Breathe Me

di SilviaPeyton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Note: Attenzione attenzione, fic a capitoli! In realtà sarà breve, ho in programma 3 capitoli. Il rating arancio è più che altro per i capitoli futuri e per le idee che ho. Altre cose? Il POV è praticamente di Elena anche se non parla in prima persona. Anche questa fic è focalizzata su Damon e Elena quindi gli altri personaggi vengono solamente nominati. Volevo ringraziare Ainel, Valentina78, _EpicLove_ e erigre per i commenti alla mia seconda one-shot! Siete tutte gentilissime! Mi fa tanto piacere che vi sia piaciuta anche quella one-shot! E visto che Valentina mi aveva suggerito di fare qualcosa a capitoli ho deciso di farlo :) . Certo è di pochi capitoli, ma al momento tra esami e tutto non ho il tempo di gestire una fanfiction lunga :P .

Attendo vostri commenti! Buona lettura!

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BREATHE ME

 

Lo osservava mentre si dimesticava tra i fornelli nella sua cucina. Era completamente concentrato nel suo lavoro. Mentre mescolava un pentolino aggiungeva qualche spezia in un altro, e infine si spostava per andare a prendere gli ingredienti che gli servivano sapendo perfettamente dove si trovassero. Sembrava uno chef d’alta cucina, gli mancava solamente il cappello.

 

“Non sei obbligato a farlo” disse lei piano.

“Fare cosa?” chiese lui ancora intento a preparare la cena.

“Stare qui, fare da mangiare…”

“Adoro farlo”

“Potrei chiamare…”

Ma lui la interruppe “Oh sì… perché non ti metti anche un cartello con scritto ‘mangiami’? Sai di solito sono proprio gli umani il cibo preferito dei vampiri” Elena alzò gli occhi al cielo mentre Damon continuava con la sua ironia “E chiunque tu voglia chiamare diventerebbe un bocconcino prelibato per gli scagnozzi di Katherine” disse toccandole lievemente il collo con lei dita e poi tornò ai fornelli “Sono un ottimo cuoco, non hai nulla di cui preoccuparti”

 

Jenna era andata a fare un week-end romantico con Alaric e per qualche oscura ragione Jeremy era andato in campeggio con Tyler e Matt. Pensava finalmente di avere un po’ di tempo per sé, ma si sbagliava. Damon sembrava la sua ombra. Si era presentato a casa sua con tutti gli ingredienti per quella che lui aveva definito una “cenetta coi fiocchi”.

 

In realtà gli era riconoscente perché da quando lei e Stefan si erano lasciati lui aveva continuamente tentato di distrarla ronzandole attorno. Molte volte l’aveva considerato irritante, ma più passava il tempo più le faceva piacere stare in sua compagnia.

 

“Non mi hai ancora detto cosa stai cucinando” costatò lei mentre lo vedeva spremere mezzo limone nella padella con una noce di butto.

 

Lui si girò sorridendole furbescamente. E in quel momento fece comparire l’ingrediente principale come se l’avesse tirato fuori da un cilindro: gamberi.

 

“Gamberi flambè, cherie” rispose fingendo un accento francese che poteva essere scambiato tranquillamente per un accento reale.

 

“Stai cucinando gamberi?”

“Pensavo di aver accennato di essere un ottimo cuoco” rispose Damon sorridendole.

 

Se ne era vantato per almeno una buona mezzora.

 

In quel momento sentì il forno a microonde suonare.

 

“Puoi pensarci tu?” chiese Damon mentre era impegnato a sgusciare i gamberi.

 

Elena annuì e aprì lo sportello del microonde pronta a togliere la ciotola che c’era dentro. D’improvviso sentì una presenza dietro di lei e vide due enormi braccia avvolgerla e metterle i guantoni da cucina alle mani.

 

“Scottarsi non è una bella sensazione” disse lui facendo spallucce e tornando ai gamberi.

 

Elena tirò fuori la ciotola e un buonissimo profumo di cioccolato la invase. Damon osservò con piacere il sorriso che le si era dipinto sul volto mentre annusava la ciotola ad occhi chiusi.

 

“Cioccolato al peperoncino… è per le fragole birbanti” disse lui.

“Il nome ha un non so che di Damon”

Il vampiro rise un poco “Chissà magari si sono ispirati a me” e le fece un altro sorrisino mentre le scuoteva leggermente la testa.

“Puoi mescolare quella noce di burro laggiù con il cioccolato?” chiese lui che invece stava aggiungendo i gamberi sbucciati nella padella.

 

La brunetta prese il mestolo e iniziò a mescolare energicamente mentre la sua mente iniziava a vagare. Stefan l’aveva lasciata perché la loro relazione la metteva in pericolo, specialmente ora che Katherine era tornata. Aveva detto di amarla e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerla anche a costo di allontanarla da sé perché Katherine avrebbe potuto ucciderla. Lei aveva tentato in ogni modo di fargli cambiare idea, non poteva accettare di non stare con lui perché la sua vita era in pericolo. Ma quando lui le aveva detto che c’era dell’altro le si era spezzato il cuore. In quel preciso istante sentire quelle parole le avevano mandato il cuore in frantumi. Perché lo sospettava da tempo. Perché dicendo quelle parole aveva reso i suoi dubbi reali.

 

“Elena, io… non ho dimenticato Katherine.”

 

E si era paralizzata. Non aveva fatto più nulla. Non aveva tentato di fargli cambiare idea. Lui non aveva superato quello che provava per Katherine nonostante amasse anche lei. Era seguito tutto un discorso su quanto fosse ingiusto da parte di lui stare con lei pur sapendo di amare contemporaneamente un’altra ma non aveva ascoltato. Tutti i suoi attorno a lei era ovattati.

 

Una mano le strinse la sua e tornò alla realtà sentendo nuovamente Damon dietro di lei. Era ancora più vicino della volta precedente. Sentiva il suo respiro vicino all’orecchio.

 

“Dovresti mescolare così…”

 

E si lasciò guidare dalla mano di lui che le insegnava come mescolare gli ingredienti in modo corretto.

 

Con il tempo si era abituata alla presenza di Damon. Stava diventando una costante nella sua vita. Le cose con Stefan andavano male da tempo e da quando si erano lasciati, sebbene Stefan tenesse sempre alla sua incolumità, era Damon che aveva iniziato a prendersi cura di lei. A starle accanto in ogni momento. E più si avvicinava a lui più sentiva qualcosa di magnetico spingerla verso di lui. Non aveva mai saputo ben definire quel “qualcosa” tra di loro. Se prima lo aveva chiamato “comprensione” ora c’era dell’altro. Sì, perché ogni volta che Damon la toccava era come se sentisse una scossa, una scarica elettrica percorrerle tutta la spina dorsale.

 

Quando lo sentì allontanarsi e tornare ai gamberi continuò a mescolare al ritmo che le aveva lasciato lui. Le piaceva che la coinvolgesse in quello che faceva. Alzò lo sguardo verso di lui e lo vide aggiungere lo “Spiz” ai gamberi. Osservò i movimenti fluidi delle braccia, delle gambe e del bacino mentre muoveva la padella. Vederlo cucinare le trasmetteva un non so che di sexy… scosse la testa. Ma cosa aveva in mente?

 

In quel momento lo vide tornare verso di lei con delle fragole infilzate negli spiedini e controllare l’impasto.

 

“Ora le immergi nel cioccolato e poi le lasci asciugare finché il cioccolato non si solidifica e dopo le mettiamo in frigorifero… ma prima…” le prese il polso e le percorse con l’indice la vena in rilievo per poi sfilarle un elastico per i capelli “E’ meglio se leghiamo questi bei capelli, non vogliamo che si sporchino” e le fece l’occhiolino.

 

Le tirò su i lunghi capelli setosi per farle la coda mentre li percorreva delicatamente con le dita. Le piaceva il suo tocco, le creava una piacevole sensazione tanto che chiuse gli occhi mentre lui le pettinava i capelli con le dita.

 

Quando ebbe fatto le bisbigliò in un orecchio “E’ meglio che vada a controllare i gamberi prima che brucino”.

 

In quel periodo così difficile e doloroso per lei non si ricordava un solo momento in cui Damon non ci fosse stato. Era abituata ad affrontare le cose da sola. Ad andare avanti a testa alta. A non arrendersi. Era forte, era una che combatteva sempre. Ma era bello sapere di avere qualcuno accanto che non ti avrebbe abbandonata.

 

L’aveva visto cambiare. Aveva visto quel lato umano che lei aveva sempre sentito ancora dentro di lui. E per l’ennesima volta lui era lì pronto a prendersi cura di lei.

 

“Sono quasi pronti, direi che è meglio mettersi a tavola” disse Damon tirando indietro la sedia per lei e facendola accomodare mentre lei gli sorrideva.

 

Aveva apparecchiato lui e non era difficile immaginare che sapesse come addobbare una tavola. La tovaglia era bianca e ricamata, le posate d’argento lucido brillavano, c’erano due calici, uno per il vino e uno per l’acqua, i piatti avevano delle deliziose decorazioni sui bordi e c’era pure un piccolo vaso con dentro un’unica rosa rossa.

 

In quel momento Damon diede fuoco al liquore e portò a tavola i gamberi mentre ancora flambeggiavano. Posati quelli prese una bottiglia di vino bianco e la stappò per poi versare il contenuto in due bicchieri.

 

La fiamma si era spenta e servì i gamberi ad Elena e poi li mise anche nel suo piatto. Quando finalmente anche lui era seduto al tavolo alzò uno dei calici e Elena fece altrettanto guardandolo curiosa. A cosa voleva brindare?

 

“Direi che possiamo brindare ad questa cenetta romantica” disse lui mettendo in mostra un ampio sorriso furbesco.

 

Elena gli lanciò un’occhiata che lo fece ridere. Era divertente prenderla un po’ in giro. Era sempre pronta a ribattere a tutto quello che diceva o a guardarlo male.

 

“D’accordo, d’accordo… allora facciamo un più generico… a questa serata?” propose lui.

Si immerse in quei grandi occhi azzurri così magnetici e in quel momento speranzosi di ricevere un sì da parte di lei.

“A questa serata” acconsentì lei con un piccolo sorriso.

“Allora buon appetito!” esclamò lui strofinandosi le mani per poi dare tutta la sua attenzione al gambero nel piatto.

 

Quando Elena provò il gambero rimase sorpresa. Non era buono, era squisito. Era davvero una delle cose migliori che avesse provato in vita sua. Guardò automaticamente Damon che sorrideva compiaciuto. Le posate erano ancora in tavola e il gambero era intatto. Aveva aspettato di vedere la reazione di lei.

 

“Credo che sia una delle cose più buone che io abbia mai assaggiato”

“Oh sì… penso che ci sia una sola cosa al mondo che possa battere i miei gamberi flambè” Elena lo guardò curiosa “Tu” rispose semplicemente lui.

 

L’aveva presa in contropiede. Non si era aspettata una risposta del genere. E non si aspettava quello sguardo mentre diceva “tu” e la guardava come se fosse la cosa che più volesse al mondo ma che non potesse avere. Deglutì a fatica e spostò gli occhi non riuscendo più a reggere il suo sguardo.

 

“Allora riesco a renderti nervosa…” la stuzzicò lui.

“Non penso proprio. E’ che tu hai quel modo di…”

“Sì?”

“Essere sempre inappropriato” concluse lei.

“Cosa che ti rende nervosa”

“Cosa che ti rende insopportabile”

Damon rise “D’accordo, d’accordo, ora mangia prima che si raffreddi”

 

La cena procedette davvero bene. Elena scoprì che era piacevole parlare con Damon. Aveva ascoltato con interesse tutto ciò che lei gli aveva detto. Era stato attento a non nominare Stefan a meno che non fosse lei a farlo. E più mangiavano e bevevano bicchieri di vino più le chiacchiere aumentavano al punto che lei si ritrovò ad aprirsi riguardo i suoi genitori. Non era mai un argomento che tirava fuori. La loro morte l’aveva profondamente segnata.

 

“Quand’ero bambina odiavo il pesce, i miei genitori dovettero obbligarmi a forza a mangiarlo. Ero rimasta inorridita quando li avevo visti al mercato del pesce con quegli occhi spalancati”

 

Damon si mise a ridere di gusto ad immaginarsi una piccola Elena con gli occhioni nocciola sgranati e inorriditi da quelle creature chiamate pesci.

 

“Deduco che non hai mai avuto un pesce rosso”

“Solo uno… Goldie… quando è morto non ne ho voluto nessun altro”

“Avevi un pesce rosso di nome Goldie?” (pesce rosso in inglese si dice “gold fish” –ndr)

 

E il vampiro scoppiò a ridere di gusto mentre lei diventava rossa e cercava di spiegargli.

 

“Avevi una fervida immaginazione”

“Oh immagino che Mr Fantasia avrebbe trovato un nome più appropriato da dare ad un pesce rosso a cinque anni”

 

Ma lui continuava a ridere. In quel momento le venne in mente che quando era nato lui i bambini non avevano sicuramente dei pesci rossi in una boccia di vetro. Era diventato nostalgica dei suoi genitori, ma anche lui non li aveva da molto tempo. In realtà tutto ciò che aveva era Stefan e avevano un rapporto complicato. Non aveva una vera famiglia, era rimasto solo per molto tempo della sua vita. Se una volta si era sentita vicino a Stefan per questo, ora era come rendersi conto che probabilmente Damon sentiva lo stesso vuoto.

 

Quando Damon smise di ridere notò lo sguardo triste che lei gli stava rivolgendo. Non sapendo se aveva esagerato o se stava ripensando a Stefan o altro la fece alzare e la trascinò con sé a vedere se il cioccolato si era solidificato per bene sulle fragole. Come immaginava era ben compatto e ora poteva metterle in frigorifero.

 

“Chi ti ha insegnato a cucinare?” chiese improvvisamente lei.

“Beh… mentre tu da bambina avevi una passione per i pesci” iniziò lui sorridendole mentre lei lo guardava male “a me piaceva guardare mia madre in cucina”.

 

Elena rimase colpita. Non aveva mai sentito alcun accenno della signora Salvatore. Aveva sempre sentito solamente parlare del padre.

 

“Dev’essere stata bellissima…” disse piano Elena.

Damon sorrise “Lo era. Bella e buona…”

“Hai preso qualcosa da lei? I capelli? Le mani?” era curiosa di sapere di più sulla sua vita passata e sulla sua famiglia. Era sempre così cupo e misterioso riguardo l’argomento.

“Gli occhi”

 

E lo guardò. Ogni volta che si specchiava vedeva gli occhi della madre. Quei bellissimi occhi azzurri in cui potevi tranquillamente perderti dentro.

 

“Infatti mi diceva sempre che i nostri occhi erano un vantaggio e una dannazione allo stesso tempo. E che avrei fatto stragi di cuore”

 

Elena rise immaginando la donna dire ad un Damon in miniatura che da grande avrebbe avuto qualunque ragazza ai suoi piedi. Era una donna sicuramente molto sveglia.

 

“Hai una risata simile alla sua” si lasciò sfuggire Damon “Anche lei rideva apertamente”

 

Si guardarono per un lungo istante. Quegli occhi così tristi la spezzavano. Poche volte aveva visto Damon vulnerabile e ogni volta le veniva naturale abbracciarlo come quella volta quando aveva scoperto che Katherine non era nella tomba.

 

I suoi piedi si mossero da soli e le sua braccia gli circondarono il collo mentre affondava la testa nella sua spalla e cercava di trasmettergli il maggior conforto possibile. Delicatamente sentì le mani di Damon sulla schiena e a mano a mano lo sentiva lasciarsi andare mentre nascondeva il viso tra i suoi capelli e le braccia di lui la avvinghiavano a sé stringendola sempre più forte.

 

Quando allentò la presa tenne ancora le mani sulle braccia di lui come se dovesse staccarsi a piccoli passi perché di botto sarebbe stato… doloroso.

 

“Io invece non ho preso niente dai miei genitori adottivi” disse Elena con una piccola risata cercando in qualche modo di cambiare argomento.

“Non penso”

 

Lei lo guardò stupita mentre lui continuava a fissarla.

 

“Magari non avrai somiglianze estetiche… ma ciò che sei, la tua anima, la tua gentilezza… è merito loro e di quello che ti hanno dato”

 

Erano le parole più belle che le avessero mai detto e sentirle da Damon avevano una bellezza tutta loro. Era abituata al Damon ironico, a quello che non aveva una parola buona per nessuno, ma per lei sì. E le aveva detto la cosa che più al mondo le aveva toccato il cuore. Più di un “ti amo”.

 

Lo vide tirare fuori le fragole dal frigo e sorridere.

 

“Direi che è ora di mangiarle” disse lui e si avvicinò al tavolo a prendere il vino e i loro due calici per poi tornare verso di lei “Sul divano saremo più comodi”

 

Elena annuì e lo seguì verso il divano. Damon riempì nuovamente i calici e bevvero un lungo sorso mentre lui le raccontava di un suo incidente con il vino in Europa ad inizio 1900. La ragazza scoppiò a ridere non riuscendo a trattenersi.

 

Era in grado di farle dimenticare qualsiasi cosa. Qualsiasi sofferenza, agonia, lui era capace di farla sparire con la sua presenza. Era in grado di assorbirla e catturarla. E ancora una volta si ritrovò a ridere e a divertirsi insieme a lui come era successo ad Atlanta.

 

“Ok!” esclamò lui battendo le mani “E’ arrivata l’ora delle fragole birbanti”

“Sembrano invitanti…”

“Oh sì… lo sono” rispose lui facendo un sorrisino e porgendole un bastoncino.

 

Elena tentò di sfilare con i denti una fragola ma non le riuscì molto bene. Damon si mise a ridere e gli diede uno schiaffo sulla spalla.

 

“Provaci tu Mr-Io-So-Fare-Tutto”

“Con vero piacere”

 

E addentò una fragola birbante con estrema naturalezza e sensualità allo stesso tempo. Lei lo osservò rapita. Si sentì avvampare e non era del tutto lucida. L’effetto del vino iniziava a farsi sentire per bene. Quanti bicchieri avevano bevuto? Aveva perso il conto.

 

Lui tolse una fragola dallo spiedino e si avvicinò maggiormente a lei con fare sensuale. Lei rise un poco anche con gli occhi. Le mise la fragola ricolma di cioccolato appena sulle labbra e lei le dischiuse mordendo la fragola con gusto mentre lui osservava decisamente compiaciuto.

 

Infine quando la mangiò tutta, non gli permise di allontanare la mano perché la prese tra le sue. Sentiva che qualsiasi inibizione non c’era affatto. Quando lo guardò vide come la fissava e la tensione da sempre esistente tra di loro era sempre più alta. La percepiva, la avvolgeva.

 

Notò le sue dita sporche di cioccolato e non riuscì a resistere. Non riuscì a frenare l’impulso e leccò l’indice di lui togliendo lo strato di cioccolato. Sentì Damon sempre più vicino. E quella vicinanza era una tortura. Voleva accorciare le distanze.

 

Alzò il volto per guardarlo. Per guardare quelle labbra che ogni volta era tentata di baciare. Lo vide avvicinarsi ancora di più e sentì le sue labbra e poi la sua lingua all’estremità delle sue. Le aveva tolto un po’ di cioccolato che le era rimasta.

 

I loro visi erano ancora vicini mentre lui si tirava un po’ indietro. I loro nasi si toccavano, sentivano l’uno il respiro dell’altra. Le bocche così vicine. Mancava così poco.

 

Ma furono risvegliati da qualcosa che si frantumava sul pavimento. Avvicinandosi avevano urtato il tavolino e uno dei bicchieri era caduto a terra. Elena fece per alzarsi, ma Damon la precedette.

 

“Lascia, faccio io, rischi di tagliarti” disse lui mentre apriva lo sgabuzzino per prendere scopa e paletta e raccogliere tutti i vetri.

 

Si erano quasi baciati. E lei lo voleva. Eccome se lo voleva. Ma… era confusa… era in preda ad una confusione totale nella sua testa. Cosa provava per Damon? Perché voleva baciarlo? Perché stava così bene accanto a lui? Come poteva avere dei sentimenti per lui se ancora soffriva per Stefan?

 

Lo guardò sedersi sul divano e accendere la tele e passarle il telecomando.

 

“Scegli tu… sono bravo a sopportare i film romantici”

 

Elena gli lanciò un’occhiata mentre lui le sorrideva. E ancora una volta riusciva a rimetterla a proprio agio e a non costringerla a fare nulla che non volesse.

 

“Se vuoi puoi appoggiare la testa alla mia spalla” la ragazza si voltò verso di lui “Prometto di non morderti” disse sorridendo.

 

La brunetta alzò gli occhi al cielo ma poi si distese lungo il divano e appoggiò la testa alla spalla di Damon mentre lui la avvolgeva con un braccio e le posava la mano su un fianco.

 

Rimasero lì a guardare la tele senza parlare. Solo con il tepore dei loro corpi a farli stare bene. Ancora una volta essere a contatto con lui le provocava una bella sensazione. Riusciva a rilassarsi… e a poco a poco chiuse gli occhi lasciandosi cullare dal calore del corpo di Damon.

 

Quando il vampiro la vide allungare un braccio lungo il suo addome la guardò e la vide addormentata. Fece un piccolo sorriso e appoggiò la testa su quella di lei come se fosse la cosa più naturale del mondo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Note: Eccomi qua con il secondo capitolo! Devo dire che l'idea che avevo si è sviluppata, estesa e preso forma tutto da sola. Essendosi allungata credo (anzi sicuramente) ci saranno 4 capitoli. Spero vi piacerà anche questo capitolo! Buona lettura!

 

Ringrazio tutti per i commenti, mi fa davvero tanto piacere che abbiate apprezzato il primo capitolo! Siete davvero tutti gentilissimi!!

Capitolo 2

 

 

La testa le stava esplodendo e girando vorticosamente. Non era una bella sensazione. Affatto. Riusciva a reggere bene l’alcol, ma la sera precedente aveva bevuto fin troppo vino.

 

La sera precedente…

 

Aveva ancora i ricordi un po’ sfumati, soprattutto su quelli prima di addormentarsi, ma cominciavano a tornarle in mente alcuni momenti con Damon. Lentamente si alzò come a sedersi mentre con una mano si teneva la fronte. La testa le pulsava. Necessitava assolutamente di qualcosa post sbornia. Aprì un po’ di più gli occhi e mise a fuoco. Era nella sua camera.

 

Come era arrivata nella sua stanza?

 

L’ultimo ricordo che aveva erano lei e Damon sul divano a guardare The Notebook. Aveva commentato il film per l’intera durata. Poteva avere un’opinione su tutto e doverla per forza condividere? Però l’aveva visto rapito dal film, forse dopotutto aveva anche lui un lato romantico…

 

E mentre lentamente riusciva a riprendere le sue facoltà mentali notò qualcosa la seconda volta che portò le mani al viso per tirarsi indietro i capelli. Osservò le maniche di quello che stava indossando. Molto più lunghe e larghe di quello che indossava di solito. Guardò verso il basso togliendosi di dosso le coperte e inorridì.

 

A parte la biancheria intima (aveva controllato) tutto ciò che aveva addosso era una camicia nera.

 

Panico.

 

No niente panico, non doveva lasciarsi sopraffare. Elena, pensa. Elena, pensa. Pensa, pensa, pensa. Hai fatto qualcosa con Damon ieri notte? Flash del loro quasi bacio sul divano le tornarono in mente. Ricordò anche il bicchiere che cadeva dal tavolo. Poi avevano guardato il film… e poi non ricordava più nulla.

 

Perché diamine aveva addosso la sua camicia?

 

Si guardò attorno ma non c’era alcuna traccia di Damon. Neanche un biglietto. Non poteva lasciarle almeno un indizio?

 

Come se qualcuno l’avesse ascoltata, la sua attenzione si focalizzò sui jeans scuri di Damon che erano sul pavimento. Di certo non poteva dormire con i jeans, sarebbe stato scomodo. Aveva deciso di essere razionale. Non era successo nulla. Giusto?

 

Si alzò dal letto decisa ad andare in bagno e ancora una volta la sua attenzione si focalizzò su un indumento a terra.

 

Boxer neri.

 

Bene. Probabilmente a Damon piaceva dormire nudo. Certo… nudo, nella sua stanza, con lei accanto e non avevano fatto nulla. L’importante è crederci Elena.

 

Maledizione.

 

Proseguì la sua strada per il bagno mentre si sforzava di ricordare ma niente. Non ricordava assolutamente nulla.

 

Continuava a pensare mentre faceva le sue cose in bagno ma la sua memoria pareva fermarsi al divano. Eppure in qualche modo era arrivata al piano di sopra… e con Damon.

 

Forse una doccia le avrebbe fatto bene. Tirò la tenda della vasca da bagno e cacciò un urlo mentre due occhi azzurro ghiaccio la fissavano sorridenti e anche le labbra si incurvarono all’insù.

 

Damon era completamente immerso nella sua vasca da bagno mentre leggeva il giornale.

 

“Che diamine ci fai qui?!” urlò Elena.

“Buongiorno anche a te, Elena” disse lui continuando a sorriderle.

“Avevi intenzione di palesarti e dirmi che eri qui nella mia vasca da bagno?”

“Stavo pensando a quale potesse essere l’entrata in scena migliore… alla fine ho pensato che l’effetto sorpresa fosse il più adatto”

 

Elena scosse la testa e andò al lavandino guardandosi allo specchio. Aveva i capelli arruffati, gli occhi gonfi… peggio di così non poteva essere.

 

“Dormito bene?” chiese lui mentre sfogliava tranquillamente il giornale.

“Per nulla” rispose lei.

“Sarà per tutto il movimento che hai fatto stanotte” e sorrise.

 

La ragazza si bloccò. Allora era vero. Aveva fatto qualcosa… anzi… lei e Damon l’avevano fatto.

 

“Quindi… tu e io…”

Damon alzò un sopracciglio “Tu e io…?”

“Insomma noi… lo sai…”

 

Lui si leccò le labbra e con l’indice le fece segno di avvicinarsi. Lentamente Elena si sedette a bordo vasca.

 

“Per quanto il tuo reggiseno con il fiocchettino fosse invitante… no, non abbiamo fatto sesso se era questo che intendevi”

“Noi non…”

“No. Tutto il tuo movimento di stanotte è stato tirarmi calci”

 

Elena sorrise divertita e compiaciuta e a stento tratteneva una fragorosa risata.

 

“Ti eri completamente addormentata, ti ho solo portato in camera tua”

“Nel mio letto… e ci hai dormito anche tu”

“Dopo la cena squisita, e il portare la bella addormentata in braccio direi che mi meritavo un materasso comodo”

 

Discutibile.

 

“Ora… visto che mi sono preso cura di te così premurosamente… potresti fare altrettanto” suggerì Damon.

 

Questa volta fu Elena ad alzare un sopracciglio per nulla convinta. Cosa intendeva con “prendersi cura di lui”?

 

Poi vide che lui le porgeva una spugna.

 

“Potresti strofinarmi la mia povera schiena indolenzita… sai… sto invecchiando… 170 anni sono difficili da portare sulle spalle… se poi qualcuno ti tira calci tutta notte…”

 

La brunetta alzò gli occhi al cielo e poi si fece avanti per lavargli la schiena. Non le sfuggì il sorrisino di lui.

 

“Non abituartici” disse lei.

“Farò il possibile”

 

Aveva una schiena davvero ampia. Muscolosa ma al punto giusto. Era inutile negarlo. Damon mezzo nudo le faceva effetto. Poteva combatterlo quanto voleva ma averlo a pochi centimetri di distanza e nudo non faceva che aumentare la tensione tra i due. Soprattutto quando notò che lui nel mentre le stava studiando le lunghe gambe nude.

 

A quel punto si ricordò di cosa indossava e del riferimento di lui al reggiseno che indossava.

 

“Perché ho addosso la tua camicia?” chiese Elena sfregandogli la schiena un po’ più forte.

“Non mi sembrava il caso di farti dormire nuda”

“Però ti sembrava il caso di spogliarmi”

“Era solo per il tuo bene, non volevo dormissi con tutti i vestiti addosso”

“Hai sempre una scusa non è vero?”

“Oh… quindi preferivi una risposta come…” e a quel punto la fissò dritta negli occhi color nocciola “Perché non vedevo l’ora di spogliarti e farti finalmente mia?”

 

Elena rimase senza parole per un breve istante. Sentirgli pronunciare quella frase era come se le risvegliasse qualcosa dentro. Ma si riprese e gli tirò una spugna alzandosi dal bordo vasca. Non fu abbastanza veloce. Due braccia l’avvolsero attorno alla vita e la fecero cadere nella vasca ripiena di acqua e schiuma.

 

“Tu… brutto…”

“Approfittatore? Oh sì lo sono!” rispose lui sorridendo soddisfatto.

 

A quel punto lei lo spruzzò in faccia.

 

“Brutta mossa, Elena. Davvero una bruttissima mossa”

“Perché cosa vorresti fare in questa minuscola vasca… sono già bagnata”

“Uhm… interessante…” rispose lui guardandola malizioso.

“Non intendevo…”

“Non ne sarei così sicuro”

 

E si mosse così veloce che lei non si rese neanche conto che ora era completamente immersa nella vasca tranne che per il volto e che si trovava sotto di lui che era completamente nudo.

 

I loro volti era vicinissimi, sentiva il suo respiro e le sue mani che si facevano strada sotto la camicia per sentire la pelle di lei. Continuavano a fissarsi. Occhi di ghiaccio dentro quelli nocciola e viceversa.

 

Poi lui affondò il viso tra i suoi capelli e cominciò a baciarle il collo e a scendere. Elena chiuse gli occhi e riversò la testa all’indietro. Le mani si fecero strada nei capelli scuri di lui. Ogni tipo di lucidità era sconnessa dalla sua mente. Non sentiva altro che il suo cuore battere all’impazzata e Damon.

 

Ma improvvisamente sentì altro. Il suo cellulare suonare che la riportò alla realtà.

 

Vide Damon roteare gli occhi al cielo e alzarsi dalla vasca alquanto irritato. E non poté fare a meno di fissare quell’ampia schiena, quelle braccia, quel fondoschiena…

 

Poi lo vide mettersi un asciugamano intorno alla vita. Peccato…

 

Scosse la testa. Si stava facendo seriamente delle fantasie su Damon? Lui le porse il cellulare sedendosi a bordo vasca.

 

“E’ la tua ho-un-tempismo-perfetto zia Jenna”

 

Elena rispose alla telefonata mentre Damon aveva appoggiato la schiena ad una delle pareti e aveva preso il braccio libero di Elena per percorrerlo di baci.

 

Ok questo era troppo. Non riusciva assolutamente a resistergli. Non riusciva nemmeno a tirarsi indietro o a rifiutarlo. Era perché lo voleva? Era perché non riusciva più a pretendere di non provare più nulla per lui?

 

In qualche modo era sempre più coinvolta da lui sotto ogni punto di vista. Si era avvicinati così tanto, aveva visto lati di lui che l’aveva colpita, toccata… ma soprattutto ogni volta che era con Damon era come se lui potesse vederla sul serio, se potesse capirla fino in fondo.

 

Con lui si sentiva bruciare. Sentiva il fuoco dentro. E per quanto avesse provato a respingerlo era diventato sempre più impossibile avere a che fare con quello che provava per lui.

 

Quando finalmente chiuse la telefonata si sentì presa di peso e sollevata dalla vasca. Ovviamente era fradicia e grondante di goccioline che le percorrevano tutto il corpo. Damon le mise un asciugamano sulla testa e iniziò ad asciugarle i capelli.

 

“Non è il caso che tu prenda un brutto raffreddore… anzi dovresti toglierti i vestiti…” disse lui sorridendo.

Elena alzò un sopracciglio “Appena ti sarai voltato”

“Andiamo… non mi sembrava che non gradissi le mie attenzioni”

“E tu sai sempre come approfittartene”

“Quindi ti piaceva quando ti stavo baciando il collo…”

Lei gli mise una mano sulla faccia “Girati scemo” e lo obbligò a voltarsi mentre lei si toglieva gli indumenti fradici.

 

Ovviamente lui non resistette alla tentazione di sbirciare ma ciò che vide era un asciugamano che le avvolgeva il corpo. Poi la vide dirigersi allo specchio e raccogliersi i capelli in uno chignon alto. Prese il phon e poi fece sedere lui sul water.

 

“E’ meglio se asciugo i capelli prima a te”

“Ooooh… vuoi farmi da parrucchiera?”

“Non farmi rimpiangere l’essere carina con te”

 

Damon sorrise e le prese una mano e l’avvicinò a sé tenendola per i fianchi e guardandola dal basso. Lo stava facendo di nuovo, voleva farle immergere in quegli occhi stupendi, ma resistette alla tentazione e accese il phon.

 

Cominciò a far scorrere le dita tra i capelli castani di lui provocandogli una piacevole sensazione. Le fu subito chiaro perché sembrava che lui facesse le fusa come un gatto. Evidentemente gli piaceva quando qualcuno gli toccava i capelli.

 

Non poteva muoversi molto perché lui oltre che a tenerla per i fianchi aveva anche incrociato le gambe intorno alle sue. Ma non le dispiaceva. Stava bene. Si sentiva come avvolta da Damon, come se la circondasse e la facesse stare come non si sentiva da tempo.

 

E mentre era concentrata a fonargli dolcemente i capelli sentiva lo sguardo di lui su di lei. Quando finì spense il phon e glieli spettinò un po’ arruffandoglieli. Gli aveva creato una criniera da leone che la fece scoppiare a ridere di gusto.

 

“Ti diverti?” chiese lui.

“Dovresti guardarti” rispose Elena tra le risate.

 

La osservò sorridendo. Una volta le aveva detto che gli piaceva la sua risata e dallo sguardo che le stava riservando sapeva che era vero.

 

Improvvisamente sentì due dita sotto il mento mentre lui si sporgeva in avanti per avvicinarsi al viso di lei. Con il pollice le stava percorrendo il labbro inferiore. Elena rimase immobile sentendo una scarica elettrica dentro di sé mentre lui le toccava sensualmente il labbro e si leccava le sue e si avvicinava sempre di più.

 

I respiri si stavano facendo sempre più affannosi man mano che le loro labbra accorciavano le distanze. E proprio quando già riusciva a percepire il suo sapore qualcosa in cucina iniziò a suonare.

 

“Maledizione il forno!” urlò lui correndo con la sua tipica velocità da vampiro da basso.

 

Era una congiura. Era come se qualsiasi cosa impedisse loro di baciarsi. E più aumentava l’attesa più sentiva un miscuglio di emozioni dentro di sé. Se quando si trattava di Damon perdeva la ragione, quando lui non era attorno riacquistava lucidità e si rendeva conto che era tutto maledettamente complicato.

 

E la domanda era solo una: seguire il cuore o la ragione?

 

Si slegò i capelli e iniziò a fonarli e spazzolarli. Forse per un po’ le conveniva studiare e non pensare ad altro. Le serviva concentrare la mente altrove.

 

Così dopo aver asciugato i capelli ed essersi vestita scese al piano da basso con i libri per studiare.

 

I suoi buoni propositi furono bruscamente cancellati dalla sua mente quando si ritrovò Damon in cucina con addosso ancora solo l’asciugamano.

 

Accidenti a lui!

 

“Non è il caso di vestirti?”

“Perché altrimenti non riesci a resistermi?”

“No… perché i vicini potrebbero vederti”

Damon fece spallucce “Sarebbero felici che hai una sana vita sessuale con un bel ragazzo”

“Modestia… questa concezione aliena…”

 

Lui le porse un piatto di pancake salati mentre le toccò il naso con l’indice.

 

“Mangia Miss Spiritosa, hai bisogno di energie se vuoi studiare”

“Sì mamma”

“Ah ah” fece finta di ridere lui scompigliandole i capelli “Intanto io vado a fare compere. Vedi di non cacciarti nei guai mentre sono via”

“Esci mezzo nudo?”

Damon le fece un sorrisino “Sei gelosa che le altre donne possano saltarmi addosso? Non devi preoccuparti… sono un tipo fedele”

 

Elena roteò gli occhi al cielo mentre lui andava la piano di sopra e qualche secondo dopo tornava perfettamente vestito e pettinato… tipico stile alla Damon. Mise i suoi Ray-Bans e uscì di casa mandandole un bacio volante mentre lei scuoteva la testa.

 

Le ore di studio erano state proficue. Era riuscita a finire tutti i compiti che aveva per lunedì. Si era buttata a capofitto sui libri per non avere alcun tipo di distrazione e dopo dosi massicce di caffè era finalmente riuscita a finire tutto.

 

Quando raggruppò i libri mettendoli uno sopra l’altro si rese conto che c’era un post-it un po’ più in là e lo lesse.

 

“Se hai bisogno di ripetizioni sono molto bravo in anatomia e in educazione fisica.

x D.”

 

Si ritrovò a sorridere e a scuotere la testa. Bonnie non riusciva a capire come Elena volesse passare del tempo con Damon o peggio ancora come potesse fidarsi di lui. La verità era che la maggior parte delle persone si fermavano all’apparenza con Damon. Nessuno aveva mai osato scavare in profondità. Si erano sempre lasciati fermare dalla sua crudeltà, dalle sue barriera e da quegli occhi di ghiaccio impenetrabili.

 

Non sapeva perché ma lei aveva sempre visto che c’era qualcosa in lui. Qualcosa di ben nascosto. Qualcosa che lui tendeva a nascondere e che rifiutava. Ma lei non si era arresa specialmente quando l’aveva conosciuto di più e imparato a capire e comprendere.

 

Era determinato, non si arrendeva di fronte al primo ostacolo, combatteva per ciò che voleva, e ogni sua azione era stata dettata dall’amore. Per qualcuno che l’aveva preso in giro spezzandogli il cuore non una, ma due volte.

 

Percepiva la sua sofferenza perché lui era come lei. Combatteva per le persone che amava. E ora capiva cosa avesse voluto dire per lui perdere Katherine. Perché lei aveva perso Stefan. Erano state storie diverse e di certo Stefan non aveva la crudeltà di Katherine. Aveva un cuore buono e puro. Lo aveva amato. Ma in qualche modo lungo la strada le bugie, il non aprirsi, il tagliarsi fuori aveva creato un abisso tra di loro. Per quanto avesse combattuto per stare con lui non erano mai riusciti a capirsi ad un livello tale da poter davvero superare ogni ostacolo.

 

Non aveva mai sentito quella connessione che sentiva con Damon. Aveva amato Stefan, sì. Si era innamorata di lui. Si era innamorata del suo lato gentile, del suo cuore… ma non aveva mai sentito quella cosa che la legava a Damon.

 

E man mano si avvicinava a lui man mano sentiva che era sempre più impossibile non sentirla. Era lì, l’aveva sempre percepita. E ora più che mai si sentiva legata a lui. Si sentiva sempre più attirata a lui, sentiva sempre più che le loro anime erano simili come fiamme che bruciavano insieme.

 

Lo vide rientrare con molti sacchetti. Aveva il suo solito portamento, i suoi soliti modi di fare che ormai conosceva così bene. Il suo sarcasmo, le sue battutine, facevano parte del pacchetto. E non importavano le apparenze, non importavano le barriere, non importava il passato… tutto ciò che percepiva e vedeva e sentiva era la sua anima.

 

E non ne aveva mai sentita una tanto tormentata, fragile e spezzata. Non ne aveva mai vista una come la sua e ne era totalmente affascinata.

 

Damon poggiò i sacchetti a terra e tolse la giacca di pelle rimanendo con una maglietta nera perfettamente della sua misura.

 

Continuava a guardarlo e continuava a sentirlo. Quel legame. Quella cosa che la attraeva a lui come una calamita. E si alzò.

 

Spense il cervello e si fece guidare dal cuore. Le gambe andavano dritte verso di lui e non si fermavano. Lui la aspettava lì di fronte alla porta guardandola mentre i capelli ondeggiavano ed era sempre più vicina.

 

Gli circondò il collo con le braccia avvinghiando le mani ai capelli di lui e spezzò ogni distanza tra i loro corpi. Finalmente sentì le loro labbra sfiorarsi, toccarsi, assaporarsi. Le muscolose braccia e le grandi mani la strinsero e la attirarono a lui come se i loro corpi non aspettassero altro.

 

Il bacio si fece più profondo. Spalancarono le bocche e Elena sentì la lingua di Damon giocare con la sua. Si intrecciavano e si assaporavano sempre di più. E non c’era più posto per alcun pensiero, non c’era più posto per niente di esterno. C’era solo Damon. Damon e Elena. Come se tra loro fosse sempre stato… inevitabile.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Note: Ringrazio nuovamente tutti per i complimenti! Mi fa davvero tanto piacere che anche il capitolo 2 vi sia piaciuto e che la storia vi attiri! Sono contenta anche di riuscire a convertire le Stelena al Delena <3 xD ! E’ bello leggere che sono riuscita a farvi ridere, emozionare! Adesso sono pure l’autrice preferita di qualcuno, grazie biafin :D

 

 

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Capitolo 3

 

 

Non sapeva quanto tempo fosse passato, aveva perso la percezione di ogni cosa. Sapeva solo che ogni bacio con Damon diventava sempre più profondo, sentito, infuocato. Non avrebbe mai voluto smettere. Sentiva scariche elettriche fondersi con le fiamme lungo tutto il suo corpo, dalla radice dei capelli alle dita dei piedi.

 

Non aveva mai provato nulla di simile.

 

Si sentì come sollevata in aria, come se i piedi non fossero più a terra. Era così reale… talmente reale che infatti era vero.

 

Damon l’aveva sollevata e con la sua velocità da vampiro l’aveva trascinata con lui sul divano. Sentiva le sue mani ovunque e non aveva mai abbastanza delle sue labbra. Quando iniziò a percorrerle il collo come aveva fatto quella mattina nella vasca da bagno, la percorse un brivido e improvvisamente scattò e agì di impulso.

 

Voleva stare sopra.

 

Peccato si fosse dimenticata di essere sul divano e quindi i due caddero a terra con Damon sotto di lei ad attutire il colpo.

 

“Sei per le cose dure e selvagge… mi piace” disse lui con un po’ di fiatone nella voce (il che lo rendeva ancora più sexy) e con il suo solito sorrisino provocatorio.

 

Lei gli posò l’indice sulle labbra per farlo zittire e si chinò su di lui per baciarlo ancora. Intanto una mano di lui scivolò tra i capelli lunghi e setosi facendola rabbrividire. Le mani di lei si erano infilate sotto la camicia e percorrevano curiose gli addominali scolpiti e i pettorali ben definiti.

 

Si stava lasciando guidare dalle emozioni. Non aveva più alcuna inibizione. Tutto quello che voleva era Damon. Nient’altro. L’aveva negato fino alla morte. Aveva respinto quell’attrazione, quella connessione, quel sentimento… ma ora era impossibile far finta di nulla.

 

Improvvisamente un fulmine squarciò il cielo e un tuono esplose nel cielo coperto da nubi nere. Di colpo saltò la corrente e rimasero al buio illuminati solamente dalla luce di qualche fulmine e qualche lampo.

 

La pioggia scrosciante iniziò a scendere incessantemente.

 

“Sembra che il tempo abbia voluto rovinare i miei piani…” sussurrò Damon alle labbra di Elena.

 

Non sapeva di cosa stesse parlando. A che piani si riferiva?

 

Improvvisamente sentì che veniva alzata e tenuta da lui per la schiena e il sedere mentre lei gli avvinghiava le gambe alla vita guardandolo sospettosa.

 

“Quali piani?”

“Quelli per stasera mia focosa Elena”

“Posso esserne messa al corrente o avevi intenzione di far tutto senza avvisarmi?”

 

Damon rise mentre le mordeva dolcemente il naso senza far crescere i canini.

 

“Volevo portarti fuori… ma il tempo e il tuo non riuscire a staccarmi le mani di dosso mi ha fatto venir voglia di mangiarti per cena”

 

Lei gli tirò un orecchio mentre lui mormorava un piccolo “ahi” scherzoso.

 

“E dove volevi portarmi?”

 

Damon sorrise di nuovo e le indicò con un cenno le borse che aveva lasciato alla porta. Poi tornò a guardarla.

 

“Forse dovresti farmi scendere se devo vedere quello che c’è dentro” gli ricordò Elena un po’ ironica.

 

Sempre con il suo sorrisino la fece scendere e per la prima volta dopo chissà quanto tempo i loro corpi non erano più avvinghiati l’un l’altro. Si diresse all’ingresso dove c’erano i sacchetti.

 

“Apri quello più grande” disse semplicemente lui sentendosi sul divano ad osservarla.

 

Elena guardò curiosa la grande scatola all’interno della borsa indicatale da Damon. La tirò fuori e tolse il coperchio. Rimase senza parole quando tirò fuori un lungo abito rosso scarlatto. Riusciva a vederlo perfettamente anche al buio, la luce dei lampi e dei fulmini illuminavano abbastanza. Si voltò di scatto verso Damon non sapendo esattamente cosa dire.

 

Se lo ritrovò di fronte curioso di vedere la sua reazione. Solito sorrisino stampato sul volto.

 

“Mi hai comprato un vestito?”

“Bello vero? E’ un Vivienne Westwood”

“E’ un cosa?!?” esclamò Elena “Non posso accettarlo”

“Sì che puoi, non si rifiuta mai un regalo”

“Damon quanto hai speso?”

“Contando anche le scarpe di Louboutin?”

 

Elena sgranò gli occhi e lo sguardo le cadde sul sacchetto che conteneva le scarpe.

 

“No Damon, non posso accettarle”

“Considerale un regalo di compleanno”

“Non è il mio compleanno”

“Allora considerale un regalo di non-compleanno”

 

La ragazza incrociò le braccia impuntandosi ma Damon fece spallucce. Non era intenzionato a riprendersi indietro i regali.

 

“Perché hai comprato tutte queste cose?”

“Volevo portarti fuori” rispose semplicemente Damon risedendosi sul divano.

“Oh sì Mystic Falls è famosa per i suoi eventi mondani di alta moda” rispose lei sarcastica.

“Non ho mai detto che volevo uscire a Mystic Falls” disse lui curiosando tra i libri sul tavolino di fronte al divano “Ad ogni modo con questa pioggia non andremo da nessuna parte”

 

Elena era ancora in piedi e continuava a guardare il vestito. Era bellissimo. Non si poteva dire che Damon non avesse gusto e che non conoscesse i gusti di lei. Se mai aveva sognato di indossare un abito di certo era simile a quello.

 

Damon si alzò e si avvicinò a Elena e con l’indice iniziò a percorrere il collo della ragazza per poi scendere più in basso.

 

“Perché non lo provi per vedere come ti sta?” mormorò lui a voce bassa “Dovrebbe starti a pennello, ho occhio per le taglie”

“Chissà perché non avevo dubbi”

 

Lui rispose solo con un sorrisino mentre le porgeva anche la borsa delle scarpe e una torcia. Elena prese tutto e salì le scale mentre Damon la guardava compiaciuto.

 

Una volta in camera sua iniziò a spogliarsi. Si guardò allo specchio… forse era il caso di mettere una biancheria più appropriata per quel vestito. Optò per il completo nero che aveva di pizzo. Magari Damon le avrebbe tolto l’abito… ma cacciò via quel pensiero. L’aveva baciato quando? Qualche minuto prima e già fantasticava su lui che la spogliava? No Elena! Contegno!

 

Indossò il bellissimo abito rosso ed era perfettamente della sua misura. Si adattava perfettamente alla sua pelle olivastra, ai capelli color cioccolato e agli occhi color nocciola.

 

Si guardò e riguardò allo specchio. Le piaceva e tanto. Tanto valeva a quel punto farsi bella del tutto. Prese i trucchi e iniziò dagli occhi optando per un ombretto dorato ma non troppo vistoso. Per le labbra non poté fare a meno di usare un rossetto rosso sangue.

 

Decise anche di acconciarsi i capelli arricciandoli un po’ verso il basso.

 

Ora doveva indossare solo le scarpe ed era pronta. Da quanto i suoi genitori erano morti era meno frivola riguardo scarpe e vestiti, ma le erano sempre piaciute le cose belle e in quel momento il suo piccolo lato vanitoso non poteva che riemergere almeno un poco.

 

Uscì dalla stanza e iniziò a percorrere i gradini lentamente. Damon era ancora seduto sul divano. Quando sentì il rumore dei tacchi andò all’ingresso e si fermò di colpo. Ogni sua immaginazione non si era neanche lontanamente avvicinata alla realtà. E Elena lo percepiva perfettamente dallo sguardo di lui inchiodato su di lei e dal fatto che fosse rimasto senza parole.

 

Quando fu di fronte a lui fece una piccola piroetta.

 

“Che ne pensi?” chiese lei.

“Credo che ‘mozzare il fiato’ non esprima del tutto quello che vorrei dire”

 

Elena arrossì. Avere gli occhi di Damon inchiodati sul suo corpo le faceva sentire il fuoco dentro. Improvvisamente si sentì trascinata nel salotto e notò che era illuminato da candele dato che la luce continuava ad essere fuori uso.

 

Lui aveva addosso un completo scuro coordinato con una camicia nera con un bottone sbottonato sul collo. Lo vide togliersi la giaccia e lanciarla sul divano.

 

Damon schioccò le dita e Elena iniziò a sentire una musica di sottofondo mentre una mano di Damon le circondava la schiena e l’altra si intrecciava con la sua. Si lasciò guidare da lui durante quella musica lenta.

 

Così a contatto con lui mentre ondeggiavano poté assaporare il profumo di lui, infatti inspirò profondamente dato che aveva il viso vicino al suo collo mentre la mano libera stringeva forte la camicia di Damon.

 

Lui aveva poggiato la testa contro quella di lei mentre i loro corpi erano così vicini e così armonici in quella danza così piacevole.

 

E, come era successo a “Miss Mystic Falls”, Elena si ritrovò a pensare che avrebbe voluto ballare con Damon per sempre. Era come sentirsi al sicuro, come sentirsi completa.

 

“Credo che dovremmo movimentare un po’ le cose” bisbigliò lui al suo orecchio.

 

Partì una musica adatta alla bachata e si ritrovò ad essere spinta con una sola mossa lontana da Damon per poi essere di nuovo avvicinata di botto mentre volteggiava e si ritrovava quindi con la schiena contro al suo petto.

 

Lui circondò le braccia attorno al suo bacino e iniziarono a muovere entrambi i fianchi insieme a ritmo della musica mentre lui le baciava l’incavo del collo.

 

Poi la fece volteggiare un’altra volta facendola ridere e dopo farle fare un casquet provocando la sua risata più genuina che lui adorava sentire.

 

Quando la tirò nuovamente su i loro volti erano vicinissimi e i loro fiati corti. Elena sentiva ancora l’elettricità tra di loro. Potevano essersi già baciati ma sentiva ancora quella tensione, quel desiderio.

 

In quel momento partì una canzone che riuscì ad identificare subito a che danza si adattasse.

 

“Non so ballare il tango” disse sinceramente Elena.

“Lasciati guidare da me” rispose Damon semplicemente.

 

Si avvicinò al collo di lei massaggiandoglielo e poi togliendole la collana senza che lei protestasse. La guardò intensamente.

 

“Non ti influenzerò, ti dirò solo mentalmente quello che devi fare… ti verrà naturale farlo”

 

Non le era mai piaciuta molto l’idea di essere vulnerabile ai poteri dei vampiri, ma l’idea di ballare il tango la attirava. La attirava come tutto ciò che riguardava Damon.

 

Si posizionarono in obliquo mentre lui stendeva il braccio lungo il suo fianco e lei contro i suoi addominali e iniziarono a ruotare non staccandosi gli occhi di dosso. Poi lui la fece ruotare e la riattirò di nuovo a sé frontalmente. I visi a pochi centimetri di distanza.

 

A quel punto iniziarono a danzare insieme, al volteggiare sensualmente finché si sentì come uno scatto nella musica e lei guidava da lui circondò la gamba destra su quella sinistra di lui e volteggiarono una sola volta mentre lui la teneva saldamente.

 

Quando si fermarono le fece fare un ampio casquet e la riportò poi a contatto con il suo corpo.

 

Fecero poi un gioco di gambe incrociandole e avvinghiandole.

 

La musica cambiò ritmo nuovamente e questa volta lei gli dava le spalle e aveva una mano di Damon sul bacino. Lei gli mise una mano sulla sua e iniziarono a muoversi sensualmente di lato.

 

La fece volteggiare ancora. Per poi riprenderla e di nuovo essere a stretto contatto e poterla sollevare con un braccio mentre volteggiavano.

 

Dopo la fece scendere e si allontanarono. Lui voltò le spalle e lei gli si fece incontro abbracciandolo da dietro.

 

E si allontanò mentre lui la seguiva. Gli occhi ancora a contatto.

 

La riprese e si mossero insieme, danzarono ancora avvinghiati poi lui la fece girare e respirò il suo profumo e danzarono in avanti così.

 

Volteggiarono ancora e ancora finché Damon le fece fare nuovamente un casquet e questa volta anche lui scese con il corpo verso di lei mentre la musica stava per sfumarsi.

 

Non aveva mai provato nulla di simile. Non si era mai sentita tanto elettrizzata, eccitata e accaldata allo stesso tempo. Era stato incredibile, fantastico. Era come seguire qualcosa che aveva sempre saputo di sentire dentro, era come fare la cosa più eccitante possibile e sentirsi di nuovo vivi.

 

Aveva assaporato ogni istante, ogni passo e si era sentita ancora più vicina e immersa in Damon. Non sapeva come ci riuscisse ma ogni volta sentiva sempre di più che era come se fossero fatti l’uno per l’altra. Era elettrizzante e spaventoso allo stesso tempo.

 

Sentire che qualcuno è così fatto apposta per te, fatto per la tua anima. Fatto per farti sentire il fuoco. Per sentire le tue fiamme mischiarsi con le sue.

 

Ancora in quella posizione si scoprì il collo e lo mise in bella mostra.

 

Lo voleva. Non ne era stati mai sicura come in quel momento. Voleva dargli piacere e sentire piacere. Si fidava di Damon.

 

Lui esitò per un istante ma quando capì che era lei a volerlo affondò i canini nella morbida pelle del collo di lei e iniziò a succhiare il sangue provocandole un senso di svenimento e piacere allo stesso tempo.

 

Chiuse gli occhi mentre sentiva le labbra calde sul collo e i canini affondarle la pelle. Era incredibile. Non sentiva dolore, solo una sensazione mai provata prima.

 

Quando Damon ritirò i canini la fece rialzare lentamente e la tenne stretta a lui.

 

Vide due piccole gocce scivolarle lungo il collo e gliele leccò con la lingua provocandole i brividi.

 

“Elena…” bisbigliò lui guardandola negli occhi.

 

Non aveva mai visto gli occhi di Damon così addolciti ma desiderosi allo stesso tempo.

 

“Se non mi fermo adesso non riuscirò più a farlo…” le disse lui all’orecchio e poi le baciò dolcemente la guancia.

“E se non volessi che ti fermassi?”

“Saremmo in guai molto seri” rispose lui sorridendole furbescamente.

“Non voglio che ti fermi”

 

Era decisa. Sapeva quello che voleva. Conosceva i suoi sentimenti. Li conosceva da sempre. Ora li aveva accettati e non voleva più tirarsi indietro. Non voleva avere più paura di quello che significava, di quello che comportava.

 

Le toccò le labbra con il pollice e le percorse mentre lei continuava a guardarlo.

 

“E’ meglio fermarci qui” mormorò lui.

 

Come? Non era affatto d’accordo.

 

Damon si assicurò che lei fosse salda sui suoi piedi e poi si allontanò sbottonandosi un poco la camicia. Poi si voltò verso di lei guardandola da lontano.

 

“Riesci a farmi perdere il controllo per bene, Elena”

“Ma sembra che lo riacquisti in fretta” ribatté lei avvicinandosi.

“Non sono così bravo come credi…”

“Dimostralo…”

“Non provocarmi…”

 

Gli mise una mano sugli addominali ormai vicinissima a lui e lo guardò negli occhi. Le bocche a pochi centimetri ad assaporare l’uno il respiro dell’altra.

 

Era elettrizzante quanto frustrante. Ma a loro piaceva flirtare. In un modo o nell’altro l’avevano sempre fatto. Danzavano uno attorno all’altra quasi senza volerlo, irrimediabilmente attratti come magneti.

 

Poi Elena si allontanò un poco continuando a guardarlo. A poco a poco staccò anche la mano e si voltò.

 

Udì un piccolo “Dannazione” provenire da lui.

 

Subito dopo si sentì prendere per li polso ed essere girata e attirata al corpo di lui mentre una mano bollente le toccava la pelle della schiena scoperta e l’altra ancora una volta scorreva lungo i capelli.

 

Sentì di nuovo le labbra morbide e calde di lui a contatto con le sue e fu di nuovo trasportata dal bacio. E quando lui le morse delicatamente il labbro lei non poté che provare piacere quando lo sentì succhiare il sangue.

 

Quando finì anche lei gli morse il labbro inferiore e continuò a baciarlo sempre più appassionatamente.

 

Le loro mani ovunque, i loro corpi sempre più avvinghiati.

 

Damon la sollevò e la sbatté contro il muro mentre lei gli circondava la vita con le gambe.

 

I baci sempre più avidi e veloci come non fossero mai sazi.

 

Lui le slacciò la cerniera del vestito rosso scarlatto e lei prese a sbottonargli la camicia mentre lui con l’altra mano la toglieva dai pantaloni.

 

I respiri erano sempre più affannosi. Le labbra sempre più vogliose l’uno dell’altra. Il contatto delle loro pelli provocava scariche elettriche ancora più forti.

 

Si fermarono per guardarsi intensamente per un lungo istante. Non c’erano bisogno di parole. Sapevano cosa volevano e lo volevano entrambi.

 

Si avvinghiarono nuovamente consapevoli di sentirsi bruciare.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Note: Volevo scusarmi per l’immenso ritardo! Tra esami, poco ispirazioni e vacanze mi sono ridotta a scrivere oggi, ma ecco la tanto attesa conclusione! Sono davvero contenta che la fic sia piaciuta e i vostri commenti mi hanno fatto tanto piacere e spero di riceverne ancora! Mi fa piacere che sono riuscita a descrivere per bene il ballo, è stata la parte che mi aveva richiesto più tempo! Non mi resta che augurarvi buona lettura!

 

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Capitolo 4

 

La sollevò ancor più impetuosamente e sentì che con la sua solita super-velocità la trasportava altrove. In pochi istanti si ritrovò sdraiata sul letto con Damon sopra a cavalcioni.

 

I loro respiri erano sempre più veloci e affannati.

 

Lui si liberò della camicia e dei pantaloni in meno di un secondo. Il vestito di lei era rimasto al piano da basso lasciandola solo con la biancheria nera di pizzo.

 

Successivamente sentì un brivido lungo la schiena tanto da inarcarla quando lui iniziò a percorrerle l’addome di baci mentre delicatamente le sfilava la biancheria e con la bocca scendeva sempre più in basso provocandole un piacere immenso.

 

Gli affondò la mano tra i capelli mentre la lingua di lui la faceva impazzire.

 

Era una piacevole tortura. Ok… molto più che piacevole.

 

Intenzionata a ricambiare tutte quelle attenzioni venne però fermata da lui che le intrecciava le mani nelle sue e la guardava con i suoi intensi occhi color del ghiaccio.

 

Non aveva ancora finito le “attenzioni”.

 

La ripercorse di baci mentre le mani abili le slacciavano il ferretto del reggiseno con facilità e lo fecero volare via.

 

Sentì la bocca di lui avida sui suoi seni che le provocava un piacere sempre maggiore mentre con le mani la toccava ovunque.

 

Si morse il labbro inferiore e ancora una volta affondò una mano nei capelli di lui mentre con l’altra gli percorreva la schiena.

 

Poi le loro bocche si incontrarono di nuovo e nel frattempo le mani curiose di Elena percorrevano il corpo di Damon. Scese dagli ampi pettorali agli addominali scolpiti fino a togliergli i boxer e a dargli piacere.

 

Lo vide socchiudere gli occhi e un bellissimo sorriso gli spuntò sulle labbra mentre con una mano le stringeva le natiche.

 

Di nuovo si baciarono e i loro corpi si muovevano insieme intrecciandosi e combinandosi.

 

Lentamente ma con fermezza lui entrò dentro di lei facendole gettare la testa all’indietro mentre gemeva di piacere.

 

Il ritmo dei loro bacini si fece incalzante mentre lui continuava a spingere ma allo stesso tempo ad accarezzarla.

 

Era una sensazione indescrivibile.

 

Era come sentirsi del tutto elettrizzata e provare mille sensazioni allo stesso tempo.

 

Il cuore avrebbe potuto esploderle da un momento all’altro. Era come se potesse sentire il piacere invaderle e percorrerle tutto il corpo.

 

Non c’era una sola cosa dentro e fuori di lei che non urlasse “Damon”.

 

Quando entrambi raggiunsero l’apice si accasciarono l’uno sull’altro respirando affannosamente ma ancora intrecciati.

 

Il viso di lui era affondato nell’incavo del collo di lei, tra i suoi capelli, e la riempiva di piccoli bacini mentre con i polpastrelli delle mani le percorreva delicatamente la clavicola, i seni e l’addome avanti e indietro facendola rilassare e al contempo facendole spuntare un sorriso sul volto.

 

Poi le scostò un ciuffo ribelle dal viso e le massaggiò dolcemente con il pollice una guancia guardandola negli occhi.

 

Non aveva mai visto quegli occhi cerulei così dolci e sembrava avessero una sfumatura diversa dal solito ma altrettanto magnetica.

 

“Sei bellissima” fu quelle che sentì sussurrare dalle sue labbra e rimase senza parole per un istante.

 

Gli massaggiò dolcemente i capelli continuando a guardarlo intensamente. I suoi capelli erano così morbidi a contatto con la sua pelle. Le piaceva accarezzarli.

 

Damon le prese una mano e si portò il palmo alla bocca baciandoglielo.

 

Poi lei gli avvolse il viso con le mani e lo baciò sulle labbra mordendogli il labbro inferiore.

 

Lui sorrise. Eccolo. Il suo solito sorrisino.

 

“Se vuoi il bis io sono pronto”

 

Elena scoppiò a ridere mentre lui sorrideva guardandola lasciarsi andare a quella risata genuina. Era un commento alla Damon.

 

Poi lo guardò di nuovo e gli accarezzò il viso.

 

“Damon…” iniziò lei.

“Lo so” rispose semplicemente lui.

 

Ed era così. Non c’era bisogno che lei gli dicesse nulla perché sapeva e non c’erano bisogno di parole.

 

La strinse a sé baciandole la testa mentre entrambi a poco a poco si addormentarono.

 

Qualche ora più tardi si risvegliò per un raggio di sole che filtrava dalla finestra della sua stanza. Due braccia la avvolgevano e quando alzò la testa vide Damon ancora addormentato. Lo osservò dormire per un po’. Sembrava fare dei bei sogni dal piccolo sorrisino che era stampato sulle sue labbra.

 

Involontariamente iniziò ad accarezzargli i capelli. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

 

A lungo avevano danzato l’uno attorno all’altra reprimendo e negando quei sentimenti che li univano. E in fondo sapeva che era stata lei a respingerli più di lui. Damon le era sempre stato accanto nonostante tutto. Aveva aspettato lei costantemente. Non si era mai tirato indietro.

 

Ed ora era lì con lui. Tutto così sbagliato e così giusto. Tutto così complicato e semplice allo stesso tempo.

 

Lo vide spalancare i grandi occhi blu che subito si fissarono nei suoi. Le sorrise.

 

“Potrei abituarmi a queste coccole mattutine” mormorò lui mentre sembrava un gattino che faceva le fusa alle carezze di lei.

“Non ho dubbi”

 

Damon rise un poco e velocemente si mise sopra di lei e iniziò a baciarle il collo per poi di nuovo affondare la testa nell’incavo del suo collo e rimanere lì ad assaporare il suo profumo e il suo sapore. Si sdraiò completamente su di lei e chiuse gli occhi.

 

“Uhm… dovrei sempre dormire così”

“Non credi di approfittartene un po’ troppo?”

Lui sorrise e alzò lo sguardo su di lei “No… direi di no… inoltre piace anche te… ho sentito stanotte come ti avviluppavi a me… l’avevo detto che non puoi resistermi”

“Solo perché in questo letto non c’è molto spazio…”

 

Damon scoppiò a ridere. Gli piaceva che sapesse sempre come rispondergli.

 

“In questo caso… ho un letto molto molto grande a casa che andrebbe utilizzato per bene”

“Ah sì?”

“Decisamente sì e sei sempre la benvenuta”

“Sai sempre come lusingare ogni donna…”

“Al momento mi interessa solo una donna in particolare… potresti conoscerla… grandi occhi scuri, lunghi capelli color nocciola, labbra che vorrei divorare…”

“Sì potrei conoscerla… forse…”

 

Il vampiro sorrise e iniziò a baciarla. Le loro gambe si intrecciavano di nuovo mentre continuavano la loro serie infinita di baci.

 

“Odio dirlo ma penso che dovremmo interromperci” sussurrò lui.

 

Elena lo guardò perplessa… interrompersi? Non era da Damon.

 

Lui sorrise maliziosamente “Mi piace quel cipiglio di disapprovazione sul tuo viso”

 

La ragazza mise il broncio mentre Damon rise di nuovo.

 

“Per quanto mi piacerebbe restare qui tutto il giorno… e credimi lo adorerei… tua zia e tuo fratello sono tornati e non sarebbe… come dire… conveniente che ci trovassero così, non credi?”

 

Elena spalancò gli occhi. Jenna e Jeremy erano già lì?

 

“Non ti preoccupare, penso io a sistemare da basso” disse lui alzandosi dal letto rivestendosi per poi porgerle un maglietta e una gonna “Il blu ti dona… e preferisco le gonne” spiegò lui semplicemente prima di uscire dalla camera.

 

Nel giro di qualche istante tornò e la attirò a sé per un altro bacio.

 

“Tornerò per una visita notturna” disse con il suo sorrisino.

“Chi è che non sapeva resistere?” chiese lei soddisfatta.

Ma il sorrisino di lui continuava ad emergere dalle sue labbra “C’è ancora molto tempo prima di sera… e come ti ho detto sei sempre la benvenuta nel mio letto… se non riuscissi a resistere fino a stasera”

 

Inclinò la testa e con due dita sotto il mento di lei avvicinò il viso al suo per un ultimo bacio.

 

“A più tardi mia bella Elena”

 

E sparì come se fosse stato inghiottito da una folata di vento. Sentiva ancora il suo sapore sulle labbra e il cuore batterle velocemente. Quando si voltò per andare a sistemare il letto ci trovò sopra un’unica rosa rossa e sorrise sapendo perfettamente chi gliela aveva lasciata

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