Lovely Birthdays di Shatzy (/viewuser.php?uid=8433)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Birthday Girl ***
Capitolo 2: *** Birthday Boy ***
Capitolo 1 *** Birthday Girl ***
Da oggi inizia la Week
of Love,
ovvero la settimana (in realtà sono 5 giorni) tra il
compleanno di Nanao (il 7 luglio) e quello di Shunsui (l'11 luglio),
per festeggiare questa coppia così carina. Ci saranno 5
aggiornamenti, più o meno, con i relativi themes
(più o meno ^^").
Birthday
Girl
Nanao
Ise quella mattina si era svegliata con due banali certezze: la prima
era di avere un anno di più, invisibile sul suo corpo
eterno, mentre la seconda riguardava un certo Taicho di rosa vestito
che le avrebbe reso la giornata un inferno. Come ogni anno.
Nell’ultimo
secolo non c’erano stati grandi cambiamenti, se non i regali
sempre più impensati – e al limite della decenza
– di Kyouraku: di solito si ritrovava costretta a festeggiare
in un qualche locale sperduto insieme a Matsumoto e alle altre
dell’Associazione Donne Shinigami, dopo una giornata di
lavoro senza troppe grane. L’unico vero problema, in
realtà, era riuscire a far entrare nel suo appartamento
tutti quei fiori che Shunsui le regalava regolarmente ad ogni ora della
giornata, tra sorrisi compiaciuti, poesie d’amore e proposte
di vita insieme. In una parola, il suo compleanno era stressante.
Quasi
si stupì, quindi, quando aprì la porta
dell’ufficio e lo trovò deserto. Non che si
aspettasse di trovare Kyouraku a lavorare a quell’ora del
mattino, ma almeno un enorme mazzo di fiori svettante al centro della
sua scrivania… beh, quello sì. Mosse qualche
passo incerto, controllando gli angoli della stanza, dietro il divano,
tra gli scaffali e in mezzo i libri, eppure niente: era tutto pulito e
ordinato come lo aveva lasciato la sera prima.
Perciò,
nascondendo la leggera delusione – che si fosse dimenticato?
– cominciò a controllare i documenti della
giornata, tentando di non pensare a niente che non fosse il suo lavoro.
L’ordinaria amministrazione dell’Ottava divisione
non presentava mai grossi problemi, sembrava che gli shinigami che ne
facevano parte alla fine diventassero fin troppo simili al Taicho che
li guidava: pigri, allegri e amanti del bere; perciò Nanao
tentò di far rientrare le finanze nei limiti, decidendo di
dare una bella strigliata ai suoi uomini dopo l’ennesima
bevuta di gruppo della sera precedente sul conto della divisione.
Chissà se anche Kyouraku aveva partecipato… A
giudicare dal numero abnorme di bottiglie di sake comprato
probabilmente sì.
Kyouraku…
Da quando era solo una bambina le aveva comprato sempre qualcosa,
ricordava quei frivoli romanzi d’amore che si era costretta a
terminare solo perché erano un suo regalo, e aveva perso il
conto dei fermagli per capelli – anche se sapeva che lui
preferiva che li lasciasse sciolti. Shunsui sapeva che il suo
Luogotenente non amava le sorprese, eppure continuava a nasconderle i
regali per farglieli poi trovare all’improvviso, visto che
l’intelligenza di Nanao le faceva scoprire subito di cosa si
trattasse con una singola occhiata alla carta colorata.
La
ragazza quindi aprì velocemente il cassetto della sua
scrivania, dopo un’illuminazione, ma non ci trovò
altro se non i suoi effetti personali. Nessuna scatola, nessun
biglietto, nessun regalo. Se
ne era davvero dimenticato…
Eppure
non riusciva a credere che il suo amato Taicho potesse farle una cosa
del genere… che tutte quelle dichiarazioni d’amore
fossero delle prese in giro? Non si aspettava chissà cosa,
ma…
Dopo
un ultimo sospiro, ritrovò la sua determinazione, e incapace
di darsi per vinta decise che il regalo di Shunsui dovesse essere per forza in
ufficio. Iniziò dalla libreria, perché il Taicho
sapeva che Nanao vi avrebbe sicuramente guardato, e iniziò a
sradicare libri, controllandone il contenuto uno alla volta,
poggiandoli poi sul pavimento. Passò quindi a cercare dentro
ogni cassetto dell’archivio, poi spostò i mobili
per verificare se dietro ci fosse qualcosa. Niente. Finì ad
aprire i cuscini del divano e a togliere perfino la polvere dal
lampadario, ma non uscì alcun pacchetto colorato.
Quando
capì che quel compleanno non sarebbe andato come i
precedenti, si era ormai fatta sera. Si rialzò dal
pavimento, togliendo dal kimono la polvere, e gettò uno
sguardo alla stanza. Per poco non le venne un infarto: il disordine
regnava sovrano, non c’era un singolo oggetto che fosse al
suo posto, era come se fosse passato un tornado – o Kyouraku
Taicho.
Con
un sospiro, decise che quella non era la giornata adatta per mettersi a
sistemare l’ufficio, così decise di lasciare il
campo di battaglia intatto e chiudersi la porta alle spalle. Forse
faceva ancora in tempo a chiedere a Matsumoto di uscire, lei non
avrebbe rifiutato di certo, oppure poteva semplicemente mettersi a
leggere un buon libro fino a tardi e nascondere dentro di sé
quella strana malinconia.
Se ne era dimenticato.
Arrivata
ormai sotto il proprio appartamento, ancora immersa nei suoi pensieri,
rifletté sul fatto che forse
Shunsui si era stancato di quel gioco, che di donne più
accondiscendenti ne avrebbe trovate a palate, che tutti i suoi rifiuti
erano stati ingiustificati, e che le sue attenzioni quotidiane le
mancavano troppo. Ecco, lo aveva ammesso.
Avrebbe
voluto soltanto vederlo, anche per un attimo, prima della mezzanotte.
Fu
allora che un petalo rosa scivolò davanti ai suoi occhi,
tanto che Nanao si ridestò dai suoi pensieri e si accorse
della scia rosata lungo la strada, sempre più intensa
più si avvicinava al suo appartamento. Alzò il
viso per notarne altri sporadici cadere giù dal tetto, lenti
e pigri, e a quel punto la curiosità vinse sulla stanchezza:
raggiunse velocemente la sommità dell’edificio e
rimase immobile con gli occhi sgranati.
Vide
mucchi di petali soffici ai lati del tetto che cadevano giù
ad ogni soffio di vento, vide un tappeto morbido su tutta la superficie
e al centro vide il suo Taicho, sdraiato sulla schiena e intento ad
osservare il cielo. Aveva un rametto verde tra i denti, le gambe
incrociate e il cappello a coprirgli almeno la metà del
volto, e a Nanao sembrò così… irreale,
quasi una divinità a tutti gli effetti, una di quelle
impassibili e bellissime che erano disegnate sui libri degli uomini.
Rimase
a fissare Shunsui per qualche secondo appena, incapace di distogliere
lo sguardo, quando il suo superiore le fece capire di essersi accorto
di lei – probabilmente molto tempo prima – alzando
la falda del cappello e sorridendole in quel modo caldo e sincero che
le scioglieva il cuore ogni volta. Gli si avvicinò, seguendo
la muta richiesta del Taicho, sedendosi poi accanto a lui.
“Nanao-chan…
hai visto come sono belle le stelle oggi?”
E
solo allora la ragazza alzò gli occhi al cielo scuro,
perdendosi ad osservare quella miriade di puntini luminosi nella volta
stellata: Altair e Vega brillavano intensamente, finalmente vicine,
finalmente insieme.
Si
sdraiò al suo fianco e continuò ad osservare la
via Lattea e quelle due stelle luminose; non era
un’appassionata di festività e il Tanabata non
faceva eccezione, se ne ricordava solo perché cadeva nello
stesso giorno del suo compleanno. Aveva letto in un libro la storia
della principessa e del pastore, che si erano amati nonostante le loro
differenze, e alla fine aveva chiuso la pagina, alquanto scettica. Che
senso aveva amare se poi il risultato era soffrire per la maggior parte
del tempo?
“Oggi
la divisione è stranamente silenziosa” Nanao
decise di rompere il silenzio, per non pensare ad altre cose
più sconvenienti.
Shunsui
ridacchiò appena. “Dolce Nanao-chan, staranno
festeggiando a dovere questa giornata, visto che è
così romantica”.
“Romantica?”
Lui
la guardò profondamente, prima di prenderle una mano
– che la ragazza non ritirò.
“Sì. Due amanti a lungo separati che per una sola
notte all’anno possono stare insieme. Una notte in cui non
è importante nient’altro se non il loro amore.
Un’unica notte che sono disposti ad aspettare pur di essere
insieme e felici”.
Nanao
non seppe bene cos’era quella strana sensazione che la fece
restare senza parole davanti al suo Taicho, sapeva soltanto che non
riusciva a smettere di guardare Shunsui da dietro i suoi occhiali. Per
una volta, una volta soltanto, avrebbe voluto…
Quando
una folata di vento più forte la fece rabbrividire, Shunsui
le si avvicinò appena, tentando di schermarla dal freddo
senza l’invadenza di toccarla. Nanao però gli
passò un braccio intorno alla vita, lasciandosi tacitamente
abbracciare. Kyouraku Taicho era uno degli shinigami più
forti e robusti del Seireitei, eppure era capace di una tenerezza
disarmante nelle sue attenzioni, e di un sorriso così dolce
da far innamorare perfino un cuore rigido come quello di Nanao.
E
in un momento, tutti i dubbi e le incertezze che aveva avuto nella
giornata si dissolsero con la stessa velocità di una stella
cadente. Importava davvero che si fosse dimenticato del suo compleanno?
Era necessario ricevere qualche stupido regalo? L’unica cosa
di cui aveva bisogno, adesso, era soltanto che Shunsui continuasse a
tenerla tra le sue braccia, ad accarezzarla piano, a riscaldarla con il
suo corpo, in silenzio, mentre sopra di loro altri due amanti potevano
finalmente riunirsi.
“Mi
dispiace” le disse l’uomo in un sussurro, dopo
qualche minuto, quasi leggendole nella mente. “Jyuu-chan ha
avuto una ricaduta stanotte e si è svegliato solo un paio di
ore fa” spiegò, e sentendola irrigidirsi provvide
ad accarezzarle un braccio. “Sta bene ora” la
tranquillizzò. “Non dovevo tenerlo sveglio tutta
la notte e in giro per il Rukongai solo per un consiglio”
ammise, sentitamente colpevole.
La
ragazza lo guardò con apprensione, divisa tra la voglia di
abbracciarlo stretto per rivedere il suo sorriso e il desiderio di
strangolarlo per aver rischiato la salute cagionevole del suo migliore
amico solo per uno stupido regalo. Per
lei. E si sentì tremendamente stupida.
Shunsui
sembrò accorgersi dell’indecisione di Nanao, e per
salvarsi dalla situazione – che stava prendendo tutta
un’altra piega da quella romantica che aveva previsto
– decise di giocare la carta che gli riusciva meglio. Farla
esasperare.
“Ah,
Nanao-chan, mi dispiace per il tuo regalo di compleanno”
cominciò a lamentarsi. “Avevo progettato tutto nei
minimi dettagli dall’anno scorso: avevo chiamato il miglior
fiorista in circolazione per dei veri petali di ciliegio, non queste
banali rose rubate dal giardino di Jyuu-chan, e ho fatto il giro di non
so quante librerie per qualche libro raro, ma ho dimenticato di portare
con me la lista chilometrica di quelli che già hai
– non sono bravo nel ricordare queste cose, lo sai!
– e così pensavo a un nuovo paio di
occhiali, ma sarebbe sembrato un incentivo a farti lavorare di
più, ed è tutto quello che non voglio,
così ho controllato tutti i cataloghi di biancheria intima
dei negozi più rispettabili di Karakura per il modello
più adatto a te, ma alla fine non sono riuscito a comprarti
niente” continuò, con perfetto tono piagnucoloso,
stringendola a sé ancora di più.
Nanao
si limitò a sorridere contro il suo petto, per una volta
dimentica di sgridarlo. “Va bene
così…”
Shunsui
sorrise. “Però sai, Nanao-chan? Davvero non riesco
a capire questa festa!” cominciò. “Come
si può amare una persona, vederla da lontano e non poterla
toccare? Io piuttosto avrei attraversato la via lattea e sarei scappato
con la mia amata, proprio come quando salto oltre la tua scrivania per
starti vicino, o come quando ti prendo in braccio contro il tuo volere
e ti porto lontano dall’ufficio! E poi queste due stelle che
si vedono una volta all’anno magari vogliono un po’
di intimità, invece sono tutti intenti a
fissarle… Se io fossi con la mia Nanao-chan
invece-”
“Taicho!
Va bene così!”
Shunsui
sorrise ancora, stavolta dal cuore, felice che la ragazza non avesse
più altri pensieri per la testa, ma che fosse solo contenta
di stare lì, insieme a lui, su quel tetto pieno di petali.
“Buon
compleanno, Nanao-chan” le disse, per poi darle un leggero
bacio su una guancia. Il suo unico regalo per quell’anno, ma
decisamente il più gradito.
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Capitolo 2 *** Birthday Boy ***
Disclaimer: i
personaggi citati non sono miei, ma dei legittimi proprietari.
Birthday
Boy
Nanao era molto paziente.
Lo era sempre stata, era una qualità insita in lei fin da
bambina, e nessuno avrebbe mai potuto negare una cosa del genere. Ise
Nanao aveva un livello di pazienza secondo soltanto a Unohana Taicho,
il che era tutto dire visto che la donna in questione rasentava la
santità.
Eppure, spesso si domandava se esistesse una qualche sorta di destino
anche tra gli shinigami, un’entità potente e
pericolosa superiore al loro campo di azione, o se fosse solo la loro
parte umana che usciva fuori nei momenti meno opportuni. Sì,
perché su tredici squadre disponibili Nanao era il vice
proprio di quella con l’unico capitano – o essere
umano probabilmente, o shinigami che fosse – in grado di
farle perdere le staffe.
“Kyouraku Taicho, possiamo rientrare adesso?”
Il suddetto uomo se ne stava sdraiato all’ombra di un
ciliegio, il cappello abbandonato in un angolo e il suo famoso haori
rosa ben steso per terra, aperto in modo che anche il suo dolce
Luogotenente potesse sedersi senza sporcarsi con l’erba.
“Mh? Ma è ancora giorno, Nanao-chan” si
lamentò immediatamente lui. “Perché
dovresti restare chiusa in ufficio quando qui fuori il sole
è alto e la natura fiorisce? Guarda questi
petali… Oh no, aspetta! Non ti piacciono i fiori di
ciliegio? Possiamo cambiare albero! O il sole ti sta irritando la
pelle?” si allarmò.
Nanao sbuffò, chiuse gli occhi per un secondo e poi lo
tranquillizzò. “Niente di tutto questo,
Taicho”.
“Allora il ciliegio va bene?”
“Va benissimo”.
“Il sole scotta?”
“Sono all’ombra”.
L’uomo si limitò a farle un sorriso compiaciuto,
poi riprese la sua attività, ovvero scribacchiare qualcosa
su un foglio. E di certo non era uno dei documenti che lo attendevano
in ufficio e che andavano consegnati entro la sera… Non
tanto per l’impegno che Shunsui ci stava mettendo nel
compilarlo, ma perché Nanao aveva lasciato la pila di fogli
– che sicuramente in quel tempo era raddoppiata –
intonsa sulla scrivania almeno tre ore prima, quando era stata rapita
dal suo Taicho per una gita fuori programma. E con la scusa di
ritrovare l’ispirazione per lavorare, l’aveva
portata in uno dei suoi innumerevoli posti preferiti per sonnecchiare
– o scappare dal lavoro – sotto un
bell’albero fiorito, e le aveva chiesto di sedersi accanto a
lui mentre cercava di risolvere la questione.
Che questione fosse Nanao avrebbe volentieri evitato di saperlo, ma lui
era un uomo fin troppo estroverso per non averglielo ripetuto almeno
quindici volte. E qui ritorniamo al punto di prima, ovvero la
capacità di Shunsui di farle perdere la pazienza.
“Taicho, non crede che sia ora di tornare al lavoro e non
perdere tempo con queste sciocchezze?” osò.
Lui alzò un sopracciglio, e si rimise con più
volontà di prima a scrivere.
“Per favore… mi permetta almeno di portare qualche
documento qui, così almeno io posso lavorare”
provò accomodante.
“Mia laboriosa Nanao-chan, il lavoro lo puoi sempre fare
domani, ma il riposo non si può rimandare” rispose
sorridendole, veramente convinto del suo pensiero.
Lei sospirò, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
“Per quanto questo posto sia molto
bello…” cominciò.
“Ah! Visto, accondiscendente Nanao-chan? Avevo
ragione!”
“Per quanto questo posto sia molto bello” riprese
senza scomporsi, seppur con una nota di stizza nella voce,
“mi sto annoiando” troncò il discorso. E
lei lo sapeva bene che quello era un punto debole del suo Taicho.
Taicho che rimase per l’appunto pietrificato, con la bocca
aperta e la penna che gli sfuggì dalle dita. Si guardarono
per un minuto buono, lui sconvolto e lei reggendo sicura il suo sguardo
da bambino a cui la mamma ha vietato di correre nudo per casa. Poi lui
distolse velocemente gli occhi per riportarli sul foglio, raccolse la
penna e si rimise a scrivere di buona lena. “Impaziente
Nanao-chan, ho quasi finito”.
“Taicho…”
“Cinque minuti!”
“Taicho!” lo riprese con tono più alto
del dovuto, segno che la pazienza era ormai esaurita.
“Un minuto!” Insistette lui, e la ragazza non
poté fare altro che sbuffare di nuovo e attendere. E allo
scoccare dei sessanta secondi – che Nanao aveva contato
precisamente nella sua testa, per poi potergli rinfacciare il suo
costante ritardo – l’uomo posò la penna
per terra e sorrise.
Sorrise in un modo che lei trovò decisamente inquietante,
perché lo sapeva che riguardava se stessa e sapeva fino a
che livello Shunsui era in grado di arrivare per darle fastidio.
Perché ovviamente tutto quello che diceva o faceva non era
vero. Almeno quello che riguardava il suo spassionato amore nei suoi
confronti.
“Ora possiamo rientrare? Se ha finito con questo…
Che c’è?” si ritrovò a
chiedere, notando il suo sguardo assorto.
Lui sorrise e non mancò di aprirle i suoi pensieri:
“Con questa luce… sei bellissima,
Nanao”. La ragazza arrossì vistosamente,
incredula, rimanendo senza parole e incapace di pensare a una frase per
smorzare la tensione – che forse solo lei sentiva?
– o a una scusa per colpirlo con un qualche oggetto a sua
disposizione. Tuttavia, non ci riuscì. “Ah,
incantevole Nanao-chan, non pensi che io meriti almeno un bacio di
ringraziamento?” sbottò, socchiudendo gli occhi e
protendendo le labbra verso di lei, che si ritrasse velocemente.
“Anche piccolo piccolo, che ne dici, Nanao-chan?”
continuò.
E l’inseparabile ventaglio della ragazza non tardò
ad arrivare sulla bocca del Taicho, ammonendolo. “Io me ne
vado!” esordì lei, rimanendo tuttavia immobile.
“Ahi, crudele Nanao-chan… Non pensavo avessi
portato quel coso con te anche oggi!!” piagnucolò
lui, ma non demorse e si riprese immediatamente, non perdendo di vista
il suo vero obiettivo. Si schiarì la voce e
cominciò: “Bene, ora ti leggerò la
poesia che ho scritto per te” esordì, mentre i
sospiri della ragazza diventavano sempre più esasperati.
Shunsui si sdraiò sul fianco sinistro, davanti al suo
luogotenente inginocchiato compostamente, prese il foglio di carta
nella mano, sistemò il suo cappello in testa e raccolse poi
la penna da terra, tanto per darsi un tono. E infine
cominciò a declamare, dopo un ultimo colpo di tosse.
“Mia amata Nanao-chan, vorrei specchiarmi nei tuoi occhi
intensi e baciare le tue ciglia. E anche baciare le tue
labbra” aggiunse, scribacchiando qualcosa sul foglio.
Il sopracciglio della ragazza si arcuò pericolosamente.
“Vorrei accarezzare i tuoi capelli di seta e vederli
strisciare sinuosi sulla tua schiena nuda”.
“Taicho…”
“Vorrei accarezzare le tue piccole e
morbide…-”
“Taicho!” strillò lei, imbarazzata.
“…Mani” concluse, guardandola con due
occhioni ingenui e sinceri che avrebbero ingannato perfino sua madre.
“Cosa c’è che non va?” chiese,
facendo con nonchalance diversi segni di penna sul foglio, su una
singola parola, per poi abbozzarne di corsa una nuova.
“Ah… niente” si scusò lei,
facendogli cenno di continuare.
“Infine, Nanao-chan, quando vado a dormire vorrei che tu
fossi al mio fianco così da poterti… ehm,
vegliare nel tuo sonno senza incubi. Fine. Che te ne pare,
Nanao-chan?” chiese allegro, fiero del suo componimento.
La ragazza sospirò lentamente. “Taicho,
più che una poesia sembra un porno”
commentò sincera.
Kyoraku rimase senza parole, mentre sentiva il suo enorme cuore andare
in mille pezzi. Ma non demorse, iniziando a guardarla con occhi da
cucciolo abbandonato in cerca di affetto – e da un uomo della
sua stazza non faceva un bell’effetto.
“Inflessibile Nanao-chan, ma io ho messo tutto il mio amore
per te in questa poesia!”
La ragazza sospirò – quante volte lo aveva
già fatto in quelle ore? -, lasciando spuntare un piccolo
sorriso sulle labbra. In fondo – nemmeno poi tanto in fondo
– tutte quelle attenzioni le facevano piacere.
“Taicho, oggi è il suo compleanno, non
avrebbe dovuto perdere tempo a fare un regalo a me; doveva essere
il contrario, casomai” disse, per poi aggiungere, piano:
“Grazie”.
L’uomo si sciolse in un sorriso tenero, approfittando del
momento per accarezzarle una guancia. “Mia dolce Nanao, il
tuo è stato il regalo migliore!”
commentò euforico, indicando l’ambiente
circostante. “Hai esaudito un mio desiderio: noi due, sotto
un albero di ciliegio, mentre scrivo un componimento e lo declamo per
te. Hai idea di quanti decenni sono che sogno questo
momento?” dichiarò, e la sua sincera
semplicità la colpì in pieno, facendola
arrossire. “Sono io che ringrazio te, Nanao-chan. O hai in
mente qualche altro regalo per me?” chiese, avvicinandosi
senza pudore al viso della ragazza.
Lei non si scompose, passandogli due dita sul mento, per niente
infastidita dalla barba ispida contro i polpastrelli. Gli sorrise,
fissandolo negli occhi – così tanto seri da quella
distanza – e gli sfiorò appena le labbra.
“No” disse e si ritrasse velocemente, alzandosi in
piedi e cominciando a correre verso l’edificio
dell’Ottava Divisione. Perché lo sapeva che quello
era l’unico modo per farsi seguire dal suo superiore.
Shunsui rimase con la bocca aperta per quei nanosecondi necessari
affinché il suo cervello elaborasse la cosa. Un rifiuto, certo. Non
era nemmeno il primo e non sarebbe stato l’ultimo. Eppure
quella risata spensierata e cristallina era davvero un bellissimo
regalo di compleanno.
Raccolse in fretta il suo cappello e con una mano se lo mise in testa,
mentre l’altro braccio raccattava l’haori,
sgrullandolo appena, inciampando quasi quando ricordò di
recuperare anche la sua poesia d’amore. Quindi
saltellò allegro tentando di raggiungere il suo
Luogotenente, mentre dalla tasca del kimono scuro scivolava un
bigliettino stropicciato.
Il suo lato giocoso aveva preso il sopravvento ancora una volta, e non
era riuscito a leggere a Nanao quello che veramente sentiva per lei. In
cuor suo, sperava che le cose cambiassero presto.
Tornando a vederli
i fiori di ciliegio, la
sera,
son divenuti frutti.
Note: il
bellissimo haiku finale ovviamente non è mio, ma di Buson
Yosa. Ho pensato ci calzasse perfettamente nella situazione.
E con il compleanno di Shunsui si conclude la Week of Love ^^
Grazie a chi ha apprezzato queste storie, in particolare a Yoko_kun per il
commento: stavo aggiornando con il secondo e ultimo capitolo quando me
ne sono accorta XD La Week of Love è nata nel fandom
inglese, l'ho trovata lì e l'idea mi è piaciuta
tantissimo! Erano 5 storie per 5 giorni, in questa mini raccolta ne ho
scritte due, poi ne ho pubblicata un'altra con le rimanenti tre (in
realtà sono 3 aggiornamenti di una raccolta, non
propriamente delle storie XD), quindi non ce ne saranno altre (faccio
le cose di corsa e non sono chiara, scusami). Ti ringrazio per aver
detto che non ho scritto nulla di sdolcinato nello scorso capitolo, in
effetti il pericolo c'era conoscendo Shunsui XD Non so, mi sembra
davvero capce di tutto (e io lo adoro *-*). Ma no, loro sono dolci e
carini pur non essendo effettivamente una coppia, quindi niente
smancerie! E poi Nanao non mi sembra il tipo.
Ti ringrazio tantissimo per il commento, sei stata gentilissima ^^ A
presto.
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