Ich brauche dich

di SahCapricorn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ich bin da ***
Capitolo 2: *** I won't take it in slow motion ***
Capitolo 3: *** Chaos all around ***
Capitolo 4: *** The final exit's passin' by. ***
Capitolo 5: *** Halt mich ***
Capitolo 6: *** Es ist vorbei. ***
Capitolo 7: *** Ich bin daneben. ***
Capitolo 8: *** 8. Die Freiheit endet hier. ***



Capitolo 1
*** Ich bin da ***


Mamma mia sono solo due ore che aspetto sotto questo sole cocente ma mi sembra passata un'eternità, non dovrebbe essere il contrario? Dio mio sto squagliando! E menomale che era previsto nuvoloso!
-Stai bene?
-Come scusa?
-Dico, stai bene? Mi sembri un tantino pallida, guarda che se continui cosi' svieni ancora prima di entrare!
Ma per chi mi ha preso questa? Per una delle tante fan girl che svengono appena sentono le prime note?
-Uhm, no no puoi stare tranquilla, non sono solita svenire. Non è il primo concerto!
-Io sono svenuta al mio quarto concerto.
Stupida presuntuosa, ma chi ti credi di essere?
-Ma guarda un po', beh questo non è il mio quarto concerto, è il quindicesimo, mi dispiace ma oramai penso di averci fatto l'abitudine.
Ah! Si è ammutolita, ho vinto!
-Ok, scusa, sono Roos!
Adesso vuole anche fare la simpatica! Va beh dai, in fondo sono sola e mancano ancora nove ore all'apertura dei cancelli quindi tanto vale chiaccherare un po'.
-Sono Erin, scusami tu, non sono molto socievole, sarà l'idea della troppa attesa.
Se faccio l'amichevole forse mi prende in simpatia.
-Idem. Erin, che bel nome, ma sei italiana?
-In realtà no, australiana.
-Oh, ecco spiegata l'abbronzatura e la chioma bionda!
-Pero' anche tu mi sembri dannatamente bionda e non assomiglia certo a una tinta!
-No, in effetti non è tinta, sono olandese. In realtà Roos sarebbe Rosjie!
Che cavolo ha detto? Roshie?
-Wow! Beh penso che se le italiane qui di fianco ci sentono non ci lasciano qui di fronte ai cancelli, sono permalosette su questo fatto!
-Concordo! Beh allora, quindicesimo concerto?
-Esattamente, diciamo che dal concerto sette al quattordici avevo un pass speciale.
Oddio, no, non l'ho detto. No, no, no ti prego! E adesso cosa invento?
-Davvero? E in che senso?
Ecco, amicizia appena creata, amicizia appena distrutta, se le dico la verità finisco male. E se le dicessi...?
-Ecco in realtà era una specie di biglietto privilegiato a pagamente, costi sul genere di 400 euro. Per vedere il concerto da una posizione, ehm, privata.
Dai, girata un po' pero' piu' o meno era cosi', almeno la parte della posizione privata...
-Privata? Cioè tipo la postazione del controllo del volume eccetera?
Grazie Roshie, grazie!
-Esattamente! Senti scusa devo chiamare una persona, fanno uscire con il timbro vero?
-Si', per quel che ho capito dalle ragazze prima si. Faro' in modo che non ti rubino nulla.
-Grazie!

Oh dio che casino che ho combinato. Ma sempre cosi' deve finire? Stupida boccaccia, parli sempre troppo!
E ora dov'è il blackberry? Oh, eccolo. David.. Ce l'avro' ancora il numero? Si'! Perfetto, suona..
-Pronto?
-David?
-Erin??? Sei tu? Hai ancora il mio numero? Oddio eri sparita!
-Eh ma va? Sempre spiritoso!
-Scusa, ma cosa intendi?
-Senti Dave non è certo il momento di parlare del tuo senso dell'umorismo! Sono fuori, sotto il sole cocente, non mi importa dove siete ora ma appena arrivate ho bisogno di entrare, non per vedere lui, non mi interessa.
-Ah no?
-No! Devo entrare perchè mi sto seriamente sentendo male, non voglio assistere al concerto in mezzo alla folla, ora vendo il biglietto, tanto c'è sempre qualcuno che lo vuole, e appena arrivate tu mi chiami e mi fai entrare!
-E chi ti dice che posso fare queste cose?
-David ti uccido!
-Se stai male torna a casa no?
-Non ne ho la minima intenzione stupido! Ci sentiamo dopo!


-Chi era?
-Erin..
-ERIN? Quella Erin????
-No, sua sorella con lo stesso nome!
-Cosa ti ha detto?
Ma uno che si faccia i cavoli propri qui dentro?
-Niente! E adesso zitti che tra meno di un'ora saremo sul luogo e dovette ancora fare il soundcheck!
-E di mangiare non se ne parla?
-Sono le nove e venti! Colazione l'hai fatta quindi non rompere! Zitti!
-Senti ma. Erin che ti ha detto? Sarà al concerto?
-No, peggio. Molto peggio.

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Capitolo 2
*** I won't take it in slow motion ***


We'll take it in slow motion
Santo dio che palle quel uomo! Sempre a trovare scuse. Ok adesso mi giro tutta la fila e vendo questo biglietto.. ma aspetta dove diavolo finisce la fila? Che palle! Ma perchè non l'ho chiamato prima di comprare il biglietto e tutto il resto? Adesso lo devo anche vendere a meno se no col cavolo che lo compra qualcuno! Dai dai anche un bimbetta mi va bene, ok basta che sia provvista di soldi...

"Ma dove sarà finita? Non doveva solo telefonare? Ah no eccola."
-Scusa Roos, mi passeresti lo zaino? Ho un.. ah.. bisogno impellente.
"Capito, deve andare in bagno, povera ecco perchè era pallida prima, ha il ciclo!"
-Capito al volo! Tieni! Ci vediamo dopo.
Le strizzo l'occhio così sa che ho capito, mi guarda un po' storta però sembra quasi sorridere e mi volta le spalle. Decisamente strana questa ragazza.

E mi strizza l'occhio. Questa è strana e anche tanto. Vabbè, mi dispiace un po' di lasciarla così, sembrava simpatica e voleva fare amicizia, ma sì dai, visti i concerti che si è fatta ci rivedremo prima o poi. E adesso cos'è questa vibrazione? Ah, il telefono!
-Sì?
-Erin, tra cinque minuti siamo lì, sinceramente so poco del posto ma appena entriamo vedo di trovare un modo per farti entrare.
-Daveee! Grazie caro, lo sapevo di poter sempre contare su di te.
-Sì, sì, certo come no. Questa è l'ultima, o una delle ultime volte che ti faccio un piacere.
Scoppio a ridere e chiudo la chiamata, se lo lascio parlare ancora quello comincia a scassare di brutto! Bene, adesso troviamo qualcuno a cui vendere questo stupido biglietto!
C'è tanta, direi troppa, gente fuori dalla fila, me compresa. Ok idea, quella donna mi sembra volenterosa e poi vende le magliette e di solito quei venditori hanno sempre biglietti!
-Ehm, scusa?
-Ehi! Questa maglietta? Ti piace? Solo 15€! E' un'offerta che non ti puoi perdere cara!
-Sì, immagino. Non voglio comprare niente, ti devo vendere un biglietto per il concerto.
Mio dio, questa donna fa piuttosto paura, è abbastanza robusta e indossa una canotta, probabilmente sotto non porta il reggiseno e non so se sia per il caldo e per qualche sua malsana perversione, ha un'espressione tra il duro e il disperato eppure appena acceno al fatto dei bigliettti si fa attenta e perde ogni interesse per le sue magliette non ufficiali.
-A quanto lo vendi?
Saranno anche non ufficiali pero' queste magliette non sono mica male, in effetti potrei avere gratis tutto il merchandising ufficiale ma mi attirano, in più non ho davvero bisogno dei soldi.

-Facciamo così, tu mi regali due magliette e un cappellino e io ti do il biglietto, di sicuro poi lo rivendi e ci guadagni tu.
Strabuzza gli occhi, fa di nuovo paura santo cielo. Non è proprio convinta ma accetta e mi chiede quali voglio. Merda, sono tutte nere. Non ho più tempo perchè sento la vibrazione del cellulare farsi insistente. Ne afferro due mentre lei mi passa un cappellino con il loro simbolo in rosso sul davanti. Per poco non le lancio il biglietto insieme ad un "Ciao" quasi gridato e mentre mi allontano prendo quel telefono che suona da un minuto buono, strano che non sia entrata la segreteria.
-Ohi!
-Ah eccoti, pensavo avessi cambiato idea!
-Ma se te l'ho chiesto io il favore! Va beh, dove siete?
-Dentro. Tu?
-Sto guardando il palazzetto dal fronte, c'è l'insegna, se così si può chiamare, da dove vedo io. In pratica sono all'entrata.
-Ok, senti avviati verso il retro, ti mando Bruno. Ti ricordi com'è fatto vero?
Come sempre, chiudo la comunicazione, mi sa che prima o poi David me la farà pagare. Vado verso il retro e trovo una schiera di ochette che mi urla dietro ma non ci faccio caso. Forse se mi mettessi gli occhiali da sole.. No, devo smetterla di comportarmi da privilegiata, sè va beh come se non lo fossi.
Mi faccio pena da sola. Bruno ti vedo! Evvai, sono salva e tra pochi minuti sarò dentro e li rivedrò, rivedrò lui.
-Ehi, Erin, da quanto!
-Bruno!
Gli elargisco un bacio sulla guancia anche se farlo mi costa l'alzarmi di molto sulle punte dei piedi.
-Allora, sei tornata nelle grazie dei ragazzi?
Ok, Bruno, considera ritirato il bacio di prima.
-Suvvia, non ne sono mai uscita veramente. Poi lo sai meglio di me che solo uno mi dovrebbe riprendere in buona volontà.
-Nella buona e nella cattiva sorte.
Recita come se mai fra me e quello stupido ci sia mai stato qualcosa di serio. Ok, forse c'era ma non fino a questo punto, dai!
-Esattamente.
Ma sì, prendiamola sul ridere se non ne se ne esce più. Nel frattempo siamo entrati nel fantomatico Mediolanum Forum, cavolo è peggio di un labirinto qui dentro!
-Ehm, sei sicuro di ricordare la strada?
Si è fatto silenzioso all'improvviso, cosa piuttosto strana ma forse è meglio non farci caso, mettersi contro Bruno non è mai un bene. Beh dai, grandicello ma almeno fresco questo posto. Grazie aria condizionata!
-Eriiiiiiiin!
Mi guardo in giro, da dove cavolo mi stai chiamando?
-Ma dove sei?
-Guarda su scema!
Obbedisco e mi ritrovo davanti un ragazzo che, devo ammetterlo, mi è sempre interessato.
-Andreas! Che cavolo sei venuto a fare a Milano anche tu?
-Sali, dai.
Non so dire chi tra me e lui dia risposte più inconcludenti, ma mi sa che vince lui stavolta, io mi limito a chiudere le chiamate. Sto per dire a Bruno che non mi deve più scortare ma è già sparito. Ma che diamine hanno tutti?!? Miracolosamente capisco come salire al livello dove si trova quel bel pezzo di ragazzo e, dopo aver percorso quelle che mi sono sembrate venti rampe di scale, me lo ritrovo davanti.
-Andreeeeeaaaas!
Il mio commento felice viene per lo più soffocato da un abbraccio che non mi sorprendo di ricambiare, mi allontano dopo qualche secondo e scoppiamo in una risata.
-Sei piuttosto cambiata Bionda.
-Devo dire anche tu ex- Biondo.
-Non ti piaccio moro?
-Diciamo che ti preferivo prima, dai su ora spiega perch..
Mi interrompo, sento il ritmo della batteria e comincio a sentire degli accordi abbozzati, dietro Andreas scorgo una porta e mi sembra quasi di volarci accanto, la socchiudo ed eccolo lì.
 Erano quasi tre mesi che non ti vedevo e adesso eccoti lì a provare sul palco mentre io ti sbircio dalla porta che fa da uscio per raggiungere le tribune.

Merda, non ti ricordavo così bello.

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Capitolo 3
*** Chaos all around ***


Chaos all around

Giusto due cosine :) Dedico il capitolo a LaPiccolaFra visto che gliel'ho promesso :)
Ringrazio inoltre lei e Splash_BK per le recensioni e per averla inserita tra le seguite!
Un saluto a chi passa di qui e si ferma anche solamente a leggere!
Buona lettura gente!




-Erin cosa cavolo stai facendo? David mi ha detto di non farti entrare, vieni qui.
Gesù Andreas ma perchè non mi lasci guardare quel benedetto ragazzo in pace, mica ci vede così bene da capire chi è quella scema bionda che lo guarda da qui sopra.
-Andreas, sono impegnata.
Mi sento afferrare per i fianchi ma non è Andreas, lui è troppo gracilino per fare questo. Merda, Bruno.
-Lasciami Bruno! Lasciami!
-Ti prego Erin non urlare se ti sentono io, Dave e anche Bruno adesso, finiamo nei casini.
Non mi puoi impedire di ribellarmi a un'omone enorme che mi trattiene per i fianchi.. quei fianchi che non molto tempo fa erano di suo esclusivo possesso, come tutta la persona ad essi connessa. Accidenti perchè ti penso anche mentre uno grosso il quadruplo di me mi sta braccando come se fossi un avversario sul campo.
-Erin, Bruno ti lascia se la smetti di divincolarti così.
-Andreas appena mi lascia ti uccido, te e lui, anzi uso te per uccidere lui! Magari Dave ti aiuterà!
-Erin, dai smettila così ti lascio e non ci saranno altri problemi. Vuoi uscire al caldo e perderti anche il concerto visto che hai venduto il biglietto?
-Stupido, dopo questa mossa mi aspetto almeno un biglietto di scusa!
Mi contorco abbastanza per scoprire che David è arrivato e Andreas ha chiuso la porta.
-Bruno, lasciala, non ti preoccupare.
Un secondo dopo mi ritrovo per terra, dio che schifo, chissà cosa è successo su questo pavimento. Bleah, mi rialzo in un altro secondo e scopro che Bruno, come prima, è già scomparso.
-No ma Andy ti sembra normale?
Mi rimetto a posto alla meglio e raccolgo le magliette e il cappellino che nell' "aggressione" mi erano caduti.
-Che cavolo credevi di fare Erin? Ti ho fatta entrare ma non puoi farti subito scoprire. Non so lui, ma io non chiamo Bruno, io ti sbatto fuori veloce come ti ho fatta entrare.
-Sì, l'avevo intuito. Senti scusa ma..
-E menomale che non ti interessava più! Senti, hai fatto colazione? Sei piuttosto pallida!
Oh che palle con questa storia, tutti "pallida, pallida, pallida".
-Sì, ho mangiato e sto bene grazie, inoltre tra due orette è ora di pranzo, altro che colazione, qui ci vuole uno spuntino di metà mattina.
Mi guardano come se fossi pazza, ok forse un poì lo sono ma dai, io voglio solo rivedere lui, non è poi così strano. Mi giro indignata mentre quei due sghignazzando mi passano vicino, Andreas mi ginge con un braccio la vita e ci dirigiamo verso i camerini.
-E non hai paura che mi vedano mentre andiamo di là?
-No, stanno facendo il suond check. Almeno in quello non sgarrano.
-Giusto. E dove le metto le mie cose per non dre nell'occhio?
"Manco fossi un'evasa" vorrei borbottare ma non me la sento. Forse ho davvero già sgarrato troppo.
-Portali dove stiamo io Andreas e gli altri. Non ti preoccupare i ragazzi stanno in un altro camerino.
Mentre ci avviamo saluto i visi conosciuti e mi comporto come le altre sette volte che mi sono ritrovata nel backstage, come se fosse casa mia insomma, i volti nuovi sono un po' sorpresi, non sanno se catalogarmi come fan fortunata o come nuova ragazza di Andreas dato l'affetto che quest'ultimo mi mostra, non che la cosa mi dispiaccia. Arriviamo in una stanza dove vedo un tavolo piuttosto grande, delle poltrone rosso fuoco e un divanetto blu notte. Non certo un'accoppiata vincente, l'arredatrice di interni che è in me cambierebbe volentieri la fodera rossa delle poltrone con un rosso rubino o mogano, ma purtroppo non lavoro per loro. "Purtroppo davvero" penso mentre mi lascio cadere sul divanetto e appoggio i miei trofei di fianco a me, giusto prima che Andreas tenti di accomodarsi.
-Bene Erin, lascia in questo borsone le tue cose e vieni a mangiare.
-Certo capo!
Essere ironiche non è sempre la mossa giusta, sopratutto data l'espressione che David mi riserva. Eppure mi consolo con le risatine soffocate di Andreas e seguo il grande capo lungo un corridoio, mi ritrovo dentro un'altra stanza simile alla precedente ma letteralmente strapiena di cibo.
-Grazie David.
Prima di fiondarmi sul cibo mi fiondo su di lui per un abbraccio riconoscente. Sì, anche io so essere sdolcinata quando serve. Anche se non ero così da tempo.
-Di nulla scimmia. Ci sei mancata in questi mesi. Lui compreso, anche se non lo ammetterà facilmente.
-Mmmh, capisco, mmh, è normale. Mmh, mio dio che buona questa tortina.
-Ma vuoi stare seria un attimo?
Mando giù quella buonissima tortina e lo guardo seria.
-Scusa. Dove possiamo andare a parlare?
-Qui va benissimo.
Mi indica due sedie e mentre prendo posto decido che un'altra crostatina non mi farà poi tanto male.
-Vado diretto al punto... Te lo vuoi riprendere?
Quasi mi strozzo, ma che ha in testa quest'uomo? Bevo un goccio d'acqua e mi risiedo, lo sguardo falsamente stupito.
-No, ti sembra? Stavo davvero male là fuori e l'unico modo per vedere il concerto e non morire era chiamarti.
-Chiudersi nel bar fino a pochi minuti prima dell'apertura dei cancelli e poi tornare in fila non andava eh?
-E tu come fai a sapere che ci facevano uscire ed entrare? Oh gesù, volevo dire.. anche così quando sarei entrata sarei morta in prima fila ecco.
-Va beh, posso capire questo e sei stata fortunata. A conoscerci intendo. Ma in ogni caso sappiamo tutti che sei ancora legata a lui.
-No, non lo puoi sapere.
-Hai ancora il suo bracciale al polso.
Abbasando lo sguardo, un po' per la vergona e un po' per rendermi conto dello sbaglio che avevo commesso a metterlo, scorgo quel bracciale. Un semplice braccialetto di tela largo più o meno due centimetri mi fasciava il polso. Disegnini stilizzati e due lettere su di esso. Uno dei pochi ricordi materiali che avevo di quel noi oramai andato.
-Merda.
-Erin ti conosco oramai. Ti ricordo che in ogni caso sei mia nipote.
-Lo so ma, speravo che se fossi riuscita a nasconderlo a me stessa anche gli altri non l'avrebbero capito.
-So come ci si sente. E sai che altro so?
-Cosa?
Sto lottando per trattenere le lacrime che oramai non lascio uscire da quasi tre mesi. Non so quanto ancora posso resistere.
-Lui è nella tua stessa situazione.


Sto ancora piangendo chiusa in questo piccolo bagno. Chissà se David mi sta ancora aspettando fuori o sia andato dai ragazzi o da Andreas o a sbrigare uno dei suoi tanti compiti da manager.
-Erin ci sei?
Ecco, appunto. E' andato ma mi ha mandato Andreas. Non gli rispondo, i miei singhiozzi sommessi parlano per me.
-Tesoro devi uscire, non ti preoccupare, ti porto nel nostro camerino, i ragazzi non sono ancora tornati.
Mi faccio convincere e esco, me ne frego dell'aspetto che ho, probabilmente il mio trucco è andato a farsi benedire, oppure risiede stabilmente sulle mie guancie, me ne frego perchè tanto tra poco me ne vado di qui, non dovevo nemmeno venire.

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Capitolo 4
*** The final exit's passin' by. ***


The final exit's passin' by
Hola!
Bentornate dolci ragazze che mi seguite e dolce gente che passa e legge solamente :) Vi voglio bene lo stesso! XD
Allora vi auguro buona lettura e da oggi, ringraziamenti in fondo!
Ci rivediamo mercoledì! :D


Sto precedendo Andreas come se sapessi dove andare, lui pensa mi stia dirigendo verso quella stanza dove ho lasciato il merchandising non ufficiale, in effetti dovrei passare anche da lì per riprendermelo. Devio in fretta. Oh grazie David, hai lasciato aperta la borsa! Mi riapproprio al volo di magliette e cappellino e come un fulmine mi rifiondo nel lungo corridoio dal quale sono arrivata. Ma qual'era la strada? Merda, non mi ricordo. Destra o sinistra?
-Erin, dove vai?
Andreas è ancora calmo, sbrigati! Sinistra, deciso. Accellero, per quanto mi sia possibile, il passo e mi ritrovo quasi a correre. Ora anche Andreas è allarmato. Non ti preoccupare tesoro, voglio solo uscire di qui.
-Erin, fermati cavolo! Dove vuoi andare?
Dove cavolo credi che voglia andare?! Me ne vado, se non fossi senza fiato te lo griderei. Gesù santo ma quanto è lungo questo corridoio? Non me lo ricordavo così, eppure ci sono passata solo qualche ora fa. Sto diventando pazza. E' tutta colpa sua, non ero così due anni fa! Stupido ragazzo!
-Erin, per l'amor del cielo, fermati!
Anche lui ha il fiato corto. Andy non siamo fatti per correre io e te. Siamo abituati a essere così esili di natura, non dobbiamo mica allenarci per mantenerci in forma. Eppure non ti fermi! Tanto non riesci a trattenermi qui.



-Dai, non è andato male il suond check, però oggi pomeriggio proviamo di nuovo che non si sa mai. Se va male qualcosa non possiamo organizzare al volo un'altra data per registrare il dvd.
-Oh Georg smettila, andrà tutto bene, lo sai. Basta che tu vada in bagno giusto prima e voilà. Concerto perfetto e balle varie.
-Non è che sono il vostro portafortuna umano.
-No ma ci sei quasi.
Risata generale, sempre così loro, tranquilli, ma sì tanto sono io che alla fine mi spacco le mani a suonare. No dai poveri. E' il nervosismo che mi fa parlare così. O forse la fame. Sì, è la fame.
-Ragazzi, andiamo a mangiare che sto morendo di fame!
-Sempre il solito oh! E poi ti chiedi perchè sei così cicciotto!
-Non sono cicciotto! Sono muscoli. E poi almeno sono un po' morbido altro che voi poveri scheletri.
Altra risata generale. Nel frattempo siamo arrivati alla porta che da ai camerini. Dio che fame che ho. Da settimana prossima me ne andrò in giro solo ed esclusivamente in bici, deciso!


-Oddio Erin, la porta! Erin! Merda!
La raggiungo. Merda, merda, merda. E' svenuta e io sto per fare la sua fine, stupida ragazza troppo atletica. E devo anche tenere chiusa la porta, se quei quattro scemi la vedono sono morto. Bene, meglio di così non potrebbe andare.
-David! David vieni!
Sento le voci dei ragazzi dietro di me che mi urlano di aprire. No, scusate ma proprio non posso.
-Andreas se mi aprissi potrei scoprire cosa vuoi!
Noo! Merda, anche lui è lì! Ok piano b. Faccio segno a Bruno che, grazie al cielo, sta passando per il corridoio, di portare Erin nel camerino di David e appena lui scompare chiudendosi dietro la porta io apro quella che mi trovo dietro.
-Ehi ragazzi!
-Andreas perchè cavolo sei così sudato? Sbaglio o siamo noi ad aver suonato fino ad ora?
-Eh sì però, insomma volevo fare un po' di allenamento anche io.
-Ed è per questo che ci bloccavi la porta?
-Sì Bill, è per questo.
-E perchè mi chiamavi?
Ma quante domande fate?!?!
-Così, ehm, volevo mostrarti una cosa.
-E che cosa?
-Se vieni..
-Andiamo a vedere.
-NO!
Mi guardano tutti male, gesù Erin mi dovrai erigere una statua per questo!
-Intendo dire che mi servi solo tu Dave.
Se non capisci adesso giuro che ti prendo a mazzate. Dopo un momento di indecisione David si fa strada tra i ragazzi oltrepassando la porta del peccato, da oggi la chiamerò così. Oh cristo le magliette! Le raccolgo quasi rotolando per terra e corro verso il camerino con David dietro.
-Ma che hai?
Entrando nel nostro camerino vediamo Erin viva e vegeta a ridere come una matta, le guancia ancora segnate di scuro e un piccolissimo taglietto sulla fronte derivante dalla fantomatica porta del peccato.
-No ma dico sei scema?
David mi guarda tra il sorpreso e il divertito e penso che entro cinque secondi li ucciderò entrambi.
-Smettila di ridere e dimmi cosa diavolo volevi fare?
Si fa seria all'improvviso e devo ammettere che fa decisamente paura.
-Volevo scappare ma devo aver sbagliato strada.
-Devi aver..?! Oh dio siamo messi bene.
David sorride sornione. Mi sembra scemo. Lei tutta seria seduta sul divanetto. Tra i due non so chi mi faccia imbestialire di più.
-Ok, ora vado a riprendere i miei amici. Erin, se ti vuoi far vedere. Ciao David.


Povero Andreas sono qui da poche ore e lo sto già facendo penare. Beh credo che oramai la possibilità di scappare si sia ridotta a zero e mi sta anche venendo fame.
In barba a tutto ora mi ripulisco, vado di là e lo affronto.
-Zietto, se mi permetti, devo risistemarmi e andare a trovare una certa persona.
Mi sorride sincero e esce. Grazie a Bruno ora ho tutto cio' che mi serve per rifarmi il trucco e mettermi in ordine questa massa di capelli biondi.
Dopo qualche minuti mi ammiro allo specchio, perfetta direi. E vanitosa all'ennesima potenza. Non mi faccio abbattere da quello che mi ha detto David prima. Non ne ho il diritto.
Andiamo.


Dunque, dunque.

bill_tom kaulitz89: Haha do not worry :) Grazie per entrambe le recensioni! Sono contenta che ti piaccia! Alla prossima! Bacio:)

Splash_BK: No ma così mi fai arrossire *--* Sì, molto fortunata direi :D Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Un bacio! **

LaPiccolaFra: Amooore finalmente ho postato ahaha :D Contenta! Pero' adesso devi aspettare fino a mercoledì. Devo lavorarci su bene sul prossimo :) Bacio! :')

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Capitolo 5
*** Halt mich ***


Halt mich
Hola! 
Due avvisi: questo capitolo è più corto degli altri e vi chiedo perdono! Ma dovevo interromperlo lì per motivi da autrice ;)
Seconda cosa, probabilmente invece che sabato posterò domenica, il prossimo capitolo è già in fase
di scrittura ma voglio rifarmi da questo capitoletto corto, corto.
Buona lettura a voi :)

-Oh mio dio.
-Oddio.. Erin.
Sì, tesoro, sono io.
Bill mi corre incontro seguito da Georg e in pochi secondi vengo avvolta da quell'abbraccio familiare in cui mi sento al sicuro. Mi lascio trasportare da quel segno d'affetto per qualche minuto, ad occhi chiusi, giusto per assaporare cio' di cui non avevo potuto usufruire nei mesi precedenti.
Mi sento accettatata, mi sa che in realtà sto tenendo gli occhi chiusi per non guardarlo, eppure sento i suoi occhi puntati sul mio viso, parzialmente nascosto da Bill e Georg, so che vorrebbe uscirsene con qualcosa di normale, divertente eppure non riesce a trovare nemmeno una parola da sprecare.
Devo ammettere che nemmeno io so cosa dire, dannazione a me che non ho mai fatto uno sport decente. A quest'ora potevo già essere fuori di qui, al sicuro.
Eppure mi sento al sicuro anche qui dentro, confusa come non mai mi stacco dall'abbraccio e li guardo negli occhi, ringraziandoli con lo sguardo.
Poi vedo lui, è parzialmente nascosto dietro a Tom, fortuna sua che l'ex rasta man indossa sempre vestiti abnormi e lo riesce a nascondere abbastanza bene. Mi viene da ridere pensando a cio' e vorrei poter anche io riuscire a dirgli qualcosa di spiritoso per rompere il ghiaccio, ma mi esce solo un "Ehi, hai visto, sono tornata! Sorpreso?" che suona più di arroganza e rabbia.
-Tom! Muovi il sedere e vieni ad abbracciarmi.
Ma brava, lascialo per ultimo, di sicuro non noterà che stai cercando di ignorarlo! Mi erigerei una statua per la mia incredibile cupidigia. Che stupida che sono mamma mia! Il gemello più grande mi viene incontro e stavolta gli occhi, nell'abbraccio, li lascio aperti, lo fisso da sopra la spalla di Tom, quasi senza pudore, lui ricambia il mio sguardo. Dio quanto vorrei averlo ancora mio, passare il mio tempo libero con lui, ogni minuto possibile insieme. Mentre lo guardo non so bene cosa fare dopo l'abbraccio, ci penso, ripenso in quei pochi attimi e quando il gemello mi elargisce un bacio sulla guancia e si allontana capisco che è il momento per noi due. Mi viene terribilmente da piangere ma tutte quelle che avevo da versare sono andate, per oggi almeno. Cerco di capire cosa lui ha intenzione di fare ma certo non mi è d'aiuto continuando a fissare i miei occhi che a loro volta fissano i suoi. Mi sembra di impazzire. Non so se ridere o disperarmi del silenzio che aleggia nella stanza. Gli altri sono dietro di me e tra di noi c'è poco più di un metro, sembra tutto così facile a dirsi, a persarlo e forse lo è, ma la mia mentre non è pronta a ricominciare.
Faccio un passo avanti, un passo dettato dal cuore, oramai la mente l'ho persa per strada. Avanzo fino a quando tra noi due non restano che 30cm, più o meno. "Lo bacio o non lo bacio?"

Mi sta fissando, dio quanto mi è mancata. No, non posso darlo a vedere, devo essere forte e far finta di nulla. Stanno passanto secondi interminabili, non so cosa fare, vorrei incredibilmente tenerla ancora stretta a me come un tempo, forse ho sprecato la mia occasione. Forse sta pensando all'odio che prova per me. Ma a che diavolo sto pensando? Dovrei piuttosto chiedermi che ci fa qui.. Come ha fatto ad entrare? Ma che stupido, David, per forza. Senza dirci nulla. No, mi correggo, senza dirmi nulla perchè a quanto pare qualche sospetto gli altri l'avevano. Ecco perchè sul tour bus erano così misteriosi dopo la telefonata di David. Sempre al momento sbagliato devo allontanarmi io, eh? No, adesso non sbaglio. Si è avvicinata a me. Ci saranno pressapoco 30cm tra noi. Non siamo mai stati così vicini e così fermi nello stesso momento. "Che faccio? La bacio o non la bacio?"




Prende lui l'iniziativa, certo non me l'aspettavo. Mi aspettavo piuttosto che si allontanasse e mi stringesse la mano. E invece mi sta abbracciando.  Di certo un abbraccio non era quello che volevo eppure questo contatto mi basta. Mi sa che non avevo proprio finito tutte le lacrime della giornata. Merda gli sto inzuppando la maglia bianca. Ma sì tanto si cambierà per questa sera. Dio come mi mancava questa cosa. Come ho fatto a resistere tre mesi senza di lui? Come farò in futuro dato che non sembra molto propenso a riprendere cio' che mi ha negato tre mesi fa? Lo stringo più forte, non lo voglio lasciar andare, cerco di non singhiozzare ma so che si è accorto che sto piangendo. Cerca di liberarsi dalla stretta e dopo poco lo lascio, anche se non vorrei. E invece mi sorprende di nuovo, mi guarda in viso, probabilmente rigato di nuovo di nero e con il pollice mi asciuga una guancia, do un'occhiata dietro di me e vedo che se ne sono andati tutti. Cavolo, passo felpato è dir poco. Mi asciugo l'altra guancia con la mano e lo guardo.
-Mi sei mancato.
Lui non dice nulla e annuisce semplicemente, non so come interpretare questo gesto, so solo che all'inizio mi da sui nervi ma poi capisco che lo fa perchè se parlasse sentirei la voce rotta dal pianto, so che non si vuole mostrare.
-Dio Erin, mi sei mancata anche tu. Dobbiamo parlare.
Mi appoggio di nuovo a lui, senza abbracciarlo, lui mi cinge con le braccia muscolose, mi sento di nuovo al sicuro.
-Halt mich.
Sussuro. Non sono convinta che abbia capito. Ma non mi sta abbandonando, lui è ancora qui.

bill_tom kaulitz89: Ma grazie mille cara *-*

LaPiccolaFra: Hahah si è solo grazie a te se sono ancora viva XD Scema ti voglio bene! :)

Splash_BK: Carissima non ti preoccupare! Divertiti ovunque tu sia :) Ci rivediamo quando torni! Grazie della recensione! Bacione :)

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Capitolo 6
*** Es ist vorbei. ***


Leb' die Sekunde
Hola!
In ritardo di due giorni, scusate.

 Spero che questo capitolo soddisfi le vostre aspettative! Un bacione!
Ps. scusatemi eventuali errori ma sono di fretta e non lo posso rileggere :D

Mi sono ripresa, ci saranno voluti venti minuti buoni ma mi sono ripresa. Siamo seduti su quelle due sedie di fronte alla tavolata stracolma ancora di cibo.
-Allora, posso farti io una domanda?
Mi sa che glielo devo, in fondo gli ho pianto addosso. Annuisco.
-Perchè sei venuta qui, intendo da noi, nel backstage?
Mi sa che con lui la scusa del caldo è meglio non usarla, tanto gliela devo dire la verità, volente o nolente.
-Volevo vederti. Erano quasi tre mesi che non ci parlavamo. Che non ci sentivamo. Non avevamo più contatti, dovevo trovare un modo per rivederti.
-Non commenti?
-Vorrei ma... non so come commentare.
Ah beh, che bella cosa. Ti ho appena detto che volevo rivederti e mi dici che non sai commentare? Ok, forse ti capisco.
-Ok, te la faccio io una domanda ora.
-Certo.
-Perchè semplicemente non ti sei fatto più sentire, senza dire nulla sei scomparso?
-Erin, penso che sia stato perchè... Perchè avevo paura.
E te pareva, la solita scusa.
-Paura di cosa?
-Di te, di come si stavano evolvendo le cose, vedevo che tu ci credevi davvero nella nostra storia e io.. Beh io non ero pronto a buttarmi come facevi tu, anche gli altri me lo dicevano.
-Cosa? Di non farti più vedere?
Certo che dopo l'abbraccio e tutto il resto non me l'aspettavo la litigata.
-No. Mi dicevano che eri così felice, che si vedeva che stavi bene insieme a me, che non mi volevi lasciare.
Lui rimane calmo, come fa non lo so. Io sono arrabbiatissima, non voglio urlare ma penso che lo farò, non riesco a capire cosa intende davvero, significa che a lui non sono mai interessata veramente?
-A quindi tu non vedevi l'ora di lasciarmi? Perchè diavolo mi hai detto di restare qui e non tornare in Australia se volevi lasciarmi? Mi sembri scemo. Non mi volevi eppure non sembrava proprio così la faccenda!
-Infatti non era così! Te l'ho detto, ho solo avuto paura! Paura di non poterti dare quello che tu davi a me!
Ora anche lui si sta innervosendo, siamo pari.
-Ma smettila ti prego! Ti sei espresso meglio prima! Non illudermi di nuovo!
Sento le lacrime pulsare per uscire, ma non voglio piangere di nuovo. E menomale che le avevo finite le lacrime per oggi!
-Non ti ho illusa tempo fa e non lo sto facendo adesso! Ti sto dicendo la verità! Volevo solo che tu non soffrissi!
-Ah guarda, ci sei riuscito in pieno! Infatti non ho sofferto, non ho pianto per questi passati tre mesi, non ho sperato che tu mi cercassi per tutto questo tempo! Questo è proprio ciò che non è successo!
-Speravo che senza di me saresti stata meglio! Ti saresti ripresa prima in questo modo! Se fossi rimasti insieme io ti avrei solamente deluso e ci saresti rimasta peggio!
-Come hai potuto decidere in quale dei casi sarei stata meglio?! Avrei preferito la delusione all'abbandono! Anzi avrei preferito che nessuna delle due opzioni fosse presa in considerazione! Avrei preferito stare con te e lasciarci quando anche io avessi capito che tu non potevi, o volevi, stare con me davvero!
Non risponde più, ha abbassato lo sguardo, non so cosa fare. Ho fatto la scelta sbagliata, dovevo stare a casa mia oggi, dovevo essere al lavoro! Non dovevo nemmeno pensare di venire, tempo, soldi e fatica sprecata! Ma con tutti le band del mondo David doveva stare proprio con questa? Diavolo!
Le lacrime si sono ritirate e ora c'è solo la rabbia, non so come comportarmi, continua a non guardarmi, sento i nostri respiri agitati. Basta, me ne vado di qui, e stavolta voglio vedere se qualcuno prova a fermarmi.
Lo guardo un'ultima volta e mi alzo dalla sedia, lui mi lancia un'occhiata che non so interpretare, distolgo lo sguardo e esco dalla stanza.
Il corridoio è stranamente deserto, quasi tutto lo staff ci avesse voluto lasciare un po', un bel po' di privacy. Entro nel camerino di David e Andreas e prendo le mie cose, noncurante di truccatrici e vari presenti nella stanza, vedi di sfuggiti due gemelli, Dean e Dan, seduti ad un tavolo che apportano modifiche a una specie di tuta in pelle, ecco gli outfits di Bill, ah però, cosine da niente proprio.
Sento il bisogno di salutare i Kaulitz e Georg prima di andare quindi chiedo a una donna, piuttosto bassina, dove si trovano, lei mi indica una stanza alla mia sinistra, ringrazio ed entro.
Li trovo seduti su un divanetto a chiaccherare, mi mancheranno in un modo indescrivibile, non voglio dire addio, ma so che se restassi in contatto con loro tre dovrei mantenere i contatti anche con Gustav, non ne ho la minima intenzione.
-Ragazzi...
-Erin!
Esclamano all'unisono.
-Io.. vi devo salutare.
-Te ne vai?
-Sì, non dovevo nemmeno venire. E' stato uno sbaglio enorme.
-Ma no! Non dire così! Ci siamo rivisti, questo non è uno sbaglio!
-No, questo assolutamente no.
La rabbia si è ritirata un pochino, è arrivata la tristezza, di nuovo.
-E allora perchè te ne vai?
-Ho capito alcune cose, una di queste è che non possiamo più vederci. Non è più possibile.
-Erin! Ma cosa stai dicendo?
Bill scatta in piedi. No, piccolino, non rendermi le cose più difficili.
-Bill, ti prego. Se continuo a vedere voi, devo vedere anche lui. Non è il caso.
-Ma che è successo? Di che avete parlato?
-Di noi. Semplicemente e ho capito che alla fine sono stata io la stupida.
Mi viene incontro e mi abbraccia. Georg è rimasto allibito, Tom si aggiunge all'abbraccio. Erin, no, non piangere di nuovo per favore.
-Erin, non ti vogliamo perdere di nuovo.
-Ge, devo. Devo andare.
Ho la voce rotta dal pianto che non voglio mostrare. Anche Georg mi viene ad abbracciare.
-Mi mancherete da morire ragazzi, veramente. Mi avete fatta sognare, e non intendo con la vostra musica, ma con le vostre personalità, il vostro affetto e il tempo che avete dedicato a me. Non dimenticherò mai quello che mi avete fatto vivere, mai. Grazie di tutto.
-Erin, nemmeno noi ti dimenticheremo mai. Ti prego però non sparire totalmente dalle nostre vite.
-Bill, c'è David, mio zio non lo posso rinnegare. Vi manderò i miei saluti...
Mi interrompo un attimo e ci penso.
-Vi manderò i miei saluti dall'Australia.
Si sciolgono dall'abbraccio e mi fissano con espressione triste e stupita.
-Torni a casa?
-Sì, torno a casa. Ciao ragazzi.
Tutti e tre mi stampano un bacio sulla guancia e mi elargiscono un ultimo abbraccio.
-Ciao Erin!

Non ho nemmeno salutato mio zio e Andy, Bruno mi ha riaccompagnata fuori e anche lui mi ha abbracciata.
Mi sembra di essere stata lì dentro un settimana mentre sono solo le tre di pomeriggio. Cammino come un fantasma tra le Fan ancora fuori fila e per poco non urto contro due ragazze, sui quindici anni penso, mi guardano un po' male, mi scuso e proseguo.
Mi sento stralunata, non ricordo nemmeno dov'è la macchina. Non so dove andare, non so cosa fare. Non mi sento più me stessa.
-Erin! Dove diavolo eri finita?!?
Mi volto e per un secondo non la riconosco nemmeno.
-Roos..
-Ma che ti è successo?
-Ehm.. niente di che..
-Mi hai fatto preoccupare! E' da questa mattina che sei sparita! Hei, ma hai preso delle magliette!
-Sì infatti. Comunque scusa. Ah, un'altra cosa, ho venduto il biglietto. Devo andare Rosjie.
-Come devi andare? E dove? Hai venduto il biglietto??
Sbuffo, anche lei ci si doveva mettere.
-Torno a casa mia, in Australia, sono successe troppe cose!
-Aspetta ti prego!
Mi volto e la fisso.
-Cosa?
La vedo prendere un pennarello e il libretto con i testi di Zimmer 483 da una tasca della borsa, ci scrive sopra qualcosa e me lo passa.
-Un indirizzo?
-Ti prego, scrivimi quando arrivi in Australia. Solo per dirmi che stai bene.
Che strana questa ragazza, quasi non so il suo nome e mi da il suo indirizzo, ma.. aspetta, è un indirizzo di Rotterdam.
-Torni in Olanda?
Annuisce nervosa.
-Va bene, ti scriverò. Ciao Roos.
-Ci vediamo, Erin.


LaPiccolaFra: Amore che scema che sei :) Povero il mio orsacchiottino XD E se questo capitolo non ti è piaciuto ti picchio :D <3

Splash_BK: Ma caraaa *-* Che bella la Croazia! (Forse sono di parte visto che Tomo dei 30StM è croato XD)
Già, l'incontro tanto attesso.. E il seguito beh.. Giudicalo tu! Hahah :D Grazie della recensione! Un bacione! :-*


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Capitolo 7
*** Ich bin daneben. ***


7_Ich bin so alleine. E' di nuovo il 12 Aprile, ormai è diventato una specie di anniversario, certo non felice. Anniversario di una giornata triste e vuota, ok forse non proprio vuota di fatti ma vuota della felicità che pensavo l'avrebbe caratterizzata. E' il terzo annirversario, ciò significa che sono passati tre anni.
Tre anni in cui non ho risposto a telefonate, e-mail, messaggi, lettere, fax e quant'altro quei ragazzi abbiano tentato di utilizzare per tornare in contatto con me. Solo mio zio sa come sto, ovviamente è l'ultima persona che mi rimane della famiglia e non potevo certo togliere i contatti anche a lui. Devo ammetterlo, dei primi mesi; no, nel primo anno, sono stata tentata di rispondere, sopratutto quando vedevo il numero di Andreas, mi sembrava di essere piuttosto al sicuro parlando con lui anche se in fondo sapevo che quando chiamava lui tutti gli altri stavano dietro ad aspettare una risposta, un saluto, solamente mie notizie.
Nel secondo anno, contrariamente a ciò che pensavo, i tentativi di rintracciarmi non sono diminuiti, anzi, se possibile si sono fatti più insistenti eppure non volevo cambiare numero, e-mail eccetera, forse perchè sentivo che prima o poi sarei stata tentata di ritornare da loro o che se mai avessi voluto rispondere ne avrei avuto la possibilità.
Oggi, però, è anche un anno che non ricevo una loro chiamata, quindi oramai i contatti sono tutti chiusi, non ho più nemmeno la speranza di sentirli di nuovo parlare con me.
-Erin, amore, ci sei?
Chiudo il diario, è tornato.
-Matt? Sono in camera.
Mi alzo e lo raggiungo, si trova in cucina, mi da le spalle ma appena sente i miei passi si gira e lo posso ammirare, alto, biondo e abbronzato, un'australiano doc. Dovevo superare tutta la faccenda di Gustav e beh, fare surf e conoscere gente è sempre un buon metodo.
-Allora, com'erano le onde?
-Stupende, saresti dovuta venire!
-Sai che giorno è oggi, non potevo.
Mi guarda contrariato e scuotendo la testa si rigira per lavarsi le mani. Sì, questa storia dello pseudo anniversario non gli è mai piaciuta, anche se, compreso questo, ne ha vissuti solo due insieme a me.
-Erin, posso capire e tutto il resto ma stai con me ora, non dovresti smetterla di pensare a quello scemo tedesco?
Sono piuttosto irritata, ma che diavolo ti viene in mente stupido?! Non potrai mai capire quanto "quello scemo tedesco", come lo chiami tu, mi abbia dato in due mesi piuttosto che tu in quasi due anni. Non potrai mai capire quanto gli altri tre ragazzi valevano nella mia vita, non potresti nemmeno immaginare cosa provavo stando con loro. Non hai il diritto di dirmi di smetterla!
Eppure mi tengo tutto dentro, perchè lui mi ha aiutata a superare, almeno in parte, tutta la storia. Perchè è lui che mi è stato vicino nel passato anno e mezzo, anche quando passavo settimana intere chiusa in camera a piangere e disperarmi per aver perso le persone più importanti della mia vita.
-Senti Matt, lo sai e basta. Mi conosci.
Si volta verso di me asciugandosi le mani, rilancia l'asciugamano sul banco della cucina e si avvicina per abbracciarmi.
-Giusto amore, scusami. E' solo che non riesco a comprendere il motivo per cui pensi ancora a lui mentre stai con me.
Sospiro e mi lascio cullare tra le sue braccia, non potrà mai comprenderlo, le sue passate storie, almeno da ciò che mi ha detto, sono durate al massimo un mesetto, per ciò non potrà mai capire cosa significa dover abbandonare la persona che si ama.
-Tesoro, lo so anche io di essere complicata riguardo a questo, però non ci posso far nulla.
-Ok, allora oggi ti lascio sola, in caso tu voglia fare qualche strano rituale di commemorazione.
Gli tiro un pugno sul bicipite e gli sorrido.
-Non è mica morto nessuno, scemo! Grazie.
Lo bacio, lui esce di casa prendendo la sua tavola. Forse devo davvero ringraziarlo e smetterla di essere ipocrita.

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Capitolo 8
*** 8. Die Freiheit endet hier. ***


Non pubblico da anni ormai. Eppure questa storia è stata completata diverso tempo fa, direi due anni più o meno, e mi pare giusto chiudere il giro anche qui, online.
Credo che oramai non mi segua più nessuno, in caso di nuovi -improbabili- arrivi, comunque, vi saluto e vi auguro buona lettura.
E' un capitolo piuttosto corto (come tutti gli altri), pubblicherò nei prossimi giorni i due che, dopo questo, mancano.

Perdonate eventuali errori di grammatica, struttura e chi più ne ha più ne metta. Il mio stile di scrittura è cambiato, così come l'affetto che provo verso questa band. Questa storia fa comunque parte di me, perciò, enjoy :)

Sono due ore che rimango immobile davanti al pc. Beh, Erin, che bell’idea eh? Bell’idea quella di controllare la mail proprio oggi. Pensavo che oramai si fossero rassegnati all’idea di avermi persa, al fatto che io li avessi lasciati all’improvviso, pensavo fosse finita e invece.. Finalmente trovo la forza di girare lo sguardo e l’occhio mi cade sulla libreria a fianco del letto, e non su un punto qualunque, precisamente sul DVD girato tre anni fa, a Milano. Mi chiedo ancora perché mai l’ho comprato, cosa diavolo pensavo di fare? Non l’ho nemmeno mai guardato, l’ho preso in mano.. quanto, un miliardo di volte? Eppure non ho mai avuto la forza di aprirlo e mettere il disco nel lettore-DVD. E adesso guardatelo, lì che mi fissa con la sua scritta “Humanoid City Live”, pretende che io ci riesca, crede che in questo modo io poi possa cedere a tutto il peso degli ultimi tre anni. Aah, no, caro mio. Starai lì ancora per un bel po’.
Diavolo, Erin, stai diventando ancora più fuori di testa.. Parlare con un DVD, ma che ti prende?
Mi rimetto a fissare lo schermo del pc e rileggo per la milionesima volta l’e-mail, “Nuovo tour dei Tokio Hotel! Questa volta il vostro gruppo preferito raggiungerà anche l’Oriente e l’Australia!” Ce l’avete fatta alla fine eh? Siete riusciti a convincere la Universal che anche l’Australia merita una porta sulla Zimmer 483? Non riesco a capire, comunque, perché mai Brigitte.de si interessi anche dell’aspetto musicale della Germania adesso! Dio mio, adesso non posso più nemmeno controllare un’e-mail che solitamente mi aggiorna su nuove ricette e modi per dimagrire! E’ mai possibile? Tutto è contro di me, la povera Erin non sopravvivrà alla giornata, me lo sento. Ho quasi la tentazione di prendere il telefono e chiamare mio zio. Peccato che qui sono le due del pomeriggio e ciò significa che in Germania sono le tre di notte. Che nervoso, dio che nervoso. Chi me l’ha fatto fare di essere proprio Australiana? Ecco, mi sto facendo decisamente prendere dal panico. Pare che il DVD abbia vinto anche senza essere stato effettivamente guardato, ma guarda te.
Sento di nuovo la porta aprirsi e chiudersi, ad essere sincera per un attimo spero che sia David che ha improvvisamente deciso di tentare l’approccio fisico al posto di quello telefonico, invece è solo Matt.
-Amore, sei tu?
Lo chiedo anche se so che effettivamente è lui, voglio solo fare un po’ la premurosa. Eppure Matt non risponde, che si sia fatto male? In effetti mi sembrava tenesse una posizione un po’ strana entrando.
-Hei, Matt, stai bene?
Mi avvio in cucina e, ad essere sincera, il panico per le date di Australia si è evoluto in panico per la salute del mio ragazzo. Entro in cucina e lui mi da le spalle, ancora non mi ha risposto, come avevo notato è ricurvo anche perché, comunque, mi pare decisamente più basso del solito. Mi avvicino ancora un po’ e gli sfioro una spalla, siamo vicini ma in realtà tra di noi c’è ancora il bancone di legno di mezzo. Sto per aggirarlo per riuscire a guardarlo in viso quando la porta si riapre, mi giro di scatto e vedo Matt, con lo sguardo tra lo spaventato e il sorpreso.
-Matt?
-Erin, chi è quello?

Ecco, ora sono veramente, veramente confusa,  che diavolo sta succedendo?
-In realtà.. Credevo fossi tu.
Entrambi ci giriamo verso il ragazzo da cui ora mi sono allontanata, biondo, non troppo alto ed evidentemente muscoloso, anche se indossa una felpa un po’ larga.
-Erin, vieni qui.
Mi avvicino al vero Matt senza staccare lo sguardo dal ragazzo misterioso e, in effetti, ora che lo guardo meglio il suo biondo non è della stessa tonalità di quello di Matt, lui, se possibile, è ancora più chiaro. E in quanto all’altezza.. è molto più basso di Matt, non solo un tantino come mi era sembrato all’inizio. Il ragazzo ancora non si gira, io sto perdendo anche un po’ la pazienza sinceramente, oltre che essere visibilmente spaventata.
-Girati, adesso.

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