Let Juliet die.

di whitevelyn
(/viewuser.php?uid=75623)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In due minuti, l'eternità. ***
Capitolo 2: *** You're my Santa Ana. ***
Capitolo 3: *** Silent night. ***
Capitolo 4: *** Sinner. ***
Capitolo 5: *** E tutto, qui, cade. ***
Capitolo 6: *** Nella stanza celeste. ***
Capitolo 7: *** Reminiscenza. ***
Capitolo 8: *** Dreaming about telepatia. ***
Capitolo 9: *** An angel inside my eyes. ***
Capitolo 10: *** Let Juliet die. ***
Capitolo 11: *** Let Romeo die. ***
Capitolo 12: *** Secret garden. ***
Capitolo 13: *** Nel dolce tuo respiro. ***
Capitolo 14: *** Tracce. ***
Capitolo 15: *** Boomerang. ***
Capitolo 16: *** Stelle taciturne nel cielo di Los Angeles. ***
Capitolo 17: *** Scie di aeroplani. ***
Capitolo 18: *** Come un volo. ***
Capitolo 19: *** A un passo da noi.. ***



Capitolo 1
*** In due minuti, l'eternità. ***


Da un'ora son seduta qui,
pensando che ti voglio parlare,
e questa via della città certo non è il luogo ideale.
Passa tanta gente e se in mezzo ci fossi tu,
se mi passassi accanto,
io ti sentirei.
Amore mio, dove sei?
Non pensi che io sono qua..?

Amore, lontanissimo. Antonella Ruggiero.



SIBILLA POV

Stanotte, dove sei stanotte? Sono già trascorsi quarantadue giorni.
E quando chiudo gli occhi, sulla lavagna delle mie palpebre, tu sei un marchio a fuoco.
Sento ancora le grida pulsarmi nelle orecchie, le grida di tutte le tue fan impazzite. Sento ancora il silenzio nella mia gola.
Io tutto il loro fiato non ce l'avevo, non avrei mai potuto avercelo. Perchè tu, e forse lo sai, mi spezzi. Forse me lo hai letto negli occhi, che mi spezzi.
E sento ancora il metallo freddo di quella ringhiera sotto le dita. Il mio respiro spezzato nell'aria.
E tutte quelle mani, troppe mani, che si allungavano, verso di te, mio dolce amore lontanissimo. Quelle mani, riesco ancora a detestarle.
Quando riuscivano ad afferrarti, ti strattonavano quasi, con foga. Avevo paura ti spezzassi anche tu. Avevo paura ti venisse voglia di scappare.
Me ne stavo lì in mezzo, inerme. Avevo paura mi potessi scambiare per una di loro. E avevo paura che tutte quelle grida sovrastassero il suono della tua voce.
Eri ad un passo da me e quasi ho provato vergogna. Che avresti pensato di me, come una scema, dietro ad una ringhiera?
Io forse mi stavo solo illudendo di non essere come tutte le altre ragazzine. Forse ognuna di loro si stava sentendo speciale.
Ma adesso sto ad occhi chiusi e rivedo i tuoi. I tuoi occhi sono ancora nei miei, lo sai amore? Del colore del cielo, quando fa bel tempo a dicembre.
Ascolto Never Think e sto con gli occhi chiusi a sentire che ci sei, nascosto da qualche parte nel mondo. Anche questa notte. Anche se non posso vederti.
Ti respiro, sempre. E vorrei riuscire a smettere di piangere, mentre distesa sul letto della mia stanza, mi manchi.

Ti passi una mano tra i capelli e schiudi le labbra.
"Ciao.."
"Hei, non mi parli?"
Sorridi.
"Come ti chiami?"
Hai una voce dolce, leggermente più rauca di come la ricordassi.
"Sibilla."
Sorridi ancora, le tue sopracciglia s'inarcuano.
"Ha un bel suono, Sibilla."
"Anche Robert ha un bel suono."
Resti a guardarmi mentre ti guardo senza crederci.
"Sei senza un foglio.."
"Lo so.."
Sorridi, i tuoi zigomi arrossiscono.
"Vuoi che ti scriva su un braccio?"
Tremo, sento le ginocchia farsi più fragili.
"No vorrei.. scrivertela io una cosa sul braccio."
L'espressione sul tuo volto si fa interdetta, stupita. Mi porgi la penna ed inizi a slacciarti il polsino della camicia.
Guardo le tue dita e sono un sogno candido.
Ti arrotoli la manica della tua camicia azzurra fino al gomito, lo fai lentamente e con estrema delicatezza.
Vorrei che mi spogliassi. Arrossisco.
Tendi il tuo avanbraccio verso la mia mano destra. Scorgo le vene sotto l'epidermide chiara. Penso che di te, non potrò più fare a meno.
Vorrei sfiorarti ma poi morirei. Lascio che sia la punta a sfera della biro a farlo per me. Osservo l'inchiostro blu cobalto sbavare sulla tua pelle. E non smetto di tremare.
Alzo lo sguardo sul tuo viso e trovo i tuoi occhi posati su una ciocca dei miei capelli. Quella che la sento, mi sta facendo solletico alla spalla.
Poi le tue pupille si spostano, tracciano una scia, su per il fianco del mio collo, sfiorano la linea della mascella, risalgono per la guancia destra, e si fissano nelle mie.
Mi sorridi e mi sembri scosso. Mi mordo un labbro, mentre alla fine, ti decidi ad osservare quel che ti ho scritto sul braccio.
Mi fischiano le orecchie. Ti sento nella pancia.
Non sgrani gli occhi, piuttosto li vedo farsi lucidi. Sospiri. E mi guardi, non più come un attimo fa. Ti sei emozionato, forse?
"Mi ami.. davvero?"
"E' impossibile, ma sì, davvero."
Posi entrambi i palmi delle mani sulla sponda della ringhiera. Sei bellissimo.
"Me lo diresti Sibilla?"
Mi hai creduta. Sei incredibile.
".. ti amo, Robert."
Il tuo respiro si spezza insieme al mio. Il tuo dito indice si avvicina alle mie labbra, ne traccia il contorno.
Vorrei non ci fosse nessuno, vorrei non sentire questo chiasso.
"Mia dolce Sibilla. Questa notte.. ti penserò."
Voglio crederti e mi sembra assurdo.
Vorrei inseguirti mentre il tuo agente ti trascina via e mi sembri triste. Mio dolce Romeo, addio.


Ti amo, mio dolce Romeo. E' stata l'eternità, in due minuti.
Mi hai pensata sul serio quella notte? Sai continuo a chiedermelo. Non potrò mai chiedertelo. Mai più, è tutto finito.
Siamo vissuti un'eternità, ma durati soltanto un paio di minuti. Era già tutto finito. Ho visto la nostra morte nei tuoi occhi, mentre il tuo agente ti strappava via da me.
Ti penso ed è come se fossi morta, qui su questo letto immacolato. Straziata dalla tua assenza.
Ti ascolto mentre canti nella mia stanza. Con l'ipod posato sullo stomaco, impostato su repeat.
Mi hai dimenticata amore? Che maglietta stai indossando stanotte?
E' ancora così dolce il tuo profumo, nei miei respiri. Sei fatto d'aria tra le mie dita.
Stendo le gambe sulle lenzuola, poi le ripiego, immediatamente, prima l'una, poi l'altra, le ristendo.
Mi viene in mente la tua bocca e mi s'inarcano le reni. E' un riflesso involontario, ogni volta.
Sento il mascara bruciarmi negli occhi e mi maledico. Sei troppo distante, non ho più il diritto di volerti in modo così atroce.
Sei in Giappone? In Australia? Dove sei stanotte, dolce amore mio? Ce l'hai un po' di tempo per affacciarti ad una finestra e guardare le stelle?
Ce l'hai un po' di tempo per pensare all'amore? Da quant'è che non lo fai? Forse stai amando anche ora.
E mi si attorciglia lo stomaco, mi si offusca la vista e la percezione della mia stanza svanisce. Che sapore hai, Robert?
Sei aria del deserto, torrida e rovente, tra le mie gambe.
Passo la punta della lingua sulle mie labbra salate, il sapore del tuo vuoto, della tua eterna lontananza. Tu sai di sale, per me.
Ma le donne che hai amato, le donne che hai toccato, quelle donne, sanno di cosa sai, di cosa sei fatto.
Maledizione, destino avverso, stelle avverse. Che ci siamo nati a fare nello stesso mondo e nella stessa epoca, se non possiamo esistere?
Non dirmi che è stato solo per quell'unico momento.
Ho bisogno di morire, adesso. Ho bisogno di morire, adesso che vorrei mi affondassi dentro.


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Chiedo umilmente perdono a tutte! T_T
Sono ubriaca fradicia, appena tornata dalla discoteca, e avevo voglia di scrivere, ma in queste condizioni non potevo certo pensare di lavorare ad un capitolo delle mie storie serie (serissime proprio -.-), così mi è venuta fuori sta cosa, sta robaccia malata qui. Vabbè dai è davvero indegna. Cmq l'idea molto vaga, sarebbe quella di una raccolta a pov alternati ma anche no. Tipo pagine di diario di Robert e di questa ragazza di nome Sibilla. Lui ormai celebre in tutto il pianeta, lei una ragazza comune. Due mondi inconciliabili, un amore inconcepibile. Una storia fatta di sensazioni, senza una trama particolare. Una valvola di sfogo suvvia. Della serie come viene viene.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** You're my Santa Ana. ***


Si corre verso l'amore, come gli scolari scappano dai libri,
ma andar via dall'amore, è come tornare a scuola..

Romeo e Giulietta, William Shakespeare.



ROBERT POV

Sibilla. Che tempo fa oggi a Verona?
T'immagino sempre camminare sotto alla pioggia.
T'immagino sempre indossare quella sottile canottiera d'organza bianca.
Immagino le gocce d'acqua piovana scivolare sulle tue spalle ossute.
Sento il tuo freddo, persino qui, sotto al sole della California.
Stringo un pugno di sabbia dorata e lo riapro guardando la polvere volteggiare nel vento secco di queste terre, che tu non hai mai visto.
Sento il tuo freddo, ma tu, nel mio cuore sei come questo vento, si chiama Santa Ana. Sei come questo tramonto, un'incendio d'amore sull'oceano.
Sei la mia malinconia, tutta la mia nostalgia. Ma è giusto amarti? E' giusto amarti fino a questo punto?
Sei una nuvola di domande e misteri irrisolvibili. E sei più viva delle risa di Kristen ed Ashley che si rincorrono sul bagnasciuga.
Tu non ci sei, ma non smetto di pensarti. Non smetto di pensare a come sarebbe potuto essere.
Sentire il suono della tua risata. Sentire il suono della tua estasi. Mia dolce bambina occhi zaffiro.
Mia dolce Giulietta. Mia dolce.
Mi stendo sulla spiaggia e sento un soffio d'aria, frusciare tra i miei capelli. Sembrano quasi le tue dita da violino.
E sto per sciogliermi dentro a quell'unico ricordo. Scintillavi nel sole e tremavi dolcemente.
Non l'avevo mai capito prima, l'amore. La sua violenza inaudita in tutta quella fragilità.
Ti ho voluta, all'istante. Ed in un'istante ho vissuto tutta la mia vita. Ora sono morto, quarantadue giorni fa sono morto e nessuno se ne è accorto.
Nessuno qui è vestito a lutto. Che mi diresti adesso, mio amore? Penso alla tua voce come ad una ferita.
Penso alla tua voce, ad un tuo sussurro sul mio collo e sorrido.

"E' impossibile, ma sì, davvero."
Sei un eco che non smette di rimbombarmi nella cassa toracica.
Quando mi sono alzato dal letto stamani, non sapevo che ti avrei amata. Che oggi t'avrei incontrata.
E chiuso in questa camera d'albergo, mi sento blindato, segregato, prigioniero.
Mentre fuori c'è ancora Verona e da qualche parte la tua stanza. Ci entrerei passando dalla finestra sai?
Mi hai fatto male sai? Nessuno lo ha mai fatto con tanta dolcezza.
Ti hanno mai spogliata Sibilla? Posso odiare chi l'ha fatto, ce l'ho il tuo permesso?
Gli spezzerei le ossa. Perchè sicuramente, non avrà saputo farlo. Sicuramente, l'avrà fatto troppo in fretta.
Davanti allo specchio non mi vedo più. Sulla sua superfice osservo l'immagine dentro i miei occhi.
La tua pelle di carta velina, le tue braccia sottili, il tuo seno sferico. La tua bocca da succhiare, il tuo collo da leccare.
Sento l'avanbraccio pulsare, non so per quanto tempo eviterò di lavarlo.
Sfilo il primo bottone dall'asola, parto dal basso, nello specchio io ti vedo ancora.
Sfilo il secondo bottone ed è come se lo stessi facendo tu, quasi, perchè tu, saresti più dolce.
Sento che mi stai pensando anche tu, mio dolcissimo amore. Non smettere mai di farlo, neppure se dovessi vivere troppo a lungo.
E sono già al terzo bottone, mentre sto andando lentamente a fuoco. Raccontami bambolina, di che colore sono le tue lenzuola?
Potrei riposare un po' accanto a te? Potrei sfiorarti la nuca con la punta del naso? Me lo lasceresti fare?
E anche il quarto bottone è andato, vorrei che fossi mia. E invece di chi sei, bambolina?
Raccontami se c'è qualcuno. Raccontami quello che ti fa. Raccontami se ti merita.
Se devo cancellare la sua esistenza dalla faccia della terra. Se è meschino. Se ti fa piangere.
Raccontami ogni cosa, ce la farò a salvarti se mai ne avrai bisogno? Ti potrò mai ritrovare mio eterno amore meraviglioso?
E quanto è facile provarlo un amore? E quanto è difficile sopravvivergli?


Sul mio braccio le tue parole si son sbiadite, non le vedo più. Ma son cicatrici. Cosa fai nella vita Sibilla?
Hai la calligrafia elegante di un altro tempo, forse sei una scrittrice. Dei tuoi sogni non so niente, che amante mai potrei essere?
Se ti potessi rivedere, mi basterebbe solo un altro attimo, per dirti che, alla fine ti amo anche io. Non mi importa se ancora, dopo quarantadue giorni, stento a crederci.
Non importa se nessuno ci crederebbe, tu lo faresti.
E sono stanco di non poterti suonare nessuna delle canzoni, che, in queste notti, ho composto ,pensandoti.
Sono stanco, però, sappilo, che son tue, che son per te, che ti appartengono.
Che adesso, quasi quasi, te ne canto una, steso qui, su questa spiaggia tiepida. Ma prima, stenditi.
Stenditi tra queste bianche conchiglie e soffiami il tuo amore, qui sul collo. Mentre lo fai, io, non posso che soffrire.
Mentre lo fai, ti vorrei, disperatamente mia.
Mentre lo fai, non puoi che essere mia. Non puoi farne a meno. Sibilla, la tua vita si è fermata?


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Ochei, seconda notte brava per me. Ho molte cose da dimenticare, diciamo. -.-
Domani, lo giuro, metto la testa apposto e proseguo con Always young, always nasty, che ha certamente più senso.
Ringrazio quelle fedelissime che mi apprezzano anche in questi momenti da scordare T_T Siete davvero delle sante<3 Katy, grazie. Annina, grazie. Vi lovvo<3
E lovvo Robert, infinitamente. -.- Diciamo che Sibilla, potrei tranquillamente essere io, con l'unica, minuscola differenza, che io Rob, mica l'ho mai incontrato.. sta qui si sta a lamentare dei due minuti, ma sti due minuti, lasciatemelo dire, sto cazzo, fatteli bastare bella ahahah T_T Mò magariiii >_< Ochei basta si vede troppo che sto sbroccando, mi dò un contegno...
aspettate, aspettate, un ultimo sfogo di pura follia ancora.. perchè diciamocelo, questa specie di fiction psicopatica, è un po' tutta una follia.. volevo dire una robina piccolina a Robert..
(anche se l'italiano mi sa che non lo capisce, e mi sa anche che di qui non ci capita, ma in qualche modo io mi debbo sfogar -.-)..
Robert io non sono molto normale (ma vààà. potresti facilmente evincerlo dal fatto che parlo con te su efp, quando è palese che di qui non ci passerai mai T_T), però onestamente, sinceramente, seriamente, scherzi a parte, io.. ti faccio un appello ._. E codesto sarebbe... VIENI QUI!! IMMEDIATAMENTE! ( mi perdonerete il maiuscolo, ma quello sta in Inghilterra, se voglio che mi senta debbo urlar -.-).. io ti esigo. E sembra che io stia sdrammatizzando, ma credimi se ti dico che in realtà è un dramma.. (bè chiaro, se non lo fosse, non necessiterebbe, di una sdrammatizzazione.. bè il mio sense of humor sta discretamente scadendo, quindi mi ritiro nelle mie stanze... boato di gioia -.-)
Robert, azzera tutto ciò che ho scritto e leggi solo da adesso in poi, se ti va, se capisci, se hai voglia di sentirmi, se il tuo destino mai ti trasporterà fin qui, e un altro milione di inutili se..
Se, l'amore ha bisogno di una base solida su cui crescere e diramarsi, io sarò l'eccezione a questa regola.. ce n'è sempre una.
Dicono che gli ubriachi percepiscano le verità più inafferrabili, quelle che giacciono sul nostro fondo, nelle nostre riserve, nelle nostre stive.. Io questa storia la dedico a te.
Che sarai anche distante mille miglia, ma io, quando bevo, sento solo una cosa dentro, che mi riempie fino all'orlo, io, accidenti, ti amo. E mi compatisco. E da sobria, so mentirmi meglio.
Ti amo senza permesso, senza conoscerne il senso. Non so se sono l'unica, non so se sarò l'ultima, ma che m'importa.. (sto scrivendo più nella nota che nella fiction -.-)
L'alcool mi fa tanto male. T_T
Ti amo. Posso farlo?
E addio dignità, addio.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Silent night. ***


..un altro giorno, un'altra ora ed un momento,
dentro l'aria sporca il tuo sorriso controvento..

Il cielo su Torino. Subsonica.



SIBILLA POV

L'aria è bianca a Verona quest'oggi. Mi passa attraverso.
Ed è così tanto che sono un fantasma, che mi sembra normale.
Mi passa attraverso, lasciandomi dentro solo il tuo profumo di neve.
Quella fragranza pulita ed innocente che immagino di poter respirare sui colletti delle tue camicie smesse.
E forse sta per nevicare a Verona, infondo siamo a febbraio. Infondo non manca che un mese all'uscita del tuo ultimo film.
Ci passo davanti ogni giorno tornando da lezione, a quell'enorme manifesto in cui tu sorridi e lei ti è così maledettamene vicina.
Remember me, leggono i miei occhi. E oggi non ce la faccio, della gente, me ne frego, e mi accascio sull'asfalto del marciapiede.
Remember me. Dici a me, Robert? Che stupida ironia. Che stupida beffa.
Come se esistesse un modo per non farlo, per non ricordarti.
Una vecchia signora avvolta in una mantella viola si china su di me, la sua voce ha l'odore delle caramelle alle viole.
Penso che il viola le deve davvero piacere.
"Oh per la misericordia, Biscottino.. Biscottino ti senti male? Ti serve aiuto?"
Non so come riesco a sorriderle scuotendo la testa, m'impegno per risultarle convincente. Ed infondo, nessuno può aiutarmi.
Ed io voglio restare qui, in ginocchio da te. Perchè mi sembra che qui, in questo punto di Verona, tu sia più vicino.
La vecchia signora forse mi crede pazza, e non sa quanto non si sbagli. Si allontana e scompare, risucchiata nell'andirivieni della folla.
A stento percepisco gli sguardi straniti ed allarmati dei passanti. A stento mi domando quanto io debba apparire quantomeno insolita.
Perchè, come sempre, ci sei solo tu, Robert. Solo tu, oltre ogni logica. Solo tu, oltre ogni amore.
Certe volte la notte scrivo, le mie dita battono sui pulsanti di una tastiera bianca. E lo sai? In alcuni, le lettere, non si vedono nemmeno più.
E le mie dita battono veloci, guidate solo dall'incoscienza, dal disordine e dall'incoerenza di quello che il tuo ricordo mi scatena dentro.
Sei la mia notte di neve, Robert. Il mio cielo di stelle tristi. E c'è il tuo sorriso ovunque, di neve anche quello. Bianco e scintillante.
Remember me. Vorrei dirtelo. Vorrei dirtelo, io. Soffiartelo sul respiro. Soffiartelo tre le ciglia. Soffiartelo, nel tuo cuore celeste.
Robert, non c'è una cosa più bella di te. Io mi sforzo, ma non c'è. Non c'è. E ho bisogno di piangere, tra le tue braccia, solo per un po', promesso.
Non ti disturberei, lo farei in silenzio, in una notte di silenzio.
Come lo immagini tu il mio silenzio? E il tuo, il tuo com'è Robert?
Io lo ascolterei per tutta la vita.
La notte scorsa ti ho sognato, al risveglio la mia stanza mi è sembrata un deserto freddo.

Passo le dita tra i tuoi capelli scompigliati, sono cresciuti di un centimetro buono. Trovo ti donino.
Mi guardi dolce come un bambino, ma non lo sei.
Non lo sei nella linea contratta e mascolina della tua mascella.
Non lo sei nella pelle un poco più ruvida, intorno alle labbra e nella parte inferiore delle guance.
Non lo sei nell'incendio dei tuoi occhi.
Non lo sei nelle movenze sapienti delle mani.
Non lo sei nel sapore della bocca.
E non lo sei nei gemiti che lasciano con sofferenza le tue labbra. Nè, nelle parole.
La tua voce è un sussurro di vaniglia e desiderio nel mio orecchio.
"Dimmi che non sto sognando, mia dolce Sibilla."


Amore, no. Non eri tu a sognare. Tu, eri il sogno.
Come ogni giorno, così la notte.
Come nella vita, così nella morte. Sei sempre e solo un sogno, mio meraviglioso amore.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Ecco che la terza shot si aggiunge, triste più che mai, alle prime due.
Sono corte lo so, ma non altrettanto difficili da scrivere. Cioè, sta cosa è grave. Mi escono proprio spontanee, come fossero niente, come fossero un gioco.
Basta per oggi, ho finito le parole. Che deprez.
Grazie alle mie adorate! Spero di non aver fatto deprimere anche voi. In tal caso vi porgo tutte le mie più sentite scuse <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sinner. ***


..la lontananza sai è come il vento,
che fa dimenticare chi non s'ama.
E' già passato un anno ed è un incendio,
che mi brucia l'anima.

La lontananza. Domenico Modugno.



ROBERT POV

Trecentosessantacinque giorni senza te. E le notti che ti ho tradita le ho contate, sono trenta.
Un anno fa ti ho incontrata sotto al sole della tua bella Verona. Ed è ancora come se fossi lì, dietro quella transenna.
A volte penso al tuo dolore, che se è così simile al mio, mi dovresti odiare. Forse lo fai.
Ma nei tuoi occhi, non lo riesco ad immaginare l'odio, mia dolce bambina.
Sono alla mia quarta Ceres stasera. Qui intorno ridono e festeggiano tutti, oggi sono terminate le riprese. Li guardo, guardo com'è essere felici.
Kristen si volta per sorridermi, ricambio il sorriso, ma la mia sai, è solo inerzia. A lei ho parlato di te, una di quelle trenta notti.
Lei piangeva, avvolta nel lenzuolo di seta della mia camera d'hotel. Era la nostra undicesima notte. Fuori il cielo di Vancouver, cadeva in pezzi.

Le poso una mano sulla spalla sinistra, una lacrima le cade sul ginocchio nudo.
Non riesco a trovare il coraggio di guardarla in volto. Ci vedrei il mio stesso smarrimento, il mio stesso ghiaccio.
So cos'è che la fa piangere, ma, quasi per cortesia, glielo domando. Lei osserva la pioggia aldilà della terrazza. Forse cerca la luna. E nemmeno lei vuole guardarmi.
"Sai.. io Mike lo amo con tutto il mio cuore." Mi dice qualcosa che so. Qualcosa di cui non ho mai dubitato.
"Kristen, abbiamo solo bisogno di calore. Siamo umani. Sempre lontani, sempre in viaggio. Siamo raminghi."
Voglio consolarla, ma forse sto cercando una scusa, un alibi dietro cui nascondermi. Perchè il tuo ricordo non mi veda.
Si strofina le mani sul viso e respira affaticata. Con la coda dell'occhio intravedo le sue labbra disegnare un sorriso dolceamaro.
"Il suono della tua voce è così rotto, Rob.." Il suono della mia voce quando parlo di te Sibilla.
"Anche io sto tradendo qualcuno." Vedo le sue sopracciglia tendersi come un arco, è stupita.
"Come si chiama?" E' la prima volta che sto per dire il tuo nome ad alta voce. Tremo. Ho paura che sia troppo. Ho paura di piangere.
"Sibilla." Il tuo nome suona come una goccia di rugiada che cade, qui, al centro della stanza. Mentre nel mio cuore è come un'esplosione.
Mi piego sulle ginocchia, incrocio le braccia sul petto come uno scudo. Kristen si volta di scatto e mi avvolge tra le sue braccia.
"Ti prego, Robert, non piangere. Ti prego, smetti, smetti subito. Smett.." I suoi singhiozzi sovrastano i miei. Ma non li sento.
Il tuo nome mi ha ammazzato.


Forse questa sarà la trentunesima notte. Ogni volta che la spoglio, chiudo gli occhi.
Mi sembra di vederti. Mi sembra di toccarti. Mi sembra quasi che sia reale.
Certe volte li riaprio, per sbaglio. Lei ha un bel seno, un bel ventre, un bel volto.
Ma ad occhi aperti smetto di funzionare. Non sei tu. Non sei tu. Non sei tu. Maledizione.
E mi dovresti odiare, per non riuscire ad essere niente di più, che un uomo, un peccatore.
Esco dal locale per fumare in solitudine una sigaretta. Parigi ti piacerebbe. Ci sei mai stata, bambina mia?
Quando penso che della tua vita non ho mai fatto parte, mi sento escluso dall'universo intero.
Eppure, non posso fare a meno di sorridere, perchè il pensiero della tua vita, è un pensiero immensamente dolce.
Ed immensamente dolce è il suo fluire, da qualche parte, talvolta più vicino, talvolta più distante. Parigi non è poi così distante.
La nicotina quasi s'impasta del tuo sapore. Qui fuori, sul retro di questo pub in Montmartre, non passa un'anima.
E' notte fonda e ti sento più vicina, perchè so che per una volta, lo è anche da te. Un sottile nevischio inizia a vorticare nell'aria.
Nel vento danza furioso. Nel vento non riesce a darsi pace. Nel vento, in cui vivi anche tu amore mio.
Parigi sotto la neve sarà bellissima domattina. Ma tu non la vedrai amore. Perciò, che senso avrà?
Che senso avranno le cose belle del mondo, se tu non potrai vederle? Se io non potrò vederti mentre le vedi?
Ti piace la neve, Sibilla? Pensi mai che abbia un suo odore?
I fiocchi si fan più immensi ora che ti penso. Alzo lo sguardo verso il cielo di Parigi ed è come se ad ogni fiocco, perdesse un tassello.
Forse sta per crollare. Forse si spezza il cuore persino al cielo.

..ciao amore,
ciao non piangere.
Vedrai che tornerò,
te lo prometto ritornerò,
te lo giuro amore ritornerò,
perché ti amo,
ti amo.

La lontananza. Domenico Modugno.



ANGOLINO DELL'AUTRICE
E' un'ora che ascolto "Let me sign" incessantemente. Mi distrugge, e voglio che mi distrugga.
Quando scrivo queste shot ho bisogno di sentirmi distrutta fino infondo. Anche se infondo la verità è che mi basta pensare a lui.
Ma ascoltarlo mentre canta, proprio. E' proprio il top per raggiungere il fondo più in fretta.
Vabè, detto questo, mi ritiro. Scusate per il dolore che si respira qui in questa raccolta. E' nata così e continua così.
E credetemi, siete pazze a credere saggia una disadattata come me. Ma vi adoro anche per questo, la vostra comprensione mi fa sentire meno pirla.
Saluto tutte, in particolare ANNA e KATY! Saluto Robert, ovunque sia stanotte. Ce la fai a pensarmi un po' anche tu?
(ah dimenticavo, so che Parigi non centra niente con le riprese di New moon o Eclipse, ma mi prendeva bene così, quindi vedetela come una delle mie molteplici licenze poetiche xD)
Buonanotte!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** E tutto, qui, cade. ***


..ti sento vicino, il respiro non mente
in tanto dolore, niente di sbagliato,
niente, niente..

Luce (Tramonti a nord est). Elisa.



SIBILLA POV

E' una notte di sangue e di fuoco, questa.
Non ho molto da dirti, perchè ho un estremo bisogno di farti.
Non ci sono, con la testa non ci sono.
Intorno a me non c'è più nessuno ora e tiro un sospiro di sollievo.
Solo pochi minuti fa, il respiro della folla, mi annientava.
La musica era assordante, insistente, mi inseguiva ed io, le mie ginocchia, non han più retto.
Mi son seduta su uno sgabello rosso, giravo in tondo, cercando di trovarti. Una vocina nella testa continuava a ripetermi che non ti avrei trovato.
Ho creduto seriamente di morire. Perchè lo so, questa è l'agghiacciante verità, tu per me non esisti.
Tutto il resto non lo so, non lo conosco. E' accaduto in mia assenza. Le mie amiche mi han cercato, setacciando ogni angolo del locale.
Ero scappata. Lontana dalle mura, lontana dai remix, lontana dai bicchieri di vetro, lontana dal sudore.
Ero scappata, sono scappata. E forse ancora, nonostante sia davanti ai loro occhi, non son state capaci di trovarmi. Sono con te.
Gli auricolari dell'Ipod conservano il mio isolamento, il mio ricordo di te. E ti amo così forte, che mi rompo.
Ti vedo e ti sento, come mai mi era successo. Questa notte saresti mio. Non ci sarebbe spazio per nessuna, tu mi ameresti, lo sento.
Ed ho perso il controllo, penso che oramai, sia per sempre. Perchè quando hai bisogno di un paio di auricolari in discoteca, sei alla fine.
Ed era solo per la tua voce, per sentirla, per sentirti, più di quanto, da sola, non riuscissi. Più di quanto potessi.
E sono stanca di raccontarlo al cielo, io amo te, non il cielo.
Le mie dita sfiorano l'aria inutilmente, tu non ci sei. Tu non ci sei, mai. Non importa dove io posi il mio sguardo, tu non ci sei.
Le mie dita sfiorano l'aria, e si spezzano. Non posso dirlo a nessuno.
Questa notte, ti scongiuro, dimmi dove sei, gridamelo. Le stelle sono così immense che il cielo non le regge più, e cadono. E cadono. E tutto, qui, cade.

E chiudo gli occhi, vedo i tuoi capelli sfiorare la mia fronte. Sento il loro profumo di giglio.
Sei un sogno e lo so. Per questo, mentre ballo al centro esatto della pista, piango.
Diventa impossibile persino credere ai sogni. Per questo, non respiro, non più.
Preferisco l'orlo circolare del vetro dei bicchieri. Preferisco vendermi a chi di me non saprà mai niente. Eppure, di piangere, non la smetto.
Eppure, a te sembra non importare. Resti immobile ed incantevole, dove sei. E dove sei?
Mentre mi vendo ad occhi serrati, vedo i tuoi capelli, li accarezzo senza crederci. Sei bello che mi si arresta il respiro.
Non ci sarai mai, ma ad occhi serrati, sembri quasi vero. La tua pelle sfiora la mia, e mi fa piangere.
I bottoni dei tuoi jeans sfregano contro il cotone della mia maglietta. Io, darei tutta la mia vita, perchè fosse vero.
Io, a te, darei tutta la mia vita, e non ha un senso. Uccidimi, te lo chiedo in ginocchio. Morirò comunque, mentre tu resterai il mio unico ricordo, il mio unico amore.
Ti amo. Disperatamente. Ogni giorno mi vendo ed è un supplizio, mentre nessuno ti somiglia.
Mentre non riesco nemmeno ad immaginare che cosa mi diresti.
Qui, al centro esatto della pista, è magnifico sentirti. Tanto quanto impossibile.


E scusa se questa notte sbaglio i tempi, il fatto è che non so più quando le cose accadono. Non conosco più tempi e coniugazioni.
Conosco solo questo eterno e lancinante dolore, che sei tu. Che sei tu, amore mio.
Di chi sarai un giorno? Tra le braccia di chi, ti scioglierai? Mentre me lo chiedo, deglutisco sangue.
Ed ho poche domande da rivolgerti questa notte. Ne ho così poche, che parlarti ancora, perde qualsiasi senso.
Ho bisogno di farti, di mangiarti. Un morso dopo l'altro, un bacio dopo l'altro, finchè non scompari totalmente, dentro di me.
Finchè il tuo amore non scompare dentro al mio.
E non lo so, se lo sai, che ovunque tu vada, ovunque tu scompaia, sei eternamente mio.
Riesco quasi a sfiorarla, Verona, tra i tuoi capelli d'oro.
Buonanotte Robert, buonanotte amore celeste. Buonanotte anche se forse, da te, è giorno.
Buonanotte, anche se, tutto, qui, cade.


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Ma cos'è? Cosa diamine ho scritto? Guardate, non lo rileggo neanche, perchè già il rigurgito è in agguato, non immagino se effettuassi un controllo ortografico, contenutistico ancor peggio.
Quindi, insomma, sorbitevelo così. C'è bisogno che ve lo dica, quanto sono stata autobiografica stanotte? O meglio, stamattina -.- Sì, perchè, son tipo le sei.. che amarezza.
La mia vita non ha un verso, se non quello del caos. Ma almeno questa sera lo vedrò proiettato su una parete bianca. Basta, basta, basta. Giuro che al più presto parto, e lo vado a cercare.
Ochei, vi saluto e mi tuffo tra le coperte, che nonostante sia già marzo, sento ancora troppo freddo. Grazie che esistete.
Goodnight and sweet dreams, Robert <3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Nella stanza celeste. ***


Girl save your soul,
save your soul,
before you're too far gone,
and before nothing can be done..
'Cause without me, you got it all,
so hold on..

Never think. Robert Pattinson.



ROBERT POV

A Tokyo, lo sai, ci son viali dimenticati in cui piovono petali rosa.
E adesso, se alzo gli occhi, lunghi e sottili rami di ciliegio s'intrecciano contro il cielo.
La dolcezza dell'aria qui mi trascina via. Se fossi con me, trascinerei via i tuoi vestiti leggeri.
Da dove vorresti che cominciassi, Sibilla? Dimmi come ti piace. Dimmi se chiuderesti i tuoi occhi, o se li useresti per scrutarmi mentre ti spoglio.
Amo l'idea di sentirmeli addosso. Amo l'idea di te immobile ed innamorata. Amo l'idea del fruscio delle tue vesti. Che cadono, senza fretta, una ad una, come foglie in autunno.
Amo l'idea del tuo sapore di frutta e bacche magiche. Amo l'idea del tuo collo reclinato all'indietro. Amo l'idea di un letto su cui adagiarti.
Lo immagino celeste, in una stanza celeste.

Schiudo la porta verniciata d'azzurro e spio l'interno illuminato di sole.
Un profumo di nuvola mi colpisce in pieno viso. Mi accingo ad entrare e, finalmente, ti vedo. Sei in piedi accanto alla finestra.
Solo le tende di lino impediscono al cielo di entrare. Somigli ad una vergine, forse lo sei. Tremi come se lo fossi.
Mi guardi negli occhi, ma non sei sfacciata. E' solo che non riesci a farne a meno.
E' solo che hai paura che io scompaia, come se fossi il frutto della tua immaginazione. Ma invece, amore, stai tranquilla, l'immaginazione è la mia.
Sarò tenace, niente mi disturberà, niente riporterà i miei piedi sul terreno di Tokyo, non oggi. Non oggi che sarai mia, dolce Giulietta.
Vorrei sorriderti, ma sento i tratti del mio volto, irrimediabilmente contratti, nello sforzo di trattenerti. Mancano cinque passi. Non li consumerò con avidità.
Devo durare, devi durare. Deve durare.
Le punte delle tue dita accarezzano la stoffa della tenda. Sei come una poesia. Sei candida, sei fatta d'amore.
Tratterrai il tuo respiro, appena ti toccherò. Mancano tre passi. Solo ora mi accorgo, che oltre al letto, non esistono mobili in questa stanza. Forse perchè non serve altro.
Indossi una maglietta bianca, troppo lunga e sformata per essere la tua. Sei così piccola. Manca un passo e mi arrivi appena alle spalle. Un sorriso me lo strappi. Mi piace, tu sia così.
E' stupendo respirare ad un passo di distanza da te. Pensare alle cose da dirti, alle cose da farti. Ti mordi un labbro ed il rossore sul tuo viso mi ricorda un campo di fragole.
Non osi muoverti, mi piace che tu non lo faccia. Sei bellissima. Le tue braccia ricadono a peso morto lungo i tuoi fianchi. Sono sottili e vorrei poterti proteggere per sempre.
Il silenzio ti dona. Mi piace che il tempo scorra lento. Non c'è più alcun passo a dividerci, ma ancora non ti sfioro. Conto i battiti delle tue ciglia e sei una bambola da incorniciare.
Muovo una mano verso i tuoi capelli color del mogano, sistemo una ciocca dietro l'orecchio, la consistenza mi annienta. Perdo il cuore, lui vola.
E tu resti così ferma che per un attimo temo di rovinare tutto, gettandoti troppo bruscamente, sul materasso. Abbasso le palpebre, le rialzo.
Le tue dita raggiungono i capelli che mi scendono a lato della fronte. Le tue dita ci si tuffano in mezzo e delicatamente li scostano. Sei il paradiso, ma mi fai scottare.
Da quanto sei qui? E chi stavi aspettando? Schiudi le tue labbra, sono un dipinto scarlatto. Ci lascerò la mia vita, amore. La potrai leccare, la mia vita.
Nei tuoi occhi, in quanti si son persi? Eppure non scorgo riflessi, che non siano miei. Nei tuoi occhi, non vedo che me. Non hai mai guardato nessuno, Sibilla?
Guardami, guardami, guardarmi. Dimmi tutto quello che tieni stretto ed imprigionami. Le tue dita si spostano tra i miei capelli, le sento impaurite e tese.
"Sai quello che sta per succedere?" Spezzo questo nostro mutismo di cristallo e riconosco nella mia voce una nuova nota. Ora lo so, quanto ti amo.
Annuisci e i tuoi occhi scivolano sul mio collo. Studi le sgualciture della mia maglia, bianca come la tua. Mi piace il flusso delle tue pupille su di me.
A cosa stai pensando, Sibilla? Forse non vuoi neppure cominciare.
Te lo leggo negli occhi, che lo sai, che più si avvicina il momento in cui ci uniremo, più si avvicina quello in cui dovremo separarci.
Pensi che la gente nel mondo, lo sappia, quanto è possibile amare? Pensi alla mia pelle?
Ti guardo mentre osservi con attenzione il profilo delle mie gambe.
Ti guardo e il modo in cui le tue sopracciglia si alzano, il modo in cui i tuoi occhi si velano di passione, mi strappano un nuovo sorriso.
Ti allontani di mezzo passo e cerchi i miei occhi.
"Dimmi qualcosa che nessuno mi ha mai detto."
"Parla ancora, amore mio." Mi sa che ci sono riuscito, forse nessuno ti aveva mai chiamata in questo modo.
Forse nemmeno l'hai mai consentito. Ti porti una mano alle labbra totalmente spiazzata. Totalmente indifesa. E questo, spiazza me.
Azzero di nuovo le distanze e stavolta avvolgo la tua vita con un braccio, l'altra mano la poso su una tua guancia in fiamme.
La mia fronte scontra la tua, le punte dei nostri nasi si schiacciano. I tuoi occhi così vicini mi stordiscono, ma il colpo di grazia è il tuo respiro che mi soffia sulle labbra.
Il tuo respiro che mi priva del mio, perchè hai fiato per entrambi.
"Parlami, Sibilla." Il tuo seno premuto contro il mio petto, rende il mio desiderio invivibile.
"Se mi ami, fallo adesso, più che puoi. Finchè il tuo amore non si è esaurito. Mi serve tutto." E non tremi, quelle nel tuo corpo sono scosse che non ho mai sentito.
La tua, sembra un'astinenza. La tua, sembra un'emergenza. E mi dispero, perchè lo sento quanto pesa, tutto il tempo che ti ho lasciata sola a piangere.
E mi ami, mio dio, da morire. Senza eufemismi. E guardami, perchè se lo fai, vedrai che stiamo morendo insieme.
"E se questo amore non dovesse mai finire?" Solo ora me ne rendo conto, sto ansimando. Le tue braccia mi cingono il collo e ti sento salire sulle punte dei tuoi piedi.
"Non dovrai andartene." Provi a sorridere, ma invece piangi. E sei mia.
Mi appartieni come mi appartiene la mia ombra, vorrei solo che mi potessi seguire alla stessa maniera. Solo, non da schiava, da regina, mio dolce amore.
Ti stringo più forte per la vita e sento i tuoi piedi abbandonare le assi celesti del pavimento. Piangi, ma non fai rumore. Le tue labbra ustionano le mie, sfiorandole come piume.
Sospiri, sorrido. Inclino il capo e poso la mia bocca sulla tua, che si schiude. E' un bacio, eppure non somiglia a nessuno di quelli che ho dato. Tu mi scuoti, Sibilla. Ho paura di spaventarti.
La tua lingua incrocia la mia, ti sento mentre ti sciogli e diventi quasi liquida. Ti berrei. Ti prosciugherei. E il mio bacio, è un morso affamato ed affannato, ormai. Non sembra farti male.
Sembra non bastarti e le tue coscie si chiudono attorno ai miei fianchi. E sì, sei dolce, quasi ingenua, ma sai muoverti su di me come una fata incandescente.
Piego un ginocchio e lo poso sul letto, sento l'orlo della tua maglietta cedere sulle tue gambe e salire scoprendole completamente. Sei micidiale.
Mi chino verso il materasso fin quando non sento la tua schiena posarcisi. Le tue mani scivolano via dai miei capelli, le sento passare sulle spalle e fermarsi sul torace.
Stringi la stoffa della mia maglia, la massacri, eppure sento che ami anche lei.
"Sei caldissimo." Ma tu lo sei di più e forse hai persino la febbre, ora che ci penso.
Sorrido sulla tua bocca e quasi non ci faccio caso, la mia mano si fa strada da sola, lungo il fianco del tuo corpo.
Delicata traccia il profilo del tuo seno, scorre via sulle tue reni, lungo il ventre, e alla fine della corsa, trova la tua coscia destra, la afferra e forse lo fa in modo troppo possessivo.
Voglio essere dolce, ma la tua schiena s'inarca in uno spasmo e perdo il filo.
Mi separo dal tuo corpo controvoglia e mi alzo sulle ginocchia, le sento affondare nel materasso. Tra di loro ci sei tu, sdraiata ed ansiosa.
Porto le mani allo scollo della mia maglia e resto fermo qualche secondo a godere del desiderio che ti leggo nello sguardo. Che stupido, pensarti come una bambina.
Quanti hai ingannato con la tua dolce innocenza? Ma infondo non è un inganno, è una magia.
Sei bella vestita di questo desiderio, e di questo tormento. Sei bella, mentre mi guardi, mentre mi vuoi. E sei bella, mentre sai che mi avrai. Vorrei per me, i tuoi pensieri.
"A che pensi?" Non ho mai fatto tanta fatica a parlare.
"Che.. mi abbagli." Ti alzi sui gomiti e mi sfiori lo stomaco con un polpastrello.
Nel momento in cui le tue dita si aggrappano di nuovo alla stoffa della maglia, tentando di trarmi a te, le mie mani la sradicano via.
Riesco a non crollarti addosso, poggiandole ai lati delle tue spalle. I tuoi occhi tracciano disegni infuocati sulla mia pelle nuda. Sembra ti piaccia ciò che vedi, sorrido.
Pieghi un ginocchio, lo sento mentre sfiora l'interno della mia gamba destra.
Sento un formicolio nello stomaco ed un fischio acuto assordarmi, mentre le tue dita s'impossessano dei passanti dei miei jeans. E' un attimo e i bottoni sono già tutti e tre fuori dalle asole.
Intreccio le dita alle tue e ho necessità di baciarti ancora. Me lo lasci fare, e sei così languida che mi lasceresti fare ogni cosa. E ormai, non posso più lasciarti quella maglietta addosso.
Scopro il tuo corpo un centimetro per volta mentre s'imprime come un tatuaggio nella mia mente. E sei perfetta, che mi manca l'ossigeno.
Quando ho il tuo seno davanti agli occhi invece, mi manca tutto. Alzi le braccia, mentre ti libero dalla prigionia della stoffa.
"Come puoi essere così, Sibilla." Ti cingo la vita mentre schiudi le labbra ed osservi i miei capelli sfiorarti il seno. Ansimi, non riesci neppure ad alzare le mani per accarezzarmi.
Sei inerme e respiri veloce. E io non ce la faccio più, quindi scusa se non riesco a concentrarmi ancora solo su questo seno magnifico che hai.
Scusa se le mie dita stan già giocando con i nastri delle tue mutandine. Scusa se ti sembro impertinente, scusa se ho smesso di ragionare.
Scusa ma adesso te le devo davvero togliere. Scusa se ora il tuo corpo è tirato come una corda di violino, ma non ti voglio far del male.
I nastri si sciolgono agilmente, e ora, non c'è più alcun velo a nasconderti. E' difficile trovare la forza per tornare ad alzare lo sguardo sul tuo volto.
Però la trovo e meno male, perchè non avrei saputo perdermi tutta questa emozione che ti colora gli zigomi. Tutto questo amore che ti annega nelle lacrime degli occhi.
Mio dio, sei mia e ti amo. Riesci a sentirlo quanto? Quanto, sei mia.
"Stai bene?" Ho paura che mi svieni tra le braccia.
".. continua. continua e non finire." Ma invece tu sei coraggiosa, piccolina.
Lasci morsi lungo la linea della mia mascella ed affondi le unghie nella pelle della mia schiena, quando con due dita ti sfioro tra le gambe. Ti fa male volermi? Non voglio fartene.
Voglio solo sentire i tuoi respiri per me, i tuoi sospiri per me. E il tuo miele per me. Il tuo miele sulle mie dita. Il formicolio nello stomaco è diventato un dolore.
Il modo in cui ansimi nel mio orecchio sinistro, è un modo che mi sconvolge. Perchè è un suono denso di miele, lo stesso che m'inumidisce le dita.
Devi avere piedi da Cenerentola, perchè li sento adesso, risalire sulla tela dei jeans, all'altezza dei polpacci, e sono piccolini. Forse porti un trentacinque, bambolina. Sorrido.
E' dolce scoprire cose di te, che ancora non so. E poi fai una cosa che è incredibile.
"Sei stupendo, sei stupendo.. sei stupendo e mi servi dentro per fermare questa emorragia.." I miei occhi si allagano di meraviglia, non sapevo si potessero esprimere così le emozioni.
Ma tu puoi, piccolo amore mio. Dolce amore mio. Dolce, dolce, dolce. Sei come zucchero filato sotto la mia lingua che scorre tra i tuoi seni, fin sul collo.
Le tue mani vagano sul mio torace e scendono sugli addominali, stizzite scostano l'elastico degli slip dalla mia eccitazione.
Non posso astenermi oltre, Sibilla. Anche se è indescrivibile stare qui, a guardarti, mentre ti tengo stretta per la vita. Mentre so, mentre sai, che manca solo un istante.
Perchè poi ti sarò dentro, proprio al centro, e darò l'anima per raggiungere la tua. Per bloccare questa emorragia che ti distrugge. Solo un istante. Non respiri più, nemmeno io.
E scusa, chiudo gli occhi, li riapro, ma adesso vado, adesso entro. Adesso sono dove sarei sempre dovuto essere. A casa. Tu sei la mia casa. La mia dimora. Qui dove scorre la tua vita.
In questa stanza celeste, nel tuo corpo celeste. Nella tua anima, che adesso, tamponata l'emorragia, è celeste anch'essa. Ed è qui che per sempre scorrerà anche la mia vita.


Un petalo troppo rosa, troppo poco celeste, mi cade sul naso. Mi distrae e ti ho persa.
Intorno a me c'è solo un viale seppellito da petali. C'è solo un'immensa metropoli orientale e milioni di chilometri tra i nostri corpi.
Scusa se non son stato tenace abbastanza, scusa se ti ho lasciata mentre ti avevo appena trovata. Hai ripreso a sanguinare, amore mio?
Avrei avuto così tante cose da chiederti. Così tante da raccontarti. E chi lo sa, quale numero di scarpe porti, davvero.
Chi lo sa se ce lo avremo mai un letto celeste.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Bene, cioè, volevo dire male. Questo è il risultato. Un risultato pessimo ed agghiacciante.
E la colpa è tutta di Remember me. Il centro del mio cuore è completamente ustionato, ma tutto intorno ci si è posata sopra una coltre di ghiaccio impenetrabile. E lui non c'è ad abbatterla.
L'ho visto su quel letto con Emilie e.. sarei voluta scappare via dal cinema. Ecco, così imparo ad essere scema.
Cioè, dai ma perchè sono ridicola?? Rob, impediscimelo, fammi smettere. Io non sono questa. Io non amo così, a priori. Ma tu, che cosa mi hai fatto? Dimmelo, devi dirlo a tutti.
No dai davvero che dolore assurdo. Uffa. (Eh. Uffa, sto paio di palle. Ma aiuto.) Credo andrò a farmi vedere da uno bravo.
Eri l'antidoto alla realtà che non mi piaceva e non mi soddisfava. Pensare a te mi proteggeva dalle cose brutte. Mi estraniava da quelle capaci di fare male.
E adesso, come per uno strano scherzo del destino, sei tu che mi fai male. Ed è da te che mi devo proteggere. Userò la realtà per estraniarmi questa volta?
Enigma. Ce la farà la nostra eroina??? Lo scopriremo solo vivendo. (Alè paroloni -.-)
Cmq, grazie a tutte voi ragazzuole, che riuscite forse a capire. Grazie che siete così magnanime da leggere sti obbrobri che vi propino. Bah, come fate?
Vi bacio.
E, Rob, sei stato incantevole in questo film. Ed è tutto a posto infondo. Mi va bene anche così. Ti chiedo solo di continuare a brillare in questo modo pazzesco.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Reminiscenza. ***


..certe volte, guardo il mare,
questo eterno movimento,
ma due occhi sono pochi per questo immenso,
e capisco di esser sola..
E passeggio dentro il mondo,
ma capisco che due gambe non bastano,
per girarlo e rigirarlo.

Se è vero che ci sei. Biagio Antonacci.



SIBILLA POV

Lo sai cos'è a farmi piangere più di tutto? E' il cielo, ed infondo sì che lo sai.
E' l'azzurro del cielo, che mi cade dentro agli occhi ogni volta che alzo lo sguardo. E che mi trema nel cuore. Come adesso.
Adesso che non riesco più a prendere appunti e che la voce strascicata del professore è soltanto un brusio indistinto.
Adesso che osservo l'aria della sera aldilà di una finestra. L'aria di un tramonto d'aprile.
Adesso che penso già a domani. Adesso che penso che salterò lezione, perchè ho solo bisogno di collassare su un prato verde e respirare margherite.
Del tocco del sole primaverile sulle braccia e sulla faccia. Dell'ipod appeso al collo per sognarti meglio.
E ti giuro, Robert, questo cielo è un tuo ritratto ad acquerello, solo che il calore del sole ha sciolto tutti i colori, tutti i contorni.
Eppure ti vedo, le rondini ti passano attraverso, le loro ali ti accarezzano.
E sei qui, i tuoi occhi nell'azzurro, i tuoi capelli in quella fascia di luce dorata, più in basso verso l'orizzonte, la tua pelle in quell'ultima sottile striatura color pesca.
Sei nel cielo, sei ovunque. Il tuo viso è ovunque, e mi s'infrange su queste rive tristi e desolate del cuore.
Non so niente del mio destino, Robert. Il tuo è scritto nel firmamento. Sei un bambino e fai già parte della storia. Sei una leggenda, la stella più sfolgorante, l'astro nascente.
In quante ti amano, Robert. In quante ti sognano la notte. In quante, come me, piangono guardando il cielo.
Mi sento un puntino insignificante, e questo immenso amore mi spossa.
Non sei un idolo, per me. Non sei un eroe. Non sei un sogno erotico. Non sei un poster da appendere ad una parete. Una biografia non autorizzata da sfogliare.
Non sei mai stato l'autografo che non ti ho chiesto. Non potrai mai.
Rob, tu sei tutto ciò di cui nella mia vita ho avuto bisogno. Sei l'amore, che mi è stato sottratto fin dalla nascita.
Sei questo bruciore assurdo nel petto e lungo gli arti, quello che si prova quando si viene strappati a metà. Ed io sono nata spezzata. Senza di te, lontana da te.
Il tuo respiro nell'atmosfera l'ho sempre sentito. Ora che ci penso, ricordo persino quando è stata la prima volta.
Avevo solo sette anni, quando la mia famiglia decise di portarmi a visitare Londra. Ed in quel muro di nebbia densa e fitta, il profumo del tuo fiato mi diede le vertigini.
Chissà quanto ti son passata vicino. Chissà quanto sarebbe stato diverso, incontrarsi da bambini.

Trovo nello smog di questa città inglese, qualcosa di decadente e malinconico.
Senza individuarlo, percepisco qualcosa di dolce. Forse un'essenza, forse un'anima. Forse un sorriso che non scorgo. Infondo è una città più grande di Verona.
Infondo c'è troppa nebbia per distinguersi.
Forse il battito di un cuore gentile e tormentato.
Vorrei chiedere a mamma di trasferirci qui. Mi piace Verona, ma sento che qui c'è qualcosa di mio.
Ti sento qualunque cosa tu sia, chiunque tu sia. Sei come una crepa su un muro. Sei come l'edera. E già mi rivesti il cuore.
Vorrei cercarti, ma non so dove sei, se ti riconoscerei. E' una strana sensazione, eppure non ho dubbi. Vivi qui.
Chissà che cosa sei. Forse uno scoiattolino, o magari un pesce rosso. Forse una bambina di nome Ludmilla. Mi sarei sempre voluta chiamare Ludmilla, sai?
Forse sei un pescatore. O una delle guardie della regina. Potresti essere un salice piangente. Una farfalla. Qualcosa che devo aver perso, nella mia vita precedente.
Qualcosa di azzurro. Qualcosa che batte e che pulsa e che palpita. Qualcosa che mi fa scoppiettare il cuore come un fuoco d'artificio.
Vorrei incontrarti. Hai un bel suono. E sei soffice e levigato. Ma forse non è giusto parlare al maschile, magari sei davvero Ludmilla.
Domani si torna a Verona. Non so perchè ma mi viene un po' da piangere. Ma spero di scoprirlo, prima o poi, chi sei.


Oggi lo so. Eri tu. Sei tu. Sei sempre stato tu. Alchemico e meraviglioso, Robert.
Ci capitai quasi per sbaglio dentro quella sala cinematografica. Sai a volte, vai a vedere un film, e nemmeno ti interessa, a stento ne conosci la trama.
Ti chiudi in un cinema, per chiudere fuori il mondo. Un po' come si fa coi libri, o con le canzoni.
Twilight era già un cult tra le adolescenti, ben prima che venisse trasferito su celluloide, eppure io non ne sapevo niente. Avevo ventidue anni e le mie letture erano di ben altro tipo.
Su quella poltrona, seduta accanto alla mia amica invasata, credevo mi sarei annoiata a morte. Poi Edward Cullen fece il suo ingresso in mensa ed io ti vidi, ti riconobbi.
E' stato immediato, automatico. Come la mano che sfrecciò dal bracciolo del sedile, a coprire le labbra. Come le lacrime che presero a pizzicarmi nella cornea.
E' come la teoria delle idee di Platone, sai?
Se non si conosce ciò che si cerca, qualora lo si sia trovato, non lo si riconoscerà.
Se si conosce già quel che si cerca, non ha senso la ricerca.

Secondo Platone, apprendere equivale a ricordare, e forse io e te, ci siamo amati in un qualche luogo. Forse nell'iperuranio, dove giacciono le idee.
Idee eteree, perfette, incorruttibili, che si dimenticano dopo la reincarnazione. Tu sei la mia reminiscenza.
E certe volte penso che se non ci è concesso un secondo giro su questa giostra, è perchè abbiam già fatto tutto a regola d'arte, durante il primo.
Forse siamo stati già perfetti una volta, io e te. Forse, mi faccio solo troppe canne.
Ma sai, è da due anni ormai che mi chiedo come sia possibile, amarti. Io sto solo cercando di darmi una risposta.
Chissà, se mi prenderesti in giro, se rideresti di queste mie elucubrazioni.
Ma secondo me, anche tu sei uno, che quando sta seduto ad un banco di scuola, si perde nei pensieri. E nei sentieri di un panorama aldilà della finestra. Sorrido.
Sorrido, anche se questo cielo mi fa piangere. Sorrido, perchè sono felice di averti riconosciuto. Sono felice di sapere di amarti. Sono felice, che sei tu.
Sono felice, mentre il suono della campanella segna la fine della lezione. E posso correre fuori, sotto il cielo, baciata dal suo azzurro serale. Dall'azzurro dei tuoi occhi.
Ti amo, amore perduto.


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Sì ecco, stanotte ho sfornato la cosa più malata che abbia mai scritto, sì, cioè, di quelle pubblicate. Ma di certo, posso far di peggio, o meglio, dipende dai punti di vista.
Chiedo venia, il fatto è che sono a pezzi, e non per via del cambio dell'ora. Cioè, anche quello un po' mi ha sballato, ma insomma, fosse questo il problema..
Il problema è quel maledetto film, che adesso ce l'ho sul computer e addio. Ma addio veramente. T_T
Quando penso a quanto sei impossibile, impazzisco letteralmente. Stringerei persino un patto col diavolo, per poterti raggiungere in qualche modo.
In un'intervista hai detto che nel periodo di Little Ashes, una fan si era appostata fuori dalla tua roulotte e che ci restava notte e giorno.. E allora l'hai portata fuori a cena, perchè lei capisse quanto sei noioso in realtà. Così poi lei non si è più fatta vedere. Se ci penso, perdo il controllo. Se tu mi portassi fuori a cena, potresti sforzarti quanto vuoi di fare il noioso, ma tanto ti smaschererei.. perchè le tue riflessioni, ed in genere, il percorso che hai compiuto per arrivare dove sei, non appartengono ad una persona vuota e monotona.. Ogni volta che ti ascolto, penso che la tua mente sia in simbiosi con la mia.. è tutto così strano. O forse non è che è strano, è che sono scema e mi son fritta il cervello.
Ma comunque, se fino a circa 24 anni, son stata una persona, se non proprio con la testa sulle spalle, con un minimo di buon senso, e se, soprattutto, durante l'adolescenza, ho scampato qualsiasi tipo di febbre mediatica, adesso, se arrivi tu, e mi fai colare a picco, un motivo dovrà esserci. Non dirmi che il motivo è che tutte siamo colate a picco.. perchè ti risponderei, che tutte erano colate a picco, anche per Di Caprio, per i Take that, per Nick Carter dei Backstreet boys, per Orldando Bloon, o Colin Pharrel, o.. che ne so? Io molti nomi di belloni del cinema, non li conosco neanche. Io in queste trappole, non ci son mai cascata, hai capito? Mai poster, mai figurine incollate sui diari, mai urla o pianti isterici, mai niente di niente.
Perciò adesso, devi dirmi, che diavolo vuoi. Che diavolo vuoi da me, Rob? Esci da questo corpo. T_T (cioè, s'intende, in senso figurato. in altri sensi ahimè, non dovrò mai chiedergli una cosa del genere.. e poi, fossi pazza T_T).. vabbè come al solito degenero.
Che devo dire? Saluto e ringrazio la Katy e l'Annuccia, care dolci frugoline mie<3<3 E anche insomma tutte voi che mi seguite e che credete nella mia pazzia.
A te Rob invece, grazie un corno stanotte. Cioè, son proprio incazzata nera con te. -.- Vabbè, se proprio insisti, un bacino te lo mando. Ochei, ochei, anche due. Però vedi che sei appiccicoso eh. -.- Ahahahah (risata isterica -.-) Si vede che sto delirando, vado. <3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Dreaming about telepatia. ***


..sento solo te, sento solo te,
e il resto che cos'è?..

Acido acida. Prozac +.



SIBILLA POV

Robert. Il suono del tuo nome è fatto di lacrime.
Tutte quelle che a volte mi rifiuto di versare, m'incidono dentro e si trasformano in ossessioni.
Di chi mi circonda non m'importa nulla, guardo il mondo ma non lo sento.
Mentre mi muovo sotto un corpo di cui non ricordo il volto, non sento alcun desiderio. Mi sforzo, per immaginare che le mani sul mio seno sian le tue.
E lo sai? E' tutto fottutamente inutile. Non saprò mai come fai l'amore. Nè quanto può saturarsi di libidine il tuo respiro.
C'è solo una cosa che so, ed è quella che non smette di uccidermi ad ogni spinta. Tu hai il sapore dell'amore.
L'amore quello vero, quello che spazza via la vita per crearsi il suo spazio, che altrimenti non ci sta.
E mentre me ne sto qui, sdraiata sul sedile posteriore di una Volkswagen, a sopportare l'estasi di qualcuno a cui non riesco ad appartenere, la tua immagine, chiusa a chiave sotto le mie palpebre, è la sola a farmi sudare.

L'acquazzone d'aprile ti annacqua i vestiti. La maglietta grigia che indossi sotto la camicia, ti si appiccica addosso. Lo stesso fanno i tuoi morbidissimi capelli.
Tremi. Di freddo, di paura, di smania, d'amore. Sei come una foglia, come una tormenta di foglie. Tremi tutto ed il vetro di questa cazzo di macchina, lo vorresti sfondare.
Questo corpo gelido che mi ritrovo addosso, lo vorresti scaraventare via. Prenderesti il suo posto e saresti caldo come un lunghissimo Agosto afoso.
Profumeresti d'incenso e di fiamme. E mi diresti che la mia vita è stata scritta per te. Non saprei che risponderti, piangerei. Piangerei tutto il ghiaccio che mi si è formato sul cuore.
Saresti il disgelo, il risveglio, tutto il mio pensiero. Ogni mia ragione, ogni mia stagione. Saresti il senso e ancor di più la follia. La direzione e ancor di più il disorientamento.
Saresti le ore, i minuti, i secondi, più densi di gemiti e sospiri. Saresti i brividi. Saresti le parole sussurrate nel buio e nell'umidità. Saresti il battito. Saresti le ali.
Saresti tutto quello che non si osa mai dire o fare. L'imbarazzo che mi assale il volto. L'amore più feroce, la violenza del desiderio più inaudito. Tutti i morsi e tutti i graffi.
Infrangeresti il tempo e lo spazio, fenderesti l'aria ed il mio cuore. M'invaderesti la bocca, come qualsiasi altro anfratto o pertugio, non lasceresti più alcun posto alla vita o alla morte.
Perchè sei tu la vita e la morte. E non mi farebbero più alcuna paura, nè l'una, nè l'altra. Non con le tue mani addosso ed il tuo corpo dentro. Non mentre il tuo cuore esplode sul mio seno.
Ed invece inerme ed impotente, resti lì, sotto l'acquazzone. Dentro questa cazzo di macchina, non riesci ad entrare. Ti vedo, oltre le sue spalle.
Mi fanno piangere quelle gocce di pioggia che ti solcano il viso, somigliano a lacrime. Lui viene e mi sviene tra le gambe, io non vedo che te.
E' questo quel accade ogni fottutissima volta.
Senza averti, il mio corpo funziona a gettoni, il cuore è un motore sterile che si rifiuta di accendersi.
Senza averti, sono in esilio.
Senza averti, come potrò anche solo dirti addio.


Apro gli occhi, lui si è riabbottonato i jeans. Mi dice che è stato un sogno, e sono daccordo con lui, perchè sotto i miei occhi c'eri tu.
Penso che a casa spazzolerò la vaschetta di gelato alla vaniglia, per cavarmi dal palato, questo suo sapore amaro.
Sai Robert? Quando penso a come sarebbe un tuo bacio, il nostro primo bacio, lo immagino così, fresco e vanigliato. Dolce ed indimenticabile.
Vorrei calcasse di più il suo piede sull'accelleratore, non sopporto più la sua presenza. Non tollero più di trovarmi chiusa in questa Volkswagen.
Quasi mi vien voglia di aprire questo sportello e lanciarmi sull'asfalto che rapido sfreccia sotto le gomme. Morirei senza accorgermene, assuefatta come sono alla tua assenza.
E se c'è una cosa che m'impedisce di farlo davvero, è quella piccola, vana, speranza, che infondo all'anima, non si è ancora del tutto eclissata.
Come una sciocca non faccio che ripetermi, che se ci siamo incontrati una volta, potrebbe accadere ancora. E non si vive di speranza, ma senza speranza non si vive.
Dimmi che accadrà, dimmi che mi troverai. La tua vita sta volando così in alto che non puoi non trovarmi, dall'alto non si vede tutto? Come ti sembro da lassù?
Salvami amore mio, scaldami. Scaccia queste tenebre, ti prego. Abbracciami un po', nessuno lo fa mai.
O forse sono io che gli abbracci non li so sentire, perchè queste braccia non le so amare.
Scendi amore, scendi da lassù, per una notte le stelle ce la faran da sole ad illuminare le strade.
Scendi amore, incendiami. Incendiami del nostro primo bacio.
Chissà se dopo tutto questo tempo, ti ricordi ancora di me. Dell'inchiostro blu cobalto sul tuo avanbraccio. Mi pensi mai, amore?
Mi pensi mai, mentre io penso a te? Se mai accadesse, credi esista un modo per accorgersene? Riuscirebbero le tue dita a sfiorare le mie?
Riuciresti a trasmettermi i tuoi pensieri? Quante domande avrei. Sei felice, amore? E stai bene? A che ora ti svegli la mattina?
Riuscirei a perdermi nei tuoi occhi? Riusciresti ad abbassarmi le spalline del vestito?
Si può essere telepatici? E si può fare l'amore chiusi e raggomitolati dentro un pensiero che viaggia sospeso nell'aria, sorvolando continenti ed oceani?

Fa che si possa. Fa che si possa.
Mi manchi tanto.
Ti amo, ti amo per tutto l'amore che manca nelle vite degli altri.
Ed anche per tutto quello che non manca.
Ti amo senza aggettivi. Ti amo e non si può descrivere.
Ti amo e vorrei solo che mi sentissi.
Fa che si possa. Fa che si possa.
Sogni d'oro, dolce eterno amore mio.



ANGOLINO DELL'AUTRICE
Vi prego, fate finta di niente. Ho scritto senza mai fermare le dita, un po' come suonare una melodia ad un pianoforte. Avrò impiegato sì e no un quarto d'ora.
Mi dovrebbero censurare. Da sola non ce la faccio. Anzi, scusate perchè questo POV avrebbe dovuto essere di ROBERT. Solo che oggi no, non ce la potevo fare, dovevo far sfogare Sibilla.
Penso che comunque non ho reso sufficientemente, lo stesso. Anche se le parole mi escono da sole, non sono mai abbastanza, non ne esistono abbastanza.
Ho riletto tutto d'un fiato, poi più lentamente e ho pensato che questo è niente. Che infondo non ho scritto proprio niente.
Perchè quando Sibilla pensa a Robert, ed anche quando lo faccio io, non lo fa per masochismo, ma solo perchè è impossibile non pensare.
E non è tutto qui, non è tutto contenuto in queste righe che scrivo attraverso lei. Forse un giorno imparerò a farlo, per il momento continuo ad annasparci dietro, alle parole.
E' che sono veloci come la luce, io le inseguo, ma alcune se ne vanno, scompaiono all'orizzonte e non si recuperano più, e a me resta come l'impressione, che siano proprio quelle che mi sfuggono, le migliori, le parole-chiave, per rendere giustizia al sentimento di Sibilla ed al mio. Forse anche al vostro, chi lo sa.
Sei mai stato innamorato in questo modo, Robert? Penso che infondo sia questa la cosa che vorrei sapere di più. Quanti sospiri, questo pomeriggio. Meglio uscire a farsi l'aperitivo delle cinque, poi anche quello delle sei e delle sette. T_T
Vi saluto tutte, vi abbraccio forte, perchè ne ho bisogno e forse anche voi, se vi si spezza il cuore quando mi leggete, ed anche quando non lo fate.
Un bacio a KATY ed ANNA! E alle altre che mi han lasciato una parola! (Farli incontrare ancora, non saprei.. è una cosa che non so, non la posso sapere. Forse accadrà, spero di sì. Lo spero tanto. <3)

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** An angel inside my eyes. ***


Molto prima di incontrarci avevamo fatto gli stessi sogni!

Lolita. Vladimir Nabokov.



ROBERT POV

Mi sveglio sudato di soprassalto e la prima cosa che vedo è il tuo volto che svanisce. La tua voce che scompare.
Solo adesso i miei occhi s'imbattono con durezza nel bianco del soffitto, mescolato al silenzio di questa stanza d'hotel.
Porto con foga il palmo della mano destra sulla fronte, quasi mi ustiono. Il mio è un volto fradicio ed ansante.
Respiro con dolore, il petto mi pulsa mentre s'alza e s'abbassa ritmicamente, come dopo una staffetta.
Sento il sudore pizzicare sotto la stoffa acrilica della maglietta. In fondo al palato il sapore salato e metallico del sangue, ma sulla lingua è come se ci fossi ancora tu.
La tua bocca sporca di rossetto, il tuo collo imbevuto di profumo alla melassa, il tuo ventre teso e levigato, le tue gambe irrequiete che si accaniscono contro le lenzuola ammassate sul fondo del materasso. Sì lo sento ancora, tutto il tuo corpo, scorrermi sulla lingua. Scossa dai fremiti e dai gemiti. Scossa dal mio nome che ti riempie la bocca senza darti tregua.
Sotto l'elastico dei pantaloni della tuta, la mia eccitazione è irremovibile. Premo la mano sulla fronte e strizzo con fatica e bruciore gli occhi. Deglutisco tutta l'arsura che mi hai lasciato.
Sibilla, fai mai sogni del genere? Forse le ragazze non ne fanno, non di così irriverenti. Ma forse questa, è solo una mia stupidissima convinzione.
E le indossi mai calze velate come quelle che ti fasciavano le coscie nel mio sogno? Lo sai, quelle, non te le sfilerei.
E se mai la vita mi vorrà concedere una sola altra notte a Verona, giuro che te ne imporrò l'uso. Giuro che non avrai scampo.
Giuro che prima di farti qualsiasi cosa con le mani, o con la bocca, saranno i miei occhi a privarti di qualsivoglia sorta di privacy.
Questa notte, bambolina, perdona la mia barbaria. Non è facile, lasciare andare questo desiderio imponente, sempre e solo a piccole dosi, sempre e solo dentro al corpo di una donna che non ne è l'artefice. Non averti, non averti mai, è deleterio, è massacrante, è insopportabile.
Stanotte, compierei gesti indicibili ed inascoltabili, persino per le mie orecchie. Avresti paura forse, me ne faccio da solo. E mi dispiace, mi dispiace, perchè vorrei amarti con gentilezza.
Questa furia che ringhia perennemente insoddisfatta nel mio bassoventre, ti scotennerebbe, divorerebbe il tuo corpo, una cellula per volta, senza tralasciarne alcuna.
Ma forse di paura potresti anche non averne. Forse di farti sbranare non vedi l'ora, mia dolce bambolina.
Nel sogno ti avvinghiavi a me come se ti avessi strappato l'anima a morsi e volessi riprendertela. Adesso te lo posso dire, non te l'avrei mai restituita.
Stesa sotto di me, era bello lasciartelo credere. Sentire le tue unghie arrancare nella carne della mia schiena. I tuoi occhi annaspare con determinazione nei miei.
Questo incendio che continua solenne ad avere il sopravvento sul mio autocontrollo e a spingermi sempre più spesso nel letto di Kristen, dominerebbe anche te.
Non so più che nome dargli, se non il tuo Sibilla. Mi hai stravolto, io giuro che passerei la mia vita tra le tue gambe.
E se ti prendo, manterrò fede a questo giuramento, per quanto scabroso ed improbabile. Ma c'è che non me ne importa, non me ne fotte proprio un cazzo del buon costume.
Mio caldissimo amore, io ti voglio consumare, ti voglio stordire, ti voglio traumatizzare. Ti voglio sentire scivolare umida sotto di me, come burro che si scioglie nel sole.
Sempre più morbida e liquida, ad ogni spinta. E voglio rotolarmi tra lenzuola sudate di te e di me, fino all'ultimo sprazzo di vita del mondo.
Senza più sentire alcun bisogno, se non quello di farti venire incessantemente, un orgasmo dopo l'altro. Non è presunzione questa, affatto.
E' solo che dovrei recuperare tutte le notti che non ci sono stato. E anche tutte quelle in cui qualche inetto ha tentato di prendersi il mio posto, dimostrandosi capace solo a fungere da tappo.
Scusa, bambolina, per queste parole troppo schiette. Questa notte ti ho sognata così soffice, così languida, così altamente illegale, che adesso non mi restano che due possibilità.
O busso alla porta di Kristen e mi avvento su di lei, senza neppure concederle il tempo di darmi il permesso. O mi verso il contenuto del freezer nelle mutande.
Lo so, sono vergognoso e per questo sto nascondendo il viso nel cuscino ora. Lo prendo a morsi, e sento le arcate dentali dolermi per quanto stringono.
Caccio un pugno nel materasso e sento le molle cigolare.
Ripenso a com'eri nel sogno. Ai tuoi occhi, alle orbite bianche rimaste per qualche istante totalmente prive di iride e pupilla, quando il mio corpo si è impossessato del tuo.
Alla tua voce, che oltre al mio nome, non ha fatto altro che cantilenare rotta un'unica dilaniante parola.
Ancora, ancora, ancora, ancora, ancora. E mi piaceva quella tua supplica, ma credimi se ti dico che non ne avresti potuta trovare una più superflua.
Perchè, sarei morto, piuttosto che smettere.
Mia pioggia di meteore, la scossa che mi dai è perpetua e si propaga tutto intorno, forse fino a te, forse sfiora persino l'aria che respiri e che ti passa tra i capelli.
L'aria che smuove le tue sottovesti.
Ogni pensiero che ti riguarda mi da i brividi. Tu mi dai i brividi.
E questa distanza non rappresenta un deterrente, il tuo respiro m'insegue come un segugio, si mangia chilomentri di terra e d'acqua, attraversa foreste e lande desertiche, per raggiungermi e braccarmi. Si fa beffa persino dei grattacieli di New York, quelli che circondano questa torre in cui non trovo riposo.
Abbatte queste pareti insonorizzate prive di finestre, e s'infila sotto le lenzuola, sotto i miei vestiti. Sotto la mia pelle, sotto tutti i miei scudi.
Il tuo respiro si fa strada, infiammando il cammino che si lascia alle spalle. Il tuo respiro si perde nel mio. Il tuo respiro è la saetta che fulmina e disintegra il mio contegno.
Bruci anche da lontano, Sibilla. Se fossi qui, non avrei più parole. Solo morsi, solo saliva, solo pelle.
Un gemito riecheggia nel silenzio ostile di questa enorme stanza fredda. Ho appena varcato il limite di sopportazione.
Affondo i palmi delle mani nella fodera del cuscino e faccio leva per sollevarmi. Apro la porta color magenta e quasi la scardino.
Percorro il corridoio immerso nell'oscurità e scorgo i numeri delle stanze scintillare scolpiti nell'ottone. Scendono inesorbilmente fino al 101, la sua stanza.
Poso una mano contro uno stipite, lo faccio per non crollare sulle ginocchia. Prego che lei non ci sia, perchè mi sto odiando eppure prendo a bussare come un ossesso.
Lei si materializza davanti ai miei occhi iniettati di follia, indossa una canottiera di raso celeste, non vedo altro.
Lei non fiata, schiude la bocca sotto la mia, lascia che le mie mani, esplorino il suo corpo con invadenza. Inciampiamo e finiamo uno sopra all'altra, sulla moquette scura.
Lei mi morde la giugulare e la sua voce s'incrina, pensando a Mike.
"Se questa notte tu potessi averla davvero tra le tue braccia, non ne uscirebbe viva." Respira, già rauca, sulla pelle troppo sottile e troppo sensibile, del mio collo.
"Allora forse, dovrei cercare di non chiudere gli occhi, perchè se lo faccio, la vedo, e tu.. saresti spacciata, Kikì." La seta delle sue mutandine si strappa, mi dispiace ma lei non dice niente.
No lei non dice mai niente, si limita ad inarcare le reni e ad aspettarmi dentro. Perchè c'è solo una cosa che detesta di più dell'avermi incastrato tra le sue coscie, ed è non avermi.
Non avermi a scaldarla, non avermi a bagnarla, non avermi mentre può fingere che io sia un altro. E Dio solo sa quanto la capisco.
Ma questa volta teniamo gli occhi aperti. Ad un tratto lei spalanca i suoi, allagati di disperazione. Non l'avevo mai sentita ansimare come questa notte.
E' quasi come se il mio dolore avesse acuito il suo. E Sibilla, lei ti sta vedendo dentro i miei occhi, aperti per la prima volta.
Si aggrappa con più forza alle mie spalle e cade vittima di un pianto inconsolabile.
"Siamo perduti Rob, siamo perduti per sempre. In questi due nostri amori irraggiungibili, che somigliano a sconfinate valli di lacrime."

Sibilla lo sai? Lei dice che dentro i miei occhi le ricordi un angelo.


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Ochei bene, mi dispiace infrangere così i vostri sogni, ma no, non mi sono ancora estinta. E oggi sono tornata a tediarvi con la mia infinita depressione.T_T
Questo POV di Robert è il risultato di una serie di giornate pasquali ed apatiche, in cui la mia assenza da EFP ha coinciso anche con l'assenza da casa e quindi dal mio rifugio -la mia adorata stanzetta-, ciò significa che per ben quattro giorni, ho dovuto fare a meno di Rob, per ragioni che non sto qui ad articolare, non ho potuto ascoltare la sua voce, non ho potuto vedere una sua foto (a parte la locandina di Remember me che sbuca da ogni parte e che tra parentesi -ah già sono già tra parentesi T_T- stasera sono tornata a vedere per la seconda volta..), tantomeno un filmatino su you tube, ma soprattutto non ho potuto scrivere, l'attività che, vi sembrerà anormale, me lo fa sentire vicino più di tutto il resto.
Cioè la sofferenza è stata inimmaginabile. E sì, è vero che tanto siamo sempre e comunque distanti, ma per quanto posso ho bisogno di farmi la mia dose quotidiana.
Ed è esattamente per questo fatto qui che stasera, appena subentrata nuovamente nella mia amata routine, son schizzata sulla mia macchinina e mi sono allontanata da tutto e tutti senza neppure ricordarmi di lasciare un bigliettino da qualche parte, per chiudermi tra le quattro pareti di un cinema, per rivederlo tutto d'un colpo, tutto in una volta.
Mentre si muove e respira, mentre sorride e stringe gli occhi come un angelo o come un bambino, o semplicemente come una creatura che non appartiene ad alcuna specie o razza, ma che è splendida e si può chiamare solo col suo dolcissimo nome. La prima volta che ho visto Remember me non ho pianto, sapete non lo faccio mai, non sono una da pianti, non davanti ad un film comunque, neppure se c'è lui, non son fatta così. Ma stasera è bastato vederlo lì, seduto sulle scale d'emergenza, con la sigaretta tra le dita e la maglietta rossa, per sentirmi le lacrime scavare un sottopassaggio sulle guance. Perchè è vero, è come dice Lucre, siamo esageratamente folli, tutte noi. Non c'è niente per cui vantarsi nel nutrire un sentimento tanto malsano.
Ma ciò che fa piangere non è rendersi conto del malessere, o dello stato mentale pietoso in cui ci ritroviamo.
Quel che fa piangere è che questo sentimento malsano, è anche il più pulito che abbia mai oppresso il mio cuore. Ed il più paralizzante, spiazzante, disarmante.
Davanti a lui resto senza armi, senza di lui non ho neppure più difese. Questo, questo si, che mi fa piangere a dirotto, senza emettere suoni. Mi manca, vorrei che lo sapesse.
Mi manchi tanto, il resto non lo posso dire. E tanto a te non importa niente della mia follia e se non importa a te, che il mondo pensi ciò che gli va.
Mi sento una bambina, Rob. E nonostante tutto il dolore, è meraviglioso sentirmi di nuovo così indifesa, spaventata, inerme, incapace, incosciente, emozionata, solo per il fatto che aldilà di tutto, tu esisti. E nascere sullo stesso pianeta ed essere coetanei e condividere in questo modo certi gesti, certe manie, certe riflessioni, sono già coincidenze straordinarie.
Sono solo una sognatrice infondo, che vuoi che sia? E questi i deliri dell'una di notte, dopo averti osservato per due ore su uno schermo gigante.
Tornando a voi donzelle e a questo POV, mi dispiace se forse non risulta estremamente poetico come i precedenti, ma è lo specchio del mio stato d'animo attuale, ovviamente tradotto al maschile. Ed insomma questo è un po' quel che mi accade se mi si priva della mia razione di Rob giornaliera, che poi quando lo rivedo non rispondo più delle mie azioni. T_T
Me lo mangio mio dio, se lo prendo me lo mangio. Sè, bene, tanti cari saluti alle mie dame pazzoidi quanto me, KATY ED ANNA!! Ed anche alle altre adorate<3<3<3

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Let Juliet die. ***


E' uno strano dolore, morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.

Seta. Alessandro Baricco.



SIBILLA POV

Raccolgo le ginocchia al petto e le stringo tra le braccia, con tutta la forza che possiedo.
Mi tengo stretta perchè, in questo istante, di fronte alla proiezione della tua immagine, sento che le mie molecole si stan disgregando.
Mi tengo stretta perchè se non lo faccio, sento che non riuscirò a durare ancora per molto.
La mia anima si dilata, si ribella ai miei margini, divincolandosi ferocemente come a volersi liberare di me. Sento le sue radici strisciare via dalla loro sede, sepolta sotto le mie viscere.
La mia anima mi sta lasciando, non oppongo resistenza, perchè penso di sapere quale viaggio, quale volo, sta per intraprendere. Che lei ti verrà a cercare, esule nel mondo.
Ovunque tu sia, fatti trovare. Lei è coraggiosa e tenace, ma non è fatta per sopravvivere lontana da te, non fino all'ultimo dei giorni.
E non so quanti me ne siano stati assegnati in principio, ma sento il mio tempo dimezzarsi ad ogni nuovo tramonto.
Ho perso il conto ormai, di quanti soli ho visto morire all'orizzonte, da quando so che esisti, da quando so che ti amo. Da quando so di essere solo una metà.
Questa sera, più delle altre sere, penso che sia l'ultima. E lo sai? E' quasi un sollievo. Perchè tu saresti la cura, ma non riesci, non puoi, essere altro che la malattia.
E mentre in me ti fai più tangibile, i tuoi passi nel mondo, leggeri come nuvole, ti rendono sempre più inafferrabile ed irraggiungibile.
Sei un riflesso nell'acqua, quando cade una foglia, il tuo viso traballa fino a scomparire sotto quei cerchi concentrici e quelle vibrazioni, trascinato via dalla corrente. E sembra per sempre.
Quante vite sono passate da quel giorno dietro la transenna? Quanta acqua è passata sotto i ponti? Ma tu non passi più. Non te ne vai eppure non torni.
Potesse essere il mio sangue come l'acqua di un fiume, che dicono non sia mai la stessa. Te ne andresti anche tu, fluiresti via?
Folle come sono, potrei desiderare questo dolore per l'eternità, piuttosto che fare a meno del tuo ricordo.
Ma non questa sera in cui la pazzia sembra essersi momentaneamente dissipata, non questa sera in cui darei la vita in cambio di un unico attimo che sia solo mio, sgombro e terso come un cielo disegnato, in cui tu non hai mai lasciato la tua bianca scia. Un unico attimo di tregua.
Un unico attimo di vita ed aria pulita, da respirare a pieni polmoni, dopo un'estenuante opera di disintossicazione ed assaporare finalmente quella sensazione di vittoria, libertà ed autonomia, che da tempo potevi solo immaginare.
Ma tu hai ancora gli occhi più azzurri che esistano, e capelli spettinati come quelli di un bambino scalmanato. Dimenticarti è un'utopia, Robert.
Che gli angeli abbino cura di me, questo è ciò che mi auguro questa sera. Mentre l'anima m'abbandona. Mentre sempre più indifesa, ti amo.
Chi mi proteggerà? Chi mi proteggerà amore?
Non potrai mai correre sotto la finestra di camera mia a lanciar sassi per chiedermi scusa, di tutte le tue assenze, di tutte le tue mancanze, di tutti i tuoi vuoti.
Non potrai mai suonarmi una serenata. Non potrai mai posarmi un fiore ed una lettera sul banco di scuola.
Non potrò mai dirti che sì, ti perdono. Ti perdono amore mio. Ti perdono e però non devi lasciarmi più.

"Portami con te, Rob. Infondo sono poco più grande di un portachiavi o un ciondolo portafortuna. Non faccio mai troppo rumore, e mi muovo poco.
E' che ho sempre paura d'ingarbugliarla troppo la vita, e penso che infondo, se resto ferma, quella mi si ricami addosso da sè.
Portami con te. Ti saprei scaldare. Ti saprei difendere. Ti vorrei baciare.
Ti vorrei. Ti vorrei ogni notte, ma anche ogni mattina.
Ti stirerei le camicie. Ti sorriderei per darti coraggio, quando un ostacolo ti abbatte.
Ti ascolterei. Ascolterei solo la tua voce, per tutta la vita.
Sarei tua. E sarei tutto quello che una persona può essere per un'altra.
Tutto quello che una donna può essere per un uomo.
Amica, amante, madre, moglie, geisha, angelo, sogno. Sempre un po' fata e sempre un po' puttana.
Sempre tua.
Portami con te. Portami con te.
Sfonda questa coltre di ghiaccio che ci separa. E lanciati tra le mie braccia.
Ti amo. Mi servi e ancora forse non lo sai, ma anche io ti servo.
Fidati di me, non ti mentirei mai. All'amore non si mente. Non si resiste, non si sopravvive.
Nell'amore ci si perde, fa paura ma è sempre magnifico. Tu sei sempre magnifico, Robert.
Quando sorridi, quando aggrotti le sopracciglia e ti si forma quella piega alla base del naso, quando canti, quando rifletti, quando non trovi le parole, quando ti vergogni e si vede quel che stai pensando, che è ridicolo e pazzesco che tutto questo baccano, tutte queste urla, che senti, sian per te. E quando.. quando ti sistemi quella ciocca indomabile di capelli.
Quando infili le mani in tasca e ti lasci mangiare dai flash delle macchine fotografiche, ma sembra tu voglia scappare.
Quando, in quell'unico ricordo reale che ho, cammini e ti fai sempre più vicino. E mi guardi, e a me pare che nessuno mi abbia mai guardata in quel modo.
Un modo che se si potesse leccare, saprebbe di curiosità dolce e fragole. E sei magnifico.
Sei magnifico quando mi parli, quando mi chiedi come mi chiamo, quando riponi il tuo braccio tra le mie mani.
E quando di nuovo mi guardi, d'improvviso come se non avessi mai visto una donna in tutta la tua vita. E vuoi sapere se è per davvero.
In quel momento ti è importato così tanto, che sei stato mio.
Ti è piaciuto esserlo? Eri così triste quando ti han trascinato via. Ed è devastante, che l'ultima cosa che ho visto nei tuoi occhi, sia stata quella consapevolezza di non poterci fare niente.
Portami con te, mio dolce Romeo."


Ma non son riuscita a sussurrartelo.
In questo cinema, tutti ti guardano, ma nessuno sa chi sei.
Ad ogni tua diversa inquadratura, le ragazzine sospirano di desiderio. Le comprendo, ma le odio.
Loro sospirano, mentre io i miei respiri li ho esauriti.
Loro ti desiderano nei loro letti, mentre io nella mia vita. Quella che si sta spegnendo, mentre Tyler Hawkins guarda fuori dalla finestra dell'ufficio del padre.
E' l'ultima scena del film in cui ti vedrò. Gli occhi di Tyler si perdono nel cielo di New York e ci fan la pace, dietro i suoi, vedo i tuoi, nei miei.
Ma tu mi vedi? Baciami, ti prego. Fallo con quegli occhi d'incanto che hai.
Amami, ti prego. Fallo con quel cuore nudo, che lo so, quando batte, s'irrora di una passione e di un istinto quasi sanguinario.
Amami fino al limite della follia, oltrepassala, oltrepassa il desiderio ed il tormento più infuocato che conosci e che immagini, oltrepassa tutte le tue fantasie e quelle altrui, oltrepassa anche le mie, oltrepassa il tuo cuore, la sua capienza, il suo confine, la sua durata, oltrepassa tutto ciò che dell'amore è stato scritto, e scrivilo tu il nostro amore.
Scrivilo tu come mi ameresti. Potessi dirmelo adesso, forse risorgerei per lasciartelo fare.
Mio dolce Romeo, io muoio per te.


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Ordunque, si evince che questo che oggi ho scritto, è il capitolo che dà il nome a tutta la storia, che se finisse davvero in questo modo, sarebbe una tragedia shakespeareana a tutti gli effetti. Ma ovviamente qui si parla di una morte allegorica. E comunque, in tutti i casi, mancherebbe la fine di Romeo, che non è detto che io non scriva, sempre allegoricamente parlando.
Quindi insomma, un solo altro capitolo, sarebbe l'ideale, per terminare questa fiction. Cioè, voglio dire che, sarebbe molto sensato, oltre che molto poetico.
Ma poi che farei? Che m'inventerei? Cioè, non che dubiti della mia inventiva, per carità.. ma insomma, a me va di continuarla ancora questa opera suicida. Forse finchè non muoiono per davvero. Forse finchè non vivranno insieme un altro momento, o una notte, o tutta la vita. Non lo so. Ma ho bisogno di Sibilla e ho bisogno di Robert, ancora.
Quindi insomma proseguirò. Odiatemi o gioite, fate voi.
E poi ho da dire una cosa a Rob prima di salutare. Hem. Cioè. Ecco. ..mmh. Comè che si dice. Come te lo dico. Io.. mmmh. Vabbè.
Ho fatto un sogno che se lo facevi te, conosco una sola reazione che avresti potuto avere al risveglio. Son stata fine dai. Se preferisci però la prossima volta potrei essere più eloquente.
E vabbè. Eri una meraviglia, ma che te lo dico a fare? E adesso cazzo, vorrei sapere perchè non han ancora inventato un fottuto cazzo di marchingegno per registrare i sogni, che me lo riguarderei non-stop. Cioè non farei nient'altro nella mia vita poi. Porco mondo. Ochei la mia finezza, tonight, è andata a farsi benedire, con lei il mio autocontrollo. Lancerei una madonna di quelle spaziali, proprio, mi contengo. Ora basta. Hem. Momento di crisi ultimato, sè. -.-
Saluto le mie cuccioline, Anna e Katy e ringrazio per il tentativo messo in atto dalla Romy, per tirarmi su il morale, che carina sei!<3 Un bacio dolce a tutte voi che siete delle dolcezze.
Grazie anche a Morane e a Candidalametta.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Let Romeo die. ***


..il cielo è qui dove Giulietta vive..

Romeo e Giulietta. William Shakespeare.


ROBERT POV

Ma cos'è successo quel giorno, di quasi due anni fa?
Questa domanda m'ossessiona da allora, come farebbe un tarlo mi consuma. Sono legno rosicchiato fino al midollo oramai.
Di che cosa ti amo? Di quale sostanza è fatto questo amore sottile? Non conosco niente di altrettanto inossidabile.
Forse si compone di quella stessa foschia luminosa che circonda la luna. Forse di quel materiale gassoso e spumoso che s'avvita intorno ai globi planetari.
Qualcosa di simile comunque, all'eternità. Che questo amore, lo so, durerà nei secoli, anche dopo che sarò finito.
Ho amato l'amore che ho visto nei tuoi occhi, Sibilla. Spietato nella sua innocenza e nella sua infinita paura.
E quando sei stata lontana ho amato te, di un amore che giorno per giorno, ancora si autoalimenta. Perchè tu, mia linfa, non ci sei.
Boccheggio sperduto e spaesato in pellegrinaggio perpetuo, tentando d'estrarre dall'atmosfera particelle del tuo respiro. Che dovrà pur disperdersi da qualche parte.
Forse infondo vivo di te, più di quanto non mi sembri, per questo ancora, mi reggo in piedi.
Sono a Londra adesso, tra un quarto d'ora dall'aeroporto di Stansted parte l'espresso per Barnes. A qualche metro da me scorgo i colori di un'edicola e rabbrividisco.
L'occhio mi è appena caduto su una delle tante copertine, che ultimamente, sempre di più, mi ritraggono al fianco di Kristen.
Si può essere stanchi di combattere contro una bugia, in cui tutti sembrano voler credere ciecamente? Ti prego amore, dimmi che tu non ci credi.
Dimmi che non stai morendo dal dolore per qualcosa che non esiste. Dimmi che lo sai, di chi sono innamorato. Perdutamente.
Pensaci tu a dirlo al mondo, di chi sono. Io non posso, c'è la Summit che me lo impedisce. I motivi son talmente marci, che io mi faccio schifo da solo a chinare il capo senza ribellarmi.
Ultimamente però la voglia di sentenziare un bel vaffanculo a tutti io mollo la baracca mi prende alla testa più di ogni altra cosa. Soprattutto se penso che stai piangendo.
Non mollare la presa, mia dolce bambina. Un giorno ti verrò a prendere, quante Sibilla potranno mai esserci in tutta Verona? Non so neppure se nel Bel Paese è un nome comune.
Ma io, amore mio, fermerei ogni passante per chiedere di te.
Ti cercherei tra i sentieri sbiancati dal sole italiano, tra le siepi e i cicalecci dei giardini, nelle caffetterie del centro, nelle botteghe di perfiferia, tra le corsie dei supermercati, dietro gli scaffali delle librerie, e negli occhi di chi ti avrà vista almeno una volta, e la tua luce, se pur fioca e sbiadita, ce l'avrà impressa nello sguardo.
Ho bisogno di credere che un giorno lo farò per davvero. Ho bisogno di credere che ti troverei. Ne ho bisogno. O ci credo fermamente, o muoio.
Immagino l'afa di Agosto, la tua Verona somiglia ad un teatro.

Ti ho trovata, affacciata ad un balcone, quando stavo per perdere ogni speranza.
Ho alzato lo sguardo verso il tetto del mondo, che in questo giorno s'è tinto del colore del mercurio e ti ho vista, bianca contro il sole.
Quasi ti confondevi tra le colombe che, bianche come anche tu sei, sostano sulla pietra della terrazza. Come ancelle, alla tua destra ed alla tua sinistra.
Ma adesso loro spiccano il volo e ti lasciano sola, il tuo sguardo le segue trasognato e si perde nel cielo, umiliandolo, perchè tu, negli occhi, sei tanto più celeste.
Quanti metri ti separano da me, Sibilla? Sei così in alto, ti fondi col sole, accecante nella stessa medesima maniera. Però tu sei un angelo.
Ancora non mi guardi, ancora non ti sei accorta di me. E sei bellissima, mentre pensi ai fatti tuoi. Mi giocherei un penny per ogni tuo pensiero.
Ma nel tuo candido mistero sei ancora più speciale. Voglio dirti che sei mia. E adesso mi stai guardando anche tu e ho perso le parole.
In questa piazza in cui tutto è di marmo, le persone scompaiono, io mi libro nell'aria o almeno è così che mi sembra. Tu piangi ed io annego.
Corro, e brucia il distacco tra i nostri occhi mentre si scollano gli uni dagli altri.
Corro, non sapevo neppure di poter essere tanto rapido. Mi precipito su per le scale e solo quando inciampo, mi ricordo di chi sono. Ma non fa niente, mi rialzo perchè in cima ci sei tu.
E adesso che sei qui, di fronte a me, sei il mio raggio di luna. Divoro avido i passi che ancora ci separano, le mie son falcate ormai.
Poso le mani sulle tue guance devastate dalle lacrime, le spazzo via con un gesto delicato dei pollici. Solo che dai tuoi occhi ne sgorgano altre, e allora mi arrendo e ti lascio risplendere nel tuo pianto bellissimo. Mi sorridi tra i respiri spezzati. Ti sorrido. E siamo così vicini al cielo.
"Sibilla, di cosa è fatto questo amore?" Le tue dita mi sfiorano titubanti i tratti del viso, tu mi guardi dentro.
"Solo, d'amore, Rob." Me lo dici come se fossi un bambino che apre per la prima volta gli occhi sul mondo. Mi fai sentire al sicuro, vorrei farti sentire allo stesso modo.
La mia bocca prende ad avvicinarsi alla tua, lo fa con lentezza calcolata. Nel frattempo mi struggo nel riflesso dei tuoi occhi.
La mia bocca è sulla tua e ti sto mangiando. E' un bacio salato di pianto, ma riesce lo stesso ad avere il gusto più dolce dell'intero universo.
"Che posto è questo, Sibilla? Dove siamo?"


Ma tu non fai in tempo a dirmelo. Scompari tra le mie braccia in un lago di luce. Il treno per Barnes si apre come una scatola metallica e mi inghiotte al suo interno.
Non c'è sole quaggiù, Sibilla. Non ci sei tu, quaggiù. Non c'è Verona quaggiù, e non c'è mondo fuori dalle mura di Verona.
Così bandito dalla tua dimora, che è anche la mia, io lentamente muoio per te, dolce Giulietta.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
E' questa giustamente la controparte maschile al precedente capitolo. Non si parla neppure qui di una morte della carne, ma solo dello spirito. Ed i riferimenti a Romeo e Giulietta sono sempre più evidenti. Il balcone in cui Rob immagina di incontrare Sibilla è ovviamente quello di Casa Capuleti, solo che forse lui non lo riconosce.. probabilmente gli verrà in mente, chissà. Inoltre nella penultima riga è anche presente una citazione tratta dalla suddetta tragedia shakespereana, ossia: e non c'è mondo fuori dalle mura di Verona. Tutti ricorderete la scena in cui Romeo viene esiliato da Verona e la sua nera disperazione. E' una delle mie preferite, per questo ho voluto omaggiarla.. anche se credo di averlo fatto nel peggiore dei modi, perciò chiedo umilmente perdono a William e a tutti gli amanti di questa immortale tragedia. Bene, mi rinchiudo nelle mie stanze, sola con la mia pazzia.
Saluto le mie signorine preferite, Anna e Katy! Un bacio anche a Romina e Ginevra<3<3
E stavo per dimenticarmi Morane e SummerRain, grazie anche a voi per tutti i complimenti (immeritati) che mi avete fatto.. ah tra l'altro, io lo ascolto davvero l'ipod in discoteca, quando vado in crisi d'astinenza tipo... è un gesto che mi fa sentire una tossica T_T
Ok. Byez.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Secret garden. ***


Tu sai difendermi e farmi male,
ammazzarmi e ricominciare a prendermi viva..

Tutti i miei sbagli. Subsonica.



SIBILLA POV

Quando fa troppo male, la vita, io penso a te, che anche se sei il dolore più acuto, ti amo, e per un istante, guarisco.
Per un istante, la vita, smette di gettare il suo sale, sulle ferite. Che mentre ti amo, non c'è altro. E per un istante risorgo.
Non c'è più niente che abbia importanza, se ti penso. Oltre l'immagine abbagliante del tuo sorriso, oltre l'azzurro immacolato dei tuoi occhi, io, non scorgo più niente.
So solo che sono nata per te. So solo che sono tua. Anche se non ci toccheremo mai, e nella tua bocca non riuscirò mai a respirare, sono tua.
Questa notte è un sollievo pensare che, anche se ad anni luce di distanza, ci sei. E tu che tanto spesso sei la lama, questa notte, sei la carezza ed il guscio entro cui rifugiarmi.
Mi basta sapere che ci sei, angelo dolce, mio zucchero. Che anche quando ti fai veleno, sai essere dolce. Che anche quando uccidi, lo fai sembrare bello.
Sulla tua spalla, almeno, le mie lacrime sarebbero a casa. In qualunque posto senza te, piango perchè infondo mi sento un'anima orfana e scoperta.
Portami a casa, amore. Portami a casa che ho freddo anche d'estate. E la notte è tutto troppo buio.
Ed anche se mi son chiusa a chiave in un anfratto della memoria, la vita ha artigli che s'allungano nell'ombra e san giungere ovunque, lacerando e seminando terrore.
Quando spalanco gli occhi, quelli della coscienza, quelli della mente, m'accorgo di non esserci più lì, dietro la nostra transenna. E' sempre notte, è sempre buio, è sempre tutto gelo.
Siedo sul mio letto e tremo perchè d'improvviso somiglia troppo ad una tomba. Che la vita mi bracca qui e mi tarpa le ali. Non so volare da te, non so volare amore.
E sarebbe bello se tutto questo gelo, potesse almeno, ricoprire anche il tempo. E' che, non lo so cos'ho di preciso stanotte, ma sento che non riesco più a combattere.
Che voglio solo restare qui ferma, mentre la vita mi scalfisce ed io non la sento. E sotto le palpebre vivere la nostra storia d'amore, per il resto dei miei giorni.
E voglio che tra le pareti di questa stanza risuoni solo l'eco delle tue canzoni. Ed immaginare le rose del nostro giardino.

Pian piano distinguo i colori.
Il bianco della luce si affievolisce e visualizzo l'oro biondo dei tuoi capelli ingarbugliati, poi il rosa pesca della tua pelle, il nero lucido della tua camicia di raso.
Il rosso della tua bocca, come le rose alle tue spalle. Tendo la mano destra verso la tua guancia e l'accarezzo. Sorridi saturo di sole.
"Dovresti raderti, lo sai?" Il tuo sorriso s'allarga, il vento smuove le ciocche dei tuoi capelli e ti sfiora il collo. Son quasi gelosa. Ti amano tutti, persino il vento.
"Ma così almeno dimostro la mia età.." Ridi di gola, abbassando le palpebre. Con la mano sinistra mi cingi delicatamente un polso e mi trascini contro il tuo petto.
"Ciao raggio di sole." Lo dici con voce di seta e profumi di una primavera un po' troppo calda.
"Mi manchi Robert." La mia voce s'incrina, ma il tuo sorriso riscalda tutto il freddo che sento. Poi vorrò ricordarti per sempre così.
"Anche tu mio raggio di sole. Ma questo è il nostro giardino, qui l'inverno non arriva."
Con un braccio riesci ad avvolgere l'intera circonferenza della mia vita sottile, non c'è luogo più giusto di questo. Prendo a giocherellare con i bottoncini della tua camicia.
"E' il nostro giardino segreto? Come quello di Mary?" Posi la tua fronte sulla mia, la mia mano risale fino al fianco del tuo collo, sotto la vena sento pulsare il tuo cuore dolce.
"Proprio come quello, raggio di sole. Ci possiamo venire solo noi, sai?" La tua presa intorno alla mia vita si stringe, piano mi sollevi da terra, lo fai con cura, quasi fossi di vetro soffiato.
"Quanto durerà questa volta?" Respiro il tuo respiro e tu il mio. Sento la punta del tuo naso cercare il mio.
La stoffa del mio vestito è un ostacolo talmente labile, che quasi m'imbarazzo al pensiero che tu possa percepire queste fiamme che mi lambiscono la pelle.
"Spero più delle altre volte, raggio di sole." Socchiudo gli occhi, mentre intravedo il tuo volto inclinarsi. Il mio imbarazzo aumenta, quando mi accorgo, che anche tu stai bruciando.
"Posso dirti che ti amo e ripetertelo, fin quando non svanirai?" Mentre ti sussurro la mia follia, la tua lingua traccia i contorni delle mie labbra, morbida e al sapore di ciliegia.
"E io ti posso leccare per tutto il tempo che ci resta?" Sei mozzafiato. Sei irresistibile. Sei un angelo emarginato dal paradiso perchè troppo desiderabile.
"Ti amo." Sorridi e la punta della tua lingua disegna la curva del mio labbro superiore, sollevandola.
"Ti amo." Il tuo sorriso vacilla e sento il tuo respiro spezzarsi, con la lingua percorri anche il mio labbro inferiore.
"Ti amo" La mia voce si spezza, seguendo il ritmo del tuo respiro, che mi fa pensare ad un puzzle. La tua lingua sfiora lesta la mia.
"Ti amo." Mi mordi un labbro e la tua lingua scivola di nuovo dentro la mia bocca, veloce, ma sinuosa, per incontrare la mia.
"Ti amo." Stavolta il labbro lo intrappoli tra le tue, e prendi a succhiarlo, come dovessi nutrirtene. Poi, ancora, la tua lingua. I brividi sono come colpi d'accetta sulla schiena.
"Ti amo." Poi la tua voce mi entra tra le labbra, mi fa arrossire.
"Mi piace come respiri. E mi piace come lo dici. Dillo ancora, dai.. raggio di sole.."


"Ti amo." Ma sei già da un'altra parte. Insieme alle nostre rose.
E' quasi maggio ma, l'inverno, qui, fuori dal nostro giardino, il calendario non sa cosa sia.
E mi lasci qui a gelare, sola, con questo languore nel bassoventre. Perchè tu sei così, sei benzina. Bruci tutto e quando te ne vai, non resta che la cenere.
Stanotte ho dimenticato come si combatte, ho dimenticato come si resiste. E questo amore forse, i miei anticorpi, li ha tutti sterminati.
Stanotte amore, lo sai cosa? Volevo solo te. Fare l'amore, come fosse la guerra. Strapparci tutto. Ogni segreto. Ogni vergogna. Ogni goccia.
Stanotte, che la vita fa più male, resti l'unico dolore che son disposta a sopportare, l'unico dolore che mi aiuta a non scivolare giù, nel baratro.
L'unico dolore che mi salva. L'unico dolce, l'unico nobile, l'unico bellissimo.
Perchè di te, amo tutto. Anche quel che fa piangere.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Boh. Adesso mi faccio compatire eh. E' che stanotte ho scritto accecata dal pianto, davvero, scusatemi. Ma è stata una giornata di quelle proprio.. mm, come dire? Nere.
Ho smaniato tutto il giorno per avere una tastiera sotto le mani, perchè mi succede così, tutte le volte che soffro e che la vita, per l'ennesima volta, mi annienta. Io devo scrivere, a Rob, in qualche modo, perchè, sì, sono stupida ed inutile ed insensata, ma lui è davvero l'unica cosa bella. Che anche se fa male non poterlo amare da vicino, almeno, esiste e non c'è niente che possa impedirglielo e che possa impedire a me di pensare ai suoi occhi azzurri e al suo sorriso limpido. E per tutto il tempo che mi è consentito di pensarci in santa pace, senza nessuno intorno a ronzare tra le palle, io, anche se tra le lacrime, riesco a sorridere, perchè quella luce, la sua luce, mi si attacca addosso.
Bene ora che ho finito di essere patetica, vediamo un po'.. ho scritto tutto questo delirio, con una frase ben precisa stampata nella testa, una frase che non è mia, ma che è tratta da Closer, uno dei miei film preferiti e codesta sarebbe la seguente: Amo di te tutto ciò che fa male. Se ricordate la pronuncia Daniel, quando disperato, dopo aver scoperto il tradimento della moglie, si reca nello strip club in cui lavora Alice. E insomma, Sibilla (e anche io perciò ._.) tenta di proteggersi dal dolore causato inevitabilmente dalla vita, facendosi scudo con un altro dolore, ben più forte, quello provocato dall'assenza di Robert. Questo, giusto per farvi capire il livello di disagio mentale. T_T Ma poi infondo, il fatto è anche un altro.. quando ami, ti aggrappi con tutte le tue forze, alle uniche sensazioni che l'oggetto del tuo amore incondizionato, può concederti, pure se fossero le peggiori. E così fa Sibilla, così faccio io, così forse fate (o avete fatto) voi. Così anche faceva Bella in New Moon. E vabbè, evviva dai. Che allegria, meno male che c'è Robs. ^.-
Bacio Katy ed Anna e le ringrazio perchè davvero, sapere che esistete anche voi, pazze scellerate come la sottoscritta, è un aiuto non da poco.<3 E saluto Morane, la Romy, Ginevra e tutte quelle care ragazzuole che mi seguono e mi apprezzano nonostante tutto. T_T
Basci basci.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Nel dolce tuo respiro. ***


..magari dietro la luna sarai,
come il sogno più nascosto che c'è..
non lo vedi che io vivo di te?
dove sarai..
dove sarai?

Stella gemella. Gemelli Diversi.



SIBILLA POV

Nel dolce tuo respiro, io vivo. E poi muoio. E poi vivo. E poi piango. E poi brucio.
E poi sogno. Ogni notte, la tua pelle. Ogni notte, i tuoi capelli. Ogni notte, i tuoi occhi. E nei tuoi occhi, mi fermo. Mi perdo. Mi scompongo.
Ma ogni notte, più che mai, la tua bocca. Amore, sempre, ogni notte, la tua bocca. Che è rossa di peccato, ma dolce ed incontaminata. Che sa di frutta e cielo, sulla mia, se chiudo gli occhi.
E le tue mani, mi disegnano. M'incendiano. Mi afferrano e mi scollano, strappandomi via, da questo cielo di cartapesta che è la mia città, la mia vita.
Nel dolce tuo respiro, io volo. Via, con te. E nel tuo respiro, respiro. Svanisce il buio, disintegrandosi intorno a me, squartato senza pietà dal tuo candore.
E da questo amore invincibile. E dal dolce tuo respiro, che è il vento in cui danzano gli angeli.
E non torno più, coi piedi a terra, non torno più.
Nell'aria che mi tocca, e s'intrufola sotto la maglietta, ci sei tu, e sono una pazza visionaria incompresa, ma riesco persino a sentire un brivido.
Due brividi, tre brividi, mille brividi. E poi un'infinità. Che nell'aria, ci sei tu, che mi scuoti, e ne sono certa. Mi dispiace per chi non ti sente e non lo sa, che sei tu l'amore.
Sei tu, sempre, comunque, dovunque. Quel vento che scuote le cime più alte e sottili degli alberi. Quel vento che agita gli animi e che poi ribolle il sangue nelle vene.
Stanotte, ti ho visto, un miraggio, nel pulviscolo delle luci stroboscopiche. Una scheggia di luce sfuggita al regno dei sogni.
Bello come un dio, ma con lo sguardo pulito, terso e cristallino, privo di qualsivoglia delirio d'onnipotenza. Denso di trasparenza, denso di fiducia e speranza.
Che se la tua vita osasse deluderti o disilluderti, dovrebbe vedersela con me.
E il tuo sorriso è la mia sola salvezza. La mia isola, il mio paradiso.
E dicevo, che ti ho visto, anche se, come ogni volta, non potevi essere sfiorato, che sennò il vuoto t'inghiottiva.
E però agli occhi, ti concedevi.

Immobile, con le braccia molli lungo i fianchi, ti lasci sfilare la camicia. Un bottone dopo l'altro, la tua pelle chiara e liscia si rivela.
Sotto i fasci di luce azzurra, risplendi magnifico. Nei tuoi occhi, che dovrebbero apparirmi come due misteri, ma non lo fanno mai, scorrono scie di stelle, come durante la notte di San Lorenzo. E nei tuoi occhi, le notti, non son mai fatte di tenebra. Nei tuoi occhi, l'inferno, non fa poi così paura.
Nei tuoi occhi, ogni emozione s'annulla e si trasforma in pulsione. Che se solo mi guardi, tutto, dentro, mi si scioglie.
E non c'è più niente da fare, inesorabile è il destino, inesorabile è la fine, che lenta fa la tua camicia, quando cade a terra. E non ti resisto, non ce la faccio, non son nata per questo.
E se tu fossi di qualcun altro, questa notte, ucciderei. Dimmi di chi sei. Dimmi di nessuno. Dimmi che non ti lascerai prendere, che non ti lascerai andare, se non tra le mie braccia fragili.
E adesso che le mie dita son su di te, sento il cuore soccombere. E sei così indescrivibile che non so se ce la farò, neppure ad amarti.
Che sai cosa sento? Che se mi avvicino ancora, mi volatilizzo. E non ce la faccio, neppure ad amarti. Tienimi stretta, tienimi stretta.
"Tienimi stretta." Il tuo braccio destro scivola dietro la mia vita e la stringe, io m'incollo a te anche con gli occhi. Non sembra possibile tornare indietro, da questo amore.
Che adesso che il mio cuore rimbalza contro il tuo, è tutto come deve essere, e non ci sono vie di fuga, e non ne voglio.
Non voglio spiragli, non voglio spifferi, d'aria che non sia il dolce tuo respiro.
Vivere di te, morire di te. Nel dolce tuo respiro.
"Ti tengo." La tua voce è il colpo di grazia che stavo aspettando
"Non lasciarmi." Il tuo sorriso diventa un bacio.
Ed è un bacio che riscrive l'amore, la sua genesi, la sua conformazione, la sua struttura molecolare, ma non il suo epilogo.
C'è che solo tu puoi baciare a questo modo.
"Non ti lascio." Nel tuo sussurro più rauco, svengo, e forse perchè so di poterlo fare, di potermi fidare, che me l'hai promesso, che non mi lasci.


"Trovami." Solo questo riesco a dire adesso, che ho smesso di vederti.
Non prometti più, e nei punti in cui mi hai toccato, adesso, sento solo lividi. Dimmi di chi sei, dimmi quando piangi, se piangi.
Dimmi di chi ti accarezza, di chi ti bacia, di chi ti spoglia. Dimmi se lo sopporti, perchè io no.
Non lo sopporto. Non sopporto il pensiero, nè la sensazione, di altre mani su di te, di altre bocche sulla tua, e di una saliva estranea che cancella il tuo sapore.
Chiunque sia, mandala via.
"Mandala via."
Pensarti uccide. Ma è dolce, dolce come questo alcool rosa che mi è stato versato da non so chi nel bicchiere, ed in cui mi sembra d'annegare. Ma non è come nei tuoi occhi.
Non è mai come nei tuoi occhi, in cui anche annegare ha un senso, che sul loro fondale ci ho lasciato me stessa, quella parte che non riesco più a sentire.
Mia stella gemella, te ne vai in giro chissà dove ogni giorno, e non lo sai, che mi hai rapita, che ti stai portando a spasso il mio cuore. O la sua sostanza.
Mia stella gemella, da quando mi hai lasciata sola dietro quella transenna, solo una cosa mi è restata. Il dolce tuo respiro s'è impigliato al mio.
E per questo lo so, che quando io respiro, tu respiri.
E nel dolce tuo respiro, ad ogni respiro, io vengo.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Scritto alle cinque di stamattina, prima di addormentarmi con la testa sulla scrivania. Mi è uscito un SIBILLA POV, quando avrebbe dovuto essere il turno di Robert.
E vabbè, niente di chè dai. Credo che le chiacchere delle mie amiche mi abbiano turbata più del necessario, e di quanto sul momento non abbia sospettato. Cioè, smettete di parlare di Robert e Kristen come se stessero davvero insieme, no? Fatelo per la mia salute mentale, che io a sta cosa, e a tutte le chiacchere che lo riguardano in generale, sono sempre rimasta estranea, perchè mi rifiuto e mi ribello, a questa smania che tutti hanno, come mai mi pare sia accaduto prima nei confronti di nessun altro attore o cantante o cazzo ne so, di farsi i fatti i suoi e di credere di sapere quello che vuole, ma soprattutto quello che sente. E se le parole non le sento uscire dalla sua bocca, e non vedo le sue labbra articolare quelle sillabe, io non solo non credo, ma neppure mi preoccupo di prenderle in considerazione, le minchiate che si leggono sui giornali, i giornali che tra l'altro non compro, o i siti, quei siti che tra l'altro non visito.
E fanculo a quelle cazzo di foto ritoccate. E non lo so se son diventata davvero tanto stupida da essere persino gelosa di lui, diciamo che non lo voglio sapere.. ma io, io non lo so, che mi prende, solo che mi si è chiusa la vena, ecco. E non mi arriva ossigeno al cervello.
E vorrei che le mie amiche rispettassero almeno il mio desiderio di non credere alle chiacchere. E anche che la piantassero di parlare di lui, perchè non lo sopporto e non le sopporto. E magari ho anche torto, ma di avere ragione non m'interessa proprio. Voglio che lo capiscano una volta per tutte, che mi son fottuta l'anima per lui, e che certe cose non le voglio sentire, perchè, anche se questo mi rende ridicola, mi fan male e vorrei, davvero, che non fosse così, ma è così e non ci posso fare niente. E niente, vabbè, che tacessero insomma.
Ma tanto a loro che importa, loro il cervello ce l'hanno ancora sano, il cuore integro e tutto quel che riescono a pensare quando si parla di lui è oddio potessi scoparmelo uno così.
Ecco, per me, non è uno così. Per me in giro non ce ne sono di fatti così. E non serve a niente sapere che quelle normali sono loro, non serve a niente sapere che quel che sento è a dir poco assurdo e fuori luogo e.. boh, impossibile. Non serve a niente, perchè sapere, non impedisce di sentire.
E va bè suvvia, chiudo. Scusate lo sfogo, ma credo sia l'unico luogo in cui mi è permesso farlo, senza subir linciaggio, o almeno ci spero.
Ecco, è il momento dei saluti e dei ringraziamenti, che vanno a tutte quelle ragazze splendide che mi seguono, a quelle che mi comprendono, ma anche quelle che non lo fanno e si limitano a compatire, ma almeno ad apprezzare ciò che scrivo. Un bacio a tutte, specialmente a Morane, Romina, Katy, Ginevra, SummerRain, ed Annina... sai anche a me piacerebbe potervi abbracciare.<3

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Tracce. ***


E se hai bisogno e non mi trovi,
cercami in un sogno..

E.. Vasco Rossi.



ROBERT POV

Mi attraversi, Sibilla. Mi attraversi mia dolce follia.
L'amore è quando ci si dimentica atomi di coscienza per la strada, e forse, lungo tutta quella che ho percorso dal giorno in cui ti ho persa, lo stesso in cui ti ho trovata.
Ma non è poi così amaro il destino. Due minuti ce li ha pur sempre concessi e adesso se non altro, so che ci sei e che i tuoi occhi sono un cielo notturno. Se non altro so che vivi.
Due minuti, centoventi secondi. Quello è stato tutto il mio destino. La ragione per cui son venuto al mondo.
Alcune anime invece, non la incontrano mai, la loro gemella. Passano l'esistenza a domandarsi se c'è, se sta bene, dove vive, se la persona che hanno sposato sarà una valida sostituta.
Ma noi no. Noi, se non altro, ci siamo attraversati. Come stampini di stelle nell'anima.
Siamo due memorie impressionate dalla luce che ci siam riflessi addosso specchiandoci l'uno negli occhi dell'altra.
Mi sei dentro, ormai per tutto il resto del tempo, ed io son dentro a te. E' questo un legame che non si può rimuovere, nè ignorare.
E' questo un legame inossidabile, che non ne esistono copie.
E Sibilla, lo sai cosa significa, amarti nell'assenza? Amarti nella consistenza di questo vuoto chilometrico che ci distanzia?
Significa che quest'amore viaggia alla velocità della luce, per combattere e vincere le lancette instancabili di un'orologio che non resta mai indietro.
Significa che neppure la geografia ha molta importanza.
Che un amore così non alberga in alcuna dimensione spazio-temporalmente configurata, un amore così alberga solo nelle tue tracce in me, e nelle mie tracce in te.
Se chiudi gli occhi lo capisci.

Non avevo mai sorriso nel pianto e mai pianto nel sorriso. Poi sei arrivata tu.
Tu, che hai reso tutto possibile, tranne fare l'amore.
Tu, che sei affondata nel mio dentro e ti sei scavata uno spazio che non esisteva ed in cui tutto, ora, diventa dolce. Il tuo bozzolo, la tua culla.
Dentro me non ti accadrà mai niente di brutto, dentro me, in quella tua primaverile dimora, neppure il tempo ti potrà scalfire.
Dentro me tu sei sempre accoccolata come una bambola in attesa di baci e carezze, la tua pelle è una seta troppo pregiata perchè io possa resisterle.

Assopita, accaldata, raggomitolata tra i veli ed i petali che dentro me, sempre, ti proteggono, nonostante di pericoli non ve ne siano.
Le mie dita ti sfioran le braccia e tu schiudi gli occhi blu. Scintillano e si colorano di desideri insopprimibili. Parli con una voce ferita e sanguinante d'amore.
E la tua voce, come ogni altra cosa di te, è un lievito che alimenta la mia passione. Una passione intraducibile e che ha i tuoi contorni. Che ha le tue labbra rosse, Sibilla.
"Amore, sei tu.." Amore, sono io. Qui non esiste nessun altro.
"Sì, lo sai, qui esistiamo solo noi." Sorridi ed osservi il tuo abito del colore dei lillà.
"E allora che ci facciamo sempre vestiti?" Arrossisci e le tue guance somigliano a due piccole mele succose, poi ti mordicchi un labbro.
I polpastrelli delle mie dita scivolano sulle tue spalle, incontrando le spalline di raso del vestito. Sorrido ed i miei occhi si posano sul tuo seno foderato e strizzato nel corsetto.
"Mmh.. sai, mi piace molto, sfilarteli, i vestiti. Specialmente perchè mentre lo faccio, tu tremi." Ed arrossisci così tanto che la mia bocca s'avventa impavida su quei due bellissimi globi candidi che mi stan mostrando la loro rotondità superiore. Reclini il collo all'indietro, lo fai quasi di scatto e non sono un vampiro ma la tua vena pulsante, sembra scandire il mio nome.
Così ti mordo e ti mordo ancora. Tu sei tutta da mangiare, sei tutta una mela. E quando sento le tue dita inerpicarsi tra i miei capelli, non capisco davvero più niente.
L'unica cosa che so è che ho bisogno di morderti e violarti. L'unica cosa che so è che hai bisogno di essere morsa e violata.
Sento una delle tue piccole mani scivolare via dalle ciocche dei miei capelli disordinati ed avventurarsi alla ricerca della fibia della cintura.
La afferro saldamente per il polso, quasi ti strattono, ma tu non ti spaventi.
"Tu.. non devi fare niente. Le tue manine lasciale giocare tra i miei capelli, che al resto ci penso io."
Ti mordo il polso, prima di lasciartelo libero, tu sospiri e sei una creatura insolitamente piccante ed innocente. Riporti la tua mano tra i miei capelli, come ti ho detto di fare.
"Lasciami fare." Sei una bambina, ma una bambina tormentata dall'eros, ed il reato sarebbe non prenderti qui e adesso. Avidamente sollevo gli strati innumerevoli della tua sottana.
Stringo la tua coscia destra nel palmo di una mano e la sollevo premendomela contro il fianco. Ti sfugge un mugolio perchè, ora, il tuo bacino è calamitato al mio.
Le mie dita trovano le sospensioni di quella che mi sembra una giarrettiera di pizzo e perdo totalmente il controllo.
Le tue labbra socchiuse boccheggiano in cerca d'ossigeno o forse in cerca dei miei baci, solo che mi spiace, ma temo che, ancora per un po' mi toccherà privartene.
Che questa tua dolce astinenza voglio restare ad ammirarla un altro po', che mi eccita e tramortisce il suo suono.
"Amore, ti prego.." Sei nelle mie mani, piccolina. Così arrendevole, così bella.
"Se ti riempio la bocca dei miei baci, poi non potrò più sentirti mentre mi supplichi.. mentre il tuo respiro impazzisce."
E' così facile alimentare il tuo rossore, mentre anche i tuoi occhi blu si fan più lucidi.
E ormai il bisogno di varcare il confine che ancora da me ti distingue, preme furente.
Riesco facilmente a sganciare i bottoni che costringevano la mia erezione dietro il tessuto troppo rigido e spesso dei jeans.
La punta rosea della tua lingua mi coglie di sorpresa lambendomi fresca e dolce il labbro inferiore.
"Dai, amore, fammi sentire.." Sussurri e cado in trance. Di nuovo la tua piccola lingua delicata.
"Fammi sentire quanto è dolce e violento, l'amore.." Sì è dolce, è violento, ed improvvisamente ha fretta, ha urgenza, d'averti. Non posso neppure finire di spogliarti.
Sposto a lato la fodera delle tue mutandine ed affannato mi ritrovo all'interno del tuo piccolo corpicino. Le tue dita mi stropicciano isteriche i capelli, dalle tue labbra i suoni non escono più.
Sembri in apnea, forse ti ho iniettato troppo amore, forse non credevi ce ne fosse tanto. Forse è un'overdose.
Inizio a scivolarti e scorrerti dentro, tu mi guardi con le pupille dilatate e lo sguardo obnubilato. Quanto scotti e quanto profumi.
Ed è in questi tuoi occhi increduli ed affascinati, che ti vedo mia, molto più di come già ti sento in tutto il resto del corpo.
"Sarai sempre così tanto mia, piccola Sibilla?"


Lo sei ancora, Sibilla? Mia come quel giorno dietro la transenna? I tuoi occhi erano increduli ed affascinati, mentre slacciavo il polsino della mia camicia azzurra.
Mordo l'aria, ma non sa di mela.
Abbiamo avuto due minuti, siamo stati fortunati.
Ma lo sai? Della fortuna non mi voglio accontentare. Me ne voglio prendere altri due, almeno per scrivertelo anche io. Che ti amo.
Che ti amo, Sibilla. E che te lo voglio far sentire quanto è dolce e violento, l'amore. Quando è sulle tue tracce.


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Bene ho sfornato una nuova accozzaglia di parole e sentimenti che non so bene cosa vogliono dire, ma riassumendo credo che la traccia di fondo sia sempre la stessa, che se potessi mi consumerei su di lui. Mi faccio venire il nervoso da sola, per perseverare in maniera tanto diabolica in quest'amore senza speranza.
Ho trascorso il pomeriggio dentro un centro commerciale ed invece che guardare cose per me, m'incantavo davanti a tutte le camicie a quadri che mi facevano pensare a lui. Non sto bene, no. Una maniaca dello shopping come me, quando si riduce in questo stato, sa di essere giunta al capolinea. T_T Va bene, veniamo a voi..
SummerRain: "Stella gemella", pur appartenendo ad un genere che di norma non rientrerebbe tra i miei prediletti, ha un testo che m'incanta, lo ha sempre fatto. Quando la sento non posso fare a meno di pensare a Robert. Purtroppo è un pezzo italiano perciò immagino che a lui non capiterà mai di sentirla, ma la mia immaginazione è talmente deficiente che al verso "mi chiedo dove sarà l'altra metà di questo ego" sobbalza sperando che lui guardando il cielo, se lo chieda davvero.
E no, le mie amiche non leggono quel che scrivo, e se per caso lo fanno io lo ignoro e loro ignorano che dietro a questo pseudonimo ci sia io. Non riesco a farle entrare in questa parte della mia anima, non ancora e non so se ce la farò mai. Lieta che a te vengano i brividi, ti ringrazio per quello che mi hai scritto. Adoro la tua ultima ff. <3
Annina: ciao tesoro dolce, anche se non ci conosciamo, non posso fare a meno di pensarti come ad un tesoro dolce.<3 Io che dirti? Sono immensamente commossa del fatto che le mie storie ti dian l'ispirazione per scrivere, perchè scrivere è una delle cose più meravigliose che esistano, specie quando lo si fa con tanto cuore, come lo fai tu. Perciò t'incoraggio e ti sprono a pubblicare questa tua nuova ff, che non vedo sinceramente l'ora di leggere.*_* Grazie di tutto, sei adorabile!
Morane: provare a raggiungerlo dici? non sai.. tu davvero non sai quanto tempo della mia vita io trascorra a rimuginare su questo pensiero. Cioè, ma ci rimugino su sul serio, non tanto per cazzeggiare. E credo che un giorno ci proverò.. non so per fare che di preciso, e comunque non è che ci spererei particolarmente, insomma non sono un'illusa, sono solo una sognatrice.. ma lo so, quanto è irraggiungibile, quanto la sua vita scorra perennemente dietro ad una coltre di bodyguards profumatamente pagate per proteggerlo dagli assalti.. ed in qualche modo poi, io a queste persone che lo proteggono sono anche grata, perchè se qualcuno osasse, se qualcuno riuscisse, a fargli del male.. io non so, credo che impazzirei. Ed ogni fottutissima volta che al telegiornale si parla di una qualche catastrofe, di una qualche tragedia, io prego che lui non ci si sia trovato nel mezzo, e che lui stia bene.. Sì vivergli così lontana è un supplizio. Non sapere mai come sta, se è al sicuro.. E mi sento strana a sentire queste cose, ma le sento. E' davvero come se fosse la mia stella gemella, è davvero come se una forza oscura me l'avesse strappato via dal luogo sconosciuto in cui forse abbiamo vissuto insieme, in chissà quale tempo. Sono tutte idiozie quelle che dico, davvero.. ma non mi spiego questo legame che sento e che mi spossa. E' assurdo. Comunque ringrazio tantissimo anche te per leggermi e recensirmi sempre! ^^
Katy: Cucciola, noi non dobbiamo stare male per quello che dicono le persone. Stiamo già troppo male per il resto.
Vi ringrazio tutte, anche la Romy, Ginevra e Giulia86. Vi bacio, carissime!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Boomerang. ***


Per un'ora d'amore non so cosa farei,
per poterti sfiorare non so cosa darei,
chiudo gli occhi, ti vorrei,
non nei sogni ma così come sei.
Sole giallo, mare blu,
mi risveglio ora che manchi tu,
aspettarti e sapere che ormai,
io per un'ora d'amore venderei anche il cuore,
io per un'ora d'amore venderei anche il cuore..

Per un'ora d'amore. Matia Bazar.



SIBILLA POV

Qualche giorno fa era il tuo compleanno, piccolo dolce principe.
Eri lontano mentre ti scrivevo, in un punto indistinto ed imprecisato nella valle degli angeli.
Eri lontano ed eri con lei, nella valle degli angeli.
E lo sai? Ormai non mi resta che sperare che ti sappia accudire, che ti sappia illuminare, che ti sappia infondo, semplicemente amare.
Spero che lei sia il meglio che c'è in circolazione.
Spero che un pochino tu mi abbia pensata comunque.
Spero ancora non sia troppo tardi.
Ma non lo sai, quanto sono stanca, di sperare.
Manderei tutto al diavolo, se avessi il suo indirizzo.
Spero che sia tutta una montatura. Oddio, dimmi che è tutta una fottuta montatura.
E non ci vedo più, accecata da questa maledetta inconsulta gelosia.
La odio, la odierò comunque, montatura sì o montatura no.
Non fa poi molta differenza, infondo i tuoi occhi sono così spesso puntati nei suoi. Sembra che stiate lì a scambiarvi l'azzurro, che a tutti sembra il medesimo, ma a me no.
E tu che le sorridi, e sei così infinitamente bello. Ma non bello come ti vedono gli altri, non in quel modo, non solo in quel senso.
Perchè non posso esserci anche io lì con te? Ovunque tu sia, nella valle degli angeli.
Perchè proprio io che ti amo oltre ogni limite consentito, non posso?
Credo che potrei percorrere l'universo intero senza scovare un solo brandello di senso a tutto questo. Non uno straccio di risposta.
Casualmente sei nato a Barnes, casualmente dotato di più di un talento.
Casualmente sono nata a Verona, casualmente una ragazza ordinaria, come tante altre, che va bene a scuola, ma non s'è mai azzardata a tentare di spiccare un volo alto quanto il tuo.
Casualmente ti ho amato, casualmente m'hai detto che una notte m'avresti pensata.
Casualmente poi è tutto finito. Non dico l'amore, ma la possibilità di spalmartelo addosso.
Casualmente lei sì ed io no.
Sotto ogni tuo strato, sotto ogni tuo involucro, quanto la senti davvero?
Dimmi che è tutta una montatura.
Provo ad immaginare una vita diversa, una realtà diversa. Una vita in cui io nasco nella tua, o tu nella mia.
Una vita a calpestare le stesse strade, le stesse vie, a bazzicare negli stessi bar, nelle stesse combriccole.
Una vita in cui abbiamo tutto in comune, vita stessa compresa.
Una vita in cui tu hai il mio numero di telefono ed io il tuo.
Una vita in cui non mi devo sforzare a fare a meno di te.
In cui in qualsiasi momento posso inforcare una bici e volare sotto casa tua, sotto la tua finestra, vedere se la luce è ancora accesa, se la tua macchina è parcheggiata al solito posto, lungo il solito marciapiede.
Una vita normale, in cui si soffre, ci si dispera, ma sempre con moderazione, perchè comunque saresti sempre a portata di mano.
In qualche modo, non a più di qualche chilometro di distanza.
Una vita in cui farsi bella davanti ad uno specchio, perchè il sabato sera ti potrei davvero incontrare giù al solito locale.
Una vita in cui poter raccontare alla mia migliore amica il modo in cui mi hai guardata, le cose che mi hai detto, la camicia che indossavi e quanto ti donasse.
Una vita in cui abbracciarti sotto la pioggia, sentirti tremare di freddo ed anche starnutire e poi ridere. E restare fermi mentre la gente sciama tutto intorno cercando un riparo, una tettoia sotto cui rintanarsi. Ma noi no, perchè un po' d'acqua non ci fa paura ed infondo il tuo profumo è ancora più buono quando sei bagnato.
Una vita in cui litigare, urlarsi addosso le peggio cose, lanciarsi oggetti, cuscini, scarpe, piangere, raggomitolarsi in un angolo sotto le lenzuola, ma comunque sentire sempre il tuo respiro, regolare o interrotto che sia, ma il tuo respiro, sempre e comunque, alle mie spalle.
Gettare la spugna, mettere da parte l'orgoglio, perchè infondo non vale la pena di sprecare neppure una notte per un fottuto capriccio, un fottuto battibecco, una fottuta e frivola incomprensione e allora, voltarsi e chiedersi scusa, magari anche in contemporanea. Sempre in simbiosi.
Una vita in cui ti dimentichi una data importante che avresti dovuto ricordare e t'inventi di tutto per rimediare e cancellarmi dalla faccia lo stupido broncio che senza ombra di dubbio, come ogni ragazza che si rispetti, avrei messo su.
Una vita in cui mi prendi in giro, una vita in cui faccio la permalosa e m'indispettisco.
Una vita in cui però alla fine non riesco a resisterti e appena mi fai quel tuo sorriso furbo ma dolce, mi sciolgo.
Una vita normale. Fare le cose che fanno tutti gli innamorati, ma farle meglio. Sentendole tutte, senza mai darsi per scontati.
O magari commettere pure quell'errore, che mai m'importerebbe? Tu ci saresti, per cercare di risolvere, per cercare di parlarne.
Tu ci saresti per dirmi "amore com'è successo, cos'abbiamo perso, cos'abbiamo sbagliato, ricominciamo dai. ti tengo sempre la mano. non ti lascio."
Non ti lascio. Non ti lascio. Non ti lascio.

Una vita in cui non mi lasci.
Una vita in cui come un boomerang, non fai che tornare da me.

Una vita normale, fottutamente normale. Ma da sogno perchè insieme a te.


Uno squarcio s'è aperto nel cielo di Verona. Ho letto che tornerai.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Vi autorizzo a prendermi a sassate. -.- No, cioè, dai, sta roba fa schifo, l'avrei potuta scrivere alle medie. Ma va bene eh, va bene anche così, alla fine il mio è un amore degno di una tredicenne. T_T Vabbè. Ochei. Stanotte sono un po' a corto di parole, quindi passo subito ai saluti.
Un bacino zuccherino ad Ann, Katy, la Romy (ah, in riferimento alla prima parte del capitolo precedente, non si trattava di una canzone, ma lieta che t'abbia fatto quell'effetto <3), a Morane (magari trovarlo davvero il mio Robbie dolce <3), a Bells, Ginevra e Human (oddio ma sono onorata di averti colpito tanto, tu scrivi davvero divinamente a parer mio!) <3
Adesso mi guardo l'ultimo episodio di quei vampirastri di The Vampire Diaries e poi collasso nel lettino.
Ciao Robs, manchi. =(

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Stelle taciturne nel cielo di Los Angeles. ***


..perchè una vita sola non può bastare,
per dimenticare quanto si può amare..
al tuo nome e alla tua voce pensare,
senza farmi male..

Una storia che vale, Laura Pausini.



ROBERT POV

Le giornate a Maggio si fan sempre più lunghe, le ore di luce si susseguono più numerose ed ho già ventiquattro anni.
Sibilla tu quanti anni hai? Il tempo ti aspetta mai? O volta le spalle pure a te?
Sono a Los Angeles, seduto e dimenticato da qualche parte, dove di preciso, non conta poi molto. Vorrei solo dirti che sto pensando a te.
Se alzo lo sguardo verso l'orizzonte, scorgo qualche gru che, come un animale dalle fattezze leggendarie, svetta impassibile verso il cielo.
Il mondo è un bel posto in cui trascorrere la vita, è solo molto triste non poterla trascorrere con te.
Laggiù dev'esserci qualche cantiere, staran costruendo qualcosa, forse un nuovo quartiere residenziale. Me ne andrò prima di poterlo sapere.
Non faccio che andarmene. Qualche volta vorrei poter restare.
Qualche volta, in qualche luogo. Nel tuo cuore, son restato?
E' successo la notte del mio compleanno, quando ho capito che andarsene e non restare, non voleva dire non poter tornare.
C'è che in verità, mi son sempre chiesto come avrei fatto a trovarti, e poi, all'improvviso, mi si è fatto tutto chiaro. Le stelle si son fatte chiare.

Sono steso sull'attico della casa in cui abito, qui a Los Angeles. Dico abito, e non vivo, che questo non somiglia a vivere, più che altro a vegetare.
E' una città in cui le stelle si vedono poco. E' una città in cui le stelle se ne stan zitte. Troppe luci vitaminiche ed artificiali, le spengono e le confinano nel loro placido silenzio immortale.
E' una città in cui le stelle, la gente le guarda poco. E' una città in cui le stelle del cielo vengon dimenticate, perchè qui son le persone a voler far parte di un firmamento, lo star system.
E' una città in cui abito, di tanto in tanto, e nient'altro. Non somiglia a casa mia, non somiglia a me. Non somiglia tanto nemmeno a te.
Però adesso son qui sdraiato a pancia in sù su questo attico, e penso a quando, solo fino a tre anni fa, trascorrevo le mie notti guardandole queste stelle. O forse non eran nemmeno le stesse. A parte i sogni, non avevo proprio niente a cui pensare.
Mi è sempre piaciuto non aver cose a cui pensare, è la condizione ottimale per farlo, intendo dire, spaziare con l'immaginazione.
Leggero, spensierato, goliardico, ubriaco perso. Ti avrei potuta amare davvero allora. Davvero. Con la pelle. Con la bocca. Con le mani.
Con i vestiti addosso. Senza vestiti addosso. In piedi, seduti, inginocchiati, stesi.
Avrei potuto dirti così tante cose da scriverci un libro, o due. Forse molte sarebbero state solo scemenze, sai ne dico tante.
Ma la cosa che ti avrei ripetuto più spesso, sarebbe stata "ti amo". Ti amo di tutti gli amori possibili ed immaginabili, e sai? anche di quelli che devono ancora essere inventati.
Tre anni fa sarei stato il tuo ragazzo, tu la mia ragazza. Ti avrei portata fuori a cena, non avrei avuto tutti i soldi necessari ad offrirtela in uno di quei ristoranti lussuosissimi in cui mi scortano ora tanto spesso, ma avrei avuto tutto il tempo della vita, per restare. Ti avrei detto che sei bellissima. Tu saresti arrossita. E un po' anche io nel pensare a come fare per baciarti.
Ti avrei riaccompagnata a casa e ci saremmo trattenuti a balbettare fuori dal portone, impacciato come solo io so essere mi sarei avvicinato, e mi ci gioco le palle, che avremmo finito per cozzare in pieno con le teste. Non lo so quanti appuntamenti avrei dovuto strapparti, prima di riuscire a dartelo un bacio fatto per il verso, ma avrei avuto tutto il tempo della vita.
Avrei tentato sempre, per sempre.
Ti avrei detto che sai di fragola. Ti avrei detto che baciarti non mi sembra vero.
Tre anni fa, non so come, non so dove. Ti avrei potuto dire come mi fai sentire. Come se discendessimo dalla stessa medesima stella.
Come se su quella stella non fossero mai esistiti altri abitanti, oltre a noi, prima che precipitassimo quaggiù. Tu sei la sola, amore.
La sola a parlare le mie stesse parole, a camminare i miei passi, respirare i miei respiri, sorridere i miei sorrisi, piangere le mie lacrime. Sanguinare il mio sangue.
Sei la sola, amore. Ad esser fatta di quel che sono fatto io. La sola a scintillare della polvere di quella stella. La sola a serbarne il ricordo. La sola a conservarne la luce negli occhi.
Eravamo felici lassù, amore. Precipitando cos'è accaduto? Ti ho persa, la tua mano è scivolata via, eri finita chissà dove. Scusa se ti ho persa.
Eravamo felici là in alto, forse troppo, troppo in alto, per poterci tornare.
Tornare, tornare, tornare. Tornare a Verona.
La prima volta che ci sono venuto non sapevo che ci saresti stata, eppure, t'ho vista. Tu sei venuta da me.
Io non ho strade per trovarti. L'unica che esiste sei tu a doverla percorrere, come hai fatto la prima volta.
E' una città, Los Angeles, in cui le stelle si vedono poco, il loro scintillio appare debole e fioco, ciònonostante, all'improvviso, il loro disegno non mi è mai sembrato più chiaro.
Disegnano una strada, l'unica che esiste. Come la prima volta, il mondo deve sapere che verrò a Verona. Come la prima volta, sarai tu a venire da me.
Perchè è solo così che posso trovarti, se sei tu a trovare me.


Il dodici di giugno sarò a Verona, Sibilla. In questo istante la notizia è stata resa nota ai giornalisti e per la prima volta son felice che si stian impicciando dei fatti miei.
Tremo se penso che potresti non venire da me. Tremo se penso che non so quanto tempo avrò. Perchè il tempo mi volta sempre le spalle.
Tremo se provo a pensare a cosa è più fondamentale che ti dica. Quanto tempo avrò? Da dove dovrei cominciare? Mi basterà il fiato?
Verrai? Verrai? Verrai? Verrai..

Verrai, via con me?

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Allora, fuori dalla finestra di camera mia è l'alba e devo ancora toccare il letto. Ho fatto quel che dovevo fare stanotte e non è che mi senta poi così completa, comunque ho risolto (un corno ho risolto, dato che lui resta sempre altrove, in un posto diverso dal mio) scrivendo questo Robert Pov sulla strada del ritorno.
A chi mi domanda come faccio a scrivere queste cose posso solo dire che non è tanto difficile quando le si pensano sul serio, quando la follia entra a far parte della tua vita 24 ore su 24 e quando lui, bò, lo guardi e ti si spezza il cuore in due per quanto ti si spalanca. E' più difficile spiegare invece come sia possibile, ma infondo questo nessuno me l'ha chiesto e spero nessuno me lo chiederà mai. Temo dovrei rispondere IMPRINTING. Romy, il tuo piano ha qualche speranza. Potrei mettermi all'opera davvero, con tutti i cicchetti che ho ingurgitato, non mi sembra poi così infattibile. Ahahah, portatemi al pronto soccorso. T_T
Vi ringrazio per tutto quello che fate per me, cioè il fatto che mi seguiate è davvero tutto per me <3 Grazie Summer, Little dreamer, Ginevra, Romy, Morane, Human (*_* davvero non mi capacito che ti piaccia quel che partorisce la mia zucchetta vuota -o più che altro piena di corbellerie-), e le mie batuffole Katy ed Ann (senti, stanotte in giro il delirio.. sconcertante quanto mi sia mancato e quanto il contatto accidentale con corpi estranei mi schifasse -.- puzzate tutti viaaa, che son di Robs io xD Ah e poi ho pensato di brutto a quando dice NACHOES! ahahah). Vi baccccio.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Scie di aeroplani. ***


Quante volte sei passato,
quante volte passerai,
e ogni volta è un colpo sordo all'anima..
all'anima..

Un colpo all'anima, Luciano Ligabue.



SIBILLA POV

Il soffitto di questo centro commerciale si trova in alto, molto, molto più in alto della mia testa, ed oltre quel vetro è tutto azzurro.
Azzurro come il colore della mia vita. Azzurro come il colore dei tuoi occhi.
Sto qui seduta con gambe stanche, che di passi, senza te, ne han macinati tanti e forse per questo, nemmeno mi va di alzarmi per raggiungere quelle amiche che dentro ad una boutique qualunque si stan riempiendo le braccia di abiti da provare, e preferisco farmi sciogliere sulle mani questo cono di gelato alla vaniglia.
Penso a tutte quelle camicie a quadri che troverei là dentro, appese alle loro grucce e vuote. Penso a come sarebbero con te dentro.
E penso alle geometrie della vita, che incastra gli angoli di tutte queste esistenze che passano per di qua, sempre in modo così sbagliato.
Nessuno che incontri mai davvero l'esistenza di cui ha bisogno. Ma forse infondo, è così solo per me.
Forse infondo vorrei solo che servisse a qualcosa cercarti tra quelle camicie.
Mio angelo dolce, com'è strano non averti mai toccato e sentire che nonostante questo -che nonostante tutto- il tuo nome è l'anagramma di ogni mio pensiero.
Robert è un nome che fa sospirare. E com'è strano che con tutta la tua lontananza, tu riesca comunque costantemente ad essere qui più di chiunque altro.
A farmi sospirare, ad ogni fuga di idee che tenta di aggrapparsi a te. Immaginandoti, disegnandoti, spogliandoti, annusandoti, baciandoti.
Sotto a tutto questo azzurro che tinge il cielo al di là dei vetri, sto fissandolo talmente a lungo che sto per scomparire.
O è questa la sensazione che ho, ma son convinta che nessuno qui mi stia vedendo più, sempre ci sia ancora qualcuno.

E' il tuo sorriso quello che intravedo dietro quella nuvola?
Cosa ci fai quassù in alto amore? Perchè non mi parli?
Hai dimenticato chi sono? Hai dimenticato la mia voce?
Che cosa resta di me nel tuo cuore? Che cosa resta di me nel tuo fiato? E nei tuoi giorni? Nel tuo destino? Nel tuo bisogno?
Che ci devi fare a Verona, amore? Non so di nessun festival, non so di nessuna premiere.
E non ce la faccio a pensare che verrai per me, perchè ci scommetto che non è così, e allora, quando non mi riconoscerai, come adesso, che cosa resterà di me?
Non solo nel tuo cuore, che cosa resterà di me nel mondo? Che cosa resterà di me se non potrò nemmeno più immaginarmi nei tuoi pensieri? Cosa, se ogni illusione verrà rimossa?
Come adesso che sembri guardarmi attraverso. Come adesso che mi sorridi ma non lo sai, perchè non mi vedi.
Come adesso che è così difficile sfiorarti, perchè muovo un passo e nemmeno mi rendo conto che tu ne muovi uno indietro, ma lo fai.
Come adesso. O forse come sempre.
Che ci devi fare a Verona, amore?
Avanzerai col tuo passo sovrannaturale oltre le mura della mia città, senza ricordi.
Magari ci sarà lei al tuo fianco.
E spaccherai tutti i miei sogni.
Li sentirò infrangersi contro la tua pelle, ma tu no. Tu non ti ricorderai.
Forse, in quell'istante, contro la tua pelle, i miei sogni, saranno bellissimi, se pur morenti.

E almeno loro ti potranno toccare.
Per questo, fosse anche solo per questo, io verrò. Robert, amore.


Quando dall'azzurro riemergono i contorni bianchi di queste scale a chiocciola che mi circondano, e le presenze insistenti di chi, da questo centro commerciale, non se n'era mai andato, sento che gli angoli indolenziti ed accecati dei miei occhi, sono lacrimanti. Ed umide le mie narici.
Vorrei chiederlo anche a tutta questa gente, se lo sa, che si può piangere per aver fissato troppo a lungo il cielo.
Se lo sa, che un amore come questo, può trasfigurare il cuore in una macchia sciolta di dolore.
Se lo sa che il coraggio spinge sull'accelleratore più a fondo, quando sente la fine farsi più vicina.
Se lo sa, allora è perchè almeno una volta, t'ha visto.
Mancano due giorni al dodici di giugno ed in alto, molto, molto più in alto della mia testa, la scia bianca di un aeroplano incide l'azzurro.
Penso che magari quelle ali e quelle eliche stan trasportando te. Penso a chissà quante volte le scie degli aeroplani che han solcato questo tratto d'azzurro, sian state tuoi strascichi.
Pensarlo mi fa piangere a dirotto.
Robert, amore.

Fa che quando i miei sogni ti toccheranno, diventino realtà.

Nel frattempo finisco dove va a finire la scia.

Qualcuno mi ama.
Qualcuno mi pensa.
Qualcuno mi sogna.

Qualcuno mi aspetta?



ANGOLINO DELL'AUTRICE
Eccolo qui il nuovo capitolo della storia più pateticamente tragica che la mia mente potesse un giorno, tristemente, architettare.
Per questo ennesimo strazio, per il quale ho patito le pene dell'inferno, ringraziate pure, oltre la mia folle adorazione per questo benedetto ragazzo-angelo, tale ragazzo-angelo che funge sempre da ispirazione, la colonna sonora di Eclipse, "Neutron star collision" dei mitici Muse, che ho ascoltato no-stop per quarantacinque minuti (il tempo che ho impiegato a scrivere più o meno) alternandola, a "Never think" di Rob <3
Scusate anche per gli ultimissimi banalissimi versi, tratti infantilmente da quel giochetto che si fa quando si sorprendono le scie degli aerei su nel cielo. Io lo faccio sempre almeno, e non c'è bisogno che vi dica quante volte ci ho pensato, se seduto su uno di quelli c'era anche lui... T_T Cioè boh.. chissà quante volte è volato sopra casa mia, magari anche mai. T_T
Ora mi dileguo e vi lascio da commentare questo capitolo, se vi va, se no fa niente. Ringrazio comunque se anche solo l'avete letto.
Un grazie più sentito però va ad ANNA E KATY, le mie mitiche eroine, che ogni giorno come me, pensano a questo ragazzo-angelo, ed il fatto che lo facciano, stranamente mi reca supporto. (cacchio ho detto?._.) Poi, grazie mille anche a Human, Ginevra, Romy e Little dreamer e scusate se ho mancato qualche nome, comunque ho sonno e ho gli occhi gonfi e quindi insomma, sto un po' così cosà... e vado a ninna! <3
Alla prossima slacrimeria! Dai che Rob arriva a Verona tra un pooooo'! YESS! Venisse un po' anche nella mia città. -.-
Bon, ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Come un volo. ***


So tell me when you hear my heart stop,
you’re the only one that knows.
Tell me when you hear my silence,
there’s a possibility I wouldn’t know..

Possibility, Lykke Li.



ROBERT POV

Ora che i miei piedi toccano di nuovo questo asfalto, ti sento finalmente reale. Sento finalmente che non sei più solo dentro un sogno. O confinata in un'allucinazione.
Qui, sotto il suolo di Verona, la pulsazione del tuo cuore, è finalmente reale. E così intensa da somigliare ad un terremoto. Tu mi stai sentendo, Sibilla?
Il mio aereo è appena planato sopra casa tua e da lassù questa città bianca somigliava ad un prisma, perchè qui le superfici riflettono la luce del sole secondo un insolito disegno e secondo insolite inclinazioni, che mi tolgono un po' la vista. E da lassù questa città tortuosa somigliava ad un labirinto, in cui non è perdermi che mi spaventa, ma semplicemente non trovarti.
Ora che i motori sono spenti calpesto questo tratto di strada che mi separa dallo stabilimento dell'aeroporto e non manca più molto a domani. Tu le stai contando le ore, Sibilla?
Dimmi che lo senti questo nuovo suono propagarsi nell'etere, dimmi che ti fischiano le orecchie, in risposta a tutti questi miei pensieri che ti cercano.
Se tu potessi seguirli, ti condurrebbero a me.
D'improvviso mi paralizza il pensiero che potresti non esserci, magari ti sei trasferita, magari sei in vacanza da qualche parte, in fondo siamo in giugno, potresti esser partita per il mare.
Magari ti sei innamorata, Sibilla. Non di me. Di qualcuno che poteva esserci sempre, di qualcuno che poteva farti crescere e crescere con te.
Di qualcuno le cui dita potevano sfiorarti la schiena, tracciando il profilo di quelle scapole che sembrano ali, come avrei fatto io. Ogni notte per farti addormentare.
Magari adesso stai ridendo di tutto quell'amore che ti spinse fin dietro quella transenna rovente. Magari stai ridendo di quel ti amo scritto sul mio braccio.
Magari ti sei accorta di essere cresciuta. Magari ti sei convinta che l'amore è tutta un'altra cosa, magari non ci credi più in quello in cui io sto ancora credendo.
Magari ti ho deluso, magari hai creduto ai giornali.
Magari non lo so quello che in questi due anni è successo alla tua vita.
Cosa ti è capitato, Sibilla?
Quante volte hai fatto l'amore? Quante volte lo è stato davvero?
Quante volte ti è sembrato inutile? Quante volte il tempo ti è parso sprecato?
Quante stelle cadenti sei riuscita a sorprendere nella loro discesa? Quanti desideri diversi hai espresso?
Quanta sabbia si è accumulata sulla soletta delle tue scarpe da tennis?
Quante volte ti sei chiesta quale fosse la tua missione, la tua ragione?
Quanti sogni sei riuscita a spegnere? Quante lacrime a sconfiggere?
Quanto balsamo ti ci è voluto per lisciarti le ferite?
Quanti tagli di capelli hai cambiato? Li porti ancora lunghi alla vita? Eh, amore mio?

Eh, amore mio? Quante volte ti saresti voluta sfracellare contro un muro, solo perchè il mio corpo non c'era?
In quanti posti, in quanti corpi, mi hai cercato?
Quante volte la notte sei rincasata tardi? Quante volte ti sei sfilata le scarpette col tacco sull'uscio per fare meno rumore su per le scale?
E quante volte dentro camera tua, ti sei sfilata anche le calze, ma ad occhi chiusi, per immaginare che fossi io a farlo?
Quante volte hai cercato le mie braccia sotto la pioggia e tra la folla?
Quante volte hai maledetto la mia assenza? Quante volte la mia esistenza?
Quante volte il mondo ti è sembrato girato al contrario?
E quante volte, pur di trovarmi, l'avresti percorso, seguendo la corrente opposta? Ma che per te, per noi, era quella giusta?


E' strano ma ho pensato così spesso alla tua vita, che mi sembra d'averti sempre avuta, di sapere tutto di te.
Baricco -chissà se lo conosci- dice che l'amore non è altro che una ferita nel mondo, che smette di sanguinare solo quando due corpi -ma quelli giusti- si ricongiungono, come due margini, due lembi di pelle lacerata. E allora l'amore diventa mani, pelle, labbra, stupore, sesso, sapore, tristezza, e per questo sono qui.
Perchè a Verona la prima volta ti ho vista e ti ho riconosciuta, in un attimo, nonostante come Elisewin e Adams provenissimo dai più lontani estremi della vita, ma Baricco dice anche questo.
Che non si è mai lontani abbastanza per trovarsi.
Quando ti ho vista, Sibilla, amore mio, sei stata un'endovena d'infinito lungo i nervi.
Vivevo in letargo prima di te, e neanche lo sapevo. Neanche lo sapevo che senza quell'infinito, non sarei mai stato al completo.
Ti ho trovata e solo allora ho sentito la vita tutta intera, ma poi allontanarsi è stato uno strappo ed è così che ha iniziato a bruciare di un fuoco che mi ha limato l'anima.

Ricongiungersi sarà come un volo, domani.
Io, in effetti, l'amore l'ho sempre immaginato coi tuoi occhi, e con le tue scapole, sporgenti come ali.
Sempre, come un volo.

E quante piume, amore mio, le tue ali, hanno perso? Quante, in due anni?
Riuscirai a volare da me, tu? Eh, amore mio?
Riuscirai?


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Premetto che sono incazzata nera perchè va bene gli MTV MOVIE AWARDS li ho visti, sono enormemente soddisfatta di come si sono conclusi, ma stasera mi aspettavo la replica sottotitolata ed invece MTV senza fornire alcun tipo di spiegazione, così.. ha deciso di non trasmetterla. Che nervoso! >_< Ma io dico, ma avvisate almeno. T_T
Vabè vabè.. vabè un corno. Che tignaaaaaaaaaaaa. -.-
Ochei veniamo al capitolo, che c'è da dire? Robert è giunto in quel di Verona e presumo che nel prossimo capitolo, i due, s'incontreranno, come, dove, cosa accadrà, cosa si diranno, lo scoprirete a tempo debito. Al momento sto ancora meditando riguardo la struttura da assegnare ad un capitolo che probabilmente si rivelerà abbastanza diverso dagli altri.
In questo cito Alessandro Baricco, che come spesso avrete notato, rientra tra le mie fonti predilette, quest'uomo è un genio e chiedo venia, se le mie porcherie, intaccano in qualche modo le sue opere superbe. Comunque, Adams ed Elisewin, che ho nominato, non son altro che i protagonisti di una delle sue vicende amorose, precisamente quella narrata in "Oceano Mare". *_*
Ringrazio la Romy, Ginevra, Little dreamer, Human, l'Anna e la Katy e voglio dirvi che vi son grata per rendermi partecipe delle emozioni che vi suscitano i miei deliri strappalacrime. Vi stra adoro, ma proprio STRA! <3 Un ringraziamento ed un saluto anche alle lettrici silenziose! (ammesso ve ne siano, ma credo di sì dai, a giudicare dall'elenco di utenti che hanno inserito questa piccola raccolta di pensieri tra le preferite <3)Ooocchei, io continuo a scrivere qualche scemenza perchè ho necessità di parlare a Pattinson, ma voi potete anche non proseguire. Avvisate, mezze salvate. Oh.
Ti soffio un bacio, Rob. Amore, che dirti, è un po' che non ci parliamo a tu per tu eh?
Sempre ste Sibille varie di mezzo, vè che son gelosa. T_T Bah, comunque bravo, mi è giunto all'occhio un articolo in cui si dice che ti sei dichiarato single per l'ennesima volta, ma con molta più veemenza. A me va di crederci, perchè anche se fondamentalmente, a livello pratico, nella mia vita non cambia proprio una bega di una ceppa di un cavolo amaro a colazione (eh??), la mia psiche fortemente turbata lo ammetto e non lo nascondo, si sente più leggera. Dai, amore, dai, lasciami vivere all'interno dei miei castelletti campati per aria.
E bè, vabbè, per il resto, solite cose dai. Come stai? Agli Mtv M.A. avevi un'aria felice e spensierata, il tuo sorriso era più raggiante dei raggi del sole, e quasi sei riuscito ad abbronzarmi, io che, come te, sono un latticino. Che altro? Niente dai, mi viene in mente solo una parola per esprimerti il mio stato d'animo attuale (e perenne -.-), ma poi non è nemmeno una parola, è un verso. T_T Perciò, Amore, SIGH. Fai una cosa, ogni volta che sorridi, fallo una volta in più al posto mio. OhhCcazzzzo, con centocinquantamilioni di Zeta. Ma come si fa qua senza di te?
Se conosci un metodo me lo scrivi e me lo spedisci in una busta? Grazie, amore. Ti dò la buonanotte.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** A un passo da noi.. ***


A un passo dal possibile,
a un passo da te..

A un passo da te, Elisa.



SIBILLA POV

E' un silenzio denso di suoni questo qui, in questa stanza celeste.
Non capisco se lo è davvero celeste, o se è solo perchè non riesco a guardare altrove, quando ci sono i tuoi occhi.
Sento il tuo cuore, sento il mio cuore, sento la policromia di un pianforte, anche se non suona.
Immobili tra queste lenzuola ritagliate dal cielo, non sembriamo neanche essere qui. Non somiglia a niente, questo istante.
Non somiglia ai sogni, nè ai tuoi, nè ai miei.
Non somiglio più a me stessa, non somigli più a te stesso, perchè se gli occhi sono lo specchio dell'anima, ora che sguardi così, non li abbiamo mai avuti, anche le anime, per forza, devono essere cambiate. Mentre le tende volano oltre il tuo volto, nient'altro qui si muove.
Mi hai portata qui senza dire più di una parola. Una sola.

Sotto questo balcone, tutte si aspettano che tu ti affaccerai da un momento all'altro.
Io non so che aspettarmi invece. Ho camminato fin qui come un'automa, col cuore chiuso in una teca di vetro, quasi addormentato come Biancaneve dopo il morso alla mela.
Il mio è tutt'ora uno stato di morte apparente, mentre prego di non dover morire davvero.
Verona non somiglia più a sè stessa.
Forse mi sono persa, forse chissà dove sono finita.
Se non mi guarderai, neppure il dolore somiglierà più a sè stesso.
Oggi è l'ultima scena, l'ultimo atto, e questo amore che fino a ieri è sembrato una tragedia, non so come finirà. Non so dove finirà.
Ci sono lacrime che scivolano lungo gote arrossate intorno a me, adolescenti accompagnate dalle madri che han sul volto l'espressione di chi non capisce.
Di chi non capisce che per te anche l'amore si è trasformato, cessando di somigliare a sè stesso.
Di chi non capisce che oggi qui, qualcuno potrebbe morire davvero.
E sono io che non piango, la più fragile fra tutte. Non so come, ma lo so.
Forse perchè come due anni fa, tutte strillano ed io non ho fiato.
Forse perchè come due anni fa, tutte sventolano foglietti, riviste e locandine ed io tengo solo le braccia molli lungo i fianchi.
La transenna è talmente gelida da bruciare, o forse talmente rovente da gelare.
Tutto quando tu sei nei paraggi, si trasforma, tutto si fa ossimoro, tutto si mescola e nel tuo respiro scintilla.
E poi esci da un portone, quello sotto al balcone, e scintilli sotto il sole.
Stranamente non sorridi, come di solito invece fai in queste occasioni e se sei triste, perchè non me lo hai detto?
Non è più Giugno se non sorridi, ma un inverno senza fine, in cui il freddo non somiglia più a sè stesso.
Sei bello, amore. E' l'universo a non esserlo più, se tu non sorridi, se tu sei triste.
Sei bello, amore. Gli anni ti han cresciuto, ma non han segnato la dolcezza della tua candida giovinezza.
Sei bello, amore. Non farti mai toccare, non farti mai sporcare.
Sei bello, amore. E non capisco come ho fatto per tutto questo tempo, senza di te.
Sei bello, amore. E non capisco come ho fatto a dubitare che sarei venuta, oggi.
Sei bello, amore. E se anche tu non mi guardi, io guardo te, solo te.


ROBERT POV

Non esiste nemmeno una temperatura in questa stanza celeste. Non esiste niente che sia dato all'uomo di conoscere.
Di nuovo davanti al tuo viso, che mi sono sorpreso non aver mai alterato nel ricordo, sei davvero come ti ho sognata in questi anni.
Hai solo lo sguardo diverso, uno sguardo che non è il tuo, che non è di nessuno, uno sguardo nuovo.
Uno sguardo appena nato, appena venuto al mondo, sbocciato come mazzolini di lavanda fuori stagione.
Non riesco a parlarti, non riesco a toccarti, ma tu dimmi di cosa hai bisogno.
Tu dimmi solo che è di me che hai bisogno. Sempre, indipendentemente da quanto dura il sempre. Due minuti o l'eternità.
Io spero solo il più a lungo possibile.
E forse adesso, potrei dirti di quanto ho scritto pensandoti, o semplicemente farti una carezza.
Dirti di quante notti, barricato in hotel, son restato alzato ad appollottolare foglietti scritti fitti, ma che non servivano a niente e poi, dirti che alla fine una notte, ho smesso di accartocciarli, e come avevo visto fare in un film, ho iniziato a bruciarne i contorni con un accendino e a gettarli fuori dalle finestre.
Pensando che come farfalle, o come foglie d'autunno, forse si sarebbero potuti posare sulle pagine del tuo diario. O semplicemente farti una carezza.
Mi guardi, Sibilla. Come se non mi avessi mai visto prima, e nessuno prima mi ha mai visto così.
Ti guardo anche io ed avrei solo voluto cominciare a farlo prima.
A scorgerti prima.

La luce di Verona, placida e bianca, mi ferisce lo sguardo. Siete tantissime. Io cerco solo te.
E non mi sento in colpa, perchè io amo te, solo te. E l'amore non ha voglia, nè tempo, di preoccuparsi per gli altri.
Muovo qualche passo verso la transenna, verso la massa scomposta di ragazzine in delirio, e spero nessuna, lì in mezzo, ti faccia del male.
Ma se ci sei, Sibilla, amore mio, se sei venuta, io ti giuro che questa, se vorrai, sarà l'ultima volta. Poi sarai con me. Poi sarai per me.
Il mio agente mi porge un microfono, so quello che devo dire per giustificare la mia presenza, annunciata con scarso anticipo, nella tua città. Ma non so se saprò parlare, mentre con gli occhi non riesco a smettere d'inseguire un tuo dettaglio che ancora non trovo.
Non so se saprò parlare, mentre mi sento a malapena respirare, paralizzato dall'angoscia che tu mi abbia messo via.
Non so se saprò parlare, mentre già lo sto facendo, quasi senza prestare attenzione a me stesso e alle parole che mi stanno uscendo di bocca, meccaniche, spente.
"Hem, ciao.. è inaspettato trovarmi qui, almeno quanto lo è per voi. Il vostro paese è stata la culla delle arti e della cultura per secoli, fonte d'ispirazione costante e mutevole per innumerevoli letterati ed artisti.. ed è di uno tra i più illustri, di uno tra i più grandi, il componimento di cui presto verrà intrapresa l'ennesima interpretazione e per cui mi è stata proposta la parte del protagonista.. vi sto parlando di William Shakespeare e della sua opera più discussa, 'Romeo e Giulietta'.. Ho accettato il ruolo di Romeo.. ma ad una condizione.. quella di poter scegliere la mia Giulietta.. Tornando a noi, tornando a Verona.. come tutte, come tutti saprete, qui è ambientata la vicenda, qui, sono nati Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti, e solo qui, in mezzo a voi, ho ritenuto avrei più facilmente trovato, quella giusta.."
Solo quando lo stridio delle urla raggiunge livelli spropositati per riuscire ancora a farsi sentire, io ti vedo.
E tutto cessa di fare male, tutto cessa di fare male nel silenzio.
Non hai niente tra le tue mani, come due anni fa. E non mi accorgo di sorridere, al ricordo dei tuoi occhi sulla mia camicia azzurra.
Al ricordo della tua voce ridotta in gelidi frantumi di amore e spavento.
E adesso è come se quel tuo 'ti amo' scritto sul braccio, non avessi mai dovuto lavarlo via.
Sei bella, amore. Come lo è stato incontrarti due anni fa.
Sei bella, amore. Come infondo lo è stato amarti in questi due anni.
Sei bella, amore. Come farò a non sciuparti, se non sarò mai in grado di fermare le mie mani?
Sei bella, amore. E non capisco come ho fatto per tutto questo tempo, senza di te.
Sei bella, amore. E non capisco come ho fatto a dubitare che saresti venuta, oggi.
Sei bella, amore. Mentre il sole ti fa stringere gli occhi e non ti accorgi che è davvero te che sto guardando, adesso.


ANGOLINO DELL'AUTRICE
Oibò. Alla fine ce l'ho fatta, eh. Non ci speravate più ormai??
E' passato talmente tanto dall'ultimo capitolo che ho postato che non ricordo nemmeno se avevo annunciato questo come ultimo.. bè, sappiate che invece è il penultimo. Non so se l'avete trovato decente, in tal caso dovreste ringraziare la canzone di Elisa citata in cima, che ho ascoltato ininterrottamente per un pomeriggio intero.
In verità, avrete notato, che questo è il primo capitolo in cui all'interno compaiono entrambi i POV, perciò è effettivamente stato un po' un esperimento e non saprei dire come sia riuscito.. Per essere sincera fino in fondo, avevo inizialmente programmato di alternarli più volte, solo che mi son resa conto di non esser ancora del tutto pronta a concludere, che mi ci vuole un'ultima sferzata d'ispirazione, ma di quelle proprio potenti al massimo, che di solito colpiscono la notte insieme alle lacrime.. T_T
Ieri sera ho rivisto Eclipse per la seconda volta.. mi sento in trappola. Possibile che non si possa fare niente per mettersi in contatto con questo benedettissimo ragazzo? Cioè, plis. ._. Siccome sto diventando logorroica passo ai saluti ed ai ringraziamenti di sorta... allora, grazie a Bells84 (mi ha fatto piacere sapere che tra chi mi segue ci sei anche tu <3), grazie a SummerRain (aspetto un aggiornamento della tua storiella eh!! e ah.. mio dio, mi son troppo emozionata quando mi hai scritto che leggendo il capitolo scorso ti sei immaginata Rob fissare talmente intensamente Verona da incendiarla, e sai come mai? perchè era esattamente il tipo di sensazione che mi stavo sentendo anche io addosso mentre lo scrivevo! *_*), grazie alla mia Anna, grazie alla Romy (ahah, la cosa delle scapole sporgenti era simbolica, Sibilla non è anoressica eh. mi piaceva il concetto di assimilarle a delle ali <3 e sì, Rob, col nuovo taglio spacca!), grazie a Ginevra, grazie a Human (quanto mi dispiace sentire la tua sofferenza in ogni recensione che mi lasci, ma sono anche felice di non essere da sola, e che magari un po' ti curano le mie parole..), grazie a Little dreamer, grazie a LostLady, grazie alla Katy che ha cambiato nickname^^, grazie a Lucre (grazie per avermi dato fiducia, sappi che è merito della mia pazzia se questa storia sta andando a buon fine ahah xD) e grazie infine a CandidaLametta che per me ogni tua recensione è un vero e proprio onore! (e come vorrei che Rob potesse sul serio materializzarsi accanto a me mentre ne scrivo.. scriverei e basta nella mia vita.)
Alla prossima, nel frattempo non disperate!<3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=481196