La ragazza nuova

di Nebbia4e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il trasferimento ***
Capitolo 2: *** La partenza ***
Capitolo 3: *** L’espresso di Hogwarts ***
Capitolo 4: *** Lo smistamento ***
Capitolo 5: *** Mattina presto ***



Capitolo 1
*** Il trasferimento ***


Il trasferimento

Il primo giorno nella nuova scuola.
Un classico. Classico come tutte le ragazze e i ragazzi costretti, o no, a trasferirsi.
Lontano dai loro amici, lontano dalle loro case.
Una cosa normale, che succedeva tante volte quante erano le stelle del cielo. La normale routine.
Mamma me lo ripeteva quattrocento volte nell’arco della giornata.
Il problema è che di normale non avevo proprio niente.
Sarei stata la nuova, la diversa.
E stavo per frequentare Hogwarts.

Ero la diversa perfino tra streghe o maghi.

Sarebbe stata durissima, quest’anno.

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Capitolo 2
*** La partenza ***


La partenza

Ero decisa a non lasciar trapassare il mio piccolo problemino.
Difficilmente alle persone viene data una seconda possibilità.
A me sì. Forse perché dovevano darmi una seconda possibilità. Era necessario.
Chi era lassù, chiunque e dovunque fosse, me la doveva, un’altra possibilità. Il mio problema non era per niente risolvibile al primo colpo.
Mi aveva rovinato.
 

Finii di preparare il baule. Avevo tutto. I miei vestiti, le divise, le boccette per le pozioni… la bacchetta al sicuro nei jeans. Accanto al baule appoggiai la gabbia: papà mi aveva regalato un gufo, che avevo chiamato Mel. Avevo letto da piccola un libro per bambini babbani e mi aveva sempre affascinato questo nome. Poco importava che Mel fosse un gufo maschio.
Mel tubò, indignato. Avevo osato spostarlo dalla scrivania. Che terribile mancanza nei suoi confronti. Gli sorrisi. Tra poco sarebbe stato libero di volare e i vicini non avrebbero avuto nulla da discutere.
In ogni caso, chiamai papà, e lui rispose immediatamente. Era sempre stato così, per lui ero sempre la sua principessa che, a cinque anni, si era sbucciata il ginocchio cadendo. Ogni cosa che mi succedeva per lui era essenziale, unica.
«Princi? Che hai piccola?»
«Ho finito di preparare il baule, pà. Non ce la faccio a portarlo giù da sola!»
«Che razza di strega saresti? Non riesci neanche a fare una magia?»
Mi prendeva sempre in giro. Almeno su questo punto. Era il suo modo per dirmi che non gli importava di quello che mi dicevano. Quello che avevo fatto.
Gli mostrai la lingua.
Si avvicinò a me, ormai eravamo quasi alti uguali. Il che era tutto dire.
«Aspettiamo mamma? Sai che ci tiene…»
«Devo essere in stazione prima delle 11 se no il treno parte! – guardai l’ora – e non manca tanto pà. Esiste anche il traffico!»
«Non agitarti sono sicuro che…». Non aveva ancora finito di parlare che il campanello suonò. Mi precipitai alla porta e l’aprii. La mia mamma mi squadrò.
«Ma sei pazza? – mi rimproverò, entrando – E se fossi un Mangiamorte?»
«Per essere un Mangiamorte urli davvero bene. Mà, muoviti che siamo in ritardo e il baule è ancora in camera mia!»

Lei sorrise. «Liz, non preoccuparti! Arriveremo. Abbiamo un’ora!»
Non ero affatto preoccupata. Neanche un po’.

Ok, forse ero un pochino agitata. Solo un pochino.
 

Mamma agitò la bacchetta e il mio baule entrò nell’auto.
Sorrisi.
Mia madre era una strega, mio padre no. Gli era venuto quasi un infarto quando l’aveva scoperto. Mamma mi chiamò, mi ero ancora una volta imbambolata.
 

L’auto si avviò, tra poco sarebbe iniziato il mio ultimo anno.
In una scuola nuova. Fantastico.
Almeno, cercai di convincermi loro non sapevano niente. Di me, del mio problema.
 

Così incastrata tra le cianfrusaglie di cui papà non voleva disfarsi e ascoltando distrattamente le chiacchiere dei miei sentii per la prima volta da troppo tempo la speranza invadermi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve!
Allora... Questo primo capitolo è una specie di seconda introduzione.  

Ringrazio infinitamente le meravigliose 4 persone che hanno messo la mia storia tra le seguite:
1 - ArwenBlack
2 - lisasepe9
3 - mary96twilight
4 - symbolique
 

 

symbolique: Grazie! Sei la prima persona che mi recensisce, che bello!
Spero che da qui in avanti la storia sia più avvincente e ti piaccia! (effettivamente avevo scritto davvero poco, nel 1° cappy!)
Un bacio

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Capitolo 3
*** L’espresso di Hogwarts ***


Eccomi di nuovo tra voi. Ho attraversato le paludi delle virgole e dei punti, la foresta degli accenti e della Coerenza, arrivando quasi indenne da Voi.
Ho impiegato molto tempo a causa della mia adorabile famiglia che ha deciso che non è possibile per una ragazza usare così tanto il computer. :O
Vi faccio notare il cognome del nuovo personaggio, preso da Slash (il chitarrista dei Guns N’Roses nella meravigliosa formazione degli anni Novanta – piccola deformazione musicale ;P).
Comunque bando alle ciance e ai vaneggiamenti vi lascio al capitolo.

Un importantissimo avviso: ho deciso che posterò ogni settimana e se scriverò capitoli corti posterò due volte a settimana. Per i reclami rivolgetevi alle persone di cui sopra.

Per le risposte alle recensioni, vi aspetto in fondo al capitolo.
Spero che vi piaccia. Buona lettura.

 

 

 

L’espresso di Hogwarts

Il treno di fronte a me era scarlatto.
Riluceva nella placida luce di metà mattina, antico e nuovo nello stesso tempo. Antico perché avevo visto treni a vapore solo nei musei babbani a cui pà mi aveva portato. Nuovo perché sembrava appena uscito dalla fabbrica che l’aveva costruito. Emanava un’aurea magica, perfetta. Era quasi in solitudine, là ritto sui binari, immobile contro il tempo e contro tutto e tutti.
Ragazzi d’ogni età salivano e scendevano senza sosta, in un trambusto reso ancora più forte dai richiami dei gufi e delle civette, dai miagolii dei gatti e dal gracchiare sporadico dei rospi.
Un vociare incredibilmente forte pregnava l’aria, urli e saluti rimanevano sospesi mezz’aria.
Ero incantata. Nella mia vecchia scuola non era così. Arrivavamo alla spicciolata, con i nostri genitori, o da soli. Venivamo ospitati in un campus, come quelli dei college babbani e nei week end potevamo spassarcela in spiaggia. La mia scuola era vicino a Los Angeles, California. Una scuola di magia.
Mio padre mi strinse la spalla.
«Devi andare, prici. O partirà senza di te.»
Mia mamma mi guardò, assottigliando gli occhi. «Non mi dai nemmeno un bacino d’addio? Che razza di figlia sei?»
Mi avvicinai e lei mi cinse in un abbraccio soffocante appoggiando la testa nell’incavo del mio collo. Come faceva sempre quando ero piccola. Adesso però ero più alta della mia mammina. Ridacchiai. La mia piccola mammina.
«Dai mamy non piangere, ti scriverò ogni giorno.»
Tirò su con il naso. «Sicura?»
«Promesso.»
«Torni a casa a Natale?»
«Non so, mà. Può darsi…»
Sapevo che le parole che aleggiavano nel nostro discorso. Potevo essere buttata fuori da Hogwarts in qualsiasi momento. Mamma e papà lo sapevano. Sentivo le discussioni sussurrate di notte, mentre erano convinti che dormissi. Sentivo i loro sguardi preoccupati addosso, le frasi che tacevano, la paura di quello che ne sarebbe stato di me se mi avessero espulsa di nuovo. Sapevo. E il sapere non faceva altro che aumentare il mio affetto verso di loro, la mia dipendenza e la mia fragilità. Volevo loro così tanto bene che mi si stringeva il cuore all’idea di andare via. Di affrontare da sola la mia vita.
Ma dovevo.
Con uno slancio li abbracciai entrambi, quasi soffocandoli. Ricacciai le lacrime che minacciavano di uscire e baciai le loro guancie umide.
Mi staccai e li guardai. «Comportatevi bene. E… mi raccomando, quando ero piccola volevo un fratellino. Ma adesso siete un po’ troppo vecchiotti…»
«LIZ!»
«Ok, ok… Mi raccomando…»
Il treno fischiò. «Vai, princi. E ricorda che ti vogliamo bene!»
Sorrisi loro e salii sul treno.
Non potevo più tornare indietro.

***

 

Cercai uno scompartimento libero.
Il treno era affollato, solo nell’ultimo scompartimento, trovai due ragazze, una seduta composta mentre leggeva un manuale dall’aria pesante e per nulla interessante e l’altra mezza distesa, la testa appoggiata sulle gambe della prima, con gli occhi chiusi. Non sapevo se dormiva o no.
Bussai, aprendo la porta.
«Scusatemi, il treno è quasi tutto occupato, possa sedermi?»
La prima ragazza sorrise. «Certo. Accomodati pure»
Entrai e mi chiusi la porta alle spalle. Mi sedetti sulla fila opposta rispetto a loro. Le osservai con discrezione.
La ragazza distesa aveva dei capelli biondi, lisci come spaghetti. Una frangetta le nascondeva la fronte. Era abbronzata, e molto. Una mano abbandonata su una gamba mostrava uno smalto fucsia. Indossava una maglia degli Beatels, con una stampa del logo davanti. I jeans erano strappati ad arte. Era una ragazza affascinante, mi ispirava fiducia, pur non conoscendola.
L’altra era una bella ragazza, i suoi lineamenti erano fini, armoniosi. I capelli rosso scuro dondolavano sulle spalle, leggeri. Le sue iridi erano di un meraviglioso verde smeraldo. Alcune efelidi le ornavano il naso, donandole un’aria da ragazzina. Indossava già la divisa e al petto aveva appuntato una spilla oro e rossa con incisa una sontuosa C.
Il suo abbigliamento mi ricordò che indossavo ancora i jeans e una maglietta gialla.
«Devo mettermi la divisa?»
«Prego?»
Indicai il mio abbigliamento. «Devo indossare la divisa?»
Mi sorrise. «Sarebbe meglio…»
Come una stupida mi accorsi che non mi ero ancora presentata. Che figura!
«Ehm… Comunque sono Elisabeth Hudson. Piacere!»
Lei mi sorrise. «Io mi chiamo Lily Evans, felice di conoscerti!» indicò l’altra. «La dormigliona qui è Mary Lyson. Perdonala – la voce piena d’affetto – credo che ieri abbia fatto le ore piccole.»
Le sorrisi di rimando.
«Non ti ho mai visto ad Hogwarts… A quale Casa appartieni?»
«Ancora non so. Sono nuova.»
Lily sbatté le palpebre. «Davvero? È di che anno sei?»
«Settimo»
Appoggiò il mento sulle mani incrociate: «Strano. Non ho mai sentito di persone ammesse al settimo anno. Dev’essere difficile, con il M.A.G.O. alle porte e tutto il resto.»
«Già. Ho dovuto studiare per tutta l’estate.»
«Povera!»
Sorrisi. «Come se non bastasse, non sono maggiorenne, quindi non ho mai provato veramente gli incantesimi. Tu, invece di che anno sei?»
«Anch’io settimo.»
«Uao! Che fortuna! E lei?»
«Pure!»
«Spero di finire nella vostra casa allora! Ehm… Siete nella stessa casa?»
«Sì, grifondoro.»
«E la spilla a che serve? Scusa, ti sto interrogando!»
«Sono Caposcuola.»
«Davvero? Ma…»
La porta si aprì improvvisamente e due ragazzi entrarono, probabilmente della mia età.
Uno era alto un metro e settanta, più o meno, l’altro era più alto, presumibilmente uno e novanta.
Il primo aveva i capelli neri, arruffati, anzi più che altro sparati in tutte le direzioni. Gli occhi erano nocciola, nascosti dietro un paio di occhiali. Il viso era sottile, glabro. Era un bel ragazzo, l’aria spigliata con cui si guardava intorno doveva aver mietuto molte vittime tra le ragazze, anche se il naso lungo era storto come se fosse rotto un paio di volte.
L’altro aveva capelli neri, un po’ lunghi, che gli ricadevano distrattamente sugli occhi. Gli occhi erano grigi, il naso dritto e la mascella era squadrata. Una leggera barba gli ornava le guance e il mento. Era un ragazzo molto attraente, elegante nella sua non eleganza, si guardava intorno come se non gli importasse di tutto il resto, come se sapesse che ovunque avesse posato gli occhi avrebbe incontrato orde di ragazzine adoranti pronte a esaudire ogni suo ordine.
Il primo non appena entrò puntò la sua preda.
«Evans! Non mi saluti?»
«No grazie, gradirei che te ne andassi, invece.»
«Sono appena arrivato… non ti sono mancato?»
«No.»
«Peccato. – mi guardò – Chi è la tua amica?»
«Chiediglielo tu, no?»
«Chi sei?»
«Mi chiamo Elisabeth Hudson.»
«James Potter, piacere.»
«Ramoso, torniamo dagli altri? Sono annoiato.»
«Ma sei un maleducato! Presentati!»
«Sirius Black. Adesso però andiamo.»
«Evans, esci con me?»
«No»
«Eddai!»
«Ho detto di no! Se non te ne vai ti affatturo.»
«Mi piacciono le donne passionali.»
«Ti odio.»
«Mi piace anche l’odio. È molto simile all’amore, sai?»
«Potter, va al diavolo. Anzi evapora»
«Cosa mi dai se me ne vado?»
Black sbuffò. Poi prese Potter per un braccio e lo trascinò via. Lily sospirò, poi mi guardò.
«È dal primo anno che mi tormenta. Credo di essere l’unica, oltre a Mary a non essere perennemente ai suoi piedi.»
Ridacchiai. «Pedante?»
«Noooo… Giusto un pochino!»
Qualcosa nella sua espressione mi suggeriva che forse avevo trovato un’amica. Forse.
Ma la speranza è l’ultima a morire, no?

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J. K. Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

 

E anche questo capitolo è finito! Sono le 23 e 51, e ho appena finito di scrivere.
Lo posterò domani (che per voi è oggi), infatti con la mia sfortura mi si è bloccata la linea.

Se ho scritto male, perdonatemi: sono reduce da un’intera giornata all’Ikea e di shopping e da una di pure pulizie!

 

 

Ringrazio anche chi ha messo questa storia tra:

I preferiti:

1 - mick_angel [Contatta]
2 - Piton nel cuore [Contatta]

Le storie da ricordare:

1 - animegirl91 [Contatta]
2 - Piton nel cuore [Contatta]
3 - vane91 [Contatta]

E le seguite:

1 - ArwenBlack [Contatta]
2 - Dody Sharleen Black [Contatta]
3 - ggmm [Contatta]
4 - kirej [Contatta]
5 - lisasepe9 [Contatta]
6 - mary96twilight [Contatta]
7 - Piton nel cuore [Contatta]
8 - symbolique [Contatta]
9 - Vodia [Contatta]

Ringrazio poi tutte le persone che leggono.

Ringrazio infinitamente i tre angeli che hanno commentato:

morgana92 [Contatta]

Hey!

Spero che questo capitolo ti chiarisca le idee, e ti piaccia soprattutto. Grazie per la recensione.

Un bacio!

symbolique [Contatta]

Salve!

Prendo alla lettera la tua richiesta. Non solo è più lungo ma è anche meno descrittivo/introspettivo. Ti ringrazio per la recensione, e spero che questo capitolo ti piaccia almeno la metà di quanto mi è piaciuto scriverlo.

Un bacio!

Piton nel cuore [Contatta]

Hai perfettamente ragione, adesso che me lo fai notare. Il 1° cappy stava anche nell’inizio in cui Bella diceva che morire per qualcuno che ami è un bel modo di morire.

La lunghezza dei capitoli non è un mio forte, ma mi sono applicata, questa volta.

Spero che anche questo terzo capitolo ti sia piaciuto.

Un bacio!

Se poi volete fare felice una povera autrice, salutate il mio amico pulsante blu. Cliccatelo e scrivete quello che pensate!
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Lo smistamento ***


 

 

 

Non è un’allucinazione dovuta dal caldo. Sono davvero io!
Non sono riuscita a finirlo prima di partire per le mie feriucce e l’ho completato nell’unico posto al mondo dove non c’è internet. Così, invece di postare un capitolo senza senso e molto corto ho deciso di postare quando il chappy fosse stato un minimo soddisfacente.
Dal momento che la soddisfazione è lontana, temo che dovrete leggere ad un capitolo senza senso e pure in ritardo. Spero che vi piaccia.
Un’ultima cosa. Il passato di Elisabeth è difficile, ma il fatto che la sua adolescenza non sia stata rose e fiori è proprio dovuta dal fatto che è un’adolescente. Vi sarà capitato, di vedere una ragazza che non riesce, per quanto lei desideri uniformarsi, ricevere un po’ di popolarità. Ma proprio perché il prezzo da pagare è la perdita di tutto ciò che la rappresenta e che la distingue, lei non può.
Tutto questo discorso è bene che lo ricordiate, perché il fatto che Elizabeth non abbia mai avuto amici, non dipende dal fatto che sia una strega. Solo che sia umana.
Detto questo, buona lettura.

 

 

 

 

 

 

Lo smistamento

 

 

Strano per una come me sperare.

Avevo paura. Paura di quello che avrei fatto, di come mi sarei sentita dopo aver assaggiato la mela e esserne privata.

La mela. La felicità, l’adolescenza a cui ero stata privata troppo presto.

Non avevo mai avuto amici. O meglio ne aveva avuti, ma non veri, di quelli per cui rischieresti la vita. I miei amici erano solo disposti a considerarmi diversamente dal solito cactus perché improvvisamente avevano bisogno di me. O meglio, quando l’altra allegra combriccola li abbandonava, allora io esistevo.

Ero impopolare non perché ero speciale, come diceva mia madre, o diversa dicevo io. No, quello l’avevo scoperto dopo.

Ero impopolare semplicemente perché non mi comportavo come loro, perché avevo le mie idee. Tutto qui.

Ero dovuta crescere tra pile di libri, cercando sempre di migliorare i miei voti, i miei risultati, per dimostrarmi, anzi per dimostrare loro che ero superiore. Perché nonostante le qualifiche raggiunte, nonostante i ruoli e le mansioni che mi affidavano, nonostante tutto, in fondo al cuore sapevo che se non avessi avuto quei quattro, cinque voti che mi separavano da loro, non sarei stata nulla. Da loro, che bastava cambiare smalto o pettinatura che tutti si prodigavano in complimenti smielati.

Era meglio la mia placida solitudine.

Dovevo continuarmelo a ripetere.

 

Il treno continuò il suo viaggio, fortunatamente Black e Potter non ci infastidirono più.

Lily svegliò Mary per l’ora di pranzo, quando una deliziosa donnina con un vassoio del tè passò per portare tutto quello di cui avevamo bisogno.

Mary comprò quasi mezzo carrello, iniziando allegramente a trangugiare Cioccorane e Gelatine. Io iniziai a mangiucchiare il mio Zuccotto di Zucca, il mio dolce preferito.

Lily mangiò distrattamente un toast e alcune caramelle che Mary le offriva.

C’era una specie di rituale tra loro, sedute a gambe incrociate in quello scompartimento. Un rituale che conquistò anche me. Con loro riuscivo ad aprirmi, a stare bene. Era una sensazione che con ogni altra singola persona ero riuscita ad ottenere solo dopo almeno due anni. Mi coinvolsero nei loro discorsi: ragazzi, shopping, ragazzi, Quiddich, il ragazzo bruno che Mary aveva conosciuto ieri, scarpe (il mio nuovo acquisto che Lily adorava), ragazzi. Il solito, insomma.

Scoprii che Potter era così invadente dal primo anno, che Mary correva dietro ad un amico di Potter e Black, un tipo che mi aveva indicato poco prima che arrivassimo ad Hogsmeade, trasognata e sognate, sostenendo che fosse “così bello e affascinante… Quelle cicatrici che gli danno un’aria vissuta…”. Che Lily era particolarmente interessata ad un biondino di Corvonero e che forse quest’anno si sarebbero messi insieme. Scoprii che Mary adorava vestirsi come una pazza, cosa che mi mostrò infilando un cappello dai colori sgargianti che sembrava una calza della nonna, tutta rattoppata con un’infinità di buchi. Che Lily, sempre ligia all’ordine e al dovere era stufa di seguire le regole e si sentiva un po’ ribelle, che Mary era la vera ribelle e aveva distolto Lily dalla retta via: “Con un’amica come lei tutti cambiano, sai?”.

Scoprii che Lily era una vera appassionata di Quiddich ma che non lo guardava mai per via di Potter. “Parola mia! È impossibile guardare una partita in pace con tutte quelle oche che starnazzano ogni volta che Potter respira! E con lui che quando mi vola vicino mi invita a uscire!” e che Mary giocava nella squadra di Grifondoro come Cacciatrice e una memorabile volta aveva gettato un incantesimo sul Potter Fan Club trasmutandole in vere ochette. Mi dissero che più del Potter Fan Club odiavano il Black Fan Club, che infestavano la Sala Comune, la Biblioteca, il parco, la Torre d’Astronomia tutti i luoghi in cui bazzicava Black, da solo o in compagnia degli altri Malandrini ossia Black, Potter, il misterioso ragazzo di cui Mary era persa e di un altro, che non brillava per personalità. Il BFC non si limitava a spiare Black come il PFC seguiva Potter, ma inventava diaboliche penitenze per chi si avvicinava troppo a Black. Per loro troppo equivaleva a qualche chilometro. Capitava poi che se eri nella Sala Comune con lui (e un’altra sessantina di persone) eri troppo vicina e dovevi sottoporti all’interrogatorio: una serie di domande il cui tempo variava: “La povera Fanny Jackson è stata interrogata per tre giorni perché aveva chiesto a Black una matita, te la ricordi Lil?”.

Non si limitavano a questo a quanto mi dissero. Preparavano filtri d’amore alquanto poco funzionanti a meno che Black non fosse così intelligente da evitare di mangiare quello che il BFC gli regalava come esponente onorario. “Una volta Gil Preston ne ha mangiato uno per sbaglio ricordi? È andato da Madama Chips e l’ha curato per avvelenamento… Se l’è vista brutta! Erano scaduti da qualche mese e Black non li aveva gettati!”

 

Non c’era tanto da dire di me. Raccontai loro della mia scuola, di dove fosse, anche se non sapevo dov’era esattamente. Spiegai che non avevo un ragazzo – mai avuto uno – e che ero stata sempre stata troppo timida per dichiararmi. Che arrossivo senza una ragione precisa e che, forse, per questo Daniel Kyleson mi evitava ridendo. E che tutti capivano sempre che mi piaceva.

Raccontai del fatto cha avevo conosciuto persone, e me ne rendevo conto parlando con loro, ipocrite e opportuniste.

 

Fu così, che tra chiacchiere, Zuccotti di Zucca, Cioccorane e Gelatine, conobbi quelle che probabilmente sarebbero diventate le mie migliori amiche.

 

***

 

Uscimmo dal treno in un’enorme fiumana. Quasi trecento persone scalpitavano e spingevano per uscire. Quando, finalmente fummo fuori, nella tiepida aria serale, respirai liberamente. Mary si teneva la testa tra le mani, dopo aver quasi tentato di schiantare mezza gente che le bloccava la via di fuga. Aveva iniziato a respirare affannosamente e Lily le aveva fatto un incantesimo. Pareva che fosse un problema che si sviluppava sempre.

« Maledetta claustrofobia! » borbottò Mary.

Trovammo posto in una strana carrozza senza cavalli. Mi godetti il viaggio con le due ragazze e un altro, probabilmente di un paio d’anni più piccolo.

Non appena la carrozza si fermò, ci avviammo all’entrata. Una folla spingeva per entrare, in un caos così tremendo che temetti che Mary potesse vomitare sulle mie scarpe.

« Elisabeth Hudson! » chiamò una voce autoritaria, che risuonò sopra il frastuono.

« Perché la McGranitt ti chiama? »

« Ehm… Esattamente chi è la McGranitt? »

« La professoressa di Trasfigurazione, la vice-preside. Sta attenta, è un po’… »

« Rigida come un manico di scopa! E soprattutto, NON ci favorisce, quella bisbetica, bastar… »

« Mary! »

« Ok, ok… Era solo per farle sapere com’è. »

« Meglio che vada. Ciao ragazze! Spero di rivedervi! »

« Ciao! »

Cercai un varco e mi diressi verso una donna severa. I capelli corvini erano fermati in un alto chignon sulla nuca, mentre sul naso aveva appoggiati un paio di occhiali squadrati. Indossava una veste da strega blu notte.

Appena mi avvicinai mi intimò:

« Seguimi. »

Mi accompagnò in uno studio. Tranne una scrivania in mogano e sedie alte dall’aria poco comoda, l’unica altra mobilia erano alcune librerie stracolme di libri.

« Siediti. »

Obbedii. La McGranitt sorrise.

« È inusuale per noi accettare una studentessa al settimo anno. Ma Silente è convinto che ce la farai. È chiaro però che per te sarà dura. Ogni professore testerà le tue conoscenze per sapere se sei all’altezza o se è meglio che frequenti un altro anno. Ovviamente puoi sempre chiedere al direttore della tua Casa di cambiare il tuo anno, se lo desideri. Oppure puoi chiedere a me. Sono la vice-preside, dopotutto. »

« Quando cominceranno i test? Oggi? Dopo cena? »

« Dopo cena no. Domani. O alla prima lezione che avrai con loro. Hai altre domande? »

« No. Almeno, adesso no. »

« Allora. In qualunque Casa sarai smistata, sappi che le tue vittorie aggiungeranno punti e prestigio alla tua Casa. I tuoi errori li toglieranno. Vivrai con i tuoi compagni, mangerai con loro e dormirai nei dormitori della tua Casa. Sarà la tua famiglia.

Spero che sarai felice dello Smistamento, dovunque esso ti assegnerà. Credo sia tutto. »

Annuii.

La professoressa si alzò e io la imitai.

« Allora è meglio andare a cenare. Sarai affamata. »

« E lo smistamento? »

« Avverrà appena finito quello dei ragazzi del primo anno. » guardò l’orologio al polso. « Meglio sbrigarsi. »

« Va bene. »

Ripercorremmo il percorso al contrario. Mi fece fermare in una saletta. Dagli schiamazzi che rimbalzavano lungo le pareti la Sala Grande era vicina.

Probabilmente erano alla fine dello Smistamento.

Dopo che Wilson Thomas fu assegnato a Corvonero e la Sala esplose in un’unica ovazione, e sentii la McGranitt chiamarmi.

Entrai in Sala Grande. Ogni persona mi fissava, centinaia di occhi puntati su di me.

Come un sol uomo tutti gli studenti iniziarono a parlottare con il proprio vicino, in un crescente brusio. Mi fissavano persino alcune figure evanescenti, i fantasmi. Con l’unica differenza che sorridevano.

Silente – sapevo che era lui dalla figurina nelle Cioccorane – si alzò e tutta la Sala tacque.

« Ho deciso di ammettere questa ragazza al settimo anno. Si è trasferita dallo Stato della California quest’estate. Vorrei che la trattaste come qualunque altra vostra compagna in qualunque Casa sarà smistata. Professoressa McGranitt, proceda. »

la McGranitt mi posò in testa un cappello malandato e rattoppato.

Sentivo una vocina nella testa. Era strano.

Mmm. Difficile… E io dove ti metto?

Sei intelligente, coraggiosa… Difficile, davvero difficile.

Ho deciso: GRIFONDORO!

L’ultima parola fu urlata a tutta la Sala.

Mi tolsi il cappello, più leggera. Ero stata smistata. A Grifondoro, con Lily e Mary.

Mi sedetti tra loro al settimo cielo.

« Brava! »

Mary quasi improvvisò un balletto:

« Sei una Grifondoro! Sei una Grifondoro!!!! »

« Grazie ragazze… Mmm… Quand’è che si mangia? Ho una fame! »

Silente si alzò di nuovo: « Preferisco lasciarvi cenare, prima di tediarvi con un lunghissimo discorso da vecchiaccio. Quindi, buon appetito! »

Applaudimmo tutti, era il miglior discorso che avevo mai sentito. Soprattutto perché stavo morendo di fame. Guardai Silente, seduto al posto d’onore, sulla tavolata degli insegnanti. All’improvviso, come se sapesse che lo stavo osservando, interruppe la sua discussione con la McGranitt si girò verso di me. I nostri sguardi si incontrarono e lui mi sorrise, alzando la sua coppa verso di me. Gli sorrisi di nuovo, poi fui riportata alla realtà da Lily:

« Vuoi peperoni? » mi chiese porgendomi il piatto.

Spalancai gli occhi. Tutti i vassoi erano pieni e ogni studente si stavano servendo di cibo.

« Sei una Grifondoro! Sei una Grifondoro!! »

« Mary! Ho capito che sei felice, adesso però piantala! »

« Ma che carine! Abbiamo una nuova piattola! » Potter prese del purè dal suo piatto e ce lo tirò addosso.

« Potter, smettila! »

« Cara Evans, cosa mi dai se la smetto? »

La sua occhiata lasciva mi diede il voltastomaco.

« Hai visto Felpato? Le tre ragazzine sono insieme, che allegria! »

Evitai di commentare. Anzi, guardai gli altri due ragazzi accanto a questi due pozzi di finezza.

Un ragazzo alternava lo sguardo da Black, Potter e noi, come in adorazione. Ogni volta che pronunciavano qualcosa si agitava sulla sedia, quasi applaudendo e ingurgitando cibo in modo febbrile.

Alla sinistra di Potter c’era un altro ragazzo, aveva un’aria stanca, non dormiva molto a giudicare dalle occhiaie pesanti sotto gli occhi. Il viso era segnato da molte cicatrici. Era il ragazzo di cui Mary era persa. Se ne stava chino sul piatto senza né approvare, né denigrare quello che Potter o Black dicevano.

Erano i Malandrini.

Un gruppo di ragazze adoranti sospiravano a intervalli regolari, teatralmente. Avevano occhi solo per quei due sbruffoni. I loro piatti erano intatti.

Potter lanciò un’occhiata a Lily e si passò una mano tra i capelli arruffati, facendoli sembrare attraversati da una corrente elettrica.

Lily sbuffò. Mary mi guardò sorridendo e alzando gli occhi al cielo, poi tornò al suo piatto.

Sembrava una prassi, frecciatine, risposte, frecciatine, mano sui capelli.

Povera Lily!

 

***

 

Mangiai un po’ di tutto poi quando tutti i dolci furono spazzolati, le coppe svuotate e i commensali satolli, il Preside si alzò.

Abbracciò la Sala con le braccia aperte e disse:

« Prima di lasciarvi ai vostri letti, Mastro Gazza ha chiesto di ricordarvi alcuni importanti avvisi. L’ingresso della Foresta Proibita è da vietato a chiunque. Ed è bene che gli studenti più anziani lo ricordano.

La lista completa degli oggetti non ammessi è affissa nello studio di Gazza ed è consultabile da chiunque lo desideri. Credo ammonti a più o meno duemila oggetti.

Nessuno studente può uscire nel parco dopo il tramonto e in questo chiedo ai Prefetti e ai nuovi Caposcuola di vegliare sul rispetto di tale divieto.

Domani iniziano le lezioni. Spero vi riposiate nei vostri letti caldi e siate pronti per iniziare un nuovo anno scolastico. Buona notte! » si sedette.

Subito si udirono voci chiamarsi, rincorrersi senza capire dove finiva una e iniziava l’altra. Alcune risuonavano sopra altre: « Primo anno con me! » file compatte di ragazzini uscirono dalla Sala Grande, diretti nelle Sale Comuni.

« Ehm, ragazze, non per essere rompiscatole, ma… dove sono i nostri dormitori? » In preda al panico mi ricordai che la McGranitt non mi aveva detto dove si trovavano.

«Tesoro… credi che la mia spilla non serva a niente? E poi, siamo amiche, no? Non potremmo certo lasciarti dormire nella Sala Grande! »

Lily e Mary mi accompagnarono nel nostro dormitorio. Cinque letti a baldacchino erano pronti per ospitarci, davanti ad ognuno c’era il nostro bagaglio.

Troppo assonnate per parlare, ci infilammo i pigiami e ci addormentammo appena la nostra testa toccò il cuscino.

 

 

 

 

 

Credo di aver già detto tutto nell'introduzione.

I tempi di aggiornamento da settembre a fine ottobre saranno critici. Con l'università, la Vendemmia (che odio con tutto il cuore), il lavoro... il tempo per scrivere è davvero poco.

In ogni caso spero che questa storia non vi deluda. Vi ripeto ancora che per ogni richiesta/ingiuria/critica, sono qui (anche per gli apprezzamenti!).


Ringrazio infinitamente coloro che hanno messo questa storia tra:

I preferiti

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E ovviamente tutti quelli che leggono.
Un ringraziamento speciale va a

symbolique [Contatta]

Ma ciao!!
Sono moooolto felice che la lunghezza del capitolo ti stia bene *fiuuu, che sollievo, già ti immaginavo con un fucile in mano*. Ebbene sì. La mia fatica parla dei Malandrini. Li adoro pure io… ma non mi piace Minus, sarà perché è uno schifoso voltagabbana?

Il passato di Elizabeth è misterioso, e continuerà ad esserlo (muahahah) ancora per un po’. Non ho idea tra quanto perché ho in mente uno svolgimento ma non diviso per capitoli. Anch’io adoro le liti tra James e Lily, più che altro sono ispirate dalle quelle tra me/mio fratello…
Adoro Sirius *_* ma penso che si capisca già…
Spero che anche questo capitolo ti piaccia, è stato quasi un parto!
A presto

 

 

 

 

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J. K. Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

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Capitolo 5
*** Mattina presto ***


Me si avvicina furtiva alla pagina, clicca su aggiungi un capitolo e poi clicca su invia.

So che avevo detto che gli aggiornamenti sarebbero stati critici, ma speravo di riuscire a postarlo molto prima.

Attenzione: Il PFC è il Potter Fan Club, mentre il BFC è il Black Fan Club. La Mc è la McGranitt.

Scusate l’attesa, vi lascio al capitolo.

Ci vediamo sotto.







MATTINA PRESTO




« Vi volete alzare? » la voce di Lily Evans, Grifondoro, 7° anno, Caposcuola, mi strappò dal mio meraviglioso sogno. Gli uccellini salutavano il nuovo giorno, allegri e festanti ma nessuno, nessun uccellino, nessuna maledetta specie dal canto leggiadro e festante poteva nemmeno lontanamente avvicinarsi all’acutezza dei soavi toni a cui Lily poteva arrivare, di prima mattina.

« Eh? Che ore sono? »

« Ora di svegliarsi, Mary! »

« Naaaa… »

« Perderai la colazione! »

« Prendimi qualcosa! »

« Pelandrona! Ormai sei sveglia! »

« Noo… È così caldo sotto le coperte… »

« Ancora cinque minuti » borbottai, parlando per la prima volta.

« Elisabeth Hudson, alzati o scrivo ai tuoi di mandarti una Strillettera! »

« Non sai nemmeno dove abito. »

« Mercy ha trovato tutti finora, con o senza indirizzo »

Ero sepolta sotto quintali di coperte che mi assicuravano una temperatura quasi equatoriale. Da quando la Pazza aveva acceso la luce anche la mia testa era sparita sotto il groviglio caldo, anche così però la voce di Lil era terrificante, di prima mattina.

« Se ti stai chiedendo chi diamine è Mercy, Elly è il suo gufo. Credo sia per Mercurio. Mah! Comunque, fidati. Lo farà. A me l’ha fatto. »

Alzai la testa perplessa.

« Elly? Che significa Elly? »

« Beh. Elisabeth è troppo, troppo… troppo accademico, ecco. Palloso. Elly è molto meglio. »

« Oh, bè. Se lo decidi tu… »

« Non avevi un soprannome carino. Te l’ho trovato. »

« I miei mi chiamavano Liz… »

« Bah. È fuori moda. » Incrociò le gambe sul letto guardandomi di sottecchi.

« Non te lo cambierà, è testarda come una capra. » borbottò Lily.

« Scimmia »

« Gallina »

« Balena »

« Elly è ok! » tentai di fermare quella lezione zoologica.

Entrambe mi guardarono truci.

« Zitta! »

« Oh beh, grazie. Sempre così dolci, così care! »

« Ma la volete piantare? Siete delle comari! »

Una voce del tutto nuova mi fece girare. Ora che non ero assonnata o piena come un uovo di cibo squisito, mi accorsi che non eravamo solo in tre nel dormitorio. Eravamo in cinque.

Una di loro, aveva il viso impiastricciato di qualcosa di verde scuro, dall’aria poco sana. I capelli erano legati tutti insieme poco più in su della fronte. Sul pigiama, rosa confetto, facevano bella mostra due fettine di cetriolo, che probabilmente dovevano essere applicate sugli occhi.

L’altra, invece, aveva i bigodini in testa e dalla bocca si intravedeva una sottile linea bianca di saliva rappresa.

Lo sguardo delle due ragazze scivolò su Mary e Lil per posarsi su di me. Mi squadrarono, indugiando sul groviglio di capelli annodati – mamma mi diceva sempre che assomigliavo a Medusa, di prima mattina –, sul mio pigiama lungo con l’intera famiglia di ranocchie che saltellavano allegre e sui miei piedi coperti da degli spessi calzini di lana gialli.

« È la nuova? » chiesero, non rivolgendosi a me.

« Sì. » rispose seccamente Mary

Ma sì… parlate pure di me come se non ci fossi! Indosso un mantello dell’Invisibilità, dopotutto.

« Perché l’hanno ammessa quest’anno? »

« E io che diavolo ne so? Torna a dormire Gwen. »

« Ormai sono sveglia. Mio il bagno! » ululò saltando in piedi.

Mi girai a guardare Mary. Alzò gli occhi al cielo e io mi buttai sul cuscino per non scoppiare a ridere.

Dopo almeno mezzora la ragazza uscì, avanzò minacciosa verso di me e mi tese la mano.

« Piacere, Sono Gwen Bakers. Se hai bisogno di una confidente, non esitare a cercarmi. »

Sì, certo. Confidente. Per poi sbandierare a mezza Hogwarts quello che mi succede. Che ho scritto in faccia, Troll?

« Elisabeth Hudson » sorrisi ad ogni modo.

« Chiamala Elly. »

Sia io sia… sia… Gwen, credo, ci girammo verso Mary. Lei guardandola con lieve curiosità, io con un’improvvisa voglia di avakevradizzarla, cosa che non la turbò minimamente, anzi la fece ghignare apertamente.

Notai improvvisamente la mancanza dell’altra, la bigodina.

Chiesi alla sua amica dove fosse e lei, con un’alzata di spalle scosse la testa.

Ormai non aveva più senso tornare a dormire anche se la prospettiva era allettante.

Guardai Mary tornare sotto le coperte. Beata lei.

« Lily, ti serve il bagno? » chiesi.

« No, vai pure. Aspetta che ti accompagno. »

Agguantai il beauty, mi fiondai in doccia e quando uscii trovai Mary ancora addormentata, con Lily che cercava, inutilmente peraltro di svegliarla.

Mi guardò con un ghigno stampato sulle labbra, prese la bacchetta e la puntò alla sua gola. Si avvicinò all’orecchio di Mary e le sussurrò con voce maschile:

« Mary, amore… »

Lei si svegliò, spalancò gli occhi e disse con voce ancora gonfia di sonno, le palpebre che le si chiudevano:

« Rem, sei tu? »

Lily, la voce tornata normale, scoppiò a ridere.

Mary la guardò truce.

« Lily, stavo facendo un sogno bellissimo. Ti odio »

« Vediamo se indovino… Tu, un ragazzo del nostro anno, Grifondoro, capelli castano chiaro, sguardo sognante… »

« Sì… Noi, sulla Torre d’Astronomia… »

« In atteggiamenti… »

«Sìì… »

« Sei perversa! »

Mary agguantò il mio cuscino e attaccò Lily. Un colpo del mio cuscino colpì anche me e mi sentii legittimata a iniziare la guerra.

« Hey! Lei ci ha svegliato! Devi combattere contro di lei. »

« Hai ragione! »

Tirai una cuscinata a Lily e poi una a Mary. Giusto per non sbagliare.

Arrivammo a colazione in perfetto orario.

Mary lanciò un’occhiata assassina a Lily che fece finta di niente.

« L’hai fatto apposta! »

« Cosa? » chiese Lily innocentemente.

« Svegliarmi ad un orario indecente, ecco cosa! »

« Certo. Sapevo che ti saresti riaddormentata. »

« Ti odio »

« Anch’io ti voglio bene! »

Scuotendo la testa presi posto nell’enorme tavolata Grifondoro.

Lily però agguantò il mio braccio e mi sussurrò con una smorfia:

« Non questo! Sono i posti dei Malandrini! »

Alzai le sopracciglia. Lily Evans che si fa comandare da quelli?

Mary sorrise. « Sono asfissianti. L’ultima volta che ci siamo seduti qui, Potter si è messo vicino a Lily… E beh. Lei ha avuto il mal di testa per settimane. E poi… Quei due branchi di donnette sono il BFC e il PFC di Grifondoro… Ce ne sono anche agli altri tavoli… Mordono, te l’assicuro. »

Seguii lo sguardo schifato di Mary e incontrai le occhiate non proprio amichevoli di una mandria di… sante donne che brandivano il coltello spuntato per spalmare il burro sul toast come se fosse un’arma. Non usavano la bacchetta, ma il coltello.

Fortuna che queste sarebbero streghe!

Mi alzai, più per quieto vivere che per reale paura e mi sedetti accanto a Mary, Lily, la bigodina e ehm… Gwen.

« Piacere, sono Alice Spencer. Non sono riuscita a presentarmi questa mattina, spero che non te la prenderai! »

Le mie labbra si aprirono ad un sorriso spontaneo, non di circostanza: quella ragazza aveva parlato con una tale velocità che avevo dovuto impiegare tutta la mia attenzione, così di prima mattina per capire ciò che diceva e molto probabilmente avevo capito la metà.

« Aly, sicura di non aver bevuto una pozione allucinogena? » chiese Mary, alzando un sopracciglio.

« Chi io? »

« Uhm. Sì. » sorrise Mary, sbadigliando. « Mi sono sempre chiesta come fai ad essere così pimpante di mattina presto. »

Alice ridacchiò, versando del tè in una tazza.

« Certo che no. » Mary alzò le spalle, prendendo del succo di zucca.

Un ragazzo si avvicinò. « Ciao Mary! »

« Ciao Sean. Come è andata l’estate? »

« Bene, grazie. Sono andato in Australia a provare il surf. Senti… La Mc ha detto che dobbiamo chiedere al nuovo capitano se dobbiamo presentarci alle selezioni o se siamo già presi. Sai chi è? »

« No. Non ho parlato con nessuno. »

« Oh. Ok. »

« È Potter. » borbottò Lily.

« Ok, grazie. Ci vediamo Mary! »

« Lily… »

« Mhp? »

« Come sai che Potter è il nuovo capitano? »

« Sa tutto di me, Mariuccia. Mi pensa sempre. » s’intromise un’altra voce, maschile.

« Io non ti penso. Anzi vederti la mattina presto è deleterio. Vomiterò la colazione. » borbottò Lily.

« Non osare chiamarmi Mariuccia, Potter. Sarai anche il mio capitano ma posso sempre buttarti giù dalla scopa. »

« Siete la dolcezza fatta donne. Evans, vieni ad… »

« Non vengo ad Hogsmeade con te. »

« Non volevo chiederti questo »

« Cosa volevi chiedermi allora? »

« Evans, vieni ad Hogsmeade con me? »

« No, Potter. »

« Evans, ti va se… »

« Silencio! »

« Mmmph. » borbottò Potter.

« Ahhh… Silenzio. Grazie Lily, sei un angelo! » sorrise Aly.

« Adesso mi dici come facevi a sapere che lui è il nuovo capitano? »

Lily sospirò. « Mary sei insopportabile. L’abbiamo visto io e Elly, in treno, mentre dormivi. »

« E non me l’hai detto? »

« Potter non è al centro dei miei pensieri, sai? »

Chissà come avevo fatto a non notare la grossa spilla che Potter esibiva, appuntata alla divisa, e che adesso era appoggiata davanti al bicchiere di Potter, contemplata dal PFC.

« Arriva la strega. »

« Chi, Mary? »

« La Mc. Sta consegnando gli orari. Ma, non sorride mai? »

Ridacchiai nel mio caffè.

« Buongiorno Elly, ti sei decisa a muovere la faccia, finalmente! » esultò Lily.

« Eh? »

« Aly… Ne abbiamo un’altra. » sospirò Lily.

« Non ci posso credere! » rispose Alice.

No… Mi ero persa. « Cosa? »

« Un’altra addormentata! » sorrise Alice.

« E chi è? » Chiesi.

« Per le mutande di Merlino! Sei tu, Elly. » Lily era esasperata.

« Oh. E perché? »

« Sei in uno stato catatonico. »

« Ah. È presto. »

« Lo immaginavamo… » risero.

« Ecco gli orari. »

Mary agguantò il suo. « Uhhh… Abbiamo anche Incantesimi oggi! Sììììì…. Mi mancava il nanetto. »

« È pazza, Elly. Non ci badare. »

« L’avevo intuito. » ridacchiai.

« Andiamo? »

Uscimmo dalla lezione e ci avviammo alla nostra prima lezione, con un sorriso sulle labbra e una risata nella testa.

Ero felice.








N. d. Autrice.

N. d. Me.

Allora… Salve!

Questo capitolo è stato davvero un parto.

Prima non avevo tempo per scriverlo, poi mi è mancata la voglia e l’ispirazione se n’è andata.

Ho dovuto scriverlo in treno, andando e tornando dall’università.

Se avete visto la pubblicazione di questo capitolo, in questo week end, scusate. Non avevo risposto alle recensioni e l’html non era venuto bene. Ho preferito cancellare l’aggiornamento e rimandarlo ad un momento calmo.

Alloraaa…

In questo capitolo non succede quasi nulla, ma vengono introdotte Gwen e Alice. Adoro Alice.

Sono molto felice di come è venuta la trattazione del personaggio Mary.

È ispirata da una vera ragazza, che mi ha sopportato e sostenuto. Mi ha tollerato quando ridevo come un’idiota e mi ha risollevato davvero il morale. (No! Sto scrivendo da diabete!)

E anche la ringrazio di non avermi rincorso con un coltello da macellaio per averle tirato pacco questa mattina – cosa che probabilmente farà domattina. *Scusami stella…*

Ha anche accettato di rispondere all’intervista con domande, lo ammetto, davvero assurde.

Questo capitolo è dedicato alla mia Mary (lo so ti ho fregato il soprannome…).

(Questo è davvero da diabete!).

Ti voglio bene, Rosalie_Elly91.

Au revoir.

Un’ultima cosa… Lasciate una recensione!

Nebbia4e

Ringrazio queste persone per la recensione:

Rosalie_Elly91 [Contatta]

Cucciolaaaaa... qst ti piacerà -spero- XD Ti ringrazio... Non scriverò il coso da bimbaminkia perché IO non sono una di quelle. (ricordi qll che mi hai detto QUELLA MATTINA?) XD

Cmq spero che questo chappy ti piacerà.

Per le foto, non mi ricordo più i nomi delle attrici… :)

A presto

Nebbia4e

symbolique [Contatta]

Sì, AVEVO aggiornato. Appunto. E dopo quasi due mesi riaggiorno. Sono un vero fulmine! XD

Spero comunque che non mi toglierai la parola (NOOOOOOOOOOOOO) :D

Lily è un’appassionata di Quiddich perché , andiamo! Perché una ragazza brava non può seguire lo sport? Tze… solo perché Herm è negata! (è quello che dico ogni volta che viene fuori che le brave ragazze non seguono lo sport -.-)

Cmq darò un piccolo spazio o Mary e Rem, non sarà vitale ai fini della storia, ma povero, piccolo Moony… Una ragazza ce l’avrà avuta pure lui… E poi, anche a me piace tanto tanto… (cattiva Row che ce l’hai ammazzato, con il mio siriuccio… L )

Mille grazie per i complimenti.

Nebbia4e

mousseline [Contatta]

Cara! Sì, sì… Elly è semplice, una vera ragazza. Anche se è una strega. XD

Oddio, che è una Mary Sue? Ti dirò, quando l’ho letto, ho guardato su wikipedia e… ehm… Non ho idea se Elly sarà una MS perché non ho ancora capito cosa sia.

Spero vivamente che seguendomi, mi dirai se lo è o non lo è (una Mary Sue).

Anche tu sei patita per quel tipo d musica? XD

Siamo nate nel periodo sbagliato… XD

Cmq adoro le idiozie che non hanno nulla a che fare con la storia… XD

A presto

Nebbia4e

ALESSIA1992 [Contatta]

Sono molto lieta che ti piaccia qst “cosa”.

Lily, è Lily. L’ho sempre immaginata così…

Spero che questo capitolo ti piaccia.

A presto

Nebbia4e



Qualcuno ha recensito, ma poi ha cancellato la recensione. Non ho idea del perché e non ricordo il nome. Chiunque tu sia, grazie per i complimenti, tutto qua. Spero che tu non abbia cancellato per colpa mia.







Ringrazio anche chi ha messo la mia storia tra:

I preferiti

1 - ALESSIA1992

2 - i4ever

3 - kury

4 - lady musa96

5 - mick_angel

6 - mousseline

7 - Piton nel cuore

Le storie da ricordare

1 - animegirl91
2 - Daicchan
3 - Piton nel cuore
4 - vane91

I seguiti

1 - Acivodul
2 - bekka_chan
3 - BrianneSixx
4 - delichan123
5 - Dody Sharleen Black
6 - fuckinmind
7 - ggmm
8 - Helyanwe
9 - ila_sabaku
10 - kirej
11 - Lils Evans
12 - malandrina4ever
13 - Piton nel cuore
14 - Rosalie_Elly91
15 - symbolique
16 - Vodia

Infine, piccolo spazio pubblicitario, ossia le mie creazioni:

One- shot su Remus J. Lupin, il riassunto di tutta la sua vita.

Raccolta sui personaggi di Harry Potter: Verità nascoste, per chi volesse farsi una risata.

Vi prego di dare un’occhiata!

Alla prossima.

Nebbia4e

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