All or nothing

di KikiGustav
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Delle volte la vita è davvero strana. Sei destinato a prendere scelte che ti cambieranno la vita in meglio o in peggio, facendoti conoscere persone che inevitabilmente si pongono sulla tua strada, che tu lo voglia o no. Questa storia inizia in Italia, precisamente a Bologna.

Chiara, 18 anni, non molto alta, capelli castani e occhi verdi. Caratterialmente era molto instabile. Delle volte era sociale, mentre a volte si chiudeva in se stessa, per stare nel suo mondo. Era veramente instabile soprattutto in amore. Non aveva mai avuto belle esperienze. Quando due persone si mettevano insieme non riusciva a essere felice. Era più forte di lei. L'unica cosa che la faceva sentire viva erano i Tokio Hotel, in particolare Gustav Schäfer. Era pronta a fare di tutto per lui.

Ma torniamo a noi...a Bologna era una mattina come tutte le altre. Era quasi l'ora della ricreazione all'Istituto Professionale Aldrovandi Rubbiani, sede della sezione Grafica Pubblicitaria. Per essere metà gennaio era anche piuttosto caldo. Soprattutto l'atmosfera in 4^CG era calda. La classe stava decidendo su dove andare in gita. Ma non era una gita come le altre. L'anno della 4^ superiore, oltre a essere il più breve, era anche l'unico anno nel quale le classi potevano andare in gita all'estero.

Alessia- Allora...le ultime due città rimaste sono Berlino e Madrid...

Silvia- Sì, ma che palle! Berlino è venuta fuori perché l'hanno proposto Chiara e Cinzia!

Chiara- Scusami, cosa vorresti dire?

Silvia- Sappiamo perché volete andare lì!

Cinzia- Ma piantala fighetta di merda.

Cinzia, 18 anni, magra e bassa, capelli neri e occhi marroni. Si voleva dimostrate di carattere forte quando in realtà era molto fragile. A volte allegra e a volte permalosa, aveva un carattere un pò difficile. Era molto legata ai suoi genitori naturali che abitavano in Germania, mentre con i genitori adottivi litigava di continuo, specialmente con la madre. Aveva conosciuto Chiara due anni prima, il primo giorno di 2^ superiore. Ridendo e scherzando, scoprirono di essere entrambe fan dei Tokio Hotel, ma di componenti diversi. Il preferito di Cinzia era Tom Kaulitz, del quale era innamorata persa da 5 anni. Aveva tentato più volte di dimenticarlo, ma senza successo.

Silvia- Ma che ce ne frega a noi dei "vostri" Tokio Hotel!

Chiara- E chi ti ha detto che abbiamo scelto Berlino solo per questo?

Silvia- Con voi basta usare poca fantasia.

Chiara- Scusa sai...a Berlino ci sono un sacco di musei, di monumenti...e birrerie sempre aperte!

Alessia- Berlino aggiudicata!

Cinzia sottov- Per una volta anche quella stronza ragiona.

Chiara- Ormai si sa...se c'è da fumare o da bere, l'Ale accetta sempre di buon grado!

Danielle- Cinzia! Zitta!

Cinzia- Ma...ma...

Danielle- Zitta ho detto!

Cinzia, purtroppo, era un facile bersaglio per tutta la classe, e la cosa l'irritava alquanto.

Cinzia- Merda, io quella..

.Chiara- Da quant'è che fa così? 4 anni?

Cinzia- Sì.

Chiara- Mandarla a fanculo no, eh?

Cinzia- Io la mando, solo che pensa stia solo scherzando!

Chiara- Vabbè...

In quel momento le raggiunse Xhulio, il pervertito cronico della classe.

Xhulio- Uuuuh, madmoiselle!

Cinzia- Che cazzo vuoi?

Xhulio: Volevo ringraziarvi per aver fatto scegliere Berlino all'Ale...merda, in quella città ci sono delle fighe assurde! Non trovate?

Cinzia- Ma noi non siamo lesbiche!

Xhulio- Però...

Chiara- Se non la pianti non ti porto più i poster della Megan Fox!

Dopo un pò se ne andò via rassegnato.

Cinzia- Bè, intanto andiamo a Berlino per una settimana...non è mica male!

Chiara- Sempre meglio che non andarci...

Le due amiche stavano progettando da una vita di andare a Berlino. Volevano vedere com'era stare in una città al di fuori dell'Italia...e magari restarci. Il padre naturale di Cinzia le aveva proposto di andare a vivere con loro lì, a Berlino. Ma lei si rifiutò. Forse prima era meglio assaporare un pò come si poteva vivere nella città teutonica, e magari andarci a vivere...in un futuro non molto lontano.

Cinzia- Ehi...sbloccati!

Chiara- Oh? Eh? Ah, sì.

Cinzia- Ti ho vista un pò persa! XD

Chiara- Come sempre, no?

Le due non stavano più nella pelle nell'andare a Berlino...chissà cosa sarebbe successo...

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Passarono i giorni, e finalmente il giorno tanto sospirato della gita arrivò. Era il 15 febbraio. Qualche giorno prima aveva nevicato, e tutti, o quasi, facevano fatica a rimanere in piedi. Non vedevano l’ora che arrivasse il pullmann per stare un po’ al caldo e rilassarsi, a fare i tornei di briscola, ascoltare l’iPod  con il vicino oppure dormire. Cosa che per Chiara era impossibile da sempre. Non riusciva mai a dormire in pullmann…in auto sì, ma su autobus e cose del genere mai. Forse perché c’era troppo casino. O forse perché si sentiva osservata.

Non era riuscita a dormire tutta la notte pensando che finalmente avrebbe messo piede a Berlino. Ormai quella città era il suo chiodo fisso. Berlino, Berlino…solo Berlino! Questo nome le si era tatuato in testa.

Cinzia- Che bello! Non vedo l’ora di…

Chiara- Taglia corto.

Cinzia- Ma ti sei alzata con il piede sbagliato?

Chiara- Scusami…non ho chiuso occhio stanotte. Pensavo alla gita, mi alzavo e andavo davanti a uno dei tanti poster di Gustav, chiedendogli se l’avrei mai incontrato e dopo 5 secondi mi chiedevo come m’ero ridotta se comincio a fare domande a un poster.

Cinzia- Forza e coraggio che anche questa passa!

Chiara- Lo spero…

Fortunatamente il pullmann arrivò poco dopo. Caricarono i bagagli e, dopo il consueto appello e raccomandazioni varie, partirono.

Gianluca- E che cazzo…un viaggio di 18 ore!

Cinzia- E allora?

Gianluca- Potevo rimanere a casa mia a suonare il basso!

Cinzia- Da quando in qua sei così asociale? E poi pensa positivo! Puoi farti un sonnellino di 18 ore!

Gianluca- Seeeeeeeeee!

Il viaggio fu piuttosto lungo. Ci furono 10 fermate a vari Autogrill, alcuni che si erano sentiti male e molti altro che non avevano rispettato il tempo di ritorno al pullmann durante le soste, sforando sempre di 10 minuti. Chiara era molto taciturna. Di solito era allegra e sorridente, ma questa volta era nervosissima. C’era una vocina nella sua testa che le diceva: “Sì Kiki, questa sarà una gita diversa dal solito”. Sì, ma perché?

Tanto lo sapeva bene che l’incontro con i Tokio Hotel era la solita fantasia cretina di ogni fan che andava in Germania. “Adesso me gli incontro per strada!” oppure “Cazzoooo! Se mi vede uno di loro quattro mi salta addosso!”. Per lei erano solo cretinate da bimbe di 11 anni, fantasie senza senso.

Cinzia- Merda Kiki, ti immagini se gli incontriamo per strada?

Chiara- Ma piantala anche te con le tue fantasie sceme.

Cinza- Potrebbe essere.

Chiara- Le probabilità di incontrarli “casualmente” per strada sono dello 0%…quindi piantala di farti sti filmini mentali.

Cinzia- Ok, va bene…

Chiara- Forse so dove vederli…

Cinzia- Dovedovedovedovedoveeeeeeeee?

Chiara- Su un poster al negozio di dischi.

Cinzia- Uff…

Cinzia cominciò a fare delle grandi storielle mentali fino all’arrivo, dove Chiara era tentata di metterla sotto a un autobus o la prima cosa con le ruote che fosse passata lì vicino.

Chiara- Finalmente ci siamo.

Mise il piede fuori dal pullmann. Il suo cuore cominciò a palpitare a più non posso. “Piantala, piantala!” gli diceva. Ma lui continuava, se non aumentava. L’emozione era troppa, anche se il cielo di Berlino quel giorno era plumbeo e si poteva sentire l’odore di pioggia nell’aria. A lei non interessava. Era comunque bellissima.

Cinzia- Non vedo l’ora di andare a vedere la porta di Brandeburgo e la Universal Germania!

Chiara- Perché?

Cinzia- Così magari gli incontriamo all’uscita!

Chiara- Questi tuoi viaggi mentali mi hanno veramente rotto le palle! Scusa sai, ma piantala!

Cinzia- Ok ok…

Prof. Italiano- Ok, ora andiamo tutti in hotel a 10 minuto da qui, vi sistemate nelle stanze, vi riposate e poi si cena.

Classe: Va bene prof!

Tutti ridevano e scherzavano, ma Chiara no. Non riusciva proprio a farlo. Uno dei suoi sogni si era realizzato…quasi non riusciva a crederci! Solo a guardarsi intorno riusciva a vedere Gustav! Nelle vetrine, nei volti delle persone, nei discorsi…tutto per lei era Gustav! Era troppo curiosa di sapere cosa le riservava quella gita!

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Erano passati 2 giorni da quando erano arrivati a Berlino, e tutto andava come una gita scolastica normale.

Cinzia era in perenne ricerca dei Tokio Hotel, mentre Chiara manco ci sperava perché lei era meno sognatrice.

Il terzo giorno, i prof avevano permesso alla classe un giorno libero. Erano le 7 del mattino. Chiara era ancora immersa nel mondo dei sogni…quel letto morbido era veramente…

Cinzia- Forza, in piedi!

Chiara- Ma che…ore…sono?

Cinzia- Le 7:05! Forzaaaaaaaaaaaaaaa!

Chiara- Ma che dici? Io rimango a letto!

Cinzia- Nonono! Tu ora…ti alzi e ti prepari!

Chiara- Dove dobbiamo andare?

Cinzia- Alla Universal!

Chiara- Senti…tanto o Tokio Hotel non gli incontri!

Cinzia- Ma non è per loro!

Alla corvina vennero gli occhi lucidi.

Chiara- Allora per cosa…?

Cinzia- Vedi…ieri sera mi ha chiamato papà, e mi ha detto se ci volevamo vedere domattina per conoscerci alla Universal.

Il padre naturale di Cinzia era un chitarrista che faceva i tira e molla tra l’Hansa Studio e la Universal.

Chiara- Domanda da un milione di euro…e io che centro?

Cinzia- Papà vuole conoscere la santa che mi sopporta!

Chiara- Motivo più che valido…

Cinzia- Che stronza, ma dico io! XD

Le due si preparano in fretta e furia. La cucina non era ancora aperta, quindi dovettero andare  fare colazione in uno dei tanti Starbucks nel centro.

Cinzia era troppo agitata per mangiare. Guardava continuamente l’aria e fantasticava. Chiara invece non riusciva a immaginare come potesse essere il padre di Cinzia. Tobias Schneider…chissà come poteva essere.

Poco dopo uscirono e presero un tram.

Chiara- Sai a quale fermata scendere…vero?

Cinzia- Io? Certo che no!

Chiara- Allora perché abbiamo preso il tram???

Cinzia- Perché so che questo va alla Universal! C’è scritto Stralauer Allee.

Chiara- Ma non è possibile… -.-

Cinzia- Cosa?

Chiara- No, nulla.

Non riuscivano a stare ferme, soprattutto Cinzia. Si alzava e faceva avanti e indietro nell’autobus, anche se a volte si beccava delle parolacce da alcune persone.

Cinzia- Che cazzo vuoi? Mica è la prima volta che ti pestano un piede!

Chiara- Picia…è la 5^ volta che glielo stai pestando!

Cinzia- Ah…scusi.

Dopo mezz’ora di viaggio, arrivarono a Stralauer Allee.

Cinzia- Ok, ci siamo…non facciamoci prendere dal panico…

Chiara- Guarda che qui sei solo te nel panico.

Cinzia- CAZZOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

Chiara- Fai un bel respiro profondo…ecco brava, così….meglio? ^^

Cinzia- Sì grazie.

Le due entrarono dentro. L’atrio della Universal Germania era una reggia. Era illuminato da lampade al neon disposte ai lati della stanza, con arredamento moderno. Le pareti erano bianche, con le foto degli artisti più famosi della casa discografica. Tra cui, la foto dei Tokio Hotel. Nel mezzo c’era un balcone marrone e oro con il logo enorme della Universal gigante. Al lato destro c’era una rampa di scale, mentre al lato sinistro c’erano due ascensori.

Cinzia- Ok…vai a chiedere te?

Chiara- è tuo il papà, mica il mio.

La ragazza si avviò al balcone.

Cinzia- Salve…

xxx- Se vuole un autografo lasci la richiesta in questa pila, se vuole un contratto ha sbagliato posto, se…

Cinzia- Si fermi un momento! Avevo appuntamento con mio padre, e mi ha detto di chiedere a lei.

La segretaria alzò lo sguardo per scrutare Cinzia. La studiò per ben 2 minuti.

xxx- Come si chiama tuo padre?

Cinzia- Tobias Schneider.

xxx- è in sala 4 al secondo piano. Spero vi piacciano i Tokio Hotel ragazze.

Ci & Ch- Perché?

xxx- Perché adesso sta lavorando proprio con loro

Chiara- (Sì certo, come no) Grazie, arrivederci.

Le due si avviarono verso gli ascensori.

Chiara- Bella presa per il culo.

Cinzia- Eh?

Chiara- “Spero vi piacciano i Tokio Hotel…perché adesso sta lavorando con loro.” Ma che vada a quel paese!

Cinzia- Forse diceva sul serio.

Chiara- Non penso proprio.

Le sue stettero zitte in ascensore, ma quando le porte si aprirono al secondo piano, Cinzia cominciò a saltellare per l’emozione.

Cinzia- Cazzocazzocazzocazzoooooooooooooooo!

E ora?

Chiara- Bussiamo no?

Cinzia- è quella la sala 4?

Chiara- Sì.

Cinzia- Però bussiamo tutte e due!

Chiara- Ok ok.

Le due bussarono alla porta…

 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


In quel momento una voce profonda disse: “Avanti”.

Fu come una magia. Le due ragazze si invertirono le emozioni. Chiara cominciò ad agitarsi, mentre Cinzia diventò tranquilla e aprì la porta.

xxx- Benvenute…voi siete?

Cinzia- P…Tobias Schneider?

Tobias- Sì sono io...CINZIA! Oddio, sei te!

Cinzia- Papà!

La corvina gli corse incontro con le lacrime agli occhi. Era da tantissimi anni che aspettava quel momento, e finalmente l’aveva abbracciato. Era un abbraccio che colmava tutti i vuoti e le sofferenze che avevano sofferto tutti e due per gli anni persi. E che forse avrebbero recuperato.

Chiara era appoggiata alla porta che guardava la scena commossa. In quel momento…

Bill- Hey Tobias, noi…ah…

Tobias- Eh? No scusa me...è che mia figlia è venuta a trovarmi...

Bill- Chi? Cinzia?

Cinzia- Ciao Bill!

Bill- Ciaooooooooooooooooooooo!

In mondo molto infantile saltellò verso Cinzia e l’abbraccio.

Cinzia- Sì, ok…mollami…

Bill- Ah! Ma è vero che odi il contatto fisico!

Il cantante l’abbracciò più forte!

Cinzia- E TE STRINGI DI Più? SEI SCEMO FORTE ALLORA!

Chiara era totalmente spaesata. “Ma allora…la segretaria non scherzava!” pensò. Nello stesso istante il suo cuore cominciò a battere ancora più forte di prima, e divenne rossa in volto. Se c’era Bill vuol dire che c’erano anche Tom, Georg…e Gustav.

Bill- EHI RAGAZZI! VENITE QUI! C’è CINZIA!

La porta dove pochi secondi prima era uscito Bill, si aprì per la seconda volta. Solo che stavolta ne uscirono Tom, Gustva e Georg.

Tom- Quindi lei è Cinzia!

Tobias- Sì!

Tom- Mmh, molto bene…

Tobias lo fulminò con uno sguardo del tipo: “Se la tocchi se morto”!

Tom- Che c’è? Stavo solo guardando!

Tobias- Lo so, ma con te è meglio stare cauti…

Tom- Mamma mia, manco le avessi dato una pacca sul culo!

Tutti- TOM!

Tom- Ok…ok, la pianto!

Tutti cominciarono a ridere, tranne Chiara che guardava la scena da lontano. Era come intimorita, non riusciva a muoversi. Vedere lì davanti a lei i Tokio Hotel…insomma, non era una cosa da tutti i giorni. Non sapeva veramente che fare. Era imbarazzatissima. E per sua sfortuna Gustav la notò. Chiara non si accorse di nulla perché stava guardando per terra, fino quando non vede un paio di Nike Air nere e bianche vicino alle sue scarpe.

Gustav- Tutto a posto?

La castana non aveva il coraggio di alzare lo sguardo per incontrare i suoi occhi…quegli occhi castani che le scioglievano l’anima.

Chiara- …

Gustav- Ho capito, non sei di molte parole.

Chiara- Iiiiiiio…

Gustav- Ma allora…hai una lingua!

La ragazza lo guardò negli occhi.

Chiara- Certo che ho la lingua!

Non si sa chi dei due divenne più rosso. Gustav trovava gli occhi della ragazza meravigliosi, mentre Chiara si stava agitando.

Chiara- Scusami, non volevo risponderti così, mi dispiace…

Gustav- No, non fa niente! A proposito, non mi sono ancora presentato! Io sono Gustav Klaus Wolfgang Schäfer! Te?

Chiara- Io Chiara Castelli...

Gustav- Solo Chiara?

Chiara- Sì…ai miei non andava di darmi secondi nomi!

Gustav- Bè, almeno è facile da ricordare! Chiara…tipico nome italiano di origine latina, che vuol dire luminosa, illustre…

Chiara- Mi fai alquanto paura.

Gustav- E te mi fai tanto ridere! Sei buffa, sai?

Chiara- G…grazie.

Gustav- Non stare qui da sola…

Chiara- Perché?

Gustav- Non mi piace vedere le persone da sole…

Chiara pensò: “Parli te poi che te ne stai sempre in disparte!”

Cinzia- KIKI! DAI, VIENI QUI!

La castana si mise vicina all’amica.

Cinzia- Lei è la mia migliore amica Chiara!

Tob + Tom + Ge + B- Ciao Chiara!

Chiara- Ciao a voi!

Tobias- Te sei la santa che sopporta mia figlia!

Chiara- Sì Signor Schneider…

Tobias- Ma dammi del tu! Ho solo 40 anni!

Cinzia- Papà…non ti offendere…ma per noi sei vecchio!

Tobias- Ah, queste nuove generazioni…sempre con la mente corta siete!

Cinzia- Noi abbiamo 18 anni!

Tobias- Scommetto che per i ragazzi non sono vecchio!

Si voltò verso i quattro che cominciarono a fischiettare e guardare per terra o per aria.

Tobias- Bastardi!

Cinzia- Papà, non ti adombrare!

Tobias- Seriamente…ti ho chiamata qui per parlare di una cosa importante.

Cinzia- Cosa?

L’atmosfera divenne improvvisamente seria. La tensione era palpabile nell’aria...

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