Questi maledetti marine! di AoiHand (/viewuser.php?uid=107963)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sengoku, i gradi e coloro che vale la pena tenere d'occhio ***
Capitolo 2: *** Come può un marine essere così irresponsabile? ***
Capitolo 3: *** Operazioni speciali, squadra speciale, marine speciali ***
Capitolo 4: *** Pagliacci, cuochi e battaglie ***
Capitolo 5: *** Decisioni, sogni e doveri ***
Capitolo 6: *** Primo intermezzo - Tieni d'occhio il mio fratellino ***
Capitolo 7: *** Una missione di salvataggio ***
Capitolo 8: *** Secondo intermezzo. Una lettera Nera ***
Capitolo 9: *** Come non evitare una bandiera della marina ***
Capitolo 1 *** Sengoku, i gradi e coloro che vale la pena tenere d'occhio ***
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Ciao a tutti da Akemichan,
ancora una volta impegnata in una traduzione. ^^
Il merito di questa
storia non è quindi mio, bensì di Aoihand.
La trama e tutti i personaggi che non appartengono ad Oda-sensei sono suoi.
Qui
la storia originale, in inglese.
Perché ho deciso di
tradurre proprio questa storia? Be', innanzitutto perché io ho un debole per
la marina di One piece (Sengoku in primis :P), sarà il fascino della divisa?
:P Secondo, perché un AU su Rufy versione marine in Italia non è stata mai
scritta, che io sappia, e mi piaceva tradurre qualcosa di originale, o almeno
di "curioso" rispetto al solito fandom. Terzo, mi è piaciuto particolarmente
lo stile e alcune decisioni prese dall'autore di impostare la trama in generale.
E' ancora in corso,
per il momento sono sei capitoli piùdue speciali, ma spero proprio
che l'autore non la lasci a metà ^^ Io intanto mi darò da fare per tradurre
il materiale a disposizione al momento. Non mi pare che siano presenti spoiler
riferiti all'edizione italiana del manga (a parte uno minuscolo in questo,
ma chi non lo conosce non se ne accorgerà neppure - vedere nota in fondo),
nel caso avvertirò a inizio capitolo.
Che altro dire... Buona
lettura e spero che piaccia anche a voi. ^^
________________________________________
Idioti.
Erano degli idioti.
Dei deficienti fatti
e finiti con un tale livello di idiozia che veniva perdonato solo essendo
a conoscenza della loro discendenza, dei loro genitori e dei casi di traumi
celebrali (c'è il 50% di probabilità che fosse accaduto oppure no).
Sengoku il Buddha*
era un genio. Aveva una brillante intelligenza tattica ed un’abilità innata
nel capire le la psicologia e le motivazioni che causavano certi comportamenti.
Per lui, la Rotta Maggiore era come un’immensa scacchiera. Non gli bastava
pensare tre mosse avanti. Calcolava ogni eventualità ed usava le sue forze
con giudizio.
Combatteva una guerra
e sapeva che era inevitabile che qualche pedone venisse sacrificato, quindi
non se ne preoccupava troppo. Quello che lo preoccupava erano quei pochi pezzi
sul punto di raggiungere l’altra parte della scacchiera e diventare giocatori
loro stessi.
Era un uomo che amava
il controllo, perciò potete capire la sua frustrazione nell’aver a che fare
con qualcuno che era troppo imprevedibile, troppo incontrollabile e troppo
irritante per essere pianificato.
Monkey D. Rufy era
fatto così ed ogni giorno Sengoku non sapeva se maledire Garp per suo nipote
o se ringraziare Dio che quell’ingordo non fosse diventato un pirata. Quel
ragazzo aveva quel tipo di personalità e potenziale per arrivare lontano.
Persone così era meglio averle sulla scacchiera al tuo fianco piuttosto che
come giocatori avversari.
Almeno, era quello
che si ripeteva quand’era in buona.
-break-
Ufficialmente, c’erano
alcune cose che i marine potevano o non potevano fare. Nel senso, oltre le
normali regole, riguardando cose che erano più che altro collegate ad informazioni
confidenziali ed al volto pubblico delle forze navali. Queste regole erano
più rigorose per i gradi superiori, in realtà, solo perché avevano maggiori
responsabilità ed erano più informati riguardo al mondo nella sua interezza.
Fortunatamente avevano
un ufficio pubbliche relazioni particolarmente potente ed astuto (in più,
controllavano il 70% dei giornali mondiali) che utilizzavano per nascondere
certi avvenimenti e camuffarli in maniera da non perdere la faccia pubblicamente.
Era, senza alcun dubbio, il compito più difficile di tutti quelli della marina.
Avevano più lavoro loro che chiunque in qualsiasi mare.
Per farvi capire meglio
il contesto, c’era un soldato con cinque assistenti il cui solo compito per
Dio-sa-quanto era stato Garp. Il suo lavoro era coprirne qualsiasi disastro,
pubblicizzarne i successi, occuparsi della riedificazione degli edifici e
rimettere a posto le cose quando era necessaria la diplomazia. Inutile dire
che l’uomo era ad un tiro di schioppo dall’avere un crollo nervoso, il tipo
con infarto, deliri ed infermiere molto carine che parlavano dolcemente e
trattenevano in una casetta tranquilla, in pensione.
I marine passavano
di grado dimostrando la loro abilità e la loro forza. Provavano che potevano
comandare efficacemente delle truppe, occuparsi dei rifornimenti, completare
le missioni, mantenere l’ordine e più importante di tutto consolidare la Giustizia.
Ma era stato dimostrato
che questo discorso era una balla immensa di fronte alla legge cardine del
potere militare, che era stata una volta riassunta come “Tanto forte quanto
stupido”. In pratica, per ogni amministratore competente e per ogni tattico
ce n’erano parecchi che si erano guadagnati il proprio grado attraverso la
forza bruta. E per parecchi intendiamo tutti quei tizi che comandavano le
corazzate navali.
-break-
Proseguendo questo
discorso, c’era la regola che i marine chiamavano “La Legge della Bilancia”.
Era qualcosa che veniva detto sottovoce ed elaborato quando si era ubriachi,
liberi dai doveri e lontani da orecchie indiscrete. In breve, era venuto fuori
che “più potente sei, più eccentrico diventerai”.
Era lasciato sottinteso
(perché naturalmente si teneva abbastanza alla propria pelle) che quelli che
già partivano particolarmente strani avevano delle maggiori possibilità rispetto
ad altri di accedere ai gradi superiori. Garp aveva due nipoti (che si sapesse,
chi poteva immaginare che altri membri potesse nascondere quello strambo),
differenti totalmente per temperamento e personalità ma entrambi incredibilmente
assurdi. Non fu una sorpresa per nessuno quando scalarono rapidamente la classifica
per diventare uno dei poteri maggiori sulla scacchiera del mondo.
Portuguese D. Ace era
simpatico, chiacchierone, mangiava come una mandria di mostri marini tenuti
a stecchetto ed aveva la terribile tendenza ad addormentarsi nei momenti meno
opportuni. Era anche il più giovane Contrammiraglio degli ultimi trecento
anni e decisamente un mostro in combattimento. Aveva raggiunto il
livello in cui i nemici scappavano urlando al solo vederlo (proprio come facevano
per il suo orgoglioso nonno) ed anche se c’era una certa ironia nel vederlo
rincorrere allegramente i pirati in fuga nelle strade urlando loro che ‘voleva
davvero una battaglia seria’ quello non era un uso utile del suo tempo.
Effettivamente qualcuno
aveva gridato al nepotismo parlando del suo grado, ma la sua impressionante
vittoria contro Doma “il cavaliere della Boheme"** aveva zittito la maggior
parte dei dissensi ed ora le voci di corridoio sostenevano che ci fosse un’altra
promozione in vista. I suoi subordinati gli erano leali fino alla morte, ma
più importante (secondo Sengoku) era che i suoi diretti ufficiali lo tenevano
in riga. Era probabilmente contro il regolamento lasciare che una donna gli
urlasse contro come faceva lei, ma almeno finché lo faceva lavorare tutti
avevano deciso di far finta di niente.
Potrebbe interessarvi
aggiungere che aveva un fan club di cui però non era minimamente a conoscenza.
Ma non ci vedrei niente di male in questo. Anche Sengoku ne aveva uno.
-break-
Rufy e Ace erano stelle
brillanti dei mari. Tutti si erano accorti della loro presenza ed era sottinteso
che avrebbero superato il nonno in pochi anni (Garp era davvero esaltato al
pensiero).
I due fratelli erano
sorvegliati attentamente. Lo sapevano tutti, anche se la coppia in questione
non ne faceva parola, ma nessuno conosceva il perché. Più o meno alla stessa
maniera Aokiji e Kizaru facevano quello che girava loro di fare e nessuno
era mai andato a chieder loro qualcosa. Era strano perché non era un’esaminazione
per stabilire se i due meritassero una promozione, ma una osservazione più
misurata.
Qualunque ragione Sengoku
avesse, non la condivideva con nessuno, anche se probabilmente almeno il vice-ammiraglio
Garp doveva conoscerla. Li lasciava liberi di fare i loro affari, ma pretendeva
con particolare insistenza di essere costantemente informato su quello che
stavano combinando. Tutti immaginarono che fosse semplicemente ossessivo come
al solito e ignorarono la questione.
I marine erano abituati
a prendere ordini.
-break-
L’ultimo rapporto della
sua squadra trasmetteva la seguente informazione: il Commodoro Monkey D. Rufy
si trovava al momento nel Mare Orientale…
Note:
*Per chi ha la prima
edizione del manga, di solito questo titolo viene tradotto come "il Misericordioso",
ma la traduzione corretta è questa.
** Spoiler: Non essendo
ancora apparso il nome in italiano, ho deciso di tradurlo come mi tornava
meglio. Il nome compare nel volume 57. E' uno dei pirati che Ace sconfigge
per conto di Barbabianca. L'autore ha ripreso l'avvenimento evidentemente
^^.
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Capitolo 2 *** Come può un marine essere così irresponsabile? ***
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Una delle
prime memorie di Coby era quella di un soldato della marina che arrestava un
pirata nel suo villaggio natale.
Quest’ultimo
era venuto per saccheggiare e distruggere (com’è abitudine tipica dei pirati)
ma i marine erano apparsi non appena la ciurma aveva messo piede sulla spiaggia.
Non sapeva se fosse stata una coincidenza o se fossero stati già all’inseguimento,
ma ne fu comunque impressionato. L’eroe aveva sistemato le cose e riportato
la giustizia vincendo la gratitudine della popolazione adorante e sconfiggendo
i cattivi.
Per un
bel po’ di tempo tutti i suoi giochi si erano concentrati attorno alla figura
di un eroe che correva a salvare il mondo, finché non aveva avuto più tempo
di giocare. Tuttavia, ogni tanto ricordava ancora il terrore paralizzante ed
il successivo sollievo provato quando il soldato era tornato trionfante, dichiarando
che quei pirati ‘non avevano concezione dell’onore e della giustizia’.
Era la
sua segreta fonte di ispirazione. Ogni volta che la sua volontà aveva vacillato
si era attaccato a quell’immagine sbiadita, un uomo barbuto con la divisa da
marine che aveva sconfitto i pirati invasori con un incredibile pugno. I dettagli
li aveva persi da tempo, ma aveva mantenuto ancora intatta l’immagine dell’eroico
soldato che combatteva per la giustizia e per gli indifesi.
Un paio
di anni più tardi, anche quest’immagine ideale fu schiacciata dal tacco del
suo oppressore, che prosciugò fino all’ultima goccia del suo coraggio e spazzò
via come polvere gli ultimi frammenti del suo ispiratore.
-break-
Coby
odiava la sua vita.
Aveva
studiato duramente e sapeva un sacco di cose sul mare, sulla navigazione di
base, su come calcolare le razioni di cibo, ogni emissione di taglia ed ogni
tipo di navi che solcavano la Rotta Maggiore. Praticamente aveva ottenuto l’educazione
utilissima per un futuro marine.
Perciò,
come aveva potuto essere così enormemente stupido da finire su una nave pirata
avendo progettato di trascorrere una giornata a pescare?
Il terrore
che aveva provato nella sua infanzia era tornato, ma tutto quello che poteva
fare era strisciare per salvarsi la vita, seguendo unicamente i suoi istinti
di sopravvivenza. Aveva già trascorso due anni della sua esistenza vivendo in
quell’inferno e, dato che Albida non sembrava proprio intenzionata a lasciarlo
andare via presto, probabilmente ne avrebbe pensi ancora di più.
Una volta
aveva dei valori ed un sogno serbato a lungo, ma il coraggio, non abbastanza,
non più. Costruire quella scialuppa in legno marcio gliene aveva preso più di
quello che possedeva, tanto che era troppo terrorizzato per vararla.
Così,
tutto sarebbe proseguito in questa maniera se un giovane braccio affusolato
non fosse emerso con forza da un barile che avrebbe dovuto contenere del liquore.
-break-
Monkey
D. Rufy si era goduto il pisolino e si sentiva completamente rinvigorito.
Aveva
il sicuro presentimento che più tardi sarebbe stato sculacciato, dato che avrebbe
dovuto essere sulla nave e non a riposarsi in una scialuppa. A dire la verità
la sua intenzione non era quella, ma quando si era defilato per andare a pescare
(perché le riunioni ed il lavoro d’ufficio erano così noiosi!) si era dimenticato
che non sapeva navigare (abilità misteriosa) ed era finito dritto dentro ad
un mulinello (il che sarebbe stato anche divertente, ammettiamolo, se non fosse
stato scomodo essere circondati da tutta quell’acqua di mare).
Non sarebbe
stato tanto male ma era così affamaaaaaaaaaaaaaaato (l’allungamento serve per
mostrare meglio la sensazione) e non aveva intenzione di beccarsi la ramanzina
dei suoi subordinati una volta tornato sulla nave. Guardando l’esperienze passate
probabilmente la sua dieta avrebbe subito un drastico calo di proteine. Toccandosi
pigramente il naso, decise di fare la cosa migliore, cioè fregarsene di tutto
e picchiare chiunque gli desse fastidio.
Cioè come in realtà succedeva ogni lunedì mattina.
-break-
Rufy
sbatté le palpebre verso il ragazzo che lo osservava tremando, domandandosi
senza voglia che razza di colore di capelli avesse. Il rosa era così poco maschile
e Rufy conosceva un sacco di cose riguardo ai sogni degli uomini. A dirla tutta
si considerava quasi una specie di esperto, tanto quanto era un estimatore delle
romanticherie maschili.
Non ebbe
molto tempo per riflettere su quei capelli dal colore vagamente femminile, perché
una mazza d’acciaio venne tirata nella stanza spedendo lui e il suo barile a
volare fra gli alberi. Successivamente quando non sarebbe più stato occupato
a spendere tutte le sue energie nello spavento, il nostro ragazzo delle pulizie
dai capelli rosa avrebbe ricordato con sorpresa come del tutto tranquillo fosse
Rufy, come se avesse sperimentato una cosa del genere talmente tante volte da
non esserne più sorpreso. Evitò le macerie della stanza e si mise in fretta
al suo inseguimento.
-break-
Coby
era sorpreso nel vedere che qualcuno potesse essere così sprezzante del pericolo.
Be’, non sprezzante, era la parola sbagliata per lui. Era più come se non fosse
minimamente preoccupato, come se quella cosa fosse così insignificante per lui
da non ritenere necessario interrompere il filo dei suoi pensieri. Era un’informazione
irrilevante. Rufy-san era solo interessato davvero a ritornare a bordo della
nave, ‘ma probabilmente Tenzou mi sgriderà’. Coby immaginò che i suoi tormenti
fossero poco importanti per gli altri, ma quel tizio non avrebbe dovuto essere
più preoccupato per essere finito proprio nel mezzo di un territorio pirata?
Durante
quella conversazione disconnessa ed in qualche maniera confusa, si ritrovò a
raccontare l’intera storia all’allampanato ragazzo (dell’errore con la nave
e tutto), il quale replicò seccamente:
“Sei
un po’ distratto e scemo,” prima di dichiarare: “E pure codardo. Non vali proprio
niente.” Rise di cuore.
Coby
sudò dalla disperazione, realizzando che la sua vita era improvvisamente peggiorata.
Quel tipo era pazzo. Poteva accettare gli insulti, ne riceveva talmente tanti
ogni giorno, ma quel tipo di affermazioni lo faceva temere per la sua vita.
I pazzi cinici avevano la tendenza a mettere nei guai se stessi e coloro che
li circondavano. Oh Dio, stava per morire e non per mano di una mazza chiodata
ma per mezzo di un ragazzo che navigava per l’oceano su una scialuppa… A dire
la verità era meno spaventoso e più umiliante, a pensarci bene.
"Dimmi,
Coby, vuoi diventare un pirata?”
L’altro
esclamò: “Certo che no! Voglio arruolarmi nella marina e proteggere le persone.”
“Allora
perché non l’hai fatto?”
Si bloccò.
Rufy-san* non aveva ascoltato una singola parola di quello che aveva detto?
Era così preoccupato, così dannatamente preoccupato che Albida potesse ucciderlo.
Era stato così fortunato da non essere ancora stato ammazzato. Gli occhi si
riempirono di lacrime. Stava scherzando? Quel tipo aveva affrontato l’oceano
a bordo di una scialuppa! Aveva un fegato incredibile e una determinazione tale
da farlo sentire improvvisamente geloso.
“Ano**,
Rufy-san… Hai un sogno?”
Lui piegò
la testa da un lato. “Mmm, non esattamente. Voglio solo essere libero di fare
quello che mi pare, credo. Ho intenzione di viaggiare per il mondo e combattere
contro ogni tipo di persona. L’uomo-gabbiano ed io abbiamo un patto, quindi
non sarà tanto malaccio.”
Coby
si stava proprio chiedendo chi fosse quell’uomo-gabbiano quando Rufy lo afferrò
ed iniziò a camminare verso la base di Albida.
“Lo sai,
Coby, i pirati ed i marine sono più o meno uguali.”
“Che
cosa vuoi dire? Non essere ridicolo, Rufy-san! I marine proteggono la giustizia!
I pirati sono criminali! La rovina della civiltà! E OH MIO DIO PERCHE’ STIAMO
ANDANDO VERSO ALBIDA E LA SUA CIURMA?”
Rufy
lo colpì in testa.
“Sei
proprio isterico, sai. Riesci solo a farti prendere dal panico?”
“Ah,
mi dispiace,” Coby si massaggiò la testa rassegnato. “Ma sembra che io sia più
o meno abituato a questo tipo di trattamento. A questo punto sto per avere solo
maggiori problemi.”
“I marine
ed i pirati. Devono essere entrambi forti. Se non hai intenzione di combattere
con tutto te stesso non ti vorranno.”
“Cos…”
“Se non
vuoi mettere la tua vita in gioco, sarai proprio un marine mediocre, Coby.”
L’altro
strinse i pugni. “Voglio… Voglio essere un marine! Voglio combattere per proteggere
le persone che non possono farlo da sole e contro i pirati come quella befana
di Albida.”
Rufy
ghignò. “Shishishishishi. Questo è lo spirito giusto, ti darò una mano a farlo.”
-break-
Fu poco
più che uno scherzo.
Quando
Coby, quella mattina, si era alzato dall’angolo polveroso in cui era costretto
a dormire, non avrebbe mai immaginato che tutto sarebbe stato distrutto, cosa
che non gli permetteva di svolgere i compiti che era così ansioso di fare quando
si era svegliato.
Se allora
avesse saputo che avrebbe chiamato Albida una vecchia mucca grassa e che le
avrebbe detto che avrebbe trascorso il resto della sua vita rinchiusa in una
prigione della marina... Ah, be’, a dire la verità la seconda parte l‘aveva
fatta quando era già stata gettata fuori della nave.
Rufy-san
era stato esaltato da Coby e aveva deciso di distruggere tutto per il suo nuovo
amico senza nemmeno stare a presentarsi.
Legarono
i pirati ed andarono in cerca di un Den-Den Mushi***.
-break-
Coby
era ammirato.
Rufy-san
era potente, incredibile visto che era così poco appariscente, ma davvero un
gran ragazzo a cui votarsi.
Aveva
apostrofato Albida e la sua ciurma come ‘noiosi’ e commentato con maniere spicce
che non era abituato a combattere gente di quel livello, ma Coby era un sua
amico quindi non aveva molta scelta.
Mentre
preparavano una scialuppa (Rufy aveva fatto affondare la nave e comunque non
sarebbero riusciti a farla viaggiare da soli) non poté far altro che sentirsi
eccitato. Stava per coronare il suo a lungo trattenuto sogno e diventare un
marine; Rufy-san aveva promesso di aiutarlo a trovare un posto dove arruolarsi.
-break-
Il Den-Den Mushi (che aveva un’espressione leggermente scontenta in volto) vibrò
e suonò diverse volte prima che un uomo rispondesse.
"Alleluia,
Tenzou. Ci sei.”
“IDIOTA!
Dove sei stato? Hai una vaga idea del casino che hai combinato?”
"Shishishishishi,
mi dispiace. Mi sono perso.”
Coby
si allontanò dal Den-Den Mushi mentre il ricevitore continuava ad inveire roba
riguardo a guai e responsabilità e come fosse inappropriato per un uomo con
un grado così alto evitare i propri doveri, per andare a pescare, per altro!
Una strana
sensazione si insinuò dentro di lui. Grado? Ma, alla fine, che faceva Rufy-san?
Il ricevitore
sembrò calmarsi dopo quello sfogo ed ascoltò la storia di Rufy che in sostanza
diceva “Ho sconfitto qualche pirata.” E poi, rivolto all’altro: "Allora, Coby?
Qual’è la città più vicina qui?”
"Eh?
Ah, dovrebbe essere Shell Town. Un giorno e mezzo di navigazione se prendiamo
la scialuppa."
“Perfetto allora. Ci dirigeremo là e tu puoi incontrarti con noi allora, Tenzou.”
“Mi occuperò
io di Albida. Un pirata da niente ma pur sempre un fastidio di minor entità,”
replicò ‘Tenzou’.
Coby
si depresse un poco. Albida era solo a quel livello come fuorilegge eppure lui
era stato schiacciato sotto le sue grinfie. Se Rufy-san non fosse arrivato in
quel momento…
“Però,”
continuo Tenzou. “Non è da te occuparti di gente del genere. Devi aver avuto
una buona ragione. Spero che più tardi me lo spiegherai.”
“Dai,
sarebbe noioso. Perché lo vuoi sapere, Tenzou?”
L’uomo
all’altro capo sospirò profondamente.
"Coby-san,
puoi navigare fino a Shell Town?”
“Sì,
sicuramente.”
“Allora
affido nelle tue mani il nostro Commodoro. Rivedrò presto tutti e due,” terminò
il discorso l’altro prima di riattaccare.
…Commodoro?...
-break-
Ci volle
un po’ di tempo prima che Coby si calmasse.
Tra lo
stress della sua situazione, la sorpresa che Rufy fosse un marine di alto grado
e l’ammirazione per un ufficiale, sprecarono un’ora prima di mettersi in viaggio.
Al momento
venerava Rufy-san, gli era riconoscente e tutto, ma gli sembrava ancora così
incredibile che un individuo così infantile ed irriverente come lui potesse
essere un Commodoro! Rufy superava uomini e donne con il doppio della sua esperienza
e degli anni di servizio. Era incredibile (o forse dovuto al nepotismo). Improvvisamente,
Coby si sentì ringalluzzito. Una persona che ammirava aveva apprezzato il suo
sogno e l’aveva incoraggiato. Poi era saltato fuori che quella persona era già
tecnicamente un suo superiore.
Doveva
darsi da fare se voleva arrivare a combattere allo stesso livello e Shell Town
era il posto dove il suo viaggio sarebbe veramente iniziato.
Note:
*-san:
suffisso giapponese onorifico, usato per persone con cui si ha poca confidenza
o coi proprio superiori.
**Ano:
termine giapponese che vale per il nostro "ehm..."
***Den-Den
Mushi: termine giapponese per lumacofono
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Capitolo 3 *** Operazioni speciali, squadra speciale, marine speciali ***
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La prima
cosa che Coby fece quando raggiunsero Shell Town fu ormeggiare come si deve
la piccolo barca che avevano utilizzato con le corde e i nodi precisi che aveva
imparato dai marinai.
La seconda
fu chinare il capo, imbarazzato e rassegnato, quando Rufy lo afferrò per il
braccio e lo trascinò per la strada fino al più vicino ristorante gridando qualcosa
che suonava come “Carne”.
Mentre
il compagno ripuliva il piccolo locale, Coby aveva di che riflette. Com’era
possibile che quel tipo fosse sul serio diventato un marine di alto grado? Proprio
non riusciva a capirlo. Rufy gli piaceva. Lo aveva spronato ed era stata la
prima persona che lo avesse mai incoraggiato a realizzare il suo sogno. Quei
pirati erano così deboli rispetto a lui, in maniera imbarazzante. Non si era
nemmeno impegnato, si era solo allungato (nel vero senso della parola) e li
aveva sconfitti tutti, per poi affondare la nave. Ma era la stessa persona che
al momento stava aspirando il cibo ad una velocità mostruosa? Voglio
dire, sul serio, riusciva anche solo ad avvertire il sapore di ciò che si infilava
in bocca?
“Ano,
Rufy-san,” iniziò. “Quando hai mangiato il frutto del diavolo? Ho sentito che
spesso vengono dati come ricompensa alle reclute promettenti della marina.”
“Mamma,
che noia. Perché lo vuoi sapere? L’ho mangiato quand’ero un bambino.” Rufy sembrava
avere l’incredibile abilità di parlare, ingoiare, respirare ed aspirare più
cibo possibile contemporaneamente. Forse aveva accidentalmente ingoiato il frutto
del diavolo in una situazione del genere.
“E’ solo
che… Ho sentito che possono farti diventare davvero forte.”
Rufy
mise giù una ciotola vuota con un clank. “Nah, non hai bisogno di uno di quei
cosi, Coby. Diventerai forte anche senza. Molte delle persone più forti che
conosco non hanno abilità del frutto del diavolo. Fanno parecchio paura lo stesso,
mentre ho incontrato milioni di persone che non sapevano combattere senza. Gente
veramente inutile. Shishishishishi.”
Si risedette
toccandosi i denti. “Mamma, che meraviglia!”
Coby
sudò mentre lo guardava toccarsi il naso. Lo ammirava davvero, ma non poteva
negare si era fritto il cervello a forza di pensare al grado che aveva in marina;
nella sua breve vita era la cosa che lo stava facendo impazzire di più.
“Allora,
Coby. Sai qualcosa di questo posto?”
L’altro
disse pomposamente: “Ho sentito che i marine di qui hanno catturato quel cacciatore
di taglie tristemente noto, Roronoa Zoro…”
Si interruppe
quando tutti gli altri saltavano sulle loro sedie come se avessero ricevuto
una scossa.
Rufy rise. “Chi è l’ufficiale al commando qui?”
“Uhm,
penso sia Morgan ‘Mano d’ascia’…”
La reazione
in questo caso fu ancora più eccessiva: parecchie persone finirono contro il
muro, altre scavalcarono le finestre nel tentativo di scappare.
Coby
li fissò. Poteva capire che avessero paura di un individuo pericoloso come Roronoa,
ma perché reagire a quel modo sentendo nominare un capitano della marina? Si
voltò verso l'altro e fu sorpreso dall’espressione seria sul suo viso.
Lasciarono
il ristorante e Rufy lo trascinò in una stradina secondaria come se camminasse
in una direzione casuale, ma poi allungò un braccio di gomma per catturare un
ragazzino, che stava tentando velocemente di sparire.
“Heurk!”
-break-
“Cosa
stai facendo Rufy-san? La base è da questa parte!”
Rufy
guardò Coby gravemente. “Ricordi quello che ti ho detto? Pirati e marine. Sono
più o meno la stessa cosa. Là fuori ci sono pirati buoni e pirati cattivi, ma
la stessa regola vale anche per i marine.”
“Mi ricordo
quello che hai detto ma…”
Rufy
si allungò (poco per il suo solito) prima di dire come dato di fatto: “Sei proprio
un ingenuo se pensi che non ci siano casi di marine disonesti.” Ghignò. “Perciò
andiamo ad investigare. Shishishishishishishi.”
Coby
lo fissò. In quel momento, non era una ragazzo più grande, un amico che ammirava,
bensì un marine onorabile e di alto grado che manteneva la giustizia. Uno la
cui presenza spingeva le persone a seguirlo in battaglia.
Rufy
aveva ragione.
Dal modo
in cui i cittadini reagivano, che tipo di marine poteva ispirare un simile terrore
nei civili? Avevano paura di scatenare la sua collera. Quel bastardo era una
disgrazia! Coby annuì e il suo viso assunse un’espressione determinata. I due
amici fecero un altro giro per raggiungere la base della marina.
-break-
Faceva
caldo.
Dannatamente
caldo.
Altro
che il cibo, la disidratazione era la minaccia seria.
Zoro
si accasciò contro il palo.
Nove
giorni. Nove giorni di rosolatura.
Oppure
sarebbe stata la noia a batterlo alla fine.
Ma era
un uomo d’onore e con una sola parola, quindi ne sarebbe uscito.
Avrebbe
resistito un mese e poi se ne sarebbe andato da quel posto maledetto.
E comunque
l’intera situazione era ridicola.
Che razza
di idiota lasciava un lupo sciolto nel mezzo di una città?
Si aggiunga
che prima l’idiota aveva “solo” tentato di deriderlo (dubitava decisamente che
quello stupido bamboccione potesse anche solo pronunciare la parola intimidazione,
figuriamoci metterla in pratica nei confronti di qualcuno) per poi sgambettare
via.
Zoro
sospirò. Il sole di mezzogiorno gli brillava sulla testa, perciò si chiese pigramente
se fosse una buona idea farsi un sonnellino.
C’era
un ragazzo sul muro.
Sbatté
le palpebre. No, aspetta, ce n’era un altro che stava scalando la parete grazie
al braccio che l’altro gli stava porgendo.
“Ohi!”
sbottò. “Non sono un fenomeno da baraccone.”
“Già,”
replicò il ragazzo scheletrico. “Non stai praticamente facendo niente, perciò
sarebbe uno spettacolo non particolarmente riuscito. Vorrei i soldi indietro.”
L’altro
quasi cadde dal muro, mentre Zoro fece una smorfia.
“Perché
non mi sleghi? Ti ricompenserò per questo.”
“Eeew,
non mi piacciono i maschi.”
“NON
ERA QUESTO CHE INTENDEVO, IMBECILLE!”
L’altro
si limitò a ridere, mentre quello più basso scosse la testa disperato. Si piegò
all’indietro e parlò con qualcuno oltre il divisorio. Una ragazzina spuntò la
testa oltre il muro e salutò Zoro con la mano.
Il ragazzo
scheletrico, vestito in maglia e bermuda, si gettò oltre il muro e fece per
avvicinarsi.
“Allora,
Zoro, perché sei qui?”
L’altro
lo fissò. Era nuovo in città? Sapeva che Helmeppo aveva sparlato della situazione
per tutta la città e praticamente tutti lo avevano visto uccidere quel lupo.
Alla fine glielo disse (Se non aveva intenzione di slegarlo allora poteva andarsene,
prego).
Rufy
annuì e si voltò verso la coppia.
“Hai
ragione, Rika-chan. È proprio un bravo ragazzo.” Si rivolse verso Zoro. “Yosh.
Sono Rufy e tu verrai con me.”
“Sei
forse un idiota?” urlò Zoro. “Non hai sentito una parola di quello che ho detto?”
L'altro
lo ignorò e fece a Coby cenno di avvicinarsi.
“Ohi!
Sto parlando con te. Ho detto di lasciare perdere. Sopravvivrò un mese e poi
me ne andrò di qui. Morgan me l’ha promesso!”
Coby
iniziò a lavorare ai nodi.
“Ano,
Zoro-san,” iniziò nervosamente. “Non dovresti proprio essere qui. Non hanno
una base legale per tenerti in custodia.”
Zoro
si imparpagliò. “Cosa? Ma lui…”
Rufy
annuì, d’accordo. “Mm-hmm. Coby ha ragione, Zoro. Anzi avrebbero dovuto ricompensarti
per aver protetto Rika-chan da un animale selvaggio. Non è permesso tenere creature
come quello se si lascia che attacchino i civili.”
Coby
fece un passo indietro mentre le corde si allentavano. “Zoro-san. Il capitano
Morgan è un marine corrotto. Un uomo come lui è una disgrazia per i soldati
di qualsiasi mare. Dovrebbe proteggere le persone, non terrorizzarle.”
Zoro
si massaggiò la spalla, cercando di risentire il suo braccio. “Dovreste andarvene
di qui, ragazzi. Non potete battervi contro la marina.”
“Shishishishishishi.
Non lo faremo. Siamo qui per fermare Morgan.”
“Che
diavolo? Hai sentito quello che ho appena detto? È andare contro la marina!”
Coby
sorrise. “Non se tu sei un marine.”
Zoro
gli diede un’occhiataccia, da leggersi sicuramente come: ‘non impressionato’.
“Tu?”
“Eh?
Ah, no, voglio dire, cioè, non ancora. Mi sto arruolando, ma Rufy-san è un ufficiale.”
Zoro
occhieggiò interrogativo al ghigno idiota di Rufy. “Qualcuno che lo sembra anche
di meno.”
Quello
si accigliò. “Eeeeh, perché tutti reagiscono sempre così? Uffa, cattivi.”
Zoro
lo ignorò in favore di Coby, che almeno aveva un po’ di buon senso. “Devo prendere
le mie spade.”
“Le possiamo prendere dovunque.”
“NO!
Ho bisogno della Wadou. È il mio tesoro.”
“Sei
proprio il mio tipo, Zoro. Andiamo a riprendere la tua importante spada. Rika-chan!
Ritorna a casa. Verremo a trovarti più tardi.”
Lei agitò
freneticamente la mano. “Va bene, Onii-san*. Non ve ne andare dall’isola senza
averlo fatto!”
-break-
Il terzetto
esplorò velocemente la base, che era stranamente deserta. Be’, relativamente
velocemente, almeno. Corsero un sacco e beccarono parecchie credenze vuote.
Iniziarono
a cercare in tutti i tipi di posti: ripostigli, depositi delle armi e roba simile,
prima che Coby suggerisse che fossero state prese più come trofei, che confiscate
come armi pericolose. Rufy balzò su per le scale alla ricerca dei quartieri
privati.
“Ohi,
Coby,” borbottò Zoro. “Ma che razza di marine è questo tizio, alla fine?”
L’altro
rise. “E’ stata più o meno anche la mia reazione. Sembra che a dire la verità
sia un Commodoro. I suoi subordinati dovrebbero incontrarsi con lui qui.”
“Un Commodoro?”
Gli occhi di Zoro uscirono dalle orbite. “E come diavolo c’è riuscito? Nepotismo?”
“Rufy-san
non è un tipo comune, è vero,” disse Coby incontrando per la prima volta il
suo sguardo. “E’ forte e nobile. Si batte contro le persone che considera malvage,
sia che siano pirati o marine. Rispetta i sogni degli altri e li aiuta a realizzarli!
È un persona fantastica e noi abbiamo qui un ufficiale della marina maledettamente
in gamba!”
Zoro
notò come la paura fosse sparita dagli occhi di Coby; l’ammirazione vi brillava
al suo posto. “Heh, così è quel tipo di persona.”
Rufy
si gettò felicemente giù dalle scale con in braccio le katane , che il prpèrietario
riprese subito indietro felice di rimettere la Wadou al suo giusto posto.
Vista
l’insistenza del ragazzo di gomma ritornarono nel cortile. Zoro lo rimpianse
immediatamente quando si ritrovarono faccia a faccia con un Capitano Morgan
livido dalla rabbia.
-break-
C’era
una volta il bravo marine Morgan ‘Mano d’ascia’.
Il più
grande risultato della sua carriera era stata la ‘cattura’ del capitano Kuro
dei pirati del ‘Gatto Nero’. Per questo aveva ottenuto una promozione ed era
finito vittima di qualcosa che noi conosciamo bene, ma che in quel mondo non
è tanto risaputa. Peccato, perché i marine avrebbero dovuto scriverlo con caratteri
cubitai e metterlo in bella mostra in ogni base.
Detto
di Lord Actin: Il potere tende a corrompere, ed il potere assoluto corrompe
assolutamente.
Ma se
tutti avessero imparato bene questa lezione, probabilmente Rufy non avrebbe
avuto la metà delle missioni che aveva.
Coby,
che era uscito per primo, fu immediatamente colpito alla spalla e cadde all’indietro
con un grido di dolore. Zoro si chinò ad esaminare la ferita, mentre Rufy prendeva
immediatamente una posizione di difesa di fronte a loro.
“La pallottola
lo ha trapassato. Starà bene se gli fermiamo l’emorragia, ma il dolore lo ha
fatto svenire.”
Morgan
alzò la sua ascia nell’aria. “Tutti quelli che si oppongono a me devono morire!
Fuoco!”
Se fossimo
stati nel nostro mondo, Rufy sarebbe stato ucciso in maniera orribile con il
corpo in preda alle convulsioni mentre veniva trivellato di proiettili. Ma,
caro lettore, come possiamo dimenticarci che questo è un mondo dove le regole
e i principi della fisica non funzionano nella stessa maniera?
-break-
Quando
Rufy era un ragazzino aveva incontrato una ciurma di pirati che ammirava moltissimo.
Aveva
imparato che bene e male non erano così semplici come pirata o marine. Qualcuno
una volta gli aveva detto di pensare come se fossero un gruppo di bande rivali
che combattevano per il territorio. Qualcuno voleva spacciare droga, altri fare
soldi e c’erano quelli che volevano proteggere le proprie case.
“Vedi, Rufy,” aveva detto quell’uomo. “Ognuno ha le proprie ragioni per scegliere
su che sentiero percorrere la propria vita. Comunque tu decida di vivere, devi
sempre fare quello che è meglio per te. Non scegliere un cammino perché qualcuno
te l’ha detto, sceglilo perché è la strada che vuoi seguire.”
Rufy
non era per niente bravo a seguire gli ordini. Fu una buona cosa che avesse
capito che quelle parole erano un consiglio.
Però
fu un peccato che quell’amico non avesse pensato di avvertirlo di non mangiare
il frutto nel forziere della nave. Sarebbe sempre stato incapace di nuotare,
ma almeno poteva rimandare indietro i proiettili.
-break-
Zoro
rimase senza fiato. “Ma chi diavolo sei tu?”
"Shishishishi.
Sono un uomo di gomma!”
Morgan
ruggì. “Una persona che ha mangiato uno dei frutti maledetti del mare. Pensi
che quella cosa ti salverà? Nessuno può mancarmi di rispetto! UOMINI! Se i proiettili
non funzionano, usate le spade.”
I marine
estrassero le armi e si fecero avanti con un grido di battaglia. Le mani di
Zoro si allungarono verso le pistole, ma esitò.
“Va bene,
Zoro. Non preoccuparti. Fa’ la tua magia.”
Zoro
guardò Rufy, che ghignava. “Puoi davvero dire una cosa del genere, tutto considerato?”
“Non
puoi esitare in quella maniera, sai. Non preoccuparti di quello che pensano
gli altri, fai quello che senti sia meglio e basta.”
Le lame
si avvicinarono solo per essere intercettata da Santoryu** Roronoa. La sua aura
era terrificante e la sete di sangue palpabile. “Non muovetevi!” ringhiò. “Sconfiggerò
chiunque si metta sulla mia strada.”
Rufy
corse verso Morgan. “Quei tizi sono tutti tuoi, Zoro! Battili solo, non ucciderli.
Io sono qui per occuparmi di Morgan!”
Se i
grugniti significavano che pensavano di avere una possibilità di vittoria solo
perché Zoro non aveva intenzione di ucciderli, dovettero velocemente rivedere
la loro opinione, sdraiati nella polvere dove erano stati dolorosamente gettati.
-break-
Rufy
sorrise ed affrontò Morgan a viso aperto.
Danzò
attorno al furioso capitano della marina evitando tutti i suoi fendenti, ridendo
e sorridendo allegro per tutto il tempo. Morgan sudava e fumava. Come osava
quel moccioso mancargli di rispetto? Sarebbe stato di sicuro giustiziato.
“Tutti
voi che avete perso contro Roronoa. Prendete una pistola e sparatevi! Non ho
bisogno di uomini inutili!”
I marine
erano abituati a prendere ordini. Avevano intenzione di eseguire.
Coby,
che aveva ripreso conoscenza, fu orripilato. “Non fatelo! Perché gli obbedite?
È un uomo orribile. Non buttate al vento al vostra vita senza pensarci.”
Per tutto
il tempo, Rufy aveva giocato con Morgan.
Per uno
che non lo conosceva bene appariva abbastanza muscoloso, ma tutto sommato come
qualsiasi normale adolescente. Ma era un marine. I combattimenti lo avevano
rafforzato ed era orgoglioso del suo personale senso della giustizia. Vero,
a confronto con altri era veramente un ingenuo, ma capiva le cose importanti,
ecco perché Morgan aveva appena firmato la sua condanna a morte.
“BASTARDO!”
ruggì Rufy. “Sei una nullità!” Indietreggiò e lo colpì con violenza. Lo colpì
più e più volte, ma l’uomo continuava a rialzarsi.
Era stato
chiaramente battuto, non era riuscito nemmeno a sfiorare Rufy ed ora era incazzato
per via della grande superiorità dell’avversario. Al momento, non era del tutto
chiaro se Morgan sarebbe sopravvissuto alla batosta, ma, probabilmente per sua
fortuna, fu un quel momento che un Helmeppo piuttosto malconcio cercò di prendere
Coby come ostaggio.
“Non
muoverti!” urlò. “A meno che non vuoi che questo tizio muoia, arrenditi!”
Coby,
a suo merito, non si spaventò. Non urlò, si agitò o pregò per la sua vita. Continuò
a tenere premuta la ferita alla spalla e gridò verso Rufy.
“Non
preoccuparti per me, Rufy-san! Mi va bene morire qui, ma non possiamo lasciare
che Morgan continui il suo regno del terrore! Non è la maniera di comportarsi
per un marine!”
Rufy
annuì come risposta e Zoro lo guardòcon un po’ più di rispetto.
“Ben
detto, Coby-san. Stai dimostrando una grande forza di volontà.”
Un marine
non identificato era entrato nel cortile con un piccolo gruppo di truppe al
seguito. Era formalmente vestito con la divisa di capitano e portava una spada
alla cintola. Sorrise cordialmente ma, in maniera strana, freddamente.
“Accidenti,
sembra che il divertimento sia già iniziato. Chiedo scusa, ma Albida è in qualche
modo scappata prima che raggiungessimo il punto d’incontro, quindi ci siamo
trattenuti più del dovuto a setacciare i dintorni per trovarla. Siamo comunque
riusciti a prendere in custodia la sua ciurma.”
Morgan
traballò nell’alzarsi. “Chi diavolo sei tu?”
L’uomo
alzò le spalle lievemente. In effetti era abbastanza ovvio, a guardarlo. Capelli
castani, pelle poco abbronzata per un marine e occhi verdi. “Ah, chiedo scusa.
Sono il Capitano Tenzou dalla Sede Centrale. Vi prego di perdonare il mio ritardo.”
“Non
l’aspettavamo.”
Tenzou
sorrise gelido. “E’ proprio questo, il punto.”
Camminò
verso Rufy, dipanando un oggetto mentre camminava. “Hai davvero il fiuto per
questo tipo di cose, Rufy, e sembra che tu abbia scovato delle nuove reclute
interessanti.”
“Mmm,
già. Te lo dirò quando avremo sistemato questo coglione.”
Tenzou
appoggiò il mantello sulle spalle di Rufy. “Come preferisci, Commodoro.”
Morgan
si pietrificò. Quel ragazzino, un Commodoro. Doveva essere uno scherzo di cattivo
gusto. Dietro di lui e di quel capitano dal sorriso sinistro, le facce dei suoi
uomini erano tese, ma con una diversa espressione. Qualcosa di più simile alla
speranza. Non ebbe il tempo di pensarci troppo, perché Rufy gli ruppe il naso,
facendolo svenire.
Helmeppo
si accartocciò su se stesso quando Zoro gli passò oltre e, nel mentre, lo colpì.
I marine
di stanza in quella base fecero la cosa più sensata, cioè festeggiare.
-break-
Il capitano
Tenzou dette prova di efficienza ed intelligenza.
Dopo
aver ottenuto un rapporto sugli eventi, riorganizzò in fretta la situazione,
assegnando nuovi turni, disponendo dell’ora prigioniero Morgan, occupandosi
delle cure per Coby e dell’assegnazione a Ripper del ruolo di Comandante.
Zoro,
nonostante il suo sconcerto, si ritrovò seduto per terra con una ciotola di
zuppa e l’ordine di ‘mangiare quello come prima cosa, mentre aspettava che gli
preparassero un pranzo di lì a poco’. Hermeppo fu rinchiuso in una stanza a
caso, dato che non avevano ancora deciso cosa fare di lui.
Dopo
che ogni cosa fu stata controllata, Rufy terminò di sistemare le cose, nella
maniera in cui solo lui lo faceva, cioè distruggendo la statua che era appena
stata eretta sul tetto.
Cosa
che impressionò tutti maggiormente riguardo a quell’uomo poco appariscente era
come si relazionava con Rufy. Lo aveva fissato severo per parecchio tempo prima
di obbligarlo a vestirsi con l’uniforme completa come parte della sua ‘meritatissima
punizione, bastardo irresponsabile’. Il fatto era che aveva fatto tutto ciò
con un sorriso soddisfatto a cui si aggiungeva un’atmosfera da tempesta polare.
-break-
Zoro
si appoggiò all’indietro e sospirò contento. Nove giorni senza cibo gli avevano
messo davvero appetito.
Occhieggiò
pigramente ai marine di fronte a lui. Rufy, vestito con tutte le insegne del
suo grado di Commodoro, non faceva comunque impressione mentre si abbuffava
di cibo come un maiale.
Il Capitano
‘Tenzou’ appariva rilassato a godere la sua bibita, per niente stupito dagli
atteggiamenti del suo superiore in comando. I marine stavano raccogliendo i
soldi per il pasto, nonostante le proteste dei cittadini che voleva ringraziare
i loro eroi. Tenzou aveva semplicemente detto che avrebbero ‘sistemato da soli
i loro casini’ ed una volta esaminati tutti i conti i fondi indebitamente appropriati
sarebbero stati restituiti.
Rufy
sospirò e si sedette con un suono soddisfatto dopo aver spazzolato una quantità
davvero impressionante di cibo.
“Hai
mangiato prima, vero?” commentò dolcemente Tenzou.
“Eh?
Come lo sai?”
“Non
hai mangiato così tanto, in fondo.”
Prima
di alzarsi per andarsene, Zoro si domandò proprio quanto l’uomo di gomma potesse
ingurgitare. “Be’, vi sono grato e tutto ma vorrei davvero andarmene da quest’isola,
quindi…”
“Un momento
Zoro-san. Io e il Commodoro abbiamo una proposta per te e quindi ti chiediamo
che ci ascolti, innanzitutto.”
Lo spadaccino
lasciò la sua mano scivolare sulle katane. “Sono libero da tutte le accuse.”
“Non
è niente del genere,” lo rassicurò Tenzou, mentre faceva segno alla cameriera.
“Per favore, ascoltaci.”
La cameriera
portò un vassoio di bevande, prima di andarsene con gli altri clienti e le guardie
che li avevano accompagnati ai ristoranti. In breve l’edificio fu vuoto ad eccezione
di Zoro, Rufy e Tenzou.
Occhieggiando
alla tenzione di Zoro, alzò un sopracciglio “Per la privacy. Questa conversazione
e le tue decisioni saranno completamente riservate e di conseguenza libere.”
-break-
Rufy
succhiò la sua bevanda.
“Allora,
Zoro, hai un sogno?”
Zoro
si aspettava tutt’altro, ma, rifletté, la risposta non era un segreto. “Più
che un sogno, è un’ambizione. Diventerò lo spadaccino più forte del mondo.”
Rufy
ghignò e Tenzou annuì rispettoso.
“Un traguardo
meritevole, Zoro-san. È incredibile quanto tu sia arrivato in alto, pur stando
nel Mare Orientale.”
“Che
cosa significa?”
“Non
lo dico per offenderti, ma questo è il più ‘debole’ dei mari. I pirati schedati,
i marine e i cacciatori di taglie che si ritrovano qui sono particolarmente
deboli rispetto altre parti. È incredibile come tu sia riuscito a rinforzarti
nonostante ti sia mancato un gruppo di avversari sufficienti a testare veramente
la tua abilità.”
Zoro
lo fissò. Il marine pensava che fosse forte, ma anche che non avesse avuto un
sfida di cui aveva bisogno per passare di livello. Ghignò. “Allora, cos’è che
voi due volete? Non ho intenzione di arruolarmi nei marine. Voglio essere il
migliore e non lascerò che nessuno si metta sulla mia strada!”
"Shishishishishi.
Ecco perché vogliamo che ti unisca alla nostra squadra, Zoro. Qualcosa di meno
sarebbe stato imbarazzante.”
Tenzou
sospirò e si verso un secondo bicchiere prima di passare la brocca a Zoro. “Commodoro,
fai schifo a spiegare le cose. Forse dovremo iniziare con un’introduzione adeguata?”
“Va bene.
Sono il Commodoro Monkey D. Rufy, capo delle Ops, Unità Operative Speciali,
e questo è il capitano Tenzou; il mio sexy segretario.”
“Pensavo
avessi detto che non facevi parte di quella sponda, Rufy.”
Tenzou
sembrò pretendere che Rufy non avesse detto nulla, però gli diede una secca
botta in testa con la sua katana.
“Non
badando a questa stupidata, per cui un giorno quell’uomo me la pagherà,
noi siamo un’unità che funziona in qualche modo come la Cyber Pool.
Facciamo un sacco di cose, in realtà. Visite a sorpresa alle basi navali, cattura
di ricercati ed indagini per rumori di corruzione tra i marine, per fare qualche
esempio. Facciamo rapporto direttamente al Quartier Generale, ma per la maggior
parte ce ne andiamo in giro ad esplorare.”
Prese
un sorso della bevanda. “Qualche volta, ci chiamano per fornire supporto o trasportare
i prigionieri, ma per la maggior parte del tempo siamo praticamente invisibili.”
Rufy
intervenne. “Non dobbiamo indossare queste stupide uniforme tutto il giorno
o avere dei simboli della marina sulla nave. Shishishishi. Per questo le persone
non ci vedono arrivare. Ci infiltriamo e prendiamo la gente con le mani nel
sacco.”
Zoro
doveva ammettere che sembrava interessante. Erano un gruppo semi-coperto di
operativi che facevano ispezioni a sorpresa dappertutto. Una buona idea, ma
non riusciva a vedere in che maniera lo riguardasse.
“Questo
cosa c’entra con me? Vi ho detto che non sono un marine.”
Tenzou
sorrise onestamente. “Uno dei benefici della nostra posizione è che Rufy può
arruolare combattenti promettenti ed individui con varie abilità come nakama.
Non abbiamo specificatamente bisogno di reclute allenate o di persone che si
preoccupano solo di salire di grado, ma piuttosto individui come te, Zoro-san.
Funziona che tu sei considerato un qualcosa a metà tra un mercenario assunto
e un ufficiale su commissione. Avresti uno stipendio ed il grado di ufficiale,
ma non faresti parte delle truppe regolari e potresti rescindere dal contratto
quando vuoi.”
Rufy
balzò su eccitato. “Se vuoi essere il migliore, devi venire con noi. Sicuramente
ti troverai a combattere con tizi forti! La Rotta Maggiore è il solo posto per
le persone con grandi sogni.”
Zoro
si appoggiò all’indietro sulla sedia. “Allora qual è il tuo sogno, Rufy?”
“Il mio
sogno? Eh, non ne ho uno davvero. Penso di voler sono diventare veramente forte
ed avere fantastici nakama che realizzeranno i loro sogni. Hmmmmm. Voglio fare
quello che mi sembra giusto!”
Zoro si voltò verso Tenzou.
“Hmm,
voglio continuare a viaggiare con Rufy e seguire il mio personale senso di giustizia.
Io so,” fece una pausa e Zoro vide un lampo di rimorso nei suoi occhi, simile
a quello che, era sicuro, aveva lui quando si ricordava di Kuina e di tutte
quelle promesse sprecate. “Io so che il mondo non è bianco o nero.”
Zoro
strinse le dita attorno alla Wadou. “Solo per essere chiari. Il mio obiettivo
è essere il più grande spadaccino. Non mi interessa dei progetti di nessun altro.
Se qualcuno si metterò sulla mia strada lo farò a fette! Se questo può andarvi
bene, allora lavorerò con voi.”
Rufy
si alzò e si mise a correre per la stanza con fare ridicolo mentre il suo mantello
svolazzante con la scritta ‘Giustizia’ ondeggiava attorno a lui.
“Non
devo indossare quella, vero?”
“Non
proprio. Tu no, ma noi sì, di solito per gli eventi ufficiali come convegni
o rivelazioni importanti alle assemblee popolari. Sarà più facile muoversi là
fuori se rimarrai vestito con la tua roba, ma, ad essere onesti, se mai andassimo
a Marineford potresti dover indossare un’uniforme. Vestito come sei, potresti
essere arrestato e questo mi causerebbe un bel po’ di documenti da compilare.”
Zoro
gli diede un’occhiata annoiata a cui Tenzou rispose con un ghigno enigmatico.
“Rufy
se l’è filata da una riunione e mi ha lasciato ad occuparmi di tutto e di più.
Quindi deve indossare l‘uniforme finché siamo qui, come punizione.”
I due
risero e Rufy tornò ad unirsi a loro per un’altra bevuta.
-break-
“Allora,
Coby? Sei eccitato?”
“Sì.
Um, sono molto contento, ma anche un po’ triste che perché non ci vedremo per
lungo tempo.”
“Però
siamo ancora amici. Mi piacerebbe portare anche te, ma non avresti alcun vantaggio
dalla nostra amicizia.”
Cody
rimase interrogativo a quell’affermazione prima che Rufy ghignasse. “Raggiungerai
il mio grado con le tue sole forze, giusto, Coby?”
Zoro
era impegnato a prendere in giro i marine che apparivano decisamente poco a
loro agio. Qualcuno fissò Tenzou in cerca di aiuto, ma lui fece finta di non
notarlo.
Il secondo
in comando si era tolto la sua uniforme per un abbigliamento più casual (jeans
e maglietta). A Rufy non era stato permesso di cambiarsi e doveva continuare
ad indossare la sua sotto lo sguardo ‘polo nord’ di Tenzou, che ogni tanto rivolgeva
nella sua direzione un gelido ma cortese sorriso che faceva sempre tremare istintivamente
il giovane Commodoro.
-break-
La nave
era piuttosto semplice, ma aveva una stazza dignitosa.
Secondo
Tenzou, al momento avevano una ciurma di circa trenta uomini, scelta personalmente
da lui e da Rufy (lo sguardo carico di significato diceva tra le righe che,
qualunque fossero le loro capacità, erano leali e fedeli, cosa che per loro
era più importante che il potere di fuoco).
Il loro
dovere primario erano occuparsi di mandare avanti la nave ed il lavoro normale
dei provetti marinai. Erano vestiti eleganti, ma nessuno indossava un’uniforme.
Zoro ne chiese a proposito ad uno dei marinai, un giovane allampanato dai capelli
rossi che si presentò come Rua, il quale gli spiegò allegramente che dovevano
portarla solo per alcune missioni e lavori come le visite al quartier generale.
La ciurma,
si vedeva, era particolarmente eccitata al fatto che Zoro si unisse alla squadra,
e gli dissero di far loro sapere se aveva bisogno di qualcosa per il suo allenamento.
Affermarono che il Commodoro Rufy sceglieva sempre dei buoni nakama e che il
Capitano Tenzou si assicurava che usasse del buon senso nelle sue decisioni.
Risero di questa questione mentre si preparavano a salpare e Zoro non poté evitare
di apprezzare il caldo benvenuto che gli avevano dato a bordo.
Rufy
saltò sulla nave ed iniziò ad urlare per il cibo a pieni polmoni. “Ohi, Capo,
hai mangiato mezz’ora fa,” lo rimproverò uno degli uomini.
“Ma ho
di nuovo fame!”
“E’ TROPPO
PRESTO, INGORDO!” ruggirono e colpirono nell’aria con un gesto di rassegnazione,
in una maniera così meravigliosamente coordinata, data dall’allenamento fatto
più e più volte in precedenza.
“Ma…”
piagnucolò Rufy.
“Per
una volta sono d’accordo con loro,” disse Tenzou con affetto. “Ma forse, se
mi aiuterai a compilare dei documenti per il Grand’Ammiraglio Sengoku, allora
potremo lasciati avere uno spuntino.”
“Non
importa, non ho più fame. Andiamo ragazzi! Partiamo all’avventura!”
Gli uomini
applaudirono e issarono l’ancora. La nave si stava allontanando dal porto quando
sentirono un urlo venire dall’isola.
In piedi
laggiù stava Coby, ansimando profondamente.
“Rufy-san!
Grazie per tutto quello che hai fatto per me! Non dimenticherò la tua gentilezza!”
L’altro
rise e ricambiò il salutp. “Segui il tuo sogno Coby!”
I marine
della base avevano seguito la loro nuovissima recluta e si erano uniti a lui
nel salutare i loro salvatori. Gli abitanti li dissero addio e applaudirono
con Rika che di fronte a tutti si agitava come una pazza.
“Accade
tutte le volte?” scherzò Zoro.
“Nah,
di solito veniamo cacciati via.”
Tenzou
sospirò. “Mi dispiace, pare che il Commodoro in questione abbia preso qualcuna
delle cattive abitudini di suo fratello maggiore, ma nessuna di quelle buone.”
Lo spadaccino
fece una smorfia e si sistemò comodamente sul ponte per fare un pisolino. “Quindi
dove stiamo andando ora?”
“Al Baratie!
Ho faaaaaaaaaaaame,” esultò Rufy.
Tenzou
ci pensò su. “Abbiamo un paio di missioni di cui occuparci prima di dirigerci
verso la Rotta Maggiore. Mi piacerebbe trovare qualche membro promettente. Se
potessimo almeno convincere finalmente Sanji-san ad unirsi sarebbe fantastico.
Tajiyo-kun fa del suo meglio ma è solo un apprendista cuoco, abbiamo davvero
bisogno di un professionista per tenerci al passo con Rufy.”
Si spose
in avanti facendo finta di nulla e lo afferrò per un orecchio.
“Ora,
Commodoro. Prima di arrivare credo di aver alcuni documenti da rivedere dato
che hai saltato la riunione per andare a perderti. Abbiamo ottenuto dei buoni
risultati visto che hai salvato Coby-kun (un giovane meravigliosamente promettente)
ma non pensare che ti perdoni per quello, maledetto bastardo.”
Di nuovo
disse tutto quello con un sorriso beato ed un’atmosfera caratteristica che gridava
‘sta arrivando l’Era Glaciale’. Contro tutte le previsioni trascinò il ragazzo
di gomma per l’orecchio fino all’ufficio.
Zoro
fece una smorfia e si sistemò più comodamente contro la balaustra. La barca
dondolava leggermente per via delle onde e si sentiva la ciurma che tirava le
funi, sistemava le vele e si spostava sul ponte. Un attimo dopo, già dormiva.
________________________________________
Biografia
di Tenzou
Non ha
un cognome (nemmeno Sanji o Nami ce l’hanno, quindi non importa).
Essenzialmente
è l’assistente di Rufy o il suo ‘sexy segretario’, come qualcuno una volta l’ha
soprannominato per scherzo (Ace), e Rufy continua a presentarlo in questa maniera.
È desiderio non-troppo-segreto di Tenzou rovinare la vita di Ace in una maniera
simile.
Non ha
un aspetto appariscente, ma per lui è meglio così. Gli occhi verdi sono una
delle sue parti migliori ma, sfortunatamente, nessuno le nota perché si assume
che li abbia marroni come i capelli.
In quanto
capitano della marina è un individuo estremamente capace e più che competente
in battaglia. E’ abile dell’utilizzo di tutti gli strumento di base e di tutte
le armi (preferendo una semplice katana) e si è allenato con impegno nelle arti
marziali. È anche un maestro nell’arte degli origami, cosa ironica visto tutti
i documenti di cui si deve occupare. Non possiede frutti del diavolo anche se
Rufy è fermamente convinto che ne abbia uno legato al lavoro d’ufficio. Non
è così. Ma la sua migliore caratteristica resta la sua natura spietata ed astuta.
Combatte duramente e gioca sporco contro i suoi nemici.
Fa rapporto
regolarmente a parecchi ufficiali superiori circa le missioni richieste, i documenti
e per far sapere a Garp che suo nipote sta bene ma ‘non sarò io a dirle dove
siamo per poi dovermi sorbire le lamentele del Commodoro’.
E’ molto
dolce (soprattutto coi bambini), e di solito parecchio popolare in ogni dove,
ha un grande senso di responsabilità e Rufy teme la sua presa solo leggermente
meno di quella di suo nonno.
Ha appena
compiuto ventun anni, il che lo rende parecchio più vecchio di Rufy con cui
sta ormai collaborando da un paio d’anni.
Nonostante
il pugno di ferro e la catasta di documenti a cui Rufy viene costretto, lo rispetta
tantissimo ed è estremamente leale. Hanno la stessa idea di giustizia
in comune e le loro esperienze hanno fortificato il loro legame.
Tenzou
viene da un’isola ormai distrutta per essere stata teatro di una piccolo battaglia
tra marine e pirati. La sua esperienza infantile l’ha reso molto cinico e sospettoso,
ma si nasconde dietro le sue maniere piacevoli e militarmente educate, quindi
le persone lo sottovalutano. La sua vera natura emerge qualche volta in superficie,
specialmente nel caso di persone che considera tanto ingenue da essere stupide.
Crede che certe cose siano per i bambini che gli adulti hanno il compito di
proteggerli.
Ama il
suo lavoro e sa che non avrebbe avuto possibilità di ottenere una posizione
così interessante senza Rufy.
Tenzou
si trova molto bene con Zoro, ed occasionalmente i due si allenano assieme.
Il secondo è di gran lunga il miglior spadaccino ma Tenzou è un avversario difficile
per via delle altre abilità.
E’ necessario affinché tutto fili liscio nelle operazioni ed è l’intermediario
per tutti i lavori affidati alla squadra e legati alla marina.
________________________________________
A/N
Ta-da :3 Bene, ora stiamo entrando nel vivo.
Tenzou ha avuto un sacco di spazio, ma era necessario perché Rufy non avrebbe
mai fatto certe cose che invece bisognava fare. E inoltre dovevo dare una spiegazione
sensata al fatto che girassero per il mondo.
In pratica, le sole persone oltre l’equipaggio che sanno dove si trovano davvero,
sono solo i Cinque Astri di Saggezza e Sengoku.
Rufy è più forte per ovvie ragioni. È passato attraverso un allenamento militare
avanzato e si è battuto con i più duri combattenti presenti in marina (durante
l’allenamento di base, è stato subito chiaro quanto potenziale avesse e quindi
gli hanno aumentato la difficoltà delle prove. Insomma, è passato dal livello
‘spaccaossa’ a ‘oh Dio non voglio morire’). Come pirata, non avrebbe avuto accesso
ad una cosa del genere e quindi i suoi progressi non sarebbero stati così veloci.
L’idea delle truppe è stata di Sengoku (l’uomo-gabbiamo menzionato da Rufy :D)
e dati i risultati prodotti dal gruppo di Rufy, nessuno ha potuto davvero protestare.
Spandam del CP9 ha alzato un polverone (gelosia per di più?) ma i Cinque Astri
di Saggezza l’hanno ignorato, dato che apprezzano l’operato di Rufy. Ha già
fatto fuori pubblicamente parecchi grandi nomi e si aspettano altre grandi cose
da lui in futuro.
Sengoku chiama e dice ‘questo marine si comporta in maniera sospetta, andata
a vedere qual’è il problema’ oppure ‘scortate qui questa persona’ e spesso ‘Pirati;
massacro di civili, tradimento di nakama, ecc andate ad ucciderli/catturarli/come
volete’.
La ciurma in realtà è ‘squadra di supporto’. Sono solo marine allenati alle
regole basilari, più marinai che combattenti. Si occupano della nave, delle
provviste e fanno tutte quelle cose che vanno fatte, compreso aiutare Tenzou
coi documenti.
C’è un’aria piuttosto informale sulla nave (altra ragione per cui Rufy odia
le uniformi) e tutti sono estremamente fedeli a Rufy e Tenzou ha implicitamente
fiducia in loro. Quando i due hanno detto ‘Zoro si unirà a noi’ sapevano già
che i capi non avrebbero lasciato arruolare nessuno che non fosse a posto.
Note:
*Onii-chan:
fratellone (amichevole)
**Santoryuu:
Tre Spade (il nome della tecnica di Zoro)
|
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Capitolo 4 *** Pagliacci, cuochi e battaglie ***
Zoro rimase fermo, lo
sguardo fisso. L’avevano fregato, ne era sicuro. “Ohi,” sbottò. “Non ho mai
accettato una cosa del genere.”
Tenzou alzò lo sguardo
da ciò che stava scrivendo. “Non so davvero per cosa tu stia rompendo, Zoro.
Ora sono occupato con tutti i documenti per le operazioni.”
L’altro strinse i denti.
“Allora cosa diavolo è questa merda?” Agitò la mano verso una minacciosa pila
di documenti accumulata nella scrivania opposta.
“Quelli dovrebbe farli
il Commodoro, ma finirà che me ne occuperò io e poi lo sfinirò per farmeli firmare,
perché alla Sede Centrale non accettano gli ultimi rapporti se non sono controllati
dall’ufficiale in comando, secondo il loro labirinto di regole burocratiche.”
Sospirò, prima di tirare indietro la sedia e dirigersi verso un armadio a muro.
“Questa è la tua scrivania,” indicò un tavolo rettangolare con sopra una targhetta
per il nome. “Ti darò tutti i documenti che ti servono e dovrai sistemarli qui.”
Zoro si accigliò. “Pensavo
di non dovermi occupare di nessuna di queste stronzate.”
“Non sul serio. Tutto
quello che devi fare è firmare il contratto che poi ti spiegherò ed una copia
del rapporto delle missioni a cui parteciperai. È davvero tutto qui, solo perché
tu possa confermare quello che riportiamo alla Sede Centrale.”
“E che cosa riportate?”
“Niente di che, solo
quello che vogliamo fargli sapere.” Tenzou gli riservò un sorriso furbo. “Ma
perché sei così incazzato?”
L’altro incrociò le braccia
sul petto. “Rufy ha detto…”
Tenzou si accigliò e Zoro afferrò le sue spade.
“Quel bastardo.”
“Che Commodoro irresponsabile,
affibbiare a me il suo lavoro d’ufficio è già una cosa sufficientemente grave.”
“Lo ucciderò.”
“E io ti darò una mano.”
Poco dopo i gemiti di
dolore risuonarono per l’intera nave.
-break-
Rufy si massaggiò la
testa. “Owww. Faceva male sul serio.”
“Be’, non cercare di
far fare ad altri il tuo lavoro, idiota,” borbottò Zoro. “Dove siamo diretti,
comunque?”
“Uh, ci è stato chiesto
di ormeggiare in un porto cittadino per controllare che sia tutto a posto.”
Rufy si accasciò sopra
la prua e si soffermò sulle onde. “Allora, Zoro. Quanto vorresti arrivar lontano
pur di raggiungere il tuo sogno?”
Zoro gli scoccò un’occhiata
con la coda dell’occhio e gli sfuggì un suono strano mentre respirava. Rufy
aveva uno sguardo pensieroso che sembrava quasi… Triste?
“Se morirò allora semplicemente
non sarò stato abbastanza forte da andare più lontano.”
Il ragazzo di gomma sorrise.
“E’ la cosa migliore no? Se non hai voglia di dare tutto te stesso allora non
è quello che vuoi davvero al mondo, no?”
Zoro rise.
-break-
Sulla Cu fharraige
c’erano due differenti gruppi di persone. C’erano circa trenta marinai che si
occupavano della nave e fornivano un supporto in generale e poi c’era l’aristocrazia.
Zoro era stato reclutato
in quest’ultima.
Al momento, c’erano stati
solo tre abbandoni tra morti e ritiri. Ciò significava che i membri dell’ ‘aristocrazia’
si occupavano delle missioni e delle indagini, mentre il resto del gruppo stava
di copertura. Ma, a parte questo, facevano tutti parte della stessa ciurma.
Mangiavano, bevevano e celebravano assieme. Il loro legame era forte e condividevano
tutti lo stesso ideale di giustizia. Non seguivano il governo o la gerarchia
della marina. Seguivano il loro amato Capo che li proteggeva a costo della vita,
perché erano suoi nakama.
L’Ammiraglio Aokiji sottolineava
ironicamente che qualche volta erano più simili ad una ciurma pirata.
-break-
Tenzou era irritato.
Aveva trascorso una buona
parte del giorno ad occuparsi dei documenti. Be’, ciò intendeva dire ‘fare tutto
il lavoro che Rufy non aveva fatto’ ma non era per quello che era così sulle
spine.
Odiava i pagliacci.
Non ne era terrorizzato,
pensava solo che non fossero divertenti, che annoiassero e che apparissero stupidi.
Prendeva tutta l’irritazione che provava per Rufy e la spostava su qualcos’altro
ancora più stupido, che erano appunto i pagliacci.
E ora c’era una nave
ormeggiata in quell’isola che era decorata come una maledetta tenda da circo.
“Non devo affondare la tenda da circo. Io sono quello responsabile. Che cosa
succederebbe se iniziassi a comportarmi come il Commodoro Rufy?”
Quando si parlava del
diavolo…
“Wa-oh! Che figata!”
gridò Rufy con i luccichini negli occhi. “C’è il circo in città! Andiamoci,
andiamoci ragazzi!”
Tenzou gli diede casualmente
un pugno ringraziando silenziosamente il Vice-Ammiraglio Garp per avergli insegnato
quella tecnica.
“Nate,” urlò. “Il libro
delle taglie.”
Era una cartella con
tutti gli avvisi che uno dei membri della ciurma era responsabile di tenere
aggiornato.
Non era strettamente necessario
ma poteva risultare utile all’occasione per controllare.
Zoro si avvicinò sbadigliando
e grattandosi. Diede un’occhiata interessata al libro. “Cos’è?”
“E’ il nostro libro delle
taglie. Nate è quello che si occupa di tenerlo aggiornato. Contiene tutti gli
avvisi di pirati in attività al momento. Questa è la versione per il Mare Orientale;
ne abbiamo uno specifico per tutte le regioni.” Tenzou sfogliò le pagine prima
di trovare un avviso in particolare che mostrò allo spadaccino dai capelli verdi.
Zoro esaminò il ritratto.
“Bagy il Clown. Quindici milioni di Berry.”
Tenzou alzò le spalle.
“E’ un pirata di poco conto, ma dato che è qui dovremo per forza dare un’occhiata
nei dintorni. Che cosa ne pensi, Commodoro?”
“Um, Capitano Tenzou,”
azzardò Nate. “Mi dispiace, se n’è andato.”
Di nuovo, il Commodoro
Rufy aveva eseguito il numero della sparizione per il suo Capitano.
-break-
Rufy bighellonava per
la città. Poteva giurare di aver sentito un grido rabbioso che sembrava quello
del suo Capitano, ma decise che era solo la sua immaginazione.
Le strade erano deserte.
Dov’erano tutti? Rufy si imbronciò un poco. Se se n’erano andati allora non
c’erano ristoranti e quindi niente ciboooooooooo!
Si fermò e piegò la testa
di lato. C’era un qualche tipo di confusione da qualche parte; immaginò che
avrebbe potuto essere qualcosa di divertente oppure Tenzou che arrivava ad assegnargli
ancora più documenti. C’era del fumo e delle schegge che volavano in altre direzioni.
Hey, un cane.
Un cane seduto di fronte
ad un edificio bruciato.
Il fumo saliva a spirale
e le fondamenta si consumavano ancora. Rufy rimase a guardare. Il fuoco si era
appena spento; il calore si espandeva attraverso l’aria, accarezzando la sua
faccia con un tocco viscoso. Era un miracolo che l’incendio non si fosse diffuso
nelle strutture vicine. Il cane sedeva tristemente davanti alle rovine e basta.
Un vecchio uscì da un
edificio vicino e si fermò di fronte ai detriti incinerati. “Shu-Shu,” mormorò.
“Non è colpa tua, di sicuro lui non si sarà arrabbiato. Hai dato quello che
potevi e sei persino andato contro un leone. Sarebbe molto orgoglioso di sapere
come hai lavorato sodo per proteggere il suo tesoro.”
Il cane si abbassò e
annusò le ceneri.
“Ehi, Ossan*.”
L’uomo guardò sorpreso
Rufy, il quale si era accovacciata e stava ingaggiando con il botolo una lotta
di sguardi.
“Sei appena arrivato?
Meglio che te ne vada prima che ti becchino. Quest’isola ora fa parte del territorio
di Bagy il Clown. L’unica ragione per cui sono tornato qui è per dar da mangiare
a Shu-Shu.”
Rufy continuò a fissare
il cane, il quale decise che ne aveva abbastanza di quel ragazzo con la faccia
da scimmia, tanto che gliela morse. Dopo essere agitato per scuoterlo via per
qualche minuto, proseguì: “Allora perché lui è qui se tutti vi state nascondendo
da qualche altra parte?”
L’uomo sospirò sbuffando
dalla sua pipa. “La città di Orange fu costruita da persone che avevano perso
la propria casa naturale per via dei pirati. Il padrone di Shu-Shu costruì questo
negozio e lo gestì con Shu-Shu per anni. Pochi mesi fa però fu ricoverato in
ospedale ed ora non è più in questo mondo.” Soffiò fuori uno sbuffo di fumo.
“Shu-Shu è un cane intelligente. Sa che il suo amico è morto ma continua a sorvegliare
la propria casa perché è il suo prezioso Tesoro. Quei maledetti pirati ci hanno
tolto tutto!”
“Questo cappello
è il mo prezioso Tesoro. Mi è stato dato da qualcuno che ammiro molto e a cui
aspiro.”
“Questa pistola,
è la mia preferita. Un regalo di mia moglie quando sono partito per il mare.”
“Questa foto di mio
padre…”
“Il violino datomi
dal mio maestro…”
“L’isola dove è sepolta
la mia famiglia…”
“Gli abitanti di
questa città…”
“Ho bisogno della
Wadou. È il mio prezioso Tesoro.”
“Questa bussola apparteneva
a mio nonno.”
“Questa nave è casa
mia.”
“Questo è il mio
prezioso Tesoro.”
Rufy si alzò e si spazzolò
la polvere dai Bermuda. “Bagy il Clown, giusto?”
“Sì, è quel maledetto
pirata che terrorizza casa nostra. È stato il suo compagno Moji il domatore
di belve con il suo leone a fare questo.”
Rufy si aggirò fra la
cenere, esaminando le rovine. Afferrò un unica scatola non bruciata e la mise
davanti a Shu-Shu. “Mi dispiace. È tutto ciò che è rimasto del tuo tesoro. Hai
combattuto con tutto te stesso, vero? Perciò non devi avere nessuno rimpianto,”
ghignò. “Troverò quei tipi e gli farò il culo!”
“Sembra che abbiamo un
piano.”
Zoro passeggiò dietro
Rufy. “Dico di trovare Bagy e tutti i suoi amici.”
Tenzou si fermò abbastanza
a lungo da scoccare a Rufy uno sguardo dalla forza di un vento glaciale per
ricordargli che ci sarebbero state conseguenze per essersene andato in giro
senza aver ricevuto degli ordini o senza farlo sapere a qualcuno. “Sarà meglio
far cessare questa follia prima che non rimanga nulla.”
Si rivolse al vecchio.
“A proposito, Ojisan**, chi sei tu?”
“Sono il sindaco di qui.
Mi chiamo Barboncino. Ragazzini, dovreste proprio andarvene di qui. Bagy è un
demone. Possiamo ricostruire le case ma non le vite.”
Zoro sorrise sinistro.
“Quindi, sono forti, huh?”
“Ora lo scopriremo,”
sorrise Tenzou gentilmente.
“Non importa. Li prenderemo
comunque a calci nel culo.” Rufy premette il pugno contro il palmo.
"Andiamo.”
I tre giovani si diressero
verso la presunta localizzazione di Bagy.
Barboncino urlò: “Non
gettate via le vostre vite! Non avete possibilità.”
“A dire la verità,” rispose
Zoro senza voltarsi. “E’ quello che facciamo.”
“Ha ragione,” intervene
Tenzou. “Facciamo parte dell’Unità Operazioni Speciali.”
Rufy si fermò e si voltò.
“Ossan. Nessuno ha il diritto di distruggere il tesoro di un’altra persona.
Non lo faccio perché sono pirati, ma perché sono dei coglioni.”
Il giovane Commodoro
si passò una mano fra i capelli. “Sono un marine ma i pirati mi hanno salvato
la vita.”
Barboncino trattenne
il fiato mentre si allontanavano. “Unità speciali?”
-break-
Bagy il Clown era arrabbiato.
La ladra se l’era filata.
Come osava qualcuno rubare da un pirata del suo calibro? L’avrebbe trovata e
gli avrebbe insegnato una rapida lezione. Quella era la sua mappa della Rotta
Maggiore (anche se lui stesso l’aveva fregata in fretta dalla scrivania del
navigatore della Oro Jackson).
Strangolò senza pensarci
il tipo che era stato così sfortunato da portargli la notizia. Spezzò il collo
dell’uomo e la sua mano tornò per riattaccarsi al braccio. Il potere del Bara
Bara no Mi* era utile per lo più per cose come questa, pensava.
Però le persone di questa
città sapevano stare al loro posto. Se n’erano andati in collina al suo arrivo.
Anche distruggere in un attimo una buona parte della città con le sue tanto
decantate “Bagy Balls” non gli aveva risollevato l’umore. ‘Deve essere stato
uno degli abitati’ rifletté. ‘Li abbiamo chiaramente lasciati da soli troppo
a lungo. Domani andrò a dargli una bella ripassata.’
Interruppe i suoi pensieri
quando tre ragazzi arrivarono sul tetto; nessuno di loro era particolarmente
appariscente; soprattutto quello basso con i capelli neri sembrava proprio inutile.
“Hey, siamo qui per farti
il culo.”
“Eh, va bene allora,”
replicò. “Eh? Aspetta un attimo! Che sto dicendo? Ti faro il culo io.”
“Non agitarti, Capitano.
Mi occuperò io di queste caccole.”
Un leone ruggì.
“Io, Moji il domatore
di belve, mi occuperò di questi mocciosi.”
Rufy lo fissò. “Cos’è
quello stupido cappello?”
“Stupido cappello? Questi
sono i miei capelli idiota!”
Zoro arricciò il naso.
“I tuoi capelli? Sono la cosa più ridicola che io abbia mai visto.”
Tenzou annuì, piegando
la testa di lato. “Quelle orecchie sono piuttosto stupide, sai.”
Rufy gli scoccò un’occhiataccia.
“Oi! Uomo-gatto dalla faccia stupida. Sei tuo quello che ha bruciato il negozio
e attaccato Shu-Shu, il cane?”
Moji fece una smorfia.
“E se l’ho fatto?”
Zoro aveva visto Rufy
in azione in precedenza. Nel periodo in cui avevano navigato assieme gli era
capitato di sentire di altre cose che poteva fare. Quando aveva combattuto contro
Morgan, era come se se la stesse prendendo contro un bullo che importunava suo
fratello minore. Sorprendentemente questo avvenne in una maniera differente.
Rufy non stava giocando con quei pirati. Si mosse più veloce per poterlo seguire
e Moji, assieme con il suo leone Richie, fu fatto volare con quello che sembrava
un paio di mascelle rotte. Decisamente una cosa era sentire riguardo qualcosa,
un’altra vederla messa in pratica.
‘E si sta ancora trattenendo,’ osservò Zoro. ‘Immagino che quello che si dice
sia vero.’
“Ho combattuto con
tutti i tipi di persone forti quando mi stavo ancora allenando, Zoro. Degli
autentici mostri mi hanno fatto il culo.”
Rufy mise il broncio
pensandoci, mordendosi il labbro inferiore.
“Non è stato per
niente bello. Ma sono diventato un sacco forte combattendo con quei tizi.
"L’allenamento
è divertente e tutto ma combattere con gente forte…”
Rufy ghignò in maniera
contagiosa mentre Tenzou sorrise indulgente oltre il suo the. “E’ quello che
ti rende il migliore!”
Zoro e Tenzou si gettarono
rapidamente nella folla ed efficientemente se ne sbarazzarono. Quei moscerini
non valevano il loro interesse. Bagy trattene il fiato mentre Rufy si voltava
verso di lui.
“Solo una domanda? Conosci
Shanks?”
“SHANKS? Quel bastardo
mi ha rovinato la vita!” Bagy iniziò ad inveire con il suo compagno di un tempo.
“Pfft. Comunque sia,
non me ne frega.”
“ALLORA PERCHE’ L’HAI
CHIESTO?”
Rufy si toccò il naso
ed aspettò che i suoi nakama avessero finito.
“Nessuno ha il diritto
di distruggere il Tesoro di un altro. Quel negozio era quello di Shu-Shu e questa
città di Ossan. È una ragione sufficiente per farti il culo, naso rosso!”
Bagy sbottò: “COS’HAI
DETTO SUL MIO NASO?”
“E’ decisamente grosso
e rosso come un pomodoro.”
“Ma è vero? Credevo fosse
parte del costume.”
Bagy fece una smorfia
ed estrasse un pugno pieno di coltelli.
“Capitano, non si sprechi
per questi bambini. Lasci che io, Cabaji l’acrobata si occupi di loro.” L’uomo
aveva metà testa parzialmente rasata e sedeva su un monociclo. “Prima, mi sentivo
come se stessi lasciando arrugginire le mie abilità.”
“Abbiamo decisamente
a che fare con un tema a circo,” mormorò Tenzou. “Io lo odio davvero.”
“Mamma, è perché non
sei divertente Tenzou,” lo prese in giro Rufy.
Entrambi guardarono verso
Zoro e annuirono. Lui sorrise e fece un passo avanti.
“Lo sai,” conversò
Tenzou. “Sei decisamente il miglior spadaccino.”
Zoro fece una smorfia
dalla sua stuoia. “Se è così, perché mi hai fatto il culo?”
“Perché ho affrontato
avversari forti che potevano distruggere un’intera ciurma con facilità e ho
un addestramento in più nelle arti marziali che mi dà un vantaggio.”
Rufy spuntò dall’altra
parte della stanza. “Troverai dei tipi daaaveeero forti da combattere da ora
Zoro. tu sei un nostro compagno quindi ti aiuteremo con il suo sogno.”
Tenzo annuì, d’accordo,
mentre sguainava la spada. “Sei decisamente più abile in questo campo e il tuo
potenziale supera di gran lunga il mio. Ti insegneremo anche altre abilità.
Sappi che è decisione tua se usarla oppure no.”
Rufy balzò su. “Tocca
a me! Tocca a me! E, Zoro, abbiamo deciso una cosa. Tutti gli spadaccini sono
tuoi, okay? Ti lasceremo combattere da solo contro tutti quelli che affronteremo.”
Zoro sorrise. “Be’,
non potrò definirmi il più forte del mondo se non sconfiggo ogni persone che
maneggia una spada.”
Cabaji pedalò in avanti
e mirò a Rufy, solo per essere bloccato dalla lama di Zoro.
“Se combatti con la spade,
tocca a me.”
“Tre spade. ‘Il cacciatore
di Pirati’ Roronoa Zoro. Sono onorato.”
“Non mi sono mai definito
così.”
Si affrontarono, le spade
che volavano. Cabaji sembrava usare un sacco di trucchi magici, lanciano in
aria polvere e colpendo qualsiasi cosa sembrasse una ferita. Si avvicinò e sputò
fuoco al combattente coi capelli verdi.
“Feh, Ace è molto più
bravo,” sottolineò Rufy, Tenzou annuì d’accordo.
Zoro si accigliò. “E’
così? Questo è il massimo che sai fare? Ti mostrerò la differenza di livello
fra noi due.”
Zoro si mise in posizione
da Santoryou.
L’espressione di Cabaji
si incupì all’insulto. “Allora la smetterò di giocare con te, cacciatore di
taglie. Prendi un assaggio del mio miglior trucco!”
Lanciò fuori delle manciate
di trottole rotanti. “Tecnica Acrobata: Tifone delle Cento Trottole.” Poi si
avvicinò all’edificio. “Tecnica Acrobata: Scalata del Muro.”
Zoro distrusse le trottole
con dei minimi movimenti e guardò Cabaki volare nell’aria e gridare il nome
della tecnica: “Pugnalata Diretta!”
Bagy diresse una mano
verso Zoro con l’intenzione di tenerlo fermo in maniera che Cabaji potesse finirlo.
Ghignò. Se la morte del ‘cacciatore di pirati’ Roronoa gli fosse stata attribuita,
la sua taglia sarebbe probabilmente aumentata esponenzialmente. Peccato che
Rufy decise di spaccargli una mano piuttosto che farlo intervenire.
Bagy urlò dal dolore
nel sentire I tendini separarsi e le ossa rompersi.
“Non interferire,” sbottò
Rufy. “Questo è un duello fra due spadaccini. Stanne fuori. Lascia stare la
battaglia di Zoro.”
L’interessato sorrise.
Evitò Cabaji mentre colpiva il terreno e calciò il suo monociclo da sotto.
“Sono stanco,” brontolò. “Combattere contro un avversario di così scarsa abilità.”
Cabaji si rimise in piedi
e gli si diresse contro. Se fosse stato in qualche maniera un vero spadaccino
avrebbe notato che la posizione e l’aura di Zoro che indicavano un potente ed
estremamente pericoloso attacco.
"Oni-giri!"
Zoro si tolse la bandana
e guardò storto il pirata ora svenuto. ‘Ho bisogno di avversari più forti. Per
arrivare in alto, per ottenere quel titolo. Ma almeno…’ sorrise dentro di sé.
“Lo vedo accadere,”
urlò Rufy. “Sarai il più grande spadaccino e io ti vedrò diventarlo.”
Tenzou sorrse. “Devo
ammetterlo. Sarebbe parecchio bello conoscere il successore per quel trono.”
Rufy sorrise e agitò
il suo boccale. “Ti guarderemo le spalle per l’intero tragitto Zoro! Dai tutto
quello che hai e noi sosterremo il tuo sogno.”
‘Ora, ho dei compagni
che credono nel mio sogno.’
-break-
Bagy contrasse la bocca.
Quel maledetto moccioso
gli aveva completamente distrutto la mano. Si poteva sapere chi diavolo era?
Quello moro piccolino sembrava profondamente annoiato e quello castano stava
scrivendo delle note in un’agendina. Roronoa tornò verso di loro quasi casualmente.
Era Bagy il Clown, che
cavoli! Aveva una taglia da quindici milioni di Berry. “Non pensate di essere
dei grandi solo per aver sconfitto i miei sottoposti, dovete ancora confrontarmi
con me! Vi distruggerò in un attimo!”
Era in qualche maniera
deludente ricevere solo un gruppo di occhiate annoiate e per nulla impressionate.
Tenzou continuo a scrivere nell’agendina.
“Hai capito che l’unica
ragione della nostra calma era di lasciare Zoro confrontarsi con il tuo spadaccino?”
commentò dolcemente.
“Mi dispiace davvero che tu non abbia ricevuto una grande sfida, Zoro.”
"Hmph", Zoro brontolò.
“Dobbiamo attendere per una migliore occasione nella Rotta Maggiore.”
“Be’, a meno di emergenze,
ci dirigeremo verso Rogue Town prima della fine della settimana."
“PIANTATELA DI IGNORARMI
DEFICIENTI!” urlò Bagy. "BARA BARA NO…"
Rufy fu improvvisamente
davanti a lui. “Non sei divertente. Non vale nemmeno la pena giocare per un
po’.” Bagy ebbe appena il tempo di spalancare gli occhi prima di venir colpito
da un montante che avrebbe rotto il collo a qualunque persona normale. Rufy
lo calciò via ma fu ricompensando con un paio di pugni ben coordinati da parte
dei suoi compagni.
“Ow, e questo perché,
ragazzi?” si lamentò massaggiandosi in testa.
Zoro decise di colpirlo
ancora. “Pensi mai a quello che stai facendo, Commodoro?”
“Eh? Che vuoi dire?”
protestò Rufy prima di sentirsi congelato dal freddo di un vento artico ed un
brivido gli attraversò la spina dorsale; si voltò per vedere Tenzou sorridere
in una maniera che avrebbe reso Aokiji orgoglioso.
“Ah, Commodoro, sembra
che tu abbia di nuovo dimenticato la tua forza. Non possiamo proprio prendere
Bagy il Clown in custodia dato che l’hai lanciato abbastanza lontano da far
invidia allo Shikibukai Kuma ‘il tiranno’ e per di più in vari pezzi.”
Rufy si grattò la testa
e guardò il cielo nella direzione in cui aveva calciato Bagy. Di sicuro, alcune
parti del pagliaccio potevano essere viste mentre sparivano all’orizzonte. A
Rufy non importava davvero che se ne fosse andato, ma aveva la terribile sensazione
che gli altri non fossero d’accordo.
Zoro sospirò e si sistemò
le spade. “Non hai intenzione di farlo ogni volta, vero, Rufy?”
Gli occhi si Tenzou assunsero
un aspetto demoniaco. “Commodoro Monkey D. Rufy, signore. Aspetterò di leggere
il rapporto che scriverà per il quartiere centrale a proposito di questo guaio.”
Sulla Cu fharraige
la ciurma senti un familiare grido d’orrore. Alzando le spalle, realizzando
che il Commodoro doveva aver incrociato il Capitano, e ritornarono alle loro
faccende.
-break-
Barbocino era elettrizzato
per la sconfitta di Bagy. I danni alla città erano stati terribili, ma, rifletté,
potevano ricostruirla.
I ragazzi dissero semplicemente
che erano membri della marina prima di arrestare il resto dei pirati. La ciurma
rese inoffensivi i cannoni e chiamarono una squadra dalla sede della marina
più vicina per occuparsi della nave pirata.
Il ragazzino, che diceva
di chiamarsi Rufy, aveva trascinato Barboncino in un deposito e gli aveva mostrato
orgoglioso un Tesoro affermando che era di Bagy e che quindi potevano usarlo
per ricostruire la città. Era stupito e preoccupato se fosse legale ma il ragazzo
educato dai capelli castani gli spiegò che era nel loro diritto decidere cosa
farne, dato che avevano ‘sconfitto’ Bagy. Lo controllò e diede a Barboncino
una stima del valore e gli consigliò qualche pezzo da mettere all’asta o da
vendere nelle isole vicine. Se ne andarono prima che gli abitanti ritornasse
non volendo aspettare per dei ringraziamenti e solo Barboncino li salutò al
porto. Le persone erano incredule ma riconoscenti. Chi si sarebbe mai aspettato
che la marina avesse degli agenti così meravigliosi al suo comando?
Gli agenti in questione
si stavano dirigendo a tutta birra verso un ristorante ben conosciuto. Lo spadaccino
stava russando sul ponte superiore. Il commodoro si stava lamentando mentre
lavorava al rapporto ed il capitano sedeva davanti a lui con una tazza di the
sognando il buon pranzo dalla cucina di Zef ‘Piedi Rossi’.
-break-
Il Baratie era un ristorante
galleggiante il cui proprietario e gestore era l’ex pirata Zeff ’piedi rossi’.
I cuochi avevano la reputazione di essere dei violenti e di non trattare troppo
gentilmente coloro che mangiavano ad ufo, li insultavano o cercavano di rubare
(uno dei tanti motivi per cui Portuguese D. Ace era stato bannato a vita dal
ristorante). Erano ‘cuochi combattenti’, orgogliosi della loro abilità.
Era un ristorante estremamente
popolare nonostante la violenza rampante; anzi, molti clienti erano venuti inizialmente
per vedere i combattimenti decidendo poi di rimanere anche per via del fantastico
cibo. Era anche il ristorante preferito dei comandanti delle Unità Operative
Speciali, il Commodoro Monkey D. Rufy ed il Capitano Tenzou, ma non era per
quello che volevano che Sanji si unisse alla squadra.
Solo un fattore aggiuntivo.
-break-
Rufy saltava sul ponte
euforico. Si dondolava fuori dalla balaustra, saltava sulla testa cava della
polena a forma di lupo e faceva una danza pazzerella con diversi membri dell’equipaggio
(che erano abituati a cose del genere e non ci prestavano molta attenzione,
partecipando con gusto).
Zoro aprì un occhio per
vederlo vagare per tutto il ponte. Sospirò, realizzando che non avrebbe potuto
dormire, e si alzò dal suo cantuccio contro la balaustra. Camminò senza farsi
notare nel ponte ed entrò nell’ufficio principale.
L’ufficio era una grande
stanza equipaggiata con parecchie scrivanie e studioli per il lavoro d’ufficio,
la navigazione e per legger e il giornale con una tazza di the. Tenzou era profondamente
concentrato in quest’ultima attività con i piedi sopra la scrivania. Zoro sbatté
la porta per attirare la sua attenzione si avvicinò al tavolo.
“Com’è che Rufy è così
eccitato?”
“Credo che sia così esaltato
all’idea di tornare al Baratie. Sarà la nostra ultima visita prima di tornare
nella Rotta Maggiore perciò se la deve godere al massimo.”
Zoro suppose: “Allora
è una specie di ristorante?”
“Che, certo che lo è.
Come cavolo hai fatto a capirlo?” mormorò Tenzou ghignando. “Parlando seriamente,
c’è un cuoco che vorremo reclutare ma è da tempo che rifiuta.”
Zoro fece una smorfia.
“Un cuoco? Ci dev’essere qualcosa dietro che non mi stai dicendo.”
Tenzou decise di sfogliare
le pagine del suo giornale e sorridere gentilmente, cosa che Zoro interpretò
come ‘lo scoprirai presto’.
-break-
Rufy era stato tanto
irritante che, nel momento in cui arrivarono nell’ultima locazione conosciuta
del Baratie, la ciurma era impegnata a riflettere sulla decisione di ammutinarsi
e legare una corda attorno alla sua caviglia per farlo trascinare in acqua per
il resto del viaggio.
Be’, a dirla tutta, era
stata un’idea di Tenzou e Zoro aveva scoccato degli sguardi significativi che
indicavano che non avrebbe votato in senso contrario. In ogni caso, approdarono
a destinazione con grande sollievo.
Rufy si voltò dondolando
e ordinò alla ciurma: “Va bene ragazzi, noi andiamo a mangiare. Voi restate
tutti qui.”
Risposero con un simultaneo
“BASTARDO EGOISTA!” e Zoro dovette ammirare la sincronia necessaria per eseguire
una mossa coreografica così elegante.
Tenzou lo spiegò con
buone maniere. “Staremo qui per un po’ così chiunque potrà prendersi un po’
di quel magnifico cibo. Quando ritorneremo a bordo sarà il vostro turno. Rua,”
si voltò verso il marine dai capelli rossi. “Dì a Tajiyo-kun che cercheremo
di convincere un cuoco ad unirsi a noi da qui, ma di non aspettarsi troppo dato
che sono famosi per la loro testardaggine.”
La ciurma iniziò a prepararsi
per gettare l’ancora ma un urlo di panico dalla folla accucciata sotto li avvertì
di un problema minore. In effetti, c’era un ostacolo evidente fra il Commodoro
Rufy e la sua cena.
Peggio per l’ostacolo.
-break-
Sanji aveva trascorso
la maggior parte della sua vita a cucinare per Zeff. Non aveva ancora dieci
anni quando la nave era stata attaccata e loro due erano naufragati su quella
roccia abbandonata da Dio.
Quando aveva visto quello che quel vecchio aveva fatto alla sua gamba aveva
dato tutto se stesso per quel posto. Come poteva pensare all’All Blue quando
Zeff aveva sacrificato la sua gamba per un moccioso senza valore come lui? Non
aveva la forza di lasciare il Baratie finché non avrebbe sentito che il suo
debito fosse stato saldato e, più importante, che si fosse assicurato che il
vecchio sarebbe stato a posto (ovvio, era resistente come uno stivale vecchio
ma questo non voleva dire che stava bene).
Perciò Sanji rimaneva
al Baratie. La sola cosa che rimpiangeva sul serio (e sarebbe morto prima di
ammetterlo) era la perdita di quel vecchio libro di bordo che teneva sulla prima
nave. Ce l’aveva fin da quando aveva imparato a cucinare, per quello che poteva
ricordare. Era stato mangiato dai vermi e sbiadito, pieno di appunti di scrittura.
Sembrava che fosse stato usato in parte come diario e in parte come un quaderno
di brutta per le note. Parlava di una strana regione nel pare che sembrava possedesse
delle correnti incrociate. Le creature, il tempo, le tratte. Tutto ma non le
coordinate.
Sanji sapeva che l’All
Blue esisteva.
Una volta aveva posseduto
qualcosa come l’unica prova per quel mare. Ma ora era stata persa senza speranza
quando la nave era affondata. Non gli importava veramente, avrebbe comunque
dovuto trovarselo da solo ma era vello avere una prova con cui convincere qualcun’altro
a credere nel suo sogno.
-break-
"Sanji! Meshi*!"
Sanji fissò incredulo
il suo amico Rufy prima rivolgere lo sguardo verso Tenzou, il cui viso era settato
nella normale espressione (che significava, ‘il mio ufficiale superiore è un
incredibile imbecille ed io sono almeno dieci anni troppo vecchio per fargli
da babysitter’). Con loro c’era uno stupido marimo che li seguiva e qualche
strano istinto disse a Sanji che quell’uomo era un bastardo terribilmente fastidioso
(Ah già, era pure forte).
“Rufy,” esalò. “Non hai
proprio capito la situazione qui, vero?”
Il ragazzo di gomma sbatté
le palpebre e piegò la testa di lato.
Il Baratie era nel caos.
I clienti si erano rifugiati nel retro mentre i tristemente noti cuochi combattevano
con dei pirati che apparivano affamati. Tenzou fece dei segnali con la mano
casualmente all’equipaggio della Cu Fharraige in maniera che girassero
la nave e l’allontanassero dal galeone danneggiato. I cuochi si difendevano
parecchio bene, non c’era davvero bisogno di intervenire. Tenzou si avvicinò
per salutare un cuoco dall’aspetto anziano mentre Zoro contemplò annoiato la
possibilità di fregarsi una tavola e mezza bottiglia di liquore mentre ammirava
lo spettacolo.
Rufy trattene il fiato
e si voltò verso un uomo con indosso una bandana non particolarmente in salute.
“Bastardo! Non ti piace la cucina di Sanji? Va’ all’inferno!”
Sanji gli diede un calcio
con la familiarità che derivava dalla conoscenza. “Marine idiota, non è questo
il problema.”
Sbuffò fuori un filo
di fumo prima di indicare il galeone. “Quella è la nave ammiraglia di Don Creek.
Sta cercando di impadronirsi del Baratie e di tornare nella Rotta Maggiore.”
Rufy sbatté la palpebre
ed incrociò le braccia. “Quindi quello che stai dicendo è…” Strinse le sopracciglia,
concentrato. “Che quel tipo, Creek, sta cercando di impedirti di cucinare! Lo
ucciderò!”
Sanji fece un leggero
passo indietro e alzò l’unico sopracciglio visibile in maniera significativa
verso gli altri uomini.
Zoro, Tenzou e Zeff alzarono
rassegnati le mani, per dire ‘E’ Rufy, sai com’è fatto.’
“Taglia: diciassette
milioni di Berry. Decisamente una potenza per il Mare Orientale a giudicare
dalla situazione,” Tenzou scoccò un’occhiata interrogativa a Zeff. “La Rotta
maggiore l’ha masticato prima di sputarlo fuori?”
Zeff ‘Piedi Rossi’ annuì
gravemente. Rufy continuò a lamentarsi contro la malvagità delle persone nei
confronti della carne. Zoro sospirò indulgente, ricordando Tenzou, e tamburellò
leggermente le mani sulle sue spade. “Quindi, abbiamo intenzione di batterlo?”
“Ma ovviamente, guarda
solo quant’è esaltato il Commodoro.” Tenzou sorrise gentilmente. “Vieni anche
tu, Sanji?”
"Tch." Si accese una
nuova sigaretta, scocciato. “All’inizio questa era la nostra battaglia, voi
vi siete solo infilati in mezzo.”
“Sanji!” urlò Rufy. “Dov’è
quel tipo? Fammelo vedere così finalmente posso fargli il culo.”
Il giovane cuoco alzò
la mano per indicare la nave nell’esatto momento in cui questa si divise in
due, cosa che fece voltare tutti a guardarlo di traverso.
“Sugoi*,” tremò Rufy.
“E’ per questo che non usi mai le mani vero? Perché non puoi controllare il
tuo potere.” Dopo una breve pausa, utile solo per eseguire la tecnica ‘ti facciamo
del male per via della tua terribile stupidità’ sul giovane Commodoro, si gettarono
tutti verso l’esterno per scoprire la causa della distruzione.
Urla di panico risuonarono
dai pirati in naufragio e il gruppo cercò di vedere nell’oscurità.
Zoro si preparò afferrando
le spade. Rufy trattenne il fiato e anche il solitamente calmo e composto Tenzou
assunse un’espressione terribilmente orripilata. Sanji fissò la strana nave
che emerse dai rottami.
“Chi è?” mormorò.
"Shichibukai*," replicò
Rufy insolitamente cupo.
Sanji sbatté le palpebre
stupito. “Qui fuori? Quale?”
Zeff intervenne: “Quello
è Drakul Mihawk ‘Occhi di Falco’ ”.
Zoro immediatamente si
porse in Avanti, saltando da un rottame all’altro per avvicinarsi all’altro
spadaccino.
“Ha intenzione di combatterci
contro? È pazzo?”
“Già, decisamente. Ma
devi essere un po’ pazzo per inseguire il tuo sogno,” replicò Rufy.
Tenzou si strinse alla
balaustra. “Troppo presto, maledizione. È troppo presto! Zoro non è pronto per
una battaglia del genere.”
Sanji gli scoccò un’occhiataccia.
“Non hai fiducia in un tuo compagno, Tenzou? È un po’ insolito per te.”
“Non è così, Sanji,” disse Rufy mentre si teneva concentrato sull’amico dai
capelli Verdi. “Zoro è forte e diventerà il più forte, ma adesso è veramente
troppo presto. Non è pronto per affrontare Occhi di Falco ma il suo orgoglio
lo obbliga a farlo.”
Il cuoco sbuffò dalla
sigaretta e guardò lo scontro dei due spadaccini.
Fu breve e brutale.
Non ci fu mai una vera
battaglia.
Zoro fu completamente
e del tutto superato.
‘Quel marimo non aveva
una possibilità contro qualcuno di quel calibro. Un mostro tra i mostri.’
I suoi occhi si spalancarono
mentre il ragazzo sanguinante allargava le braccia, preparato a ricevere un
colpo pieno.
Tenzou aveva un piede
sul bordo che barcollava verso il limite. Alla stessa maniera Rufy era nervosamente
pronto per saltare, ma entrambi si trattenevano.
“Devi venire con
noi Sanji! Viaggiamo per tutto il mondo, è la tua migliore occasione per cercare
l’All Blue. Ti aiuteremo al cento per cento!”
Tenzou sorseggiò
calmo il suo the e annuì d’accordo. “Sei un nostro amico, Sanji. Che tu venga
con noi oppure no, non ci opporremo tra te ed il tuo sogno.”
‘E’ il sogno di quel
tipo. Ecco perché si stanno trattenendo anche se quello che vorrebbero fare
è combattere assieme a lui.’
Guardarono orripilati
mentre Zoro cadeva all’indietro, e lo Shichibukai mormorava qualcosa sentito
solo a metà. Ogni cosa sembrava essersi paralizzata momentaneamente e i suoni
erano offuscati. Rufy urlò a Tenzou perché ‘non poteva andare lui in acqua’,
il quale stava già sbracciandosi disperatamente nel tentativo di raggiungere
Roronoa in tempo.
Ci fu un insieme di suono
forte e il caos mentre il momento passava e la battaglia riprendeva.
-break-
Zeff se ne stava in piedi,
un calmo pilastro nel caos.
Al momento, erano troppo
preoccupati per il destino del loro amico, per pensare alla minaccia al ristorante
e alla paura per un uomo pericoloso, ma lui era calmo e poteva vedere chiaramente
la situazione.
Mihawk lo aveva lasciato in vita.
In qualche stato Roronoa
Zoro fosse era ancora da verificare ma Zeff poteva dirlo facilmente.
Era stato riconosciuto dal più grande spadaccino al mondo.
Non era ‘sei troppo debole
perché ti noti’, ma ‘hai potenziale. Sviluppalo e fammi vedere il tuo meglio’.
Le persone che potevano attirare la sua attenzione erano poche a questo mondo.
Zeff era sicuro che aveva
appena assistito alla nascita di un vero mostro ma solo il tempo avrebbe mostrato
se sarebbe sopravvissuto per realizzarlo.
________________________________________
Dati tecnici:
Cu Fharraige:
(Koo Far-egg-a) La nave utilizzata dalle Unita Operative Speciali. Alla lettera
si traduce ‘Segugio Mare’ quindi sarebbe la nave ‘Segugio dei Mari’. E’ stata
commissionata come regalo da Garp.
Può trasportare comodamente circa cinquanta persone. Ci sono tre stanze da letto.
Una più grande dove dorme l’equipaggio regolare e una leggermente più piccola
per l’elite’, che è in qualche maniera più vicina al ponte. La terza è usata
raramente, per gli ospiti e/o i membri femminili dell’equipaggio.
La dispensa e la cucina sono piene di chiavistelli appositamente costruiti per
difenderle da Rufy e da qualsiasi altro membro della sua famiglia che venga
in visita. Regolarmente sostituiti. In casi di lunghi viaggi una guardia è messa
come controllo aggiunto.
L’ufficio contiene tutti i documenti, le mappe e l’equipaggiamento per la navigazione,
così come un paio di Den-Den Mushi.
Hanno anche un Do-jo con strutture rinforzare. Ci sono pesi per Zoro, come da
lui richiesto, per la maggior parte sistemati all’interno.
La prua è disegnata a testa di lupo, completamente diversa da quella di Garp.
Hanno un paio di stanze sigillate dove si tengono l’armamentario e le uniformi
e una prigione rinforzata con la Kairouseki*. Per questo motivo, a Rufy è vietato
andare in questa zona.
La nave è conosciuta per essere piuttosto veloce. È eccellente per inseguimenti
e fughe (specialmente quando Garp decide di fare una visita. In quel caso davvero
la si mette alla massima velocità.).
________________________________________
Note dell’autore:
Ricordate che la ciurma
è composta da marine ordinari. Sono ben addestrati e capaci, ma non particolarmente
potenti. Sono più adatti ad occuparsi dei cannoni durante una battaglia. L’unica
cosa importante su di loro è che sono stati scelti per i loro meriti di servizio
e per la fedeltà dimostrata a Tenzou o a Rufy. Tutti i membri dell’equipaggio
avevano lavorato con loro in precedenza.
Okay, quello che fa davvero la differenza in questo AU è il tempo.
Da una parte arrivano troppo presto, dall’altra troppo tardi. E ovviamente questo
ha conseguenze.
Nami c’era, ma non ha beccato Rufy che stava camminando su una strada differente
dagli altri. Dato che non aveva molte possibilità di sopravvivere ha preso la
‘sua’ nave e ha lasciato in fretta l’isola passando accanto agli altri che non
le prestavano attenzione.
Moji è finito per caso in quella parte della città, attaccando Shu-Shu perché
si trovava lì e poi bruciando il negozio. Il Sindaco Barboncino era nascosto
in un altro edificio, uscendone solo all’apparire di Rufy.
Rufy ha già visitato il Baratie in precedenza ed è diventato ‘amico’ di Sanji,
cosa che si vedrà nel prossimo capitolo.
Rufy ha incontrato Shanks ma non ha preso il cappello di paglia. Le cose sono
andate in maniera un po’ diversa dato che Rufy ha avuto delle differenti esperienze
ed una vita differente. Già! Ci saranno altri flashback. Fufufufufufufufu.
Note:
Ossan: Vecchio
Ojisan: Nonno
Bara Bara no Mi: frutto
puzzle-puzzle
Meshi: carne
Sugoi: figo!
Shichubukai: membro della flotta dei sette
Kairouseki: agalmatolite
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Capitolo 5 *** Decisioni, sogni e doveri ***
Untitled Document
Monkey D. Rufy non è una
persona difficile da comprendere.
Ama la carne, l’avventura
e i suoi nakama.
Dategli queste tre cose
e non vi darà alcun problema, minacciatele e preparatevi ad affrontare la furia
di qualcuno che discende da ‘quella’ particolare linea.
Capire questa cosa fondamentale
di Rufy era anche un sistema usato dai suoi colleghi per manipolarlo al meglio
(Sengoku e Dadan lo usavano spesso come modello di allenamento /motivazione
perché Rufy è quel tipo di persona che può fare imprese miracolose con la giusta
motivazione).
Questi fatti erano anche
la ragione per cui Mihawk ‘Occhi di Falco’ riuscì a farsi largo in cima alla
lista nera del giovane Commodoro.
Il che in realtà era
un gran risultato, ma non del tutto sorprendente.
Qualunque cosa Mihawk
avesse fatto , non sembrava conforme al suo stile, elegante e accurato quant’era.
Uno non diventa il più famoso (o tristemente famoso, scegliete voi) spadaccino
del mondo facendo le cose a metà.
Ecco perché Rufy aveva
intenzione di ‘parlare’ con lui
-break-
Lei sorrise battendosi
il fodero sulla spalla.
“Ti stai lamentando?
È per quello che non potrai mai vincere, sai?”
“Non mi sto lamentando.”
“Allora ti sei arreso?
È anche peggio. Sei davvero così patetico, Zoro?”
“Ho perso. Ho fallito.”
“Non c’è disgrazia
nel perdere, ma ce n’è molta nell’arrendersi. Sei cambiato così tanto da quando
abbiamo fatto quel giuramento?”
Dondolò la spada
davanti a lui, prima di tenere la lama davanti ai suoi occhi.
“Quell’uomo… è un
mostro tra i mostri. È più forte, più abile e con più esperienza di te. Non
sei ad un livello nel quale lo puoi battere.”
“Non ancora.”
Fissò il suo riflesso
nella lama. Aveva gli stessi occhi di allora. Era più vecchio, più saggio (in
qualche maniera), più abile e infinitamente più forte di prima, ma non aveva
perso quella determinazione, vero?
Zoro si alzò ed afferrò
il manico.
“Arrendermi?” ruggì.
“Ma se non ho nemmeno iniziato. Sarò lo spadaccino più forte del mondo!”
Kuina ghignò. “Sarà
proprio meglio per te, Roronoa Zoro. Sarai il più forte solo se sopravvivrai!”
-break-
Mihawk girò sui tacchi e controllò il ragazzo furente dietro di lui.
‘Interessante…’
Il ragazzo aveva rilasciato
un incredibile getto di fortissimo Haki, anche se un po’ a caso, facendo un
cattivo lavoro nel cercare di contenere la rabbia.
L’equipaggio sopravvissuto
al naufragio cadde da destra e manca, provando un’ulteriore volta, per sua opinione,
che non sarebbero sopravvissuti a lungo nella Rotta Maggiore, anche se non avessero
avuto la sfortuna di interrompere il pisolino di un uomo terrificante come Mihawk
occhi di falco.
“Hai bisogno di qualcosa,
ragazzo?”
“Shichibukai Drakul Mihawk
Occhi di Falco,” abbaiò Rufy. “Vorrei farti il culo sul serio ma non posso.”
Mihawk un sopracciglio
finemente disegnato. “Ti dispiacerebbe spiegarti, ragazzo?”
“Ci penserà Zoro! Diventerà
più forte e ti farà il culo prima che tu te ne accorga, diventando lo spadaccino
più forte del mondo!”
L’altro rise. Era davvero
una bella giornata. Una natura così audace e che spirito forte! Non si era divertito
così da lungo tempo. “Dimmi, ragazzo,” comandò. “Chi sei e perché hai così tanta
fiducia in Roronoa?”
“Sono il Commodoro Monkey
D. Rufy. Comandante dell’Unità Operazioni Speciali e Zoro è un mio nakama!”
“Perciò pensi che solo
perché è in marina trionferà?”
“Eh? E questo cosa c’entra
con la storia? È il suo sogno e è disposto a rischiare la vita per ottenerlo!
Darà tutto se stesso e ti prenderà a calci in quel culo che ti ritrovi, uomo-falco!”
-break-
Tenzou bendò freneticamente
la ferita nel petto di Zoro con il kit che Sanji aveva recuperato dal ristorante.
Aveva il terrore che fosse rimasto in acqua troppo a lungo e che la ferita fosse
troppo profonda.
Non era affatto un medico,
il suo era più uno stile serie come ‘fa’ un po’ come ti pare’, ma non ‘ricevi
tutti i colpi senza preoccupartene’.
“Non morire, maledizione!
Non possiamo perderne un altro, proprio non possiamo! Pensavo che tu fossi forte,
bastardo marimo!”
Saltò quando Zoro tossì
fuori un getto d’acqua salata ed iniziò a cercare le sue spade. L’altro afferrò
la Wadou dalla nave e la premette nella mano di Zoro.
“Eccola, la tua spada,
pazzo furioso.”
Zoro sbatté le palpebre
per cacciare l’offuscamento, al viso pallido di Tenzou.
“Che?”
“Sei sopravvissuto, maledetto
pazzo. Ha combattuto contro Mihawk ‘Occhi di Falco’ e lui ti ha lasciato vivere.
Si è accorto di te, squilibrato marimo. Non dovresti nemmeno essere in vita
al momento!” sibilò furioso.
“Dov’è Rufy?”
“A mangiarselo a nome
tuo. Gli sta dicendo che sarai il più forte spadaccino del mondo o morirai provandoci.”
Zoro digrignò i denti
ed urlò: “RUFY!”
Rufy affermò: “Ah, Zoro
è a posto.”
“Ti ho deluso, Rufy,
ho fallito. Ma non succederà di nuovo!” brandì la Wadou Ichimonji in alto. “NON
PERDERO’ MAI PIU’!”
Rufy e Mihawk sorrisero,
in due maniera differenti.
-break-
Lo spadaccino ritornò
sulla sua nave ignorando tutti gli altri.
Si mise a sedere ed accennò
vagamente a Rufy, che ricambiò il gesto con uno più profondo.
Era stata una giornata
interessante, con la scoperta di un nuovo probabile terribile avversario.
Era ancora un po’ acerbo
ma il suo potenziale naturale era incredibile! Davvero una buona giornata.
-break-
Rufy si mise in posizione
e fece scrocchiare il collo.
Si passò una mano fra
I capelli, notando che la sua testa era quasi fredda. Decise che avrebbe recuperato
un mantello da uno dei marinai più tardi.
"Captano Tenzou!" abbaiò.
Gli occhi di Tenzou si
allargarono e guardò sorpreso il giovane Commodoro. Fece un breve saluto e si
voltò verso Zeff.
“Portate tutti dentro
e tenete i civili lontani dalle finestre. Preparatevi ad issare l’ancora e ad
andarvene se necessario, al mio segnale.”
Zeff fece uno sguardo
al suo livello prima di annuire.
La Cu Fharraige
si mosse verso il galeone pronto a bloccarne la via d’uscita una volta che Mihawk
se ne fu andato.
“Capitano,” chiamò Rufy.
“Quali sono i nostri ordini pendenti su Don Creek?”
“Taglia di diciassette
milioni di Berry. Conosciuto per attacchi a sorpresa e uso di veleno. Un grande
numero di civili casualmente coinvolti.”
“Bene. Vivo o morto?”
“Affermativo.”
Rufy scrocchiò le dita.
“Allora non ci sono problemi.”
-break-
Quando fu tutto finito,
Sanji rimase per un lungo tempo a fumare sul ponte.
Notò che la zona aveva
davvero bisogno di una sistemata ma comunque non se se preoccupò.
Era troppo impegnato
a digerire quello che aveva visto.
E’ solo che non riusciva
a conciliare il Rufy che conosceva con quel brutalmente efficiente soldato che
aveva sconfitto Creek. Non ci aveva messo manco due minuti. Era semplicemente
andato ad uccidere Creek e a colpire gli altri con… Haki? Era quella cosa, vero?
Era stato… Terrificante.
Un ragazzo così semplice ce poteva fare una cosa come quella, qualcosa di così
insensibile e sanguinaria, era veramente da sentirsi male.
Gettò l’ultima parte
della sigaretta nell’oceano scuro e realizzò che era solo sorpreso. Non orribilato,
né disgustato. Solo non si aspettava che Rufy lo facesse.
“Allora ti piace
la marina?”
Rufy si toccò il
naso. “Eh, no. Non proprio. Non è che faccia molta differenza. Voglio solo andarmene
in giro con Tenzou e i miei nakama.”
Tenzou assaporò il
suo the tranquillo. “Be’, tu sei un caso a parte. Te la scampi da un sacco di
casini che combini, sai.”
“Davvero?”
Tenzou sbatté la
testa sul tavolo brontolando mentre Sanji se la rideva.
“Lasciamo perdere,”
si arrese Tenzou una volta che ebbe messo la sua irritazione rabbiosa sotto
controllo. “Rufy ha fatto cenno all’All Blue. Di che parlava?”
Sanji sorrise e si
mise a raccontare la storia.
Rufy aveva davvero quella
natura, lo sapeva già, ma vederlo in azione era decisamente un’altra cosa.
Faceva quello che era necessario per proteggere coloro che erano sotto la sua
responsabilità, che gli piacesse o no.
A Sanji non piaceva immaginare
che cosa sarebbe potuto succedere se Creek avesse tentato di fare qualcosa prima.
Il giovane Commodoro
non lo aveva degnato nemmeno di un’occhiata.
-break-
Sanji ritornò all’interno.
I clienti normali se
n’erano andati, molti lasciando una cospicua mancia immaginando che i cuochi
avrebbe battuto Creek, ma il ristorante era ancora pieno con la maggioranza
della ciurma dell Cu Fhrrange che si stava godendo la cucina prelibata.
Rufy era impegnato a
ficcarsi carne in gola ad una velocità spaventosa ma fortunatamente i cuchi
erano abituati al suo appetito (almeno pagava, Portuguese D. Ace era ancora
bannato dal Baratie e tutti i ristoranti associati lo tenevano d’occhio. In
realtà, era riuscito a farsi buttare fuori praticamente da tutti i ristoranti
del Mare Orientale. Gli unici in cui era ancora autorizzato a stare erano quelli
a Rogue Town, ma sotto il controllo severo del capitano Smoker).
Uno Zoro strettamente
bendato, svegliatosi dal sonnellino, gozzovigliava con una quantità spropositata
di alcol sotto l’occhio penetrante di Tenzou, che appariva leggermente tremante,
e che aveva l’espressione ‘comportati male e ti aprirò in due per mangiarti
il fegato con un cucchiaio arrugginito’, che per Sanji significava capire quanto
il ragazzo più grande fosse preoccupato.
“La mia casa,” iniziò.
“Fu distrutta. Quando la battaglia finì, non c’era rimasto nulla. Era semplicemente
scomparsa dalla mappa, come se non fosse mai esistita…”
Tenzou posò la tazzina
con un tintinnio.
“Sono quasi affogato.
Stavamo scappando dalla nave che affondava. Fortunatamente quanto bastava, qualcuno
mi salvo. Dei pirati.”
Sanji alzò il sopracciglio.
“Incredibile.”
“Non ne hai idea.
Sono entrato in marina perché voglio aiutare a proteggere le persone, non rinforzare
la giustizia. È un concetto così ambiguo. Non me ne frega molto di quelle cose,
voglio semplicemente continuare a viaggiare e ad aiutare le persone che ne hanno
bisogno che siano marine o pirati. Ecco il mio sogno. Rufy non sa più cosa vuole
veramente dalla vita, quindi rispetta le persone che hanno un sogno e le incoraggia
a realizzarlo.”
Sanji si avviò nel retro
ed entrò nel piccolo studio che Zeff aveva mantenuto per ragioni pratiche. Sbatté
la porta dietro di lui e fissò il suo mentore categoricamente.
“Facciamo un po’ che,”
iniziò. “Questa porta non blocchi sono i rumori ma anche le stronzate.”
Spense la sigaretta in
un apposite portacenere (che erano tenuto dappertutto nel Baratie su sua richiesta
espressa).
“Perché mi hai salvato?”
Zeff si appoggiò alla
sedia schernendolo. “Di che stai parlando, stupido carciofo?”
“Blocco delle stronzate,
ricordi? Per quale motive mi hai salvato?”
L'altro sospirò. “Perché
vivessi per il nostro sogno in comune.”
Sanji si accese un’altra
sigaretta, annotandosi mentalmente di prendere altre più tardi. “Va bene, allora.
Me ne vado.”
“Dove?”
“Per il momento via con
Rufy-baka, Tenzou-ocha e quel pazzo marino con le spade,” esalò un lungo filo
di fumo e ghignò. “Mi sono preso cura di te abbastanza a lungo, vecchiaccio.
È ora di conquistare l’All Blue.”
Lasciò la stanza senza
guardare nemmeno una volta il suo mentore e lasciando la che la porta sbattesse
dietro di lui.
-break-
Zeff sorrise e sospirò
di sollievo.
Era finalmente ora che
quel maledetto ragazzino se ne andasse.
Era sorpreso in realtà
che fosse rimasto così a lungo, la maggior parte dei giovani si dava da fare
ben prima per il suo sogno. (Rufy aveva continuato a sfinirlo per una buona
parte dell’anno ormai).
Ma Sanji era il tipo
decisamente troppo serio (non l’avreste mai detto, vero?). Si sentiva responsabile
e era decisamente determinato a restare fino alla fine dei suoi giorni.
Zeff stava pensando di
simulare la propria morte pur di mandarlo per mare.
Era un po’ preoccupato
di mandarlo in giro con un gruppo di marine (non sembrava proprio la cosa più
giusta, no?) ma quei ragazzini. Eccellevano in tutto.
Le porte sbatterono
aprendosi ed il marine entrò. Il suo mantello ondeggiava attorno a lui ed il
cappuccio copriva uno sguardo minaccioso. Zeff si era fermato un momento a pensare
se avessero deciso di tornare e prendersi quella taglia datata sulla sua testa.
Il marine alzò le
braccia in aria e urlò “CARNE!” prima di saltare (sì, saltare) nel ristorante.
Un altro marine lo seguì in maniera più tranquilla, sorrise a mo’ di scusa allo
staff e seguì lo strano ragazzo al tavolo.
Sanji stava lavorando
ai tavoli quel giorno (visto che i camerieri erano DI NUOVO scappati!). Prese
le loro ordinazioni e li servì al solito modo. Non passò molto tempo prima che
lo richiamassero di nuovo.
“Mi scusi,” sorrise educatamente il secondo marine. “Chi ha cucinato i nostri
piatti?”
Sanji scoccò un’occhiata
al cibo prima di rispondere: “Sono stato io. In realtà sono il vice-cuoco. Li
ho cucinati poco prima di prendere servizio ai tavolo questo pomeriggio.”
“TU!” urlò il primo
marine. “SPOSAMI!”
“COL CAVOLO, IMBECILLE!”
rispose eloquentemente Sanji calciandolo contro il muro. Occhieggiò minaccioso
all’altro che si era semplicemente messo una mano sul viso mormorando qualcosa
riguardo all’idiozia.
“Mi dispiace così
tanto,” brontolò. “Non intendeva una cosa simile. Semplicemente è davvero un
idiota fatto e finito.”
Sanji si offese e
prese un ulteriore aspiro dalla sua sigaretta. “Ma quanto può essere stupida
una persona…”
“Non c’è limite alla
sua stupidità,” lo interruppe. “Iniziamo da capo. Mi chiamo Tenzou, sono un
Capitano della Marina Militare. Il cibo è eccellente, volevamo solo complimentarci
con il cuoco ma Rufy…”
Sospirò e sbatté
la testa contro il tavolo. “E’ un idiota, non ci sono dubbi.”
“Tenzouuuuu,” si
lamentò Rufy saltando nel ristorante. “Stai parlando con il cuoco. Il suo cibo
è delizioso, deve assolutamente venire con noi!”
Tenzou spinse il
giovane a terra. “Idiota. Non è la maniera di reclutare qualcuno, specialmente
un uomo o un completo estraneo.”
“Mah, ma Makino-san
mi ha detto che è quando vuoi che una persona stia con te per il resto della
tua vita.”
“Commodoro, puoi
sposare solo una persona e solo una donna.”
“Eh, perché? È differente
dall’avere dei nakama?”
“Da ora in poi non
chiederlo a nessun altro senza avermi prima chiesto il permesso.”
Sanji sbatté le palpebre
sorpreso. “E’ un Commodoro?”
“Ah, già. Sono io!
Commodoro Monkey D. Rufy, piacere di conoscerti cuoco dal sopracciglio a ricciolo.”
Zeff rise e terminò di
sistemarsi la nuova gamba di legno (fortunatamente, ne aveva qualcuna di riserva).
Ora Sanji stava andando per mare con l’idiota e con il suo babysitter.
Non poteva essere più
orgoglioso.
Di sicuro, erano marine
ma erano la cosa più vicina a dei pirati che si poteva incontrare nelle milizie.
Rimase un attimo interdetto. Di sciuro non poteva essere l’unica persona ad
averlo mai pensato.
In quel momento, centinaia di persone sparse nel mondo starnutirono.
-break-
Sanji prese una sedia
al tavolo di Zoro e Tenzou. Si accese la sigaretta e prese un tiro.
“Bene, allora. Ditemi
del lavoro che Rufy continua ad offrirmi.”
Tenzou e Zoro sorrisero.
-break-
Una volta che tutti ebbero
finito di pranzare (e Rufy ebbe stimolato il suo appetito), la ciurma delle
unità speciali si preparò a salpare.
Un’altra nave della marina
era stata contattata per recuperare il corpo di Creek ed i prigionieri rimasti
che erano incredibilmente ubbidienti.
Zoro si grattò le bende
irritato.
Tenzou lo stava pedinando
per assicurarsi che non se le togliesse e gli aveva proibito di allenarsi per
il resto della giornata (che bastardo). Alzò un sopracciglio ricordandosi di
qualcosa.
“Oi, Tenzou. Che ne sarà
della taglia sulla sua testa? Ce la prendiamo o cosa?”
Tenzou alzò lo sguardo
dai documenti che stava controllando (dove diavolo li aveva tirati fuori, comunque?).
“Hmm? Oh, la prendiamo dato che lo ‘abbiamo’ ucciso. Se la dividerà la ciurma.”
“Davvero?” Zoro sembrò
felice. “Che bella notizia. Ho bisogno di recuperare delle spade nuove.”
“Non verrai pagato almeno
prima di qualche settimana ed i soldi della taglia non arriveranno per un’altra
quindicina.”
Zoro sbottò una maledizione
e Tenzou rise.
“Ti presterò dei Berry
quando arriveremo a Rogue Town e potrai prendere a prestito un paio di spade
dalla nave nel frattempo. Ma non saranno del livello tuo solito, comunque.”
Il capitano della marina
si avvicinò alla squadra di supporto per dargli i documenti prima di dare di
altre istruzioni.
Zoro si accigliò e si
voltò verso Rufy che stava facendo effusioni a parecchi cuochi, lamentandosi
di quanto gli sarebbe mancata la loro cucina ora che il gruppo stava tornando
nella Rotta Maggiore e come Tenzou fosse cattivo ad aver messo una guardia alla
dispensa e che sapeva proprio che Sanji avrebbe preso le sue
parti per quanto riguardava gli spuntini fuori dei pasti.
Zoro sospirò e lo colpì
sulla nuca. Rufy lasciò andare i cuchi (che stavano ora respirando liberamente)
mentre l’altro gli indicava con la testa che voleva scambiare due parole con
lui.
Andarono nella parte
più lontana della nave e Zoro mormorò al giovane la domanda.
“Che ne hai fatto del
tizio con la bandana? Non era rinchiuso con gli altri.”
“Intendi Gin? È un amico
di Sanji. Ha cercano di dare una mano prima che arrivassimo e aveva pregato
Creek di lasciar stare il Baratie. Gli abbiamo dato una nave ed è andato a cercarsi
un miglior capitano da seguire.”
Zoro alzò gli occhi e
guardò categoricamente Rufy.
“E Tenzou lo sa?”
Rufy si limitò a scoccare
uno sguardo al ragazzo castano che lo ricambiò ghignando malevolo. Zoro scosse
la testa.
“Credevo che dato che
ti copre in un sacco di cose, potesse essere restio a certe cose.”
Rufy mise le mani dietro
la testa. “Ha, Tenzou dice che preferisce scegliere le giuste battaglia da combattere.
Ti ricordi quello che ti ha detto tempo fa?”
Zoro annuì e ritornò
a guardare l’agitazione dei marine.
‘Immagino,’ meditò, ‘che
sia un buon comportamento da assumere per un marine.’
“Lo so che il mondo
non è diviso in bianco e nero.”
-break-
In praticamente pochissimo,
o così sembrava, (per la maggior parte merito delle capacità veramente epiche
organizzative e segretariali di Tenzou; c’era un motivo per cui l’avevano all’inizio
affidato a Rufy, sapete) la nave fu pronta a salpare di nuovo.
Questa volta, l’intenzione
era di dirigersi a Rogue Town.
L’apprendista cuoco Tajiyo
si era sciolto in lacrime abbracciando Sanji al petto per la gioia che un così
grande e terribile cuoco fosse ora al comando per quanto riguardava i pasti
del commodoro.
Sanji era leggermente
perplesso, Ma a giudicare dall’espressione quasi inumana con cui Tenzou l’aveva
fissato, immaginava ci fosse qualcos’altro dietro.
Tutti erano a bordo ed
i cuochi si erano radunati attorno per vedere il vicecuoco che se ne andava.
Carne e Paty fecero del loro meglio per picchiare Sanji ma finirono entrambi
sul ponte piani di lividi. Sanji gettò il bagaglio sulla Cu Fharraige
dove uno dell’equipaggio lo prese in consegna.
Rufy, che giaceva accasciato
oltre la balaustra della nave, guardò al Baratie.
“Allora, Sanji. Ti va
bene andartene così? Sicuro di non volerli salutare?”
Sanji alzò le spalle
in segno di poca importanza. “Nah, non importa. Partiamo finalmente.”
“Hey, Sanji,” lo chiamò
Zeff dalla balaustra del piano superiore. “Prenditi cura di te ora.”
Sanji si accasciò sul
ponte singhiozzando di gratitudine e tutti I cuochi si disperarono assieme a
lui.
Zoro ghignò mentre Tenzou
rideva. Rufy si rialzò Mentre Sanji saliva a bordo.
“Bene ragazzi! Andiamo
a scoprire il mondo! Diamoci da fare!”
-break-
I Quattro uomini rimasero
a guardare finché il ristorante non scomparve alla vista.
“Allora, Sanji,” iniziò
Rufy. “Cosa c’è per cena?”
“Feh,” lui si accese
una sigaretta. “Mangerai per bene quello che ti metterò sul piatto, idiota d’un
Commodoro.”
________________________________________
A/N:
Nel caso vi stiate domando perché non ho nominato né Pearl né Creek e le loro
battaglie,. È perché sto cercando di mostrare una cosa...
Rufy si è allenato molto più duramente di quanto abbia fatto in canon.
Possiede una buona conoscenza dell’haki e ha combattuto con i marine più alti
di livello (cioé, a Mariejoa gli facevano il culo). Se si fa un paragone, Creek
non regge proprio...
Era ancora arrabbiato riguardo a Zoro e il Baratie gli piace davvero, quindi
quei tizi sono diventati l’oggetto su cui sfogare la sua ira.
Lo so che è un po’ OOC che Rufy uccida qualcuno, ma ricordate, ha avuto delle
esperienze molto diverse nei marine e durante la sua giovinezza. Ci saranno
altri flashback dettagliati quanto mi verrà voglia di metterli :D
Ora, Arlong. Era nella stessa ciurma di Jinbe. Sarà un po’ più problematico
quindi avremo un po’ più d’impegno. Ci saranno scene di lotta, lo prometto!
:D
Ovviamente, come si era capito da tempo, le Unità Operative Speciali propugnano
un senso della giustizia più personale degli altri, ecco perché lasciando andare
Gin e, sì, apparirà di nuovo! Si unirà con un migliore capitano ed una ciurma
con cui andare d’accordo (Gin ha bisogno di persone che lo amano!)
|
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Capitolo 6 *** Primo intermezzo - Tieni d'occhio il mio fratellino ***
Note dell’autore:
Questo non è il seguito, ma uno dei parecchi intermezzi che ho scritto per parlare
del passato, più del loro complotto e delle avventure dei loro amici in altri
posti. Ne ho alcuni già fatti su Shanks, Dragon, Rufy da piccolo e Ace, con
altre mezze complete. Ho progettato l’intera storia quindi devo solo buttare
giù i dettagli sulla carta. Ace è parecchio amichevole, sapete. Questo pezzo
è da collocare prima del primo capitolo, quando erano tornati per un certo periodo
alla base.
-break-
Ace era veramente felice di essere un Rogia perché, al diavolo il grado,
se non lo fosse stato, Tenzou gli avrebbe fatto una bella ferita. Fece una smorfia
realizzando che il suo amico era probabilmente ancora incavolato per il commento
sul ‘sexy segretario’. Insomma, era una cosa di cui normalmente si sarebbe riso,
ma le situazioni non erano mai normali quando c’entrava Rufy.
Inoltre,
sembrava tenere Rufy ben sotto controllo (come diavolo era riuscito ad imitare
il ‘pugno amorevole’ del nonno così bene?) e con così tanta cortesia, pure.
Ace era
impressionato dalle sue maniere, sul serio. Lui stesso era un tipo amichevole,
perciò si comportava come al solito, con i suoi soliti metodi, ma Tenzou aveva
assunto la modalità ‘sono terribilmente gentile e ho intenzione di farti soffrire
fino alla morte, bastardo’ così freddamente da fargli sospettare che Kuzan-sensei*
gli avesse dato dei consigli. Ace ci rifletté un momento prima di definirlo
un nonsenso. Quel tipo di personalità era tutta sbagliata.
Sospirò e sbatté la testa contro la scrivania con dei colpi pietosi.
Tenzou
si limitò a voltare una pagina del rapporto che stava leggendo e a fare una
smorfia di derisione.
"No."
"Tenzooooooooooooooooouuu."
“Se non
funziona per Rufy, cosa le fa pensare che possa funzionare per lei, Contrammiraglio?”
Tenzou
si concentrò sul suo rapportò ed ignorò fermamente l’espressione di pietà che
Ace gli rivolgeva.
“E’ per via della storia del ‘sexy segretario’, vero?”
“No,
vuol dire semplicemente che non farò il lavoro al posto tuo e se continui a
tirar fuori quella cosa di manderò una torta corretta con la kairouseki** per
il tuo compleanno.”
Ace rifletté
e si grattò la testa.
“E cosa
ottengo se faccio il bravo?”
“Un ingresso
gratis con consumazione per il club okama che ha aperto Emporio Ivankov nella
Rotta maggiore.”
“Sei
proprio un bastardo, lo sai vero?”
Tenzou
sorrise misterioso.
“Evidentemente
sì, ‘Pugno di fuoco’.”
-break-
Ace sospirò
e scarabocchiò qualche altro dei suoi rapporti.
Li avrebbe
in verità passati a qualcuno dei suoi subordinati, ma Halia gli avrebbe semplicemente
sparato e Maynard o lo avrebbe ignorato o gli avrebbe fatto una lunga e noiosa
ramanzina sui suoi doveri (non era sicuro di quale cosa fosse peggiore).
Fece
una pausa mentre gli veniva in mente una cosa.
“Hey,
hai convinto tu Halia e Maynard a cospirare contro di me?”
“No,
hanno fatto tutto da soli, e non è una cospirazione, se tutto quello che fanno
è assicurarsi che tu faccia il tuo lavoro d’ufficio. Non negherò di averli incoraggiati.”
“Traditore.”
“Ho semplicemente
simpatizzato con il dolore che deriva dall’avere un irresponsabile come ufficiale
superiore.”
Ace assunse
una ridicola espressione e sorrise trionfante mentre le labbra di Tenzou si
piegavano in un sorriso divertito.
“Allora,
come vanno le cose con Rufy?”
“Siamo
molto felici assieme. Rufy assumerà il nome Rufyko e andrà a trovare Emporio
Ivankov. Spero che acconsentirai a fare da padrino al nostro primo figlio. Gli
daremo il nome di tuo nonno.”
“Sei
proprio uno stronzo.”
“Di tuo
padre allora.”
“Non
penso di averti ancora detto quanto ti odio, vero?”
Tenzou
fece una smorfia e Ace gli mise una mano sulla spalla sghignazzando senza contegno
mentre si avviavano verso l’ingresso.
-break-
Potevano
sentire il forte putiferio che venivano dall’altra patte del complesso.
Ace sorrise
affettuosamente.
“Sembra
che Rufy si stia divertendo. Parlando seriamente, come vanno le cose?”
Tenzou
alzò le spalle.
“Sai
com’è fatto. Buttalo da qualche parte e per quanto poco ortodossi saranno i
suoi metodi ne uscirà fuori.”
Ace gli
rivolse uno sguardo malizioso.
“Allora,
quella storia riguardante una certa sexy shichibukai?”
“Di sicuro
non quello che stai pensando. Continua così e diventerai la statua alla memoria
di te stesso. Si può sapere qual è il vostro problema con la vostra completa
mancanza di istinti di sopravvivenza?”
Ace agitò
la mano senza cura.
“E dove
sarebbe il divertimento, sennò?”
Si avviarono
verso un corridoio e presero la strada più lunga facendo un giro in circolo
prima di arrivare al cantiere.
-break-
Ace si
passò le dita tra i capelli in maniera casuale.
“Possiamo
contare su Halia e Maynard. Se, anzi, no, quando succederà, saranno
con me. Non è necessario, ma è bello che io abbia dei nakama dedicati a me.”
Tenzou
annuì e scrutò calmo l’aria alla ricerca di potenziali spioni o Den-Den Mushi.
“L’avevo
immaginato. Ti guarderanno le spalle, così come noi.”
“E Rufy?”
“Non
ho intenzione di abbandonarlo ora. Dovunque deciderà di andare sarò con lui.”
Ace annuì
e si fermò davanti ad una finestra.
Rimasero
in silenzio per un po’, semplicemente guardando il via vai di marine sul pontile.
Il contrammiraglio
non riusciva a stare fermo.
“Ci sarà
molto preavviso?”
Tenzou
lo fissò con la coda nell’occhio.
“Probabilmente
no, solo il segnale pre-arrangiato. Potrebbe succedere in qualsiasi momento
o potrebbe non succedere del tutto.”
“No,”
intonò Ace cupo. “Succederà. Stiamo parlando di Rufy. È davvero solo una questione
di tempo. L’avrei già fatto io ma…”
“A quel
punto la rete si sarebbe chiusa su Rufy e nessuno probabilmente ne sarebbe uscito.”
Tenzou
guardò oltre la finestra e commentò in tono neutrale.
“Qualunque
cosa succeda, è meglio essere preparati per ogni evenienza, giusto? Non si sa
mai quando toccherà gettare via tutto e scappare per salvarsi.”
"Tenzou…."
"Hmm?"
“Per
favore, tieni d’occhio il mio fratellino.”
Guardò
il suo amico seriamente per un momento prima di riportare il suo campo visivo
di nuovo alla finestra.
“Non
essere stupido, Ace. Io tengo d’occhio tutti i miei amici. Che ne dici di promettermi
qualcosa come non andare a farti uccidere, addormentato come sei?”
Questa
frase fu seguita puntualmente da una grande esplosione seguita da urla indignate.
Ace fece
cadere la testa contro il davanzale con una botta.
Tenzou
fece una smorfia e sbottò una lunga fila di imprecazioni da scaricatore di porto
(che Ace cercò immediatamente di memorizzare).
“Quell’idiota
di un Commodoro.” Si avviò verso la piazza verso la sua preda ed Ace giurò
di aver visto un raggio ghiacciato che lo seguiva, ma forse era solo la sua
immaginazione.
Rimase
seduto a guardare le navi che salpavano e ormeggiavano, i marine che correvano
da una parte all’altra, Rufy che veniva minacciato da uno dei suoi amici e le
nuvole che si accumulavano.
Sospirò e si accasciò all’indietro.
"Ahn~
Ho di nuovo fame.”
-break-
Note dell’autore:
Mi piace vederli interegire come una qualsiasi coppia di ragazzi :) Ora lasciamoli
andare a fare l’aperitivo! Supportiamo il cast di OC! Be’, Smoker ha Tashigi,
Rufy ha Tenzou e Garp ha Bogard quindi ha senso che anche Ace abbia qualcuno
che lo supporta. Non sono ancora apparsi, in realtà, ma voglio introdurli ora
perché appariranno con Ace tutte le volte che spunterà- anche Ace ha degli assistenti!
A dirla tutta, ne ha due perché ha più lavoro che Rufy. Halia viene dal termine
latino per aquila di mare (anche Oda lo fa e i nomi sono difficili da trovare!).
Maynard era l’uomo che uccise il Barbanera storico (per Ace è un ottimo uomo
da aver in squadra). Sono i suoi più leali e diretti subordinati. Inoltre, non
si fanno coinvolgere in nessuna delle sue pazzie, proprio come Tenzou e Rufy.
Avrei preferito usare qualcuno degli Spade Pirates ma non conosciamo nulla su
di loro! :( Per la maggior parte si vedono a lavorare per Ace e non avranno
un ruolo particolare fino alla fine della storia.
Halia
è un cecchino e ha una vista esemplare grazie al suo frutto del diavolo che
è uno zoo-zoo, tipo aquila di mare. Si è impegnata a sviluppare questa abilità
primaria per avere un vantaggio grazie alla vista acuta nella forma di zoan
posseduta. Mentre può perfettamente usare la vista le manca quel livello di
controllo nel resto della trasformazione e quindi o usa solo gli occhi oppure
si trasforma interamente per volare.
Il frutto non gli dà aumento di resistenza o forza e la sua abilità di volo
è pari a quella di un vero uccello. Non può portare pesi extra ad eccezione
del suo fucile perciò è incapace di trasportare i compagni. È leggerissima e
magra lei stessa, e anche se la sua forza aumenta leggermente per la trasformazione
un uomo ben messo è comunque più forte.
Non ha una storia insolita e si è unita ai marine semplicemente per avere un
efficace miglioramento delle sue qualità di cecchino. Le sue capacità sono il
risultato di sessioni intense di allenamento più che un particolare talento
naturale. E’ una buona amica di Ace e lo rispetta profondamente anche se alcune
sue stranezze la irritano. Lo rispetta come capo e lo ha seguito in battaglia
in numerose occasioni.
Halia ha una storia con Maynard anche se nessuno sembra notarlo. Questo dipende
sia per la loro natura e sia perché non si comportano come Ace insiste dovrebbe
comportarsi una coppia. Oltre a quello, non lo stanno nascondendo in nessun
modo.
Ha ventotto anni e possiede il grado di comandante. È a volte definita ‘Occhio
d’aquila’.
Maynard è un eccellente spadaccino ma è esperto anche di tattiche
militare. Le sue vittorie strategiche l’hanno portato alle attenzioni degli
alti gradi.
Si è allenato con Smoker e Hina, rimasto poi in contatto con entrambi. Tempo
fa Hina lo ha preso in giro per essere finito sotto il comando di uno più giovane
ma lui rispetta Ace come un capo eccellente anche se ama un po’ troppo il divertimento.
Maynard di solito parla solo quando pensa che sia necessario ma la sua espressione
usuale, più che seria, è di solito una di educato interessamento distaccato.
Però è la sua espressione naturale, non come Tenzou che si è allenato ad fare
il sorriso freddo ed educato.
Va molto d’accordo con Tenzou ed è coinvolto nel ‘progetto’.
Pur essendo un eccellente marine e possedendo una bussola della giustizia decente
non ha mai espresso un particolare attaccamento alla divisa. Ha uno stile di
lotta simile a quello di Tenzou ma è molto più abile. Ha uno stile flessibile
preparato per cavarsela con avversari più forti fisicamente. Ha particolarmente
in odio coloro che tradiscono I compagni, gli individui ambigui ed è stato parte
del rinforzo di Rufy durante il problema con X Drake.
Ha una storia con Halia nonostante l’incredulità dei compagni di equipaggio.
Come Halia, non ha un backgroud interessante a meno che non vi interessi sapere
a questi riguardo il suo dessert preferito (Torta di Mele coperta di panna).
Ha trentadue anni e possiede il rango di capitano. Ogni tanto è definito ‘Go
Master’.
Note::
Sensei:
maestro
Kairoseki:
agalmatolite
|
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Capitolo 7 *** Una missione di salvataggio ***
Untitled Document
A/N:
Ho cercato di fare di Tenzou un personaggio piacevole, ma mi sembra che stia
avendo troppo spazio. Ho scoperto che nei capitoli successivi sarà più facile
da bilanciare. Il suo ruolo è supportare Rufy in questo AU. In pratica è come
Alfred per Batman, Bogart per Garp, Rayleigh per Roger, Marco per Barbabianca
e adesso mi sembra di star elencando coppie yaoi *testa sulla scrivania* (Hmm,
non che mi dispiacerebbe vederne alcune).
Per ricordare, Rufy è un bravissimo combattente (non che non lo si sappia già)
ma non un buon marine. Quelli attorno a lui ne sono pienamente coscienti.
Grazie mille a tutti! ^_^
________________________________________
Sanji morsicava la sigaretta,
frustrato. La scena sul ponte della Cu Fharraige era quella di una
confusione appena organizzata, mentre l’equipaggio si muoveva con la distintiva
e decisa intensità delle forze navali.
Rufy e Tenzou erano corsi
via ad indossare le uniformi, giudicandole il miglior sistema per essere il
marchio riconoscibile della ‘giustizia’. (Rufy aveva lasciato una striscia di
vestiti dietro di lui, che Tenzou raccoglieva dal terreno con movimenti dati
da una lunga pratica). Controllò l’orizzonte intensamente per scorgere qualche
segno del loro obiettivo. E pensare che la giornata era partita così bene.
-break-
Il Mare Orientale era
benedetto da un bel tempo e da correnti docili. Niente a che vedere con la pazzia
della Rotta Maggiore e per la maggior parte del tempo era sprovvisto delle tempeste
che assalivano gli altri mari. L’intera tragedia prese vita in una bella giornata,
come al solito.
Sanji si stava occupando
della cucina, come se avesse preso possesso di un piccolo regno malmenato da
una guerra combattuta con parecchie altre potenze dominanti dotate di armi maggiori,
ma meno regalità innata, e la governava con decisione tattica, utile quando
si aveva a che fare con Rufy (o con chiunque altro della sua famiglia): questo
comportava organizzare le razioni di tipo militare ma anche da far sbavare e
spiaccicare una scarpa artigianale sulla testa del proprio ‘amato’ Commodoro
ogni due per tre. Tajiyo, il ragazzo di servizio ed apprendista cuoco, idolatrava
il suo superiore per quest’ultima unica ragione. Sanji faceva finta di non notarlo
desiderando che ci fosse qualche donna a bordo (era così tanto che non aveva
occasione di avere la compagnia del gentil sesso).
Zoro si allenava infaticabile
nel dojo e, ad essere onesti, non faceva mai un allenamento che non fosse considerato
duro o barbarico. Perciò, sembrava abbastanza sul genere di quelli preparati
da Garp quando voleva divertirsi un po’ (e quell’uomo era quasi sempre annoiato).
In verità, avrebbe dovuto starsene sdraiato a letto ma per costringerlo ci sarebbe
voluta molta più forza da parte dei suoi compagni che quella che ne comportava
l’allenamento stesso, oltre a danneggiare la nave. Perciò, glielo lasciavano
semplicemente fare (naturalmente, dopo una lotta tra uno sguardo demoniaco e
un sorriso da era glaciale che aveva lasciato Sanji perplesso e aveva fatto
scappare Rufy a nascondersi urlando qualcosa su un frutto del diavolo sul lavoro
d’ufficio).
Tenzou era seppellito
sotto una montagna di documenti (decorati ad arte con parecchi origami di gru
e tigri), mormorando cupamente, e nessuno era così stupido da disturbarlo senza
ragione. L’ultima persona che l’aveva fatto si stava ancora togliendo le schegge
di una tazza da the dalla fronte con le pinze.
Il loro potente capo
si dondolava dalla postazione di vedetta per evitare il lavoro (ecco perché
non era per niente sorprendente che Tenzou fosse particolarmente incavolato).
Era meravigliosamente
piacevole e probabilmente sarebbe rimasto così fino all’ora di cena, che era
un esercizio di strategia di combattimento, se non fosse improvvisamente arrivata
la chiamata.
-break-
Tenzou aveva il broncio
mentre spuntava dalla montagna di documenti e rapporti che ricoprivano la sua
scrivania, domandandosi per l’infinitesima vota perché non avesse richiesto
il trasferimento immediato ad Impel Down nell’esatto momento in cui aveva incontrato
Monkey D. Rufy.
‘Sono forse un masochista?’
si chiese pigramente costruendo una scimmia di carta mentre leggeva un altro
rapporto dal quartier generale. Non lo pensava di sicuro ma se un giorno fosse
arrivata una conferma del genere avrebbe fatto la cosa più onorevole da fare,
cioè togliersi la vita (o chiedere a Zoro di farlo al posto suo).
C’erano parecchi documenti
confidenziali sulla nave a vari livelli. Le unità speciali prendevano alcuni
incarichi ‘delicati’. Non al livello della cyber pool, ma delicati a sufficienza
perché fosse necessario il pugno di ferro. Tenzou aprì il lucchetto della sua
scrivania per estrarne la sua cartella personale. La loro unità era attiva solo
da un paio d’anni, ma si erano già occupati di alcune ‘elite’ (parecchi giovani
viziati con connessioni coi Tenryubito*). Ad esempio, avevano affidato alcune
scrivanie piuttosto importante a lecchini dalle dubbie capacità. Sengoku aveva
subito fermato il tutto quando l’aveva scoperto (e com’erano riusciti ad eluderlo,
innanzitutto?). Mandare le persone sbagliate per un lavoro era uno spreco terribile
di risorse, davvero. La metà di loro era morta, un quarto si era dovuto ritirare
a causa delle pesanti ferite riportate ed il rimanente aveva dato prova di essere
totalmente inaffidabile, tanto che Rufy ‘li aveva mandati a casa’ con
un messaggio particolarmente efficace. Nonostante il Commodoro avesse la sfortunata
caratteristica di famiglia di svelare i segreti con tranquillità, capiva la
necessità di avere nakama fedeli.
Poi il dottore si era
dovuto ritirare sfortunatamente (perché sentiva di non poter più svolgere il
suo lavoro ad un livello eccellente con la perdita della mano destra) e parecchi
cuochi avevano dimostrato di non reggere un ‘vero’ mangione (già, c’erano state
crisi isteriche).
‘Dio, grazie per Sanji,’
rifletté occhieggiando al libro dell’equipaggio di cui si doveva poi occupare.
La realtà è che facevano
una professione pericolosa e violenta. Ogni membro della squadra prendeva una
pensione insolitamente generosa e risarcimenti alla famiglia in caso di caduta
in servizio.
‘Abbiamo bisogno di un
dottore decente e in generale di altre persone.’
Tenzou sospirò e gettò
lo sguardo verso la parte più distante della stanza, dove c’era un libro in
un compartimento nascosto.
‘Rufy ha bisogno di nakama
che siano forti e fedeli se ha intenzione di sopravvivere in futuro. Rufy, tutti
stiamo aspettando che tu faccia la tua mossa.’
-break-
In definitiva era una
giornata noiosa. Il fatto che Rufy avesse deciso di farse un pisolino sul ponte
ne era una buona dimostrazione. Ma anche lontano dalla Rotta Maggiore, nel pacifico
Mare Orientale, c’erano sempre problemi in agguato. Dopotutto, era la grande
era dei pirati, l’era scatenata.
'bring-bring-bring-bring.'
Il Den-den mushi tremò
e squillò cercando di richiamare l’attenzione. Tenzou gli scoccò un’occhiataccia
risentita e giocò con una lettera aperta. Il Sergente Maggiore Nate lo prese
come un segno che avrebbe fatto meglio a rispondere prima che il Capitano si
lasciasse andare a della crudeltà sugli animali.
“Buongiorno, questa è
la corazzata militare Cu Fharraige. Come posso esservi d’aiuto?” L’uomo
posò la penna sulla carta, che era preposta per prendere appunti, mentre ascoltava
la chiamata. “Ah, può attendere per un momentro per favore?”
Nate portò velocemente
la lumaca con l’aspetto lacrimoso verso Tenzou che alzò un sopracciglio all’espressione
terrorizzata di Nate, prima di prendere il ricevitore.
“Parla il capitano Tenzou.”
“Pirati… Krhahador…tradimento…omicidio…Usop-san…”
Sì, sulla nave era stato
tutto pacifico finché il Sergente Maggiore Nate non era arrivato correndo nell’ufficio
gridando un codice militare che aveva fatto scattare immediatamente tutti sull’attenti.
Rufy saltò giù dalla
sua pertica e si avviò verso l’ufficio, mentre i marine si affrettavano a raggiungere
i posto che erano preassegnati. Si precipitò nello studio dove Tenzou stava
parlando rapidamente con qualche ragazza al Den-Den mushi. Zoro e Sanji scalpitarono
dietro di lui, essendo stati convocati da qualcuno dell’equipaggio.
“Ohi, Commodoro del cavolo.
Che diavolo sta succedendo?”
Rufy aveva il viso scuro.
“Missione di salvataggio.”
-break-
Se chiedete di Rufy a
qualcuno che lo conosceva, tutti saranno d’accordo su un punto. Era un ineguagliabile
idiota come nessun altro. Era uno spreco di energia spiegargli cose complicate.
Generalmente tendeva a ridurle a ‘oggetti misteriosi’.
Era anche facile fregarlo
con il cibo, cosa che infastidiva veramente i marine di alto grado. Perché diavolo
era uno dei loro combattenti più promettenti se poteva essere comprato con della
carne (ma ad essere onesti, molte delle loro squadre ufficiali avevano i loro
casi umani, e quelle che non li avevano, li avrebbero sviluppati)?
Sanji e Zoro lo avevano
conosciuto piuttosto bene e (nonostante non lo volessero ammettere, dato che
la maggior parte dei veri uomini non l’avrebbe fatto) erano anche parecchio
amici. Quella fu la prima volta in cui capitò loro di vedere ‘il Commodoro
Rufy’ invece che ‘l’idiota che dovrebbe essere un marine con il furtivo segretario
super-efficiente alle spalle’.
Aveva una serie espressione
sul viso e, be’, se dovevano in qualche modo descriverlo, aveva ‘carisma’. Strano
ma ovvio, Rufy era al lavoro.
“Capitano Tenzou, rapporto!”
Tenzou lo salute velocemente.
“Signore, abbiamo ricevuto una chiamata di emergenza da una nave: la ‘Going
Merry’ con a bordo Merry-san, Kaya-san e tre bambini in tenera età. In breve,
c’è stata una congiura per rubare l’eredità di Kaya-oujosama** ad opera del
pirati del Gatto Nero. Dopo una battaglia, sono fuggiti dal villaggio Syrup
cercando assistenza. I pirati li stanno inseguendo velocemente.”
Zoro strinse la presa
sulle spade, ignorando Sanji che sembrava aver preso fuoco ed urlava qualcosa
a proposito di ‘salvare una principessa’.
Rufy strinse gli occhi.
“Pensavo che quei tizi fossero stati sistemato dopo l’esecuzione del loro capitano
un anno fa.”
“Sembra che non sia così.
Si stava nascondendo come membro dello staff della giovane signorina.”
“Quindi, a parte la solita
spazzatura, di chi dobbiamo occuparci?” interruppe Zoro. “Ci sono delle taglie
che valga la pena menzionare?”
Tenzou scorse i suoi
registri prima di prendere due avvisi. “Solo due dell’equipaggio hanno taglie
quindi non conosciamo molto sul resto di loro a parte il fatto che sembrano
avere una sorta di insana passione per i gatti.”
“Va bene,” disse Rufy,
richiamando l’attenzione. “La nostra missione è intercettare la Going Merry,
proteggere i passeggeri ed eliminare il pericolo alla fonte.”
“Dove diavolo ha imparato
quelle frasi Rufy?”
“Addestramento di base.
Le cose ti vengono urlate così tante volte che prima o poi si memorizzano.”
“E allora…”
“Il cibo è l’eccezione
ad ogni regola per Rufy.”
-break-
Quando Zoro aveva acconsentito
ad arruolarsi con Rufy ed il suo baby-sitter, di sicuro non si aspettava
quello.
Al momento il ‘marimo
che mi fa incavolare’ stava rigido, le braccia tenute imbarazzatamene stese
per non toccare nulla ed era nervosamente nella presa di una fragile ragazza
bionda che gli singhiozzava nella camicia macchiandolo un po’ dovunque di lacrime
e moccico.
Sanji si stava lamentando
da qualche parte nelle retrovie, ma lui non era esattamente nella posizione
di divertirsi con la rabbia degli idioti al momento. Era troppo impegnato a
pensare ad una via d’uscita da quella terribilmente strana situazione.
Tenzou (quel bastardo
incorreggibile, state sicuri che Zoro avrebbe fatto del suo meglio per far conoscere
lo Wadou a qualche parte delicate del suo corpo, all’occasione) non l’aveva
aiutato in nessuna maniera e si era fermato solo per fulminarlo con uno dei
suoi sorrisi divertiti, prima di tornare ad intervistare l’uomo ferito gravemente
con la pettinatura a pecorella.
Rufy era stranamente
affacciato sull’animale di prua della piccolo nave impegnato sensibilmente ad
avvistare i pirati, ma Zoro aveva la sicurezza che si stesse semplicemente divertendo
della posizione, se le stelline che stava emettendo erano una valida prova.
Zoro sospirò e stranamente
diede dei colpetti alla spalla della ragazza, facendola piangere maggiormente.
Bene per gli spadaccini, ma le ragazze in lacrime… Non era per quel motivo che
aveva dietro quello stupido cuoco maniaco?
Avevano raggiunto la
piccolo caravella relativamente in fretta dopo il tete-à-tete che Tenzou aveva
avuto col gruppo. Il pesantemente bendato Merry era stato velocemente caricato
su una barella e trasportato sulla nave della marina. Il secondo in comando
ed esperto di documenti aveva lasciato il ferito con qualche parola di conforto
e segnalato, con uno dei quegli incomprensibili segnali da marine che Zoro doveva
ancora imparare, di portarlo all’interno perché si riprendesse. I tre bambini
si erano attaccati a Sanji, il quale stava facendo un lavoro eccellente nell’inzupparsi
i pantaloni firmati di lacrime e moccio. La ragione per cui Zoro era così arrabbiato
con Tenzou era che invece di venire a salvarlo da un’ulteriore cascata di lacrime
che sarebbero arrivate, il suddetto stava parlando con Rufy (parti anatomiche
estremamente delicate, decise)! I due parlarono per un momento prima
che il più anziano rimanesse sorpreso da qualcosa che Rufy aveva detto. Annuirono,
per qualunque cosa si fossero messi d’accordo, e l’altro tornò sulla corazzata.
Rufy sembrava strano
con l’uniforme. Aveva rinunciato alla giacca sportiva e si era semplicemente
gettato il mantello da marine sulle spalle. Non stava male, eppure, sembrava
così incredibilmente giovane in quell’affare. Mentre Tenzou stava così bene
da avere probabilmente l’accesso a qualsiasi edificio militare al mondo Rufy
sembrava ‘sbagliato’ in qualche fondamentale particolare (uno familiare, su
cui però non riusciva a focalizzarsi con precisione). Camminarono fino all’agitato
Sanji che aveva fatto davvero un lavoro ammirabile nel calmare i tre bambini,
anche se stava scoccando occhiatacce a Zoro, pronto a balzare al salvataggio
in qualunque momento (e liberare Kaya-chwaaaaaan dalla presa maligna del marimo).
-break-
Rufy fissò i tre bambini
dalla faccia pallida, che si afflosciarono sotto il suo sguardo impassibile.
“Ho sentito cos’avete
fatto. Avete combattuto contro dei veri uomini, pericolosi pirati, quando sapevate
di non avere possibilità.”
Tremarono, allora Rufy
sorrise.
“Ragazzi, è un onore
incontrarvi. Combattere per i propri nakama è cooooosì fantastico!”
I tre sbatterono le palpebre
increduli, mentre l’altro sorrideva divertito.
“Anch’io sono impressionato,”
disse Tenzou dolcemente. “Avete fatto del vostro meglio e non vi siete arresi
finché non ci avete trovato. Penso che abbiate fatto più di quanto ci si aspettava
da voi.”
Rufy si chinò sulle gambe
gommose e si allungò verso di loro per sussurrargli: “Hey, anche io ho perso
delle persone importanti. Voi siete molto più fighi di quanto lo fossi io all’epoca.”
I tre riiniziarono a
piangere ma cercarono di trattenersi come dei veri uomini, mentre quello con
gli occhiali tirava su col naso. “E’ stato l’ultimo ordine di un grande pirata,
il capitano Usop!”
“Un grande uomo e un
grande pirata!” urlò Rufy, sistemandosi velocemente per il saluto militare.
Tenzou e Sanji lo imitarono
subito con il saluto. Zoro riuscì a liberarsi dalla ora tranquilla Kaya e si
adattò al saluto di tutti gli uomini. I bambini ricambiarono in fretta il saluto.
Rufy sorrise malefico.
“Avete fatto la vostra parte, ora è il nostro turno. Daremo una lezione a quei
tipi per voi, per Kaya e per Usop.”
-break-
I piani erano cose eleganti.
Erano lavori preparati ad arte con maestria che segnavano la differenza tra
un’esca per i Re del Mare e i vincitori. Kuro li apprezzava e prendeva ogni
piano ben riuscito come prova della sua superiorità. Ogni ostacolo, comunque,
l’avrebbe trattato con la stessa crudeltà che riservava alla sua stessa ciurma…
Si erano occupati del
moccioso ma chi avrebbe mai potuto immaginare che la tenera signoria Kaya avrebbe
dimostrato di essere abbastanza in gamba da varare quella piccola misera caravella
e scappare dall’isola?
Però, rifletté, lei doveva aver capito che gli abitanti sarebbero stati un bersaglio
se si fosse comportata male. Forse l’aveva sottovalutata un po’. Jango aveva
pagato per il suo… dispiacere per questo motivo e se l’altro fosse
ancora vivo quando fosse tornato sull’isola con quella combina guai della signorina
Kaya avrebbe potuto decidere di non perdonarlo.
La caravella si era arenata.
Era stato un trucco completamente stupido ed ora era fallito. Ecco perché amava
i piani. Quella stupida ragazza stava cercando disperatamente di risistemare
le vele; poteva vedere il suo mantello dal ponte, veramente un tentativo da
ridere. Si voltò appena prima di iniziare a correre verso la cabina.
“Preparatevi all’arrembaggio.
Sono una ragazzina, tre bambini e un servitore mezzo mordo. Posso fidarmi che
siate in grado di occuparvi di qualcosa di così semplice?” li derise.
La ciurma impallidì e
si affrettò al lavoro.
-break-
Il ponte della Going
Merry era deserto quando si gettarono a bordo. Brandendo le loro armi e terrorizzati
dall’ira del loro capitano si gettarono nelle cabine sperando di farla finita
alla svelta, per sua soddisfazione. Ovviamente, finirono dritti nella trappola
e sconfitti in un attimo.
Zoro e Tenzou avevano
preso le stanze e teso imboscate ad pirati in corsa mentre Sanji e Rufy erano
rimasti fuori ad attaccare dal retro. In pochi attimi, l’intera ciurma era stata
praticamente decimate.
Sanji si accese una sigaretta
e prese un lungo sospirò. “Be’, è stato imbarazzante.”
“Dillo a me,” brontolò
Zoro. “Ho bisogno di spade di ricambio decenti. Queste non me le sento per niente
bene.”
“Sono spade, non scarpe,
pulce con i capelli ad alga!”
“Cuoco del cavolo!”
“Eeeee se ne stanno andando!”
strascicò Tenzou mentre i due si lanciavano in un combattimento vizioso.
Rufy si toccò tranquillamente il naso mentre li vedeva avventarsi sulla nave.
“Pensi che sappiano che non abbiamo ancora sconfitto il loro capi?”
“Non ne sono sicuro,”
rifletté il suo ‘segretario’. “Dovremmo preoccuparci di dirglielo o dovremo
semplicemente aspettare finché quei tizi con problemi alimentari e fissati coi
gatti li becchino?”
Gli ufficiali batterono
le palpebre all’udibile suono di ossa rotte.
“Non importa, penso che
li abbiano visti. Wow, sembra proprio doloroso! Figo!” si entusiasmò Rufy.
Tenzou rilasciò un gemito.
“Hai una vaga idea di quanti documenti ci vorranno ora? E mi toccherà farli
tutti. Finiamoli e andiamocene da qui.”
Vedendo che il sorriso
che teneva stava diventando piuttosto rigido e gelido, Rufy pensò che fosse
una buona idea perché quel sorriso parlava di rapporti, roba di riunioni e di
poco cibo permesso.
Normalmente, quello sarebbe
stato il momento della favola in cui il nemico finale si manifestava, faceva
il suo abusato e malvagio discorso ed attaccava gli eroi. Ma non fu quello che
successe quella volta.
Kuro non aveva nemmeno
fatto in tempo a mettersi i guanti che Rufy lo aveva gettato sulla loro nave
e lo aveva picchiato fino a terminare i giorni di sole del maggiordomo assassino.
Sfortunatamente, le parti
interessanti erano state così veloci che la battaglia durò meno di dieci minuti
totali (non includendo la schermaglia tra Zoro e Sanji, che stava continuando
intensa anche dopo venti minuti, finché Tenzou non intervenne, visto il cattivo
umore probabilmente spronato dal documenti in attesa e caratterizzato da un
aumento del livello di educazione fino allo stato di ‘guerra fredda’, facendo
correre Rufy per la nave urlando qualcosa su ‘il frutto del diavolo del lavoro
d’ufficio’.)
-break-
Il seguito di una battaglia
portava sempre due conseguenze su una nave della marina. Le medicazioni e la
burocrazia.
L’unica persona che aveva
bisogno di attenzione mediche era Merry, al momento stabile a sufficienza da
resistere finché non avessero trovato un buon dottore sull’isola. Il che lasciava
il lavoro d’ufficio.
Decidendo che la fuga
era la migliore difesa, tutti abbassarono la coda e scapparono come ragazzine
lasciando il tutto nella capaci e minacciose mani di Tenzou.
Sanji si richiuse in
cucina per prodigarsi in attenzioni per Kaya (e ai bambini, dato che c’erano
anche loro), Zoro si ritirò nella sala degli esercizi e Rufy fu trascinato per
le orecchie da un freddo Tenzou in maniera che potessero mettersi al lavoro.
Era la parte peggiore ma quella più necessaria, e il ‘sexy segretario’ era in
un momento piuttosto vendicativo, quindi anche il Commodoro avrebbe dovuto sottostare
la lavoro.
Quando raggiunsero l’isola
di Syrup, Tenzou salutò per prima cosa e marciò con un contingente di marine
per accompagnare a casa i tre ragazzi nonostante le loro proteste.
Rufy li aveva salutati
leggermente, e Sanji e Zoro li ricompensarono rispettivamente con un sorriso
e un cenno misurato del capo. Tenzou incontrò gli occhi di Zoro oltre le loro
teste e ricambiò con un’espressione infelice prima di sbarcare. Sanji lo indicò
interrogativo.
“E’ preoccupato per i
bambini. In pratica hanno visto il loro eroe e migliore amico morirgli davanti.
Ci saranno ripercussioni.”
Sanji aspirò dalla sigaretta
pensoso mentre aspettavano Kaya. La giovane era pallida ma determinata e dato
che era una proprietaria terriera indipendente ed emancipata non poterono davvero
impedirle di fare nulla, se non c’era una legittima minaccia. Emerse dalla cabina
dove era stata alloggiata e i quattro si avviarono in direzione del punto più
lontano dell’isola.
-break-
Quando Kaya aveva visto
il corpo malmenato del suo migliore amico si era gettata sul suo petto, scoppiando
nuovamente a piangere. Era già stata davvero ammirevole e nessuno la incolpò
di nulla. Era stata tradita da uno dei suoi confidenti più fidati, attaccata
dai pirati e i suoi più cari amici erano stati presi di mira, ma era comunque
riuscita a riprendersi e a scappare per salvarsi.
Sanji si inginocchiò
al suo fianco, adulandola gentilmente e lasciandola singhiozzare sulla spalla
finché non fu esausta. Zoro e Rufy esaminarono il corpo notando le ferite ed
il colpo datale in qualche maniera spassionatamente.
“Ha combattuto per proteggerti,”
commentò il primo, guardandola fissa negli occhi.
Lei incontrò direttamente
lo sguardo. “Era il figlio di un pirata ed un uomo d’onore.”
Zoro annuì rispettoso
ed ignorò le moine di Sanji sui principi e gli eroi.
“Conoscevo suo padre.”
Tutti si voltarono sorpresi
verso Rufy.
“Davvero? Come fai a
sapere con sicurezza che sia lui?” Sanji era senza fiato.
“Ah, è facile. Mi ha
sempre parlato di suo figlio Usop.”
Kaya si lisciò la gonna
e si sedette per terra.
“Raccontami.”
Mentre Rufy parlava,
Zoro svolse la coperta che avevano portato e coprì il corpo di Usop, figlio
di Yasop.
-break-
Ogni cosa era sfocata
come se fosse stato colpito in testa. Poteva sentire Ben-jii che gli parlava
ma non sapeva cosa gli stava dicendo.
Shanks era chinato
per terra, il cappello a coprirgli gli occhi e stava toccando qualcosa sul terreno.
Lottò per liberarsi dalla presa che lo teneva fermo e vide un po’ di più.
Shanks era triste…
davvero triste ed un po’… colpevole?
Sul terreno c’era…
-break-
Dopo essersi svegliato,
Rufy uscì sul ponte e si sedette contro la balaustra. Vi rimase finché Zoro
non lo risvegliò il mattino dopo.
________________________________________
A/N:
Zoro ha la tendenza a fare domande sulle taglie. Be’, ci sono due ragioni. Una
semplicemente per sapere cosa ha guadagnato e l’altra per essere ben informato
sul suo avversario. Se qualcuno ha una taglia, vuol dire che hanno catturato
l’attenzione della marina e quindi è considerato una minaccia, anche se debole
(questo non vuol dire che pensa che le persone siano senza importanza senza,
ma sarebbe sbagliato per uno spadaccino serio ignorare delle informazioni sugli
avversari che ha a disposizione).
Rufy si è impossessato di una buona porzione delle Rokushiki ma è l’unico. Tenzou
ha acquisito solo il soru e si sta allenando per imparare le altre. Sanji e
Zoro hanno imparato il soru da lui, e dato che conosce tutta la teoria può insegnargli
anche prima che inizino ad allenarsi su quelle. Si vedrà nei prossimi capitoli
(e ragazzi non vedo l’ora di avere dei capitoli su Garp per vedere il buon vecchio
pugno amorevole!), ma pensavo fosse meglio precisarlo subito.
Allora, pochi capitoli fa Tenzou usava il soru e Zoro che non era abituato a
combattere in quella maniera non poteva contrastarlo. Dategli un mese e la situazione
sarà rivoltata.
Voglio precisare che io adoro Usop e penso che sia un figo
ma senza nessuno ad aiutarlo sarebbe stato ucciso. L’unica possibilità che aveva
era dare agli altri una via di fuga. Scusatemi, vado a piangere e a leggere
alcune fic su Usop ora.
Note:
Tenryubito: Drago Celeste
Oujosama: nobile
|
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Capitolo 8 *** Secondo intermezzo. Una lettera Nera ***
Untitled Document
Note dell'autore:
Se c’è qualche aspetto della storia che ho saltato allora avvertitemi. Sarò
più che felice di aggiungerlo in uno di questi piccoli intermezzi.
________________________________________
Per essere
uno dei più noti pirati del mondo, Shanks non aveva cercato affatto di creare
la sua reputazione.
In realtà,
tutti quelli che lo conoscevano si domandavano perché non fosse conosciuto come
un incorreggibile e amante delle feste piuttosto che un sanguinario Yonkou*
del Nuovo Mondo.
Se non
si fesse piegato al canto ammaliante del mare avrebbe costruito un’impresa eccellente
di cabaret con cui costruire un capitale, o almeno così giurava Yasop. Non che
Ben, Lucky Loux o altri dei suoi ‘leali’ nakama avessero da ridire. Shanks stesso
amava l’idea e spesso citava le loro sessioni di bevuta con Mihawk come prova
che avrebbe potuto farlo… Se l’avesse voluto.
Eppure,
non era così che lo vedeva la massa.
La propaganda
è una strana signora.
-break-
Non era
una giornata, un mese o un anno particolarmente interessante, quando accadde.
In realtà, Shanks sarebbe stato il primo a lamentarsi sul fatto di annoiarsi
e a preoccuparsi della riserva di liquore (ce n’era abbastanza da arrivare fino
al prossimo porto? L’avrebbero sprecata? Qualcuno se la stava tenendo per sé?
Ben gliel’avrebbe confiscata per qualche motivo?) Shanks si appiccicò contro
il parapetto e sbadigliò, grattandosi il petto. Cosa non avrebbe dato per un
segno della prossima isola, stava già progettando se qualcosa non fosse successo
al più presto. Grugnì internamente e si domandò dove fosse il gabbiano porta
giornali.
Un grande
uccello stava volteggiando verso di loro. Era ovviamente una consegna ma… Prese
il sottile pacco dall’uccello atterrato sul parapetto e a esaminò. Oh, se era
carino. C’era pure il suo nome sopra. ‘Al Capitano Shanks, sulla Red Force’.
Ben,
che era appena arrivato sul ponte, alzò un sopracciglio e Shanks decise semplicemente
di aprirla con uno strappo e se qualcuno gli aveva mandato una bomba, be’, il
dottore a quello serviva. Dentro c’era una lettera e un altro pacchetto più
sottile indirizzato ad Yasop. ‘Che diavolo?’ si chiese. Ora quello era decisamente
strano (i marine stavano cercando di aprire dei negoziati o qualcosa di simile?).
Aprì la prima lettera, immaginando che fosse per lui, prima di impallidire.
La lettera
era da parte di Rufy ed i suoi amici. Buona cosa.
Rufy
era un Commodoro della Marina. Buon per lui, un guaio possibile per Shanks.
Aveva
avuto bisogno di un contatto perché era un’emergenza privata. Shanks capì e
decise di classificarla come decisamente brutta cosa.
Yasop
aveva un figlio ed una moglie nel Mare Orientali. Positivo, anche se era triste
saperli così lontani.
Entrambi
erano morti. Una di malattia e l’altro ucciso dai pirati mentre cercava di difendere
una giovane circa un mese prima. Era terribile come un terremoto.
Shanks
scoccò un’occhiata al messaggio nella sua mano e strinse i denti.
Dio,
che messaggio da inviare. La famiglia di un uomo era scomparsa! E in che maniera!
Yasop era immensamente orgoglioso di suo figlio e adorava la sua moglie contadinotta.
Bianchina aveva fatto i bagagli per lui e glieli aveva consegnati dicendogli
che avrebbe avuto dei rimpianti solo se lui non fosse andato per mare ad usare
le sue capacità come sempre aveva voluto. I pirati del Rosso erano tornati solo
due volte al villaggio di Syrup prima di lasciare il Mare Orientale per la Rotta
Maggiore. Bianchina li aveva salutati (cercando di nascondere com’era diventata
pallida e magra), con la promessa scherzosa di scappare al porto ogni qualvolta
avesse visto dei pirati. A Shanks era piaciuta, perché aveva fatto del suo meglio
per accettare tutto nella sua vita, anche il marito cecchino e pirata (e Shanks
che gliel’aveva rovinato).
Guardò
il suo primo compagno che aveva preso la lettere e la stava rileggendo cupamente.
Ben la lesse più volte prima di piegarla e restituirgliela.
“Non
nasconderla,” lo avvertì prima di prendere l’accendino. “Questi non sono affari
nostri e l’aspettare renderebbe le cose peggiori.”
Shanks
annuì in riflessione. Stava pensando la stessa cosa ed era felice che Ben la
pensasse come lui.
“Io gli
darò questa,” brandì il piccolo pacco. “E tu avvertirai gli altri.”
-break-
Yasop
era uno dei suoi più vecchi amici e lo aveva personalmente reclutato quando
aveva iniziato a radunare assieme una propria ciurma. Era per il suo sake che
il giovane aveva lasciati la sua casa al villaggio di Syrup e a sua giovane
moglie. Consegnare una simile notizia era parte dei doveri del capitano ma si
sentiva in realtà come se li avesse uccisi lui.
…Se
solo Yasop fosse rimasto nell’isola…
Il cecchino
aveva accettato il pacco con semplice curiosità e lo aprì per rivelare una lettera
e un libro rilegato con una bellissima copertina in pelle. Shanks sentì il suo
cuore stringersi mentre guardava il viso dell’amico incupirsi sempre di più
finché non dovette girare sui tacchi e correre sul ponte.
-break-
Yasop
si era chiuso nel ripostiglio per il resto della giornata, ignorando qualunque
supplica ad uscirne.
Non ricomparve
fino alla sera, quando entrò nella cambusa passando il libro a Shanks e immediatamente
seppellendosi nella prima di molte botti di rum. I suoi nakama non erano sicuri
di come avrebbero dovuto comportarsi. Anche ‘l’irriducibile Capitano Shanks’,
come si introduceva a parecchie cameriere nei bar, si aggrappava alla sua sedia
insicuro su quale sarebbe stata la miglior strategia di azione.
D’improvviso
Yasop fece volare a botte per la stanza lasciandola spaccare contro il muro
della cambusa. Traballò sui piedi e si arrampicò ubriaco sul tavolo.
“Mio
figlio è morto!” esclamò. “Ma è morto da eroe proteggendo qualcuno che gli era
caro. Ora vi racconterò la storia del Grande Capitano Usop, la sua coraggiosa
ciurma e della dolcissima signorina Kaya!”
Si gettò
a capofitto nella storia, con tutti i suoi nakama che pendevano dalle sue parole
cariche di avventura. Shanks scoccò un’occhiata a Ben, che si stava accendendo
una sigaretta. Il suo primo compagno annuì e sorrise leggermente.
No, Yasop
non stava bene. Non lo sarebbe probabilmente più stato ma era orgoglioso della
decisione presa dal suo ragazzo. Cavolo, probabilmente lui stesso avrebbe preso
la stessa. Shanks sospettava che il suo cecchino avesse sempre conservato un
desiderio segreto di vedere suo figlio prendere il mare e diventare lui stesso
un pirata.
Guardò
il piccolo libro che l’uomo dai capelli biondi gli aveva passato prima.
La scrittura
era elegante e decisamente femminile; nella copertina interna era scritto con
bella calligrafia:
Le
avventure del grande e coraggioso Capitano Usop.
Note:
Yonkou: Imperatore
|
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Capitolo 9 *** Come non evitare una bandiera della marina ***
Untitled Document
Tenzou
fissò Sanji e sorrise cortese. La temperatura della stanza si abbassò di pochi
ma significativi gradi e le finestre si congelarono leggermente.
“Mi rendo conto che sia un insulto alla tua straordinaria abilità culinaria,”
iniziò, con il sorriso che aumentava leggermente. “Ma, mi dispiace, non posso
permetterti di nutrire i prigionieri con un cibo del genere.”
“Perché?” replicò Sanji. “Per caso non va bene?”
“Al contrario. In realtà è fin troppo buono per quei parassiti maledetti
che si sono impegnati al massimo, nonostante le loro abilità estremamente
limitate, a cercare di derubare e uccidere Kaya-oujosama.” Il
suo sorriso si allargò ancora, pur rimanendo perfettamente educato.
Sanji sbatté le palpebre e sbuffò freneticamente fumo dalla sua sigaretta, mentre
i due suoi essenziali punti fermi combattevano dentro di lui. Il capitano sorrise,
emanando gentilmente un sadico divertimento. Zoro bighellonò fino alla porta
e poi prontamente ritornò sui suoi passi, andandosene perché proprio non
aveva intenzione di farsi coinvolgere.
Alla fine Sanji sembrò uscire dal suo errore di sistema ‘nutrire le persone
vs donne’ e borbottò: “Bene, allora cosa suggerisci?”
“Lascia fare a Tajiyo-kun. Non moriranno di fame ma, mi dispiace, la tua cucina
è un po’ troppo per loro, non se la meritano.”
Sanji grugnì per acconsentire e fece cenno al ragazzino occhialuto, il quale
iniziò a preparare le razioni.
“Puoi portare del tè con te quando verrai fra una ventina di minuti a firmare
il tuo rapporto?”
Sanji annuì e si accese un’altra sigaretta prima di gettarsi a cucinare qualcos’altro
e a sfinire Tajiyo sulle gioie date dalle donne e ‘non era Kaya-swaaaan un campione
esemplare?’.
-break-
Per un’operazione relativamente
semplice, una con meno di cinquanta persone regolarmente imbarcate, l’ufficio
era inondato di documenti. Era davvero impressionante, rifletté Sanji, che ci
fossero più colonne di carta su quelle scrivanie che in un mediocre negozio
di libri.
Si affacciò intorno per
cercare qualche segno dell’altro. Il marimo stava in palestra (glielo dicevano
i suoi sensori da marimo, che, anche se erano meno raffinati di quelli per le
donne, producevano comunque quella fonte di irritazione che gli faceva sapere
dove quella insopportabile testa di cavolo piena di saké stesse russando,
così da poterla evitare oppure andare a prendere a calci, a seconda dell’umore).
Rufy stava sgattaiolando da qualche parte, probabilmente nei pressi della cucina,
ed avrebbe presto assaggiato le nuove trappole.
Fece una smorfia. “Perché
diavolo hai bisogno di fare tutti questi documenti del cavolo, comunque, Tenzou-ocha*?”
Una mano emerse da dietro
un gruppo di cartelle che era alta almeno quanto la scrivania per porvi in cima
una gru di carta.
“Parecchie ragioni,”
venne una voce da dietro. “Una più irritante dell’altra.”
Sanji appoggiò il vassoio
con il tè e gli spuntini in un punto libero del tavolo e si prese una sedia.
“Fammi ridere…”
Il Capitano della Marina
si liberò dalle pile districandosi tanto da sembrare lui stesso un pezzo di
carta (e facendo tremare la crescente gruppo di animali di carta sulla cima),
prima di gettarsi su una sedia vicina e raggiungere felicemente una fresca tazza
di tè.
“Be’, innanzitutto devo
fare tutti i rapporti. Rufy, accidenti a lui, deve firmarli e basta. Inoltre,
ci sono avvisi per informazioni sui criminali, pirati e rivoluzionari che si
sa essere nella nostra area, così come notizie su esecuzioni, catture o rilasci
delle persone di cui ci siamo occupati. Ci sono richieste per equipaggiamenti,
organizzazioni dei pagamenti, pensioni, stati di salute e assicurazioni sulla
vita stipulate con certi criteri. Il che significa che se verrai ucciso da me
o da uno Shichibukai, Zeff otterrà un cospicuo risarcimento,” terminò con un
incredibile sorriso, educato e sinistro allo stesso tempo.
Sanji gli passò un uccello
di carta.
“E, ovviamente, faccio
parte di un complotto e un sacco di questi rapporti mi servono come preparazione
per il giorno in cui avverrà.”
Il cuoco si prese un
lungo respiro dalla sua sigaretta gustando la nicotina mentre fissava l’uomo
davanti a lui. “Mmmh, lo immaginavo.”
Tenzou lo salutò con
la sua tazza da tè e se ne versò un’altra con calma. “Parlo seriamente, sai.”
“Lo so. Non sono stupido
e il marimo l’ha capito.”
Tenzou passò dall’espressione
educata ed una di calmo riguardo. “E da cosa l’hai scoperto?”
“Be’, per prima cosa
Rufy è il peggior marine che io abbia mai visto in vita mia e anche se è più
forte di te è piuttosto ovvio che tu potresti ottenere una posizione migliore
da qualsiasi altra parte volessi, eppure rimani qui con lui.” Sanji si versò
una tazza di tè per lui. “Ma l’indizio più evidente che stai preparando qualcosa
sono i rapporti.”
Tenzou gli fece segno
di proseguire.
“Li scrivi, li approvi,
e poi li invii. Hai il completo controllo di cosa entra ed esce da questa nave,
tutto quello che fanno gli altri è firmarli. E non dai nemmeno molti dettagli.
Non hai mai fatto rapporto su Gin o su cosa gli sia capitato. Non c’è menzione
del fatto che Rufy conoscesse quel ragazzo, o che abbia conosciuto il suo famoso
padre, e tu hai anche localizzato i pirati del ‘Rosso’ per Kaya-chan.” Sanji
bevve un sorso del tè. “Stai progettando qualcosa e anche se ho fiducia in te
non sono un idiota come quel marimo.”
“Hai ragione,” Tenzou
alzò le spalle. “Lo sto facendo e non sono decisamente l’unico coinvolto. Non
stiamo progettando di superare il governo, distruggere i nobili mondiali (anche
se, lo sa Dio, se lo meriterebbero) o la marina. Ma non voglio negare che sono
coinvolto in una cospirazione ed in parecchie attività illegali.”
Ora, Sanji era stato
allevato da un ex-pirata piuttosto famoso. Zeff aveva la forza di stare in cima
al mondo. Picchiava spesso potenti al suo ristorante e, se era necessario, era
pronto ad uccidere (la necessità non implicava che l’avrebbe fatto alla luce
del sole, però). Conosceva Tenzou da un bel po’ e lo comprendeva più di quanto
capisse Rufy e la sua incredibile ottusità. Era terribilmente astuto e manipolatore,
ma non era una persona malvagia.
“Allooora, me lo dirai?”
“Anche se non ho problemi
a farlo, questo significa che dovrei dirti anche cose che non sono solo segreti
miei e se la cosa esce perché te l’ho detta,” Tenzou gli diede uno sguardo eloquente,
“Allora dovrò uccidere entrambi.”
Sanji era abituato a
minacce e conosceva la violenza. Sapeva anche che pur essendo il più forte fra
i due Tenzou aveva una motivazione in più e mentre sarebbe stato pronto a morire
per le sue convinzioni, voleva anche vivere con insperata intensità, cosa che
lo rendeva un pericoloso nemico. Si accese una nuova sigaretta.
“Se ti tradisco, mi arrangerò
personalmente e tu potrai gettare la mia carcassa fuori bordo.”
-break-
Quando Sanji tornò in
cucina accennò assente a Tajoyo e a due marini che avevano riportato la roba
con cui avevano nutrito i prigionieri. Si rimise al lavork per preparare la
cena.
Fece un attimo di pausa,
esitando dal ritmico ticchettio del coltello e fissò la finestra della porta
prima di scuotere la testa e tornare al lavoro, un’espressione pensosa sul viso.
‘Rufy, sei proprio pieno
di sorprese, vero?’
-break-
Rufy era decisamente
ciò che potete definire di mente semplice. In realtà, è probabilmente più efficace
chiamarlo un deficiente completo e irrecuperabile prima di impegnare tutte le
vostre energie nel sistemare qualsiasi disastro la sua idiozia abbia comportato.
Comunque, decise Zoro mentre poneva la schiena contro il miro, era decisamente
un bastardo difficile da combattere e qualcuno che non si vuole avere contro.
Era una verità scomoda,
il fatto che non fosse riuscito a colpire il ragazzo più giovane nemmeno una
volta. Ma stava migliorando. Zoro era più capace di seguirlo anche quando usava
il Soru. I suoi progressi erano accelerati da quando Tenzou gli aveva spiegato
la teoria (Rufy era molte cose ma non sarebbe mai stato un buon insegnante).
Mentre avrebbe potuto scoprire come combatterlo continuando a fare quello che
stavano facendo in quel momento, cioè con Rufy che saltava fuori da tutte le
parti facendo un gran bel lavoro a sbattere Zoro contro il muro, era più facile
con una chiara e concisa spiegazione su quello che stavano cercando di fare.
Zoro non aveva particolari
interessi ad aggiungere quello stile alla sua tecnica con le spade ma il suo
interesse pieno stava nell’imparare a combattere, aumentando così le sue personali
capacità. Come la vedeva, non era davvero differente dal combattere contro un
forte avversario. I pirati che erano stati così stupidi da attaccarli ieri avevano
dimostrato di non essere una sfida e si erano rapidamente uniti in cella a pirati
del Gatto Nero che avevano protestato per ben cinque secondi finché Zoro e Tenzou
non li avevano guardati.
Dopo di quello si erano
comportati particolarmente bene.
-break—
“Ehi, Rufy,” iniziò Zoro.
“Che hai intenzione di fare con i tizi nella stiva? Stiamo finendo lo spazio
a disposizione.”
Rufy si afflosciò sulla
stuoia e si succhiò il labbro inferiore da una parte all’altra per un momento,
e Zoro sospirò.
“Non lo sai, vero?”
“So che faremo qualcosa…
Non sono sicuro di cosa. Ooo, forse Tenzou potrebbe portarseli in ufficio con
lui.” Rufy ebbe un brivido. “Sarebbe davvero spaventoso.”
“Ne dubito, non so perché.”
Zoro si alzò e si pulì
il sudore con un asciugamano prima di avviarsi vero la porta. “Dovremo in realtà
chiederlo a Tenzou, lui lo saprà.” Fece una pausa e guardò interrogativo Rufy.
“Però, non dovresti essere tu l’ufficiale in comando?”
“E’ affare di Tenzou.
È il migliore per questo genere di cose perciò se ne prenderà compito per tutti
noi. Non preoccuparti, Zoro, è decisamente un nakama.”
Zoro grugnì ed aprì la
porta prima di dirigersi verso l’atrio in disordine. Tajiyo uscì a suonare la
campana della cena e tutti corsero come dannati essendo ben abituati alle abitudini
alimentari di Rufy.
-break-
Tenzou in verità spiegò
proprio a cena cosa sarebbe successo alle celle esageratamente strapiene.
Diede uno schiaffo ad
un braccio di gomma per allontanarlo dal suo dessert. “Incontreremo un’altra
nave domani, non so a che ora, e passeremo loro tutti i prigionieri che abbiamo.”
Rufy puntò e raggiunse
Zoro solo per ricevere una gomitata sulla mano. Lo spadaccino prese un sorso
generoso dalla sua bottiglia di sake. “Qualcuno che conoscete?”
“Hmm, in realtà sì. Alcuni
nostri buoni amici e compagni.” Sorrise di cuore. “Penso che vi piaceranno,
ma faranno solo una toccata e fuga per poi dirigersi alla prigione.”
Un guaito improvviso
venne dall’angolo lontano della stanza dove un arto di gomma era emerso cercando
ulteriori prodotti commestibili solo per essere schiaffeggiato con un cucchiaio,
cosa che fece iniziare Rua a maledire il suo Commodoro. Il giovane dai capelli
rossi corse fra i tavoli e afferrò Rufy segnando l’inizio di una rissa.
Tenzou evitò tranquillamente
tutti i piatti rotti e si avviò in cucina. Avrebbe lasciato a Sanji il compito
di ripristinare l’ordine; lui aveva bisogno di una tazza di tè.
-break-
Il mattino successivp
Tenzou era con l’uniforme, il che significava che doveva scegliere il cappotto
bianco anziché la sua preferita camicia con il gilet. Rufy invece no, ma per
una volta il suo fedele capitano non si era preoccupato di fargli da balia per
questa faccenda e si limitava appena a controllare i documenti per il trasferimento
dei prigionieri.
La ciurma si era abituata
alla botta dei pesi di Zoro a questo punto e non reagì praticamente quando la
nave oscillò per via dei pesi gettati sul ponte dall’ossessionato spadaccino
dopo l’allenamento. L’unica persona che se ne preoccupava veramente era il carpentiere,
che lo dimostrava lanciandogli contro pezzi enormi di tavole di legno, maledicendolo
e ricordandogli che anche se la nave era un pezzo da esposizione non
era fatta in legno di Adam e che doveva perciò smetterla di testarla, grazie
mille. Comunque tutto ciò era diventato così quotidiano nell’ultimo mese che
Zoro borbottò appena e proseguì per la sua strada mentre il carpentiere tornava
a ricostruire alcune nuove sedie per la sala da pranzo incasinata per sostituire
quelle che si erano rotte nella rissa la scorsa notte.
Bighellonò sul ponte
basso di buon umore, considerando che si era sfogato con la sua pennichella
di metà mattinata, prima di prendere posto al limite della nave con gli altri.
“Allora, quando dobbiamo
incontrarci con questi tizi?” Si mise l’asciugamano attorno al collo ed accennò
un saluto.
Rufy saltò ansioso sul
parapetto. “Molto presto, Zoro! Sono passati secoli da quando li abbiamo visti.
Non vedo l’ora!”
Tenzou sbatté le palpebre.
“Saranno stati più o meno due mesi.”
“Già, come ho detto.
Secoli!”
Zoro ridacchiò tanto
quanto il capitano sospirava e mormorava parecchie maledizioni sottovoce.
“Voi maledetti bastardi
non ci avete davvero detto chi dobbiamo incontrare.” Sanji li salutò calciando
Rufy contro l’albero maestro. “E tu, dannato uomo di gomma, la mia
sala da pranzo è ancora un casino grazie a te. Sarà una cosa regolare o il nostro
signore dei documenti mi negherà il piacere di rovinarmi il tacco sfregandolo
nel posto dove dovrebbe starci il tuo cervello?”
“Oh, no, non fare caso
a me.” Tenzou passò velocemente dal suo freddo sorriso educato all’espressione
che Zoro riconobbe immediatamente come quella ‘da affari’. “I reati dovrebbero
essere puniti, non sei d’accordo?”
Sanji rispose attaccando
Rufy con una scarica di calci che il non-si-sarebbe-detto Commodoro balzava
indietro nel tentativo di scappare. Zoro guardò la sfida fra i due con occhio
critico.
“Hmmm, il cuoco erotico
è diventato più veloce.”
“Un effetto secondario
dell’allenamento con il Soru. Sanji è un po’ più avvantaggiato in quel campo,
non credi?”
“Colpito.” Zoro si fermò
ed occhieggiò verso Tenzou. “Lo sai che quel sorriso ti fa sembrare un serial
killer?”
L’altro si limitò ad
allargare il sorriso e Zoro rabbrividì quando per un momento gli parse di sentire
il soffio di un vento gelido.
Ci fu un urlo dalla postazione
di vedetta (e dai membri dell’equipaggio che miracolosamente non erano finiti
in mare prima) quando una grande corazzata apparve all’orizzonte. Rufy saltò
(letteralmente) per il ponte e si gettò sulla balaustra e vi si appiccicò formando
un angolo che faceva dubitare che avesse una spina dorsale.
“Evvvaaaii! Sono arrivati!”
Sanji si risistemò la
giacca e si accese una sigaretta. “Perché sei così eccitato, Rufy? Sei davvero
un buon amico di questi marine?”
“Shishishi. È mio fratello
maggiore.”
Zoro e Sanji trattennero
il fiato per un attimo prima che il secondo affermasse, soffiando orripilato.
“Madre Natura ci salvi. Ce ne sono due così!”
Rufy si voltò e ridiscese,
lasciando i gomiti appoggiati al parapetto. “Già, Ace ha tre anni più di me
ma è anche fortissimo. Non sono mai riuscito a batterlo.”
Zoro rimase fermo, ammirato.
“Quindi, il mostro ha un fratello. Deve essere impressionante. Non c’è possibilità
che sia uno spadaccino, vero?”
“No. Ma è un passato
un pezzo dall’ultima volta che abbiamo combattuto e sono diventato molto più
forte. Scommetto che ora potrei batterlo.”
Un’ombra fu opportunamente
stesa sul giovane Commodoro. “Scusa, chi è che potresti battere?” Ed il Contrammiraglio
Portuguese D. Ace salutò il suo amato fratellino con uno stivale sulla testa.
L’uomo in piedi sul parapetto,
da dove aveva scalzato Rufy usando il suo stivale di pelle, formava una figura
impressionante, non c’era niente da dire. Alto, spalle ampie, muscoloso e abbronzato
nella sua uniforme che lo rivestiva come un guanto. Sarebbe stato il perfetto
esempio di un ufficiale di marina se non fosse stato per lo Stetson insopportabilmente
arancione e per quel malefico sorriso che si mostrava più di frequente sul viso
di Monkey D. Rufy.
La ciurma immediatamente
si mise sull’attenti per salutare, come era stato loro insegnato nei campi d’addestramento.
Sanji si domandò appena se si aspettava che anche loro facessero lo stesso ma
nessuno gli scoccò degli strani sguardi e lui era molto più concentrato ad esaminare
l’ufficiale davanti a lui e a spedire nell’aria interessanti spirali di fumo
di sigaretta.
“Hei,” disse l’uomo tranquillamente.
“Come va?”
Tenzou gli lanciò una
tazzina. “Non pensare che ti abbia già perdonato, maledetto bastardo!”
“Ehi, è questa la maniera
di salutare un ufficiale superiore?”
“Allora sono un disertore.
Cadi e affoga al più presto.”
Per la prima volta nella
loro corta… Amicizia? No, no, no, così era sbagliato. Rivalità? Sì, così dovrebbe
andare. Per la prima volta nella loro troppo breve e violenta rivalità, Zoro
e Sanji erano completamente d’accordo.
Sarebbe stata una giornata
maledettamente ed incredibilmente strana.
-break-
Se chiedete su Tenzou,
Zoro e Sanji concluderebbero che era alla fine un bravo ragazzo ed un amico
fidato anche se aveva la propensione a sorridere gentilmente come quel tipo
di persone che in segreto torturavano i pupazzi. In più poteva macinare i documenti
come un demonio.
Soprattutto, era un professionista
esperto. Un professionista che al momento stava tenendo con le gambe per
il collo un eroe militare stimato e decorato mentre il già precedente menzionato
Contrammiraglio si agitava per prenderlo violentemente a calci.
Rufy si limitò a sorridere
e saltare dentro per liberare Ace dalla presa solo per fargli avere una ginocchiata
di gomma nella testa. Le cose avevano appena iniziato a peggiorare e Tenzou
si era ritirato ad una distanza ragionevolmente sicura a quel punto quando uno
sparo risuonò perforando il ponte all’altezza dei piedi dei fratelli.
Ace si accigliò e si
voltò a fare il broncio alla sua stessa nave. “Halia, sto solo salutando Rufy
e Tenzou come si conviene. Non c’è bisogno di fare così.”
La risposta fu una serie
di altri proiettili che lo costrinsero ad indietreggiare con una imprecazione.
La donna appena visibile sulla corazzata svanì in un vortice di piume e prontamente
atterrò dolcemente dietro di lui, con un fucile appoggiato alle spalle. Aveva
un’altezza media ed indossava una variazione confortevole della classica uniforme,
una con cui fare qualunque genere di lavoro senza averla come peso. I suoi capelli
neri erano accoppiati alla pelle abbronzata per il lavoro e con un paio di occhi
belli ma di un normale marrone. Erano intrecciati sulla nuca e stretti in una
spilla affinché non le dessero fastidio. Ogni cosa nel suo aspetto indicava
che era una donna che avrebbe potuto tirarsi su le maniche e fare le cose personalmente.
Zoro immediatamente la definì come uno dei migliori amici di Tenzou (aveva praticamente
ragione).
“Chiedo perdono, signore,
ma abbiamo un programma serrato, uno che non permette alcuna delle sue attività
da ragazzino.”
Ma annuì ed occhieggiò
alla sua arma con un’attenzione che derivava dall’esperienza. Tenzou si voltò
e diede qualche ordine alla ciurma che si mosse in fretta per eseguire.
“Buona giornata, Comandante.
Spero che non abbiate avuto problemi a trovarci.”
“Nessuno. Grazie per
averci trasmesso le coordinate, Capitano. Abbiamo evitato parecchie ore di viaggio.
Queste sono le nuove reclute?”
“Sì, il Mare orientale
è stato positivo per Rufy.”
“Posso immaginare.” Diede
un sorriso divertito al ragazzo di gomma che stava facendo le boccacce al fratello
maggiore. “Commodoro, non vuole presentarmi?”
Rufy sbatté le palpebre
e lasciò che le sue guance tornassero schioccando al loro posto. “Huh? Oh, già.
Ragazzi, lei è Halia. Lavora con Ace ed è un uccello.”
Sanji lo calcio con forza.
“Rufy, come osi riferirti ad una donna con queste pessime maniere!”
Si voltò e le baciò la
mano. “Oh mia cara colomba, non lasciare che le orribili maniere di uno zotico
rovinino la tua giornata, nel quale io sono stato benedetto da un breve accenno
del tuo suono melodioso.”
“Erm, non ci sono problemi.”
Halia diede un’occhiata perplessa al suo ufficiale superiore che stava passando
una cartella a Tenzou, rispondendole appena con un saluto allegro ed un’espressione
che sembrava dire ‘guarda, sto facendo il mio lavoro. Sono responsabile’.
Sanji si portò la mano
catturata al torace, inviando cuori volanti ed ignorando la smorfia di disgusto
che veniva dall’estremità algosa che aveva infestato la zona senza riuscire
ad apprezzare il fiore della femminilità e proseguendo ancora.
“Halia-chwaan, è un onore
ed una delizia servirti. Basta che tu dica qualcosa ed il tuo servitore lo farà.”
Troppo immerso in un
vortice a spirarle di cuori misteriosamente volanti ed adorazione, Sanji non
poté accorgersi precisamente di quando ci fu lo scambio, ma improvvisamente
realizzò che stava tenendo la mano di un uomo che non conosceva (come se questo
potesse peggiorare le cose). Lo sconosciuto sorrise amichevolmente e gli strinse
le spalle prima della mano, con forza.
“Sanji, vero? È un piacere
conoscerti. Ho sentito così tanto parlare te, tanto che ho il fortissimo desiderio
di rimanere per avere un assaggio appropriato delle tue famose capacità culinarie.”
L’uomo era alto e ben
fatto, il tipo di individuo che poteva ben giocare a rugby e sarebbe stato ben
accetto in qualunque squadra del campionato. Come molte delle persone che aveva
incontrato di recente era abbronzato e i suoi occhi blu vi spiccavano sopra.
I suoi capelli erano biondo cenere con molte ciocche schiarite dal sole. Nonostante
fosse avvolto dall’uniforme del suo rango, esprimeva un’atmosfera amichevole
e rilassata . in realtà. Per un ufficiale di marina, aveva una somiglianza strabiliante
con un surfer del Mare Meridionale.
Zoro occhieggiò alla
spade che teneva alla cintura e notò la presa consumata. Non era una decorazione,
notò con approvazione e si chiese se ci sarebbe stato abbastanza tempo per una
sfida. Sanji si liberò dalla presa farfugliando e prese nota come il nuovo arrivato
si fosse con attenzione scambiato e sistemato al posto di Halia, di fronte a
lei. Non a lungo da insultare qualcuno, ma da dare una decisiva vibrazione di
“mia, mia, mia”.
Annuì e afferrò il brillio
negli occhi del capitano. Il sorriso era aperto e amichevole ma c’era una certa…
ambiguità che non si sarebbe notata se non guardando con attenzione. Nonostante
la sua irritazione dovuta alla loro presentazione, Sanji non poté evitare di
essere interessato al Capitano Maynard.
-break-
I due gruppi trasferirono
velocemente ed efficientemente i prigionieri nell’enorme corazzata. Dopo il
primo tentativo di fuga risolto con un braccio rotto, e dopo il secondo terminato
con alcuni proiettili ben piazzati, il tutto procedette senza intoppi.
Molti dei prigionieri
erano ancora spaventati dai loro attuali guardiani e pochi erano totalmente
terrorizzati da Ace. In realtà, la cosa era andata così liscia che il gruppo
dei babysitter (Tenzou, Halia e Maynard) concordarono che ci fosse il tempo
per un tè perciò si radunarono tutti nell’ufficio, serrarono la porta e si immersero
nelle delizie offerte da Sanji.
Sembrava che Maynard,
nonostante la sua allegria, non fosse un gran chiacchierone. Era praticamente
come Zoro, solo che sorrideva di più e che uno sa sempre con certezza se Zoro
ti sta ascoltando con piena attenzione.
Halia era una donna molto
piacevole, una buona compagnia e un’eccellente marine. È davvero tutto qui quello
da dire quindi passiamo oltre.
Una volta che ebbero
finite lo spuntino e controllato la zona Tenzou portò un piccolo libro in pelle
delle taglie. Rimosse una cartella dall’interno e la passò a Maynard il quale
se la mise dentro la giacca prima di passare in cambio un foglio scritto. Scoccò
uno sguardo interrogativo a Zoro e Sanji, ma Tenzou scosse la testa.
Ace inghiottì ciò che
rimaneva del suo tè e ruttò. “Giusto, ora che abbiamo tolto di mezzo le cose
veramente importanti c’è qualcosa che in parte ci preoccupa.”
Halia produsse un classificatore
e lo passò sul tavolo. Sanji lo liberò dalle stoviglie, non prima di aver chiesto
ad Halia-chwan se voleva un bis. Tenzou sparse i documenti sigillati su tutta
la superficie e tutti si allungarono per guardarli meglio.
“Ecco qui il problema:
Arlong è un fin troppo noto uomo-pesce pirata, ma negli ultimi anni è scomparso.
Prima era sotto il comando di Fisher Tiger, ma come molti altri della ciurma
è semplicemente scomparso dalle carte dopo la sua morte. Sembra che si stia
nascondendo nel Mare Orientale, ma questo non è quello che ci preoccupa veramente,”
spiegò Ace indicando una taglia nei documenti. Nonostante tutte le sue pagliacciate
e l’essere rimproverato dai suoi sottoposti aveva ottenuto il suo grado per
una ragione molto chiara (no, non per nepotismo. La gerarchia della marina non
avrebbe voluto di sicuro un altro Garp tra le mani, l’unico in marina da mandare
come segno di pericolo… ma almeno venti anni fa era l’unico).
Zoro tirò l’avviso verso
di sé. “Uhmm, non ho mai incontrato sul serio un uomo pesce ma se fosse forte
come ho sentito ed un ex membro dei Pirati del Sole, immagino che la sua taglia
sarebbe più alta di venti milioni.”
“Le taglie sono di solito
calcolare dal livello di pericolosità, non dalla forza. È bassa perché non è
stato molto attivo negli ultimi anni.” Ace fece una pausa e si accigliò. “Sarebbe
stato a posto se fosse tornato nell’isola degli uomini pesce. Alcuni pirati
si ritirarono, sai, e io personalmente credo che sia uno spreco andare a caccia
di uomini che non hanno fatto niente per vent’anni.”
Tenzou annuì mentre chiudeva
un pezzo di carta in mano. “Giusto. Pensiamo a Silvers Rayleigh, il braccio
destro del Re dei Pirati. Non è stato più visto dalla morte di Roger eppure
lo stanno ancora cercando. Non penso che sia davvero morto ma è un’incredibile
spreco di risorse continuare a cercare un uomo che si è decisamente ritirato.”
“Be’, come lo sai?” domandò
Sanji. “Come puoi sapere che questi pirata non in giro a fare il Signore del
Crimine in qualche isola sperduta?”
“Punto per te, sopracciglia
a ricciolo.” Zoro bloccò pigramente il calcio con una spada. “Quindi in pratica
ci stai dicendo che l’avviso di taglia non è una misura affidabile della forza
e che questi tizi sono probabilmente molto più potenti di quello che pensiamo.”
Ace annuì e guardò il
pauroso ghigno demoniaco che si sviluppava sul viso dello spadaccino. “Huh,
quell’espressione mi è familiare. Be’, comunque non siamo al cento per cento
sicuri di cosa stia succedendo, ma i pirati uomini-pesce non sono conosciuti
per la loro natura generosa e buona, che si dica. Gli umani tendono a subire
maggiormente le loro aggressioni e anche se capisco che possano avere dell’amarezza
non possiamo permettergli di rifarsi su alcuni civili del Mare Orientale.”
Ace ghignò orgoglioso
al fratellino. “Be’, abbiamo ispezionato una base della marina mentre venivamo
qui e abbiamo notato alcune cose strane.”
Halia tossì. “Quello
che vuole dire è che lui e Maynard li hanno tenuti tutti impegnati mentre io
sono sgattaiolata a frugare in alcuni degli uffici per dare un’occhiata.”
Zoro fece una smorfia.
“Tutti i marine trascorrono il tempo a spiarsi tra loro e a rubare penne?”
“Alcuni sì.”
Zoro alzò gli occhi.
“Aspetta un attimo. Sgattaiolare?”
Maynard tossì. “Sgattaiolare
è una cosa…” Il suo sorriso di allungò e prese un angolo astuto. “…Sbagliata.”
I marine soffocarono
le risa mentre Zoro grugniva.
“Be’, Zoro-san. Hai visto
la mia abilità del frutto del diavolo, giusto? Ho mangiato il Tori-Tori no Mi
modello aquila di mare. Ho l’abilità di trasformarmi nel mio animale perciò
posso rimanere nella nave finché non ho il segnale di volare nella base.”
“Ah, che immagine meravigliosa
per questa piccola anima. La bella ed elegante Halia-chwan che vola fra le nuvole
come un angelo che scende a benedirci.” “Ma chiedo perdono per la domanda mia
signora dei cieli, ma gli Zoan non sono piuttosto… grandi?”
“Sei un buon osservatore,
Sanji-san,” continuò, scegliendo di non notare che il cuoco era svenuto in una
sfilza estatica di cuori. “Di solito è vero, ma la mia trasformazione non aumenta
né diminuisce tecnicamente la mia massa totale ma si sviluppa invece sulla mia
apertura alare. Per questo motivi non sono molto più grande di un normale uccello.”
“Ehi, quindi puoi controllare
la tua trasformazione?”
Invece di rispondergli
si limitò a voltare verso di lui un paio di occhi gialli fissi, da falco e Zoro
saltò indietro dalla sorpresa prima di sorridere. “Questo è un frutto del diavolo
che può iniziare a piacermi. Sai se per caso…”
“No, non ce l’ha. Immagino
che cosa intendi. Sono i suoi occhi naturali e basta.”
Ace sbatté le mani sul
tavolo. “Avanti. Stiamo andando troppo fuori del discorso e dobbiamo fare in
fretta. In qualunque maniera Halia abbia fatto i suoi trucchetti abbiamo scoperto
alcune cose interessanti sul Capitano Nezumi.”
Tenzou annuì mentre guardava
pagine e pagine di conti. “Capisco cosa vuoi dire, Ace, da quanto sta andando
avanti?”
Rufy, Sanji e Zoro sbatterono
le palpebre e Maynard tossì educatamente. “Ha guadagnato molti più soldi quanto
dovrebbe avere. Potrebbe aver fatto delle appropriazioni indebite o preso tangenti.”
Pretendendo di non avere
un’espressione di comprensione annebbiata annuirono all’unisono.
“Allora quale pensate
che sia?”
Ace sorrise. “Entrambe.
Arlong ha stipulato patti con lui da un bel po’. Se fosse stato troppo forte
per lui, Nezumi avrebbe dovuto chiamare aiuto. Fortunatamente nessuno sa ancora
che abbiamo questa informazione quindi dovreste poter agire liberamente finché
non avrete deciso come comportavi correttamente.” Fece una pausa e si appoggiò
all’indietro con un’espressione infelice. “Fate le vostre cose ma vi chiedo
di informarmi quando avrete finito, così che lo passa spiegare allo Shichibukai
Jinbe.”
Rufy si passò le mani
nei capelli. “Non preoccuparti Ace. Daremo un’occhiata in giro. Non lo uccideremo
a meno che non sia strettamente necessario.”
Ace scoccò un’occhiata
sollevata a suo fratello, al che Zoro e Sanji occhieggiarono a Tenzuo, che non
gli diede soddisfazione.
Rufy saltò su. “Yosh!
Lascia fare a noi.”
“Hah, sapevo di poter
contare su di te, Rufy, quindi ci rimane solo una cosa da fare adesso!”
“Giusto!”
Si passarono un braccio
l’uno attorno le spalle dell’altro e alzarono il pugno. “Mangiare!”
“AVETE APPENA FINITO
DI MANGIARE, BASTARDI INGORDI!” replicarono i loro compagni in una perfetta
e simultanea armonia prima di fermarsi a guardarsi stupiti l’uno con l’altro.
Maynard si asciugò una
lacrima. “Dei compagni così uniti. È davvero una bella cosa.”
-break-
I fratelli si separarono
con un saluto appropriato ed il Contrammiraglio guidò i suoi uomini sulla loro
nave prima che Rufy trascinasse Zoro e Sanji di nuovo nell’ufficio.
“Abbiamo una missione
ragazzi!”
“Hmm, pensavo stessimo
andando a Rogue Town ora.”
“Infatti. Ma siamo in
una buona posizione e quindi andremo prima all’isola di Commi.” Tenzou estrasse
un documenti dal fondo della pila riuscendo in qualche maniera a non far cadere
l’intera montagna. “Ace e gli altri hanno le loro missioni di cui occuparsi.
Inoltre far agire Ace ‘Pugno di Fuoco’ vorrebbe dire avvicinarsi un po’ alla
‘distruzione totale’. Noi quattro possiamo occuparci tranquillamente di questo.”
Sanji fece una smorfia.
“Non che Rufy vada tanto per il sottile o cose del genere.”
“E’ troppo difficile
controbattere a questo quindi sarò d’accordo con te e basta.”
Zoro ghignò. “Allora,
Commodoro, qua’è il piano?”
Rufy rifletté, piegò
la testa di lato prima si sbattere il pugno contro il palmo della mano. “Gli
faremo il culo!”
Zoro rise. Qualunque
cosa Rufy dovesse essere almeno era divertente. Alzò lo sguardo per vedere quell’irritante
fissato con le donne che si accendeva una sigaretta e Tenzou che rideva dietro
un documento (o stava piangendo?). “Per me va bene. Avanti!”
________________________________________
A/N: F.A.Q.
Q: Perché Tenzou
è riuscito ad afferrare Ace per il collo e a colpirlo con una tazzina? Non ha
senso!
No, non l’ha fatto. Tenzou gli ha tirato una tazzina ma non l’ha colpito (era
una di quelle del tè del mattino che beve sul ponte all’aria aperta). Per la
presa, be’, sono amici e ragazzi quindi forse Ace gliel’ha lasciato fare sapendo
di aver involontariamente rovinato la vita di Tenzou con la storia del ‘sexy
segretario’. Ma forse, Tenzou potrebbe aver avuto anche un po’ di algamatolite
con sé per un’occasione del genere…
Q: Quant’è forte
Tenzou? Ha davvero un frutto del lavoro d’ufficio?
Be, intanto non ha un frutto del diavolo. Ha salvato Rufy dall’affogare così
tante volte che ormai lo fa di riflesso e ricordate ha anche recuperato Zoro
dal mare.
Parlando della forza, be’, è più debole e ha meno potenziale in combattimento
degli altri, ma è circa al livello di un normale capitano della marina. Conosce
il soru, ma anche Coby, quindi non è una cosa molto insolita. Tenzou è abile
con la spada ma ha battuto Zoro solo grazie all’uso del Soru, non unicamente
per le sue basi di spadaccino.
Ciò che rende Tenzou un avversario pericoloso è la sua mente astuta. E’ un programmatore
astuto e al momento sta manipolando gli eventi in favore di Rufy come sarà rivelato
man mano che la storia prosegue. E così anche verrà rivelata la sua intelligenza
piuttosto che la sua abilità fisica.
In breve: Sanji, Rufy e Zoro sono più forti e diventeranno ancora più forti
molto più velocemente di lui.
Q: Hancock è
ancora innamorata persa di Rufy?
E’ qualcosa di cui non si è parlato a bordo ma Hancock è innaturalmente affezionata
al giovane Commodoro. La cosa le crea problemi per via del supporto della marina
ai Tenryuubito ma essendo Rufy in qualche maniera è riuscito inavvertitamente
a sedurla. Non sono del tutto sicuro di come ma potrebbe avere una piccola parte
prima o poi.
Al momento, sta aspettando qualcosa. La stessa cosa di molte altre persone…
Q: Barbanera
è ancora in giro?
Sì... Quel malefico. Spunterà, lo prometto. In realtà so esattamente cosa succederà
a lui e alla sua ciurma.
Q: Cos’è successo
a Johnny e Yosaku?
In qualche maniera sono stati salvati dai cuochi del Baratie e hanno lavorato
lì per un po’ per salvare i debiti. Una volta ripresisi totalmente sono tornati
in mare ma sono clienti assidui del ristorante.
Q: Rufy può usare
l’haki?
Sì, l’ha usato contro la ciurma di Creek, ma non lo utilizza molto. Non l’ha
ancora acquisito del tutto. Ci sarà un capitolo omake su questo.
Q: Quanto tempo
è passato nella storia?
Fino a questo capitolo, circa due mesi. Un sacco di scene di allenamento non
sono state mostrare. C’è stato un breve accenno in questo capitolo. Mi concentro
sulle scene importanti e l’allenamento e il lavoro d’ufficio viene lasciato
sottinteso. XD
Q: Cosa sono
i pezzi in corsivo?
Quando un paragrafo è in corsivo sono flashback. È abbastanza ovvio dalle persone
coinvolte nella scena. Sono utili per vedere come mai Rufy ha lasciato perdere
il suo sogno. Prima o poi verrà fuori anche se non credo che sia una cosa particolarmente
inusuale.
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