Addio...

di flamber
(/viewuser.php?uid=3936)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap10 ***
Capitolo 2: *** Ancora una volta ***



Capitolo 1
*** cap10 ***


Questi sono il decimo e quattordicesimo capitolo che ho aggiunto ultimamente di una mia storia che avevo iniziato 5 anni fa, per rimettermi in carreggiata lo metto in evidenza come altra storia perchè capisco che non è molto invitante leggere una storia già iniziata, ma lasciarla così incompiuta mi sembra un peccato. Spero che vi piaccia e se ne volete sapere di più leggete la mia storia "Negli occhi blu" che avrà presto un nuovo capitolo...


capitolo 10
Finito. Terminato. Concluso. Concludere in latino sta per"terminare pienamente" e lì il tuo compito era davvero concluso. Ti aggiravi per le stanza della reggia senza posa, anche di notte, tanto che ormai le sentinelle notturne erano abituate alla tua presenza e alle frecce che fendevano l'aria fredda e buia di quelle sere. Le frecce erano le tue uniche compagne di questa crudele insogna. Non volevi dormire, non potevi dormire, non DOVEVI dormire! In quel castello avevi trovato tutto l'amore che non ti era stato mai dato, tutto quello che nella tua triste infanzia di orfana ti era mancato. Mai come adesso ti eri sentita a casa, neanche quando il vecchio guaritorire ti aveva preso come apprendista o quando ai tempi bui dell'occhio di Sauron quel mago dalla veste bianca aveva lenito la tua terribile sofferenza.

Eppure era il momento di partire, di lasciare tutto e tutti: gli hobbit, Gimli, Faramir, Eowyn, Arwen ed Aragorn...La coppia reale ti aveva davvero dimostrato l'affetto di due genitori veri. E dovevi lasciare anche quel piccino che tu per prima hai tenuto in braccio, quel bimbo dagli occhi chiarissimi che hanno incontrato per la prima volta altri due occhi profondamente blu e hanno letto nel profondo della tua anima, guaritrice. Due creature simili, due mezzelfi, eppure un destino completamente diverso. ormai era cresciuto, aveva un mese, era destinato al governo di un mondo, destinato ad essere amato. Tu eri destinata a vagare, raminga, a prestare soccorso ai bisognosi, senza neanche conoscerli e poi affezionarti, lasciarti coinvolgere e straziarti di nuovo andandotene via...

Sei stata costretta a dire addio anche a quell'idillio amoroso che prometteva fiori d'arancio. Quel bel principe biondo, dalle elfiche orecchie a punta, a cavallo del suo bianco destriero era tornato nella sua foresta, chiamato d'urgenza a rispettare una promessa. Una promessa simile a quella che probabilmente ti avrebbe fatto. Una promessa di matrimonio, avrebbe sposato qualcuno più degno, qualcuno del suo rango, della sua stessa natura. Una bella e bionda elfa dalla pelle diafana e delicata, non arrossita dal sole, con delle mani morbide elisce, non indurite dal lavoro di farmacia e dall'uso delle armi, dal viso simile a un angelo, molto diverso dal tuo, viziato da tratti umani, se sonlo non fosse stato per le tue orecchie da elfo, saresti appartenuta pienamente ad una specie!

Quella era la sera della partenza, avevi aspettato che tutti si mettessero a dormire per fuggire e non salutare nessuno, sarebbe stato davvero troppo doloroso per te. Ti stavi avvicinando al portone di ingresso, quando rumori sospetti arrivarono alle tue orecchie da elfo: provenivano dalla camera del piccolo! Lasciasti tutti i bagagli nel corridoio per correre disperatamente, furtivamente e con passo felpato verso il destino di voi mezzelfi. Il tuo arco era teso, facesti irruzione nella camera, le balie erano tutte a terra ferite, l'orrore pervase il tuo esile ma forte corpo: il bambino non era più nella culla! La finestra era aperta...


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ancora una volta ***


Capitolo 14
D’un tratto un rumore improvviso seguito dal comparire di fumo grigio scosse tutti da quelle rivelazioni, arrivava dalle mani di Amber che ancora teneva strette le armi. Uscisti da quella nube di fumo, senza le armi in mano, erano scomparse, era un incantesimo per mostrarvi i loro assi nella manica come avevate immaginato. Legolas e Faramir ti si avvicinarono tu li tranquillizzasti, non ti era accaduto niente, almeno fisicamente. Notasti che l’elfo si massaggiava la spalla e ricordasti le sue parole “i suoi compagni l’hanno protetta da me” e gli chiedesti: -Chi ti ha ferito? Fammi vedere.
Con tuo estremo dispiacere doveste appartarvi, i tuoi doveri di guaritore erano molto più importanti di una futile storia d’amore, FUTILE sì! La ferita si stava infettando.
-Non mi avevi detto che ti aveva ferito un Uruk-hai
- Non se n’è presentata l’occasione.
Ancora una volta, ma in condizioni meno felici ti trovasti vicina a quella pelle dalle iridescenze seriche, ancora una volta provasti quel fastidioso groppo alla gola, ancora una volta sembrava che il cuore volesse balzarti fuori dal petto, ancora una volta ti sentivi, come mai avevi realmente provato, finalmente a casa. Quando si sfilò la maglia per farti vedere meglio la ferita fu proprio la fine, ti avvicinasti ma la sensazione fu terribile, al groppo alla gola si unì uno spiacevole senso di vuoto nello stomaco, vertigini e nausea. La tua mano si poggiò sulla sua spalla, l’incredibile perfezione della sua pelle era deturpata dall’apertura delle ferite, i lembi di pelle erano viola di veleno, ma il sangue era di un rosso bellissimo, puro, splendente, quasi una bevanda invitante. La tua mano scivolò sul suo petto liscio inavvertitamente, probabilmente arrossisti e la tua mano si ritrasse, ma incontrò la sua che la prese e con delicatezza ti guidò di nuovo sul suo petto. Il suo volto si avvicinò al tuo, il suo naso sfiorava il tuo e i tuoi occhi si riflettevano nei suoi, era così bello! Aprì la bocca e in un sussuro commosso disse:- Mi sei mancata! Avevo quasi dimenticato i tuoi occhi!


Tornasti alla realtà, non potevate, era ricomparso per un motivo ben preciso, ti allontanasti, prendesti delle erbe mediche, gli massaggiasti la spalla e ripulisti la ferita.
- Continua a fare quello che ho fatto io ogni sera con queste erbe e vedrai che la ferita scomparirà.
- Amber, io vorrei…
- Non è il caso, ci vediamo più tardi.
- Ma Amber fammi parlare!
- Non voglio ascoltare, sei entrato nell’equilibrio precario della mia vita come un tornado e ne sei uscito allo stesso modo, hai fatto razzie nel mio cuore e ora voglio tornare alla vita di sempre. Non dovrei neanche più essere qui, il mio compito era terminato, purtroppo c’è stato quest’inconveniente, ma sono pronta a farmi dimenticare e tornare alla mia vita raminga…
Cominciasti a correre, correre, correre tra gli alberi, sentendo i suoi leggeri passi dietro di te, non eri abile nella corsa, ma lui era debole ed eri sicura che prima o poi si sarebbe fermato e così successe.
Ti fermasti in una radura, sedesti a terra, l’erba era soffice e la rugiada cominciava a presentarsi su di essa come lacrime di fata. Cominciasti a piangere, piangere, piangere, come non avevi mai fatto era tutto terribile, triste, vano, vuoto e il peso nel tuo cuore era sempre più voluminoso. L’aria del mattino intorno a te sembrava quasi divenire scura…in effetti era realmente divenuta nera, un fumo corvino ti avvolgeva e i tuoi sensi stavano per lasciarti sola. Accidenti! Come avevi fatto a non pensarci? Come aveva fatto la tua fine logica a non ricordarti che la foresta era presidiata? Come avevi fatto ad essere così sciocca e sconsiderata? Purtroppo ora eri nelle mani del nemico…



Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=524274