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Lista capitoli: Capitolo 1: *** La Principessa e il Cavaliere *** Capitolo 2: *** Il coraggio di amare *** Capitolo 3: *** Passione e Follia *** Capitolo 4: *** Sole e Ghiaccio *** Capitolo 5: *** Il principe e la serva *** Capitolo 6: *** Amore o Passione? Questo è il dilemma ***
Salve
a tutti, signori e signore, e benvenuti alla celebrazione dell’Amore.
Mi
presento, io sono il Cantastorie e vi narrerò diverse storie.
Storie
che parlano d’amore. E tutto ciò che lo riguarda.
Questa prima storia parla di un tradimento.
Un
cuore spezzato.
Un
incidente forse evitabile.
La
luce che si spegne da due occhi innocenti.
Volete
sentire una favola?
La
storia di una principessa dal cuore ferito
E
del giovane che le donò l’amore che meritava.
Buona
lettura.
La principessa
e il Cavaliere
Era una giornata piovosa, insolito in quella
stagione. Solitamente d ’estate quasi tutti i giorni il sole picchiava forte
sulle teste della gente, riscaldava ogni cosa, anche i cuori a volte.
Ma quel giorno no… Anche il cielo piangeva per
il cuore ferito e la luce che si era spenta nei candidi e innocenti occhi
nocciola di una persona tradita.
Giaceva ancora sul quel letto, pochi giorni
erano trascorsi dal terribile incidente che l’aveva coinvolta.
I capelli castani ricadevano dolcemente sul
cucino, l ’abbondante bendatura agli occhi le copriva gran parte del viso, ma
lasciava scoperti il piccolo naso e le labbra rosee e sottili.
Il viso liscio e delicato e il corpo piccolo,
magro ma tonico, nascosto sotto le coperte di quel piccolo letto d ’ospedale
erano la prova che si trattava di una giovane molto bella.
Il continuo suono dell ’elettrocardiogramma
riecheggiava senza sosta in questa stanza bianca e spoglia.
Forse è il caso di tornare a qualche giorno fa,
non credete? Ora vi racconterò che cosa ha causato quest’immagine così triste.
Cosa provoca il dolore?
Cosa
può spezzare un fragile cuore in tanti frammenti?
Frammenti,
che si spargono come vetro insignificante su una superficie morta.
L’amore
acceca come una luce abbagliante.
Il
tradimento ferisce come un pugnale nel cuore.
E’ una festa di compleanno, in un’enorme villa
dall’aspetto gotico e misterioso.
Una ragazza chiacchiera allegramente con le amiche: ha i
capelli castani, corti e sbarazzini, gli occhi blu come la notte, un viso
liscio e perfetto e un corpo tonico e atletico… Una vera bellezza. Ma non vi è
solo quello: il suo carattere è dolce, gentile, ma grintoso quando serve.
Ha solo un unico
difetto: è troppo innamorata.
Un ragazzo dai capelli
argentei e gli occhi ametista le si avvicina, posandole una mano sulla spalla e
sorridendole.
“Ehi Sara, come va?”
Sara… E’ il nome della giovane protagonista di questa
storia, signori.
Bel nome, non trovate?
“Tutto bene, Kei.
Grazie per avermi invitata, la tua festa è fantastica!”
“Sei la mia migliore
amica, non potevi mancare ai miei vent’anni.”
“Non potevo perdermi il
tuo precario invecchiamento, vorrai dire!”
Eccoli qui, signori:
due migliori amici, uniti da un’amicizia unica e potente.
Almeno per quanto
riguarda Lei.
Lui invece è da molto
tempo che sente qualcosa di diverso, un sentimento forte e devastante.
Un sentimento chiamato
Amore.
Ma non può confessarlo:
lei è già impegnata e molto innamorata, ma purtroppo della persona sbagliata.
“Dov’è Boris? Lo hai
visto per caso? È mezz’ora che lo cerco.”- domanda dolcemente la giovane
all’amico, che non sa cosa risponderle. Lui sa dov’è andato e vorrebbe tanto
confessarlo alla ragazza, ma ha paura della sua reazione.
Lui sa che Boris la
tradisce ogni volta che ne ha occasione.
Ne è al corrente perché
una volta lo ha visto senza farsi vedere e da quel momento ha cominciato a
disprezzare l’amico che non sa di avere accanto la cosa più bella che si possa
desiderare.
“No, mi dispiace.
Anch’io lo cerco, tra poco si taglia la torta.”
“Quell’impiastro, lo
vado a cercare, tu aspettaci ok?”- mormora dolcemente Sara, allontanandosi,
cercando il fidanzato.
Chiede ad un paio di
persone, quando le dicono che è salito al piano di sopra. La giovane si
avventura, cercando Boris in ogni stanza, anche nel bagno, quando alla fine
arriva ad una porta. Da dietro essa provengono gemiti e sospiri, incitamenti a
non fermarsi…
Non vorrebbe aprire,
potrebbe essere chiunque, ma quando sente la voce femminile urlare il nome di
Boris apre di scatto la porta, trovandosi davanti ad una scena che le spezza il
cuore in mille pezzi…
Boris, il suo Boris, in
quel letto, sopra una ragazza bionda completamente nudo, come la ragazza. Il
giovane appena la vede alza il volto di scatto e la fissa: è come se non gli importasse
di essere stato scoperto, anzi la cosa sembra compiacerlo.
“Ciao piccola, ci hai
messo meno di quanto pensassi.”
“Boris… Perché?”- gli
occhi di Sara sono un fiume di lacrime, ormai. Il suo cuore è spezzato, ridotto
in mille pezzi da quell’essere insensibile che lo ha preso tra le mani e lo ha
dilaniato, schiacciandolo sotto i piedi.
“Che ti aspettavi? Che
restassi fermo mentre ti vedevo fare gli occhi dolci ad Hiwatari tutto il
tempo? Io sono fatto così, se non ti sta bene puoi anche chiudere la porta.”-
un sorriso malvagio sul volto di Boris, mentre il viso della giovane è ormai
inondato dalle lacrime che senza sosta escono dai suoi occhi.
“Sei un bastardo!! Io
ti amavo, vai all’inferno!”- Sara sbatte la porta con violenza, riscendendo poi
le scale velocemente e tornando nel grande salone, attirando su di se
l’attenzione degli invitati.
Kei la vede correre
verso l’uscita e si avvicina subito a lei, prendendola per un braccio e
incrociando il suo viso: puro dolore si legge in quel volto bello come il sole
e la disperazione nei suoi occhi nocciola fanno fermare il cuore di Kei per un
solo breve attimo.
“Sara, che cosa è
successo?”
“Chiedilo a Boris! Sarà
felice di risponderti, dopo che ha finito di scoparsi quella troia che si è
portato di sopra!”- sul volto di Kei compare una nota di rabbia, mista a
dispiacere: forse ha sbagliato, doveva dirle subito la verità.
“Dimmi che non lo
sapevi… Ti prego.”
“Sara, io volevo
dirtelo, ma non volevo ferirti e temevo che non mi avresti creduto. Perdonami
piccola…”- Sara si sente ferita anche dal suo migliore amico: lui sapeva e non
le ha detto nulla. Il suo cuore ora è troppo insanguinato per accettare tante
cose tutte insieme, non ce la fa.
Senza più dire una
parola si districa dalla presa di Kei e corre verso l’uscita, il ragazzo la
segue chiamandola in continuazione ma lei non si volta.
Non vede nulla, non
sente nulla.
Nemmeno la macchina che
arriva a tutta velocità, colpendola in pieno e scaraventandola lontano.
A volte
l’inevitabile non può essere evitato?
Il destino può
essere scritto come possiamo crearcelo?
Ma si può
combatterlo?
Combattere il
Fato è giusto o sbagliato?
Forse il Destino
si deve semplicemente Viverlo.
Kei, inorridito, corre subito
da lei, mentre il resto degli invitati si precipita a vedere che cosa sta
succedendo. Il ragazzo si china su di lei, stando attento a non toccarla,
chiamando un ambulanza… Ha una brutta ferita alla testa e graffi su braccia e
gambe.
“Sara! Sara, ti prego
rispondimi! Apri gli occhi, ti supplico!”
“K… Kei…”- una flebile
voce esce da quelle labbra che tante volte gli hanno scaldato il cuore. Le
prende la mano, stando attento a non farle male.
“Si Sara, sono qui.
Resisti ti prego, l’ambulanza sta arrivando.”
“Non riesco… Non riesco
a vederti… E’ tutto buio qui…”- un lampo di terrore percorre gli occhi di Kei,
mentre arriva l’ambulanza. I paramedici caricano la ragazza e lui, con non
molta fatica, riesce a salire insieme a lei standole vicino.
Una volta arrivati
all’ospedale la giovane viene condotta in un’altra stanza, dove gli impediscono
di entrare. Kei prende il cellulare, chiamando il suo migliore amico: Yurij.
Non era presente alla
festa, perché impegnato con la sua fidanzata.
Lo implora di venire
subito, gli racconta a grandi linee che cosa è accaduto e l’amico lo rassicura
che saranno lì a momenti.
L’argenteo si siede su
una delle tante poltroncine della sala aspetto e attende…
Attende di rivedere la
sua amata Sara uscire da quella sala operatoria e tornare a sorridergli.
E nel frattempo
maledice Boris… Quell’essere senz’anima che l’ha ridotta in quello stato per la
sua libido.
Passano circa venti
minuti quando nell’edificio fanno capolino un ragazzo dai capelli rossi come il
fuoco e gli occhi azzurri come il ghiaccio, accompagnato da una ragazza dai
capelli biondi e gli occhi viola.
I due vedono Kei e lo
raggiungono, il rosso lo stringe forte conscio del fatto che l’amico sta
soffrendo molto… Lui conosce i veri sentimenti dell’argenteo e lo capisce meglio
di chiunque altro.
“Grazie di essere
venuti, ciao Chloe come stai?”- mormora, rivolgendosi alla bionda che lo cinge
in un delicato abbraccio. È la ragazza di Yurij, la sua fidanzata ufficiale,
sempre buona e gentile con lui.
I tre si siedono e Kei
comincia a raccontare loro ogni cosa: lo sguardo di Yurij è furente, non
perdonerà Boris, mai. Sara per lui è come una sorella, le vuole davvero bene e
sapere che adesso è in sala operatoria per colpa di quel ragazzo gli fa
ribollire il sangue.
“Immaginavo che sarebbe
successo, l’ho detto anche a Sara, ma non ha voluto sentire.”
“Cercate di capirla,
quando si è innamorati non si ascolta nessuno.”- cerca di confortarli Chloe,
abbracciata al suo ragazzo.
Kei li osserva: tante
volte avrebbe voluto dimostrare a Sara lo stesso affetto, lo stesso amore…
Tenerla stretta a se, sussurrarle quanto la ama e che mai al mondo l’avrebbe
lasciata.
Passano due ore quando
un medico si decide finalmente a dare qualche notizia ai ragazzi, trepidanti e
agitati per le condizioni della loro amica.
“Allora dottore, come
sta?”- domanda Kei al medico, non nascondendo la sua agitazione. Lo sguardo di
quest’ultimo non lascia presagire niente di buono…
“Ha qualche costola
rotta, dovrà stare qui almeno un paio di settimane, forse meno, ma…”
“Ma? Avanti, ci dica
tutto! Come sta Sara?”- Kei ormai sembra non essere più intenzionato ad
aspettare: vuole sapere e subito.
Yurij gli mette una
mano sulla spalla, facendolo calmare, mentre il medico cerca le parole adatte
per dire quella che ormai sarà una terribile realtà.
“Il grande trauma
cranico ha danneggiato il nervo ottico principale, causando una irrimediabile
lesione.”
“Quindi? Che cosa vuole
dire…?”
“La vostra amica ha perso l’uso della vista e le probabilità
che la recuperi sono quasi nulle.”- il cuore del giovane Kei manca di un
battito: Sara, la sua dolce Sara, non potrà più vedere.
Chloe piange tra le braccia di Yurij, che cerca di
trattenere le lacrime. Il medico dice loro che possono vederla, ma che ancora
non sa nulla… Kei si reca in camera dell’amica insieme alla coppia, cercando le
parole giuste per dire alla ragazza dei suoi sogni che non potrà più vedere per
il resto della sua vita.
I tre arrivano e aprono delicatamente la porta, trovandola
nel letto: la testa e gli occhi sono ricoperti da una grossa fasciatura, ha dei
cerotti sulle braccia e una flebo attaccata al braccio.
Kei le si avvicina lentamente, conscio del fatto che
quella responsabilità spetta a lui… Si siede sul bordo del letto, stando
attento a non farle male, e le mette la mano sulla sua.
Sara mugugna qualcosa, per poi afferrare quella mano calda
che la sta rincuorando…
“Mh… Kei, sei tu?”
“Si sono io, ciao Sara…”- il giovane le prende la mano e
ne bacia il dorso, stringendola. Yurij e Chloe si avvicinano, salutandola… Sara
racconta loro che ricorda solo di aver trovato Boris con un’altra, di essere
scappata e che poi ha dei ricordi sfocati.
Kei non sa cosa fare: deve dirle la verità, ma non sa in
che modo.
“Sara… Ora devi essere forte.”
“Mi stai spaventando, adesso. Che succede, Kei?”
“Dopo che sei uscita dalla villa una macchina ti ha
investito e hai battuto la testa… Questo fatto ha causato un danneggiamento del
nervo ottico.”
“Che… Che cosa vuol dire?”
“Sara… I medici dicono che non potrai mai più usare la
vista.”- il corpo della ragazza è scossi da violenti tremori, segno che la
notizia l’ha sconvolta…
“Sara, io…”
“Via…”
“Cosa?”
“Andate via, lasciatemi sola.”
“Ti prego, lascia che io…”
“VATTENE!!! LA COLPA E’ ANCHE TUA! SE SOLO MI AVESSI DETTO
LA VERITA’ ADESSO NON SAREI QUI!! VAI VIA, VATTENE!!”- la rabbia della giovane
sfocia in un pianto disperato, mentre Kei cerca di assimilare quanto la donna
dei suoi sogni ha appena detto: “è anche colpa tua”.
Sa che ha ragione, di avere anche lui la sua parte di
colpa, e non riesce a sopportarlo.
Con il cuore a pezzi Kei esce dalla stanza, fermato invano
da Yurij e, lasciando i due amici a prendersi cura della sua amata Sara.
‘Perdonami piccola Sara…”
Rabbia bruciante, che hai accecato il mio cuore.
Della vista sono stata privata, ma non dovrei poter vedere
col cuore?
Il mio cuore, che mi ha tradito.
O forse io ho voluto essere tradita da esso.
Ora lui va lontano da me.
E’ davvero ciò che desidero?
Da quel giorno il giovane argenteo
non fece più visita alla ragazza. Ormai era passata quasi una settimana e per
Sara stava arrivando il momento di tornare nel mondo esterno… Aveva paura e non
voleva farlo, il sapere che non poteva più vedere i suoi amici, il sole, il
cielo, le faceva troppo male.
‘Non voglio uscire nel mondo,
ho paura… Kei, vorrei tanto che tu fossi qui.’
Immersa nei suoi pensieri,
Sara sentì la porta aprirsi e come ogni giorno riconobbe la voce di Yurij.
“Ehi impiastro, come stai?”-
quel suo modo di chiamarla fintamente offensivo le strappa sempre un sorriso,
soprattutto in un momento come quello.
Da quasi una settimana
l’amico le faceva visita tutti i giorni portandole sempre qualcosa, dai
biscotti alla musica, e per lei era un grande sostegno averlo vicino.
“Ciao Yu, sto meglio, e tu?”
“Bene, oggi ho finito di
lavorare prima per cui ho pensato di passare in anticipo. Ti ho portato qualche
biscotto e il tuo I-pod aggiornato.”- disse tranquillo il giovane, mettendo a
posto le cose che aveva portato. Sara sorrise, mentre Yurij si sedeva accanto a
lei, prendendole la mano…
“Tra tre o quattro giorni mi
dimettono.”
“E non sei felice?”
“A che scopo? Tanto non potrò
più vedere dove andrò, cosa mangerò… Yurij, io non ce la faccio…”- Sara
cominciò a singhiozzare, mentre l ’amico si sedeva davanti a lei, accogliendola
in un caldo abbraccio.
Boris non si era nemmeno
fatto vivo dopo aver saputo dell ’accaduto, anzi quando gliel ’avevano detto
sembrava del tutto indifferente, tanto che Chloe aveva dovuto portarlo via a
forza per evitare che gli saltasse al collo.
E Kei… Da quel giorno non
aveva più messo piede in ospedale. Ci aveva parlato e il senso di colpa lo
stava divorando, tanto che non aveva più la forza di vedere Sara: la persona
che amava più di chiunque altro.
“Yu?”
“Dimmi.”
“Kei… Kei è mai venuto qui a
trovarmi?”
“No, mi dispiace.”- non aveva
senso mentirle, sapeva che il suo amico non lo voleva: sia lui che Sara
detestavano le menzogne.
La giovane chinò il capo,
triste… Era stata lei ad aggredirlo, a mandarlo via, dandogli una colpa che non
aveva.
Era stata solo capace di
scaricare su di lui tutta la rabbia e la delusione che provava in quel momento…
Ed ora il suo migliore amico non era accanto a lei.
A confortarla con le sue parole sempre
incoraggianti.
A rincuorarla come solo lui sapeva fare.
A darle la forza di cui aveva bisogno.
Non c’era… Ed era tutta colpa sua.
“E’ tutta colpa mia… Io
vorrei che lui fosse qui e invece… E tutto perché…”- Sara si lasciò andare ad
un pianto liberatorio tra le braccia di Yurij, che cercava di calmarla.
Se solo Kei avesse superato
il suo senso di colpa adesso tutto sarebbe a posto.
Una cosa legava quei due: la
testardaggine.
L’avrebbero mai superata?
Si sarebbero mai accorti di
non poter fare a meno l’uno dell’altra?
Tale era la domanda che in
quel momento albergava nel cuore del ragazzo, che continuava ad abbracciare la
persona più vicina ad una sorella che avesse.
Tu, che adesso non ci sei.
Mia è stata la colpa se ora non sei al mio fianco.
Perdona la mia stupidità.
Puoi farlo?
Vorrei stare tra le tue braccia.
Ho bisogno solo di Te.
Altro non mi serve.
Solo tu.
Ma nel frattempo anche
un’altra persona stava soffrendo…
Chiuso nella sua villa, Kei
stava cercando di non pensare a Sara, al male che, inconsciamente, le aveva
fatto.
Teneva il cellulare in mano,
il desiderio di chiamarla era forte… Voleva sapere come stava, come si sentiva,
se aveva bisogno di lui…
Ma perché farlo, se ora lo
odiava?
Era inutile piangere sul
latte versato, quel che era fatto non si poteva cambiare.
Un improvviso trillo lo
distolse dai suoi pensieri; era un messaggio di Chloe.
Ciao Kei, come stai? Senti, io sto
raggiungendo Yurij in ospedale, da Sara, sei sicuro di non voler venire? Fammi
sapere, un bacio.
P.s: Smetti di tormentarti, ha bisogno
di te. Ti voglio bene.
Chloe… Sempre così dolce e
gentile con lui, Yurij aveva vinto alla lotteria con lei. Tante volte li aveva
osservati, innamorati e felici, e li aveva invidiati…
Anche lui desiderava quelle attenzioni,
quegli sguardi pieni d’amore, quei baci dolci e piacevoli… E li desiderava
dall’unica persona che non lo vedeva, in tutti i sensi ormai.
No, scusami Chloe… Non me la sento
ancora, in fondo ha detto che non vuole vedermi e non voglio farla stare male.
Salutami Yurij e dille… Non lo so… Che le voglio bene. Un bacio anche a te.
Scrisse quel messaggio in
fretta, tornando poi ad osservare il soffitto, come se potesse dargli una
risposta al suo turbamento.
Tante volte aveva cercato di
non pensarci… Ma senza risultato: i suoi pensieri correvano sempre a quel
momento.
Non trovate che questo
giovane sia un vero testone?
Orgoglioso, certo, darebbe l
’anima per il suo orgoglio.
Alle volte più freddo dei
ghiacci del Polo Nord.
Scorbutico e tende a rendersi
anche antipatico.
Ma che sa essere un ottimo
amico e un grande sostegno quando serve.
Ed è Innamorato.
Ma può l’amore essere più
forte dell’orgoglio e soprattutto della paura?
Il campanello cominciò a
suonare alla sua porta, svogliatamente si alzò e andò ad aprire, trovandosi
davanti l’ultima persona che avrebbe voluto vedere…
“Boris…”
“Salve Hiwatari, sto cercando
Sara.”
“E’ ancora in ospedale e
comunque perché la cerchi qui? Non vuole vederti.”
“Devo farmi ridare le mie
cose ed io le ho portato le sue cianfrusaglie inutili.”- disse apatico il
ragazzo, porgendo a Kei una piccola scatola con dentro molte cose.
L’argenteo fissò Boris con
rabbia: la voglia di riempirlo di botte era forte, ma non voleva sporcarsi le
mani.
“Sei un benemerito bastardo…
Sara non potrà più vedere per colpa tua e tu ti atteggi come se non centrassi
nulla! Mi fai solo schifo…”
“Pensa quel cazzo che ti
pare, Hiwatari, ma ero stanco di vedere la mia donna sbavare intorno a te e mi
sono divertito prima che lo facesse lei.”
“Che cazzo stai dicendo?! Lei
ti amava!”
Kei era furente: lui sapeva
meglio degli altri quanto Sara fosse innamorata di quel bastardo che non
meritava nemmeno una briciola dell ’amore della ragazza, e adesso si permetteva
di comportarsi in quel modo.
“Forse è vero, ma ciò non
toglie che io sono sempre stato al secondo posto rispetto a te. E se sei tanto
imbecille da non essertene accorto è un problema tuo, dalle queste cose e dille
che per quanto mi riguarda non mi farò più vivo. Addio Hiwatari.”- Boris porse
la scatola a Kei, salendo poi a bordo della sua macchina e partendo a tutta
velocità.
Kei lo vide andare via,
chiedendosi come aveva fatto a trattenersi dal rovinargli quella faccia del
cazzo!
Chiedo scusa, sono un
Cantastorie e non dovrei dire tali volgarità.
Vi chiedo perdono signori, ma
ora torniamo al nostro Kei.
Il giovane si sedette sul
divano, mettendo la scatola sulle sue gambe e cominciando a rovistare tra le
cose che quel bastardo di Boris aveva riportato a Sara.
Vi erano delle foto di loro
due insieme, nel loro primo periodo. Le cose tra loro andavano bene in
principio, ma poi ci fu il primo tradimento da parte di Boris e naturalmente
Sara era sempre stata all ’oscuro di tutto.
La sua attenzione però si
spostò su un piccolo quaderno, semplice, con un gattino col cappello stampato
sopra.
Kei lo aprì e riconobbe la
calligrafia di Sara, delicata e sempre corretta, come solo lei sapevafare.
C’era scritto un po’ di
tutto, dalle frasi dolci a quelle tristi, un po’ come poesie.
Ma una in particolare rapì il
giovane argenteo…
Se nel cuore non posso tenerti
Vorrei averti sempre al mio fianco.
Tu, amico sincero, che tanto amore mi dai
Potrò mai un giorno dimostrarti quanto vali per me?
Riuscirò mai a dirtelo?
Il coraggio vorrei trovare
Anche solo per dirti che per me sei importante.
Come i fiori hanno bisogno del Sole
Io ho bisogno di Te.
Al mio
migliore amico.
Il cuore di Kei perse qualche
battito: che fossero davvero riferite a lui quelle parole?
Tale domanda non faceva che
passare per la testa di quel giovane innamorato per troppo tempo nascosto
nell’ombra.
Sara non aveva un secondo
migliore amico, di regola quel posto era sempre stato suo da quando aveva
memoria… Perché non gli aveva mai detto niente?
C’era solo un modo per saperlo…
Era rischioso, ma cosa importava?
Si alzò, posando la scatola
sul divano, prendendo il quaderno e mettendosi la sua giacca di pelle nera. Si
avviò verso il garage, prendendo la sua moto, mettendosi il casco, e partendo
alla volta dell ’ospedale. Ci mise meno di dieci minuti ad arrivare; avrete
capito che al nostro prode cavaliere piace la velocità.
Entrò nell ’edificio,
correndo verso il padiglione dov’era ricoverata Sara, non curandosi degli
sguardi curiosi che gli lanciavano alcuni. Una volta arrivato si avvicinò alla
stanza dove si trovava la sua migliore amica. Il passo era lento, come se
agognasse quel momento tanto atteso quanto temuto… Stava facendo la cosa
giusta? Era davvero convinto di voler sapere i veri sentimenti di Sara per lui?
E se invece si sbagliasse? Se quelle parole trasmettessero solo l’amicizia
vista dal punto di vista della ragazza? Troppe domande e non era da lui farsi
tante domande, ve lo assicuro!
Ma una cosa la sapeva: era
ora di smettere di avere paura.
Lui l ’amava, da sempre, e
non era di certo una cosa brutta, non trovate?
Raccogliendo tutto il
coraggio che possedeva, bussò alla porta, sentendo un flebile e dolce “avanti”.
Aprì la porta, lentamente,
trovandola nel suo letto, intenta a mangiare qualche biscotto, sicuramente dono
di Yurij.
Era molto grato all ’amico di
essersi preso cura di lei in quei giorni per loro difficili e lo avrebbe
ringraziato a dovere.
“Ciao Sara, sono Kei.”
“Lo so, ho riconosciuto il
tuo profumo…”- Kei sorrise debolmente: stava già cominciando ad affinare il
suoi sensi, era veramente brava.
“Che fai? Vuoi restare lì
immobile? Vieni qui, ho bisogno di parlarti.”
“Anch’io.”- rispose il
giovane, sedendosi sul bordo del letto, e accarezzandole lievemente la mano.
Sara posò la sua su quella di Kei, accarezzandola… I corpi di entrambi
sembravano solo volersi sfiorare.
“Comincia prima tu, allora.”-
mormorò Sara con un sorriso, mentre Kei prendeva il quaderno e cominciava a
leggere quelle parole…
“Se nel cuore non posso tenerti
Vorrei averti sempre al mio fianco.
Tu, amico sincero, che tanto amore mi dai
Potrò mai un giorno dimostrarti quanto vali per
me?
Riuscirò mai a dirtelo?
Il coraggio vorrei trovare
Anche solo per dirti che per me sei importante.
Come i fiori hanno bisogno del Sole
Io ho bisogno di Te.”
Sara sentì il cuore
accelerare: come aveva saputo di quello scritto? Solo lei era a conoscenza di
quelle parole, di quei pensieri, li aveva scritti nel piccolo quaderno che era
rimasto a casa di Boris. Allungò la mano e sentì il medesimo oggetto tra le
mani di Kei: di sicuro il suo ex aveva fatto piazza pulita delle sue cose e le
aveva consegnate a lui.
“Questo… Te lo ha riportato
Boris?”
“Si, insieme ad altre cose
che ti appartengono. Sara, so di essere stato scorretto a leggerlo, ma devo
saperlo: cosa provi per me? Sono davvero il tuo migliore amico? O qualcosa di
più? O anche di meno?”
“Di meno?! No, quello
assolutamente no. Tu… Tu sei tutto.”
“Tutto? Spiegati, per
favore.”- la piccola Sara si grattò la nuca e si morse un labbro, cercando le
parole giuste per rivelare quella verità che ha tanto negato anche a se stessa.
Kei era una persona unica.
Il suo più grande sostegno.
Il suo più fedele confidente.
Il suo migliore amico.
Ma perché quando non c’era gli mancava? Perché
il suo cuore improvvisamente aumentava i battiti quando le sue perle blu
incontravano quelle meravigliose gemme ametista? Perché sentiva di avere sempre
bisogno di lui? Di averlo accanto, che l ’abbracciasse e la confortasse.
La risposta era una sola: era Innamorata.
Innamorata del suo migliore amico.
Innamorata di quel ragazzo che per primo le
aveva dimostrato affetto.
Innamorata di quel giovane ghiacciolo che si
scioglieva solo con lei.
“Kei, tu sei nel mio cuore, questo lo sai… E’
soltanto che adesso…”
“Lo so che hai paura di soffrire di nuovo, ma
lascia che ti dica una cosa: potrai essere tradita e innamorarti di un altro,
soffrire e soffrire ancora, fino a quando non ti accorgerai di me. Ma qualunque
cosa accada ci sarà sempre una persona che non vorrà mai il tuo dolore: sono
io, Sara.”
Il cuore della giovane principessa batteva
forte… Talmente forte che anche l ’elettrocardiogramma stava per andare in
corto, strappando una risata a Kei.
Una risata che la giovane trovò angelica e
sublime…
Lui aveva ragione: molte persone aveva avuto al
suo fianco, ma solo una non era mai stata capace di farla soffrire ed era
proprio Kei.
E tutto questo doveva significare una sola
cosa: lui l ’amava.
Di un amore pure e sincero, in qualunque forma
lo si volesse vedere.
“Kei… Faresti qualcosa per me?”
“Tutto quello che vuoi.”
“Baciami… Dimostrami che ciò che hai detto è
vero. Baciami…”
Senza pensarci oltre e con un sorriso
impercettibile sulle labbra, il giovane cavaliere prese il volto della sua
principessa tra le mani, stando attendo a non farle male, e unì le loro labbra
in un dolce ma appassionato bacio.
Che
cos’è un bacio?
Un giovane poeta scrisse che era un apostrofo rosa tra le parole “T’amo”
Altri
dicono che è solo una sensazione, niente di importante.
Quanto
si sbagliano.
Un
bacio è un tocco.
Un
bacio è una carezza.
Un bacio è un semplice
e puro simbolo d’Amore.
Era come se non volessero più staccarsi l ’uno dall
’altra, ma d ’altra parte dovevano tornare a respirare e furono costretti a
separarsi…
Kei sorrideva con il cuore colmo di felicità,
quando però la sentì tremare.
“Cosa c’è, piccola? Stai male?”
“No, tranquillo, anzi sono così felice… Ma vuoi
davvero stare con una ragazza cieca?”- in cuor suo Kei si aspettava una domanda
del genere. In fondo poteva capire la sua paura: non tutti volevano una ragazza
cieca accanto, ma non era il suo caso.
Perché semplicemente si trattava di Lei.
Le prese la mano, intrecciandola con la sua
molto più grande e le parlò rassicurante.
“Sara, ti amavo quando vedevi e ti amo adesso
che non vedi più. Io amo il tuo cuore, la tua anima, non i tuoi occhi in sé.
Amavo il tuo sguardo e continuerò ad amarlo, ne sono sicuro, ma io amo ciò che
sei, capisci?”
“Sei sicuro?”
“Assolutamente. Permettimi di stare al tuo
fianco, di renderti felice… Non desidero altro che prendermi cura di te, mia
piccola Sara.”
Ormai la giovane aveva capito: nessuno al mondo
l ’amerà mai come quello che è e sempre sarebbe stato il suo migliore amico.
E
che ora era la sua metà.
La
sua anima gemella.
Il
suo mondo.
“Va bene Kei, prenditi cura di me e amami… Se
lo vuoi.”
“Non desidero altro.”- Kei la cinse in un dolce
abbraccio mentre, da uno spiraglio della porta, qualcuno dai capelli rossi
aveva assistito a tutta la scena, con un sorrisetto furbo disegnato sul viso.
Mio
cavaliere finalmente sei giunto.
Tra
le tue forti braccia voglio trovare conforto.
Dalle
tue calde labbra voglio sentire il tuo amore.
Dal
battito del tuo cuore voglio trovare la Vita.
I tre giorni trascorsero in fretta e Sara fu
dimessa dall ’ospedale. Chloe le regalò un paio di occhiali da sole per
nascondere i suoi occhi ormai senza luce e mentre scendeva i gradini,
orientandosi col bastone bianco datole dal medico, chiuse inconsciamente gli
occhi:
Il sole le carezzava il viso, ne avvertiva il
calore.
Il vento le scompigliava i capelli, ne sentiva
la forza.
La primavera era giunta, l ’odore dei fiori le
inebriava le narici.
Ormai Boris e il suo tradimento erano solo un
ricordo, doloroso, ma solo un semplice ricordo di una vita dimenticata.
Ora aveva accanto il suo vero cavaliere, colui
che l ’avrebbe sempre protetta.
“Amore scusa il ritardo! Ma i traslocatori
hanno finito ora di prendere le tue cose e portarle a casa mia.”
“Non preoccuparti Kei, mi sono goduta l ’aria
primaverile nel frattempo. Senti, mi porti al parco prima di andare a casa?”-
Kei sorrise: non era giusto rinchiuderla subito nel suo castello, doveva prima
godersi l ’aria sprezzante della primavera.
La prese in braccio, strappandole un allegra
risata e portandola in macchina.
“Tutto quello che desidera, mia principessa.”
“Grazie, mio cavaliere.”
Scherzavano e ridevano come potevano fare due
bambini.
Innamorati e felice.
Un cavaliere e una principessa.
Che niente e nessuno avrebbe mai separato.
Nemmeno l ’Ombra negli occhi di lei.
Anime gemelle.
Unite dal filo rosso del destino.
*The
End*
E così si conclude questa prima favola, signori.
Un favola di tradimento e sofferenza, certo. Ma
anche d’amore.
Un amore unico e indissolubile. Capace di
resistere all’avversità più oscura.
Nato dall’amicizia, fortificato dal Tempo.
Un Cavaliere e una Principessa.
Ed io, il Cantastorie, ho deciso di narrarvela.
Perché?
Perché io credo fermamente nell’Amore.
Credeteci anche voi.
Sicuramente vi chiederete perché ho sempre
chiamato Sara “principessa”. Ebbene il suo nome significa proprio questo.
Spero che
questa storia sia arrivata al vostro cuore come al mio e che mi farete sapere
cosa ne pensate.
Un Cantastorie accetta opinioni, consigli,
critiche, tutto quanto.
E per deliziare i vostri occhi, ecco a voi Sara e
Chloe.
Ben ritrovati, signori e signore, è sempre in Cantastorie che vi parla
Salve,
signori e signore,
sono
sempre il Cantastorie pronto a narrarvi una nuova favola d’amore
Questa
storia parla di una giovane col cuore segnato da una grave perdita.
E
del ragazzo dagli occhi di ghiaccio e il cuore anch’egli ferito che la salvò.
Il
dolore nel perdere un amore.
La
speranza nel ritrovarlo.
Il
coraggio di viverlo.
Buona
lettura miei gentili spettatori, spero che sia di vostro gradimento.
Il coraggio di
amare
Era passato un anno… Un anno esatto da quando aveva
perso il suo amore, la sua vita.
Uno
stupido incidente glielo aveva portato via, per sempre.
Osservando
una fotografia, una giovane dal cuore infranto lottava contro le lacrime che
premevano per uscire dai suoi occhi blu.
I
capelli castani tenuti in ordine alla meno peggio da un fermaglio, il bel viso
segnato dalla stanchezza e le labbra rosee contratte in una smorfia di dolore.
Una
giovane molto tormentata sapete?
Tormentata
da un senso di colpa terribile.
Dal
dolore di aver perso la persona amata.
Osservò
le valigie e i vari scatoloni nella sua stanza: quel giorno stesso lei e suo
padre si sarebbero trasferiti a causa del lavoro di quest’ultimo e lei avrebbe
iniziato il primo anno di università.
Forse
cambiare aria le avrebbe fatto bene, così le aveva detto suo padre preoccupato
per lei.
Ma
sentiva che non era vero: lei non avrebbe mai dimenticato e non avrebbe mai
smesso di amarlo.
Non
avrebbe mai scordato i suoi occhi ametista guardarla con amore.
Nemmeno
i suoi capelli argentei.
Così
come il suo viso perfetto e il fisico scolpito, le sue grandi e forti braccia
che la cingevano con amore tutte le volte.
Forse
è il caso che vi racconti cosa turba questa giovane…
Il
suo fidanzato, Kei Hiwatari, morì un anno fa.
Un
incidente in moto, mentre cercava di evitare un bambino che attraversava con il
rosso ed è finito sotto un camion.
La
stessa sera in cui avrebbe dovuto vedersi con lei… Era in ritardo e correva
molto forte.
Fece
appena in tempo ad evitare quel piccolo incosciente che, proprio quella sera,
aveva pensato di attraversare con il semaforo rosso.
I
medici le dissero che non aveva sofferto: era morto sul colpo.
La
giovane, per mesi, non mangiò, né uscì di casa… Non voleva parlare con nessuno,
né vedere qualcuno, era come se il mondo intorno a lei non esistesse.
Passò
circa otto mesi così, quando il padre le diede la notizia che presto avrebbero
dovuto cambiare città a causa del suo lavoro.
Ed
ora era lì, pronta a partire per chissà quale destinazione…
Prese
la foto, una delle poche che li ritraevano insieme, a lui non piaceva molto
essere fotografato.
Erano
loro due, davanti alla sua bella villa, abbracciati… Una lacrima le solcò il
viso, quando sentì bussare alla porta e vide suo padre entrare.
“Tesoro,
è ora di andare.”- le disse amorevolmente il genitore, strappandole un mezzo
sorriso.
Suo
padre era sempre molto gentile con lei.
L’aveva
allevata da solo dopo che la madre era scomparsa, dandola alla luce.
Non
l ’aveva mai picchiata e a stento la sgridava, a parte quando davvero lo
meritava.
Un
buon padre con un unico difetto: lavorava troppo.
Era
un avvocato molto bravo e il suo studio si stava trasferendo in una nuova città
e di conseguenza era costretto ad andare via.
Ma
aveva accettato soprattutto per amore della figlia: una nuova città e delle
nuove amicizie potevano aiutarla più di uno psicologo.
“Arrivo
subito, papà.”
“Come
ti senti, Mylie?”
Ecco
signori, questo è il nome della nostra triste protagonista, molto dolce non
trovate?
“Papà,
non chiedermelo sempre, se ho accettato di venire è perché penso che tu abbia
ragione… Ho bisogno di cambiare aria.”
“Sono
contento di sentirtelo dire e poi, comunque vada, lo porterai sempre nel
cuore.”
“Lo
so, grazie.”
“Coraggio,
prendi le tue valigie, agli scatoloni penso io.”- Mylie sorrise e i due, dopo
aver caricato tutto sul furgoncino che avevano noleggiato, si diressero verso
la nuova città che li avrebbe ospitati.
La
giovane osservava la sua città natale farsi sempre più lontana, guardando il
cielo come a cercare un qualche tipo di conforto.
‘Kei,
proteggimi da lassù…’
*
La
nuova città non era per niente brutta, anzi era luminosa e molto vitale. Così
come lo era la sua università: aveva un campus e molti corsi a cui si poteva
partecipare, così come le confraternite e le feste che gli studenti
organizzavano.
Dato
che suo padre sarebbe sempre stato molto impegnato e per lei era ora di
diventare indipendente, visti i suoi diciannove anni, aveva optato per vivere
nel campus.
Chissà,
magari si sarebbe anche divertita a condividere la stanza con qualcuno. Sperava
solo di trovare una persona simpatica…
Dopo
aver sbrigato le varie formalità si diresse verso il dormitorio misto, cercando
la sua stanza. La osservavano tutti, dopo tutto era la nuova arrivata, era
normale che attirasse l’attenzione.
Arrivò
alla sua stanza e bussò, ricevendo un allegro invito ad entrare e trovò una
giovane bionda dagli occhi verdi, intenta a vestirsi. Il viso era un po’
rotondo ma comunque ben fatto e aveva l’aria di essere un atleta, il fisico era
tipico degli sportivi, ed era vestita con toni molto allegri.
“Ciao!
Tu devi essere la mia nuova compagna di stanza! Io mi chiamo Annie, piacere di
conoscerti!”- allegra e vitale, esattamente quello che sperava di incontrare la
nostra protagonista.
“Piacere
mio, io sono Mylie.”
“Che
nome grazioso, mi piace! Allora, lì ci sono il tuo letto e il tuo armadio, io
sono qui da un anno e se ti serve qualcosa non esitare a chiedere.”
“Grazie,
sei molto gentile.”- la ringraziò con un sorriso, mettendo le sue valigie ai
piedi del letto e cominciando a sistemarsi. Fece il letto e sistemò i suoi
vestiti nell ’armadio, passando poi ai suoi effetti personali e cari. Mise la
foto di lei e Kei sul comodino, suscitando la curiosità della compagna di
stanza.
“Quello
è il tuo ragazzo? Accidenti, è davvero bello!”- l’espressione di Mylie divenne
triste, non rispondendole… Annie, preoccupata, le si avvicinò, temendo di aver
detto qualcosa di male.
“Scusa,
per caso ti sei arrabbiata?”- le domandò gentilmente la ragazza, strappandole
un sorriso: era veramente gentile, era stata fortunata.
“No,
tranquilla. È solo che… Ecco lui… E’ morto un anno fa, un incidente, e mi fa
ancora un po’ male.”
“Mi
dispiace così tanto, scusami!”- senza pensarci Annie la cinse in un abbraccio
che lasciò di stucco la giovane Mylie.
“Non
volevo farti intristire e ti prometto che ti aiuterò. Ritroverai il sorriso, ne
sono sicura.”- Mylie fu colpita da tanta tenerezza e ricambiò l’abbraccio.
Per
il resto della giornata parlarono e scherzarono, come se si conoscessero da
sempre e la nostra protagonista cominciava a sentirsi più leggera.
Annie
le fece fare un bel giro dell ’università e scoprirono di avere molti corsi
insieme, cosa che riempì di gioia la bionda.
Si
trovano nel cortile del campus quando le due videro due ragazzi avvicinarsi a
loro: uno aveva i capelli grigi e gli occhi smeraldini ed Annie corse ad
abbracciarlo e baciarlo, mentre l’altro era davvero bellissimo…
Capelli
rossi come il fuoco, tenuti in ordine da una piccola coda bassa.
Occhi
così azzurri da poter essere paragonati ai ghiacci dell’Antartide.
Fisico
esile e asciutto, ma comunque tonico e atletico.
Ma
la sua pelle… Era così lattea e delicata da sembrare di porcellana.
Sembrava
una bellissima statua d’avorio.
Per
un attimo la piccola Mylie sentì le guance imporporarsi.
Non
trovate che sia adorabile?
“Ehi
piccola, ti ho cercata dappertutto!”- disse il ragazzo che teneva abbracciata
Annie e le baciava affettuosamente la guancia, strappandole una risata
divertita.
Per
un momento Mylie rivide lei e Kei…
“Scusami,
ma stavo mostrando alla mia nuova amica e compagna di stanza l’università.
Ragazzi, lei è Mylie, la nuova arrivata. Tesoro, loro sono Boris Huznestov, il
mio ragazzo, e lui è Yuri Ivanov, il nostro migliore amico.”
Mylie
si mise in piedi stringendo la mano a Boris, che la salutò in maniera
simpatica, poi si avvicinò a Yuri: entrambi sembravano imbarazzati, quando fu
il ragazzo a rompere quell’imbarazzante silenzio.
“Ciao,
ben arrivata.”
“Grazie
mille.”
Non
trovate che siano adorabili? Così timidi e beatamente innocenti di cosa avrebbe
scatenato in loro quell’innocente incontro.
“Sentite,
stasera c’è una festa nel nostro campus, perché non porti la tua nuova amica?”-
chiese Boris ad Annie, che entusiasta sperava di convincere la ragazza.
Dopo
quanto le aveva raccontato l ’aveva presa subito in simpatia, grazie al suo
carattere generoso e gentile. Era fatta così e credetemi, proprio per questo
aveva conquistato uno come Boris.
Un
ragazzo allegro, certo.
A
volte un po’ troppo e con il brutto vizio di parlare a sproposito.
Ma
amante della vita e delle sue gioie.
Insomma, il ragazzo perfetto per un’anima
lucente come Annie.
“Ecco, non lo so…”
“Eddai, almeno faresti anche compagnia a questo
sfigato del mio amico. Da quando ha mollato la sua ragazza sembra una mummia,
non riesco a farlo uscire.”
“Boris, te l ’hanno mai detto che sei un rompi
coglioni?”
“Molto spesso, ma ormai lo prendo come un
complimento.”- le due ragazze risero, mentre Yuri scosse la testa esasperato,
prendendosi qualche secondo per studiare Mylie.
Era molto bella, nulla da dire.
Con quegli occhi blu e quel viso così liscio e
perfetto.
Un fisico quasi perfetto e i capelli così
morbidi e setosi.
Ma la cosa che più lo aveva colpito era stato
il suo sguardo…
Tristezza, dolore, malinconia.
Le leggeva in quelle iridi come il mare che lo
avevano davvero stupito.
“Avanti Mylie, ti farà solo bene.”
“Va bene, mi avete convinta. Yuri, tu verrai?”-
nemmeno lei seppe da dove le uscì quella domanda, sapeva solo che sperava tanto
che ci fosse anche lui.
“Bhe, credo di si.”
Fu a questo punto che un diavoletto biondo
decise di fare qualcosa…
“Yuri perché non fai fare un altro bel giro a
Mylie? Io e Boris abbiamo da fare…”
“E cosa mai avreste da fare a quest’ora?”
“Questioni di coppia e ti ho detto tutto.
Divertitevi, ci vediamo stasera!”
“Annie, aspetta…”- disse Mylie all ’amica, che
però le rispose con un occhiolino e corse verso il dormitorio, tenendo per mano
il suo ragazzo, che alzava il pollice all’amico.
“Quei due disgraziati, se stanno anche più di
un giorno senza scopare stanno male.”
“Sembrano volersi bene, però.”
“Certamente. Conosco Boris dall ’infanzia e ti
assicuro che non l ’ho mai visto così innamorato e sono felice per loro, ma
dovrebbero avere un po’ più contegno.”- Mylie fu colpita da tanta serietà e
saggezza, le ricordava molto il suo Kei… Anche lui era molto saggio e
intelligente, molto più di lei.
“Bhe, dato che ci hanno mollato, che ne dici di
prenderci un cappuccino e conoscerci meglio?”- le chiese gentilmente il
ragazzo, tendendole una mano. Mylie non sapeva cosa fare: da una parte voleva
tanto conoscere quel giovane così gentile, dall ’altra aveva paura. Non stava a
contatto con un ragazzo da tanto tempo e farlo con qualcuno che non era Kei la
metteva in soggezione.
‘A volte nella vita bisogna buttarsi, la vita
non è vita senza un po’ di rischio.’
Glielo disse Kei la prima volta che la fece
salire sulla sua moto…
Forse solo ora comprendeva il vero significato
di quelle parole.
Meglio tardi che mai, non trovate?
“Va bene, con piacere.”- Mylie afferrò la mano
di Yuri, che le sorrise e la portò in giro tutto il pomeriggio.
La giovane scoprì che il ragazzo era nato e
cresciuto in quella città, che studiava per diventare medico, che gli piaceva
la musica rock e che aveva un passione per i lupi.
Lei gli confidò il trasferimento dovuto al
lavoro di suo padre, che il suo sogno era diventare una biologa e che odiava il
peperoncino.
Erano molto in sintonia, sapete?
Due anime che sembravano destinate ad
incontrarsi.
Si sa che il Destino è sempre inaspettato.
Verso sera Mylie lo salutò per andare a
cambiarsi per quella fantomatica festa, con la promessa di vedersi dopo.
Ma la cosa che più la lasciò di stucco fu il
bacio sulla guancia che usò Yuri per salutarla…
Arrivò alla sua camera, dove trovò Annie
intenta a scegliere cosa mettersi. Il suo letto era completamente cosparso di
vestiti e la sua compagna di stanza sembrava in crisi.
“Oh Mylie, sei tornata. Sono in crisi, non so
che mettermi.”- Mylie sorrise e guardò i vestiti dell’amica, scendendone uno
azzurro con dei fiori rosa, molto carino.
“Metti questo, secondo me ti sta bene.”
“Hai ragione, non lo avevo proprio notato! E
dire che Boris lo adora, grazie mille.”- la bionda le schioccò un bacio sulla
guancia, e mentre sceglieva anche lei cosa mettersi la tempestò di domande su
cosa aveva fatto con Yuri.
Mylie fu intenerita da tanta gentilezza,
allegria e curiosità sin dal loro primo giorno insieme.
Quella ragazza era un’esplosione d’energia,
difficile non rimanerne contagiati.
Le raccontò della loro chiacchierata e del
pomeriggio passato insieme, quando si mise il suo vestito color porpora con dei
fiorellini rossi. Le stava molto bene, era uno dei suoi preferiti.
Si aggiustò i capelli, legandoli a mezza coda
con un fermaglio, le due si misero le scarpe ed andarono al campus dei ragazzi.
*
“Accidenti, si sono dati proprio da fare, stavolta!”-
esclamò Annie, notando insieme a Mylie che era davvero una bella festa.
Erano arrivate già da un’oretta, la biondina stava
abbracciata al suo ragazzo, mentre la mora cercava Yuri.
Non era ancora arrivato e la cosa cominciava a
dispiacerle… Non capiva perché ma aveva voglia di vederlo.
“Stai tranquilla, sta studiando per l ’esame di
dopodomani ma tra poco arriva.”- la rassicurò Boris, facendole l’occhiolino,
seguito da Annie.
I due si presero per mano e andarono a ballare,
insieme a tutti gli altri invitati.
Li osservò: erano davvero una bella coppia.
Tutti e due amanti della vita, allegri e vivaci.
Sentì una mano posarsi sulla sua spalla e
incontrò gli occhi glaciali di Yuri e il suo sorriso… Finalmente era arrivato.
“Ciao, scusami per il ritardo.”
“Figurati, Boris mi ha detto che eri impegnato
a studiare.”
“Eh si, dopodomani ho un esame abbastanza tosto
e devo essere pronto.”
“Sono sicura che andrai benissimo.”
“Ti ringrazio. Ti va di sederci? Ti prendo
qualcosa da bere.”- Mylie sorrise e accettò la proposta del ragazzo. La fece
accomodare su uno dei divani, prendendo due bicchieri di aranciata,
porgendogliene uno e sedendosi accanto a lei.
“Allora, come mai vuoi fare la biologa?”
“Mi piace la scienza, fin da piccola. Alle
medie facevo parte di un club di scienze, facevamo esperimenti e altre cose simili
e una volta abbiamo anche vinto un premio.”
“Cavolo, allora dovevate essere bravi.”
“E tu? Che tipo di dottore vuoi diventare?”
“Pediatra, mi piacciono i bambini.”- Mylie
sorrise dolcemente: accidenti, era veramente un ragazzo speciale e in quel momento
fu davvero felice di averlo conosciuto.
Le ricordava molto Kei per certi aspetti…
Stessa bellezza misteriosa.
Stesso carattere un po’ chiuso, ma in fondo
dolce.
Solo che Yuri sapeva esserlo sempre e questo le
piaceva.
I due passarono la mezzora successiva a parlare
e ridere quando si avvicinò a loro una ragazza dai capelli neri e gli occhi
verde scuro, guardandoli malissimo, specialmente Mylie.
Ma quello sguardo d’odio era pienamente
ricambiato da Yuri e la nostra giovane protagonista cominciò a chiedersi che
cosa stesse succedendo.
“Ciao Yuri.”
“Che diavolo vuoi, Lisa? Ti ho detto che non
voglio più vederti.”
“Andiamo, possibile che non possiamo trovare
una soluzione?”
“Dopo aver scoperto che ti sei scopata mezza
scuola alle mie spalle? No grazie, sto benissimo con la soluzione attuale.”
“Yuri… Mi manchi.”- Mylie posò lo sguardo sulla
ragazza davanti a loro e poi su Yuri, ma quello del suo amico non era mutato e
non traspariva pietà da quelle iridi glaciali: doveva essere davvero infuriato
con quella ragazza.
“Certo, come no, secondo me non hai più nessuno
da scoparti e cerchi il cagnolino da ammansire. Ma spiacente cara, il cagnolino
ha preso la rabbia e potrebbe morderti.”- gli occhi della giovane si
illuminarono di rabbia: nessuno le aveva mai parlato così. Posò il suo sguardo
su Mylie, fissandola con odio e disprezzo, cosa che la ragazza non capì.
“Vedo che ti sei consolato in fretta anche tu.”
“Lei è solo un’amica, non paragonarmi a te. E
se proprio lo vuoi sapere questa ragazza vale cento volte meglio di quanto vali
tu.”
“Vaffanculo, stronzo.”- e così dicendo Lisa se
ne andò, lasciandoli di nuovo soli mentre Mylie cercava di assimilare le parole
di Yuri. Era stato davvero carino e gentile, solo una persona era stata così
dolce con lei…
Yuri mise i gomiti sulle ginocchia, prendendosi
la testa tra le mani, sentendo poi la mano di Mylie sulla sua spalla e
incontrando il dolce sorriso della ragazza.
Un sorriso dolce.
Un sorriso sincero.
Un sorriso splendido.
“Tutto bene, Yuri?”- gli chiese amorevolmente,
strappandogli un mezzo sorriso.
Mise la sua mano su quella di Mylie,
stringendola, ricambiato dalla ragazza che lo osservava: sembrava stare davvero
male.
“Senti… Possiamo andare via? Non ho più voglia
di questa festa.”
“Certo, possiamo andare in camera mia, se ti
va. Parliamo un po’ e ti calmi…”- si rese conto solo all ’ultimo di aver
invitato un ragazzo che conosceva appena in camera sua.
Ma dopo tutto si trattava di Yuri, una persona
che le aveva dimostrato affetto e soprattutto fiducia, non aveva nulla da
temere.
“Va bene, grazie mille, piccola.”
Avete presente diventare più rossa di un
peperoncino?
Immaginate la faccia della nostra cara Mylie di
quel colore e capirete!
Assolutamente adorabile, non trovate?
La giovane si alzò, cercando Annie e Boris,
avvisandoli che a Yuri era successo qualcosa con una ragazza. Il ragazzo dagli
occhi smeraldini capì al volo e le chiese un favore…
“Stagli vicino, per favore. Quella troia lo ha
ferito più di quanto si possa immaginare.”- Boris sembrava davvero preoccupato
e di fronte ad una richiesta simile non seppe dire di no.
“Ma certo, tranquillo. Lo porto in camera mia a
parlare un po’, così ci allontaniamo dal chiasso.”
“Ottima decisione, cara!”- Annie le fece il
solito occhiolino, facendole scuotere la testa, ridendo.
Mylie tornò da Yuri, lo prese per mano e
andarono nel dormitorio della giovane, entrando nella sua stanza. I due si
sedettero sul letto della ragazza, mentre il giovane cercava di calmare il suo
animo turbato. E la vicinanza di quella ragazza lo stava aiutando moltissimo.
“Ti senti meglio?”
“Un pochino, grazie mille.”
“Ti va di dirmi che cosa è successo con quella
ragazza? Ho visto il tuo sguardo: c’era puro odio nei tuoi occhi. E poi avevi
l’espressione ferita, come se avessi il cuore infranto.”
“Come lo hai capito?”
“Diciamo che… Quell ’espressione la conosco.”-
Yuri la guardò e poi posò lo sguardo sulla foto sul comodino accanto al letto:
la ritraeva con un bel ragazzo della loro età, la teneva abbracciata e lei
sembrava davvero felice.
“Anche lui ti ha fatto soffrire?”- Mylie vide
che il ragazzo si stava riferendo a Kei… Prese la foto e scosse la testa,
porgendogliela.
“No… La mia storia è un po’ diversa. Raccontami
prima la tua.”
“Va bene, in fondo ormai si può dire che siamo
amici.”
“Ma certo che lo siamo, sciocchino.”- Mylie gli
diede un bacio sulla guancia, facendolo sorridere. Il ragazzo le prese la mano,
fece un lungo respiro e cominciò a raccontare.
“Lisa è la mia ex ragazza, lo avrai capito. Ci
siamo messi insieme due anni fa, ero davvero innamorato, ma poi ho scoperto che
mi tradiva… L’ho beccata a letto con un mio compagno di corso, scoprendo poi
che me la faceva dietro alle spalle da sempre.”- Mylie lo ascoltò, paziente e
comprensiva, mentre si sfogava con lei.
Era stato ferito nel cuore e nell ’anima.
Aveva sofferto per amore, come lei, anche se in
maniera diversa.
Ma anche lui aveva una ferita difficile da
rimarginare.
Non trovate che sia molto triste? Due anime
solitarie che non possono non unirsi.
“Mi dispiace, davvero.”
“Ti ringrazio. Insomma l ’ho lasciata senza
pensarci, ma il mio cuore resta comunque ferito.”
“Io ti capisco, anche se in maniera diversa.”
“Ti va di raccontarmelo?”- le chiese
comprensivo Yuri, non mollando la presa alla sua mano.
Per la prima volta, dopo un anno, Mylie sentiva
il bisogno di parlare con qualcuno del suo dolore, di quel momento così tragico
della sua vita.
Fece un lungo respiro e iniziò a raccontare
all’amico la sua triste vicenda…
“Lui si chiamava Kei Hiwatari, eravamo amici
d’infanzia e abbiamo finito con l’innamorarci. Siamo stati insieme tre anni, il
periodo più bello di tutta la mia vita… Lui aveva un carattere difficile, certe
volte arrivavo a detestarlo.”- una risatina nervosa uscì da quelle piccole
labbra rosee, mentre Yuri continuava ad ascoltarla, paziente.-“Però sapeva
essere dolce e anche romantico alle volte… Insomma lo amavo, pregi e difetti.”
“Dovevate essere una bella coppia.”
“Tutti dicevano di si. La sera del diploma
dovevamo cenare insieme, una di quelle serate romantiche tra fidanzati. Mio
padre era fuori per lavoro, tutto era perfetto, ma mi disse che doveva
assolutamente andare a casa per prendere una cosa importante.”- le lacrime
cominciarono ad uscire da quegli occhi blu così pieni di dolore e tristezza.
Yuri non poté fare a meno di consolarla e
cercare di capirla… Immaginava quale sarebbe stato l ’esito di quel racconto,
ma sperava tanto di sbagliarsi.
“Se non te la senti…”
“No, tranquillo. Insomma, lui aveva una
bellissima moto e gli piaceva correre… Io glielo dicevo sempre di andare piano
ma non mi ascoltava mai. E quella sera… Ero arrabbiata perché era in ritardo,
quando il telefono squillò. Era sua madre ed era sconvolta… Mi disse che aveva
avuto un incidente…”- la giovane ormai stava piangendo senza ritegno; ricordare
quel giorno, quel maledetto giorno, le faceva male. Ma era ora di
affrontarlo.-“Per evitare un bambino che passava con il rosso è andato fuori
strada ed è stato investito da un camion.”
“Oddio, Mylie…”
“I medici hanno detto che almeno non ha
sofferto, è morto sul colpo. In quel momento non sentivo più nulla… Le braccia,
le gambe, mi sentivo come di legno. Tutto intorno a me era sfocato, come se il
mondo girasse ed io fossi ferma in quel dannato punto.”- Yuri le strinse la
mano, conscio del fatto che la ragazza davanti a lui stava affrontando un
dolore che nessuno poteva capire.
“Quando decisi di muovermi corsi all ’ospedale,
non me lo fecero vedere, ma sua madre mi diede una cosa che aveva trovato tra i
suoi effetti personali: era una scatolina porpora e dentro c’era
quest’anello.”- la giovane prese la catenina che portava al collo e il ragazzo
notò che c’era un piccolo anello con un diamantino appeso.-“Me lo voleva
regalare. Non penso che volesse chiedermi di sposarlo, non era nel suo stile,
penso solo che volesse legarmi a se… Per sempre.”
“E lo sarai, ma non puoi nemmeno smettere di
vivere.”- Yuri ormai aveva capito il turbamento che l’aveva assalita per il
tutto il tempo che erano stati insieme.
Non era uno stupido, lo aveva visto.
Si sentiva a disagio, inquieta e triste nel
stare insieme a lui, nonostante i sorrisi e le parole carine che gli diceva.
“Ma Yuri, io non… Non so se ce la faccio senza
di lui.”
“Pensi che lui sia felice di vederti così? Che
passi il tempo a rimpiangere la sua morte e darti una colpa che non hai? No, io
non credo Mylie. Quando qualcuno ci ama, anche se ci lascia, ci augura sempre
la felicità ed è sempre con noi.”- la giovane ascoltava quelle parole con il
cuore che batteva forte, più forte di un tamburo impazzito.
Yuri rafforzò la presa sulla sua mano,
guardandola intensamente con i suoi occhi glaciali… Per un momento il cuore di
Mylie ebbe un sussulto: possibile che fosse lui la persona destinata a farla
tornare a vivere?
“Tu lo credi davvero?”
“Certo. Mylie, sono sicuro che Kei ti amava
tanto e che non smetterà mai di farlo, ma vorrebbe anche che tu ricominciassi a
vivere.”
“Ma mi sembrerebbe di tradirlo…”
“Non è così, solo se tu torni ad essere felice
potrà riposare in pace, non lo capisci?”- Mylie osservò bene il giovane che
aveva di fronte: tanta saggezza veniva dalle sue parole e tanta dolcezza dai
suoi occhi di ghiaccio.
Avrebbe voluto lasciarsi andare, annegare in
quel mare azzurro che la stava confortando.
Farsi abbracciare da quelle braccia esili che
sicuramente le avrebbero trasmesso calore.
Farsi cullare da un suo bacio o una semplice
carezza.
Desiderava tornare a vivere.
E soprattutto ad amare.
“Forse hai ragione tu.”
“Mylie, lo so che è difficile, ma ci vuole
coraggio per tornare a vivere ed amare dopo una perdita. E tu devi trovarlo
questo coraggio. E se lo vuoi… Io ti aiuterò.”
La giovane non poteva credere alla sue orecchie…
Quel ragazzo le stava offrendo il suo sostegno.
Il suo affetto.
Probabilmente anche il suo cuore ferito.
“Davvero?”
“Certo. Lo so, ti conosco appena, ma con il
tempo non si sa mai come possono evolversi gli eventi. Ti chiedo solo di
permettermi di starti vicino, in qualunque modo tu voglia. E anch’io voglio che
tu mi stia vicino, davvero. Vogliamo tornare a vivere, sostenendoci l ’uno all
‘altra?”
Un sorriso gentile.
Una carezza dolce.
Lacrime calde dai suoi occhi blu.
Uno sguardo alla foto, come se volesse trovarvi
una risposta…
In fondo cosa aveva da perdere?
E poi era stato Kei a dirle che nella vita
bisognava rischiare, perché non farlo con quel ragazzo così gentile che le
stava offrendo una via d’uscita?
“Va bene, Yuri. Proviamoci…”
Yuri le sorrise e la cinse in un caldo abbraccio,
baciandole la fronte… I due si distesero sul letto, addormentandosi
abbracciati.
Annie aprì la porta della sua camera, tenendo
per mano Boris e sorridendo vedendoli così. Anche il ragazzo sorrise: forse
finalmente anche il suo migliore amico sarebbe riuscito ad andare avanti.
“Mi ospiti tu, per stanotte?”
“Visto che abbiamo una camera libera,
approfittiamone!”- i due risero allegri, rivolgendo un ultimo sorriso ai due e
chiudendo piano la porta.
*
Sei mesi più tardi…
“Annie, sei la solita ritardataria! Ci staranno
aspettando da mezzora, quei due.”
“Senti, se volevano delle ragazze puntuali se
le trovavano in Svizzera! Ok, sono pronta, andiamo!”
Annie prese per mano Mylie e ridendo le due
ragazze uscirono, lasciando l’università e raggiungendo il parco dove avevano
appuntamento con i loro ragazzi.
Un attimo di pazienza, ora vi spiego tutto,
miei gentili lettori.
Nei sei mesi che sono passati Mylie e Yuri
hanno passato molto tempo insieme, tra studio e tempo libero, finendo con
l’innamorarsi.
Un amore tenero, che doveva maturare giorno
dopo giorno.
Ma destinato a diventare forte e implacabile.
Pieno di passione, senza dubbio.
Ma anche di sentimento, forte e sincero.
Le due arrivarono, trovando Boris e Yuri che le
aspettavano. Si avvicinarono ai rispettivi compagni, baciandoli.
“Era ora, è un quarto d ’ora che aspettiamo
sotto questo sole cuocente!”
“Sempre a lamentarti, per farmi perdonare ti
offro un gelato, contento?”- disse fintamente scocciata Annie al suo ragazzo,
ricevendo un sonoro bacio sulla guancia, mentre Mylie e Yuri li osservavano.
“Ti va un gelato, piccola?”
“Certo! Ti amo, Yuri.”
“Ti amo anch’io, sciocchina.”- il ragazzo rise
e la baciò con trasporto, pienamente ricambiato.
“Si, ma ora non fatemi venire il diabete! Andiamo,
ho proprio voglia di questo gelato.”- i quattro risero, incamminandosi verso la
loro solita gelateria.
Mylie, abbracciata a Yuri, osservava il cielo
limpido… Ce l’aveva fatta, aveva ricominciato a vivere.
‘Kei, sto vivendo anche per te, come volevi. Ma
non smetterò mai di amarti, amore. Ora ho lui, lo amo e voglio vivere.’
“Tutto ok, amore?”
“Si, tranquillo. Va tutto benissimo.”
Un bacio a fior di labbra.
Un sorriso radioso.
La voglia di vivere di nuovo.
Il coraggio di tornare ad amare.
Due cuori feriti, due anime ormai inseparabili.
*The
End*
Ed anche questa
storia d’amore si è conclusa, miei gentili spettatori.
Spero che sia piaciuta a voi tanto quanto è
piaciuta a me.
Il dolore di una perdita.
L’amarezza del tradimento
Un amore nato per caso.
Due cuori feriti che non possono non incontrarsi.
E di conseguenza unirsi in un amore nato da un
colpo di fulmine.
Spero di aver scaldato i vostri cuori con questo
tiepido amore e che mi farete sapere che cosa ne pensate.
Il Cantastorie tiene tanto alle opinioni dei suoi
lettori.
Ma come ogni buon narratore deve anche
ringraziare chi lo incita a continuare la sua celebrazione ed è quello che mi
accingo a fare.
Soryl: Il Cantastorie
apprezza moltissimo i tuoi complimenti, è sempre bello sapersi apprezzati. Mi
fa piacere che hai apprezzato la figura di Kei e Boris… Si, è proprio quello
che hai detto tu. Ti ringrazio moltissimo degli errori che mi hai segnalato,
sono un Cantastorie molto distratto, ma li ho corretti quindi ti dico grazie
mille ^-^ Spero di ricevere la tua opinione anche su questa favola. Un bacio
dal Cantastorie.
Aphrodite:
Tu sai già quanto per il Cantastorie siano importanti i tuoi consigli e spero
di aver corretto bene tutto quanto. Ma ora passo a ringraziarti per i
bellissimi complimenti su Sara… Sai, è un personaggio a cui tengo molto e mi ha
lusingato il modo in cui l’hai descritta e amata, sul serio. Hai proprio
ragione su di lei, hai colto benissimo la sua essenza e quella della favola
stessa. Kei si è trovato in una situazione difficile, ha sbagliato certo, ma
penso sia difficile per tutti dire le verità spiacevoli a chi si ama. Bene, mia
amata, attendo la tua su questa favola. Il Cantastorie tiene molto all’opinione
della sua lover e soprattutto ai suoi consigli. Un bacio dal Cantastorie, love
u <3
Saruwatari_Asuka:
Salve mia cara, sono felice che ce l’hai fatta^^ Hai capito perfettamente
l’essenza di Kei, la sua situazione e il suo comportamento. Lui non voleva
darle un dolore, perché la ama, ma così facendo è passato dalla parte del
torto, rendendosi complice di Boris. Mi dispiace che tu ti sia trovata nella
medesima situazione ma mi fa piacere che hai colto tutto benissimo. Grazie
mille per le belle considerazioni su Sara, come ho detto è un personaggio a cui
tengo molto e mi fa piacere che anche tu l’abbia apprezzata in maniera così
bella. Il caro Yuri era indispensabile e Chloe la sua anima gemella, dolce e
gentile. Attendo la tua su questo, cara, un bacio dal Cantastorie.
Lacus Clyne:
Il Cantastorie è sempre felice di vedere gente nuova che apprezza le sue idee.
Sono felice che ti piaccia come scrivo e che hai apprezzato la mia favola. In
genere io tratto questi argomenti, mi piace proiettare questi personaggi così
interessanti in situazioni reali, in cui tutti possiamo identificarci. E sono
felice che hai apprezzato le due ragazze. Spero di riavere la tua, un bacio dal
Cantastorie.
Lirinuccia:
Ecco un’altra persona che il Cantastorie sperava tanto di vedere^^ Si, io sono
una persona molto romantica e i tuoi complimenti sono sempre adorabili. Ehm…
No, non sono un vecchietto bonaccione, ma se ti va puoi immaginarmi così. Io
sono solo un Cantastorie, il potere sta nelle mie parole, la mia immagine è
astratta quindi puoi immaginarmi come vuoi, cara. Mi fa molto piacere che hai
apprezzato la mia favola anche se è un genere che odi, mi rende molto felice.
Hai colto perfettamente lo spirito della favola e spero tanto di avere la tua
anche su questo, mia cara. Un bacio dal Cantastorie che ti vuole tanto bene
<3
Avly: La mia cara
ragazza che appoggia sempre i miei esperimenti, sono davvero felice di averti
anche qui. Coppa di zucchero fino ben pregiato? Mi piace come paragone, sei
davvero carina^^ Hai colto davvero bene i nostri due protagonisti, legati da un
amore già esistente che però non riuscivano a vedere, ma che ora sono pronti a
vivere nel pieno della loro vita. Boris… Hai ragione a sentirti così, si è
comportato molto male. Attendo la tua su questo, carissima, un bacio dal
Cantastorie.
Il Cantastorie ovviamente ringrazia anche chi
legge solamente, rinnovando l’invito a lasciare una traccia del loro passaggio.
Non siate timidi, non mordo assolutamente^^
Ed ecco qui Mylie ed Annie, per la gioia dei
vostri occhi
Salve,
signori e signore. Qui è sempre il Cantastorie che vi parla.
La
favola di quest’oggi sarà molto particolare.
Soprattutto
perché si tratta di amore tra due uomini.
Il
Cantastorie parla d’amore, non di pregiudizi.
Un
amore molto intenso, furioso e folle.
Brooklin,
anima inquieta, turbata e follemente innamorata.
E
lui, Kei Hiwatari, animo di fuoco e fenice indomabile.
Buona
lettura a tutti.
Passione
e Follia
Una notte di pioggia molto cupa nella cara Parigi. Erano
tre giorni che non smetteva di piovere, come a voler simboleggiare il suo
dolore.
Un’ anima inquieta camminava sulle strade di
quella che era conosciuta come la città dell ‘Amore.
Capelli di un strano color arancione.
Occhi smeraldini, irradiati da una sola luce.
Fisico possente e viso liscio, un po’ da
infante.
Ma il suo animo era colmo di disperazione,
tristezza, dolore.
Desiderava solo porvi fine, voleva solo che
quel tormento cessasse.
Ma non poteva, non finché continuava a pensare
a lui.
La persona che una volta aveva quasi ucciso per
uno stupido gioco.
La stessa che successivamente lo aveva accolto
nella sua vita.
Gli aveva insegnato molte cose che si era
perso.
Ma che poi se n’era andato… Come fumo in una
densa nebbia che non si dirada.
Si fermò, proprio davanti alla Senna,
osservandola: sembrava così invitante.
Saltarci dentro e annegare, smettere di
soffrire e di amarlo.
Ce l ‘avrebbe mai fatta?
Puntò lo sguardo verso il cielo, la pioggia lo
aveva inzuppato dalla testa ai piedi e l ‘acqua gli rigava il viso segnato
dalle lacrime.
“Perché? Perché mi hai fatto questo, Kei?!
PERCHE’!!!”
La sentite la disperazione di questo giovane?
Brooklin è il suo nome.
Un’ anima tormentata, folle e innamorata.
Il giovane urlava il suo dolore al cielo, il suo
cuore spezzato, il suo animo ferito.
“Perché mi hai lasciato? Io credevo che tu mi
amassi, tu stesso mi hai insegnato a farlo… Perché Kei?”- mormorava distrutto
al suo riflesso nella Senna. Solo che non era il suo riflesso quello che vedeva
il giovane.
Era il viso del suo antico amore.
I suoi lineamenti perfetti, i suoi occhi
ametista, i suoi capelli argentei come i raggi lunari.
La stessa persona che aveva preso il suo cuore
e lo aveva calpestato senza pietà!
“Te la farò pagare, Kei. Ti dimostrerò che
senza di me non sei niente! Non puoi amare nessun’altro al di fuori di me!”
Vi siete spaventati, miei gentili spettatori?
Vi chiedo perdono.
Mi inchino in segno di dispiacimento e torno a
narrare la storia.
Si alzò e cominciò a correre, osservando il cielo
senza stelle e senza luna in quella notte di tenebra e pioggia…
Correva verso quella che sapeva essere la
dimora di Kei. Aveva scoperto che il suo ex si era trasferito in quella città
pochi giorni dopo la loro rottura.
Non lo aveva nemmeno salutato, nessuna
spiegazione… Ora le avrebbe ottenute, con le buone o le cattive.
Qualcosa di metallico stringeva nella sua mano
destra, dentro la tasca della giacca bianco immacolato. Vibrava e fremeva all
‘idea di entrare in azione.
Non trovate che questo giovane sia follia pura?
Una follia dettata unicamente da quella grande
forza che è l ‘Amore?
Credetemi signori, questo sentimento può essere
intenso quanto devastante.
Anche più della Passione stessa.
E Brooklin è l ‘emblema di tutte queste
emozioni.
Un emblema letale.
*
Nel frattempo, in una casa molto lussuosa, un altro
giovane era in preda ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti.
Osservava la pioggia attraverso il vetro della sua
finestra, gli occhi ametista puntati sulla Tour Eiffel, sempre luminosa e
radiosa, anche nelle notti più tristi e buie.
E per lui quella lo era.
Per Kei Hiwatari era una notte molto triste e
cupa.
Se n’era andato per stargli lontano, un modo un
po’ brusco di volerlo aiutare ad andare avanti senza di lui.
Una storia complicata la loro, troppo per uno
come Hiwatari.
Forse era rimasto con lui solo per pietà,
perché aveva rivisto in lui la stessa anima solitaria che era stato lui stesso.
Voleva credere di averlo amato, la stessa
persona che gli aveva quasi tolto la vita per una stupida sfida. Lo aveva
accolto nella sua vita quando gli si era presentato in lacrime davanti alla sua
villa, implorando il perdono.
Glielo concesse, così come gli concesse di far
parte della sua esistenza, anche se per poco.
Era stata una storia breve, bella, ma alla fine
Kei si era reso conto di non amarlo davvero.
Non riusciva a dargli l ‘amore che Brooklin
desiderava e l ‘aveva lasciato. Senza contare che si era innamorato di un
altro, che lo stava aspettando: il suo Rei.
Una decisione sofferta, ma necessaria.
Tutti potevano considerarlo freddo, taciturno e
insensibile, ma la verità era che gli dispiaceva aver ferito i sentimenti di
quel ragazzo.
“Ti ho portato del thè, Kei. Ti farà bene.”- l
‘argenteo volse lo sguardo verso la persona che lo ospitava in quei giorni.
Mai si sarebbe sognato di chiedere ospitalità ad
un individuo come Oliver Bouliger, ma in fondo quel ragazzo era qualcosa che
poteva definire amico.
“Grazie Oliver, mi dispiace di darti disturbo.
Partirò appena possibile.”
“Nessun disturbo, mon ami! Puoi restare tutto
il tempo che vuoi! Ma se posso chiedertelo cosa ti ha spinto a venire qui a
Parigi?”
“Avevo bisogno di stare solo per un po’, ho
bisogno di quiete.”
“Perché allora non se tornato in Russia? È la
tua patria.”
“Non avrei avuto quiete lì, mi avrebbero fatto
domande a cui non avrei voluto rispondere. Come te in questo momento, quindi
per favore…”- Oliver lesse la muta richiesta dell ‘amico russo nei suoi occhi
ametista e sorrise: forse era il caso di lasciarlo stare.
“Pardon, mon ami. Io vado a dormire, bonne nuit
Kei.”
“Bonne nuit, Olivier.”- si salutarono e il
francese si diresse verso la sua camera, lasciandolo solo con i suoi pensieri.
Osservò il suo riflesso nella tazza piena di
thè: era spento, triste, cupo.
Un animo complicato quello di Kei Hiwatari,
sapete?
Freddo come il ghiaccio.
Taciturno come pochi.
Una fiera fenice, indomabile.
Un fuoco celato dentro di se.
Decise che aveva bisogno di un po’ d’aria per
conciliare il sonno e, incurante della pioggia, prese la sua giacca e un
ombrello, uscendo.
Cominciò a camminare per quella città sempre
così luminosa… La Senna scorreva tranquilla, nel suo lento scrosciare. La
pioggia batteva con dolce violenza su quella superficie scura, creando un
rumore fastidioso alle sue orecchie.
Desiderava solo un po’ si di silenzio… Il non
riuscire a pensare.
Arrivò davanti alla cattedrale di Notre Dame.
Un posto meraviglioso e suggestivo, dove si poteva ricercare la pace.
Lui non poteva definirsi cattolico. Forse
credeva, ma non era praticante… Non andava a messa e di rado pregava, ma ciò
non vuol dire che non credesse.
Osservò quella chiesa maestosa e le statue che
la circondavano… Sperava di una loro risposta, che cosa doveva fare.
“Ti ho trovato, finalmente…”
Quella voce… Non era possibile.
Non poteva averlo trovato, come aveva fatto?!
Perché si trovava lì? Perché lo aveva seguito?!
Tutte queste domande tormentavano il giovane
russo, mentre si voltava e incontrava gli occhi smeraldini di Brooklin.
L ‘uomo che lo aveva amato.
Che lui stesso aveva lasciato.
Lo aveva ferito, abbandonato, ma solo per il
suo bene.
Lo stesso che lo aveva amato ora gli puntava
una pistola contro.
“Brooklin… Ma che stai facendo?!”
“Ti ho trovato Kei… Adesso non puoi più
sfuggirmi.”
“Come hai fatto a trovarmi? Perché sei venuto
qui?”- la voce di Kei non era accusatoria o cattiva, ma semplicemente piatta e
onesta, come una persona che cerca una spiegazione.
Lo sguardo di Brooklin era strano: una luce
misteriosa percorreva quelle iridi smeraldine che tante volte lo avevano
osservato con calore e desiderio.
Che cos’era quella luce?
Potete immaginarlo, signori? Secondo voi cosa
può essere?
“Tu lo sai perché sono qui. Lo sai e fai finta
di niente!!”
“Brooklin, per favore, metti via quella pistola
e parliamone.”
“NO!! Non faremo come dici tu! Per troppo tempo
ho sempre fatto come dicevi tu, adesso si fa alla mia maniera, chiaro?!”- urlò
furioso il ragazzo, mentre Kei indietreggiava: era una situazione rischiosa e
doveva gestirla bene.
“Va bene, facciamo come vuoi tu, cosa vuoi
fare?”
“Io… Io voglio che tu torni insieme a me.”
No, non poteva farlo, non Kei Hiwatari.
Non era l ‘orgoglio della Fenice.
O la paura del Fuoco.
Era semplice buon senso, non voleva illuderlo.
Lui non lo amava, forse non l ‘aveva mai amato.
Aveva provato affetto, gli aveva voluto bene a
modo suo, ma non era mai stato amore.
Lui amava Rei, il suo amato cinese, non poteva
tradirlo.
Così come non poteva prendere in giro Brooklin.
“Non posso Brooklin, mi dispiace.”
“Tu… Mi hai illuso! Mi hai fatto credere di
amarmi! Immagini come mi sento?! Tu… Tu non sai cosa vuol dire. Io vorrei solo
poter volare e portarti via con me… Ti amo, lo sai.”
“Io non ti amo. Non ti ho mai amato, mi
dispiace.”
“Non ci hai nemmeno provato! Mi hai accolto
nella vita solo per pietà! Se ti avessi ucciso quel maledetto giorno adesso non
soffrirei così! Ma possiamo facilmente porvi rimedio…”
Brooklin puntò la sua arma contro Kei.
Il dito sul grilletto, pronto a far esplodere
il colpo fatale verso l ‘amato.
Quest’ultimo fermo e impassibile, come se
sapesse di meritarlo.
Non trovate che sia triste?
Un giovane follemente innamorato.
Un altro confuso e in preda ai sensi di colpa.
Brooklin gli si avvicinò a passo lento, Kei
stava immobile come se lo stesse aspettando.
Pensava a Rei, il suo amato… Non sarebbe
riuscito a mantenere la promessa.
Non sarebbe tornato da lui.
Brooklin ormai gli era di fronte… La pioggia
cadeva senza sosta, colpendoli con dolce violenza, mentre continuavano ad
osservarsi.
“Vuoi uccidermi Brooklin? Solo la mia morte
potrà darti la pace?”
“Si. Tu mi hai ferito e usato, devi morire!”
“No invece, non ti ho usato. Forse ho avuto
pietà di te, ed è proprio con questa consapevolezza che ho deciso di
allontanarmi.”
“Sei un bugiardo! So tutto di quel cinese! Lo
hai preferito a me! Me, che ti ho dato tutto!”
“Tu mi hai quasi ucciso e non te ne ho mai
fatta una colpa, non si vive bene con il rancore.”- tentava di spiegare Kei al
ragazzo che lo minacciava con la pistola.
Brooklin lo fissò: ma che cosa stava dicendo?
Il suo non era rancore, era solo amore.
Disperato, folle, bruciante, devastante, ma
sempre amore.
Lui amava quel giovane, amava tutto di lui.
Il suo fuoco della passione.
Il suo carattere chiuso e solitario.
Il suo essere taciturno e freddo.
Tante volte aveva sognato di poter penetrare
più a fondo nell ‘animo di quel ragazzo che lo aveva stregato col suo coraggio,
la sua determinazione, il suo senso dell ‘onore e la sua passione bruciante.
Una fenice fiera e indomabile, che non si piegava
mai.
Lui al contrario era come un Leone.
Nessuno poteva fermarlo, qualunque cosa volesse
fare.
Non lo avevano fermato quando aveva deciso di
cercare Kei in Francia.
E non lo avrebbe fermato nemmeno quello sguardo
ametista carico di qualcosa che non aveva mai visto negli occhi di Kei:
comprensione.
Perché il nostro russo provava questo nei
confronti di quel ragazzo che agiva solo in preda alla follia e alla
disperazione.
Non voleva odiarlo, anche se avrebbe dovuto,
Non voleva condannarlo.
Voleva solo che trovasse la pace.
“Il mio non è rancore, è solo amore disperato.
Kei, perché lo hai preferito a me?”
“Non l ‘ho preferito, semplicemente l ‘ho
scelto. Brooklin, la vita va avanti, sempre e comunque. L ‘ho imparato a mie
spese, non possiamo vivere sempre nel passato.”
“Non mi importa! Non ti lascerò volare via da
me!”
Kei cominciava a spaventarsi: stava facendo
discorsi strani.
Non era raro che facesse discorsi sul volare o
cose simili, ma adesso gli sembravano al quanto fuori luogo.
Anche lui molto spesso si era ritrovato a voler
desiderare di volare via libero, ma Brooklin sembrava davvero convinto di
poterlo fare e la cosa lo spaventava.
Forse era anche per quello che se n’era andato…
“Tu sei mio… Sei il mio passero sperduto e non
puoi lasciarmi.”
Delicatamente le labbra di Brooklin si posarono
sulle sue, in un bacio carico d ’amore e appassionato.
Kei ricambiava, ma solo per assecondarlo e
magari riuscire a calmarlo.
Osservateli signori: uno lotta per il proprio
amore, l ‘altro per la propria vita.
Un legame così non può avere futuro.
Quando si staccarono Brooklin vide l
‘espressione impassibile di Kei e non la sopportò.
Perché lo fissava in quel modo?
Perché non riusciva a dargli l ‘amore di cui
aveva bisogno?
Perché preferiva quel maledetto cinese a lui?
Mise la pistola sul torace di Kei… All ‘altezza
del cuore.
“Ora volerai come ho sempre desiderato fare… E
ti raggiungerò. Voleremo insieme nel cielo azzurro.”
“Forse, se è così spero che troverai la pace
che cerchi con la mia morte.”
Uno sparo.
Due occhi spalancati per lo stupore.
Una macchia di sangue sul terreno bagnato.
Una vita che si spegne per un folle amore.
Kei si accasciò lentamente, senza vita, davanti
alla cattedrale di Notre Dame, chiudendo gli occhi per sempre.
Brooklin si chinò su di lui, carezzandogli i
capelli e il viso… Quel viso perfetto che stava perdendo calore.
Posò un’ultima volta le sue labbra su quelle
ormai gelide del giovane russo, alzandosi e volgendo uno sguardo verso il
cielo.
Anche lui sembrava piangere per quel momento…
“Ora stai volando, vero Kei? Sei come un
uccello che vola libero e tra poco voleremo insieme.”
La pistola puntata alla sua stessa tempia.
Il rintocco delle campane di Notre Dame.
Era come se anche Dio volesse dare un segnale
alla sua fine.
Un altro sparo.
Il suo corpo accasciato accanto a quello della
persona che amava.
Ora avrebbe volato per sempre, signori…
Ma non con lui.
Non sarebbe diventato un angelo, come sperava.
Ma solo un anima senza scopo che avrebbe vagato
nell ‘Ade per l ‘eternità.
Omicidio e Suicidio.
Troverà mai la pace?
Io non lo so, miei cari spettatori.
So solo che l ‘Amore da la vita, così come può
toglierla.
Due anime stroncate dalla Follia dell ‘Amore.
*The
End*
E così questa triste favola d’amore si
conclude, miei gentili lettori.
Spero tanto di
non sconvolto troppo i vostri cuori, ne sono rammaricato se è così.
Ma l ‘Amore purtroppo non ha sempre un lieto
fine.
A volte conduce alla follia, che porta a gesti
pazzi e sbagliati.
Brooklin ha agito in preda alla follia.
E Kei Hiwatari ne ha pagato le conseguenze.
Così come il suo stesso carnefice.
Con l ‘augurio che vi sia piaciuta e il
dispiacere che vi abbia intristito, faccio un lieve inchino e ringrazio tutti
le persone che mi hanno dato la loro nella favola precedente:
Aphrodite:
Il Cantastorie ti ringrazia per la tua sincerità, ed è felice che, personaggio
di Annie a parte, ti sia piaciuta la favola^^. Il personaggio di Mylie è molto
triste e racchiude in se l’emblema dell’amore che dura per sempre, anche se si
decide di continuare a vivere accanto ad un’altra persona. Sono felice che hai
colto la presenza silenziosa di Kei, era ciò che speravo, e le tue parole su
Yuri; anche lui era una persona dal cuore ferito ed entrambi trovano un’occasione
di riscatto nel loro incontro. Ti ringrazio di avermi fatto notare i soliti
errorini e spero di avere la tua su questo appena ti è possibile^^ Anche perché
questa favola è per te, mia cara^^ Tu sai cosa voglio dire ^-^
Un Bacio dal Cantastorie, love u <3
Saruwatari_Asuka:
Mia cara, è un piacere risentirti^^ E’ vero, è difficile, pressoché impossibile,
trovare persone come Annie, ma è proprio per questo che ho deciso di crearla^^
Mi rammarica che non ti sia piaciuta, ma mi fa piacere che anche tu hai colto
la piena essenza di Mylie e della presenza silenziosa di Kei. Anche a te è
piaciuto il personaggio di Yuri, ne sono davvero felice^^ Attendo la tua su
questa, un bacio dal Cantastorie^^ Ti voglio bene <3
Lirinuccia:
Ecco qui la mia carissima tesora^^ Nah, un Cantastorie del mio livello non si
offende per così poco v.v Anche tu hai percepito molto bene Kei e la cosa non
può che farmi piacere, davvero^^ E sono felice che ti sia piaciuta Mylie, una
giovane che ha sofferto ma che ha trovato una possibilità di rinascita accanto
a Yuri. Sono felice che a te Annie sia piaciuta per quanto riguarda Yuri… Era
necessario v.v Ecco qui la terza favola, spero sia di tuo gradimento^^ Un bacio
dal Cantastorie, ti voglio bene <3
Avly: Mia cara, la tua presenza
è sempre una gioia per me^^ Si, la raccolta parla di Amore e della sua forza, a
discapito dei finali che possono risultare scontati, questo è il mio
obbiettivo^^ Ma veniamo a noi, anche tu hai percepito perfettamente Kei e la
sua silenziosa essenza… Tutto questo mi rende assai felice, davvero^^ Mi
dispiace che ti abbia provocato tristezza la sua morte ma mi fa piacere che ti
sia piaciuta Mylie^^ Davvero ti hanno fatto pensare? La cosa mi rende felice, perché
vuol dire che ho raggiunto uno dei miei obbiettivi^^ Ecco qui la terza favola,
purtroppo un po’ triste, ma spero che ti piaccia^^ Un bacio dal Cantastorie, e
grazie per i tuoi complimenti sempre adorabili <3
Mi inchino di nuovo alle persone che leggeranno e
che mi faranno sapere la loro opinione. Bella o brutta, triste o meno.
Io sono il Cantastorie, ascolto ogni cosa.
Alla prossima favola, che vi prometto sarà più
lieta.
E’
sempre il Cantastorie che vi parla, con una nuova favola per voi.
Possono
Sole e Ghiaccio convivere ed esistere?
Possono
completarsi e unirsi per sempre?
Questa
favola parla di Julia, caldo sole spagnolo.
E
di Yuri, freddo lupo della steppa della gelida Russia.
Due
anime così diverse.
Ma
che non possono non unirsi
Buona
lettura, miei lettori.
Sole e Ghiaccio.
Il caldo sole estivo riscaldava quella
giornata, battendo forte sulla testa della gente e illuminando ogni cosa.
Un pomeriggio apparentemente come gli altri, ma
non per una giovane dai capelli biondi e gli occhi smeraldini che attendeva in
un parco una persona per lei speciale.
Una ragazza molto particolare sapete?
Luminosa come il sole.
Un’esplosione di vita ed energia.
Un viso bello e luminoso, che trasmetteva
calore e passione.
Un vero sole spagnolo.
Julia Fernandez.
Stava in quel parco e aspettava… Aspettava
quello che, in teoria, doveva essere il suo migliore amico.
Avete notato la mia ironia? Vi starete
domandando perché.
Avete presente due totali opposti?
Come Acqua e Fuoco.
Come Sole e Luna.
Come Calore e Ghiaccio.
“Ehi Yuri, sono qui!”- la giovane alzò la mano
in segno di saluto verso il suo amico. Capelli cremisi, occhi glaciali, pelle
lattea e fisico esile… Una statua di ghiaccio puro.
Gli si avvicinò, cingendogli il collo e
baciandolo sulla guancia. Lui non fece una piega, non era da lui lasciarsi
andare.
Yuri Ivanov, signore e signori.
Il Lupo della Steppa.
Il Freddo ghiaccio della Russia in formato
Uomo.
“Quanto entusiasmo, ti prego non mostrarmene
troppo o potresti uccidermi.”- ironizzò Julia con un sorriso, beccandosi
un’occhiata truce dal giovane.
“Che spiritosa. Andiamo, prima facciamo tutto,
meglio è.”
“Che permaloso! Non vedi che bella giornata?
Possibile che non riesco a strapparti nemmeno un sorriso?”
“Dammi un motivo per sorridere e lo faccio. Un
motivo valido, vero e non stupido.”
“Sei senza speranza, Ivanov. Non so perché
perdo ancora tempo con te, andiamo.”- Julia lo prese a braccetto e i due si
incamminarono verso il centro, silenziosi come sempre.
Julia cercava di parlare e di coinvolgere l
‘amico, ma questi sembrava impassibile. Voleva solo fare quella dannata
commissione e tornarsene a casa.
Eccoli qui, signori.
Due chiari opposti l ‘uno dell ‘altra.
Lei, radiosa come il Sole.
Lui, freddo come il Ghiaccio.
Non trovate che siano perfetti? E non sono
ironico, stavolta.
“Yuri, ti manca mai casa tua?”
“Mh? Che intendi?”
“La Russia… Non ti manca mai?”
“Solo qualche volta, ma non ho bei ricordi
legati a quella terra, lo sai.”- Julia percepì la tristezza di quelle parole:
si conoscevano ormai da tre anni e in un momento particolare in cui il russo
aveva bisogno di parlare, le raccontò del suo passato.
Sua madre lo aveva abbandonato da piccolo,
rinchiudendolo in un monastero dove aveva subito diversi maltrattamenti… Di
molti generi.
Per una cieca fortuna quel monastero fu poi
chiuso, lui finì in orfanotrofio dove una coppia lo adottò, trasferendosi poi
in Spagna.
Fu così che incontrò quel Sole radioso che non
sembrava intenzionata a lasciarlo in pace.
Quando le confidò tutto sul suo passato, Julia
decise di fare una cosa: avrebbe fatto di tutto per ridare il sorriso a Yuri.
“Ma cosa possiamo prendere a quello sfigato di
tuo fratello? Sembra non piacergli niente.”
“Non chiamarlo sfigato! È solo timido e lo sai
bene. Facciamo diciotto anni, sono una tappa importante.”
“Ma questo significa che devo fare il regalo
anche a te?”
“In teoria si, ma tu me lo fai già: verrai alla
festa e tanto mi basta. Guarda, entriamo qui!”- Julia lo prese per mano,
entrando in un negozio di libri: suo fratello amava molto leggere e si era
ricordata di un libro che tanto desiderava ma che nessuno gli aveva mai
regalato, lei per prima.
“Un libro? Gli vuoi regalare un libro?”
“Non un libro qualsiasi, lui adora le poesie di
William Blake ma non è mai riuscito a comprarsi una sua raccolta decente,
quindi è il regalo adatto a lui.”
“Voi due siete proprio strani.”
“Ha parlato ‘mister perfezione’! Forza,
cerchiamo quel libro.”- mormorò scocciata la ragazza, mentre si dividevano per
cercare il libro per il fratello della ragazza, Raul.
Julia lo osservò fissare i libri uno ad uno,
con la sua solita aria impassibile… Niente sembrava scalfirlo, era di ghiaccio
puro e lei non lo sopportava.
Tante volte desiderava che le rivolgesse anche
solo un sorriso.
O una parola dolce.
Anche un semplice gesto carino le sarebbe
bastato.
‘Ma di tutti gli uomini che ci sono al mondo
proprio di un pezzo di ghiaccio dovevo innamorarmi? Julia Fernandez, sei
davvero una sciocca perdente’ - non faceva che ripeterlo a se stessa, quando
era insieme a lui, o semplicemente da sola con i suoi pensieri.
Non trovate che sia tenera?
Innamorata di un freddo russo a cui vorrebbe
tanto scaldare il cuore.
Una fievole speranza celata in un cuore pieno
di Vita.
“Ehi, forse l ‘ho trovato.”- la chiamò il
giovane, destandola dai suoi pensieri. Gli si avvicinò e vide che aveva in mano
proprio il libro che stavano cercando.
“E’ proprio questo, grazie Yu.”
“Di nulla, ora possiamo andarcene?”
“Ma scusa, tu non gli regali nulla?”
“Era implicito che quel regalo fosse anche da
parte mia.”
“Te lo scordi! Tu ora cerchi qualcosa per mio
fratello o sono guai!”- esclamò la ragazza con le mani sui fianchi e l
‘espressione decisa.
Yuri si fermò ad osservarla: la conosceva bene,
sapeva che quando si imputava era impossibile farla desistere.
Testarda ed orgogliosa.
Vitale e spensierata.
Il suo esatto contrario.
Portava una canotta rosa con dei fiorellini
viola che le metteva in mostra la sua bella quarta di seno e un paio di short di
jeans, molto corti, che mostravano le sue gambe toniche e sode.
Non si era mai soffermato così a lungo ad
osservarla… Era davvero bella.
“Ehi, ti sei incantato? Pronto? Terra chiama
Ivanov!”- la voce dell ‘oggetto dei suoi pensieri lo destò, facendolo tornare
in se.
Ma che cavolo gli era preso? Mettersi a
fissarla in quel modo!
“Scusa, dicevamo?”
“Che devi fare il regalo a mio fratello.”
“Non ci penso nemmeno, te lo scordi. Non so
nemmeno cosa prendergli.”
“Insomma Yuri, per una volta nella tua vita non
puoi sciogliere il ghiaccio che ti circonda? Mio fratello ti considera suo
amico, ti vuole bene a modo suo, pensa come ci rimarrebbe male se vedesse che
non ti importa nulla del suo compleanno. Non ci pensi?”
La voce di Julia era molto triste, sapete? Le
dispiaceva che quel ragazzo fosse così freddo e impassibile da non interessarsi
nemmeno dei sentimenti di una persona che lo considerava suo amico.
In cuor suo Yuri non aveva mai pensato a quelle
cose. Era già tanto che considerasse Julia sua amica, anche se la cosa gli
costava parecchio, ma suo fratello Raul… Non gli aveva nemmeno attraversato la
mente quell ‘idea.
“E va bene, ma tu mi dai una mano! Non ho
intenzione di passare ore ed ore ad arrovellarmi il cervello per cercargli
qualcosa!”- Julia sorrise, conscia di aver ottenuto quello che voleva.
“Visto? Non ci voleva molto! Dai, andiamo!”-
disse allegra la giovane spagnola, prendendolo per mano e, dopo aver pagato e
fatto incartare il libro, i due girarono ancora un po’ per negozi.
Passarono davanti ad un negozio che vendeva un
po’ di tutto, dai vestiti ai peluche e gli occhi di Julia si illuminarono:
forse lì avrebbero trovato qualcosa di adatto.
“Entriamo qui, di sicuro troveremo qualcosa.”
“Che palle, sono già stufo.”- le sembrava
durato troppo quel momento di pace. Sbuffando, i due entrarono e videro che
aveva davvero di tutto, sembrava un piccolo centro commerciale.
“Senti ti semplifico la cosa: mio fratello ha
un debole per i cani, ne ha sempre desiderato uno.”
“Dovrei regalargli un pupazzo? Ma ha diciotto
anni.”
“E allora? Anch’io ne ho diciotto, eppure ho la
stanza piena e non me ne vergogno.”
“Bah, se lo dici tu. Gli prendo questo botolo
peloso e siamo a posto.”
“Yuri, sei davvero un pezzo di ghiaccio. Se
davvero ti costa così tanto allora non farglielo, un regalo va fatto col cuore.
Ti aspetto fuori, tu decidi cosa fare.”
La giovane era davvero scocciata, sapete?
Insomma, vedere l ‘uomo che ami che si comporta
come un perfetto iceberg è molto triste.
Yuri la guardò andare via, pensando che forse
aveva ragione.
In fondo lei e Raul erano stati gli unici a
sopportarlo e non allontanarlo per via del suo carattere di ghiaccio.
Non poteva farci nulla, nemmeno a lui piaceva
essere così.
Ma tutto quello che aveva passato non poteva
cancellarlo, assolutamente.
La vide aspettarlo davanti all ‘entrata e le
dava le spalle… Gli venne un’idea, dopo tutto quella furia era sua amica e, a
modo suo, gli aveva sempre dimostrato affetto.
Forse poteva fare qualcosa per renderla felice…
Anche solo una volta.
*
‘Accidenti a lui e al suo caratteraccio! Mi da sui nervi
quando fa così, gli costerebbe troppo essere gentile?!’
Arrabbiata la nostra spagnola, non trovate?
E questo è niente, dovreste vedere quando è
davvero in collera, ma possiamo anche evitare.
Torniamo alla storia, miei gentili spettatori.
Julia stava aspettando il ritorno di Yuri dal
negozio, osservando il cielo limpido della sua cara Spagna.
Amava la sua terra, amava il caldo sole che
irradiava e scaldava ogni cosa.
Amava la vita, la vitalità, l ‘allegria.
E soprattutto amava Yuri, il suo perfetto
opposto.
Da quando l ‘aveva incontrato le era entrato
dentro in maniera tale che aveva sempre rifiutato tutti i corteggiatori che le
si dichiaravano… E ne aveva parecchi, da quel punto di vista non si poteva
lamentare. Ma per lei esisteva solo quel pezzo di ghiaccio che non si
scioglieva nemmeno col calore del suo tiepido amore.
Sentì le porte elettriche dietro di lei
aprirsi, si voltò e vide Yuri con un pacchetto in mano: allora l ‘aveva
ascoltata e aveva preso quel regalo per il fratello.
“Contenta? Ho comprato il botolo peloso per
quel botolo di tuo fratello.”- Julia gli sorrise, schioccandogli un bacio sulla
guancia: dopo tutto era il massimo a cui poteva aspirare con lui.
Per un istante, un solo, unico, memorabile, istante,
il nostro ghiacciolo arrossì. Ma ovviamente non lo fece notare alla giovane che
gli sorrideva radiosa.
“Sono contenta, sapevo che lo avresti fatto.”
“Sisi, ma ora andiamo, io devo farmi la doccia
prima di venire a casa vostra.”
“Va bene, allora facciamo così: io vado a casa
e comincio a preparare tutto, tu intanto vai a casa e raggiungimi appena sei
pronto.”
“Non ti serve una mano?”
“Tranquillo, Mathilde è già a casa mia che mi
aspetta.”
“Me lo immagino, se è a casa con tuo fratello…”
“Razza di porco! Ci vediamo dopo,
ghiacciolino!”- Julia gli fece l ‘occhiolino e si allontanò a passo svelto,
mentre lui la osservava andare via.
‘Stupida sciocca spagnola’- pensò ridendo il
giovane rosso, andando verso casa sua. Una volta arrivato, mise via il regalo per
Raul sulla scrivania, tirando fuori dalla sua tracolla un altro pacchettino…
Alla fine aveva deciso.
Eh no, signori! Non ci sarebbe sorpresa se vi
dicessi tutto adesso! Abbiate pazienza e scoprirete tutto! Torniamo dal nostro
Yuri, vi va? Bene.
Il giovane tirò fuori i suoi indumenti per la
serata, prese quelli intimi e si infilò sotto la doccia. I suoi genitori
adottivi erano via per lavoro, entrambi lavoravano per una grossa società,
spesso e volentieri dovevano viaggiare, ma a lui non dispiaceva.
Voleva bene a quelle persone, lo avevano preso,
cresciuto come loro dandogli tutto, ma un po’ di libertà non guastava mai, come
ad ogni giovane diciannovenne.
Finì di farsi la doccia, si asciugò e cominciò
a vestirsi, facendo cadere lo sguardo sulla foto che teneva sulla scrivania:
erano lui e Julia, al parco. Lui seduto e lei gli circondava le spalle da
dietro, sorridendo radiosa, in contrasto con la sua aria impassibile e fredda.
Quella foto gliela aveva fatta a tradimento
Mathilde, che aveva una vera passione per fare fotografie, e Julia ne aveva
regalata una copia anche a lui, dicendogli una cosa che non ha mai scordato…
“Così almeno, se ti senti solo, puoi vedere
quella fotografia e ti passerà, vedrai.”
Lo aveva detto con un sorriso radioso stampato
sul viso. Julia sorrideva sempre, anche per le cose più semplici.
Era davvero come un sole radioso, che con la
sua luce irradiava e scaldava ogni cosa intorno a lei.
Scosse la testa a quei pensieri, finendo di
vestirsi, prendendo le chiavi della sua macchina, i regali nella sua tracolla e
uscì di casa. Si mise in macchina, avviandosi verso casa della sua amica,
immaginando che faccia avrebbe fatto trovandosi di fronte anche un suo regalo.
Sorrise impercettibilmente a quel pensiero: in
fondo gli faceva piacere farla felice.
Non ci mise molto ad arrivare, Julia viveva in
una modesta villa, la sua famiglia era molto benestante. Era bianco candido e
sembrava essere molto antica, gli piaceva quella casa.
Suonò il campanello, che si aprì senza nemmeno
che qualcuno gli rispondesse, entrò e vide Julia e Mathilde intente a mettere
gli ultimi festoni.
“Ciao Yuri! Che bello, ci sei anche tu!”-
Mathilde, un’altra esplosione d’energia al pari di Julia. Ma a differenza di
quest’ultima era un poco più timida, certo non con lui dato che ormai lo conosceva
da tre anni. Quando la conobbe era già fidanzata con Raul e, senza sapere
perché, lo aveva preso subito in simpatia. Non gli dispiaceva quella ragazza,
era gradevole, quasi quanto Julia. E anche molto carina: capelli di uno strano
rosa, tenuti a caschetto, occhi verdi, un po’ bassa ma con un viso davvero
dolce.
“La tua amica mi ha praticamente obbligato,
perciò sono qui. Dove lo metto, questo?”
“Dallo a me, ma a Julia non hai preso niente?”-
domando la giovane all ‘amico, mentre osservava Julia finire di decorare la
sala dove si sarebbe tenuta la festa
“Diciamo che è un segreto, non dirle niente o
giuro che ti ammazzo.”- le sussurrò, facendole l ‘occhiolino e Mathilde capì,
ridacchiando allegra.
“Ehi, ho ordinato le pizze, ce le portano alle
otto precise!”- esclamò, uscendo da una porta, un giovane dai capelli rossi e
gli occhi smeraldini, dai lineamenti identici a quelli di Julia.
“Bravo fratellino, ti sei reso utile. Bene, qui
abbiamo finito, tra poco cominceranno ad arrivare gli ospiti.”
“Avete invitato parecchia gente?”- domandò Yuri
alla ragazza, già terrorizzato all ‘idea di dover stare in compagnia di tante
persone, non sopportava la confusione.
“E’ la nostra festa, Ivanov, abbiamo invitato
chi dovevamo.”- Julia gli fece un occhiolino e Yuri se ne intimorì: non era un
buon segno.
*
Meno di un’ora dopo la sala si era riempita con più di
trenta persone, tra amici e compagni di scuola, per il rossino sembrò di
morire. Sperava di poter stare un po’ da solo con Julia e attendeva l ‘occasione giusta per farle la sua sorpresa ma invece
quella sala sembrava una specie di campo di battaglia.
Ma tutti sembravano divertirsi, la sua amica
dopo tutto era brava ad organizzare le feste. Vide Raul e Mathilde scatenarsi
al centro della pista a ballare, seguiti da tanta altra gente, quando partì una
musica lenta e vide Julia avvicinarsi.
“Ti va di ballare un po’?”
“Non so ballare, lo sai.”
“Eddai, in fondo è un lento, devi solo
dondolare. Ti aiuto io, forza.”- a quel sorriso così dolce non seppe di no e
poi era la sua festa, fare qualcosa per lei era giusto oltre che un bel gesto.
La prese per mano, cosa che stupì la giovane, e
la condusse in pista.
La cinse in vita, avvicinandola a se, mentre
lei si appoggiava al suo petto, abbracciando la sua schiena. Poteva sentire il
suo cuore battere, era una melodia ancora più bella della musica che
accompagnava il loro ballo.
“Sono così felice che tu sia qui, Yuri.”
“Non credevo che ti importasse così tanto.”
“Andiamo, lo sai che sei importante per me…”
“Si, credo di saperlo…”- Julia alzò il viso,
vedendo l ‘espressione confusa del ragazzo di cui era innamorata: perché
reagiva così? Che davvero non avesse capito nulla sui suoi veri sentimenti per
lui?
Forse era ora di smettere di avere paura.
Era il momento di sciogliere definitivamente il
ghiaccio.
Lo prese per mano e lo condusse sul balcone,
lontano da occhi indiscreti e dove potessero parlare tranquilli. Una volta
arrivati intrecciò le sue dita con quelle più lunghe e leggermente affusolate
del ragazzo.
Era una bellissima serata.
Una leggera brezza solleticava i loro visi.
Il cielo era pieno di stelle.
L ‘atmosfera e il momento ideale, non poteva
lasciarseli sfuggire.
Non lei, Julia Fernandez.
“Yuri, tu sei importante per me.”
“Come amico, certo.”
“No… Non come amico. Ecco io…”
“Julia, non sono uno stupido. So che provi per
me qualcosa di forte, ma è meglio se mi lasci perdere.”
“Perché? Perché dovrei?! Yuri… Io ti amo.”-
quelle parole arrivarono al cuore del rosso come un fulmine a ciel sereno.
Lo amava.
Esisteva qualcuno in quel mondo così meschino
con lui che lo amasse.
Lei, un Sole radioso, amava lui, un pezzo di
Ghiaccio.
“Julia… Tu meriti di meglio.”
“Lo decido io, non tu. Possibile che per te non
sono nulla? Non provi niente per me, oltre all ‘amicizia?”
“Aspettami qui.”- Yuri si allontanò da lei,
sparendo tra la folla e lasciandola sola. La giovane cominciò ad osservare le
stelle, come a cercare una risposta alla loro luce: Yuri credeva che lei
meritasse di meglio, ma era solo lui quello che desiderava.
Non le importava che fosse di ghiaccio.
Desiderava solo scaldare il suo cuore con
quello del giovane.
Sentì un tocco gentile sulla spalla, si voltò e
vide Yuri porgerle un pacchetto ben confezionato con un leggero sorriso sul
viso.
“Questo è per te. Buon compleanno, Julia.”
“Mi hai fatto un regalo?”
“Ecco io… Ho pensato che sarebbe stato carino.
Non illuderti, non è nulla di speciale.”
“E’ tuo, basta questo per renderlo speciale.”-
la giovane, radiosa, lo aprì e vide che era un peluche a forma di pegaso. Lei
adorava quelle creature e Yuri lo sapeva bene… Se n’era ricordato. Era stato
così gentile da combattere contro il suo orgoglio pur di farle piacere.
“Yuri… E’ bellissimo.”
“Sono felice che ti piaccia. Però senti, io
credo che…”- il ragazzo non disse più nulla perché la giovane spagnola aveva
intrappolato le sue labbra con le proprie in un bacio dolce e carico d’amore.
Tutto l ‘amore che provava per lui.
E per Yuri fu più che sufficiente: forse era
ora di lasciarsi andare un po’ e sciogliere il ghiaccio che ricopriva il suo
cuore e il suo animo.
La cinse in vita delicatamente, ricambiando il
bacio e rendendolo più passionale.
Julia era in preda alla felicità, dagli occhi
le uscivano lacrime ribelli di gioia.
Yuri, il suo Yuri, la stava baciando.
Forse il ghiaccio che lo circondava stava
cedendo al calore del suo amore.
Quando si staccarono per il bisogno di
ossigeno, non ebbe il coraggio di lasciarlo andare.
“Julia, lo sai che sei una pazza a volere uno
come me?”
“Bhe, è perché sono pazza che ti piaccio, non è
vero?”
“No, tu non mi piaci…”- Julia lo fissò di
sbieco ma le passò quando vide il sorriso di Yuri.
Lo aveva visto di rado sorridere e vederlo in
quel momento sorridere per lei le riempiva il cuore di gioia.
“Sono innamorato di te, solo ora lo comprendo.
Ci proviamo? Se ti farò soffrire mi potrai castrare.”
“Si Yuri, proviamoci! Ti amo!”
Julia cominciò a ridere di gusto, saltandogli
al collo e riempiendolo di baci su una guancia, passando di nuovo alle labbra,
pienamente ricambiata da lui.
Forse per Yuri Ivanov era giunto il momento di
sciogliere il ghiaccio che ricopriva il suo cuore.
Ma una cosa non aveva mai capito: Julia lo
aveva sempre fatto e lui non se n’era mai accorto.
Quello splendido Sole lo aveva riscaldato
giorno dopo giorno.
Ora era il momento di vivere del calore dell
‘Amore.
E così fecero signori.
Sole e Ghiaccio non si sono più lasciati.
Totalmente opposti.
Inevitabilmente uniti.
Assolutamente indivisibili.
*The
End*
E così si
conclude anche questa favola d’amore, miei gentili spettatori.
Come vedete anche il Ghiaccio più solido non
resiste al calore del Sole e dell ‘Amore.
Due giovani totalmente opposti, che non possono
non unirsi.
E nemmeno separarsi.
Spero di aver scaldato i vostri cuori con questa
tiepida storia d’amore e che mi farete sapere le vostre opinioni.
Il vostro Cantastorie ci tiene tanto, accetta
ogni cosa.
Chiedo umilmente scusa ma stavolta il Cantastorie
non è in vena di rispondere alle recensioni, vi chiedi di perdonarmi.
Un enorme bacio e un grosso ringraziamento a: la
mia adorata Lirin Lawliet, la mia cara Saruwatari_Asuka, la mia lover Ika, e la dolcissima Avly.
Grazie a tutte
voi per il continuo sostegno, spero di sentirvi anche in questa favola mie
adorate^^
Ben ritrovati, signori e signore, è sempre in Cantastorie che vi parla
Ben
ritrovati, signori e signore, è sempre in Cantastorie che vi parla.
Di
nuovo qui per narrarvi una nuova storia d’amore.
La
favola che sto per narrarvi parla di un giovane principe.
Un
anima vuota, triste e solitaria.
E
della giovane serva che scalderà il suo cuore.
Un
amore proibito, mie gentili spettatori.
Godetevelo.
Il
Principe e la Serva
Due corpi avvinghiati nel fuoco della Passione,
bruciante e devastante, in un letto di fattura lussuosa. Lenzuola rosse e stoffe
pregiate, dalla tessitura molto antica e preziosa per un semplice letto.
Un giovane possedeva senza risparmiarsi una
ragazza dai capelli biondi e gli occhi smeraldo, ma non vi era amore in quel
atto che avrebbe dovuto averne.
Passione, Lussuria, Desiderio Carnale… Solo
questi desideri riecheggiavano in quella stanza, tra un gemito di piacere e l
‘altro.
Alla fine, esausti, i due si unirono in un
abbraccio che niente aveva di affettivo: nessun calore traspariva dagli occhi
ametista del ragazzo. I capelli argentei leggermente imperlati di sudore, il
viso liscio e perfetto e il fisico muscoloso e scolpito… Una meravigliosa
scultura greca.
“Mio principe… Siete stato meraviglioso.”
“Lieto che vi sia piaciuto, milady.”
“Siete sicuramente l ’amante migliore che abbia
mai avuto.”
“Ora siete voi a lusingare me, ma devo
andare.”- il giovane si alzò dal letto, recuperando i suoi vestiti e
infilandoseli, mentre la ragazza si alzò, tenendosi il lenzuolo per coprirsi.
“Come mai andate via? Restate ancora un po’ con
me.”
“Mi dispiace ma ho altro a cui pensare. E poi
voi dovete partire, entro domani voglio che siate tornata a casa vostra.”
“Ma, mio signore…”
“Ora scusatemi, ma devo andare. È stato un
piacere, grazie della piacevole compagnia.”- e così dicendo il ragazzo dagli
occhi ametista uscì dalla questa, lasciando una fanciulla con il cuore infranto
combattere contro la tristezza che lottava per assalirla.
Eccolo qui, signori: vi ho presentato il
principe Kei Hiwatari.
Erede di un piccolo ma ben tenuto regno, con la
presunzione di poter fare o dire quello che vuole a suo piacimento.
Ma con un animo pieno di enorme tristezza e
solitudine.
Freddo come solo il ghiaccio può esserlo.
Nessun legame, a parte una fievole amicizia con
il fidanzato della sorella.
Un’anima vuota e senza scopo.
Camminò per il lungo corridoio che dava alla
sala da pranzo, finendo di mettersi in ordine prima che suo padre scoprisse che
cosa aveva in realtà fatto pur di saltare quella stupida riunione.
Non curandosi di guardare dove andasse, il
giovane andò a sbattere contro una fanciulla che portava vaso pieno d’acqua,
facendola cadere.
“Ehi, attenta a dove vai, razza di stupida!”-
sbraitò Kei, guardando male la giovane, che raccoglieva ad uno ad uno i cocchi
del vaso, senza mai alzare lo sguardo.
Una giovane molto graziosa, sapete?
Capelli come l ‘oro, ricci e tenuti in ordine
da una coda bassa.
Occhi castani, grandi e profondi.
Un viso scarno, ma comunque liscio e ben fatto.
Labbra rosee e sottili e un corpo tonico,
seppur molto magro.
“Vi chiedo perdono, mio signore.”- sussurrò la
giovane, finendo di raccogliere tutti i pezzi del vaso. Kei la osservò, dall
‘alto in basso, con un piccolo moto di disgusto.
Non ricordava quella serva, ne avevano
parecchie al loro servizio. Erano tutte molto magre e alcune fragili, ma lei
sembrava diversa.
La giovane finì il suo lavoro e si alzo,
tenendo sempre gli occhi bassi… Era proibito alle serve guardare un nobile o i
loro padroni dritti negli occhi.
“Vi chiedo ancora perdono, mio signore.”
“Vedi di guardare dove vai, qualcun altro
avrebbe reagito in maniera peggiore”
“Certo, principe Kei.”- la giovane fece un
lieve inchino e superò il ragazzo, che prima di lasciarla andare le porse una
domanda…
“Come ti chiami? Al momento mi sfugge il tuo
nome.”- la fanciulla voltò appena il volto, tenendo sempre gli occhi bassi.
“Mi chiamo Aline, mio signore.”- mormorò
dolcemente, rifacendo di nuovo l ‘inchino e sparendo lungo il corridoio.
Kei la vide andare via ed entrò nella sala da pranzo dove
suo padre e sua sorella, in compagnia del fidanzato nonché capitano delle
guardie, lo stavano aspettando.
“Kei, finalmente! Si può sapere dov’eri
finito?”
“Sono stato occupato, scusate il ritardo.”
“Immagino cosa ti ha tenuto occupato,
fratellone.”- mormorò maliziosa la giovane principessa.
A differenza del fratello aveva i capelli
castani, lunghi fino alle spalle, ma gli occhi erano gli stessi del principe.
Un bel viso, liscio e ben curato e un corpo piccolo ma comunque perfetto: una
bellissima principessa.
“Fatti gli affari tuoi, Malisa!”- esclamò
irritato il giovane principe, suscitando una risatina alla sorella.
“Yuri, ma come fai a sopportarla? Altro che
capitano, devi essere un santo.”
“Diciamo che la so gestire meglio di te.”- Yuri
Ivanov, capitano delle guardie che, nonostante la giovane età, aveva fatto
carriera grazie al suo talento e al suo valore.
Era l ‘unico amico che Kei potesse definire
tale e per “amico” intendiamo una persona che lo sopportasse. Da quando si era
fidanzato con la principessa Malisa il loro rapporto si era intensificato dal
fatto che presto sarebbero stati parenti.
Il matrimonio ovviamente era stato combinato,
ma quei due avevano finito per l ‘innamorarsi sul serio, cosa che a Kei in
fondo faceva piacere.
Ma per quanto lo riguardava non aveva alcun
interesse per l ’amore.
Lo considerava un sentimento stupido e privo di
significato, aveva giurato che non si sarebbe mai innamorato.
Ora vi spiegherete il perché del suo
comportamento con il gentil sesso…
Un caso davvero pessimo, signori.
“Kei, figliolo, voglio cogliere l ’occasione
che siamo tutti qui per annunciarti che ho preso una decisione.”- il re, Sosuke
Hiwatari, un uomo severo e rigido, ma un buon sovrano per il suo regno. Capelli
argentei come il figlio, fisico possente, un leggero accenno di barba e viso
dai lineamenti marcati, ma non duri.
“Quale decisione, padre?”
“Ho firmato un contratto con il re del regno
vicino, per solidificare questa unione abbiamo deciso che tu e la sua
primogenita vi sposerete.”- il principe fece cadere la forchetta, fissando con
astio il proprio genitore, mentre la sorella e Yuri lo guardavano preoccupati.
“Spero che sia uno scherzo.”
“Nessuno scherzo. Incontrerai Camille domani a
pranzo e per il tuo bene ti conviene essere cortese.”
“Io non intendo sposare una perfetta
sconosciuta!”
“Tu farai come ti ordino, o saranno guai,
capito?!”- una caratteristica del caro Re: tutto quello che dice è legge.
Normale per un sovrano, non trovate?
Lo sguardo del giovane principe era in preda
alla collera: mai al mondo avrebbe sposato una donna di cui conosceva solo il
nome. Non voleva fare come sua madre, che aveva vissuto infelice per tanti anni
accanto ad un uomo che non amava.
Si alzò di scatto dal tavolo, uscendo dalla
grande sala e avviandosi verso la biblioteca, certo del fatto che nessuno li lo
avrebbe disturbato.
Entrò sbattendoforte la porta, facendo però sobbalzare la persona che in quel
momento si trovava lì, intenta a fare pulizia.
“Mio signore…”
“Ah, sei tu Aline.”- mormorò scocciato,
sedendosi di peso sulla prima poltrona e sbuffando sonoramente. Aline gli
rivolse occhiate fugaci, cercando di non farsi notare… Si domandava cosa mai
poteva turbare tanto il suo principe.
Continuò le sue mansioni, continuando ad
osservarlo… Lei lo trovava bellissimo.
“La smetti di fissarmi di sfuggita?! Mi dai sui
nervi!”- esclamò adirato il giovane principe, facendola spaventare.
Non trovate che questo giovane sia totalmente
all ‘oscuro di cosa siano le buone maniere?
Aline si scusò e fece per andarsene, quando una
mano grande e calda le afferrò delicatamente il polso… Si voltò e vide il
principe trattenerla.
“Scusami, lo so che tu non c’entri.”
“Non preoccupatevi altezza, ma se posso
permettermi cosa vi affligge?”- Kei la osservò, incuriosito: quella fanciulla
aveva qualcosa che nelle altre non aveva mai visto, ma non riuscì a capire di
cosa si trattasse. Forse parlare con qualcuno non gli avrebbe fatto peggio di
come si sentiva in quel momento… Non si sfogava mai con nessuno.
“Posso parlarti senza problemi? Insomma, non
sei una persona che spettegola.”
“Signore, l ’unica persona con cui posso
parlare è me stessa, non abbiate timore.”- il giovane principe colse molta
tristezza in quella frase, ma cercò di non badarvi e invitò la ragazza a
sedersi accanto a lui. Le rivelò la decisione di suo padre di farlo sposare con
una donna mai conosciuta, il suo rifiuto e anche la sua paura.
Paura di non avere scelta, di essere destinato
per sempre all ‘obbedienza.
Aline lo ascoltò, paziente e gentile, come una
vera ascoltatrice.
“Mio signore, comprendo il vostro turbamento, e
penso che abbiate ragione.”
“Ma non posso ribellarmi, mio padre ha già
deciso tutto. Mi negherà la corona se non faccio ciò che mi ordina.”
“E la corona è più importante della vostra
felicità? Non pensate che forse dovreste anteporre voi stesso al vostro
titolo?”- mai Kei aveva sentito tanta saggezza venire da un semplice servo.
Quella ragazza sembrava quasi una nobildonna, se non fosse stato per gli abiti
spogli e l ‘aspetto trasandato.
“Si, probabilmente dovrebbe essere così.”
“Non siete mai stanco di stare nella vostra
gabbia dorata?”
“Ci sto bene, ho tutto quello che desidero.”
“Ne siete sicuro?”- quella domanda lo colse
impreparato? Era davvero sicuro di essere felice? Di avere tutto quello che
voleva? Ora non lo sapeva più.
“Si, almeno credo…”
“Verreste con me in un posto? Non è lontano, è
qui nel castello.”- domandò dolcemente Aline, mentre Kei continuava ad
osservarla: cosa aveva quella giovane da provocargli il turbamento che sentiva
in quel preciso istante?
La giovane serva gli porse la sua mano, lui la
afferrò e lo condusse in sul retro del castello, aprendo una piccola porta di
legno e arrivando in un posto dove il sole batteva radioso e il prato era pieno
di fiori in sboccio.
C’erano delle rovine, ma davano un tocco di
antichità a quel posto così suggestivo.
Kei si guardò intorno, pensando che era già
stato in quell ‘angolo del suo palazzo, ma non lo ricordava…
“E’ un bel posto.”
“Non vi ricordate? Da bambini venivamo qui.”-
il giovane principe la guardò stupito: lui andava in quel posto con quella
serva? Gli era difficile crederlo.
Aline lo fissò, sorridendo tristemente: si era
dimenticato dei momenti passati insieme quando erano poco più che fanciulli e
non lo biasimava…
Chi voleva ricordare il tempo trascorso in
compagnia di una misera serva?
“Veramente? Non lo ricordo.”
“Venite, vi mostro una cosa.”- lo prese di
nuovo per mano e lo condusse dietro ad una colonna, dove vi erano incise due
lettere: una K e una A.
“Sono le nostre iniziali.”
“Le abbiamo fatte noi con un sasso, dicendo che
questo sarebbe stato per sempre il nostro posto segreto.”
“Perché l ’ho dimenticato?”- mormorò il giovane
principe, più a se stesso che alla giovane accanto a lui. Si sedette su una
delle rocce, cominciando a guardarsi intorno… Era tranquillo, nessun rumore, se
non quello del vento e di qualche uccellino che cantava la sua gioia al sole.
Come avrebbe voluto essere come loro, poter
volare libero, senza nessuno che lo comandasse.
“Mio signore, vi ho turbato portandovi qui?”
“No, è solo che… Mi rendo conto che ho
dimenticato i momenti più belli della mia infanzia e sapere che li ho passati
con te, una serva che ho sempre trattato male… Mi rende infelice.”- la giovane
sorrise lievemente: per un attimo le era sembrato di rivedere il Kei fanciullo
cresciuto insieme a lei.
Era molto diverso, sapete?
Un bambino molto taciturno, è vero.
Ma quando era con lei liberava la sua felicità
e la sua voglia di vivere celate sempre dentro di se.
“Vi lascio solo, devo tornare al lavoro.”
“No, ti prego. Resta ancora un po’, per
favore.”- Aline lo guardò negli occhi e vi lesse una specie di supplica a cui
non seppe dire di no.
Si sedette accanto a lui, osservando il
cielo…Era azzurro, solo alcune nuvole ne turbavano il colore, ma era sempre
bellissimo.
“Davamo un nome alle nuvole, vero?”- chiese all
‘improvviso Kei alla giovane accanto a lui, che lo guardò sorridendo: forse
cominciava a ricordarsi qualcosa.
“Si, lo ricordate?”
“Vagamente. Tu ne avevi chiamata una “palla di
neve” perché si sembrava un’enorme palla di neve.”- i due cominciarono a ridere
di gusto.
Non sono belli insieme?
Il chiaro esempio de “gli opposti si
attraggono”.
Una gioia per gli occhi e per il cuore.
Smisero di ridere, fissandosi intensamente… Per
la giovane il tempo sembrava essersi fermato. Tante volte aveva sognato quel
momento…
Di essere lì, insieme a lui, di averlo così
vicino.
Sentire il suo respiro, il suo profumo
inebriarle le narici.
Le sue mani accarezzarle la pelle…
Ma era un sogno impossibile, almeno per lei.
Kei stava già avvicinando il suo viso a quello
di Aline, quando la ragazza abbassò il volto e scese dalle rocce, dirigendosi
verso la porta da cui erano entrati.
“Aline, perché scappi?”
“Perché non voglio essere ingannata, non da
voi.”
“Come sai che voglio ingannarti?”
“So quello che fate con le ragazze, non sono
una stupida.”- Kei la guardò colpevole: forse era per quello che aveva
dimenticato tutto, che aveva dimenticato Lei.
Crescendo era diventato un uomo stupido e
immorale, che usava le ragazze solo per gioco e divertimento personale.
Non voleva amore e non lo ricercava. Così come
la felicità, non gli importava.
Tranne che in quel momento, con quella ragazza.
Con lei voleva.
“E’ vero, io sono come dici tu, ma con te è
diverso.”
“Non potete saperlo e non voglio che l ’unica
persona che abbia mai amato si prenda gioco di me. Ora scusatemi, ma devo
tornare al lavoro.”- Aline, con gli occhi lucidi, fece un lieve inchino e sparì
oltre la porta, lasciando solo Kei con i suoi pensieri.
Quella giovane lo aveva amato.
E forse lo amava ancora.
E lui, sciocco ragazzo immaturo, lo aveva
dimenticato.
L ‘unica che lo avesse mai amato era sua madre.
E aveva vicino un’altra persona che poteva
davvero dargli l ’amore.
Ma lo voleva?
Non faceva che chiederselo, quel giovane
principe smarrito che restò ancora qualche minuto ad osservare il cielo azzurro
e le nuvole.
*
Passò una settimana da quel giorno e per tutto il tempo
Aline cercò di mantenere, per quanto le fosse possibile, le distanze dal
principe Kei.
Quest’ultimo invece cercava in tutti i modi di
parlare con lei, con scarsi risultati: quella giovane sapeva essere anche più
testarda di lui.
Il giovane principe aveva incontrato la sua
futura sposa: una sciocca nobildonna che aveva come unico interesse il
prestigio e il suo trono. Come poteva passare tutta la vita con una persona
come lei? Se lo domandava spesso il nostro principe, chiedendosi se avrebbe
avuto gli stessi pensieri anche senza parlare con Aline.
Pensava a lei molto spesso, quasi tutto il
tempo della sua giornata… La vedeva lavorare, sorridere, anche affaticarsi. E
ogni volta sentiva una strana morsa allo stomaco e al petto, qualcosa che non
aveva mai provato prima.
Un vero colpo di fulmine, miei gentili
spettatori.
Del resto anche la giovane era in preda agli
stessi sentimenti.
Il suo principe le mancava, terribilmente… Ora
che finalmente aveva ritrovato quel lato di lui che tanto amava, era costretta
a stargli lontano.
Sapeva che presto si sarebbe sposato, con una
bellissima principessa.
Aveva visto Camille: capelli castani, tenuti
alla perfezione, labbra rosse e sottili, un viso a dir poco stupendo, occhi
smeraldo e un eleganza innata ad ogni nobildonna.
Come poteva competere con lei? Lei, una misera
serva senza un briciolo di classe o bellezza.
Tanti pensieri e molteplici emozioni
percorrevano gli animi di questi due giovani destinati ad incontrarsi.
Quando un giorno il fato decise che era il
momento di entrare in scena.
Aline stava raccogliendo i fiori in quel angolo
di castello che era il posto suo e di Kei, quando lo vide arrivare dalla
piccola porta di legno.
Kei sgranò gli occhi: finalmente, dopo giorni,
aveva la possibilità di parlarle e non se la sarebbe lasciata scappare.
La giovane serva si alzò per andarsene, ma lui
la trattenne per un braccio, fissandola intensamente con quei suoi occhi
ametista che lei tanto amava.
“Mio signore…”
“Smettila di scappare da me, Aline. Sono qui
per chiederti aiuto…”- la voce del principe era roca e triste, la giovane serva
lo fissò intenerita: la situazione in cui si trovava doveva pesargli molto.
Davanti ad una richiesta come quella, la
ragazza non seppe resistere e a costo di lasciarsi andare e infrangere ogni
regola prese il suo principe per mano e lo fece sedere accanto a lei, sul
prato.
“Ditemi, mio principe.”
“Kei. Per favore, non vedermi come un principe
in questo momento…”
“Va bene… Kei.”- era bellissimo poter
pronunciare il suo nome, il cuore di Aline era in preda alla gioia. Il giovane
le sorrise riconoscente, per poi rivelarle tutti i suoi tormenti… Quella
principessa che non sopportava, suo padre irremovibile, il matrimonio già
organizzato e nessuno che chiedeva cosa ne pensasse.
“Sai, io posso essere uno a cui non importa di
niente e di nessuno, so di essermi creato questa fama, ma da quando ho parlato
con te e ho ricordato i momenti passati insieme sento di voler essere diverso.”
“Sono lusingata, mio signore.”
“Non devi esserlo, davvero. Aline… Io voglio
stare con te.”- il cuore della giovane mancò di un paio di battiti: voleva
stare con lei. Ma cosa intendeva? Doveva saperlo o sarebbe impazzita.
“Che cosa intendete dire, mio signore?”
“Io credo, anzi sono sicuro, di averti amata
quando eravamo fanciulli ma crescendo la mia immoralità mi ha fatto dimenticare
quel bellissimo periodo della mia esistenza. Tu devi averne sofferto e questo
pensiero mi fa male…”
“Kei, voi non dovete… E poi una relazione tra noi
sarebbe comunque sbagliata. Voi siete un principe, io una serva.”
“Non mi importa!”- tuonò il principe, alzandosi in piedi e
costringendo la giovane a fare altrettanto. Ma quando la fece alzare la cinse
in un caldo abbraccio, inebriandosi del profumo di fiori di campo che la
giovane emanava. Così come Aline si lasciò cullare dal calore e dal battito del
cuore del suo principe.
“Principe…”
“Vieni via con me, Aline. Scappiamo insieme.”
“Cosa?”
“Me lo hai detto tu: la mia felicità e la mia
vita vengono prima di una corona o di un titolo. Ed io voglio rinunciarvi per
essere felice… Insieme a te.”
“Ma io…”
“Grazie a te ho riscoperto quanto è bello
provare sentimenti e il bellissimo sapore della vita. Sono innamorato di te, e
voglio vivere insieme a te. Non rifiutarmi, ti prego…”
Per la prima volta in vita sua il giovane
principe Kei stava aprendo il suo cuore.
Un cuore che per troppo tempo era stato chiuso
ai sentimenti.
Un cuore inaridito dalla stupidità e dall
’immaturità.
Un cuore che stava venendo riscaldato dal
tiepido amore di un’adorabile serva.
“Va bene, mio signore. Voglio fuggire con voi e
vivere al vostro fianco per sempre…”
“Mi ami, Aline?”
“Sempre, mio principe.”- Aline sollevò il
volto, sfiorando le labbra del principe con le proprie… Kei sentiva un calore
mai provato prima e non ci mise molto a ricambiare il bacio, stringendo a se
quell ’angelo che gli stava donando l ’amore che lui per anni, inconsciamente,
aveva sempre cercato.
Il bacio si fece lungo, appassionato,
disperato…
Caddero sull ’erba e in quel posto dove un
tempo il loro amore era solo una fievole luce…Ora era sbocciato, sfociando nel fuoco della Passione.
Erano una cosa sola, che niente al mondo
avrebbe separato.
*
Padre, ho preso una decisione che spero comprenderai. Io
vado via, portando con me Aline… La amo e voglio passare la mia vita con lei.
Tu non mi avresti mai permesso di farlo, per questo rinuncio alla corona… Dalla
a Yuri, sicuramente sarà un re migliore di quanto io avrei potuto esserlo.
Forse un giorno ci rivedremo e mi avrai perdonato… Di a Malisa che le voglio
bene e che sono certo sarà una splendida regina per il tuo regno.
Per quanto riguarda te, Yuri, sappi che sei stato e sarai
sempre il migliore amico che abbia mai avuto. Abbi cura di mia sorella, falla
felice e sii un buon marito, fedele e leale al sentimento che vi unisce.
Padre…
Vorrei dirti tante cose, ma temo che ogni mia parola sarebbe sprecata.
Non ti
ho rinnegato, né ti odio per avermi costretto ad un matrimonio forzato, ma non
posso essere come tu mi vuoi.
La mia
felicità, la mia vita e il mio cuore vengono prima di un titolo.
Ti
sembrerà assurdo che io, il tuo immaturo figlio, ti stia parlando in maniera
così saggia.
Il
merito è di Aline… Quella giovane serva che ha passato con me l‘infanzia e di
cui ora sono talmente innamorato da rinunciare a tutto.
Spero
che capirai la mia decisione e non ci cercherai. Forse un giorno torneremo e
magari tu sarai pronto ad accettare il fatto che tuo figlio ha solo voluto
vivere libero.
Anche se
non te l ‘ho dimostrato, sappi che ti voglio bene.
Ne
voglio a tutti voi.
Addio.
Kei.
“Se n’è andato… Quel disgraziato di un figlio.”
Il Re Sosuke aveva ricevuto quella lettera da
una delle serve che si occupavano di rassettare le stanze. E a quanto si diceva
tra la servitù anche Aline sembrava essere sparita, così come Phoenix, il
cavallo di Kei.
Quei due erano davvero scappati insieme.
Malisa era stretta al suo amato Yuri, cercando
però di confortare anche il padre, conscia del fatto che quest’ultimo
probabilmente aveva sbagliato.
Obbligarlo a sposare una sconosciuta, per
giunta una persona non meritevole, era stato un gesto sbagliato ed ora doveva
pagarne le conseguenze.
Sapeva dell ’affetto, sfociato in amore, del
fratello per quella serva e adesso erano insieme.
In fondo era felice per loro, se Kei fosse
rimasto non lo sarebbe stato e non era giusto.
Perché lei poteva essere felice e lui no? Solo
perché era il maggiore? Non lo aveva mai capito.
“Padre, in fondo era prevedibile.”
“Malisa…”
“Lo hai obbligato ad una scelta troppo grande,
ha solo agito diconseguenza, andando
via con la persona che ama davvero. Non possiamo fare nulla, cercarli sarebbe
inutile.”
“Altezza, temo che vostra figlia abbia
ragione.”- Yuri, mise una mano sulla spalla del re, che li osservò: che
avessero davvero ragione? Quella lettera parlava chiaro, ma era pur sempre suo
figlio, il suo unico erede maschio. Doveva davvero lasciarlo andare?
“Forse avete ragione e poi, come ha detto lui
stesso, un giorno forse tornerà.”
“E tu lo avrai perdonato, padre?”- il Re guardò
sua figlia, poco prima di uscire dalla porta e le rivolse un sorriso triste.
“Solo il tempo saprà dircelo, mia cara figliola.”
Il Re Sosuke uscì da quella stanza, tenendo
stretta quella lettera, ormai unico ricordo di un figlio perduto che aveva
anteposto la sua vita al trono.
Scelta che nemmeno lui stesso aveva avuto il
coraggio di compiere, tanto tempo fa.
*
“Siete sicuro che non ci cercheranno?”
“No e comunque non ci troveranno, domani ci
imbarcheremo sulla prima nave diretta in Italia.”
“Perché proprio l ’Italia?”
“Non era tuo sogno andarci?”- Kei sorrise
radioso alla sua Aline, che lo abbracciò stretto, baciandolo. Si erano
rifugiati su una collina, lontano dal castello del principe, in una baita
abbandonata. Non rimpiangevano quella scelta, ora erano insieme e niente li
avrebbe divisi…
“Aline?”
“Si, mio signore.”
“Vuoi farmi un grande regalo.”
“Quale?”
“Chiamami Kei e dammi il tu. Non sono più il
tuo principe, ora sono semplicemente il tuo uomo e tale voglio essere.”- Aline
gli sorrise dolcemente, baciandolo a fior di labbra e abbracciandolo… Era vero,
adesso era solo il suo Kei.
Il suo compagno.
Il suo amore.
La sua vita.
“Va bene… Kei.”- i due risero, quando il
giovane prese la sua amata per mano, continuando ad osservare il sole che,
lentamente, andava a coricarsi dietro la collina dove avevano trovato rifugio.
“Aline, devo dirti un’altra cosa.”
“Ovvero?”
“Io ti amo.”
Tre semplici parole che possono colpire più di
ogni altra cosa il cuore di qualcuno.
La giovane sorrise radiosa, stringendosi ancora
di più a lui, sentendo il suo cuore battere e il suo profumo pervaderle l
’animo.
“Ti amo anch’io, mio dolce principe.”
Il sole davanti a loro sorgeva.
Ma l ’alba del nuovo giorno avrebbe illuminato
il cammino della loro nuova vita.
Insieme.
Come anime legate da un destino indissolubile.
*The
end*
E così anche questa
favola si è conclusa, signori e signore.
La storia di un amore nato per caso, rafforzatosi
solo con le emozioni.
Un amore che ha spinto due giovani a compiere una
grande scelta pur di stare insieme.
Il tramonto di un principe.
La nascita di un uomo.
Spero tanto che questa storia abbia colpito i
vostri cuori tanto quanto ha colpito il mio e spero tanto che me lo farete
sapere con le vostre preziosissime opinioni.
Anche per un Cantastorie è bello sapersi
apprezzato e anche criticato o consigliato.
Il cantastorie vuole ringraziare di tutto cuore
la sua lover Ika, la sua tesora Lirin Lawliet, la dolcissima Avly e la sua carissima Saruwatari_Asuka.
Grazie per il sostegno che non mi fate mancare mai in questa mia raccolta di
favole. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore, vi voglio bene <3
E per deliziare
i vostri occhi ecco a voi le immagini di Aline, Malisa e Camille. Spero vi
piacciano^^
Questa tiepida favola è dedicata alla mia cara Asuka per
il suo compleanno^^ Il tuo Cantastorie spera tanto che possa farti piacere
questo piccolo regalo e ci tiene a dirti che ti augura il compleanno migliore
del mondo e che ti vuole tantissimo bene <3 Buon compleanno, tesoro, ti
voglio tanto bene <3
Capitolo 6 *** Amore o Passione? Questo è il dilemma ***
Salve a tutti
Salve
a tutti, signori e signori.
Il
Cantastorie si rammarica per non aver aggiornato per così tanto tempo.
Ma
ora eccomi qui con una nuova favola che spero scaldi i vostri cuori.
Ed
è un regalo di compleanno per una persona per me molto speciale.
Cosa
può accadere quando un uomo di sani principi si ritrova tra due fuochi?
Quando
incontra un altro uomo dall’animo ardente, tale da bruciare ogni sua
certezza?
Quale
scelta può comportare questo evento?
La
storia di due uomini divisi da due sentimenti contrastanti: l’Amore e la
Passione.
Buona
lettura miei gentili spettatori, spero che sia di vostro gradimento
Amore
o Passione? Questo è il problema
Rei
Kon era sempre stato un uomo di sani principi, mai si sarebbe aspettato di
ritrovarsi tra due fuochi. Eppure non gli dispiaceva, ci si era ritrovato in
mezzo e non aveva fatto troppo per uscirne nell ’ultimo anno.
Un
anno… Era esattamente il tempo trascorso da quando era cominciata la sua
“avventura.”
Osservava
il mare, seduto su uno scoglio… Le onde battevano leggere su di esso,
bagnandogli i piedi di tanto in tanto. Il sole picchiava forte sulla tua testa,
illuminando l’acqua e facendola brillare… Uno spettacolo meraviglioso, l
’ideale per placare i turbamenti di un cuore in tumulto.
Un
giovane di bell ’aspetto: orientale, occhi ambrati stupendi ed espressivi,
capelli corvini, lunghi e lisci tenuti in ordine da un codino. Orecchie
leggermente appuntate e viso liscio e delicato, dai lineamenti leggermente
felini. Fisico scolpito ed espressione dolce e malinconica… Un bellissimo
essere, insomma.
Che
in quel preciso momento non sapeva che cosa fare…
Un
leggero trillo nella tasca può suscitare molta agitazione, credetemi.
Il
nostro protagonista lo prese, leggendo con curiosità e timore il messaggio
ricevuto.
Ho bisogno di vederti, devo parlarti.
Vediamoci a casa mia tra mezzora, ti aspetto. Non mancare ti prego, ho
bisogno di te… Kei.
Kei
Hiwatari… Un ragazzo che potrebbe essere definito il fuoco in persona,
miei gentili lettori.
Una
persona fredda, cinica alle volte, menefreghista e bastarda.
Ma
una cascata di passione, carnalità, erotismo e amore trasparivano dai suoi
occhi quando era con Rei.
Il
cinese si passò una mano sulla fronte, non sapendo che cosa fare…
Voleva
vederlo, lo desiderava con tutte le sue forze. Sentire le sue braccia
stringerlo, le sue mani accarezzarlo, sentirlo scivolare dentro di sé con
dolcezza e vigore come solo lui sapeva fare.
Rimanere
intrappolato in quella tela di sfrenata passione era per il giovane cinese
come il Paradiso e l ’Inferno.
Si
prese un paio di minuti prima di rispondergli.
Va bene, arrivo tra poco. Anch’io ho
bisogno d te…
Inviò
il messaggio e scese dallo scoglio, avviandosi lontano dalla spiaggia e
dirigendosi verso la casa di Kei.
Stava
sbagliando, lo sapeva.
Era
immorale, ne era consapevole.
Il
suo compagno non lo meritava, era logico.
Ma
come poteva resistere a quegli occhi viola carichi di desiderio solo per
lui?
A
quel viso angelico e privo di qualsivoglia imperfezione?
Il
fisico degno di una scultura, i capelli argentei come i raggi lunari.
Un
angelo tentatore.
Ecco
cos’era Hiwatari per Kon.
E
si può resistere alle tentazioni, miei cari lettori?
*
Va bene, arrivo tra poco. Anch’io ho
bisogno d te…
Sapeva
che avrebbe accettato, non poteva fare a meno di lui.
Questo
Kei Hiwatari lo sapeva bene, conosceva Rei Kon. I suoi desideri, le sue
voglie proibite, i suoi pensieri più nascosti e profondi: era un libro
aperto per lui,.
E
lo amava.
Amava
quegli occhi color ambra caldi di passione quando facevano l ’amore.
Amava
il suo viso felino inebriarsi ad ogni loro rapporto.
I
suoi capelli corvini, lunghi e setosi, mentre gli si appiccicavano al viso
per via del sudore.
Il
suo corpo… Dio, sarebbe stata una tentazione per chiunque. Soprattutto per
lui…
Kei
Hiwatari era un’anima libera, sapete?
Non
amava avere costrizioni, limiti, doveri o rimpianti: a lui bastava vivere
giorno per giorno, lasciandosi trasportare. Un’esistenza un po’ vuota e
triste a dirla tutta…
Finché
nella sua vita, per puro caso, non era apparso quell ’angelo cinese.
Lui
aveva dato un senso alle sue giornate e alla vita piatta che conduceva.
Lo
aveva capito, lo aveva stimato e, almeno così sperava, aveva imparato ad
amarlo.
Sapeva
che era impegnato e che sarebbe stata una relazione dura, ma in cuor suo
Hiwatari era assolutamente convinto che Rei non fosse felice con la persona
con cui stava.
Glielo
leggeva negli occhi, che ormai non avevano più segreti per lui.
Per
questo aveva deciso di portare pazienza, di aspettare, ma adesso non ce la
faceva più.
Dentro
di sé sapeva che era una mossa scorretta, che non avrebbe dovuto metterlo
di fronte ad una scelta, ma la sua pazienza stava per esaurirsi….
Svegliarsi
la mattina da solo, dopo aver fatto l ’amore con lui per tutta la notte.
Non
poter mai uscire insieme alla luce del sole.
Doversi
vedere di nascosto ogni volta.
Non
riusciva più a sopportarlo.
Se
davvero Rei lo amava avrebbe accettato la sua decisione, sarebbe rimasto con
lui e sarebbero stati felici. Forse era solo un sogno, ma voleva crederci…
Lui, che mai nella vita aveva creduto a qualcosa.
Il
suono del campanello lo fece destare da tutti i suoi pensieri… Era
arrivato, il momento della verità era giunto più in fretta di quanto
pensasse.
Si
alzò dal divano, andando ad aprire la porta e trovandosi davanti l
’oggetto del suo desiderio.
“Ciao
Kei, scusa se ci ho messo tanto.”
“Non
preoccuparti, entra.”- l’argenteo lo fece accomodare, chiudendo la porta
e salutandolo con un bacio a stampo.
“Come
mai quel messaggio? Credevo che ci saremmo visti dopodomani.”
“Siediti,
Rei.”- con tono un po’ freddo e soprattutto autoritario Kei gli ordinò
di sedersi sul divano. Il cinese, un po’ intimorito da quel tono, obbedì
senza dire nulla, aspettando che fosse il suo compagno a parlare per primo.
“Ascolta,
io ci ho pensato tanto e ho capito che non possiamo continuare così.”
“Che
cosa vuoi dire?”
“Rei,
io non ce la faccio più: sono stanco di essere il tuo amante! Io voglio
essere l ’unico, lo capisci? Voglio poter uscire con te alla luce del
sole, potermi svegliare insieme a te senza sentirmi intimorito.”- parole
piuttosto inusuali per un tipo come Hiwatari, sapete?
Lui,
una persona fredda e anche cinica alle volte.
Completamente
disinteressato a qualunque altro essere umano.
Doveva
incontrare quell ’angelo dagli occhi d ’ambra per rendersi conto che
poteva amare qualcuno.
Rei,
da parte sua, non sapeva cosa rispondere. Lui teneva a Kei, lo amava e
questo lo sapeva.
E
non era felice con la persona con cui stava, sapeva bene anche questo.
Non
gli dava lo stesso amore dell ‘ argenteo. La stessa passione, le stesse
attenzioni.
Certi
giorni, infatti, si domandava perché stesse ancora con lui.
Ma
allora perché non lo lasciava? La risposta era molto semplice, signori.
Il
nostro caro Rei non sapeva se ciò che provava per Kei era Amore o Passione.
“Kei,
perché mi stai mettendo di fronte ad un bivio?”
“Perché
so che mi ami, è inutile che continui a negarlo.”
“Io
veramente…”- il povero cinese non sapeva più che cosa dire, cosa
pensare, come comportarsi con quella persona che gli aveva fatto conoscere
sentimenti ed emozioni quasi proibiti ad ogni essere umano e che adesso gli
stava ponendo l ’unica domanda a cui non sapeva rispondere.
“Mi
ami, Rei? Rispondi sinceramente, se non mi ami sappi che sparirò dalla tua
vita per sempre e non pretenderò altro da te.”
“Kei…”
”Ma se mi ami, ti prego resta con me. Lo so, sono una persona fredda,
bastarda, tutto quello che vuoi, ma ti amo davvero e ti assicuro che farei
di tutto per farti felice.”
Rei
ormai non sapeva più che cosa fare… Lui, che era sempre stato una persona
razionale ed emotiva era di fronte ad un bivio terribile.
Amore
o Passione per quel giovane dagli occhi ametista e l ’anima di fuoco?
“Kei…
Io non… Non so se ti amo.”
Una
risposta terribile, non credete?
Non
trovate quanto sia incredibile a cosa può portare la confusione dell
‘animo? Spezzare il cuore ad una persona che ti ha appena dichiarato il
proprio amore…
Lo
sguardo del giovane Hiwatari era pieno di rammarico e rabbia… Si domandava
perché…
Per
una volta nella sua vita credeva di aver trovato qualcuno che lo avrebbe
amato davvero, semplicemente per quello che era.
Quanto
si era sbagliato… Era stato solo un illuso.
Chi
mai avrebbe potuto amare un uomo dal cuore di ghiaccio seppur con l ’animo
caldo come lui?
Forse
era destinato a rimanere solo per tutta la vita…
“Kei,
io…”
“Vattene,
Rei.”
“Ti
prego, ti chiedo solo altro tempo. Io non so ancora cosa voglio davvero.”
“Sono
stanco della tua insicurezza, sono stufo dei tuoi dubbi. Ti ho fatto una
domanda e mi hai dato la tua risposta, puoi andartene,”- Rei non sapeva
che cosa fare: il suo animo, troppo inquieto per decidere, non riusciva a
dargli la soluzione per il dolore che stava causando ad una persona che lo
amava davvero.
Lui
lo aveva visto, sapete?
E
forse ne era rimasto un po’ spaventato.
Il
fuoco dell ‘amore e della passione bruciava dentro quelle iridi ametista
in cui amava perdersi quando faceva l ’amore con lui.
“Io
sto bene con te, ma vedi…”
“Se
non mi ami vattene.”
“Perché
non vuoi ascoltarmi?”
“So
già cosa vuoi dirmi: che provi qualcosa ma non sai cosa sia.”- il giovane
cinese non sapeva come ribattere: forse aveva ragione… Era meglio
prendersi altro tempo. Sarebbe stato meglio per tutti e due.
“Aspettami…
Ti giuro che capirò cosa provo davvero per te.”
“Non
posso promettertelo…”- era una bugia: in fondo Kei Hiwatari sapeva
dentro di sé che lo avrebbe aspettato per tutta la vita, perché al mondo
non esisteva nessuno che poteva ricambiarlo… Solo quel cinese dagli occhi
dorati.
Rei
si alzò, fissandolo per un’ultima volta e uscendo da quella casa,
lasciando il giovane argenteo da solo con i suoi dubbi e i suoi pensieri…
Ma soprattutto con la sua rabbia.
Mentre
il giovane cinese camminava a passo svelto sotto la pioggia che nascondeva
le sue lacrime…
Lacrime amare, di un cuore che ne aveva spezzato un altro.
Un
anno dopo…
Fù
questo il tempo esatto che passò da quell ’incontro.
Rei,
tre giorni dopo aver visto Kei, lasciò il suo compagno dicendogli l
’esatta verità: non lo amava e non si sentiva amato. Aveva lasciato la
sua casa, prendendo un appartamento da solo e vivendo indipendente,
lavorando in un ristorante cinese.
Non
aveva più sentito il ragazzo dagli occhi ametista… Lo aveva cercato,
provato a chiamarlo, chiesto a quelle poche persone che lo conoscevano senza
ottenere nulla: sembrava sparito per sempre.
E
in quei momenti di totale sconforto il giovane cinese aveva capito,
finalmente: lo amava.
Amava
il suo profumo.
La
sua essenza.
I
suoi occhi e il suo corpo.
Ma
soprattutto la sua anima.
Il
chiaro detto “Devi perdere qualcosa per apprezzarla fino in fondo” penso
che si addica a questa situazione, non trovate?
Un
altro giorno di lavoro stava trascorrendo, gli piaceva cucinare in quel
posto, dopo tutto erano tutti suoi compatrioti.
“Ehi
Rei, c’è qualcuno che ti cerca.”- esclamò Len, uno dei camerieri e
amici che il cinese si era fatto in quel posto.
Incuriosito
si tolse il grembiule e si avviò verso il bancone, ma quando vide chi vi era
seduto il suo cuore mancò di più battiti… Non era possibile.
“Kei…
Tu...”
“Lei
è il cuoco di questo posto? Si mangia bene? Ho fatto un lungo viaggio e ho
una fame da lupi.”- non era cambiato molto… I capelli argentei erano un
po’ più lunghi, il suo fisico più modellato e i lineamenti del viso più
maturi: ma era sempre il suo Kei.
Rei
si avvicinò, arrivandogli davanti… Quante cose sentiva di volergli
dire…
“Dove
sei stato? Ti ho cercato per tanto tempo…”
“Dopo
il nostro ultimo incontro sentivo il bisogno di staccare la spina, così
sono tornato in Russia. Degli amici mi hanno ospitato e mi hanno fatto
capire che… In fondo stavo scappando anch’io.”
“Che
intendi dire?”
“Sono
fuggito dopo che mi hai rifiutato, ma alla fine ho capito di aver sbagliato.
Io sono uno che combatte e non che fugge, così sono tornato qui e ho fatto
un po’ di domande in giro.”
“E
hai scoperto che lavoro qui?”
“Esatto.
Allora, lo hai lasciato quel testa di cazzo?”- Rei fece una risatina: no,
nel carattere non era assolutamente cambiato. Era sempre il Kei che tanto…
“Si
e adesso che sei qui voglio dirti una cosa.”
“Ti
ascolto.”- il giovane corvino scese dal bancone, andandogli incontro e
mettendosi esattamente davanti a lui. Ormai era ora di smettere di avere
paura…
“Tre
giorni dopo che ci siamo visti per l ’ultima volta ho lasciato il mio
compagno e ti ho cercato, non trovandoti più… Quando mi accorsi che eri
sparito sono stato male perché avevo finalmente capito che…”
“Che?”-
Kei si alzò in piedi, sorridendogli… Lui lo sapeva, ormai, ma voleva
sentirselo dire. Almeno una volta nella vita dalla persona che amava più di
se stesso…
Quanto
gli era mancato in Russia... Non c'era stato un solo momento in cui non
avesse pensato a lui.
Ai
suoi occhi dorati.
Al
suo sorriso gentile.
Alla
sua pelle morbida e profumata.
Non
aveva mai smesso un solo secondo di amarlo.
E
in quel momento aveva
bisogno di sentire quelle parole uscire dalle sue labbra, anche in un
sussurro.
“Ti
amo, Kei.”- e fu più che sufficiente, sapete? Non ci vuole
l’immaginazione per capire cosa accadde dopo, vero miei cari lettori?
Rei
baciò il nostro argenteo con tutto l ’amore che provava per lui,
stringendolo così forte come se avesse paura che potesse svanire da un
momento all ’altro.
E
il nostro Kei lo strinse a sua volta, ricambiando il bacio con altrettanto
amore e passione, sotto lo stupore e gli applausi della gente nel ristorante
e dei colleghi di Rei.
Ormai
erano una cosa sola.
Due
anime unite dall ‘Amore e dalla Passione.
Due
sentimenti quasi impossibili da spezzare.
E
i loro sarebbero durati per tanto, tanto tempo.
Questo
è sicuro.
The
End
Questa
favola è un regalo di compleanno ad una persona per me molto molto
importante: la mia lover Ika.
Perché
è il mio adorato Maggiordomo.
Perché
mi sopporta sempre, pregi e difetti.
Perché
so che mi pensa anche se non ci sentiamo.
Perché
mi vuole bene per ciò che sono.
Perché
la sua Shinigami le vuole un bene dell’anima e le augura sempre la felicità
Happy
Birthday to you, my lover <3
Love
u <3
Un
enorme grazie va alla mia tesora Lirin Lawliet,
la mia dolce Saruwatari_Asuka, la mia lover Ika e la mia piccola Avly per aver
recensito la scorsa favola. Vi chiedo perdono per averci messo tanto ma
tutte voi conoscete i motivi per cui il vostro Cantastorie ci ha messo più
del previsto, ma spero che questa vi piaccia come la precedente^^
Grazie
mille per tutti i complimenti, i consigli e il sostegno che non mi fate
mancare mai, il Cantastorie vi vuole tanto bene <3
Ringrazio
anche chi legge senza recensire^^ Il Cantastorie si augura che leggiate
sempre ^*^