Sweeney Todd, cosa sarebbe successo se...

di Elelovett
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap.7 ***
Capitolo 8: *** Cap.8 ***
Capitolo 9: *** Cap.9 ***



Capitolo 1
*** Cap.1 ***


*

Tutti conoscono la storia del diabolico barbiere di Fleet Street e della sua spietata complice Mrs. Lovett. È una delle tante leggende di Londra, e su questa hanno fantasticato decine e decine di artisti, come lo scrittore Thomas Peckett Prest, o Stephen Sondheim, che ha fatto della leggenda un musical. Proprio a quel musical recentemente si è ispirato Tim Burton per il suo film "Sweeney Todd-il diabolico barbiere di Fleet Street". Da qui ha inizio la nostra storia, o meglio la storia di due ragazze: Emily e Claudia.

Le due amiche avevano diciassette anni. Entrambe videro il film di Tim Burton su Sweeney Todd e ne rimasero molto colpite. Soprattutto Emily, per la quale il film diventò una vera ossessione…Non solo perché aveva sempre ammirato Tim Burton e le sue storie, ma anche perché la ragazza si era innamorata di uno dei personaggi. Un giorno, Emily fece a Claudia una strana domanda:

- Non ti piacerebbe trovarti nella Londra di Sweeney Todd?

L’altra, sorpresa, rispose:

- Be’, certo, sarebbe bello. Ma perché me lo chiedi?

- Supponiamo- spiegò l’altra- di ritrovarci come per magia ai suoi tempi e di poterlo incontrare. Che cosa faresti?

- Emily, è una cosa assurda!

- Dai, sto solo facendo un’ipotesi!

- Va bene…Non mi scollerei più da lui, eh,eh! Lo sai quanto mi piace Johnny Depp…

- Ma lui non è Johnny Depp, è Sweeney Todd!

- Quanto la fai lunga! Ha il suo aspetto, no? Quindi è stupendo…

- Mah…Pensala come vuoi.

- E comunque è inutile chiedere cosa faresti tu!

Claudia guardò l’amica con un’aria maliziosa. L’altra disse con fermezza:

- Salverei Pirelli, ovvio.

- Lo sapevo!

- Non riesco ad accettare l’idea che muoia…Proprio non posso!

- È solo un film, Emily, l’attore non muore veramente! È tutto finto!

- Lo so, ma non m’interessa l’attore… Io penso solo al personaggio…Lo amo così tanto…Ed è ingiusto che Sweeney lo uccida!

- Lo stava ricattando.

- Perché Sweeney era un assassino.

- Non ancora!

- Oh, andiamo, voleva vendetta!

Claudia sospirò: inutile discutere. L’amica abbassò lo sguardo mormorando:

- Può darsi che sia tutto finto, ma è come se la storia si fosse svolta davvero, e se solo potessi cambiare le cose…

Quella sera Emily si addormentò pensando alla conversazione avuta con Claudia. Se solo ci fosse stato un modo…

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Capitolo 2
*** Cap.2 ***


*

Quando aprì gli occhi per un attimo vide solo una forte luce entrare dalla finestra senza tende. Faceva molto freddo, i piedi fuori dalle coperte tremavano. Si mise a sedere strofinandosi gli occhi, con la sensazione che qualcosa non andava. Poi guardò meglio e le prese un tuffo al cuore: non era in camera sua! Stava sognando? Si trovava in una camera dalla carta da parati rovinata, arredata con mobili antichi in stile vittoriano. E la finestra dava sul muro di un altro palazzo. Indossava una camicia da notte lunga e bianca che aveva visto solo nelle miniature del 1800, e i capelli biondi le ricadevano sulle spalle. Per un attimo le sembrò di essere sul set di un film ambientato nell’epoca vittoriana. Si alzò e i piedi nudi sfiorarono un tappeto morbido. Corse nel corridoio; doveva trovarsi in una casa antica. Arrivò in un salottino sempre arredato anticamente. Nel camino ardevano le ceneri di un fuoco acceso ore prima, dalle tende delle finestre filtrava la luce. Si affacciò e vide un cielo grigio e cupo, tanti palazzi con comignoli dai quali usciva del fumo nero. Per la strada passeggiavano uomini e donne vestiti con panciotti, corsetti e lunghe gonne…Li aveva visti così tante volte nel film di Sweeney Todd…

- Oh mio Dio, sono nella Londra di Sweeney!- gridò euforica.

Stentava a crederci, di certo sognava. Sentì un rumore nel corridoio e si precipitò a vedere. Da una seconda camera uscì Claudia, i capelli spettinati e una lunga camicia da notte.

- Emily? Che ci fai qui?- chiese assonnata.

Poi si guardò intorno.

- E dove siamo?- aggiunse terrorizzata.

Emily le saltò al collo:

- Non ci credo!!! Siamo nella Londra del 1800, ai tempi di Sweeney Todd! Oh, Claudia, come avevo desiderato!

- È impossibile!- esclamò Claudia osservando l’arredamento.

Poi, arrendendosi all’evidenza, realizzò cos’era accaduto e si mise a saltare di gioia:

- Incredibile! Non credevo che sarebbe mai successo! Siamo nell’epoca di Sweeney!!!

Per le due amiche era come vivere un sogno, erano esterrefatte ma anche felicissime.

- Lo vedremo! Vedremo Sweeney!- gridò Claudia.

- Non lo so- disse Emily- ma se sarà così io potrò salvare Pirelli…

- E come torniamo indietro?

- Indietro?

- Ai nostri tempi!

Emily si bloccò. La gioia svanì. Com’erano finite là? Perché aveva espresso quel desiderio, forse? E potevano tornare?

- Non…Non credo che potremo tornare, Claudia. Non so come potremmo, dato che non ho visto un portale o qualcosa di simile. Resteremo qui per sempre.- disse infine.

L’altra si rattristò.

- Non dirai sul serio!

- Sì invece.

- Non vedrò più la mia famiglia…

- Aspetta, non ne sono sicura. Credo che sia così, ma non possiamo esserne certe. Lo scopriremo.

- Già, è tutto così strano. Però…Siamo veramente nella Londra di Sweeney!

- Dobbiamo scoprire se è già tornato dall’esilio!

- Giusto!

- Be’, in realtà non so se sarà lo Sweeney che noi conosciamo…Forse è quello della leggenda!

Claudia parve rabbuiarsi. Chiese:

- Quindi non è Johnny Depp?

- Non lo so. Magari siamo nella Londra del vero Sweeney.

- C’è solo un modo per scoprirlo.

Le due ragazze corsero nelle proprie stanze e aprirono i loro armadi. Erano pieni di bei vestiti, anche se non eleganti. Realizzarono di non essere due nobildonne, probabilmente in quell’epoca erano normali cittadine. Allo specchio, con loro somma sorpresa, notarono di essere cresciute. Prima, troppo occupate a gioire, non se n’erano accorte.

- Siamo adulte!- esclamò Emily.

- È vero- annuì Claudia- non l’avevo notato quando ti ho vista.

Una volta vestite visitarono la casa, senza sapere se fosse loro o se la condividessero con qualcun altro. Ma non era molto grande, ed erano sole. La casa si sviluppava su un solo piano, e constava di cinque stanze: il salotto, tre camere da letto e una sala con molti tavoli e un bancone.

- Abbiamo un negozio?- chiese Claudia.

Ed Emily:

- Assomiglia molto a quello di Mrs. Lovett.

Aprirono le tende e videro che si trovavano proprio nel centro di Londra. Dalle finestre vedevano passare uomini e donne vestite di tutto punto, o ragazzi di strada che correvano qua e là. Uscirono avvolte in due pesanti mantelle. Voltandosi, notarono sopra la loro porta un’insegna: Mrs. Baldett and Mrs. Raven’s Pie Shop. Avevano veramente un negozio di pasticci! Camminarono dirette in Fleet Street.

- Come sai che è da questa parte?- chiese Claudia.

- Lo sento.- rispose Emily.

Ed era vero: non lo sapeva, seguiva il suo istinto.

E poi lo videro: il negozio di Mrs.Lovett. Era identico a quello del film, e a entrambe brillarono gli occhi. Claudia esclamò:

- Nella leggenda non era certo così! Questo significa che è lo Sweeney Todd del film!

- Vuol dire che non siamo nel passato…Ma in una specie di universo parallelo dove i personaggi del film sono veri!- disse Emily.

Dalla porta del barbiere uscì Mrs. Lovett. Scendeva le scale marcando ogni passo, i capelli riccioluti e spettinati che si muovevano ad ogni gradino. Sospirò ed entrò nel negozio di pasticci.

- L’hai vista?!- urlò praticamente Emily gioiosa.

Claudia sorrise e poi chiese:

- Chissà se già ha incontrato Sweeney…Dici che dovremmo entrare e chiederle un pasticcio?

Ma l’amica la zittì esclamando:

- Aspetta, guarda lassù!

E indicò l’enorme finestra in cima all’edificio, quella del negozio del barbiere. Dai vetri videro chiaramente un uomo che si alzava in piedi e protendeva un rasoio verso la finestra.

- Finalmente- sussurrò Emily ripetendo la battuta del personaggio- il mio braccio è nuovamente intero.

Claudia esclamò:

- Oh, Johnny Depp! È lui!!!

- Non è Johnny Depp.- ribatté Emily irritata.

- Insomma, è Sweeney Todd! In persona! Entriamo, dai!

- No, non adesso. Cosa diresti, eh?

- Gli chiederei un autografo.

- Questo non è un gioco, lui è veramente un assassino. Ho capito a che punto siamo: tra poco andranno al mercato dove troveranno Pirelli. E in questo momento non lontano da qui Anthony sta vedendo Johanna per la prima volta.

- Che emozione, ma ci pensi? E seguiremo Sweeney e Mrs. Lovett al mercato?

- Ovviamente!

Emily si avvicinò ad un uomo e gli chiese:

- Scusatemi, sapete indicarmi la strada per il mercato di St. Dunstan?

L’uomo le dette un paio di spiegazioni e la ragazza lo ringraziò. Poi prese Claudia sotto braccio e proseguirono verso il mercato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Cap.3 ***


*

Non distava molto. Appena arrivate sentirono odore di pesce fresco e di erbe aromatiche, e videro un sacco di carri e banchetti disposti alla meglio su cui uomini e donne disponevano frutta, verdura e animali in gabbia. Camminando tra la folla videro decine e decine di casse, galli e galline che stridevano dietro le sbarre e commercianti che gridavano per invogliare i clienti a comprare. Non era un posto molto pulito, e sebbene ci fossero i tipi più disparati di frutta e verdura non era un mercato colorato. Risaltava solo il grigio, e in qualche banchetto un verde opaco. Emily svoltava prima a destra, poi a sinistra, mentre Claudia gridava:

- Dove hai intenzione di andare?

Ma per la gran confusione la sua amica non la sentì. Poi, una volta superato un banco della verdura, videro un carro colorato dal quale partiva una pedana a mo’ di palco, sormontato da un’insegna dipinta con colori vivaci. Sul palco erano disposti una sedia coperta da un telo e una valigia chiusa, nonché uno sgabello pieno zeppo di bottigliette gialle. La porta del carro era coperta da una tenda rossa.

- Che stupida- esclamò Claudia- e io che te l’ho anche chiesto! Era logico che tu volessi venire qui!

Infatti l’insegna sul carro recava scritto in grosse lettere nere Signor Adolfo Pirelli the king of the barbers the barber of kings. Accanto al carro, da una parte e dall’altra, due cartelloni dicevano Pirelli’s Miracle Elixir bravissimo! e Stimulates Hair Growth.

Sempre sull’insegna variopinta si leggevano scritte più piccole che elogiavano il barbiere. Emily era rossa in volto ma paralizzata.

- Che faccio? Entro?- chiese.

Claudia rise e rispose:

- Come mi hai detto per Sweeney, meglio di no. Lascia che gli eventi facciano il loro corso.

- Ma sono qui per impedire la sua morte! E poi tra poco verrà insultato pubblicamente!

- E cosa vuoi fare? Entrare e dirgli che vieni dal futuro e che presto verrà insultato, sfidato e poi ucciso?

- L’idea era quella.

- Io dico di aspettare. Agirai dopo.

Emily annuì con la testa. A pochi passi da lei, nel carro, c’era l’amore della sua vita. Non credeva che sarebbe mai successo. Passarono i minuti, la folla aumentava tra i banchetti, ma al carro di Pirelli non si avvicinava nessuno. Emily e Claudia si spostarono sulla destra del carro, e videro arrivare Mrs. Lovett e Sweeney Todd. Claudia strinse la mano all’amica, sussurrando:

- Eccolo, è lì.

Ma Sweeney non le guardava. Fissava qualcuno tra la folla. Mise la mano sul suo rasoio e fece per avanzare, ma Mrs. Lovett lo trattenne. L’uomo si arrese e chinò la testa. Emily e Claudia sapevano che aveva appena visto il messo Bamford, uno dei due malfattori di cui il barbiere si voleva vendicare. All’improvviso dalla tenda uscì un bambino con una bombetta in testa che iniziò a suonare un tamburo.

- Toby!- esclamò Emily allegra.

Il ragazzo non la sentì, e un po’ di folla cominciò a formarsi intorno al carro, richiamata dal forte suono. Toby, rivelando sotto il cappello dei capelli biondi (chiaramente una parrucca) cominciò a pubblicizzare l’elisir di Pirelli per la crescita dei capelli. La gente era esterrefatta e piacevolmente sorpresa, esaminava le boccette con ammirazione. Ma al centro Sweeney e Mrs. Lovett diffondevano cattive voci, consigliando alla gente di non comprare l’elisir perché era solo piscio e inchiostro. Il povero Toby cercava in tutti i modi di sovrastare le loro voci e continuare ad elogiare l’elisir, ma cedette all’ennesima battuta sarcastica di Mrs. Lovett. A quel punto dalla tenda rossa uscì Pirelli. Emily strinse forte la mano a Claudia e le sfuggì un’esclamazione. Si sentiva quasi svenire, le guance erano improvvisamente rosse. L’uomo, già di per sé molto alto, sembrava più imponente per il lungo cappello nero che portava. Indossava una giacca blu sgargiante, rifinita d’oro, e pantaloni dello stesso colore. Su una spalla portava un mantello rosa scuro. Claudia rise per la sua buffa acconciatura (portava i capelli raccolti in riccioli ai due lati della testa) e per i suoi baffetti che ben conosceva, ed Emily la fulminò con lo sguardo. La ragazza si sentiva mancare l’aria, forse per il bustino stretto. Pirelli stava giusto chiedendo chi aveva osato insultare il suo elisir. La folla taceva. Poi Sweeney parlò:

- Io lo dico!

Dalla folla si alzò un mormorio, e Pirelli rivolse lo sguardo furente verso di lui. Mentre le persone si facevano da parte per farlo avanzare, Sweeney Todd spiegava:

- Sono il signor Sweeney Todd, di Fleet Street. Ho aperto una bottiglia di elisir Pirelli…E ora posso dire che altro non è…Che un perfetto raggiro. Un intruglio di piscio e inchiostro.

Pirelli sollevò lo sguardo evidentemente furente, ma trattenendosi, con un sorriso lievemente piegato in una smorfia. Tutto faceva capire che con un’altra parola sarebbe esploso. Anche Emily fremeva di rabbia, e Claudia la trattenne per un braccio. Sweeney proseguì:

- E inoltre, signore, io non ho servito alcun re, ma scommetto che so rasare una guancia con una destrezza dieci volte superiore…A qualsiasi ciarlatano da marciapiede.

- Come osate…?!- cominciò a gridare Emily arrabbiata, ma Claudia le tappò la bocca e il grido si spense prima di poter essere udito.

Sweeney si voltò verso la folla mostrando i suoi rasoi.

- Vedete questi rasoi? Scommetto cinque sterline…- disse rivolgendosi di nuovo a Pirelli- contro queste lame, che non mi tenete testa, signore.

Pirelli si chinò ad osservare i rasoi. Emily sapeva cosa stava pensando, ma non poté dirlo, perché Claudia continuava a tapparle la bocca. "Li ha riconosciuti come quelli di Benjamin Barker" pensò.

- Ora potete accettare la mia sfida…Oppure dimostrarvi un truffatore.- concluse Sweeney.

Pirelli si rialzò esclamando:

- Avete sentito ‘sto povero ingenuo? Ora fate attenzione e vedrete come presto rimpiangerà questa sua…Pazzia!

Si sfilò il mantello e chiamò Toby. Intanto dalla folla molti alzarono la mano per essere chiamati sul palco ad essere rasati gratuitamente. Il messo Bamford avrebbe fatto da giudice. Claudia finalmente lasciò libera Emily, che, preoccupata, rimase zitta. Al fischio del messo, la gara iniziò. Sweeney era molto più lento di Pirelli, ma sembrava sicuro di sé e molto calmo. Pirelli invece era sicuro della vittoria e mostrava al pubblico quanto fosse abile e preciso. Si trastullò più del dovuto, perché mentre era distratto Sweeney dette due colpi rapidi di rasoio e il suo cliente si ritrovò subito pronto.

- Il vincitore… È Todd!- gridò il messo.

Scoppiò un applauso scrosciante, mentre Pirelli, incredulo, arrossiva dalla vergogna e ancora non credeva di aver perso. Emily non applaudì, restò seria. Claudia invece batteva le mani entusiasta.

- Andiamo- disse all’amica- applaudi! Tanto lo sapevi che sarebbe andata così!

Emily non rispose. Guardava Pirelli che si era avvicinato a Sweeney per congratularsi con lui e dargli le cinque sterline. La folla si stava dissipando, eppure lei non riusciva a udire i loro discorsi. Poco importava: li sapeva a memoria. Alla fine Pirelli si congedò e gettò Toby all’interno del carro, con un calcio. Sparì anche lui dietro la tenda, continuando a inveire contro il bambino come se fosse colpa sua.

- Povero Toby…Bell’uomo ti sei scelta!- commentò Claudia.

- Be’, in effetti non è colpa di Toby…- ammise Emily.

Rimasero ferme per un po’. Persino Sweeney e Mrs. Lovett se n’erano andati.

- Entro e gli dico di lasciar perdere Sweeney?- chiese Emily.

- Ora è troppo arrabbiato- suggerì Claudia- lo cercheremo domani.

E tornarono a casa. Dopotutto quella sera dovevano aprire il negozio.

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Capitolo 4
*** Cap.4 ***


*

Non vennero molti clienti, ma Emily si divertì a cucinare pasticci, e Claudia a servirli. Cliente importante fu Anthony, che andò proprio a cenare da loro. Sapendo bene il ruolo importante che avrebbe assunto nella storia attaccarono bottone con lui e il ragazzo le trovò molto simpatiche. Quando uscì chiusero il locale, ed Emily disse scherzosamente:

- Eh, Claudia, hai conquistato Anthony!

L’altra, scandalizzata, esclamò:

- Anthony? Ma cosa dici?! Proprio no! Per me esiste solo Sweeney Todd…E poi Anthony ama Johanna alla follia, lo sai!

- Sì, lo so…Io scherzavo!- disse Emily ridendo.

Il giorno dopo, per volere di Emily, cercarono Pirelli, ma non lo trovarono da nessuna parte. E nemmeno il giorno seguente. Inoltre il locale era praticamente sempre vuoto, anche più della prima sera.

- Dovevo parlargli giovedì al mercato!- si lamentò Emily domenica sera, seduta in salotto.

Claudia non rispose, poco interessata a Pirelli. L’amica proseguì:

- Avrei dovuto saperlo…Va al mercato solo il giovedì. E chissà dove sta per il resto della settimana.

- Avrà una sua bottega.- ipotizzò Claudia.

- Ne dubito. Credo che serva i clienti nel carro.

- Ah, se non lo sai tu…

- E se non lo salverò?

- Ce la farai. Nel peggiore dei casi gli parlerai martedì, prima che entri nella bottega di Sweeney.

- Già…

Passarono i giorni, e Pirelli non si trovava. Arrivate a martedì pomeriggio, Emily e Claudia erano di nuovo nel salotto. Emily aveva gli occhi spalancati e si mordicchiava le unghie dall’ansia.

- Tra poco morirà…-ripeteva- e io devo fare qualcosa. Devo parlare con lui, al più presto!

- Calmati! Sono solo le due!- disse Claudia.

- Nel film non viene detto a che ora ha l’appuntamento con il sarto.

- È grave!

- Non prendermi in giro! È una cosa seria! A quell’ora sarà già morto, è importante! So solo che è di pomeriggio…

Emily sprofondò nella poltrona fissando il camino. Chiuse gli occhi…E quando li aprì vide Claudia che la scrollava.

- Emily, è tardi! Credo dovremmo andare a vedere se Pirelli arriva da Sweeney!- esclamava l’amica.

Emily scattò a sedere chiedendo:

- Che ore sono?

- Quasi le quattro!- rispose Claudia.

Aveva dormito tutto questo tempo?

- Oh no!- gridò in preda al panico mentre si infilava la mantella.

Claudia la seguì per la strada dicendo:

- Scusa se non ti ho svegliata, ma non sapevo quale sarebbe stata l’ora giusta!

- Non importa, forse abbiamo una possibilità, l’ultima…- esclamò l’altra correndo.

Arrivarono di fronte al negozio con il fiatone. Tutto taceva. Gli occhi di Emily vagavano freneticamente dalla vetrina di Mrs. Lovett alla finestra di Sweeney. Poi qualcosa interruppe il silenzio: una porta che sbatteva. Era Toby, che si precipitò su per le scale gridando:

- Signore! Avete un appuntamento!

Emily disse a Claudia:

- L’ha già picchiato, è nel baule. Appena Toby tornerà giù lo ucciderà! Claudia, devi correre lassù e far scendere Todd con un pretesto…Ma fa’ in modo che non ti chieda di seguirlo, avrò bisogno d’aiuto…

La ragazza, colta di sorpresa, chiese:

- Io? Ma che scusa devo inventarmi? Ha un uomo mezzo morto che spunta da un baule, non accetterà mai di scendere, e per di più lasciando incustodito il negozio!

- Tira in ballo il giudice Turpin, o il messo, ma insomma, fa’ qualcosa!

Claudia corse su per le scale, emozionata dall’idea di vedere Sweeney ma terrorizzata per cosa dire. Entrò nella stanza e il barbiere sussultò. Inoltre aprendo la porta aveva quasi schiacciato Toby, che era lì davanti.

- E voi chi siete? Cosa ci fate qui?- chiese Sweeney Todd furioso.

Claudia restò ammutolita. Poi spiegò confusa:

- S…Sono una cliente della signora Lovett! E mi ha detto…D…Di riferirvi di scendere subito. Dice che è un’emergenza, ha detto c…Che il giudice è stato qui.

- Il giudice?!- esclamò Sweeney sgranando gli occhi.

Claudia proseguì:

- Se n’è appena andato. La signora Lovett dice che voleva farsi la…Barba da voi, ma dato che eravate occupato se n’è andato…Forse se correte a rintracciarlo lo convincerete a tornare!

Solo dopo si accorse di aver scelto una scusa banalissima che oltretutto Sweeney aveva appena usato con Toby. Ma il barbiere non rifletté molto e si precipitò giù dalle scale, seguito da Toby che invece era diretto in cucina. Pronta, Emily corse su per le scale esclamando:

- Ottimo lavoro!

Fiondandosi nella stanza, aprì subito il baule sapendo che ciò che avrebbe visto non le sarebbe piaciuto. Pirelli era chiuso nel baule ricoperto di sangue, e sulla fronte aveva un taglio. L’uomo fece il debole tentativo di alzarsi per uscire, ed Emily lo aiutò. Ma era troppo pesante e cadde disteso sul pavimento, lasciando una traccia di sangue.

- Aiutami!- ordinò Emily a Claudia.

La ragazza non se lo fece ripetere due volte e avvolse Pirelli nella sua mantella, come stava facendo già Emily. Poi ognuna lo prese da un braccio e lo trascinarono giù per le scale. Pirelli, tramortito, si lasciava trasportare muovendo appena i piedi. Per un attimo Emily ebbe paura che lo sbattere delle gambe dell’uomo sui gradini facesse accorrere Mrs. Lovett, ma questa non arrivò. Attraversarono la strada il più velocemente possibile, mentre la gente le guardava in modo strano, ma si sa che Fleet Street era rinomata per l’aggirarsi di tipi strani o poco raccomandabili. Voltarono l’angolo e si fermarono per prendere fiato e posare l’uomo a terra. Nessuno li vedeva, svicolata la strada principale. Appena in tempo, perché in quel momento Sweeney tornò nel negozio di Mrs. Lovett sbattendo violentemente la porta. Ora avrebbe scoperto l’inganno di Claudia.

- Non era così che pensavo che andasse…ma è salvo.- commentò Emily accingendosi a riprenderlo sotto il braccio per partire verso casa.

Pirelli aprì per un attimo gli occhi e la vide sfocata china sopra di lui. Ebbe appena il tempo di mormorare:

- Voi…Siete un angelo…

Emily arrossì violentemente. Claudia, mentre lo prendeva dall’altra parte, commentò:

- Giustamente crede di essere morto!

Emily la fulminò con lo sguardo e si trascinarono verso casa, che per fortuna non era lontana da Fleet Street.

 

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Capitolo 5
*** Cap.5 ***


*

Erano passate in strade poco affollate per non essere viste. Pirelli era svenuto e, entrate in casa, lo adagiarono sul letto della terza camera. Claudia corse a prendere una bacinella d’acqua e delle pezze, mentre Emily gli apriva la giacca per constatare le ferite. Ne aveva sulla schiena e soprattutto in faccia. Emily si accorse di avere il vestito sporco di sangue ma non ci badò. Appena Claudia le portò l’acqua Emily immerse una pezza e poi la passò sulla ferita che Pirelli aveva sulla fronte. Poi ne prese un’altra e la passò su tutto il viso. Continuò a medicarlo anche sul petto e sulla schiena, dove c’erano ustioni e parecchi lividi. Claudia si occupava di cambiare l’acqua e togliere di mezzo i vestiti sporchi di sangue. Emily disse:

- Ricordo che l’ha colpito alla mascella. Credi che sia rotta? Io non me ne intendo.

Claudia si avvicinò un po’ riluttante e poi rispose:

- No, non credo. Non credo che riuscirebbe a parlare, altrimenti. Penso che l’abbia solo colpito molto forte. Sanguina.

Infatti dalla bocca gli usciva un rivolo di sangue dov’era stato colpito. Emily lo asciugò e poi cominciò a mendicare il naso colpito dicendo:

- È stato relativamente fortunato. Poteva rompergli la mascella o fracassargli il cranio. Invece ha solo qualche ferita e molti lividi. Certo, non riuscirà a muoversi per un bel po’ a causa dei colpi ricevuti.

Gli lasciò una benda sulla ferita sulla testa per fermare il sangue. Claudia chiese:

- È svenuto perché ha perso molto sangue?

- Sì.- rispose l’altra levando la bacinella e le bende usate.

Claudia mise a mollo la giacca ed i calzari blu con una smorfia. Non le stava molto simpatico.

- Grazie per avermi aiutata.- disse Emily dolcemente.

- Sei la mia migliore amica. Anche se sai che…Questo matrimonio non s’ha da fare!

- Dai! Ah, ah! Ce l’abbiamo fatta, e tu hai anche parlato con Sweeney…

- Sì…E lui mi odierà.

- Non molto. In questo momento da lui c’è veramente il giudice!

- Vero. Chissà come si sarà spaventato nel vedere che mancava il corpo di Pirelli. Penserà che l’ho preso io e avrà paura che corra dalla polizia. Non lo faremo…Vero?

- No…Non ancora.

- Vuoi denunciarlo?

- No! Ma se le cose prenderanno una piega sbagliata…

- Non puoi farlo! Hai già modificato abbastanza le cose! Pirelli non è morto! Ora come verrà in mente a Mrs. Lovett di usare i cadaveri per i suoi pasticci? La leggenda non esisterà!

- Le verrà in mente…Guarderà fuori dalla finestra tutta quella gente e l’idea le verrà. La conosco.

- Speriamo.

Claudia portò via le bacinelle ed Emily restò ai piedi del letto del malato. Lo guardava respirare lentamente sotto le coperte, il petto che si alzava e abbassava, gli occhi chiusi…Era vivo! Ed era così bello, e così vicino…Emily arrossì e continuò a fissarlo con gli occhi socchiusi. Solo due ore dopo l’uomo sbatté le palpebre più volte e la mise a fuoco. Lei gli sorrise, felice che quel momento fosse finalmente arrivato: la prima volta che si parlavano.

- Dove sono?- chiese lui debolmente.

Tentò di alzarsi sui gomiti ma Emily gli fece cenno di calmarsi e lo rimise giù.

- Non ha importanza. Siete salvo.- sussurrò.

L’uomo disse improvvisamente spaventato:

- Sweeney Todd! Sweeney Todd! È stato lui a ridurmi così, mi ha colpito…All’improvviso!

- Lo so- lo tranquillizzò lei- ma adesso è lontano. Siete al sicuro, non vi troverà.

Pirelli chiuse gli occhi come per contemplare quella risposta. Poi disse infastidito:

- Ahi…Toby! Dove diavolo è quel maledetto ragazzo?! Non si è accorto di nulla, l’ho sentito persino entrare nella stanza mentre ero tramortito nel baule…Ho tentato di chiamarlo ma non ce l’ho fatta! Quando lo prendo…Vedrà che…Ah!

Fece una smorfia di dolore e tentò di toccarsi la schiena. Emily si bloccò. Non aveva pensato a Toby. Ora non aveva ragione di stare con Mrs. Lovett, il suo padrone era vivo. Disse:

- Riposate, ora. Toby è rimasto in Fleet Street. Crede che l’abbiate lasciato lì di proposito, e non è il caso di svelargli dove vi trovate. Sweeney Todd potrebbe venirlo a sapere.

- Avete ragione…- annuì Pirelli richiudendo gli occhi.

Poi li riaprì e fissò Emily così ardentemente che la ragazza si ritirò più indietro sul bordo del letto. L’uomo disse:

- Vi devo ringraziare. Senza di voi sarei morto.

- Oh, dovete ringraziare anche la mia cara amica Claudia. Mi ha aiutata a trasportarvi.- spiegò imbarazzata Emily.

- Come vi chiamate?- chiese Pirelli.

- Emily- rispose la ragazza, e poi ricordandosi il nome sull’insegna- Emily Baldett.

Pirelli parve assaporare il nome mentre lo ripeteva tra sé e sé. Emily notò che con lei non fingeva di essere italiano, ma lui parve leggerle nel pensiero e tentò di dire qualcosa in dialetto, come al mercato. Ma non terminò la frase per il dolore alla testa. Emily sorrise e disse:

- Non dovete fingere di essere italiano con noi, signor Pirelli. Sappiamo che per vivere bisogna inventarci di tutto, persino vendere fantomatici elisir…

L’uomo rise ed esclamò:

- Sapevo che voi non ci sareste cascata! Il mio vero nome è Davey Collins, e ammetto che i miei elisir non hanno veri poteri…Ma la gente mi paga per sentirsi soddisfatta. E come avete detto voi per vivere bisogna inventarci di tutto…

- Davey…Mi piace! Ma…Non vi dispiace se vi chiamo Pirelli? Trovo che il vostro nome d’arte vi calzi più a pennello! E poi è così che vi si conosce in giro…

- Chiamatemi come più vi piace, signorina Baldett.

- E voi invece chiamatemi Emily.

- Va bene…Emily.

I due risero, poi però lui si fece serio.

- Sweeney Todd è un assassino…E avrei dovuto capirlo…Io so tutto di lui, conosco il suo passato, lui non dovrebbe essere qui! Il suo nome è…Benjamin Barker.- disse.

Ed Emily:

- Conoscete il suo passato, ma è bene che non lo sveliate subito. Dobbiamo aspettare, credetemi. Si ingannerà da solo.

Aspettò che lui le confessasse che si era recato da Todd appunto per ricattarlo, sapendo del suo passato, ma a quanto pare Pirelli preferì tacere sul lato della faccenda che non lo raffigurava nobilmente.

Claudia entrò nella stanza e vide che l’uomo era sveglio.

- Voi dovete essere Claudia- le disse lui- grazie per avermi salvato.

- Non c’è di che!- esclamò Claudia lanciando ad Emily un’occhiata furba.

Pirelli si sistemò sul guanciale e si addormentò. Emily lo lasciò riposare chiudendo la porta e si preparò ad aprire il negozio.

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Capitolo 6
*** Cap.6 ***


Scusate se ho messo tanto a pubblicare questo capitolo ma ero in vacanza a New York e proprio non ho potuto...Spero che mi perdonerete! Una nota prima di cominciare: è per via di questo capitolo che ho messo il rating giallo, non che ci sia una gran scena erotica però si tratta e si descrive dell'argomento in modo specifico. Sì, c'è una scena, ma leggera. Tutto qua, solo per avvertirvi. Buona lettura! ^^

*

Nei giorni seguenti Pirelli cominciò a stare meglio, anche se ancora non riusciva ad alzarsi. Emily stava sempre con lui, lo medicava e cucinava per lui. Claudia si occupava del negozio e della clientela, continuando a chiedere ad Anthony aggiornamenti sulla sua storia con Johanna. Il ragazzo era molto abbattuto perché il giudice l’aveva scoperto e aveva chiuso la sua pupilla nel manicomio di Fogg. Ogni giorno provava ad entrare, ma senza successo. Claudia lo consolava con un bel pasticcio. Nel frattempo, come Emily aveva predetto, si sparse la voce che la signora Lovett facesse i pasticci migliori di Londra, usando una nuova ricetta segreta, che ovviamente Emily e Claudia conoscevano molto bene. La clientela del loro negozio diminuì, ma sapevano che la cosa sarebbe durata poco. Emily svelò a Pirelli il segreto dei pasticci di Mrs. Lovett e lui ne rimase inorridito.

- Barbari, ecco cosa sono! Ma dobbiamo fare qualcosa! Non possiamo restare nascosti!- esclamava.

Ed Emily gli sistemava i cuscini dicendo:

- E invece le ripeto che verranno scoperti! La puzza non passerà inosservata!

Mentre la ragazza restava vicino al moribondo, Claudia usciva a fare spese. Comprava la carne per i pasticci e nuovi abiti per quando Pirelli si sarebbe rimesso. Infatti il suo cappello, il suo mantello ed i suoi guanti erano rimasti nel negozio di Sweeney. Il barbiere camminava nervoso su e giù per la stanza.

- Quel Pirelli non può essere svanito nel nulla! Era nel baule, e poi…Scomparso! Ma dove sarà? Non posso vivere nel terrore che possa correre dalla polizia o dal giudice da un momento all’altro!- brontolava.

Mrs. Lovett, allegra perché gli affari andavano bene, gli diceva:

- Suvvia, calmatevi. Se fosse vivo sarebbe già andato dalla polizia, non credete? Non pensateci! Da quando uccidete stranieri ed io li uso per i miei pasticci, tutto va a gonfie vele!

- Ma il giudice? Ci sarà un modo per arrivare a lui…- sussurrò Sweeney.

Mrs. Lovett sbuffò e lo guardò scocciata. Esclamò:

- Lo troverete! E ve lo ripeto, non pensate né a lui né a quel pomposo italiano! Ora per noi due la vita ricomincia!

Ma il barbiere non l’ascoltava e guardava fuori dalla finestra, scrutava la folla…Sarebbe bastato ritrovare quella ragazza…Era sicuro che lei avesse preso Pirelli.

Emily e Claudia intanto stavano lentamente dimenticando la loro vecchia vita. Come un incantesimo, i loro ricordi si sovrapponevano a quelli delle ultime settimane. Era come se fossero sempre vissute nella Londra vittoriana, prima il buio più totale…Dimenticarono le famiglie, le modernità, persino il film…Quella ora era la vita vera. Ed Emily amava Pirelli sempre di più. Con lei non era tronfio ed estrionico come al mercato, era dolce e spesso molto buffo, perché in fondo restava sempre un po’ pomposo. E anche in lui stava nascendo qualcosa, anzi, l’aveva saputo sin dal primo momento, ma solo ora se ne rendeva veramente conto. Passarono altri giorni, la popolarità dei pasticci della signora Lovett aumentava, e Claudia ed Emily decisero di chiudere il negozio. Pirelli aveva ormai solo qualche livido ed era un po’ indolenzito, ma riuscì comunque ad alzarsi in piedi. Non era pronto per uscire allo scoperto, ma perlomeno poteva riposare in salotto o mangiare seduto a tavola. Una notte Emily dormiva profondamente in camera sua. La porta si aprì lentamente e poi il materasso del letto matrimoniale si abbassò sotto un nuovo peso. Allora la ragazza aprì gli occhi, ma vide solo l’oscurità.

- Shhh, sono io.- la tranquillizzò Pirelli.

La ragazza, scandalizzata (si era abituata ai costumi del tempo), si ritirò verso i cuscini e sussurrò:

- Oh, siete voi! Mi avete spaventata. Avete bisogno di qualcosa?

- No…Cioè, sì…Vede…- rispose incerto lui avvicinandosi di più a lei.

Emily arrossì ma nel buio Pirelli non lo notò. L’uomo sussurrò:

- È da tempo che devo dirvi una cosa…E non so perché mi sono deciso solo adesso. Io non vi sono solo grato perché mi avete salvato…Io ho sempre saputo che voi siete speciale, che ci dev’essere un motivo se il Signore vi ha mandata da me…

Ad Emily batteva forte il cuore, e sperava che quella frase arrivasse. Pirelli disse infine:

- Perché è da quando vi ho vista che vi amo, Emily. E non resisto un solo minuto lontano da voi. Volevo che lo sapeste, ne avevo bisogno. Io sarò vostro per sempre se solo voi mi accetterete, vi apparterrò anima e corpo se lo vorrete. Vi amo.

Emily, paralizzata dalla proposta, tremava quasi dall’emozione. Poi sussurrò:

- Ma certo che lo voglio, certo che vi accetto…Anche io vi ho sempre amato!

- Davvero?- chiese l’altro pieno di gioia.

Poi fece per avvicinarsi a lei, ma si bloccò. Disse:

- Ma io non vi ho detto il vero.

- Che cosa?- fece lei stupita.

- Non sono quello che pensate. Quando sono stato ferito io mi trovavo da Sweeney Todd perché…Perché sapevo chi era veramente e volevo ricattarlo…Sono tempi duri, per fare soldi si farebbe di tutto…Metà dei suoi guadagni in cambio del mio silenzio. E ora che lo sapete mi odierete, perché sono un uomo spregevole.

Tacque. Emily sorrise e mormorò:

- È vero, non è una bella cosa quella che avete fatto, ma non per questo smetterò di amarvi…Non mi fermerà un episodio del passato, proprio no!

A Pirelli non sembrava vero, e, colmo di gioia, si avvicinò e la baciò. Un bacio lungo e carico di significato, dove non contavano più il perdono, o la collera, o le paure, ma solo lui e lei. E continuò a baciarla ripetutamente cingendole la vita con le braccia.

- Non v’importa…?- sussurrò come per esserne sicuro.

- No…- mormorò lei sorridendo.

La ragazza gli carezzò il viso dove erano ancora rimasti dei lividi, e lui le prese la mano per baciarla. Poi si chinò su di lei cosicché Emily sprofondò nei cuscini. Non le sembrava ancora vero di trovarsi lì con l’uomo che amava, senza dover nascondere i propri sentimenti…Solo poche settimane prima non avrebbe mai pensato di ritrovarsi là, quella notte, con lui. Le sue braccia la rassicuravano, tutto il suo corpo pareva proteggerla. Mentre continuava a baciarla la ragazza sentiva dentro di sé crescere un immenso calore che si spandeva in tutto il corpo, per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva veramente felice. Ma quella nn era banale felicità, era qualcosa di nuovo che Emily non aveva mai provato prima, una sensazione a lei sconosciuta ma dolcissima. Pirelli continuò a baciarla come assetato, felice e ancora incredulo di essere finalmente riuscito ad avere la ragazza che finora aveva solo sognato. In tutta la sua vita non aveva mai provato una tale emozione e un tal sentimento, non aveva mai conosciuto l’amore, e si abbandonò ai suoi sensi. Per entrambi fu una notte stupenda. Il mattino seguente, alle prime luci dell’alba, Pirelli aprì gli occhi e stiracchiò le gambe sotto le coperte. Si voltò su un fianco e la prima cosa che vide fu la schiena nuda di Emily, che dormiva voltata dalla parte opposta. L’uomo sorrise ricordando la notte appena trascorsa, e il cuore gli si riempì di affetto. Si avvicinò di più alla ragazza e la baciò sul collo. Questa mosse la spalla mormorando qualcosa e sorrise. Pirelli ripeté l’azione e mormorò:

- Buongiorno.

Emily aprì gli occhi, sorrise e si voltò verso di lui. Entrambi si guardarono come non si erano mai guardati prima, qualcosa di profondo era nato tra loro.

- Buongiorno.- disse lei dolcemente.

E si baciarono. Pirelli si stese e lei gli circondò la vita con un braccio, accoccolandosi contro di lui.

- Vi amo tantissimo.- disse.

Pirelli socchiuse gli occhi e sorrise, mormorando:

- Anch’io. È stata la notte più bella di tutta la mia vita. Forse devo ringraziare Sweeney…

Lei alzò lo sguardo curiosa. Pirelli aggiunse:

- …Se non mi avesse ferito non mi avreste mai salvato, e non vi avrei incontrata.

Emily sorrise sussurrando:

- Chissà…

Pirelli si sistemò sui cuscini e disse:

- Non mi avete ancora detto come sapevate che ero in quel baule.

La ragazza si trovò indecisa se dirgli la verità, ma alla fine decise di no. In fondo, nemmeno lei ne era certa, molti ricordi si affollavano nella sua mente, sapeva solo che l’aveva salvato perché era a conoscenza della fine che avrebbe fatto e voleva impedirlo.

- Dalla strada- spiegò- ho visto la scena. Dalla finestra. E ho deciso di correre al più presto a salvarvi.

- E per questo vi sono grato.- mormorò lui carezzandole la schiena.

Emily gli passava la mano sul ventre. Chiese:

- Vi fa ancora male?

- Non molto. Mi ha colpito sul viso e sulla schiena. Lì sento ancora dolore.- rispose l’altro.

Emily si stese sospirando. Pirelli la guardò in tralice chiedendo:

- Cosa avete?

- Niente- rispose lei- stavo pensando a quell’assassino.

Pirelli si chinò su di lei e con aria buffa disse:

- Non pensate a lui. Adesso dovete avere solo una cosa in mente…

Emily scoppiò a ridere mentre lui calava su di lei baciandole il collo. Subito sentirono un rumore provenire dalla stanza di Claudia. Pirelli parve ignorarlo tant’era intento ad amoreggiare con la ragazza, ma Emily lo frenò ridendo:

- Ehi, aspettate, aspettate un attimo…Abbiamo svegliato Claudia.

Pirelli parve riemergere da pensieri suoi, perché per un attimo sembrò non aver capito la situazione.

- Giusto!- esclamò poi.

Balzò giù dal letto imprecando e chiedendo tra sé e sé:

- Dove sono i miei vestiti?

Emily assisteva alla buffa scena sotto le lenzuola, quando all’improvviso entrò Claudia. Nel vedere Pirelli vagare nella stanza senza vestiti cacciò un urlo, e lui pure. Afferrò il fondo delle lenzuola e si coprì più che poteva.

- Scusate…- mormorò Claudia rossa in viso, coprendosi gli occhi con una mano.

- Scusa tu!- esclamò Emily imbarazzata.

Pirelli, rossissimo, si chinò sparendo completamente dietro il bordo del letto. Disse:

- Scusate, Claudia, io…Sono desolato…

- Preparo la colazione!- esclamò Claudia uscendo in fretta e sbattendo la porta.

Pirelli sospirò al colmo della vergogna, ed Emily fece una risatina. Lui la rimbeccò:

- Non c’è niente da ridere!

Lasciò le lenzuola e recuperò da sotto il letto i calzoni. Emily si preparò e uscì dalla stanza per prima. Entrò in cucina, dove Claudia stava infornando i biscotti.

- Si può sapere cosa avete fatto voi due?- chiese la ragazza con un misto di malizia e stizza.

Emily arrossì violentemente e rispose:

- Be’…Ieri mi ha confessato che mi ama.

Claudia sorrise ed esclamò:

- Non ci posso credere! Ce l’hai fatta, complimenti!

Le due si abbracciarono e poi Emily le raccontò cosa era successo e come si era dichiarato. Proprio sul più bello entrò Pirelli nella stanza, che, nel vedere Claudia e nel pensare a cosa era successo poco prima, abbassò lo sguardo e arrossì. Le ragazze smisero di parlare e lui si sedette ad un tavolo. Nel mangiare tè e biscotti ogni tanto il suo sguardo si alzava e incontrava quello di Emily. Allora entrambi sorridevano e tornavano a scrutare il liquido scuro nelle loro tazze.

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Veniamo alle recensioni, altro motivo per cui ho continuato ad aggiungere capitoli...

Per Euridice Volturi: Grazie, sono contenta che la storia ti abbia presa (e che tu l'abbia aggiunta ai preferiti)! Come vedi la storia tra Pirelli ed Emily va avanti, mentre per quanto riguarda Sweeney e Claudia...Vedrai!

Per Tecla_Leben: Grazie di aver messo la storia nei preferiti, e sono molto contenta che ti stia piacendo. Quasi più dell'originale di Tim? Che onore!!! 0.0 E dire che la trama non è ancora arrivata al punto di massima tensione! E credo che al posto di Claudia tutti avremmo fatto lo stesso. ù___ù

 

Comunque volevo informare tutti coloro a cui la storia sta piacendo che ho già pronto un seguito che pubblicherò se questa fic avrà successo. ^^

 

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Capitolo 7
*** Cap.7 ***


*

Pirelli cominciava veramente a fare progressi ed era quasi pronto a mostrarsi di nuovo in pubblico. Ma cosa avrebbe fatto? Sweeney se ne sarebbe accorto, avrebbe tentato di nuovo di ucciderlo. E non poteva certo tacere e lasciare quell’assassino in libertà…

- Conosco bene il messo Bamford- disse un giorno Pirelli- mi basterebbe parlare con lui e Benjamin Barker sarebbe di nuovo in prigione a vita. Perché non lo denunciamo? Ora sono abbastanza in forze per andare all’Old Bailey! Sono stanco di sentire che Sweeney Todd si ingannerà da solo. Devo agire!

Emily, seduta accanto a lui, gli strinse la mano esclamando:

- Resisti ancora un po’! Ti ricordo che il giudice Turpin e il messo non sono brave persone…Anche se tutta Londra li stima!

- Non m’interessa se hanno fatto del male al signor Barker! Lui ora è un criminale e il suo odio non giustifica questi!- ribatté Pirelli indicando i lividi sul suo volto.

- Ma il giudice gli ha rubato la vita ingiustamente! Ha sua figlia, e ha ridotto sua moglie a…- Emily si interruppe realizzando che Lucy non era morta, ma si aggirava per Londra come una mendicante.

- Non me lo sarei mai immaginato…Il giudice Turpin e il messo sembrano persone così piene di integrità e serietà…- sospirò Pirelli.

La ragazza ribatté:

- Sembrano, avete detto bene. Io non consegnerei Sweeney Todd nelle loro mani. Anche se quell’uomo merita di essere punito…

In quel momento entrò Claudia, che era andata al mercato. Era rossa in volto e aveva uno strano sguardo. Emily capì che qualcosa non quadrava. Le chiese:

- Cosa è successo?

- Niente- rispose Claudia- assolutamente niente. Per fortuna…Al mercato ho visto Sweeney, Toby e Mrs. Lovett.

- Che cosa?!- scattò Pirelli.

Emily chiese:

- Ti hanno riconosciuta?

- No. Spero di no.- rispose l’altra sistemando gli acquisti sul bancone.

Pirelli trasse un sospiro di sollievo.

La mattina dopo Claudia riuscì per fare spese ed Emily e Pirelli rimasero soli in casa. La ragazza stava cercando di prendere una spezia su un ripiano molto alto della dispensa, ma fu colta da un dolore allo stomaco e si accasciò a terra con un gemito. Pirelli corse ad aiutarla.

- Che cosa avete? Vi sentite male?

Emily si rimise in piedi. Rispose aggrappandosi a lui:

- No, sto bene…Passerà. È da qualche giorno che ho mal di stomaco e non mi sento molto bene…Ma non è grave. Dura solo qualche minuto e per il resto della giornata sto bene.

- Credete che non sia nulla di grave? Cosa potrebbe essere?- chiese Pirelli facendola sedere su una poltrona.

La ragazza indugiò prima di rispondere.

- Io- disse infine- credo di sapere cosa sia…O meglio, io ho una certa idea. Anche se non credo proprio sia possibile…Ma non si può mai dire!

Lui la incoraggiò:

- Spiegatevi meglio!

Emily sorrise e si sistemò nella poltrona, ma non proseguì. Disse solo:

- Non ha importanza, ve lo dirò quando ne sarò sicura.

- Io invece devo dirvi una cosa…- cominciò Pirelli.

Lei lo guardò incuriosita e l’uomo si inginocchiò per guardarla negli occhi. Proseguì:

- Vi ho già detto che vi appartengo anima e corpo. Be’, ora voglio che Londra, che tutto il mondo lo sappia. Aspetterò che sia finita questa storia, non c’è dubbio, ma spero tanto che alla fine vogliate diventare mia moglie.

Gli occhi di Emily si illuminarono di gioia. Lui terminò il discorso:

- Mi sposerete, Emily?

- Certo che sì, e me lo domandate?- esclamò la ragazza baciandolo.

Pirelli l’abbracciò e mormorò:

- È la cosa più bella che mi sia stata mai detta!

Si guardarono negli occhi, estranei a tutto quello che li circondava. All’improvviso la porta del negozio si aprì facendo tintinnare i campanelli e si richiuse subito. Pirelli, che dalla sua posizione riusciva a vedere la soglia, s’irrigidì tutt’a un tratto e si alzò in piedi di scatto.

- Che cosa ci fai qui?!- disse con un tono improvvisamente collerico e autoritario che pareva contenere un’inclinazione di accento italiano.

Emily si voltò per vedere contro chi stava inveendo. E con sua somma sorpresa vide Toby. Pirelli avanzava già verso di lui minaccioso, ed Emily si chiese ancora perché l’uomo odiasse tanto quel bambino anche quando non era più il suo aiutante.

- Allora è vero, siete vivo!- esclamò il ragazzo con un misto di sorpresa, gioia e timore.

Emily fermò Pirelli prima che potesse fare qualcosa al bambino, e si rivolse a lui:

- Toby, cosa ci fai qui?

- Io lo sapevo- la ignorò il bambino- che voi eravate vivo, nascosto da qualche parte. Che non eravate sparito. Sapevo che il signor Todd è un uomo malvagio, è lui che vi ha ridotto così!

Alludeva alla cicatrice e ai lividi sulla testa di Pirelli. L’uomo parlava improvvisamente con accento italiano, com’era abituato a fare sul palco:

- Ora lavori per lui?

- Sì, signore, cioè, no…Io lavoro per la signora Lovett! È stata molto gentile con me! Ma sembra non accorgersi che si sta fidando di una persona malvagia…Proprio per questo sono venuto qui, per salvarvi da lui! Non tradirei mai la signora Lovett, ma tradisco volentieri quel mostro!- rispose Toby.

- Salvarci?- chiese Emily preoccupata.

Il bambino sembrava molto spaventato. Disse:

- Lui sa che siete qui. E oggi verrà a uccidervi. Io dovevo avvertirvi, non potevo lasciarvi morire! Ora che lo sa, non si fermerà.

Pirelli ed Emily si guardarono preoccupati. Lui chiese:

- Ne sei sicuro? Come l’ha saputo?

- È stata quella ragazza- rispose Toby spostando lo sguardo ansioso da Emily a Pirelli- la signorina Raven. L’abbiamo incontrata al mercato, ieri, e ci ha detto tutto. Non rientrerà a casa oggi, ed il signor Todd verrà qui ad uccidervi. Così ha detto lui.

Emily era diventata improvvisamente pallida. Stava per scoppiare a piangere.

- No…Claudia non lo farebbe mai! NON PUÒ AVERLO FATTO!- esclamò.

Pirelli la abbracciò. Ad Emily affiorarono alla mente tutti i particolari che aveva ignorato…Claudia che non vedeva l’ora di incontrare Sweeney, che lo applaudiva, che gli voleva chiedere un autografo…Aveva ceduto al suo fascino, alla fine.

- Grazie, Toby- disse la ragazza- senza di te saremmo morti.

Abbracciò il bambino e gli offrì una caramella. Persino Pirelli, anche se piuttosto freddamente, gli carezzò la testa. Solo allora Emily notò che teneva in mano qualcosa.

- Che cos’è?- chiese indicando il foglio bianco che Toby stringeva nervosamente in mano.

Il bambino arrossì. Rispose:

- Il signor Todd ha detto che devo consegnarla al giudice Turpin. Solo nelle sue mani, ha detto. All’Old Bailey. È lì che sono diretto. Mi sono fermato da voi sulla strada, per avvertirvi, ma non dovrei essere qui.

Pirelli tentò di afferrargli il foglio esclamando:

- E tu obbedisci ai suoi ordini? Dammela! Potrebbe essere importante!

Emily lo fermò. Conosceva il contenuto di quella lettera.

- Non è pericolosa- spiegò- non ci riguarda. È proprio quello che ingannerà Sweeney.

- Voi come fate a saperlo?- chiese Pirelli.

- Non c’è tempo- tagliò corto Emily- Toby, fa’ come ti ha detto il signor Todd. E grazie ancora.

Il bambino sorrise, poi dette un’occhiata incerta al suo vecchio padrone e uscì. Emily corse in camera presa dal panico. Mise un vestito pulito e consigliò a Pirelli di fare lo stesso.

- Ce ne andiamo!- disse.

L’uomo replicò:

- Volete lasciare la vostra casa?

- Non possiamo affrontare Sweeney Todd da soli!- esclamò Emily.

Pirelli indossò il vestito che aveva il giorno in cui era stato picchiato, ormai puliti, e vi buttò sopra un cappotto nuovo. Prima di uscire, Emily dette un’ultima occhiata a quella che era stata la sua casa per quasi un mese. Le venne una fitta al cuore, ma aveva Pirelli al suo fianco, lui era la sua casa.

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Tantantan! Colpo di scena, il voltafaccia di Claudia! XD

Ma adesso passiamo alle recensioni...

Per Euridice Volturi: Non credo che Claudia conquisterà Sweeney, lui è troppo accecato dalla vendetta...Ma di certo ha capito che fascino ha su di lei e ha saputo sfruttarlo!

Per Tecla_Leben: Eh, questo è un Pirelli un po' diverso da quello che conosciamo... ù___ù La mia intenzione era proprio quella di farlo apparire almeno tenero...Ma Sweeney è tutta un'altra cosa! Come vedi la trama si infittisce, ora comincia la parte più interessante.

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Capitolo 8
*** Cap.8 ***


*

I due si rifugiarono ad Hide Park. Emily rifletteva su ciò che sarebbe accaduto. Conosceva quella sequenza di eventi, l’aveva vista tante volte…Quello era il fatidico giorno in cui sarebbe morto Sweeney Todd. La lettera chiedeva al giudice di correre dal barbiere per riprendersi la sua pupilla Johanna, portata lì dal marinaio Anthony. Una truffa di Sweeney per condurre da lui Turpin e vendicarsi. Toby sarebbe stato all’Old Bailey, poi all’orfanotrofio e dopo sarebbe tornato da Mrs. Lovett e le avrebbe espresso i suoi dubbi su Sweeney. Il barbiere forse a quell’ora era già in casa loro. Comunque, non restava che aspettare, perché calata la sera Sweeney Todd sarebbe sicuramente tornato in Fleet Street per accogliere il giudice. E sarebbe morto. Lei e Pirelli sarebbero stati finalmente fuori pericolo. E Claudia? Già, ancora le faceva male…Come aveva potuto tradirli così? E poi un dubbio più atroce: e se Claudia avesse voluto tentare di salvare Sweeney dalla morte? Emily non poteva permetterlo! Dovevano assolutamente andare in Fleet Street quella sera e controllare che tutto si svolgesse secondo i piani…O magari avrebbe potuto svelare a Sweeney che sua figlia era il "ragazzo" che aveva lasciato nella bottega…Così non sarebbe morto, ma, riconoscente per l’informazione data, avrebbe smesso di essere un assassino. Sì, doveva andare in Fleet Street. Espresse questo desiderio a Pirelli.

- Siete pazza!- commentò lui.

- No, non lo sono…Ho buone ragioni. E un’idea…Forse salverò più di una vita!- spiegò la ragazza.

Alla fine Pirelli si arrese e accettò di seguirla in Fleet Street.

- Ma dovremo stare molto attenti- disse lei- e scegliere il momento adatto. Un secondo di ritardo potrebbe costarci la vita.

Era pomeriggio quando Sweeney fece irruzione nel negozio di Claudia ed Emily armato di rasoio. Fu sorpreso dal silenzio della casa. Ispezionò ogni stanza, aprì armadi e cassapanche, rovesciò poltrone, ispezionò il pavimento in cerca di rifugi segreti. Ma il suo urlo rabbioso si perse nel silenzio della casa vuota. Erano fuggiti! Chi li aveva avvertiti? Non c’era tempo: il giudice stava per arrivare, e forse non avrebbero fatto in tempo ad avvertirlo. Il barbiere corse in Fleet Street e risalì nella sua bottega. All’imbrunire Emily e Pirelli si nascosero dietro un palazzo per spiare la soglia del negozio di Mrs. Lovett. C’era tensione nell’aria, ed Emily stava attentissima a cogliere il momento adatto per entrare. Vide Sweeney Todd condurre il messo nella sua bottega e Mrs. Lovett rientrare nel suo negozio.

- Sta per ucciderlo.- mormorò Pirelli.

- Sì. Ma non entriamo ancora. La signora Lovett è ancora nel negozio.- bisbigliò Emily.

Sapeva che tra pochi minuti Toby, chiuso nella stanza del forno, avrebbe realizzato di che cosa fossero fatti realmente i pasticci. Infatti poco dopo videro Sweeney scendere le scale, solo, e sparire nel negozio di Mrs. Lovett. Poi il silenzio. Ad un tratto in strada si sentirono dei passi veloci, e due figure corsero su per le scale: Anthony e Johanna. Poco dopo Anthony ridiscese solo. Emily capì che Johanna si trovava sola nella bottega, e che presto sarebbe entrata anche Lucy. Infatti la vecchia salì lentamente le scale. Pirelli, confuso, chiese:

- Chi è quella?

Emily rispose:

- Una mendicante…La moglie di Benjamin Barker. Non è morta. Ora guarda!

Era entrata canticchiando nella bottega. Subito dietro arrivò Sweeney, che si precipitò nel suo negozio. Lo sentirono chiedere bruscamente:

- Voi chi siete? Che cosa ci fate qui?

- Ora!- esclamò Emily.

E corse verso la soglia del negozio di pasticci. Pirelli la seguì. Sweeney Todd era entrato nella sua bottega e non poteva più sentirli. Entrarono e si diressero verso il salotto, dove ancora scoppiettava il fuoco. Emily tremava dalla tensione, aveva paura che il piano fallisse. Prima di entrare nella stanza videro una porta nel corridoio, l’aprirono e videro che dava su delle scale. In fondo alle scale un’altra porta era stata socchiusa e ne uscivano bagliori rossastri. Emily e Pirelli scesero le scale mentre lei bisbigliava:

- Dobbiamo fare silenzio. Là sotto, che cerca Toby, c’è la signora Lovett. Non dobbiamo farci sentire da lei. Staremo lì e aspetteremo Sweeney. Se lei ci vedrà prima, dovremo trattenerla in qualche modo.

- Ma non è rischioso? Incontrare Sweeney in una stanza chiusa?- chiese l’altro.

Emily, vicina alla fine delle scale, sussurrò:

- È necessario. Solo qui potrà capire…Oh, speriamo che le cose vadano bene!

Stava per entrare nella stanza, quando Pirelli la ritrasse indietro afferrandola per un braccio e la baciò.

- Se le cose andassero male- disse poi- sappiate che io vi amo e vi amerò per sempre. Ricordatevelo. Siete stata la cosa più bella di tutta la mia esistenza.

Lei gli carezzò il viso sussurrando:

- Le cose non andranno male. Io vi amo e farò di tutto per impedire che portino via la nostra felicità.

Così entrarono nella stanza del forno. Era una stanza piuttosto grande, attraversata da un canale pieno d’acqua sporca che si riversava nelle fogne. Dalle grate per terra proveniva un odore raccapricciante. Su una parete c’erano degli archi attraverso i quali si accedeva alle vere e proprie fogne. Da lì si sentiva l’eco lontano della voce di Mrs. Lovett, che cercava Toby.

- Non può sentirci, è lontana, nelle fogne. Ma fra poco sarà qui.- sussurrò.

Pirelli inorridì vedendo alla sua destra i corpi del messo Bamford e della mendicante. Di fronte a lui ardeva il forno, e più a destra stava l’imponente tritacarne. L’uomo vide all’interno parti umane, e si portò una mano alla bocca. Emily pensò che una volta si disperava al pensiero che fra quei resti umani ci fosse anche Pirelli sbrandellato. Prima tremava pensando a quando l’avevano infilato nel tritacarne e l’avevano reso un pasticcio. Ma lei aveva cambiato le cose. Ora lui era lì con lei, sano e salvo, e per una volta non faceva parte di quel disgustoso spettacolo, anzi, vi assisteva lui stesso. Alle loro spalle sentirono dei passi e si voltarono pietrificati al terrore. Alla porta si affacciò Claudia.

- Tu!- esclamò Emily.

Claudia impallidì, e sussurrò:

- Emily! Io…Mi dispiace! Non volevo che andasse così!

- Ci hai venduti!- la interruppe l’amica furiosa.

Claudia chiuse la porta e tentò di difendersi:

- Non avrei voluto! Non doveva finire così! Mi dispiace tantissimo…Sono qui per questo! Mi pento di ciò che ho fatto e voglio aiutarti!

- È tardi!- disse Pirelli arrabbiato.

- No…- Claudia stava per scoppiare in lacrime- non può essere tardi…Vi prego, perdonatemi! Vi scongiuro, io non volevo…Ero al mercato e lui mi ha riconosciuta! Ma io gli ho detto che sapevo dove si nascondeva Pirelli…Lui mi ha risparmiata. Voleva sapere solo dov’era Pirelli.

- E tu glielo hai detto. Come hai potuto?- chiese Emily.

Claudia balbettò:

- I…Io non lo so! Era così bello, quando me l’ha chiesto…Ho pensato che non ti avrebbe fatto del male, Emily. Non credevo che volesse piombare a casa per uccidervi tutti e due…C…Credevo fosse buono…D…Dopo mi ha ringraziato, con quell’espressione…

- Se lo credevi buono perché non sei tornata a casa?

- Solo dopo mi sono accorta di quanto fosse malvagio. E ho avuto paura, lo ammetto! Ma sapevo che Toby sarebbe corso da voi…E sono venuta qui nella speranza di trovarvi e chiedere perdono. Stasera Sweeney morirà.- disse Claudia.

Emily rimase in silenzio. Claudia si avvicinò a lei con le lacrime agli occhi. Sussurrò:

- Non avrei dovuto…Mi dispiace molto. Sono stata una sciocca, una traditrice. Voi e Pirelli eravate felici…Non ne avevo il diritto. Ma io sono ancora tua amica, Emily, e farò tutto quello che mi dirai, per aiutarti!

Emily la guardò, fissò i suoi occhi e capì che non mentiva. La abbracciò e disse:

- Tu non smetterai mai di essere mia amica. Ma quello che hai fatto è orribile, e lo sai. Non so se sono pronta a perdonarti, ma resterai sempre la mia migliore amica. Accetto il tuo aiuto.

- Un giorno riuscirai a perdonarmi?- chiese Claudia più sollevata.

Emily rispose:

- Sì, ma…

Fu interrotta da un cigolio sinistro, e una botola sul soffitto si aprì. Nella stanza scivolò un cadavere coperto di sangue che si depositò sugli altri due. Era il giudice Turpin.

- Oh mio Dio!- si lasciò sfuggire Pirelli.

Emily disse:

- Non c’è tempo. Fra poco saranno qui. Dovrò convincere Sweeney che quella di sopra è sua figlia.

Dagli archi entrò Mrs. Lovett, che nel vederli trasalì. Esclamò:

- Voi! Come siete entrati?

Poi vide Pirelli e mormorò:

- Oh, no!

Claudia intervenne:

- No, aspettate. Vogliamo parlare con Sweeney ma non abbiamo intenzione di denunciarlo…

La signora Lovett avanzò, portandosi accanto ai cadaveri. Disse:

- Se pensate che crederò a questa sciocchezza vi sbagliate di grosso, perché io…

Si interruppe e lanciò un urlo. Gli altri trasalirono, mentre la donna guardava ai suoi piedi.

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Ok, ora comincia la vera "azione"...Spero di aver lasciato un po' di suspance!^^

Comunque questo è il penultimo capitolo...

Per Euridice Volturi: Claudia si è lasciata abbindolare da Sweeney, ma come vedi non è cattiva...Però adesso la storia prenderà una piega inaspettata!

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Capitolo 9
*** Cap.9 ***


*

Il giudice Turpin, non ancora completamente morto, le tirava il vestito con gesto di supplica. La donna ritrasse la gonna e lo spinse via con un calcio, gridando:

- Muori!!! Oh Signore, crepa!!!

Il giudice esalò l’ultimo respiro e cadde riverso. Mentre Mrs. Lovett indietreggiava lanciava occhiate agli intrusi e ai cadaveri. Poi lo sguardo le cadde sulla mendicante.

- Tu…- sussurrò.

Si sentirono dei passi, Emily, Pirelli e Claudia si allontanarono dalla porta. Questa si aprì ed entrò Sweeney Todd, completamente ricoperto di sangue. Bruscamente chiese:

- Perché avete urlato?

Poi vide Emily, Claudia e Pirelli. Il suo sguardo già furente si riempì d’odio.

- Voi!- gridò.

Pirelli fece un passo indietro mentre Emily supplicava:

- No, aspettate! Non abbiamo intenzione di denunciarvi!

Sweeney strinse il rasoio in mano ed ordinò a Mrs. Lovett:

- Aprite la grata, dopo devo occuparmi del giudice.

La donna non esitò e aprì la pesante porta di ferro della caldaia. Una luce rossastra si diffuse nella stanza, e all’interno della fornace si scorgevano numerosi pasticci. Ma lo sguardo ansioso della signora Lovett continuava a posarsi sulla mendicante a terra. Non osava raggiungerla finché Sweeney le era vicino, e così arrabbiato. Claudia e Pirelli si fecero da parte mentre Emily avanzava coraggiosamente verso il barbiere. Questo sembrava pronto a sferrare il suo rasoio, quando la ragazza disse in preda al panico:

- Aspettate, vi prego! Voi non sapete una cosa…Il ragazzo che avete lasciato nella vostra bottega poco fa è vostra figlia Johanna! Dovete credermi!

Il barbiere parve turbato dall’improvviso nome di sua figlia, ma continuò ad avanzare dicendo serio:

- È una bugia. Voi non potete sapere…

Presa dal panico, Emily esclamò in preda alla disperazione:

- Lo è! E la mendicante che avete ucciso senza nemmeno accertarvi di conoscerla, è vostra moglie Lucy! Non è morta!

Mrs. Lovett impallidì e le labbra le tremarono. Sweeney sgranò gli occhi e sentì una rabbia profonda e incontrollabile crescergli dentro. Quella ragazza vaneggiava, stava cercando di confonderlo, non avrebbe dovuto nominare la sua Lucy.

- Tacete!!!- gridò il barbiere gettandosi in preda all’ira contro Emily.

Col rasoio era deciso a trafiggerla, accecato dalla rabbia, senza controllarsi, come se in mano non avesse una lama da barba ma una vera e propria spada. Vedendo il diabolico barbiere avventarsi contro la sua amata, Pirelli corse disperato verso i due gridando:

- No!!!

E riuscì a mettersi tra Emily e Sweeney giusto in tempo. La ragazza era rimasta immobile, gli occhi fissi. Era salva, Pirelli si era interposto tra lei e il feroce assassino. Ma la lama non lo aveva risparmiato, ed ora subiva la sorte che sarebbe dovuta spettare a lei. Sweeney ritirò il rasoio insanguinato un po’ stordito. Pirelli si portò le mani al ventre e si accasciò a terra.

- No!- gridò Emily disperata.

Sentì un vuoto nello stomaco, come se una voragine nera si fosse aperta sotto i suoi piedi. Si gettò in ginocchio china sul suo amato ferito a terra. L’aveva protetta, l’aveva salvata. Ma non era sollievo quello che provava: era paura, era dolore. Claudia, sconvolta, si gettò su Sweeney gridando:

- Come avete potuto?!

E lo spinse a terra. Il barbiere, colto di sorpresa, cadde sui cadaveri ammassati vicino al tritacarne. Mrs. Lovett osservava la scena immobile, indecisa sul da farsi. Avrebbe voluto aiutare Sweeney, ma ciò che aveva detto Emily su Lucy la terrorizzava. Doveva sbarazzarsi della mendicante. Proprio in quel momento Sweeney si stava alzando con fatica dai cadaveri. Fu allora che notò il corpo della mendicante. Che fosse vero ciò che quella ragazza aveva detto? Le scostò capelli e vide un viso deturpato dalla miseria e dal dolore, invecchiato, ma sempre lo stesso che ricordava. Quella era veramente Lucy, sua moglie, morta per sua mano. Come aveva potuto essere così cieco?

Mentre Sweeney si rendeva conto di questa terribile realtà Emily era china su Pirelli, in lacrime, e tentava di farlo reagire. Ancora una volta era stato ferito, e perdeva molto sangue.

- Non mi lasciate- mormorava la ragazza- parlatemi…Come vi sentite?

Pirelli aprì gli occhi e respirò affannosamente. Ma si sforzò di sorridere. Emily esclamò continuando a piangere:

- Oh, Davey!

Gli teneva il viso tra le mani e continuava a ripetergli di stare sveglio.

- Come ha potuto…? Non doveva finire così…Io dovevo salvarvi. Non avrei dovuto portarvi qui con me…Sono stata una pazza a credere che rendendogli la sua famiglia ci avrebbe risparmiati!- singhiozzò.

Pirelli le disse fievolmente:

- Non è stata colpa vostra…Voi volevate vedere del buono anche nella persona più crudele…E questo è un bene. Non avete colpa…

- Sono stata una sciocca…

- No. E sono contento di avervi seguita, di essere stato al vostro fianco fino alla morte, per salvarvi come voi avevate salvato me.

- No, non vi ho salvato. Vi ha ferito, di nuovo! Invece io volevo salvarvi…Per sempre, da ogni male!

- Non piangete, no…

- Sì…Non posso perdervi di nuovo, no…

- Di nuovo?

- Quando vi ha ferito la prima volta, temevo sareste morto…Ma eravate salvo…E invece adesso vi perdo ancora! Ed io non voglio, siete tutto per me!

- E voi siete tutto per me! Non potrei mai amare nessuno come ho amato voi…Serberò il vostro ricordo per sempre…

- Non è giusto…Non meritate di morire. Io vi amo!

- Vi amo anch’io, e non potete immaginare fino a che punto. È l’amore che mi ha portato qui. Dovevo proteggervi.

Detto questo emise un gemito di dolore. Emily singhiozzò:

- Non lasciatemi…Vi amo troppo…

- Siete sempre così…Bella…

- Devo…Devo dirvi una cosa. Io aspetto un figlio da voi.

Lo disse col sorriso, nonostante piangesse. Pirelli le guardò istintivamente la pancia, poi mormorò con un grande sorriso:

- Davvero?

Emily fece di sì con la testa. L’uomo sorrise e mormorò:

- Nostro figlio…

Poi, con le sue ultime forze, prese la mano tremante della ragazza e disse:

- Voi…Non sarete mai sola. In quel bambino rivivrete il mio amore. L’amore che ho sempre nutrito per voi, Emily.

La ragazza singhiozzò sonoramente e si chinò a baciarlo. Intorno tutto era sparito per lei. In quel bacio riversò tutti i suoi sentimenti, la frustrazione, la rabbia, la paura e la disperazione. Non poteva averlo perso di nuovo. Non riusciva a credere che non avrebbe mai più sentito le sue braccia che la avvolgevano per proteggerla, e le sue parole così dolci, i suoi sguardi, le sensazioni che riusciva a trasmetterle solo restando accanto a lei. Non poteva essere finito. Si scostò da lui e vide che il suo petto aveva smesso di alzarsi regolarmente. Le palpebre erano chiuse. Le lacrime le sgorgarono più forte, senza riuscire a fermarsi.

- No!- gridò affondando la testa nel petto dell’amato.

Singhiozzava con il viso nascosto, disperata, senza alcun pensiero che non fosse Pirelli. Voleva urlare, distruggere ogni cosa, persino sé stessa, sentiva le ossa tremare e formicolare come se non potessero più star ferme. Non riusciva a controllare il suo petto, che si alzava e abbassava freneticamente sotto i singhiozzi, come dotato di vita propria. E non voleva fermarlo. Claudia si inginocchiò accanto a lei, il viso rigato dalle lacrime. Le posò una mano sulla spalla.

Mentre in un angolo si svolgeva questa scena, Sweeney, indifferente, si era messo in ginocchio accanto al corpo di sua moglie e la fissava. La signora Lovett, accanto al forno, tremava. Era come se le due scene si stessero svolgendo in universi separati, tanto i diversi personaggi sembravano esiliati dagli altri. Eppure erano tutti nella stessa stanza.

- Non ci conosciamo? Ha detto.- disse il barbiere con una strana smorfia.

Mrs. Lovett taceva terrorizzata, pensando a cosa dire. Ma fu sempre Sweeney a parlare:

- Voi sapevate che era viva.

Mrs. Lovett tentò di dire debolmente:

- I…Io pensavo soltanto a voi!

E stavolta lui la guardò, uno sguardo duro e severo:

- Mi avete mentito.

La donna cercò di difendersi, in fondo non aveva mai detto espressamente che Lucy fosse morta. La poveretta era solo impazzita dopo aver preso il veleno. Sweeney Todd pareva non ascoltarla neanche, così, disperata, Mrs. Lovett ammise di aver mentito, perché l’amava e sapeva che sarebbero stati felici insieme. A quelle parole Sweeney si risvegliò e si voltò di scatto verso di lei. Sorprendentemente non sembrava arrabbiato, anzi, forse le era grato. Avanzò verso di lei, che, dubbiosa, indietreggiò. Ma poi lui le disse che aveva ragione, che il passato era passato, e si mise a danzare con lei. Mrs. Lovett non riusciva a crederci. Emily continuava a singhiozzare, anche se meno violentemente, su Pirelli, e solo Claudia sembrava assistere veramente alla scena. Ma, anche se sapeva ciò che sarebbe accaduto, non lo impedì. Volteggiando, Sweeney si portò vicino al forno e vi spinse dentro Mrs. Lovett. La donna cominciò a urlare in modo straziante mentre bruciava, così il barbiere chiuse freddamente la grata. Di colpo i bagliori rossastri cessarono, anche se dall’interno giungeva l’eco delle urla di Mrs. Lovett. Sweeney Todd rimase un po’ a fissarla dallo spioncino, poi chiuse anche quello e fu il silenzio. Non si accorse delle due ragazze vicino al defunto, si diresse verso il corpo di sua moglie. Posò il rasoio sul pavimento e si inginocchiò, sistemando Lucy sulle sue gambe. La guardava, e rifletteva su quanto era stato stupido.

Emily non piangeva più, ma fissava con sguardo perso Pirelli. Claudia notò che in fondo, in quel momento, piegati entrambi sulla persona amata che avevano perso, un po’ si assomigliavano. C’era uno strano silenzio, interrotto solo dal crepitio del fuoco nel forno. Emily passò la mano sulla guancia di Pirelli. E così non c’era riuscita: era morto. Non sarebbe tornato più, mai più. Fu allora che realizzò una terribile verità: che per quanto avesse provato a cambiare il destino, a cambiare la storia, questa non si sarebbe mai modificata. Era accaduto quello che era sempre dovuto accadere: Pirelli era morto. Poco importava se nella bottega del barbiere o nella cantina del negozio, era morto. E nonostante le circostanze fossero molto cambiate, tutti coloro che dovevano morire secondo la storia, erano morti. Lei non poteva farci niente. Anche se fosse tornata indietro due, dieci, cento volte, non sarebbe riuscita a salvare il suo amato. Non si modifica la storia, tutti coloro che devono morire, in un modo o nell’altro, moriranno. Perciò, secondo la storia, ne mancava uno.

Una grata si alzò lentamente spinta da due mani. Dal buco uscì Toby, lo sguardo feroce, arrabbiato, deluso. Il ragazzo era proprio dietro Sweeney Todd, che non si era accorto di niente. Avanzava lento verso di lui. Allora Emily si alzò silenziosamente, Claudia la seguì preoccupata. Ora erano in tre, dietro il barbiere. Toby fece per chinarsi, ma Emily lo fermò con la mano e lo spinse verso Claudia, che lo abbracciò e si ritrasse. Toby non si dibatté, ma dalle braccia di Claudia continuò a fissare l’assassino. Fu Emily a chinarsi e a raccogliere il rasoio che Sweeney aveva lasciato cadere. Ora era in piedi dietro di lui, allungando una mano avrebbe potuto toccarlo. La storia lo voleva, non importava per mano di chi, lui doveva morire. E lei voleva vendicare Pirelli. Sweeney parve quasi accondiscendere, alzando gli occhi da Lucy e reclinando la testa leggermente all’indietro. Emily, senza pietà, gli diede un colpo secco alla gola, veloce, senza espressività. Il sangue cominciò a sgorgare mentre Sweeney reclinava la testa con un rantolo. Il liquido scivolava sul viso di Lucy e poi ricadeva spettrale spandendosi sul pavimento. Claudia si voltò per non guardare, Toby socchiuse le palpebre come per approvare. Emily lasciò cadere il rasoio e tornò a chinarsi su Pirelli. Questo avrebbe visto chiunque fosse entrato in quel momento nella cantina. Una ragazza che abbracciava un bambino, una china sul corpo di un uomo, e al centro, in un lago di sangue, un uomo dalla gola tagliata inginocchiato su una donna. Ma nessuno entrò dalla porta, nessuno vide. Tutto finì là, in quella cantina, nell’oscurità dei sotterranei londinesi. Là dove nemmeno l’amore aveva potuto sovrastare il destino.

Fine

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Finito!!! Una fine tragica, dite? Secondo me non poteva che finire così...In fondo la storia di Sweeney Todd è e sarà sempre quella. Vi giuro che mentre scrivevo mi sono ritrovata a piangere...Sul serio, che volete farci, sono molto emotiva! ç___ç  Sentivo le emozioni dei miei personaggi! Se vi è piaciuta questa storia vi informo che non è finita qui: è già pronto il sequel che provvederò a pubblicare in fretta.

Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno seguita e non hanno recensito, i 4 che hanno messo la fic tra i preferiti, la persona che l'ha messa tra le storie da ricordare e i 5 che l'hanno seguita. E un ringraziamento particolare a Tecla_Leben ed Euridice Volturi che mi hanno sempre sostenuta e hanno recensito! Spero di non avervi deluse con la fine di Sweeney...Ma nel sequel il suo ricordo darà comunque molto filo da torcere, perciò spero che continuerete a recensire! *_*

Ancora grazie di tutto!

Elelovett

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