Find a Way

di manubibi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 0 - Intro ***
Capitolo 2: *** 1 - One Step Closer ***
Capitolo 3: *** 2 - Eight Days A Week ***
Capitolo 4: *** 3 - True Friend ***
Capitolo 5: *** 5 - Shine ***
Capitolo 6: *** 5: Bliss ***
Capitolo 7: *** 6: Call Me ***
Capitolo 8: *** 7: Song to Say Goodbye ***
Capitolo 9: *** 8: Feeling Good ***
Capitolo 10: *** 9: Got to Get You Into My Life ***
Capitolo 11: *** 10: Twenty Years ***
Capitolo 12: *** 11: I Bet You Look Good on the Dancefloor ***
Capitolo 13: *** 12: You Shook Me All Night Long ***
Capitolo 14: *** 13: Scar Tissue ***
Capitolo 15: *** 14: Shadow Of the Day. ***
Capitolo 16: *** 15: Unintended ***
Capitolo 17: *** 16: Talk ***
Capitolo 18: *** 17: Gorecki ***
Capitolo 19: *** 18: Let It Be. ***
Capitolo 20: *** 19: Jingle Bell Rock ***
Capitolo 21: *** 20: Find A Way. ***



Capitolo 1
*** 0 - Intro ***






Io e Val eravamo la tipica coppia di opposti, due poli che finiscono per attrarsi per qualche stupida e incomprensibile legge fisica che trascende ogni ragionevole regola logica. Io ero quello amante della solitudine (o meglio, diciamo che non ero mai riuscito ad essere un tipo alla mano come tante persone normali), indipendente – o almeno credevo di esserlo. Lui invece era sempre circondato di persone ovunque andasse, era quasi impossibile trovarlo solo da qualche parte.  Io vado pazzo per Journey, Queen e Police; lui per Doors, Beatles e la musica elettronica, cosa che io non ero mai riuscito a tollerare. Il mio film preferito è Tempi Moderni, il suo Arancia Meccanica.

L’unica cosa che avevamo in comune era che ci piaceva uscire il sabato sera e andare in qualche posto strano, magari un pub con live di band queercore (delle quali almeno metà componenti era perfettamente etero) o locali che trasmettevano film a luci rosse con un pubblico over-70 di nonnini che si tenevano per mano e si sussurravano paroline romantiche. Cioè, dirle “ti amo” mentre una coppia sullo schermo pratica il “69”.

Ci piaceva stare con le persone, questa è la verità.  Il nostro appartamento era sempre pieno di persone: amici, amici di amici fino a lontanissimi conoscenti dei nostri conoscenti. Ma non importava. Qualcuno di loro era di casa, ormai, e Val era felice quando avevamo due divani con sopra gente ammassata che mangiava popcorn guardando il Saturday Night Live.

Io di solito in quelle serate mi rintanavo fuori con una sigaretta e i miei noiosissimi pensieri, e Val arrivava quasi sempre, ad abbracciarmi alla vita e a chiedermi: “fra un po’ vieni dentro?”. Io gli rispondevo che sarei arrivato in due minuti e rimanevo lì per ore. Sì, ero rimasto pur sempre un asociale. Almeno un po’. E quando rientravo Val mi lanciava sempre la stessa occhiata seccata mentre trascinava gente ubriaca sul mio letto, mentre io e lui dormivamo abbracciati nel suo. Era piacevole, bello, confortevole. E so che gli aggettivi dovrebbero essere altri, ma noi siamo sempre stati tiepidi, anche se questo non significa che fossimo legati meno di una normale coppia che si fa le coccole a letto.

 

Non avevamo mai fatto viaggi insieme, ma una volta andammo a Venezia per la biennale. Così, tanto per cambiare un po’ aria. Appena scesi dall’aereo ci colpirono due cose: il caldo e la relativa tranquillità. Perché a New York col cazzo che riesci a spostarti da un punto A ad un punto B dell’aeroporto senza dover lottare per preservare la vita. Ma quando siamo usciti siamo rimasti a bocca aperta. Quella città è bellissima. Magica. Ci colpiva il fatto che fosse esattamente come ce l’aspettavamo, che avesse proprio quell’atmosfera pacata e dolce trasmessa dalle foto. Le barche invece delle macchine, i gondolieri, le chiese (“Guarda, Rob! San Giorgio! Ti ricordi? Turner l’ha dipinta un sacco, l’abbiamo visto in quella mostra sull’arte romantica…”). Ci hanno colpito anche gli odori, a volte veramente nauseanti!

Ad un certo punto siamo arrivati ad un viale pieno di giostre per bambini…

-Guarda, Val, quello sarebbe il lavoro per te- dissi, indicando la cabina per la vendita dei biglietti degli autoscontri. –Adori i bambini, no? E poi lì non fai un cazzo la metà del tempo, se vuoi puoi metterti lì la tv e guardarti tutti i film di Yul Brynner!

-Stà zitto, non mi tentare…potrei davvero fare la cazzata, trasferirmi qui…

 

Abbiamo dato segni di preoccupazione proprio sul viaggio di ritorno. Cioè, non è successo niente, ma da lì sono esplosi i suoi problemi, dei quali non aveva mai dato il minimo indizio ma che evidentemente pesavano davvero per lui, qualsiasi cosa avessi detto per persuaderlo a sbarazzarsene. In pratica abbiamo conosciuto loro.

Loro invece erano l’altro tipo di coppia, quelli uguali in tutto per tutto, dal modello di occhiali da sole alla polo bianca delle Lacoste fino ai modi di fare, stesso sorriso, stesse movenze, addirittura si completavano le frasi a vicenda. E poi limonavano come liceali in un angolo buio della scuola. Cioè, io e Val li guardavamo con due smorfie identiche, come stessimo assistendo ad atti osceni in luogo pubblico. Ed effettivamente, dai rumori che facevano e da come si toccavano potevamo dire tranquillamente che fossero due esibizionisti, e noi ci sentivamo due voyeurs. Ma sicuramente erano tizi a posto, e abbiamo fatto la loro conoscenza.

-Ciao! Piacere…io mi chiamo Ewan- disse il più vicino, con un marcato accento scozzese (mia madre ha origini scozzesi, per questo riconosco la parlata praticamente subito).

-Io sono Jude- disse l’altro, sporgendosi verso di noi. Ecco, lui mi stava veramente sul cazzo, a pelle. Continuava a fissarmi.

Io. Odio. La. Gente. Che. Mi. Fissa.

E poi gli piace la moutarde. E’ come i francesi, ce la mettono dappertutto. Quando gliel’ho vista mettere sui sottaceti non ci stavo più dentro, sono dovuto andare in bagno a vomitare, con Val che si profondeva in imbarazzatissime scuse e mi riaccompagnava al mio posto tenendomi per le spalle.

-Tutto bene?

-Si, il mio…amico si sente sempre male in aereo- rispose lui.

Ewan e Jude (o meglio, “Ewwy e Juju”, puah!) scoppiarono a ridere.

-Puoi anche dirlo che è il tuo ragazzo!- esclamò Jude, sottovoce.

-Meglio di no, noi non ci mettiamo in mostra- risposi di scatto col tono più velenoso che avessi mai usato.

Ok, non volevo sottolineare il “noi” e non volevo urtarli…(e invece si).

Jude e Ewan, infastiditi, si girarono dall’altra parte e tornarono ad esplorare i rispettivi esofagi.

-Che ti è preso?- sussurrò Val, corrucciato.

-Non lo so, non mi piace il londinese. Mi fissava, Val! Non lo sopporto!


[
Ecco! Vi ispira come inizio? Comunque volevo subito osservare da me che nello stile questa storia forse assomiglia troppo a Blockbuster di ApolloFan (anche perché sto pensando di suggerire delle canzoni da ascoltare leggendo alcuni dei prossimi capitoli ç_ç), ma giuro che non l'ho fatto apposta, ho cominciato a scrivere e poi la mia socia mi fa "ahahaha, sembra Harry Lockhart". La mia faccia: òOOOOOò. No, però è parecchio diversa, uhm, credo. Chiedo venia preventivamente, in ogni caso, e spero che ti piaccia, o geniaccia di autrice *si inchina*. (No, non sto leccando il culo, ti rispetto davvero!).
Veniamo alla storia. Making of? Siiiiii dai. Praticamente l'idea mi è venuta quando ho fatto un disegno (orribile) con le facce di Rob, Val, Ewan e Jude con le freccette che indicavano "tutti shippati con tutti" XD poi è successo che mi è venuta la fissazione per Val Kilmer (tutt'ora sto mandando avanti una campagna di indignazione per il fatto che è stato chiamato e processato in tribunale per una stronzata, oggettivamente ò.ò). L'ho scritta mentre i giorni degli esami scritti si avvicinavano, maledicendomi perché non riesco ad essere una persona seria e STUDIARE invece di farmi succhiare il cervello da sti gorilla in calore. COMUNQUE. Lei, Vane (cioè Shadowolf)(ANDATE A LEGGERVI LE SUE STORIE ò.ò), mi ha sempre incoraggiato a continuarla, e attualmente ho altri 7 o 8 capitoli pronti, quindi posso essere abbastanza sicura di postare un capitolo ogni tot, sempre se la storia piace.

Ewan è praticamente solo una comparsa per ora, ma vedrò di farlo riapparire nella storia, se mi serve .________. Ah, il titolo. Il titolo ha una lunga (?) storia, viene da un fanvideo meraviglioso che io e la mia socia avremo rivisto quante? 78594 volte? Ecco .-. e in quel video c'era questa canzone dei Safetysuit che praticamente ho imparato a memoria in un giorno solo, è meravigliosa *_____* se volete vederlo:
http://www.youtube.com/watch?v=qbf8pdFyucY&feature=related
Ecco, e noi ci siamo ammalate di questo video.


Il mio ringraziamento speciale quindi va a Shadowolf, per tutto <3 e ringrazio anche Sere9, julwings, Leia_The_Witch, cieli_neri e tutte voi che ogni giorno scrivete ed arricchite il fandom promuovendo senza paura il verbo dell'RDJude e del Holmes/Watson *_________* VI AMO.]

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Capitolo 2
*** 1 - One Step Closer ***


La notte stessa ho cominciato a sentirgli esprimere i suoi dubbi su di noi sebbene, ripeto, per me andava tutto a gonfie vele da due anni, cioè da sempre.

-Rob…secondo te ci siamo sbagliati?- mi sussurrò mentre mi teneva stretto. Ancora più stretto del solito.

-Eh?!- sbottai, preso alla sprovvista, e mi girai trovandomi davanti quelle sue labbra carnose e sempre lievemente a boccuccia. Mi erano sempre piaciute…ma stavo parlando d’altro.

-Cioè, hai visto quei due…noi non siamo così. Voglio dire, così…fisici.

-Val, neanche all’inizio lo eravamo!

-E’ questo il punto! Insomma, ti sembra normale? Da quanto stiamo insieme, e quante volte abbiamo fatto sesso?

-Beh, non le ho contate…

La discussione stava diventando imbarazzante.

-Quello che sto cercando di dire- cominciò, iniziando a spazientirsi, -è che forse siamo male assortiti. Capisci?

Scossi la testa contro il suo petto. Inutile dirgli che non la pensavo così, quando si convinceva di qualcosa rimaneva zuccone fino alla fine. Ci siamo picchiati più di quanto voglia ammettere, per dirne una.

-Idiota. Se stiamo insieme da due anni vuol dire che a me va bene così, che sono contento di stare con te! Ma devo venirtelo a dire?- dissi con calma.

-Ma non sei attratto da me.

Rimasi un po’ in silenzio.

-Stronzate!- esclamai, e mi aggrappai a lui per baciarlo. Per un attimo sorrisi stupito, ma poi capii che era serio. –Tutte grandissime, enormi stronzate. Quando ti ho visto la prima volta ti sbavavo letteralmente dietro, no? Ok, poi ti ho conosciuto meglio…- aggiunsi, cercando di alleggerire l’atmosfera. Quello che di solito faceva sempre lui.

-Vaffanculo- rispose, sorridendo.

Ma non l’avevo convinto.

Ora, una cosa di cui non so se andare fiero o no è che ho una sensibilità leggermente più spiccata di quella degli altri uomini (e questo dovrebbe rispondere ad un paio di domande sul perché sto con un altro uomo, per giunta molto più sensibile di me). Capisco subito quando le cose cambiano dentro una persona. E conoscendo così bene Val, notai la variazione dentro di lui senza nemmeno guardarlo. Non un semplice sbalzo d’umore, ma l’intera concezione che aveva di sé stesso e di me. Io ero diventato, all’improvviso, quello pietoso che stava con lui per, appunto, pietà. E io non potevo farci niente.

-Seriamente, Val, forse siamo fatti per essere…”tiepidi”- gli dissi, accarezzandogli la schiena. –Ti assicuro che non abbiamo niente meno di loro.

Ero serio. Sono serio. Lo so, magari la nostra può sembrare una storiella, qualcosa di forzato e destinato a finire quasi per logica. Ma non è così, io lo amavo sul serio. Ho già detto che sono un tipo solitario, ma non ho espresso bene il concetto. Il fatto è che è stato lui a tirarmi fuori dal guscio, a farmi uscire di casa, a ripulirmi, ad impedirmi di diventare un alcolizzato o chi sa cosa.

E’ arrivato col suo costume da mascotte di rugby a forma di pollo e non mi ha mollato più.  Mi ha infilato in una vita incasinata e terapeutica, con i suoi amici strani, alle feste e ai circoli animalisti. E stavo bene, non mi ha mai messo in situazioni nocive, anzi. Come ho già detto, eravamo completamente diversi, ma abbastanza simili da compensare i nostri difetti e da insegnarci cose a vicenda. Esempio banale: io gli ho insegnato a cucinare, lui a giocare a poker, io gli ho trasmesso la mia insana passione per lo splatter, lui mi ha edotto sui metodi di salvataggio degli infermieri. Lui adesso ascolta i Traveling Wilburys grazie a me, io i Metallica, grazie a lui.

Mi ricordo la prima volta che mi ha baciato, o meglio: che ha cercato di baciarmi. Ci stavamo vedendo da un paio di settimane, ormai, e la mia visione della vicenda era che Val fosse semplicemente un tipo con cui andavo particolarmente d’accordo, uno di quei nuovi amici che ti interessa particolarmente finché non ti stufi di vederlo. Ecco, sono sempre stato il tipo che si concentra sulle persone una alla volta, e chiaramente ho perso un sacco di persone per questo mio atteggiamento, nessuna ricorda di cosa ho dato loro quando erano al centro della mia attenzione. Comunque sto divagando.

Ero in quest’ordine di idee, e Val mi aveva invitato in un locale che non avevo mai sentito nominare, neanche nelle mie memorie più recondite. Sarebbe stato il primo di una lunga serie.

Mi ci trovai davanti, e non so perché, ma ebbi paura. Quello era, senza ombra di dubbio, un bar per queer queens. Per un attimo pensai anche di essermi sbagliato, ma non feci in tempo a ricredermi che mi sentii abbracciare calorosamente, poi sentii la sua voce.

-Ehi, Rob, pensavo fossi già dentro!

Lo guardai un attimo sconcertato.

-Come, non stiamo fuori? Dobbiamo proprio andare…dentro?

Mi guardò come se venissi da Marte.

-Oh, scusa, dimenticavo di averti invitato in un locale per stare fuori!- esclamò, in tono sconcertato.

-E’ che…c’è gente strana, lì dentro.

Val rise di gusto.

-Io non vedo gente con tre teste e gli occhi di lato come gli squali. Dai, andiamo dentro.

Ero, tipo, terrorizzato. Avevo paura di possibili avances da parte di omosessuali arrapati, e che non me li sarei scrollati di dosso per tutta la sera. Non ero esattamente omofobico, ma cercate di capirmi. Per un uomo convinto di essere etero una situazione del genere è molto imbarazzante.

Comunque, una volta entrato venni risucchiato in un allegro vortice di luci e fumi, vestiti eccentrici e trucco, ma nessuno mi molestò per tutta la sera. Era solo una situazione bizzarra, ma nel complesso divertente e interessante.

La serata andò abbastanza bene, io bevvi come un cammello, tanto che invece di una folla di gente travestita vedevo macchie di colori che si mescolavano e si addensavano fino al soffitto.

-Vuoi ballare?- mi chiese Val.

Come fossi una donzella da corteggiare!

-No!- risposi, scandalizzato.

Lui rimase un attimo immobile, deluso, poi si buttò nella mischia come niente fosse.

Passai una mezz’oretta seduto lì, solo come un imbecille, a bere e fumare, ignorando l’esplicito divieto appeso al muro. Ad un certo punto, mi sentii trascinare via dal comodo puff,

Ero troppo rintronato, perciò avvertii solo la mia schiena poggiata al duro muro grigio e lercio, le luci artificiali che mi abbagliavano e tutto il resto sfocato e non ben distinguibile. Strizzai gli occhi e misi a fuoco l’ovale gigante che mi si stagliava davanti: diventò netta e dettagliata la faccia di Val.

Il suo sorriso era scaldato da piccoli spasmi attorno alla bocca. Era evidentemente nervoso.

E non fraintendetemi, era davvero bello, e mi stupii di averlo anche solo pensato.

La situazione mi era nuova, perciò non avevo il minimo presentimento di cosa diavolo stesse facendo. Sapevo solo che era davvero vicino e che mi aveva intrappolato appoggiandosi con le mani al muro.

Nello stato mentale in cui ero, ci misi un po’ a capire che le sue labbra stavano sfiorando timidamente le mie, poi sentii che il mio corpo reagiva da solo. Spingendolo via.

-Che fai?- sbottai ritraendomi quanto possibile al muro.

Lui mi guardò sorpreso, imbarazzato e ferito, poi abbassò gli occhi.

-Pensavo avresti accettato…

-Cosa? No!

-Perché?

-Perché…

Mi fissò interrogativo.

-…perché cazzo, non è normale!

Continuò a guardarmi. All’epoca non notai cambi d’espressione, ma ora ricordandolo riconosco che in quel momento si stava arrabbiando. Non per essere stato rifiutato, ma perché gli stavo dando dell’anormale, cosa che non era.

Mi prese di nuovo per un polso, e mi portò fuori, dove l’aria fredda e umida si mischiava al baccano nel locale e al rumore ovattato del traffico cittadino.

-“non è normale?”

Sogghignò sarcastico.

-Sai, voglio raccontarti una cosa. Quand’ero piccolo pensavo fosse normale che mio padre picchiasse mia madre e la chiamasse ‘troia’. Per me era così normale che cominciai a fare lo stesso. E lei non faceva niente. Ma per me quella era normalità.

Rimase a fissarmi tenendomi il polso, poi abbassò di nuovo lo sguardo.

-Quindi non venirmi a dire cos’è normale e cosa non lo è.

Si girò e andò verso la sua macchina, poi sgommò via.

Lì per lì rimasi scioccato, immobile come uno stoccafisso, poi mi sentii in colpa.

Il giorno dopo lo chiamai per scusarmi, ma trovai la segreteria telefonica. Comunque arrangiai un appuntamento fuori. Perché volevo rivederlo, nonostante le apparenze. Non solo per sembrare cortese, gentile e per mostrare quanto fossi pentito per averlo offeso, ma perché per quell’attimo avevo davvero provato interesse per lui.

Ci vedemmo per bere qualcosa. La volta dopo mi chiamò lui, e poi io, e così via. Insomma, per farla breve, è cominciato tutto dal nostro primo pseudo-litigio. Ma di sicuro non avevo la minima idea di quanto sarebbe poi diventato importante per me.



[Vorrei precisare una cosa. Il Val di questo periodo ha quest'aspetto:
http://www.librarising.com/astrology/celebs/images2/T-Z/valkilmer.jpg

Può piacere o no, ma a me sta facendo impazzire. Adesso è invecchiato maturato, quindi non è più *così*, e non si è tenuto esteticamente bene quanto il nostro Rob, però quand'era giovane io credo che fosse bellissimo. La mia titubanza era nell'inserirlo nella storia, e forse ho premuto troppo sul legame fra loro due, ma ci tenevo a farlo entrare nel fandom, o almeno solo in una mia storia. Anche perché sono in possesso di foto compromettenti. Condividere?
Cioè, non aspetto altro.
Probabilmente è una première di Kiss Kiss, Bang Bang, comunque non importa.
http://i1035.photobucket.com/albums/a439/manubibi/tumblr_l3zqgd7wG41qcp7m2o1_400.jpg
http://i1035.photobucket.com/albums/a439/manubibi/tumblr_l3vsnpe0ZQ1qay2o4o1_500.jpg
http://i1035.photobucket.com/albums/a439/manubibi/15842_100820439946008_1000005415637.jpg
http://i1035.photobucket.com/albums/a439/manubibi
/13656_101288203232951_1000005531586.jpg
http://i1035.photobucket.com/albums/a439/manubibi/13656_101288199899618_1000005531586.jpg
http://i1035.photobucket.com/albums/a439/manubibi/13656_101288196566285_1000005531586.jpg
Ecco. Diciamo che Val è ipoteticamente in vantaggio: Jude un bacetto non ce l'ha avuto né in set né fuori dal set. Voglio dire, secondo le fonti ufficiali xDDD


 sere9: Si, vedi? XD Mhm, Ewan per ora ha un ruolo molto marginale, quindi ecco, puoi ignorarlo XD dipende, poi se mi salta il grillo di farlo ricomparire...grazie mille comunque, come sempre =)
 cieli_neri: adesso che ho capito chi sei so chi sto ringraziando XD oh, un pò di incoraggiamento *____________* no, perché se non ci fosse qualcuno (si, LEI ma anche VOI <3) che mi sprona a continuare a scrivere, probabilmente il fandom l'avrebbe iniziato qualcun altro XD grazie mille anche a te, comunque =)
Leia_the_Witch: sulla coppia Ewan/Jude, in realtà, scrissi una delle mie prime fic in assoluto, che ovviamente non pubblicherò mai xD ma per dire che l'idea mi ronzava in testa da anni, solo che non ho mai avuto un pretesto per pucciarli insieme. Anche se per poco. Anyway, so che l'accoppiata con Val è inaspettata e fisicamente i due sono abbastanza opposti xD voglio dire, uno è un miscuglio assurdo di etnie compreso l'indiano d'america, l'altro è un pò meno imbastardito e decisamente meno robusto, però ripetendo che sto in fissa con Val DOVEVO accoppiarlo con qualcuno xD e Rob era il più simile a un partner di lavoro con una certa alchimia u_u Oh, ma allora mi capisci ç_ç cioè, mancano 2 giorni al mio orale e sto qui a postare sta fic °A° per quanto riguarda Blockbuster, mi solleva che da fuori non sembri uguale identica *tira un sospiro* e grazie ancora anche a te :*

OVVIAMENTE DEVO UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE A SHADOWOLF19. E ripeto, se non l'avete ancora fatto andate a leggervi la sua roba, che secondo me è veramente fantastica <3]

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Capitolo 3
*** 2 - Eight Days A Week ***


Ho già menzionato un costume giallo e morbido da pollo. Perché da lì è cominciato tutto. Era una bella domenica soleggiata d’estate, su un campetto periferico dove stavano facendo una partita di basket, e l’aria era gonfia di eccitazione perché anche per partitelle come questa la gioventù fresca si scatena, facendoti tornare indietro nel tempo. Stavo godendo della leggera brezza che benediceva un clima altrimenti torrido, quando una voce mi fece alzare la testa, parando gli occhi dal Sole.

-Ciao!

Vidi solo un enorme becco arancione di plastica.

-Uh…ciao- risposi, confuso. –Chi…ti conosco?

-No- disse lo sconosciuto con un tono divertito, togliendosi la testa da pollo. Aveva un aspetto distinto, o comunque non era comune trovare in giro ragazzi con zigomi così sporgenti, labbra carnose e tratti somatici esotici (effettivamente Val è in parte indiano cherokee), ma nel complesso era un bel ragazzo.

Beh, perché non l’avevo ancora visto nudo.

Comunque.

-Mi chiamo Val. Kilmer. Cioè, Val Kilmer, ma puoi chiamarmi solo Val.

Non era minimamente imbarazzato: probabilmente si presentava così a chiunque, che tipo bizzarro.

-Ah…Robert- dissi, tendendogli la mano ancora un po’ sbalordito. Scoppiò a ridere di gusto, con quella sua voce profonda, poi mi accorsi che indossava ancora le ali da mascotte. Perché neanch’io scherzo, quando si tratta di figure di merda.

-Scusa, Rob. Aspetta…vieni con me.

Lo guardai con tanto d’occhi: ma chi sei? Cosa vuoi?

Rimasi seduto.

-Dài, alzati da lì!

Quelle esatte parole, o le loro varianti, erano il mio mantra da quando avevo circa dieci anni. “Su, Robert, alzati dal letto e fai qualcosa”. “Forza, Rob, non mi sembra così faticoso”. “Robbie…dài, balla con me!” (Questa era Deborah, la mia ragazza ai tempi del College). Forse fu questa voglia di smentire tutti questi vaghi ricordi che mi alzai e lo seguiii verso gli spogliatoi.

Mentre si cambiava blaterava di basket, rugby, della parabola discendente della carriera di John Travolta prima di Pulp Fiction e di come era finito a fare la mascotte. Per un po’ aveva frequentato una scuola di cinema, la UCLA, ma una crisi aveva colpito l’azienda di suo padre, e sua madre era malata di depressione cronica, quindi toccava a lui prendersi cura del resto: aveva dovuto abbandonare gli studi (voleva diventare regista, prima o poi) e aveva cominciato a portare a casa un po’ di soldi facendo lavoretti part-time. Era stato cameriere, imbianchino, gelataio…e anche ladro.

-E’ stato un bel po’ di tempo fa- puntualizzò come volendo precedere qualsiasi domanda inopportuna.

Uscì dallo spogliatoio indossando un paio di jeans, una maglietta di Bowie e un paio di anfibi. E improvvisamente mi colpì davvero, perché aveva fascino.

-E tu cosa fai?- mi chiese lavandosi e asciugandosi la faccia.

-Lavoro per un giornale sportivo.

-Davvero? Wow, ma allora hai studiato giornalismo! Sai, era una delle carriere a cui avevo pensato, prima di buttarmi letteralmente sul cinema. –Mio zio lavora al New York Post.

Lo fissai confuso.

-Ma scusa, lui non ti poteva aiutare?

Fece una risatina sarcastica.

-Ha dei cosiddetti motivi per non farlo. Per me si chiamano solo “pregiudizi”- rispose, sputando l’ultima parola.

-Che pregiudizi?

Sorrise.

-Lasciamo stare. Raccontami di te.

Sbattei un po’ le palpebre e sospirai ancora sorpreso.

-Beh, in realtà non sono molto interessante. Sono nato in una famiglia inesistente. Se volevo fare qualcosa nessuno me lo impediva, neanche se si trattava di bere fino a sfibrarmi il fegato. Non glien’è mai importato molto, in realtà. Comunque ho fatto giornalismo perché studiare non mi pesava e mi veniva bene, ma non ho mai avuto una gran passione per la professione. E comunque di tutta quella roba me ne serve gran poca.

Mi guardò con aria stupita, in seguito mi avrebbe detto che non poteva credere che un ragazzo così bello (ah ah ah) fosse così…insipido. E che infatti per lui mi rivelai tutt’altro.

Andammo a bere qualcosa, ma mi vietò categoricamente l’alcool. Doveva avere preso sul serio la mia storia, ma soprattutto era la prima persona a memoria mia che si interessasse davvero alla mia salute. Anche se intimare queste cose ad un trentenne rimane comunque parecchio strano. Mi divertii lo stesso, comunque, passammo un po’ di tempo in sala giochi a farmi venire nostalgia con il vecchio Metal Slug, poi finimmo in un giardino privato con tanto di piscina.

-Val, non credo che…

-No, conosco i proprietari, sono in vacanza in Europa!

Un po’ diffidente, lo seguii e nel giro di cinque minuti stavamo già giocando a beach-volley. Ebbi un’altra folgorazione quando lo vidi a petto nudo, tutto sudato, che mi rivolgeva un sorriso bianchissimo.

Ovviamente ignorai del tutto i segnali che il mio corpo mi mandava, perché sono etero, non mi piacciono gli uomini e blablabla, certo.

Però vinsi la partita, perlomeno.

Immagino che mi lasciò vincere.

Rimanemmo lì fino a sera, poi ce ne andammo e ci mettemmo d’accordo per vederci di nuovo.

E così via, di settimana in settimana, mentre notavo che si avvicinava sempre più a me.

 

Quindi, dopo l’episodio del primo quasi-bacio, iniziammo a conoscerci meglio. Scoprii i suoi difetti (testardo, non gli fai cambiare idea nemmeno sotto minaccia di morte; non è molto ambizioso, come me dopotutto...o almeno non lo è più; per i miei gusti è anche troppo socievole, in quel periodo ho avuto fin troppe scosse di gelosia!) e i suoi pregi (è la persona più generosa che abbia mai conosciuto, assieme a Jude; non si dà arie; si entusiasma genuinamente per molte cose; e tanto altro). Ma la cosa che mi stupiva di più era che con lui era come se fossi a casa. Proverò a spiegarmi: in sua compagnia ho sempre provato una sensazione familiare, come se una parte di me tornasse all'infanzia, l'unico periodo davvero felice della mia vita. Un pò come quando riascolti dopo vent'anni una canzone degli A-Ha (sì, lo so, è scontato, ma sarebbe Take On Me, perché quella è una delle poche canzoni davvero mie, non mie e di qualcun altro, solo mie, private).
Un'altra cosa che mi stupisce ancora oggi è che tutte le nostre differenze non hanno mai intaccato la nostra amicizia. Perché prima di tutto è stato questo: un amico, uno vero, sul quale ho sempre contato, anche in momenti come la morte di mia nonna. Lei mi ha cresciuto, mi ha insegnato quel poco che so sul mondo e sull'affettività, era davvero una grande donna, e le volevo veramente tanto bene. Sono riuscito a non piangere davanti a tutti, ma con Val potevo lasciarmi andare, mi fidavo. E in quel periodo cominciai a pensare seriamente alla morte. Che poteva arrivare anche nel momento più banale e noioso.
-Non ti preoccupare, se quella Stronza incappucciata osa avvicinarsi a te, la mando via a calci in culo- disse lui, facendomi ridere.
-Perché, tu chi sei?- risposi in tono beffardo.
-Io sono il Re Lucertola! Posso fare qualsiasi cosa!- esclamò balzando in piedi e alzando le braccia al cielo, tirando fuori una sconcertante imitazione di Jim Morrison. -Posso fottere la Morte, fotterla e mandarla via!
Rimanemmo in silenzio qualche secondo, e lo fissai cercando di analizzare la situazione psicologica del nostro eroe.
Poi sorrise. -Andiamo a prendere un gelato?
Gli dissi che avrebbe potuto fare l'attore, e questa volta rise lui.

Ripensando alle sue necessità materiali, gli proposi di dividere l'appartamento con me. Quando mi abbracciò ululando, mi sollevò letteralmente da terra. Tossii che la cosa sarebbe convenuta ad entrambi, ma lui vedeva solo il fatto che gli avevo offerto un po’ della mia intimità, aveva ricevuto la conferma che volevo stare con lui. Non che in questo modo risparmiassi anch’io.

In tutto questo, qualsiasi cosa facessimo eravamo sempre insieme a tantissima gente che non conoscevo, ma che imparai presto ad apprezzare e che mi abituai ad avere attorno. Claire, per esempio, era la sua migliore amica dai tempi del kindergarten e lo proteggeva come un fratello; Peter il suo primo ragazzo, ed erano rimasti ottimi amici; Ivy e Chloe le chiamavo “le Lune di Giove”, perché gli gravitavano attorno come due satelliti, lo adoravano; Mike invece era un povero sfigato, ma Val aveva un’ottima considerazione di lui, e non capirò mai perché. Poi c’erano i vari Barbara, Donna, Nick, Mark, Sean, Michelle, Vivienne, John e Richard (che stavano insieme e bisticciavano continuamente). Ed era incredibile che fra tutte queste persone io fossi al centro della sua attenzione, io che l’avevo conosciuto per ultimo. Una volta Michelle, la sua amica bellissima, coi capelli rosso-castano e dal viso dolce e simpatico, tirò fuori l’argomento fra un sorso di birra e un tiro di sigaretta.

-Sai, Val tiene molto a te…

-Sì, lo so…anch’io ci tengo molto.

-…ma sappi che così come gli ci vuole poco per attaccarsi a qualcuno, gli ci vuole poco anche per stancarsene. Gliel’ho visto fare un sacco di volte. Insomma, Rob, ti voglio avvertire. Se un giorno dovesse lasciarti, non arrabbiarti troppo con lui. E’ fatto così, capisci? Soffre quando lo fa, ma…ecco, non saprei dirti perché fa certe cose. Ti sarai accorto che è un tipo un po’ strano- sorrise nervosamente. –Devo ancora capirlo anch’io. Claire dice che è sempre stato così. Certo, con te potrebbe fare anche un’eccezione, ma…insomma, tieni in conto la possibilità.

Riflettei qualche secondo, poi annuii.

-D’accordo.

Sinceramente? Cominciai a temere davvero quella possibilità. Ormai era entrato nella mia vita in modo così profondo che in caso mi sarei sentito sradicato dal terreno stabile sul quale ero maturato.
Ma come Michelle aveva previsto, le cose cambiarono, anche se dopo molto tempo, anni. Anni nei quali mi ero abituato ad averlo accanto come ero abituato a respirare.


[Rieccomi, un pò in anticipo sui tempi, con un capitolo fondamentalmente inutile, ma ci tenevo ad approfondire almeno un pò la psicologia di Robert e il suo rapporto con Val, in funzione di quello che accadrà molto più avanti. Effettivamente la coppia non sta troppo in piedi, mi viene molto più naturale shipparlo con Jude, e vi prometto che arriveranno molto presto :D
Ho inserito un pò di citazioni sparse:
-la scena in cui Val proclama di essere il Re Lucertola è quasi identica a quella del film "The Doors", più quella cosa di "spazzare via la morte". E ho menzionato la UCLA perché c'è una scena di quel film in cui Jim-Val la frequenta. Cioè, io amo quel film.
-il pollo giallo viene da U.S. Marshals, lo indossava Tommy Lee Jones XD
-la scena del beach-volley viene da Top Gun, con Val e questi altri maschioni ricoperti di olio *ç*
-Michelle è la Monaghan, aka Harmony Faith Lane di Kiss Kiss Bang Bang, deliziosa donnina <3 reciterà con Robert anche in Due Date *__________*
-John e Richard sono i personaggi di Ally McBeal, e dato che sono slashabilissimi, li ho shippati qui XD

Ringraziamenti!
 sere9già, la mia intenzione sarebbe di finirla, anche se conoscendomi c'è la possibilità che mi stanchi. Però ce la metterò tutta, promesso! =) E come sempre, grazie mille ^^
cieli_neri: muahahahahaha, sapevo che avrebbe portato scalpore o/ cioè, io ESIGO delle foto così anche con Jude, accidenti ò.ò i personaggi li sto delineando un pò secondo la mia personalità, quindi non garantisco che siano IC, anche se ho notato che tutti loro condividono degli aspetti caratteriali con me, e addirittura ho scoperto che Val è esattamente come lo immaginavo, mentre la scrivevo XD
 Leia_the_Witch : le foto stavano nel profilo di facebook del roleplayer di Harry Lockhart, se non fosse per lui non le avrei mai scoperte nemmeno io .____. comunque si, ci saranno notevoli risvolti nella storia riguardo a Val, ma non anticipo niente xD per quanto riguarda la Jude/Ewan, devo trovarla in mezzo a tutte le scartoffie (nel frattempo sono passati 3 anni di liceo, sai com'è °A°), ma non era niente di che, te l'assicuro O____O
Shadowolf : *come sempre, un GRAZIE speciale*. (eh si, so di che parli. voglio anche vedere la reazione delle altre ._.) Comunque alla fine non mi importa molto. Voglio dire, sono uscita con un buon punteggio, quindi i miei non mi possono accusare più di tanto, dato che i risultati scolastici li ho ottenuti lo stesso. Aaaaahhh, le nostre teorie da "è passata la mezzanotte, i cervelli si trasformano magicamente in officine di sconcezze slash molto random" <3.]

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Capitolo 4
*** 3 - True Friend ***


http://www.youtube.com/watch?v=Cezcz4GpI1E (canzone consigliata per la lettura)


Sheeeee’s electric, she’s in a family full of eccentrics, she’s done things I’ve never expected, and I need more tiiiime”.

E quello si sveglia la mattina con questi schizzi, buttandomi in faccia jeans, calzini e mutande nuove, mettendo a palla sullo stereo qualche band europea che non conosco.

Non parlo di Val.

-Jude, che roba è?- urlo, sebbene si trovi esattamente a tre metri da me.

-And I waaant you to say, do you know what I’m saying? But I neeed more…Cuz I’ll be you and you’ll be me, there’s lots and lots for u sto see, lots and lots for u sto do, IF SHE IS ELECTRIC CAN I BE ELECTRIC TOO?  Sono gli Oasis- mi risponde finalmente, vestendosi.

-E perché dovresti mettermi questa pessima cover band dei Beatles alle sei e mezza di mattina?- gli urlo dietro. Dio, come mi piace farlo incazzare.

Infatti non faccio in tempo a ripararmi che mi è già addosso, brandendo un book con cui mi picchia selvaggiamente fra le mie risate e i miei “ahia!”.

-Non! E’! Roba! Copiata! Dai! Beatles!- urla, ma vedo che sta ridendo anche lui.

Poi mi allungo e abbasso lo stereo, e lui torna a sdraiarsi accanto a me.

-Buongiorno- dice, guardandomi raggiante. A volte mi chiedo perché proprio io. –Come va?

-Ho mal di testa, grazie- borbotto. Ma con lui il tono acido non mi riesce proprio più.

Ghignando, mi bacia e poi dalle mie labbra scende verso il collo e poi sul petto e io ad occhi chiusi so che sto mugolando ma non posso farci niente perché quel maledetto inglese sa perfettamente dove mi piace essere toccato e baciato e cazzo.

 

 

…Ok, tornando alla mia storia, devo delle spiegazioni. Volevo risparmiarvi la parte melodrammatica ma a quanto pare devo spiegare com’è che io e il tipo che odiavo siamo finiti assieme per atteggiarci come due sposini. Sul come sono passato dal mio Val a Jude. Cercherò di non fare pensieri sconnessi, dato che al momento sta scendendo troppo in basso…ok.

La cosa è un bel po’ dolorosa per me, quindi capitemi.

Il fatto è che dopo quella sera in cui avevamo parlato dei suoi dubbi su di noi, Val ha smesso completamente di toccarmi. In qualsiasi modo. Mi baciava, ma non mi abbracciava più da dietro sussurrandomi di rientrare, mi lasciava lì quando facevo l’asociale come sempre. Di sesso, poi, non se n’è proprio più parlato. Deve aver pensato che mi facesse davvero così schifo.

Non è così, l’ho sempre trovato bellissimo, ma immagino che quando sei cresciuto in una famiglia come la sua sia sempre difficile guadagnare autostima. E basta una cazzata a farla tornare sotto i tacchi, come è effettivamente successo.

E poi continuavo a ripensare alle parole di Michelle. Che probabilmente era vero: Val ti lasciava andare per motivi non del tutto chiari, comunque smetteva di vedere il mio punto di vista, improvvisamente cozzavamo come se avessimo sempre avuto dei contrasti fra di noi. Lentamente, vedevo l’amicizia sparire.

Per un po’ ho cercato davvero di fargli capire quanto fosse importante per me, ma lo vedevo allontanarsi sempre di più, e io tendevo la mano ma lui si allontanava ancora, gradualmente. E lo sapeva. E’ stato brutto, anche se non ci sono stati litigi prima della fine. L’unico episodio violento che c’è stato è stato anche il più doloroso della mia vita, probabilmente.

 

There's more to say but I can't take it today

I don't feel what you feel anymore

And I don't see what you see anymore

I don't feel what you feel anymore

Till the end I've been a true friend

 

Quella sera è tornato a casa con lo sguardo freddo e ha gettato a terra la sacca da nuoto. Ha alzato lo sguardo stancamente, fissandomi addolorato. Poi la sua espressione è cambiata di colpo, ed è scattato verso di me coprendo la distanza in  pochi secondi e senza lasciarmi il tempo di reagire.

Non me ne resi conto, ma mi aveva piantato al muro con tutta la sua forza e mi baciava forte, troppo violentemente, con urgenza, disperazione. Persino le sue labbra erano dure. Mi ricordo le sue mani che correvano fra i miei capelli e sul mio viso come se volesse strapparmi via la pelle mentre protestavo, mentre cercavo di allontanarlo, preoccupato. Poi prese aria e io ne approfittai.

-Val, che ti è preso?- ansimai, avendo perso momentaneamente la voce.

Non rispose: mi assalì il collo mordendo e leccando la mia pelle, e cercai di mettere a tacere gli istinti, perché era solo lussuria. O forse qualcosa di più vuoto e angosciante.

Non capivo, non volevo addentrarmi di più nella situazione, volevo che mi spiegasse questo comportamento.

-Val…Val!- urlai, spingendolo via.

Mi lasciò fare ma, ancora, non disse nulla. Infine si avventò di nuovo contro di me, invadendo il mio corpo. E lui era molto più forte di me. Capii che non voleva farmi del male, voleva solo tenermi vicino a suo modo, voleva essere più fisico per annullare quella distanza oceanica che si era creata solo pochi giorni prima, ma così facendo più premeva su di me più ci allontanavamo.

-Rob….- mormorò quando capì che l’assalto era stato inutile.

-Val, cosa fai?- gli chiesi, preoccupato e già triste.

-Avevo ragione…noi, io e te non siamo giusti, ecco. Sono un idiota, si. Uh, io…

Crollò e si sedette a terra nascondendo il viso fra le mani.

Rimasi a fissarlo inebetito qualche istante toccandomi le labbra, poi mi chinai su di lui accarezzandogli la testa, il collo, le spalle.

-Sono quasi tre anni…perché non resistiamo fino all’anniversario?- dissi con una certa dolcezza.

Alzò lo sguardo, e finì tutto in quell’esatto momento.

-Grazie, Rob. Grazie di tutto, davvero, ti sono grato. Grazie- disse a fatica, ma con sincerità, e in quel momento sì, mi sentii una merda.

Io non feci altro che aggrapparmi al suo collo e baciarlo, per dirgli che gli ero più grato io di quanto potesse immaginare. E fu doloroso sentire che qualcosa c’era ancora, ma che lui forse inconsciamente non si permetteva di tirarla fuori. Non con me, non più.

-Io ti ringrazio…e sarà stupido da dire ma beh, è stato bello- gli dissi, e pregai di aver avuto un tono abbastanza sincero.

Sorrise.

-No, non è stupido. Per niente.

-Sono felice di essere stato con te- dissi a fatica, e lo abbracciai.

Ricambiò, e lo vidi ritirare le ancore per lasciare il mio appartamento.

 

Devo ammettere che il lutto durò più del normale. Non riuscivo a decidermi a buttare via le foto, le VHS, i CD, gli album di figurine, i vestiti che me lo ricordavano. Questo lungo ripensare è durato un anno e mezzo, ed ero praticamente diventato una monaca di clausura. Si, perché la mattina dopo esserci lasciati in quel modo assurdo ho ripreso la mia vita esattamente com’era prima. Ho lasciato il lavoro, speso quasi tutti i soldi in affitto, sigarette e soprattutto tanto alcool. Si, lo so, patetico. Ora sono d’accordo, all’epoca vi avrei detto di farvi i cazzi vostri.

Comunque, per farla breve, ho avuto alcune storie, certe inutili ed altre abbastanza importanti, tanto da farmi credere di essere riuscito a dimenticare che ero infelice.


[Eccolo, il punto di svolta :D forse dà l'impressione che sia trattato in maniera un pò sbrigativa, ma Rob vuole dimenticare Val. Inoltre non vedevo l'ora di postarlo, perché la canzone che ho consigliato e citato è scritta e interpretata da Val. Perché lui recita, canta e scrive poesie *innamorata* Postare questo capitolo proprio in questo periodo ha un significato particolare per me, la mia socia lo sa, quindi ecco, non vomitateci sopra, vi prego ç.ç Ah, io e la socia, ora che mi ricordo, abbiamo anche creato dei profili da roleplayers su Facebook, io interpreto Jude e lei Rob, quindi se volete seguire la telenovela anche lì...XD comunque. THANKIES.

cieli_neri : Ohhh! Che culo! XD Bowie mi piace abbastanza, anche se lo conosco davvero poco, però ecco, mi pareva perfetto per suggerire qualcosa del personaggio di Val XD Take On Meeeeee <3 quella canzone è troppo falsettata, la adoro *w* c'è chi si è distrutto l'ugola per cantarla (*coff coff* Brandon Flowers *coff coff* ). John e Richard sono l'unico shipping a cui mi potevo aggrappare per ally, perché io vedo slash ovunque °A° però secondo me ci stanno, sono un pò come house e wilson *O* no worries, Judesie arriva presto u.u ...bang bang! XD Leia_the_Witch: ecco, adesso ho tolto di mezzo Val xD anche se un pò mi spiace, però mi consolo sapendo che non è proprio del tutto finita *si maledice per ogni volta che non può fare a meno di spoilerare* mi fa piacere che ti sia piaciuta la descrizione della loro storia, in un certo senso è stata la cosa che ho preferito fare, inventarmi il loro passato *___* sere9 : lol, sapevo che qualcuno avrebbe colto al volo la citazione xD davvero ti piacciono così tanto come coppia? *_* credo tu sia l'unica a cui piacciono abbastanza da dispiacersi che si mollino ç////ç grazie anche a te, come sempre =)]

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Capitolo 5
*** 5 - Shine ***


Seguono un altro paio di anni di solitudine infruttuosa, poi vinco un concorso. Primo premio: un viaggio a Liverpool. Mmh, bello, mi son detto, ma poi ho pensato che beh, era gratis. Ed era il mio compleanno.
Qualcuno dirà che le cose belle succedono per un concatenarsi di eventi fortunati. Per me, invece, è stata una serie di sfighe.
Primo. L'aereo per Liverpool è a corto di carburante, perciò ci fermiamo a Bilbao. Bellissimo, non so una cazzo di parola di spagnolo, mi annoio da morire e ci mettono tre ore a ripartire, con la loro fantasmagorica efficienza. Risalito sull'aereo, fra una scocciatura e l'altra mi viene da pensare a Val, a come sta e a cosa starà facendo.
Arriviamo a Londra per un cambio e, che cosa meravigliosa!, mi perdono le valigie. Così vedo partire il mio aereo per Liverpool. 
Ma giustamente prima rompo le palle a tutto lo staff dell'aeroporto, chiamo a destra e a manca, dicendo che non ho intenzione di farmi disturbare ancora dalla loro incompetenza, e chiedo a viva voce di rimanere a Londra. Basta rotture di palle, io sono qui per rilassarmi, penso.
Ovviamente mi sistemano in un albergo in centro, dove eravamo già stati io e Val, che figata. Almeno hanno la grazia di non darci la stessa stanza, cazzo.
Sì, è assurdo che fossi così ossessionato da lui, ma ve l'ho detto che noi non eravamo quello che da fuori poteva sembrare! Sto ripetendo sempre le stesse cose, vero?
Mi sistemai, uscii per la prima sera di vacanza. Mentre gironzolavo senza alcuna meta precisa e mi godevo l'assoluto vuoto della zona nord-ovest della città, da qualche parte mi arrivarono le note di Sherry Darling, di Bruce Springsteen. Altro bel ricordo di Val. Entrai nel club, e venni letteralmente sommerso di gente. Poi cominciò Take a Chance On Me degli ABBA, ed uscii di corsa.
Ecco, lì, in quel momento.
A quel punto le cose cominciarono a girare per il verso giusto. Pensate cosa sarebbe stato se a me gli ABBA fossero piaciuti e mi fossi spinto più avanti per prendermi da bere e godermi la canzone.
Fatto sta che nell'esatto momento in cui misi piede fuori, qualcuno mi crollò addosso, al grido di: "Adoro questa canzone!".
-Dio, ma guarda dove...- cominciai, ma mi bloccai a bocca aperta guardando il disgraziato che mi aveva investito. Due cose mi colpirono: a) è bello, bellissimo; b) è quel Jude, quello che avevo incontrato sull'aereo da Venezia. Quello che se la faceva col tipo scozzese. Mi chiedo perché mi ricordo anche il suo nome, mentre lui non si ricorda di me.
-Scusa!- esclamò, preoccupato. Poi si fiondò dentro, ballando come una checca. Ma rimaneva sempre stupendo.
-Tranquillo!- urlai seguendolo (mi pareva giusto fargli sapere che non ero arrabbiato e che il suo gusto per gli ABBA non scalfiva il ricordo che avevo di lui. Perché, ho detto che lo odiavo?). -Comunque sono Robert- dissi, tendendogli la mano.
-Mh, piacere- rispose in tono vago, stringendola.
Poi mi diede un'occhiata sconcertata. E poi un'altra.
Poi capì.
-Oh mio Dio! Tu sei...sì, tu sei il tizio frigido!
Ok. Ammetto che non è stato il migliore degli inizi.
Lo fissai freddamente, e lui mi prese per il braccio.
-E il tuo ragazzo?
...anche questo era meglio dimenticarlo.
-Ci siamo lasciati. Otto anni fa.
E lui mi guarda tutto pietoso.
-Oddio, anche tu allora...
-E il tuo Ewan?- gli chiesi, per stuzzicarlo a mia volta.
-Ah, uno stronzo. Ci siamo lasciati tipo due giorni dopo essere tornati a New York, ma per quanto mi riguarda può anche crepare- sputò, in un eccesso di rabbia.
E pensare che ci sfottevano. Almeno io non penso queste cose di Val.
"I've Got My Mind Set On You" di George Harrison.
-Oddio, oddio, adoro anche questa!- strilla, trascinandomi di nuovo.
-This time I know it's real, the feeling that I feel- mi canta battendo le mani. E io non sono imbarazzato. Rido e canto con lui.
-But it's gonna take money,a whole lotta spending money, it's gotta take plenty of money to do it right, child.
Non capii da dove venisse tutta questa vitalità improvvisa.
Tornai a casa con lui, tanto per berci qualcosa. Non pensai che la cosa in qualche modo fosse affrettata.
In macchina, mise nell'autoradio un cd di Johnny Cash. E guardare le luci fuori, che ti saettano poeticamente davanti, col finestrino aperto e l'aria frizzante della sera che ti toglie il respiro, ascoltando questa musica che ti va dritta al cuore...beh, è uno dei ricordi più nitidi che ho fra i motivi per cui sto bene con lui. Sentirsi vivi, col cuore aperto. Aperto a lui.
Casa sua era accogliente e calda, piena di colori ma a suo modo sobria. Lo osservai e vidi un entusiasmo insolito in tutto quello che faceva. Voglio dire, insolito per me.
E mise un disco in vinile, Abbey Road.
-Ma tu ascolti sempre musica?- chiesi, incredulo.
-Si- rispose, tranquillamente.
-Io suono il pianoforte- dissi, senza sapere bene perché.
-Davvero?!- esclamò, improvvisamente raggiante. -Ce l'ho di sopra, suona qualcosa!
-No, davvero...non sono così bravo- risposi schermendomi.
-Dai, per favore!- mi pregò. Quando poi sporse il labbro come un bambino, mi sentii moralmente obbligato ad accontentarlo.
-Ok, ok...io ti ho avvertito.
Jude sorrise e mi portò in camera sua, dove c'era un vecchio pianoforte color avorio. Identico a quello di John Lennon nel video di Imagine. Era da secoli che non ne toccavo uno, il mio sta attualmente accumulando strati su strati di polvere. Tanto suono sempre il suo.
Comunque.
Passai le dita sui tasti bianchi e neri, mentre lui mi osservava, e sentii la sensazione ormai familiare della musica che mi passava attraverso come un fulmine.
Cominciai lentamente. Poi cantai.

"Smile though your heart is aching. Smile even though it's breaking... When there are clouds in the sky you'll get by if you smile through your fears and sorrows. Smile and maybe tomorrow you'll see the sun come shining through for you."



Non mi rendevo conto né di dov'ero né con chi. In quel momento c'ero solo io e io. E stavo cantando per me stesso. Qualche parte del mio subconscio, o la consapevolezza dello sguardo fiducioso di Jude su di me, mi spinse a continuare. Dolorosamente rividi tutti quegli anni della mia vita buttati letteralmente via ad autocommiserarmi eccessivamente. E poi un'onda di gratitudine verso Jude. Per qualsiasi cosa avesse fatto, e che non sapevo identificare.

"Light up your face with gladness, hide every trace of sadness although a tear may be ever so near that's the time you must keep on tryin' Smile! What's the use of crying? You'll find that life is still worthwhile if you just smile..."

Aprii gli occhi. Non sapevo neanche di averli chiusi. E il viso di Jude si trovava a pochi centimetri dal mio, assorto.
E' come andare al concerto più bello della tua vita. Ti emozioni veramente solo dopo. Cioè, se sei come me. Infatti mi portò al mio hotel dopo un paio di birre, e la mattina dopo sentii che mi mancava qualcosa. Inspiegabilmente, sapevo già dove andare per trovarlo.


[No, nessun hint al sesso in queste due ultime righe, se ve lo stavate chiedendo XD Si, ci ho buttato dentro un pò della mia musica preferita, spero le scelte siano di vostro gradimento *w* E Smile sul finale mi è sembrata così palesemente perfetta da farmi venire i dubbi. Ma vabbè, l'ho lasciata XD Comunque! Siete contente? E' arrivato Judesie-boy e lo amo. Cioè, è così gioioso e pieno di vita, esattamente quello che serve a questo Rob. Perché, effettivamente, i Rob e Jude che stiamo interpretando io e la Socia sono il netto opposto. Vi avevo infatti parlato del fatto che abbiamo cominciato una storia roleplayando su Facebook, e ci abbiamo perso identità, equilibrio emotivo e sanità mentale.
Comunque, se volete seguire la vicenda basta che ci aggiungiate (sempre che abbiate Facebook, LOL) :)
Robert Downey Jr. (Socia) Judesie Law (Io)

THANK YOUs:
Ilaria1993: che rece stupenda. Grazie, davvero *________________* devo averti delusa però, con questo capitolo, perché non avevo intenzione di descrivere la rottura fra Ewan e Jude...spero ti sia piaciuto lo stesso, comunque...per quanto riguarda il rating, i miei piani erano di passare al Rosso solo quando sarebbe stato effettivamente necessario...oh, e grazie mille anche per le altre recensioni *_______* che bellezza, davvero, sono fatte con cura e attenzione, mi lusinga sapere che qualcuno le legge attentamente e ne trae commenti originali *O* Comunque per quanto riguarda Turner, è stato un colpo di quel che si dice "FATTORE C". Ho studiato Turner l'anno scorso e sapevo dei quadri su Venezia, ma non avevo idea che ci fossero i suoi quadri proprio a New York, LOL. Per quanto riguarda Val, lo so, sono assurda. XD perché io mi faccio queste pippe mentali, e spesso ho perso tantissime occasioni per questo motivo, esattamente come lui...come ho già detto, ho messo molto di me in questa fic e in questi personaggi. Lo so, non ha nessun senso, ma l'insicurezza è assolutamente irrazionale e distrugge le cose senza il minimo volere...e poi ODDIO. No, il fatto è che sono una grammar nerd pure io, e...non posso credere di aver fatto un errore del genere *corre a correggere* grazie mille! continua a segnalarmi gli errori, mi raccomando! *______*
 Leia_the_Witch: Grazie mille anche a te :) eh, dovevo tirarla un pò per le lunghe prima dell'arrivo di LUI <3
cieli_neri:ma no, è comprensibilissimo XD la prima parte poi mi è venuta molto più semplice di tutto il resto...scrivere di Rob e Jude ormai mi viene troppo naturale per abbandonarli XD
barbydowney: Ooohhh! Grazie! Mi fa piacere! *saltella* comunque Val...cioè, sta diventando una fissazione seria. Per quanto riguarda l'evoluzione...NO. Non dico niente. Comunque continua a seguire, mi fa piacere avere recensioni =)]

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Capitolo 6
*** 5: Bliss ***


E lì, davanti a casa sua, col cuore in gola, fissando le finestre illuminate, senza sapere perché diavolo dovessi sentirmi così.

Bussai, ed aspettai.

Poi aprì, e me lo trovai davanti, mi colpì di nuovo perché era davvero bello.

-Oh, ciao!- mi disse, sorridendo accogliente.

-Jude, ciao!- risposi, aprendomi a mia volta ad un piccolo sorriso. Era il massimo che potevo fare.

-Entra, entra!

-Grazie.

-Cosa fai qui?

Aha. Bellissima domanda, vero? Non lo sapevo nemmeno io, esattamente.

-Beh…mi andava di venire a trovarti…disturbo?- aggiunsi, preoccupato, maledicendomi già.

-Beh…io dovrei andare a lavoro, fra mezz’ora…

-Oh…

Che imbarazzo. Che cosa stupida. Certo, non sono mica tutti fannulloni come me!

Allargai gli occhi, arrossendo.

-Giusto…che idiota che sono. Uh, allora scusa…

Jude mi guardò sorridendo. Gli piace vedermi impacciato, pensa che sia tenero.

-Non ti preoccupare! E’ bello che mi hai pensato…Senti, se vuoi puoi tornare oggi pomeriggio, verso le…cinque? Se vuoi possiamo andare da qualche parte. Non sparire però!- aggiunse ridendo.

Come diavolo faceva a sapere che se faccio una figura di merda scappo e non mi faccio più vedere?

-Certo che no! Beh…allora a più tardi! Uh, e buon lavoro!

Jude rise ancora, mi salutò e chiuse la porta, ed io tornai in albergo con la coda fra le gambe.

 

Il pomeriggio corsi di nuovo da lui, incapace di aspettare per qualche motivo al di là di me. Come se qualcosa dentro di me urgesse e mi trascinasse verso casa sua.

-Accidenti, hai spaccato il secondo!- esclamò, guardando l’orologio. E di nuovo mi sentii stupido come un ragazzino. Come se fossi uno stalker o qualcosa del genere. Stupido me.

-Uh, beh…comunque sono qui.

-Sono contento- disse. Avevo passato tutto il pomeriggio a rivedermi nella mente quel suo dannato sorriso.

Idiota, idiota, non farti prendere.

La verità è che ormai ci ero già cascato con tutte le patate.

-Dove vuoi andare?

-Boh, dove vuoi tu, un posto carino qui a Londra…

Mi va bene anche qui, a casa tua, è questo il punto.

Mi sorrise. SI!

-Conosco tutti i posti migliori, dimmi cosa vuoi fare!

-Non lo so…

Finimmo a fare shopping.

-Io devo prendermi assolutamente un paio di scarpe!- ululò, prima di gettarsi nelle fauci di una boutique Gucci. Non sapevo avesse i soldi per entrarci e uscirne con due borse piene.

-Scusa, mi sono fatto prendere la mano…

-Non ti preoccupare, ho guardato la partita- dissi, indicando vagamente lo schermo nel bar di fronte, senza puntualizzare che in verità avevo passato tutto il tempo a guardarlo dalla vetrina del negozio.

 

-Sai che mi stavi sulle palle quando ti ho visto su quell’aereo?- gli dissi mentre eravamo seduti a prendere un tè (aveva insistito fino all’isteria, per prendere il fottuto tè alle cinque spaccate). Rise.

-Perché?

-Non lo so. Credo perché continuavi a fissarmi e non capivo cosa volessi.

-Beh, non sembravi particolarmente felice e mi chiedevo perché stessi con quel tizio…

-Val- corressi, istintivamente.

-…Val, e poi beh, sembravi interessante- aspettò qualche istante prima di abbassare lo sguardo sul suo tè e continuare. -Lo sei.

Risi di cuore. Io interessante? Ma quando mai?

-Beh, grazie- dissi. –Comunque che lavoro fai?

-Faccio il modello- rispose in tono umile, per farmi capire che per lui era un lavoro come gli altri e che non si credeva superiore alla massa.

Beh, mestiere perfetto, mi ritrovai a pensare.

-Non mi stupisce- dissi. Mi guardò di sottecchi e rise.

-Beh, non ho avuto una gran carriera, e comunque…

Si interruppe e riprese a sorseggiare il tè.

Mi incuriosì.

-E comunque…?

-Niente- sbottò senza guardarmi.

Sarà qualcosa di suo, pensai. Magari il lavoro va davvero peggio di quanto sembri.

-Comunque non credo ti vada così male, no? Insomma, puoi uscire da Gucci sommerso di roba…

-Sono un modello, posso avere sconti o addirittura roba gratis, se l’ho già indossata in una pubblicità.

-Oh.

Comunque anch’io tornai a casa con un po’ di borse, misi sullo stereo un disco di quelli insignificanti, Buddha Bar, cose così. Avevo la testa piacevolmente vuota.

Per tutta la settimana mi ritrovai davanti a casa sua, per poi andare nei posti più strani (mai quanto i gay-bar di NY, comunque) e conoscerci meglio. Scoprii che Jude era stato adottato e che non aveva mai conosciuto i suoi veri genitori (“ma non mi interessa conoscerli, sto bene così”, balle secondo me), che aveva sempre dovuto lavorare per pagarsi gli studi all’Università  e che, come tanti ragazzi inglesi, era andato via di casa molto presto ed aveva imparato ad arrangiarsi. Sotto il profilo sentimentale, dopo Ewan era stato con un po’ di ragazze, come me, ma presto le aveva lasciate tutte. Sentendogli raccontare queste cose mi venne spontanea una domanda.

-Ma come fai ad essere così felice, allora?

Mi guardò soppesando le parole, come se detenesse un enorme segreto e se stesse valutando se fossi una persona affidabile per conoscerlo e serbarlo.

-Se c’è una cosa che ho imparato è che bisogna credere. E sperare.

In quel momento sentii una gran fame nei suoi confronti. Volevo quello stato mentale. Lo desideravo anche se sapevo che io col mio cinismo prima o poi mi sarei precluso quella possibilità.

-E in cosa credi?

Jude guardò in alto, verso il Sole, e rimase in silenzio, sorridendo. Il suo sorriso rilassato e leggero, gli occhi semi-aperti in trasparenza, i suoi capelli in controluce ed abbagliati dal Sole, mi tolsero il fiato.

Qualsiasi cosa ci sia lassù.

Avrei voluto fermare quel momento per sempre. La pace che sprigionava.

-E quindi ti basta credere?- chiesi. Non avevo il tono scettico.

Tornò lentamente a guardarmi.

-Beh, sarà stupido ma ora come ora ho l’impressione che niente di davvero brutto possa succedere. Che tutte le cose prima o poi avranno un lato positivo, anche le più brutte. Per esempio, se tu domani in aeroporto dovessi incontrare la donna della tua vita, sarebbe grazie a tutte le sfighe di questo viaggio. Io la penso così.

Dalla convinzione con cui lo diceva, quasi mi convinsi. Quasi.

-Quindi parli del destino?

-Beh, se la felicità non c’entra col tuo Destino, allora non so proprio con cosa avrebbe a che fare!- rise. Sembrava padroneggiare con estrema facilità concetti come vita, morte, felicità, dolore, destino.

-Credo che tu la stia facendo più facile di quello che è.

-E tu la fai troppo difficile! Non sto dicendo che la felicità arriva così, da sola: la devi seguire- aggiunse, sdraiandosi sul tavolino del bar per immergersi nella luce. Ancora oggi, non gliel’ho mai detto, mi ricorda un gatto. Un magnifico gatto giallo con gli occhi verdi, pigro e consapevole di essere morbido, tenero, capriccioso e bellissimo.

-Ma allora perché mi trovi interessante? Cioè, io così cinico e pessimista…

Mi guardò con aria divertita.

-C’è di più, non vorrai credere che non me ne sia accorto!

Sembra sempre che la gente veda in me più di quello che vedo io.

-Comunque io credo in quello che vedo- dissi, senza preoccuparmi di suonare banale.

-Beh, mettiamola così. C’è una serie di cose che possiamo pensare, che possiamo vedere con la ragione. Circoscriviamole-, e disegnò un tondo col dito sul tavolo. –Ma ci deve pur essere qualcosa al di fuori di quel limite, no?

Ci pensai su.

Ma non troppo.

Mi ritrovai a ballare e cantare con lui nello stesso club dell’altra volta, su Frankie Valli and the Four Seasons!

-I’m gonna walk like a maaaan, fast as I caaaan, walk like a man from yooouuu~…

Cantava con un falsetto assurdamente orrendo, e mi piegai in due rotolando a terra dal ridere. Credo di non aver mai riso tanto!

Era una benedizione, Jude.

 

 

[Rieccomi! Scusate, ero al mare XD pian piano sto leggendo tutto quello che state postando, e sono veramente orgogliosa di tutte voi *si sente mammina per 10 secondi*. Non ho moltissimo da dire, tranne che questo Jude ha moltissimo di me. Effettivamente non so che visione abbia realmente delle questioni esistenziali, quello che dice qui è quello che molto stringi-stringi penso io, che poi le questioni vadano approfondite è un'altra cosa. Ma in filosofia ho preso solo 6, scusate se dico stronzate ç_ç comunque volevo che Jude fosse palesemente una specie di angelo per Robert. Qualcosa di positivo, di palesemente positivo, un'ancora di salvezza, ecco. Con questo non sto dicendo che io sono un angelo (UAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA.), ma insomma, avete capito ._.

ROLEPLAY: abbiamo deciso di mandare a quel paese il realismo, quindi sarà come una fanfiction in eterno aggiornamento *thrilled*. La cosa sta diventando grave comunque, ormai parlo in inglese pure conversando coi miei .-.

Ringraziamenti!

Ilaria1993: So per certo che Liverpool non è un gran bel posto, fa freddo e non c'è niente. Vabbè, per me sarebbe il paese dei balocchi, da beatlemaniaca, ma vabbè XD Londra è decisamente meglio XD mi spiace di averti fatto aspettare allora, comunque grazie mille, come già detto *_____________*

barbydowney: Si? Chi, precisamente? XD per sapere :)

sere9: grazie, come sempre ^^si, mi spiace per Val ._. ma dopo questo periodo di perdizione ho capito che Jude è quello giusto *in tono serio*.
aXce: tipo, quella canzone mi suona tipo ritornello in testa la mattina, quando mi sveglio. E mi sto a lambiccare per quando la userò, ho troppa paura di non renderle giustizia =( comunque ascoltati anche Here without You, è l'altra loro canzone-droga che io e la mia socia stiamo sviscerando da un pò XD ma i Safetysuit sono parecchio indicati per il pairing, comunque. Grazie!!

Leia_the_Witch: LOL no, ma avete ragione tutte, nemmeno io sono poi convintissima di Val, è stato un periodo di sbandata ._. chi sei su FB?

cieli_neri: awwwwww, grazie!! *_________* sul saltargli addosso, NON MI ESPRIMO. ROTFL

Grazie mille a tutte comunque!! ^__________^ spero vi piaccia anche questo capitolo!]

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Capitolo 7
*** 6: Call Me ***


A ricordarmi che non ero del tutto felice ci pensò il caso, o quell’entita imprecisata in cui crede Jude.

Il fatto è che quella settimana a Londra mi aveva ritemprato e fatto dimenticare i miei vizi, mi ero anche liberato del fumo! In maniera del tutto naturale, mi era semplicemente passata la smania di sentire la nicotina rimbambire piacevolmente il mio cervello. Pazzesco, eh? C’è gente che passa anni e anni a masticare gomme, a provare tutti i rimedi possibili, e a me è bastato così poco…incontrare una persona speciale, a Londra, nell’ultimo posto che mi sarei immaginato.

Comunque finì anche quel periodo, perciò salutai Jude riproponendomi di tornare a Londra a visitare il resto della città con lui, e ripartii.

Tornato a New York decisi di trovarmi un altro lavoro e distrarmi un po’ con quello, oltre a racimolare un po’ di soldi per, sapete, sopravvivere. E fui anche troppo fortunato a trovare un posto da centralinista in un call center. Uno stile di vita orribile: tutto il giorno davanti a un computer con la cornetta bollente perennemente attaccata ai padiglioni auricolari; pause centellinate, la più lunga delle quali era di mezz’ora, per il pranzo; tutti i newyorkesi esauriti che ti rispondono in malo modo in qualsiasi ora, mandandoti in posti sconosciuti e facendoti rivelazioni allucinanti su tua madre. Comunque, ormai ci avevo fatto il callo.

Insomma, stavo facendo l’ennesima chiamata, e non guardai il cognome del cliente che stavo chiamando.

-Pronto?

-Pronto! Sono Rob, chiamo per conto della Prime Enterprises, volevo offrirle…

-Rob?- chiese la voce dall’altro capo.

-Si, Rob. Robert. Dicevo…

-Rob, sei tu?- insistette, con voce incredula.

-Si, lei chi…- chiesi a mia volta, decisamente scocciato.

-Rob, sono Val!

Ci fu qualche secondo di silenzio. Mi immobilizzai lì, piantato con la bocca spalancata, pallido di sorpresa. Guardai l’elenco del telefono, e mi maledissi.

-Oh, ciao Val…- dissi, per niente contento.

-Stai in un call center? Dio santo…non fai più il giornalista?

Sì, scrivevo per una rivista sportiva e sì, sono stato decisamente un coglione a mollare un impiego così.

-Ho mollato quando ci siamo lasciati. Quando mi hai lasciato- mi corressi, solo per amor di verità. Poi mi resi conto di quanto ancora mi faceva male. Val respirò a fondo.

-Mi dispiace, cazzo…

-DOWNEY! Bello, farsi le chiacchieratine con la fidanzatina, eh?- gridò il mio capo. Inutile dire che feci un mezzo infarto.

-Val…ery, senti, ci vediamo e parliamo bene stasera, ok?- proposi, arrossendo imbarazzato. Val ridacchiò e promosse l’idea di darci appuntamento per la sera stessa.

-Mi scusi- dissi, messa giù la cornetta. Farfugliai qualcosa, e lui se ne andò.

Ovviamente, nella fretta, avevo nominato il locale più costoso del distretto, così da prosciugare parte dei risparmi che avevo tenuto per tornare, un giorno più recente, a Londra.

 

Comunque, mi ritrovai davanti al ristorante, illuminato di decine di colori diversi, molto chic e contemporaneamente pieno di gente vestita in modo molto casual, alla “mi sono buttato a pesce nell’armadio aggrappandomi ai capi che ora mi ritrovo addosso”. Mi sedetti al mio tavolo e cominciai a lavorare nella testa la possibile conversazione. Imperativi: rimanere sul vago, non parlare del passato, non dirgli di Jude ma nemmeno dargli segni positivi di interessamento particolare. Sii freddo e distaccato, dissi.

Passai mezz’ora a torturare il tovagliolo, poi sentii una mano più grande del normale sulla spalla. Mi girai, e per qualche secondo pensai fosse qualcuno che si era sbagliato. No.

Capitemi. Stupidamente pensavo di ritrovarmelo davanti nella sua “versione” del passato, quand’era acerbo, magro e asciutto; non che fosse obeso, ma in quel momento lo shock di trovarlo così cambiato mi fece rimanere a bocca aperta più di quanto avrei dovuto, facendolo sentire in imbarazzo. Ma comunque lo riconoscevo e sapevo che non era cambiato di una virgola, nell’essenziale. Era sempre lui, inconfondibilmente lui.

-E’ bello rivederti- disse, con un sorriso palesemente forzato (palesemente per me, ovviamente).

-Anche per me- risposi, e lo invitai a sedersi, cercando di metterlo a suo agio.

Il fatto è che finii per fare l’esatto contrario di quello che mi ero riproposto. Alla domanda: “Allora, come va?” gli raccontai di tutto il mio periodo buio, anche se sapevo fin troppo bene cosa gli stavo facendo, perché sapevo che piuttosto di farmi soffrire avrebbe preferito farsi frustare con il filo spinato. Ma allora perché lo stavo facendo? Nella mia meschinità forse pensavo che in qualche modo se lo meritava? Non lo so.

-Mi dispiace- mormorò guardandosi le mani. –Ma lo sai che non potevo andare avanti così.

-E sei stato più felice, dopo?- infierii, quasi senza controllarmi. Ma che cazzo mi era preso? Mi fissò, e potevo sentire dentro lo stesso moto di sensi di colpa, vertigine e attrazione che violentavano anche il mio cervello.

-No- rispose infine.

-No, appunto. Nemmeno io- dissi sottovoce, ma abbastanza forte da farmi sentire più che bene.

SONO UNO STRONZO”. Dovrei tatuarmi questa scritta in fronte, in modo che le persone buone e sensibili possano evitare di instaurare rapporti umani con me.

-Avevo paura, Rob- ringhiò biasimando più sé stesso che me.

-Lo so.

-Capisci? Avevo paura che un giorno fossi arrivato con qualche cazzo di puttanella dicendomi che cercavi altro, che non ero abbastanza per te, che…insomma, ho voluto finirla per primo, prima che lo facessi tu. E lo so che questa cosa grida “egoismo”, ma non posso farci niente. E penso tu sappia che ho sofferto.

A ripensarci ora, dal mio punto di vista non è stato né un coglione né particolarmente egoista. Per me, è un atteggiamento perfettamente logico, perché agirei nello stesso modo.

-Lo so- ripetei. –Comunque non va così male, alla fine. Ho conosciuto qualcuno.

-Davvero?- esclamò, illuminandosi.

Ecco, questa è la cosa che mi ha stupito davvero. Mentre gli raccontavo di Jude era partecipe, sembrava davvero felice che avessi passato del buon tempo assieme ad una brava persona. Beh, lì capii che forse era cambiato radicalmente, almeno in certi punti del suo carattere. Otto anni prima non avrebbe esitato a boicottare qualsiasi relazione vagamente pericolosa per noi due. Cosa che, per inciso, io farei ancora oggi.

Gli mostrai una foto di Jude, e lui sorrise inarcando le sopracciglia. (Ci mancava solo il fischio di approvazione).

-Però!

Inaspettatamente, mi irritai.

-Già- risposi, secco, e misi in tasca la foto.

Il resto della serata scivolò via velocemente e sempre più piacevolmente, mentre ordinavo un bicchiere di alcool dietro l’altro (lui no, lui doveva guidare. Perché è sempre stato molto attento a ciò che è illegale). Non mi resi conto che eravamo tornati alle nostre vecchie abitudini, agli scambi di battute rapidi e fulminanti come una partita a ping-pong, ai sorrisi in codice che volevano dire tantissime cose, ma che conoscevamo solo noi. Dicono che quando i quattro Beatles si ritrovavano in una stanza insieme, anche diversi anni dopo lo scioglimento, scattava di nuovo l’alchimia, qualcosa di strano e misterioso che due o tre di loro da soli non creavano. E non se ne rendevano neanche conto.

Ecco, immagino che per me e Val fosse così.

 

[Vedo che la frase lasciata in sospeso da Jude ha incuriosito un pò tutte, eh? XD non preoccupatevi, prima o poi in un dialogo fra di loro tirerò fuori di nuovo la questione e farò rispondere a Jude. Se mi ricordo ._. No, perché la fic è ancora in alto mare, e credo che dal prossimo capitolo in poi ci vorrà un pò di più ad aggiornare, dato che devo scrivere ancora un pò di capitoli...intanto spero vi sia piaciuto questo! Call Me è dei Shinedown, non quella dei Blondie XD

Thankgivings!

Ilaria1993: eh, invece Rob parte ._. non è tragico come nel roleplay XD ho appena accennato alla cosa, perché comunque Rob a questo punto non è ancora legato davvero a Jude, quindi andarsene da Londra è relativamente triste...comunque ho letto tutte le recensioni che mi hai lasciato, e sono veramente lusingata <3 su Indio direi che il suo è l'atteggiamento tipicamente adolescenziale. Quando dici cose che non vuoi dire ai tuoi genitori perché sai che ti vorranno sempre e comunque bene...e se poi sei dipendente da qualcosa (o cominci ad esserlo) e qualcuno cerca di levartela, diventi ancora più aggressivo. quindi direi che nell'ottica non si tratta di cattiveria...ammetto che anch'io facevo così .-.

aXce: ahuauhauahuhauh XDDD davvero? Coincidenze...LOL si, Rob è cotto, ma ancora non lo vuole ammettere con se stesso (come sappiamo, è parecchio testardo XD)

barbydowney: aaaaaah! Capito! anche a me piacciono le tue fic comunque :)ma ci hai lasciate orfane di men like them, non si faaaaa °AAA°

cieli_neri : Mi sono dimenticata di precisare che l'argomentazione del cerchio e di tutto quello che sta fuori dalla comprensione è una tesi di Wittgenstein sulla logica XD si, stavo ripassando per gli esami, si vede? XDDD

sere9: Bliss è la mia canzone preferita in assoluto dei Muse. Guadagni molti punti. Credo comunque che Jude si rivelerà un pò come quello del roleplay, che è sempre stata la mia idea di Jude XD ovvero un pervertito con momenti di assoluta melensità (si dice melensità? melenseria? °A° vabbè, hai capito XD).

Leia_the_Witch: ohhhhh ho capito! XD Comunque si, vedo che tutte avete capito cos'ho intenzione di fare coi personaggi LOL ]

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Capitolo 8
*** 7: Song to Say Goodbye ***


Non mi stupisco quindi di come sia finita la serata. Nei miei piani doveva portarmi a casa, salutarmi e sparire per sempre. Ma dopo tutto quel vino non ero in grado di distinguere il confine fra ciò che era lecito e ciò che dovevo impormi di evitare a tutti i costi. Ma il fatto che fossi ubriaco non giustifica né nasconde la verità. Perché lo so che una parte di me voleva che accadesse, e penso che finora si sia capito, e che fosse prevedibile.

Da quello che mi ricordo (e da quello che Val mi ha raccontato dopo), arrivammo davanti a casa mia, e lui mi fissò con rimpianto e desiderio (e sapevo esattamente a quale minima variazione della sua espressione appartenevano l’uno e l’altro). Sul momento, fu l’istinto ad agire. Mi avvicinai a lui, lentamente, ponderando la reazione. Per tutta la serata si era comportato in modo tutto sommato neutro: niente doppi sensi, tocchi equivoci, toni di voce ambigui. Invece in quel momento mi guardò inondandomi di tutta quella maledetta voglia che aveva accumulato, gli occhi liquidi e velati.

-Rob…

Il suo debole ammonimento si perse sulle mie labbra. Ricordo tutto: il suo sapore mischiato al mio alcool, le lingue che tornavano a scivolare l’una sull’altra. E quelle sue labbra. A volte ci fantastico ancora su, perché Dio, sono fantastiche.

In breve, lo aggredii, lo afferrai e lo portai dentro. Fece appena in tempo ad esprimere generiche osservazioni (disapprovanti) sullo stato del mio salotto, che già gli aggredivo le labbra.

E per farla ancora più breve, abbiamo scopato davvero, sì. La cosa che mi ricordo meglio è stata quando mi ha sussurrato all’orecchio tutto quello che mi voleva fare. Cose che, ovviamente, non riporterò. Ma posso dire, senza ombra di dubbio, che quelli furono i secondi più eccitanti e lussuriosi di tutta la mia vita.

E quella sera mi resi conto del perché mi mancava tanto. Perché lui, più di chiunque altro, mi dava tutto, senza pretendere necessariamente qualcosa in cambio. Non saprei spiegarlo…ma so che ancora oggi saprebbe dare la vita per me. Posso dirlo con una certa sicurezza. Una volta chiederò a Jude se lui sia disposto a fare lo stesso.

Poi, tornammo a dormire abbracciati, come una volta.

 

-Ciao- mi disse atono, quando mi svegliai. Si stava vestendo, senza guardarmi nemmeno.

-Mmh…ciao- risposi, stropicciandomi allegramente gli occhi. Incredibile, non avevo ancora intuito niente.

-Tutto bene?- chiese frettolosamente, sistemandosi il colletto.

-Sì…cioè, tranne il mal di testa…

Tranne che non mi stai considerando…

-Passerà, è solo la sbornia. La mia domanda era un’altra.

E mi fissò, con una certa rabbia nelle pupille.

E io fissai lui, interrogativo.

-Sai, emotivamente- precisò.

-Io…beh, sì- risposi, sorpreso.

-Perfetto. Ti invidio, sai?- ghignò sarcastico, e poi tornò serio. –Addio.

Non potevo lasciarlo andare così. Non senza spiegazioni.

Prima che riuscisse ad uscire, lo afferrai per il braccio. Ovviamente per un attimo ebbi paura che si girasse e mi tirasse un ceffone.

Si girò e fece di peggio. Mi fulminò con lo sguardo.

-Cosa?- abbaiò.

Rimasi a fissarlo, esterrefatto. Insomma, non capivo perché dalla mattina alla sera passasse dalla totale beatitudine a questa rabbia.

-Che ti prende?- domandai ansioso, afferrandolo per le spalle. –Che ti ho fatto?

Chiuse gli occhi, ripetendosi di portare pazienza.

-Te lo devo proprio spiegare, eh?- sibilò, passandosi una mano sulla fronte. –Hai sempre saputo che non so resisterti. Non l’ho mai saputo fare.

Lo guardai alzando un sopracciglio.

-Si…?

-Bene, secondo passettino, Rob, ce la puoi fare- ghignò sarcasticamente. –e sai che da quanto? Otto anni? Ecco, da otto cazzo di merdosissimi anni cercavo di dimenticarti- continua, nascondendo dietro una calma posticcia un dolore che non credevo di avergli provocato.

-Anch’io ho sofferto, V-

-…E la prima cosa che fai appena ci vediamo è saltarmi addosso!- urla, finalmente, lasciandomi basito, gli occhi spalancati di incredulità.

-Cosa?

-E sai, è stato stupendo, certo, ma stamattina mi sono svegliato, e cos’ho capito?

Lo fissavo ormai senza parole. Da quando era diventato questa serpe vendicativa…?

-…ho capito che mi hai solo usato, Rob.

No, questo non lo potevo sentire.

-Usato? Ma senti quello che stai dicendo? Come ti salta in mente che io potrei usare qualcuno?

Si mise a ridere sarcastico.

-Eccolo. Dopo avermi mollato---

-Che cazzo stai dicendo?! Tu mi hai mollato!- lo interruppi.

-…Dopo che ci siamo lasciati…- occhiata inferocita, e comincia con un certo tono sarcastico. -…il nostro Rob se ne va a Londra a trovarsi un bel ragazzino, uno carino e giovane, poi deve tornare qui e siccome al caro Rob mancava il suddetto ragazzino, ha pensato di scoparsi il suo ex! Un buco certo, vero? Sapevi che non ti avrei detto di no, e siccome evidentemente il piccolo Robert si è risvegliato hai pensato di saltarmi in braccio, giusto?

Rimasi a bocca aperta. Mi sbagliavo: non era cambiato per niente. Poi il mio corpo reagì da solo. Gli mollai un pugno dritto in faccia, mandandolo di sorpresa contro lo stipite della porta. Mi fissò sconvolto e ancora più arrabbiato. Sentii la voce sgretolarsi mentre rispondevo, ma andava fatto.

-Un buco? Un buco? Dove può arrivare il tuo egoismo, Val? Pensi che per me sia sempre stato solo questo? Devo ricordarti chi mi ha fatto capire cosa sono? Pensi che avrei sprecato tre anni della mia vita?

Mi guardava un po’ spaventato, ma resse lo sguardo.

-E non ci siamo lasciati. Cazzo, tu te ne sei andato! Tu mi hai lasciato lì come un sacco della spazzatura! Tu ti sei fatto prendere da paure completamente assurde danneggiando me!

Ansimavo. Abbassai il tono della voce e diressi lo sguardo altrove, perché stavo tirando fuori tutto. Dolore represso per mesi, anni.

-Mi hai distrutto, Val. E vuoi sapere una cosa? Per almeno due mesi ho fatto fatica a dormire nel mio letto. Girare per casa. Mangiare. Perché non riuscivo a liberarmi del tuo odore, della tua…presenza dentro casa. Ed è per questo che passavo così tanto tempo al pub, fuori, a casa di qualcun altro. Sei nocivo, Val, sei veleno.

Lo guardai negli occhi.

-…e quello che è successo ieri non l’ho pianificato. Tu mi hai invitato a cena, io sono venuto. E poi è successo, ma non…cioè, lo volevo e lo volevi anche tu, ma sicuramente non avevo intenzione di ferirti.

E poi me lo dovetti lasciar sfuggire.

-…CAZZO!

Rimasi finalmente in silenzio, trattenendo delle lacrime che non volevo versare davanti a lui, e non lo guardai negli occhi mentre mi fissava e lentamente se ne andava. Mentre spariva di nuovo dalla mia vita.

 

[Rieccomi! Scusate, ero fuori casa, però ho seguito tutte le vostre fic *O* se riesco vengo a recensirle tutte! Comunque ecco, con Val è finita. Devo dire che mi sono trovata a disagio al pensiero di dover descrivere un amplesso, quindi ho preferito sorvolare...vediamo se combino qualcosa con Jude *fischietta*. Spero vi sia piaciuto...

Thankgivings:

Ilaria: Tranquilla, come vedi non c'è pericolo XD

Sere: ...delusa? .___.

Barbara: Che dici? Bene o male, adesso? XD

Leia: Diciamo che le pare mentali di Val riflettono molto il mio modo di affrontare le cose, so che è sbagliato ma perdo delle occasioni perché penso di essere inadeguata o non all'altezza, quindi non posso dire che il personaggio ha torto, capisci? E' solo triste che si sia lasciato sfuggire Robert, ecco .-. Aaaaaah grazie!! *O* io mi diverto un mondo a ruolare, anche se forse siamo un pò troppo melense XD Grazie ancora *u*

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Capitolo 9
*** 8: Feeling Good ***


In altri due mesi, ebbene, avevo ripreso finalmente una vita normale. La mattina mi alzavo alle sei, facevo colazione in modo più o meno sano – potete negarmi qualsiasi cosa, ma se non comincio la giornata con qualcosa uscito da Starbucks per me è un giorno sprecato – e prendevo la metropolitana. Mi piace. Mi piace la sensazione di percorrere la città in un lampo. E poi quel buio mi conforta. Mi è sempre piaciuto il buio, da piccolo non ne avevo paura come tanti altri bambini. Sapevo che non poteva succedermi niente di male, e passavo le serate seduto sul mio letto ad immaginare storie, dove mi spogliavo di questa meschinità e diventavo un supereroe. Che bello, e che triste. A volte vorrei tornare bambino solo per essere completamente puro. Per potermi comportare da egoista e non essere biasimato, per ottenere amore automatico da chiunque, per non dover amare nessuno. No, non sono affetto da sindrome di Peter Pan, ma ho semplicemente nostalgia. Me la posso permettere alla mia età, no?

Comunque, sceso dalla metropolitana,  andavo a lavoro. Sì, al call center. Mi ero profuso in scuse col mio capo, ed ero tornato a chiamare cittadini stressati di New York, tornando ai cari vecchi “Vaffanculo, razza di succhia soldi, non mi interessa”. Nel migliore dei casi.

Comunque, dopo un po’ avevo dimenticato tutto, più o meno. Certo, ero di nuovo infelice, ma non era un gran cambiamento per me. Era la mia situazione-base nella vita.

Un giorno, arrivò un messaggio al mio cellulare.

 

“Ciao! Scusa, ti ho cercato su Google e ho trovato il tuo numero di cellulare. Come stai? Pensi di tornare a Londra? Jude.”

 

Bruttissima faccenda. Avevo dimenticato anche le persone. Stavo da solo per mesi, e mi illudevo di stare bene. Stupido me.

Però, appena tornato a casa, decisi di fare lo stesso. Perché no? Anche se è un po’ da stalker. Cercai “Jude Law”, e subito comparve il sito dell’agenzia. Cercai la sua cartella, e devo dire che rimasi a bocca aperta. C’erano tutti gli scatti, il book e le pubblicità. Ed era bellissimo, fin dalle prime foto. Cioè, sapevo che era bellissimo, ma a vederlo così, in posa…

 

Si guardò intorno. Le foto vecchie della sua famiglia che occhieggiavano ingrigite, sussurrando: “Roooooooob, sei sooooolooooo~”. Le sue tende viola (della mamma di Val), le macchinine dell’infanzia (Val aveva detto che erano “così cariiiine!”) sparse fra i soprammobili come se giocassero a nascondino, tutti i vestiti buttati in giro per casa (Val: “fai un po’ d’ordine ogni tanto!”, roteando gli occhi), il divano dove lui e Val scaricavano i corpi inermi dei loro amici ubriachi.

Provò un moto di disgusto. Davvero, doveva andarsene, almeno per un po’.

Cancellò dal portatile tutte le mail che evocavano ricordi troppo belli o eccessivamente brutti, e prenotò un volo per il giorno dopo, per una volta senza programmare il ritorno o l’alloggio. Comprò il biglietto con la carta di credito, e sullo schermo comparve il messaggio di prenotazione avvenuta.

Destinazione: Londra.

Almeno lì c’era l’unico amico al di fuori del giro di Val – e loro sicuramente lo odiavano, ovviamente – o da New York. E lui aveva bisogno di cambiare aria, decisamente.

Non ricordava che il viaggio fosse così lungo, effettivamente. Dopo sei ore cominciò a ripensare sulla sua intenzione di partire. Ma perché? Perché prendere ed andarsene in un altro posto così, senza nemmeno avvertire? Aveva a malapena accennato la questione al suo capo, che l’aveva lasciato andare solo a condizione che “queste siano le tue uniche vacanze, Downey”. Fece una smorfia e tornò a leggere il suo quotidiano, per l’ennesima volta.

Sceso ad Heathrow, sorrise spontaneamente al senso di pulizia, ordine e…casa che sentiva. Pulizia, ordine e casa. Perché la cosa suonava buffa? Perché casa sua era un porcile, e Jude era molto pulito, o per lo meno dava un senso di candore. Primo pensiero esplicito a Jude.

Uscì dall’aeroporto, fumando una sigaretta e fissando le vetrine dei negozi cercando inconsciamente la scritta “Gucci”, per poi sorridere appena vedendola. E due.

Passando davanti ad un bar del centro sentì vagamente qualche nota di Take On Me, e questa volta ebbe persino un tuffo al cuore. Colpito ed affondato.

-Ciaaaaaaaaaaao Roooooob!- strillò Jude, appena lo adocchiò dal fondo di un locale. Robert si guardò attorno arrossendo a tutti i clienti che si erano girati verso di lui, sghignazzando. Impostò un sorriso imbarazzato e salutò con la mano.

-Ehi!- aggiunse, più sobriamente, avvicinandosi.

Jude teneva in mano un calice di champagne. Robert fu colpito dalla grazia che ispirava naturalmente con un solo gesto, peraltro passivo. Come fosse sempre in posa; come una ballerina che mantiene la postura anche fuori dalla scuola di ballo. Dio, quanto sembrava una statua. Era davvero stupendo.

Quante volte l’aveva pensato?

Troppe. Troppe per non pensare seriamente che il suo istinto omosessuale si fosse assopito. Per un attimo si spaventò.

No, no, no, non di nuovo tutto questo, non mi posso prendere una cotta, non ora, non me la sento di ferire di nuovo qualcuno, di farmi ferire, no, no, Rob, trattieniti.

Appena Jude lo abbracciò stretto – tenendo in perfetto equilibrio il bicchiere – ricambiò l’abbraccio, sentendosi per un momento confortato.

-Che ci fai qui?- chiese l’inglese, illuminato da un sorriso felice.

Rimase imbambolato qualche istante a guardarlo, poi abbassò leggermente lo sguardo per riacquistare le facoltà espressive proprie di un essere intelligente.

Ottima domanda. Essere impulsivi ti lascia sempre a corto di motivazioni. Si strinse nelle spalle.

-Mi andava di tornare.

Ah-ha. Si, mi andava di tornare. Il fatto è che solo tu potevi farmi dimenticare che sono un tipo abbastanza triste e depresso. E avevo bisogno di un po’ di luce. In quel momento, sì. Non importano Londra, New York o Pechino.

Andammo in un pub. E in un altro. In una discoteca.

Mi accorsi che non avevo un posto dove dormire. Sì, sono un imbecille.

-Jude...- pigolai, sperduto, all'ennesima birra.

-Sì?- chiese lui cortesemente, fulminandomi di nuovo con quel sorriso. Cazzo, smettila, sono ubriaco e non voglio baciarti.

-In realtà non ho prenotato in nessun hotel...- continuai, abbassando lo sguardo.

Il suo sorriso si espanse. Non si limitava più ad incurvare le sue labbra e a creare piccole rughe attorno alla sua bocca. Salì verso l'alto, fino agli occhi, che diventarono liquidi e dolci. Dio santo, dovevo smettere di guardarlo in quel modo.

-Non ti preoccupare, ho una stanza degli ospiti. La usava...- si interruppe.

Cominciavo ad odiare questo suo vizio di non finire le frasi, ma intuii comunque. Ewan. Il mio stomaco brontolò, acidità.

Annuii, non volevo che ricordasse. -Allora è tutto okay- risposi, sorridendo.

Rimase qualche istante a fissarmi, inclinando la testa, poi mise una mano sulla mia schiena, né troppo in alto da essere informale né troppo in basso da farmi pensare che ci stesse provando. Oh, se fosse scivolata un pò più giù...Mi spinse a giocare a bowling. Una frana. Neanche uno strike: non ci avevo mai giocato prima e potete non credermi, con comodo.

Comunque finimmo a casa sua verso le due, in una zona abbastanza tranquilla della Capitale, e per un momento non lo sentii parlare. Si godeva un pò di solitudine - escludendo me. Mi sorrise aprendo la porta e mi guardò benevolmente. Non come fossi un pasticcino, non amichevolmente. Era affettuoso, già mi voleva bene.

Sentii il cuore alleggerirsi per un momento. Poche volte ero stato guardato così.

Mi istruì su dove si trovassero la mia stanza ed il bagno, e siccome ero stanco (e non volevo passare un attimo di più a reprimere slanci affettivi inappropriati) gli dissi che andavo a letto subito. Lui disse che invece rimaneva un pò sveglio, a chattare. Annuii, e lui mi lasciò un bacio leggero sulla guancia. Il mio cuore accellerò qualche secondo e pregai il Cielo di non essere arrossito...

-Buonanotte.

Sorrisi anch'io, vedendomi riflesso nel suo viso.

-'Notte, Jude.

Caddi nel sonno poco dopo, e per una notte non pensai: "Buonanotte, Val".


 

[Questo capitolo è orribile, me lo dico da sola. E' completamente idiota, mi rendo conto che è inconcludente e per giunta è stato un parto tirarlo fuori da qualche parte. Mi sa anche che dovrete sorbirvene almeno un altro così, o forse due (quando li posterò)...però dai, è riapparso Jude! Contente? :D

Thanks to everyone who reads, favourites and follows.

And to those who follow us on our Jude and Robert FB accounts.

Risposte:

Ilaria: no no, niente depressione. Per ora. *si punisce perché continua a spoilerare* Comunque ancora una volta spezzo una lancia a favore di Val, ma forse perché mi ci riconosco troppo...

Barbara: ROTFL immaginavo, sì XD

Socia: Si, ricorda proprio qualcuno. Di sicuro non Jude che ti piange in faccia ogni 5 minuti senza pudore, nono. TI ADORO, lo sai, vero?

Sere: Si, è proprio finita. E fra un pò diciamo che... *si tappa la bocca* lasciamo perdere .-.

Leia: Esattamente. anch'io amo molto i momenti drammatici (se segui il roleplay forse s'è notato), quindi siamo d'accordo XD Grazie comunque! :)

Mamma: Non ti preoccupare XD Anch'io ho odiato rendere Val così infantile, dato che nella realtà non lo è, ma dovevo farli finire del tutto in qualche modo...poi sono due bambini. Cioè, in questa fic un pò tutti sono dei bambini, sisi. si sporcano con la marmellata e poi si fanno pure sgammare *ai posteri l'interpretazione di questa frase*. diciamo che è una fic su 4, però Ewan ha avuto davvero pochissimo spazio, sto pensando ad un modo per inserircelo...comunque ti tengo aggiornata :)

è tutto molto umano *_____________________________* !!!

grazie anche a te tesò!! <3]

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Capitolo 10
*** 9: Got to Get You Into My Life ***


Fu il profumo del caffè a svegliarmi, ed un canticchiare lontano che sembrava venisse dal passato. Tutto il mio corpo era piacevolmente intorpidito, ed aprii pigramente gli occhi stiracchiandomi come un gatto e sbattendo le ciglia.

-Buongiorno!- esclamò lui, affacciandosi dalla cucina e masticando qualcosa.

Sorrisi.

-Ciao…

-Ho fatto i pancakes, vieni a dirmi come sono venuti!- disse, cominciando a blaterare. –Io non so bene come vanno fatti, però pensando che ho un ospite americano mi sono detto: “Ehi, magari gli faccio qualcosa di familiare”, no? Ricordavo che avevo la ricetta da qualche parte, l’ho trovata e ci ho provato…solo, non ho lo sciroppo d’acero, però se sono buone non dovrebbero servire, no? Altrimenti…beh, non vale nemmeno la pena mettercelo, no? La cosa buffa è che-

-Sono ottimi, Jude- lo interruppi, prima che gli venissero seri complessi, finendo di mangiarne una.

Rimase a bocca aperta e poi sorrise.

Dio, voglio passare il resto della vita a vedere un sorriso del genere.

…No, non l’ho pensato. Non ha neanche senso.

Non che mi faccia molti complessi sulla mia sessualità, ormai è un fatto assodato che sono gay come una canzone dei Bee Gees, ma mi conosco. Un uomo solare come lui sarebbe diventato la rappresentazione fisica del crepuscolo, e non volevo che succedesse. Non avrei potuto nemmeno gestire una relazione con lui, con tutta questa distanza fra noi.

No, Rob, cancellalo.

Facemmo colazione, chiacchierando piacevolmente, lo vidi sorridere davvero spesso. E tutta la sua educazione mi sembrava un valore aggiunto non trascurabile, ma in fondo eravamo nel paese delle buone maniere. Eppure lui sembrava aver eliminato la freddezza che tutti sembrano attribuire all’ Albione. E’ praticamente la Perfezione fatta uomo, che cazzo ci fa con una testa di rapa come me? Al momento mi immaginai di prenderlo di peso e portarlo da mia madre, lei l’avrebbe adorato.

 

Perché nessuno mi ferma? Gli sto raccontando di Val.

Perché lo sto facendo? Sembra lo stia già odiando. No, no! Non voglio che pensi quello che sta pensando. Non voglio che qualcuno pensi soltanto di trattarlo male!

-E’ un idiota- concluse al posto mio.

-No…- mormoro, guardando in basso al mio caffè.

-Lo è. Non poteva pretendere che tu agissi secondo perfetta razionalità. E’ stato lui ad invitarti. Avrebbe potuto mandarti affanculo una volta per tutte al telefono invece di fingere che fosse tutto passato e amici come prima.

Non mi piaceva questo tono duro. Ma poi pensai che mi stava difendendo. Lui mi stava confortando. Assieme alla rabbia, sentii salire anche un senso di piacere che non provavo da tantissimo. Avevo qualcuno dalla mia parte, finalmente, dopo le chiamate di Barbara, Michelle, John e Richard che mi dicevano di andare ad infilarmi oggetti tubolari in luoghi svariati che è meglio non precisare, ma il messaggio è chiaro anche così. Non che mi sia mai davvero interessato di cosa pensassero loro, preciso ancora una volta che mi prendo cura di pochissime persone e solo loro possono ferirmi davvero. Solo che l’ultima volta è successo con la persona sbagliata. Forse è per il fatto che mi sono scottato che non volevo dare a Jude impressioni sbagliate, non tanto perché non volevo ferire lui; evidentemente ero davvero uno stronzo egoista.

-…E se fossi stato al posto suo l’avrei fatto. Ricoprirti di insulti e sbatterti il telefono in faccia- aggiunse, tranquillamente.

Wow.

-Mh…

-Oh, sì, posso essere molto più stronzo di qualsiasi Val o Robert del mondo- concluse, guardandomi di sottecchi. AVVERTIMENTO.

-Per esempio…?- pigolai. Quest’ultima uscita mi aveva spaventato. abbastanza.

-Per esempio, quando ho mollato Ewan- comincia, sottolineando il nome con un’occhiata al pavimento, come se mi nascondesse qualcosa. -…gli ho rigato la macchina e bucato le ruote. E ho bruciato i suoi francobolli e la cornamusa. Ci teneva molto, sai.

Oddio. E a me cosa potrà fare? Evito di spalancare gli occhi di sorpresa e do un altro morso al mio pancake, annuendo.

Nota bene: Mai fare incazzare Jude.

Il primo pomeriggio eravamo già fuori con una decina di persone, a giocare al Laser Game un po’ fuori dal centro. Bellissimo gioco, scoprii, assolutamente diverso dal giocare ai game di guerra con la Playstation. Qui mi sentivo un cacciatore. E devo dire che ero piuttosto bravo, colpii quasi tutti almeno una volta, tranne lui ovviamente. A due minuti dalla fine sentii la sua voce dietro di me.

-Fermo!- intimò, suonando assolutamente serio.

Alzai le mani, sorridendo, ma assunsi un’espressione imbarazzata appena sentii il suo fiato sul collo.

-Sei mio- mormorò, puntandomi il fucile laser all’obiettivo dietro la schiena.

No no no no no, tu lì sotto, stai buono!

-Oh, risparmiami, ti prego!- finsi di implorare, sorridendo appena.

Sentii le sue labbra sulla mia guancia, appena dietro l’orecchio, e rabbrividii. Dio, un altro. Solo uno, per favore!

Sentii il grilletto scattare, e mi gettai a terra con un gemito, come se mi avesse sparato per davvero, rotolandomi un po’ per terra. Lo sentii ridere, e capii cosa prova un cagnolino quando lo si accarezza. Volevo avere una coda per scodinzolare!

…Ma cazzo, che mi è preso?, pensai, rialzandomi e ridendo a mia volta.

-Dobbiamo venirci ancora!- esclamò una delle sue amiche ansimando tutta sudata ma contenta.

Jude guardò me. –Quando vuoi.

Agitai una mano.

–Sì, si può fare…non è male- risposi.

Non era male, no. E poi se faceva sempre scherzetti del genere…

Devo assumere un diavoletto e un angioletto da mettere sulle spalle.



[Altro capitoletto tutto fluff RDJude! Oggi ho avuto l'illuminazione semi-divina e ho scritto un sacco LOL almeno per i miei ultimi standard. E mi sa che mi avete influenzata con certi modi di pensare di Rob u.u

Ringraziamenti:

Barbara: dici? A me non convince per niente, l'ho praticamente scritto come riempitivo, non mi piace...

Ilaria: Si, dimmelo: "Manu, sei stronza", lo so LOL comunque direi che il numero l'ha trovato con uno di quei programmi orrendi che vedi nei film americani, che NON ESISTONO e ti danno TUTTE le informazioni che cerchi LOL e infine si, ti illudi abbastanza *patpat* per ora...

Sere: XD tranquilla!

Socia: Mhm, si, lo so, sto modellando tutti i personaggi sul RP u.u ah, ti odio. Hai fatto foto a Ben? ò.ò e se riesci anche una a Quentin... *puppy eyes*

Leia: Grazie mille, come sempre!! :) Si, zio Google era la via più semplice. E grazie ancora, siccome credo che quel capitolo sia davvero PESSIMO è già qualcosa che abbia trasmesso un minimo stato d'animo...]

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Capitolo 11
*** 10: Twenty Years ***


Dopo un po’, gli chiesi se non dovesse andare a lavoro, mentre eravamo di nuovo soli ad un bar. Mi guardò e scosse la testa, sospirando.

-Non sta andando bene, per niente…

Inclinai la testa. Non capivo come un tipo così potesse rimanere a corto di ingaggi.

-Perché?- chiesi ancora, e mi fissò scocciato. –Voglio dire, se posso saperlo…- aggiunsi, cautamente. Guardò al suo cappuccino.

-Ti avevo già detto qualcosa a proposito.

-Sì- risposi ricordando. –Ma non hai finito la frase…

-Beh…- cominciò, guardandosi le mani, imbarazzato. –Sai…non sono più giovane come una volta.

Dio, questi modelli, basta così poco ad umiliarli?

-Quindi…?

-Quindi non…non sono più, ecco, com’ero prima. Prima ricevevo tantissime proposte, adesso…Beh, stanno cominciando ad arrivare le rughe. Sto perdendo i capelli.

Lo guardai. No, non potevo vederlo così triste. Okay, mettiamoci in imbarazzo.

Guardai al mio caffè e mormorai timidamente: -secondo me sei bellissimo.

Non lo vidi subito, ma quando alzai lo sguardo lo vidi sorridere raggiante.

Avrei voluto essere legato alla sedia, perché fu difficile non alzarmi e baciarlo.

Beh, anche perché ci pensò lui. Spostò le tazzine e si sporse sul tavolo, lasciandomi un bacio…sulla fronte.

Non sapevo se arrossire o rimanerci male. Contando che generalmente io non arrossisco…beh, sì, ci rimasi un po’ male.

-Grazie!- disse, ma poi tornò un po’ triste. No, non posso innamorarmi di un altro ragazzo coi complessi.

-Dico sul serio- insistetti. –Pensa che quando mi hai detto che sei un modello, non mi sono sorpreso per niente. E’ esattamente il tipo di lavoro che ti si addice…

Lo guardai e provai per la seconda volta l’impulso di abbracciarlo e riempirlo di coccole. IO?

Le sue guance si erano colorate di un rosa lieve ma evidentemente, mentre abbassava gli occhi sorridendo appena.

Era…non ho mai usato questa parola prima di allora, ma era adorabile.

Per un attimo mi chiesi com’era da arrabbiato…ma decisi che era meglio non sperimentare la cosa in tempi brevi.

-Smettila, dai…

Sorrisi lievemente e mi dedicai di nuovo al caffè.

Comunque avevo capito che non potevo stare troppo vicino a lui. Avevo impostato un traballante codice di comportamento, ed io seguivo sempre le mie regole. Certo, salvo prendere un aereo e mendicare alloggio senza pensarci due volte…

Avevo fatto bene, però. Ripensai a casa mia e provai l’improvviso impulso di vendere tutto una volta tornato a New York. Prendere un appartamento con arredamenti in legno, quadri colorati, finestre grandi. Non importava il prezzo, sapevo solo che volevo un po’ più di allegria nella mia vita, motivazione a fare quello che volevo fare.

-…perché non voglio lavorare in un call center per sempre.

-Hai ragione, Rob…nemmeno io resterei lì molto a lungo. Ho degli amici che lavorano ai call center e dicono che è terrificante…- mi lanciò uno sguardo preoccupato.

-Già, lo è. E pensa cosa possono dirti dei newyorkesi appena rientrati a pranzo dopo tutta una mattinata passata ad alienarsi a lavoro. Me li immagino tutti frustrati perché i loro figli li odiano per il fatto che non si prendono cura di loro, frustrati sessualmente perché le loro mogli sono troppo stanche la sera…

Annuì, impressionato.

-…Ecco, io sono un po’ il punching-ball verbale per il loro stress- conclusi.

Sorrise appena, gli facevo pena.

-Pensare a tutti i modi che ci sono per scaricare lo stress…- disse, osservando il manifesto di un concerto.

-La musica?

-Esattamente. Una volta suonavo in una band punk-rock…- disse, sghignazzando.

Questa poi! Cercai di immaginarmelo in pantaloni a quadri rossi aderenti, cresta rossa e maglietta con scritto “NEVER MIND THE BOLLOCKS”. Gli tolsi una ventina d’anni, e lo figurai sudato, mentre suona un basso facendo headbanging.

Pessima idea. Sentii un tuffo al cuore e tornai a guardarlo.

-Io ero un rocker- dissi, noncurante.

-Noooo!- esclamò, e forse fece la stessa operazione mentale: immaginarmi in pantaloni larghi, giacche di marca in pelle nera e capelli col ciuffo alla Elvis, magari con gli occhiali da sole e l’aria strafottente.

Dio, no. Non sono Fonzie!

-Oddio, e suonavi?

-No, mi davo arie come tutti quelli della mia età- ghignai, prendendomi in giro da solo. –Patetico.

Sorrise.

-Beh, le cose cambiano…- commentò.

-Già…- risposi, sospirando. I cambiamenti mi facevano paura.

La sera mi portò in discoteca. Non toccai alcoolici, ma lui si concesse il lusso di diventare almeno brillo. Riuscì a convincermi a ballare…ebbene, sì. Non che lo facessi in modo ridicolo come certi ragazzi troppo cresciuti lì dentro, ed anche lui rimase abbastanza sul sobrio. Grazie.

Ballavamo su cose assurde, completamente senza senso. Almeno I Will Survive aveva un testo, qualcosa da dire. Tanto per dirne una. Questa dance attuale…è solo rumore. Ma se Jude si muoveva così, guardandomi sorridendo appena ed assumendo un atteggiamento remissivo…beh, potevo sopportare anche questo orrore che qualcuno osa definire “musica”.

Mi stavo lasciando un po’ andare, stavo entrando in quello stato mentale libero da pensieri e paranoie – del tipo: “oddio, sembro un vecchio idiota” – quando sentii una mano sulla mia spalla e guardai il viso di Jude. Continuava a ballare, ma era sconvolto.

Mi girai e me lo trovai davanti, sorrideva cortesemente.

-Posso rubarti la dama?


[TA-TA-TA-TAAAAAAN! XD Ebbene si, sto scrivendo come un'infoiata e oggi posso permettermi di aggiornare di già! Contente? Spero di sì :) Aaaaaah, anticipo qualcuno nella recensione: L'immagine di Jude punk-rocker con quel corpicino è attizzante, sisi, lo so. E anche quella frase: "Pensare a tutti i modi che ci sono per scaricare lo stress…" è un'ambiguità grossa come una casa, lo so, ma ho preferito non coglierla. Mmmmh, non ho nient'altro da dire LOL

Ilaria: Immaginavo XD effettivamente ora che ci ripenso è decisamente ambigua XD Ci intendiamo, no? *balla* La frase sui Bee Gees mi ha fatta ridere da sola davanti al pc, pensa a quanto idiota sono .-. Io questo lo chiamerei BITCH!JUDE, la cosa più carina che possa immaginare *O* amo il mio Judesie. Cioè, il Judesie di Rob O.O Ma mio nel senso...vabbè, hai capito ROTFL Robert che scodinzola DEVO disegnarlo, mhm.

Drabbit: Eeeeeeeeehi tranquilla! XD Il fatto è che sono una recensioni!bitch...comunque il Laser Game è assolutamente STREPITOSO, peccato che ci sono andata una volta sola *piange* E si, anch'io vorrei un Jude che mi fa tutte queste moine *Q* Per il momento che aspetti...ci vorranno un pò di capitoli ancora, sorry!

Sere: Hai visto solo una parte di Jude...Grazie comunque! :D

Barbara: LOLOLOL come vedi ho obbedito! ^^]

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Capitolo 12
*** 11: I Bet You Look Good on the Dancefloor ***


Jude sembrava terribilmente confuso. Si fermò e passò le dita fra i capelli, guardandomi dal basso come se volesse scusarsi.

-Robert…Beh, lui è Ewan…

Fantastico.

Lo guardai, diffidente. Non sapevo cosa avesse fatto a Jude, ma non mi piaceva. Non ero esattamente geloso, perché quando mi strinse la mano e cominciò a muoversi accanto a lui, non provai nessun senso di spodestamento o di paura. Con Val facevo scenate per molto meno.

Semplicemente, li lasciai soli, andai al bancone ed ordinai qualcosa da bere – una bevanda con un nome assurdo – e seguii le manovre del barista, volevo assicurarmi che mi desse solo da bere. Mi voltai e vidi Ewan e Jude continuare a ballare, per dare una parvenza di normalità. Ma discutevano, si vedeva. Jude cercava di tenersi a distanza, Ewan si avvicinava esponendo le sue ragioni e sembrava davvero serio. Catturai un “mi dispiace” attraverso il labiale, ma nient’altro, e volsi lo sguardo altrove. La parte razionale di me si augurava che tornassero insieme, in modo da potermi levare di testa quel’uomo. In modo che potessi evitare di soffrire un’altra volta, contando anche la distanza.

Non può funzionare, mi dissi, e cercai di farmi piacere la musica, battendo la mano a tempo sul bancone e muovendo la testa. Ma quella roba è uno schifo, amplifica solamente il senso di artificialità di quei posti. Una volta mia mamma mi aveva detto che le sale da ballo erano molto, molto diverse. Potevi parlare senza urlarti nell’orecchio, le canzoni erano piacevoli e te le ricordavi dopo decenni se in quei posti ci trovavi l’amore della tua vita. Come con mio padre…sì, come no.

Mi voltai di nuovo verso la coppia che avevo lasciato lì, e notai come Jude avesse assunto espressioni un po’ più morbide, come i suoi occhi fossero concentrati in quelli – bellissimi anche loro, non c’è che dire – di Ewan, che a sua volta aveva acquisito un po’ di sicurezza e sorrideva lievemente, cosa che, era evidente, mandava in subbuglio l’ex-fidanzato.

Dopo qualche minuto che li osservavo e dopo aver constatato che la musica nemmeno la sentivano, Ewan gli prese la mano.

Mi sembrava di essere un telespettatore di una soap-opera. Mi drizzai sulla sedia e succhiai con più convinzione dalla cannuccia nel bicchiere, spalancando gli occhi. In poche parole, avevo preso il vizio di mia madre.

Jude guardò in basso, verso le loro dita intrecciate, e lo vidi tentennare ancora. Alzò gli occhi e si trovò stretto in un bacio passionale.

All’inizio fui solo sorpreso, poi notai come le sue mani si alzassero lentamente per infilarsi fra i suoi capelli, come il suo corpo reagisse spingendosi contro quello di Ewan, come si divorassero a vicenda e li potevo sentire mugolare nelle mie orecchie, come avevano fatto in aereo. Jude prese il colletto della sua camicia e lo attirò a sé, premendo le labbra contro le sue.

Io continuavo a guardare, e mentre osservavo non mi accorsi che il mio sguardo era cambiato. Dopo un po’ avvertii finalmente anche il bruciore allo stomaco che si irradiava alla gola e, stranamente, un certo calore al basso ventre.

Che cazzo, si può essere gelosi ed eccitarsi allo stesso momento?

Sentii il cuore battere un po’ più velocemente.

E rimasi lì a guardarli, perché?

Perché qualche parte di me voleva farsi del male. Perché sì, stava facendo male. Non solo perché capii di non avere possibilità, ma perché mi resi conto che io volevo quella possibilità. E’ sempre la stessa storia: ti accorgi di quello a cui tieni quando te lo portano via. Eppure ero completamente impotente: nessuno mi poteva dare il diritto di pretendere qualcosa da Jude, per di più lui e Ewan sembravano davvero innamorati. Lo vedevo da come si toccavano, dagli sguardi. Avevo praticamente perso ancora prima di poter giocare, e pensai che forse era meglio così, prima che potessi davvero provare qualcosa di serio per lui.

 

A fine serata uscimmo tutti e tre assieme, e mi ricordai perché avessi provato quel senso di disgusto in aereo. Erano inseparabili, cazzo. Comunque ammetto che Ewan era affascinante, sembrava una rockstar. Giubbotto in pelle, t-shirt dei Ramones, cintura borchiata e sigaretta pendente dal labbro, più capelli spettinati e aria sonnambula. Più strafottente che sonnambula. E per giunta sì, era molto bello.

-Io ero il suo bassista, vero?- bofonchiò con un braccio attorno alle spalle di Jude, vicino al suo orecchio, leccandogli e mordendogli appena il lobo. Jude si morse il labbro e lo guardò famelico.

-Già…e ci sbattevamo sempre appena scesi dal palco. Brutto stronzo scozzese…- rispose lui, baciandolo possessivamente. E io ero lì, come un povero idiota, a sorbirmi queste scene di flirt osceno in mezzo alla strada, di notte.

Ad un certo punto, mentre ci dirigevamo verso la macchina di Jude, un gruppo di ragazzotti alla moda ci passò accanto, e tutti e tre sentimmo chiaramente uno di loro che parlava ai suoi amici, guardando Jude.

-Frocio…

Non feci nemmeno in tempo ad offendermi che Ewan si era scaraventato contro il suddetto tizio, schiacciandolo al muro e ficcandogli una mano nei pantaloni.

-Aaaaaah! Cazzo, i coglioni!- urlò il malcapitato, mentre io e Jude restavamo lì imbambolati.

-Sì, sono un frocio. Dillo di nuovo, così ti mostro quanto sono frocio. Ti ficco il cazzo così in fondo nel culo che ti uscirà da quella bocca di merda…vuoi provare?- sibilò Ewan, furioso, premendolo di più contro il muro e stringendo di più lo scroto del tizio.

-Aaaaaah!! No, no…Dio…scusa, scusa, mi dispiace, scusa!- ululò quest’ultimo, spaventato, con gli occhi fuori dalle orbite.

Ewan lo tenne piantato lì per qualche secondo, poi lo lasciò andare con uno strattone.

-Corri dalla mamma, stronzo- ringhiò ancora Ewan, e l’altro obbedì, corse via terrorizzato.

Dopo tutta quella scena, devo ammetterlo, un po’ mi innamorai anch’io di Ewan.

Si girò sghignazzando, e si trovò davanti lo sguardo infuriato di Jude.

-Certo che rimani sempre una testa di cazzo.

-Che c’è? Quell’idiota mi…ci ha insultato.

-E tu ovviamente devi sempre fare lo spaccone e farti valere, vero?

Ewan sogghignò.

-Ricordo che qualche anno fa ci andavamo insieme a spaventare quelle checche omofobe…

Jude vacillò ed abbassò lo sguardo.

-Non siamo più dei ventenni, Ewan.

Lui affilò lo sguardo.

-Che c’è? Sei cresciuto, per caso?

-Sì, sono cresciuto, cazzo, tu invece continui a comportarti come un ragazzino, ma ti sei visto? E se quello stronzo adesso chiama la polizia cosa facciamo?

Ewan non rispose, prese il suo viso e lo baciò di nuovo. Jude resistette qualche secondo, poi si abbandonò di nuovo fra le sue braccia.

-Sei una troia- mormorò.

Ewan si morse il labbro sorridendo.

-Siamo in due, no?

Questa volta fu Jude a non replicare. Poi Ewan gli baciò una guancia, affettuosamente.

-La notte è ancora lunga, Juju

 

[Sembra che oggi abbiate tutte deciso di aggiornare le fic del fandom, e dopo aver sclerato per essermi rimessa in pari mi ci metto pure io! XD Comunque. Io sono innamorata di questo Ewan. Non so voi, ma quando ho pensato questa scena della mezza rissa ho sentito uno slancio affettivo verso di lui, LO ADORO. Specialmente per la volgarità (il mio idolo è Billie Joe, capitemi) Quindi credo che lo avremo fra le palle per un altro paio di capitoli, poi sì, si torna alla coppia del Mulino Bianco (LOL) Credo. Non lo so, onestamente voglio ritardare il più possibile un certo capitolo, quindi punto ai 20 capitoli totali, o magari 23 tanto per superare l'altra long che scrissi...Mh, questo Ewan specialmente nel prossimo capitolo rifletterà una parte di me, o meglio di quello che vorrei essere...Ho un altro paio di capitoli pronti, poi dovrete di nuovo aspettare le calende greche, mi spiace ç_ç

Ilaria: SCUSA. ANCHE PER QUESTO CAPITOLO. SOPPORTA ANCORA UN PO', TI PREGO...Comunque Jude versione punk ha dato delle difficoltà di concentrazione pure a me, fidati *ççç*

Mamma: muahahahahahahaha LOL Tranquilla xD E tranquilla, succederà. Ma vi faccio aspettare un pò...hihihihi XD Val...non so cosa dirti. Non posso spoilerarti niente...

Drabbit: ahuhauhauhuahuahuah fortunatamente NON era I Will Survive LOL Io Jude comunque lo adoro sia in Wilde che in Alfie (che è il suo aspetto in questo periodo temporale della fanfic), diciamo che in Wilde era più "bellezza-da-statua-greca", adesso ha un altro tipo di fascino...

Socia: Il fatto è che non ho mai messo piede in una discoteca e non ho NESSUNISSIMA intenzione di portartici ù.ù ah, comunque il Laser Game è veramente bellissimo, però il posto dove lo facevano dalle mie parti l'ha tolto e ora c'è solo il bowling, quindi non so nemmeno se in Veneto c'è ancora un solo posto che lo fa...peccato, perché è una figata ç______ç Awwww bravissima!!! *hugs you and caresses your head* (I know, doggy, but we're here now! :D)...no, non stiamo ruolando ROTFL

Barbara: In realtà si. Jude secondo me sta cominciando a diventare calvo, mi spiace dirlo ç.ç vedi che ho aggiornato in fretta? :D

Sere: Si, non potevo non fargliela pagare per quel lousyssimo bacio sulla fronte in Ally McBeal LOL

Leia: Ehm...si, era l'ipotesi scontata *piange* capitemi. DEVO ficcare Ewan da qualche parte. E non posso concedere Jude a Robert SUBITO...capite tutte, vero? ç.ç *fugge* ]

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Capitolo 13
*** 12: You Shook Me All Night Long ***


Che stronzo. Parlo di Jude.

Mi aveva mollato a casa sua dicendomi: -Non ti preoccupare, domani mattina sarò a casa a prepararti la colazione.

Mentre Ewan gli palpava il pacco, sicuramente sussurrandogli cose sconce all’orecchio.

Ero andato dritto dritto a letto, con la mezza idea di sfasciargli la casa ma…no, io non sono così. Non sono come lui, pensai.

Mentre ero a letto continuavo a vedermeli mentre si sbattevano contro qualsiasi superficie liscia, orizzontale o verticale e non riuscivo a non pensarci, porca puttana…

Certo che è un ipocrita. Lo sgrida facendo discorsi da persona seria e poi se ne va con lui per scopare. Evidentemente nemmeno lui è cresciuto.

La mattina dopo mi svegliai sempre col profumo di caffè nelle narici, ma ero di pessimo umore e mi svegliai con un grugnito.

-Buongiorno!- esclamò dalla cucina.

Grugnii. Stronzo, stronzo, stronzooooo!!

Mi alzai e sentii l’ormai solito formicolio alla pancia nel vederlo, ma adesso si aggiungeva un po’ d’angoscia.

-Come va?- mi chiese, un po’ a disagio.

Ah, davvero?

-A meraviglia- borbottai, afferrando la tazza che mi porgeva e sedendomi senza guardarlo.

-Che c’è? Dormito male?- mi chiese in tono premuroso, dopo qualche secondo di silenzio.

-No. Tu hai dormito bene?- rimbeccai, lanciandogli un’occhiata acida.

Mi guardò, e quello che mi fece incazzare era che non aveva idea di cosa avesse fatto per meritarsi una risposta del genere.

-Robert?

Non risposi, continuai a bere.

-…Robert.

Si era seduto davanti a me, sospirando. Oh, hai capito?

-Dio…- cominciò, passandosi una mano sulla faccia. –Mi dispiace.

Rimasi ancora in silenzio.

-So cosa stai pensando…il fatto è che…

Un altro sospiro.

-Non ti preoccupare- sibilai, senza guardarlo.

Rimase un po’ in silenzio.

-Senti, mi dispiace, davvero.

Arrossì, e per un momento sentii una fitta di dolore.

-…il fatto è che…io sono un po’ una puttanella, sai…- continuò con una risatina nervosa. –Sono…sono sempre stato così, da quando ero un ragazzino…

Si passò di nuovo una mano fra i capelli.

-Ewan e io stiamo insieme da quando avevamo vent’anni e ormai mi conosce bene, sa come…come convincermi, capisci?

Gli restituii una gran dose di silenzio, poi annuii e lo guardai. A questo punto era anche inutile nascondere la verità.

-Pensavo flirtassi con me, Jude.

Mi guardò e gli feci pena. Mi arrabbiai ancora di più.

-Io flirto con tutti. Sono così, te l’ho detto-. Pausa. –Senti, mi sono affezionato a te, e…ti assicuro che con me non ci vuole così poco tempo.

-Sì, risparmiami quella del “tu sei speciale”, grazie- replicai, e poco ci mancava che mi mettessi a tremare di rabbia.

-Cristo…

-Sai cosa mi fa incazzare davvero?- sbottai.

Mi guardò interrogativo.

-Quello che mi fa incazzare sul serio è che pensavo fossi davvero una persona seria. E nemmeno lui lo è. Ho visto come ti fai prendere e mollare come fossi una bambolina.

Ascoltò tutta la mia risposta e credetti di vedere i suoi occhi inumidirsi. Ma in quel momento non me ne fregava assolutamente niente. Ero troppo ferito. E non mi importa se sono stato ferito da comportarmi così, da una persona che per giunta conoscevo da così poco.

-Dici così perché mi conosci molto bene, vero?- sibilò, come se mi avesse letto nel pensiero. –Sai cos’è meglio per me e credi di avere il diritto di darmi consigli o di dirmi come gestire la mia vita?

Guardai lontano, fuori dalla finestra.

-Sto solo dicendo che mi sembra che il vostro rapporto si basi su presupposti sbagliati, tutto qui.

Avrebbe potuto mettersi ad urlare, spaccarmi la faccia, tirarmi dietro la sedia e avrei meritato tutto questo, invece rispose in tono pacato.

-Non sai niente del nostro rapporto, hai visto solo un piccolo pezzo di noi. Io so che Ewan mi ama, lui ha lasciato la sua famiglia in Scozia per stare con me qui a Londra e…- Pausa. –E poi io l’ho lasciato, e ho sbagliato, per…la mia stupida gelosia. Il fatto che siamo così fisicamente compatibili non significa che il sesso stia alla base. In realtà Ewan ha una storia complicata e se lui è così…beh, è perché è troppo fragile per mostrare chi è davvero.

Conosco questa storia. Annuiii, sospirando e guardando in basso.

-Scusa. E’ che…- Rimasi in silenzio qualche secondo, poi arrossii lievemente. –E’ che io credevo di…insomma, di avere qualche possibilità di…

Jude mi guardò, lo sapevo che mi stava osservando. Mi risparmiò il lungo imbarazzante silenzio, parlò subito e gliene fui grato.

-Mi dispiace, non avevo capito…

Mi calmai. Sospirai e scossi la testa.

-Non ti preoccupare, non sono affari miei.

Solo che mi preoccupo per te.

Era d’accordo, ma non lo disse. Sorrise brevemente e mi guardò di nuovo con quella luce affettuosa negli occhi.

-Senti…vuoi uscire, oggi? Ewan suona con la sua band, adesso fanno cover dei Green Day…

Ancora punk-rock, intuii.

-Sì, perché no?- bofonchiai.

 

 

-DICKHEAD, FUCKFACE, COCK-SMOKIN’, MOTHERFUCKER, ASSHOLE, DIRTY TWAT, WASTE O’ SEMEN, HOPE YOU DIE HEY~

Aiuto.

-E questa la chiami musica?!- gli urlai nell’orecchio quella sera, tappandomi le orecchie con le mani.

Mi ignorò, era troppo rapito dalla figura del suo ragazzo a petto nudo che si dimenava col basso sul palco. Effettivamente sembrava nato per fare quello, per stare davanti a folle adoranti di ragazzini. Ci vuole talento anche per quello, considerai.

Finita la canzone Ewan si alzò con impeto, puntandoci contro una bacchetta e correndo al microfono.

-Oi! Guarda chi c’è! C’è il mio dolce principe, gente!

Sorrise. Jude abbassò lo sguardo ridendo e schermendosi.

Dio, Principessa!

-Questa è per te, Jude.

Per un attimo provai un moto d’invidia, proprio da adolescente. Il tuo ragazzo musicista che ti dedica una canzone…

Ewan imbracciò la chitarra elettrica e iniziò a cantare con una voce un po’ roca ma decisamente bella.

 

Hey, little girl
I wanna be your boyfriend.
Sweet little girl
I wanna be your boyfriend.

 

Questa la conosco anch’io, è dei Ramones.

A Jude vengono subito gli occhi lucidi, e afferro la situazione al volo: quella è la loro canzone. Anche se parla di una “lei”. Evidentemente a Jude non è mai dispiaciuto essere la parte femminile…Comunque conosco il potere delle canzoni che ci si dedica durante una storia.

 

Do you love me babe?
What do you say?
Do you love me babe?
What can I say?
Because I wanna be your boyfriend.

 

Sorrise beato per tutto il resto del concerto, mentre un ammasso di corpi in via di sviluppo, sudati e sgraziati si dimenava “pogando” nel “moshpit”. Ho imparato due parole nuove!

Finito il concerto ci dirigemmo verso il palco, Ewan gli sorrise ampiamente asciugandosi il corpo con un asciugamano.

-Allora? Mi ami?- chiese urlando a Jude, che non rispose e sorrise ancora, roteando gli occhi.

-Sì, Ewan…

Ewan sorrideva come un bambino. Se non fossi stato un potenziale avversario, direi che mi intenerì. Sorrise anche a me! Stavo cominciando a nutrire un sentimento da fanboy verso il ragazzo della persona dalla quale ero teoricamente così attratto da stare male.

Stava cominciando ad importarmi di Ewan e ciò non poteva essere un bene.

-Vieni ancora da me, Juju?

Jude mi guardò.

-Ew…- Sospirò.

-Cosa?- rispose guardando me. Poi annuì illuminandosi, tipo “Eureka!”.  –Capisco! Ha fatto la puttanella anche con te!- aggiunse, ridacchiando.

Jude guardò altrove. –Ewan, non fare lo stronzo.

-Perché? Mi si addice, no?- rispose, baciandolo.

-Senti, Jude, non ti preoccupare per me. Non c’è problema.

Si, certo, come no. Passerò solo un’altra notte a immaginare voi due che scopate come conigli, ma niente di che, Jude, davvero.

-Sentito? Dài, Juju…- mormorò Ewan, premendo il suo corpo contro quello di Jude. Deglutii.

Una cosina a tre…? OH, MA CHE CAZZO STAI PENSANDO?!

Lui si morse il labbro ed ebbi l’impressione che si fosse completamente dimenticato di me.

-Okay, troia.

-Mmmh, non sai quanto- gorgogliò l’altro, avvicinando lentamente il viso a quello di Jude. Cominciavo a sentire i pantaloni diventare stretti.

-Okay gente portatemi a casa poi andate dove volete si può?- intervenni tutto d’un fiato, ed entrambi scoppiarono a ridere.

-Giusto.

Mi portarono a casa di Jude e se ne andarono.

Ed io mi buttai a letto.

 

[E credo che per ora gli aggiornamenti fulminei siano finiti. Sono tornata alla situazione iniziale, ovvero: come collego tutto questo al capitolo clou della fic? ARGH. Comunque per i miei propositi futuri questa situazione fra Rob e Jude è perfetta. Vi faccio soffrire un pò, poi prometto di fare la brava :) Peraltro a qualcuno Ewan piace e dato che piace anche a me volevo farcelo stare un altro pò, ma ho la mezza idea di far tornare Rob a NY nel prossimo...che dite?

Ilaria: mi spiace, le cose saranno così finché non trovo una soluzione XD cioè, so già qual è, ma ci vorranno un altro paio di capitoli...Sorryyyyyy!!

Barbara: qui abbiamo appreso che Jude non è innamorato di Robert, perciò non perde proprio niente...e sì, Rob sta soffrendo, ma è lui che si è illuso ù.ù

ApolloFan: Oddio *__________* *muore* GRAZIE MILLE!!! effettivamente cominciavo a pensare che non avrei mai più infilato Ewan da nessuna parte, invece ci sono riuscita *OOOO* Jude è anche il mio personaggio preferito finora. Rispecchia la parte migliore di me *w* non sai che complimento sia sentirmi dire che li ho caratterizzati bene, avevo davvero l'obiettivo di costruire personaggi verosimili e non delle maschere, dei prototipi o delle parodie... Un'altra cosa che adoro è che questa fic non è una fic, ma più che altro il racconto di un'esperienza. Questo commento mi ha colpita molto, grazie mille, ho capito cosa intendi! Sì, volevo mettere un pò di intralci al loro rapporto, sarà bello farlo nascere e sviluppare <3 Grazie ancora!! (Jude e Ewan sono il SESSO fatti personaggi, per quanto mi riguarda ora *QQQ*)

Sere: Buon punto. Il fatto è che Jude ancora non vuole Robert, vuole Ewan...dovrà capire una cosa, prima.

Leia: grazie mille per il supporto, credo che un giorno ci farò una threesome, tipo una impietosa PWP *QQQ*]

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Capitolo 14
*** 13: Scar Tissue ***


Altri due giorni e tutto quello che vedevo erano Jude e Ewan. Ora capisco cosa provassero gli amici di Val quando mi vedevano con me: insopportabili. Con la piccola differenza che io ero attratto fisicamente da entrambi, emotivamente da Jude. Avevo una specie di rapporto semi-conflittuale con Ewan, cosa che Jude non tardava mai a notare, facendolo sentire a disagio. Era come se Ewan fosse un cavaliere che difendeva la sua dama dal drago cattivo che voleva portarla via (io). Però almeno un po’ gli piacevo; forse pensava anche lui all’ipotesi del ménage à trois. Idea che, almeno fantasticando, non mi sembrava per niente male…

Ah! E poi do a loro dei pervertiti! Ma mi sono sentito?!

Rimanere lì a torturarsi, comunque, non aveva senso.

La mattina di tre giorni dopo fu un po’ difficile fare le valigie, con Jude che mi guardava malinconico e probabilmente si colpevolizzava.

Sorrisi.

-Grazie per avermi invitato…

Anche lui sorrise, alla fine.

-Di niente, Rob. E…- si interruppe, io lo guardai. –Mi dispiace, davvero. Sono stato un idiota, non sapevo…

Era incredibilmente tenero. Un po’ rosso sulle guance, gli occhi azzurri puntati verso le mie scarpe. Comep potevo avercela con lui?

-Non importa. Lo stupido sono stato io- lo rassicurai. –Appena torni libero però fammi sapere!- aggiunsi con un sorriso.

Si rasserenò e mi diede una pacca sulla spalla.

-Buon viaggio, Rob.

Abbracciarlo sarebbe stato troppo patetico?

Decisi che non me ne fregava niente: lo feci. Mi abbracciò anche lui, accarezzandomi la schiena. Per ora sarebbe stato l’unico contatto fisico che mi potevo permettere.

Ma avevo passato del buon tempo a Londra, non era stato del tutto inutile. Almeno non mi ero sentito solo tutto il tempo…

Prendere l’aereo e sapere che mi aspettavano altre undici ore di volo fu deprimente. Ma, prima che i motori dell’aereo si accendessero, il cellulare vibrò nella mia tasca, perciò controllai.

 

Ti dispiace se rimaniamo in contatto? Se non ti fa soffrire o cose del genere…Jude.”

 

Sorrisi. Di nuovo. Un uomo così tenero…Risposi.

 

Per niente! Anzi, vedi di farti sentire spesso! Altrimenti a Londra ci vengo per ucciderti, la prossima volta! Robert.”

Ero sicuro che aveva sorriso. Sorrisi anch’io, guardando fuori alla pista e facendomi prendere un po’ dalla malinconia. Chissà quando sarei potuto tornare…di sicuro non entro l’anno dopo. Salutai Londra mentre i motori si accendevano e ricevetti quasi subito un altro messaggio.

 

Va bene! Non vedo l’ora di rivederti!”

 

Sentii una stretta allo stomaco. Forse riuscivo ancora a scendere dall’aereo e correre di nuovo a casa sua, magari avrebbe gradito la sorpresa…

No. Adesso ha Ewan e tu non vuoi passare di nuovo giorni interi a desiderarli, vero?

Grazie a Dio l’aereo partì incredibilmente presto e non potei più ripensarci. Dato che praticamente non avevo dormito, mi fu facile farlo sul volo ed il tempo passò abbastanza in fretta, mi svegliai sorvolando la East Coast. Mi ricordai che entro un paio di mesi sarebbe arrivato il Natale, e subito fui avvolto dalla tristezza. Di solito ero con Val a Natale, a cucinare insieme e tirarsi dietro cuscini per poi finire sul divano abbracciati. E lui mi sussurrava sempre: “Buon Natale, biscotto”.

Pensare al futuro, quindi, non mi confortava. Tornato a casa dopo aver ovviamente perso tempo all’aeroporto perché avevano confuso i miei documenti con un certo Damon, mi buttai sul nostro…sul mio divano, sospirando. E rimasi lì per il resto della giornata.

Il giorno dopo ripresi il valzer: sveglia alle sei colazione metropolitana lavoro insulti casa solitudine pensieri chiamate a quei due amici che mi rimanevano. Tutti preoccupati perché ero solo…Sì, che novità.

E poi ricevevo le sue mail. Non particolarmente lunghe, ma mi chiedeva come stavo e mi raccontava qualcosa di quello che faceva ed aveva il tatto di non parlarmi di Ewan. Mi raccontò altre cose di sé e mi disse che non le aveva dette a nessun altro, di conseguenza non le posso ripetere. Ma capii che c’era molto altro sotto la superficie, credevo di averlo inquadrato ma era semplicemente inafferrabile e la cosa mi affascinava.

Non sapevo perché, ma fidarmi di lui mi veniva naturale, so che questo è un controsenso rispetto alla mia frase precedente. Gli dissi che se mai fosse venuto a New York avrebbe potuto passare a sorpresa per casa mia, gli dissi anche dov’era il doppione della chiave.

Sì, che gran bel coglione, pensai subito dopo, ma ormai la mail era spedita…

Continuammo a mandarci mail e messaggi, a chiamarci e dopo un po’ cominciammo anche a scriverci “scherzosi” messaggi ambigui, ero sicuro che lui rideva come un cretino, almeno quanto me.

Erano le uniche volte che ridevo in una giornata, più o meno.

Mi mancava.

 

[Okay, dopo questo credo che posterò il capitolo che tanto temo. Questo qui è stato un pò, anzi molto sbrigativo, e credo che dopotutto ai 20 capitoli non ci arriverò, tutto sommato...boh, dipende. Spero di riuscire a scrivere un capitolo al giorno, in modo da finire prima che cominci l'Università...Intanto spero che questo vi sia piaciuto :) Ah, non s'è notato un certo Damon Bradley, vero? LOLOLOOOOOL!!! E' stato più forte di me XDDDDDD

Barbara: Dici, eh? Giuro che ci sto pensando seriamente alla threesome XD quella scena di Rob e Jude è un piccolo slice of life, non è detto che la ricollegherò con la fanfic...Bitch!Jude è la cosa più divertente di tutta la fic, credimi XDDD

Ilaria: Si, proprio una TROIA, sono d'accordo. LOL ma vedrai :D Effettivamente Rob ha preso il primo aereo e se n'è andato XDDD E per ora credo che con Ewan sia finita, contenta? XD

Sere: Eh beh, fisicamente Ewan lo attrae XD Credo sia possibile, dopotutto...Non ti preoccupare, comunque :DD

Leia: Ma grazie!! *__________* Grazie mille!! Comunque si, mi hai sgamata, pensavo esattamente a Kurt Wild <3 Quelle performance di Velvet Goldmine...BUON DIO. Comunque Ewan e Jude ce li vedo bene pur io *QQQ* Sì, infatti XDDD Però dai, poi sistemo tutto io u.u]

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Capitolo 15
*** 14: Shadow Of the Day. ***


Stavo dormendo! Il telefono si mette a squillare come se la fine del mondo dovesse arrivare fra cinque minuti. Guardo l’orologio: le tre di notte. Chi diavolo mi chiama a quest’ora? Sarà Jude che mi chiama da Londra, ovviamente dimenticandosi che esiste il fuso orario…

-Sì!- rispondo scocciato.

-Pronto, lei è il signor…Robert Downey?- mi chiede una voce femminile perfettamente piatta e incolore.

-Sì, sono io…

-Chiamo dal reparto di rianimazione del St. Vincent, un paziente ha fatto il suo nome e noi l’abbiamo chiamata per avvertire, ma immagino che sappia già…

Ospedale? Rianimazione? Qualcuno che mi conosce? Che cazzo…

-Di chi sta parlando?

-Beh…il signor Kilmer ha avuto un incidente, stanotte…

Ogni fibra del mio corpo di immobilizza. Sento freddo. Il viso di Val mi sfreccia davanti e io sento il bisogno di sedermi.

-Signor Downey?

-Come…insomma, sta…?- balbetto. Mi metto una mano sul petto, e non sento battere il cuore. La mia mano trema troppo.

Ovviamente questa donna mi deve torturare rimanendo in silenzio, e qualche parte di me capisce. Potrei riattaccare ora, ma il mio lato masochista vuole sentirselo dire. Vuole che mi si sbatta la verità in faccia.

-…è deceduto qualche minuto fa, non abbiamo potuto fare molto…mi dispiace.

La freddezza con cui lo dice è agghiacciante, e l’indignazione che mi sale dal petto è l’unica cosa che mi fa capire che sono ancora vivo. Perché se fosse per altro potrei benissimo essere un cadavere.

Val morto…

 

…Ho avuto un blackout, credo. Non so quanto tempo sia passato, non so nemmeno cos’ho fatto, ma il Sole è appena sorto. Non ho idea di cosa sia successo da quando ho ricevuto la chiamata fino ad ora, so solo che mi trovo in bagno, seduto sulla tazza, fissando il vuoto e non ho idea di come sono finito qui.

Non credo di provare qualche sentimento o sensazione, non penso a niente. Ma essere del tutto insensibili non è bello.

Ho bisogno d’aria. Mi accorgo che sono in apnea da un po’, ma ho paura di respirare, perché so che quando lo farò lascerò andare tutto quello che sto forse inconsciamente reprimendo.

Inspiro.

E’ come una diga arrivata al limite della resistenza, e io cado, cado per sempre.

 

Mi gira la testa. Ho solo una parola sulle labbra, e mi affretto ad obbedirle.

-Pronto?- mi risponde la sua voce.

Non parlo.

-Pronto? Chi è?

Senza accorgermene, sto singhiozzando.

-Chi è? Che c’è?- chiede allarmato.

-Sono io,…- riesco a dire, sobbalzando istericamente.

-…Robert? Che succede? Rob?- esclama, con una voce totalmente diversa.

Mi passo una mano sul viso per rendermi conto che tutto questo è reale.

-Jude, Val…

Pausa.

-…Val è morto.

Passa qualche secondo in silenzio, pensando sicuramente a qualcosa di poco banale da dire.

-Rob, mi dispiace…

Appunto. So che è sincero, so che è partecipe del fatto che sto male, ma ora come ora non riesco a farmi dire una cosa del genere. VAFFANCULO.

-Cos’è successo?

-Uh…

Ho bisogno di tempo. Lui lo capisce.

-Calmati, Robert. Raccontami tutto, ma prima calmati.

Mi stringo una mano alla gola, e riesco a fermare i singhiozzi.

-Un incidente, era…con qualcuno. Droga…e ha attraversato…

No, non ce la faccio.

-Ok, Rob. Ascolta…stai buono, non fare cazzate. Arrivo.

E mette giù.

Un momento. Arrivo? Che significa?

Sta venendo da Londra…solo per me?

Sono combattuto fra il sollievo e i sensi di colpa. Mi gira la testa. Arranco verso il divano, mi ci sdraio e dopo essermi rigirato in preda al mal di stomaco, mi addormento.

 

Buffo, vedo il sole sorgere di nuovo.

Gli occhi mi si aprono lenti e svogliati, guardo il cellulare. Sposto lo sguardo al tappeto, poi il mio corpo e infine sull’altro divano. E lì, seduto scompostamente, la testa reclinata all’indietro nel sonno, ai suoi piedi una valigia, c’è Jude.

Cazzo, è venuto davvero da Londra, la cosa è surreale. Poi mi ricordo il motivo per cui è venuto.

Mi copro gli occhi. Che schifo.

Per qualche motivo, mi piego in posizione fetale. E urlo.

V A L.

Jude si riscuote balzando sul divano, poi si precipita verso di me, mentre mi rannicchio coprendomi il viso.

-Rob! Rob, ci sono io qui. Guardami.

-Non voglio. Vattene.

Con delicatezza ma decisione prende le mie braccia e le sposta dal viso, io mi ritraggo nel divano e lui mi si avvicina sempre di più, finché non gli infilo il viso fra la spalla e il collo, di sicuro gli sto inzuppando di lacrime la camicia.

E lui non dice nulla, mi abbraccia, ma non lo sento con me. Non c’è, è inutile.

-Rob, parlami.

Non ti voglio parlare, voglio solo smettere di sentirmi un pezzo di pietra.

Poi sento il suo profumo. Quello al pino silvestre.

“Rob, senti questo! L’ho fatto io, che ne dici? E’ buono?”.

Con uno scatto lo allontano da me, mandandolo dall’altra parte del divano. Non potevo impedirmelo, ho sentito il profumo di Val, è qui da qualche parte, ma non so da dove viene.

E’ qui…

E’ nel divano. Cioè, il divano si è impregnato del suo odore.

Premo il viso contro il bracciolo chiudendo gli occhi e per un attimo mi sento abbracciato. Poi mi accorgo che Jude si è chinato su di me, sento una breve ondata di disprezzo.

-Vai via- ripeto, senza guardarlo.

-No, voglio restare qui con te.

Non rispondo, e caccio di nuovo la testa nell’angolo del divano.

Lo so cosa sta pensando di me: che sono pazzo.

Ma solo ora mi rendo conto di quanto Val fosse importante. Lui mi ha reso quello che sono, gli devo troppe cose, anche la vita.

E poi comincio a ricordare, emerge la nostalgia e io racconto tutto a Jude. Tutto quello che mi passa per la testa. Lui mi dice che è un bene che mi stia sfogando, anche se è evidente che ha paura di quello che Val rappresenta…rappresentava per me. Anche perché non ho nessuna intenzione di dimenticarlo.

-So che ti senti tagliato fuori- sospiro. –Ma posso dirti che se  tu non fossi qui, nessuno mi avrebbe impedito di…

Non mi fa nemmeno finire. Mi prende per la nuca e un secondo dopo la sua bocca è assieme alla mia. Mi sta baciando, ed io non posso fare a meno di ricambiare. Chiudo gli occhi e le idee si confondono.

 

[Posso non commentare questa svolta? Solo, spero non sia un argomento troppo pesante...dico solo che da questo punto in poi la fic sarà solo RDJude. Magari con sporadiche menzioni di Ewan e Val...

Barbara: Eh no no, non riporto le scemenze che si scrivono quei due deficenti, sorry XD

Ilaria: No tu preoccupa.

Drabbit: LOLOLOL, sono tutte minchiate, non ti preoccupare XD

Leia: Se mai scriverò una Jude/Ewan te la dedico, okay? *________* ]

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Capitolo 16
*** 15: Unintended ***


Chi sto baciando? Chi voglio baciare?

Lo so chi sto pensando di baciare, quello che non so è se sia giusto nei confronti di Jude.

Mi aggrappo alle sue braccia, protendendomi del tutto verso di lui, sempre ad occhi chiusi.

Tengo gli occhi ben serrati, spingo il mio corpo contro il suo ed ora è con Jude che sto comunicando. Ma passo dal sentire lui al sentire Val senza soluzione di continuità, sto impazzendo davvero.

Non è bello e lui sa che non sono in me, sono talmente fuori di me da cominciare a togliergli la maglietta. Ho bisogno di sentire qualcos’altro. Ma lui mi blocca prendendomi per i polsi.

-No.

Mi sorride tristemente e semplicemente mi abbraccia, accarezzandomi lentamente la nuca.

Giusto, ha ragione…che mi è preso?

 

Vado fuori sulla terrazza a fumare, e dopo un po’ arriva anche lui, circondandomi la vita con le braccia, da dietro.

Come…come faceva Val.

Sospiro, e mi divincolo istintivamente. Vorrei chiedergli cosa sono tutte queste confidenze, ma sono stato io il primo a prenderne.

-Rob…ti aiuterò a passarci sopra.

-No, dovrai tornare a Londra…

Lo sento sospirare appena.

-Non tornerò a Londra.

Come?

La cosa va oltre ogni mia capacità di comprensione.

Non rispondo, perché cosa potrei dire? Lui sembra capire e strofina un po’ il mento contro la mia spalla.

-Davvero, non ho nessuno a Londra. La mia famiglia è fatta di completi sconosciuti, per quanto mi riguarda…davvero! E qui sembra veramente carino…

Incredibile.

Non posso credere alle mie orecchie.

-E Ewan?

Mi bacia la nuca lievemente e potrei prenderlo come un gesto inopportuno, ma rabbrividisco piacevolmente.

-E’ finita, con lui.

-Perché? Insomma, siete…perfetti, insieme…

-Sì, forse. Ma non posso più basare la mia vita su quello che lui mi può dare, sono stanco di farmi usare da lui perché sì, mi usava. Io sono cresciuto, lui no, vogliamo cose diverse. E non mi basta il fatto che mi attragga così tanto sessualmente.- Sorride contro la mia pelle e…sto cominciando a pensare ad altro. Perché il pensiero di Val si sta dileguando così? Cazzo, sono a lutto, dovrei…Non lo so. Forse sono davvero uno stronzo insensibile.

-Quindi avete rotto.

-Con le sue scenate di disperazione, sì. Patetico.

Rimango in silenzio e finisco la mia sigaretta.

-Senti, non credo che tu voglia stare con uno come me…

Sorride dolcemente.

-Certo, sono venuto da Londra apposta perché non mi andava di stare con te.

Già, mi ha zittito.

-Sarà…sarà una notte lunga…

Mi abbraccia, tenendomi stretto.

-Ci sarò io con te.

Perché? Perché? Spiegatemelo, perché?!

-Jude, non…- Sospiro. –Non capisco…

Annuisce e sospira, contro la mia pelle.

-Non lo capisco nemmeno io, so solo che quando mi hai chiamato avevi bisogno di qualcuno.

-Jude, al momento voglio rimanere da solo- mormorai, cercando di suonare civile.

-Lo capisco. Avevo…avevo solo pensato che volessi…un po’ di compagnia- mormora, lasciando il mio corpo ed affiancandomi.

Mi sento gelido e scopro che mi manca quel contatto.

-Io…Sì, naturale che voglio compagnia, ma…

Mi prende la mano e senza aggiungere altro mi trascina dentro.

-Vai a dormire.

Lo guardo con tanto d’occhi.

-Non ho sonno.

Comincia a togliersi la camicia. Rimango lì a guardarlo, istupidito. Lui mi sorride e mi bacia di nuovo, leggero.

-Cosa vuoi fare?- chiedo, sospettoso e irritato.

Finisce di togliersi la camicia e mi spinge delicatamente verso il letto. Non posso fare altro che sdraiarmi, mi fido ancora. Dopo un paio di secondi mi raggiunge, abbracciandomi, stringendomi a sé. Comincio a sentire qualcosa di simile ad una scintilla di calore nel petto. Come un piccolo fuocherello che si accende e lotta per sciogliere un inverno intero, ma…Non ce la può fare. Ma le braccia e le mani di Jude mi fanno bene. I suoi occhi che mi guardano mi danno una strana forma di conforto. E sono bellissimi.

-Ancora non ci credo che ti sei scomodato a venire qui solo per me…

Sento le sue dita fra i capelli scivolare lentamente e dolcemente, il suo sguardo cercare il mio finché non ci troviamo a mezz’aria fra la sua convinzione e la mia autocommiserazione.

-Perché sei un cretino- dice, duramente.

Vorrei mettermi a urlare che lui non ha la minima idea di cosa sto passando, che dovrebbe provarci lui a perdere una fetta di sé in questo modo, senza poter fare nulla e quando l’ultima cosa che hai detto a Val è stata una logorrea di disprezzo. Ma il pensiero che lui è qui per confortarmi forse mi frena abbastanza da permettergli di continuare.

-Tu…tu ti comporti come se tutto il mondo fosse brutto e cattivo, come se qualsiasi disgrazia debba capitare a te, come se fossi solo e nessuno possa volerti bene. Beh, cazzo, io ci tengo a te.

Lo guardo, interdetto. Sì, la cosa mi stupisce. Mi stupisce che un essere così bello e ottimista possa interessarsi ad un brontolone come me.

-…Perché?

Mi guarda, prima scocciato e poi raddolcendosi. E la cosa mi irrita: mi sta compatendo…beh, non voglio.

-Perché cosa?

-Perché ti interessa uno come me?

Sospira, avvicinando il suo viso al mio e stringendomi più forte.

-Te l’ho già detto. Penso che ci sia molta più bellezza in te di quanta tu ne possa sospettare. Penso che sei bellissimo, e non solo fuori.

Io? Io, che evito gli specchi per non dovermi guardare?

Mi raffreddo, anche i miei occhi si congelano. Allontano il suo corpo debolmente.

-Non mi conosci, allora.

Mi accarezza il viso, avvicinando il suo e sento il suo odore. Non che non l’avessi notato prima, ma ora…ora è intenso, lo noto di più. Rilascia un sospiro sulle mie labbra, lentamente mi bacia come se mi stesse degustando. Gli piace, gli piace molto.

-Credo di conoscerti fin troppo bene, invece. Dovresti parlare un po’ di più con me.

Non so a cosa si riferisca, ma sono troppo stanco per discutere oltre. Mi lascio andare fra le sue braccia, sentendomi al sicuro, al caldo, confortato.

 

[Ilaria: Ho mai detto che ho un certo gusto per la tragedia? No? Beh, ora lo sapete LOL

Sere: Ooookay...niente più Ewan...

Leia: Eh non si può pretendere che lo consoli in "quel" modo, soprattutto in un momento come questo *annuisce convinta* ma grazie mille, come sempreeee!! <3

Mamma: Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaawwwwwwwwwwwwwwwwww. Sì, fa così perché di Jude si fida. <3]


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Capitolo 17
*** 16: Talk ***


La mattina dopo mi sveglio al caldo. Jude è sparito, ma deve avermi rimboccato le coperte per bene, quindi io mi sono accoccolato come un bambino. Ma mi ricordo subito di tutto quello che è successo ieri e specialmente il giorno prima, ricomincio tutto daccapo. Jude compare dalla mia cucina e sembra che abbia preso confidenza anche con quella…buon per lui.

Sento profumo di sugo. Questa casa improvvisamente sa più di casa.

Mi sollevo sui gomiti con un paio di pigri mugolii e semplicemente lo osservo darsi da fare nella mia cucina. Sembra gli piaccia far da mangiare, sicuramente è abituato a farlo per gli altri. Dalla poca psicologia che conosco, so che è un comportamento materno: far da mangiare è come donare una parte di sé. Lo trovo verosimile, Jude ha quel tipo di impatto con le persone. La sua parte femminile non mi disturba, non mi viene da prenderlo in giro. E’ amorevole, questo gli si addice. Sorride appena, lanciandomi un’occhiata mentre aspetta che l’acqua bollisca.

-Cosa?

Scrollo le spalle, arricciando le labbra.

-Niente, mi piace guardarti.

Sorride di nuovo, avvicinandosi al letto e sdraiandosi accanto a me.

-Davvero? Divertente.

-Cos’è divertente?- rimbecco io, stuzzicandogli la pancia.

-Anche a me piace molto guardarti. Quand’eri da me ho passato delle ore a guardarti mentre dormivi. Ho scoperto che parli nel sonno…

Oddio. Questo non lo sapevo. Mamma, Val, Alison, perché non me l’avete mai detto?!

-E…cosa dicevo?

Sghignazza bonariamente.

-Niente di scandaloso, non ti preoccupare. Parlavi con gente che non conosco, forse dei tuoi amici…Parlavi con Val, con tuo padre…

Alla menzione di papà mi rabbuio, Jude lo nota.

-Cos’è, hai un complesso di Edipo?- chiede, sorridendo.

-No. Ma da quando ha scoperto con chi uscivo (intendo con altri uomini) è come se avessi smesso di essere suo figlio. Mi respinge.

Mi guarda per un po’, poi comincia a passare le dita fra i miei capelli. Si sta già comportando come un fidanzato!

-Sono sicuro che ti vuole bene, Rob. Per un padre non è facile scoprire di avere un figlio gay…- Pausa. –Ma è normale, vedrai che ci passerà sopra, prima o poi. Per quanto testardi possiate essere tutti e due. Quando si renderà conto che ti stai allontanando capirà.

Scuoto la testa. E’ sbagliato che mio padre abbia smesso di dimostrarmi affetto per la mia vita sentimentale.

-E tuo padre?

Jude sorride ancora.

-Io sono stato fortunato. Ovviamente è rimasto scioccato, ma dopo un paio di giorni mi ha parlato di nuovo e mi ha detto: “Jude, non credo cambierai solo perché questo non era il mio piano per te, e soprattutto sappi che ti voglio bene”. Cioè, non è testuale ma il contenuto era quello.

Ridacchia: -Dovresti sentirlo parlare! Raramente finisce una frase con un senso compiuto.

Lo guardo e provo invidia.

-Non mi ha reso la vita facile, comunque. Forse pensava che fosse una crisi adolescenziale, che mi sarebbe passata. Hai presente Billy Elliot?

Annuisco.

-Ecco, ha mandato anche me a fare pugilato.

Ride.

-Però alla fine ho scelto io cosa fare della mia vita. Avevano disperatamente bisogno di un modello per Levi’s e ne avevano bisogno subito, così mi ci sono buttato. E’ da dieci anni che lo faccio…

Osservo le sue espressioni mentre parla. Me le imprimo nella mente e classifico questa come: Entusiasmo. Magari anche Orgoglio.

Sogghigna, continuando.

-Mio padre a quel punto si è dovuto arrendere. Ma non mi ha mai chiamato “checca”, “finocchio” o cose del genere…

“A me si”, penso.

-…Insomma, non mi importa se lo dice uno sconosciuto, ma se me lo avesse detto lui…insomma, probabilmente mi avrebbe devastato.

Sospiro.

-Allora sai come mi sento.

Rimane in silenzio per un po’, osservandomi pensieroso e giocando pigramente coi miei capelli.

-Immagino che questo sia solo uno dei motivi per cui ti sottovaluti così.

-Non mi sottovaluto…

-Invece sì. Mi fai arrabbiare, così.

Lo dice in tono duro e mi guarda seccato, prima di continuare.

-Insomma, le persone intorno a te…sono sicuro che c’è un sacco di gente che ti vuole bene. Magari ti comporti così perché vuoi sentirti approvare continuamente, ma se ci penso mi dico: “Allora sono stupido anch’io a tenere a questa persona?”.

Quest’ultima considerazione mi colpisce. E mi ferisce. Forse ha ragione, forse trasmetto insicurezza anche agli altri ed è per questo che alla fine mi è rimasto un solo amico. Un solo…idiota che ancora vuole avere a che fare con me.

Lo guardo negli occhi.

-Forse…hai ragione.

-Togli il “forse”!

Sorridiamo e lui mi lascia un soffice bacio sulle labbra, io ricordo che siamo in una specie di pre-relazione. In realtà non so che intenzioni abbia. Un po’ mi fa paura. Se vuole una relazione la mia paura è che possa mandare tutto all’aria per colpa della mia incertezza come Val ha fatto con me, solo che lui ci si è buttato dentro; se quello che cerca è una storia per uscire abbastanza indenne da quella con Ewan…Beh, la cosa mi spaventa ancora di più. Ma poi ragiono: se non fossi importante per lui non si preoccuperebbe per me. Perché sospettare?

-Ti stai facendo delle paranoie- constata, fissandomi negli occhi.

Alzo un sopracciglio.

-Cos’è, leggi nel pensiero?

-No, sei stato zitto per dei minuti e ho solo intuito cosa stavi pensando.

La conversazione viene rotta dal borbottio della padella, Jude si catapulta giù dal letto e veleggia verso la cucina, andando a buttare la pasta.

-Il sugo!

Rido, rotolando giù dal letto. Belle queste chiacchierate mattutine, ora è chiaro che Jude sarà il mio psicologo. O anche qualcos'altro...

 

[Operazione di auto-psicanalisi: Rob sono io, Jude è la voce della saggezza di centomila persone che mi ripetono queste cose ogni tanto LOL Anche se ancora non c'è "azione" prometto un capitolo lemon entro i prossimi tre! :)

Mamma: Eccoti la chiacchierata XD in realtà non ho detto proprio tutto, ma il discorso edipico è stata la prima idea che mi è venuta in mente. Vediamo se mi viene qualcosa di non troppo banale per spiegare la sua asocialità...Grazie mille comunque <3<3<3

Barbara: Si, la mia idea è che il suo subconscio è ancora abituato a Val e lo vuole disperatamente indietro, anche se questa cosa è ingiusta nei confronti di Jude...che E' a petto nudo, anche in questo capitolo xD

Ilaria: Eh, conosco la sensazione .-. Daaaai, goditi il Liceo finché ci sei ancora, a me manca da morire ç_ç Sì, il Jude di questa fic è fin troppo angelico, ma è così che lo vedo <3 amore ciccino tesoro *fine fangirlaggio* LOL E fidati, anch'io voglio un Jude a petto nudo che mi prepara il pranzo T_T]

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Capitolo 18
*** 17: Gorecki ***


Mi piace la sensazione di avere Jude fra i piedi. Generalmente mi disturba che qualcuno stia molto tempo a casa mia, spesso la trovo un’invasione e non mi sento completamente a mio agio. Però con lui è come se non ci fosse. Mi spiego: Non che sia insignificante, ma che le sue abitudini si accordano così bene con il mio stile di vita che non c’è bisogno di fare domande. Anzi, ho sperimentato il silenzio con lui e mentre con chiunque altro mi sento a disagio senza chiacchierare di stronzate, con lui posso passare anche molto tempo senza spiccicare parola. E dire che da lui non ci si aspetterebbe tanta tranquillità…

Anche il fatto che dorma nel mio letto non mi scoccia per niente, anzi. E’ rassicurante ascoltarlo respirare accanto a me, anche se il fatto che stia a così stretto contatto col mio corpo qualche volta mi sembra strano. Mi ero abituato a dormire solo, ormai…

Mattino, mi stringe più forte per un po’, poi si stiracchia.

-Vado a lavorare.

Salta giù dal letto mentre emetto qualche verso lamentoso.

-Non mi hai detto che hai trovato un lavoro qui.

Si gira e si stringe nelle spalle.

-Beh, ora lo sai…

Agito una mano per dirgli di uscire pure. Io ho mollato il mio lavoro ed ora faccio il giornalista freelance. Mi sta bene così, ho ingaggi temporanei e comunque sembra che ci sia sempre qualche rivista a corto di reporter. Molto meglio del call center in qualsiasi caso.

Posso passare tutta la mattina a letto, questo è magnifico! La passo tutta a riordinare, guardare la tv, mangiare schifezze. Poi ricevo una chiamata da un giornale di musica, vogliono che vada a vedere i Brain Stew per farne una recensione. Perché il nome mi suona familiare? Mi ci lambicco finché Jude non torna.

-Principe Harry, per caso conosci una band che si chiama Brain Stew?

Lo vedo gelarsi sulla porta.

-S-sì…E’ la cover band di Ewan. Perché?

Magnifico!

-Una rivista di musica vuole che faccia una recensione di un loro concerto. Suonano in città domani sera.

Tentenna, fissandomi.

-Posso venire?

Cado nel panico.

E se viene lo vede e decide di tornarci insieme e se lo seduce e se lo porta a casa e se lo bacia e se gli dedica una canzone e se mi lascia lì per parlare ballare scopare con lui no no no no no…

-Se…se vuoi…

Cazzo, come sei vigliacco, Robert.

Ci pensa su qualche istante.

-O…o forse no. Forse è meglio di no.

Rimaniamo in silenzio.

-…Però se venissi…Sarebbe solo per ascoltare…

Certo, ci credo, Jude.

-Cazzo, deciditi!- esclamo, ridacchiando.

-A te andrebbe bene?

Lo fisso per qualche secondo, poi mi giro e vado a preparare un caffè. No, certo che non mi va bene. Non mi va bene per niente. Il suo ex l’ha inseguito fino a New York per riprenderselo, lo so. La band è una scusa. Probabilmente ha voluto che mi venisse chiesto di andare al loro concerto, così che l’avrei detto a Jude e lui sarebbe venuto.

-Mi pare di capire di no- borbotta.

-Se vuoi venire vieni, Cristo…

-Se ti scoccia…

-No, non mi scoccia, vieni al concerto, non mi interessa- sibilo, rimanendo girato.

Rimane in silenzio. Mi giro e lo guardo: sembra ferito.

-Beh? Che c’è?

-E’ il mio ex, Rob!- esclama, guardandomi. –Pensavo di interessarti!

-Non ti sei fatto tanti problemi quand’ero a Londra, sbaglio?

-Non sapevo d interessarti, allora!

E’ in crisi.

-Sì che lo sapevi. E mi hai detto che è una cosa che fai spesso, giocare. Giusto?

-Si alza e cammina verso di me, prendendomi un braccio e stringendolo forte, guardandomi molto male.

-Va bene. Me n’ero accorto. Ma non ho mai giocato con te, capisci? Se avessi voluto giocare, usarti, ti avrei sedotto, portato a letto e poi ignorato. Perché faccio così con tutti, ma ho capito che tu non l’avresti sopportato. Quindi ho preferito tenerti a distanza!

-Era solo pietà, quindi.

Lo vedo stringere i pugni. Si sta arrabbiando, e ricordo il promemoria: mai fare incazzare Jude.

-Certo che sai essere stronzo, complimenti.

Annuisco sarcasticamente.

-Visto? Non sono così fantastico come pensi.

Scuote la testa, poi si rilassa.

-D’accordo, lo capisco. Sei in lutto per Val ed è normale che ti comporti così.

E’ normale essere stronzi quando soffri, già. Jude guarda altrove, poi guarda la mia mano allungando la sua, timidamente.

-Scusa- mi esce dalle labbra, in un sussurro. Prendo la sua mano ed intreccio le dita con le sue, senza guardarlo.

Rimaniamo lì per un po’, senza dire altro, finché non mi attira verso di sé e non mi abbraccia.

Rimaniamo così per un po’, finché le mie mani non cominciano a muoversi da sole, giù per il suo petto. Vedo il suo pomo d’Adamo muoversi su e giù, è nervoso almeno quanto me.

-Cosa stai facendo, Rob?- domanda in un soffio, appena mi avvicino al suo collo. Lo bacio lievemente, sento il suo brivido.

-Ti piace?- è tutto quello che mi viene in mente.

So che sta pensando che dovrebbe respingermi, che sto agendo così perché sono troppo triste per non cercare qualcos’altro. Non è così. Voglio lui.

-Rob, non dovremmo…- mormora, allontanandomi dolcemente.

Il petto si raffredda. Non mi respingere…

-Perché?

Fa per uscire dalla porta, prendendo il pacchetto di sigarette.

-Non voglio ferirti- dice, sofferente.

-Mi stai ferendo adesso!- esclamo, camminando verso di lui.

Si blocca ed io gli prendo il polso.

-So che mi vuoi anche tu- continuo. Non so da dove viene tutta questa sicurezza, forse me l’ha insegnata lui.

Si gira, guardandomi attentamente. Metto le mani sui suoi fianchi, attirandolo dolcemente verso di me. Mi lascia fare, avvicinandosi e facendomi sentire di nuovo il calore del suo corpo. Allungo il collo per baciarlo e lui mi asseconda, mentre il mio cuore va a migliaia di battiti al secondo, forse, non lo so. Prima un soffice bacio sulle labbra. Lo guardo e mi avvicino ancora, premendo con la lingua sulle sue labbra finché non si dischiudono. La mia lingua accarezza timidamente la sua, lui mi prende per le braccia e si allontana un secondo.

-Non voglio ferirti…- ripete in tono flebile.

Lo guardo con aria di sfida.

-Stà zitto- gli intimo prima di riappropriarmi delle sue labbra. Eppure lo sento ancora rigido e insicuro.

-Davvero, io ti voglio, ti ho voluto praticamente da subito, Jude…

Sospira.

-…Mi sembra che ora sia tu quello che si fa le paranoie, o sbaglio?- riprendo, sorridendo.

Lui mi fissa qualche istante, poi si apre di nuovo ad uno di quei suoi stupendi sorrisi abbaglianti…Rimango senza fiato qualche istante, poi lo bacio ancora, lentamente. Gli unici suoni sono quelli umidi delle nostre bocche e i fruscii dei vestiti. Sappiamo perfettamente quello che stiamo facendo, forse è affrettato ma non posso resistere. Ho bisogno di sapere che lui è qui, vicino a me, voglio sentirlo sul mio corpo e provare tutte queste sensazioni. Erano mesi, ormai…Troppo tempo.

Le mie mani ricominciano a scorrere sul suo corpo, mi accorgo che non sembrava così muscoloso qualche anno fa…Sorride sulle mie labbra, intuendo i miei pensieri.

-Ho cominciato ad andare in palestra…

Lo bacio ancora.

-Ah, davvero?- ridacchio, mentre infilo una mano sotto la sua maglietta nera (che gli fa un corpo bellissimo) e avverto i suoi brividi. Sì, è fantastico. Inizio a baciargli il collo, scendendo e salendo, seguendo la vena che sporge. Lo sento deglutire ed un piccolo sospiro sfugge alle sue labbra. I miei brividi sulla nuca sono nulla in confronto ai suoi, che lo costringono a lasciar cadere indietro la testa sul palmo della mia mano, liberando pelle per le mie labbra che si fanno insistenti…E per la mia lingua. Appena inizio a leccare la sua pelle sento un suo piccolo gemito e le sue mani scendere sulla mia vita, tenendomi stretto.

Cazzo, non mi ero mai eccitato tanto, neanche con Val, i nostri corpi reagiscono bene insieme, l’intesa fisica è molto buona, non mi sento a disagio…Beh, si, forse un po’ dato che è il mio primo approccio fisico dopo così tanto tempo…

Poi sento le sue mani salire di nuovo mentre lo bacio ancora, premere sul mio petto e tutto il suo corpo che mi segue mentre indietreggio. Si libera di me per qualche secondo.

-Andiamo a letto- mi dice, con una voce bassa, flebile e consapevolmente sensuale …

Lo seguo in camera, improvvisamente preso dalla frenesia: non vedo l’ora di vedere coi miei occhi il suo corpo. E di guardarlo negli occhi mentre è nudo. Quei suoi occhi…Si siede sul letto, aspettandomi, gli occhi pieni di bramosia. Per me? Oh, Dio…

Mi avvicino e lui alza la mia t-shirt, scoprendomi la pelle. Non faccio in tempo a sospirare che le sue labbra e la sua lingua stanno accarezzando la mia pancia. Oh. Dio. Come fa a sapere che le carezze sulla pancia mi fanno impazzire? Mi lascio sfuggire un respiro profondo, le sue mani sui miei fianchi scendono per assicurarsi ai miei jeans. Guarda in alto verso di me, sogghignando, io annuisco mordendomi il labbro. Il suo naso sfiora la mia pancia tesa mentre lascia ancora piccoli baci sulla pelle, facendomi rabbrividire ancora, le mani slacciano i miei pantaloni. Comincio ad accarezzargli i capelli, quando sono libero poi afferra la mia maglietta e mi attira verso di sé, stendendosi sul letto. Mi ritrovo sopra di lui, subito inizio a baciargli il collo perché ho sempre adorato farlo. E poi coi suoi sospiri come incoraggiamento…

-Togliti quella maglietta- ordina, io sorrido e mi siedo sul suo bacino, sentendo la sua erezione e ridacchiando mentre lui mi schiaffeggia il petto scherzosamente.

-Idiota…

Tolgo la maglietta e per un momento lui si blocca, gli occhi spalancati, a fissarmi come fossi la cosa più bella che avesse mai visto. Mi guarda tutto ed io non avevo mai provato questa sensazione.

-Però!- esclama, ghignando, ed io scendo di nuovo su di lui lentamente, per assaggiare ancora le sue labbra.

Appena solleva il suo corpo per togliere la maglietta, però, è il mio turno di rimanere estasiato. E’…”bellissimo” è riduttivo. Se penso che questa bellezza è proprio sotto le mie mani…Sorrido.

-La palestra ti ha fatto proprio bene- gli dico e lui prende la mia nuca per riportarmi dove devo stare. Nel frattempo mi accarezza il petto e la pancia, dei piccoli mugolii sfuggono alla mia bocca, riempiendo il piccolo spazio fra noi.

La sua pelle sa di fumo e sale. Mi piace.

Accarezzo i suoi capelli, poi scendo lungo tutto il suo corpo sentendone il calore, la consistenza, la morbidezza della sua pelle, i peli, fino all’inguine. I pantaloni a vita bassa…Glieli slaccio rapidamente, ma ci pensa lui ad abbassarli. Rimaniamo così, immobili per molti lunghi secondi, poi finalmente si sporge verso di me e mi bacia delicatamente, accarezzandomi una guancia.

Sento i suoi movimenti mentre si libera degli slip e toglie i miei boxer.

Non sono abituato a sentirmi nudo, non più…Sento di nuovo quel brivido lungo tutta la schiena e i muscoli che si irrigidiscono. Mi evita l’imbarazzo di guardare, cosa che ho sempre odiato, sorridendo e baciandomi ancora.

Jude…E’ sotto di me. L’uomo più bello che abbia mai visto, proprio qui, che accarezza la mia schiena ed allarga le gambe lentamente, il viso rilassato…

Il cuore batte velocissimo, il respiro accelera a sua volta, mentre lo guardo e sorrido. Voglio che questa eccitazione duri il più a lungo possibile. Si morde il labbro, leccando poi il mio.

-Forza…- sussurra, spingendosi contro di me e mozzandomi il respiro per un istante.

Lo bacio possessivamente, prima di posizionarmi fra le sue gambe ed iniziare a spingere.

Il suo gemito mi muore in gola, le sue dita stringono la mia pelle.

Annegare in lui…è la sensazione più giusta che abbia mai provato facendo questo. Dopo qualche spinta il suo corpo che mi cerca inizia a sudare, l’aria è rovente e per lo sforzo faccio fatica a respirare, ma tutto questo è troppo bello e soprattutto non mi voglio fermare nemmeno sotto minaccia di morte. Siamo troppo eccitati per pensare. Comincio a sudare anch’io, con un bacio ad ogni spinta, sempre più dentro di lui.

-Rob…

Geme nel mio orecchio, mentre spingo e gemo a mia volta. I nostri nomi si mischiano al sudore ed all’eccitazione, mentre i nostri corpi si avvicinano sempre di più, si adattano l’uno all’altro creando un movimento sincrono. Non ho mai avuto un’esperienza simile.

Non so quant’è durato, ero troppo perso in noi per rendermene conto, ma sento il suo orgasmo rilasciarsi sul mio ventre. Poco dopo vengo anch’io, con un unico, profondo sospiro rilasciandomi dentro di lui…

-Cazzo…

E’ sempre la sua voce che mormora roca.

La spossatezza prende tutti i miei muscoli, finché non rilascio il mio corpo umido e caldo sul suo, che mi abbraccia istantaneamente.

 

If I should die this very moment I wouldn’t fear

Cause I’ve never known completeness like being here

Wrapped in the warmth of you,

Loving every breath of you…

still my heart this moment
oh it might burst…

 

 

Ascolto i suoi respiri che si quietano, accarezzo il suo petto mentre annuso la sua pelle. Brevi attimi di pace.

-Sei stupendo- dico, nascondendo poi il viso sul suo petto con un sorriso, dandomi del cretino da solo!

Mi stringe più forte e sento il suo corpo sobbalzare per la piccola risata che mi sta indirizzando.

-Anche tu.

Guardo i suoi occhi e lo bacio ancora. Annuso ancora la sua pelle e chiudo gli occhi, sollevato.

 

could we stay right here
till the end of time until the earth stops turning
wanna love you until the seas run dry
I've found the one I've waited for.

All this time I've loved you
and never known your face.

 

[Eccolo qui, il capitolo che stavate aspettando XD La cosa sconvolgente è che viene quasi al ventesimo capitolo, la cosa per me è un RECORD *O* Spero vi sia piaciuto! Ah, la canzone è di Lamb, bellissima *_______________*

Ilaria: Beh, sono ispirata XD Strano. Devo ammettere che con le lemon non ci sono più abituata, però...troppo fluff nella mia vita, mi sa XDDD

Drabbit: Il corsivo? E' stato un errore. Avevo cominciato la parte della morte di Val al presente, poi era diventata molto lunga e arrivato il momento di utilizzarla mi sono accorta che contrastava col passato remoto dei capitoli precedenti...siccome non avevo voglia di cambiare tutti i verbi, l'ho messo in corsivo come fosse un lungo ricordo XD il che equivale ad una narrazione...penso di tornare al passato remoto nel prossimo.

Sere: Hanno approfondito abbastanza la conoscenza reciproca? LOL

Barbara: Prego! :D Eh purtroppo ho notato che c'è molta gente molto più brava di me a scrivere, quindi anche questo mi si sta ritorcendo un pò contro *rolls eyes* Grazie per la comprensione comunque XD

Leia: Si, esatto, anch'io li immagino in atteggiamenti casalinghi <3 ma quanto belli sono? *__________*]

Socia: Lo sospettavo ç.ç infatti mi sono chiesta un pò se usare o no la storia del Natale, alla fine l'ho usata... *hugs*

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Capitolo 19
*** 18: Let It Be. ***


La mattina dopo mi svegliai di umore adamantino. Cosa che non succedeva da quando vinsi una gara scientifica a sedici anni. Lo guardai mentre dormiva, con una tenue luce radente che evidenziava le forme del suo viso. Quasi rimasi senza fiato, invece sorrisi. Mi girai dalla sua parte, guardandolo...anzi, contemplandolo. Come mi ero meritato qualcosa di così bello? Dopo un pò aprì gli occhi e mi fissò per qualche secondo, poi sogghignò e mi schiacciò un cuscino in faccia.

Buongiorno!

Come sempre, lui doveva andare a lavoro, io rimasi a casa a guardare la tv e a leggere. N-O-I-A. Non vedevo l'ora di trovare un impiego un pò stabile, almeno mi sarei risparmiato certe mattinate!

Alla fine andammo al concerto insieme, comunque. Jude sembrava tenerci, anche se mi aveva bloccato per un’ora buona sulla porta, rassicurandomi sulle sue intenzioni: niente più della musica, eccetera, eccetera. Non avevo bisogno di tante moine, però le accettai volentieri in quanto accompagnate da baci e coccole che, se mi fossi visto un anno prima, non ci avrei neanche creduto.

Il live era buono. Forse perché gli USA rappresentano un’occasione per qualsiasi band, avevano preparato dei pezzi originali. Un punk fin troppo simile a quello delle band da cui prendevano ispirazione: ovviamente Green Day, Operation Ivy, Blink 182 e così via. Però godibile. Scrissi una recensione al vetriolo, comunque. Da un punto di vista oggettivo, ovvio! Comunque Ewan ci vide e pretese di venire a fare una chiacchierata. E fu stupendo vedere come Jude teneva le distanze prendendomi la mano ed annuendo vagamente a quello che Ewan diceva.

-Non tornerai a Londra?- chiese infine, semi-disperato.

Jude lo guardò severamente.

-Lo sai già.

Una volta ricevuta la conferma che non c’era niente da fare, Ewan si congedò con lo sguardo triste e noi tornammo a casa.

 

Anch’io avrei dovuto dare un addio. Ma non sapevo come fare, con qualcuno che non ti può parlare.

Improvvisamente ebbi un’idea: presi il cellulare e chiamai il suo. Anche se sapevo che probabilmente era abbandonato in qualche cassetto dimenticato a casa dei suoi…Non mi aspettavo nessuna risposta, comunque. Contavo su un’altra cosa.

Qualche squillo, poi prevedibilmente scattò la segreteria telefonica, ed io mi immobilizzai.

-Ciao, siamo Val…

-…E Rob!

-levati, deficiente!

Rumori di colluttazione.

-…dicevo, siamo Val e Rob, se volevate chiamare proprio noi e dovete dirci qualcosa di assolutamente essenziale, aspettate il suono apposito e…si, vabbè.

Il suono era una scorreggia. Sì, idea mia. Si sentiva anche un attimo di confusione perché quella sera Val mi aveva inseguito per tutto l’appartamento lanciandomi ingiurie e facendomi infine crollare sul divano con lui.

Ricordarlo fece male.

Ma non riattaccai. Rimasi col cellulare premuto contro l’orecchio come se potessi aggrapparmi a quell’attimo di passato, come se venisse da un altro mondo e io potessi essere rapito e riportato dove dovrei essere.

Perché improvvisamente mi viene in mente che mi mancava.

Feci un lungo silenzio fra me e la segreteria, poi cominciai a parlare.

-…Ciao, Val…sono Rob.

Che stronzata. Jude si voltò a guardarmi, stupefatto.

-Lo so che non puoi sentirmi, so che sembro un idiota, ma volevo parlarti. Solo per chiederti come stai, e per dirti che…uh…beh, io sto bene. Insomma, lo sai, ci sono giorni in cui sono la solita piattola inespressiva, altri in cui salto giù dal letto cantando e ballando, no?

Risi. Mi facevo ridere da solo.

-…per il resto va tutto bene, sto uscendo con Jude.

Gli lanciai un’occhiata sorridente, imbarazzatissimo, mentre lui si appoggiava allo stipite della porta, fissandomi con un sorriso triste.

-…Uhm, a dire il vero stiamo quasi ufficialmente insieme…Sai, manca solo da dirlo al resto delle conoscenze, ma comprensibilmente è difficile pensare che lo faremo presto. Non come con noi due. Ti ricordi…ti ricordi il bimbo che ci ha avvicinato per strada e ci ha chiesto “ma voi due siete gay?”…Non sapevamo che rispondergli!

Lentamente mi accoccolai sul divano, ridacchiando un po’ per l’incredulità e un po’ per il ricordo della faccia che gli avevo visto fare quella volta.

-…Comunque la cosa che mi preme dirti è che non avrei mai voluto che finisse così, che…Cioè, mi sento uno schifo, specialmente a pensare che non ci siamo mai chiariti, che non abbiamo mai parlato, che devi…

Pausa.

-…che devi essertene andato pensando che ti odiavo. O odiandomi.

Appena detto, mi sentii schiacciare il petto. Avevo dei sensi di colpa repressi. L’ultima cosa che gli avevo detto era stata una frase piena di rabbia. Praticamente un “vaffanculo”.  Non importa il fatto che mi avesse ferito, ma avrei dovuto parlarci, dopo. Dirgli che gli volevo bene. E poi sentii una rabbia che saliva su per lo stomaco e poi mi arrivava in gola, e poi usciva come stessi vomitando le parole.

-Ma tu…Tu dovevi proprio andartene così, eh? E’ nel tuo stile. Sei sparito senza che potessi prepararmi, senza che potessi salutarti, perché è quello che fai, giusto? Hai sempre fatto tutto senza mai avvertirmi, senza mai dirmi a cosa andavo incontro, mi hai sempre infilato nelle tue cazzo di avventure senza dirmi perché e dove si arrivava! Ma perché anche stavolta? Che senso aveva? Perché ti sei messo in macchina con qualche fottuto stronzo ubriaco?! Con tutte le tue paranoie sulla guida sicura, eccetera?

Tacqui qualche secondo, lasciando che la rabbia si sfogasse e rifluisse, mentre stringevo convulsamente la cornetta.

Respirai a fondo e gli parlai di nuovo dolcemente.

-Comunque volevo solo dirti che mi dispiace, in definitiva. E…mi manchi.

Non mi accorsi delle lacrime che premevano dai miei occhi finché non si appannarono, e non volli accorgermene. Perché se solo mi avesse sfiorato il pensiero di quanto sentivo la sua mancanza avrei usato di nuovo Jude, e questo me lo sono vietato in modo categorico.

Non voglio ferirlo, non voglio fargli pensare di valere meno di un ricordo. Di qualcuno che non c’è più, e che per me in futuro non ci sarà. Non voglio tornare a pensare alle cose irreali.

La mia realtà ora è tutto l’insieme di pezzi del mio mondo che posso ricollegare a Jude, nient’altro.

Addio, Val.

-Ecco. Te l’ho detto, perciò…beh, ti saluto. Spero che il Paradiso esista davvero, per te. E per me.

Che cazzate stavo sparando.

-Ciao, Val.

E riattaccai.

Rimasi un po’ in quel limbo di insicurezza e stupore di me stesso, poi avvertii la realtà materiale sollecitarmi in tutti i modi, non ultima una mano che ormai conoscevo bene mentre si appoggiava sulla mia spalla.

-Rob, tutto bene?

Rimasi in silenzio, fissando il cellulare per poi appoggiarlo sul tavolo, lo sguardo basso. Tirai su col naso.

-Mi dispiace- disse, poi mi abbracciò.

E io vorrei che il suo abbraccio si espandesse all’infinito nello spazio e nel tempo.

 

[Ancora un paio di capitoli, credo, poi posso archiviare anche questa fic.

Ilaria: Sì, mi sa che per ora possono uscirmi solo cose fluff, sono mutata .-.

Barbara: Awwwwww!!! *______________* Ma graaaaaazieeeeee! <3 Adesso te lo dico io: TU non ti buttare giù!! :D

Leia: No no, non era finita XD Ho ancora un pò di cose in sospeso...]

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Capitolo 20
*** 19: Jingle Bell Rock ***


E’ consuetudine che a Natale vada a trovare i miei genitori e stia con i miei parenti, a detta loro per passare una bella serata tutti insieme. Anche se hanno smesso di essere “belle” nove anni fa, e quest’anno sarà ancora peggio.

-Ciao, Rob!- mi accoglie mia madre, abbracciandomi. E’ carina, piccola e affettuosa. In pratica, lei è l’unico motivo per cui riuscirò a sopportare la serata. Lei e mia sorella Alison. Le adoro.

Le sorrido e le restituisco l’abbraccio.

-Ciao, mamma- le dico, stringendola forte.

Guardo sopra le sue spalle, e vedo mio padre. Robert Downey Sr.

-Robert- dice incolore, appoggiandomi una mano sulla spalla, come se stesse constatando qualcosa, tipo “le mele sono rosse”. Gli sono indifferente. Ci fossi stato o no, a lui non sarebbe cambiato nulla. Io per lui non sono un figlio, sono qualcuno che gli è capitato di avere per casa per venticinque anni. Ovviamente non era così, fino a una decina di anni fa. Ma gli è bastato sapere con chi uscivo per tagliarmi fuori.

-Papà- rispondo io, con lo stesso identico tono.

-Buon Natale, scemo!- urla mia sorella, saltellando verso di me e travolgendomi letteralmente. Adorabile, adorabile, no?

-Ehi, ormai ho quarant’anni, non sono più un ragazzino!- le dico, ridacchiando. –Buon Natale!

Insomma, in breve mi trovo sommerso di gente. Sommerso, letteralmente. Sì, è una cosa bella, ma non mi è mai piaciuto avere gente così appiccicata. Cristo, che fine ha fatto la distanza minima fra le persone?

-E’ bello…essere qui- affermo, tossendo.

Parliamo di sacrosante cazzate per circa un’ora, e per un attimo mi sembra davvero di essere a casa. Anche se ci sono sotto-trame allucinanti in questa famiglia e tutti fanno buon viso a cattivo gioco.

Ci mettiamo a tavola, continuando a parlare di cose fondamentalmente inutili e senza collegamenti apparentemente sensati fra un argomento e l’altro. Ristrutturazioni di vecchie case, vacanze all’estero, lavoro, figli, lavoro, college, responsabilità, lavoro, Università, Freud, football, Oprah, cibo, libri, lavoro, religione, Kurt Cobain, cinema, lavoro, musica, lavoro.

Non mi sono dimenticato di menzionare il lavoro, spero.

Comunque tutto fila liscio finché non si parla di relazioni sentimentali.

E finché mio padre non tira in ballo me.

-…Perché la gioventù di oggi ormai non pensa più al matrimonio. Pensano di stare insieme tutta la vita senza prendersi una responsabilità. Vero, Rob?

Alzo la testa dal piatto e lo fisso sentendo montare la rabbia, tanto più notando il suo sguardo superiore di sfida. Sulla tavola si è stesa una cortina soffocante di silenzio.

Poi torno a mangiare, rispondendo con la bocca piena.

-E’ buffo sentirti parlare di matrimonio, papà.

Solo io e lui sappiamo a cosa mi sto riferendo. La donna bionda dall’altra parte della tavolata si agita a disagio. Ma non dirò niente, per non ferire mamma.

-Stà attento, Robert- mi minaccia, ringhiando. Si sente minacciato.

-Di che parlate?- interviene mia madre, un po’ preoccupata per la piega che questa cena sta prendendo. Sarebbe dovuta essere una frivola serata accompagnata solo da chiacchiere incolore e fiumi di vino bianco.

-Niente- rispondiamo entrambi all’unisono, fissandoci in cagnesco.

Il silenzio è sceso sulla tavola roboando come un aereo, spingendo tutte le teste degli astanti sul piatto, a fissare le pietanze come se quelle potessero mettersi a parlare e distribuire scherzi argutamente intelligenti. Invece tutti se ne stanno lì a giocare col cibo, alzando ogni tanto gli sguardi.

-E che mi dici della tua vita…sentimentale?- incalza mio padre, fissandomi ancora con l’aria del cavaliere che ti sfida a singolar tenzone.

-Da quando in qua ti interessa?- rispondo, mascherando di cortesia la mia irritazione.

I grilli. Posso sentire i grilli fuori dalla casa.

-Che fine ha fatto il tuo fidanzato, perché non è qui?- continua, ignorandomi.

Cazzo, non lo posso sopportare. Cos’è, ha aspettato mesi e mesi solo per mettermi in imbarazzo davanti a tutto il parentado? Prova così tanto gusto nel mettermi in difficoltà? Mi vuoi così male, papà?

-Robert, mi passi il pane?- interviene mia madre, scoccandogli un’occhiata ammonitrice.

Ignora anche lei.

-Forza, perché non è qui? Non lo vuoi presentare ai tuoi genitori? Mi sembra che state insieme da un bel po’, dopotutto!

Rimango in silenzio mentre parla. So che devo ignorarlo, so che non devo cogliere la provocazione. E’ fatto così, è uno stupido bifolco. Me lo ripeto in testa: non rispondere, Rob, non ne vale la pena.

Una volta lo facevo. Quand’ero un ragazzino e lui mi sgridava. Usava la stessa tattica psicologica. Indurmi a rispondere a tono per poi alzare il suo fino a farmi passare alla parte del torto. Così, con la maturità, ho imparato a lasciare perdere. Ma la ferita di Val fa ancora troppo male, non posso ignorarlo, stavolta. Alzo lo sguardo verso il suo e lui sa di avere vinto. Lui e il suo bisogno di alzare polveroni, di dare spettacolo.

-Allora? Vi siete lasciati?

Quell’aria beffarda. Mi ferisce, anche se non dovrei lasciarglielo fare…

-E’ morto- sussurro. Sento gli occhi farsi lucidi.

-Cosa?- dice lui, affilando lo sguardo.

-E’…E’ morto, okay? E’ morto! Ecco perché non c’è!- urlo, alzandomi e sbattendo le mani sul tavolo. Cristo, credevo di averla fatta finita con le scene da drama queen…

Tutti mi guardano sconvolti. Non si aspettavano alcuna reazione.

Beh, non sapete un cazzo di me, né della mia vita.

Rimango a fissarlo ancora qualche secondo, poi mormoro uno “scusate” e mi avvio velocemente di sopra. Verso la mia vecchia stanza.

Apro la porta e…vorrei solo non venire perseguitato costantemente dai ricordi. Annuso l’aria e sento il mio vecchio odore, quello da ragazzino ingenuo del Liceo. Mi vengono in mente le mie prime ragazze. Gli scherzi, le ore passate a fingere di studiare. Quei meccanismi educativi così semplici, a considerarli ora. Mi siedo sul letto, lasciando cadere la testa fra le mani e sentendo la rabbia ed il dolore rifluire. Questo posto dovrebbe calmarmi, confortarmi. Guardo il poster dei Black Sabbath e vorrei chiedere a Ronnie perché queste cose devono succedere proprio ora. Perché mio padre mi pungola su Val proprio…ora. Che sappia qualcosa?

…Impossibile. Non gli è mai interessato. Gli è sempre bastato sapere che fosse un uomo.

Dopo un po’ sento dei passi leggeri e discreti, la porta che si apre. Il mio sguardo viene puntato su Alison. Sospiro per la frustrazione mentre si siede accanto a me.

-Mi spiace, Robs…

-Ma si. Lo so…- mugugno e sembro proprio un ragazzino.

-Lo sai che gli piace fare lo stronzo. Non sapevamo di Val, altrimenti gli avremmo detto di non parlarne…

Non dico niente.

-Ascolta, papà ti vuole bene. Altrimenti non si disturberebbe a contestare le scelte della tua vita…

Ci risiamo.

-Ally, sono le mie scelte. Okay? E’ da anni che ve lo dico. E se voglio uscire con un uomo, baciarlo, scoparci o anche solo amarlo, sono solo cazzi miei, va bene?

Mi guarda e sospira, sorridendo lievemente.

-Lo so, Rob…

-Bene.

Sospiro anch’io.

-Vado a casa. Sicuramente mi ci troverò me…

-Oh, ma dai! Come fai a trovarti così bene da solo?

Ghigno appena.

-Non sono solo.

Mi guarda confusa.

-Ma Val…- mormora, poi si illumina, guardandomi con aria furba.

-Oooooooh! E chi c’è adesso?

Mi trattengo un po’ dal sorridere, poi mi sciolgo e le racconto tutto. Quasi.

Finisco di descriverle Jude, devo avere uno sguardo esageratamente sognante, perché lei mi guarda e sorride dolcemente.

-E che cosa provi per lui?

La guardo e sento una stretta al cuore.

Cosa provo per lui?

Non lo so, esattamente. E’ un ragazzo grandioso, meglio di quel che mi merito, probabilmente sicuramente. Si è preso cura di me. Mi ha visto al mio peggio ed è rimasto. Non mi ha mai nascosto che gli piaccio. Ha mollato Ewan e si è trasferito per me. E’ bellissimo e molto dolce, ma anche sensuale e ha sicuramente qualcosa di misterioso. Qualcosa più di me.

-E’ un po’ presto per dirlo…Ci frequentiamo da poco.

-Eppure lui è venuto a vivere da te, da quel che ho capito…

Sì, mi ha zittito.

-…Voglio dire, lui deve tenere molto a te.

Annuisco, guardando in basso.

-Dobbiamo ancora chiarire la nostra relazione- dico, in tono da…hostess, o da avvocato. Comunque lei si mette a ridere.

-E il sesso?

Diamine! Ma cos’hanno queste donne?

-Prego?

-Non l’avete ancora fatto?- mi chiede, con aria da cospiratrice.

-E’ così divertente interessarsi alla mia vita sessuale?

Ridacchia come una ragazzina. Rido anch’io.

-E’ strano pensare a mio fratello che fa sesso! Comunque non mi hai risposto.

Sorrido e roteo gli occhi.

-Mmmmh…

-Dai!- mi supplica.

-…Sì, l’abbiamo fatto- rispondo infine. Oddio, mi sento un teenager che si vanta con gli amici.

La sento squittire e mi volto verso di lei scandalizzato.

-Che problemi h…

-Com’è stato?- incalza lei, sorridendo.

Alzo un sopracciglio.

-No comment!

-Stupido!

E cominciamo a fare a cuscinate, come vent’anni fa.

Dopo mezz’ora torno a casa, sento profumo di caffè. A quest’ora?

Jude fa capolino dal divano.

-Com’è andata?

Grugnisco.

-Perché il caffè?- chiedo, dribblando.

Ghigna.

-Stanotte ti faccio rimanere sveglio, che tu lo voglia o no. Vedrai che bel regalino di Natale…

Alzo gli occhi al cielo, poi lo guardo e mi mordo il labbro.

Sì, siamo sessualmente attivi e lo amo.

Devo solo dirglielo.

 

[Questa è un'altra scena che tenevo da parte da un bel pò, e direi che il prossimo capitolo sarà l'ultimo. Probabilmente ci metterò molto a scriverlo, non so quanto lungo sarà...Già mi viene il magone, comunque ç.ç Oh, piccola puntualizzazione per il capitolo precedente: purtroppo l'idea della chiamata alla segreteria telefonica non è mia...l'ho presa da un film molto bello con John Cusack, "Grace is Gone".

Barbara: Cavolo, non pensavo facesse questo effetto! Grazie mille caVa! *rotola*

Mamma: Oddio. Non sai quante volte mi sono riletta la tua recensione. Eppure tu quella barriera tra me e la storia l'hai superata tranquillamente con questo capitolo. *_______________* Davvero? Cioè, io non sono mai convinta di quello che scrivo, mi stupiscono sempre questi commenti! Grazie mille teso!! *O*

Ilaria: GIURO che questa è l'ultima volta che nomino Val xD piangere addirittura? *____________* Yes, EVVIVA IL FLUFF! *O*

Sere: Beh, grazie :)

Leia: Bacino girato. Salutano e ringraziano u.u Grazie mille anche a te, comunque!! *///////////*

Drabbit: Delle sceneggiature me l'ha già chiesto qualcuno XD io e la mia socia favoleggiamo di scrivere film tipo Brokeback Mountain rigorosamente con Rob e Jude. Si, vabbè *chiama il manicomio* LOL Eh si...E' un pò triste ç.ç]

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Capitolo 21
*** 20: Find A Way. ***


E così da allora lui è rimasto a casa mia. La nostra chimica istintiva ci ha portati ad abituarci presto l’uno all’altro, con il minimo di disagio. Quando sono a casa con lui non penso a cose come: “quanto resterà? Cosa devo dire? Potrei offenderlo?”. No. Ci comportiamo come se fossimo fratelli. Tranne il fatto che i fratelli generalmente non fanno sesso almeno tre volte a settimana. Ed anche in quel frangente, non c’è il disagio tipico del sesso, ci viene naturale. Lui ha smesso di farsi complessi su di me quando ha visto che sono voglioso almeno quanto lui, che l’amore fisico non mi mette per niente a disagio. Con tutti questi presupposti, possiamo pensare ad una relazione completa ed equilibrata. Lui cucina ed ogni giorno mi regala lo stesso sorriso, quello che non mi stanca mai. Ormai è da molto tempo – anni – che viviamo insieme. I litigi non mancano, tanto da tirarci oggetti e picchiarci, ma dopo un’ora o due io o lui andiamo l’uno dall’altro e facciamo pace. A modo nostro, ovviamente. Il mio metodo preferito è sussurrargli all’orecchio cose che gli piace sentire. Lui sorride ed io mi sento salvo, perché non sopporto che si arrabbi con me.

Siamo, a tutti gli effetti, regrediti all’età infantile. Siamo innamorati come due bambini – sempre escludendo il fattore sesso.

Ma non gli ho ancora detto che lo amo. E lui forse non si aspetta che lo faccia, ma lo voglio. Finora ho aspettato, mi conosco e voglio essere certo che quelle parole siano una garanzia per entrambi. Ho un po’ di paura, sento le vertigini quando ci penso e lo guardo.

Potrei vivere con lui per il resto della mia vita? Perché, per me, “ti amo” significa questo. Non m’importa che sia quello che sento, perché voglio che anche lui sia certo di quello che vuole.

-Jude.

Si volta verso di me, prima di andare a lavoro.

Lo guardo e mi tremano un po’ le mani.

-Sì? Dimmi- risponde, guardando l’orologio a muro.

Ha fretta. No, non è il momento.

-…Niente, quando torni però devo dirti una cosa.

Mi fissa alzando un sopracciglio, poi si stringe nelle spalle.

-Okay. A dopo!

Poi mi accorgo che, a lavoro, ci devo andare pure io. Il fatto che io abbia orari più flessibili non mi giustifica!

 

Quando torna a casa è visibilmente di pessimo umore. No, neanche ora è il caso.

-Jude? Judesie?

-Non chiamarmi Judesie.

Piego la testa di lato, sembra davvero arrabbiato.

-Cosa c’è? E’ successo qualcosa a lavoro?- chiedo, alzandomi dal divano su cui mi ero buttato appena cinque minuti fa, dopo essere tornato.

-No.

Ovviamente significa “Sì”. Ricorda, Rob, psicologia femminile.

Mi avvicino a lui e lo prendo per le braccia, baciando le sue labbra arricciate. Guardo nei suoi occhi: cavolo, è davvero arrabbiato.

-Ho fatto qualcosa…?

Ormai è la domanda più gettonata da parte mia.

Sospira e scuote la testa, andando verso la cucina. Non mi guarda.

-Jude…Che c’è?

Sì, se ve lo state chiedendo mi scoccia seguirlo per capire che cavolo gli gira per la testa. Ma…PSICOLOGIA FEMMINILE.

-Jude.

Si volta, massaggiandosi le tempie.

-Senti…Lasciami un po’ in pace, va bene?

Di solito scrollerei le spalle e risponderei di sì. Ma con lui so che devo insistere. Poi mi direbbe che non mi interessa come si sente. Si vede che ho avuto un bel po’ di partner donne, vero?

Mi avvicino ancora e gli prendo il viso fra le mani, dandogli un bacio lento e stringendolo a me. Quanto amo il suo odore.

-Forza, dimmi cosa c’è- dico, suonando amorevole. Sì, amorevole. Pazzesco, ma con lui ci riesco.

Rimane in silenzio ma si rilassa. Si morde il labbro e mi guarda ferito.

-Mi hanno licenziato.

Oh, Dio. Temevo questo giorno. Ormai ha trentasette anni e le agenzie vogliono ragazzini a stecco e col ciuffo davanti agli occhi. Dannazione.

Se c’è una cosa di cui abbiamo parlato poco, è stato il suo lavoro. Che per lui significa più di posare per le foto, per lui è sempre stata una questione di autostima. Ed ora si sente rifiutato perché non va più bene per gli standard del mercato. Non ha mai accettato che gli dicessi che prima o poi sarebbe dovuto finire in “pensione”, con questo lavoro, ed ora è come se una parte di sé fosse crollata.

Sospiro e lo stringo forte.

-Jude, lascia perdere.

Mi spinge via e va verso la camera da letto a cambiarsi.

Di nuovo, lo seguo. Mi sta intristendo a mia volta, non posso vederlo così. Distrutto da qualcosa che non può controllare.

-Jude. Smettila di comportarti così.

-Così come? Robert, ormai sono un rottame usato, lo capisci?

-Non per me!- esclamo, appoggiandomi alla porta. Mi lancia uno sguardo sul genere: “non puoi capire”, cosa che mi fa arrabbiare un bel po’. Vedo botte in arrivo.

-Ne stai facendo una tragedia! Non capisci che quella roba non conta? Per te è così importante avere l’approvazione degli altri? Che ti interessa, Jude?!

Non risponde e si mette in vestiti comodi, superandomi senza una parola e tornando in salotto.

-Jude!

Lo seguo, sospirando di frustrazione.

-Cosa c’è? Rob, non puoi capire!

-Sì, invece sì, capisco! Lo so che per te è come un fallimento, ma c’è una cosa che non hai capito!

Mi guarda scettico.

-Cosa?

Lo fisso, arrabbiato, poi chiudo gli occhi e sospiro, calmandomi. Qualcuno mi applaudisca per l’autocontrollo, prego.

-Quello che non hai capito è che per me sei stupendo e lo sarai sempre! Quello che non hai capito è che per me quella gente non capisce un cazzo, che l’anima che hai tu quei ragazzini se la scordano!- pausa. –Non conta niente quello che penso io?- continuo, abbassando la voce.

Mi guarda, cambiando espressione. I suoi respiri si calmano, le spalle si rilassano e la sua voce si ammorbidisce mentre mi vede intristirmi.

-Rob, qui non si parla di te e di me.

Vorrei dirgli che quello che provo per lui può consolarlo. Vorrei dirgli che insieme possiamo affrontare tante cose, che posso aiutarlo o almeno provarci. Che la mia opinione dovrebbe contare molto più dei calcoli aziendali di un’agenzia di moda che tratta tendenze passeggere. Ma dovrei prima dirgli che lo amo e mi blocco. Guardo in basso ed annuisco, sospirando, per poi sedermi sul divano.

-Non fraintendermi, ma…Questo è un mio problema.

E’ un nostro problema!’

-Sì, capisco.

Mi guarda per un bel pezzo, so che mi sta fissando e decidendo cosa fare. So che una parte di lui vuole continuare ad auto commiserarsi, ma so che l’altra parte è forte e vuole riderci su, un giorno.

In fondo non è morto nessuno e lui lo sa quanto seriamente prendo questa frase.

Si avvicina e si siede vicino a me, appoggiando la testa sulla mia spalla per poi baciarmi il collo con le sue labbra leggere, come il tocco di una piuma.

-Scusa- sussurra. –E’ che sai quanto ci tenevo.

Mi giro appena e lo abbraccio.

-Lo so. Ma per come la vedo io non è una questione così importante. Se i soldi fossero un problema dovresti preoccuparti, ma stiamo bene. E lo sai che anche in caso mi troverei un doppio lavoro…

Sospira, perché effettivamente non sono i soldi a preoccuparlo. E questo si era capito.

-Ho paura di non piacerti più, Rob.

Mi immobilizzo per lo stupore, poi gli sollevo il mento e gli lascio un bacio a fior di labbra.

-Che cazzate stai dicendo? Jude…Ti ho detto mille volte che per me sei bellissimo. E comunque…Per me non conta. Perché…

Mi blocco ancora.

Rimane a fissarmi, in attesa. So che ha capito, ma siccome è un bastardo rimane lì ad aspettare che lo dica.

Sospiro e gli bacio la fronte.

-Rob, ti prego…- sussurra con gli occhi spalancati e supplichevoli.

Lo bacio ancora, prendendo coraggio e chiudendo gli occhi per qualche istante. Un salto nel vuoto.

-Per me non conta perché…Ti amo- bisbiglio infine, tremando appena, abbassando lo sguardo.

Vedo il suo corpo immobilizzarsi. Ed è il suo turno di alzare il mio viso sul suo, di guardare a fondo nei miei occhi pieni di paura. Perché sento il cuore gelido e so che quello che dirà potrà distruggermi o salvarmi. Se mi dicesse che lui non mi ama…Finirei di nuovo solo, ubriaco e triste. Se…

-Anch’io, Rob- sussurra, sorridendo appena.

I suoi occhi…I suoi occhi mi riempiono. Spalanco i miei e so che sto sorridendo come non ho mai fatto in vita mia.

 

31 Dicembre 2009. Jude che gira per casa come una trottola appendendo oggetti di dubbio gusto e addobbandomi come un albero di Natale. Ed io in mezzo al salotto come un imbecille, mentre gli lascio fare tutto questo! Ovviamente la radio non smette di mandarlo in solluchero con tutte le più patetiche canzoncine pop del decennio appena trascorso e di quello precedente, non ultima Baby One More Time. Che ho fatto di male?

-My lonelineeeess is killing me (hey now!), I must confess, I still believe (Still believe)~

Sì, si fa i coretti da solo. Pessimi.

-Jude…- imploro. Non per qualcosa di particolare.

-Dimmi!- sorride.

Maledetto. Lo sa che il cervello sconnette quando lo vedo sorridere.

-Ahm…Jude, puoi smetterla di fare la casalinga esaltata?

-Perché? E’ divertente!- esclama. Grazie a Dio non si mette a saltellare.

Ha trentasette anni e io ne ho…un po’ di più, okay?

Prende il mio viso fra le sue mani e mi spinge sul divano, mettendosi a cavalcioni su di me, slacciandomi i pantaloni.

Dimenticavo che ogni tanto gli prendono questi schizzi di ninfomania.

Ridacchio mentre sento le sue mani e lo bacio. Non so se odiare o amare il fatto che sappia perfettamente come manipolarmi.

-Preferisci fare altro, vero?- sussurra sulle mie labbra, in tono malizioso.

Oh, sì.

Dimenticavo: siamo in una nuova casa, un po’ fuori dal centro di New York. L’abbiamo presa un po’ di mesi fa e il primo giorno l’abbiamo inaugurata in modo un po’ anti-tradizionale.

Ci abbiamo fatto l’amore in ogni stanza, in ogni angolo, ridendo e sbatacchiando un po’ dappertutto. Saprei mapparla solo ricordando le ammaccature che mi sono fatto e come me le sono procurate.

Mi mordo le labbra leccando le sue. Di solito non gli dico esplicitamente che voglio farlo, ma lui capisce sempre, ovviamente.

Sorride.

Anche in questo frangente ci siamo adattati meglio. Ricordo che abbiamo passato notti intere ad esplorarci, a capire cosa ci piaceva, come soddisfarci l’un l’altro.

-Direi che posso mettere questo nella lista dei buoni propositi per l’anno venturo, che dici?- sussurro, mugolando mentre muove il bacino sul mio.

Non risponde, catturando le mie labbra e ficcandomi la lingua in bocca ed io, per una volta, accetto di zittirmi. Ci baciamo a lungo, mentre tutti e due i nostri corpi si tendono e l’aria si scalda. Al diavolo il termosifone.

Le sue mani scendono sul mio corpo, io gemo sulle sue labbra e mi godo questa nostra intimità.

Si alza improvvisamente, mordendosi il labbro e andando in stanza da letto. Ovviamente io gli trotterello dietro, mentre lui si stende lentamente sul materasso, fissandomi. Non me lo merito.

Il fatto è che Jude mi salva la vita tutti i giorni. Io sono un sassolino sempre pronto a cadere in un burrone, ma lui mi trattiene fra le sue mani. Mi ha cambiato.

Lui ha visto tutto di me. Tutte le mie espressioni, tutti i miei stati d’animo, tutto.

Ed io, da parte mia, lo voglio così, esattamente com’è.

Anche quando mette a massimo volume, alle sei e mezza del mattino, pessime cover band dei Beatles.



[Ed eccola. Finita. 74 pagine di Word. Cavolo, non pensavo mi sarebbe dispiaciuto tanto. Cioè, sono felicissima di averla conclusa in questo modo e di essere riuscita a gestirla, anche se un pò difficilmente. Però eccola qui, sono orgogliosa di lei *saltella e sparge fiori*. Spero vi piaccia, perché ci ho messo, di me, più di quanto mi sarei aspettata. Vi ringrazio per le 100 e più recensioni, a Leia_The_Witch, che mi ha lasciato la centesima, prometto una certa fic :D contenta? E poi te la dedico! Comunque sono arrivata al 2009, che era il mio obiettivo. Finire la fic nell'anno in cui è cominciata tutta questa girandola, per me. Personalmente, mi sono innamorata di RDJ proprio il 26 Dicembre dell'anno scorso. Comunque passo alle recensioni :)

Barbara: Eh già, siamo proprio alla fine. Ed è vero, ti prende malissimo ç_ç Comunque Alison è la quintessenza della fangirl *ama* XDD

Mamma: Era proprio questo che volevo da questa storia. Sai, non solo una cronaca di come si innamorano Rob e Jude, ma esattamente un "mondo", come dici tu. Per questo ho inserito altri personaggi, volevo espanderla un pò di più perché ci tenevo a scrivere qualcosa di bello o almeno di leggibile e gradevole. Non so perché lo faccio, ma sta alla base del fatto che scrivo. Grazie mille, teso *_________________*

Leia: Dai, ci ho messo una scena pseudo-hot, spero ci si possa accontentare XD Sì, questa storia mancherà anche a me, lo ammetto. Ma poi ne comincerò un'altra, e un'altra ancora, e chissà che non mi venga l'ispirazione per scrivere uno spin-off di questa! :D

Drabbit: Effettivamente so di essere scaduta un pò nel banale con questo padre testa di #@]@@]][@¥‘~‘¥~, ma mi serviva ai fini della storia...poi è effettivamente vero che Robert ha un rapporto non chiaro ma anche evidentemente non positivissimo col padre...Sisi, ho Facebook! Ecco il mio profilo: http://www.facebook.com/manubibi mentre questo è il mio profilo da Roleplayer: http://www.facebook.com/#!/judesie.law dimmi che sei tu quando mi aggiungi! ^^

Ilaria: Eh, glielo ha detto, infine!!

DONNE, VI RINGRAZIO TUTTE, SENZA IL VOSTRO SUPPORTO PROBABILMENTE NON L'AVREI MAI FINITA. SONO ORGOGLIOSA DI VOI E DI LORO! Anche se non recensisco tutto, io leggo tutto quello che pubblicate e devo proprio dire che sono una mammina fiera di voi!!!

Come sempre ringrazio chi legge, segue, preferisce e commenta. Alla prossima!]

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