Quando una rosa sboccia di Blu Notte (/viewuser.php?uid=103125)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1° ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2° ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3° ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4° ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5° ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6° ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7° ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8° ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9° ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10° ***
Capitolo 12: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Me lo ricordo bene quell'attimo..
Ho avuto paura, tanta paura.
Ho
allungato la mano verso di lui, che però non ha afferrato.
Ho
urlato. Ho supplicato.
-Non mi
lasciate cadere!-
Continuavo a strillare, precipitando.
Lui mi
ha solo guardata,
impassibile, come al solito. Il suo sguardo non tradiva alcuna
emozione.. Come se stesse guardando cadere un lurido animale.
Già,
probabilmente per lui è
quel che ero..
Il lato
buffo della faccenda è
che me ne rendo conto solo ora.
In
quell'attimo, mi sono sentita
tradita.. eppure non lo potevo odiare per avermi lasciata cadere..
io.. non potevo! Era più forte di me, sentivo qualcosa che
me lo
impediva. Ma ora le cose sono cambiate. Ora posso.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1° ***
Capitolo
1
Apro gli
occhi lentamente... la
luce prepotente che filtra dalla finestra mi spinge a richiuderli
subito. Qualcuno ha scostato le tende..
Maledizione!
Sanno che non mi
piace svegliarmi col sole in faccia.. Amo essere circondata dal buio
per qualche minuto prima di alzarmi.
Già,
lo sanno benissimo. Per
questo non lo fanno mai!
-Alzati,
vuoi che ti tira su io?!-
Ah, che
bel risveglio! La sua voce
gracchiante, mi entra nelle orecchie e mi stordisce per alcuni
istanti.
Stupida
oca senza cervello!
Non vedo
l'ora che si sposi, così
almeno sloggerà da qui! Se ne andrà con suo
marito chissà dove e
prego affinché non la debba vedere mai più!
-Muoviti!-
Continua ancora l'oca
-La colazione è pronta da mezz'ora e papà ha
bisogno del tuo
aiuto!-
-E
perché non lo aiuti tu?!-
Ribatto.
Mi
guarda con un sorrisetto
malizioso -Perché a differenza di te, io ho altro da fare.-
E se ne
va sculettando.
L'avevo
detto che è un'oca senza
cervello.
Mi tiro
su di mala voglia e prendo
il mio kimono.
9 anni
fa mi hanno detto che la
dovevo chiamare “sorella”. Bah!
Lei non
è mia sorella, come non
lo è Megumi , e neanche quella mocciosetta viziata di
Chiaki.
Teoricamente, neanche “papà”
è il mio vero padre.. però è
l'unico di questa odiosa famiglia a cui sento di essere grata.
Non ha
esitato quando, 9 anni fa,
mi ha trovata sulla riva del lago in cui sono precipitata.
“Hai
fatto un bel volo.” Mi ha detto “è un
miracolo che tu sia ancora
viva.”
Da quel
momento, ho iniziato a
vivere qui, in questa locanda sperduta sui monti.. Dimenticandomi di
tutto il mio passato.
O
meglio, mi hanno imposto di
dimenticare.
Dopo
essermi vestita, attraverso
frettolosamente il cortile che separa la mia stanza dalla locanda, e
vi entro.
Sono
solo le 6 di mattina, ma c'è
già alcuna gente seduta ai tavoli. Dopotutto, questo
è una specie
di rifugio.. ma molto probabilmente sono qui da ieri sera, non hanno
l'aria molto sveglia..
Uno di
loro, mi guarda il culo.
Papà
dice che sono diventata una
bella ragazza.. Sarà, non è che passi molto tempo
davanti allo
specchio.. non sono come Mariko, l'oca sculettante, che si guarda 20
volte al giorno e si mette ad urlare se le è comparso un
nuovo
brufolo..
La gente
deve piacere per quello
che è, questo è il mio pensiero.
-Rin!-
Esclama papà vedendomi
-Meno male che sei arrivata, avevo bisogno del tuo aiuto!-
Non
posso fare a meno di
sorridere, il suo calore e il suo affetto mi contagiano subito, come
sempre -Buongiorno padre! Vuoi che ti do una mano a servire ai
tavoli?-
Padre..
ogni mattina lo saluto
così, non posso non farlo, non sopporterei i suoi occhi
tristi e
pieni di dolore. Forse lui è l'unico a volermi realmente
bene..
E,
seppure i miei genitori siano
stati uccisi ormai molto tempo fa, credo che quello che provo per lui
sia l'affetto di una figlia.
-No, ai
tavoli lascia che me ne
occupi io. Tu potresti per favore dedicarti ai conti visto che sei
brava con i numeri? Sai, non vorrei che qualcuno mi avesse fregato..-
-Brava..-
Ripeto sarcastica,
avvicinandomi alla pergamena contenente i pagamenti dell'ultima
settimana -Me la cavo! Però è anche vero che tu
ti fai imbrogliare
spesso..-
-Proprio
per questo ho bisogno di
te, Rin. E scusami se ti faccio alzare così presto, ma il
tuo aiuto
qui mi serve davvero..-
-Non
importa. E poi mi piace dare
una mano.- Mi trattengo dal dire che anche Mariko però
potrebbe fare
qualcosa, ogni tanto.
-Grazie.
Sei una brava figlia!-
Mi metto
a fare i conti, in
silenzio. Si, papà si è fatto fregare da qualcuno
anche sta volta!
Ci metto
circa un'ora per finirli
tutti. Poi mi siedo su una sedia e guardo Megumi e Mariko cucinare.
Megumi
è la maggiore, 20 anni,
con la paura per qualsiasi cosa che si sappia muovere.
Mariko
invece, è la classica
gallina del pollaio.. 18 anni, bella e vanitosa. è raro che
sprechi
il suo tempo a dare una mano alla locanda.
Mi
chiedo cos' abbia fatto quel
povero uomo per meritarsi una figlia del genere..
Nella
sua vita passata doveva
proprio essere stato cattivo!
Ma ne
manca all'appello una! La
minore, Chiaki, 14 anni, dire che è insopportabile
è veramente
minimizzare.
Convivo
con loro da 9 anni, 9
lunghi anni passati a fare qualche bevanda forte ai lupi di montagna
che si avventurano fin qua su. 9 lunghi anni a cercare di
dimenticare. 9 lunghi anni passati a pensare.. a riflettere..
è
possibile che la mia vita diventi di colpo quella di una normale
ragazza di 16 anni? è possibile che io.. smetta di essere
per
sempre, la piccola Rin, che seguiva ovunque il suo signor...
Blocco
immediatamente i miei
pensieri. Non voglio ricordare il nome di quel bastardo! Sono anni,
che combatto contro me stessa per dimenticare quell'odiosa faccia
impassibile e superiore. Sono anni che cerco di vivere come una
comune ragazza.. E ora che ce l'ho finalmente fatta non posso
mollare!
Questa
ormai è la mia vita.. e
probabilmente.. sarà così per sempre.
Ma di
una cosa sono certa. Della
piccola Rin, di quella ragazzina ingenua e gentile, che con un suo
sorriso sapeva scaldare molti cuori, non c'è realmente
più traccia.
Io sono
cambiata.
Attraverso
il piccolo boschetto
guardandomi attorno.
L'odore
dell'erba bagnata mi
giunge subito alle narici, probabilmente durante la notte ha
piovuto..
Ebbene
si, nonostante mi sia
riabituata a vivere fra gli esseri umani, cerco sempre luoghi di
completa solitudine. Per riflettere, per pensare sulla mia vita che
da parecchi anni mi pare priva di senso..
Quel
luogo non ci ho messo molto a
trovarlo, è senza dubbio il mio preferito! L'ho scoperto
subito,
appena arrivata. E mi è piaciuto.
Incomincio
a sentire l'acqua delle
due cascate..
Mi fermo
un attimo, il vento mi
scompiglia i capelli. Annuso l'aria del bosco.
Eccola
la mia vera casa, la
natura. è solo con lei che mi sento bene, lontana da occhi
indiscreti e da qualsiasi cattiveria, protetta da un mondo che non mi
piace.
Tempo
fa, ho vissuto a lungo fra
la natura..
Che
cosa? Perché ora mi viene da
piangere?
I miei
pensieri vengono
trasportati lontano.. chissà perché poi, mi torna
in mente questo
ricordo..
Ero
bambina ed ero stata rapita da
un demone insieme ad altri ragazzini.. Ma sapevo che lui mi avrebbe
salvata!
Sono
arrivati dei monaci.. ci
hanno portati in salvo.. e poi è arrivato lui. La sua figura
elegante, il suo sguardo impassibile.. non posso più fingere
di non
ricordarlo.
I monaci
lo hanno attaccato, ma
lui si è limitato a difendersi. Poi si è voltato
e mi ha detto che
la scelta, era soltanto mia..
Sapevo
cosa intendeva, ma non
potevo, non mi immaginavo neppure una vita con degli esseri umani..
io lo volevo seguire per sempre, volevo stare al suo fianco..
Così
l'ho rincorso e sono tornata
tra lui e jaken..
Poi dopo
gli ho chiesto, se quando
sarò morta, si ricorderà di me.. E in quel
momento è successa una
cosa strana, che neanche oggi riesco a spiegare..
Il suo
sguardo si è fatto quasi
stupito.. Ma è durato un attimo.
-Non
dire sciocchezze.- Mi ha
risposto...
Con
molta fatica, scaccio dalla
testa questi fastidiosi ricordi e mi concentro sul presente.
Eccomi
qui, 9 anni dopo,
totalmente cambiata in ogni cosa se non in una: la voglia di
solitudine.
Così
di solito vago fra la natura
senza uno scopo ben preciso.. Quasi sempre è
così.. ma oggi no.
Arrivo
alle cascate e mi guardo
intorno, possibile che sia in ritardo?
Mi
sporgo, guardo a destra e a
sinistra.. ma di lui non c'è traccia.. Che strano, di solito
è
sempre puntuale!
Sento il
rumore dell'aria tagliata
alle mie spalle.. Senza pensarci salto, e evito l'arma che cade poco
più lontano.
-Complimenti,
hai degli ottimi
riflessi come sempre, Rin!-
Mi volto
sorridente -Ah, ma allora
ci sei!-
Il
demone scende agilmente
dall'albero e mi si avvicina.
-E
poi..- Continuo -Se li ho è solo merito tuo.. maestro.-
Aggiungo con una smorfia divertita.
-Anche
questo è vero!-
è
incredibile come in soli 9
anni, fosse cambiato così tanto! Mi ricordo benissimo quando
era
ancora un cucciolo.. E adesso, vederlo così alto, slanciato,
e
soprattutto affascinante, non lo posso negare, fa un certo effetto!
Raccolgo
l'arma che ha lanciato.
-Allora,
Shippo..- Inizio facendo
girare il Nunchaku -Sei pronto?-
-Prontissimo.-
Risponde
guardandomi col suo solito sorriso di sfida.
-Bene!
Allora prendi!!-
Mollo la
mia arma, che prende a
roteare nella sua direzione.
Lui
salta e scatta pronto a
colpirmi, io invece corro e afferro il Nunchaku prima che cada a
terra.
Con la
catena, mi proteggo dai
suoi artigli e cerco di sorprenderlo con alcuni attacchi che
però
evita.
Salta
indietro, prende fiato, e
riscatta rapidamente avanti, e sta volta, attacca lui.
Io evito
agilmente e, mentre mi
porto indietro con una ruota, rilancio la mia arma che lo prende di
striscio.
Mi
guarda stupito -Brava! Migliori
di giorno in giorno!-
-Grazie,
troppo buono!-
-Ma ora
sei disarmata! Hai perso!-
Riscatta nella mia direzione.
-Non ci
contare, volpacchiotto!-
E mentre
evito i suoi attacchi, mi
rendo conto che è solo grazie a questo se sono riuscita a
sopravvivere tutti questi anni qui.. e se sopravvivo ancora oggi.
Mangiamo
in silenzio, oggi gli ho
portato un piatto fatto esclusivamente da me.. ma a giudicare dalla
lentezza con cui mangia forse non è di suo gradimento..
-Non ti
piace?- Chiedo sconsolata.
Lui mi
guarda per un attimo
stralunato, poi mi sorride -No, è squisito. è
solo che stavo
pensando..-
-A cosa?-
-A te.
Incominci a stare bene alla
locanda? Voglio dire.. la senti come casa tua?-
-Non ti
devi preoccupare per me..
Sto benissimo!- Mento -Sono passati molti anni da quando sono
arrivata qui..-
-Sono
contento!-
Sorrido
anche io -E tu?- Inizio
sperando che la risposta sia positiva -Intendi allenarti fra queste
montagne ancora a lungo?-
Abbassa
gli occhi -Non so neppure
io..- Sussurra.
Per un
attimo mi sembra che cerchi
di evitare il mio sguardo..
No..
impossibile! Noi due abbiamo
un rapporto molto profondo.. se c'è qualcosa che non va me
lo
direbbe subito!
Mi ficco
in bocca del riso e lo
mando giù.
-Sai una
cosa?- Mi fa lui, ad un
tratto.
-Che
cosa?-
-Quando
combatti.. mi ricordi una
persona, che non vedo da tanto..-
-Chi?!-
Cerco di riesplorare il
passato.. e mi viene in mente solo una persona che combatteva in un
modo simile al mio -Ti ricordo...- Inizio stupita -Ti ricordo forse
Sango?!-
Annuisce
-Esatto.-
Non ho
avuto modo di vedere molte
volte quella giovane e fiera sterminatrice di demoni.. Eppure alcuni
suoi ricordi mi rimango. Mi ricordo di lei, agile e sveglia, della
sua arma, l'enorme boomerang Hiraikostu, e di Kirara, la sua
fedelissima demone gatto.
Faceva
parte del gruppo di Shippo,
ai tempi in cui Naraku era ancora vivo e la sfera dei quattro spiriti
ancora esistente..
-Ti
ricordo veramente lei?-
Chiedo, non trovando nessun fattore comune.. Lei era così
leggera ed
aggraziata... Mentre io sono solo una ragazzina che sa combattere per
modo di dire!
Perde lo
sguardo fra glia alberi
-Già..-
Sento
una lama trafiggermi il
cuore quando noto i suoi occhi, velati da una profonda tristezza..
Per la prima volta, mi rendo conto di quanto gli manchino i suoi
amici.
-Senti..-
Inizio -Perché..
Perché non torni da loro?-
Non sa
ovviamente quanto mi costi
dire queste parole.. ma è giusto così!
A
differenza di me, lui non è
condannato alla solitudine eterna..
Ma a mia
sorpresa scuote la testa
-Il mio tempo con loro è finito. Sono stati la mia famiglia,
quando
la vera non esisteva più.. Ma ora è giunto il
momento che impari a
cavarmela da solo.-
-Perché
dici così? Io penso che
sarebbero felici di rivederti..-
-Probabilmente..
ma non sarebbe
giusto.-
-Se lo
dici tu..-
Mi ficco
in bocca dell'altro
riso.. Forse Shippo pensa che dopo la sconfitta di Naraku, il gruppo
non abbia più motivo di esistere.. Be', riflettendoci
avrebbe senso.
Ma sarebbe triste.
In quel
momento la sento, la
squillante voce di una ragazzina, che sta urlando il mio nome!
Salto in
piedi -Maledizione!
Chiaki mi è venuta a cercare.-
-Tranquilla
non mi vedrà..-
-Va
bene, la porto via allora!-
Inizio a correre piuttosto irritata verso mia sorella -Ci vediamo
domani, Shippo!-
Lui mi
saluta con la mano.. e
mentre mi volto, scorgo passare sui suoi occhi un altro sguardo
triste..
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Capitolo 3 *** Capitolo 2° ***
Salve a tutti, ecco il secondo capitolo.. spero sia di vostro
gradimento.Intanto vi svelo due cose su questa storia. Non è recente:
l'ho iniziata a scrivere due anni fa e l'ho terminata l'anno scorso.
Quindi noterete una specie di evoluzione di stile. =) La seconda cosa
è che ho scritto questa ff con il preciso scopo di
collegarla a quella che sto scrivendo adesso (anzi, "quando una rosa
sboccia" sarebbe solo una sorta di prologo). La protagonista della mia
prossima storia appare per poco proprio in questo capitolo. Vediamo chi
capisce ^^
_______________________________
Capitolo
2
-Allora,
che stavi facendo?!-
Alzo gli
occhi al cielo -Non credo
siano fatti tuoi.-
-Sparisci
in quel bosco ogni
giorno!- Continua la mocciosa -è ovvio che stai combinando
qualcosa!-
Sbuffo,
ma non ribatto, sarebbe
del tutto inutile.
Esatto,
quella ragazzina
rompiscatole è Chiaki.. abbastanza carina e aggraziata, non
c'è che
dire.. ma simpatica quanto una spina in un occhio!
Credo
che pensi di essere
intelligente.. poverina, come si sopravvaluta!
O forse
sono io che da 9 anni vedo
tutti i lati negativi della gente? Questa domanda me la pongo spesso
ultimamente.. mi accorgo da sola di essere scontrosa e irascibile.
Forse è colpa mia se le mie sorelle sono così
antipatiche nei miei
confronti..
-Se vuoi
sparire, almeno fallo
quando io non ci sono! Così papà non mi obbliga
ad andarti a
cercare!-
No.. non
credo sia colpa mia!
Arriviamo
alla locanda verso le 2
di pomeriggio, mi infilo il camice senza dire una parola e inizio a
prendere le ordinazioni.
Shippo
è proprio strano.. gli
mancano, ma non vuole tornare da loro! Io credo che non sia un male
tornare al proprio passato.. Mi rendo subito che non dovrei
permettermi di pensare certe cose.
Verso le
4, prendono il mio posto
Megumi e Mariko mentre io mi siedo su una sedia e mi riposo un po'.
La vita
qui scorre così lenta..
Mi metto
comoda e chiudo gli
occhi. Ma si, penso proprio che recupererò le ore di sonno
perse
questa mattina..
Mi
sveglio di soprassalto,
sentendo della strana agitazione in cucina.
Vedo
Mariko complottare qualcosa
con Chiaki, e Megumi mangiarsi le unghie più nervosa che
mai. Di
solito lo fa quanto ha fifa, in pratica, quasi in ogni momento!
Mi
stiracchio -Che succede?-
Chiedo curiosa.
Non
capita tutti i giorni che la
tranquillità demoralizzante della locanda venga scossa da
qualcosa.
-Dei
demoni!- Strilla Megumi, che
evidentemente non è più riuscita a trattenersi
dal farlo -Si sono
seduti ai tavoli di fuori! Come degli normali esseri umani!-
Sento
una scossa percorrermi la
colonna vertebrale.. Demoni?!
-Adesso
si aspetteranno di essere
serviti!! Che facciamo?! Che facciamo?!-
-Stai
calma, Megumi..- Cerca di
consolarla Chiaki -Adesso vado a chiamare papà, sono sicura
che lui
ha una soluzione!-
-Ma non
serve papà!- Mi
intrometto io, cercando di mantenere un tono impassibile.
La
mocciosetta, mi guarda
sarcastica -Perché, tu avresti un'idea?-
-Se si
sono seduti ai tavoli vuol
dire che non sono demoni cattivi. Quindi basta che noi li serviamo, e
vedrete che se ne andranno..-
-Ma sei
impazzita?!- Strilla
ancora mia sorella -Chi te lo dice che non sono cattivi?! Ci
potrebbero rapire, o addirittura uccidere!!-
-Maledizione
Megumi..- Sussurro
stringendo i pugni -NON URLARE IN QUEL MODO!-
Le tre
sobbalzano, e mi fissano
impaurite.
Chiudo
gli occhi e respiro. Non so
perché, ma mi fa andare in bestia il panico!
-Andrò
io a prendere le loro
ordinazioni.-
-Aspetta..
Rin!- Mariko mi corre
dietro, e mi mette una mano sulla spalla per fermarmi.
-Che
c'è?-
Lei si
gira verso le sorelle, come
per assicurarsi che non stiano ascoltando.. poi torna a guardarmi -Ti
senti ancora attratta da.. loro. Non è vero?-
-Ma di
che stai..-
-Quando
papà ti ha trovata nel
lago, 9 anni fa..- Mi interrompe -Io ero dietro alla porta.. e ho
ascoltato la tua storia, quella che gli hai raccontato! Di quel
tizio.. del signor Sesshomaru e di un certo Jaken.. Della tua vita
passata in mezzo ai demoni.-
-E
faresti bene a dimenticartela
al più presto, Mariko.- Ringhio in risposta.
-Io non
so se sia la verità
oppure ti sei sognata tutto.. Ma quel che so è che ora la
tua vita è
qui. Che tu torni dal quel Sesshomaru o no, non mi interessa, ma non
ho intenzione di vedere soffrire papà per causa tua, che ti
ama come
una figlia!-
Scosto
violentemente la sua mano
dalla mia spalla -Non ti devi preoccupare, sorella!- Ribatto
sottolineando l'ultima parola con acidità -Sesshomaru non mi
verrà
più a prendere, sarò costretta a rimanere in
questa prigione per il
resto della mia vita! Quindi lasciami in pace!-
Inizio a
correre. Non di fuori, a
prendere le ordinazioni di quei misteriosi demoni.. ma nella mia
stanza, a piangere.
Che
strano.. sono 9 anni che non
piango.. Mi sono persino scordata del sapore salato delle lacrime..
Perché ora tutto ad un tratto cambia tutto?
Sarà
perché, per la prima volta
in tutti questi anni, ho pronunciato il suo nome?
Mi
asciugo gli occhi e torno alla
locanda dopo pochi minuti, non sono mai stata il tipo a cui piace
tenere i bronci.
E poi,
quel che ha detto Mariko è
vero. Papà soffrirebbe moltissimo se tentassi di riprendere
contatti
col mondo demoniaco.. Se solo sapesse che mi alleno con Shippo tutti
i giorni..
-Rin!-
Esclama Mariko stupita.
-I
demoni sono ancora là?-
Annuisce.
-Allora
vado io.-
-Non
serve.. è già andata
Chiaki.-
Alzo un
sopracciglio -Quella
ragazzina mi sorprende. E Megumi dov'è?-
-Ehm..
nascosta in bagno.-
Non
posso fare a meno di
ridacchiare.
Lei
invece sorride titubante..
-Senti, Rin..- Inizia giocherellando con uno spago -Io.. ti chiedo
scusa.-
-E
perché?- Rispondo
distrattamente.
-Perché
probabilmente non mi
sarei dovuta impicciare nei fatti tuoi.. Però non mi
rimangio quel
che ho detto.-
-Neanche
io.-
è
la prima volta che io e Mariko
riusciamo ad avere un dialogo quasi normale.. Di solito lei inizia a
darsi arie, e io ad ignorarla.. Non immaginavo nemmeno che avesse un
cervello pensante.. né che le importasse così
tanto di suo padre...
Così,
la solita domanda riprende
a farmi capolino nella testa.
Mi
accorgo solo dopo un po' di
avere i suoi occhi addosso.
-Rin?-
-Si?-
-Tu
consideri veramente questo
luogo come una prigione?-
Esito
per qualche attimo.. ma poi
annuisco -Non lo dire a papà.-
-Certo
che no..- Risponde tornando
a giocare col suo spago -Puoi non crederci ma.. mi dispiace.-
-Ti
ringrazio.-
Sento le
tende dell'ingresso
scostarsi, e quando mi volto vedo Chiaki.
-Allora?!-
Le chiede subito
Mariko.
Alza le
spalle -Forse Rin non
aveva torto marcio. Sono stati piuttosto gentili.-
Sospira
-In quanti sono?-
-Tre..
Un demone, un essere umano
e una bambina.-
-Sia
ringraziato il cielo..-
-Rin!-
Mi porge una pergamena
-Queste sono le loro ordinazioni, potresti portargliele tu mentre io
vado a rassicurare Megumi?-
-Certo.-
Hanno
ordinato tutti piatti già
pronti, probabilmente hanno fretta.. oppure non gli piace creare
scompiglio mangiando in una locanda umana. Già,
probabilmente si
sono immaginati una simile reazione a quella di Megumi.
Sorrido.
Che brava gente..
Preparo
in fretta il tutto e lo
verso nelle ciotole. Mariko mi passa i bastoncini.
-Posso
farti una domanda un po'
personale?-
-Tu
prova.-
-Questo
Sesshomaru.. a cui
sembravi così legata.. chi è?-
-Una
brutta malattia, a cui sto
cercando da anni di guarire.. Ma che non se ne va mai del tutto.-
Annuisce
poco soddisfatta, ma non
aggiunge nulla.
Afferro
le tre ciotole e scosto
con la testa le tende che danno sul cortile. Sono seduti al tavolo
più lontano..
Cerco di
mettere a fuoco, ma sono
troppo distanti per capire bene di che demoni si tratta.
Così mi
avvicino preparando un sorriso cordiale.
Poi
è diventato tutto sfocato.
Ho
sentito il mio cuore perdere
almeno tre colpi.
Credo
che due delle ciotole mi
siano sfuggite di mano, ho visto distrattamente la bambina scattare
in avanti, mi ha raggiunta subito..
E adesso
me la trovo davanti, con
un sorrisetto stampato in faccia e le due ciotole in mano.
La
guardo sbalordita.
-Tutto
bene?- I genitori si sono
alzati..
Decido
di far finta di niente, e
sorrido -Si.. tutto a posto! Ho avuto solo un piccolo calo di
pressione.. Qua ci sono le vostre ordinazioni.-
-Ah,
meno male! Ci siamo presi un
bello spavento.- Mi risponde Kagome. Non mi hanno riconosciuta?
Quanti anni sono passati?
9.. io
ho 16 anni, no infatti..
impossibile che qualcuno mi riconosca. Ma lei? Lei è
cambiata, è
diventata bellissima..
E
Inuyasha! Lui è sempre uguale..
Devo dirgli di Shippo!
Ma se
glielo dico.. devo svelargli
anche la mia identità. E farlo vorrebbe dire ricostruire i
ponti con
il mio passato..
-C-come
si chiama?- Chiedo
guardando la piccola.
è
quasi identica al padre.. con
quelle simpatiche orecchie da cane, i capelli argentei e gli occhi
marrone chiaro. Ma il viso.. ricorda tantissimo quello della madre!
Sembra sveglia.
-Hi.- Mi
risponde sempre Kagome
-Hi Houseki per la precisione.-
-Gemma
di fuoco..- Ripeto quasi
con ammirazione.
Mi
sorride. Probabilmente non è
abituata ad avere un dialogo con gli umani, benché lei lo
sia.
Stando con un mezzo demone è inevitabile venire indicati
dalla
gente.. Quanta cattiveria, mi spiace molto per loro..
Poso
l'unica ciotola che mi rimane
in mano sul tavolino -Offre la casa.-
-No..
non serve.-
-Ma si!
Non ti preoccupare!- è
incredibile come sto bene con quella gente, senza neanche rendermene
conto.. Vorrei restare lì con loro per sempre.
-Sei
gentile.. Come ti chiami?-
-...
Megumi.-
-Ti
ringrazio Megumi.- è sincera.
Faccio
un inchino -Buon appetito.-
Poi mi volto e mi fiondo nella locanda.
-Allora,
come andata?- Mi chiede
subito Mariko.
Ma io
non ho tempo per parlare con
lei, esco dalla locanda e corro verso il bosco.
-Rin!-
Mi urla dietro -Ehi!!-
Devo
farcela. Mi trovo a evitare
confusamente alberi e radici inzuppandomi gli zori.
Raggiungo
in pochi minuti la
cascata.
-SHIPPO!!-
Ma dov'è?! -SHIPPO!!
ACCIDENTI RISPONDI.. NON TI IMMAGINI NEPPURE CHI C'È ALLA
LOCANDA..
SHIP..-
Noto
qualcosa attaccata all'albero
di fronte a me.
Una
lettera. La prendo.
-Cara
Rin.. Ho deciso di fare ciò
che dovevo fare da molto tempo..- Mi siedo su una pietra -Devo
viaggiare, vedere il mondo in cerca di un obbiettivo. E se mi
capiterà di incontrare Inuyasha e gli altri, lo ammetto, ne
sarei
felice. Mi spiace lasciarti da sola.. Sei stata una buona amica. Ma
è
ora che anche tu decida cosa fare. Con affetto.. Shippo.-
Sospiro
-Ma Shippo.. non ne
azzecchi una.-
Sto per
qualche minuto con quella
lettera in mano, poi me la infilo in una tasca.
Poco
lontano ha lasciato il mio
Nunchaku.. ma a cosa mi serve adesso?
Mi
prendo la testa fra le mani,
improvvisamente mi sembra pesante.
Ormai mi
devo arrendere. Sono
sola.
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Capitolo 4 *** Capitolo 3° ***
Capitolo
3
Nascondo
la lettera e il Nunchaku
sotto il materasso, poi chiudo la porta e torno alla locanda.
Probabilmente la vera Megumi sta andando in crisi isterica.
Infatti,
entrando in cucina scopro
il caos più totale.
Mi siedo
e guardo la scena.
-Se ne
sono andati?- Chiede Megumi
mordicchiandosi un' unghia.
-Si!- La
voce di Mariko assomiglia
al cinguettio di una cornacchia -Ma si può sapere chi gli ha
detto
di non pagare?!-
Mi
scappa una risata.
Lei si
volta con sguardo omicida
-R-Rin.. Tu sei matta da legare! Hai qualcosa in quel cervello che
proprio non ce la fa! E cos'hai da sorridere tanto?! Sei malata, i-io
l'ho sempre detto!-
-Mariko,
non dire così a nostra
sorella.-
-Oh
Megumi! Non ti ci mettere
anche tu! Non vedi com'è affezionata a quei dannati
demoni?!- Alzo
gli occhi al cielo -Non vedo l'ora di andarmene da questa dannata
locanda!-
Da un
calcio al tavolo, mi guarda,
pesta i piedi ed esce dalla stanza.
È
troppo ridicola quando si
arrabbia.
-Ma
Rin.. cosa hai fatto?- Chiede
Chiaki.
Non
rispondo.
-è
vero che non gli hai fatti
pagare?!-
-Ma non
eravate voi quelle che
volevano se ne andassero al più presto?! Non mi sembra che
per una
volta il guadagno di questa locanda ne risenta molto..-
-Ma come
puoi dire una cosa
simile?!- Mi fa con il solito tono da sapientella -Hai visto come
l'ha presa Mariko? Lei si che si preoccupa per questa locanda!-
-Ah
già, Mariko.. Si alza tutti i
giorni alle 5 per aiutare suo padre, ma poi le si parano davanti i
contrattempi con il suo nuovo fidanzato, e non trova più il
tempo
per dare una mano. Come la compatisco.-
-Non ti
permetto di dire così su
mia sorella!-
-Ma che
succede qui?-
Nessuno
risponde alla domanda di
papà, appena entrato dalla porta sul retro.
-Ragazze..-
Lo dice con un tono
sconsolato -Lo sapete che non mi piace quando litigate.-
-è
colpa di Rin!- Dice la
ragazzina puntandomi un dito contro -Da quando c'è lei
succedono
sempre disastri!-
-Cosa?!-
-Chiaki!-
La rimprovera.
Lei si
siede imbronciata.
-Rin ti
posso parlare?-
Alzo la
testa sorpresa
-D'accordo.-
Mi fa
segno di seguirlo fino a
fuori dalla locanda.
-Allora?
Cosa.. mi volevi dire?-
Chiedo sforzandomi di sorridere.
-Uscendo
ho incontrato Mariko.-
Il mio
finto sorriso svanisce
subito -Cosa ti ha detto?- Mi esce un tono impaurito.
-Be'..-
Si siede per terra con un
piccolo gemito -Mi ha raccontato dell'episodio dei demoni. Di come
sei stata coraggiosa. Ma poi mi ha anche raccontato del dialogo che
avete avuto prima.-
Mi
mordicchio le labbra.
-Siediti,
figlia mia.-
Obbedisco,
nervosa.
-Vorrei
che mi rispondessi
sinceramente. Tu non ti trovi bene con noi, vero?-
Perché?
Perché è arrivato quel
momento? -No.- Sussurro -Ma la colpa non è vostra..
è mia.-
Vedo i
suoi occhi farsi lucidi -Io
non credo.-
-No,
invece si!- Gli prendo le
mani -Lascia che ti racconti! La mia famiglia è stata uccisa
dai
briganti, hanno ucciso mia madre, mio padre e mio fratello proprio
sotto i miei occhi. Per molto tempo sono rimasta sotto shok.. poi
piano piano sono guarita. Ma non riuscirò mai più
a fidarmi degli
esseri umani.. Capisci?- Anche i miei occhi si sono fatti lucidi,
sento le lacrime pizzicarmi le guance.
-Oh,
Rin.- Mi guarda. Uno sguardo
paterno, e colmo d'amore – In questi anni ti se fatta proprio
bella. Tuttavia non sono mai riuscito a guarire quel tuo sguardo
triste.. Se tu vuoi andartene, fai pure. Purché mi prometti
che
sarai di nuovo felice..-
-Ma
padre.. dove dovrei andare?-
-Da quel
demone. Lui ti rendeva
felice.-
-Ah
certo.- Rido, nervosamente
-Però mi ha lasciata qui.-
-Rin..-
Gli
lascio le mani e mi alzo -Non
preoccuparti per me.. Lasciami ancora un po' di tempo. Poi vedrai che
mi abituerò a stare con voi. Vedrai..- Me ne vado,
altrimenti
avrebbe notato la menzogna che ho stampata in faccia.
Attraverso
il cortile lentamente,
ho bisogno di una bella dormita, ecco di cosa. Oggi sono successe
troppe cose..
-Megumi!-
Ci metto qualche secondo
per capire che stanno chiamando me. Mi volto.
Sono
ancora qui?
Kagome
mi si avvicina -Siamo
venuti a salutarti, partiamo subito. Ma perché stai
piangendo?-
-Sto
piangendo?- Mi passo una mano
sugli occhi. È proprio vero..
-Che
è successo?-
-Nulla..
Sono solo un po'
emotiva.-
Mi
accarezza i capelli -Stammi
bene.-
-S-si.-
-Ciao
Megumi.- Squilla una vocina.
-Ciao
piccola Hi.- Mi inginocchio
per essere alla sua altezza -Sono sicura che diventerai molto forte,
sei già velocissima.-
Mi
sorride, e raggiunge i
genitori.
Sto per
qualche attimo a guardare
la piccola famiglia andare via. Indicati dalle persone, guardati
male, evitati.. Ma felici, felici perché sono con le persone
che
amano.
Mi passo
un po' le mani sul viso
per togliere le lacrime, poi entro nella mia stanza.
Mi
svegliano dei rumori, ho
l'udito abbastanza sensibile anche quando dormo..
Li
esamino per un secondo. Alla
locanda ci sono tanti tipi di rumori, a volte nostro padre scarica
botti di alcolici, altre volte i lupi di montagna ubriachi scelgono
il cortile davanti alla mia stanza per divertirsi con le loro donne,
solitamente non riesco a dormire e vorrei proprio uscire a dirgliene
un po'.. ma papà non vuole litigare con i clienti.
Ma in
questo caso i suoni non
corrispondono..
Sono
andata a dormire con il
kimono addosso, così mi infilo velocemente gli zori ed esco
per
vedere cosa succede. Oltrepasso il cortile di corsa. Fa un freddo
cane!
Devono
essere le 10.. o le 11..
Non tanto tardi comunque, le stelle non sono ancora al loro massimo
splendore. Di solito questa è l'ora calma della giornata per
noi..
Scosto
le tende, la mia famiglia è
tutta radunata attorno a uno strano vecchietto.
Ha dei
lunghi capelli bianchi, gli
occhi attenti e vivaci e una sacca più grossa di lui.
Chissà come
fa a portarla!
Il suo
aspetto in generale è
piuttosto buffo, nonostante sia un anziano è molto
più basso di
Chiaki!
-Che
succede?- Chiedo divertita.
-Non
c'è nulla da sorridere,
Rin..- Urlacchia Megumi prima di scoppiare a piangere.
Mariko
le da un colpetto sulla
spalla, poi si rivolge a me -Il gentile Lee-Choo è un
indovino..-
-E ha
predetto che fra pochi
giorni dei demoni ci attaccheranno!- Conclude l'altra disperata, non
conoscendola si penserebbe che stia facendo la caricatura di
qualcuno.. Ma lei non se ne rende proprio conto di essere ridicola.
Cerco di
trattenermi dal ridere,
davanti a nostro padre non sarebbe educato..
Mi esce
un sorrisetto che tento di
soffocare subito -Ma davvero?-
-Si!- Mi
risponde Chiaki, con il
tono di una che sta pensando sul da farsi -E si impadroniranno della
locanda!-
-Mi
sembra ovvio.-
Mi rendo
subito conto che era
meglio se stavo zitta.
-Insinui
che non è così?!- Mi fa
Mariko - Il nobile Lee-Choo è un indovino che proviene dal
continente, molto famoso in Cina!-
-Io
letto questo nella tazza di tè
bevuta da tua solella. Vedi?-
Alzo gli
occhi al cielo -Vedo
vedo.-
-Tazza
dice che tellibile sventula
piombelà su voi. Eh, mi spiace figliola ma questa
è la vita. A
volte succedono cose belle, a volte cose blutte. Ma voi fate in tempo
a scappare ola che io avvisato voi.-
-Ah-ah..
E, per curiosità, quanto
verrebbe a costare questo suo.. avviso?-
-Oh,
be'.. Io potere fare cifra
lagionevole... Voi potete dare me gli ultimi incassi della
settimana!-
-Gl..gli...
ult..- Balbetta Chiaki
-Ma lei è un ladro!-
-Brava
genietto.-
-Io non
essere ladro! Io essere..-
-Padre.-
Mi avvicino a lui, ha la
faccia di chi non sa cosa fare -è ovvio che ci sta
truffando. Non
gli dare nulla.. e non lasciare la locanda, dove abbiamo sempre
vissuto! Te ne prego, padre.. Non farti raggirare così
facilmente. I
demoni fin qua su non arrivano, e poi non avrebbero motivo per
prendersela con noi.-
-E se
invece fosse vero?-
Singhiozza Megumi -E SE VENISSERO VERAMENTE?!?-
-Shh,
stai calma..- Le sussurra
Mariko accarezzandole i capelli.
-Demoni
vellanno fra 2 giorni,
tazza di tè dice questo..-
-Stia
zitto! .. Padre..-
Mi
guarda, poi prende fiato e si
rivolge alle altre -Ragazze non dovete temere. Rin ha chiaramente
ragione. In 3 generazioni mai dei demoni si sono avventurati fin qua
su. Non ne hanno ragione. Quindi cara Megumi, smetti di piangere.
Fallo per me.-
Sorrido.
-Voi
state sbagliando di glosso,
voi pentirete di questo..-
Afferro
la sacca e la lancio nel
cortile, poi gli do una piccola spintarella -Faccia buon viaggio.-
-M-ma io
pensavo di potel rimanere
qui pel notte..-
-Salve!-
Chiudo la porta.
Megumi
ha continuato a
singhiozzare per un paio di minuti, poi ha smesso e sono andate tutte
a dormire.
Io
invece ho approfittato
dell'occasione per pulire il retro della locanda, erano mesi che lo
dovevo fare.. Alla fine credo di essermi addormentata su una sedia,
perché al mattino mi sono ritrovata qui, con una tazza di
tè
fumante davanti al viso.
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Capitolo 5 *** Capitolo 4° ***
Grazie a tutti per le recensioni =) Dioni.. sinceramente
quando l'ho scritto non ci ho pensato xD .. immagino che volesse fare
una scampagnata! Spero che questo capitolo vi piaccia,
perché è proprio da questo che prendono il via
gli eventi.. Buona lettura ^^
_______________________________
Capitolo
4
La
afferro sorridendo. Il profumo
del tè mi riempie piacevolmente le narici.
Mi rendo
conto che mio padre è
seduto di fronte a me.. Mi fissa con interesse.
-Buon
giorno, Rin. Sono le undici
passate.-
Sgrano
gli occhi -Le undici?
Accidenti.. Perché non mi hai svegliata? Avevo un sacco di
cose da
fare prima che arrivassero i clienti. Volevo pulire la stalla.. fare
un bagno al cane che puzza terribilmente.. e poi volevo lavare la
mansarda, sono anni che non ci entra più nessuno ma siccome
i
clienti stanno aumentando dovremmo depositare lì le casse di
alcolico, nel retro non ci stanno più..-
Mi fa
segno di smettere di parlare
-Non serve che ti affatichi così tanto. Fai già
molto per la
locanda.. E ti ringrazio per la mano che mi hai dato ieri sera con
quel vecchietto.. Probabilmente io ci sarei cascato, vedere Megumi
piangere in quel modo..-
-Padre,
se vedessi tutte le volte
in cui Megumi piange..-
-Non
giudicare il mondo secondo il
tuo metro di coraggio, Rin. Tu hai passato cose che le tue sorelle
non possono comprendere.-
Annuisco,
in fondo non ha tutti i
torti.
Sembra
soddisfatto, si alza in
piedi e guarda fuori dalla finestra. -A volte mi chiedo cosa farei se
tu non fossi qui. Sei sempre stata così furba, non
è vero?-
-A dire
la verità no. Quando ero
piccola ero abbastanza ingenua..-Mi mordicchio il labbro -A dirla
tutta lo ero molto.-
-Ecco,
ti ho di nuovo portata a
ricordi spiacevoli. Mi spiace.-
-Non fa
nulla, davvero.-
Stiamo
per qualche secondo in
silenzio, io sorseggio il tè. è caldo e mi scotta
la lingua.. Ma
profuma di lavanda.
-Rin?-
-Si?-
Esita.
Poi scuote la testa -Nulla.
Sarà meglio mettersi a lavoro adesso, fra poco arriveranno i
clienti.-
Guardo
fuori dalla finestra,
l'inverno se n'è andato completamente e oggi il sole ha
cominciato a
brillare.
-Sta
arrivando la primavera.- Mi
alzo -Si prospetta una giornata di duro lavoro.-
I giorni
successivi – come
previsto – li passo a pulire, lavare i cani, servire i tavoli
e
fare il bucato. Mai ho visto tanta gente arrivare fin in alta
montagna.
-Sta
arrivando la primavera.- Ci
dicono gli scalatori -Non abbiamo resistito un attimo di
più.-
Anche
gli alloggi stanno iniziando
a scarseggiare, non siamo un albergo! Così molta gente
è costretta
a dormire ai tavoli.. Solitamente a me tocca dormire senza cuscino, o
senza coperta! A volte non dormo neanche, o se dormo sono proprio le
poche ore prima di sentire una voce che chiede dov'è il
bagno, o se
posso portargli un bicchiere d'acqua perché ha avuto un
incubo.
Ovviamente, le sorelline di alzarsi non ce l'hanno nemmeno per
l'anima.
Oggi
l'umore di Megumi è
migliorato, perché sono passati tre giorni dalla fatidica
profezia e
nessun demone ha fatto capolino.
Chiaki
si da arie dicendo di
averlo sempre saputo, che era solo un vecchio ladro!
Ma il
fatto più eccitante per
tutti, salvo che per me, è che si stanno inevitabilmente
avvicinando
le nozze di Mariko.
Scorrazza
qua e là, cantilenando
l'ultima frase d'amore che le ha detto il suo Shiro, talmente fragile
da non poterla venire nemmeno a trovare. Ma questo non glielo voglio
dire, ho ancora un cuore.
Io mi
stacco spesso da tutti
questi discorsi, e sto in giardino a disegnare fiori su una vecchia
tela, facendomi i fatti miei. Disegno piuttosto bene, e ritrarre la
natura mi piace.
Sto
pitturando una violetta
solitaria con sfondo un allegro ruscello quando sento Mariko
avvicinarsi.
-Ciao.-
Le dico senza voltarmi.
Ho
imparato a riconoscere la
camminata di tutti. Quella di Megumi è incerta, quella di
Chiaki è
rapida ma rumorosa. Quella di Mariko si riconosce subito dallo
scricchiolare dei suoi vecchi zori.
-Che
bello!-
-Grazie.
Sei venuta a chiedermi se
posso dipingere te e il tuo futuro sposo alle nozze?-
-No.. Ma
ci sei quasi arrivata. Ti
volevo chiedere un altro favore.-
Mi
volto, sorpresa. -E cioè?-
-Mi puoi
accompagnare dalla sarta
questo pomeriggio?.. Sai.. devo farmi cucire un kimono adatto, quelli
che ho sono tutti stretti o strappati..-
-Vuoi
che lo vada a ritirare?-
Chiedo, perché mi sembra impossibile di aver capito bene.
-No! Non
sono ancora stata al
paese.. Vorrei che tu mi aiutassi a scegliere la stoffa giusta, la
forma.. Insomma quelle cose lì. Non farla difficile, Rin!-
Stento a
crederci. -Megumi e
Chiaki..?-
-Vorrei
che mi accompagnasse..
un'amica. E non una che vede con gli occhi di sorella.- Dice, ma poi
si affretta ad aggiungere -P-perché le sorelle ti vedono
tutto
magnifico addosso, anche quando ti fanno i fianchi larghi.. Mentre tu
non hai problemi a criticare le cose che non ti piacciono!-
-Lo
prendo come un complimento.
Comunque va bene.- Credo di fare un mezzo sorriso -Ti accompagno
volentieri.-
Lei
invece non si fa problemi, e
si apre in uno largo e splendente. -Allora d'accordo.-
La
guardo allontanarsi, ho ancora
in mano la tavolozza di legno con i colori disciolti.
Che
strana sensazione che si prova
a sentirsi in famiglia.
Nel
pomeriggio presto io e Mariko
iniziamo la nostra discesa. Il villaggio più vicino si trova
a non
meno di 3 ore di marcia.
Lei
sembra raggiante. Ha perfino
rinunciato ad essere tutta in tiro, si è messa un kimono
color fango
e un paio di zori comodi.
La prima
mezz'ora la passa a
raccontarmi del suo Shiro, di quando sono andati a cavallo insieme e
di quando sono caduti nel fiume. Io la sto a sentire, con un
sorrisetto stampato in faccia.
Chissà
perché ma non mi dispiace
che mi racconti di queste cose. è una sensazione strana,
visto che
non me n'è mai importato niente.. A dirla tutta non vedevo
l'ora che
se ne andasse!
Anche se
il kimono che porta fa
schifo, e mi compiaccio del fatto che sia stata così
intelligente da
mettersene uno che si possa sporcare, il suo sorriso sembra
illuminarla. Di solito è seria, con espressione da ochetta
che mi fa
venire il volta stomaco.. Oggi è diversa.
Alla
fine della seconda ora siamo
costrette a fermarci. Siamo sudate dalla testa ai piedi.. proprio
oggi il sole deve picchiare con tale forza?!
-Sai
Rin?- Mi fa mentre riprende
fiato -Sono proprio contenta di essere riuscita a stabilire un
contatto con te, alla fine.-
Non
rispondo. Ma è inutile negare
che le sue parole mi facciano piacere.
Prosegue,
senza aspettare una
risposta ben precisa -Mi sei sempre sembrata una tipa un po' strana,
ma anche saggia. Non sapevo come trattarti, non sapevo cosa ti
aspettavi. Se volevi essere nostra amica, o se volevi essere lasciata
sola. Devi ammettere che in 9 anni non hai fatto mai sforzi per
farcelo capire.. Ma ora credo di averti capita almeno un pochino.
Provi rancore all'interno del tuo cuore, per questo spesso sei
scontrosa e irascibile.. Però mi sono capitate volte in cui
ho visto
il tuo animo placato, e ho visto che sei gentile, altruista.. Non
aver paura di esserlo ancora.-
Resto
praticamente a bocca aperta.
Chi l'avrebbe mai immaginato?
Lei mi
fissa per qualche istante,
poi parla in tono seccato -Oh, ma insomma! Cos'è
quell'espressione
idiota?! Non credevi che fossi capace di dire certe cose?!-
-Di
pensare piuttosto.- Rispondo
-Ma mi fa piacere constatare che ho sbagliato.-
Mariko
è combattuta tra il ridere
e l'arrabbiarsi. Così emette un grugnito accompagnato da un
sorrisetto e riprende la discesa.
Infondo
ogni persona ha una parte
nascosta, che non ama mostrare alla gente. Nel nostro animo convivono
più personalità, che si manifestano in diverse
occasioni.
Per
Mariko è così. Per me anche.
E tal volta queste personalità sono talmente differenti tra
loro..
che magari Megumi potrebbe essere anche coraggiosa!
Il
villaggio di Tenpi non è a
valle, siamo ancora in alta montagna. Qui, come dice il nome, il sole
batte veramente forte e le scottature sono assicurate.
Tenpi
non è grande, ma le persone
che vi abitano fabbricano tutto senza aiuti esterni. Infatti a causa
dell'alta quota è assai difficile per un mercante arrivare
fin qua..
La
stoffa che fabbricano a Tenpi è
molto rara, è ricavata dalle foglie di particolari alberelli
che
crescono attorno al fiume che sfocia in prossimità della
valle al
Lago Biwa.
C'è
un'unica persona in tutto il
Giappone che è in grado di fabbricare kimoni con quella
stoffa. Ed è
la vecchia Vedova.
-Oh, si
si.- Ci dice la vecchietta
dopo che Mariko le ha spiegato quello che all'incirca vuole -Dunque
tu ti sposi.. Congratulazioni!-
-La
ringrazio..- Risponde mia
sorella esitante.
Io
ridacchio. Mandano sempre me a
ritirare i loro ordini, quindi si può dire che ormai conosco
la
vecchia Vedova molto bene.
Apparentemente
può sembrare
rimbambita e con un po' di artrosi, ma in realtà
è una vecchietta
molto sveglia.
Si
mormora che sia in grado di
capire il kimono adatto ad una persona solo guardandola negli occhi.
Io non ne dubito.
Una
volta, quando ero piccola, mi
ha detto che non è l'aspetto esteriore che determina la
bellezza di
un vestito, ma quello interiore. Ovvero come lo porti. Sinceramente
non l'ho capito e non lo capisco nemmeno adesso, però la
frase mi è
piaciuta.
-Il tuo
colore preferito è il
rosso.- Dice a Mariko, e non è una domanda.
-Io.. ma
lei come lo sa?!- Chiede
guardandomi, in cerca di aiuto.
-Oh
è molto semplice figliola. Si
vede da come ti comporti. Sei una tipa passionale, ma che nasconde i
propri sentimenti. Ti piacciono le emozioni forti, quelle che
rimangono impresse nel tuo animo. Ami vivere la tua vita con
decisione. Oh si, si vede dal tuo portamento.-
Mariko
è allibita.
-Deduco..-
Prosegue la vecchia
Vedova girando intorno a mia sorella, e non le arriva neppure alle
spalle -Che sei stufa dei vestiti attillati, vero? Si vede da come
hai cercato di allargare questo kimono. Quindi presumo che tu voglia
un vestito a maniche ampie, ma con un giro vita stretto. Te lo
consiglio vivamente perché hai dei bei fianchi. Mi ricordo
quando li
avevo anche io, prima che la cellulite avesse il sopravvento.. Oh che
bei tempi. Spero che non succeda lo stesso a te, figliola.-
Mi mordo
due dita per non
scoppiare a ridere. La faccia di Mariko è troppo spassosa.
Alla
fine la vecchia Vedova decide
di fabbricarle un bel kimono rosso dai fiori di pesca bianchi. Ci
dice che sarà pronto per domani mattina, così io
e mia sorella ci
fermiamo per la notte nella locanda di Tenpi.
Non
abbiamo prenotato, e quindi ci
affidano una stanza squallida con un solo letto.
-Mi
dispiace molto, graziose
signorine.- Il padrone si gratta la testa, squadrando la stanza -Ma
è
l'unica che ci rimane libera.-
-Non si
preoccupi. Mia sorella
dormirà a terra.-
Alzo gli
occhi al cielo.
-Oh
be'.. Mi spiace.- Fa per
uscire, ma poi si volta di nuovo -Se non avete sonno recatevi pure
giù.- Noto un cenno di malizia nei suoi occhi.
-Ci
piacerebbe.- Ribatto -Ma non
credo che i nostri mariti sarebbero d'accordo.-
Il suo
mezzo sorriso svanisce
subito -Oh, be', certo. Allora buona notte.- E chiude la porta.
Aspetto
di sentire i suoi passi
scendere la scala prima di parlare. -Penso sia meglio fare i turni di
guardia, questi qua mi danno l'idea di non essere abituati ad avere
una clientela femminile.-
-Credo
anche io.- Sbadiglia -Mi
piacerebbe arrivare vergine al mio matrimonio. Dunque facciamo in
questo modo.. Mentre dormo io fai la guardia tu, e mentre fai la
guardia tu dormo io.-
-Contaci.-
Mariko
si accoccola nel letto e
lancia un ultimo sbadiglio, prima di rispondermi -Notte Rin.-
-Notte
Mariko.-
E come
previsto, la guardia alla
fine la faccio solo io.
Quando
vedo il sole sorgere tento
di recuperare qualche ora di sonno. Ovviamente senza alcun successo.
Iniziando
la salita verso casa mi
sento come ubriaca. Tanto che Mariko ogni tanto mi sorregge per non
farmi cadere.
-Ma
insomma, che hai?- Sbotta ad
un certo punto.
-Che
ho?! Carina, mi hai fatto
stare sveglia tutta la notte! Ho-sonno! Ecco che ho!-
Gli
occhi mi si chiudono, e la
luce del sole li colpisce violentemente facendoli bruciare. Non ho
nemmeno fatto colazione! Mi sento lo stomaco sottosopra e le gambe
molli. Chissà se mi sorreggeranno ancora per molto..
Alla
fine della prima ora sono
distrutta e convinco Mariko a fermarsi.
-Uhm..
effettivamente avrei dovuto
fare qualche oretta anche io..-
-Non mi
dire.-
-Il lato
positivo è che il kimono
è venuto benissimo.. Guarda!- Lo estrae dalla sacca. Un
bellissimo
abito color rosso sangue, ornato da fiori banchi dai riflessi rosa..
Si, è proprio stupendo.
-La
vecchia Vedova si è data da fare. Sono contenta per te..-
Non me n'è
mai importato molto del vestiario, e questa credo sia la prima volta
in cui desidero possedere un abito. No, non un abito. Quell'abito.
Mi sento
stupida. Cos'è un
vestito? Solo un pezzo di stoffa. La bellezza non dipende dalla
stoffa di quello che porti, ma dalla tua. Dal tuo aspetto esteriore e
dal tuo modo di essere. Per questo non me n'è mai importato
di
sporcarmi, o di bagnarmi, o spettinarmi i capelli al vento.
Mariko
sembra accorgersi del mio
sguardo colmo di desiderio -Ehi, lo vuoi provare? Sono sicura che ti
starebbe d' incanto.-
-Ma che
vai dicendo? Non mi
confondere con te per favore.-
Mi
guarda con aria vissuta -Senti,
non c'è nulla di male per una ragazza di 16 anni desiderare
qualcosa
di più. Non è un peccato. Non è una
cosa di cui vergognarsi.
Chiaro? è una cosa che ti rende felice. Se ti renderebbe
felice
provare quest'abito fallo.-
-Ma
perché dovrebbe rendermi
felice provare un vestito?-
Sbuffa
-Sei impossibile. Proprio
non capisci?- Mi osserva ancora per un attimo, come sperando che ci
possa arrivare da sola. Poi scuote la testa con fare infastidito -A
noi donne un bell'abito fa sentire preziose, Rin. In se non vale
niente, ma quando lo indossiamo noi assume valore. Una donna ha
bisogno di sentirsi importante, perché è lei che
ha i compiti più
duri. Una donna ha bisogno di sentirsi in risalto.. Arriverà
il
momento in cui lo capirai anche tu.-
Chissà
se anche io voglio essere
messa in risalto.. Mi sembra una cosa tanto assurda.
-Dai,
rimettiamoci in cammino.-
Sbotta Mariko dopo un po' -Ho bisogno di fare un bagno al fiume.-
Così
come quelle della vecchia
Vedova, anche le parole di Mariko relative al vestiario di una donna
mi rimangono impresse.
Me lo
chiedo a volte, io posso
essere considerata una donna? O sono solo una ragazzina? E se
è
così.. quand'è che potrò essere
considerata cresciuta?
Durante
il resto del tragitto io e mia sorella non parliamo molto. è
quasi
mezzogiorno quando inizio a scorgere il rumore della cascata..
L'acqua che cade, urta rocce, si disperde.. Per poi tornare al suo
elemento con un delicato clop.
Però
c'è qualcosa di diverso
questa volta. Questo rumore non è delicato.. è
accompagnato da
qualcosa di pesante.
Schiocchi
più assordanti,
vibrazioni più potenti..
-Ma che
cos'è?- Chiede Mariko,
cercando di scrutare l'orizzonte alzandosi sulle punte.
Senza
neanche pensare la prendo
per la manica e la spingo fuori dal sentiero, dietro un albero.
-Ma che
fai?!- Strilla lei.
-Shh!-
Sbotto. Poi torno a fissare
da dietro il tronco il sentiero. -Stanno arrivando dei cavalli.-
Sussurro.
Anche
Mariko porta lo sguardo di
fronte a noi. Questa volta attenta a non fare rumore.
Pochi
istanti dopo vediamo passare
degli uomini. Una decina di uomini a cavallo.
Portano
spade legate alla cintura,
e coltelli nei taschini dell'abito. Il loro aspetto è
logoro, sporco
e malaticcio. Anche da qui riesco a sentire l'odore di alcol..
Questo
sta a significare che non
sono samurai. Ma allora..
Il mio
cuore perde un colpo.
Briganti..
E la via
da dove sono arrivati
porta in un unico luogo..
Mariko
deve aver letto la paura
nei miei occhi, perché comincia a bisbigliare i nomi delle
sue
sorelle. Mi guarda sconvolta, come se potessi fare qualcosa..
No. Non
permetto un'altra volta a
degli umani di distruggere tutto quello che ho.
-Mariko!-
La prendo sotto le
ascelle e la alzo a forza -Sono convinta che tutti stanno bene. Quei
briganti volevano solo denaro! Mi hai capita?! Denaro! Quindi adesso
andiamo alla locanda, e troveremo tutti sani e salvi!-
Mentre
la trascino su per la
salita, mi chiedo se le parole che le ho urlato in faccia poco fa non
siano servite a convincere me, piuttosto.
La
salita sta per finire. Vedo già
i fiori viola che amo dipingere.
-Forza,
Mariko.- Ma lei non sembra
sentirmi, ha l'aria di disanimata.
Non ci
presto molta attenzione.
Dobbiamo verificare se tutti stanno bene.
I
briganti volevano solo denaro,
solo soldi. Non gli interessavano le loro vite. Non avevano motivo di
fare loro del male.. Non avrebbe senso..
La prima
cosa che vedo è rosso,
tanto rosso. Forse uno dei briganti è tornato indietro, mi
ha uccisa
e ora sono all'inferno.
Ma la
mia mente non è abbastanza
confusa da permettermi simili fantasticherie. C'è un'ipotesi
molto
più probabile.
C'è
un'ipotesi secondo la quale,
i campi, la foresta, il lago, la locanda.. Siano stati tutti dati in
pasto al fuoco.
La
foresta dove mi allenavo con
Shippo.. La mia camera.. Il lago dove quel gentile signore che ho
chiamato padre mi ha trovata.. C'è qualcosa di impossibile
al
pensare che non esistano più. Come possono non esistere
più se un
giorno fa c'erano? Un mese fa, 9 anni fa, prima che nascessi..
Com'è
possibile che ora non ci siano più? Non ha senso..
E loro?
Dov'è
Megumi? Perché non la
sento strillare per la fifa? Dovrebbe farlo.. lei strilla sempre.. E
mio padre? Perché non ci chiama? Dov'è andato?
-Tutti
morti.- Sussurra Mariko al
mio fianco. è accasciata a terra, ma stringe ancora la mia
mano
-Doveva essere uno dei giorni più felici della mia vita..-
Mi
sembra di essere ricaduta in un
incubo.
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Capitolo 6 *** Capitolo 5° ***
Ok, eccomi di nuovo qui. Grazie per i commenti =)
lollyna, la protagonista della mia prossima ff (che sto
scrivendo adesso) è proprio la figlia di Inuyasha e Kagome,
ma non solo. Tra qualche capitolo appariranno anche gli altri due
protagonisti. Intanto godetevi questo che dovrebbe piacervi (la fine
soprattutto ^.^)
_________________________________
Capitolo
5
La vita
è così fragile. Basta un
non nulla per spezzarla, come un ramoscello secco..
Continuo
a sfregare le due pietre,
finché non noto piccole scintille prendere forma e cadere
sulla
legna.. Ed ecco che un piccolo fuocherello comincia a scoppiettare.
Che
strano pensare che
quell'innocuo sfavillio di luce possa portare ad un simile disastro.
Soffia
una leggera brezza di
vento, il fuocherello sembra nutrirsi. E cresce. Sta arrivando fino
ai bordi dei rami, e pensare che prima era così piccolo..
Chissà
se con altre piccole
brezze non crescerà ancora. Magari si alzerà,
come un orribile
mostro rosso, e mi abbraccerà con il suo mantello. Magari si
nutrirà
anche di me, e di Mariko. E poi di tutto il mondo.
Un
enorme mostro dal mantello
rosso, che non si ferma davanti a nulla e a nessuno. Mai sazio.
Vagherà fino alla fine dei tempi nei villaggi, lasciando
dovunque
cadaveri secchi e neri.
Magari
ci sarà anche il mio. Un
cadavere nero, con gli occhi aperti, che scrutano il vuoto..
-Rin.-
Sobbalzo.
Mariko
lascia cadere le coperte
che ha in mano e si inginocchia vicino a me. Mi prende il viso fra le
mani. Ha gli occhi rossi, e la faccia stanca dal troppo pianto.
Tuttavia nelle ultime ore ha dimostrato coraggio, dopo la batosta
iniziale ha reagito brillantemente. Forse più lei di me.. Le
persone
non finiscono mai di stupire.
-Rin,
hai l'aria sconvolta.- Segue
il mio sguardo -Il fuoco ti fa paura, non è vero? Ne fa
tanta anche
a me.-
-è
solo che.. sono stufa di
vedere cadaveri..- Mormoro. Un po' mi vergogno.. Bisogna farsi forza,
non lamentarsi. è una delle cose che mi ha insegnato, mentre
viaggiavo con lui.
Certo..
facile parlare, lui non
teneva a nulla e a nessuno. Solo al suo potere.
Io
invece.. per una sola volta
vorrei solamente che qualcun altro pensasse alla mia vita, la
lascerei volentieri in mano sua!
Ma
questo qualcun altro non
arriva.. Dunque, cosa dovrei fare adesso?
-Sai,
tra neanche una settimana mi
sarei dovuta sposare.-
La
guardo. Si è cinta le gambe
con le braccia, e se le tiene strette. Fissa il fuoco, che ricambia
lo sguardo. Lo sfavillio arancione scompare e riappare nei suoi occhi
color nocciola..
-Avevo
fantasticato tanto su quel
giorno. Avevo deciso che sarebbe stato il più bello di tutta
la mia
vita.. Avevo progettato tutto.. Ma ora..- Si lascia scappare un
singhiozzo -..ora quel tutto è andato perso.-
Passano
alcuni minuti, i cui unici
rumori sono lo scoppiettio del fuoco e i singhiozzi soffocati di
Mariko.
Il suo
matrimonio non mi è mai
interessato, mentre ora assume una nuova importanza. Perché
non si
può sposare? Questa vita è così
ingiusta.. Non solo ti ruba i tuoi
cari, ma anche l'amore, la felicità, la gioia di vivere..
-Mariko..
sposati lo stesso.-
Alza lo
sguardo su di me. Io lo
abbasso.
-Shiro
è vivo.- Proseguo -E ti
ama. Da quanto ho capito amare significa condividere, e lui sarebbe
felice di condividere il tuo dolore.. Lascia che plachi il tuo animo,
sorella. Affidati a lui, visto che hai la fortuna di avere qualcuno a
cui puoi affidarti..-
Esita -E
tu.. che farai?-
Si
preoccupa per me? Lei.. proprio
lei. Con cui io passavo pomeriggi interi a litigare. Gli ordini delle
cose si sono ribaltati? Oppure c'è dell'altro? E se noi
avessimo
iniziato a considerarci sorelle, e se questi pochi giorni passati
fuori dalla locanda ci avessero unite?
Comunque
è vero.. che farò io
dopo?
Cerco
invano di sorridere -Non ti
preoccupare per me. Me la cavo, me la sono sempre cavata più
che
bene. Pensa alla tua felicità.-
-Mi.. mi
accompagni tu a valle?-
La sua voce trema leggermente.
-Si.-
-Ma ci
vorranno giorni.. E noi non
abbiamo cibo, né acqua..-
-Vorrà
dire che ruberemo.
Possiamo dire che su questo fronte me ne intendo. Tu sposerai Shiro,
Mariko. Sono stata chiara?-
Annuisce
-Dopo non ti abbandonerò,
sorella.- Dice, non so se per placare i suoi sensi di colpa o per
porsi una condizione in caso di successo.. O forse perché mi
vuole
realmente bene?
Ci siamo
messe in marcia il giorno
seguente, che senso aveva rimanere ancora lì?
Abbiamo
preso tutto ciò che ci
occorreva.. Volevamo seppellire i corpi delle nostre sorelle e di
nostro padre.. ma non li abbiamo trovati. Probabilmente il fuoco si
è
nutrito anche di loro..
Alzando
lo sguardo sul cielo blu
non posso fare a meno di chiedermi come mai il sole brilla anche
quando sono successe cose terribili. Non dovrebbe essere in lutto?
Non dovrebbe avere almeno un po' di rispetto?
La
risposta che mi do è che forse
brilla per tenere alto il morale dei vivi.
Ci
accampiamo all'aperto, fuori
dal sentiero ovviamente. Non vogliamo correre il rischio di essere
uccise anche noi dai briganti.
Quando
arriviamo a Tenpi facciamo
scorta di cibo e acqua, ma non ci fermiamo un minuto in più
del
necessario.
Come me,
Mariko non riesce a stare
ferma. Vuole arrivare a destinazione il più presto
possibile, come
se qualcosa di invisibile la inseguisse.
Al terzo
giorno di marcia, per la
notte ci appostiamo su una roccia a strapiombo che da sul sentiero.
In questo modo noi vediamo la gente che passa ma loro non vedono noi.
è
il mio turno di guardia,
saranno più o meno le due o le tre.. Mariko è
sveglia, lo sento dal
suo respiro falsamente addormentato.
Io passo
il tempo a giocherellare
con uno spago blu che ho trovato per terra..
Improvvisamente
sento un gran
vociare sul sentiero. Vedo gli arti di Mariko irrigidirsi.
-Sta
calma.- Le sussurro così
piano che la mia voce può essere presa per un alito di
vento.
Lascio
cadere lo spago e striscio
fino allo strapiombo. Cautamente guardo giù.
Banditi.
Questo è sicuro.. Forse
anche quelli che hanno ucciso la nostra famiglia, ma non posso
esserne certa.
Scruto
nell'oscurità per vedere
meglio.
-Ehi
capo!- Urla uno con voce
rude, rivolto ad un uomo su un cavallo -Guarda cosa abbiamo trovato!-
Lo noto
ora, l'uomo stringe i
capelli di una ragazza in lacrime. Non la conosco, ma mi fa tanta
pena..
-Vi
prego, vi prego.. lasciatemi
andare.. v-vi prego..- Mormora lei.
Mi
piacerebbe andare là a
prenderla.. Infondo ho il mio Nunchaku..
Mi
persuado subito a non farlo.. Rin,
penso
chiudendo gli occhi a quella scena, la
tua vita e quella di Mariko hanno un prezzo.
Apro gli
occhi lentamente,
convinta a strisciare indietro, prendere mia sorella e correre nella
boscaglia fino al prossimo sentiero. Ma la vista del capo dei
briganti mi pietrifica.
Ha degli
occhi grandi, troppo per
essere giapponese, sul rossastro. Capelli lunghi di, si lo
è, un
verde particolarmente scuro.
Il volto
è biancastro, rigato da
una lunga cicatrice e da un ghigno malvagio..
Un
demone.
Si
avvicina alla ragazza, ma io
non bado molto alle sue mosse. La mia mente lavora velocemente.
Ora
è sicuramente distratto, ma
non ci metterà molto per identificare il nostro odore..
Dobbiamo
scappare prima che se ne accorga. Non ci deve prendere!
-Mariko..-
Bisbiglio più piano che posso -Dobbiamo andarcene, subito.-
Lei
annuisce, era dietro di me e
fissava la scena, non me n'ero neppure accorta. Cautamente striscia
indietro e afferra la sacca contenente il cibo. Io prendo le coperte
e inizio a gattonare giù dalla roccia, verso la boscaglia.
-Aspettate,
sento qualcosa..
Andate a vedere branco di incapaci, lì c'è
qualcuno.-
Mi
volto, Mariko ha gli occhi
sgranati dal terrore.
Sento i
passi degli uomini
rimbombare sul terreno..
-Corri..-
Bisbiglio.
Con uno
scatto fulmineo ci
infiliamo nella boscaglia, verso l'oscurità più
totale. Penseremo
dopo a come ritrovare il sentiero, penseremo dopo a come uscire dalla
foresta. Ora bisogna pensare solo a correre!
I rami
mi graffiano il viso, ma
d'altronde non faccio un grande sforzo per evitarli. Sento la voce di
due briganti dietro di noi -Sono lì!- Mi sembra che dicano
-Sono due
donne!-
Ringrazio
la buona dose di
adrenalina che mi permette di non sentire il dolore acuto alla milza.
Sento
Mariko urlare, e contro la
mia volontà mi fermo. è caduta. Come si
può cadere in un momento
simile?!
-Mariko!-
La tiro su di peso. Lei mi ringrazia, poi si volta indietro e lancia
di nuovo uno strillo. Capisco presto la ragione.. I briganti ci hanno
raggiunte, non abbiamo scampo.. Sono troppo
vicini..
Mariko
si aggrappa alle mie
spalle, e mi stringe il kimono. La sento tremare.
-Bene,
bene. Ci avete fatto
proprio sudare, eh?- Borbotta l'omaccione che ho visto prima.
L'altro
è più magro, e prima di
parlare tenta di riprendere fiato -Il nostro padrone vi vuole
vedere.- Annuncia poco dopo con voce nasale -Fareste bene a accettare
l'invito.-
Lentamente,
infilo la mano sotto
il kimono, alla ricerca del Nunchaku.
-Allora?-
Ci incalza quello dalla
voce nasale -Vi hanno mozzato la lingua?!-
La mia
mano si chiude attorno
all'arma.
-Siete
stati voi a dare fuoco alla
locanda a cinque ore di marcia dal picco della montagna, 3 giorni
fa?!- La mia voce è inespressiva. Tento contemporaneamente
di
nascondere sia paura che rabbia.
L'omaccione
ridacchia -Sicuro. Chi
altro potrebbe farlo?! Col nostro capo che sputa fuoco siamo
imbattibili! Ehi..- Ride sguaiatamente -Non ditemi che abitavate
lì.-
-Indovinato.-
Tiro fuori il
Nunchaku, e lo stringo così forte da farmi male alle dita -E
adesso
inizierete a pagare per le colpe che avete commesso, sudici
bastardi!-
Ma che
sto facendo? Questa domanda
mi riempe la testa, non lascia spazio ad altri pensieri.
Gli
uomini scoppiano a ridere
sguaiatamente -Che cos'è quello? Un attrezzo da
giardinaggio?!- Mi
schernisce quello magro. Estraggono due katane. Mariko geme.
Che sto
facendo?
La
spingo indietro, poi salto in
avanti, come mi ha insegnato a fare Shippo. Do un giro all'arma, poi
la mollo. La catena si avvolge alle spade, i bastoni di legno
colpiscono gli uomini in faccia.
Un
sonoro crak
mi annuncia che i nasi si sono rotti.. Mi avvicino per prendere il
Nunchaku.
-No,
Rin! Sono ancora vivi!-
Forse
Mariko intendeva dire svenuti,
ma in questo momento mi sembra troppo terrorizzata anche solo per
poter parlare.
Comunque
capisco il suo
avvertimento, e mi sposto appena in tempo per evitare la sciabolata
dell'omaccione. L'altro deve essere svenuto sul serio.
Indietreggio.
-Ma che
brava, signorina..- Noto
con piacere, sebbene sia terrorizzata, che la voce beffarda di prima
gli è scomparsa -La violenza non si addice alle donnette
come te,
sai?- Ha il naso insanguinato, nella spada è ancora
arrotolato il
mio Nunchaku. Lui deve aver seguito il mio sguardo, perché
alza la
lama e guarda con finto divertimento la mia arma -Vorresti questo?
be', ma è chiaro. Vorresti difenderti, vero, stupida
ragazzina?-
Faccio
per indietreggiare ancora,
ma con uno scatto lui mi afferra i capelli e mi tira a se. Io urlo,
non so se per il dolore o per la paura.
Mi punta
la lama fredda alla gola
-Non fai più tanto la spiritosa, adesso, eh?- Sento il suo
alito in
faccia. Bel modo di andarsene, lasciare la terra accompagnata da
quest'odore schifoso..
Ma in
quel momento sento la sua
presa sulla spada indebolirsi. L'arma cade a terra con un suono
metallico, lui invece mi cade addosso.
Quando
la guardo, Mariko ha ancora
in mano il grosso sasso pieno di sangue.
Le
sorrido, mentre il mio cuore
ricomincia a battere regolarmente -Bel lavoro.- Mi sento i nervi
facciali come addormentati.. Questa volta me la sono davvero cavata
per un soffio.
-Grazie.-
Risponde, ha il fiatone.
Molla il sasso.
Io
invece mi scosto da dosso
quella carcassa puzzolente, sembra ancora vivo.. Mi riprendo il
Nunchaku e lancio la sua spada a Mariko, che la afferra con uno
strilletto.
-Queste
ci serviranno.- Mormoro
pensierosa, prendendo quella dell'altro uomo.
Lei
annuisce.
Ci
affrettiamo a mettere un po' di
distanza tra noi e quei banditi prima di ricominciare a parlare sul
da farsi.
è
strano. Ho avuto la meglio su
dei banditi, gli abbiamo sconfitti.. Ho avuto la meglio su coloro che
per due volte hanno ucciso le persone che amo.
Non ho
mai provato forti desideri
di vendetta, infatti mi ha fatto quasi piacere che quei due uomini
non siano morti.. Però adesso mi sento libera da un peso,
appagata.
Forse
sconfiggendoli ho avuto
anche la meglio su una delle mie peggiori paure.
-Che
facciamo adesso, Rin?-
Mi
guardo intorno, solo alberi
immersi nell'oscurità. E silenzio totale, spezzato solo dal
soffiare
del vento e dal tubare dei gufi.
-Sicuramente
il loro capo gli
verrà a cercare.- Ho un leggero brivido quando una forte
raffica mi
colpisce -Mettiamo più distanza possibile fra noi e loro,
aspettiamo
che sorga l'alba e procediamo verso est. Vedrai che ci ritroveremo su
un sentiero..-
Le mie
previsioni si rivelano
molto presto sbagliate. O meglio, se c'era un sentiero noi non
l'abbiamo visto, perse come eravamo nel buio della notte.
Ringrazio
il cielo, qualche ora
più tardi, alla vista dell'alba..
La luce
del sole mi permette di
osservare con chiarezza cose che prima non ho notato. Per esempio che
il bosco non è ancora molto fitto, quindi probabilmente
qualche
possibilità di uscirne ci rimane.
E, oltre
al grosso ragno proprio a
fianco alla testa di Mariko, che la boscaglia brulica di animali di
tutti i tipi.
Non
posso fingere di non pensarlo:
essere di nuovo una vagabonda fra gli alberi mi fa sentire quasi
felice.
Sono
un'idiota.. Una brutta
egoista, crudele..
Ora sono
libera dalla mia
prigione. Sono contenta?
Che
pensieri assurdi! Prigione..
Avevo un
tetto, persone che mi
volevano bene, persone che mi sorridevano, persone che sapevano
essere tristi per me.. Ora cos'ho?
Padre
mio, perdonami se puoi. Tua
figlia adottiva è diventata un mostro.. è persino
felice adesso.
Perché non l'hai lasciata in quel lago ad affogare? Sarebbe
stata
contenta di morire fra la natura, è quello che ha sempre
voluto.
La tua
morte non le impedisce di
essere felice..
-Rin,
che cos'hai?- Mi chiede
Mariko, chissà che faccia ho.. Il ragno sta cercando di
allungare la
sua tela, muove freneticamente le zampe.
-Nulla.-
Mento.
Per
farsi perdonare, lei porterà
tua figlia dal suo futuro sposo.. Sana e salva.
-Guarda,
il sole è ormai alto.-
Mi fa notare dopo alcuni attimi di silenzio -Forse è meglio
proseguire la nostra ricerca.-
Mi alzo
dal masso su cui mi ero
seduta. Ci siamo fermate giusto qualche minuto, ormai i briganti non
devono più essere alle nostre calcagna.. -Si, penso anche
io.- Le
rispondo -Continuiamo a procedere verso est.-
Annuisce,
e si carica in spalla la
sacca.
-Vuoi
che la porto io?-
-No, non
sono stanca..-
Sono
sicura che è una bugia. Prima della morte dei suoi
famigliari me
l'avrebbe rifilata senza pensarci due volte.. Povera
ragazza..
Ogni
tanto socchiudo gli occhi,
quando il sole mi colpisce in pieno viso. Ma a quanto pare oggi delle
nuvolacce particolarmente dense hanno deciso di salvarmi la vista.
-Guarda,
Rin!- Mi volto verso la
direzione indicata da Mariko -Quella non è una piccola
radura?-
Ha
ragione. Appena visibile dietro
a una serie di cespugli d'ortica si apre una distesa pianeggiante
priva di alberi. Il profumo dei fiori mi arriva alle narici anche da
quella distanza.
Probabilmente
qui vicino scorre un
fiume!
Prima
solo un raggio si libera
dalle nuvole. Poi nel cielo riappare tutto il sole. Ed ecco che mi
tocca di nuovo socchiudere gli occhi, abbagliata dalla troppa luce..
Attraverso
faticosamente i
cespugli di ortiche, cercando di vedere qualcosa. Entro nella radura,
e mi attraversa subito il pensiero di averla già vista.
Forse..
No, non è la stessa. Da
bambina non sono mai stata in questi luoghi. Eppure ci assomiglia
così tanto..
Noto
qualcosa all'estremità
opposta, proprio dove rinizia il bosco. Qualcosa di bianco, di vivo..
Strizzo
gli occhi, non sarà il
demone di prima? No, non credo proprio.
I miei
occhi si stanno abituando
al picchiare insistente della luce, e cominciano a distinguerne i
contorni. Un essere umano? No..
Troppo
strano per essere un essere
umano.
I
contorni si fanno via a via più
definiti, fino a lasciare intorno a lui solo un alone di luce solare.
Un'allucinazione.
Quel
luogo mi ha fatto tornare in mente tanti, troppi ricordi.. E con
tutte le vicende che mi sono capitate in questo periodo, è
quasi
normale che mi torni in mente lui.
Insomma,
tutto sembra essere
successo in un deja-vu.. La morte della mia famiglia per mano dei
briganti, quella pianura così somigliante.. La mia mente
è stanca,
e ha iniziato a farmi un po' di scherzi. Tutto qui.
Eppure
non ho mai creduto che
avesse conservato una sua visione così realistica.
L'allucinazione
si fa sempre più
nitida..
Che
stupida che sono. Non è il
caso che il mio cuore si metta a battere così.
Il mio
inconscio lo ricorda
perfettamente.. I suoi capelli argentei, il fisico scolpito, persino
la veste! Lo ricorda esattamente come la prima volta che l'ho visto..
Appoggiato ad un tronco, gli occhi chiusi, ferite su tutto il corpo..
Mi rendo
conto solo dopo qualche
istante, solo dopo che mi sono decisa a voltare le spalle
all'allucinazione, che Mariko si è fermata.
Ha
l'aria spaventata. Mormora il
mio nome.
-Che
hai?- Chiedo.
Una
nuvola copre ancora una volta
il sole. Sbatto le palpebre un paio di volte, vedo dappertutto
piccole macchie colorate.
-Andiamocene,
presto..-
La
guardo senza capire -E perché?-
-Il.. il
demone..-
Sobbalzo,
e allo stesso tempo
porto la mano sulla spada del brigante -Dove?!- Mi guardo intorno.
Nulla..
Poi
capisco.
Abbasso
lentamente gli occhi
sull'allucinazione. Che non è ancora scomparsa.
-Dobbiamo
andarcene..- Mormora
ancora Mariko -Se.. se si sveglia siamo morte.-
è
un'assurdità..
Non ci voglio credere..
Sesshomaru
è qui.
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 6° ***
Eccomi qua, contenta che la storia vi prenda =) Lagadema: no, nella
prossima storia non apparirà direttamente né Rin
né Sesshomaru. Solo tramite i ricordi dei protagonisti e
varie citazioni (comunque spero che la leggerete e che vi piaccia,
perché ci sto mettendo tutta me stessa >< )..
intanto godetevi questo capitolo, tutto Sesshy e Rin =)
_______________________________
Capitolo
6
-Cosa
stai aspettando?
Andiamocene!- La sua voce comincia a farsi terrorizzata.
Ma lei
non capisce.. Io non mi
posso muovere, gli arti non mi obbediscono. Come fossero fatti di
pietra!
Sento la
gola secca..
Quando
ero bambina, appena
arrivata alla locanda, facevo sogni simili. Sognavo di rincontrarlo..
Ma poi
mi sono arresa alla realtà
che non l'avrei mai più rivisto.
Perché
proprio ora che ho
accettato questo fatto.. lui..
-Ehi,
voi due! Allontanatevi
immediatamente dal mio padrone!-
Mariko
urla. Io mi limito a
sobbalzare.. Conosco questa voce gracchiante.
Voltando
la testa vedo Jaken.. Il
rospo verde servitore di Sesshomaru, accompagnato come sempre da quel
bastone più alto di lui.
Anche
Jaken?
-Non mi
avete sentito?!- Gracchia
ancora -Allontanatevi!- E punta il bastone con le due teste verso di
noi.
Il
viso di Mariko è una porta aperta ai suoi pensieri. In
che incubo sono capitata?!
, sono sicura che è questo che sta pensando.
Però
in questo momento io non posso provare paura.
Come faccio a essere spaventata dalle persone con cui ho viaggiato
per mesi?
Sempre
che persone si possano
chiamare..
-Jaken.-
A parlare non sono stata
né io né Mariko. Ma una voce fredda e
inespressiva proveniente dal
fondo della radura -Lasciali stare. Sono solamente essere umani.-
Ha
parlato. E il fatto che abbia
parlato rende estremamente realistica quest'assurda scena..
-Come
volete, mio signore
Sesshomaru.- Risponde in tono ossequioso Jaken, abbassando il
bastone.
Mariko
abbandona per un istante il
suo sguardo spaventato, e mi guarda -Sesshomaru?- Ripete in un
bisbiglio.
Io non
rispondo. Che dovrei dirle?
-Andatevene.-
Prosegue Sesshomaru,
senza neppure aprire gli occhi. Senza degnarci di uno sguardo..
Ritrovo
il controllo sul mio
corpo. Senza dire una parola afferro bruscamente la mano di mia
sorella e la conduco all'inizio della radura.
Non mi
hanno riconosciuta. La cosa
mi da sollievo e mi innervosisce allo stesso tempo.
Se non
altro siamo salve..
Capisco
di aver tratto le mie
conclusioni troppo presto quando guardo avanti.
Sento le
gambe di Mariko farsi
molli.
-Bene
bene..- Bisbiglia il capo
dei briganti -Vi ho trovato, ragazzine.-
Indietreggio.
Dò uno strattone
alla mano di Mariko e la faccio scorrere dietro di me. Sta per
svenire, glielo leggo negli occhi..
-Siete
pronte a morire?-
Io so
solo una cosa: sono stanca.
Sono stanca di essere sul punto di morte, stanca di essere seguita
ovunque dal mio passato.
Sì,
sarei pronta a morire. Ma
devo proteggere Mariko. è quello che ho promesso a mio
padre.
Il
demone apre la bocca, la lingua si allunga.
Spingo
il corpo quasi incosciente
di mia sorella da una parte, e io mi getto dall'altra.
La
lingua serpentesca del demone
si incastra in un albero.
Lui la
libera facilmente. Si volta
verso Mariko.
Prima
che io capisca quello che
vuole fare, mia sorella viene avvolta da quell'ammasso viscido di
carne.
-Mariko,
no!- Urlo. Ma lei quasi
non mi sente, è terrorizzata. Non ho mai visto il suo viso
così
pallido..
Non lo
posso sopportare. Estraggo
la spada del brigante.
La
lingua la trascina verso il suo
possessore. Io mi alzo e corro.
Con una
sciabolata la taglio a
metà.
Il
demone urla di dolore, Mariko
cade a terra..
Io sono
sul punto di vomitare.
-Tu..-
Ringhia il demone, con
sguardo rabbioso. Ha la bocca piena di sangue..
Piega le
ginocchia e in un attimo
me lo trovo davanti.
Mi tira
un pugno. Sento tutti i
nervi facciali urlare di dolore.
Poi, la
confusione più totale.
Credo di
venire spinta da quel
pugno dentro la radura, e di venire schiantata contro un albero.
Quello
che è sicuro è che non ho
più la forza di alzarmi..
Vedo il
demone avvicinarsi, con un
ghigno stampato in faccia -Adesso diventerai il mio cibo.-
I suoi
occhi si fanno rossi. Il
suo corpo si tramuta in quello di un grosso serpente.
è
finita. Questa volta è finita
veramente.
-RIN!-
è un urlo disperato. è
Mariko.
Spero
che il demone almeno lei
risparmi.. Si deve sposare, accidenti!
Voglio
che corra. Che si metta in
salvo, invece di strillare.
Perché
non lo fa?!
L'ultima
cosa che vedo prima di
perdere i sensi, è una bellissima ed elegante figura che
sconfigge
il serpente con un colpo di artigli.
Socchiudo
gli occhi.
Vedo le
stelle e la via lattea..
Dev'essere
notte fonda.
Ma dove
sono? Cos'è successo?
Ci metto
qualche istante per
ricordare tutto. Sesshomaru mi ha salvata, ancora una volta!
Mi
sembra una cosa talmente
assurda.. Una settimana fa ero nella locanda, con mio padre, Mariko,
Megumi, Chiaki.. E ora tutto è cambiato.
Anzi no,
tutto è tornato come
prima! Non ci posso credere..
-Non ti
muovere, Rin.- Jaken è
vicino a me.. -Hai preso una bella botta, è un miracolo che
tu ne
sia uscita incolume.-
Ho quasi
sperato che non capissero
chi sono.. Ma Mariko deve avere raccontato loro tutto. Infondo, lei
mi ha chiamata per nome prima.
Richiudo
gli occhi con un gemito.
Sono
stufa di dover la vita a
Sesshomaru! Evidentemente il fatto di avermela ridata lo ha portato a
credere che sia di sua appartenenza, per questo mi ha abbandonata
quella volta!
-Dov'è
Mariko?!- Chiedo subito. I
ricordi stanno tornando poco a poco, anche lei è stata
vittima del
demone..
-Non ti
preoccupare, sta bene.
Grazie al mio signore Sesshomaru, ovviamente. Lui vi ha salvate tutte
e due.. è stato davvero magnifico. Quando ha sentito il tuo
nome è
scattato in piedi benché fosse ferito gravemente.. Oh, con
questo
non voglio insinuare che il mio padrone sia un debole, lui si rialza
sempre! Però questa volta è stato davvero
meraviglioso. Un demone
comune avrebbe tirato le cuoia con quelle ferite, mentre lui ha...-
-Dimmi
una cosa, Jaken..- Lo
interrompo -Perché il tuo magnifico padrone mi ha salvato la
vita,
dopo che mi ha buttata in un lago a morire?-
Sgrana
gli occhi -Non usare quel tono insolente quando parli di padron
Sesshomaru, Rin. Ma insomma, che ti sal... cosa
stai facendo?! Ti ho detto di stare ferma..-
Mi
rimetto in piedi a fatica.
Sento tutte le ossa gemere per lo sforzo.
Prendo
un po' di fiato prima di
tornare a parlare -Non hai risposto alla mia domanda.-
-Ma Rin,
ma che ti...-
-Lo
chiederò a lui!- Sbotto -
Dov'è?!- Mi guardo attorno. Siamo nella radura di prima, ma
di mia
sorella e di quel demone pomposo non c'è traccia -E dove
diavolo è
Mariko?-
-Non lo
so, io non mi faccio gli
affari di padron..-
-Ah no,
eh?! Bene, allora faresti
meglio a farteli. Perché io lo voglio sapere subito,
è chiaro?!-
Sento la
rabbia che ho covato per
tutti questi anni esplodere. Voglio urlare, voglio prendere a calci
Jaken, che ora mi guarda con quella faccia da idiota.
Ma che
si aspettano tutti?! Che
sia rimasta la piccola, dolce, innocente Rin?!
Sento
dei rumori dietro i cespugli
di ortiche, dopo pochi istanti spunta Mariko.
-Rin.. -
Tiene in mano dell'erba
medicinale -Ma che ci fai in piedi?-
Mi
morsico le labbra per non
urlarle in faccia. Non mi sembra il caso.
Che ci
faccio in piedi, mi chiede.
Ma non
era lei quella che
detestava i demoni?! Adesso si è coalizzata con loro?!
Mi si
avvicina -Coraggio, mettiti
giù.-
Scuoto
la testa. Mariko mi prende
un polso e mi spinge verso il basso.. purtroppo per lei però
ho
abbastanza forza fisica da resisterle senza sforzo.
-Rin!-
Mi ammonisce dopo un po'.
-Voglio
vedere Sesshomaru!-
Lei
allenta la presa sul polso. Mi
fissa per un attimo negli occhi, come se cercasse di capire quello
che penso. Poi sospira -Proprio adesso? Ti dovresti riposare ancora
un po'..-
-Adesso.
Tu sai dov'è?-
-No, ma
ho parlato con lui un
momento fa..- Ha lo sguardo colpevole -Be'.. Io.. Gli ho detto..
tutto..-
Come
immaginavo.
Annuisco.
-è
stato abbastanza gentile.. Ha
detto che ci può portare lui a valle..-
-No!-
Grido, senza nemmeno volerlo
-.. Ce la caveremo da sole!-
-Ma Rin,
tu sei..-
-Io sto
benissimo, Mariko. Non ti
ci mettere anche tu.-
Deve
aver capito dal tono che a
quest'affermazione non ammetto repliche, perché non
risponde.
Stiamo
per qualche minuto in
quella posizione, senza dire una parola.
Poi
Mariko mi persuade a sedermi,
mentre aspettiamo l'arrivo del grande demone..
Qualche
minuto dopo sentiamo dei
passi pesanti, e dei ruggiti famigliari. Chissà se
è possibile..
-Ah-Un?-
Chiedo a Jaken, stupita.
Come
risposta, dai cespugli di
ortiche fa la sua comparsa un grosso cavallo a due teste.
Quando
mi vede, lancia un ruggito
e galoppa nella mia direzione.
Mi
scappa un risolino. Mariko mi
guarda, basita.
Ah-Un mi
lecca la faccia, e pesta
le zampe sul terreno producendo un gran baccano. Sembra matto,
però
mi fa piacere quell'accoglienza..
-Anche
tu mi sei mancato!- Dico,
accarezzandogli le criniere.
Dietro
l'enorme corpo di Ah-Un,
riesco a scorgere l'elegante figura di Sesshomaru..
-Padron
Sesshomaru!- Strilla Jaken
-Come mai siete andato a riprendere Ah-Un?-
Lui
sembra non sentirlo.. -Mi
sembrava di aver capito che mi volessi parlare, Rin.-
-Infatti.-
Rispondo debolmente.
Faccio
un'ultima carezza ad Ah-Un
e mi avvicino a lui.
Provo
una fitta alla pancia a
rivedere il suo viso, ma do la colpa alla botta di prima.
Sesshomaru
si volta, elegante come
sempre, e inizia a camminare a passo umano fuori dalla radura.
Ha
capito che gli voglio parlare
in privato. Lo seguo..
Che
dirgli adesso?
Tutta la
mia determinazione di
prima sembra svanita..
Perdo lo
sguardo nei suoi lunghi
capelli argentei, che ondeggiano a tempo ai suoi passi.
La luce
della luna rende
l'ambientazione ancora più irreale. Tanto che mi chiedo se
stia
succedendo veramente, se proprio ora mi sveglierò nella
locanda.
E scopro
le mie sorelle ancora
vive. Mio padre ancora lì, a sorridermi..
-Ho
sentito tutto il tuo strillare
di prima.- Mi dice. Vorrei sprofondare.. -Così sono andato a
prendere Ah-Un. Vi porterà lui a valle.-
-Bene.-
Ribatto.
Ci siamo
fermati ai piedi di
un'antica quercia. La luce lunare filtra attraverso i rami, donando
strane sfumature agli occhi castano chiari del demone.. Io cerco in
tutti i modi di non guardarli.
A
interrompere il silenzio è un
gufo, che si mette a tubare proprio sopra il mio orecchio.
Vedo
Sesshomaru accennare ad un
sorrisetto ironico. O meglio, a increspare la sua bocca perfetta, lui
non sorride mai. -E così..- Inizia, sempre mantenendo quel
tono
acidamente divertito -Tu pensi che io abbia voluto liberarmi di te.-
Ci metto
qualche istante per
capire a cosa si stia riferendo. E in un attimo sento tutta la mia
rabbia, per quanto sia possibile in sua presenza, avvampare.
-E che
cosa dovrei pensare,
sentiamo?! Mi lasci come un'idiota, senza preavviso! Quando prima mi
hai abituata a viaggiare con te.. e mi avevi anche detto che la
scelta riguardava me, me soltanto! Che centravi.. Che diritto
avevi?!.. Sarai anche un grande demone, ma non ti saresti dovuto
permettere di decidere così, senza richiedere la mia
opinione a
riguardo!.. Se mi consideravi solo uno schifoso essere umano,
perché
accidenti mi hai ridato la vita?!- Mi accorgo di balbettare un
pochino. Come cavolo faccio a concentrarmi sulle mie parole quando
sento il suo sguardo bruciarmi sulla testa?
Tengo
gli occhi ben saldi a terra
anche quando finisco di urlare, e riprendo rumorosamente fiato.
Mi sento
patetica. Una ragazzina
patetica. Perché non riesco a esprimere la mia rabbia con
parole
mature? Perché non riesco a dimostrargli di essere
cresciuta?!
Anche
urlandogli in faccia, mi
sento la stessa bambina di 9 anni fa..
Gli
istanti che trascorrono prima
della sua risposta sono una vera tortura. Non lo guardo, ma credo che
mi stia studiando. Con la sua solita aria impassibile.
-Speravo
che saresti riuscita a
rispondere da sola a queste domande.- Non è arrabbiato, ma
ha
abbandonato il tono ironico.
Alzo
lentamente la testa. E senza
volerlo incrocio il suo sguardo.
-E come?
Forse mi hai
sopravvalutata, Sesshomaru.- Pronuncio il suo nome con più
rabbia
che posso, per dimostrargli di non aver paura a non portargli
rispetto. Ma è davvero molto difficile, se devi parlare e
allo
stesso tempo lottare contro il suo sguardo!
Con mio
stupore, il demone bianco
si volta in un movimento rapido ed elegante.
-Torna a
casa, Rin.- Mi dice,
iniziando a camminare.
-A
casa?- Ripeto in un sussurro.
-Si.
Nella locanda dove ti ho
lasciato.. è lì che tu devi vivere.-
-Devo?-
Serro un pugno, fino ad affondare le unghie nella carne -E chi sei tu
per dire cosa devo fare? Guardami!-
Le parole mi escono di bocca prima che posso fermarle.
Sesshomaru
smette di camminare, e
si volta. La sua solita espressione impassibile venata da una ruga di
stupore.
-Sono
morti. Sono tutti morti!
Mariko non te l'ha detto?! Chiaki, Megumi e mio padre non esistono
più!- Sputo fuori quelle parole, come se fosse colpa sua
-Uccisi dai
briganti! Come animali! Come è successo quando ero bambina..
E la
parte peggiore è che sei stato tu a guarirmi.. Dannazione!-
Sento le
gambe molli e le prime
lacrime sgorgare.
No.. non
voglio piangere di fronte
a lui.. Però a ben pensare, non ho versato nemmeno una
lacrima per
la morte della mia famiglia. Anche se dentro avevo l'inferno..
Perché
proprio in sua presenza
devo scoppiare?
Lascio
che le gambe si affloscino.
Mi copro il viso con le mani per soffocare i violenti singhiozzi e
nascondere le lacrime.
Che
vergogna..
Però
ora voglio solo piangere,
piangere finché ho fiato.
Sesshomaru
non se ne va. Né fa
commenti. Resta semplicemente lì in silenzio fin quando
anche la mia
ultima lacrima non cade.
La
criniera di Ah-Un è morbida
proprio come la ricordavo.
Chiudo
gli occhi e mi appoggio a
una delle sue teste, cercando di svuotare la mente dalla confusione
totale che mi pervade. Le lacrime mi lasciano sempre un po'
intontita..
La
brezza del vento mi scompiglia
dolcemente i capelli e mi aiuta a rilassarmi. Dalla faccia tesa di
Mariko intuisco che a lei, viaggiare su Ah-Un non fa lo stesso
effetto.
-Stai
tranquilla.- Le dico ancora
una volta, accennando ad un mezzo sorriso -Non ci farà
cadere.-
Annuisce,
ma non smette di
guardare giù.
Ah-Un
ruggisce e prende velocità.
Mariko sobbalza.
Aguzzando
la vista si può già
scorgere la valle ai piedi della montagna. Le orecchie mi si tappano
producendo un gran mal di testa. Se non altro mi aiuterà a
non
pensare..
Ah-Un
inizia a scendere.
Scopro
che i paesani si sono
radunati sul luogo del nostro atterraggio, spaventati, stupiti e
ammirati allo stesso tempo da due umane che viaggiano su un demone.
Il
demone cavallo si posa
rumorosamente sul terreno, lanciando un ultimo ruggito. La gente
arretra spaventata, e io noto gli occhi di mia sorella ridursi a due
fessure.
Scendo
dalla groppa di Ah-Un con
un piccolo gemito, nonostante le erbe medicinali che mi ha dato
Mariko le ossa mi fanno ancora male.. Gli do un ultima carezza
sussurrando un “addio”. Anche se ho la netta
sensazione che non
sarà proprio così.. Ma mi sforzo a non pensarci.
A questo
punto, succeda quel che
vuole succedere.
Dopo
aver aiutato Mariko a
scendere, mi inchino e sorrido alle espressioni buffe dei paesani.
-Salve..-
Mormoro con fare
colpevole.
Ah-Un,
con mio grande dispiacere,
produce lo stesso baccano che ha fatto atterrando per riprendere
quota.
Dal
cielo mi lancia un ultimo
ruggito di saluto, che fa arretrare ancora una volta la gente e
sobbalzare Mariko.
Dopo di
che, gli occhi tornano a
puntarsi nuovamente su di noi.. Non so se essere irritata o
imbarazzata.
Prima
che possa dire qualunque
cosa per uscire da quella strana situazione, un grido mi coglie di
sorpresa.
-MARIKO!-
Mia
sorella si volta, e posso
notare il suo cambiamento d'espressione. -Shiro!-
Corre ad
abbracciare un ragazzo
spuntato dalla folla.
La
guardo. Ora sembra felice,
nonostante tutto quello che le è capitato.
Quindi
avevo ragione, si deve
sposare.
La
invidio un po'.. Lei ha trovato
con così facilità la sua strada..
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 7° ***
Ciao a tutti.. Intanto mi scuso per avervi fatto aspettare
così tanto. Il fatto che negli ultimi tempi sono stata
abbastanza impegnata e... ma no, non ci sono scuse -.- Spero che questo
mio ultimo capitolo vi soddisfi e vi faccia dimenticare il mio
ritardone =) Sono contenta che abbiate recensito lo scorso capitolo, mi
avete fatto piacere! Lagadema: chi te lo dice che la realtà
di rin e sesshy sia triste? =) Mi attengo alla realtà (non
vedrai mai sesshomaru con un mazzo di rose in mano in ginocchio davanti
a rin xD ) .. però.. entro i confini del realismo
dei personaggi posso fare quello che voglio, no? ;)
________________________________________________________
Capitolo
7
La
famiglia di Shiro ci ha
ospitate per tutta la settimana. Sono realmente dispiaciuti per tutto
quello che ci è successo..
La cosa
fastidiosa è che Mariko è
andata a raccontare le nostre avventure in giro per il paese. E
questo vuole dire essere trattate come martiri di guerra.
A lei
farà piacere.. non lo metto
in dubbio! Ma io vorrei poter andare al fiume a prendere una brocca
d'acqua senza avere troppa gente intorno.
Comunque
quelle distrazioni mi
fanno comodo.
è
tutta la settimana che lavoro
senza sosta – benché mi abbiano pregata
più volte di fermarmi –
fino ad andare a dormire stanca morta, per evitare i possibili sogni
che potrebbero intasare la mia mente.
Il
fatto è che non
voglio avere
un attimo di tregua. Non voglio aver tempo per riflettere su tutto
quello che mi è successo..
Sto
cercando di tenere la mente
più occupata possibile.. ma è difficile! Anche
mentre lavoro le
domande non smettono di fare capolino.
Appendo
un altro lenzuolo bagnato
allo spago, per farlo asciugare.
Sfortunatamente,
me ne accorgo
quando ormai è troppo tardi, il fratellino di Shiro
– 8 anni
appena compiuti – corre nella mia direzione, e con una
sterzata
troppo violenta fa saltare del fango sul lenzuolo appena lavato.
Mi metto
una mano davanti alla
bocca e rido.
Lui
sembra lusingato dalla mia
reazione.. non sono in molti in effetti che considerano quella
piccola peste divertente.
-La cena
è pronta, Rin.-
Squittisce.
-Arrivo
subito.- Rispondo, levando
il lenzuolo sporco e gettandolo nella brocca d'acqua che 5 minuti fa
ho usato per lavarlo.
Lo seguo
all'interno della piccola
abitazione.
Le
ciotole di riso sono già sul
tavolo, e tutta la famiglia è radunata attorno.
Non
è per niente come sono
abituata.. Alla locanda c'era molto più spazio, mentre
lì ci sono
poche e piccole stanze. Però mi piace, dona alla casa un
atmosfera
intima.
Mi
inginocchio vicino a Mariko e
mangio in silenzio.
La
famiglia si Shiro non è
grande.. C'è la madre, la nonna, e la piccola peste.
Sono
tutte brave persone.. Forse è
la nonna quella che mi da qualche noia. Mi sta appiccicata tutto il
giorno dicendo che non dovrei lavorare così tanto, e che lei
conosce
un bel ragazzo nel villaggio qua vicino che sarebbe disposto a
prendermi come moglie.
Non sono
bene riuscita a farle
capire che non mi interessa sposarmi.
Secondo
mia sorella sono un po'
strana.. A suo parere non è normale che alla mia
età io non sia
particolarmente interessata agli uomini.
In
effetti me ne rendo conto da
sola, non c'è nessuno che mi attragga.. Neppure Shiro, che
è un
gran bel ragazzo. Mariko c'è rimasta malissimo quando
gliel'ho
detto.
Credo
che rimarrò zitella.
Infondo non è che mi spiaccia più di tanto! Ho
ancora la solita
sensazione.. Quella secondo la quale io non potrò mai essere
felice
fra gli esseri umani.
-Rin,
vieni a fare due passi con
me?- Mi sussurra Mariko, finito di mangiare -Ti devo mostrare una
cosa.-
Sorrido
-D'accordo. Andiamo!-
Mi
conduce fuori dall'abitazione,
sotto il sole cocente.
La casa
di Shiro è situata
proprio davanti al centro abitato del piccolo villaggio. Mentre
dietro si estendono i campi di riso.. Quella posizione è
comoda per
la famiglia.
Shiro
lavora nei campi, suo padre
è morto in guerra e siccome piccola peste è
ancora troppo piccolo
tocca a lui portare avanti la famiglia.
Sua
madre invece è una curatrice.
Non essendoci sacerdotesse al villaggio il suo ruolo è molto
importante, anche se non viene pagata bene.
In
teoria la nonna dovrebbe
sbrigare le faccende di casa.. ma non ne ha mai voglia.
-Cos'è
che ti rende così di buon
umore?- Mi chiede Mariko con fare sospettoso. Senza accorgermene
abbiamo già percorso la strada principale del villaggio..
Alzo le
spalle -Non so..- Ed è
vero. Ultimamente non c'è niente che mi provochi fastidio o
mi
faccia arrabbiare.. Nemmeno le insistenze della nonna a proposito del
mio matrimonio mi sfiorano. Normalmente tutte queste cose mi
farebbero andare in bestia..
Be',
meglio. è da tanto che non
mi sento così raggiante!.. anche se riflettendoci non ho
alcun
motivo particolare per esserlo..
Mariko
mi studia per un attimo con
espressione saggia. Poi distoglie lo sguardo, sembra pensierosa..
-Che
c'è?- Le chiedo.
Si
affretta a sorridere -Niente,
niente!-
Non ci
casco. Però non ho nessuna
voglia di capire il motivo del suo comportamento, così
guardo di
fronte a me.
Siamo
arrivate al basso strapiombo
che da sul piccolo lago.
A
guardarlo da questa prospettiva
sembra che il lago sia rinchiuso in una conca, che scende al suo
livello fino ai pressi di una pineta.
Vedo
Mariko assorta..
-Cosa mi
volevi mostrare?- Le
domando dopo un po', vedendo che non si risveglia dai suoi pensieri.
Lei mi
guarda stralunata -Ah, si.-
Dice dopo qualche istante, e tira fuori dalla tasca del kimono un
oggetto -Questo me l'ha regalato oggi Shiro.. Ti piace?-
è
una bellissima spilla
intagliata nel legno, e ha la forma di un fiore di loto.
-è
stupenda!-
-Già..-
-Sono
contenta per te.- Ma lei non
sembra affatto felice.
Che non
voglia più sposare Shiro?
Mi sembra troppo strano.. E poi la strozzerei se dopo tutta la fatica
che abbiamo fatto cambia idea!
-C'è
qualcosa che non va?- Chiedo
ancora.
Esita..
-Sono preoccupata per te,
Rin.- Ammette poi.
-E
perché?- Non ho fatto niente
di particolarmente strano ultimamente.. -Se è
perché non mi
interessa nessun ragazzo ti dico già che..-
-Ma no,
che centra?!- Mi
interrompe -è che ti vedo. Sei.. raggiante.-
-Mi fa
piacere che ti dispiaccia
vedermi felice.-
-Uffa..
Lo sai bene perché sei
così felice, l'ho capito cosa credi?!-
-In
realtà non lo so.- Ribatto,
cercando di mantenere calma la voce, se continuiamo così il
mio buon
umore rischia di abbandonarmi.
-Sta
dicendo sul serio o mi stai.. auch!-
Mariko viene spinta avanti, io l'afferro poco prima che cada nel
lago.. ma la spilla le sfugge di mano.
La
guardo cadere, e perdersi nelle
acque..
Mariko
si volta con uno scatto d'ira -Piccolo.. deficiente!-
-Mi
dispiace..- Ribatte la piccola
peste arretrando -Non l'ho fatto apposta.-
-Non
l'hai fatto apposta a spingermi?!-
è
sbucato dal nulla.. Se solo
l'avessi visto ora la spilla non sarebbe andata perduta.
Vedo
Mariko serrare i pugni per
non prenderlo a sberle. Le stanno venendo gli occhi lucidi..
Naturale, per lei quella spilla era importante.
Però
forse c'è il modo per
recuperarla.
-Mi
dispiace.- Ripete ancora una
volta il bambino.
-Non me
ne faccio niente del tuo
dispiacere.. Perché devi sempre combinare casini?! Non puoi
stare
fermo per una volta?! Tuo fratello l'ha pagata quella spilla.. tu non
sarai mai alla sua altezza, razza di moccioso!-
Il viso
della peste si oscura.
Evidentemente ha toccato un tasto sbagliato.
Chissà
quanto è costata a
Shiro.. Potrei andarla a cercare ma nel tempo che scendo al lago il
legno sarà già marcito.
-Che ne
sai tu?- Borbotta il
bambino.
Arretro
di qualche passo. Massì,
una soluzione c'è.
E poi mi
devo levare questa
sensazione di stress che mi è venuta parlando con mia
sorella.
-So quel
che basta! Devi crescere!
Sei solamente un ragazzino viziato!-
Ancora
qualche passo, poi mi
fermo.
Il sole
scotta.. Inspiro ed
espiro.
-Non
sono un ragazzino viziato!-
-Ah no?
E uno che si comporta così
come lo chiameresti?!... Rin?- Mariko si è accorta che non
sono più
accanto a lei.
Inspiro
ed espiro ancora un paio
di volte.
Lei
capisce, e sgrana gli occhi.
-Non farlo.. Per favore.-
Sorrido
divertita.
-Rin! TI
PUOI SPACCARE L'OSSO DEL
COLLO!-
Ma io
sono già partita, superando
di corsa i pochi metri che mi separano dallo strapiombo.
Quando
salto, prendo un'ultima,
grossa boccata d'aria.
Poi mi
sento cadere, con un vuoto
alla pancia famigliare.. Mi metto in modo di entrare di testa in
acqua.
Il mio
cuore batte, la cauta
continua in una sensazione bellissima.
Il
rumore dell'acqua che mi
schiaffeggia quando entro nel lago è musica.. L'acqua fresca
mi
raggiunge ogni parte del corpo. Sento i capelli bagnati, gli occhi
bruciare leggermente e le orecchie tapparsi.
Questa
è felicità!
Stupido
essere felici per così
poco?
Strabuzzo
gli occhi, il fondo del
lago è sporco..
Non la
vedo.. Eppure sono sicura
che sia caduta qui..
Mi
sposto e scruto in ogni
direzione. I miei occhi vengono attratti da un bagliore. Ed ecco che
la vedo, nascosta tra la sabbia friabile.. La spilla di Mariko!
Nuoto
velocemente, l'afferro e
riemergo, prima che mi incominci a mancare ossigeno.
Respiro.
Sento
confusamente la voce di mia
sorella che strilla nevrastenica il mio nome. E che c'è da
essere
così agitati? Ho fatto un tuffo.
Premo le
dita sulle orecchie per
far uscire l'acqua che me le ha tappate.. E torno a sentire bene.
Mariko
mi sta urlando che le ho
fatto venire un colpo, e che sono una brutta idiota. Sono tentata di
immergermi ancora senza risponderle.
-Sto
bene!- Protesto a mezza voce.
-Non mi
interessa se stai bene!!
Con tutto quello che ho passato.. te vai a fare cose simili?! Sei una
brutta egoista senza cervello! Chi se ne frega della spilla!
Accidenti, sei proprio scema! Non cambierai mai!!-
Ridacchio.
La piccola peste, a
differenza della futura moglie di suo fratello, sembra euforico. -Sei
un portento, Rin!- Mi urla con la sua vocetta infantile.
Nuoto
verso la pineta, sorridendo.
Quando
esco mi accorgo che il
kimono bianco che ho indosso è marcio e quasi trasparente..
Mi
strizzo i capelli emettendo un piccolo sbuffo. Non voglio entrare al
villaggio così! Dovrò chiedere a Mariko di
portarmi un kimono
asciutto..
Faccio
per voltarmi nella sua
direzione, quando sento qualcosa.
Proveniva
dalla pineta.
Nonostante
sia una giornata
incantevole e gli uccellini cantino, il bosco è buio. Buio
come se
fosse notte. E silenzioso come se fosse addormentato.
Scruto
fra i rami, e sento un
piccolo brivido corrermi lungo la schiena. Non si vede nulla.
Solamente
oscurità..
Mi sento
stranamente in pericolo.
Me lo
sarò immaginata? Si, è
probabile.
Ma
cos'era? Un sibilo credo. Ma
talmente basso che mi pare impossibile averlo sentito.. quasi fosse
nella mia testa.
Voglio
andarmene. Ma non posso
staccare gli occhi dalla pineta..
-Rin!-
La voce di Mariko mi fa
sobbalzare, sebbene sia distante. Sento i battiti del cuore
accelerare..
-Che
stai aspettando?!- Urla
ancora dallo strapiombo -Vieni su!-
Ma non
mi volto verso di lei, non
posso staccare gli occhi dalla pineta.
Me
ne accorgo ora. Il bosco è troppo
buio, come se i raggi del sole non lo sfiorassero. Non
è normale.
Il
battito cardiaco accelera
ancora.
Per
quale motivo adesso ho paura?
Poi lo
sento ancora, e il cuore si
ferma. Forse per farmelo ascoltare bene..
Sta
volta le parole sono più
chiare..
“Vieni.”
Sussurra. Il battito riprende.
Devo
andare.
-Rin..
Dove vai?!-
Come
dove vado? Non capisce.. Chi
sono io per disobbedire?
Mi muovo
lentamente verso la
foresta innaturale.
L'ho
desiderato per tutta la
vita.. Che senso avrebbe se ora non entrassi? Mi sento pervadere da
un senso di euforia.
Attraverso
distrattamente i primi
alberi, per poi inoltrarmi sempre di più.
Continuo
a camminare. Non so verso
dove, ma allo stesso tempo lo so bene.
Ad un
certo punto l'euforia si fa
talmente forte che ho l'impulso di urlare e ballare. Mi abbandono a
questa sensazione, senza preoccuparmi di nient'altro se non di
camminare..
Questo
bosco è meraviglioso.
Quello a cui sto andando incontro sarà meraviglioso.
Mi
fermo. Mi ha distratta un pino
dalla forma innaturale.
Guardandomi
attorno scopro che ci
sono tanti alberi innaturali. E il sole non si riesce a vedere..
eppure la vegetazione non è così fitta..
Ma chi
se ne importa! Io devo
andare avanti, devo andare da chi mi ha chiamato. Non posso farla
aspettare.. Quindi ora devo riprendere a camminare..
No,
un attimo.. perché?
La
sensazione d'estasi mi
abbandona. E vengo pervasa dal terrore.
Ma che
stavo facendo?
Mi sento
in trappola.. perché
sono entrata?!
Gli
alberi, gli alberi.. sono
orribili! Hanno delle forme inquietanti..
E il
buio è fitto. Non c'è luce,
ne vento..
Dove
sono? Che posto è mai
questo?
-Ma che
brava. Riesci ad opporti
al mia magia.-
Mi volto
con un gemito.
Vedo una
ragazza bianca. è
appoggiata ad un albero e mi sta sorridendo amaramente.
-Non
è da tutti.- Parla
lentamente.. come se avesse a che fare con un matto.
-C..chi
sei?- La mia voce trema..
Non ci posso fare niente.
-Non
osare farmi domande, sudicia
umana.- Sibila.
è
lei che ha parlato nella mia
testa prima, ne sono sicura.
Mi ha
chiamata sudicia umana.. Ma
certo, lei è un demone.
Non
può esistere un umano con
quelle sembianze.
Sembra
una bambola di porcellana.
I suoi capelli sono bianchi, con striature nere. Gli occhi neri come
la pece.
Il volto
è affilato, bellissimo,
irreale. Mi fa paura. Non ho mai visto un essere con un volto
così
inespressivo.. Le labbra sottili sembrano prendersi beffe di me.
-Tu sei
Rin, dico bene?- La sua
voce è squillante, quasi infantile.
-Perché..-
ho la voce roca
-Perché un demone come te utilizza una simile magia per
attirare una
semplice umana?-
Sto
cercando di metterla sul
diplomatico.. So come ragionano i demoni.. Però lei mi da
l'idea di
non essere un demone normale.
Ha
manipolato la mia volontà,
come fossi un burattino!
Sembra
riflettere sulla risposta -Volevo conoscerti.- Dice poi -Volevo
sapere perché un' umana
mi
ha portato via ciò che mi appartiene.-
-Di che
cosa stai parlando? Io
sono sicura di non averti mai vista prima d'ora.. Se mi dici di cosa
si tratta te lo posso restituire.- Tento.
Per un
momento infinito, temo che
si tratti della spilla di Mariko. Che per altro ho ancora stretta in
pugno.
Ma lei
sorride. Magari non
l'avesse fatto. Sento il mio cuore gemere con me alla vista delle sue
zanne affilate.
-No, mi
spiace. Ma ormai è tardi,
non me lo puoi restituire. L'unica possibilità che ho di
riappropriarmi di ciò che mi appartiene, è di
ucciderti.-
L'ha
detto con un tono beffardo,
come se stesse scherzando.
Mi sento
debole, soffocata dal
peso di quella frase.
-Quindi..-
I suoi occhi si
sgranano in una maniera innaturale, e si fanno rossi -Preparati a
morire.-
So bene
quello che sta succedendo.
La sua
aura demoniaca, prima
invisibile per i miei occhi, si colora di blu. Il suo corpo inizia a
mutare in quello di un enorme cane bianco, dalle striature scure.
Voglio
scappare, voglio urlare il
mio terrore.
Ma non
riesco a muovermi di un
passo. Mi sento di piombo.
Non ho
scampo.. Questo è ovvio.
Se corro
verso al villaggio porto
alla morte Mariko, Shiro e tutta la sua famiglia, e alla fine
ammazzerà anche me.. Se corro verso il fitto del bosco mi
prenderà
subito.. dopotutto questo è il suo territorio.
Oltre al
fatto che è in grado di
manipolare la volontà altrui..
Quindi..
quindi non ho scelta.
Devo morire.
Dopotutto
non è la prima volta
che muoio.
Forse
esiste davvero un posto
migliore.. Si, un magnifico prato verde, ornato da tanti fiori
colorati..
E un
sole che non smetterà mai di
splendere. E con me papà, Megumi e Chiaki.
Ci
sarà anche la mia vera
famiglia, quella uccisa quando ero ancora una bambina.. Mi
sorrideranno tutti. Ci vorremmo bene..
Ma chi
voglio prendere in giro?
Dopo non
c'è niente, me lo
ricordo.. Anzi, non me lo ricordo.
Ricordo
solo il dolore che ho
provato venendo sbranata viva dai lupi. E poi il sollievo quando sono
finalmente morta.
Non
c'è stato nulla, dopo.
è
passato meno che un istante, da
quando ho riaperto gli occhi e mi sono ritrovata in braccio a
Sesshomaru. Che non mi aveva salvato la vita, me l'aveva ridata.
Mi
scende una lacrima.
La
ragazza bianca ha lasciato il
posto ad un enorme cane.
Ho il
forte impulso di provarci
almeno, di provare a scappare e a urlare.
Ma sto
ferma.
A che
servirebbe? Voglio che
finisca subito, non voglio più provare quel dolore.
Chiudo
gli occhi.
Si..
così è infinitamente più
facile.
Ordino
ai miei battiti del cuore
di rallentare. Voglio una morte dolce, una che non
rimpiangerò.
Andrà
bene, Rin.
Mi dico Stai
calma.
Sento il
respiro pesante della
belva sul collo.
E mi
viene in mente una persona..
Ma si. Visto che sono in punto di morte posso permettermi di pensarlo
un' ultima volta.
Lascio
correre la mia mente verso
di lui.. E mi sento in pace.
La
ragazza bianca è solo un
ricordo lontano, di fronte al suo splendore..
Sento un
ringhio. Mi gela il
sangue nelle vene.. E anche se di malavoglia decido di aprire gli
occhi.
L'oscurità
riesce, chissà come,
a colpirmi come una luce accecante. Un altro cane bianco si staglia
fra le ombre nere.
Piegato
leggermente, a zanne
scoperte. Gli occhi furiosi puntati sul demone.
E anche
se non sentissi
distrattamente Jaken che mi urla di mettermi al riparo, capirei
comunque di chi si tratta.
è
stato richiamato dai miei
pensieri?
I
momenti seguenti sono di
confusione.
Jaken mi
ha strattonata distante,
e poi mi ha costretta a nascondermi dietro un masso. Io non ho dato
segni di resistenza.
Capto
qualche parola qua e là
-Sta volta il padrone mi uccide-, -Rin, ti cacci sempre nei guai! non
sei cambiata per niente-, -Ehi, mi stai ascoltando?!-
E a
volte sento lontanamente i
rumori dello scontro. Ringhi, morsi, guaiti.
L'unico
pensiero lucido che provo
è la voglia incontrollata di tapparmi le orecchie come una
bambina.
Mi cingo
le gambe con le braccia,
e vi poso la testa.
Non so
quanto tempo passa.
Però
ad un certo punto, sento un
braccio che mi solleva delicatamente, e una mano che mi alza
leggermente la testa da sotto il mento.
Non
voglio fissarlo negli occhi..
sento l'impulso di urlare e prenderlo a pugni, ma anche volendo non
ce la farei..
Credo di
tremare.
-Sei
sotto shok.- Negli occhi
corre un'ombra di preoccupazione. Poi si rivolge a qualcuno alle mie
spalle, ma non stacca gli occhi dai miei -Jaken, tira fuori un po' di
quell'infuso di erbe.-
Ma anche
senza l'infuso, il
terrore inizia ad abbandonarmi lentamente. Permettendomi di capire
tutto quello che mi è successo.
Bevo
lentamente.
Sono
sempre nella foresta buia,
seduta per terra e appoggiata ad un albero, ma più
tranquilla di
prima.
Il
liquido è caldo e sa di
rosmarino, mi lascio pervadere i sensi da quel profumo intenso..
Sesshomaru
mi ha salvata. Sai che
novità.. Ormai ho perso il conto di tutte le volte che lo ha
fatto!
E io che
mi ero illusa di non
avere più bisogno del suo aiuto..
Comunque
sono contenta che sia
tornato così presto, la sua presenza mi tranquillizza.. E
non
c'entra niente il fatto che sia un demone potentissimo.
Sta
retto. Fissa il bosco con aria
assorta, e mi da le spalle. Jaken invece mi guarda sospettoso.
-Chi era
quel demone?- Chiedo ad
un certo punto.
-Il suo
nome è Ksunade.- Mi
risponde, senza staccare gli occhi dall'oscurità.
-L'hai
uccisa?-
-è
riuscita a scappare.-
Annuisco,
senza una parola.
Finisco in un sorso la bevanda calda e poso il bicchiere sul terreno.
Mi alzo
lentamente, non sono
affatto sicura di non tremare più abbastanza da cadere.
Mi
avvicino al suo corpo immobile,
fino ad essere a fianco a lui.
-Non
credi che dovrei sapere
qualcosa?- Mormoro.
Lui
stacca gli occhi dall'oscurità
per guardarmi. Mi studia per un attimo, ma io non faccio trapelare
più alcun accenno di paura o di indecisione.
Passa
qualche istante.. poi sembra
decidersi.
-Jaken.-
Ordina.
-Oh, si,
eccomi padron
Sesshomaru.-
-Racconta
a Rin tutto.-
-Tutto
padrone?-
-Cos'ho
detto?- Risponde glaciale,
come al solito.
Jaken
sembra vagamente confuso,
come se raccontarmi tutto quello che lui e il suo padrone hanno
passato in questi anni sia un insulto alla sua persona.
Sesshomaru
non commenta, ma si
sposta sinuosamente sino al punto dov'ero seduta un attimo fa e si
appoggia al tronco dell'albero.
Lo
osservo per qualche istante,
poi Jaken attrae la mia attenzione tossendo.
-Allora
Rin, se ti devo raccontare
tutto gradirei che mi stessi a sentire.- Non rispondo, ma mi faccio
attenta.
-Tutto
è iniziato con la morte di
Naraku. Padron Sesshomaru era alla ricerca di nuovi potenti avversari
con cui combattere..
Ha
combattuto contro draghi,
demoni di ogni clan.. Ma nessun avversario lo soddisfaceva!-
Cantilena Jaken. -Finché abbiamo incontrato qualcuno. Il suo
nome
era Hirotsugu.-
-E chi
era?- Chiedo, adagiandomi
sul terreno.
-Un
demone cane. Anzi, un grande
demone cane! Devi sapere che il Generale Cane, padre del padrone, ha
regnato qui a est, mentre ha esiliato i sostenitori di Hirotsugu a
ovest.. In realtà non so bene cosa sia successo tra loro
due, so
solo che il Grande Generale è stato tradito e non l'ha
voluto mai
più rivedere.. Ma allo stesso tempo non se la sentiva di
uccidere
suo fratello! .. Così si è limitato ad esiliarlo.-
-Era suo
fratello?!-
-Si,
proprio così. Padron
Sesshomaru si è imbattuto in lui per caso, non aveva alcuna
intenzione di sfidarlo..
Ma
Hirostugu non è stato felice
di vedere il figlio di colui che l'ha esiliato dall'impero del clan
dei cani.
Così
di è trasformato e ha
sfidato padron Sesshomaru.
Per il
mio padrone si è
dimostrato un avversario ostico. Hirostugu possedeva molti anni
d'esperienza, e poteva contare su un incredibile velocità.
Ma alla
fine padron Sesshomaru è
riuscito ad ucciderlo.
Tuttavia
era ferito, temevo al
peggio. Non avevo mai visto padron Sesshomaru perdere tanto sangue!-
Sesshomaru
lancia a Jaken
un'occhiata di disprezzo, ma lui per fortuna non la nota.
-Fu
allora che è intervenuta
Ksunade.-
-Il
demone che mi ha attaccato
prima! Era la figlia di questo Hirostugu, non è vero?-
Mi
guarda stupito -E tu come fai a
saperlo?-
Alzo le
spalle -Be', era un demone
cane anche lei..-
Sesshomaru
sorride.. Sembra
divertito. Chissà perché! Che ho detto?
-Comunque
si.- Riprende Jaken -Era
la figlia di Hirostugu. Però lei non ci ha attaccati, al
contrario.
Ha ringraziato padron Sesshomaru per avere ucciso suo padre!-
-Che
cosa?! ..Ma..-
-Devi
capire, Rin..- Mi interrompe
-Che non tutti i demoni sono dotati di buon cuore come il padrone. E
credo che rimarrai molto più stupita quando ti
racconterò cosa era
solita fare.-
Lancio
un occhiata a Sesshomaru.
Può dirsi un demone di buon cuore?
be'..
proprio cattivo cattivo..
direi di no!
-Ehi ma
mi stai ascoltando?!-
-Oh, si,
certo Jaken. Vai avanti!-
Mi
guarda di traverso, prima di
proseguire -Ksunade ci ha accolti nel suo palazzo. Benché
padron
Sesshomaru non fosse ben disposto ad entrare in un castello di
rinnegati, in quel momento era ferito gravemente. Ksunade gli ha
promesso cure, e inoltre non credevamo che ci avrebbero attaccati.
Ksunade infatti sembrava parecchio interessata a padron Sesshomaru.-
-Interessata?-
-Mio dio
Rin. Quando crescerai?-
-Lo so
che vuol dire!- Ribatto
irritata. E non tanto per la risposta di Jaken.
-Ksunade
era una specie di regina
per i rinnegati dell'ovest. E presto comprendemmo i suoi enormi
poteri.
Non era
tanto abile nella lotta,
diversamente da suo padre. Era un incantatrice. Manipolava la
volontà
della gente a suo piacimento, e creava illusioni. Come quel palazzo..
e questo bosco..-
-Siamo
in un illusione?- Chiedo,
guardandomi attorno.
Anche
sapendo che nulla è reale,
mi parte ancora una volta un brivido lungo la schiena.
-Certamente.
Lei adorava usare
queste sue doti per piegare il nemico. Ma soprattutto le piaceva
utilizzarle per un altro scopo..-
Capisco
immediatamente dal tono a
cosa si riferisce -Oh.-
-Non che
ne avesse bisogno..
voglio dire, l'hai vista. è una gran bella donna!-
E
capisco anche che ha incantato
pure lui.. Con la differenza avrà preferito non portarselo a
letto.
Solo
dopo alcuni istanti mi corre
alla mente un pensiero.
-Anche
Sesshomaru è stato..
incantato?- Chissà se la mia voce è uscita
nervosa come mi sento..
E perché mai poi?
Infondo
è libero di fare quello
che vuole!
-Non
dire sciocchezze.- Sto
attenta a non sospirare rumorosamente -Padron Sesshomaru non
è un
burattino nelle mani di quella strega. Anzi, anche lei ne è
rimasta
stupita. è stato l'unico che fin dall'inizio ha resistito
alla sua
magia, come se su di lui non avesse alcun effetto.
Credo
che sia anche questa sua
particolarità che la attraeva. Vedi, per un demone che
è abituata
ad avere tutti gli uomini che desidera, padron Sesshomaru rappresenta
qualcosa che bisogna vincere con le proprie forze. Qualcosa di
diverso.
Presto
per Ksunade il padrone è
diventato un'ossessione!-
-Ossessione?-
Ripeto. Con che
razza di pazza maniaca ho avuto a che fare?
-Si, non
smetteva di pensare a lui
giorno e notte. Anche quando le sue ferite sono iniziate a guarire
lei ha preteso che rimanesse, nel disperato tentativo di riuscire a
sottometterlo nel suo incantesimo.
Ma
padron Sesshomaru non si è mai
fatto vincere da quella magia. Come ti ho già detto, era
come se su
di lui non avesse effetto. La sua volontà restava invariata.
No.. il
padrone non è tipo da farsi sottomettere da una schifosa
rinnegata.
Ha giaciuto con lei di sua iniziativa.-
Silenzio.
Sesshomaru
alza lo sguardo.
-..Eh?-
Faccio dopo qualche
istante.
-Be',
sai..- inizia Jaken,
evidentemente si è fatto sfuggire troppo -Aveva bisogno di
eredi.-
-E tu..-
Inizio in tono piatto,
rivolgendomi al demone -..vai a sbandierare in giro in questo modo le
tue questioni personali?-
Sesshomaru
si alza e mi si
avvicina. Tanto da trovarmelo di fronte..
Ma io
non voglio guardarlo, ho
troppa vergogna..
-Rin.
Avevo bisogno di eredi.- Mi
dice, in tono piatto. Ma gli occhi stanno cercando di capire
qualcosa della mia espressione.. Evidentemente oggi non è
l'unico a
sembrare tanto impassibile.
-Lo
fanno anche i vostri grandi
imperatori umani. Quando hanno bisogno di discendenti della propria
stirpe che portino avanti la propria casata..-
-Guarda
che non mi devi dare
alcuna giustificazione..- Lo interrompo. E in effetti è vero.
Però
adesso mi sento male.
Vorrei
dare per la millesima volta
la colpa a lui.. ma cos'ha fatto? Nulla. è libero di fare
ciò che
vuole.. Io non posso avere nessuna pretesa..
Ma a che
accidenti sto pensando?
Che
stupida che sono. Sono una
stupida ragazzina.
Lui non
mi risponde. Così rompo
io il silenzio -Posso.. posso sapere il resto della storia per
favore?- Chiedo con un mezzo sorriso.. Ma non sono sicura che il
risultato sia buono.
Jaken fa
per parlare, ma
Sesshomaru lo precede. -Ho avuto due eredi.- Ah ecco. Ovviamente.. -E
gli ho lasciati dalla madre. Ma dopo aver saputo cosa faceva sono
andato a riprenderli.-
-Cosa
faceva?- Non sono sicura di
volerlo sapere però.
-I
loro fratellastri, quelli formati dall'accoppiamento di lei e demoni
caduti nel suo incantesimo..- Dall'accoppiamento?!
-Venivano
trattati come vermi. Mentre i miei due discendenti, come dei re.-
-E non
sei contento?-
Il suo
sguardo si fa duro -Credi
che permetterei alla mia generazione di vivere appresso a tale
idiozia?-
-Ma
scusa- Dico, non riuscendo a
trattenermi -Non è quello che succede tra te e Inuyasha?-
-Rin,
non parlare di ciò che non
conosci!- Gracchia Jaken
Ma
Sesshomaru non sembra
arrabbiato -Non ho mai costretto mio fratello ad inginocchiarsi al
mio cospetto e a baciare il terreno dove cammino, né l'ho
mai
provato della sua libertà tenendolo chiuso in celle da
prigioniero.
Non l'ho mai costretto a servirmi, mai ho usato la mia influenza
demoniaca per rovinargli la vita.
Benché
odi Inuyasha, l'ho
lasciato vivere una vita libera. Quando lo incontravo desideravo solo
ucciderlo, e lui desiderava fare lo stesso con me.
Forse
sono stato fin troppo
clemente con lui. Ma non mi sarei mai potuto abbassare a tale
livello.-
Rimango
stupita. Ksunade poteva
veramente fare quelle cose ai propri figli?
-è
orribile.- Sussurro.
-proprio
così.-
-E poi?
Cos' è successo dopo?-
Inizio a provare una certa curiosità.
-Ksunade
ovviamente ha cercato di
riappropriarsi dei suoi eredi preferiti. Io gliel'ho impedito. Il
giorno in cui mi hai visto ferito, era a causa dello scontro che
avevo appena avuto con quel demone.-
Giusto,
era ferito. Me n'ero
scordata, tanto sono presa da me stessa..
Aveva
ferite in tutto il corpo..
-E ora
come va?-
-..Non
hai domande più
intelligenti?- Sembra leggermente divertito.
-Uff.- E
pensare che volevo solo
essere gentile. Poi però mi viene in mente una cosa -Cos'ho
rubato a
Ksunade? Sembra che sia questo il motivo per cui mi ha attaccata..-
Jaken mi
guarda -Ma sei stupida o
lo fai apposta?-
-Scusa?-
-è
ovvio. Tu sei l'unica ragazza
che importa veramente a padron Sesshomaru. Secondo la mente perversa
di Ksunade eliminandoti riuscirà a conquistare il mio
padrone..-
Io..
sarei l'unica ragazza che
importa a Sesshomaru?
-Be'
allora basterà spiegarle lo
sbaglio.- Ribatto, incrociando le braccia.
-Che
sbaglio?- Chiede Jaken.
-Quello
secondo il quale io sarei
l'unica ragazza che importa a Sesshomaru.-
-Non
c'è alcun..-
-Sta
zitto!- Punto un dito contro
Sesshomaru -Allora dì al tuo padrone se per cortesia
può spiegarmi
come mai mi ha abbandonata in quel lago 9 anni fa! Perché
proprio
non ci arrivo!-
Non so
perché ad un tratto mi
sento così nervosa..
Sono
successe troppe cose. Ho il
cervello che mi esplode!
Prima
un terrore da mozzare il fiato, poi quella pazza sta per farmi a
fette. E adesso arrivano queste scottanti
rivelazioni!
Non ce
la faccio più di tutto
questo!
Non
appena chiudo gli occhi mi raggiunge il perverso pensiero di
Sesshomaru e Ksunade che si impegnano
per generare un erede!
Il che
è ridicolo, perché dopo
essere stata in punto di morte dovrei preoccuparmi di altre cose!
Sento
qualcuno afferrarmi un
braccio e trascinarmi verso il fitto del bosco.
-Lasciami!-
Strillo, cercando
inutilmente di liberarmi. Ma la presa di Sesshomaru è
solida.. e non
da nemmeno segno di avermi sentita. Dio, che rabbia!
Guardo
indietro. Jaken se ne sta
lì impietrito dalla poca considerazione che il suo padrone
ha nei
suoi riguardi.
Ma dove
mi sta portando adesso
questo?!
Sobbalzo.
La figura di Jaken
inizia ad essere immersa nell'oscurità.
Sesshomaru
mi trascina ancora in
avanti e lui scompare definitivamente..
è
un illusione. Solo un
illusione.
Ma
l'adrenalina inizia a salire
ugualmente e il terrore che mi ha pervasa prima si fa risentire.
Sesshomaru
non da segno di volersi
fermare.
Mi sta
trascinando in quella
foresta buia..
Chiudo
gli occhi -Basta, basta! Ho
paura!- Credo di avere ripreso a tremare..
A quelle
parole si ferma.
-Non ti
succederà niente.- Lo
sento dire.
Ma non
voglio aprire gli occhi.
-Adesso
stammi a sentire. Ti ho
lasciata in quel lago per il tuo bene.-
-Il mio
bene. Tu si che hai le
idee chiare sul mio bene.- Riesco a dire.
-Un
umano non può vivere con un
demone.-
-Perché?-
Sento la
sua presa irrigidirsi. Il
tono si fa acido -Non vuoi capire allora.-
-Io
capisco benissimo!- Mi
divincolo con tutta la mia forza dalla presa e apro gli occhi
-Capisco che non mi volevi tra i piedi!-
Il suo
sguardo in quel momento è
impassibile come al solito, ma solcato da una ruga di frustrazione.
-Esattamente.
Ma non nel senso che
intendi tu.-
-E
quanti sensi ci sono, scusa?!-
-Tu eri
soltanto una bambina. Il
tuo posto era con gli esseri umani, non con i demoni. Per questo ti
ho lasciata. Ma non ho mai detto che mi abbia fatto piacere.-
Capisco..
Dunque
è questa la verità.. Come
ho fatto a non arrivarci da sola? Come ho fatto a dubitare tanto di
lui? Proprio lui, che ha rischiato la sua vita per me così
tante
volte..
Sto in
silenzio per alcuni
istanti.
-Te
l'avevo già detto.- Abbasso
la testa.
Non
capisce, perciò proseguo -Ti avevo già detto quella
volta
che non volevo vivere con gli esseri umani. Hai detto che la scelta
era la mia.-
-Eri
solamente una bambina.-
-Ma
sapevo ciò che dicevo.. Da
quando Sesshomaru nega la libertà altrui e si fa venire
simili
complessi?-
La mia
risposta sembra prenderlo
in contropiede.
Si volta.
-Ksunade
tornerà a cercarti.- Mi
dice ad un tratto.
Ci metto
qualche istante per
elaborare.
Mi
tornerà a cercare. Questo
significa che non solo io.. ma anche Mariko e tutto il villaggio
saranno in pericolo! No.. non lo posso permettere.
Non ora
che Mariko è finalmente
felice!
-So che
non sono fatti tuoi! Ma
non posso rimanere qui! .. per favore, accompagnami in un altro
villaggio! Il più distante possibile da questo.. io ho
promesso al
padre di Mariko che si sarebbe sposata!- Mi mangio alcune parole. Ma
spero che abbia capito..
Ma
certo, è ovvio che Ksunade
tornerà a cercarmi. Come ho fatto a non arrivarci da sola?
Di certo
non è il tipo che si arrende alla prima
difficoltà..
Sesshomaru
si volta, la sua
espressione di stupore mi sorprende.
-Rin, tu
verrai con me e Jaken.-
Ecco,
questa si che è una cosa
strana..
-Ma se
hai appena detto che il mio
posto non è tra i demoni.-
-Ho
anche detto che voglio il tuo
bene. E non posso saltare di villaggio in villaggio per proteggerti.
Quindi muoviti. Partiamo fra pochi minuti, prendi solo quello che ti
serve.- E inizia a camminare.
Rimango
sbigottita per qualche
istante. Apro la bocca per dire qualcosa, poi la richiudo.
-Cosa
stai aspettando?-
-Ehm..-
Gli corro dietro. Le sue
falcate sono lunghe quattro miei passi..
Ho mille
domande.
Per
quanto tempo devo stare con
loro? Con Mariko che faccio? E come diavolo si permette lui per
trattarmi come un bambolotto?!
Deve
aver notato il mio sguardo
indeciso, perché ad un certo punto dice -Questa volta non
hai
scelta.-
-Come se
l'altra volta l'avessi
avuta.- Sbotto.
Esita
-La prossima volta l'avrai.-
Lo
guardo con la coda degli occhi.
Perché
ci tiene tanto a me? Da
quello che dice Jaken lui ha sempre detestato gli esseri umani.
Perché
desidera proteggermi.. ma
allo stesso tempo vuole starmi lontano?
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 8° ***
Ciao a tutti e grazie per le recensioni =) Soprattutto a Lagadema che
ha avuto la pazienza di scrivermi una di quelle recensionone che non si
scordano! Allura, che dire? Per gli errori concordo con te. Questa ff
l'ho scritta due anni fa, e rileggendola adesso anche io trovo qualche
errore. Però ho deciso di non fare troppe correzioni... non
so, non mi piace correggere quello che ho scritto in passato, forse
perché in futuro voglio confrontare i miei scritti vecchi
con quelli nuovi, e vedere come il mio stile è cambiato o
(si spera) migliorato. Se faccio correzioni non avrò
più un termine di paragone.. Sul fatto che sesshomaru
è poco credibile in alcune situazioni.. confesso che
è stato il mio terrore più grande mentre scrivevo
questa ff =( non essendo un personaggio che ho inventato io non ne
conosco tutte le sfumature di carattere... Mentre scrivevo cercavo di
chiedermi "qui cosa direbbe sesshomaru" "qui come si comporterebbe?" ..
però non sempre ci sono riuscita! .. Invece per quanto
riguarda i suoi eredi.. dovrai solo aspettare qualche capitolo prima di
vederli =)
________________________________________________________
Capitolo
8
La
fresca aria mattutina mi
colpisce in pieno viso, donandomi una sensazione di benessere.
Mi reggo
saldamente ad Ah-Un
quando inizia a prendere velocità nell'inutile tentativo di
raggiungere Sesshomaru, ormai scomparso all'orizzonte.
Intanto
poi si ferma ad
aspettarci.
-Ah-Un,
stupido demone.. vai più
piano!!- Strilla Jaken dietro di me.
Io rido
-Avanti, Ah-Un. Dritto
così!-
Il
demone mi lancia un ruggito di
approvazione.
Stiamo
oltrepassando una vallata
verde, priva di villaggi e di persone. Le montagne corrono sullo
sfondo, incantandomi con la loro bellezza..
Da
quant'è che non vedo simili
paesaggi?
Scommetto
che Mariko darebbe il
suo Shiro per poterli ammirare..
I miei
pensieri vengono ancora una
volta trascinati al villaggio, e mi rattristo. Come inevitabilmente
ho fatto durante tutte queste ore di viaggio..
Non
è stato facile entrare nella
casa di Shiro.
La gente
si era radunata intorno
al bosco. Evidentemente Ksunade aveva creato una barriera che
impediva loro di entrarvi.
Mi
chiamavano, e cercavano una via
secondaria d'accesso alla foresta. Mariko aveva le lacrime agli
occhi..
Quella
vista mi ha spezzato il
cuore. è stata una fatica sgusciare tra l'erba fino al
villaggio
vuoto, senza voltarmi e urlare a tutti che stavo bene.
Una
volta in casa, ho raccolto la
sacca che io e mia sorella avevamo usato per viaggiare e ci ho
infilato dentro un abito di riserva, il nunchaku, qualche uova e del
pane.
Mi sono
cambiata velocemente,
rubando dall'armadio di Mariko il suo kimono color fango. Il mio era
diventato, con mio sommo imbarazzo, quasi trasparente. Non era
assolutamente adatto ad un viaggio in cui mi sarei bagnata parecchio.
Ho
sperato che l'incanto di
Ksunade avesse reso il bosco tanto buio da aver oscurato quella vista
a Sesshomaru.. Dopo qualche istante ho deciso di rimuovere dalla mia
mente quella spiacevole situazione. Di sicuro non glielo avrei
chiesto!
Dopo di
che, ho scritto una breve
lettera a Mariko, dove le ho raccontato a grandi linee quello che era
successo.
Le ho
ripetuto più volte che
dovevo partite, ma che ora stavo bene. E le ho augurato tutta la
felicità.
Poi ho
lasciato la lettera nella
sua stanza e sono uscita dal retro.
Lì
ho trovato Sesshomaru ad
attendermi, insieme a Jaken e a Ah-Un..
Sospiro.
A quest'ora Mariko
dovrebbe già aver trovato la lettera. Chissà come
l'ha presa. Spero
che capisca che l'ho fatto per il suo bene..
-Dimmi,
Rin. Cosa hai fatto in
tutti questi anni?-
La voce
di Jaken mi sorprende. Mi
ero scordata di avercelo dietro.
-Oh
be'.. in confronto a voi nulla
di particolarmente interessante. Ho lavorato alla locanda, e.. ah,
si. Ti ricordi Shippo?-
-Shippo?-
Si fa pensieroso -Dove
ho già sentito questo nome?-
-è
il cucciolo di demone volpe
che faceva parte del gruppo di Inuyasha un po' di tempo fa.-
-Ah, si
si! Mi ricordo!
Praticamente inutile, devo dire.-
Gli
lancio un'occhiata irritata -A
suo tempo sarà stato anche inutile, come dici tu. Ma ora
è
diventato adulto. E mi ha allenata!-
-Ti ha
allenata?- Ripete -Rin, sei
soltanto una bambina. Potevi farti male! è mai possibile che
tu ti
comporta sempre da incosciente?!-
Quando
alza gli occhi sul mio
viso, con aria di chi la sa lunga, cambia subito espressione. Con mio
grande piacere devo dire!
Chissà
che faccia ho.
Respiro,
e cerco di calmarmi. Ma
non ottengo buoni risultati.
Così
lo spingo.
In un
primo momento sembra
riuscire a rimanere in equilibrio, poi lo vedo stramazzare per terra.
-Ti
aspettiamo più avanti, da
Sesshomaru.- Gli dico calma, mentre Ah-Un prosegue la sua corsa.
Sento
Jaken urlare il mio nome.
Guardo
il cielo, è limpido come
non lo vedo da tanto tempo! Non c'è una nuvola..
-Forza,
Ah-Un.- Il demone volta
una testa verso di me -Andiamo più veloce, voglio riuscire a
farmi
un bagno.-
è
sera. E Jaken è ancora
arrabbiato con me.
Si
continua a lamentare perché
gli ho fatto fare 2 ore a piedi.. E che sarà mai!
Allora
io e mia sorella, che
abbiamo ridisceso una montagna?
Accendo
un fuoco. Di Sesshomaru
neanche l'ombra.. Ma io ho fame.
E poi mi
ricordo bene che a volte
spariva per un po'.
La notte
è calma, mi lascio
trasportare dal tiepido venticello estivo.
Come si
sta bene..
La voce
di Jaken è una specie di
sottofondo.
Quando
fa delle pause sto attenta
ad annuire, oppure a dire “si”.. ma non ho idea di
quello che mi
stia dicendo.
Bah, lui
intanto non sembra
accorgersene.
Il fuoco
guizza sui ramoscelli e
si accende quasi subito.. Come se avesse aspettando con impazienza di
essere liberato.
-Jaken.-
Faccio ad un certo punto,
non curandomi del fatto di averlo interrotto mentre, con tutta
probabilità, mi stava ancora rimproverando.
-Si?-
Risponde leggermente
stupito.
Mi alzo
-Va a cercare della legna.
Il fuoco è ancora troppo piccolo.-
Faccio
per voltarmi, ho visto un
fiume qui vicino e voglio cucinare dei pesci. Ma mi fermo. Jaken mi
sta fissando sbattendo ripetutamente le palpebre..
Ricambio
lo sguardo, incuriosita
-Uh? Cosa c'è?-
Si
gratta la testa -Ma tu.. sei
proprio sicura di essere Rin?-
Alzo il
mento, in un goffo
tentativo di apparire minacciosa -E con questo che vorresti dire?!-
Se n'è reso conto solo ora che sono alquanto cresciuta?
-Perché
certe volte mi ricordi
una persona.-
Continuo
a non capire il suo
sbigottimento.
-Una
persona?- Ripeto, e la voce
che mi esce è più incuriosita che arrabbiata.
A quel
punto Jaken fissa un punto
dietro di me. E noto improvvisamente i suoi occhi illuminarsi -Ah!
Padron Sesshomaru!-
Ma non
si rende conto di essere
patetico?! Sembra un cagnolino!
Mi
volto. Come al solito
Sesshomaru non lo degna di uno sguardo.
Si
rivolge a me -Cucini, Rin?-
Mah..
contento Jaken..
-Ah-ah.-
Annuisco -Faccio del
pesce, lo vuoi anche tu?-
-Ma
almeno sai cucinare?-
Il suo
tono falsamente scettico mi
diverte -Naturalmente! Ho passato l'adolescenza in una famosa
locanda! E per la cronaca, dopo Megumi ero considerata io la cuoca
più abile!-
-Allora
va bene.-
-Padron
Sesshomaru! Dove siete
stato?- Gracchia Jaken. Io rovisto nella sacca.. da qualche parte ci
devono essere dei guanti di pelle.. -Il vostro umile servitore era
molto preoccupato. E in più Rin non si è
comportata affatto bene!-
Ahah, eccoli! Ero sicura che ci fossero, li ha comprati Mariko..
Perfetti per pescare! -Bisognerà insegnarle di nuovo
l'educazione, a
questa qua. Insomma, mi sembra che col tempo si sia dimenticata un
po' di cose.. è già tanto che la teniamo qui con
noi e le salviamo
la vita tutte le volte.. ma se si comporta così noi non..-
-Jaken.-
Lo interrompe. Dal tono
capisco che non lo è stato a sentire nemmeno per un attimo
-Vai a
prendere Ah-Un. Ho intenzione di ripartire sta notte.-
Mi metto
i guanti e mi alzo.
Vedo
distrattamente Jaken fissare
prima me, poi Sesshomaru.
Scuote
la testa e sospira. Poi si
volta e si dirige verso la radura dove abbiamo lasciato pascolare
Ah-Un.
Ma.. che
avrà mai quel rospo?
Incrocio
le braccia, e fisso
ostinatamente i due demoni.
Passano
alcuni istanti, ma loro
non accennano a dire niente.
Sesshomaru
guarda il fuoco
scoppiettante, cosa ci trovi di tanto interessante lo sa solo lui.
L'altro è concentrato sul suo pesce.
Cerco di
mantenere quella
posizione per alcuni minuti, ma poi non ce la faccio più
-Allora?!-
I due
alzano lo sguardo su di me.
-Allora
cosa?- Mi chiede Jaken.
-Allora
hai perso! La mia cucina è
buonissima, non puoi negarlo. Dove sono i mei yen?!-
-Il
giudice è padron Sesshomaru!-
Ribatte.
Sisi,
che cerchi pure di sviare il
discorso. Ma i soldi li voglio!
Porto lo
sguardo sul demone bianco
-è buono.- Dice, per poi tornare a fissare il fuoco.
A Jaken
esce un urlo strozzato.
Io credo
di fare un mezzo ghigno.
-Bene bene bene..- Tendo una mano.
-Ehm..
non ho i soldi qui con me.-
-Che
cosa?! E tu avresti fatto una
scommessa senza avere i soldi?-
-Il
fatto è che..-
-Pensavi
che io avessi perso!-
-Non sei
mai stata brava a
cucinare!-
-E
allora mi volevi fregare, non è
vero? ma non ci sei riuscito!-
-Ma cosa
te ne fai di quei soldi?-
-Mi
compro un kimono, va bene? Un
kimono!-
-Ma ce
l'hai già!-
-Ma
questo fa schifo! E poi non è
mio, è di Mariko!-
-Da
quand'è che ti è venuta la
mania per i kimoni?!-
-Ehm..-
Credo di arrossire un
poco, quindi volto la testa di lato -è per una cosa che ha
detto
Mariko..-
-Cos'ha
detto?-
-Ehm..
be'.. che quando una
ragazza matura tende a.. oh ma insomma, che ti interessa?! Sono cose
da ragazze, tu non puoi capire!-
-E da
quand'è che sei..-
-Non lo
dire!- Lo prendo per il
collo e lo scuoto, ignorando le sue suppliche.
Non
sopporto quando mi tratta da
bambina! Mi da un fastidio incredibile!
Uffa,
però in effetti è strano.
Le parole di mia sorella relative all'abbigliamento di una donna non
se ne vogliono andare. Come se le avesse scritte nella mia testa con
inchiostro indelebile!
E io
sembro da un po' di giorni
avere il disperato, e assurdo, desiderio di essere considerata una
donna.
Non so
bene perché, ma ho il
sospetto che centri la storia tra Sesshomaru e Ksunade..
è..
come se volessi dimostrargli
qualcosa. Forse di essere cresciuta..
La
verità è che mi sento ancora
una ragazzina!
Mah, mi
rendo conto da sola di
essere una tale stranezza..
Jaken
finisce di mangiare, sotto i
miei costanti sguardi torvi.
Gli
conviene racimolare qualche
yen entro pochi giorni! Perché io non sono una tipa paziente!
Dopo
qualche minuto lo sento
russare.
Appoggio
la testa a una roccia e
chiudo gli occhi, proverò a dormire anche io..
-Rin,
sei felice?-
Li apro
di scatto, il mio cuore
perde un colpo.
Annuisco
piano, ma senza guardarlo
in faccia.
Non so
perché, ma ho
l'impressione che quella domanda sia carica di significati.
-Non va
bene.-
-Perché
no?- Chiedo debolmente.
-Perché
sei circondata da demoni,
quando dovresti essere con quelli della tua specie.-
Sbuffo.
-Ancora con questa
storia?- Mi metto seduta, a gambe incrociate -Sono fatti miei.-
Guardandolo
con la coda
dell'occhio, scopro che il suo sguardo si è fatto diffidente
-Questo
non è vero.-
-Cosa?-
Si alza,
noto nel suo
atteggiamento un briciolo di irritazione -Questi non sono solo fatti
tuoi.- Risponde. E incomincia a camminare.
Perché
accidenti vuole sempre
avere l'ultima parola su tutto?!
Dopo
qualche istante mi alzo anche
io. Non sopporto quella situazione! Cerco di raggiungerlo, ma
inciampo e cado sull'erba.
-ahi..-
Mi lamento, notando un
gomito sbucciato.
Alzo la
testa, Sesshomaru mi sta
osservando inespressivo.
Ovviamente.
Le parti migliori non
se le perde mai.
Sospiro
-Mi consideri patetica,
non è vero?- Non avrei mai immaginato di avere il coraggio
di fargli
quella domanda. Ho troppa paura della risposta che mi può
dare..
Il suo
volto si tende -Si.-
Risponde -Odio i goffi movimenti di voi altri esseri umani. Detesto i
vostri sentimenti, deboli e poco dignitosi. Le vostre piccole
paranoie inutili, come le tue ad esempio. Sono ore che ti chiedi se
provo qualcosa per quella rinnegata. La risposta è no, Rin.
E odio
anche la vostra prevedibilità, a volte è
così facile capire quello
che pensate.. e altre volte così tremendamente complicato.
Perché è
questo che siete, esseri contorti. Senza alcuna logica.-
Abbasso
la testa, sotto il peso di
tutte quelle accuse.
Vuole
farmi vergognare di essere
umana? Questo mai. Mi posso vergognare di molte cose, ma non di
questa.
E allora
lui? Lui sarebbe logico?
Che salva la vita ad una semplice umana per poi dirle quelle cose?!
-Ma con
te è diverso.-
Sobbalzo.
-Considero
delle nullità demoni
contro cui tu non avresti alcuno scampo. Di livello nettamente
inferiore uomini che ti potrebbero piegare con un solo braccio.
Eppure
non riesco a considerarti
inferiore.. Tu, che sei la più strana tra tutti gli umani
con cui ho
avuto a che fare.
Che ti
sei rifugiata da un demone,
quando degli esseri umani ti facevano paura.
Proprio
tu che mi dai
tremendamente fastidio, perché in un certo senso riesci a
scrutare
nel mio animo e a capire chi sono veramente.
Provo il
desiderio di proteggerti,
e questo mi da altrettanta frustrazione. Tu non ti immagini quanta.
Da
quando Lord Sesshomaru prova tali
sentimenti umanoidi
per una semplice femmina?
Io ti
considero al mio livello. E
probabilmente anche mio padre la considerava nella stessa maniera.-
Capisco
di chi sta parlando. Si
sta riferendo alla madre di Inuyasha.
Ha
paragonato me,
alla donna di cui suo padre si è innamorato.
Non
capisco..
Mi alzo.
Lui non mi sta più
guardando in faccia.. Ho la sensazione che il suo discorso fosse
più
rivolto a se stesso, che a me. Probabilmente anche lui non capisce.
Non oso
avvicinarmi più di tanto.
Forse gli darebbe fastidio.
-Ti
posso fare una domanda?-
Chiedo.
Lo vedo
annuire.
-Avresti
ridato la vita a un
qualsiasi umano, quel giorno.. con Tenseiga.. Oppure solo a me?-
-Non so
risponderti.- Fa una pausa
-Probabilmente se avessi ridato la vita ad un normale umano non lo
avrei tenuto con me.-
-Capisco.-
Dopo
qualche istante sorrido. Lui
si volta, leggermente stupito.
-è
il discorso più lungo che ti
ho sentito fare.- Commento.
Mi
guarda con espressione
indecifrabile. Poi il suo volto si indurisce. Volta la testa di
scatto, e fissa un punto davanti a se.
Seguo lo
sguardo.. Vedo solo la
pianura verdeggiante coperta dal calmo mantello notturno..
-è
qui.- Mi dice.
Sbatto
le palpebre -Chi?-
-Ksunade.
Non siamo partiti in
tempo.-
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 9° ***
Ciao a tutti e grazie per aver commentato =) allora.. mi avete fatto
delle domande e io da brava rispondo U.U visbs88: per certi
atteggiamenti a jaken rin ricorda sesshomaru. Volevo mettere in risalto
il fatto che rin e sesshomaru nel profondo sono molto simili come
persone =) Lagadema: ti ringrazio soprattutto per avermi fatto notare
che è improbabile la scena dove rin spinge jaken. Ho
sbagliato io, perché non avevo specificato che volavano a un
metro da terra.. e voi di certo non ve lo potevate sognare!
Purtroppo dare per scontato qualcosa è un errore che si
rischia di fare spesso quando si scrive. Quindi grazie =)
Buon 9° capitolo.. ci avviciniamo alla conclusione!
_______________________________________________________
Capitolo
9
All'inizio
non vedo nulla.
Poi
scorgo un'elegante figura che
avanza a ritmo lento. Una figura bianca, così bella da
sembrare
irreale.
Solo una
persona può sperare di
competere con lei in fatto di classe.. Solamente una può
sembrare
altrettanto glaciale, da far apparire la notte e il buio
insignificanti a suo confronto.
E quella
persona è di fianco a
me.
Porto lo
sguardo sul suo viso. Lui
non ricambia.
Non
stacca gli occhi dalla ragazza
bianca, e non sono così stupida da pensare che sia per via
della sua
bellezza.
No..
Quello sguardo Sesshomaru lo
dedica solo ai suoi avversari, quelli potenti. Quelli contro cui sa
che sarebbe un imprudenza distrarsi.
Jaken si
sveglia di soprassalto,
probabilmente per via dell'aura di Ksunade.
Balbetta
qualcosa, è spaventato.
Anche io lo sono.
Infondo
perché non dovrei? Quella
donna è convinta che uccidendo me riuscirà ad
ottenere l'uomo che
ama.
è
buffo il fatto che un demone si
senta così minacciato da un'umana.
Lentamente,
volto la testa verso
di lei. E intravedo un sorriso beffardo spuntarle sulle labbra
sottili.
Rabbrividisco.
-Vai da
Jaken.- Mi sussurra
Sesshomaru.
-Hai
intenzione di sfidarla?-
-Vedi
altre prospettive?-
Scuoto
la testa, ma non mi muovo.
Vedo con
la coda dell'occhio il
suo sguardo farsi irritato. -Allora?-
-Io..
volevo dirti che mi
dispiace.-
Alza un
sopracciglio e io abbasso
la testa. Ci tengo a dirglielo, anche se probabilmente mi
prenderà
per stupida.
-Mi
dispiace se per colpa mia devi
combattere contro la madre dei tuoi figli.- Spiego a bassa voce.
Sesshomaru
all'inizio non
risponde.
-Stai
dicendo delle assurdità.-
Dice ad un certo punto.
Mi
aspettavo una risposta simile..
Assurdità.. Combattere con lei è
un'assurdità per lui..
Mi volto
e raggiungo Jaken.
Come
può essere così? Come può
volerla uccidere?
Mi
ha spiegato quello che lei è solita fare ai propri eredi
considerati
immeritevoli.
Roba da far inorridire anche il più coraggioso.
Ma non
riesco a non sentirmi in
colpa. E se per colpa mia, i figli di Sesshomaru restassero senza
madre?
Il mio
flusso di pensieri viene
interrotto dalla voce leggera di Ksunade.. e di conseguenza vengo
ricatapultata nella realtà. Per il momento forse
è sufficiente
preoccuparmi solo per me.
-Certo
che tu e quella femmina
siete un quadretto proprio divertente.- Commenta lei, inclinando
leggermente la testa. è a pochi metri da Sesshomaru.
Avverto
la minaccia in quella
vicinanza, in qualsiasi momento può decidere di attaccarlo..
e lui
non ha ancora estratto Tokijin.
Non le
risponde, tutte le accuse
sotto intese presenti in quella frase sembrano scivolargli addosso.
Ma
Ksunade non sembra delusa,
anzi.. il suo sorriso si allarga.
-Sesshomaru,
Sesshomaru,
Sesshomaru..- Mormora. E inizia a girargli attorno. -Certo che sei
davvero caduto in basso. Chi se lo sarebbe mai aspettato da te?
Com'è
che si dice? Ah, si.. Tale padre, tale figlio.-
-Che
cosa vuoi, Ksunade?- Chiede
freddo, portando la mano sull'elsa di Tokijin -Punti ancora alla vita
di Rin?-
-Rin!-
Ripete con vigore. Sento un
brivido corrermi lungo la spina dorsale -Proprio lei, quell'assurdo
essere umano che ti porti dietro. Ma così di fai del male da
solo,
Sesshomaru.-
Senza
preavviso, Ksunade scatta.
Così rapida che ne vedo solo i contorni.
Con un
artiglio punta al fianco di
Sesshomaru.
-NO!-
Strillo, ma poi mi accorgo
che lui non si è mosso di un centimetro. Come se non gli
interessasse..
Sento il
rumore metallico di una
spada caduta a terra.
E
Sesshomaru è ancora lì, senza
alcuna ferita, che fissa imperturbabile Ksunade raccogliere Tenseiga.
-Il tuo
gesto non ha senso.-
L'avverte -Quella spada non ha alcun potere offensivo.-
-So bene
che poteri ha.- Replica,
osservandola. -E non me ne voglio servire.. Volevo solo privartene.-
Sesshomaru
corruga la fronte.
Ksunade
sorride, e sia affretta a
spiegare -Quando la tua cara, dolce Rin morirà per mano mia,
non
avrai più alcun mezzo per riportarla da te.-
Quella
frase sembra per la prima
volta riuscire a far scattare qualcosa dentro di lui. Il suo sguardo
si oscura, gli arti si tendono.. -Pensi davvero che te lo
lascerò
fare?-
Scatta,
senza aspettare una
risposta ben precisa. Con un solo movimento fulmineo ed elegante,
scompare dalla mia visuale per riapparire di fronte a lei. Una lei
compiaciuta..
In quel
momento succede qualcosa.
Sento qualcosa..
Suoni
amplificati. Come il
bisbiglio di Ksunade.. -Oh, tu no di certo.- Ha detto proprio
così..
O il rumore tagliente dei loro artigli velenosi che si scontrano.
Suoni
muti, come le parole che mi
sta dicendo Jaken.. ma che io non riesco a sentire.
E la
certezza di un'unica cosa: la
voglia incontrollabile di avvicinarmi al luogo dello scontro.
Prima
avanzo lentamente. Poi
aumento il passo. Infine corro, presa da un'irrefrenabile fretta.
I due
non mi prestano attenzione,
presi come sono dal loro combattimento. Non so come stia andando la
battaglia, io devo solo correre. E non ho voglia di fare nient'altro!
Senza
accorgermene mi trovo a
pochi metri da Ksunade. Lei mi guarda vittoriosa, e abbassa gli
artigli.
Sesshomaru
invece sembra furioso.
-Che stai facendo?!- Mi chiede, glaciale -Vattene!-
E
perché? Perché dovrei fare una
cosa simile?
Non
voglio obbedirgli..
-Rin!-
Mi urla ancora, ma questa
volta la sua voce fredda ha una nota diversa.. La colgo, ma non
riesco a capire cosa sia.
Abbandona
il mio sguardo, per
concentrarsi sulla ragazza bianca, che osserva la scena con evidente
divertimento.
-Stai
usando il tuo potere.-
-Ah-ah.-
Annuisce.
Io non
capisco.. ma d'altronde non
ho alcuna voglia di capire.
-Lei
è forte.- Ribatte Sesshomaru
-Non l'avrai mai.-
-So che
è forte. Ma questa volta
sono preparata.-
L'espressione
di Sesshomaru non
cambia, sembra sicuro di qualcosa. -Rin..- Mi dice senza guardarmi
-Falle vedere di cosa sei capace.-
Ma che
vuole? è da quando lo
conosco che si aspetta sempre qualcosa da me. Ma io non ho
più
alcuna intenzione di stare a sentire le sue assurdità!
Voglio
stare qui! è giusto così.
Ksunade mi farà del male, ma non mi importa.
-No.-
Sesshomaru
mi guarda, stupito.
-No.-
Ripeto, leggermente più
forte.
-Sentito?-
Chiede Ksunade, sembra
dover scoppiare a ridere da un momento all'altro -..no!-
Prima
che entrambi abbiamo il
tempo di fare qualsiasi cosa, lei stende un braccio.
Vedo un
luccicore abbagliante, e
senza pensarci mi copro gli occhi con le mani. Dalle fessure create
dalle mie dita, riesco ad accorgermi di una sfera d'energia pura che
punta dritta verso di me..
Sento
l'incantesimo di Ksunade
dissolversi sotto l'onda di terrore che mi avvolge.
Non ho
tempo di ripensare a
niente. Questo mi sconvolge.
Tengo le
mani premute contro la
pelle, non voglio vedere. Le premo così forte da graffiarmi
la
faccia.
Addio.
Passano
i secondo, sento un groppo
alla gola. Ne passano molti, forse sono già morta. Ne
passano
troppi, apro gli occhi. E il dolore mi travolge.
No, non
quello fisico. Peggio. Un
tipo di dolore a cui so di non sapere resistere.
-No..-
Mi esce un sussurro appena
percettibile, che poi si alza di parecchie ottave -No. No! NO!-
Ci sono
io, ferma, che grido. C'è
Ksunade, sta trattenendo il respiro, scossa. E soprattutto
c'è lui,
disteso a terra, sanguinante, gli occhi chiusi. è proprio ad
alcuni
passi da me.
Quello
che è successo è fin
troppo evidente.
Sento le
gambe tremarmi.
Non
doveva farlo. Non ne valeva la
pena..
Sento le
guance bruciare.. E solo
quando noto il sangue gocciolare sul kimono mi accorgo di essermi
procurata tagli profondi con le unghie.
è
morto.. Lui è morto. Le mie certezze sono morte. Io
sono morta.
Volto
violentemente la testa. Non
riesco a vedere il suo cadavere. Mi sento male..
E
mentre, la mia mente cerca
qualcosa. Qualsiasi cosa che possa bloccare quel dolore
insopportabile, che sia una medicina o buttarmi giù dal
primo ponte
che trovo, lo sento.
Il
respirare rauco di un essere
che non ha ancora intenzione di morire.
Vengo
avvolta da una nuova
speranza.. E senza accorgermene ne faccio la mia unica ragione di
vita.
Mi getto
al suo fianco con foga.
-Sei
vivo?- Chiedo, senza fiato.
In
risposta, annuisce piano. Sento
le prime lacrime sgorgare.
La
felicità che provo è
paragonabile solo ad un arcobaleno innalzatosi dopo una violenta
tempesta. Non so perché, ma quest'immagine mi riempe la
testa.
è
vivo. Per la prima volta la
morte che mi porto dietro dovunque vada ha risparmiato qualcuno.
Ma la
paura è ancora grande..
Ho la
paura immotivata di
perderlo.. Fatico a respirare, forse è una conseguenza..
Senza
pensarci troppo, mi getto al
suo collo..
-P-per
favore. Non morire.- Lo
supplico, la voce rotta dai singhiozzi.
Non lo
dovevo fare, ne sono
consapevole. Da un momento all'altro mi spingerà via,
infuriato..
Pazienza, ne vale la pena.
Il suo
profumo mi riempie le
narici, e in questo modo ho la stupida certezza che resterà
con me.
A mia
sorpresa, sento il suo
braccio stringermi a se.
Sgrano
gli occhi, ma poi sorrido.
Pervasa da un senso di dolcezza.
Sfuggo
dalla sua presa e mi alzo.
A questo punto, niente e nessuno me l'avrebbe più portato
via.
Mi volto
verso Ksunade. Non mi
sono scordata della sua presenza, tutt'altro.
Sta
fissando Sesshomaru,
sconvolta. Quell'espressione non mi intenerisce, sento invece un
carico di rabbia salirmi dallo stomaco.
Non ho
smesso né di tremare, né
di piangere e né di sanguinare. Ma non mi interessa, potrei
essere
la persona più patetica del mondo in questo momento..
Sarei
comunque pervasa da questa
piacevole sensazione, provata così poche volte nella mia
vita.
-Vattene
immediatamente.- Sibilo,
e mi stupisco di quanto la mia voce risulti acida e sicura.
Alza gli
occhi su di me -No.. è
stata tutta colpa tua. Lui non..-
-ZITTA!-
La vedo
sobbalzare. Non mi
interessa. Non me ne frega nulla del fatto che lei sia un demone e io
no. Che lei sia potente e io no. Che lei sia bellissima e spietata e
io no.
Adesso
è tutto irrilevante.
Le
punto il dito contro -So cosa sei. Una ragazzina
viziata, abituata ad avere tutto quello che desidera! Sesso, potere,
uomini! Almeno finché non ti si è parata davanti
una cosa che non
riesci ad avere. Una cosa che non puoi
avere! E l'hai desiderata, l'hai desiderata a tal punto che tu stessa
l'hai scambiata per amore. Mi fai schifo!- Non vedo bene il suo viso,
le lacrime rimaste mi oscurano la visuale. Ma posso provare ad
immaginarmelo.. e il pensiero mi dona sicurezza.
-Adesso
sparisci.- Le dico infine,
la voce di nuovo rotta dai singhiozzi -Non ti voglio rivedere mai
più! Vai dove ti pare ma non farti mai più
rivedere!-
Silenzio..
-Mi..
dispiace.- La sento dire
infine. Poi mi obbedisce.
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 10° ***
Ciao a tutti =) Kagomina Innamorata: dopo questo capitolo manca ancora
l'epilogo, poi la storia si concluderà. Allura.. prima di
lasciarvi in pace a leggere questo 10° cap vi devo dire alcune
cosette =) Intanto questo è un capitolo che contiene
informazioni fondamentali non per questa ff ma per la mia prossima
storia (se qualcuno avrà la pazienza di leggerla.)
Poi.. premetto che tra poco avrete l'onore di vedere gli
eredi di sesshomaru xD Anche loro saranno indispensabili per
la mia prossima storia.. Spero di avervi incuriosito almeno un pochino
=) Un bacio!
_____________________________________________________________
Capitolo
10
Un
petalo di ciliegio mi sfiora la
guancia, ancora dolorante.
Quel
tocco mi dona serenità..
Lo
afferro prima che cada terra, e
lo uso per accarezzarmi il viso.
Sfioro
la fronte, le palpebre
chiuse, il naso, le labbra, il mento..
Quanto
tempo è passato?
Una
settimana? Due? Un mese?
Ho
smesso da un po' di contare i
giorni.. Perché ogni giorno che passa senza sue notizie
equivale ad
una pugnalata in pieno cuore.
Cerco di
respirare, confortata da
quel dolce profumo.
Le
parole di Jaken mi riempiono la
testa..
Sacrificio.
Ferite gravi. Curare.
Nichihostu.
Chi
è poi questo tizio? è
davvero in grado di curare Sesshomaru?
Non
sapere nulla mi fa star male..
Non mi
sono ancora arrivate
notizie.. Forse perché non c'è nulla da sapere.
O forse
perché hanno paura di
darmi un dispiacere dicendomi che..
Scuoto
la testa. No! Non ci voglio
nemmeno pensare.
Non
devo dimenticare che Sesshomaru è pur sempre Sesshomaru.
Anche se mi
ha svelato quel suo lato.. diverso..
rimane lui!
Lui
freddo, glaciale,
impassibile.. Lui, disposto a sacrificare la sua vita per la mia.
-Rin.-
Il petalo mi sfugge di
mano, colpito da una folata di vento. Galleggia sinuoso nell'aria,
per poi posarsi dolcemente sul terreno.
Apro gli
occhi e volto la testa
verso il ragazzo. è qualche hanno più grande di
me. è una brava
persona.
Lo
saluto, sforzandomi di
sorridere.
Gli sono
grata per avermi
ospitata, qui mi trattano bene..
Ma
perché non ho potuto andare con lui?
Mi sento come se l'avessi tradito..
Dovevo
insistere.. Dovevo
convincere Jaken a portarmi. Dovevo fargli in qualche modo capire che
sarei impazzita, restandomene in attesa in un villaggio umano!
Sento
gli occhi farsi umidi. Non
ci posso fare niente, ma mi sforzo di non piangere.
Il
ragazzo si precipita al mio
fianco, si siede su quella panchina naturale, formata dalle radici di
un albero di ciliegio.
Leggermente
imbarazzato, mi cinge
le spalle e spinge delicatamente la testa sulla sua spalla.
Chissà
quanto gli è costato quel
gesto, non ho bisogno di guardarlo per sapere che è rosso
come un
peperone.
Ma io
non posso dargli ciò che
cerca.. Potrebbe quella ragazza, che lo guarda da lontano,
sospirando. Potrebbe quella smorfiosetta della figlia del capo
villaggio, che si è messa in testa di conquistarlo.. Si,
anche lei
potrebbe.
Ma non
io. Perché io appartengo
già a qualcun altro.
Me ne
sono resa conto quando è
quasi morto. Il dolore che ho sentito vedendolo disteso a terra,
pieno di sangue.. Rabbrividisco.. Nessuna sensazione che ho mai
provato è stata tanto intensa.
Il
ragazzo, che peraltro non ne
ricordo il nome, stringe l'abbraccio pensando che abbia freddo.
Non
voglio che fraintenda, ma non
riesco a spezzare anche il suo cuore. Per oggi basta il mio..
-Mi puoi
dire perché sei tanto
triste?- Mi chiede con voce dolce.
Alzo le
spalle.
-Da
quando sei arrivata hai aperto
bocca poche volte.- Mi fa notare.
-Già.-
Perché?
Perché si sente attratto
da me?
Proprio
io, che sono riuscita a
fare scappare tutti quelli che hanno cercato di attaccare bottone con
il mio sguardo disanimato.
Ho
bisogno di solitudine. Ma sono
troppo stanca perché la sua presenza riesca a irritarmi.
Esita un
secondo, forse i miei
pensieri sono fin troppo chiari -Vuoi che ti lascio sola?-
-Si, per
favore.-
Lui
sospira. Scioglie l'abbraccio
e si alza. Prima di andarsene mi sorride, un sorriso di
incoraggiamento.
Già..
è una brava persona..
Chiudo
di nuovo gli occhi, e
assaporo l'aria. Il silenzio assoluto è proprio quello che
ci vuole.
Mi
piacerebbe addormentarmi, per
sfuggire a quest'angoscia. Ma anche il mondo dei sogni non mi lascia
tregua..
Soffia
una folata di vento. Sento
i miei capelli scompigliarsi.
Un'altra
folata, e l'aria mi
schiaffeggia in pieno viso.. C'è qualcosa nell'aria.
Qualcosa di
diverso.. Un qualche profumo, una qualche presenza.
Sobbalzo
e apro gli occhi.
Il
battito cardiaco accelera..
Sesshomaru
è a qualche passo da
me. E sta bene.
Mi sta
guardando, e non riesco
proprio a immaginarmi quello che stia pensando.
Per
qualche momento sto zitta,
travolta dal sollievo.
-Respira,
Rin.- Mi ordina.
Io cerco
di obbedire. Non mi sono
nemmeno resa conto di avere trattenuto il fiato, vedendolo.
Avanza
lentamente, e si siede
vicino a me. Io abbasso la testa.
-Come
stai?- Mi chiede.
-Tu
piuttosto.- Rispondo, sempre
senza guardarlo negli occhi. Codarda.
Percepisco
il suo sguardo
indagatore, e chiedo piano -Perché l'hai fatto?- Mi
costringo a
guardarlo -Ti sei comportato da idiota.-
Il suo
sguardo mi pietrifica prima
che possa dire altro.
-Dovresti
ringraziarmi.- Dice,
nella sua voce non è presente nessun tono d'accusa -Sei
viva.-
-Pensi
davvero che mi sarebbe
importato qualcosa di essere viva, se tu fossi morto?-
Mi
continua a fissare per alcuni
istanti, poi porta lo sguardo sul cielo -Questa è una delle
cose che
avrei voluto non si verificassero.-
Capisco
immediatamente a cosa si
riferisce.
Deglutisco,
per rendere la voce un
po' meno roca -Ma ormai non ci puoi fare più niente.
è successo. Ti
amo.-
-Già,
anche io.- Il suo sguardo è
sereno, sempre perso nell'orizzonte.
Poi, a
mia sorpresa, si alza così
velocemente che i miei occhi umani non riescono a metterlo a fuoco.
-Ti
voglio mostrare una cosa.- Mi
tende una mano -Ma faremo prima viaggiando a velocità
demoniaca.-
L'afferro,
leggermente stupita.
Quel contatto mi da una sensazione strana..
Poche
volte ho avuto un contatto
fisico con lui. Non ama essere toccato.
Eppure
la sua mano si chiude
delicata intorno alla mia.. Come se stringere un'immonda e inferiore
mano umana fosse per lui la cosa più naturale al mondo.
Lo vedo
tenere gli artigli ben
distanti dalla mia pelle.
-Dove
andiamo?- Riesco finalmente
a chiedere.
Evita la
risposta, -Chiudi gli
occhi.- Mi dice.
Sospiro
e obbedisco. La curiosità
ha preso il sopravvento..
Sento
qualcosa di terribilmente..
strano. Non doloroso, ma strano.
Come se
venissi risucchiata in
avanti ad una velocità mostruosa, rinchiusa in un barattolo
senz'aria e avvolta da un accecante fascio di luce.
Mi sento
tutta indolenzita quando,
alcuni minuti dopo, percepisco di nuovo la terra sotto i piedi.
Apro gli
occhi esitante. Noi due
siamo ancora mano nella mano, ma il posto è diverso.
-Cos'era?-
Chiedo, e mi esce una
voce buffa.
-Il mio
modo di percorrere le
grandi distanze.- Lascia la mia mano -Da qui in poi dovremmo
proseguire a piedi.-
Ci
troviamo in una foresta poco
fitta. Il sole filtra con facilità attraverso i rami.
Vicino a
noi scorre un piccolo
ruscello.. Lo scrosciare dell'acqua è famigliare e
rassicurante.
Camminando
avverto il piacevole
tepore del sole sulla pelle.
Ora che
so che sta bene, ora che è
vicino a me.. il dolore si attenua.
Per
qualche istante, durante
questi giorni, ho davvero temuto al peggio..
-Chi
è Nichihostu?- Chiedo ad un
certo punto, per spezzare il silenzio.
Non che
mi importi veramente. Sta
bene, è questo l'importante.
Tutto il
resto viene dopo.
-è
il re dei demoni.-
Quelle
cinque parole mi prendono
in contro piede. -A questa domanda non ti è concesso
rispondere con
due parole.-
Esiste
un re dei demoni? Mi
stupisco per la curiosità che provo..
-Vuoi
sentire tutta la storia?-
Annuisco.
-Anche
noi demoni siamo
governati.- Spiega, inespressivo -E abbiamo delle regole d' onore.
Le
regole furono stipulate dai
demoni più potenti del periodo, prima ancora che mio padre
nascesse.
Ma esseri di particolare infimità non ne tennero conto.
Così
nel periodo antico fu scelto
un demone come re e fu stabilito che i suoi discendenti avrebbero
preso il suo posto, per stabilire un po' di controllo su tutti i
demoni che si spartivano il territorio.
Ma
presto incominciarono a sorgere
dei problemi. Nel resto del mondo i demoni maggiori aumentarono
sempre di numero, e non conoscendo nessuna autorità si
comportavano
come meglio credevano..
Inoltre
molti demoni di qui
cominciarono a considerare troppo piccola l'isola. Volevano ampliare
i loro territori.
Ci fu un
emigrazione di massa.
Dopo di
che, la situazione nel
resto del mondo si aggravò sempre di più. Si
scatenarono violente
guerre, si crearono clan di soli mezzo demoni. Senza contare poi
delle violente sommosse dei freddi presenti già da prima
nella
zona.-
Vorrei
chiedere chi fossero i freddi,
ma non ho alcuna intenzione di interrompere la storia. Non pensavo
che il mondo demoniaco fosse così organizzato..
-La
famiglia reale decise così di
trasferirsi fuori dall'isola. Confidarono nel fatto che i vari clan
rimasti in Giappone avrebbero mantenuto i loro territori, impedendo
ai nemici di ampliarli. Per un po' fu così, come ad esempio
tra il
clan di mio padre e quello delle pantere. Ma poi la situazione
degenerò..-
-Con la
comparsa della sfera dei
quattro spiriti.- Concludo io.
La
storia mi ha veramente
affascinata, ho tante domande da fargli.. Chissà se mi
è permesso
sapere più di tanto.
-Nichihostu
è il re?-
Annuisce.
-Quindi
tu sei stato nel suo
palazzo?-
-Suo
padre e il mio si
conoscevano. è stato.. contento di vedermi.- La sua voce
continua a
essere totalmente inespressiva, tanto che mi chiedo se lui invece non
nutra sentimenti diversi da quelli di Nichihostu.
Poi
capisco, e mi scappa un
sorriso.
Ma
certo.. Sesshomaru inferiore a
qualcuno? Sesshomaru non al gradino più alto della scala?
Gli
darebbe troppo fastidio. Del
resto è un tipo ambizioso..
Decido
che è meglio lasciar
perdere il discorso Nichihostu, anche se mi incuriosisce tanto. Di
sicuro mi risponderebbe, ma non con particolare entusiasmo.
-è
ancora distante il luogo in
cui dobbiamo andare?- Chiedo.
-Non
molto.-
Continuiamo
a camminare per
qualche minuto, in silenzio.
Non
è imbarazzante stare in
silenzio con lui..
Nel mio
petto batte un cuore caldo
e umano, nel suo uno freddo e demoniaco.
Eppure
ci intendiamo alla perfezione.. Chissà, forse insieme ci
sentiamo
completi.
Ci
mettiamo circa un quarto d'ora
per arrivare.
è
una specie di radura scavata
nel cuore della foresta.. Come su un'impronta di un enorme bestia, ci
troviamo più in basso del livello terreno su cui abbiamo
camminato
sino a poco fa.
Nel lato
est della radura scorre
un ruscelletto. Prende velocità nel tratto in discesa..
insinuandosi
agilmente fra le rocce.. Poi si addentra nella foresta, nel punto
dove il dislivello è più basso.
Al
centro della radura torreggia
un'enorme quercia.
C'è
un senso di pace in quel
luogo. Un non so che di magico..
Sesshomaru
punta verso la quercia,
io lo seguo.
Ci
fermiamo a pochi metri
dall'albero. Quella vicinanza mi è sufficiente per coglierne
parecchi particolari..
Dev'essere
antico.. La corteccia è
scalfita e rugosa, come la pelle decadente di un anziano.
I rami
però sembrano non
percepire la sua vecchiaia, e si innalzano fino a toccare il cielo..
Due rami
robusti si intrecciano,
formando una piattaforma naturale..non riesco a scorgerla bene
però..
è protetta da troppe foglie.
Senza
pensarci, allungo una mano
fino a sfiorare la corteccia.
Calda.
Poggio
la mano e trattengo il
respiro per alcuni istanti.
-Questa
quercia è viva..
non è vero?-
Come
risposta, da quello che si
può definire il centro del tronco, le rughe della corteccia
si fanno
via via più calcate.. Fino a formare una sagoma.
Il volto
di una vecchia donna.
Lo
spirito non sembra minimamente
infastidito dal mio contatto..
Guarda
Sesshomaru, e gli indica
con gli occhi la piattaforma naturale che ho notato prima.
Lui
annuisce, poi si rivolge a me
-Questa è Furora, la quercia secolare che protegge i figli
di chi
non può prendersene cura.-
La mano
mi cade lungo un fianco.
Perché? Perché mi fa questo?
Alzo uno
sguardo implorante sul
suo volto.
-Mi hai
portata dai figli di
Ksunade.- La mia voce sa più di una debole constatazione,
che di
un'accusa.
Esita..
-Non vedrai lei riflessa
nei loro occhi.-
Non
rispondo e avanzo lentamente
verso la piattaforma creata dai rami. Non sono realmente sicura di
quello che sto facendo.. Sesshomaru mi segue.
Scosto
le foglie.
Sui rami
ci sono due angeli.
L'angelo
più piccolo è
addormentato.. Il suo petto si muove a intervalli di un secondo.
Ha una
minuscola mezza luna sulla
fronte, come quella del padre. I capelli argentei curiosamente
sparati all' insù.
Il volto
è dolce, come quello di
ogni bambino di pochi mesi.. Ma ha allo stesso tempo qualcosa di
affascinante che mi colpisce..
Le
orecchie sono lunghe, una
caratteristica che accomuna la maggior parte dei demoni. Le manine
infantili, incurvate sulla corteccia, possiedono già artigli
affilati.. A ogni respiro dischiude leggermente le labbra rosee,
permettendomi così di intravedere i canini.
Il
bambino è coperto da un
tessuto che sembra seta azzurra..
Un
angelo distruttore.
L'altro
angelo è seduto,
appoggiato alla corteccia.
Dimostra
al massimo tre anni..
La prima
cosa che mi colpisce di
lui è lo sguardo.. Gli occhi del bel marroncino chiaro del
padre,
della stessa forma di quelli di Ksunade.
Ma
Sesshomaru aveva ragione. Lei
non c'è.
Gli
occhi sono attenti,
intelligenti.. quasi umani. Non c'è traccia di disprezzo, o
cattiveria.
-Ciao..-
Gli dico, improvvisamente
colta da un attacco di felicità.
L'insicurezza
di prima di scioglie
davanti a quello sguardo.
-Ciao.-
Risponde, incurvando le
labbra all'insù.
La sua
voce ha un timbro
infantile, ma qualcosa di indefinibile me la fa sembrare già
adulta..
Sento il
bisogno irresistibile di
allungare la mano e di toccare la sua.
Lo
faccio, e allo stesso tempo,
l'angelo allunga anche il suo braccio.
La sua
manina si poggia
delicatamente sulla mia. Gli artigli sono già tanto affilati
da
potermi uccidere senza sforzo..
Sento la
voce di Sesshomaru dietro
di me -Ha la stessa abilità di Ksunade.- Pronuncia il suo
nome con
freddezza -Spinge gli altri a fare quello che lui desidera. Non la sa
ancora controllare.-
Ora
capisco. L'angelo desiderava
toccarmi.
Sorrido.
Anche
lui ha le orecchie
appuntite, e i capelli argentei. Le ciocche cresciute sopra le
orecchie cadono elegantemente sulle spalle, mentre gli altri capelli
rimangono curiosamente corti, come quelli del fratello.
Il suo
viso è spoglio da ogni
simbolo.. Anche le labbra sottili sono quelle della madre.
Porta
già una piccola veste, di
color smeraldo. Come il padre, ha avvolto intorno al corpo quello che
si può definire un pellicciotto.
Mi sono
sempre chiesta cosa sia.
Forse una coda?
Non ha
nulla da invidiare al
fratello, in fatto di artigli o zanne. Però su di lui fanno
un
effetto diverso..
Un
angelo gentile.
Mi
ricordo solo dopo qualche
istante che dietro di me c'è ancora Sesshomaru.
-Non ho
mai visto niente di tanto
meraviglioso.- Rispondo alla sua domanda silenziosa.
Lui non
risponde. Chissà a cosa
sta pensando.. Impossibile dirlo.
Comunque
io non mi sforzo di
capirlo, sono totalmente rapita dal quel piccolo essere angelico che
mi continua a guardare.
Leggo
curiosità nei suoi occhi..
Cosa
avrò poi di tanto
interessante? Sono l'unica cosa banale in questo luogo.
-Perché
mi hai portata qui?-
Chiedo, senza staccare gli occhi dal piccolo.
Quanto
vorrei poterlo prendere in
braccio, e stringerlo forte a me.
Potrei
farlo?
Con la
coda dell'occhio, vedo
Sesshomaru voltarsi.
-Insegna
loro quello che hai
insegnato a me.- Mi dice.
Sento il
battito del mio cuore
rimbombare nella cassa toracica.
-Mi stai
chiedendo di..-
-Esatto.-
Risponde, senza
aspettare che finisca di parlare.
Una
sensazione di ardente felicità
mi invade. La sento bruciare in ogni singola parte del corpo.
Non
riesco a rispondere. Come
potrei definire a parole quello che sto provando? Non capirebbe..
-Non sei
obbligata a fare niente,
Rin.- Evidentemente ha preso il mio silenzio come un rifiuto. -Se te
ne vuoi andare sei libera di farlo.-
Inizia a
camminare, e io lo seguo.
-Non
capisco che vuoi dire con..
insegna loro quello che hai insegnato a me.- Dico, con voce calma -Io
non ti ho insegnato niente. Quello che adesso vedi era già
dentro di
te..-
Passo le
mani sull'erba bagnata
dal sole, che mi sta iniziando a sfiorare il bacino.
I miei
passi provocano un fruscio
leggero..Che in qualche modo va ad inserirsi allo scrosciare del
ruscello e al canto degli uccellini in quest'attimo di pace assoluta.
-E
allora fallo capire anche a
loro.-
-Perché?-
è pura curiosità.
-Perché
non voglio che commettano
i miei stessi errori.-
Mai, e
dico mai, prima d'ora ho
sentito Sesshomaru ammettere di aver sbagliato in qualcosa.
-..Va
bene.- Accetto.
Lui si
ferma, ma non mi guarda.
Non
credo che abbia intenzione di
parlare.. Un passero fischia ripetutamente su un albero, vicino a
noi.
Non
servono a granché le parole
in attimi come questo.
-Come si
chiamano?- Chiedo. Sento
trasparire nella mia voce un po' della felicità che sta
rischiando
di accecarmi.
Vorrei
urlarlo al mondo intero:
sono tremendamente felice!
Felice
per aver trovato finalmente
il mio posto. Felice perché d'ora in poi non
dovrò mai più
fingere.
-Non lo
so.-
Ci
metto qualche secondo per realizzare -Non hai dato un nome ai
tuoi figli?-
-Daglielo
tu.- Mi risponde.
Questo
è un bel dilemma.
Come si
possono chiamare i figli
di un demone elegante, silenzioso e solitario?
Di
sicuro non Shiro. Ci vorrebbe
qualcosa di sofisticato. Di diverso, che renda l'idea.
-Che ne
dici di.. Koori e Aisu?-
-Se
proprio non hai niente di
meglio..- Sembra divertito.
Ah, ma
certo! Lui vuole dei nomi
più maestosi. Più lunghi, e più
difficili da ricordare.
Come..
Sesshomaru! O.. Inuyasha!
Non gli
vanno bene nomi semplici,
che ti saltano subito alla mente, come.. Rin!
Poi, dal
nulla, ecco che mi viene
un'illuminazione.
-Che ne
dici se il primogenito lo
chiamiamo Koori Houseki?- Mi rendo conto solo dopo aver parlato di
cosa comportano queste parole.
-Va
meglio.- Dice.
Houseki..
La figlia di Inuyasha si
chiama Hi Houseki, che significa gemma di fuoco.
Mentre
il figlio di Sesshomaru, si
chiamerebbe Koori Houseki. Ovvero, gemma di ghiaccio.
Per
rendere l'idea, la rende. Ma è
giusto?
Chissà
perché, l'uguaglianza fra questi due nomi mi suona come una
profezia. Come un filo, che
lega i figli di due fratelli che si detestano..
Quindi..
è giusto legarli? Oppure
il loro destino non è fatto per incrociarsi?
I due
cugini sono forse destinati
ad odiarsi.. come i genitori?
Sento
qualcuno che mi tira per il
polso e sobbalzo. Non mi sono minimamente accorta che Sesshomaru si
è
avvicinato così tanto..
La sua
stretta mi trascina verso
il basso, e io non oppongo resistenza.
Sesshomaru
si corica a terra, fra
l'erba incolta. E io appoggio la testa al suo petto.
Mi
azzardo a dare un'occhiata al
suo volto. Sembra rilassato, in pace con se stesso.
Sospiro.
-L'idea del nome non è
stata la mia. Hai più visto Inuyasha ultimamente?-
-No.- La
sua voce è perfettamente
incolore.
Riesco a
capire molte cose di lui.
Ma non cosa prova esattamente nei confronti del fratello.
-Be', ha
una figlia. È molto
bella.. avrà più o meno l'età di
Koori. Si chiama Hi.. Hi
Houseki.-
Niente
di lui, si muove. Né il
suo corpo, né il suo viso fanno una piega..
In
questo momento darei tutto
quello che ho per sapere a cosa pensa..
-Quindi?-
Chiede dopo un po'.
-Per te
va bene? Hanno lo stesso
nome.-
-Un nome
non significa niente.-
Annuisco.
So che razionalmente ha
ragione. Però..
Però
niente,
mi dico. Ficcati
in testa che Sesshomaru e Inuyasha non si possono vedere. E
così
sarà anche per la loro discendenza.
Ma
è mai possibile che sia
veramente così?
Cerco di
riscuotermi da quei
pensieri. Infondo, non sono affari che mi riguardano.
-E il
secondogenito?-
-Va bene
Aisu.- Capisco che vuole
chiudere il discorso dei nomi.
Alzo gli
occhi. Lo vedo
pensieroso..
Il sole
caldo brilla tra i suoi
capelli.
Chiudo
gli occhi, e assaporo quel
momento di beatitudine.
Non so
quanto tempo passa.. Mi
sento piacevolmente assonnata. Il suo petto si alza, a intervalli di
pochi secondi. La luce calda del sole mi coccola. Sento la sua mano
accarezzarmi distrattamente i capelli..
Vorrei
che durasse in eterno.
Vorrei che questo momento si protendesse all'infinito.
Ad un
certo punto sento la sua
voce, bassa. È quasi un sussurro -Sono contento che tu abbia
accettato di accudire Koori e Aisu.-
-Anche
io.- Rispondo, senza aprire
gli occhi -D'altronde sono sterile.-
Lo sento
alzare la testa
all'improvviso. Come se la rivelazione lo scioccasse.
Io
invece non faccio una piega.
-Me l'ha
detto il dottore. Avevo
13 anni.- Spiego.
Dopo
quella rivelazione, avevo
passato una settimana orribile. Ma adesso non mi sembra più
poi
tanto importante.
-Non me
l'avevi detto.-
-Oh,
andiamo.- Sorrido, malinconica -Non dirmi che ti sarebbe piaciuto
avere un figlio da me. Tu odi
i mezzo demoni.-
-.. Non
credo che lo odierei, se
fosse figlio mio.-
A quelle
parole apro gli occhi,
stupita.
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Capitolo 12 *** Epilogo ***
Epilogo
-Ti sta
d'incanto.-
-La
ringrazio.-
-Il
rosso si accosta divinamente
con la tua carnagione.-
-Grazie..-
Mariko
è abituata a ricevere
complimenti, questo lo so bene. Probabilmente è da quando
è nata
che la gente le dice “oh, ma che capelli setosi!”,
“che profilo
dolce”, “che bel fisico”..
Però
non posso fare a meno di
chiedermi se lei, tutte le volte che fanno simili commenti, si senta
così piacevolmente compiaciuta.
A me non
hanno mai fatto quei gran
bei complimenti, a parte ovviamente mio padre adottivo..
Da
piccola avevo sempre qualcosa
di rotto, ed ero infangata dalla testa ai piedi.
Non mi
interessava l'aspetto
esteriore, e di conseguenza la gente mi guardava come si guarda un
animale.
Certi
dicevano che avevo subito un
trauma troppo grosso con la morte dei miei genitori.. Così
mi
picchiavano e mi sgridavano, per scuotermi.
Ma io
non ce la facevo. Mi
mancavano le carezze della mamma, la voce del papà, e i
giochi con
mio fratello.
Non
volevo più parlare con
nessuno, e così ho smesso di parlare.
Non
volevo più piangere per
nessuno che non fossero loro, così ho smesso di piangere.
Quando i
bambini del mio villaggio
mi vedevano, tutta sporca e con i capelli arruffati, si nascondevano
dietro le loro mamme. Avrei desiderato imitarli, ma io non ce l'avevo
più una mamma dietro cui nascondermi..
Nessuno
sembrò desideroso di
salvarmi da quella solitudine. Tutti mi consideravano “ormai
perduta”. Alcuni dicevano che non avrei mai più
riacquistato la
parola. Ero diventata matta. Non avrei mai trovato il mio posto nel
mondo..
Si
sbagliavano.
Ora
parlo. Ora sono felice. Ora,
con il mio kimono nuovo addosso, mi sento brillare.
E
mentre mi guardo allo specchio penso, sono
bellissima. Ma questo non mi impedisce di voler giocare nell'acqua e
di scompigliarmi i capelli nel vento.
Anche il
mio posto l'ho trovato.
Magari non è esattamente quello che si dice
“consueto”, ma è
comunque mio.
L'ho
trovato proprio quando non ci
speravo più.
-Quanto
le devo?-
-Non
essere sciocca, figliola.-
-Ma l'ha
cucito lei!-
-Il
prossimo abito che ti farò lo
pagherai.-
Sorrido
-Ne è sicura?-
-Altrimenti
non te l'avrei detto.-
-Allora
grazie.- Faccio un inchino
e esco dalla sartoria.
La luce
del sole mi colpisce in
pieno viso. Ho la sensazione che brilli solo per me.
Imbocco
la stradina di terra
battuta del piccolo villaggio guardandomi attorno.
C'è
gente felice.. Una donna
culla il suo bambino canticchiando a bassa voce una canzone. Una
giovane sposa accoglie il marito in casa, -Ti ho preparato il
pranzo.- la sento dire.
E
ancora, delle bambine giocano
per strada con delle bamboline di pezza.
Ma ci
sono anche persone tristi.
Un uomo senza una gamba, con gli evidenti segni della guerra sul
volto, si volta a guardarmi quando gli passo davanti.
Due
uomini seppelliscono il
cadavere di un ragazzo della mia età. Vicino a loro una
donna
piange, con una mano premuta davanti alla bocca per soffocare i
singhiozzi.
Volto la
testa a quella scena, e
continuo a percorrere la stradina cotta dal sole.
È
come se ne fossi fuori. Come se
vivessi in un'altra dimensione..
Quando
faccio le mie solite visite
al villaggio, mi sento come se avessi attraversato un portale magico
che mi riporta alla vita consueta.
Lo
riattraverso, ed eccomi di
nuovo nella mia dimensione.. Fatata, angelica.. Assolutamente troppo
splendida per essere vera.
Mi
accorgo di essere uscita dal
villaggio solo quando gli alberi iniziano a coprire il sole, e il
sentiero lascia il posto a lunga erba incolta.
Proseguo
verso il fitto della
foresta. Ormai la strada la conosco così bene che non mi
serve più
neanche guardarmi intorno per orientarmi.
Dev'essere
qui da qualche parte,
quel portale. Non lo vedo, ma sono sicura che sia qui.
Cammino..
per quanto? Mezz'ora?
Un'ora?
Il tempo
scivola via come l'acqua
sulle rocce..
So che
ad un certo punto sento la
terra inclinarsi gradualmente, e infine mi trovo nella famigliare
radura incolta. Dove al centro si erge la quercia secolare Furora.
Ai suoi
piedi, Aisu sta giocando
distrattamente con dei fili d'erba.
Non
appena mi vede alza lo sguardo
e allunga le braccine.
Io mi
avvicino sorridendo e lo
prendo in braccio.
I suoi
occhietti marrone chiaro mi
osservano attentamente, vagamente incuriositi. Probabilmente si
chiede come mai oggi sembro ancora più felice del solito.
Ebbene,
non c'è una spiegazione
razionale. So solo che centra con il kimono e ciò che Mariko
mi
aveva detto, un po' di tempo fa.
-Dov'è
papà?- Chiedo a Aisu.
Lui
volta la testa e io seguo il
suo sguardo.
Sesshomaru
è seduto sotto un
alberello, alla riva del torrente dove sta giocando Koori.
La luce
del sole fa splendere i
suoi lunghi capelli argentei e il suo volto in maniera quasi
innaturale.
Ecco,
forse questo rende meglio l'idea di cosa intendo per dimensione
parallela.
Mi
avvicino a lui. Ha gli occhi
chiusi ma sono sicura che non stia dormendo, ha detto che mi
aspettava.
Infatti
non appena mi siedo al suo
fianco, apre gli occhi.
-Bentornata.-
Mi dice.
Aisu si
libera dal mio abbraccio e
raggiunge il fratello.
Fino a
un attimo fa, Koori stava
giocando con l'acqua. Voleva capire perché quando la
prendeva in
mano sfuggiva via..
Aisu
sembra trovare questo gioco
noioso. Lancia un'occhiata torva al fratello maggiore, ma lui non se
ne cura.
Aisu
volta la testa e guarda in
alto. Che si sia arreso dal persuadere Koori dalla sua occupazione?
Poi
però vedo la cosa che ha
attratto la sua attenzione.
Una
farfalla svolazza a qualche
metro sopra di lui, che la sta fissando con espressione
indecifrabile.
All'improvviso
la farfalla
splende. Lancia bagliori colorati per tutta la radura.. Anche se non
sembra accorgersene, perché continua a svolazzare tranquilla.
Koori
alza la testa per guardare
la farfalla.
Anche io
e Sesshomaru la stiamo
guardando.. Lui totalmente impassibile, io un po' affascinata, ma per
nulla sorpresa.
Dopo un
po', Aisu pare stufarsi.
Non appena distoglie lo sguardo da lei, la farfalla smette di
splendere e l'illusione si dissolve.
-Sesshomaru..-
Dico, guardando
Aisu sfiorare la superficie dell'acqua con la punta delle dita -Mi
puoi dare un attimo Tenseiga?-
Avverto
il suo sguardo addosso, ma
non fa domande. Sfila il fodero di Tenseiga e me la passa.
La
prendo in mano, e dopo qualche
istante estraggo la spada. Avverto ancora il suo sguardo addosso.
Tenseiga
non ha alcun potere
offensivo, e se non fosse per lei io adesso non sarei qui.
Come
Tessaiga, la spada di
Inuyasha, è in grado di uccidere cento individui, Tenseiga
ne è in
grado di ricongiungere alla vita cento.
Si
potrebbe dire che sono l'esatto
opposto. Una uccide, e l'altra guarisce.
In un
epoca di guerra come la
nostra Tenseiga potrebbe essere molto utile, ma Sesshomaru
preferirebbe che suo padre gli avesse lasciato Tessaiga.
Credo
che sia uno dei motivi per
cui ce l'ha tanto con suo fratello.. Credo che si chieda cos'abbia in
più di lui.
Perché
suo padre ha lasciato a
lui Tenseiga e a Inuyasha la zanna più potente?
Il
problema di Sesshomaru è che
non riesce a vedere.
Io penso
di capire suo padre..
Tessaiga
placa l'indole demoniaca
di Inuyasha, che rischierebbe altrimenti di avere il sopravvento. E
lo aiuta, lo protegge. Perché Inuyasha non ha i poteri di un
demone
completo. Infondo lui è un mezzo demone..
Mentre
Tenseiga è l'esatto
contrario. Essa cerca di aumentare l'indole umana di Sesshomaru.
Solo una
persona che ha veramente
a cuore gli esseri umani può usare Tenseiga. E Sesshomaru
riesce a
usarla.
Senza
Tenseiga dubito che si sarebbe accorto di non avere il cuore di duro
ghiaccio, come lui stesso pensava. Non sarebbe mai venuta fuori la
sua parte più umana
e lui sarebbe diventato solo un mostro avido di potere, nato solo per
uccidere.
Come suo
padre voleva evitare
questa sorte ad Inuyasha, desiderava fare lo stesso per Sesshomaru.
Si, lui
ha capito molto bene i
suoi due figli.
E
chissà che non abbia previsto
anche me.
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Fine =) Ringrazio veramente tutti quanti per avere
recensito, o per avere solo letto. Mi avete fatto veramente molto
piacere. Voglio che sappiate che comunque la storia non è
finita.. In questi giorni posterò "silvery sentinels" una ff
dove mi sono impegnata parecchio. Curiosi? =) Vi posso dire che Silvery
Sentinels vede come protagonisti Hi, Koori e Aisu, ed è
molto più dettata dalla mia fantasia che dall'anime, lo
ammetto. è la loro storia.. Mi sono detta: cosa potrebbe
succedere ai figli di sesshomaru e inuyasha? Che carattere potrebbero
avere? Che esperienze potrebbero fare? E dal nulla mi è
uscita questa storia.. Se qualcuno è incuriosito e vuole
provare a seguirla, lo ringrazio =)
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