Fighting imagination

di Red Juliet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Not all deaths are sad ***
Capitolo 2: *** Truth isn't imagination ***
Capitolo 3: *** Mirror, interrupted ***



Capitolo 1
*** Not all deaths are sad ***


Premessa: La storia riprende dalla scena in cui Tony, dopo essere stato quasi impiccato dai russi e salvato da Anton, esce dall'Imaginarium e ritorna nel capannone di Londra.
Ho cambiato alcune battute del film, ma alcune sono rimaste simili o uguali. Buona lettura!
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"Cazzo"
Altro giornale, altro stupido articolo. Fece quello che faceva sempre: lo accartocciò tra le sue mani, e il rumore della carta stropicciata e rotta non potè che farlo sentire meglio.
"Tony!"
La palla di giornale finì, magicamente, dietro alcuni vestiti sparsi per la stanza e sul volto del ragazzo si formò uno dei suoi tipici sorrisi da manuale.
Valentina aprì la porta e vi si intrufolò dentro, quasi furtivamente. I suoi lunghi capelli rossi colorarono la stanza e Tony riuscì a trarne sollievo in quel mondo spento e incolore che lo circondava.
Questo potrà sembrare fin troppo poetico, ma lui adorava quei capelli.. li aveva sempre adorati fin dal primo momento.
La ragazza lo abbracciò forte.
"Stai bene?"
Non poteva resistere, il ragazzo prese alcune ciocche mosse di quei capelli rossi, tra le mani, accarezzandole senza proferire parola, mentre si perdeva nel loro profumo.
"Anton era così scosso quando è uscito dallo specchio. Continuava a dire che aveva visto le... "tue due facce" e che dei signori russi ti volevano impiccare."
Valentina fece una pausa, guardando Tony preoccupata e impaziente.
"E' vero?"
"Sì.."
Il ragazzo si riprese dal troppo profumo inalato.
".. mi volevano uccidere, ma.. non so il perchè! Non li conoscevo neppure!"
Tony sorrise di nuovo, non voleva mentirle, ma c'erano altre possibilità al momento?
"Però è anche vero che hai perso la memoria e che potevi conoscerli da prima, dopotutto ti abbiamo trovato a penzolare dal Tower Bridge. Potrebbero essere stati loro"
Il ragionamento di Valentina quadrava. Ed era in parte la verità. Solo che lui non aveva mai perso la memoria.. magari l'avesse perduta!
"Ehy.. ehy.. tesoro!"
Tony cercò di attirare l'attenzione della ragazza persa tra i suoi pensieri, senza darsi pace.
"Calmati, ok? Non c'è motivo di preoccuparsi. Non mi cercheranno più.. vedi, nella mente di tuo padre, beh, sono morti."
"Morti? Nell'imaginarium? Ah! Adoro mio padre!"
La piccola gli saltò addosso e Toni riuscì a prenderla, per fortuna, ma con un pò di fatica, poichè la ragazza gli si era gettata sopra come una sacco di patate.
"Ahahah.. che birichina che sei! Adesso va.. tuo padre ha bisogno d'aiuto per lo show di stasera. Io, ehm.. mi preparo per sedurre il pubblico"
Valentina fece il broncio scocciata, visto che non voleva lasciare mai Tony, ma soprattutto l'idea che lui dovesse "sedurre" un pubblico formato quasi per la maggior parte da donne, la infastidiva parecchio.
Uscì dalla stanza, con un'ingenua eleganza, rivolgendo un ultimo sorriso al ragazzo che la guardava divertito.
Tony, rimasto solo, sospirò forte. Una leggera tristezza l'aveva invaso e stava penetrando sempre più in fondo alla sua anima.
Decise di prendere una sciarpa per coprirsi il collo dal freddo e salì fin sopra il tetto, o quello che poteva sembrare un tetto, del capannone.
Un vento leggero lo colpì subito, mentre diede un sguardo fugace al cielo stellato, ricoperto da una nebbiolina chiara.
Era una tipica notte londinese; la pace regnava tutt'intorno a lui, ma nella sua testa vi era il caos più totale.

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Capitolo 2
*** Truth isn't imagination ***


NOTA: Ringrazio Karol e Mara che hanno commentato il primo capitolo.
Spero continuerete a leggere e grazie ancora!
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"L'ho visto! Ho visto le sue due facce!"
Di nuovo... l'aveva ripetuto di nuovo!
Perchè il ragazzo non si dava pace?
Perchè non si rendeva conto che era solo l'immaginazione del "grandeeee Parnassus"?
Anthony si era seduto sul bordo di quella sottospecie di tettuccio, che ricopriva la baracca malandata della sua nuova famiglia.
La sua nuova famiglia...
"Ma quando mai ho avuto una famiglia.."
Questo era mancato a Tony.
L'affetto e l'amore delle persone che gli erano state intorno da quando era piccolo fino al suo divenire adulto, quando finalmente andò via da casa.
Forse, adesso, aveva trovato una compensazione.
Ma per quanto sarebbe durata?
Anton stava già sospettando di lui, Parnassus e Percy.. beh, chi li capiva quei due?
Solo Valentina provava un affetto puro e senza riserve verso il ragazzo, che adesso iniziò domandarsi cosa stava blaterando quel pazzo di Anton.
"Valentina non capisci?!"
Si lamentava, ancora, quel pezzente bugiardo.
Tony sussultò leggermente.
Come poteva mentire anche a sè stesso adesso?
BUM! BUM!
L'uomo cadde all'indietro bruscamente.
Qualcuno aveva bussato alla porta, ma in modo violento e fragoroso.
Tony non aveva mai provato una paura del genere.
Una paura assurda che ti mette addosso solo una persona.
Il Diavolo
"Ma che assurdità!"
Scacciò quel pensiero immediatamente e si affacciò dal bordo per un attimo.
BUM! BUM!
"Oh merda!"
Non ci era riuscito nemmeno stavolta.
Voleva vedere quel misterioso, ma soprattutto fragoroso, visitatore.
Altri due potenti battiti sulla porta l'avevano fatto cadere all'indietro.
Il povero ragazzo si rialzò, non curante del mal di testa che si era procurato a causa dell'impazienza dell'ospite.
"Potete aprire? Mi sto innervosendo!"
Sentì la voce lamentosa di Percy e, per una volta, Tony era assolutamente d'accordo con lui.
Perchè ci mettevano tanto?
Finalmente sentì il cigolio della porta, anche se solitamente fastidioso, era un violino ai suoi orecchi in quel momento.
Con un grugnito, l'uomo si nascose come meglio poteva. Non sarebbe riuscito ad affacciarsi per quella sera, sentiva che quella presenza che aveva bussato, ovviamente non era umana e gli avrebbe impedito di guardare, magari accecandolo momentanemente. Ma aveva ancora i suoi orecchi per origliare la conversazione.
Dallo strascicare di piedi sull'asfalto, riuscì a capire che Parnassus era uscito in strada.
Sospirò forte.
Non riusciva a sentire niente.
Solo dei sussurri incomprensibili e qualche volta riusciva a percepire una strana risata, che non era del Doctor.
Poi a quella risata, se ne aggiunse un'altra... femminile e sfacciata.
L'aveva già sentita da qualche parte, ma non riusciva a ricordare.
Dopo poco il silenzio dominava la scena.
Tony si guardò intorno, corrugando la fronte e, preso coraggio, si alzò dritto sporgendosi dal tetto.
Vide solo Parnassus.. sembrava disperato mentre guardava tristemente in basso.
Le sue scarpe vecchie mezze rotte erano l'unica cosa che sembrava tenere occupato il vecchio signore.. ubriaco.
Un cigolio, questa volta fastidioso, irruppe nelle orecchie di Anthony, che di nascose di nuovo dietro un muricciolo, fatto troppo velocemente da Percy.
"Chi era papà?"
Valentina era uscita dal capannone. Dalla voce sembrava preoccupata.
Tony si sedette, piano, sulla sporgenza del tetto.
 Desiderò non guardare, voleva solo sentire come aveva fatto prima.
Non voleva vedere i volti del padre e della figlia, mentre il primo stava per dire una cosa importante.
Se li avessi guardati sarebbe intervenuto e non voleva interrompere il vecchio, che ormai conosceva fin troppo bene.
L'aveva osservato varie volte e intuiva sempre se stava per dire una cosa importante oppure no.
Quello che non capiva di lui erano i sentimenti che provava per le persone che gli stavano intorno, tranne quelli per Valentina che erano ovvi.
Si rese anche conto, che alla fin fine gli voleva bene, bensì fosse un vecchio scontroso ubriaco.
Perso nei suoi pensieri, il giovane sorrise teneramente.
"COME HAI POTUTO?!"
La voce di Valentina lo distolse dalla sua mente.
Cosa era successo?
"Accidenti a me!" sussurrò piano Tony.
Portandosi una mano vicino alle labbra, cercò di concentrarsi sulla voce del Doctor.
"Ero un egoista, non pensavo proprio di avere dei figli. Volevo essere immortale e quel patto col Diavolo poteva darmi la cosa che più desideravo. Ma poi.. poi sei nata tu, la mia gioia più grande e ricordai che quel demone voleva essere ricompensato con l'anima di uno dei miei figli, se mai ne avessi avuto uno. Sedici anni dopo un'altra scommessa con Nick, mi ha dato la speranza di non vendergli la tua anima. Sedurre cinque anime non è facile, pensai la prima volta che mi propose questa cosa. Fino ad ora Tony, incosapevolmente e con due facce diverse, ne ha conquistate quattro. Ne manca una.. e tu sarai libera."
Allora era questo che Parnassus aveva nascosto per tutti questi anni.
Come aveva potuto fare una cosa così meschina ed egoista.
Tony si ricompose.. lui che rimproverava cose meschine ed egoiste... era proprio cambiato.
Tutto l'affetto provato per il Doctor svanì improvvisamente.
Povera dolce innocente Valentina.
Il suo tesoro più grande stava correndo via, cercando di scappare almeno fisicamente da tutte quelle menzogne e falsità.
Ma non poteva scappare moralmente. Avrebbe sempre convissuto con la scommessa di suo padre.
Sempre dannata per l'eternità.

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Capitolo 3
*** Mirror, interrupted ***


 
"Oddio..."
Era tutto rovinato.
Tutto quello che era riuscito a costruire negli ultimi tempi, i suoi progetti, i suoi sogni.
Nella sua immaginazione iniziò a ronzare un pensiero.
Tony si alzò di scatto e, girandosi suoi tacchi, imboccò le scale malandate che, dal tetto, lo portarono a terra.
Non c'era anima viva.
Dopo il trambusto di poco prima erano tutti andati via.
Ormai anche il vecchio si era ritirato nella sua stanza.
L'avrebbe chiamato appena il capannone sarebbe stato aperto.
Il ragazzo corse verso il palco e iniziò a manovrare la corda, che penzolava indifferente dalla cima.
"Che stai facendo?"
Ecco l'ubriacone. Tony poteva riconoscerlo solo dai passi, che poco prima aveva sentito in lontananza.
Parnassus lo stava fissando... ma il suo sguardo era del tutto assente.
"Cerco di salvare la vita di vostra figlia"
Mentì, anche se in parte l'idea non gli dispiaceva.
Avrebbe voluto fare altro dentro quella mente acuta quanto confusa.
Il ragazzo continuò a tirare la corda, fin troppo spessa e alla fne il palco si aprì in tutta la sua possibile "maestosità".
Le mani gli bruciavano; notò che erano diventate rossastre e una lieve sbucciatura decorava la pelle della sua mano sinistra.
Osservandola intensamente non potè evitare di pensare a cosa stava per fare.
Stava per lasciarsi di nuovo tutto alle spalle.
Un altro capitolo della sua vita si sarebbe chiuso, una volta entrato nello specchio.
Avrebbe lasciato Valentina da sola, dannata per l'enternità.
Che ci potava fare lui se era scappata?
Avrebbe lasciato perdere Parnassus, Percy e Anton.
Una volta nello specchio, sarebbe scappato anche lui.
Il vecchio ubriaco continuava a blaterare imperterrito, seduto su una sottospecie di sedia di legno.
"Signore.. si deve concetrare! Signore.. DEVO ENTRARE NELLO SPECCHIO!"
Non sapeva come fare ad attirare l'attenzione di Parnassus.. almeno per l'ultima volta, il vecchietto poteva mostrare un pò di compassione per il giovane, invece se ne stava su quella sedia a ridere amaramente.
Ubriaco.
Riuscì, finalmente, a dire mestamente un:
 "Sì.. sì.."
Per poi assumere un'espressione corrucciata.
Tony sospirò forte, mentre si avvicinava allo specchio polveroso.
Si guardò intorno e sorrise.
Presto l'aria fuligginosa di Londra avrebbe lasciato spazio ad altro.
Sorrise e entrò nello specchio velocemente.
Era entrato, riusciva a sentirlo.
Quell'atmosfera strana, tipica dell'immaginazione di Parnassus, lo circondava.
Sentiva la fantasia volare per aria, quella mente era inconfondibile.
Sogghignando aprì gli occhi.
Davanti a sè vide alcuni vestiti sciatti e, stranamente, familiari.. troppo familiari.
"OH NO!"
Era ancora nel capannone, dietro allo specchio.
Quel vecchio ubriaco lo aveva preso in giro, ancora seduto.. a ridere di gusto.
Tony era sorpreso, con gli occhi spalancati osservava il doctor.
Abbassandosi, piegando le ginocchia, allargò le braccia in cerca di una giustificazione.
Il suo cambiamento di vita stava ritardando ad arrivare.
Corse verso il vecchio, in preda alla preoccupazione.
"Signore, signore si concetri forza!"
La voce gli tremava leggermente.
Prese per le spalle l'ubriacone e mettendogli una mano sulla fronte, iniziò a sussurrargli nell'orecchio.
" Pensi.. pensi alla cioccolata"
Non seppe come gli venne in mente una cosa del genere, sembrava tanto ridicolo in quella posa e poi, nel culmine,aveva detto quelle parole..
"Alla cioccolata calda.. che.. che, ehm, si scioglie... su una calda stufa.."
Alzò un sopracciglio, scuotendo la testa e mordendosi un labbro.
Le cose più stupide gli venivano in mente nelle situazioni più disperate.
Vide che l'uomo era in perfetta.. beh quasi perfetta (visto che stava penzolando pericolsamente verso il lato destro della sedia) ipnosi.
Lo raddrizzò piano e camminando all'indietro, per controllarlo, raggiunse il palco e ci salì sopra.
Trovandosi davanti allo specchio si strofinò le mani, soddisfatto.
"Tony!"
"Valentina.."
Era tornata. Non ci poteva credere, proprio in quel momento.
"Che tempismo" pensò, mentre la ragazza correva ad abbracciarlo.
Tony si sentì tirare la camicia e dei singhiozzi lo colpirono, come degli schiaffi sul viso.
Valentina stava piangendo e l'unica fonte di rifugio era lui.
Le baciò la nuca, una sensazione di tenerezza l'aveva invaso.
Quella situazione sembrava diventare sempre più problematica.
"Ti porto via, tesoro"
Ecco.
Le parole gli uscirono dalla bocca; gli erano rimaste incastrate in gola per tutto quel tempo.
Lui e Valentina.
Una nuova vita lo aspettava al di là di quello specchio, che ora si ergeva maestoso di fronte a loro.
Una nuova vita.. insieme alla ragazza dai capelli rossi che adorava tanto.
La ragazza che era innamorata di lui.

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