso.

Appena eravamo salite in camera per prepararci per la cena Chiara mi aveva assalito di domande. Si aspettava che fosse successo chissà che cosa e rimase un po' delusa quando le avevo detto che non ci eravamo baciati per un soffio.
- Tipico di te... romanticona e sognatrice, io non avrei aspettato occasione migliore -
- Già lo so... Davide ne è la dimostrazione! - le risposi ridendo.
- Però non puoi negare di essertene innamorata - Colpo basso. Non me lo sarei mai aspettata sinceramente.
- io...No... Non... Hei! Ma che cosa dici !!! -
- Ne sei innamorata! - Si vedeva che ci godeva a vedermi così impacciata difronte a questioni amorose. io non ero mai rimasta senza parlare, io ero sempre quella con la parola pronta da dire, già premeditata. Sempre. Manon con problemi d'amore perchè non avevo nessun tipo di esperienza. Chiara era quella esperta e le piaceva sapere di essere migliore di me in qualche campo.
- E va bene, hai vinto tu... Me ne sono innamorata - Dissi sospirando sconsolata, era inutile dovevo smettere di mentire a me stessa. Ero perdutamente innamorata di Taylor.
Finita la conversazione decisi di andare subito a lavarmi, perchè se no c'avrei messo tre ore a scegliere che cosa indossare.

Dopo una lunga doccia rinfrescante aprii l'anta dell'armadio nel quale avevo sistemato la mia roba... Non avevo idea di come presentarmi, ma visto che la sera ci si vestiva sempre eleganti negli hotel sceldi un abito delicato e semplice  e scelsi delle scarpe ( stessa foto dell'abito) altrettanto semplici ed eleganti che stavano bene con qualunque vestito, l'unica mia preoccupazione era il tacco, solo un paio di volte avevo usato scarpe con tacco simile e ne avevo il terrore però decisi di rischiare ugualmente.
Quando Chuara mi vide appena ebbe finito di farsi la doccia, rimase con la bocca spalancata... probabilente non aveva mai visto nessuno così orribile.
- Sei una Bomba Sara! - Esclamò, erano rare le volte che mi chiamava Sara, e quelle volte lo diceva perchè significava che stava parlando seriamente.
- Lo pensi sul serio? - Chesi un po' diffidente
- Certo! Non sono mai stata così seria... -
- Lo stenderai ! - Eccola, l'aspettavo la cigliegina sulla torta... avevo intuito subito dove voleva andare a parare. In realtà era davvero quello che speravo.
Ci eravamo messi d'accordo che gli uomini ci avrebbero dovuto aspettare in fondo alle scale e così fu.
Anche la mia best  si era vestita elegantissima solo che aveva messo il muso perchè continuava a dire che io ero talmente bella che lei sarebbe stata messa in secondo piano, ma io sapevo che stava scherzando.
La scalinata seguiva la curva perciò dal salone ancora non avrebbero potuto vederci.
Mi tremavano le mani. Davide era un po' in ritardo perciò ci raggiunse alle spalle. Come naturale lui aveva occhi solo per Chiara perciò per lasciarci da soli in un  momento magico e molto romantico decisero di scendere dall'altra scala che arrivava direttamnete davanti alla sala pranzo.
Oh no! ero rimasta del tutto sola, avevo le farfalle nello stomaco e l'adrenalina mi scorreva nelle vene, ero stra eccitata, ma anche totalmente impaurita
A vederlo dall'esterno si sarebbe potuta dire una cavolata, non era nemmeno un appuntamento formale, ma stavo male veramente tanto ero contenta e agitata.
Feci un profondo respiro e cominciai a scendere le scale una per volta.
Ero arrivata alla curva, un passo ancora e sarei stat completamente invista. Un altro respiro e presi coraggio.
Estrassi il miglior portamento e mi sforzai nonostante la paura di avanzare elegantemente, come se stessi entrando in scena con le mie scarpette.
Era ancora girato verso la porta a vetri dell'entrata per fortuna, ma si stava per girare.
Probabilmente notò che qualcuno stava scendenso e si voltò completamente. Il mio cuore batteva a tremila, ma ormai ero sul mio palco e i riflettori erano tutti completamente puntati su di me.
Osservai la sua espressione: tale qualea quella di Chiara di poco prima.
Anche lui era elegante nella sua semplicità: aveva una camicia bianca con le maniche tirate sù per il caldo e un paio di Jeans. Era bellissimo. E affascinante.

PoV: Taylor
Il ragazzo della sua amica non era ancora arrivato, proprio oggi doveva essere in ritardo, questa sera che ero super agitato, avevo le mani che mi tremavano e le farfalle nello stomaco. Avevo paura di essere inadatto di essermi vestito troppo elegante o troppo sportivo.
Sapevo che sarebbe scesa a minuti perciò cercai di darmi una calmata. Feci un raspiro profondo e provai a rilassarmi.
Vidi scendere dalla scala opposta Chiara con Davide... Rimasi interdetto, che significava?
Si diressero verso di me.
- Io ero in ritardo e ci siamo incontrati sulle scale - Mi disse Davide
- Perciò abbiamo deciso di scendere dall'altra parte per lasciarvi soli.... - intervenne Chiara
Fantastico, sarebbe stato un momento ancora più romantico.
- Noi rimaniamo all'albergo a mangiare così potete restare tranquilli per conto vostro - continuò Chiara lanciandomi un occhiata alquanto eloquente, feci finta di non averla vista.
- Grazie mille, non so davvero come ringraziarvi - Risposi cortesemente.
- Noi scappiamo, starà arrivando. Stai attento, mi raccomando. Un consiglio: serra la bocca - Non afferrai il concetto. Che strana ragazza, sembrava davvero più piccola di Sara.
Mi girai verso la porta a vetri per smorzare la tensione e osservare la gente entrare e uscire.
Percepii un movimento sulle scale e mi voltai.
Non so nemmeno come descrivere quello che vidi: Aveva un abito stupendo e anche con i tacchi alti riusciva a sfoggiare tutto il suo fascino da ballerina. I capelli boccolosi erano sciolti e le ricadevano morbidi sulle spalle.
Rimasi letteralmente incantato ad osservarla scendere. Avevo capito solo ora quello che intendeva dire la sua amica, perchè avevo la bocca aperta per lo stupore.
quando fu al quinto gradino le andai incontro tendendole la mano per aiutarla a scendere gli ultimi gradini che ci separavano. Mi accorsi che portava un anello nella mano sinistra, sperai che non avesse nessun significato importante.
- Sei stupenda - le dissi sinceramente ammaliato e stordito dalla sua vicinanza.
- Grazie, ma anche tu non scherzi - mi rispose sorridendo.
- Ti voglio portare in un posto speciale -
- Davvero?  e dove? - Mi chiese incuriosita
- E' una sorpresa -
- Comincio ad avere paura di queste sorprese -
- Non ti preoccupare, ti piacerà - le dissi.
La presi per mano e lei intrecciò le sue dita alle mie, mi diressi verso la mia stanza, dove sulla terrazza i camerierei dell'albergo avevano preparato una cena solo per noi.
Probabilmente stavo facendo una pazzia, ma non mi interessava.
Si fece ricondurre sù per le scale da dove era scesa senza fare domande.
Solo quando fummo davanti alla mia camera alla fine del corridoio parlò.
- Questa è la tua camera? - Mi chiese
- Certo -
- Veramente? -
- Sì... -
- La mia è quella all'inizio del corridoio, siamo vicini allora. -
- Wow fantastico, ora so dove bussare la notte - scherzai
- Certo - Rispose ridendo.
Meno male che l'albergo era nuovo e non c'erano chiava, perchè se no ci avrei messo un eternità ad aprire la porta. Sfilai dalla tasca la tessera e la sfregai contro il sensore, con uno scatto la serratura si aprì.
Per galanteria la faci entrare tenendole la porta aperta, poi entrai, la ripresi per mano e la guidai sulla terrazza.
Quando fummo arrivati, rimase stupefatta da ciò che avevo fatto preparare. Da lì nessuno avrebbe potuto disturbarci o vederci.
Non mi andava di invitarla per farle mangiare una pizza, insomma questo era il nostro primo e vero appuntamento anche se non glie l'avevo proprio annunciato. Ci avevano preparato una cena a base di pesce, costosa, ma più elegante.
Sapevo bene che era una ragazza molto romantica, e vedere il tramonto da una terrazza mentre si cenava mi sembrava perfetto.
Appena arrivta sulla terrazza si diresse verso la ringhiera, che le arrivava appena sotto il petto, ad ammirare il paesaggio, io mi accostai a lei. Alla luce dorata del tramonto era ancora più bella.
- Grazie - Mi disse voltandosi verso di me.
- Grazie di tutto, nessun ragazzo ha mai fatto tutto questo per me - Questa affermazione mi stupì, come faceva una ragazza così bella a non essere stata corteggiata prima. Mi sembrava assolutamente assurdo e impossibile.
- In che senso? - le chiesi
- Nessun ragazzo prima d'ora mi ha mai guardato come fai tu, nessuno mi ha mai invitato a fare una passeggiata sulla spiaggia e tanto meno a cenare assieme -
- Non sei mai stata con nessuno?! - Le chiesi davvero stupito
- No, mai. Nessuno mi ha mai considerata. Nemmeno come amica. -
- Che idioti! Bè non sanno cosa si sono persi... tutti -
- Davvero pensi questo di me? -
- Stai scherzando?! Certo che lo penso! -
La presi per mano, era una mossa un po' azzardata ma non ci pensai troppo.
Mi avicinai.

PoV: Sara
Si avvicinò, era così vicino da farmi girare la testa. Dal suo sguardo si capiva che stava dicendo la verità.
Anche io feci un passo avanti, eravamo talmente vicini ora che potevo sentire il suo profumo, era avvolgente e dolce.
Cominciò ad avvicinare il volto al mio ed io feci lo stesso. Chiusi gli occhi.
Le nostre bocche si toccarono. Le sue labbra erano calde e morbide e scivolavano lente sulle mie, aveva appoggiato le mani sui miei fiianchi e ora mi stringeva a sè con passione.
Mi sentivo bruciare un fuoco dentro che man mano andava aumentando.
Appoggiai le mani sul suo petto con delicatezza.
Continuammo a baciarci per un tempo indefinito, potevano essere ore, minuti, secondi....
Non avrei mai voluto staccare le mie labbra dall sue, ma lo feci. Volevo guardare la sua espressione. Avevo paura di non avere fatto la scelta giusta, o di avere fatto un passo falso.
Alzai lo sguardo. Era sereno come non lo avevo mai visto prima e mi sorrideva con dolcezza.
- Ti amo - Mi disse.
- Con tutto mè stesso -


 Angolo SweetDancer96
Non pensavo ma sono riuscita a finire il capitolo... Spero vi sia piaciuto.
Questo sarà davvero l'ultimo capitolo perchè per 12 giorni non scriverò più dato che sono al mare.
Recensite e fatemi sapere che cosa ne pensate della storia.


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Capitolo 7
*** Bagno a Mezzanotte ***


Bagno a Mezzanotte
Scusate tantissimo per il ritardo, ma sono stata in vacanza e non sono andata avanti con la storia. 

PoV: Taylor
Mi avvicinai al suo volto angelico. Avevo paura che si sarebbe ritratta, invece si avvicinò a sua volta. Le nostre facce erano così vicine che potevo sentire il suo respiro caldo sul mio collo sudato.
Mi avvicinai di nuovo e anche lei fece un altro passo avanti. Eravamo tanto vicini che il nostro naso si sfiorava.
Chiusi gli occhi e la baciai.
Ero al settimo cielo, non pensavo che sarei mai riuscito a provare un sentimento tanto forte e profondo.
Sentivo la passione come fosse corrente trasmessa attraverso la nostre labbra. Sentivo la delicatezza delle sue mani posate sul mio petto e la sensazione che mi suscitavano. Io la stringevo a me cingendole i fianchi con entrambe le mani. Sentivo le nostre labbra muoversi morbide e delicate in sincrono.
non avrei mai voluto allontanare il viso dal suo, ma lentamente il bacio si sciolse. Volevo vedere la sua espressione, avevo paura di essermi sbilanciato e avere osato troppo. In fin dei conti ci conoscevamo da due giorni, La fissai negli occhi. Era serena, anche se sapevo che stava cercando le mie stesse conferma.
- Ti amo - le dissi.
- Con tutto mè stesso - In quel momento ero più sincero di quanto non lo fossi mai stato.
Cogliendomi di sorpresa si alzò in punta di piedi e mi diede un dolce, tenero e breve bacio, facendomi fremere, poi mi sorrise.
- Anche io - rispose.
Ero totalmente su di giri. La abbracciai forte.
Solo in quel momento ci accorgemmo della musica che faceva da sottofondo ( Guardate tutto il video se no non si capisce quello che volevo trasmettere) , era dolce ma potente. Adoravo quella canzone.
- Questa sarà lla nostra canzone - le dissi.
La presi per mano e la accompagnai al tavolo. Gradì tutto quello che ci avevano preparato. Mentre mangiavamo  chiaccherammo per tutto il tempo ridendo degli aneddoti divertenti. In sua compagnia non esistevano pensieri negativi o preoccupazioni, e anche le mie ferite erano state guarite tutte.

PoV: Sara
Quando ci accorgemmo che lòa serata si stava aprendo con la " baby dance " dei bambini, ci fiondammo mano nella mano giù dalle scale e arrivammo appena in tempo prima che si spegnessero le luci.
Quando si riaccesero l'equipe d'animazione entrò in sena. Erano molto gli animatori: una decina circa, ma che catturò la mia attenzione fu un volto in particolare. Non mi srei mai aspettata di rivederlo... Non lì!
Daniele, ricordavo bene il suo nome. Era il ragazzo che un paio di anni fa, in vacanza, aveva fatto girare la testa a me e alle mie amiche. Sorrisi per l'ironia della sorte e in quell'istante si voltò verso di me incrociando il mio sguardo. Impossibile non notare la sorpresa della sua espressione quando mi riconobbe.
Non mi aveva mai parlato o naotato allora. Solo una sera quando ci era passato accanto ed io l'avevo salutato mi aveva guardata negli occhi salutandomi. Era stata soltanto una stupida cotta, già dimenticata dopo un'ora di viaggio verso casa. In tutti i casi il mio cuore era occupato ora e non c'era più posto per nessuno.
Strinsi la mano di Taylor ancora più forte... ogni suo tocco scatenava in me una sensazione stupenda e indescrivibile, Quando mi sfiorava la pelle era come se lasciasse una scia infuocata. Guardandolo negli occhi avevo capito che io appartenevo solamente a lui e a nessun  altro. Mi cinse i fianchi con un braccio e mi strinse a sè. Ero al settimo cielo, in Paradiso.
Appoggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai cullare dalla canzone del vento, senza ascoltare ciò che l'uomo con il microfono stava dicendo. Era una sensazione quasi familiare, l'avevo sognata troppe volte, ma non me la sarei mai immaginata così forte e coinvolgente.
Sapevo di amare Taylor più della mia stessa vita. Poteva sembrare strano, assurdo o addirittura impossibile, eppure era la verità.
Si voltò verso di me e  mi guardò negli occhi.
- Vieni con me... - mi disse.
- Dove andiamo? - gli chiesi molto incuriosita.
- A mettere il costume -
Rimasi interdetta, ma lo seguii comunque.
Mi accompagnò davanti alla mia camera e dopo avermi di nuovo baciata con tenerezza corse ad indossare il costume in camera sua, ed io feci lo stesso. Avevo capito che voleva portarmi in spiaggia a fare il bagno.
Sopra al costume indossai un paio di jeans attillati e una semplice maglietta a maniche corte, tuttavia scordai di togliere le scarpe  con i tacchi per la fretta.
Dopo essermi rivestita uscii dalla stanza e mi accorsi che mi stava già aspettando. Mi sorrise, mi prese per mano e corremmo di nuovo giù a capofitto per le scale, questa volta non ci dirigemmo verso l'anfiteatro, ma verso la pineta che conduceva alla spiaggia.
Correvamo, perciò ero stata obbligata a togliere le scarpe.
Dopo un minuto eravamo sulla sabbia. Ci togliemmo i vestiti e li lasciammo cadere disordinatamente e correndo ci buttammo in acqua. Era ovviamente più calda rispetto al giorno e si stava da favola.
Ridevamo come due bambini, era una risata complice e sincera.
Anche nell'oscurità non era difficile riconoscersi. Cogliendomi alla sprovvista mi prese in braccio e mi buttò in acqua.
- Così non vale però !!! - protestai quando riemersi boccheggiando. Rise.
- In amore vale tutto ! -
- Anche questo allora! ... - dissi buttandomi addosso a lui per farlo sbilanciare e cadere in mare. Non era preparato perciò la mia mossa andò a segno, ci fu un solo problema... anche io caddi con lui dato che aveva fatto in tempo ad intrappolarmi con le braccia.
Una volta riemersi mi accorsi che non ci toccavo, così mi aggrappai a lui mettendogli le braccia intorno al collo. Lui non aveva problemi dato che era almeno dieci o quindici centimetri più alto di me percò appoggiò le mani sulla mia schiena provocandomi un brivido. Se ne accorse e mi sorrise. La mia pancia toccava i suoi addominali scolpiti, riuscivo a sentire i nostri cuori battere all'impazzata.
Sorrisi a mia volta.
Avvicinò le labbra alle mie fino a sfiorarle ripetutamnete, poi la pressione si fece più intensa e ci lasciammo andare in un bacio appassionato. Nessuno dei due voleva o riusciva afermarsi perciò continuammo a baciarci per un'ora o forse di più. Quando Taylor si accorse che stavo tremando di freddo mi mise un braccio intorno alle spalle facendo in modo che mi stringessi al suo petto per riscaldarmi. Uscimmo dall'acqua a mi coprì on l'unico asciugamano che avevamo portato. Prese in mano i nostri vestiti rimttendosi la sua maglietta sopra al costume bagnato. Tornammo in albergo passeggiando sotto il cielo stellato. Quando entrammo nell'hotel non c'era più in giro nessunoo, anche gli animatori erano andati a letto, dovevano essere le due e mezza probabilmente. Ma accompagnò davanti alla porta della stanza e dopo esserci scabiati un ultimo e fugace bacio ognuno tornò nella propria camera.
quando rientrai Chiara era ancora sveglia, stava insolitamente leggendo un libro.
- Salve, ti stvo aspettando, è da due ore che leggo sempre la stessa pagina nella speranza di vederti rientrare. Su allora? raccontra tutto per filo e per segno, in ogni particolare - Mi disse senza nemmeno lasciarmi respirare.
Scoppiai a ridere, era davvero unica ed incredibile. Aveva fiuto per certe cose così non negai e le raccontai tutto nei minimi particolari. Quando finii lei era a bocca apetra e aveva gli occhi completamente sgranati dallo stupore. Risi di nuovo osservandola. Erano ormai le tre di notte, avevo un sonno terribile, ma ero felice di poter condividere un momento così importante della mia vita con la mia migliore amica. Dopo essermi asciugata i capelli tirai indietro le coperte e mi buttai sul letto sprofondando nel cuscino morbido. Mi addormentai subito.

PoV: Taylor
Stavamo correndo mano nella mano verso la spiaggia, avevo voglia di stare solo con lei e il mare mi sembrava il posto migliore dato che nessuno ci sarebbe mai andato a quell'ora. Era circa Mezzanotte e in cielo vi era qualche stella solitaria.
Arrivammo alla spiaggia e ci togliemmo i vestiti per poi buttarci in acqua correndo. Quando vidi che l'acqua le arrivava appena sopra il bacino la presi in braccio e la buttai lontano facendole fare un tuffo.
-Così non vale però !!! - mi disse quandò tornò a galla ancora tossicchiando.
- In amore vale tutto ! - le risposi ridendo
- Anche questo allora ! ... - mi disse. Non colsi il significato delle sue parole o meglio non ne ebbi il tempo perchè mi si scagliò addosso, solo in quel momento compresi le sue intenzioni, mi voleva buttare in acqua. Così la bloccai in un abbraccio facendola cadere con me, un po' come era successo la mattina stessa in piscina. Sembrava passata già una settimana da quando l'avevo conosciuta, invece erano appena due giorni.
quando tornammo in piedi Sara si accorse che non ci toccava al ontrario di me, ci eravamo spinti un po' in là ma a me l'acqua arrivava poco sopra ai pettorali.
 Si aggrappò al mio collo con entrambre le mani. La nostra pancia e i nostri petti si toccavano, tanto che potevo sentire il battito dei nostri cuori, era un ritmo regolare ma potente, sempre più veloce mano a mano che i secondi passavano. Le posai le mani sulla shiena e lei rabbrividì. Non riuscii a trattenere un sorriso spontaneo e involontario. Mi piaceva sapere che avevo un certo effetto su di lei.
Avvicinai il volto al suo osservando le sue labbra perfette come fossero state scolpite dall'artista più bravo del mondo, sfiorandole più volte con le mie, poi le appoggiai delicatamente sulle sue aumentando sempre uin po' la pressione. Sara rispose al bacio con altrettanta dolcezza e delicatezza. Ci lasciammo andare in un bacio molto appassionato. Un bacio vero. Sincero.
Nessuno dei due voleva essere il primo a spezzare l'incanto di quel bacio e continuammo forse per un'ora o forse di più.
Fui io ad allontanare il volto dal suo quando mi accorsi che stava tremando di freddo. Uscimmo dal mare e l'avvolsi nell'asciugamano, raccolsi i nostri vestiti e mi infilai la  maglietta che si sarebbe probabilmente bagnata a contatto con il costume. Rientrando in hotel notammo che tutti erano a dormire e l'orologio della reception segnave le due e mezza. La accompagnai davanti alla sua stanza ( l'avrei fatto anche se non fosse stata nello stesso corridoio del mio) e dopo un ultimo e fugace bacio le diedi la buonanotte e andai nella mia stanza.
Entrando notai che Harry mi aveva aspettato alzato. Ormai era diventato mio amico e confidente.
- E' stata la giornata più bella della mia vita caro Harry ...- dissi sospirando felice.
- Sono contento che abbia passato una bella giornata - Harry era sempre moderato e non dimostrava mai interesse per non essere invadente, ma in fondo sapevo che stava morendo di curiosità.
- Ricordi che ti avevo parlato di una ragazza conosciuta poco prima di partire? -
- No signore, non ricordo -
- Ma sì... La ragazza che dovrà lavorare con me tra un mese circa, Sara si chiama... -
- Ora ricordo... la ballerina con le stelline tatuate sulla caviglia? -
- Sì, prprio quella! - risposi pieno di entusiasmo.
- Oggi ci siamo scontrati in piscina e siamo finiti nell'acqua insieme, poi siamo andati a fere una passeggiata insieme sulla spiaggia, abbiamo pranzato e abbiamo fatto il bagno in mare. La sera mentre tu eri a Otranto a visitare la città, ho fatto preparare la cena a lume di candela sulla terrazza. E ho scoperto di amarla veramente, così gle l'ho detto e mi ha risposto che anche lei mi ama. Sono sicuro che era sincera e ..... - Continuai a parlare finchè non ebbi  finito di raccontargli tutto, senza entrare nei particolari ovviamente.
Harry per la prima volta da quando ero nato sorrise, un sorriso sincero, non di cortesia come di solito.
- Sono felicissimo per te Taylor, sono davvero felice che tu possa evere una vita normale nonostante la fama - Rimasi sbalordito a dir poco, la prima volta in tutta la storia della famiglia che Harry dava del tu a qualcuno. Avevo provato un infinità di volte a farmi chiamare Taylor da lui, me senza alcun risultato, ed ora avevo finalmente sbloccato il buon vecchio maggiordomo, e avevo capito che mi coleva bene come un padre.
Appena si accorse della mia reazione si corresse.
- Mi scusi tantissimo signore, sono davvero mortificato - disse guardando per terra.
- No Harry, io pretendo che tu mi dia del tu, ti ho sempre considerato come un padre, anzi di più perchè sei stato l'unico sempre presente nella mia vita. -
Si commosse e scoppiò a piangere come un ragazzino. Corsi ad abbracciarlo e confortarlo.
- Grazie, Taylor, nessuno mi aveva mai parleto così, e con tanto affetto -
- Amici per sempre? - Gli domandai
- Amici per sempre - Rispose dandomi un'affettuosa pacca sulla spalla.
L'amore cambia sempre le persone, a volte in male, e a volte in bene. In questo caso l'amore mi aveva cambiato per trasformarmi in una persona reale e sincera e non più in un manichino da fotografare.

Avviso le persone che seguono la storia che sarà molto lunga e con molti capitoli, se comincia a pesarvi, basta avvisare che trovo un modo per concluderla.
Recensite in numerose!!!  P.S. la traduzione della canzone Good Enought (Evanescence) è Questa
P.P.S. Questo capitolo è dedicato alle mie amiche del mare Federica e Filomena. Grazie per tutto quello che avete fatto per me!!!
By SweetDancer96








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Capitolo 8
*** Ti Amo ***


7- Finalmente Vivi
Volevo rispondere alla recensione di Jas_93... innanzi tutto grazie mille per aver recensito. Sì è vero è un po' malinconico ma sopratutto sensibile alle emozioni della gente, ho scelto di rappresentare così il suo carattere perchè credo che sia una qualità importante tener conto delle emozioni altrui.
Inoltre credo che conoscere i punti di vista di entrambi e le sensazioni di entrambi è utile soprattutto più avanti nella storia, diciamo che è anche divertente impersonarsi in due mentalità un po' differenti e provare a pensare con la loro testa.
Grazie mille ancora per la recensione...
P.S. per trovare il costume adatto ci ho messo più di un'ora perchè nessuno mi piaceva abbastanza. Sono contenta che qualcuno abbia apprezzato la mia scelta!!!
Ti amo

PoV: Sara
Quella mattina dormii più del solito, ero stanca perchè oltre ad essere rientrata a notte fonda Chiara mi aveva tenuta alzata ancora due ore per farsi raccontare tutto.
Fu Chiara a buttarmi giù dal letto, spalancò le tende che coprivano la luce mattutina e abbagliante e aprì le finestre facendo filtrare una folata di vento fresco proveniente dal mare che fece svolazzare qualcosa sul mio comodino.
Una busta color lilla era posata sul mio comodino accanto a cinque rose raccolte in un mazzo ordinato: una rossa, una arancione, una bianca, una blu e una rosa. Aprii la busta e ne lessi il contenuto.
Sara,
Ho scelto il lilla perchè simbolo di Amore sincero
Ho scelto il rosa perchè simbolo di Amore nuovo e appena nato
Ho scelto il blu perchè simbolo di Saggezza, Lealtà, Costanza e Fedeltà
Ho scelto il bianco perchè simbolo di Innocenza, Purezza e Bene
Ho scelto l'arancione perchè simbolo di Amore consolidato e Gioia
Ho scelto il rosso perchè simbolo di Forza d'animo e Magnanimità
Ho scelto questi colori per dirti semplicemente Ti Amo
Taylor
Quando terminai di leggrela avevo le lacrime agli occhi, nessuno era arrivato a tanto per me.
- Ora però muoviti perchè è da due ore che è giù ad aspettarti per fare colazione insieme! - Mj rimproverò Chiara bonariamente
- Co.. lui è... non capi... imposs.. Perchè non me l'hai detto primaaaaaa !!!!! -
Mi alzai dal letto in fretta e furia aprii l'armadio e... mi bloccai di colpo. Crisi. E ora?! cosa avrei potuto mettermi?!
Chiara mi buttò letteralmente in faccia dei jeans corti adatti per andare in spiaggia e una canottiera altrettanto comoda di cotone.
- Li ho scelti io, se no non saresti più arrivata -
- Grazie! sei mitica... -
Me li infilai più velocemente possibile e corsì giù per le scale. Quando lui mi vide arrivare così affannata sorrise e mi venne incontro aprendo le ampie braccia pronto per accogliermi. Gli gettai le braccia al collo dandogli un bacio a stampo sulle labbra morbide, poi lo abbracciai ancora commossa.
- Grazie- gli dissi con il fiatone.
- Non sono un grande poeta, ho fatto quello che potevo -
- E' stata la lettera più bella che io abbia mai ricevuto in vita mia, poetica al punto giusto e davvero molto originale... grazie, non smetterò mai di dirtelo, mi fai sentire viva finalmente -
- Anche io mi sento vivo grazie a te - mi rispose
- Andiamo a fare colazione, sai il mio stomaco brontola... - Appena finì la frase si sentì un sonoro gorgoglio che però non proveniva dal suo stomaco, ma dal mio. Scoppiammo a ridere
- Credo che il mio stomaco sia d'accordo! - dissi con ancora il sorriso sulle labbra.
Mi accorsi con gioia che Taylor e Davide erano stati spostati nel nostro tavolo, ma lui e Chiara avevano già mangiato e ora probabilmente erano in piscina a prendere il sole.
Dopo la colazione ci dirigemmo sempre mano nella mano verso le stanze.
- Che si fa questa mattina? - Chiese Taylor. Improvvisamente mi venne in mente la corsa sulla spiaggia del pomeriggio precedente.
- Come?! te ne sei già dimenticato??? Lezione di danza!!! - conclusi con un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro.
- ... Non vedo l'ora! - rispose sinceramente entusiasmato
- Mi devo cambiare... metti qualcosa di comodo e sportivo -
- Certo! a dopo Amore - stava già per incamminarsi verso la sua camera quando lo fermai posandogli una mano sul braccio
- Come hai detto? -
- A dopo... - Rispose titubante
- No, dopo di questo... - Abbassò la testa
- Amore - disse contovolgia per paura di avere fatto qualcosa di sbagliato.
Gli alzai il mento delicatamente per far sì che mi guardasse negli occhi. Era ... spaventato?
Avvicinai delicatamente le mie labbra alle sue facendole aderire completamente così da sentirne il sapore dolce e mieloso. Senza staccare le mie labbra dalle sue gli sfiorai la guancia teneramente con la mano.
La fermò con la sua e me la posò sul petto all'altezza del cuore per farmi sentire come il suo battito aveva accelerato...
- Mi piace da morire quando mi chiami Amore -
- Sai, per un momento ho pensato che ti desse fastidio, da come hai reagito inizialmente hai dato questa impressione -
- Non volevo farti spaventare... - Dissi sorridendo e guardandolo negli occhi quasi verdi
- Ora vai, se no va a finire che non ce la facciamo -
- Ok, vado -
Entrai in camera sfilando la tesserina dalla tasca e facendola scorrere contro il sensore. In quel momento pensai a come avesse potuto fare a lasciarmi la sorpresa. L'avrei chiesto più tardi.
dopo essermi lavata aprii di nuovo l'armadio.
Scelsi un completo di Dimensione Danza che Lucia mi aveva regaleto per il comleanno, non l'avevo ancora usato e questa era l'occasione perfetta.
PoV: Taylor
Spalancai l'armadio salutando Harry che si era appena lzato con un sorriso smagliante stampato sulla faccia.
Scelsi vestiti e scarpe comode come mi aveva detto Sara (guardate solamente i vestiti e le scarpe, sono quelli che ora mi interessano) e corsi fuori dalla stanza dopo essermi lavato. Stava uscendo anche leiquando le arrivai accanto. Intrecciai la mia mano alla sua e scendemmo le scale. Andammo verso la direzione. Probabilmente si era già messa daccordo con i dirigenti per occupare la palestra, prese la chiave e scendendo una rampa discale ci trovammo davanti ad una porta, aprì con la chiave e ci trovammo in una palestra completamente pavimentata coc il parquet e con una parete ricoperta di specchi, era grande, ma non esageratamente, sicuramente più grande della palestra in cui si stava allenando quando l'avevo vista la prima volta. Ci era già stata in quella palestra perchè si diresse verso lo stereo e disse
- Dovrebbe già esserci il mio CD se i ragazzi dell'animazione non si sono allenati questa notte -
Si tolse le converse nere e consumate e si infilò le mezzepunte ancora più consumate, mettendo bene in evidenza il tatuaggio con le stelle sulla caviglia poi si diresse verso lo stereo ad alta definizione e con casse sistemate ad ogni angolo della palestra. Estrasse il suo Ipod e lo collegò all'apparecchio. Il dito scorreva su e giu sulle schermo touch in cerca della canzone adatta.Una melodia ritmata ed allegra invase la sala.
- Cominciamo con un po' di riscaldamento per le braccia, segui i miei movimenti e ripetili con me -
Erano passi di danza che fungevano da riscaldamento, ma non era semplice seguirla e comunque si notava che ci provava gusto a vedermi un po' ipacciato.
Ad un tratto scoppiò a ridere.
- Sei troppo bello così impegnato a cercare di fare bene, mi piaci un sacco così -
- Sfotti eh! - Le risposi ridendo, sapevo di essere un pessimo ballerino di danza jazz e moderna e mi piaceva sapere di esserlo. Mi piaceva anche l'idea che lei mi vedesse in difficoltà nel suo campo, almeno non le avrei dato l'impressione di essere invincibile e capace di fare tutto... Era una sensazione bellissima vederla ridere così di gusto.
Cominciai a farle il solletico sulla pancia.
- No!!! ti prego il solletico noooo -
Cominciò a correre per la sala per scappare da me, quando fece uno scatto avavnti per arrivare all'altro capo della palestra riuscii a prenderla, la sollevai allaciando le mani sul suo grembo e facendola girare.
Quando la riappoggiai per terra si voltò verso di me e mi diede un piccolo bacio sulle labbra, doveva essere un bacio brevissimo, invece le intrappolai le labbra nelle mie e la tenni stretta a me posando una mano sul suo volto in modo che le mie dita potessero sfiorare anche i suoi capelli sciolti.
- Credo che il riscaldamento possa bastare - mi disse.
- No, mi piaceva così tanto fare la figura del negato totale! -
Sorrise e si sedette per terra per sciogliere i musicoli delle gambe. La guardai con gli occhi sgranati.
- Non ti preoccupare, non te l'avrei fatto fare - rispose alla mia espressione. Dopo essersi riscaldata andò a cambiare musica: scelse Kaboom di Lady Gaga e cominciò ad insegnarmi passi  su passi, finchè non fummo a metà canzone, quando mi buttai a terra per la stanchezza.
- Per oggi abbiamo finito, anche perchè il tempo che ci avevano concesso è scaduto - Mi prese per mano e mi spronò ad alzarmi, la seconda volta che lo fece io la tirai verso di me e atterrò con la bocca sulla mia...
- Ora ho la forza per alzarmi - Annunciai soddisfatto
- Opportunista- rispose sorridendo.
Raccolti borse e asciugamani da spiaggia ci dirigemmo verso la pineta per raggiungere il mare. Durante il pomeriggio giocammo a biliardino e a beachvolley con Chiara e Davide, ma più che altro restammo in mare per la maggior parte del tempo a chiaccherare di cose assurde, film, libri, ragazzi, raggazze e attori vari.
Passammo una settimana tranquilla felici e spensierati lontani dall'animazione e dagli spettacoli perchè a Sara non piaceva e non si divertiva. Notai in quei cinque giorni che faceva di tutto pur di stare lontana dagli animatori, e non capivo perchè ma sinceramente non mi importava più di tanto perchè avendo la ragazza e la compagnia più che piacevole mi divertivi un sacco. Per quanto riguardava la danza, stavo facendo davvero progressi, non mi obbligava a ballare come le femmine come invece mi ero immaginato, preparava pezzi di hip-hop e breakdance, l'unica volta che avevamo fatto un ballo su una musica dolce era stato più che latro un lento animato dai suoi salti e i suoi passi assolutamente aggraziati e leggeri. " Da piccola volevo volare, è per questo che ho imparato a danzare" mi aveva detto una mattina quando le avevo chiesto come faceva ad avere sempre la carica, l'energia e la forza necessaria nonostante la fatica.
Sembrava ridicolo, ma mi divertivo veramente a ballare con lei...
C'era complicità tra noi, stare insieme ci veniva davvero naturale, quando eravamo in compagnia non ci appartavamo per rimanere soli e ci godevamo la giornata insieme agli altri per non essere noiosi con gli altri e non annoiarci.
PoV: Sara
Tutti i giorni facevo di tutto per stare lontana dagli animatori, non mi andava di incontrare Daniele, mi sentivo una stupida perchè non avevo assolutamente niente da nascondere, ma non volevo che nel nostro fantastico rapporto si intromettesse un "vecchio amico" che non avrebbe portato altro che gelosia e guai. Perciò facevo di tutto per stare con Chiara e Davide che si erano rivelati una fantastica e divertente compagnia. Passavamo un sacco di tempo con loro, e per me questo fu importante per fare capire a Chiara che nonostante l'amore, il nostro rapporto non si sarebbe mai ditrutto comletamente perchè una aveva bisogno dell'altra.
In quei giorni lei parve capirlo bene, tanto che anche quegli anni in cui eravamo state costrette a stare lontane, nulla si era danneggiato e anzi, il nostro rapporto si era dimostrato indistruttibile e in quei pochi giorni recuperammo tutto ciò che si era perso in mesi di lontananza.
Taylor rimaneva sempre e comunque sotto falso nome perchè, mi confessò un giorno, era già un miracolo che nessuno lo avesse rionosciuto. Si faceva chiamare semplicemente Matteo e come cognome alla reception aveva dato quello del suo maggiordomo di famiglia. Aveva detto che anche lui era venuto in vacanza con Taylor ma personalmente non l'avevo mai visto. Sapevo che si chiamava Harry solo perchè ogni tanto me ne parlava.
Quella sera decidemmo di andare a Gallipoli a fare un giro per i negozietti, ma Davide e Chiara decisero che sarebbero andati alla serata d'animazione, così rimasero all'hotel.
Ci divertimmo un sacco io e Taylor, mangiando il gelato era rimasto un po' sporco e dopo aver riso per un quarto d'ora mi ero decisa a pulirlo con un piccolo bacio innocente.
Passando davanti ad un negozio d'alta moda ero rimasta colpita da un vestito,  il vestito dei sogni di quando ero piccola, uguale identico a come l'avevo immaginato... Ero rimasta davanti alla vetrina per pochi secondi, ma a Taylor bastarono per capire che era l'unica cosa che aveva realmente attirato la mia attenzione durante tutta la serata, in tutti i casi non mi disse niente e continuammo a passeggiare lungo il viale illuminato dalle luci di bar, gelaterie e pizzerie.
Rientrammo presto, alle undici e mezza eravamo arrivati all'hotel. La serata in anfiteatro non era ancora terminata, perciò Chiara doveva essere sicuramente ancora là. Dopo il solito, romantico bacio sulla portaognuno rientrò nella propria stanza. Mi buttai sul letto felice , da sdraiata notai la borsetta di Chiara appoggiata el comodino e poi lo scrosciare dell'acqua in bagno. Mi misi a sedere sul letto ancora con il sorriso sulle labbra proprio nello stesso istante in cui Chiara uscì dal bagno.
Aveva gli occhi cerchiati di rosso, segno che aveva pianto e sofferto a lungo.



Non è un capitolo molto lungo, ma mi mancava un po' l'ispirazione e volevo terminarlo in suspance, così non ho potuto allungarmi più di tanto.

Fatemi sapere che cosa ne pensate dello sviluppo dell storia, mi raccomando, aspetto le vostre recensioni...

by SweetDancer96

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Capitolo 9
*** Piccola e fragile lacrima salata ***


8 - Piccola, fragile lacrima salata
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PoV: Sara
Aveva gli occhi cerchiati di rosso, segno che aveva pianto e sofferto a lungo.
- Oh mio dio! che ti è successo??? - Urlai preoccupata. corsi ad abbracciarla e sulla mia spalla scoppiò di nuovo a piangere... non era un capriccio, nè una delusione amorosa. Non aveva mai reagito così e la conoscevo troppo bene per capirlo da sola. Di certo Davide non aveva nessuna colpa.
- Mia ... mia ... mia mamma è...è... morta - disse tra un singhiozzo e l'altro. Rimasi di sasso. Impietrita. Come poteva essere successo...
- E' colpa mia, non dovevo andarmene, non doevo lasciarla sola -
- Calmati e dimmi cosa è successo - il fatto è che non ci potevo credere. Roberta, la madre di Chara era sempre stata come una zia per me, la adoravo e non ci potevo credere. No, era impossibile!
- Stava andando all'ospedale a trovare mia nonna e un camion l'ha travolta... andava di fretta perchè le avevano detto che non si sentiva bene... - Questa volta fui io che non riuscii a trattenere le lacrime. Mi sfuggirono calde e lente sulle guance e poco dopo scoppiammo entrambe in singhiozzi. Una abbracciata all'altra. Nessuna ci voleva credere.
Ci stingevamo forte come se avessimo paura che il cuore frantumato potesse colare fuori dal petto. Lei soffriva per la morte di sua madre, io piangevo la sua sofferenza.
Rimanemmo così abbracciate a piangere finchè tutte le lacrime non furono consumate. Restammo lì varie ore, anzi tutta la notte finchè il sole non sorse. Fu la notte più lunga e allo stesso tempo la più breve che avessi mai vissuto.
L'incredulità aveva lasciato il posto ad un angoscia straziante.
Entrambe avevamo gli occhi gonfi e rossi.
- Davide lo sa?- fu l'unica cosa che riuscii a biascicare prima che la voce si incrinasse di nuovo.
- E' stato con me fino a quando non sei tornata tu, non voleva andarsene ma io volevo che si riposasse. Dopotutto è inutile che soffra anche lui -
- Starà male comunque, però sono ... contenta ... di essere qui con te, non avremmo mai dovuto separarci e di certo non lo farò più. Non ti lascerò mai più sola -
- Neanche io ti abbandonerò mai, sei troppo preziosa, quanto la mia vita ormai. - Mi rispose.
- Grazie per aver condiviso la mia sofferenza, grazie perchè mi sei stata sempre al fianco -
Altre lacrime mi rigarono il viso, lacrime che pensavo di aver terminato. Questa volta non erano di tristezza, erano di commozione. La prima arrivò sul labbro superiore e poi nella mia bocca semiaperta. Serrai le labbra per assagiarne il sapore. Salata. E come se no? Non avrei mai dimenticato quel momento, non avrei mai dimenticato quella piccola, fragile lacrima salata.
Ci lavammo il viso, anche se non bastò a rimetterci in sesto.
Qualcuno bussò debolmente. Andai ad aprire, Davide era davanti a me, indossava una tuta che probabilmente aveva tenuto tutta notte e aveva gli occhi rossi anche lui.
Senza parlare mi feci da parte e lo feci entrare con un debole e poco convincente sorriso.
Non avevo mai notato quanto fosse sensibile e terribilmente innamorato di Chiara quel ragazzo. Mi resi conto che la loro non era la solita storiella passeggera ma si era creato un forte e robusto rapporto, un intreccio di fili che mano a mano andava inspessendosi e rafforzandosi.
Tutti i sentimenti invisibili, di fronte ad una sofferenza vengono a galla e si mostrano per quello che sono. A volte in bene a volte in male. Questa è la vita, il mondo reale che tanto avevo temuto.
Uscii dalla stanza per lasciarli tranquilli nel loro dolore. Sapevo che sarebbe passato presto questo momento, ma non per questo andava sminuito, anzi doveva essere vissuto in ogni suo preziosissimo istante.
Percorsi il corridoio a testa bassa, avevo ancora indosso i vestiti della sera precedente. arrivai difronte alla stanza 122, la camera di Taylor.
Bussai. Taylor stesso venne ad aprirmi.
- Che è successo, per la miseria! - Mi disse con lo stesso tono che avevo usato io quella sera con la mia amica.
Scoppiai di nuovo in lacrime e affondai il viso nel suo petto nudo e muscoloso. Mi abbracciò accarezzandomi la guancia umida di lacrime e tenendo un braccio saldo attorno alle mie spalle. Stavo per crollare e lui se n'era accorto.
- Calmati, respira, come stai? - mi chiese seriamente preoccupato sedendosi sul letto con me in braccio
- Sto meglio - risposi facendo un profondo respiro per cercare di fermare il flusso di lacrime che minacciava di uscire di nuovo.
- Non si direbbe... non hai dormito tu! -
- E' vero, ma non avrei mai potuto. La mamma di Chiara è morta e lei sta peggio di me -
Anche lui come me rimase sbigottito.
- Come è potuto accadere? -
- L'avevano chiamata dall'ospedale che sua madre la voleva vedere per parlarle, la avevano avvisata che non stava molto bene, in strada andava di fretta e non è riuscita a scansare un camion, che l'ha travolta. -
Rimase in silenzio. Mi ero calmata. Era come se avesse fatto un incantesimo, stavo quasi bene, se si poteva dire così.
Appoggiai la testa nell'incavo della sua spalla e m lasciai confortare dal calore della sua pelle. Mi accorsi di avere freddo, e la mia pelle era davvero gelida.
Anche Taylor se ne accorse in quel preciso istante. mi toccò la fronte.
- Sei bollente- sussurrò spaventato.
- Sdraiati immediatamente, prendo del ghiaccio e chiamo immediatamente un medico! -
Stavo sudando, ora la mia pelle ardeva, mi sentivo avvampare e nemmeno il ghiaccio che poco dopo mi venne posato sulla fronte servì a darmi sollievo.
L'ultima cosa che rvidi furono i suoi bellissimi occhi marrone chiaro osservarmi preoccupati, poi ... buio totale.
 

PoV: Taylor
Appena sveglio sentii bussare alla porta, mi alzai dal letto ancora un po' intontito e corsi ad aprire.
Mi aspettavo di tutto ma non lei.
- Che è successo, per la miseria! - urlai preoccupatissimo quando vidi la sue espressione distrutta. Per tutta risposta fece un passo avanti e scoppiò in lacrime nascondendosi nel mio petto. Le appoggiai una mano sulla guancia accarezzandola e le cinsi le spalle con l'altro braccio. Stava per crollare, si sentiva semplicemente sfiorandola quanto era debole in quel momento. Mi sedetti sul letto tenendola in braccio per non interrompere il contatto tra le sue lacrime e il mio petto. Nonostante fosse un momento triste, era una sensazione piacevole.
- Calmati, respira. come stai? - Le chiesi. Non mi interessava cosa fosse accaduto, in quel momento solo lei era importante... al centro dei miei pensieri.
- Sto meglio - rispose facendo un profondo respiro.
La guardai meglio in faccia.
- Non si direbbe... non hai dormito tu! -
- E' vero, ma non avrei mai potuto. La mamma di Chiara è morta e lei sta peggio di me -
Rimasi senza parole, sbigottito.
- Come è potuto accadere? - Chiesi un po' sconvolto dalla notizia.
- L'avevano chiamata dall'ospedale che sua madre la voleva vedere per parlarle, la avevano avvisata che non stava molto bene, in strada andava di fretta e non è riuscita a scansare un camion, che l'ha travolta. -
Rimasi in silenzio. Era l'unica cosa che potevo fare. Era una sofferenza tutta loro, non mi potevo intromettere, potevo semplicemente stare con lei e confortarla.
Lei appoggiò la testa nell'incavo della mia  spalla per farsi coccolare. le sfiorai una mano. Era gelida. Anche lei si accorse in quell' istante di avere freddo.
Automaticamente la mia mano scivolò sulla sua fronte.
- Sei bollente - sussurrai spaventato
- Sdraiati immediatamente, prendo del ghiaccio e chiamo immediatamente un medico! -
Stava sudando e la sua pelle ardeva. Vidi che nemmeno il ghiaccio che le avevo posato sulla fronte aiutava a darle sollievo.
Guardai i suoi occhi che mi incrociarono per una frazione di secondo poi... svenne.
Sapevo che si sarebbe ripresa, ma non ero comunque tranquillo, lo stress di quella nottata  doveva essere stato veramente esagerato.
Le adagiai la testa sul cuscino, sistemai le lenzuola in modo che potessero apparire meno disordinate. Indossai una maglietta e chiusi la porta per lasciarla riposare in modo che nessuno tranne me potesse entrare.
Scesi le scale e andai alla reception.
- Mi scusi potrebbe chiamare un medico, perchè la mia ragazza sta male. Ha la febbre alta ed è svenuta -
- Chiamo subito, mi dice il numero di stanza? -
- 122 -
- Salve, potrebbe venire  all'Hotel Crystal, una ragazza non si sente bene, la trova alla stanza 122 al primo piano. -
Probabilmente il dottore rispose e poi si rivolse a me
- Mi chiede per conto di chi sto chiamando -
- Risponda che chiama per conto del signor Laut ... Smith - Dissi correggendo la voce e pregando che l'impiegata non avesse capito.
Chiuse la telefonata.
- Arriva in un baleno, torni pure dalla sua ragazza - mi disse cordialmente la donna.
Corsi di nuovo su per le scale, non mi piaceva usare l'ascensore e poi andavo di fretta. Tornai in camera quasi correndo. Non si era svegliata ma ora dormiva semplicemente. La temperatura non si era abbassata però. Aveva le guance paonazze e la fronte sudata. Presi un panno umido e glie lo appoggiai sulla fronte al posto del ghiaccio. Circa dieci minuti dopo qualcuno il dottore bussò alla porta. Entrò e la visitò.
- Non deve stare esposta al sole per un paio di giorni e per una settimana deve rimanere tranquilla senza tornare a casa o subire spostamenti. Ora dorme profondamente, non lasci che venga disturbata e le stia accanto il più possibile. Se accusa dolori o giramenti di testa è assolutamente normale. Le faccia prendere un antidolorifico al giorno e non di più. Mi raccomando, abbi cura di lei, anche se sono certo che lo farà. -
Non mi lasciò nemmeno il tempo di fare domande, in fondo aveva spiegato tutto alla perfezione. Scrisse tutto quanto al computer stampò il foglio dalla stampante in dotazione a tutte le stanze, timbrò e firmò il foglio.
- Lo faccia leggere alla sua ragazza, è tutto quello che ho detto a llei ma è meglio che lo sappia anche la giovane ... -
- Sara - Gli risposi
- Anche la giovane Sara - Concluse sorridendo.
- Arrivederci - salutai cordialmente quando uscì dalla porta.
Chiamai Harry e gli chiesi se mi poteva portare la colazione in camera.
Quando entrò gli raccontai quello che era accaduto, guardò Sara che dormiva sul letto e poi proferì parola.
- Ottima scelta Taylor, davvero una ragazza angelica. Deve essere molto buona... -
- E lo è. -
- Appogerò questa tua decisione fino alla morte se necessario. Non lascerò che quelle sanguisughe rovinino tutto di nuovo - Disse con aria fiera.
- Grazie Harry, sei mitico! - Risposi entusiasta di avere un amico fedele come lui.
- Avvertimi quando sta meglio... ci vediamo all'ora di pranzo, porterò da mangiare per entrambe -
- Perfetto e grazie ancora -
Detto questo, anche Harry uscìdalla stanza.
Consumai la mia colazione e quando ebbi finito mi buttai sotto l'acqua gelata della doccia. Presi una canottiera e un paio di pantaloni dall'armadio.
Decisi di avvisare Chiara, così mi diressi alla stanza 118 per comunicarglielo. Bussai.
Lei stessa mi venne ad aprire. Aveva la stessa faccia di Sara.
- Sara mi ha raccontato quello che è successo e mi dispiace un sacco, ma sono venuto a dirti un'altra cosa. -
- A Sara è venuta la febbre alta, e quando è venuta da me mi è praticamente svenuta in braccio -
- Oh no... non volevo, mi dispiace un sacco... -
- No, non è colpa tua, sai com'è fatta Sara, è molto sensibile e quello che è accaduto l'ha distrutta, mi sembrava giusto solamente fartelo sapere, anche perchè potevi preoccuparti non vedendola tornare. -
- Mi dispiace un sacco credimi... ora dov'è? -
- E' in camera mia, sta dormendo. -
- Vengo a salutarla, perchè tra un'ora parto, ho l'aereo. Devo tornare a casa dalla mia famiglia. Forse è meglio che sia costretta a letto, se no, testarda com'è avrebbe voluto venire con me -
Rise, ma senza allegria.
- Ok, il dottore mi ha detto di non lasciare che la disturbino, ma te lo potresti fare mille volte. Mi sembra un dovere. -
- Grazie -
- Vieni con me...- La accompagnai davanti alla mia porta e la lasciai entrare, io rimasi fuori.

PoV: Sara
Sentii la porta aprirsi, ricordavo di essere nella stanza di Taylor, ma non mi aspettavo di vedere entrare Chiara... aveva la stessa espressione che veva quella notte e improvvisamente mi sentii in colpa per essermi abbandonata ad un sonno tanto lungo, Quanto avevo dormito? Due ore? Subito mi misi a sedere sul letto
- No, stai giù, hai bisogno di riposare, sei stanca e debole -
Non la ascoltai nemmeno
- Scusa non volevo lasciarti sola così a lungo... -
- Stai scherzando? non è nemmeno un'ora che sei uscita dalla nostra stanza! In tutti i casi Taylor ha dice che il medico ha ordinato di tenerti  letto almeno due giorni, e senza stare esposta al sole. Non ti puoi muovere dall'albergo per una settimana almeno, perchè sei ancora troppo debole... Gli ordini, sono ordini! -
- Ma lo sai che quello che dicono i medici non mi interessa -
- A me sì, perciò starai riguardata -
- E da quando ti interessano i medici??? - Dissi incredula
- Da ora! - strillò furiosa.
- Scusa, non volevo spaventarti, ma non sopporterei di perdere anche te, già con mia madre è stato un duro colpo... Per favore, fallo per me!-
- Hai ragione, scusami tu... non avrei dovuto insistere. So già perchè sei venuta qui. lo sapevo già da ieri sera ma speravo di poter venire conte. Sembra però che il destino non me lo permetta - Dissi sconsolata.
- E' meglio così fidati, non si offenderà nessuno che tu non ci sia, perchè tutti sanno quello che hai sempre fatto per noi e sicuramente la mamma da là sù te ne sarà grata, come lo è sempre stata -
- Quando parti? -
- Tra tre quarti d'ora ho l'aereo perciò parto subito. Non sarò sola comunque. Davide viene con me, tanto abita a due km da casa mia. Abitiamo nello stesso paese, ti rendi conto??? -
Per un momento i suoi occhi furono attraversati da un'immensa felicità che però, scomparve subito.
- Sono felicissima per voi due... Riguardati e chiamami subito appena arrivi a casa - Un'altra lacrima segnò il mio viso. Anche lei stava piangendo silenziosamente.
- Verrò presto a trovarvi -
- Anche tu stai riguardata, guarisci presto e goditi la vacanza... ma sopratutto buona fortuna con Taylo, ti ama più di quanto credessi, più di quanto potessi immaginare, non perderlo -
Vidi sparire i suoi capelli biondi e lisci dietro la porta e sentii Taylor ringraziare e salutare a sua volta Chiara.
Tornò dentro alla stanza. L'unica cosa che ora volevo er stare solo con lui, e  nessun altro. Quando si sedette sul letto accanto a me gli strinsi la mano. Mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio mentre le lacrime continuavano a scorrere abbondanti e silenziose, entrambi potevamo sentirne il sapore, entrambi le condividevamo.
- Se la caverà, è una ragazza forte - Mi sussurrò.
- Sì, ne sono certa - Risposi
La febbre già mi stava scendendo, m Taylor insistette per farmi dormire ancora.
Mi svegliai con l'odore di pane caldo e appena sfornato sotto il naso. Sorrisi automaticamente. L'angoscia stava svanendo e il pomeriggio sarebbe stato ancora lungo.
Aprii gli occhi e lo trovai seduto intento ad osservarmi. Si accorse subito che mi ero svegliata e mi scostò una ciocca di boccoli ribelli dalla fronte, mi sentivo abbastanza in forze per alzarmi dal letto.
mi tirai sù.
- Ho bisogno di una doccia rinfrescante - sospirai sorridendo.
Si alzò in piedi anche Taylor, mi prese le mani.
- Dopo il dottore mi ha consigliato di portarti nella piscina al coperto, prima è meglio che mangi qualche cosa -
- Va bene, ma solo perchè me lo dici tu... a me i medici stanno antipatici -
Rise.
- Sei sempre in grado di sorprendermi, vuoi cambiare i vestiti e metterti qualcosa di più comodo? -
- Sì, forse è meglio -
- Ti accompagno in camera allora... -
Uscimmo dalla stanza ed entrammo nella mia... stavo molto meglio rispetto a prima.
Spalancai l'armadio... scelsi la prima cosa che trovai davanti, un prendisole  comodo.
Andai in bagno e indossai subito anche il costume regalatomi proprio da Roberta per il mio compleanno... pochi giorni rpima che partissi. Già il mio compleanno, tra tre giorni sarebbe stato il mio compleanno. 
Tornammo in camera sua e pranzammo insieme senza parlare. ognuno era immerso nelle proprie riflessioni.

Angolo SweetDancer96
Innanzi tutto Grazie mille Jas_93... Lo so che questo capitolo è un po' triste e magari per qualcuno un po' palloso ma era necessario per il continuo della storia.
Spero vi stia appassionando la mia storia e spero che continuiate a leggerla. Grazie anche alle ragazze che hanno inserito la storia tra le preferite o le seguite.
Vi avviso che per un  po' di tempo la FF rimarrà in sospeso perhè sono in vacanza.
Baci la vostra Sweet

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Capitolo 10
*** Rivalità e gelosie ***


9 - Rivelità e gelosie Carissima MissFify ... MI MANCHI DA MORIRE !!! Finalmente ti sei fatta viva, non aspettavo altro che le tue recensioni e quelle di Jas_93 .
Grazie mille a tutte e due per il sostegno e grazie per i complimenti, pensavo che l'ultimo capitolo invece vi sarebbe sembrato palloso... evidentemente non è stato così
GRAZIE MILLE!!!

Questo capitolo è dedicato a voi!!!

Rivalità e gelosie

PoV:  Taylor
La accompagnai nella sua camera affinchè si cambiasse e si sollevasse di morale.
Pranzammo nella mia stanza invece, come già programmato. Più tardi ci stendemmo sul divano grande. Ancora nessuno dei due aveva parleto, ognuno era immerso nelle proprie riflessioni e non si rendeva conto di quello che accadeva all'esterno.
Lei però si era risollevata, stava meglio e anche se mi dispiaceva dirlo, la lontananza di Chiara sembrava giovarle alla salute.
Sì, ora stava bene, evidentemente era stato lo stress a " distruggerla "
Le diedi un piccolo e lieve bacio sulla fronte per attirare la sua attenzione. Mi rivolse un sorriso... calmo, sincero e bello. Come il mare dopo la tempesta.
Io ero sdraiato su un fianco, lei era a pancia in sù. Ci stavamo abbracciando, lei aveva posato una mano appena sotto il mio braccio e la testa accoccolata  vicino alla mia spalla e le tenevo la mano con il braccio libero.
- Ti amo, lo sai? come non ho mai amato nessun altro in vita mia - Mi disse rivolgendomi uno sguardo serio ma dolce allo stesso tempo.
- Anche io, e tu non puoi nemmeno immaginare quanto -
Mi baciò di nuovo, molto dolcemente.
- Ti va di fare un bagno nella piscina termale al coperto? - Le chiesi
- C'è anche una piscina termale? -
- Sì, e pure enorme! -
- E tu come lo sai? -
- Mentre dormivi me la sono fatta mostrare, perchè ti potessi portare -
- Davvero? allora sì... ma sarà affollata? -
- No, perchè generalmente d'estate la aprono solo quando piove - Dissi fiero che la mia scoperta potesse piacerle
- Ma se oggi splende il sole ?! -
- Infatti - Dissi ancora più fiero
- Oggi la aprono solo per noi due -
La vidi illuminarsi di colpo, era felice.
- Prendo l'asciugamano e arrivo - Disse entusiasta
- Non se na parla nemmeno, non ti lascierò un istante sola, potresti svenire di nuovo, e non voglio che accada mentre non ci sono - Risposo convintissimo
- E va bene - Si rassegnò
pochi minuti dopo raggiungemmo la piscina... era davvero un paradiso quel posto.
Sistemammo le nostre cose e lei piano piano entrò in acqua, quando lei fu dentro completamente io mi tuffai e la raggiunsi abbracciandola e stringendola a me. sentire  il suo corpo così vicino al mio mi dava sempre i brividi, come se avessi trovato una metà di me rimasta nascosta fino ad ora. Ogni mia singola cellula aveva  bisogno di lei per vivere. Era come sa la mia vita al suo arrivo si fosse completamente rivoluzionata, sì, era davvero cambiata. Ora la mia vita aveva un senso, io avevo un senso, mi sentivo realizzato, come se avessi raggiunto la mia prima e reale meta.
La guardai negli occhi e vi vidi un immensa dolcezza tutta a mia disposizione, era una ragazza pura e corretta. Incapace di fare del male ma a rischio perchè facile bersaglio del male.
Sentivo il bisogno di proteggerla, così fragile e sensibile.
E l'avrei fatto a costo della vita.
- Mi sembri sempre così fragile... - sussurrai. Sentivo il suo respiro sul mio collo e il mio naso sfiorava il suo.
- Sono forte, molto più forte di quanto non sembri - Rispose
- Lo so, e me ne sono accorto - Non ero sarcastico, anzi ero del tutto serio.
Sapevo che era molto forte, ma spesso trascurava sè stessa per mettere la sua forza a disposizione degli altri. Mi rattristava questo fatto perchè avevo paura per lei. Qualcuno un giorno avrebbe potuto fraintendere i suoi buoni propositi ed approfittarsene.
Mi accarezzò la guancia facendomi venire la pelle d'oca. Ogni suo tocco era come un regalo prezioso da conservare... perciò erano così speciali quei momenti.
Averla così vicina mi dava alla testa, avevo solo voglia di baciarla e così feci.
La baciai tanto da riempire finalmente i nostri cuori di passione.
Insieme diventavamo una cosa sola.
Le nostre labbra si muovevano dolcemente le une sulle altre assaggiandone ogni millimetro.
Anche il suo corpo ancora leggermente teso dalla febbre appena svanita si rilassò.
Non avrei mai staccato le labbra dalle sue se non fossimo stati interrotti da alcuni passi che entrambe sentimmo improvvisamente riecheggiare nel corridoio dall'altra parte della stanza.
Ci voltammo per vedere chi stava per entrare dalle porte a vetri oscurate.

PoV: Sara
Ci voltammo per vedere chi stava per entrare dalle porte a vetri oscurate.
Era Daniele. Sbiancai.
No, perchè... l'avevo evitato e quando meno mi aspettavo di incontrarlo mi aveva trovata.
Non avevo per niente voglia di vederlo e di certo non in quel momento.
- Ciao piccioncini! E' da un po' che non ci si vede... non ci siete mai quando facciamo le attività -
C'era allegria nella sua voce ma notai, e forse solo io, che vi era anche una punta di gelosia nel suo tono.
- Ciao... da quanto tempo non ci si vede - Dissi forzatamente
- Vi conoscete già ? - Disse Taylor innocentemente sorpreso
- Già - Risposi
- Io e le tua ragazza, ci siamo incontrati un paio di anni fa in vacanza, me la ricordo perchè di ragazze carine ce n'erano ben poche -
Spalancai gli occhi sorpresa dall'affermazione che aveva appena fatto. L'aveva detto sicuramente per riveleggiare con Taylor. Ne ero certa, anche se non lo conoscevo bene (in due settimane ci eravamo rivolti la parola un paio di volte soltanto) l'avevo capito subito, di tipi come lui nella zona dove abitavo ce n'erano
anche troppi. Dovevo ammettere che non era niente male come ragazzo, alto con capelli corti e castani, appena spettinati con il gel, fisico niente male e vestiti sempre all'ultima moda
Certamente niente a che vedere con Taylor ovviamente, ero perdutamente innamorata di lui e, in tutti i casi, anche gli occhi avevano certamente .la propria parte.
- Immagino, per me è stato impossibile resistere al suo fascino la prima volta che l'ho vista - Rispose Taylor che, per fortuna non aveva captato la sfida che gli veniva lanciata... Tirai un sospiro di sollievo.
- Ora vi lascio... Ho saputo dal medico che non puoi agitarti troppo per un paio di giorni, ma al terzo giorno vi voglio entrambe a partecipare alle varie attività -
- Mi raccomando, ci conto! - aggiunse sfacciatamente.
Quando uscì dalla porta a vetri dopo aver preso ciò che gli serviva, rivolsi lo sguardo a Taylor.
- Non sapevo vi conosceste... non me ne avevi mai parlato prima d'ora - Mi disse Taylor a bruciapelo.
- Lo so, e mi dispiace un sacco. Mi sento in colpa. - Risposi sinceramente dispiaciuta.
- Ma no, figurati, non è importante, anzi non cambia assolutamente nulla -
- Non voglio che pensi male, sì, è vero, ci siamo già visti all'Isola d'Elba, ma ci simo parlati solo due volte: la prima volta ci simo salutati, eravamo pochissimi ragazzi in quel residence perciò tra di noi c'era "solidarietà" diciamo... la seconda volta al mio compleanno gli ho offerto la torta perchè l'avevo offerta praticamente a tutto il villaggio. Inutile negare che quando l'avevo visto quell'estate, con le mie amiche, gli sbavavamo dietro, però ti posso assicurare che è passato tutto -
Quando finii di parlare rise rilassato.
- Anche a me è capitata una cosa del genere, solo che io ero un altro Daniele dicimo...  tra ragazze mi venivano dietro e io facevo il fighetto per farmi vedere e farle impazzire del tutto -
- No, sul serio!? ma sapevano già che tu fossi o erano ignare del personaggio che gli si presentava davanti? -
- Nessuno mi conosceva allora, e in Italia ero del tutto sconsciuto -
Entrambi sorridemmo.
- Quanti anni ha tu che l'hai conosciuto? - mi chiese
- Dovrebbe avere la tua età se non sbaglio -
La bufera era del tutto passata, io stavo alla perfezione ora, non riuscivo a capire come avevo fatto a prendere quella febbre misteriosa.
Mi sembrava mi fosse venuta appesta per evitare di farmi partire con Chiara, perchè ora nonostante stessi bene di certo Taylor, seguendo ciò che aveva detto il dottore non mi avrebbe lasciata partiree sinceramente solo al pensiero di dovermi dividere da lui mi venivano le vertigini.
- A cosa pensi?- Mi chiese quando rabbrividii
- Sto pensando a come mi srei sentita se fossi partita anche io con Chiara, a come mi sarei sentita lontano da te, ti rendi conto? Grazie alla febbre sono ancora qui con l'amore che pensavo non avrei mai incontrato -
Rimase silenzioso ma con il sorriso sulle labbra. Adoravo quell'espressione. Adoravo qualunque sua espressione, ma quando aveva il sorrideva era semplicemente irresistibile.
Non resistetti all'impulso di baciarlo, la tentazione era tanto forte che cedetti.
Un piccolo e soffice bacio capace di esprimere quello che provavo in quel momento.
Mi sentivo così sicura tra le sue possenti braccia. Mi sentivo così fragile e bisognosa di protezione, di conforto.
Rimenemmo in piscina e nessuno venne più a disturbarci.
Tentai di affogarlo per scherzo, ma era impossibile. Una cpsa positiva c'era però, nessuno dei due toccava in quella piscina.
Uscii dall'acqua per tuffarmi, vi era un trampolino situato all'altezza di cinque o sei metri d'altezza.
Ero sul trampolino, avevo posizionato le punte dei piedi appena fuori dal bordo dell'asta pronta a buttarmi.
Presi coreggio e cominciai a mollegiarmi con grazia come mi era stato insegnato qualche anno prima da un'amica del mare che faceva le gare di tuffi.
Saltai prima verso l'altro con le braccia aperte ad angelo e le gambe rigorosamente chiuse e tese, quando fui a pochi metri dalla piscina chiusi le braccia e il mio corpo entrò in acqua esattamente perpendicolare all'acqua e teso. Quando riemersi a cinque centimetri da Taylor mi accorsi che era rimasto a bocca aperta.
- Spettacolare... - Riuscì a biascicare
- Niente di speciale, qualcosa che mi hanno insegnato un po' di anni fa -
- Oltre che una spettacolare bellerina sei anche una fantastica tuffatrice! -
- No, dovevi vedere la mia amica... faceva di quelle accrobazie impressionanti. Essere una ballerina aiuta un po' , per me è più semplice imparare... vedi è come una danza muta nell'aria -
- In tutti i casi sei bravissima -
- ... Grazie -
- Ci scommetto che sai fare anche tu qualche cosa di impressionante... oltre ad apparire un orso mentre balli!!! - Lo presi in giro mettendomi a ridere.
Anche lui si mise a ridere.
- Lo pensi davvero?!?! - Disse con aria maliziosa e falsamente minacciosa
- Certo che lo penso! - Dissi per provocarlo
- Adesso vedi che cosa so fare!!! - Disse.
Cominciò a rincorrermi nuotando per la piscina, ad un certo punto non lo vii più, non riuscivo a vederlo nemmeno sott'acqua. Mentre ancora spaesata lo cercavo guardando se fosse uscito per asciugarsi mi sentii tirare la caviglia. Con uno strattone mi portò sott'acqua, mi intrappolò con le braccia e mi diede un romanticissimo bacio. Lo abbracciai forte senza smettere di baciarlo. Lo amavo troppo, non potevo permetteremi di perderlo. Mai.
Lentamente ritornammo in superficie quando l'ossigeno venne a mancare nei nostri polmoni.
Ogni volta che le mie labbra toccavano le sue mi saliva il sangue alla testa e non capivo più niente, ogni volta come fosse la prima  mi sentivo stordita. Nulla aveva più senso, nulla tranne lui.
Quando la mia mente vide un briciolo di lucidità scoppiai a ridere, non riuscivo a spiegarmi il motivo di tanta allegria, ma ero talmente felice e serena...
Anche Taylor si mise a ridere. La sua risata era grave e potente e con la mia dolce e non troppo acuta formavano un intreccio perfetto.
Verso le sette uscimmo dall'acqua, ci asciugammo per non entrare sgocciolanti nella hall dove avremmo sicuramente attirato l'attenzione. Ognuno andò nella propria stnza per fare la doccia e prepararsi alla cena.
Come al solito mi trovai in difficoltà davanti all'armadio... non avevo idea di cosa indossare. All'inizio pensai ad un abitino da sera, ma poi optai per una mini (ma non troppo) di jeans e una camicia bianca con le maniche a tre quarti. Elegante ma non troppo.
Lasciai i capelli sciolti facendone ricadere alcune ciocche sul petto. Stavano diventando davvero lunghi: ormai mi arrivavano poco sopra ai fianchi. I boccoli erano davvero difficili da curare e spesso mi ritrovavo ad odiarli, ma quando erano davvero belli come quella sera li adoravo.
Scelsi un paio di scarpe con il tacco di 10 cm, argento. Ero pronta ma era ancora presto per la cena che sarebbe iniziata alle 19,30.
Uscii dalla porta ugualmente sperando che anche Taylor fosse in anticipo.
Feci appena in tempo a chiudermi la porta alle spalle che mi senii abbracciare all'altezza dei finchi, all'inizio mi spaventai ma sfiorando con una mano il dorso di quella che mi stringeva lo riconobbi. Mi voltai e vidi che Taylor che mi cingeva ancora il bacino si era vestito più o meno come me: jeans scuri a vita bassa e camicia bianca infilata nei pantaloni, vans nere ai piedi e capelli spettinati dal gel.
- Vedo che abbiamo avuto la stessa idea in fatto di vestiti questa sera - dissi sorridendo
- Già... elegante ma non troppo? -
Risi in risposta alla sua domanda
- Esatto -
Mi prese per mano e insieme scendemmo le scale.
Quando arrivammo nella hall vidi che tutti gli animatori erano lì radunati ad aspettarsi prima di cenare. Appena Daniele mi vide gli si illuminò il volto. Anche Taylor se ne accorse e la sua stretta di mano aumentò lievemente, era forse geloso dopo quello che gli avevo raccontato? probabile.
Mi voltai verso di lui e gli sorrisi per rassicurarlo... un sorriso complice. Infatti tutti ci stvano guardando e così, mano nella mano, facevamo davvero scena.
Quel sorriso voleva dire parecchie cose, compreso: guarda tutti ci osservano... diamo spettacolo.
Anche lui sorrise assentendo.
Il nostro rapporto stava diventando sempre più complice. Mi piaceva.

PoV: Taylor
Diciamo che entrambi volevamo far capire all agente che ci stava guardando che eravamo soddisfatti di chi tenevamo per mano e che mai e poi mai l'avremmo lasciato.
Assunsi questo atteggiamento in particolar modo verso Daniele che ci squadrava. Dopo quello che mi aveva rivelato Sara quel Ci dirigemmo verso il nostro tavolo sempre mano nella mano, mentre Daniele non ci scollava gli occhi di dosso. Aveva perso la sua occasione ormai e mi pareva di capire che a Sara gli dava anche un po' fastidio.
Ci sedemmo e fummo serviti. Finita la cena ci dirigemmo all'ampissimo anfiteatro dove di solito l'animazione organizzava le serate.
Guardammo i bambini che si divertivano un mondo a ballare la babydance mentre i loro genitori li fotografavano a loro insaputa.  
Alle nove e trenta in punto il capo animatore annuciò l'apertura della serata, quella sera dedicata alla discoteca.
Fecero partire subito musiche disco tipo Your Love Is My Drug o Gettin'Over You, Memories, Kiss n' Tell, Tik Tok, If We Ever Meet Again.
Erano tutte canzoni che io e Sara avevamo ballato durante quella settimana e anche se non si sarebbe potuta agitare volle a tutti i costi entrare in pista. Un paio di canzoni le ballammo come si faceva di solito in discoteca, ma quando si formò il "Cerchio"  nella quale i più dotati in fatto di brakdance o tektonik si esibivano, Sara mi trascinò dentro per danzare sulle note di Tecnologic, quando aveva terminato di insegnarmi i passi e io li vevo imparati davvero bene anche lei aveva ammesso che ballavo davvero bene se mi impegnavo, perciò accettai e mi impegnai il più possibile per non farle fare figuracce. Finita la musica ci fu un applauso generale, erano rimasti tutti increduli difronte al nostro spettacolo. Quando però partì Telephone io non mi ricordavo i passi, perciò lei decise di ballare da sola. Era una coreografia creata nel suo stile: danza moderna , il cerchio is era allargato perchè tutti la volevano vedere, perciò ad un certo punto per evitare che si creasse la ressa senza smettere di ballare salì sul palco lì vicino in modo che tutti la potessero vedere.
Era davvero spettacolare, ci metteva energia, grinta e passione.. fu questo che ipnotizzò gli spettatori. Quando la musica cessò un tifo incredibile la accolse. In tutti i casi non continuò, scese e lasciò che la serata continuasse per il suo corso.
Mi raggiunse velocemente mentre tutti ricominciavano a ballare come prima.
Mi prese per mano e mi sussurò un grazie all'orecchio prima di darmi un tenero bacio che mi sorprese parecchio.
Continuammo a ballare come tutti gli altri ma molto più moderatamente.
Circa un ora dopo la musica cambiò... Un dolce lento uscì dalle potenti casse.
La avvicinai a me stringendola dolcemente ma anche un po' egoisticamente.
Lei intrecciò le mani dietro il mio collo.
- Sei stata formidabile, tutti ti guardavano ammaliati prima -
- Volevo divertirmi un po' - Rispose ridendo
- E comunque ti assicuro che anche tu sei stato fantastico, ci hai messo davvero forza e grinta, quello che ti ho sempre chiesto mentre ballavamo le altre mattine ma che tu non sei mai riuscito a dare completamente - Aggiunse.
Rimasi sbalordito.
- Tu mi hai guardato mentre ballavo? - Chiesi un po' sorpreso, non pensavo che mi stesse guardando, la vedevo così presa.
- Certo, una buona ballerina deva anche saper stare in armonia con i suoi compagni, deve osservare le loro mosse e i loro movimenti... solo così si può creare una squadra unita. E' quello che hai fatto anche tu senza rendertene conto -
Sorrisi felice di averla resa soddisfatta.
- ... Grazie, vedi che anche io so fare qualche cosa ! -
- Tu non sai fare qualche cosa... tu sai fare tutto! anche sa all'inizio ti può sembrare di non riuscirci, con un po' di volontà riesci  a raggiungere ogni tuo obiettivo-
E mentre le note di I Belive I Can Fly si facevano più intense la baciai con amore e intensità. 

Scusate tantissimo il ritardo, ma tra una gita e l'altra la stanchezza sembra avere il sopravvento.
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Se la storia comincia a farsi noiosa o non vi convince più, fatemelo sapere che la concludo presto, altrimenti ... vedrete cosa succederà.
Un saluto enorme a Chiara e Giulia... ( Il Trio Glorioso : D )
baci dalla vostra Sweetie <3

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Capitolo 11
*** Intima Illusione ***


10 - Intima Illusione Grazie, grazie, grazie, non so, ma ho come la sensazione che non smetterò mai di ringraziarvi per il sostegno...
Risposte alle recensioni-
Jas_93:
innanzitutto, grazie mille! Hai ragione, trovare dei ragazzi così penso che sia più o meno impossibile. Non sarà proprio così, Daniele, vedrai, capirà che Sara appartiene al nostro amato licantropo, ma di certo non ti odio perchè lo reputi simpatico. Ti devo confessare che in raltà Daniele esiste realmente e ti assicuro è un figo pazzesco e pure simpatico ; P
MissFify:
Io ho ricevuto da te solo un messaggio al quale ho risposto, e te ne ho inviato anche un altro 
Si la storia è ambientata nell'anno corrente, lo so che pure un cieco lo riconoscerebbe Taylor, ma così la storia tra lui e Sara non potrebbe essere così come è, sarebbe tutto molto diverso.  
P.S Credo che tu mi abbia passato la febbre per gli Evanescence e i Muse : D !!!
Vi avverto che questo capitolo sarà un po' particolare perchè ho curato un PoV che aiuta a capire il perchè della scelta del titolo di questo capitolo.

Intima illusione

PoV: Sara
Quando la serata terminò ci dirigemmo verso la hall per rientrare nelle camere. Mentre salivamo le scale Taylor ricevette una telefonata... non avevo mai sentito o visto il suo cellulare, in tutti i casi non rimasi sorpresa quando estrasse dalla tasca l' Iphon più cpstoso e tecnologico  che potesse esistere.
Non guardai chi telefonasse, non volevo apparire invadente o addirittura gelosa anche se a dire il vero morivo dalla curiosità.
Rispose in americano, ovviamente, era la sua lingua madre prima dell' Italiano. Avendo studiato per parecchi anni l'inglese e avendo partecipato anche a corsi d'approfondimento, riuscii a capire ciò che disse. Sono sicura che non me lo volesse tenere nascosto se no si sarebbe allontanato invece di tenermi stretta per mano.
- Vogliono che vada ad una serata per la promozione di BrakingDawn in America, dovrei stare via due giorni appena, ma non voglio partire. Non voglio lasciarti qui sola - Mi informò appena terminò la telefonata.
- No, non ti devi preoccupare, io me la caverò... per due giorni, cosa sarà mai! -
- Ma proprio ora che sei del tutto sola, non c'è nemmeno Chiara o Davide... -
- Tu non ti preoccupare, è importante che tu ci sia... sei il preferito delle TeenAgers! - Gli risposi facendo un sorrisetto malizioso.
- Sei davvero sicura? Se vuoi ti posso portare con me -
- Non mi posso muovere per almeno una settimana... ricordi cos'ha detto il dottore? -
- Già, non mi ricordavo più... - disse con aria triste.
Gli sollevai il mento con una mano perchè mi guardasse negli occhi.
- Stai tranquillo, sarò qui ad aspettarti quando torni, non puoi rinunciare. Le tue fan ti aspettano! -
Tutti erano già rientrati nelle stanze perciò nessuno avrebbe potute ascoltare la nostra conversazione.
Gli sorrisi con affetto.
- Quando è prevista la partenza? -
- Dopodomani, alle due di pomeriggio -
- E il ritorno? - Chiesi con finta idifferenza
- Due giorni dopo, verso le cinque di pomeriggio - Rispose
- Coincide con la data di arrivo dei miei genitori, l'ho saputo poco prima di cena ma mi sono scordata di dirtelo... -
- E quando ripartono? -
- Tre giorni dopo, farai in tempo a conoscerli se te la senti -
- Non so se essere strafelice o terrorizzato all'idea... ma ne sono alquanto lusingato -
Risi divertita, ero anche io sinceramente terrorizzata all'idea di dirgli che avevo trovato il ragazzo, non avevo idea di come avrebbero potuto comportarsi dato che era il primo amore.
- Si vedrà... è un passo che presto o tardi ci toccherà fare - Dissi ancora divertitra all'idea delle possibili espressioni.
- Hai ragione -
Ormai eravamo giunti davanti alla mia porta, ci salutammo e ognuno andò aavrei fatto dormire.

I due giorni successivi passarono veloci. Troppo veloci. Non facevo pesare a Taylor il fatto che dovesse partire, in alcun modo, però ne soffrivo. Cosa avrei fatto sola soletta per quarantotto lunghissime ore?
A dirla così pareva uno sherzo.
Fatti i pochi bagagli necessari venne nella mia camera a chiamarmi. Voleva che andassi con lui all'aereoporto almeno. Io lo stavo aspettando sul balcone. Adoravo quel balcone, le fioriere riempite di gerani rossi meravigliosi che pendevano dal balcone formando cuori enormi. Indossavo il prendisole rosso che avevo utilizzato il giorno che ci eravamo conosciuti veramente. ( vedi capitolo Un silenzio perfetto )
Ero a piedi nudi e affacciata al balcone guardavo il panorama. La brezza leggera proveniente dal mare mi accarezzava i capelli e li spostava sulle spalle, anche il prendisole svolazzava leggero diventando aderente al corpo e mettendo in risalto il mio corpo. Il colori dell'acqua erano meravigliosi, sfumati mano a mano che il fondale si abbassava. La spiaggia era animata dai colori degli ombrelloni, disposti in file larghe e comode e non fitte e strette che impossibilitavano ogni movimento. La sabbia bianca e fine quasi abbagliava. Chiusi gli occhi per imprimermi questo momento speciale nella mente. Non sentii il rumore della porta che si apriva e si richiudeva alle mie spalle, ma mi accorsi della sua presenza quando mi si affiancò posando il braccio attorno al mio fianco. Ora sì, era un momento davvero magico e perfetto. Mi voltai e vidi che mi osservava, mi sorrise. Sembrava un semidio, indossava i classicissimi "Jeans e T- Shirt (bianca)" perfetti per il viaggio, ma era rilassato e sereno e si godeva quegli ultimi attimi di mare prima di partire per lavoro.
Intanto faceva scorrere lentamente un dito dal mio fianco fin sotto l'ascella.
- Hei! smettila che mi fai il solletico - Dissi ridendo
- Ah sì! - Esclamò e prese a farmi il solletico sulla pancia, mi misi a ridere più forte cercando di divincolarmi
 Mi prese in braccio girando, mentre l'eco della risata proseguiva.
 In quel momento mi accorsi che il famoso Harry, il maggiordomo, ci stava facendo delle foto a nosra insaputa.
- Salve signorina - Disse imbarazzato
- Salve! - Dissi sorpresa ma felice
- Mi scusi non volevo disturbarvi, ma eravate talmente carini che davvero non ho resistito ad entrare per fotografarvi -
- Non si preoccupi, a me non da fastidio che sia entrato... Mi dia del tu, preferisco di gran lunga, mi fa sentire vecchia da essere chiamata "lei" - Dissi sorridendo.
- Rispetterò il su...il tuo desiderio se anche tu mi dai confidenza - disse correggendosi.
- Certamente... Harry - dissi con titubanza.
- Finalmente ti conosco, Taylor non faceva che parlare di te, Sara qui, Sara là !!! -
Osservai Taylor sorridendo, aveva sul volto un'espressione lievemente imbarazzata, mi fece ridere ma riuscii a trattenermi
- Amche a me fa piacere conoscerti, non ho mai avuto il piacere di incontrarti ingiro per il villaggio ... -
- Lo so, appena posso vado a visitare paesi qui vicini, ma quando ci  sono preferisco tenermi lontano da Taylor, perchè ognuno, secondo me, deve vivere la sua vita -
- Hai ragione -
- Ora vi lascio soli ... - Disse uscendo dalla porta con un sorriso.
- E' davvero un uomo delizioso e saggio il tuo maggiordomo -
- Sì, ormai lo considero come un amico - Mi guardò e mi sorrise divertito.
- Che c'è da ridere ?! -
- Adesso so che soffri il solletico ... -
- Non ci provare... no, non ... basta - Cercai di rimproverarlo mentre ricominciava, ma le riste non mi permisero di terminare la frase.
Meno male che la tortura smise dopo pochi minuti.
- Dobbiamo andare Amore -
Sorrisi, quando mi chiamava così un brivido di piacere mi correva lungo la schiena.
- Ok, mi metto le scarpe e andiamo -
Presi le ballerine bianche che avevo già preparato e le infilai con riluttanza, non volevo mi lasciasse, anche solo per pochi giorni ma il pensiero mi faceva stare male.
Dopo un'oretta di viaggio arrivammo all'aereoporto. Scaricò un piccolo borsone e se lo mise in spalla. Mi prese per mano,  buon segno, pensavo non lo volesse fare per paura di essere riconosciuto.
Lo accompagnai fino all'imbarco. A quel punto appoggiò la valigia e mi prese anche l'altra mano.
- Ti amo - Mi disse
- Torna presto, non ti posso dire di fare con calma perchè non è propriamente quello che desidero - Gli confessai
- Lo immaginavo, e comunque tornerò il prima possibile -
Mi prese il volto tra le mani e mi baciò, fu un bacio intenso ma già carico di nostalgia; poi mi abbracciò forte, avrei voluto tenerlo così stretto a me per sempre ma lo lasciai andare, infondo sarebbe tornato presto, anzi prestissimo.
- Fai buon viaggio - Sussurrai
- Ti chiamo appena arrivo -
- Ok, aspetterò la tua chiamata, qualunque ora sia -
Un altro piccolo e tenero bacio e poi si voltò imbarcandosi.
Il viaggio di ritorno fu più lungo ma se non altro abbastanza piacevole. Chiacchierai con Harry del più e del meno. Mi raccontò addirirttura com'era il mio ragazzo da bambino. Feci un bel po' di risate pensando a tutti i disastri che poteva aver combinato.
Una volta arrivati decisi di fare il giro largo e passare per la piscina.
Mentre facevo il giro a bordo vasca Daniele mi vide e mi venne incontro.
- Ciao Sara ...-
- Ciao - Risposi cortesemente cercando di apparire allegra
- E Matteo? Di solito siete inseparabili - Chiese riferendosi a Taylor
- E' partito per un paio di giorni, poi torna -

PoV: Daniele
La vidi entrare in piscina e rimasi incantato da tanta bellezza.
Notai subito che non era un giorno particolarmente felice, aveva un aria... malinconica
Le andai in contro e mi accorsi di un particolare a cui non avevo fatto caso immediatamente. Era sola.
- Ciao Sara ... - La salutai
- Ciao - Rispose cortesemente.
- E Matteo? Di solito siete inseparabili - Chiesi forse con poco tatto
- E' partito per un paio di giorni, poi torna - Rispose con aria malinconica
Appena pronunciò quelle parole provai un'intima felicità che feci fatica a contenere. La sanguisuga era fuori gioco per un paio di giorni, forse avevo qualche possibilità di riconquistarla.
Sapevo grazie ad una ragazza un po' troppo chiacchierona che lei e le sue amiche mi venivano dietro, il fatto è che al contrario di tante ragazze non sie erano mei sbilanciate.
- Mi dispiace... - Risposi con un falso tono dispiaciuto.
- Beh, penso che ora avrai più tempo da dedicare alle nostre attività... anzi il mio capo di dovrebbe chiedere una cosa -

PoV: Taylor
Appena mi accomodai sull'aereo mi venne un flesh nella mente...
Per due giorni sarebbe rimasta sola con quell'avvoltoio di Daniele. All'inizio non mi ero reso conto di come la guardasse in realtà. All'inizio mi pareva che la guardasse solamente affascinato, ma dopo avere saputo quello che Sara mi aveva detto avevo capito che era geloso e mi considerava come un rivale perchè non avrebbe più potuto riconquistarla.
Lo so che non sarebbe stato molto corretto, ma avrei chiesto ad Harry di guardare dove fosse andata.
Non mi sentivo leale, anzi, mi sentivo un verme, ma avevo paura... paura di perderla, di perdere la cosa più importante della mia vita.
Sì, Sara era diventata la più importante ora, addirittura più della mia famiglia e della mia stessa vita.
Non era solo bella d'aspetto, perchè dovevo ammetterlo, lo era veramente. Ma specialmente di carattere, era davvero una brava ragazza. E, cosa più importante di tutte: l'amavo. E lei amava me.
Mi infilai l'Ipod nelle orecchie, la prima canzone che partì fu Good Enought, la canzone del primo bacio.
L'aereo decollò e io mi addormentai sognandola, sulle note della nostra canzone.

PoV: Sara
Ero davanti al capo animatore, Daniele aveva detto che mi voleva chiedere una cosa, ma anche se sapeva cosa non me l'aveva voluto dire.
- Ciao ... Sara -
- Salve - Risposi
- Ti ho osservato ieri sera mentre ballavi, e sono rimasto davvero impressionato. Ti ho fatto chiamare per dirti che ho bisogno di te. Vedi, la nostra coreografa e ballerina principaleClaudia si è ammalata e per due settimane è del tutto fuori gioco... tu ci potresti dare una mano per la preparazione del musical di fine settimana? -
Sulle prime rimasi sbalordita e anche un po' intontita. Ne ero molto lusingata.
- Certo, sarò felicissima di aiutarvi, qual'è il tema del musical? -
- Avremmo scelto High School Musical 2 -
- Perfetto e... chi dovrebbe fare il protagonista assieme a Claudia? -
- Inizialmente era stao scelto il DJ: Marco, ma se vuoi il tuo ragazzo potrebbe fare la parte insieme a te, ho visto che anche lui se la cava -
- Perfetto, ne sarà entusiasta! -
Con la coda dell'occhio sbirciai Daniele che era rimasto di fianco a me in silenzio. Quando il capo animatore aveva fatto la proposta, aveva stretto i pugni e serrato la mescella, aveva abbassato lo sguardo.
- Di solito ci riuniamo la notte, appena finita la serata e alla mattina presto, ma se ritieni che non basti potremmo trovarci anche dopo pranzo prima che ricomincino le attività -
- Perfetto, a me va benissimo, se mi fai avere le musiche che magari nel frattempo comincio ad inventare le coreografie -
- Sì, cominceremo le prove lunedì dopo pranzo... va bene? -
- Certo, perfetto così anche Ta ... Matteo fa in tempo a tornare. E' partito per problemi in famiglia ma torna tra due giorni esatti -
- Ok, Allora ci si vede in giro -
- Ok, arrivederci e grazie -
- E ... chiamami Peo - Disse mentre mi stavo chiudendo la porta alle spalle.
Era un uomo simpaticissimo, avevo provato ad assistere agli spettacoli che organizzava alla sera ed erano davvero divertenti.
- Grazie ... - Dissi a Daniele appena fummo di nuovo in piscina.
- No, non devi ringraziare me, io ho fatto solo da potavoce perchè già ti conoscevo -
- Come sta tuo fratello? -
- Bene, sta crescendo e sta diventando un po' una testa calda -
- Come suo fratello del resto, o no? - Dissi ridendo
- Già... forse anche meno di me - E rise a sua volta
- E comunque ora ha solo dodici anni, è ancora presto per dirlo - Concluse
- Sì hai ragione. e i tuoi fratelli come stnno? -
- Non male, quello piccolo sta diventando come l'altro ovvero rompiscatole insopportabile, ma a parte questo stanno bene - Dissi sorridendo
- Quindici anni, chissà com'è diventato. Mi ricordo che pareva più piccolo, era magrolino e basso -
- Hai ancora un immagine di lui? Ecco scordatela completamente perchè è cambiato parecchio. E' alto e muscoloso... hai presente ... Taylor Lautner ? - Osai
- Sarebbe? il licantropo di Twilight ? -
- Esatto proprio quello -
- Sì ho presente -
- Ecco, sono molto, ma molto simili -
- Wow, un fratello licantropo! - Scherzò
Risi, per lo meno era simpatico. E dovevo ammettere a me stessa che non era per niente male come aspetto, anzi...
Non fossi così innamorata di Taylor, ci avrei fatto un pensierino.
- Scusa ma ora devo proprio tornare alle mie attività oppure Peo mi licenzia - Disse sorridendo
- Ok... e se la palestra è libera io vado a preparare le coreografie -
- Ciao, ci si vede - Mi sautò
- Ciao -
Corsi in camera a cambiarmi e a mettere il completo Dimensione Danza che avevo usato la prima volta con Taylor. Presi un borsone con dentro un asciugamano e il prendisole. Vi infilai anche le mezze punte e corsi giù verso la reception.
Mi feci dare le chiavi della palestra e corsi giù. Ormai erano passate due ora dalla partenza di Taylor ma non sapevo bene quante ce ne sarebbero volute... forse otto.
Mi avvicinai allo stereo, Peo aveva selezionato quasi tutte le canzoni tranne qualcuna per accorciare un po' lo spettacolo.
La mia preferita in assoluto era qella finale che nel film veniva ballata attorno alla piscina.
Cominciai a lavorare sulle prime canzoni. Erano facili e orecchiabili perciò mi ci volle davvero poco tempo, alemno mi sembrò poco tempo ma all'improvviso mi accorsi che ormai erano passte quattro ore da quando ero entrata e tra poco sarebbe stato l'orario di cena.
Avevo fatto quattro canzoni ma me ne restavano altrettante.
Era divertente.
Corsi di nuovo in camera, mi lavai e mi cambiai infilandomi semplicemente un paio di jeans attillati, le mie converse nere e una maglietta a maniche corte nera con un basso elettrico bianco messo di traverso.
Nel corridoio incontrai Harry, e gli chiesi se voleva cenare al tavolo con me. Accettò volentieri. Nonostante tutto non volevo cenare con Daniele, avrebbe potuto fraintendere e non mi andava di creare squilibrio.
La cena fu piacevole.
Passate otto ore esatte ricevetti la telefonata di Taylor.
" Finalmente, non aspettavo altro che ascoltare la tua voce Amore " Mi disse
- Anche io Taylor, non sai quanto mi sei mancato e quanto mi manchi, c'è una cosa però che ti farà sicuramente piacere... -
" E' morto Daniele ? " Chiese speranzoso
- No... - Dissi mettendomi a ridere di gusto
- Seeei geloooso vero? -
" Da morire "
Risi ancora più forte
- No, Daniele sta bene ed è ancora vivo e vegeto. Peo, il capo animatore ci ha chiesto se vogliamo prendere parte al musical che orgnizzano per settimana prossima. Fanno Haigh School Musical 2 e vogliono che io gli faccia da coreografa e da personaggio principale. In sostanza io sarò Gabriella e tu Troy -
" Fantastico, a me va benissimo. Specilmente se dobbiamo ballare!" Disse sincreamente sorpreso e entusiasta.
- Perfetto, si comincia appena torni: lunedì -
" Perfettissimo, lo sai che ti amo? "
- Sì lo so, ed io amo te ... Che ore sono da voi? -
" E' Mezzogiorno, e ho fame perchè non ho ancora cenato/pranzato a seconda dei punti di vista... e poi ho sonno "
- Ti credo, chiamami quando vuoi, sarò qui ad aspettare la tua chiamata -
" Va bene Amore, ti chiamo appena posso...approposito, ti salutano Robert Pattinson e Kristen Stuart"
Risi sorpresa e divertita
- Ricambio i saluti e di loro che sono attori fantastici e li adoro -
Sentii che traduceva i miei saluti in americano e sentii ridere in sottofondo, erano lì con lui. Probabilmente erano andati a prenderlo in aereoporto
" Ringraziano lusingati "
- Ok, ciao Taylor... ti amo -
" Anche io"
Chiusi la telefonata ancora su di giri per avere conosciuto indirettamente i tre attori della saga, di cui uno era il mio ragazzo.
Quella sera rimasi all'anfiteatro, ma andai a letto presto.

PoV: Taylor
Appena arrivai in aereoporto vidi che Rob e Kris mi stavano aspettando come promesso.
Recitando assieme eravamo diventati buoni amici.
Mentre ci dirigevamo verso la macchina raccontai loro di Sara e dei giorni che avevamo passato insieme. Anche loro convennero con me che a differenza di tante altre era una brava ragazza e non stava con me per interessi.
Appena saliti in macchina la chiamai.
- Finalmente, non aspettavo altro che ascoltare la tua voce Amore - le dissi
" Anche io Taylor, non sai quanto mi sei mancato e quanto mi manchi, c'è una cosa però che ti farà sicuramente piacere... "
- E' morto Daniele ? - Chiesi speranzoso
" No... " Disse mettendosi a ridere di gusto
" Seeei geloooso vero? " Mi chiese stuzzicante
- Da morire - risposi
Rise ancora più forte
" No, Daniele sta bene ed è ancora vivo e vegeto. Peo, il capo animatore ci ha chiesto se vogliamo prendere parte al musical che orgnizzano per settimana prossima. Fanno Haigh School Musical 2 e vogliono che io gli faccia da coreografa e da personaggio principale. In sostanza io sarò Gabriella e tu Troy "
- Fantastico, a me va benissimo. Specilmente se dobbiamo ballare!- Risposi entusiasta..
" Perfetto, si comincia appena torni: lunedì "
-Perfettissimo... lo sai che ti amo? -
" Sì lo so, ed io amo te ... Che ore sono da voi? "
- E' Mezzogiorno, e ho fame perchè non ho ancora cenato/pranzato a seconda dei punti di vista... e poi ho sonno -
" Ti credo, chiamami quando vuoi, sarò qui ad aspettare la tua chiamata "
- Va bene Amore, ti chiamo appena posso...approposito, ti salutano Robert Pattinson e Kristen Stuart - Le dissi, era vero, mi avevano chiesto di salutarla ed io l'avevo fatto.
Rise probabilmente sorpresa e divertita
" Ricambio i saluti e di loro che sono attori fantastici e li adoro "
Riferii ciò che aveva detto, Rob e Kris risero e ringraziarono.
- Ringraziano lusingati -
" Mi fa piacere, ciao Taylor... ti amo "
- Anche io - La salutai e chiusi la comunicazione.
- Deve esserti molto affezionata - Mi disse Rob
- Sì, quanto io lo sono a lei, la amo, come non ho mai amato nessun'altra in vita mia - Risposi
Kris e Rob si guardarano e si sorrisero. I loro occhi erano davvero pieni d'amore, come i miei lo erano per Sara.

PoV: Daniele
Ero in super ritardo, ma sinceramente non mi importava. Dovevo parlare con Sara e dirle che in realtà mi piaceva un sacco e volevo mi desse una possibilità. Anche una sola ma almeno provasse a stare con me. Non riuscivo a trovarla. L'avevo vista a cena, si era vestita da classica TeenAgers. Indossava converse nere straconsumate, jeans attillati e maglietta nera a maniche corte. Mi aveva stupito il suo trucco leggermente dark: si era messa la matita nera attorno agli occhi ( senza esagerare, però di solito preferiva usare colori pallidi come il rosa pastello o addirittura del tutto acqua e sapone) e il rimmel, quella sera per la prima volta avevo notato che all'orecchio sinistro aveva tre buchi, infatti aveva indossato un paio di orecchini neri a forma di basso elettrico e due perle una nera e una bianca ai due buchi extra . Aveva stile, e me ne ero  accorto.
Avevo setacciato il ristorante e la piscina, ma non c'era, a quel punto decisi di fare un giro attorno all'hotel, magari era sulla terrazza.
Appena cominciai a salire le scale della terrazza mi accorsi che era proprio lì perchè riconobbi la sua voce. Stava parlando al telefono.
Capii subito che parlava con Matteo, il suo ragazzo. Probabilmente le chiese se fossi morto perchè lei rispose che stavo bene ed ero ancora vivo e vegeto.
Rimasi sulle scale ad ascoltare la conversazione.
Quando chiuse la telefonata capii che stavo facendo uno sbaglio. Era innamoratissima di lui, come d'altronde lui lo era di lei. Il mio era semplicemente un capriccio. sì proprio un capriccio, o una scommessa; volevo riconquistarla come avevo fatto due anni fa quando era appena adolescente. Non era giusto rovinare la loro giovane storia. Mi sentivo davvero un verme.
La sentii sospirare e capii che stava sorridendo.
Mi voltai e scesi le scale, me stavo arrendendo prima che la lotta avesse inizio, ma era giusto così.
L'avrei solamente fatta soffrire facendo altrimenti.
Era giusto così, mi ero creato un'intima illusione. Proprio: un'illusione.

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Capitolo 12
*** Un dolce risveglio ***


11 - Un dolce risveglio Risposte alle recensioni

jas_93: Sì, hai proprio ragione sono carinissimi insieme i due piccioncini, non mi stanco mai di scrivere di loro due.
Sai avevo pensato di fare proprio come hai pensato tu per HSM2 ma dopo non potevo più concludere il capitolo in quel modo, per far sì che anche Daniele avessa un ruolo un po' più simpatico e non solo da odioso.

MissFify: Di sms te ne ho inviato un altro... l'hai ricevuto??? Detto proprio sinceramente sì mi piacerebbe ...
Lo sai che sei proprio sadica a volte ?!
Quando torni ? io il primo di settembre. faremo in tempo a ri-incontrarci prima del'inizio della scuola???

Godetevi anche questo capitolo e, mi raccomando recensite.

Un Dolce Rsiveglio

PoV: Taylor
Il lavoro che avevo da sbrigare era terminato e aveva avuto un successone, la folla era in delirio totale.
Non vedevo l'ora di tornare da Sara, nonostante fossimo stati lontani solo due giorni io non riuscivo più a fare a meno di lei.
Harry mi aveva detto che le aveva fatto compagnia mentre cenava e avevano chiecchierato amichevolmete mentre erano a tavola.
- Ce la farai conoscere un giorno? - Mi chiese ad un tratto Rob
- Certo, penso che non veda l'ora di incontrarvi -
- Che tipa è? di carattere intendo -
- E' una ragazza tranquilla, tanto per cominciare appena mi ha visto non mi è saltata addosso come tutte le altre ragazze della sua età avrebbero fatto, è dolce, è simpatica e scherzosa, è tenace e solare. L'unico difetto che ha è che a volte si trascura per aiutare gli altri -
- In che senso? - Mi chese incuriosito
Cominciai a raccontargli quello che era successo solo due giorni prima con Chiara.
- Caspita! disposta a tutto pur di farsi in quattro per gli altri -
- Esatto -
- Si vedi che la ami come nessun'altra. Non ti ho mai visto così affezionato a qualcuno, nemmeno della tua famiglia -
- La mia famiglia a parte Harry, non mi ha mai dato niente. Sempre in giro per il mondo. Non mi hanno fatto vivere l'infanzia per la premura di farmi diventare famoso e ricco -
- Lo so, ed è triste -
- Ho imparato a non farvi più caso, anche perchè ora sono al settimo cielo -
- Si vede - Disse lui sorridendo ironico.
Nonostante l'iniziale invidia per il mio fisico Rob era diventato davvero un amico.
- Ciao, ci si vede... verremo presto a trovarvi -
- Ciao, e fai buon viaggio. grazie per aver interrotto le tue vacenze per venire ad aiutarci -
- Di niente e saluta Kris e gli altri -
- Lo farò...-
Mi voltai e mi diressi all'imbarco.
Salii sull'aereo e di nuovo mi addormentai, sarei arrivato il giorno dopo verso le sei di mattina e per le sette sarei stato all'albergo. Ero riuscito a liberarmi prima del previsto.  Non telefonai a Sara perchè le volevo fare una sorpresa.
Arrivai all'orario previsto. Harry mi aspettava sulla jeep che gli avevo regalato per il suo compleanno. Lui aveva preferito affrontare il viaggio in auto perchè aveva paura dell'aereo.
Lo salutai con un abbraccio e poi caricata la valigia saltai in macchina al posto del guidatore. La guida di Harry era sicura ma lenta, mentre io non vedevo l'ora di arrivare dalla ragazza he amavo.
In tre quarti d'ora fummo all'albergo. Corsi in camera a cambiarmi. Indossai una maglietta a maniche corte al posto della camicia e un paio di bermuda della adidas simili a quelli che avevo indossato per ballare al prima volta con Sara. Finito di prepararmi, alle sette mi diressi verso la sua stanza. Pensavo si fosse già svegliata, invece quando entrai con la tessera di scorta che mi aveva dato la trovai ancora addormentata.
L'ultima volta che l'avevo fista priva di coscienza il suo volto era avvampato e la sua espressione tormentata, ora era del tutto diversa.
Era serena e innocente, pareva avesse il sorriso sulle labbra. Era coperta fino al bacino con un lenzuolo candido che profumava di ammorbidente.
Chiusi la porta e mi avvicinai al letto inginocchiandomi. Seguii il profilo del suo braccio con un dito e vidi che ebbe un brivido anche nel sonno. Sorrisi vedendo che nonostante fosse del tutto ignara che le fossi accanto, il suo corpo reagiva al mio tocco involontariamente.
Rimasi forse un'ora ad osservarla. Era bellissima anche addormentata. Aveva un fascin particolare... quasi infantile.
Non avrei voluto svegliarla, ma non resistevo più. Mi avvicinai ancora di più. Avvicinai il mio volto al suo molto lentamente e le diedi un delicato ma dolcissimo bacio sulle labbra morbide. Quella lieve pressione la svegliò e vidi i suoi bellissimi occhi castani illuminarsi quando capì che ero tornato.
Si sedette sul letto tstrofinandosi gli occhi.
Appena si rese davvero conto di come si fosse svegliata si mise in ginocchio sul letto abbracciando con le braccia il mio collo e posando di nuovo le sue labbra sulle mie. Risposi al bacio volentieri. Si capiva che anche lei aveva voglia di riabbracciarmi. Era un bacio intenso e appassionato come non lo era mai stato.  
Appena cercai di staccarmi fece un verso di disapprovazione e tornò a baciarmi.
- Hei - dissi sorridendo senza allontanare troppo le labbra dalle sue.
- Come mai questa passione? Nostalgia o senso di colpa? - Le chiesi senza smettere di sbaciucchiarla
- Secondo te? - Mi chiese a sua volta aumentando l'intensità e la pressione del bacio.Fece scivolare una mano tra i miei capelli.
Quell'ultimo bacio mi stordì, fu però un dolce stordimento.
- Nostalgia, ne sono sicuro - Mi diede un ultimo breve e tenero bacio, poi scoppiò a ridere
- Mio Dio! Non pensavo una persona mi potesse mancare talmente tanto! -
Risi anche io. Aveva sfogato la voglia che aveva di riavermi accanto a sè e anche la mia nostalgia si era placata.
- A me fa solo piacere... -
La abbracciai forte, avevo bisogno di sentirla accanto a me e per me.

PoV: Sara
Dopo quella sera Daniele non era più stato insistente e mi venne il dubbio che la sera precedente i passi che avevo sentito sulle scale della terrazza fossero i suoi, non ci pensai però più di tanto.
Ero preoccupata perchè Taylor non mi aveva chiamata e non sapevo se fosse già partito o stesse ancora lacorando. Non volli disturbarlo però, non mi andava di fare la ragazza appiccicosa e supergelosa. Le avevo sempre odiate quelle persone.
La sera del secondo giorno della sua assenza ero rimasta in palestra fino alle due di notte a provare i passi e inventare le coreografie per il musical.
Andai a dormire che ero stravolta letteralmente. Mi lavai e infilai i pantaloni aderenti grigi del pigiama e la maglietta azzurro cielo a maniche corte.
Mi buttai sul materasso morbido e nel giro di un minuto già dormivo.
Una morbida pressione sulle labbra che dopo qualche istante capii era un bacio, mi svegliò. Nel sonno avevo avuto come la sensazione che Taylor mi fosse accanto e mi stesse osservando. Mi sedetti sul letto strofinandomi gli occhi per accertarmi di non stare ancora sognando. Taylor era lì in piedi artefice del mio risveglio, sentii l'adrenalina cominciare a scorrere nelle vene. Inginocchiandomi sul materasso gli gettai le braccia al collo baciandolo con intensità e passione come non avevo mai fatto. Anche lui rispose al bacio alquanto volentieri. Appena avvertii che la pressione si faceva più flebile e le sue labbra si staccavano dalle mie gemetti come in segno di disapprovazione e tornai a baciarlo.
- Hei - disse sorridendo senza allontanare troppo le labbra dalle mie
- Come mai questa passione? Nostalgia o senso di colpa? - Mi chiese alludendo a Danielete, sempre senza smettere di sbacciucchiarmi
- Secondo te? - gli chiesi aumentando l'intensità e la pressione del bacio per fargli capire che l'amavo più di me stessa e non avrei mai fatto a cui lui alludeva.
Quel bacio ci stordì entrambi.
- Nostalgia, ne sono sicuro - rispose afferrando il concetto. Gli diedi un ultimo e breve bacio e infine scoppiai a ridere.
- Mio Dio! Non pensavo che una persona mi potesse mancare talmente tanto! - Dissi sorpresa di mè stessa. Rise anche lui.
- A me fa solo piacere ... - Disse per tranquillizzarmi e farmi capire che non avevo esagerato.
Mi abbracciò forte ed io mi lasciai cullare dal suo tepore.
- Come mai così presto? - Gli chiesi. Aveva detto che sarebbe tornato verso le cinque di pomeriggio.
- Mi sono liberato prima dal lavoro che dovevamo sbrigare -
- Non hai chiamato, pensavo stessi ancora lavorando -
- Non ho chiamato solamente perchè volevo farti una sorpresa -
- Sei riuscito nel tuo intento... - Dissi sorridendo felicissima.
- E Daniele? - Mi chiese con una punta di gelosia nello sguardo
- Mi ha lasciato in pace... credo abbia sentito la telefonata dell'altra sera e abbia rinunciato -
- Speriamo sia così - Disse rallegrandosì un po'
- Ti ricordi che questo pomeriggio arrivano i miei genitori assieme ai miei fratelli? -
- Sì, come faccio a scordarmi la mia condanna a morte! -
- Suu non essere così tragico, al massimo riceverai qualche frustatina, ma non si arriverà alla morte. Fidati conosco i miei genitori - Scherzai
- Ah bè, se si parla di frustatine si potrebbe rischiare - Disse lui reggendo il gioco.
- Ti lascio vestire così andiamo insieme a fare colazione -
- Va bene - Risposi.
Mi feci la doccia e indossai il costume nero. Indossai una canottiera rossa con le spalline e sopra una camicia stile country scozzese rossa blu e marrone. Sotto indossai un paio di mini jeans e un paio di infradito bianche.
Quando fui pronta scendemmo insieme come al solito mano nella mano.
Dopo colazione andammo  in piscina così nel caso fossero arrivati prima del previsto li avrei notati.
Mi stesi sulla sdraio a prendere il sole e solo verso mezzogiorno decisi di fare un tuffo per rinfrescarmi.
Pranzammo e prima che cominciasse la prova per il musical decisi di telefonare a Chiara, volevo sapere come stava dato che da un po' non si faceva viva.
- Ciao, come va? - Le chiesi appena aprì la comunicazione
" Insomma... qui siamo tutti a pezzi. I tuoi genitori sono venuti al funerale, non sapevo li avessi avvisati "
- Era il minimo che potessi fare. Io non potevo esserci per motivi di salute ma la mia famiglia doveva comunque in qualche modo rendere omaggio -
" Ne sono stata felice, ma credo che anche se non li avessi obbligati sarebbero venuti ugualmente "
- Sì ne sono certa. Davide è lì con te o è tornato a casa? - Le chiesi incuriosita
" No, è rimasto con me e non mi lascia un secondo. Ho bisogno di lui quanto lui ha bisogno di me, è così tenero ... - Disse sollevandosi un po'"
- Lo immagino - Dissi
" Senti, ho visto Taylor al telegiornale mentre pubblicizzavano Braking Dan, avete litigato e lui è scappato in america? " Mi chiese
- No, assolutamente no. E' andato in america due giorni per la promozione del film ma è già qui con me e ti saluta con affetto -
" Ah ci sembrava strano a me e Davide. Dopo avervi visti così innamorati e affiatati ... era pressochè impossibile credere che vi foste già separati "
- Già... -
" Siete proprio una bellissima coppia Sara, tienilo stretto "
- Lo farò... comunque anche voi non scherzate - Le dissi. Non era una scusa, lo pensavo seriamente.
Ci fu un silenzio che durò alcuni secondi durante il quale ognuna era immersa nelle proprie riflessioni
" Bè, ti saluto. Vieni a trovarmi presto. Sono qua ad aspettarti " Mi disse con aria triste
- Verrò presto te lo prometto, telefona qualche volta. Quando ti pare... se hai bisogno di sfogarti di parlare io ci sono, ricordatelo -
" Non dimenticherò "
- Ti voglio bene Chiara -
" Anche io te ne voglio... Ciao " E conclusi la telefonata.

- Come sta? - Mi chiese Taylor
- Mi è sembrata a pezzi -
- Lo immaginavo -
- Forza, a cambiarsi, ci sono le prove - Dissi
- Già, me ne ero del tutto scordato -
Salimmo in camera a cambiarci. Quando arrivammo in palestra non c'era ncora nessuno ma sarebbero arrivati a momenti.
Ci sistemammo e cominciai a mostrargli alcuni passi del primo duetto di Troy e Gabriella. Nel giro di due minuti arrivarono tutti quanti. Erano esattamente in sedici: otto uomini e otto donne. Tutti avevano già i ruoli e le parti assegnate.
Cominciai con un piccolo riscaldamento e poi lavorammo duramente sui passi per due orette buone. Stavamo facendo un buon lavoro.
MI faceva quasi impressione: una sedicenne che insegnava a ragazzi anche ventenni.
Si erano fatte le tre e mezza ormai.
Io e Taylor rimanemmo in palestra fino alle quattro e mezza per esercitarci sui nostri duetti. Alla fine avevamo completato le due coreografie.
Era divertente ma anche impegnativo.
Finito l'allenamento ci buttammo in piscina. Quasi non feci in tampo a tuffarmi che vidi la mia famiglia fare capolino dall'entrata del parcheggio. Gli corsi incontro ancora un po' gocciolante. Perfino mio fratello quindicenne si fece abbracciare. Li accompagnai nella hall dove gli venne assegnata la stanza. Concordammo che ci saremmo trovati più tardi per cena al ristorante così avrebbero avuto il tempo per sistemarsi e lavarsi.
Gli anticipai che dovevo presentare loro una persona, ma sospettavo anzi ne ero praticamente certa che Chiara avesse già spifferato tutto aggiungendo anche un commento personale. Indossai i jeans e una semplice t-shirt. Dopo aver fatto la doccia scesi trascinando Taylo per mano, aveva paura.
- Stai tranquillo, Chiara avrà già spifferato tutto, figurati se tiene la bocca chiusa - Gli dissi per tranquillizzarlo, ma questo parve aumentare la sua tensione.
I miei genitori ci guardarono scendere guardandosi tra loro sorridendo.
- Mamma, papà... questo è Taylor Lautner. Mio futuro collega e... ragazzo - Dissi quando fui sicurissima che nessuno ci sentisse
Il sorriso dei miei genitori si allargò
- Finalmente abbiamo il piacere di incontrarti - Disse mia mamma sorridendogli
- Il piacere è mio - Disse Taylor stringendo la mano a entrambe i miei genitori
- Chiara ci ha raccontato di quanto siete affiatati, simo felici che Sara abbia trovato qualcuno che le voglia davvero bene - Disse mio papà intromettendosi nel discorso
Sorrisi allegra, ai mei genitori piaceva.
Taylor si rilassò, anche a lui piacevano i miei genitori. Durante la cena lo trovai particolarmente in sintonia con i miei fratelli e mio padre. Chaccieravano di arrampicata e più in generale di fisico e di sport mentre la mamma commentava in generale l'hotel.
- Mi pare di rivivere la mia adolescenza - Se ne uscì ad un certo punto quando fu sicura i non essere ascoltata dagli uomini
- In che senso? -
- Quando io e papà eravamo giovani avevamo lo stesso sguardo che avete voi ora. Si vede che ci tiene molto a te -
- Sì, hai proprio ragione. - e il discorso si concluse. I miei genitori non avevano nulla in contrario al fatto che avessi trovato il ragazzo.
Passammo tre giorni piacevoli e anche dopo la partenza dei miei genitori continuammo ad esercitarci con l'equipe. Nel giro di una settimana esatta lo spettacolo era pronto.
Quella sera mangiammo prima rispetto al solito.
A pochi minuti dall'entrata in scena avevo le farfalle nello stomaco. Ero già salita su un palco e l'emozione era sempre grandissima, ma recitare e danzare con a fianco il mio ragazzo era un' esperienza del tutto nuova e inaspettata.
Gli abiti erano quasi uguali a quelli indossati nel film. Le battute erano identiche e il tutto era uguale al film originale... solo che la versione era italiana.
Quella sera ci divertimmo un sacco.
Dopo il secondo duetto, quello finale Taylor mi cinse i fianche con le braccia. Capii che non stava più recitando. Posando una mano sulla guancia mi baciò.
L'anfiteatro esplose in applausi e grida. Anche la gente aveva capito che in quel momento non stavamo recitando. Tutti si alzarono in piedi battendo le mani. Avevamo fatto effetto e la gente si era innamorata di noi.
Una volta concluso anche l'ultimo balletto la folla impazzì, quasi come allo stadio. Gli animatori erano eccitati dal successo ottenuto e non smettevano più di ringraziarci. Anche Peo venne a congratularsi con noi entusiasta.
Tutte le bambine e le ragazzine erano venute a salutarci felicissime.
Andammo a letto ancora esaltati dall'entusiasmo della gente.
Passarono ancora quattro giorni. Tutta la gente ci salutava sorridente, era una bella sensazione.
Il quinto giorno della seconda settimana mi svegliai con un presentimento. Era la prima mattina nuvolosa in tutte le vacanze.
Scendemmo come sempre a fare colazione insieme e passammo una mattinata tranquilla in piscina nonostante il tempo non fosse dei migliori.
Dopo pranzo successe un fatto strano, cominciarono ad arrivare fiumi di macchine all'albergo. Quando io e Taylor uscimmo dalla porta principale per andare a fare un giro in paese un esercito di paparazzi si scagliò contro Taylor facendo domende e intervistandolo sul nostro amore appena nato. Domande anche insolenti e frivole. Lui mi si parò davanti e mi spinse verso le scale. Corremmo in camera senza rispondere ad alcun giornalista
- Come hanno fatto a torvarmi anche qui? Come cazzo hanno fatto? - Disse rabbioso dando un pugno alla porta del bagno.
- Scusami ti prego, è solo colpa mia... e della mia vita di merda, non ti dovevo mettere così a rschio Sara, scusami, ho sbagliato -
- Tu non hai sbagliato niente,  i pare uno sbaglio provare a costruirsi una vita serena??? - Dissi leggermente isterica
- Non ne ho diritto purtroppo... - Disse sprofondando nella poltroncina.
Mi avvicinai a lui sendendomi sulle sue ginocchia. Mi strinse a sè con delicatezza.
- Ti amo, e porprio per questo non posso metterti a rischio -
- Che vorresti dire? -
- Ci inseguirebbero fino in capo al mondo e non avremmo un attimo di pace. Si inventeranno calunnie sul nostro conto... -
- Non mi importa -
- A me sì, non voglio che rovinino anche la tua vita, è meglio se rimaniamo lontani -
- N..no... - Fu l'unica cosa che riuscii a balbettare

PoV: Taylor
- A me sì, non voglio che rovinino anche la tua vita, è meglio se rimaniamo lontani - Lo dissi tutto d'un fiato. Sentii un dolore lancinante al petto. Sapevo di ferirla ma era la cosa più logica da fare.
- N..no... - Vidi il suo volto rigarsi di lacrime, questa volta non erano il riflesso di quelle altrui. Era una sofferenza tutta sua... nostra. Mi accorsi di avere il groppo in gola e ricacciai a fatica le lacrime.
- Ti prego, non piangere - Dissi soffrendo
In risposta mi baciò e sentii le lacrime salate sulle labbra. Fu un bacio breve ma ne capii il significato: mi amava nonostante tutto e anche se la stavo facendo soffrire i suoi sentimenti non sarebbero mai mutati.
Sì alzò in piedi senza parlare per lacsiarmi uscire dalla stanza. Mi avviai in silenzio verso la porta e voltandomi a guardarla mi richiusi la porta alle spalle.
Stavo facendo la cosa giusta?
Corsi in camera e prparai la valigia chiamai Harry e gli dissi di preparare la macchina, il motivo l'avrei spiegato dopo.
Solo un quarto d'ora più tardi ero in viaggio verso una destinazione ignota. Dopo avere spiegato ad Harry il motivo della partenza si era fatto taciturno e assorto, poi dopo un'ora buona di viaggio parlò
- E' quello che ti dice il tuo cuore Taylor? -
Non risposi, no, no di certo. Il mio cuore mi diceva di starle accanto ogni secondo della mia vita.
Nessuno fiatò per un altra ora buona. Eravamo quasi usciti dalla Puglia ormai.
- Che cazzo sto facendo?! - Dissi rendendomi conto che era tutto sbagliato.
Uscii dall'autostrada e tornai indietro.
Premetti sull'accelleratore e in un'ora e mezza tornai all'albergo.
Corsi in camera senza nemmeno scaricare la valigia. Harry aveva un espressione di trionfo in volto.
Salii per l'ennesima volta quelle scale e mi fiondai nella sua stanza senza però fare rumore.
Non si accorse nemmeno che qualcuno era entrato nella camera.
Era distesa sul letto, in lacrime, con la faccia sprofondata nel cuscino. Non sapevo che fare. Provai un'altra fitta al cuore. Stava piangendo per causa mia.
Mi avvicinai cauto al letto e le sfiorai i capelli con le dita. Sussultò spaventata e si mise a sedere sul letto.
- Che hai dimenticato? - Mi chiese senza usare un tono d'accusa. Semplicemente rassegnato.
-... Ho dimenticato Te - e senza aspettare una risposta la avvicinai a me e la baciai.
- Scusa, non avrei dovuto nemmeno pensarle quelle cose. E' che mi sono spaventato quando ho visto tutta quella calca di gente venirci addosso -
Non disse niente. Si limitò a guardarmi e sorrise.
- Mi potrai mai perdonare e tornare ad amarmi -
- Non ho mai smesso di amarti e non sono mai stata arrabbiata con te, dopo tutto l'avresti fatto solo per proteggermi. -
- Perchè piangevi allora? -
- Perchè sono egoista. Tu devi rinunciare all'amore della tua vita soltanto per evitare che degli scemi senza cervello dicano male di me... -
- Non è da egoisti, io se mai sono l'egoista -
- ... Basta parlare di questo. Ora sei qui e non te ne andrai più perchè non te lo permetterò mai - Disse sorridendo e intrappolandomi in un bacio.
- Mi hai fatto prendere un tale spavento! - Disse poi facendo un respiro profondo per calmarsi totalmente.
Sorrisi, sicuro che non l'avrei mai più lasciata sola. Nemmeno per lavoro.

Angolo SweetDancer96

Volevo avvisarvi che il fatto appena accaduto con i giornalisti , lo so è un po' banale, ma mi sarà di aiuto un po' più avanti.
Mi raccomando, recensite!!!

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Capitolo 13
*** Ricordi la sorpresa? ***


12 - Ricordi la sorpresa? Questo capitolo è dedicato a Francesca ... Grazie di tutto!

PoV: Sara
Appena si richiuse la porta alle spalle non cercai più di trattenere le lacrime e scoppiai in un pianto disperato. Era colpa mia, soltanto colpa mia.
Ero egoista, e lui se ne era andato per porteggere me e la mia immagine. Aveva rinunciato alla sua unica ragione di vita, come mi aveva più volte ripetuto, per far sì che le malelingue non mi danneggiassero.
Nascosi  la faccia nel cuscino e continuai a piangere. Non so per quanto tempo. Potevano essere passati minuti o addirittura ore.
Il mio corpo era continuamente scosso da fremiti a causa del pianto. 
Mi sentii sfiorare i capelli da una mano affettuosa e calda. Non mi ero nemmeno resa conto che qualcuno era entrato in camera. Saltai a sedere sul letto spaventatissima. L'unica cosa che mi aspettavo, certo non era di vederlo lì. Accanto al letto che mi osservava. Provai una felicità immensa che però svanì di colpo, aveva certamente dimenticato qualcosa, ma allora perchè era venuto?
- Che hai dimenticato? - gli chiesi senza alcun tipo di rabbia, solo tristezza nella mia voce.
Rimase a fissarmi negli occhi per alcuni interminabili istanti.
-... Ho dimenticato Te - Disse. Non mi diede nemmeno il tempo di riflettere sul significato delle sue parole. Mi avvicinò a sè e mi baciò con affetto e amore. Capii che era tornato per restare.
- Scusa, non avrei dovuto nemmeno pensarle quelle cose. E' che mi sono spaventato quando ho visto tutta quella calca di gente venirci addosso -
Non dissi niente. Mi limitai a guardarlo e sorrisi vedendo nei suoi occhi la sincerità con cui mi parlava
- Mi potrai mai perdonare e tornare ad amarmi? -
- Non ho mai smesso di amarti e non sono mai stata arrabbiata con te, dopo tutto l'avresti fatto solo per proteggermi. -
- Perchè piangevi allora? -
- Perchè sono egoista. Tu devi rinunciare all'amore della tua vita soltanto per evitare che degli scemi senza cervello dicano male di me... -
- Non è da egoisti, io se mai sono l'egoista -
- ... Basta parlare di questo. Ora sei qui e non te ne andrai più perchè non te lo permetterò mai - Dissi sorridendo e felice gli intrappolai le labbra in un bacio.
- Mi hai fatto prendere un tale spavento! - Dissi poi facendo un respiro profondo per calmarmi del tutto. Mi sorrise dolcemente, felice e sicuro che non mi avrebbe mai più lasciata sola.
Poco più tardi, una volta asciugate le lacrime, scendemmo nella  hall . Nel caso fosse rimasto qualche giornalista avremmo risposto pacificamente alle domande. Tuttavia assistemmo a una sciena piuttosto particolare.
- Come si è permessa?! - Il direttore del'albergo era su tutte le furie. Stava rimproverando un' impiegata.
- Mi scusi, non pensavo potesse causare tanto dissesto - Era una donna giovane. Doveva avere al massimo venticinque anni. Osservai che era pure una bella donna.
- Non avrebbe dovuto azzardare un simile gesto signorina - L'uomo non stava gridando, ma il tono severo e quella altezzosa compostezza mettevano i brividi e davano lo stesso effetto di un' urlata.
La giovane donna ci inchiodò con lo sguardo appena si accorse della nostra presenza. Anche il direttore si voltò nella nostra direzione. Era un uomo sulla cinquantina, brizzolato. Dall'abito elegante si capiva che era un uomo d'affari.
- Salve signor Lautner... signorina Josh - Ebbenesì,  nonostante fossi nata in una famiglia 100% italiana il mio cognome era di origine straniera. Americana o inglese, non lo sapevo, non mi era mai stato detto. Forse perchè nessuno lo sapeva in realtà.
Taylor si voltò verso di me sentendo il mio cognome. In quelle settimane non glie l'avevo mai detto.
Per tutta risposta gli sorrisi divertita.
- Salve - Rispondemmo all' unisono io e Taylor.
- Volevamo sapere io e la signorina qui presente se la visita dei giornalisti vi ha infastidito -
Non sapevamo come rispondere. Certo aveva dato fastidio  ad entrambe specialmente per la conseguenza che aveva avuto, ma come fare a dirlo così schiettamente?
- Non ci ha certamente fatto piacere, ecco - Rispose Taylor abilmente. Non avrei potuto trovare parole migliori
- Concordo - Dissi perchè tutti aspettavano anche un mio resoconto.
- Raccolga le sue cose e venga nel mio ufficio appena ha terminato che le consegnerò le dimissioni - Disse il direttore in tono piatto. L'espressione sul volto della donna era indecifrabile. Il direttore era stato alquanto chiaro e diretto. L'aveva licenziata.
Ci guardò con odio e disprezzo. Specialmente me.
Appena si voltò Taylor mi guardò e mi fece l'occhiolino. La ragazza era gelosa e non si dava pace per il fatto che lui avesse scelto una un po' più giovane, inizialmente non l'avevo capito...
Di colpo mi cadde l'occhio sull'orologio della raception, mancava mezz'ora all'ora di cena. Anche Taylor se ne accorse e ci dirigemmo insieme, ancora sotto l'osservazione di quella donna, verso le stanze.
Mi lavai velocemente e mi vestii più velocemente possibile poi presi il cellulare che era rimasto scarico per un'eternità dato che per chiamare Chiara avevo usato quello di Taylor e l'avviso dell'arrivo dei miei genitori mi era arrivato via e-mail...
Lo misi in carica e lo accesi: in un minuto ricevetti una decina di messaggi e qualche avviso di chiamata persa. Mi sorpresi, di solito nessuno mi cercava così tanto. Lessi il primo messaggio:

Saretta, stai diventando vecchia... se ti trasferisci in america potresti considerarti maggiorenne!
Auguri ancora da
Fra e tutta la famiglia
P.S: Saluta i tuoi fratelli da parte di Tommy che non aspetta altro di rivederli
 
Il mio compleanno! me ne ero del tutto scordata con gli ultimi avvenimenti!!! Tutti i miei amici e anche i miei genitori mi avevano inviato sms simili per augurarmi un buon compleanno, i nonni avevano provato a chiamarmi ma non mi avevano trovato. Li chiamai perchè probabilmente erano offesi. Ringraziai in ritardo tutti quanti e scrissi un messaggio un tantino più dettagliato a Chiara e corsi fuori dalla camera.
Taylor mi stava aspettando appoggiato allo stipite della porta.
- Scusa, ci ho messo un po' -
- No, non ti preoccupare non importa, le donne sono autorizzate -
Sorridemmo. Taylor non mi aveva fatto gli auguri, ma era comprensibile. Glie l'avevo detto due settimane prima e probabilmente mentre lo dicevo era troppo impegnato ad osservarmi. Lo perdonai.
Dopo cena mi propose di andare a fare un giro a Gallipoli e accettai volentieri.
Anche quella sera passamo davanti al negozio d'alta moda dove vendevano abiti da sera elegantissimi. Ancora mi fermai ad osservare l'abito esposto in vetrina che adoravo. Questa volta quando mi voltai Taylor mi stava osservando e sorrideva. Sorrisi anche io e ci incamminammo di nuovo.
Anche quella sera come la sera della cattiva notizia non rientrammo tardi, anzi, alle 10,30 eravamo ognuno nella propria stanza.
Mentre leggevo per prendere sonno udii dei passi in corridoio ma non mi importò più di tanto. Era normale che qualcuno rientrasse nella propria stanza.
Il giorno successivo fu molto più tranquillo rispetto al precedente. Passammo tutta la giornata in spiaggia, non rientrammo in hotel nemmeno per mangiare. Era stata un idea di Taylor. Quando rientrammo erano ormai le sei e mezza.
Quella sera mi volevo vestire un po' elegante perciò ci misi un po' a scegliere il vestito.
Scelsi come sempre un paio di scarpe con il tacco ( avevo un debole per i tacchi nonostante fossi ancora un po' giovane ) e uscii dalla porta.
Ancora Taylor mi stava aspettando appoggiato al corrimano delle scale.
Appena mi vide apparve sul suo volto un'espressione di stupore mista ad ammirazione ed esaltazione.
- I ragazzi che mi vedono in giro con te diventano tutti verdi per l'invidia se continui così... -
Sorrisi lusingata
- Pensa che io mi sono già attirata le antipatie della gente a stare con te e conta che altri milioni di fan rosicano perchè non possono essere al mio posto. - Rise.
- Ma io non ho intenzione di lasciarti nemmeno se dovessero cominciare a tirarmi pomodori e uova marce perchè stai con me - Questa volta risi anche io. Non si definiva un tipo ironico o scherzoso, ma io lo trovavo particolarmente divertente a volte.
- Non te le lanceranno mai se mantieni il fisico e l'aspetto da strafigo ... -
- Pensavo non ti interessasse l'aspetto esteriore -
- Infatti, ma quando ti trovi ad avere un ragazzo del genere con un carattere splendido e dolcissimo, vuoi mettere che non lo prediliga ad uno cesso con lo stesso carattere? -
- Per la serie: anche l'occhio vuole la sua parte ? - Mi chiese con un pizzico di malizia nella voce
- Diciamo di sì... - Risposi
- Sono perfettamente d'accordo -
- Andiamo a mangiare ora - Aggiunse
Una volta scese le scale mi diressi verso la sala ristorante.
- No, non di qui... da questa parte - Disse cingendomi i fianchi con un braccio per indirizzarmi verso l'entrata principale. Lo guardai sorpresa, ma non ebbi risposta. Solo un sorriso che intendeva dire: E' una sorpresa e non ti posso svelare nulla.
Fuori ci aspettava Harry che mi porse il coprispalle e la borsetta che avevo preparato sul letto nel caso fossimo usciti più tardi.
Poi ci salutò e rientrò in albergo.
Davanti a noi era posteggiata una Porche nera nuova di pacca. Taylor mi accompagnò per mano verso il sedile del passeggero e mi aprì la portiera con un gesto di galanteria. Salii in macchina, mi avvolse un profumo misto tra miele e rose. Un profumo familiare, l'avevo già sentito ma non mi ricordavo in quale circostanza.
Non ero mai salita su un auto del genere, e rimasi sorpresa dalla finezza e dall'eleganza di alcuni dettagli.
Poco dopo Taylor mi affiancò accomodandosi al posto di guida. Solo in quel momento notai che era più elegante del solito: indossava giacca e cravatta. Dettaglio insolito.
Si voltò è mi guardò mettendo in moto con un rombo sonoro. Mi strizzò l'occhio e quando si voltò di nuovo pronto a scattare un sorriso che andava da orecchio a corecchio gli illuminò il viso. Mi irrigidii impercettibilmente sul sedile e come speravo Taylor non se ne accorse.
Pensavo sarebbe partito a razzo, invece il tragitto in macchina fu piacevolmente tranquillo. All'interno l'auto era piuttosto silenziosa, anzi, paurosamnete silenziosa.
- E' la tua macchina vero? Intendo dire la tua, non uguale alla tua -
- Già, te ne sei accorta? -
- E' piuttosto evidente... - Dissi sorrideno
- Ma non eri venuto in aereo? -
- Infatti, sono venuto in aereo, ma per l'occasione me la sono fatta portare giù -
- E quale sarebbe l'occasione speciale? - Chiesi incuriosita.
- Più tardi lo scoprirai - Fu l'unica cosa che mi disse riguardo alla serata.
Dopo un altro quarto d'ora buono parlò di nuovo
- Ora chiundi gli occhi... - Mi disse.
Ero leggermente spaesata ma obbedii e chiusi gli occhi.
Pochi minuti dopo sentii che ci fermavamo.
- Tieni gli occhi chiusi, ti condurrò io -
Attesi che venisse ad aprirmi la portiera e mi prendesse per mano, poi mi alzai e mi lasciai trasportare da Taylor che mi cingeva il bacino con un braccio tenendomi stretta a sè.
Cominciò a sussurrarmi delle istruzioni sugli ostacoli da evitare o eventuali svolte del percorso.
Ci fermammo.
- Puoi aprire gli occhi -
Aprii lentamente gli occhi e quello che vidi mi lasciò leggermante... ammaliata.
Eravamo difronte ad uno dei più importanti teatri della Puglia. Lo conoscevo perchè la mia istruttrice di danza ci aveva lavorato. Sapevo quale spettacolo ci sarebbe stato perchè era il mio preferito in assoluto: Romeo and Julliet.
Era un balletto stupendo, avevo provato a danzare alcuni pezzi assegnati a Julliet e mi ero trovata in difficoltà, perchè erano coreografie veramente molto complesse e in realtà non era propriamente il mio stile di danza la danza classica, anche se la mia insegnante continuava a ripetermi che avevo talento. Me la cavavo, semplicemente.
Senza accorgermene sentii una lacrima rigarmi il volto. Ero commossa ed emozionata allo stesso tempo.
- Buon Compleanno Amore... in ritardo - Disse con semplicità e dolcezza. Sorrisi troppo felice ed euforica per parlare, ma anche sinceramente commossa dal suo gesto.  
- Grazie, grazie, grazie ... Come lo sapevi che era il mio balletto preferito? -
- Me l'hai svelato tu in una delle nostre prime chiecchierate, non me lo sono dimenticato. - Disse e quasi leggendomi nel pensiero aggiunse
- L'unica cosa che ho cannato alla grande è la data del compleanno, perchè mentre me la dicevi ero distratto dalla tua bellezza - Disse dispiaciuto
Risi, fu una risata limpida e cristallina. Faticai a riconoscere la mia voce
- Non ti preoccupare, pensa che pure io me ne ero dimenticata... Non e' grave, anche perchè sei giustificato dal fatto che hai menzionato. Era il nostro primo incontro alquanto ravvicinato... -
Restammo in silenzio un paio di secondi. Mi persi nei suoi occhi verdi-castani. Così intensi e profondi da mozzare il fiato.
Avvicinò delicatamente le sue labbra alle mie, e il sapore di miele e rose che avevo avvertito nella sua auto, mi accolse come un abbraccio. Mi lasciai cullare da quel momento così ... così ... nemmeno io sapevo spiegare come fosse.
- Ora andiamo a cenare, il balletto comincia alle nove -
- Ok, e grazie ancora, sei l'uomo più dolce, romantico e ... innamorato del mondo. Ti amo -
Per tutta risposta mi baciò di nuovo. Andammo a cenare in un piccolo ristorante semivuoto lì nei paraggi.
Nonostante fosse piccolo, vi regnava un'atmosfera intima e rilassante. Le vetrate ampie offrivano la possibilità di ammirare il paesaggio lì intorno: il sole stava tramontando e si scorgeva il mare calmo tingersi di rosso. Il rumore di gabbiani si mescolava con quello delle onde creando un sottofondo rilassante e molto romantico.
Eravamo gli unici clienti per il momento ma era comprensibile: erano semplicemente le 19.30 di sera. La maggior parte della gente sarebbe arrivata come minimo un'ora dopo, quando noi sarenno stati pronti per andarcene. Anche se Taylor aveva prenotato, ci fecero scegliere il posto. Scegliemmo un tavolo sulla terrazza, che dava direttamente sul mare.
Mangiammo pesce e appena finimmo di cenare un'altra coppia con tre figli al seguito prese posto. Erano due maschi e una femmina. La bambina doveva avere sì e no sei anni, un bamino ne doveva avere tra i quattro e i cinque e quello più piccolo aveva solo pochi mesi. Appena ci vide la bimba ci corse incontro.
- Ciaaoo Jacob - Disse con un tono dolcissimo e tenero
- Ciao piccola, come ti chiami? -
- Mi chiamo Molly -
- Sai, è un bellissimo nome. Io mi chiamo Taylor in realtà -
La mamma si accorse che era corsa verso di noi e la raggiunse per riportarla al tavolo per non permetterle di importunarci.
Le feci segno di aspettare perchè non ci dava fastidio. Notai che aveva in braccio il bimbo piccolo.
- Posso darti un bacino Taylor? -
Taylor sorrise e mi guardò
- Certo - Disse e la prese in braccio. Lei gli diede un piccolo bacio sulla guancia e Taylor le diede un bacio sulla fronte.
- Sono felice di averti incontrato... - Le disse con dolcezza.
Sorrise felicissima e corse ad attaccarsi alla gamba della madre che ci osservava con un'espressione serena.
- Scusatela... è una innamoratissima di Jacob e della saga grazie a sua cugina e non ha resistito a venirvi incontro, grazie per la pazienza -
- No, si figuri è solo un piacere per me... specialmente se le mie fan sono così doci - disse Taylor.
-E poi è facile innamorarsi di Jacob - Le dissi e le feci l'occhiolino.
Il bimbo che aveva in braccio si mise a piangere all'improvviso e la madre cominciò a squoterlo per calmarlo e continuare la conversazione.
- Potrei tenerlo in braccio? - Chiesi con titubanza
- Certo, se riesci a calmarlo saresti il mio angelo caduto dal cielo. E' tutta la sera che piange -
Con estrema delicatezza lo presi tra le braccia e cominciai  a cullarlo dolcemente. Subito si calmò e mi scrutò con quegli innocenti occhi blu.
Dopo qualche minuto tra le mie braccia si addormentò. Continuai a cullarlo perchè i primi minuti il sonno dei bambini rimaneva leggero

PoV: Taylor
- Potrei tenerlo in braccio - Chiese con titubanza.
Non sapevo le piacessero i bambini.
Certo, se riesci a calmarlo saresti il mio angelo caduto dal cielo. E' tutta la sera che piange -
Lo prese con una delicatezza immensa e con un amore quasi come fosse il suo bambino. Cominciò a cullarlo e dopo alcuni instanti il bambino si calmò e smise di piangere dopo averla osservata con quegli occhioni blu si addormentò.
- Caspita, ci sai fare con i bambini - Disse la madre ammaliata.
- Già, non pensavo - Aggiunsi io.
Sorrise.
Restituì il bimbo alla madre.
- Come si chiama? - Le chiese
- Si chiama Alessandro e invece l'altro quello in braccio al papà si chiama Lorenzo -
- Sono dei bellissimi nomi, come mai avete scelto il nome Molly? - Chiesi io curioso
- Perchè  era il soprannome che mi davano quando ero bambina e mi è sempre piaciuto. Siccome ora sono cresciuta e non mi chiamano più così, ho deciso di dare il nome a mia figlia -
Sorridemmo entrambi.
- Scusatemi è arrivato il cameriere per le ordinazioni e devo amdare... in bocca al lupo per la vita e per la carriera, ma soprattutto per ... la coppia -
- Grazie - Rispondemmo nello stesso momento.
Ci dirigemmo verso l'uscita una volta che ebbi pagato. Tornammo al teatro ed entrammo. Avevamo i posti migliori: in prima fila pletea centrali. Ovviamente.
Sara aapeva le battute a memoria, ma come pensavo riusci a commuoversi ugualemnte al finale.
Pensavo mi sarei annoiato, invece era stranamente affascinante. I ballerini bravissimi e puliti nei movimenti. Anche se più volte Sara mi aveva ripetuto che non era il suo stile la danza classica, ero convito invece che avesse talento.
Alle 22,30 eravamo fuori dal teatro. Era ormai convinta che le sorprese fossero finite, invece all'albergo l'aspettava la vera sorpresa.
Rientrammo in hotel.
- Vieni in camera mia c'è ancora una sorpresa... - Le dissi
Era sbalordita ma si lasciò accompagnare verso la mia porta.
- Ti chiedo ancora una volta di chiudere gli occhi -
Obbedì e chiuse di nuovo gli occhi.
Sul letto era posato un mazzo di rose rosse enorme e una scaltola altrettanto grande posta sotto. Li avevo fatti portare la sera prima.
Le avevo preso il vestito che tanto aveva sognato e osservato dalla vetrina. Sapevo le sarebbe stato utile in futuro, era un buon augurio quello che le facevo anche se lei forse non se ne saebbe resa conto ma ero certo che ci sarebbe stata anche lei...
- Ora apri gli occhi - Le sussurai all'orecchio.
Quando aprì gli occhi la sua espressione era meravigliata, più di quanto lo fosse stata davanti al teatro.
- Non avresti dovuto... è anche troppo. In fondo ci conosciamo da meno di tre settimane! -
- Ma sei la mia ragazza da quando ci conosciamo praticamente e poi credo che lo sarai  per molto, molto, molto e molto tempo ancora -
Sorrise.
- Ti amo troppo e a che se tu non mi avessi fatto nemmeno un regalo non mi sarei offesa, anzi quasi mi sento in imbarazzo perchè non potrò mai ricambiare -
- Dimentichi che io ho un mare di soldi da buttare via... preferisco spenderli per cose che fanno piacere alla mia ragazza piuttosto che soddisfare capricci inutili -
Sorrise di nuovo, questa volta un po' a disagio.
- Le rose sono stupende. Non ne avevo mai viste di così belle ... -  prendendole in mano mi diede un bacio tirandosi sù in punta di piedi per raggiungere il mio volto.
- Non hai ancora guardato la sorpresa vera e propria di questa serata - Dissi malizioso
Mi guardò con uno sguardo scherzosamente esasperato. Aprì la scatola e sollevando il foglio prottettivo vidi il suo volto illuminarsi. Sollevò l'abito e se lo mise davanti al corpo per vederselo meglio addosso. Poi delicatamente lo posò sul letto e
prendendo il mio volto tra le mani mi diede un bacio tirandosi sù in punta di piedi per raggiungere il mio volto. La strinsi a me.
- Grazie - Mi disse per l'ennesima volta
- E' la sorpresa che ti avevo promesso sulla spiaggia due settimane fa - Dissi
- Sì, l'avevo capito ... - Disse con gli occhi pieni di felicità e amore.
- Prova l'abito... voglio vedere come ti sta addosso -
- Ok - disse allegramente.
Andò in bagno e riemerse dopo cinque o dieci minuti. Pareva una dea, non c'erano parole per descriverla.
Si bloccò per un paio di secondi nei quali rimase immobile ad osservarsi, poi rise.
- Io... Oh no.. Grazie ma non penso di essere presente -
- Sapevo avresti capito -
- Per forza se no non avrei avuto modo di indossarlo. Dove se non a qualche serata tipo agli oscar... non è vero? -
- Già. Sono certo che verrai accolta da milioni di fan che faranno il tifo per te -
- Per noi - Mi corresse
- E' un bellissimo augurio da parte tua... ne sono onorata -
- Mi pare di essere dentro ad un sogno - aggiunse
Aveva ragione, pareva quasi di sognare.

Scusate se nei capitoli precedenti ho lasciato molti errori di battitura e qualche ripetizione, è che odio rileggere e ricontrollare ( anche se lo dovrei fare, lo so )
Grazie MissFify per avermelo fatto notare, ci starò più attenta d'ora in poi
Saluti dalle dolomiti da SweetDancer96

 

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Capitolo 14
*** Il Ritorno ***


13 - Il rientro
PoV: Taylor
Il resto della vacanza trascorse molto velocemente e, anche se la coreografa si era ripresa, lei e Sara avevano lavorato insieme  per la preparazione del musical settimanale. Avevano scelto di rappresentare il classico dei classici tra i musical: Grease. Ovviamente ci avevano obbligato a fare da protagonisti visto il successo della settimana precedente. Anche quella sera ci divertimmo un sacco a ballare e cantare sul palco e vidi che Sara non se la cavava affatto male con la recitazione, anzi, era molto più brava di tante ragazze con cui avevo lavorato. Come una settimana prima, il teatro esplose in urla e applausi al termine dello spettacolo. Nella parte finale, avevo visto tanti ragazzi osservare Sara con interesse vedendola con i pantaloni e la maglietta di pelle attillatissimi e scarpe con tacco vertiginoso. Avevo povato una grande fitta di gelosia e avrei voluto spaccargli il muso, tuttavia compresi. Come si faceva a non esserne attratti? Sinceramente ero rimasto anche io di stucco quando l'avevo vista entrare in scena, il suo fisico e le sue curve venivano messi in risalto da quell'abbigliamento come non mai. 
Il giorno prima della partenza avevo cominciato a preparare le valigie e intanto pensavo al momento in cui le avevo preparate per la prima volta. Pensavo a lei, a come ci saremmo trovati a lavorare insieme e come sarebbe stata caratterialmente e mi chiedevo se avesse talento oppure no. Ora avevo avuto le mie risposte. Era una ragazza talentuosissima, mite e tranquilla, avremmo lavorato benissimo insieme perchè l'ambiente sarebbe stato sereno e privo di timidezze inutili dato che insieme eravamo una coppia formidabile e già due volte avevamo avuto l'occasione di dimostrarlo.
Sorridevo mentre ripensavo al primo giorno, al rovinoso tuffo in piscina, alla lunga camminata sulla spiaggia, al pranzo insieme, e alle prime volte che avevo trattenuto a stento la voglia di baciarla. Al nostro primo bacio quella sera stessa e al bagno di mazzanotte. Alle sue lacrime e alla mia prima gelosia... Tutto di quella vacanza pareva un sogno, tutto. E invece avevo trovato la mia vita, ciò per cui avrei combattuto e sarei morto pur di proteggerla.
Entrò in camera mia bussando. Le andai incontro stringendola a me con le braccia attorno ai suoi fianchi. Abbassai il volto alla sua altezza e la baciai.
Mi sorrise felice e serena.
Diede uno sguardo verso la mia valigia e fece una strana espressione.
- Ordinata la tua valigia! - Disse ironicamente
La osservai meglio: avevo infilato dentro le cose alla rinfusa in modo mostruosamente disordinato. La roba era praticamente appallottolata e annodata.
- Hai ragione - Dissi
Fece uno sguardo perplesso e poi insieme scoppiammo a ridere.
- Ti do una mano, tanto io ho finito -
- Ok - Le dissi profondamente grato
- All' andata era nello stesso stato? - Mi chiese mentre già cominciava a riordinare
- No, perchè Harry mi aveva dato una mano -
- San't Harry Smith da Los Angeles !!! - Scherzò alzando gli occhi al cielo. Aveva ragione, era un santo Harry!
- Hai ragione da vendere - Le risposi dando voce ai miei pensieri.
Pochi secondi dopo sentimmo bussare e la testa argentata di Harry fece capolino dalla porta. Portava in mano due scatole identiche.
- Ho saputo che qualche giorno fa è stato il tuo compleanno Sara... - Disse appena si richiuse la porta alle spalle
- Sì - Rispose Sara arrossendo leggermente.
- Vi ho portato qualcosa di speciale, auguri - Disse porgendo a Sara una scatola grande quanto un banco di scuola.
- E a te, testa calda... grazie - Disse rivolgendosi a me consegnandomi lo stesso pacco.
- Harry, non avresti dovuto, infondo il compleanno è suo, non mio - Protestai
- No, comunque non avrebbe dovuto.  Taylor lo conosci da una vita, noi due ci siamo incontrati solo una volta-
- Smettetela di protestare e aprite - Disse sorridendo
- Grazie infinite Harry - Disse Sara
- Grazie Sant' Harry Smith da Los Angeles - Lo ringraziai io prendendolo in giro e guardando Sara che sorrideva con aria complice e colpevole
Harry si mise a ridere.
- Hai detto bene Taylor, hai detto bene - Disse con la sua voce profonda e stanca.
Aprimmo la scatola e scoprimmo che vi conteneva un album fotografico nero, rilegato con un bordino bianco. Le pagine di cartone erano separate da veli di papiro sottili che avrebbero protetto le fotografie. Sulla copertina vi era incassata una cornicetta nella quale era stata inserita una delle foto che Harry ci aveva scattato sul balcone della stanza di Sara pochi minuti prima che partissi per raggiungere i miei colleghi. Il bianco della spiaggia e il blu intenso del mare facevano da sfondo, e il balcone fiorito rendeva la foto ancora più bella e romantica. Lei era in braccio a me, teneva le sue braccia attorno al mio collo ed entrambi ridevamo felici.
Guardai verso l'album di sara e notai che nella sua cornice la foto era diversa: in quel momento ci stavamo guardando negli occhi, le sue mani nelle mie, sempre con lo stesso sfondo e nello stesso luogo . La foto ci ritraeva di profilo. Sfogliando  le pagine dell'album notai che vi erano due o tre foto di ogni momento trascorso insieme, probabilmente ci seguiva sempre rimanendo nascosto. Le uniche foto che mancavano erano quelle del primo bacio. Vi erano foto dei musical, del primo giorno in piscina, perfino di quella serata / discoteca. Mentre passavamo quella sera in mezzo agli animatori e in tanti altri momenti.
Il bello era che ogni foto era diversa, le mie e quelle di Sara erano state scattate negli stessi momenti, ma non erano mai identiche.
- Grazie Harry, è davvero il regalo più bello che mi potessi fare - Dissi
Poi il mio sguardo corse verso di lei. Non riusciva a parlare dalla commozione, l lacrime le rigavano il viso ma sul suo volto un ampio sorriso la illuminava. Rise e pianse nello stesso momento abbracciandomi con semplicità. Poi una volta che si fu calmata abbracciò Harry e gli diede un bacio sulla guancia, Harry divenne rosso per un istante. Mi venne in mente la mia famiglia. Già, la mia famiglia. Mia madre aveva detto che mi sarebbero venuti a trovare e invece di loro nemmeno l'ombra. Mi telefonavano raccontandomi di posti incantevoli e paesaggi meravigliosi però non stavano mai a sentire quello che io avevo da dire. Solo mia sorella sapeva che avevo trovato la ragazza e che con lei stavo bene. Solo mia sorella era interessata a me, era lei che si ricordava di chiamarmi di tanto in tanto.
Li odiavo, li odiavo entrambe: sia quell'oca di mia madre che quell'imbecille di mio padre.
Mia sorella Katie era l'unica cosa preziosa che avevo con Sara ed Harry.
Scacciai quei tristi pensieri dalla mente.
Anche quell'ultimo giorno di vacanza passò sereno e veloce.
Saremmo partiti in aereo e avremmo viaggiato insieme.
Mi venne in mente che durante tutta la vacanza non le avevo chiesto il numero di cellulare, così me lo feci dare e lo accompagnai ad una sua fotografia, lo stesso fece lei.
Appena l'aereo decollò comiciammo a parlare di cosa avremmo fatto a casa.
- Dove abiti tu? - le chiesi. Appena seppi l'indirizzo rimasi stupito.
- E' a un centinaio di metri da casa mia - Le dissi felicissimo. Anche lei era su di giri. Abitavamo nello stesso paese, a nemmeno cento metri di ditanza l'uno dall'altro, avremmo lavorato insieme e avevo il permesso esclusivo di andare ad assistere alle sue lezioni di danza.
- Mi fratello ti adora - Mi disse ad un certo punto.
- Quale dei due? Quello che chiami Taylor 2? -
- Sì, parlo di Andrea -
- Ho notato che mi assomiglia davvero moltissimo come fisico, nonostante abbia solo quindici anni è messo bene, sono sicuro che farà strage di ragazze!!! -
- Già, le ragazze gli sbavano dietro come non so che cosa, ma lui continua a ribadire che non gle ne frega niente -
- Allora ha già la ragazza! - Dissi io pensando alla mia adolescenza
- Come sarebbe ha già la ragazza? -
- Diciamo che quando avevo la sua età ero identico a lui: un fisico prestante, mille ragazze ai miei piedi e continuavo a ripetere che le ragazze erano senza cervello. Intanto mi complicavo la vita cercando di flirtare con una a cui stavo antipaticissimo e fatto sta che due settimane dopo era la mia ragazza, la prima per essere preciso -
Rise e scosse la testa
- Ti giuro che ce lo vedo Andrea a fare di tutto per conquistare una ragazza che non gli si fila... - Disse senza smettere di sorridere
- Da quanto tempo dice che le ragazze non gli interessano e continua ad andare in palestra per farsi i muscoli? -
- Da un anno circa - Rispose sicura
- Allora fidati che tra un paio di settimane lo vedrei arrivare a casa che vi presenta il suo primo amore -
- Vedremo - Disse sorridendo speranzosa.
- Mi piacerebbe essere una mosca per assistere a quel giorno speciale -
Rise di nuovo
- Per rivivere la tua dolescenza? -
- Diciamo di sì... -
Dopo qualche attimo di silenzio ricominciammo a parlare.
- Ti ho osservato l'altra sera mentre cullavi il bimbo tra le braccia... -
Sorrise arrossendo .
- Sei stata incredibile, nemmeno la mamma riuciva a calmarlo, sei arrivata tu, perfetta sconosciuta e dopo averti osservata si è addormentato -
- Anche tu sei stato dolcissimo con Molly -
- Era tenerissima quella bimba che non ho resistito...-
- Non pensavo ti piacessero i bimbi... - Mi disse
- Io? Io li adoro starei ore in mezzo a loro. Quando è nata mia sorella ero io a badare a lei mentre i miei genitori erano impegnati nel loro viaggi. -
- Ne parli con disprezzo, per quale motivo? -
- Non te l'ho raccontato? I miei hanno fatto di tutto per farmi diventare famoso e ricco. A loro interessava solamente questo. Mi hanno rovinato l'infanzia senza che me ne rendessi conto, quando mi lamentavo con loro perchè i miei amici andavano al parchetto a giocare e io dovevo rimanere chiuso negli stanzoni di ripresa loro mi ripetevano all'infinito che io ero fortunato e che un giorno sarei diventato ricco e famoso. E mentre mi inculcavano queste stupide idee nella testa, non si sono mai resi conto che ho cominciato ad odiarli, appena avevano finito di portarmi ai provini partivano per uno dei loro lunghissimi viaggi, con i miei soldi, con i soldi che sarebbero spettati a me, e io e Katie rimanevamo a casa con Harry, che ci viziava con caramelle, ci portava a fare i pic-nic in bicicletta, ci portava alla fattoria a vedere gli animali, ci accompagnava dal dottore o in ospedale se c'era la necessità, ci curava se eravamo malati e ci raccontava le favole alla sera, ci accompagnava a fare sport facendo il tifo per noi quando facevamo le partite, andava alle riunioni scolastiche e falsificava la firma dei miei genitori nelle verifiche, oppure rimaneva con noi a guardare la TV . Ci ha insegnato le barzellette e le buone maniere. Ci ha sgridato quando litigavamo o facevamo qualcosa di sbagliato, insomma ci ha fatto da madre e da padre quando i nostri non ci sono mai stati. -
- E' una storia triste e non ti posso capire, perchè io dalla mia famiglia ho avuto tutto. Per prima cosa l'amore e le attenzioni che ci servivano. E' dai miei genitori che ho imparato ad amare e sulla base del loro esempio ad andare in chiesa. Grazie a loro credo ancora nel legame del matrimonio e della fedeltà. Ora capisco perchè odi tanto la tua vita -
Rimasi in silenzio a riflettere sulle nostre parole. E mentre i miei pensieri vorticavano mi addormentai.

PoV: Sara
- E' una storia triste e non ti posso capire, perchè io dalla mia famiglia ho avuto tutto. Per prima cosa l'amore e le attenzioni che ci servivano. E' dai miei genitori che ho imparato ad amare e sulla base del loro esempio ad andare in chiesa. Grazie a loro credo ancora nel legame del matrimonio e della fedeltà. Ora capisco perchè odi tanto la tua vita - Risposi sinceramente mentre pensavo alle parole di Taylor. Mi ero accorta già da tempo che non era in buoni rapporti con i genitori, ma non pensavo che la sua storia fosse così infelice.
Anche lui stava ripensando alle nostre parole e poco dopo si addormentò. Non l'avevo mai visto dormire, sì, in New Moon, ma vederlo dal vivo era una cosa diversa.
Sembrava un bambino, non avrei mai smesso di osservarlo mentre il suo petto si alzava e si abbassava con un ritmo regolare. Un cucciolo, ecco come si poteva definire, un cucciolo. Sarebbe stato il mio cucciolo, per sempre. Gli scattai anche una fotografia che sarebbe rimasta rigorosamente segreta.
Provai anche io a dormire ma quando fui sul punto di farlo l'altoparlante annunciò che stavamo per atterrare.
Guardando il volto di Taylor addormentato non resistetti all'impulso di baciarlo. Aprì gli occhi subito.
Erano ancora parecchio insonnoliti ma appena mi riconobbero si illuminarono. Gli sorrisi dolcemente
- Stiamo atterrando - Gli comunicai
- Ah... - Disse ancora mezzo addormentato.
Poi all'improvviso parve risvegliarsi completamente
- Oh mio Dio! scusa, io devo essermi addormentato. Non volevo farti annoiare... - Disse
- Non ti preoccupare, sarei potuta rimanere ore ad osservarti... sai quando dormi hai un fascino incredibile! - Dissi
Rise, poi mi prese la mano delicatamente e intrecciò le sue dita alle mie osservandone i movimenti, come se la mano che stava compiendo quei gesti non fosse sua.
- Sara, mi sembra incredibile averti accanto. Sei come un angelo caduto dal cielo per me e ancora mi è difficile pensare che sei reale e non un sogno -
Sorrisi, mi stavo commuovendo. Non ero mai stata una ragazza particolarmente sentimentale, quando le mie amiche mi facevano vedere dei film strappalacrime era rarissimo che scoppiassi a piangere come facevano loro, anzi a volte mi annoiavano. Ora era tutto diverso: mille attenzioni tutte per me, una premura particolare e tanto amore. E mi ritrovavo ad essere talmente tanto felice di quello che avevo che mi veniva il groppo in gola e le lacrime cominciavano a solcarmi il viso prima che me ne potessi rendere conto. Riuscii a trattenerle a stento.
- Tu sei tutto quello che avrei sempre voluto e non ho mai potuto avere - Dissi, perchè finalmente mi sentivo realizzata. Pienamente soddisfatta di me stessa e della mia vita.
Scendemmo dall'aereo e ritrovati i bagagli ci dirigemmo verso l'uscita dove poi ci avrebbero aspettato i miei genitori.
Vidi il mio fratellino più piccolo corrermi incontro. Mi abbracciò felice. Ormai mi arrivava alle spalle. Salutai anche Andrea e mia mamma  che come sempre si mostrarono felicissimi di vedermi con Taylor.
- E papà? - Chiesi notando l'assenza di mio padre
- E' andato ad accompagnare all'opedale la nonna che deve fare un controllo e un prelievo - Disse, mia nonna necessitava spesso di controlli.
 Mentre raggiungevamo l'auto dei miei genitori mano nella mano Taylor si bloccò all'improvviso. Vidi l'espressione del suo viso mutare: una rabbia ceca e il rancore presero il posto di serenità e spensieratezza.
- Che succede Amore? - Gli chiesi  ( mi aveva ordinato di chiamarlo così per non essere riconosciuto )
- I miei genitori... - Disse rimanendo immobile come una statua con la mascella serrata e i pugni chiusi. Mi faceva paura, nemmeno quando c'era stato l'assalto dei giornalisti l'avevo visto così teso.
- Rilassati, mi fai paura così - Gli dissi per cercare di calmarlo accarezzandogli la schiena.
- Andiamocene, non li voglio nemmeno sfiorare, per fortuna non mi hanno visto -
Ci defilammo il più infretta possibile e riuscì a non farsi vedere. Passato un quarto d'ora Taylor tornò ad essere quello di sempre: sorridente e solare, scherzoso e allegro. Mia mamma lo invitò a casa nostra per la cena e lui con mio sommo piacere accettò volentieri.
Ero super felice ed eccitata, non vedevo l'ora di arrivare a casa.
In mezz'oretta buona di macchina arrivammo nella via di casa.
Abitavamo in una villetta di mattoncini disposta su due piani. Era una modesta abitazione in confronto al lusso delle sue ville, certo, ma a noi bastava.
Un piccolo giardino circondava la casa e ovunque erano piantati fiori ormai appassiti dal cambio di stagione.
 Per mano lo trascinai per il vialetto di porfido più emozionata che mai.
Appena arrivati davanti alla porta mi voltai verso di lui e sorrisi, anche lui mi guardò e sorrise con me.
Era curioso di vedere dove abitassi lo si leggeva nella sua espressione. Entrammo e il familiare odore di casa mi travolse.
- Bentornati, era ora! - Disse allegramente mia mamma posando le chiavi sulla mensola e togliendosi le scarpe per stare più comoda. La imitai. Mi mancava quel gesto, lo facevo da quando ero una bimba e ormai non ci facevo più caso.
Taylor si guardava in giro con aria curiosa ma anche leggermente affascinata.
- Ad entrare in questa casa ci si sente accolti, complimeni davvero, si respira un clima confortevole e tranquillo - Disse rivolto a mia madre
- Grazie - Rispose mia mamma sempre senza perdere una goccia di entusiasmo.
- Vieni, ti faccio vedere la mia stanza e il piano superiore - Dissi per poter avere un po di privacy prendendolo per mano e trascinandolo su per le scale.
Le porte delle camere erano state chiuse aprii in corrispondenza della mia camera posta proprio di fronte alle scale.
Gli feci segno d'entrare e mi richiusi la porta alle spalle. Spalancai le persiane per fare entrare la luce del pomeriggio.
La mia stanza era lunga e stretta. Per la maggior parte occupata dal letto con la testata color legno, dalla scrivania dello stesso colore e dall'armadio arancione pallido che occupava una parete intera. La bouaserie ricopriva la parete opposta, alla quale erano state appese varie mensole sempre color legno e una piccola credenza dello stesso colore dell'armadio. Le due pareti più piccole ospitavano uno specchio e una porta finestra messe una difronte all'altro. Un arredamento abbastanza semplice e funzionale. Sulla mensola più alta erano posti una serie di peluches, su quella più bassa vi era qualche soprammobile e qualche fotografia di quando ero bambina e sull'altra ancora vi erano messi ordinatamente i miei libri preferiti a partire dal Signore degli Anelli per finire con la saga Twilight o Harry Potter. Rimase per un po' intento ad osservare ogni particolare della mia stanza.
- Lo so, non è quello a cui sei abituato tu... ma a me basta e avanza - Dissi per scusarmi.
- No, è fantastica questa camera... è davvero bellissima. Vi starei rintanato notte e giorno senza uscirne mai! - Sorrisi.
- L'ha fatta mio padre, io ho dato una mano a progettarla e lui l'ha realizzata -
- Sei davvero fortunata. Sembra quasi che abbia qualcosa di speciale questa casa. Mi trasferirei qui a vivere e venderei le ville che ho disseminate per il mondo se potessi... -
- Secondo me sono le persone che abitano la casa a renderla così speciale - Dissi parlando in generale.
- Sì, credo che tu abbia ragione - Convenne.
- Siediti sul letto se vuoi - Dissi
Appena fu seduto mi ci sdraiai anche io appoggiando la testa sulle sue gambe.
Taylor prese a toccarmi i capelli rigirandoseli e arricciandoli attorno al dito, io mi lasciavo coccolare guardando fuori dalla finestra aperta mentre il sole si faceva basso, e rosso.
In cucina intanto mia mamma aveva preparato la tavola per la cena e come di consueto al sabato avremmo mangiato la pizza. Il pasto venne consumato tra risate e chiacchiere. 
Finita la cena  rimanemmo a tavola a chiacchierare di tutto quello che ci capitava per la testa.
A Mezzanotte circa Taylor annunciò che doveva rientrare perchè la famiglia lo aspettava. Sapevo che quando parlava di famiglia si riferiva ad Harry. Mio padre lo accompagnò con la macchina all'entrata della sua via e dopo avermi dato un piccolo bacio a stampo scese dall'auto. Tornai a casa e nemmeno un quarto d'ora dopo già dormivo. Era ta una giornata stancante ma bellissima. Non sapevo come potesse trasformarsi il nostro rapporto ora che le condizioni sarebbero state diverse, speravo solo che non si rovinasse tutto.
Mi svegliai felice con i raggi del sole che penetravano dalle imposte socchiuse. Andai in cucina e fevi colazione con i miei fratelli, poi mi vestii con un paio di leggins bianchi e una maglietta a maniche corte Dimensione Danza nera. Preparai il borsone di danza e mi infilai la mia adorata felpa bianca, perchè nonostante fosse una giornata soleggiata, era particolarmente ventosa. Allacciai velocemente le mie All Star distrutte e uscii di casa. Per andare alla palestra dove Lucia mi allenava dovevo passare davanti all'entrata della via di Taylor. Gli avevo detto che sarei passata perciò svoltai e mi diressi alla ricerca della sua villa. Senza nemmeno guardare tutti i nomi sui campanelli mi diressi a passo deciso verso la villa davanti alla quale era parheggiata la Porche nera. Mi bloccai quando la raggiunsi. Nonostante fosse un quartiere pieno di grandi ville nessuna reggeva il confronto con quella di Taylor. Mi ero immaginata una roba del genere ma non pensavo di trovarmela difronte realmente. Era enorme, doveva essere circa 500 m2 di abitazione con altrettanti metri quadri di giardino. Suonai al campanello.
- Chi è? - Domandò la voce assonnata di Taylor
- Sono Sara - Risposi apparentemente tranquilla
- Entra - Disse entusiasta
Avevo le ginocchia molli. Com'era possibile? Intimidita dal mio stesso ragazzo?
Avanzai sul viale di piastrelle bianche su per una collinetta verso la porta. Camminavo con passo veloce e deciso nonostante le mie gambe non fossero molto stabili.
Appena fui vicina all'ingresso, la porta si aprì. Era a torso nudo e mi sorpresi ad osservarlo come fosse stata la prima volta, come se non ci conoscessimo nemmeno.
- Che hai, non vieni a riempire di baci il tuo amore eterno? - Disse scherzosamente
- No, è che non sono ancora abituata ai tuoi pettorali scolpiti e ai tuoi addominali con effetto 3D - Risi di ma stessa, e anche lui rise di gusto e venne ad abbracciarmi visto che ero ancora imbambolata sulla porta e non mi decidevo ad entrare. A quel punto mi rilassai e gli diedi un piccolo bacio al lato della bocca poi mi trascinò  dentro casa tirandomi per una mano con un sorrisetto malizioso. Appena si fu richiusa la porta di casa mi appoggiò la mano sulla guancia facendola scivolare lentamente sul collo mantenendo il pollice davanti all'orecchio. Poi avvicinò il mio volto al suo e mi baciò con dolcezza.
- E' stato il risveglio più bello della mia vita - Disse
- Sentire di nuovo le tue labbra sulle mie un minuto dopo essere stato svegliato... lo auguro a tutti di provarlo prima o poi. Quasi non ti fossi mai allontanata da me - Aggiunse
Sorrisi.
- Per me questo non è prorio un risveglio dato che mi sono alzata un' ora fa, però credo di avrelo già vissuto il risveglio più bello della mia vita... - Di
ssi pensando alla mattina del suo ritorno. Ora fu lui a sorridere.


Risposta alle recensioni:
Jas_93 : In realtà non c'è molto da rispondere, più che altro ti volevo ringraziare perchè mi sotieni... se no avrei già smesso da unbel pezzo di scrivere questa FF ... Grazie mille!!!

MissFify : Cosa c'entra l'Auchan scusa... Se non hai notato Sara è molto diversa da me, lo so che i nomi die fratelli sono quelli dei miei fratelli ma a nomi, manco di ispirazione.
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Capitolo 15
*** La poesia di una danza ***


14 - La poesia di una danza
PoV: Taylor
Un mese passò in fetta, andavo ad assistere alle sue lezioni di danza e passavamo le giornate insieme. Qualche volta la accompagnai a fare shopping, altre volte andavamo al parco a passeggiare e altre volte stavamo a casa mia nella piscina in cortile.
Stavamo bene insieme. Quel giorno Sara era in fibillazione, eravamo al telefono. Saremmo dovuti andare negli studi cinematografici dove avrebbe dovuto sostenere una specie di provino.
" Taylor, non so cosa mettermi, non so come comportarmi, non so niente. Assolutamente niente!!! "
- Stai tranquilla perchè andrai alla grande, farai un figurone che nessuno ti toglierà più gli occhi di dosso -
" No, non sono affatto tranquilla purtroppo. cominciamo dalla prima preoccupazione: cosa mi metto? " Mi chiese con aria preoccupata
" Devo andare subito in tenuta comoda per ballasre oppure c'è la possibilità di cambiarsi? "
- Ci sono i camerini apposta... -
" Ah perfetto, un dubbio tolto... Meglio i tacchi o le converse? "
- Non c'è una via di mezzo? Non vorrei che con le All Star ti vedessero ancora troppo ragazzina e con i tacchi troppo donna - Dissi scherzando apposta per farla preoccupare
" Ho un paio di zeppe, dici che vanno bene? " Disse doppiamente preoccupata
- Hei! stavo scherzando, ormai sei presa, sia che ti presenti con i tacchi a spillo alti tre metri che con le infradito non cambia niente - Dissi
" Mi sei molto d'aiuto! " Disse ironicamente ma con il sorridìso sulle labbra
- Se non ricordo male io sono l'uomo e tu la donna. Non sono io l'esperto di moda... -
" Hai ragione. Però potresti consigliarmi come mi devo comportare "
- Dunque... Quando Zoe ti presenterà tu sorridi e stringi la mano all'interlocutore. Ti chiederà qualcosa e tu dovrei rispondere con sincerità. Poi farai il provino e ti assegneranno il copione e la trama della storia. Non devi fare niente di speciale, solo stare rilassata, lasciarti trasportare dalle note della musica che hai preparato e fare nient'altro che ballare come sai fare -
Sentii che faceva un respiro profondo forse per calmarsi
" Basta che mi stai accanto " Disse infine
- Sarò lì ogni secondo a tenerti la mano -
" Grazie, di tutto. A dopo "
- A dopo, ti passo a prendere io -
"Ok"  E chiusi la telefonata
Io avevo già in mano il copione e avevo già cominciato a studiarlo. Non era semplicissimo ma neanche troppo complesso.
La passai a prendere un'ora più tardi. Quando la vidi uscire di casa sorrisi: non poteva essere più adatta di così.
indossava un miniabito rosa e un paio di zeppe bianche. Era perfetta e anche bellissima.
Appena uscì dal cancello le andai incontro cingendole la vita con le braccia e la attirai a me baciandola.
- Sali - Le dissi tenendole la portiera aperta
- Mi tremano le mani - Disse lei appena fu salita tenendo le mani sospese a mezzaria. Tremava davvero a anche tanto.
- Non ti devi preoccupare così... sei già stata presa e poi sei bravissima perciò che motivo hai di avere paura? -
- Sai l'ultima volta che ho avuto così paura è stato all'esame di terza media, non dormivo la notte e passavo le giornate a studiare la tesina. Quel giorno avevo le ginocchia molli e le mani non smettevano di tremare, tutti mi ripetevano che non mi sarei dovuta preoccupare perchè ero la più brava della classe e se non fossi passata io non avrebbe potuto passare nessun altro... sai come è andata a finire? -
- Sei stata bocciata? - Dissi pensando al peggio
- No, sono uscita con 10! E' questo il bello!!! -
- Allora che cosa ti sei preoccupata a fare?! -
- Non lo so, ma io sono fatta così... - Disse ridendo di sè stessa mentre sulla mia faccia si era stampato un sorriso.
- E sono agitatissima anche prima di salire sul palco per un saggio o uno spettacolo, non so se hai presente, quei cinque minuti prima di salire sul palco, sembra che la mente abbia resettato tutti i passi e cominci a ripeterli all'infinito nonostante non hai nemmeno bisogno di pensare perchè il tuo corpo si muove da solo e senti il bisogno impellente di andare in bagno anche se ci sei stato sei secondi prima  ... -
- Ho provato delle sensazioni simili prima di presentarmi alla folla i primi mesi di fama. Poi tutto l'entusiasmo iniziale è sparito. E poi, mentre si recita è diverso... non è in diretta e quindi se sbagli le persone non se ne accorgono anzi a volte le scene nonostante sono perfette vengono ritoccate, perciò stai tranquilla che è più rilassante di quello che pensi -
Restammo in silenzio mentre la Porche filava liscia sull'asfalto.
- Che pezzo hai preparato? - Le chiesi
- Sono più pezzi, tutte coreografie inventate da Lucia. Il primo è un pezzo classico sulle note di Finally di Fergie. Il secondo è un pezzo di moderna sulle note di Bodies di Robbie Williams e il terzo è sempre di moderna sulle note di Enie Meenie di Sean Kingston e Justn Bieber. Poi ne ho preparato uno di riserva di
classico sulle note di Caruso di Lucio Dalla -
- Un po' di più no? - Scherzai ridendo, rise anche lei.
- Lucia è una perfettina e vuole che faccia un figurone -
- Ma una bastava -
- E c'è di più... mi ha fatto provare pure ad improvissare, c'eri anche tu quando me l'ha fatto fare -
- Ah, ma io pensavo che fosse un allenamento che facevi spesso... -
- No, non me l'aveva mai fatto fare -
In un ora arrivammo davanti agli studi cinematografici.
La aiutai a scendere dalla macchina e mano nella mano ci dirigemmo al luogo dell'appuntamento. Eravamo in leggero anticipo ma Zoe e Rick già ci aspettavano.
- Eccoli - Disse Zoe

PoV: Sara
- Eccoli - Disse Zoe venendoci incontro.
Mi abbracciò e mi baciò come si fa con una vecchia amica, in effetti in quel mese veniva spesso con Taylor ad assistere alle mie lezioni  e qualche volta ci eravamo incontrate a casa di Taylor per un caffè. Era una donna sui trenta cinque anni, magra, di statura media statura con i capelli biondi liscissimi e tagliati a caschetto, aveva gli occhi piccoli e azzurri. Una bellezza di cui è facile innamorarsi, una "Barbie", la definiva Taylor.
Anche l'uomo che le stava accanto si diresse verso di noi.
- Ciao Sara, io sono Richard Turner, il produttore - Disse sorridendomi e porgendomi la mano che strinsi cordialmente.
- Salve - Risposi. Era un uomo di mezza età, dai lineamenti duri e squadrati, aveva intriganti occhi azzurri e capelli castani. In forma e alto. In passato diveva essere stato davvero un bell'uomo.
- Ti abbiamo chamata qui Sara per farti fare una specie di provino, dovrai ballare dei pezzi che hai preparato con Lucia e poi tu assegneremo il copione e una breve trama della storia - Disse Zoe tutta eccitata.
- Dove mi posso cambiare? - Chiesi leggermente intimorita.
- Vieni ti faccio strada verso il tuo camerino personale. Taylor tu va con Rick che ti deve spiegare un paio di cose - Disse Zoe
- Oh, come siete carini insieme voi due! - Disse apena fummo sole.
- Grazie - Dissi ridendo.
- L'ho capito fin dall'inizio che eravate innamorati! La prima volta che ci siamo incontrati. Io e Lucia abbiamo visto come vi stavate guardando mentre noi stavamo parlando di questioni tecniche -
Sorrisi, a quelle due donne non sfuggiva niente.
Se non altro era simpatica e spiritosa, sarebbe stato uno sballo lavorare con lei.
Appena fui davanti al camerino rimasi sorpresa... c'era già il cartellino con il mio nome inciso sulla porta affiancato da una stella gialla.
Guardai Zoe che mi stava osservando e sorrisi squotendo la testa.
Entrai nella stanza e notai che non era affatto piccola, vi era addirittura un tavolo con delle sedie e un comodo divano.
- Ti lascio cambiare, sono qui fuori dalla porta se hai bisogno - Disse
- Ok e ... Ehm ... Grazie -
- Di nulla -
Mi cambiai il più infretta possibile. Non mi andava il pensiero che sprecassero tempo prezioso per me. Ancora non riuscivo ad abituarmi all'idea.
Avevo preso un completo Dimensione Danza come al solito, ma quello era speciale, era un regalo di Taylor...
Avevo preso i pantaloni lunghi perchè Taylor mi aveva avvisato che c'era l'aria condizionata e non faceva caldo all'interno.
Arrivati nella stanza mi posizionai e mi preparai facndo un profondo respiro, volevano che partissi con i pezzi di moderno e successivamente di classico.
Scelsi di non fare pause perchè se no avrei perso la concentrazione. Alla fine si era radunata una piccola folla di curiosi, tra impiegati e cameramen. Quando terminai l'esibizione tutti applaudirono entusiasti. Ero soddisfatta, e appena mi lasciarono respirare Taylor mi si avvicinò, mi diede un piccolo bacio ai lati della bocca e mi portò via.
- Sei stata fantastica, più del solito - Mi disse sorridendo.
- Grazie... Mi  sono divertita - Dissi tirando un sospiro di sollievo
Più tardi Rick mi fermò per parlare.
- Sei stata meravigliosa, oltre che carinissima sei anche splendidamente dotata... complimenti! -
- Grazie - Dissi riconoscente ma imbarazzata. Odiavo ricevere meriti e lodi quando non avevo fatto altro che danzare, la cosa che mi riusciva meglio.
- Mi hai davvero sorpreso, inizialmente non credevo molto in te perchè pensavo fossi come tante ragazzine anoressiche e belle come delle bemboline in cerca di soldi e successo. Ma devo dire che mi sono completamente ricreduto... -
- Grazie - Biascicai di nuovo.
- Ti aspetto qui tra due settimane esatte che cominciamo le registrazioni, eccoti il copione -
- Va bene e arrivederci - Dissi felice. Finalmente ce l'avevo fatta. Dopo nni di impegno avevo ottenuto qualcosa di concreto oltre che a numerosi assoli negli spettacoli.
Appena fummo soli gettai le braccia al collo di Taylor che mi prese in braccio.
- Non ci posso credere Taylor, sono ... sono... -
- Stra felice? Eccitata? -
- Sono orgogliosa di me stessa - Finii la frase sospirando felice.
- E io sono orgogliosissimo della mia ragazza e futura collega - Disse.
Lo baciai, finalmente felice e senza pensieri. Non ci potevo credere, avrei recitato al fianco di Taylor Lautner nonchè mio ragazzo e avrei danzato, danzato e ancora danzato.
I miei genitori erano felicissimi specialmente perchè la loro figlia stava coronando il suo sogno, e le mie nonne non smettevano più di piangere dalla commozione. Mio fratello mi sfotteva scherzosamente come al solito e Fabio il fratellino più piccolo era in fibrillazione e non smetteva più di ripetere che aveva la sorella famosa. Era tutto così surreale, eppure era la realtà.
Quella sera andai a letto presto perchè volevo leggere la trama della storia.

La poesia di una danza

Una diciottenne liceale, una ragazza come tante, odia le attenzioni degli altri e a scuola si mostra scontrosa e intollerante. Bella d'aspetto ma non troppo notevole viene osservata con interesse da qualche ragazzo, ma viene considerata dalla maggior parte dei compagni una sfigata. Non partecipa alle feste e rimane sempre schiva. In realtà Emma è molto diversa e riesce a manifestare i propri sentimenti e il proprio carattere tramite la danza. Derek il ragazzo più gettonato della scuola, presidente del consiglio studentesco, un giorno mentre sta scappando da un branco di ragazzine impazzite trova rifugio nel teatro della scuola dove Emma nelle ore di pausa si sfoga ballando sulle note di musica classica e pop. Osservandola muoversi si rende conto di quanto in realtà sia attraente e capisce che quella che mostra di sè con i compagni è una maschera. Si fa dire da una delle poche amiche che ha il suo contatto per poter parlare con lei senza che
Emma scopra  la sua vera identità.
In chat Emma si rivela per quello che è: una ragazza poetica, romantica, piena di sogni, gentile, sensibile e con un obiettivo ben fisso da raggiungere. Entrare all'accademia di danza più famosa e rinomata di tutti gli Stati Uniti.
Derek comincia a consigliarle di provare ad essere sè stessa anche in classe e con i compagni. Emma continua a non capire chi possa essere il ragazzo misterioso e comincia a porgli delle domande sulla sua identità alle quali lui risponde in modo alquanto vago. Un pomeriggio, dopo aver passato una giornata tremenda, Emma si rifugia sul palco e comincia a sfogare la sua rabbia. Derek passando da quelle parti sente la musica e decide di entrare per osservarla. Emma si distrae e atterrando da un salto appoggia male una caviglia e se la sloga. Derek corre sul palco per accertarsi che stia bene e prendendola in braccio la accompagna all'ospedale dove le fanno la fasciatura e le danno quelche anti dolorifico.  Dopo cena Emma si siede al computer per chattare con il ragazzo misterioso, che, facendo un passo falso le chiede come va la caviglia. Emma capisce tutto perchè Derek era l'unico a sapere che si era fatta male. Dopo qualch giorno che non si scrivono Derek chiede ad Emma di incontrarsi, la ragazza accetta con piacere, tuttavia mentre si dirige al luogo dell'incontro origlia accidentalmente una conversazione tra Derek e alcuni suoi amici. I ragazzi stanno parlando male di lei e Derek non è da meno, a quel punto Emma si sente tradita e scappa perdendo un quadernetto dove raccoglieva le sue poesie. Quando Derek esce dall'aula lo trova e leggendone il nome capisce che Emma li ha ascoltati. Nei giorni successivi il ragazzo cerca di parlare con lei per chiarire la situazione, purtroppo Emma è tornata a ricostruire la barriera che la caratterizzava prima del loro incontro virtuale. Un pomeriggio i due si incontrano nei camerini del teatro e lì Emma gli fa capire che non ne vuole sapere più niente di lui e se ne va piangendo. Tra una lezione e l'altra Derek non riesce più a vederla e i giorni passano. L'estate si avvicina e viene organizzato un ballo scolastico alla quale sono invitati tutti gli studenti dell'ultimo anno. Gli insegnanti insistono perchè Emma si esibisca proprio quella sera in un balletto classico, data la bravura della giovane, la ragazza è costretta ad accettare.
Quella sera il salone della scuola pullula di ragazzi in abito da sera. Quando gli insegnanti riescono a far tacere la folla di ragazzi le luci si spengono e Emma entra in scena danzando con l'abito da sera più bello di tutti, Derek vedendola ballare capisce di esserne innamorato e quando riappare pochi minuti dopo quando finalmente le danze si sono aperte, la prende per mano e la accompagna sulla balconata ornata con fiorni per l'occasione.
E senza lasciarla nemmeno fiatare la bacia.
Finalmente Emma riesce a coronare il suo sogno ed entra nell'accademia da danza grazie alla quale avrà un grande futuro.

La trama della storia era molto semplice ma efficace. Mi sarebbe piciuto rivestire i panni di quel personaggio specialmente perchè in parte mi somigliava.
Quella notte il mio sonno fu profondo e senza sogni.
Le successive due settimane furono lunghissime, ma l'attesa non fu così snervante perchè con Taylor stavo bene e il nostro amore andava rafforzandosi.
Dopo due settimane partii per la California dove si sarebbe girato il film. Taylor mi aveva invitata a passare quel mese di vacanza  a casa sua a Los Angeles così evitai addirittura la spesa dell'hotel. Anche quella casa era enorme forse più della precedente fatto sta che il primo giorno per tornare indietro dl bagno mi persi e Taylor venne a ripescarmi nell'ala dedicata allo svago e allo sport. Mi ci volle un bel po' per ambientarmi.
Taylor mi aveva riservato una stanza solo per me e anche se a suo parere era piccola e modesta a me pareva enorme. Non avevo mai dormito in un letto ad una piazza e mezza così comodo. La testa sprofondava nei numerosi cuscini e risvegliarsi con l'odore delle brioches calde oppure da un bacio di Taylor mi pareva un sogno. Passavamo moltissimo tempo insieme, nonostante le riprese. Mi portava spesso in giro per il suo paese, mi fece visitare le mete turistiche più ambite e ammirai dei paesaggi mozzafiato.Mi fece conoscere numerosi personaggi dello spettacolo tra cui Kris e Rob. Da subito mi presero in simpatia, si erano affezionati molto a me. A volte mi viziavano quasi fossi loro nipote! Un pomeriggio Kris mi invitò a fare shopping con lei, dovete immainarvi, un vero e proprio spasso. Da quel giorno diventammo molto amiche, non tanto perchè come Taylor era famosa, piuttosto perchè era simpatica e solare. Non l'avevo certo immaginata così. Rob era più chiuso ma ugualmente simpatico e gentile. In mezzo a loro non mi sentivo a disagio come invece capitava con altri personaggi.
Con loro eravamo due semplici coppie di innamorati che passano insieme le vacanze. Un pomeriggio eravamo tutti e quattro insieme a casa di Taylor. Io e Kristen stavamo leggendo un libro sulle sdraio, mentre Robert e Taylor stavano correndo sul tapisrouland. Ad un certo punto mi sentii sollevare, aprii gli occhi, Rob aveva preso in braccio me e Taylor aveva preso in braccio Kris. Si diressero correndo verso la piscina e ci buttarono dentro vestite. Dopo essersi tolti la maglia si tuffarono anche loro. Io indossavo un paio di pantaloncini cortissimi e aderenti blu scuri e una maglietta bianca larga e comoda che diventò immediatamente trasparente mettendo in mostra il reggiseno nero. I due uomini se la stavano spassando ridendo a crepapelle mentre noi ragazze riemergevamo tossendo. Appena si fu ripresa Kristen prese a tempestare di schizzi Taylor che scappava correndo nell'acqua mentre io e Rob ridevamo e li guardavamo.
- Tanto uso Sara come scudo! - Disse Taylor quando giunse alle mie spalle. Mi posò le mani sui fianchi tenendomi stretta perchè non scappassi.
- Hei! - Dissi voltandomi e schizzandolo a mia volta. Poi Taylor cominciò a rincorrermi per la piscina, intanto Kris aveva raggiunto Rob e ci guardavano abbracciati.
- Presa! - Urlò Taylor vittorioso stringendomi a sè e baciandomi con intensità.
- Sei scorretto però! - Dissi battendo un pugno scherzoso sul suo petto appena mi lasciò respirare.
Il resto della giornata trascorse veloce e in allegria tra schizzi e risate. Mi piaceva quella vita anche se sapevo che presto sarei dovuta tornare a scuola. Mancavano due settimane al rientro.
Le riprese procedevano bene ed eravamo già a più di metà film. Zoe si era rivelata una donna mezza matta e simpaticissima e anche Rick non era male anche se rimaneva sempre un po' chiuso. Passare più di un mese in America mi stava facendo davvero bene perchè ora parlare l'inglese mi veniva quasi automatico.
Una sera rientrai a casa che avevo l'emicranea. L'unica cosa che volevo fare era una bella doccia e andare a letto, stavo davvero male, tanto che avevo la nausea. Dopo essermi sdraiata sul letto Taylor venne a bussare alla porta. Quella sera sarebbe dovuto andare ad una cena di lavor, aveva insistito perchè andassi anche io ma mi ero opposta perchè sarei stata certamente fuori luogo.
- Come stai Amore ? - Disse appena fu accanto a me.
- Non troppo bene, ma deve essere per colpa di qualcosa che ho mangiato e che non ho digerito. Non ti preoccupare -
- Mi dispiace uscire e lasciarti sola, sei sicura di non volere che resti? -
- No, sei obbligato ad andare, giuro che se resti a casa non ti parlo più per una settimana! - Lo minacciai sorridendo.
- Bè, tornerò il prima possibile. Tu però mangia qualcosa perchè se scopro che non hai cenato ti riporto a casa immediatamente... - Sapendo già che non avrei toccato cibo.
- Sì, non ti preoccupare - Dissi poco convinta.
- Ci vediamo appena rientro... - Disse dandomi un piccolo bacio sulle labbra.
- Buona serata - Aggiunsi
Pochi minuti dopo che la porta si fu chiusa sprofondai nel sonno senza cenare.
Il giorno seguente mi svegliai di buon umore. Quando andai in cucina vidi che Taylor non c'era ancora. Pensai che non si fosse ancora svegliato e che la sera precedente fosse rientrato tardi perciò non lo disturbai.
Finita la colazione mi vestii veloce e mi misi dei vestiti comodi per andare a fare una passeggiata prima del lavoro. Quando uscii dalla porta vidi Taylor che camminava avanti e indietro nervosamente per il vialetto. Era al telefono e a quento pareva era arrabbiatissimo. Era una giornata soleggiata tirava un vento freddo, perciò rientrai per coprirmi meglio. Quando tonai fuori Taylor aveva concluso le telefonata, si avvicinò a me con un sospiro. Mi lasciai accarezzare la guancia e risposi al suo bacio. Si era rilassato un po'. 
- Vado a fare una passeggiata prima di andare a girare, ci vediamo direttamente là? -
- Va, bene. Io finisco di prepararmi e faccio colazione perchè il mio stomaco brontola - Concluse con un sorriso.
- Ok, allora ci vediamo dopo - Dissi e con aria felice mi avviai verso il cancello.
Mi sembrava d'essere tornata indietro due mesi. La mia sciarpa grigia svolazzava mossa dal vento e i capelli mi venivano continuamente in faccia. La mente svuotata da tutto mentre ascoltavo l'ululato del vento e il frusciare delle foglie. Era un rumore rilassante. Fu un colore che mi catturò, o un titolo, oppure l'istinto o smeplicemente il destino.
Rimasi inpietrita davanti a quel giornale caduto accidentalmente dalla borsa di qualche ragazza. Lo sguardo perso e vacuo mentre le pagine continuavano a rigirarsi a causa del vento, purtroppo quello che dovevo vedere l'avevo visto e anche fin troppo bene. Lo raccolsi e camminai a passo svelto verso la scuola in cui si svolgevano le registrazioni.

Angolo SweetDancer96
Sondaggio: secondo voi Sara che cosa ha visto sul giornale?
Grazie a Lyle per la recensione e per i complimenti!
Ringrazio anche le ragazze che hanno inserito la mia storia tra le preferite e quelle che l'hanno inserita tra le seguite...


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Capitolo 16
*** Sbagli ***


15 - Sbagli PoV: Taylor
La vidi uscire dalla porta, semplice, bellissima, tranquilla e serena. Cercai di imprimermi nella mente il suo volto perchè sapevo che quando avrebbe scoperto, perchè ne ero certo, avrebbe saputo, probabilmente non l'avrei più rivista. Conclusi la telefonata con fare sbrigativo e alquanto rabbioso e le andai incontro.
Le accarezzai una guancia con il dorso della mano e la baciai. Non la volevo lasciare ma sapevo che prima o poi avrebbe saputo e sarebbe andata fuori di testa, non avrebbe capito più niente e avrebbe considerato tutto ciò che avrei detto una menzogna.
Mi comunicò che sarebbe andata a fare una passeggiata prima di cominciare le riprese mentre io avrei fatto colazione.
Già mi sentivo distrutto per quello che era capitato e al solo pensiero... No, non volevo nemmeno immaginarlo.

PoV: Sara
Camminavo e non riuscivo a pensare a nulla. Nebbia. Nebbia totale.
Esatto camminavo come un'automa, come un robot. Forse per la rabbia ceca che mi stava crescendo dentro come una bestia malefica, forse perchè sapevo che tutto questo non poteva che essere un sogno o un miraggio lontano anni luce da me, forse perchè ero semplicemente distrutta e non riuscivo a capire.
Non sapevo nemmeno se la strada che avevo imboccato fosse giusta. Non sapevo nemmeno più chi fossi. Non pensavo ad altro che non fosse quell'immagine con quelle scritte cubitali che probabilmente mi stavano gridando in facca la realtà.
Senza nemmeno accorgermene entrai negli studios dove tutti mi aspettavano da un pezzo. 
- Finalmente, dove eri finita?! - Gridò Zoe con la sua solita energia. L'unica cosa era che quel giorno non avevo nessuna voglia di scherzare o rallegrarmi per l'ottimismo degli altri.
Mi lasciai vestire e truccare senza dire una parola. Mi pareva che tutto d'un tratto le parole fossero del tutto vuote, che non avessero più alcun significato.
- Ora cerca di calarti nella parte e concentrati perchè probabilmente per voi sarà la scena più difficile da girare! - Disse Zoe con allegria. Come se non fosse successo niente, come se lei non lo sapesse già. Erano tutti falsi e ipocriti.
Annuii sempre senza fiatare e mi voltai verso lo specchio.
- Chi sei Sara?-
- .... Chi sei ? - Sussurrai distrutta.
Due calde lacrime mi rigarono il viso. Lacrime di dolore e di rabbia, mi fecero colare tutta la matita, come voleva il copione e come purtroppo sentiva il mio cuore. Vedere il ragazzo, che aveva promesso di amarmi e stare con me, baciare una sua ex era stato per me come ricevere una pugnalata nel cuore. Sì avevo un dolore più che lancinante all'altezza del petto che non mi permetteva quasi di respirare. Ansimavo e piangevo in silenzio. In silenzio come lo era stata tutta la mia insignificante vita. In silenzio per non disturbare la vita degli altri. Volevo solo tornare a casa mia, nella mia camera a spargere lacrime sul cuscino, nella mia torre, nel mio mondo. Lo era sempre stato. Nascosta per non essere vista dagli altri.
Mi alzai dalla sedia che non mi reggevo nemmeno in piedi, mi tremavano le gambe e avevo un mal di testa incredibile. Tuttavia non ero mai stata così lucida. Dopo il primo impatto, dopo la trance iniziale, tutto mi era precipitato addosso.
Uscii dal mio camerino e chiusi la porta. Mi diressi con passo deciso e spalle rigide verso la stanza dove avremmo dovuto girare la scena.
Vidi il volto di Zoe e Rick accendersi d'eccitazione. Potevano considerarmi ora un'attrice provetta, probabilmente nessuno era mai riuscito a ottenere un'espressione del genere. Per forza, io no stavo affatto recitando.
Vidi la spia rossa delle telecamere accendersi proprio mentre cercavo di raggiungere Taylor. Appena gli fui davanti abbassò lo sguardo. Aveva capito subito che io non stavo fingendo.
- Pensavo tenessi a me realmente - Dissi cercando di assumere un tono deciso.
- Pensavo di potermi fidare - Ma la voce mi si incrinò. Stavo usando la stesse parole del copione. Non perchè volessi entrare nel ruolo, solo... erano le più adatte. Erano quelle che stava gridando il mio cuore se così si potevano chiamare i minuscoli frammenti che ne erano rimasti.
Non parlò, non disse niente.
- Io mi sono innamorata di te come una bambina ingenua e ho sbagliato. Ho sbagliato. - Terminai con un sussurro strozzato prima che nuove lacrime si riversarono sulle mie guance portandosi dietro una scia paurosa di matita e rimmel neri.
Non riusciva a sostenere il mio sguardo. Si limitava a guardare il pavimento, come un bambino che viene rimproverato. Così prevedeva il copione, ma non avrebbe fatto altro ugualmente e lo sapevo.
Mi voltai e corsi via dalla stanza. Tutti applaudirono e urlarono complimenti entusiasti. Tutto si smorzò quando si accorsero che invece di fermarmi per continuare con le scene successive, ero scappata verso i potrelloni e Taylor si era rifugiato nel suo camerino e aveva chiuso la porta a chiave. Avevo visto i suoi occhi riempirsi di lacrime e osservarmi imploranti prima di andarmene e mi erano rimasti impressi.
Scappai e continuai a scappare finchè non  raggiunsi l'uscita. Appena fui fuori telefonai ad Harry singhiozzante implorandolo di prepararmi la valigia e di prendermi un biglietto per Milano il prima possibile.
Acconsentì in modo triste, sapevo che anche lui aveva appreso la notizia.
Appena arrivai a casa sua il bagaglio era pronto e il volo prenotato per due ore dopo. Il tempo necessario per arrivare e fare il ceck-in. Ne fui sollevata. Volevo andarmene per sempre da un mondo che non era il mio e che non  lo sarebbe mai stato.
Ancora non ci potevo credere: mi aveva detto che andava ad una cena di lavoro e invece sulla porta del ristorante si baciava con una sua ex, che aveva lasciato ormai da un anno.
Salutai Harry con un abbraccio forte. In fondo era simpatico e eravamo reciprocamente affezionati.
Salii sull'aereo e sadendomi tirai fuori dalla borsa l'ipod e lo accesi al massimo del volume chiudendo gli occhi, mentre altre lacrime ricadevano lente sulle mie guance fino a raggiungere la bcocca o fino a scendere sul collo. Il primo album che capitò fu Fallen degli Evanescence, il che mi fece piangere ancora di più perchè mi vennero im mente tutti i momenti più belli passati insieme a lui a partire dal primo bacio.

Oscurando e mescolando la verità e le bugie

così non so cosa è vero e cosa no 
confondendo sempre i miei pensieri 
così non posso avere fiducia ancora in me stessa 
io sto morendo ancora 
sto andando giù 
annegando in te 
sto cadendo per sempre 
ho bisogno di fermare tutto 
allora vai avanti e urla 
urlami,  sono tanto distante 
non sarò distrutta un'altra volta 
ho bisogno di respirare, non posso andare giù
.  ( Traduzione ultima strofa di Going Under, Evanescence )

 Le parole di Going Under riuscivano ad esprimere nel migliore dei modi la situazione in cui mi trovavo. 
Sentivo gli sguardi della gente su di me, non capivo se era perchè i miei occchi continuavano a lacrimare nonostante fossero chiusi o se  conoscevano la mia identità e quindi sapevano anche il motivo del mio pianto. Non mi importava. Sarebbe stato lui a fornire spiegazioni di certo non io.
Ero distrutta perchè io l'amavo ancora ma anche arrabbiata perchè mi aveva mentito per tutto il tempo, e non potevo accettarlo.
Fu il viaggio più lungo della mia vita. Non riuscii a dormire per niente e le mie parole di addio mi ritornavano in testa come in un incubo. 
Lì a Milano era notte fonda, non avevo mangiato ma non ne avevo aluna voglia. Un taxi mi aspettava all'uscita dell'aereoporto.
Salutai mia mamma, che mi era venuta ad aprire la porta svegliandosi, con un sorriso amaro sulle labbra prima di chiudermi in camera mia. Non le dissi che avevo saltato anche il pasto precedente.altrimenti mi avrebbe obbligato. Mi infilai il pigiama e mi buttai sul cuscino che presto si inumidì di lacrime.
Tuttavia la vita doveva ricominciare e mancava solo una settimana all'inizio della scuola.
L'anno scolastico si aprì con qualche novità: In classe avremmo avuto un ragazzo nuovo, proveniente da Torino. Dovetti ammettere quando lo vidi che era un ragazzo molto attraente. Nicolò si chiamava, ma dagli amici si faceva chiamare Nick.
Normalmente era un po' indietro con il programma, specialmente di Latino.
- Sara, saresti così gentile da fare ripetizioni a Nicolò di Latino? Avrei bisogno che si mettesse in pari - Mi chiese il professore di greco e latino
- Certo, prof. Con piacere - Risposi. Non avevo per niente voglia di dare ripetizioni e tanto meno ad un ragazzo, fosse stato per  me i ragazzi li avrei cancellati dalla memoria. Guardai nella sua direzione e vidi che mi stava guardando. Non ero mai stata considerata tra le ragazze più belle tuttavia, per quel che ne sapevo c'erano due o tre ragazzi  interessati a me purtroppo tutti cessi.
Nessuno si stupì della richiesta del professore, tutte le volte che qualcuno doveva mettersi in pari con il programma io lo dovevo assistere in quanto secchiona della classe.
Il suono della campanella interruppe il flusso dei miei pensieri. Appena il professore ebbe finito di comunicarci i compiti raccolsi le mie cose e uscii dall'alula con l'Eastpack rosso in spalla. Mentre mi dirigevo alla biblioteca del liceo in attesa del pullman che sarebbe arrivato un'ora dopo, sentii dei passi venire nella mia direzione.
- Hei, e così tu sei Sara giusto? - Mi disse Nick rivolgendomi la parola.
- Sì, mi chiamo Sara - Tagliai corto, senza smettere di camminare a testa alta verso la biblioteca.
- E sei la secchiona della classe - Continuò
- Già - Risposi secca.
- Piacere io sono Nicolò ma tutti mi chiamano Nick e abito a Carnate ora. -
- Io sono di Bernareggio -
Sorrisi cercando di ammorbidirmi un po'. In fondo che colpa ne aveva lui se un altro mi aveva ferita?
- Senti, a te andrebbe bene se ci trovassimo domani nella biblioteca comunale di Bernareggio, c'è un posto con delle tavolate dedicate a chi studia o da ripetizioni - Gli chiesi, se dovevo svolgere il mio lavoro, tanto valeva svolgerlo con impegno.
- Per me va bene, alle tre e mezza? -
- E sia - Dissi e lo congedai entrando nella tanto amata biblioteca.

PoV: Taylor
- Pensavo tenessi a me realmente - Disse con voce rotta dal pianto.
- Pensavo di potermi fidare - Stava recitando il copione, ma sapevo che in realtà erano parole sue che sentiva nel suo cuore.
- Io mi sono innamorata di te come una bambina ingenua e ho sbagliato. Ha sbagliato. - Terminò con un sussurro strozzato. Non riusciva più a trattenere le lacrime che le si riversrono sulle guance.
Prima che si voltasse per andarsene alzai lo sgardo per vederla un ultima volta. Anche io avevo gli occhi pieni di lacrime. Non avevo mai pianto in vita mia ma vederla così distrutta mi abbattè definitivamente.
L'equipe scoppiò in un sonoro applauso di festeggiamento ma io non avevo alcuna voglia di festeggiare. Come facevano a non capire che non stavamo affatto recitando?!
I sorrisi morirono sui loro volti non appena videro che Sara si era diretta verso i portoni degli studios e io stavo andando verso il mio camerino.
Non appena mi fui chiuso la porta alle spalle le lacrime mi rigarono il viso paonazzo di rabbia. Sì, ero furioso. La mia ex mi si era buttata addosso appena mi aveva visto uscire dal ristorante ed era riuscita a raggiungere le mie labbra. Prima che me la potessi togliere di dosso e mandarla a quel paese i paparazzi, gli stessi che mi avevano trovato in Puglia, avevano provveduto a rovinarmi la vita. Per sempre. Era successo tutto in una frazione di secondo eppure aveva avuto il potere di infrangere il mio sogno e la mia vita. Era stato progettato tutto. I giornalisti avevano chiesto a quella che un anno prima era stata la mia ragazza di bacirmi per riuscire ad infangarmi. Addirittura me lo avevano confessato, tanto che cosa potevano le mia perole contro quelle di un giornale?
Non avevo nemmeno tentato di dirlo che si era trattato di un errore... che quella ragazza era stata pagata per rovinare tutto e che anche Kris e Rob potevano testimoniarlo. Non mi avrebbe mai creduto. Avevo telefonato a Rob quella mattina stessa per dirlgi di non fiatare riguardo alla verità, con Sara.
Una parte di me moriva dalla voglia di rincorrerla e spiegargli, ma sapevo che non sarebbe servito. Non sarebbe mai stato come nei film che basta una piccola spiegazione per sitemare tutto.
Al solo pensiero che quei bastardi lo avevano fatto apposta solo perchè alle fan non piaceva la mia ragazza...
Sentivo la rabbia crescermi dentro e il dolore corrodermi l'anima. Altre lacrime, ancora lacrime e di nuovo lacrime. Non potevo fare nient'altro. Rimasi ad ascoltare i miei stessi singhiozzi che riempivano la stanza, il sapore delle lacrime salate che mi entravano in bocca erano l'uica cose che mi ricordava che ero io a piangere. Piansi per ore e nessuno mi venne a disturbare.
Uscii dagli studios deserti che era quasi ora di cena. non avevo pranzato ma avevo lo stomaco serrato. Arrivato a casa Harry non parlò perchè se avesse fatto altrimenti mi avrebbe rimproverato. Anche lui sapeva cosa fosse successo realmente e io sapevo che in quel momento mi considerava uno stupido. E aveva ragione.
Andai dritto in camera mia. Mi infilai un paio di pantaloni comodi e una t-shirt e mi sdraiai sul letto a pancia in su. Non cenai nonostante Harry mi avesse portato un vassoio in camera e quella notte non dormii. Avevo finito le lacrime e avevo gli occhi rossi e gonfi. La mattina successiva mi lavai e tornai in camera, dalla quale non mi mossi più per tutta la giornata. Solo a cena mangiai una pastina e un po' di insalata e durante la notte il sonno fu leggero, più simile ad un dormiveglia. Passò così una settimana in cui non parlavo, mangiavo poco, dormivo a stanto e non mi degnavo di uscire. Ordinai a Zoe tramite un e-mail che le riprese erano sospese per vari motivi, per il resto passavo le giornate seduto o sdraiato sul letto a crogiolarmi nel mio dolore e nella mia rabbia. Mi isolai completamente.
Dopo due settimane Harry mi si avvicinò.
- Perchè non le hai detto nulla? - Mi chiese
- Non mi avrebbe mai creduto - Fù la mia risposta del tutto vuota.
- Non dire idiozie Taylor, ti avrebbe creduto anche se le avessi mentito -
- Non è vero -
- Allora che hai intenzione di fare? Startene qui seduto o sdraiato mangiando come una formica, dormendo poco o niente e isolandoti completamente da tutto e tutti? So che non la dimenticherai mai, ma la vita continua... la tua e la sua - Concluse.
- Hai ragione, ma non ce la faccio ... - Dissi con tono disperato trattenendo a stento le lacrime.
- Non so cosa dirti Taylor, resta pure qui se vuoi ma secondo me una lunga passeggiata non ti farebbe male - Concluse alzandosi e uscendo dalla stanza.
Da quel giorno cominciai a farmi lunghe camminate in giro per Los Angeles oppure me ne stavo rinchiuso in camera con l'Ipod al massimo.
Stavo male, inutile negarlo.
Passò un altro mese così, tra il non fare nulla e le lunghe passeggiate durante la quale ignoravo anche le grida e le richieste d'autografo delle fan. Dopotutto non erano mica loro che odiavano Sara? Non erano state loro a spingere quei giornalisti a dividerci?
Ancora non mi capacitavo del fatto che non avevo provato a difendermi come chiunque altro avrebbe fatto. Ora era troppo tardi, sarebbe suonato come: non so più che tradire ti prego torna.
Stupido, stupido e ancora stupido.
Seduto su una panchina osservavo la gente passare e quando vedevo un gruppo di ragazzine in procinto di venirmi incontro mi alzavo e con passo svelto mi dileguavo alla ricerca di un altro posto dove poter stare tranquillo.
Pssò un altro mese. Sara era tornata a scuola già da due mesi, quasi tre.
Un giorno di fine ottobre, osservavo il cielo albeggiare, tinto di colori stupendi, di sfumature tra il rosso e il viola,  mentre le foglie secche dai mille colori venivano staccate dai rami e fatte volare via dal vento per poi depositarsi sul selciato e sull'erba.  Sarebbe piaciuto a Sara assistere ad uno spettacolo del genere. Gia, Sara. Avrei voluto essere con lei a studiare e sentirla ripetere poesie e poemi latini e grechi. Io avevo finito il liceo ma non avevo continuato gli studi all'università come in vece mirava a fare Sara. Avrei voluto stringerla tra le braccia e tenerla stretta a me per sempre. Per sempre.
Mentre ammiravo quello spettacolo naturale mutare sotto i miei occhi non mi accorsi che Zoe si era seduta sulla panchina accanto a me e mi stava osservando.
- So cosa è successo - Disse facendomi saltare dallo spavento
- Mi hai spaventato - Dissi cercando di pilotare il discorso altrove, non mi andava di parlarne.
- E so anche cosa è realmente accaduto quella sera - Continuò. Decisi di essere franco
- Non ne voglio parlare -
- No Taylor, ne dobbiamo parlare - Disse senza rabbia o agitazione
- Perchè... per il bene del film? - Dissi con scherno e ironia nella voce
- No... per te ragazzo  - Disse. Decisi di non rispondee.
- Ma ti vedi? Non dormi, non mangi, non vai in palestra, non vivi più Taylor! Perchè non le hai detto niente?! Perchè l'hai lasciata andare?! So, perchè me lo hai detto tu stesso, che è la tua unica ragione di vita, e allora perchè non reagisci ?! -
Non risposi, ora era su tutte le furie.
- Taylor, almeno rispondimi cazzo ! -
- Ti ho già detto che non ne voglio parlare - Risposi gelido
- Va bene, come vuoi... - Disse allontanandosi furiosa.
Aveva ragione, ma non riuscio e non ne volevo uscire. Mi stava bene, me l'ero meritato.

PoV: Sara
La compagnia di Nick era piacevole. Dopo un mese di ripetizioni in biblioteca, aveva proposto di cambiare luogo perchè quell'aula era troppo affollata e caotica. Dovevo ammettere che aveva ragione, così decisi di farlo venire a casa mia visto che al pomeriggio presto tutti erano fuori casa.
Nick era un ragazzo simpaticissimo e divertente, trovava sempre un modo di farmi ridere quando non ce n'era bisogno, mi lasciava ai miei pensieri quando capiva che pensavo a qualcosa che non gli avrei mai riferito ( Lui ) e invece mi consolava senza intromettersi troppo quando vedeva che pensandoci troppo mi si riempivano gli occhi di lacrime.
Stupida mi dicevo.
Come avevo già constatato era un ragazzo molto carino: aveva gli occhi verdi e capelli biondi. Alto e muscoloso ( ovviamente non quanto Taylor). Ogni tanto lo beccavo mentre mi osservava. Non sapevo dire se mi piacessero o no quelle attenzioni.
Eravamo diventati molto amici in quei mesi e nonostante non servissero più le ripetizioni eravamo soliti fare i compiti insieme. Stare con lui e studiare mi aiutava  non pensare troppo spesso a Taylor, anche se quando mi mettevo a letto lacrime umide mi inondavano il viso costantemente.
- Per chi versi tutte quelle lacrime? - Mi chiese una mattina
- Io non verso lacrime - Risposi asciutta e con totno distaccato
- Oh sì invece, e tante anche - 
- Non è vero -
- Allora come spieghi che alla mattina hai sempre gli occhi arrossati e gonfi tipico di chipiange per ore? -
- Non piango, è che spesso mi metto la matita nell'occhio per sbaglio - Dissi arrampicandomi sugli specchi 
- Ok, ho capito non me lo vuoi dire... - E il discorso si chiuse lì, o almeno lo speravo.
Quel pomeriggio dopo aver studiato per ore entrai in chat dove Chiara mi aspettava per parlare. Sapeva che ero solita accendare il computer verso quell'ora.

Kia94
- Finalmente ti sei degnata di farti sentire! -
Saretta U.U
- Sì tutto bene grazie! -
Kia94
- Spiritosa! -
Saretta U.U
- Come va? -
Kia94
- Bene. Qui la vita procede... anche la scuola = (
E i piccioncini ke fanno???
Saretta U.U

Kia94
Ehi ??? Ti sei disconnessa???
Saretta U.U
No, purtroppo... Non esiste più un Noi Chiara, mi ha tradita... e sto malissimo per questo.
Kia94
Come sarebbe?! Brutto stronzo....
Saretta U.U
Non fare casini...

Kia94 si disconnette.

Saretta U.U si disconnette

Perchè glie lo avevo detto? Ora gli avrebbe subito telefonato per dirgli dietro peste e corna. Aveva il suo numero e il suo contatto... avrebbe combinato un casino.
Poco dopo squillò il telefono, che fosse già lui? No impossibile.
" Hei piccoletta... usciamo? " Era Nick. Tirai un sospiro di sollievo, ma anche un po' di delusione. Mi sarebbe piaciuto sentire di nuovo la sua voce...
- Da quando mi chiami piccoletta? -
" Da ora... allora vieni? "
- Va bene... ma perchè proprio 'piccoletta'? -
" Sei o no più piccola di me? "
- Sì ma solo di due anni... e poi ricordati che sei tu quello che è stato bocciato! -
" Sì, ma tu rimani sempre più piccola!"
- Dove si va? - Chiesi per cambiare discorso
" Mmh ... non lo so, decidi tu "
- A fare shopping! - Scherzai
" Se ti fa piacere..." Disse con fare deluso
- No, scherzavo, che ne dici se ci prendiamo ua pizza e poi andiamo al cinema? -
" Perfetto " Disse entusiasta
- Che film vediamo? - Chiesi
"Che ne dici di Harry Potter sette?"
- Già visto! -
" Ok, allooora ... sorpresa! "
- Ci sto! -
" Ti passo a prendere alle sette cioè tra un'ora... sbrigati piccoletta "
- A dopo - Dissi con finta esasperazione
Mi feci la doccia e mi vestii: scelsi un paio di jeans attilati come mio solito, una semplicissima t-shirt, una felpa bianca della Dimensione Danza e  un paio di  Air Max Light.
Più teenager di così non potevo essere. Infine mi misi la matita  rigorosamente nera sopra e sotto l'occhio per farlo risaltare meglio.
Alle sette meno cinque ero pronta e alle sette in punto Nick passò a prendermi.
Non uscivo da almeno tre mesi e mezzo, nè con una amica nè con i miei genitori. preferivo rimanere in casa a fare niente o a studiare cose che sapevo ormai a memoria a furia di studiare.
Non era un appuntamento da fidanzati, solo un uscita tra migliori amici. Ebbene sì, Nick era diventato il mio migliore amico assieme a Chiara.
Lui doveva essere in quinta superiore ed era di gennaio, perciò aveva la patente. Ha la stessa età di Taylor. Mi maledissi per quel pensiero.
Mi fidavo di lui, aveva una guida sicura e non veloce.
Dieci minuti dopo eravamo al centro commerciale. Ci fermammo al McDonalds a mangiare un toast e poi mentre io ero in bagno lui provvide a comprare i biglietti, in modo che non potessi vedere che film saremmo andati a vedere.
Mi guardai allo specchio. I capelli erano diventati lunghi e ormai mi arrivavano ai fianchi, i boccoli definiti erano stupendi, a Taylor sarebbe piaciuto vedermi così. Perchè non riuscivo a togliermelo dalla testa nonostante avesse baciato un'altra mentre stava con me?
Ero ancora irrimediabilmente e perutamente innamorata di lui e non sarebbe mai cambiato nente.
Quando uscii dal bagno Nick mi aspettava. Mi sorrise, un sorrisetto furbo.
Mi affiancai a lui e camminammo in silenzio verso l'entrata delle sale.
I posti erano i migliori in assoluto: ultima fila centrali. Voleva fare colpo?
Dopo venti minuti di pubblicità una voce recitò una frase, famosa, forse troppo per le mie orecchie. Breaking Dawn. Con tutto quello che era capitato mi ero totalmentedimenticata che l'11 novembre sarebbe uscita la prima parte.
Gli sorrisi, come per dire che aveva fatto la scelta giusta, in realtà non lo era per niente.
Ressi durante tutta la parte del matrimonio ma quando durante il ballo Jacob si presentò in tutta la sua bellezza con i muscoli in risalto e quel sorriso luminoso che tanto mi aveva fatto innamorare gli occhi mi si riempirono di lacrime.
- Scusami ... non ce la posso fare - la voce mi si incrinò.
Scappai fuori dala sala e non smisi di correre nemmeno passando tra i vari corridoi del centro commerciale e non avrei smesso nemmeno una volta fuori dall'edificio se una mano calda e forte che mi ricordò subito quella di Taylor, non mi avesse fermata trattenendomi per un braccio.
- Aspetta, almeno spiegami perchè... pensavo ti piacesse la saga -
Riconoscendo la voce mi voltai e appoggiai la testa nell'incavo della sua spalla dando finalmente sfogo al mio pianto. Mi tenne stretta a sè accarezzandomi i capelli finchè non mi fui calmata.
- Nick, non posso più fare a meno di dirlo a qualcuno... Taylor Lautner era il mio ragazzo, simo stati insieme tre mesi e poi sono venuta a conoscenza, per colpa di un dannatissimo giornale di gossip, che Taylor era andato a cena con una sua ex... c'era la foto di loro due che si baciavano sulla porta del ristorate! - Dissi con voce rotta dal pianto mentre nuove lacrime colarono dagli occhi.
Era confuso e sorpreso.
- Tu eri... - Ebbe il buonsenso di non terminare l'esclamazione
- Sì Nick, lo ero -
- Mi dispiace tantisimo io sono stato uno stupido.. - Non o lasciai terminare
- Non è affatto colpa tua, non lo sapevi. Sono stata stupida io perchè non te ne ho mai parlato e ti ho rovinato la serata -
- No, assolutamente, in fondo mi conosci da tre mesi e mezzo. Avevi tutto il diritto di non dirmi nulla - Mi rassicurò
Passammo il resto della serata in un parco, in silenzio, ad osservare le stelle.

Angolo SweetDancer96
So che questo capitolo è piuttosto triste, ma spero non mi odierete per questo.
Mi dispiace di non aver ricevuto recensioni nel capitolo precedente, anche perchè vorrei sapere i vostri pareri riguardo alla storia.
Vi piace? Vi annoia? Troppo sdolcinata? Troppo poco appassionante?
Fatevi sentire.
Baci e al prossimo capitolo.
P.S. Questo è dedicato ad  Annette Bellamy nonche mia migliore amica ( vecchia MissFify) Perchè capisca che non è l'unica a non saper raccontare storie tristi e malincoiche.
Quando ti decidi a tornare???
Vostra Sweetie

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Capitolo 17
*** Distanza ***





PoV: Taylor
Ero chiuso nella mia stanza, sdraiato sul letto ad osservare l'abum che Harry ci aveva regalato quando sentii il cellulare vibrare sul materasso, era da mesi che qualcuno non mi chiamava a parte la mia famiglia.        
Osservai il display: Chiara. Aspettavo la sua chiamata già da parecchio tempo. Possibile che Sara si fosse chiusa così tanto, da nasconderle i suoi sentimenti per tanto tempo?
- Pronto? - Dissi aspettandomi una sfuriata.
" Cosa è successo realmente? "
- In che senso? - Chiesi sbalordito dalla sua reazione.
" E' impossibile che tu, proprio tu l'abbia tradita, ci deve essere un'altra spiegazione " Disse convintissima.
Nonostante il carattere spigliato di Chiara la facesse sembrare molto più piccola rispetto a Sara che invece era seria, corretta e intelletuale, la ragazza affrontava le delusioni d'amore con gelo e distacco. Solo grazie a questa caratteristica era riuscita a capire la verità.
- E va bene - Dissi dopo una lunga pausa di silenzio.
- Ti racconterò tutto solo se mi giuri su te stessa che non dirai una sola parola di questa chiamata a Sara - Dissi risoluto
- Ma ...-
- Nessun ma, se no non ti racconto nulla - Dissi senza lasciarle finire la frase.
" Va bene " Disse calma.
Le raccontai tutto per filo e per segno, partendo dal perchè lei non mi avesse accompagnato.
- Mi credi? - Dissi una volta che ebbi terminato
" Sì, ti credo... Perchè non l'hai fermata? "
- Non mi avrebbe creduto -
" Io la conosco da quando è nata e ti posso assicurare che ti avrebbe creduto, è una ragazza che si fida. Io avrei reagito come ti eri immaginato, ma non lei "
- Ho sbagliato, ma ora è troppo tardi per rimediare, si sarà rifatta una vita. Una ragazza come lei non ha bisogno di aspettare molto per trovare una persona che la ami -
" Non so se si è ricostruita una vita. L'unica cosa che so è che non  ti dimenticherà mai più. Le hai dato tutto quello che non si aspettava, l'hai fatta sentire una piccola donna e una star. L'hai amata e la ami ancora "
" Pensaci Taylor... Ci si sente"
- Alla prossima -Salutai.
Era incredibile quanto avesse ragione. Una vera amica, nonostante mi avesse visto solo per una scarsa settimana.
Mi vestii velocemente infilendo un paio di jeans lunghi e scuri e un giubbotto di pelle nera sopra la maglia bianca a maniche corte.
Raggiunsi il mio parco preferito nel giro di un quarto d'ora, dove tutte le mattine rimanevo ad ammirare l'alba e tutte le sere il tramonto.
Rallentai il passo per guardare i bambini giocare. Mi venne in mente quella sera quando l'avevo portata a vedere il balletto e dopo cena siera avvicinata la bimba... Molly.
Sorrisi al ricordo di quel momento. Perchè mi ero lasciato scappare tanto? Veramente era troppo tardi? Sì, era troppo tardi.
Trovai una panchina vuota e mi ci sedetti ad osservare il cielo terso del pomeriggio. Non una nuvola. In quel momento mi accorsi che dopo aver conosciuto Sara ero molto più sensibile, sia agli spettacoli naturali quali l'alba e il tramonto che pirima consideravo parte della routine giornaliera sia all'osservazione delle persone che mi circondavano. A volte mi piaceva osservare le espressioni dei volti cercando di percepirne le sensazioni.
Improvvisamente, mi venne in mente una frase, di una canzone.

Save me from the nothing i've become - Salvami dal nulla che sto diventando.  
( Bring me to life / Evanescence )

Sì, Sara mi aveva salvato dal nulla che stavo diventando. Mi aveva cambiato. Mi aveva salvato da me stesso.

PoV: Sara
- Nick smettila - Dissi
- Perchè, che sto facendo di male? -
- E' da un'ora e sette minuti esatti che mi fissi -
- Non ti posso guardare? -
- Mi da sui nervi, mi fa sentire... osservata! -
Scoppiò a ridere e mi unii a lui.
- Non ti dovresti distrarre caro Nicolò, sei in terza superiore quando dovresti essere in quinta... -
- Sì, ma non per colpa mia -
- Ah sì, e di chi sarebbe la colpa ? - Dissi con tono ironico
- Dei professori - Disse con espressione serafica e terribilmente serena.
Scoppiai a ridere di nuovo, non per ciò che aveva detto ma per la sua espressione, mentre lui rideva con me.
- Sei incredibile! -Dissi con finta esasperazione
- Però ti faccio ridere! - Disse con convinzione
- Devi aere per forza l'ultima parola tu? - Dissi
- Però ammettilo, io ti faccio ridere. -
- No -
- E invece sì -
- No -
- Sì -
- E va bene, hai vinto. Mi fai ridere, e allora? -
- Sono simpatico -
- Modesto! - Dissi con ironia malcelata.
- Lo prendo per un sì... -
- Studia - Dissi per cambiare discorso.
- Sì signora! - Esclamò e si mise finalmente a studiare seriamente.
Poco più tardi quando se ne fu andato entrai in camera mia e acesi il computer.

Kia94
Ciao
Saretta U.U
Ciao... sentimo un po' che hai fatto?
Kia94
Niente, non ho fatto niente...Sara?
Saretta U.U
Che c'è?
Kia94
Io... ehm...
Saretta U.U
Allora?
Kia94
Nulla, non volevo dire nulla, una sciocchezza.

Kia94 si disconnette

Saretta U.U  
Non ti capisco a volte

Saretta U.U
si disconnette

Sapevo che avrebbe letto lì'ultima frase se fosse tornata in chat, non ero arrabbiata, solo che non riuscivo a capire, dice che non deve dire nulla e pochi secondi dopo si disconnette...
Mi voltai verso il letto e vidi l'abito viola steso sopra. Probabilmente mia mamma l'aveva portato i lavanderia. l'abito che avevo indossato al primo appuntamento.
Mi avvicinai e lo tolsi dalla plastica che lo ricopriva, stranamente non mi fece piangere, mi fece venire in mente invece quella volta che quasi se n'era andato per colpa dei giornalisti
" Sono capaci di distruggerti la vita con una foto e in un secondo e sono falsi" Mi aveva detto quando era tornato.
" Se alle fan non piacciono come ti vesti o le persone con cui esci riescono  a farti cambiare o ad allontanarti da esse con l'inganno" Possibile che fosse successo così anche nel mio caso?
- No, non credo - Dissi ragionando a voce alta
Strinsi a me l'abito come se fosse stato lui e immaginai di rivivere di nuovo quella serata magica. Lo indossai di nuovo e mi parve di rivivere tutti i momenti più belli assieme a lui. Pensai anche alla remota possibilità di rimanere amici e terminare di girare il film. No, erano solo fantasie, lui non mi voleva più, era inutile. Riposi il vestito nell'armadio con riluttanza e andai a mangiare.
Quella notte dormii poco e male, il mio sonno era tormentato da incubi. Sognavo situazioni strane dove vedevo Taylor malato e solo. Pareva che non mangiasse e non dormisse.
Mi svegliai con le occhiaie, fortunatamente era domenica. Mi vestii veloce con un paio di jeans e una camicia bianca, sopra indossai un maglioncino bianco con scollo a V.
Uscii di casa e andai alla S. Messa.
Dopo pranzo ricevetti una telefonata di Nick che mi chiedeva se volevo andare ad una festa di un nostro compagno di classe.
Accettai.
Indossai i jeans più scuri che avevo e indossai una maglietta dell'Original marines che mio fratello mi aveva regalato per il compleanno, rosa salmone con delle meduse bianche, che accompagnai con la kefia bianca.
Ai piedi indossai le zeppe bianche che avevo usato per il provino.
Arrivammo alla festa in perfetto orario, Nick era più carino del solito Jeans e camicia bianca mi ricordarono le serate in albergo con Taylor. All'entrata mi prese per mano.
- Non voglio farmi rubare l'amica - Disse strizzandomi l'occhio.
Dopo qualche minuto la sala fu piena e la musica a palla faceva venire l'emicrania a chi non si era già sbronzato. Mi accorsi di non avere più Nick al fianco, così andai a sedermi su una panchina di marmo sulla terrazza
Rimasi lì per più di due ore, poi scorsi Nick in mezzo alla folla che quasi non si reggeza in piedi. L'avevo immaginato. Mi diressi verso di lui prendendolo sottobraccio per allontanarlo dalla casa. A fatia riuscii a trasportarlo fuori dalla porta, sistemai il suo braccio sulle mie spalle e lo trascinai verso la macchina.
- Sara... Lo sai che ti amo? - Disse tra un singhiozzo e l'altro.
- Sì, certo, certo. Dormi sei ubriaco fradicio -
Lo stesi al posto di guida e abbassai il sedile. Chiusi la portiera e telefonai a mia madre
- Guarda che non torno a dormire, perchè Nick si è preso una sbronza è non è in grado di guidare. Una mia compagna di classe ha detto che mi può ospitare a casa sua, perciò dormiro da lei - Mentii.
" Ok, ma nnon combinare casini" disse mia madre
- Mamma! Non sono ubriaca e non ho perso il lume della ragione! -
" Sì, sì. Era solo un avvertimento. Stai attenta "
- Va bene. Notte - La saluti.
Non era tardi, erano le undici e mezzo.
Aprii la portiera posteriore e mi stesi sui sedili dei passeggeri. Mi coprii con la coperta che avevo portato per precauzione e mi addormentai per la stanchezza.
Mi svegliai con le prime luci dell'alba e scesi dalla macchina per ammirare il cielo.
Pochi minuti dopo si svegliò Nick con un gemito.
- Che mal di testa -
Mi raggiunse
- Che è successo? - Mi chiese
- Ti sei preso una bella sbornia ieri sera - Dissi con un sorriso sulle labbra
- Veramente? Lo sai che non mi ero mai ubriacato? -
- Ma dai?! veramente ?! - Dissi un tantino sorpresa.
- Sì, mai in vita mia. E tu? -
- No, non mi sono mai ubriacata e non ho intenzione di farlo - Dissi
- No, intendevo dire, dove hai dormito? -
- Sui sedili posteriori - Dissi indicando la coperta scostata.
- Ah, mi dispiace. -
- Forza, è ora di prepararsi perchè tra un'ora e mezza inizia la scuola - Dissi
- No... - Rispose
Riuscì a giudare fino a casa dove mi cambiai e presi lo zaino e il biglietto del pullman.
Dopo la scuola mia mamma aveva invitato Nick a mangiare da noi. Finito di pranzare cominciammo a studiare e nessuno parlò più fino a che non finimmo. Continuavano a rimbombarmi in testa le sue parole Lo sai che ti amo?
Mia mamma mi aveva insegnato che gli uomini erano molto più sinceri quando erano ubriachi.
Ed io? Io corrispondevo i suoi sentimenti? Ero confusa, molto confusa. No, ne ero certa. Non li corrispondevo. Io amavo Taylor nonostante tutto.
Alle cinque circa terminai di studiare, mi alzai e uscii in cortile ad osservare il cielo mutare. Pochi secondi dopo mi raggiunse anche Nick.
- Cosa ho datto ieri sera che ti ha reso così? - Chiese
Non risposi
- Merda, lo sapevo... -
Non sapevo cosa dire, non volevo ferirlo. Io gli volevo bene, come amica ma non lo amavo.
- Nick, io... Ti voglio bene, mi sei stato vicino e sei diventato il mio migliore amico. Ma il mio cuore appartiene ad un altro e non cambierà mai niente - Dissi tutto d'un fiato.
- Lo so -
- Magari con il tempo riuscitò a dimenticarlo e a quel punto ... potremmo tentare di stare insieme -
- Ti aspetterò Sara, ti aspetterò sempre - Disse dopo un lungo silenzio
Sorrisi rattristata. Avrei preferito che non mi avesse aspettato, avrebbe dovuto anche costruirsi una sua vita.
Mi diede un bacio sulla guancia e si avviò verso il cancello.
Quella sera mentre mi agitavo tra le coperte ripensai alla mia vita. Forse avrei dovuto provare a dimenticare Taylor e ricominciare una nuova vita assieme a Nick, infondo avevo solo sedici anni quasi diciassette. Avrei fatto in tempo a cambiarne tanti altri di ragazzi. Nel mio cuore però sapevo che il mio destino era in qualche modo legato a Taylor, che prima o poi ci saremmo rincontrati. Stavo ancora maledettamente male e soffrivo nonostante il tempo era passato.
I giorni successivi furono normali. Sempre sommersi di studio e compiti, passggiate e feste di compleanno. Il tempo sembrava trascorrere inesorabilmente, già cinque mesi disanti.
Cinque mesi  di false speranze quando arrivava un messaggio o un email, o quando qualcuno suonava il campanello. Il mio cuore accelerava i battiti e una lacrima mi scendeva quando scoprivo che non era lui.
- Sara,  noi andimo a fare una settimana bianca a Chiesa, come sempre. Vuoi venire? Devo prenotare la casa e lo devo sapere - Mi disse una sera a cena mia madre, Andrea e mio padre erano andati a fare una ferrata in Trentino e sarebbero tornati il giorno seguente.
- Se vuoi può venire con noi anche Nick, vedo che siete piuttosto affiatati. - Continuò
- No, non posso venire, il mese prossimo ho l'esame di cui ti avevo parlato e se lo passo vengo mandata direttamente in quinta superiore saltando un anno. Devo studiare. E con Nick... Siamo solo amici mamma, il mio cuore appartiene ad un altro... - Terminai la frase con una punta di tristezza nella voce.
- Ma... - Cerco di parlare mia madre
- Magari con il tempo potrei anche lasciarmi andare con Nick, ma ora, sono ancora innamorata di Taylor - La interruppi
- Come vuoi, sono felice perchè stai facendo la scelta giusta... La scelta che va bene per te -
- Grazie mamma -
Partirono appena dopo Natale, il 26. Mi sarebbe piaciuto andare con loro e sciare di nuovo. Io e Andrea sciavamo ormai da undici anni e sulle piste nere facevamo a gara, che arrivava ultimo pagava la cioccolata. Mi dispiaceva rimanere a casa, ma grazie a quell'esame sarei potuta passare alla classe superiore anticipando l'esamen di maturità di un anno.
Un pomeriggio finito di studiare andai in biblioteca a cercare un libro da leggere. Rimasi lì per una buona mezz'ora e poi mi riavviai a pidi verso casa.
Arrivai all'entrata della mia via e vidi parcheggiata la Jeep di Harry difronte a casa mia. Ebbi un tuffo al cuore e per la sorpresa feci cadere anche il libro che tenevo sotto braccio.
Velocizzai il passo. Avevo il cuore che batteva all'impazzata e le vertigini. Aprii il cancello e attraversai il viletto che conduceva alla porta quasi di corsa.Intravedevo un'omba accant all'ingresso ma non riuscivo a capire di chi si trattasse dalla posizione in cui ero. Mi sembrava di aver già vissuto questo momento.
Arrivai alla porta di casa e vi trovai appoggiata allo stipite... Kristen Stewart.
Appena la vidi le gettai le braccia al collo e lei ricambiò l'abbraccio.
- Mi sei mancata - Disse
- Anche tu mi sei mancata -
- C'è qualcun'altro? - Dissi nella speranza di rivedere Taylor
- No, ci sono solo io -
Ma certo. La scena era tale quale a quella di New Moon.
- Ma sono venuta per dirti una cosa... che non dovrei dirti, ma cambierà tutto... -
Aprii veloce la porta di casa e la feci accomodare sul divano mangiandomi le unghie per il nervosismo.
- Ecco, Taylor mi ha vietato di dirtelo. Ma è da cinque mesi che me lo tengo dentro e non ne posso più anche perchè devi sapere.- Disse convinta.
Annuii
- Quella sera, e tu sai a quale mi riferisco, Taylor è venuto a cena con me, Rob e tutti gli altri attori della saga. Era una specie di saluto per ricordare i momenti più belli dei film. -
Annuii di nuovo, non lo sapevo.
- Silvia, la sua ex, non c'era, nè c'è mai stata durante la cena. Ci ha detto che tu non stavi bene e che sarebbe tornato a casa presto per farti compagnia -
Fece di nuovo una pausa.
- Erano le undici quando siamo usciti dal ristorante io, Taylor e Robert. Volevamo veire a trovarti. Ad un tratto è arrivata Silvia e si è lanciata addosso a Taylor cercando di baciarlo. Lui l'ha tolta di dosso con uno strattone, ma i giornalisti avevano già fotografato. E' stata una trappola per dividervi Sara. Erano gli stessi giornalisti che vi hanno aggredito all'albergo quest'estate. Indispettiti dal vostro comportamento allora, ti hanno ingannata. -
Non potevo credere alle sue parole. Taylor non mi aveva tradita e, cosa più importante di tutte, mi amava ancora. Mi amava e io l'avevo lasciato per una ... cazzata tremenda!
- Taylor sta male. mangia poco, dorme male e pochissimo, non parla più con nessuno fuorchè Harry, me e Rob. Evita le fan e, o se ne sta rinchiuso nella sua camera solo Dio sa a fare che oppure se na va in giro per Los Angeles a fare lunghissime passeggiate solo -
Io piangevo disperata. Per felicità, dispiacere e per euforia. Non capivo più niente Non riuscivo a parlare. Avevo una gioia sorda che mi impediva di muovermi. Era come se il mio cuore fino ad allora distrutto in mille pezzi fosse tornato di nuovo intero e anzi si fosse ingrandito per contenere tutte quelle emozioni. Abbracciai talmente forte Kris che per poco non la strozzai. Piangeva anche lei nel vedermi così felice. Io piangevo e ridevo.
- Perchè non me l'ha detto subito? - Riuscii a biascicare tra un singhiozzo e l'altro
- Aveva paura che non gli potessi credere e non voleva apparire ai tuoi occhi anche bugiardo -
- Lo sapevo, me lo sentivo che in realtà non mi aveva mai lasciata... - Scoppiai di nuovo a piangere, troppo felice per poter fare altro.

Angolo SweetDancer96
Non ci crederete ma mi sono messa a piangere mentre scrivevo quest'ultimo pezzo. Lo so questo in confronto agli altri capitoli è molto corto ma il seguito fa parte del prossimo capitolo.
Spero vi stia piacendo.
Baci
SweetDancer96

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Capitolo 18
*** Cioccolata con panna ***


17 - Cioccolata con panna Click to Edit or Share

PoV: Taylor
Quella mattina mi alzai, contrariamente ad ogni aspettativa , di ottimo umore. Non sapevo perchè, ero semplicemente sereno e non tormentato dal solito rimorso e dal senso di colpa.
Nonostante Los Angeles fosse perennemente calda e soleggiata, ( neanche fosse il deserto ) quel giorno era particolarmente nuvoloso e minacciava pioggia, o meglio temporale.
Avevo voglia di passeggiare, ma quella mattina avevo una cosa più urgente da sbrigare a casa. Rob sarebbe arrivato a momenti. Mi aveva minacciato. Se non mi avesse trovato intento a fare palestra quella mattina mi avrebbe rovesciato addosso una secchiata di acqua bollente e subito dopo una gelata e poi mi avrebbe preso a pugni. Queste erano le sue parole. Sapevo che non l'avrebbe mai fatto, ma nonostante tutto accesi il tapisrouland e cominciai il mio solito allenamento. Arrivò dopo dieci minuti.
- Finalmente, ecco perchè tra poco piove! -
- Solo colpa tua scherzai -
- No, mi sa che qui viene giù la grandine mista a monete d'oro e banconote. Taylor ha fatto una battuta dopo mesi di ostinato silenzio!!! -
- Spiritoso! - Risposi sorridendo
- Nonono... tra un po' vediamo volare gli asini, le mucche, i maiali e tutta la fattoria al seguito! Taylor ha sorriso!!! -
- Piantala però ora perchè se no me ne torno in camera e non apro più bocca fino alla morte! - Dissi per minacciarlo
- Ok, la smetto - Disse Poi scoppiammo a ridere entrambe. Era come se mi fossi liberato da un peso. Nonostante la sua mancanza e il dolore per averla ferita lacerassero ancora il mio cuore e la mia anima, era come sa finalmente avessi detto tutta la verità che avevo taciuto per sei mesi. Sei mesi!
La mattinata fu piacevole e trascorse veloce tra chiacchiere e risate.
- Come mai senza Kris? - Gli chiesi verso l'ora di pranzo quando mi accorsi che la ragazza non era venuta.
- E' andata a sbrigare delle cose a New York. Tornerà tra poco - Disse in modo laconico abbassando lo sgardo complice
- Tu non me la racconti giusta - Replicai.
- Comunque non sono affari miei dove va la tua ragazza - Conclusi spensierato
Pranzammo con la pizza che Rob aveva fatto portare per l'occasione. La magiammo sul divano mentre guardavamo una partita dei Lakers in TV. Come un americano serio avrebbe dovuto fare.
Verso le tre del pomeriggio rientrò Kris con l'aria di chi ha fatto un opera di bene e ha ricevuto il perdono di tutti i peccati terreni e non.
- Hei, come va? - Disse entrando in casa
- Non hai visto volare una fattoria e cadere dal cielo grandine mista a monete d'oro e banconote? - Scherzò Rob.
- No...-
- Beh, oggi abbiamo fatto progressi Kris cara: ha riso, fatto una battuta e mangiato la pizza mentre guardavamo i Lakers! - Disse entusiasta
- Wow, avrei voluto esserci!!! - Disse ridendo Kris.
- Non vai a fare una passeggiata oggi? -
- Sì, stavo aspettando il momento giusto, andrò tra qualche minuto - Risposi sorridente alzandomi dal divano.
- Bentornato Taylor... - Sussurrò Kris abbracciandomi
- Non me ne sono mai andato - Scherzai. Era come se tutto d'un tratto lei fosse lì con me e stesse ridendo e scherzando con noi.

PoV: Sara
Avevo chiamato mia madre per raccontarle tutto e le avevo spiegato che sarei andata da lui per riabbracciarlo e scusarmi.
Avevo fatto la valigia e chiuso la casa. Dopo otto ore di viaggio arrivammo a Los Angeles che erano circa le due di pomeriggio.
Kris mi aveva portato a casa sua per farmi lavare e vestire dopo il lungo viaggio.
Non avevo chiuso occhio quella notte e nemmeno sull'aereo. Non vedevo l'ora di rivederlo, ma avevo paura che non mi volesse più.
Mi infilai i miei soliti jeans e una felpa della Converse. Ai piedi indossai un paio  di All Star appena comprate. Lasciai i capelli sciolti e  mi truccai usando semplicemente una riga di matita nera sopra e sotto gli occhi.
Mi tremavano le mani.
Quando fummo davanti alla sua casa Kris fece per entrare.
- Io resto fuori un po' vogli restare sola un'attimo - Dissi poco convita che rimanere sola fosse la cosa migliore
- Come vuoi... - Disse con un sorriso di incoraggiamento
- Non dirglielo che sono qua fuori, quando sarò pronta entrerò - Dissi
- Ok - Mi sorrise di nuovo ed entrò.
Appena fui sola mi incamminai verso uno spiazzo di verde che poi si rivelò un parco piuttosto grande affacciato su una piazza.
Non mi fermai, andai oltre in vista di una panchina di marmo sul marciapiede. Mi ci sedetti osservandola. Piena di scritte d'amore o insulti. Graffiti di indelebile o bombolette spray. In questo l'America non era molto diversa dall'Europa e dall'Italia.
Rimasi per un po' seduta lì sopra ad osservare la gente e la auto che passavano.
Fu un solo movimento che catturò la mia attenzione e mi fece voltare.
Ebbi un tuffo al cuore.
- Taylor - Sussurrai. Fu un sussurro appena udibile per orecchie vicinissime, ma bastò quello perchè si voltasse.
Sì, a venti metri di distanza c'era Taylor. Mio primo e unico amore.
Lacrime mi inondarono il viso e in un impeto di gioia, emozione, frustrazione e dolore gli corsi incontro.
- Sara... - Disse in un soffio prima di corrermi incontro a sua volta.
Piangevo e ridevo.
Fu un vero e proprio impatto. Gli avevo gettato le braccia al collo e lui mi aveva accolta stringendomi la schiena.Senza nemmeno frenare avevo subito cercato le sue labbra con le mie avidamente.
Nel preciso istante in cui la mia bocca toccò la sua si scatenò un temporale improvviso.
Lo baciai e il mio cuore esplose ne l vero senso della parola. Non riusciva più a contenere tutto l'amore che provavo in quel momento.
Fu un bacio intenso, intensissimo, mentre le nosre labbra scivolavano veloci le une sulle altre e mentre le nostre lingue si intrecciavano e si cercavano.
Sentire di nuovo le sue mani calde e forti sulla mia pelle, sentire i suoi muscoli sotto la maglietta di cotone semplice aderire al mio corpo, sentire di nuovo il suo cuore battere a ritmi frenetici e impazziti a pochissima distanza dal mio.
Lo guardai che ancora piangevo e sotto le gocce di pioggia che rigavano il viso di entrambi riconobbi le lacrime, lacrime di felicità.
Lo baciai, ancora e ancora e poi di nuovo. Bagnati come due pulcini sotto la pioggia fitta e incessante di un temporale improvviso, inaspettato. Come il nostro incontro.
Non c'era nessuno in giro. Non un anima viva. Non mi volevo dividere da lui e lui non aveva intenzione di lasciarmi andare.
Poi scoppiammo a ridere con gli sguardi rivolti verso il cielo, ognuno dei due rivolgeva la propria prechiera muta al Signore.
Quando anche i tuoni e i lampi popolarono il cielo decidemmo di ripararci in casa. La macchina di Rob e Kris non c'era più. Probabilmente avevano pensato bene di lasciarci soli.
Quando fummo dentro Taylor mi baciò di nuovo. Questa volta con meno impeto. Fu un bacio dolce come la panna e denso come la cioccolata. In quel momento il nostro amore si consolidò come un fiume di lava che si raffredda. Con quel bacio ci giurammo fedeltà. Per sempre.
- Ti amo, e non ho mai smesso di amarti - Gli dissi metre gli accarezzavo i capelli.
- Anch'io ti amo. Come non ho mai amato e non amerò mai nessun'altra persona al mondo - Disse mentre mi accarezzava la guancia con il dorso della mano, con una voce calda e profonda. La sua voce.

PoV: Taylor
- Taylor - Fu un sussurro nemmeno udibile dalla posizione in cui mi trovavo, ma il destino volle, la udii e mi voltai di scatto non potendo credere alle mie orecchie.
Lei, la ragazza che per sei mesi aveva tormentato i miei sogni, la ragazza che aveva sofferto per colpa mia, la lagazza che amavo. Lì a venti metri da me con le lacrime che le scendevano dagli occhi..
- Sara... - Dissi in un soffio. Le corsi incontro e vidi che anche lei faceva lo stesso. Ero accecato dall'amore che provavo nei suoi confronti e dalla nostalgia, non  pensavo più a nulla che non fosse lei, e il suo corpo, i suoi lineamenti e i suoi moviementi. Alle sue labbra e i suoi occhi. Ai suoi capelli e alla sua pelle.
Fu un impatto che mi parve dolcissimo.
La abbracciai e la strinsi forte a me allacciando le mani intorno alla sua schiena , lei  mi gettò le braccia al collo e nello stesso istante le nostre labbra si toccarono trasportandoci in un bacio impetuoso e senza precedenti.
Nello stesso moemnto in cui la mia bocca raggiunse la sua scoppiò il temporale.  Bagnati sotto l'acqua sempre più insistente caduta dal cielo. Piansi di gioria, fu un pianto muto e le mie lacrime si mescolarono alla pioggia fitta.
La baciai ancora e ancora e poi ancora. Non volevo staccarmi da lei nemmeno di un millimetro. Sentire il suo cuore battere più forte del mio, sentire la pelle morbida della sua schiena sotto le mie mani...
Mentre la pioggia era diventata un vero e proprio accquazzone, scoppiammo a ridere e volgemmo gli sgardi al cielo ringraziando il Signore.
Avevo la magletta di cotone leggero completamente inzuppata e i jeans scuri a vita bassa anche.
Un lampo scqarciò il celo e il rombo di un tuono non lontano da noi ci convinse a rientrare. Rob e Kris erano andat via poco prima che andassia afre la passeggiata, o meglio lo avevano fatto apposta, per lasciarci soli.
Quando il tepore della casa ci avvolse con una mano avvicinai il suo volto al mio con delicatezza e la baciai di nuovo.
Fu un bacio lento e tenero meno impetuoso del primo ma non meno apassionante.
Con quel bacio ci giurammo fedeltà. Per sempre.
- Ti amo, e non ho mai smesso di amarti - Mi disse mentre faceva scivolare le sue dita tra i miei capelli fradici.
- Anch'io ti amo. Come non ho mai amato e non amerò mai nessun'altra persona al mondo - Dissi accarezzandole la guanci con il doro della mano.
Ebbe un brivido e sorrisi
- Perchè io devo sempre rovinare i momenti più belli tremando di freddo? - Disse sorridendo
- Non rovini nulla. Ora siamo qui io e te e non ti lascerò andare via sola per nulla almondo. Quante altre volte dobbiamo dimostrarci che non possimo vivere separati? -
Sorrise.
- Vieni, ti mostro il bagno così fai una doccia calda o un bagno, come preferisci... - Dissi. 
- La doccia è più breve -
- Ok - Risposi
- Grazie di tutto - Mi disse arrosendo leggermente
- Sei la mia ragazza, se non ti vizio chi dovrei coccolare? -
Sorrise timidamente come se fosse la prima volta che ci vedevamo
- Usa pure il mio accappatoio, io userò il telo - Dissi sperando di non metterla in imbarazzo
- Va bene - disse arrossendo ancora di più. Risi.
- Non ti devi sentire in imbarazzo. Non ti spio mica, stai tranquilla! -
Questa volta divenne un peperone. Le diedi un piccolo bacio sulle labbra sperando che si calmasse e funzionò.
- Scusa... - Disse
- No, figurati. Hai ragione - Le dissi dolcemente
- Ti lascio fare la doccia - Dissi chiudendomi la porta alle spalle.
Arrivai in camera e vidi che c'era una valigia sul letto. Non volevo avere di nuovo spiacevoli sorprese perciò tornai verso il bagno per accertarmi che fosse la sua valigia.
- Sara - Dissi senza aprire la porta
- Sì? - Rispose
- La valigia che c'è sul letto è la tua? - Le chiesi
-... Aspetta, fammi vedere -Disse aprendo la porta.
Vidi in fondo al bagno le All Star posizionate ordinatamente sul pavimento, i jeans appoggiati al calorifero assieme alla maglietta e alla felpa totalmente inzuppati. Aveva indossato in fretta l'accapatoio, purtroppo era un po' grande e una spalla le era caduta trascinandosi dietro anche quella del reggiseno, lasciando così la scapola destra nuda.
Rimasi un attimo imbambolato a guardarla poi le feci strada verso la camera.
- Sì, è proprio la mia valigia, ma non capisco come possa essere finita qui. Io l'avevo lasciata a casa di Kris... -
- Non ti preoccupare, l'avrà portata qui lei apposta - Dissi rassicurandola.
- Probabile - Rispose.
Mi lavai nel bagno della mia camera il più in fretta possibile. Quando uscii lei non aveva ancora finito. Misi a bollire l'acqua calda sul fornello e le preparai una camomilla. Sapevo che ne andava matta perchè sei mesi prima l'avevo ospitata nella villa di Hollywood durante le riprese.
Avevo indossato un paio di pantaloni lunghi di una tuta Adidas blu con le classiche tre riche bianche di lato e rimasi a torso nudo. Non faceva freddo in casa, nonostante fuori semrava essersi scatenata una tromba d'aria,
Probabilmente Harry aveva pensato bene di accendere i riscaldamento prima di andarsene per lasciarci soli
I capelli avevano fatto in tempo ad asciugarsi. Accesi lo stereo e le note di una canzone degli Evanescence inondarono la stanza.
Sentii dei passi, probabilmente era in camera mia a vestirsi.
Arrivò mentre ero intento a mescolare la camomilla solubile nelle due tazze. Indossava anche lei una tuta della Deha, aveva molti vestiti di marche legate alla danza.
Ai piedi un paio di calze di cotone ne attutivano i passi così quando mi fu alle spalle non me ne accorsi, mi voltai perchè mi sentivo osservato
Era lì in piedi e mi guardava un po' confusa.
- Io... Ehm .... Beh ... Wow - Riuscì a dire
- E' che non sono abituata a vederti... così - Disse
Feci un sorrisetto malizioso
- Se non ti va mi posso anche mettere la maglietta.... - Le risposi
- Oh, no... ti preferisco così - Rispose facendo un risolino
- Scusami, sono una scema - Disse venendomi incontro scuotendo la testa.
Le andai incontro a mia volta mettendo le mani sui suoi fianchi e posando delicatamente le labbra sulle sue, proprio mentre partì Good Enought , la nostra canzone... quella del primo bacio. ( vi consiglio di continuare la lettura mentre ascoltate la canzone, come ho fatto io  =P )
Sorridemmo entrambi senza allontanare i volti.
Fece scivolare lentamente le mani dietro il mio collo e cominciammo a ballare un lento senza smettere di baciarci.

PoV: Sara
Vederlo così, a pochissima ditanza da me mi fece venire un capogiro.
- Io... Ehm .... Beh ... Wow - Riuscii a dire come un'ebete.
- E' che non sono abituata a vederti... così - Cercai di riparare
Sorrise malizioso. Quant'era bello... e affascinante.
- Se non ti va mi posso anche mettere la maglietta.... - Disse per stuzzicarmi
- Oh, no... ti preferisco così - Dissi come una bambina innamorata.
- Scusami, sono una scema - Dissi tornando parzialmente in me. Mi avvicinai a lui, che mi venne incontro a sua volta.
Mi mise le mani sui fianchi e posò delicatamente le labbra sule mie. In quel momento le note di Good Enought contribuirono a rendere ancora più romantico quel moemnto, sorridemmo entrambi .
Raspirai il profumo della sua pelle e feci scivolare lentamente le mani dietro il suo collo per catturare ogni momento di quel contatto. Mi trasportò in un dolcissimo lento mentre assaporavo ogni millimetro delle sue labbra.
In quel momento mi parve di essere in paradiso.
Contiuavamo ad ondeggiare lentamente per la stanza senza badare più a quello che ci circondava. Contavamo solo noi e i nostri sentimenti.
Cominciavo a dubitare della nostra capacità di allontanarci, ora che ci eravamo ritrovati.
In quel momento mi vennero in mente l'esame e la scuola.
Allontanai le labbra dalle sue e aprii gli occhi.
- Devo dirti una cosa.... - Dissi sorridendo, lo vidi accigliarsi.
- No, non ti proccupare è una cosa che probabilmente ti farà piacere - Vidi le rughe che si erano formate sulla sua fronte per la corrugazione si erano ditese.
- Mi hanno dato la possibilità di avanzare di una classe grazie ad un esame, se lo passo l'anno prossimo invece di essere in quarta mi ritroverò diretta in quinta - Dissi tutto d'un fiato
- Ma è fantastico! Così finisci prima gli studi! Sono fiero della mia ragazza... - Concluse con un sorriso Abbracciandomi
- Già, è solo che devo studiare. - Conclusi con mezzo sorriso per farlo preoccupare
Vidi il suo entusiasmo spegnersi un po', mi squadrò e a me venne da ridere. E va bene, tanto l'aveva capito
- Ok, ok. Ho già finito di studiare... - Dissi ridendo
- Mi volevi far proccupare?! - Disse con falso tono minaccioso.
Sorrisi e scappai perchè avevo capito che mi volva fare il solletico.
Cominciai a girare intorno al tavolo correndo, poi intorno al divano, solo che lui guadagnava terreno ad ogni giro.
- Presa! - Disse quando mi raggiunse.
Mi cinse la vita con le braccia ma entrambi perdemmo l'equilibrio e finimmo a terra rotolando sul pavimento, ridendo.
Quando ci fermammo mi ritrovai sopra di lui. Gli diedi un breve bacio e poi mi alzai tenendolo per mano.
- E' pronta la camomilla - Disse


Angolo SweetDancer96
Voglio ringraziare infinitamente Elenainuyasha ed Elly4ever per la recensione al capitolo scorso. Grazie mille, vi adoro!
Spero continuiate a recensire anche i prossimi capitoli... mi raccomando ci tengo!
Come vi è parso questo aggiornamento? Commentate, commentate, commentate! 
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Capitolo 19
*** Di nuovo insieme ***


18 - Di nuovo insieme Scusate tantissimo il ritardo colossale ma mi mancava l'ispirazione... Sono contenta che la storia vi piaccia. Anche io adoro la parte del bacio sotto la pioggia e quando rileggo i miei capitoli dopo averli pubblicati mi ritrovo sempre con un paio di lacrime sul viso... Buffo vero?
Grazie mille a Elenainuyasha e a Tecnool per le recensioni stupende.
Volevo fare alcuni ringraziamenti: innanzitutto ad Annette Bellamy, Elenainuyasha, Giu25, Giuls_Dancers, Jas_93, Kiaretta97, Tecnool e  _ Cecha_, per aver inserito la mia storia tra le preferite;
A Barbaritassss, EmmaTom4ever, Icaieia, Katia24, NikkyStew e ShellySmile per averla inserita tra le seguite; A KeKkUzZ_95_LFMSM e Tamakisskiss per averla inserita tra le storie ricordate. Un grazie infinito poi ad Annette Bellamy, Kiaretta97 e Miri03 per avermi inserito tra gli autri preferiti, Grazie mille a tutte ragazze!!!
Baci baci
SweetDancer96
P.S. In realtà, cara Annette Bellamy, ti dovrei ammazzare, veramente. Come si fa ad avere le dita doloranti perchè si usa la tastiera ?!?!?!?!?!?!

1 Non rispondi ai messaggi
2 Non mi fai più betare le tue storie
3 Mica Taylor ti piaceva ???
4 Mi sento tradita nell'animo =(

Care lettrici scusatemi per questo sfogo, forse è la scuola nuova che devo inziare che mi fa qusto effetto. Spero la lettura sia di vostro gradimento.


Di nuovo insieme

PoV: Taylor
Am i too lost to be saved
Am i too lost?

Sono troppo perso per essere salvato
Sono troppo perso?

No, Lei aveva fatto in tempo a trovarmi e a cambiarmi la vita, a salvarmi. E in quel momento mi ritrovavo lì, steso sul letto con la sua testa appoggiata sul petto nudo. Accanto a me per carenza di posti letto. Eravamo andati a letto vestiti come eravamo. Lei indossava ancora la tuta, e io i miei pantaloni Adidas.
Era mezzanotte Sara si era appena ddormentata per la stanchezza del giorno precedente e del viaggio. Io non volevo ancora dormire, mi limitavo ad osservarla. Il suo petto si abbassava e rialzava a ritmo regolare, la sua mano appoggiata semi aperta vicino alla testa. Alzai lo sguardo al soffitto, era tutto un sogno, lei era un sogno? No, non più. Era diventata realtà,. una realtà così bella da sembrare fantasia...
La pioggia batteva ancora sulle persiane chiuse. Forse anche Dio si era commosso. Mi piaceva quel pensiero. Dio insegna ad amare, ed io non avevo mai amato così tanto.
Piano, piano il sonno mi avvolse nelle sue dolci spire come non faceva da sei mesi.
Quella notte i sogni popolarono la mia incoscienza. Ci sognai in una casa mai vista prima, avevo un bimbo tra le braccia che mi guardava e mi sorrideva innocente mentre Sara si addormentava sulla mia spalla.
Riemersi lentamente dalla dormita, tastando al mio fianco. Saltai seduto sul letto spaventato quando non riscontrai la sua presenza pensando di avere sognato tutto, anche il nostro incontro.
- Ehi, ci siamo sveglati dormiglione, Sono quasi le undici! - Disse una voce allegra e acuta
Mi ributtai sul cuscino girandomi su un fianco. Avevo dormito undici ore... Non mi capitava da quando se n'era andata.
- Mmmh....- Fu l'unico suono che riuscii ad emettere.
Sentii i passi di Sara dirigersi chissà dove nella stanza e poi un sofferto cigolio. Un attimo dopo la stanza venne inondata di luce accecante.
 Poi sentii che tornava a sdraiarsi sul letto a pancia in sù.
Aprii un occhio. Aveva il volto a pochi centimetri dal mio.
Sollevai il gomito e appoggiai la testa sulla mano per osservarla meglio. Lentamente i miei occhi si abituarono alla luce.
- Ci cred... - Non la lasciai terminare, la zittii intrappolando le labbra nelle mie. Mi avvicinai a lei e le posai un braccio appena sopra il bacino
- Il buongiorno si vede al mattino - Dissi allontanando appena le labbra dalle sue e cominciando ad accarezzarle i capelli
Sorrise.
- Hai ragione - Rispose infine.
- Forza è pronta la colazione! - Disse con allegria.
Sorrisi, mi lasciai prendere per mano e mi alzai dal letto ancora controvoglia.
Il caffè fumante preparato nelle tazze emanava un profumo intenso, una brocca di latte era sistemeta al centro tra le due tazze, un piatto pieno di biscotti era sistemato accanto e una brioches calda era sistemata accanto alla tazza di ognuno su u tovagliolo di varta bianco.
Probabilmente mi si illuminarono gli occhi perchè rise ivertita.
- L'abbiamo preparata io ed Harry... Approposito ti augura la buona giornata -
- Oh grazie.- Dissi ridendo
- Perchè ridi? - Mi chiese
- Sai che non mi ha più parlato da quando ti ho lasciata andare via? Mi ha detto che finchè non avrei sistemato e cose non mi avrebbe più rivolto la parola... " La prima cosa che mi sentirai dire quando aggiusterai le cose sarà Buona giornata, fino ad allora..." - Dissi imitando la voce burbera di Harry così che la faci scoppiare a ridere.
- Povero Harry... Dopo tutto quello che fa per te! - Disse. Io risi
- Lo so, è un brav' uomo, un po' troppo burbero a volte però - Conclusi
Consumammo la nostra colazione tra chiacchiere e risate.
Mi raccontò di Nick e provai una fitta di gelosia quando mi raccontò delle sua dichiarazione e del giorno successivo.
Io invece le raccontai della sfuriata di Zoe e di quanto si fosse arrabbiata vedendomi così giù.
Rise
- Zoe arrabbiata proprio non ce la vedo! Ci devi aver messo tutto il tuo impegno per farla imbufalire così tanto... -
- Eh già - Scherzai
Gli raccontai anche delle mie passeggiate e di quanto mi fossi accorto che mi aveva cambiato letteralmente la vita. La vidi arrossire e un barlume di orgoglio le attraversò gli occhi castani.
- Forse la dovremmo chiamare Zoe - Disse cambiando discorso. Gli elogi la metevano in imbarazzo.
-Eh già, lo credo anche io - Dissi
Mi alzai e presi l' IPhon dalla credenza. Era una vita che non lo prendevo in mano ed Harry lo puliva regolarmente come fosse un soprammobile.
Cercai nella rubrica il numero di Zoe e sfiorai il tasto verde per la chiamata.
" Che c'è Taylor? " Disse con un aria rassegnata.
- Io.. Ehm... Non so come dirlo - Dissi un po' impacciato
" Ti prego non dirmi che vuoi annullare il film..." Disse
- Al contrario, Sara è tornata - Dissi in un fiato.
" Le ha raccontato tutto? "
- No, sono stato un codardo io. E'stata Kris ad andare da lei in Italia - Dissi guardando Sara negli occhi, era una specie di confessione che le facevo.
" Allora, si ricominciano le riprese?! "
- Non proprio, Sara deve finire la scuola, ormai manca un quadrimestre. A giugno possiamo ricominciare - Dissi
" Sì, sì, può finire tutte le scuole che vuole. Sono felicissima che siate tornati insieme. Mi fai parlare con lei? E' lì con te? "
- Sì, è qui con me, te la passo. Ciao -
Passai il telefono a Sara e le due si immersero in una conversazione tutta loro che non ascoltai nemmeno. Parlavano di vestiti, scarpe, trucchi.
- E' davvero incredibile Zoe - Disse quando chiuse la telefonata sorridendo.
Sorrisi anche io.
- Non ti devi sentire codardo Taylor, avrei fatto esattamente la stessa cosa se fossi stata in te. - Disse piantando gli occhi nei miei.
Non riuscii a sostenere il suo sguardo e abbassai gli occhi. Il pavimento divenne ad un certo punto molto interessante. Avrei preferito sparire sottoterra. Arrossi forse perchè la sentii sorridere. 
- Non ama colui al quale i difetti della persona amata non appaiano virtù - Disse con voce calma e dolce, la citazione di Goethe mi colpì in pieno.
- Se non ti avessi amato abastanza ora non sarei qui e non avrei nemmeno accettato quello che ha fatto Kris. Ma siamo tutti umani, tutti sbagliamo... Io per prima -
Ebbi la forza per alzare lo sguardo per guardarla negli occhi.
- Davvero... Davvero non sei arrabbiata perchè non ti ho detto niente? - Cercai di domandarle
Rise, fu una risata cristallina e pura. Senza una nota di risentimento o di ironia.
- Certo che no Taylor -
 Mi si avvicinò posando una mano sui miei pettorali provocandomi la pella d'oca e con l'altra mi alzò il mento così che la potessi vedere negli occhi.
Delicatamente posò le labbra sulle mie. Fu come se in quel modo avesse sciolto tutte le mie paure, tutti i miei rimorsi.
Dopo esserci lavati entrambe decidemmo di andare a fare una passeggiata per il parco prima di tornare in Italia.
Presi un paio di jeans scuri e una maglietta a maniche corte.
Quando uscii dalla mia stanza e mi diressi verso la stanza di mia sorella dove aveva voluto sistemarsi e rimasi un attimo sorpreso del suo abbigliamento. Aveva indossato un miniabito  che le metteva in risalto le gambe lunghe e abbronzatissime, le curve e il fisico atletico. Probabilmente si accorse che la stavo osservando perchè si voltò.  Vide la mia espressione imbambolata e si guardò per vedere che cosa avesse di strano.
- Oh... Ehm... Forse ho esagerato - Concluse
- No, assolutamente. Stai benissimo. E poi, hai un fisico da fare invidia a tutte le ragazze... -
Mi guardò con sospetto come se stessi dicendo una bugia
- Lo credi davvero? - Mi chiese
- Certo. Però non so che scarpe abbinarci... - Sorrisi
- Ah, le donne! -
Rise anche lei.
Poi prese dalla valigia un paio di sneakers dell'adidas con i bordini viola perfettamente in tinta con il vestito.
E come tutti i teenagers che avevo visto in giro se le sistemò tenendole slacciate.
Fuori c'era un sole meraviglioso, come sempre a Los Angeles del resto. Il clima qui pareva sempre estivo e la neve quasi non sapevamo cosa fosse.
Le temperature giravano sempre intorno ai trenta gradi, ma grazie ad un clima secco non si moriva di caldo come in Italia d'estate, perchè l'afa era solo una specie di modo di dire.
Si stava bene.
La presi per mano, intrecciando le mie dita alle sue e le sorrisi.
Uscimmo e camminando tranquillamente in mezzo alla gente, troppo indaffarate per accorgersi di noi.
Passammo in mezzo al parco, tra i bambini che giocavano ridendo e gridando felici. Riuscimmo anche a vedere una coppia di innamorati che si sbaciucchiavano su una panchina ...
Quando incontravamo uomini o ragazzi per strada, li vedevo suqadrare Sara dalla testa ai piedi e stringevo la presa sulla sua mano, mentre lei mi guardava e ridacchiava.
In poco tempo ci trovammo a camminare sulla spiaggia come la prima volta quando ci eravamo incontrati.
- Dimmi qualcosa in più su Nick... - Dissi curioso ma anche un po geloso
- Che cosa vuoi sapere, sai già tutto di lui -
- Com'è d'aspetto fisico? -
- Ha gli occhi verde-azzurro, capelli biondi e della tua stessa lunghezza. E' alto come te, buon fisico -
- Come il mio? - Chiesi con un sorrisetto malizioso e falsamente vanitoso
- Molto meno... - Resse il gioco.
- Insomma un tipo carino? - Continuai
- Sì, abbastanza -
- Sono contento che almeno non sei rimasta sola in questo periodo... brutto -
- Già, mi ha fatto compagnia, siamo rimasti amici -
Sospirai.
Più tari rientrammo a casa e pranzammo. Quel pomeriggio saremmo andati a fare shoppin assiem a Kris e Rob. O meglio Sara e Kris ci avrebbero trascinato dietro.
Nonostante tutto ci divertimmo anche io e Robert.
Quella sera io e Sara ripartimmo. Arrivammo all'aereoporto di Malpensa che era motte fonda. George ( il secondo maggiordomo ) ci aspettava appisolato al volante della BMW di famiglia, appostato davanti all'edificio.
Siccome i suoi genitori rimanevano ancora per quattro giorni in montagna, mi aveva invitato a restare a casa sua.
Ci eravamo accordati che io avrei dormito sul letto di suo fratello che me lo avrebbe ceduto volentieri.
Quellanotte caddi in un sonno profondo e senza sogni.
Mi svegliai tardi con la musica dello stereo di sottofondo e l'odore di torta proveniente dalla cucina.
Scesi ancora un po' assonnato. Guardai l'orologio: erano le undici
Sul ripiano c'era una busta. La presi in mano e la guardai. Erano i miei genitori da Hollywood che mi scrivevano. Una lettera? Strano di solito scrivevano via email.
Ad un tratto mi ricordai del particolare fondamentale: Sara non c'era.
Salii di nuovo le scale e  bussai alla porta di camera sua. Sentii che correva ad aprirmi.
- Hei dormiglione, ti sei svegliato! - Disse dandomi un bacio sulla punta del naso.
Sorrisi.
- Ti stavo aspettando per andare a fare colazione - Disse richiudendosi la porta alle spalle. Indossava ancora il pigiama.
- Ti ho preparato una torta -
- Si sente il profumo - Risposi sereno.
Da quanto tempo non mi sentivo così bene?
Consumammo la nostra colazione in tutta tranquillità chiacchierando della scuola, dei miei comagni di classe e dei suoi.
Quando aprì la persiana rimanemmo entrambe di stucco. Fuori c'era almeno mezzo metro di neve che ricopriva il prato e il cortile e continuava a nevicare.
Quando eravamo tornati dall'aereoporto non ci eravamo nemmeno accorti che avesse cominciato a nevicare. Forse per la stanchezza.
Corremmo a vestirci, io indossai la mia giaccado pelle, lei invece prese una giacca a vento e un paio di guanti.
Quando uscimmo dalla porta restammo meravigliati... tutto silenzioso e ricoperto da uno spessissimo strato di neve morbida e pulita.
Sara fece una palla di neve e me la scagliò addosso. Comiciò così una vera e propia lotta. Poi lei felice si buttò con la schiena nella neve alta e agitano braccia e gambe fece il cosidetto angelo. Io presi il cellulare dalla tasca e le scattai qualche foto. Poi la dovetti aiutare a rialzarsi perchè erarimasta conficcata lì dentro.
Rientrammo in casa un po' infreddoliti ma allegri. Più di quano c'eravamo alzati.
Lavammo le tazze e riordinammo la tavola della colazione.
Poi ci sdraiammo sul divano a guardare un film abbracciati: Braking Dawn ( Il primo film)
- Nick mi aveva portato a vederlo al cinema, ma io non riuscivo a guardare. Così ho pensato di prenderlo in DVD così magari l'avrei visto con più calma e piangendo quanto avrei voluto -
Sorrisi amaramente.
- Credo però che non piangerò più - Disse sorridendo e accuciandosi con la testa appoggiata alla mia spalla e al petto. La strinsi forte a me. Avevo bisogno di sentire il suo corpo vicino al mio, di sentire il suo calore contaiarmi come aveva fatto la prima volta che avevamo avuto un contatto fisico stringendoci la mano.
Mentre guardavo il film mi veniva da sghignazzare a pensare alle risate e agli errori che facevamo tra colleghi durante le riprese.
 Durante il pomeriggio andammo a fare una passeggiata, Sara mi aveva raccontato un po' della sua storia tormentata delle medie e mi ero ripromesso di far fare a quelle persone che l'avevano fatta soffrire una figura miserabile.
Guarda caso ne incontrammo una mentre stava camminando solo in mezzo alla neve.
- Hei, ciao - Fece Sara allegra
- Ciao - Rispose fermandosi.
- Come va? E'da un po' che non ci si vede in giro - Continuò Sara imperterrita mentre l'altra mi fissava
- Oh, scusa sono stata maleducata. Giulia... Lui è Taylor il mio ragazzo, Amore lei è Giulia - Disse. Bastarda fino all'osso.
Presentai uno dei miei migliori sorrisi
- Piacere - Feci inclinando leggermente la testa in segno di saluto.

PoV: Sara
- Hei, ciao - Dissi quando vidi il volto tanto odiato
- Ciao - Rispose con finto entusiasmo.
- Come va? E'da un po' che non ci si vede in giro - Continuai come se non avessi capito.
- Oh, scusa sono stata maleducata. Giulia... Lui è Taylor il mio ragazzo, Amore lei è Giulia - Dissi facendo un sorrisetto malizioso. Ero stata piuttosto bastarda.
Vidi Taylor sorridere.
- Piacere - Disse sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi, mentre mi stringeva a sè cingendomi la vita con un braccio
- Tu ... tu ... sei .. Tayl... il ragazzo di Sara?! - Chiese con un' espressione da ebete.
- Ovvio - Disse.
- Il famoso Taylor Lautner con Sara...-
- Bè, che c'è di male... è una bellissima ragazza al contrario di come l'avete ridotta tu e le tue oche di amiche per qualche anno. E a quanto vedo non è che tu sia niente di speciale, una delle tantissime teenagers che nella vita non diventeranno nulla e rimarranno calpestate da gente che nell'adolescenza avevano sfottuto e sottomesso  - Disse mantenendo un tono calmissimo e gleciale. Anche io esternemente ero calma. ma dentro di me ballavo, cantavo, gridavo e ridevo dalla gioria di quella rivincita.
Giulia mi lanciò uno sguardo di fuoco. Vidi l'ira dipingerle il volto di bordeaux e poi voltandosi se ne andò.
Taylor mi diede un bacio appassionato proprio mentre Giulia si voltava a guardarci di nuovo, livida di rabbia
- Grazie - Sussurrai appena fummo fuori portata d'udito.
- Era necessario, hi visto? Stava per provare a sfotterti anche davanti ai miai occhi! -
- Sono fatte così loro... -
- L'avrei ammazzata se solo t'avesse insultato - Disse stingendo i pugni.
Scossi la testa sorridendo. Mi piceva avere questa protezione.
Girammo tutto il paese sempre abbracciati o mano nella mano, c'era tanta gente che ci guardava di sfuggita senza vederci realmente, eravamo una coppia come tante altre per loro.
Non sfuggimmo però agli sgardi delle giovani adolesceni piene di sogni d'amore che ci guardavano intenerite. Non sapevo se questo mi piacesse o mi desse fastidio tuttavia in loro ritrovai un po' me stessa di qualche anno prima. Anche io ero così. In cerca del sogno perfetto, del ragazzo ideale.
Purtroppo non sfuggimmo nemmeno allo sguardo piuttosto indiscreto delle "vamp" e delle "sgualdrine" del paese che lanciavano languide occhiate a Taylor, per fortuna non corrisposte.
Nel tardo pomeriggio ebbi una sorpresa che non mi sarei mai aspettata di vedere, infatti, uno dei miei compagni delle medie, uno dei pochissimi intelligenti che non aveva perso la testa, passeggiava tranquillo con la sua ragazza. Il fatto in sè non era strano, se non fosse stato che la ragazza che teneva per mano era una delle mie migliori amiche.
Appena riuscii a connettereil cervello mi bloccai dicolpo.
- Marty! - Urlai e le corsi incontro abbracciandola.
Lei ricambiò la stretta con altrettanto entusiasmo. Aveva l'età di mio fratello.
- Marco! - Dissi appena sciolsi l'abbaccio.
- Hei, ciao - Disse abbracciandomi a sua volta.
- Quanto tempo! Che ci fai qui tu?! - Chiesi alla mia amica.
- Sono appena tornata, mio padre ha ottenuto il posto fisso qui - Disse felice
- Ragazzi questo è ... - Mi fermai e mi voltai verso Taylor per chiedergli se potevo dire il suo nome reale. Fece un cenno d'assenso praticamente invisibile e mi sorrise.
- è Taylo Lautner, il mio ragazzo - Dissi presentandolo
- Questi sono Marco e Martina, amici che non vedevo da tempo - Sorrisi felicissima di averli rincontrati, mentre si scambiavano strette di mano.
- L'ultima cosa che mi aspettavo era vedervi insieme - Dissi prendendo Taylor per mano e osservandoli.
- Ormai siamo insieme da un anno. Ci siamo conosciuti in vacanza - Disse marco guardando verso Martina con occhi pieni d'amore.
- Bè, tu dovresti stare zitta, ti sei presa il ragazzo più figo che esiste sulla faccia della terra!!! - Enfatizzò Martina
Ridemmo tutti e quattro.
- Che ne dite di venire a cena a casa mia? Ci prendiamo una pizza, così possiamo chiacchierare senza congelare dal freddo! - Proposi
- Ok, va bene - Risposero Marty e Marco in coro.
- Allora ci troiamo alle sette e mezza a casa mia. Sapete entrambi dov'è -
- Perfetto - Rispose Marty mentre Marco annuiva.
Erano le sei perciò avevamo un po' di tempo per prepararci
Tornati a casa per prima cosa ci fiondammo in doccia, prima io e poi lui.
Mentre Taylor si lavava apparecchiai la tavola e prenotai le pizze per telefono poi corsi in camera a vestirmi. Indossai una  maglietta lunga sopra ad un paio di jeans scuri e un paio di scarpe con il tacco.  
Legai i capelli in una lunghissima treccia, disegnai una spessissima linea nera con la matita  sulle palpebre e sotto l'occhio. Avevo notato che in quel modo il colore degli occhi risaltava maggiormente.
Quando uscii dalla mia camera vidi che Taylor aveva finito da un po' di fare la doccia e aveva finito di vestirsi prima di me. Indossava ovviamente i jeans con una maglietta a maniche lunghe nera, che faceva risaltare i suoi pettorali scolpiti. i capelli pettinati con la cera a formare un abbozzo di cresta.
Per la prima volta vidi in lui il ragazzo che era. Non un uomo... un ragazzo. Un normalissimo diciottenne.
- E' tutto pronto - Lo informai
- Mi dispiace, avrei potuto aiutarti... - Disse sussurrando, più interessato al mio aspetto che al significato delle parole che gli uscivano di bocca.
- No, non ti preoccupare, non ci voleva molto, si trattava solo di apparecchiare la tavola e mettere un po' in ordine la sala -
Sorrise e mi si avvicinò scostandomi dagli occhi una ciocca di riccioli sfuggita alla treccia. Con un gesto delicato e romantico li mise dietro l'orecchio e sfruttò l'occasione per avvicinare il volto al suo.
Il profumo di bagnoschiuma e il suo respiro caldo sul collo mi stordirono come se mi si fosse avvicinato per la prima volta. Mi sfiorò le labbra con le sue e poi un'altra volta.
Con quella luce soffusa, quello sguardo rilassato e le nostre labbra bramose le une delle altre non ci volle molto per essere catturati in un bacio che si fece via via più appassionato.
Poco dopo fummo interrotti dal suono del campanello. Taylor continuò a bacirmi come se non avesse sentito nulla.
- Forse dovremmo aprire ... - Sussurrai
- Credo proprio di sì - Disse sorridendo felice.
- Mi sento di nuovo un quattordicenne innamorato - Concluse perndendomi per mano.

Angolo SweetDancer96
Mi scuso di nuovo per il ritardo colossale ma non riuscivo a ontinuare. Forse l'agitazione per l'imminEnte inizio della scuola aveva avuto il sopravvento.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento...
Vi avviso che stiamo giungendo al termine della storia, e spero di terminarla entro la fine del mese. Cosa possibile se mantengo ritmi i pbblicazione di uno ogni due o tre giorni.
Non vi garantisco niente però...
Aspetto i vostri commenti, baci e a presto
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Capitolo 20
*** La potenza delle emozioni ***


19 - Click to Edit or Share

PoV: Taylor
Appena uscito dalla doccia mi diressi ella camera di Andrea e Fabio per vestirmi, quel giorno mi sembrava d'essere rinato. Di essere ringiovanito e tornato quell'adolescente che non ero mai stato.
Infilai un paio di jeans e una maglietta nera a maniche lunghe, le tirai sù ed uscii dalla stanza.
- E' tutto pronto - Mi informò
- Mi dispiace avrei potuto aiutarti ... - Pronuncia quelle parole a venvera perchè ero troppo intento ad osservarla come se l'avessi fatto per la prima volta, con occhi nuovi.
Sentii che mi rispondeva ma non prestai alcuna attenzione alle parole. Aveva i capelli raccolti in una lunga treccia ben curata, Il fisico risaltava sotto alla maglietta lunga sintetica e jeans attillatissimi le fasciavano le gambe. Il tocco di classe era poi dato dai tacchi ati e dal trucco che le faceva risaltare gli occhi in una maniera incredibile. Era bellissima.
Mi avvicinai a lei senza staccarle gli occhi di dosso e le scostai una ciocca di boccoli sfuggiti alla pettinatura mettendoglieli dietro all'orecchio. In questo modo riuscii ad avvicinare il suo volto al mio. Il suo profumo della sua pelle e le sue labbra così vicine mi stordirono. Le sfiorai le labbra con le mie due volte, senza mai baciarla però.
Lentamente avvicinai le labbra alle sue che non aspettavano altro che essere baciate. Quelle che provai furono le stesse sensazioni che avevo provato quella sera sulla terrazza. Le farfalle nello stomaco, un senso di stordimento assoluto, la voglia di sentire il cuore battere a pochi centimetri dal mio  e il desiderio di avere le sue labbra tra le mie.
Il bacio si fece piano piano più appassionato. Dopo pochi ninuti suonò il campanello, continuai a baciarla come se non avessi sentito, non avevo voglia di rovinare questo momento stupendo.
- Forse dovremmo aprire... - Sussurrò
- Credo proprio di sì - Dissi sorridnedo felice.
- Mi sento di nuovo un quattordicenne innamorato - Conclusi prendendola per mano.
Sara si diresse verso il citofono e aprì.
- Sono loro - Annunciò.
Poco dopo arrivarono alla porta d'ingresso portando sul braccio un vassoio pieno di pasticcini e una tortiera coperta con la carta stagnola.
- Hei, ma non dovevate portare niente! - Protestò Sara
- Ma figurati dai! Era obbligatorio che portassimo qualcosa - Ribattè Martina.
Sara sorrise grata. Non avevamo pensato al dolce. Li fecimo accomodare sul divano mentre aspettavamo le pizze. Chiacchierammo del più e del meno. Di come ci eravamo conosciuti e di come loro si erano conosciuti. Della nostra musica preferita e dei concerti a cui loro avevano partecipato... Insomma era una serata tra amici come avrebbero potuto essere quelle tra due famiglie amiche come la mia e qualche altra. Purtroppo i miei genitori non erano mai stati degni di questo nome perciò non avevano instaurato rapporti con  le persone normali e tendevano ad essere snob e  antipatici con tutti. Inizialmente in città si era creata una rete di gente ostile e ividiosa. Con il tempo avevano capito che tipi fossero i miei e aveva imparato a non farci più caso. Gli unici benvisti della nostra famiglia eravamo io e mia sorella perchè Harry ci aveva insegnato ad essere umili al punto giusto e a convivere con gente anche assai diversa da noi.
Marco e Martina erano raazzi semplici, discreti ed educati. Non mi avevano rivolto domande impertinenti ma solo semplici curiosità sul mio lavoro e sulle persone con cui avevo lavorato. Fui io che spettegolai un po' come si fa di solito, sui miei colleghi, senza che loro lo chiedessero.  Mi venne più che naturale e non me ne preoccupai.
Dopo mezz'ora arrivò da mangiare e allora la nostra conversazione si spostò sul tavolo davanti ad una buona pizza fumante.
Si passarono in rassegna gli argomenti più disparati spostandosi agilmente da un discorso all'altro. Da quelli più semplici e inutili a quelli più seri e complessi.
Questo era il mondo di Sara, questo era il mondo che io avevo perso per fare carriera. Ora mi rendevo conto di quanto fosse stato grave l'atteggiamento dei miei genitori.
Eh già, i miei genitori. Li avevo visti appena finito il loro viaggio perchè mi erano passati a salutare, quattro mesi prima.
Sinceramente non mi importava, io stavo bene così.
E non riuscivo assolutamente a capacitarmi di quanto queste piccole e modeste persone potessero farti sentire importante ed unico, molto più di quanto ti potevano rendere felice la fama e il successo. Mi sentivo amato, ammirato, rispettato e considerato una persona normale. Un amico. ERa la sensazione più belle che avessi mai provato dopo l'amore che aveva risveglaito Sara. Un amore incondizionato sopito da tempo nel fondo dell'anima e de cuore. Forse non aveva nemmeno mai mostrato il suo volto prima di allora.
Presi ad arrotolare il dito attorno ai boccoli perfettamente definiti di Sara, mi rilassava, nonostante non ne avessi bisogno e mi aiutava a capire quanto anche le piccole cose potessero contare nella vita. Quelle piccole cose di cui non ci si rende conto ma che possono cambiare eventi importantissimi nell'esistenza di ogni individuo... Quelle sdraio troppo vicine alla piscina, una borsa messa nella posizione più improbabile e scomoda,  il fondale del mare troppo profondo, e quei tramonti così perfetti, avevano cambiato tutta la mia vita.
Quando cominciavano a partire i primi sbadigli e gli occhi non riuscivano a rimanere più aperti i nostri ospiti si congedarono e noi rimanemmo soli a sistemare la cucina e a mettere in lavastoviglie i piatti, i bicchieri e le posate.
Quando anche l'ultima briciola fu spazzata via ci coricammo, sfiniti ma felici.
Uscii dal bagno che la luce della sua camera si era appena spenta. Entrai.
Era sdraiata su un finco, i capelli buttati indietro sul cuscino e le coperte che le arrivavano praticamente fin sulle orecchie.
Arrivai all'altezza del suo viso e mi accovacciai. Le accarezzai la guanci delicatamente mentre lei mi sorrideva, troppo stanca per parlare.
Le didi un piccolo bacio prima sulla punta del naso e poi uno delicatissimo ma tenero sulle labbra.
- Buona notte piccola -

PoV: Sara
Le vacanza di Natale passarono in fretta, Taylor tornò alla sua villa non appena i miei genitori tonarono. Nonostante l'insistenza di mia madre nel farlo restare. lui aveva preferito tornare dal suo maggiordomo per non recare disturbo.
Nonostante tutto non mi dimenticai di Nick. Qualche volta gli telefonavo o lui telefonava a me, ci raccontavamo cosa stava accadendo e di quanto fossimo "impazienti" di ricominciare la scuola.
Una settimana dopo l'inizio delle lezioni mi presentarono il test che avrei dovuto affrontare. I risultati non venivano esposti subito ma dopo un mese.
Il mese successivo all'esame fu un tormento unico. Nonostante la presenza continua di Taylor a casa e quela di Nick a scuola che mi distraevano dal peso dell'attesa, la notte tutti i dubbi che durante il giorno ero riuscita a scacciare riaffioravano, provocando l'insonnia. Arrivavo giorno dopo giorno più stanca. Non riuscivo a recuperare le ore di sonno perse e lo studio si faceva sempre più intenso.
Dopo quell'agonia il giorno tanto atteso arrivò. Eccome se arrivò ma io non me ne ricordai subito, troppo presa dalla mia angoscia e dai miei pensieri.
Appena misi il piede fuori dal pullman notai alcune compagne di classe riunite in cerchio poco lontano dalla fermata. Alcune erano in lacrime altre erano felici ed euforiche. Appena mi videro cessarono ogni discorso e mi salutarono come ogni mattina. Nick mi venne incontro correndo e mi trasportò in un lunghissimo abbraccio stritolatore. Non capivo più nulla.
Alcuni alunni delle classi più avanzate mi lanciavano sguardi carichi di rabbia e invidia, altri mi guardavano ammirati.
Fu il messaggiodi Taylor che mi fece capire tutto all'improvviso. Era semplice e conciso. Una parola.

Allora?

Appena alzai lo sguardo dal display del cellulare mi fiondai di corsa alla bacheca.
Un foglio era appeso con un titolo a caratteri cubitali.

ESAME SPECIALE: RISULTATI
Si informa la studentessa Josh Sara che in merito ai risultati ottenuti nel test, che superano tutti la soglia del 90%, che è stata AMMESSA alla classe Terza Liceo Classico ( Quinta superiore ).
Con i migliori complimenti
Il Disigente scolastico Prof. Mario Rossi e tutto il collegio docenti.

Il cellulare mi cadde di mano. Per fortuna che Nick era pronto ad ogni evenienza e riuscì a prenderlo al volo prima che toccasse terra.
Non ci potevo credere, ero passata di una classe
Rimasi imbambolata davanti a quel foglio forse due minuti, fu la voce di Nick che mi riscosse.
- Il tuo ragazzo vuole sapere come è andata, ti ha già mandato altri due messaggi -
Afferrai il cellulare e digitai il numero di Taylor che tanto sapevo a memoria.
" Amore! Mi hai fatto preoccupare. Allora com'è andata? " La voce di Taylor mi fece venire la nostalgia e la voglia di averlo lì accanto, di sentire la sua mano intrecciata alla mia e il suo braccio attorno alla mia vita.
- Sono passata Tay... Con il massimo dei voti -
Rimanemmo per un minuto in silenzio troppo felici e euforici per spiaccicare parola.
" Voltati " Fu ciò che mi disse alla fine di quel silenzio
Mi voltai e per la seconda volta il cellulare mi scivolò di mano, questa volta fui io che risvegliandomi dal mio coma profondo riuscii a riacchiapparlo e ad infilarmelo in tasca.
Una Hiamaha nera nuova di pacca era parcheggiata davanti al liceo e un ragazzo alto, decisamente muscoloso con le vans nere, i jeans scuri, giubbotto di pelle nera indossato sopra una maglietta bianca si dirigeva a testa bassa nella mia direzione, si stava mettendo in tasca il cellulare.  Alzò la testa quando si accorse che l'avevo visto per regalarmi uno di quei suoi splendidi sorrisi.
Ci ero rimasta male quella mattina quando mi aveva detto che non mi avrebbe potuto accompagnare a scuola perchè aveva un impegno.Voleva semplicemente farmi una sorpresa.
Ma quanto era dolce?
Ero troppo felice che lui fosse lì con me a festeggiare la mia promozione.
Gli corsi incontro abracciandolo e sollevando un po' i piedi da terra, incurante degli sguardi dei miei compagni e di tutti gli studenti della scuola.
- Ce l'hai fatta - Mi sussurrò nell'orecchio
- Sì, ce l'ho fatta - Risposi sorridendo e sospirando guardandolo negli occhi.
Ora praticamente tutta la scuola ci stava fissando.
Lo baciai per completare l'oprera, lui sorrise.
Ora gli sguardi di tutti erano increduli e sbalorditi, quelli delle mie amiche inteneriti e quello di nick felice e rilassato.
Mi sorrise tirando fuori la lingua e lanciando lo sguardo verso la sua mano.
In quel momento mi accorsi che teneva per mano Valentina una delle mie amiche e compagne di classe. Anche lei mi sorrideva felice.
Risi e scossi la testa.
Anche i professori erano usciti a vedere cosa aveva provocato quel silenzio di tomba che era sceso improvvisamente nel cortile. Sembrava che anche il fumo delle sigarette si fosse bloccato a mezz'aria.
Il suono della campanella riscosse tutti che si caricarono lo zaino in spalla e si diressero verso le rispettive aule. Mentra io stavo per salutare Taylor mi si avvicinò il preside.
- Signorina... Lei ha il giorno libero, la giustifico io. -
- Grazie Signore! - Risposi entusiasta rivolgendo lo sguardo a Taylor
- Grazie - Mi fece eco il mio ragazzo.
- Forza smammare, non vi voglio più vedere qui entro cinque secondi - Disse facendo gesto di andarcene con il sorrido sulle labbra.
Rispondemmo al sorriso e corremmo via mano nella mano.
- E questa da dove esce? - Dissi riferendomi alla moto -
- E' un regalo per te, ma visto che fino all'anno prossimo non la puoi guidare, ci penso io a farlo per te - Mi disse sorridendo malizioso.
- Grazie eh! - Risposi dandogli una pugno scherzoso sulla spalla.
- Questo è il tuo casco - disse porgendomelo.
- Non mi merito un bacio? - Disse assumendo un aria falsamente interrogativa.
Sorrisi e gli presi il volto tra le mani baciandolo.
- Contanto ora? -
- Credo di sì... -  Rispose ridendo prima di infilarsi a sua volta il casco.
Strinsi le braccia intorno alla sua vita e Taylor si diresse a folle velocità con la mia moto fuori dal parcheggio e successivamente in direzione Milano.
- Dove mi vuoi portare? - Urlai per far sentire la mia voce anche sopra al rombo del motore.
- Non te lo dico - Urlò in risposta.
Ero impaziente di sapere dove mi avrebbe voluto portare, ma per placare la mia curiosità mi concentrai sulle sensazioni di quegli istanti. Aggrappata ad un ragazzo che aveva cambiato la mia vita, a bordo della mia futura moto e il vento che sapeva di libertà che mi soffiava tra i capelli, facendoli danzare nell'aria. La vita quotidiana delle persone normali mi passava davanti in un soffio per poi scomparire come un'illusione. Tutti quei gesti che mi erano sempre parsi eeffimeri e senza importanza, troppo monotoni per essere degnati di attenzioni, ora mi apparivano sotto una luce del tutto diversa. Perchè ognuno di quei piccoli gesti in realtà era quello decisivo, quello che avrebbe potuto cambiare per sempre la vita, come era capitato a me, perchè quei piccoli passi, quei passi che ogni giorno ripetevo al'infinità fino a farmi quasi venire il vomito, un giorno mi avevano realizzata.
Mi strinsi più forte a Taylor sorridendo sotto il casco.
Durante tutto il viaggio non feci altro che osservare la gente e le cose che mi sfracciavano di fianco. Sembrava quasi di sognare, mi sembrava di non vivere più. Era come se mi fossi presa una pausa dalla vita.
Mi " risvegliai " quando Taylor mi indicò un certello
San Siro
Stavamo andando a vedre una partita di calcio? No, lo conoscevo abbastanza da dire che mi stava portando ad un concerto, o a teatro. Un teatro a San Siro?  Da quanto avevo memoria non esistevano teatri. C'era solo lo stadio che potesse suscitare l'interesse generale della gente.
Cercai di fare mente locale. In quel periodo lo stadio era costantemente occupato da cantanti di fama internazionale. Prima Robbie Williams poi  i Muse, Avril Lavigne e ancora Vasco Rossi, Elisa, Laura Pausini. Sembrava che i catanti si fossero risvegliati tutti in quel periodo...
Chissà...
Sentii che rallentava
- Se sei onesta chiudi gli occhi - Mi disse dolcemente
- E se non fossi onesta? - Dissi per provocarlo
- Rovineresti tutto - Rispose semplicemente
- Ok, vedrò di ricordarmene - Dissi ridendo.
Chiusi gli occhi anche se tre quarti di me mi chiedevano di aprirli all'stante. Per fortuna ancora un quarto era intatto e quella piccola parte prevalse.
- Tienili chiusi - Disse mentre parcheggiava la moto mettendone a tacere il rombo. In quel momento mi parve di risvegliarmi davvero. Quel rumore mi aveva accompagnato come una ninna nanna per tutto il viaggio e ora che era cessato mi sentivo le orecchie vuote.
Io lottavo contro la voglia inrresistibile di scoprire dove fossimo e perchè.
Scesi con cautela aiutata dal suo braccio che mi cingeva i fianchi.
Tolsi il casco e scossila testa per sistemare i capelli.
- Lo sai che quando fai così hai un fascino particolare? - Disse Taylor
Sorrisi.
- Vorrei poter dire lo stesso ma non posso visto che ho gli occhi chiusi - Protesti
- Non importa avrai occasione di dirmelo anche in futuro - Disse. Sapevo che stava sorridendo. Sapevo che quello era uno dei migliori sorrisi che solitamente sfoderava,e io me lo stavo perdendo.
Ripose il mio e il suo casco sotto il sedile e chiuse a chiave. Poi mi prese per mano.  Aprii la cerniera del mio giubbottino di pelle nera. Sotto indossavo una maglietta a meniche lunghe viola e nera che le mie compagne mi avevano regalato per il mio compleanno in quinta ginnasio.  Il rumore delle scarpe con il tacco nere di vernice riecheggiava sul pavimento del parcheggio ad ogni passo. apii che ci dovevamo trovare in un parcheggio coperto perchè la luce mi pareva artificiale e c'era uno strano rimbombo.
Non aprii mai gli occhi e mi lasciai condurre per varie svolte fino a quando non sbucammo all'aperto e poi di nuovo mi condusse dentro ad un luogo. Questa volta però era diverso. Il chiacchiericcio riecheggiava tra i muri vicini. Probabilmente stvamo attraversando dei corridoi. Sentii Taylor salutare un paio di volte, ma erano tutte voci nuove sconosciute e tutti parlavano americano.
- Scommetto che non sei mai andata ad un concero sola -
- Già... Quindi è ad un concerto che mi stai portando? -
- Sì e no... - Fu la sua risposta vaga.
Sentii aprie una porta e la sentii chiudersi alle mie spalle.
- Ora puoi aprire gli occhi - Mi disse Taylor
Li aprii lentamente. Sembrava tanto il mio camerino sul set. Era una stanza quadrata con un paravanto lungo quasi quanto una parete. uno specchio circondato da lampadine con una base piena di trucchi e smalti.
Una moltitudine di poster riempivano la stanza, probabilmente gli artisti che avevano utilizzato quella stanza. Erano in prevalenza donne, tranne i Tokio Hotel e i Sonhora.
Poi attaccata ad un appendi abiti posto ad un angolo della stanza notai qualcosa che non avevo visto subito. La mia borsa di danza.
Volsi lo sguardo a Taylor che mi guardava con un sorrisetto malizioso e furbo.
- Non capisco... -
- E' molto semplice, dovrai ballare questa sera, e dovrai fare delle prove. -
- Siamo allo stadio immagino... -
- Sì sì. -
- Quello che non immagino nemmeno lontanamente e' il perchè... -
- Vieni, puoi tenere gli occhi aperti ora -
- Ok -
Riattraversammo gli stessi corridoi solo che andavamo nella irezione opposta.
Dopo aver fatto varie svolte vidi la porta proprio davanti a noi.
Taylor la aprì senza sforzo e fummo all'aria aperta. La vista dele tribune da quel punto aveva il potere di renderti più minuscolo di quanto già non fossi.
Mi bastò ruotare lo sguardo poco più a sinistra e vidi davvero ciò che non mi sarei mai aspettata di vedere....
Sull'imponente palco che occupava circa un quarto del campo da calcio c'erano cinque figure che ci osservavano e una di esse ci faceva segno di avvicinarsi.
- Ciao Taylor! Questa è la tua ragazza? - Disse la ragazza quando fummo abbastanza vicini.
Amy Lee.
Stavo sognando? No, era lei, in carne ed ossa. Il mio idolo ad un soffio di distanza mi guardava sorridente. Stavo per svenire... Per fortuna che Taylor notò il pallore del mio volto e mi cinse la vita con un braccio per evitare di farmi cadere a terra rovinosamente.
- Sì, è lei. Sara, ti presento Amy Lee - Disse rivolgendosi a me.
- Amy ti presento Sara... -
Ero in estasi completa.
- Pacere - Riuscii a biascicare in americano.
Le strinsi la mano, cercando di darmi un contegno e di riaquisire vita.
- Quindi avremo l'onore di farti esibire sul nostro palco questa sera. Taylor mi ha parlato molto bene di te e dalle scene tratte dal film che state girando, mi sembra che tu abbia un talento alquanto notevole per la danza... -
Altra frecciata.
Avrei ballato sulle note di una canzone completamente live della cantante per cui avevo una semi-ossessione.
- Grazie mille ... A tutti quanti - Dissi rivolgendomi ad Amy, al suo manager che ci aveva raggiunto poco prima, alla sua band, ma in particolare a Taylor.
- Vai a prepararti che ora proviamo. Ballerai sulle note di Sweet Sacrifice, che aprirà il concerto e sul finale suoneremo Whisper... Credi di potercela fare? -
- Volete che apra e concluda il vostro concerto? Sì credo di poterci riuscire -

PoV: Taylor
Durante ciò che restava della mattinata Sara si concentrò sulle coreografie, durante il pomeriggio invece le prove furono lunghe ma divertenti. Sara emanava come sempre il suo facino e incantava tutti. Più volte Amy si complimentò con lei dicendo frasi del tipo:  Sembra che stia volando mentre balli, o, i tuoi movimenti sembrano dare un senso ancora più profondo alle parole della canzone, o ancora,  non ti staccherei mai gli occhi di dosso e vorrei che la canzone non finisse mai. Erano entrambe entusiaste l'una dell'altra. Vedevo i ragazzi della band che lanciavano occhiate languide a Sara ma feci finta di niente per non rovinarle la giornata con inutili gelosie... tanto il giorno successivo sarebbe stata di nuovo tutta per me. E comunque lei non dava particolare importanza a i musicisti, era troppo impegnata a conoscere Amy, a parlare con lei dei suoi sogni e di quanto l'aveva adorata e a farmi capire quanto mi fosse riconoscente di ciò che avevo fatto per lei.
Le prove terminarono alle quattro e mezza e soltanto mezz'ora dopo lo stadio era già gremito di gente, specialmente di teenagers e giovani; ve ne erano di tutti i tipi: Dark, Metal, Emo ma anche gente normalissima.
Solo verso le cinque mi accorsi che Sara era sparita, così mi misis a cercarla un po' preoccupato. La trovai seduta con le gambe a penzoloni in un punto in cui lei avrebbe potuto vedere tutti ma nessuno l'avrebbe notata.
- Hei, Piccola... Che ci fai qua? -
Mi guardò e mi sorrise.
- Stavo pensando... Questo è il mio primo vero pubblico -
- Sono qui grazie a te... Avrò la possibilità di esibirmi davanti a questo pubblico immenso soltanto grazie a te -
- No Sara. E' grazie a te stessa che ora sei qui. Se non avessia vuto talento ta avrei portato semplicemente come spettatrice e non come coo-protagonista -
- Amy aveva detto che ti avrebbe fatto aprire e chiudere lo spettacolo quando avevamo parlato noi due. Appena ti ha visto ballare ti ha dato la possibilità di ballare a tuo piacimento, anche per tutto il concerto -
Abbassò lo sguardo, non le piaceva quando le si facevano dei complimenti e lo sapevo benissimo, ma non otevo farle credere che era merito mio, quando invece era solo grazie al suo impegno e grazie alla sua costanza che aveva raggiunto la sua prima meta.
Eh sì, perchè il film, l'esibizione al concerto e questa promozione di un anno non erano che la prima meta di un lungo cammino infinito.
Cenammo con un paio di panini prorpio lì, osservando flussi di gente continui che antravano a prendevano posto mentre il sole diventava rosso fuoco e poi svaniva all'orizzonte.
Rientrammo nel camerino verso le otto e mezza, un'ora prima che iniziasse il concerto.
Sara teneva gli occhi chiusi massaggiandosi le tempie per calmarsi.
Amy le aveva dato un abito che rispecchiava la tipologia Gothic ma che le lasciasse le gambe libere per riuscire a ballare, scarpette da danza classica nere e le gambe protette ( se così si poteva dire) dai collant sempre rigorosamente neri.
Io rimasi in silenzio per farla concentrare. Era di sicuro molto più terrorizzante ballare davanti ad un pubblico così vasto rispetto a fare solo un'apparizione per quanto significativa potesse essere. Se avesse sbagliato, se avesse mancato il tempo o cos'altro il pubblico se ne sarebbe accorto. Nell'apparire non si poteva sbagliare niente, era come recitare, quelli che avevi di fronte ti vedevano come il personaggio e non come la persona.
" Nella danza è impossibile recitare " Mi aveva detto Sara un girono " La danza come anche la poesia o la prosa, sono libere espressioni dei sentimenti dell'animo umano. Solo se si mette sè stessi in tutto e per tutto esse possono essere considerate tali " .
A un quarto d'ora dall'inizio arrivarono i truccatori che le coprirono gli occhi con spessi strati di matita e eye-liner neri, le piastrarono i capelli cosichè divennero ancora più lunghi. Si fece raccogliere due sottili ciuffi di capelli dietro la testa per evitare che le andassero negli occhi.
Appena la troupe di truccatori/parrucchieri se ne fu andata cominciò a vestirsi. Le diedi una mano per sistemare i lacci del corpetto del vestito che si trovavano sulla schiena.
- Sei perfetta - Dissi quando onclusi l'opera.
- Grazie infinite Taylor... Di tutto - Rispose lei.
Le diedi un piccolo bacio per augurarle buona fortuna poi lei si infilò le scarpette e puntualissima fu pronta insieme alla cantante per salire sul palco.
Quella sera fu più splendida che mai e si divertì un sacco. Io cercai di avitare lo sguardo dei manager e degli addetti alla sicurezza per evitare scenate di gelosia.
Il pubblico era ammaliato dai suoi movimenti e dalla sua bellezza ( non solo esteriore ).
Tanti spettatori avevano le lacrime agli occhi.
Fu una serata davvero memorabile. Specialmente per il finale del concerto, infatti mentre le ultime parole della canzone riempivano con la loro potenza il teatro, Sara spalancò due enormi ali nere e le richiuse sopra sè stessa simulando la morte o la scomparsa dell'angelo gothic.
Le luci si spensero e tutti corsero dietro le quinte per complimentarsi con Sara, sia per l'eccellente esibizione sia per l'idea ( che fu una sorpresa per tutti tranne che per pochissimi che l'avevano aiutata ) delle ali.
- Era da anni che non mi esibivo in modo così spettacolare... Mi sono davero divertita e il merito è vostro che avete portato una ventata d'aria fresca alle nostre canzoni senza però alterarne mai lo stile -
- Complimenti! Davvero - Disse il coo - produttore, nonchè bassista del gruppo.
Poi le luci si riaccesero ed Amy prese per mano Sara che rientrò sul palco con una caminata leggera che pareva stesse volando.
La folla era in delirio totale. Grida e applausi erano esplosi in un boato al loro ingresso.
Vidi che gli occhi di Amy brillarono.
Salutò la folla presentando e ringraziando i suoi musicisti.
- Ma un ringraziamento particolare va al mio Gothic Angel , Sara Josh, nonchè ragazza di Taylor Lautner con il quale sta girando un film... Grazie di tutto - Disse la cantante abbracciando Sara.
Fece i soliti ringraziamenti al pubblico e ai collaboratori prima di scomparire dal palco.
- Ragazzi non so davvero come ringraziarmi, volevo apparire in grande stile e così è stato, siete davvero formidabili, continuate così. Spero di rivedervi presto, anzi prestissimo sul grande schermo e anche dal vivo... -
Ci salutammo e io e Sara tornammo felicissimi ed entusiasti a casa, portando con noi il ricordo di una voce incredibile, una serata emozionante e terrorizzante allo stesso tempo e un cuore grande.

 Angolo SweetDancer96
Salve a tutte, spero di non avervi annoiato con questo capitolo, ho voluto fare un piccolo/grande omaggio al mio gruppo preferito e specialmente ad una cantante formidabile...
Non riuscirò come avevo provato a fare, a pubblicare con regolarità e con poca distanza da un capitolo all'altro, perchè la scuola non me lo permette.
Spero recensiate in numerose...
Un ringraziamento particolare a WolfGirl e ad Annette Bellamy per le stupende recensioni... Grazie ragazze!!!
Baci
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Capitolo 21
*** Luna Piena ***


20 - Luna Piena
PoV: Sara.
Fu un evento memorabile, tutti i giornali ne parlvano, gli fu dedicato anche un servizio al telegiornale. Più tradi scoprii che anche i miei genitori avevano assistito al concerto perchè Taylor li aveva invitati.
Mi avevano scattato un sacco di bellissime foto.
La gente mi fermava per strada e si complimentava con me, al liceo, ragazzi che non mi avevano mai rivolto la parola mi slautarono o addirittura si fernarono a complimentarsi, in primo luogo per l'esibizione, poi per la rpomozione e in particolare per essere riusita ad avere un ragazzo come Taylor.
Come se mi importasse la sua fama...
Ricevetti un sacco di telefonate per contratti futuri, sia nell'ambito dell'opera e quindi della danza classica sia nei musical. Mi furono offerti addirirttura posti per film tratti da libri celebri e meravigliosi.
Ogni tanto passavo davanti all'armadio in cui tenevo custoditi con cura gli abiti più importanti. In primis quello che Taylor mi aveva regalato per serate importanti, poi quello che avevo usato durante il concerto.
Guardavo l'abito lungo con occhi sognanti e quello regalatomi da Amy con gratitudine infinita.
I mesi passarono in fretta e in un better d'occhio fu di nuovo estate, la attesissima e veneratissima estate.
A Milano il caldo era soffocante già all'inizio di giugno, periodo finale della scuola.
La data di partenza per l'america fu fissata per metà giugno. Invitai anche la mia famiglia, visto che ora ce lo potevamo permettere, a passare un paio di settimane se non un mese, in California.
Come previsto accettarono l'offerta, anche perchè mio fratello non vedeva l'ora di provare a fare surrf a altre attività sportive, tipo skateboard.
I miei presero una casa piuttosto lontana da quella di Raylor, per lasciarci un po' liberi di vivere la nostra vacanza, anche se non lo sarebbe stata a tutti gli effetti dato che avremmo dovuto finire le registrazioni del film.
Tutto continuò secondo la normalità: durante la giornata lavoravamo, che in realtà era un po' come giocare perchè spesso si rideva e si facevano strafalcioni, come è normale che nelle registrazioni dei film capiti e durante il pomeriggio, dalle quattro fino alle otto rimanevamo in spiaggia a goderci il caldo estivo.  Spesso facevamo delle lunghissime passeggiate sul bagnasciuga chiacchierando del più e del meno, di argomenti futili e di nessun conto, a volte ci piaceva stare in silenzio a contemplare tutto quello che ci stava accanto: dai piccoli granchietti che ci passavano a poca distanza dai piedi all'infinito cielo blu che si estendeva sopra alle nostre teste oppure osservavamo semplicemente la gente che ci passava accanto con la mente sgombra di qualsiasi impiccio.
Qualche volta i ragazzi della nostra età ci coinvolgevano in animate partite di beach volley alle quali partecipavamo volentieri.
Una sera, dopo cena mentre mi lavavo nel bagno di quella che Taylor aveva definito come camera mia, Sentii delle voci provenienti dal piano sottostante, in un primo momento pensai che fosse la televisione perciò non vi prestai attenzione, dopo essere uscita dalla doccia ed essermi messa il pigiama mi accorsi che le voci che provenivano dal salone non erano affatto della TV.
Taylor stava discutendo con una voce maschile, non capii subito con chi era in contrasto, afferrai solo quando subentrò anche una voce femminile: I suoi genitori.
Decisi di non intromettermi, anche se avrei voluto essere lì accanto a Taylor per sostenerlo in quella che doveva essere una battaglia di non poco conto.
Mi infilai un paio di calze e uscii sulla terrazza interamente ricoperta di parquet.  Harry aveva sistemato due sdraio dotate di materasso per sdraiarcisi ad osservare il cielo stellato di notte e prendere il sole di notte. Io mi sedetti su una di esse cercando di non ascoltare la conversazione piuttosto animata che si stava svolgendo di sotto, purtroppo non vi riuscii.
- Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te, tu ci volti le spalle?! - Disse il padredi Taylor con voce tonante.
- Infatti, avete fatto troppo. Quante volte ve l'ho detto che invece di andare a quegli stupidi provini avrei voluto restare a fare sport o a giocare con i miei amici come un bambino normale ?! - Urlò Taylor esasperato.
- Tu non sei mai stato un bambino normale, e tuttora non lo sei. Non vedi che sei diventato una star? - Si intromise la madre
- Io non volevo tutto questo,  non l'ho mai voluto e voi non l'avete mai capito... Vi dico anche un'altra cosa, siete stati i peggiori genitori che un bambino possa avere. sempre in viaggio grazie ai soldi che sarebbero spettati a me. -
- Come osi riferirti così ai tuoi genitori?! - Urlò il padre imbestialito. Tutto d'un tratto scese il silenzio. L'atmosfera era carica di tensione e di ira.
- Andatevene immediatamente da casa mia! - Urlò Taylor
- Ma figliolo... - Tentò di dire la madre
- Non mi toccare! - Ringhio Taylor,
- Andatevene... Ora! - Disse ora con voce normale, ma tanto decisa e autoritaria che mi face venire i brividi.
Sentii la porta sbattere e poi più nulla.
Poco dopo Taylor aprì la porta della terrazza. Lo sentii singhiozzare e corsi da lui.
Lo abbracciai forte, e lui mi strinse a sè con fare possessivo. Lo capivo.
Cercai di non piangere perchè aveva  bisogno di conforto e non di commiserazione.
- Shhhh, ti prego non piangere. Sono qui con te, e non me ne andrò mai - Gli dissi
- Non lo sopporterei di nuovo - Mi disse tra i  singhiozzi. Era davvero distrutto.
Era una situazione strana. Sapevo benissimo che nonostante tutto Taylor voleva bene ai suoi genitori come qualsiasi altro ragazzo o bambino.
- Ho dovuto farlo Sara. Loro non capiscono -  Mi disse mentre nuove lacrime gli inondavano il viso.
- Sono certa che capiranno, in fondo sono i tuoi genitori... - Dissi cercando di rassicurarlo.
- Vieni a vedere che bella nottata - Dissi prendendolo per mano.
Mi sedetti sul cordolo di marmo spesso della terrazza che dava sulla strada e lo invitai a fare lo stesso.
Con le gambe a penzoloni nel vuoto e gli sguardi rivolti verso il cielo stellato eravamo stretti l'uno all'altro.
Un disco argentato di fronte a noi sembrava avvolgerci in un abbraccio inmmaginario.
- Sai, Duemila anni fa un Unomo disse:  Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi fanno del male. Se qualcuno ti percuote su una guancia porgigli anche l'altra. I nemici possono esserci anche in una famiglia, Taylor ma non è impossibile superarlo. - Dissi stringendo la mano sulla croce che portavo al collo.
- Sembra così maledettamente semplice ... - Disse.
- Ma potrebbe anche esserlo, come facciamo a saperlo se nemmeno ci proviamo? - Conclusi
E mentre una leggera brezza giocava a scompigliarci i capelli, ognuno dei due rimase in silenzio a riflettere sul  significato di quelle parole e ad osservare la luna piena che sembrava sorriderci.
 
PoV: Taylor
Mentre ero seduto sul diano a guardare la televisione suonò il campanello, così mi alzai e aprii la porta.
- Ciao Tay! - Squittì la voce stridula di mia madre
- Ciao mamma, papà... - Li salutai controvoglia.
- Allora come va?  Stai bene con la tua nuova fiamma? -
- Mamma Io e Sara stiamo insieme da un anno. Lo so che non siete qui per fare una visita di cortesia... che volete da me? - Domandai gelido
Vidi mia madre che abbassava lo sguardo come se il pavimento si fosse fatto tutto d'un tratto interessantissimo.
- Ehmm... Ecco... Noi volvemo chiederti se ci potresti prestare dei soldi... Sai, volevamo fare un viaggio io e tua madre - Disse mio padre gonfiandosi d'entusiasmo.
Li squadrai entrambe con le braccia incrociate sul petto e l'espressione severa stampata sul volto.
Scossi la testa
- Non vi presto più i miei soldi, se volete fare un viaggio mettetevi a lavorare seriamente - Dissi voltandogli le spalle con l'intenzione di salire le scale che portavano alle stanze da letto.
- Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te, tu ci volti le spalle?! - Abbaiò mio padre. Mi voltai di scatto.
- Infatti, avete fatto troppo. Quante volte ve l'ho detto che invece di andare a quegli stupidi provini avrei voluto restare a fare sport o a giocare con i miei amici come un bambino normale ?! - Dissi in tono piuttosto concitato.
- Tu non sei mai stato un bambino normale, e tuttora non lo sei. Non vedi che sei diventato una star? - Si intromise mia madre con quella voce che avevo imparato ad odiare.
- Io non volevo tutto questo,  non l'ho mai voluto e voi non l'avete mai capito... Vi dico anche un'altra cosa, siete stati i peggiori genitori che un bambino possa avere. Sempre in viaggio grazie ai soldi che sarebbero spettati a me. - Parlai quasi urlando. Mi stavo scaldando sul serio. Ogni volta che toccavo questo argomento mi sentivo montare una rabbia ceca dentro.
- Come osi riferirti così ai tuoi genitori?! - Urlò mio padre.
- Andatevene immediatamente da casa mia! - Urlai a mia volta senza rispondere alle accuse assolutamente irrisorie di quello che avrebbe dovuto essere mio padre.
- Ma figliolo... - Cercò di intromettersi miamadre sfiorandomi una guancia con il dorso della mano.
- Non mi toccare! - Sibilai con tono schifato, allontanandole la mano dal mio volto stringendole il polso.
- Andatevene... Ora! - Ribattei con voce glaciale.
Non smisi di tremare dalla rabbia fino a quano la porta non si fu chiusa.
Non volevo far altro che lasciarmi andare in un pianto sfrenato. Di rabbia, di dolore e di delusione.
Salii sulla terrazza e mi accorsi di non essere solo. Mi resi conto inoltre che avevo bisogno di lei come mai ne avevo avuto.  Cominciai a singhiozzare appena vidi il suo volto illuminato dal riverbero della luna piena.
Vidi il suo volto mutare espressione quando mi vide in faccia.
- Shhhh, ti prego non piangere. Sono qui con te, e non me ne andrò mai - Disse venendomi incontro e abbracciandomi con delicatezza.
La strinsi a me come fosse l'unica persona che teneva a me veramente, come se fosse l'unica in tutto il mondo che avesse il potere di farmi star bene, era proprio così... Lei era l'unica.
- Non lo sopporterei di nuovo - Dissi tra i singhiozzi. Questa volta il dolore proveniva da una ferita mai rimarginata che ora aveva fatto infezione e mi stava uccidendo.
Non feci nemmeno in tempo a calmarmi che le scene della lite di poco prima mi tornaro in mente con una nitidezza paurosa.
- Ho dovuto farlo Sara. Loro non capiscono - Dissi mentre le lacrime scendevano copiosamente. Strizzai gli ochhi per poterle fermare, ma non riuscivo, non potevo fermarle.
- Sono certa che capiranno, in fondo sono i tuoi genitori... - Disse per rincuorarmi. Era vero? Non lo sapevo. In diciott'anni non mi avevano mai dato alcuna dimostrazione d'affetto, e forse non l'avrei mai ricevuta.
- Vieni a vedere che bella nottata - Disse prendendomi per mano.
Le stelle illuminavano il cielo di un bagliore che mi parve stanco e malinconico e la luna sembrava volermi abbracciare per confortarmi. Quella sera il cielo era completamente terso e le luci mano a mano si spegnevano tutte.
Il vento sembrava cantarci una canzone tra ululati e sospiri. Strinsi Sara con tutto l'affetto e l'amore che potevo dimosrarle. Volevo dimostrarle quanto fosse importante per me la sua presenza.
- Sai, Duemila anni fa un Unomo disse:  Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi fanno del male. Se qualcuno ti percuote su una guancia porgigli anche l'altra. I nemici possono esserci anche in una famiglia, Taylor ma non è impossibile superarlo. - Non ero Cristiano, ma quelle parole erano così dirette.
- Sembra così maledettamente semplice ... - Risposi
- Ma potrebbe anche esserlo, come facciamo a saperlo se nemmeno ci proviamo? - Concluse. Notai che aveva usato il Noi. Era vero. Non si riferiva solo ad un'occasione ma alla vita di tutti i giorni.
Rimasi pensieroso ad osservare la luna che ora sembrava sorriderci.
Le parole di Sara di quella sera mi rimbombarono in testa per tutta la settimana seguente.
Erano troppo semplici e dirette  e così complicate da mettere in pratica.
In pochissimo tempo finimmo le registrazioni tra gli applausi generali e i complimenti di tutti. Il film sarebbe uscito di lì a poche settimane, appena finito il montaggio Negli USA e in Italia contemporaneamente. Alcuni brani della colonna sonora del film erano di Alessandra Amoroso e uno solo degli Evanescence, Good Enought, l'unico pezzo di danza classica che Sara aveva voluto ballare. Finito il montaggio Zoe e Rick ci chiamarono per rivedere tutto il nostro lavoro al completo.
Ci fecero entrare in una piccola sala cinematografica, come spesso i registi facevano per guardare cosa non andava nel montaggio.  Sara era in fibrillazione, non aspettava altro che vedere il nostro film.
Io invece avevo paura che potesse farle tornare in mente i momenti più tristi anche se speravo con tutto il cuore che non succedesse nulla. Per fortuna le  mie paure erano infondate perchè non soffrì.
Dovevo ammettere che Sara sapeva recitare alla perfezione, quasi fosse una veterana del mestiere.
Il film terminava con una camminata in un viale alberato, che piano piano si trasformava in una corsa gioiosa mano nella mano dei due personaggi, sotto una pioggia sempre più forte mentre le note della canzone " Il Cielo Può Attendere " di Alessandra Amoroso scorrevano potenti creando un effetto meraviglioso.
Quando apparvero i titoli di coda Sara e Zoe avevano le lacrime agli occhi, Intrecciai la mano alla sua e le sorrisi, per tutta risposta mi diede un bacio lungo mentre altre lacrime le sgorgavano dagli occhi chiusi.
La abbracciai felice e sereno, per la prima volta dopo la litigata con i miei genitori.
Solo poco dopo mi accorsi che Zoe e Rick se n'erano andati per lasciarci soli con le nostre emozioni.
- Ho realizzato il mio più grande sogno Taylor... - Sussurrò 
- Già è un grande orgoglio vedersi in un film... - Dissi abbassando lo sguardo.
- No, non stavo parlando di quello Taylor, stavo parlando di Te. Ho imparato ad apprezzare la vita e l'amore, a capire quanto è importante vivere ogni istante senza perdere tempo ad autocommiserarsi.... -
Sorrisi e l'abbracciai di nuovo.
- Anche tu mi hai insegnato a vivere, a vivere per davvero. Mi hai fatto scoprire cos'è l'amicizia e cos'è la semplicità - Conclusi sopirando con il sorriso sulle labbra.
Quella sera i genitori di Sara ci avevano invitato a cena perciò indossai la mia solita camicia bianca con i jeans, rimasi sorpreso però di vedere Sara vestita in modo piuttosto semplice: Indossava un paio di jeans neri e strappati e una maglietta altrettanto nera degli Evanescence con le sue All Star nere e uno spesso strato di matita intorno agli occhi. Si era legata i capelli in una coda ordinata da cui aveva lasciato cadere un ciuffetto di boccoli castani che cadevano ad incorniciarle il volto.  Un'alternanza di orecchini: Bianco, nero, cianco Sull'orecchio di tre buchi e un orecchino nero sull'altro tutti a forma di perla.
Quando la vidi vestita così casual anche io preferii cambiare maglietta e la sostituii ad una a maniche corte bianca della Vans.
Come sempre i suoi genitori furono cortesi e i suoi fratelli amichevoli e simpaticissimi. Andrea non mancò di dire che sua sorella sembrava un vampiro. Anche la cena fu ottima. Quella sera io e sara andammo sul molo a fare una passeggiata.
- Sei davvero bella questa sera - Le dissi mentre passeggiavamo verso casa.
- Non ti sembro troppo piccola o infantile? -
- No per niente ... -
- E tu sei sempre bello ... - Disse dandomi un piccolo bacio sulla guancia che mi fece arrossire nel buio della sera.
- Grazie... - Risposi sorridendo.

Angolo SweetDancer96
Scusante tantissimo il ritardo, ma non ce la faccio a postare più velocemente perchè non ho più tanto tempo libero.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, commentate, commentate.
Baci
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Capitolo 22
*** Resta con me per sempre ... ***


PoV: Sara.
- Vieni a vedere la TV con me Sara? - La voce di Taylor mi fece tornare alla realtà
- Sì, arrivo subito... - Dissi chiudendo il pesante tomo che il professore ci aveva dato da leggere per l'estate.
- Mi hai salvata dalle terribili fauci della noia... - Dissi appena lo raggiunsi.
Appoggiai la testa alla sua spalla e mi accoccolai sotto il suo braccio.
- Sono felice di essere utile a qualcosa - Disse ridendo
- Che scemo...- Dissi ridendo a mia volta e squotendo la testa.
- Che c'è di bello questa sera? - Chiesi
- In realtà non lo so... -
Continuammo a chiacchierare di argomenti futili, scherzandoci a vicenda, senza prestare alcuna attenzione allo schermo animato. Fu la musica a catturare la nostra attenzione...
Sulle note della più bella canzone degli Evanescence apparve il titolo del film, del nostro film.
Il montaggio delle scene, della melodia e dei colori era perfetto e le nostre immagini erano molto valorizzate.
- Wow, che bello... fa effetto vedersi in televisione, così senza alcun tipo di prevviso - sussurrai.
- E questo è solo l'inizio - Affermò Taylor sorridendo malizioso.
Ancora faticavo a crederci.
Senza nemmeno accorgermi, lì sotto accucciata tra il suo braccio che mi cingeva le spalle e il suo petto scolpito e muscoloso ma morbido, mi addormentai.
Non mi accorsi nemmeno di essere trasportata dal divano al letto, tanto ero stanca.
Una luce accecante dritta negli occhi e un dolcissimo profumo di miele accanto alla testa mi svegliarono lentamente.
- Buongiorno ... - Ah, già dimenticavo... anche un tenerissimo bacio contribuì a rendere quel risveglio speciale.
- Buongiorno - biascicai con la voce ancora impastata per il sonno, mentre un enorme sbadiglio mi deformava la bocca.
- Ha chiamato Rick, ci vogliono per la presentazione del film... Questa sera alle 21  -
- Ah, fantastico! Hei, no aspetta forse ho sentito male... Questa sera? -
- Sì, questa sera -
- E io come faccio a trovarmi un vestito adatto entro questa sera ? Avevamo programmato di passare la giornata in spiaggia! -
- Lo so, ma non ti preoccupare, se vuoi andare a fare shopping ti ci porto -
- Ma mi dispiace... E poi so che tu ti annoieresti a morte ad andare in giro per negozi -
- Sbaglio o tutti i ragazzi del mondo accompagnano le loro ragazze a fare shopping ? -
Sospirai
- E va bene... -
Facemmo colazione e poi mi vestii con i miei soliti jeans e le mie Converse nere.  A bordo della sua Porche che sfilava silensiosa per le strade di una Los Angeles ancora mezza addormentata, osservavo il blu dell'oceano risaltare sul colore dorato della spiaggia che presto si sarebbe tinta di mille colori ed animata da grida di divertimento e allegria. La luna non era ancora scomparsa dal cielo e la brezza mattutina rendeva l'aria respirabile.
- E' bello riuscire a vedere ciò che spesso ci sfugge, o diamo per scontato, non  è vero? - Sussurrò
Mi limitai ad annuire e a sorridere.
- Siamo sempre presi dai nostri impegni che nemmeno ci accorgiamo di quello che ci circonda, e di quanto sta cambiando - Dissi  con lo sguardo sempre immerso nel paesaggio che scorreva veloce sotto i nostri piedi.
- Un giorno ho chiesto a mio nonno come vivevano loro. Mi ha raccontato che soltanto la strada principale era asfaltata, ed era  attraversata soltanto dai carri che andavano nei campi o dai mercanti. Le macchine non si vedevano quasi mai perchè solo i più ricchi potevano permettersele,  vi era un solo telefono per tutto il paese ed era molto lontano dalle case e l'unico strumento che li teneva in contatto con ciò che accaeva all'esterno del paese era la radio che comunque non tutti si potevano permettere. I bambini giocavano e correvano per le strade senza paura di nulla e di nessuno, si passavano ore in mezzo ai campi a raccontarsi storielle, e a raccogliere le ciliege nella stagione estiva. Vi era un negozio per ogni genere alimentare e ci si fermava a salutare chiunque passasse perchè nel paese tutti si conoscevano. Ora è cambiato tutto. Le città sono talmente grosse che se ti ricordi il nome dei tuoi vicini di casa è tanto, i bambini vivono con i giochi elettronoci e la TV perchè se anche osano mettere un piede fuori casa potrebbero essere  investiti dai miliardi di automobili che transitano e c'è sempre la paura che vengano rapiti o uccisi ( perchè ormai questi fatti di cronaca sono all'ordine del giorno, purtroppo ).  Molte malattie sono state combattute, ma quante ne sono sorte di nuove a causa dell'inquinamento dell'ambiente? - Mi fermai perchè mi stavo scaldando un po' troppo, tutte le volte che riflettevo su come stavamo vivendo, non riuscivo a controlare la rabbia.
- Scusa... - Dissi sospirando
- No, hai ragione,  ma non pensiamo ora a queste cose. Deve essere uan giornata di sano divertimento e spensierata allegria - Disse spingendo il piede sull'acceleratore.
Risi, infilai gli occhiali da sole, e mi raccomodai sul sedile. Tutti i pesi che avevo accumulato in quell'anno svanirono di colpo, riuscii perfino a mettere da parte l'immagine di Taylor in lacrime, distrutto dal litigio con i genitori.
La mattinata passò veloce, entrammo in molti negozi ma non trovammo nulla che facesse al caso nostro. A pranzo ci fermammo in un piccolo bar-ristorante con piccoli tavolini all'aperto sistemati sotto un pergolato adornato dall'edera rampicante.
Magiammo due semplici panini e un gelato. Sotanto nel tardopo pomeriggio trovammo quello che stavamo cercando. Taylor scelse subito un classicissimo abito nero con una camicia bianca, senza cravatta. Io invece dopo mille indecisioni, optai per un abito da sera rosa chiaro era molto semplice e avevo paura di apparire infantile, ma qualcosa dovevo pur indossare.
Il viaggio di ritorno mi parve troppo corto. L'ansia cresceva di pari passo con l'adrenalina e avevo le ginocchia tremanti.
- Devi solo stare tranquilla - Mi disse appoggiando una mano sulla mia.
- Prova ad immaginare di essere su quel palco che hai calcato tante volte. Pensa a quante volte hai detto " Non ce la posso fare" e invece hai fatto una splendida esibizione. - Provò ad incoraggiarmi
- Ma questa volta è diverso, devo parlare in un certo senso anche recitare. E io non ne sono capace -
- Beh ti sbagli. Devi essere del tutto naturale, e poi scsa fai il Liceo Classico, se non sai parlare tu, chi dovrebbe esserne capace?! -
- Appunto per questo ho paura di annoiare la gente, di dare una cattiva impressione -
- E' scientificamente e matematiamente impossibile Sara. Sei perfetta sotto ogni punto di vista, hai un carattere magnifico e sei una bellissima ragazza. Hai talento e sai esprimerti in tutti i modi possibili. -
- Forse hai ragione, dovrei stare più calma... Ma proprio non ci riesco ! -
- E allora pensa semplicemente che non sei sola e che sarò sempre accanto a te - Disse sorridendomi.
- Ora mi sento molto meglio - Dissi sorridendo soddisfatta.
Arrivammo a casa alle 18. 
Corsi a fare la doccia mentre Harry preparava la cena. Non mangiai molto, avevo un nodo allo stomaco che mi aveva tolto l'appetito.
- Suvvia Sara, che sarà mai - Continuavo a ripetere a me stessa
- Non devi fare altro che essere te stessa. Devi solo essere te stessa. Nulla di più. - Ripetei
Feci un profondo respiro e uscii dalla porta della camera vestita, truccata e pettinata.
- Taylor ti sta aspettando fuori...  Buona fortuna Sara! -
- Grazie Harry, ne avrò bisogno - Dissi sorridendogli e incamminandomi sul vialetto del giardino che conduceva al cancello.
- Sai, tutte le volte che ti vedo riesci a sorprendermi come la prima volta, l'estate scorsa - Mi disse Taylor cingendomi i fianchi.
Abbassai lo sguardo per non far notare il rossore che istintivamente mi era salito alle guance. Per fortuna vi era il crepuscolo, perciò non avrebbe potuto accorgersene comunque.
- Stai tranquilla, andrà tutto bene - Aggiunse aprendo la porta della Limousine che ci aspettava fuori dall'entrata della villa  facendomi salire.
Durante il breve viaggio non dissi una parola. Ero troppo terrorizzata, Taylor che aveva capito come mi sentivo rispettò il mio silenzio. Ma aveva un sorrisetto stampato in faccia che pareva indelebile.
- Signori, siamo quasi arrvati... - La voce dell'autista mi mandò in crisi totale.
Taylor si girò verso di ne, mi diede uan carezza sulla guancia divertendosi a vedere che mi era venuta la pelle d'oca appena mi aveva sfiorato. Prese il mio volto tra le mani e mi diede un bacio tale che lasciai da parte ogni pensiero che mi occludeva la mente e lo stomaco in quel momento.
- Eccoci ... -
La voce dell'autista mi arrivò come da un altro pianeta. Ci allontanammo di malavoglia, Mi diedi una sistemata al lucidalabbra e presi un grosso respiro. La portiera venne aperta e le mie gambe divenero gelatinose. Avevo paura di cadere da un momento all'altro, prima uscì Taylor, con un sorriso smagliante, poi mi tese la mano e mi invitò ad uscire.
Uscii il più elegatemente possibile, ma mi pareva di essere goffa come non lo ero mai stato. Appena fui fuori dall'auto miliardi di flash mi abbagliarono e una folla urlante ci accolse.

PoV: Taylor
Come fosse abituata a queste occasione mise fuori prima una gamba snella, lunga ed elegantissima, quando fu stabile intrecciai le mie dita alle sue, per dargli una sicurezza, perchè potevo benissimo immaginare come si sentisse.
Avevo imparato che quando ci si trovava a contatto con il pubblico ci si doveva comportare in modo del tutto naturale. Perchè solo mostrando la vera personalità una celebrità avrebbe potuto realmente essere apprezzata.
Quella sera non riuscii a recitare. Sorridevo perchè ero felice. Ero felice di molte cose... Innanzi tutto avevo al mio fianco una persona con cui pensavo di condividere il resto della mia vita, che mi amava per quello che ero e non si era mai, mai approfittata di me. In nessuna occasione. Poi ero felice perchè era la prima volta che apparivo alla gente senza maschere, perchè avevo finalmente ritrovato me stesso. E infine ero felice perchè sapevo che nonostante io non avrei mai voluto fare l'attore, ora cominciava a piacermi.
C'era più gente di quanto potessi pensare, tantissime persone volevano i nostri autografi. E vedevo sara con gli occhi che brillavano. Speravo solo che nei giorni successivi non pubblicassero sui giornali cattiverie sul suo conto perchè sarebbe sicuramente rimasta delusa.
Ci divertimmo. Un sacco di ragazzine e bambine si erano fatte autografare le scarpette di danza, il che mi face sorridere. Significava che il ruolo dela ballerina Emma era stato aprezzato.
Mi vennero in mente quei pomeriggi passati a farmi dare lezioni i danza da Sara, di tutta la fatica e di tutte le figuracce che avevo fatto.
Fumolto stancante, ma quando arrivammo a casa più o meno all'una di notte eravamo felicissimi. Specialmente Sara, che aveva un sorrisoa trentadue denti stampato in faccia.
Il giorno seguente dormii fino a tardi e quando mi svegliai trovai accanto alla mia testa sul cuscino tre o quattro giornali. Li aprii e li sfogliai con impazienza finchè non trovai ciò che cercavo.
Nessun articolo esprimeva commenti negativi e tutti ripetevano la stessa cosa: Sara Josh - Una nuova promessa
Sorrisi e mi ributtai sul cuscino, sereno e allegro.
Sara mi aveva lasciato un biglietto per avvisarmi che non era in casa ma era andata a trovare i suoi genitori. Non avevo fame perciò mi feci una bella doccia fresca per cominciare le giornata.
Avevo appena finito di vestirmi che suonò il campanello, pensando che fosse Sara aprii senza nemmeno pensarci, con un bel sorriso pronto.
Tuttavia rimasi alquanto stupito di vedere i miei genitori.
- Pensavo di essere stato chiaro ... - Dissi in tono glaciale con l'intento di richiudere la porta.  Tutta l'allegria e la serenità di poco prima evaporò.
- Aspetta Taylor - Disse mia madre. Aveva un tono di voce diverso dal suo solito. Era seria e ad osservarla meglio mi pareva invecchiata di colpo.
- Volevamo chiederti scuse per quello che avevamo fatto, ci siamo resi conto che ... effettivamente non abbiamo quasi mai pensato a quello che avresti voluto fare tu. - Aggiunse
Rimasi in silenzio volevo sentire cosa avevano ancora da dirmi, ma se pensavano di poter rimettere tutto a posto solo venendo a suonarmi il campanello e dicendo scusa, bè, si stavano sbagliando d grosso.
- Ci siamo sempre preoccupati dei nostri interessi, ma noi volevamo solamente darti la possibilità di diventare ciò che noi non aevamo avuto la possibilità di essere in gioventù - Proseguì mio padre.
- Non volevamo farti soffrire, ma ci devi perdonare. E' vero, siamo stati stupidi e insensibili, ma siamo tutti umani e tutti sbagliamo - terminò mia madre.
Nonostante tutto mi dispiaceva vederli ridotti così, però avevo ancora bisogno di tempo per pensarci.
- Ci penserò, ora ho da fare... Salutatemi  Katie e ditele di venirmi a trovare se le va. - detto questo mi richiusi la porta ale spalle.
Nel tardo pomeriggio arrivò Sara
- Che hai? - Chiese vedendomi turbato
- Niente, non ho niente -
- Sì, certo ... Che hai? -
- Com'è che tu sei l'unica a capire quando ho qualcosa? -
- Perchè tengo a te ... -
Feci un sospiro e vuotai il sacco.
- Viani con me... - Disse prendendomi per mano
- Harry, noi usciamo e non torniamo per cena! - Urlò
- Ok ! - Rispose Harry da una remota stanza della casa.
- Dove andiamo ? - Chiesi.
- Ora tocca a me fare le sorprese - Rispose
Solo in quel momento notai com'era vestita... Le gambe lughe e abbronzatissime spuntavano da un paio di pantaloncini cortissimi e una maglietta molto, molto attillata.
- Come pensi di arrivarci? - Chiesi, dato che non aveva ancora la patente e non poteva guidare..
- Sulla mia moto -
- Allora dovrai dirmi la destinazione, altrimenti come faccio io ad arrivarci ? - Le chiesi
Si mise la mano in tasca e mi sventolò sotto il naso una tessera rosa.
- Guido io... La patente ce l'ho! - Disse con aria tronfia
- Come l'hai presa?! -
- L'ho presa come l'hai presa tu, come l'hanno presa i miei genitori, e tutte le persone che guidano un'automobile  -
- Ma tu hai ... 17 anni .. -
- Sì, ho 17 anni - Rispose sorridendo.
La guardai senza capire
- Se non ti ricordi siamo negli Stati Uniti d'America e qui la patente si prende a 16 anni -
- Ah già...  - Dissi squotendo la testa
Rise
- Eh già! - Disse lanciandomi il casco e sfilando le chiavi dalla tasca dei miei jeans.
- Sali! - Mi esortò
Dopo averla guardata con le sopracciglia inarcate mentre si infilava il casco e saliva a calvacioni sulla moto, decisi di farla contenta e salii sulla moto anche io.
- Chiudi gli occhi ! - Mi urlò dopo un po'
Dovevo ammettere di essere molto curioso ma come aveva fatto lei a Milano anche io dovetti farlo.
Notai che spingeva sull'acceleratore più di quanto mi sarei mai immaginato.
Dopo poco più di un quarto d'ora avvertii un netto rallentamento e poco dpo ci fermammo.
Mi venne naturale respirare l'aria a pieni polmoni e l'odore di salsedine mi face capire che mi aveva portato nei pressi di una spiaggia.
- Ora se vuoi puoi anche aprire gli occhi, tanto penso tu abbia capito che siamo in riva al mare. - Mi disse con voce tranquilla.
Erano le sei del pomeriggio e nel giro di un paio d'ore il sole sarebbe tramontato, tuttavia splendeva ancora in cielo.
Era un luogo in cui non ero mai stato... sembrava quasi che in quel paeseino il tempo si fosse fermato ad una trentina di anni fa, i signori anziani riposavano su sedie di legno al fresco della veranda leggendo o sorseggiando una limonata fresca. Alcuni bambini saltavano la corda al ritmo di canzoncine ripetute un'infinità di volte, altri si rincorrevano a piedi scalzi sul selciato. Rimasi per un po' ad osservarli mentre si divertivano spensieratamente.
- Sai, ho imparato che stare con i bambini ti porta via qualsiasi pensiero e sei felice.... Perchè l'amicizia di un bambino è sincera, quando dice di divertirsi è perchè si diverte e quando è stanco e vuole cambiare gioco non ha paura di dirlo. Quando soffre, si mette a piangere senza chiudere tutto all'interno perchè nel suo inconscio sa che gli farà male. Quando un bambino ti vuole bene te lo dice senza nascondersi... e essere presi in simpatia dai bambini è una dono che a volte è difficile comprendere perchè è talmente spontaneo che non ti rendi conto di quanto invece sia importante per te un rapporto così schietto, immediato e sincero, che con un adulto si costruisce soltanto con il passare degli anni. -
- Forse è vero... ma a me basta stare accanto a te e mi sento meglio...  - Risposi
Le sfiorai le labbra delicatamente con le mie senza baciarla e poi affondai il volto tra i suoi apelli riccioli abbraciandola e stringendola a me.
- Vieni.. - Disse prendendomi per mano.

***
PoV: Sara
Ed eccomi qui, in un anno la mia vita si è completamente capovolta, ho vissuto imprevisti ed episodi piuttosto spiacevoli ma anche un mare di meravigliose emozioni che ogni giorno diventano sempre più grandi e autentiche, frutto di un amore che pensavo impossibile e di un'amicizia che credevo dissolta. Invece, come spesso si dice quando si è ingenue ragazzine: l'amicizia può arruginirsi ma mai spezzarsi...
Ed è proprio vero, in un anno ogni sogno che avevo da bambina è diventato realtà.
Qui seduta su un pontile di legno che un tempo veniva usato dai pescatori per attraccare le barchette, con la punta dei piedi che sfiora l'acqua. Qui con la testa appoggiata sulla spalla di Taylor ad osservare un tramonto infuocato di quelli che non vedevo da tantissimi anni, di quelli che rasserenano e che al tempo stesso ti sconvolgono l'anima. Qui, due anime solitarie che hanno trovato il loro scopo nella vita e un solo cuore  che accomuna tutte le passioni, tutte le sofferenze e tutti momenti di smarrimento di una vita intera...
- Mi ami? - Chiesi a Taylor spezzando quel silenzio che ormai durava da mezz'ora
- Non te l'ho detto abbastanza volte? - Chiese sorridendo
- No, ho bisogno di sentirtelo dire di nuovo ... -Ribattei convinta
- Ti amo - Disse dopo pochi attimi di silenzio.
- E tu? - Mi chiese poi
- Mi ami ancora? -
- Sì, ti amo alla follia ... -
Dopo avermi studiato il rpofilo del volto con un dito appoggiò le labbra alle mie. Prima in un timido bacio, come il nostro primo bacio poi sempre più appassionato.  Come se il nostro corpo fosse stato completamente svuotato, sentivamo riecheggiare le nostre emozioni .
Poi mi diede un bacio sulla fronte.
- Resta con me per sempre ... - Mi sussurrò nell'orecchio.
- Sì - Risposi semplicemente.

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Angolo SweetDancer96

Innanzitutto mi devo scusare con tutte voi che avete seguito la mia storia per il madornale ritardo con cui posto quest'ultimo ( ma non ultimo ) capitolo della storia.
Davvero, vi prego in ginocchio di perdonarmi ma la scuola che frequento non mi permette di avere molto tempo libero.
Come vi dicevo questo è l'ultimo vero e proprio capitolo della storia, tuttavia che storia sarebbe senza un epilogo?  Vi assicuro che qualche sorpresa ci sarà.
Spero che il capitolo e ormai anche tutto il resto della storia siano stati di vostro gradimento, spero che vi abbiamo appassionato come è successo a me.
Devi ringraziare moltissimo alcune persone, che hanno inserito la mia storia tra le preferite:  Amy_19, ania2692 chantal sonzogni elenainuyasha, Giu25Giuls_Dancer, jas_93 , taylorina,  tecnool .
Inoltre devo ringraziare , per averla inserita tra le seguite :  barbaritassss, ciaki90,  EmmaTom4ever,  icaieia,  irmy,  Kiaretta97,  lupacchiotta90, NikkyStew , SellySmile, WolfGirl , ZEME_The Twilight Saga.
Ma un ringraziamento  super specialissimo, va alle mie due amiche:   Kiaretta97 e Annette Bellamy.
GRAZIE A TUTTE QUANTE !!!!!

Mi raccomando, ricordatevi che c'è ancora l'epilogo !!!

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Capitolo 23
*** Epilogo ***


22 - Epilogo Epilogo

PoV: Taylor
Nei mesi seguenti, il nostro film divenne tra i più famosi del mondo ed entrambi ricevemmo molti premi. Un po' per la coppia, alcuni per le coreografie e le esibizioni delle coreografie. Altri per i contenuti profondi di alcuni discorsi... Insomma fu molto gradito.
Ovviamente come è normale che accada  non mancarono le critiche ma ce ne furono talmente poche che nemmeno ebbero voce.
Al contrario di quanto pensavo ( anche se non mi serebbe per nulla interessato), dopo l'uscita del film Sara venne presa in simpatia da tutte le mie fan e ben presto anche la nostra coppia divenne una delle più approvate tra gli attori.
 Rob e Kristen decisero di sposarsi e quando naque il loro bambino chiesero a me e a Sara di fare da padrino e madrina, ovviamente accettammo subito e tutti notammo che Sara aveva una certa influenza sul bimbo, infatto ogni volta che lo prendeva in braccio smetteva di urlare e le sorrideva.
Dopo un lunghissimo anno finì anche il liceo e riflettendo sull'eventualità di frequentare un'università e seguire gli studi di medicina, Sara comprese che sarebbe stato inutile se poi non avrebbe potuto esercitare al meglio la sua professione. Decise invece di frequentare una speciale accademia di danza e recitazione, nella quale venne accolta a braccia aperte più come insegnante che come allieva.
Io riuscii a perdonare i miei genitori e i rapporti tra di noi diventarono buoni. Mia sorella era entusiasta di Sara ma sia io che Sara stessa avevamo il sospetto che fosse più interessata ad Andrea il fratello che aveva un anno in meno di Sara, che dovevo ammettere, era diventato ormai un uomo... Come d'altronde mia sorella, anche se mi dispiaceva ammetterlo, era diventata una donna.
Passò un altro anno e Sara dalla ballerina eccezionale che era divenne ancora più brava e venne chiamata addirrttura alla Scala per un'esibizione.
Passato il primo anno dalla morte della madre, Chiara si riprese splendidamente e venne ad abitare, con i suoi fratelli e assieme a Davide, a Milano in un paesino limitrofo al nostro. Io e Sara vivevamo quasi insieme e quando Sara ebbe ventiquattro anni ( io ne avevo ventisette ) ci sposammo.  Fu una cerimonia riservata ma vi erano comunque molti invitati. Quello fu il più bel giorno della mia vita.
Oggi, in una giornata di pioggia siamo qui sul divano ad osservare nostra figlia che gattona sul tappeto mentre fa i suoi discorsi incomprensibili pieni di gridolini e sospiri tipici dei bambini di un anno.
Con i ricciolini castani e gli ochi verdi , è e sarà sempre il più bel regalo che la vita potesse offrirci.
E nonostante abbia paura di non essere un buon padre, sono certo che l'unica cosa che non le mancherà da me sarà l'amore. Lo stesso amore che provo per sua madre e nutrirò sempre per lei. Un affetto nato nell'adolescenza che dura ancora oggi che siamo quasi trentenni e che sono certo, durerà per sempre.


Angolo SweetDancer96
Lo so è un epilogo molto corto, ma  questa è la conclusione che volevo dare a questo racconto.
Ringrazio infinitamente tutti coloro che mi hanno sostenuto e che mi hanno ispirato ( Bliss de Lioncourt __ nonchè mia migliore amica, Chiara, Federica & Filomena, Francesa, Daniele, Antonella ( mia insegante di danza ) , la mia famiglia, e le mie compagne di danza ( anche se a loro insaputa )  e infine gli Evanescence perchè senza le loro canzoni non avrei mai potuto farmi venire certe idee ).
Grazie ancora di tutto
SweetDancer96 o per meglio dire
Sara


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