Rosso Fragola

di Vahly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un ritorno inatteso ***
Capitolo 2: *** Relazione segreta - parte 1 ***



Capitolo 1
*** Un ritorno inatteso ***


Rosso Fragola

 

> Rosso Fragola <

 

 

Cap. 01

Un ritorno inatteso

 

Era una giornata come tante altre, almeno in apparenza. Ma Strawberry si sentiva felicissima: quel giorno sarebbe uscita con Mark, l’amore della sua vita, e questo la rendeva SEMPRE al settimo cielo.

Si vestì velocemente (e grazie, aveva passato le due ore precedenti a scegliere mentalmente i vestiti)… ed uscì di casa saltellando.

Ancora non le sembrava quasi vero di poter avere una vita normale, con una storia d’amore normale e delle amicizie normali: da quando infatti, due mesi prima, con le sue quattro migliori amiche avevano sconfitto gli alieni che minacciavano il pianeta, la Terra era tornata in pace e non c’era più stato bisogno di loro.

Il caffè esisteva ancora, e lei saltuariamente andava a dare una mano, ma non era più costretta a passare lì le sue giornate (anche se doveva ammettere che la cosa un po’ le mancava). Così adesso era totalmente libera… almeno fino ad un certo punto, considerando che c’era ancora la scuola. Ah, che brutta cosa che era quella!!! Ed in quel periodo non era andata nemmeno benissimo, così era sempre costretta a passare ore ed ore a recuperare le cose precedenti.

Ma tutto sommato non se la passava poi male, e le sue giornate corrispondevano esattamente alla vita che aveve sempre desiderato: giusto il giorno prima si era recata Mina con le altre per prendere un the e parlare un po’, mentre la serata precedente l’avevano passata ad una festa organizzata dallo staff dello studio dove attualmente lavorava Pam come modella per alcune pubblicità.

Insomma, era tutto squisitamente p.e.r.f.e.t.t.o!

 

Con questi pensieri nella mente si fermò nel punto dove aveva appuntamento con Mark, e si sedette con grazia – strano, da parte sua – su una panchina verde scuro, colore che metteva in risalto il vestitino candido che indossava quel giorno.

Mancavano una ventina di minuti buoni ancora, e di certo per quanto Mark potesse essere puntuale, non si aspettava certo che arrivasse anche lui con tanto anticipo.

Invece si sbagliava.

Sentì qualcuno arrivarle da dietro e coprirgli gli occhi con le sue mani tiepide, per poi chiederle in voce chiaramente in falsetto

 

– Chi sono?

 

– MARK!!! – esclamò la ragazza – Non mi aspettavo che tu…

 

Ma la frase fu interrotta a metà, quando vide che il suo interlocutore NON era affatto chi credeva.

 

Gish?

Chiese più che altro a se stessa la ragazza

 

– Esatto

Gignò l’altro con un’espressione maligna

 

Ma… non è possibile! Tu eri… tu sei

 

– Morto?

 

La ragazza non rispose

 

Ma come sei cattiva… non sei contente di vedermi?

 

Bisbigliò nel tentativo di baciarla

 

– Tu… tu non sei Gish! Chi sei? Dimmelo!

 

L’alieno piroettò su se stesso ridacchiando

 

Ma sì che sono io… Sono rinato! Non sei contenta? Così ora non ti sentirai più in colpa per avermi lasciato crepare al posto tuo SENZA FAR NULLA!!!

 

– Non è vero…

 

– Sì che lo è, piccola

 

– NON È VERO!

 

– Stai solo tentando di convincere te stessa, gattina.

 

– NO!

 

Ehehehe… che c’è, hai paura della realtà dei fatti? La grande eroina che non è riuscita a salvare il buon samaritano, che dopo essersi redento all’ultimo minuto, l’ha eroicamente salvata… e tu ne hai sofferto, lo so. Oh, se ne hai sofferto… Cosa credi, che io non abbia sentito le tue lacrime, i tuoi singhiozzi, nel cuore della notte, mentre dormivi? Sì che li sentivo… Tu ti sei autoconvinto che la tua vita sia meravigliosa e perfetta… ma nel profondo del tuo animo, piccola, sai bene che non è così.

 

SMETTILA!!! Ora basta!

 

– Non vuoi sentire la verità, eh? Non vuoi ascoltare anche l’altra parte, vero? Perché quando chiacchieri con i tuoi amichetti, che stanno tutti benissimo, non hai certo rimorsi di coscienza… Ma con chi è stato sconfitto…

 

Strawberry non ne poteva più.

Lei era sicura che quello non fosse Gish, che tutto ciò che diceva erano delle stupidaggini… ma allora perché il cuore le faceva tanto male?

 

– Basta… 

 

– Oh no, piccola. Credi che sia finita qui? Non sai quanto ti sbagli… Possibile che tu non ti soffermi mai a pensare a tutto ciò che è successo, alla profonda ingiustizia della guerra che ci ha coinvolti e dei suoi risultati? io lo faccio sempre… tutti i giorni… La guardò con aria più triste

 

– E sai, micetta, mi fa male. Ma non posso cambiare il passato, purtroppo.

 

Perché parli così? Alla fine tu ci hai aiutato, contro Grande Blu… tu eri dalla nostra---

 

– Non dirlo! Dio, possibile che veramente tu non abbia capito?

 

Che cosa avrei dovuto capire?

 

– Che io non mi sono battuto contro Grande Blu… Io non avevo nessuna voglia ne nessun interesse nel sconfiggerlo… Volevo solo proteggere la ragazza che amavo…

 

Concluse con le lacrime che gli scendevano dagli occhi.

Oramai anche Strawberry aveva gli occhi lucidi, e non avrebbe retto ancora a lungo quella conversazione.

Stava per dire qualcosa, quando vide una figura avvicinarsi all’orizzonte.

Mark

Pronunciò con un filo di voce.

Stava per corrergli incontro, quando decise per lo meno di salutare Gish, anche se non sapeva se sarebbe riuscita a dirgli anche solo “Arrivederci”… Ma era troppo tardi.

Perché con lei non c’era più nessuno.   

 

 

- continua -  

 

 

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Capitolo 2
*** Relazione segreta - parte 1 ***


02 - Relazione segreta

> Rosso Fragola <

 

 

Cap. 02

Relazione segreta

 

Mina si sedette lentamente sul letto, scostandosi le coperte di dosso e sbattendo un paio di volte le palpebre per mettere a fuoco la stanza dove si trovava.

Ah, ecco… ora ricordava tutto…

Si sistemò una spallina della camicia da notte azzurrina in seta che indossava, e cercò con lo sguardo gli zoccoletti che avrebbero dovuto trovarsi nei paraggi.

Li vide, erano appena sotto il letto.

Si sporse leggermente per afferrarli con la mano destra, poi li depose affianco al suo letto.

Attese un paio di secondi prima di scendere dal letto, per poi dare un rapido sguardo alla sveglia.

8.30… Pam doveva essere al lavoro a quell’ora.

Si andò a dare una rapida rinfrescata in bagno, prima di tornare nella camera e sedersi, in attesa.

Guardò fuori della finestra da lì, senza nemmeno avvicinarsi.

Era davvero una bellissima giornata… le tende leggermente scostate lasciavano passare una scia di luce che colpiva perfettamente il centro della stanza, e il melodioso cinguettio degli uccellini riusciva a penetrare perfettamente nella stanza nonostante i vetri chiusi.

Le sarebbe piaciuto uscire fuori… da sola dentro quella stanza d’albergo si sentiva persa.

D’altronde se Pam non l’avesse trovata lì, forse si sarebbe preoccupata… Si chiese allora perché non l’avesse svegliata, avrebbe potuto accompagnarla… Ma forse era vero che non le importava nulla di lei…

 

 

 

***FLASHBACK***

 

 

 

Erano passate due settimane dall’ultima volta che si erano viste. Mina avrebe anche solo voluto sentire il suono della sua voce, ma si sentiva a disagio nel richiamarla nuovamente. Era sempre lei a cercare quella che da tre mesi a quella parte era la sua ragazza, mentre l’inverso non era MAI accaduto…

Pam si rifugiava dietro stupide scuse come “Devo lavorare”, “Oggi ho un impegno con gli sponsor”, “Domani ho l’intervista”… e via dicendo.

Non c’era affatto freddezza nel suo atteggiamento, ed anzi soprattutto negli ultimi tempi si era rivelata una ragazza dolce e piena di attenzioni nelle rare volte in cui si potevano da sole, ma per il resto quando c’era qualcuno fingeva che non ci fosse nulla, per paura che questa storia le avrebbe potuto distruggere l’immagine.

Mina credeva a tutto ciò che le diceva, e ripeteva a se stessa che non era colpa della ragazza se aveva degli impegni e che doveva accontentarsi di quello che avevano… ma dentro di lei c’era qualcosa che urlava di smetterla di perdonarla sempre, di calpestare il suo orgoglio ogni volta, di correrle dietro come un cagnolino…

Così non si fece sentire per una quindicina di giorni. Tutti trascorsi davanti al telefono, in attesa di una sua telefonata.

Niente. 

Alla fine, un sabato, Pam l’avvisò di una festa con lo staff del suo nuovo programma. Ma alla fine non si parlarono nemmeno quella sera.

Alla fine, stanca del suo comportamento, aveva deciso di farla finita con quella storia… l’avrebbe lasciata. Oramai era decisa.

Il giorno prima Strawberry e Paddy avevano proposto di rivedersi tutte assieme anche la domenica, visto che durante la settimana avevano tutte degli impegni scolastici e non.

Così organizzò un pomeriggio da lei, proposta ovviamente accettata da tutte.

Voleva vedere come si sarebbe comportata Pam di fronte alle altre… se era ancora dell’idea di nascondere tutto.

Forse una parte (una buona parte) di lei non voleva veramente mollare tutto, o non avrebbe mai pensato di darle un’ultima possibilità… ma ancora non se ne rendeva conto.

Lori, Strawberry e Paddy erano già lì quando Pam finalmente arrivò.

 

– Oh, ce l’hai fatta – le disse freddamente Mina.

 

La ragazza la guardò stranamente, non capendo il perché di quell’accoglienza così distaccata

 

– Ciao Mina. Come va?

 

Mina semplicemente si voltò per tornare dalle altre bisbigliandogli

 

Se ti fossi fatta viva nelle ultime due settimane, probabilmente lo sapresti…

 

Pam alzò non vista gli occhi al cielo, pensando fra sé e sé perché quella ragazza si facesse tante seghe mentali… sapeva benissimo cosa provava per lei, e sapeva altrettanto bene che non poteva mettere da parte il lavoro in quel momento della sua carriera, ora che era all’apice del successo…

Il pomeriggio trascorse abbastanza bene, e nessuno si accorse del fatto che praticamente Mina e Pam si ignoravano. Forse perché Paddy aveva continuato a fare la deficiente per tutto il tempo atirando su di sé l’attenzione, o forse perché Lori ad un certo punto, quando Mark chiamò Strawberry, scoppiò a piangere come una disperata senza che nessuno se ne riuscisse a spiegare il motivo

Una alla volta le ragazze se ne andarono, tutte tranne Pam, che voleva sapere che cosa aveva fatto perché Mina se la prendesse a quel modo.

 

 

 

– Allora?

 

Esordì la giovane attrice non appena la porta d’ingresso si richiuse alle spalle di Lori, ancora singhiozzante, mentre Mina era ancora lì con la mano poggiata alla maniglia.

 

– Allora è finita.

 

Gli occhi di Mina si riempirono di lacrime, ma non si voltò. Non riusciva a farlo.

 

Che cosa?

 

– Hai capito benissimo. È finita. Non posso stare con qualcuno che non si interessa minimamente a me…

Pam si sentì attaccata ingiustamente. Qualcuno che non si interessava minimamente a lei? Ma era impazzita?

 

– Stai dicendo delle cose assurde… se veramente vuoi lasciarmi sei libera di farlo, ma non dare la colpa a me!

 

Mina si voltò di scatto, mentre calde lacrime scendevano dagli occhi lucidi e percorrevano le guance leggermente arrossate, mentre un’espressione di dolore si affacciava sul suo viso.

 

– Non dare la colpa a te? NON DARE LA COLPA A TE?! SEI TU SE NON SBAGLIO CHE NON TI FAI MAI, E RIPETO MAI, SENTIRE!

 

– Non mi sembra che tu lo faccia poi tanto spesso, sai?

 

– E CHI È CHE IERI MI HA IGNORATA TOTALMENTE, DOPO QUINDICI GIORNI CHE NON CI VEDEVAMO?!

 

CHE COSA DOVEVO FARE, SCUSA, METTERMI LÌ A POMICIARE CON TE DAVANTI A TUTTI?! TI SAREBBE ANDATO BENE, FORSE?

 

PUÒ DARSI. ALMENO MI AVRESTI FATTO CAPIRE CHE SEI QUANTOMENO INTERESSATA A ME! MA NON MI SEMBRA CHE TU ABBIA IGNORATO LE ALTRE, SAI? E NON PENSO CHE TUTTI I TUOI COLLABORATORI AVREBBERO PENSATO MALE SOLO PERCHÈ MI PARLAVI!

 

Pam non ci vedeva più dalla rabbia. Possibile che Mina fosse così ottusa? Davvero credeva che le facesse piacere stare lontana da lei?

 

– SEI UN’IDIOTA, MINA. SAI CHE TI DICO? FAI COME TI PARE!

 

E detto ciò si avviò verso la porta.

 

– LO VEDI PAM, CHE NON TE NE FREGA NIENTE DI ME? DI NOI?! SE COSÌ NON FOSSE, ORA NON PENSERESTI NEMMENO AD APRIRLA QUELLA PORTA!

 

Pam si girò verso di lei, lentamente, per poi dirle solo

 

– Ci vediamo quando ti sarai calmata un po’. Allora forse potremo parlare.

 

E si richiuse la porta alle spalle.  

Mina rimase a dir poco di sasso, e con lo sguardo fisso nel vuoto si sedette sulla prima sedia che le capitò a tiro, e rimase lì, immobile. Finché le lacrime non furono esaurite ed i singhiozzi non avessero riempito tanto le sue orecchie da non farle udire più alcun altro rumore, cercando di dare una spiegazione a quello che le stava succedendo

Allora capì che non importava chi avesse ragione e chi torto… e non le importava nulla del suo stupido, stupidissimo orgoglio… amava troppo Pam per perderla…

Erano le due di notte passate, e la pioggia continuava a picchettare incessantemente, leggera ma costante, sul asfalto delle strade illuminate solo dai raggi della luna e da qualche sporadico lampione… ma doveva parlarle.

Doveva farlo.

A tutti i costi.

Prese una giacca, e due minuti dopo era già fuori…

 

 

 

***continua***

 

 

 

Ciao! Spero vi sia piaciuto questo capitolo… e scusatemi per gli eventuali errori ^////^’’’’’’’’’’’

Ho aggiunto l’avvertimento “yuri” alla storia, perché in effetti c’è anche questa componente (ma è veramente minima, e vi assicuro che non scenderò MAI nei dettagli della loro relazione…)

Ringrazio chi legge e soprattutto (ovvio) chi commenta

Scusate se non vi rispondo uno per uno, ma vado proprio di fretta… la prossima volta lo faccio, promesso!!!

Comunque sì, questa è una è una GishXStrawberry… ma non solo. Le altre coppie si scopriranno mano mano… all’inizio le loro vite sono un po’ separate (anche se continuano a vedersi), ma presto dovranno anche combattere.

Era profondo blu? Allora appena ho due minuti liberi lo correggo (che palle, ora che è iniziata scuola non ce la faccio più a fare niente!)

Un kiss a tutti!

E commentate,

 

 

 

 

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