Come il vento tra le foglie

di Lady Flowers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


A volte è sorprendente come semplici parole di canzoni possano descrivere un’emozione, un momento o addirittura una vita. Questa è una storia come le altre, iniziata in un giorno qualunque e capitata a una persona qualunque, ma la differenza da altre storie è proprio il carico di emozioni che porta con sé. Sono Emi, una ragazza che frequenta l’università, e abito a Milano (città della totale frenesia!). In questo momento Eros Ramazzotti riempie la mia stanza con la sua canzone che è la mia preferita. Canta e dice “Com’è cominciata io non saprei, la storia infinita con te…” e più la ascolto e più mi emoziono ogni volta che capisco come queste parole descrivano una parte importante della mia vita che rimarrà per sempre dentro di me e per sempre ritornerà, ogni volta, con questa canzone. È in questo momento che la musica sovrasta i miei pensieri ed è una cosa straordinaria. Ma naturalmente bisogna fare un passo indietro. Tutto è iniziato quando dovevo cominciare il quarto anno di liceo classico. “Sveglia!” , disse mia mamma la mattina del primo giorno di scuola dopo le vacanze estive, “sei sempre in ritardo Emi, oggi è il tuo primo giorno di scuola e se lo inizi svegliandoti in ritardo chissà l’ultimo giorno!”. “Sì mamma, mi alzo!!”replicai. È proprio vero, sono una ritardataria cronica, ma che ci posso fare, sono così e non posso cambiare. Quel giorno c’era un magnifico tempo. Il sole era splendente in cielo e c’era quel leggero color arancio di fine estate che adoro. Arrivai a scuola e ritrovai tutti i miei amici, né uno di più né uno di meno. Ed eccola che appena entrata mi corre incontro, la mia amica, anzi la mia migliore amica: Antonella. Io e Antonella ci conosciamo da tanto e da tanto siamo migliori amiche. A lei ho detto delle cose che forse non sapevo nemmeno io. Lei è l’unica che mi capisce davvero e sa come prendermi in quei momenti in cui si è arrabbiati con il mondo. È unica insomma. Driiiiiiiiiiiiiiiin!!!!! Ecco la fatidica campanella: era iniziato il penultimo anno di liceo, ma non sapevo che sarebbe stato il più indimenticabile di tutti.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


A volte mi chiedevo come Antonella facesse ad essere così unica. Ci conosciamo da un po’ di tempo, io e Antonella, e a dire la verità all’inizio non è che eravamo proprio amiche, anzi, non ci sopportavamo affatto. Ma ritrovandoci nella stessa classe al liceo ha permesso di conoscerci meglio e diventare amiche inseparabili. Spesso mi capitava di pensare se un giorno dovessimo prendere strade diverse, ma ritornavo subito alla realtà e mi dicevo che eravamo giovani e dovevamo vivere la nostra amicizia fino alla fine, senza pensare quanto sarebbe durata. Così quel primo giorno di scuola è stato traumatico per tutti, ma nonostante questo era il giorno in cui si discuteva di più sui nuovi compagni delle altre classi e nuovi gossip di amori estivi. Antonella aveva un dono della natura circa lo scoprire le storie degli altri e loro amori nascosti e dunque subito mi informò dicendomi: “Oh Emi quante cose ti devo raccontare! Ma subito ti anticipo che nella 5a B dicono ci sia un nuovo tipo! Mah…. Chissà chi è!?!?” . “Davvero?? Bè non saprei… dai, magari nell’intervallo chiediamo a Luca” dissi. Luca era un nostro amico conosciuto al liceo che frequentava la 5a B ed era un anno più grande di noi. A lui si poteva chiedere tutto e tutto ti sarebbe stato detto. Così durante l’intervallo io e Antonella andammo nella classe di Luca. “Ciao Luca” disse Antonella “ma allora nella vostra classe c’è un compagno nuovo?” “Sì, si chiama Tommaso ma non so da dove arrivi; so solo che ha cambiato scuola ma non è un tipo che parla troppo!” rispose Luca. All’inizio non ci feci troppo caso alle parole di Luca, perché ero semplicemente disinteressata ai fatti ma avevo aiutato Antonella a soddisfare la sua voglia di gossip e questo mi bastava. Ma quando Luca indicò il nuovo ragazzo non riuscii ad astenermi dal curiosare chi fosse e fu così che un po’ per caso e un po’ per gioco lo vidi per la prima volta. Tommaso era alto, capelli neri corti, occhi scuri e corporatura muscolosa, ma non da accanito frequentatore di palestre, ma da perfetto atleta. Subito mi incuriosì la sua persone, perché a mio giudizio era la perfetta persona che io consideravo affascinante. Per il momento i miei pensieri si limitarono solo a quello, perché la campanella di fine intervallo era suonata e volenti o nolenti le lezioni dovevano riprendere.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il giorno dopo a scuola ci informarono che ci sarebbe stata la cosiddetta “Giornata delle diverse culture”, fra 2 giorni, e ogni classe avrebbe dovuto rappresentare uno Stato che poi sarebbe stato soggetto a voto da parte di altre classi. A dir la verità io ero assolutamente contraria a questo genere di cose, perché nonostante fosse interessante dal punto di vista culturale, era causa di una terribile confusione che coinvolgeva tutto l’istituto. Ma l’idea di perdere le lezioni quel giorno sovrastava qualsiasi altro pensiero. “Evvai Emi!!!” mi disse a un certo punto Antonella “questa idea mi piace proprio, soprattutto perché potremmo conoscere dei ragazzi carini delle altre classi!” “Ma smettila Anto!!!!” dissi “ sei sempre la solita! Piuttosto mi dai un passaggio a casa finita la scuola?” “Ma si Emi! E non fare la solita vecchia! Comunque non c’è problema per il passaggio.” “Ma che vecchia e vecchia!!!! Io non sono fissata come te, soprattutto perché in questo liceo non mi sembra ci siano dei bei ragazzi! Io non mi accontento mai ricordatelo!” dissi e sfoderai la mia più bella risata per aver zittito Antonella. Finita la scuola io e Antonella ci fermammo fuori dal cancello della scuola per parlare con Luca, quando vidi il ragazzo nuovo della classe di Luca: Tommaso. Per un istante i nostri sguardi si incrociarono, ma non diedi molta importanza a questo e ritornai alla realtà sentendo le urla di Antonella che mi chiamava per andare a casa siccome era arrivato suo padre. Quel giorno a casa mi capitò di ripensare a quella giornata e, non capendo ancora il motivo, mi soffermai a riflettere su quel ragazzo così strano e su quello sguardo così intenso che anche se non lo volevo ammettere mi aveva davvero coinvolto. Mi abbandonai a quella riflessione quando mi accorsi che era tarda notte e dovevo andare a dormire. Mi addormentai felice. E così arrivò il giorno della “Giornata delle diverse culture” e io, Antonella e altre mie compagne di classe prendemmo carta e penna pronte per votare le altre classi, ma soprattutto per vagare nelle varie classi e “scrutare” come diceva sempre Antonella intendendo “cercare bei tipi”. Rinuncia a prendere in giro Antonella per le sue fisse e subito visitammo la classe di Luca, siccome era l’unica classe in cui conoscevamo più persone. “Ciao ragazze!” disse Luca che si trovava sulla porta della sua classe “ avete visto che casino c’è per i corridoi?” “Sì abbiamo visto. Non mi stupisco perché era prevedibile tutta questa gente in giro. Ma dimmi, cosa avete rappresentato voi?” chiesi. “L’Africa, ma io avrei voluto fare l’Australia” “Mi sembra che abbiate fatto un buon lavoro visto da qui” risposi. “Dai vieni dentro che ti faccio vedere il nostro lavoro!” Entrata nella sua classe potei vedere i bei cartelloni che avevano creato, ma non fu questo ad attirare davvero la mia attenzione. La verità è che vidi lui. Era circondato da un gruppo di ragazze che, cercando di “attaccare bottone” con lui, gli porgevano domande sul lavoro che la classe aveva svolto per questa giornata. Così mi avvicinai, incuriosita da ciò che gli chiedevano, ma soprattutto dal fatto che vedevo quel ragazzo così misterioso che parlava rispondendo alle domande. Notai che contro ogni previsione era un ragazzo gentile e molto disponibile. Perfetto pensai. In quel momento riflettei che, senza conoscerlo, era il ragazzo che avevo sempre sognato. Gentile, simpatico, disponibile, ironico. E fu così che pensando a tutte queste cose rimasi ferma per ben 5 minuti a fissarlo e quando ritornai alla realtà avevo paura di aver fatto una gran brutta figura, ma sembrava non essersene accorto nessuno. “Ma scusa, voi cosa avete rappresentato nella vostra classe?” sentii questa domanda che era stata fatta ma non sapevo individuare a chi, perché era stata posta alle mie spalle. Mi girai istintivamente e notai che quella domanda era stata posta a me da Tommaso. Non ci potevo credere. Non poteva essere vero. Lui non poteva aver rivolto a me quella domanda. Non lo conoscevo e non ero neanche tra quelle ragazze che gli porgevano le domande. E invece no, lo aveva chiesto proprio a me. “Abbiamo fatto l’Inghilterra. E’ stata la nostra prof di inglese che ci ha praticamente obbligati a fare l’Inghilterra” risposi, senza però pensare minimamente a quello che avevo risposto, pensando ancora a lui che stava parlando con me. Ma poi arrivò Antonella che ruppe quel momento e mi costrinse a cambiare classe. Ero assente, Antonella mi parlava ma io fingevo di ascoltarla davvero, perché ancora pensavo a quel momento. Non mi era mai capitata una cosa così. Difficilmente mi facevo sorprendere da un ragazzo in quel modo. In genere ero solita apparire molto sicura di me, ma lui mi aveva disarmato solo con una semplice domanda. Era pazzesco tutto questo e io quasi non ci volevo cedere, ma era tutto vero e io non sapevo che quello sarebbe stato il primo istante di una lunga serie che mi avrebbero fatto sospirare e sperare.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


“Davvero?? Ma sai che lui è una new entry nell’istituto e già è il ragazzo più desiderato?” mi disse Antonella il giorno dopo a scuola quando le raccontai la mia avventura del giorno prima con il nuovo ragazzo della 5a B. “Ma sì dai Anto! Mi ha chiesto solo una cosa. Non iniziare già a pensare che mi piaccia o altro!” risposi. “Emi va che io ti conosco e secondo me stai dando troppa importanza a questa cosa per i miei gusti e questo forse vuol dire che un po’ ti piace o sbaglio?” “Sì appunto stai proprio sbagliando!” “Mah, se lo dici tu…” concluse Antonella. L’entrata della prof pose fine alla nostra discussione e per tutte le ore di lezione non ascoltai altro che i miei pensieri su quel ragazzo. Tutto sembrava così strano. Io non ero affatto interessata a cercare un ragazzo, siccome le mie ambizioni erano legate alla scuola e allo sport. Ma dopo ieri, quando mi aveva rivolto quella domanda, mi sono ricreduta e soprattutto lui con la sua personalità mi ha fatto ricredere che forse un po’ di interesse c’era verso di lui. Alla fine delle lezioni lo vidi in corridoio e mi salutò. Subito Antonella mi diede una gomitata come per dire “visto che sei diventata rossa e ti piace?”, ma io sapevo che inevitabilmente e anche senza motivo avrebbe fatto così e la ignorai. Parlando con Luca scoprii che il ragazzo nuova abitava fuori Milano e che aveva cambiato liceo solo perché non si trovava in quello precedente e con grande dispiacere per Antonella non c’erano grandi scoop sul suo conto. Durante quel pomeriggio ricevetti la consueta chiamata di Antonella che si sarebbe protratta per almeno 2 ore. “Ciao Emi! Ma sai che forse piaci un po’ a Luca?” Forse io non ci volevo pensare perché non provavo interesse per la cosa ma c’era il sospetto che a Luca piacessi un po’. Era molto restio quando gli chiedevo del loro nuovo compagno ma facevo finta di non accorgermene. Lui era mio amico da un po’ di tempo ormai e mi piaceva davvero molto parlare insieme a lui, ma non provavo niente di più che il sentimento che prova un amico verso l’altro suo amico. Io sono sostenitrice che la vera amicizia tra ragazzo e ragazza esista davvero, diversamente da Antonella che pensava che inevitabilmente uno dei due finirebbe per innamorarsi dell’altro. Avevamo molte idee diverse noi, ma niente poteva farci arrabbiare o scontrare davvero l’una contro l’altra. Eravamo forti insieme e nello stesso tempo invidiate per la nostra amicizia. Io mi fidavo di lei e lei si fidava di me. Questo ci rendeva uniche. Così il pensiero che mi potesse piacere quel ragazzo mi accompagnò da lì a circa un mese, quando ebbi un’idea che mi avrebbe fatto cadere da lì a un anno nel casino più totale. Antonella era la prima a sapere tutti i miei pensieri, da quelli più sensati a quelli più malsani. Lei era solita portarmi alla realtà quando esageravo davvero, ma quella volta nessuno mi avrebbe fermato. Le esposi l’idea che, siccome lui mi aveva parlato e ormai ci salutavamo, sarebbe stato giusto presentarsi. “Cioè?!? Tu ti vuoi presentarti a quel tipo?” mi disse accigliata Antonella “Sì Anto, perché? C’è qualcosa che non va?” risposi “Sì Emi, c’è qualcosa che non va!! Luca sarebbe geloso e tu lo sai!” “Ma dai…. Non è vero che gli piaccio e se anche fosse lui non mi ha detto niente, quindi è normale che io possa essere interessata ad altri ragazzi!” “Bè fai quello che vuoi, tanto sai che se hai un’idea non te la toglie nessuno” disse Antonella. Era iniziata l’odissea. Continuavo a pensare a cosa avrei detto, come mi sarei comportata quando gli avrei stretto la mano. E se lui non volesse conoscere nessuno? E poi, come faccio ad andare da lui e presentarmi? Qualcuno mi deve aiutare. Altre volte pensavo che avrei fatto una stupidaggine, ma pensavo che mi sarei pentita se non lo avessi fatto. Si vive solo una volta, no?

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Avrei chiesto aiuto a Luca. Abbandonando qualsiasi pensiero sul fatto che io gli piacessi, decisi che avevo bisogno di lui. Lui era l’unico che mi potesse aiutare perché sempre disponibile verso tutti e poi Luca era nella stessa classe di Tommaso e chi meglio di lui poteva aiutarmi? “Rispetto la tua decisione Emi, ma non so che faccia farà Luca quando gli chiederai una cosa così” mi disse Antonella. “Ma Anto come posso fare se lui non mi aiuta? Ci tengo molto a questa cosa e voglio provare il tutto per tutto per riuscirci e naturalmente tu verrai con me!” risposi “Cosa? Pure il terzo incomodo devo fare?” “Ma che terzo incomodo! Mi devo solo presentare, cosa pensi?!” dissi “Trovi sempre il modo per incastrarmi!” disse Antonella “Grazie Anto! Tu si che sei unica!” Le cose si svilupparono molto velocemente, anche perchè se in mezzo c’era Antonella era inevitabile che le cose si sviluppassero rapidamente. Quel giorno nell’intervallo esposi il mio intento a Luca e lui si dimostrò disposto ad aiutarmi, ma sapevo che in realtà un po’ era triste. Era un grande amico e ancora in questa occasione l’aveva dimostrato, ma per me restava un amico e nulla più. Quella notte non dormii affatto. Il giorno dopo, arrivata a scuola, Antonella tutta esaltata mi chiese:”Allora Emi sei pronta?” Io volevo nascondere che ero super agitata, ma non potevo farlo agli occhi di Antonella. Lei riconosceva qualsiasi mio stato d’animo. “Ma pronta per cosa Anto!? Suvvia, si tratta solo di presentarsi!!” risposi, ma come previsto lei non si lasciò convincere delle mie parole e capì che un po’ preoccupata ero alla fine. Dopo 4 ore di lezione arrivò l’intervallo e con esso il fatidico momento. Andai in bagno con Antonella, mi specchiai per vedere se niente fosse fuori posto e per la prima volta non mi feci commenti strani sul mio abbigliamento o acconciatura, ma piuttosto mi vidi felice e bella. Lo stavo andando a conoscere. Mandai un messaggio a Luca per incontrarci nel corridoio al primo piano ed ecco che li vidi, Luca e lui: Tommaso. Avevo il cuore in gola, ero confusa perché avevo paura di fare solo una figuraccia, ma ormai non potevo scappare, perché lui era lì: era davanti a me e aspettava che gli dicessi qualcosa e per fortuna sapevo che per qualsiasi cosa ci sarebbe stata Antonella che era vicino a me. “Ciao!” dissi “comunque io sono Emi!” “Piacere, Tommaso!” rispose e mi strinse la mano. Quella stretta di mano non la dimenticai mai. “Per fortuna che è suonato l’intervallo, perché avevo una lezione noiosissima” dissi per rompere quella situazione così imbarazzante. “Già, hai ragione. Io ho avuto latino, che noia!” rispose e rivolgendosi a Luca disse “Adesso ci conviene tornare in classe che è suonata la campanella!” “Sì esatto!” rispose Luca e ci salutammo per ritornarcene nelle rispettive classi. Ritornando in classe io e Antonella iniziammo a parlare di quello che era appena successo “Anto dai dimmi, come ti è sembrato? Cioè, secondo te gli piaccio? Cavoli sono così agitata, felice, ma ho paura di aver fatto solo una figuraccia!” dissi. “Ma smettila! Non lo so, avete detto davvero poche cose e non saprei dire!” rispose. “Eh lo so ma il tempo è stato troppo poco! Domani chiederò a Luca i commenti che spero abbia fatto!” dissi. E fu quel momento che non dimenticai mai. Quell’emozione di avergli stretto la mano. La sua mano così calda e sicura. Già, non lo dimenticai mai e quando mi ritornavano in mente questi ricordi mi capitava di sorridere, sorridere di felicità. Ero felice e soprattutto innamorata.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quella notte non riuscii a prendere sonno. Continuavo a ripensare al giorno appena trascorso e così facendo arrivò mattino e mi dovetti svegliare. Arrivai a scuola un po’ in anticipo e così decisi di andare a parlare con Luca. In corridoio lo vidi che stava parlando con Antonella e quando io arrivai cambiarono discorso. Io non diedi peso a questa cosa, perché pensavo che se fosse stata una cosa importante Antonella me lo avrebbe detto. “Buongiorno Luca!” dissi “Ciao Emi!” rispose lui “Magari Anto te l’ha già anticipato, ma vorrei sapere se ieri Tommaso ti ha detto qualcosa?” “Abbiamo parlato poco e lui non mi ha detto davvero nulla. Ha detto che sei simpatica, ma non si è espresso più di tanto, siccome avete parlato poco” ”Capito! Bè anche se non è molto grazie comunque. Se poi più avanti ti dovesse dire qualcosa, mi raccomando dimmelo!” “Ma sì, non ti preoccupare!” concluse lui. E invece mi preoccupavo eccome, perché mi sembravano tutti così distanti e non riuscivo a cancellare dalla mia mente l’immagine di Antonella che interrompe di parlare quando arrivo io. Non era mai accaduto. Ma io mi fidavo di lei. I giorni passavano e io non avevo né il suo numero di telefono né notizie di cosa pensasse di me. Più dicevo ad Antonella che la situazione non mi piaceva ed ero triste per questo, lei mi diceva di lasciare perdere, di non fissarmi su di lui. Ma io non la ascoltavo, perché non potevo smettere di pensare a lui, ma soprattutto perché avevo incontrato il ragazzo che stavo aspettando. Non potevo fare a meno di esternare ad Antonella i miei pensieri. Lei era l’unica vera amica che avevo e a cui dire tutto. Le altre mie compagne non potevano capirmi come lei. Questo era quello che pensavo.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ogni giorno che passavo a scuola lo vedevo sempre. Sulle scale, in corridoio, in giardino e l’unica cosa che succedeva era solo lo scambio di un saluto. Non volevo andare a parlarci, perché se davvero io gli interessavo sarebbe venuto lui da me. Ma questa cosa non accadde mai. Passavo i pomeriggi al telefono con Antonella a dirle quanto stavo male; a raccontarle le mie emozioni di quando lo incontravo e salutavo; del fatto che tutti quei momenti me li trascinavo nella mente ogni secondo. Più ci pensavo e più ero triste perché non era come avrei desiderato. Dicevo ad Antonella che dopo aver preso la patente sarei andata da lui, nel suo paese in provincia di Milano, ma lei non voleva mai aiutarmi, mi diceva che ero stupida a pensare a queste cose e che dovevo tenere i “Piedi per terra”. Ma era proprio questo quello che non volevo fare. Volevo sperare fino alla fine che qualcosa potesse accadere, non volevo arrendermi davanti al presente. Mi sentivo strana. Non mi era mai accaduta una cosa simile. Tempo fa mi sarei detta semplicemente che siccome lui non dava segni di interesse verso me, io avrei dovuto lasciare perdere. E lo avrei fatto. Ma ora era tutto diverso. Io ero diversa. La situazione era diversa. Lui era tutto quello che desideravo e non avrei mai potuto pensare di poterlo perdere. Mi aveva totalmente coinvolto. Era in questo momento che avevo bisogno della mia migliore amica. Ma lei non c’era. Antonella era assente sull’argomento e non faceva altro che farmi sentire una stupida. Per me quelli erano giorni davvero tristi, dove tutto andava storto e non avevo nessuno che mi potesse aiutare.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Tra sguardi, saluti, lacrime, discorsi e speranze arrivò l’ultimo giorno di scuola. Sapevo che l’anno prossimo non lo avrei mai più rivisto, perché lui faceva la maturità e sarebbe uscito da questa suola. Per quel giorno era stata organizzata una grande festa di tutto l’istituto e io non persi l’occasione di partecipare, perché era forse l’ultima opportunità che avevo di parlare con lui e magari di organizzare un’uscita insieme. Tutti i ragazzi del liceo sprizzavano gioia da tutti i pori per la fine della scuola. Io ero triste. Se non fosse successo nulla, io non lo avrei mai più rivisto. Ebbi l’occasione di incrociare il suo sguardo, ma come temuto non successe nulla più di questo. Dissi ad Antonella che ero davvero triste, non lo avrei più rivisto l’anno dopo e non avevo neanche avuto l’occasione di uscire almeno una volta e capire quello che provava . “Lo aspetterò sempre, Anto. Lo aspetterò anche se in questa scuola non ci sarà più nessuna traccia di lui e dei suoi compagni. Lo aspetterò pensando che lui capisca che io gli voglio davvero bene e torni da me” dissi. Fu questo che fece arrabbiare Antonella. Mi accusò di essere stupida; che dopo un anno trascorso così non potevo pensare ancora a lui. Non capiva che ero disposta a perdere anni della mia vita ad aspettarlo anche se sicuramente non sarebbe successo mai niente. Ed era in quel momento che successe tutto ciò che mi avrebbe fatto cambiare definitivamente e mi avrebbe fatto perdere una cosa a me molto importante. “Emi, ti devo dire una cosa” mi disse Antonella a un certo momento. Io annuii, pronta ad ascoltarla. “Non pensavo che per un anno intero tu potessi pensare sempre a lui pur non succedendo nulla che ti potesse dare qualche certezza” disse Antonella. “Anto non capisci, io sono davvero innamorata di lui…” la interruppi. “Lasciami continuare Emi” disse “Io speravo superassi tutto questo, ma non è successo. È dal giorno in cui vi siete presentati che lo so, ma io e Luca non te lo abbiamo mai detto perché pensavamo che prima o poi ti saresti arresa” “Dirmi cosa Anto?” chiesi “In realtà tu non sei mai piaciuta a Tommaso”. Ed era questo quello che mi fece più male. Più di un pugno in pancia, erano queste parole dette dalla mia migliore amica che mi ferirono. Parole dette dalla persona che mi sosteneva, anche solo essendo vicino a me, ogni giorno della mia vita. Una miriade di immagini, pensieri, parole mi passarono per la mente, ma riuscii solo a dire “Non fa niente, capisco”. In realtà io non capii mai e mai volli capire. In quel momento avrei dovuto urlare ad Antonella che dopo un anno trascorso a piangere, capire, chiedermi e sperare , non poteva dirmi quelle cose, e per giunta non dopo un anno! Dovevo chiederle perché mi aveva mentito in tutti questi giorni; perché mi stava facendo questo, io che la consideravo l’unica àncora a cui appoggiarmi in caso di bisogno. Non perdonai mai Antonella per quello che mi aveva fatto. Pensavo che magari un giorno avrei superato la cosa, ma non la avrei mai più perdonata. Così oltre alla mia migliore amica, avevo perso anche il ragazzo che desideravo accanto a me. E pensando a lui non posso fare a meno di capire che: come il vento tra le foglie porta freschezza in un giorno di caldo torrido, tu nella monotonia della mia vita quotidiana mi hai incontrato donandomi emozioni che non dimenticherò mai. Ma così come sei arrivato te ne sei andato.

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Capitolo 9
*** Epilogo ***


Ebbene sì, è stato proprio quell’anno che ha cambiato il corso della mia vita. Io non sono mai più riuscita a perdonare Antonella e ora che frequento l’università ci siamo perse. Non usciamo più insieme. La nostra amicizia è solo un ricordo, ma nonostante tutto quello che è successo sono pronta a dire, a chiunque me lo chieda, che lei è stata la migliore amica che io abbia mai avuto e che nessuno occuperà mai il suo posto. Antonella ha lasciato dentro me una ferita che anche a distanza di tempo continua a bruciare, soprattutto in momenti in cui la vorrei vicino a me. Ma ormai, anche dopo mille tentativi non potrà mai tornare tutto come prima. Per quanto riguarda Tommaso, non l’ho mai più rivisto. Se dovessi rivederlo non so come reagirei, ma ormai è passato troppo tempo per ricominciare qualcosa che non è mai iniziato. E io sono qui, nella mia stanza ad abbandonarmi alla musica. È così che lo rincontro. Rincontro Tommaso nelle parole delle canzoni che cantano amori finiti o mai iniziati, mi lascio sommergere dai ricordi e confesso che a volte mi chiedo come io abbia potuto soffrire così tanto per una storia mai iniziata e rifletto dicendo: ma l’amore è questo?

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