A Love On The Run

di Kira Uchiha 87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 12 Dicembre ***
Capitolo 2: *** L'inizio delle ricerche ***
Capitolo 3: *** Festa a sorpresa ***
Capitolo 4: *** Determinazione! ***
Capitolo 5: *** 15 Dicembre ***
Capitolo 6: *** Guai in vista ***
Capitolo 7: *** Regali inaspettati ***
Capitolo 8: *** 22 Dicembre ***
Capitolo 9: *** Illusioni ***
Capitolo 10: *** Dimentica! ***



Capitolo 1
*** 12 Dicembre ***


12 dicembre

 

Un giorno di pioggia incessante, una porta che si chiude con violenza, quel sentimento di vuoto e solitudine che mi pervade improvvisamente sono le cose che ho provato quel giorno.

 

Te ne sei andato senza darmi alcuna spiegazione, solo dicendo una parola che ha distrutto il mio cuore in mille pezzi, dicendo solo addio.

 

Inizialmente non volevo credere a tutto ciò, continuavo a ripetermi che è solo un incubo e che presto mi risveglierò ma purtroppo non è stato così, man mano che i minuti passavano mi rendevo sempre più conto che ero sveglia e che quella era la maledetta realtà.

 

Hai infranto tutte le promesse che mi hai fatto andandotene, avevi detto che mi saresti stato accanto per sempre e che mi avresti protetta dal mondo ma poi.. ti sei lasciato tutto alle spalle scappando come un codardo.

 

Tutti mi dicono che devo smettere di sperare nel tuo ritorno ma purtroppo il mio amore per te è così grande che non riesco a non aspettarti, ad attendere impaziente che quella porta si apra e rivedere quel tuo sorriso che mi dava forza, quei tuoi occhi che mi davano speranza e poi stringermi in un tuo abbraccio, uno di quelli che mi ha sempre fatto dimenticare tutti i problemi, infine ricevere un tuo bacio che con passione riesce a far dileguare ogni goccia di tristezza presente nel mio cuore.

 

So di comportarmi come una bambina capricciosa ma tutto ciò che voglio adesso sei tu e nient’altro.

 

Ogni tanto do uno sguardo alle nostre foto insieme e subito ti materializzi accanto a me ed inizi a fissarmi come solo tu sai fare, io immediatamente chiudo gli occhi per non aggrapparmi a quell’illusione, perché è solo un mio miraggio, te non sei veramente accanto a me non mi guardi intensamente facendo sciogliere il mio cuore e questo mi fa male da morire.

 

Le notti ormai le passo a guardare il soffitto della mia camera perché appena chiudo gli occhi violentemente entra nella mia testa il ricordo di quel giorno che tu ti sei staccato da me, io cerco di raggiungerti ma più corro e più ti allontani nel buio fino a scomparire e intorno a me rimane l’eco della tua voce mentre dici addio, a quel punto mi sveglio e dai miei occhi escono lacrime incontrollabili.

 

È passato un mese da quel giorno ed io nn ho più messo piede a scuola, troppi ricordi.

 

I miei fratelli sono preoccupati per me e infondo non hanno torto, mi sono distaccata completamente dal mondo, mangio a fatica e non parlo quasi mai se non per dargli il benvenuto quando tornano a casa o la buonanotte prima di andare a letto.

 

Da un po’ di giorni sto pensando di venirti a cercare anche se non so da dove cominciare, potrei passare da casa tua e chiedere ad Hana se sa qualcosa su di te, mi basta sapere anche un piccolo indizio da dove poter cominciare.

 

Non posso lasciarmi scappare l’unica persona che è riuscita ad amarmi anche conoscendo il mio carattere e quanto io sia difficile.

Ho deciso! Domani inizierò le mie ricerche e anche a costo di girare tutto il mondo decine e decine di volte io ti ritroverò, non so cosa succederà dopo ma la cosa più importante è sapere dove sei, cosa stai facendo e convincerti a tornare a casa.

 

Te mi conosci bene e sai che quando mi metto in testa una cosa niente e nessuno riesce farmi cambiare idea, chi si opporrà alla mia decisione non avrà vita facile.

 

Sono sicura che presto ci rincontreremo Kiba e quel giorno non credo sia poi così lontano…

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Capitolo 2
*** L'inizio delle ricerche ***


Capitolo 1

“Svegliati, Kira..”, il sole era alto nel cielo, non appena Itachi aprì le tende la stanza della finestra, la stanza della ragazza venne illuminata da una luce accecante che la costrinse a coprirsi gli occhi con la mano, “Nemmeno oggi vai a scuola?”, la mora rimase in silenzio e fratello sospirò sconsolato, “Non voglio costringerti ma non ti fa bene rimanere tutto il giorno rinchiusa in casa, potresti almeno andare fare una passeggiata al parco..”, il ragazzo si rese conto che Kira non aveva la minima intenzione di mettere piede fuori casa e guardava il pavimento con lo sguardo perso nel vuoto. L’Uchiha stava per uscire dalla porta e sulla soglia ricominciò a parlare anche si sembrava inutile, “Oggi non devo andare a lavorare quindi starò in casa, se hai bisogno di-”, “Io oggi.. devo uscire..”, la ragazza stringeva la coperta come se gli infondesse coraggio e dopo aver parlato fece un lungo sospiro come se si fosse tolta un grande peso dal cuore, Itachi rimase un po’ stranito da quella frase, ma si rilassò sapendo che non aveva nulla di cui preoccuparsi, la sua cara sorellina non avrebbe mai potuto fare nulla di pericoloso e sul suo viso si accennò un sorriso, “Va bene, ma mi raccomando.. se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi. Ah, la colazione è pronta se hai fame”, la sorella annuì appena alzandosi dal letto lentamente, infine si diresse verso la porta della sua cameretta per poi attraversare il piccolo disimpegno che separava le stanze da letto dalla cucina e il soggiorno. Sul tavolo che si trovava al centro della stanza c’era una tazza di caffèlatte fumante posata su una tovaglietta bianca decorata con fiori rosa, accanto c’erano alcune brioche e il contenitore dello zucchero al cui interno era adagiato il cucchiaino, Kira si sedette al tavolo seguita da suo fratello che era intento a sorseggiare una spremuta d’arancia, lentamente la ragazza mise lo zucchero iniziando poi a mescolare assorta nei suoi pensieri, “Credo che adesso lo zucchero si sia sciolto, non credi?”, Itachi fece capolino da dietro il giornale che aveva iniziato a leggere e la mora si bloccò, non si era accorta che si era nuovamente immersa nei suoi pensieri escludendo il mondo esterno e posò il cucchiaino, un morso alla brioche, un sorso di latte, poi si alzò dirigendosi nuovamente verso la sua stanza sotto lo sguardo preoccupato del fratello maggiore che la osservava appoggiato alla schienale della sedia, “Finirà mai questa storia?”.

DIN DON

Il campanello suonò e il ragazzo si apprestò ad aprire anche se sapeva chi avrebbe varcato quella soglia, “Itachi! Sei pronto?”, Deidara fece capolino dalla porta con il suo solito sorriso stampato sul volto, “Pronto per cosa?”, il moro lo guardava dubbioso senza capire di cosa stesse parlando, “Per andare a prendere Sasori all’aeroporto! Non dirmi che te ne eri dimenticato?!”, il biondo lo guardava con uno sguardo rassegnato, da quando Kira era in quelle condizioni Itachi era talmente preoccupato che si dimenticava qualunque cosa. Il biondo poi entrò in casa come se fosse di sua proprietà anche se in fondo lo era quasi visto che ci andava quasi ogni giorno della settimana, “Ho una sete tremenda..”, mente Deidara era intento a svaligiare il frigo degli Uchiha, Kira uscì dalla sua stanza indossando una felpa bordeaux con il cappuccio che le copriva la testa e un paio di jeans scuri, “Hey, Kira! Tutto bene?”, il biondo la salutò con la  mano, Kira lo fulminò con lo sguardo e lo avrebbe volentieri preso a calci, tutto bene? Come poteva fare una domanda del genere?! La mora continuò per la sua strada  facendo un cenno con la mano per salutare il biondo, “Vuoi un passaggio?”, Itachi le porse la giacca ma la ragazza declinò l’offerta, “No, tranquillo.. voglio fare una passeggiata”, poi uscì indossando la giacca a vento nera. Deidara si avvicinò all’Uchiha con sguardo interrogatorio mentre quest’ultimo chiudeva la porta d’ingresso, “Come mai mi ha fulminato con lo sguardo? Sta ancora aspettando il ritorno di quel tipo?”, “Non so quando imparerai a stare zitto..”, il moro lo guardava storto, “Non può continuare così, ci posso pensare io a farglielo dimenticare eheh..”, un’altra volta il biondo aveva detto qualcosa che faceva meglio a tenersi per se e per questo si meritò un pugno sulla testa dal moro.

Il freddo pungente di dicembre sembrava non colpire molto Kira che continuava con passo deciso a dirigersi verso casa Inuzuka sperando di trovare almeno qualche indizio per ritrovare il ragazzo scomparso nel nulla da un giorno all’altro. Dopo una lunga camminata giunse davanti alla porta dell’abitazione e il suo cuore sembrò fermarsi ma non poteva lasciarsi sopraffare dai ricordi proprio in quel momento, si apprestò a suonare il campanello decisa e attese qualcuno che le aprisse la porta. Non passò molto tempo, dei passi si avvicinavano velocemente alla porta che infine si aprì lasciando apparire una ragazza da capelli castani e lunghi che appena vide la mora rimase un po’ perplessa, “Kira..cosa ci fai qui?”, Hana, la sorella maggiore di Kiba, la guardava sorpresa, “Beh..vorrei farti delle domande se non ti dispiace..”, la mora si stava grattando la testa mentre guardava a terra, “Sei sempre la benvenuta qua..con questo freddo rischi di prenderti un raffreddore.”, la castana la fece accomodare sul divano e per poi dirigersi in cucina per prendere qualcosa da offrirle, nel frattempo Kira continuava a tenere lo sguardo basso, non voleva guardare quella casa, sarebbe finita per iniziare a piangere e quello non era il momento. Però quel divano di pelle bianca davanti al camino le faceva ricordare comunque quei momenti indimenticabili, fortunatamente la voce della castana la distolse dai quei tristi ricordi, “Ti vanno dei biscotti?”, la mora annuì timidamente e quasi accennò il gesto, Hana si mise a sedere accanto a lei restando in silenzio, anche per lei era una situazione alquanto imbarazzante e non sapeva proprio cosa dire, “Scusa se sono venuta senza preavviso ma avevo bisogno urgente di parlarti”, con le mani la mora stava torturando un piccolo braccialetto di perline nere, “Nessun problema..cosa vuoi chiedermi?”, la castana conosceva già la risposta ma aveva paura di iniziare il discorso su suo fratello, sapeva quanto era stato dolorosa per Kira la sua partenza improvvisa e non voleva essere la prima a riaprire vecchie ferite che affliggevano l’Uchiha, “Tu sai perché se ne è andato?”, Hana rimase un po’ disorientata dalla domanda, come mai adesso voleva sapere dove era andato? Cosa poteva cambiare? “Purtroppo.. non posso aiutarti..”, La mora immaginava una risposta del genere, si era già preparata mentre camminava, ma questo non l’avrebbe distolta dal suo obiettivo, “Se ne è andato di notte senza dirmi niente.. al mio risveglio ho trovato un biglietto dove mi aveva scritto che sarebbe partito per un viaggio e che lo faceva per una questione che non poteva dirmi..”, la mora si sentiva ancora più afflitta, “Capisco.. se solo riuscissi a trovare un indizio.. qualcosa che possa aiutarmi a capire da dove iniziare le ricerche..”, dopo aver capito le sue intenzioni la castana sorrise leggermente, “Quindi è questa la ragione per cui sei qui..”,la mora abbassò nuovamente lo sguardo, e adesso quale sarebbe stata la prossima mossa? Doveva avere almeno un piccolo indizio per poter iniziare le ricerche, non poteva iniziare a girare per ogni città sperando in un colpo di fortuna. Improvvisamente sentì qualcosa che le toccava la caviglia sinistra, guardando a terra vide il piccolo Akamaru che cercava di ottenere qualche attenzione da parte della ragazza, “Hey, piccolo..”, sul volto di Kira si accennò un piccolo sorriso, quel cucciolo dal folto pelo bianco riusciva ad alleviare un po’ il suo dolore, “Sembra che vedendoti si sia ripreso..”, anche lui aveva sentito molto l’improvvisa scomparsa di Kiba, alla ragazza tornò in mente il giorno in cui Akamaru era entrato nella loro vita senza preavviso..

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Capitolo 3
*** Festa a sorpresa ***


CAPITOLO 2 

 

=FlashBack= 

 

Era una giornata estiva molto calda quel 7 luglio, ci saranno stati 40° all’ombra già a partire dalle 10 di mattina e le strade della città di Konoha erano deserte, sotto i bollenti raggi del sole un gruppo di ragazzi aspettava il pullman per andare in piscina, “Acqua..datemi dell’acqua..”, Naruto se ne stava con la testa appoggiata allo schienale della panchina tenendo la bocca aperta, “Ma è possibile che tu abbia finito di già l’acqua che ti sei portato dietro?!”, Sakura accanto a lui lo rimproverò mentre si legava i lunghi capelli rosa con un nastro rosso, “L’ho usata per bagnarmi i capelli..credevo che il cervello mi si potesse fondere da un momento all’altro”, subito la rosa lo guardò sospirando, “Tranquillo, il danno sarebbe minimo!”, prima che il biondo potesse ribattere qualcuno gli porse una bottiglietta d’acqua, notò che la mano della persona a cui apparteneva tremava senza sosta, poi i suoi occhi incrociarono quelli di una ragazza dai capelli lunghi e neri e due occhi candidi come la neve, “S-se vuoi..puoi bere la mia di acqua..N-Naruto-kun..”, rossa in volto scostò lo sguardo verso un lato, non riusciva a sostenere lo sguardo senza perdersi in quel blu intenso come l’oceano, “Ah..grazie Hinata..”, il biondo prese la bottiglietta sfiorando la mano della ragazza e avvertì la sua pelle delicata e morbida, poi alzò lo sguardo notando che la ragazza stava arrossendo sempre di più, -Non mi ero mai accorto di quanto fosse bella..-, continuava a fissarla ma i suoi pensieri vennero interrotti dallo squillare del cellulare, prese la bottiglietta iniziando poi a cercare nello zaino il telefono. “Pronto? Ah, ciao Sas’ke! Va bene..ci vediamo dopo allora..ciao..”, riattaccò velocemente, “C’è qualche problema?”, la rosa pareva un po’ preoccupata, “Ha detto che hanno avuto un contrattempo e ci raggiungeranno direttamente in piscina”, Naruto le rispose con un sorriso rassicurante, dopo qualche minuto arrivò il pullman e il gruppetto salì per ritrovare a bordo Ino, Sai e Shikamaru, “Buongiorno! Vi abbiamo tenuto i posti”, la Yamanaka iniziò a sbracciarsi per farsi notare dagli amici, i tre si sedettero, per fortuna sul pullman l’aria condizionata era riuscita a rimuovere il peso del caldo, per tutto il tragitto il gruppo non fece altro che parlare del più e del meno, “Hey, Shikamaru! Ma Temari non è venuta?”, l’Uzumaki si era messo in ginocchio sul sedile per poter parlare con il moro a quattr’occhi, “Ci aspetta alla piscina insieme a Gaara e Kankuro”, il Nara rispose sonnecchiando appoggiato al finestrino, “Anche gli altri sono già là che stanno finendo i preparativi per la festa, al festeggiato abbiamo detto di venire alle 11..”, Ino guardava l’ora sul display del telefonino, odiava essere in ritardo, “Credo che sarà proprio una bella festa a sorpresa!”, l’Haruno aveva subito sfoderato la sua faccia ottimista e poi iniziò a parlare con la sua migliore amica. Arrivati a destinazione, mentre i sette scendevano dal pullman incrociarono Neji e Tenten che si dirigevano verso l’entrata della piscina, mentre quest’ultima stava per salutare il gruppetto venne interrotta senza avere nemmeno il tempo di aprire bocca, “Dobbiamo sbrigarci! Manca meno di mezz’ora all’arrivo del festeggiato e devo controllare che tutta sia andato secondo i piani!”, Ino aveva come sempre organizzato tutto nei minimi particolari e tutto doveva essere come lei aveva pianificato, si apprestarono ad entrare e Naruto non perse tempo tuffandosi in acqua seguito dalle urla di Sakura, “Naruto! Baka! Dobbiamo finire di preparare e tu pensi a divertirti?! Vieni fuori o giuro che te la faccio pagare!”, “Mi stavo solo dando una rinfrescata..”,  mentre stava per uscire controvoglia venne afferrato dall’Haruno per un orecchio e venne trascinato a salutare il resto del gruppo che era intento ad attaccare festoni ed apparecchiare i tavoli, Ino nel frattempo controllava con occhio vigile scrivendo qualcosa su una cartellina che nessuno sapeva da dove fosse uscita, “Bene..i festoni sono apposto..le bibite ci sono tutte..snack, panini e pizza sono al loro posto..Chouji allontanati da quel tavolo! Sembra che sia tutto come avevo progra-..aaaaaaaaaaaaah! La torta! Chi ha la torta?!”, alla bionda venne un attacco di panico ma venne tranquillizzata, “Tranquilla Ino, è in frigo..”, Temari la avvisò mentre appendeva un festone enorme con la scritta bordeaux AUGURI, la Yamanaka tirò un sospiro di sollievo, non poteva mancare una delle cose più essenziali a una festa di compleanno e soprattutto quando questa festa veniva organizzata da lei non poteva mancare assolutamente niente o i suoi collaboratori non avrebbero avuto vita facile, “Ino tra dieci minuti arriva il festeggiato..”, Sai le se avvicinò cingendole le spalle con il braccio, “Oh, cavolo!!! Ragazzi iniziate a nascondervi tutti!!!”, subito fece sparire quell’assurda cartellina sotto un tavolo e corse a nascondersi. Iniziò un fuggi, fuggi generale e ognuno cercava disperatamente un nascondiglio non troppo lontano dai tavoli dove si sarebbe tenuta la festa, allo scoperto erano rimasti solamente Naruto, Sakura e Hinata visto che erano stati loro ad invitare il festeggiato e se non li vedeva si sarebbe insospettito, i tre si accomodarono su alcune sdraio facendo finta di prendere il sole e lontani dal tavolo dei festoni, tempo cinque minuti e si sentirono due persone che discutere, “Non puoi tenerlo!”, questa era l’inconfondibile voce di Sasuke intento di a discutere con una ragazza, “Invece sì! Sasukkia vuoi scommettere che Itachi me lo farà tenere?! Non può dire di no alla sua adorata ed unica sorellina”, i tre si voltarono per guardare cosa stava succedendo, notarono che Kira teneva tra le braccia un batuffolo bianco, un piccolo cucciolo di cane, “Lo devi riportare dove lo hai trovato!”, il moro continuava ad urlarle ma lei continuava a camminare come se nulla fosse, “Scordatelo, Sasukkia! Non posso abbandonarlo di nuovo!”, i due si avvicinarono al gruppetto mentre continuavano a discutere, nel frattempo il cuore di Sakura iniziò a battere all’impazzata, il suo più grande amore era davanti a lei ma non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi. “Wow! Dove lo hai trovato Kira?”, Naruto si avvicinò alla ragazza per accarezzare il piccolo cucciolo, “Mentre stavamo venendo alla piscina era steso in un angolo della strada ed era assetato e affamato, mi ha fatto così tanta tenerezza che ho decisi di prenderlo..non è carino?”, lo sguardo dell’Uchiha era più che sognante, “È-è bellissimo..posso accarezzarlo?”, la giovane Hyuuga si avvicinò timidamente e Kira le passò subito il cucciolo, il piccolo iniziò a leccarla e la corvina rideva felice di tutte quelle attenzioni, nel frattempo Sasuke si mise a sedere accanto al suo migliore amico, “Ma non dovevamo fare una festa di compleanno? Dove sono gli altri invitati?”, l’Uchiha si guardava intorno cercando i suoi amici, “Ti dico solo che ha organizzato tutto Ino..”, Naruto si sventolava con un piattino di plastica per cercare sollievo da quel caldo torrido, “Capisco..”, il moro si sdraiò su un lettino di plastica bianca con gli occhi chiusi e sospirando. Mentre parlavano qualcuno arrivò alle loro spalle e versò una bottiglietta di acqua gelata sulla testa a Naruto, che iniziò ad urlare e fu seguito da delle risate, “Kibaaaaaaaaaaaaaa!”, il biondo iniziò ad inseguire il ragazzo mentre tutti ridevano, Kira si avvicinò a Sakura per dirgli qualcosa all’orecchio, “Ti devi dare una mossa..”, subito la rosa divenne rossa e sgranò gli occhi, “Eeeeeeeeh? Kira, ma sei impazzita?”, però pensò che forse Kira aveva  ragione, se non si sbrigava rischiava che lei glielo portasse via, “Io sto cercando di fare il possibile per tenerla lontana da mio fratello, ma sicuramente non posso fare miracoli..”, la mora le posò una mano sulla spalla, “Non sei obbligata a fare tutto questo..”, la rosa abbassò lo sguardo un po’ tristemente, la mora fece un enorme sorriso per poi farle l’occhiolino, ma poi le tornò in mente una cosa molto importante, si avvicinò a Sasuke e lo prese da una parte, “Hai preso il regalo vero?!”, subito lo afferrò per le spalle guardandola minacciosa, “Regalo? Quale regalo?”, la sorella rimase sconvolta dopo quella frase, “Non.. non me lo dire..”, restò un po’ in silenzio a fissare il fratello che iniziò a sudare freddo per pi iniziare ad urlargli contro senza sosta. Mentre Kiba era intento a scappare da Naruto si accorse dei festoni appesi ad alcuni ombrelloni poco più in là e si fermò di scatto tanto che Naruto gli finì addosso cadendo poi a terra, “Non mi dite che..”, non fece in tempo a finire la frase che da ogni angolo della piscina iniziarono ad uscire persone che urlavano la parola auguri, il castano rimase molto sorpreso, di certo non si aspettava che organizzassero qualcosa del genere per il suo compleanno, “È  stata tutta opera mia!”, subito Ino si prese tutto il merito della festa, “Non esagerare, anche noi ti abbiamo aiutata..”, subito Sakura la fece scendere dal piedistallo, “Si ma le idee erano tutte mie!”, “Non ci vuole una laura per fare una festa!”, “Cosa hai da ridire Sakura fronte spaziosa?!”, “Che io avrei fatto una festa migliore, Ino maialino!”, le due iniziarono ad azzuffarsi come sempre anche se erano amiche del cuore. “Le donne sono proprio fastidiose..”,  Shikamaru le osservava sbuffando, “Cosa hai detto?!”, Temari gli si avvicinò minacciosa, “Che voi donne siete fastidiose..”, “Ah sì? Però non mi sembra che l’altra notte io ti abbia dato fastidio..anzi..ma se la pensi così..”, il moro la tirò a sé e la baciò appassionatamente, la bionda si lasciò trasportare, infondo sapeva che lui era fatto così e non ci poteva fare niente, “Diciamo.. che tu sei un’eccezione..”. Tutti si stavano divertendo ma ci doveva essere il guastafeste che doveva rovinare la giornata, infatti arrivò Karin insieme alle sue due amiche arpie, “Ma guardate che festa da bambini! E ci sono anche la fronte spaziosa e il maialino..”, la rossa iniziò a lanciare le sue solite frecciatine, “Solo Sakura mi può chiamare in quel modo! Appena ti prendo ti distruggo!”, per fortuna Sai riuscì a trattenere la fidanzata senza troppi problemi anche se a forza di dimenarsi la bionda finì per dargli un pugno dritto in un occhio, “Scusa amore! Non volevo, è tutta colpa di quella strega!”, iniziò a tamponargli la parte dolorante con un fazzolettino imbevuto d’acqua, “T-tranquilla, sapevo che sarebbe successo prima o poi..”, nel frattempo Sakura si alzò dalla sua sedia dirigendosi verso la rossa, “Karin, non sei la benvenuta..puoi sparire? Ci stai rovinando la giornata come sempre!”, proprio non riuscivano a sopportarsi, “Tranquilla..non ho intenzione di passare un minuto di più con una banda di perdenti come voi..”, poi notò che anche Sasuke era insieme a quella “banda di perdenti” e si sarebbe volentieri sotterrata con le sue mani, non perse tempo e cercò un modo per rifarsi, “Non avevo notato che c’eri anche tu Sas’ke.. invece di perdere tempo con questa gentaglia che ne dici di venire a divertirti con noi?”, la ragazza iniziò a guardarlo maliziosamente negli occhi, “Tsk..”, il moro distolse lo sguardo chiudendo gli occhi facendo rimanere di sasso Karin. “Ehm.. non credo che a mio fratello piacciano le ragazze oche come te.. anzi ne sono più che sicura quindi.. sparisci vipera!”, come sempre Kira attaccò Karin, non sono mai andate d’accordo e la mora non avrebbe mai permesso alla rossa di diventare sua cognata.  Karin si voltò di scatto per poi allontanarsi seguita dalle sue amiche, nel frattempo il gruppo ricominciò a festeggiare il compleanno di Kiba come se non fosse successo niente, “Sakura, potresti andare a prendere la torta? Temari ha chiesto al barista di tenercela in frigo..”, annuendo la rosa si avviò verso il bar mentre pensava ancora alle parole di Kira, se non si fosse data una mossa quella strega di Karin sarebbe riuscita a portarle via veramente Sasuke, doveva riuscire a dichiararsi a qualunque costo.

Hinata giocava ancora con il cucciolo e Naruto le se avvicinò, la mora arrossì subito appena vide la sua mano accarezzare la testa del cane, poi il biondo tirò un grosso sospiro ed iniziò a parlare, “È proprio carino..”, la mora tornò a guardare il cucciolo che teneva in braccio annuendo timidamente, “..ma niente è così perfetto come..”, stava per dire qualcosa di molto importante ma venne interrotto nel momento cruciale, “Hey, Naruto! Che ne dici di andarci a fare un giro nello scivolo nuovo? Lo hanno messo una settimana fa..è altissimo e molto ripido..tutti i ragazzi lo chiamano Kamikaze.. e ora che l’ho visto.. capisco perché..”, Kiba come sempre era pronto a intromettersi senza accorgersene nei momenti più delicati, “Certamente! Io non mi tiro mai indietro di fronte alle sfide, lo sai!”, il biondo dopo essere stato interrotto non ebbe più il coraggio finire la frase e decise di andare a prendere una bibita mentre si auto offendeva mentalmente.

Sakura stava tornando con la torta, un dolce rettangolare ricoperto di panna, sopra c’era scritto il nome del festeggiato con gelatina rossa sicuramente al gusto di amarena, erano anche state applicate delle candeline tutte colorate che formano la scritta auguri e altre due azzurre che formano il numero 17, non appena il gruppo notò che la torta stava arrivando iniziano a cantare la classica canzone dei compleanni con i bicchieri in aria, ma qualcuno non aveva previsto ciò che sarebbe successo. “Attenta fronte spaziosa..”, Karin allungò una gamba facendo inciampare Sakura, la torta prese il volo perdendo qualche pezzo che finì addosso ai presenti e Chouji iniziò a piangere per quello spreco, il dolce infine terminò la sua corsa sulla testa di Sasuke che rimase impassibile, “N-no..”, la rosa era sconvolta dall’accaduto, “Sei proprio un incapace! Non riesci nemmeno a portare una torta al tavolo..e adesso come farete a festeggiare il compleanno?”, la rossa poi si avvicinò a Sakura che si era messa in ginocchio a testa bassa e tentava di non far uscire le lacrime, “Comunque devo dire che hai una buona mira.. hai preso in pieno Sasuke.. chissà cosa penserà di te adesso..”, non riuscì più a trattenere quelle lacrime che si fecero strada ed iniziarono ad uscire copiosamente dagli occhi verdi dell’Haruno, improvvisamente qualcuno toccò da dietro la rossa con un dito per attirare la sua attenzione ma non appena la ragazza si voltò si ritrovò con un pezzo di torta spiaccicato violentemente in faccia, “Opss.. scusami Karin quattr’occhi, avevo capito che avevi troppo caldo e volevi rinfrescarti..”, Kira con il suo solito fare da innocente si stava godendo la sua opera, “Tu brutta..”, “Ti conviene andare a lavarti, la panna diventa acida in fretta con questo caldo anche se credo che non possa mai raggiungere il tuo livello.. sei così acida che corrodi con un solo sguardo”, Karin divenne rossa dalla rabbia ma invece di contrattaccare se ne andò verso le docce e la mora si diresse dal fratello nel tentativo di salvare la situazione, “Mmm.. che buona.. chissà se tutta questa panna riuscirà ad addolcirti?!”, poi la sua attenzione cadde su un’altra persona, “Chouji.. potresti smettere di guardare mio fratello come se fosse un appetitoso dessert?”, Sasuke rimane in silenzio e tutti lo guardavano aspettando una sua reazione che non tardò ad arrivare, il moro iniziò a ridere fragorosamente e tutti rimasero allibiti, si aspettavano che lui prendesse le sue cose per andarsene e anche Kira lo guardava con gli occhi sgranati, non aveva mai visto suo fratello ridere così allegramente, alla fine anche tutti gli altri si unirono al ragazzo e continuarono la loro festa. “È la prima volta che ride a una mia battuta..”, con lo sguardo attonito la mora guarda il fratello, anche Sakura alzò lo sguardo e vedendo l’Uchiha ridere di gusto si rasserenò anche se avrebbe voluto scappare per tornarsene a casa e rinchiudersi nella sua stanza gettando via la chiave, Sasuke si alzò dirigendosi verso la rosa e aiutandola ad alzarsi per poi tornare al suo posto vicino a Naruto, la ragazza arrossì ma cercò di nasconderlo tenendo lo sguardo basso, “Credo che sia arrivato il momento dei regali! Per la torta rimedierò stasera a cena..”, Ino arrivò seguita da Sai che trasportava una montagna di regali, “Wow..non so proprio da dove iniziare..”, Kiba si diresse di corsa verso i due, “Cerca di non cominciare da quello che si trova più in basso..”, il moro capì subito le intenzioni dell’Inuzuka e subito la bionda gli passò il regalo più in alto guardandolo storto. Kira si mise a sedere accanto al fratello e il moro si ricordava di aver dimenticato il regalo sul tavolo di cucina anche se la sorella gli aveva detto circa una decina di volte di metterlo nello zaino, la ragazza era sconsolata e dispiaciuta, “Puoi darglielo domani no?”, il moro continuava a tenere fisso lo sguardo verso l’Inuzuka che era intento a scartare i regali e sua sorella faceva lo stesso, “Potresti chiamare Itachi con il tuo cellulare spendendo i tuoi soldi visto che sei stato tu a dimenticarlo e dirgli di portarcelo no?”, la ragazza parlò tranquillamente anche se si intuiva una nota di disaccordo nella sua voce, “Itachi oggi non era a casa, è andato con i suoi amici non si sa dove..”, la ragazza cadde nello sconforto più totale, doveva per forza rimandare al giorno dopo ma la cosa non le andava giù. Nel frattempo le ragazze decisero di andare a fare un tuffo quindi Hinata consegnò il cucciolo a Kira anche se il piccolo voleva tanto andare in collo a Sasuke visto che era pieno di torta ma il moro non adorava molto gli animali e si spostò con la sedia per allontanarsi, “Itachi non ti darà mai il permesso di tenerlo.. e nemmeno io..”, l’Uchiha continuò il discorso che aveva interrotto precedentemente, “Ma non posso lasciarlo in mezzo alla strada da solo.. rischia di morire di fame o peggio essere investito da una macchina, è così piccolo e indifeso..”, la ragazza guardava il piccolo animale con gli occhi tristi all’idea che potesse succedergli del male, “Come si chiama?”, i suoi pensieri vennero interrotti da una voce, Kiba era davanti a lei sorridente, “Eh? Chi?”, la ragazza era disorientata e alzò lo sguardo ritrovandosi gli occhi neri del ragazzo che la fissavano, arrossì subito ed iniziò a balbettare, “C-come si chiama chi? Ah, ti riferisci a lui! Non lo so, credo sia stata abbandonato e mi ha fatto tenerezza però purtroppo non potrò tenerlo..”, l’Inuzuka iniziò ad accarezza dolcemente il cucciolo, “Beh, potrei tenerlo io, io adoro i cani”, lo sguardo di Kira si illuminò all’istante, non sapeva proprio come trovare una sistemazione a quel dolce cucciolo e di certo non lo avrebbe lasciato mai sulla strada, “Akamaru..”, la mora si riprese da quel suo attimo di felicità non capendo cosa il ragazzo stesse dicendo, “Cosa?”, “Lo chiamerò Akamaru..ti piace? Mi hai detto che non ha nome e poi a te piace il rosso vero?”, la ragazza divenne rossissima in volto, “Ah, s-sì..”, “Potrai venire a trovarlo ogni volta che vuoi!”, il castano lo disse con un enorme sorriso stampato sulla faccia e che lo rendeva ancora più bello, “Hai sentito Akamaru? Adesso avrai una casa ma non ti preoccupare..ci vedremo tutti i giorni!”, e fu così che Kira iniziò ad andare quasi tutti i giorni a casa del ragazzo e piano, piano tra loro nacque qualcosa, forse era stato proprio grazie ad Akamaru che i due costruirono un forte legame che presto si trasformò in qualcosa di molto più profondo chiamato amore.

 

=Fine FlashBack=

 

 

Angolo dell'autrice:

Bene eccomi qui ^__^ spero gradiate la mia Fic ^_^

per ora procede su una via abbastanza normale ma in seguito sarà piena di colpi di scena U__U

grazie a tutti coloro che mi seguono e grazie alle mie nee-chan che mi sostengono ^__^

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Capitolo 4
*** Determinazione! ***


CAPITOLO 3

Kira scosse la testa per rimuovere quei dolorosi ricordi dalla sua mente, Hana cercò di confortarla posandole delicatamente una mano sulla spalla, “Sai? Credo che Akamaru stia meglio con te, se vuoi puoi portarlo a casa tua..”, la ragazza le sorrideva dolcemente come se stesse dicendo quelle parole a sua sorella facendola voltare con gli occhi sgranati, “Cosa?! Non so se Itachi me lo lascerà tenere..”, la mora abbassò nuovamente lo sguardo, “Credo che.. capirà”, sempre con il sorriso le prese una mano, la mora rimase per qualche secondo in silenzio guardando il cucciolo bianco che se ne stava tranquillo sulle sue gambe con la testa appoggiata sulle zampe, coccolato dalle dolci e leggere carezze della ragazza.

“Posso.. andare in camera sua?”, Kira continuava a guardare il cucciolo, Hana rimase un po’ sconcertata da quella richiesta ma poi sul suo viso si disegnò un’altra volta quel dolce sorriso, un sorriso che riuscirebbe a rassicurare chiunque, “Va bene, sai dove si trova..”, la mora accennò un leggero sorriso alla castana guardandola con la coda dell’occhio per poi dirigersi verso il corridoio, percorse pochi passi per poi ritrovarsi davanti ad una porta di legno scuro con sopra attaccata una targa dove vi era scritto: “Kiba & Akamaru’s room” seguita da uno smile.

La mora impugnò la maniglia  con forza cercando di prendere coraggio e lentamente aprì la porta, appena si aprì un piccolo spiraglio Akamaru ne approfittò per entrare nella stanza e salire sul letto a una piazza e mezzo per poi sdraiarsi sul morbido cuscino bianco dove prima dormiva Kiba, successivamente anche la ragazza entrò a passi molto lenti guardandosi intorno, il suo cuore perse un battito.

Kira si mise a sedere sul bordo del letto osservando attentamente la camera, le pareti erano piene di poster di gruppi rock e alcuni erano leggermente strappati, sulla scrivania si trovavano pochi oggetti, una lampada, un portapenne, qualche scartoffia e un pezzo di stoffa bianco che attirò l’attenzione della ragazza.

La mora si alzò velocemente e lo prese tra le mani girandolo e rigirandolo, era la fascia che Kiba portava sempre quando si erano conosciuti, controllando che Hana non fosse sulla porta fece scivolare furtivamente la striscia di stoffa nella tasca dei jeans e si avvicinò alla libreria dove erano disposte in fila delle cornici, le foto mostravano il ragazzo con i suoi amici o con sua sorella ma una mancava all’appello, quella che avevano fatto l’estate scorsa durante le vacanze estive passate tutti insieme al mare.

Sospirò per poi voltare le spalle a quel luogo, “Andiamo Akamaru..qui abbiamo finito”, il cucciolo con un balzo scese dal letto e con passo svelto raggiunse la mora che si stava dirigendo verso la porta, ma prima di uscire si voltò per dare un ultimo sguardo alla stanza, un altro sospiro e gli occhi che le bruciavano a causa delle lacrime, non voleva piangere ancora.

Ritornò nel soggiorno dove Hana l’aspettava sempre seduta sul divano, “Grazie per avermi dato un po’ del tuo tempo, adesso devo tornare a casa”, Kira si avviò verso l’uscita aggiustandosi il cappuccio della felpa sulla testa, “Nessun problema, torna pure quando vuoi a farmi visita”, Hana le aprì la porta e la mora uscì dall’abitazione in silenzio, mise Akamaru dentro il suo giacchetto come faceva sempre anche Kiba, prese a camminare per tornare a casa ma dopo pochi passi si fermò estraendo dalla tasca la fascia per poi indossarla, “Finché non ti ritroverò non mi toglierò questa fascia! Akamaru ti prometto che presto rivedremo Kiba”, il cucciolo le rispose abbaiando

 

La tristezza negli occhi della ragazza lascia il posto a una nuova luce, si illuminano di speranza e determinazione, per una attimo chiude gli occhi pensando a lui e poi riprende il suo cammino a passo più deciso.

“Sono a casa..”, aprendo la porta di casa annunciò il suo arrivo ma nessuno le rispose, silenziosamente la ragazza si chiuse nuovamente in camera sua insieme ad Akamaru, buttandosi di peso sul letto iniziò a vagare con la mente cercando un motivo della scomparsa del ragazzo ma poco dopo il campanello suonò e si apprestò ad aprire.

Si ritrovò davanti un uomo con in mano uno strano pacco, “C’è questo pacco per Kira Uchiha”, la ragazza lo guardò per qualche secondo prima di rispondere, “Sono io..”, consegnandole il pacco le indicò diversi punti dove firmare, “bene, allora metta una firma qua e qua”, la ragazza firmò un foglio azzurro cercando di sapere da dove era stato spedito il pacco ma purtroppo dopo la seconda firma il postino gli strappò la cartellina di mano lasciandole il piccolo pacco in mano per poi andarsene di fretta.

La mora richiuse la porta tornandosene poi nella sua stanza, non appena entrò posò il pacco sulla scrivania iniziando ad osservarlo appoggiata con il mento sulle mani, poi iniziò a girarlo da ogni lato sperando che ci fosse scritto il mittente ma purtroppo le sue speranze furono vane.

Non sapeva se aprirlo o meno, continuava a fissarlo come se dentro ci fosse una bomba pronta ad esplodere all’apertura del pacco, infine decise di mettere momentaneamente il pacco nell’armadio.

Kira si diresse in cucina, aveva capito che ormai il fratello non sarebbe tornato in tempo per la cena quindi toccava a lei prepararsi il tutto, aprì il frigo e notando che non era molto fornito optò per una pizza a domicilio.

Alle 8 arrivò il ragazzo delle consegne con la pizza che ormai non era molto calda ma non importava, tanto non ne avrebbe mangiata molta, pagò il giovane lasciandogli il resto come mancia e rientrò in casa poggiando la scatola sul tavolo, prese dal frigo una bottiglia, una bottiglia di sakè per l’esattezza, se suo fratello ne fosse venuto a conoscenza gli avrebbe fatto passare dei pessimi quarti d’ora.

“Akamaru ne vuoi un pezzo?”, porse uno spicchio della pizza al cagnolino che la divorò senza pensarci due volte per poi leccarsi baffi, la mora prese la bottiglia attaccandosi direttamente ad essa, non appena il liquido entrò nella sua bocca fece una smorfia disgustata, come facevano gli adulti a bere cose del genere? Si apprestò a mettere in bocca uno spicchio intero di pizza per cercare di eliminare il sapore forte del sakè quasi strozzandosi per poi bere un altro sorso della bevanda.

La mora lasciò gran parte della pizza che finì nella spazzatura, mise il sakè dimezzato nel frigo, la testa le girava vorticosamente ma quello era l’unico modo per addormentarsi senza pensieri infatti non fece nemmeno in tempo a toccare il letto che cadde in un sonno profondo.

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Capitolo 5
*** 15 Dicembre ***


15 dicembre

 

Sono ormai passati 3 giorni da quando sono stata a casa tua, purtroppo non ho trovato niente a parte la tua vecchia fascia che indosso anche in questo momento, ho giurato che non me la sarei più tolta fino al giorno in cui ti avrò trovato, sai che quando mi metto in testa una cosa niente e nessuno riuscirà a farmi cambiare idea.

 

Akamaru adesso vive a casa mia, stranamente mio fratello Itachi non ha fatto obiezioni, anzi, sembrava quasi contento di vederlo, una reazione che mai mi sarei aspettata da lui, ma come dice il detto “mai dire mai”!

 

Ho fatto mille ragionamenti per trovare un motivo per la tua improvvisa scomparsa ma erano cose troppo assurde quindi le ho cancellate dalla mia mente, sei riuscito a volatilizzarti nel nulla, speravo che tua sorella Hana sapesse dirmi qualcosa a riguardo ma purtroppo sono rimasta delusa ma non mi arrendo.

 

Domani andrà a scuola sperando che qualche tuo amico sappia darmi spiegazioni, le due settimane prima della tua partenza ero a casa con la febbre ed è proprio in quella settimana che hai iniziato a comportarti in modo strano.

 

Non so cosa ti possa essere successo, la prima settimana eri sempre te stesso ma poi con il passare dei giorni eri sempre più distaccato, credevo che tu fossi solo stanco o qualcosa del genere, gli ultimi tre giorni non sei nemmeno venuto a trovarmi, al cellulare non eri reperibile ma mi sono sempre illusa che tu fossi impegnato e non ho dato molto peso alla cosa ma poi..

 

Non ho molta voglia di scrivere stasera, sarà perché in casa mia c’è un gran baccano per via degli amici di Itachi, Tobi e Deidara non fanno altro che litigare di continuo e non so per quanto ancora sarò in grado di sopportarli!

 

Me ne andrò a letto con l’Mp3 a tutto volume, anche se non sono molto sicura che riuscirà a coprire tutto questo casino.

 

Angolo dell'autrice:

ringrazio tutti coloro ke leggono la mia fic ^__^

so ke non sono molto brava a scrivere ma sto cercando di migliorare ^_^

Yuriko-chansono felice ke ti piaccia questa storia *O* kissoni <3

bene e adesso la smetto di divagare XD al prossimo aggiornamento BACI <3

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Capitolo 6
*** Guai in vista ***


CAPITOLO 4

 

La sveglia suonò alle 9 in punto, faticosamente Kira allungò la mano per mettere a tacere quell’aggeggio infernale dal rumore assordante, quel giorno si sarebbe recata a scuola sperando di avere qualche indizio utile anche se non ci confidava molto.

Entrò nella cucina per fare una colazione veloce, Itachi era andato a lavoro fortunatamente così non sarebbe stata sommersa dai suoi interrogatori.

Bevve un bicchiere di latte per poi correre in bagno a prepararsi, oggi la giornata sembrava molto fredda per questo indossò un maglione con sopra la felpa abbinata a un paio di jeans non molto attillati e le solite scarpe da ginnastica.

Si guardò allo specchio aggiustandosi la fascia che non toglieva nemmeno per dormire, poi iniziò a fissare il vetro e improvvisamente l’immagine di Kiba si materializzò davanti ai suoi occhi, “Purtroppo è solo un’illusione..”, lo sguardo triste e la sua mano che tentò di accarezzare quel volto irreale che scomparve appena sfiorò con le dita il vetro.

Uscì dalla sua camera, indossò il piumino, la sciarpa e il cappello ed uscì chiudendo a chiave la porta, seguì il lungo corridoio fino ad arrivare alla porta dell’ascensore che si aprì appena spinse il tasto verde per la chiamata, si affrettò ad entrare e poi premette il pulsante del piano terra.

Un suono annunciò l’arrivo al piano scelto, dopodiché le porte si aprirono e la mora uscì, sentì subito il cambio di temperatura e appena scese in strada venne pervasa da brividi di freddo, oltretutto tirava anche un forte vento gelato che costrinse la ragazza a nascondere il volto dentro la sciarpa lasciando solo gli occhi liberi e si diresse verso la fermata del pullman.

Passarono pochi minuti prima che il mezzo arrivasse alla fermata, per passare il tempo Kira aveva accesso l’Mp3 a tutto volume, le auricolari facevano risuonare una canzone dei Three Days Grace dal titolo Never Too Late, il viaggio per arrivare alla scuola sarebbe durato circa 15 minuti quindi la ragazza si mise comoda occupando due posti sdraiandosi appoggiata al vetro.

Finalmente era il momento della sua fermata e si preparò davanti alle porte che non tardano ad aprirsi e ancora una volta il vento pungente si fece sentire, la fermata era a pochi passi dall’istituto e non ci mise molto a ritrovarsi davanti al cancello, era ormai un mese e più che non entrava in quel posto.

I corridoi erano deserti, i ragazzi erano tutti all’interno delle aule a fare lezione, l’ufficio della preside si trovava al secondo piano, Kira esitò per un po’ prima di bussare alla porta, “Avanti..”, una voce che conosceva bene le rispose tranquilla ed aprì la porta, la preside Shizune era seduta alla scrivania sotterrata dalle mille scartoffie, non appena vide la ragazza gli sorrise amorevolmente, per poi invitarla a sedersi davanti a lei mentre continua a firmare fogli su fogli.

“Kira, che piacere rivederti.. sei venuta per riprendere le lezioni?”, senza alzare lo sguardo Shizune interruppe quel breve silenzio, “Sinceramente no.. averi qualche domanda da farle.. se posso..”, la preside capì subito cosa voleva chiederle, ormai lo sapevano tutti cosa era successo e cosa aveva provato la ragazza per colpa di quel distacco forzato e improvviso, posò la penna sul tavolo portando le mani sotto il mento prestando attenzione unicamente a Kira.

Kira teneva lo sguardo fisso sulle sue gambe cercando le parole giuste per poter iniziare il discorso, “Vorrei sapere solo cosa è successo quando io ero a casa malata..”, la fatidica domanda arrivò, “Beh.. ad essere sincera, Kiba i primi 3 giorni è venuto a scuola ma poi, improvvisamente e senza avvertire nessuno, ha mollato tutto mandandomi una lettera..”, Shizune distolse per qualche secondo lo sguardo dalla ragazza mentre apriva un cassetto nel lato della scrivania, “Dicendo che si ritirava..”, la preside porse alla mora una busta, nel frattempo Kira era sconvolta da quella scoperta, si era ritirato? Perché? Non glielo aveva detto, però ora che ci pensava ogni tanto lui le aveva detto che se avesse trovato una buona opportunità avrebbe mollato la scuola immediatamente senza pensarci due volte.

Appena Kira posò la mano sulla busta cercando di prenderla lei la trattenne tra le sue dita, “Quando hai intenzione di tornare a seguire le lezioni?”, il suo sguardo era un misto tra serio e preoccupato, Kira la guardava dritta negli occhi, sapeva che le avrebbe fatto questa domanda e la preside non avrebbe gradito molto la risposta, “Non ho intenzione di tornare a scuola fino a quando non saprò che fine ha fatto Kiba, mi dispiace ma ho fatto una promessa.. ed io mantengo sempre le promesse fatte!”, la preside sospirò, la ragazza, come i suoi due fratelli maggiori, era determinata in un modo incredibile e le poche volte che aveva cambiato idea su una cosa era stato tutto merito di Kiba.

Shizune si appoggiò allo schienale della sedia accavallando le gambe senza togliere gli occhi da Kira, “So che con te non si può discutere ma.. non credi che abbia avuto una buona ragione per sparire senza dire niente a nessuno? Secondo me stai perdendo solo tempo, hai tutta la vita davanti e non puoi focalizzarti su una persona che ha abbandonato tutto e tutti. Kira, si vive una volta sola e questa opportunità dobbiamo sfruttarla fino in fondo!”, non lo aveva detto per cattiveria ma solo per darle conforto, “Come ha detto lei, ho tutta la vita la davanti quindi ho tempo per divertirmi ma solo..”, la ragazza fu interrotta dalla voce della preside, “..ma solo quando avrai ritrovato Kiba, giusto?”, la mora abbassò lo sguardo e restò a guardare per un po’ la busta che la preside le aveva consegnato, non sapeva se leggerla o meno.

“Adesso devo andare, posso..?”, si alzò di scatto sventolando la busta in aria per far capire alla preside di cosa parlava, “Certo, prendila pure tanto io non so cosa farmene ora”, Kira si avviò verso la porta, non sapeva più dove andare a sbattere la testa e se continuava così non sarebbe arrivata mai da nessuna parte.

“Kira, fai attenzione..”, Shizune la guardava mentre Kira era intenta ad aprire la porta per uscire dall’ufficio, come mai quella raccomandazione? Sta cercando Kiba, non un criminale.

Si fermò per qualche secondo ancora davanti alla porta poi afferrando la maniglia saldamente esce, ci mise poco a raggiungere il cortile, mentre lo percorreva continuava ad osservare la lettera.

Uscendo dal cancello si scontrò contro qualcuno cadendo a terra, iniziò ad imprecare contro questa persona urlandole di stare più attenta a dove metteva i piedi ma appena alzò lo sguardo era come se venisse illuminata, davanti a lei c’era Shino, il migliore amico di Kiba.

Indossava sempre i suoi soliti occhiali da sole tondi dai quali era impossibile vedergli gli occhi tanto erano scuri, “Non sono io che non sto attento..”, con il suo classico tono calmo e restando immobile si difese da quelle imprecazioni, “S-scusa.. avevo la testa altrove..”, Kira si sentì molto dispiaciuta per quello che era successo ma purtroppo non aveva visto contro chi aveva sbattuto, il ragazzo le porse una mano per aiutarla ad alzarsi e la ragazza accettò il gesto accennando un lieve sorriso, appena fu in piedi la mora si pulì con le mani i pantaloni e poi raccolse la busta che le era scivolata di mano.

Lo guardò con lo sguardo illuminato come se fosse uno dio, “Lo sai? Mi servivi proprio te!”, il ragazzo la guardò rimanendo in silenzio, il suo carattere non è mai stato molto loquace ed era sempre stato un problema farci un discorso o scherzarci assieme, anche quando facevano delle feste lui se ne stava sempre in disparte ad osservare gli altri in silenzio e se ti capitava di dirgli qualcosa ti guardava senza rispondere e a volte ti passava anche la voglia di stare alla festa.

“Quando Kiba se ne è andato mi ha detto solo che avrebbe cambiato città per motivi di cui non poteva parlarmi, io non ho insistito..”, aveva già capito anche lui cosa voleva Kira come se le avesse letto nel pensiero, era sempre sintetico e diretto nelle sue spiegazioni, non perdeva tempo a girare intorno a una questione e andava dritto al punto di qualsiasi cosa si trattasse, “Ah, ok.. comunque.. non avevi deciso di dedicarti allo studio degli insetti? Non so come possa piacerti una cosa del genere..”, la mora tentò di guadagnare tempo e magari di lisciarselo per potergli estorcere altre informazioni utili che lui voleva tenerle segrete forse per una promessa a Kiba, “Gli insetti sono interessanti..”, la fissava attraverso gli occhiali senza mostrare nessuna espressione, “Se lo dici te..”, la ragazza voltò leggermente il volto facendo una smorfia disgustata.

Il ragazzo la fulminò con lo sguardo, metteva sempre i brividi a chiunque, sembrava quasi lo sguardo di un serial killer, “Eheh.. stavo scherzando! Non ti ha detto altro Kiba?”, ancora una volta quel silenzio imbarazzante, non sapeva se andare a casa o aspettare che le rispondesse, chissà se stava pensando a cosa gli aveva detto o quel silenzio voleva dire che non sapeva altro?

“Mi ha detto di tenerti d’occhio.. di proteggerti..”, ancora dritto al punto, quello fu un fulmine a ciel sereno, come mai doveva essere messa sotto sorveglianza? Forse Shino intendeva dire un’altra cosa, a volte non riusciva a spiegarsi molto bene, “Proteggermi? Vorrai dire che devi controllare solo che io non faccia pazzie o mi cacci nei pasticci”, la mora tentò di aiutarlo con le spiegazioni, “No, ha detto chiaramente di proteggerti.. e questo è tutto..”, la ragazza rimase un po’ perplessa da quelle parole ma non gli diede molto peso e continuò la camminata affianco all’amico, durante i successivi venti minuti ci fu solamente silenzio, gli unici rumori erano quelli delle macchine e dei passanti, Kira era così presa dai suoi ragionamenti che non si accorse di essere arrivata a casa.

“Siamo arrivati..”, Shino si fermò mentre la mora smise di ragionare scendendo dalle nuvole, “Uh? Dove?”, su guardava intorno distratta, “Questa è casa tua..”, con un cenno della testa le mostrò il portone, “Ah, grazie.. non mi ero accorta che stavamo andando a casa mia.. grazie per la.. compagnia..”, dicendo le ultime parole il volume della sua voce andò calando, un’altra volta il ragazzo rimase in silenzio, la mora salutò con un gesto della mano mentre si avviava al portone del palazzo, cercò nervosamente le chiavi nella tasca del giubbotto ed aprì.

Nell’ascensore, ripensava alle parole del ragazzo, adesso che era sola gli risuonavano continuamente in testa come un eco infinito, da cosa doveva essere protetta? O da chi? Poi le tornò in mente il pacco che aveva ricevuto qualche giorno prima e appena le porte scorrevoli si aprirono si precipitò in casa dirigendosi direttamente nella sua stanza.

Buttò le chiavi sulla scrivania, il giacchetto e la sciarpa in terra e velocemente aprì l’armadio per estrarre il pacco, lo fissò per qualche secondo prima di aprirlo, il nastro marrone con cui era stato chiuso era molto difficile da strappare e ci mancò davvero poco che iniziasse una vera e propria lotta con esso.

All’interno c’era molto polistirolo, inserì la mano per cercare il contenuto e toccò qualcosa di piccolo e vellutato, ma perché aveva tutta questa paura ad estrarre il contenuto? Cosa ci poteva essere di tanto spaventoso all’interno del pacco anonimo?

“Ma cos-..”, estraendo leggermente la mano dal polistirolo rimase a fissarla con gli occhi sgranati..

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Capitolo 7
*** Regali inaspettati ***


CAPITOLO 5

 

La ragazza estrasse dalla scatola una collana d’oro a cui era appeso un ciondolo a forma di cuore, lo guardò molto confusa ma poi i suoi pensieri andarono subito ad una persona, “Non è che..”, poi riguardò la scatola e notò un foglio che sbucava dal polistirolo, lo prese e notò che era una busta, si affrettò ad aprirla per leggerne il contenuto.

 

Spero che tu abbia gradito questo piccolo pensiero, questa collana apparteneva a tua madre e credevo fosse giusto che fossi tu ad averla.

Comunque non mi sono presentato e credo che tu non ti ricordi di me, sono tuo zio Madara.

Non dire niente a tuo fratello Itachi, credo che tu sappia che non mi vede di buon occhio e se scoprisse che ti ho scritto per lui sarebbe come la fine del mondo.

Purtroppo non ho mai potuto vederti crescere, da quando i tuoi genitori sono morti mi sono trasferito in America perché non sono mai stato accettato da tuo fratello.

Non so come mai, ma non mi ha mai visto di buon occhio e credo che la causa siano tutte le bugie che mio fratello gli ha detto su di me.

Se vuoi venire a trovarmi ne sarei felice, ho tanta voglia di vedere come la mia cara nipotina si è fatta bella, credo che oramai tu sia diventata una donna da tutti i punti di vista e questo mi rattrista molto, avrei tanto voluto vederti crescere di giorno in giorno.

Nel retro di questo foglio ho anche segnato il mio numero se mi vuoi contattare e per qualsiasi tua necessità non esitare a chiedere.

 

La mora era rimasta un po’ delusa ma allo stesso tempo sorpresa e rilesse un’altra volta quella lettera chiedendosi come mai suo fratello odiasse una persona tanto gentile e premurosa, i suoi pensieri vennero interrotti dal rumore della porta di casa, “Sono a casa..”, Kira subito nascose la scatola dentro l’armadio e mise la busta in un cassetto della scrivania, infilò la collana nella tasca dei jeans ed uscì dalla camera per accogliere il fratello di ritorno da lavoro, “T-ti aiuto a preparare la cena?”, il moro era un po’ sorpreso nel vedere la sorella più serena e sul suo viso si disegno un sorriso pieno di amore, “Va bene..”, la serata passò velocemente e a fine cena Kira decise di chiedere informazioni riguardo a loro zio sperando di non fare innervosire il fratello.

“Itachi, ma no-nostro padre aveva un fratello, vero?”, Itachi stava lavando i patti e appena sentì la domanda si bloccò, i suo sguardo si fece cupo e nella sua mente si focalizzò l’immagine di quella persona che odiava dal profondo del suo cuore, “Sì.. ma come mai questa domanda?”, rimase voltato continuando a dare le spalle alla ragazza con le mani posate sul bordo del lavabo e lo sguardo cupo, “Beh.. stavo solo pensando a loro e mi ricordavo una cosa del genere. Come mai non ci viene mai a trovare? Siamo comunque i suoi nipoti e..”, la ragazza venne interrotta da un rumore cupo, Itachi aveva sbattuto con forza al mano sul ripiano di marmo della cucina e guardava la sorella furioso anche se sapeva che lei non poteva immaginarsi il motivo dell’allontanamento dello zio, “Quell’uomo è..!”, ma poi si interruppe, non voleva che Kira sapesse certi aneddoti, era meglio lasciare le cose come stanno, lei lo guardava aspettando che continuasse la frase ma Itachi rimase in silenzio e continuò a lavare i due bicchieri che erano rimasti mettendoli poi accanto nello scolapiatti.

“Scusa ma oggi è stata una giornataccia e sono stanco, buonanotte”, il moro si ritirò nella sua camera lasciando la sorella da sola, Kira lo guardava allontanarsi e la sua curiosità aumentava ad ogni passo del fratello.

La ragazza frugò nella tasca dei jeans e tirò fuori il ciondolo della madre, iniziò a studiarlo e notò che si poteva aprire, Il cuore si aprì in due parti simmetriche, nella parte destra c’era la foto di Kira e i suoi fratelli, invece nell’altra quella dei loro genitori.

Alla vista di quelle immagini alla ragazza scese una piccola lacrima che asciugò subito con la manica della felpa, poi cominciò ad osservare le immagini con sguardo malinconico, poi gli tornò in mente la lettera dello zio e si alzò di scatto per andarla a riprendere dal cassetto dove l’aveva nascosta per poi metterla nella tasca.

Percorse il piccolo corridoio che la separava dalla camera del fratello e bussò alla porta e poi l’aprì lentamente, “Itachi.. esco un attimo, d’accordo?”, lui se ne stava seduto sul letto mentre si apprestava a prepararsi per la notte, “Dove vai a quest’ora?”, la guardò curioso, “A fare una passeggiata ma torno subito, promesso..”, richiuse la porta, indossò il cappuccio della felpa per poi mettersi il giacchetto e la sciarpa, era dicembre e fuori faceva davvero freddo a quest’ora.

Scese in strada e camminò lungo il marciapiede con una precisa meta che raggiunse quasi subito, una cabina telefonica visto che non poteva usare il suo cellulare dopo averlo rotto lanciandolo contro il muro in raptus di rabbia.

La mora prese la lettera dove c’era il numero dello zio, inserì le monete e compose il numero velocemente, passarono pochi secondi prima che la persona all’altro capo del telefono rispondesse, la ragazza non sapeva se rispondere o no ma poi fece un profondo respiro ed iniziò a parlare, “Ciao zio, sono Kira..”, il tono della voce era basso, “Vedo che hai ricevuto il mio pacco! Mi fa piacere sentirti..”, la conversazione continuò per qualche minuto con le solite conversazione tra persone che non si sentono da molto tempo ma poi Kira decise di fare la fatidica domanda, “Ti devo chiedere una cosa per togliermi la curiosità.. come mai mio fratello Itachi non ti sopporta?”, non riusciva a restare con la curiosità e voleva sempre sapere tutto e subito, “beh.. come posso dirtelo.. pensa che io abbia ucciso mio fratello e sua moglie.. cioè tuo padre e tua madre per poi prendermi tutti i suoi soldi ma ti giuro che non è così e spero che tu mi creda..”, Kira era rimasta alquanto shoccata da quella rivelazione, a chi doveva credere? A suo fratello Itachi o a suo zio Madara? Salutò lo zio e torno lentamente a casa.

Appena sdraiata nel letto inizio a fare ragionamenti su ciò che le aveva detto suo zio e da come si era comportato Itachi dopo che la ragazza gli aveva fatto quelle domande, senza accorgersene si addormentò profondamente.

 

Angolo dell'autrice:

beh ke dire XD sono uan tipa di poke parole io U_U

cmq spero coi gradiate la mia fic e non esitate a commentare ^^

a presto con un nuovo capitolo Konnichiwa, minna san ^^

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Capitolo 8
*** 22 Dicembre ***


22 dicembre

 

Non bastava la tua improvvisa scomparsa, adesso devono arrivare altri diecimila dubbi e misteri nella mia vita.. cosa è successo realmente ai miei genitori? Chi è in realtà mio zio? E soprattutto.. cosa mia sta nascondendo Itachi?

Non so se sono solo mie paranoie, ma questi maledetti misteri mi stanno facendo diventare pazza!

Forse era perché c’eri te.. forse perché in quel periodo non pensavo a niente ma mi sentivo felice, spensierata.. invece adesso nella mia mente si affollano le domande e se ho la fortuna di trovare una risposta ad una di esse ecco che subito dopo ne appaiono altre dieci a sostituirla..

Ma a cosa diavolo mi serve parlare con delle maledette pagine bianche di uno stupido diario?!

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Capitolo 9
*** Illusioni ***


CAPITOLO 6

 

Kira era alle prese con le pulizie di casa visto che suo fratello Itachi era troppo impegnato con il lavoro e lei ormai non andava più a scuola. Improvvisamente il telefono cellulare nella sua tasca iniziò a suonare, la ragazza affondò la mano nei jeans larghi e prese il telefono squillante leggendo il nome sul display, “Anonimo?”, pensò un attimo se rispondere o meno ma poi si fece coraggio con una piccola luce di speranza che si accendeva nel cuore che aveva iniziato a battere all’impazzata, “Pronto?”, ma dall’altra parte non si sentiva niente, solo il silenzio, “Chi è?”, ma ancora nessuna risposta, “Chi diavolo è?!”, la mora stava perdendo la pazienza del continuo silenzio che presto fu interrotto, aveva riattaccato e Kira abbassò il telefono per fissarlo, -Non posso continuare a vivere in questa illusione..-, da qualche parte anche Kiba stava fissando il suo cellulare per poi guardare fuori dalla finestra tristemente. “È difficile vero?”, i suoi pensieri vennero interrotti da qualcuno che sapeva cosa stesse provando in quel momento, il ragazzo abbassò di nuovo lo sguardo sul telefono, “Credo di averla fatta soffrire abbastanza..”, disse queste parole quasi bisbigliando, nella sua voce c’era dolore e tristezza, quanto avrebbe desiderato non aver dovuto fare quella scelta, “L’unico modo è dimenticare il passato, solo in questo modo potrete tornare a vivere”. Kiba sgranò gli occhi ancora fissando il cellulare nella sua mano, “Ma se non ci sei riuscito nemmeno te a dimenticare.. e come puoi essere così ipocrita nel dirmi di dimenticare il passato.. rinnegare la mia vita.. io.. non voglio dimenticare.. non posso dimenticare..”, il ragazzo si era ancora immerso nei ricordi, “Allora prova a fare come me.. ricorda tutto ma convinciti che quel tutto era solo un’illusione creata dalla tua mente per illuderti di essere stato felice.. forse in questo modo la sofferenza diminuirà almeno un po’..”, anche nella voce del suo interlocutore c’era un velo di tristezza e rimpianto, “Adesso dobbiamo andare.. abbiamo dei lavoro da sbrigare.. questa scelta ci avrà strappato via le persone che amiamo ma è stato per il loro bene”.

Kira stava andando a fare la spesa, il frigo era quasi vuoto e se voleva far mangiare suo fratello per cena era meglio andare a comprare qualcosa da mettere sotto ai denti, il supermercato distava pochi isolati dalla sua casa e anche se faceva freddo decise di andare comunque a piedi. Ci mise poco tempo ad arrivare, prese un carrello per la spesa e iniziò a girare per i vari corridoi, dopo aver preso tutto l’occorrente si apprestò a raggiungere la cassa e la fila era abbastanza lunga, -Ma oggi la gente non aveva niente da fare oltre che la spesa?!-. La fila non sembrava scorrere minimamente quando qualcuno le posò la mano sulla spalla, “Scusa non è che-“, appena si voltò riconobbe subito chi era, conosceva molto bene quella ragazza anche se era da molto che non la vedeva, “ma.. Kira! Che bello rivederti!”, la ragazza la strinse in un abbraccio, “Ciao Sakura..”, la mora era felice di vederla ma al tempo stesso non aveva voglia di parlare con nessuno, in fondo anche lei era la causa del suo male, “Non sei contenta di vedermi? Dopo che sono andata a studiare medicina con Tsunade-sama non ti avevo più sentito, con Kiba tutto bene?”, la rosa si accorse subito che non aveva toccato il tasto giusto perché lo sguardo della mora si oscurò improvvisamente, “Vuoi.. parlarne?”, Kira la guardò un po’ sorpresa da quell’offerta ma forse parlare e sfogarsi con un’amica sarebbe stata la cosa la migliore ed annuì con un cenno quasi impercettibile della testa, nel frattempo non si erano accorte di essere arrivate alla cassa così entrambe pagarono ed uscirono, “Metti le tue cose nella mia macchina, andiamo in un posto tranquillo”.

Sakura la portò in riva ad un fiume fuori città, lontano dal caos e dalla gente e si sdraiarono sul prato, la mora iniziò il suo racconto, le disse di ciò che aveva provato e che aveva tentato di scoprire qualcosa ma senza utili risultati e la rosa ascoltò tutto senza proferire parola, senza interrompere finché non arrivò la fine della storia e quasi non si mise a piangere. “Mi dispiace..”, la rosa sembrava davvero dispiaciuta, “So cosa stai provando.. anche io.. circa due mesi fa Sasuke, tuo fratello, mi ha lasciata senza un perché, ha abbandonato l’università ed è sparito senza farsi più sentire.. non credo te ne abbia mai parlato conoscendo il suo carattere.. non dimenticherò mai quei giorni passati assieme, fanno comunque parte della mia vita e del mio cuore, per me resterà il ricordo di una bellissima illusione.. l’illusione di essere stata amata, l’illusione di poter realizzato finalmente un sogno che sembrava irraggiungibile.. ma comunque un’illusione che a volte mi fa stare male..”, lo sguardo di Sakura era rivolto al cielo dove il sole stava tramontando dipingendo il paesaggio invernale con colori vivi e accesi, poi si voltò verso Kira che si era messa a sedere ad osservare il fiume, “Ma comunque so che un giorno.. che sia domani, tra un mese o anni.. un giorno lui tornerà da me”. Kira la guardò un po’ sorpresa, la stava guardando ridendo anche se alcune lacrime erano scese dai suoi occhi verde smeraldo che si asciugò subito dopo. Poi come un fulmine a ciel sereno la mente di Kira rielaborò tutto ciò che aveva detto la rosa, “Hai detto circa due mesi fa?! Che poi è sparito nel nulla? Ora che ci penso non vedo Sasuke da due messi e mezzo se non vado errata..”, ecco ciò che aspettava la mora, un segno, qualcuno che senza volerlo le aveva dato degli indizi, poi le tornò in mente la lettera che le aveva dato Shizune, “Per quale motivo Sasuke ha lasciato l’università lo sai?”, Sakura rimase un po’ sconcertata dalla domanda ma si mise a riflettere, “Da quello che ho sentito, per trasferirsi in una nuova scuola fuori città..”. I tasselli del puzzle stavano andando ai loro posti, non potevano essere solo coincidenze, non voleva che fossero delle coincidenze. “Riaccompagnami a casa, per favore!”, Kira non si accorse che stava gridando e la rosa era sempre più dubbiosa sullo strano comportamento dell’amica che si stava già dirigendo verso la macchina, “A-aspettami! Kira!”, per raggiungerla Sakura iniziò a correre, “Cosa ti prende così all’improvviso?!”. Kira continuava a camminare veloce fino a quando non raggiunse la macchina, “Poi ti spiego, se è come penso sono vicina alla soluzione..”.

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Capitolo 10
*** Dimentica! ***


CAPITOLO 7

 

Kira, non appena rientrò in casa, si precipitò nella sua stanza a frugare nei cassetti della scrivania in metallo nero, lanciando ogni cosa che non le interessasse a terra compresa una foto di cui si incrinò il vetro protettivo al contatto con il suolo ma la mora non ci fece caso, era troppo occupata a cercare ed infine trovò la busta che le aveva consegnato la Preside Shizune, poi si voltò per dirigersi verso il letto.

CRACK

Guardò in basso e vide la foto sotto il suo piede del quale sollevò la punta leggermente, si chinò per raccogliere quel pezzo del suo passato che era indecisa se dimenticare oppure no, la foto che ritraeva loro due insieme uniti n un bacio, una foto scattata all’improvviso e di nascosto dalle amiche, “come potrei mai dimenticarti..”, disse con un filo di voce mentre osservava quell’immagine nitida come lo era nella sua mente. Posò la foto sul letto e riportò la sua attenzione sulla busta bianca che aveva nell’altra mano, “Spero di non illudermi ancora.. che queste non siano solo coincidenze..”, la mora aprì lentamente la busta per poi estrarne il contenuto, un foglio bianco sul quali erano scritte poche frasi e diretta alla Preside: “Sono dispiaciuto ma lascio la scuola perché devo trasferirmi in un’altra città e quindi in un’altra scuola. Saluti, Inuzuka Kiba.”.

Questa non poteva essere una semplice coincidenza, come lui anche Sasuke aveva detto di cambiare scuola e come lui era sparito nel nulla senza avvertire nessuno, come si potevano chiamare queste coincidenze? Doveva andare a fondo in questa storia, doveva scoprire altro, era sicura di non essere molto lontana dalla soluzione. La mora era concentrata a ragionare sui dati che aveva in possesso quando qualcuno iniziò a suonare il campanello ininterrottamente, la ragazza sobbalzò per un attimo dall’improvviso suono ma poi, dopo aver realizzato la situazione, si alzò per andare ad aprire. Afferrò la maniglia della porta e rimase un perplessa e quasi annoiata nel vedere chi era, “Hey, c’è Itachi?”, Deidara aveva come sempre la sua stupida faccia, “Non è ancora rientrato da lavoro.. passa più tardi..”, la mora stava per richiudergli la porta in faccia ma lui uso il suo piede per bloccarla, “Quindi.. sei sola? Visto che devo tornare più tardi tanto vale che aspetto qui, no?”, come sempre trovava qualche modo per poter disturbare, “Fai come vuoi..”, Kira gli voltò le spalle e si diresse verso la sua stanza. Il biondo richiuse la porta ed afferrò la mano della ragazza, “Aspetta!”, Kira si voltò un po’ confusa dall’atteggiamento del ragazzo, “Cioè.. potresti anche farmi compagnia.. no?”, non le aveva mai chiesto di farle compagnia ma da quando Kiba se ne era andato aveva iniziato ad avere strani atteggiamenti nei confronti della ragazza, “Va bene, basta che non inizi a sparare cavolate..”.

Alla tv trasmettevano un programma comico e Deidara aveva le lacrime agli occhi a forza di ridere invece la mora se ne stava dalla parte opposta del divano a tre posti ad osservare la tv ma non la stava veramente guardando, poi fissò l’orologio e notò che il fratello era molto in ritardo quindi decise di chiamarlo con il cellulare, “Itachi, ma che fine hai fatto? Qui c’è quel baka di Deidara che ti sta aspettando”, Deidara si voltò di scatto verso di lei fulminandola con lo sguardo ma lei non lo considerò ed attaccò il telefono, “Ha detto che deve stare altri 10 minuti in ufficio e arriva..”. Kira poi tornò a perdersi nei suoi ragionamenti con lo sguardo perso nel vuoto, il biondo la fissò per un attimo squadrando la sua espressione, “Sai.. dovresti dimenticarlo.. una persona come lui non merita lacrime”, Kira fece una lieve risata per poi guardarlo con la coda degli occhi, “Ma se tu nemmeno lo conosci.. come puoi dire che non le merita? E soprattutto io non potrei mai dimenticarlo e anche se volessi.. non ci riuscirei mai”.

Deidara la fissò in silenzio per alcuni minuti, poi le se avvicinò per poi posarle una mano sulla spalla e l’altra sulla guancia facendola voltare, il biondo la guardava con uno sguardo intenso, “E se ci fosse qualcuno in grado di fartelo dimenticare?”, Kira tentò di indietreggiare ma lui portò la sua mano dal volto all’altra spalla tenendola saldamente e bloccata dove era, il biondo la fissava negli occhi senza distogliere lo sguardo e poi, lentamente, iniziò ad avvicinarsi sempre di più a lei. Kira non sapeva cosa fare, era come paralizzata, “D-Deidara.. fermati!”, la mora urlò queste parole ma il ragazzo non aveva intenzione di fermarsi proprio ora che era vicino alla sua meta. Alla fine le loro labbra si unirono, Kira sgranò gli occhi e con le mani cercava di respingerlo ma senza risultato, pio lui si staccò e tornò a guardarla negli occhi, “Tu mi piaci Kira, come devo dirtelo?! Vederti così mi fa stare-“, il biondo non riuscì a finire la frase perché venne colpito da uno schiaffo in pieno volto e ne restò alquanto sconvolto, non si aspettava di certo una reazione del genere, la mora aveva lo sguardo oscurato e tremava dal nervoso e cercava di trattenersi per non esplodere. Deidara tolse le mani dalle sue spalle e la ragazza si alzò per correre in camera sua sbattendo la porta e lasciando il biondo che continuava a guardare il punto dove si trovava seduta la ragazza.

Kira non uscì dalla sua camera nemmeno per mangiare, Deidara a tavola era stato silenzioso e più volte Itachi gli aveva chiesto cosa non andava visto che solitamente era alquanto rumoroso e non smetteva un secondo di parlare.

A sera tarda Deidara lasciò casa Uchiha, Kira nella sua camera pensava ancora a quello che le era successo poche ore prima, come mai non lo aveva fermato subito? Era forse perché voleva provare a vedere se sarebbe riuscita a dimenticare Kiba? Vedere se quello che provava per Kiba era solo un’infantile cotta? Ad un tratto il suo cellulare squillò, un messaggio, lesse il mittente e si trattava di Deidara in persona: “Scusami, non credevo che ciò che provi per lui fosse così forte.. ma se hai bisogno di un qualsiasi aiuto io sarò sempre a tua disposizione.. scusami ancora per il casino che ho combinato . Kira fece un flebile sorriso e rispose al messaggio: “Baka! Devi iniziare a mettere in moto quel minuscolo cervello nella tua testa e ragionare prima di fare qualcosa.. se avrò bisogno di te lo saprai e sappi che devi farti perdonare, sono davvero arrabbiata con te!”.

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