Amarla o ucciderla?

di Aly96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Buenos Aires ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Buenos Aires ***


 

Quasi tredici ore di aereo per arrivare nella festosa terra dell’Argentina.

Mamma e papà sembravano così emozionati…

Will correva come un matto su e giù per il nostro piccolo appartamento, io, piena di lavoro con le troppe valigie riempite di jeans e felpe per paura di incontrare brutto tempo; credo invece che mi basterà giusto coprirmi con un telo da mare.

Questa vacanza l’aspettavano tutti tranne che me…

Io che amo il freddo costretta a vivere tre settimane nella parte più calda del continente americano.

Bonnie!” gridò mia madre.

Arrivo subito.” le risposi tirando su il fiato

Mi sarebbe servito parecchio di questo buon umore per passare quanto meno positivamente le vacanze; io avevo optato per un posticino leggermente più freddo ma nessuno aveva considerato la mia opinione quel giorno.

Alaska”…

Era un’idea splendida.

Scesi le poche scale e incontrai gli abbracci della famiglia.

Tesoro vedrai dove ti portiamo adesso.” Aveva detto papà sorridendo.

E' il bar più esclusivo di tutta Buenos Aires, ci vanno tutti i ragazzi della tua età.”

Sorrisi appena fingendo che la cosa mi allettasse.

Evviva! Era in pieno svolgimento la fase due del loro piano, esattamente come capitava tutti gli anni.

Fase uno: farmi subire viaggi lunghissimi affinché io e mio fratello perdessimo tutto il buon senso portato da casa,

Fase due: trovare luoghi comuni per farmi rimorchiare da qualcuno.

Tutti gli anni i miei si informavano sui luoghi per adolescenti di moda e poi vivevano finalmente le vacanze come piaceva a loro ovvero tra spiaggia e sala da ballo…

Tutto per sembrare agli occhi degli altri dei ragazzini…

Patetico.

E come tutti gli anni io mi lasciavo rimorchiare.

Seduta al tavolo da un’ora gli unici che ci avevano provato erano il cameriere e un ragazzino di appena quindici anni…

Non che mi sentissi più grande ma sedici anni hanno il loro valore, quindi dico “rispettiamolo”.

Non ve la farò troppo pesante…

Mi lasciai abbandonare da sola al tavolo e ordinai un altro aperitivo.

Decisi che avrei aspettato le undici.

Chi se lo sarebbe mai immaginato.

Mi si avvicinò un ragazzo, fantastico forse la tecnica di mamma e papà stava funzionando, non potevo aspettarmi di meglio pensai sarcastica.

Posso portarti qualcos’altro?” chiese cortese.

Fino a prova contraria tu non sei il cameriere”

Arrossì e mi sorrise.

Beccato… non sono un bravo attore vero?”

Lo squadrai dalla testa ai piedi prima di rispondere. Volevo darli l’impressione di averci pensato per davvero.

Magari non sei dei migliori.”

Continuò a fissarmi… io feci lo stesso.

Caspita, era veramente il ragazzo più bello che avessi mai visto.

Quella pelle abbronzata, gli occhi profondi e i capelli d’ebano per non parlare del fisico allenatissimo.

Era davvero un colosso però meraviglioso.

Le guance cominciarono a colorarmisi di rosso e lui lo notò subito.

Ti disturbo? Non è che aspetti qualcuno?” chiese gentilmente.

Non aspetto nessuno.”

Be', allora puoi andartene.”

Che cosa?” lo fulminai.

Nessuno doveva permettersi di dirmi cosa fare soprattutto uno sconosciuto.

Mi alzai in piedi e restai a fissarlo.

Voglio dire … il conto è già pagato.” disse lui.

Come? Io non ho pagato.”

L’ho fatto io.”

Restai a guardarlo, indecisa se prenderlo a schiaffi oppure se ringraziarlo come avrei dovuto fare.

Non avresti dovuto… i soldi ce li ho.” dissi spostando lo sguardo sul pavimento.

E chi lo mette in dubbio… un grazie basterebbe.”

Grazie…”risposi brusca.

Presi la borsa e feci per andarmene quando ad un tratto mi prese il polso e mi incitò a seguirlo.

Non opposi resistenza.

Uscimmo dal bar e mi feci trascinare fino alla spiaggia.

Guarda.” mi disse.

Decisi di fidarmi… seguii la direzione del suo indice e osservai un tramonto bellissimo.

Rimasi senza parole, poi lo fissai e mi sedetti vicino a lui.

E' lo stesso colore dei tuoi capelli… ma non preoccuparti non siete uguali.” disse sotto voce, accennando un sorriso innocuo.

Ovviamente… non posso avere un simile colore.” risposi a disagio.

Infatti …”

Mi sentii offesa ma annuii comunque.

Infatti la tua tinta è troppo bella per poter essere lì in bella vista di tutti… qualcuno ha deciso che dovevi avere l’esclusiva solo tu… peccato… merita i complimenti di tutti.”

Restai senza parole, nessuno mi aveva mai detto qualcosa di tanto dolce.

lo pensi davvero?” chiesi a bassa voce.

Lui annuii e allo stesso tempo abbassò il capo, poi, con tenerezza le sue labbra sfiorarono le mie.

Non mi tirai indietro e mi lasciai andare alla tempesta che si stava formando nella mia bocca.

Il bacio si bloccò allo stampo affinché ci potessimo guardare qualche attimo ma poco dopo riprese molto più frenetico e travolgente fino a lasciarmi senza fiato.

Nessuno mi aveva mai baciato in quel modo.

Fu lui il primo a scostarsi.

Quando riaprì gli occhi me lo vidi a distanza di appena tre centimetri che sorrideva.

Jeremy , comunque.”

Scoppiai a ridere consapevole di aver baciato qualcuno del quale non mi ero preoccupata di sapere il nome.

Scusa … Bonnie.”

Lo sai che anche il tuo nome mi piace?”

Smisi di annuire e mi alzai in piedi.

Mamma e papà avrebbero dovuto saltare di gioia ma erano quasi le due della mattina e non avevo idea dell'orario giusto per tornare a casa.

Jeremy fu molto cortese, mi accompagnò a casa e mi chiese di uscire di nuovo cosa per la quale non avevo nulla da obbiettare.

I miei dormivano e nessuno si accorse del mio ritorno tranne Jasper.

Buon giorno sorellina… mamma e papà saranno molto contenti di questo tuo ritorno.”

Will per favore… sono stanca non voglio giocare con te adesso.”

E chi gioca? Io sono serissimo anzi vado svegliarli subito che ne dici?”

Ok, cosa vuoi per stare in silenzio?”

Nulla, solo mezza della tua paghetta mensile.”

Ok.”

Spensi il cervello e lo lasciai vagare tra i pensieri di quella serata magica.

Se Will voleva mezza mia paghetta poteva averla tanto non poteva sapere che non la ricevevo più per il fatto che ho cominciato a lavoricchiare in giro; non potevo essere più tranquilla.

Jeremy sembrava uscito da una favola… una magnifica favola in rosa.

Avrebbe potuto sembrare sospetto un ragazzo che ti bacia senza conoscerti... ma esisteva il colpo di fulmine?

Magari sì, magari no, ma ora era troppo tardi per tornare indietro e sicuramente mi ero fatta stregare da lui, dalle sue parole e dal suo… tutto.

Avevamo un altro appuntamento mercoledì ovvero tra due lunghissimi giorni.

Amavo essere agitata per l’attesa di qualcosa, mi rendeva in qualche modo il tempo che scorreva più interessante.

Quella notte dormii così tanto e bene che il giorno dopo ero già in piscina alle sette del mattino, e in quei momenti di rara solitudine potevo pensare a tutto ciò che volevo ma soprattutto lasciarmi andare.

Tolsi i piedi dal pavimento e mi feci cullare dolcemente dall’acqua fino ad immergermi in essa e a pensare solo a una persona… lui.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

Quanto è strano sprecare tutte le proprie energie per pensare a qualcuno…

Mi toglieva ogni forza e senza dubbio ogni consapevolezza; ogni tanto anche tutte le ovvietà che mi erano rimaste.

Jeremy era uno sconosciuto per me, ma in qualche modo non mi ero certo tirata indietro quando aveva desiderato baciarmi, anzi, ero stata in grado di assecondarlo e di divertirmi.

C’erano molte particolarità in lui però…

Intanto la sua tranquillità, come se sapesse che non avrei avuto problemi ad accettare la sua corte, come se avesse già immaginato dove trovarmi, cosa avrei detto e come l’avrei fatto dato che non si ritrovava mai senza parole; poi il suo irrigidirsi, quasi nullo ma che avevo notato perfettamente, senza un motivo preciso.

Per una cosa o per l’altra trovava modo di distrarsi e di perdere la concentrazione tutte le volte.

Mercoledì era domani e il nostro programma era estesissimo.

Un ragazzo quindi…” disse papà nervoso.

Be’ quel bar è stato un tocca sana per te” disse mamma.

Io mi limitavo ad annuire per non sconvolgerli troppo.

Come si chiama?” chiese papà.

Non sapevo se dirglielo oppure se restare zitta, forse perché temevo che sarebbe stato capace di andare sull’elenco e cercarlo.

E’ del posto?” mi incitò papà.

No… è un turista in vacanza con degli amici e… si chiama Jeremy”.

Ma è meraviglioso tesoro… certo che puoi uscire domani…”

Ma io non vi ho chiesto il permesso”

Non mi ascoltarono nemmeno, ridevano tra loro come due oche, quasi immaginavo che avrebbero chiamato tutta la famiglia per dire che avevo trovato un quasi-ragazzo.

Sbuffai e tornai in camera a dedicare un’altra pagina di diario a Jeremy e come sempre mi addormentai; non che fosse noioso solo che sprecavo tutta la giornata per pensarlo e mettere i miei pensieri per iscritto mi devastava proprio.

Era giunto il giorno propizio finalmente.

Pensi almeno per tre quarti d’ora abbondanti per decidere cosa indossare ma il risultato fu un successo.

Suonò alla porta con deciso anticipo…

La cosa non mi diede per nulla fastidio anzi, mi incamminai di corsa ad aprirli e la prima cosa che notai, quando fui davanti al mio adorato, furono le bellissime rose che teneva in mano e il colorito devastato, pallido e stressato che portava sul viso.

Indecisa se sorriderli o compatirlo presi il mazzo di fiori.

Va tutto bene?” chiesi preoccupata.

Adesso che sono con te… non potrei stare meglio”

Abbassai lo sguardo e risi nervosamente

Grazie per…” dissi alluendo alle rose.

Ma figurati era il minimo”

Mi sbaglierò forse… ma se la memoria non mi inganna sono io che devo a te ancora qualcosa… tipo un aperitivo”

Credi che mi dispiaccia di averti offerto da bere l’altra sera?”

No certo che no ma…”

Mi mise un dito davanti alla bocca per farmi tacere e mi ribaciò in quel modo così dolce e perfetto, quasi anormale, quasi impossibile e inesistente.

I suoi baci somigliavano vagamente a quelli che poteva avere una fiamma: così delicati ma allo stesso tempo bollenti e feroci.

Mi guardò negli occhi dolcemente e prendendomi la mano mi fece strada.

Passeggiammo per un sacco di tempo, prima in un parco, poi sostammo sotto un albero, una quericia secolare alta quanto un palazzo.

Si levò la giacca di dosso e la stese a terra in modo che le ci potessimo sedere sopra.

Posso sapere perché sei così… poco presa da me?” mi chiese.

Al contrario… sono molto presa da te… se c’è qualcuno che deve dare delle riposte sei proprio tu quel qualcuno…”

Va bene cosa vuoi sapere?”

Vorrei tanto sapere come mai l’altra sera ti sei sentito il diritto di baciarmi e soprattutto di chiedermi di uscire quest’oggi…Sia chiaro io non ho niente in contrario però devi ammettere che è parecchio strano”

Mi sei piaciuta subito e per non rischiare di non vederti più ho dovuto osare un po’ ma se stai pensando che io sia uno di quelli che vuole solo portarti a letto ti sbagli”

Be’ anche tu mi sei piaciuto subito…”

Mi blocco il viso tra le sue mani e mi parlò nuovamente.

Senti sono serio se ti dico… che ho sempre avuto problemi con tutto e tutti e quando ti ho visto ho avuto l’impressione che tu fossi perfetta per me… so che può suonarti strano ma non posso spiegarti meglio di così”

Non avevo voglia di risponderli, mi limitai a guardarlo e riguardarlo finchè mi resi conto di volerli credere.

I suoi occhi erano fedeli alle sue parole e il suo sguardo… quello sguardo straziato e serio mi faceva venir voglia di piangere, i suoi occhioni profondi mi facevano rabbrividire.

Quando iniziarono a fissare le mie labbra capii quello che voleva fare.

Invece di permettere che fosse lui a baciarmi volli sorprenderlo.

Mi lanci sulle sue labbra prima con forza, poi, pian piano, sempre più delicatamente.

La sua mano mi afferrò da sotto i capelli per non farmi allontanare e l’altra mi strinse il braccio destro.

Restammo così non so per quanto tempo, il mondo cessò di girare e il sole si spense.

I nostri occhi erano chiusi, tanto valeva far uscire l’oscurità e l’unico appiglio a vivere un altro giorno ancora era solo dato dalla persona di fronte a noi.

Inaspettatamente si alzò in piedi, si scusò e corse verso il boschetto con una velocità direi inumana.

Restai immobile, a terra, ammaliata da quello che era successo e spaventata dal suo andarsene.

Nella mia testa andarono a crearsi milioni di domande.

Che cosa era accaduto?

Non volli alzarmi da terra.

Era troppo faticoso e sicuramente inutile.

Jeremy iniziava a spaventarmi ma sentivo di non poter fare a meno di lui, questo derivava forse dal fatto che era il primo ragazzo che mi trattava come se fossi una bambolina di ceramica.

Era estremamente dolce ma allo stesso tempo, involontarialmente, faceva in modo di darmi agitazione.

Mi era rimasta solo la sua giacca adesso…

Non pensai più a niente e decisa a ritrovarlo mi alzai tutta trafelata e seguii la sua direzione, pronta fare qualunque cosa per riabracciarlo.

Si fece buio…

Non riuscivo a distinguere nulla.

 

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