Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli: Capitolo 1: *** Cap. 1 Los Angeles *** Capitolo 2: *** Cap. 2 Tu ci credi nel destino? *** Capitolo 3: *** Cap. 3 Ti piacciono le feste? *** Capitolo 4: *** Cap. 4 Party time *** Capitolo 5: *** Cap. 5 Meeting *** Capitolo 6: *** Cap. 6 Sorpresa *** Capitolo 7: *** Cap. 7 Un ragazzo normale *** Capitolo 8: *** Cap. 8 Sul set *** Capitolo 9: *** Cap. 9 Eclipse *** Capitolo 10: *** Cap. 10 Serata tra i VIP *** Capitolo 11: *** Cap. 11 San Valentino *** Capitolo 12: *** Cap. 12 Bugie o verità? *** Capitolo 13: *** Cap. 13 Happy birthday *** Capitolo 14: *** Cap. 14 Festa a sorpresa *** Capitolo 15: *** Cap. 15 Una bella notizia *** Capitolo 16: *** Cap. 16 Arrivi *** Capitolo 17: *** Cap. 17 Gelosia *** Capitolo 18: *** Cap. 18 La nemica numero uno dell'uomo *** Capitolo 19: *** Cap. 19 Una situazione insostenibile *** Capitolo 20: *** Cap. 20 Riconciliazioni *** Capitolo 21: *** Cap. 21 Proposta *** Capitolo 22: *** Cap. 22 Una nuova avventura *** Capitolo 23: *** Cap. 23 Anteprima *** Capitolo 24: *** Cap. 24 Una situazione interessante...ma pericolosa *** Capitolo 25: *** Cap. 25 Un'occasione imperdibile *** Capitolo 26: *** Cap. 26 Ritorno a casa *** Capitolo 27: *** Cap. 27 Incontri inevitabili *** Capitolo 28: *** Cap. 28 Servizio fotografico *** Capitolo 29: *** Cap. 29 Una giornata movimentata *** Capitolo 30: *** Cap. 30 L'amore è nell'aria *** Capitolo 31: *** Cap. 31 Sulla bocca di tutti *** Capitolo 32: *** Cap. 32 Sotto i riflettori *** Capitolo 33: *** Cap. 33 è ora che il mondo sappia di noi *** Capitolo 34: *** Cap. 34 Remember me *** Capitolo 35: *** Cap. 35 Le donne hanno sempre ragione *** Capitolo 36: *** Cap. 36 London life *** Capitolo 37: *** Cap. 37 The Pattinson family *** Capitolo 38: *** Cap. 38 Le prime difficoltà ***
Titolo: What do you
live for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Los Angeles Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: Signori e signore, finalmente anche io ho deciso di
scrivere una ff con protagonista il mio amoruccio Robert e un nuovo personaggio
inventato da me (che chissà come mai mi assomiglierà tantissimo!!! XD). Non so
cosa ne verrà fuori, ma speriamo in bene. Volevo aspettare ancora un po’ prima
di postare, ma ho pensato che se aspettavo troppo poi la storia rischiava di
diventare banale in futuro. Spero solo di non deludere nessuno e di riuscire a
concludere questa ff. Avviso fin da subito che POV sarà un po’ di Robert e un
po’ di Elettra (il personaggio inventato), anche se in alcuni cap ci sarà solo
lei. La storia parla proprio di lei, una ragazza italiana da poco trasferitasi
a Los Angeles, ma con tanta voglia di conoscere gente nuova. Ed è proprio
quello che le accadrà, anche se nel suo piano non era previsto un certo attore
famoso dagli occhi cristallini che tante volte l’ha fatta sognare. Si
incontrano per caso, sotto il sole californiano; come si dice, quando il
destino ci mette lo zampino…
Spero di avervi
incuriosito e non mi resta che lasciarvi alla lettura. Un mega bacio a tutti.
Cicci12
Un trillo
acuto, fastidioso ed insistente si diffuse x la stanza.
Allungai un
braccio fuori dalle coperte, cercando a tentoni la sveglia, e senza,
ovviamente, trovarla.
Aprii un
occhio insonnolito e finalmente trovai il pulsante che avrebbe interrotto quel
suono infernale.
Riuscii a
sbirciare l’ora: le 7.30.
Con un enorme
sforzo di volontà riuscii ad aprire anche l’altro occhio e a sollevare la testa
dal cuscino, cercando di svegliarmi del tutto: l’università aspettava.
Come un automa
mi misi a sedere sul letto, mi alzai in piedi e mi diressi verso la grande finestra
della mia camera, spalancandola.
L’accecante
luce del sole mi ferì gli occhi, obbligandomi a strizzarli: era caldo e
piacevole sulla mia pelle ancora intorpidita dal sonno e solo un’arietta fresca
e leggera rivelava il periodo dell’anno in cui ci trovavamo.
Era Gennaio
inoltrato ed erano ormai sei mesi che io, Elettra Bertani, mi trovavo lì a Los
Angeles.
Mi misi a
guardare il panorama mentre la mia mente si perdeva nei ricordi.
Era stata una
decisione quasi improvvisa, la mia, di trasferirmi in America per studiare.
Sono sempre
stata una ragazza timida e anche un po’ imbranata: il mio sogno era sempre
stato quello di andare all’estero e vivere lontano da quella che era stata la
mia patria per oltre 19 anni, l’Italia.
Mai avrei
pensato di trovare il coraggio di lasciare tutto e tutti per venire qui, nella
città degli angeli.
- Eleeeeee!!
Sei sveglia?- mi chiese Jenny, una delle mie coinquiline, entrando nella stanza
come un uragano.
- Si, sono
sveglia. E anche se non lo fossi, non avrei resistito alla tua voce soave.- la
presi in giro, voltandomi per guardarla.
Lei mi fece la
linguaccia, mentre io le sorridevo con dolcezza.
Tra le ragazze
con sui vivevo, Jenny era quella con cui avevo legato di più: era alta e
bionda, con intensi occhi verdi ed una carnagione perennemente abbronzata.
In altre
parole, era la tipica bellezza californiana.
- Jen,
potresti evitare di urlare come un’ossessa alle 7.30 di mattina?-
Questa era
Christine, l’altra ragazza con sui condividevo l’appartamento: lei, a
differenza di Jenny, veniva dalla lontana città di New York e la sua carnagione
chiara metteva in risalto gli occhi neri e i capelli del medesimo colore.
- Invece di
lamentarti datti una mossa, o arriveremo tardi a lezione.- la rimproverò Jenny,
scomparendo in cucina per preparare la colazione, mentre Chris si dirigeva in
bagno sbadigliando.
Sorrisi
guardando le mie amiche bisticciare: volevo loro un gran bene e non so come
avrei fatto senza il loro aiuto.
Al mio arrivo
in California ero completamente spaesata: non avevo praticamente nulla se non i
miei sogni e qualche soldo che avevo lasciato da parte nel corso
dell’adolescenza.
Mi trovavo in
un bar, in cui ero entrata a caso: mescolavo distrattamente il mio caffè,
mentre pensavo che cosa fare della mia vita, quando sentii due ragazze, sedute
qualche tavolino più in là del mio, parlare della loro necessità di trovare una
terza coinquilina.
E fu così che
colsi la palla al balzo: feci un lungo respiro e mi avvicinai.
Quando spiegai
loro la mia situazione mi fecero un gran sorriso e mi diedero il benvenuto.
Mi aiutarono
ad ambientarmi nella nuova città e soprattutto nella mia nuova università, la
“David Geffen School of Medicine” dell’Università della California.
Fu più facile
di quel che pensassi, forse perché anche Jenny frequentava i miei stessi corsi:
entrambe volevamo realizzare il nostro sogno, quello di diventare medici.
Mi riscossi
dai miei ricordi e mi avvicinai all’armadio: mentre contemplavo i miei abiti
per scegliere cosa mettere quel giorno, il mio sguardo cadde sulla figura che
si rifletteva nel grande specchio.
Non ero mai
stata una di quelle ragazze che si potevano definire belle, non come Jenny
almeno, ma tuttavia potevo considerarmi carina.
I lunghi
capelli scuri e lisci mi ricadevano in disordine sulle spalle, mentre i miei
occhi color del mare li guardavano disperati al pensiero di doverli pettinare.
Erano proprio
quelle mie iridi azzurre, a detta delle mie amiche, che sapevano incantare e
conquistare chiunque.
Afferrai una
maglia e un paio di jeans e me li infilai distrattamente, mentre aspettavo che
Chris uscisse dal bagno e che la colazione fosse pronta.
Dopo il pasto
sostanzioso a base di uova fritte e focacce (Jenny era una maga in questo
genere di cose), tutte e tre uscimmo di casa.
Anche Chris
frequentava le lezioni nello stesso edificio mio e di Jenny, anche se lei era
iscritta ai corsi di giurisprudenza.
Mentre il tram
si dirigeva a tutta velocità verso la mia nuova giornata universitaria, il mio
sguardo si perse per le immense vie della città californiana, chiedendomi cosa
mi avrebbe riservato il futuro.
Non potevo
sapere che quello sarebbe stato il giorno che avrebbe rivoluzionato il mio
domani.
Capitolo 2 *** Cap. 2 Tu ci credi nel destino? ***
Cap. 2 Tu ci credi nel destino...
Titolo:
What do you live for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Tu ci credi nel destino? Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: Ed ecco il fatidico incontro, miei cari. O forsedovrei dire
scontro?? O.o Mah, valutate voi. Intanto io vi
propongo questo capitolo, decisivo per la riuscita della ff. Come potete vedere
ogni cap ha un’immagine, realizzata da me! (e si vede,
fanno schifo! -.-‘’) Xò mi
piace l’idea e mi sto sbizzarrendo un sacco a farle, quindi spero che gradiate.
E soprattutto potete dare un volto ad Elettra. =) In questo cap entra in ballo anche un altro personaggio,
Gian, che sarà importante per alcuni capitoli futuri. Mmmh… penso non ci sia
altro, quindi, buona lettura. =)
What do you live for? I live for you
…Tucicredineldestino?…
Anche per quel giorno le lezioni erano finite.
Decisi di pranzare con Jenny e Chris alla mensa
dell’università, per poi impegnare il pomeriggio nel piccolo lavoro che mi ero
trovata in un bar poco lontano dal mio appartamento.
Non che i miei genitori non mi dessero una mano con le
finanze, anzi, mia madre era entusiasta che avessi fatto quel passo che lei non
era mai riuscita a compiere, e per questo si era offerta più di una volta di
pagarmi l’università e tutto ciò che mi serviva per vivere, incontrando sempre
il mio rifiuto: preferivo essere indipendente in tutto e per tutto.
Così, dopo aver salutato le
mie amiche, mi diressi verso il “Sweet Dreams Caffè”, in cui lavoravo da ormai 3 mesi.
Anche per quell’impiego dovevo ringraziare Jenny: il
proprietario era un suo amico di vecchia data e appena le avevo esposto il mio
desiderio di trovare un lavoretto, mi aveva spinto fuori casa
e trascinato in quel bar, in cui ero stata subito assunta.
Sorrisi al ricordo, mentre le mie gambe mi trasportavano per
le vie di Los Angeles.
Alzai il viso verso il sole, lasciando
che mi riscaldasse la pelle: adoravo il clima temperato della California e
forse era per quello che avevo lasciato l’Italia: io amavo il caldo.
In quell’istante la suoneria del mio cellulare si fece
sentire: i Muse cantavano a squarciagola nella tasca dei miei jeans.
Guardai il display e sorrisi.
- Pronto?- risposi.
- Ehi, piccola! Come stai?- mi chiese la voce dall’altro
capo del telefono, giungendo direttamente dall’Italia.
Gianluca, il mio migliore amico: era l’unico, a parte i miei
genitori, con cui ero ancora in contatto.
La maggior parte dei miei amici avevano
visto la mia partenza come una specie di tradimento, ma per fortuna lui non mi
aveva abbandonata: era l’unico legame che ancora mi ancorava alla mia patria.
- Ciao Gian. Tutto bene, tu? Sono appena uscita
dall’università.-
- Ancora studi? Ma basta, vai a
lavorare.- mi prese in giro lui, facendomi ridere.
- Non voglio rimanere un’ignorante come te. Voglio essere
una persona istruita, io.- gli risposi, scherzando.
- E poi, se proprio lo vuoi sapere un lavoro già ce l’ho. Dovrò pure mantenermi in un qualche modo.- aggiunsi.
- E cosa fai? Massaggi i piedi agli attori famosi?-
- Magari. Ho la sensazione che quelli siano pagati
profumatamente. No, lavoro in un bar, su suggerimento di Jen.-
- Addirittura? Bè, ormai sei una donna in carriera, allora.-
- La smetti di prendermi in giro? Quando mi vedrai girare
per le vie di Los Angeles in limousine farai meno il furbo.-
Continuammo la nostra chiacchierata, punzecchiandoci e
prendendoci in giro come era nostro solito fare.
Mi piaceva parlare con lui, non facevamo mai discorsi troppo
impegnativi, a meno che non fosse strettamente
necessario.
Era il mio migliore amico da ormai 4
anni e non avrei mai pensato di poter instaurare un rapporto così profondo con
una persona: era quasi come un fratello, un amico e un fidanzato messi insieme,
senza tuttavia coinvolgimenti maliziosi.
- Vabbè, ti saluto. Ti ricordo che qui sono le 10 di sera e ci terrei tanto ad andare a dormire.- disse lui
dopo qualche minuto.
- E io ti ricordo che sei stato tu
a chiamarmi, pollo.-
- Ok, pollastrella, messaggio ricevuto. Ci sentiamo. Ciao piccola, ti voglio bene.-
- Anche io ti voglio bene. Ciao Gian.- risposi con malinconia e riagganciai.
Stavo per rimettere il cellulare nella tasca quando qualcuno
mi urtò, facendolo cadere a terra.
- Ma che cavolo… Stai più attento
la prossima vol…- imprecai in italiano, abitudine che non avevo ancora perso.
- Scusami, non volevo. Tutto bene?- chiese una voce roca e
profonda.
Sollevai gli occhi per guardarlo in viso e il cuore mi si
fermò per quelli che mi sembrarono almeno 5 secondi.
Due occhi azzurri e profondi mi osservavano con un misto di
preoccupazione e fastidio.
Ma quello che mi fece rischiare l’infarto fu
il fatto che io conoscevo quegli occhi, anche se li avevo sempre e solo
visti in fotografie, film e programmi TV.
Quegli stessi occhi azzurri che spesso tormentavano i miei
sogni da ormai 2 anni, da quando li avevo incrociati
nel film cult dell’anno precedente, “Twilight”.
Quelli erano gli occhi di Robert Pattinson, il mio sogno
proibito ed impossibile.
Lo guardai a bocca spalancata, come se davanti a me avessi
una sottospecie di alieno, invece di un ragazzo bellissimo e meraviglioso che
sognavo d’incontrare da parecchi anni: aveva gli occhi limpidi, anche se un po’
agitati da una preoccupazione di cui non ero a conoscenza, e sul suo viso non
vi era traccia di barba o baffi.
Con mio grande stupore riuscii a formulare un pensiero di
senso compiuto, rendendomi conto che molto probabilmente, proprio in quel
periodo, stavano girando il sequel di “New Moon”,
“Eclipse”, che sarebbe uscito nei cinema da lì a pochi mesi.
Non feci in tempo a rispondere alla sua domanda, anche se
non ero del tutto certa di esserne in grado, quando la sua testa scattò verso
la direzione da cui era arrivato.
- Dannazione!- imprecò.
Poi, senza tanti complimenti, mi spinse contro il muro del negozio
alle nostre spalle e appoggiò una mano a lato del mio viso, stampandosi un
sorriso sulle labbra.
- Assecondami.- mi sussurrò svelto.
Ma non dovetti fare molto, dal momento che
si limitò ad osservarmi negli occhi, che probabilmente erano ancora spalancati
e increduli, mentre un gruppo di quelli che sembravano giornalisti, o peggio
ancora, paparazzi, ci passava davanti.
Troppo impegnati nell’inseguimento non si accorsero
che Robert si era fermato ed era a soli 2 metri da loro.
Passarono oltre, senza degnarci di uno sguardo, fino a
scomparire in lontananza.
Quando finalmente non furono più visibili, il ragazzo
davanti a me tirò un sospiro di sollievo,
allontanandosi e chinandosi per raccogliere il mio cellulare.
- Ecco, tieni.- mi disse porgendomelo, con il sorriso più
bello che avessi mai visto.
Io lo afferrai come un automa, il volto ancora impietrito in
un’espressione di stupore.
- E scusami ancora per lo scontro, ma quando ci si mettono i giornalisti diventano impossibili.-
In quel preciso istante un cellulare prese a squillare.
Il mio sguardo riuscì ad allontanarsi dal suo volto per
posarsi sul telefonino che tenevo in mano, quando mi resi conto che il rumore
proveniva dalla tasca della giacca di Robert.
- Pronto?- rispose lui, distogliendo lo sguardo da me.
- Si, lo so, ma ho avuto qualche
problema con i giornalisti. Non mi sembrava il caso di farmi seguire, quindi ho
dovuto seminarli. Si, ci sono riuscito, tranquilla.-
Mi osservò per un momento con la coda dell’occhio, forse per
accertarsi che non me ne fossi andata, cosa del tutto impossibile, visto che le mie gambe sembravano essere andate in sciopero.
- Ok, vi raggiungo subito. Ciao.- e
riattaccò.
- Sei sicura che vada tutto bene?- chiese rivolgendosi a me:
dovevo avere un’espressione proprio allucinata per suscitare la sua
preoccupazione.
Ma la mia bocca non
era ancora in grado si emettere suoni (anche le corde vocali erano in
sciopero), così mi limitai ad annuire.
- Ok. Scusa ancora, ma ora devo scappare. Ciao.- disse e si
allontanò senza più guardarmi.
Non riuscivo a muovermi: il mio corpo non rispondeva ai
comandi del mio cervello e i muscoli cominciavano ad
indolenzirsi per essere rimasti tesi e immobili fino a quel momento.
Finalmente esalai un respiro, facendomi male ai polmoni:
probabilmente avevo trattenuto il fiato senza neanche accorgermene.
Era successo davvero oppure era stato tutto frutto della mia
immaginazione?
La cosa non mi avrebbe stupito, spesso mi capitava di avere
fantasticherie su un possibile incontro tra me e Robert, ma mai e poi mai avrei
immaginato che potesse accadere veramente.
Finalmente mi decisi a muovere le gambe, che mi
trasportarono verso il mio dovere, mentre la mia testa era ormai partita per
chissà quale destinazione.
Titolo:
What do you live for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Ti piacciono le feste? Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: mi dispiace deludere le mie “trepidanti fans”, ma in
questo capitolo il nostro amorino Rob non sarà presente. Ma
prometto che il prox cap (dove il nostro idolo sarà presente, x non andarsene
mai più! :P) non si farà attendere! Non mi resta che
augurarvi una buona lettura! ^^
What do you live for? I live for you
…Ti piacciono le feste?…
Finalmente
le mie gambe riuscirono a condurre il resto del corpo alla mia meta: sopra la
mia testa vi era l’insegna del “Sweet Dreams Caffè”, di un intenso color
cremisi, bordato di giallo.
Entrai nel bar e senza salutare nessuno mi diressi verso il retro, dove
posai la borsa e presi il grembiule, indossandolo.
I miei pensieri erano ancora centrati su quello che era successo pochi
minuti prima: avevo avuto davanti a me, oltre che al ragazzo più bello che avessi
mai visto, colui che desideravo incontrare da non
sapevo nemmeno io quanto tempo.
E qual’era l’unica cosa che ero stata in grado
di fare? Restarmene a bocca ed occhi spalancati a
guardarlo come un’ebete.
Mi sentivo così idiota!
Chissà cos’aveva pensato di me.
- Terra chiama Elettra, ci sei?- mi chiese una voce, risvegliandomi dai
miei pensieri.
-
Cosa?- chiesi trasalendo spaventata: non mi ero nemmeno resa conto che mi ero
già messa al lavoro, pulendo i tavolini prima che arrivasse gente.
-
Innanzi tutto ciao.- mi ripetè l’uomo dietro al
bancone, sorridendo divertito.
-
Ciao Jim. Scusa, ero soprapensiero.- gli risposi sospirando: dovevo proprio
sembrare una stupida.
-
Giornata pesante all’università?- mi chiese, tornando a strofinare le tazzine
che aveva appena lavato.
Lo
guardai stralunata, come se mi avesse chiesto se avevo appena fatto un viaggio
d’andata e ritorno su Marte.
-
L’università?-.
Poi
mi ripresi, anche se con qualche secondo di ritardo: ciò che era appena
successo mi aveva così scosso che la mia mattinata all’università mi sembrava
lontana anni luce.
-
Oh, l’università. Sì, un pochino, tra qualche giorno ho un esame e sono un po’
sotto stress.- risposi infine.
Non
mi sembrava il caso di raccontargli quello che mi era accaduto; probabilmente
mi avrebbe preso per pazza.
-
Vedo. Sembra che tu abbia appena visto un alieno.- aggiunse lui ridendo.
-
Quasi…- commentai a bassa voce, ma non mi sentì.
-
Prevedi molto lavoro per oggi?- gli domandai poi, cambiando argomento e
cercando di distogliere l’attenzione da me.
-
Bè, è venerdì pomeriggio, domani molti non vanno al lavoro, quindi potrebbero
entrare in un bar e prendersi un caffè con gli amici per rilassarsi. E quel bar
potrebbe essere lo “Sweet”. Quindi si, direi di si.-
mi rispose, facendomi l’occhiolino.
Risposi
al sorriso, osservandolo: James era un ragazzo carino, sui 28
anni, capelli chiari ed occhi verdi.
Era
lui il proprietario del bar e amico di Jenny, la quale era convinta che Jim
avesse una cotta per me, cosa che non condividevo.
Tra
di noi c’era solo un rapporto di lavoro e, almeno questo dovevo
ammetterlo, di amicizia.
Ma niente di più, o almeno non da parte mia.
-
Buongiorno.- sentii dire a Jim.
Mi
voltai e vidi un paio di ragazzi che erano appena entrati e sorridevano
cordiali: i primi clienti.
Mi
stampai un sorriso sul volto e mi misi al lavoro.
Per
tutto il pomeriggio cercai di non pensare all’incontro avvenuto poche ore
prima, concentrandomi sulle ordinazioni e a non far cadere il vassoio ogni 5 secondi.
Finalmente
arrivarono le 7, orario in cui solitamente chiudevamo
il bar, e anche gli ultimi clienti se n’erano andati.
-
Allora, come sono stati i guadagni?- chiesi a James, sedendomi su uno sgabello
davanti al bancone.
-
Ottimi direi, come previsto. Il venerdì e il sabato sono le giornate migliori.
A proposito, riuscirai ad esserci domani?- mi chiese.
Feci
due rapidi calcoli: non avevo università e nemmeno qualche appuntamento con Jen
e Chris o con altri amici, quindi potevo dedicare il mio pomeriggio al lavoro.
Inoltre
più lavoravo più il guadagno era alto e la cosa mi faceva parecchio comodo:
avevo un affitto da pagare ed era quasi la fine del mese.
-
Direi proprio di si. Domani sono
tutta tua.- gli risposi infine.
-
Perfetto. Allora ti libero dalla tua schiavitù per oggi.-
mi disse James, facendomi l’occhiolino.
-
Grazie padrone.- gli risposi ridendo.
Andai
sul retro a posare il grembiule e a recuperare la mia borsa.
-
Ciao Jim. Ci vediamo domani.- lo salutai posandogli un
bacio sulla guancia.
-
Ciao bella. A domani.-
rispose lui.
Uscii
all’aria fresca della sera californiana e come una folata di vento, mi
tornarono in mente le immagini del mio incontro, o per meglio dire scontro, con
Robert.
Forse
non ci avevo pensato per tutto il pomeriggio perché avevo sempre tenuto la
mente impegnata, ma ora che mi trovavo da sola e senza
ordinazioni da scrivere i miei pensieri tornarono inesorabilmente a quel
momento.
Mi
sarebbe tanto piaciuto sapere cos’aveva pensato realmente vedendo la mia
espressione: sapevo che non l’avrei più rivisto, ma se pensavo che l’unica
occasione che avevo per chiedergli un autografo l’avevo
sprecata come una stupida, mi ribolliva il sangue nelle vene.
Finalmente
arrivai a casa: non feci nemmeno in tempo ad infilare
la chiave nella toppa e ad aprire la porta che Jenny mi assalì.
-
Ti piacciono le feste?- urlò quasi.
La
guardai con gli occhi spalancati come se fosse impazzita: ero ancora persa nei
miei pensieri, quindi ci misi un po’ a capire la sua domanda e a formulare una
risposta.
-
In che senso scusa?-
-
Tu rispondi, poi ti dico il perché.- insistette la mia compagna.
-
Si mi piacciono. Cos’hai in mente?-
La
conoscevo troppo bene, sapevo che c’era qualcosa per cui moriva dalla voglia di
parlarmene e sapevo che questa cosa implicava una festa.
-
Oggi all’università, dopo che te ne sei andata, ho trovato un volantino nella
bacheca, che parlava di una festa alla discoteca Hollywood, domani sera.-
-
E quindi? Non vedo il motivo di tutto questo entusiasmo. Se ci tieni tanto ad
andarci, ci andremo.-
-
Appena ti dirò chi sono gli ospiti speciali anche tu morirai dalla voglia di
andarci.-
Sembrava
che stesse in piedi sui carboni ardenti, non riusciva a stare ferma.
-
Jen, ti prego, sono stanca. Arriva al dunque.-
-
Domani sera, alla discoteca Hollywood di Los Angeles, ci saranno come ospiti
speciali… rullo di tamburiiii… ROBERT PATTINSON E TUTTO IL CAST AL COMPLETO!!!- urlò, schizzandomi addosso.
Per
la seconda volta in quella giornata il cuore mi si fermò, mentre Jenny
pronunciava quel nome.
Davvero
avrei potuto rivederlo? Davvero avrei potuto rimediare alla pessima figura che
avevo fatto quel pomeriggio?
Le
prerogative c’erano tutte.
-
Allora, ci andiamo?- mi chiese la mia amica impaziente: sapeva quanto fossi
fissata con “Twilight”, Robert e tutto ciò che lo riguardava, e anche a lei non
dispiaceva.
-
Ovvio che siiii!! E me lo chiedi?- e anche io l’abbracciai forte.
Appena
Chris rientrò le demmo la bella notizia: anche lei era
fan di Robert come me e Jenny e forse era anche per questo che andavo così
d’accordo con loro.
Decisi
di non dir niente a proposito del mio incontro ravvicinato con il bell’attore,
mi avrebbero preso sicuramente per pazza, così decisi di tenere il tutto per
me.
Andai
a letto con un solo pensiero nella testa: la sera dopo l’avrei rivisto.
Titolo:
What do you live for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Party time Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: E rieccolo qui il nostro idolo! Finalmente in questo
capitolo torna.. era oraaa!! direte
voi. Eh, a me piace lasciare i miei “fans” sulle spine. XDXD Qui compariranno
anche i personaggi del cast, o almeno uno di loro, gli altri nella prossima
puntata!!J Inoltre in questo cap comincia il POV di
Robert. J Buona lettura!!!
What do you live for? I live for you
…Party time…
Quando mi risvegliai, la
mattina dopo, mi ci volle un po’ prima di capire il motivo di tanta euforia, ma
quando mi ricordai l’appuntamento che avevo quella sera, il sorriso mi spuntò
sul viso.
Mi catapultai giù dal letto e questa volta fui io e
precipitarmi in camera di Jenny.
- Jen!! Sei sveglia?- entrai
urlando.
- Ele, sei impazzita. Ma lo sai che
ore sono?- mi chiese lei, ancora addormentata.
Mi bloccai di colpo, temendo che fosse davvero troppo
presto, e sbirciai la radiosveglia sul comodino.
- Jen, sono le 10.- le feci notare, sorridendo.
- Mmmh… è presto.- si lamentò
ancora lei, voltandosi dall’altra parte.
- Ok. E pensare che volevo andare a
fare shopping…-
Come da me previsto, la parolina magica ebbe il suo effetto:
quando Jenny sentiva parlare di shopping non la fermava nessuno.
- E non potevi dirmelo subito? Vado a svegliare Chris.-
esplose la mia compagna, saltando letteralmente giù dal letto, come una molla.
Risi della sua reazione e anche io
mi diressi verso la cucina: quella mattina toccava a me preparare la colazione.
Quando tutte e tre ci fummo sedute
a tavola, esposi loro la mia idea: volevo assolutamente prendere un vestito
nuovo per quella sera.
Ovviamente entrambe furono d’accordo con me e accettarono la
mia proposta con entusiasmo.
Così passammo l’intera mattinata a vagare per i negozi,
ridendo di quelli più strani e divertendoci come matte.
Finalmente riuscimmo a trovare qualcosa che ci
soddisfacesse: Jen acquistò una minigonna nera aderente e una camicetta rossa a
mezze maniche, il tutto abbinato ad un paio di stivali
con il tacco alto anch’essi neri; Chris fu più sobria, comprando un paio di
jeans blu scuro e una canottiera azzurra con i brillantini; io, invece, andai
sul sexy e feci mio un adorabile vestitino beige con gli strass, molto corto,
da abbinare alle decolté nuove, del medesimo colore.
Passai il pomeriggio a lavorare al bar, cercando di non
pensare alla serata che mi aspettava per riuscire a concentrarmi meglio sul
lavoro, ma con scarsi risultati.
Avevo chiesto a Jim di poter staccare un po’ prima, per
avere tutto il tempo di prepararmi, così alle 6.30 ero già a casa.
La festa cominciava alle 22, ma non
volevo rischiare di dover fare le cose di corsa: mi conoscevo e sapevo che ci
avrei messo un sacco di tempo.
Avevo deciso di lasciare i capelli sciolti e di indossare un
paio di orecchini ad anello, in modo che si notassero in mezzo alla massa di
capelli che mi ritrovavo.
Alle 21 in punto eravamo già fuori di
casa: Chris e Jen stavano d’incanto nei loro abiti nuovi e anche loro dissero
altrettanto di me.
Salimmo sulla mia auto, una Mercedes nera decappottabile,
piccolo sfizio che mi ero tolta qualche mese prima: dovevo ammetterlo però, per
quell’acquisto mi aveva aiutata mamma.
Arrivammo davanti alla discoteca che erano ancora le 21.15,
così scendemmo e ci dirigemmo verso l’entrata, aspettando che fosse il momento
di entrare.
- O mio dio, o mio dio, o mio dio!-
esclamò improvviasamente Jen.
- Che c’è? Chi hai visto? C’è Rob?- chiese Chris allarmata, guardandosi intorno.
- No, è che non sto più nella pelle. Quand’è che ci fanno
entrare?- si lamentò Jenny, saltellando da un piede all’altro e scatenando
l’irritazione della mia amica per il falso allarme.
Le guadai sorridendo: anche io non
vedevo l’ora che iniziasse la festa, o per meglio dire, non vedevo l’ora di
vedere Robert, ma cercavo di rimanere calma, per evitare di rifare la pessima
figura del giorno precedente.
Non potevo tuttavia nascondere a me stessa
il cuore batteva già a mille.
Finalmente, verso le 22 meno un quarto, si aprirono le porte
e la gente cominciò ad entrare; guardandomi intorno
notai che la maggior parte erano ragazzine sui 16 anni, sicuramente lì per
vedere il loro idolo.
Anche loro non stavano più nella pelle e ogni tanto
lanciavano gridolini eccitati, convinte di aver
intravisto Robert.
Ma da quel lato ero tranquilla; ero sicura che lui e gli
altri sarebbero arrivati molto più tardi.
La festa cominciò alle 10 in punto; la musica
si fece sentire, mentre il Dj si dava da fare con i dischi.
Io, Jen e Chris ci gettammo subito in pista: amavamo ballare
e scatenarci, era un ottimo modo per scaricare la
tensione della settimana.
Molti occhi appartenenti al genere maschile si soffermavano
su di noi, molti dei quali erano per me, come sottolineò
Jen più di una volta: la odiavo quando sottovalutava la sua bellezza e,
soprattutto, sopravalutava la mia.
Erano ormai le 23.30 passate e del cast non vi era traccia.
- Vado a prendere qualcosa da bere!- urlai ad un certo punto alle mie amiche, cercando di farmi sentire
al di sopra del frastuono.
Entrambe mi fecero cenno di aver capito, così mi allontanai,
cercando di farmi spazio tra quella massa di gente compatta.
Non senza poche difficoltà, riuscii a raggiungere il bancone
e ad ordinare un sex-on-th-beach.
- Ecco a te.- mi disse il barista,
porgendomi il bicchiere con un ampio sorriso.
- Grazie.- gli risposi, sorridendo
a mia volta.
Sorseggiai la mia bevanda, guardandomi intorno quando udii
qualcuno vicino a me.
- Un gin-lemon, per favore.-
Rimasi pietrificata quando riconobbi quella
voce roca e sensuale, che avrei riconosciuto tra altre mille voci.
Mi voltai, cercando di mantenere la calma e fingendo
indifferenza.
Anche lui mi guardò per un attimo, più per caso che per
curiosità.
Ma dopo aver preso la
sua ordinazione e aver ringraziato il barman, il suo sguardo tornò su di me.
- Ehi, ma non ci siamo già visti da qualche parte?- mi
chiese infine, dopo avermi osservato per parecchi secondi.
- Non saprei.- risposi vaga,
fingendo quasi di non averlo riconosciuto e cercando di mantenere un tono
tranquillo.
- Ora ricordo. Sei quella ragazza che ho
“investito” ieri pomeriggio.- esclamò infine.
L’unica cosa che riuscii a pensare fu: Wow! Si ricorda di
me!
- Scusa ancora per ieri, non volevo aggredirti così per poi
scappare subito.- continuò lui ridendo.
- Mi hai perdonato vero?- chiese infine, sollevando un
sopracciglio.
Cercai di mantenere un respiro regolare davanti al suo viso
mozzafiato, mentre cercavo di rispondere in modo adeguato.
- Ovvio che si. Non preoccuparti,
la colpa è stata anche mia, ero distratta e non ti ho visto arrivare.- gli risposi sorridendo: stranamente la voce non mi
tremava, e anche io cominciavo a sentirmi più tranquilla.
- Meno male, non mi sono fatto un’altra nemica.-
Ridemmo entrambi, rompendo così quella tensione che si era
creata, o almeno che si era creata da parte mia.
- Comunque ieri non mi sono presentato. Piacere, sono
Robert. Anche se forse mi hai riconosciuto.- si
presentò: oh, no, ancora quel sorriso!
- Si, anche se ho fatto un po’
fatica con questa luce. Comunque piacere, io sono Elettra.-
- Electra?-
- No, Elettra, con due T. è
italiano.- gli spiegai sorridendo.
- Sei italiana?- mi chiese lui quasi incredulo.
- Si. Mi sono trasferita qui da
qualche mese, ma io sono di origini italiane.-
- Wow. Bè, complimenti hai un
inglese perfetto.-
- Ti ringrazio.-
Il silenzio ricadde tra di noi, mentre entrambi
sorseggiavamo le nostre bevande.
- Ehi, Rob, finalmente ti ho
trovato.-
Ci voltammo tutti e due: davanti a
noi c’era Kellan Luzt, interprete di Twilight e collega di Robert.
Per fortuna almeno lui non mi fece alcun effetto: non che
non lo trovassi bellissimo, ma non aveva su di me l’ascendente che aveva
Robert.
- Si, scusami, ero venuto a prendere
qualcosa da bere.- gli rispose Pattinson.
- Sbrigati, abbiamo le interviste da fare, lo sai. E poi
dobbiamo salire sul palco.-
- Lo so, lo so. Arrivo. Devo
andare.- disse poi rivolto a me.
- Certo, non preoccuparti.- gli
risposi.
Mi guardò per alcuni secondi, indeciso se aggiungere
qualcosa oppure no.
- Ti ritrovo qui più tardi?- mi chiese infine: oddio, voleva
rivedermi!
- Non so. Può essere. Altrimenti sarò qui in giro.- gli risposi.
- OK. Allora ciao. Mi ha fatto piacere conoscerti.-
- Anche a me. Ciao.-
Ed insieme si
allontanarono.
*
* *
- Ehi, chi era quella?- mi
chiese Kellan, appena ci fummo allontanati abbastanza da non farci sentire da
lei.
- Una ragazza che, se si può dire, ho investito ieri mentre
cercavo di seminare i giornalisti.- gli risposi alzando gli occhi al cielo:
impossibile che Kellan si facesse gli affari suoi.
- Wow, un vero e proprio incontro del destino.- mi prese in
giro il mio collega, ridendo sornione.
- Pensala come ti pare, Kell.- risposi
annoiato.
- Eddai, non fare quella faccia. È una tua fan, quindi
potrebbe caderti tra le braccia con un tuo semplice gesto. E poi è anche
carina.- aggiunse voltandosi a guardarla.
Mi voltai a mia volta e vidi che non ci aveva seguiti con lo sguardo: si, era carina, almeno quello dovevo
concederglielo a Kellan.
- Si è carina, ma sai che non mi
piace abusare della mia popolarità. E poi non mi sembrava tanto una mia fan. O
se lo è, è diversa dalle altre.-
- Perché dici così?- mi chiese il mio amico.
- Bè, quando mi ha visto non si è
messa ad urlare e saltare come una pazza, come fanno la maggior parte di loro.
E poi sembrava quasi che non mi avesse riconosciuto.-
gli spiegai.
- Magari è una fan speciale.- mi
prese in giro Kellan, con tono malizioso.
Mi voltai ancora una volta a guardarla: stava ancora
sorseggiando la sua bevanda, senza fretta.
La osservai meglio: il vestito beige corto le metteva in
risalto le forme perfette, aveva gambe lunge e affusolate, lasciate scoperte
dall’abito e messe in risalto dai tacchi alti.
Si, dovevo ammetterlo,
era molto carina.
- Ok, Rob, ora torna tra noi. Ci pensi dopo alla tua
cenerentola. Abbiamo un’intervista da fare.- mi risvegliò Kellan.
E mi trascinò con sé, al di là di
un separé allestito per l’occasione, mentre Elettra scompariva dalla mia vista.
Titolo:
What do you live for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cy_Pattinson Capitolo: Meeting Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Meeting…
- Ok, abbiamo finito.
Grazie mille ragazzi.- mi disse la giornalista, stringendomi la mano.
Risposi al suo sorriso,
anche se mi rendevo conto che il suo sguardo mi diceva più che altro: “Saltami
addosso”.
Pure le professioniste ci
si mettevano adesso?
Mi allontanai velocemente
insieme agli altri, temendo che non si facesse fermare
dal pubblico e finalmente tornai nella sala da ballo.
Non potei fare a meno di far vagare il mio sguardo fino al bancone del bar, ma come
mi aveva avvisato lei poco prima, Elettra non era più lì.
Non sapevo nemmeno io
perché, ma quella ragazza aveva qualcosa che aveva attirato la mia attenzione.
A parte il suo corpo da
urlo, come mi avrebbe fatto notare Kellan.
Ma non era stato il suo
corpo ad attirarmi, non ero una persona così superficiale; forse era stato il fatto che non mi era saltata addosso o non si era
messa ad urlare “mordimi” o “oddio, ma tu sei Edward Cullen” a sollecitare il
mio interesse.
Kellan era convinto che
fosse una mia fan: e se invece non lo era? Se invece fosse semplicemente venuta
alla festa con la voglia di ballare?
- Stai cercando la tua
bella?- mi riportò alla realtà il mio collega “preferito”.
- Chi è la tua bella?- chiese curioso Taylor, che come al solito seguiva a ruota
Kellan, quando si trattava di prendermi in giro.
- Una tipa mozzafiato che
ha conosciuto al bar.-
- Wow! E bravo il nostro Rob. Non perdi tempo, eh?- mi prese in giro Tay, guardandomi
con sguardo malizioso.
- Non cominciate voi due. È
semplicemente una ragazza con cui mi sono scontrato ieri mentre scappavo dai
giornalisti.- ripetei per la seconda volta quella sera.
- Allora è stato proprio un
colpo di fulmine.- aggiunse il mio rivale del grande schermo, facendomi
l’occhiolino.
Alzai gli occhi al cielo
senza rispondere: era inutile cercare di ragionare con quei due.
Potevo capire Taylor, aveva
18 anni, e comunque faceva certi commenti sempre e
solo scherzando, ma Kellan doveva farne a breve 25, speravo che fosse un po’
più maturo, ma era sempre il solito bambinone.
Avrei osato dire che tra i
due il più maturo era proprio Tay.
- Chi è che ha avuto un
colpo di fulmine?-
- Ash, ti prego, non ti ci
mettere anche tu.- risposi esasperato alla mia
collega.
Ashley mi guardò senza
capire, mentre io mi allontanavo.
- Ricordati che tra poco
dobbiamo salire sul palco.- sentii urlare Kellan.
Sventolai una mano per far
capire che avevo capito, senza però voltarmi.
Nonostante
le prese in giro dei miei amici, non potei fare a meno di cercare Elettra con
lo sguardo.
Avevo voglia di parlare
ancora con lei, di avere una conversazione con una persona che non mi saltasse
addosso nel giro di 5 secondi.
Finalmente la intravidi in
mezzo alla folla: era seduta ad uno dei divanetti
insieme a due sue amiche.
Mi appoggiai al muro dietro
di me e la osservai, cercando di ignorare gli sguardi e i gridolini che mi
circondavano.
Non sapevo se avvicinarmi
oppure no: avevo paura di disturbarla o di causare qualche effetto imprevisto
tra le sue amiche.
Finalmente Elettra si alzò
e si allontanò verso il bar, così mi affrettai a raggiungerla.
- Alla fine ti ho ritrovata sempre qui.- le dissi, attirando la sua
attenzione.
Lei si voltò, guardandomi
stupita, e per la prima volta riuscii a perdermi nel suo oceano.
* * *
Ancora una volta mi si
fermò il respiro: possibile che dovesse apparire sempre così all’improvviso? Mi
voleva morta?
Mi voltai cercando di
mantenere la calma e il suo sorriso mozzafiato mi investì
come una secchiata d’acqua gelida.
Mantenni il respiro
regolare, mentre rispondevo.
- Ehi, ciao. Già finite le
interviste?- gli chiesi, sorridendogli.
Avevo passato l’ultima
mezz’ora cercandolo tra la folla, ma quello di certo non lo avrei detto a lui.
- Grazie al cielo si. Anche se ora mi tocca salire sul palco.- mi rispose, con
una smorfia.
- Questi sono gli
inconvenienti dell’essere uno degli attori più desiderati degli ultimi anni.- osservai ridendo.
Mi vergognai subito di
quello che avevo detto, ma cercai di non farlo notare: in fondo era una cosa
vera.
- Già. Ma
a volte è particolarmente stressante.- mi rispose, ridendo insieme a me.
Rimase a guardarmi, mentre
ordinavo da bere per Jenny e Christine.
- Ti ho visto con le tue
amiche, ma non sapevo se avvicinarmi. Poi ho visto che ti sei alzata…- disse
poi, senza concludere la frase, come se non sapesse
bene cosa aggiungere.
Il cuore mi schizzò in
gola: voleva dire che mi stava osservando da un po’? Oddio, era particolarmente
imbarazzante: chissà cosa avrei potuto fare in quei minuti.
- Già. Jen e Chris volevano
bere qualcosa, così mi sono offerta di venire io al bar, tanto per sgranchirmi
le gambe.- gli spiegai, notando che non era intenzionato a continuare.
A dire il vero speravo
proprio di incontrarlo di nuovo.
Il barista attirò la mia
attenzione, porgendomi le mie ordinazioni.
- Ti do una mano.- si offrì Robert, vedendomi in difficoltà con i bicchieri.
- No!- mi affrettai a dire:
non ero pronta a dire alle mie amiche di
quell’incontro.
Nonostante mi dispiacesse tenerglielo nascosto, volevo tenere quel sogno
ancora un po’ per me.
Lui mi guardò con un
sopracciglio alzato, senza capire.
- Ehm… il fatto è che le
mie amiche sono tue fans sfegatate e sono sicura che non si
tratterrebbero dal saltarti addosso.-
In fondo non era del tutto
una bugia.
- Capisco.- disse solamente lui, con un’espressione che mi sembrò
delusa.
- Facciamo così: aspettami
su quei divanetti laggiù. Porto queste alle mie amiche poi cerco di
allontanarmi con una scusa.-
- Ok.-
mi rispose lui; sembrava quasi che si fosse illuminato alla mia proposta, ma
forse era stata solo la mia fervida immaginazione.
Mi allontanai, raggiungendo
le mie compagne e cercando di mantenere un comportamento normale, per non
insospettirle.
- Ragazze, vi abbandono per
un secondo. Ho incontrato un amico e volevo fare due chiacchiere.- dissi loro.
- Certo, non preoccuparti.
Ci vediamo dopo.- mi rispose Jen: per mia fortuna
sembravano entrambe interessate ad un paio di ragazzi non molto lontani da
loro.
Mi diressi verso i
divanetti su cui avevo “appuntamento” con Robert e quando lo vidi
rimasi senza fiato, ancora una volta: era seduto a gambe accavallate, con un
braccio sullo schienale e lo sguardo rivolto verso la gente, perso nei suoi
pensieri.
Gli ultimi bottoni della
camicia erano aperti, lasciando intravedere la muscolatura, che, senza ombra di
dubbi, era frutto degli allenamenti che era costretto a seguire per
interpretare il personaggio di Edward, mentre i jeans un po’ larghi gli cadevano a pennello sulle gambe.
Feci un lungo respiro e lo
raggiunsi.
- Eccomi qui.- gli feci notare la mia presenza, sedendomi.
Lui ritirò il braccio,
probabilmente per non sembrare troppo invadente, cosa che a me non sarebbe dispiaciuta affatto.
- Hai detto alle tue amiche
che sei con me?- mi chiese all’improvviso, sorridendo divertito.
- Ehm… no, avrei dovuto?-
chiesi imbarazzata.
- Non so, sta a te
deciderlo. Se però decidessi di portarti in un angolo buio e abusare di te,
nessuno saprebbe che l’artefice sono io.- mi avvertì
lui, ridendo.
E mano male che era timido, pensai mentre arrossivo.
- Correrò il rischio.-
risposi ridendo a mia volta e fingendomi disinvolta.
Poi il tempo passò in un
lampo; parlammo di tante cose, del perché mi ero
trasferita a Los Angeles, degli amici che avevo lasciato in
Italia, del mio
migliore amico, dei corsi che frequentavo all’università…
A dire il vero parlai solo
io, forse perché essendo un attore famoso, Robert pensava che conoscessi
abbastanza di lui, ma non era così.
- Basta parlare di me.
Dimmi qualcosa di te.- dissi all’improvviso, prendendolo
alla sprovvista.
- Di cosa vuoi che ti
parli?- mi chiese lui, guardandomi con il suo sorriso sgembo, che tanto
caratterizzava il personaggio di Edward Cullen.
- Non so,
qualsiasi cosa. Non tutto si può apprendere dagli articoli di giornale.- gli
feci notare sorridendo.
Stava per dire qualcosa,
quando ancora una volta fummo interrotti.
- Non so perché ma me lo
aspettavo di trovarti qui.-
Mi voltai e vidi che ancora
una volta Kellan aveva interrotto la nostra conversazione: cominciavo ad odiarlo quel ragazzo.
Dietro di lui vidi Taylor
Lautner, interprete di Jacob Black in “Twilight”.
- È
già ora?- chiese Rob infastidito, guardando l’orologio.
- No, ma manca poco. Dovevo
pur raccattarti in qualche modo.- disse, e mi rivolse
quello che mi sembrò uno sguardo malizioso.
- Kell, Tay, lei è
Elettra.- mi presentò infine Robert, alzando gli occhi al cielo, notando che
non erano intenzionati ad andarsene.
- Piacere bambolina. Io
sono Kellan.-
Bambolina? Ecco, lui era
uno di quei ragazzi che non si potevano definire timidi.
- Piacere.- gli dissi,
stringendogli la mano e sorridendo.
Anche Taylor si presentò.
- Elettra? Sbaglio o non è
un nome americano.- mi chiese il ragazzo.
- No, infatti, è italiano.- risposi, sorridendo cordiale.
- Wow, sei italiana?-
esclamò lui, sorpreso.
- Già.-
- Ok, non dovevamo andare?-
ci interruppe Robert, guardando Kellan e Taylor infastidito.
- Si,
infatti.- rispose il primo, che diversamente da Pattinson, era piuttosto
divertito dalla situazione.
- Perfetto. Allora andate
avanti che vi raggiungo.-
- Ok. Ciao bambolina, ci si vede.- mi salutò Kellan.
- Come no. Ciao scimmione.-
lo salutai a mia volta: se lui si prendeva tutte queste libertà, perché non
dovevo farlo anche io?
Rimasero tutti in silenzio
per un po’, poi scoppiarono a ridere, Kellan compreso.
- Ehi, mi piace questa
ragazza.- commentò mentre si allontanava con l’amico.
- Ti chiedo scusa. A volte
Kellan è un po’… esuberante.- mi disse Robert, cercando di trovare l’aggettivo
adatto.
- Tranquillo, nessun
problema. Come vedi so come tenere testa a tipi come lui.-
- Sì, ho notato.- osservò ridendo. - Vabbè, devo scappare o va a finire che
tornano a cercarmi.-
- Certo. Non vorrei essere la causa dell’insurrezione di una folla
inferocita se non salirai su quel palco.-
Ancora una volta rimase in
attesa, come a voler aggiungere qualcosa.
- Ok. Allora spero di
rivederti presto.- aggiunse infine.
- Certo, perché no?-
risposi io, mentre il mio cervello urlava: MAGARIIIII!!!!
- Ciao.-
mi salutò.
- Ciao.-
risposi io.
E si allontanò, per la
seconda volta quella sera.
* * *
- Bambolina? Ma come ti è saltato in mente?- aggredii Kellan, appena lo
raggiunsi.
- Mamma mia, quante storie.
Non mi sembra che lei si sia lamentata. E poi mi ha tenuto testa, direi.
Scimmione. Mi è piaciuta.-
- Vabbè, sta di fatto che
potevi evitare. Non la conosci nemmeno e pure io la conosco si
e no da 2 ore.-
- Piantala
di lamentarti, Rob.- mi prese ancora in giro lui, dandomi un pugno scherzoso su
un braccio.
- E poi ora abbiamo le prove che è una tua fan.- aggiunse il mio
collega.
- Perché dici così?-
chiesi, senza capire.
- Ohi, sveglia. Quella
ragazza ti ha mandato in pappa il cervello? Mi ha chiamato “Scimmione” e se per
caso non te lo ricordassi, è una battuta di Nikki quando Rosalie chiama
“Scimmione” Emmett nella scena della partita di baseball. È probabile che abbia
rivisto “Twilight” almeno un miliardo di volte per vedere il suo idolo in
azione.-
Dovevo ammettere che non ci
avevo fatto caso, non mi ricordavo tutte le battute dei miei colleghi a
memoria, però ora che me l’aveva ricordato, aveva ragione.
- Però
non vuol dire che sia una mia fan. Magari è una fan di Jay o tua.-
- Si
come no. Sogna Rob. Però cerca di farlo dopo, che ora
dobbiamo entrare in scena.- e si diresse disinvolto verso le quinte, pronto a
salire sul palco.
Io, invece, rimasi nella
mia posizione: non sapevo nemmeno io perché, ma da un lato avrei preferito che
Elettra non fosse una mia fan, avrei voluto poter conoscere una ragazza che mi
vedesse semplicemente come Robert, e non come Robert Pattinson, l’attore
famoso, interprete di Edward Cullen.
Anche se avevo la
sensazione che non mi considerasse tale, nonostante tutto.
Poi, cercando di non
pensarci più, seguii il mio collega nel fare il mio dovere.
Titolo:
What do you live for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice:Cy_Pattinson Capitolo: Sorpresa Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: Eccomi di nuovo qui!! Non vi
ho fatto aspettare troppo, vero??? O.o In questo cap
scompare il POV di Rob, essendo completamente dedicato ad Elettra, ma state
tranquilli, tornerà nel prox!! ^^ Buonalettura!!!
What do you live for? I live for you
…Sorpresa…
Erano ormai le due di notte
ed io, Jen e Chris eravamo già sulla strada di casa,
sfrecciando per strade di Los Angeles sulla mia Mercedes decappottabile.
Mi era dispiaciuto non salutare di nuovo Robert, ma dopo
essere sceso dal palco aveva dedicato il suo tempo
alle fans, e nonostante io e le mie amiche avessimo cercato di farci largo tra
la folla per raggiungere lui e gli altri, quella massa di ragazzine urlanti era
troppo compatta per essere vinta.
Così alla fine avevamo rinunciato, ma per quella sera la mia
dose di attenzioni l’avevo ricevuta ed ero più che soddisfatta, anche se
purtroppo non potevo dire altrettanto delle mie compagne.
Appena Robert si era allontanato per raggiungere i suoi
colleghi, io ero tornata dalle altre e insieme a loro
ero rimasta ad ammirarlo dalla mia postazione, mentre rispondeva alle domande
più strane che gli poneva il pubblico.
Un paio di volte mi era sembrato che rivolgesse il suo
sguardo verso di me e mi facesse l’occhiolino, ma continuavo a pensare che
fosse semplicemente frutto della mia immaginazione.
- Ehi, Ele. Non per disturbarti, ma se riportassi la tua
attenzione sulla strada non sarebbe male.- mi ridestò
Jenny, con la sua voce squillante.
- Cos’è, non ti fidi più di me, Jen? Dovresti saperlo che io
sono sempre concentrata quando guido.- la presi in
giro ridendo, fingendo di non essermi realmente distratta.
- Si, hai ragione. Ma sbrigati, sono stanchissima.- mi sollecitò la mia amica,
sbadigliando.
Sorrisi divertita, mentre pigiavo il piede
sull’acceleratore: e pensare che all’inizio della serata era
così euforica!
La mattina seguente restammo a letto fino a mezzogiorno,
recuperando le energie che avevamo perso durante la serata.
Domenica la passai studiando e con me anche Jenny e Chris:
mi aspettava un esame di anatomia da lì a 2 giorni e
non potevo più permettermi di distrarmi dallo studio.
Come se non bastasse, a metà del pomeriggio, fui interrotta
dal trillo del mio cellulare.
- Pronto?- risposi stizzita, senza nemmeno guardare da chi
provenisse la chiamata.
- Ma come siamo acide oggi. Ti sei
alzata con il piede sbagliato?- mi chiese il mio migliore amico dall’altro capo
del telefono.
- No, Gian, sto studiando.- gli
risposi brusca.
- Ok, ricevuto. Ti lascio in pace.-
- No, dai, scusami. Hai ragione, meglio se stacco un po’. Il
fatto è che martedì ho un esame importante e sono rimasta un po’ indietro con
lo studio.- gli risposi, chiudendo gli occhi e passandomi la mano tra i
capelli.
- Dai, vedrai che supererai anche questo alla grande. Poi
mal che vada ricordati che puoi sempre fare la massaggiatrice di VIP.- mi prese in giro lui, alleggerendo l’atmosfera.
Risi divertita, poi lanciai uno sguardo veloce all’orologio
in camera mia.
- Gian, ma lì non è l’1 di notte?-
chiesi stupita, dopo un rapido calcolo.
- Sì, ma siccome non riuscivo a dormire, ho deciso di romperti
un po’ le scatole.-
- Ma sei impazzito. Fra 6 ore ti devi alzare per andare al lavoro e te ne stai qui a
parlare con me?-
- Intanto lo sai che se non mi addormento subito, poi non mi
addormento più. Tanto vale fare qualcosa di buono,
come sentire la mia migliore amica che non vedo ormai da 6
mesi. Quando hai intenzione di venire a trovarmi?- mi chiese, cambiando
argomento: non gli piaceva quando mi preoccupavo troppo per lui, soprattutto
ora che io mi trovavo nella metropoli californiana, dall’altra parte del mondo.
- Lo sai che è un po’ complicato, Gian. Prima di tutto ho
l’università. Non posso saltare troppe lezioni e troppi esami, rischio di
finire fuori corso. E poi sai benissimo il motivo per cui il fatto di tornare
in Italia non mi esalti particolarmente. Non penso che gli altri sarebbero
molto entusiasti di rivedermi.- gli ricordai,
riferendomi a quelli che erano stati i miei amici.
- Allora, prima di tutto non saresti obbligata a vederli,
visto che verresti a trovare me. E poi te l’ho detto 1000 volte: ti preoccupi
troppo di quello che pensano gli altri.-
Mi rimproverava sempre su questo punto, anche quando non era
ancora successo il putiferio per la mia decisione di trasferirmi.
Quando ancora abitavo in Italia, io e
Gianluca avevamo un rapporto particolare, o almeno lo era per gli altri.
Nonostante lui avesse la ragazza, ci piaceva abbracciarci e
a volte tenerci per mano, cosa che non creava alcun problema tra di noi, niente
di tutto questo aveva mai implicato malizia o altro.
Ma nonostante tutto, i nostri amici non la pensavano allo
stesso modo: spesso anche io mi ero preoccupata di
quello che dicevano, non avrei mai voluto che arrivassero voci strane alla sua
ragazza, anche se eravamo buone amiche.
E questo mio “ascoltare troppo gli altri” aveva portato a
numerose discussioni con il mio migliore amico.
- Lo sai che la cosa è molto più complicata. Non mi importa cosa dicono o pensano gli altri, il problema sono
io e le reazioni che potrei avere nel rivederli. Sai benissimo che non è
facile.- ripresi, esponendogli il mio punto di vista.
- Lo so, lo so. Ti conosco troppo
bene per non sapere quello che pensi. Però riflettici,
ok?- mi chiese infine, accontentandosi anche solo di una speranza.
- D’accordo, ci penserò. Certo che potresti venire anche tu
a trovarmi.- lo punzecchiai, cercando di alleggerire
la tensione.
- Sei pazza? Ho una certa età io. Un viaggio in aereo così
lungo rischia di uccidermi.-
- Giusto, non avevo pensato che i tuoi 22
anni ti hanno ormai reso infermo.- risposi ridendo.
- Ecco, stai ben attenta a non dimenticartene. Dai, piccola,
ti saluto, così ti lascio studiare e io provo a
dormire un po’. Ci sentiamo presto, ti voglio bene.-
- Ok. E cerca di riposarti. Ti voglio bene anch’io. Ciao.- e riagganciai.
Quella conversazione mi aveva messo un po’ di tristezza, ma
cercai di non pensarci e mi rimisi al lavoro.
Finalmente arrivò il giorno dell’esame: nonostante tutte le
mie preoccupazioni, me la cavai egregiamente e potei dedicare il pomeriggio al
bar senza più pesi sullo stomaco.
- Ciao Jim.- salutai quando entrai
nella caffetteria.
- Ehi. Ciao Ele. Allora, come è
andato l’esame?- mi chiese, interessato: avevo reso partecipi tutti quanti con
i miei attacchi d’isterismo.
- Bene direi. Sono ottimista.- gli risposi, con un sorriso a
trentadue denti.
- Come sempre: tanto casino e poi prendi 30.
Ti ucciderei quando fai così.- mi prese in giro lui,
avvicinandosi.
- Brava la mia studiosa.- aggiunge poi, posandomi un bacio
sulla testa e facendomi ridere.
Mi misi subito al lavoro, riuscendo a rilassarmi nonostante
corressi avanti e indietro con le ordinazioni: ma non era niente in confronto
agli ultimi giorni passati a studiare.
Almeno psicologicamente ero rilassata.
Erano ormai le 5 del pomeriggio quando sentii la porta
aprirsi per l’ennesima volta, tanto che non mi voltai a controllare chi fosse
il nuovo cliente.
- Meno male. Temevo di aver sbagliato posto.- disse
improvvisamente una voce dietro di me.
Rischiai di avere un infarto, quando la riconobbi: presa
com’ero da quell’esame non avevo più pensato a lui.
Mi voltai di scatto, rischiando di far cadere il vassoio che
avevo in mano e rimasi a fissarlo a bocca aperta.
- Ciao Elettra.- mi salutò, con il suo sorriso mozzafiato.
- Robert…- sussurrai con un filo di voce.
Più bello che mai, con i suoi ray-ban calati sugli occhi
color del mare, Robert Pattinson mi osservava divertito.
Titolo:
What do you live for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice:Cy_Pattinson Capitolo: Un ragazzo normale Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: ed eccomi tornata con il nuovo capitolo! Qui Robert
farà una proposta interessante ad Elettra… e non
pensate male!!! XD buona lettura… baci
What do you live for? I live for you
…Un ragazzo normale…
Continuai ad osservarla, aspettando che si riprendesse dallo shock nel
vedermi lì.
- Ele, ci sei?- le chiesi, notando che non accennava a
riprendersi.
- Ro-Robert… che cosa… ma… cosa ci fai qui? Come facevi a
sapere che lavoro qua?- mi chiese infine, mentre il suo sguardo tornava lucido.
- Me l’hai detto tu sabato sera, ricordi?-
- Sul serio?- mi chiese.
Dal suo sguardo mi resi conto che aveva del tutto rimosso
quel particolare.
- Wow, vedo che ti ho proprio fatto un bell’effetto se non
ti ricordi nemmeno di avermi parlato del tuo lavoro.- le dissi ridendo
- No, no, ma figurati. Ricordo tutto parola per parola, ma questo particolare proprio mi era sfuggito.- mi
rispose, arrossendo subito dopo: forse si era resa conto troppo tardi di aver
detto ad alta voce quello che pensava della nostra conversazione.
Sorrisi divertito: era ancora più carina quando le guance le si imporporavano.
- Ehm, aspetta un secondo. Jim, ti dispiace se stacco 10 minuti?- chiese, rivolta a quello che doveva essere il
proprietario.
- No, tranquilla.- rispose lui,
dopo avermi osservato per alcuni secondi: sembrava che la mia vicinanza ad
Elettra non lo mettesse a proprio agio.
- Vieni.- mi disse lei, sedendosi
ad un tavolino lì accanto.
- Ok, tralasciando il fatto che io
mi sia completamente dimenticata di averti parlato dello “Sweet”, cosa ci fai
qui?- mi chiese, curiosa.
- Ehm… è una gran bella domanda, sai?- risposi io, un po’
imbarazzato, passandomi una mano tra i capelli: a dire il vero non lo sapevo
bene nemmeno io, era come se le mie gambe mi avessero trasportato lì contro la
mia volontà.
Bè, non esattamente contro la mia volontà.
Elettra non disse niente, continuando a fissarmi: voleva una
risposta.
- Diciamo che oggi le riprese sono finite prima e dal momento che per tornare al mio appartamento devo fare
questa strada, appena ho visto l’insegna mi è venuto in mente che tu lavoravi
qui. Così sono entrato.- le risposi, cercando di
essere il più convincente possibile.
Anche se non tutta, una buona parte di ciò che aveva
raccontato era reale: era vero che avevamo finito di girare prima del solito,
per quel giorno, ed era vero che per tornare a casa dovevo fare
quella strada. Ma non era vero che ero entrato per caso: erano già
due giorni che mi arrovellavo il cervello per decidere se andare a trovarla
oppure no.
Mi piaceva la sua compagnia, mi faceva dimenticare di essere
l’attore Robert Pattinson: e anche quel giorno ero
rimasto per ben 15 minuti fermo davanti al bar, decidendo se entrare oppure no.
- Vuoi dire che tu, tutti i giorni, passi qui davanti per
tornare a casa e io non ti ho mai visto?- mi chiese,
incredula: a quanto pareva la mia storiella non le interessava molto, se non
quell’unico particolare.
- A dire il vero di solito torno in macchina, ma con queste
belle giornate mi piace girare a piedi.-
Anche questa metà vera e metà
bugia.
Elettra sembrò tirare un sospiro di
sollievo.
- Capisco. Quindi anche a te piace
Los Angeles. E non senti la mancanza di Londra?- mi chiese, mentre il sorriso
tornava a dipingerle il volto.
Sollevai un sopracciglio nell’osservarla.
- Che ho detto?- domandò, senza capire la mia reazione.
- Perché questa domanda?-
- Mi sembrava di avertelo detto l’altra sera: non tutto di
te si può conoscere sulle riviste.- mi rispose sorridendo.
- D’accordo.- cedetti sospirando: sembrava proprio che lei
volesse conoscere me e non la taglia dei miei boxer o la posizione che
preferivo del Kamasutra.
- Bè, ogni tanto si, però amo il
caldo e il sole. Londra è così piovosa.-
- Già.- fu d’accordo lei.
- Ci sei mai stata?- le chiesi io: ero curioso anche io di conoscerla meglio, di sapere cosa le piaceva e
cosa no.
- Si, una volta, in vacanza. Adoro
quella città, è meravigliosa.- mi rispose, perdendosi
nei ricordi.
- Tu invece? Non ti manca l’Italia?-
Il suo sguardo sembrò intristirsi, mentre lo riportava su di
me.
- Non del tutto. Anche io amo il
sole e adoro Los Angeles. Inoltre in Italia non ho più niente. Solo la mia
famiglia. L’unica cosa che mi manca del mio paese è il mio migliore amico.-
- Devo intuire che sia successo qualcosa prima della tua
partenza?-
- Diciamo che quelli che consideravo
amici non si sono rivelati tali. -
- Come mai?-
Non mi piaceva essere insistente, ma volevo capire i suoi
stati d’animo, le sue sensazioni, ciò che la rendeva così triste.
- Bè, hanno visto la mia partenza come un… tradimento, penso. È la parola più adatta che ho trovato per questa
situazione.-
- E il tuo migliore amico, invece?-
- Bè, lui… è lui. Insomma, pensavo che sarebbe stato quello
più ostile nei miei confronti, essendo quello con cui avevo un legame più
forte. Invece mi ha sempre sostenuta. Nonostante non
ci vediamo ormai da 6 mesi, non mi ha mai voltato le
spalle, ci sentiamo tutti i giorni e gli voglio un bene nell’anima.-
Continuai a guardarla intensamente, mentre parlava: sembrava
avere un rapporto profondo con questo ragazzo, che sembrava conoscerla davvero
bene e capirla al volo.
E per un breve istante provai invidia per lui.
- E tu? Parlami di te, per favore.-
La guardai stupito, da quel suo tono supplicante e ancora
una volta mi persi nel suo mare.
*
* *
Mi guardò come se gli
avessi appena chiesto di spogliarsi davanti a me.
La mia non mi sembrava una domanda tanto strana: quando due
persone si conoscono è normale che vogliano sapere più
cose possibili l’una dell’altra.
- Non so, cosa vuoi sapere?
Vediamo… sono il più piccolo della mia famiglia, ho 2
sorelle, una più malata dell’altra, che un giorno o l’altro mi faranno
impazzire. Amo stare con gli amici, uscire con loro e divertirmi. Non mi
piacciono i cibi piccanti, però amo i dolci. E la mia ragazza ideale deve
essere un po’ pazza, come me.-
Mi parve quasi che arrossisse: forse quell’ultimo appunto
non voleva aggiungerlo veramente.
Erano particolari come quello che facevano capire quanto
fosse timido come ragazzo: e questo me lo faceva piacere ancora di più.
Gli sorrisi tranquillamente, facendo finta di non aver colto
l’ultima parte del discorso, per non farlo sentire in imbarazzo.
- Mi sembra di capire che non ti piace molto parlare di te.-
- Non è questo. È solo che ormai, dopo tanto tempo, io
stesso mi personifico nell’attore che sono, come se la mia reale personalità,
ciò che sono stato prima di diventare famoso, non esistesse più.-
Era un discorso profondo e anche un po’ triste: solo
parlando in quel modo riuscivo a capire che tipo ti
ragazzo era, cosa che non potevo fare rimanendo una semplice fan.
- Bè, posso dire di capirti, anche se in
qualità di fan può risultare un po’ difficile.- confessai ridendo.
- Anche tu maniaca di Twilight?- mi chiese sorridendo e
sollevando un sopracciglio, divertito.
- Beccata.-
Ridemmo entrambi, alleviando quell’atmosfera di tristezza
che si era creata.
- Quindi fan di Edward Cullen?-
- Ovviamente. Questo all’inizio. Sono fan del personaggio,
così come lo sono di Bella, di Emmett, di Alice e di tutti gli altri. Poi, dopo
il primo film, ovviamente sono diventata fan di Robert Pattinson.-
Questa volta ne fui sicura: lo vidi arrossire.
- Devo capire che la mia interpretazione di Cedric Diggory
non ti è piaciuta?- mi prese in giro, cambiando argomento.
- Sarò sincera: non ero stata in grado di notarti molto in
quel film. Ma Twilight e tutta un’altra cosa.- gli spiegai,
facendo l’occhiolino.
- Capisco, un’altra maniaca dovevo
incontrare.-
Risi, notando l’accenno d’ironia nelle sue parole.
- State girando Eclipse in questo periodo, vero?-
- Già. Per fortuna le riprese finiranno tra qualche
settimana. Anche se poi si dovrà ricominciare con “Breaking Dawn”. Mai un
momento di pausa.-
Dal suo sguardo trasparirono tutta la stanchezza e le ore di
sonno arretrato che aveva accumulato negli ultimi mesi e mi fece tanta
tenerezza.
- Perché non vieni a fare un giro sul set uno di questi
giorni?-
- Come scusa?-
Spalancai occhi e bocca contemporaneamente a quella
proposta: mi aveva completamente e irrimediabilmente presa
contropiede.
Io? Sul set di Eclipse? Il mio sogno poteva davvero
realizzarsi così?
- Ma si, perché no. C’è sempre
pieno di gente intorno al set. Una persona in più non farà la differenza. Poi
hai già conosciuto Kellan e Taylor, ti presento anche gli altri.-
- Dici sul serio?-
- Mai stato così serio.-
Restai a fissarlo per alcuni secondi, perdendomi nei suoi
occhi azzurri e cercando di immagazzinare l’idea.
Poi non ce la feci più e scoppiai.
- Oddio, sarebbe meraviglioso!!!
Grazie Rob!!- esclamai abbracciandolo.
Mi tirai indietro in fretta quando mi accorsi di quello che
stavo facendo e notai gli occhi di molti clienti su di me, compresi quelli di
Jim.
- Prego.- mi rispose lui, ridendo divertito.
- Scusa, mi sono lasciata trasportare.-
mi scusai, arrossendo.
- Tranquilla, nessun problema. – mi
rispose lui, intenerendo lo sguardo.
- Forse ora è meglio che ti lasci andare o il capo ti darà
una bella strigliata.- aggiunse lui, notando lo sguardo di James: in effetti sembrava sul punto di dirmi qualcosa.
Forse non aveva apprezzato il mio gesto affettuoso nei
confronti di Rob.
- Si, forse hai ragione.- risposi
ridendo.
Mi allungò una mano e una biro, mentre io lo fissavo senza
capire.
- Scrivimi i tuo numero, così
appena ho il permesso di portarti sul set ti faccio sapere.-
Il mio cuore ebbe un sussulto alla prima parte della frase:
lui voleva il mio numero?
Nonostante, probabilmente, fosse solo allo scopo di
informarmi di quel particolare, non potei fare a meno di esultare, questa volta
più pacatamente, dentro di me.
Presi la penna e scrissi sul suo braccio quello che mi aveva
chiesto.
- Sulla mano rischia di andare via prima che tu l’abbia
trascritto.- gli spiegai.
- Ottima osservazione.- rispose con voce sensuale: se voleva
farmi svenire, ci stava andando vicino.
Si alzò e io feci altrettanto.
- Allora ci sentiamo nei prossimi giorni.- e senza esitare
mi si avvicinò posandomi un bacio sulla guancia.
- Ciao Elettra.-
Mi sorrise ancora un volta,
infilandosi gli occhiali da sole, poi si voltò ed uscì dal bar.
- Ciao Robert.- sussurrai, ma lui era ormai sparito dietro
l’angolo.
Titolo:
What do you live for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Sul set Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Sul set…
Quella mattina, al mio
risveglio, ero ancora un po’ frastornata per gli avvenimenti della sera
precedente.
Era stato così meraviglioso che pensavo
addirittura che fosse stato tutto soltanto un magnifico sogno.
Ma più ci pensavo e più mi rendevo conto che la sera prima
avevo realmente parlato con Robert, mi aveva realmente proposto di andare sul
set di “Eclipse” e io gli avevo realmente scritto il
mio numero di telefono sul braccio.
Arrossii al pensiero: che stupida, potevo anche limitarmi a
scriverglielo su un fazzoletto!
Guardai la radiosveglia sul mio comodino: erano le 11.30.
Per quel giorno le lezioni all’università si sarebbero
svolte al pomeriggio, così avevo potuto dedicare la mattina al riposo più
completo.
Decisi tuttavia di alzarmi: quel giorno toccava a me
preparare il pranzo, anche se era piuttosto presto e
dovevamo aspettare Chris, che a differenza di me e Jenny, aveva i corsi alla
mattina.
Mi alzai lentamente e senza troppa fretta mi diressi in
bagno.
Mentre mi lavavo i denti osservavo
la mia figura allo specchio: perché mai a Robert sembrava piacere la mia
compagnia?
Quando la sera prima mi aveva detto che era capitato davanti
al bar quasi per caso non ci avevo creduto molto, inoltre ricordava quel
particolare della nostra conversazione, che invece io avevo completamente
rimosso.
Mille domande mi frullarono in testa, alcune delle quali cercai di cancellare tempestivamente: niente
castelli, grazie!
Tra una cosa e l’altra arrivarono le 12.30, così mi misi a
cucinare.
Per quel giorno spaghetti alla carbonara: Jen e Chris
adoravano quando cucinavo piatti italiani e quel giorno mi sentivo abbastanza
su di giri per farlo.
Appena Chris tornò a casa ci
mettemmo a tavola.
- Wow, spaghetti alla carbonara!- esclamò Jenny,
pronunciando il nome con il suo buffo accento americano.
- Si festeggia qualcosa?- aggiunse curiosa, iniziando a
mangiare.
- No, perché?- risposi stupita.
- Bè, di solito certi piatti li prepari o quando si deve
festeggiare qualcosa o quando ti trovi in un periodo particolarmente felice.-
mi fece notare lei, a bocca piena.
Arrossii leggermente a questa
osservazione: ero davvero così prevedibile?
- Non si mangia con la bocca piena, Jen. Comunque no, niente
di particolare.- risposi facendo spallucce: meglio non
far capire loro che in effetti quello era uno dei periodi più felici della mia
vita.
La mia compagna sollevò le spalle
indifferente e continuò a mangiare.
Verso le 14 entrambe ci dirigemmo
all’università.
Ci aspettavano due ore di anatomia e una di chimica: un
pomeriggio per niente entusiasmante.
Per nostra fortuna tra una lezione e l’altra c’era mezz’ora
di pausa, così ne approfittammo per andare al bar dell’accademia e prenderci un
caffè.
- E ora chi la regge un’ora di
quella mummia egizia?- si lamentò Jenny, lasciandosi cadere su uno dei
divanetti.
In effetti
chimica non era mai stata una delle nostre materie preferite e il tutto era
reso ancora peggiore dal professor Jeffrey, un’autentica mummia egizia, giunta
direttamente dal Cairo.
- Dai, Jen, cerca di resistere.
Ancora un’ora e per oggi abbiamo finito e cerca di
vedere il lato positivo: venerdì niente lezione.-
- Grazie al cielo. Dio benedica la Marley e la sua
riabilitazione.- commentò la mia amica.
La professoressa di biologia sarebbe stata assente di lì a 3 settimane, per la riabilitazione al ginocchio a cui era
stata operata.
Risi della reazione della mia compagna e tirai fuori dalla
borsa il quaderno di chimica per riguardare gli appunti della lezione
precedente.
Feci in tempo a leggere solamente le prime 3 righe, quando il mio cellulare iniziò a squillare.
Guardai il numero sul display, ma non lo riconobbi, così
risposi.
- Pronto?-
- Elettra, sono Rob.-
Il mio cuore perse un battito e il respiro mi si mozzò nei
polmoni.
Inoltre dovetti impallidire parecchio, perché Jenny mi
chiese: - Ele, tutto bene?-
- S-si, si, tutto ok. Scusa, esco
un attimo.- e senza aspettare risposta mi alzai e corsi all’aria aperta: avevo
bisogno d’ossigeno.
- Ele, ci sei?- mi chiese Robert dall’altro capo del
telefono.
- Si, scusa, è che ero con una mia
amica e sono dovuta uscire. Non mi aspettavo una tua chiamata così presto.- gli spiegai, riprendendo il controllo: se continuavo a
reagire così ogni volta che lo vedevo o che lo sentivo, avrei rischiato di
morire d’infarto a 20 anni.
- Ti ho disturbata? Eri a lezione?-
mi chiese lui preoccupato.
- No, no, tranquillo. Ho un po’ di pausa prima della
prossima. Mi hai chiamato al momento giusto.-
- Meno male avevo paura di interromperti.-
- Non preoccuparti, non è successo. Ma non mi dire che hai
già avuto il permesso?-
- A dire il vero si. Appena sono
arrivato stamattina l’ho chiesto a Chris.-
Non ebbe bisogno di specificare di chi stesse parlando:
sapeva che, come fan, ero informata sul fatto che stesse parlando proprio del
regista.
- E quindi?- chiesi impaziente.
- Nessun problema, puoi venire quando vuoi. Sei libera questa settimana?-
Non credetti alla mia fortuna sfacciata: proprio quel
venerdì ero libera, anzi, liberissima.
- Venerdì mi saltano le lezioni.-
lo informai, celando un tono interrogativo.
- Perfetto, venerdì sarebbe perfetto.
Sai dove devi venire o ti mando qualcuno?- mi chiese
un po’ titubante.
- Tranquillo, il luogo delle riprese non è un segreto.- gli dissi ridendo.
- Già. Dai, allora… ci vediamo venerdì.-
Non riuscii a capirne il motivo, ma
Robert mi parve un pò in imbarazzo: quella imbarazzata sarei dovuta essere io,
non lui!
- Ok. E grazie ancora.-
- Ma di cosa?-
- Ciao bambolina!!- sentii urlare
dall’altra parte del telefono.
- Kellan, chiudi il becco.- sentii imprecare da parte di
Robert, mentre io ridevo, divertita dalla situazione.
- Scusalo, il solito idiota.- disse poi, rivolgendosi a me.
- Tranquillo. È divertente. Ora però ti devo salutare, tra
poco inizia la prossima lezione.-
- Certo. Non vorrei farti arrivare in ritardo. Allora a venerdì.-
- Certo, a venerdì. Ciao.- e riattaccai.
Rimasi immobile per alcuni secondi prima di recuperare il
controllo delle mie gambe e tornare al bar.
Dovevo avere un’espressione davvero stravolta perché Jen mi
chiese ancora una volta preoccupata: - Ele, tutto ok?-
- Cosa? Si, si, tutto bene.- le
risposi, riprendendo lucidità.
- È successo qualcosa?-
- No, anzi, una bella notizia. Forse Gian viene a trovarmi.-
Sperai ardentemente che prima o poi
lo facesse veramente, perché era la prima scusa che mi era venuta in mente.
- Oh, così finalmente riesco a conoscerlo. Ora però
sbrighiamoci, prima che la mummia inizi a muggire.-
E così, dopo aver raccolto le nostre cose, ci dirigemmo
all’aula di chimica.
L’unico giorno che mi separava dal mio incontro con Rob mi
sembrò eterno: sia al lavoro, che all’università, che a casa mi sembrava di
camminare sulle nuvole, mentre le mie amiche mi guardavano sempre più
sospettose.
Mi sarebbe piaciuto renderle partecipe di quella mia
felicità, ma non ero ancora pronta a farlo.
Finalmente arrivò il venerdì mattina: inventai la prima
scusa che mi venne in mente per liberarmi di Chris e Jen: la visita ad un amico era perfetta per occupare l’intera giornata.
Presi il tram che mi avrebbe portato il più vicino possibile al luogo delle riprese: non riuscivo a
stare ferma, tanto che dopo un po’ decisi di alzarmi e di restare in piedi per
quello che rimaneva del tragitto.
Mi sembrava di essere seduta sui carboni ardenti.
Dopo mezz’oretta di viaggio arrivai a destinazione: non feci
in tempo a toccare il suolo che davanti a me vidi una distesa immensa di gente.
Il set doveva trovarsi circa 20 metri più avanti e
quella dinnanzi a me doveva essere la miriade di fans
di cui si preoccupava tanto Robert.
Feci un lungo respiro e dopo aver raccolto più coraggio
possibile, affrontai quella folla inferocita, cercando di raggiungere i
“cancelli” di “Eclipse”.
Non senza poca fatica, tirando, spintonando
e ricevendo anche parecchi insulti, riuscii a raggiungere la mia meta.
Ora, però, che mi trovavo lì, non sapevo come comportarmi.
Di certo non potevo presentarmi davanti a quelle guardie
enormi e dire che ero attesa da Robert Pattinson: prima di tutto, non mi
avrebbero mai creduto, in secondo luogo avrei rischiato di essere sbranata da
quella massa di ragazzine impazzite.
Mi guardai intorno senza vedere nessuno.
Poi, come un angelo giunto dal cielo in mio soccorso, sentii
la sua voce.
- Elettra, sei arrivata.-
Mi voltai e lo vidi davanti a me, sorridente, dall’altra
parte delle transenne.
- Vieni. Sei arrivata al momento giusto. Siamo in pausa.- mi
disse, rivolgendosi poi alle guardie.
Mi diressi verso di lui, mentre un misto tra ringhi
rabbiosi, gridolini di eccitazione e di stupore si sollevavano alle mie spalle.
Titolo:
What do you live for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Eclipse Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: Ecco finalmente la nostra Elettra
sul set di “Eclipse”, alle prese con tutti gli attori. ^^ Buonalettura a tutti!!!
What do you live for? I live for you
…Eclipse…
Erano ormai 20 minuti che fissavo l’entrata del set sperando di vederla
apparire e finalmente, dopo tanta attesa, eccola.
Uscì dalla folla di fans impazzite come se avesse appena
affrontato un tornado, ma ero sicuro che la sua esperienza fosse stata 100
volte peggiore.
La vidi guardarsi intorno spaesata, mentre decideva cosa
fare, così le andai in aiuto.
- Elettra, sei arrivata.- attirai
la sua attenzione, sorridendo. – Vieni. Sei arrivata al momento giusto. Siamo
in pausa.-
I suoi occhini blu mi guardarono sollevati, come se le
avessi appena salvato la vita.
Parlai con le guardie, assicurando loro che avevo il
permesso di farla entrare e l’attirai a me prima che
qualche ragazzina inferocita la prendesse tra le sue grinfie.
- Ben arrivata.- l’accolsi
posandole un bacio sulla guancia.
- Sei la mia salvezza. Pensavo di non uscire più di lì.- mi confessò, indicando la folla alle sue spalle.
- In effetti mi stupisce che tu ne
sia uscita viva.- la presi in giro, mentre lei mi rispondeva con una smorfia.
- Vieni. Sono tutti curiosi di conoscerti. Kell non è capace
di stare zitto.- le dissi, come spiegazione.
Le feci strada tra le varie cineprese, fili e scenografie,
fino a giungere al punto in cui i miei colleghi si rilassavano con un caffè.
- Bambolina! Sei arrivata!- l’accolse
allegro Kellan, andandole incontro e abbracciandola.
- Ciao scimmione. Ti sono mancata così
tanto?- lo prese in giro lei, abbracciandolo a sua volta: sembrava
perfettamente a suo agio con lui.
- Immensamente.- rispose lui,
allontanandosi e fecendole l’occhiolino.
Elettra rise, divertita forse dal comportamento così
spontaneo del mio amico.
E glieli presentai uno per uno: Elettra sembrava stranamente
a suo agio in mezzo a loro.
- Finalmente ti conosciamo. Robert ci ha parlato così tanto di te.- le disse Nikki, dopo averle stretto la
mano.
- A dire il vero ne ha parlato di più Kellan.- puntualizzai,
cercando di salvarmi in extremis.
- Bè, lui sembrava addirittura ossessionato.- mi sostenne la mia collega, ridendo e dando un pugno
affettuoso sulla spalla del suo “amato” sul set.
- Bè, non capita tutti i giorni che il nostro Rob incontri
una fanciulla così deliziosa.- rispose lui, dandomi di
gomito.
- Fottiti, Kell.- gli risposi.
Elettra rise divertita dal nostro battibecco, mentre anche
Kris e Ash si univano a lei.
La osservai per qualche istante: la sua risata era così
contagiosa che era già riuscita a guadagnarsi la
simpatia dei miei colleghi.
- Rob ci ha detto che sei italiana.-
disse curiosa la mia co-protagonista, rivolgendosi ad Elettra.
- Infatti. Mi sono trasferita qui
poco più di sei mesi fa.-
- E qui cosa fai? Studi?- le chiese Jackson: a quanto pareva
tutti i miei amici erano curiosi di conoscerla, proprio come lo ero stato io.
- Si. Sono al primo anno
dell’università di medicina.-
- Vuoi diventare medico?- chiese stupita
Ash, sorseggiando il suo caffè.
- L’idea è quella.- rispose Ele
sorridendo.
- Ragazzi, fine pausa. Si ricomincia.-
ci avvertì un assistente, interrompendo la chiacchierata.
Io, Kris e Taylor ci alzammo controvoglia, buttando via i
nostri bicchieri.
- Si ricomincia.- commentò Kris,
sbadigliando.
- Ci vediamo più tardi, ok? Intanto
non dovrebbe mancare molto alla pausa pranzo. Ti abbandono con Kellan e gli
altri.- dissi ad Elettra, sorridendo.
- Vedrò di sopravvivere. Se vedi del sangue scorrere, vuol
dire che ho ucciso lo scimmione.- mi rispose lei ridendo.
- Ah, prima devi prendermi.-
commentò lui, facendola ridere.
- Ti aspetto qui. Buon lavoro.-
Mi allontanai senza alcuna voglia di girare e sperando
ardentemente di trovare entrambi vivi al mio ritorno.
*
* *
Lo guardai allontanarsi
verso il set in compagnia di Kris e Tay, mentre sentivo gli altri chiacchierare
vicino a me.
- Tranquilla, non scappa.- mi
sussurrò Kellan, prendendomi in giro.
- Da quando mi hai conosciuto il tuo scopo
è diventato quello di rompermi le scatole, vero?- chiesi divertita, voltandomi
verso di lui.
- Mmmh… non ci avevo pensato, però devo ammettere che è un
buon passatempo.-
- Sono un ariete, scimmione, non so chi di noi si stancherà
prima.-
- Ariete? Pure tu?- chiese Nikki, riferendosi senza alcun dubbio a Kristen.
- Si, signora. 8 giorni dopo Kris.-
- Oddio, la situazione è peggiore di quel che pensassi.- commentò ancora lei, posandosi una mano sulla fronte.
Risi divertita, mentre anche gli altri mi imitavano.
Passai in loro compagnia il tempo che mi separava dal
ritorno di Rob: erano tutti quanti simpaticissimi e
disponibilissimi, proprio come me li ero sempre immaginati nella mia testa.
Feci amicizia in modo particolare con Nikki, con la quale
scoprii avere molte cose in comune, prima fra tutte la pazzia.
Allo scoccare delle 13, Robert,
Kristen e Taylor ci raggiunsero per la pausa pranzo.
- Sei ancora tutta intera?- mi chiese Rob sorridendo.
- Fammi controllare… le gambe ci sono, le braccia ci sono, la
testa… vabbè, quella non c’è più già da tempo. Si
direi che c’è tutto.- risposi io, facendolo ridere.
- Ragazzi, ho una notizia sconvolgente.-
esclamò Nikki, rivolta ai “nuovi” arrivati.
- Del tipo?- chiese preoccupato Taylor.
- Anche Elettra è un’ariete.-
Dopo alcuni secondi di silenzio scoppiammo tutti a ridere.
- Davvero? Quando sei nata?- mi chiese curiosa Kris, mentre
le risate si affievolivano.
- Il 17 di aprile.-
- Wow! Siamo proprio coetanee fino all’osso.-
- Concordo con te, Nikki. Sarà un vero incubo.- commentò
Robert, mentre io e la sua co-protagonista gli rispondevamo con una linguaccia.
- Non so voi, ma io sto morendo di fame. Ci diamo una
mossa?- intervenne Kellan, interrompendo il battibecco.
- Giusto, gli scimmioni hanno bisogno del loro cibo per
sopravvivere.- lanciai la mia frecciatina.
- Sfotti poco, nanetta. Anche tu
dovresti mangiare un po’ di più se vuoi crescere.-
- Che cosa hai detto? Kellan,
inizia a correre.- e cominciai a rincorrerlo per tutto il set, mentre sentivo
gli altri ridere alla scena.
Finalmente lo raggiunsi (o si fece raggiungere)
e gli saltai sulle spalle, circondandogli il collo con le braccia.
- Preso.- urlai ridendo, seguita a
ruota da lui.
Tornammo dagli altri in quella posizione, poi mi fece
scendere a terra, mentre io ancora mi tenevo la pancia per il gran ridere.
- Rimani comunque una nanetta.- continuò lui, mentre io gli
rispondevo alzando il dito medio.
Non sapevo nemmeno io come facevo
ad essere così spontanea con Kellan e con tutti gli altri, perfino io mi stupivo
della cosa: ma mi trovavo talmente bene in loro compagnia che la cosa
cominciava a diventare naturale.
- Cavolo, ora si che mi è venuta davvero fame. Diamoci una
mossa.- concluse lo scimmione, incamminandosi seguito da Nikki e Ashley che
ancora ridevano.
- Vieni con noi?- mi chiese Rob, avvicinandosi.
- Penso proprio di si. Ti ricordo
che ho ancora paura della reazione di quelle assatanate là fuori.- gli dissi, ricordandogli la massa di ragazzine inferocite
che erano all’entrata.
- Vero. Dai andiamo.-
Con un coraggio che nemmeno io pensavo di avere, lo presi a
braccetto ed insieme seguimmo gli altri.
Titolo:
What do you live for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Serata tra i VIP Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: chiedo infinitamente perdono per il mio ritardo, ma
come al solito il mio computer ha fatto i capricci, e
non ne voleva sapere di connettersi. Spero comunque che ne sia valsa la pena e
che il cap vi soddisfi! ^^ Buonalettura!!!!
What do you live for? I live for you
…Serata tra i VIP…
La giornata trascorse veloce… troppo veloce!
Avevo passato tutto il pomeriggio con Robert e gli altri,
prima con uno poi con l’altro mentre gli attori erano impegnati nel loro
lavoro, ed avevo assistito alle riprese della scena in
cui Victoria giunge ai piedi del monte dove si trovano Bella ed Edward.
Era stata un’emozione grandissima poter assistere in prima
persona e vedere Robert recitare era la cosa più affascinante che avessi mai
visto.
Ma era purtroppo
giunta l’ora di tornare a casa.
- Meglio che vada o le mie compagne mi daranno per
dispersa.- dissi guardando l’orologio che avevo al polso: erano
quasi le 8 e Rob e gli altri erano in pausa prima di girare le ultime scene
della giornata.
Come per incanto il mio cellulare prese a suonare: lo
estrassi dalla tasca e guardai il display.
- Come volevasi dimostrare. Pronto!- risposi sospirando.
- Sei ancora viva o dobbiamo chiamare l’FBI
per cercarti?- mi chiese Jenny, dall’altra parte della cornetta.
- Tranquilla, non ce n’è bisogno. Sto tornando. Sei peggio di mia madre.- le dissi, tuttavia divertita.
- Muoviti che è tardi.- e
riattaccò.
Risi scuotendo la testa, mentre riponevo il telefonino.
- Ti stanno aspettando?- mi chiese Robert, guardandomi
sorridente.
- Si. Meglio che mi dia una mossa,
prima che mobilitino l’intero corpo dei servizi segreti.-
- Ok, allora non ti tratteniamo. Vieni ti faccio uscire
dall’altra parte, così eviti di dover nuovamente affrontare quella marmaglia di
fans.-
- Grazie. Mi stai salvando ancora una volta.- gli dissi,
sollevata di non dover affrontare un altro uragano: intanto mi sarebbe toccato
a casa, con le mille domande di Jen e Chris.
Salutai tutti, un po’ triste che quella giornata fosse già
finita.
- Torna a trovarci. Magari qualche sera potremmo
uscire tutti insieme.- mi propose Kris, mentre l’abbracciavo,
lasciandomi si stucco.
- S-si… perché no?- risposi.
L’idea di passare una serata in loro compagnia e soprattutto
in compagnia di Rob, mi mandava in fibrillazione.
Dopo i saluti seguii Pattinson dall’altra parte del set,
dove non vi era alcuna traccia di ragazzine assatanate.
- Dai, allora ci sentiamo, d’accordo?- mi chiese lui, mentre
superavo le transenne.
- Certo, mi farebbe molto piacere.- risposi sorridendo.
- Ciao.- aggiunsi poi, sventolando
una mano, e mi allontanai.
Quasi non mi accorsi del tragitto di ritorno, troppo persa
nei ricordi di quella giornata, ma fui bruscamente risvegliata dal mio sogno ad
occhi aperti appena rientrai in casa.
- Si può sapere dove sei stata?- mi
chiese Jenny, tra l’irritato e il curioso.
- Si, mamma. Sono stata da un’amico.-
- Non fare la spiritosa. Sono le 8.30.-
- Lo so che ore sono, Jen, anche io
ho un orologio.-
- A me non sembra.- continuò a
rimproverarmi, incrociando le braccia al petto e guardandomi con un sopraccigli
alzato.
- Jen, non sei mia madre quindi non rompere.- le risposi, posando la borsa.
- D’accordo. Vatti a lavare le mani, che e pronta la cena.- mi prese poi in giro lei.
Uscì dalla stanza, mentre un cuscino colpì il punto in cui
poco prima c’era la sua testa.
I giorni passarono e le mie amiche non mi chiesero
particolari della mia giornata, così che non dovetti raccontare bugie.
Erano passati circa 3 giorni dalla
mia visita al set, quando un pomeriggio, mentre lavoravo al bar, ricevetti la
chiamata che tanto aspettavo.
Il nome di Robert lampeggiava sul display, mentre cercavo di
darmi un contegno per poter rispondere.
- Pronto?- dissi infine, notando lo sguardo infastidito di
Jim all’insistente suono della mia suoneria.
- Ele, ciao, sono Rob.- mi rispose
lui, con la sua voce roca.
- Ciao. Dimmi.-
- Come ti avevamo promesso, stasera ci troviamo per una
serata in compagnia. Vieni?-
Il cuore cominciò a battermi all’impazzata mentre mi rendevo
conto del suo invito.
- Certo, mi farebbe un sacco piacere. Dove e a che ora?-
- Se vuoi passo a prenderti io.-
- No!- urlai, attirando l’attenzione di alcuni clienti.
- Voglio dire, meglio di no. Le mie coinquiline
riconoscerebbero la macchina e potrebbero fare strane domande.-
- Bè, posso prendere un’altra macchina. Il mio lavoro me ne
permette più di una.- mi rispose lui, facendo notare
il suo tono divertito.
- Le conoscono tutte. Meglio se vi raggiungo direttamente là.-
- Tutte?- insistette Robert, mentre mi immaginavo
i suoi bellissimi occhi strabuzzati.
- Tutte. Sei un attore, Rob, non puoi pretendere di avere
segreti materiali.- lo presi in giro ridendo.
Alla fine accettò di dirmi il nome del pub e l’orario in cui
si sarebbero trovati e riagganciai.
Non riuscii più a concentrarmi sul lavoro per tutto il resto
del pomeriggio al pensiero di rivederlo.
Quando rientrai in casa cercai di
darmi un contegno per poter comunicare il mio impegno a Jenny e Chris, pregando
che non mi facessero troppe domande.
- Ragazze, stasera non ci sono a cena. Esco con un amico.-
dissi loro, affacciandomi nella cucina dove Chris era davanti ai fornelli e
Jenny seduta al grande tavolo con alcuni libri di scuola davanti.
- Un amico?- mi chiese Jen pensierosa. – Comincio a pensare
che ci stai nascondendo qualcosa.-
Cominciai a sudare freddo, mentre speravo che non intuissero
nulla di quelle mie fughe improvvise, anche se sapevo che prima
o poi l’avrebbero scoperto.
- Non è che questo tuo amico, in
realtà… è molto più di un amico?- riprese la mia amica, con un ghigno malefico
sul viso.
Tirai un impercettibile sospiro di sollievo,
mentre ringraziavo mentalmente tutti i santi del paradiso.
- Ma che dici? Davvero,
è semplicemente un amico con cui ho legato ultimamente. Comunque se lo
vuoi sapere non usciamo noi due da soli.-
In fondo non era propriamente una bugia.
Anzi, non lo era affatto,
semplicemente stavo omettendo il nome di questo “amico”.
- Vabbè, io vado a prepararmi.-
aggiunsi poi, sparendo in camera mia.
- Quella ragazza non ce la racconta giusta.- sentii Jenny esclamare, parlando con Chris.
Sapevo che saremmo andati in un pub, così optai
per un paio di jeans chiari a vita bassa, canottiera nera coordinata con
il coprispalle bianco e scarpe di vernice con il tacco, dello stesso colore.
Quando fui pronta presi la borsa e
mi diressi all’uscita, dopo aver afferrato le chiavi della macchina ed aver
salutato le altre.
Mi sedetti in auto e feci un lungo sospiro, prima di mettere
in moto e partire a tutta velocità per le strade di Los Angeles.
*
* *
- Rilassati. Non sono
ancora le 9. Starà arrivando.-
mi stuzzicò Kellan, ridendo.
- Guarda che io sono
rilassatissimo.- gli risposi, guardandolo infastidito.
- Come no, sembri seduto
sui carboni ardenti.- mi contraddisse lui, ridendo con
Taylor.
Prima o
poi li avrei uccisi quei due, ma
per il momento, decisi di ignorarli.
Proprio in quel momento
sentimmo il motore di un’auto entrare nel parcheggio del pub: ci voltammo tutti
quanti e vedemmo una Mercedes decappottabile parcheggiare poco lontano dalla
mia auto.
- Fiuuuuu!!!
(spero di aver reso l’idea del fischio XD) Però, ti mantieni bene, eh
bambolina?- le disse Kellan, mentre Elettra si avvicinava a noi sorridente.
- Piccolo regalino di
mamma. Qualche sfizio dovrò pure togliermelo, no
scimmione?- gli rispose, dandogli una borsettata scherzosa sulla spalla.
- Certo, come no. Ma ci arrivi ai pedali, nanetta?-
- Fanculo, Kell.- gli disse lei, per tutta risposta.
- Ciao a tutti.- disse poi, guardando in modo particolare me.
- Ciao. Come
è andato il terzo grado?- le chiesi poi, immaginando che le sue
coinquiline le avessero posto delle domande sulla sua destinazione.
- Meglio di quel che
pensavo. Jen pensa che stia uscendo con un amico che in realtà è più di un
amico. Quindi glielo lascerò credere. Almeno starà
lontano dalla verità.- mi rispose facendomi l’occhiolino.
Si rivolse poi a Kris e le
altre, mentre io non potei fare a meno di arrossire: possibile che quella
ragazza mi facesse sempre quell’effetto?
Entrammo nel pub e ci
sedemmo in un tavolino poco lontano dall’entrata, mentre inevitabilmente molti
sguardi ci seguivano.
- Cosa vi porto ragazzi?-
ci chiese la cameriera quando ci fummo accomodati.
- Io prendo una Coca-Cola.- disse subito Elettra, davanti a me.
- Non ti piace la birra?-
le chiesi curioso, mentre gli altri ordinavano.
- Certo che mi piace, ma
devo guidare, vorrei evitare casini.- mi rispose lei.
- Wow, ma che brava la
nostra nanetta.- la prese in giro ancora una volta Kellan, mentre anche io ordinavo un analcolico: meglio seguire il suo
esempio.
- Stai male?- mi chiesero
poi Kellan, Kris e Nikki all’unisono.
- Perché?-
- Hai preso un analcolico.
Penso di non averti mai visto berne uno da quando ci conosciamo.- mi rispose
Kris, veramente stupita.
Davvero avevo così tanto la fama di ubriacone tra i miei amici?
- Ah, questa ragazza ti sta
dando alla testa.- commentò Lutz, facendo ridere Elettra e guadagnandosi un
calcio sotto il tavolo da parte mia.
La serata passò tranquilla
tra una chiacchiera e l’altra, mentre sia io che
Elettra cercammo di ignorare le frecciatine lanciate da Kellan: più di una
volta pensai che il momento in cui l’avrei ucciso sarebbe giunto molto presto.
Verso le 23 decidemmo di
uscire per prendere una boccata d’aria e fare un giro per la città.
- Ma
le nanette non dovrebbero andare a letto presto.-
- Stai diventando monotono,
Kell. Aggiorna il repertorio.- lo rimbeccò, facendoci
ridere: chiunque riuscisse a zittire Kellan aveva tutta la nostra ammirazione.
La osservai per un po’,
mentre proseguiva il battibecco con Kellan: mi piaceva
la sua naturalezza e la sua sobrietà, non le piaceva mettersi in mostra e
nemmeno vantarsi di conoscere me e gli altri, cosa che tutti quanti
apprezzavamo moltissimo.
- Ehi, Rob, mi hai
sentito?- sentii la sua voce chiamarmi.
Riportai la mente alla
realtà e mi ritrovai davanti i suoi grandissimi occhi
azzurri: non potei fare a meno di perdermi nella loro profondità.
* * *
- Rob, sei ancora tra di
noi?- gli chiesi, sventolandogli una mano davanti al volto.
- Che dovresti dormire un
po’, invece di farlo mentre cammini.- lo presi in giro ridendo.
- Ma
no, figurati. Non sono poi così stanco, ormai ci ho fatto l’abitudine.-
- Certo, come no. Ma se
sembri uno zombie che cammina.-
- Ehi, questa è un’offesa
bella e buona.- e prima che potessi sfuggirgli, mi
prese per la vita e cominciò a farmi il solletico.
- No, ti prego, Rob. Tutto ma non il solleticooo!- urlai cercando di
allontanare le sue mani.
- Ah, abbiamo scoperto il
tuo punto debole. Ora sei fregata.- e con un semplice cenno, attirò anche
Kellan, Jackson e Taylor, che, non so come, trovarono lo spazio per farmi il
solletico a loro volta.
- Vi odio con tutto il
cuore.- dissi, continuando a ridere.
- Ehm, scusate.- sentimmo ad un certo punto.
Tutti quanti ci voltammo
nella direzione da cui proveniva quella voce e vedemmo un paio di ragazze davanti noi.
- Ciao. Robert, potresti
farci un autografo?- chiese una delle due, probabilmente la
più coraggiosa, mentre l’altra sembrava sul punto di svenire.
- Certo.-
rispose lui sorridente e disponibile come sempre.
Le avrei volentieri
ringraziate per aver distratto lui e gli altri, se non fosse stato per gli sguardi omicida che mi stavano lanciando.
Molto probabilmente si
erano rese conto della vicinanza tra me e Robert e la cosa non doveva aver fatto loro molto piacere: non le biasimai, io al
loro posto avrei fatto lo stesso.
Robert firmò i due
autografi, scambiando qualche chiacchiera con le due ragazze; poi se ne
andarono con un misto tra il felice e l’irritato per la mia presenza.
- Dove eravamo rimasti?-
chiese Pattinson, rivolgendosi a me e sorridendo sornione.
- Non ti azzardare neanche.- lo ammonii io, mentre lui faceva l’atto di avvicinarsi.
- Ok, per stasera passi. Mi
sento buono.-
- Oh, troppo gentile, mio
signore.- gli risposi io, facendo un piccolo inchino.
Rise, di quella sua risata
roca e bellissima, mentre proseguivamo lungo la strada.
Arrivò mezzanotte, così
decidemmo di ritirarci: tutti quanti dovevano lavorare la mattina dopo e io avevo l’università.
- Ciao ragazzi. Grazie per
la serata.- li salutai, mentre tutti tranne Robert si apprestavano a salire
sulla macchina di Jackson.
- Grazie a te. Uscirai
ancora con noi, vero?- mi chiese Nikki, posandomi un bacio sulla guancia.
- E me lo chiedi? Ovvio che
sì.- le risposi ridendo.
Salirono tutti quanti
sull’auto e partirono sgommando: e dire che pensavo che Jackson fosse un
ragazzo tranquillo.
Rob mi accompagnò davanti
alla mia auto, mentre cercavo le chiavi nella borsetta.
- Buonanotte allora. Mi ha
fatto piacere che tu sia venuta.- mi disse sorridendo.
- Anche a me mi ha fatto molto piacere. Chiamami la prossima volta che farete una serata così. Sempre se mi volete.- mi affrettai ad aggiungere: non volevo fargli credere che
ora mi sarei appiccicata a loro come una sanguisuga.
- Senz’altro. Contaci.-
Restammo per un po’ in
silenzio, mentre nessuno dei due sapeva cosa aggiungere; quella situazione era
particolarmente imbarazzante.
- Ok, allora buonanotte.-
lo salutai infine, posandogli un bacio sulla guancia.
- Buonanotte.- mi ripetè
lui.
Misi in moto e partii alla
volta di casa mia, mentre dallo specchietto retrovisore lo vidi avvicinarsi
alla sua macchina.
Come premesso nella
presentazione, ho pubblicato questa ff con il nick di Cicci12, ma ho dovuta ripostarla con un altro link a causa di alcuni
problemi.
Ero riuscita a pubblicarla
solo fino al cap 9, ma ora sono riuscita ad
aggiornarla con il cap 10.
Spero che non ci siano
altri problemi e di non dover mai più rifare una cosa del genere, o impazzisco!!O.O
Brrrrrrrrrrrrrrrr!! Che freddo, cavolo!!! E pensare
che fino a qualche settimana fa mi lamentavo del caldo!!
A sto
punto non vedo l’ora dia Natale. ^^
Bè, non ho molto da dirvi
per il momento.
Spero solo di recuperare i
miei lettori e di trovarne altri nuovi. ^^
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cy_Pttinson Capitolo: San Valentino Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…San Valentino…
Le giornate passarono
tranquille; uscii qualche altra sera con Rob e gli
altri, divertendomi un modo, scherzando con Kellan, chiacchierando con Kris,
Nikki e Ash, e soprattutto stando insieme a Robert.
La fatidica festa di San Valentino, da me odiata ormai dalla
notte dei tempi, si avvicinava: cuori, frasi d’amore e altre smancerie di
questo genere adornavano la maggior parte dei negozi.
Anche all’università ormai non si parlava d’altro e appena
una delle mie compagne entrava in argomento mi defilavo in bagno.
Non sapevo nemmeno io perché detestavo tanto quella
ricorrenza; Gian era convinto che fosse perché avevo passato la maggior parte
di quelle giornate della mia vita da sola.
Ma non ero d’accordo
con lui.
Anche io
avevo festeggiato i miei San Valentino, ma la verità era che ero fermamente
convinta che non ci volesse una festa per dimostrare il proprio amore alla
persona amata.
Se davvero si vuol bene a qualcuno ogni giorno
può essere quello di San Valentino.
Stavo camminando per le strade di Los Angeles diretta al
lavoro, quando sentii il mio telefono squillare.
Lo estrassi dalla tasca e guardai il nome sul display:
Robert.
Sorridendo premetti il tasto e risposi.
- Pronto?-
Ormai non ero più così agitata quando mi chiamava, ci stavo
facendo l’abitudine.
Anche se il cuore mi batteva ancora all’impazzata quando
vedevo il suo nome, non dovevo più rimanere a fissare il cellulare un minuto
buono per calmarmi prima di rispondere.
- Ciao Ele, come va?- mi chiese allegro lui.
- Tutto bene. A parte l’università stressante. Te? Come
vanno le riprese?-
- Bene entrambi. Siamo quasi alle battute finali. Stressata
dall’università? Allora penso di avere quello che fa per te.-
- Spara. Sono tutt’orecchie.-
Ero felicissima che tra di noi si fosse creato quel bel
rapporto di amicizia: nonostante lui fosse il mio sogno proibito da diversi
anni, riuscivo ad essere sua amica.
- Domani sera io e gli altri andiamo ad
una festa di San Valentino. In realtà è poi una serata di beneficenza,
ma visto l’occorrenza la stanza sarà piena di nastrini e cuoricini.- mi
disse ridendo per l’ultima parte della sua frase.
Mi fermai per un secondo in mezzo al marciapiede: sarebbe stato contro i miei principi andare ad una festa di
San Valentino, ma come potevo dire di no ad una serata in compagnia di Robert?
E poi, in fondo, era per beneficenza; l’occorrenza era solo
una formalità.
- Allora, che ne dici?- insistette lui, notando il mio
silenzio.
- Si, certo. Mi farebbe un sacco
piacere.-
- Mi permetti di fare il cavaliere e venirti a prendere a casa o rischio l’assalto?-
Riflettei per un momento: mi sembrava di aver capito che la
sera dopo Jen e Chris avrebbero avuto una festa di laurea o non so cosa di un
amico che io non conoscevo.
La cosa capitava proprio a fagiolo.
- Sei fortunato. Domani sera le mia
coinquiline non ci sono. Puoi avere questo onore.- gli
risposi infine.
- Molto bene. Passo da te per le 9.
Ciao.-
- Ok, ti aspetto. Ciao ciao.-
Ecco, e ora chi riesce più a lavorare?
Mi chiesi mentre raggiungevo lo “Sweet”.
Ma cercai comunque di
concentrarmi e appena finì il mio turno chiamai quella che doveva essere la mia
salvezza.
- Pronto?-
- Kris, sono Elettra. Emergenza.- dissi appena Kristen
rispose.
- Cos’è successo?-
- Robert mi ha invitata alla festa
di domani sera. Emergenza shopping.-
- Ahahahah!! Ok, ricevuto. Avviso
Nikki. Passiamo da te domani alle 3. Bacio.-
- Grazie, sei un tesoro. A domani.-
e riagganciai.
Avevo legato molto con Kristen e Nikki e quella era
l’occasione giusta per passare un po’ di tempo insieme a
loro.
Il giorno seguente, alle 3 in
punto, sentii strombazzare il clacson dell’auto di Nikki.
- Ragazze, io vado. Se stasera non ci vediamo, a domani.- e senza aspettare risposta mi fiondai giù dalle scale:
meglio evitare domande.
- Buongiorno.- salutai le altre, salendo in macchina.
- Allora, sei pronta per la tortura?- mi chiese Nikki,
ingranando la prima.
- Prontissima.- urlai, e partimmo a
tutta velocità.
Fu un bel pomeriggio che oltretutto portò i suoi frutti; su
consiglio di Kris e Nikki, che mi avevano avvisata del
fatto che sarebbe stata una serata elegante, comprai un vestito azzurro lungo
fino ai pieni, che si intonava ai miei occhi, e un paio di sandali brillanti
dello stesso colore.
Tornai a casa che erano quasi le 7
e la trovai vuota, così decisi di cominciare subito a prepararmi: meglio non
rischiare di farlo aspettare, odiavo essere in ritardo.
Optai per
un’acconciatura elegante, con coda di cavallo e un paio di orecchini di
brillanti, regalo di mamma e papà per i miei 18 anni.
Alle 9 in punto sentii suonare il clacson:
guardai fuori dalla finestra e vidi la macchina di Robert davanti al cancello e
lui appoggiato alla portiera.
In quel momento mi sentii tremendamente Bella nella scena in
cui Edward la sta aspettando per andare a scuola.
Mi affrettai ad uscire, dopo aver
preso le chiavi di casa, e lo raggiunsi.
- Eccomi qui.- lo salutai, dandogli
un bacio sulla guancia.
- Wow, stai benissimo. Lasciami indovinare. Nikki e Kris ti
hanno trascinato per tutta Los Angeles oggi, vero?- mi chiese sorridendomi.
- Azzeccato.- risposi ridendo.
Anche io
lo osservai per un po’: indossava uno smoking nero con la cravatta. Non l’avevo
mai visto così elegante e, non potei fare a meno di aggiungerlo, così sexy.
Salimmo in auto e partimmo; il viaggio durò circa un quarto d’ora,
tra una chiacchiera e l’altra: adoravo guardarlo guidare, era così
affascinante!
Finalmente arrivammo a destinazione e quando scesi dalla macchina rimasi a bocca aperta: davanti a me s’innalzava un
immenso palazzo riccamente decorato.
Per un momento mi sentii come in una fiaba: la principessa,
che con il suo principe azzurro, stava per entrare nel loro castello.
*
* *
Vidi lo stupore nei suoi
occhi quando arrivammo davanti al palazzo dove si sarebbe tenuta la serata:
sapevo che le piacevano quel tipo di costruzioni e sapevo anche che ne sarebbe
stata piacevolmente sorpresa.
- Entriamo?- le chiesi, risvegliandola dalla sua
contemplazione.
- Si.- mi sorrise lei.
Entrammo nel grande salone, dove la maggior parte degli
invitati era già presente.
Non avevo detto ad Elettra che ci
sarebbero stati altri personaggi dello spettacolo, ma sembrò accorgersene
immediatamente.
- Rob, hai dimenticato di dirmi qualcosa?- mi chiese lei,
guardandosi intorno.
- Mmmh, no, non direi.- risposi
ridendo sotto i baffi.
- Robert Pattinson, qui è pieno zeppo di gente famosa.-
- Davvero? Non me n’ero accorto.-
Lei mi rispose con uno schiaffo sulla spalla, mentre io
ridevo divertito della sua indignazione.
- Rob, che meraviglia incontrarti.-
Mi voltai verso la voce che mi aveva chiamato e mi ritrovai
davanti Adam Brody, mio amico da diverso tempo.
- Adam, ciao. Che piacere rivederti. Tutto bene?- lo
salutai, stringendogli la mano e abbracciandolo.
- Mah, si tira avanti e tu? È la tua ragazza?- mi chiese,
guardando poi Elettra, che arrossì.
- No, è un’amica. Adam, lei è Elettra, Ele, lui è Adam.-
- Molto piacere.- rispose lei, cercando di non far notare il
proprio imbarazzo.
- Molto carina davvero.- mi
sussurrò lui all’orecchio, ma ebbi la sensazione che Elettra l’avesse sentito
comunque.
- Eccovi qui, finalmente. Pensavo non arrivaste più.-
Kristen si dirigeva verso di noi, elegantissima nel suo
abito nero.
- Adam, ciao. Che bello rivederti.-
lo salutò appena si accorse di lui.
- Ciao Kris. Ora scusatemi, ma vi devo abbandonare. Ci
vediamo più tardi.- salutò, facendo l’occhiolino ad
Elettra, che gli rispose con un sorriso: cos’era tutta questa confidenza?
- Venite. Gli altri ci stanno aspettando laggiù. Tesoro,
stai d’incanto con quel vestito.- disse la mia collega, rivolta alla nostra
amica.
- Grazie. Anche tu non sei niente male, cara.- le rispose lei, ridendo.
Raggiungemmo gli altri che stavano chiacchierando vicino al
tavolo degli alcolici.
- Bambolina! Sei un incanto.- esclamò Kellan, appena ci
vide.
- Ciao Kell. Anche tu non sei niente male.-
rispose lei, ammirandolo nel suo smoking nero.
- Lo so, grazie. Ma sai com’è, la
classe non è acqua.-
- Hai ragione, sono banane,
scimmione.- rispose lei: la adoravo quando aveva la risposta pronta contro il
mio collega.
Lutz optò per non rincorrerla, dal
momento che lei aveva i tacchi, ma le promise che prima o poi gliel’avrebbe
fatta pagare.
La serata passò tranquilla tra chiacchiere, risate e
bicchieri di champagne.
Elettra conobbe molti nostri amici, ma sembrava a suo
perfetto agio in mezzo a tutta quella gente famosa.
La guardai ballare con Kellan e Jackson, senza avere il
coraggio di invitarla a mia volta.
Diamine Robert, sei un
attore, stai tutto il giorno davanti ad una cinepresa o in televisione e hai
paura di invitare una ragazza a ballare?
Ma
non è una ragazza qualsiasi. È lei.
Il mio conflitto interiore
durò a lungo, quando finalmente mi decisi a farlo.
- Mi concedi il prossimo ballo?- le domandai sorridendo,
quando sentii partire la nuova canzone.
- Con estremo piacere.- mi rispose, illuminandosi.
Ci portammo al centro della sala e cominciammo a
volteggiare.
- Non sapevo che sapessi ballare.-
le dissi, realmente stupito.
- Ci sono molte cose di me che non sai, mio caro signor
Pattinson.- mi rispose lei, ridendo.
Risi anch’io, poi rimasi in
silenzio per alcuni minuti, mentre continuavamo a danzare.
- Ti stai divertendo?- le chiesi poi.
- Tantissimo. Penso di non aver mai passato una così bella
serata come questa. Grazie Rob.-
- Grazie a te di essere venuta.- le sussurrai.
Sapevo che quel mio tono aveva un certo effetto sulle
ragazze e sapevo che ce l’aveva anche su di lei.
Infatti
sentii il suo cuore accelerare vicino al mio petto, mentre i nostri occhi non
accennavano ad allontanarsi.
Poi, come attratte da una calamita, le nostre labbra
cominciarono a muoversi le une verso le altre.
Mancavano pochi millimetri al loro contatto, ma mi sembrava
troppo strano che non accadesse nulla ad interrompere
quel momento.
E infatti…
- Ehi, ragazzi, venite a vedere, ci sono i fuochi
d’artificio.-
Quando udimmo la voce di Kellan ci
allontanammo di scatto, risvegliati da quel torpore che ci aveva avvolti.
Ci guardammo per un momento, imbarazzati, poi Elettra si
voltò e seguì il nostro amico fuori dal palazzo, mentre io non potevo far altro
che seguirla.
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cy_Pattinson Capitolo: Bugie o verità? Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: Ed eccomi con
il nuovo capitolo. La gelosia di Rob comincia a farsi sentire. Ed Elettra
s’impegna moooolto per farla uscire!! XD anche se
obiettivamente lei non se ne accorge. Spero che il cap vi soddisfi. Buona
lettura!! ^^
What do you live for? I live for you
…Bugie o verità?…
Mentre uscivo all’aria aperta seguita da Robert,
sentivo le gambe tremare.
C’era mancato così poco: avevo sentito il cuore
accelerare improvvisamente quando mi ero resa conto che il suo volto si stava
avvicinando al mio, quasi come se volesse uscirmi dal petto, tanto il battito
era veloce e potente.
Quel momento non era durato che pochi secondi,
ma per me equivaleva ad un’eternità.
Il suo respiro caldo e un po’ affannato sulle
labbra, quella voce roca e sensuale che mille notti mi
avevano fatto sognare e il suo viso a pochi millimetri dal mio, mi avevano
mandato in fibrillazione.
Poi tutto era finito, interrotto da quello
stupido scimmione con il cervello da gallina.
L’aria
fresca di febbraio m’investì senza tuttavia procurarmi brividi di freddo, di
cui non ci fu assolutamente bisogno: bastò il braccio di Rob che sfiorava il
mio mentre ci fermavamo a guardare i fuochi d’artificio a procurarmeli.
Mi allontanai impercettibilmente di qualche
millimetro da lui, fingendo indifferenza, ma lo vidi guardarmi in modo strano, come
a non capire il mio gesto.
Ora non sarei più riuscita a
guardalo in faccia?
Perché l’aveva fatto? Perché aveva provato a
baciarmi?
C’erano mille risposte a quelle domande, ma non
sapevo quale di quelle fosse quella giusta.
Lo guardai di sfuggita con la coda dell’occhio:
Robert guardava verso l’altro, godendosi la vista di quei raggi dai mille
colori.
Chissà a cosa stava pensando? Avrei dato
qualunque cosa per saperlo.
- Meravigliosi vero?-
commentò improvvisamente Kellan, che si trovava dalla parte opposta a quella di
Rob, al mio fianco.
- Si, fantastici. E
saprei anche dove metterteli.- sussurrai a bassa voce: Lutz non mi sentì, a
differenza di Pattinson che ridacchiò divertito senza tuttavia togliere gli
occhi dal cielo.
Dopo pochi minuti, lo
spettacolo terminò, così rientrammo tutti e la festa continuò.
Passai il resto della serata con Nikki e Kris.
Non riuscii più a guardare in faccia Robert, se non per
pochissimi secondi, spinta poi a distogliere lo
sguardo: non avrei voluto farlo, ma era più forte di me.
Non sapevo nemmeno io se era l’imbarazzo o il dispiacere di
essere stati interrotti.
Era quasi mezzanotte quando mi allontanai dagli altri per
prendere un nuovo bicchiere di champagne, possibilmente pieno: come si diceva
dalle mie parti, “bere per dimenticare”.
Mancavano pochi metri al tavolo delle bevande, quando sentii
una mano afferrarmi un braccio e frenare la mia avanzata.
Mi voltai un po’ infastidita, trovandomi davanti gli occhi chiarissimi di Rob.
- Ehi, tutto bene?- mi chiese, con un sopracciglio alzato.
- Si, certo.- risposi, senza
riuscire a nascondere quel briciolo d’irritazione che provavo ormai da qualche
ora.
- Non starai bevendo un po’ troppo?- mi domandò poi,
occhieggiando i bicchieri di champagne.
- No, tranquillo. Sono in grado di reggere l’alcool
abbastanza bene e soprattutto non devo guidare, quindi non c’è problema.-
risposi, afferrandone uno.
- Sei sicura che sia tutto ok? È da un po’ che mi eviti.-
- Non ti sto evitando.- mi affrettai a rispondere: si notava
così tanto?
- Senti, mi dispiace per quello che è successo prima. O per
meglio dire, che stava per succedere. Devono essere state la musica e la danza.
Non volevo metterti in imbarazzo.- aggiunse, fissandomi negli occhi.
Nonostante tutto non potei fare a meno
di provare tristezza a quelle sue parole.
Significavano forse che non era stata sua reale intenzione
tentare di baciarmi?
Bè, forse questa poteva essere la risposta alle mie mille
domande.
- Oh, tranquillo, non ti preoccupare. È tutto ok. Scusa,
torno tra un po’.- e mi allontanai da lui, lasciandolo lì da solo e
confondendomi tra la folla.
*
* *
La guardai fuggire via,
senza poter fare altro che lasciarla andare.
Perché le avevo detto quelle cose? Non erano vere.
Non era stata la musica e men che meno la danza a farmi fare quel gesto che stavo per compiere, ma la mia volontà.
E ovviamente chi doveva rovinare tutto? Kellan.
Sospirai esasperato dal mio comportamento e da quello del
mio amico e raggiunsi gli altri.
- Dov’è Elettra?- mi chiese Kris, cercandola tra la folla.
- In bagno penso.- le risposi.
- Da sola? Senza accompagnatrici? Un evento più unico che
raro.- intervenne Kellan, sorseggiando il suo bicchiere di champagne.
Lo guardai con sguardo cattivo, senza tuttavia proferire
parola, ma bastò per fargli andare di traverso quello che stava bevendo.
- La raggiungo.- ci informò la mia
co-protagonista, allontanandosi a sua volta.
Non rimase via più di due minuti, tornando poi con un
sorrisetto divertito sulle labbra.
- Non penso proprio sia andata in bagno. Semplicemente è
andata alla ricerca di un po’ di sano divertimento.- ci spiegò, indicando alla
nostra sinistra.
Seguii il suo sguardo sul lato della sala che portava alla
terrazza dove avevamo assistito allo spettacolo pirotecnico poco prima e la
vidi in compagnia di Adam, con il quale stava ridendo divertita.
Non potei fare a meno di provare fastidio nel vederla in sua
compagnia: lui la conosceva da poco più di 3 ore e già
aveva messo gli occhi su di lei.
Adam era famoso per questo suo atteggiamento, in modo
particolare da quando si era lasciato con Rachel.
Rimasi a guardarli a lungo, mentre alla conversazione si
aggiungevano Ben e Misha. (lo so, non ho molta
fantasia, ma sono i primi che mi sono venuti in mente! XD)
Lo vidi allungare il braccio intorno alla vita di Elettra
più di una volta, senza poter fare nulla per impedirlo, se non rodermi il
fegato per averle detto quelle cose e averla fatta allontanare.
Erano quasi le 2 di notte, quando
decisi che per quella sera potevo ritirarmi.
Ma non l’avrei fatto
senza portare via lei con me.
Mi feci largo tra la folla, cercando di raggiungere il punto
in cui si trovava in compagnia di Adam e degli altri e finalmente ci riuscii.
Sentii la sua risata cristallina diffondersi nelle mie
orecchie, mentre rideva ad una battuta di Adam o di
Ben.
- Ele, io vado. Vieni con me?- le chiesi
interrompendo la conversazione senza tanti preamboli.
- Non ti preoccupare, la riporto io.-
si offrì Brody, sorridendomi.
Ma ad Elettra non dovette sfuggire
il mio sguardo inferocito che gli rivolsi, perché si affrettò a dire: - Ti
ringrazio, Ad, ma vado con lui. Sono davvero distrutta.-
Ad? Erano già così
intimi?
- Ok, piccola, come preferisci. Mi
raccomando, non sparire, fatti vedere in giro ogni tanto.- la salutò, dandole
un bacio sulla guancia.
Piccola?
- Ci proverò.- rispose lei ridendo.
Salutò anche gli altri due e dopo che anche
io ebbi risposto con un grugnito, ci allontanammo.
- Non andiamo a salutare gli altri?- mi chiese lei,
riferendosi a Kris e gli altri.
- Molti sono già andati via. Comunque ti salutano.- risposi
secco.
Uscimmo all’aria fresca della notte californiana senza più proferire parola.
- Rob, tutto ok?- mi chiese lei, fermandosi di colpo.
Mi bloccai anche io, voltandomi per
guardarla: i suoi occhi cristallini mi colpirono come una secchiata d’acqua
gelida.
Non ce la feci ad essere alterato
con lei ancora a lungo, in fondo anche io quella sera avevo fatto i miei
errori.
- Sì tranquilla, sono solo un po’ stanco.- le risposi,
cercando di sorridere.
- Ok.- rispose lei, non del tutto
convinta.
Quando raggiungemmo la macchina
salimmo senza più spiccicare parola, come tutto il resto del viaggio.
Il silenzio era così pesante che decisi di accendere la
musica.
- No!- esclamò improvvisamente Elettra, mentre i Muse
partivano con la loro canzone.
- Cosa? Vuoi che spenga?- le chiesi allungando la mano per
spegnerla.
- No.- ripetè lei, bloccandomi la
mano e procurandomi qualche brivido.
- Solo mi stupivo che avessi il CD di Twilight.-
Non potei fare a meno di guardarla per
poi scoppiare a ridere.
- Cosa ti aspettavi di trovare sulla mia macchina? Le
colonne sonore di High School Musical?- le chiesi ridendo.
- Uff, è inutile che mi prendi in giro.-
si arrabbiò lei, mettendo il muso e guardando fuori dal finestrino.
La guardai con tenerezza per poi riportare lo sguardo sulla
strada.
Restammo in silenzio fino a quando non arrivammo sotto casa
sua e spensi il disco.
- Eccoci qui.- l’avvertii io.
- Grazie mille.-
- Grazie a te. Spero che tu ti sia divertita.- aggiunsi,
cercando di nascondere l’irritazione che ancora provavo per come
era andata l’ultima parte della serata.
- Certo che mi sono divertita. Grazie per avermi invitata.-
Rimase immobile per alcuni secondi, come indecisa sul da
farsi, senza però guardarmi negli occhi.
- Bè, buonanotte.- disse infine, posandomi un bacio sulla
guancia.
- Buonanotte.- risposi io, mentre scendeva dall’auto.
La guardai raggiungere la porta di casa e, prima di entrare,
voltarsi indietro per salutarmi con la mano.
Appena ebbe superato la soglia
ingranai la prima e partii a tutta velocità, cercando di liberarmi di
quell’acidità che mi riempiva lo stomaco, sfrecciando per le strade di Los
Angeles.
Allora, che ne dite della mia scelta per far ingelosire
Robert?
Mica male
Adam Brody!
Inoltre ho letto che lui e Rob sono molto amici, quindi chi
meglio di lui poteva fare il cascamorto con Elettra e far
infuriare l’amico? ;)
Il mio conto alla rovescia prosegue e…. MANCANO 18 GIORNIIIIIIIIII!!!!!
Non vedo l’ora!! *.*
Con le nuove scene inedite che sono uscite, poi, l’attesa è ancora più snervante.
Certi che se continuano così ci fanno vedere tutto il film. V.V
Mmmh… ho notato che le mie “minacce” non sono servite;
ancora pochissime recensioni!! ç_ç
Siete cattivi però!!! XDXD
liselotta:
mia sola e unica commentatrice! Ti sono debitrice! (non
era mia intenzione fare la rima, giuro! XD). Eh, già,
Kellan è sempre in mezzo… e purtroppo non sarà l’ultima volta. Ci dev’essere
pur qualcuno che rende la vita difficile ad Elettra e
Rob! XDXD Commenta ancora che mi fa un sacco piacere. Bacioniiiiiiiiiiii!!! ^^
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cy_Pattinson Capitolo: Happy birthday Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: Ecco il nuovo cap, gente! Cambio di scenario… la
nostra Elettra compie gli anni. Tanti auguriiiiiiiii!!!
XDXD Buona lettura… ^^
What do you live for? I live for you
…Happy birthday…
Erano passati quasi due
mesi dalla fatidica festa di San Valentino e sia io che Rob non avevamo più
parlato di quello che era successo.
Anche se mi ero imposta di non pensarci più, non potevo
impedire ai ricordi di riaffiorare, quando lo vedevo sorridere e scherzare.
Mi ero legata tantissimo con tutti i ragazzi, in modo
particolare con Kellan, anche se il nostro era un rapporto di amore e odio… più
odio che amore!
Si avvicinava il giorno del mio compleanno e l’agitazione
era alle stelle: da lì a pochi giorni il primo numero della mia età sarebbe
cambiato.
No più 1, ma 2: i 20 anni stavano
per arrivare.
Il giorno del mio compleanno ricevetti un messaggio da
Robert appena mi svegliai.
Ehi, sbaglio oppure oggi
qualcuno compie gli anni? Auguri piccola!! Ora anche
tu sei entrata nella fase dei 20. 6
fritta! :P Stasera ti passo a prendere intorno
alle 9 che usciamo con gli altri e non accetto rifiuti. Jbacio.
Non potei impedire al mio
cuore di battere all’impazzata mentre leggevo e rileggevo il messaggio.
Con il cellulare ancora stretto in mano, uscii dalla mia
stanza, subito investita dall’entusiasmo esuberante e dalle urla di Jenny.
- Auguriiiiiii!!!!! Che meraviglia,
sei la prima che fa 20 anni. Sei una vecchiona.- mi
disse, riempiendomi di baci.
Risi divertita, mentre mi lasciavo abbracciare e tirare le
orecchie dalle mie amiche.
- Ok che è il tuo compleanno, ma mi sembri un po’ troppo
sulle nuvole.- mi fece notare Jen, quando si accorse della mia non reazione
alla tortura.
Poi il suo occhio vigile cadde sul telefonino che tenevo in
mano e un sorrisetto furbo le incurvò le labbra.
- Non avrai mica ricevuto un messaggio speciale? Fammi
leggere!- e veloce me lo tolse dalle mani.
Per un momento temetti di stramazzare al
suolo svenuta, mentre sentivo il mio viso diventare pallido.
Se vedeva di chi era il messaggio
sarebbero partite le domande, e anche se Robert poteva essere il nome di
chiunque, Jenny non avrebbe rinunciato fino a quando non avesse scoperto
qualcosa.
- Ah, è Gian. Ma sei sicura che sia solo il tuo migliore
amico?-
La guardai senza capire, mentre mi porgeva il cellulare.
Guardai lo schermo e vidi che quello aperto era il messaggio
di auguri di Gianluca e non di Rob.
Anche quella volta mi ero salvata.
- Certo che siamo solo amici. Non arrivare sempre a
conclusioni affrettate.- le risposi, mentre mi dirigevo verso il bagno,
leggendo il messaggio del mio migliore amico.
La giornata passò come tutte le altre, l’unica differenza
era che ovunque andassi qualcuno mi faceva gli auguri.
Persino i clienti, quel pomeriggio al lavoro, non si
risparmiarono.
Forse perché Jim aveva deciso di porre
un mega striscione sopra il bancone con scritto “Auguri Ele!
20 anni!”.
- Era proprio necessario?- chiesi al mio amico, indicando la
scritta con lo sguardo.
- Certo che si. Devi essere
festeggiata come si deve.- mi rispose lui, facendomi
l’occhiolino.
Sospirai esasperata, tornando al lavoro.
Quando tornai a casa cominciai a
prepararmi per la serata con Robert e gli altri.
Alle 9 in punto sentii suonare il clacson
di un’auto e quando mi affacciai riconobbi la decappottabile di Pattinson, che
in quel momento era diligentemente coperta, per evitare che le mie amiche lo
vedessero.
- Prima o poi riuscirò a scoprire
chi è questo misterioso accompagnatore.- mi disse Jen, guardando a sua volta
fuori dalla finestra.
- Se fossi in te non ci spererei
tanto. Ciao.- le dissi ridendo e posandole un bacio
veloce sulla guancia; poi scesi le scale alla velocità della luce, uscendo
all’aria aperta.
*
* *
La guardai uscire di casa veloce, forse in un tentativo di sfuggire alle sue
coinquiline.
Era carinissima come sempre, nella sua minigonna bianca, maglia
nera e sandali dello stesso colore.
- Tutto ok?- le chiesi mentre saliva in macchia.
- Alla grande.- mi rispose lei, dopo avermi posato un bacio
sulla guancia.
Giungemmo all’appuntamento con gli altri poco dopo, dove ci
stavano già aspettando tutti.
- Bambolina! Auguri!!- la salutò
Kellan, abbracciandola e sollevandola da terra.
- Ciao tesoro, auguri.- la salutarono Kris e Nikki, entrambe
con un bacio sulle labbra.
Era un’abitudine che avevano preso ormai da un mesetto e
nessuno sembrava farci caso: eravamo già abituati da parecchio con le nostre
due colleghe.
Passammo una serata tranquilla, tra chiacchiere, schiamazzi
e i soliti battibecchi tra Elettra e Kellan, che nemmeno nel giorno del suo
compleanno la risparmiò.
Verso le 11 arrivò l’ora dei regali.
- I regali? Pure i regali ci sono?- chiese
stupita Elettra, spalancando gli occhi.
- È il tuo compleanno e davvero speravi di toglierci il
divertimento di fare compere? Ma come sei ingenua.- la
prese in giro Nikki, ridendo.
- Uff… vi odio.- esclamò lei,
mettendo il broncio.
- Non ti piace ricevere regali?- chiesi io
stupito, ricordandomi tanto il personaggio di Bella in Twilight.
- No. Forse perché io odio farli.-
- Ok, vorrà dire che quando compiremo gli anni non ci
aspetteremo niente. Apri il mio per primo.- disse Kellan, allungandole un
piccolo pacchetto.
Lo guardai preoccupato, per quel suo sorrisino per niente
rassicurante ed Elettra dovette pensarla come me,
perché disse, sollevando un sopracciglio:- Devo preoccuparmi, Kell? Quel tuo
sorrisetto non mi piace per niente.-
- Non essere sempre così sospettosa, bambolina. Dai,
aprilo.-
Dopo aver scoccato un’ultima occhiata al biondo, Elettra
portò lo sguardo al pacchetto che teneva in mano, scartandolo.
Appena aprì la scatolina la vidi
impallidire per poi arrossire, mentre estraeva un perizoma con la scritta “Team
Edward” sul davanti: proprio come quello che avevano dato a me ad un programma
TV l’anno precedente.
Non potei fare a meno di arrossire a mia volta, mentre gli
altri scoppiavano a ridere, guidati da Kellan e Taylor.
- Ti sei divertito, vero scimmione?
Questa me la paghi.- lo minacciò Elettra, guardandolo con sguardo omicida.
- Volevo vedere la tua espressione. Questo spettacolo vale
un occhio nero.- commentò lui, continuando a ridere.
- E chi ti dice che te la caverai con un occhio nero?- disse
lei, guardandolo con un sorrisino furbo sulle labbra.
Luzt smise di ridere, mentre Elettra afferrava un altro
regalo e lo scartava.
Verso l’1 decidemmo di tornare a
casa, così ci dirigemmo verso le rispettive macchine.
- Ancora auguri bambolina.- la salutò Kellan, tentando di
avvicinarsi per abbracciarla, ma lei fece un passo indietro.
- Non te lo consiglio scimmione, se non vuoi perdere i tuoi
gioielli di famiglia.- commentò lei, rammentandogli il suo umore in seguito al
regalo del mio collega.
Scoppiammo tutti a ridere, mentre il biondo cambiava
espressione e indietreggiava a sua volta, consono del fatto che la ragazza non
scherzava.
- Buonanotte.- dissi io infine, mentre mi avvicinavo alla
mia auto, seguito da Elettra.
- Eddai, non tenere il broncio. È stato un regalo
divertente.- cercai di alleggerire la situazione.
Mi pentii subito del mio commento, quando notai lo sguardo
di fuoco della mia amica.
- Stai scherzando spero? Poteva benissimo evitare. Mi sono
vergognata come un cane. E tu fai poco il furbo, ho visto benissimo che sei
arrossito.-
- Ok, come non detto.- mi arresi, facendo il gesto di
cucirmi la bocca con una cerniera.
Partimmo in silenzio verso il suo appartamento, senza
proferire parola per tutto il viaggio.
Quando giungemmo sotto casa vidi la
sua espressione più rilassata e capii che aveva sbollito la rabbia.
- Grazie per la serata, Rob. E anche per il passaggio.- mi
disse voltandosi verso di me e sorridendo.
- Di niente. È stato un piacere.- risposi, sorridendo a mia
volta.
Stava per scendere dall’auto quando decisi di lanciare la
bomba.
- Ele, aspetta.-
Vidi il suo sguardo incuriosito, mentre si girava nuovamente
verso di me e toglieva la mano dalla portiera che stava per aprire.
Mi allungai verso il cruscotto aprendolo.
- Non te l’ho dato prima insieme agli
altri perché non mi andava di sentire i commentini idioti di Kell. Mi sono
bastati quelli del perizoma.- le spiegai, mentre la vidi arrossire.
- Buono compleanno, Elettra.- e le
porsi il pacchettino che avevo lasciato in macchina: la verità era che un po’
mi vergognavo a darglielo, anche senza il regalo scemo di Kellan.
Mi guardò con curiosità, poi abbassò lo sguardo scartando il
regalo.
- È un CD. Sono alcune canzoni scritte e cantate da me, ma
soprattutto musiche al pianoforte. So che ti piace ascoltarlo…- lasciai la
frase in sospeso: per tutta la serata avevo avuto il timore che fosse un regalo
ridicolo e in quel momento ne ero ancora più convinto.
- Le hai suonate tu? Le musiche al piano intendo.-
mi chiese lei.
- S-si.-
- Rob, è… è un regalo bellissimo.- commento Elettra con gli
occhi lucidi.
- Dici davvero? Ti piace?- le domandai, mentre cominciavo a
riacquistare un po’ di fiducia.
- Tantissimo. Adoro sentirti suonare al pianoforte. Non hai
idea di quante volte ho riguardato la scena in cui suoni la ninna nanna di
Bella.-
Le sorrisi
compiaciuto, contento di aver capito i suoi gusti in così poco tempo.
- Grazie ancora. Buonanotte.-
Mi posò un bacio sulla guancia per poi scendere dalla macchina;
appena fu entrata in casa ripartii sulla mia
decappottabile, felice di averla fatta sorridere.
Chi di voi sarà in prima fila x vedere New Moon/Robert??
Che domanda scema!! XD
lisettola:
eccola, la sola, unica, buon’anima che commenta i miei capitoli. Ti ho già
detto che ti adoro? XD Cmq vero, Adam da uccidere… e Rob da baciare. XD bè, Elettra si è accorta dello sguardo, a mo di vampiro
incazzato nero, quindi era meglio per lei evitare di peggiorare la situazione. Jbacioniiiiiiiiiiiii
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Festa a sorpresa Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: Eccomi
tornata con un nuovo capitolo! ^^ Sono in arrivo belle notizie per Elettra… un
po’ meno per Rob, ma questi sono dettagli! XD Buona lettura..
baci
What do you live for? I live for you
…Festa a sorpresa…
La domenica seguente era
una bellissima giornata di sole, tipica giornata estiva italiana, più o meno della metà di Luglio: ora mi rendevo veramente
conto del perché adorassi così tanto la California.
Mi trovavo sul balcone del mio
appartamento comodamente distesa su un lettino a godermi i caldi raggi
del sole in completo relax, ascoltando il CD che Rob mi aveva regalato per il
mio compleanno: sarei rimasta ore ed ore seduta ad ascoltarlo suonare.
Mi venne un mezzo infarto quando sentii il cellulare vibrare
accanto a me.
Aprii il messaggio e vidi il nome di Robert in alto alla
pagina: Sei in casa da sola?
Guardai il messaggio senza capire: cos’aveva in mente?
Si,
xkè?
Jen e Chris erano uscite pochi
minuti prima per andare a correre, cosa di cui io non avevo assolutamente
voglia, soprattutto con quel caldo.
Tra 5 minuti io e Kellan siamo da
te. Mi rispose lui.
Ora si che ero veramente preoccupata: Rob e, soprattutto,
Kellan a casa mia?
Cosa stavano
combinando?
Rientrai in casa aspettando che arrivassero.
Dopo 5 minuti esatti sentii suonare
il campanello, così andai ad aprire.
- Ciao bambolina, ma che bella casetta.- mi salutò Kellan,
entrando senza tanti complimenti.
- Ciao.- mi salutò poi Robert,
sorridendomi.
- Si può sapere cos’avete in mente voi due? Mi state facendo
preoccupare.-
- Tranquilla, niente di troppo sconvolgente.- cercò di rassicurarmi Rob, tirando fuori una bandana dalla
tasca.
- Cosa vorresti fare con quella?-
chiesi titubante, facendo un passo indietro.
- Bendarti. Tranquilla, non vogliamo violentarti.- rispose lui, ridendo, mentre mi copriva gli occhi.
Quando il suo tocco sfiorò la mia nuca
non potei fare a meno di sentire un brivido lungo la colonna vertebrale,
nonostante l’alta temperatura di quel giorno.
- Ehi, ho trovato il cassetto della biancheria.- sentii
esclamare Kellan dalla mia stanza.
- Kellan!- urlai, voltandomi, ma decidendo di non muovermi,
per evitare di andare a sbattere contro a qualcosa.
- Piantala, Kell. Prendi quello che
devi prendere e andiamo.- lo ammonì Robert, mentre le sue braccia mi tenevano
ferma per impedirmi di scappare o forse di ammazzarmi contro qualche mobile.
- E cosa dovrebbe prendere in camera mia, di grazia?-
domandai, mentre cominciavo ad irritarmi, incrociando
le braccia al petto.
- Vedrai.- mi rispose la voce di
Pattinson all’orecchio e riconobbi l’espressione di un sorriso.
Un altro brivido mi corse lungo la schiena, mentre mi
convincevo a stare al gioco.
Mi fidavo di Robert; un po’ meno di Kellan,
ma finchè c’era Rob ero abbastanza sicura.
- Ok, trovato, possiamo andare.-
disse infine Luzt, avviandosi verso la porta di casa.
- Vieni.- mi disse Robert,
spingendomi in avanti e tenendomi per la vita per impedirmi di inciampare.
Se continuava così mi sarei dovuta
mettere una giacca pesante per uscire di casa.
Non senza poca fatica riuscimmo a salire in macchina e a
partire.
- Si può sapere dove eravate
finiti?- chiese una voce al mio fianco, facendomi sussultare.
- Kris!- esclamai, riconoscendola.
- Ele? Cosa ci fai qui?- mi chiese lei.
- Bella domanda. Forse dovremmo chiederlo ai
due bell’imbusti che sono davanti.-
- Non è che ci state rapendo?-
chiese Kristen, in fondo un po’ divertita.
- Certo come no. Vi rinchiuderemo in una cantina con solo
pane ed acqua.- rise Kellan davanti a me: doveva
essere lui a guidare.
- Tranquille, non vi stiamo rapendo. Lo scoprirete tra un
po’.- intervenne Robert.
Sentii Kris sbuffare, imitata da me, poi scese il silenzio
quando Kellan accese la musica.
Dopo circa 10 minuti sentii l’auto
fermarsi e i due ragazzi ci aiutarono a scendere.
Com’era prevedibile inciampai, probabilmente nei miei stessi
piedi, e sarei caduta a terra se due braccia non mi avessero sorretta.
- Attenta.- mi disse la voce di
Robert, calda e sensuale: perché doveva fare così? Lo faceva apposta a farmi venire tutti quei brividi?
Ci fermammo poco dopo, mentre aspettavo che qualcuno mi
togliesse la benda.
- Allora, siete pronte?- ci chiese Kellan.
- Si.- rispondemmo io e Kris, più
con esasperazione che con eccitazione.
Tornai a vedere il mondo intorno a me, dopo un momento
d’accecamento, ma ciò che mi colpì di più fu l’urlo che accompagnò quel gesto.
- AUGURIIII!!-
C’erano tutti: Nikki, Ashley, Jackson, Peter, Taylor ed
Elizabeth.
E tutti erano in costume da bagno, in piedi davanti ad
un’enorme piscina.
Sia io che Kris restammo immobili,
senza essere in grado di reagire e di proferire parola.
- Wow, non siate troppo entusiaste.-
ci prese in giro Kellan, mentre si toglieva la maglia, restando anche lui in
costume.
- Abbiamo pensato che fosse carino organizzarvi una
festicciola di compleanno nella piscina di Kell.- ci
spiegò poi Robert, sorridendomi.
- È… è… è bellissimo! Grazie!- esclamai risvegliandomi e
abbracciando Rob.
- Prego.- mi rispose lui sorridendo e abbracciandomi a sua
volta.
Sia io che Kris ringraziammo tutti uno per uno, ancora incredule per quella sorpresa.
- E c’era bisogno di inscenare tutta quella sottospecie di
rapimento per farci venire qui?- chiese la mia amica
divertita, abbracciata a Nikki.
- Era il modo più carino che c’è venuto in
mente.- rispose Kellan, sollevando le spalle.
- Pensa poi se non volevano essere carini.-
rise Kris, rivolgendosi a me.
- E così questa è la tua “casetta”.-
dissi a Luzt, guardando l’immensa villa.
- Pensavo che gli scimmioni vivessero nella foresta.-
- Alcuni scimmioni possono permettersi il lusso, nana.- mi rispose lui ridendo.
- Tenete, vi abbiamo preso i costumi.- aggiunse poi
lanciandoci i rispettivi.
- Ecco perché stavi rovistando nella mia biancheria.-
esclamai, guardando il costumino tra le mie mani.
- Kellan! Sei sempre il solito.- lo
rimproverò Nikki.
- Ne ho approfittato. Se lo vuoi sapere comunque
ho scelto quello più succinto che ho trovato.- aggiunse l’attore, prendendo una
patatina dal tavolo vicino a lui.
- Noto.- risposi io, sollevandolo
in aria: quel costume l’avevo preso qualche anno prima, quasi per scherzo, con
alcune mie amiche italiane.
- Dai, Kris, andiamo.-
Presi
per mano la mia amica ed entrammo nella villa: mi ci sarebbe voluto un po’ di
tempo, dovevo trovare il modo di coprire il più possibile del mio corpo e con
quel costume sarebbe stata cosa assai difficile.
*
* *
Elettra e Kristen erano via
da ormai un quarto d’ora: tutti ci stavamo chiedendo che stessero
combinando, mentre io e Kellan speravamo che non stessero elaborando qualche
piano diabolico per vendicarsi.
- La cosa non mi stupirebbe. Sarebbe nel loro stile.- commentò
Nikki, ridendo all’idea.
- Ehi, eccole.- esclamò Peter,
guardando alle nostre spalle.
Tutti ci voltammo e io non potei
fare a meno di rimanere a bocca aperta davanti a quella visione.
Elettra, bellissima nel suo bikini bianco forse un po’
troppo succinto, avanzava verso di noi, al fianco di Kris, anche lei molto
carina.
- Fiuuuu!! Ho fatto più che bene a
prendere quel costumino. Complimenti bambolina.- le disse Kellan, squadrandola
da capo a piedi.
- Fanculo Kellan.- gli rispose semplicemente lei.
Nonostante non sembrasse farle piacere indossare quel
costume, sembrava straordinariamente a suo agio.
La guardai a lungo: le sue forme perfette erano messe in
risalto dal candido costume, che contrastava con la sua abbronzatura
leggermente accennata.
- Rob, asciugati la bava.- mi prese
in giro il mio collega, risvegliandomi dai miei pensieri.
- L’hai fatto apposta, vero?-
- Mah, forse.- mi rispose ridendo e
allontanandosi.
- Non vi uccido solo perché è stata una bella sorpresa.-
sentii la voce di Elettra vicino a me.
La sua vicinanza mi fece uno strano effetto, mentre mi
voltavo e incontravo il suo sorriso.
- Meno male, mi sono salvato anche questa volta. Pensavo
proprio che con questa uscita, avrei dovuto scrivere
il mio testamento in anticipo. - risposi io, facendola ridere.
- Adesso ti faccio vedere io.-
rispose lui, e corse sul bordo della piscina tuffandosi e provocando una
sottospecie di mini tzunami tutt’intorno.
Decisi di imitarli, o per meglio dire di non lasciare Kellan
in acqua da solo con Elettra.
Fu una bella festa, divertendoci come bambini a schizzarci
con l’acqua, facendo capriole o altre pazzie da piscina.
Elettra si trovava a pochi metri da me; mi accertai che non
mi avesse visto e m’immersi, avvicinandomi a lei da dietro.
Appena le fui vicino emersi,
facendola gridare.
- Rob, sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo.- mi
rimproverò, posandosi una mano sul petto.
- In effetti il mio scopo era
quello.- le dissi ridendo.
- Idiota.- mi chiamò lei, dandomi una pacca sul petto nudo.
La bloccai, iniziando poi a farle il solletico.
- No, piantala! Robert Thomas
Pattinson, ti ho detto di smetterla!- urlò lei, ma non l’ascoltai.
Continuai con la mia tortura, fino a spingerla contro una
delle pareti della piscina.
Quando posò la schiena contro di essa, smisi, lasciandola
respirare.
- Ti odio!- disse Elettra, cercando di riprendere fiato.
- Io ho smesso, ma ora cosa mi dai in cambio?- le chiesi poi
io.
Vidi un misto di panico e felicità nei suoi occhi, quando le
rivolsi quelle parole e le misi le mani ai lati del corpo, appoggiate ai bordi.
Ci fissammo negli occhi per un po’, senza dire o fare
niente.
Posai la fronte sulla sua, mentre sentivo il suo respiro
affannato sulle labbra.
- Ehi, piccioncini, c’è la torta.-
Altro nome da aggiungere alla lista nera: Taylor Lautner.
- Si, arriviamo.- rispose Elettra,
sgusciando via da sotto il mio braccio.
Ma cos’avevo fatto di male per
meritarmi tutto quello?
Rimasi immobile per alcuni secondi, cercando di trattenermi
dal tirare un pugno a Taylor, poi, sospirando, uscii anche io
dalla piscina, per andare a mangiare quella maledettissima torta: sperai almeno
che fosse deliziosa.
Per chi di voi vorrebbe ucciderlo, vi chiedo un favore: non
fategli troppo male, povero lupacchiotto.
Però vi do il permesso di picchiare
Kellan… lui si che l’ha fatto apposta, a suo tempo! XD
E con oggi sono… -7!!!!!!!!!!!
Sempre più vicinoooooooooo!!!
Chi di voi è eccitata come me al pensiero di rivedere Rob in
azione??? *.*
Ho già minacciato una mia amica che se non prenota lunedì per
venerdì prossimo, la uccido!!
lisettola:
anche iooooo!!! Ti giuro, la scena di Edward che suona la ninna nanna l’ho
guardata e riguardata 1000 volte… ormai la so suonare anche io! XD Cmq io mi
sarei accontentata anche di avere solo lui al mio compleanno, senza cd né
mutande!! XD per il bacetto… eh, dovrai aspettare
ancora un po’, mi disp. ^^ bacioniiiiii
romina75:
oh, che meraviglia! Un’altra lettrice che lascia un
commentino. Ti adoroooo!!! ^^ Cmq cercherò di
risparmiare un po’ Elettra, quindi le coinquiline saranno non troppo
arrabbiate. XD sono contenta che la ff ti piaccia… la normalità e la semplicità
è proprio quello che voglio attribuire a Rob e gli
altri, così come a tutti gli attori di Hollywood. Anche se sono bellissimi e
ricchissimi, sono pur gente normalissima, no? Bacioniiiiiiiii ^^
Io ho una domanda da un milione di dollari… MA KRIS E ROB
STANNO INSIEME, SI O NO????(state
attente a quello che rispondete!! XDXD)
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: Una bella notizia Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: eccomi qui!!! Questa volta sono stata brava e ho aggiornato alla
svelta. ^^ La festa in piscina continua ed Elettra riceverà una bella notizia.
Cosa che non vale per Rob… eh, brutta bestia la gelosia! :P
Buona lettura… baciiiiiiiii!!!!
What do you live for? I live for you
…Una bella notizia…
Vedevo quel povero pezzo di
torta urlare, sotto gli insistenti colpi della mia forchetta.
Erano circa 10 minuti
che fissavo quel dolce così appetitoso che tuttavia non riuscivo ad assaggiare.
I miei pensieri erano ancora rivolti a ciò che
stava per succedere tra me e Robert pochi minuti prima… ancora una volta!
Perché si comportava così? E soprattutto, lo
scimmione e Taylor si erano messi d’accordo per rovinare sempre tutto?
- La vuoi proprio uccidere quella torta. Se non
ti piace basta dirlo.-
Sollevai la testa e davanti a me vidi un
sorridente Taylor, accompagnato da un Kellan con la bocca piena.
- Guarda che è deliziosa.-
mi avvisò quest’ultimo, sputacchiando ovunque.
- Non si parla con la bocca piena, scimmione.-
lo rimproverai, facendo un passo indietro, per evitare di essere attaccata da
uno di quei proiettili di panna.
- Ele, tutto ok?- mi chiese poi Lautner,
guardandomi preoccupato.
- Si, tranquillo, stavo
solo pensando…-
Il ragazzo mi guardò con un sopracciglio alzato,
senza però commentare, cosa di cui gli fui grata.
- Facciamo così, lo mangio più tardi. Adesso ho
lo stomaco troppo chiuso.- dissi sospirando rassegnata
e appoggiando il piatto sul tavolo accanto a me.
- Ah, ah. Hai firmato la tua condanna,
bambolina.- esclamò Kellan con un’espressione per niente rassicurante.
Non feci nemmeno in tempo a rendermene conto,
che lui e Taylor mi presero in braccio, mi trasportarono fino al bordo della
piscina e mi buttarono in acqua; ma io fui abbastanza sveglia da aggrapparmi a
loro e trascinarli con me.
Appena fummo riemersi
tutti e tre cominciammo a ridere, senza più riuscire a
fermarci.
- Cretini! Questa me la pagate!- urlai, senza tuttavia
smettere di ridere: sapevo che in fondo l’avevano fatto per distrarmi,
vedendomi giù di morale.
E dovevo ammettere che erano riusciti nel loro intento.
- Così impari a tenere il muso il giorno della tua festa,
nanetta.- mi rispose infatti Kellan.
E cominciò così una lotta furiosa, fatta di schizzi e
tentati affogamenti.
Ovviamente vinsero loro, prima di tutto perché erano in due,
e in più perché utilizzarono la loro arma più potente: il solletico.
- Va bene, va bene, mi arrendo!-
esclamai dopo un po’, annaspando per respirare.
I due ragazzi smisero, continuando a ridere, mentre io
prendevo lunghe boccate d’aria.
- Siete due idioti.- dissi appoggiandomi al bordo della
vasca.
- E piantatela di ridere!- urlai,
ottenendo esattamente l’effetto contrario e aumentando le loro risate.
- Poverina, lasciatela stare o non riuscirà ad arrivare al
prossimo compleanno.- cercò di difendermi Ashley, sedendosi sul bordo.
- Tranquilla, Ash, li ammazzo prima.-
dissi, guardandoli con sguardo omicida.
- Ele, ti sta suonando il cellulare.-
mi avvisò Kris, indicando la mia borsa.
- Grazie, arrivo subito.-
Mi arrampicai sul bordo, uscendo dall’acqua.
Mentre correvo verso il suono del mio telefonino, passai
accanto a Robert e non potei fare a meno di scambiarmi uno sguardo con lui: non
c’eravamo più rivolti la parola da quando…
I miei pensieri furono interrotti dall’insistente trillo
della mia suoneria, così mi affrettai a rispondere.
- Pronto?-
- Ehi, piccola, pensavo non rispondessi più, stavo per
riattaccare.-
- Gian, ciao. Scusa, ero in piscina.-
Notai gli sguardi interessati dei miei amici, quando mi
sentirono parlare in italiano, mentre rispondevo al mio migliore amico.
- Piscina? Brava, tu ti dai alla pazza gioia mentre io sono
qui a lavorare?-
- Non fare il solito piagnone. È la mia festa di compleanno,
permetti che mi distragga un po’?-
Non mi allontanai dagli altri, limitandomi a dar loro le
spalle: intanto non capivano una parola di quello che dicevo.
- Hai organizzato una festa in piscina per il tuo
compleanno?-
- Veramente hanno fatto tutto i miei amici. È stata una
sorpresa anche per me.-
- Con i tuoi amici vuoi dire anche Jennifer e Christine?-
- Ehm… no, altri amici. Ti spiegherò poi.-
- Vabbè, ti chiamavo per un motivo ben preciso comunque.- cambiò argomento lui, schiarendosi la voce.
- Sputa il rospo.-
- Prima di tutto auguri. Scusa se non ti ho chiamato il 17, ma non ce l’ho proprio fatta.-
- Tranquillo. Anzi, grazie per il messaggio. Sei stato
carinissimo.-
- Figurati ho fatto il mio dovere.-
disse Gian, facendomi sorridere.
- Pensi di essere nei paraggi di Los Angeles intorno ai
primi di maggio?- continuò poi lui.
- Si, direi proprio di si, perché?-
- Bè, ho qualche giorno di ferie dal lavoro e… bè, pensavo
di venirti a trovare. Che ne dici?-
- Gian, dici sul serio o mi stai prendendo in giro?-
- Perché tutte le volte che ti dico
qualcosa pensi che stia dicendo una cazzata?-
Ci misi un po’ a metabolizzare la notizia, ma quando me ne
resi conto cominciai a saltare come una scema.
- Gian, sarebbe fantastico. È il regalo di compleanno più
bello che potessi farmi.-
Robert e gli altri mi guardarono un po’ spaventati a quel
mio scatto, ma feci loro segno di non preoccuparsi.
- Meno male, pensavo di causare qualche squilibrio nella tua
routine.-
- Stai scherzando? Non vedo l’ora che tu arrivi. Quando
arrivi?- gli chiesi facendolo ridere.
- Ancora non lo so. Appena ho organizzato tutto
ti faccio sapere, ok?-
- Ok. Mamma mia, Gian, è la cosa più bella che mi sia
capitata negli ultimi tempi.-
A parte conoscere Rob, ovviamente,
dissi tra me e me.
- Ne sono felice. Allora ti lascio alla tua festa, piccola.
Ci sentiamo, ok? Ciao ciao.-
- Certo. Ciao Gian. Bacio.-
E riagganciai: improvvisamente quella giornata già
meravigliosa diventò ancora più bella.
*
* *
Quel suo scatto improvviso
aveva spaventato tutti, ma nessuno di noi capiva un accidenti di italiano, quindi non riuscimmo a capire cos’avesse
scatenato quella reazione.
Dopo poco Elettra interruppe la conversazione e si voltò
verso di noi con un sorriso raggiante.
- Sei impazzita?- le chiese Nikki, con ancora la mano sul
petto ad ascoltare i battiti accelerati del suo cuore.
- Scusate, ragazzi, ma ho ricevuto
una notizia fantastica.-
- E cioè?- le chiese Ash, esprimendo l’interrogativo di
tutti.
- Fra qualche giorno arriva il mio migliore amico
dall’Italia.-
- Davvero? Wow!- la sostenne Kris.
- Sono sei mesi che non lo vedo e mi manca da morire.- ci spiegò lei, mentre riponeva il cellulare nella borsa.
- Sul serio? Allora è un evento davvero super.- commentò Nikki.
- Più che super, direi. Non vedo l’ora.-
aggiunse Elettra, sedendosi sul bordo della vasca insieme a noi.
Non potei fare a meno di guardarla con
un po’ di tristezza.
Avevo visto benissimo il suo sguardo un po’ triste e
smarrito, dopo che avevo tentato di baciarla, e sapere che un altro ragazzo,
anche se era il suo migliore amico, le aveva fatto tornare il sorriso, mi faceva un po’ invidia.
- Gli dirai di noi?- le chiesi curioso.
Elettra si voltò verso di me, che le sedevo accanto, e notai
che nel suo sguardo non vi era più quella traccia di tristezza che avevo visto
quando mi era passata accanto nel raggiungere il cellulare.
- Questa è una bella domanda. Mmmh… Penso di si. Non mi piace nascondergli le cose. Finché ci sentiamo
solo per telefono ok, ma quando me lo trovo davanti
non riesco a dirgli bugie. Gli basta guardarmi negli occhi per capire che gli
sto nascondendo qualcosa. E poi voglio presentarvelo.-
mi rispose, sorridendo raggiante.
- Ovviamente. Questo era scontato.-
le disse Kris, facendole l’occhiolino.
Io dovevo ammettere, almeno a me stesso, che non ero dello
stesso parere: non ero sicuro di voler conoscere quel ragazzo che era riuscito
a farle tornare il sorriso con poche e semplici parole, mentre io ero riuscito
solamente a farglielo sparire.
- Ahahah!! Già m’immagino i
commenti.- disse improvvisamente Elettra ridendo.
- In che senso?- le chiese curioso Taylor.
- Bè, diciamo che Gian è un tipo… a cui
piace guardare le ragazze.- gli rispose lei, ridendo con tenerezza.
- Ma non mi avevi detto che aveva
la ragazza?- le chiesi.
- Si, ma è sempre stato un tipo
così, ormai nessuno ci fa più caso.-
- Ok, adesso basta parlare di questo famigerato assatanato.
È l’ora del bagnetto.- intervenne Kellan, spingendola in acqua.
- Ah! Il solito idiota. Fai poco il furbo, scimmione, da
quel lato è identico a te. Potreste diventare ottimi amici.- lo prese in giro,
appena riemerse.
- Ah, si? Anche io sarei un
assatanato? Adesso ti faccio vedere io.- e ancora una
volta si gettò in acqua, raggiungendo Elettra che nel frattempo era scoppiata a
ridere, cercando di scappare a nuoto.
Il resto del pomeriggio passò veloce, mentre io approfittavo
del suo buon umore per riavvicinarmi a lei.
Verso le 7, quando il sole stava ormai per tramontare,
decidemmo di tornare a casa, dandoci appuntamento per
una delle sere seguenti.
- Grazie ancora per la festa ragazzi. Soprattutto grazie a
te per la piscina, Kell.- ringraziò Elettra,
sorridendo al mio collega.
- È stato un piacere, bambolina.- le disse lui,
abbracciandola e posandole un bacio sulla testa.
- Mi daresti uno strappo a casa?- mi chiese poi,
sciogliendosi dall’abbraccio del biondo.
- Certo. Andiamo.- le risposi felice: forse non avevo
rovinato tutto come temevo.
Vidi Lutz farmi l’occhiolino, ricevendo come risposta uno
schiaffo sul petto nudo, mentre Elettra era girata.
Salutammo tutti, poi la riaccompagnai a casa.
- Ho ascoltato il tuo CD. È bellissimo.-
disse improvvisamente a metà strada.
- Davvero? Sono felice che ti piaccia.-
le risposi, distogliendo lo sguardo dalla strada per un secondo e sorridendole.
- Mi devi promettere una cosa.-
- Certo. Dimmi.- dissi, guardandola
con curiosità.
- Un giorno voglio sentirti suonare
dal vivo.-
Sorrisi, senza, questa volta, distogliere lo sguardo dalla
strada.
- Ogni volta che vorrai.- le
risposi dopo pochi secondi, mentre mi fermavo davanti a casa sua.
- Grazie ancora, Rob. Di tutto.- mi
disse, prima di scendere dall’auto.
E con quelle poche parole capii che non era più triste a
causa mia.
Lo so, questo cap non è un gran che, ma diciamo che è un
transito per passare ad una parte di storia più
interessante e movimentata. ^^
Come piccolo anticipo posso dire
che… la gelosia in Rob comincia a farsi sentire.
E che gelosia! J
Ragazze, vi rendete conto???
Mancano solo 3
giorniiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!
Ok, è anche vero che io ci vado venerdì a vederlo, ma già
solo sapere che mercoledì sarà finalmente nelle sale, mi manda in
fibrillazione.
Non vedo l’ora sia venerdì alle 22.30!!!!
*.*
Romina75:
già, Rob è perseguitato dai suoi colleghi. Però devi
ammettere che anche Elettra è parecchio sfortunata. Povera!!
Mmmh… è quello che penso che io. Io adoro Kris, ma non mi piace la coppia
Robsten, e fino a quando non li vedrò baciarsi, non ci crederò. V.V Grazie per la rece… ^^ un bacioneee!!!
Lisettola:
Oooooooh!!! Che meravigliaaaaa!!! Qualcuno che mi
capisce. Sì, è vero, ho visto le foto, ma a dire il vero non sono proprio per
mano, quindi… è una mia amica che insiste a dire il contrario. V.V anche io mi comporto così con il mio migliore amico,
quindi finchè non li vedo baciarsi, non mi convincono. Tornando alla storia…
hihihihi!! Non sono cattiva, ma se li faccio baciare subito finisce tutto il divertimento. ;)
anche se in effetti i bollenti spiriti aleggiano parecchio nell’aria… poveri
Elettra e Rob, li sto facendo dannare!!! XDXD Un bacione grande grande.
Lyla_:
che meravigliaaaaaaaaaaaaaa!!!!Si,
ammetto che con queste rece hai recuperato tutti i capitoli che non hai
commentato J Grazie mille per i complimenti, come al solito arrossisco! ^///^ In effetti
Elettra mi rispecchia molto, quindi sono contenta di starti simpatica!! XD Bè,
ovvio, Rob non ha bisogno di commenti, si commenta da solo… *.* Continua a
seguirmi che mi fa un sacco piacere!!!
Bacioniiiiiii!!!!
Lucy_Scamorosina:
Wooooooow!!!!! Mancano 3 giorni!!!!
Ti rendi conto??? *.* Sono contenta che la mia ff ti
piaccia… ^^ In effetti anche io che scrivo la storia
vorrei uccidere Kell e Tay… io si che sono pazza!! Rob è bellissimo,
dolcissimo, scopab…. Mmmh, questo meglio non dirlo!!
XDXD Bacioniiiiii!!!
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Arrivi Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: eccomi
tornata a voi!!! Vi avviso subito che il nostro Rob,
in questo capitolo non sarà presente, ma non temete, nel prossimo sarà già di
ritorno! ;) Ecco invece uno dei nuovi personaggi che
sarà presente nei prossimi capitoli: Gian, il migliore amico di Elettra (notare
che per fare la sua parte ho scelto quel bonazzo di Tom Welling… Rob dovrà pur
avere un buon motivo per essere geloso! XD) Buona letturaaaaa!!
What do you live for? I live for you
…Arrivi…
Mi trovavo all’aeroporto di
Los Angeles ormai da 20 minuti, aspettando con
impazienza il volo in arrivo dall’Italia: di lì a pochi minuti avrei rivisto
Gian e non vedevo l’ora di vederlo arrivare.
Non dovetti attendere
molto, prima di veder apparire la testa mora del mio migliore amico in mezzo
alla folla.
- Gian!!-
esclamai raggiante di gioia, mentre sentivo i miei occhi diventare lucidi.
Lo vidi voltarsi verso di
me, sentendosi chiamare, e sorridermi, mentre io correvo veloce verso di lui,
per poi gettarmi tra le sue braccia aperte.
- Ehi, piccola. Non mi dire
che stai piangendo? Se sapevo di farti quest’effetto non sarei venuto.- mi
disse ridendo, scostandomi da lui per guardarmi in faccia.
- No, non sto piangendo. Mi
è entrato qualcosa in un occhio.- gli risposi, asciugandomi le lacrime con uno
scatto veloce.
- D’accordo, farò finta di
crederti.- commentò e ridemmo entrambi.
Ci guardammo negli occhi
per un po’: quanto mi erano mancati quegli occhi così verdi, che riuscivano a
leggermi dentro, che erano capaci da infondermi tranquillità e attraverso i
quali riuscivo a leggere nella sua anima.
- Mi sei mancata, Ele.- mi disse infine, continuando a sorridere e scostandomi
una ciocca di capelli dal viso.
- Anche tu, Gian, non hai
idea di quanto.- e lo riabbracciai forte.
Ci dirigemmo verso l’uscita
dell’aeroporto, raggiungendo la mia auto.
- Ah, però. Vedo che te la
passi proprio male.- mi prese in giro Gianluca, quando arrivammo davanti alla
mercedes decappottabile.
- Non sono diventata ricca
e nemmeno ho sposato un vecchio miliardario, se è questo che ti stai
chiedendo.- lo informai ridendo, mentre caricavo i suoi bagagli nel baule. - Semplicemente
mi sono tolta un piccolo sfizio con l’aiuto di mamma.-
- Vedo, vedo.- disse lui,
mentre ci sedevamo sugli eleganti sedili.
- Non fare il finto tonto,
lo so che ti stai rodendo il fegato per l’invidia.- commentai dopo averlo
guardato per qualche secondo, mentre partivamo verso il mio appartamento: ne
avevo parlato con Jenny e Chris e loro erano state d’accordo nell’ospitare il
mio migliore amico a casa nostra.
L’unica cosa che dovevo
fare era fargli un bel discorsino: giù le mani dalle
mie coninquiline.
- Si nota così tanto?- mi chiese lui, guardandomi con gli occhi
sgranati.
- No, ma ti conosco troppo
bene, Gian.- gli risposi io, ridendo per la sua
espressione.
- Giusto. Non ho scampo.-
disse sospirando, mentre io riportavo l’attenzione sulla strada.
Restammo in silenzio per un
po’, mentre lui si guardava intorno curioso, ammirando le meraviglie della
città.
Dopo poco lo vidi voltarsi
verso di me e guardarmi curioso.
- C’è qualcosa di cui vuoi
parlarmi, vero?-
- Ma
che cavolo…-
Era mai possibile che non
si potesse nascondere niente a quel ragazzo?
Sospirai rassegnata per poi
chiedergli: - Da cosa l’hai capito?-
- Non sei certo il tipo da
starsene zitta tutto il tempo. Solitamente bisogna metterti una mela in bocca
per farti tacere. Quindi questo tuo silenzio prolungato mi ha fatto capire che
c’è qualcosa che non va e che non sai se parlarmene o no.-
- Ti odio quando fai così.- commentai, imbronciandomi.
- Mi hai voluto come
migliore amico? Ora ne subisci le conseguenze. Forza,
sputa il rospo.-
- Ok, da che parte
comincio?- chiesi più a me stessa, traendo un profondo respiro, senza staccare
gli occhi dalla strada.
- Ti direi “dall’inizio”,
ma ora penso che prima me lo dici, meglio è. È
qualcosa di preoccupante?-
- No… direi di no…-
- Perfetto, allora spara
senza tanti giri di parole.-
- D’accordo. Hai presente
il film “Twilight”?-
- Si.-
- Perfetto. Ti ricordi gli
attori, vero? Robert Pattinson, per esempio, quello
che interpretava il protagonista?-
- Si.-
- Bè, rammenti che ho una
passione per questo attore?-
- Ele, vuoi arrivare al
dunque?-
- Va bene, ma non prendermi
per scema.
- Elettra.-
- Ok, ok. Bè, qualche mese
fa, per puro caso, mentre andavo al lavoro… vabbè, ho conosciuto Robert e tutti
i componenti del cast.-
Detta così sembrava una
cazzata bella e buona: mi sentivo parecchio sciocca, dovevo ammetterlo.
Non notai alcuna reazione
al mio fianco, così guardai Gianluca con la coda dell’occhio e notai il suo
sguardo un po’ scettico.
- Adesso puoi anche ridermi
in faccia.-
- Cioè, tu mi stai dicendo
che conosci quel gran pezzo di ragazza della Stewart e non mi dici niente?-
Lo guardai senza capire,
come se lo vedessi per la prima volta.
- Mi stai dicendo che mi
credi?-
- Bè, non penso che tu
abbia un buon motivo per dirmi una cavolata e siccome non me ne hai mai dette, non vedo perché tu mi debba sparare una notizia così
grossa se non fosse vera. Ma non cambiare argomento e rispondi alla mia
domanda.-
Sorrisi felice, mentre
sentivo ancora il suo sguardo su di me: non avrei mai pensato che sarebbe stato
così facile, credevo di dover insistere un bel po’ per convincerlo, invece…
Ora capivo perfettamente
perché era il mio migliore amico.
- Tranquillo, te la
presenterò presto, promesso. Anche loro sono curiose di conoscerti.-
- Bè, non ne dubito. Tutte
vogliono conoscere un superfigo come me.- commentò
lui, facendomi ridere.
- Aspetta un attimo. Hai
detto “loro”? Vuoi dire che ce n’è più di una?-
- Certo, ci sono anche
Ashley e Nikki. Ma frena i tuoi bollenti spiriti,
maniaco. Ti tengo d’occhio, sai.-
- Tranquilla. Lo so che la
regola sarà “guardare ma non toccare”.-
Nel frattempo eravamo
giunti al mio appartamento e ci apprestavamo a salire in casa.
- E lo stesso vale per le
mie coinquiline.-
- Sarò un angioletto.- mi
rispose, battendo le ciglia.
- Quanto sei scemo.-
Presentai il mio migliore
amico a Jenny e Chris, poi ci sedemmo a tavola a cenare: per fortuna Gian se la
cavava abbastanza bene con l’inglese, così che non ci fu alcun bisogno del mio
intervento.
Arrivò il momento di andare
a dormire, così, dopo aver dato la buonanotte alle mie amiche, accompagnai
Gianluca in salotto.
- Non è il massimo del comfort, ma è tutto quello che possiamo offrirti.- gli
spiegai, mentre aprivo il divano-letto.
- Anche troppo direi. Sai
che sono uno che si adatta facilmente.-
- Si,
lo so. Allora buonanotte, Gian. Domani abbiamo tante
cose di cui parlare.- lo salutai, dandogli un bacio sulla guancia.
- Buonanotte, piccola.-
Mi ritirai nella mia camera
e dopo essermi cambiata, mi infilai sotto le coperte.
Rimasi sveglia a lungo,
senza riuscire a prendere sonno: avevo tante cose per la testa, che non
riuscivo a calmare.
Era quasi mezzanotte,
quando uscii in punta di piedi dalla mia stanza e raggiunsi il salotto.
Mi avvicinai al
divano-letto e mi infilai sotto le lenzuola.
- Ehi, piccola, che c’è?-
mi chiese sottovoce Gian, voltandosi verso di me.
- Ti dispiace se resto qui
con te?- gli domandai, accostandomi al suo corpo.
- Certo che no.- mi rispose sorridendo.
Mi accoccolai tra le sue
braccia e cullata dal suo calore, mi abbandonai alle braccia di Morfeo.
Ieri sera sono andata a
vedere New Moon!!! S-P-E-T-T-A-C-O-L-A-R-E!!!!!!!!!
Lo adoro, cioè, non riesco
a descrivere le mie emozioni… *.*
Poi Chris è stato
fedelissimo al libro e questo mi è piaciuto tantissimo.
Robert… bè, è stato
spettacolare. Molto espressivo come sempre; e quando si è tolto
la camicia poi… mamma miaaaa!!!!! *.*
Bè, è la visione di Aro di Bella vampira?? Ma quanto era
bella??
Quando avevo visto la foto
della scena su internet, non l’avevo capito che lei era vampira!!! *.*
Anche Taylor però mica male, eh?? ;)
MA sempre e solo ROBERT
4EVER!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Okay, mi riprendo!!! V.V
Vi prego, ditemi che anche
voi avete reagito come me!!!
O sono io l’unica pirla?? O.o
Dai, dai, dai, sono curiosa
di sapere i vostri commenti sul film!!! (Senza
esagerare!!!! XD)
Lucy_Scamorosina: bè, Robert si è già fatto avanti un paio di volte, ma arrivava sempre
qualcuno a rompere le scatole! XD Ma tranquilla, prima o poi
ce la farà!! Mica posso sempre lasciare Elettra a bocca asciutta. XD Hai visto
il film??? Cioè, ma quanto è stato bello??? *.* un
bacione grandeeeee!!!!
Lisettola:
grazie milleeeeee!!! Bè, come vedi le cose tra Rob ed
Elettra non procedono in questo capitolo, ma tranquilla che prima o poi
accadrà. Promesso!! Il film è finalmente arrivato ed
io sono estasiata… bellissimo!!! *.* Bacione!!
Lyla_: ma
tesora mia, ma grazie!!!! ^^ Che carina, mi fai
arrossire!! ^////^ bè, se sei soddisfatta per la
gelosia di Rob, allora sarai al settimo cielo nei prossimi capitoli, perché la
gelosia sarà alle stelle… ok, ho già rivelato troppo! XD Spero che ti sia
piaciuto anche questo cap… e il film??Come è stato?? Bellissimo, vero???
*.* un bacione enormeee!!!
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Gelosia Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: Buongiorno a
tutti… rieccomi qui, come sempre!! ^^ Ecco tornare il
nostro Robert (lo so che state tutte tirando un
sospiro di sollievo! XD), in questo capitolo, e anche nei
seguenti, alle prese con un sentimento parecchio fastidioso. Ma tanto
caruccio!! Dico bene??;) Buona lettura a tutti quanti!
What do you live for? I live for you
…Gelosia…
Erano quasi le 9 di sera e non sapevo se era maggiore la voglia di vederla
o quella di salire in macchina e tornarmene a casa per non conoscere lui.
Al telefono Elettra era sembrata così eccitata all’idea di
presentarci il suo migliore amico che non ero riuscito a trovare una scusa
plausibile per evitare quell’incontro o almeno per rimandarlo.
Ma ormai era troppo
tardi per pensarci.
- Eccoli là.- ci avvisò Ashley,
appoggiata al petto di Jackson, vedendo la mercedes decappottabile arrivare.
Trattenni quasi il respiro quando li vidi scendere
dall’auto, senza sapere bene nemmeno io il motivo.
Elettra ci venne incontro, con un sorriso a trentadue denti,
mano nella mano con un ragazzo alto, dai capelli scuri
e gli occhi verdi: il suo migliore amico.
Non potei fare a meno di guardare le loro mani intrecciate
con sospetto: non sapevo perché mi desse tanto fastidio, molte volte avevo
visto due semplici amici mano nella mano, a volte
capitava anche a me con Kris.
Forse era il semplice fatto che fosse LEI in quella
situazione a darmi fastidio.
- Salve ragazzi.- ci salutò la
ragazza, esuberante, mentre il giovane rimaneva dietro di lei, aspettando che
l’amica ci salutasse.
- Ragazzi, lui è Gianluca.- lo presentò alla fine, afferrandogli
un braccio per farlo avanzare.
Ci presentammo uno per uno e notai che, anche se non
perfetto come quello di Elettra, anche lui aveva un buon inglese.
Quando arrivò il mio turno non
potei fare a meno di guardarlo con sguardo gelido, come se mi avesse fatto un
torto imperdonabile.
Non seppi se se ne fosse accorto,
ma ritirò la mano prima del previsto, senza tuttavia abbassare gli occhi.
- Finalmente ti conosciamo. Elettra ci ha parlato così tanto di te che potremmo quasi dire di conoscerti alla
perfezione.- si rivolse a lui Kris, mentre avanzavamo verso l’entrata del
locale alle nostre spalle.
- Davvero? Ma quante novità…- rispose Gianluca, guardando l’amica divertito.
- Non montarti la testa, Gian.
Volevo semplicemente prepararli ad ogni evenienza.-
rispose lei, spingendolo verso la porta.
- Chissà perché questa cosa non mi rassicura per niente.-
esclamò lui, mentre tutti scoppiavano a ridere.
Che cavolo mi stava succedendo? Perché dovevo
comportami così?
Sapevo che Elettra non ne sarebbe stata contenta, ma non
potevo farne a meno, era più forte di me.
- Geloso, Pattinson?- mi sussurrò Kellan all’orecchio.
- Fottiti, Lutz.- risposi
semplicemente: ultimamente quello sembrava essere diventato il mio ritornello
verso il biondo.
Quest’ultimo si allontanò da me ridendo, per avvicinarsi al
nuovo arrivato.
- Allora, la nostra bambolina mi ha detto che sei un buon
gustaio nei riguardi del gentil sesso. Vieni, io e te
dobbiamo andare in perlustrazione.- gli disse Kellan, mettendo un braccio
intorno alle spalle di Gianluca, come se fossero vecchi amici.
- Scimmione, stai a cuccia. Non
metterti in testa strane idee.- gli intimò Elettra
realmente preoccupata, afferrando un braccio dell’italiano per trattenerlo.
- Tranquilla, piccola, come dico sempre io “guardare ma non
toccare”.- le rispose l’amico, facendole l’occhiolino.
- Parole sante. Mi sa che io e te
andremo parecchio d’accordo.- e nel dire queste cose il biondo e il moro si
allontanarono, mentre Elettra sospirava impotente davanti a quella situazione.
La guardai per alcuni secondi mentre era di spalle:
indossava un paio di pantaloncini neri, coordinati con un paio di sandali dal
tacco alto e una canottiera bianca che le lasciava scoperta la schiena.
- Secondo te mi devo preoccupare?- mi chiese improvvisamente
lei, voltandosi verso di me.
- Bè, dipende da che tipo è il tuo amico.- le risposi io,
sorridendole.
- Oddio. Siamo fritti.- mi rispose lei, sospirando ancora
una volta.
Ci dirigemmo verso un tavolo, mentre approfittavo nei pochi
minuti in cui Gianluca non sarebbe stato con noi per passare un po’ di tempo
con Elettra: per la prima volta da quando lo conoscevo, mi ritrovai a
ringraziare mentalmente Kellan.
Che l’avesse fatto di proposito?
Purtroppo il tempo a mia disposizione finì troppo presto e
dopo circa 10 minuti dal nostro arrivo li vedemmo
tornare e sedersi al tavolo con noi.
Gianluca disse qualcosa ad Elettra
in italiano, così che nessuno di noi potè capire il contenuto della frase, ma
l’asclamazione di lei – Gian!!- ci fece capire che non doveva essere niente di
molto lusinghiero e che era meglio che non fosse tradotta.
Ordinammo tutti quanti da bere e quando notai che Gianluca
non aveva ordinato alcolici, non potei trattenermi dal chiedergli:- Non bevi?-
- A dire il vero non mi piace particolarmente. In Italia
solitamente sono quello che prende la macchina quando si esce alla sera, quindi
ormai sono talmente abituato alla sobrietà che non prendo mai alcolici nemmeno
quando non devo guidare.-
- Ma che bravo il mio tatino.- lo
canzonò Elettra, strizzandogli una guancia come si fa con i bambini.
Pure non bevitore: ma aveva un difetto sto tipo?
La serata passò tranquilla tra le chiacchiere, anche se dopo
quella domanda non avevo praticamente più rivolto la
parola al nuovo arrivato.
Ad un certo punto
Nikki propose di andare a ballare, così le ragazze si mossero in gruppo
ponendosi al centro della pista, lasciando noi maschietti soli al tavolo.
Osservai Elettra danzare per un po’, quando sentii la voce
di Kellan rivolgersi a Gianluca, così che non potei fare a meno di distogliere
lo sguardo da lei e posarlo interessato sui due interlocutori.
- Allora, tu ed Elettra vi conoscete da molto?- chiese il
biondo, sorseggiando la sua bevanda.
- A dire il vero non da molto. Circa 5
anni o giù di lì.-
- E siete amici da…?-
- Mmmh… quella che tiene il conto è lei, ma più o meno da 4 anni.-
- E davvero non c’è mai stato nient’altro più di amicizia
tra di voi? Lo chiedo a te perché se così fosse lei
non lo confesserebbe mai.- aggiunse Lutz, colpendo il ragazzo con il gomito e
facendolo ridere.
- No, niente di niente.-
- Dici sul serio? Guarda che a noi puoi dirlo. Saremo più muti dei muti.-
Guardai Kellan con un sopracciglio alzato, non essendo
sicuro di voler sapere la verità
- Ve lo giuro. Mai neanche un bacio.- rispose Gianluca,
sorridendo.
Lo guardai negli occhi per cercare di capire se diceva la verità o se semplicemente non voleva tradire la
fiducia della sua migliore amica, ma non notai esitazione nel suo sguardo.
- Wow! Ti ammiro, amico. Non so se
al tuo posto sarei stato altrettanto bravo.- gli rispose il biondo.
- Kellan!- replicai rabbioso, per quel suo commento.
- Che c’è? Bisogna ammettere che è un bel bocconcino.-
Ebbi come la sensazione che i miei occhi lanciassero saette
incandescenti, ma capii che fu una semplice sensazione, quando vidi il ghigno
divertito di Kellan ancora integro davanti a me.
- Mai detto il contrario. Ma è la
mia migliore amica, è come una sorella. Non la sfiorerei nemmeno con un dito.-
Riportai il mio sguardo su di lui, osservandolo ancora una
volta attentamente.
- Uff! Erano secoli che non mi scatenavo
così.- disse Elettra tornando da noi insieme alle altre.
Si sedette accanto a me e parlammo un po’, mentre Gianluca
chiacchierava con Kellan e Jackson, felice che per un po’ lei mi rivolgesse le
sue attenzioni.
- Uh, adoro questa canzone.- disse improvvisamente la
giovane, ascoltando la dolce melodia che si diffondeva per il locale.
- Gian, balli?- gli chiese in inglese: a parte quel piccolo
commento iniziale, non avevano mai parlato in italiano,
forse per non sembrare irrispettosi nei nostri confronti.
- Che cosa? Neanche per scherzo. Quando mai mi hai visto
ballare tu?-
Ah, ah, piccolo difetto!
- Eddai, non dobbiamo mica fare molto. Solo ondeggiare
seguendo la musica. Non è difficile, ti faccio vedere.- e lo prese
per un braccio, cercando di farlo alzare.
Lui riuscì a resistere per un po’, poi si lasciò andare
sospirando, seguendo la ragazza in pista.
Come biasimarlo? Come si poteva resistere a tanta insistenza
da parte di lei?
Li guardai danzare per un po’, poi distolsi lo sguardo: non
mi andava di continuare a pensare che avrei voluto esserci io al posto del
ragazzo.
*
* *
- Dio, è così strano averti
qui.- dissi sorridendo a Gianluca, mentre ci muovevamo sulla pista, seguendo la
dolce melodia della musica.
- E
io devo ammettere che è strano vederti così.- mi rispose lui, rispondendo però
al sorriso.
- In che senso?-
- Bè, esci con i VIP, passi
le serate in locali In come questo, viaggi su una mercedes super lussuosa. Devo
ammettere che nonostante tu sia la solita Elettra che conosco così bene, da un
lato sei cambiata.-
Lo guardai stupita da quel
suo commento. Davvero ero cambiata?
Se lo diceva lui che mi
conosceva così bene, voleva dire che era vero, e la cosa un
po’ mi preoccupava.
Posai il mento sulla sua
spalla senza rispondere, anche perché non avevo la più pallida idea di come
ribattere.
Il mio sguardo si posò su
Robert, seduto al tavolo a chiacchierare con gli altri.
Era stato
strano tutta la sera; anche se non mai gelido e distaccato, non era solare e
allegro come sempre.
Ma era comunque
meraviglioso, nei suoi jeans neri e camicia bianca, che metteva in risalto i
suoi muscoli dovuti agli estenuanti allenamenti a cui
si era sottoposto per interpretare al meglio il suo personaggio, e niente aveva
impedito al mio cuore di battere all’impazzata appena lo avevo visto, arrivando
con il mio migliore amico.
- Sei
innamorata di lui?- chiese improvvisamente Gian, rischiando di farmi
strozzare con la mia stessa saliva.
- Come scusa?- gli chiesi
con gli occhi spalancati, scostandomi da lui per guardarlo in faccia.
Ora si metteva anche a
leggere nel pensiero?
- Ti ho chiesto se sei
innamorata di lui.- mi ripetè lui, sorridendo furbo e divertito, per avermi preso alla sprovvista.
- Ma
che cavolo di domande mi fai? No!- risposi troppo in fretta.
- Ele, lo sai che certe
cose non puoi nascondermele. E diciamo che questa non è che
la nascondi molto.-
- Che cosa?-
Non potei
fare a meno di strabuzzare gli occhi a quella sua rivelazione.
Se si notava così tanto, significava forse che se n’era accorto anche
Robert?
Arrossii al solo pensiero.
- Tranquilla, non penso che
lui se ne sia reso conto.-
- Devi smetterla di
leggermi nel pensiero. Non è per niente carino.- lo rimproverai, mettendo il
broncio e facendolo ridere.
- Da cosa l’hai capito?-
chiesi poi, sbuffando.
- Da come lo guardi.-
- E come lo guardo?-
- Come se fosse la cosa più
bella di questo mondo. E non è lo stesso sguardo con
cui lo guadavi in TV l’anno scorso. Ora lo conosci, e anche il tuo sguardo lo
rivela. Tu sei innamorata di lui come ragazzo, non dell’attore o del
personaggio che interpreta.-
Arrossii ancora di più, nel
constatare quanto nel profondo mi conoscesse Gianluca.
- E penso che nemmeno tu gli sia del tutto indifferente.- aggiunse il ragazzo,
riportandomi con i piedi per terra.
- Ma
non dire cavolate. Robert non potrebbe mai ricambiare i miei sentimenti.-
- E perché no?-
- Ma
perché… perché no!-
- Questa non è una
risposta.- mi fece notare Gian, sollevando un sopracciglio.
- Apparteniamo a due mondi
troppo diversi. Possiamo essere amici, ma niente di
più. E questo lo so bene, l’ho accettato.-
- Finirai col farti del
male.-
Non riuscii a ribattere a
questo suo ultimo commento, soprattutto perché temevo che avesse pienamente
ragione.
Un sacco di volte mi ero ripromessa di tagliare i ponti con Robert, o almeno di
cercare di distaccarmi da lui, di allentare il nostro rapporto.
Ma non ci ero mai riuscita: l’attrazione che avevo per
lui era troppo forse e il sentimento troppo potente per essere affievolito.
- Cosa ti ha fatto pensare
che lui mi ricambiasse?- chiesi poi, tuttavia curiosa.
- Ad esempio il fatto che
mi abbia incenerito con lo sguardo appena ci siamo
presentati. Non so se te ne sei accorta, ma è tutta sera che mi guarda come se
volesse uccidermi.-
- Stai scherzando?-
Non potevo crederci che
Gian avesse notato certi comportamenti in Rob.
Era vero, avevo notato un
comportamento strano in lui per tutta la sera, ma di certo non avevo pensato
che il motivo fosse la presenza del mio migliore amico.
- Davvero non ti accorgi di
come ti guarda? Apri gli occhi, ragazza mia.-
Proprio in quel momento la
canzone finì e ne approfittai per interrompere la conversazione.
- Uh, è finita. Vieni,
torniamo dagli altri.-
E dopo avergli preso la
mano, lo trascinai con me verso Robert e gli altri, lasciando così cadere il
soggetto del nostro discorso.
Ma conoscevo troppo bene Gianluca: sapevo che non si
sarebbe arreso così facilmente.
Da quando ho cominciato
l’università, lo aspetto sempre con trepidazione. XDXD
Allora, che ne pensate del
nuovo capitolo??
Sono stata convincente con
la gelosia??
Proprio caruccio il nostro
Rob, vero?
Mmmmh… lo sarà meno nel
prossimo capitolo.
Vi ho messo la pulce
nell’orecchio vero?? Muahahahahahahah!!! XDXD
Ok, basta, sto impazzendo.
Saranno le conseguenze di
New Moon??O.o
Può essere, non lo
escluderei. V.V
Da quando ho visto il film sono diventata ancora più maniaca.
Mi sono guardata e
riguardata tutte le conferenze che hanno fatto per la promozione
di New Moon, ormai le ho imparate a memoria. XD
Ma chissà perché non riesco mai a capire cosa dice
Robert! XDXD
No, a parte gli scherzi… un
po’ mi imbambolo a guardarlo, e ci sta, però non si
capisce davvero niente di quello che dice! O.o
S’impappina sempre e parla
velocissimo… e che cavolo!!!!
Ma è bellissimo comunque!!! *.*
Però nella conferenza di
Monaco, con la barba tagliata così sembra Wolverine, X-Man!!!
XDXD
Lyla_: meno
male, un’altra compare, pazza come me! XD tesora mia, che bello essere capite!! *.* mamma mia, il pezzo di Romeo… spettacoloooooooo!!!! Se mi recitasse una cosa del genere, ci rimarrei secca!!! Ma poi non saprei dire quale scena mi è piaciuta di più.
Ma quando spacca il telefonino, dopo la notizia del funerale??
Quanto è bello??? Io per fortuna sono stata fortunata,
niente ragazzine urlanti, anche xkè era lo spettacolo delle 10.30 del venerdì,
quindi… solo molti sospiri e un “oooh” generale quando Taylor si è tolto la
maglietta o quando Rob si è tolto la camicia! XD allora, che ne dici della
gelosia di Rob??? ^^ Ti avviso che nel prox cap sortirà
conseguenze brutte, ma meglio non pensarci adesso. :P un bacioneeeeeeeeeeee
Capitolo 18 *** Cap. 18 La nemica numero uno dell'uomo ***
Cap. 18 La nemica numero uno dell'uomo
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: La nemica numero uno dell’uomo Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: eccomi
tornata a voi! In questo capitolo la gelosia sarà ancora protagonista (il titolo si riferisce proprio a lei! ^^)
e porterà brutte conseguenze. Spero che vi piaccia… buona lettura! Baci
What do you live for? I live for you
…La nemica numero uno dell’uomo…
Elettra e Gianluca tornarono al tavolo appena la canzone fu
finita.
Non potei fare a meno di notare che tra di loro vi era un
po’ di tensione: cos’era successo in pista?
Per un lunghissimo e interminabile momento temetti che si
fossero baciati, cadendo in quella ragnatela di equivoci di cui aveva parlato
Kellan poco prima.
Poi pensai che non avevo tolto gli
occhi dai due per tutto il tempo, quindi un’eventualità del genere non era
possibile: tirai un sospiro di sollievo.
Allora cos’era stato? Forse
qualcosa di cui avevano parlato?
Avrei dato qualsiasi cosa per sapere di cosa si trattava.
- Ehi, piccioncini. Tutto ok?- chiese il biondo, forse
notando a sua volta la tensione.
Non potei fare a meno di incenerirlo ancora una volta con lo
sguardo per il nomignolo che aveva dato loro: ma lo sapevo che lo faceva
apposta per farmi infuriare, quindi decisi di non
dargli corda.
Tuttavia nemmeno Elettra e il suo migliore amico si
lamentarono.
- Certo, perché?- chiese lei, sedendosi accanto al moro.
- Mah, non so. Siete tesi come corde di violino.-
Come si dice: non avere peli sulla lingua.
Ho sempre pensato che Kellan non sapesse nemmeno
lontanamente dell’esistenza della parola “tatto” e in quel momento ne fui
ancora più convinto.
I due amici si guardarono per alcuni secondi, complici di un
fatto di cui noi non eravamo a conoscenza e non potei
fare a meno di gongolare un po’.
Passarono alcuni minuti in cui non si rivolsero
la parola, mentre il chiacchiericcio tra i miei colleghi riprendeva.
Poi vidi Gianluca abbassarsi verso di lei e sussurrarle
qualcosa, capendo che stava parlando in italiano quando cercai di leggere il
labiale.
Non seppi mai cosa le stava dicendo, ma alla fine del suo
discorsino Elettra sorrise e ricominciarono a parlare come due vecchi amici: il
mio momento di gloria era già finito.
Lei e Kris tornarono a ballare, mentre io mi estraniavo
dalla conversazione; quando le due ragazze tornarono al tavolo Elettra si sedette sulle gambe di Gianluca, che l’accolse
senza battere ciglio.
Cominciavo a dubitare del fatto che tra loro non ci fosse
mai stato niente, il loro era un rapporto troppo
intimo.
Trasalii quasi senza accorgermene quando la ragazza posò un
bacio sulla guancia dell’amico, guadagnandomi un’occhiata da parte di Taylor,
che sedeva al mio fianco.
Che diavolo mi stava succedendo? Non era da me comportarmi
in quella maniera, ma vedere i due atteggiati in quel modo mi mandava in bestia.
Distolsi lo sguardo, guardando un gruppo di ragazze ballare
al centro della pista.
Vidi subito che una di loro mi guardava sorridendo, mentre
continuava imperterrita nella sua danza.
Risposi al sorriso, chiedendomi se mi avesse riconosciuto o
se semplicemente stesse flirtando con un ragazzo che
la osservava.
- Niente male, Pattinson. Devo dire che il tuo buon gusto
migliora ogni giorno di più. Che ne dici, Gian?- disse
Kellan, rivolgendosi all’italiano.
- Quale?- chiese lui a sua volta, facendo vagare lo sguardo
tra la gente.
Ma perché Lutz non
doveva mai farsi gli affari suoi?
- Quella con il vestito rosso, molto attillato e parecchio
sexy.- gliela indicò il mio collega.
- Mmmh… niente male davvero.- commentò Gianluca, guardando
la ragazza da capo a piedi.
- Gian, ti tengo d’occhio.- lo avvisò Elettra, guardandolo
con un sopracciglio alzato, sempre seduta sulle sue gambe.
Molto bene, di male in peggio: ora
si preoccupava delle ragazze che potevano attirare l’attenzione del suo
migliore amico, mentre sembrava proprio che non le interessasse con chi potessi
passare io la mia serata.
- Tranquilla, piccola. Lo sai che sono un angioletto. Guardare
non ha mai fatto male a nessuno.- la tranquillizzò il ragazzo, sorridendole.
Poi aggiunse qualcosa nella loro lingua madre che ovviamente
io non capii, ma vidi Elettra arrossire e improvvisamente mi resi conto di non
voler sapere cosa le avesse detto.
Mi alzai in piedi di scatto, deciso a non sopportare più
quella situazione.
- Ehi, Rob, che hai?- mi chiese Kris, sfiorandomi un
braccio.
- Vado a fare un giro.- e senza
aggiungere altro mi allontanai, sentendo gli sguardi di tutti addosso.
*
* *
Lo guardai allontanarsi e sparire in mezzo
alla folla.
- Ma che gli è preso?- chiese
Jackson, esprimendo l’interrogativo di tutti noi.
- Non lo so, è tutta sera che è strano. Vado a cercarlo.-
disse Kristen, alzandosi.
Mi scambiai uno sguardo con Gian, che bastò a farmi capire.
- No, lascia, vado io.- la fermai,
alzandomi a mia volta e inoltrandomi tra la gente alla ricerca di Robert.
Non fu facile, ma lo trovai vicino al bar, in compagnia di
una ragazza con un vestito rosso e… un po’ troppo succinto, per i miei gusti.
Non resistetti all’impulso, così mi avvicinai interrompendo
quella che sembrava un’interessante conversazione.
- Rob, posso parlarti?- gli chiesi, senza degnare la giovane
di uno sguardo.
Si voltò verso di me, cancellando quel sorriso che gli avevo
visto poco prima, mentre chiacchierava con IoSonoBellaIoSonoSexy.
- Scusami un secondo.- le disse il ragazzo.
Ci allontanammo di qualche passo, mentre lei non ci toglieva
gli occhi di dosso: ma che voleva quella?
- Che c’è?- mi chiese poi Rob, senza guardarmi negli occhi e
facendo vagare lo sguardo per la sala.
- Come che c’è? È tutta sera che sembri avercela con il
mondo, non mi rivolgi la parola e ora te ne sei andato, lasciando i tuoi amici
inebetiti e immobili come degli stoccafissi. Dovrei essere io a chiederti “che
c’è?”. Si può sapere che ti prende?-
Finalmente riportò i suoi occhi color dell’oceano su di me,
facendo partire il mio cuore a raffica.
Ma quello che vidi mi spaventò: vi era solo
tempesta nelle sue iridi, nulla a che fare con la pace che riusciva a
mettermi sicurezza ogni volta che lo guardavo.
- Forse dovresti farla a te stessa questa domanda.-
- Come scusa?-
Non capivo. A cosa si riferiva?
- Oh, avanti, non fare la finta tonta. Da quando è arrivato Gianluca non ci hai più degnato delle tue attenzioni.-
Era mai possibile che Gian avesse ragione? Robert era geloso
di lui?
No, non era assolutamente possibile, doveva esserci un’altra
spiegazione.
- Stai scherzando spero? Robert, è
il mio migliore amico e non lo vedo da sei mesi. È ovvio che cerchi di passare
un po’ di tempo con lui. E poi non mi sembra proprio di avervi ignorati per tutta la sera. Anzi, quello ad avermi ignorata sei proprio tu.-
- Non dire stupidaggini. Io ci ho provato a parlarti, ma tu
eri troppo impegnata con il tuo amico. Pff, amico poi… a me non sembra
proprio.-
- Cosa vorresti insinuare?-
La rabbia cominciava a montare dentro di me, mentre gli
sentivo pronunciare quelle parole, e una furia accecante cominciava ad offuscarmi la vista.
- Avanti, si vede lontano un miglio che dev’esserci qualcosa
di più. I balli, i baci, gli abbracci. Non sono comportamenti da semplici
amici.-
Non mi guardava più in faccia e forse era meglio così,
perché avrebbe letto solo rabbia nei miei occhi.
- Stammi bene a sentire, Robert.- Finalmente riportò il suo
sguardo su di me e vidi che si era accorto del mio stato dall’espressione che
era comparsa sul suo volto. – Il rapporto che io ho
con il mio migliore amico non deve essere affar tuo. Non devo rendere conto a
te di come mi comporto con lui.-
- Allora almeno cerca di essere sincera con noi e di dire le
cose come stanno. Te lo sei scopata? Guarda che nessuno si scandalizza.-
Non ce la feci più e ringraziai la musica alta che attutiva
il tono della mia voce, che era invece cresciuta di parecchi decibel.
- Ma chi ti credi di essere per
dirmi quello che devo o non devo dire? E anche se me lo fossi scopato a te che
importa? Non sei il mio ragazzo, e questo è un argomento che a te non deve
interessare.-
Glielo urlai in faccia, buttando fuori tutta la furia che mi
scorreva in corpo, mentre i suoi occhi si spalancavano, stupiti per la mia
reazione.
Girai sui tacchi e feci per allontanarmi, quando sentii la
mano di Robert fermarmi.
- Elettra, aspetta…-
- Non mi toccare.-
Mi voltai, incenerendolo con lo sguardo, e lui mollò la
presa.
Gli rivolsi uno sguardo di fuoco, poi mi allontanai da lui
il più possibile, confondendomi tra la folla.
Dovremo aspettare fino a Settembre x vedere “Remember me” in
Italia????
Ma io dico… STIAMO SCHERZANDOOOOOOOOOO?????????????
Così tanto?????
O.O
E io che speravo che
uscisse prima, così da alleviare l’attesa di “Eclipse”! ç_ç
Che stress…. V.V
Vorrà dire che mi toccherà aspettare fino a Giugno x vedere
il mio amore!!!! ç_ç
Diciamo che ora che ho finalmente scaricato “New Moon”, mi
faccio una scorpacciata di Robert tutte le volte che voglio!!
^^
Ieri me lo sono guardata tutto!!
Quanto era bello Rob????? *.*
Ok, le mie digressioni cominciano ad
essere una rottura, vero??? ^///^
Bè, allora ditemi un po’… che ne pensate del mio cap??? ^^ romina75:
ma ciao cara!! Sì, in effetti avevi già commentato, ma
mi fa piacere che tu lo faccia ancora! Anche io a
volte ho perdite di memoria!! XDXD E sono contentissima che ti piaccia Gian
come personaggio… ammetto che è un personaggio che si ispira
ad una persona reale, quindi è venuto bene. ^^ già, due testoni… ma in fondo
Elettra è ariete (testona x natura) e Rob toro (anche i tori non scherzano come
testardaggine) quindi fai un po’ i tuoi conti!!! XDXD
Un bacione
Lucy_Scamorosina:
mmmh… x stavolta ti perdono, ma non farlo mai più!!
XDXD No, skeeeee… l’importante è ke tu recensisca!!!
;) Comunque sono contenta che il personaggio di Gian piaccia anche a te…. Sono
troppo commossa!!! ç_ç Bè, qua Rob come ti sembra??
Troppo esagerato??O.o a
presto…. Baciiiiii!!!!!
Lyla_:
tesoraaaaaaaaaaaaaaaa!!! Che bello, tu non manchi
maiiii!!! *.* ops, ora mi ti ritrovo sotto casa con la
pala in mano??? Aiutooooooooo!!!! O.O spero di no… x
evitare tale eventualità, ti assicuro che le cose si risolveranno!!! ^^
(piccolo spoiler). Mi sono scaricata il fiiiiiiilm!!!
Ieri me lo sono guardata… e la scena del cellulare…. Oddiooooooo!!!! *.* vabbè, cerco di trattenermi un po’… V.V A presto… bacioniiiiiiiiiiii grandissimiiiii!!!!
Capitolo 19 *** Cap. 19 Una situazione insostenibile ***
Cap. 19 Una situazione insostenibile
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Una situazione insostenibile Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: Salve a tutti!!! Come vi sentite con questo clima natalizio?? ^^ In
questo capitolo vedremo un Kellan consigliere, il che è molto strano, quindi
non fateci l’abitudine! XD Buona lettura!!! Baci
What do you live for? I live for you
…Una situazione insostenibile…
- Forse dovresti chiamarlo.-
Voltai lo sguardo verso il mio migliore amico, che si era
appena seduto accanto a me sul divano del mio appartamento.
- Stai scherzando, vero? Non sono io quella che ha
sbagliato.-
- Lui si è comportato male, ma anche il modo in cui gli hai
risposto non è stato molto carino.- mi rispose Gian, mettendomi una ciocca di
capelli dietro l’orecchio.
- Sei il mio migliore amico, Gian, non dovresti stare dalla
sua parte.-
- Non sto dalla sua parte, infatti.
Ti ho sempre sostenuta, Elettra, e lo sto facendo
anche adesso. Semplicemente sto cercando di farti ragionare. Vedo quanto ci
stai male.-
Ci guardammo negli occhi per un po’, consapevole del fatto
che mi stesse leggendo dentro.
Era vero, ci stavo male, ma quello che mi faceva più male
era ricordare le parole che Robert mi aveva rivolto.
Erano ormai passati 3 giorni da
quella sera e non avevo più rivisto nessuno.
La mattina dopo l’accaduto, Kris mi aveva telefonato
preoccupata, così come lo erano tutti gli altri.
Avevo cercato di rassicurarla, raccontandole a grandi linee
cos’era successo.
Differentemente da quello che avevo fatto con lei, raccontai
tutto a Gianluca, per filo e per segno quello che era stato soggetto della
nostra conversazione, mente le lacrime scendevano senza sosta dai miei occhi e
il mio migliore amico mi cullava nel calore del suo abbraccio, cercando di
consolarmi.
Dopo essere scappata da Robert, ero tornata dagli altri,
mentre le lacrime spingevano già per scendere, ma che avevo cercato di
trattenere fino a quando non ero uscita all’aria aperta in compagnia di Gian.
Mentre raccoglievo le mie cose senza rispondere agli
interrogativi dei miei amici, avevo visto Rob arrivare e avevo letto dispiacere
nei suoi occhi, ma l’avevo ignorato e me n’ero andata.
Al ritorno Gianluca si era offerto di guidare al mio posto,
vedendomi sconvolta.
Così, dopo avergli dato le chiavi, mi ero seduta sul sedile
del passeggero, senza proferire parola e il mio migliore amico, dal canto suo,
mi aveva lasciato in pace.
Ma una volta
sfogatami con lui ed essermi resa conto di cos’era successo, la tristezza si
era impadronita di me.
- Non sarò io a chiedergli scusa.- gli risposi, dopo una
breve pausa.
- Non è questo quello che ti sto
chiedendo. Ascolta. Robert non conosce il nostro rapporto, non sa che questo
nostro modo di comportarci è la più semplice normalità per noi.-
Lo guardai per un po’, riflettendo: in fondo non aveva tutti
i torti.
- Questo non giustifica comunque il suo comportamento. Non
doveva rivolgersi a me in quel modo.- risposi,
fissando un punto indistinto davanti a me.
Gianluca sospirò al mio fianco, rendendosi conto di quanto
sarebbe stata dura farmi ragionare; sapeva quanto fossi testarda.
- Gian, ascolta: io so quanto il nostro comportamento possa
sembrare ambiguo ad occhi estranei. Quante volte questo
è stato oggetto di litigio con i nostri amici? Nessuno di loro ci ha mai
sostenuto o ha cercato di capire come stessero realmente le cose. Ci hanno
sempre dato addosso e basta. Ma io pensavo che Robert
fosse diverso. Non mi interessa sapere cos’abbiano
pensato Kellan o Ashley, a me importava di Rob. E invece ho scoperto che è come tutti gli altri: superficiale. Lo credevo diverso.-
Sentii le lacrime che ancora una volta cercavano di uscire,
ma tentai di mandarle indietro, prendendo un sorso della bibita che era posata sul tavolino davanti a me.
- Ho capito come ti senti. E hai ragione.-
- Grazie.- gli sorrisi, mentre lui mi posava un bacio sulla
fronte.
- È il mio dovere. Ma riflettici,
ok? Ti sei ridotta ad uno straccio per questa storia e
sono sicuro che anche lui non ci sta bene.-
Mi fece una carezza, poi si alzò e si allontanò, lasciandomi
con i miei pensieri.
Riflettei sulle sue parole.
In una cosa aveva ragione: mi sentivo uno straccio.
*
* *
Fissavo il bicchiere di caffè vuoto che tenevo in mano,
rigirandomelo tra le dita: il pensiero era fisso su di lei, senza riuscire a
togliermelo dalla testa.
- Pensi che se continui a guardarlo, quel bicchiere
s’incenerirà sotto il tuo sguardo?-
Alzai gli occhi e vidi Kellan accanto a me.
- Lasciami in pace, Kell.-
Non avevo voglia di parlare con nessuno, men che meno con
lui.
- No che non ti lascio in pace. Ma
guardati, sei distrutto. E anche nel lavoro non stai di certo dando il meglio
di te.-
Guardai il set allestito intorno a me: mancavano
pochi giorni alla fine delle riprese, poi il nostro lavoro sarebbe finito,
almeno per un po’.
Ma quello che era
successo con Elettra mi perseguitava, non riuscivo a togliermelo dalla testa, e
di conseguenza anche il lavoro ne risentiva.
- Sei distratto, dimentichi le battute,
sei scontroso. E con questo tuo comportamento stai influenzando tutti. Kris non
riesce a recitare con uno che non fa altro che tenere il muso e anche tutti noi
ne risentiamo. Chris sta diventando pazzo.-
Distolsi gli occhi dal suo viso, incapace di sostenere il
suo sguardo accusatore, e li riportai sul bicchiere.
- Hai ragione. Mi sto comportando malissimo. Vi chiedo
scusa.-
Sentii il mio collega sospirare, mentre cercava di dare un
tono meno accusatore alla sua voce.
- Io capisco come ti senti, ma non devi permettere che
questo influisca su quello che fai.-
Silenzio.
- Perché non la chiami?-
Guardai Kellan come se provenisse da un altro pianeta.
- Non mi guardare così, Robert, sei tu ad avere sbagliato,
non puoi negarlo.-
Avevo raccontato tutto a lui e a Taylor, stufo delle
continue domande che mi porgevano sull’accaduto.
- Forse la sua reazione è stata un po’ dura, ma è stata
causata dalle tue accuse e devi prenderti le tue
responsabilità.-
- Non saprei nemmeno da che parte cominciare.-
- Che ne dici di un “scusami”?-
Lo guardai per un secondo poi sorrisi: la faceva sempre così
facile lui.
- Ragazzi, si torna al lavoro.- ci avvisò uno degli
assistenti.
- Pensaci un po’ su, però ora cerca di concentrarti, o Kris
avrà un attacco isterico.- mi disse il mio collega facendomi ridere.
- Ci proverò.-
Ci avviammo verso la scena che dovevamo girare, quando mi
fermai.
- Kellan.-
- Si?- disse lui, voltandosi e guardandomi incuriosito.
- Grazie.- gli dissi sorridendo.
Mi sorrise a sua volta, poi si voltò raggiungendo Nikki,
mentre io lo seguivo.
Il natale si
avvicinaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!! 14 giorni miei cari!!!
;)
Che meraviglia il Natale.
E non so perché, ma quest’anno la voglia di questa festa è
iniziata con un sacco di anticipo…
Io il clima natalizio lo sento tipo da Agosto! XDXD
E manca poco anche a capodanno… ok, mi dovrei calmare, xkè
non è nemmeno arrivato il Natale e già parlo di capodanno, xò dobbiamo tenere conto che sta per finire un anno.
E ricordiamoci che con il nuovo anno, si avvicina “Eclipse”.
*.*
Sì, lo so, vi starete dicendo “oh, ma quella punta sempre
lì”.
Eh, che ci volete fare. Sono completamente persa per quella
serie. V.V
Poi credo che il clima natalizio stia influenzando la mia
salute mentale…
Oddio, comincio a preoccuparmi anche io!
O.o
E vogliamo aggiungere lo studio????
Si avvicinano gli esami, e lo studio di certo non aiuta.
Mamma mia, mi sa che finirò con
l’impazzire! O.o
Per fortuna c’è il mio Rob che mi tiene compagnia! *.*
E voi con le vostre recensioni ovviamente. ^^
Skitty:
Wow, una nuova lettriceeeee!!! Che bello!!! ^^ Sono
contenta che la mia ff ti piaccia e spero tanto che continuerai a seguirmi. Un
bacione!!J
Lucy_Scamorosina:
Mia cara, siamo in 2. Contando che mi piacciono i
ragazzi gelosi (anche se non troppo) se Rob fosse geloso di me, potrei morire.
*.* Eggià, “Remember me” a Settembre. Ti rendi conto??Così tanto??? Ci conviene fare una comitiva e andare tt a Los Angeles. Ehi, potrebbe essere un’idea!!O.O Cmq anche io mi riguardo
sempre i film 20 volte. Proprio l’altro giorno ho guardato New Moon. Ormai ho imparato a memoria anche quello. ^^ Un
bacione grande.
Lyla_:
Terosa miaaaaaaaa!!! Che piacere ritrovarti qui!!!
Fiu, mi sono salvata allora. Per questa volta almeno… non è che ora mi vieni a
cercare per questo cap??? O.o ho fatto un piccolo
errore di calcolo. Questo cap è più di… transito!! Ma
il prox è quello giusto, promesso!! ^^’ Vero, fare
pace è bello… ma il bollino rosso ancora non ci sarà ancora, mi
disp. Oddio, mi sa che sto rischiando davvero la vita. O.O
Devo stare attenta… *me gira che un’armatura e lo scudo*. Continua a seguirmi,
non mi abbandonare, mi raccomando!!;)
Un bacioneeeeeeeeeeeeeeeee enormeeeeeeeeeeeee!!!!
PS: penso proprio di postare ancora
prima di natale, quindi risparmi gli auguri per
allora. Però auguro un buon natale per chi magari
parte per una vacanzina (beati loro! -.-‘’). Bacione =)
Titolo: What do you live
for? I live for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Riconciliazioni Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Riconciliazioni…
- Robert, sei ancora tra noi?-
La “soave” voce di Kellan mi riportò alla realtà, mentre gli
altri stavano già scaricando le macchine.
Non ero del tutto sicuro di aver capito di
chi fosse stata l’idea, ma ero certo del fatto che in quel preciso istante mi
trovavo sulla calda spiaggia californiana.
Quella mattina, Kellan e Jackson mi avevano letteralmente
trascinato fuori di casa, “obbligandomi” a trascorrere una giornata in
compagnia dei miei colleghi ed amici, lontani dal set,
dal lavoro e dalle preoccupazioni.
Sapevo perfettamente che l’avevano fatto per me, per cercare
di distrarmi un po’ dagli avvenimenti degli ultimi giorni, ma non ero sicuro di
volere tutto quello.
Avrei preferito restarmene chiuso nel mio appartamento a
strimpellare con la chitarra, pensando a lei.
Ma ormai ero lì e non
mi avrebbero certo riportato indietro.
- Non vorrei disturbare i tuoi pensieri, Mr
TengoIlMusoLungo, ma se ci dessi una mano ci farebbe
molto piacere.- mi rimproverò Kris, mentre aiutava Ashley a scaricare il
pic-nic che avevano preparato insieme a Nikki.
Feci come mi aveva chiesto, ma il pensiero mi tornò ancora
una volta inevitabilmente a lei.
Non la vedevo e non la sentivo da quando avevamo litigato in
quel locale.
Non avevo seguito il consiglio di Kellan e non l’avevo chiamata:
non avrei saputo da che parte cominciare e anche se mi rendevo conto di aver
sbagliato, almeno in parte, non riuscivo ad alzare quella maledetta cornetta e
comporre quel dannato numero.
D’altro canto nemmeno Elettra mi aveva chiamato.
Sapevo che si sentiva quasi tutti i
giorni con Kris, ma non le avevo mai chiesto come stava, cosa faceva, se
l’avrei più rivista…
Ma nemmeno io sapevo
il perché.
Mi importava
di lei, forse più di quello che avrebbe dovuto.
E quella situazione che si era creata tra di noi era
insopportabile.
- Patti chiari e amicizia lunga, Pattinson. Non ti abbiamo
portato qui per piangerti addosso e rimuginare per conto tuo tutto il giorno.-
mi rimproverò Nikki, piantandosi davanti a me con i pugni ai fianchi.
- Hai ragione.- le dissi sorridendo. – Chiedo umilmente
scusa.-
- Gian, so camminare da sola, non mi devi spingere.-
Quando sentii la sua voce un gelo
improvviso mi percorse ogni più piccolo capillare presente nel mio corpo.
Mi voltai piano, come un film a rallentatore, e quando la vidi non potei fare a meno di pensare a quanto fosse carina.
Indossava un paio di pantaloncini corti in jeans,
accompagnati da una canotta azzurra, del medesimo colore dei suoi occhi.
Il costume che s’intravedeva sotto gli abiti era di un bel
colore cremisi, coordinato alla bandana rosso fuoco che aveva tra i capelli
scuri.
Quando le sue iridi chiare incrociarono le mie, vidi che la
sua reazione alla mia vista era identica a quella del sottoscritto: a quanto
pareva entrambi non sapevamo della presenza dell’altro.
Lasciò andare la mano di Gianluca che teneva stretta nella
sua, cercando di farlo passare come un gesto incondizionato.
- Ehi, bambolina, eccovi qua.- disse Kellan, al mio fianco.
- È stata una tua idea, vero?- gli sussurrai a denti
stretti, cercando di non farmi sentire da Elettra.
- Mi sono rotto di vederti con quel muso giorno e notte. E
come me anche gli altri. Quindi cerca di divertirti e
di risolvere le cose con lei.- mi rispose il mio collega, quasi minaccioso, per
poi superarmi e raggiungere i nuovi arrivati.
Li guardai salutare uno per uno i
due ragazzi, senza avere la forza di muovere un muscolo.
Cosa dovevo
fare? Avvicinarmi e salutarla o fare finta di niente? Dovevo farlo io il primo
passo oppure lei?
Non dovetti attendere molto prima di conoscere la risposta,
anche se non ero ben sicuro di sapere chi si era avvicinato a chi.
Seppi solo che me la trovai davanti, a nemmeno mezzo metro
di distanza, un sorriso debole e timido che le incurvava le labbra.
Ci fissammo per un po’, forse attendendo che l’altro facesse
la prima mossa.
Mi bastò guadarla negli occhi per capire che dovevo essere
io a farlo.
- Ciao.- sussurrai piano, temendo
quasi che non mi avesse sentito.
Ma non era così: mi aveva sentito, forse lo avrebbe fatto anche se l’avessi solo pensato.
- Ciao.- mi rispose lei.
E i suoi occhi m’incatenarono come sempre, anche se in fondo
non mi avevano mai lasciato andare.
*
* *
Il mio cuore aveva cominciato a battere all’impazzata appena
lo avevo visto, per poi fermarsi di colpo non appena avevo incrociato il suo
sguardo.
Mi guardava come se fosse la prima volta, come se non si
aspettasse di trovarmi lì.
E probabilmente le cose stavano proprio così; in fondo,
nemmeno io sapevo della sua presenza.
Ci guardammo negli occhi per un po’, imbarazzati e timidi,
senza avere la più pallida idea di cosa fare.
Poi un debole “Ciao” uscì dalle sue labbra, quasi inudibile,
come se l’avesse semplicemente mimato con le labbra.
Ma io l’avevo
sentito, eccome se l’avevo sentito: avrei percepito quel sussurro anche in
mezzo ad altri miliardi di voci, soltanto perché proveniva da lui.
- Ciao.- sussurrai a mia volta,
cercando di sorridere.
Ci guardammo negli occhi ancora per alcuni secondi, prima di
essere interrotti dalla voce squillante di Nikki.
- Ehi, Ele, vieni a darci una mano.-
mi urlò, voltandosi verso di me.
Raggiunsi lei e le altre che stavano allestendo tutto
l’occorrente per il pic-nic, ringraziando Nikki per avermi tolto da quel
momento d’imbarazzo.
- Lasciatemi indovinare. È stata un’idea di Kellan.-
osservai dopo qualche minuto, mentre aiutavo Kris ad
estrarre il cibo dalle borse.
- L’ha fatto per voi, non arrabbiarti con lui.- cercò di
difendere il suo collega Ashley.
- Non sono arrabbiata.- le risposi, sorridendo per
rassicurarla.
- Il fatto è che ultimamente Rob non è più lo stesso: è
distratto, si perde nei suoi pensieri. Grazie al cielo le riprese sono finite,
altrimenti Kellan lo avrebbe ucciso.- mi spiegò Nikki, guardandomi.
- È distrutto da questa situazione.- aggiunse Kris.
Mi persi nei miei pensieri, senza tuttavia interrompere
quello che stavo facendo.
Se davvero era così distrutto, perché non mi aveva cercata?
Era passata più di una settimana da quella sera, ma lui non
si era fatto vivo.
Perché, tu si, invece? Mi
disse una vocina in fondo alla mia testa.
No, ma non sono stata io ad aver sbagliato.
O forse si?
Bè, una parte della responsabilità era anche mia e del mio
modo di comportarmi con il mio migliore amico.
Ma
che cavolo sto dicendo? Non devo rendere conto a Robert di come mi comporto con
Gian, mi rimproverai mentalmente.
Ma cercai subito di
scacciare quei pensieri per evitare che la rabbia rimontasse.
- Hai bisogno di una mano?-
La sua voce calda e sensuale mi raggiunse come un soffio portato
dal vento.
Mi voltai verso di lui, notando che le altre mi avevano abbandonata, raggiungendo i ragazzi: quella me l’avrebbero
pagata!
- S-si, grazie.- risposi titubante, abbassando lo sguardo.
Si sedette accanto a me, mentre il cuore mi martellava nel
petto.
*
* *
La stavo guardando, anzi, fissando da un pò, quando vidi che
si era persa nei suoi pensieri.
Non so da cosa lo capii, forse dallo sguardo, dai suoi
sospiri, ma lo percepii.
La vidi estrarre sandwich e ciotole dalla borsa e
appoggiarle sul panno, un po’ a caso, come se non desse peso a quello che stava
facendo.
Ad un certo punto
vidi le altre alzarsi ed allontanarsi, lasciandola sola, mentre Kris mi
lanciava uno sguardo significativo.
Elettra sembrava non essersi nemmeno accorta di essere rimasta
sola; aspettai qualche secondo prima di avvicinarmi.
- Hai bisogno di una mano?- le chiesi dolcemente, cercando
di non spaventarla.
La vidi voltarsi e guardarmi con i suoi grandi occhi blu e
rendersi conto di essere stata abbandonata dalle sue amiche.
Sorrisi notando il suo sguardo che dava l’impressione di
dire “questa me la pagate”.
- S-si, grazie.- mi rispose poi timida.
Mi sedetti davanti a lei, aiutandola a preparare
l’occorrente.
Avrei voluto dirle qualcosa, ma non sapevo da che parte
cominciare.
Quel silenzio cominciava a diventare imbarazzante, quando fu
lei ad interromperlo.
- Non sapevo che saresti venuto anche tu. Anche se forse
avrei dovuto immaginarlo.- disse senza guardarmi negli occhi.
- Nemmeno io sapevo niente. Kell quando fa le cose o le fa
bene o non le fa.- risposi sorridendo e guardandola.
- Ti da fastidio che sia qui? Vuoi
che me ne vada?- chiese puntando i suoi occhi chiari sul mio volto.
Non era un’accusa e il suo non era un tono di rabbia:
semplicemente voleva sapere cosa pensavo, cosa volevo davvero.
- No!- esclamai con forse troppa enfasi, guadagnandomi così
uno sguardo stupito.
- No, non mi da assolutamente
fastidio. Anzi, sono contento che tu sia qui. Come stai?- le chiesi poi,
addolcendo lo sguardo.
- Bene. Sto bene.- mi rispose, riportando l’attenzione sulle
vivande.
Il silenzio calò nuovamente, trovandoci impegnati nel nostro
compito.
- Senti, mi dispiace.- esclamammo poi all’unisono.
Ridemmo entrambi, un po’ imbarazzati ma divertiti, e forse
anche un po’ sollevati.
- Vai prima tu.- m’invitò Elettra,
arrossendo.
- Mi dispiace per come mi sono comportato. Sono
imperdonabile, lo so. Ho giudicato senza conoscere veramente il rapporto tra te
e Gianluca, saltando subito a conclusioni affrettate. Mi potrai mai perdonare?-
dissi guardandola negli occhi.
Lei non distolse lo sguardo dai miei occhi nemmeno per un
secondo mentre parlavo, scrutandomi come solo lei sapeva fare.
- La colpa non è solo tua. Avrei dovuto avvertirvi prima del
mio rapporto con il mio migliore amico. Quello che succedeva in Italia doveva
suggerirmelo.-
- Cosa intendi?- chiesi curioso,
inclinando la testa da un lato.
- Bè, siamo sempre stati criticati dai nostri amici per
queste nostre “effusioni”, se così si possono chiamare.- spiegò, mimando le
virgolette nell’aria.
- Ma tra di noi non c’è mai stato
niente di malizioso, non vedo neanche come si potrebbe. Per me è come un
fratello, è il mio confidente, il mio doppio al maschile. Tra noi non potrebbe
mai esserci niente più di una bellissima amicizia.- concluse sorridendomi.
- Quello che mi ha fatto davvero male…- continuò Elettra, e
mi resi conto che voleva essere sincera con me fino in
fondo.
- Quello che mi ha fatto davvero male è che tu sia arrivato
alla conclusione come tutti gli altri, senza credere a me.-
Mi si spezzò il cuore nel sentire quelle parole: lei si
fidava di me e io l’avevo tradita.
- Hai ragione. Mi dispiace. Non troverò mai le parole giuste
per scusarmi come si deve. Spero solo che tu possa perdonarmi. Ci tengo a te e
alla nostra… amicizia. Non voglio perderla.-
Vidi quel sorriso così bello aprirsi sul suo viso, solo per
me, solo per il piacere dei miei occhi.
- Anche io ci tengo, ed è per
questo che forse ti ho già perdonato da parecchio tempo.-
Le sorrisi anche io, mentre
restavamo immobili, solo guardandoci negli occhi.
- Ehi, Rob, vieni a darci una mano.-
mi chiamò Taylor accanto alla macchina di Jackson.
- Si, arrivo.- gli urlai in
risposta.
- Meglio non farli arrabbiare. Ci vediamo dopo.- dissi,
rivolgendomi ad Elettra.
- Ok.- mi rispose lei ridendo.
Mi alzai veloce, lanciandole un ultimo sguardo, poi mi
voltai sorridendo, mentre raggiungevo i miei amici.
Pensavate che me la fossi squagliata e che vi avessi
abbandonato, eh???
E invece ci sono ancora, più esuberante che mai.
Penso sia tutta colpa del clima natalizio.
Ho una voglia di Natale!!!
E mancano solo 7 giorni.
Yuppiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!
No, ok, ora comincio a preoccuparmi anche io.
O.o
Ma vi rendete conto??
Ancora un paio di settimane e finisce il 2009.
Cavolo,
è passato in un baleno!!
E cosa ci aspetta nel 2010??
Mah, chi lo sa… di sicuro ci sono
SOLO “Remember me” ed “Eclipse”.
E dici poco, direte voi.
Hihihihi!!! In effetti!!
Avete sentito che sembra che “Remember me” uscirà il 12
marzo anche per l’Italia?
Speriamo davvero, così non dovremo tagliarci le vene fino a
Settembre. O.O
Non vedo l’ora di vedere il mio
Robbino in questo nuovo ruolo.
Poi come ha detto lui stesso, qui sarà ROBERT, non Edward.
Cioè, ha rifiutato qualsiasi tipo di trucco proprio per
essere se stesso, quindi sarà perfetto!! *.*
Io sono curiosa di vedere anche il film di Kris e Dakota
“Runaway”…
Sarò bello vedere tt gli attori fuori dai loro personaggi di
Twilight, non credete?? ^^
Skitty:
è vero, a Natale si è tutti più buoni. Quindi, come
hai chiesto tu, hanno finalmente fatto la pace. Non sono troppo carucci??? ^^ ti capisco per la pazzia.. non so se hai notato le
mie ultime uscite in questo post-capitolo… V.V Cmq vero, Kell quando ci si
mette può anche fare qualcosa di serio. XD Per quanto riguarda Gian… bè, è un
personaggio tratto da una persona reale, ovvero il mio
migliore amico, quindi non faccio altro che riportare il suo carattere… almeno
in parte!! XD Un bacione grande grande e Buon
Nataleeee!!! ^^
STRAWBERRY:
Wow, che entusiasmo! XD Bè, per il bacio ci sarà da aspettare ancora un po’ e x
il resto ancora di più, quindi un pochino di pazienza e sarai soddisfatta, promesso.
Un bacio e buon natale!!! ^^
Lyla_:
tesoraaaaaaaaaaa!!!!! Ma ciauuuuu!!!
^^ (ricorda, pazzia natalizia!! XD) mmmmh… sì, forse le tue minacce mi hanno
dato una marcia in più. Soprattutto nel far fare pace a sti 2!
XD Contenta?? ^^ Vero, anche io voglio l’anno nuovo,
anche xkè il 2009 non è stato il massimo. Xò vero, gennaio è sinonimo di
esami…. E io sto già sclerando!!! Aiutoooooo!!! Non ce
la farò mai… ç_ç ora però non mi uccidere, ma dovrai attendere fin dopo le
vacanze di Natale per il prox cap… insomma, anche noi scrittori abbiamo bisogno
di vacanza, no?? V.V Un bacione grande grandissimo e
un mega augurio di Buon Natalee!!! PS: ho letto la tua storia… mooooooolto
carina!! Devi aggiornare presto, xò, altrimenti parto
anche io con le minacce!! XD Un altro bacione… ^^
Miei cari lettori, credo proprio che non aggiornerò più
prima di natale, quindi ne approfitto per farvi tanti
auguri.
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Proposta “indecente” Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Proposta “indecente”…
Mi avvicinai deciso a Gianluca, in piedi accanto alla
macchina di Elettra con la quale erano arrivati.
Mi voltava le spalle, così che non mi vide arrivare, tanto
che potrei giurare di averlo visto sobbalzare quando gli rivolsi la parola.
- Gian, posso parlarti un minuto?- gli dissi, attirando la
sua attenzione.
Il moro si voltò verso di me, senza nascondere il suo
stupore: forse lui, a differenza di Elettra, aveva capito fin da subito che la
sua presenza in California non era vista di buon occhio da parte mia.
- Certo, dimmi.- rispose poi, appoggiandosi alla portiera
della macchina e incrociando le braccia al petto.
- Volevo scusarmi per il mio comportamento dell’altra sera.
Sono stato imperdonabile.- dissi tutto d’un fiato,
senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
- Non è a me che devi chiedere scusa.- mi fece notare,
sorridendo, e rimasi stupito nel notare che si
trattava di un sorriso sincero.
- Con Elettra ho già parlato e abbiamo risolto. Ma mi sembrava giusto chiedere scusa anche a te. In fondo
quello che ho attaccato è stato il vostro rapporto.-
- Davvero avete risolto?- mi chiese lui, sollevando un
sopraciglio, ignorando la mia risposta.
- Perché la cosa ti stupisce tanto?-
- Perché conosco Elettra da molto tempo e non è certo una
ragazza che cede così facilmente. Ti ha chiesto scusa anche lei, per caso?-
- Si.- risposi, senza capire dove
volesse arrivare.
- Allora deve tenerci davvero tanto a te.-
- Scusa, ma non ti seguo.-
Questa volta fui io a sollevare un sopraciglio.
- Ormai dovresti averlo capito anche tu, ma Elettra è una
gran testona. E soprattutto è molto orgogliosa. In tanti anni che la conosco l’ho sentita poche volte chiedere scusa e se lo
faceva era perché aveva veramente torto marcio. Se ti ha chiesto scusa anche lei significa che tiene tantissimo alla vostra
amicizia o come la volete chiamare.-
Lo guardai sempre più stupito, come se mi stesse parlando in
un’altra lingua, eppure ero sicuro che stesse usando l’inglese.
- Non mi guardare con quella faccia. Ele potrà anche non accorgersene,
non è mai stata brava in questo genere di cose, ma io vedo tutto, soprattutto
quando si tratta di lei. Quindi, prova a farla
soffrire e dovrai vedertela con me. E ti assicuro che so essere molto cattivo.-
mi disse, con un sorriso di sfida sulle labbra.
Non aggiunse altro e mi superò, raggiungendo gli altri.
Io rimasi immobile, a fissare la portiera della macchina a cui era appoggiato Gianluca poco prima.
Cosa significava
quello che aveva detto? Che si era accorto dell’affetto che mi legava ad Elettra? Che forse anche lei provava qualcosa?
- Ehi, bell’addormentato tra le nuvole, hai intenzione di
onorarci della tua presenza o te ne resti tutto il giorno a fissare quella
macchina?- mi chiamò Nikki, seduta su uno dei panni che avevano
steso sulla sabbia.
Li raggiunsi veloce, sorridendo e sedendomi accanto ad
Elettra, che mi sorrise a sua volta.
- Allora?- sentii una voce accanto a me.
Kellan si era seduto alla mia destra, dalla parte opposta ad Elettra e mi stava sussurrando all’orecchio.
- E se ti rispondessi di farti gli affari tuoi?- gli chiesi,
ridendo, immaginandomi già la risposta.
- Non fare il coglione e rispondi. È più di una settimana
che mi fai dannare e se non le hai parlato ti affogo
in mare.-
Come volevasi dimostrare!
- Ahahah! Tranquillo, abbiamo parlato e risolto.-
- Quindi è tutto ok? Tutto come
prima?- mi domandò Kellan speranzoso.
- Tutto come prima.-
- Oh, grazie al cielo. Non ce la facevo più a sopportarti
con quel muso lungo.- esclamò il mio collega, alzando le braccia al cielo.
- Ehi, bambolina?- disse poi, attirando l’attenzione di
Elettra.
- Mmm?- rispose lei, volandosi a guardalo
curiosa.
- Era ora.- le disse Kellan, facendole l’occhiolino.
- Bene, ora si può iniziare a mangiare. Che avete preparato
di buono?- chiese poi rivolto a Kris e le altre,
sollevando un coperchio.
Alzai gli occhi al cielo, per poi posarli su quelli di lei.
Incontrai il suo sorriso radioso e divertito e le risposi
con gioia.
*
* *
Rimasi a fissare quel sorriso bellissimo per qualche
secondo, prima di essere risvegliata dalla dolce voce di Ashley.
- Ele, ne vuoi un po’?- mi chiese, porgendomi il contenitore
con l’insalata.
- Si, grazie.- accettai, prendendo
la ciotola dalle sue mani.
Mi sorrise, mentre Gian si sedeva finalmente accanto a me.
- Sputa il rospo. Cosa vi siete detti?- lo assalii subito,
senza neanche lasciargli il tempo di poggiare il sedere a terra.
Avevo notato Robert avvicinarsi a lui pochi attimi prima:
avevo temuto il peggio, ma quando avevo visto che stavano avendo una
conversazione civile, mi ero rilassata senza intervenire.
- Stai tranquilla, niente di preoccupate.- mi sorrise lui.
- Non ti ho chiesto se è qualcosa di preoccupante o no, ti
ho chiesto cosa vi siete detti.- insistetti io, senza mollare il suo sguardo.
- Mi ha chiesto scusa per il suo comportamento.-
- Davvero?- chiesi stupita.
Ok chiedere scusa a me, ma non mi sarei mai aspettata che lo
facesse anche con il mio migliore amico.
Inoltre quella che aveva offeso ero
io, non lui.
- Ci tiene davvero molto a te.-
continuò Gianluca.
Riportai lo sguardo su di lui, un po’ stupita e un po’
felice di quelle sue parole.
- Nonostante tutto è un bravo ragazzo. Hai fatto un’ottima
scelta.- aggiunse, facendomi l’occhiolino.
Arrossii mentre abbassavo lo sguardo e sorridevo: non avevo
bisogno delle parole del mio migliore amico per rendermene conto.
Robert era un ragazzo straordinario ed ero davvero contenta
di averlo incontrato lungo il mio cammino.
- Questo pic-nic si sta facendo troppo serio, per i miei
gusti. Meglio movimentarlo un po’.- disse improvvisamente Kellan, e non feci in
tempo ad accorgermene, che già mi aveva sollevata su
una spalla, dirigendosi verso il mare.
- Kellan, non ti azzardare! Mettimi giù!- urlai scalciando e
prendendo a pugni la sua schiena, ma lui non accennò a mollare la presa.
- Non ci contare, bambolina. Un bel
bagnetto non te lo toglie nessuno.-
Tempo pochi
secondi e mi ritrovai in mare, mentre sentivo la risata del biondo attutita
dall’acqua.
Tornai in superficie sputacchiando e cercando di riprendere
fiato.
Riuscii, non senza pochi sforzi, a rialzarmi, con i
pantaloncini completamente zuppi, dal momento che non
avevo avuto il tempo di toglierli.
Mi voltai furente verso Kellan, con i capelli bagnati
davanti al viso, stile bambina di “The Ring”.
- Lutz, questa me la paghi!- ringhiai, e cominciai ad inseguirlo.
Non impiegai molto a raggiungerlo e a trascinarlo in acqua,
mentre entrambi continuavamo a ridere, divertendoci
come due bambini.
Non seppi se lo fecero per fermare noi due o perché vedevano quanto ci stavamo divertendo, seppi solo che ad un
certo punto vidi gli altri correre verso di noi, gettandosi in mare.
Cominciò così una lotta furiosa, fino a quando non ci
ritrovammo ragazze contro ragazzi.
- Volete la guerra? E guerra sia!- esclamai, mentre tutte
quante ci scagliavamo verso di loro, che purtroppo
erano in maggioranza e vinsero.
- D’accordo, d’accordo, mi
arrendo.- dissi al mio assalitore, mentre cercavo di riprendere fiato tra le
risate e il rischio di affogamento.
Quando mi voltai per vedere chi era il mio aguzzino,
incontrai i meravigliosi occhi chiari di Rob, che mi guardavano con dolcezza.
- Presa.- mi sussurrò piano, facendomi venire i brividi.
- Ok, hai vinto. Ma prima o poi mi
vendico.- lo minacciai scherzosa, liberandomi dalla sua stretta: non che quella
vicinanza mi desse fastidio, ma temevo di non riuscire a tenere a freno i miei
istinti ancora per molto.
Finalmente la “battaglia” terminò e tornammo tutti quanti
verso il nostro pic-nic, abbandonato sulla spiaggia.
Il pomeriggio passò tranquillamente, tra bagni, scherzi e
risate.
Finalmente il rapporto tra me e Robert stava tornando piano
piano quello di sempre, anche se un po’ d’imbarazzo c’era ancora.
Erano ormai le 8 di sera quando mi
sedetti sulla riva ad osservare un magnifico tramonto.
Era sempre stato uno dei miei sogni guardare il sole calare
dietro quell’immensa distesa d’acqua che era l’oceano, e avrei tanto voluto
farlo con una persona speciale seduta accanto a me.
- Disturbo se mi siedo vicino a
te?- chiese una voce alle mie spalle.
Mi voltai curiosa e vidi Robert dietro di me, con le mani
sulle ginocchia, piegato per arrivare all’altezza del mio volto; che qualcuno
lassù avesse voluto realizzare il mio desiderio?
- Certo che no.- gli risposi
sorridendo.
Mi si sedette accanto, senza dire una parola e anche lui si
mise a fissare il tramonto.
Era bello restare lì, in silenzio, solo con la sua presenza.
- Ti sei divertita oggi?- chiese improvvisamente, senza
distogliere lo sguardo dal mare.
- Tantissimo. E penso di dover ringraziare Kellan per tutto
questo.- risposi, voltandomi verso di lui e osservando i suoi bellissimi
lineamenti.
- Già, come sempre.- disse ridendo. – Combina tanti casini,
troppi, ma se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.-
- Concordo.- aggiunsi ridendo.
Poggiai i gomiti a terra, distendendomi quasi completamente
sulla sabbia e chiudendo gli occhi, lasciandomi accarezzare dalla fresca brezza
marina.
- Che ne dici di venire all’anteprima di “Eclipse”?- disse
improvvisamente Robert.
Rischiai di soffocarmi con la mia stessa saliva quando gli
sentii pronunciare quelle parole.
- Come scusa?- gli chiesi tossicchiando e sedendomi dritta,
trovandomi esattamente davanti al suo volto.
- Mi piacerebbe che venissi con noi, come accompagnatrice,
diciamo, ma mi rendo conto che sarebbe un po’ troppo rischioso per la tua…
privacy.- aggiunse, voltandosi finalmente verso di me e sorridendo, quel
magnifico sorriso che tanto adoravo.
Anche se l’aveva detto indirettamente, avevo capito
benissimo cosa intendesse dire: mi aveva proposto di accompagnarlo
all’anteprima, un po’ come Michael faceva con Kris, quindi come se fossi la
sua… ragazza.
- Quindi la mia idea era quella di
procurarti i biglietti. So che ci tieni. Magari riesco a trovarne tre, anche
per le tue amiche.-
- Davvero lo faresti?- chiesi, con gli occhi spalancati.
- Certo. Per me non sarà certo un problema.- rispose
ridendo.
Arrossii vistosamente: che stupida,
certo che per lui non sarebbe stato difficile trovare i biglietti, era il
protagonista!
- Così potrai restare con noi senza rischiare di mettere in
pericolo la tua privacy e senza dover rivelare niente alle tue amiche.-
aggiunse Robert.
- Certo, e come spiego i biglietti?-
- Non so, potresti aver vinto un concorso. La fantasia di
certo non ti manca.- disse lui ridendo, guadagnandosi una linguaccia da parte
mia.
- Se venissi direttamente con me, passeresti come la mia
ragazza e la tua vita tranquilla sarebbe a dir poco finita. Ma
così potrò averti accanto comunque.- concluse, parlandomi con la sua voce
sensuale.
E se io non volessi più avere una vita tranquilla? Se
volessi semplicemente starti accanto? Se non mi importasse
dei giornalisti o dei paparazzi che avrebbero poi invaso la mia privacy?
Ma capii all’istante
che quelli erano pensieri senza senso.
Robert aveva ragione: se l’avessi accompagnato
all’anteprima, la mia tranquillità sarebbe andata a farsi benedire per il resto
dei miei giorni.
E senza un reale motivo in fondo, dal
momento che non ero veramente la ragazza dell’attore più ricercato e più
sexy del grande schermo.
- Hai ragione. Forse è meglio non rischiare.- dissi infine,
sorridendogli.
- Grazie.- aggiunsi poi.
E non era riferito solo ai biglietti, ma anche a tutto il
resto: lo ringraziavo per la sua amicizia, per la sua presenza nella mia vita,
per avermi investito quel giorno, sotto il caldo sole della California, per
essere entrato nella mia vita come un raggio che illuminava la mia esistenza.
Entrambi riportammo lo sguardo
sulla sfera luminosa, che stava ormai scomparendo dietro l’oceano, assaporando
quei magnifici momenti trascorsi insieme.
Lo so, sono imperdonabile, è un sacco di tempo che non
aggiorno, ma i miei neuroni, durante queste feste, sono andati in ferie.
Insomma, anche loro hanno bisogno di un po’ di meritato
riposo, non credete?? V.V
Bè, innanzi tutto…. BUON ANNOOOOOOOOO!!!!!
E anche il 2009 è finito.
Caspita!!!
Chissà ora cosa ci riserverà il 2010.
Spero qualcosa di buono: dal momento che
il capodanno è stato divertente, spero sia di buon auspicio anche per un
bell’anno. J
E le vostre feste come sono state???
Lo so che potreste uccidermi e molti diranno “ma non è
ancora arrivata l’epifania”, xò… vi rendete conto che le feste sono praticamente finite???
Che palleeeeeeeeeee!!!
Io che avevo tanta voglia di natale…
è già passato!! L
Bè, ora non vedo l’ora che arrivi
l’estate! J
Anche se in mezzo c’è ancora pasqua.
Ma vi dirò, mi basta
che arrivi il 12 di febbraio che finisco i primi esami, poi vado tranquilla.
Ufffffffff… non mi va di fare gli
esami!! Anche xkè con lo studio sono messa malissimo!!
:S
Vabbè, meglio non pensarci.
Romina75:
mmmh… credo che Kellan sarebbe più che d’accordo con quello che hai detto. XDXD
Ma entrambi dovrete portare pazienza… sono 2 ragazzi
testardi, hanno bisogno dei loro tempi. V.V sono
contenta che anche questo cap ti sia piaciuto. Ora Rob se n’è uscito con questa
super proposta. Chissà cosa combineranno!!;) Bè, tanti auguri di buon anno… un bacione.
Skitty:
ehilà, buon anno!!! Che ne dici di questo cap x
iniziare al meglio il 2010?? Spero sia soddisfacente. Finalmente quei 2 si sono riconciliati e Rob ha fatto la sua proposta
“indecente”!!! XDXD speriamo che Elettra sappia affrontare la cosa al meglio,
giusto?? Un bacioneee.
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Una nuova avventura Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Una nuova avventura…
- Ele, ti vuoi calmare? Stai facendo diventare matte anche
noi.- mi rimproverò Nikki, afferrandomi per le spalle
ed interrompendo il mio vagare per gli scaffali.
Erano più di due ore che io, Kris, Ash e Nikki giravamo per negozi, ma non avevo ancora trovato niente che
mi soddisfacesse.
- Per voi è facile. Qualunque cosa vi mettiate addosso
siete perfette.- protestai sull’orlo delle lacrime.
- E sarai bellissima anche tu, stai tranquilla. Adesso ti
fermi 5 secondi?- continuò la mia amica, fissandomi
negli occhi.
- Ok.- sbuffai, alzando gli occhi
al cielo.
Dopo che Robert mi aveva fatto quella proposta che a me
sembrava alquanto “indecente”, ero tornata a casa raggiante di gioia,
inventandomi alla svelta una scusa per dare la bella
notizia a Jen e Chris.
Quando avevo raccontato loro del concorso (l’idea di Rob
mi era sembrata la più sensata), temetti per un lunghissimo istante di vederle
svenire davanti a me.
Ma i miei timori morirono quando
scoppiarono in un urlo di gioia, iniziando a saltare per tutto l’appartamento
come delle molle.
Grazie al cielo non avevano fatto troppe domande sul
presunto concorso, troppo impegnate nel rendersi conto di qual era il premio.
Penso di non averle mai sentite ringraziarmi così tanto come quella sera ed io ero felice di averle fatte
contente.
Quando avevo comunicato la notizia anche a Kris e le
altre, subito si erano offerte di aiutarmi a trovare un vestito adatto,
incontrando subito la mia approvazione: come potevo rifiutare il consiglio di 3 stelle del cinema?
- Adesso fai un bel respiro e ti rilassi. Vedrai che
troveremo quello giusto per te e sarai splendida. Robert cadrà ai tuoi piedi.-
- Nikki, non cominciare.- la rimproverai, mentre si
allontanava ridendo sotto i baffi.
Da quando io e Rob avevamo litigato, Nikki insisteva nel
dire che c’era sotto qualcosa e che prima di quanto chiunque potesse
immaginare, io e lui saremmo finiti insieme.
- Non ascoltarla, si diverte a stuzzicarti. Dai, andiamo.-
mi consolò Ashley, prendendomi a braccetto.
- A proposito, Gian come sta?- mi domandò Kris, voltandosi
verso di me.
- Benissimo. Ha detto che fa fatica a riabituarsi alla
vita normale, ma piano piano ci riuscirà. Anzi, vi saluta tutti.- le risposi sorridendo.
Il mio migliore amico era tornato da qualche giorno in
Italia, dopo aver esaurito le ferie che il lavoro gli aveva concesso.
Era stato straziante vederlo partire, chissà quando
l’avrei rivisto, ma ciò che mi aveva fatto davvero piacere era che tutti erano
venuti all’aeroporto a salutarlo, Robert compreso.
Entrambi c’eravamo stupiti nel
vederli lì, quando Kellan aveva rotto il ghiaccio esclamando: - Ehi, finalmente
ho trovato qualcuno che mi capisce e pensavate che non venissi a salutarlo?
Gian, penso che tu sia la mia anima gemella.- facendo ridere tutti quanti.
Lo ammetto, avevo pianto, come una fontana, anche se Gian
mi aveva chiesto di non farlo.
Ma ciò ebbe anche i suoi effetti positivi: quando il mio
migliore amico fu scomparso oltre il gate, Rob mi aveva abbracciata,
mentre io mi scioglievo in lacrime.
Era stato bello rifugiarmi in quell’abbraccio forte e
sicuro, e quando l’avevo raccontato a Gianluca al telefono
aveva commentato: - Bè, almeno la mia partenza ha sortito qualche buon
effetto.-
- Ehi, Ele, vieni a dare un’occhiata a
questo.- attirò la mia attenzione Nikki, osservando un abito accanto a lei.
Passammo tutto il pomeriggio in giro per negozi, passando
da una boutique all’altra, cercando l’abito giusto per me.
E finalmente, dopo tanta fatica, sembrò arrivare.
- Tesoro, è perfetto.- commentò Nikki, seduta sul divanetto
davanti agli spogliatoi, non appena uscii per farmi vedere.
- Dici?- chiesi, non ancora del tutto convinta.
- Stai scherzando? È bellissimo e ti sta d’incanto.-
- Mmm…-
Mi osservai allo specchio, valutando le parole della mia
amica; era vero, quell’abito era meraviglioso, ma non ero convinta che mi
stesse davvero bene.
Era lungo fino ai piedi, nero, con un profondissimo spacco
che arrivava a metà coscia.
- Con i capelli tirati su sarai
davvero perfetta.- continuò Nikki, che mi si era avvicinata
e mi aveva raccolto i capelli con le mani, in una specie di chinion.
- Voi che ne dite?-
chiesi rivolta alle altre due: speravo che anche il loro giudizio fosse
positivo, perché ero distrutta e non avevo più la forza di girare per altri
negozi.
- Concordo con Nikki. Ti sta benissimo.-
rispose Kris.
- Ragazze, non avete idea di quanto sia sollevata nel
sentirvelo dire.- sospirai, facendole ridere.
Mi guardai ancora una volta nel grande specchio davanti a
me e dovetti ammettere che non era poi così niente male.
Da quel giorno il tempo passò in un baleno e in men che
non si dica era arrivato il 21 giugno, giorno stabilito per la grande e
attesissima anteprima di “Eclipse” lì a Los Angeles.
- Come sto? È messo bene il rossetto? Credete siano troppo
alte queste scarpe? Non sarà troppo questo vesito?-
Jenny sembrava completamente impazzita mentre girava per
casa sparando domande a raffica.
- Jen, calmati, sei bellissima.- le risposi uscendo dalla
mia stanza mentre finivo di mettermi gli orecchini.
- Parli bene tu. Sei… sei… sei perfetta!-
urlò quasi isterica, indicandomi con un dito.
Avevo seguito il consiglio di Nikki e quella mattina, dal
parrucchiere, mi ero fatta acconciare i capelli in un elegante chignon, con
qualche ciuffo sbarazzino qua e là.
- Anche tu stai benissimo. Quindi piantala
di dare di matto e sbrighiamoci, o arriveremo in ritardo. Chris, sei pronta?-
- Si, ci sono.- esclamò la mia
coinquilina, uscendo dalla sua camera mentre ancora si stava infilando un
sandalo.
Mi accertai di avere i pass dentro la borsetta e scendemmo
le scale, raggiungendo la limousine che ci aspettava davanti al nostro
appartamento.
Avevo inventato la scusa che facesse parte del premio del
concorso con cui avevo vinto i biglietti per l’anteprima, quando in realtà era
stato proprio Robert a mandarla.
Salimmo sull’auto, accolte dall’autista che ci aprì la
portiera.
- Mamma mia, ragazze, non sto più
nella pelle. Vi rendete conto che saremo sul Red Carpet? E che vedremo Rob?-
esclamò Jennifer, sempre più eccitata, mentre la limousine partiva.
Risi divertita senza farmi vedere dalle altre: se solo
avessero saputo che la sera prima proprio la loro
coinquilina era uscita con Robert e gli altri, sarebbe venuto loro un collasso.
Quel giorno dovevo stare molto attenta nel comunicare con
loro, se non volevo farmi beccare dalle mie amiche e soprattutto dai
giornalisti.
Arrivammo a destinazione prima del previsto e quando tutte
e tre ci rendemmo conto di quello che stava succedendo, cominciammo a sudare
freddo, come se avessimo corso per miglia e miglia.
La portiera si aprì davanti a noi.
- Allora ragazze, siete pronte?- chiesi loro, prendendole per mano.
- Non ne sono del tutto sicura.-
rispose Chris, sul punto di svenire.
- Molto bene, andiamo.- esclamai
ignorandola.
E finalmente ci trovammo davanti all’immenso edificio del Mann Village's Bruin Theater, dove si sarebbe
tenuta l’anteprima.
Trattenemmo il respiro, un po’ per l’emozione, un po’ nel
vedere tutta quella gente appostata davanti all’entrata in attesa degli attori.
- Forza ragazze, dobbiamo farci forza
e passare.- esclamai avanzando nella mischia.
Non senza pochi sforzi riuscimmo a raggiungere le due
guardie che stavano davanti ai “cancelli” e mostrai loro quelli che dovevano
essere i biglietti, mentre in realtà erano 3 pass.
- Molto bene, passate.- disse una delle due guardie,
lasciandoci entrare.
Ci ritrovammo in un mondo diverso, completamente
sconosciuto, quel mondo che io, negli ultimi mesi,
avevo imparato a conoscere almeno un po’: il mondo delle celebrità.
Insomma, il cap è già pronto da parecchio, ma non avevo
voglia di rileggerlo, commentare e postarlo… ^///^
Però finalmente l’ho fatto, e questo è l’importante, non
credete?? ^^
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!
Fra una settimana ho il primo esame all’università…
AIUTOOOOOOOOO!!!
La vedo grigia… ç_ç
Speriamo in bene… -.-
Allora, patti chiari e amicizia lunga..
si può sapere quando cavolo esce Eclipse??
Prima il 30 giugno, poi leggo che esce il 2 luglio, poi
rileggo che riesce il 30 giugno…. Allora, decidetevi!!!!
Non che mi dispiaccia se esce il 30,
xò così mi confondono!! V.V
Mmmh… x questo capitolo ho avuto
pochi commenti… dove siete finiti tt??
C’è NESSUUUUUNOOOOO????? *stile
particella di sodio*
Tedda: uh,
pochi commenti, ma una nuova lettrice… che bello!!! ^^
Sono contentissima che la storia ti sia piaciuta tanto da leggerla tt d’un
fiato… eh, sì, Kellan è il guastafeste di turno, xò sa come farsi perdonare. ;) e sono contenta che ti piacciano anche Elettra e Rob come
coppia… in fondo ci si rispecchia in lei, come in tt i “nuovi personaggi” delle
altre ff… sono belle per questo! ^^ Un bacione grande grande.
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: Anteprima Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Anteprima…
- Robert, sei pronto?- mi chiese Kris, poco
prima di scendere dalla macchina.
- Anche se non lo fossi avrei altra scelta?-
chiesi sospirando e passandomi una mano tra i capelli in disordine.
- No.- mi rispose la
mia co-protagonista ridendo.
- Ecco, appunto.-
- Dai, vedrai che anche questa passerà alla
svelta. E ricordati che là fuori c’è anche Elettra. Io direi che è un ottimo
motivo per scendere da questa limousine.- concluse lei, facendomi l’occhiolino.
Era vero e dovevo ammettere che non vedevo l’ora di vederla.
Quella sarebbe stata la prima volta che la vedevo nel mio
mondo, fatto solo di flash e ragazzine urlanti.
Avrei davvero voluto averla accanto a me in quella giornata,
ma mi ero reso conto fin da subito che era una cosa che non si poteva fare; se
fosse apparsa vicino a me così come ora Michael era
vicino a Kris, la sua vita sarebbe a dir poco finita.
E per cosa poi? Per un mio semplice capriccio.
Era molto meglio così, l’avrei avuta vicina,
ma lontana dagli occhi indiscreti dei giornalisti e dagli obbiettivi
invadenti dei paparazzi.
- Ok, sono pronto.- dissi infine, sorridendo alla mia
collega.
Così io, lei e il suo ragazzo, che si trovava sulla nostra
stessa auto, ci offrimmo in pasto a quella mandria di
ragazzine inferocite.
- Rob, mordimi!-
- Robert, voglio essere tua!
- Edward!-
Questa era ormai diventata la colonna sonora della mia vita,
ma ero un attore, ero famoso, e quella era l’anteprima del mio prossimo film,
così mi stampai un sorriso radioso sul volto e avanzai lungo il red carpet,
abbagliato come sempre da migliaia di flash.
Mi avvicinai piano alle transenne che dividevano noi e le
fans, accompagnato dai miei colleghi e dalle guardie del corpo, pronto a
firmare autografi e scattare foto.
Passammo i seguenti 10 minuti a
scrivere, sorridere e rispondere alle domande dei giornalisti, senza un attimo
di pausa, pregando che quel momento finisse alla svelta; a lungo andare
diventava massacrante.
- Ehi, Robert. Guarda chi c’è?- attirò improvvisamente la
mia attenzione Kellan, indicando con un cenno del capo alla nostra destra.
E come un raggio di luce che illuminava la mia buia
giornata, la vidi, bellissima nel suo abito nero.
Elettra era là, circondata da gente famosa che, come sempre,
non la metteva a disagio: questo era uno dei sui
pregi, trovarsi a suo agio in qualunque situazione.
A differenza di lei, le sue amiche sembravano dei pesci fuor
d’acqua, mentre si guardavano intorno spaesate.
Ormai non sentivo più le urla intorno a me, erano come un
suono compatto e indistinto; vedevo solo lei, fregandomene delle ragazzine che
si sbracciavano per attirare la mia attenzione.
Poi, come attratta da una calamita, la vidi voltare lo
sguardo verso di me e incatenare i suoi occhi azzurri ai miei.
Ci guardammo per alcuni secondi, poi Elettra mi fece un
cenno si saluto, cercando di non farsi vedere dalle sue amiche, che le
voltavano le spalle.
Le sorrisi, senza tuttavia fare alcun cenno: i giornalisti
se ne sarebbero sicuramente accorti.
- Robert, anche io voglio
salutarla, ma ci penseremo dopo. Ricorda qual è il nostro ruolo oggi.- mi richiamò
Kellan, intento a firmare un autografo.
Aveva ragione, le fans che ci circondavano cominciavano a
diventare impazienti a causa della mia mancata attenzione.
Lanciai un ultimo sguardo ad
Elettra, che si era voltata, e tornai al mio dovere.
*
* *
Quel mondo era incredibile, come l’avevo sempre immaginato:
le fans, i flash dei giornalisti, il lungo tappeto rosso, gli invitati con i
loro smoking accompagnati dalle loro signore con lunghi abiti eleganti.
Mi trovavo a mio agio lì, cosa che non potevo dire delle mie
amiche.
- Ragazze, va tutto bene?- domandai loro.
Dopo un primo momento di stupore, i loro sguardi erano
diventati strani, si sentivano spaesate.
- Io… qui è tutto pazzesco. Tu invece sembra che vivi in
questo mondo da una vita. Ma come fai?- mi rispose
Jennifer, voltandosi verso di me.
- Non lo so. Mi viene spontaneo.- le dissi, alzando le
spalle.
In fondo era la verità, anche se forse una minima parte del
merito era dovuta a Robert e gli altri; da quando li avevo conosciuti
avevo capito che i personaggi famosi non erano delle sottospecie di alieni che
vivevano su un altro pianeta.
Era gente normalissima, alle prese con i problemi di tutti i
giorni, proprio come me.
All’improvviso urla di giubilo scoppiarono tra le ragazzine
euforiche al di là delle transenne e non mi ci volle
molto per capire che Robert e gli altri erano arrivati.
Come attratta da una forza magnetica potentissima, mi voltai
e in mezzo alla folla riuscii ad incrociare i suoi
occhi incredibilmente azzurri e profondi.
Mi aveva vista, ne ero sicura, e la
sua mano si era bloccata a mezz’aria nell’atto di firmare un autografo.
Lanciai un’occhiata veloce alle mie amiche, per essere
sicura che non mi vedessero e gli rivolsi un veloce cenno di saluto al quale
lui rispose con un bellissimo sorriso: era tutto ciò che si poteva permettere
con tutti quei paparazzi nei paraggi.
Dopo pochi secondi vidi Kellan attirare la sua attenzione e
dopo un ultimo sguardo non mi rivolse più la sua attenzione, dedicandola
completamente alle sue ammiratrici.
Non me la presi, sapevo che quel giorno era proprio quello
il suo dovere: essere disponibile e carino con le fans che erano venute lì solo
per lui.
- Oddio!! Ragazze, avete visto?
Sono arrivati! Oddio oddio oddio! Cosa
facciamo?- esclamò improvvisamente Jen, facendomi sussultare.
- Proprio niente. Avremo tempo dopo per avvicinarci. Ora è
meglio stare alla larga da quelle belve affamante, se
vogliamo tenere tutti gli arti attaccati al corpo.- le risposi, voltandomi
verso l’entrata dell’edificio.
- Ehi, piccola. Ma allora sei
proprio tu.- sentii una voce alle mie spalle.
Mi si gelò il sangue nelle vene quando udii quelle parole:
mi trovavo sul red carpet, circondato da gente famosa, quindi non poteva
trattarsi che di qualcuno che avevo conosciuto grazie a Rob.
Voltandomi, infatti, mi trovai faccia a
faccia con Adam Brody.
- Non sapevo che ci saresti stata anche tu. Ho ricevuto
l’invito per l’anteprima e sono venuto con Ben.- aggiunse lui avvicinandosi.
Lo guardai con sguardo terrorizzato, cercando di fargli
capire che non era proprio il caso che si avvicinasse, ma non sembrò afferrare.
- Ehm, scusa, ma devi aver sbagliato persona.- e senza
aggiungere altro, afferrai Jenny e Chris e le trascinai via.
- Ma…ma…ma quello non era… Adam
Brody?- urlò Jennifer, voltandosi indietro mentre io la trasportavo all’interno
del Mann
Village's Bruin Theater.
- Si penso di si.- risposi evasiva.
- E stava parlando con te?- aggiunse la mia amica,
guardandomi con gli occhi spalancati.
- Già, ma deve aver sbagliato persona.-
- Ma…-
- Niente ma, sbrighiamoci. Tra un po’ entreranno anche gli
attori ed inizierà il film.-
Per fortuna nessuna delle due insistette su quell’incontro,
così che potei tirare un sospiro di sollievo, mentre
mi appuntavo mentalmente di uccidere Adam appena l’avessi rivisto.
Ci sedemmo ai nostri posti e dopo poco più di 10 minuti anche gli altri entrarono.
Come immaginavo Robert aveva scelto per noi tre posti
tremendamente vicini a loro, tanto che ci dovettero passare accanto per
raggiungere i loro.
- Oddio. Ho sfiorato la giacca di Robert.- c’informò Chris, fissandosi
la mano incriminata.
Il diretto interessato mi guardò con la coda dell’occhio,
senza farsi notare, ma sorridendo.
Riuscii ad intravedere anche Nikki
e Kris che mi salutavano con la manina: grazie al cielo Jen e Chris erano
troppo impegnata a guardare il bell’attore per accorgersene.
Risposi loro sorridendo, poi quando si furono seduti tutti
quanti, le luci si spensero e il buio calò nella sala.
Non dovemmo attendere molto prima di vedere le prime scene
del nuovo e attesissimo film.
Più di una volta avevo temuto di voltarmi e vedere le mie
coinquiline collassate sui sedili, dal momento che
quasi non le sentivo respirare, ma quando le guardavo vedevo che erano
semplicemente presissime dalla storia e, in modo particolare,
dall’interpretazione di Robert.
Ma come dar loro
torto?
Io ero nella medesima situazione: non riuscivo a staccare
gli occhi dal viso perfetto di Rob, nonostante lo vedessi ormai tutti i giorni
da 5 mesi a quella parte.
Al termine della pellicola le luci si riaccesero e un
applauso fragoroso di diffuse per tutta la sala: era stato un enorme successo,
proprio come mi ero aspettata.
Ci alzammo tutti quanti in piedi, dirigendoci verso l’uscita
per raggiungere l’edificio in cui si sarebbe tenuto il rinfresco, poco lontano
da lì.
Gli attori ci passarono davanti e vidi Kellan, Taylor, Rob e
alcuni altri voltarsi a guardarmi e a sorridermi.
Pregai che le mie coinquiline non sospettassero qualcosa e
le mie preghiere furono ascoltate: pensarono subito che quei sorrisi fossero
rivolti a loro, in quanto vincitrici del concorso.
Così seguimmo la massa, mentre un solo pensiero mi ronzava
in testa: ora ci sarebbe stato da divertirsi.
Eh, si, ci ho masso un po’ ad
aggiornare, lo so, ma i motivi sono principalmente 2.
1. Periodo di esami! -.- Fino al 5 di febbraio sono china
sui libri per cercare di passare quei 2 maledetti esami.
Filosofia del linguaggio e linguistica generale… bleah!!!
Spero di passarli alla svelta, xkè studiarli un’altra volta proprio non mi va..
-.-
2. Siete spariti tuttiiiiiii!! Ma
dove sono finite le mie lettrici??? Ragazzeeeeeee… c’è
nessunooooooooo!!! Ma dove siete??? ç_ç Spero tanto che sia periodo di esami
anche per voi.. v.v
Bè, non ho nessuno da ringraziare… nessuno ha commentato!!! ç_ç
Capitolo 24 *** Cap. 24 Una situazione interessante...ma pericolosa ***
Cap.24 Una situzione interessante... ma pericolosa
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Una situazione interessante… ma pericolosa Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Una situazione interessante… ma pericolosa…
- Mio dio, quanto è bello!- esclamò Chris, fissando
Robert, che si trovava dall’altra parte della stanza in compagnia dei suoi
colleghi.
E come darle torto?
Era perfetto del suo smoking nero, i capelli irrimediabilmente
in disordine e il solito sorriso cordiale ad
incurvargli le labbra.
Era a dir poco divino.
- Cosa facciamo? Gli chiediamo
l’autografo?- ci chiese Christine, voltandosi verso di
noi.
- Bè, siamo arrivate fin qui, mi sembra il minimo.- le
risposi, sorridendo.
Attendevo con impazienza quel momento; non soltanto per poter rivedere Rob da vicino, ma in modo particolare
perché avevo l’irrefrenabile sensazione che sarebbe stata una situazione molto
divertente.
Ma anche molto pericolosa e fu
per quello che pregai con tutte le mie forze che Kellan non facesse nulla di
stupido, altrimenti l’avrei ucciso.
- Io però mi vergogno.- aggiunse la mia amica, riportando
lo sguardo sugli attori.
- No problem, ci penso io. Andiamo.- si offrì Jenny, sicura si sè, e ci dirigemmo un
po’ titubanti verso Robert e gli altri.
Dovetti usare tutta la mia buona volontà per non scoppiare
a ridere quando arrivammo davanti a loro.
- Ehm… Robert?- attirò la sua attenzione Jennifer.
Il diretto interessato si voltò verso di noi, senza
perdere il suo magnifico sorriso, mentre anche gli altri lo imitavano.
Sperai con tutto il cuore che nessuna delle due
stramazzasse al suolo: quel sorriso era favoloso, da mozzare il fiato.
- Ciao. Scusa se ti disturbiamo.
Noi… volevamo farti i complimenti per il film e… chiederti l’autografo.- gli
disse timidamente la mia amica.
Jen timida? E la spavalderia di poco prima dov’era finita?
Quella era la prova inconfutabile che Rob faceva uno strano effetto sulle persone.
- Voi dovete essere le vincitrici del concorso.- esclamò
lui, allargando il sorriso, mentre mi guardava in volto.
L’ultima volta che ci eravamo
visti gli avevo detto che la scusa usata per spiegare i biglietti era stata
quella del concorso, cosa di cui si era ricordato perfettamente.
Risposi al sorriso, mentre trattenevo una risata, cosa di
cui lui e gli altri si accorsero; per fortuna mi
trovavo alle spalle delle altre due, pertanto non mi videro.
- S-si, siamo noi.- rispose la nostra portavoce,
sorridendo e arrossendo un po’.
Quante cose si imparavano in un
solo giorno su una persona che si credeva di conoscere bene.
- Piacere di conoscervi. E nessun disturbo, sapevamo della vostra presenza.-
Robert, piantala, o mi collassano
qui, gli avrei voluto gridare, ma mi trattenni, mordendomi il labbro inferiore.
Jennifer gli porse un pezzo di carta e una biro che aveva
magicamente tirato fuori dalla borsetta.
- Come ti chiami?- le chiese il giovane attore, come se non
gli avessi mai parlato delle mie coinquiline.
- Jen-Jennifer.- gli rispose lei,
balbettando.
Scrisse una piccola dedica sul foglietto e dopo averlo firmato glielo porse, ripentendo poi la stessa procedura con
Chris.
- Tu non lo vuoi?- chiese poi rivolto
a me, indossando il suo solito sorriso sghembo.
Lo guardai con gli occhi spalancati, come se avesse detto
l’idiozia più grossa che si potesse sentire, poi mi resi conto che anche io quel giorno ero lì in qualità di fan, quindi dovevo
stare al gioco.
- Oh, si, certo. Jen, hai un
pezzetto anche per me?-
- Certo, tieni.- mi rispose porgendomelo, mentre ancora
contemplava estasiata il suo autografo.
- Come ti chiami?- mi chiese poi Robert, continuando con la
recita, ma con un sorriso che stava ad indicare la sua
tremenda voglia di ridere a quella circostanza.
- Elettra.- gli risposi stando al gioco.
- Electra?-
- No, Elettra, con 2 T. è
italiano.-
- Sei italiana?-
- Già.-
Sorrisi divertita, accorgendomi che stavamo avendo la stessa
identica conversazione di quando ci eravamo conosciuti
in quella discoteca parecchi mesi prima.
Sorrise anche lui, mentre scriveva la sua dedica.
- Ecco a te.- mi disse poi,
porgendomi il biglietto sorridendomi.
- Grazie.- risposi io educata.
Lessi il biglietto e rimasi quasi stupita di quello che
vidi.
A una ragazza meravigliosa che mi ha permesso di conoscerla
meglio negli ultimi tempi. Un bacio grandissimo Robert
Ps Se riesci a liberarti dalle tue amiche vieni a salutarci,
che hanno tutti voglia di parlare un po’ con te.
Quasi mi vennero le lacrime agli occhi leggendo le prime due
righe, mentre già pensavo che realizzare il post scrittum sarebbe stato
alquanto difficile.
Come facevo ad allontanarmi? In fondo loro si trovavano in
un mondo completamente sconosciuto, non potevo abbandonarle così; ma avrei
trovato il modo per farlo, a qualunque costo.
Dopo averli salutati, ci allontanammo, mentre Kellan mi
strizzava l’occhio di nascosto.
- Mio dio, pensavo di svenire. Ma
quanto era figo?- esclamò improvvisamente Jenny, quando ci fummo allontanate
abbastanza.
Risi divertita a quelle sue parole, senza tuttavia fare a
meno di condividere quello che aveva detto, quando improvvisamente ebbi la
sensazione di essere osservata.
Mi voltai appena verso la direzione da cui eravamo arrivate
e notai che tutti mi stavano guardando.
Risi in silenzio, mentre facevo loro gesto che ci saremmo
visti più tardi.
Feci l’occhiolino e riportai la mia attenzione sulle mie
coinquiline, allontanandole il più possibile da qualsiasi pericolo che potesse
chiamarsi Kellan Lutz.
*
* *
- Pensi che riusciremo a salutarla come si deve?- mi chiese
Kris, addentando uno stuzzichino.
- Mmmh… non so se riuscirà ad allontanarsi dalle sue amiche.
In fondo non può mica abbandonarle qui in mezzo.- le risposi, sperando tuttavia
di sbagliarmi.
Mi guardai intorno distratto:
finalmente i complimenti per il film da parte degli invitati erano terminati,
così che ora potevamo goderci un po’ di tranquillità.
Riuscii ad intravedere Elettra tra
la folla e vedendola chiacchierare e ridere con le sue amiche, non potei fare a
meno di sorridere.
- Davvero niente male la nostra bambolina con quel vestito.-
commentò Kellan, guardando nella mia medesima direzione.
– Scommetto che c’è il vostro zampino.- aggiunse poi,
rivolto alle nostre colleghe.
- Diciamo che noi ci abbiamo solo messo una buona parola. Ma
vi ricordo che quella ad indossare il vestito è
Elettra.- gli rispose Nikki, alzando le spalle.
- Allora, cosa ne dici? Ne è valsa la pena scendere da
quella limousine?- mi chiese sottovoce Kris, sorridendomi complice.
- Si, direi proprio di si.- le
risposi, ricambiando il sorriso.
Kristen non era stupida ed era forse quella che meglio mi
conosceva tra i miei colleghi, ed ero sicuro quasi al 100% che aveva intuito i
sentimenti che mi legavano ad Elettra.
- Ragazzi, vado a prendere qualcosa da bere, torno subito.-
dissi poi rivolto agli altri e mi allontanai in mezzo alla gente.
Fu più arduo del previsto raggiungere il tavolo con lo
champagne, dal momento che non facevo in tempo a
percorrere due metri che qualcuno mi fermava per salutarmi.
Dopo quella che mi sembrò una
mezz’ora, arrivai a destinazione e la vidi subito: Elettra era proprio lì,
davanti a me, ma mi voltava le spalle, quindi non mi vide arrivare.
Sorrisi e mi avvicinai silenzioso, per prenderla di
sorpresa.
- È lei la signorina che ha vinto il concorso?- le sussurrai
in un orecchio, posandole le mani sui fianchi.
La vidi sobbalzare spaventata, per poi voltarsi verso di me
con gli occhi sgranati.
- Robert, ma dico, sei impazzito?
Mi hai fatto venire un infarto.- mi rimproverò,
premendosi una mano sul torace.
- Scusa, non era mia intenzione.- risposi ironico,
scoppiando a ridere.
- Scemo.- disse lei, guardandomi con sguardo arrabbiato.
- Sei riuscita ad allontanarti
dalle tue amiche?- le chiesi, cercandole tra la folla, ma senza vederle.
- Vuoi dire che ti sei avvicinato senza neanche accertarti
che non fossero nei paraggi?-
In effetti
dovevo ammettere che non ci avevo nemmeno pensato; quando l’avevo vista lì,
bellissima nel suo abito elegante, non avevo esitato ad avvicinarmi.
- Ehm…- riuscii solo a dire, arrossendo visibilmente.
- Sei un incosciente. E tremendamente fortunato. Sono
riuscita ad allontanarmi da loro con la scusa di prendere da bere.-
- Vieni a salutare gli altri allora?-
Anche lei scrutò tra la gente, assicurandosi che le sue
coinquiline non fossero nelle vicinanze.
- Si. Spero solo che non si caccino
nei guai.- mi rispose un po’ titubante, ma afferrando
la mia mano e seguendomi verso i nostri amici.
- Ehi, bambolina. Eccoti qua finalmente.- l’accolse
Kellan con il suo solito entusiasmo, posandole un bacio sulla guancia.
- Tesoro, sei un incanto con questo vestito.- la salutò
Kris, stringendola in un forte abbraccio.
- Io sarei un incanto? Ma vi siete viste allo specchio voi 3? Sembrate… delle star.- concluse
Elettra, facendoci ridere.
- Dove hai lasciato le tue amiche?- le chiese Nikki.
- Questa è una bella domanda. L’ultima volta erano vicino al
tavolo del buffet e spero che non si siano mosse da lì.-
- Hanno intuito qualcosa?- le domandò Kris, mentre ancora le
circondava la vita con un braccio.
- No, per fortuna. Anche se non avete idea di che fatica ho
fatto a rimanere seria prima, quando siamo venute qui.-
ci disse ridendo.
- Kris, finalmente sono riuscito a raggiungerti. Qui ci
vuole un navigatore per camminare.- sentimmo una voce dietro di noi.
Ci voltammo tutti quanti e vedemmo un ragazzo con i capelli
ricci venire verso di noi.
Si trattava di Jesse Eisenberg, collega di Kristen nel film
“Adventureland” dell’anno prima.
- Jesse, ciao. Non sapevo ci fossi anche tu.- lo accolse l’attrice,
abbracciandolo.
- Bè, con tutta questa confusione, non lo metto in dubbio.-
rispose lui.
- Ti va di fare un giro?- sussurrai ad
Elettra, che si trovava ancora accanto a me.
Si voltò, guardandomi con sguardo interrogativo, mentre Kris
ancora parlava con Jesse.
- Magari sulla terrazza, così non rischiamo di farci vedere
dalle tue amiche.- aggiunsi, vedendola titubante.
- Ok.- mi rispose infine,
sorridendomi.
La spinsi delicatamente verso l’uscita, mentre ero sicuro di
aver visto Kellan farmi l’occhiolino, mentre ci allontanavamo.
*
* *
Mi lasciai trasportare verso la terrazza da Robert, che mi
premeva una mano sulla schiena, mentre il mio cuore andava a mille: perché il
suo contatto doveva sempre farmi quell’effetto?
Mi guardai alle spalle, per accertarmi che non ci fossero
Jen e Chris nei paraggi, poi uscii nell’aria fresca dell’estate californiana.
Rob si appoggiò al parapetto con i gomiti, sospirando e
chiudendo gli occhi.
- Giornata pesante?- gli chiesi, appoggiandomi a mia volta.
- Non hai idea quanto. Non ci si abitua mai a questo genere
di cose.- mi rispose, riaprendo gli occhi e
guardandomi.
Si voltò, appoggiando la schiena alla ringhiera e alzando
gli occhi per osservare il cielo.
- Tu invece come ti trovi? In questo
ambiente, intendo.- mi chiese, senza staccare lo sguardo dalle stelle, ma
sorridendo.
- Non ci crederai, ma mi trovo a mio agio qui. Nemmeno io
l’avrei creduto possibile, ma è così. Anzi, ricordami di uccidere Adam, la
prossima volta che lo vediamo.-
Finalmente mi guardò, alzando un sopracciglio senza capire.
- Prima dell’inizio del film, ha cercato di avvicinarmi, ma
grazie al cielo sono riuscita a defilarmi.- spiegai,
sorridendo divertita al ricordo.
Robert scoppiò a ridere, mentre io gli rivolgevo uno sguardo
fintamente terrorizzato.
- Non ridere, ho rischiato grosso. Se mi avesse chiamata per nome non avrei avuto via di scampo. Quando
Jenny si mette in testa una cosa, non molla finchè non ha raggiunto il suo
scopo.-
- Però ammetti che sarebbe stata
divertente come scena.-
- Certo, se mi vuoi vedere con la testa staccata dal corpo,
sarebbe stata divertentissima.- risposi, con finto sarcasmo.
- Ok, non sarebbe stato divertente, ho
capito l’antifona.- concluse Rob, smettendo di ridere, ma guardandomi
sorridendo.
- Signor Pattinson, mi concede un’intervista?-
- Signor Pattinson.-
- è lei la nuova Bella che ha conquistato il suo cuore?
- Si faccia scattare qualche foto.-
Non facemmo nemmeno in tempo a voltarci, che una miriade di
flash ci accecarono.
In un gesto incondizionato mi accucciai dietro la ringhiera,
evitando così di farmi vedere dai giornalisti, e Robert, mi seguì a ruota,
mentre i paparazzi ancora scattavano foto al nulla.
Ci guardammo negli occhi in un primo momento spaventati, per
poi scoppiare a ridere.
- Ehi, voi. Cosa ci fate qui? Non potete entrare.- sentimmo
urlare qualcuno, probabilmente una guardia.
Sentimmo un po’ di trambusto poi più niente.
- Signor Pattinson, le chiediamo infinitamente scusa. Sono
sfuggiti al nostro controllo e non siamo riusciti a fermarli.- si rivolse a noi
uno degli uomini, accompagnato da un collega, trovandoci ancora piegati sulle
ginocchia, intenti a ridere.
- Non vi preoccupate, sono cose che capitano. È tutto ok.- cercò di tranquillizzarli lui, mentre ci rimettevamo in
piedi.
Le due guardie si allontanarono, balbettando ancora le loro
scuse e lasciandoci così di nuovo soli.
- Forse è meglio rientrare.- mi
suggerì Robert, con ancora un sorriso divertito sulle labbra.
- Concordo. Giusto per non rischiare.-
Così tornammo nella grande sala.
Rivolsi un breve saluto agli altri, poi andai alla ricerca
delle mie amiche, che per mia fortuna non si erano mosse
da dove le avevo lasciate.
- Era ora. Si può sapere dov’eri finita?- mi rimproverò
Jennifer, appena mi vide arrivare.
- Scusate, sono andata in bagno e poi non vi ritrovavo.- le
risposi, usando la prima scusa che mi era venuta in mente.
Non passò molto tempo prima che decidessimo di tornare a
casa; era ormai l’una di notte e la stanchezza cominciava a farsi sentire.
Riuscii a lanciare un ultimo e rapidissimo cenno di saluto
ai miei amici, prima di uscire, mentre il mio sguardo si incrociava
con quello azzurrissimo di Robert, che mi mimò con le labbra un “Buonanotte”
accompagnato da un bellissimo sorriso.
Non potei fare a meno di sorridere felice, mentre salivo
sulla limousine che mi avrebbe allontanato da quel mondo… almeno per il
momento.
Scusate, scusate, scusate x
l’immenso ritardo, ma purtroppo sono stata impegnatissima con gli esami e non
sono riuscita a postare.
Ma ora che la
sessione è finita (x fortuna! -.-), rieccomi qui come
sempre.
Bè, che direeeee… vedo che siete riviviti tutti. Meno male , cominciavo a preoccuparmi. ^^
Anzi, sono arrivati anche nuovi lettori..
la cosa mi commuove molto. ç_ç grassieeeee!!!!
Ehi, ehi, ehi, a proposito… ma tra neanche un paio di mesi
esce… “REMEMBER ME”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Oddio, non vedo l’oraaaa!!! Sono
troppo curiosa… anche se mi toccherò vedere Rob con quella! v.v
romina75: tranquilla, ti posso capire. Come vedi anche io sono stata impegnata negli ultimi tempi, quindi non
accuso nessuno! ;) Comunque Elettra non dice ancora
niente, perché vuole tenersi questo sogno ancora un po’ per se, ha paura che se
lo dice alle sue amiche, possa svegliarsi e scoprire che è stato tutto solo un
bellissimo sogno. Ma più avanti nella storia le
renderà partecipe della cosa, tranquilla. Un bacionee..^^
Lyla_:
tesoraaaaa!! Che meraviglia risentirti… cominciavo a
preoccuparmi!! ç_ç Comunque ti capisco
benissimo. Anche io sono stata super impegnata con gli
esami e sono riuscita a postare solamente oggi… -.- per fortuna questo periodo
tremendo è finito, almeno per il momento. E lunedì si ricominciano le lezioni…
mamma miaaa!!! Mai un attimo di respiro. -.- Sono
contenta che i cap ti siano piaciuti. ^^ ora cercherò di postare più
frequentemente, promesso… Jun
bacioneeeeeeee grandissimo
zizzicullen:
una nuova lettrice, che bello!! ^^ Sono contenta che la mia ff ti piaccia e
spero tanto che continui ad essere così. Un bacione
miri_cullen:
sono contenta che le mie descrizioni di Rob ti soddisfino, ti garantisco che mi
viene il batticuore anche solo leggendole, e le scrivo io! Quindi
ti lascio immaginare il mio grado di pazzia. XDXD continua a seguirmi, che mi
fa molto piacere. ^^ un bacione
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: Un’occasione imperdibile Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Un’occasione imperdibile…
- Direi che ti è andata di lusso.- commentò
Nikki, mescolando il suo tè.
Non le prestai attenzione, continuando a
sorseggiare il mio caffè e senza togliere gli occhi dalla pagina della rivista
scandalistica che mi aveva portato Ashley.
Nell’articolo dedicato all’anteprima di
“Eclipse”, vi era scritto un piccolo riferimento ad
una certa ragazza misteriosa vista insieme al bell’attore inglese la sera del party;
per mia fortuna non avevano altre informazioni e nemmeno le foto dovevano
averli soddisfatti molto.
In fondo mi ero nascosta giusto in tempo.
- Com’è che ti hanno chiamata?
Miss X? Lo sai vero che ora faranno di tutto per scoprire di chi si tratta?- mi
avvisò Nikki, portandosi la tazza alle labbra, ma senza distogliere lo sguardo
da me.
Rilessi il passaggio in cui si parlava di me,
per la centesima volta: Durante il party in occasione del post-anteprima,
l’attore londinese Robert Pattinson è stato visto in compagnia di una giovane
ragazza, di cui purtroppo non siamo riusciti ad
immortalare il viso. Chi sarà questa misteriosa Miss X? Sarà un’amica o la
conquistatrice del suo cuore? Un’attrice famosa o una semplice ragazza?
Nonostante tutto non ero preoccupata per la mia privacy; in
fondo non erano in possesso di una mia fotografia e da
quel momento sia io che Robert avremmo fatto molta attenzione.
- Ma in fondo dovrai pur farci
l’abitudine.- aggiunse insistentemente Nikki, appoggiando il suo tè sul
piattino.
Finalmente le concessi la mia attenzione, sollevando lo
sguardo dalla pagina di giornale e posandolo su di lei.
- Cosa intendi dire?- le domandai,
senza capire.
- Bè, sai cosa penso a proposito di voi due. Quando
finalmente vi deciderete a dichiararvi, tutto il mondo verrà a sapere della
nuova Bella che ha conquistato il cuore del nostro collega.- mi spiegò lei,
guardandomi negli occhi con il sorriso di chi la sa lunga.
- Nikki, non ricominciare con questa storia.- esclamai,
posando la rivista sul tavolino davanti a me e dedicandomi completamente al mio
caffè.
Quando insisteva su una cosa, diventava insopportabile; era
ancora convinta che qualche cosa di speciale legasse me e Robert e che prima o poi avremmo finito col metterci insieme.
Ma io non volevo
nemmeno prendere in considerazione un’ipotesi del genere.
Non che mi dispiacesse, ma non volevo rischiare di illudermi
per poi finire scottata.
Era meglio non pensare troppo in grande e accontentarmi di
questa bellissima amicizia che mi legava a lui.
Restammo tutte quante in silenzio per alcuni minuti.
Mi trovavo in compagnia di Kris, Nikki e Ashley in un bar
lungo la strada principale si Los Angeles: avrei tanto voluto portarle allo
“Sweet”, ma spiegare a Jim il motivo della mia presenza lì in compagnia di 3 stelle del cinema, sarebbe stato alquanto complicato.
Verso le 2 del pomeriggio, Nikki mi aveva chiamato sul
cellulare, dandomi appuntamento per le 4; solo una
volta arrivata lì avevo capito il motivo di tale invito.
Ash mi aveva consegnato la rivista, aperta alla pagina
dedicata a loro: subito non avevo capito il perché di quel gesto, ma una volta
lette le poche righe che mi riguardavano i miei occhi si erano spalancati increduli.
Certo, era stato un bel colpo leggere quelle parole, ma
quando mi ero resa conto che non vi erano foto che mi
“incriminavano”, mi ero rilassata.
- E se succedesse veramente?- mi chiese improvvisamente
Ashley, distogliendomi dai miei pensieri.
- Cosa?- le chiesi senza capire.
- Qualcosa tra te e Robert. Insomma, sarebbe faticoso
mantenere il tuo anonimato, prima o poi dovresti
uscire allo scoperto.- mi spiegò lei.
Ci pensai un po’ su: non avevo mai pensato ad una cosa del genere.
Ma se si parlava solo
per ipotesi…
- Prima di tutto, penso che dovrei spiegarlo alle mie
amiche. Se vedessero la mia faccia in copertina accanto a quella di Rob, oltre
che ad essere colpite da un infarto, probabilmente non
mi parlerebbero più. Ma immagino che tu voglia sapere
se sarei pronta a rinunciare alla mia vita tranquilla.-
Ci pensai per un momento, rimanendo in silenzio: questa era
proprio una bella domanda.
Cos’avrei fatto? Sarei stata pronta
a gettarmi in pasto ai giornalisti per Robert? Per potergli stare accanto?
Non dovetti pensarci molto, la
risposta era una sola.
- Si, penso di sì.- risposi infine,
in un sussurro appena udibile, senza guardare negli occhi nessuna di loro.
Anche se non ne ero sicura al 100%, tutte e tre sapevano che
da parte mia c’era un certo interesse per il nostro amico comune, come poterlo
nascondere?
Ma come avevo già
specificato loro più di una volta, non volevo farmi illusioni: già troppe volte
in passato ero poi rimasta ferita, e questa sarebbe stata ancora più grande
delle precedenti.
Fui salvata da qualsiasi commento dalla suoneria del mio
cellulare.
Lo estrassi dalla borsetta e guardai il numero sul display.
- Pronto.- risposi un po’ stupita, ben sapendo chi mi
avrebbe risposto.
- Ele, sei a casa?- mi chiese la calda voce di Robert.
- No, sono al bar con Kris e le altre. Perché?-
- Devo darti una notizia.
Aspettatemi lì che vi raggiungio.- e senza aggiungere altro, riattaccò.
- Chi era?- mi chiese Kris, notando la mia espressione.
- Rob. Ha detto che ha un notizia
per me e di aspettarlo qui che ci avrebbe raggiunto.-
Vidi sui loro volti la stessa espressione che doveva
dipingere il mio, rendendomi così conto che doveva trattarsi di una novità
molto fresca.
Arrivò dopo circa un quarto d’ora, entrando nel bar con
ancora gli occhiali scuri calati sugli occhi.
Salutò il barista, per poi dirigersi deciso verso di noi,
appena ci vide sedute al tavolo.
- Buongiorno ragazze.- ci salutò lui, posando un bacio sulla
guancia di ognuna di noi, per poi sedersi al contrario su una sedia presa dal
tavolo a fianco.
- Allora si può sapere che cosa c’è di così
tanto urgente?- gli chiesi, mentre la mia curiosità cresceva sempre di
più.
- Ho una novità che ti potrebbe interessare parecchio.- mi
rispose, sorridendomi.
- E sarebbe?- insistetti, sollevando un sopracciglio.
- Fra due settimane abbiamo un servizio fotografico.-
continuò Robert, senza togliermi gli occhi di dosso.
- Bene, sono contenta dell’efficienza del mio agente. Quando
aveva intenzione di dirmelo?- intervenne Kris, estraendo il cellulare dalla tasca,
probabilmente per accertarsi di non avere una chiamata senza risposta.
- Stai tranquilla, Stephanie me l’ha appena detto, quindi verrete avvisati tutti entro breve.-
- Rob, per favore, arriva al dunque.-
Ancora non riuscivo a capire cosa centrasse il loro servizio
fotografico con me.
Che i realizzatori gli avessero chiesto di portare la
ragazza misteriosa?
- Quello che t’interesserà è il luogo dove
avverrà.- continuò il mio amico, aumentando la suspance.
- Robert.- esclamai, ormai spazientita.
- Firenze.- disse infine.
Una sola, semplice parola.
Ma il mio cuore partì
subito a mille appena l’ebbe pronunciata.
*
* *
Rimase immobile a fissarmi per quelli che sembrarono almeno 20 secondi, guardandomi con gli occhi e la bocca spalancati.
- Stai scherzando?- esclamò poi, quasi urlando e attirando
l’attenzione dei clienti del bar.
- No, assolutamente. Appena me l’hanno comunicato ho pensato
di dirtelo.- le risposi, ridendo divertito alla sua reazione.
- Volete spiegare anche a noi.- intervenne Nikki, passando
lo sguardo da me ad Elettra.
- Io… io sono originaria di Firenze. O per meglio dire, di
un paesino poco distante.- le rispose lei, guardandola ancora incredula.
- Sei fiorentina?- le domandò
Ashley, sorridendo.
- Si.- sussurrò lei.
La guardai con il sorriso sulle labbra, felice di averla
stupita ancora una volta.
Appena Stephanie mi aveva comunicato la nostra meta, solo un
nome mi era subito saltato alla mente: Elettra.
Era stata proprio lei, qualche mese
prima, a dirmi dove abitava quando ancora viveva in Italia.
- Ma ancora non capisco. Cosa centro io?- aggiunse lei, dopo questo primo momento di
sbalordimento.
- Bè, mi sembrava sottinteso. Che ne dici di accompagnarci?
Può essere una buona occasione per tornare nella tua patria.-
- Dici sul serio? Davvero posso?-
- Se te lo sto dicendo.- le risposi ridendo.
- Wow! È…è meraviglioso. Grazie Rob.- mi disse,
stampandomi un bacio sulla guancia, con tanto di schicco.
- Lo faccio con piacere, lo sai.-
le risposi, sorridendole teneramente.
- Lo devo dire subito a Gian. Scusate.- ci avvisò, alzandosi
poi in piedi e allontanandosi un po’ per telefonare al suo migliore amico.
La seguii con lo sguardo.
- Non perdi l’occasione di farle qualche regalo, eh.- mi prese in giro Nikki, guardandomi con sguardo
malizioso.
- Non vedo cosa ci sia di male. Sono parecchi mesi che non
torna a casa, mi è sembrata un’ottima occasione.- le risposi, alzando le
spalle.
- Soprattutto perché così non devi starle lontano per troppo
tempo.-
- Nikki, diventi insopportabile quando fai così.- le feci notare, facendola ridacchiare.
- A proposito, hai notato questo?- mi chiese Kris,
porgendomi il giornale che avevo visto aperto sul tavolino.
Lo presi in mano e lessi l’articolo dedicato alla nostra
anteprima.
Non potei fare a meno di bloccarmi, quando lessi le poche
righe che riguardavano senza ombra di dubbio Elettra.
Le rilessi più di una volta, per essere sicuro di non aver
letto male, poi alzai lo sguardo verso le mie colleghe.
- Sei stato fortunato, non sono riusciti a scattarvi nessuna
foto.- mi disse Nikki, inclinando la testa da una
parte e puntandomi gli occhi addosso.
- Non abbiamo fatto apposta. Eravamo sulla terrazza e alcuni
giornalisti sono sfuggiti al controllo delle guardie. È comunque non è niente
di grave, non sanno niente di lei.-
- Vero, ma pensi che non cercheranno di scoprire qualcosa?
Rob, sei uno degli scapoli più famoso degli ultimi
tempi. Una storia fissa è un ottimo bocconcino per i giornalisti.-
Riportai lo sguardo sulla rivista senza commentare:
nonostante tutto aveva ragione, dovevo stare attento.
- Per il momento non c’è nulla da temere. Se scopriranno qualcosa ce ne occuperemo allora.- le risposi, riappoggiando
il giornale sul tavolo.
Nikki stava per ribattere qualcosa, ma il ritorno di Elettra
la interruppe.
- Penso di non avere mai sentito Gian così contento.- ci
disse ridendo.
Si risedette al suo posto e mi rivolse il sorriso più bello
che avessi mai visto.
- Grazie, Rob, mi stai regalando una grande occasione. Non
so quando avrei avuto il coraggio di tornare là, ma con questa scusa posso
farlo.-
Non le risposi, limitandomi a sorridere, troppo felice di
aver fatto qualcosa di utile per la mia stella.
Lo sooooo, ci ho
messo un po’ ad aggiornare, ma la suspance non aumenta la voglia di leggere??
^^
No, forse è solo una mia idea malsana… -.-
Comunque sta di fatto che sono tornata, quindi nessuno di vuoi mi può uccidere (le minacce sono concesse, visto che lo
faccio sempre anche io!! :P)
Allora, che ne dite del capitolo??
Rob ha trovato la giusta occasione e … ELETTRA TORNA A
CASAAAAA!!!
Finalmente si scoprirà qualcosa di più del passato della nostra protagonista. ^^
Lyla_:
tesoraaaaa!!! Questa volta hai commentato solo tu… Lma non mi hai abbandonata!!! ^^ Allora, gli esami sono
finiti anche x te, eh?? Era ora, vero?? Ci si sente
sempre più leggere. E pensare ke sono solo all’inizio.
-.- parlando di cose più importanti… XD grazie milleeeeeeeee!!
Mi fai sempre tanti complimenti… mi fanno tanto piacere!!
^///^ I nostri eroi, nel prox cap, verranno nella nostra patria… e chissà che
succederà.. hihihi!!! Continua a seguirmi, mi
raccomando… un bacioneeeeeeee ^^
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Ritorno a casa Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Ritorno a casa…
Mi trovavo sul volo diretto a Firenze, in
compagnia di Robert e gli altri.
Mancavano circa 45
minuti all’atterraggio e il mio cuore già cominciava a battere a mille; sapevo
fin troppo bene che non sarei riuscita ad evitare i miei ex amici, in fondo il
nostro non era un paese tanto grande.
- Tutto bene?- mi chiese Rob, seduto accanto a
me.
- Si, solo… sono un po’
agitata all’idea di vedere i miei… amici.- gli risposi, guardandolo e
sospirando all’ultima parola.
- Vedrai che andrà tutto bene. E poi ricorda che
ci sarà anche Gian con te.- cercò di rassicurarmi lui,
sfiorandomi una mano.
Aveva ragione, Gianluca sarebbe stato con me;
non mi aveva mai lasciata sola e non l’avrebbe fatto
questa volta, proprio come mi aveva assicurato lui stesso.
Finalmente l’aereo toccò terra toscana, così
infilai i miei occhiali da sole con tanto di cappellino.
Al nostro arrivo ci sarebbero
stati una miriade di fans e giornalisti, venuti a conoscenza di questo servizio
fotografico, così avevamo concordato che io sarei scesa poco dopo di loro,
mischiandomi tra la gente normale, per raggiungere poi la macchina che ci
avrebbe portati al loro albergo.
- Ci vediamo dopo, allora.- mi salutò Robert,
pronto a scendere, seguito dagli altri.
Aspettai circa un minuto, prima di alzarmi e
seguire la gente “comune” verso il terminal.
Non feci in tempo ad
oltrepassare le porte, che già sentivo le urla delle ragazzine impazzite alla
vista degli attori.
Guardai nella loro direzione con la coda
dell’occhio, vedendoli firmare autografi qua e là, giusto per acquietare un po’
le acque, così io mi affrettai verso l’uscita, raggiungendo l’auto con tanto di
autista.
- La signorina Bertani, immagino.- mi disse
quest’ultimo in italiano, sorridendomi e aprendo la portiera.
- Immagina bene. Grazie mille.- gli risposi,
salendo in auto.
Dovetti aspettare circa 10
minuti, prima di veder comparire Rob, Kris e Kellan: gli altri sarebbero saliti
sulla macchina che si trovava esattamente dietro di noi.
- Mamma mia, pensavo di lasciarci la pelle là in
mezzo. Le fans italiane sono delle pazze scatenate.- commentò Kellan, sedendosi
accanto a me sui sedili posteriori.
- Ahahah! Si, sappiamo
farci riconoscere.- gli risposi ridendo.
- Tu stai bene? Nessun problema, vero?- mi
chiese Robert apprensivo, dal sedile anteriore.
- Tutto perfetto. Sono arrivata fin qui
facilmente.- gli risposi con un sorriso, tranquillizzandolo.
Raggiungemmo l’hotel nel giro di 20 minuti, durante i quali esponevo agli altri le meraviglie
di Firenze.
Quando arrivammo
all’albergo Alessandra, Robert e gli altri si registrarono grazie al mio aiuto.
- Ora capisco perché mi avete portata
con voi. Vi serviva un’interprete.- dissi loro, mentre ci avviavamo agli
ascensori.
- Ah, ci hai scoperti.-
mi prese in giro Nikki, ridendo.
- Grazie tante.- commentai, fingendomi offesa.
- Io pensavo di fare subito un salto a casa,
magari ci vediamo più tardi.- li avvisai.
- D’accordo. Va bene se ci vediamo per cena?
Così ci consigli un buon ristorante.- mi rispose Kris.
- Certo che si. Su
questo non c’erano dubbi.- le risposi, strizzandole l’occhio.
- Ti dispiace se vengo con te?- mi domandò
all’improvviso Robert.
Lo guardai ad occhi
spalancati.
- Se non vuoi che ti accompagni dai tuoi non
preoccuparti, aspetto fuori, ma mi piacerebbe fare un giro per la città.- mi
spiegò, sorridendomi.
- No, ma figurati. Solo… mi hai sorpreso. Ok,
allora… ti aspetto nella hall.- lo informai, mentre le
porte dell’ascensore si chiudevano.
Non si fece attendere a lungo, così che presto
uscimmo nell’aria calda di Firenze.
Mi guardai intorno estasiata, riconoscendo ogni
minimo angolo della città e legandolo sempre ad un
ricordo della mia vita.
Era strano essere di nuovo lì, ma allo stesso
tempo ero al settimo cielo.
- Tutto bene?- mi chiese Pattinson, notando la
mia assenza.
- Si, scusami. È solo
che… è strano tornare qui dopo tutti questi mesi.-
- Immagino. Quindi
ammetti che un po’ ti mancava questo posto?- mi chiese, guardandomi con sguardo
complice.
- Si, lo ammetto, un
pochino si.- gli risposi arrossendo.
Salimmo su un tram che ci avrebbe portato nel
piccolo paesino poco lontano da lì in cui vivevo fino all’anno precedente.
Quando scesi una serie di ricordi
mi colpirono la mente: il parco sulla destra dove trascorrevo i pomeriggi con i
miei amici, la pizzeria dove passavamo quasi tutti i sabati sera, la gelateria.
Sentii le lacrime premere contro gli occhi, ma
cercai di ricacciarle indietro: non me la sentivo di farmi vedere da Robert.
- Andiamo prima da Gian.-
decisi infine, incamminandomi lungo la strada.
Raggiungemmo la casa del mio migliore amico in
poco tempo, così mi avvicinai alla porta e suonai il campanello.
- Si?- mi rispose, aprendo la porta.
- Non mi dire che non ti aspettavi di vedermi
qui. Sapevi che sarei arrivata oggi.- lo rimproverai sorridendo.
- Elettra!!- esclamò
stringendomi forte a se.
- Che bello rivederti qui.- mi disse, con il
viso affondato nei miei capelli.
- Anche per me è bello essere tornata.- ammisi,
mentre incrociavo i suoi occhi verdissimi.
- Ciao Robert. Non ti ringrazierò mai abbastanza
per averla riportata qui.- disse poi rivolto
all’attore, allungando una mano per stringere la sua.
- Ciao Gian. È stato un piacere.- gli rispose,
sorridendo.
- Sei già tornata a casa?- mi chiese, tenendomi
ancora stretta a se.
- No, volevo andarci adesso. Ti va di
accompagnarci? Così Robert ha un po’ di compagnia.-
- Certo che si.- e così
dicendo si chiuse la porta alle spalle, seguendoci verso la casa dei miei
genitori.
Finalmente arrivammo davanti alla grande casa
bianca che era stata il rifugio della mia infanzia e della mia adolescenza.
La guardai per alcuni secondi, senza avere il
coraggio di avvicinarmi; perché mi bloccava tanto quella situazione?
In fondo ero rimasta in buoni rapporti con i
miei genitori.
Forse era solo per il fatto
che quella casa rappresentava il mio passato, con il quale avevo voluto
chiudere l’estate precedente, quando me n’ero andata.
- Dai, forza, guarda che non ti mangiano mica.-
mi spinse in avanti Gian, premendomi una mano sulla schiena.
Mi voltai indietro, cercando con lo sguardo il
supporto delle due persone che per me erano diventate le più importanti negli
ultimi tempi, e dopo averlo trovato, mi diressi verso la porta di casa,
esalando un profondo respiro.
- Chi è?- chiese mia madre, aprendo la porta di
casa, dopo che io avevo suonato il campanello.
- Ciao mamma.- la salutai, sorridendole.
Mi guardò con gli occhi spalancati, come se
avesse appena visto un fantasma, poi vidi una lacrima
scorrerle lungo la guancia.
Ero tornata a casa.
* * *
Era identica alla figlia, eccezion fatta per il colore
degli occhi, di un nero profondo, in perfetto contrasto con quelli cristallini
di Elettra.
- Ciao mamma.- le disse lei, mentre una piccola
lacrima abbandonava gli occhi della donna per giungere fino alle labbra.
- Elettra.- sussurrò lei, ancora incredula di
vederla lì.
Non capivo quasi niente d’italiano, ma riuscii
tuttavia a comprendere la conversazione che ci fu tra le due, almeno in parte.
- Proprio io. Non te l’aspettavi,
vero?- ironizzò Elettra, sorridendo, cercando di nascondere la commozione che
stava prendendo anche lei.
- Oh, piccola, che bello rivederti.- la salutò
finalmente la signora Bertani, abbracciando la figlia.
- Anche per me.-
sussurrò la ragazza, con voce quasi inudibile.
- Quando sei arrivata? Perché non mi hai detto
niente?- le chiese poi la madre, allontanandosi di qualche centimetro e
asciugandosi le lacrime.
- Volevo farti una sorpresa.-
- Era ora che venissi a trovare la tua mamma.-
le disse scherzosamente, dandole una pacca sulla testa.
- Oh, ciao Gian.-
salutò poi il ragazzo.
- Ciao Laura. Te l’avevo detto che prima o poi te l’avrei riportata.- rispose lui, sorridendole
e facendo l’occhiolino.
Poi lo sguardo della donna si soffermò su di me
e dovette riconoscermi all’istante, perché la vidi spalancare gli occhi subito
seguiti dalla bocca.
Guardai Elettra, chiedendole con lo sguardo cosa
dovevo fare.
- Parla pure in inglese, lo sa anche meglio di me.- mi assicurò la mia amica sorridendo.
- Salve signora Bertani,
io sono Robert. È un piacere conoscerla.- mi rivolsi a lei, allungando una
mano.
Lei la strinse, senza tuttavia proferire parola.
- Riprenditi mamma, non hai le allucinazioni, è
proprio QUEL Robert. Devi ringraziare lui se sono qui.- le disse, passando
all’inglese, probabilmente per facilitarmi.
- Hai tralasciato qualcosa nelle tue telefonate,
tesoro?- si riprese la donna.
- Comunque il piacere è mio. E chiamami Laura.-
mi rispose finalmente, regalandomi un sorriso così simile a quello della
figlia.
- Perché non entrate? Tuo padre sarà qua a momenti.- ci disse infine, rientrando in casa.
- Allora, si può sapere qual è questo grande
evento che ti ha convinta a tornare qui?- chiese la
signora Bertani alla figlia, continuando ad usare la lingua d’oltre Manica.
- Robert e gli altri hanno un servizio
fotografico qui a Firenze, così ho pensato di aggregarmi. Sarebbe stata la
scusa perfetta per ripresentarmi qui.-
Vidi sua madre guardarmi per un secondo, per poi
porre alla figlia una domanda in italiano che io non capii, ma che intuii dalla
risposta di Elettra.
- No, mamma, non ti ci mettere anche tu.- rispose la ragazza, arrossendo.
Cercai con lo sguardo la conferma da parte di
Gian alla mia intuizione, e con un gesto affermativo accompagnato da una
risata, confermò la mia teoria.
- Ok, ok, non ti
arrabbiare. Lo diresti subito alla tua mamma se fosse così, vero?- le disse
poi, con sguardo malizioso.
- Certo mamma, come
no.- rispose Elettra, ancora rossa in volto, sollevando gli occhi al cielo.
Sentimmo un certo trambusto provenire dalla
porta d’ingresso che si stava chiudendo.
- Laura?- parlò una voce maschile.
- Sono in salotto, caro.- rispose la signora
Bertani.
- Oggi è stata una giornata pazzesca. Non vedevo
l’ora di usc…- cominciò a dire l’uomo, ma si bloccò all’istante appena ci vide
seduti in salotto.
- Ciao papà.- disse
Elettra alzandosi.
- Ele…-
Non capii il resto della conversazione, dal momento che parlarono in italiano, ma dall’abbraccio che
si scambiarono, capii che anche il padre era contento di rivederla.
Capii all’istante da chi avesse preso gli occhi
azzurri Elettra: erano identici a quelli dell’uomo che ora la stringeva forte a
se e anche la loro profondità era identica.
- Papà, ti presento Robert.- mi presentò infine, rivolgendo lo sguardo verso di me.
L’uomo mi guardò con un sopracciglio alzato
Oh, no, vuoi vedere che mi sono trovato un padre
super geloso della figlia?, mi dissi notando lo sguardo.
- Molto piacere.- mi rispose tuttavia in
inglese, stringendomi la mano.
- Non farci caso, è così con qualsiasi ragazzo
si avvicini ad Elettra. L’ha fatto anche con me
all’inizio.- mi sussurrò Gian all’orecchio, mentre il signor Bertani riprendeva
a parlare in italiano con la figlia.
- Wow, perché devo sempre essere così
fortunato?- risposi io ironico, mentre Gianluca rideva sotto i baffi.
Li guardai conversare per un po’, quando mi resi conto che
per me era venuta l’ora di raggiungere i miei colleghi.
- Scusate, non vorrei interrompervi, ma è meglio
se io torno in albergo. Il viaggio è stato lungo e vorrei riposarmi un po’.-
attirai l’attenzione, sperando di non venire
incenerito dallo sguardo del padre di Elettra.
- Certo, hai ragione.- mi disse quest’ultima,
alzandosi in piedi.
- No, tu resta, avete
tante cose di cui parlare.- la bloccai.
- Sei sicuro di farcela da solo?-
- Certo, non ti preoccupare, me la caverò.- le
risposi, facendole l’occhiolino, cosa di cui mi pentii all’istante, dal momento che il padre mi lanciò un’occhiataccia che
avrebbe messo terrore anche ad un assassino.
- Ok, come vuoi. Vi raggiungo tra un po’.-
- Non ti preoccupare, fai con comodo. Ci vediamo
a cena.-
- Me ne vado anche io.-
intervenne Gian, alzandosi a sua volta.
- Allora… ciao.- ci
salutò Elettra, ancora un po’ titubante nel lasciarmi andare da solo.
- è stato un piacere conoscerti, Robert.- mi
salutò la madre, sorridendomi.
- Anche per me, sign… Laura.- mi corressi,
notando il suo sguardo di rimprovero.
Uscimmo sotto il sole pomeridiano di Firenze e
dopo aver salutato Gianluca, tornai al mio albergo, mentre solo un pensiero mi
riempiva la testa: avrei dovuto fare molta attenzione se volevo tornare a Los
Angeles tutto intero.
Va bene, chiedo
umilmente perdono x il ritardo, ma l’università mi lascia poco tempo anche per
respirare.
Una vera rottura di palle, in altre parole. -.-
Ma purtroppo mi tocca.
Ma rieccomi qui, più agguerrita che mai!!
Ragazzeeeeeeeeeeeeeee!!!!
Mancano 9 giorni
all’uscita di “Remember me” ( e 109 ad “Eclipse”, ma non esageriamo. -.-)!!!!!!!!!
Mamma mia, non vedo l’ora di vederlo.. sono troppo curiosa di vedere Rob al di fuori del ruolo
di Edward.
Certo, ho già visto anche altri film con lui, ma
questo è il primo dopo i 2 film della saga…
Troooooooppo curiosa!!
*.*
Miky 483: wow!!!!
Una nuova lettrice… o almeno una nuova commentatrice!
^^ sono contenta che tu abbia deciso di farti notare, mi fa
un sacco piacere! *.* Guarda, ti darò un’anteprima esclusiva… non manca tanto!! Ti posso garantire che i nostri eroi ce la faranno!!:P Grazie per i mille
complimenti, mi fanno sempre arrossire. ^///^ continua a seguirmi… un bacione
ps: mi disp, il -26 era x “Remember me” O.o
Lyla_: Tesoraaaaaaaaaaaa!!!! Graaaaazie per i complimenti… ^^ e come ho detto alla nostra comparemiky 483, i
nostri eroi inizieranno ad amoreggiare molto presto! ^^ oddio, sto rivelando
troppo! O.o basta, basta, o rovino la sorpresa!! XD Ti
rendi conto che mancano solo 9 giorni?? O.O andrai a vederlo, vero?? *.* vero, esami finiti, ma
lezioni ricominciate… -.- xò dai, tra poco c’è pasqua!!;) Un bacione immensooooo ti adoro
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: Incontri inevitabili Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Incontri inevitabili…
Li seguii con lo sguardo fino a quando non scomparvero
nell’ingresso, per poi udire la porta chiudersi alle loro spalle.
Sospirai, sperando che Robert ritrovasse la strada per
l’hotel, e mi voltai vero i miei genitori.
Mio padre mi fissava con sguardo truce, un sopracciglio più
su dell’altro e lo conoscevo abbastanza bene da sapere che c’era una ramanzina
in arrivo.
- Allora, come ce lo spieghi?- mi
domandò lui, senza distogliere gli occhi dai miei, identici ai suoi.
- Cosa vuoi dire?- gli risposi con
un’altra domanda.
Era un sollievo poter tornare ad
usare finalmente l’italiano; anche durante la visita di Gian a Los Angeles,
davanti a Rob e gli altri avevo sempre preferito usare l’inglese, per non
rischiare di escluderli dalla conversazione.
- Ti sembra normale che dopo quasi un anno che te ne sei
andata, finalmente torni a casa e scopriamo che ti sei fidanzata con un famoso
attore del cinema? Portandocelo addirittura in casa.-
insistette mio padre.
- Allora, prima di tutto non stiamo insieme, se è questo quello che ti preoccupa, papà. Secondo non l’ho
portato a casa: voleva semplicemente fare un giro e dal
momento che io sono tornata qui, mi ha accompagnata, tutto qua.- gli
risposi, senza mollare il suo sguardo.
- Ma… ammetto che per me è
importante.- aggiunsi sospirando, senza dover specificare che stavo parlando
proprio di Robert.
- Tesoro, stai attenta. Lui appartiene al mondo dello
spettacolo, che, credimi, può essere molto pericoloso.-
- Perché, tu l’hai provato?- lo aggredii con rabbia.
- No, ma non ci vuole un genio per capirlo.- aggiunse lui,
alzando la voce.
Restammo in silenzio per alcuni secondi senza fiatare, poi
mi disse: - Sappi che vi terrò d’occhio.-
- Grazie, papà, ora sì che sono contenta di essere tornata a
casa.-
Mi alzai di scatto dal divano, senza più
guardarlo in faccia.
- Ora, se non vi dispiace, vado a farmi una doccia.- dissi,
avviandomi verso la mia camera.
- Rimani a cena con noi, tesoro?- mi chiese mia madre, che
non aveva aperto bocca per tutta la durata della nostra discussione.
- No, devo uscire con Robert e gli altri.- le risposi senza
voltarmi ed entrando nella mia stanza, che era rimasta identica a come l’avevo
lasciata, chiudendomi la porta alle spalle.
Appoggiai la valigia vicino al letto per poi sedermi su
quest’ultimo sospirando.
Volsi lo sguardo intorno sorridendo, mentre osservavo i
numerosi poster e le altrettante fotografie che ritraevano quello stesso
ragazzo che era uscito da casa mia pochi minuti prima.
Guardai la radiosveglia ancora funzionante sul mio comodino
e mi accorsi che cominciava a farsi tardi: dovevo darmi una mossa.
Aprii l’armadio della mia camera, dal quale estrassi un paio
di asciugamani puliti, poi uscii in corridoio, avviandomi verso il bagno.
- Caro, non dovevi essere così duro con lei. Elettra è
abbastanza grande da sapere quello che fa.- sentii mia
madre rivolgersi a mio padre.
- Non è questo il punto, Laura. Avrà anche 20 anni, ma quel ragazzo è un attore, fa parte del mondo
dello spettacolo. Cosa centra con lei?- rispose lui.
- Niente, e su questo ti posso dare
ragione. Ma se per lei è importante, noi non possiamo
farci niente. Non è più una bambina e deve vivere la sua vita come meglio
crede. Se vuole buttarsi in pasto ai giornalisti è una
sua scelta.- cercò di farlo ragionare mia madre.
- Si, hai ragione, ma li terrò
d’occhio comunque.-
La conversazione s’interruppe, così mi fiondai in bagno,
impedendo a me stessa d’irrompere in salotto e urlare in faccia a mio padre che
non aveva nessun diritto di parlare così.
Quella era la mia vita, trasferendomi in America ne avevo cominciato una nuova, lasciandomi alle spalle il passato,
Firenze e tutto quello che aveva a che fare con quella città.
Che erano fatti miei chi frequentavo e con chi stavo.
Ma non lo feci,
limitandomi a buttarmi sotto il getto fresco della doccia, lavando via tutta la
tensione.
Mi godetti quei momenti di completo relax
in santa pace, mentre il mio cervello viaggiava per mete fin troppo conosciute:
pensai a Robert, a quello che mio padre aveva detto, ai miei amici, che
rischiavo d’incontrare in qualunque momento, fino a quando non avessi rimesso
piede sull’aereo per tornare a Los Angeles.
Saremmo rimasti in Italia per 4
giorni, giorni in cui sarebbe potuto accadere di tutto.
Uscii dalla doccia, avvolgendomi un asciugamano intorno al
corpo e l’altro sui capelli, poi mi osservai allo specchio: ero cambiata
parecchio dall’ultima volta che mi ero riflessa su quella stessa superficie.
Ora ero molto più abbronzata, probabilmente conseguenza del
sole californiano sulla mia pelle ogni giorno, e anche se lo
credetti impossibile, anche i miei occhi erano diventati più chiari, più
luminosi.
Tornai in camera mia veloce, senza farmi sentire dai miei,
evitando così di essere intercettata, e aprii la valigia che avevo portato con
me; estrassi alcuni vestiti e optai per quello blu
scuro che avevo comprato con Kris e le altre il giorno il cui avevo acquistato
quello per l’anteprima.
“Mette in risalto i tuoi occhi” aveva detto Nikki, per
convincermi a comprarlo.
Era senza spallini, così indossai un reggiseno a fascia, per
poi infilarmi l’abito che arrivava più o meno a metà
coscia.
Vi abbinai un paio di sandali del medesimo colore, sciolsi i
capelli e misi gli orecchini a cerchio che tanto mi piacevano.
Riuscii ad essere pronta in poco
più di un’ora, così potei uscire in perfetto orario, senza rischiare di fare
tardi.
- Mamma, papà, io esco. Non so a che ora torno, quindi non
aspettatemi alzati. Ci vediamo domani.- dissi,
passando per il salotto in fretta, per evitare di essere bloccata.
Ma i miei intenti
furono vani.
- Ehi, dove credi di andare vestita così?- mi fermò mio padre, seduto in poltrona, distogliendo lo sguardo
dal telegiornale che stava guardando in TV.
Alzai gli occhi al cielo, tornando indietro di qualche
passo.
- Vado a cena fuori, papà. E non
sono più una bambina.- e senza aggiungere altro, uscii di
casa.
Percorsi a ritroso la strada che avevo fatto poche ore prima
in compagnia di Rob, arrivando così davanti all’hotel.
Ma fui subito
bloccata da una marea di giornalisti, venuti a conoscenza dell’albergo in cui
alloggiavano le star di “Twilight”.
Feci un lungo respiro, avanzando poi verso l’entrata.
Sentii gli occhi dei paparazzi addosso, ma nessuno mi fermò,
salvo qualche fischio rivolto probabilmente al mio abito succinto.
Quando finalmente attraversai le porte, tirai un sospiro di sollievo, cercando di rilassarmi.
- Ma come siamo eleganti. Devi
conquistare qualcuno?- chiese una voce davanti a me.
Sollevai lo sguardo e incrociai quello verde del mio
migliore amico, che mi sorrideva, elegantissimo nel suo vestiario composto da jeans e camicia bianca.
- Gian, cosa ci fai qui?- gli chiesi, guardandolo ad occhi spalancati.
- Robert mi ha invitato ad uscire a
cena con voi. Ma se disturbo posso anche tornare a
casa.- mi rispose, senza tuttavia perdere il suo sorriso.
- No, no, semplicemente non mi aspettavo di trovarti qui.-
- Sorpresa! Vieni, sediamoci qui. I ragazzi arriveranno a
momenti.- mi disse lui, spingendomi verso i divanetti nella hall.
Non dovemmo attendere molto, prima di vedere le porte
dell’ascensore aprirsi, lasciando uscire i nostri amici.
Li guardai uno per uno, ma il mio
sguardo si soffermò più a lungo su di lui, bellissimo nei suoi jeans bianchi,
accompagnati dalla camicia nera e i soliti capelli sbarazzini.
Poi lo guardai in volto e tutto il mio autocontrollo si
perse nei suoi occhi azzurri.
*
* *
Era bellissima con quel vestito blu notte, in perfetta
armonia con i suoi occhi cristallini.
Le sorrisi con dolcezza, mentre la vedevo arrossire, resasi
probabilmente conto che mi stava fissando.
- Ehi, Gian, ciao.- esclamò Kris,
appena lo vide, stampandogli un bacio sulla guancia.
- Mademoiselle, è un piacere rivederla.- rispose lui
galante, facendole il baciamano.
- Gian, mio solo e unico amore!- lo assalì Kellan, mentre
tutti scoppiavano a ridere, Gianluca compreso.
Mi accostai ad Elettra, piegata in
due dalle risate per la scena che le si stava presentando davanti.
- Ciao.- la salutai, piegandomi per
arrivare alla sua altezza.
- Ciao Rob.- rispose lei,
regalandomi un sorriso raggiante.
- Spero non ti dispiaccia che abbia invitato anche Gian.- aggiunsi, rialzandomi, ma senza staccare gli occhi
dai suoi.
- Assolutamente. Anzi, è stata una bella sorpresa. Sono
contento che siate diventati amici.-
La guardai con tenerezza, felice di averla fatta contenta
ancora una volta.
- Spero di non aver creato confusione in casa tua con la mia
presenza.- aggiunsi poi, portando lo sguardo su Kellan e Gianluca, ancora abbracciati.
Non udendo alcuna risposta tornai a guardarla, preoccupato.
- Tutto ok?- le domandai.
- Si. Il fatto è che mio padre è un
po’ troppo… protettivo, ecco. Ti chiedo scusa se la sua accoglienza è stata un po’ fredda, ma si preoccupa per me.- mi rispose lei, senza
però guardarmi.
- Non preoccuparti, lo capisco. Anche io
mi preoccuperei parecchio se avessi una figlia come te.- sussurrai, facendola
arrossire.
- Ehi, voi due, avete intenzione di venire con noi o ve ne
restate qui tutta sera?- attirò la nostra attenzione Kellan, mentre gli altri
già si avviavano verso l’uscita.
Stavo per rispondere quando Elettra urlò: - Fermi!- facendo
spaventare tutti.
- Non uscite di lì.- aggiunse poi,
spingendoci tutti lontano dalle porte.
- Perché? Che succede?- le chiese Ashley, preoccupata.
- Fuori c’è pieno zeppo di giornalisti. Cerchiamo un’altra
uscita.-
- Scusi, c’è una porta sul retro?- chiese poi in italiano
alla ragazza della reception.
- Certo.- rispose questa.
Elettra, dopo averla ringraziata, ci spinse verso il retro
dell’albergo, uscendo poi all’aria aperta dopo aver controllato che non ci
fossero paparazzi anche lì.
- Ma che carina, ti sei preoccupata
per noi.- si rivolse a lei Kellan.
- A dire il vero pensavo più a me e Gian; non sarebbe stato
salutare per la nostra privacy farci vedere insieme a
voi.- gli rispose Elettra, mentre la mano del biondo si bloccava a mezz’aria,
nell’atto di accarezzarle i capelli.
- Non ha tutti i torti.- concordò Kris ridendo, mentre Lutz
bonfocchiava qualcosa che sembrò assomigliare molto ad
un insulto.
Quando fummo abbastanza lontani dall’hotel
da essere certi di non essere seguiti, riprendemmo un tono di voce normale,
mentre Elettra e Gianluca ci precedevano, confabulando in italiano mentre
decidevano dove portarci.
Giungemmo davanti ad un ristorante chiamato “Il fiorentino”;
entrammo tutti quanti, preceduti dalle due “guide”.
- I casi sono due: o sono così vecchio da avere le visioni
oppure la piccola Elettra Bertani è appena entrata nel mio ristorante.- esclamò
una voce, appena mettemmo piede nel locale.
- Tranquillo, Gigi, non sei ancora così vecchio. Sono
proprio io.- rispose lei, sorridendo all’uomo che stava venendo verso di noi: era circa sulla cinquantina, con un corpo abbastanza
atletico per la sua età e un grembiule bianco legato in vita.
- Ma fatti abbracciare.- disse
sorridendo, allargando le braccia per accogliere Elettra.
Lei ci si gettò felice, stringendolo in un abbraccio
amichevole: dovevano conoscersi da diversi anni.
- Venivamo qui spesso e Luigi è un
vecchio amico della famiglia di Elettra.- ci spiegò Gian, passando all’inglese.
- Oh, ma c’è anche Gianluca. Allora ragazzo, come hai fatto
a convincerla a farla tornare?- domandò l’uomo,
rivoltò al giovane, dandogli una pacca sulla spalla.
- Purtroppo non è tornata e non sono stata io a riportarla
qui. Devi ringraziare loro.- rispose il ragazzo, indicandoci.
Vidi gli occhi di Luigi spalancarsi, quando ci riconobbe per
quelli che eravamo.
- Io… io… potevate avvertirmi che avremmo avuto certi
ospiti.- si lamentò l’uomo, voltandosi verso la ragazza.
- Gigi, calmati, ok? Sono ragazzi normalissimi e stasera
sono venuti qui per cenare e divertirsi, non per
essere trattati come delle bestie rare.- lo avvisò Elettra, mentre ero sicuro
che tutti quanti la stessimo ringraziando mentalmente.
- Si, forse hai ragione. Allora
direi che potete accomodarvi al solito posto.- disse infine Luigi, strizzando
l’occhio ad Elettra.
Ci facemmo largo tra i tavoli, per poi sederci in uno
abbastanza nascosto alla visuale dell’intera sala.
- Spero tanto che nessuno venga a romperci le scatole.-
commentò la nostra amica, guardandoci mortificata.
- Non preoccuparti, ci siamo abituati.- le risposi, cercando
di rassicurarla con un sorriso.
La cena passò tranquilla, senza alcun’interferenza
da parte di esterni.
Tutti quanti ordinammo piatti tipicamente italiani,
approfittando del fatto che ci trovassimo in un ristorante come quello.
Appena finito di mangiare, andammo alla cassa per pagare e
dopo aver salutato il proprietario, uscimmo nuovamente nell’aria fresca di
Firenze.
- Che ne dite, facciamo un giro? O volete tornare in albergo?-
ci chiese Elettra titubante.
- Vuoi scherzare? Prima di tutto non ho intenzione di
tornare in camera così presto. Secondo, vengo a Firenze e pensi che non voglia
visitare la città? Scordatelo. Ora dovrai trascinarci in giro fino a quando non
lo diremo noi.- le rispose Nikki, puntandole un dito contro, scherzosamente.
- Ok, come volete. Mi sacrificherò.- rispose l’altra
ridendo.
Vagammo per le strade fiorentine senza una meta precisa,
osservando le meraviglie della città.
Avevamo appena superato il famoso campanile di Giotto,
quando una voce alle nostre spalle ci fece fermare.
- Elettra, sei proprio tu?-
La vidi bloccarsi sul posto, come se fosse appena stata investita sa un soffio di aria gelida, poi lentamente si
voltò.
- Claudio…- sussurrò con un filo di voce, mentre tutti
incrociavamo gli occhi azzurri del ragazzo davanti a noi.
*
* *
Sentii il sangue gelarmisi nelle vene quando udii quella
voce.
Subito credetti di aver avuto le allucinazioni, non potevo aver incontrato proprio lui in tutta Firenze.
Ma quando il mio sguardo incrociò i suoi occhi azzurri non potei più mentirmi: era proprio lui.
- Claudio…- sussurrai, mentre il respiro mi si mozzava in
gola.
- Elettra, non posso credere di rivederti qui. Quando sei
tornata?- mi chiese lui, abbracciandomi, mentre ancora io non avevo la forza di
muovere un muscolo.
- Ehi, non mi sembra il caso che proprio tu le faccia una
domanda del genere.- si rivolse a lui Gianluca, afferrandogli un braccio e
allontanandolo da me.
- Ah, ci sei anche tu.- rispose il
ragazzo, guardandolo quasi con aria schifata.
- Già, hai qualche problema?- lo attaccò Gian, mettendo in evidenza la sua voglia di attaccar briga.
- Ragazzi, per favore, smettetela. Gian…- intervenni,
guardando il mio migliore amico con sguardo implorante.
Quest’ultimo guardò con sguardo omicida il nuovo arrivato,
per poi lasciarlo andare ed indietreggiando, lasciando
che me la cavassi da sola.
- Io… sono arrivata stamattina. Resto… solamente 4 giorni, poi torno in America.- risposi infine,
sottolineando quell’ultima parte.
- Capisco. Ancora decisa a fuggire.- commentò Claudio.
- Io non sto fuggendo, Cla, semplicemente ho cambiato vita.- risposi, mentre Gianluca dietro di me stringeva i
pugni per non intervenire.
- Mi hai chiamato Cla. Era tanto che non lo facevi…- mi fece notare lui, guardandomi con la testa reclinata da un
lato.
Feci finta di non aver sentito quell’ultimo commento e
cambiai discorso.
- Sei da solo?-
- No, ci sono anche tutti gli altri. Oh, eccoli che
arrivano.-
Guardai alle sue spalle e vidi tutti i miei ex amici venire
verso di noi, mentre un semplice –Oh!- usciva dalle
mie labbra.
- Elettra?- esclamò stupita Giorgia, quando tutti quanti
furono abbastanza vicini da notare la mia presenza.
Li guardai uno per uno, incapace di dire qualsiasi cosa:
Lorenzo, Roberto, Lucia e Giorgia mi guardavano con gli occhi spalancati,
ancora increduli nel vedermi lì.
- Ciao ragazzi.- riuscii a salutarli, dopo aver deglutito un
paio di volte.
Era proprio quella mia reazione che temevo, fin dal giorno
in cui Gianluca mi aveva proposto di andarlo a trovare.
- Elettra! Quando sei tornata? È bello rivederti.- esclamò
Lucia, avvicinandosi a me e abbracciandomi.
Io non mi mossi e non risposi all’abbraccio: come potevano
comportarsi così dopo tutto quello che mi avevano
detto?
- Non è tornata. Fra 4 giorni se ne
torna in America.- rispose Claudio al mio posto, con tono quasi sprezzante.
E fu a quel punto che non resistetti più e buttai fuori
tutta l’amarezza che mi ero tenuta dentro da quando avevo lasciato il mio
paese.
- Come ti permetti di usare quel tono, dopo quello che mi hai fatto?- esclamai, a voce bassa, cercando
di tenere sotto controllo la rabbia, mentre la voglia di tirargli un pugno sul
naso diventava sempre più forte ad ogni secondo che passava.
- E voi? Non tentate di fare tanto i carini con me, dopo
tutte le cattiverie che mi avete sputato in faccia il giorno in cui ho lasciato
l’Italia. Mi mostrate solo quanto riuscite ad essere
ipocriti.- ripresi, rivolta agli altri.
- Ele, noi…- tentò Giorgia, ma la interruppi subito.
- No, Gio, non tentare di giustificarti. Proprio tu, poi.-
le dissi, chiudendo gli occhi.
- Cosa… cosa ti ha portato qui?- tentò Lorenzo, guardandomi
in volto.
Lo guardai a mia volta, mentre i miei pensieri si perdevano
nei ricordi per qualche secondo: lui era stato forse l’unico a non criticarmi
per la mia decisione, o almeno l’aveva fatto con più tatto rispetto agli altri.
- Ho accompagnato Robert e gli altri per un servizio
fotografico.- gli risposi, voltandomi verso i miei amici, notando gli sguardi
spaesati di tutti quanti: non sapevo se capissero quello che ci stavamo
dicendo, ma anche se conoscevano qualcosa di italiano
ero sicura che comunque non capissero la situazione.
Ma in fondo chi poteva capirla, a
parte Gianluca?
Riportai lo sguardo sui miei ex amici e vidi che tutti
quanti avevano gli occhi spalancati, resosi finalmente conto di chi mi
accompagnava.
Non lasciai loro il tempo di fare nessun commento,
precedendoli su qualunque fronte.
- Ora se non vi dispiace, noi ce ne andiamo. È stato bello
rivedervi. Ciao ragazzi.- li salutai, con tono sarcastico nella voce.
Presi Gian per mano, allontanandolo da loro, mentre ancora
li guardava con sguardo truce: sapevo che anche lui come me avrebbe voluto
prendere a schiaffi ognuno di loro, in modo particolare Claudio.
Ci allontanammo in fretta, dirigendoci verso l’hotel.
Nessuno spiccicò parola per tutto il tragitto e ringraziai
mentalmente tutti quanti per non avermi fatto domande.
Quando giungemmo davanti all’albergo
notammo che finalmente i giornalisti avevano rinunciato e se n’erano andati.
Accompagnammo Robert e gli altri fin davanti agli ascensori.
- Buonanotte.- ci salutarono tutti quanti.
- Buonanotte. E scusate per poco
fa.- risposi, abbassando lo sguardo: mi dispiaceva averli fatti assistere a
quella scena.
- Non preoccuparti, non ti devi giustificare con noi.- mi
tranquillizzò Kris, sorridendomi.
Risposi al sorriso, mentre tutti si apprestavano a salire in
ascensore.
- Sei sicura che sia tutto ok?- mi domandò Robert, prima di
seguire i suoi colleghi.
Come sempre si preoccupava per me e fu per questo che gli
regalai un sorriso rassicurante, dicendogli: - Si,
tranquillo, va tutto bene. Sul serio.- aggiunsi poi, notando il suo sguardo
scettico.
- OK. Senti, ti va domani di venire
a dare un’occhiata al servizio? Cercherò di ritagliare un po’ di tempo da
dedicarti.- mi chiese facendomi l’occhiolino, mentre lo ringraziavo per non
avermi fatto domande sull’incontro di poco prima.
Non ero ancora pronta a raccontargli tutto.
- Si, certo. Mi piacerebbe un
sacco.- risposi.
Mi disse il luogo in cui si sarebbe tenuto il servizio e dal momento che lo conoscevo fin troppo bene, non dovette
darmi spiegazioni; così salì in ascensore e mi salutò con la mano un’ultima
volta prima che le porte si chiudessero.
Uscii dall’hotel in compagnia di Gian, dirigendoci verso
casa.
- Stai bene davvero? A me non devi mentire.- ruppe il
silenzio Gianluca, guadandomi.
- Non ho mentito, sto bene davvero. Certo, devo ammettere
che rivederli tutti quanti mi ha un po’ spiazzata, ma ho detto loro quello che
dovevo dire e va bene così.-
- Anche il fatto di rivedere lui non ti ha scosso?-
insistette il mio migliore amico, senza bisogno di specificare di chi stesse
parlando.
- No, Gian, ti ho detto che è tutto a posto. Per favore, non
mi va di parlarne.- risposi, decisa a mettere fine a quella conversazione.
- Ok, come vuoi.-
Non aprimmo più bocca fino a che non arrivammo davanti a
casa mia, dove Gian mi diede la buonanotte.
Entrai in casa cercando di fare meno rumore possibile e mi
fiondai in camera mia.
Appena ebbi chiuso la porta mi
gettai sul letto, senza poter impedire alle lacrime di scorrere lungo le mie
guance.
E rieccomi qui, giusto giusto pochi
giorni prima della pasqua. ^^
Allora, l’incontro che Elettra tanto temeva si è svolto…
aah, e pensare che è solo l’inizio.
Hihihi!! Vi ho messo un po’ la
pulce nell’orecchio??:P
Mmmh… qui la gente continua a sparire… ma
dove sieteeeeee????
Mi sento sola… L
Anche se ci sono sempre le mie fedelissime (Lyla_ te l’ho
mai detto che ti adoro?? XD)
Cambiando argomento….
Chi di voi ha già visto “Remember me”?????????
Io forse ci vado giovedì sera…
Mamma miaaaaaaaaaaaaa!! Non vedo
l’ora!! *.*
Poi ho sentito dire che è molto bello, quindi ho ancora più
voglia di vederlo.
Anche se devo ammetterlo, io voglio
vedere Rob, mica il film! v.v
Lyla_:
tesoro miooooooooooooooooooooooooo!!!!! Che bello che
almeno tu mi sei sempre fedele… cm farei senza di
te??? *.* Ehm.. si, lo so, ci ho messo un po’ ad
aggiornare, xò prometto che non mancano molti cap prima dell’amoreggiamento.
Anzi, ne mancano pochissimi, ma non ti dico quanti o ti rovino la
sorpresa……………………… ne mancano 3!! XDXD Sei poi andata a
vedere “Remember me”??? Com’è, com’è, com’è?? Senza
dettagli, mi raccomando!!:P
Grazie x i mille complimentiiiii!!! Un baciotto ti adorooooo
Cris91:Ehi, una nuova
lettrice o sbaglio?? ^^ grazie mille, sono contenta che la storia ti piaccia. E
spero che continui a soddisfarti. Continua a seguirmi, che mi fa sempre
piacere… ^^ un bacione
Ps: non credo posterò ancora prima del 4 aprile, quindi…. BUONA PASQUA E TUTTIIIIII!!!!! Un bacione grandissimo!! ^^
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Servizio fotografico Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Servizio fotografico…
Quando mi svegliai, la mattina seguente, i miei occhi erano
ancora rossi e gonfi, a causa del pianto prolungato della sera precedente.
Mi guardai allo specchio di camera mia, cercando di valutare
i danni, e decisi che con una bella doccia mi sarebbe passato tutto.
Mi buttai sotto l’acqua ghiacciata, l’ideale per svegliarsi
del tutto e per schiarirsi un po’ le idee.
Per la prima volta avevo mentito al mio migliore amico: gli
avevo assicurato che stavo bene, quando la verità era un’altra e appena tornata
a casa avevo pianto come una bambina.
Non volevo farmi vedere debole ancora una volta, non ancora
a causa sua.
Ma cosa potevo farci io se rivedere Claudio
mi aveva fatto quell’effetto?
Appena avevo incrociato di nuovo i suoi occhi chiarissimi,
tutti i ricordi dei mesi precedenti alla mia partenza erano tornati a galla, i
pianti, le sofferenze, le notti insonni passate tra le braccia di Gianluca che
non si stancava mai di consolarmi, l’unico che mi era stato vicino.
Chiusi il getto della doccia e uscii dal bagno,
frizionandomi i capelli per asciugarli.
Tornai in camera ed indossai un
paio di pantaloncini di jeans accompagnati dalle immancabili All Stars nere e
una canottiera dello stesso colore, poi feci un bel respiro e mi diressi verso
la cucina.
Quando entrai mi fermai un secondo
ad osservare la scena: mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, con
mia madre ai fornelli e mio padre seduto al tavolo, intento a leggere il
giornale e a sorseggiare il suo cappuccino.
- Buongiorno.- salutai, sedendomi al mio solito posto.
- Buongiorno tesoro. Dormito bene?- mi chiese mia madre
sorridendomi.
- Ehm… si, certo.- risposi io,
tralasciando le lunghe ore di pianto che mi avevano impedito di prendere sonno.
- Ti ho preparato la colazione.- aggiunse poi.
Posò davanti a me un piatto di uva fritte,
accompagnate da bacon e focacce fatte in casa: anche prima di trasferirmi in
America quella era il mio pasto mattutino tradizionale.
- Grazie mamma.- la ringraziai con un sorriso.
Mi voltai verso l’uomo che sedeva alla mia sinistra, notando
che non mi aveva ancora rivolto la parola.
- Papà, tutto bene?- gli domandai, addentando una delle
focaccine.
- Se questo tu lo chiami bene.- mi rispose lui,
schiaffandomi davanti la prima pagina del quotidiano
che stava leggendo.
Le stelle di “Twilight” sono tornate ad
illuminare il cielo toscano, recitava il titolo in alto, a lettere
cubitali.
Sotto vi era una foto scattata all’aeroporto di Firenze il
giorno prima.
- Ora capisci cosa intendevo dire?- continuò mio padre,
senza guardarmi in faccia.
- Non mi sembra di esserci anche io
in quella foto.- gli feci notare, sorseggiando il mio caffè, mentre lo stomaco
cominciava a chiudersi.
- Davvero pensi che i giornalisti lasceranno in pace quei
ragazzi per tutto il tempo che resteranno qui? E se tu continuerai a stare con
loro, ci finirai anche tu in prima pagina.-
- E se anche fosse? A te cosa interessa?- gli domandai senza
guardarlo in volto: ma quella era la domanda più sbagliata che potessi fare.
- Cosa mi interessa? Elettra, non ho
intenzione di vedere mia figlia schiaffata in prima pagina. Hai idea di che
fine farà la tua privacy? Sarà calpestata e ridotta a niente.- urlò mio padre,
sbattendo una mano sul tavolo.
- Daniele…- cercò di calmarlo mia madre, ma con scarsi
risultati.
- No, Laura, deve imparare. Non può fare sempre quello che
le pare.-
- Sai qual è la tua reale preoccupazione?- intervenni io,
cercando di controllare la rabbia.
- Tu non sei preoccupato per la mia di privacy, ma per la
tua. Hai paura che una volta placcata dai giornalisti io spifferi tutta la mia
vita? Non ti preoccupare, non accadrà. Ricordi cosa ho detto quando sono
partita? Che volevo chiudere con il passato, che volevo
cominciare una nuova vita. Ed è quello che ho fatto. E vuoi sapere una cosa?
Robert, i giornalisti e il mondo dello spettacolo sono l’anima di tutto questo,
quindi tranquillizzati, voi non ne fate parte. Scusa, mamma non ho più fame.- conclusi, alzandomi in piedi buttando indietro
la sedia.
- Dove credi di andare?- mi chiese mio padre, con la voce
che tremava.
- Vado ad assistere al servizio fotografico dei miei amici,
o se preferisci, a buttarmi in pasto ai paparazzi. Va meglio detta così?-
Afferrai la borsa che avevo appoggiato in salotto e senza
aggiungere altro, uscii di casa.
Esalai un lungo respiro per calmarmi, prima di dirigermi
verso la casa del mio migliore amico.
Suonai il campanello e attesi una sua risposta, mentre la
rabbia cominciava a dissiparsi un po’.
- Ele!- esclamò Gian, probabilmente stupito di vedermi lì.
- Vieni con me al servizio fotografico? Ho bisogno di
sfogarmi con qualcuno.- gli spiegai sospirando.
Aspettai qualche minuto che si preparasse, poi insieme ci
dirigemmo verso il set.
Gli raccontai quello che era successo con mio padre, senza
che lui m’interrompesse e una volta concluso rimasi in silenzio, aspettando un
suo commento.
- Ti confesso che non sono del tutto in disaccordo con tuo
padre…- iniziò lui.
- Fantastico. Ti ci metti anche tu ora.- esclamai
interrompendolo, alzando le braccia al cielo.
- Lasciami finire. Ma concordo
comunque con te sul fatto che la vita è tua e devi decidere tu cosa farne.-
- Io non sopporto che mio padre metta sempre mano nelle mie
faccende. Lo faceva quando ero piccola e lo fa anche
adesso che sono autosufficiente. Sono stufa.-
- Cerca di non farci caso, ok? Fra 4 giorni te ne torni in California e chissà quando vi
rivedrete. Lascialo nelle sue convinzioni e tu vivi la tua vita come meglio
credi. Hai 20 anni, sei abbastanza grande da decidere
cosa fare.-
- Hai ragione. Grazie, Gian.- gli dissi,
voltandomi verso di lui.
- Adesso però fai un bel sorriso. Non vorrai farti vedere da
Robert con quel muso lungo?- mi prese in giro lui, mentre facevo quello che mi
aveva chiesto.
Finalmente giungemmo nel parco dove
si sarebbe tenuto il servizio: qua e là erano sparse luci e macchine
fotografiche pronte all’uso.
A circa 20 metri da noi, vedemmo un capannello di gente e ci
rendemmo conto che Robert e gli altri dovevano trovarsi proprio lì in mezzo.
Ci avvicinammo cercando di farci spazio tra i vari assistenti,
truccatrici e costumiste: era ancora abbastanza presto, quindi non vi era
l’ombra di giornalisti o fans.
Non ancora, almeno.
Finalmente riuscimmo a vederli, mente posavano
seguendo le indicazioni del fotografo.
Vidi Kris voltarsi involontariamente verso di me e il suo
viso illuminarsi.
- Ele!- urlò, fin troppo felice di vedermi.
Mi sentii improvvisamente osservata, mentre la mia amica si
alzava dall’erba per corrermi incontro, bellissima nei
suoi jeans attillati.
- Ciao Kris, come procede il servizio?- le chiesi appena mi
ebbe raggiunta, abbracciandola.
- Alla grande. Anche se sono già stanca.- mi sussurrò
all’orecchio, facendomi ridere.
- Allora sei venuta davvero?- mi domandò una voce dietro
l’attrice.
Robert, che aveva seguito la collega, si presentò davanti a
me in tutto il suo splendore, mentre il suo bellissimo sorriso m’illuminava
come il sole che filtrava tra gli alberi.
*
* *
Appena Kris aveva urlato il suo nome, mi ero voltato
seguendo lo sguardo della mia collega, incrociando poi quello della ragazza che
mi avava rubato il cuore.
Nikki, Ash e Kris erano davvero bellissime
nei loro abiti di scena, ma nessuna di loro, ai miei occhi, riusciva ad
eguagliare la bellezza di Elettra, semplice nei suoi pantaloncini di jeans e
senza un filo di trucco.
Mi alzai seguendo Kris ed ignorando
il fotografo che tentava di ribattere, raggiungendo le mie amiche.
- Allora sei venuta davvero?- le dissi, attirando la sua
attenzione.
Mi regalò un sorriso bellissimo per poi rispondere: - Certo,
avevi qualche dubbio? Davvero pesavi che avrei perso l’occasione di vedere un
servizio fotografico e magari di prendere un po’ in giro Kellan? Neanche
morta.-
Risi anch’io per la sua ultima osservazione, mentre il
diretto interessato ci raggiungeva.
- Ehi, ciao bambolina. Oh, hai portato anche la mia anima
gemella. Che tesoro!- le disse il biondo, salutando anche Gian.
- Kell, non per allarmarti, ma
comincio ad avere qualche dubbio sul tuo orientamento sessuale.- commentò
Elettra, sollevando un sopracciglio e facendo ridere tutti.
- Vieni in camera mia e scoprirai il mio orientamento
sessuale, bambolina.- rispose lui maliziosamente alla provocazione della mora.
- Oh, oh!- intervenne Taylor, senza
smettere di ridere.
- Mi dispiace, scimmione, non faccio sesso con gli animali.-
ribattè Elettra.
- Oh, oh!- ripetè Nikki, ormai
piegata in due dalle risate.
Kellan non seppe cosa rispondere, così tenne la bocca chiusa
e si allontanò, mentre la nostra amica batteva il 5
con Kris e le altre.
- Ragazzi, non vorrei disturbarvi, ma avremmo del lavoro da
fare qui.- attirò la nostra attenzione il fotografo,
richiamandoci all’ordine.
- Ci aspettate qui? Tra poco dovremmo avere una pausa.-
dissi rivolto ad Elettra, mentre gli altri già
tornavano alle loro postazioni.
- Si, certo. Non ci muoviamo di
qui.- mi rispose lei.
Cambiammo abiti altre 3 volte,
senza mai fermarci.
Gli ultimi scatti prima della tanto
desiderata pausa dovevo farli insieme a Kristen, atteggiati proprio come Edward
e Bella.
Mi sedetti a terra, appoggiando la schiena ad un albero, mentre la mia collega si accomodava tra le mie
gambe, appoggiando le schiena al mio torace.
Facemmo alcuni scatti, poi cambiammo di nuovo posizione;
Kris si voltò verso di me, avvicinando il viso al mio.
C’erano voluti non so quanti
servizi fotografici per imparare a non scoppiare a ridere in quelle situazioni,
ma alla fine c’eravamo riusciti ed ora eravamo diventati piuttosto bravi.
Incatenai il mio sguardo a quello di Kristen, ma non potei
fare a meno di immaginare che quegli occhi appartenessero ad
un’altra persona, quella stessa che ci stava osservando a pochi metri di
distanza.
- Rob, tutto bene?- mi chiese la mia collega
improvvisamente, forse notando l’intensità con cui la stavo fissando.
- Cosa? Si, scusa.- mi ripresi io,
sbattendo le palpebre.
Mi guardò per alcuni secondi, per poi sorridere.
- Ho la sensazione che queste foto siano venute proprio
bene.- commentò, facendomi capire di aver intuito a cosa stessi pensando:
possibile che dovesse sempre essere così sensitiva?
O ero io che ero troppo prevedibile?
- Ok, ragazzi, facciamo una pausa.-
disse finalmente il fotografo, mentre aiutavo Kris ad alzarsi.
Mi diressi verso Elettra e Gianluca, intenti a chiacchierare
su chissà quale argomento.
- Oh, eccoti qui.- esclamò la prima, appena si accorse della
mia presenza.
- Allora, cosa ne dici? È stato emozionante?- le chiesi con
un filo di sarcasmo.
- Molto. Ti assicuro che mi affascina vedere queste cose.- mi rispose lei sinceramente, mentre gli occhi le
brillavano.
Sorrisi un po’ divertito dal suo entusiasmo, quando mi
voltai distrattamente verso Kris, intenta a farmi strani segni: il suo sguardo
urlava senza alcun dubbio “Datti una mossa!”.
- Ehm… Ele, ti va di fare un giro?- le chiesi, aggrottando
le sopracciglia.
- Si, certo.-
Notai uno scambio di sguardi tra lei e Gian, ma cercai di
ignorarlo: non volevo rischiare una scenata come quella avvenuta a Los Angeles.
Ci allontanammo dagli altri di qualche metro, sedendoci ai
piedi di una quercia poco più in là.
- Stanco?- mi chiese lei, notando il fatto
che avevo chiuso gli occhi, appoggiandomi al tronco.
- Un pochino. Siamo qui dalle 6.- le risposi, riaprendo gli
occhi e posandoli su di lei.
- Lo immaginavo.- commentò semplicemente, facendo poi vagare
lo sguardo per tutto il parco.
- Venivo sempre qui, quand’ero bambina.- mi spiegò, senza
che le chiedessi niente.
- Per questo non hai avuto problemi a trovarlo.- osservai
io.
- Già. Quando ero piccola, tutte le domeniche venivo qui insieme ai miei genitori. Poco più in là c’erano alcuni
recinti con gli animali, ma li hanno tolti qualche anno fa.-
- Quindi rispecchia un ricordo
importante.-
- Esatto. A dire il vero ci trascorrevo anche alcuni
pomeriggi insieme ai miei amici. I ragazzi che abbiamo
incontrato ieri sera.- specificò lei, anche se non ce n’era bisogno: avevo
capito che si riferiva a loro.
In quell’istante sentimmo il cellulare di Elettra suonare e
sorrisi riconoscendo in quella suoneria la mia canzone “Never Think”, subito
seguita dall’avviso del messaggio.
Il suo sguardo si rabbuiò, mentre osservava il display, per
poi chiudere il telefono con uno scatto, restando poi a fissarlo per un po’.
- Tutto bene?- le chiesi preoccupato.
- Cosa? Si, si, tutto ok.- rispose
lei, risvegliata dai suoi pensieri.
- No, a dire il vero non va per niente bene.- disse poi,
sospirando.
- Ti va di parlarne?- le chiesi io, cercando di non sembrare
troppo insistente.
- Il fatto è che… non so da che parte cominciare.- sussurrò
lei, con un filo di voce.
- Che ne dici dell’inizio? Chi era al telefono? Ti sei
rabbuiata quando l’hai guardato.-
- Era… Claudio.-
- Il ragazzo che abbiamo incontrato ieri sera?-
- Già. Lui è…-
S’interruppe per un momento, indecisa se continuare oppure
no.
Reclinai la testa, per spronarla a continuare, così dopo un
profondo respiro disse: - Claudio è stato il mio ragazzo.-
Il cuore mi si fermò per un secondo, mentre cercavo
d’immagazzinare la notizia.
L’idea delle mani di quel tipo, che mi era sembrato così
indisponente, sulla ragazza che era ormai diventata la mia ossessione, mi
faceva star male, ma cercai di non darlo a vedere.
- E cos’è successo? Perché vi siete
lasciati?- le chiesi, improvviasamente consapevole del fatto che ero realmente
interessato a conoscere la risposta.
- A dire il vero non c’è molto da dire. Lui… mi ha tradita… con quella che consideravo la mia migliore amica.-
mi rispose Elettra, mentre gli occhi cominciavano a diventarle lucidi.
Mi sembrava quasi la trama di un film, ma mi rendevo conto
che non ero al cinema e nemmeno sul set, ma si trattava della vita reale della
ragazza che amavo.
- Giorgia, una delle due ragazze che c’erano ieri sera.
Eravamo molto legate, ci consociamo fin da bambine ed è una di quelle che mi ha
sputato in faccia più cattiverie di tutti gli altri quando sono partita.
Quell’ipocrita…- continuò Elettra, mentre notai che la rabbia si faceva largo
tra la tristezza.
- E come l’hai scoperto?-
- Questa è la parte più divertente.- mi rispose, con una
risata ironica.
- Li ho beccati in flagrante. Un pomeriggio, avevo appena
finito l’esame di maturità. Ero andata da Claudio per festeggiare e li ho
trovati davanti alla porta di casa sua che parlavano. Niente di strano, se non
fosse per il fatto che dopo pochi secondi li ho visti
baciarsi.-
S’interruppe per un po’, probabilmente cercando di
ricacciare indietro quelle lacrime che stavano per uscire, e
io non intervenni, aspettando che fosse lei a continuare.
- Non so come si accorsero della mia presenza, forse mi
lasciai scappare un singhiozzo, fatto sta che si voltarono tutti
e due verso di me, con gli occhi spalancati e quando io scappai senza
dire niente, Claudio mi rincorse e mi raggiunse. Cercò di scusarsi e mi
confessò che la cosa andava avanti ormai da qualche mese, ma che non mi aveva
detto niente per non ferirmi. Ma quello che fece andare il mio cuore in mille
pezzi fu la risposta ad una mia domanda.-
Di nuovo silenzio, solo il rumore del
vento tra le foglie e il chiacchiericcio dei nostri amici intorno a noi.
- Gli chiesi se ci era andato a letto e lui mi rispose di si, senza guardarmi in faccia.-
Finalmente le lacrime sgorgarono dai suoi occhi
azzurrissimi, mentre lo sguardo era puntato a terra.
Avrei voluto abbracciarla, ma non sapevo se la cosa le
avrebbe fatto bene o se avrebbe solo peggiorato le cose.
- Era davvero importante per me, era stata la mia prima
storia seria, era stato il primo ragazzo con cui…- disse, senza concludere la frase.
- Lo amavo.- aggiunse poi, mentre le sue parole e le sue
lacrime contribuivano a spezzare qualcosa dentro di me.
- Tutto questo ha contribuito alla mia decisione di
trasferirmi in America, così ho lasciato tutto e tutti e ho ricominciato da capo.- concluse, sfregandosi le guance per asciugarsi le
lacrime.
- Forse Claudio in fondo ha un po’ ragione. Sono fuggita.
Come faccio sempre.-
La guardai, senza riuscire ad amarla di meno, dopo quello che mi aveva raccontato; anche io avevo avuto altre
storie, più o meno importanti, quindi chi ero io per giudicarla?
- E ora perché ti cerca?- le domandai poi con voce roca, a
causa del mio silenzio prolungato.
- Non ne ho la minima idea. Continua chiedermi scusa per
quello che mi ha fatto, ha il coraggio di dirmi che mi ama ancora.-
- Ma non mi frega più. Non
m’interessa quello che mi dice, può anche farmi una dichiarazione d’amore
davanti ad una piazza intera, non tornerò indietro. Ho cambiato vita, ne ho
iniziata una nuova a Los Angeles e lui non vi è
compreso.-
Quelle sue parole mi riscaldarono il cuore, contento che
l’averlo rivisto non avesse fatto rinascere vecchi sentimenti.
- Mi dispiace, piccola. Se non fosse stato per me, non
avresti dovuto affrontare tutto questo.- le dissi, realmente dispiaciuto: in
fondo ero stato io a riportarla lì.
- Rob, non dire cavolate. Non è colpa tua, anzi è stato
meglio così: ho potuto affrontare una paura che mi accompagnava ormai da
diversi mesi. E rendermi conto dei miei veri sentimenti.- mi rispose
sorridendomi.
Risposi al sorriso, mentre una voglia irrefrenabile di
accarezzarle una guancia, invadeva tutto il mio essere.
Per mia fortuna fui salvato da una delle truccatrici che mi
richiamava in scena per realizzare gli scatti successivi.
- Devo tornare al lavoro. Tu… resti qua? Magari più tardi
andiamo a mangiare qualcosa tutti insieme.- le
proposi, alzandomi in piedi e dandole una mano a fare altrettanto.
- Certo, io e Gian ci mettiamo in
un angolino ad osservare le star all’opera e aspettando che si liberino dai
loro impegni.- mi rispose Elettra, tornando a sorridere come prima della nostra
chiacchierata.
- Ok, ci vediamo più tardi allora.- le dissi, posandole un
bacio sulla fronte.
Ci guardammo negli occhi un’ultima volta, poi mi allontanai,
sperando che quelle ore che mi separavano dalla pausa pranzo passassero alla
svelta.
Come sono andate le vacanze di pasqua? Qualche viaggetto
interessante?
Io ma ne sono stata a casa, anche se c’era la voglia di
mare… ma con sto tempo di c***a… -.-
Però
mi sono risparmiata l’università, quindi va fin troppo bene. ^^
E soprattutto, giovedì scorso ho visto… REMEMBER
MEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!
Mio dio, ho ancora tutte le scene del film davanti agli
occhi.
Cioè, dire che Rob è stato fenomenale è dir poco. *.*
Non mi sembrava neanche lo stesso attore che interpreta
Edward Cullen, e devo dire che la cosa mi è piaciuta parecchio.
Certo, ci ha dato fin troppo dentro con Ally.. v.v xò devo ammettere ke non mi ha dato così fastidio
come pensavo.
Cioè, all’interno della storia mi sono piaciute anche quelle
parti lì.
Poi il finale… mamma mia!! Se ci ripenso mi viene ancora il magone. ç_ç
L’unico problema è stato che… al
pomeriggio avevo visto un link su Facebook che mi aveva rovinato il finale… ma
porca mucca! -.-
Xò ha avuto il suo effetto cmq.
Mamma mia che tristezzaaaaaa!!!
E ora non ci resta che aspettare Eclipse. *.*
Cris91:
Eccomi tornata. Lo so, ho aggiornato più tardi del 4 aprile, però l’ho fatto,
questo è l’importante, no? :P “Remember me” visto è
gustato. ç_ç guarda, non ho pianto xkè ero con un mio amico e mi sono
trattenuta, ma il magone stava salendo. E mi è rimasta
l’angoscia per 3 giorni. Però
è un film davvero meraviglioso. *.* grazie per la rece…^^
un bacione.
Lyla_:
Tarorooooooooooooooooooooooooooooo!!!!
Traaaanquillaaaa, sono tre cap giusti giusti, li ho
contati prima di riferirteli. Cosa credi, ci tengo
alla mia vita!! XD Coooomunqueeee… io di solito piango facilmente per i film
(l’era glaciale la so a memoria, ma tutte le volte piango come una fontana), ma
questa volta mi sono dovuta trattenere. Ero con un ragazzo, mica potevo
scoppiare in lacrime. v.v già mi sono dovuta
trattenere nel fare commenti alla vista mozzafiato di Rob. Davvero non so come
ho fatto O.O. lui è stato spettacolare. Cioè, un attore davvero fantastico. E
la fine che ha fatto… mamma mia, ke tristezza! ç_ç ti adoroooooooooooooooooo una bacione immenso.
Capitolo 29 *** Cap. 29 Una giornata movimentata ***
Cap.29 Una giornata movimentata
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: Una giornata movimentata Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Una giornata movimentata…
Quando mi svegliai, quella mattina, mi resi conto che un
sorriso radioso m’incurvava le labbra, e non mi ci volle molto per ricordarmi
quel era il motivo.
Quel giorno, Robert e gli altri, avevano una giornata libera
dai loro impegni, per poi passare ad un nuovo servizio
fotografico il giorno seguente.
Quando Rob, a cena, mi aveva proposto di passare un po’ di
tempo insieme, tutti gli altri avevano improvvisamente trovato impegni
“importantissimi e che non si potevano rimandare”, come aveva sottolineato Nikki; il che era parso parecchio strano, dal
momento che si trovavano in un paese completamente sconosciuto.
Ma sia io che
l’attore dagli occhi azzurri avevamo sorvolato sulla cosa: in fondo non mi
dispiaceva passare un po’ di tempo da sola con lui.
Guardai la radiosveglia posata sul mio comodino e mi resi
conto che erano quasi le 10, così mi alzai con molta
calma, iniziando a prepararmi.
Mi aveva fatto bene parlare con Robert, il giorno prima: ero riuscita a schiarirmi un po’ le idee e anche la paura di
una sua reazione negativa era subito morta, quando mi aveva posato quel bacio
sulla fronte.
Era stato difficile per me raccontargli quegli eventi, un
po’ perché era doloroso ricordarli, un po’ perché non sapevo come avrebbe
reagito l’attore a quelle rivelazioni.
Dopo una doccia rapida, indossai un paio di jeans chiari,
accompagnati da una canottiera rosso fuoco e un paio di scarpe da ginnastica
bianche.
Chiusi la porta della mia camera con un sospiro: ero sicura
che mio padre fosse già al lavoro da parecchie ore, quindi non rischiavo
d’incontrarlo, ma speravo con tutti il cuore che mia madre non portasse avanti
la sua battaglia.
Mi affacciai in cucina, mentre mia madre lavava i piatti e
le tazzine usate per la colazione.
- Mamma, io esco.- l’avvisai.
- Tesoro, posso parlarti un secondo?- mi domandò lei,
voltandosi a guardarmi.
Come previsto!
- Mamma, ti prego, non ti ci mettere anche tu. Mi bastano le
sfuriate di papà.- le risposi, alzando gli occhi al
cielo, ma entrando nella piccola cucina.
- Non voglio farti una ramanzina.- mi rassicurò lei,
asciugandosi le mani in uno straccio.
- Non posso nasconderti che da un lato tuo padre ha ragione,
ma sbaglia a trattarti come una bambina. Sei grande ormai, devi decidere tu
cosa fare della tua vita. Però mi raccomando, stai
attenta.- mi disse lei, mentre leggevo sul suo volto una reale preoccupazione.
- Grazie, mamma. E non preoccuparti, so quello che faccio.
Ora vado, ci vediamo più tardi.- le risposi, dandole un bacio sulla guancia e
uscendo di casa dopo averla salutata.
Avevo appuntamento con Robert da lì a mezz’ora, così rimasi
ad aspettare il tram che mi avrebbe portato in centro alla fermata poco lontana
da casa mia.
Ero persa nei miei pensieri, quando sentii quella voce che
speravo di non dover più udire fino al mio ritorno in America.
- Elettra?-
Mi voltai verso la ragazza bionda che era in piedi davanti a
me, immobile, senza sapere bene cosa fare o cosa dire.
- Ah. Ciao Giorgia.- la salutai, distogliendo subito lo
sguardo da lei e riportandolo sulla strada, sperando che il tram arrivasse in
fretta.
- Posso… posso parlarti un
secondo?- mi chiese lei titubante.
- Non abbiamo niente da dirci io e te.- le risposi, mettendo in evidenza la rabbia che mi ribolliva dentro.
- Ele, mi dispiace, per tutto quello che è successo, per
quello che ti ho fatto…- aggiunse lei, cercando d’ignorare il mio tono, ma
senza guardarmi in faccia.
- E tu pensi davvero che con queste tue scuse, le cose
possano tornare come prima? Dopo quasi un anno e dopo tutto quello che mi hai detto?
Non me ne faccio niente.-
- Mi manchi, Ele…- sussurrò piano, quasi come se non volesse
farsi sentire.
- Mi dispiace, Gio, è un po’ troppo tardi.-
Proprio in quell’istante giunse il tram, che si fermò
davanti a me, aprendo le porte.
Salii senza più degnare di uno
sguardo la ragazza, che rimase ferma sul marciapiede, lo sguardo sempre rivolto
a terra.
Mi voltai a guardarla per un po’, fino a quando il tram non
svoltò l’angolo e Giorgia scomparve alla mia vista.
*
* *
Il telefono della mia stanza continuò a squillare
incessantemente, fino a quando non sollevai il ricevitore per rispondere.
- Pronto?- dissi, con la voce ancora impastata dal sonno.
- Signor Pattinson, la sua sveglia.- mi avvertì la voce
della receptionist, dall’altro capo.
Guardai l’orologio al mio polso e notai che in effetti erano quasi le 10: la sera prima, appena
rientrati in albergo, avevo gentilmente chiesto la sveglia in camera, sicuro
che il mio sonno arretrato mi avrebbe impedito di svegliarmi ad un orario
decente.
- Grazie mille.-
- Grazie a lei. E buona giornata.- rispose cordiale la
ragazza, e riattaccò.
Mi misi a sedere sul materasso, sfregandomi gli occhi per
cercare di aprirli del tutto, quando mi ricordai che quel giorno avrei
trascorso il mio tempo in compagnia di Elettra e all’improvviso mi sentii
sveglissimo.
Aprii le tende, riempiendo la mia camera di luce; il sole
che splendeva in cielo contribuì senza ombra di dubbio
a migliorare ancora di più il mio umore.
Mi gettai sotto l’acqua fresca, lavando via lo stress
accumulato in quei giorni, tra il servizio fotografico e la vicinanza di
Elettra.
Ero contento del fatto che la ragazza si fosse confidata con
me, a proposito del suo passato, anche se le sue rivelazioni mi avevano fatto
male.
Uscii dalla doccia, legandomi un asciugamano in vita: tornai
in camera con i capelli sgocciolanti, accendendo il cellulare che avevo
lasciato nella tasca dei jeans la sera precedente.
Dopo pochi secondi sentii l’avviso del messaggio e lo aprii
in fretta, pensando che potesse trattarsi di Elettra; era invece quel
rompiscatole di Kellan.
Ehi, dormiglione, ti vuoi dare una mossa? Ti aspettiamo per
la colazione.
Sbuffai spazientito, gettando il telefonino sul letto, poi
inizia a vestirmi, indossando un paio di jeans scuri e una maglietta bianca a
mezze maniche.
Cercai di asciugarmi il capelli
alla bel e meglio, lasciandoli tuttavia un po’ umidi, afferrai il portafoglio e
il cellulare infilandoli in tasca e mi diressi verso l’ascensore.
Quando le porte si aprirono, mi avviai verso la sala per la
prima colazione, attraversando la hall, cercando d’ignorare gli sguardi
civettuoli delle due ragazze alla reception che mi seguivano.
Appena entrai nella stanza
individuai subito i miei colleghi, così li raggiunsi e mi sedetti nell’unico
posto libero.
- Oh, era ora. Pensavamo di doverti aspettare fino all’ora
di pranzo.- mi accolse Kellan, addentando un pezzo del suo croissant.
- Bè, vedo che comunque non mi avete aspettato molto.-
osservai, guardandolo con un sopracciglio alzato, notando che la sua brioche era
ormai a metà.
- Avevo fame.- mi rispose il biondo, alzando la spalle e sorseggiando un po’ del suo caffè.
- A proposito, voi non eravate quelli che avevano degli
impegni importantissimi, che non potevate rimandare?- chiesi divertito, notando
che erano ancora tutti seduti a tavola.
- Ovvio che si, ma più tardi. Più o meno alle…- iniziò Nikki, guardando il suo orologio,
ma senza avere il tempo di concludere la frase.
- …11.30, quando ho appuntamento con Elettra?- intervenni
io, guardandola tuttavia divertito.
- Si, esatto.- mi rispose la mia
collega, con un sorriso di sfida sulle labbra.
- Sei diabolica, lo sai?- la presi in giro, prendendo un sorso del mio caffè.
- Lo so, quando mi ci metto sono
piuttosto brava.- mi rispose lei, concentrandosi sulle sue unghie appena
smaltate.
- Piuttosto, cerca di darti da fare.- aggiunse Kellan,
sostenendo la nostra amica.
- Vi siete messi d’accordo per rendere la mia vita
impossibile, voi due?- chiesi loro, passando lo sguardo da uno all’altra.
- L’idea era quella in effetti.- mi rispose Luzt, facendo
l’occhiolino a Nikki. – Almeno fino a
quando
non ti darai una mossa.- aggiunse poi, senza specificare a cosa si riferisse.
Alzai gli occhi al cielo, lasciando così cadere la
discussione e dedicandomi interamente alla mia colazione.
Dopo circa un quarto d’ora si alzarono tutti quanti per
dedicarsi ai loro impegni “importantissimi”, lasciandomi solo al tavolo, mentre
finivo di bere il mio caffè.
Alle 11.30
in punto, mi diressi verso l’uscita, salutando le
ragazze alla reception, che mi regalarono un sorriso a 32
denti, e sperando che non ci fossero giornalisti e paparazzi appostati davanti
all’albergo, pronti a rovinare la mia giornata con Elettra.
Quando uscii nell’aria afosa della città, tirai un sospiro di sollievo notando che le mie preghiere erano state
esaudite.
Come attratto da una forza soprannaturale, voltai lo sguardo
nella direzione in cui ero sicuro si trovasse Elettra; ed
infatti eccola lì, seduta su una panchina poco lontana dall’hotel, intenta ad
osservare le persone che passavano, mentre chissà quali pensieri le affollavano
la mente.
- È tanto che aspetti?- le chiesi quando mi fui avvicinato,
facendola sobbalzare.
- Rob! No, tranquillo, sono appena arrivata.- mi rispose
poi, dopo un primo momento di sbalordimento.
Entrambi indossavamo gli occhiali
da sole, per evitare qualsiasi imprevisto, anche se ero sicuro che non
sarebbero stati certo quelli ad ostacolare i paparazzi, se ci avessero
avvistati, ma non avevo assolutamente voglia di imbacuccarmi dalla testa ai
piedi con quel caldo.
Così avevamo optato per un semplice
paio di occhiali scuri, sperando nella nostra buona stella di passare una
giornata tranquilla senza interferenze.
Passammo le ore seguenti vagando per le strade di Firenze,
mentre Elettra mi mostrava i luoghi che erano stati più significativi
nella sua infanzia, le bellezze della città italiana e tutto ciò che era in
grado di manifestare qualche emozione in lei.
Verso le 13 decidemmo di fermarci a mangiare da qualche
parte, così optammo per una piccola tavola calda in
centro, posto frequentato assiduamente dalla ragazza ai tempi della sua
adolescenza.
- Non è un ristorante di lusso, ma è un posto tranquillo. Ci
sono anche meno possibilità d’incontrare qualche
ragazzina impazzita.- mi disse lei, ridendo.
- Andrà benissimo.- le risposi io, sorridendole.
Per me l’importante è stare con te,
avrei voluto aggiungere, ma mi trattenni dal farlo.
Entrammo, sedendoci in uno dei tavolini più isolati,
evitando così possibili occhi indiscreti, dal momento che
l’ampia vetrata dava proprio sulla strada principale.
Iniziammo a sfogliare i menù, aspettando che un cameriere
venisse a chiederci le ordinazioni.
Nessuno di noi due poteva
immaginare che la nostra giornata tranquilla sarebbe stata rovinata da una
semplice voce.
- Elettra!- esclamò essa, evidentemente stupita.
Ci voltammo entrambi, trovandoci davanti un
Claudio con gli occhi spalancati e un blocco per le ordinazioni in mano.
*
* *
Quando sentii la sua voce pregai
fino all’ultimo che fosse stato solo frutto della mia fervida immaginazione, ma
quando incrociai i suoi occhi chiari, mi resi conto che purtroppo non mi ero
sbagliata.
- Elettra. Cosa ci fai qui?- mi domandò il ragazzo,
avvicinandosi.
- Mi sembra ovvio: mangiamo.- gli risposi stizzita, sottolineando il fatto che non ero da sola.
Il suo sguardo si posò su Robert, seduto davanti a me.
- Tu piuttosto cosa ci fai.- aggiunsi veloce, cercando di
allontanare la sua attenzione dall’attore.
- Lavoro qui da qualche mese. Dovrò pur pagarmi l’università
in qualche modo.- mi rispose, facendomi l’occhiolino,
come se tra noi non fosse mai successo niente.
Lo guardai con un sopracciglio alzato e un’evidente rabbia
negli occhi, ma non commentai: non mi andava di fare un’altra scenata davanti a
Robert.
- Allora, cosa vi porto?- ci domandò in italiano: era
eloquente che avrebbe fatto di tutto per mettere in difficoltà il ragazzo
seduto davanti a me.
Ordinammo il più velocemente possibile, così che Claudio
potesse allontanarsi da noi, permettendomi così di calmarmi almeno un po’.
Quando il giovane fu scomparso in cucina a portare le nostre
ordinazioni, rivolsi il mio sguardo mortificato a Robert.
- Rob, mi dispiace. Non avevo idea che lavorasse qui.-
- Ehi, non ti preoccupare, non fa niente. L’importante è che
non dia fastidio a te.- mi rispose, regalandomi un
bellissimo sorriso.
- No, io… cercherò d’ignorarlo. Ma
oggi sto meglio, parlare con te mi ha fatto bene.- gli confessai, rispondendo
al sorriso.
Ma non avrei mai immaginato che Claudio non mi avrebbe ignorata per niente.
Dopo circa 10 minuti che eravamo
seduti, vidi Robert alzare lo sguardo verso la mia sinistra, diventando
improvvisamente serio.
Mi voltai a mia volta, notando il mio ex ragazzo in piedi
accanto a me.
- Elettra, dobbiamo parlare.- mi disse semplicemente, e di
certo non era una domanda.
- Non mi sembra proprio il caso.-
risposi, guardando Rob con la coda dell’occhio. – E comunque non so di cosa
potremmo parlare noi due. Non abbiamo niente da dirci. O almeno non più.-
aggiunsi, riportando lo sguardo su di lui.
- Invece sì. Per favore.- insistette lui, trattenendosi
dall’afferrarmi un gomito per farmi alzare.
Lo fissai per alcuni secondi, decidendo cosa fare, poi mi rivolsi
a Robert.
- Rob, mi puoi scusare un secondo? Faccio presto, promesso.-
- Certo, non preoccuparti.- mi rispose lui, sorridendomi
incoraggiante.
Lo guardai negli occhi per un attimo, trovando il coraggio
di seguire il mio ex lontano da lui.
- Una cosa breve, Cla, non ho per niente voglia di restare
qui con te.- mi rivolsi a lui, senza guardalo negli
occhi.
- Sei ancora arrabbiata con me?-
Lo guardai come se provenisse da un altro pianeta,
chiedendomi se si fosse fatto di qualche sostanza stupefacente prima di
pretendere la mia attenzione.
- Davvero hai il coraggio di chiedermi una cosa del genere?
Tu mi stai chiedendo se sono ancora arrabbiata con te? Hai idea di quello che
mi hai fatto o ti hanno fatto il lavaggio del cervello e non ti ricordi niente?-
- Certo che mi ricordo, ma speravo che l’anno passato in
America…- disse, lasciando la frase in sospeso.
- Cosa? Credevi che me ne fossi dimenticata? Che avessi
scordato tutto il male che mi hai fatto? Io ti amavo, Claudio, eri la persona
più importante per me e tu mi hai ferita. Sei andato a
letto con la mia migliore amica.- lo attaccai, cercando di non alzare troppo il
volume della voce, ma calcando sulle parole “migliore amica”.
- Io ti amo ancora.- disse lui, guardandomi negli occhi.
- No, tu non puoi farmi questo. Non puoi volermi così male
da dirmi una cosa del genere.-
- Ti sto dicendo la verità.-
- No, Cla, questa non è la verità, questi sono i tuoi sensi
di colpa.-
- Forse, può essere. Ma sta di
fatto che ho rotto con Giorgia pochi giorni dopo che te ne sei andata e mi sono
reso conto dell’enorme errore che avevo fatto. Ti ho cercata
più di una volta, ma tu non mi hai mai risposto.-
- Perché ho cambiato vita, Cla. Me
ne sono andata dall’Italia per cancellare te e tutti quegli ipocriti che
credevo miei amici. Ho cominciato una vita nuova, in California, e tu di certo
non ne fai parte.-
- A quanto pare ne fa parte lui.- continuò il giovane, con
tono sprezzante, indicando Robert con un cenno del capo.
- Non ti azzardare a mettere in mezzo lui.- quasi urlai, in
preda ad una furia cieca.
- State insieme?-
- Anche se fosse, a te cos’importa?-
- Non va bene per te. Lui è famoso, non centra niente con il
tuo mondo.-
- Questi. Non. Sono. Affari. Tuoi.-
scandii, cercando di tenere a bada la rabbia.
- Non deve interessarti chi frequento io e nemmeno se Robert
è il mio ragazzo oppure no.-
- E invece m’interessa.- obiettò lui, afferrandomi un
braccio.
Fissai la sua mano su di me come se fosse un animale
orrendo, per poi riportare lo sguardo sul ragazzo.
- Non mi toccare.- sibilai, e con uno strattone mi liberai
dalla sua presa, dirigendomi poi veloce verso il mio tavolo e attirando
l’attenzione di molti clienti.
- Robert, andiamocene.- lo avvertii, afferrando la mia
borsa, e notando il mio tono alterato si alzò in piedi senza obiettare.
Eravamo quasi davanti alla porta quando Claudio ci
raggiunse, afferrandomi per il polso e obbligandomi a voltarmi.
- Dove credi di andare?- mi ringhiò
contro.
- Non hai sentito cosa ti ha detto. Non azzardarti a
toccarla.- intervenne Rob, stringendo a sua volta in una morsa il braccio del
ragazzo.
Guardai l’attore negli occhi e vidi la furia che si era
impadronita di lui, quando Claudio mi aveva strattonata.
Probabilmente se ne accorse anche il mio ex, perché mi
lasciò andare senza distogliere lo sguardo dall’altro.
- Vieni.- disse poi Robert, prendendomi
per mano e trascinandomi fuori dal locale.
Non mi voltai indietro per vedere la reazione di Claudio, ma
non ce ne fu bisogno: sentivo il suo sguardo carico d’odio perforarmi la
schiena.
Ok, dopo questo improvviso attacco
di modestia, passiamo a cose più serie.
Il “pericoloso ex” è tornato alla carica… ma x fortuna c’è
il nostro Rob a tenere Elettra ben ancorata a terra.
E nel prox cap… finalmente quello
ke state aspettando tt daaaa…bè, dall’inizio, mi sa! XD
Ma non voglio
anticiparvi troppo, altrimenti non c’è gusto. v.v
Uffff… nn vedo l’ora che arrivi
l’estate…
Certo, se penso che in mezzo ci sono
2 mesi di esami mi viene male!!! @_@
Voglio Luglio, il caldo, il mare, la spiaggia, le feste, il
cazzeggio purooooooooooo!!!! XDXD
Credo che lo studio cominci proprio a farmi male… e pensare
che non sono neanche all’inizio. ç_ç
Ma che amarezza!!!!! (della alla Cesare Cesaroni).
Cris91:
ma carissima, quanti complimenti.. così mi fai
arrossire!! ^///^ però ti ringrazio tanto… mi fa
sempre piacere leggere recensioni come le tue. ^^ Eheheheh, qui Rob ha preso le
sembianze di paladino della giustizia. E nel prox cap, il momento tanto atteso…
*.* un bacioneeeee
Lyla_:
tesorooooooooooooo!!! Hai fatto proprio bene ad
aggiungermi su fb, così i hai dato la possibilità di conoscere una persona fantastica
come te!! *.* eeeh, lo so che bisognava vederlo con le amiche, ma non ho
trovato nessuna, quindi mi sono dovuta trascinare l’amico… XDXD Giàààààà, degli uomini non ci si può mai fidare… genere
inutile!! -.- (o quasi! XDXD).E come puoi notare in questo cap è ancora peggio… -.- ma nel prossimoooooooo… Rob si che
si dimostrerà un uomo!! Incontrarne di uomini così!! *.* (con tutto il pacchetto
completo, ovviamente! XDXD) ti adorooooooooo una
bacione enormeeeeee!! :*
Elly4ever:
ehi, ci ritroviamo anche qui. Sei la stessa del sito di Rob, vero??? ^^ sono super contenta che la mia ff ti piaccia…
continua a seguirmi. Un bacio ^^
Zizzicullen:
Ciaooooooo!!! Una nuova lettrice!!!! ^^ Non far caso ai miei attacchi di
pazzia, mi raccomando, sono sempre seria nel mio “lavoro” di scrittrice. v.v sono contenta che la ff ti piaccia… è vero, la sto
scrivendo proprio xkè anche io posso immedesimarmi in Elettra (in effetti, a
parte l’aspetto fisico che vorrei fosse più simile al mio, mi assomiglia anche
un po’! ^^ come tutte le ff con personaggi inventati)
un bacione grande. J
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: L’amore è nell’aria Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…L’amore è nell’aria…
Camminavo per
le strade della città senza una meta precisa; ma in fondo come avrei potuto,
non conoscevo quasi niente di Firenze, tranne quelle poche cose che mi aveva
illustrato Elettra quella mattina, prima che la nostra giornata venisse rovinata da… quell’essere.
Quando l’avevo
visto afferrare la ragazza con rabbia, la prima volta avevo cercato di
mantenere la calma, permettendo ad Elettra di
cavarsela da sola, ma quando l’aveva strattonata in quel modo, la rabbia aveva
cominciato ad offuscarmi la vista e se la mia priorità non fosse stata quella
di portarla via, probabilmente l’avrei preso a pugni.
Sbirciai
Elettra, a cui tenevo ancora la mano, con la coda
dell’occhio e notai che quasi doveva correre per tenere il mio passo; fu solo
allora che mi resi conto che stavo quasi correndo, così rallentai, sentendo il
respiro di entrambi affannato.
Camminammo per
un po’ senza proferire parola e senza osare guadarci negli occhi; era una
situazione molto intima quella in cui ci trovavamo e
io non avevo la più pallida idea di come comportarmi.
Alzai gli
occhi da terra quando mi resi conto che il sole non riusciva più a raggiungere
la nostra pelle, ostacolato da qualcosa, e mi resi conto che ci trovavamo
esattamente nel parco in cui il giorno prima avevo fatto il servizio
fotografico.
Improvvisamente
mi sentii tirare la mano e mi resi conto che Elettra si era fermata, senza
tuttavia sollevare lo sguardo da terra.
- Mi dispiace.
Ho rovinato la nostra giornata.- sussurrò piano, con la voce rotta da un pianto
imminente.
- Ehi, non
dirlo neanche per scherzo. Non è colpa tua, non potevi saperlo.- cercai di
rassicurarla, tornando sui miei passi per avvicinarmi di più a lei.
Lei scosse
semplicemente la testa, facendomi capire che nulla di quello che avrei potuto
dire, l’avrebbe aiutata a sentirsi meno in colpa.
Vidi le prime
lacrime rigarle il volto e le spalle scosse dai singhiozzi: mi faceva male
vederla così e non potei fare a meno di accarezzarle un braccio, cercando di
regalarle un po’ di conforto.
- Piccola, che
succede? Perché piangi?-
- S-scusa, io…
non pensare che sia per Claudio. O meglio, è a causa sua, ma non nel senso che intendi
tu.-
Perché cercava
di giustificarsi con me? Perché temeva che potessi pensare che il suo pianto
fosse a causa dei suoi sentimenti per il ragazzo che aveva amato?
Avrei voluto
porle quelle domande, ma preferii tacere e aspettare che proseguisse.
- È solo che…
avrei preferito m’ignorasse e basta. Perché mi deve cercare ancora? Perché
continua a ripetermi che mi ama, dopo tutto il male che mi ha fatto?-
Le sue lacrime
aumentarono, mentre il suo dolore si riversava anche su di me.
Mi avvicinai
ancora di qualche millimetro, posandole un dito sotto il mento e facendole
sollevare il volto, fino ad incrociare i suoi occhi
azzurri.
- Non piangere,
ti prego, odio vederti così.- le sussurrai piano,
senza distogliere lo sguardo dalle sue iridi.
Sentii un
piccolo brivido percorrerle la schiena, mentre i suoi occhi si
incatenavano ai miei, e il suo respiro accelerare, allo stesso ritmo del
battito del suo cuore.
Nessuno dei
due parlò, mentre le lacrime continuavano a scendere.
I nostri visi
erano così vicini che potevo sentire il soffio del suo respiro sulle labbra,
così dolce e profumato.
Il mio
cervello continuava ad urlare No! Non farlo! È troppo vulnerabile!, ma il mio cuore non gli diede
ascolto, come sempre, e le nostre labbra cominciarono a muoversi le une verso
le altre, come due calamite che si attraggono.
E dopo un
tempo che mi era parso infinito, finalmente riuscii a sentire la morbidezza delle
sue labbra, il sapore inebriante della sua bocca e il suo respiro delicato
sulla lingua.
Non fu un
bacio lungo, anzi, fu fin troppo breve, ma la ragione era riuscita a far breccia
nel mio cuore e a darmi la forza d’interrompere quel contatto.
- Ele, s-scusa…
io… non avrei dovuto. Perdonami, davv…-
Ma non feci in tempo a finire quella
frase, che le sue labbra furono di nuovo sulle mie, questa volta più
prepotenti.
Risposi al
bacio con passione, una passione che non aveva niente
a che fare con il bacio casto che c’eravamo scambiati pochi secondi prima.
Le circondai
la vita con un braccio, mentre una mano si posava sulla sua guancia,
impedendole di allontanarsi da me anche solo per pochi secondi, mentre le sue
braccia si allacciavano a loro volta dietro al mio
collo, prolungando quel contatto che tanto desideravo.
Dopo alcuni
secondi ci separammo, per riprendere fiato, ma i nostri occhi non si allontanarono.
- Elettra…-
sussurrai con voce roca, a causa del desiderio che invadeva ogni singola
cellula del mio corpo.
- Sssh.- mi zittì lei, posandomi un dito sulle labbra.
Poi riavvicinò
la sua bocca alla mia per riprendere quel bacio ci cui
entrambi avevamo bisogno.
* * *
Sentii le sue
mani vagare sulla mia schiena e l’ultima cosa che avrei voluto fare era interrompere quel contatto così eccitante: il suo
tocco mi faceva correre brividi di piacere lungo tutta la colonna vertebrale.
Ma dovevo farlo, dovevo interrompere quel
bacio, almeno per il momento.
Dovevo
parlargli, dovevo assicurargli che tutto quello che stava
succedendo non accadeva a causa della mia debolezza, non l’avevo baciato solo
perché avevo bisogno di conforto, ma perché lo volevo sul serio.
Mi allontanai
dalle sue labbra morbide di pochi centimetri, giusto lo spazio necessario per
guardarlo negli occhi, ma senza perdere il contatto con il suo respiro.
- Rob…-
Anche
io avevo la voce
roca, proprio come la sua, quando aveva sussurrato il mio nome.
- Mmmh?-
mugugnò lui, chiudendo gli occhi e appoggiando la fronte alla mia.
- Dobbiamo
parlare.- sussurrai, chiudendo gli occhi a mia volta, incapace di resistere al
richiamo della sua bocca rossa e sensuale
Ma dovevo riuscirci, dovevo solo metterci
un po’ di buona volontà.
- Non ce n’è
bisogno…- rispose, posandomi un altro bacio sulle labbra, pronto a ricominciare.
- No, Rob, sul
serio. Ne ho bisogno. Ho bisogno di dirti quello che provo.- insistetti,
ritraendomi a fatica a quel contatto.
Lui capì la
mia necessità e si allontanò ancora un po’, incatenando il suo sguardo al mio.
Mi fissò con i
suoi occhi azzurri aspettando che proseguissi, ma senza mettermi fretta.
- Io… non
voglio che pensi che ti ho baciato solo perché ho
bisogno di conforto o cose del genere. Claudio è ormai un capitolo chiuso della
mia vita. Se l’ho fatto è perché lo volevo.-
La sua espressione
non cambiò, nei suoi occhi leggevo sempre lo stesso desiderio di poco prima.
- Non l’ho mai
pensato neanche per un secondo.- mi rispose lui, con la sua voce sensuale.
Sentii un
brivido corrermi lungo la shiena; Robert sapeva
l’effetto di quel tono su di me e cominciai a sospettare che lo facesse
apposta.
- Sul serio?-
gli chiesi, quasi stupita.
- Sul serio.
Quello a doverti chiedere scusa dovrei essere io, per averti baciata
in un momento in cui eri così vulnerabile. Ma non ci
riesco, perché era esattamente quello che volevo fare. Erano mesi che volevo
che accadesse. Anche se forse potevo scegliere un altro momento.- rispose
Robert, facendomi ridere per la sua ultima osservazione.
- Invece non
potevi scegliere momento migliore.-
E riappoggiai
le mie labbra sulle sue, senza più l’urgenza di pochi
attimi prima, ma solo per il gusto di farlo; ora c’eravamo solo io e lui, e
nessun’altro.
- Ti amo.- sussurrò piano lui, allontanandosi dalle mie labbra
di pochi millimetri.
Due semplici
parole che fecero galoppare il mio cuore, lasciato libero di correre, senza
temere che lui mi sentisse.
- Anch’io ti amo.- risposi così piano, che per un momento temetti non
mi avesse sentito.
Ma mi sbagliavo, aveva udito ogni singola
parola e lo capii quando le sue labbra si curvarono in un sorriso bellissimo,
solo per me.
- Pensi che
Kellan organizzerà un festino?- mi chiese poi Robert, divertito, mentre io lo
fissavo senza capire.
- Non hai idea
di quanto diventi stressante quando ci si mette.- mi spiegò lui, ridendo.
- Posso immaginarlo.
– commentai, ridendo a mia volta.
La sua risata
si affievolì, mentre un sorriso radioso gli illuminava gli occhi.
Mi accarezzò
una guancia, scostandomi una ciocca di capelli dal volto.
Mi alzai sulle
punte dei piedi per posargli un piccolo bacio sulle labbra, prima di
allontanarmi da lui ed afferrargli la mano.
- Che ne dici,
diamo un argomento a Kellan e Nikki su cui spettegolare?- gli domandai,
trascinandolo verso l’uscita del parco.
- Mi sembra un buona idea. Se non li mettiamo subito
al corrente delle novità, rischiamo il linciaggio.- mi rispose Robert,
regalandomi la sua risata più bella.
E così ci
dirigemmo verso l’albergo, mentre gli alberi che ci stavamo lasciando alle
spalle erano ebbri del nostro amore.
Ed eccomi
tornata con il capitolo tanto attesoooooooooooo!!!
Finalmente i
nostri piccioncini ce l’hanno fatta, eh? ;)
Bè, il passo
più grande l’hanno fatto, ora la strada sarà tutta in
discesa, anche se ci saranno salite pendenti e pericolose che Elettra e Robert
dovranno affrontare.
Ma lo faranno nel migliore dei modi.
Vi chiedo
perdono fin da adesso se aggiornerò a rallentatore, ma inizia il periodo degli
esami e…. potrei spararmi! -.-
No, a parte
gli scherzi, il tempo sarà quel che sarà, quindi non linciatemi; io vi ho
avvertito!! XD
Cris91: giàààà!!!
Inutile essere!!! Peccato che ce ne siano parecchi così in giro. -.- mentre ce
ne sono pochissimi come Rob. Anzi, direi che si sono
proprio estinti. -.- Ed ecco, finalmente, il capitolo tanto atteso! Finalmente
si sono dichiarati! Non sono carinissimi?? *.* Un
bacioneeeee ^^
Lyla_:tesorooooooooooooooooooooooooo!!!! Eccoti il capitolo che
aspettavi tanto!!! Ti prego, non cadere dalla sedia
quando vedi l’aggiornamento. XDXD allora, come ti è sembrato??
È come te l’eri immaginato??? Ora, nei prox cap,
vedremo bene bene i nostri piccioncini. In questo cap hanno solo compiuto il
grande passo… era anche ora, vero??? XDXD tesoro
adorato, aspetto con ansia il tuo commento!! Ti adoroooooooooo!!!! Un bacio grandissimissimo! :* ps: eh,
magari esistessero ragazzi così, sarebbe tutto più facile. -.-
Zizzicullen: oooh, bene, un’altra pazza come me
allora! :P sono stra contenta che ti piaccia il
personaggio di Elettra. ^^ bè, si, si, può dire che
sono io, in un certo senso. Diciamo che se mi trovassi al suo posto
(magariiiiii!!!!) mi comporterei come lei. Però fisicamente non mi assomiglia; io non ho gli occhi
azzurri (purtroppo! -.-) un bacioneeeee
Ps: ho deciso
di fare un po’ di pubblicità occulta, quindi, chi ne avesse voglia, potrebbe
leggere la mia ultima one-shot e lasciare un
commentino anche piccolo piccolo… mi farebbe tanto piacere!! ^^ un bacio a
tutti
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: Sulla bocca di tutti Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Sulla bocca di tutti…
Quella mattina
mi alzai piuttosto tardi; quando sbirciai la sveglia sul mio comodino, mi resi
conto che era quasi mezzogiorno.
Appena fui
abbastanza vigile da rendermi conto di dove mi trovavo e di che giorno fosse,
non potei impedire alle mie labbra di curvarsi in un sorriso radioso, al
pensiero di ciò che era successo il giorno prima.
Io
e Robert c’eravamo
finalmente dichiarati, con immensa gioia dei nostri amici e in modo particolare
di Kellan e Nikki.
- Oh, era ora!
Cominciavo a pensare che fossi gay!- aveva esclamato
il nostro simpatico amico Lutz, quando ci aveva visti arrivare mano nella mano.
- Non ti dirò
“Te l’avevo detto” solo perché sono una persona
educata.- aveva invece osservato Nikki, sussurrando poi un “Io lo sapevo” a
Kris che era seduta accanto a lei.
Quest’ultima
aveva voluto invece sapere tutti i minimi particolari di cos’era
successo, ed io le descrissi tutti i dettagli, contenta di poterlo raccontare a
qualcuno: in fondo sono donna, no?
Alla sera
Robert mi aveva portato a cena fuori, anche se ovviamente il ristorante l’avevo
scelto io, dal momento che lui non avrebbe nemmeno
saputo da che parte iniziare a cercare, ma era stato dolcissimo per tutto il
tempo, anche durante la passeggiata che avevamo fatto mano nella mano prima che
lui tornasse in hotel.
Avevo
appositamente scelto stradine secondarie, per evitare che qualche paparazzo ci
pizzicasse sul più bello, ed entrambi avevamo sperato
che il buio fosse nostro complice.
Mi alzai dal
letto stiracchiandomi, pregustando con il pensiero il momento in cui avrei
rivisto Robert, di lì a pochi minuti; ci eravamo messi
d’accordo per trovarci nel luogo in cui si sarebbe tenuto il servizio
fotografico, che sarebbe avvenuto proprio in una delle piazze centrali.
Sapevo che
quel giorno non sarei stata così fortunata da non trovare nessuno intorno al
set; era proprio nel centro della città, sotto gli occhi di tutti e già temevo
la mandria di fans inferocita che mi sarei ritrovata a dover affrontare.
Mi buttai
sotto la doccia, lasciando che il getto fresco dell’acqua mi scorresse sulla
pelle; il giorno seguente saremmo tornati in America e sinceramente non vedevo
l’ora di lasciare l’Italia, e soprattutto tutti i problemi che mi avevano
spinto per molto tempo a non tornare.
E sperai soprattutto
di non fare altri brutti incontri per quel giorno,
mentre tornavo in camera mia ad indossare un paio di jeans e una canottiera.
Afferrai la
borsa che avevo lasciato sul letto e mi precipitai fuori di casa dopo aver
salutato velocemente mia madre, impaziente di raggiungere Robert.
Appena giunsi
in Piazza Santa Maria Novella, non potei fare a meno di stupirmi di tutta la
gente che era ammassata davanti alle “porte” del set, nonostante mi fossi già
preparata a quell’eventualità.
Solo quando mi
trovavo davanti una distesa di carne umana come
quella, mi rendevo conto del reale successo di Robert e gli altri.
Cercai di
scivolare via senza farmi notare, circumnavigando quella massa umana per
raggiungere il retro del set, dove sapevo di poter entrare senza troppe difficoltà
e lontana da occhi indiscreti.
La sera prima
Robert era stato molto diligente nel parlarmi di quell’entrata: probabilmente
aveva previsto l’assalto delle fans, proprio come avevo fatto io.
Finalmente
giunsi a quella che il mio ragazzo aveva chiamato “entrata secondaria”,
costituita in realtà da una semplice guardia.
Mi avvicinai
titubante, non essendo ben sicura di come dovevo comportarmi; sapeva del mio
arrivo? Se avessi dato il mio nome mi avrebbe lasciato
passare? Mi sarei dovuta mettere a pregare in ginocchio, assicurandolo che ero
la ragazza di uno degli attori impegnati nel servizio fotografico?
L’unico modo
per saperlo era tentare.
- Salve.-
salutai: come inizio non era male.
Ora dovevo
solo aspettare di scoprire se avrei dovuto aggiungere qualcosa o se
quell’omaccione che mi stava davanti era abbastanza informato senz’alcun
dettaglio supplementare.
- Lei è la
signorina Bertani?- mi domandò lui in italiano.
Tirai un sospiro di sollievo, mentre annuivo: a quanto pareva Robert
aveva fatto le cose per bene.
- Potrei
vedere un documento? Sa, non è che non mi fidi, ma
viste le circostanze…- mi chiese, lasciando poi in sospeso la frase, lanciando
un’occhiata nella direzione in cui si trovava la mandria di ragazzine
impazzite.
- Ma certo, si figuri. Mi sembra più che logico.- acconsentii,
regalandogli un sorriso ed estraendo la mia carta d’identità dal portafoglio.
Dopo averla
osservata per solo pochi secondi (probabilmente aveva controllato solo il
nome), mi lasciò passare, augurandomi buona giornata.
Raggiunsi
senza fatica il punto in cui Robert e gli altri erano in posa per gli scatti
fotografici, curandomi di rimanere tuttavia nascosta; prevenire è meglio che
curare, e non ero sicura che un braccio staccato a morsi fosse curabile.
Fui fortunata,
dal momento che arrivai giusto pochi attimi prima che
il fotografo concedesse agli attori una pausa.
Vidi Robert
allontanarsi dal set sbuffando, bellissimo nella sua camicia grigia, i capelli
sempre indomabili, seguito a poca distanza ed imitato
da Kris, che si passò una mano tra la lunga chioma.
Rimasi a
guardarlo per un po’, senza farmi notare, mentre afferrava una bottiglietta d’acqua lì vicino, sorseggiandone il suo contenuto.
Ci vollero
pochi secondi prima che il suo sguardo intercettasse il mio, accorgendosi così
della mia presenza.
Un sorriso
abbagliante gli illuminò il viso, mentre si dirigeva veloce verso di me.
- Piccola.
Perché non mi hai detto che eri arrivata?- mi domandò lui, afferrandomi per la
vita e posandomi un casto bacio sulle labbra.
- Sono appena
arrivata. E poi mi piace guardarti.- gli risposi, sussurrando a pochi
millimetri dalla sua bocca, per poi impossessarmene.
- Ehi,
piccioncini, mi sta venendo il diabete.- commentò Kellan, che ci aveva raggiunti.
- Ci hai rotto
le scatole per mesi e mesi perché non ci decidevamo a dichiararci, e ora che
l’abbiamo fatto devi ancora assillarci con le tue
frecciatine, scimmione?- mi rivolsi a lui, mentre Robert mi abbracciava da
dietro, affondando il volto nei miei capelli.
- Mi sembrava
di averti avvisato fin da subito che il mio scopo sarebbe sempre stato quello
di assillarti fino alla morte.- mi fece notare
sogghignando, ripercorrendo il nostro primo incontro.
- Touchè.-
risposi io ridendo, imitata dai due uomini.
Passai la
pausa pranzo in loro compagnia e il pomeriggio appostata in un angolo a guardali seguire le istruzioni del fotografo, stando ben
attenta a non entrare nel campo visivo delle belve inferocite.
Verso le 8 li
accompagnai in un pub, poco lontano dall’albergo, per una cena veloce, dal momento che erano tutti quanti molto stanchi.
Obbligai
Robert a tornare in hotel con gli altri, dal momento che
non volevo essere la causa della sua stanchezza, dandoci appuntamento per la
mattina seguente, pronti a tornare in California.
Quando arrivai
davanti alla porta di casa, infilai le chiavi nella toppa, facendo scattare la
serratura, ma non feci nemmeno in tempo ad accendere
la luce che mi trovai davanti mio padre, il volto deformato dalla rabbia e una
rivista aperta nella mano destra.
- Pensi ancora
che sia troppo paranoico? Hai ancora il coraggio di dire che mi sbagliavo?- mi
urlò contro, schiaffandomi davanti il giornale.
Lo afferrai
senza capire, posando lo sguardo su di esso; quando mi resi conto a cosa si
riferiva, strabuzzai gli occhi, incredula.
Le foto mie e
di Robert scattate il giorno prima nel parco in cui c’eravamo
baciati la prima volta, occupavano entrambe le pagine, mentre un articolo
scritto a caratteri minuscoli descriveva la nuova love story dell’attore
inglese.
Lo lessi
rapidamente, più di una volta: non erano a conoscenza del mio nome, ovviamente,
ma il mio viso si poteva distinguere benissimo accanto a quello del ragazzo
dagli occhi azzurri.
Tuttavia, quel
primo momento di sbalordimento scemò in fretta; in fondo avevo sempre saputo
che il rischio sarebbe stato quello, non potevo pretendere di restare nascosta
per sempre.
Certo, avrei
sperato di avere più tempo, ma ormai quel che era fatto era fatto e nessuno
poteva farci niente.
- Allora, come
ti giustifichi?- urlò ancora mio padre, forse notando il mio sguardo
stranamente rilassato.
- Non urlare, papà.- lo ammonii, puntando i miei occhi nei suoi.
- Rispondimi.-
insistette lui.
- Non mi
giustifico in nessun modo. Io e Robert ci amiamo, e se
stargli accanto significa rinunciare alla mia privacy, sono disposta a farlo.-
Non sapevo se
erano state le mie parole o il mio sguardo deciso a scatenarlo, ma lo vidi
avanzare di un passo verso di me, una mano alzata pronto
a schiaffeggiarmi.
E fu quello
che fece; lo schiaffo arrivò forte e potente sulla mia guancia destra,
obbligandomi a voltare la testa.
Erano anni che
mio padre non mi picchiava, nemmeno quando ero piccola
l’aveva mai fatto spesso.
Lacrime di
rabbia cominciarono a rigarmi le guance, mentre riportavo lo sguardo su di lui.
- Se questo è
tutto ciò che mi sai dire, me ne vado. Non mi vedrete più.- gli urlai contro,
la rabbia che mi schizzava da ogni poro.
Mi diressi
furente verso la mia stanza, incontrando sulla mia strada mia madre, che tentò
di fermarmi, avendo assistito alla scena da una certa distanza.
Gettai in
valigia i pochi vestiti che mi ero portata e dopo aver lanciato un ultimo
sguardo alla mia camera, uscii sbattendo la porta e dirigendomi verso l’uscita.
- Se esci da
quella porta, non ti azzardare a mettere mai più piede in questa casa.- mi ringhiò contro mio padre.
Gli lanciai
uno sguardo di sfida, per poi rivolgermi a mia madre, in lacrime sulla soglia
del salotto.
- Ciao mamma.-
la salutai, triste come lei, ma decisa.
Uscii
nell’aria calda di Firenze, decisa a non tornare sui miei passi.
Mentre le
lacrime mi scorrevano sul viso, mi affrettai a prendere il tram che mi avrebbe portata lontana da lì.
* * *
Fissai le
stelle sopra la mia testa; quella sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto
il cielo italiano.
Il giorno seguente
saremmo tutti tornati in California e dovevo ammettere che non vedevo l’ora.
Tirai una
lunga boccata dalla sigaretta che tenevo in mano, senza distogliere lo sguardo
dalla città.
Era una cosa
brutta da pensare, anche un po’ egoista forse, ma volevo allontanare Elettra
dal suo passato e da tutto ciò che l’aveva fatta soffrire: per lei, certo, ma
anche un po’ per me.
Non volevo più
vederla versare lacrime per il suo ex, mi faceva troppo male.
Cercai di
distogliere il pensiero da quelle congetture, mentre mi rimbombavano ancora in
testa le frecciatine di Kellan; era rimasto nella mia stanza fino a pochi
minuti prima, con il solo intento di rompermi le scatole.
Sorrisi
tuttavia divertito, mentre aspiravo un’ultima boccata di fumo.
In quello
stesso istante, sentii bussare alla porta: mi voltai verso di essa stupito,
mentre spegnevo il mozzicone di sigaretta nel posacenere.
- Kellan, se
sei venuto a fare ancora il coglione…- cominciai avviandomi verso la porta,
convinto che si trattasse ancora del mio collega, ma quando l’aprii
mi trovai davanti Elettra.
Aveva gli
occhi gonfi e rossi, segno che aveva pianto fino a pochi attimi prima, le
guance ancora bagnate di lacrime e la valigia alla mano.
- Elettra,
tesoro, cos’è successo?- le chiesi preoccupato,
spalancando gli occhi.
- Robert…
abbracciami…- sussurrò piano, gettandosi tra le mie braccia.
La strinsi
forte, mentre chiudevo la porta alle sue spalle, trascinandola verso l’interno
della camera.
La feci accomodare sul letto, senza
lasciarla andare nemmeno per un secondo, lasciando che si sfogasse, prima di
chiederle qualcosa.
Finalmente i
singhiozzi si placarono, così la scostai da me di pochi centimetri, per poterla
guardare in faccia.
- Piccola,
cos’è successo?- le domandai nuovamente, spostandole
una ciocca di capelli dal volto ed irrigidendomi subito dopo: che si trattasse
nuovamente di Claudio?
- Io… h-ho
litigato c-con mio p-padre…- iniziò lei, con la voce ancora rotta dal pianto.
Tirai un sospiro di sollievo, senza farmi notare, mentre lei partiva
con il suo racconto.
Quando mi
rivelò che la causa di tutto era stato un articolo su
noi due con tanto di foto, il sangue mi si ghiacciò nelle vene.
- Elettra, mi
dispiace. Sono stato uno stupido. Sarei dovuto stare più attento.- cercai di
scusarmi, passandomi una mano sul viso.
La cosa che
temevo di più al mondo, schiaffare la nostra relazione su tutti i giornali,
mettere in pericolo la sua privacy, si era già avverata.
Così presto…
- Rob, non
dirlo neanche per scherzo, non è colpa tua.- cercò di consolarmi lei, posandomi
una mano sulla spalla.
Che buffo, nel
giro di pochi secondi i ruoli si erano invertiti: non ero io quello che doveva
consolarla?
- Guardami.-
aggiunse poi, scostandomi decisa la mano dal volto e obbligandomi a guardala negli occhi.
- Niente di
tutto questo è colpa tua. Quando ho deciso di essere la tua ragazza avevo già
messo in preventivo la possibilità di dover rinunciare alla mia privacy. Certo,
pensavo di avere più tempo… ma è meglio così. Meglio togliersi il dente
subito.-
La fissai
negli occhi, prima di avvicinarmi e posarle un casto bacio sulle labbra.
- Mi dispiace
per tuo padre.- le sussurrai poi, posando la fronte sulla sua.
- Già, anche a
me. Quello che mi ha fatto più male è vedere il dolore negli occhi di mia
madre. E quello che mi ha detto lui…-
Non riusciva
nemmeno a pronunciare il suo nome.
- È come se mi
avesse diseredato come figlia. Ma quello che temeva veramente non era che la
mia privacy venisse gettata sulle prime pagine di
tutti i giornali, aveva paura della sua di privacy, temeva che mi venissero a
cercare anche a casa…-
Le lacrime
ripresero a scorrerle lungo le guance, mentre io la stringevo di nuovo a me.
- Cerca di non
pensarci. Domani torniamo in America e per un po’ non
vedrai più nessuno. Sono sicuro che quando deciderai di tornare, tuo padre ti
avrà già perdonata. E io sarò
con te, quando accadrà.- aggiunsi poi, incatenando il mio sguardo a quello
azzurrissimo di lei.
La mia era una
promessa, la promessa di restare con lei a lungo, fino
a quando mi avesse voluto al suo fianco.
Si allungò
verso di me per baciarmi, approfondendo il bacio quando sentii la sua lingua
esplorare le mie labbra e poi la mia bocca.
La feci stendere sul letto ed io accanto
a lei, mentre la passione invadeva entrambi.
Quando mi resi
conto che stava cercando di sfilarmi la maglietta, mi ci volle tutta la mia
forza di volontà per fermarla.
- Aspetta…-
sussurrai, con voce roca a causa del desiderio che mi stava invadendo.
- Che c’è?- mi
chiese lei, con lo stesso tono, fissandomi con gli occhi sgranati: non si
aspettava un mio rifiuto.
- Non pensare
che non ti voglia. Anzi, vorrei prenderti qui, adesso.- cercai di
tranquillizzarla: non volevo farla sentire respinta.
- Allora
perché…-
- Non voglio
fare le cose di fretta. Stiamo insieme da soli due giorni.-
- Ma io non sono…-
- Lo so.- mi affrettai ad interromperla: non volevo che mi
dicesse che non era più vergine, che era diventata donna con il suo ex.
Quando sarebbe
giunto il momento per noi due, volevo far finta che non fosse così, che sarei
stato io il primo.
- Lo so, non è
questo quello che intendevo. Ma
non voglio che succeda così, adesso. Per me sei importante, Elettra,e non voglio che tra noi succeda troppo velocemente. Ci
saranno altre occasioni, vedrai.- l’assicurai,
sfiorandole la fronte con le labbra e chiudendo gli occhi.
La sentii
annuire ed ero sicuro che avesse capito le mie motivazioni.
- D’accordo,
come vuoi. Anzi, ammetto che sono d’accordo con te. Voglio che sia importante.
Prima mi sono fatta prendere un po’ la mano dalla situazione.- mi confessò,
facendomi sorridere.
Ci baciammo
ancora, poi si allontanò dalle mie labbra, appoggiando la testa sul mio petto.
- Posso
restare qui stanotte?- mi chiese, sospirando.
- Ma certo. Non devi neanche chiedermelo.-
Le accarezzai
i capelli fino a quando non sentii il suo respiro farsi regolare, avvertendomi
che si era addormentata.
Così mi
rilassai anche io, abbandonandomi poco dopo alle
braccia di Morfeo.
Scusate
l’enorme ritardo, ma questo è un periodo, non pessimo, di più… -.-
Tra studio,
esami e trasloco, penso che mi rinchiuderanno in manicomio molto presto.
Cooooomunqueeeeeee!!!
Che ne dite
del capitolo???
Lo so, starete
pensando che Rob è uno stupido per averla respinta, voi volete la parte hot!!! XDXD
Ma cercate di capirlo, stanno insieme da
due giorni, sarebbe sembrata una cosa da una botta e via.
E non è quello
che volete, vero??? ;)
Certo che
rileggendo il capitolo devo trovarmi d’accordo con Kellan: fanno
venire il diabete sti due. O.o
Ma sono agli inizi, tutti sono così,
andando avanti miglioreranno. ^^
Ma sapete che
mi sono resa conto che non manca tantissimo all’uscita di Eclipse??? Ma che meraviglia!! *.*
Devo dire che
io ho un doppio motivo per aspettare il film con ansia; prima di tutto, per il
film in se… sono troooooooppooooo curiosa, caspita!!!
*.*
In secondo
luogo…. Finisco gli esami!!!!!!
Quindi… 30
giugno, ti aspetto con ansia!!!!! XDXD
Cris91: Mmmmh… cercherò di non farti spaventare,
ma la loro storia non sarà tutta rose e fiori. Però tranquilla, niente di troppo spaventoso! ;) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, e spero
tanto che valga lo stesso anche per questo, per il prossimo, per il prossimo
ancora… insomma, per tutta la storia. XDXD Un bacioneeeeeee
Zizzicullen: vi siete baciati?????
Eeeeeeh, magariiiiiii!!! *.* Non dirmi certe cose che
poi mi vengono i bollori. XDXD eh, già, finalmente ce l’hanno
fatta, ma x la parte più hot, si dovrà aspettare ancora un po’. Prima che tu
possa uccidermi, ricorda che la pazienza è la virtù dei forti! XDXD un
bacioneeee
Lyla_: tesoro mioooooooooooooo!!!!!
Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e che sia stato proprio come te
l’eri immaginato!! ^^ tesoro, ma così mi fai
commuovere… ç_ç anche tu sei fantasticaaaaaaa!!!!!!!
>.< eh, già, esami del cavolo!! Lunedì inizia il
tour de force e fino al primo di luglio sono trooooppo incasinata! Spero
comunque di riuscire a postare il più frequentemente possibile. Con questi
esami ci sentiamo anche poco… ç_ç dobbiamo rimediareeeeee! >.< ti
adoroooooooooooooo un bacione immenso!!!!!
Lampra: Woooooow!!
Una nuova lettrice, che meraviglia!! *.* eh, già, pure
io mi stupisco… -.- no, sto skerzando!!! Le recensioni
sono poche, ma buone, quindi mi va bene così! ;) poi
vedo che c’è un sacco di gente che legge o che mi ha messo tra i preferiti
senza commentare, quindi sono contenta così. ^^ spero che continuerai comunque
a recensire, qualche commento in più non mi disp. :P
un bacioneeee
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: Sotto i riflettori Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me AVVISO: dal primo giugno non avrò più internet e non so quando
riuscirò a recuperarlo. Quindi per un po’ non riuscirò ad aggiornare… chiedo
perdono!!L Spero comunque che continuerete a seguirmi e io prometto che tornerò il prima possibile. ^^ Ora non mi
resta che dirvi, buona lettura!! J
What do you live for? I live for you
…Sotto i riflettori…
Quando mi
svegliai, la mattina seguente, la prima cosa che sentii fu il respiro leggero
di Elettra sdraiata accanto a me, la testa ancora appoggiata sul mio petto.
Sembrava
tranquilla, nessuno incubo che disturbasse il suo
sonno e la cosa rese felice anche me.
Presi una
ciocca dei suoi capelli tra le dita, accarezzandola piano, cercando di non
svegliarla.
Purtroppo i
miei intenti furono vani, perché dopo pochi minuti la
sentii muoversi, segnale evidente che si era svegliata.
Alzò il volto
verso di me, gli occhi ancora semichiusi.
- Buongiorno.-
biascicò con la voce ancora impastata dal sonno, ma regalandomi un bellissimo
sorriso.
- Buongiorno.-
le sussurrai io, allungandomi verso di lei per posarle un bacio sulle labbra.
- Mmmh… che
ore sono?- mi chiese poi, alzandosi a sedere e passandosi una mano tra i
capelli arruffati.
Afferrai il
cellulare posato sul comodino accanto al letto e lessi l’ora.
- Quasi le 9.-
le risposi poi, alzandomi a mia volta.
- Dobbiamo
darci una mossa. Abbiamo l’aereo alle 11.- commentò lei, così iniziammo a
prepararci.
Facemmo
entrambi una doccia veloce, in tempi distinti, intenzionati a mantener fede al
patto che avevamo fatto la sera precedente.
Ci vestimmo in
fretta e alle 9.30 in
punto eravamo nella hall con le nostre valigie.
Quando
raggiungemmo gli altri in sala da pranzo furono tutti
stupiti di vedere Elettra con me: era evidente che aveva passato la notte in
camera mia.
- È successo
qualcosa?- chiese Ashley preoccupata.
Io ed Elettra
ci scambiammo un’occhiata veloce, mentre capivo che non era ancora pronta a
parlare di quello che era successo con suo padre.
- Niente di
preoccupante, tranquilla. Ti spiegherò dopo.- le promise Elettra, sedendosi a
tavola e versandosi una tazza di caffè.
- Avete fatto
a modo stanotte, maialini?- chiese subito Kellan, con sguardo malizioso: mi
sembrava strano che non avesse detto ancora nulla!
- Certo, Kell,
ci siamo rotolati nel letto tutta notte. Non hai
sentito le urla dalla tua camera? Eppure Rob è stato piuttosto bravo.- gli
rispose la mia ragazza, senza neanche sollevare lo sguardo dalla sua colazione.
Vidi il
sorriso svenire dal viso del mio collega, mentre tutti quanti scoppiavamo a
ridere.
Alle 10 ci trovavamo tutti in macchina diretti all’aeroporto; non
avevo chiesto ad Elettra se voleva passare a salutare i suoi, non mi sembrava
il caso, e non mi sembrava nemmeno ne avesse alcuna voglia, anche se leggevo
molta tristezza nei suoi occhi, mentre guardava la città scorrere fuori dal
finestrino.
Appena
giungemmo davanti al terminal, un’imprecazione uscì dalla mia bocca: davanti
all’entrata erano appostate almeno una cinquantina di ragazzine e non era
difficile capire chi stessero aspettando.
- Dannazione,
ma sono dappertutto queste. E ora come facciamo?- chiese Kellan, fissando poi la sguardo su Elettra.
La guardai anche io, aspettando una qualche reazione che non arrivò: si
limitò solo a fissare la fans, come persa nei suoi pensieri.
- Tesoro?-
cercai di attirare la sua attenzione, sfiorandole un braccio.
Lei si voltò
verso di me, lo sguardo stranamente deciso.
- Voglio
rimanere al tuo fianco, ma preferisco non farmi riconoscere, non subito. Non
voglio farmi conoscere al mondo come la tua ragazza in questo modo.- mi rispose infine.
- D’accordo.-
le risposi.
Le feci
indossare gli occhiali da sole e un cappellino con visiera che avevo estratto
dalla mia borsa, poi, dopo un bel respiro, scendemmo
dall’auto.
La sua figura
era ben visibile tra di noi, ma il mio corpo e quello di Kellan, dalla parte
opposta rispetto a me, la nascondevano abbastanza.
Ignorammo le
ragazzine che cominciarono ad urlare appena ci videro:
avevamo un aereo da prendere.
Quando
entrammo nell’ampio terminal, purtroppo, le sorprese non erano finite; erano presenti anche una miriade di giornalisti, che appena
si accorsero della presenza di Elettra ci attaccarono come bestie fameliche in
cerca di uno scoop.
- Signor
Pattinson, chi è lei?-
- È la sua
nuova ragazza?-
- È la stessa
ragazza che è stata vista in sua compagnia all’anteprima di Eclipse, a Los
Angeles?-
- Ci dica
qualcosa di più.-
Li ignorai
senza troppa fatica, mentre le guardie del corpo ce li tenevano lontani:
Elettra aveva ragione, non volevo presentarla al mondo in quel mondo.
Finalmente
riuscimmo a liberarcene quando entrammo nella sala d’attesa.
- Fiu!! Pensavo davvero di non uscirne viva.- commentò Elettra,
togliendosi cappello ed occhiali.
- Devi
abituartici, bambolina, se vuoi restare accanto al bel tenebroso.- l’avvertì Kellan, facendole l’occhiolino.
- Lo so.- rispose lei, sorridendomi.
- Mi
dispiace.- le dissi poi, come a scusarmi di averla trascinata in tutto quello.
- Rob, la vuoi
smettere di scusarti per questa cosa? Cominci a darmi sui nervi.- mi riproverò
lei, schiaffeggiandomi il petto.
Non dovemmo
aspettare molto prima di salire sull’aereo e partire; finalmente vidi le case
fiorentine allontanarsi, man mano che salivamo, e non potei fare a meno di
esalare un sospiro di sollievo.
Speravo
davvero che da quel momento in poi le cose sarebbero state
più semplici.
* * *
Il volo fu
abbastanza lungo e tranquillo da permettermi di rilassarmi e di dormire per un
paio d’ore appoggiata alla spalla di Robert.
Dovevo
ammettere che era stato un sollievo lasciare l’Italia e tutte le preoccupazioni
che mi aveva dato negli ultimi giorni; forse tornare
non era stata l’idea migliore che avessi avuto in vita mia.
Per alcuni
interminabili minuti, mentre stavamo aspettando l’aereo, avevo anche temuto che
si potesse ripetere la storia dell’anno precedente e di vedere Claudio arrivare
all’aeroporto e sputarmi in faccia tutte le cattiverie che sapevo benissimo avrebbe voluto rivolgermi, lì davanti a quel gate.
Ma per mia
fortuna le mie paure erano risultate infondate.
Finalmente
l’aereo toccò terra californiana alle 10 circa, ora
americana, facendomi sentire veramente a casa.
Prima di
partire Robert non mi aveva chiesto se volevo tornare dai miei per salutarli e
gli ero molto grata per quello: non sapevo quale sarebbe stata la mia reazione
e, soprattutto, quella di mio padre nel rivederci, e avrei fatto qualsiasi cosa
per evitare un nuovo litigio che rischiava di rendere la situazione tra di noi
irreversibile.
Gian l’avevo salutato il giorno prima e un messaggio veloce prima
dell’imbarco mi aveva permesso di scusarmi a grandi linee, promettendogli di
chiamarlo appena arrivata per spiegargli meglio ciò che era successo.
- Tesoro,
tutto bene?- mi chiese Robert preoccupato, vedendomi soprapensiero.
- Si, certo. Scusa, stavo solo pensado.- gli risposi,
tranquillizzandolo con un sorriso.
Anche lui mi
rivolse uno sei suoi sorrisi più belli, mentre ci
dirigevamo verso il terminal: non dovevo più pensare a ciò che era stato, ora
c’eravamo solo noi due, era quella la cosa veramente importante.
Quel semplice
pensiero mi aiutò a rilassarmi, cosa che tuttavia non durò molto: appena le
porte si furono aperte, la stessa identica scena che si era presentata a
Firenze si ripeté.
Circa una
ventina di giornalisti ci assalirono con domande e flash appena ci ebbero individuati.
Mi affrettai ad indossare i miei occhiali da sole e il cappellino che mi
aveva dato Robert, calandomelo sugli occhi, mentre ci facevamo largo tra di
loro ignorandoli e senza rispondere ad alcuna domanda.
Con Robert e
Kellan che mi proteggevano ai lati e Jackson dietro, mi sembrava di essere io
la star con le sue guardie del corpo.
Una situazione
molto strana, dovevo ammetterlo, e anche molto imbarazzante: in quel momento ringraziai il fatto che nessuno potesse riconoscermi.
Senza non
poche difficoltà riuscimmo a raggiungere le nostre macchine e appena salita mi
liberai dei miei indumenti di scena, passandomi una mano tra i capelli per
pettinarli: odiavo nascondermi, ma non era così che volevo farmi vedere al
fianco di Robert.
- Tutto ok?-
mi chiese lui per la millesima volta quel giorno.
- Rob, sto
bene. Smettila di chiedermelo.-
- Hai ragione, scusa. Sono troppo insistente, vero?- mi chiese
poi, con un sorriso un po’ triste.
- No, sei
semplicemente preoccupato per me e lo apprezzo. Ma sto
bene, davvero.- gli risposi accarezzandogli una guancia.
Voltò il viso
versò il palmo della mia mano, baciandolo con delicatezza, mentre l’auto
partiva, allontanandosi dall’aeroporto.
Spostai lo
sguardo fuori dal finestrino, mentre la città di Los Angeles scorreva veloce,
come un film a velocità accelerata: era bello essere tornata lì, mi era
mancata, anche se solo per pochi giorni.
Quando era
diventata la mia vera casa? Quando avevo smesso di considerare l’Italia come
tale?
Forse quando me n’ero andata da Firenze, oppure da quando avevo
incontrato Robert.
Erano domande a cui non sapevo dare una risposta.
- Elettra?-
attirò la mia attenzione Robert: forse era già un po’ che mi chiamava, ma non
l’avevo sentito, presa dai miei pensieri.
Sapevo che si
era trattenuto dal chiedermi ancora una volta se stavo bene e lo apprezzai.
- Scusa, sono
un po’ distratta.- cercai di scusarmi, scuotendo la testa come a scacciare i
pensieri che mi ingombravano la mente.
- Ti vedo
pensierosa, bambolina.- mi fece notare Kellan, seduto accanto a Robert,
sporgendosi per guardami in faccia.
- Hai ragione.
È stato un viaggio lungo, sono un po’ stanca.- risposi, sperando che l’accettassero come spiegazione.
- Vuoi andare
a casa?- mi domandò poi il mio ragazzo: forse si aspettava che mi fermassi da
lui.
E dovevo
ammettere che la cosa mi allettava molto, ma c’era una cosa che doveva fare
prima e che mi aveva occupato la mente per la maggior parte del viaggio.
- Si, ma solo perché devo fare una cosa.-
- Cosa?- mi
chiese lui, mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
- Le mie foto
insieme a voi all’aeroporto saranno già su tutti i
giornali domani, e anche se non mi si riconosce, voglio dirlo a Jenny e Chris.
Voglio che lo scoprano da me, non dai media.- gli spiegai, guardandolo negli
occhi.
Lui si limitò
ad annuire, facendomi capire che si trovava perfettamente d’accordo con me.
Mi posò un
bacio sulla fronte, poi mi circondò le spalle con un braccio, facendomi
appoggiare al suo petto.
Quando
giungemmo finalmente davanti a casa mia, mi aiutò a scaricare i bagagli, mentre
io fissavo le finestre del mio appartamento, cercando di preparami un discorso:
era sabato mattina, quindi non c’erano possibilità che
le mie coinquiline non fossero in casa.
- Devo
augurati buona fortuna?- mi chiese Robert, tuttavia un po’ divertito.
- Credo
proprio di si. Potresti rischiare di ritrovarti single
domani.- gli risposi con un sospiro.
- Sono sicuro
che capiranno. Comunque in bocca al lupo.- mi disse,
chinandosi verso di me e baciandomi delicatamente sulle labbra.
- Crepi. Ti
chiamo stasera.- gli promisi poi, mentre lui si preparava a risalire in
macchina.
- D’accordo. A
stasera. Ciao.- mi rispose, facendomi l’occhiolino.
- Ciao
bambolina.- mi salutò poi Kellan dal finestrino, mentre mi avviavo verso la
porta.
- Ciao Kell.- lo salutai a mia volta, voltandomi e sorridendogli.
Quando giunsi
davanti al mio appartamento faci un bel respiro e infilai la chiave nella
toppa, aprendola.
Feci appena in
tempo ad entrare e posare la valigia che le mie
coinquiline mi furono subito addosso.
- Ele, sei
tornataaaaaa!!!- mi urlò Jen in un orecchio, mentre si
avvinghiava a me.
- Si, sono tornata, ma vorrei mantenere l’uso di entrambi i
timpani.- le risposi tuttavia divertita, mentre rispondevo all’abbraccio.
- Com’è stato
il tuo soggiorno in Italia?- mi chiese poi, allontanandosi un po’: avevo detto
che sarei andata da sola ed era stato tremendamente difficile impedire loro di
accompagnarmi all’aeroporto la mattina in cui ero partita.
- Tutto bene.-
le risposi sorridendole.
Le avrei
raccontato più avanti cos’era successo con Claudio e mio padre, forse, ma non
in quel momento: il racconto che più mi premeva era un altro.
- A proposito,
guarda un po’ cosa circola su internet.- aggiunse poi Jennifer, trascinandomi
verso il computer che c’era in salotto.
- Jen, prima
devo dirvi una cosa.- tentai di fermarla io: volevo
togliermi quel peso subito.
- No, prima
devi vedere queste.- insistette lei, facendomi fermare davanti al monitor.
Appena vidi
cosa mi voleva mostrare i miei occhi si spalancarono e il sangue mi si ghiacciò
nelle vene: le foto scattate a me e agli altri all’aeroporto di Los Angeles troneggiavano
sulla pagina web aperta sullo schermo.
Com’era
possibile che fossero già in rete? Le avevano scattate solo un’ora prima.
Poi mi resi
conto che i giornalisti avevano le loro risorse.
- Guarda quella
come sta avvinghiata a Robert. Ma chi cavolo sarà?-
commentò acida Chris, anche se era palese che quello avvinghiato alla figura
femminile che gli stava accanto era proprio Robert: ma l’unico motivo era
quello di proteggermi.
E a quanto
pareva c’era riuscito, visto che nemmeno le mie amiche mi avevano riconosciuto.
- Ehm…
ragazze, è proprio di quelle foto che vi volevo parlare.- accennai titubante,
mentre tutte e due mi fissavano senza capire.
Mi schiarii la
voce, cercando di prendere coraggio: dovevo pensare che Robert aveva ragione,
avrebbero capito.
- Ecco… quella
ragazza che sta… avvinghiata a Robert… sono io.-
sussurrai con un filo di voce.
Alzai lo
sguardo da terra quando non percepii alcuna reazione da parte loro: mi
fissavano a bocca aperta, come se avessero visto un fantasma.
Poi, senza
preavviso, scoppiarono a ridere.
Sospirai:
dovevo immaginarlo.
- Ma dai, piantala. Non farti sempre questi viaggi mentali. Fanno male, amica mia.- mi prese in giro Jenny, battendomi una
mano sulla spalla.
- Jen, non sto
scherzando. Li frequento ormai da parecchio tempo.- aggiunsi poi, mentre il
riso delle due cominciava ad affievolirsi.
Estrassi il
cellulare dalla tasca dei jeans: l’unico modo era quello di
far vedere loro le foto che mi ero scattata con Robert e gli altri.
Forse così mi
avrebbero creduta.
Mostrai loro
le immagini del set di Eclipse, degli attori con i costumi di scena, io e Kris
la prima sera che ero uscita con loro, le foto della festa di compleanno, io e
Kellan che facevamo gli scemi sul bordo della piscina, quelle con me, Ashley,
Kris e Nikki alla spiaggia, io e Taylor in acqua, io e Rob che fissavamo il
tramonto, scattata a tradimento da Kellan, poi tutti noi in Italia e infine io e Robert che ci baciavamo, sul set dell’ultimo servizio
fotografico.
Appena
richiusi il cellulare per riporlo nuovamente nella tasca dei jeans, notai gli
occhi stralunati delle mie coinquiline e sicura di avere la loro attenzione,
raccontai tutta la storia, dallo scontro con Robert fino al bacio che mi aveva
dato poco prima di salire in casa.
Loro mi
ascoltarono senza aprire bocca, incredule, come se stessi raccontando una
favola irreale.
Anche quando finii la storia, né Chris né Jen dissero niente, limitandosi
a guardarmi.
- Mi dispiace
non avervi detto niente, lo so che sono stata un’egoista e che ho dimostrato di
non fidarmi di voi. Ma non ero pronta a dirvi tutto,
non ancora. Ma ora che io e Robert stiamo insieme ho
preferito che siate venute a saperlo da me piuttosto che dai giornali.-
Ancora non
parlavano e temetti che la loro rabbia fosse più grande di quel che mi
aspettassi.
- Siete molto
arrabbiate, vero?- chiesi loro, abbassando lo sguardo, mentre gli occhi mi si
riempivano di lacrime.
- Io… Io… non
lo so. Insomma, penso che l’incredulità in questo momento sia il sentimento più
forte. Poi chissà, forse arriverà anche la rabbia. Però apprezzo che tu ce l’abbia raccontato. Finalmente.- disse Chris, senza
guardarmi negli occhi.
- Io non sono
arrabbiata.- intervenne poi Jen, facendomi sollevare la testa di scatto.
- In un certo
senso ti capisco. Insomma, probabilmente anche io
avrei reagito come te, non sarei stata pronta a condividere tutto quello con
altre persone. Però sono contenta che tu ce l’abbia
detto.-
Sorrideva.
Ero incredula, ma Jenny stava sorridendo; le lacrime
cominciarono a scendere, ma questa volta per la felicità.
- Grazie, Jen.- le sussurrai.
- E di cosa?
Anzi, congratulazioni.- mi disse poi, abbracciandomi, come se le avessi appena
detto che stavo per sposarmi.
- Ora però
vogliamo sapere TUTTI i particolari. Ah, e mi sembra sottinteso dirti che sei
OBBLIGATA a presentarci tutti.- disse poi la mia amica, sottolineando
le parole “tutti” e “obbligata”.
Così passammo
tutta la giornata a parlare di Robert e gli altri, con TUTTI i particolari.
Quando alla sera lo chiamai, sotto lo sguardo vigile delle mie
coinquiline che lanciarono gridolini eccitati quando sentirono la sua voce, gli
raccontai ciò che era successo dopo che ci eravamo lasciati.
- Devo
immaginare che l’hanno presa piuttosto bene?- mi chiese quando sentì Jen e
Chris sospirare al suono della sua voce, facendo ridere me ed
arrossire loro.
Finalmente il
mio periodo felice era iniziato: stavo con Robert, le mie amiche accettavano la
nostra vicinanza ed ero tornata in America.
Speravo con
tutto il cuore che niente rovinasse la mia felicità.
Eccomi tornata!! ^^
Chiedo infinitamente scusa per la prolungata assenza, ma tra lo studio
(maledetti esami!! -.-) e trasloco (che avverrà tra
pochi giorni; ho la casa sottosopra!! ç_ç) sono sommersa dagli impegni, e il tempo a mia disposizione
non è mai abbastanza. -.-
Anzi, proprio
non c’è…
Giusto
un’oretta alla sera, se mi va bene… -.-
Aaah, ke vita
dura!!:P
Ok, dopo questa
esagerazione, andiamo avanti
Chiedo anche
perdono se con questo capitolo non rispondo alle recensioni, ma vado un po’ di
fretta. Perdono!!!!L
Prometto che
lo farò nel prox cap che potrò pubblicare. >.<
Come ho già
detto nell’avviso iniziale, per un po’ non potrò aggiornare, ma spero tanto di poterlo fare prestissimo… altrimenti rischio di perdere le
mie lettrici, anche se spero tanto di no. ;)
Capitolo 33 *** Cap. 33 è ora che il mondo sappia di noi ***
Cap 33 è ora che il mondo sappia di noi
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: è ora che il mondo sappia di noi Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me Note dell’autrice: premetto che
so benissimo che il film di Robert “Remember me” è uscito in America il 12
febbraio, ma per motivi di “copione” ho deciso di spostarlo al 30 di luglio.
Spero che mi passiate questa piccola mutazione. ^^
What do you live for? I live for you
…è ora che il mondo sappia di noi…
Erano ormai
passate 2 settimane dal nostro ritorno in America e le
vicende accadute in Italia erano solo un brutto ricordo.
Non avevo più
parlato con mio padre da quando avevamo litigato, e quando Gian si era offerto
di parlare con lui in seguito al mio resoconto sull’accaduto, mi ero fermamente
impuntata nell’impedirgli anche solo di provarci.
Per quanto
apprezzassi il gesto del mio migliore amico, quella era una faccenda che
riguardava solo me e la mia famiglia ed era una
situazione che dovevo risolvere da sola, in un modo o in un altro.
Avevo tuttavia
deciso di lasciar passare un po’ di tempo prima di tentare un qualsiasi
approccio con mio padre: lo conoscevo abbastanza bene da sapere di dovergli
lasciare il tempo di sbollire la rabbia.
In fondo, io
dovevo pur assomigliare a qualcuno.
Avevo comunque
sentito mia madre qualche giorno dopo il mio ritorno negli States; anche se era
stata lei a cercarmi, ero contenta che l’avesse fatto.
Odiavo essere
in contrasto con lei.
Aveva cercato,
per più di mezzora, di convincermi a tornare a Firenze per risolvere le cose
con mio padre, incontrando sempre e comunque il mio rifiuto.
- Tesoro,
tutto bene?- mi chiese improvvisamente Robert, facendo passare un braccio
attorno alle mie spalle, appoggiandolo sullo schienale della mia sedia e
ridestandomi dai miei pensieri.
Ci trovavamo
al ristorante in compagnia di tutti i membri del cast di “Eclipse”, nonché del regista e di tutto lo stuff,
per festeggiare l’enorme successo che il film aveva avuto in tutto il mondo; da
quello che mi aveva detto Rob, anche per i due film precedenti avevano
organizzato un mega pranzo come quello, occupando così, per la terza volta nel
giro di 2 anni, l’intero locale.
- Si, scusa. Mi ero distratta.- gli risposi, regalandogli un
sorriso per non farlo preoccupare.
- Qualcosa
d’importante?- mi domandò ancora, mettendosi in bocca l’ultimo pezzo di pane,
ma senza distogliere lo sguardo dai miei occhi.
- No,
tranquillo. Stavo solo ripensando a quello che è successo in Italia.- aggiunsi,
scuotendo la testa e sospirando.
- L’hai
sentito?- chiese ancora il mio ragazzo, senza bisogno che gli specificassi a
cosa mi stessi riferendo.
- No. Mia
madre sta ancora tentando di convincermi a tornare là per risolvere le cose, ma
non me la sento ancora di affrontarlo. Forse è meglio che lo faccia dopo che
saremo usciti allo scoperto io e te. Meglio farlo
sbollire un po’.-
Nonostante i
giornalisti non ci mollassero un secondo, eravamo sempre riusciti a non
mostrarci troppo in pubblico o comunque a non farmi riconoscere.
Gli obbiettivi non erano mai riusciti ad inquadrarmi il volto e,
cosa ancora più importante, i paparazzi non erano stati in grado di scoprire
ancora niente sul mio conto.
Non avevamo
ancora trovato l’”occasione importate” con la quale presentarmi davanti alle
telecamere come “la ragazza di Robert Pattinson”, e dovevo ammettere che la
cosa mi faceva tirare un sospiro di sollievo.
In fondo le
persone a cui volevo rivelare la mia relazione, ovvero
Gian e le mie coinquiline, ne erano già a conoscenza e a me andava bene così.
Avevo
presentato Robert e gli altri a Jen e Chris pochi giorni dopo le mie
confessioni ed ero rimasta piacevolmente contenta del comportamento delle mie
amiche: niente svenimenti, schiamazzi o cose del genere, e avevano invece fatto
amicizia molto in fretta, grazie soprattutto alla spigliatezza di Kellan.
- Cerca di non
pensarci e di divertirti. Ho pensato che portarti qui oggi ti avrebbe fatto
bene.- mi disse Robert, dandomi un bacio a fior di labbra.
- E hai
pensato bene. Con Kellan come si fa a non diversi?- commentai io, ridendo.
- Si? Stavi
parlando di me?- si sentì preso in causa il diretto
interessato, seduto accanto a me.
- Non sei
sempre al centro dei miei pensieri, scimmione.- lo schernii.
- Tu dici? Ma se Robert mi ha detto che l’altra notte hai sussurrato il
mio nome più di una volta mentre dormivi? Non cercare di nasconderlo,
bambolina.- mi prese in giro il biondo.
- Deficiente.-
commentai solo io, dandogli un pungo sulla spalla.
Nonostante io e Rob continuassimo a tenere fede al patto fatto in
Italia, avevo passato parecchie notti nel suo appartamento, dormendo l’una
accanto all’altro con il solo piacere di stare vicini.
Anche se
dovevo ammettere almeno a me stessa che resistere era parecchio difficile:
soprattutto quando lui si ostinava a dormire a petto nudo a causa del troppo
caldo.
Ma io, per ripicca, mi adagiavo sotto le
coperte con indosso solo l’intimo, consapevole del fatto di non essergli
indifferente.
Ancora mi
domandavo come avessimo fatto a non saltarci addosso con tutta quella tensione
sessuale che c’era tra di noi tutte le volte che ci baciavamo prima di dormire.
Ma a me andava bene così: volevo che la
nostra prima volta fosse importante e volevo aspettare il momento migliore.
- Ehi,
ragazzi, è ora della torta!- esclamò improvvisamente Chris Weitz, mentre i
camerieri spingevano un carrello all’interno della sala da pranzo.
Un’enorme
torta a due piani torreggiava su di esso, con la locandina del film nel mezzo.
Un applauso
fragoroso si diffuse lungo tutta la tavolata, mentre il dolce veniva posto in mezzo ai tavoli disposti a ferro di cavallo.
- Dai.
Dobbiamo fare le foto.- disse poi Valery, una delle
assistenti, incitando gli attori ad avvicinarsi alla torta.
- Ah! Ha detto
la parolina magica.- esclamai io, estraendo la mia digitale dalla borsetta,mentre Robert alzava
gli occhi al cielo, facendomi ridere: ormai aveva imparato che ero una vera e
propria fanatica della fotografia e più di una volta aveva ringraziato il cielo
che non stessi frequentando la facoltà di giornalismo.
Lui e tutti
gli altri si disposero in semicerchio intorno alla torta, mentre i flash
partivano da tutte le parti.
Dopo aver
scattato almeno 10 foto, l’una dietro l’altra, non
potei fare a meno di fermarmi e guardare il mio ragazzo scherzare con Kellan e
Jackson: stavamo insieme da poco ma non c’era giorno che non ringraziassi il
cielo per avermi mandato un angelo così meraviglioso, pronto a starmi accanto
in qualunque momento.
Era bello,
anzi, bellissimo, simpatico, dolce, pronto a fare tutto quello che era in suo
potere per le persone a cui voleva bene, forte, sempre
deciso a non mollare mai; insomma, un ragazzo perfetto, solo per me, che mi
amava e che io amavo con tutto il cuore.
Quando mi
rivolse uno dei suoi sorrisi più belli, non potei fare a meno di rispondere,
mentre ancora una volta ringraziavo Dio per quell’angelo caduto dal cielo.
* * *
Non feci
nemmeno caso ai flash che ci circondavano, ormai troppo assuefatto alla loro
presenza permanente nella mia vita, mentre ridevo e scherzavo con Kellan e
Jackson per una cavolata detta da quest’ultimo.
Voltai il mio
sguardo verso Elettra, intenta a guardarmi, con ancora la macchina fotografica
sollevata a mezz’aria.
Chissà a cosa
stava pensando?
Rispose
raggiante e bellissima al sorriso che le avevo rivolto, mente non potei fare a
meno di pensare a quanto fosse bella quel giorno: era
perfetta nel suo tubino viola accompagnato da una cintura nera stretta sotto al
seno e un paio di sandali del medesimo colore.
Le gambe
perfette lasciate scoperte dalla gonna corta, non mi avevano impedito di fare
pensieri poco pudici su di lei, quando era salita sulla mia auto, pronta per
passare l’intero pomeriggio in compagnia di me e dei miei colleghi.
Anche in quel
momento, intento a sorridere a lei e ai fotografi improvvisati, mi chiedevo come facessi a resistere ancora senza farla mia,
senza sentire la sua pelle ardere sotto di me.
Ogni volta che
si presentava nella mia camera con solo un completino
intimo addosso (tra l’altro molto sexy e “pizzoso”), pronta a stendersi sotto
le coperte accanto a me, dovevo fare un bel discorsetto mentale a Robert Junior
per impedirgli di svegliarsi improvvisamente: non volevo essere proprio io a
spezzare quel patto che ero stato io stesso a stipulare.
Ma nonostante
il mio caro compagno di vita ubbidisse quasi, e sottolineo
quasi, immediatamente, non potevo fare a meno di maledirmi mentalmente per
quella dannata richiesta che le avevo fatto a Firenze di “aspettare il momento
giusto”.
Ma che mi era saltato in tasta?
- Allora, la
vogliamo tagliare sta torta o stiamo qui a
fotografarla tutto il giorno?- esclamò Kellan risvegliandomi dai miei pensieri
e infilando un dito tra la panna montata.
- Kellan!-
esclamarono all’unisono Kris, Nikki, Ashley ed Elettra, guardandolo con rimprovero.
- Che c’è?
Intanto dobbiamo mangiarla.- si giustificò lui, succhiandosi il dito ricoperto
di panna, mentre io, Jackson e Taylor non riuscivamo a smettere di ridere.
La torta fu
tagliata, distribuita e finita in fretta, contando
soprattutto il fatto che Kellan se n’era mangiato ben 3 fette.
- Kellan, fai
proprio schifo.- lo ammonì la mia ragazza con disgusto, mentre il mio collega
divorava il dolce come se non mangiasse da tre settimane.
- Eddai,
bambolina, non fare la schizzinosa.- la prese in girlo lui, sporcandole il naso
con un po’ di panna.
- Ah!
Cretino.- urlò lei, alzando la mano nell’atto di pulirsi.
- Aspetta.- la
fermai io, appena in tempo.
Mi avvicinai a
lei e le pulii la punta del naso con le labbra,
trasformando il gesto in un bacio e facendola sorridere.
- Se sapevo
che si sarebbe trasformato in uno spettacolino porno, no
l’avrei fatto.- commentò Kellan, mentre lui e Jackson facevano finta di
vomitare.
Io ed Elettra
ridemmo divertiti, ben consapevoli del fatto che sarebbe stata quella la sua
reazione.
Proprio in
quel momento sentii la tasca dei miei pantaloni vibrare.
Estrassi il
cellulare osservando il display, mentre Elettra mi guardava incuriosita.
- Torno
subito.- le sussurrai, alzandomi ed allontanandomi
dalla confusione.
- Pronto?-
- Rob, ti
disturbo?- chiese la voce della mia manager, Stephanie, dall’altra parte del
telefono.
- No,
tranquilla. Sono a pranzo con Kris e gli altri. C’è qualche novità?-
- In effetti si. Mi ha appena chiamato la Summit per avvertirmi che
il 30 di questo mese ci sarà la prima di “Remember
me”, qui a Los Angeles.-
- Dici sul
serio?-
Nonostante
fosse passato ormai un anno dalle riprese, non avevamo la più pallida idea di
quando la Summit
si sarebbe decisa a far uscire il film che avevo girato a New York.
- Dico sul
serio. Ho controllato i tuoi impegni. Quel giorno avresti dovuto fare un intervista per Entertainment Weekly, che ho già spostato
alla settimana dopo. Quindi puoi dedicarti
all’evento.-
- O-ok…
perfetto. Grazie per avermi avvertito con così tanto
anticipo.-
- È il mio
lavoro, Rob.-
- Giusto.-
risposi ridendo.
Ci salutammo e
riagganciai, mentre tornavo al tavolo dov’era seduta Elettra, intenta a
bisticciare con Kellan come al solito.
- Tesoro, mi
accompagni un attimo fuori?- le chiesi, chinandomi verso di lei, mentre si
voltava verso di me curiosa.
Uscimmo sotto
il sole californiano, mentre estraevo il pacchetto di sigarette dalla tasca dei
pantaloni.
- Ne vuoi
una?- le chiesi, porgendoglielo.
Lei lo guardò
per qualche secondo, indecisa, poi incatenò il suo sguardo al mio.
- Ti odio, lo
sai?- disse poi, afferrandone una.
Risi a quel
suo commento, ben consapevole di essere la causa del suo nuovo, o per meglio
dire, ritrovato vizio: qualche giorno prima avevo scoperto che anche lei, fino
a qualche mese prima, era una fumatrice incallita quasi quanto me, ma che aveva
smesso ormai da tempo.
Ma da quando
c’eravamo messi insieme aveva ricominciato e mi aveva
bollato come “causa del suo vizio”, dal momento che insistevo sempre perché mi
accompagnasse fuori a fumare.
- Amore, è
tutto ok? È successo qualcosa?- mi chiese dopo una prima boccata, forse notando
che non avevo ancora aperto bocca.
- A dire il
vero si. Ma niente di
preoccupante.- aggiunsi in fretta, notando la sua espressione.
- Mi ha appena
chiamato Stephanie.- le dissi come premessa.
- Qualche
nuovo ingaggio?- mi domandò, portandosi la sigaretta alle labbra.
- Non
esattamente. Ma ha a che fare con un film che ho già
girato.-
- Rob, la vuoi
smettere di tenermi sulle spine e dirmi che ti ha detto
Stephanie?-
- Il 30 ci sarò la prima di “Remember me”.- l’accontentai,
fissandola negli occhi.
La vidi
immobilizzarsi con la mano a mezz’aria nell’atto di tirare un’altra boccata.
- Davvero?-
- Già. Sai
cosa significa, vero?-
- Si, credo di si.-
- Tesoro, se
non ti senti ancora pronta non fa niente. Aspetteremo
un’altra occasione.-
Appena la mia
manager mi aveva dato la notizia, la prima cosa che mi
era saltata alla mente era stata che era arrivato il momento di presentare
Elettra al mondo.
- Cosa? No, ma
figurati. Mi hai solo preso un po’ alla sprovvista.-
- Sei sicura?-
- Sicurissima.
Il 30 voglio essere con te sul Red Carpet.- aggiunse
poi decisa, guardandomi negli occhi e sorridendomi.
Mi avvicinai a
lei, cingendole i fianchi con un braccio e posando le mie labbra sulle sue,
approfondendo poi il bacio appena sentii il sapore di tabacco nella sua bocca.
Finimmo le
sigarette e rientrammo nel ristorante, mentre ero sicuro che i miei pensieri erano gli stessi che occupavano la sua mente: era giunto il
momento che il mondo intero sapesse di noi.
Non è un
ritorno definitivo, anche se questo dovrebbe avvenire sabato.
Però ho la chiavetta di mio zio in ostaggio
e ne approfitto x pubblicare, giusto per non restare troppo indietro.
Alloraaaaaaaaaaa…
finalmente è arrivato il momento!!
Tralasciando
il fatto ke nella ff “Remember me” esce con 5 mesi di
ritardo rispetto alla realtà… dettagli… finalmente Elettra si mostrerà al
mondo!!!
Non so voi, ma
io sono eccitatissima all’idea! *.*
Sì, lo so, io
sono scema e pazza e voi no, ma assecondatemi un po’. V.V
E poi… mancano
SOLO 13 giorni ad Eclipseeeeeee!!!!!
Anche se dovrò
aspettare il 3 o anche oltre x andarlo a vedere (causa
esami -.-), non vedo l’ora che esca!!
Sono troppo
curiosaaaaaa!!!! *.*
E ieri sera mi
sono persa pure la replica degli MTV movie awards!!!
ç_ç
Ho visto solo
l’ultima mezzora.. ma meglio di niente!! V.V
Xò ho visto il
bacio di Rob e Kris su YouTube… beata leiiiiiiiiii!!!!!
*.*
Ma ho letto su internet ke sembra che non
stiano davvero insieme.
Oh, non si
capisce più una mazza!!O.o
Inoltre non
posso fare a meno di dire…. FORZA ITALIAAAAAAAAA!!!!!!!
>.<
(Rispondo anche alle recensioni del cap 31 ke
non avevo fatto, insieme a quelle del cap 32! ^^)
Cris91: Ahahahah!!
Immaginavo che qualcuno mi avrebbe minacciato di morte per l’interruzione di
Rob! XD In effetti volevo uccidermi da sola… -.- ma
stavano insieme da 2 giorni, non volevo facessero tt
troppo in fretta. ^^ Vero, si è proprio tolta un peso dallo stomaco… ma come
biasimarla?? XDXD Sono contenta che non mi
abbandonerai… ç_ç *me commossa* Sono riuscita a
postare questo cap, e spero di tornare prestissimo. Anche xkè mi mancate un saccooooooo!! Un bacione
Zizzicullen: ahahah!!
Così mi fai quasi arrossire… ^///^ io, Elettra???
Magariiiiiiiii!! E chi non vorrebbe esserlo??? *.*
Mmmh… la ragazza dell’immagine nel cap 10 è la stessa
di tt le immagini.. e cmq è l’attrice Willa Holland, di “The O.C.” e “Gossip
Girl”, non la ragazza di cui parli tu. Comunque sono contenta che nella tua mente il suo volto sia quello di Elettra. ^^ Un bacione
Lampra: davvero pessimo!!
-.- Per fortuna non manca molto… agli inizi di luglio inizio
finalmente le vacanze. *.* Sono contenta che almeno tu non mi abbia minacciato
di morte x il “rifiuto” di Rob. ^^ Cmq spero di
riuscire ad aggiornare ancora il prima possibile. Un baciooooo
Lyla_: tesoro miooooooooooooooooooooo!!!
Ahahahah!! In effetti, forse, anche mio padre l’avrebbe fatto, ma volevo
mettere un po’ di melodramma!! XDXD e far uscire tt di scena, unpo’
definitivamente, anche se non per sempre. ^^ Eccoti il nuovo cap appena ho
potuto. *.* però torno presto, promesso… verooooooo!!!
Con questi cavolo di esami c’è pochissimo tempo. Non vedo l’ora di finirli. ç_ç
e per fortuna che ti sono arrivati i miei auguri, o non me lo sarei mai
perdonata! ^^ A prestoooo… ti adoro!!! :* un bacio
grandissimooooooo!!!
Miley90: che bellooooo!!!
Una “nuova” lettrice… *.* o almeno, una nuova commentatrice!!
^^ Mi fa piacere che la ff ti piaccia!! ^^ Io mi sto
affezionando un sacco, alla ff e a tutte voi, quindi mi sa che quando la finirò
(manca ancora parecchio, cmq), sarò disperata!!! ç_ç
Un bacioneeeee
Vo Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: Remember me Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Remember me…
- Tesoro,
respira.- mi riscosse Robert, accarezzandomi un
braccio.
Esalai un
respiro, rendendomi conto che in effetti lo stavo
trattenendo.
- Sei sicura
di stare bene? Sei pallida.- aggiunse lui, posandomi una mano sulla fronte per
sentire se avevo la febbre.
- Sto bene,
davvero. Sono solo agitata.- gli risposi, senza però guardarlo in faccia.
- Ok.- disse solo lui, e dopo avermi lanciato un ultimo
sguardo, rivolse quest’ultimo fuori dal finestrino, stringendomi una mano.
Ci trovavamo
entrambi su una limousine diretti verso la prima dell’ultimo film di Robert,
“Remember me”; il 30 di luglio era arrivato tremendamente in fretta.
Qualche giorno
prima avevo ancora una volta vagato per le vie di Los Angeles in compagnia
delle mie inseparabili consigliere, alla ricerca di un vestito adatto
all’occasione.
- Eddai, non è
la prima volta che cerchi un abito per un evento del genere.- mi aveva fatto
notare Nikki, mentre provavo l’ennesimo vestito.
- Si, ma quella volta non dovevo stare davanti a decine di
telecamere e soprattutto a centinaia di persone.- le feci notare, con tono
quasi isterico, guardandomi allo specchio.
- Tesoro,
sarai perfetta. Devi solo rilassarti.- mi aveva poi detto Kris, afferrandomi le
spalle e guardandomi negli occhi.
La faceva
facile lei, ormai c’era abituata, mi ero ritrovata a pensare, mentre si poteva
leggere la disperazione nei miei occhi.
Dopo un’intera
giornata passata per negozi, avevo finalmente trovato un vestito che mi
sembrava abbastanza adatto, ed almeno un passo era
stato fatto.
- Te l’ho già
detto che sei bellissima?- mi disse improvvisamente
Robert all’orecchio.
- Almeno un
centinaio di volte.- risposi io, sorridendogli, ma senza poter fare a meno di
arrossire, quando passò lo sguardo sul mio abito nero, lungo fino ai piedi,calzati da vertiginosi
sandali dello stesso colore.
Ad un certo punto, quasi senza preavviso,
sentii un boato assordante sollevarsi al di là dei finestrini; dopo pochi
secondi mi resi conto si trattava delle urla scatenate delle fans che
attendevano l’arrivo di Robert.
- Oddio.- non
potei fare a meno di sussurrare.
- Tesoro, sei
sicura di volerlo fare? Sei ancora in tempo.- insistette l’attore,
probabilmente notando la mia espressione.
- No, no, ce
la posso fare. Ce la devo fare. Ce la voglio fare.- ribattei, più a me stessa
che a lui, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa.
- Forza, sarai
perfetta, ne sono sicuro.- mi
sorrise Robert, prima di posarmi un tenero bacio sulle labbra.
Quel gesto mi
diede la forza di cui avevo bisogno, e dopo un ultimo sospiro, seguii il mio
ragazzo all’aria aperta, lontano dal rifugio sicuro dell’auto.
Non feci
nemmeno in tempo a mettere anche l’altro piede sull’asfalto, che migliaia di
flash mi accecarono, obbligandomi quasi a socchiudere gli occhi.
Il lungo
tappeto rosso si estendeva davanti a me e ai lati decine
di fotografi e di fans mi fissavano come se fossi un’aliena arrivata da Marte.
Fu come se il
tempo si fosse fermato per qualche secondo, giusto il tempo che tutti si rendessero conto della mia presenza; poi urla inferocite si
levarono dal pubblico, mentre i flash riprendevano senza sosta.
- Come ti
senti?- mi chiese Robert, chinandosi verso di me per farsi sentire e
guardandomi per assicurarsi che non stessi per svenire.
- Bene.- gli
risposi sorridendo.
Ed
era la verità: dopo un primo momento di ansia da palcoscenico, avevo cominciato
ad adeguarmi: il trucco stava nell’ignorare la gente intorno a me.
C’eravamo solo
io e Robert.
- Robert, cosa
ti aspetti da questo film?- gli chiese un giornalista, rivolgendo rapide
occhiate nella mia direzione.
- Sinceramente
non saprei. È il primo film importante che ho girato dopo il grande successo della
Twilight saga, quindi penso che sia un’ottima occasione per farmi conoscere
come attore anche in altre spoglie. Quindi spero che
vada bene.- rispose lui, ridendo.
- C’è stato un
momento di generale sbigottimento quando siete scesi dalla limousine. Non ci
presenti la tua nuova ragazza?- aggiunse il giornalista, come se stessero
avendo una semplice conversazione tra amici.
- Ahahahah!! Non penso ci sia bisogno di presentarla. Imparerete a
conoscerla con il tempo.- rispose semplicemente lui, senza sbilanciarsi troppo.
- Credi che il
film avrà lo stesso successo di Twilight?- domandò improvvisamente il
giornalista, rivolto a me.
Osservai il
microfono che mi porgeva, un po’ intimorita, mentre sentivo lo sguardo curioso
di Robert su di me.
- Conosco poco
la storia, purtroppo, ma lo spero davvero tanto. Anzi, spero che il successo
sia maggiore, perché come ha detto Robert, è la sua occasione per uscire dal personaggio
di Edward Cullen e mostrare tutte le sue doti di attore, che a mio avviso sono
ottime.- risposi finalmente, sorridendo.
Passammo
oltre, mentre altre domande venivano poste al
protagonista del film.
Quando
giungemmo davanti ai fotografi, Robert mi prese la mano, avvicinandomi di più a
lui e sorridendo ai flash; lo imitai, cercando di apparire disinvolta e
disponibile.
- Sei stata
bravissima.- mi sussurrò improvvisamente all’orecchio, mentre i paparazzi non
si perdevano un solo movimento da parte nostra.
Gli sorrisi,
orgogliosa di aver fatto una bella figura, quando senza preavviso mi posò un
bacio sulle labbra, restandovi incollato per alcuni secondi.
Ebbi come la
sensazione che i flash aumentassero, così come le urla intorno a noi.
Rob si staccò da
me, senza perdere il suo bellissimo sorriso, per poi voltarsi e dirigersi verso
l’entrata del cinema.
Mentre lo
seguivo, non potei fare a meno di pensare che ora non potevo
più scappare: ero ufficialmente diventata la ragazza di Robert Pattinson.
* * *
Quel bacio non
era previsto.
Avevo paura di
scatenare ancora di più le fans impazzite, più di quanto non lo fossero già.
Ma quando mi aveva sorriso, bellissima e
radiosa, non avevo resistito a posare le mie labbra su quello morbide e rosse
di lei.
Era strano
vederla lì, sotto i riflettori accanto a me, ma era comunque meraviglioso poter
condividere tutto il mio mondo con lei.
Entrammo nel
grande cinema, mentre i flash ancora ci seguivano: appena varcata la soglia intravidi tra la folla Emilie, la mia co-protagonista
in “Remember me”.
- Vieni,
voglio presentarti una persona.- dissi rivolto ad
Elettra, trascinandola verso la mia collega.
- Robert,
finalmente. Temevo di non trovarti in mezzo a tutta questa gente.- mi salutò la
bionda, accortasi della mia presenza, stampandomi due baci sulle guance.
- A dire il
vero non pensavo che ce ne fosse così tanta.- commentai io.
- Eh, odio
ammetterlo, ma credo che sia tutto merito tuo. Quella
ragazzine impazzite là fuori non sono certo venute per me.- rispose lei, fingendosi
dispiaciuta.
- Eppure
qualche bel giovanotto l’ho visto.- le dissi, ridendo insieme a lei.
- Lily, voglio
presentarti una persona. Lei è Elettra, la mia ragazza.- dissi finalmente,
spingendo avanti la diretta interessata che si era nascosta titubante dietro di
me.
Emilie la
guardò per un secondo, per poi aprirsi in un sorriso raggiante ed allungare la mano per stringere quella della mia
accompagnatrice.
- È un piacere
conoscerti. Era ora che il nostro Rob mettesse la testa a posto.- mi prese in
giro l’attrice.
- Il piacere è
mio.- rispose semplicemente Elettra, rispondendo al
sorriso.
- Rob,
finalmente ti ho trovato. Ciao Ele.-
ci raggiunse Stephanie in quel momento.
- Ciao Steph.-
- Oh, ciao Emilie. Ragazzi, venite con me. Finchè non vi sarete seduti tutti
il film non comincia.- ci avvisò la mia manager, incamminandosi verso le prime
file.
- Lily, ci
vediamo dopo.- salutai la mia collega, seguendo Stephanie e trascinando Elettra
con me.
- Certo. È
stato un piacere conoscerti, Elettra.-
- Anche per me.-
Mentre
camminavo facendomi largo tra la folla, lanciai uno sguardo alla ragazza
accanto a me, notandone lo sguardo un po’ scettico.
- Che c’è?- le
chiesi curioso, sedendomi ai posti che Stephanie ci stava indicando.
- Non ti ho
mai detto di non sopportare Emilie, vero?-
Non potei fare
a meno di spalancare gli occhi quando mi fece quella confessione.
- Diciamo che
fino a ieri era uno odio da fan. Prima di tutto, una
che si sbaciucchia il mio ragazzo non è mai molto ben accetta, secondo, non è Kris.-
Non commentai,
lasciando che terminasse il suo monologo.
- Ma ora che
me l’hai presentata è diventato più un odio…
personale.-
- E potrei
sapere perché? Non vi siete parlate neanche per 5
minuti.-
Mi rivolse uno
di quegli sguardi che si rivolgono ad una persona
particolarmente ottusa.
- Solo voi
uomini non vi accorgete di certe cose.- sbuffò
Elettra, alzando gli occhi al cielo.
- Vuoi
spiegare anche a me, per favore?-
- Davvero non
ti sei accorto dello sguardo di puro odio che mi ha lanciato quando mi hai
presentato come la tua ragazza?-
- Stai
scherzando?-
-
Assolutamente no. Ricordi quando l’anno scorso, in un’intervista avevi detto
che avresti potuto innamorarti di Emilie? Bè, penso proprio che lei ci
sperasse.-
- Tu hai le
visioni. Non è assolutamente possibile.-
- E invece lo è. Fidati, Rob, noi donne certe cose le percepiamo.-
Stavo per
ribattere qualcosa, ma mi zittì con un gesto della mano, dal
momento che le luci si stavano abbassando per iniziare la proiezione del
film.
Cercai di
rilassarmi, anche se come sempre era difficile, soprattutto con Elettra che mi stritolava la mano tutte le volte che il mio personaggio
baciava quello di Emilie: nella scena di sesso avrei quasi potuto giurare che
si fosse voltata da un’altra parte.
Quando le luci
si riaccesero, un applauso fragoroso partì dal pubblico, mentre noi
protagonisti e il regista ci alzavamo in piedi.
- Allora, come
ti è sembrato?- chiesi rivolto ad Elettra, curioso di
conoscere il suo parere.
- Fantastico,
davvero. Un po’ triste il finale, ma è stato fantastico. La storia è bellissima
e tu… bè, tu sei stato meraviglioso.- concluse sorridendomi con gli occhi
lucidi e baciandomi con passione.
- Ti amo.- aggiunse poi, guardandomi negli occhi.
- Ti amo anche
io.- le risposi, posandole un bacio sulla fronte.
- Rob,
sbrigati, o il party inizierà senza di noi.- attirò la mia attenzione Emilie.
Il mio sguardo
si posò subito sulla mia ragazza, che guardava la mia co-protagonista con
astio: in quel momento ebbi la sensazione che sarebbe stata una serata molto
lunga.
Più leggera,
dopo la fine degli esami (finiti proprio questa mattina con l’odiatissima
linguistica generale >.<), e più appesantito da questa
afa terribile. -.-
Ok ke si
voleva il bel tempo… ma ora è troppooooooooo!!!
>.<
Qui fa un
caldo terribile… tra poco mi si fonde il pc, ne sono sicura. -.-
Vabbè,
parliamo di cose più piacevoli. v.v
Purtroppoooo,
non sono ancora riuscita ad andare a vedere Eclipse. ç_ç Però spero di rimediare lunedì o al massimo la
settimana prossima.
Sono troppo
curiosa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >.<
Poi ho sentito
dire ke è davvero bellissimo!!
Le opinioni di
voi che l’hanno visto???
Senza troppi
dettagli, o vi uccido!!! :P
Altra cosa
assai piacevole….
INIZIANO LE
VACANZEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!
Ancora un paio
di sett e parto x il mare.
Siiiii, mare!!!!! *.*
Cris91: hihihihi!!!
Finalmente Elettra è uscita allo scoperto. J E la reazione delle fans non è stata molto…
tranquilla. Ma come biasimarle??? XDXD xò almeno Ele è
ancora tutta intera. Beata teeeee!! Io non li ho visti
tutti. ç_ç e almeno sono riuscita a vedere i video
della premiere. Ma quanto era bello Rob??? *.* Un
bacioneeee
Zizzicullen: ma certo che ci tengo
a voi!!! Siete proprio voi che permettete alla mia ff di andare avanti. Senza i
vostri commenti come farei??? *.* Ahahahah!!! Bè, io se vedo anche solo Rob in tv, sono agitata come
se l’avessi davanti!! XDXD Tranquillaaaa, non c’è prob, xò ti assicuro che l’attrice usata x interpretare Elettra è Willa
Holland, di O.C. Ja prestoooo.
Bacioni
Lampra: esami finitiiiiiiii!!!
Finalmente!!! E quasi tt passati.. ^^ Ora potrò vedere Eclipse… anche se non so
ancora quando. -.- Ahahahahah!!! C’era da aspettarselo
che l’avrebbe odiato. Nemmeno loro sanno xkè l’hanno
fatto. XDXD Xò lo spezzeranno presto, promesso. ^^ un
bacioneeeeee
Miley90: esattooooooo!!!
Elettra davanti a miliardi di persone. Ma ti immagini
essere al suo posto, al fianco di Rob??? *.* Meglio non pensarci. XD Un’altra
storia??? Mmmh… spero non mi vegano nuove idee, o
impazzisco a tenere a dietro a 2 storie. Magari qualche one-shot (ne ho 2 abbastanza recenti, sempre con Rob, non so se le hai
lette! ^^). Comunque..
bravaaaaaaa!!! Tutte passate senza problemi, me compresa. E ora… VACANZAAAA!!!XD Un bacio
Ginevrapotter: uuuuuuh!!!! Una nuova lettrice, che meraviglia. *.* Grazie per i
complimenti. ^///^ continua a seguirmi che mi fa un sacco piacere. Un baciooooo
Tetide: Sono contenta che ti piaccia la
storia e anche il mio modo di scrivere. Mi piace molto, quindi cerco sempre di
farlo nei migliori dei modi. ^^ Un bacio
Capitolo 35 *** Cap. 35 Le donne hanno sempre ragione ***
Cap. 35 Le donne hanno sempre ragione
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: Le donne hanno sempre ragione Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Le donne hanno sempre ragione…
Mi guardai
intorno, senza lasciar andare la mano di Robert, stretta nella mia; era strano
trovarmi lì, in quell’ambiente che per molti anni era stato solo un sogno.
- Come se
fosse la prima volta che partecipi ad un evento del genere.- mi aveva fatto
notare Jen quella mattina, vedendomi agitata mentre finivo di prepararmi, prima
che la lussuosa limousine nera arrivasse a prendermi.
- Lo sai
benissimo che la cosa è completamente diversa.- le avevo risposto io, guardando
il suo riflesso nello specchio, mentre mi sistemavo il rossetto per la
millesima volta.
- E in che
cosa sarebbe diverso?- aveva chiesto lei, sollevando un sopracciglio,
appoggiandosi allo stipite della porta della mia camera.
- Jen, quando
siamo andate all’anteprima, non ho dovuto fare i conti con il mondo intero.- le
avevo spiegato un po’ spazientita, voltandomi verso di lei.
- Oggi sarò al
fianco di Robert, sai cosa significa questo?- avevo poi aggiunto.
- Sì, che sei
la ragazza più fortunata del momento. Bè, se cambi idea fammelo sapere, lo
prendo io il tuo posto.- aveva commentato la mia amica, dirigendosi verso il
salotto e facendomi sorridere.
Forse non
aveva tutti i torti; milioni di ragazzine in tutto il mondo quella sera
avrebbero voluto essere al mio posto, mentre io non avevo fatto altro che
lamentarmi da quando Rob mi aveva dato la notizia, quel pomeriggio al
ristorante.
Jen ha ragione. Devo solo pensare a
divertirmi. Sarò con Rob, non posso chiedere di meglio, mi ero ripromessa, mentre mi allacciavo
l’ultimo sandalo.
Tuttavia in
quel momento, in quella grande sala che stava ospitando l’after-party, non
potevo fare a meno di sentirmi un po’ spaesata; appena uscita dal cinema e
ancora dopo essere arrivata sul posto della festa, miriadi di flash avevano
accecato i miei occhi, imprimendo su di essi puntini di luce per 5 minuti
buoni.
Ma ero lì, il
passo più grande l’avevo fatto, ora dovevo solo pensare a godermi la serata:
insomma, essere la ragazza dell’attore più desiderato del momento doveva avere
anche i suoi lati positivi.
- Pierce!-
sentii esclamare Robert al mio fianco.
Seguii il suo
sguardo, fino ad individuare un uomo alto, moro, sulla cinquantina, che avevo
visto recitare in moltissimi film.
- Ehi, Robert.
Vedo che sei in dolce compagnia.- lo salutò il diretto interessato,
raggiungendoci.
- Pierce, lei
è Elettra, la mia ragazza. Tesoro, lui è Pierce.-
Pierce
Brosnan, uno degli attori più affascinanti degli ultimi 30 anni, a mio avviso,
mi guardò sorridendo, afferrandomi la mano e baciandola.
- Piacere di
conoscerti. Spero che con te il nostro Robert sia più docile, perché sul set ci
ha dato parecchio filo da torcere.- disse l’uomo, facendo ridere il mio
ragazzo.
- È un tesoro,
te l’assicuro.- gli risposi, guardando il diretto interessato e sorridendogli.
- Rooob!-
Una figura piccola
e minuta, con lunghi capelli biondo cenere, di circa 12 anni, si era
letteralmente gettata tra le braccia di Robert, lasciandomi appena il tempo di
lasciare la sua mano.
- Ruby!-
esclamò l’attore, sollevandola da terra, così che lei gli circondò la vita con
le gambe.
- Quando Lily
mi ha detto di averti visto al cinema, temevo di non riuscire a trovarti per
salutarti.- le disse la ragazzina, indossando un finto broncio.
- E invece
eccomi qui. Davvero pensavi che non ti avrei cercata?- le chiese Robert,
sorridendole fraterno.
- Ho sentito
dire che eri molto impegnato…- iniziò lei, sbirciandomi con la coda
dell’occhio.
- Ruby, lei è
Elettra. Ele, lei è la mia sorellina acquisita.- ci presentò il ragazzo,
posandola a terra.
- Molto piacere.-
mi disse con la sua vocina, porgendomi la mano.
- Il piacere è
mio, Ruby. Rob mi ha parlato molto di te.- le risposi, abbassandomi di poco,
per stringerle la mano.
- Ti ha detto
che l’ho fatto arrabbiare, qualche volta?- mi domandò titubante, mentre Robert
rideva divertito.
- Al
contrario. Mi ha detto che sei stata un’ottima collega.- risposi, fingendomi
sorpresa.
- Anzi, devo
farti i miei complimenti per la tua interpretazione nel film. Non dev’essere
stato facile recitare con un piagnone come Robert.-
- Ehi.- cercò
di protestare lui, offeso, mentre io ridevo sotto i baffi.
- No, dai, non
è vero. Lui è il mio fratellone.- rispose Ruby, dolce, abbracciando la vita di
Robert.
- Mmmh,
d’accordo, mi fiderò di te.- dissi poi, sorridendo al mio ragazzo, per poi
allungarmi verso di lui e stampargli un bacio sulle labbra.
- A proposito,
Rob. Sai quel compito che dovevo fare? Quello di cui ti ho parlato la settimana
scorsa quando ci siamo sentiti al telefono.- disse poi la ragazzina, sollevando
la testa per guardarlo in viso.
- Certo che me
lo ricordo. Come è andato?-
- Ho preso B.-
rispose lei, tutta orgogliosa.
- Brava. La
mia piccola studiosa.- commentò Robert, posandole un bacio sulla testa.
Li osservai
per un po’ mentre chiacchieravano e dovevo ammettere che era uno spettacolo
unico; Robert era dolcissimo con lei e si vedeva che doveva volerle davvero
molto bene.
Sorrisi
commossa, mentre non potevo fare a meno di pensare che Robert sarebbe stato un
padre perfetto.
* * *
Non mi ero
ancora abituato a vedere Elettra in quell’ambiente; era come se mi trovassi
dentro ad un sogno, un meraviglioso sogno, in cui lei era il centro di tutto.
Invece era la
realtà, lei era lì, e io stavo condividendo il mio mondo con la persona che
amavo; la cosa più straordinaria che potesse capitarmi.
La osservai
chiacchierare con Pierce, come se fossero amici da una vita, mentre lui
s’interessava ai suoi studi e al suo lavoro.
- Un giorno
dovrò venire a fare un giro allo “Sweet”, allora.- stava dicendo il mio
collega, riferendosi al bar in cui lavorava Elettra.
- Mi farebbe
molto piacere. Credo che verrebbe un infarto al mio capo, ma l’ospedale è a due
passi, credo che sopravviverà.- rispose lei, ridendo e contagiando anche lui.
Questo era uno
dei pregi che più amavo di Elettra: riusciva sempre a conquistare tutti nel
giro di pochissimo tempo.
Era riuscita a
farlo con Kristen e gli altri e ora lo stava facendo di nuovo.
- Ehi, Rob.-
attirò la mia attenzione Ruby, tirandomi la giacca dello smoking.
Mi voltai
verso di lei curioso, mentre mi faceva segno di abbassarmi, in modo da arrivare
alla sua altezza.
- Mi piace
sai?- mi sussurrò in un orecchio, cercando di non farsi sentire.
- Chi?- le
chiesi, senza capire.
- Elettra. È
molto carina. Mi piace.-
La guardai, un
po’ spiazzato da quel suo commento, mentre un sorriso raggiante le incurvava le
labbra.
- Avete la mia
benedizione.- disse poi, facendomi ridere.
- Ahahahah!
Grazie Ruby. Sono contento che piaccia anche a te.- la ringraziai, posandole un
bacio sui capelli.
- Robert,
eccoti qui finalmente.-
Ci voltammo
tutti verso Stephanie, che si faceva largo tra la folla, raggiungendoci.
- Vieni con
me. Devi fare un’intervista e un servizio fotografico insieme ad Emilie.-
m’informò la mia manager.
- Ma..- non
potei fare a meno di dire, voltandomi verso Elettra.
- Non
preoccuparti, è il tuo lavoro. Ti aspetto qui.- disse lei sorridendomi.
- Certo, non devi preoccuparti. Te la teniamo d’occhio noi.- mi assicurò
Pierce, facendomi l’occhiolino.
Guardai la mia
ragazza ancora una volta, indeciso sul da farsi: ma Elettra aveva ragione, non
potevo rifiutarmi di fare il mio lavoro.
- D’accordo.
Cerco di fare in fretta.- le dissi infine, dandole un bacio sulle labbra.
Mi allontanai
da loro, seguendo Stephanie in mezzo alla folla; uscimmo dalla sala principale,
dirigendoci verso una delle stanze poco lontane da lì.
- Oh, eccoti
qui.- mi accolse Emilie, appena mi vide.
- Dove hai
lasciato la tua bella?- aggiunse poi, guardando alle mie spalle.
Quello era un
tono di astio o erano state le parole di Elettra a mettermi la pulce
nell’orecchio?
- È con Pierce
e Ruby.- le spiegai, mentre la raggiungevo sul divanetto allestito per
l’intervista.
- Molto bene,
direi che possiamo cominciare. Allora, Emilie, come ti è sembrata questa prima
del vostro nuovo film?- le chiese il giornalista, accomodandosi meglio sulla
poltroncina davanti a noi.
- Direi che
sono rimasta piacevolmente soddisfatta. C’era tantissima gente e anche i
complimenti che ho ricevuto sono stati positivi, quindi è andata bene. Anche se
temo che la maggior parte del merito debba andare a Robert.- rispose la mia
co-protagonista, fingendo tristezza.
- Non
sminuirti così, Lily. Il merito è anche tuo; eravamo in due a recitare.- cercai
di consolarla, ridendo.
- Tu invece,
Robert, cosa mi dici?- chiese poi il giornalista, rivolgendosi a me.
- Bè, devo
proprio concordare con Emilie. Era la prima volta che vedevo il film finito e
devo ammettere che tutti quanti abbiamo fatto un ottimo lavoro. Allen è davvero
un regista in gamba, e spero di poter lavorare ancora con lui nel corso della
mia carriera. So che la Summit
non ha ancora trovato un regista per “Breaking Dawn”, Allan potrebbe essere un
buon suggerimento.- dissi, facendo ridere entrambi.
L’intervista
durò circa 10 minuti, mentre sia io che Emilie rispondevamo alle domande senza
battere ciglio.
- Lo so che ti
sembrerà scontata come domanda, ma stasera ti abbiamo visto in dolce compagnia,
Robert. Cosa ci dici di lei? È tanto che state insieme?- disse infine
l’intervistatore.
Cercai di
nascondere la mia scocciatura per quella domanda, cercando di trovare le parole
giuste per soddisfare il giornalista, ma senza sbilanciarmi troppo allo stesso
tempo.
- Non molto a
dire il vero, circa un paio di mesi.-
- Ho sentito
dire che è italiana.-
- Infatti, lei
è di origini italiane.-
Odiavo parlare
della mia vita privata, ma Stephanie mi aveva raccomandato di essere
accondiscendente, dal momento che si trattava di una rivista importante.
- Ma vi
conoscete da molto?- continuò l’altro, senza mollare.
- Ci siamo
conosciuti più o meno alla fine di gennaio. È stato un incontro alquanto
inaspettato.- risposi, senza riuscire a trattenermi dal sorridere, ripensando
allo scontro che mi aveva permesso di conoscere quella ragazza meravigliosa che
ora era solo mia.
- E dove l’hai
tenuta nascosta per tutti questi mesi?- chiese l’uomo stupito.
- Cercavamo
semplicemente il momento più adatto per presentarla al pubblico.-
- Dicci
qualcosa di lei.-
- Ok, credo
che basti così. Robert ed Emilie devono fare anche degli scatti e il tempo
stringe.- intervenne Stephanie, che si trovava in disparte a seguire
l’intervista.
Mimai un
“Grazie” con le labbra per la sua interruzione, mentre ci spostavamo nella
stanza accanto per il servizio fotografico.
Appena il
fotografo ci diede il via libera salutai la mia manager, affrettandomi verso la
sala principale per raggiungere Elettra.
- Robert.- mi
fermò la voce di Emilie dietro di me.
Mi voltai,
cercando di farle capire che avevo una certa fretta.
- Dove
scappi?-
- Raggiungo
Elettra. Non che non mi fidi di Pierce, ma non mi piace lasciarla da sola.- le
spiegai, guardando la porta a qualche metro da me, impaziente di oltrepassarla.
- Mi sembra
grande abbastanza da cavarsela da sola.- mi fece notare lei, alzando un
sopracciglio.
- Certo, non
lo metto in dubbio. Ma ammetto di essere proprio io che odio lasciarla da sola.
Sono un po’ apprensivo.- confessai, passandomi una mano tra i capelli.
- Avevi
bisogno?- le chiesi poi, guardandola negli occhi.
Era una
ragazza carina, bionda con gli occhi azzurri, tipica ragazza che avrebbe potuto
avere qualunque uomo ai suoi piedi, ma non era il mio tipo.
Nonostante le
dichiarazioni che avevo fatto l’estate prima, avevo sempre saputo che tra noi
non ci sarebbe mai potuto essere niente.
- No, nulla di
particolare.- mi rispose lei.
- Ok, allora
ci vediamo dopo. Scusa, Lily.- la salutai, voltandomi per riprendere il mio
cammino.
Ma non feci in
tempo a fare due passi, che lei mi si parò davanti, alzandosi in punta di piedi
e posandomi un casto bacio sulle labbra.
Mi ritrassi
prontamente, indietreggiando di mezzo metro e guardandola stralunato.
- Emilie, che
cazzo fai?- esclamai, impedendo che si avvicinasse di nuovo.
- Tu non ti
sei mai accorto di quello che provo per te, vero?- mi chiese lei.
Dannazione,
Elettra aveva ragione.
- Mi sei
sempre piaciuto, Rob, e quando hai detto quelle cose alla stampa, ho sempre
sperato che mettessi in pratica le tue parole.-
Maledizione,
aveva ragione anche su quello.
- Emilie, io
sto con un’altra adesso. E quello che ho detto era solo una cosa così, non
c’era niente di fondato.-
- Vuoi dire
che non hai mai provato niente per me?- domandò, avvicinandosi di pochi
centimetri.
- Emilie,
smettila. Sto con Elettra e sono innamorato di lei.- cercai di mettere in
chiaro, allontanandomi ancora un po’.
- E tu pensi
che sia lo stesso per lei?-
- Cosa vuoi
dire?-
- Apri gli
occhi, Rob. Sei l’attore più famoso e ricercato del momento. Lei fa parte di un
altro mondo, non centra niente con te. Quanto pensi che ci metterà prima di
scaricarti, dopo aver guadagnato abbastanza fama?-
- Stai zitta!-
le urlai contro, mentre i suoi occhi si spalancavano.
- Tu non sai
niente di lei, non hai nessun diritto di parlare così.- le sussurrai, cercando
di trattenere la rabbia: non ne valeva la pena fare una scenata davanti a lei.
- Ora, se non
ti dispiace, raggiungo la mia ragazza.- conclusi, superandola e raggiungendo la
porta, senza più voltarmi.
Elettra aveva
ragione, su tutto; dovevo credere alle sue parole già qualche ora prima, quando
ne avevamo parlato.
Appunto per il futuro, mi dissi, mentre mi facevo largo tra
la folla, la tua donna ha sempre ragione.
Ok, non so
dove ho trovato tutta questa energia, visto il caldo opprimente che mi sta
distruggendo.
Non so come ve
la passate voi, ragazze, ma io sto letteralmente schiattando.
Non si
respiraaaa!!! >.<
Non vedo l’ora
sia domenica, xkè finalmente…. MAREEEEEEEEEEEE!!!!
Ok, basta, sto
consumando troppe energie,ora mi calmo.
V.V
Contando poi
che dovrei anche studiare per gli esami di settembre….
Esatto,
dovrei, ma chi ne ha voglia??? -.-
Ma andiamo con
ordine…
Ho visto
Eclipse; bè, che dire????
È stato…
M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cioè, non ho
parole!! *.*
Il film è
stato fedelissimo al libro ( a parte qualche spostamento di scena, ma David sui
può perdonare per questo V.V).
Sono stati
tutti bravissimi, anche Jackson, che finalmente ha avuto una bella parte
importante.
Quando Bella e
Jacob si sono baciati la mia faccia era questa à O.O
Mentre ad ogni
inquadratura di Rob era questa à *ç*
Ma quanto era
figooooooo!!!!
Non ho proprio
parole!!! *.*
Passando al
capitolo… si, lo so che ho fatto fare una figuraccia ad Emilie, quindi se ci
sono delle sue fans tra le lettrici, chiedo infinitamente perdono.
Ma io proprio
non la posso sopportare, non mi piace. V.V
Anche se devo
ammettere che in “Remember me” mi ha dato meno fastidio di quel che pensassi.
Ma cosa volete
farci, è una cosa di pelle. XD
Cris91: oooh, un’altra che mi capisce. Esattoooooo!!! Non mi è piaciuto che si avvinghiasse così a
Rob. V.V kris posso sopportarla, ma lei no. V.V Come hai potuto vedere, in
effetti Elettra aveva PIENAMENTE ragione su Emilie. E Rob se n’è accorto a sue
spese. Uomo di poca fede! XD Spero che anche questo cap ti abbia soddisfatto.
Un bacioneeeee :* ps: visto Eclipse, e direi che non ci sono parole abbastanza
adeguate x descriverlo. *.*
Lampra: verooooo!! Anche a me Eclipse è
piaciuto proprio xkè hanno dato molto spazio anche ad altri personaggi come
Jasper e Rosalie. Jackson è stato molto bravo, secondo me. J per il patto tra i nostri 2 cari ragazzi… bè, ti posso
garantire che non manca molto. Sono su di giri anche io all’idea! XD non
parlarmi d’afa, che io qui sto morendo. Tieni conto che sono di Reggio Emilia,
quindi la parola umidità che si conosce nel resto d’Italia, qui non rende
esattamente quell’idea. -.- un bacioneeee
Zizzicullen: come vedi è andato tutto bene. J ehm… si… bacio a tradimento a parte. Ma Rob le ha tenuto
testa come si deve. Pure a me Emilie sta antipatica, si nota molto??? V.V spero
che il cap ti sia piaciuto. Un bacioooo :*
Lyla_: tesoroooooooo!!! Insomma, non puoi farmi scrivere dei papiri
per risp al tuo commento, con questo caldo. -.- ahahah!! Dai, sto ske! J mmmh… la tempesta è stata anche abbastanza quieta, cosa
dici??? Per fortuna si è limitata ad investire Rob ed Elettra ne è rimasta
immune. Povera, meglio non darle certi dispiaceri. Hihihi!! XD come ti avevo
detto ho visto Eclipse, ed è stato bellissimo. Sarò sincera, non sapevo dove
guardare. Sto pensando di fare causa alla Summit: non possono mettere tanto ben
di dio tutti insieme, insomma. Devono anche pensare alla sanità mentale di noi
fans. V.V per gli esami… mi disp essere in fase cazzeggio mentre tu stai stud.
ç_ç sinceramente dovrei farlo pure io, per gli esami di settembre, ma non ne ho
proprio voglia. Con sto caldo poi. -.- comunque in bocca al lupo, sono sicura
che sarai bravissimaaa!! Ti adoro!!! Un bacioneeee :*
Ginevrapotter: uuuh, una nuova lettrice!!! *.*
(oppure no??? O.o sto perdendo i colpi -.-) Sono contenta che i cap ti siano
piaciuti. Anche tu del club anti-emilie??? V.V spero che ti sia piaciuto anche
questo cap. un bacioneeee :*
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: London life Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…London life…
Il bell’attore inglese ha fatto la sua
comparsa alla premiere di “Remember me” con una nuova e inaspettata fiamma.
La giovane Elettra Bertani, nome della
ragazza secondo alcune fonti, è di origini italiane, proprio come ci ha
rivelato Pattinson in un’intervista.
“Ci siamo conosciuti verso la fine di
gennaio (ndA gli scappa un sorriso), ma stiamo insieme da soli 2 mesi. Abbiamo aspettato il momento più
opportuno per presentarla al pubblico, e la prima di “Remember me” ci è
sembrata la più adatta” ha detto Robert al nostro inviato. […]
Rilessi per la
millesima volta l’articolo di giornale che era uscito pochi giorni prima, con
tanto di foto scattate alla grande serata dedicata a “Remember me”; vi erano
pagine e pagine dedicate alla nuova love story
dell’attore inglese e gli scatti che ci ritraevano abbracciati e sorridenti,
troneggiavano a figura intera.
Quello che
ancora non eravamo riusciti a scoprire era come fossero
venuti a conoscenza del mio nome.
- Forse è
stata Emilie.- aveva proposto Robert, fin troppo sicuro della cosa.
- Perché dici
così?-
- Bè… l’hai
detto tu stessa che prova qualcosa per me, magari l’ha fatto per ripicca.-
aveva risposto lui, titubante.
Aveva
un’espressione strana mentre lo diceva e mi sembrava parecchio strano che
improvvisamente credesse a quello che gli avevo detto.
Ma avevo lasciato cadere il discorso
senza indagare.
Ormai non
importava di come erano venuti in possesso di
quell’informazione, quel che era fatto era fatto e sapevo che prima o poi
sarebbe successo.
- Tesoro,
ormai lo sai a memoria. Quando ti deciderai a mettere via quel giornale?- mi
chiese Rob, sporgendosi verso di me, sul seggiolino dell’aereo.
Ci trovavamo
in volo diretti a Londra: Robert aveva giusto un paio
di settimane libere prima d’iniziare le riprese di “Breaking Dawn” e ne avevamo
approfittato per passare un po’ di tempo insieme, lontani dal lavoro e dalla
routine di Los Angeles.
- Voglio
presentarti i miei.-
Quando mi
aveva detto quelle 4, semplici parole, avevo creduto
di essere presa da un improvviso mancamento.
- Non fare
così, anche io ho conosciuto i tuoi in Italia.- aveva
detto Robert, notando la mia espressione.
- Si, ma non stavamo ancora insieme, mentre tu mi presenti
come la tua ragazza.- gli avevo fatto notare io.
- Ah, e
ovviamente devo farti conoscere Tom.- aveva aggiunto
lui, ignorando la mia risposta.
E così eravamo
partiti per l’Europa, mentre i giornali ancora impazzivano con la nostra
storia.
- Non capita
tutti i giorni di vedere le mie foto su un giornale. Permetti che la cosa mi risulti abbastanza strana?- gli risposi, riponendo
l’articolo nella borsa.
- Te lo
concedo.- rispose lui sorridendo, e posandomi un bacio sulle labbra.
- Ma dovrai farci l’abitudine.- sussurrò poi, guardandomi
negli occhi.
- Lo so, pian
piano mi ci abituerò.- dissi sospirando e chiudendo gli occhi.
- Stiamo per effettuare
la manovra di atterraggio. Preghiamo i gentili passeggeri di allacciare le
cinture.- gracchiò la voce del comandante.
Facemmo come
ci era stato detto e io mi sedetti più comoda,
aspettando che l’aereo toccasse terra.
Non avevo
paura di volare, anzi, era uno dei mezzi di trasporto che preferivo, ma ero
sempre più contenta quando avevo i piedi ben ancorati a terra.
Quando
finalmente i portelloni si aprirono, ci dirigemmo verso l’enorme terminal
dell’aeroporto di Stansted; era stato realizzato da pochi anni ed era più
tranquillo rispetto agli altri, secondo Robert.
Tuttavia non
potemmo fare a meno di occhiali da sole e cappellino, mentre attendavamo i
nostri bagagli al rullo trasportatore.
- Rob, ti
prego, mi metti ansia.- lo rimproverai, mentre lo
vedevo guardarsi intorno furtivo.
- Sono in
agguato ovunque. Non so come, ma riescono sempre a scoprire i nostri
spostamenti.- mi rispose lui, guardando a destra poi a sinistra.
- È il loro
lavoro, Rob. Ma sta di fatto che non ci sono
giornalisti nei paraggi. Se eri così tanto
preoccupato, perché non hai chiesto a Jerry e Greg di venire con noi?- aggiunsi
indispettita, nominando due delle sue guardie del corpo.
- Perché non
volevo dei gorilla che ci ronzassero intorno per tutta la vacanza.-
- E allora
smettila di guardarti intorno come se ci fossero dei cecchini appostati sul
tetto.- lo rimproverai stizzita, mettendomi una ciocca di capelli dietro
l’orecchio e sedendomi sul mio bagaglio a mano.
Lo sapevo che
non lo faceva apposta, che gli veniva naturale, e che forse non aveva nemmeno
tutti i torti a comportarsi così, ma mi dava sui nervi; era come se la nostra
vacanza dovesse essere interrotta da un momento all’altro.
Sentii il suo
tocco delicato sulle braccia scoperte, per poi accogliermi contro il suo petto,
abbracciandomi da dietro, mentre affondava il viso nei miei capelli.
- Hai ragione,
scusami. È l’abitudine. Ormai non posso andare più da nessuna parte senza che i
miei movimenti vengano immortalati da qualche foto o
scritti su qualche articolo.- si scusò, con la voce attutita dalla mia folta
chioma.
Sospirai,
mentre il suo respiro lungo il collo mi faceva rabbrividire, per poi voltarmi e
stampargli un bacio sulle labbra.
- No, scusami
tu, sono stata troppo dura. La verità è che anche io
ho paura che succeda qualcosa che rovini la nostra vacanza.- gli sussurrai,
appoggiando la fronte alla sua.
Fece
combaciare le nostre labbra in un bacio appassionato, mentre la sua lingua
esplorava la mia bocca.
- Stai
tranquilla. Sono sicuro che andrà tutto bene e che passeremo 2
magnifiche settimane solo io e te.- disse poi, guardandomi negli occhi.
- Ma se fino ad un attimo fa ti guardavi in torno in stile James Bond.-
gli ricordai divertita.
- Sono
diventato improvvisamente ottimista, e allora?- mi prese in giro Robert,
dandomi un buffetto sul naso.
Finalmente
arrivarono le nostre valige, così ci dirigemmo veloci verso l’uscita, per
evitare qualsiasi sorpresa.
Prendemmo un
taxi, che ci portò direttamente in Oxford Street, dove
Robert aveva l’appartamento.
- Ehm…
sinceramente non mi ricordo in che condizioni ho lasciato l’appartamento
l’ultima volta che sono venuto qui, quindi non ti
spaventare.- mi avvisò lui, bloccandosi con la chiave a mezz’aria, prima
d’infilarla nella toppa.
- Ci proverò.-
risposi, senza riuscire a trattenere una risatina.
La porta si
spalancò davanti a noi, facendoci intravedere un ampio salotto, con 2 divani color panna e un tavolino al centro.
Di fronte ad
esso troneggiava una tv al plasma, mentre lo scaffale sulla sinistra presentava
un’ampia raccolta di libri.
- Bè, direi
che mi aspettavo di peggio.- commentai, entrando e guardandomi intorno.
- In effetti anche io. Mi è proprio andata di lusso.- disse
Robert, appoggiando le valige accanto ai divani e facendomi ridere.
La porta si
era appena richiusa alle nostre spalle, che qualcuno suonò il campanello.
- Chi diavolo è?- imprecò Rob, andando ad aprire.
- Paaaaattz!!- urlò una voce di ragazzo, catapultandoglisi addosso.
Non mi ci
volle molto a riconoscere in quella figura Tom Sturridge, il migliore amico di
Rob.
* * *
- Tooom!
Vecchio puzzone, cosa ci fai qui?- esclamai, rispondendo all’abbraccio del mio
migliore amico.
- Davvero
speravi che non volessi salutarti appena fossi arrivato? Illuso.- mi rispose
lui, mentre entrambi scoppiavamo a ridere.
- Ma passiamo a cose più serie. Non mi presenti la tua dama?-
aggiunse poi, spostando la sua attenzione ad Elettra.
- Giusto. Tom,
lei è Elettra, la mia ragazza. Ele, lui è Tom, quell’idiota del mio migliore
amico.-
- Sarò anche
idiota, ma mi adora. Piacere di conoscerti, Elettra. Sei molto meglio di persona che in foto.- le strinse la mano lui,
guardandola poi da capo a piedi.
- Sturridge!-
lo rimproverai, fulminandolo con lo sguardo.
- Che c’è? Era
solo una constatazione. Puoi vederlo come un complimento se vuoi. Anzi, ora che
mi ci fai pensare, era proprio un complimento.- concluse, sorridendo alla mia
ragazza.
- Ok, allora
lo prenderò come tale. Comunque il piacere è mio.- le rispose lei,
sorridendogli.
- Molto bene,
cosa vogliamo fare?- chiese poi il mio amico, sfregandosi le mani.
- Bè, tu
intanto ti togli dai coglioni. Sono venuto in vacanza
con la mia ragazza, non ho intenzione di averti in mezzo alle palle per tutto
il tempo. Quindi smamma.- dissi io, spingendolo fuori
dall’appartamento.
- Stasera
usciamo con gli altri. Venite vero? Sono tutti curiosi di conoscere Elettra.-
mi chiese Tom, ormai completamente fuori dalla porta.
- Si, si, ciao.- dissi soltanto, prima di chiudergliela in
faccia.
- Non sarai
stato un po’ troppo duro con lui?- mi chiese Elettra, tuttavia sorridendo
divertita.
- Na, c’è
abituato. E poi lui mi capisce; quando si tratta di donne
non ha niente da ridire.- le risposi, abbracciandola ed
avvicinando il mio viso al suo.
Sentii il suo
battito accelerare, come succedeva sempre quando mi avvicinavo a lei e non
potei fare a meno di far spuntare un sorriso divertito
sul mio volto.
Assaggiai le
sue labbra morbide, che si adattarono subito alle mie, mentre Elettra
rispondeva al bacio con trasporto, allacciando le braccia intorno al mio collo.
La presi in
braccio, strappandole un urletto di sorpresa e la trasportai in camera da letto, dove la feci adagiare sulle coperte.
Mi stesi sopra
di lei, mentre disseminavo il suo collo di baci ardenti, sentendola gemere
sotto di me.
Era
bellissima, le guance rosse a causa del momento, gli occhi chiusi a godersi il
mio tocco.
Rubai la sua
bocca in un bacio, mentre una delle mie mani si era infilata sotto la sua
maglietta, quando il telefono di casa prese a squillare.
Imprecai a
bassa voce, mentre Elettra tratteneva il respiro.
Cercai
d’ignorare il rumore fastidioso che proveniva dall’altra stanza, ma dopo un po’
dovetti alzarmi per andare a rispondere.
- Pronto.-
ringhiai, quasi stritolando la cornetta.
- Ehi, Pattz,
mi sono dimenticato di avvertirti che stasera ci troviamo al “White Lion” alle 21.-
- Tom! Sei un
bastardo cazzuto. Non hai idea di quanto ti stia odiando in questo
momento.-risposi al mio migliore amico, che in quel momento avrei solo voluto
prendere a sberle, mentre facevo lunghi e profondi
respiri per recuperare la calma.
- Ops, ho
interrotto qualcosa?- mi domandò, con tono malizioso.
- Fottiti Tom.- e senza aspettare risposta, riattaccai.
Mi appoggiai
al tavolino su cui era posato il telefono, continuando a respirare piano, per
poi voltarmi verso la mia camera da letto, dove
Elettra era appoggiata allo stipite della porta.
- Mi dispiace,
ha rovinato l’atmosfera.- cercai di scusarmi, avvicinandomi a lei e posando la
mia fronte sulla sua.
- Non fa
niente, non preoccuparti. Ci saranno altre occasioni.- mi rassicurò lei,
guardandomi negli occhi, ma sorridendo.
- Vado a farmi
una doccia. Ne ho davvero bisogno.- mi disse infine, posandomi un bacio sulle
labbra.
- Ok.-
La guardai
andare verso il bagno, mentre ancora maledivo mentalmente Tom e la sua
brillante idea di telefonarmi.
Come le avevo
promesso a Firenze, non l’avevo mai toccata con un dito, senza mai andare più
in là del semplice bacio appassionato.
Migliaia di
volte ero stato sul punto di farla mia, mandando al diavolo il patto e i miei
buoni propositi, ma quando la guardavo negli occhi, pur essendo lei così bella
ed eccitante, mi rendevo conto che non era ancora il
momento, che dovevo aspettare; e così avevo fatto.
Ma quel giorno
era stato diverso, il suo tocco, le sue labbra, i suoi gemiti, avevano fatto scattare quella serratura che mi aveva
impedito per tanto tempo di sentirla interamente mia.
E quell’idiota di Sturridge ha rovinato
tutto, mi ritrovai a
pensare ancora una volta.
Feci un ultimo
sospiro poi guardai l’orologio al mio polso: era ormai pomeriggio inoltrato, ma quel giorno avevamo mangiato solo un panino
veloce al bar dell’aeroporto e i morsi della fame cominciavano a farsi sentire.
Così mi
diressi in cucina alla ricerca di qualche cosa di commestibile; il frigo era
completamente vuoto, ma miracolosamente riuscii a trovare gli ingredienti necessari
per preparare qualche frittella.
Mi misi
all’opera per cucinarle, mentre aspettavo che Elettra finisse la sua doccia.
Non passò
molto tempo prima di sentire due esili braccia che si
attorcigliavano intorno al mio petto.
- Ehi.- sussurrai piano, voltandomi appena per vederla con la coda
dell’occhio.
- Mi ci voleva
proprio una bella doccia.- mi disse sorridendo e posando un bacio sulla mia
schiena, coperta dalla maglietta.
Le presi una
mano tra lei mie, baciandogliela delicatamente.
- Cosa cucini?- mi chiese poi lei.
- Frittelle.
Sono le uniche cose che posso fare con quello che avevo
in casa. Dovremo andare a fare la spesa.-
- Mmmh,
buone.- commentò solo lei, sedendosi al tavolo della cucina.
Appena la mia
“opera” culinaria fu pronta, gliela posai davanti, sedendomi a mia volta nella
sedia di fronte a lei.
- A proposito,
cosa voleva Tom?-
Sentire quel
nome mi fece ribollire il sangue, ma cercai di non darlo a vedere, chiudendo
semplicemente gli occhi.
- Mi ha
gentilmente informato sull’orario e il luogo di ritrovo per stasera.- le
risposi, con tono sarcastico.
- Ah… Ma chi
ci sarebbe?- mi domandò, guardandomi negli occhi, mentre s’infilava in bocca un
pezzo di frittella in modo, dovevo ammetterlo, molto sensuale.
Piantala,
Rob, probabilmente cerca di placare i tuoi bollenti spiriti, mi dissi, posando lo sguardo sul mio
piatto.
- Qualche
amico forse, non so. Tom non me l’ha detto.-
- Ok.-
- Se non ti va possiamo restare a casa.- le dissi poi, titubante,
pensando che forse avrebbe preferito una serata tranquilla, noi due da soli:
negli ultimi tempi non avevamo avuto molto tempo per noi, a causa dei miei
frequenti impegni lavorativi.
- No, no, non
ti preoccupare, mi va. Mi fa piacere conoscere i tuoi amici.- mi contraddisse,
regalandomi un sorriso.
Finimmo le
nostre frittelle senza fretta, mentre la preparavo psicologicamente al pranzo
che si sarebbe svolto il giorno dopo con la mia famiglia.
Dopo aver
lavato velocemente i piatti, andai in bagno, concedendomi una lunga e
rilassante doccia, mentre mi preoccupavo di sedare i bollenti spiriti che erano
ancora vivi in me, dopo gli avvenimenti in camera da letto.
Quella sera,
puntali come orologi svizzeri, uscimmo di casa alle
20.45, giusto in tempo per arrivare al “White Lion” alle 21.
Spostai lo
sguardo sulla figura che mi sedeva accanto sulla mia Audi, che avevo cercato di
rimettere in sesto quel pomeriggio dopo mesi e mesi di inutilità;
Elettra indossava un paio di jeans neri molto aderenti, accompagnati da una
canottiera parecchio scollata di un rosso fuoco, ai piedi un paio di decolté di
vernice con il tacco vertiginoso.
- Che c’è?- mi
chiese lei, notando il mio sguardo indagatore.
- Non credi di
essere un po’ troppo scollata?- le domandai, riportando gli occhi sulla strada.
- Rob! Non hai
mai criticato il mio modo di vestire.- mi rimproverò lei, guardandomi con un
sopracciglio alzato.
- Non è per
te, ma conosco quei marpioni dei miei amici. Partiranno con le loro battutine a
raffica.-
- Bè, la cosa
non dovrebbe suonarti nuova. Abbiamo un certo amico scimmione in comune che di
certo non si risparmia con le battutine.- mi ricordò, riferendosi ovviamente a
Kellan.
- Non hai
tutti i torti.- risposi sorridendo e lasciando cadere il discorso.
Finalmente
giungemmo a destinazione, dove trovammo tutti i miei vecchi compagni ad
aspettarci.
- Oh, siete
arrivati.- ci accolse Tom, sorridendo e salutando Elettra.
- Ecco il
figliol prodigo che torna alle sue origini. Pattz, finalmente ti sei degnato di
venirci a trovare.- mi accolse Sam.
- Lo sai
benissimo che sono un uomo molto impegnato, cosa ti aspettavi?- lo presi in
giro io, ricambiando la stretta.
- Oh, oh, vedo
che non sei tornato a mani vuote. Dove l’hai trovato
tutto questo ben di dio?- chiese poi, notando la presenza della ragazza dietro
di me: ecco che partivano i commenti di cui avevo parlato poco prima.
- Ragazzi, lei
è Elettra, la mia ragazza.-
- La tua
ragazza? Vuoi dire che ti sei messo la testa a posto e non ti dai più alla
pazza gioia?-
Perché Marcus
non era mai capace di tenersi certe cose per se?
- Tesoro, loro
sono Sam ed Marcus.- le dissi, cercando di ignorare
ciò che quest’ultimo aveva detto.
- Ehi, Rob, ci
sono anche io.- disse una voce dietro ai miei amici; una ragazza sui 21 anni, alta, con capelli biondi e profondi occhi neri si
fece avanti, sorridendomi.
- Katie, non…
non ti avevo visto.-
Dannazione,
chi aveva avuto la brillante idea d’invitarla?
- E invece
eccomi qui. Sono felice di rivederti.- mi salutò posandomi un bacio sulla
guancia e soffermandovisi più a lungo del dovuto.
- Così tu sei
la nuova ragazza di Rob? Io sono Katie, la sua ex.- si
presentò la giovane, stringendo la mano di Elettra.
Ecco uno dei
motivi per cui l’avevo lasciata: non era in grado di capire quando certe cose
non andavano dette.
* * *
Le strinsi la
mano, trattenendo tuttavia il respiro per alcuni secondi a quella sua
presentazione.
La sua ex?
Ahia, brutto segno.
Notai Rob che
mi guardava apprensivo, aspettando con ansia una mia qualsiasi reazione.
Odiavo fare
scenate di gelosia, in modo particolare quando non eravamo soli, così mi
limitai a sorridere e a dire:- Il piacere è mio.-
senza aggiungere altro.
- Bene, direi
che ci siamo tutti, quindi possiamo entrare.- intervenne Tom, forse notando la
leggera aria di tensione che si stava diffondendo nel gruppetto.
Entrammo nella
grande sala decorata di bianco, dove la maggior parte dei tavolini che si
estendevano a perdita d’occhio erano già occupati e un forte odore di alcool
aleggiava come nebbia densa.
Tutti quanti
salutarono l’uomo dietro al bancone, segno che andavano
in quel posto molto spesso; ci sedemmo in un tavolo un po’ appartato, forse
pensando che anche Rob volesse passare inosservato.
- Allora, cosa
ci racconti di te Elettra? Anche tu sei un’attrice?- mi chiese subito Katie,
appena dopo aver ordinato, seduta alla destra del mio ragazzo.
- No, sono una
semplice universitaria.- le risposi, sorridendo a Robert, che mi strinse una
mano sotto al tavolo.
- Ah, si? E
come vi siete conosciuti?- insistette la ragazza, con un espressione
strana sul viso, quasi infastidita.
- Bè, è
successo per caso. Ci siamo scontrati per strada poi ci siamo ritrovati ad una serata in discoteca, in cui lui era ospite d’onore.-
le spiegai, cercando d’ignorare il suo scetticismo.
- E io che pensavo mi avessi lasciato per avere campo libero
con qualche sexy attrice di Hollywood.- commentò lei, rivolgendosi al giovane
seduto accanto a me, dandogli un buffetto sulla guancia.
Sia Rob che Tom la incenerirono con lo sguardo, mentre io le
rivolgevo uno sguardo stralunato; tuttavia lei ignorò tutti e tre, sorseggiando
la sua birra che la cameriera le aveva appena posato davanti.
- Bè, non so
come siano le attrici di Hollywood, ma il nostro Robert ha trovato proprio un
bel bocconcino.- intervenne Marcus, guardandomi con sguardo malizioso.
- Giù le mani,
pervertito, lei è off limits.- lo avvisò il diretto interessato, lanciandogli
un’occhiataccia.
Il ragazzo
sollevò le mani in alto, come a far vedere che le avrebbe tenute al loro posto,
mentre tutti quanti scoppiavamo a ridere.
La serata
passò tranquilla, anche se non mancarono le frecciatine lanciate da Katie alla
mia persona, mentre la maggior parte delle sue attenzioni erano rivolte al mio
ragazzo.
Verso
mezzanotte ci dirigemmo verso le macchine, dal momento che
io e Robert, la mattina seguente avremmo dovuto alzarci presto per andare a
pranzo dai suoi.
- Ehi, cerca
di non sparire ancora prima di averci salutato.- si raccomandò Sam,
abbracciando Robert.
- Farò il possibile,
tranquillo.- rispose lui, sorridendo.
- È stato
bello rivederti. Fatti sentire ogni tanto.- si rivolse a lui la sua ex, con
tono che a me parve fin troppo malizioso.
Salutammo
tutti, per poi dirigerci verso la nostra auto e partire veloci verso l’appartamento
di Robert.
Eravamo fermi ad un semaforo, quando il suo cellulare lo avvisò
dell’arrivo di un messaggio.
Lo estrasse
dalla tasca dei jeans, per poi riporlo subito dopo aver dato una letta veloce.
- Chi era?-
chiesi curiosa.
- Oh, niente.
Era Kellan con le sue solite cretinate.- mi rispose, senza tuttavia voltarsi
verso di me.
Lo guardai per
alcuni secondi, ma lui non diede cenno di volermi rivolgere la sua attenzione.
Riportai lo
sguardo fuori dal finestrino, mentre avevo la sensazione che a Kellan fossero improvvisamente cresciuti i capelli e gli occhi
fossero diventati neri come la pece.
Sono tornata
sabato scorso da Bellaria, e già domenica volevo tornarci.
Mi manca il
sole, mi manca il mare, mi mancano i miei amici…
Ok, basta con
questa lagna. Mi sto dando sui nervi da sola. -.-
Per fortuna ad
agosto dovrei fare altri 4/5 giorni di vacanza… già non vedo l’ora.
Soprattutto se
penso al fatto che ora mi devo rimettere a studiare per gli esami di settembre.
-.-
E chi ne ha
voglia???? -.-
Oooook, basta
con questi argomenti depressivi… passiamo a cose serie.
Mmmmh… avete
notato anche voi la “leggera” aria di tensione che aleggiava in quella macchina???
Nooooooo???? Strano, a me era sembrato di si.
O.o
Ok, direi che
sto proprio dando i numeri. -.-
Ora mi do una
regolata, promesso. v.v
Si è rifatta
viva una ex, e quando ci sono di mezzo delle ex non
c’è mai da stare tranquilli giusto???
GIUSTO!!! -.-
SweetCherry: sono contento che la coppia
ElettraxRobert ti piaccia. Rob è innamorato… mi viene solo da dire… BEATA LEI!!! XD Come vedi Emilie non è stato un grosso problema.
Meglio così, si è levata dalle palle ala svelta. v.v
verooooo Ruby piace un sacco anche a me. E mi è piaciuto talmente tanto il
rapporto fraterno tra Rob/Tyler e Ruby/Caroline in “Remember me”, che ho voluto
renderlo anche nella realtà. Spero che sia stata una buona cosa. ^^ un
bacioneeeeeee J
Cris91: carisssssssima, ma
ciao!!!! ^^ ahahahah!!! Se vuoi organizziamo una
missione “segreta” per andare a fare una “sorpresina” alla cara Emilie. Credo
proprio che saremmo in parecchie. XDXD Eeeh, si sa, da quando gli uomini
ascoltano le donne??? ……………. Ecco, appunto. -.- che ci
vuoi fare, sono tutti uguali!! -.- un bacioneeeeeeee :*
Zizzicullen: sono contenta che il mio “speciale
trattamento” riservato ad Emilie ti sia piaciuto. Ho
la sensazione che Rob sia stato fin troppo buono con lei. v.v
ma non volevo essere troppo maligna… MUAHAHAHAHAHAH!!!! Ok, mi trattengo… XD Un
bacio
Lyla_: ma tesora miaaaaaaaaaaaaaa!!!!
Quanto mi sei mancata?????? (Contando poi che ci siamo
sentite ieri, è una cosa strana… XDXD ma temo proprio che il sole della riviera
mi abbia un po’ fritto il cervello… XDXD) ma è una cosa risaputa che le donne
hanno SEMPRE ragione. Gli unici a non saperlo sono gli uomini… v.v ma se questi esseri di sesso maschile ci ascoltassero di
più, ci renderebbero la vita fin troppo facile, non credi??? -.- bè, dai, finalmente
sei in vacanza anche tu!!!Jgià….. smetti tu e ricomincio
io… che amarezza!! -.- non ci sarà più un’estate come quella della maturità. T.T Tesoro, ora anche tu ti meriti le tue vacanze, quindi
goditele!!!! >.< ti voglio beneeeee un bacione :*
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci12 Capitolo: The Pattinson family Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…The Pattinson family…
La prima cosa
che mi colpì quella mattina quando mi svegliai, fu il suo profumo; dolce,
delicato, con un debole retrogusto di vaniglia.
La tenevo
ancora stratta tra le mie braccia, nella stessa posizione in cui c’eravamo
addormentati la sera precedente; sarei rimasto in quella posizione per tutto il
giorno, beandomi solo della sua presenza e del suo odore.
Ma quel giorno avevamo un passo
importante da compiere: dovevo presentare Elettra ai miei, che ci aspettavano
per pranzo.
Mi voltai
piano verso il comodino su cui era posato il mio cellulare, per controllare
l’ora: erano quasi le 9.30.
Il mio sguardo
si spostò nella parte inferiore del mio touch, dove notai una serie di chiamate
senza risposta e un messaggio.
Tutte sue.
Mi ha fatto molto piacere rivederti ieri
sera. Devo ammettere che mi sono resa conto che mi manchi e mi sei sempre mancato parecchio. Spero tanto di poterti vedere per un
caffè uno di questi giorni, prima che tu torni in America. Un bacio immenso. Katie.
Odiavo
chiunque avesse avuto la brillante idea di invitarla ad
uscire con noi e di farci incontrare di nuovo.
Si comportava
come se Elettra neanche esistesse; la sera precedente mi aveva
inviato un messaggino solo pochi secondi dopo che ci eravamo salutati.
Odiavo mentire
ad Elettra, ma sapevo che se le avessi detto la verità,
ci sarebbe stata davvero male, e io odiavo vederla triste.
Tuttavia non
ero del tutto certo che avesse bevuto la storia di Kellan, lei certe cose le percepisce, è fatta così.
Per quello
decisi di cancellare ogni passaggio della mia ex, sperando che mi lasciasse in
pace per il resto della vacanza, non ricevendo risposta.
La parola
“Deleted” troneggiava ancora sullo schermo del mio iPhone,
quando sentii un movimento accanto a me; mi voltai verso la ragazza che dormiva
al mio fianco e che si era appena svegliata.
- Buongiorno.-
le sussurrai, posandole un bacio sul collo.
- Buongiorno.-
mi rispose, voltandosi vero di me ancora assonnata, ma sorridendo.
Mi mise le
braccia intorno al collo per poi baciarmi delicatamente, mentre io le posavo
una mano sul fianco.
- Sei pronta
per il grande passo?- le chiesi poi, allontanandomi dal suo viso di pochi
millimetri per guardarla negli occhi.
-
Assolutamente no.- mi rispose, mentre io mi
allontanavo un po’ di più per guardarla con un sopracciglio alzato.
- Ma ormai siamo qui, tanto vale togliersi il dente.- aggiunse
poi, sospirando e chiudendo gli occhi.
Risi
divertito, posandole un bacio sulla punta del naso.
- Vedrai,
sarai fantastica. E ti adoreranno.- cercai di convincerla, abbagliandola con il
mio sorriso sghembo; sapevo che non poteva resistere a quello.
- Questo vuol
dire giocare sporco.- mi disse infatti, colpendomi sul
braccio con un pugno.
- Dai, vatti a
fare una doccia, che intanto io preparo la colazione.- le suggerii, baciandole
le labbra, per poi scioglierla dal mio abbraccio.
Si alzò con
fatica, un po’ controvoglia, per poi dirigersi a passo lento verso il bagno: la
osservai per un po’, senza poter fare a meno di pensare quanto fosse bella e
sexy, le mutandine di pizzo a fasciare i fianchi, e…
Ok, Rob, dacci
un taglio, mi dissi scuotendo la testa, per impedire a
Robert Junior di svegliarsi; farla mia, per la prima volta, poche ore prima di
andare dai miei, non era un’idea brillante.
Scesi dal
letto, indossando un paio di pantaloni della tuta che pescai dall’armadio, poi
mi diressi verso la cucina, dove iniziai a preparare la colazione.
Il pomeriggio
precedente eravamo scesi al piccolo supermercato che si trovava poco lontano
dal mio appartamento a fare un po’ di provviste, giusto il minimo
indispensabile per non morire di fame.
Preparai una
colazione abbondante, anche se sapevo già che me ne sarei pentito una volta arrivato
a casa dei miei genitori, con i leggendari super pranzi preparati da mia madre;
ma in quel momento avevo lo stomaco che brontolava, quindi non mi risparmiai.
- Mmmh, che
buon profumino.- esclamò Elettra dietro di me, mentre l’odore
del bacon si estendeva per tutta la casa.
- Ehi, quella
la conosco.- commentai voltandomi, notando che indossava una delle
mie camice.
- Non ti
dispiace vero?- mi domandò lei titubante, appoggiandosi contro il mobile della
cucina.
-
Assolutamente no. Oserei dire che sta meglio a te che a me.-
le sussurrai piano, con voce sensuale, avvicinandomi a lei e baciandola con
trasporto.
- Mmmh…- cercò
di fermarmi lei.
- Che c’è?-
chiesi curioso, senza capire il motivo dell’interruzione.
- Odio
interrompere certe cose, ma rischi di bruciare le
frittelle.- mi fece notare lei, sporgendosi per guardare oltre le mie spalle.
- Oh, porca…-
imprecai precipitandomi ai fornelli, mentre lei rideva divertita.
Consumammo la nostra colazione senza fretta,
mentre entrambi evitavamo con cura di parlare della sera precedente; non che
non ci fossimo divertiti o ci fossimo trovati male, ma quando si trattava di ex
non bisognava mai stare tranquilli.
Dopo
l’abbondante pasto mi concessi un doccia rilassante;
quando tornai in camera, trovai Elettra in piedi davanti all’armadio, dove il
giorno prima aveva riposto i suoi pochi vestiti, con un’espressione alquanto pensierosa
dipinta sul viso.
- Scusa se te
lo chiedo, tesoro, ma cosa stai facendo?- le domandai, appoggiandomi allo
stipite della porta e incrociando le braccia al petto.
- Non so cosa
mettermi.- mi confessò lei, guardandomi con gli occhi lucidi.
Scoppiai a
ridere senza riuscire a trattenermi, mentre lei metteva il broncio.
- Non ridere.
È una cosa seria.- mi riproverò lei, offesa.
- Scusami,
piccola, ma sei così buffa.- le risposi avvicinandomi e abbracciandola,
cercando di farmi perdonare.
- Stai tranquilla,
sarai perfetta, qualunque cosa indosserai.- le sussurrai all’orecchio, mentre
l’ormai conosciuto brivido la scuoteva.
Dopo quello che sembrò un lungo e doloroso parto, finalmente
riuscimmo a salire in macchina e a partire alla volta di casa dei miei.
-Ele, vuoi
stare calma? Sei bellissima.- cercai di tranquillizzare la mia ragazza, che
continuava a muoversi irrequieta sul sedile del passeggero.
Alla fine
aveva optato per una gonna di jeans non troppo corta,
abbinata ad una maglietta a mezze maniche con lo scollo a V e un paio di
sandali neri con il tacco non troppo alto: sobria ma elegante, come aveva detto
lei.
- E se non
dovessi piacergli?- mi chiese lei per la millesima volta, guardandomi con i
suoi occhioni da cerbiatta.
- E invece ti
adoreranno.-
Sbuffò
irrequieta, voltando la testa dall’altra parte e guardando fuori dal
finestrino, mentre le tipiche case londinesi scorrevano intorno a noi.
Finalmente
arrivammo alla piccola casetta che era stata il rifugio della mia infanzia e
che mi riportò indietro di tanti anni; arrivammo davanti alla porta color panna
e ci fermammo per un secondo.
- Sei pronta?-
le chiesi ancora una volta; dovevo ammettere che l’ansia stava prendendo anche
me.
- No.- mi rispose lei, impallidendo.
- Molto bene.-
Suonai il
campanello, mentre sentivo Elettra trattenere il respiro.
Passi veloci
si fecero udire al di là della porta, che si spalancò,
mostrando una ragazza poco più vecchia di me, con lunghi capelli biondi e gli
occhi chiari quasi quanto i miei.
- Fratellino!-
mi accolse la giovane, buttandomi le braccia al collo: ero finalmente tornato a
casa.
* * *
Conoscevo
quella ragazza, tutti sapevano che la cantante e cantautrice Lizzy Pattinson
era la sorella del famoso attore inglese; ma trovarmela davanti in carne ed ossa era tutta un’altra storia.
- Ehi, Lizzy,
vacci piano. Così mi soffochi.- le disse Robert divertito, rispondendo
all’abbraccio.
- Sempre a
lamentarti, eh? È una vita che non ti fai vedere e non mi permetti nemmeno di
salutarti come si deve?- lo rimproverò lei, allontanandosi dal fratello e
appoggiando le mani sui fianchi.
- Va bene, va bene. Non iniziare con una delle tue solite ramanzine da
sorella maggiore.- si arrese lui, alzando le mani al cielo.
- Non ti stai
dimenticando qualcosa?- gli chiese poi la giovane, sorridendo alla mia
direzione.
- Lizzy, lei è
Elettra, la mia ragazza. Ele, le è Lizzy, mia sorella.
Quella più pazza oserei dire.-
- La verità è
che sono la sua preferita ma non lo vuole ammettere. Molto piacere.- mi salutò,
stringendomi la mano.
- Venite. Sono
tutti ansiosi di rivederti e curiosi di conoscere Elettra.- aggiunse poi,
rientrando in casa.
Lanciai uno
sguardo ansioso a Robert, mentre lui mi accarezzava la schiena per rassicurarmi.
- Tesoro,
finalmente siete arrivati.- ci accolse sua madre, appena ci sentì entrare.
- Ciao mamma.-
la salutò lui, abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia.
- Tu devi
essere Elettra. Robert ci ha parlato così tanto di
te.- mi salutò la donna, abbracciando anche me e lasciandomi spiazzata, mentre
io guardavo il mio ragazzo senza capire.
- Ehm, si… avevo accennato qualcosa durante una mia telefonata…- si
giustificò lui, passandosi una mano tra i capelli.
- Accennato?
Quando chiamavi non facevi altro che parlare di lei.-
intervenne Lizzy, contraddicendo subito il fratello.
- Grazie
tante, sorellona.- la ringraziò ironicamente lui, mentre io sorridevo
divertita.
- Piacere di
conoscerla, signora Pattinson.- dissi poi, rispondendo
al saluto della madre di Robert.
- Oh, chiamami
Clare, o mi farai sentire vecchia.- mi rimproverò lei, sventolando una mano in
aria.
- Vieni, ti
presento mio marito e l’altra mia figlia.- disse poi, guidandoci verso il soggiorno.
- Richard,
sono arrivati.- disse la donna, attirando l’attenzione dell’uomo seduto sul
divano, immerso in quella che sembrava un’interessante conversazione con quella
che doveva essere Victoria, la più vecchia tra i fratelli Pattinson.
- Oh, la
pecorella smarrita che torna all’ovile. Era ora che tornassi a trovare i tuoi
vecchi.- salutò il figlio l’uomo, alzandosi ed
andandogli incontro.
- Hai ragione,
papà, ma il lavoro non mi lascia mai un attimo di tregua.- lo salutò il
ragazzo, rispondendo all’abbraccio.
- E tu devi
essere la ragazza che ha finalmente messo la testa a posto a nostro figlio.-
disse poi, voltandosi verso di me e allungando una mano per stringere la mia.
- Io ci provo.
Piacere di conoscerla.- risposi un po’ in soggezione, facendo ridere le donne
della famiglia.
- Dammi del tu
e chiamami Richard, mi raccomando.- mi anticipò l’uomo, facendomi l’occhiolino.
- E lei è
l’ultima componente della mia pazza famiglia. Ele, lei
è Victoria, Vicky, Elettra.- intervenne Robert, presentandomi la sorella
maggiore.
- Molto
piacere.- mi sorrise lei, stringendomi la mano.
- Uh,
l’arrosto.- esclamò improvvisamente Clare, dirigendosi veloce verso la cucina.
- Accomodatevi
pure, ragazzi, appena è pronto vi chiamo.- aggiunse
poi, riaffacciandosi sul salotto, per poi sparire completamente.
- Allora,
Elettra, Robert ci ha detto che studi medicina.- iniziò la conversazione Richard,
mentre tutti ci accomodavamo sui divani o sulle poltrone.
- Infatti. Studio alla “David Geffen”.-
gli risposi, sedendomi sul divano bianco a fianco del mio ragazzo.
- Sai già che specialistica vuoi seguire?- intervenne
Victoria, portandosi una ciocca di capelli biondi dietro all’orecchio.
- A dire il vero non ancora. Per il momento mi voglio
concentrare sulle basi della medicina, poi penserò al futuro. Anche se sono
propensa a scegliere chirurgia.-
- Wow! È una cosa bella tosta.-
esclamò Lizzy, facendo ridere tutti.
- A tavola!- ci chiamò la madre di Robert dalla cucina, così
interrompemmo la conversazione per andare a gustare i manicaretti della signora
Pattinson.
Il pranzo trascorse tranquillo, tra una chiacchierata e
l’altra, mentre il terzo grado che tanto temevo non arrivò: la loro era pura e semplice curiosità, glielo leggevo negli occhi.
- Era tutto squisito, Clare.- mi complimentai alla fine,
pulendomi la bocca con il tovagliolo immacolato.
- Ti
ringrazio, cara.- rispose lei, arrossendo un po’: era una donna così adorabile.
- Mamma è
famosa per i suoi pranzi. È una cuoca eccezionale.- la lodò Robert, posandole
un bacio sui capelli.
- Oh, non
esagerare adesso. Così mi metti in imbarazzo.- lo rimproverò dolcemente lei,
facendomi sorridere.
- Perfetto.
Ora non può mancare il rito “facciamo fare figure di
merda a nostro fratello con la nuova ragazza”.- esclamò Lizzy, alzandosi in
piedi, subito imitata dalla sorella.
Non feci in
tempo a chiedere di cosa stesse parlando, che già mi stavano
trascinando verso le scale per raggiungere il piano superiore.
- Lizzy!-
sentii gridare Robert, forse in un tentativo di fermare la sorella.
- Niente da
fare, fratellino.- rispose lei, facendomi entrare in
quella che doveva essere la vecchia camera di Rob.
Victoria chiuse
la porta alle nostre spalle, mentre io mi guardavo intorno: l’arredamento era
semplice, con i mobili di un legno non troppo scuro.
Sul comò erano
disposte alcune foto di famiglia, mentre un orsacchiotto di pezza troneggiava
al centro di esso.
- Teddy. Mamma
l’ha regalato a Robert quando aveva 4 anni e non l’ha
mai buttato via.- mi spiegò Elizabeth, notando il mio sguardo indagatore.
Non potei
impedirmi di sorridere, mentre pensavo a quanto fosse dolce e timido il ragazzo
di cui mi ero innamorata.
- E ora la
parte più divertente. Ta dan!- aggiunse la secondogenita, tirando fuori un
libro da uno dei cassetti.
- Che cos’è?-
chiesi curiosa, mentre tutte e tre ci sedevamo sul
letto.
- L’album fotografico
di nostro fratello. E stai bene attenta, queste non si vedono sui giornali.-
spiegò lei, aprendolo e facendomi l’occhiolino.
Sulla prima
pagina troneggiava la foto di un neonato con una tutina azzurra, adagiato nel
lettino a sbarre.
- È Rob?-
chiesi conferma, senza credere ai miei occhi.
- In carne ed ossa. Aveva circa una settimana. Devo ammetterlo, era un
batuffolino adorabile.- rispose Liz.
Proseguì a
sfogliare le pagine, fino ad arrivare ad una di Rob a
circa 4 anni, completamente nudo.
Non riuscii a
trattenere una risatina, nonostante lo trovassi carinissimo.
- Ha sempre
fatto ridere anche me. Robert non mi parla per una settimana quando la faccio
vedere in giro.-
- Ci credo. So
quanto è orgoglioso.- commentai io, cercando di non ridere.
- A proposito,
passiamo a cose serie.- iniziò Lizzy, guardandomi e sollevando un sopracciglio.
- Cosa?-
- Avete già
fatto sesso?-
- Lizzy!- la
rimproverò Victoria, mentre io arrossivo vistosamente:
non so perché, ma me l’aspettavo una domanda così da parte sua.
Lizzy era
proprio come me l’ero sempre immaginata.
- Che c’è? È
una domanda semplice semplice.- cercò di giustificarsi
lei.
- A dire il
vero… noi…. Non a-abbiamo ancora…- risposi, lasciando tuttavia la frase in
sospeso.
Ma ero sicura
che il messaggio fosse stato recepito.
- Sul serio?
Quant’è che state insieme?-
- Ci-circa un
paio di mesi.-
- E mio
fratello ancora resiste? Wow, è un vero record.- esclamò Elizabeth, mentre io
la guardavo ad occhi sgranati.
- Liz, così la
spaventi.- intervenne ancora una volta Victoria, guardando la sorella
contrariata.
- Non
fraintendermi, mio fratello non è certo uno di quelli che vanno
a letto con la prima che incontrano. Solo mi stupiva che il grande attore
Robert Pattinson non ne avesse ancora approfittato.- si spiegò Lizzy, cercando
di non mettermi in allarme.
- Già… in effetti lo… lo pensavo anche io.-
- Aspetta un
attimo. Non vorrai dirmi che è stato lui a dirti di
aspettare?- esclamò improvvisamente, forse dopo aver letto qualcosa nei miei
occhi.
- Proprio
così.- ammisi in fine, sospirando.
- Caspita,
dev’essersi proprio bevuto il cervello. Ma che bravo
fratellino. Anche un po’ stupido, però.- commentò lei, facendomi ridere.
- Elettra!- mi
chiamo il diretto interessato, dal piano inferiore.
- Arrivo.-
risposi io, uscendo dalla camera.
- Vediamo
quale stupida scusa si è inventato questa volta per interrompere il nostro rito.- si chiese Lizzy, precedendomi insieme a Victoria.
- È pronto il
caffè.- c’informò Robert facendo capolino dalla cucina, quasi avesse udito le
parole della sorella.
- Come
volevasi dimostrare. Una stupida scusa.- commentò la secondogenita, sollevando
le braccia al cielo spazientita.
Non potei fare
a meno di ridere divertita, mentre i tre fratelli entravano nell’ampia cucina.
Poco prima che
anche io varcassi la porta, notai il cellulare di Rob
illuminato sul tavolino del salotto; solo quando mi avvicinai riuscii a sentire
la suoneria.
- Tesoro, ti
sta suonano il telefono.- lo avvisai, avvicinandomi e prendendolo in mano.
Odiavo ficcare
il naso nelle cose del mio ragazzo, ma non resistetti all’impulso di vedere chi
era il mittente.
No, non è possibile, pensai, mentre il sorriso spariva
dalle mie labbra.
Il nome di
Katie, l’ex ragazza di Robert, troneggiava sullo schermo, insistente.
Allora forse anche ieri sera…
Il pensiero
che la sera precedente mi avesse mentito si fece largo prepotentemente, confermando
i sospetti che mi avevano tormentata per tutta la
notte.
Sentii le
lacrime premere per uscire: era una reazione stupida, lo sapevo, il fatto che
lei lo chiamasse non voleva dire niente.
Ma se era davvero così, perché la sera
prima mi aveva mentito? O forse erano soltanto le mie solite paranoie?
- Tesoro, si
raffredda il caffè.-
Non potei fare
a meno di saltare sul posto quando Robert mi raggiunse in salotto.
- Cosa stai facendo?- mi chiese poi, avvicinandosi.
- Ti… ti stava
suonando il cellulare.-
- Oh.- rispose solo lui, afferrandolo.
Pigiò qualche
tasto poi lo infilò nella tasca dei jeans.
Non avrei mai
voluto farlo, non avrei mai voluto trarlo in inganno,
ma ne avevo bisogno: dovevo essere sicura che il mio uomo non mi stesse
mentendo.
- Chi era?-
- Stephanie.
La richiamerò più tardi. Spero solo che non voglia rovinarmi la vacanza.-
rispose lui, mettendo un finto broncio.
Credetti che
il cuore mi si fosse rotto in mille pezzi.
Mi stava
mentendo e mi aveva mentito anche la sera prima, ne
ero certa.
Perché, Robert, perché? mi dissi mentalmente, trattenendo le
lacrime: non volevo fare una scenata davanti alla sua famiglia, non mi sembrava
il caso.
Ma sentivo comunque qualcosa che si
rompeva dentro di me.
Eccomiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Lo so, è un sacco che non aggiorno, ma anche io ho
diritto ad un po’ di vacanze, giusto?? v.v
Ma eccomi tornata, con tanti ricordi
bellissimi del cuore… ç_ç
Mi viene solo da dire…VOGLIO TORNARE A BELLARIAAAAAA!!!
Cavolo, era
tantissimo che non mi divertivo così.
Con i nostri
amici toscani poi… come si fa a non divertirsi??? XDXD
Ora riprendere
il ritmo della vita quotidiana sarà faticoso… soprattutto perché devo studiare.
-.-
Cavolo, tra
una sett e mezzo ho il primo esame e sono indietrissimooooooo!!!
O.O
Non vedo l’ora
che sia Ottobre… ma anche questa volta sembra ci manchi una vita. -.-
Cris91: bentornata un’altra volta, vorrai
dire… anche quest’anno ho fatto il pieno di mare!!
XDXD Ora il problema è tornare alla vita normale… purtroppo l’estate sta
finendo. ç_ç Mmmh… in effetti le cose in questo
capitolo non sono migliorate… ma si sa, qualche litigio ogni tanto ci vuole!!
^^ Tom è un grande… ci voleva qualcuno che prendesse in mano la situazione, no??J Il cretinooooo… mah, Marcus direi, mi sembra il più pirla!! XDXD No, dai
povero Marcus… un bacioneeeeee
Lyla_: tesorooooooooooooooooooo!!!! È
una vita che non ci sentiamo… come va???? Cm è andata al mare??? E lo studio? -.- mmmh… a
meno che a Kell non siano improvvisamente cresciuti i capelli…. Direi di
no!! -.- ma tranquilla che si risolverà tutto… forse!!! :P No, dai, non voglio fare la stronza… :P però, come si
dice, l’amore non è bello se non è litigarello, quindi va bene così, non
credi??? ;)
Un
bacioneeeeee ti voglio bene!!!! :*
Zizzicullen: ehm… grazie!!!
^///^ Comunque tranquilla, che questa sparirà presto… è apparsa giusto giusto
per mettere un po’ di pepe tra Rob ed Elettra! Un bacio
SweetCherry: grazieeeeee!!!
Sono contenta di migliorare, andando avanti… e spero di migliorare ancora. ^^
bè, ovvio, qualcuno doveva pur mettere un po’ di zizzania tra i due innamorati,
altrimenti non c’è storia, non credi? Eeh, purtroppo Rob si è comportato ancora
peggio in questo capitolo, ma troverà il modo di farsi perdonare, promesso. ^^
un bacione grandissimo!!!! ^^
Titolo:
What do you live for? I live
for you Genere: Generale, Romantico, Sentimentale Autrice: Cicci 12 Capitolo: Le prime difficoltà Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me
What do you live for? I live for you
…Le prime difficoltà…
Ci trovavamo
in macchina, diretti verso casa; non avevo più aperto bocca da quando mi ero
resa conto che Robert mi stava mentendo, che l’uomo che amavo mi aveva detto
non una, ma ben due bugie.
Avevo cercato
di essere il più normale possibile, almeno con i famigliari di Rob, ma non ce
la facevo, era più forte di me.
Mi era anche
sembrato che Lizzy si fosse accorta del mio stato d’animo, ma forse era solo la
mia voglia di avere un po’ di conforto a farmelo pensare.
- Finalmente
anche questa è passata.- esclamò Robert appena entrati nell’appartamento,
lasciando cadere le chiavi della macchina sul mobiletto nell’ingresso.
- Bè, però è
andata bene, no?- aggiunse poi avvicinandosi a me e cingendomi i fianchi con un
braccio.
- Mh, mh…-
risposi io, voltandomi per appendere la borsa all’attaccapanni; non era un
gesto incondizionato, ma dovevo fare qualcosa, non avevo voglia di guardarlo
negli occhi.
- Ehi,
piccola, si può sapere che hai? È da un po’ che sei silenziosa.-
- Niente. Sono
solo un po’ stanca.- gli risposi sedendomi sul divano e togliendomi i sandali
con il tacco, senza tuttavia guardarlo.
- Non me la
racconti giusta. Dimmi cosa c’è.- insistette lui sedendosi accanto a me e
sollevandomi il viso mettendomi un dito sotto al mento.
Fissai quegli
enormi occhi blu, gli stessi occhi che pensavo non
avrebbero mai potuto mentirmi e che invece lo stavano facendo.
- Non era
Stephanie oggi pomeriggio.- gli dissi, incapace di continuare a fare finta di
niente.
Lui non disse
nulla, limitandosi a distogliere lo sguardo da me e posarlo sul tavolino
davanti a lui.
- Ho visto che
ere Ketie.- aggiunsi, rincarando la dose.
Lo vidi
irrigidirsi e strofinarsi le mani, senza tuttavia dire una parola per
giustificarsi.
- Non dici
niente?- continuai imperterrita.
- Cosa vuoi che ti dica?-
- Magari il
motivo per sui la tua ex ti chiama sul cellulare.-
- Tu arrivi
sempre a conclusioni affrettate, vero?-
Si stava
alterando, lo sentivo.
- Non sei tu
quello che si deve incazzare.- gli feci notare, alzando un sopracciglio.
- Ah no? Mi
stai facendo capire che non ti fidi di me. Solo perché una mia ex mi chiama,
non vuol dire che me la porto a letto. Anche perché l’ho rivista ieri dopo più
di 2 anni.- rispose lui, alzando il tono della voce.
- E invece il
fatto che mi hai mentito per ben due volte ti giustifica?-
Anche
io mi stavo
alterando e non riuscivo a nasconderlo.
Mi guardò con
la coda dell’occhio, senza tuttavia incatenare il suo sguardo al mio: sapeva
che avevo ragione.
- Mi ci hai
costretto. Sapevo che saresti arrivata subito a conclusioni sbagliate.-
Ero al limite, quello era davvero troppo.
Mi alzai in
piedi di scatto, attirando finalmente il suo sguardo su di me.
- Il fatto che
tu mi abbia detto una bugia, mi fa pensare proprio a
questo. Forse non mi conosci così bene come pensavo.-
Infilai di
nuovo i sandali e mi diressi verso la porta.
- Dove vai?-
cercò di fermarmi lui.
- Ho bisogno
di un po’ d’aria.-
Feci sbattere
la porta dell’appartamento, sperando che Rob non mi seguisse; avevo bisogno di
stare da sola.
Cominciai a
vagare per le strade di Londra senza una meta precisa; certo, non conoscevo la
città molto bene, ma abbastanza da non perdermi.
Giunsi nelle
vicinanze di Westminter Abbey e mi sedetti su un muretto che stava dalla parte
opposta della strada; forse pensare davanti ad una chiesa mi avrebbe aiutato.
Non ero mai
stata una credente; i miei genitori mi avevano fatto fare
tutti i sacramenti, nel caso avessi deciso, in futuro, di sposarmi in chiesa,
ma dopo la cresima la mia religione, che forse non c’era mai realmente stata,
era scemata, lasciando il vuoto.
Avevo sempre
creduto che fosse meglio così: non andavo mai a messa, non ero d’accordo con
nessuna delle cose che diceva la chiesa Cattolica.
Odiavo essere
un’ipocrita e dire “sono credente ma non pratico”.
Ero convinta
che non dovesse funzionare così; o credevi o non credevi,
non poteva esserci una via di mezzo.
E io avevo scelto per la via del
peccato.
- Elettra?-
sentii pronunciare il mio nome, mentre ancora riflettevo su queste cose.
Mi voltai
incuriosita, sicura che non si trattasse di Robert; avrei riconosciuto la sua
voce ovunque.
- Tom.- esclamai quando riconobbi il ragazzo che mi stava
davanti.
- Allora sei
tu. Temevo di fare una figura di merda, ma ho voluto rischiare. Cosa ci fai
qui?- mi chiese, sedendosi accanto a me.
- Rifletto.-
- È successo
qualcosa con Rob?-
- Da cosa
l’hai capito?- gli chiesi sospirando.
- Bè, un po’
dal fatto che tu sia tutta sola per le strade di una città che non conosci, e
poi… bè, temevo che sarebbe successo. È per colpa di
Ketie, vero?-
Al suono di
quel nome sentii la rabbia montare dentro: se Robert mi aveva mentito, era solo
colpa sua.
Avevo visto
benissimo come gli si strusciava contro, la sera precedente.
Mi limitai ad
annuire.
- Come
immaginavo. Mi dispiace, è stato Marcus ad invitarla,
io non ne sapevo niente. Non so cosa sia successo tra te e Pattz, però…-
- Mi ha
mentito.- gli rivelai, tutto d’uno fiato: avevo
bisogno di sfogarmi con qualcuno.
- Su che
cosa?-
- Oggi
pomeriggio. Mi ha detto che l’aveva chiamato Stephanie, io invece avevo visto
il nome di Ketie sul display.-
Lo sentii
sospirare, forse alla ricerca delle parole giuste per consolarmi; ci sarebbe
riuscito?
- Robert è un
idiota.- esclamò dopo alcuni secondi di silenzio, guadagnandosi un’occhiata
interrogativa da parte mia; così non aiutava nessuno dei due.
- Non mi
guardare con quella faccia, è una cosa risaputa. Pattz è un idiota quando ci si
mette e lo resterà per tutta la vita. Ma ti ama, lo
so. E se ti ha mentito l’ha fatto per una buona causa.
Lo conosco troppo bene.-
Non seppi cosa
ribattere; forse Tom aveva ragione, in fondo era il suo migliore amico,chi lo conosceva
meglio di lui?
- Ora devo
scappare, ma riflettici ok? Sono sicuro che adesso si sente
una merda.- aggiunse il ragazzo, alzandosi in piedi, mentre io mi limitavo ad
annuire.
- E promettimi
anche di tornare a casa. Londra non è quella città così sicura di cui parlano.-
Mi fece un
cenno di saluto e si allontanò, lasciandomi di nuovo sola con i miei pensieri.
* * *
Erano già le 10 passate ed Elettra non era ancora tornata.
Lanciai
un’altra rapida occhiata all’orologio, prima di passarmi ancora un volta la mano tra i capelli; non mi ero mosso di un
millimetro da quando era uscita di casa, ma ora cominciavo a preoccuparmi.
- Sei un
idiota, Robert.- dissi ad alta voce imprecando contro me stesso, mentre
finalmente mi alzavo ed uscivo a cercarla.
Avevo
sbagliato, lo sapevo, ma il mio stupido orgoglio mi aveva impedito di darle
ragione, di spiegarle come stavano realmente le cose.
L’avevo
attaccata, senza neanche cercare di capire cosa volesse dirmi lei.
Ero un
inguaribile idiota, Tom me lo diceva sempre.
Appena misi
piede sul marciapiede davanti al mio appartamento, voltai la testa a destra e a
sinistra: e ora dove l’andavo a cercare?
Londra era
enorme, mi ci sarebbe voluta tutta la notte.
Optai
per andare verso
sinistra, verso il centro della città, sperando che non si fosse rintanata in
qualche vicolo buio.
Guardai dentro
le vetrine di ogni negozio che incontravo, dentro le finestre di tutti i bar e
locali che si presentavano sul mio cammino, ma non c’era traccia di lei.
Infine giunsi
davanti a Westminster Abbey, senza avere idea di dove altro cercarla.
Alzai gli
occhi verso l’alto, quando il mio sguardo fu attratto dall’imponente figura del
Big Ben che si stagliava contro il cielo scuro, l’orologio incredibilmente
luminoso, e un ricordo improvviso mi balenò in mente.
“Adoro il Big Ben. Ma
sai cosa mi piace di più? Il Tamigi di notte dal ponte; mi piace tantissimo
guardare il London Eye illuminato e dietro la torre
del Parlamento con il suo immenso orologio. Vorrei vivere a Londra solo per poter restare in quel posto ore ed ore.”
Me l’aveva
confidato Elettra in aeroporto, poche ore prima di partire per la capitale
inglese: sapevo che era già stata nella mia città natale, ma non immaginavo le
piacesse così tanto.
Senza esitare
oltre mi diressi correndo verso il ponte di Westminster, sicuro di trovarla lì.
E fu proprio
ciò che accadde: mi voltava le spalle, intenta a guardare le barche illuminate
che navigavano lungo il fiume, il London Eye che si
stagliava contro il cielo le faceva da sfondo.
Mi avvicinai ad Elettra senza fare rumore, ma ero sicuro che si fosse
accorta della mia presenza.
- Ero sicura
che ti saresti ricordato di quello che ti avevo detto.-
mi disse infatti, senza tuttavia voltarsi.
- A dire il
vero ho girato mezza Londra prima di ricordarmene.-
Si voltò verso
di me con espressione indecifrabile.
- Ele, mi
dispiace, io… non volevo mentirti, è solo che… avevo… avevo paura di farti
soffrire. Lo so che non è una scusa, e forse ho soltanto peggiorato le cose,
perché ti ho fatta soffrire in ogni caso e…-
Mi zittì con
un dito sulle labbra, impedendomi di andare avanti, ed
incatenando i suoi occhi ai miei.
- Parli un po’
troppo quando sei nervoso.- mi fece notare sorridendomi, e togliendo il dito
dalla mia bocca.
- È uno dei
miei tanti difetti.- le concessi, rispondendo al sorriso.
Non riuscii
più a resistere all’impulso di abbracciarla e la strinsi a me, affondando il
viso nei suoi capelli profumati.
- Mi perdoni?-
le chiesi poi, senza allontanarmi.
- Tutti
facciamo i nostri errori, Rob, e sono convinta che non si debba rovinare una
storia come la nostra per i capricci di una ex. È solo
la prima delle tante difficoltà di coppia che dovremo affrontare, quindi non
possiamo mostrarci deboli fin da subito, non credi?-
L’unica cosa
che riuscii a rispondere fu quella di posare le labbra su quelle morbide di lei
e baciarla, facendo danzare insieme le nostre lingue.
- Tom aveva
ragione.- disse poi ridendo, quando mi allontanai dal suo viso.
- Tom?-
chiesi, senza capire.
- Sì, l’ho
incontrato poco fa. Mi sono sfogata un po’ con lui.-
- E cosa ti
avrebbe detto?- le domandai sollevando un sopracciglio: quando c’era di mezzo il mio migliore amico non c’era mai da stare
tranquilli.
- Che sei un
idiota. Ma che mi ami.- mi rispose, con gli occhi che
brillavano.
- Una volta
tanto ha detto qualcosa di giusto.- commentai io
facendola ridere, e riavvicinandomi per baciarla di nuovo.
- Ti amo.- le dissi poi, guardandola fissa nei suoi occhi
azzurri.
- Ti amo anche
io.- mi rispose lei, mettendosi in punta di piedi e
sfiorandomi le labbra con un lieve bacio.
- Torniamo a
casa?-
Lei si limitò
ad annuire, così tornammo verso il mio appartamento, dopo aver lanciato un
ultimo sguardo alla ruota panoramica.
* * *
Finalmente
tornammo a casa; era stata una giornata lunga e difficile, e mai come in quel
momento ero felice di avere un tetto sopra la testa.
Mi tolsi i
sandali per la seconda volta in quella sera e mi diressi in cucina a prendere
un bicchiere d’acqua.
Sentii Robert
abbracciarmi da dietro e baciarmi il collo, in modo molto provocatorio.
- Rob, che
fai?- chiesi io, divertita.
- Ho voglia di
te.- mi soffiò all’orecchio, facendomi rabbrividire.
Sapevo cosa
voleva dire: era arrivato il momento di rompere il nostro patto.
E io non chiedevo niente di meglio.
Mi voltai
verso di lui unendo le nostre labbra, mentre sentivo le mani di Robert
percorrere in miei fianchi con desiderio.
Lo spinsi
velocemente fuori dalla cucina, mentre gli sbottonavo la camicia e una volta
varcata la soglia, lui mi sollevò, trasportandomi rapidamente verso la camera da letto.
Mi adagiò sul
materasso, mentre il suo indumento cadeva a terra, lasciando scoperti gli
addominali scolpiti, e subito seguito dalla mia maglietta.
Continuò a
baciarmi il collo, mentre mi accarezzava la schiena: sentivo che mi voleva,
esattamente tanto quanto io volevo lui.
Fece scorrere
la sua mano destra sulla mia gamba, fino ad arrivare all’orlo della gonna,
lasciando trasparire quell’attesa che voleva diventasse eccitante.
E riuscì
perfettamente nel suo intento, perché un gemito di beatitudine uscì dalla mia
bocca.
Mi rubò ancora
una volta le labbra in un bacio che di casto non aveva proprio niente, mentre
anche la mia gonna e i suoi jeans raggiungevano i vestiti già presenti sul
pavimento.
Sentivo la sua
eccitazione premere contro il mio interno coscia, cosa
che aumentò ancora di più la mia voglia di sentirlo.
Non ci volle
molto prima che anche la biancheria intima venisse
eliminata, lasciandoci vulnerabili agli occhi l’una dell’altro.
Lo vidi
passare lo sguardo su tutto il mio corpo, mentre le mie guance si tingevano di
rosso: non era la mia prima volta, ma il suo sguardo mi metteva in soggezione e
vedermi osservata in quel modo mi faceva sentire in
imbarazzo.
- Sei
bellissima.- mi disse lui, baciandomi le guance imporporate, come a voler
cancellare quel colore così accesso.
Mi posò un
bacio leggero sulle labbra, poi incatenò il suo sguardo al mio: ed entrò in me.
Le sensazioni
che si susseguirono nel mio cuore furono infinte; paura di perdere la cosa più
importante che avevo, felicità nell’essere amata in quel modo da una persona
così speciale, beatitudine nel riuscire a toccare il cielo con un dito solo
grazie alla sua presenza.
Non staccò i
suoi occhi azzurri dai miei neanche per un secondo, fino a quando entrambi non raggiungemmo l’apice del piacere.
Solo allora si
chinò su di me per regalarmi un altro bacio dolcissimo.
- So che te
l’ho già detto, ma… non mi stancherò mai di dirtelo. Ti
amo.- mi disse ancora un volta.
- Anche io.- ricambiai, sorridendogli.
Non passò
molto tempo prima che Morfeo ci accogliesse tra le sue braccia, ancora nudi e
soddisfatti.
Lo so, lo so, lo so, sono sparita per quasi un mese, ma cercate di
capirmi: ho avuto un mese infernale con tutti questi esami. ç_ç
Però penso di
essermi fatta perdonare, no??
Finalmente il
capitolo che tutte aspettavate; ROB ED ELETTRA HANNO ROTTO IL LORO PATTO!!!!! >.<
Spero che la
mia “descrizione” sia stata soddisfacente.
Non volevo che
fosse troppo spinta, anche perché il reating è arancione, per cui.
Però penso lo sia abbastanza da lasciare
libero sfogo all’immaginazione.
O sbaglio??;)
Bè, che dire…
l’estate è finita (da parecchio anche! -.-) e tra un
po’ si torna alla vita quotidiana con l’università (qualcuno ci
è già tornata con la scuola)….
Quindi non ci
resta che dire… QUANDO ARRIVA IL NATALE???? XDXD
Zizzicullen: verissimoooooo!!V.V infatti Elettra l’ha beccato subito, ma lui ha
trovato il modo per farsi perdonare. Non credi? ;) un
bacionee
Elly4ever: grazieeeee!!
Sono contenta che la mia storia ti piaccia. Eh, già, qui Rob ha fatto il
birbantello. V.V però dai, una storia senza un po’ di
pepe, che storia d’amore è? ;) per fortuna hanno fatto
pace alla svelta. Continua a seguirmi… un bacioneeee!!!
Lyla_: amoreeeeeeeeeeeeeeee!! Cavolo,
è una vita che non ci sentiamo. Ma con sti esami sono stata un
sacco impegnata. ç_ç come stai??? E tu con gli
esami?? Veroooo, le ex sono sempre poco affidabili.
-.- Xò come vedi sono riusciti a risolvere alla
svelta. Anche con il provvidenziale aiuto del nostro Tom. ;)
Lo so che mi avevi chiesto di non farti aspettare troppo, ma capiscimi… ç_ç esami
del cacchio! -.- ti adoroooooo un bacioneeee!!!
Eldariel: Ehi, una nuova lettrice, che bello!! ^^ Sono contenta che la mia storia ti piaccia. Appena riesco vado a dare un’occhiata alla tua, promesso. un bacio!!!