Mou ichido tsuyoku dakishimete ~ Voglio stringerti ancora una volta

di Sweetcurry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** First Chapter ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Avviso: nessuno scopo di lucro, i diritti dei personaggi appartengono a Kishimoto, nessun intento di violarli.



Mou ichido tsuyoku dakishimete
~
Voglio stringerti ancora una volta



~Prologue






Vorresti solamente lasciarti andare con me?

Sarebbe un spreco di tempo, uno spreco di te, dici?

Mi piaceva pensare ad ogni tuo piccolo difetto e particolare, giusto mi riempiva il cuore, sorridevo e non sentivo, per qualche strano motivo, il pesante fardello che ogni giorno mi portavo dietro.


L’aria carezzava lieve la guancia abbronzata del ragazzo, aveva solo bisogno di ossigeno, di cambiare aria. Una strana malinconia lo prendeva ogni qualvolta si permetteva di dare un’occhiata al mondo al di fuori di quelle quattro mura di cartongesso. Una finestra, uno spiraglio di libertà.
Per i suoi polmoni e la sua mente che, leggera come un foglio di carta aleggiava fra le spire di quel vento che soffia sulla cittadina.
Guardare quei così tanti colori che compongono essa, le case, i tetti, le varie autovetture metallizzate che dal tettuccio riflettono i raggi del sole.
Lo rispecchiavano così tanto, i colori.

Da quando lo rinchiusero là dentro non riuscì a sentirne più l’effetto, di cui prima si ricopriva costantemente. Quello che ormai lo contraddistingueva erano solo i capelli color del grano, e gli occhi… due perle di tinte cobalto. Liquide, come durante un amplesso. Limpide, come il cielo che si stende di fronte ad esse.
Avrebbe potuto pensarci su, sulla sua situazione, ma sapeva benissimo che il cervello avrebbe mandato tutto in grane, ahah- era così semplice andare fuori di testa?
Sentire finalmente la pazzia ricoprire, come un liquido denso: petrolio; ogni antro del suo inconscio, lasciarlo impazzire dalla felicità, dalla sregolatezza. Si sentiva libero, in quei momenti, come se fosse stato tutto più semplice. Automatico.
Dio, avrebbe voluto essere sempre così.
Avrebbe voluto poter ricoprire tutto il mondo di tutte quelle sensazioni che si immagazzina all’interno del suo corpo. Nel suo cuore. Vorrebbe.

E così quel giorno, un giorno in cui era lì tranquillo, tentando di dare vita alla sua arte, al suo sfogo, cosa aveva ricevuto in cambio? I suoi pennelli a terra, la tela strappata da un lampo accecante d’ira.
Questo voleva dire perdere il controllo. Questo voleva dire impazzire.

Oh, ed era così gratificante che se avesse potuto sarebbe impazzito ogni volta.

Lo presero di forza, mentre scalciava vivo, mentre tentava di mordere le mani che gli stringevano i polsi e glieli slogavano quasi, per ammanettarlo.
Oh, avrebbe preso volentieri una forbice e tranciato via le proprie mani, per poter esser libero e svolazzante come tutti quei foglietti che qualche mattina si ostentava a buttare giù dalla finestra -vecchi e fastidiosi documenti strappati.
Era un supplizio, ciò che quegli esseri gli stavano facendo, lo chiudevano dentro ad un auto, stretto fra i sedili, dove non poteva sentirsi libero. Come un volatile in una gabbia.
Aveva bisogno di poter stendere le ali, e in quella scatola di metallo non poteva di certo farlo.

Arrivò all’istituto con l’interno della guancia sinistra completamente sanguinante, lo aveva morso durante tutto il viaggio, e quello che aveva iniziato a colargli giù dalle labbra non era sangue, oh no, era la sua vita che andava a macchiare i sedili. Stava perdendo qualcosa, e non riusciva a capacitarsene.














Sweetcurry's Time.

Uhm, ho finally ricomincianto a postare fanfiction e non solo poesie bislacche su questo sito. So benissimo che nessuno saprà chi sono, visto che fino a settembre scrivevo esclusivamente nel fandom bandslash, ma spero che il mio scritto vi possa piacere comunque.
Non so proprio come mi sia venuta in mente questa cosa, non saprei spiegarlo. Ora mi diletto solamente nel finirla, e riuscire a continuare un'altra ff in programma da secoli.
Il titolo della ff è preso da "Last Song" di Gackt, e mmmh, si mi piace assai U.U...
Spero anche se questo prologo vi può sembrare complicato e soprattutto nonsense (ma d'altronde vi pare che una ff di Naruto non possa esserlo? xD) , ma con l'avanzare dei capitoli tutto si spiegherà (più o meno <.<).
Bona vado ad aggiornare il mio splinder xD e a fare qualche tavola di disegno geometrico!

Au revoir ~

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Capitolo 2
*** First Chapter ***



Avviso: nessuno scopo di lucro, i diritti dei personaggi appartengono a Kishimoto, nessun intento di violarli.



Mou ichido tsuyoku dakishimete
~
Voglio stringerti ancora una volta



~First Chapter






Vorresti solamente lasciarti andare con me?

Sarebbe un spreco di tempo, uno spreco di te, dici?

Mi piaceva pensare ad ogni tuo piccolo difetto e particolare, giusto mi riempiva il cuore, sorridevo e non sentivo, per qualche strano motivo, il pesante fardello che ogni giorno mi portavo dietro.




Infermità mentale, bla bla bla e bla bla bla.


Stese la mano sporca di colore, quello che aveva creato con i frutti di bosco che gli avevano dato a pranzo, verso quel mondo soffice, leggero e per poco non scivolò coi piedi sul pavimento. Si sporse ancora di più, staccandosi dalla terra e osservando quell’essere seduto sul tetto a qualche metro di distanza da lui.
Spalancò le palpebre, dando il piacere a tutto il mondo della maestosità delle sue iridi, e con la bocca leggermente contratta nel tentare di mangiucchiarsi le pellicine sulle labbra continuò ad osservarlo.
Lo attirava, come un oggetto luccicante incanta una gazza ladra, anche se in quel momento quello che luceva era proprio lui, l'osservatore
Quell’altro ragazzo non aveva nulla che c’entrasse con la luce, all’apparenza, vestiva di un blu scuro, i capelli neri, con qualche ciuffo a istigargli gli occhi, seduto quasi rilassato però, sulle rosse tegole del tetto.
Il vento gli scompigliava i capelli e andando nella direzione opposta al suo viso non gli permetteva giustamente di gustarsi appieno il paesaggio. Esso virava forte verso la sua testa e la sua schiena, mandandogli continuamente i capelli fra le ciglia.
Era come se lo volesse spingere giù dal tetto, con una malcelata cattiveria, o semplice realtà.
Naruto passò tutto il pomeriggio ad osservarlo, reprimendo un’insensata voglia di ricoprirlo di colore.

Quella sera, giù al primo piano avevano appena terminato di riassettare la mensa, i pazienti avevano consumato il pasto, e chi non apprezzava la folla l’aveva fatto nella sua stanza.
Quella sera Naruto aveva voglia di guardare le stelle. Sentiva bisogno di creare immaginari disegni con la mente e di congiungere la varie costellazioni, non quelle da tutti riportate sui libri, ma quelle che la sua fantasia gli proponeva.
Bastava chiudere  gli occhi, guardare attraverso le palpebre e trovare la propria posizione fra quell’infinito di lucine, i piccoli puntini però lo saziavano fin troppo, così si addormentò, dopo aver avvicinato il proprio letto alla finestra ed averlo messo esattamente sotto, scostato le tende e aperto la finestra, spalancandola. Poteva sentire ogni minimo rumore, e nella sua testa sapeva di poter percepire il piccolo bagliore delle stelle, fino ai suoi timpani, pizzicargli la pelle, come delle piccole radioline che gracchiano. Ognuna su di una stazione differente.

Quando si svegliò poté distintamente sentire le voci del corridoio riempirgli la mattina. Guardò la piccola sveglia azzurra sopra al comodino, all’altra parte della stanza, dove tempo fa vi si trovava il letto. Erano le 5 e 20.
Si girò, guardando come di consuetudine fuori dalla finestra, e osservò come il verde aveva fatto capolino fra le coltre di nubi, quel giorno, e un piccolo arancio s’insinuava fra esse.
Era una strana alba.
Scostò il lenzuolo dalle sue gambe nude, e si mise un paio di pantaloni che la sera prima si era sfilato e aveva mollato sul freddo pavimento della stanza. Facevano parte di una tuta, uno dei pochi indumenti che aveva nel proprio armadio, assieme a dei larghi maglioni, dalle maniche bucate in prossimità dei pollici, dove lui infilava quest’ultimi con divertimento.
Le scarpe le metteva di malavoglia, sosteneva che girare scalzi, a meno che non vedesse qualche dottore in giro, fosse l’essenza dei sensi, il tatto, oltre che sulle mani, c’era stato donato anche ai piedi, e molti di noi l’avevano rimosso cancellandolo con delle suole di gomma.

Come di consuetudine, si mise a girovagare per i corridoi di quei tre piani, e trovandosi all’ultimo scese man mano, fino a trovarsi di fronte ad un infermiera che usciva da una delle stanze situate davanti a lui.
Quando lo richiamò borbottando un “Naruto, cosa ci fai lì?”, sobbalzò di non poco, e portò le mani l’una nell’altra, torturandosi i pollici.
Senza dire alcunché tornò sui propri passi e rifece tutte le rampe di scale, fino ad arrivare al terzo piano, i corridoi erano open’ombra, la finestra che perpendicolarmente dava su di essi li illuminava parzialmente, colorandoli di quel verdino che qualche minuto prima aveva osservato nel cielo.
 
Rassegnato dall’inutile giro del palazzo ritornò nella sua stanza, e si rimise seduto sul letto, a guardare fuori dalla finestra.
Con la coda dell’occhio si stupì di ritrovare quel ragazzo seduto sui cocci rossi, questa volta accucciato su se stesso, seduto sulle ginocchia flette.  Lasciava penzolare le mani in avanti, ed era scalzo pure lui.
Le guance del ragazzo erano dipinte dei colori della luna, i capelli riflettevano l’acqua di un lago in piena notte, e lo sguardo era perso fra le fronde degli alberi del cortile dell’istituto. Cercavano forse dei fiori? O frutti?
Naruto allungò ancora una volta la mano verso di lui, sporgendosi eccessivamente dalla finestra, e in quel momento uno stormo di uccelli si levò da un tetto nelle vicinanze, riempiendo di cinguettii il silenzio che li aveva circondati fino a quel momento.
Naruto sussurrò qualcosa, ma il rumore coprì ogni suono che tentò di uscire dalla sua bocca pallida.
Dopo circa un quarto d’ora il biondo rientrò nella stanza e chiuse la finestra.
Aveva bisogno di pensare.












Sweetcurry's Time.

Oh! Salve a tutti quanti coloro han letto questo secondo postaggio ma solamente primo vero capitolo. Come potete notare è molto corto, ma lo faccio per il vostro bene vi assicuro, per evitarvi di stare ad aspettare anni perchè... essì non l'ho ancora finita. Non so bene come farla terminare! O.O Sono confusa u_u
Però non  disperate, sono decisa a finirla questa ff e vedrete che lo farò, anche se molto lentamente (come avrete ben notato) ma la finirò U_U.

Passo quindi alle recensioni:
Shark Attack
Grazie mille per essere stata la prima a fare il grande passo verso il tasto per le recensioni e te ne sono grata <3. Grazie anche per i complimenti sul mio stile di scrittura, esageri sicuramente; spero continuerai a seguirmi, visto che ti ho così incuriosita! Byeee ^_-
Digitalis Purpurea
Mi sembri una che ci sa fare e apprezzo i complimenti, anche se sui tempi verbali non mi so esprimere capisci che non scrivo ff da più o meno un anno e a scuola ahimè ho un insegnante che non ha mai fatto una lezione di grammatica in due anni, per cui si cerca di arrangiarsi U_U. Spero di non essere così ottusa nella scrittura e spero anche che continuerai a leggere ;D. Grazie.
Sarhita
Aaaah hai riempito la recensione di complimenti e io non posso far altro che ringraziarti immensamente. Son contenta che vengano apprezzate i miei contorti ragionamenti e dire che è poesia è un azzardo, ma apprezzo comunque xD La pazzia mi ha sempre ispirato, ho scritto altre storie su questo argomento, ma credo sia la prima volta in cui l'affronto così apertamente. Grazie per la recensione spero ti piacerà anche questo capitolo!
vivvinasme
Eccomi qui con l'aggiornamento, ahah mi spiace per il ritardo, ma voi non mi conoscete ancora xD Grazie anche a te per i complimentsss spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, e spero continuerai a scrivermi *-* Grazie ancora!

Grazie anche a chi legge e segue: Any Ikisy, Elysha, ilarione, Lontra, naru_sasu_fan, Sarhita, skitty1, sumire01, vivvinasme
.♥


Au revoir ~


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