After the war

di Hermia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Si parte! ***
Capitolo 3: *** Missione divertimento ***
Capitolo 4: *** Certe notti...-parte prima ***
Capitolo 5: *** Certe notti...-parte seconda ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Prologo

 

Erano passati cinque lunghi anni dall’ultima volta che aveva visto Hogwarts.

Avrebbe tanto voluto dire che era ancora come l’aveva dipinta nei suoi ricordi...

L’avrebbe voluto tanto, davvero...

Ma è incredibile quanto la guerra può cambiare le cose...

Infatti adesso della splendida scuola di magia e stregoneria di Hogwarts che per sette anni della sua vita era stata la sua casa, la sua prima vera casa, non restava quasi nulla.

Ora era così, un inutile ammasso di vecchie pietre grigie a ricordare quello che per lui era stato il luogo più bello al mondo.

Era davvero triste restare lì a guardare impotente ciò che la guerra aveva creato, o meglio distrutto.

Una mano si poggiò sulla sua spalla con fare confortante.

Ma ora era tutto finito. La guerra era finalmente finita, Voldemort era finalmente finito.

Perché lui l’aveva sconfitto.

Si, proprio lui...

Harry Potter, il bambino, ormai uomo, che è definitivamente sopravvissuto.

Ma non voleva prendersi meriti che non gli competevano, mica aveva fatto tutto da solo!

Eh no, con lui c’erano gli amici di sempre.

Ron...Hermione...le persone più innamorate che avesse mai visto...solo che non erano state ancora capaci di rendersene conto...

Ginny...Luna...due ragazze all’apparenza indifese che poi si erano rivelate due vere furie.

Theo...si, proprio lui, Theodor Nott...che già all’inizio del settimo anno aveva iniziato a far parte delle loro schiere.

E infine c’era lui.

Guardando i resti della scuola non poteva fare a meno di ricordare quante volte avevano litigato per motivi che visti da quella prospettiva sembravano così...banali.

Chi se lo sarebbe mai aspettato che se lo sarebbe trovato al suo fianco durante la battaglia?

E già perché alla fine anche lui aveva fatto la sua scelta, ed aveva scelto loro.

Draco Malfoy...dalla parte di Silente.

Non l’avrebbe detto mai ad anima viva, e nemmeno semi morta, ma aveva imparato a stimarli  perché, a detta sua, Malfoy e Nott si erano dimostrati i più forti di tutti loro.

Erano stati capaci di schierarsi contro tutto ciò che gli avevano insegnato essere giusto, contro la loro stessa famiglia, causando addirittura la morte delle persone che erano responsabili della loro nascita...

Non erano cose da poco e nessuno di loro vi era passato sopra, ma al contrario li avevano accolti perdonando loro tutto ciò che avevano fatto in passato.

Inoltre si erano dimostrati degli ottimi acquisti data la loro spietata freddezza in campo e l’ esperienza con il lato oscuro.

In ogni caso non erano gli unici a possedere delle capacità straordinarie.

Tutti loro erano ragazzi molto dotati, ognuno con delle doti diverse da quelle degli altri.

Per questo insieme erano riusciti a costituire il gruppo di auror migliore in circolazione.

Compatto.

Omogeneo.

In poche parole perfetto.

Ma soprattutto unito.

Per questo loro, tutti insieme, erano stati battezzati “I magnifici sette”.

Coloro che insieme erano riusciti dove il singolo aveva fallito...

Ma si sa, l’unione fa la forza.

E così era nata una profonda amicizia, o a volte anche qualcosa di più, che li legava tutti insieme.

Praticamente da quando avevano combattuto e sconfitto l’Oscuro non si erano più separati.

Neanche adesso.

Harry si girò dando le spalle allo scempio che era stato fatto della loro scuola, per guardare in faccia i ragazzi.

Sulla spalla ancora poggiata la mano di Ron.

Era proprio vero...

La guerra cambia le cose, e le persone...

E loro?

Loro quanto erano cambiati in quei cinque anni di duro addestramento da auror e di battaglie continue?

Squadrò ad uno ad uno i compagni di avventure.

Erano degli uomini e delle donne adesso.

I loro corpi erano atletici e muscolosi.

I loro riflessi erano pronti.

I loro incantesimi erano micidiali.

Ma non c’erano altri segni apparenti del loro cambiamento.

La cicatrice che segnava la guancia pallida e lentigginosa di Ginny ne era l’unico segno tangibile.

In realtà però tutti loro erano cresciuti, erano maturati ed avevano compreso il sottile confine che c’era  tra il bene ed il male, tra la vita e la morte.

-Tutto ok?- gli chiese Ron, al suo fianco, esattamente dove era sempre stato da quando si erano conosciuti.

-Uhmm uhmm- disse Harry in segno affermativo.

-L’hanno completamente distrutta- bisbigliò Hermione con disgusto per quei mostri che avevano fatto tutto quello –Cosa direbbe Silente se la vedesse in questo stato?- aggiunse poi con gli occhi lucidi, mentre Theo le circondava le spalle con una braccio per confortarla.

-E’ una fortuna che non abbia dovuto assistere a tutto questo, che sia morto prima- disse Harry lanciando uno sguardo verso il limitare della foresta proibita, dove si stagliavano migliaia di lapidi bianche.

Era lì che aveva voluto essere seppellito, accanto alla sua scuola.

Una scuola grande per un uomo altrettanto grande.

Cosa avrebbe provato vedendola così, distrutta?

Accanto alla sua lapide, le lapidi di tanti altri che avevano voluto essere seppelliti proprio lì.

Primi fra tutti la professoressa McGranitt ed il professor Lupin, Hagrid e Madame Maxime.

Ma anche tanti altri che erano morti in nome di una giusta causa ma in una guerra che di giusto non aveva proprio niente.

In quel momento la stretta di Ron sulla sua spalla si fece più forte, riportandolo alla realtà.

-Harry, faremmo meglio ad andare- aggiunse poi con gli occhi puntati a terra.

Era amico di Harry da tanto di quel tempo che poteva dire di conoscerlo come le sue tasche.

Lo capiva benissimo che in quel momento stava soffrendo. Dio solo sapeva quanto Harry avesse perduto in questa lunga guerra.

Prima con la morte dei suoi genitori, poi con la perdita di Sirius ed ora anche Silente, Hagrid e Lupin lo avevano abbandonato. E per finire la distruzione della sua amata scuola.

 

C'era una volta la mia vita
c'era una volta la mia casa
c'era una volta e voglio che sia ancora.
E voglio il nome di chi si impegna
a fare i conti con la propria vergogna.
Dormite pure voi che avete ancora sogni

(Il mio nome è mai più- Ligabue, Jovanotti, Pelù)

 

Troppo dolore per un ragazzo di soli 23 anni.

Harry si voltò un’ultima volta a guardare ciò che restava del suo passato.

Poi disse con voce atona –Andiamo- e si smaterializzò.

 

~

 

Era luglio inoltrato e faceva un caldo tremendo per restare a lavoro.

Soprattutto da quando di lavoro non ce n’era più. Infatti da quando Voldemort era stato sconfitto, e con lui anche tutti i Mangiamorte al suo seguito, gli auror non avevano più molto da fare in ufficio.

La ragazza si stiracchiò sulla poltrona del suo studio, aveva le gambe addormentate, non era mai stata tanto seduta nel suo ufficio da quando le era stato assegnato quattro anni prima.

E poi faceva davvero troppo caldo.

Al centro di Londra si soffocava.

Si legò i lunghi capelli ricci con un fermaglio verde smeraldo, come il colore dei suoi occhi ed iniziò a canticchiare per impiegare il tempo, facendosi vento con una pergamena.

Il suo compagno di stanza, che al contrario suo stava lavorando, le rivolse un’occhiata assassina che però la ragazza non colse.

-Ti dispiacerebbe chiudere quella bocca?- disse allora lievemente accigliato.

-La gentilezza non è il tuo forte, vero Malfoy?- chiese lei sbuffando.

-Esatto, Weasley. E ora ti dispiacerebbe tacere? Sto lavorando, IO!- disse con la sua solita freddezza.

-Uff...quanto sei noioso!- disse lei saltando su dalla sedia e avviandosi verso la porta, scompigliando i capelli del biondo e chiudendo la porta in tempo per non sentire la serie di epiteti davvero poco carini con cui la stava chiamando.

Non si sarebbe mai immaginata che Malfoy potesse essere così noioso a volte.

A prima vista non si sarebbe mai detto che un ragazzo tanto bello ed affascinante potesse essere così assillante e noioso nella realtà.

Lo conosceva da tanti anni, prima come ragazzino viziato e cattivo, poi come uomo che combatteva per la giustizia. Forse lo conosceva meglio di tutti gli altri, avendo l’ufficio in comune, per quanto fosse possibile dire di conoscerlo.

Quel ragazzo era così sfuggente e chiuso, uno dei tipici ragazzi solitari che stanno meglio soli che in compagnia.

Ma se stava bene a lui, stava bene anche a lei.

Solo che a volte le sarebbe piaciuto avere un compagno di stanza un po’ più vivace, un po’ più come lei.

Con passi agili e svelti si diresse verso la seconda porta alla sua destra e bussò, poi senza aspettare risposta spalancò la porta ed entrò.

-Buon giorno ragazzi!- disse gioiosa, regalando agli occupanti della stanza un gran bel sorriso e poi si bloccò sulla soglia.

La scena che le si parò davanti era quantomeno...insolita.

Suo fratello e Hermione stavano litigando, come al solito del resto, contendendosi men che meno una penna! Ed Harry assisteva alla scena ridendosela di cuore.

-Ma che state facendo?- chiese sbalordita.

-Ron mi ha rubato la mia piuma preferita!- rispose Hermione con il tono della bambina dell’asilo che fa la spia alla maestra.

-Non è vero!- ribattè Ron –Questa è la mia piuma, non la tua-

-No Ron, questa è MIA, quella è la tua- aggiunse poi indicando una piuma tutta spennacchiata e malridotta sulla scrivania del ragazzo.

Ma a furia di tirarla, anche quella piuma era diventata come l’altra.

Hermione accorgendosene disse –Visto che ci tieni tanto, è tua- e mollò la presa.

Il ragazzo, sorpreso dall’arrendevolezza della ragazza decise che quella piuma non era più di suo gusto –No, grazie tienila pure tu-

-No, te la regalo- disse Hermione andandosi a rifugiare dietro la sua scrivania.

-Non puoi regalarmi una cosa che era già mia-

-Ma non era tua, era mia-

-Ecco, e allora visto che era tua ora te la riprendi- disse risoluto Ron, che l’aveva inseguita ed ora le aveva sbattuto la piuma sul tavolo.

I due continuarono così per una buona mezz’ora mentre Ginny ed Harry si guardavano con gli occhi fuori dalle orbite e ridendo a crepapelle.

Alla fine Ginny intervenne dicendo che quella penna, visto che non la voleva nessuno se la prendeva lei, mettendo così fine a quell’inutile e ridicola discussione.

Litigavano per qualsiasi cosa, ma quando si sarebbero decisi a mettersi insieme quei due?

Sia Ron che Hermione andarono a sedersi ognuno alla propria scrivania incrociando le braccia al petto e guardandosi in cagnesco.

Ginny si sedette sulla scrivania del fratello e si preparò ad intavolare una conversazione che aveva già in mente da un po’.

-Come mai da queste parti, Gin?- la precedette Harry.

-Di là è una noia mortale e Malfoy è una palla, sto lavorando IO- aggiunse imitando il tono del compagno di stanza.

-E’ giusto che lui stia lavorando- disse Hermione con fare saputo.

-E allora perché voi stavate litigando per una penna?- le chiese Ginny sottolineando l’ultima parola e smontandola.

-Era la mia penna preferita, Ginny! E tuo fratello me le ruba sempre-

-Si si, comunque non sono qui per vedervi bisticciare come bambini di 5 anni. Volevo proporvi un’idea...-

Tutti la guardarono con curiosità ed Harry disse –Spara-.

-Ok...avevo pensato che, visto che qui non c’è poi molto da fare, noi non siamo più indispensabili...- fece una pausa per vedere se la stavano seguendo e vedendo che lo stavano facendo, proseguì – per cui potremmo anche allontanarci da qui e prenderci, chessò una vacanza...-

-Una vacanza?- chiese Hermione stupita –E i verbali?-

-Herm lo possono fare gli altri, ce lo meritiamo un po’ di riposo, no?- si rivolse soprattutto ai ragazzi perché simili tentazioni non avrebbero attaccato con l’Hermione ligia al dovere che era.

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo d’intesa. Ron sapeva che l’amico non era ancora riuscito a superare quel brutto momento, glielo leggeva negli occhi, per cui una bella vacanza avrebbe potuto anche fargli bene.

Vedendo che i suoi occhi si erano come illuminati all’idea di una partenza così improvvisa, gli diede uno sguardo di assenso e poi dissero insieme –Noi ci stiamo!-

-E tu Herm?- le chiese allora Ginny. Non aveva dubbi che sarebbe venuta, soprattutto ora che Ron aveva accettato.

-Bè, in fondo hai ragione, ci sono gli altri- guardò la pila di verbali da compilare sulla sua scrivania, e poi guardò Ron –Ok, sono dei vostri- concluse con un sorriso.

-Evvai!- gridò Ginny e andò ad abbracciare prima la ragazza, poi il fratello ed infine Harry, che improvvisamente fu preso da una vampata di calore quando strinse il corpo sottile e sodo della ragazza tra le braccia.

Era cresciuta tanto Ginny, era una donna ormai. Una gran bella donna...

Capelli ricci e rossi, occhi verde smeraldo e un fisico perfetto.

I suoi lineamenti erano così delicati, solo la cicatrice sulla guancia stonava un po’ col resto.

Le conferiva un aspetto più selvaggio e grintoso. Come il suo carattere, del resto.

Quando un Mangiamorte l’aveva ferita, lei aveva continuato a combattere come se nulla fosse; dopo al San Mungo le avevano chiesto se voleva toglierla, ma lei aveva risposto che no, non la voleva togliere, perché si intonava con il suo look. E così l’aveva tenuta...era una donna davvero fantastica.

Non era più la ragazzina ingenua con cui aveva avuto una relazione durante il sesto anno.

Certo, era passato parecchio tempo dall’ultima volta che l’aveva stretta tra le sua braccia...ma ritrovarsi così vicini lo faceva sentire...strano....

In quel momento la porta dell’ufficio si aprì per lasciar entrare Draco Malfoy, seguito da Luna Lovegood ed il suo compagno di ufficio Theodor Nott.

-Si può sapere cos’è tutto questo casino?- chiese Malfoy e poi si irrigidì impercettibilmente vedendo Ginny abbracciata a Potter. Ma che stava succedendo?

-Potevate dircelo che stavate facendo un party- disse Luna sorridendo maliziosa alla vista dei due abbracciati. Da un po’ si sospettava che ci fosse del tenero tra i due..

E poi si vide travolgere da un uragano rosso che urlava dalla gioia.

-Partiamo, Luna! Andiamo in vacanza, andiamo in vacanza!- canzonò Ginny mentre si staccava dal collo di Luna per appendersi a quello di Theo.

I ragazzi, non avendo assistito a tutta la conversazione, non avevano compreso appieno ciò che la rossa stava urlando ai quattro venti.

-Che significa ‘andiamo in vacanza’?- chiese Draco col suo solito tono antipatico.

-Significa che ce ne andiamo tutti in vacanza, addio noiosissimi verbali,  addio ufficio,  addio Londra!- spiegò lei con enfasi prima di saltare anche al collo di Malfoy, che se possibile divenne ancora più rigido di prima.

-Calma Gin, ancora non sappiamo nemmeno dove andare- chiese Harry, parecchio infastidito, nel vano tentativo di far staccare quei due. Già era doloroso vederli insieme tutto il santo giorno perché dividevano l’ufficio, ma vederli anche abbracciati era troppo. Anche se adesso lui e Malfoy erano diventati ‘amici’ non voleva mica dire che aveva messo da parte tutte le rivalità del caso.

-Già, ci avevi pensato Gin?- le chiese Luna.

-Ma certo! Andiamo al mare, naturalmente- disse lei saltellando di gioia, staccandosi da Draco.

Poi, rendendosi conto che i suoi amici si riferivano ad informazioni più dettagliate, e soprattutto di tipo geografico, aggiunse –Potremmo andare alle Maldive! Ho sentito parlare di un’isoletta dove vive una piccola comunità magica, potremmo andare lì...- e poi tirò fuori delle foto dell’isoletta che casualmente si trovavano nella tasca dei suoi jeans.

E così gli altri, se prima avevano il dubbio che quella conversazione fosse stata programmata, ora ne avevano la certezza.

Guardarono le foto ad uno ad uno e rimasero ammaliati da quello spettacolo: spiagge bianchissime e acqua limpida e pulita.

Era uno scenario da favola.

-E brava la nostra Ginny! Avevi programmato tutto, non è vero?- le chiese Hermione.

Ginny annuì col capo senza imbarazzarsi più di tanto.

Draco l’aveva notato che quella ragazza sprizzava gioia da tutti pori ed era di una sfacciataggine più unica che rara.

-Ma certo, se aspettavo voi potevamo passare tutta l’estate qua dentro!- disse lei, poi aggiunse –Ma se non vi va non fa niente, Accio foto- e con un gesto della bacchetta le foto volarono fra le sue mani.

-No, Gin, frena! Ci andiamo, solo potevi chiedercelo prima...- le disse Luna rimproverandola.

-Avete ragione, la prossima volta lo farò- disse Ginny e in quel momento più che mai sembrava una bambina che aveva fatto una monelleria –Allora, quando si parte?-

-Che ne dite se partiamo questo week-end? Così abbiamo un paio di giorni per organizzarci- disse Hermione che in fin dei conti era sempre la più pratica.

-Per me va bene- disse Draco.

-Anche per me- dissero insieme Ron e Luna, sorridendosi.

-Per me anche- disse Harry e poi anche Theo accettò.

-Allora siamo a posto, no? Sabato mattina si parte!- disse Ginny con grande euforia.

In fondo non era l’unica ad essere felice, era la prima volta che si prendevano una vera vacanza, sarebbe stato senza dubbio una bella esperienza.

Si sarebbero divertiti un mondo.

Poi Hermione chiese –Ma chi si occupa del viaggio? Dobbiamo prenotare la passaporta e poi dovremo prendere una casa in affitto o qualcosa del genere, no?-

-Già...- Ginny sembrava non avere pensato a questo piccolo dettaglio, ma si riprese in fretta –Non vi preoccupate, penso a tutto io, ci vediamo sabato mattina a casa mia, ok?-

-Ok- risposero tutti gli altri e Ginny, ancora presa dall’emozione della sua prima vera vacanza uscì in fretta e furia dalla stanza travolgendo il povero Draco che finì appiccicato allo stipite della porta.

‘Un vero ciclone la Weasley’ si disse, ma dopo averla vista sul campo di battaglia quello era veramente poco.

-La riunione è sciolta ragazzi- fece Harry per far tornare gli altri a lavoro – Ci si vede sabato alle 10:00 a casa di Ginny, mi raccomando puntuali- aggiunse poi riferendosi soprattutto alle ragazze che trovavano sempre una scusa per essere in ritardo.

-Ci vediamo sabato, bye!- disse Luna ed uscì con al seguito Theo.

-A sabato- disse Draco e se ne tornò nel suo ufficio, dove Ginny era intenta a mandare gufi per prenotare la passaporta per il fatidico viaggio.

Si sedette alla sua scrivania di fronte a lei e la guardò mentre scriveva.

Nonostante facesse parte di quel gruppo da ben 5 anni ancora non si sentiva parte di loro. Era come se fosse un intruso, non era il tipo che fraternizzava con gli altri, era sempre stato un tipo solitario lui...poi con Ginevra era ancora più strano perché lei era arrivata un anno dopo gli altri e non aveva assistito al suo cambiamento, lo aveva trovato lì e basta.

Però lo aveva accettato.

Da allora era stata sempre un ottima collega, compagna ed amica.

Quella ragazza era così piena di vita e priva di pregiudizi.

Era questo probabilmente che la rendeva così unica...

Mentre pensava  a lei si era soffermato a guardarla.

Lei sollevò lo sguardo dalla pergamena che stava scrivendo e si accorse che lui la fissava, ma non si scompose più di tanto, non era nel suo stile, semplicemente gli sorrise e poi tornò a scrivere.

Aveva un sorriso bellissimo...

Draco non rispose al sorriso.

Lui non sorrideva, non lo faceva mai.

Però, mentre tornava ad occuparsi dei suoi verbali, pensò che forse anche lui si sarebbe divertito in quella vacanza e allora forse avrebbe avuto anche una buona ragione per sorridere.

La guerra cambia le cose, e le persone...ma ci sono cose che non cambiano mai.

 

 

Ciao a tutti!!!

Se siete arrivati fino a qui sotto vuol dire che questo primo capitolo non fa poi tanto schifo...pensate che farei bene a continuarla oppure a lasciar perdere?

Aspetto i vostri commenti  e da lì deciderò ^_-!!

 

Hermia

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Capitolo 2
*** Si parte! ***


Premetto che questo capitolo è come si suol dire, di assestamento

Premetto che questo capitolo è come si suol dire, di assestamento. Potrebbe sembrare un po’ noioso ma state attenti ai piccoli dettagli perché qui sono distribuiti indizi su come andranno le cose dal prossimo cap. quindi occhi al dettaglio!

Dedicata a StefyGranger!

 

Si parte!

 

 

Si materializzò in una stanza poco illuminata dai primi raggi del sole.

Forse era un po’ in anticipo, ma non ricordava a che ora si fossero dati appuntamento.

E lui non sarebbe mai arrivato in ritardo, era da persone maleducate farlo, e tutto si poteva dire di lui tranne che non fosse beneducato.

Antipatico, forse.

Insopportabile, indubbiamente.

Pieno di sé, inverosimilmente.

Presuntuoso, oltre ogni limite.

Arrogante e superiore, come tutti i Malfoy, del resto.

Ma non maleducato. Questo mai.

Il salottino poco illuminato della piccolo appartamento che dava su Diagon Alley all’apparenza sembrava deserto.

Ma dalla stanza adiacente proveniva il rumore dello scrosciare dell’acqua, segno che probabilmente in quel momento la padrona di casa si stava facendo una doccia.

Poco male.

L’avrebbe avvertita della sua presenza una volta uscita.

Posò le sue valigie accanto ad un basso tavolino fatto di legno, come tutto in quella stanza in perfetto stile etnico, molto babbano a dire il vero.

Tavolini bassi, enormi cuscini per terra e poi degli strani oggetti bassi e grassi dai colori sgargianti non meglio identificati.

A dire la verità non era mai stato a casa della Weasley.

Ma, guardandosi intorno, non potè fare a meno di pensare che non poteva immaginarsela tanto diversa da come era in realtà.

Rispecchiava perfettamente il suo carattere, così vitale ed energico.

Le pareti della stanza erano tinte di un arancio molto acceso...quasi troppo acceso per i suoi standard. E poi erano tappezzate con una miriade di tappeti e maschere e specchi dalle cornici multicolori.

Si avvicinò ad uno di questi e fissò la propria immagine riflessa,  prima di fronte,  poi di profilo.

Il risultato gli piaceva.

Si scompigliò leggermente i capelli dandogli un’aria un po’ trascurata e poi, soddisfatto di sé andò a sedersi sul divano, che era sorprendentemente morbido proprio come piaceva a lui.

Allargò le braccia e le appoggiò alla spalliera del divano, rilassandosi.

Si, era troppo viva quella stanza per lui...gli dava alla testa.

Come Ginny...a volte proprio non la sopportava, perché lei era così viva, mentre lui no.

Perché lei era capace di essere felice, mentre lui no.

Anche quell’idea della vacanza era una manifestazione di come lei avesse proprio dentro la voglia di vivere. Questo non voleva dire che non gli facesse piacere affrontare questa nuova avventura, senza dubbio sarebbe stato interessante, divertente forse.

Poi con tutte quelle splendide ragazze scure che lui adorava intorno, non avrebbe potuto fare a meno di apprezzare la brillante idea della Weasley.

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti quando qualcosa di caldo e peloso gli balzò agilmente sulle gambe.

Aprì gli occhi di scatto e fu travolto da un ammasso di peli rossi che lo travolse, iniziando a stusciarglisi addosso.

-Ciao...- disse Draco, prendendo tra le braccia la micetta e grattandole dietro le orecchie.

La micia gli fece le fusa in segno di gradimento e si sdraiò tra le sue braccia, lasciandosi coccolare.

Draco non aveva molta confidenza con gli animali. Inutile dire che non gli era mai stato permesso di avere un animale domestico quando era a casa...niente sentimenti, era la regola di Casa Malfoy.

In ogni caso gli sembrava che la micia stesse un po’ esagerando, visto che la micia si era arrampicata sulla sua camicia per leccargli il viso, conficcandogli i piccoli artigli nella candida pelle.

-Non ti sembra di stare prendendo troppa confidenza?- le chiese guardandola nei suoi furbi occhi gialli.

CRAK

In quel momento nel salottino della casa di Ginny si Materializzarono Harry, Ron ed Hermione, insieme come al solito.

Hermione era già pronta per tuffarsi in mare, con i capelli ricci sciolti sulle spalle e con tanto di costume, prendisole a fasciare il suo corpo snello e muscoloso.

I ragazzi avevano invece deciso di comune accordo di indossare una camicia Hawaiana aperta sul davanti per mostrare i loro addominali scolpiti, frutto di anni di duri allenamenti, pantaloncini, cappello di paglia e occhiali da sole.

Draco non potè fare a meno di pensare a quanto fossero ridicoli quei due e represse a stento l’istinto di prenderli in giro.

I tre si guardarono intorno e, quando i loro occhi si furono abituati alla tenue luce della stanza, si accorsero della presenza di Draco con in braccio la gattina del pelo fulvo.

-Ehi tu!-scattò Ron improvvisamente una furia, puntando un dito accusatore al petto di Draco.

-Metti giù le mani da mia sorella!- disse mentre lo stomaco di Harry si chiudeva in quella strana sensazione che provava sempre quando li vedeva insieme.

-Oh, su via, Ron! Ho ventidue anni ormai, non sono più la tua sorellina bisognosa di protezione- disse la ragazza dai capelli rosso fulvo che in quel momento si trovava, senza nessun imbarazzo, seduta sulle gambe di Draco, che preferì restare alla larga da quei battibecchi familiari avendo già testato parecchie volte i cazzotti del rosso.

-Certo che hai ancora bisogno di protezione!- ribattè lui, alchè la rossa si alzò impettita da quella comoda posizione e si parò di fronte al fratello con un’espressione incredibilmente simile a quella aveva sua madre quando doveva metterli tutti in riga, le gote in fiamme.

Ron si ritrasse facendosi piccolo piccolo, come se quella gracile ragazzina che arrivava a stento alla sua spalla, potesse spaventarlo più di un branco Mangiamorte assetati di sangue.

-Ora ascoltami bene, Ronald Weasley- iniziò Ginny avanzando contro di lui con espressione quanto mai imbufalita –Chi sarebbe quello che ha bisogno di protezione qui? Perché, se non ricordo male, sono io quella che ti ha salvato da quella pazza di Bellatrix Lastrange- disse lei puntando un dito contro il proprio petto prosperoso.

Ron arrossì violentemente in zona orecchie, quel ricordo era un piaga per lui...stava combattendo con l’assassina di Sirius e si stava quasi facendo ammazzare da quella furia indemoniata e poi era arrivata la sua sorellina e con un semplice incantesimo ben piazzato l’aveva stesa e catturata...non l’avrebbe dimenticato mai.

-E, sempre se non ricordo male,- continuò lei – sono io, e non tu, quella che si è infiltrata in un covo di assassini per portare ad Harry la pozione che gli serviva per sconfiggere Voldemort rischiando la pelle, quindi- si avvicinò ancora di più al fratello, poi soffiò come un gatto dicendo –quindi, io non ho bisogno di alcuna protezione Ron, tante grazie. So cavarmela alla grande anche da sola-

Gli occhi penetranti di Ginny restarono ancora un attimo a fissare quelli cristallini del fratello, poi parve accorgersi solo in quel momento che oltre loro Weasley c’era qualcun altro in quella stanza.

Così si calmò un po’ ed iniziò a salutare ad uno ad uno i suoi amici.

-Forse sei stata un po’ troppo dura con lui, Gin- le disse Hermione in un orecchio mentre si salutavano.

-Non credo Herm. Deve capire che questa è la mia vita e che sono capace di gestirla da sola- le rispose piano lei. Non avrebbe voluto umiliare il fratello in quel modo ma lui non le aveva lasciato scelta, non era mica la prima volta che le faceva quel genere di scenate.

Scosse la testa per allontanare quel pensiero e quella conversazione dalla sua mente.

-Siamo tutti?- chiese poi ad alta voce con il suo solito sorriso vitale.

-No, manca ancora Luna- disse Ron preoccupato – Strano perché le aveva detto proprio ieri sera l’orario dell’appuntamento...che le sia successo qualcosa? - continuò poi pensieroso.

Hermione si stupì dell’interessamento del ragazzo, poi disse –Se vi interessa non c’è neanche Theo- in tono acido.

-Saranno insieme, mi sa che dovremo aspettare- disse Harry sedendosi su una bassa poltrona dall’aria scomoda, seguito a ruota dagli altri due.

Ginny tornò a sedersi sul divano. Stavolta però accanto a Malfoy, che la guardava con sguardo ammirato per aver messo in riga il fratello, e gli sorrise.

-Non credevo ci sapessi fare con gli animali- disse poi con tono velato e ammiccante.

-Non sai tante cose di me- rispose lui in tono leggero, ma guardandola con i suoi occhi di ghiaccio così penetranti che riuscivano ad entrarti dentro leggendo da parte a parte tutto di te.

Ginny accavallò le gambe, coperte solo da un esiguo pezzetto di stoffa azzurra che arrivava si e no a metà coscia e gli rivolse un sorrisetto malizioso al quale lui rispose con il suo solito ghigno che, tempo addietro aveva scoperto, risultava molto seducente.

Quando poi si accorse che Ron, nonostante fosse stato umiliato a quel modo dalla sorella, continuava a guardarlo con sguardo omicida, decise di rivolgere la sua attenzione a qualcos’altro che non fosse quella ragazza seducente dai capelli color rubino.

-Bella camicia, Potter- disse beffardo osservando il suo abbigliamento. Non era proprio riuscito a trattenersi.

-Grazie- disse Harry, facendo finta di aver frainteso il suo velato insulto con un gentile complimento – Io e Ron abbiamo deciso di vestirci da perfetti turisti babbani-

-Che stupidaggine!- sbuffò Hermione che, a braccia conserte, osservava il cielo dalla finestra. Poi, accorgendosi di essersi attirata gli sguardi assassini di Ron ed Harry, aggiunse con impazienza –Nel senso che i turisti si vestono come tutti gli altri, e poi mica stiamo andando alle Hawaii!-

Non sapevano perché, ma si vedeva lontano un miglio che era arrabbiata.

Harry stava per chiederle cosa le prendesse quando un sonoro rumore annunciò che due persone si erano appena materializzate nella stanza.

Theo e Luna stavano ridendo per una battuta detta prima della materializzazione.

-Ciao ragazzi!- disse Ginny ai ragazzi appena arrivati –Siete in ritardo di ben un quarto d’ora- aggiunse poi leggermente arrabbiata guardandosi l’orologio da polso.

Theo si grattò la testa e poi disse imbarazzato –Scusate per il ritardo ma sono passato a prendere Luny, ci siamo messi a parlare e non ci siamo accorti di che ore si erano fatte. Mi dispiace-

 Luny”?

-Anche a me- aggiunse la ragazza, tutta rossa, lanciando poi uno sguardo verso Ron, che però la ignorò volutamente.

-Fa niente, allora si parte?- chiese Ginny impaziente, decisa ad eliminare qualsiasi cosa si frapponesse tra lei e la sua agognata vacanza; non gliene fregava niente di cosa facessero quei due nella loro vita privata, voleva solo partire.

Vi furono tanti cenni di assenso e poi un gran trambusto di persone che afferravano le loro valigie, rimpicciolendole per renderle tascabili e poi chiedendosi se avessero portato questo o quell’altro.

-Luna hai portato la crema solare?- chiese Hermione.

-Si, credo di si, tu le hai prese le stuoie?-

-No, mannaggia le ho dimenticate!-

-Poi le comprate li, piuttosto qualcuno ha portato gli scacchi magici?-

-Ma cosa te ne fai degli scacchi Ron??-

-E tu che te ne fai dei 75 libri che ti sei portata?-

-Che vacanza è se non posso leggere!-

-Come non detto, Harry l’hai presa la scopa?

-Certo, e anche le Gobbiglie!-

-Grande!! Allora possiamo andare-

Alla fine furono tutti pronti e formarono un cerchio attorno a Ginny, che teneva in mano un gigantesco sandwich al prosciutto dall’aria molto invitante.

-Buono, stavo proprio morendo di fame, me ne dai un morso?- disse Theo allungando le mani.

-No scemo, questa è la nostra passaporta.- disse Ginny mettendo fuori portata il panino, che per l’occasione era stato trasformato in una passaporta che si sarebbe attivata tra....

- 2 minuti a partire da ora- disse Ginny osservando il suo orologio.

Restarono così a guardarsi in faccia tenendo un dito sul sandwich al prosciutto per un minuto e cinquantacinque secondi, poi Ginny iniziò il conto alla rovescia seguita dal coro di tutti gli altri.

5... Theo cinse con un braccio la vita di Hermione...

...4... Luna strinse la sua piccola mano in quella di Ron...

...3... gli sguardi di Draco e Ginny si incontrarono...

...2... Harry prese delicatamente Ginny per mano.

...1.

-Si parte!!- l’urlo di Ginny rimbombò nel piccolo appartamento, vi fu il solito strappo all’ombelico e poi più niente.

 

~

 

La sabbia bianca e l’acqua azzurra e cristallina dell’atollo di Rasdu, uno dei più piccoli dell’arcipelago delle Maldive, li accolsero in quel luogo a loro estraneo.

I ragazzi appena apparsi dal nulla si ripresero in fretta dal momentaneo giramento di capo dovuto al fatto che avevano affrontato un viaggio piuttosto lungo e si concessero qualche minuto per assaporare appieno le sensazioni che quel luogo faceva provare.

-Fiuuuu- un fischio basso sfuggì dalla bocca del ragazzo dai capelli rossi legati in un codino, mentre le ragazze emettevano un –Ohhhh- meravigliato.

Il cielo ed il mare di fronte a loro sembravano essere un tutt’uno tanto erano entrambi limpidi, e l’aria era fresca, pulita ed incontaminata, come tutto in quell’isoletta, a giudicare dalla selva che iniziava a pochi metri dalle loro spalle e dal cinguettare degli uccellini.

Insomma niente a che vedere con il grigio paesaggio londinese.

-Ragazzi questo si che si chiama paradiso- disse la ragazza con i riccioli castani, di colpo passata la sua arrabbiatura.

Era come se la leggera brezza marina oltre a portare alle loro narici l’odore di salsedine, li facesse rinascere con quel contatto dell’aria fredda sul viso...una sensazione mai provata di...

Tranquillità.

Calma.

Relax.

Pace interiore.

La ragazza dai capelli color fuoco fu la prima a riprendersi; si tolse rapidamente la gonnellina e il top e con una corsa rapida si tuffò direttamente in acqua, seguita dagli sguardi meravigliati di tutti gli altri che non avrebbero mai smesso di pensare a quanto dentro fosse rimasta una bambina.

-Wow!!- urlò poi riemergendo dall’acqua –Questo posto è fantastico! L’acqua è caldissima, perché non venite a farvi il bagno?-

-Già, perché non andiamo a farci il bagno?- le fece eco un ragazzo con gli occhiali e i capelli scompigliati, spogliandosi frettolosamente e raggiungendola in un baleno.

Gli altri non se lo fecero ripetere due volte e immediatamente la sabbia chiara fu coperta da una miriade di vestiti gettati alla rinfusa da quei misteriosi ragazzi che all’improvviso erano apparsi dal nulla.

Solo uno di loro non si era unito ai festeggiamenti.

Un ragazzo alto e muscoloso, dalla pelle talmente chiara che probabilmente si sarebbe scottata entro pochi minuti se non si fosse messo immediatamente all’ombra.

Non se ne vedevano tipi così dalle loro parti...solo qualche turista ogni tanto.

Era un vero peccato perché quei capelli biondissimi lo rendevano davvero affascinante, soprattutto per una come lei, che di capelli platinati ne aveva visti si e no un paio nella sua vita.

Ma la Mamy glielo aveva sempre raccontato che il Principe Azzurro delle favole aveva i capelli color oro...proprio come quelli del ragazzo che, inconsapevolmente, si stava avvicinando sempre più al suo nascondiglio.

Rimase nascosta ed in silenzio, aspettando che il ragazzo le passasse davanti e, quando fu abbastanza vicino, allungò un braccio e gli afferrò il polso, spingendolo così all’ombra della palma dietro la quale si era nascosta.

 

Draco stava passeggiando sulla spiaggia con l’intenzione di esplorare un po’ la zona mentre gli altri facevano il bagno, cosa che a lui non andava per niente.

Anche perché poi si sarebbe rovinato i capelli.

Il sole era veramente cocente anche se erano solo le 10:00, fortuna che prima di partire si era fatto un incantesimo per impedire alla sua candida pelle di scottarsi.

Stava passando sotto una macchia d’ombra ai piedi di una palma da dattero quando qualcosa o qualcuno lo prese per il polso, trascinandolo quasi a terra.

In neanche un secondo il ragazzo immobilizzò la persona con una presa ferrea, non per niente era un auror, ma poi si rese conto che la persona in questione aveva dei lunghi capelli neri fin quasi sotto il sedere, un volto di donna dalla carnagione scura e il taglio degli occhi orientaleggiante e un corpicino armonioso coperto solo da un microscopico vestitino.

Immediatamente lasciò la presa, ma continuò a guardarla tenendosi all’erta, come se quella fanciulla delicata potesse rappresentare per lui un pericolo.

La ragazza parve rendersi conto di ciò che passava nella mente di Draco perché subito disse qualcosa che a lui sembrò assolutamente incomprensibile.

-Cosa?- chiese Draco, cercando di capire il motivo per cui quella ragazza lo avesse strattonato in quel modo; se era così che le ragazze facevano conoscenza con i ragazzi in quel luogo, non gli piaceva affatto.

La ragazza si rese conto che aveva parlato nella sua lingua, così si affrettò a tradurre –Se continui a stare al sole finirai per bruciarti- ed il suo tono era molto gentile. Poi, vedendo che il ragazzo continuava a fissarla come se fosse una specie di alieno, aggiunse –Mi hanno mandato dall’albergo dove alloggerete. Io sono Raya.-

Draco esitò un attimo prima di stringere la mano che quella graziosa ragazza dalla carnagione scura gli stava porgendo. Quella ragazza aveva degli occhi capaci di stregare la gente.

-Draco- disse poi, come ricordandosi le buone maniere.

Raya sorrise amichevolmente allo sconosciuto e lo invitò a sedersi con lei sulla sabbia all’ombra della palma, in attesa che gli altri uscissero dall’acqua.

Draco la guardò di sottecchi ancora un po’  analizzando i lineamenti del suo viso e le forme del suo corpo, che facevano di lei una bellezza particolare.

-Scusa se ti ho afferrato in quel modo.-

-Fa niente, piuttosto ti ringrazio per avermi salvato da una scottatura sicura. Cosa facevi nascosta qui?- chiese, all’improvviso preoccupato dal fatto che quella ragazza potesse essere babbana e li avesse visti apparire dal nulla. Quella sconsiderata di Ginny poteva anche aver trascurato questo piccolo dettaglio sulla segretezza magica, ne era capacissima.

La ragazza parve comunque intuire le sue preoccupazioni perché rispose –Mi hanno mandato qui quando siete arrivati con la passaporta per guidarvi fino all’hotel. Certo non mi aspettavo che i tuoi amici si sarebbero soffermati a fare il bagno, di solito i turisti preferiscono andare in albergo prima.-

-Già, ma noi siamo tipi un po’ fuori dalle righe-

La ragazza gli rivolse uno sguardo incuriosito dal quale Draco capì che lo stava studiando.

Gli faceva piacere sapere che anche lei fosse una strega, così non avrebbero avuto problemi e perché no, avrebbero anche potuto conoscersi tranquillamente.

 

-Malfoy non vieni a fare il ba...- Ginny, dopo aver giocato con gli altri spruzzandosi l’acqua in faccia e dopo aver fatto una bello scherzetto al fratello comparendo sott’acqua alle sue spalle e facendogli prendere un coccolone, si era accorta che Draco, invece di fare il bagno con loro, stava seduto solo soletto all’ombra di un albero, così era uscita dall’acqua per andarlo a chiamare e, se necessario portarlo in acqua di peso.

Poi però si era accorta che non era poi così tanto solo come poteva sembrare, visto che accanto a lui mimetizzata nell’ombra stava seduta una specie di top model indigena che gli sorrideva con sguardo ammaliante.

-...gno?- Non poteva negare di esserci rimasta male, neanche arrivati e già aveva trovato una preda!!

-Ginny...- Draco sembrava sorpreso dalla sua presenza, ma ormai che era là tanto valeva presentarla a RayaRaya ti presento Ginny, Ginny lei è Raya....è dell’albergo dove alloggeremo-

Ginny fece un sorriso forzato e strinse la mano della ragazza sussurrando –Puoi chiamarmi Ginevra- e pensando che era veramente fantastico che la ragazza lavorasse nel loro albergo, così l’avrebbe avuta sempre tra i piedi! Assolutamente meraviglioso!!

-Visto che sei in compagnia ti lascio solo- disse poi fintante serafica, prima di tornarsene in acqua dove un Harry preoccupatissimo l’attendeva.

 

~

 

Quando i ragazzi furono di nuovo asciutti e vestiti furono pronti per andare in albergo, accompagnati dalla splendida, come tutti i ragazzi non avevano fatto a meno di notare (-State lasciando una scia di bava lungo tutto il tragitto!- disse Ginny acida), Raya.

Quando giunsero a destinazione sui volti di tutti loro si dipinse un espressione alquanto...stupita.

L’albergo era poco più che una capanna di foglie di palma.

Arrivati davanti all’ingresso la loro guida entrò, lasciandoli un attimo da soli, fuori.

-Ginny....dove sarebbe l’albergo??- chiese Theo allarmato di dover dormire in quella catapecchia.

-Già...- gli diede corda Draco, se possibile ancora più preoccupato di lui.

-E’ questo l’albergo! Che c’è? Non vi piace?-

-Ginny, ma ti sei accorta che è una capanna?- le chiese allora Hermione, che, per quanto sapesse che molti abitanti del luogo abitassero in case come quella, non era per niente contenta di dover affrontare una full immersion proprio in quell’occasione.

-Oh, ma l’acqua di mare vi ha annacquato il cervello?? Siamo in un luogo magico, dentro è molto carino, ho visto le foto!- disse Ginny e poi, per mettere fine a quella stupida quantomeno inutile discussione entrò nella capanna.

I ragazzi diedero un’ ultima occhiata sconsolata alla catapecchia e poi entrarono anche loro.

Dentro non era un gran lusso, ma era abbastanza grande ed accogliente e si poteva definire nell’insieme abbastanza carino.

Lo stile dell’arredamento era sobrio, la maggior parte dei mobili in legno e con fiori dai colori sgargianti sparsi un po’ ovunque.

-Ragazzi, queste sono le chiavi delle vostre camere- disse Raya sorridendo loro mentre porgeva sette chiavi con portachiavi a forma di noce di cocco.

-Grazie- disse Ginny un po’ sgarbatamente prendendole tutte, se le sarebbero suddivise dopo.

-Lì trovate tutti gli orari dei pasti. Il pranzo verrà servito a mezzogiorno. Spero vi troviate bene qui al Cocoa Hotel !-

I ragazzi seguirono le indicazioni per le stanze e, nonostante il posto non fosse poi tanto grande, finirono col perdersi almeno un paio di volte.

Alla fine riuscirono a trovare le loro stanze, che fortunatamente erano disposte tutte sullo stesso corridoio quattro a destra e tre a sinistra.

-Io voglio questa- disse Hermione, spuntando da una stanza molto spaziosa e luminosa sulla destra.

-Anch’io voglio quella!- disse Ron accigliato.

-Si, ma l’ho vista prima io quindi è mia!-

-Ma che stai dicendo, l’avevo detto prima ad Harry che volevo quella stanza, vero Harry?-

-Tenetemi fuori, vi prego- disse Harry esasperato, non solo li doveva sopportare ogni santo giorno perché dividevano l’ufficio, ma per giunta anche in vacanza!

Il fischio di Ginny interruppe il match fra i due.

-Visto che tutti abbiamo delle preferenze facciamo che non sceglie nessuno e tagliamo la testa al toro! Ognuno prenda a caso una chiave da questo mazzo- disse risoluta tenendo davanti a sé le chiavi strette nel suo piccolo pugno.

-Luna- la chiamò Ginny e la ragazza dai lunghi capelli lisci e gli occhi nocciola un po’ sporgenti prese una chiave a caso e poi si diresse per andare a vedere com’era la sua stanza, la seconda a destra.

-Harry- il ragazzo dal fisico asciutto e gli occhiali a coprire quegli splendidi smeraldi che aveva al posto degli occhi prese una chiave sfiorando volutamente la mano di Ginny e poi si diresse verso prima camera a sinistra.

-Hermione- la ragazza dai vaporosi ricci castani e la corporatura minuta ma ben proporzionata si avvicinò e si concentrò per prendere la chiave che desiderava.

-Nooo- disse poi delusa scoprendo di aver preso la chiave della quarta a destra.

-Draco- il biondo alto e con le spalle molto larghe si avvicinò a lei e prese a caso una chiave senza molto interesse, poi si diresse tranquillamente verso la terza stanza a sinistra.

-Theo- il ragazzo dal corpo super palestrato, le mascelle piuttosto spigolose ma che nel contesto gli davano un aria da macho e degli occhi neri molto vispi si avvicinò alla ragazza e prese la chiave della terza porta a destra, senza accorgersi di un piccolo gesto della mano di Ginny, che aveva cambiato l’ordine delle chiavi. Poi si diresse verso la stanza con un sorrisetto sulle labbra carnose.

E ora erano rimasti solo i Weasley a contendersi le chiavi, ma entrambi sapevano già quale stanza desideravano per cui Ginny fece prendere volutamente al fratello l’altra chiave.

Il rosso prese la stanza che desiderava tanto, ovvero la prima a destra, mentre la rossa aveva preso la seconda a sinistra e ne era più che contenta ovviamente, tutto rientrava nei piani.

-Non è giusto però, quella stanza la volevo io!- disse Hermione uscendo dalla sua stanza sbuffando sonoramente.

-Mi dispiace ma abbiamo pescato onestamente quindi è stato il fato a volere che questa stanza finisse a me!-

-Ma quale fato e fato! Tu hai...-

Ginny uscì dalla sua stanza come una furia, non era così che avrebbero dovuto passare le vacanze!

-Ora piantatela! Non vi voglio sentire litigare più per tutta la settimana, e se proprio ci tenete a quella maledetta stanza perché non ci dormite insieme??-

E detto questo tornò in camera sua senza per nulla curarsi della colorazione scarlatta che avevano assunto quei due in corridoio.

Si appoggiò con le spalle alla porta e guardò il muro alla sua sinistra, esattamente dove si trovava una piccola porta di legno comunicante con la stanza adiacente.

Si, decisamente...quella stanza era perfetta.

 

 

Ciao a tutti!!

Allora come vi è sembrato alla fine? Noioso come vi avevo preannunciato? Avete colto i piccoli indizi che ho lasciato in giro, vi siete fatti per caso qualche ideuzza su come andranno le cose in seguito?

Cmq vi assicuro che già del prossimo capitolo le cose si faranno un po’ più movimentate, i giochi avranno inizio!!

Vi ringrazio di leggere la mia modesta storia e apprezzo molto i commenti e le critiche costruttive che mi stimolano molto ad andare avanti con la storia ^_^!!

 

Ringrazio in particolare le persone che hanno recensito il primo capitolo:

 

Fanny: Ti ringrazio per gli apprezzamenti sul mio modo di scrivere, mi fanno immensamente piacere! Ti dirò che di triangoli ce ne saranno forse più del giusto e che tutti avranno un assaggio della loro coppia preferita, ma non ti anticipo niente!! Spero continuerai a seguirmi ^_-!!

Izumi: Ciao mia cara, hai visto che alla fine siamo finite a ringraziarci vicendevolmente per le recensioni?! Non si sa mai cosa ti riserva la vita, cmq...puoi stare tranquilla che il tuo Draco è uno dei miei pupilli in questa storia (si è visto! ndTutti Lo so, lo so, ma non posso farci niente se mi ispira nd Me)!! Ebbene si, sono un’appassionatissima di triangoli, li trovo troppo divertenti, infatti in questa storia ce ne saranno a non finire, non li ho messi nel pairing xkè non esistono ma ce ne saranno di tutti i colori XD!! Bye!

Love_fuffy: Ciao! Sono davvero onorata che tu abbia deciso di recensire proprio la mia ff, sono contenta che ti piaccia... spero che continuerai a seguirmi e, se ti andrà, anche a recensire!! Baci!

Solare: Anche tu un’appassionata di triangoli? Molto bene!! Ti dirò che è anche il mio preferito, ma in questa storia ce ne sarà anche qualche altro....Non posso dirti come finirà, ma posso assicurarti che tutti avranno almeno un pochino di ciò che vogliono XP! Continua a seguirmi!!

Ale: Grazie! Come ho detto prima a Solare non vi posso assicurare niente ma tutti avranno un assaggino di ciò che vogliono!! Grazie per la recensione ^_^!!

Blacky: Grazie! Ecco un’altra appassionata di triangoli come me XD XD!! Per quella cosa sulla Ron/Hermione non posso dire niente neanche in questo caso, ma se analizzi un po’ a fondo questo capitolo forse noterai qualcosuccia che....fammi sapere!!!

StefyGranger: Ciao Stefy! Mi fa molto piacere ricevere la tua recensione, sai? Tu dimmi come poteva non esserci la coppia Ron/Hermione nella mia storia?? Sono contenta che la storia ti sia piaciuta, grazie!! Un bacione e continua a seguirmi  XP!!!

Gea_Kristh: Effettivamente mi rendo conto che ciò che ho scritto nel commento fa un po’ pensare a qualcosa di leggermente diverso, magari anche un po’ più pesante, ma ti dirò che quello non è proprio il mio genere, non mi piace leggerlo perciò figurati scriverlo! Questa è una storia più leggera soprattutto incentrata sul lato romantico per cui è in quel senso che va interpretata la frase ‘avventura che cambierà loro la vita’ !! Sono contenta che cmq tu non ne sia rimasta delusa!! Spero che continuerai a leggere!!

 

Un ringraziamento inoltre a tutte le persone che hanno letto senza recensire!!

 

Hermia

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Capitolo 3
*** Missione divertimento ***


Dedicato ad Izumi (mi raccomando non sbavare sulla tastiera ^_-

Dedicato ad Izumi (mi raccomando non sbavare sulla tastiera ^_-!!) !

 

 

Missione Divertimento

 

 

 

I ragazzi ebbero a disposizione solo mezz’ora per sistemare la loro roba nelle rispettive camere e, dove fosse necessario, apportare alcune modifiche all’arredamento in modo tale che rispecchiasse i gusti di ciascuno...era il bello degli alberghi magici, del resto.

Quando le lancette degli orologi che erano posizionati esattamente di fronte al lettone due piazze e mezza di ciascuna stanza segnò le 12:00 in punto, ad uno ad uno i sette ragazzi abbandonarono le camere per dirigersi nella zona ristorante.

 

Hermione era stata la prima ad arrivare.

Si era seduta nella Hall aspettando gli altri per poi prendere posto tutti insieme al loro tavolo.

Quel posticino in fondo le piaceva, per la sua aria così accogliente e intima, quasi familiare. Anche la sua stanza, sebbene non fosse grande quanto quella di Ron, era comunque molto carina, con le pareti tinteggiate in un delicato color crema e tende trasparenti a coprire un delizioso balconcino affacciato sulla spiaggetta antistante l’albergo.

Per adattarla più al suo gusto aveva aggiunto qua e là vasi da fiori e anche una libreria abbastanza grande da contenere tutti i libri che aveva portato con sé.

Ripensò a come Ronald era stato acido con lei, prendendola in giro per questo. Lui lo faceva sempre, cercava di sminuirla in continuazione mettendo in evidenza tutto quello che non era capace di fare e tutte le sue caratteristiche imbarazzanti.

E lei ne soffriva molto, perché il suo parere per lei era importante. Insomma, era o no il suo migliore amico?

Una volta Harry, come una saggezza nota a pochi, le aveva detto – Hermione, tu sai fare un sacco di cos, riesci sempre in tutto! Non hai mai pensato che la gente possa sentirsi sminuita al tuo fianco?-.

La risposta era no. Non ci aveva mai pensato.

Non aveva mai ritenuto che il fatto che lei possedesse un talento naturale potesse far sentire in imbarazzo le persone che le stavano intorno, e poi le che colpa ne aveva?

Comunque non le andava di riaffrontare questo pensiero che già troppe volte nella sua vita l’aveva torturata.

L’obbiettivo di quella vacanza era rilassarsi e divertirsi.

Mentre la ragazza pianificava il resto della giornata seguendo i buoni propositi prima elencati, un ragazzo non troppo alto ma molto muscoloso si accomodò accanto a lei sul divanetto sul quale era seduta, osservandola con i suoi occhi neri come la pece.

-Theo- disse Hermione accorgendosi della sua vicinanza –Come va?-

-Tutto bene, ma il mio stomaco non è dello stesso avviso, sto letteralmente morendo dalla fame....a te come va? Ti vedo un po’ assente...- disse poi sistemandosi meglio sul comodo divano per guardarla meglio.

-Dici? Io mi sento benissimo!- disse lei rivolgendosi il suo miglior sorriso. Il ragazzo la scrutò per un istante per capire se stesse mentendo o meno, ma una ragazza con degli occhi così belli non poteva essere che sincera.

-Quella ragazza ha gli occhi più incredibili che io abbia mai visto. Chiunque porti in giro occhi di quel genere non può essere una persona cattiva.-

(Niente di vero tranne gli occhi- Giorgio Faletti)

-Hai già impegni per il pomeriggio?- le chiese Theo con un tono che ad un orecchio poco esperto sarebbe potuto sembrare disinteressato, ma che in realtà di disinteressato aveva ben poco.

Hermione però stava fissando un punto leggermente al di sopra della spalla del ragazzo.

In quel momento era apparso ai piedi delle scale alle spalle di Theo un ragazzo molto alto, con spalle molto larghe e vita molto stretta, il fisico di un atleta insomma.

Stava fissando con i suoi occhi azzurro cielo un punto non ben definito e con una mano si legava i lunghi capelli color carota in un codino che sapeva piacere molto alle ragazze.

Per quanto i loro rapporti negli ultimi tempi si erano incrinati, comunque Hermione non poteva fare a meno di apprezzare la bellezza puramente estetica di Ronald Weasley.

Questo pensiero la fece leggermente arrossire, perché in un certo senso, era come ammettere che, in un modo o nell’altro le piaceva il suo amico più caro.

E poi il suo cuore si bloccò di fronte alla scena che le si era parata davanti.

Una ragazza bionda dal corpo assolutamente perfetto, alta al punto giusto, magra al punto giusto, bella al punto giusto era appena scesa dalle scale ai piedi delle quali Ron sembrava la stesse aspettando.

Lei mise una mano dietro la schiena del ragazzo, spalmandosi al suo fianco, mentre le sue spalle venivano circondate dal braccio muscoloso del rosso.

-Hermione?- chiese Theo cercando di farla riscuotere scuotendole leggermente la spalla.

Ron e Luna si diressero verso di loro e per un attimo lo sguardo del ragazzo si posò su Hermione. Era uno sguardo duro e sgradevole che le strinse il cuore.

-Hermione???- disse allora Theo, ora preoccupato da quello strano comportamento della ragazza.

Hermione dal canto suo si ridestò da quello stato di torpore, forse più a causa dell’occhiata del rosso che del moro che la scuotendo per una spalla in maniera abbastanza vigorosa.

-Cosa?- chiese lei guardandolo con sguardo vacuo.

-Ti ho chiesto se hai già dei programmi per il pomeriggio...ma sei sicura di stare bene?- chiese lui premuroso, avendo l’accortezza di lasciare la sua mano ancora poggiata sulle spalle ossute dalla ragazza.

-No, cioè si sto bene...non ho nessun impegno- rispose lei evidentemente molto confusa. Perché Ron e Luna stavano abbracciati? Aveva la spiacevole sensazione di essersi persa qualcosa.

-Bene...- disse allora Theo prendendo di colpo tutto il coraggio che aveva e continuò dicendo – Perché ho visto che proprio qua dietro c’è un tavolo da ping-pong e allora ho pensato che magari potremmo farci una partita...insieme-

Hermione in quel momento si alzò dal divano, guardando con attenzione l’interno della sala per vedere dove erano finiti quei due. Poi, accorgendosi che il ragazzo che era seduto accanto a lei la guardava come se aspettasse una risposta disse solamente –Si-.

In realtà non aveva sentito un tubo di ciò che aveva detto perché troppo impegnata a fare strane congetture su come quei due fossero così appiccicati, tra le quali l’ipotesi che entrambi avessero ingoiato due calamite di poli opposti e adesso si attraessero in maniera magnetica oppure quella che la bionda mezza pazza avesse dato chissà quale intruglio a Ron per farlo cadere ai suoi piedi, e quindi non sapeva che rispondergli. E così aveva detto si, senza sbilanciarsi troppo, poi per togliersi dalla situazione imbarazzante, aggiunse prontamente –Andiamo a sederci ora?-

Il ragazzo annuì col capo apparentemente l’espressione vivente della felicità e mentre si avviavano verso il loro tavolo, la ragazza ringraziò mentalmente la sua buona stella.

 

~

 

La sala da pranzo era poco più grande delle loro stanze e sembrava deserta. Evidentemente loro erano gli unici ospiti.

‘Non mi stupisco affatto’ pensò Draco mentre attraversava la Hall seguito dallo sguardo di fuoco di Raya, che stava apparecchiando la tavola con dei piatti dall’aria molto poco invitante.

-Ciao- le disse mentre si sedeva in un posto libero accanto a Theo.

-Ciao Draco- gli sussurrò lei all’orecchio con fare molto seducente, mentre si sporgeva su di lui mettendo in bella mostra il suo prominente davanzale per mettergli sotto il naso il suo piatto con quella strana pietanza.

-Che cos’è questa roba?- chiese Ginny bruscamente, facendo notare anche ai muri la sua antipatia per la ragazza.

-Questa è Geri Riha- disse Raya, finendo di apparecchiare e infine sedendosi al tavolo con loro, sotto gli sguardi attoniti di Ginny.

-Gery che?- chiese lei molto poco aggraziatamente, con l’aria parecchio infastidita.

‘Non solo è sempre fra i piedi, ma mangia pure con noi!! Non c’era scritto sul volantino pubblicitario dell’albergo che ci sarebbe stata la super top model rovina famiglie Raya’ pensò la rossa mentre furiosa esaminava il contenuto del suo piatto.

-Geri Riha. E’ manzo- spiegò Raya vedendo i ragazzi indugiare sui loro piatti, ma dopo questo chiarimento Theo si lanciò avidamente sul cibo.

Era davvero contento in quel momento: avrebbe avuto la possibilità di passare tutto il pomeriggio con la fantastica Hermione!!

Sentiva un grande calore interno probabilmente dovuto alla vicinanza della ragazza.

Ma poi, dopo aver ingollato il primo boccone, i suoi occhi divennero lucidissimi e per lunghi istanti tutti pensarono che stesse per mettersi a piangere per la commozione di mettere del cibo sotto i denti.

Questo fino a quando il suo urlo disumano riempì la stanza.

-BWAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!! MA E’ PICCANTISSIMA!!!!!- e iniziò ad ingurgitare a the a tutto spiano per placare quel bruciore interno che, evidentemente, aveva poco a che vedere con Hermione.

Raya rise di gusto mentre pian piano svuotava il suo piatto. I ragazzi invece, dopo quella rivelazione, avevano deciso che per quel giorno avrebbero evitato di saggiare le pietanze maldiviane.

E così si alzarono dal tavolo a stomaco vuoto con l’intenzione di fuggire nelle loro camere prima possibile per reperire del cibo commestibile.

-Ma che razza di posto è mai questo??- chiese Draco esasperato mentre cercava di aprire la sua porta con la tessera magnetica dell’albergo.

-Ti lamenti sempre, Malfoy! Eppure non mi sembravi tanto dispiaciuto quando hai conosciuto Raya- disse acida Ginny lanciandogli un’occhiataccia e poi sbattendo la porta alle sue spalle.

Quando arrivò davanti alla sua stanza, Theo si voltò verso Hermione, che stava aprendo la porta della stanza accanto.

-Allora ci vediamo tra una mezz’ora sotto il portico?- chiese Theo tutto un sorriso.

Hermione non capì di cosa stava parlando, forse di quella parte di conversazione che si era persa mentre pensava a quello zuccone di Ron. Così senza sbilanciarsi troppo rispose –Certo- e si inifilò nella sua stanza alla velocità della luce, lasciando Theodor Nott a sorridere come un ebete nel corridoio deserto con lo stomaco che faceva le capriole.

 

~

 

La porta si chiuse con un rumore leggero alle sue spalle e poi sentì i passi di qualcuno attutiti dalla moquette della stanza.

Non si prese nemmeno la briga di girarsi, tanto sapeva già chi fosse il misterioso ospite.

Una mano spuntò da dietro la sua testa offrendogli una bella mela rossa dall’aria molto invitante per uno che non vedeva cibo vero delle sette del mattino.

Il ragazzo sporse la testa all’indietro dallo schienale della poltrona e guardò il viso candido della ragazza.

-Dove l’hai trovata?- chiese curioso.

-Si da il caso che proprio sotto la mia finestra ci sia un albero di mele...- rispose lei addentandone una.

-Ma non è vero...prima non c’era- disse lui, sporgendosi dalla finestra, meravigliato.

-Bhe, ora c’è!- disse lei sorridendo –Allora la vuoi o no?-

-Certo che si!- rispose lui afferrando la mela e mangiandola di gusto.

Si stesero tutti e due sul divano, continuando a mangiare, mentre guardavano il mare così limpido e sereno. Il ragazzo poggiò il braccio sulla spalliera del divano, proprio sopra la testa della ragazza che, con un gesto audace, afferrò delicatamente la sua mano e si spostò in modo che quel braccio le cingesse le spalle.

Ron non disse nulla, lo aveva fatto di nuovo!

Era la terza volta in un giorno che lei si faceva avanti...aveva come la netta sensazione che la biondina al suo fianco ci stesse provando con lui.

Dopo qualche istante di silenzio la ragazza chiese –Ti va di fare una passeggiata nel pomeriggio?-

Lui rimase un attimo in silenzio. Gli sarebbe piaciuto passare del tempo con lei, ma...

-Non posso, vedi ho già affittato una moto per fare il giro dell’isola...-

Ora fu il turno della ragazza di restare in silenzio.

E poi le venne un’idea; si girò verso il ragazzo che stava guardando il mare, che era esattamente dello stesso colore dei suoi occhi. E per un momento rimase a fissare quello splendido ragazzo che aveva avuto la fortuna di frequentare, era davvero un ragazzo fantastico sotto tutti i punti di vista e non le sarebbe dispiaciuto affatto stare con lui sempre.

-Posso venire con te?- chiese a bruciapelo.

Lui la guardò come realizzando solo adesso che esisteva questa possibilità, dopo tutto le moto hanno due posti...e lo scopo di quella vacanza era proprio quello di divertrsi...

-Ma se non ti va non fa niente- aggiunse poi lei vedendo che il ragazzo stava pensando un po’ troppo.

-E’ una bella idea, invece- disse lui alla fine.

-Davvero?- chiese lei sorridendo.

-Ma certo!- rispose lui, scompigliandole i lunghi capelli biondi.

-Allora vado a mettermi la mia tenuta da ciclista!- disse lei, alzandosi e dirigendosi verso la porta con la sua andatura ancheggiante al punto giusto.

Per un attimo lui rimase ammaliato da quei movimenti sinuosi, poi si riscosse e disse –Ma cosa c’entra? Noi andiamo in motocicletta, non in bicicletta-

-Lo so, scemo! Ma una tenuta da motociclista non ce l’ho, quindi metto quella!- disse lei come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

-Sei una pazza, Lovegood!- disse lui sghignazzando.

-E chi ha mai detto il contrario, Weasley?- disse lei, regalandogli un gran bel sorriso prima di abbandonare la stanza.

Gli occhi di Ron ancora incollati al suo fondoschiena rotondo al punto giusto.

 

~

 

Fissava quella porta da una buona mezz’ora.

Quando avrebbe trovato il coraggio di bussare ed aprirla?

Forse mai.

Ma che ci poteva fare se era un irreparabile timidone?

Assolutamente niente perché il problema non era quello, non era un timidone, era un emerito idiota, ecco cos’era!

Come si può essere imbarazzati ad andare a parlare con la propria ex, ditemi voi...perchè era questo il problema dell’eroe magico Harry Potter, ragazzo sopravvissuto a Voldemort ma sconfitto da una cotta adolescenziale.

Dopo aver creato un solco sul parquet del pavimento davanti alla suddetta porta, il ragazzo prese il coraggio a due mani e bussò.

Non rispondeva nessuno. Allora riprovò ma dalla stanza non proveniva alcun rumore, così aprì piano la porta che comunicava con la stanza accanto,ovvero la stanza di Ginny e si stupì nel trovarla totalmente vuota.

Ma porca miseria!

Tutta quella preparazione psicologica per aprire quella dannata porta e per poi scoprire che la stanza era vuota??

E no, ditemi, più sfigato di così?

Ancora deluso per la batosta, il ragazzo sfregiato e sfigato abbandonò la stanza con il morale sotto le scarpe.

 

~

 

Draco Malfoy si sdraiò sulla sabbia candida.

Era bollente.

Ma non gli dava fastidio, era stato abituato a situazioni peggiori.

Il solo era alto nel cielo visto che era l’ora di punta...fortuna che aveva fatto un incantesimo alla sua pelle prima di partire, o avrebbe corso il rischio che la sua splendida pelle diafana avrebbe potuto anche abbronzarsi.

Rimase a dormire un po’ al sole, e quando non ne potè più di quel caldo torrido che su quell’atollo era abituale, si alzò con un gesto atletico e si avviò verso l’acqua.

Era tutto sudato e aveva i capelli pieni di granelli di sabbia.

In quel momento era davvero in uno stato pietoso.

 

 

Era tutto sudato e aveva i capelli in disordine.

In quel momento era uno spettacolo mozzafiato.

Indossava unicamente un costume boxer aderentissimo, rigorosamente nero, che faceva un gran contrasto con la sua carnagione chiarissima.

I muscoli della schiena erano tutti ben visibili, modellandogli quelle spalle abbastanza larghe fino alla vita talmente sottile che era possibile vedere le anche.

Le gambe erano sottili ma al contempo muscolose e forti, coperte da una leggera peluria dorata che andava diminuendo fino ad arrivare all’inizio del costume, che fasciava il suo bel didietro, lasciando intuire delle sode rotondità incredibilmente sexy.

Il ragazzo si tuffò in acqua e dopo qualche istante avvicinò a sé una tavola da surf che aveva affittato in albergo.

Vi si adagiò sopra facilmente e si allontanò verso il largo.

Peccato che non fosse la giornata giusta per fare surf, visto che il mare era più piatto della sua tavola.

Così dopo una bella nuotata il bel biondo torno a riva ed uscì dall’acqua.

Il tramonto del sole faceva da sfondo a quella visione.

I capelli bagnati erano tirati indietro, lasciando scoperto il suo viso che richiamava molto i ritratti degli antichi greci, con quella pelle chiara e il naso tremendamente dritto, le labbra sottili ed invitanti e quegli occhi di ghiaccio che non temevano niente e nessuno...i suoi lineamenti erano molto virili, ma di una straordinaria bellezza.

Sui suoi pettorali scolpiti scorrevano delle piccole gocce d’acqua che pian piano scendevano giù lungo il suo ventre piatto fino ad infrangersi sul bordo del costume.

Il ragazzo prese un asciugamano e con un rapido gesto si strofinò i capelli, che gli ricadevano sugli occhi facendolo sembrare un cucciolotto dolcissimo.

Si mise l’asciugamano sulla spalla e poi afferrò la tavola da surf apparentemente senza alcuno sforzo. Dopo aver trovato la posizione più comoda per tenerla, si fece una corsa fino all’ingresso secondario dell’albergo.

I suoi capelli che riflettevano la luce del sole davano l’impressione che lui rilucesse di luce propria, come un Dio.

Posò la tavola vicino alla porta e , prima di entrare, rivolse un’occhiata di ghiaccio alla seconda finestra del terzo piano, dove una gattina dal pelo fulvo sdraiata comodamente sul davanzale lo fissava da circa un’ora.

 

‘Stai attenta alle tue mosse, Weasley’ pensò Draco con un ghigno che gli increspava le labbra, prima di entrare nella stanza  poco illuminata sul retro dell’albergo, dove un paio di occhi scuri dal taglio asiatico lo stavano squadrando con aria interessata.

Ed anche parecchio...

 

 

 

 

E anche questo capitolo è andato!!

Come avrete visto le prime coppie si sono formate, vi prego di non uccidermi!! E’ questo il gioco delle coppie di cui parlavo...Allora che ve ne è sembrato?

Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate!! Come sempre vi ricordo che apprezzo moltissimo le critiche per cui se pensate che ci sia qualcosa che non va, ditemelo!!

 

E ora passiamo ai ringraziamenti alle meravigliose persone che leggono e recensiscono la mia storia:

Blacky: Anch’io vorrei proprio farmi un bel viaggetto alle Maldive!! Scrivendo questa storia mi sto un po’ documentando sul posto e sto letteralmente morendo d’invidia!! Che ne pensi di questo chap? Grazie per la recensione!! Baci^^

Romana: Sono contenta che ti piaccia la mia ff!! Direi proprio che non è una casualità la disposizione delle stanze...penso che con questo capitolo si sia chiarita la situazione tra gli altri ragazzi, cosa ne pensi? Grazie mille anche a te e continua a seguirmi!!

Gea_Kristh: Ti dirò che non sei l’unica a non sopportarla...per le coppie, come ho detto, ci saranno tutte ma non posso anticipare nulla riguardo a quali saranno quelle finali, quindi non vi resta che continuare a seguirmi (squallidi ricatti!!) !! Fammi sapere che ne pensi di queste svolte!

StefyGranger: Ciao Stefy! Grazie per le recensioni e i complimenti che mi lasci sempre, spero continuerai a farlo!! Baci baci!!

Eva: Grazie grazie grazie!! Quanti complimenti, mi farai montare la testa ( come se non te la fossi già montata da sola! ndHermia) !! Come vedi in qualcosina ci sei andato mooolto vicino, spero che questo capitolo non ti abbia delusa, ma tranquilla, tutto è destinato a capovolgersi ^_^!! Grazie ancora e continua a seguirmi!!

Acchan: Ciao!! Come ho già detto le coppie che ho scritto ci saranno tutte e ce ne saranno anche tante altre, tutti saranno accontentati quindi anche tu con la D&G, ma per quelle finali non garantisco niente, quindi...spero continuerai a seguirmi!! Baci

Izumi: Si, lo so, Raya fa un po’ antipatia anche a me ma che ci possiamo fare (potresti farla morire dolorosamente giù dalla scogliera ndTutti Si, ma poi mi manderebbero ad Azkaban per omicidio colposo ndHermia E chi se ne frega?! ndTutti Ma come?? E io che pensavo che mi voleste bene ç_ç ndHermia)! Cmq la parte che tanto ti aspettavi l’ho finalmente e scritta e te l’ho anche dedicata!! Tutto il resto sulle coppie lo sai già per cui adesso aspetto un tuo commento ^_^!! Baci

 

Inoltre un grazie a tutte le persone che leggono senza recensire ( ma perché non recensite?? Mi domando e dico!) !!!

Baci

Hermia

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Capitolo 4
*** Certe notti...-parte prima ***


Certe notti

Certe notti...-parte prima

 

 

 

‘Stai attenta alle tue mosse, Weasley’ pensò Draco con un ghigno che gli increspava le labbra, prima di entrare nella stanza  poco illuminata sul retro dell’albergo, dove un paio di occhi scuri dal taglio asiatico lo stavano squadrando con aria interessata.

Ed anche parecchio...

Non riusciva a vederla chiaramente, per via dell’oscurità, ma distingueva i suoi occhi brillanti squadrarlo, molto lentamente, dalla testa fino ai piedi.

La sentì sospirare, evidentemente lo spettacolo era di suo gradimento.

Stava per commentare quando un fruscio lo avvertì che la ragazza si era mossa e per un attimo addirittura la perse di vista, tanto bene riusciva a mimetizzarsi nell’ombra.

Si guardò intorno leggermente incuriosito; gli piaceva giocare...e se era quello ciò che lei voleva, non avrebbe mancato di accontentarla. Non si dica mai che un Malfoy non accontenti una donzella.

E mentre questi pensieri attraversavano il suo malizioso cervellino, un soffio dietro l’orecchio lo fece tornare alla realtà.

La ragazza si era portata alle sue spalle e aveva iniziato a leccargli sensualmente l’orecchio...scendendo piano fino alla base del collo, provocandogli un brivido lungo tutta la schiena.

Le labbra di Draco si incresparono nel solito ghigno, quella ragazza gli piaceva, quel suo modo di fare così audace...

In un certo senso era una Draco Malfoy in versione femminile.

Era proprio curioso di vedere quale sarebbe stato il passo successivo.

Chiuse gli occhi per assaporare appieno quelle sensazioni che la ragazza gli stava provocando, la lingua sul suo collo, le mani sulla sua schiena.

Ad un certo punto la ragazza scivolò su di lui in modo che si trovassero l’uno di fronte all’altro e con un dolce movimento gli sfiorò le labbra con le sue, rosse e carnose, e ne delineò i sottili contorni con la punta della lingua in un giochetto tremendamente eccitante.

Talmente eccitante che Draco avrebbe anche potuto perdere il controllo di sé da un momento all’altro, e di certo non era quello il momento.

Per questo aprì gli occhi di ghiaccio di botto, congelando la ragazza con una sola occhiata.

Lei parve capire, come sempre e solo lei poteva sapere come riuscisse a farlo, così si avvicinò nuovamente al suo orecchio. Draco pensò che avrebbe comunque continuato a giocare, ma si stupì quando un caldo sussurro disse –Ti aspetto in disco stasera- e senza aspettare alcuna risposta lo lasciò solo nella stanza a calmare i suoi bollenti spiriti.

 

~

 

L’aria del pomeriggio era calda e afosa.

Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di ricevere un leggero soffio di vento sul viso, reso appiccicoso da quel clima tropicale.

Vestirsi era stato un vero incubo, dato che non era riuscita a capire dove esattamente dovessero andare lei e Theo nel pomeriggio. Così alla fine aveva deciso che avrebbe indossato una minigonna più mini che gonna, che metteva in risalto le sue gambe non molto lunghe ma ben tornite, ed una magliettina microscopica che lasciava scoperte le spalle e l’ombelico.

Non sapeva perché, o meglio per chi, si stesse facendo così carina, ma in fondo neanche le importava.

Si guardò allo specchio e, dopo aver steso un velo di trucco sul suo viso ancora poco abbronzato, si disse veramente soddisfatta di sé.

L’orologio della sua stanza segnava già le tre e mezza. Se non si fosse sbrigata avrebbe fatto tardi.

Così prese velocemente la sua borsetta e si chiuse la porta alle spalle.

In corridoio non c’era anima viva, solo dei rumori di porte che venivano aperte e richiuse. Chissà dov’erano finiti gli altri? E con un gesto quasi incondizionato, si portò a guardare la stanza di Ron, come se là fosse scritto se il suo occupante fosse dentro o meno.

Ma poi, alla fine, a lei cosa importava? Poteva essere anche nel letto di Luna, per quanto le riguardava.

Scese velocemente le scale e per poco non rischiò di travolgere un Malfoy mezzo nudo e grondante d’acqua, che invece andava nel senso opposto senza degnarla della minima attenzione, perso com’era nei suoi pensieri.

In attimo arrivò alla porta e vide che il ragazzo era seduto sotto il portico e stava evidentemente aspettandola.

Si diede un’ultima rassettata ai capelli boccolosi, ordinati in una coda di cavallo, e poi uscì anche lei.

 

Theo era seduto lì già da un po’, a pensare. Il mare gli faceva quello strano effetto.

Ma per lo più stava cercando di rilassarsi, per dare il meglio di sé in quella che era la sua chance, camuffata da semplice partita da ping-pong, di sedurre la bella Hermione.

Avvisato dal cigolio della porta, si girò di scatto per vedere chi fosse uscito e rimase ammaliato dalla figura che si era presentata alla porta. Era bella, non c’erano altre parole per definirla.

-Ciao- disse lei con un sorriso incerto, sentendo lo guardo di fuoco del ragazzo bruciare sulla sua pelle.

Lui si alzò ed Hermione per la prima volta si chiese da quando quel ragazzo che conosceva sin da quando era un bambino, fosse diventato un uomo così affascinante, con quella carnagione olivastra messa in risalto dalla maglietta bianca.

-Ciao ‘Mione!- disse lui avvicinandosi a lei, il suo sguardo fisso su di lei –Ma come ti sei vestita?-

La ragazza lo guardò imbarazzata, in realtà lei non sapeva come avrebbe dovuto vestirsi per cui aveva scelto un vestito che secondo lei sarebbe andato bene per ogni evenienza, sotto aveva indosso anche il costume!

-Pe..perchè?- chiese –Così non ti piaccio?- cercando di salvare il salvabile.

-Certo che mi piaci- rispose lui avvampando -...solo che magari avresti preferito stare più comoda per giocare...-

-Giocare?- non riuscì a frenarsi dal chiedere.

-Si, a ping-pong! Sei sicura di sentirti bene?-

‘A ping-pong?! E io che mi ero immaginata chissà che cosa!’ pensò incredula la ragazza.

-Ma certo! Tranquillo, io gioco molto meglio in minigonna e tacchi a spillo- disse quindi, non sapendo che pesci prendere.

-Se lo dici tu- ripose il ragazzo incominciando seriamente a pensare che la ragazza avesse un bisogno urgente di un ricovero al San Mungo.

Così le porse il braccio, da perfetto galantuomo, per aiutarla a scendere le scale senza correre il pericolo che cadesse da quei trampoli, rompendosi l’osso del collo. E così addio chance!

Non appena ebbero sceso l’ultimo gradino, il cigolio della porta annunciò che qualcun altro era uscito sulla veranda dell’albergo.

I due si girarono per dare un’occhiata, magari era qualche nuovo cliente, anche se reputavano la cosa estremamente improbabile, e rimasero stupiti entrambi di ciò che videro.

Una ragazza vestita con una tutina super aderente di un fucsia tremendamente sgargiante,ed un ragazzo che le camminava accanto con in una mano un casco per andare in moto e nell’altra una bacinella sotto il mento per evitare che le bava colasse per terra, con il rischio che la bellezza al suo fianco vi scivolasse sopra, rompendosi il suo fondoschiena perfetto.

-Ehy, Loony! Ma dove vai conciata a quel modo?- le chiese Theo, sempre tenendo Hermione sotto braccio.

La bionda si strinse al braccio di Ron e disse –Vado a fare un giro in moto con Ron. E voi invece?- chiese poi con sguardo malizioso nei confronti di Theo.

In realtà sapeva bene che cosa andavano a fare quei due. Glielo aveva consigliato lei, quando per l’ennesima volta il ragazzo era venuto da lei a piangersi addosso perché la ragazza dei suoi sogni non lo degnava della minima attenzione, avendo occhi solo per i suoi amiconi Harry e Ron.

E così lei aveva posto rimedio ad almeno una delle due cose, mentre lui ci provava con la riccia, lei allontanava la sua fonte di distrazione n°1, ossia Ronald.

Non che a lei non piacesse, assolutamente no. Era un bellissimo ragazzo, e poi la faceva morire dal ridere! E poi si era ripromessa che, dopo quello che era successo, non avrebbe più perso nessuna occasione...

-Noi andiamo a giocare a ping-pong- rispose Hermione, con un tono noncurante.

Il suo sguardo per un attimo passò da Luna, che sorrideva entusiasta, a Ron, che stava guardando Theo in modo non molto amichevole. Quando il rosso si accorse di essere fissato, si voltò verso di lei ed incontrò il suo sguardo.

Fu un secondo in cui entrambi rimasero incatenati l’uno nello sguardo duro dell’altro.

E poi lui distolse lo sguardo, concentrandosi sulle sue scarpe.

Bhe, allora ci si vede più tardi- disse freddamente Hermione alzando le sopracciglia e, detto questo, afferrò con forza il braccio di Theo e lo trascinò sul retro dell’albergo, dove si trovava il suddetto tavolo da ping-pong.

Il ragazzo sorrise sornione all’amica, che ammiccò in sua direzione, dicendo poi –Non aspettateci per cena!-

Ma non ebbe la possibilità di sentire la risposta perché già i ragazzi erano spariti alla vista dietro quel mucchio di foglie di palma che era il loro albergo.

 

~

 

Pugno.

Calcio, calcio, e ancora due pugni.

Era la cosa più rilassante che conoscesse.

Prendere a pugni quel sacco la liberava da tutti i pensieri negativi, come diceva la sua insegnate babbana di yoga.

‘Libera la mente e immagina che quel sacco sia la causa di tutti i tuoi pensieri negativi.’

Nulla di più semplice, soprattutto per lei che, con la magia, invece di immaginarlo l’aveva fatto apparire sul serio la figura della causa dei suoi pensieri negativi.

Sferrò un altro potente calcio a quell’immagine di ragazza asiatica che le si trovava di fronte.

Era esausta.

Aveva trascorso la maggior parte del primo pomeriggio della sua tanto agognata vacanza nella sua stanza a prendere a pugni una stupida figura, mentre l’originale vivente era chissà dove a provarci con Malfoy.

Le dava una rabbia!

Draco a fare surf in spiaggia.

Hermione e Theo a giocare, o meglio ad avvinghiarsi sul tavolo da ping-pong.

Suo fratello e Luna a farsi un giro in moto e ad ammirare le bellezze incredibili di quel posto che lei aveva scelto.

Harry...non sapeva esattamente cosa stesse facendo. L’aveva visto entrare di soppiatto nella sua stanza poche ore prima, ma non se l’era sentita di parlargli, non quando dal suo ottimo nascondiglio sull’albero di fronte stava assistendo ad una lezione di surf con Draco Malfoy in tutto il suo splendore.

E lei lì, a non fare un tubo!!

Diede un’altra dozzina di pugni al sacco e poi, stremata e sudata, si diresse a farsi una doccia fredda, facendo sparire con un colpo di bacchetta l’oggetto dalla stanza.

Il getto dell’acqua sul volto le dava una sensazione di piacevole liberazione di tutto lo stress accumulato, come se scendesse dai capelli vermigli fino ai piedi, giù insieme alle gocce d’acqua.

Velocemente si asciugò e si infilò un leggero vestitino color panna, poi con i capelli ancora bagnati che le ricadevano sulle spalle uscì in corridoio in direzione della stanza di Hermione.

 

Bussò un paio di volte prima che una ragazza tutta sudata e con una coda di cavallo mezza disfatta le aprisse la porta.

-Oh, sei tu...meno male! Entra dai- disse Hermione, chiudendo la porta alle spalle della rossa.

La ragazza si sedette sul morbido letto di Hermione e senza tanti complimenti vi si gettò sopra come un sacco di patate, fissando il soffitto con sguardo vuoto.

-Finalmente avete smesso di avvinghiarvi, voi due- disse rivolta all’amica che, abituata ai suoi strani comportamenti, non si era stupita più di tanto, ma anzi era andata a farsi anche lei una bella doccia rinfrescante.

-Cosa??- chiese Hermione da sotto la doccia, non sentendo una parola di ciò che lei stava dicendo.

-Ho detto- disse Ginny in tono più alto –che finalmente avete smesso di avvinghiarvi voi due!-

-Avvinghiarci? Ma che stai dicendo, noi abbiamo solo giocato a ping-pong!!-

Ginny sbuffò.

-Ma se vi ho visti dalla finestra, eravate vicini vicini e lui ti abbracciava...-

-Ma quanto sei maliziosa?! Theo mi stava insegnando come tenere la racchetta, tutto qui- disse Hermione, spuntata improvvisamente fuori dal bagno avvolta in un asciugamano candido e con il viso in fiamme.

-Ma come puoi essere tanto ingenua, Herm?- chiese la rossa guardando severamente l’amica –Si vede lontano un miglio che quello ci sta provando con te!-

-Tu dici?- chiese Hermione pensierosa, mentre scrutava l’armadio alla ricerca di qualcosa da mettere, come in attesa che da lì uscisse una mano a porgerle i vestiti più adatti. Lei non se n’era proprio accorta...

-Si, dico!- affermò Ginny, portandosi dietro l’amica e afferrando un paio di jeans attillati a vita particolarmente bassa, con qualche strass qua e là  –Metti questi-

-Questi?- chiese la ragazza confusa –Ma Gin, che me ne faccio per stare in albergo?-

La rossa la guardò con sguardo furbo ed un sorrisetto malizioso sulle labbra.

-No, Herm! Stasera si va a ballare!!- e detto questo uscì dalla stanza con passo deciso per andarsi a vestire.

Se quella indigena credeva di avere campo libero, si sbagliava di grosso...

 

~

 

Certe notti fai un po' di cagnara che sentano che non cambierai più.
Quelle notti fra cosce e zanzare e nebbia e locali a cui dai del tu.
Certe notti c'hai qualche ferita che qualche tua amica disinfetterà.
Certe notti coi bar che son chiusi al primo autogrill c'è chi festeggerà.

 

L’aria fumosa e colorata della discoteca era quasi irrespirabile.

L’odore di tabacco e di alcool si era impregnato nei loro vestiti, mentre sedevano al bancone a bere un drink.

In realtà sembrava strano che in posto così incontaminato vi fossero delle discoteche così attrezzate, ma per esigenze turistiche la gente faceva questo ed altro.

Bevve un altro sorso del suo Bloody Mary e poggiò rumorosamente il bicchiere sul bancone di vetro.

Da quel punto poteva vederlo benissimo, seduto ad un tavolo in un angolo circondato da fotocopie viventi di Raya che pendevano letteralmente dalle sue labbra.

-Non penso che otterrai qualcosa fissandolo da lontano- disse una voce alla sua destra.

Si girò a guardare l’amica, che stava guardando esattamente la stessa cosa che prima guardava lei. Era incredibile quella ragazza...si accorgeva sempre di ogni minimo particolare che riguardasse gli altri, ma con se stessa era più cieca di una talpa.

Però aveva ragione. Non avrebbe ottenuto niente fissandolo.

Eppure cosa poteva fare mentre lui si avvicinava pericolosamente al viso di Raya, scartando all’ultimo minuto verso il suo collo per dirle qualcosa all’orecchio?

-Sicuramente rompere il bicchiere non è la soluzione migliore, Gin- disse Hermione, mentre le toglieva dalle mani il bicchiere, stretto in una morsa ferrea.

Aveva ragione.

Aveva dannatamente ragione.

Lei in fondo, quelli come lui li conosceva bene, ci aveva avuto a che fare migliaia di volte. Lo sapeva che fare la svenevole l’avrebbe portata nel suo letto almeno per una notte, ma non era questo che da lui voleva. Voleva stregarlo, voleva renderlo suo, voleva che per una volta nella sua vita fosse lui a desiderare e non ad essere desiderato.

Così con un solo sorso svuotò il terzo bicchiere della serata e poi si alzò, senza curarsi della gonna del vestito che si era tirata fin troppo su.

L’avrebbe ignorato.

E allora sarebbe stato lui a venire da lei.

Prese la mano di Hermione, che titubante seguì l’amica fino al centro della pista, dove l’aria era quasi irrespirabile ed iniziarono a ballare.

Ginny sapeva ballare divinamente, aveva un modo di muoversi molto particolare e spontaneo, ma soprattutto sensuale, che attirava gli sguardi di tutti verso di lei. Ben presto attorno a loro si formò una folla di uomini che assecondavano i loro movimenti in un unico ballo.

La ragazza era estasiata da tutti quei bei ragazzi bruni che la circondavano, lei adorava i ragazzi bruni! Per questo, quando si era resa conto di provare un certo interesse per Malfoy, era rimasta stupita...non poteva decisamente definirsi un tipo bruno, lui. Solo dopo aveva realizzato che ad attirarlo non era tanto il suo aspetto, quanto il suo carattere ed il suo modo di fare.

Solo ogni tanto la ragazza lanciò un’occhiata al tavolo all’angolo dove il biondo era seduto, ma mai una volta in cui l’avesse visto degnarla di uno sguardo, anche solo per la semplice curiosità di sapere perché un mucchio di maschi arrapati si era concentrato al centro della pista.

Nonostante ciò doveva ammettere che si stava divertendo un mondo, e via via che ballava e beveva i drink che i bei fusti che le ballavano intorno le offrivano, si divertiva sempre di più e i suoi sensi inibitori andavano pian piano a farsi benedire.

Non riusciva a smettere di ridere e di muoversi a ritmo della musica, talmente alta che se la sentiva dentro. Ballava con Hermione, che era una compagna niente male, e a volte capitava che si separassero per ballare con qualche bel ragazzo che le girava intorno.

In quel momento Ginny fu afferrata da un ragazzo che , doveva ammetterlo, era davvero un ottimo ballerino. Non riusciva a capire come, ma ogni suo singolo movimento era tremendamente eccitante.

Si era avvicinato a lei e le aveva cinto la vita con lei mani, trascinandola in un ballo sensuale...e mentre lei muoveva le anche a ritmo della musica, lui assecondava il suo gesto.

Fu forse il ragazzo con cui aveva ballato di più quella sera.

Ad un certo punto, quando ormai il tasso di alcool nel suo corpo aveva superato la quantità del sangue, il ragazzo la trascinò via dalla pista, tenendola per mano.

La condusse fuori dal locale, e fu allora che si accorsero che fuori stava piovendo.

Raggiunsero in fretta un posto appartato, e lì il ragazzo la strinse forte a sé ed insieme si Materializzarono in una stanza da letto dalle pareti verde chiaro.

Ginny, un po’ scombussolata dalla Materializzazione, andò a sdraiarsi sul letto, sempre senza smettere di ridere.

Non era molto lucida, vedeva tutto sfocato...ma di quel ragazzo così sexy che veniva verso di lei, la colpirono i suoi occhi incredibilmente verdi....

 

Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c'è.
Certe notti se sei fortunato bussi alla porta di chi è come te.
C'è la notte che ti tiene tra le sue tette un po' mamma un po' porca com'è.
Quelle notti da farci l'amore fin quando fa male fin quando ce n'è.

 

*****

 

 

Ciao ragazzi!!

Come va? Vi è piaciuto questo nuovo capitolo? Se devo essere sincera a me non tanto, sono proprio priva di ispirazione al momento...

Cmq...ho notato un leggero calo nelle recensioni, e mi viene da pensare che la storia non sia più di vostro gradimento...se è così ditemelo!!

Un ringraziamento speciale va a:

Izumi:Come sai mi fa molto piacere che la parte su Dracuccio sia stata di tuo gradimento!!Aspetto di sapere che ne pensi di quest’ultimo capitolo...con la depressione prescolastica non penso sia venuto un gran che!! Grazie per aver recensito!!

Acchan:Sono contenta che ti sia piaciuto!! Qui c’è l’altro capitolo, che te ne sembra?Grazie per la recensione!!Baci

Myu!!:Come avevo preannunciato, ci saranno parecchi intrighi amorosi...cmq da fan delle Ron/Hermione ti dico che per me è una gran sofferenza scrivere queste cose...poi in questo capitolo...fammi sapere!!

Gea_Kristh:Anche tu una fan di Draco...sono contenta che la scena ti sia piaciuta!!! Purtroppo il personaggio di Raya non è proprio ben visto(io non la posso sopportare!! ndHermia Neanche noi!! ndTutti) soprattutto dopo questo capitolo ed anche il prossimo...spero che continuerai a seguirmi!! Bacioni

StefyGranger:Grazie!! Con tutti questi complimenti finirò col crederci davvero!! Oggi è il tuo primo giorno di scuola, spero ti sia andato bene!! Grazie per la recensione! Baci

 

Grazie anche a tutte le persone che leggono e basta!! ^_^

Baci

Hermia

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Capitolo 5
*** Certe notti...-parte seconda ***


Certe notti

Certe notti...-parte seconda

 

 

 

Certe notti la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei.
Certe notti la strada non conta e quello che conta è sentire che vai.
Certe notti la radio che passa
Neil Young sembra avere capito chi sei.
Certe notti somigliano a un vizio che non voglio smettere, smettere mai.

Il cielo al tramonto era di mille sfumature che andavano dal violetto al pervinca al rosa.

Ancora non era calato il buio della notte, ma nonostante questo era possibile vedere i rotondi contorni della Luna stagliarsi nel cielo, illuminato dagli ormai ultimi raggi del sole.

Viaggiavano da circa tre ore, ma non sentivano alcuna stanchezza.

E come si poteva del resto, con un nuovo scenario magnifico che si presentava davanti ai loro occhi ogni volta che voltavano un angolo?

Dalle spiagge bianchissime della costa sulla quale si affacciava il loro albergo, erano passati ad una zona di foresta che terminava in un dirupo roccioso sull’acqua chiara del mare, e poi alla fine erano giunti nella parte che, a loro parere, era senza dubbio quella che meritava di più.

Erano arrivati alla barriera corallina.

Appena trovarono un posto adatto per poter posteggiare la moto, i due decisero di avventurarsi sulla costa per poter vedere il tanto famoso ‘Acquario di Allah’. Infatti, la zona della barriera corallina era rinomata per la grande ricchezza di flora e fauna che si trovava da quelle parti, ed era possibile vedere le varie specie di pesci anche al di fuori dell’acqua, così trasparente e pulita, come un enorme acquario naturale.

Luna ne era veramente entusiasta, lei era un’appassionata di biologia marina...se non ci fosse stato il bisogno di nuove forze per combattere Voldemort, sicuramente si sarebbe dedicata al mare.

Non appena si era tolta il casco, aveva ravviato i capelli in modo che la leggera brezza che era scesa con la sera la rinfrescasse dal caldo che aveva provato con il casco addosso.

Poi aveva afferrato la mano di Ron e con una corsa veloce era giunta proprio davanti all’inizio della barriera. Aveva tirato fuori la bacchetta e stava per fare un incantesimo quando fu bloccata dal braccio di Ron.

-Luna, ma che stai facendo? Qui non si possono fare incantesimi, è zona protetta!-

Effettivamente era vero, e chi più di Ronald-sono-il-senso-civico-vivente-Weasley poteva sapere certe cose?!

Ma intanto quell’incantesimo era necessario per poter vedere l’acquario.

-Vedi Ron, noi non possiamo camminare sui coralli con questi- aveva detto indicando i sandali che i due portavano ai piedi –perché rischieremmo di farci male e le ferite di corallo sono molto dolorose, e soprattutto antiestetiche!-

Il ragazzo a questa sua ultima precisazione, alzò le sopracciglia dubbioso, in realtà non gli importava della bellezza estetica dei suoi piedi.

-Dobbiamo trasfigurare i nostri sandali in scarpe da ginnastica...o non potremo vedere i pesci, e io ci tengo così tanto...non è una magia così potente...no?- chiese Luna, facendo gli occhi dolci.

Ron parve rifletterci un attimo, guardando prima lei, poi la scogliera.

-E va bene- disse alla fine –Ma l’incantesimo lo facciamo là dietro, che è più riparato- aggiunse poi.

Luna era raggiante. Gli saltò al collo stampandogli un enorme bacio sulla guancia prima di fondarsi dietro un cespuglio poco lontano a trasfigurarsi le scarpe, lasciandolo con il volto in fiamme.

 

Dire che ne era valsa la pena di fare tutta quella strada, e poi inerpicarsi sulla barriera corallina con il rischio di cadere in acqua da un momento all’altro, per vedere quello spettacolo era davvero troppo poco.

Ron non aveva assolutamente idea di quanti pesci avessero visto da quando erano arrivati lì, ma poteva affermare con assoluta certezza di non averne mai visto uno uguale ad un altro. Avevano tutti dei colori sgargianti davvero stupendi, con le pinne e le code velate di svariate forme e misure.

L’aveva trovato spettacolare.

E non era nemmeno un grande appassionato!

Invece Luna, che letteralmente andava pazza per tutto quello che si legava alla natura, era totalmente in estasi. Per tutto il tempo che erano rimasti lì non aveva chiuso per un istante la bocca, che aveva spalancato fin dal primo istante dalla meraviglia.

Era per questo che erano rimasti lì, perché Ron proprio non se la sentiva di doverle dire che avrebbero dovuto andare via, le avrebbe dato solo un dispiacere...preferiva di gran lunga vedere sul suo bel volto un’espressione felice come quella che la ragazza aveva proprio in quel momento.

Se solo ripensava al rischio che avevano corso tutti loro di non rivederla più...no, non se la sentiva proprio di negarle una cosa simile.

Era per questo che erano rimasti lì per svariato tempo, Ron non aveva l’orologio ma aveva giudicato che fossero trascorse almeno un paio d’ore, dato che il cielo si era improvvisamente inscurito ed il sole aveva lasciato campo libero ad una bella luna piena. Anche il cielo era uno spettacolo mozzafiato tanto quanto l’acqua, perché la luna in quel preciso istante si era colorata di un arancio acceso che era insolito vedere nel solito grigiore londinese. Era un peccato che però qualche nuvola dispettosa avesse deciso di oscurarla proprio in quel momento.

Rimasero lì, seduti su uno scoglio, per almeno un’altra ora, a guardare le alghe dai mille colori ed i pesciolini di tutte le forme e dimensioni. E solo quando sulla superficie dell’acqua  incominciarono a descriversi dei cerchi concentrici si resero conto di ciò che stava succedendo intorno a loro.

Pioveva.

E dai nuvolosi scuri in cielo non c’era da prevedere nulla di buono.

Ron prese Luna  tra le sue braccia cercando di farla bagnare il meno possibile, e si diressero di corsa verso la moto.

Non sapevano dove andare, l’unica loro speranza era di trovare una casa, un albergo o qualcosa di simile in cui trovare riparo. Inutile dire che, se per tutto il loro viaggio non avevano incontrato nemmeno un’abitazione, perché avrebbero dovuto trovarla proprio adesso?

Quando ormai stava diluviando, i fari della moto illuminarono una parete rocciosa, nella quale sembrava scavata dall’acqua nei periodi di alta marea, una grande caverna.

Non avendo altre possibilità di riparo, Ron decise che la cosa migliore da fare fosse aspettare che spiovesse al riparo nella caverna, sperando vivamente che giusto quella notte non venisse l’alta marea.

Quando scesero dalla moto, entrambi erano zuppi d’acqua. Soprattutto Luna, che lo guardava fradicia ed infreddolita, i capelli appiccicati sulla fronte e le labbra violacee per il freddo.

Il ragazzo rimase per un attimo intenerito da questa visione, poi infilò velocemente una mano in tasca e prese la sua bacchetta. Con un sol colpo i due ragazzi erano asciutti come prima, e la caverna era illuminata da un fuocherello scoppiettante attorno al quale aveva fatto apparire, sotto suggerimento di Luna, delle coperte e dei cuscini, per passare la notte in comodità.

 

Ron e Luna erano sdraiati uno accanto all’altro sulle coperte accanto al fuoco.

Fuori stava ancora piovendo.

La ragazza aveva lo sguardo fisso sul fuoco scoppiettante dinnanzi a loro. Ron lo ravvivò leggermente con un colpo di bacchetta e poi si mise comodo in quel letto di fortuna.

Ancora una volta non riuscì ad impedirsi di guardare la sua compagna di avventure. Quella ragazza di avventure ne aveva vissute proprio tante...l’ultima, la più brutta, le era quasi costata la vita, ed era stata tutta colpa sua, di Ron...lo ricordava ancora come se fosse successo il giorno prima anziché quasi due anni fa...

 

-Cosa vuoi fare?- una domanda preoccupata, poche parole che rimasero sospese nell’aria fredda di una notte di marzo

Un rumore di passi affrettati alle sue spalle e poi una mano si serra attorno al suo polso, è una stretta forte, forte come lei.

-Che cosa vuoi fare, Ron?- gli rivolse di nuovo quella domanda, con un pizzico di ansia nella voce.

Ma lui continuava a darle le spalle, non poteva la sua espressione, perché se avesse potuto vederla non avrebbe rivolto quella stupida domanda.

-Vado a vendicare mio padre- la sua voce era solo un rantolo di rabbia represse, e di dolore che aveva più volte sfogato con lacrime amare.

-Non puoi! Non è il nostro compito, noi dobbiamo restare, ricordi? Possiamo intervenire solo se ci arriva il segnale- stavolta il suo tono di voce era saccente, come solo lei riusciva a farlo.

Mentre la rabbia montava sempre più, il ragazzo si girò per fronteggiare la compagna, che non appena vide la sua espressione si spaventò, allentando la presa.

-Tu non capisci, Hermione. Quei bastardi hanno ucciso mio padre, non posso restare qui a non fare niente mentre loro uccidono i padri di altre persone!- e con un gesto rabbioso si liberò il braccio dalla stretta di Hermione e si allontanò velocemente. Si stupì vedendo che la ragazza non aveva insistito ancora.

E poi sentì un tocco leggero sulla spalla. Allora non aveva finito di fargli la paternale!

Ma rimase stupito vedendo che di fronte a lui non c’era la testa cespugliosa di Hermione, ma il viso delicato di Luna.

-Io so cosa provi...e verrò con te- disse in poco più di un sussurro, prima di prendergli la mano ed insieme smaterializzarsi sul campo di battaglia.

Era talmente accecato dalla brama di vendetta che il pensiero che portare Luna con sé potesse essere rischioso non l’aveva neppure sfiorato...eppure avrebbe dovuto dato che erano ancora solo delle reclute.

Aveva combattuto con tutto sé stesso, aveva lottato contro gli assassini del suo steso padre, e aveva vinto. Sfinito, si era voltato a cercare la sua compagna e  il sorriso sulle sue labbra era morto sul colpo non appena l’aveva vista riversa per terra priva di sensi.

L’aveva portata di corsa al San Mungo, le sue condizioni erano critiche, non si sapeva che fattura l’avesse colpita.

I mille rimproveri di Harry, le lacrime di Ginny e i suoi sensi di colpa non erano serviti a nulla. Solo Hermione era stata l’unica a darsi una mossa, ed alla fine in un vecchio libro polveroso aveva trovato la controfattura.

Grazie a lei, Luna aveva aperto gli occhi circa un mese dopo, senza gravi danni se non quelli psicologici.

Ma lei era stata forte...

 

Lei era forte, e si era ripresa in fretta...e non gli aveva mai fatto pesare nulla, anche se, lo sapevano tutti, la colpa di tutto quello era solamente sua.

-Perché mi guardi?- la voce della ragazza lo riscosse da quei ricordi dolorosi e tristi.

-Così...stavo pensando- rispose lui, rivolgendo il suo sguardo cristallino verso il fuoco.

Stavolta fu il turno della ragazza a fissarlo. Quando pensava assumeva un’espressione così seria, lo faceva sembrare più vecchio di almeno dieci anni. Niente a che vedere con la sua solita espressione spensierata, che le piaceva tanto.

-Pensavi a me?- chiese poi, sfacciatamente, sorridendo.

Lui fece un sorrisino divertito, quella ragazza non provava mai imbarazzo?

-Anche...- rispose vago, lanciandole un’occhiata curiosa, alla quale lei rispose con una parecchio maliziosa.

Con gesti lenti la ragazza si avvicinò a lui, sistemando meglio i cuscini dietro di loro, e poi coprendo entrambi con una grande coperta di patchwork. Tutto sotto lo sguardo incuriosito del rosso.

-E a cosa pensavi, se è lecito sapere?- chiese poi, stringendosi sotto la coperta per riscaldarsi, la temperatura fuori era scesa parecchio.

Ci furono alcuni attimi di silenzio, durante i quali il ragazzo meditò se raccontarle una balla oppure dirle la verità.

Alla fine scelse per la seconda.

-Stavo pensando che per colpa mia hai rischiato di morire. Anche adesso siamo qui, ma se succedesse qualcosa, sarebbe sempre colpa mia...-

La ragazza lo fissò stupita. Non riusciva a capire perché, dopo anni ormai, tirava fuori quella vecchia storia, che, volente o nolente, le aveva cambiato la vita. Incredibile ma vero, loro non ne avevano mai parlato; quando si era svegliata dal coma, non c’erano state bisogno di parole, gli aveva sorriso e basta...non lo aveva mai incolpato di nulla, perché era stata una sua scelta quella di seguirlo, e ne avrebbe pianto le conseguenze così com’era...da sola.

-Ronald...non è stata colpa tua, forse ho sbagliato a non dirtelo mai, in realtà non ce n’è mai stata l’occasione, ma io non ti do nessuna colpa per ciò che è successo- disse lentamente, con voce ferma.

-E invece dovresti! Ti ho portato con me senza neanche pensare al pericolo che potevi correre...e ho rischiato di perderti...-

Le sue parole riecheggiarono all’interno della caverna, e all’interno della testa di Luna. Lui aveva rischiato di perderla...era la cosa più bella che le avesse mai detto.

Commossa, si mosse di scatto abbracciandolo stretto stretto, e stupendosi poi vedendo che anche lui, dopo un primo momento di imbarazzo, la stava stringendo a sé.

-Tu non mi perderai mai, Ron!- disse poi, staccandosi un poco da lui in modo da poter guardare il suo bellissimo viso.

-Non mi perderai mai...-

Furono le ultime parole che Ron sentì prima di vedere il volto di Luna, incredibilmente bello con gli occhi socchiusi e quell’espressione appassionata, avvicinarsi pericolosamente al suo e sentirla sfiorargli delicatamente le labbra con le sue.

 

~

 

Certe notti sei solo più allegro, più ingordo, più ingenuo e coglione che puoi
quelle notti son proprio quel vizio che non voglio smettere, smettere, mai.

 

Sentiva incredibilmente caldo con quella camicia scura che gli fasciava il busto.

Non sapeva esattamente se fosse a causa dell’ambiente chiuso, dei numerosi drink che aveva bevuto, o della vicinanza di tutte quelle Veneri Nere, sapeva solo che sentiva incredibilmente caldo.

Si riavviò i capelli, scostandoli dalla fronte.

Come la ragazza le aveva preannunciato la mattina, quella sera si erano incontrati in discoteca. Dopo, aveva scoperto che non erano stati gli unici ad avere avuto quella idea, perché la Granger e la Weasley avevano fatto il loro ingresso nell’ambiente nebuloso del locale, scortate da Potter e Nott.

Aveva la netta sensazione che non fossero lì propriamente per caso, ma che vi fosse lo zampino di una certa gatta dal pelo fulvo...

In ogni caso i quattro non si erano avvicinati a salutare, ma si erano seduti al banco, dove avevano iniziato a bere un drink dietro l’altro. Per un attimo Draco ebbe il timore che potessero ubriacarsi, ma non perché gli importasse della loro salute, ma perché poi sarebbe stato costretto ad abbandonare tutte le ragazze che gli stavano intorno per accompagnare quei bambocci in albergo, magari con il rischio che gli vomitassero sulle sue preziose scarpe firmate Dolce & Babbana.

Si guardò attorno, rivolgendo un sorriso seducente alla ragazza alla sua destra, come aveva detto Raya che si chiamava? Non lo ricordava, ma non era importante, in fondo.

-Allora, che cosa fate di solito qui?- chiese alla ragazza, che si sciolse in un sorriso altrettanto seducente prima di rispondergli.

-Niente di speciale...aspettiamo qualche bel turista che ci faccia divertire!-

-E che magari ci offra un drink...- disse un’altra, guardandolo al di sopra dell’orlo del suo bicchiere vuoto.

Quella ragazza, dovette ammettere Draco, era molto furba. Con un gesto elegante attirò l’attenzione del cameriere, dicendogli di riempire i bicchieri di tutte le sue ospiti per la sesta o settima volta.

E come tutte le volte precedenti, il ragazzo dalla carnagione scura si era avvicinato e, riempiendo i veri bicchieri, aveva lanciato occhiate molto significative a Raya.

Quell’atteggiamento lo stava infastidendo alquanto, ma come si permetteva quel galletto di toccare le prede di Draco Malfoy! Ma chi si credeva di essere?! Certamente avrebbe pagato cara questa mancanza di rispetto quando avrebbe visto la sua mancia inesistente.

Gli rivolse un’occhiata gelida, prima di chinarsi verso il collo di Raya, per parlarle in modo che potesse sentirla solo lei.

-Potrei essere geloso di quel cameriere, sai?- disse, sfiorandole volontariamente l’orecchio con le labbra.

La ragazza gli sorrise, prima di prendere un altro sorso dal suo bicchiere, ricolmo di uno strano liquido violetto.

-Ti va di ballare?- gli chiese allora una ragazza dal volto paffuto, davvero molto affascinante.

Il ragazzo valutò la proposta e lanciò un’occhiata alla pista da ballo, non gli piaceva il contatto fisico con bestioni tutti sudati e puzzolenti.

E fu allora che si accorse che la pista era praticamente vuota, tranne che per una piccola folla tutta ammassata in un angolo della pista.

Gli ci volle qualche secondo per capire la motivazione di tutto quello. Al centro di quella massa di persone c’erano due ragazze, entrambe dalla corporatura minuta e snella, che si dimenavano in modo sensuale attirando tutta la popolazione maschile presente sull’isola.

Una indossava un corto abitino di pelle nera che si alzava sempre più ad ogni suo movimento ed i capelli rosso fuoco che le scendevano sulle spalle, in modo selvaggio.

L’altra indossava una maglietta estremamente scollata e dei jeans particolarmente attillati a fasciarle le gambe tornite, i capelli castani resi lisci per l’occasione.

Un sorriso gli si dipinse sulle labbra, non immaginava che le ragazze avessero l’attitudine a mettersi in mostra.

Distolse lo sguardo, bevendo un sorso della sua Tequila.

In quel momento Raya si avvicinò alla sua spalla, indicandogli la pista.

-Ehy, ma quella non è la tua amica rossa? Sta ballando con Harry Potter!-

A sentire quel nome tutte le ragazze incominciarono a starnazzare sul famoso Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto, il prescelto, colui che aveva vinto Lord Voldemort, bla bla bla...

La reazione del ragazzo biondo invece fu ben diversa, per poco non rischiò di soffocare per un sorso di liquore andatogli di traverso, mentre una strana fitta alla stomaco lo infastidiva parecchio.

Con un’occhiata gelida zittì tutte le ragazze e poi si voltò verso la pista, dove una Ginevra Weasley visibilmente ubriaca ballava avvinghiata a Potter. Anzi, poteva ben dire che si stava aggrappando a lui per non cadere per terra. Doveva aver bevuto come un Palomino di Madame Maxime per essersi ridotta in quel modo, perché quella ragazza lo reggeva eccome l’alcool.

Evidentemente comunque, anche Potter doveva essersi accorto che la sua compagna non si reggeva più in piedi, perché la stava abilmente portando fuori dal locale.

-Draco?- la ragazza che prima l’aveva invitato a ballare l’aveva chiamato, sfiorandogli un braccio.

Il ragazzo si riscosse dalla momentanea distrazione e le rivolse un’occhiata gelida.

-Allora andiamo a ballare?- chiese lei cercando di sedurlo.

-Stasera non mi va- rispose freddo lui, scolando il contenuto del suo bicchiere in un sol sorso.

La ragazza ci rimase un po’ male, e, con la scusa di andare un attimo alla toilette si allontanò dal tavolo, sparendo.

In altre occasioni avrebbe anche potuto sentirsi offeso per una tale mancanza di rispetto, ma al momento non gli interessava affatto.

Si alzò rapidamente dal tavolo lanciando alcune monete d’oro che sarebbero servite per pagare il conto di quella sera, e, letteralmente infuriato, si avviò anche lui verso l’uscita del locale.

 

E si può restare soli, certe notti qui, che chi s'accontenta gode, così, così.
Certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai, ci vediamo da Mario prima o poi.

 

 

Continua...(?)

 

Ciao a tutti!!

Come vedete alla fine sono riuscita ad aggiornare, anche se con la scuola diventa sempre più difficile!

Allora che mi dite? Vi è piaciuto questo capitolo? Pensate che dovrei continuare?

Fatemi sapere, perché con la scuola, non mi va di portare avanti una storia che non vale niente!! Per cui aspetto di sapere le vostre risposte e poi deciderò di conseguenza se continuare o meno.

Per chi non lo avesse capito, le parole in corsivo sono della canzone ‘Certe Notti’ di Ligabue.

 

Ringrazio per le recensioni:

Gea_Kristh: Ciao! Come vedi in fondo Draco non è poi tanto deficiente, alla fine si è accorto di Ginny...e c’è anche rimasto parecchio maluccio, povero caro! Vedremo nel prossimo chap., se mai ci sarà, come andrà a finire tra Ginny ed il suo fusto misterioso, ed anche con Draco! Grazie per la recensione!! Baci^^

Myu!!: Davvero ti piace il personaggio di Luna? Questo capitolo è dedicato un po’ a lei e alla sua storia...cmq tranquilla, neanch’io amo le Luna/Ron...e non dico nient’altro!! Grazie per la recensione!!Fammi sapere!! Baci

Izumi: Mi sento una cretina a risponderti alla recensione, quando so che domani ci vedremo in classe, cmq...ke le tue recensioni mi fanno morire dalle risate te l’ho già detto!! E ti ho anche detto che per quanto cercherai di farmi il lavaggio del cervello, non farò morire Raya!! Almeno non per adesso...^_^!! Sull’incontro di box però ne possiamo parlare...Grazie mille per la recensione!!!

StefyGranger: Ciao Stefy!! Come va con la scuola? Spero bene! No, non sono pazza, solo in questo periodo ho totalmente la testa altrove per cui i capitoli non mi entusiasmano come dovrebbero...cmq sono contenta che tu abbia notato questo dettaglio per noi importantissimo della storia! Grazie per la recensione ^_^!! Baci!

Acchan: Ciao! Sono contenta che alla fine il chap. sia piaciuto, non hai idea di quanto mi solleva saperlo!! Mi fa piacere anche che ti sia piaciuto l’abbinamento con la canzone di Ligabue, che secondo me si adattava benissimo a tutte le situazioni raccontate!! Grazie mille e fammi sapere la tua opinione!! Baci^^

Ragazze non avete idea di quanto mi rendete felice con le vostre opinioni!! Grazie mille!!

Ed un grazie anche tutti quelli che hanno letto la storia!!

Mi raccomando fatemi sapere!

Baci,

Hermia

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