Long time ago

di Madame Melerik
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 01 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 02 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 01 ***


-Long time ago-
Che le pozioni di Komui fossero una calamita per i guai, e che uno dei loro bersagli preferiti fosse Allen, era ormai risaputo. Ma cosa accadrebbe se, a causa di una di esse, Allen e Tyki tornassero bambini, senza i ricordi della guerra, semplicemente come se non fossero mai cresciuti?
[Yaoi/Shounen-ai - Tyki x Allen]

-Titolo: Long time ago
-Autore: Madame Melerik [Gala & XShade-Shinra]
-Manga: D.Gray-man
-Pairings: TxA (Tyki x Allen - poker pair)
-Genere: Commedia, Fluff
-Personaggi: Tyki/Allen, Lenalee, Link, Lavi, Un po' tutti  
-Warnings: Yaoi/Shounen-ai, What if…
-Rating: Arancione
-Capitoli: 2
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non ci appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note: Ritorna l’Estate e torniamo anche noi! *^* *battono cinque*
Dopo aver corretto da cima a fondo tutto “Better than Beautiful” e portato avanti altri nostri progetti, siamo pronte per iniziare a pubblicare! ^^
Sperando che anche questa nostra nuova elucubrazione senza troppe pretese vi piaccia, vi auguriamo buona lettura! ^^  

Gala & XShade-Shinra



- Long time ago -
Capitolo 01

C'era molto fermento, quel giorno, nella nuova sede del Black Order.
Un piccolo gruppo, composto da Allen, Lenalee, Lavi e Link, trasportava un prigioniero verso l'ufficio del Supervisore Komui.
Erano riusciti a catturare il Noah Tyki Mikk.
Tutti gli Esorcisti ed i Finder si erano accorpati lungo la strada verso la meta dei ragazzi appena tornati dalla missione, quasi come se si trattasse di un corteo od una processione, cedevano loro il passo quando si avvicinavano, attaccandosi al muro per poter ammirare la preda.
Gli occhi di Tyki, però, erano fissi sulla mano deforme che lo teneva per un braccio, cercando di evitare una possibile fuga; Allen gli camminava accanto. Poteva distintamente sentire il profumo dei suoi capelli o l'aroma che sprigionava la base del collo e sentirsene inebriato.
Dopotutto il portoghese si trovava lì per sua scelta, non certo perché si fosse fatto catturare, come credevano quei poveri ingenui.
Link era tronfio di sé per la buona riuscita della missione: oltre al frammento dell'Innocence che avevano recuperato, erano riusciti anche a portare alla Home un elemento della famiglia Noah. Il Sovrintendente Lvellie ne sarebbe stato entusiasta.
Le labbra del moro si avvicinarono per l'ennesima volta all'orecchio di Allen e l'altro trattenne il fiato. Era da quando si erano rincontrati che lo torturava in quella maniera.
«Scommetto che sarai orgoglioso di te, Shounen... Se vuoi, possiamo festeggiare insieme, stanotte...» gli soffiò caldo nell'orecchio.
«No, grazie...» borbottò, arrossendo ancora.
«Perché?» chiese, assottigliando lo sguardo con fare provocante.
«Non ho niente da festeggiare...» sussurrò il ragazzo, spostando lo sguardo di lato.
«La cattura di un Noah...» gli ricordò, come se non stesse parlando di sé «E non un Noah qualunque, ma quello del... piacere...»
Il ragazzo non rispose, arrossendo ancora una volta. Era ovvio che Tyki stesse tentando di provocarlo, ma lui non avrebbe ceduto! Non si sarebbe lasciato mai raggirare!
«Vorresti provare stanotte il mio potere segreto?» gli chiese, mordicchiandogli la tenera cartilagine dell'orecchio.
L'albino spalancò gli occhi diventando della stessa tonalità dei capelli di Lavi.
«La vuoi smettere?» lo pregò esasperato.
«Ehy!» gli altri tre chiamarono in coretto il moro, che si girò appena.
«Che volete?» domandò con fare annoiato, prima di ricevere una martellata in testa da Lavi, un calcione da Lenalee ed un... colpo di treccia da Link.
«BASTA!!!» urlarono all’unisono.
Allen si strinse le braccia intorno al petto leggermente traumatizzato. Non aveva mai ricevuto molestie del genere così insistentemente.
«Ora vieni con me!» abbaiò il membro della squadra dei Corvi, trascinandolo dolorosamente via per i capelli, mentre il pubblico li guardava allibiti.
«Tutto bene, Allen?» gli domandò subito Junior.
«Credo di sì...» rabbrividì Allen, seguendo il biondo nell'ufficio di Komui.
Lenalee tirò appena la manica dell'uniforme del rosso, perché rimanesse un poco indietro.
«Non ho capito perché Allen si è ostinato a portarlo qua ancora da Noah...» sussurrò.
«Lo sai com'è fatto Allen... per lui i Noah sono normali esseri umani...» fece con un'alzata di spalle, il guercio.
«Lo sta facendo impazzire!» sbuffò, gonfiando una guancia, gelosa.
«Già... fa tanto il gradasso anche nella posizione in cui si trova...»
«Allen... è troppo buono...» disse sconfitta, la cinese.
Il Bookman sospirò ed entrarono anche loro nell'ufficio di Komui... venendo subito investiti da urla e pianti da parte del Supervisore.
«Reever!» abbaiò il cinese, rincorrendo l'australiano per tutto l'ufficio.
«Fratello! Che sta succedendo?» chiese in imbarazzo, Lenalee, mentre Reever scappava dal boccoloso con in mano una strana e sospetta boccetta.
«Oh, Lenaaa!» urlò l'uomo, festante «Sei tornata!»
«Sì...» rispose preoccupata.
Dalla gioia il Supervisore si estraniò dalla realtà ed inciampò, cadendo addosso al biondo, al quale scivolò inavvertitamente la fiala, che volò per aria. Purtroppo il tappo, che doveva essere mal avvitato, si separò dal contenitore ed il liquido, dallo spregevole color marrone, finì addosso a Tyki ed Allen, i più vicini alla traiettoria della boccetta.
Una densa nube di fumo si sprigionò intorno ai due malcapitati; per riflesso gli altri appena arrivati si tapparono il naso, per riparare i nervi olfattivi dalla puzza.
«Che schifo...» disse la vocina di un bambino.
«Già... ha un brutto odore!» disse un altro bimbo, tossendo appena.
«Eh?» chiesero in coro Link e i due Esorcisti.
«Oh, no! E' successo di nuovo...» si lamentò Reever.
«Successo cosa?» chiese sospettoso, Link.
Ma i membri della sezione scientifica non risposero, visto che Komui afferrò il collega biondo per il colletto del camice e scapparono via in sella a Komunrin. Appena i ragazzi tornati dalla missione avessero visto lo scandalo che compiva quella pozione, li avrebbero come minimo impalati!
Il fumo si diradò piano scoprendo due figure basse dall'aspetto informe e grottesco.
Ad un certo punto, un forte grido penetrante fu emesso da una delle due creature, che cadde a terra come provò a camminare.
«Ahio! Che botta!» si lamentò un... bambino. Aveva profondi occhi neri, la pelle ambrata, e ricci capelli ebano. Sembrava un piccolo Latin Lover.
«Non pensare che io ti aiuti.» disse un altro bimbo, dalla pelle chiara ed i capelli castani... Chi era?!
«Chi sono questi bambini?» chiese confusa, Lenalee.
«A rigor di logica sono Walker e Mikk...» dedusse Link.
Lavi guardò attentamente il bambino castano...
«Dai tratti sembra Allen... però... non ha la cicatrice e... i suoi capelli non sono argentati.»
«Tsk...» fece stizzito il castano stringendosi i vestiti intorno al corpicino segnato da brutti ed estesi lividi. Si guardava intorno nervoso, come se non avesse dovuto trovarsi lì.
«Tutto bene?» chiese gentile la cinese, allungando una mano per regalargli una carezza. Lui però gliela scacciò con uno schiaffo.
«Non mi toccare!» tremò appena «Perché sono qui? Se non torno al circo prima del tramonto Cosimo si arrabbierà...»
«Mamma...» pianse appena il moretto, sedendosi a terra con due lacrimoni agli occhi.
«Allen... non devi avere paura. Noi siamo tuoi amici...» cercò di non demordere la ragazzina.
«Io non ho bisogno di amici... non mi servono...» borbottò quello che tra i due sembrava il bambino più piccolo.
«Io voglio la mamma!» singhiozzò quello che doveva essere Tyki.
«Ehm... ragazzi, su... ora dobbiamo andare a cercare Komui...» disse piano il rosso.
«Lavi, hai visto i lividi che ha sul corpo, Allen?» fece preoccupata avvicinandosi a lui.
«NESSUNO QUI MI VUOLE BENE!!!» urlò a pieni polmoni il portoghese, tanto da far mettere le mani sulle orecchie a tutti.
«Smettila di urlare! Non ti vorrà mai bene nessuno se fai tanto rumore!» fece scorbutico Allen, lanciandogli una scarpa.
«WEEE!!» pianse come una sirena a quell'azione «MI HA FATTO MALEEE!!!» era davvero un piagnucolone…
«Su su, fai il bravo...» provò a consolarlo Lavi, che lo prese in braccio.
«GNOOO!!!» urlò, sporcando di moccio la divisa del Bookman «Voglio la mammaaa!!!»
«Se smetti di piangere ti do le caramelle...» lo tentò Junior.
«Caramelle?» chiese, zittendosi subito.
«Esatto... ma le do solo ai bambini bravi che non piangono!» fece il rosso, come uno che la sapeva lunga.
«Oh...» fece piano Tyki «Grazie, signor Benda!» sussurrò, dandogli un bacio sulla guancia per poi abbraccialo per il collo.
Link intanto si era avvicinato ad Allen.
"Ed ora... cosa dico al Sovrintendente Lvellie...?" si chiese, sconvolto.
«Che cosa guardi?» chiese tagliente l'inglesino. Quella peste era così diversa dal solito Walker…
«Mi fai vedere il braccio sinistro, Walker?» gli chiese con sguardo duro.
Il bambino lo nascose dietro la schiena, spostando lo sguardo da una parte.
«Non so chi sia questo Walker, e poi non ti faccio vedere un bel niente!»
«Uhm, va bene.» fece Howard, afferrando con forza il braccio del più piccolo.
«Ah! Lasciami, mi fai male!» si lamentò Allen, dimenandosi dalla presa di Due Nei. Lenalee si arrabbiò a quella scena e protesse l'inglesino tra le proprie braccia.
«Link, vergognati! Allen ora è solo un bambino! Non puoi essere così rude...» lo ammonì.
«Lasciami!» gridò Allen alla compagna Esorcista «Non ho bisogno di farmi difendere da nessuno! Soprattutto da una femmina!»
«Scusa...» borbottò dispiaciuta, lei.
«Il braccio, Walker!» ripeté Link, tendendo una mano.
Il bambino borbottò ancora qualcosa tipo "Non conosco nessun Walker" per poi porgere riluttante il braccio sinistro al biondo.
«E' proprio lui...» sussurrò, guardandogli la mano rossa e deforme.
«Avevi bisogno di vedere il braccio per esserne sicuro? E' ovvio che sia lui! Guarda i suoi occhi...» fece Lenalee, raddolcendo la voce, cucciandosi appena vicino ad Allen. «Noi non vogliamo farti del male e il tuo braccio non devi mostrarlo più a nessuno se non vuoi. Hai fame?» chiese dolce, sperando che l'amico non la scacciasse un'altra volta.
«Signorina Lee, non devi trattare Walker come un poppante! Ha diciotto anni, ormai!» le ricordò Link.
«Questo Allen non è quello che conosciamo noi, altrimenti ci riconoscerebbe, e Tyki certo non si accontenterebbe di una manciata di caramelle...» fece arrabbiata lei, indicando un soddisfatto Tyki che si abbuffava di dolci.
Due Nei rimase basito per un attimo, poi guardò nuovamente Allen e gli accarezzò la guancia dove sarebbe dovuta esserci la cicatrice.
«Ha ancora l'Innocence... sarà ancora utile al Pontefice.»
Allen dapprima serrò forte gli occhi, pensando che Link volesse picchiarlo, poi li schiuse sconcertato a quella carezza, arrossendo appena.
«Portatelo da qualche parte con il Noah e fate loro la guardia.» disse duro, allontanandosi dal bambino.
Lenalee sorrise furba a quelle parole.
«Allen è un nostro compagno e Tyki non è più un Noah, vero Lavi? Hanno bisogno di qualcuno che faccia loro la guardia?» chiese, prendendo Allen tra le braccia.
«Che cos'è un Noah?» chiese il portoghese, con le ditine intrise di zucchero.
«Non sappiamo a che età si è risvegliato il Noah che dorme in lui.» disse cupo il Corvo, uscendo dall'ufficio del Supervisore.
«Certo non adesso...» Lenalee fece l'occhiolino al piccolo Mikk, accarezzando i setosi capelli dell'inglesino. Allen l'aveva abbracciata senza dire niente, ancora un po' sbigottito da tutte quelle attenzioni.
«Che facciamo, Lena?» chiese il rosso «Sto per finire le caramelle.»
«Portiamoli dalla capo infermiera: Allen ha delle brutte ferite, e poi chiederemo a Bookman di prestarci qualche vestito!» disse decisa.
Di colpo, Lavi scoppiò a ridere.
«Che cos'hai da ridere?» chiese perplessa, la ragazza.
«Ma ti immagini questi due con gli abiti da cinese?» chiese tra le lacrime.
Lenalee s'imbronciò tirando un pugno in testa al rosso.
«Vedi altre soluzioni?» chiese arrabbiata. A quel gesto Allen ridacchiò.
Mentre "i grandi" discutevano, Tyki allungò una caramella al piccolo Allen:
«Vuoi?» chiese cordiale.
«Grazie...» borbottò quello mangiando il dolciume tenendo gli occhi bassi.
«Come ti chiami?» gli chiese Tyki, allungando la manina.
«Allen... e tu?» chiese ciucciandosi le dita piene di zucchero.
«Io mi chiamo Tyki Mikk.» si presentò «Non lo hai un cognome?»
L'inglesino scosse la testa in segno di diniego, mentre Lenalee l'aveva vinta su Lavi e lo spingeva in infermeria.
«Oh... tu sei come i miei amici che abitano nelle strade di Lisbona?» chiese a bassa voce.
«Come sono i tuoi amici?» chiese confuso, il castano.
«Sono vagabondi...» rispose.
«Mh...» fece il bambino, stringendo le braccia al collo di Lenalee come a voler confermare. «Non ce l'ho la mamma e il papà...» disse piano.
«Loro non sono i tuoi genitori?» chiese, indicando i due Esorcisti.
«No, no... io sto in un circo! Mi fanno dare da mangiare agli animali e pulire le loro gabbie...» disse serio.
«Oh, io non ho mai visto il circo...» sussurrò, per poi tirare appena la bandana di Lavi per avere udienza «Ehy, signor Benda! Mi porti anche al circo se faccio da bravo? Mi hanno detto che c'è lo zucchero filato!» disse con gli occhi luccicanti.
«Eh-eh...» ridacchiò depresso, Lavi, non volendo contraddire quella sirena ambulante.
«Se fai il bravo, forse...» disse, aprendo poi la porta dell'infermeria.
«Veramente?! GRAZIE! GRAZIE!» disse felice, abbracciandolo d'impeto al collo fin quasi a strozzarlo.
Allen e Lena osservarono perplessi la scena, mentre il demonio in gonnella si avvicinava a loro, confusa a sua volta.
«Signorina Lee, chi sono questi due bambini?»
«Beh... vede... è una situazione difficile da spiegare...»
«GRAZIE!!!» continuava a strillare Tyki «Sarà così bello andare al circo tutti insieme!»
«Scusi, può intanto visitare lui, mentre io aiuto Lavi?» chiese nervosa, appioppandole Allen in braccio.
«Ciao vecchia strega!» la salutò il castano.
«Ma come ti permetti, maleducato?» sibilò la capo infermiera.
«Ma come? Non sei la strega che lavora nel circo?» chiese confuso, il bambino, mentre l'infermiera lo metteva a sedere su di un letto.
«No e non faccio nessuno spettacolino!» disse lei, arcigna.
«Peccato... saresti perfetta...» disse mogio, Allen, mentre la donna gli sfilava i vestiti troppo grandi.
«Che brutti lividi...» disse la donna, premendo il pollice sopra uno di essi.
«Ahia! Mi fai male!» si lamentò il castano.
«Sono freschi... Che ti è successo?» gli chiese, guardandolo negli occhi.
«Niente… io... sono caduto...» borbottò, abbassando lo sguardo.
«Sei stato picchiato.» dedusse lei.
«Ugh!» trattenne il fiato il piccolo, preso in contropiede «E se anche fosse? Tanto non importa a nessuno! Devo solo aspettare di crescere e poi non mi picchierà più nessuno...» l'aggredì, sentendosi alle strette.
«Beh, a me importa, invece.» disse la "strega" prendendo i farmaci necessari per pulirgli le ferite e curarlo.
«Oh...» disse sorpreso il bimbo, mentre la donna gli disinfettava le ferite. Quelle parole lo avevano talmente colpito che gli occhi gli si riempirono di lacrime.
«WEEE!!!» pianse a pieni polmoni con grossi singhiozzi. Il petto gli si comprimeva velocemente, facendo capire all'anziana donna quanto grande fosse la pena che quel monello si portava dentro.
«Su, non fare così...» disse piano, accarezzandogli i capelli «Sei un ometto, no? Devi essere forte.»
«Sì...» singhiozzò ancora, asciugandosi il viso con le manine aperte.
«Bravo...»
Ma a quel punto, anche Tyki per riflesso ricominciò a piangere.
«Zitto tu o ti do io un buon motivo per piangere!» lo freddò l'infermiera, mentre metteva una pomata ad Allen.
«Uhm...» fece Tyki, con il labbro tremolante.
«Bene, tu sei a posto ora! Vieni tu...» disse, indicando Tyki.
«Nooo!!! Mi vuole sculacciare!!!» urlò, attaccato come una patella all'uniforme del Bookman.
«Che bambino viziato...» si lamentò la capo infermiera, prendendo Tyki di peso e mettendolo sul letto accanto ad Allen.
«Lei mi farà la bua come a te!» frignò, stringendo Allen per la vita.
«No, è una strega buona...» sorrise dolce il bimbo, accarezzando piano la testa a Tyki.
«Da-- Davvero?» chiese lui, alzando i grandi occhi scuri su quelli chiari del ragazzo.
«Sì...» affermò convinto, allungando una manina per prendere il lembo di una garza e legarsi i capelli in una coda alta.
«Uhm... mi tieni la mano?» bisbigliò il ragazzino.
«Fifone...» lo apostrofò, stringendogli però la mano.
«Graccie...» sussurrò, stringendo forte gli occhi.
Bastarono due secondi.
«Questo è a posto! L'ho detto che era viziato!» fece la donna, avvolgendo entrambi in una coperta.
«Ha... finito...?» domandò Tyki, rimanendo con gli occhi chiusi.
«Sì... puoi aprire gli occhi...» sussurrò Allen, guardando la donna allontanarsi per poi posargli meglio la coperta sulle spalle. «L'ho detto che era buona...»
Il portoghese si rilassò e riaprì le pozze nere, sorridendo, e strinse un poco di più la mano, tirando l'amichetto verso di sé.
«Grazie.» gli sussurrò, posando le labbra sulle sue.
Allen arrossì spingendo via l'altro.
«Che diavolo fai?» chiese con il petto ansante.
«Ti do un bacio!» disse con l'aria felice.
«E perché? Solo i papà e le mamme si baciano così!» lo additò pulendosi contrariato la bocca.
«La mia mamma lo fa con tutti...»
«Moron...» sibilò il più piccolo, arrossendo ancora.
«Uhm...» fece appena il ragazzino più grandicello, leccandosi le labbra. Aveva trovato Allen particolarmente buono, anche più delle caramelle.
In quel momento Lavi, che con Lenalee era uscito a cercare un paio di vestiti del vecchio panda, si presentò davanti ai due piccolini. Per sua sfortuna aveva assistito alla scena e capì che Tyki era segnato fin da piccolo a diventare un pervertito.
«Allora... baldi giovani!» disse, mostrando loro due vestiti, uno rosso e un altro di un appariscente giallo «Chi vuole quello giallo?» ghignò.
I due bambini lo guardarono per una frazione di secondo, incerti se prenderlo sul serio o meno.
«Lui!» disse Tyki, indicando Allen.
«Che? Io non voglio sembrare un limone! Dallo a lui, s'intona con i suoi occhi!» disse Allen.
«Ma a me va meglio il rosso!» sbuffò Tyki, per poi ripensarci e sussurrare piano all'orecchio del castano «Ma se mi dai un altro bacino, lo prendo io quello giallo!»
Allen valutò i pro e i contro della proposta, per poi osservare il vestito giallo. Era proprio brutto!
«Va bene...» si fece coraggio baciando Tyki su una guancia.
«Non sulla guancia.» disse ad alta voce, il moro, indicandosi le labbra, nello schifo più totale di Lavi.
«Ehy!» fece il rosso, capendo che urgeva intervenire.
«Grazie!» disse il castano prendendo il vestito rosso, scendendo dal letto e nascondendosi dietro la gonna dell'infermiera.
«Come?!» fece Tyki, imbestialito «Voglio il mio bacino!» urlò, scendendo dal letto per rincorrere l'ex-Esorcista.
Allen cominciò a scappare, vestendosi nel mentre. Era davvero un bambino agile!
«Torna qui!» continuò a gridare il moretto, mentre correva.
Alla capo infermiera sarebbero necessitate alcune settimane di ferie....
«No! Fatti baciare dalla tua mamma!» lo prese in giro, facendogli una linguaccia.
«La mamma non bacia me! Bacia i suoi amici!» disse, mostrandogli la lingua di rimando.
«Chi se ne importa!» rise l'inglesino finendo di abbottonarsi l'ultimo bottone della giacca rossa mentre Tyki ancora era nudo.
«Uffa!!!» urlò, battendo un piede a terra «Signor Bendaaa!!! Fai qualcosa!»
«Mi chiamo Lavi...» piagnucolò il rosso, prendendo Allen in braccio, porgendolo poi a Lenalee per tornare da Tyki per aiutarlo a vestirsi.
«Non lo voglio...» si lamentò il bimbo, mettendo su un adorabile broncio.
«E' solo per oggi... poi compreremo qualcosa...» cercò di convincerlo il giovane Bookman.
«Uffa!» fece ancora, incrociando le braccia al petto.
«Smettila di fare i capricci, altrimenti Allen riderà di te...» provò a ricattarlo.
«E chi se ne frega!» disse il piccolo «E non ne voglio baci da te, signor Benda!» mise bene in chiaro.
«Muoviti Tyki, la signorina ha detto che ci porta a mangiare se ti sbrighi!» urlò Allen, sporgendosi dall'abbraccio di Lenalee per chiamare il moretto.
«Non ho fame!» fece l'offeso. In parte aveva ragione, dopo essersi ingozzato di dolci...
«Dice che dopo ci lasceranno giocare insieme!» provò a convincerlo ancora.
Ma il piccolo era davvero testardo e viziato. Gonfiò le guance ancor di più e girò il capo.
L’inglesino non sopportava quegli atteggiamenti e guardò male Tyki.
«Che peccato... vorrà dire che dirò il mio segreto ad un altro amico...» fece Allen, dando le spalle all'altro.
«Quale segreto?» chiese subito il bambino.
Per fortuna  Allen sembrava aver tolto di stallo la situazione o presto Tyki si sarebbe ritrovato un bel sederino rosso dalle sculacciate.
«Perché dovresti saperlo? Io lo dico solo al mio migliore amico che si veste in fretta e mi fa andare a mangiare!» gli disse, andando via insieme alla ragazza.
Tyki strappò di mano il vestito a Lavi e se lo infilò in fretta e furia, per poi saltare al collo del rosso. «Andiamo, corri!»
«Sì...» sbuffò depresso, il guercio.
«Dobbiamo arrivare prima di Allen!» lo spronò, dandogli dei colpetti ai fianchi, come fosse un cavallo.
«Non sono un ronzino!» si lamentò Bookman Junior correndo veloce per recuperare terreno.
«Una giumenta?» chiese, mettendosi l'indice sulle labbra, con aria pensante.
«No di certo!» borbottò scorbutico, il rosso.
«Lena! Più veloce!» fece ridendo, Allen. Lei, intenerita, attivò l'Innocence e fu alle cucine in un attimo. Nessuno era più veloce di Lenalee quando aveva i Dark Boots ai piedi.
«Guarda! Li abbiamo persi!!!» pianse il moro, insozzando nuovamente l'uniforme di Junior
«Ora Allen non mi dirà più il suo segreto perché sei lento! WEEE!!!»
«Acc... il vecchio mi punirà quando lo scoprirà...» fece Lavi, punto nell'orgoglio, prendendo il suo martello «Tieniti forte!» lo avvertì.
«Perchééé~?» urlò forte, quando l'Esorcista attivò a sua volta l'Innocence, percorrendo tutto il corridoio in pochi secondi.
«Chi ha vinto?» chiese sconvolto Tyki con gli occhi a spirale.
«Ehm... loro.» rispose Lavi, dandogli una carezza alla testa.
«UFFA!!! WEEE!!!» si rimise a piangere. Quel ragazzo avrebbe avuto un futuro come antifurto!
Allen, intanto, era sceso dalle braccia della cinese e, guidato dal suo naso, finì in cucina da Jerry; piccolo com'era, non faticò a passare sotto le gambe delle persone già in fila e sbucò per primo davanti al cuoco.
«Oh, e tu chi saresti grazioso bocconcino?» chiese dolce, il cuoco, vedendo quel piccolo e carino bambino davanti al bancone.
«Io mi chiamo Allen, e tu?» chiese l'inglesino allungando le manine per raggiungere il bancone e poter vedere a chi appartenesse la voce che gli stava parlando.
«Mi chiamo Jerry, dolcezza! Cosa ti posso offrire?»
«Offrire? Sono gratis?» domandò incredulo.
«Certamente!» rispose.
Il castano ci pensò un po' prima d'iniziare ad elencare una valanga spropositata di cibi. L'indiano avrebbe giurato di avere davanti un Allen in miniatura!
«E... come porterai tutto sul tavolo?» chiese il cuoco.
«Uno alla volta!» rispose con un sorriso.
«Va bene!» disse il cuoco, facendo spallucce, mentre metteva l'ordine nei piatti.
Allen, così, cominciò a portare, uno dopo l'altro, tutti i piatti ad un tavolo. Una volta finito ringraziò lo chef e si arrampicò sulla panca per poter mangiare, ma il caso volle che prese posto proprio accanto ad un Esorcista con un certo piatto preferito: la soba!
«Ehy, mammoletta! Non puoi andare a mangiare più lontano da me? Mi appesti il profumo della soba.» ringhiò.
«Che? Dopo tutta la fatica che ho fatto per portare tutti i piatti qui?» chiese retorico, iniziando comunque a mangiare.
«Esatto.» sibilò, alzandosi di colpo dalla panca per poi darle un calcio, facendola cadere in terra, e con essa il bimbo al quale cadde perfino un onigiri.
«Ah! Cosa hai fatto?!»
«Ti ho insegnato una lezione di vita, mammoletta!»
«Sei antipatico!» lo freddò, Allen, alzandosi e prendendo un altro onigiri, continuando a mangiare.
«Tsk!» fece il giapponese, proseguendo anch'egli nel suo pasto.
Il castano mangiò in silenzio con molto appetito. Cosimo non lasciava mai che mangiasse molto.
Pur di non darla vinta al moccioso, Kanda finì la sua ciotola in piedi, sempre con un'espressione imbronciata in volto. Subito dopo pranzo avrebbe chiesto chi e cosa fosse quel moccioso.
L'inglesino mangiava trattenendo le lacrime per la botta che aveva preso e per non darla vinta all'altro.
Erano due zucconi testardi sempre in lotta anche quando incapaci di riconoscersi.
«Allen!» una piccola vocina da dietro fece girare i due: era Tyki.
«Mh...» fu solo in grado di dire il castano, avendo la bocca troppo piena.
«Hai già finito?» domandò un po' triste.
«Quasi... tu non hai mangiato?» chiese confuso.
«No. Facevo la fila.» disse mite, accostandosi all'amico, quasi a volergli chiedere il permesso di sedersi con lui a mangiare.
«Vuoi mangiare con me?» gli propose.
«Sì!» disse il ragazzo illuminandosi.
Kanda non sopportò quella scena ed una volta terminata la soba, se ne andò, senza salutare.
«E' quello il  tuo amico?» chiese triste, rialzando la panca.
«No... quello è antipatico!» fece arrabbiato, l'inglesino.
Il portoghese sorrise e lo abbracciò.
«Io voglio essere il tuo migliore amico, Allen-pon!» sorrise.
«Tu sei il mio primo amico...» borbottò il più piccolo, arrossendo.
«Oh...» arrossì anche Tyki, stringendolo di più a sé «E quando saremo grandi ci sposeremo ed io ti darò il mio cognome!»
«Cheee?! Non sono mica una femmina, io!» arrossì ancora di più, il bimbo.
«Ma sei così carino...»
«Che vorresti dire?» borbottò Allen.
«Che mi piaci tanto tanto...» sussurrò, baciandogli la guancia.
L'inglesino ci pensò un po', imbronciandosi.
«Anche tu mi piaci...» borbottò spostando lo sguardo di lato.
«Davvero? Allora ci sposeremo!» disse l'altro, contento.
«Come ti pare...» borbottò ancora Allen finendo di mangiare.
Con un piccolo versetto, gli diede un altro bacino sulla gota, per poi mangiare lui stesso dal piatto che si era portato.
Il castano dondolava le gambe che non toccavano a terra, seduto accanto al suo nuovo amico del cuore. Era così contento che non riusciva a fare a meno di sorridere.
«Allen, dopo andiamo a giocare?» domandò «Così anch'io ti dirò un mio segreto...»
«Va bene...» sorrise contento, il bambino.
«Hai un bellissimo sorriso.» lo lodò il moretto, mentre finiva il suo pasto.
«Grazie...» fece incerto il castano, arrossendo. Non glielo aveva mai detto nessuno, anzi... lui non sorrideva quasi mai.
«Devi magiare altro?» chiese, senza capire che la montagna di piatti sul tavolo era di Allen e non degli altri commensali.
«No, sono sazio...» sorrise ancora.
«Bene!» disse il portoghese, felice, scendendo dalla panca e tendendogli una mano «Vieni!» sorrise.  
Allen gli porse la manina paffuta e Tyki la strinse, per poi portarlo via dalla mensa.
«Dove vanno quei due?» chiese confusa Lenalee a Lavi, osservando la scena da lontano.
«Non dovevano giocare?» le ricordò il rosso, azzannando un cosciotto di pollo.
«Non si faranno male? Ci sono le stanze di mio fratello che sono piene di cose pericolose...» fece lei, pensosa.
«Sono solo bambini! Non arriveranno alla maniglia delle porte!» disse a bocca piena.
«Tu non ti ricordi cosa significhi essere un bambino, vero?» fece scettica, la ragazza.
«Io sono nato grande.» le rispose, facendo spallucce.
«See see, come no...» sbuffò lei, finendo di mangiare.

[ …continua… ]
Gala & XShade-Shinra

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Capitolo 2
*** Capitolo 02 ***


- Long time ago -
Capitolo 02

I due bambini, scappati dalla sala mensa, stavano girando per i corridoi, guardandosi attorno spaesati.
«Ohhh...» fece il portoghese «Neanche papà ha una villa così grande!»
«Una villa?» chiese a disagio il più piccolo. Lui viveva in un angolo della stalla dei cavalli.
«Sì... mio padre è ricco, ha anche il titolo nobiliare!»
«Chissà come deve essere bello...» borbottò Allen, guardando dalla parte opposta del portoghese.
«Ti inviterò a casa mia appena ci lasciando andare!» sorrise Tyki, prendendolo per mano.
«Ma che dici... non mi farebbero mai entrare...» disse, arrossendo, il più piccolo.
«Sei mio amico! Ti faranno sicuramente entrare!»
«Ah, Tyki! Dovevi dirmi il tuo segreto!» fece concitato, Allen, cambiando il discorso.
«Solo se prima mi dici il tuo...» patteggiò.
«Va bene... il mio segreto è... psss… psss…» sussurrò al suo orecchio.
Tyki si portò una mano sulla bocca ed arrossì.
«Veramente?» chiese.
«Sì... ora il tuo!» pretese l’ex-Esorcista.
«Ok...» sussurrò, bisbigliandoglielo all'orecchio.
«Oooh...» fece sorpreso, il castano.
«Però... non dirlo a nessuno!» lo pregò, mettendosi l'indice davanti alle labbra.
«Va bene... te lo prometto!»
«Ci diamo un bacino per suggellare la promessa?» chiese.
«Ma sei fissato tu...» borbottò arrossendo, Allen.
«Perché mi piaci tanto, no?»
«Forse dopo... ora a cosa giochiamo?» chiese l'inglesino.
«Giochiamo a nascondino?» propose il moro.
«Conta tu...» ridacchiò Allen, iniziando a scappare.
«Va bene!» disse il ragazzino, guardandosi la dita per tenere il conto «Uno... due... tre...» a quanto pareva, Tyki non era mai andato a scuola.
Il castano corse a perdifiato per il corridoio, prima di scontrarsi con un uomo alto dai lunghissimi capelli rossi.
«Un bambino?» si chiese ad alta voce, prendendo tra le dita la sigaretta che stava fumando.
Si guardarono per qualche secondo, mentre Cross si domandava dove avesse già visto quel marmocchio.
«Pronto o no, io ti cerco!» si sentì poi la voce di Tyki e Allen sussultò.
«Accidenti...» si allarmò andando dietro le lunghe gambe del rosso, nascondendoglisi dietro.
«Che barba!» sbuffò il generale, girando sui tacchi ed allontanandosi.
«Antipatico!» gli urlò dietro Allen, per poi scappare di nuovo e nascondersi dietro una tenda.
«Allen! Allen!!!» lo chiamò, Tyki, sperando che il bimbo cascasse nella trappola e rispondesse. L'altro però non era certo così sciocco, e rimase in silenzio dietro la sua tenda polverosa.
«Uhm...» fece il moro, guardandosi attorno, fino a notare... «Ti vedo i piedini!!!» urlò, lanciandosi alla tenda.
"Accidenti!" pensò il castano, ormai in trappola. Poi, però, gli venne un'idea.
«Trovato!!» urlò Tyki, aprendo la tenda di colpo. Allen allora gli gettò le braccia al collo e lo baciò in modo da disorientarlo e poter correre alla base e fare tana libera "tutti"! Il suo piano ebbe l'effetto sperato, visto che Tyki rimase immobile come un baccalà a quel bacio inatteso. Il più piccolo ridacchiò e corse via verso la base e vincere la partita.
«Oh... Allen ha fatto giurin giuretto con me!» sussurrò il ragazzo, felice, camminando lento verso il punto di partenza, trovandovi già Allen.
«Ho vinto io!» si pavoneggiò il castano.
«Ma io sono contento lo stesso.» rise il moro.
«Per che cosa?» chiese confuso, Allen.
«Lo so io.» rispose, abbracciandolo.
«Mh... cambiamo gioco?» chiese dopo un po', il più piccolo.
«Ok!» disse il moro, che non aveva certo voglia di contare di nuovo!
«A cosa giochiamo?» chiese Allen starnutendo. I pavimenti erano freddi per due bambini scalzi.
«Giochiamo a trovarci una stanza tutta per noi?»
«Non si arrabbieranno?» chiese in un sussurro, il castano.
«Ma no! Dopotutto ci hanno portati loro qui!» gli fece notare.
«Secondo te ci lasceranno mai andare?» sussurrò triste, Allen.
«Non lo so... Dopo chiederò a signor Benda.» disse, riprendendo la manina di Allen.
«Sai... c'era un uomo simpatico al circo. Mi piacerebbe rivederlo...» sussurrò il bambino.
«Ti aiutava a pulire?» domandò Tyki, mentre giravano per i corridoi.
«No, lui faceva il pierrot... però non mi trattava male come gli altri...»
«Perché? Gli altri erano cattivi con te?» gli chiese, aprendo appena di più gli occhi.
«Già è tanto se mi tenevano con loro...» borbottò tirando su con il naso.
«E perché ci vuoi tornare?»
«Perché voglio rivedere Manaaaaa...» iniziò a singhiozzare.
«Ah, sì sì!» disse cercando di fargli forza «Lo rivedrai senz'altro!»
«Davvero?» chiese, fermando il pianto.
«Certo! Se domani non ci lasciano andare via, allora scapperemo insieme e ti riporterò da Mana!» quando si trattava di fare il galante, Tyki perdeva tutta la sua aria da piagnucolone.
Questa volta fu Allen ad abbracciarlo, singhiozzando contro il suo petto.
«Va bene...»
Il portoghese gli accarezzò la testina e lo strinse contro il suo petto.
«Su su, devi essere forte.»
«Uhn… E quello chi è?» chiese poi Allen notando una piccola pallina gialla svolazzare poco distante. L'aveva intravista poco prima sulla spalla del rosso, ma gli sembrava un semplice addobbo.
«Non lo so.» fece il moro, girandosi per guardare Timcanpy, il quale si avvicinò a loro.
Riconoscendo l'odore del suo padroncino e vedendolo piangere, il golem dorato consolò l'inglesino strusciandosi contro una sua guancia.
«Sembra che tu gli stia simpatico.» sussurrò Tyki, ripetendo il gesto del boccino dorato sull’altra gota.
«Magari lui conosce un posto dove possiamo stare...» sussurrò Allen, contento.
«Prova a chiederglielo.»
L’inglesino annuì e si rivolse al boccino dorato:
«Tu sai dove possiamo trovare una stanza tutta per noi per giocare?»
Tim rimase un po' sorpreso dalla richiesta, ma scosse la testa in segno affermativo. Si sollevò da Allen e cominciò a svolazzare lungo il corridoio.
«Seguiamolo!» si atteggiò a condottiero Allen, prendendo per mano l'amico.
«Sì!» sorrise l'altro ed i due cominciarono a correre, inseguendo il golem.
Dopo qualche minuto, Timcanpy smise di muoversi e si mise vicino ad una porta.
«Ecco, si è fermato!» sorrise Allen a Tyki, fermandosi davanti alla porta.
Tyki, il più alto tra i due, si mise sulle punte dei piedi per arrivare alla maniglia, ma nulla: era troppo in alto.
«Aspetta. Prendimi sulle spalle!»
«Ok.» fece l'altro, inchinandosi per permettere al castano di salirgli a cavallino per poi issarsi.
Allen premette le mani sulla maniglia ed aprì la porta.
«Che brutto quadro!» disse subito Tyki quando la luce entrò in quella stanza.
«Mh...» disse il più piccolo, non del tutto d'accordo, che scese poi dalle spalle del portoghese, correndo verso il letto.
Il moro aprì meglio la porta, che cigolò, per poi entrare con il golem.
«Ti piace qui?» chiese ad Allen che nel frattempo aveva già preso possesso del letto.
«Sì...» sorrise sbadigliando.
«Non mi dire che sei stanco!» sorrise Tyki, sdraiandosi accanto a lui.
«Un pochino...» borbottò assonnato, Allen.
«Allora giochiamo dopo.» sussurrò il ragazzino più grande «Ora facciamo la nanna...»
«Mh-mh...» annuì, chiudendo gli occhi ed appisolandosi.
«Sei così carino...» sussurrò Tyki, abbracciandolo per poi addormentarsi insieme a lui, mentre il golem li vegliava.

Nel frattempo, in una sala poco più lontana...
«Supervisore Komui Lee, non glielo chiederò una seconda volta.» disse la voce dura di Link, che passeggiava davanti ad un Komunrin legato alla parete «Esca immediatamente dal suo aggeggio infernale e si comporta da uomo!!!» sbraitò, con gli occhi rossi dalla rabbia.
«Se lo farò, lei smetterai di sgridarmi?» chiese la voce remota del boccoloso.
«Ovvio.» ghignò il biondo, affilando la propria arma «Ma prima deve rispondere alle mie domande…»
«O-ok...» balbettò spaventato, il cinese «Di cosa vuole parlare?»
«Del tempo, ovviamente. Non è forse una splendida giornata oggi?» rispose pacato, prima di esplodere «DELLA POZIONEEE!!!»
«Non lo so... solitamente si trattava di pochi minuti, ma si parlava di poche gocce...»
«Vuoi dire che torneranno normali da soli?» chiese, graffiando Komunrin in modo da riprodurre il suono delle unghie sulla lavagnetta.
«Sì.. bisogna solo pazientare un po'...» disse spaventato.
«E quando torneranno normali, avranno di nuovo tutta la loro memoria?» chiese secco.
«Certo, questa è una situazione temporanea...»
«Ricorderanno anche di queste ultime ore?» chiese ancora.
«Questo non lo so... non ci sono mai stati casi così duraturi. Perché quest'ultima domanda?» chiese confuso, Komui.
«Perché devo fare rapporto, ecco il perché!» disse, dando un calcio all'androide.
«Quanta violenza! E poi non ne sei contento? Ora potrai scoprire cose sul passato di Allen che nessuno conosce...»
«Tsk... che cosa me ne...» e da lì ci fu il gelo.
Link si vide tutta la vita davanti e poi la futura carriere, la promozione, la pensione anticipata...
Senza dire nulla uscì di corsa dalla sala dove aveva imprigionato Komui e corse verso la cucina.
Il Supervisore lo vide allontanarsi ed uscì fuori da Komunrin, portandosi appresso Reever, che nel frattempo era svenuto.
«Uff... per fortuna se ne è andato... avevo proprio voglia di una tazza di caffè...» sospirò Komui, andando a cercare contento la sua Lena-chan.

«WALKER!!!» un boato echeggiò per la cucina deserta. Link era arrivato nella stanza con un tempo da record, ma non vi trovò più nessuno
«...Come è possibile che Walker non sia in cucina?!»
«Quanto baccano, Allen non si è visto oggi...» borbottò contrariato il capocuoco Jerry, stappandosi un orecchio.
«Come no?!» chiese l'uomo, shockato «Devo assolutamente trovarlo!»
«No... Prova a cercarlo nella stanza degli allenamenti...» fece con un'alzata di spalle.
«Sigh...» piagnucolò il Corvo, facendo retro-front per andare a cercarlo.
«Ciao Link...» salutò, il cuoco, che riprese a riordinare la cucina.
Dopo pochi minuti, la porta della sala si spalancò di nuovo.
«Per caso a mensa c'erano due bambini?!» chiese Link, con lo sguardo nuovamente determinato.
«Sì... hanno mangiato velocemente e poi sono andati a giocare... credo...»
«Quanti tempo fa li hai visti andarsene?» chiese preoccupato «Erano accompagnati, vero?»
«Circa due ore fa e mi sembravano da soli...»
«Va bene.» ringraziò con un inchino energico, per poi scappare nuovamente via. Doveva assolutamente trovare Walker prima che l'effetto della pozione terminasse!
«Prego...» fece incerto Jerry, tornando a sistemare il suo regno «Link ha urgente bisogno di una pausa dal lavoro…»

Erano passate diverse ore da quando i due bambini si erano assopiti. Tyki stringeva Allen e sé e Tim li vegliava dall'armadio…
«Sono un po' preoccupata, sono diverse ore che sono spariti...» sussurrò Lenalee a Miranda, mentre li cercavano in ogni camera dell'Ordine.
«Scommetto che sono a giocare da qualche parte, Lenalee, non ti preoccupare.» le sussurrò la tedesca, mentre sbirciava dentro l'ennesima porta.
«Forse sono in camera di Allen...» ipotizzò la cinese avvicinandosi alla stanza dell'amico.
«Gu-- Guardiamo...» balbettò la donna, sbirciando dalla porta della stanza «Eccoli, Lenalee! Sono proprio due bambini!» fece concitata Miranda per poi essere zittita dalla compagna.
«Sshhh... stanno dormendo!»
«Oops!» fece lei, strizzando gli occhi «Che facciamo?» sussurrò.
«Facciamo una foto? Sono così carini...» ridacchiò la ragazza.
«Ok, ma senza il flash!» le raccomandò la maggiore.
«Certo...» ridacchiò la cinese facendo decine di foto con la loro tecnologia. Erano proprio teneri insieme.
«Gnee...» fece piano il moro, girandosi e finendo così sopra Allen.
«Mmh...» si lamentò Allen dimenandosi appena.
«Zzzz...» dormì ancora profondamente, il moro.
Povero Allen... sarebbe stato dolorante al risveglio.
«Devo aver mangiato troppo...» si lamentò nel sonno il più piccolo.
«Sì, sono proprio carini!» rise piano Miranda, invitando l'altra a continuare il book fotografico.
«Zzzz...» ronfò Allen rotolando su di un fianco, facendo così cadere Tyki dal letto.
«WEEE!!!» l'effetto della caduta fu immediato.
E a quelle urla anche l'inglesino si svegliò.
«Quanto rumore... perché piangi?» chiese stranito, Allen.
«Sono caduto!!!» urlò tra i pianti, singhiozzando.
«Non è successo niente... torna a dormire...» borbottò assonnato, Allen, tirando l'amico per una manica.
«Mi sono fatto la bua...» frignò.
Il castano sbuffò, accarezzando piano la testa dell'altro.
«Ora passa...» in tutta quella situazione i due bambini sembravano non essersi accorti delle due donne.
«Va bene...» mugolò il moretto, issandosi sul letto.
«Dopo giochiamo ancora insieme...» gli promise con uno sbadiglio, Allen, richiudendo gli occhi.
«Va bene...» sussurrò, accoccolandosi vicino all'amico.
«Andiamo via...» sussurrò piano Lenalee, uscendo con l'amica dalla stanza e chiudendo la porta.
«Li lasciamo così?» chiese insicura l'altra.
«Sì... casomai torniamo a controllarli dopo...» sorrise, la cinese.
«Ok.» convenne, allontanandosi con l'amica.
In quel momento incontrarono Link, che correva come un forsennato per i corridoi.
«Link... ma che...» sussurrò la cinese.
Ma l'investigatore continuò a correre fino alla stanza di Allen e l'aprì con phatos:
«A-ah! Trovati!» urlò.
«Papà ho sonno...» mugolò Tyki, mettendo il cuscino sopra le loro teste.
«Tu dormi pure! E' Walker che m'interessa!» disse, prendendo il bambino ancora addormentato tra le sue braccia.
«NO!» urlò il portoghese, svegliatosi di colpo, afferrando il compagno di giochi per la caviglia «Dove vuoi portarlo!?»
«Voglio parlare un po' con lui...» disse tetro, Due Nei.
«Lui vuole tornare al circo domani!!! Non potete portarmelo via!» sbraitò.
«Te lo rubo solo qualche minuto... non ti devi preoccupare...» cercò di convincerlo, mentre Allen ancora se la dormiva della grossa.
«No! Voglio venire pure io con voi!» disse deciso.
«Va bene, l'importante è che non fai rumore!» acconsentì esasperato, il biondo.
«Sarò muto come un pesce!» promise il bimbo, facendo il classico cenno di chiudere con la zip la bocca.
«Bene...» disse Link, incamminandosi in un'altra stanza, seguito da Tyki.

Una volta arrivati, il moro si sedette silenziosamente su una sedia.
«Walker, svegliati.» disse Link, scuotendo appena il bambino e mettendolo a sedere su un'altra sedia.
Allen schiuse piano gli occhi sbadigliando.
«E' già ora di cena?» borbottò.
«Quasi.» lo prese in giro, sperando nella sua collaborazione «Ma prima di andare a cena devo farti delle domande.»
«Quali domande?» chiese, ancora mezzo assonnato, il piccolo.
«Beh... Conosci un uomo che si fa chiamare "il Quattordicesimo"?» chiese diretto.
«Che nome sarebbe? Mai sentito...»
«Dovrebbe essere il fratello di Mana, tuo patrigno.» disse, senza sapere che Allen non era ancora stato adottato.
«Io non ho nessun patrigno! Mana è solo un pierrot che lavora nel circo!»
«Prego?» chiese, digrignando i denti.
«Sei duro d'orecchi? Io i genitori non li ho! Mana è solo uno che lavora al circo!»
«Uhm...» fece appena, mettendo in moto i meccanismi celebrali "Non dirmi che non sa nulla!"
«Ha un bel cane che fa dei bei numeri con la palla...» borbottò stizzito, l'inglesino.
«Tu quindi non sai niente nemmeno del Conte?» chiese ancora, mentre Tyki lo guardava grattandosi la testa.
«No...» fece confuso anche Allen. «Di solito non vengono persone molto importanti...»
«Scusami, signor Due Nei!» fece Tyki, alzando la mano.
«Cosa vuoi?» lo fulminò Link.
«Io lo conosco, il Conte.» disse piano.
«Cosa?» chiese l'investigatore, rizzando le orecchie.
«Sì! E' un uomo talmente magro che sembra si debba spezzare da un momento all'altro! E' il Conte di un posto in Inghilterra! Viene sempre con la moglie alle nostre feste!» disse il bimbo, sorridendo.
«Il nome di quest'uomo, lo sai?»
«Sì! Si chiama John Smith!»
«Puoi stare zitto, adesso...» lo liquidò, tornando a concentrarsi su Allen «Ti ricordi niente dei tuoi veri genitori?» chiese allora l'investigatore Howard, vedendo l'inglesino abbassare gli occhi triste.
«No.» pigolò.
«Ho capito... può bastare...» sbuffò il biondo.
«Signor Due Nei, posso fargliela io una domanda?» chiese Tyki, disturbandolo nuovamente.
«Dimmi...» rispose Link, completamente esaurito.
«Noi vogliamo andare via! Quando ci lascerete andare?»
«A tempo debito...» disse Link sperando che l'effetto della pozione finisse in fretta.
«Va bene...» sorrise il ragazzo, scendendo dalla sedia per andare a prendere Allen.
«Che tipo strano...» fece il castano saltando giù aiutato dall'amico.
«Poi non mi piace, ti guarda in maniera strana...» sussurrò il più grandicello, anche se Link lo sentì molto bene.
«In che senso in maniera strana?» chiese confuso il più piccolo.
«Non lo so, ma non mi piace. Vieni, andiamo!» disse prendendolo per mano e trascinandolo via, mentre il Corvo li guardava.
«Andiamo dove?» chiese l'inglesino mentre correva dietro l'amico.
«Torniamo in camera tua?» domandò il moro.
«Mia? Nostra vorrai dire...»
«Oh... Ma l'avevi trovata tu...» sussurrò il portoghese.
«Siamo amici, no? Condividiamo tutto!» sorrise il castano, cercando di orientarsi per trovare la stanza di prima.
«Sì.» disse l’altro, contento, camminando dalla parte opposta rispetto a quella di Allen.
L'inglesino lo seguì facendo finta di niente. Non aveva molto senso dell'orientamento.
«Siamo arrivati!» disse Tyki entrando nella stanza, lasciata da prima con la porta aperta.
«Che facciamo? Io non ho più voglia di dormire...» si lamentò Allen.
«Avevi promesso che avremmo giocato!»  sorrise.
«A cosa? Io non conosco molti giochi, purtroppo...»
«Giochiamo al dottore?» chiese il moro.
«E come si gioca?» chiese ingenuo, Allen.
«Io faccio il dottore e ti devo visitare.» disse Tyki, accaparrandosi subito il ruolo migliore.
«Va bene...» disse confuso l'inglesino.
«Su, togliti il vestito da pomodoro.» rise piano, fingendo di sistemarsi il camice.
Allen, incerto, si spogliò, mostrando la pelle livida all'amico e il braccio rosso.
«Oh...» fece il portoghese, mentre piangeva appena, singhiozzando alla vista della mano di Allen.
«Perché piangi?» chiese confuso il castano.
«Ti sei fatto più bua di me... eppure tu non piangi...» singhiozzò, asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.
«No... io sono nato con il braccio così. Non mi fa male...» cercò di tranquillizzarlo.
«Sigh... Sniff...»
«Smettila di piangere! Non mi fa male ti ho detto.. e poi non mi devi curare?»
«Ah... sì...» bofonchiò, abbracciando il ragazzino.
«Ecco... sono malato dottore...» ridacchiò Allen.
«Allora siete nel posto giusto!» disse Tyki, riacquistando il sorriso «Dove vi fa male?» chiese educato.
«Qui...» disse indicandogli un livido.
Tyki si scostò appena e posò un leggerò bacio laddove indicatogli.
«Non sei un dottore molto competente... così ci riescono tutti...» gli fece notare il castano.
«Vuoi provare anche tu su di me?» chiese il moretto, dandogli un altro bacio su un livido.
«A te dove fa male?» chiese allora Allen con un sorriso furbetto sulle labbra.
«Qui.» disse l'altro, indicandosi le labbra. Già piccolo, ma sveglio!
Il castano sbuffò baciandogli leggero le labbra, arrossendo.
«Ora non mi fanno più male, sai?» disse questi, alzando il braccio rosso dell’ex-Esorcista per baciarglielo.
«Ti ho detto che questo braccio non mi fa male...» borbottò ritraendolo.
«Ma chi ti hanno picchiato, ti avrà fatto male anche lì.» borbottò.
«Non importa... non voglio che lo tocchi...» sussurrò.
«Perché?» chiese triste.
«E' brutto... non mi va che tu lo veda e lo possa toccare...» borbottò, facendo per rimettersi la maglietta.
«No, aspetta!» tentò di fermarlo «Non è brutto!»
«Invece sì!» insistette Allen cercando di nasconderlo.
«No.» disse calmo il ragazzino, afferrandogli il vestito in modo che non si riparasse.
«Perché insisti tanto?» chiese confuso, il castano. Di solito avevano paura e lo prendevano in giro per quel suo braccio.
«Perché quando diventerai mia moglie, dovremo apprezzare tutto l'uno dell'altro.» sorrise.
«Che scemo...» ridacchiò Allen, arrossendo appena «Allora io apprezzerò il fatto che sei un piagnone!» lo prese in giro, ridendo.
«Quando sarò grande, prometto che non lo sarò più!»
«Va bene...» sorrise Allen togliendo il vestitino rosso e rimostrandogli il braccio.
«E' solo strano, ma non è brutto.» rise appena.
«C'è anche questa croce sul dorso della mano...» borbottò il castano, mostrandola al portoghese.
«Sei cristiano?» chiese subito.
«Credo di sì...»
«Ah...» fece Tyki, non capendo bene, continuando a guardarla. 
«Penso sia questa la cosa più strana...» concluse Allen.
«Forse te l'hanno messa i tuoi genitori...» sussurrò Tyki.
«Cosimo dice che non mi hanno voluto per questo braccio...» borbottò triste.
«Se ti volevano davvero bene, allora non ti hanno lasciato a causa del braccio!» disse deciso, il portoghese.
«E allora perché non mi hanno tenuto con loro?» chiese con i lacrimoni agli occhi.
«Forse erano poveri...» sussurrò Tyki.
«Però potevano farsi vedere ogni tanto... se ne sono lavati completamente le mani...» sussurrò, tirando su con il naso.
«Forse... erano tristi e si vergognavano di quello che avevano fatto...»
«Con i forse io non sono contento...» sbraitò Allen sull'orlo delle lacrime.
«Io ti voglio bene, però! E non ti lascerò mai!» disse di getto, il ragazzino più grande. Non avrebbe permesso che Allen piangesse.
«Promettimelo!» gli impose, porgendogli il mignolo.
«Promesso.» sorrise l'altro, facendo il medesimo gesto e stringendo il dito con il suo.
«Va bene... continuiamo a giocare?» propose Allen, porgendogli la mano rossa. «Mi fa male qui...»
E Tyki gli posò un bacio, chiedendogli con gli occhi di continuare. Il castano arrossì sorridendogli appena perché proseguisse e il moro lo baciò lungo tutto il braccio, fino ad arrivare alla spalla , per poi continuare lungo il collo, seppur sano.
«Tyki...» il tono di Allen sembrava quasi un rimprovero, mentre quei bacini inesperti gli facevano venire la pelle d'oca.
Intanto, dal fondo del corridoio si sentivano avvicinarsi nuovamente Lenalee e Miranda.
«Andiamo a vedere cosa combinano quei due...»
«Sì?» chiese il moro, arrivato a baciargli l'angolo della bocca.
«Ti voglio bene anche io...» sussurrò, sorridendo felice.
«Mia madre... usa anche la linguetta per dare i baci... Possiamo anche noi?» gli chiese piano.
«E come si fa?» sussurrò il ragazzo.
«Non lo so...» pigolò l'altro.
«Comincia tu...» lo invitò chiudendo gli occhi.
«Ok...» sussurrò il moro, aprendo la bocca per leccare le labbra del bruno.
Allen le schiuse appena, mentre la mano della cinese si posava sulla maniglia.
E proprio in quel momento qualcosa cominciò a cambiare nei corpi dei due bimbi: quasi di colpo i capelli di Allen diventarono bianchi, gli si riformò la cicatrice sull'occhio sinistro ed il braccio diventò nerastro. Anche il corpo del portoghese si ritrasformò: comparvero delle stigmate sulla fronte e una lunga cicatrice che gli segnava il petto, come quella nella gola. Ed entrambi i loro corpi diventarono snelli e muscolosi, con la corporatura degli adulti.
I vestiti troppo piccoli si strapparono, mentre il bacio si approfondiva e la porta si spalancava.
«Ehy, bimbi, dormite ancora?» sussurrò Lenalee appena aprì la porta, ma appena la luce entrò bene nella camera e vide la scena, urlò dal terrore, mentre Miranda sveniva, afflosciandosi in terra come un lenzuolo.
Riconoscendo la voce di Lenalee, Allen aprì gli occhi e vide il volto di Tyki appiccicato al proprio, mentre sentiva la sua lingua muoversi nella bocca. Appena capì in che situazione versasse, lo spinse via pulendosi la bocca con il dorso di una mano.
«Che diavolo stai facendo?» urlò, ansante ed con il volto in fiamme.
«Non lo so, ma...» sussurrò il Noah, sbattendo Allen schiena al materasso «Continuiamo!» affermò, riprendendo a baciare il ragazzo.
L'urlo della ragazza, però, aveva attirato l'attenzione di molti che, appena la udirono, corsero verso di lei.
«Lena! Cosa succede?!» chiese Lavi, raggiungendola.
«Tyki sta molestando Allen!» strillò con le lacrime agli occhi, mentre l'albino lottava per la sua integrità.
«Oh, lasciali, sono solo bambini.» sorrise il rosso, facendo cenno di non darci troppo peso.
«Ma quali bambini! Sono tornati grandi!» disse spingendo Lavi nella stanza perché vedesse con i propri occhi.
«Aiutooo...» intanto si sentiva la voce dell'albino gemere.
Ma Lavi, alla vista di quella scena, dovette voltarsi per rimettere il pranzo. Non era adatto a vedere certe cose.
«Cosa c'è, Shounen?» chiese il moro, mordicchiandogli il collo.
«Smettila! Chi diavolo ti credi di essere?» chiese ansante.
«Il tuo futuro marito, Allen-pon.» rispose il moro in un soffio.
Quelle parole scatenarono un innesto che fece ricordare
ad Allen quelle ultime ore da bambino.
«Ma io adesso ce l'ho un cognome...»
«Ma sei ancora libero... o mi sbaglio?» chiese, accarezzandogli il braccio con l'Innocence.
«Sì...» arrossì il ragazzo.
«Allora, manda via il pubblico e baciami... o dirò loro il tuo segreto...»
«Non oserai...» borbottò assottigliando gli occhi.
«E invece sì...» ghignò, girandosi verso Lenalee e facendo per parlare «Lo sapevate che il vostro amico quando era picc--» ma Allen gli tappò la bocca con entrambe le mani fulminandolo con lo sguardo.
«Mi occupo io di lui, non preoccupatevi...» urlò alla compagna, sperando che chiudesse la porta. Non era nemmeno troppo elegante stare nudo, o quasi, davanti agli occhi di una fanciulla.
«Ehm... sì...» rispose senza osare contraddirlo, ancora sotto shock, uscendo e chiudendo la porta alle proprie spalle dopo aver trascinato fuori Lavi e Miranda. I suoi sogni d'amore con l'albino si erano frantumati in un attimo
«Allen... è gay...» sussurrò depressa.
All’interno della stanza, la lotta era ripresa:
«Moron... anche io so il tuo segreto...» gli rinfacciò, liberandogli la bocca.
«Eh... cosa vuoi che sia...» borbottò, facendo spallucce, anche se si capiva bene che era un po' teso.
«Potrei spifferarlo a Jerry e poi sarebbe sulla bocca di tutti... sai come sono fatti i cuochi...» ridacchiò maligno.
«Va bene. Ho capito l'antifona, sarò muto come una tomba.» disse scocciato.
«Bravo...» sorrise l'albino, tirando appena il lenzuolo per coprire parte delle sue vergogne. I pantaloncini rossi erano alla stregua di un perizoma.
«Che facciamo ora?» sorrise Tyki in maniera provocante.
«Che vorresti dire?» domandò preoccupato, il ragazzo.
«Ma come? Non sei per i rapporti pre-matrimoniali?» ghignò il Noah.
«Non scherzare...» cercò di prenderla sul ridere anche se gli si leggeva benissimo in faccia che stava morendo di paura.
«Non fare il pudico...» disse come se stesse facendo le fusa, ricalando la bocca a baciare il collo del ragazzo.
«Ma io sono pudico...» provò ad obbiettare, mentre quella bocca lo faceva arrossire.
«Ah...» fece piano il moro, mentre calava le mani ai "pantaloni" dell'altro, ma un bel colpo alla testa lo fece fermare «Ahia!» si lamentò e Tim gli diede un altro colpo.
«Ho i miei mezzi per preservare la mia integrità...»
«Grrr...» ringhiò l'uomo, tornando ad abbracciare senza malizia l'albino.
«Era vero quello che dicevi?» chiese dopo pochi attimi di silenzio, l’inglese.
«Cosa?» chiese. Ne aveva dette tante di cose!
«Che rimarrai sempre con me...» il sussurro di Allen era appena percettibile.
«Se vuoi...» gli rispose l'altro.
In realtà era venuto all'Ordine con scopi molto più turpi: voleva solo farsi Allen e scappare, come presa in giro per gli Esorcisti, ma gli avvenimenti delle ultime ore gli avevano fatto cambiare idea.
«Tu cosa vuoi?» chiese Allen, guardandolo negli occhi.
«Non saprei...» disse sinceramente.
«Vuoi me?» chiese ridacchiando, guardando Tim che ancora svolazzava sulla testa di Tyki per proteggerlo.
«Se dico di sì quel coso mi ammazza!» gli fece notare.
«Rispondi sinceramente, Tim non ti farà niente...» promise.
«Sì... Ti voglio, Shounen...» gli sussurrò all'orecchio.
«Per quanto tempo?» ormai nel mondo non si vive senza garanzie.
«Ho una buona durata... almeno una decina di minuti.» disse, non capendo la domanda.
«Idiota! Io intendevo... per quanto tempo continuerai a volermi...»
«Finché non mi stuferò.» disse sinceramente.
«E quando pensi che succederà?» sussurrò baciandolo vicino ad un orecchio.
«Sono diciassette anni che ti conosco e ancora non mi sono stufato di te...» sussurrò, accarezzandogli i capelli.
«Eh?» chiese confuso, l'albino.
«Mi sei piaciuto da quando avevo nove anni, ricordi?»
«E tu sei stato il mio primo migliore amico...» sorrise Allen, abbracciandogli la testa contro il petto.
«Allora, ti rivolgo la domanda: cosa vuoi fare?»
«Diventare grande...» sussurrò l'inglese, arrossendo appena.
«Bene...» bisbigliò, il moro, baciando Allen con passione.
L'albino fece segno al golem di non intervenire, mentre si abbandonava a quel contatto non più timido e casto.
Probabilmente i due avrebbero dovuto fare un grosso regalo a Komui, non appena avessero finito la loro unione.
«Non piangere... dopo...» ridacchiò Allen stringendosi a lui.
Tyki sorrise, finendo di spogliare albino.
«Quello che piangerà tra poco sarai tu, Allen Mikk...»
 
[ …(Happy) Ending? ]
Gala & XShade-Shinra



Risposte alle Recensioni:

x azrael: *_* E' un piacere rivederti, cara! Sai che adoriamo i tuoi papiri! <3
v_v I tuoi narcotici sono un baffo di fronte agli acidi che utilizziamo per scrivere FF! XD Ahahah! No, la cosa brutta è che non utilizziamo droghe per partorire certe trame! XD
L'idea della cattura ci ha sempre entusiasmato (infatti l'hai visto che in Another Plot) e pensiamo non sarà l'ultima sull'argomento.
I ricordi di Allen erano praticamente datati a prima che Cosimo uccidesse il cane di Mana (come si legge nel capitolo, visto che per Allen quel cane era vivo), infatti lui prima era sì un vagabondo, poi è andato a lavorare in un circo come garzone e solo dopo ha "conosciuto" Mana che lo ha POI adottato, facendolo diventare un Clown. ^^
Siamo contente che il nostro chibi!Tyki ti sia piaciuto! XD Il suo passato non ci è noto, ma noi lo immaginavamo così!XD
Per gli occhi di Tyki ti abbiamo già risposto nell'altra FF! ^^ pensiamo di farli sempre dorati da ora in poi! ^^ (Goku! *.* l'amore di Gala!)
E... sì, la mamma di tyki era un po' "allegra", edonista come il figlio! XD Ovviamente i suoi amanti le facevano notare "ma il bambino ci vede" e lei "tanto è solo un bambino, non capisce..." ù_ù ha capito più che bene, invece! ù.ù
Grazie per la recensione! <3

x Atzlith: Siamo contente che la FF ti sia piaciuta! *_* Beh, XShade-Shinra parla in modo criptico per non svelare subito la trama, lei non ama gli spoiler sulle trame delle FF, sai? *occhiataccia per una cosa che Atzlith sa bene*
Quando scriviamo le FF Gala fa Allen e XShade-Shinra Tyki per il 99% delle scene, poi i personaggi non protagonisti ce li dividiamo come meglio viene a seconda della situazione. ^^ I vestitini sono opera di MADAME MELERIK, no? chi altri avrebbe tirato fuori degli abitini tanto brutti?? X°D

x _Flowermoon_: Ci hai commosse! Siamo contente che il nostro ritorno ti abbia fatto gioire così tanto! >w<
Non sappiamo come ci è venuta in mente, ma dovevamo essere proprio con il cervello scollegato! XD Grazie per i complimenti per la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto per Tyki! XD Eh, chissà se è stata colpa o meno del cattivo esempio della mamma o era una cosa che aveva nel sangue!XD
Purtroppo non era nostra intenzione far fare coppia a Lavi e Lenalee, anche se in effetti non sarebbe stata una cattiva idea... >.< Avremo dovuto pensarci prima!
<3 Grazie ancora! 


Grazie a tutti coloro che hanno commentato, che hanno messo questa nostra FF tra le loro storie preferite/da ricordare/seguite e a tutti quelli che la hanno solamente letta.
Gala & XShade-Shinra

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