In the match of love, no rules

di Yunie93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando un incontro ti cambia la vita ***
Capitolo 2: *** Amicizia ***
Capitolo 3: *** Si aprano le danze! ***
Capitolo 4: *** Tutti in pista ***
Capitolo 5: *** Amici o...? ***
Capitolo 6: *** Let's Play! ***
Capitolo 7: *** Tentativo ***
Capitolo 8: *** Confessioni scottanti ***
Capitolo 9: *** Una bellissima Illusione ***
Capitolo 10: *** Devo andare via! ***
Capitolo 11: *** Tempo ***
Capitolo 12: *** Fine ***



Capitolo 1
*** Quando un incontro ti cambia la vita ***


Salve a tutti ragazzuoli! Eccomi tornata di nuovo, e come promesso, con un'originale.
Ci ho messo parecchio a crearla, lo ammetto: il problema con le Originali è che ho sempre paura di scrivere qualcosa di incredibilmente banale. Beh, spero che il mio lavoro sia di vostro gradimento!

Ci tengo a precisare che questa storia è stata scritta sotto richiesta di CrazyHogwarts: il mio solo merito quindi è di aver trasformato la sua idea in questo lavoro, ma ciò su cui ho lavorato viene da lei. (In the match of love, no rules)
Buona lettura!




In the match of love, no rules
-Quando un incontro ti cambia la vita-






Sbuffò ancora, annoiata, fissando con poco interesse il libro di Storia dell’Arte di fronte a lei.
La professoressa, imperterrita, spiegava monotona le opere di un qualche grande artista da ormai 40 minuti, apparentemente ignara dell’effetto soporifero che la sua voce aveva avuto sulla classe.
Si guardò intorno, cercando (senza successo) qualcuno con cui distrarsi: era arrivata da poco in quella scuola, ma poteva dire con sicurezza ormai di conoscere, o almeno di aver parlato, con tutti i suoi compagni.
Tuttavia in quel momento ognuno aveva di meglio da fare: chi si specchiava mettendosi a posto, chi guardava sognante fuori dalla finestra, immaginando l’agognata libertà che avrebbe avuto al suono della campanella, e chi dormiva tranquillamente appoggiato sul banco, sicuro che anche quella volta la professoressa avrebbe fatto finta di niente e avrebbe continuato la sua litania.
Sbuffando di nuovo, abbandonò il pensiero di cercare di ascoltare la lezione, e guardò il cielo azzurro che faceva capolino dalla finestra accanto a lei.
Ad un certo punto però, dei movimenti richiamarono la sua attenzione: le ragazze della sua classe erano per qualche motivo in fibrillazione, e si sporgevano per vedere meglio fuori dalle grandi vetrate.
Curiosa, le imitò esaminando attentamente il cortile ben visibile dalla sua postazione: aguzzando la vista, vide in lontananza un gruppo di studenti che usciva dal campetto di tennis.
“Lucia!”
Si girò sentendosi chiamare, e vide la sua compagna di banco guardare attenta nella sua stessa direzione.
“Scommetto che non sai perché c’è tutto questo trambusto” continuò, osservando sempre i ragazzi che uscivano dal campetto e che piano piano si avvicinavano sempre di più alla scuola.
“Infatti: è per quel gruppetto lì?” chiese Lucia, tornando a fissare gli studenti che intanto stavano attraversando il cortile.
“Esatto! Quella è la squadra di tennis della scuola...e lì c’è Andy”
“Chi?”
“Guarda adesso che passano, quello moro, alto...” e con un sospiro estasiato dopo la lunga descrizione di questo famoso ragazzo, la sua compagna di banco tacque, troppo occupata a cercarlo.
Lucia alzò un sopracciglio perplessa: anche nella sua vecchia scuola c’erano ovviamente “i più belli dell’istituto”, oltre alle cotte di gruppo delle varie classi che eleggevano il loro miglior ragazzo personale, ma lei non era mai stata interessata a certe cose.
Tuttavia, continuò a cercare tra il gruppo che ormai stava entrando dentro la scuola il famoso Andy.
Esaminò ogni ragazzo che passava, ma di lui non c’era traccia: anche le sue compagne se ne accorsero, perché deluse tornarono alle loro occupazioni precedenti.
Lucia sentì la sua amica schioccare la lingua infastidita e rimettersi composta con la testa appoggiata sul banco.
“Hei Mary...lì c’è qualcuno che sta venendo verso la scuola” le sussurrò notando una figura che si era attardata al campetto ed ora camminava tranquilla verso l’edificio.
Maria si alzò di scatto, facendola quasi cadere per sporgersi e vedere meglio: “è lui! Per forza, mi pareva strano che avesse saltato un allenamento!” sussurrò poi contenta risedendosi al suo posto senza smettere di osservare il ragazzo che mano mano si avvicinava diventando sempre più grande.
Lucia continuò a guardarlo per tutto il tempo: la prima cosa che vide chiaramente furono i suoi capelli, scompigliati dal grosso asciugamano che si passava sul collo e sulla fronte per asciugarsi il sudore, talmente neri che al sole sembravano quasi avere riflessi blu.
Non riuscì a scorgere di che colore fossero i suoi occhi, ma si fidò della descrizione di Maria immaginandoli neri anch’essi: passò in rassegna la divisa, forse troppo grande per lui, che nascondeva il corpo snello, fino ad arrivare alle gambe scoperte dal ginocchio in giù e a alle scarpe, rigorosamente bianche come il resto dell’abbigliamento, che si muovevano veloci trasportandolo verso la scuola.
Anche da lassù, poté stimare più o meno che doveva essere alto qualche centimetro più di lei.
“Lucy, lo stai divorando con gli occhi” le sussurrò con un ghigno Maria quando Andy fu sparito dentro l’edificio.
“Non è vero!” si affrettò a rispondere la ragazza distogliendo lo sguardo dalla grande finestra e fingendo di osservare la professoressa che, ignara di tutto, aveva continuato a spiegare: “ero solo curiosa di vedere questo ragazzo” borbottò poi.
“Si certo, curiosa...e allora perché sei arrossita?” continuò Maria fissando anche lei con finto interesse la professoressa.
Il suono della campanella la salvò in extremis: raccattò velocemente tutte le sue cose e si fiondò fuori dall’aula, sentendo dietro la schiena il sorrisino soddisfatto della sua compagna di banco che, ne era sicura, la stava seguendo.
Una volta fuori dalla stanza (e lontana da Maria), tirò un sospiro di sollievo rallentando un po’ il passo: si mischiò agli studenti delle altre classi che vociavano contenti, raccontandosi le vicende della mattinata scolastica appena passata o i loro programmi per il pomeriggio.
La fila come al solito procedeva lenta lungo i corridoi della scuola, e ogni tanto ragazzi che si ricongiungevano con amici di altre classi bloccavano il corso di studenti che tentava di scendere le scale.
Dopo cinque minuti buoni, Lucia riuscì ad uscire dal tanto odiato edificio e si permise di camminare tranquilla per il cortile, osservando i vari ragazzi che vi si fermavano a chiacchierare prima di andare a casa: si era trasferita da una scuola all’altra per molte volte, e il periodo che adorava di più era proprio quello dei primi mesi.
Nessuno la conosceva ancora bene, quindi non la guardavano straniti se la vedevano passeggiare da sola, e di certo non la cercavano: per questo motivo, poteva dedicarsi indisturbata all’osservazione di quel nuovo ambiente.
Continuò a camminare verso il cancello guardandosi intorno curiosa finché qualcosa non la attirò: un gruppetto di ragazzi stava chiacchierando allegramente vicino al muro che delimitava il perimetro del giardino, ma la cosa che la fece bloccare al suo posto fu la vista di uno di loro, apparentemente annoiato dalla conversazione, che a braccia conserte osservava il cortile appoggiato al muro.
Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Lucia, rimasero per un attimo ad osservarsi, entrambi curiosi: “forse”, pensò la ragazza “non è davvero poi così male”.
Si pentì amaramente di ciò che aveva appena detto quando vide la bocca di Andy aprirsi in un sorrisetto arrogante: a quanto pareva, sapeva benissimo quale ascendente aveva sul popolo femminile, e lei aveva appena fatto la figura dell’ennesima ragazzina innamorata.
Girò indignata la testa di lato e riprese a camminare lungo il cortile, oltrepassando frettolosa il cancello e dirigendosi verso casa, ignara dei due occhi neri che l’avevano continuata a fissare divertiti.

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Capitolo 2
*** Amicizia ***


In the match of love, no rules
-Amicizia-






Dopo quel giorno, la vita continuò tranquillamente, se non per un piccolo particolare: Lucia non riusciva veramente a capire come aveva fatto a non aver mai sentito nemmeno nominare Andy.
Da quando lo aveva visto in cortile, le sembrava che a scuola non si parlasse d’altro: le ragazze nei corridoi a gruppetti sussurravano (con sottofondo di risatine e gridolini) qualsiasi notizia avessero del ragazzo, quando appariva all’entrata, all’uscita o in giro per la scuola improvvisamente l’attenzione di tutta la popolazione femminile era concentrata su di lui...
Insomma, una vera Andy mania.
“È perché sei sempre distratta: è sempre stato così con lui da quando sono arrivata qui, è sempre al centro dell’attenzione” le disse un giorno a pranzo Maria dopo aver ascoltato i suoi dubbi.
“Mah...il solito bellone della scuola, ne ho visti a palate” rispose Lucia facendo finta di niente, mentre la sua amica sbuffava.
“E dai, è inutile che fingi, si vede lontano un miglio che ti piace” la punzecchiò Maria: si divertiva davvero a metterla in difficoltà.
Lucia si strozzò con la bibita che stava bevendo, e dopo aver smesso di tossire esclamò indignata “Non è vero, non mi piace!”
Nella foga di negare l’evidenza, si dimenticò della lattina aperta che teneva in mano: al suo gesto brusco la bevanda schizzò fuori.
Lucia si girò di scatto, trovandosi di fronte un ragazzo completamente inzuppato di quella che una volta era la sua bevanda.
“Oddio, scusami!” disse dispiaciuta, tirando fuori dei fazzoletti e porgendoglieli.
“Figurati...” rispose quello asciugando sconsolato la maglietta.
“Tutto a posto?” chiese la ragazza, preoccupata ed imbarazzata: il misterioso studente smise di pulirsi, squadrandola.
Dopo un po’, si aprì in un sorriso sornione, rispondendo “Io si, tu? Chi era che non ti piaceva? Dall’enfasi con cui hai negato a me è parso il contrario”.
La faccia di Lucia, prima lievemente arrossata per la preoccupazione, divenne color pomodoro.
“Non sono affari che ti riguardano!” gridò sempre più imbarazzata.
“Oh scusa, se permetti un po’ di divertimento me lo devi dopo questo disastro” rispose astuto il ragazzo indicando la maglietta, su cui si andava formando un alone scuro.
Ignorando il borbottio di Lucia, le porse la mano “Piacere, Mike. Posso sapere come ti chiami oppure me lo invento io? Mh....che ne dici di miss goffaggine?”
“Che cosa? Mi chiamo Lucia, maleducato!”
“Hem...la lattina” le sussurrò lui alzando bene in vista i tovaglioli bagnati nella sua mano con cui aveva tentato di pulirsi almeno un po’.
Lucia sbuffò, con le mani legate: “Ok, scusami tanto per l’incidente”.
“Figurati...c’è però qualcosa che potresti fare per rimediare”
“Tipo? Anche se non ti meriteresti niente per come ti sei comportato”
“Che acida...comunque, in che classe sei?”
Nemmeno riuscì a rispondere, che Maria lo fece per lei: quando si girò sorpresa a guardarla, lei le rispose con un occhiolino.
“Bene, ci vediamo presto!” disse Mike, e sparì in corridoio.
Lucia si voltò di nuovo verso l’amica, in cerca di spiegazioni.
“È il migliore amico di Andy” rispose solo lei, allegra, incamminandosi fischiettando dalla parte opposta del corridoio in cui si era diretto Mike.
Lucia la guardò un attimo stranita prima di seguirla, ma a parte lo strano comportamento dell’amica un altra domanda aleggiava nella sua testa...cosa intendeva con “ci vediamo presto”?





Per sua somma (s)fortuna, lo scoprì la settimana seguente.
A quanto pareva Mike, nonostante il disastroso primo incontro aveva preso in simpatia Lucia.
Ogni giorno, all’ora di pranzo, si faceva trovare fuori dalla porta, e quando la ragazza usciva la seguiva dappertutto, accompagnato dalla sua fidata parlantina.
Durante i loro incontri (a cui puntualmente Maria si aggregava), era praticamente solo lui a parlare: ma, nonostante il forte mal di testa al ritorno, a Lucia andava bene così.
Alla fine era simpatico il ragazzo, ma proprio non riusciva ancora a rendersi conto bene della situazione che si stava creando: come poteva Mike voler provare ad essere suo amico dopo la sua terribile figuraccia?
Andò avanti così per alcune altre settimane: un giorno, si trovavano a mangiare tranquillamente sulla terrazza della scuola.
Erano da soli, Maria non era venuta a scuola, e per una volta il silenzio regnava sovrano...o almeno così pensava Lucia.
“Sai, mi ha fatto piacere incontrarti” disse all’improvviso Mike.
Lucia si girò verso di lui: teneva metà del suo panino in mano, e guardava pensieroso il cielo.
“Come mai? Il nostro incontro non è stato dei migliori” chiese, curiosa, scatenando una piccola risata nell’altro.
“Si, hai ragione. A proposito, quella maglietta era una delle mie preferite, sai?”
“Oh andiamo, non ricominciare a tentare di farmi sentire in colpa e rispondi alla domanda” disse seccata la ragazza: era insopportabile quando faceva così!
“Scusa...” rispose ridacchiando Mike “Comunque...mi ha fatto piacere perchè sento che forse questa che sta nascendo è una delle poche amicizie sincere.”
“Cosa?” chiese Lucia, ancora più curiosa.
“Sai come sono conosciuto da tutti?” rispose lui, improvvisamente serio.
Lucia rimase in silenzio, aspettando che continuasse a parlare: non l’aveva mai visto così, oltre che serio sembrava...triste.
“Quando la gente mi vede in giro” riprese Mike “mi chiama l’amico di Andy. Insomma, è vero che sono il suo migliore amico, e gli voglio bene, non do assolutamente la colpa a lui per quello che succede, ma...è frustrante. Sai, alle medie ero un buffone, sempre in cerca di attenzioni... che puntualmente non arrivavano. Al liceo invece, come Andy ha iniziato ad essere il più popolare della scuola, mi sono improvvisamente ritrovato circondato da tantissime persone...ero felice. Ma con i mesi, gli anni...mi resi conto che quelle persone non erano lì per me, e spesso e volentieri nemmeno per Andy. I ragazzi iniziarono a chiedermi favori, a giurarmi amicizia eterna per poi vantarsi di stare nel giro con gli altri. Ragazze che a malapena conoscevo improvvisamente mi confessavano un loro dubbio quanto grande amore per me e per Andy, chiedendomi di uscire o di aiutarle con lui. Rimasi spiazzato, ma cercai di accontentare tutti: solo che, rendendosi conto che non potevo dargli quello che cercavano...alcuni iniziarono ad abbandonarmi.”
“Ma entrambi siete comunque ancora oggi circondati da tante persone, perchè se vi rendete conto che sono così false non le lasciate?”
Un sorriso triste si aprì sul volto di Mike “Lucia, pensa un attimo alla tua amica. Puoi davvero considerarla come tale dopo che ha sempre cercato di farci avvicinare solo per poter dire di conoscermi? Eppure, sei ancora con lei. Per lo stesso motivo, noi continuiamo a vedere quelle persone. Però, come dicevo prima, a volte tra questi ci sono anche alcuni che ci voglio davvero bene...che mi vogliono davvero bene, e non cercano di conoscermi solo per ciò che rappresento nella scuola. Ecco, tu sei una di queste”.
“Beh...grazie, mi ha fatto piacere anche a me conoscerti” disse Lucia senza pensare, stupendosi poi delle sue stesse parole.
Dopo aver ricambiato il sorriso di Mike riprese a mangiare: non le era mai capitato di affezionarsi così presto ad una persona, ma la frase di prima le era venuta davvero spontanea.
Forse, per la prima volta, una scuola iniziava a piacerle.





Ed ecco un'altro capitolo! Beh, che dire, sinceramente è quello che in assoluto mi piace di meno. La "confessione" di Mike mi sembra un po' forzata, ma ci tenevo davvero a metterla dato che ho conosciuto qualcuno di questi "belloni" che spesso e volentieri mi hanno raccontato una storia simile. Inoltre, i pensieri di Lucia su Mike possono sembrare contraddittori: prima sembra infastidita dal fatto che il ragazzo la segue sempre, poi ammette che gli fa piacere. Ed è su questo che ho voluto giocare, Lucia si è davvero affezionata a Mike anche se non lo vuole accettare dato che le persone rumorose e invadenti le hanno sempre dato fastidio: solo quando scopre veramente la sua natura riesce ad ammetterlo (ricordate anche il nome del capitolo! =P). Beh, per il resto, spero vi sia piaciuto il capitolo ^^


_Maddy_: sono contenta che ti interessi la storia ^^
Sai, in effetti mi sono resa conto che non lo spiego mai nella storia: la richiesta di CrazyHogwarts (più che sensata in effetti dato che altrimenti tutti questi incontri non ci sarebbero stati :P) era quella che la protagonista fosse appena arrivata nella scuola, e quindi ho deciso di gonfiare un po' la cosa per rendere più interessante il personaggio accennando a parecchi spostamenti. Quel che mi è venuto in mente subito è che questi spostamenti sono dovuti al lavoro dei genitori, quindi dato che non è molto rilevante per la storia non ho scritto niente al rigardo xD
Per il nome di Andy c'è stato un po' di ragionamento xD Il mio nome preferito sì, è Andrea, però non mi piaceva come suonava nella storia: mi piace il contrasto tra nomi italiani e stranieri, quindi ci sono "Maria" e "Lucia" e dall'altra parte "Mike" e "Andy". Perciò ho scelto l'equivalente ad Andrea straniero, e quindi ho pensato subito ad Andy xD Perciò nella mia testa sì, è il diminutivo di Andrea, ma nella storia si chiama proprio così xD
Per quanto riguarda il suo carattere, rivelerà parecchie sorprese, anche se sì, non gli dispiace proprio la sua fama al contrario di Mike xD



Grazie a tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite e le seguite! ^^ Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Si aprano le danze! ***


In the match of love, no rules
-Si aprano le danze!-






“Luciaaaaa!”
La ragazza perplessa si voltò, come d’altro canto metà cortile, al grido sovrumano che ancora le rimbombava in testa.
“Maria, cosa c’è?” chiese una volta che la sua amica la ebbe raggiunta, respirando affannosamente per la corsa.
“Guarda qui!” disse quella una volta ripresasi, mettendole sotto il naso un volantino: Lucia lo afferrò per vederlo meglio.
Il cuore le perse un battito: aveva detto che quella scuola iniziava a piacerle? Bene, si rimangiava tutto.
L’evento che più temeva, infine era arrivato: il ballo di primavera.
Qualche mese prima della fine della scuola, questo evento si svolgeva dappertutto. Per fidanzati, ragazze in cerca di occasioni per sfoggiare i loro bellissimi vestiti firmati o ragazzi in cerca dell’anima gemella, era un sogno: per gli altri, un incubo.
E ovviamente, Lucia apparteneva alla seconda categoria.
Ricordava l’unico ballo a cui aveva partecipato, un paio di anni fa: era stata per tutto il tempo seduta da una parte ad osservare ragazzi e ragazze volteggiare sulla pista, ubriacarsi o pomiciare.
Non avendo a quel tempo nessun ragazzo, ci era andata con un suo amico...risultato: lui l’aveva lasciata da sola dopo circa dieci minuti, troppo occupato ad attaccare il buffet o le ragazze senza cavaliere.
Ma non solo il ballo in sé era un trauma: alla fine, qualche ora di pura noia ed imbarazzo non erano niente in confronto alle settimane precedenti l’evento.
Già se l’immaginava: a scuola non si sarebbe parlato d’altro, nei corridoi avrebbero vagato ragazzi con in mano fiori di ogni genere in cerca di un accompagnatrice e ragazze che sussurravano o sghignazzavano ogni volta che vedevano qualcosa che respirasse vagamente simile ad un uomo.
A questo, andava aggiunta la preparazione a casa: giorni e giorni di shopping con Maria (che già la guardava con gli occhi che brillavano ed un sorriso malefico, immaginandosi come vestirla e truccarla) in cerca del vestito giusto, per poi passare al ragazzo che puntualmente non si sarebbe fatto trovare.
E così, unita alla delusione di aver sprecato settimane importanti della propria vita, c’era la noia del ballo passato da sole. O meglio, da sola, visto che Maria di sicuro amava ballare, da sola o in compagnia non era importante.
Lucia alzò gli occhi dal volantino, che restituì all'amica, e poi sicura disse iniziando ad incamminarsi verso la scuola: “io non vengo”.
Il silenzio regnò per qualche istante, poi....
“CHE COSA?”
I ragazzi intenti a passare in santa pace i 15 minuti di pausa si girarono infastiditi per la seconda volta.
“Io non vengo” ripeté Lucia.
“Non puoi non venire, è l’evento più importante dell’anno!”
“Lo sarà comunque anche senza di me”
Maria la fermò, sfoderando il suo sguardo migliore da povera vittima “E mi abbandoni così?”
“Oh andiamo” disse esasperata Lucia cercando di non farsi impietosire “ne troverai a bizeffe di accompagnatori, se non subito di sicuro al ballo”.
“Ma non è questo il punto, io voglio che tu vieni!”
“Se è per questo anche io”.
Entrambe si voltarono, sorprese, in cerca della voce che aveva parlato, trovando dietro di loro un Mike sorridente.
“Lucia, mi sorprendi, le ragazze strepitano per questo ballo e tu che fai? Nemmeno sai quale sarà il tema e già non ci vuoi venire?”
“Proprio così” rispose lei scocciata.
“Quindi immagino che non sarai lì con me e Maria?”
“Esatto”
“Beh, in questo caso...” sussurrò Mike prendendo una finta espressione pensierosa, prima di sorridere e gridare – di nuovo – a tutto il cortile, minando per la terza volta, quel giorno a causa loro più che mai, la pace dei ragazzi: “Cara Lucia, ti verrò a prendere alle 20 a casa, per poi accompagnarti al ballo. Fatti trovare pronta!” e se ne andò, lasciando un silenzio di tomba.
Lucia, nervosa, richiuse la bocca (aperta prima per l’incredulità) per poi prendere furiosa Maria per un braccio e portarla dentro scuola, lontana dagli sguardi puntati su di loro.
“Ma dico io, è impazzito?” iniziò a sbraitare all’amica ancora fuori uso “Nemmeno sa dov’è casa mia!”




La settimana seguente trascorse esattamente come l’aveva immaginata quando aveva preso in mano il volantino passatole da Maria: un incubo.
Non solo per la scuola (che sembrava letteralmente impazzita), ma anche per Mike, che chissà come (a quel pensiero inspiegabilmente la faccia della sua compagna di banco fece capolino nella sua testa) aveva scoperto non solo dove abitava, ma anche il suo numero di casa e di cellulare.
Risultato: non perdeva occasione per ricordarle il loro ballo mentre era a casa, forse anche peggio di come faceva a scuola.
Oltre a rendersi conto di quanto una semplice festa potesse mandare in tilt una generazione di studenti, Lucia in quella settimana imparò anche che andare al ballo con uno dei ragazzi più famosi della scuola, benché fosse un desiderio che almeno tutte le ragazze una volta nella vita avevano espresso, era estremamente svantaggioso.
Oltre al fatto che la notizia era diventata di pubblico dominio circa dieci minuti dopo che Mike le aveva comunicato senza possibilità di rifiutare che sarebbero andati insieme, ora si ritrovava oggetto di dibattiti tra due fazioni: le ragazze che la ammiravano per la sua incredibile fortuna, e quelle che invece pregavano ogni giorno affinché qualcosa la facesse sparire, rendendo di nuovo disponibile il loro amato.
E così, tra commenti velenosi, sospiri sognanti, uscite estenuanti con conseguente spreco di un possibile pomeriggio di relax e chiamate moleste negli orari più improbabili, l’atteso giorno del ballo era arrivato.
“Lucia dai, esci di lì! Lo hai comprato con me il vestito, l’ho già visto, è inutile che fai la pudica!” disse per la millesima volta Maria alzando gli occhi al cielo, mentre seduta sul letto in camera dell’amica attendeva che si decidesse ad uscire dal bagno in cui era ormai rinchiusa da mezz’ora.
“Io rimango a casa!” strillò istericamente lei, rimirandosi disgustata per l’ennesima volta allo specchio.
“Se non esci sfondo la porta!” rispose Maria posizionandosi di fronte al bagno, pronta ad agire.
La serratura scattò e una sbuffante Lucia uscì: “Ma cosa c’è che non ti piace nel tuo look? Stai benissimo!” le disse ammirata l’amica osservandola.
“Starò anche bene, ma mi da fastidio questo vestito!” rispose Lucia iniziando a tirarsi da tutte le parti l’elegante abito che portava.
“Non ti ho mai visto con una gonna da quando sei venuta a scuola, ci credo che ti trovi male” sospirò affranta Maria, correndo a riparare ai danni che la ragazza stavano procurando allo splendido vestito.
Proprio mentre le impediva di toccarsi la faccia e rovinarsi tutto il trucco (che miracolosamente era riuscita a farle mettere), il campanello suonò, e le due scattarono ad aprire.
“Beh, io vi lascio da soli, tra poco arriverà il mio di cavaliere e devo farmi trovare a casa...ci vediamo alla festa!” disse subito Maria avviandosi velocemente verso casa sua, appena qualche metro più in là, facendo un occhiolino a Lucia senza farsi vedere da Mike (ripagata ovviamente da uno sguardo omicida).
Lucia chiuse la porta di casa e seguì il ragazzo in macchina: “Stai davvero bene” le disse lui sorridendole mentre elegantemente le apriva la portiera della macchina.
“Grazie, anche tu. Sai, pensavo che in smoking saresti sembrato...uhm, strano.”
“Come mai?” chiese lui divertito mentre metteva in moto.
“Beh, non è che ti vesti elegante a scuola, anzi, quindi non riuscivo ad immaginarti”.
“Se è per questo nemmeno io, sei un maschiaccio” rispose lui tranquillo.
“Ehi! Non sei per niente carino! E poi non sono un maschiaccio” borbottò Lucia.
Si fermarono ad un semaforo rosso, e Mike si avvicinò improvvisamente a lei, sussurrandole “Mi fa piacere però che tu abbia pensato a me” per poi rimettersi tranquillamente composto, pronto a ripartire.
Lucia, improvvisamente rossa, si girò dall’altra parte fissando il paesaggio fuori dal finestrino e pensando con astio a quanto quelle feste fossero dannose per la salute delle povere ragazze normali come lei.





Ed ora cosa succederà al tanto atteso ballo? :P
Tutto nel prossimo capitolo! xD



_Maddy_: La descrizione di Mike non l'ho messa volontariamente, per dare una sorta di "mistero" a questo personaggio: durante la storia infatti emergerà piano piano, soprendendo sempre con rivelazioni e strani comportamenti! xD
Però girando su internet ho trovato proprio delle immagine di personaggi di anime che rispecchiano davvero i miei personaggi, e dato che ormai tutti bene o male sono almeno un po' scoperti non ci vedo nulla di male a mostrarli *-*
Quindi, eccoli qui:
Mike (Immaginalo però un po' più allegro xD)
Andy
Lucia
Maria
Sono contenta di essere riuscita a esprimere quel che pensavo: era proprio quella l'opinione che volevo dare della confessione di Mike, che si stesse togliendo un peso.
Grazie per aver letto entrambi i capitoli, non sei affato rompi, mi fa piacere che ti interessi così tanto ^^ è pur sempre la mia prima originale, ed ero convinta che sarebbe stata un fiasco xD
Essendo abituata ad usare personaggi già creati, con il loro aspetto e i loro caratteri non ho mai dovuto mettere immagini o particolarità di essi, quindi è una cosa nuova per me e non mi da fastidio se chiedi, anzi, mi diverto! xD

Fanny_Selene: Ciao! Sono davvero contenta che la storia ti piaccia!
Eh sì, Andy diventerà un personaggio davveeeero importante =w=
Uh che strana (e affascinante) curiosità! Mi hai fatto venire proprio voglia di andarmi a leggere la tua storia! :D
Grazie anche a te per aver capito il senso di quella confessione ç__ç Me commossa, ero sicura di averlo espresso malissimo! >.<

Grazie anche a tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite, al prossimo capitolo! ;D

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Capitolo 4
*** Tutti in pista ***


In the match of love, no rules
-Tutti in pista-






Quando erano arrivati al ballo, l’entrata era stata spaventosa.
Tutti si erano bloccati a fissarli, incuranti della musica che assordante continuava a rimbombare per le pareti: Mike ci poteva anche essere abituato (il fatto che sorridente aveva continuato a camminare come se nulla fosse lo dimostrava), ma lei no!
Si erano diretti poi verso Andy: Lucia perse un battito quando vide la loro direzione, ma si diede subito dopo della stupida.
Mike era il migliore amico di Andy, e gli aveva detto che il ragazzo era uno dei pochi amici sinceri che aveva: era logico che avrebbero passato la serata con lui.
Il nervosismo venne annientato dalla curiosità quando avvicinandosi Lucia vide che accanto ad Andy c’era una ragazza tanto bella quanto compiaciuta di essere con il ragazzo più famoso della scuola.
“Heilà, amico! Chi si vede, pensavo avresti fatto tardi come tuo solito” disse amichevolmente Mike stringendo la mano ad Andy, che con un cenno di saluto rispose: “Che ci vuoi fare, le persone importanti si fanno aspettare, ma oggi non mi andava di fare un entrata simile alla tua. Non c’è che dire, nell’attirarti attenzioni sei un asso”.
Mike rise lasciando la mano dell’amico e prendendo quella di Lucia per farla avanzare: “Lei è la mia accompagnatrice, si chiama Lucia”.
Andy la squadrò per un po’, poi si aprì in un sorrisino strafottente “Ci siamo visti prima da qualche parte?”
Lucia arrossì: era sicura al cento per cento che Andy si stava riferendo a quel giorno nel cortile.
“Si, ci siamo già visti” rispose indispettita “quando mi hai fissato mentre uscivo di scuola senza lasciarmi un attimo” aggiunse poi con un sorriso soddisfatto vedendo la faccia di Andy mostrare per un attimo sorpresa.
Mike iniziò a ridere, trascinando poi anche l’amico e tutti gli altri.
“Bel tipetto” commentò Andy continuando a guardarla, per poi sporgere una mano di lato che venne subito afferrata dalla sua accompagnatrice.
“Lei è Annalisa, la mia ragazza” la introdusse, e quella fece un inchino aggraziato.
Finite le presentazioni, iniziarono a chiacchierare: ogni tanto Andy veniva trascinato via da Annalisa per qualche ballo, occasioni in cui Mike ne approfittava per far muovere anche Lucia.
Era molto interessata alla ragazza di Andy: aveva qualcosa di affascinante e allo stesso tempo terribile.
Non tradiva nessuna espressione, il suo viso e i suoi modi erano sempre freddi: tuttavia la sua bellezza era notevole, e a dispetto delle apparenze, era anche piuttosto intelligente.
"Insomma, la ragazza perfetta per Andy" si ritrovò a pensare Lucia, senza riuscire a nascondere a sè stessa quel pizzico di disappunto che l’aveva colpita nell’ammettere ciò.
Però, quella sera non si dimostrò particolarmente infruttuosa come aveva temuto: aveva avuto modo di conoscere meglio coloro che erano considerati “i più famosi della scuola”, e aveva scoperto che in fondo non erano così detestabili come apparivano con quel nomignolo addosso.
Erano delle semplici persone con qualche attributo in più: il carattere forte, la bellezza straordinaria, la superiorità negli sport o in qualche materia particolarmente difficile.
Però, erano pur sempre esseri umani che per la maggior parte a scuola indossavano una maschera per evitare di rimanere soli, mentre fuori mostravano i loro veri io: così, il campione dello sport diventava timido, il matematico provetto incredibilmente simpatico e persino il freddo Andy era gentile e disposto a qualche chiacchiera.
Mentre pensava a tutto ciò, non si accorse che il DJ aveva sostituito la musica sfrenata di prima in una più calma, permettendo ai ragazzi che si erano scatenati fino ad allora di riposarsi e alle coppie di entrare in scena.
Si riscosse come sentì qualcuno invitarla a ballare: declinò gentilmente l’invito, osservando la pista piena di ballerini di valzer improvvisati.
Tra di loro notò Mike che volteggiava con una ragazza talmente felice di poter avere quel ballo, che non si accorse nemmeno dell’occhiolino che il suo cavaliere rivolse a Lucia.
Rispondendo con un alzata di occhi al cielo, Lucia continuò ad osservare le varie coppie, e notò altre facce conosciute: Maria che ballava con un ragazzo sconosciuto, evidentemente più grande di lei, e vicino Annalisa che si...divertiva con un altro.
Osservando allarmata la troppa vicinanza dei due, si girò preoccupata verso destra, trovando Andy che li fissava apparentemente tranquillo, se non fosse per la presa sul bicchiere forse troppo esagerata.
“Ti da fastidio?” chiese ingenuamente Lucia.
Andy si girò a fissarla e le rivolse un sorriso un po’ triste “ci sono abituato” rispose poi.
“Perchè non le dici niente?” continuò ostinata la ragazza.
“Perchè non voglio litigare. Ci ho già provato a parlarle, ma a quanto pare lei non conosce il significato di coppia fissa”.
“Secondo me ti meriti una ragazza migliore: guarda come fa la sgallettata con quello...se non sbaglio è famoso per le sue numerose ragazze da una botta e via, e lei ci sta anche! Invece con te non fa nemmeno un sorriso, e te le sei così fedele!” si riprese poi, girandosi imbarazzata verso Andy e chiedendo subito scusa.
Lui sorrise di nuovo, stavolta sinceramente “Non preoccuparti.”
In quel momento le luci della stanza si fecero più soffuse: il DJ parlò a tutta la sala.
“Ed ora ragazzi, per finire la serie di lenti in bellezza, invitate qualcuno che non sia il vostro partner per questo ballo”.
Lungo la sala un mormorio eccitato si diffuse, mentre ragazzi e ragazze vagavano in cerca di un nuovo viso per quel ballo.
Lucia si ritrovò con una mano di Andy tesa verso di lei: “Mi concedi questo ballo?” le chiese con lo stesso sorriso gentile di prima.
Lei non disse niente, semplicemente abbassò lo sguardo e prese la sua mano.
Il percorso verso il centro della sala le parve infinito: vide benissimo Maria abbracciata ad un altro ragazzo in attesa della musica che le rivolgeva segni vittoriosi e Mike, abbracciato ad Annalisa, che guardava la sua mano stretta a quella di Andy contrariato, così come la sua partner.
Per una volta però, decise di lasciar perdere tutto: si misero in posizione, e la musica iniziò.
Per tutta la durata del ballo i loro occhi rimasero saldamente incatenati, le loro mani intrecciate: Lucia riusciva a vedere nello sguardo di Andy un misto di tranquillità, stupore e curiosità, ed era sicura che era lo stesso che l’altro vedeva riflesso nei suoi occhi.
La sala non esisteva più, ormai si muovevano automaticamente, le orecchie assordate dalla musica e gli occhi ancora fissi l’uno sull’altra: ma la magia era destinata a finire.
Lucia sentì una mano posarsi sulla sua spalla, mentre vide Annalisa portarsi via Andy da una parte: confusa, si girò per vedere chi li aveva interrotti, e vide un Mike evidentemente arrabbiato e dispiaciuto.
Si ritirarono anche loro da una parte, senza parlare: Lucia non riuscì a staccare gli occhi dalle due figure che vedeva discutere dall’altra parte della sala.
Mike le parlava, tentando di coinvolgerla in una discussione, ma lei non lo stava a sentire: si girò appena per dargli una risposta, e poi tornò a cercare i due con lo sguardo.
Quello che vide, la gelò: dal bacio che si stavano scambiando, evidentemente avevano fatto pace.
Si affrettò a raggiungere l’uscita, rispondendo a Mike che preoccupato la chiamava con un secco “Me ne vado”.
Annuì a malapena quando lui le disse che l’avrebbe accompagnata, e una volta montata sull’auto si chiuse nei suoi pensieri, ignorando le parole dell’altro.
Era sicura che durante quel ballo c’era stato qualcosa: ma perchè era accaduto?
E soprattutto, come mai era rimasta così male vedendo Annalisa che, giustamente, baciava il suo ragazzo? O meglio...come mai era rimasta delusa dal fatto che Andy aveva preferito Annalisa a lei?
Arrivata a casa, dopo aver ringraziato Mike, un solo pensiero attraversò la mente di Lucia dopo che si fu buttata sul letto vestita così com’era:

Odio i balli...






Ed ecco il tanto atteso ballo, pieno di sorprese...interessanti! A quanto pare il freddo Andy ha una ragazza...e come mai Mike sembrava così infastidito dalla vicinanza tra Lucia e il suo amico?
Ci tengo però a precisare una cosa: quando Mike e Annalisa ballano alla fine, lo fanno come semplici amici: ormai mi pare che il carattere..."volubile" di Annalisa si sia visto (xD) quindi lei non avrebbe avuto alcun problema a provarci con il migliore amico del suo ragazzo, ma grazie a Mike che non ne ha mai approfittato nè le ha mai dato corda sono diventati amici. Mike non farebbe nulla di così spregevole contro Andy!


_Maddy_: XDD Eh sì, sono stupendi *-* Magari esistessero anche nella realtà! xD
Anche io avrei fatto come Lucia: in effetti, anche se ho cercato di evitare questa cosa, è venuta con un carattere molto simile al mio, quindi è praticamente quel che avrei fatto io al posto suo xD

Fanny_Selene: sono contenta ti sia piaciuto il capitolo!
Eh sì, l'ironia nelle mie storie la troverai sempre xD Adoro fare qualche capitolo più divertente in mezzo a problemi esistenziali e amore xD


Grazie anche a tutti quelli che hanno inserito la storia tra le preferite e le seguite, al prossimo capitolo!

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Capitolo 5
*** Amici o...? ***


In the match of love, no rules
-Amici o...?-






“Allora, racconta!”
Lucia osservò Maria che la fissava in attesa di chissà cosa: il ballo ormai era terminato, e tutti erano tornati alla loro solita routine quotidiana.
“Raccontare cosa?” chiese annoiata tornando a mangiare il suo panino con poco entusiasmo.
“Ma come! Sei venuta al ballo con Mike, e poi hai ballato con Andy! Questo ti sembra poco?”
“Se sai già tutto, perché mi chiedi di raccontare? C’eri anche te e hai visto” rispose Lucia apatica.
“Mh...sarà. Te non me la racconti giusta. Sei strana oggi, lo sai?”
Il resto della pausa lo passarono in silenzio, a mangiare: Mike era chissà dove per la scuola, così avrebbero passato il tempo solo loro due.
Ma infondo, per Lucia era meglio: il ragazzo era ancora felicissimo per il ballo, quindi avrebbe chiacchierato ancora più del solito.
In quel momento aveva un urgente bisogno di tranquillità, ma purtroppo il fatto che fosse solo Lunedì non aiutava: sospirò sconsolata, alzandosi seguita da Maria, e tornò in classe.
Le lezioni passarono piuttosto lentamente, e quando l’agognata libertà venne concessa dal suono della campanella, gli studenti con un unanime sbuffo sollevato si iniziarono a preparare per andare a casa.
Lucia mise a posto la cartella lentamente, salutando l’amica che scappava chissà dove, fino a rimanere da sola: sospirò di nuovo, chiedendosi per l’ennesima volta il motivo del suo cattivo umore.
O meglio, lo conosceva benissimo il motivo, ma non capiva perché era proprio quello.
Insomma, Andy era fidanzato con Annalisa, senza contare che lei la aveva appena conosciuta, era normale che fosse successo quel che era successo al ballo no?
Eppure, più ci pensava più il dolore la opprimeva: scuotendo la testa per cancellare i pensieri molesti, uscì dall’aula constatando che ormai era rimasta l’unica che ancora si aggirava per la scuola.
Scese lentamente le scale fino ad arrivare al cortile ormai deserto, ma a metà si bloccò: davanti a lei, su un muretto, era appoggiato Andy decisamente giù di morale.
Ingogliò nervosa, e continuò apparentemente tranquilla a camminare sperando di non essere vista: speranza che svanì quando vide la testa del ragazzo alzarsi e i suoi occhi fissarla, per poi fare un cenno di saluto.
“Hey” rispose lei, avvicinandosi “Come va?”.
L’unica risposta che ebbe, fu un alzata di spalle.
Improvvisamente il nervosismo sparì, lasciando spazio alla tristezza per lo stato in cui versava il ragazzo di fronte a lei e ad un pizzico di curiosità.
“Cosa c’è che non va? È successo qualcosa?”
Per tutta risposta lui la guardò ancora per un po’ e poi si incamminò fuori dalla scuola, facendole segno di seguirlo.
Vagarono per la città a lungo, senza parlare: alla fine, Andy scelse di sedersi su una panchina di un parco deserto, seguito subito da Lucia.
La ragazza continuava a guardarlo, in attesa di ascoltare cosa aveva da dire: non lo avrebbe forzato, aveva come l’impressione che Andy avesse un filo ingarbugliato di pensieri che stava tentando di srotolare per parlarne.
Quando un fresco venticello fece ondeggiare i capelli dei due ragazzi, Andy parlò: Lucia lo ascoltò con attenzione, senza dire niente, tranquillizzandolo con lo sguardo quando il ragazzo si voltava verso di lei quasi per accertarsi che ancora lo stesse ascoltando.
Le raccontò tutto: le raccontò della sua storia con Annalisa che non andava, le raccontò dell’amore che lui provava per la ragazza, che però a quanto pare ricambiava solo per comodità.
Le raccontò del fatto che sebbene sapesse tutto questo, non riusciva a lasciarla, fino ad arrivare al punto cruciale: a quanto pare, per vendicarsi di ciò che era successo tra loro due al ballo, la sua ragazza aveva deciso di passare un intera giornata con uno che fino a poco fa si professava suo grande amico.
Con una stretta al cuore per essere in parte colpevole di tutti quei fatti e del dolore di Andy, Lucia continuò ad ascoltare lo sfogo dell’altro, finché non lo vide accennare un sorriso che di divertente non aveva proprio nulla: “Nemmeno a Mike ho detto tutto questo”.
“Forse perchè hai bisogno in questo momento di qualcuno che ti ascolti senza giudicare” ribatté lei, osservando il sorriso triste di Andy allargarsi.
Si avvicinò, abbracciandolo e nascondendo il suo viso nell’incavo tra il collo e la spalla: “Piangi, sfogati se vuoi: io non ti guardo”.
E così rimase a lungo su quella panchina, a sorreggere le stille salate che le inumidivano quella parte di maglietta su cui Andy si appoggiava.





Lucia non era una ragazza particolarmente pretenziosa: lo potevano accertare con tranquillità tutte le persone che l’avevano anche solo un minimo conosciuta.
Era il tipo di persona che, specialmente nell’amicizia, dava tutto senza aspettarsi in cambio grandi gesti.
Tuttavia, anche lei qualcosa la voleva: la parola.
E dopo quello che aveva fatto per Andy, pretendere quello da lui le sembrava niente: ma a quanto pare il ragazzo non era dello stesso avviso, perché non si faceva vedere né sentire da una settimana.
Quando lo incontrava per i corridoi se provava a salutarlo riceveva il silenzio completo o al massimo un'occhiata sprezzante.
Il suo numero non l’aveva, e chiederlo a qualcuno era fuori discussione: quando aveva provato ad estorcere qualche informazione a Mike, aveva trovato il buio più totale, perché a quanto pare il signorino si comportava così solo con lei.
L’unica cosa buona di tutta quella situazione, era che a quanto pare Andy e Annalisa avevano fatto pace di nuovo: buona però fino ad un certo punto, perché questo indicava che, nonostante il tradimento, Andy non aveva di nuovo avuto il coraggio di mollarla, ma anzi, aveva usato Lucia come pallina antistress per poi buttarla una volta che tutto si era risolto.
Per questo, l’umore della ragazza era ad un livello estremamente basso ed irritabile, cosa che puntualmente Maria le ricordava prima di beccarsi un'occhiataccia in piena regola.
Per tutta questa serie di fattori, Lucia quel giorno arrivò a casa chiudendosi immediatamente in camera premurandosi di sbattere la porta, tanto per annunciare alla famiglia il suo stato d’animo e assicurarsi così una tranquilla serata da sola.
Ma quando il telefono squillò e al suo “Pronto?” quasi ringhiato le rispose una voce fin troppo conosciuta, quella giornata le parve in fondo non proprio da buttare via.





Chi sarà al telefono? :P Si dà il via alle scommesse! xD
Ci tengo a precisare che quanto ho raccontato nella prima parte di questo capitolo (lo sfogo di Andy) mi è accaduto davvero: per questo mi è venuto in mente di scriverlo.
Lucia sembra davvero un'altra persona mentre ascolta Andy, e così lui che addirittura piange: ma vi assicuro che in una situazione del genere accade davvero così. Il ragazzo che ho rincuorato era mio fratello, e in 17 anni di vita passata nella stessa casa era la prima volta che lo vedevo piangere sul serio: e io stessa, che di solito non ho la più pallida idea di cosa fare in questi casi, ho preso in mano la situazione e l'ho aiutato con una tale forza che ancora oggi ripensandoci mi meraviglio del mio comportamento. Ci tenevo a dire questa cosa perchè magari può risultare strano questo improvviso cambio di comportamento dei personaggi.
Detto questo, un avviso: dato che presto partirò per le vacanze, d'ora in poi pubblicherò un capitolo ogni giorno (esclusa la settimana dal 22 al 28 in cui non ci sarò): mi rammarica molto questa cosa, dirò la verità, perchè secondo me 2-3 giorni per ogni capitolo sono ottimi: nè troppo lontani tra loro nè troppo vicini. Pubblicando ogni giorno invece ho come l'impressione che voi lettori non abbiate il tempo di gustarvi appieno ogni capitolo, ma d'altro canto dato che "sparirò" per un mese intero non voglio nemmeno lasciare a metà la storia e riprenderla a Settembre.


_Maddy_: grazie davvero, segui sempre ogni capitolo, mi fa sempre molto piacere leggere le tue recensioni *-*
Hai capito perfettamente Mike! Inizia a notarsi la cottarella che si è preso :P
Per quanto riguarda Andy sì, dovrà soffrire un po' xD
Ti dirò una curiosità: Annalisa è una mia compagna di classe :P il carattere è leggermente diverso, nel senso che per fortuna almeno non và di ragazzo in ragazzo, ma se la tira tantissimo! Quando pensavo a come fare la ragazza di Andy mi è subito venuta in mente lei xD Inutile dire che tra noi non c'è tutta questa grande amicizia, quando capita si chiacchiera, ma per il resto ci si ignora xD
Per quanto riguarda "i più famosi" quel che ho scritto è sempre derivato da una mia esperienza personale: ne ho conosciuti, e tutti erano dei semplici ragazzi, anzi, forse a volte più complessati degli altri. Però, non ne dubito, non sono tutti così, e lo dico con rammarico, perchè conoscere quelli a cui mi riferisco io spesso è un piacere.


Grazie a anche a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le preferite e le seguite! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 6
*** Let's Play! ***


In the match of love, no rules
-Let's Play!-






Lucia non riusciva davvero a capire cosa non andasse in lei: insomma, era una ragazza qualsiasi, senza particolari problemi esistenziali, con una bella famiglia e una scuola particolarmente odiosa...tutto perfettamente normale.
E allora, perché diavolo non gli si era accesa una qualche spia luminosa nel cervello e aveva accettato quell’assurda proposta?


“Pronto?” ringhiò Lucia allo scocciatore che aveva commesso il fatale errore di comporre il suo numero di telefono quella sera.
“Hem...Lucia? Sono Mike...” rispose con voce tremante il suo amico, un po’ spaventato per quella risposta aggressiva: tuttavia, lievemente rincuorato dal silenzio dall’altra parte della cornetta, continuò.
“Forse non è il momento adatto, comunque...sai, ogni anno per i partecipanti ai vari club è prevista un uscita: i club come teatro, arte ecc vanno in una città in cui possono studiare ciò che hanno scelto, mentre noi gruppi sportivi facciamo una specie di ritiro in qualche luogo tutti insieme. Ecco, dato che quest’anno non sono state programmate gite scolastiche, ci hanno riferito che ogni studente che non partecipa a qualche club potrà decidere di andare con uno dei gruppi e passare così una settimana con loro...ovviamente noi ci alleneremo separatamente, voi avrete qualcosa di più soft per quanto riguarda la parte sportiva, ma per il resto staremo insieme...quindi...ti andrebbe di venire con il club di calcio?”
“Ma è fantastico!” urlò Lucia entusiasta.
“Davvero?” chiese Mike sorpreso: di solito le ragazze erano restie a quelle cose.
“Certo! Le solite gite d’istruzione sono così noiose, raramente ti portano in posti interessanti: questa è un ottima alternativa! Verrò volentieri con il tuo gruppo”
Erano rimasti ancora un po’ a parlare eccitati di questa nuova esperienza: quando si diedero la buonanotte, Lucia si stese sul letto con un sorriso sulle labbra, del tutto dimentica dell’arrabbiatura di prima...finché non ricordò alcuni dettagli della telefonata.




E proprio per quei dettagli ora si girava e rigirava sul suo letto, valutando le cause più assurde per spiegare quella serie di eventi che l’avevano portata a quel disastro.
Noi ci alleneremo separatamente, voi avrete qualcosa di più soft per quanto riguarda la parte sportiva”: allenamento soft o meno, era un vero peccato che lei avesse completamente dimenticato di non aver mai dato un calcio ad un pallone in vita sua.
Per il resto staremo insieme”: dubitava fortemente che molte ragazze si sarebbero unite ai club sportivi. La prospettiva di una settimana di allenamento in qualche disciplina attirava solo qualcuna di quelle insopportabili ragazzine attratte da qualche membro dei club, e lì la conversazione più intellettuale che poteva aspettarsi era un trattato sulle unghie: era sicura che la stessa Maria l’avrebbe tranquillamente bidonata per andarsene in giro per le città d’arte con gli altri club, ergo sarebbe stata sola.
Ma la cosa che l’aveva terrorizzata di più, era stato il plurale: “noi gruppi sportivi”.
Noi.
Questo implicava tutti i gruppi della scuola.
Tra i gruppi della scuola c’era quello di tennis.
Nel gruppo di tennis c’era Andy.
Lei aveva litigato con Andy....

Dannazione, perché l’adolescenza è così difficile?






Le settimane successive furono un incubo: l’ansia per l’imminente gita seguiva Lucia come un ombra.
“Che esagerazione, ci sarà Mike con te anche se non volessi conoscere nessuno” le ripeteva Maria annoiata quando la vedeva pensierosa.
Ovviamente si era ben guardata dal dirle che il principale motivo per cui non voleva più partire era Andy, perché era assolutamente convinta che il giorno dopo averle raccontato tutto, la faccenda sarebbe stata di pubblico dominio, creando uno spiacevole imbarazzo ai due e allontanandoli ancora di più.
Perciò, con la morte nel cuore, il giorno stabilito salì afflitta sul pullman: la rincuorò un po’ vedere Mike che si sbracciava verso di lei indicandole il posto affianco al suo.
“Allora, pronta per la partenza?” le chiese una volta che si fu seduta.
“Insomma” rispose lei con un sorriso tirato: ormai poteva definirlo il suo migliore amico, non aveva senso fingere con lui.
“Come mai?” chiese preoccupato.
Lucia rimase in silenzio per un po’: cosa avrebbe dovuto dirgli?
Andy era forse l’unico amico che gli era sempre stato accanto, ed era sicura che se gli avesse detto la verità non l’avrebbe presa bene e alla prima occasione ne avrebbe discusso con lui, arrivando magari perfino al litigio.
“Non conosco nessuno tranne te, e dato che avrai da fare ho paura di passare una settimana da sola” rispose.
“Ma se è per quello non ti preoccupare, ti faccio conoscere io tutti!” disse Mike ritrovando la sua allegria: “Hey ragazzi, venite un po’ qui, voglio farvi conoscere qualcuno!” gridò poi ad alcuni amici alzandosi dal sedile.
Il viaggio trascorse tranquillo: grazie a Mike Lucia aveva conosciuto tutto il pullman, e si ritrovava continuamente seduta a un posto diverso a giocare a carte, chiacchierare o cantare, per poi essere di nuovo trascinata da qualche altra parte.
Con sua somma sorpresa poi, non tutte le ragazze erano snob come pensava: nonostante sentisse sempre su di lei gli sguardi di odio di alcune di esse che non sopportavano di vederla con il secondo ragazzo più bello e popolare della scuola (sguardi che si intensificavano quando lui la prendeva per mano per trascinarla su e giù per il pullman o la abbracciava quando la presentava), la maggior parte delle ragazze che aveva conosciuto erano simpatiche ed educate, e non fissate con il calcio o poco femminili, come invece le etichettavano tutta la scuola solo perché giocavano a calcio o ad altri sport considerati "da maschi".
Arrivati a destinazione, Mike si diresse verso gli alloggi maschili mentre Lucia seguì le ragazze dalla parte opposta: l’assegnazione delle camere durò parecchio, perché a quanto pare i vari club sarebbero stati separati solo per quanto riguardava l’allenamento, per il resto avrebbero vissuto insieme per tutta la settimana.
Presa la chiave della sua stanza, si diresse al piano indicato ed aprì la porta: era una camera graziosa in stile classico, ben pulita e rinfrescata dalle grandi finestre aperte.
Posò la valigia vicino ad uno dei due letti (la sua compagna di stanza evidentemente non era ancora arrivata), e si diresse subito sul balcone, osservando il posto in cui si trovava.
Dalla sua posizione poteva vedere benissimo tutti i campi: alcuni ragazzi già si allenavano facendo due tiri, e sorrise vedendo nel campo di calcio Mike che giocava con alcuni amici.
Rimase incantata a fissare il panorama oltre la struttura, tanto che non si accorse minimamente della ragazza che era entrata, si era sistemata sul letto rimasto libero e l’aveva imitata mettendosi appoggiata al cornicione a guardare la splendida visuale del posto in cui si trovavano.
“Bello eh?” disse all’improvviso, facendo saltare Lucia.
“Ops, scusa, eri così concentrata che non ho voluto disturbarti. Piacere, Teresa.”
“Lucia” rispose quando si fu ripresa stringendo la mano che le veniva offerta.
“Di quale club fai parte?”
“Oh no, non faccio parte di nessun club. Sono una degli studenti che si sono...come dire, aggregati. Sto con il club di calcio.”
“Beh, per questa settimana dato che seguirai degli allenamenti non sarai proprio solo una studentessa che si è aggregata, ma una vera e propria componente del club. In ogni caso io sono il capitano del club di pallavolo.”
Continuarono a chiacchierare a lungo: Teresa era davvero simpatica, e dato che aveva girato praticamente tutti i club da quando si trovava nella scuola, oltre a conoscere ed essere conosciuta da tutti, le aveva dato delle ottime dritte per affrontare al meglio la sua prima esperienza con il pallone.
“Se posso essere sincera, non hai scelto molto bene come primo approccio allo sport: ho sempre pensato che il calcio fosse uno degli sport più pericolosi, è facile farsi male, e se accade non è quasi mai una cosa da niente. In ogni caso tranquilla, con i trucchi che ti ho dato sono sicura che te la caverai: anche perché giocherai con persone più o meno al tuo stesso livello.”
“In realtà non sono mai stata una grande appassionata di calcio, ho accettato solo perché mi è sembrata una cosa interessante da provare e perché mi ha proposto un mio amico di andare con il suo club.”
“Di quale amico stai parlando?” chiese Teresa curiosa: probabilmente voleva sapere se lo conosceva.
“Mike. È impossibile che tu non lo conosca dato la sua...posizione a scuola.”
“Infatti lo conosco” rispose Teresa ridacchiando: “Non mi pare che il fatto che sia tra i più famosi ti piaccia granché”.
“Mah, non ho mai apprezzato questo genere di selezioni. Per me siamo tutti uguali, e ognuno ha qualcosa in cui eccelle, indipendentemente dal fatto che sia bello o no: quindi, perché alcuni studenti dovrebbero innalzarne altri come Dei? Ma ovviamente non gliene faccio una colpa, non è di certo lui che ha scelto di diventare l’idolo di mezza scuola.”
La conversazione fu interrotta poco dopo dall’arrivo di un euforico Mike che, dopo aver salutato le ragazze (evidentemente Teresa lo conosceva più che bene), le trascinò a cena.
Quando si mise a letto, Lucia pensò a quello che la aspettava domani: la sua prima sessione di allenamento.
Era stata terrorizzata da quel pensiero per settimane, eppure improvvisamente, pensando a Mike, Teresa e tutti gli altri che aveva conosciuto, si sentì tranquilla come non lo era da molto.





Ed ecco qui, come promesso, un nuovo capitolo!
Entra in scena un nuovo personaggio...Teresa! Chissà che ruolo avrà nella storia :P
Ormai avrete capito che se presento una nuova persona questa avrà qualche ruolo nello svolgimento del racconto: beh, continuate a leggere per scoprirlo!
Come al solito, ringrazio tutti coloro che hanno letto, messo tra i preferiti e le seguite la storia: a domani con il prossimo capitolo ;)

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Capitolo 7
*** Tentativo ***


Mi scuso profondamente per il ritardo: avevo calcolato tutto alla perfezione, ma purtroppo vari imprevisti hanno mandato tutto all'aria, ed eccomi qui a pubblicare dopo ben due mesi. Non mi era mai successo, e devo dire che mi infastidisce non poco dato che ho sempre cercato di aggiornare piuttosto frequentemente le mie storie. Comunque, ormai è fatto, e più che scusarmi e lasciarvi al prossimo capitolo altro non posso fare.
Buona lettura.





In the match of love, no rules
-Tentativo-






“Insomma, dovevate vederla, una cosa incredibile! Sicura che non hai mai giocato prima?” chiese una ragazza a Lucia, che in risposta sorrise timida.
Si trovavano a pranzo: il primo giorno di allenamento era stato un successone.
Grazie a una inaspettata facilità nell’apprendere velocemente ogni sport (uscita fuori da chissà dove), Lucia aveva dimostrato una bravura che nemmeno lei sospettava di avere.
Ma presto l’euforia si spense quando Mike, vedendo Andy che entrava in quel momento nella mensa, sbracciandosi lo chiamò a sedersi con loro: invito che, ovviamente, venne accettato.
Lucia si sentì montare la rabbia dentro per il comportamento che il ragazzo aveva tenuto con lei, perciò, dopo avergli lanciato un occhiata di fuoco, si concentrò sulle parole di Mike e Teresa, ignorandolo completamente, convita che l’altro avrebbe fatto lo stesso: per questo quando sentì la sua voce che si ergeva sulla altre per complimentarsi con lei della sua performance al campo, si girò fissandolo come se fosse un alieno.
“Come scusa?” chiese, per sicurezza.
“Complimenti per l’allenamento di oggi. Il campo di tennis dove mi alleno io è accanto a quello di calcio in cui vai te, quindi ti ho vista.”
“Grazie” rispose Lucia fissandolo sospettosa, senza accorgersi dello sguardo che Mike spostava da Andy a lei e dei tentativi di Teresa di attaccare una conversazione con lui per distrarlo.
“Come va?” continuò Andy, ignorando le chiacchiere che continuavano lungo il tavolo.
“Cosa ti interessa?” non riuscì a trattenersi Lucia.
“Perchè non dovrebbe interessarmi?” rispose Andy “Dopo quel che è successo ormai ci possiamo considerare amici.”
“Dopo quel che è successo tu mi hai evitato” commentò fredda la ragazza.
Andy la guardò per un attimo, poi disse alzandosi: “Vieni con me. Dobbiamo parlare.”
Lucia lanciò un occhiata ai ragazzi accanto a lei, trovandoli però muti a fissare la scena: capendo che non poteva rifiutare, si alzò a sua volta e lasciò la mensa con Andy e con tutti gli sguardi dei presenti puntati addosso.
Passeggiarono per un po’, Andy in testa che guidava e Lucia che lo seguiva da dietro guardandolo sospettosa, fino a che non arrivarono al campo di tennis e si sederono su una delle panchine ai lati.
“Chiedimi quello che vuoi” le disse Andy.
“Non ti devo chiedere niente, sei tu che mi devi spiegare perchè ti sei comportato così con me” rispose Lucia incrociando le braccia e guardando arrabbiata la rete di fronte a lei.
“Scusa. È che...è stato strano.”
“Strano in che senso?”
“Dai, ragiona: ti vedo due volte e già ti racconto metà della mia vita. Non ti pare un po’ strano?”
Lucia riflettè per un attimo: “No, non penso. Anche io non do fiducia a tutti così: sarà successo qualcosa, avremo capito che ci potevamo fidare l’uno dell’altra. Capitano queste cose” concluse poi.
Rimasero per un po’ in silenzio, finchè Lucia, colta da un improvvisa rivelazione, si girò di scatto chiedendo “Non mi avrai evitato per settimane solo per questo?”.
Andy sorrise e rispose “è una cosa stupida vero?”
“Molto. Potevi parlarmene come stai facendo ora.”
“Lo so: ma meglio tardi che mai no?”
“Non penso proprio: le persone non passano il tempo ad aspettare te Andy, e tantomeno io. Non ti sei comportato bene con me, come pensi mi sia sentita dopo averti aiutato e aver ascoltato di te così tanto, per poi essere ignorata così?”
“Ad occhio e croce male” rispose Andy cercando di sdrammatizzare.
“Esatto” disse Lucia infastidita: stava facendo un discorso serio, e le premeva continuare a mantenerlo tale.
Il silenzio calò di nuovo tra di loro, interrotto stavolta da Andy.
“Mi dispiace: ho sbagliato, ma mi piacerebbe essere amici. Ricominciamo?” le chiese, porgendole la mano.
Lucia la fissò per un po’, per poi stringerla e rispondere “Forse.”
“Che diamine vuole dire forse?” chiese il ragazzo guardandola stranito.
“Vuol dire che dovrai darti da fare per riconquistarti la mia fiducia” rispose Lucia tornando a guardare davanti a sé, imitata poi da Andy.
La maggior parte del pomeriggio la passarono così, nel campo di tennis, a parlare.
Quando Lucia tornò nella sua stanza la trovò occupata: Teresa e Mike stavano parlando, e si interruppero quando la videro entrare.
“Hey!” la salutò subito Mike, alzando vittorioso una busta “Stasera ti va di mangiare qui con noi?”
“Qualche schifezza di un fast food?” chiese avvicinandosi con un sorriso Lucia.
“Ovviamente!”
“Ma non dovresti mantenerti in forma per gli allenamenti?”
“Tranquilla, io non ingrasso così facilmente come voi donne!”
Passarono la serata a mangiare e scherzare, ma quando Mike uscì per tornare nella sua camera prima del coprifuoco Teresa perse l’aria allegra che aveva mantenuto durante tutta la cena.
“Ti devo parlare” disse seria a Lucia mentre buttavano le cartacce nel cestino tentando di fare un po’ di ordine.
“Dimmi pure” rispose tranquilla lei sedendosi accanto alla ragazza sul letto.
“Hai notato qualcosa di strano in Mike?”
“No, perchè? Ha qualcosa che non va?” chiese Lucia preoccupata.
“Diciamo di sì. Non hai notato che è cambiato da quando ha visto te e Andy in...buoni rapporti?”
“Primo, se stai insinuando che tra me e Andy c’è qualcosa, ti sbagli di grosso. Secondo, a me sembra sempre lo stesso.”
“Con te” continuò ostinata Teresa “Conosco Mike da molto tempo, e ormai capisco quando qualcosa non va: senza contare che parliamo di tutto.”
“Arriva al punto” tagliò Lucia infastidita dal tono di accusa con cui Teresa le se rivolgeva.
“Il punto è che Mike non ti considera come tu consideri lui. Non voglio dirti di più perchè ho promesso di non farlo, ma non voglio nemmeno che lui soffra per colpa tua: rifletti su quel che ti ho detto, e metti in chiaro le cose prima che sia troppo tardi.”
Confusa, Lucia tornò al suo letto mentre la sua compagna di stanza si metteva sotto le coperte e spegneva la luce: una volta distesa, riflettè sulla strana giornata appena vissuta.
Prima Andy che improvvisamente decideva di ricordarsi della sua esistenza e si scusava con lei del suo cattivo comportamento, poi Teresa che le faceva un discorso assurdo su Mike.
Senza contare che poteva essere un po’ più chiara dato che ormai le aveva iniziato a parlare: che diavolo voleva dire che Mike non la considerava come lei considerava lui? Un pensiero le balenò nella mente ripensando al discorso avuto poco prima con Teresa: ma, scuotendo la testa, lo cacciò via schernendosi per l’idiozia che aveva appena pensato.

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Capitolo 8
*** Confessioni scottanti ***


In the match of love, no rules
-Confessioni scottanti-






Il camp era ormai finito, e la scuola era tornata nella solita routine quotidiana: con l’avvicinarsi della fine dell’anno, ognuno doveva dimenticarsi il divertimento per tentare un ultimo sforzo e poi essere finalmente libero.
Era un periodo piuttosto strano per Lucia: sembrava come in perenne attesa di qualcosa.
Dal ritorno a scuola tutto era filato liscio fino a quel momento: ormai passava tutto il tempo libero accompagnata da Maria con il gruppetto di Andy e Mike, e nessuno dei due aveva mostrato strani comportamenti. Andy era “stabile” e non dava segni di una prossima fuga, e Mike era sempre lo stesso, facendo accantonare con sicurezza tutti i dubbi che Teresa aveva messo in testa alla ragazza.
Ma si sa, i momenti di pace durano poco: e proprio quel giorno sarebbe cambiato tutto.
Si trovavano come al solito durante la ricreazione a chiacchierare in cortile, quando due ragazze si avvicinarono: dal ghigno che repentino si creò sulle labbra di Mike, Lucia capì che dovevano essere due delle loro più assidue corteggiatrici.
Stando con loro ormai ci aveva fatto l’abitudine, ma non riusciva mai a non reprimere un moto di rabbia quando le vedeva aggrapparsi alle braccia di Andy o Mike e provarci spudoratamente con loro: per fortuna, non erano quel tipo di ragazzi, e se l’erano sempre cavata con un secco rifiuto.
Le ragazze si avvicinarono prima a Mike, interrompendo la conversazione: “Ciao. Disturbiamo?”
Con sommo stupore di tutti, fu Teresa a rispondere gelida: “Sì. Stavamo parlando.”
“Di sicuro di nulla di importante, l’unica cosa che hai in testa è il pallone” commentò sprezzante una di loro, seguita prontamente dalla replica di Lucia che scatenò l’ilarità del gruppetto “Meglio avere un pallone in testa che un chilo di trucco, scadente per di più. Lo sai che quando esageri così con il fondotinta ti si vedono ancora di più i brufoli?”
Sul volto della ragazza si vide un accenno di rosso, e il suo borbottio fu coperto dalle risate dei presenti: ormai Lucia non aveva timore di rispondere (non ne aveva mai avuto, ma non era mai stata tanto incauta), quelle ragazze la odiavano per il solo fatto che stava con i loro idoli molto più tempo di quanto fossero riuscite loro in tutti gli anni di scuola, per di più senza fare alcuno sforzo: tanto valeva divertirsi.
Tentando di recuperare la situazione l’altra, ignorandola, si rivolse ad Andy “Ehi, pensavo, visto che oggi pomeriggio non hai gli allenamenti, ti va di andare a bere qualcosa?”
“No, è occupato” la risposta uscì dalle labbra di Lucia prima che se ne accorgesse: guardò subito verso Andy, che però non mostrò alcuna emozione.
“Proprio così, sono occupato: ho già un appuntamento.”
“E con chi?” chiese stupita la ragazza “non ti eri lasciato con Annalisa?”
La notizia sconvolse Lucia, così come Teresa e Maria: l’unico che a quanto pare lo sapeva era Mike, che continuava a fissare la scena divertito.
“Infatti non esco con Annalisa” prima di rendersene conto, Lucia si ritrovò un braccio di Andy saldamente ancorato alla sua spalla: “Esco con lei.”

Cosa?








“Ma si può sapere cosa diamine ti è passato per la testa?”
“E dai, non fare così, dovevo liberarmi di loro!”
“E quindi dici di uscire con me? Ma ti rendi conto che avrò mezza popolazione femminile contro? Senza contare che non è assolutamente vero, perchè dovrei essere al centro di inutili pettegolezzi per una cosa che, oltre tutto, è falsa?”
“Rimediamo subito: vuoi uscire con me?”
Lucia rimase muta per qualche minuto: dopo l’uscita di Andy, aveva letteralmente agguantato il ragazzo e l’aveva portato in un posto sicuro del cortile, lontano da occhi indiscreti per parlare della sua geniale risposta.
Già era confusa: c’erano tante ragazze lì, poteva prenderne una a caso, nessuna l’avrebbe rifiutato, eppure aveva scelto lei. Adesso la invitava anche ufficialmente?
“Come scusa?” chiese.
“Vuoi uscire con me?” ripetè Andy in attesa.
“Perchè dovrei?” gridò rossa in viso: non poteva dire che l’idea non la allettava, ma non voleva che lui la invitasse fuori solo per farla stare buona o confermare la sua bugia. Non voleva essere usata.
“Perchè prima di tutto ti ho messo in questo guaio e mi voglio far perdonare: e poi perchè non vuoi? Tanto, anche se si scoprisse che non è vero, almeno per un mese ogni studente della scuola parlerà di noi due: a questo punto ne approfittiamo, proviamoci.”
“Ma proviamo cosa? Non sono una di quelle sgualdrine che ti sbavano appresso, non ho intenzione di divertirmi con te finchè posso e poi grazie e arrivederci!”
“Non ti sto chiedendo di divertirti con me, ti sto chiedendo di provare ad uscire insieme.”
Lucia riflettè per un attimo, non del tutto convinta: le sembrava da ogni punto di vista sfruttamento bello e buono.
Come se le avesse letto nel pensiero, Andy sospirò e riprese: “Guarda che non voglio divertirmi con te finchè posso e poi passare alla prossima ragazza. È da un po’ che ti voglio chiedere di uscire e mi si è presentata un occasione che ho colto al volo: non ho pensato che ti avrebbe potuto mettere in imbarazzo, e quindi ti chiedo scusa. Per questo ti chiedo di uscire con me: per provarci e per scusarmi. Nel caso non funzioni, pazienza, almeno provo a fare qualcosa per farmi perdonare. Altrimenti, potremmo continuare ad uscire.”
Lucia lo continuò a guardare poco convinta: il discorso era sincero, ma il fatto del “provarci” le sembrava uguale a “divertirsi”.
Tuttavia, in un lampo di pazzia, pensò che in fondo anche se la cosa non fosse andata a buon fine, poteva sfruttarla a suo vantaggio: non era un segreto che provava interesse per il ragazzo, poteva vedere almeno per un po’ cosa si provava, vedere se era una cotta o una cosa seria...
Stava quasi per dire sì, quando si ricordò di un particolare: “Ti sei lasciato con Annalisa?”
La domanda lasciò Andy un po’ spiazzato, che rispose solo dopo aver tentato di ricomporsi “Sì”.
“Come mai?” insistè Lucia: se voleva uscire con lei come minimo doveva darle la certezza che non stesse tradendo nessuno.
“Non funzionava da un po’, come hai potuto benissimo constatare tempo fa.”
“Ma tu l’amavi.”
“Lei no. O almeno, amava l’immagine che tutti hanno di me: il bello, sportivo e intelligente Andy, talento della scuola. Non sapeva nemmeno come ero in realtà: l’amore in quel caso può fare ben poco. Preferisco cercare di dimenticarla piuttosto che continuare una storia così: in ogni caso la sofferenza l’avrei provata, quindi ho fatto la scelta più ragionevole e sana.”
A quella confessione seguì un attimo di silenzio: Lucia era contenta che fosse finita tra i due, perchè aveva pensato dalla prima volta che aveva visto Annalisa le stesse identiche cose. Questo spiegava anche perchè faceva la gatta morta con tutti.
Sospirò chiudendo per un attimo gli occhi: il suo cervello le gridava “allarme!” ma lei decise di non ascoltarlo almeno per una volta.
“Fatti trovare puntuale domani a casa mia, vienimi a prendere verso le 17: decidi te il posto, ti dico solo che amo i luna park” disse per poi girarsi non prima di aver visto un sorriso radioso sul volto di Andy: sapeva che probabilmente era solo un rimpiazzo, un divertimento momentaneo, ma la sua attrazione per il ragazzo e il fatto che non lo volesse far soffrire prevalsero ancora una volta sulla consapevolezza che la cosa migliore sarebbe stata rifiutare e correre via lontano da lui. Per una volta però, dato che ormai era in gioco, decise di giocare: scacciò i pensieri molesti e si preparò al suo primo appuntamento. Solo uno spiacevole eco non riuscì a cacciare fuori dalla sua testa.

Illusa

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Capitolo 9
*** Una bellissima Illusione ***


In the match of love, no rules
-Una bellissima Illusione-







Lucia era sdraiata sul letto a fissare il soffitto: ormai negli ultimi mesi era diventata un abitudine.
Il giorno dopo sarebbe stato sabato, e lei sarebbe uscita di nuovo con Andy.
Aveva pensato che sarebbe durata poco, magari solo un appuntamento dato che il ragazzo in questo modo si sarebbe sentito meno in colpa per i pettegolezzi e l’avrebbe lasciata stare: e invece, in quel momento si ritrovava sul letto ancora una volta a pensare un po’ alle uscite passate e un po’ a come sarebbe stata quella del giorno dopo.
A scuola le chiacchiere non si erano affatto arrestate: anzi, dato che erano stati “beccati” da chissà chi mentre giravano insieme, avevano solo peggiorato la situazione.
Se all’inizio era stato sgradevole (lei non era abituata a tante attenzioni, senza contare che il fatto che fossero per una cosa falsa la infastidiva; insomma, le sarebbe piaciuto, ma lei non stava con Andy!) ormai Lucia ci aveva fatto l’abitudine e aveva acquisito il metodo dell’amico: ignorare tutti.
Solo in questo modo infatti si limitavano a mormorare tra loro e la lasciavano in pace.
Girò la testa di lato, e il suo sguardo finì su due foto incorniciate sulla sua scrivania: una ritraeva lei, Mike e Maria, qualche settimana dopo il loro incontro.
Una sgradevole sensazione di tristezza si impossessò di lei: ultimamente Mike era strano. Passava un mucchio di tempo con Teresa, e a Lucia sembrava a volte di essere quasi la terza incomodo: anche l’amica si comportava stranamente con lei, ma qualche giorno fa le aveva confidato il perchè.
Sorrise ripensandoci, constatando che infondo quei due sarebbero stati una bella coppia.


“Hei! Ferma un attimo Teresa!” Lucia cercava di raggiungere la ragazza che la precedeva e la ignorava mostrandole ostinatamente le spalle.
“Cosa vuoi?” chiese lei freddamente rallentando appena: grazie a questa distrazione, Lucia riuscì ad agguantarla per un braccio e farla voltare verso di sè.
“Voglio sapere che cos’hai. Voglio sapere che cos’avete tutti! Prima Andy che mi chiede di uscire, poi te e Mike che vi comportate in modo strano! Si può sapere cosa vi succede?”
“Per Andy non ti so dire, per Mike mi sembra di averti spiegato al camp: oppure non hai capito?”
“E per te?” insistè Lucia, notanto (con un pizzico di orgoglio) di aver messo in difficoltà Teresa.
“Per me...non è niente”
“Oh certo, in fondo sono io che mi sbaglio, con me sei sempre stata un ghiacciolo!” rispose sarcastica Lucia tentando di farla parlare.
Vide Teresa sospirare, per poi sbottare “Ok: mi piace Mike. Primo, non ridere, secondo, mi spieghi come faccio a non avere un minimo di avversione dato che la ragazza di cui è innamorato sei te?”



Il sorriso le si allargò quando ripensò a ciò che era accaduto dopo: aveva passato quasi tutta la ricreazione a spiegarle che lei non provava nulla per Mike e che anzi, sarebbe stata contenta se loro due si fossero messi insieme. Infondo così ci guadagnava anche lei: se Mike l’avesse dimenticata, non avrebbe dovuto affrontare discorsi spinosi.
La sua attenzione venne catturata dalla seconda fotografia: in quella c’erano lei e Andy al loro primo appuntamento al luna park.


“Ma è il nuovo Luna Park che hanno aperto?” aveva chiesto Lucia a bocca aperta quando era scesa dall’autobus e si era trovata di fronte il cancello del tanto acclamato nuovo parco giochi della città.
“Già. Non avevi detto che ti piaceva il Luna Park?” rispose Andy iniziando a mettersi in fila.
“Wow, allora stavi ascoltando.”
“Ovviamente, anche se la vista che avevo davanti rendeva tutto un po’ più difficile ce l’ho fatta” aggiunse lui sottovoce facendo imporporare le guance di Lucia.



Provava ancora un po’ di imbarazzo se pensava a quel giorno... Andy era stato tutto il tempo a farle “complimenti” del genere (che le sembravano più dispetti, dato che ogni volta che lei arrossiva lui si sbellicava dalle risate) finchè non gli aveva fatto notare che quella tecnica di corteggiamento era usata più o meno negli anni ’50: forse era stata un po’ brusca, ma almeno aveva ricevuto l’effetto sperato e Andy l’aveva fatta finita.
Il telefono squillò interrompendo i suoi pensieri: “Pronto?”
“Hey Lucy, sono Maria.”
Lucia si mise un po’ più comoda e attese che l’amica continuasse a parlare.
“Hem...senti, ti devo dire una cosa. Probabilmente è una cosa brutta e ci rimarrai male...”
“Dimmela e basta” rispose un po’ irritata: non le piaceva quando Maria faceva così, sia perchè le metteva più sconforto mentre girava intorno all’argomento, sia perchè se si comportava così non significava nulla di buono.
“Ecco...prima dimmi tu una cosa. Continui ad uscire con Andy?”
“Sì, anzi, usciamo di nuovo domani pomeriggio. Come mai?” chiese curiosa Lucia domandandosi perchè Maria aveva introdotto quell’argomento.
“E ti piace?”
Il silenzio scese sulle due: Lucia davvero non capiva, cosa diavolo le chiedeva?
“Lucia ti prego dimmelo: sei ancora nella fase del ‘proviamo’ oppure senti qualcosa di più per lui?”
“Sarò sincera per una volta Maria, dato che mi sembra tu parli sul serio” era la prima volta che lo diceva a qualcuno, ma sapeva che questa volta la sua amica non avrebbe spifferato niente a nessuno; stavolta non era una stupidaggine successa tra lei e Andy, ma una cosa seria.
“Ho cercato di vederla come un divertimento, come una ‘prova’, perchè probabilmente per lui è questo: ma non ci sono riuscita. Provo qualcosa per lui, e anche piuttosto forte.”
Sentì Maria sospirare dall’altra parte della cornetta, per poi riprendere: “Mi dispiace Lucy, ma devo dirtelo. Non voglio che giochi con te: però ti avverto, quel che ti dico è quel che ho visto, poi toccherà a te decidere se cercare di capirne di più o chiuderla qui. Oggi sono uscita con delle mie amiche, e per caso al parco ho incontrato Andy: era con Annalisa.”
“Oh andiamo Mary, ora non può nemmeno vedere la sua ex? Non stava facendo niente di male” la interruppe Lucia un po’ più sollevata.
“Davvero? Allora mi spieghi perchè si tenevano per mano e lei lo ha baciato?”

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Capitolo 10
*** Devo andare via! ***


In the match of love, no rules
-Devo andare via!-






Quando il giorno dopo si rimirò allo specchio, Lucia notò che l’abbigliamento particolare che aveva scelto per quell’occasione non nascondeva completamente le occhiaie presenti sotto i suoi occhi.
Era stata gran parte della notte sveglia dopo la telefonata di Maria, a riflettere.
Tentava in tutti i modi di trovare scuse che potessero lenire un po’ il dolore che provava, ma il colpo era stato troppo duro: alla fine era arrivata alla conclusione che lei e Andy non stavano insieme, ma non avrebbe accettato che la usasse come ruota di scorta quando la sua ragazza non era disponibile. Per questo motivo aveva deciso che sarebbe andata all’appuntamento per chiedere spiegazioni e mettere tutto in chiaro: la possibilità che tutto ciò non fosse vero non l’aveva nemmeno sfiorata, Maria non le avrebbe mai detto un menzogna, aveva tanti difetti, ma era un'amica leale.
Perciò, un po’ più decisa, uscì fuori di casa diretta al luogo del suo incontro con Andy: arrivò leggermente in anticipo, quindi si sedette su un muretto ad aspettare.
Se avesse avuto il dono della preveggenza, probabilmente avrebbe mandato un bel messaggio ad Andy del tipo “Vai a farti fottere, bastardo!” e avrebbe accuratamente evitato quel luogo.
Dopo circa dieci minuti dal suo arrivo, vide sbucare da una via il ragazzo che aspettava: si stava già alzando, pronta con il suo discorsetto, quando dalla stessa via apparve Annalisa che gli si aggrappò ad un braccio.
Dopo un debole tentativo di liberarsi, che andò a buon fine, Andy, dopo aver visto Lucia immobilizzata sul muretto, le si avvicinò nervoso.
“Andiamo?” chiese guardando di sfuggita Annalisa che si godeva lo spettacolo poco più in là.
“Come scusa? Dici a me?” fece la finta tonta Lucia.
“Non è il momento di scherzare”
“Esatto, non è il momento. Mi sembrava di avertelo detto chiaramente quando mi avevi chiesto la prima volta di uscire: io non sono una di quelle ragazzette che ti sbavano appresso e che farebbero tutto per te. A me non mi puoi prendere e usare quando ti pare e poi buttarmi quando ti sei scocciato: vuoi uscire? Hai la tua ragazza proprio lì, perchè non ti muovi? La farai aspettare.”
“Ci siamo lasciati, te l’ho detto”
“Non so che contorta concezione del ‘lasciarsi’ hai, ma per me quando due persone si lasciano, non escono più insieme e, soprattutto, non si baciano e non vanno in giro a braccetto!”
Lucia vide gli occhi di Andy spalancarsi stupiti: evidentemente non aveva visto l’altro giorno Maria, ma per sua sfortuna lei aveva notato lui.
“È finita Andy: evidentemente non sei in grado di lasciare Annalisa, e non provi nulla di concreto per me. Non fa niente, passerà, ma non farti più vedere.”
Detto questo, Lucia si girò e corse via: le faceva male al petto, ma non si fermò finchè non si trovò al sicuro sul suo letto: era stato stupido pronunciare quelle parole, è finita, ma lei provava davvero qualcosa di forte per Andy, e le aveva dette più a sè stessa che al ragazzo. Era stato un modo come un altro per mettersi il cuore in pace e dirgli addio: per questo quel sabato, per la prima volta, Lucia pianse lacrime amare per il suo primo amore infranto solo poche ore prima.



“Mi spieghi perchè siamo di nuovo in terrazza, isolati da tutti, come all’inizio?” chiese Mike un po’ scocciato aprendo la custodia della sua merenda e iniziando a mangiare di malavoglia.
“Perchè non mi va di stare in mezzo alla confusione” rispose asciutta Lucia imitandolo e iniziando a mangiare.
“Ma così non siamo nemmeno in mezzo ai nostri amici: è stato un miracolo che sono riuscito ad avvisare prima della fine della ricreazione Teresa, sennò ci saremmo ritrovati solo io, te e Maria.” disse facendo un cenno con la testa verso le due ragazze che sedute un po’ più in là parlavano allegramente. “Insomma, non che mi dispiaccia” si affrettò ad aggiungere “però ci divertivamo con gli altri, perchè non vuoi più scendere?”
“Perchè no. E poi erano i tuoi amici, non i miei.”
“Lucia, è successo qualcosa?”
Lucia sospirò e rinunciò a mangiare: tra Mike che le faceva continue domande e la fame praticamente inesistente sarebbe stata un’operazione dura.
“Sì, è successo qualcosa. Andy ti ha detto che uscivamo insieme?”
“Ovviamente, e in ogni caso è una notizia di dominio pubblico ormai, lo avrei saputo comunque...”
“Mentre usciva con me si è rimesso con Annalisa” lo interruppe Lucia “E ha avuto pure il coraggio di cercare di portarmi in giro dopo che si è presentato con lei a braccetto!” aggiunse incrociando le braccia al petto arrabbiata.
“Oh...non lo sapevo questo” rispose Mike, senza parole.
Il silenzio scese su di loro, mentre entrambi riflettevano guardando il vuoto accompagnati dalle risate di Maria e Teresa.
“Ho un’idea” disse all’improvviso Mike “Hei ragazze” aggiunse ad alta voce rivolto alle amiche più in là “che ne dite se il prossimo weekend venite alla mia casa al mare? Vi ospito volentieri, ci divertiremo!”
Maria e Teresa accettarono subito entusiaste, e Mike si voltò verso Lucia speranzoso: la ragazza lo fissò disorientata, non le andava molto di uscire, il disastro con Andy era accaduto solo due giorni prima ma d’altronde si disse che non poteva deludere i suoi amici nè rimanere con il muso per sempre. Perciò, rivolgendo all’amico un sorriso tirato rispose “oh beh, direi che va bene anche per me”.
Dopo essersi accordati per la partenza, decisero di avviarsi verso le proprie classi: a metà corridoio, Lucia si fermò per un attimo quando si accorse che davanti a lei c’era Andy che avanzava deciso nella sua direzione.
Allarmata, riprese a camminare lentamente, lanciando al ragazzo lo sguardo più arrabbiato che conoscesse.
Quando si trovarono uno di fronte l’altra, Andy parlò: “Mi dispiace per quel che è successo l’altro ieri.”
“Un po’ tardi dirlo adesso” rispose Lucia sentendo dei sussurri curiosi provenire da dietro di sè, dove probabilmente si erano fermati Mike, Teresa e Maria.
“Ho lasciato Annalisa.”
“Che strano, l’ho già sentita questa.”
“Stavolta sul serio. L’altro giorno era lei che mi seguiva, io non ho fatto niente. Quando ci hai visti insieme il giorno prima ancora, era sempre lei che mi aveva cercato per rimettersi insieme. Dopo che te ne sei andata ho chiarito per bene le cose.”
“Non mi pare ci fosse solo lei quando ti ha baciato.”
rispose Maria affiancandosi a Lucia, che la ringraziò mentalmente per l’aiuto.
Andy sgranò un attimo gli occhi, capendo evidentemente come era circolata la notizia dell’incontro tra lui e Annalisa, per poi rispondere: “Te ne sei andata subito dopo che lo ha fatto evidentemente: l’ho subito allontanata.”
Il rossore che si diffuse sulle gote di Maria fece capire che era andata esattamente come il ragazzo aveva appena detto: la sicurezza di Lucia vacillò, e Andy ne approfittò.
“Per favore, Lucia. Sono sempre stato serio con te, non ti ho mai invitata fuori per divertirmi, mi piaci davvero: sabato prossimo ho la finale del torneo di tennis tra le scuole, ti và di venire a vedermi? Poi potremmo uscire insieme e parlare un po’...”
“Ho un’altro impegno” rispose subito Lucia: la possibilità di rifiutare l’invito che le era stato offerto le diede nuova forza. Si era fidata una volta delle parole di Andy e aveva fatto male, non avrebbe commesso due volte lo stesso errore.
“Andrò nella casa al mare di Mike, mi ha invitato proprio poco fa” aggiunse, notando con un pizzico di orgoglio che la notizia aveva turbato il ragazzo.
Poichè non aveva altro da dire, decise di andarsene: come mosse un piede però Andy si avvicinò “Lucia, per favore, vieni alla gara”.
Mike la salvò in extremis mettendosi tra i due “Ha detto che verrà con me. Potevi pensarci prima.”
I due si guardarono in cagnesco finchè Andy non si fece da parte per lasciarli passare: Lucia lo superò ignorando il suo sguardo ferito e si diresse verso la sua classe.


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Capitolo 11
*** Tempo ***


In the match of love, no rules
-Tempo-






11.00



Lucia sospirò posizionando la sua valigia in mezzo all’enorme stanza da letto che si era accaparrata: la villa di Mike era davvero graziosa, e tanto spaziosa da permettere ad ognuno di loro di dormire in una stanza separata.
Guardò l’orologio, e immaginò che in quel momento Andy era di sicuro sveglio per prepararsi alla gara che sarebbe iniziata qualche ora dopo.
Le grida dei suoi amici provenienti da fuori la distolsero dai suoi pensieri: si avvicinò alla grande finestra che dava luce all’intera stanza e guardò fuori, scorgendo Mike intento ad affogare una povera Maria, mentre Teresa rideva di gusto sulla spiaggia.
Scorgendola, le fece un’enorme sorriso e un cenno con la mano per invitarla a seguirli: sorridendo di rimando, Lucia si ritrasse dalla finestra per indossare il costume.
Aveva davvero bisogno di distrarsi.

11.30



“Ce l’hai fatta finalmente!”
Lucia si sedette accanto a Teresa sull’asciugamano, mentre Maria e Mike giocavano a pallavolo a riva davanti a loro.
“Teresa, ti posso chiedere una cosa?” ne approfittò la ragazza, prendendo il silenzio dell’altra come un permesso per continuare.
“Ho notato che a volte sembra quasi come se mi odiassi...non mi parli, mi lanci occhiatacce, come mai?”
Teresa sorrise e rispose continuando a guardare il mare: “Io non ti ho mai odiato Lucia, anzi, ti considero una vera amica: ma l’amore...ti fa fare di tutto. Non te ne sei accorta? Ero semplicemente gelosa: ho sempre avuto una cotta per Mike, e vedevo che invece a lui piacevi te.”
Sorridendo ancora di più allo sguardo stralunato di Lucia, Teresa si alzò improvvisamente e riprese: “Penso però che questo te lo debba spiegare meglio lui”.
Mentre guardava l’amica tuffarsi, Lucia non si accorse che Mike le si era avvicinato e ora le stava accanto.
“Tu non vorresti essere qui” disse, palesando la sua presenza.
“Cosa?” chiese la ragazza girandosi sorpresa a guardarlo “Ma no, che dici: sono contenta di essere qui con voi”.
“Non lo metto in dubbio, ma probabilmente c’è un posto in cui in questo momento vorresti essere.”
Le balenò alla mente subito il campo di tennis e Andy che si allenava, ma scuotendo la testa e cacciando via quel pensiero si rivolse di nuovo a Mike: “Teresa mi ha appena parlato di una sorta di triangolo tra me, te e lei.”
“Già”.
“Che vuol dire già?”.
Mike si girò verso di lei sorridendo sempre di più: “Vuol dire che è vero. Prima mi piacevi Lucia, e molto. Però poi tu hai incontrato Andy...e vedevo come lo guardavi, come lui guardava te. Per un periodo, lo ammetto, mi sono sentito usato: ancora una volta una persona a cui volevo bene tramite me aveva conosciuto lui, e si stava allontanando. Ma, per fortuna, ho incontrato Teresa. Le ho confessato subito tutto, e lei mi ha fatto notare che in ogni caso tu c’eri sempre.”
Lucia riflettè su quelle parole: le era sembrato anche a lei che per un certo periodo Mike fosse più distante, sempre triste, e ora finalmente capiva il perchè delle parole che le aveva rivolto Teresa quel giorno in hotel.
“In ogni caso” continuò Mike rompendo il filo dei suoi pensieri “Mi sono innamorato di lei. Me ne sono accorto il giorno in cui mi hai parlato di quel che ti aveva fatto Andy. Già avevo notato che la gelosia che provavo pensando a voi due che uscivate insieme era più simile a quella che prova un padre con una figlia che un ragazzo innamorato. Quando poi mi hai detto quel che è accaduto tra te e lui, ero veramente arrabbiato e triste per te, ma sempre per lo stesso motivo: allora ho capito che la cotta mi era passata, o magari non c’era mai veramente stata. La verità è che tu sei stata una delle poche persone a volermi bene per come sono, quindi probabilmente mi sono fatto lasciare prendere un po’ troppo dall’entusiasmo” terminò ridacchiando.
“Le hai confessato tutto?” chiese Lucia girandosi per osservare Teresa.
“Sì, ieri. E ora stiamo felicemente insieme”.
“Davvero? Ma è fantastico!”
Mike le sorrise contento di vedere tutto quell’entusiasmo, ma improvvisamente si fece più cupo “E tu? Sei felice?”
Lucia riflettè, tornando ad osservare il mare: “No”.
L’amico sospirò seguendo il suo sguardo e fissando anche lui la distesa immensa di acqua, per poi riprendere a parlare: “Vai via, Lucia. Vai dove devi stare.”
Sentendo lo sguardo sorpreso della ragazza addosso, continuò: “Sappiamo entrambi che non è qui dove vorresti essere. Io ho reagito così davanti a lui l’altro giorno solo per darti un’opportunità: volevo che tu avessi il tempo di riflettere e capire cosa vuoi, ma ora che lo sai continui a soffocarlo.”
“Mi ha già presa in giro una volta” tentò di discolparsi Lucia.
“Pensaci bene: io non l’ho visto per tutta la settimana nemmeno una volta con Annalisa, e a giudicare dallo sguardo furioso di lei quel che ti ha detto è vero. Soffrirai comunque Lucia, lontana da lui con la consapevolezza di averlo abbandonato o vicina a lui con la paura di essere ingannata. Dato che è così, non è meglio provarci di nuovo? Se lui fosse stato sincero, vivresti sempre nel rimorso. Vai da lui, dagli una seconda opportunità: sai dove trovarlo. Se vuoi, il nostro weekend ce lo faremo un’altra volta.”
Lucia guardò il volto sorridente di Mike, e prese la sua decisione: si alzò, esitando per un attimo, e poi iniziò a correre a perdifiato verso la casa.

13.00



Si tuffò letteralmente dentro il pullman ricolmo di gente, riuscendo per un pelo a non perdere il suo biglietto.
Si lasciò cadere al suo posto con un lungo sospiro, posando la sua borsa sulle proprie gambe: non sapeva davvero che pensare.
Provava una sorta di eccitazione mista a paura: aveva abbandonato i suoi amici, ma il fatto che loro stessi gli avevano proposto di farlo la rincuorava un po’.
Ma quel che davvero la angosciava e ogni tanto le faceva riconsiderare la sua scelta, era la consapevolezza che non sapeva a cosa stava andando incontro.
Avrebbe potuto trovare di tutto al suo arrivo, però...

...stava tornando a casa.



15.50



Ancora una volta correva a perdifiato.
Era riuscita a fare un salto a casa: il tempo di posare la borsa e schivare le domande sorprese dei suoi genitori, e di nuovo era di corsa verso la scuola.
Girando un’altro vicolo, guardò l’orologio che portava al polso: 15.55
L’edificio scolastico si stagliava ormai di fronte a lei, facendosi man mano più grande: sospirò di sollievo vedendolo, ma non diminuì l’andatura.
Arrivata in prossimità dell’entrata, svoltò velocemente a destra, percorrendo tutto il perimetro della scuola, diretta ai campi sportivi.

15.57



Sentiva le chiacchiere eccitate delle centinaia di studenti che erano di sicuro in attesa del grande incontro.

15.58



Dopo l’ennesima svolta, riuscì a vedere l’enorme rete che circondava il campo da tennis.

15.59



C’era quasi...riusciva a sentire anche l’arbitro che dava il benvenuto alla finale.

16.00



Si fermò davanti alla porta aperta nella rete che permetteva di entrare nel campo: sentiva le gambe dolergli per lo sforzo eccessivo, la testa e il petto le pulsavano e il fiato le mancava, tuttavia continuò a sondare con lo sguardo i vari addetti che si aggiravano per il campo in cerca di lui.
Quando lo vide, un sorriso spontaneo le nacque sul volto: stava gettando sulla panchina l’asciugamano che fino a pochi secondi fa gli ricopriva le spalle, apprestandosi ad entrare in campo.
Come sentendosi osservato, alzò gli occhi e guardò verso il punto in cui si trovava lei: il sorriso di Lucia si allargò quando vide l’espressione di stupore che si dipinse sul suo viso.
“Vai Andy!” gridò, facendo tramutare quell’espressione in una di gioia: la partita ebbe finalmente inizio.

18.00



“Come sono andato?”
“Mh...non male.”
Le premiazioni erano state fatte, e ormai tutti si dirigevano verso le proprie abitazioni parlottando fittamente della partita appena svoltasi.
“Solo non male? Ho vinto!”
Solo due persone continuavano a passeggiare intorno al campo.
“Mah, è stata anche fortuna.”
“Oh, ma davvero?”
Scoppiarono entrambi in una fragorosa risata, per poi fermarsi l’uno di fronte all’altra.
Andy guardò Lucia negli occhi, sorridendo dolcemente: “Sei tornata.”
“Sì” rispose sicura lei, ricambiando lo sguardo penetrante.
“Grazie.”
“Oh, figurati.”
Entrambi ridacchiarono ancora, finché Andy chiese un po’ preoccupato: “Mi hai perdonato?”
Lucia esitò un po’, per poi rispondere: “Sì, altrimenti non sarei qui. Ma vedi di non vedere mai più Annalisa, altrimenti altro che perdonarti: ti do la racchetta in testa.”
Ridendo di gusto, Andy afferrò Lucia per la mano attirandola a se: “Non accadrà di nuovo, vedrai.”
E suggellò quella promessa con un bacio.






Ed eccoci qui al capitolo finale di questa storia, che tuttavia ancora non è terminata: ormai sapete che amo profondamente gli Epiloghi, quindi manca ancora l'ultimissimo capitolo! :P
Beh, che dire: mi piace moltissimo questo capitolo. L'ispirazione per scriverlo mi è venuta così, un giorno, nemmeno mi ricordo perchè. Se siete degli abituali lettori delle mie storie, ormai avrete capito che adoro fare cose...complicate, anche dal punto di vista estetico: e così, ecco qui lo scandire delle ore. Mette un po' d'ansia, ne sono consapevole, ma mi piace troppo! xD
Qui poi adoro alla follia come mi è uscito Mike: è davvero lui. Allegro, casinista, ma quando serve serio, pronto a dare consigli e incredibilmente fragile, tanto da non essere riuscito prima a confessare i propri sentimenti a Lucia e ancora insicuro nonostante tutto quando le racconta tutta la storia.
Davvero, sono estremamente orgogliosa di questo capitolo, anche se forse la fine è un po' troppo smielata xD (per questo è piena di battutine xD).


gufetta_95: Ciao! Grazie mille per la tua recensione, sono contenta che la storia ti piaccia ^^
Mmmh, sì, mi rendo conto che Andy e Mike non sono proprio definiti fino alla fine, però spero che, almeno per Mike, questo capitolo sia stato illuminante! Per Andy...credo che l'Epilogo sia più adeguato a rappresentarlo.


Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite, preferite o che solo hanno letto, al prossimo ultimissimo capitolo! ;)

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Capitolo 12
*** Fine ***


Ed eccoci alla fine della storia, e del mio primo esperimento con le Originali. Devo ammettere che è stato illuminante e divertente, penso proprio quindi che vedrete di nuovo il mio nome in questa sezione :P
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia, e in particolare CrazyHogwarts senza la quale non sarebbe mai stata scritta: spero vivamente di averti soddisfatta.
A presto!

Yunie93





In the match of love, no rules
-Fine-






Lucia non era mai stata una persona che amava particolarmente la popolarità.
Per lei, la noiosa routine quotidiana svolta nell’ombra ma con poche fidate persone accanto era decisamente meglio.
Tuttavia evidentemente la cittadina in cui si era trasferita da qualche mese non la pensava ugualmente.
Si ritrovò a pensare che fossero davvero tutti dei gran pettegoli in quel posto: la scuola era ormai finita, e nonostante tutto ancora sentiva in giro parlare della storia tra lei e Andy come se fosse una novità.
Che ci vuoi fare, ti sei messa con il più popolare della scuola” le aveva risposto un giorno Mike soddisfatto avvolgendo un braccio intorno a Teresa che lo aveva guardato radiosa.
“Come mai quel muso?” le chiese Andy riportandola alla realtà.
“Oh no, niente” rispose Lucia mescolando con avversione la sua granita alla fragola.
“Mh, ne dubito, o quella granita ti ha fatto qualcosa di veramente grave, o qualcosa non va.” continuò Andy divertito fissandola.
“E va bene” rispose Lucia infastidita: si guardò intorno e accennò ad un tavolo proprio dietro di lui.
Alzando un sopracciglio perplesso, Andy si voltò: come lo fece, vide tre ragazze zittirsi improvvisamente e guardare ognuna da una parte diversa. Si voltò di nuovo verso Lucia e rispose: “E allora?”
“E allora?” ripetè lei sconvolta, come se avesse detto chissà quale atrocità. “Hai visto come si comportano? Stanno sparlando di noi da quando siamo qui, come d’altronde tutti i ragazzi di questo posto!”
Andy la fissò stavolta più serio: “Ti dà così fastidio?”
Lucia si sentì improvvisamente in colpa: si rese conto che, senza volerlo, aveva incolpato lui di tutto ciò.
“Beh, insomma...non sono proprio una di quelle a cui piace mettersi in mostra, e non sono mai stata abituata a tutte queste attenzioni...quindi più che fastidio mi mette in imbarazzo.”
Andy sorrise meno teso, chiedendole: “Cosa ti importa di quel che fanno o dicono gli altri? L’importante è che stiamo insieme, no?”
Lucia lo guardò sorpresa: aveva sempre pensato che un po’ gli piacessero tutte quelle attenzioni, non aveva mai immaginato che avesse architettato una filosofia tutta sua per evitarle.
Sorrise, anche lei più serena, e riprese a mangiare tranquillamente la sua granita, ignorando del tutto il sorriso furbo che era comparso sulle labbra del suo ragazzo.
“Sai...potremmo anche usare tutto questo a nostro vantaggio. Dare più motivi di spettegolare a quelle.”
Lucia alzò di nuovo gli occhi dal suo dolce, guardando interrogativa Andy; lui alzò gli occhi al cielo divertito, e prima che potesse fare niente la baciò.
Guardando il tavolo dietro il ragazzo, Lucia notò che le ragazze ora parlottavano tra loro emozionate, e non potè fare a meno di sorridere.
Prima di dedicarsi maggiormente al bacio che stava ricevendo, pensò per un attimo che probabilmente si era sbagliata: ad Andy piacevano davvero tutte quelle attenzioni.
Ma, mentre chiudeva gli occhi e ricambiava il suo ragazzo, pensò che in fondo anche a lei non dispiacevano più di tanto.

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