Long time ago di Madame Melerik (/viewuser.php?uid=84413)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 01 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 02 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 01 ***
-Long time ago-
Che le pozioni di Komui fossero una calamita per i guai, e che uno dei
loro bersagli preferiti fosse Allen, era ormai risaputo. Ma cosa
accadrebbe se, a causa di una di esse, Allen e Tyki tornassero bambini,
senza i ricordi della guerra, semplicemente come se non fossero mai
cresciuti?
[Yaoi/Shounen-ai - Tyki x Allen]
-Titolo:
Long time ago
-Autore:
Madame Melerik [Gala
& XShade-Shinra]
-Manga:
D.Gray-man
-Pairings:
TxA (Tyki x Allen - poker pair)
-Genere:
Commedia, Fluff
-Personaggi:
Tyki/Allen, Lenalee, Link, Lavi, Un po' tutti
-Warnings:
Yaoi/Shounen-ai, What if…
-Rating:
Arancione
-Capitoli: 2
-Disclaimer:
Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e
comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come
d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi
non ci appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei
relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno
scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note:
Ritorna l’Estate e torniamo anche noi! *^* *battono
cinque*
Dopo aver corretto da cima a fondo tutto “Better than
Beautiful” e portato avanti altri nostri progetti, siamo
pronte per iniziare a pubblicare! ^^
Sperando che anche questa nostra nuova elucubrazione senza troppe
pretese vi piaccia, vi auguriamo buona lettura! ^^
Gala & XShade-Shinra
- Long time ago -
Capitolo 01
C'era molto fermento, quel giorno, nella nuova sede del Black Order.
Un piccolo gruppo, composto da Allen, Lenalee, Lavi e Link, trasportava
un prigioniero verso l'ufficio del Supervisore Komui.
Erano riusciti a catturare il Noah Tyki Mikk.
Tutti gli Esorcisti ed i Finder si erano accorpati lungo la strada
verso la meta dei ragazzi appena tornati dalla missione, quasi come se
si trattasse di un corteo od una processione, cedevano loro il passo
quando si avvicinavano, attaccandosi al muro per poter ammirare la
preda.
Gli occhi di Tyki, però, erano fissi sulla mano deforme che
lo teneva per un braccio, cercando di evitare una possibile fuga; Allen
gli camminava accanto. Poteva distintamente sentire il profumo dei suoi
capelli o l'aroma che sprigionava la base del collo e sentirsene
inebriato.
Dopotutto il portoghese si trovava lì per sua scelta, non
certo perché si fosse fatto catturare, come credevano quei
poveri ingenui.
Link era tronfio di sé per la buona riuscita della missione:
oltre al frammento dell'Innocence che avevano recuperato, erano
riusciti anche a portare alla Home un elemento della famiglia Noah. Il
Sovrintendente Lvellie ne sarebbe stato entusiasta.
Le labbra del moro si avvicinarono per l'ennesima volta all'orecchio di
Allen e l'altro trattenne il fiato. Era da quando si erano rincontrati
che lo torturava in quella maniera.
«Scommetto che sarai orgoglioso di te, Shounen... Se
vuoi, possiamo festeggiare insieme, stanotte...» gli
soffiò caldo nell'orecchio.
«No, grazie...» borbottò,
arrossendo ancora.
«Perché?» chiese,
assottigliando lo sguardo con fare provocante.
«Non ho niente da festeggiare...»
sussurrò il ragazzo, spostando lo sguardo di lato.
«La cattura di un Noah...» gli
ricordò, come se non stesse parlando di sé
«E non un Noah qualunque, ma quello del... piacere...»
Il ragazzo non rispose, arrossendo ancora una volta. Era ovvio che Tyki
stesse tentando di provocarlo, ma lui non avrebbe ceduto! Non si
sarebbe lasciato mai raggirare!
«Vorresti provare stanotte il mio potere segreto?»
gli chiese, mordicchiandogli la tenera cartilagine
dell'orecchio.
L'albino spalancò gli occhi diventando della stessa
tonalità dei capelli di Lavi.
«La vuoi smettere?» lo pregò
esasperato.
«Ehy!» gli altri tre chiamarono in
coretto il moro, che si girò appena.
«Che volete?» domandò con
fare annoiato, prima di ricevere una martellata in testa da Lavi, un
calcione da Lenalee ed un... colpo di treccia da Link.
«BASTA!!!» urlarono
all’unisono.
Allen si strinse le braccia intorno al petto leggermente traumatizzato.
Non aveva mai ricevuto molestie del genere così
insistentemente.
«Ora vieni con me!» abbaiò
il membro della squadra dei Corvi, trascinandolo dolorosamente via per
i capelli, mentre il pubblico li guardava allibiti.
«Tutto bene, Allen?» gli
domandò subito Junior.
«Credo di sì...»
rabbrividì Allen, seguendo il biondo nell'ufficio di Komui.
Lenalee tirò appena la manica dell'uniforme del rosso,
perché rimanesse un poco indietro.
«Non ho capito perché Allen si è
ostinato a portarlo qua ancora da Noah...»
sussurrò.
«Lo sai com'è fatto Allen... per lui i Noah
sono normali esseri umani...» fece con un'alzata di
spalle, il guercio.
«Lo sta facendo impazzire!»
sbuffò, gonfiando una guancia, gelosa.
«Già... fa tanto il gradasso anche nella
posizione in cui si trova...»
«Allen... è troppo buono...»
disse sconfitta, la cinese.
Il Bookman sospirò ed entrarono anche loro nell'ufficio di
Komui... venendo subito investiti da urla e pianti da parte del
Supervisore.
«Reever!» abbaiò il cinese,
rincorrendo l'australiano per tutto l'ufficio.
«Fratello! Che sta succedendo?» chiese
in imbarazzo, Lenalee, mentre Reever scappava dal boccoloso con in mano
una strana e sospetta boccetta.
«Oh, Lenaaa!» urlò l'uomo,
festante «Sei tornata!»
«Sì...» rispose preoccupata.
Dalla gioia il Supervisore si estraniò dalla
realtà ed inciampò, cadendo addosso al biondo, al
quale scivolò inavvertitamente la fiala, che volò
per aria. Purtroppo il tappo, che doveva essere mal avvitato, si
separò dal contenitore ed il liquido, dallo spregevole color
marrone, finì addosso a Tyki ed Allen, i più
vicini alla traiettoria della boccetta.
Una densa nube di fumo si sprigionò intorno ai due
malcapitati; per riflesso gli altri appena arrivati si tapparono il
naso, per riparare i nervi olfattivi dalla puzza.
«Che schifo...» disse la vocina di un
bambino.
«Già... ha un brutto odore!»
disse un altro bimbo, tossendo appena.
«Eh?» chiesero in coro Link e i due
Esorcisti.
«Oh, no! E' successo di nuovo...» si
lamentò Reever.
«Successo cosa?» chiese sospettoso,
Link.
Ma i membri della sezione scientifica non risposero, visto che Komui
afferrò il collega biondo per il colletto del camice e
scapparono via in sella a Komunrin. Appena i ragazzi tornati dalla
missione avessero visto lo scandalo che compiva quella pozione, li
avrebbero come minimo impalati!
Il fumo si diradò piano scoprendo due figure basse
dall'aspetto informe e grottesco.
Ad un certo punto, un forte grido penetrante fu emesso da una delle due
creature, che cadde a terra come provò a camminare.
«Ahio! Che botta!» si
lamentò un... bambino.
Aveva profondi occhi neri, la pelle
ambrata, e ricci capelli ebano. Sembrava un piccolo Latin Lover.
«Non pensare che io ti aiuti.» disse un
altro bimbo, dalla pelle chiara ed i capelli castani... Chi era?!
«Chi sono questi bambini?» chiese
confusa, Lenalee.
«A rigor di logica sono Walker e Mikk...» dedusse
Link.
Lavi guardò attentamente il bambino castano...
«Dai tratti sembra Allen... però... non ha
la cicatrice e... i suoi capelli non sono argentati.»
«Tsk...» fece stizzito il castano
stringendosi i vestiti intorno al corpicino segnato da brutti ed estesi
lividi. Si guardava intorno nervoso, come se non avesse dovuto trovarsi
lì.
«Tutto bene?» chiese gentile la cinese,
allungando una mano per regalargli una carezza. Lui però
gliela scacciò con uno schiaffo.
«Non mi toccare!» tremò
appena «Perché sono qui? Se non torno al
circo prima del tramonto Cosimo si arrabbierà...»
«Mamma...» pianse appena il moretto,
sedendosi a terra con due lacrimoni agli occhi.
«Allen... non devi avere paura. Noi siamo tuoi
amici...» cercò di non demordere la ragazzina.
«Io non ho bisogno di amici... non mi servono...»
borbottò quello che tra i due sembrava il
bambino più piccolo.
«Io voglio la mamma!»
singhiozzò quello che doveva essere Tyki.
«Ehm... ragazzi, su... ora dobbiamo andare a cercare
Komui...» disse piano il rosso.
«Lavi, hai visto i lividi che ha sul corpo, Allen?»
fece preoccupata avvicinandosi a lui.
«NESSUNO QUI MI VUOLE BENE!!!»
urlò a pieni polmoni il portoghese, tanto da far mettere le
mani sulle orecchie a tutti.
«Smettila di urlare! Non ti vorrà mai bene
nessuno se fai tanto rumore!» fece scorbutico Allen,
lanciandogli una scarpa.
«WEEE!!» pianse come una sirena a
quell'azione «MI HA FATTO MALEEE!!!»
era davvero un piagnucolone…
«Su su, fai il bravo...»
provò a consolarlo Lavi, che lo prese in braccio.
«GNOOO!!!» urlò, sporcando
di moccio la divisa del Bookman «Voglio la
mammaaa!!!»
«Se smetti di piangere ti do le caramelle...» lo
tentò Junior.
«Caramelle?» chiese, zittendosi subito.
«Esatto... ma le do solo ai bambini bravi che non
piangono!» fece il rosso, come uno che la sapeva lunga.
«Oh...» fece piano Tyki
«Grazie, signor Benda!»
sussurrò, dandogli un bacio sulla guancia per poi
abbraccialo per il collo.
Link intanto si era avvicinato ad Allen.
"Ed ora... cosa dico al Sovrintendente Lvellie...?" si chiese,
sconvolto.
«Che cosa guardi?» chiese tagliente
l'inglesino. Quella peste era così diversa dal solito
Walker…
«Mi fai vedere il braccio sinistro, Walker?» gli
chiese con sguardo duro.
Il bambino lo nascose dietro la schiena, spostando lo sguardo da una
parte.
«Non so chi sia questo Walker, e poi non ti faccio
vedere un bel niente!»
«Uhm, va bene.» fece Howard, afferrando
con forza il braccio del più piccolo.
«Ah! Lasciami, mi fai male!» si
lamentò Allen, dimenandosi dalla presa di Due Nei. Lenalee
si arrabbiò a quella scena e protesse l'inglesino tra le
proprie braccia.
«Link, vergognati! Allen ora è solo un
bambino! Non puoi essere così rude...» lo
ammonì.
«Lasciami!» gridò Allen alla
compagna Esorcista «Non ho bisogno di farmi difendere
da nessuno! Soprattutto da una femmina!»
«Scusa...» borbottò
dispiaciuta, lei.
«Il braccio, Walker!» ripeté
Link, tendendo una mano.
Il bambino borbottò ancora qualcosa tipo "Non conosco nessun
Walker" per poi porgere riluttante il braccio sinistro al biondo.
«E' proprio lui...»
sussurrò, guardandogli la mano rossa e deforme.
«Avevi bisogno di vedere il braccio per esserne sicuro?
E' ovvio che sia lui! Guarda i suoi occhi...» fece
Lenalee, raddolcendo la voce, cucciandosi appena vicino ad Allen.
«Noi non vogliamo farti del male e il tuo braccio non
devi mostrarlo più a nessuno se non vuoi. Hai
fame?» chiese dolce, sperando che l'amico non la scacciasse
un'altra volta.
«Signorina Lee, non devi trattare Walker come un
poppante! Ha diciotto anni, ormai!» le
ricordò Link.
«Questo Allen non è quello che conosciamo
noi, altrimenti ci riconoscerebbe, e Tyki certo non si accontenterebbe
di una manciata di caramelle...» fece arrabbiata lei,
indicando un soddisfatto Tyki che si abbuffava di dolci.
Due Nei rimase basito per un attimo, poi guardò nuovamente
Allen e gli accarezzò la guancia dove sarebbe dovuta esserci
la cicatrice.
«Ha ancora l'Innocence... sarà ancora utile
al Pontefice.»
Allen dapprima serrò forte gli occhi, pensando che Link
volesse picchiarlo, poi li schiuse sconcertato a quella carezza,
arrossendo appena.
«Portatelo da qualche parte con il Noah e fate loro la
guardia.» disse duro, allontanandosi dal bambino.
Lenalee sorrise furba a quelle parole.
«Allen è un nostro compagno e Tyki non
è più un Noah, vero Lavi? Hanno bisogno di
qualcuno che faccia loro la guardia?» chiese, prendendo
Allen tra le braccia.
«Che cos'è un Noah?» chiese
il portoghese, con le ditine intrise di zucchero.
«Non sappiamo a che età si è
risvegliato il Noah che dorme in lui.» disse cupo il
Corvo, uscendo dall'ufficio del Supervisore.
«Certo non adesso...» Lenalee fece
l'occhiolino al piccolo Mikk, accarezzando i setosi capelli
dell'inglesino. Allen l'aveva abbracciata senza dire niente, ancora un
po' sbigottito da tutte quelle attenzioni.
«Che facciamo, Lena?» chiese il rosso
«Sto per finire le caramelle.»
«Portiamoli dalla capo infermiera: Allen ha delle
brutte ferite, e poi chiederemo a Bookman di prestarci qualche
vestito!» disse decisa.
Di colpo, Lavi scoppiò a ridere.
«Che cos'hai da ridere?» chiese
perplessa, la ragazza.
«Ma ti immagini questi due con gli abiti da
cinese?» chiese tra le lacrime.
Lenalee s'imbronciò tirando un pugno in testa al rosso.
«Vedi altre soluzioni?» chiese
arrabbiata. A quel gesto Allen ridacchiò.
Mentre "i grandi" discutevano, Tyki allungò una caramella al
piccolo Allen:
«Vuoi?» chiese cordiale.
«Grazie...» borbottò quello
mangiando il dolciume tenendo gli occhi bassi.
«Come ti chiami?» gli chiese Tyki,
allungando la manina.
«Allen... e tu?» chiese ciucciandosi le
dita piene di zucchero.
«Io mi chiamo Tyki Mikk.» si
presentò «Non lo hai un cognome?»
L'inglesino scosse la testa in segno di diniego, mentre Lenalee l'aveva
vinta su Lavi e lo spingeva in infermeria.
«Oh... tu sei come i miei amici che abitano nelle
strade di Lisbona?» chiese a bassa voce.
«Come sono i tuoi amici?» chiese
confuso, il castano.
«Sono vagabondi...» rispose.
«Mh...» fece il bambino, stringendo le
braccia al collo di Lenalee come a voler confermare. «Non ce
l'ho la mamma e il papà...» disse
piano.
«Loro non sono i tuoi genitori?»
chiese, indicando i due Esorcisti.
«No, no... io sto in un circo! Mi fanno dare da
mangiare agli animali e pulire le loro gabbie...» disse
serio.
«Oh, io non ho mai visto il circo...»
sussurrò, per poi tirare appena la bandana di Lavi per avere
udienza «Ehy, signor Benda! Mi porti anche al circo se
faccio da bravo? Mi hanno detto che c'è lo zucchero
filato!» disse con gli occhi luccicanti.
«Eh-eh...» ridacchiò
depresso, Lavi, non volendo contraddire quella sirena ambulante.
«Se fai il bravo, forse...» disse,
aprendo poi la porta dell'infermeria.
«Veramente?! GRAZIE! GRAZIE!» disse
felice, abbracciandolo d'impeto al collo fin quasi a strozzarlo.
Allen e Lena osservarono perplessi la scena, mentre il demonio in
gonnella si avvicinava a loro, confusa a sua volta.
«Signorina Lee, chi sono questi due bambini?»
«Beh... vede... è una situazione difficile
da spiegare...»
«GRAZIE!!!» continuava a strillare Tyki
«Sarà così bello andare al circo
tutti insieme!»
«Scusi, può intanto visitare lui, mentre io
aiuto Lavi?» chiese nervosa, appioppandole Allen in
braccio.
«Ciao vecchia strega!» la
salutò il castano.
«Ma come ti permetti, maleducato?»
sibilò la capo infermiera.
«Ma come? Non sei la strega che lavora nel circo?»
chiese confuso, il bambino, mentre l'infermiera lo
metteva a sedere su di un letto.
«No e non faccio nessuno spettacolino!»
disse lei, arcigna.
«Peccato... saresti perfetta...» disse
mogio, Allen, mentre la donna gli sfilava i vestiti troppo grandi.
«Che brutti lividi...» disse la donna,
premendo il pollice sopra uno di essi.
«Ahia! Mi fai male!» si
lamentò il castano.
«Sono freschi... Che ti è successo?» gli
chiese, guardandolo negli occhi.
«Niente… io... sono caduto...»
borbottò, abbassando lo sguardo.
«Sei stato picchiato.» dedusse lei.
«Ugh!» trattenne il fiato il piccolo,
preso in contropiede «E se anche fosse? Tanto non
importa a nessuno!
Devo solo aspettare di crescere e poi non mi
picchierà più nessuno...»
l'aggredì, sentendosi alle strette.
«Beh, a me importa, invece.» disse la
"strega" prendendo i farmaci necessari per pulirgli le ferite e
curarlo.
«Oh...» disse sorpreso il bimbo, mentre
la donna gli disinfettava le ferite. Quelle parole lo avevano talmente
colpito che gli occhi gli si riempirono di lacrime.
«WEEE!!!» pianse a pieni polmoni con
grossi singhiozzi. Il petto gli si comprimeva velocemente, facendo
capire all'anziana donna quanto grande fosse la pena che quel monello
si portava dentro.
«Su, non fare così...» disse
piano, accarezzandogli i capelli «Sei un ometto, no?
Devi essere forte.»
«Sì...»
singhiozzò ancora, asciugandosi il viso con le manine
aperte.
«Bravo...»
Ma a quel punto, anche Tyki per riflesso ricominciò a
piangere.
«Zitto tu o ti do io un buon motivo per piangere!»
lo freddò l'infermiera, mentre metteva una
pomata ad Allen.
«Uhm...» fece Tyki, con il labbro
tremolante.
«Bene, tu sei a posto ora! Vieni tu...»
disse, indicando Tyki.
«Nooo!!! Mi vuole sculacciare!!!»
urlò, attaccato come una patella all'uniforme del Bookman.
«Che bambino viziato...» si
lamentò la capo infermiera, prendendo Tyki di peso e
mettendolo sul letto accanto ad Allen.
«Lei mi farà la bua come a te!»
frignò, stringendo Allen per la vita.
«No, è una strega buona...»
sorrise dolce il bimbo, accarezzando piano la testa a Tyki.
«Da-- Davvero?» chiese lui, alzando i
grandi occhi scuri su quelli chiari del ragazzo.
«Sì...» affermò
convinto, allungando una manina per prendere il lembo di una garza e
legarsi i capelli in una coda alta.
«Uhm... mi tieni la mano?»
bisbigliò il ragazzino.
«Fifone...» lo apostrofò,
stringendogli però la mano.
«Graccie...»
sussurrò,
stringendo forte gli occhi.
Bastarono due secondi.
«Questo è a posto! L'ho detto che era
viziato!» fece la donna, avvolgendo entrambi in una
coperta.
«Ha... finito...?» domandò
Tyki, rimanendo con gli occhi chiusi.
«Sì... puoi aprire gli occhi...»
sussurrò Allen, guardando la donna
allontanarsi per poi posargli meglio la coperta sulle spalle.
«L'ho detto che era buona...»
Il portoghese si rilassò e riaprì le pozze nere,
sorridendo, e strinse un poco di più la mano, tirando
l'amichetto verso di sé.
«Grazie.» gli sussurrò,
posando le labbra sulle sue.
Allen arrossì spingendo via l'altro.
«Che diavolo fai?» chiese con il petto
ansante.
«Ti do un bacio!» disse con l'aria
felice.
«E perché? Solo i papà e le mamme
si baciano così!» lo additò
pulendosi contrariato la bocca.
«La mia mamma lo fa con tutti...»
«Moron...» sibilò il
più piccolo, arrossendo ancora.
«Uhm...» fece appena il ragazzino
più grandicello, leccandosi le labbra. Aveva trovato Allen
particolarmente buono, anche più delle caramelle.
In quel momento Lavi, che con Lenalee era uscito a cercare un paio di
vestiti del vecchio panda, si presentò davanti ai due
piccolini. Per sua sfortuna aveva assistito alla scena e
capì che Tyki era segnato fin da piccolo a diventare un
pervertito.
«Allora... baldi giovani!» disse,
mostrando loro due vestiti, uno rosso e un altro di un appariscente
giallo «Chi vuole quello giallo?»
ghignò.
I due bambini lo guardarono per una frazione di secondo, incerti se
prenderlo sul serio o meno.
«Lui!» disse Tyki, indicando Allen.
«Che? Io non voglio sembrare un limone! Dallo a lui,
s'intona con i suoi occhi!» disse Allen.
«Ma a me va meglio il rosso!»
sbuffò Tyki, per poi ripensarci e sussurrare piano
all'orecchio del castano «Ma se mi dai un altro bacino,
lo prendo io quello giallo!»
Allen valutò i pro e i contro della proposta, per poi
osservare il vestito giallo. Era proprio brutto!
«Va bene...» si fece coraggio baciando
Tyki su una guancia.
«Non sulla guancia.» disse ad alta
voce, il moro, indicandosi le labbra, nello schifo più
totale di Lavi.
«Ehy!» fece il rosso, capendo che
urgeva intervenire.
«Grazie!» disse il castano prendendo il
vestito rosso, scendendo dal letto e nascondendosi dietro la gonna
dell'infermiera.
«Come?!» fece Tyki, imbestialito
«Voglio il mio bacino!»
urlò, scendendo dal letto per rincorrere l'ex-Esorcista.
Allen cominciò a scappare, vestendosi nel mentre. Era
davvero un bambino agile!
«Torna qui!» continuò a
gridare il moretto, mentre correva.
Alla capo infermiera sarebbero necessitate alcune settimane di
ferie....
«No! Fatti baciare dalla tua mamma!» lo
prese in giro, facendogli una linguaccia.
«La mamma non bacia me! Bacia i suoi amici!» disse,
mostrandogli la lingua di rimando.
«Chi se ne importa!» rise l'inglesino
finendo di abbottonarsi l'ultimo bottone della giacca rossa mentre Tyki
ancora era nudo.
«Uffa!!!» urlò, battendo un
piede a terra «Signor Bendaaa!!! Fai qualcosa!»
«Mi chiamo Lavi...»
piagnucolò il rosso, prendendo Allen in braccio, porgendolo
poi a Lenalee per tornare da Tyki per aiutarlo a vestirsi.
«Non lo voglio...» si
lamentò il bimbo, mettendo su un adorabile broncio.
«E' solo per oggi... poi compreremo qualcosa...»
cercò di convincerlo il giovane Bookman.
«Uffa!» fece ancora, incrociando le
braccia al petto.
«Smettila di fare i capricci, altrimenti Allen
riderà di te...» provò a
ricattarlo.
«E chi se ne frega!» disse il piccolo
«E non ne voglio baci da te, signor Benda!» mise
bene in chiaro.
«Muoviti Tyki, la signorina ha detto che ci porta a
mangiare se ti sbrighi!» urlò Allen,
sporgendosi dall'abbraccio di Lenalee per chiamare il moretto.
«Non ho fame!» fece l'offeso. In parte
aveva ragione, dopo essersi ingozzato di dolci...
«Dice che dopo ci lasceranno giocare insieme!»
provò a convincerlo ancora.
Ma il piccolo era davvero testardo e viziato. Gonfiò le
guance ancor di più e girò il capo.
L’inglesino non sopportava quegli atteggiamenti e
guardò male Tyki.
«Che peccato... vorrà dire che
dirò il mio segreto ad un altro amico...»
fece Allen, dando le spalle all'altro.
«Quale segreto?» chiese subito il
bambino.
Per fortuna Allen sembrava aver tolto di stallo la situazione
o presto Tyki si sarebbe ritrovato un bel sederino rosso dalle
sculacciate.
«Perché dovresti saperlo? Io lo dico solo al
mio migliore amico che si veste in fretta e mi fa andare a
mangiare!» gli disse, andando via insieme alla ragazza.
Tyki strappò di mano il vestito a Lavi e se lo
infilò in fretta e furia, per poi saltare al collo del
rosso. «Andiamo, corri!»
«Sì...» sbuffò
depresso, il guercio.
«Dobbiamo arrivare prima di Allen!» lo
spronò, dandogli dei colpetti ai fianchi, come fosse un
cavallo.
«Non sono un ronzino!» si
lamentò Bookman Junior correndo veloce per recuperare
terreno.
«Una giumenta?» chiese, mettendosi
l'indice sulle labbra, con aria pensante.
«No di certo!» borbottò
scorbutico, il rosso.
«Lena! Più veloce!» fece
ridendo, Allen. Lei, intenerita, attivò l'Innocence e fu
alle cucine in un attimo. Nessuno era più veloce di Lenalee
quando aveva i Dark Boots ai piedi.
«Guarda! Li abbiamo persi!!!» pianse il
moro, insozzando nuovamente l'uniforme di Junior
«Ora Allen non mi dirà più il suo
segreto perché sei lento! WEEE!!!»
«Acc... il vecchio mi punirà quando lo
scoprirà...» fece Lavi, punto nell'orgoglio,
prendendo il suo martello «Tieniti forte!» lo
avvertì.
«Perchééé~?»
urlò forte, quando l'Esorcista
attivò a sua volta l'Innocence, percorrendo tutto il
corridoio in pochi secondi.
«Chi ha vinto?» chiese sconvolto Tyki
con gli occhi a spirale.
«Ehm... loro.» rispose Lavi, dandogli
una carezza alla testa.
«UFFA!!! WEEE!!!» si rimise a piangere.
Quel ragazzo avrebbe avuto un futuro come antifurto!
Allen, intanto, era sceso dalle braccia della cinese e, guidato dal suo
naso, finì in cucina da Jerry; piccolo com'era, non
faticò a passare sotto le gambe delle persone già
in fila e sbucò per primo davanti al cuoco.
«Oh, e tu chi saresti grazioso bocconcino?» chiese
dolce, il cuoco, vedendo quel piccolo e carino
bambino davanti al bancone.
«Io mi chiamo Allen, e tu?» chiese
l'inglesino allungando le manine per raggiungere il bancone e poter
vedere a chi appartenesse la voce che gli stava parlando.
«Mi chiamo Jerry, dolcezza! Cosa ti posso offrire?»
«Offrire? Sono gratis?»
domandò incredulo.
«Certamente!» rispose.
Il castano ci pensò un po' prima d'iniziare ad elencare una
valanga spropositata di cibi. L'indiano avrebbe giurato di avere
davanti un Allen in miniatura!
«E... come porterai tutto sul tavolo?»
chiese il cuoco.
«Uno alla volta!» rispose con un
sorriso.
«Va bene!» disse il cuoco, facendo
spallucce, mentre metteva l'ordine nei piatti.
Allen, così, cominciò a portare, uno dopo
l'altro, tutti i piatti ad un tavolo. Una volta finito
ringraziò lo chef e si arrampicò sulla panca per
poter mangiare, ma il caso volle che prese posto proprio accanto ad un
Esorcista con un certo piatto preferito: la soba!
«Ehy, mammoletta! Non puoi andare a mangiare
più lontano da me? Mi appesti il profumo della
soba.» ringhiò.
«Che? Dopo tutta la fatica che ho fatto per portare
tutti i piatti qui?» chiese retorico, iniziando
comunque a mangiare.
«Esatto.» sibilò, alzandosi
di colpo dalla panca per poi darle un calcio, facendola cadere in
terra, e con essa il bimbo al quale cadde perfino un onigiri.
«Ah! Cosa hai fatto?!»
«Ti ho insegnato una lezione di vita, mammoletta!»
«Sei antipatico!» lo freddò,
Allen, alzandosi e prendendo un altro onigiri, continuando a mangiare.
«Tsk!» fece il giapponese, proseguendo
anch'egli nel suo pasto.
Il castano mangiò in silenzio con molto appetito. Cosimo non
lasciava mai che mangiasse molto.
Pur di non darla vinta al moccioso, Kanda finì la sua
ciotola in piedi, sempre con un'espressione imbronciata in volto.
Subito dopo pranzo avrebbe chiesto chi e cosa fosse quel moccioso.
L'inglesino mangiava trattenendo le lacrime per la botta che aveva
preso e per non darla vinta all'altro.
Erano due zucconi testardi sempre in lotta anche quando incapaci di
riconoscersi.
«Allen!» una piccola vocina da dietro
fece girare i due: era Tyki.
«Mh...» fu solo in grado di dire il
castano, avendo la bocca troppo piena.
«Hai già finito?»
domandò un po' triste.
«Quasi... tu non hai mangiato?» chiese
confuso.
«No. Facevo la fila.» disse mite,
accostandosi all'amico, quasi a volergli chiedere il permesso di
sedersi con lui a mangiare.
«Vuoi mangiare con me?» gli propose.
«Sì!» disse il ragazzo
illuminandosi.
Kanda non sopportò quella scena ed una volta terminata la
soba, se ne andò, senza salutare.
«E' quello il tuo amico?»
chiese triste, rialzando la panca.
«No... quello è antipatico!»
fece arrabbiato, l'inglesino.
Il portoghese sorrise e lo abbracciò.
«Io voglio essere il tuo migliore amico,
Allen-pon!» sorrise.
«Tu sei il mio primo amico...»
borbottò il più piccolo, arrossendo.
«Oh...» arrossì anche Tyki,
stringendolo di più a sé «E
quando saremo grandi ci sposeremo ed io ti darò il mio
cognome!»
«Cheee?! Non sono mica una femmina, io!»
arrossì ancora di più, il bimbo.
«Ma sei così carino...»
«Che vorresti dire?»
borbottò Allen.
«Che mi piaci tanto tanto...»
sussurrò, baciandogli la guancia.
L'inglesino ci pensò un po', imbronciandosi.
«Anche tu mi piaci...»
borbottò spostando lo sguardo di lato.
«Davvero? Allora ci sposeremo!» disse
l'altro, contento.
«Come ti pare...» borbottò
ancora Allen finendo di mangiare.
Con un piccolo versetto, gli diede un altro bacino sulla gota, per poi
mangiare lui stesso dal piatto che si era portato.
Il castano dondolava le gambe che non toccavano a terra, seduto accanto
al suo nuovo amico del cuore. Era così contento che non
riusciva a fare a meno di sorridere.
«Allen, dopo andiamo a giocare?»
domandò «Così anch'io ti
dirò un mio segreto...»
«Va bene...» sorrise contento, il
bambino.
«Hai un bellissimo sorriso.» lo
lodò il moretto, mentre finiva il suo pasto.
«Grazie...» fece incerto il castano,
arrossendo. Non glielo aveva mai detto nessuno, anzi... lui non
sorrideva quasi mai.
«Devi magiare altro?» chiese, senza
capire che la montagna di piatti sul tavolo era di Allen e non degli
altri commensali.
«No, sono sazio...» sorrise ancora.
«Bene!» disse il portoghese, felice,
scendendo dalla panca e tendendogli una mano
«Vieni!» sorrise.
Allen gli porse la manina paffuta e Tyki la strinse, per poi portarlo
via dalla mensa.
«Dove vanno quei due?» chiese confusa
Lenalee a Lavi, osservando la scena da lontano.
«Non dovevano giocare?» le
ricordò il rosso, azzannando un cosciotto di pollo.
«Non si faranno male? Ci sono le stanze di mio fratello
che sono piene di cose pericolose...» fece lei, pensosa.
«Sono solo bambini! Non arriveranno alla maniglia delle
porte!» disse a bocca piena.
«Tu non ti ricordi cosa significhi essere un bambino,
vero?» fece scettica, la ragazza.
«Io sono nato grande.» le rispose,
facendo spallucce.
«See see, come no...» sbuffò
lei, finendo di mangiare.
[ …continua…
]
Gala &
XShade-Shinra
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Capitolo 2 *** Capitolo 02 ***
- Long time ago -
Capitolo 02
I due bambini, scappati dalla sala mensa, stavano girando per i
corridoi, guardandosi attorno spaesati.
«Ohhh...» fece il portoghese «Neanche
papà ha una villa così grande!»
«Una villa?» chiese a disagio il più
piccolo. Lui viveva in un angolo della stalla dei cavalli.
«Sì... mio padre è ricco, ha anche il
titolo nobiliare!»
«Chissà come deve essere bello...»
borbottò Allen, guardando dalla parte opposta del portoghese.
«Ti inviterò a casa mia appena ci lasciando
andare!» sorrise Tyki, prendendolo per mano.
«Ma che dici... non mi farebbero mai entrare...»
disse, arrossendo, il più piccolo.
«Sei mio amico! Ti faranno sicuramente entrare!»
«Ah, Tyki! Dovevi dirmi il tuo segreto!»
fece concitato, Allen, cambiando il discorso.
«Solo se prima mi dici il tuo...»
patteggiò.
«Va bene... il mio segreto è... psss…
psss…» sussurrò al suo orecchio.
Tyki si portò una mano sulla bocca ed arrossì.
«Veramente?» chiese.
«Sì... ora il tuo!» pretese
l’ex-Esorcista.
«Ok...» sussurrò, bisbigliandoglielo
all'orecchio.
«Oooh...» fece sorpreso, il castano.
«Però... non dirlo a nessuno!» lo
pregò, mettendosi l'indice davanti alle labbra.
«Va bene... te lo prometto!»
«Ci diamo un bacino per suggellare la promessa?»
chiese.
«Ma sei fissato tu...» borbottò
arrossendo, Allen.
«Perché mi piaci tanto, no?»
«Forse dopo... ora a cosa giochiamo?» chiese
l'inglesino.
«Giochiamo a nascondino?» propose il moro.
«Conta tu...» ridacchiò Allen, iniziando
a scappare.
«Va bene!» disse il ragazzino, guardandosi la dita
per
tenere il conto «Uno... due... tre...» a quanto
pareva,
Tyki non era mai andato a scuola.
Il castano corse a perdifiato per il corridoio, prima di scontrarsi con
un uomo alto dai lunghissimi capelli rossi.
«Un bambino?» si chiese ad alta voce, prendendo tra
le
dita la sigaretta che stava fumando.
Si guardarono per qualche secondo, mentre Cross si domandava dove
avesse già visto quel marmocchio.
«Pronto o no, io ti cerco!» si sentì poi
la voce di Tyki e Allen sussultò.
«Accidenti...» si allarmò andando dietro
le lunghe gambe del rosso, nascondendoglisi dietro.
«Che barba!» sbuffò il generale, girando
sui tacchi ed allontanandosi.
«Antipatico!» gli urlò dietro Allen, per
poi scappare di nuovo e nascondersi dietro una tenda.
«Allen! Allen!!!» lo chiamò, Tyki,
sperando che il
bimbo cascasse nella trappola e rispondesse. L'altro però
non
era certo così sciocco, e rimase in silenzio dietro la sua
tenda
polverosa.
«Uhm...» fece il moro, guardandosi attorno, fino a
notare... «Ti vedo i piedini!!!» urlò,
lanciandosi
alla tenda.
"Accidenti!" pensò il castano, ormai in trappola. Poi,
però, gli venne un'idea.
«Trovato!!» urlò Tyki, aprendo la tenda
di colpo.
Allen allora gli gettò le braccia al collo e lo
baciò in
modo da disorientarlo e poter correre alla base e fare tana libera
"tutti"! Il suo piano ebbe l'effetto sperato, visto che Tyki rimase
immobile
come un baccalà a quel bacio inatteso. Il più
piccolo
ridacchiò e corse via verso la base e vincere la partita.
«Oh... Allen ha fatto giurin giuretto con me!»
sussurrò il ragazzo, felice, camminando lento verso il punto
di
partenza, trovandovi già Allen.
«Ho vinto io!» si pavoneggiò il castano.
«Ma io sono contento lo stesso.» rise il moro.
«Per che cosa?» chiese confuso, Allen.
«Lo so io.» rispose, abbracciandolo.
«Mh... cambiamo gioco?» chiese dopo un po', il
più piccolo.
«Ok!» disse il moro, che non aveva certo voglia di
contare di nuovo!
«A cosa giochiamo?» chiese Allen starnutendo. I
pavimenti erano freddi per due bambini scalzi.
«Giochiamo a trovarci una stanza tutta per noi?»
«Non si arrabbieranno?» chiese in un sussurro, il
castano.
«Ma no! Dopotutto ci hanno portati loro qui!» gli
fece notare.
«Secondo te ci lasceranno mai andare?»
sussurrò triste, Allen.
«Non lo so... Dopo chiederò a signor
Benda.» disse, riprendendo la manina di Allen.
«Sai... c'era un uomo simpatico al circo. Mi piacerebbe
rivederlo...» sussurrò il bambino.
«Ti aiutava a pulire?» domandò Tyki,
mentre giravano per i corridoi.
«No, lui faceva il pierrot... però non mi trattava
male come gli altri...»
«Perché? Gli altri erano cattivi con
te?» gli chiese, aprendo appena di più gli occhi.
«Già è tanto se mi tenevano con
loro...» borbottò tirando su con il naso.
«E perché ci vuoi tornare?»
«Perché voglio rivedere Manaaaaa...»
iniziò a singhiozzare.
«Ah, sì sì!» disse cercando
di fargli forza «Lo rivedrai senz'altro!»
«Davvero?» chiese, fermando il pianto.
«Certo! Se domani non ci lasciano andare via, allora
scapperemo
insieme e ti riporterò da Mana!» quando si
trattava di
fare il galante, Tyki perdeva tutta la sua aria da piagnucolone.
Questa volta fu Allen ad abbracciarlo, singhiozzando contro il suo
petto.
«Va bene...»
Il portoghese gli accarezzò la testina e lo strinse contro
il suo petto.
«Su su, devi essere forte.»
«Uhn… E quello chi è?» chiese
poi Allen notando una piccola pallina gialla svolazzare poco distante.
L'aveva intravista poco prima sulla spalla del rosso, ma gli sembrava
un semplice addobbo.
«Non lo so.» fece il moro, girandosi per guardare
Timcanpy, il quale si avvicinò a loro.
Riconoscendo l'odore del suo padroncino e vedendolo piangere, il golem
dorato consolò l'inglesino strusciandosi contro una sua
guancia.
«Sembra che tu gli stia simpatico.»
sussurrò Tyki,
ripetendo il gesto del boccino dorato sull’altra gota.
«Magari lui conosce un posto dove possiamo
stare...» sussurrò Allen, contento.
«Prova a chiederglielo.»
L’inglesino annuì e si rivolse al boccino dorato:
«Tu sai dove possiamo trovare una stanza tutta per noi per
giocare?»
Tim rimase un po' sorpreso dalla richiesta, ma scosse la testa in segno
affermativo. Si sollevò da Allen e cominciò a
svolazzare
lungo il corridoio.
«Seguiamolo!» si atteggiò a condottiero
Allen, prendendo per mano l'amico.
«Sì!» sorrise l'altro ed i due
cominciarono a correre, inseguendo il golem.
Dopo qualche minuto, Timcanpy smise di muoversi e si mise vicino ad una
porta.
«Ecco, si è fermato!» sorrise Allen a
Tyki, fermandosi davanti alla porta.
Tyki, il più alto tra i due, si mise sulle punte dei piedi
per arrivare alla maniglia, ma nulla: era troppo in alto.
«Aspetta. Prendimi sulle spalle!»
«Ok.» fece l'altro, inchinandosi per permettere al
castano di salirgli a cavallino per poi issarsi.
Allen premette le mani sulla maniglia ed aprì la porta.
«Che brutto quadro!» disse subito Tyki quando la
luce entrò in quella stanza.
«Mh...» disse il più piccolo, non del
tutto
d'accordo, che scese poi dalle spalle del portoghese, correndo verso il
letto.
Il moro aprì meglio la porta, che cigolò, per poi
entrare con il golem.
«Ti piace qui?» chiese ad Allen che nel frattempo
aveva già preso possesso del letto.
«Sì...» sorrise sbadigliando.
«Non mi dire che sei stanco!» sorrise Tyki,
sdraiandosi accanto a lui.
«Un pochino...» borbottò assonnato,
Allen.
«Allora giochiamo dopo.» sussurrò il
ragazzino più grande «Ora facciamo la
nanna...»
«Mh-mh...» annuì, chiudendo gli occhi ed
appisolandosi.
«Sei così carino...» sussurrò
Tyki,
abbracciandolo per poi addormentarsi insieme a lui, mentre il golem li
vegliava.
Nel frattempo, in una sala poco più lontana...
«Supervisore Komui Lee, non glielo chiederò una
seconda
volta.» disse la voce dura di Link, che passeggiava davanti
ad un
Komunrin legato alla parete «Esca immediatamente dal suo
aggeggio
infernale e si comporta da uomo!!!» sbraitò, con
gli occhi
rossi dalla rabbia.
«Se lo farò, lei smetterai di
sgridarmi?» chiese la voce remota del boccoloso.
«Ovvio.» ghignò il biondo, affilando la
propria arma
«Ma prima deve rispondere alle mie
domande…»
«O-ok...» balbettò spaventato, il
cinese «Di cosa vuole parlare?»
«Del tempo, ovviamente. Non è forse una splendida
giornata
oggi?» rispose pacato, prima di esplodere «DELLA
POZIONEEE!!!»
«Non lo so... solitamente si trattava di pochi minuti, ma si
parlava di poche gocce...»
«Vuoi dire che torneranno normali da soli?» chiese,
graffiando Komunrin in modo da riprodurre il suono delle unghie sulla
lavagnetta.
«Sì.. bisogna solo pazientare un po'...»
disse spaventato.
«E quando torneranno normali, avranno di nuovo tutta la loro
memoria?» chiese secco.
«Certo, questa è una situazione
temporanea...»
«Ricorderanno anche di queste ultime ore?» chiese
ancora.
«Questo non lo so... non ci sono mai stati casi
così
duraturi. Perché quest'ultima domanda?» chiese
confuso,
Komui.
«Perché devo fare rapporto, ecco il
perché!» disse, dando un calcio all'androide.
«Quanta violenza! E poi non ne sei contento? Ora
potrai
scoprire cose sul passato di Allen che nessuno conosce...»
«Tsk... che cosa me ne...» e da lì ci fu
il gelo.
Link si vide tutta la vita davanti e poi la futura carriere, la
promozione, la pensione anticipata...
Senza dire nulla uscì di corsa dalla sala dove aveva
imprigionato Komui e corse verso la cucina.
Il Supervisore lo vide allontanarsi ed uscì fuori da
Komunrin,
portandosi appresso Reever, che nel frattempo era svenuto.
«Uff... per fortuna se ne è andato... avevo
proprio voglia
di una tazza di caffè...» sospirò
Komui,
andando a
cercare contento la sua Lena-chan.
«WALKER!!!» un boato echeggiò per la
cucina deserta.
Link era arrivato nella stanza con un tempo da record, ma non vi
trovò più nessuno
«...Come è possibile che Walker non sia in
cucina?!»
«Quanto baccano, Allen non si è visto
oggi...» borbottò contrariato il capocuoco Jerry,
stappandosi
un orecchio.
«Come no?!» chiese l'uomo, shockato «Devo
assolutamente trovarlo!»
«No... Prova a cercarlo nella stanza degli
allenamenti...» fece con un'alzata di spalle.
«Sigh...» piagnucolò il Corvo, facendo
retro-front per andare a cercarlo.
«Ciao Link...» salutò, il cuoco, che
riprese a riordinare la cucina.
Dopo pochi minuti, la porta della sala si spalancò di nuovo.
«Per caso a mensa c'erano due bambini?!» chiese
Link, con lo sguardo nuovamente determinato.
«Sì... hanno mangiato velocemente e poi sono
andati a giocare... credo...»
«Quanti tempo fa li hai visti andarsene?» chiese
preoccupato «Erano accompagnati, vero?»
«Circa due
ore fa e mi sembravano da soli...»
«Va bene.» ringraziò con un inchino
energico, per
poi scappare nuovamente via. Doveva assolutamente trovare Walker prima
che l'effetto della pozione terminasse!
«Prego...» fece incerto Jerry, tornando a sistemare
il suo
regno «Link ha urgente bisogno di una pausa dal
lavoro…»
Erano passate diverse ore da quando i due bambini si erano assopiti.
Tyki stringeva Allen e sé e Tim li vegliava
dall'armadio…
«Sono un po' preoccupata, sono diverse ore che sono
spariti...» sussurrò Lenalee a Miranda, mentre li
cercavano in
ogni camera dell'Ordine.
«Scommetto che sono a giocare da qualche parte, Lenalee, non
ti
preoccupare.» le sussurrò la tedesca, mentre
sbirciava
dentro l'ennesima porta.
«Forse sono in camera di Allen...»
ipotizzò la cinese avvicinandosi alla stanza dell'amico.
«Gu-- Guardiamo...» balbettò la donna,
sbirciando dalla porta della stanza «Eccoli,
Lenalee! Sono proprio due
bambini!» fece concitata Miranda per poi essere zittita dalla
compagna.
«Sshhh... stanno dormendo!»
«Oops!» fece lei, strizzando gli occhi
«Che facciamo?» sussurrò.
«Facciamo una foto? Sono così
carini...» ridacchiò la ragazza.
«Ok, ma senza il flash!» le raccomandò
la maggiore.
«Certo...» ridacchiò la cinese facendo
decine di foto con la loro tecnologia. Erano proprio teneri insieme.
«Gnee...» fece piano il moro, girandosi e finendo
così sopra Allen.
«Mmh...» si lamentò Allen dimenandosi
appena.
«Zzzz...» dormì ancora profondamente, il
moro.
Povero Allen... sarebbe stato dolorante al risveglio.
«Devo aver mangiato troppo...» si
lamentò nel sonno il più piccolo.
«Sì, sono proprio carini!» rise piano
Miranda, invitando l'altra a continuare il book fotografico.
«Zzzz...» ronfò Allen rotolando su di un
fianco, facendo così cadere Tyki dal letto.
«WEEE!!!» l'effetto della caduta fu immediato.
E a quelle urla anche l'inglesino si svegliò.
«Quanto rumore... perché piangi?» chiese
stranito, Allen.
«Sono caduto!!!» urlò tra i pianti,
singhiozzando.
«Non è successo niente... torna a
dormire...»
borbottò assonnato, Allen, tirando l'amico per una manica.
«Mi sono fatto la bua...» frignò.
Il castano sbuffò, accarezzando piano la testa dell'altro.
«Ora passa...» in tutta quella situazione i due
bambini sembravano non essersi accorti delle due donne.
«Va bene...» mugolò il moretto,
issandosi sul letto.
«Dopo giochiamo ancora insieme...» gli promise con
uno sbadiglio, Allen, richiudendo gli occhi.
«Va bene...» sussurrò, accoccolandosi
vicino all'amico.
«Andiamo via...» sussurrò piano Lenalee,
uscendo con l'amica dalla stanza e chiudendo la porta.
«Li lasciamo così?» chiese insicura
l'altra.
«Sì... casomai torniamo a controllarli
dopo...» sorrise, la cinese.
«Ok.» convenne, allontanandosi con l'amica.
In quel momento incontrarono Link, che correva come un forsennato per i
corridoi.
«Link... ma che...» sussurrò la cinese.
Ma l'investigatore continuò a correre fino alla stanza di
Allen e l'aprì con phatos:
«A-ah! Trovati!» urlò.
«Papà ho sonno...» mugolò
Tyki, mettendo il cuscino sopra le loro teste.
«Tu dormi pure! E' Walker che
m'interessa!»
disse, prendendo il bambino ancora addormentato tra le sue braccia.
«NO!» urlò il portoghese, svegliatosi di
colpo,
afferrando il compagno di giochi per la caviglia «Dove vuoi
portarlo!?»
«Voglio parlare un po' con lui...» disse tetro, Due
Nei.
«Lui vuole tornare al circo domani!!! Non potete portarmelo
via!» sbraitò.
«Te lo rubo solo qualche minuto... non ti devi
preoccupare...» cercò di convincerlo, mentre Allen
ancora
se la dormiva della grossa.
«No! Voglio venire pure io con voi!» disse deciso.
«Va bene, l'importante è che non fai
rumore!» acconsentì esasperato, il biondo.
«Sarò muto come un pesce!» promise il
bimbo, facendo il classico cenno di chiudere con la zip la bocca.
«Bene...» disse Link, incamminandosi in un'altra
stanza, seguito da Tyki.
Una volta arrivati, il moro si sedette silenziosamente su una sedia.
«Walker, svegliati.» disse Link, scuotendo appena
il bambino e mettendolo a sedere su un'altra sedia.
Allen schiuse piano gli occhi sbadigliando.
«E' già ora di cena?»
borbottò.
«Quasi.» lo prese in giro, sperando nella sua
collaborazione «Ma prima di andare a cena devo farti delle
domande.»
«Quali domande?» chiese, ancora mezzo assonnato, il
piccolo.
«Beh... Conosci un uomo che si fa chiamare "il
Quattordicesimo"?» chiese diretto.
«Che nome sarebbe? Mai sentito...»
«Dovrebbe essere il fratello di Mana, tuo
patrigno.» disse, senza sapere che Allen non era ancora stato
adottato.
«Io non ho nessun patrigno! Mana è solo
un pierrot che lavora nel circo!»
«Prego?» chiese, digrignando i denti.
«Sei duro d'orecchi? Io i genitori non li ho! Mana
è solo uno che lavora al circo!»
«Uhm...» fece appena, mettendo in moto i meccanismi
celebrali "Non dirmi che non sa nulla!"
«Ha un bel cane che fa dei bei numeri con la
palla...» borbottò stizzito, l'inglesino.
«Tu quindi non sai niente nemmeno del Conte?»
chiese ancora, mentre Tyki lo guardava grattandosi la testa.
«No...» fece confuso anche Allen. «Di
solito non vengono persone molto importanti...»
«Scusami, signor Due Nei!» fece Tyki, alzando la
mano.
«Cosa vuoi?» lo fulminò Link.
«Io lo conosco, il Conte.» disse piano.
«Cosa?» chiese l'investigatore, rizzando le
orecchie.
«Sì! E' un uomo talmente magro che sembra si debba
spezzare da un momento all'altro! E' il Conte di un posto in
Inghilterra! Viene sempre con la moglie alle nostre feste!»
disse
il bimbo, sorridendo.
«Il nome di quest'uomo, lo sai?»
«Sì! Si chiama John Smith!»
«Puoi stare zitto, adesso...» lo
liquidò, tornando a
concentrarsi su Allen «Ti ricordi niente dei tuoi veri
genitori?» chiese allora l'investigatore Howard, vedendo
l'inglesino abbassare gli occhi triste.
«No.» pigolò.
«Ho capito... può bastare...»
sbuffò il biondo.
«Signor Due Nei, posso fargliela io una domanda?»
chiese Tyki, disturbandolo nuovamente.
«Dimmi...» rispose Link, completamente esaurito.
«Noi vogliamo andare via! Quando ci lascerete
andare?»
«A tempo debito...» disse Link sperando che
l'effetto della pozione finisse in fretta.
«Va bene...» sorrise il ragazzo, scendendo dalla
sedia per andare a prendere Allen.
«Che tipo strano...» fece il castano saltando
giù aiutato dall'amico.
«Poi non mi piace, ti guarda in maniera strana...»
sussurrò il più grandicello, anche se Link lo
sentì molto bene.
«In che senso in maniera strana?» chiese confuso il
più piccolo.
«Non lo so, ma non mi piace. Vieni, andiamo!» disse
prendendolo per mano e trascinandolo via, mentre il Corvo li guardava.
«Andiamo dove?» chiese l'inglesino mentre correva
dietro l'amico.
«Torniamo in camera tua?» domandò il
moro.
«Mia? Nostra
vorrai dire...»
«Oh... Ma l'avevi trovata tu...»
sussurrò il portoghese.
«Siamo amici, no? Condividiamo tutto!» sorrise il
castano, cercando di orientarsi per trovare la stanza di prima.
«Sì.» disse l’altro, contento,
camminando dalla parte opposta rispetto a quella di Allen.
L'inglesino lo seguì facendo finta di niente. Non aveva
molto senso dell'orientamento.
«Siamo arrivati!» disse Tyki entrando nella stanza,
lasciata da prima con la porta aperta.
«Che facciamo? Io non ho più voglia di
dormire...» si lamentò Allen.
«Avevi promesso che avremmo giocato!»
sorrise.
«A cosa? Io non conosco molti giochi, purtroppo...»
«Giochiamo al dottore?» chiese il moro.
«E come si gioca?» chiese ingenuo, Allen.
«Io faccio il dottore e ti devo visitare.» disse
Tyki, accaparrandosi subito il ruolo migliore.
«Va bene...» disse confuso l'inglesino.
«Su, togliti il vestito da pomodoro.» rise piano,
fingendo di sistemarsi il camice.
Allen, incerto, si spogliò, mostrando la pelle livida
all'amico e il braccio rosso.
«Oh...» fece il portoghese, mentre piangeva appena,
singhiozzando alla vista della mano di Allen.
«Perché piangi?» chiese confuso il
castano.
«Ti sei fatto più bua di me... eppure tu non
piangi...» singhiozzò, asciugandosi gli occhi con
il dorso
della mano.
«No... io sono nato con il braccio così. Non mi fa
male...» cercò di tranquillizzarlo.
«Sigh... Sniff...»
«Smettila di piangere! Non mi fa male ti ho detto..
e poi non mi devi curare?»
«Ah... sì...» bofonchiò,
abbracciando il ragazzino.
«Ecco... sono malato dottore...»
ridacchiò Allen.
«Allora siete nel posto giusto!» disse Tyki,
riacquistando
il sorriso «Dove vi fa male?» chiese educato.
«Qui...» disse indicandogli un livido.
Tyki si scostò appena e posò un
leggerò bacio laddove indicatogli.
«Non sei un dottore molto competente... così ci
riescono tutti...» gli fece notare il castano.
«Vuoi provare anche tu su di me?» chiese il
moretto, dandogli un altro bacio su un livido.
«A te dove fa male?» chiese allora Allen con un
sorriso furbetto sulle labbra.
«Qui.» disse l'altro, indicandosi le labbra.
Già piccolo, ma sveglio!
Il castano sbuffò baciandogli leggero le labbra, arrossendo.
«Ora non mi fanno più male, sai?» disse
questi,
alzando il braccio rosso dell’ex-Esorcista per baciarglielo.
«Ti ho detto che questo braccio non mi fa male...»
borbottò ritraendolo.
«Ma chi ti hanno picchiato, ti avrà fatto male
anche
lì.» borbottò.
«Non importa... non voglio che lo tocchi...»
sussurrò.
«Perché?» chiese triste.
«E' brutto... non mi va che tu lo veda e lo possa
toccare...» borbottò, facendo per rimettersi la
maglietta.
«No, aspetta!» tentò di fermarlo
«Non è brutto!»
«Invece sì!» insistette Allen cercando
di nasconderlo.
«No.» disse calmo il ragazzino, afferrandogli il
vestito in modo che non si riparasse.
«Perché insisti tanto?» chiese confuso,
il castano.
Di solito avevano paura e lo prendevano in giro per quel suo braccio.
«Perché quando diventerai mia moglie, dovremo
apprezzare tutto l'uno dell'altro.» sorrise.
«Che scemo...» ridacchiò Allen,
arrossendo appena
«Allora io apprezzerò il fatto che sei un
piagnone!»
lo prese in giro, ridendo.
«Quando sarò grande, prometto che non lo
sarò più!»
«Va bene...» sorrise Allen togliendo il vestitino
rosso e rimostrandogli il braccio.
«E' solo strano, ma non è brutto.» rise
appena.
«C'è anche questa croce sul dorso della
mano...» borbottò il castano, mostrandola al
portoghese.
«Sei cristiano?» chiese subito.
«Credo di sì...»
«Ah...» fece Tyki, non capendo bene, continuando a
guardarla.
«Penso sia questa la cosa più strana...»
concluse Allen.
«Forse te l'hanno messa i tuoi genitori...»
sussurrò Tyki.
«Cosimo dice che non mi hanno voluto per questo
braccio...» borbottò triste.
«Se ti volevano davvero bene, allora non ti hanno lasciato a
causa del braccio!» disse deciso, il portoghese.
«E allora perché non mi hanno tenuto con
loro?» chiese con i lacrimoni agli occhi.
«Forse erano poveri...» sussurrò Tyki.
«Però potevano farsi vedere ogni tanto... se ne
sono
lavati completamente le mani...» sussurrò, tirando
su con
il naso.
«Forse... erano tristi e si vergognavano di quello che
avevano fatto...»
«Con i forse io non sono contento...»
sbraitò Allen sull'orlo delle lacrime.
«Io ti voglio bene, però! E non ti
lascerò
mai!» disse di getto, il ragazzino più grande. Non
avrebbe
permesso che Allen piangesse.
«Promettimelo!» gli impose, porgendogli il mignolo.
«Promesso.» sorrise l'altro, facendo il medesimo
gesto e stringendo il dito con il suo.
«Va bene... continuiamo a giocare?» propose Allen,
porgendogli la mano rossa. «Mi fa male qui...»
E Tyki gli posò un bacio, chiedendogli con gli occhi di
continuare. Il castano arrossì sorridendogli appena
perché proseguisse e il moro lo baciò lungo tutto
il
braccio, fino ad arrivare alla spalla , per poi continuare lungo il
collo, seppur sano.
«Tyki...» il tono di Allen sembrava quasi un
rimprovero,
mentre quei bacini inesperti gli facevano venire la pelle d'oca.
Intanto, dal fondo del
corridoio si sentivano avvicinarsi nuovamente Lenalee e Miranda.
«Andiamo a
vedere cosa combinano quei due...»
«Sì?» chiese il moro, arrivato a
baciargli l'angolo della bocca.
«Ti voglio bene anche io...» sussurrò,
sorridendo felice.
«Mia madre... usa anche la linguetta per dare i baci...
Possiamo anche noi?» gli chiese piano.
«E come si fa?» sussurrò il ragazzo.
«Non lo so...» pigolò l'altro.
«Comincia tu...» lo invitò chiudendo gli
occhi.
«Ok...» sussurrò il moro, aprendo la
bocca per leccare le labbra del bruno.
Allen le schiuse appena, mentre la mano della cinese si posava sulla
maniglia.
E proprio in quel momento qualcosa cominciò a cambiare nei
corpi
dei due bimbi: quasi di colpo i capelli di Allen diventarono
bianchi, gli si riformò la cicatrice sull'occhio sinistro ed
il
braccio diventò nerastro. Anche il corpo del portoghese si
ritrasformò: comparvero delle stigmate sulla fronte e una
lunga
cicatrice che gli segnava il petto, come quella nella gola. Ed entrambi
i loro corpi diventarono snelli e muscolosi, con la corporatura degli
adulti.
I vestiti troppo piccoli si strapparono, mentre il bacio si
approfondiva e la porta si spalancava.
«Ehy, bimbi, dormite ancora?» sussurrò
Lenalee
appena aprì la porta, ma appena la luce entrò
bene nella
camera e vide la scena, urlò dal terrore, mentre Miranda
sveniva, afflosciandosi in terra come un lenzuolo.
Riconoscendo la voce di Lenalee, Allen aprì gli occhi e vide
il
volto di Tyki appiccicato al proprio, mentre sentiva la sua lingua
muoversi
nella bocca. Appena capì in che situazione versasse,
lo
spinse via pulendosi la bocca con il dorso di una mano.
«Che diavolo stai facendo?» urlò,
ansante ed con il volto in fiamme.
«Non lo so, ma...» sussurrò il Noah,
sbattendo Allen
schiena al materasso «Continuiamo!»
affermò,
riprendendo a baciare il ragazzo.
L'urlo della ragazza, però, aveva attirato l'attenzione di
molti che, appena la udirono, corsero verso di lei.
«Lena! Cosa succede?!» chiese Lavi, raggiungendola.
«Tyki sta molestando Allen!»
strillò con le lacrime
agli occhi, mentre l'albino lottava per la sua integrità.
«Oh, lasciali, sono solo bambini.» sorrise il
rosso, facendo cenno di non darci troppo peso.
«Ma quali bambini! Sono tornati grandi!» disse
spingendo
Lavi nella stanza perché vedesse con i propri occhi.
«Aiutooo...» intanto si sentiva la voce dell'albino
gemere.
Ma Lavi, alla vista di quella scena, dovette voltarsi per rimettere il
pranzo. Non era adatto a vedere certe cose.
«Cosa c'è, Shounen?» chiese il moro,
mordicchiandogli il collo.
«Smettila! Chi diavolo ti credi di
essere?» chiese ansante.
«Il tuo futuro marito, Allen-pon.»
rispose il moro in
un soffio.
Quelle parole scatenarono un innesto che fece ricordare ad
Allen quelle ultime
ore da bambino.
«Ma io adesso ce l'ho un cognome...»
«Ma sei ancora libero... o mi sbaglio?» chiese,
accarezzandogli il braccio con l'Innocence.
«Sì...» arrossì il ragazzo.
«Allora, manda via il pubblico e baciami... o dirò
loro il tuo segreto...»
«Non oserai...» borbottò assottigliando
gli occhi.
«E invece sì...» ghignò,
girandosi verso Lenalee e facendo per parlare «Lo sapevate
che il vostro amico quando era picc--»
ma
Allen gli tappò la bocca con entrambe le mani fulminandolo
con
lo sguardo.
«Mi occupo io di lui, non preoccupatevi...»
urlò
alla compagna, sperando che chiudesse la porta. Non era nemmeno troppo
elegante stare nudo, o quasi, davanti agli occhi di una fanciulla.
«Ehm... sì...» rispose senza osare
contraddirlo,
ancora sotto shock, uscendo e chiudendo la porta alle proprie spalle
dopo aver trascinato fuori Lavi e Miranda. I suoi sogni d'amore con
l'albino si erano frantumati in un attimo
«Allen... è gay...» sussurrò
depressa.
All’interno della stanza, la lotta era ripresa:
«Moron... anche io so il tuo segreto...» gli
rinfacciò, liberandogli la bocca.
«Eh... cosa vuoi che sia...» borbottò,
facendo spallucce, anche se si capiva bene che era un po' teso.
«Potrei spifferarlo a Jerry e poi sarebbe sulla bocca di
tutti...
sai come sono fatti i cuochi...» ridacchiò maligno.
«Va bene. Ho capito l'antifona, sarò muto come una
tomba.» disse scocciato.
«Bravo...» sorrise l'albino, tirando appena il
lenzuolo per
coprire parte delle sue vergogne. I pantaloncini rossi erano alla
stregua di un perizoma.
«Che facciamo ora?» sorrise Tyki in maniera
provocante.
«Che vorresti dire?» domandò
preoccupato, il ragazzo.
«Ma come? Non sei per i rapporti pre-matrimoniali?»
ghignò il Noah.
«Non scherzare...» cercò di prenderla
sul ridere
anche se gli si leggeva benissimo in faccia che stava morendo di paura.
«Non fare il pudico...» disse come se stesse
facendo le fusa, ricalando la bocca a baciare il collo del ragazzo.
«Ma io sono pudico...» provò ad
obbiettare, mentre quella bocca lo faceva arrossire.
«Ah...» fece piano il moro, mentre calava le mani
ai
"pantaloni" dell'altro, ma un bel colpo alla testa lo fece fermare
«Ahia!» si lamentò e Tim gli diede un
altro colpo.
«Ho i miei mezzi per preservare la mia
integrità...»
«Grrr...» ringhiò l'uomo, tornando ad
abbracciare senza malizia l'albino.
«Era vero quello che dicevi?» chiese dopo pochi
attimi di silenzio, l’inglese.
«Cosa?» chiese. Ne aveva dette tante di cose!
«Che rimarrai sempre con me...» il sussurro di
Allen era appena percettibile.
«Se vuoi...» gli rispose l'altro.
In realtà era venuto all'Ordine con scopi molto
più
turpi: voleva solo farsi Allen e scappare, come presa in giro per gli
Esorcisti, ma gli avvenimenti delle ultime ore gli avevano fatto
cambiare idea.
«Tu cosa vuoi?» chiese Allen, guardandolo negli
occhi.
«Non saprei...» disse sinceramente.
«Vuoi me?» chiese ridacchiando, guardando Tim che
ancora svolazzava sulla testa di Tyki per proteggerlo.
«Se dico di sì quel coso mi ammazza!»
gli fece notare.
«Rispondi sinceramente, Tim non ti farà
niente...» promise.
«Sì... Ti voglio, Shounen...» gli
sussurrò all'orecchio.
«Per quanto tempo?» ormai nel mondo non si vive
senza garanzie.
«Ho una buona durata... almeno una decina di
minuti.» disse, non capendo la domanda.
«Idiota! Io intendevo... per quanto tempo
continuerai a volermi...»
«Finché non mi stuferò.»
disse sinceramente.
«E quando pensi che succederà?»
sussurrò baciandolo vicino ad un orecchio.
«Sono diciassette anni che ti conosco e ancora non mi sono
stufato di te...» sussurrò, accarezzandogli i
capelli.
«Eh?» chiese confuso, l'albino.
«Mi sei piaciuto da quando avevo nove anni,
ricordi?»
«E tu sei stato il mio primo migliore amico...»
sorrise Allen, abbracciandogli la testa contro il petto.
«Allora, ti rivolgo la domanda: cosa vuoi fare?»
«Diventare grande...» sussurrò
l'inglese, arrossendo appena.
«Bene...» bisbigliò, il moro, baciando
Allen con passione.
L'albino fece segno al golem di non intervenire, mentre si abbandonava
a
quel contatto non più timido e casto.
Probabilmente i due avrebbero dovuto fare un grosso regalo a Komui, non
appena avessero finito la loro unione.
«Non piangere... dopo...» ridacchiò
Allen stringendosi a lui.
Tyki sorrise, finendo di spogliare albino.
«Quello che piangerà tra poco sarai tu, Allen Mikk...»
[ …(Happy) Ending?
]
Gala &
XShade-Shinra
Risposte alle Recensioni:
x azrael: *_*
E' un piacere rivederti, cara! Sai che adoriamo i tuoi papiri!
<3
v_v I tuoi narcotici sono un baffo di fronte agli acidi che utilizziamo
per scrivere FF! XD Ahahah! No, la cosa brutta è che non
utilizziamo droghe per partorire certe trame! XD
L'idea della cattura ci ha sempre entusiasmato (infatti l'hai visto che
in Another Plot) e pensiamo non sarà l'ultima
sull'argomento.
I ricordi di Allen erano praticamente datati a prima che Cosimo
uccidesse il cane di Mana (come si legge nel capitolo, visto che per
Allen quel cane era vivo), infatti lui prima era sì un
vagabondo, poi è andato a lavorare in un circo come garzone
e
solo dopo ha "conosciuto" Mana che lo ha POI adottato, facendolo
diventare un Clown. ^^
Siamo contente che il nostro chibi!Tyki ti sia piaciuto! XD Il suo
passato non ci è noto, ma noi lo immaginavamo
così!XD
Per gli occhi di Tyki ti abbiamo già risposto nell'altra FF!
^^
pensiamo di farli sempre dorati da ora in poi! ^^ (Goku! *.* l'amore di
Gala!)
E... sì, la mamma di tyki era un po' "allegra", edonista
come il
figlio! XD Ovviamente i suoi amanti le facevano notare "ma il bambino
ci vede" e lei "tanto è solo un bambino, non capisce..."
ù_ù ha capito più che bene, invece!
ù.ù
Grazie per la recensione! <3
x Atzlith:
Siamo contente che
la FF ti sia piaciuta! *_* Beh, XShade-Shinra parla in modo criptico
per non svelare subito la trama, lei non ama gli spoiler sulle trame
delle FF, sai? *occhiataccia per una cosa che Atzlith sa bene*
Quando scriviamo le FF Gala fa Allen e XShade-Shinra Tyki per il 99%
delle scene, poi i personaggi non protagonisti ce li dividiamo come
meglio viene a seconda della situazione. ^^ I vestitini sono opera di
MADAME MELERIK, no? chi altri avrebbe tirato fuori degli abitini tanto
brutti?? X°D
x _Flowermoon_:
Ci hai commosse! Siamo contente che il nostro ritorno ti abbia fatto
gioire così tanto! >w<
Non sappiamo come ci è venuta in mente, ma dovevamo essere
proprio con il cervello scollegato! XD Grazie per i complimenti per la
caratterizzazione dei personaggi, soprattutto per Tyki! XD Eh,
chissà se è stata colpa o meno del cattivo
esempio della
mamma o era una cosa che aveva nel sangue!XD
Purtroppo non era nostra intenzione far fare coppia a Lavi e Lenalee,
anche se in effetti non sarebbe stata una cattiva idea...
>.<
Avremo dovuto pensarci prima!
<3 Grazie ancora!
Grazie a tutti coloro che
hanno commentato, che hanno messo questa nostra FF
tra le loro storie preferite/da ricordare/seguite e a tutti quelli che
la hanno solamente letta.
Gala & XShade-Shinra
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