Cyanide

di BloodyRoad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fighting Roses ***
Capitolo 2: *** Something in my mind ***



Capitolo 1
*** Fighting Roses ***


Cyanide

Un giardino fiorito, ornato di statue sontuose...un palazzo sul retro, una pace insolita...

E poi, iniziò tutto.

Un urlo fortissimo si levò in aria, squarciando quel silenzio durato fino a pochi istanti prima, dalla bocca di una ragazza, gemente . Bruna, carnagione scura, avvenente, provocante, ma comunque sopraffatta dal dolore. Sopra di lei, un'altra donna, fredda, glaciale, ma ugualmente splendida. Uno scontro fra rose, entrambe provviste di spine letali.

Non era una semplice rissa tra ragazzine isteriche, era molto di più...un incontro di arti marziali, una vera e propria sfida non solo di forza, ma anche di velocità, eleganza e agilità. Il torneo del pugno d'acciaio, il Tekken...e quest'incontro aveva come protagoniste Christie Monteiro e Nina Williams.

La prima sembrava trovarsi in netta difficoltà: il suo splendido corpo era coperto da indumenti non troppo casti, come un top che lasciava intravedere il seno abbondante e un paio di short che mostravano le sue gambe mozzafiato, e si contorceva ad ogni colpo della seconda, il cui fisico scolpito era sottolineato da una tuta perfettamente aderente, viola. La prima, una ragazza solare che cercava di accumulare il denaro necessario per curare suo nonno. La seconda, un'assassina senza scrupoli, crudele nello sguardo quanto negli attacchi...

Mentre Christie, infatti, provvedeva a contrastare gli assalti ricevuti a suon di Capoeira, Nina lanciava pugni e schiaffi in continuazione, ma sempre con precisione ed accuratezza; nessun colpo era affidato al caso, o ad altre forze sconosciute all'uomo. Era lei a decidere quanto potesse essere letale un suo attacco, come e dove colpire. In questo, era una maestra. Il suo nome era sulla bocca di tutti i lottatori più potenti, ed era temuto da quelli più intelligenti. Aveva partecipato a tutti i Tekken, finora, provvedendo a dimostrare al mondo quanto una biondina dagli occhi di ghiaccio potesse far male, con un pò di veleno nel cuore.

Nina afferrò Christie per le spalle, saldando bene il suo peso a terra; poi, con uno sforzo minimo, sollevò il suo corpo, per lanciarlo dall'altro lato del giardino. Christie fece appena in tempo ad accorgersene, che già si ritrovò agonizzante in un punto non ben definito dell'arena: il suo corpo andò a sbattere contro un muro di pietra, che si sgretolò leggermente, prova fulminante della potenza della bionda, agguerrita più che mai. Si rialzò, tremante, mentre la sua mente cercava di ricordare quali fossero i suoi attacchi più potenti, le mosse più opportune da sfoderare in quel contesto. Nina, intanto, aspettava, arrogantemente sicura di sè. Un ghigno malefico si prendeva gioco della povera jamaicana, che in quel momento si domandava cosa avesse fatto di tanto male per ritrovarsi come prima avversaria un'arpia talmente forte da farle tremare le gambe.

-Non posso perdere...- bisbigliò, sconsolata. -Nonno...- disse poi, a testa bassa, con la voce già in procinto di incrinarsi per le scottanti lacrime che le bruciavano gli occhi color nocciola.

-Hai finito di ciondolare, dolcezza??- domandò la bionda, ad alta voce, in modo che perfino le sue parole potessero diventare parte integrante del suo repertorio di attacchi. -Se non vuoi farti troppo male, puoi sempre arrenderti. Sai, finora mi hai deluso...

-Chiudi la bocca, puttana!!- urlò l'altra, in preda alla rabbia, rialzando finalmente la testa, segno che il suo orgoglio, a differenza del suo fisico, non aveva alcuna intenzione di cedere. Con una piccola rincorsa, eliminò del tutto la distanza con la sua nemica, per poi sollevarsi in aria, e tentare di colpirla al viso con i piedi, a gambe unite, come a voler formare una sorta di freccia umana.

Nina era colpita dall'agilità e dalla tecnica della bruna; tuttavia, il suo sangue freddo le aveva insegnato a non distrarsi troppo durante gli incontri e a riprendere lucidità un secondo dopo essersi resa conto di ciò che Christie stava per fare. Lasciò quindi che cadesse a terra, scansando il colpo, e lasciandole provare un senso di vergogna cocente per aver di nuovo mancato l'obiettivo; si avvicinò dunque a lei, osservandola dall'alto, con una mano poggiata sul fianco. -Tutto qui?- domandò, nuovamente, con voce sarcastica. Afferrò dunque la fanciulla brasiliana per il collo, con una sola mano, per poi mollarle uno schiaffo in pieno viso, con un sadicismo che proprio le si addiceva. Nulla; non avrebbe provato nessuna pietà. Vincere, era l'unico scopo, non importava a che prezzo, non importava quale atteggiamento dovesse adottare. Ogni tecnica sarebbe stata lecita, perchè per un'assassina, l'unico obiettivo era quello di sopravvivere...



Quello stesso incontro veniva trasmesso, nel frattempo, in un comune bar, pieno zeppo di partecipanti di quello stesso torneo. Non era esattamente un locale di lusso, anzi, era una comune taverna, provvista di tavolini di legno grezzo, un lungo bancone che accoglieva i clienti appena arrivati e sul cui retro un giovane barista dal viso anonimo preparava continuamente drink o serviva qualche boccale di birra, servendosi di un grande assortimento di bottiglie mostrate con orgoglio su un lungo scaffale alle sue spalle. Un televisore, posto in alto, proprio dove si trovava il bancone, mostrava le immagini di quello scontro che si stava rivelando piuttosto interessante.

Il chiasso sovrastava perfino i pensieri più intimi, mentre qualcuno incitava inutilmente la sua lottatrice preferita, qualcun altro faceva commentini gratuiti e poco puliti, e qualcun altro ancora discuteva sulle qualità del combattimento in corso...

Due amici, seduti ad un tavolo poco distante da lì, dicevano la loro opinione sul match, basandosi anche su elementi non strettamente tecnici...

-Ehi, ehi Marhsall!- il primo, un uomo biondo, sulla cinquantina, ma ben piazzato e con un improbabile look da motociclista, richiamò l'attenzione del suo compagno di bevute, cinese, vestito con una semplice tuta bianca. Entrambi stringevano tra le possenti mani un bel calice di birra, e il loro sguardo vagamente brillo dimostrava che non era esattamente altro alcool ciò di cui avevano bisogno. -Hai visto che gran pezzo di bionda c'è in tv??- si lasciò andare ad una risata sguaiata, senza inibizioni. -E dillo, che te la faresti!!

-Ma tu scei impascito, Paul....- rispose Marshall, biascicando con le parole a causa del forte mal di testa che il boccale gli aveva provocato. -Se mi avviscinasci...hic...mi farebbe a pezzetti...

-Però...!!- rispose stavolta Paul, mostrando un pò di lucidità. -Hai visto che è capace di combinare? Brr...non immagino come reagirò, quando ce l'avrò di fronte.

-Perchè, tu sciei convinto che sci arrivi, contro di lei?- sghignazzò Marshall, mettendo a dura prova la pazienza del motociclista.

-Aspetta e vedrai, idiota! Sono il più forte dell'universo, io!!

-Ma sce scei scemo come un manico di shcopa...

-Scommettiamo??

-SHI'!

Mentre la situazione stava per raggiungere i limiti del patetico, un'altra persona, stavolta molto più giovane e di aspetto leggermente più delicato, si avvicinò a loro. Un altro ragazzo, biondo, che indossava un paio di jeans lunghi scuri ed una camicia azzurra. Era piuttosto famoso, dalle sue parti. D'altro canto, ne esistevano pochi di pugili abili come lui. Steve, Steve Fox. Ecco il suo nome...

Segni particolari: figlio di Nina Williams.


-Che mi sono perso??- domandò Steve, sedendosi con gli altri due e senza neppure salutare. -Accidenti, Paul!! Sei più zuppo di una spugna...e anche tu non ci scherzi, Law...

-Ma scentitelo, il scignorino!!- ribattè il cinese, alzando i pugni. -Piuttoshto, guarda la tua mammina come riempie di botte la...la..che è, Brashiliana? Jamaicana??

-Brasiliana...- lo corresse Steve, l'unica mente lucida di quel trio di matti.

-Beh, comunque sia, tua mamma è una gran bella...

-PAUL!!!

-Nulla, nulla, diamine amico, sei suscettibile!!!

Steve smise di stare sulla difensiva. Ci teneva troppo, per questa cosa. Sua madre, intendeva. Era stata dura, ma alla fine aveva convinto Nina ad avere un minimo di rapporti umani con lui, tant'era vero che adesso, lei e Steve vivevano insieme, al punto da poter essere scambiati per una coppia di fidanzati, piuttosto che per madre e figlio. Come biasimare chi commetteva questo sbaglio? Lui aveva appena 23 anni, lei 26. Il mistero sulla nascita di Steve era stato risolto da Lei Wulong, poliziotto di Hong Kong, non troppo tempo fa: Steve aveva scoperto che non era altro che un prodotto di laboratorio, elaborato con i geni della superba Williams. Lui..lui aveva sempre desiderato incontrare sua madre, avere comunque qualcuno che ricoprisse questo ruolo, per lui.

Ecco perchè aveva chiesto così disperatamente a Nina di iniziare a frequentarsi, o qualsiasi cosa comportasse contatti con lui...

Steve ricordava come era stato complicato chiederle di passare del tempo con lui...


"-...e questo è quanto.

Sembrava una dichiarazione d'amore, eppure Steve aveva appena confessato a Nina di essere suo figlio. L'aveva beccata di straforo, mentre usciva dalla palestra della Mishima Zaibatsu, allestita appunto per i lottatori del Tekken. Lei aveva ascoltato tutto, senza fiatare, senza neppure guardarlo negli occhi. Non un'emozione, non una lacrima, non un sorriso. Nulla di nulla.

Possibile?? Sapere di avere un figlio, ed avere una reazione così fredda?

-E con ciò? Cosa dovrei fare??- domandò la bionda, fissando negli occhi quello che avrebbe dovuto considerare come sangue del suo sangue, o qualcosa del genere. -Anche se sei mio figlio, non ti ho cresciuto io, e hai pressappoco la mia età. Il fatto che tu abbia i miei geni non vuol dire che...

-Ti prego!!!!- urlò Steve, interrompendola. -Non una parola di più!!- abbassò lo sguardo, pentito di quella reazione fin troppo drammatica. - Non..non ti chiedo di volermi bene...ma..almeno...di far sì che io conosca...che tipo è mia madre! Voglio solo questo!

-E perchè?

Un lungo silenzio seguì quella domanda del tutto priva di tatto. Il povero Fox non aveva risposta. Semplicemente, il suo desiderio era quello...perchè, doveva esserci per forza una spiegazione a tutto?? Quella donna sembrava avere del filo spinato, attorno al cuore. Cosa l'aveva resa così cinica ed indifferente alle emozioni umane?

Stava per perdere le speranze, quando, all'improvviso, Nina aprì di nuovo la bocca...

-Facciamo così...vieni a stare per un pò da me. Se proprio vogliamo giocare alla famigliola felice, almeno facciamolo come si deve.

Il suo tono di voce era meno irriverente, più..dolce, per così dire. La sua espressione meno tesa, il suo sguardo meno tagliente. Steve divenne raggiante. Forse...forse aveva aperto qualche breccia, nell'invalicabile muro tra lui e sua madre...?"


-Steve!!! Mi hai sentito??

-Eh?- il richiamo di Paul destò Steve dai suoi pensieri. Si guardò intorno: il locale era concentrato sul televisore, che mostrava con orgoglio sullo schermo le parole "Nina Williams: Wins."

Nessuno si risparmiò: applausi, fischi, altri commenti, alcuni preoccupati, altri ammirati. Law un pò amareggiato per aver scommesso sulla lottatrice sbagliata, Paul invece già felice per i 9000 yen che aveva appena vinto. Steve invece...semplicemente felice. La donna sullo schermo che sorrideva soddisfatta era sua madre...e lui, lui ne era così orgoglioso...



Poco più in là, un'altra coppia, ancor più strana di quella presentata in precedenza, sedeva accanto al bancone. Stavolta erano un uomo ed una donna. Lui, semplicemente impeccabile, un uomo affascinante come pochi, vestito di tutto punto con una pregiata camicia di cotone e dei pantaloni neri, che gli donavano un'aria di eleganza innata. Lei, sensuale, desiderabile, dalle forme perfette che copriva con un tailleur bli, dalla scollatura generosa, accompagnato da un paio di calze a rete e stivali neri di pelle al ginocchio. Sembravano una vera e propria coppia, o perlomeno, erano molto intimi...

-Guarda un pò, principessa...- l'uomo attirò l'attenzione della compagna, mentre con una mano reggeva il suo bicchiere di Bloody Mary, non esattamente di qualità. -La tua sorellina ha già vinto.-

La donna, invece, sorseggiava un Cointreaupolitan, e gettò un'occhiata disinteressata allo schermo. -Fortuna.- affermò, di getto, per poi tuffare le labbra dipinte di rosso nel suo drink. -Non abbiamo di meglio di cui parlare, Lee??

-Oh, tua sorella mi sembra un gran bell'argomento, Anna....

-E piantala, stronzo!

-Sei gelosa, per caso?

Anna, la bellissima donna col tailleur blu, arrossì lievemente. Gelosa, lei? Come non esserlo? La sua rivalità con la sorella Nina era ormai storia risaputa, iniziata neppure lei sapeva da quanto. Il fatto che poi Lee fosse interessato a lei...le dava semplicemente i nervi.

-A tal proposito...- riprese Anna, scostando i meravigliosi capelli a caschetto castani e guardando l'uomo con i suoi stupendi occhi azzurri ferventi di curiosità. -Ancora non mi hai detto a che diavolo ti può servire mia sorella.

Lee passò una mano nella sua chioma argentata, sorridendo un pò maliziosamente. -Mi sembrava d'avertelo già detto, no?

-No, affatto.

-E la questione della Mishima Zaibatsu che deve essere nelle mie mani?

-Aaah, quello...perdonami, ma quando siamo a letto ascolto poco quello che dici...- sorrise Anna, con una punta di piccante malizia nel suo sguardo.

-Smettila, principessa, e siamo seri, per favore...- rise l'uomo, facendo finta di essere indignato. -Ad ogni modo...sai di cosa si occupa tua sorella, adesso, no?

-Sì...- Anna tornò seria, e poggiò il drink sul bancone, ormai del tutto disinteressata a berlo. -Guardia del corpo del terribile Jin Kazama, mi sbaglio?

-Non sbagli....- sospirò Lee, appoggiando un gomito sul bancone, pensoso. -Con lui tra i piedi, mi è praticamente impossibile agire, in qualsiasi maniera...- il suo volto si accese nuovamente, con un ghigno sadico. -Se però portassi alcuni elementi a mio favore...

-Sei un illuso se credi di poter convincere Nina a eliminare Kazama per te. Non sono mai riuscita neppure a convincerla a chiudere i tubetti del dentifricio!

-Tesoro, stasera sei tutto fuorchè ragionevole, e sai che ho bisogno del tuo aiuto, vero??

-Ok, ok...permalosone...- Anna, con fare languido, accarezzò una guancia dell'uomo, leggermente incupito. -Comunque, stai stranquillo, troveremo insieme un modo...tutto ciò che vuoi è la Mishima Corporation, no? Sarà uno scherzetto, per un uomo come te, dalle mille risorse...

Lee la fissò per qualche secondo. La desiderabile Miss Williams non aveva tutti i torti. Sarebbe stato uno scherzetto, se avesse saputo giocare bene le sue carte...

E Nina Williams sarebbe stata il suo Jolly.

Non aveva mai incontrato una donna talmente bella e letale...e per riuscire ad arrivare a lei, gli bastava solo fare un altro pò il cascamorto con quella sgallettata che aveva di fronte. Una sgallettata che gli risultava utile, però, nei momenti di svago..,

-Sei troppo gentile, mia cara...- sussurrò, mentre si avvicinava di più alla donna, col chiaro intento di stringerla per un contatto più intimo. Le sollevò il viso con una mano, e mentre la fissava negli occhi disse, ancora -Grazie a te, non ho nulla da temere, mia splendida dea...

-Come diresti tu? Excellent...- fu l'ultima cosa che Anna disse, prima di scambiare con il "suo" Lee un bacio appassionato, fatto di complicità e bugie...






Commenti dell'autrice. (Ok, a nessuno importa.)


Fine primo capitolo. Ok, lo so, ci sono parecchie imperfezioni con la storia originale. Vi chiedo per favore di pensare solo alle linee generali dei personaggi, e di non entrare troppo nei dettagli XD

Premetto che io sono la prima fan di Lee Chaolan, appunto perchè è perfetto per il ruoli del cattivo "bello-e-impossibile". Anna, invece, proprio non la sopporto, non so come la tratterò, nei prossimi capitoli! Nina invece è la mia musa ispiratrice v.v

Inserirò molti altri personaggi, alcuni presi anche dal Tekken 6, spero di non creare un miscuglio troppo disomogeneo (sì, studiare chimica di mercoledì pomeriggio fa male v.v).

Il titolo...Cyanide vuol dire cianuro, appunto per sottolineare la "velenosità" di alcuni personaggi. Non sapevo che titolo mettere, a dire il vero, così ho aperto la mia playlist e ho preso il primo titolo che mi è capitato XD E' una canzone dei Deathstars...personalmente, trovo che sia adatto a descrivere un pò il fulcro della storia.

Se vi è piaciuta, mi fa molto piacere! Se no..ditemi in cosa ho sbagliato, ve ne sarei grata v.v

Se la storia avrà riscontri positivi, state certi che cercherò di postare in fretta!

Byebye!


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Capitolo 2
*** Something in my mind ***


Something in My Mind


Something in My Mind





Steve Fox si rese conto, quel pomeriggio, che sua madre riservava più sorprese di quanto potesse pensare. Di Nina Williams si poteva dire tutto: che era fredda, spietata, sexy fino al limite, l'incarnazione dei desideri più proibiti di qualsiasi uomo. Ma nessuno avrebbe mai detto che era il tipo da mettersi il sabato sera, in accappatoio, stesa sul divano a sorbirsi ogni anime che la televisione passava. Sembrava che per lei quello stato fosse la beatitudine assoluta, e neppure gli sguardi sconcertati di Steve riuscirono a farle rivedere la sua posizione. Il ragazzo non l'aveva mai vista sotto questo aspetto "umano", ma d'altro canto, lo scopo di quella convivenza era appunto quello di avere una sorta di rapporto più intimo tra "madre" e "figlio".

E il luogo scelto per quella riunione era davvero spettacolare: una suite di un albergo poco distante dalla Mishima Zaibatsu, con 4 stanze, un bagno raffinatissimo con vasca ad idromassaggio, una cucina fornita di qualsiasi cosa, sogno di qualsiasi chef amatore, letti morbidissimi con lenzuola candide e televisore a schermo piatto in alta definizione, Per di più, un balcone completo di ombrellone e sdraio che dava una vista mozzafiato sulla città. La mammina non si faceva mancare proprio nulla.

-Ehm...mamma...- balbettò Steve, messo un pò in soggezione da quel lusso sfrenato. -Hai intenzione di rimanere così per tutta la serata?

-Sì.- ecco fatto, un'altra risposta secca e tagliente. Perchè diavolo l'aveva invitato in albergo con lui, se non aveva poi così tanta intenzione di frequentarlo? Steve sospirò.

-Almeno...- Nina riprese a parlare, alzandosi a fatica dal divano, e cercando di coprire quanto più poteva con quell'accappatoio non proprio largo. -..dimmi cosa vuoi per cena.

Steve arrossì forte: d'accordo che era sua madre, ma non l'aveva mai conosciuta fino a quel momento, avevano pressappoco la stessa età...e lui restava pur sempre un uomo. Richiamò tutto il suo autocontrollo per impedire ai suoi occhi di vagare nelle curve pericolose e proibite della donna.

-Qualsiasi cosa...ma non potresti andare a cambiarti?- disse, tutto d'un fiato, cercando di trattenere il nervosismo. Nina scosse la testa. Fissò il figlio con sguardo interrogativo. -Voglio vestirmi come mi pare. E' proibito, per caso?

-Mamma, dai...

Nina fece una risata di scherno. -Sarai anche mio figlio, ma resti sempre un uomo...- disse, quasi con disprezzo, per poi dileguarsi alla vista di Steve e chiudersi in camera, per accontentare le sue richieste e cambiarsi. Non era certo sua intenzione far venire i bollori al figlio! Soltanto, aveva sempre dato quasi per scontato che tra madre e figlio non potesse esistere tale sorta di imbarazzo. Almeno, credeva. Lei non era mai stata un'esperta di rapporti familiari. Era Anna la cocca della mammina....

Decise di non pensare troppo al suo passato, anche perchè ne aveva ricordi piuttosto frammentari.

Infilò un paio di pantaloncini di jeans che le arrivavano al ginocchio ed una canotta nera, poi ritornò di nuovo in soggiorno, dove trovò Steve che, senza nessuna ombra di imbarazzo, teneva in mano la cornetta del telefono parlando cortesemente con la reception.

-Sì, allora... ah, mamma, arrivi giusto in tempo: cosa vorresti ordinare?

Nina rimase spiazzata: da come lo aveva trattato prima, si sarebbe immaginata un'espressione offesa ed indignata sul volto del ragazzo. Invece era lì, raggiante, a chiederle con una gentilezza disarmante cosa volesse mangiare.

-F...fai un pò tu, per me è uguale.- affermò, un pò spiazzata, impossessandosi del telecomando e ritornando sul divano. Per lei quel ragazzo era davvero un mistero: si era intromesso nella sua vita, senza alcun preavviso, con l'intento di volerla conoscere meglio perchè "era sua madre". Lei non sentiva affatto tale sorta di sentimenti nei confronti di Steve: anzi, fino a poco prima era diventato addirittura uno dei suoi target da eliminare. Ricordava di come, seduta sul cornicione della finestra di un motel qualunque, qualche tempo prima, mirava a lui che usciva da una macchina, circondato da bodyguards... Però...però ebbe una ripresa di coscienza: alla fine, proprio quando stava per sparargli, non aveva avuto il coraggio di premere il grilletto...

E per di più, era stata salvata da lui, quando Lei Wulong aveva tentato di spararle.

Insomma, forse era stato per questi oscuri motivi che aveva accettato l'idea di convivere con quel misterioso figlio, che tutto d'un tratto le aveva sconvolto la psiche?

Forse, in fin dei conti, poteva capirlo. Di tanto in tanto, anche lei si era spesso chiesta come sarebbe stato vivere con una figura materna...

Scosse la testa, scacciando ancora una volta quei pensieri. Cosa le stava accadendo?

Doveva chiudere i ponti il prima possibile con quel ragazzo. Le stava davvero facendo il lavaggio del cervello, con tutti quegli ideali di affetto, famiglia e menate varie. Ideali che lei aveva sempre calpestato con dei tacchi a spillo ed una pistola.

Avrebbe accontentato quel bamboccio per un altro pò. Poi se ne sarebbe liberata completamente.

Fare la mammina buona e premurosa non faceva per lei. Non era il suo ruolo.




Un altro Hotel, un' altra stanza, ma sempre la stessa inquietudine.

Anna fissava il mondo al di là del vetro della sua stanza. Si sentiva agitata, senza un motivo particolare: in una mano, un bicchiere di cristallo che emanava un dolce aroma di vino, e nell'altra, una sigaretta che impregnava l'aria dell'odore del tabacco. La testa le girava, si sentiva confusa e stordita, ed era sicura che non fosse solo colpa di Bacco&Tabacco.

Lee Chaolan aveva iniziato a mostrare, senza alcuna delicatezza nei suoi confronti, un insano interesse per sua sorella: lui le garantiva che era per "questioni di lavoro", ma in realtà si rendeva ben conto che non era affatto come diceva lui. Ricordava quello sguardo assatanato che aveva avuto quello stesso pomeriggio, mentre in quello squallido bar osservava la figura di Nina che combatteva. Desiderio: ecco cosa aveva letto nei suoi occhi. Che considerasse Nina lo strumento per arrivare ai suoi scopi, o un nuovo trastullo per la mente, ad Anna non importava più di tanto. Si domandava piuttosto quale fosse il suo ruolo nella mente contorta di Lee: era la sua amante? La sua complice? O semplicemente una svampita con la quale passare il tempo?

Gettò per terra la sigaretta, con rabbia, fregandosene della cenere che sporcava la moquette e di cosa avrebbe detto Lee, che amava vedere quella stanza nel più totale splendore. Amava vedere il mondo attraverso una prospettiva tutta sua, ed andava in bestia se qualcosa non girava secondo i suoi piani.

Sollevò una bretella della sottoveste rossa, di pizzo, che copriva sensualmente il suo corpo, lasciando ben poco all'immaginazione. Agli occhi di Lee voleva apparire bella, desiderabile....voleva sentirsi importante, indispensabile, voleva appartenergli...ma anche possederlo...

O forse...voleva essere solo amata.

Difficile da capire. Anna non aveva mai provato amore nei confronti di nessun uomo. Da sempre considerava tutti i membri del genere maschile come dei giocattoli da sfruttare per ottenere tutto ciò che voleva.

Gli uomini non erano altro che il passepartout per i suoi desideri.

Ma perchè con Lee, allora, doveva essere diverso?

I suoi pensieri furono interrotti dal rumore della porta della stanza che si apriva: si parla del diavolo...

L'affascinante Lee comparve sulla soglia, in tutto il suo virile splendore, coperto da una vestaglia blu, come il cielo che faceva capolino tra i grattacieli di quella metropoli fin troppo affollata. Si avvicinò ad Anna, con un sorriso malizioso e lo sguardo eccitato, un pò per i fumi del vino, un pò per l'accattivante donna che sedeva sulla finestra.

-Principessa, mi hai tolto il respiro...con la luce della luna, sei una visione abbagliante...- disse, in modo un pò teatrale, che fece roteare gli occhi di Anna.

-Gira al largo, Chaolan, non è la serata adatta...- brontolò, mentre il suo cuore batteva un pò più veloce e le mani di Lee iniziavano ad avvolgerle le spalle.

-Come mai, tesoro? Cos'è che ti ha fatto innervosire?- Lee sapeva sempre come far sciogliere quel blocco di ghiaccio che inibiva le donne. Quel blocco prendeva il nome di "sentimenti", e anche se lui non sapeva ben comprenderli, conosceva senz'altro il modo per raggirarli. Le sollevò il viso, come suo solito, per fissarla negli espressivi occhi azzurri. Notò con piacere che le labbra di Anna si schiudevano, incerte, mentre un lieve rossore si impossessò della sua pelle lattea e soffice.

-Niente...solo che non ne ho voglia, tutto qui...- affermò la ragazza, quasi con un sussurro, mentre cercava invano di distogliere lo sguardo da quel volto che affollava le sue fantasie tutte le notti.

-Come, non ne hai voglia? Non ti va di vivere una serata magica?

-Per favore, Lee, quando parli mi fai cadere le braccia. Tutte queste smancerie...

Di tutta risposta, Chaolan si impossessò del corpo della giovane, stringendolo tra le sue braccia e sbattendolo, quasi con violenza, sul morbido materasso ricoperto da lenzuola candide.

-Così va meglio?- sussurrò, mentre le sue labbra iniziavano ad esplorare il decolletè della giovane, che sentiva tutto il suo autocontrollo andare in pasto ai cani: non ci riusciva...quel corpo perfetto..quella voce soave....era fin troppo eccitante...

-N..no Lee....aspetta....- balbettò, cercando, invano, di opporre resistenza. Aveva da sempre avuto la reputazione di ragazza facile, ma in realtà... anche lei era dotata di una coscienza propria, e le sue azioni non erano sempre dettate dal desiderio.

-Shh, silenzio principessa...- con tono soave, Lee placò del tutto l'inquietudine di Anna. In fondo, pensò, le donne sono proprio facili. Da' loro l'impressione di essere indispensabili... e ti daranno di tutto.

Chissà se questa tattica avrebbe funzionato con Nina. No, pensò, con lei ci sarebbero volute le maniere forti. Già immaginava quel corpo esile eppure forte che si opponeva al suo volere, già sentiva le sue parole di disprezzo...e già vedeva il suo volere piegarsi di fronte alla sua volontà...

La cosa lo eccitava da matti. Si lasciò sfuggire un ghigno, mentre rifletteva sul fatto che la povera Anna era inconsapevole che, mentre consumavano la loro passione, i suoi pensieri erano rivolti a Nina...

Se l'avesse saputo, cosa sarebbe potuto accadere?

Anche in un momento eccitante come quello, la sua mente iniziò ad elaborare qualche congettura che sicuramente gli sarebbe stata utile, in futuro...






Fine per ora! Capitolo un pò breve, ma devo andare avanti a questo ritmo, sennò ci metto anni per pubblicare ogni capitolo XD

Non voglio tirare la storia per le lunghe, ma vorrei comunque rendere un pò di giustizia ai personaggi, esplicitanto i loro stati d'animo prima dell'inizio vero e proprio della storia, che sarà nel prossimo capitolo :3

Rispondo alle recensioni ç,ç vi giuro che mi sono commossa! Non ho mai ricevuto recensioni così belle prima d'ora....



Nefari: non preoccuparti, come hai potuto vedere, sto iniziando a rendere un pò di giustizia ad Anna! Mi fa piacere che la storia ti appassioni...dimmi cosa ne pensi di questo capitolo =D Se c'è qualcosa che posso fare per rendere la storia più piacevole, dimmelo pure...


Evilcassy: Ma no, dai, addirittura i popcorn! Ne voglio un pò anche io ç.ç

Cooomunque mi fa piacere che anche a te piaccia questa storia! Xd Rimani sintonizzata....spero di non aver deluso le tue aspettative :3


Miss Trent:Toglimi una curiosità...il tuo Nick viene per caso dal Trent di Maya Fox? No perchè se è così ti stimo u.u Per di più abbiamo gli stessi gusti musicali, cioè... =D

Se non ti piace la storia, dimmelo mi raccomando u.u Ti avviso che tratterò un pò male la nostra beniamina Nina...quindi abbi pietà ç.ç




Grazie a tutti^^

Ah, dimenticavo! C'è qualche personaggio che vorreste vedere nella storia??

Inserirò sicuramente Leo e Lily, però non so...se volete qualcuno in particolare, ditelo pure...^^


Le canzoni che ho usato come "ispirazioni" per questo capitolo:

  1. What's my age again – Blink 182 (Scena di Nina-Steve).

  2. 30 minutes – Tatu (Scena Anna - Lee)



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