Il caso di Simon Bradley

di CrazyGuitar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La squadra di Sam Tyler. ***
Capitolo 2: *** Sam all'opera ***
Capitolo 3: *** Il killer seriale ***
Capitolo 4: *** Affinità ***
Capitolo 5: *** Un solo indiziato ***
Capitolo 6: *** La verità ***



Capitolo 1
*** La squadra di Sam Tyler. ***


Salve miei cari lettori! Quest’oggi vi posto una storia a cui sto lavorando insieme a Psyker_ (che potete trovare sul sito sotto questo nome): questo è il nostro secondo lavoro insieme (il primo lo potete trovare tra le opere di Psyker_ e riguarda Final Fantasy VIII). Detto questo vi lascio alla lettura!

 

L’alba di un nuovo giorno a Los Angeles, una nuova e afosa giornata era appena cominciata.

Samantha Tyler, una leggenda nel suo campo, si era appena svegliata. Andò in bagno,e si lavò la faccia davanti ad uno specchio. Era ignara di cosa la aspettasse.

Il lato negativo dell’essere una Detective pubblica, era quello di doversi alzare ogni giorno, volente o nolente, per investigare sulle morti della brava gente. Ma a lei non importava più. La morte era ormai una collega di lavoro, e non si sentiva più a disagio ad affrontarla.

“Ehi ciao! Non ci si vede da tanto eh? Non ti preoccupare, tra qualche settimana sarò in città e verrò a trovarti! “ Trovò una cartolina nella cassetta della posta.

“Idiota.” Quello era un suo amico, un partner che l’aveva accompagnata per cinquantatre dei ben novantanove casi che Sam era riuscita a risolvere.

Detective privati? Ecco un’altra motivazione per odiarli! Non concepiva che qualcuno potesse averla abbandonata, lasciando il proprio posto di lavoro, per fuggire verso nuovi rosei orizzonti.

Si stava dirigendo verso il suo ufficio, ma durante il tragitto fu fermata da una telefonata.

“Ehi Sammy! Sono orgoglioso di affibbiarti il tuo centesimo caso! Inutile dire che mi aspetto un successo da te! Ti manderò un sms con tutti i dettagli del luogo del delitto, la tua squadra è già sul posto.”

Samatha raggiunse il luogo del delitto in dieci minuti di automobile.

Sul luogo fu accolta da Brendon Farrel.

“Ehi Sammy! Come butta?”

“Non chiamarmi Sammy, e non perdiamoci in chiacchiere ragazzino.”

Non era una cattiva persona questo Brandon, era solo un po’ giovane ed inesperto.  Era nel gruppo di Samantha, sotto la sua tutela, da circa tre mesi. Aveva vissuto a New York, e si era trasferito da circa un annetto a Los Angeles per fare un tutorato: avrebbe dovuto imparare sul campo, ciò che aveva già studiato in teoria. Nonostante si rivolgesse a Samantha in maniera informale, non era indisponente, anzi assumeva con grande interesse il suo umile compito: era li semplicemente per spiegare la situazione trovata al momento del ritrovamento.

“Dimmi tutto Farrel.”

“Bene, la vittima è William Bradley,  è stato ritrovato morto da sua figlia Lauren nella sala della cassaforte. Apparentemente è stato ucciso da un taglio netto a livello della carotide. La cassaforte presenta dei danni in superficie, ma non è stata aperta.”

“Perfetto.”

La detective Tyler proseguì verso la scena del crimine.

“Che mi dici Nate?”

Nate era quanto di meglio potesse chiedere una detective: insieme valeva quanto la più attrezzata delle squadre della scientifica. Era con Samantha quasi dal principio, ed è dovuto anche a lui l’ampio numero dei suoi successi. Aveva un dono, per quanto fosse macabro: era capace di capire la situazione al momento preciso dell’assassinio con una rapida occhiata.

“Eccoti arrivata Sam. Ho dato una rapida occhiata alla situazione. Posso dirti che la vittima è stata colta di sorpresa: ha probabilmente sentito un rumore alle sue spalle, e per questo ha compiuto una rapida rotazione facendo perno sulla gamba destra, come testimoniato dalla torsione del tappeto sotto il suo piede. Per il resto ti posso dire che è stato probabilmente ucciso da un coltello lungo tra i 15-20 centimetri.. è stato un rapido colpo partito da in basso a sinistra, che ha poi colpito la gola, percorrendo una traiettoria obliqua verso l’alto e la destra. A giudicare dallo schizzo di sangue, il colpo è stato particolarmente violento, e ha sezionato la carotide. Più di questo al momento non posso dirti.. permettimi di fare qualche ulteriore analisi.”

“Fai come credi Nate.”

Dopodichè prese in mano il cellulare, per chiamare l’ultimo membro del suo staff.

“Pronto? Ci sei  Seraphine?”

Seraphine Connors. Origini francesi. Era una delle menti più brillanti che Sam avesse mai incontrato. Era con lei da una cinquantina di casi, ed era una persona molto disponibile. Usciva poco con gli altri ragazzi. Per lo più se ne stava nello studio, racimolando informazioni. Si poteva considerare una banca dati vivente; era laureata in ingegneria informatica, e non c’era niente che non fosse in grado di fare con un computer a sua disposizione.

“Dimmi tutto Sam”

“Ho bisogno di un favore: devi dirmi tutto ciò che scopri sulla famiglia Bradley.. voglio da subito sapere se ci sono precedenti in famiglia, e ancora meglio se ci sono aspetti oscuri che probabilmente nessuno qui dentro sarà disposto a confidarmi.”

“Fidati di me!”

A quel punto tirò fuori un taccuino; ciò in cui Samantha era imbattibile infatti erano le indagini: era capace di venir fuori pure dai più intricati enigmi, ed era capace di farsi un quadro completo dei sospettati quasi istantaneamente. Si poteva definire una persona sospettosa, seppur onesta.

“Adesso tocca a me!”

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Capitolo 2
*** Sam all'opera ***


Gli occhi corvini della detective scrutavano veloce lo schermo del computer della collega, aspettava un qualsiasi indizio su cui cominciare a lavorare. La sua abilità era sempre stata l’intuizione: non dava mai niente per scontato ed esaminava con attenzione anche i particolari più insignificanti. Non lasciava nulla al caso, ed odiava chi portava avanti teorie senza avere la possibilità di ragionare su fatti anche solo lontanamente concreti. La sua abilità di osservare e dedurre era unica, sotto i suoi occhi scuri tutto prendeva improvvisamente colore, un buio illuminato dalla grande mente che la rendeva particolare.
Seraphine trovò finalmente qualcosa:

“Arthur Bradley: medico chirurgo.. a quanto vedo si è fatto una fama internazionale con la sua grande abilità ed esperienza. L’ho trovato su un sito privato usato per memorizzare le diagnosi dei casi più particolari”

“Un sito privato? E come sei entrata?”

“Mi è bastato bypassare il codice della fonte della pagina e tramite un virus che ho ideato con alcuni codici sono riuscita a scombussolare la protezione del sito. Così facendo sono risalita all’ultimo medico entrato in questa pagina e ho rubato nome utente e password. In questo momento sono Gary Furham!”

La giovane ragazza sembrava essere soddisfatta del suo lavoro ma senza farsi sovrastare dall’entusiasmo cominciò ad elencare al suo capo tutte le notizie rilevanti sul signor Bradley:

“Allora capo, come dicevo è un medico di questa comunità. Ha studiato medicina a Yale ed ha completato gli studi con il massimo dei voti, wow.., classe 1956. Un ottimo curriculum direi.. cosa ne pensi?”

Samantha aveva preso posto in una sedia dello studio e aveva cominciato ad appuntare informazioni fin dalla prima parola di Seraphine. Poi si scostò di lato i suoi corti capelli rossi e cominciò a pensare a qualche collegamento:

“Un medico.., beh con la precisione con cui è stato eseguito il misfatto non mi stupirei se l’assassino avesse una qualche base medica”

“Stai dicendo che potrebbe essere stato Arthur??”

“Prova a riflettere un attimo Seraphine.., ho dato una rapissima occhiata al cadavere e sono subito arrivata alla conclusione che la vittima conoscesse l’assalitore. Non ha segni sulle mani né sul resto del corpo. Non ha opposto resistenza e vista la posizione del taglio non è neppure stato preso alle spalle.. Insomma se non un parente qualcuno che conoscesse e che non gli avrebbe mai fatto del male, almeno secondo la vittima. Devo solo informarmi se la stanza è stata forzata o era semplicemente aperta.. Bene non mi resta che scoprire se questo Arthur sia davvero imparentato con la vittima”

“Se posso permettermi, vive proprio qui a L.A. quindi credo ci siano buone probabilità”
“Ottimo, andrò a dare un’occhiata più approfondita al cadavere in obitorio, dopodichè andrò a fare una visitina al nostro caro dottore. Non sarà contento di sapere che un suo familiare è morto.. o forse si!”


La detective si diresse velocemente verso l’obitorio e ricevendo il consenso da parte dei medici legali raggiunse la camera con il cadavere di William Bradley:

“Proprio come ricordavo.., nessun segno nelle mani e nessuna ulteriore ferita a parte qualche taglio sulla testa dovuto sicuramente alla caduta post-assassinio.. E mi sa che devo dare torto anche a Nate.. la vittima non si è voltata all’ultimo momento perché accortasi dell’istantanea aggressione ma perché essendo impegnata ad aprire la sua cassaforte, voleva che nessuno lo vedesse fin quando non avesse finito. Non ha chiuso la porta però... e l’assassino era già dentro casa sua! Questo è strano.. In seguito ha sentito qualcuno che stava per entrare nella camera e spaventato si è girato di scatto provocando quella curiosa posizione del tappeto. Non può che essere andata così poiché alcune delle chiazze di sangue cominciano già a pochi passi dalla porta della stanza, che è situata abbastanza lontano dalla cassaforte e dal segno sul tappeto.. a giudicare poi dalla posizione del taglio alla carotide e del corpo per terra è improbabile pensare a degli schizzi portati in quella direzione. Questo vuol dire che per evitare di mostrare dove fosse custodita la sua cassaforte ha provato ad andare incontro all’assassino, nel tentativo di condurlo immediatamente fuori… questo però ha subito preso il suo coltello e ha colpito a morte la vittima, che barcollando all’indietro, prima di cadere, si è riportata nuovamente sopra al tappeto smosso.. Nessun‘ arma del delitto ritrovata e nessun segno di scasso alla porta. E’ davvero un caso più unico che raro..”

Sam lasciò in seguito l’obitorio e prima di risalire nella sua auto chiamò al cellulare la collega Hacker:

“Seraphine, sono io. Mi sai dire l’indirizzo di Arthur Bradley?”

“Certo, l’ho trovato. Sta nel Wilshire al 27° di Burton Way”

“Wilshire.., zona lussuosa, non credo fosse intenzionato a rubare in quella cassaforte. Beh avvisami quando Nate o la polizia riusciranno ad aprire quella cassa blindata”

“Certo, a dopo capo!”

 

Sam si diresse immediatamente in direzione del Wilshire, aveva intenzione di interrogare
Arthur poichè era assolutamente convinta che l’assassino fosse un conoscente dell’ucciso, stretto o meno.

La zona interessata fu raggiunta nel giro di mezzora e la detective si avviò verso la porta dell’abitazione. Sistemò la sua pistola e con il giusto garbo suonò il campanello. Ad aprire la porta fu un’anziana signora sulla sessantina, probabilmente la domestica, che fece accomodare molto cordialmente l’ospite. Sam la squadrò e accertatasi che non nascondesse nulla di sospetto addosso chiese di Arthur Bradley.

“Oh certo signora, è una sua cliente? Il signor bradley mi ha però detto che l’ambulatorio è stato spostato a qualche isolato più avanti..”

“No signora, sono della polizia di L.A. detective Samantha Tyler, posso parlargli o devo fare ricorso ai segugi per rintracciarlo?”

“Oh santo cielo! Ha fatto qualcosa di male il signor Bradley?”

“Se non mi farà parlare con lui sono sicura che qualcosa di male la farò io!”

La domestica si scusò ed avviandosi verso l’altra stanza lasciò Sam sola in salotto.

“Mmh.., una bella casa, marmi pregiati ed un’ottima collezione di spade di ogni epoca. Il camino è anonimo, in questa parte dell’anno e con questo clima è stato sicuramente trascurato per molto tempo. Lampadario con pezzi unici e vari trofei sullo scaffale.., sembra un uomo benestante nella norma”

Qualche secondo dopo ecco finalmente giungere il signor Arthur Bradley che preso posto davanti alla bella detective chiese il motivo della sua presenza quel giorno.

“Salve Signor Bradley. Sono giunta dal Westwood per chiederle informazioni su un certo William Bradley.., lo conosce?”

A quel nome l’interlocutore sobbalzò:

“Ah quel maledetto!!, mi è sempre stato contro per qualsiasi decisione prendessi!!. È davvero un sollievo sapere che partirà tra qualche giorno!”

“Lo conosce?”

“Certo che lo conosco, è mio fratello!”

“Capisco.., diceva che sta per partire.. dove?”

“Non lo so maledizione, è sempre stato un po’ lunatico ed è indebitato fino al collo, probabilmente sta partendo per questo!”

“Beh non credo ne avrà più la possibilità.., è stato ritrovato morto nella camera della cassaforte in casa sua. Assassinato!”

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Capitolo 3
*** Il killer seriale ***


“C-come? Morto?”

“Sembra sorpreso…”

“Lo sono.. non mi sarei mai aspettato di vederlo morire!”

“Ma lei ha appena detto che era pieno di creditori.. non le pare una motivazione evidente per aspettarsi una visitina da qualche estraneo arrabbiato?”

“Ehm… beh vede..” Si prese qualche secondo per ponderare la risposta.

“… il fatto è che era un tipo scaltro.. aveva programmato questo viaggio in pochissimo tempo e nei minimi particolari, era il classico tipo di persona che riusciva sempre a cavarsela in qualche modo.”

“Va bene va bene.. mi ha convinto! Per adesso si goda questi giorni e stia attento..”

“Ok lo farò.. arrivederci!”

“Stavo per dimenticare la cosa più importante.. è meglio per lei se non lascia la città.. potrei aver bisogno di contattarla.”

Così dicendo lasciò l’appartamento e si diresse verso la macchina.

“Pronto Seraphine? Non mi convince per niente quest’uomo.. vedi di investigare su morti sospette legate a costui.. se troviamo una vittima con lo stesso taglio alla carotide, con qualche relazione con Arthur abbiamo un ulteriore indizio per sospettare di lui.”

“Certo.. lascia fare a me!”

Dopodichè tornò verso il luogo del primo delitto, dove conobbe Simon, figlio di William, fratello di Lauren e quindi nipote di Arthur. Era un ragazzo sulla trentina, corporatura nella media.. non basso, ma nemmeno uno stangone. Aveva la faccia preoccupata, e dei capelli biondi di media lunghezza, con una riga in mezzo.

“Buongiorno signor Bradley.. condoglianze.. son qui per farle alcune domande.”

“Prego.. mi dica.”

“Lei dov’era questa mattina, tra le nove e le undici?”

“Ero in camera mia.. ho suonato il piano dalle 8 in poi, fino all’ arrivo della terribile notizia da parte di mia sorella.. sa.. sto preparando  alcuni esami per il conservatorio..”

“Va bene.. mi sa dire se William avesse dei nemici?” Lo sguardo della detective si fece più concentrato.

“Beh.. ci sarebbe Tony.”

“Come scusi?”

“Nessuno sa il suo cognome.. era un tipo al quale mio padre doveva dei soldi.. lavora al Commerce Casinò nella Crowne Plaza. Era un tipo pericoloso.. l’ho sempre detto.. ogni tanto veniva in questa casa e minacciava mio padre.. che a dire il vero non lo ha mai preso troppo sul serio… forse è stato questo il suo errore fatale..” Il suo discorso fu rotto da un pianto.

Nel frattempo Sam ricevette una telefonata.

“Pronto?”

“Ehi Sam! Sono Seraphine.. ho buone notizie per te! Ho trovato una ragazza morta con lo stesso tipo di taglia sulla carotide.”

“Perfetto! Chi è?”

“Si tratta di Desiree Fings, venticinque anni, a quanto dice qui è la nipote di Alexander Fings, un paziente di Arthur.. chissà! Magari Arthur ha provato a fare il cascamorto con la nipote di un suo cliente, questa non ha ceduto alle avance e lui l’ha fatta fuori!  Si tratta di un caso di otto mesi fa tuttora non risolto.”

“Perfetto! Due persone legate ad Arthur sono morte nello stesso modo.. vorrà pur dire qualcosa!”

Si girò verso Simon, che nel frattempo aveva smesso di piangere.

“Ok grazie di tutto, fammi andare.. a presto!...

… dove eravamo rimasti?” Si rivolse a quello.

“Non saprei.. mi stava facendo alcune domande.”

“Beh.. credo che per ora possa bastare.. arrivederci.”

Salutò il ragazzo e si diresse verso casa propria. Era sera tarda e ormai era l’ora di prendersi una pausa dal lavoro. Stette a casa la sera, non avendo molta voglia di uscire. Si guardò qualche telefilm e quando ebbe abbastanza sonno si addormentò sul divano con la televisione ancora accesa.

Alle quattro di notte una telefonata la svegliò.

“Oh mamma… ehm.. pronto?”  Rispose al telefono mentre ancora si sgranchiva la schiena.

“Buongiorno Sammy! Ho una pessima notizia per lei.”

“Cacchio Brandon.. lo sai che ore sono? Spero sia una cosa importante!”

“Si tratta di un omicidio.. può raggiungermi al Griffith Park?”

“Arrivo prima che posso..” Chiuse il telefono e si diresse subito in camera per cambiarsi. Non badò troppo a vestirsi bene.. di certo non avrebbe incontrato molta gente a quell’ora!

In venti minuti riuscì ad arrivare al parco. “Fosse sempre così il traffico!”

“Eccoti qua Sammy!”

“Quante volte te lo devo dire ancora di non chiamarmi Sammy? .. piuttosto dimmi chi è la vittima..”

“Si tratta di Lauren Bradley”

Samantha sgranò gli occhi. “Come diavolo è successo!?!”

“Beh.. stesso modus operandi, il solito taglio a livello della carotide. La vittima è stata trovata da un giovane che passava qui per caso per fare footing.. Nate sta già esaminando la scena.”

“Va bene grazie.. parlerò con lui per ulteriori chiarimenti.”

Fece una decina di metri, passò il nastro giallo che delimitava l’area del crimine e si rivolse a Nate.

“Beh? Che puoi dirmi?”

“C’è un particolare molto interessante che adesso porterò alla tua attenzione. Prima i convenevoli però! Solito taglio alla carotide.. si tratta di un killer seriale quindi, lo stesso che ha ucciso William. Non ci sono segni di lotta.. la giovane conosceva il suo assassino, inoltre non ci sono segni di violenza sessuale.. non si tratta di un omicidio passionale.”

“Va bene grazie” Samantha aveva appuntato tutto.

“E per quanto riguarda il particolare importante?”

“Eh beh! La cosa interessante è che nella sua gonna, la ragazza aveva questo bigliettino! Si tratta probabilmente di uno spasimante o amante della vittima, che le indica questo angolo, come loro ritrovo per questa notte. Tieni.. leggilo pure.”

“Grazie.. allora: Il mio occhio si è fatto pittore e ha fissato i tratti della tua bellezza nel quadro del mio cuore. Oh Lauren, non posso stare un attimo di più senza vederti! Fatti trovare per le due di notte all’angolo della nostra quercia al Griffith Park! Passeremo una notte magica… Ma che romanticone! Firmato… il tuo James… molto interessante! Sarà meglio scoprire chi è questo ragazzo, e in fretta... bisognerà inoltre fare un controllo della calligrafia e vedere se è stato scritto veramente dalla sua mano.. così ad occhio potrebbe essere pure un complotto per incastrarlo.”

“Bene.. da dove partiamo?”

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Capitolo 4
*** Affinità ***


Samantha si diresse immediatamente verso la centrale di polizia e diede ordine alla sua squadra di convocare tutti gli amici più stretti della vittima, doveva scoprire assolutamente qualcosa su questo James. Nate entrò nell’ufficio della detective e appoggiatosi al muro chiese il parere del capo.

“Sam dimmi la verità, che cosa ne pensi di tutta questa storia?”

“Mmh.. ad essere sincera credo di essermi fatta un quadro completo della situazione: L’assassino ha senza dubbio un conto in sospeso con la famiglia Bradley. Insomma, prima il padre e poi la figlia.. inoltre il fratello della vittima mi sembrava molto spaventato dell’accaduto ma credimi, non per la morte dei suoi cari, ma per la propria incolumità. E’ cosciente che potrebbe toccare a lui adesso”

“Tu credi eh..?”

“Non sei d’accordo?”

“Rimandiamo questa discussione a dopo, prima sentiamo le amiche di Lauren”

Erano due giovani donne belle e con grandi aspettative per il futuro ma quelle lacrime rigare il loro volto avrebbe spezzato il cuore anche del più rude degli uomini. Sam tranquillizzò le presenti che presto si sarebbe fatta giustizia ma per ciò avrebbero dovuto collaborare:

“Solo qualche domanda ragazze.., Lauren conosceva qualcuno di nome James?”

Una delle due non riusciva a parlare ma l’altra strinse i denti e provò a rispondere chiaramente:

“Si.. certo.. James era il suo più grande amore. Parlavano anche di matrimonio..”

“Capisco.., e dove vive questo James?”

“James è morto due anni fa in guerra..”

Samantha trasalì, non si sarebbe mai aspettata una notizia del genere. Fu spiazzata completamente, le sue supposizioni fino a quel momento potevano benissimo ritenersi nulle. Nate chiuse invece gli occhi sorridendo.

“E allora perché andare all’appuntamento?”

“Lei non ci ha mai creduto.., non è stato ritrovato il suo corpo e fino alla fine lo avrebbe aspettato, fino alla morte..”

“Ok capisco.., beh a questo punto non potete aiutarmi ulteriormente. Ti ringrazio davvero, sei stata cortese e disponibile, fatevi forza ragazze, vedrete che risolveremo il caso quanto prima..”
“Vi prego detective.. vendichi il suo nome..”

Lo disse piangendo, gli occhi lucidi e la voce tremante di quelle ragazze toccò profondamente Sam che dirigendosi verso il suo ufficio fece cenno a Nate di raggiungerla. La ragazza chiuse la porta dietro di loro quindi si rivolse al collega:

“Si prende gioco di noi..”

“Calmati Sam..”

“Allora, non eri d’accordo con me prima e avevi ragione. Dammi la tua opinione”
“Nel primo omicidio non è stata toccata la cassaforte. Nel secondo non vi è nessun segno di violenza sessuale..”

“Con ciò?”

“Il killer agisce secondo uno schema ben preciso e uccide solo determinate persone. Non è un maniaco né un ladro. Entrambe le vittime conoscevano l’assassino e nel primo caso quest’ultimo si aggirava liberamente per la casa. Inoltre, la porta della stanza con la cassaforte era aperta. Questo cosa ti fa dedurre?”

“Che chi la stava aprendo era sicuro che chiunque fosse entrato in quel momento sarebbe stato possibile ricondurlo fuori facilmente. Quindi una persona di fiducia”

“Esatto ma questo è comunque superfluo. Ho fatto esaminare tutta la casa e non vi erano serrature forzate di alcun tipo. L’ingresso era ben chiuso”

“L’assassino era dunque già all’interno della casa e gli unici presenti erano..”

“La governante, Lauren che adesso è fuori dagli indiziati ed il fratello maggiore Simon con cui hai parlato prima..”

“Capisco.. sulla signora bradley che mi dici?”

“Seraphine ha fatto qualche ricerca e ha scoperto che è morta circa 6 anni fa. La sua auto è stata trovata sul fondo di un precipizio, lei morta sul colpo.. un tragico incidente a quanto pare”
“Che famiglia sfortunata!, comincio a pensare che tu abbia ragione. Sembra vogliano morti i Bradley”

“Ho anche fatto qualche ricerca personale sul patrimonio della famiglia.. è una grossa somma che alla morte di William sarebbe andata tutta al primogenito Simon. Il che mi ha un po’ spiazzato, credevo potesse essere una questione d’interessi ma per come stanno le cose Simon non avrebbe avuto motivo di uccidere suo padre e sua sorella visto che era già sicuro di ricevere l’eredità”

Nella stanza irruppe poi Brandon che entusiasta informò il suo capo di una cosa alquanto interessante:

“Ho scoperto una cosa incredibile!, cioè veramente l’ha scoperta Seraphine..”

“Vieni al dunque”

“Simon, il fratello di Lauren, era un soldato proprio come James. Si arruolarono insieme!”

Sam si scambiò un’occhiata d’intesa con Nate, la notizia avrebbe potuto aprire diversi spiragli sul caso.

“Molto bene, parlerò direttamente con lui”.

La detective non perse tempo, immediatamente si diresse verso casa Bradley sicura di poter stavolta scoprire qualcosa di concreto.

Giunta fu ben accolta dalla governante, Simon studiava in camera sua. La detective bussò alla porta aperta e lentamente si accinse ad accomodarsi nella stanza. Simon sorrise stranamente per poi invitare la donna a sedersi in una poltrona li presente.

“Voleva parlarmi?”

“Che cosa studi di preciso?”

“Anatomia. Sa nella mia facoltà se rimani indietro è difficile recuperare”

“Medicina eh?, che anno sei?”

“Ultimo anno. La mia esperienza come soldato mi ha aperto gli occhi sull’importanza dei medici su questa terra”

“E’ proprio di questo che volevo parlarti.., conoscevi James, il fidanzato di tua sorella?. Sul luogo del delitto abbiamo trovato una lettera da lui mandata che le dava appuntamento in quel preciso punto del parco”

“Si lo conoscevo. Eravamo buoni amici e grandi soldati. Come può vedere ho diversi riconoscimenti. Lui ne aveva sempre di più, era proprio un grande uomo”

“Quando l’hai visto l’ultima volta?”

“Due anni fa mi mandarono a casa perché mi fratturai il braccio durante un esercitazione. Qualche mese dopo seppi della notizia. Mi ci volle un po’ ma sono un uomo forte e superai quel momento”

“Capisco.. parlami invece un po’ di te. Ti piace la musica?”

“Avrà notato il pianoforte. Beh si, studio in conservatorio ormai da 7 anni. Ho sempre apprezzato il capolavoro delle note che dolcemente sembrano danzare tra le mie dita quando suono, che attraversano l’aria fino ad insinuarsi nella mente di chi ascolta facendolo rimanere senza più pensieri né preoccupazioni.. lei mi sembra una persona capace di ascoltare, dico bene detective?”

“Anch’io ho suonato per qualche tempo sai? Non sono mai stata un asso ma la passione non mi mancava”

“Perché ha smesso? Per un artista la musica diventa la sua ragione d’esistenza”
“C-cosa? Ehm credo di dover andare Simon..”

Sam si alzò dalla poltrona e velocemente si diresse verso la porta, il ragazzo la bloccò però per un braccio guardandola fissa negli occhi:

“Nei suoi occhi vedo un riflesso di malinconia, che cosa le è successo?”

La donna socchiuse gli occhi e abbassò il viso. Poi tornò a sedersi.

“Mia madre morì in un incidente il giorno prima del mio esame. Viaggiava molto ma io le feci promettere di esserci..”


“E’ morta inseguendo un sogno. Non devi disperarti per lei, e a te che adesso devi pensare”
“Non ti permetto di parlare così, anzi non so nemmeno perché ti sto dicendo queste cose!”
“Non era mia intenzione offenderla. Lei mi piace detective. Farò il possibile per collaborare con la polizia se dovessi scoprire qualcosa di interessante”

“Scusa il disturbo ma adesso devo proprio andare.. ecco il mio biglietto da visita, contattami per qualsiasi cosa ti venga in mente riguardo i due casi di omicidio. E fatti forza, hai un gran talento. Sono sicuro che tuo padre e tua sorella continueranno a seguirti da lassù”

Con queste parole Sam salutò l’uomo e si diresse verso la sua macchina. La mise in moto ma prima di partire rimase qualche secondo a pensare:

“… Studia medicina ed era presente in tutti e due i casi d’omicidio.. inoltre la questione di James mi lascia perplessa.. Non vorrei pensarlo ma Nate ha ragione, l’assassino era in casa quel giorno ed escludendo a priori la governante non rimane che lui…”

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Capitolo 5
*** Un solo indiziato ***


“Beh.. a questo punto non mi resta altro da fare che sentire questo Tony.. l’uomo al quale la prima vittima doveva dei soldi.” La detective cercò nel taccuino qualche informazione precedentemente appuntata.

“Certo! Il Commerce Casinò.. Crowne Plaza.. lo dovrei incontrare li!”

Sam prese l’auto per dirigersi nel luogo incriminato, e ci arrivò in quasi un’ora a causa del traffico.

“Cacchio.. c’è un grande afflusso di gente al casinò.. ci devono fare un bel po’ di soldoni..”

Si presentò all’entrata con il distintivo, dicendo le semplici parole: “Sono della polizia.. fatemi passare.”

I buttafuori non opposero resistenza.. era meglio non alzare polveroni: probabilmente quello era un luogo dove la legalità non veniva rispettata, era inutile attirare l’attenzione.

“Buongiorno.” Si rivolse la donna all’interno del casinò.

“Sto cercando un certo Tony!” Urlò cosi che tutti potessero sentirla. In lontananza vide un uomo guardarla in maniera spaventata, che dopo qualche secondo di esitazione iniziò a correre.

“Fermo lì!”

La donna iniziò a seguire il fuggitivo, che sembrava conoscere il luogo in maniera approfondita. Percorse una serie di piccoli corridoi, per poi trovarsi per le scale antincendio.  La ragazza percorse le scale in fretta e furia, pensando di aver perso il fuggiasco si demoralizzò… poi accadde qualcosa di inaspettato. Alla fine delle scale quell’uomo era per terra, per di più con le manette, che ne intrappolavano una mano, attaccandola alla ringhiera delle scale.

“Ma che diav..”

“Sorpreeeesa!”

Seguirono alcuni istanti di gelo.

“Tu? Che cosa ci fai qui?”

“Te l’avevo detto che avrei fatto un passo in città per salutarti.. ti ricordi la mia lettera?”

“Senti.. sto lavorando.. per favore lasciami stare.. adesso non è il momento.”

“Dai su su.. non fare l’acidona.. cosa c’è che ti da tanto fastidio Sammy?”

“Per favore.. vai via adesso…”
“Mi dispiace di averti abbandonata…” Il ragazzo preferì non aggiungere altro e se ne andò così in fretta come era arrivato. Samantha vide l’uomo allontanarsi per la seconda volta.

“Cacchio che scenata…” Il fuggitivo, ancora ammanettato alla scalinata aveva assistito alla rimpatriata di due vecchi amici.

“Tu stai zitto! Piuttosto.. sei Tony?”

“Così pare..”

“Perché fuggivi?”

“Non saprei.. così.. tanto per fare..”

“Hai saputo della morte di William Bradley?”

“Certo che l’ho saputo. Li leggo pure io i giornali, cosa crede?”

“Io non credo niente.. piuttosto.. le doveva dei soldi?”

“Si.. qualche migliaio di dollari.. che adesso purtroppo non potrà restituirmi..”

“Non puoi chiederli alla famiglia?”

“E a chi? Forse a Simon??”

“L’idea ti sembra così folle?”

“Beh quel ragazzo è inquietante… un giorno è venuto qui e mi ha preso a pugni! Le giuro.. mi ha spaccato il naso! Voleva che la smettessi di chiedere soldi al padre..”

“Capisco.. e perché fuggivi adesso?”

“Ma scusi.. si rende conto di cosa mi sta chiedendo? Ma è una detective tipo l’ispettore Gadget o lo è veramente? Sono uno strozzino! Ecco perché fuggivo!”

La detective diede un calcio in faccia all’aguzzino.

“Non lasciare la città.. ok?”

Così dicendo se ne andò.

“Ma che fa? Mi lascia qui?”

Samantha pensò di dover parlare nuovamente con Simon, perciò si diresse a casa sua. Molti dubbi la assalivano. Tony non avrebbe avuto motivo di uccidere William, ne tantomeno Lauren. L’assassino sembrava essere Simon.. ma che motivo avrebbe avuto per uccidere le due vittime.. e cosa più importante.. se era un assassino, perché non aveva ucciso Tony, limitandosi a procurargli un naso rotto?

“Senti Simon.. sono qui per farti qualche altra domanda.”

“Fa bene a fidarsi di me signorina.”

“Cosa intendi dire?”
“Beh…Ci sarà un motivo se continua a tornare, evidentemente si fida.. il suo sguardo è pure cambiato.”

“Cambiato?”

“Certo.. non ha niente da temere.”
“Non ti capisco…”

“Lei è una donna emancipata, eppure continua a temere il rifiuto. Il suo sguardo è diverso quando mi parla.. per qualche istante brilla, ma poi torna ad appassire nella monotonia della giornata.. il suo sguardo è diverso perché sa che io non l’abbandonerò”

“Senti.. tu non mi conosci!”

“Non è assolutamente vero! Io so tutto di lei.. è una donna che passa la sua vita tra casa e lavoro.. ma non lo fa perché questo la gratifica, lo fa perché impegnarsi con qualcuno la potrebbe ferire! Non posso sapere chi è stato, ma sono sicuro che nel suo passato è stata abbandonata.. è stata abbandonata da un uomo che lasciandola si è portato con se la lucentezza dei suoi occhi, e con essa anche la sua capacità di trascorrere del tempo libero divertendosi.. Ma guardi che ora è! Lei a quest’ora non dovrebbe lavorare.. ma non può fare a meno di tornare da me a parlarmi.. forse per lavoro.. forse perché con me sente di poter continuare a vivere una vita sana! IL suo sguardo è diverso le dico…”

“Ascolta,  io…” La detective dimenticò il motivo che l’aveva portata in quella casa, e portò una mano a coprirsi la fronte.. in un manifesto tentativo di rinsavire dallo stato confusionale nella quale si trovava.

“Adesso voglio che mi guardi negli occhi.”

Lei obbedì.

“Scelga la vita, ami e lasci amare.. non permetta che questa società malsana rovini il suo dolce sguardo.. Scelga la passione, e non permetta all’insicurezza di ottenebrare la sua bellezza.. scelga il sentimento perché è l’unica cosa capace di tenerla realmente in vita.. un giorno si sveglierà le dico! Si sveglierà con una nuova luce negli occhi, che come fari riusciranno a vedere la vita per come è realmente.. la vita è difficile! In questo mondo non si vince, perché il male regna sovrano! Provi a combattere, ma fallirà inesorabilmente, perché non c’è modo per far vincere i giusti. Esistono ahimè due tipi di persone in questo mondo.. gli animali e gli uomini. Lei fa parte del genere umano.. lei è quel tipo di persona che pondera, che ragiona, e che quindi sceglie il bene comune. Per lei non c’è possibilità di vittoria. Gli animali, al contrario, non ragionano.. ma scelgono! Il vivere comune non li tocca, ma fanno ciò che vogliono. Lei deve continuare a combattere, ma con la consapevolezza di perdere sempre!”

La  detective capiva sempre meno.

 “A cosa servirebbe?” Fissò gli occhi gelidi dell’uomo.

“Combattere intendo..”

“A potersi rialzare!”

Per qualche istante la donna pensò di attraversare un momento di estrema lucidità.

“Ma scusa.. come pensi possa vivere una persona, soggetta a continue delusioni?”

“Non si tratta di essere delusi! Si tratta di analizzare la vita con sguardo critico e con un pizzico di realismo! Se sai già cosa ti aspetta, non puoi rimanere deluso! Non cerchi complicazioni! Scelga con la testa,ma rimanga sulla via dell’indifferenza! Dia retta a me, tenga la testa lontana dal fango, e vedrà che riuscirà in futuro nuovamente a vedere l’arcobaleno!”

“Io devo andare..”

“No la prego.. non se ne vada..”  Con tono dolce si rivolse a lei, mentre con una mano le afferrava il braccio.

“Ma lei che cosa vuole da me?”

“Io? Io voglio solo il suo bene.”

La abbracciò portando la testa di lei fra le sue braccia. Lei pian piano perse le forze.. non poteva andarsene da lui. Insieme si accasciarono su un letto a due piazze. Non una volta si mossero da quella posizione. Rimasero abbracciati fino all’alba.

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Capitolo 6
*** La verità ***


Samantha si svegliò alle prime luci dell’alba, non capiva il motivo di tanta impotenza verso le parole di Simon. Aveva ragione, la detective aveva solo bisogno di non pensare al suo passato ma ciò su cui sbagliava il ragazzo era che non sempre si ci sarebbe trovati in un vicolo cieco nella vita, bastava intraprendere la giusta strada e la detective aveva già deciso il suo destino. Era in casa di quello che probabilmente era l’assassino della carotide. La donna accese velocemente il computer dell’uomo senza fare rumore sperando di trovare preziose informazioni. Il PC caricò e sui file di scrittura vi erano alcuni appunti che fecero trasalire la ragazza. Erano presenti diversi nomi e tra questi erano compresi anche quelli delle vittime.

“Ehi c’è anche il nome di quel soldato.., il fidanzato della sorella. Cosa diavolo vorranno dire?”

Continuando a cercare Sam si accorse che una cartella era protetta da una sorta di password. Doveva assolutamente leggere quei file, la soluzione del caso e le prove potevano essere sotto il suo naso.

“Nulla.. è ben protetto. Dovrei controllare i vestiti sporchi.. se l’assassino è lui potrei trovare qualche macchia di sangue..”

La detective uscì dalla stanza in modo molto silenzioso. Dopo i delitti, in casa erano rimasti soltanto la madre e la governante ma credeva fosse meglio non farsi vedere da nessuna delle due. Circospetta raggiunse la cucina e con ribrezzo assistette ad uno spettacolo raccapricciante.

“Cosa diavolo!? Oh mio Dio..”

Sul pavimento giaceva la madre di Simon e la sua gola sembrava essere stata lacerata. Sul tavolo dietro il cadavere era presente stavolta quella che sembrava essere l’arma del delitto e accanto ad essa un messaggio scritto col sangue.

Adesso riposano in pace
Samantha Tyler anche tu avrai la fortuna
di abbandonare questa vita infame…

“Che cosa significa? Oh mio Dio!”

Dietro la detective giunse Simon che con il viso di chi si era tolto finalmente qualcosa dalla coscienza prese la parola con la sua solita voce calma e pacata.

“Signorina Tyler.., Samantha.. Lei ha da subito suscitato il mio interesse. Fin da quando l’ho vista per la prima volta venire nella mia stanza ho notato nei suoi occhi la sofferenza. Una luce potente ma oscurata da una vita che taglia i sogni alle giovani promettenti come lei.. detective di gran talento, donna dalle mille risorse. Merita tutta la mia stima e tutto il mio interesse ed è per questo che ho deciso di donarti qualcosa che rimarrà per sempre, infinito.. non come la vita”
“Simon.. hai ucciso tu quelle persone?”
“Uccidere? No.. non è UCCIDERE. Quello che faccio io è semplicemente LIBERARE”

Sam cominciò a tremare.

“L..Liberare?”
“Esattamente. Liberare dall’oppressione della vita e da tutte le schifezze che ne conseguono”
“Erano i tuoi cari.. come hai potuto?”
“Esatto, erano le persone che più amavo e per questo mi sono sacrificato per loro”

La detective cercò di prendere la sua pistola dalla cintura ma l’uomo gliene puntò contro un’altra.

“Io non farei un altro movimento..”
“Simon.. perché lo fai? sei un giovane dalla grande mente.. un artista, un medico.. perché rovinarti la vita così!?”

Una lacrima segnò lo zigomo della donna che persa ormai tra spavento e angoscia non riuscì più a pensare.

“Mi sembra di averglielo già detto.. io li amavo e per questo mi sono sacrificato, sono disposto a subire lo schifo del mondo al posto loro”
“…”
“Le racconto una storia signorina Tyler: durante uno di questi anni sempre uguali e sempre più disgustosi ho notato al notiziario notizie sempre maggiori riguardanti la miseria dell’Africa.. Ho visto un bambino essere talmente magro da permettere alle ossa di fuoriuscire dalla sua pelle. Ho visto mosche ed insetti perseguitare gli occhi di giovani creature e ho visto la guerra… Uomini che si uccidono per scopi senza senso, un esistenza portante solo terrore e dolore che più si dilungherà nella storia più finirà per mangiare completamente quello che ne rimane. Non esiste il bene ma esiste il dolore e la sofferenza..”
“Non esiste solo quello che dici tu nel mondo..”
“Parli del benessere? Credi davvero che il mondo sia un posto giusto solo perché una manciata di uomini vive bene?. Ci pensi detective. Quando una persone viene al mondo piange. E’ un desiderio incontenibile, ha bisogno di piangere, DEVE piangere. Sai perché? Perché i neonati percepiscono l’aria malata che opprime l’universo della vita. Io sono come quei neonati, percepisco la feccia e ho bisogno di nascondermi.. ma quando poi penso che le persone che amo subiranno le torture della vita, è li che decido di sacrificarmi per loro e liberarli dal dolore infinito”
“Tu sei malato..”
“Se davvero bisogna essere malati per capire il mondo, allora credo che la terra abbia bisogno di una grande epidemia”
“.. getta l’arma Simon..”
“Gettarla? Credi che sia così infame da spararti con una pallottola?. La tua anima continuerebbe a soffrire mentre io voglio che la vita sparisca per sempre dai miei cari..”
“Che vuol dire??”
“Io taglio la carotide per dividere mente e corpo.. la mente non sopravvive senza corpo come il corpo non sopravvive senza mente.. è un susseguirsi di priorità ma se i due vengono separati allora la vita troverà l’ennesimo vicolo cieco. L’anima rimarrà bloccata fra astratto e concreto e non nuocerà più la vostra libertà. Una pallottola continuerebbe a farti soffrire..”
“Se davvero tieni a me.. getta l’arma e costituisciti..”
“Io ti amo Samantha e non posso permettere che tu soffra ancora…”

In quell’istante un bastone colpì violentemente la testa dell’assassino e un uomo portò fuori dalla casa la spaventata detective.

“Ehi tesoro.. tutto bene?”
“Carlos.. sei davvero tu?”
“Non mi è piaciuto il modo in cui ci siamo lasciati quando ho ammanettato quel Tony e così.. ti ho seguita”
“Seguita..?”
“Non sei più uscita e ho pensato che.. beh, mi avessi dimenticato. Ma quando alle prime luci dell’alba ho visto attraverso il vetro della finestra quel pazzo puntarti addosso una pistola sono entrato immediatamente. Che diavolo succede?”
“Dobbiamo prenderlo.., arrestalo. Ho le prove che si tratta di un serial killer”
“Davvero!?”

Quella volta fu però troppo tardi, Simon fuggì dalla sua abitazione senza lasciare traccia. Solo una cosa fu ritrovata dalla ragazza quando rientrò in quel covo sanguinoso: una lettera con poche battute che gli fece tremare il sangue e i polsi.

Io ti libererò. Fosse l’ultima cosa che faccio

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