Cry baby cry (The Beatles' pretty girls)

di Melardhoniel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** John&Cyn. Accidenti, mi sono innamorata di John Lennon! ***
Capitolo 2: *** Paul&Jane. ...Ma tanto so che non mi guarderà mai… ***
Capitolo 3: *** George&Pattie. Mi sono accorta che è con George che voglio passare la mia vita… ***
Capitolo 4: *** Ringo&Maureen. Ringo, a malapena ti conosco, ma già ti amo! ***
Capitolo 5: *** John&Cyn. È ufficiale: sono perdutamente innamorata di John Lennon ***
Capitolo 6: *** Paul&Jane... Sono prossima al collasso, e non scherzo ***
Capitolo 7: *** George&Pattie. 'Cazzo ridete??? ***
Capitolo 8: *** Ringo&Maureen. Lei? Ah, la mia segretaria! ***
Capitolo 9: *** John&Cyn. Incinta…?? Sottotitolo: AAAAAAAH! Appendice al sottotitolo: TUMP! ***
Capitolo 10: *** Paul&Jane E quando è troppo è troppo, eh!! ***
Capitolo 11: *** George&Pattie. Do you want to know a secret? ***
Capitolo 12: *** Ringo&Maureen. It's been a long long long long long long day... ***



Capitolo 1
*** John&Cyn. Accidenti, mi sono innamorata di John Lennon! ***


John&Cyn
Accidenti, mi sono innamorata di John Lennon!

 
Liverpool, 1957
 
Liverpool College of Art
 
La campanella è già suonata da un pezzo, e come al solito sono in ritardo… tutta colpa della mia sveglia! Okay, Cynthia. Ora fai un bel respiro ed entra in classe.
Arrivo davanti alla porta della classe di arte, e busso timidamente.
-Avanti!- La voce del mio odioso professore di arte risuona nelle mie orecchie. Oddio, no! Adesso non entro, ora giro i tacchi e torno a casa, facendo finta di essere malata. No! Cynthia, per la miseria! Ora entri in quella classe e ti siedi, okay?
Sospiro e abbasso la maniglia, entrando nell’aula; il professore si stampa un sorriso maligno sul viso e comincia ad appuntare qualcosa sul registro. Fantastico! L’ennesimo richiamo.
-Ma guardate un po’ chi è venuto a farci compagnia… Miss Powell. Che piacere vederla! Perché non entrava? Si era addormentata sulla maniglia?- Il professore scoppia a ridere. Oh, ma che simpatico! Sorrido cercando di sembrare più sincera possibile, ma mi esce soltanto un mezzo sorriso strafottente. Passo in rassegna i banchi, ma noto con dispiacere che quelli davanti sono tutti occupati.
Oh, accidenti! Ma cosa credevo? Ho una classe di soli secchioni e mi aspetto che si siedano nei posti in fondo? No no, questa è pura fantascienza. Gli unici due banchi disponibili sono l’ultimo ed il penultimo della fila a destra della cattedra, il che è strano, visto che di solito ne manca uno solo. Nei banchi in fondo nessuno ci vuole stare, penso per il fatto del teddy boy.
Eh già, perché, come se non bastasse, oltre ai secchioni abbiamo in classe anche il buffone di turno. È un teddy boypazzesco, ed è stato buttato fuori dal Liverpool Institute in seguito a diversi richiami, e ora ha deciso di fare una visitina qui… bah. Le ragazze lo venerano, e i ragazzi lo considerano il capo assoluto, persino Barry, il mio fidanzato. Barry è un ragazzino un po’ insicuro di sé, e fa parte della categoria “secchioni”, ma è di buona famiglia; e, come dicevo prima, adora quel teddy boy. Io manco mi ricordo il suo nome, e il suo cognome è qualcosa tipo Lennox, o forse Lennon, ma tanto non mi importa niente.
Mi siedo afflitta nel penultimo banco, e comincio a seguire la spiegazione del professore, ma neanche un minuto dopo sto rimuginando ancora nei miei pensieri.
Vediamo, chi è seduto nei due banchi in fondo? Nella fila centrale c’è Gabrielle, la quale come il solito sta prendendo freneticamente appunti, e segue le parole dell’insegnante come se fossero oro colato; nell’altro banco c’è Barbara, Barbara Baker. È nota a scuola soprattutto per essere l’ex del teddy boy di cui parlavo prima, ed è l’unica della classe – a parte me, ovviamente- a non essere una secchiona. Con la sola differenza che lei è più bella di me, molto più bella. Assomiglia a Brigitte Bardot, con quei bellissimi capelli biondi che le scendono delicati sulla schiena, niente in confronto al mio ridicolo caschetto bruno tenuto su da una fascia. Una finta cotonatura, per dirla tutta.
Forse è per questo che è riuscita a piacere al teddy boy, e per quanto ne so è stata lei a voler chiudere con lui. Penso che i suoi genitori non lo vedessero di buon occhio. Ah! Come se non lo pensassero tutti!
A proposito, chi c’è nel banco dietro di me?
Mi giro: vuoto. Oh, no. No. No. No! Non è possibile! Perché a me? L’unico che manca è proprio lui, il tizio che ha occupato i miei pensieri per tutto questo tempo! Diamine… beh, almeno so di non essere l’unica che avrà un richiamo stamattina, sempre se a quest’ora si farà vivo. Speriamo di no, speriamo di no…
Stringo gli occhi, mentre sento la porta aprirsi.
-Buongiorno prof!-
Merda!
-Signor Lennon… un po’ in ritardo, vero? Ma come al solito, d’altronde- Ghigna il professore.
-Proprio come la nostra signorina Powell…- Commenta, scrivendo il nome del ragazzo sul registro.
Oh, ma perché non ti ficchi la penna là dove non si può dire?
Il professore fa cenno al ragazzo di sedersi, e lui viene verso il mio banco.
Ma perché non lo fa stare in piedi? È finita l’era della punizione con la faccia rivolta verso il muro?!?
Anche se so che non servirebbe… con tutta probabilità Lennon ci andrebbe solo per far ridere i compagni quando l’insegnante è girato.
Il ragazzo, che d’ora in poi sarà chiamato John (vederlo mi ha fatto tornare in mente il nome…), evita completamente Barb Baker, e prende posto nel banco dietro al mio, con la stessa grazia di un branco di elefanti.
In quel momento suona la campanella della seconda ora.
Grandioso, ora faremo pratica d’arte!
-Ragazzi, tirate fuori il materiale. Signorina Baker, distribuisca le tele; signor Sutcliffe, porti i cavalletti davanti ad ogni studente.- Ordina il professore.
Oggi proprio non è giornata.
Stuart posa il cavalletto davanti a me, e mi rivolge un gran sorriso: l’ho sempre ammirato, è un bravissimo pittore, oltre che un grande amico. L’unica pecca? Conosce John come le sue tasche. E vabbè, non si può avere tutto dalla vita.
Ricambio e poi mi rivolgo verso Barb, la quale sta arrancando verso di me con ventisette tele tra le braccia; a fatica me ne posa una sul banco, sorridendo anche lei, poi segue Stuart verso il banco di John. Quest’ultimo saluta Stuart con grande allegria, poi fa finta di non vedere Barbara, mentre lei, afflitta, posa la tela sul suo banco.
Comincio a pensare ad un soggetto da rappresentare: astratto o reale? In questo periodo stiamo studiando l’anatomia umana, perciò suppongo che dovrò optare per quello reale, ma chi ritraggo? Ah! Di certo non John. Forse Barb, o Stu. Boh, magari tutti e due. Prendo un pennello tra le mani e comincio a preparare i colori, quando una voce mi chiama.
-Psst! Miss Powell!- Mi giro, convinta di aver sognato. Ma purtroppo ogni cosa che spero risulta poi sbagliata, infatti vedo John che mi fissa, con un dolce sorriso sulle labbra.
-Mi hai chiamato, Lennon?-
-Sì, Miss Powell. Volevo chiederle in prestito la matita, se non le serve.- Gliela porgo, poco convinta.
Adesso mi da anche del lei? Sono così vecchia? In fondo ho soltanto un anno in più di lui.  
Neanche due minuti dopo John mi richiama.
-Miss Powell!- Io mi volto di nuovo.
-Mi hai ri-chiamato, Lennon?-
-Sì, Miss Powell. Volevo chiederle in prestito la squadra, se non le serve.- Mi guarda fisso negli occhi ed io ricambio lo sguardo. Poi scoppiamo a ridere entrambi. Ok, ammetto di averlo giudicato male; una volta parlatoci devo proprio ricredermi sul suo conto: dietro a quell’aspetto da teddy boy si nasconde un animo gentile e simpatico. Ed è anche carino! Oddio, suvvia Cyn! Sii seria! Non ti è mai piaciuto prima d’ora, perciò…
Sì, però ha quegli occhi così caldi, così carini, così… oh accidenti! Mi sono innamorata di John Lennon!

***
Buongiorno! Ho deciso di cominciare questa storia sulle Beatles' ladies, e il primo capitolo è dedicato a John&Cyn. Fatemi sapere cosa ne pensate!!

Baci,

Marty

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Capitolo 2
*** Paul&Jane. ...Ma tanto so che non mi guarderà mai… ***


Jane&Paul
…Ma tanto so che non mi guarderà mai…

                                                                                           
18 Aprile 1963, Londra
Royal Albert Hall
Entro nella sala dei concerti, ancora mezza addormentata. Ma perché mi hanno chiesto di venire qui a quest’ora? Ieri, quando Steve mi ha chiamato dicendomi di presentarmi al “Royal Albert Hall” alle sette, non mi ha neanche detto il perché. Mi pare di aver capito qualcosa tipo “foto”. Foto?? Ma se sono un’attrice ed una presentatrice? Perché non l’hanno chiesto a delle modelle? Qualcuna come Pattie Boyd, magari…
Mah, i misteri della vita.
Sbadiglio, mentre cammino su quei tacchi improbabili che stamattina, in preda a non so che strano raptus, ho indossato.
Ma dove sono tutti? Giuro che se qualcuno non mi chiama entro due minuti me ne torno a casa, ho di meglio da fare che aspettare un tizio che manco conosco.
Va bene, non arriva nessuno? Cominciamo a contare: uno, due, tre, quattro…
-Jane!- Mi chiama una voce.
Oh, Alleluia! Qualcuno esiste, allora.
Mi volto, e vedo Steve correre verso di me, seguito da un uomo che non conosco; che sta cercando di mantenere il passo con lui benché sia ansante, e ci credo! Tra le braccia ha un’enorme macchina fotografica.
Dietro quello strano tizio compare una schiera di pettinatrici e truccatrici che brandiscono una miriade di pettini e ombretti, scrutandomi dall’alto in basso. Oh, mi dio! Avrei fatto molto meglio a rimanere a casa.
-Sei arrivata, finalmente! Dormigliona!- Mi dice Steve.
È fortunato che sono troppo stanca per reagire, altrimenti si sarebbe già ritrovato la macchina fotografica di quel tizio a mo’ di collana.
Mi limito a sorridere, fulminandolo con uno sguardo assassino.
Il fotografo si guarda intorno, poi urla
-Peter!! Ma dove ti sei cacciato?- Peter? Ah! Ha lo stesso nome di mio fratello.
In quel momento un ragazzo intorno ai ventiquattro anni compare dalla curva del corridoio, portando tra le braccia il cavalletto della macchina fotografica e correndo come un pazzo.
Arriva davanti al fotografo e posa il cavalletto ansimando, poi lo apre e ci posiziona sopra la macchina per le foto, mentre il suo superiore lo guarda.
Ma dico, fare qualcosa anche tu? No, poi ti rovini l’aspetto… a proposito, bella camicia! Rosa fucsia con dei fiorellini verde evidenziatore… molto elegante.
Dimmi un po’, ti è per caso esploso l’armadio e sei stato costretto a metterti la roba di tua moglie?
-sempre che tu ne abbia una e sempre se sia così disperata da comprare indumenti come questo- oppure hai preso in braccio tua figlia –ripeto: sempre che tu ne abbia una- e lei aveva in mano un evidenziatore verde senza tappo?
Peter finisce di sistemare lo strumento, e il fotografo mi comincia a passare in rassegna.
-Umh, sì… accettabile.- Accettabile?!? Senti chi parla! Io almeno non indosso uno schifo di camicia!
Steve nota il mio sguardo (se l’avessi osservato ancora per qualche secondo avrei cominciato a sparare saette dagli occhi) e si affretta a fare le presentazioni.
-James, ti presento Jane. Jane, lui è James, e il suo assistente è Peter.- Peter mi rivolge un sorriso simpatico e mi saluta con la mano, James invece mi scruta insoddisfatto.
Sì, lo so. Non sono una modella! E allora? È stata tutta colpa di Steve, perciò mettiti un po’ a scrutare lui, al posto che me!
-Sì, sei piuttosto carina… però.- Piuttosto?!? Grrr…
Dalla mia bocca esce un sibilo.
-Però.. hai quel, quel… naso! Che…- Che.. cosa? Ma come ti permetti? Lo so, ho il naso a patata, non sono molto alta e ho pure i capelli rossi, ma… allora?!?
-Oh, James! Io penso che con il tipo di viso che ha quel naso le doni…- Interviene Peter.
Io gli rivolgo un sincero sorriso di ringraziamento.
-Zitto tu, Peter! Tanto, anche se non ti volessi non c’è altra scelta, per cui… al lavoro! Portatela in camerino e cercate di renderla quantomeno decente, poi riportatela in questa stanza. Loro saranno qui fra poco!- Loro?!? Loro chi?
Non ho neanche il tempo di pensare che una truccatrice mi ha afferrato malamente per il braccio e mi ha trascinato di peso in un camerino, seguita da altre tre o quattro ragazze.
-Scusami, ma “loro” chi?-
-Non fare domande e siediti!- Mi intima la ragazza, con voce gelida.
-Ok, ok…- Mi siedo, e lei comincia ad armeggiare con dei piccoli pennellini.
-Comunque “loro” sono i Beatles!- Mi informa un’altra ragazza, che sembra la più umana delle cinque.
-Zitta, Betty!- La sgrida la mia truccatrice. Lei abbassa lo sguardo e mormora –Scusa, Brigit-
-Sharon, che ci fai lì impalata? Comincia a sistemarle quella zazzera incolta che chiama capelli!- Esclama quella chiamata Brigit.
Zazzera incolta? Ma si è vista allo specchio? Più che cotonati i suoi sono la riproduzione esatta del Duomo di Milano!
Faccio per risponderle per le rime, ma Sharon mi afferra i capelli con malagrazia, e mi costringe a mordermi la lingua per evitare di urlare di dolore.
Così, mentre due delle ragazze –Sharon e Daisy, a quanto dicono i cartellini appuntati sui loro vestiti- si occupano dei miei capelli, le altre tre – Mary, Betty e, con mio grande dispiacere, Brigit- mi truccano il viso.
Ripenso alle parole che Betty si è lasciata scappare: i Beatles? Cioè, fatemi capire, dovrei posare per delle foto… con i Beatles? Ma che cosa si è fumato Steve quando ieri me lo ha proposto?
Non sono adatta, non sono alla loro altezza, non sono una modella, non sono abbastanza carina, non sono.. oh, non sono e basta!
Mezz’ora di tortura dopo, finalmente sono pronta. Mi guardo allo specchio: beh, devo ammettere che ci sanno fare; all’inizio avevo molti dubbi, per primo quello che fossero state scelte da James per la loro bravura. Boh, sono oche, ma al meno io sono “decente”! ah! Chissà cosa dirà James quando mi vedrà.
-Ok, puoi andare- Mi informa Brigit.
-James ti sistemerà i vestiti.- Aggiunge Mary.
No no no no no! Spiacente, avete sbagliato numero. Io da Jamesnon mi faccio toccare, capito? Tanto meno sul discorso “vestiti”; non accetterò mai consigli da uno che indossa una camicia rosa fucsia con dei fiorellini verde fosforescente!
Esco dal camerino e vado incontro a James, Steve e Peter. Gli ultimi due si mostrano piacevolmente stupiti dal mio aspetto, James invece mi fa segno di girare sul posto, commentando con voce assolutamente priva di emozione
-Sì, sei passabile. Bel lavoro, Brigit.-
Bel lavoro Brigit?!? Ah!
-Ok, dolcezza, qualunque sia il tuo nome…- Prosegue poi.
-Jane.- Sibilo io.
-Non mi pare di avertelo chiesto… comunque, se preferisci, Jane- Sottolinea il mio nome con una smorfia di disgusto
-Seguimi di là, ti farò avere dei vestiti adatti ad una ragazza da copertina, non questi scarti da mercato.-
Non come la tua camicia, vero?
E poi, scarti da mercato?? L’ultima collezione di Valentino? Ah, già dimenticavo.. lui indossa una camicia a fiori! Chissà dove l’ha presa, poi!
Lo seguo un po’ titubante, ma fermamente convinta che non indosserò niente che mi abbia consigliato lui.
Entriamo in un’altra stanza, leggermente più grande dei camerini, e James si posiziona davanti ad un armadio, aprendolo.
-Bene, Jane. Scegli quello che vuoi, ad eccezione delle scarpe; quelle che hai vanno bene.-
Nooo! Miracolo! James ha detto che ho qualcosa di mio che va bene! Ma, considerato come si veste lui… devo prenderlo come un complimento o no?
Scruto attentamente tutti i capi d’abbigliamento appesi alle grucce, e li passo in rassegna ad uno ad uno.
No, troppo rosa; no, è rosso e stona con i miei capelli; umh, questo? No, è blu elettrico.. con i miei capelli fa a pugni. Verde? Nah.. banale. E poi, nessuna modella si veste di verde. Sono tutte vestite di bianco e nero.
-Allora, Jane? Facciamo notte?- Io giro leggermente il viso verso di lui, con un’espressione alquanto assassina. Grr, se non la pianta giuro che gli tiro tutte e due le mie scarpe in testa!
Riprendo a fissare i vestiti, cercando una traccia di bianco in mezzo a tutti quei capi improbabili dai colori accesi, e finalmente ne scorgo una; afferro la gruccia e la tiro via da quel caos.
Mi rimane in mano un vestito assolutamente divino, bianco, senza spalline, che ricade morbidamente verso il basso, poco sopra il ginocchio; assieme è compresa una fascia di raso nera.
Guardo interrogativa James, e lui sospira
-Cosa devo fare con te? Sveglia, Jane! Va messa sotto al seno!-
Ahh! Bastava dirlo!
Indosso il vestito e lego la fascia dove mi ha detto James, poi mi osservo allo specchio: umh, niente male!
-Sì, sei quasi perfetta! Anche se io avrei preso un vestito tipo questo…- E tira fuori dall’armadio un orrore rosa fucsia coperto di pailettes enormi azzurro metallizzato.
Rabbrividisco, mentre mi dirigo verso la stanza dove dovremo fare le foto; ma arrivo alla porta e mi blocco: accanto a Steve e ad un emozionato Peter ci sono quattro ragazzi in giacca e cravatta, che ridono e scherzano con… le truccatrici?
Oh, Zeus! Che nervi…
John sta chiacchierando con Mary e Sharon, Betty sta sbavando vicino ad un George piuttosto seccato, Daisy sta ridacchiando come una scema vicino a Ringo e.. INCUBO! Brigit sta stuzzicando Paul ridendo come un’oca.
Ok, Jane. Riaccendi il cervello: quell’oca di Brigit sta toccando Paul e tu te ne stai qui ad osservarli? Vai là e fatti valere! In fondo, sono io quella che deve fare le foto con loro, no?
Oh, in questo momento bacerei Steve per avermi incastrato in questa situazione!! Sono messa proprio male, eh?
James mi passa davanti e si mette al centro della stanza, poi batte le mani per richiamare l’attenzione:
-Brigit, Sharon, Daisy, Betty e Mary! Via di qui!! Dobbiamo fare le foto!-
Oh, io amo quell’uomo. Santo cielo, l’ho detto davvero?
-Bene, ragazzi. Io sono James, il fotografo del programma “Radio Times”; e lui è Peter, il mio assistente. Come ben sapete dovrete posare per le foto da pubblicare sui giornali prima del vostro concerto qui al Royal Albert Hall, e con voi ci sarà una ragazza…-
I quattro urlano di gioia.
-Wow, una ragazza? E come è, meglio di quelle cinque di prima?- Domanda John.
Certo che sono meglio di quelle cinque! Cosa credete?
-Non è una modella, e ha anche un brutto naso, e i capelli rossi… però è l’unica persona che siamo riusciti a trovare…-  Nel dire questo James fulmina con o sguardo Steve, io sto pensando vari modi per tenerlo sotto una tortura agonizzante.
-Ma, veramente… è un’attrice, ed è molto simpatica.. poi a me pare carina.- Pigola Steve.
-Beh, dai cosa contano due misere foto? Può anche essere brutta, tanto poi non ci rivedremo più…- Commenta Paul.
-Più che giusto, Paulie! Allora, dove è?- Chiede John.
-Oh, è nei camerini. Si stava cambiando.- John allunga il collo verso la stanza indicata da James, cercando di vedere se mi sto ancora infilando i vestiti.
-Come si chiama?- Domanda Ringo interessato.
-Jane…il cognome non lo so.- Risponde James.
-Asher.- Interviene Steve.
-Ah, la conosco! Non è mica brutta…- Esclama George.
-Io no, come è?- Domanda Paul.
-Ma non è bionda?- Continua John.
-No, spiacente. Sono rossa, ma se per voi è un problema posso anche andarmene.- Intervengo io, gelida, entrando nella stanza.
Vedo John strabuzzare gli occhi.
-No, no, signorina. Nessun problema! Era una semplice domanda…- Esclama lui, baciandomi la mano.
-Asher, finalmente! Pensavo che non ci degnasse più della sua presenza…- Commenta acidamente James.
-No, James. Ci ho messo tanto perché ho ascoltato i vostri discorsi…- Replico io, guardandolo bieco.Osservo uno per uno i quattro ragazzi, sentendomi la persona più fortunata della terra; poi il mio sguardo cade su Paul, che se ne accorge e sorride. Io abbasso gli occhi a terra e arrossisco.

Ah, quanto è carino quando sorride… e i suoi bellissimi occhi verdi, il suo viso angelico… oh, mio dio, mi  sono innamorata di lui! No, Jane.  Non fare cavolate; lo hai promesso! Uffa, lo so ...  prima di partire per Londra da Marylebone mi ero prefissata di non fare sciocchezze, e innamorarmi di Paul McCartney mi sembra proprio una sciocchezza colossale! Anche perchè rischio di non essere ricambiata; d'altronde su un milione di fan che lo circondano, tra cui molte modelle -tutte più belle di me, oltre a tutto-, vuoi che scelga proprio me? Me?!?

Sospiro, cercando di affrontare la realtà: non gli piacerò mai, e dopo aver fatto quelle due foto si dimenticherà completamente di me.

Però, come mai è arrossito anche lui quando mi ha guardato? C'è forse una piccola possibilità per me? No, Jane! Basta con i sogni! Paul  McCartey è irraggiungibile, punto! Cerca di togliertelo dalla testa, anche se sai già che non ce la farai. Nessuno però mi impedisce di sognare, ma tanto so che non mi guarderà mai...
 
 
 
 

***

Ma ciao belle! Grazie per aver recensito lo scorso capitolo!! Premetto già una cosa: non aspettatevi che sia sempre così veloce ad aggiornare le mie storie!! xD

Martina97:George arriverà nel prossimo capitolo, con Pattie al suo fianco. (Acc... ve l'ho detto. pazienza!) eh sì, hai proprio ragione su Cyn! Povera! è per questo che ho dedicato una ff a questa povere criste!

Zazar90: Graize, grazie... ehehe.. wow, davvero ho reso bene l'idea? E pensa che arrivava con la divisa da perfettino e i capelli con il ciuffo impomatato e i basettoni!! xD uno spettacolo!

Laban: Ma grazie! ehehe che poema! Sì sì, approvo: Yoko= grr. Tra l'altro possiamo dire che un carattere come il suo sotto alcuni (molto pochi) aspetti poteva anche giovare a John, in quanto Cyn non era proprio adatta a lui; magari se non fosse rimasta incinta John si sarebbe messo comunque con Yoko dopo anni di fidanzamento! Anche perchè a quella maledetta mostra di arte... (oh, scusa, non mi ricordo.. che arte? Ma che razza di mestiere fa la Ono???) ci sarebbe andato lo stesso... Però Yoko, siccome era anche molto odiosa, lo ha più rovinato che aiutato!!! Ma ne parleremo meglio nei prossimi capitoli!

The Night Before 1965: sì, sì, lo sapevo. Infatti se continuerai a seguire questa fic lo troverai scritto in un capitolo! E troverai scritto anche come sono andate realmente lo cose con Yoko; che, per quanto tu abbia ragione a dirle che non bisogna accanirsi tutti contro di lei, non era proprio quello stinco di santa! E sono più che sicura, e fonti reali lo confermano, che se John fosse ancora vivo Yoko avrebbe divorziato intorno al 1981, e a quest'ora.. ciao vedova Lennon!
Grr che nervi!!

Baci,

Marty

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Capitolo 3
*** George&Pattie. Mi sono accorta che è con George che voglio passare la mia vita… ***


George&Pattie
 
Mi sono accorta che è con George che voglio passare la mia vita…

 

 
 
Un giorno imprecisato del 1964,
 
Casa delle sorelle Boyd, Liverpool
 
-Ok, ok ok…Jenny, ripeti!- Io stresso la mia povera sorella minore.
Jenny sospira, poi ripete per la centunesima volta.
-Abbiamo la scena nel treno assieme ai Beatles!- BUM! Da quel momento il mio cervello cessa di esistere (Riposa In Pace, cervello mio).
Paula mi passa più e più volte la mano davanti agli occhi, mentre io li tengo sbarrati
Scena sul treno=Beatles=George Harrison=giorno più felice della mia vita!!!
-Pattie! Pattie! Niente da fare, Jenny… mi sa che l’abbiamo persa.- Ridacchia Paula.
-Già… giurerei di aver visto il suo cervello lasciare la scatola cranica.- Sbotta Jenny.
-Un minuto di silenzio per il compianto cervello di Pattie…- Annuncia Paula solenne.
 
Un minuto dopo…
 
-Perfetto! Ora passiamo alle maniere forti.- Sento dire da Paula.
AAAAAAAH! Brutte degenerate! Mi sarei svegliata tra due secondi, avevo già rizzato le orecchie a “maniere forti”...
Riemergo sputacchiando dalla massa di acqua gelida che mi hanno rovesciato addosso.
-Io dico a mamma di togliervi dal testamento… - Sibilo, sputando acqua.
-Maddai, su… non prendertela per così poco… altrimenti  quando sarai con i Beatles che farai? Ho sentito dire che sono davvero terribili in quanto a scherzi.- Mi informa Jenny; ma tanto è inutile, alla parola “Beatles” sono di nuovo incantata ad occhi sbarrati.
-Ecco, visto? Helen! L’avevamo appena svegliata!- Si lamenta Paula.
-Io torno in cucina a prendere il secchio..- Annuncia Jenny.
Coooosa?? Il secchio? No no, grazie, io qui mi sveglio da sola.
-Voi siete mezze matte!- Esclamo, cominciando a correre verso la mia camera.
Finalmente salva da quelle due svitate! Entro e mi siedo sul pavimento, appoggiando la schiena al legno della porta chiusa; nel buio scorgo il poster di George.
Oh, George… sembra quasi che mi guardi. Ma io lo so, George, che prima o poi tu mi guarderai sul serio. Domani gireremo la prima scena insieme ed io sono sicura che riuscirò a parlarti; so che sei single, e che adori le ragazze perfette “alla Brigitte Bardot”, ma anche io sono bionda, e ho gli occhi azzurri, e penso di poterti conquistare.
Brr! Ma perché fa così freddo qui? Ah, già.. sono interamente coperta di acqua gelida, ecco perché!
Mi farò una doccia calda, ma prima voglio farle sentire un po’ in colpa.
-BRR!!! Ma che freddo fa qui!!!!- Urlo allora.
-Chissà perché! Ah, sì! Perché sono coperta da capo a piedi di acqua gelida!- Proseguo poi, sottolineando le ultime due parole.
Dal piano terra sento le mie due “care” sorelline commentare:
-Certo che nostra sorella è proprio strana a volte!- Paula.
-E pensa che tu la sopporti da solo quindici anni! Io da diciassette…-Jenny.
-E vabbè.. anno più, anno meno.. ma io sono nata quando aveva quattro anni, vuoi mettere? Tu quando lei ne aveva due… e non giocava a mamma e figlia usando te come cavia!-
Ma brutte…!
-OH!!- Esclamo io.
Bah, ora stanno ridendo. Disgraziate! Sorrido, poi mi trascino verso il bagno, lanciando un’ultima occhiata a quel viso così bello e perfetto ritratto nel mio poster…
 
Il giorno dopo, sempre imprecisato, nell’anno 1964
 
Set del film “A Hard Day’s Night”, Liverpool
 
Tra poco incontrerò George! George Harrison! Il mio idolo! E lo guarderò in faccia! Ovvio, sempre se non svengo prima.. il che sarebbe un bel problema, anche se magari mi può prendere lui tra le sue braccia.
Certo, può sempre farmi cadere, mica detto che debba prendermi…
Oh, George!
-Emh, Pattie?- Che cosa adesso c’è, Jenny? Mi volto verso di lei con un’espressione assassina: sa bene che non deve mai interrompermi mentre penso ai miei film mentali con George Harrison, eppure lo fa sempre.
-Dimmi…- Ma dico! Non si interrompe la gente quando è persa nei propri film mentali con George Harrison!
-Volevo solo ricordarti che tu hai Eric.- Oh, Merda! Eric! Eric Swayne, il mio ragazzo! O meglio, pseudo- ragazzo. Mi.. oddio, non riesco neanche a pensarlo, mi faccio schifo da sola. Mi sono dimenticata di lui!
Oh, Eric, come fai a stare con una che, convinta di poter conquistare George Harrison, si dimentica di essere fidanzata?
Non mi meriti Eric, per niente.
Sento le lacrime pungermi agli angoli degli occhi: perché, perché me lo hanno ricordato? Mi sento un mostro, so di non amare più Eric. Ma allora perché ci sto ancora insieme?
Vedo Jenny guardarmi sconvolta.
-Oddio, Pattie. Scusa! Io.. io non volevo, non lo sapevo! Tu non lo ami più, vero?- Centrato, sorella mia. Colpito e affondato.
Annuisco, mentre comincio a singhiozzare; sento la mano di Paula che lentamente mi accarezza i capelli, trasmettendomi con un solo gesto tutta la sua comprensione. Mi sento così stupida per essermi innamorata di un Beatle irraggiungibile.
-Non sentirti stupida- Mi sussurra Paula. Come ha fatto a capire cosa ho pensato? Sarà forse questo il legame emotivo e affettivo che accompagna le sorelle fin dalla nascita?
-Non c’è niente di stupido nell’amare una persona che ti sembra irraggiungibile. Guardati intorno! Sei sul set del loro film, accidenti! Chi ha detto che non è possibile?- Oh, non lo so.. forse il fatto che non mi conosce neanche e che sono solo una su miliardi di ragazze al mondo?
-E poi, non sentirti un mostro per Eric. Sarà ancora peggio se continuerai così e non lo lascerai.- Continua Jenny.
Ok, va bene. Avete ragione, ma prima di sapere cosa provo veramente voglio almeno incontrare George.
-Signorina Patricia?- Mi chiama una voce.
Oh, cavolo! È Richard Lester, il regista! Ho pianto come una scema e ho tutto il trucco colato! Sembrerò un panda!!!
Mi passo un dito sotto le palpebre, pronta a trovarlo nero, invece… niente!
Grazie santo protettore dei disperati! Grazie Santo Picitato!(avete visto che gli ho trovato un lavoro? ; D)
Mi volto, e mi trovo faccia a faccia con un uomo sulla trentina, un po’ stempiato, ma  con un viso molto simpatico.
-Mi ha chiamato, signor Lester?-
-Sì. Tra dieci minuti si cominciano le riprese, se poi passi in camerino le costumiste di danno il vestito da indossare. E queste ragazze chi sono?- Si rivolge alle mie sorelle.
-Sono Jenny.. cioè Helen, soprannominata Jenny, e Paula; le mie due sorelline.- Rispondo.
-Hey, tieni a bada il “sorelline”!- Esclama Jenny, indignata.
Vedo Dick Lester ridere, poi parlare con le mie due sorelline. Eh, sì, cara Jenny. Sorelline. Perché, fino a prova contraria, io ho diciannove anni, e voi due diciassette e quindici.
-Ci servono comparse per queste scene, se ve la sentite seguite pure vostra sorella Patricia in camerino.-
-IIIIIIIIIIIIH!- Urlano loro due in coro.
-Io penso che quello sia un sì, signor Lester!- Esclamo io, tappandomi le orecchie.
Lui sorride
-Già!!! Mi dia del tu, signorina Patricia.-
Va bene, ma lei la smette di chiamarmi “Patricia”???
-Sarà fatto Richard. Però lei mi chiami Pattie.- Ecco, non Patricia. Ho un nome d’arte e mi va bene così, grazie.
-Ok, Pattie. Come si spengono le tue sorelle?-
Come si spengono? Beh, non è facile… Jenny sta saltellando per tutto lo studio, Paula invece sta ballando con tutti i malcapitati che si trova davanti. Proviamo il primo modo…
-INSOMMA, LA VOLETE SMETTERE???-
Loro si fermano.
Bene! Il primo modo è sempre efficace.
Mi avvio verso il camerino, seguita da Jenny e Paula.
Appena entriamo una schiera di ragazze ci sorride e ci porge tre vestiti uguali: una camicia bianca, una cravatta nera a righette bianche, e un vestito grigio chiaro.
Umh. Ok, carini. Ma perché la cravatta? Boh, appena lo incontro lo chiedo a Lester.
Non replico, mi cambio i vestiti e Paula e Jenny fanno lo stesso, poi usciamo dal camerino più elettrizzate che mai; e chi incontro? Richard Lester!
Oh, beh. Almeno avrò una risposta immediata.
-Scusa Richard… perché le cravatte?-
-Ah, non ve l’ho detto? Interpretate delle studentesse fan dei Beatles che si trovano sul vostro stesso treno.- Ahhh.. capito. Una domanda sola: dove piripicchio lo infilano un treno nel set di Londra?
-Treno???-
-Sì, treno! Pensavo davvero di avervelo detto! Andiamo alla stazione a prendere il treno delle dieci, che poi ci porterà a Londra.-
Eh, beh.. dettaglio trascurabile, dopotutto, no?
 
Una volta sul treno
 
-Bene, Pattie, Jenny e Paula! Venite qui!- Ci chiama Dick Lester, dal vano portabagagli.
Vicino a lui, oddio, no! Vicino a lui ci sono i Beatles!
Abbasso lo sguardo, ed il mio cuore comincia a battere.
-Scusa Dick. Chi sarebbero?- Domanda George.
Ecco, lo sapevo. Non sa manco che esisto. La mano di Paula sfiora la mia, per consolarmi.
-Sono le ragazze che interpretano le studentesse sul treno, le vostre fan!- Ripete paziente Dick.
Poverino. Avere a che fare con quattro ribelli non deve essere proprio facile.
-Ah, sì! Quelle a cui io devo chiedere se George e John possono unirsi a loro- Esclama Paul.
-E a cui io domando se hanno una lima per togliermi le manette!- Sghignazza John.
Lima? Manette? Okay, quanti “minuscoli dettagli” si è dimenticato di riferirmi Dick Lester?
-Sì, sì. Esatto John, loro. Beh, non siete curiosi di conoscerle?-
Paul, Ringo e John saltano sui loro sedili, George sbuffa, leggendo il giornale.
-Se proprio dobbiamo.-
-Dai Dick. Falle entrare.-
Io, con un coraggio che non mi è mai appartenuto, muovo le mie gambe ed entro nella stanza; dietro di me sento i passi di Paula e Jenny.
-Lei è Jenny Boyd- Dick indica mia sorella,
-Lei è Paula Boyd-
Sento la sua mano sulla mia spalla
-E lei è Pattie Boyd- Io sorrido.
-Ok, ok. Tre Boyd? Siete tre sorelle?- Domanda Paul.
-Nooo! Chi noi? Pf, ma scherzi? Non ci siamo mai viste prima..- Esclamo io. Jenny e Paula cominciano a ridere, trascinando me e gli altri a ruota. Perfino George alza lo sguardo dal giornale e… non lo riabbassa più.
Sembra ipnotizzato. Da cosa? O meglio, da chi?
Non lo so, ma sembra fissare me. Accidenti, mi sto facendo i miei soliti film mentali! Andiamo, Pattie, perché dovrebbe guardare te e non magari Paula? O Jenny?
Sì, forse in fondo non sta guardando me.
Giro gli occhi, trovandomi a fissare e a perdermi in due occhi color cioccolato; dopo due minuti abbassiamo lo sguardo
Okaaaay… Stava fissando me!
Sento un caldo improvviso avvolgermi le guance.. oh no, sto arrossendo! Perfetto. Così ora sono una ragazza chiara di pelle, con gli occhi azzurri, i capelli biondi e due gote rosse come Heidi. Magnifico…
Ci manca la capretta e sono a posto. Uff
-IN POSTAZIONE!- Urla Dick.
Vedo Ringo sedersi dietro la batteria, John prendere posto vicino al cane, Paul vicino all’attore che interpreta il nonno, e George tra Paul e John. Accidenti, quanto è bello!
-Bene Pattie! Siediti qui.- Dick mi indica un posto sulla sedia tra Paul e Ringo.
Coooooosa? Proprio di fronte a George?!? Ma non ce la posso fare! Non ce la faccio!!!
Mi sento addosso gli sguardi di tutti i presenti, mie sorelle comprese. Ma brave! Dopo facciamo i conti…
Prendo posto con due gote rosse che Heidi se le sogna, e sento uno sguardo più forte degli altri addosso;
guarda caso, proviene dal proprietario degli occhi color cioccolato davanti a me.
Oddio… e io dovrei sembrare naturale con i Beatles (e George) che suonano davanti a me, e con loro (e George) che mi fissano mentre rido!
No! Accidenti.. noteranno i miei denti! Io non voglio, non davanti ai Beatles (e George). Insomma, mi sono sempre definita un’adolescente normale con un leggero problema agli incisivi superiori, in fondo a nessuno importava, anzi, risultavo più simpatica. Purtroppo non è con la simpatia che si conquista il lavoro come modella, ed il mio primo “valutatore” mi aveva detto che la bellezza c’era tutta, però, cosa aveva detto? Ah, sì.. i criceti non fanno le modelle. Tsk! Se io ero un criceto, lui era un cavallo del Bengala! Aveva un morso da fare invidia a qualsiasi purosangue delle praterie sconfinate. Bah. Io devo fare quello che mi dice il cuore, pazienza! Riderò se il mio cuore mi dirà di ridere, e George mi guarderà e penserà “Ma io ho perso il mio tempo con un criceto simile?” ed io tornerò con Eric. Ma in fondo l’ho visto, l’ho quasi conosciuto, e mi ha fissato per più di un minuto! Ho i miei motivi per essere pienamente soddisfatta.
-ONE, TWO, THREE, FOUR!- La voce di John mi riporta alla realtà, e le note di I Should Have Know Better mi fanno capire che ero sotto osservazione della telecamera per più di tre minuti, ed io mi ero fatta inquadrare con una faccia incantata. Iniziamo bene…
Mi concentro su tutti e quattro ragazzi, e vedo Paul che cerca di muoversi come suo solito mentre suona e canta: porca miseria! Ma questo benedetto ragazzo non è capace di stare fermo? E per muoversi muove anche il basso, e tutte le volte che lo abbassa mi fa dei peli ai capelli…!! La situazione è troppo comica per non ridere; lui che canta e cerca di evitare di crearmi un’ ematoma, io che lo schivo ridendo, fuori dal vano portabagagli Jenny e Paula che infilano le mani nella rete e cercano di toccare Ringo, i quattro ragazzi che ogni tanto alternano gli strumenti con le carte da poker, e George che mi fissa: vedrà i miei denti da criceto, e chi se frega! Ho voglia di ridere e rido!
George però non sembra aver perso la voglia di fissarmi, nemmeno dopo aver visto il mio difetto… anzi! Gli è apparso un leggero sorriso sul volto.
Ah, George!
La canzone finisce, entra il loro “manager”, Norman.
-Non muovetevi. Sono impazziti là fuori. Ci sono milioni di ragazze.-
-Posso sollazzarmi con una di loro?- John. Giro la testa verso Norman, per non far vedere che rido.
-No, non puoi.-
-Ascoltate, appena ve lo dico io, uscite di là ed entrate in quel taxi-
John fa segno di diniego con la testa, un secondo dopo annuisce.
Tutti si alzano, ed io rimango lì impalata a guardarli e a salutarli mentre si preparano a scendere.
-STOP!- Urla Dick.
La scena è finita, e Dick Lester informa me, Jenny e Paula che per oggi non sono presenti scene con noi, ma che domani ne dovremo girare alcune, quindi dobbiamo ripresentarci.
Annuisco e mi alzo, non voglio andarmene, ma tanto anche se volessi non potrei; dato che sono su un treno che da Liverpool va a Londra!
-Ah, per il ritorno… tra poco saremo a Marylebone, e scenderemo tutti, non è ancora tempo di arrivare fino a Londra. Poi prendiamo un altro treno e torniamo al set di Liverpool, dove giriamo la scena della mensa e delle prove di “I’m Happy Just To Dance With You”. Nel frattempo liberi tutti! Domande?-
-Sì… mi dai un bacetto?- Sghignazza John. Che genio quell’uomo.
-No, John. Oggi no. Non ti sei comportato bene.- Risponde Lester.
John assume una faccia afflitta e se ne va, le ultime parole che sento sono –Sei un suino!- E la risata del ragazzo dopo.
-Pattie, Paula!- Jenny ci chiama, mi volto verso di lei.
-Andiamo nel vagone ristorante! Stamattina non sono riuscita a fare colazione ed ho una fame pazzesca-
Oh-oh! Perché ho paura che quello che mi sta lanciando Jenny sia uno sguardo accusatorio?
Paula si tocca la pancia.
-A chi lo dici! Stamattina qualcuno non ci ha lasciato mangiare!-
E beh? Avevo paura di arrivare in ritardo!
-Dico, ce l’avete con me?-
-Chi, noi? Na, figurati! Come potremmo? Non ti sei mai alzata alle cinque perché avevi paura di arrivare in ritardo…- Comincia Paula, stiracchiandosi.
-…e non ci hai mai proibito di fare colazione…- Continua Jenny.
-Vipere! Un po’ di rispetto per la sorella maggiore!- Sorrido. Stupide, non cambieranno mai… ma mi piacciono così come sono.
-Io non vedo nessuna sorella maggiore qui, Jenny. Tu?-
-Io sono sicura che è al vagone ristorante…-
-Ooooh che stress! Andate, andate! Io non ho fame, gironzolerò un po’ per il treno.- Voglio pensare a George…
Esco dal vano bagagli. Accidenti, ora non avrò più il coraggio di guardare in faccia Eric! Come ho potuto dimenticarmi di lui? E poi, per una persona irraggiungibile! Però oggi mi ha guardato…. No, sono sicura che guardava i miei stupidi denti!
La mia mano passa involontariamente sul labbro superiore.
-Hey! Che cosa ci fai qui?- Il mio cuore ha un tuffo.
Che spavento! Ma la gente non sa che se si urla alle spalle di una persona che sta pensando, quella perde dieci anni di vita??  Mi volto.
Ommioddio! È George!
-Accidenti, George! A momenti salto giù dal treno!- Mamma mia quanto è bello.
-Emh… che ci fai qui?- Si passa una mano nei capelli. Oh, santo cielo! Se lo rifà rischio di saltargli addosso.
-Pensavo, e tu?-
-Anche.-
Già, ma io pensavo a te, e tu non credo che pensassi a me..
-Chi ci sarà in queste carrozze così lussuose?- Ma che razza di domande fai, Patricia? Che vuoi che gliene importi di chi ci sta? Un ricco! Ecco chi!
Ma, ma… George sta ridendo! Oh Dio grazie!
-Sarà una coppietta o un dirigente.-
-Non mi interessa. Allargherò i miei orizzonti.- Lentamente mi avvicino alla porta, sento una mano sulla mia, una mano calda e leggermente più grossa.
Con l’altra mano George bussa alla porta.
Nessuno risponde.
Lui fa scorrere la porta di metallo, facendo apparire ai miei occhi uno scompartimento messo a nuovo, molto pulito e lussuoso.
George mi fa cenno di sedermi.
Oh, mio Dio! Cosa vuole fare? Lentamente prendo posto su un sedile.
Lui si inginocchia davanti a me. Ma… non è possibile! Cosa fa? È uno scherzo? Sì, sì.. sicuramente sta scherzando, sarà una scommessa che ha fatto con Paul.
-Ti sposeresti con me?- Ahhaha, bello scherzo! Scoppio a ridere. Vedo George rabbuiarsi. Oh cielo! Diceva sul serio! E io gli ho riso in faccia come una scema!
George sorride di nuovo.
-Beh, se allora non vuoi sposarmi, verresti con me a cena?- Ma certo che sì. Io verrei in capo al mondo con te, sei l’uomo più bello che io abbia mai… Eric.
Io non posso, io… ho eric!
George nota il cambiamento d’umore.
-Qualcosa non va?- Tutto non va! Io ti amo e devo dirti di no perché sono fidanzata con uno che non voglio più.
Una lacrima scenda lungo il viso.
-George, io…- Tolgo le mie mani dalle sue, e scappo via singhiozzando.
-Pattie, PATTIE!- Mi chiama lui.
Io singhiozzo ancora più disperatamente.
Io ti amo George! Non puoi capire come mi senta…
Passo davanti ai tre Beatles, che stanno chiacchierando con Jenny e Paula.
-Pattie! Cosa succede?-
-Pattie! Patricia Anne Boyd! Fermati subito!-
È inutile Jenny, sai che non lo farò.
Correndo il dolore sembra affievolire.
Poco dopo sento George arrivare trafelato e sconvolto, e Paula lo aggredisce subito.
-TU! Che cosa le hai fatto?-
-Le ho semplicemente chiesto se voleva uscire con me! Poi lei è scoppiata a piangere, ed io non so il perché!- Dalla voce sembra sconvolto, e questo mi fa stare ancora peggio.
-Oh, Merlino! Ecco perché è ridotta così!- Paula parte a fulmine verso la mia direzione.
-Ehm, vedi George.. devi sapere che lei ti adora, anzi direi che quasi ti ama, il problema è che è fidanzata. Soltanto che lei non lo ama più, però non sa come dirglielo, e si sente un mostro perché pensava di voler lasciare Eric per una persona -te- che credeva irraggiungibile. Così ora sta doppiamente male.- Spiega Jenny.
-Oh, io non volevo…- Sospira George.
-Fa niente.. è ora che si decida a mollare Eric! Non lo sopporto più!- Detto questo Jenny corre verso di noi, e tutte e tre scendiamo a Marylebone.
 
Io non sono innamorata di Eric, non più. Mi sono accorta che è con George che voglio passare la mia vita, non con lui! George, George e poi ancora George! Mi ha anche chiesto di uscire! Ma, e se non lo pensasse davvero? Se volesse usarmi come un giocattolo? Oh, Pattie chi se ne frega! Non si può continuare cosi. Tu ami George, Eric è solo un ripiego, da un po’ di tempo a questa parte tu stai colui perché sai che avrai qualcuno con cui stare se George non mostrasse interesse!
Mamma mia, sono un mostro. Un vero mostro. No. Lo sarò soltanto se cercherò di mandare avanti la mia relazione con Eric. Stasera romperò con lui.
In fondo, io ti ho sempre amato, George, e solo ora me ne rendo conto: con Eric è finita dalla prima volta in cui ti ho visto…
 

***

 
Premetto che c’è voluta tutta la mia forza di volontà per evitare di scrivere “Sei sul set (ot..) ” nel discorso diretto di Paula…. Che amarezza *_*
PS: per chi non avesse capito il mio momentaneo clero di cervello, pensi ai numeri:seisul set e quindi, ragazze, era ovvio che pensassi “ot”
Lo so, come battuta è tremenda, ma sul momento ho lottato con me stessa per non inserirla nel testo… xD
Vabbè, lasciamo perdere i miei problemi mentali, e passiamo a cose più serie: SCUSATEEEEEEEEEE!!! SONO IN SUPER RITARDO!!
Però ho scritto sei pagine… xD
Fatemi sapere se ho reso bene l’idea, e se avete qualche suggerimento per migliorare il mio (pessimo) modo di scrivere!
 

***

Laban:concordo pienamente! Jane non era per niente il tipo giusto per lui! Era sempre fuori per lavoro, non lo copriva di attenzioni (povero, piccolo Paulie.. xD) e non sapeva tenerselo stretto e fedele. Linda invece…
In quanto all’abitudine di aggiornare presto.. beh, dipende da quanto c’è da scrivere!
 
Martina97: già.. Paul eccome se la guarderà!! xD Ecco George e Pattie, come promesso. Che ne dici?
 
TheThief_: Molte grazie! sì, anche io preferisco il primo, perché apprezzo molto di più Cyn che Jane, e poi su Cynthia so molte più cose, quindi per me è stato facile immedesimarmi! Spero di non avervi deluso con questo capitolo!
 
The Night Bifore 1965: l’attuale moglie di Paul? Intendi Nancy Shevell? Si sono sposati?!? Io sapevo che lui voleva chiederglielo, non sapevo della cerimonia! Però dai, non è così brutta!
Sì, sì, hai ragione su alcune opere di Yoko, infatti io dico che come creatività ha fatto molto bene a John. Il problema è che molte (troppe) pati del suo carattere non erano…beh…molto idonee per avere un rapporto di affetto reciproco con Paul e gli altri! [e con i fan..-_-‘’]
 
Zazar90: grazie, grazie! Riguardo a Yoko.. beh, continua a seguirmi! Presto capirai il perché di tutto questo accanimento! (pubblicità progresso per la mia fic…hihihi)
 
Anamita: Ma grazie! sì, guarda… io non ho i capelli rossi, però le persone come James le odio! Menomale che c’è il principe azzurro Paulie che la difende *-*
Sì, è vero.. Paul quando arrossisce è..è..è… sbav. È Paul, non so come definirlo! xD
Perdona i miei scleri mentali…
 
Clafi: grazie! Scimmia giapponese?? Wow! Io mi limito a sushi isterico, come la chiamava la gre, e a take-away anticonformista!
Non ti sta simpatica Jane? Non tanto neanche a me, devo dirvelo. Però trovo che abbia un bel carattere.. e la preferisco di graaaaaaan lunga a Yoko…
 
Baci,
Marty

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Capitolo 4
*** Ringo&Maureen. Ringo, a malapena ti conosco, ma già ti amo! ***


Ringo&Maureen
 
Ringo, a malapena ti conosco, ma già ti amo!

 
Settembre 1962, Liverpool
 
-Dot, muoviti!- Santo cielo! Quella ragazza fa venire il latte alle ginocchia da quanto è lenta.
Di sicuro sarà in bagno.
-Arrivo, sono in bagno, mi sto pettinando!- Appunto. Ma dico, cosa ti pettini che hai i capelli corti?? Boh, ma io non so. Tutte le volte che dobbiamo andare al Cavern fa questa scena qui.
Manco ci fosse Buddy Holly lì dentro!!
Umh, però da un po’ ci suonano dei giovani niente male, i Beatles mi pare che si chiamino. Sono quattro ragazzi qui di Liverpool, si chiamano John, Paul e George; stando a quello che dice Dot. E lei ne parla in continuazione! E ci credo.. è la ragazza di quel figo di Paul McCartney dal 1959! Anche io ne parlerei… fossi la ragazza di uno di loro.
Sono tutti e tre molto carini, peccato che quello chiamato John sia off limits: sta da cinque anni con una ragazza di un anno più grande di lui, Cynthia; e, da quanto dice Dorothy, lei è pure incinta.
Mah… se io ho sedici anni vuole dire che come minimo lui ne ha ventidue, visto che ha due anni in più di Paul e lui ne ha venti. Boh, comunque, venti o ventidue che sia, a primo impatto non mi sembra tanto adatto a fare il padre… non che non ami Cyn, eh! Dot dice sempre che la venera, addirittura, però non ha tanto l’aria di un buon padre di famiglia.
E chi ce l’avrebbe, con un gruppo che sta per scalare le vette del successo?
Hanno già inciso il loro primo singolo, Love Me Do, peccato che nessuno lo compri.
Io l’ho preso, a dirla tutta.. però non mi ha molto colpito: preferisco di gran lunga il rock puro che circola nelle vene del Cavern quando loro suonano pezzi come Long Tall Sally di Little Richard o Twist And Shout di Madley e Russel.
E poi c’è George, quel bellissimo ragazzo di diciannove anni. Quando suona la chitarra mi fa sciogliere! Peccato, però, che stia con Iris Caldwell, considerata la “ragazza più bella di Liverpool”. Ah! La classica bionda-occhi azzurrissimi.
Pf.. nemmeno Dot la vede di buon occhio, ma credo che sia perché prima era la fidanzata di Paul.
Oltretutto Iris è la sorella di Rory, il leader della band “Rory Storm and The Hurricanes”, che suonava ad Amburgo con i Beatles.
Chissà cosa ne pensa lui!  
Uno scalpiccio di passi interrompe i miei pensieri.
-Mo, ci sei?-
No. Stavo pensando, Dot, accidenti!
-Andiamo và, che è meglio.- o altrimenti il tuo Paulie amoruccio ti dà per dispersa.
-Lo sai che stasera ci sarà anche il mio Paulie amoruccio?- Noooo… dici sul serio? E perché sono sempre l’ultima a sapere le cose?? D’altronde, come faccio a saperlo se la ragazza che saltella vicino a me lo ripete solamente cinquanta volte al giorno? Certi momenti mi sembra un pappagallo scemo.
-Io dico che se non ti muovi quando arriviamo il tuo Paulie amoruccio ha già trent’anni.-
-Stupida che sei…- Stupida? Io??? No, sono solo realista! Sarà già tanto se i nipoti dei proprietari del locale (quelli attuali al nostro arrivo saranno già morti…) riusciranno ad impacchettarci i resti dei loro scheletri!
E beh, cosa hai tanto da ridere?
La fulmino con un’occhiata.
-E lo sai che hanno cambiato il batterista?- Sì!!! No, Maureen.. trattieniti dal ballare la danza della vittoria, contegno! Sei in mezzo alla strada principale di Liverpool, non mi sembra il caso.
ALLELUIA!!! Finalmente quelle deficienti delle fan la smetteranno di entrare al Cavern con la foto di Pete attaccata sopra il loro maglione!
Sì, sì, sì!!!
Chissenefrega del contegno! Evvai, Pete Best se ne è andato, Pete Best se ne è andato!
Saltello attorno a Dot.
-Si può sapere perché sei così felice?-
-Vuoi mettere? Tutte le volte che entro nel club orde di ragazzine assatanate hanno la foto di Pete sul maglione, in corrispondenza del cuore.- “oh, perché così piccolo Pete è più vicino al mio cuore… e può sapere quanto lo amo… ah, il mio Pete!” Rabbrividisco al solo ricordo dell’uguale risposta delle fan  all’ovvia domanda “perché tu, brutta scema bella bambina, hai la foto di Pete Best che, detto fra noi, non è neanche ‘sto gran fico non è neanche così tanto bravo, attaccata a quello schifo di maglione sul tuo cuore? Che tanto lui non sa manco che esisti Che tanto lui da laggiù non vedrà mai perché sei brutta come tutto perché sei coperta dalle altre?”
-Mi trattengo sempre dal vomitare loro addosso!-
E ce ne vuole! Con quegli orridi maglioni che si ritrovano è un’impresa neanche tanto facile…
-Il loro nuovo batterista si chiama Ringo Starr. Cioè, Richard Starkey, però Rory ha pensato che il suo pseudonimo fosse più adatto..-
Rory?? E lui che centra con i Beatles? A parte il fatto che sua sorella è la ragazza di uno di loro? E poi “Ringo”.. puah! Che schifo di soprannome. Ma d’altronde, da uno che si è soprannominato Rory Storm non mi aspetto un granchè.
-… da “Rings”, lo sai? Perché porta sempre un sacco di anelli- Quindi Rory conosce Ringo. Chissà come mai? Sarà il suo vicino di casa, o ci avrà provato anche lui con sua sorella…
-Mo, mi stai ascoltando?- Io? No, affatto.
-Sì, sì.. certo, Dot. Cosa centra Rory?-
-Ringo prima era il batterista della loro band, “Rory Storm and The Hurricanes”.-
Grandioso! Così i Beatles, oltre ad avergli fottuto la sorella, gli hanno fottuto pure il batterista!
Mitico.
E poi, chissà come sarà questo “Ringo”. Il solito teddy boy, ci scommetto; come gli altri tre.
-Io l’ho conosciuto Ringo. Ad Amburgo, quando sono passata con Cyn. E Paulie mi ha dato questa…- Ooooh, una vera d’oro… una vera d’oro? Oh santo Dio, Dot!
-Dot! Ma ti vuole sposare??-
-No, no. Ad Amburgo si usa così.. si porta un anello simile alla fede nuziale sul dito anulare della mano destra, come segno di fidanzamento, e poi il giorno delle nozze si sposta a sinistra.-
Ah, però! Gran romanticone, eh? E chissà da chi lo ha imparato. Non voglio saperlo, probabilmente da una delle sue numerose concubine…
-Glielo ha detto Astrid Kircherr.- Ah, ora si spiega tutto. Una cosa sola: Astrid chi????
-È la fidanzata di Stuart.- Ah beh.. se è la fidanzata di Stuart allora… ne so ancora meno.
Per quanto mi riguarda può anche averglielo detto il proprietario del locale dove suonavano, durante una passionale dichiarazione di amore, però rimango sempre della mia idea che glielo ha detto Betty Boop.
Non si può mai sapere, con i tempi che corrono.
-Dicevo che comunque l’ho conosciuto. È un gran simpaticone, ha due bellissimi occhi azzurri. L’unica cosa è che ha un naso enorme e la barba lunga e i capelli tirati su a ciuffo, come Elvis. E striati di argento.- Oh grandioso! Un teddy boy anziano che non è ancora capace a radersi!
E dimmi, suona per caso la batteria con due ossa di mammuth? Si veste con la pelle del Tirannosauro Rex?
-Ah. Cariiiiiiiiino.- Sì, sì, come no. Per una disperata.
-Sareste una bella coppia, voi due.- Cooooosa? Ma sei fumata? Io e quella sottospecie di Babbo Natale preistorico?
La fulmino con un’occhiata.
-Guarda che non scherzo. Poi te lo presento e ne parlo a Paulie.-
-Ma no, Dot. Non ti devi disturbare, nelle tue condizioni, poi. –
-Shhh! Zitta, Mary! nessuno deve saperlo, qui a Liverpool.- Nessuno? Neanche il padre? E poi, mi chiamo Maureen. Non Mary. Maureen. Vuoi lo spelling? M-a-u-r-e-e-n.
-Maureen- Brontolo io. Ma insomma! Odio il mio nome originario, l’ho anche cambiato all’anagrafe il 4 agosto, il giorno del mio sedicesimo compleanno.
-E comunque, quando hai intenzione di dirglielo, Dorothy? Fra nove mesi, quando avrai un McCartneino fra le braccia?- Ed è inutile che mi guardi così, cara. È vero. Sei incinta da quando sei andata ad Amburgo l’ultima volta, e lui ancora non lo sa.
-Può essere un’idea… tu glielo porti, io intanto scappo in Canada.-
-Altolà, coniglia! Nessuno va da nessuna parte, intesi?- Anche perché se glielo porto io probabilmente scappa in Canada pure lui, e vi incontrate. E non credo sia una buona idea.
-E allora cosa dovrei fare? Se glielo dico, mi muore lì!-
-E i Beatles dovranno trovarsi un altro bassista. E sarebbe una tragedia.-
-Esatto…- Ma che diamine dici, scimunita? Se glielo dici magari, e dico magari, va tutto bene e vi sposate davvero, così tu potrai finalmente spostare la vera di Betty Boop sull’anulare sinistro.
-Diglielo. Così almeno sarà il secondo Beatle a mettere su famiglia.- e non è che la cosa mi dispiaccia, eh.
Solo che vent’anni sono ancora meno di ventidue, e Paul non mi sembra molto più adatto di John a fare il padre, farfallone com’è.
E “farfallone” è una parola molto gentile per descriverlo.
Diciamo che se fosse una femmina avrebbe una cinquantina di figli sparsi solo ad Amburgo; e, pur essendo un maschio, due o tre ce li ha comunque.  
Perciò capisco bene che non sarà una vita facile quella di Dot, quando lui lo verrà a sapere.
Ma questo è meglio che non glielo dico.
-Avanti, Dot. Devi dirglielo, altrimenti quando lo viene a sapere è ancora peggio.- E se non ti sbrighi ciò avverrà presto, visto che sei al terzo mese e a partire dal prossimo non potrai nasconderlo più di tanto.
-E se abortisco?-
-Ma tu sei scema! E se per caso poi lo vuole?- Non penso, purtroppo, ma Dot deve capire che è molto meglio dirglielo.
-Non credo… ho anche già preso appuntamento con l’agenzia di adozioni locale.- Complimenti! Senza nemmeno dirglielo? Dot, ora ti mazza.
-Toh, guarda! Il Cavern… entriamo?- Dot, perché sei così spaventata? Perché hai così paura di dirglielo? Sarà pure un farfallone, ma non ti farà del male.
-Avanti, Dot. Andrà tutto bene.- No, non piangere. Ci sono io vicino a te. Ecco, ora ti stringo la mano.
-Vieni con me.-
Entriamo nel locale, e miracolosamente è ancora vuoto.
Grazie a Dio! Siamo quasi in orario..
I clienti devono ancora arrivare.
-Hey, Dot! Amore…- Oh, no! Ommioddio, Paul. Si sta avvicinando. No, no, Dorothy; non guardare me, guarda lui.
-Vai.- Le sillabo con le labbra.
No, accidenti! Che fai? No non piangere! Non ora! Non qui! Vai fuori… oh, menomale! Ha capito dalla mia espressione cosa volevo dirle.
Ok, perfetto. Si è asciugata le lacrime e ora Paul la sta accompagnando fuori: mi dispiace per lei, ma io ho un brutto presentimento.
-Allooora, chi abbiamo qui? Salve, carina… sei l’amichetta di Bubbles?- John. Cosa vuoi ora da me? E chi sarebbe “Bubbles”? ah, sì.. ora ricordo: è il soprannome di Dorothy, glielo ha dato lui… stupido.
-Sì, io sono un’amica di Bubbles, cioè, di Dot. Mi chiamo Mary.. Maureen!- Accidenti, stupida! Ti pare il momento di balbettare? Neanche ti piace John Lennon! Se già balbetti con lui, figuriamoci con George davanti!
-Oh-oh! Hai le idee confuse, carina? Non sapevo ti facessi questo effetto!- Tacitati, deficiente!
Oh, hai visto la mia occhiataccia, eh? Lo so perché quell’odioso sorriso si è aperto ancora di più.
Ora ti mollo un pugno…!!
-No, affatto. Sono in pensiero per Dot.- Tiè, beccati questo, scimunito!
-Oh, e chi sei, la sua fata madrina? Come ti chiami allora? Mary o Maureen?-
Tu, stupido donnaiolo che non sei altro! Se ti metto le mani addosso ti riduco ad una polpetta e grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!!! Che nervi! No, calmati Maureen. Medita. Su, inspira, espira, inspira, espira.
Oooooooooooohm, non spaccargli la faccia, Maureen! Ooooooooooohm, evita di guardarlo in faccia Maureen! Ooooooooooooohm, calmati Maureen!
Ok, sono calma.
-….Maureen.- Esclamo, deglutendo pesantemente per mandare via la rabbia. Poi sorrido falsamente, come se mi facesse piacere vederlo.
-Bene… visto che ora è più facile conversare?-
-Mh, mh.- Diamine, ora ti spacco la faccia. No, Maureen, continua a sorridere!
-Brava! E dimmi, Maureen… ce l’hai il fidanzato?- No! E anche se fosse? Tanto a letto con te non ci vengo.
-No, ma allontanati subito da me.- E ora cos’hai da ridere, idiota?
-Oh,oh! E ora cosa fai? Mi dai ordini?!? Ma quanti anni hai?- Ma cosa ridi? Cosa ridi?
-Sedici.- mh, mh… antipatico…
-Allora sei del ’46! Oh, Ringo, guarda! Ha sei anni in meno di noi!- Grandioso! Chiama pure Babbo Natale! Ora vuoi chiamare anche la Befana?
-Dai, John. Lasciala in pace, che ti ha fatto!- Oh, uno normale. Sia lodato il cielo!
-Niente, faccio così perché mi interessa!- Santo Dio! Se fa così quando gli interesso, chissà quando gli sto antipatica….
-E allora menomale che non ti sto antipatica!- Uff, che noia qui! Non accompagnerò mai più Dot in questo posto prima che arrivino le persone.
Ma cosa avete tutti da ridere?!?
-Ahah! Hai visto, John? Hai trovato una che sa metterti in riga!- Esatto, George.
-Vieni, Maureen.- Oh. Mio. Dio. George Harrison mi sta porgendo la mano! George Harrison mi sta porgendo la mano! Ok, Mo. Va tutto bene.. ora la prendi e sali sul palco con lui. Ma dove mi vuole portare?
-Ti facciamo conoscere il nostro nuovo batterista, Ringo!- Oh, no! Babbo Natale no, vi prego!
Lui si scosta leggermente dalla grancassa della batteria.
Hey, ma! Non ha la barba… e nemmeno i capelli striati di argento! Ha il taglio degli altri tre Beatles! Ed ha un sorriso così dolce… e il naso.. oh, Dot, che stupida sei! Non sai apprezzare la bellezza di un piccolo difetto che però rende una persona così speciale. E gli occhi… ooooh, due perle azzurre!
-Ciao, Maureen. Io sono Ringo.-
Ooooooooh.. in questo momento mi sento come una di quelle sceme con la faccia di Pete attaccata ai loro orridi maglioni.
Maureen! Concentrati! Ti ha teso la mano! Non stare lì impalata come una scema, afferrala; stringila!
Mi riscuoto dai miei pensieri
-Ciao.-
-Allora, sei nuova del Cavern?- No, ci vengo da quando suonate voi… per la miseria! Non dire così! O ti bolla subito come “super-oca”!
-No.. no. Ci vengo da un sacco di tempo. Ascoltavo i Billy J. Kramer and the Dakotas, Rory Storm and the Hurricanes…- Ma sei deficiente??? Dici che ascoltavi la sua band e non l’hai mai visto prima d’ora! Della serie “come spegnersi da sola in cinque lezioni”.
-…ed i QuarryMen; cioè, prima che la formazione cambiasse del tutto. Prima di Amburgo, per intenderci.-
-Oh,oh! Ma qui abbiamo una piccola esperta di musica!-
Accidenti, Maureen! Perché stai arrossendo???
-Emh.. eh eh.. è colpa di Dot! Mi ha fatto conoscere lei la vostra musica. Sempre dopo Amburgo.-
Ma va?? Lo hai già detto!
-Bene, ricordami di ringraziarla, un giorno.- Perché??
Oh, cielo! Perché hai abbassato lo sguardo, Maureen??? Rialzalo, su.. idiota che non sei altro! Ti ha fatto un complimento, il minimo che potresti fare è guardarlo in faccia.
Okay, ora lo guardo.
Alzo i miei occhi castani su un paio di caldi occhi azzurri; lo so, è un controsenso, ma i suoi occhi sono così belli, sembrano… sprizzare luce!
Mi sta sorridendo! Che dolce che è… mi sento già innamorata!
Oh, poveri noi… 
Sorrido anche io: come posso resistere ad un’espressione così affascinante?
-Hey, Ringa!- Ringa?!? Ma chi?? JOHN! Che cosa c’è? Vuoi forse rovinarmi la vita?
-Che c’è?- Spera per te che sia un buon motivo, o giuro che stavolta ti strozzo!
-Dot è appena tornata  con Paul!-
DOT! Dove? Dove? Come? Quando? Chi? Perché?
Ah, è lì. E Paul è al suo fianco.
Benone! Non è svenuto, è un buon segno! Tuttavia.. mi sembra un po’ pallido, il tutto per dirlo in modo gentile; perché, si sa, sono una persona fine.
Dot alza lo sguardo verso di me, e sorride.
Fiù, respiro! Temevo il peggio, pensavo che come minimo lui cominciasse ad urlare semplicemente svenisse sulla batteria, e che lei corresse all’agenzia per firmare l’adozione. O, ancora peggio e molto più probabile, all’ospedale ad abortire, visto che non possono adottare un bambino senza il consenso di entrambi i genitori.
Almeno lei è contenta! E si è sfogata. Ma… lui? Quanto resisterà, se viene intrappolato da una firma nel bel mezzo dei suoi sfrenati vent’anni?
Un anno? Due? Tre perché è responsabile? Pfft.. responsabile! Lui? Non dico che non ami Dot, ma lui a vent’anni non può, nonriesce a tenere un figlio, per di più da una diciottenne! Possibile che sia l’unica a vedere le cose come stanno?
No, a giudicare dalla faccia di Paul e di John, non sono l’unica.
-Emh, allora, ragazzi?- George rompe il silenzio imbarazzante che si era creato.
-Dttèincnt!- Eh? Povero Paul! Manco riesce a parlare, figuriamoci crescere un figlio a vent’anni! Lo so, sono ripetitiva. E non voglio portar sfiga, però è così!!
-Come scusa? Non ho sentito l’ultima frase…- Solo l’ultima? Beato te, John! Io manco la prima!
-Ho detto che Dttèincnt!- Oh mio Dio… di male in peggio.
-Come?? Paulie, abbiamo capito che volevi dire qualcosa, ma non capiamo cosa.-
-HO DETTO CHE DOT È INCINTA!- Shhhh! Ma che diamine urli, scimunito! Prima non riesci a spiccicare parola, ora addirittura urli! Ma hai mezze misure??
Brava, Dot. In quello schiaffo sono totalmente d’accordo con te.
Paul si massaggia il braccio dolorante.
Sul palco… nessuno si muove: sembrano statue di cera. John è pietrificato, il sorriso è diventato pesante, non riesce a chiuderlo; sembra uno che ha appena avuto una paralisi facciale. George ha gli occhi sbarrati e fissa Paul al di sopra della sua chitarra; Ringo ha ancora le bacchette in mano, ed il piede premuto sul pedale della batteria: ragazzi, artrosi assicurata a tutti appena riprendiamo i sensi! 
Ed io? Io sono semplicemente attonita. Non posso essere sconvolta, lo sapevo già. Sono pietrificata perché so che andrà male.
-Ne parliamo a mio padre. E poi… poi ci sposiamo…-
Coooooooooooooooooooooooosa?? Okay. Ora sono perfettamente certa di sapere cosa provano le statue di cera del museo di Madame Tussaud.
MA SIETE RIMBECILLITI? TU HAI VENT’ANNI, LEI DICIOTTO. MA VI SENTITE, QUANDO PARLATE??
Ok, non posso avercela con Paul. È stato anche un gesto eroico, il suo. È con quello che ha combinato prima che ce l’ho! E a morte, pure!
John è il primo a rinsavire. Dà una pacca sulle spalle a Paul, mentre lui è sempre più pallido.
Sorrido debolmente, per me non potrà mai funzionare.
Sento una mano che stringe la mia: Ringo si è ripreso dallo choc, e mi sta chiamando.
Sorride piano anche lui, cerca nei miei occhi una rassicurazione.
Dolce, caro, tenero Ringo! Io sarò sempre vicino a te, l’ho appena deciso. E leggo nei tuoi occhi che per te è lo stesso.
Mi avvicino, e sento le tue labbra sfiorare la mia guancia.
È possibile che finalmente anche per me sia arrivato l’amore? Probabilmente sì, sento le campane suonare dentro di me.
Ringo, a malapena ti conosco, ma già ti amo!
 
C’è una lezione in tutto questo, no? Vediamo, quale è la cosa che ti dicono quando sei piccola? Non diffidare dei Babbi Natale preistorici? Mmmmh, no. Non era proprio così.. era qualcosa come “Non giudicare dalle apparenze.”
Beh, niente di più vero.
 

***

Ma ciao belle!! Purtroppo per Paulie e Dot non c’è un lieto fine; ma penso ch l’abbiate capito, visto che in questa storia stiamo trattando anche la coppia Paul-Jane. Ma nel prossimo capitolo dedicato a Maureen ci sarà un breve riferimento all’accaduto dopo questa vicenda.
Nel frattempo mi scuso un miliardo di volte per il ritardo, ma il 15 dicembre il mio computer ha cessato di esistere, e mi è ritornato soltanto il 24!!!
 
The Night Before 1965: Ma graaaaazie! Eh,già.. George non era un santo, è vero, però ti assicuro che lo era quasi meno di tutti, però prima del povero Ringo. E come faccio a saperlo?? Eh eh, mistero! Ti consiglio di seguire questa fic, se vuoi saperlo! Ih ih ih! [ghigno malefico] e, per quanto riguarda Eric Clapton… beh, idem a sopra! =) spero davvero che ti sia piaciuto questo capitolo! Baci.
 
TheThief_:Tante grazie per gli auguri!! E già.. George era un tenerone nei confronti di Pattie!! =D
Sai che è vera la frase che hanno detto a Pattie all’inizio della sua carriera di modella? Quella che “le modelle non possono fare i criceti”. Povera! Certo, non ha dei bei denti, però è molto carina e posso assicurare che George se ne fregava altamente dei denti!! XD
 
Laban: Sì, hai ragione… allora li prendo come se me li avessi fatti il 16! La tua preferita è Pattie? La mia invece Maureen, perché era una tosta! XD
Eh già, e non ti dico in India cosa è successo.. [spiritello maligno] anche perché tra poco lo scriverò in questa storia!! Ih hi ih! =D
Povera Mo, davvero! La sua storia mi fa piangere ogni volta…T_T.. troverai un capitolo dedicato alla sua morte prossimamente su questi schermi! (Acc… perché mi fate sempre anticipare tutto? XD)
Clafi: È vero, su Maureen non si sa quasi niente. Ma io (eh eh) ho trovato un ottimo sito, e spero di riuscire a colmare queste lacune! =)
Umh, è vero. Neanche a me va a genio l’idea che mi sono fatta di Jane… ma non centra niente il fatto che è stata la ragazza di Paul!! (prevenire è sempre meglio…uah uah =D)
 
Zazar90: Ma vaaaaaaaaaaaaaa???? Pattie in mezzo agli Stones???? Oh santo cielo! Anche a me sarebbe venuto un colpo, se l’avessi vista! Che diamine ci faceva in mezzo agli Stones?!?! Grazie per gli auguri!
Tu quasi 20? E va be, dai… =D vai bene lo stesso!! XD
Ahaha! Non ti preoccupare per le recensioni uguali! A me succede spessissimo!
 
Martina97:ciao pazzoide! Grazie per gli auguri!! Ma tu non ti stanchi mai di produrre storie??? Sei un vulcano in piena attività!! XD
Cosa ne pensi di questo capitolo?
P.S: aggiorna presto le tue innumerevoli fic, mi raccomando! =)
 
Anamita: Non ti preoccupare per gli auguri! Presto o tardi, sono sempre ben accetti… ihihih =D
Ma grazie per tutti questi complimenti! Tu vai fuori di testa solo sentendoli cantare? Eh, mia cara.. sei in buona compagnia… [sospiro…]
Ovvio! Paul è Paul, non c’è niente da fare!!
Cosa ne pensi del capitolo?
 
Bacioni a tutte,
Marty

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Capitolo 5
*** John&Cyn. È ufficiale: sono perdutamente innamorata di John Lennon ***


John&Cyn
È ufficiale: sono perdutamente innamorata di John Lennon


Liverpool
Liverpool College of Art, 1957
 
John Lennon… non so nemmeno perché solamente il suono di questo nome mi metta di buon umore.
Forse perché ho scoperto che c’è molto di più al di là di quei basettoni e di quel ciuffo impomatato: dietro
a questa maschera da teddy boy si nasconde un animo dolce e tormentato.
Ho saputo che hai di recente perso la madre; me lo ha detto Barbara, che a quel tempo era ancora la tua ragazza, e ti ha visto distrutto, ti ha visto debole, ti ha visto come in fondo sei veramente, John Lennon. E io ti capisco. Perdere un genitore non è per niente facile…
 
Ma perché occupi sempre i miei pensieri? Che cosa mi hai fatto? Io sono fidanzata, John, fidanzata. Con Barry. E alla fine del college, prima che io diventi insegnante d’arte, ci sposeremo. Non sono libera per un nuovo ammiratore, e, tra l’altro, nemmeno per uno dai modi così turbolenti e volgari! Perciò, sparisci Lennon! Sparisci dalla mia vita, non intralciare i miei piani, non scombinarli! Oh.
E ora che c’è? No, vocina della coscienza, taci! Zitta, muta!
Eppure, quando hai visto John seduto sopra ad un banco a suonare la chitarra, e a cantarti “Ain’t She Sweet” sei rimasta colpita dall’espressione che assumeva il suo viso solitamente duro e da sbruffone!
Stupide vocine della coscienza, sempre così sincere!
E va bene, sono rimasta colpita dal fatto che lo addolcisce…tutta la sua aggressività scompare; ma solo questo, niente di più.
E che, naturalmente, ho finalmente trovato in John qualcosa che posso capire.
Ma poi basta! Nient’altro.
Non mi piace. E tu, vocina della coscienza male informata, sparisci!
<>
Uffa.. ecco che il direttore si diverte un’altra volta a indire una noiosissima conferenza alle ultime due ore di lezione…
Stupido autoparlante gracchiante!
-Ihihi… non mi dispiacerebbe saltarla, se non fosse che poi devo pulire i bagni con la bidella grassa..-
Ma chi? Mi giro: e chi, sennò? Lennon! Ma che bella battuta. Oh, grazie perché ogni giorno ci allevi la tensione con le tuebattutine del cavolo!
E ora che vuoi? Che accidenti mi guardi?! Pussa via, via! Sciò!
Ho detto via, via! Vade retro! Grr!! Viaaaaaaaa!!
-Oh-oh! Miss Powell.-
Oh-oh! Quel deficiente di Lennon.
-Ci vieni alla conferenza, vero?- Nooo. Infatti avevo in programma di andare a trovare una lontana cugina in India, proprio adesso! Guarda, ho il treno tra due minuti… MA SECONDO TE? Se non ci vado il direttore mi spolpa, e l’unico viaggio che farò sarà quello di sola andata per CessiLand!
-Ehm… sì, certo. Altrimenti il direttore mi uccide, ma prima finisco a pulire i cessi con quell’antipatica grassona!-
-Oh, Miss Powell! Queste paroline del gatto, eh!- Okay, ora ti uccido. Ora commetto un omicidio colposo in pubblico.
Va bene, Cyn. Tu ora comincia ad avviarti, che tra poco comincia la conferenza; lui si stancherà di seguirti.
-Comunque, Miss Powell.. sappi che mi siederò vicino a te.-
E io mi metto tra Barbara e Stuart!
Oh, finalmente se n’è andato! Accidenti che nervi!!!
-Sappi che mi siederò vicino a te… ah ha.. mhhhhhhh! Antipatico!- Ecco, e ora parlo anche da sola.
-Oh, Cyn! Ma che fai, parli da sola?- Che c’è, problemi?!?
-Sì. A volte mi capita.- Non lo sai, Barry?
-Ah…- Ma che c’è, ci credi pure?
-Comunque, amore, mi siederò vicino a te, alla conferenza.- Amore? AMORE?!? Senti un po’, c’è qualche legge, a parte l’ovvia cosa che io sono la tua ragazza, che ti dia il permesso di chiamarmi “amore”? Sempre escludendo il fatto che sono la tua ragazza??
E poi, perché tutto questo interesse a sedervi vicino a me, eh??
-Ma che cosa è, una congiura?-
Sparisci anche tu, Barry. Non ho voglia di vederti.
-Cyn…- Santissimi numi scesi in terra! Che stress!
-Dimmi…-
-Nessun bacetto?- Bacetto? No, direi di no. Bleah! Allontanati!
-No, no Barry, attento! Spostati, allontanati. Ho…- Che accidenti ho?
-Ho.. ho.. l’herpes! Un herpes fulminante, mai visto prima.- Annuisci così lo convinci meglio. Tanto, stupido come è..
-Hai l’herpes. Un herpes fulminante.- Che c’è, sei sordo per caso?
-Esatto. Perciò, per la tua salute, e meglio che…-
-Ma no! Non ti preoccupare per me..- Dannazione!
-Uddio, com’è tardi! Ora vado..-
-Uffa. Va bene, ti amo Cyn.-
-Sì sì certo, anche io.- Ma tu, cosa mi hai detto?
Fiù, c’è mancato poco… e
-AAAAH! LENNON!- CHE DIAMINE CI FAI TU QUI??
-Problemi con il fidanzatino, eh?- E a te che frega?
-Bella la storia dell’herpes. Ma non hai ingannato me.- Pf, tanto non sei tu quello che deve baciarmi.
Purtroppo
Zitta, vocina!
-Hey! Ma mi spiavi!-
Non che la cosa le dispiaccia, eh!
Muta!
-No, non è vero. Allargavo i miei orizzonti. Bene, Miss Powell. Se non vuole lavare i cessi con la bidella antipatica e grassa, venga con me e si sieda vicino al sottoscritto durante la conferenza.-
-Perché, se non mi siedo, cosa fai, Lennon?-
-Conosco le scorciatoie di questa scuola meglio di te, Powell. Se non mi dici di sì, posso arrivare prima di te alla conferenza, e chiudere la porta a chiave.-
Grr!! E sposta il viso dal mio, Lennon!
-E va bene!- Dopo ti uccido, con la scusa che sei vicino a me ed era un’occasione troppo bella, per sprecarla. I professori capiranno.
-Brava Miss Powell. Mi porga la mano, prego-. La mano?? E perché?
-Sono un perfetto gentleman, no?- Vuoi davvero sapere cosa sei??
Un perfetto stronzo!
 Metto la mia mano sulla sua: è morbida, è calda, è bella…
No no no! Cynthia, concentrati.
Fiù, siamo arrivati! E un minuto prima dello scadere del tempo! Lennon, che fai? Perché ti avvicini alla porta?
-Miss Powell, prego.- Davanti a quel sorriso non posso non stare al gioco.
-Grazie, Mister Lennon! In fondo, un gentleman lo sei. Non perfetto, però.-
-Oh, lei è troppo buona, Miss Powell.-
Barry, Barry, Barry… ? dove è? Ah, laggiù. C’è un posto libero vicino a lui e mi fa segno di andare.
Ma… ahahaha! Poveretto! Lo ha appena occupato Gabrielle, che ha una cotta per lui dai tempi della prima liceo!
Ihihih, povero Barry. Non si merita questo, però… Gabrielle giunge giusta giusta!
-Venga, Miss Powell.-
Oh, no! Ci sono due posti solo vicino alla bellissima Helen Anderson! No.. Helen è una nostra compagna di classe, ed è la più bella della scuola. Non voglio che John si sieda vicino a lei!
Perché, potrebbe cambiare idea su di te?
Voce rompiballe!
-Prego, Miss Powell, qui vicino a me.-
Sì, okay. Ma tu non vicino alla Anderson! HO DETTO NON VICINO ALLA…oh, vabbè. Lasciamo perdere.
-Johnny!! Ma ciao!-
“Uuuh! Johnny! Ma ciao!” Bah.
Cynthia, concentrati sulle parole del direttore…
TIC, TAC, TIC, TAC
No, non concentrarti sul tempo che corre
TIC, TAC, TIC, TAC
Che barba! Quanto tempo sarà passato? pf, tre minuti.
TIC, TAC, TIC, TAC
John, non girarti verso la Anderson.
TIC, TAC, TIC, TAC
Ho detto di non girarti verso la Anderson; o, parola mia, ti cavo gli occhi.
TIC, TAC, TIC, TAC
Certo che anche tu Helen! La camicia un po’ più sbottonata no? Così mi distrai John.
TIC, TAC, TIC, TAC
Ventesimo Tic, trentesimo Tac, cinquantaduesimo Tic, Sessantesimo Tac, Centoventicinquesimo Tic, Duecento sessantesimo Tac…
-Psst! Miss Powell-
-Mh?-
-Non devi essere gelosa della Anderson!- Oh, merda! Ho per caso urlato? Si sentivano degli attacchi di gelosia?
-Io non sono gelosa della Anderson, Lennon!.-
-E perché quel tono acido, Miss?- Dannazione!
-Non c’è nessun tono acido, Lennon. E ora, se vuoi scusarmi, devo andare dal mio ragazzo. La campanella della ricreazione è suonata. Ciao!-
-Barry!-
-Cyn, amore. Finalmente! Mi dispiace per Gabrielle, io…-
-No, no.. fa niente.- Vediamo un po’ come ci è rimasto John.. ah! Ci sta guardando. Ed è triste.
Sììììììì!!
-Cyn, cosa guardi?-
Io?? Niente!
-Niente, niente…-
Allora, John.. John… John.. NO!
HELEN TOGLITI DA Lì!!
Grrrrrrr! Helen sta scompigliando i capelli a John!! Come si permette quella squinzetta di.. toccare il mio John! Il MIO John! “Non deve essere gelosa della Anderson, Miss Powell.” Ah! Gli faccio vedere io. E..e…aaah! che nervi!!!
-Ehm, Cyn?-
-Sìì?- Povero Barry, gli ho ringhiato addosso.
-Stai stritolando quella povera merendina.- Cosa? Ah vabbè, è vero. Una povera brioche che non aveva mai fatto male a nessuno.
-Embè? A me piacciono di più le schiacciatine.- Stupido, stupido Lennon! E ora cosa fai? Mi guardi lasciare l’aula in silenzio, sul tuo viso campeggia un ghigno di soddisfazione.
Ma non finisce qui, Lennon! Non finisce qui.
 

***

La mattina dopo
 
Va bene Lennon. Ora ti farò vedere di cosa è capace Cynthia Powell.

Mi scruto allo specchio.
Mmh, niente male, ore e ore tra le mani di Barbara come una bambolina hanno dato i loro frutti.
Mi ha dolcemente accompagnato, ovvero trascinato di peso, dal parrucchiere; che, come è che aveva detto Barb? Mi doveva “accentuare i riflessi biondi e sfoltire la frangia”? boh, una cosa del genere, comunque. Così mi è toccato stare due ore sotto la supervisione di quel tizio che proprio…Uh, lasciamo perdere! Però ha fatto un buon lavoro. Ora al posto del mio caschetto bruno tendente al biondo c’è un caschetto biondo miele, come i capelli di Brigitte Bardot, la femme fatale, la tremenda due B.

Ovviamente tutto questo non bastava a Barb, nossignore. Mi ha riportato a casa insultando quel povero parrucchiere con degli epiteti favolosi, e poi mi ha cotonato lei i capelli… ahi, che male! Però sono divini!

E biondi. E il tempo penserà al resto: li farà diventare della giusta lunghezza!

Poi, perché quando si è con Barb c’è sempre un poi; abbiamo saccheggiato l’intero centro commerciale, ed il risultato? Indosso una gonna di velluto nera, una maglia bianca aderente abbinata a delle splendide ballerine bianche e sopra… no, ancora non ci credo.. il maglione grigio della collezione indossata dalle modelle di quest’anno! L’unico..ehm.. piccolo problemino è che mi è partita l’intera paghetta; e quando mia mamma lo verrà a sapere mi caccerà di casa.. ma non importa, perché finalmente non sarò più una timida ragazza con gli occhiali ed una finta cotonatura, sarò quella che ho sempre voluto essere!

Okay, cara Helen… è arrivato il tuo incubo più grande.

Qualcuno può chiedersi perché l’ho fatto: beh, avevo solo voglia di cambiare….

E di far capitolare John, lasciando di stucco tutti, Anderson compresa

Ma tu non te ne vai mai in vacanza, irritantissima vocettina?

Ci sono già stata una volta; e guarda cosa hai combinato!

Cosa ho combinato? E perché sto parlando con la mia testa???  E soprattutto, perché la mia testa sa cose che io non so? E mi accusa di sbavare dietro a John Lennon?

Qui c’è davvero qualcosa che non va.

Ad ogni modo stamattina mi sono svegliata prima del solito, perché così avrò ogni minuto disponibile per conquistarti e fartela pagare, mio caro.

Okay, lo ammetto. È ufficiale: sono perdutamente innamorata di John Lennon.

CONTENTA, STUPIDA VOCETTA?!?
 

***

Liverpool College of Art
 

Bene. Sono qui, in orario, come avevo promesso. Tutti mi guardano, meravigliati e strabiliati, ma tu non ci sei.
Dove sei, Lennon?
-Cynthia?- Ma chi?
-Barry!-
-Cynthia, ma… - Ommioddio, perché mi guardi così? Perché mi guardi così?
-..Cosa hai fatto?- Ecco, lo sapevo! Non mi dovevo fidare di Barbara, cercando di piacere a quel deficiente di Lennon mi sono rovinata la reputazione! Dopo la scuola me li vado a ritingere di bruno, come un tempo. E tornerò ad essere la timida ragazza di sempre.
-Ho.. ho cambiato look! Ti..ti piaccio?- dì di sì, per favore dì di sì!!
-NO! Affatto! Cyn, vorrei che tu me ne avessi parlato, prima! Sei la mia ragazza, e in quanto mia ragazza non puoi permetterti di cambiare look in peggio!-
-Ah, non posso permettermi? NON POSSO PERMETTERMI?!? Soltanto perché sono la tua ragazza? Eh, no caro Barry! Io ho scelto da sola, e tu non dovresti giudicarmi per l’aspetto. Se ti piacevo prima, ti piaccio anche adesso.- Barb si sta avvicinando, sa già come andrà a finire.
-No Cyn. Io mi sono innamorato di quella che eri. Dove è finita la timida ragazza riservata con i capelli bruni e gli occhiali?-
-È sempre qui, Barry. Sempre qui.-
-No, non è vero.-  SI’ BRAVO! SCAPPA PURE! Ma lo sai quale è la cosa che veramente mi dispiace? Aver fatto tutto questo per un deficiente che non mi guarderà mai!! 
-Cyn?-  Vai via Barb, non voglio parlare con nessuno.
-Cyn. Guarda che stai divinamente. Non puoi pretendere che uno come Barry ti apprezzi così come sei ora. Insomma, stiamo parlando di Barry! Lui va in giro con la camicia dentro ai pantaloni, Cynthia! Mi chiedo da quattro anni come fai a starci!- Non lo so neanche io Barb, forse un tempo ero come lui.
-Ma mi pare di capire che adesso il tuo obbiettivo è un altro. Cyn, John è un teddy boy, ma ha anche un grande cuore. Sono sicura che ti apprezzerà, e anche tanto. Sei splendida.-
Barb, Barb, menomale che esisti.
-Grazie- Amica mia.
-Dai, entriamo in classe- Mi avvio verso l’aula, tristemente. Ma, di chi è quella risata?  Sono sicura di riconoscerla, e anche il mio cuore l’ha riconosciuta; ha perso un battito: John.
Mi giro. Ma?
-Sul serio, Thelma. Oggi suoniamo a casa mia, vuoi venire? Le mie sorelline non ci sono, Bobby nemmeno, e quindi…-
Quindi? Quindi cosa???  E Thelma? CHI È THELMA?!?
Barb, sei sconvolta quanto me, eh? Ma sai quale è la cosa che mi ha più fatto male? È l’aver pensato anche solo per un momento di avere una possibilità, un piccolo, ridicolo sogno adolescenziale.
E non è stato l’invito in se a pugnalarmi il cuore: è stato il bacio, ed il fatto che..cazzo! Thelma è BRUNA! BRUNA! CIOÈ IL MIO EX-FOTTUTISSIMO COLORE DI CAPELLI! Bastardo! Bastardo John Lennon! E stupida io che pensavo potessimo stare insieme!  
Cazzo! Menomale che è il penultimo giorno di scuola, prima delle vacanze di Natale!
Non potrei sopportare di vedere i due piccioncini sempre attaccati! Mhhhhhhh.. che nervi!!!
BASTARDO! Bastardo! Bastardo! B-a-s-t-a-r-d-o! Bi A Esse Ti A Erre Di O!! okay, ho finito i modi in cui dirlo.. passiamo ad un altro insulto.
Beh, che vuoi Lennon? Torna a sollazzarti con Thelma.
-M-Miss Po..well…- Che fai, balbetti, Lennon? BASTARDO! Okay, Cyn. Ora basta… sei una persona fine, ricordatelo.
-Che vuoi?-
-Sei..sei..b... cioè, nuovo taglio?- Sono sono b.. cosa??
-Oh, sì.- Ah! Te ne sei accorto, eh? E pensa che l’ho fatto per te, bas… no Cyn, sei una persona fine, l’hai detto anche prima.
-Beh, stai..stai bene, non  c’è che dire.- E CI MANCHEREBBE ALTRO!
O TI TOGLI DALLA MIA VISTA O TI SALTO ADDOSSO E TI STROZZO!
-Ah, grazie… beh, ora vado. Ci si vede Lennon.- Come no.. pf! Spero mai più.
-Aspetta, Miss Hoylake.- [Get you, Miss Hoylake] Che vuoi ancora? E poi “Hoylake..” oh, ma che simpatico sei a ricordarmi i sobborghi da dove provengo…
-John…- Povera Thelma, mi fai quasi pena; cerchi di attirare la sua attenzione invano.
-Che vuoi, Thelma?- Ma oh!! Come ti permetti di trattarla così?? Ora mi dispiace persino pensare “menomale che non ci sono io al suo posto”!!
Povera, piccola ragazza. Si vede ad occhio che ha uno o due anni in meno di me. Ma dai, Thelma! Reagisci!! Non subire!
-Miss Powell, come l’ha presa il tuo fidanzato?- Saranno un po’ cavoli miei, no??
-E a te che ne frega, Lennon?-
-Beh, se ti lascia è veramente uno stupido, Cyn.- In questo momento mi risulta un po’ difficile descrivere le nostre reazioni; ma  ci provo lo stesso: io e Barbara abbiamo la bocca che forma una ‘O’ perfetta, mentre Thelma sembra sul punto di scoppiare a piangere.
Ripeto ciò che ho detto poco fa: povera, piccola ragazza. Se va bene sta provando lo stesso bruciore acuto che poco fa sentivo anche io: bruciore di delusione, di paura di essere un ripiego, di amore non corrisposto…
Solo che ora è lei a patire per me.
Cyn…non ricordavo fosse così bello il mio nome pronunciato da lui.
-Beh…grazie, John. - Vieni Barb, entriamo in classe. E, per l’amor del cielo! Piantala di fissarmi a bocca
spalancata!! La mascella tocca terra e non è per nulla igienico! Ecco, brava, hai visto la mia occhiata e hai chiuso la bocca con un sordo battito di denti.
-John…- No, Thelma. Se balbetti lasci trapelare le tue emozioni, e con un tipo come lui non va per niente bene.
-Zitta, tu!- Come? Zitta tu?? Ma come ti permetti?!? Avanti, Thelma. Reagisci!
SCIAF!
Ah, manco a dirlo! Ma che personcina efficiente.
Neanche il tempo di girarmi a gustare lo spettacolo -secondo me, piuttosto immaginario- di Thelma che prende a calci John (rimpianti? Zero!), che lei gli ha tirato un sonoro schiaffo sulla guancia.
Mi sa tanto John che quello era un no per l’invito di oggi.
È sempre triste vedere una coppia tanto unita (secondo Barb, da stamattina) che si separa… oh, beh! Morto un papa, se ne fa un altro, no?
E intanto con questi detti porta sfiga c’è il papa a Roma che tocca ferro.
Vaaaaaabbene.. ora entro in classe, eh.. questa bella visione di John schiaffeggiato mi ha risollevato l’umore.
Mi aspettano due bellissime ore di dipinti di arte!! Evvai!!
E menomale che non c’è il professore qui, altrimenti se mi sente mi sbatte in presidenza per “umorismo fuori luogo”. Uffa..
Però so già chi ritrarre oggi: eh, già. Proprio lei, Thelma!
Chissà chi ritrarrà John.. ah! Probabilmente Brigitte Bardot, come al solito. O scene di bar che ricordano vagamente Il Cavern Club, pullulanti di sedie con sopra delle ragazze con dei corpi che fanno invidia alle migliori modelle.
Ah, dimenticavo: sempre bionde, ovvio. Che pensavate, eh? Che avesse un po’ di fantasia? Ma secondo voi perché mi sono conciata così? Per sport???
Okay, solito cavalletto davanti a me: però a consegnarli stavolta è… INCUBO! Helen Anderson.
L’ultima cosa che può consegnare una come lei sono proprio i cavalletti.. bah.
-Psst, Miss Powell!- Ommioddio. Dejà - vu. Se sperè. Neh, che francese??
No, ovviement nient dejà-vu. Le mi solìt fortunè.
Va bene, Cynthia, ora smetti di parlare questo pseudo - francese maccheronico e presta attenzione a quello che..INCUBO! (ma quanti incubi oggi..) ti sta per dire Lennon.
-Che vuoi, Lennon?-
-Io niente Miss Powell, ma il prof di arte sì.- Ommioddio!! Il prof di ARTE?!?!?
-Midicaprofmihachiestoqualcosa??- Calma Cyn! Non agitarti! O parli velocemente e tutto attaccato, e gli altri non capiscono.
-Eh??- Come volevasi dimostrare. Uffa, mondo crudele.
-Mi dica prof, mi ha chiesto qualcosa?-
-Sì, signorina Powell; come gentilmente le ha suggerito il signor Lennon…- Psè, lecchino! -…lei dovrà consegnare le tele, mentre la signorina Anderson i cavalletti.-
-Capito, signore.- IO?!? Vicino alla ANDERSON a consegnare il materiale?? Ma siamo matti?! Totalmente fumati?? Sembrerò ancora più goffa del solito… uffa, mondo crudele.
Umh.. perché ho l’impressione di averlo già detto?
Ok. Ora concentrazione: va dall’armadio, prendi le ventisette tele, e le posi su ogni banco. Più facile di così, Cyn!
Vediamo, allora: Sutcliffe… ciao Stuart! Baker… la mia piccola Barb! Anderson… quella bella bambina che consegna i cavalletti, Nyson… Gabrielle, Lennon…. Ommioddio, LENNON!
Avanti, guardalo in faccia, Cyn! Guardalo in faccia! Non guardarlo in faccia, Cyn! Non guardarlo!
Oh, ma insomma! Ti decidi???
Zitta vocetta! Non a due metri da John!
Perché si è alzato dal suo banco? Ecco, lo sapevo. Andrà ad aiutare la Anderson, ci scommettevo.
Bah, sbrigati a raggiungere il suo banco, o suona la seconda ora.
-Permette, Miss Powell?- Eh??
-Come, scusa?- John –John– quel John, tanto per essere sicura che abbiate capito, insomma Lennon, lui, mi sta prendendo sei tele dalle braccia e le sta consegnando ai compagni.
Ora sono ufficialmente confusa. Non so più cosa pensare.
-Beh, grazie; Mr. Lennon.- Ma non dimentico quello che hai fatto a Thelma, sai?
Però tutto questo non è riuscito ad evitare la consegna della tela al tuo banco; d’altronde tu ne avevi sei tra le braccia, io ventuno, perciò era inevitabile.
Ve bene John. Eccomi.
Poso la tela sul tuo banco, e tu mi guardi con quei bellissimi occhi color nocciola, così belli e caldi.
-Grazie, Miss Powell.-
-Prego, Lennon.-
-Suvvia, Cynthia. Non sarai mica arrabbiata con me?- io?? Sì! E anche tanto! Non fosse per quella buon’anima di Barbara, ti avrei già strozzato!
-Non mi è piaciuto il modo in cui hai trattato Thelma, poco fa. Ecco tutto.-
-Cyn, Cyn, Cyn. Non ti preoccupare per Thelma, ci farò pace quanto prima. Molto prima di te e del tuo ragazzo.-
Ah! Ne sei così sicuro, brutto antipatico?
-Sicuro? E poi, come diavolo fai a saperlo?- (pensato ma non detto: brutto impiccione?)
-Miss Powell, si sentivano i suoi toni soavi fin dall’entrata, e qui siamo al primo piano.-
Oh, merda! È tutto quello che ho da dire.
E così mezza scuola (e quel brutto impiccione di Lennon) sa della mia litigata con Barry! E non solo: mezza scuola (e sempre quel brutto impiccione di Lennon) sa anche le parole che ci siamo detti!
Grandioso… una mitica soap-opera!
Bah, è meglio che torni al mio posto; tanto ho finito di consegnare le tele. Cominciamo a disegnare: allora, il bozzetto a matita, i tratti a carboncino, la pittura ad olio, lo sfondo… fantastico! Ho dipinto il porto di Liverpool, e dentro due camei mio e di Barb che passeggiamo su quel che resta della spiaggia.
Alla fine non ho avuto il coraggio di dipingere Thelma; questo perché, alla luce di quello che mi ha detto prima Lennon, non vorrei che pensasse che mi impiccio degli affari suoi (ah! Senti da che pulpito!!) e che prendo le sue storie amorose troppo a cuore.
Hey, a proposito di Lennon… chissà cosa ha dipinto? Andiamo a vedere…
-Psst! Mister Lennon!-
-Che c’è, Miss Powell?-
-Posso vedere il suo dipinto?-
-Certo, ma perché?- perché così scoprirò se ho vinto la scommessa con Barbara: secondo me ci sarà il solito club tipo il Cavern e la solita Brigitte con le gambe chilometriche; secondo lei invece questa volta ci sarà qualcosa di diverso.
Boh, può darsi… magari cambierà il colore dell’insegna del club…
-Perché sì, non c’è un motivo… posso?- Perché sei così misteriosamente imbarazzato? Non è che hai messo anche una donna nuda, da qualche parte nel tuo quadro? E chi lo sa, finché non lo guardo..
Bene, mi ha fatto spazio vicino a lui; vediamo: ah-ah! Indovinato! È un bar, con in primo piano una donna tremendamente somigliante alla Bardot, con tanto di gambe lunghe un chilometro, fasciate da costosissimi pantaloni di velluto nero.
E fin qui comincio già a sentirmi i soldi di Barb nella tasca.
Eppure, però… c’è qualcosa di strano, tra le persone; ci sono teddy boy, musicisti sul palco del locale (i Quarry Men? O un loro cameo?), donne come modelle e… oh mio Dio, non ci posso credere…io. Io! Cioè, io! Cynthia! Cynthia Powell! Che ci fa una riservata come me in un dipinto di Lennon??
Difficile sapere la mia espressione in questo momento, però John sta sorridendo; segno che da qualche parte nel mio viso lascio intendere che quel quadro in fondo mi piace.
E la cosa che in assoluto è più bella di tutte è il fatto che mi ha dipinto bionda, e vestita bene; ovvero come sono ora!
-Allora, ti piace?- sai una cosa, John? Sei tenero quando sorridi. Sembri quasi..umano, meno “fighettone” più alla portata di noi poveri “secchioni”. E secchioni per modo di dire, poiché io sono assolutamente normale; anche più di te, Lennon.
-Sì, è bellissimo; non so che dire. Grazie John–
-Prego Cynthia-
Oh, Barb! Avevi ragione su tutto! Sui vestiti, sui capelli, su John, su Barry e… anche sul dipinto, purtroppo. Uffa. Dove è il mio bloc-notes? Ah, ecco. Ehm ehm:
Ricordarsi di pagare Barbara.
Ecco, perfetto. E con questa è la quarta scommessa che perdo contro quella ragazza: non dovrebbe servirmi da lezione, in qualche remoto modo?
 
Qualche ora dopo, mensa del college
 
Okay, non so come ci sia arrivata all’ora di pranzo, e per di più viva; e dopo il dipinto di Lennon.
Vediamo cosa passa la mensa oggi… umh, pasta, pizza, insalata, hot dog, torte salate e dolci, zuppa… prendo una pizza; il classico piatto dello studente.
-Cyn!- Barbara. Sento i miei poveri soldi tremare nella mia tasca destra.
-Heilà, cara!- Perché mi guardi così?
-...soldi…- Uffa.
-Eccoli, eccoli- Cattiva.
-Molte grazie.- Bah.
-Ci sediamo qui?- Umh, controlliamo: vista Lennon? Perfetta. E se mi siedo di fronte a Barbara è esattamente dietro di me; così è vicino e non devo costringermi ad evitare il suo sguardo…perfetto!
-Sì, sì.. ottimo. Approvo-
-Hey Cyn!- Barbara. Il mio angelo personale.
-Dimmi, Barb..-
-Ho pensato che avesse potuto interessarti un po’ di storia passata di John. Intendo dire.. le ragazze.-
Sì sì.. mi interessa, eccome!!
-Spara! Sono tutta orecchie!-
-Mettiti comoda.-  E va be, mettiamoci comoda. [e fatelo anche voi, ragazze. La storia va per le lunghe]
-Bene, allora… -
-C’era una volta..- Scusa, scusa, scusa Barb! Non interrompo più, promesso! Ma tu posa il vassoio!
-Vuoi sentirla questa storia sì o no?- Sì, sì.. me pentita!
-Sì, ma tu per favore, abbassi quel vassoio? Mi inquieta assai.-
-E va be. Ma tu non mi interrompi più.- Annuisco. Promesso!
-Dicevo… tempo fa, prima di me, John aveva quindici anni e andava ancora alla Quarry Bank; e mi ha menzionato una ragazza di nome Beth. Ma i suoi genitori non lo potevano sopportare. Una volta lui mi ha detto, per calmare una mia crisi di gelosia “Non ti preoccupare, loro mi hanno proibito di vederla ancora, pensano che sia un ruffiano. Non vogliono più avermi attorno”.
Poi, beh poi sono arrivata io: ho incontrato John e Len Garry mentre passeggiavo con un’amica, e ho capito che piacevo a tutti e due. Poi Len mi ha chiesto quale fosse tra di loro il più bello, e poi anche John.. che bambini… io ho scelto Len, e lui è stato il mio ragazzo fisso per più di un anno. Poi John ha deciso di cimentarsi nello sport “Ruba le ragazze a Len”, cosa che ha fatto ancora recentemente, e ci siamo messi insieme. Andavo spesso a casa sua, e ho conosciuto sua madre, sua zia, e le sue due sorelle, Julia e Jaqui; poi lui mi ha lasciata per la nuova ragazza di Len, Margareth Jones. Però il giochetto non lo divertiva più, e si è deciso di tornare da me, e mi ha supplicato di rimettermi con lui. Per tutta l’estate di quest’anno, ovvero il 1957, sono uscita con lui, e mi ha fatto conoscere i Quarry Men, e poi ho conosciuto per seconda Paul McCartney, lo stesso fatidico giorno in cui lo ha incontrato lui; perché io c’ero. Ero lì vicino a sua madre Julia e alle due sorelle. Ah, per la cronaca, Paul è un ragazzo del Liverpool Institute che un tempo frequentava la QuarryBank, e ora è nei Quarry Men, e devo dire che nessun altro del gruppo per ora che si meriti a pieno di essere entrato.
E penso di essere stata la prima ragazza che è stata a letto con John.Credo.-
Come scusa???? Lo so che non vuoi essere interrotta, Barb, però dirmelo no?.
-Mi dispiace di non avertelo detto prima, Cyn. Ma non sapevo t’interessasse tanto John.-
Ma come?
-Come faccio a saperlo? Beh, guarda la tua faccia!-
Dove diavolo guardo la mia faccia, che siamo nella mensa della scuola????
Riguardati un attimo la mia faccia e risponditi da sola.
-Okay. Afferrato il concetto. Si continua!! Alla fine di luglio Julia è morta investita da una macchina, e quella sera stessa è venuto a casa mia, per parlare un po’ ed essere consolato. E io l’ho fatto, voglio dire, sono uscita con una scusa, e l’ho aiutato; ci ho parlato, ma non potevo tirarla ancora per le lunghe: i miei genitori mi avevano detto chiaro e tondo che non potevo più uscire con lui, un teddy boy simile; come sai i miei sono tipi molto superficiali, e non capivano bene che tipo straordinario fosse John. Bastardo in superficie, eh, ma dolce dentro.-
Capisco cosa vuoi dire, e anche come si sono sentiti i tuoi genitori. Ho avuto anche io il loro stesso giudizio, le prime volte che ho visto John. Non sono andata più lontano del mio naso, anche perché non ne ho mai avuto l’occasione: non ci parlavo mai!
-Così la stessa sera ho raccolto il coraggio a quattro mani, e gliel’ho detto. Lui c’è rimasto malissimo, mi ha urlato contro che avevo scelto proprio il momento sbagliato per confessargli la verità, ed ora mi odia.-
Povera Barbara! Non deve essere facile per te ritrovartelo in classe tutti i giorni, e leggergli negli occhi il disprezzo che prova per te.
Ti tocco una mano, voglio farti capire cosa sento, voglio comunicarti che sei mia amica, e ti voglio bene.
Sorridi. È la miglior medicina. Brava Barb.
-Se non vuoi più andare avanti, basta dirlo.-
-No, no. Devi sapere. Può esserti utile.- Ricambio l’occhiolino.
-Dove eravamo rimasti? Ah sì… beh, dopo è arrivata… oddio, Cyn  ho paura a dirtelo! Non svenire, okay?- Okay, ma perché? Si è messo forse con Godzilla? O peggio, è diventato gay?
-Cos’è, ha frequentato il suo amichetto? Com’è che si chiama? Quel.. quel.. McCartney.. Paul,ecco! Oddio! Non dirmi che si è messo con lui!- Beh, che c’è da ridere? Con i tempi che corrono, non si sa mai.
-Ahahah.. no, no! Non così tanto peggio! Tranquilla che non è gay. Però è altrettanto inquietante, se non lo sospettavi fin dall’inizio.-
-Allora, Barb? Quest’attesa mi sta snervando.-
-Okay, okay. Allora, all’inizio del suo primo anno qui al Liverpool College of Art ha conosciuto una studentessa che… o beh, si è messo con la Anderson!-
-CHI?!?! AAH!-
TUMP!
Ohi, ohi! Accidenti! Parlare nella mensa di queste cose da choc non è una bella cosa, soprattutto se si è seduti su degli scomodi sgabelloni. Si rischia di… cadere da uno di essi, per l’appunto.
Ed è quello che ho fatto io; benone, eccomi qua! Cynthia Powell, la vostra clown per l’occasione!
Bah, risediamoci che è meglio.
E tu che hai da ridere??
-Scusa scusa scusa Cyn! Non rido più, promesso. Però tu posa quel vassoio, per favore. Mi inquieta assai.-
Umh, okay. Sbaglio o poco fa le parti erano invertite?
-Va bene, dove siamo state interrotte?- Guardami negli occhi, Barb. Se lo fai ti accorgi che sto sparando saette, e mi stanno fumando le orecchie: vedrai che ti torna in mente dove ti sei fermata!!
-Ah, sì.. - Come volevasi dimostrare. Fai presto o divento nevrastenica!! GRRR! La ANDERSON! SEMPRE IN MEZZO QUELLA…. BARBARA CONTINUAAAAAAAA!!
- Va bene.. allora, John ha incontrato quella che poi sarebbe diventata la sua prima ragazza del college, Helen Anderson, il primo giorno di scuola. Probabilmente aveva saputo del fatto che lei aveva dipinto un ritratto di Lonnie Donegan ad olio, e l’aveva venduto per £30, e lui deve essere rimasto molto impressionato dal fatto che lei avesse incontrato la pop star, e così le è andato a domandare: “Hey, sei tu quell’uccellino che ha dipinto Lonnie Donegan?” e poi, conoscendosi meglio e scoprendo di essere nella stessa classe, hanno cominciato ad uscire assieme. Lei adorava le cose stupide che diceva o faceva John, così tanto da raccontarle ai suoi genitori. Ma era chiaro a tutti e due che non sarebbero mai diventati due “veri amanti”: erano troppo amici, quasi fratelli. E così si lasciarono, e puoi anche smetterla di torturare quella povera pizza. Non c’è stato mai niente di serio fra di loro, neanche un bacio. O forse quello sì, ma sai come è, non mi sono fermata a chiedere…-
Oh, povero il mio pranzo! Sembra reduce da una mitragliata! E vabbè, pazienza.
-E quindi, dicevo, è stata proprio Helen a presentare a John la sua nuova fiamma per una mattina, Thelma Pickles!-
EH???
-COMECOSACHI??? AAH!-
Maledetta pizza, mi è andata di traverso! Barbara dammi una mano! Sto tossendo come un’ossessa e tu mi guardi??
Oh, okay. Sono ancora viva. Puoi continuare.
-In realtà loro due si conoscevano già. Thel, come la chiama lui, è di questa scuola, lo sai? Soltanto che ha due anni in meno di te, e perciò è nel corso dopo, tra i ’41 e i ’42, non i ’39 ed i ’40, però lei e John abitano vicini, e a quanto pare si fermavano spesso a parlare seduti sui gradini del monumento alla regina Vittoria. E, beh, poi Helen stamattina li ha presentati; e, mi dispiace dirlo, ma Thel non è un tipo che molla facilmente la preda, e nemmeno John. Anche se stamattina hanno litigato ci vorrà di più di uno schiaffo per separarli, credimi.-
-Uh? E tu come fai a saperlo? Tiri ad indovinare?- Cosa è quella faccia?
-Beeeeeeh, penso che più che altro sia un dato di fatto.- Come? In che senso?
-Scusa, ma non ti seguo.- Perché indichi dietro di me?
-Guarda un po’ dietro di te.- La tua voce suona come una cantilena, quasi scherzosa, ma per me non c’è niente da ridere. Mi giro, con il cuore in gola: eccolo là, il mio incubo! John e Thelma sono talmente avvinghiati che non si capisce quali mani siano di chi.
-Pazzesco, vero?- Io non ti capisco, Barb. Sembri divertita, mangi le tue patatine fritte con noncuranza, quasi non fosse più affar tuo.
Ed in effetti è così, però tu sei una persona migliore di me, sei riuscita a dimenticarlo in meno di un anno.
-Sai, con un latin lover come lui, ci si abitua presto.-
-Latin che?-
-Latin lover! Un ragazzo che fa cadere tutte ai suoi piedi, una persona che cambia fidanzata ogni due mesi! Un latin lover!-
Ahhh, capito.
Beh, ti ammiro lo stesso, amica mia.
Io non ce la farei, ne sono già convinta; come sono convinta di aver perso un’altra scommessa oggi, stavolta contro John: è riuscito a fare pace con Thelma prima che io la facessi con Barry.
Tipico di Lennon.
 

***

Liverpool College Of Art, il giorno dopo
Ultimo giorno prima delle vacanze di Natale
 
Ho paura di oggi. Di Barry, di John, di questa nuova me stessa che non conoscevo, di non riuscire  realizzare i miei sogni, di non essere mai notata da John Lennon, di aver fatto tutto questo inutilmente.
Bah, tanto è inutile disperarsi: lo scopriremo solo vivendo.
Intanto sono qui; vediamo che sorprese mi riserverà il destino.
-Hey Cyn!- Manco a dirlo, Barry. Il suo tono mi sembra leggermente alterato: chissà che ho combinato stavolta, secondo lui…
- Dimmi Barry-
-Sei ancora bionda.- Però, che occhio.
-E ne deduco che ieri non te li sei ritinti di bruno- caspita, un vero Sherlock Holmes!
-E che quindi non hai ascoltato i mie consigli- oh oh, la buttiamo sul tragico, eh?
-Che consigli?-
-Quelli sul rapporto di coppia.- oh mio Dio, Barry è diventato un’ agenzia matrimoniale…
-Rapporto di coppia?!? Il colore dei miei capelli? Ma te ne frega davvero qualcosa di come sono i miei capelli?-
-Sì. Io ti voglio bruna. E tu ti ritingi, o ti lascio.- Perfetto! Cioè, un’occasione migliore di questa non c’era.
-Ottimo. Ciao ciao, Barry.-
-CHE COSA? CYNTHIA TU NON PUOI ANDARTENE COSI’!- e perché? C’è qualche legge che lo vieta?
-Perché no? Mi hai dato la possibilità di scegliere…-
-TI RENDI CONTO CHE STAI DISTRUGGENDO TUTTI I PIANI CHE ABBIAMO FATTO?- io?!? Ah! Questa è buona…
-Io, Barry? Non sono io quella che ha questionato sul colore dei capelli. Se non ti vado bene così allora tanti saluti, e sei tu quello che ha distrutto tutto. Ora, se vuoi scusarmi, vado in classe. vieni, Barb-
-No, Cynthia. Tu non te ne vai.- e lasciami il braccio, stupido!
-Oh, sì che me ne vado Barry! L’ho appena fatto. Mi hai rotto. Addio…-
Libero il mio povero braccio dalla sua stretta ed entro in classe.
-EVVAI, CYN! Batti cinque!- ahahah! Barbara… se non ci fossi, dovrebbero inventarti.
Però… quello stupido di Barry mi ha fatto sentire in colpa. Io l’ho mollato perché non lo sopportavo più, e perché a me piace John. E se avesse ragione lui? Se non riuscissi mai ad essere la ragazza di John e avessi solamente mandato a monte la vita perfetta che mi ero costruita con Barry?
Beh, perfetta… fosse perfetta, ci sarebbe stato John al suo posto.
-Miss Powell, non ho parole! Glielo hai detto chiaro e tondo, vero?- John! Ci manchi solo tu.
-Lennon, sparisci!- Barb, perché lo hai fatto? Ora lui ti sta guardando con disgusto.
-Con piacere, Baker. Non ci sto vicino a gente come te.- NO! Lennon come ti sei permesso?
-LENNON, NON TI PERMETTERE MAI PIU’ DI TRATTARE BARBARA IN QUESTO MODO, HAI CAPITO?-
-Non è affare tuo, Powell.-
-Non puoi permetterti di trattarla così.-
-Non ti impicciare, Powell.-
SCIAF! Uno schiaffo in volto, dove fa più male.
John, mi dispiace; ho reagito senza controllo, non volevo arrivare a tanto. Non mi toglierò mai più la tua espressione delusa dalla mia mente.
-John, io…-
-Non parlare, Powell. Hai già fatto abbastanza.-
No, non lasciarmi così! Perché non capisci che ti amo? Perché?!?
-Shhh, Cyn, shhh. Ci sono qua io.- Non riuscirai a calmarmi, Barb.
-Barb, io non volevo.. non può permettersi di parlarti così.. dovresti, dovresti farlo tu!-
-Mi dispiace tanto, Cynthia. Non ti meriti questo.- Ah, io? E tu?
-Barb, tu meno di me.-
-Senti, vuoi entrare a far parte della storia? Far scrivere il tuo nome dopo quello di Thelma Pickles, come ragazza di John Lennon?-
-Pf! Credi che il mondo mi ricorderà per così poco?-
Hey! E non guardarmi così, è vero.
-Allora, lo vuoi o no?-
-Io? Sì, con tutto il cuore.-
-Senti Cyn, domani iniziano le vacanze di Natale. Tu riposati, rifatti una vita, un fidanzato, fai ingelosire Lennon! Vedrai che cadrà ai tuoi piedi.-
-Grazie.- Ti abbraccio, per l’ultima volta prima di due odiose settimane a sciare. Amica mia…
 
***
Febbraio 1958, Liverpool College of Art
 
È passato un mese dalla fine delle vacanze di Natale; ed io ho seguito il consiglio di Barbara: mi sono divertita ed ho trovato un nuovo ragazzo.
Il tutto, però, senza dimenticare Lennon.
Il tempo ha fatto il suo dovere, e i miei capelli sono arrivati alle spalle, e la mia frangetta è stata trasformata sapientemente in un ciuffo laterale. Anche il mio modo di vestire è cambiato: oggi, per esempio, indosso un paio di pantaloni di pelle nera ed un giubbotto bianco, come una qualsiasi ragazza raffinata di Liverpool.
E sono felice, tanto felice.
Per di più oggi finisce il trimestre, per cui stasera ci sarà una festa.
Sì! Non potrebbe andare meglio di così.
-Ciao Cyn!-
-Hey Barb!-
-Ho una notizia bomba per te…- Ah sì? Quale?? Brigitte Bardot è completamente rifatta?
-John e Thelma si sono lasciati.- *tilt tilt* choc
-Cyn? Cynthia?-
-YUPPIIIIIIIIIIIIII!!!- Mi correggo, può andare meglio di così! Oh, John Lennon è single ed io… oh, accidenti… io no.
E va beh..
-Hey, Miss Powell!-
Lennon, il mio sogno proibito.
-Sì?-
Mamma mia, quanto sei bello. Non mai avrei pensato di dirlo!
-Stasera c’è una festa, al pub Ye Cracke. Ti va di venirci con me?- oddio. John Lennon mi ha appena invitato ad una festa. Ed è single. Ma io no.
-Mi dispiace, ma sono già fidanzata.-
-Non ti ho mica chiesto di sposarmi cazzo!- Beh, no… ma.. oh, stupido Lennon! Mi fai saltare i nervi quando fai così.
-Beh, senti Miss Powell. Se tu ci vieni okay, se no cazzi tuoi.-
Va bene, va bene… non sono mica stupida, ho capito.
Ma dopo quello che mi hai dettomi sa che non ci vengo.
-Me ne ricorderò.- Oh, eccome se lo farò…
 
Pub Ye Cracke, quella sera
 
Ecco, come al solito non sono riuscita a mantenere le mie promesse; avevo detto che non ci sarei venuta ed invece… aaaah, Lennon, è tutta colpa tua! Perché devi essere così maledettamente affascinante??
Va bene, ora entro. E poi si vedrà..
O mamma, che casino! Oh, ci sono anche Barb e Stu! Che bello! E Helen Anderson…tralasciamo i commenti.
-CYN! SEI VENUTA, SEI VENUTA!!!- shhh, Barb! Per la miseria! Se mi sente Lennon…
-Shhh! Non urlarlo ai quattro venti!-
-Cynthia Powell, vuoi ballare con me e Barbara?- Stuart. Grande amico… non è John; però, considerata la folla adorante ai suoi piedi, posso ritenermi fortunata.                                                                                                         
-Ma certo, Stuart Sutcliffe!-
Che dolce!
Va bene, allora, cominciamo a ballare. Oddio, il rock?? Non sono capace! E va beh, sono qui per divertirmi in fondo, no?
-Miss Baker? Posso rubarti a Stuart per un ballo?- Len Garry, il suo ex ragazzo. Non ha mai smesso di amarla, anche se poi lei ha preferito John a lui.
-Ma certo! Cyn ti…?- A CHI? A ME??
-Ma va!! Qui c’è Stuart!-
Che bravo ballerino, Stu; è bravo almeno quanto è un genio a dipingere. È già la sesta canzone che balliamo, e non sono per niente stanca o annoiata.
LA SESTACANZONE?!?!? Oh, merda!
-Emh, Stu? Sai l’ora?-
-Sì Cyn, sono quasi le dieci.- Umh, io ho il coprifuoco alle undici, per cui tra un’ora devo andare, e quel deficiente di Lennon mi ha ignorata per tutta la sera!!! Ma dico, perché tanta fretta di farmi venire, se poi non mi ha nemmeno salutata? Insomma, non pretendevo un ballo, ma almeno un saluto!
Psè, con Lennon è pura fantascienza.
-Stu, io devo andare.-
-Di già? Oh, Cyn.. che peccato!- Eh, già. Mi hai proprio tolto le parole di bocca, Stu.
-Sai come è.. il coprifuoco. Eh..-
-E vabbè, per questa volta vai. Ma la prossima voglio ballare ancora con te, chiaro?-
-Sarà fatto, signor Sutcliffe!-
-A domani, signorina Powell.-
Okay, quella è l’uscita.
E Barb? Dov’è Barb? Così la saluto…
Ah - ah! Trovata! È vicino a Len Garry, ma mi pare un po’ troppo impegnata in questo momento per rispondermi.
-STU!- Speriamo che mi senta.
-Mi dica, signorina.-
-Salutami Barbara, quando ha..ehm… finito.-
Mi strizza l’occhio.
-D’accordo Cynthia, ci penso io.-
-Grazie Stu.- Un bacio sulla guancia, non so neanche perché l’ho fatto, semplicemente mi andava.
Ecco, quella è la porta, perfetto. Addio per sempre, Lennon… ho finalmente capito che non mi meriti e… EH NO, PERO’! ALLORA LO FAI APPOSTA!!!
-Lennon…-
-Powell…-
-Gentilmente,- Come no, ti vorrei fare a pezzi. –potresti spostarti dalla porta?-
-E perché?- Ma secondo te?????
-Non so se dalle tue parti la gente esce dalla finestra,Lennon, ma io devo andare a casa.-
-Prego, Miss Powell.- Oh, alleluia. Ma…
-LASCIAMI IL BRACCIO, LENNON!-
-Nemmeno per idea, Miss Powell.-
-JOHN DICO SUL SERIO, LASCIAMI!!!-
-Non finché non la pianti di gridare e mi ascolti.- Uffa…
-Okay. Ma dove mi stai portando?-
Oh, Dio! John mi ha lasciato il braccio e mi ha preso per mano!!
-In un posto dove non attiri l’attenzione con i tuoi urli…- “In un posto dove non attiri l’attenzione con i tuoi urli…” ah!
-Casa di Stu????? Ma sei fumato?-
-No; lui è alla festa, giusto? E ci resterà per un paio di ore ancora. Perciò…-
-Premettendo che in sé è una cavolata, come pensi di entrare?-
-Dalla finestra, no? Come mio solito…- Grr!! Stupido sorriso beffardo.
Okay, sono entrata. Nella casa del mio migliore amico. Dalla finestra. Con Lennon. Troppe emozioni per una persona sola.
Svengo.
-Powell, non mi sembra il momento di svenire…-
Lennon, ma… tu mi hai preso al volo!
-Va bene. Allora. Sputa il rospo- Io intanto mi siedo comodamente sul letto.
-Okay. È più difficile del previsto… beh, il fatto è che….- Ommioddio, John Lennon sta arrossendo!
-Che, che… tu mi piaci, Miss Powell.- oddio. Tu mi piaci Miss Powell. Tu mi piaci Miss Powell. Tu mi piaci Miss Powell.
-Miss Powell? Ho detto qualcosa di sbagliato?- tu? No, anzi…
-No, no, John. Affatto-
-E allora cosa c’è, Miss Powell?- Ti stai sedendo vicino a me??
-Niente, è che.. temevo che non me lo avresti mai detto…- L’ho detto davvero?
John! Rischio lo choc… ha sorriso e ora mi sta baciando! John Lennon mi sta baciando!
E ora? No, John.. io non posso, ho paura. E poi, devo andare a casa e…
Oh, vabbè.
Mi lascio sdraiare sul letto, dove ogni mio sogno diventa realtà.
Hai visto che ho fatto bene a non andare in vacanza??
ZITTA VOCINA!

***

Sono andata a letto con John Lennon; ed ho aggiunto un capitolo alla storia, dopo Thelma Pickles. Cynthia Powell, ormai Cynthia Lennon.
 

***

Zazar90:Concordo, Maureen era una gran donna. Grazie per il complimento su “Dttèincnt!”, a quanto pare è piaciuto un po’ a tutti… XD
Ah, il mio spiritello maligno ti mette in ansia, eh? MUAHAHA
Spero che ti piaccia questo capitolo!!
Ah, ho visto la foto… umh, non mi stupisce per niente che sia appoggiata a Jagger, alla luce di quello che so… [ri - spiritello maligno]
 
TheThief_: Ma grazieeeeeee!! Beh, che ne pensi di questo capitolo??
Non ti preoccupare per la fic, è bellissima così; come ti avevo già scritto nelle recensioni!!
 
The Night Before 1965: Grazie, grazie… baci!!
 
Martina97: Accidenti! Quindi non potrai più aggiornare le tue 500 storie per un po’?? uffi… hey! Che concerto di Paulie???
George a diciannove anni? E Paul? Umh, sì.. me li immagino.. erano così teneri!!!
 
Andry Black: Ma grazie!! La mia preferita è Maureen, però anche Pattie è un genio!! Ovvio che tifiamo per Cyn, scusa, eh! XD
 
Anamita: A dire la verità non so se Dot conoscesse Mo… so di per certo che conosceva Cyn. Comunque il periodo era quello, per cui penso di sì!! Eh, guarda… sono le stesse cose che avrei detto io a quelle ochette del Cavern (quelle cancellate, ovvio!! XD) Pete Best non era neanche lontanamente così bello come si diceva… e il povero Paulie che ci soffriva perché Pete era considerato più bello di lui!! XD
Babbo Natale preistorico? Eh beh, sai.. ci andava vicino.. ihihi =)
 
Laban: Noooooooooo.. Paul non è un farfallone!! Lui? Quale calunnia!! XD XD
Sì, sì.. il sito in italiano su Mo è quello che ho messo giù, dopo le recensioni.
Peggio di Beautiful?? Mhhh, diciamo che alle soap-opera ci fa un baffo!!!! =)
 
Clafi: Dispiace anche a me che non sia finita bene tra Mo e Ringo!! Mi mi mi.. ;(
Sì sì.. la storia di Paul e Dot è tutta vera… e se lei (ehhhe, non ve lo dico), a quest’ora Paul avrebbe un figlio in più… XD XD
XD il sito di Mo è dopo… vai ancora giù. =)
 
***
 

Intanto, per informazione, vi do i due siti che maggiormente mi hanno aiutato in questa storia:
per le notizie sulle ragazze dei Fab:
http://sentstarr.tripod.com/beatgirls/girl.html
Per quelle su Maureen
http://beatles.forumfree.it/?t=20156390

                                                
 
Baci,
Marty
 

 

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Capitolo 6
*** Paul&Jane... Sono prossima al collasso, e non scherzo ***


Paul&Jane
…Sono prossima al collasso, e non scherzo.


 Uffa, che barba queste stupide foto… secondo quel cialtrone diJames andavano bene eccetto un piccolo particolare: IO!
Ma che uomo dolce e simpatico… non vorrei essere nei panni di sua moglie –ripeto, sempre che uno scorfano come lui ce l’abbia…- Però poi…oh, è stato così carino…Lui! Il suo viso, i suoi occhi e… okay, sto delirando. Così non mi seguite =)
Di chi sto parlando? Ma di lui, no? Il bello, il fantastico, il meraviglioso, il…  oh vabbè, ho finito gli aggettivi… Dettagli.
LUI! Paul McCartney!!!
Mi ha difeso in presenza di James! Quanto è dolce… e carino!
Via, Jane, torna con i piedi per terra, non sa manco che esisti. Sono qui seduta sulla panchina in pietra del giardino poco fuori dal teatro (e indosso ancora quel vestito divino, non so se mi spiego!!) e lui non si fa vivo.
Eppure sarebbe così bello se lui uscisse da quella porta, con un mazzo di rose rosse e mi dicesse…
-Signorina Asher! Signorina!-
Come? Hey! Devo ancora finire di pensarlo!
Ommioddio, sarà lui!
-Paul…-
-Ah… vabbè… sei tu, Peter.-
-Sì, signorina. È richiesta in studio…-
Forse è lui! Forse mi vuole invitare al loro concerto! Non che non ci vada già di mio, eh! Però essere invitate da Paul McCartney fa sempre un certo effetto…
-…James rivuole il vestito.-
Non mi vedo ma in questo momento devo avere un’aria rassegnata, del tipo -_-, con il classico fumo che esce dalla testa e il "grr" tipico dei fumetti.
Ma tu ti diverti a farmi scoppiare le nuvolette del pensiero?? Soprattutto quelle riguardanti Paul McCartney?????
-E va beh, vengo-
Dannazione!
Lo studio è deserto, dei quattro neanche l’ombra.
Uff, saranno andati a rimorchiare… che mi aspettavo? Che Paul volesse me su circa, beh… tutto il mondo ai suoi piedi? Bah, ora… non proprio tutto… un quarto. Se lo dividono equamente.
Cinquanta su Paul e una su Ringo. Eh, c’est la vie….
Povero Ringo…
È tenero e simpatico, e ha dei bellissimi occhi; ma tanto lui è già fidanzato, di che mi preoccupo? John è pure sposato, mancano George e Paul.
Devo dire che George si lascia guardare, è proprio carino… ma Paul è..è..Paul! (ma va?) è lui! È…non so come definirlo, (è Paullitico –e non Paulloso… badate bene..-)ha quel qualcosa che me lo fa scegliere al posto di George..
Ah, se anche io avessi quel qualcosa che gli facesse scegliere me invece di quell’oca di Brigit…
Ma tanto non succederà mai, voglio dire; Brigit è alta, bionda, con gli occhi azzurri, e…e vabbè, sarà anche pettinata come il Duomo di Milano, ma fa lo stesso la sua bella figura!
Io invece sono bassa, cioè, non proprio bassa, minuta… arrivo a malapena alle spalle di Paul, ho i capelli rossi e gli occhi chiarissimi… un odioso contrasto! Uffa…
E poi, Brigit è un’ insignificante parrucchiera, io invece sono solo un’attrice, e…ma che diamine sto dicendo?
Io però ho anche un cervello! Invece Brigit e quelle ba…mbine spensierate che la seguono non ne fanno nemmeno uno in sei.
Oh, eccomi qui. Davanti alla porta di James.
-James, James! Apri! Sono io, Jane!-
Umh, la porta rimane chiusa… sono sicura che se avessi omesso il mio nome o se avessi detto “uuuh, Jamie, sono Brigit” mi avrebbe aperto subito. Il fatto è che non riesco a mentire! O meglio, non riesco a dire una cosa così senza vomitare per il disgusto, il che più o meno è uguale…
Vaaaaaaa bene… tentiamo il modo numero due…
-James! Devo RIDARTI IL VESTITO!!-
Ah - ah! Lo dicevo che ho più cervello di Brigit!
-Bene, Jane, posa qui il vestito, poi riprenditi i tuoi stracci da quella sedia. È tutto.-
I miei stracci?? Ah, senti chi parla! Se non fosse che non ho fatto colazione ti vomiterei addosso! (ecco perché non l’ho fatto prima!!) Ah, no scusa… ci ha già pensato qualcun altro…
Stracci imiei vestiti… bah.
-Ah, Jane?- Che altro c’è? Non posso nemmeno uscire in santa pace?
-Hanno consegnato le copertine di Daily Mail, sono sul tavolo nei camerini dei Beatles.-
-IIIIIIIIIIIIIIIIIIIK!-
Parto a razzo, a mo’ di Speedy Gonzales. Non fossi già stata impegnata a urlare “IIIK” mi sarei messa a sbraitare “Andale andale, arriba arriba!” in spagnolo.
No, no, no, no! Daily Mail = trama dei nuovi film. Trama dei nuovi film = Girl in the Headlines. Girl in the Headlines = mie foto. Mie foto = tutti le vedono. Tutti le vedono = Paul le vede. Paul le vede…e basta!!!
Non deve vederle, punto e stop.
Sono le foto per promuovere il mio nuovo film, ed io sono orrenda!!
Non è una motivazione più che sufficiente??
Mi fiondo a tutta birra verso il loro camerino.
Porta, porta? Ah –ah! Eccola qua.
AAAAAAH!
George ha in mano il giornale, John ha in mano il giornale, Ringo ha in mano il giornale, Brigit ha in mano il giornale e cosa diamine centra adesso, Paul… non ha in mano il giornale.
Bene, fantastico! Sono entrata nel camerino alla maniera di Beep Beep per niente.
Oh, oh! Attenta a quello che pensi, Jane, Paul sta aprendo il giornale.
Dai, magari non apre proprio a quella pagina! Ci sono miriade di pagine, e lui deve aprire proprio quella? Magari guarderà la pagina di musica… sì, sì.. sarebbe solo pura sfiga se lo aprisse a quella pagina.

Ho parlato, eh? Ma perché non me ne sto mai zitta? Una foto dove si intravede un mix di colore fucsia con blu elettrico, una in bianco e nero e una mezza a colori… mi sbagliavo, evidentemente, la sfiga esiste.
Beh, magari non mi riconosce.
-Hey, Jane, ma…-
Okay, sbagliavo anche su questo! Non solo la sfiga esiste, ma quando sono nata mia madre ne ha comprato uno stock intero in offerta.
A mali estremi, estremi rimedi…

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Bene, Jane. No, ma davvero, complimenti. In meno di tre secondi hai perso la dignità di diciassette anni.
Sono spalmata su un frastornato Paul McCartney, spiaccicato a sua volta sul pavimento con una copia del Daily ancora in mano, e accanto a lui i tre Beatles rimasti illesi mi guardano come se fossi una deficiente.
E, sinceramente, non posso dar loro torto.
-Emh..mh..- Ecco, bene, ora ti alzi, eh?
-Miss Asher, c’è qualche problema?-
ORA sì! -Emh, no, no certo che no…-
-Oooh, no no certo che no… visto, Paulie? È davvero deficiente di suo, povera piccola Asher-
-Zitta Brigit.-
-Oh, certo.. io lo so perché ti sei buttata su Paul appena lui ha aperto il giornale…-
-…perché sono irresistibilmente bello? Ouch! John!-
-…Perché non volevi che lui vedesse queste…- E piantala di sventolargli le foto davanti al naso!
-In effetti non posso darti torto, Asher… queste foto sono proprio brutte! Hai visto il tuo naso? E quei capelli… oooh, che orrore!-
-Mh, almeno i miei non sono così ossigenati che ci si vede attraverso, non credi?- Ah! L’ochetta è muta. L’ho detto che da sola non ha abbastanza cervello.
-Hey, Miss Asher… perché non volevi che le vedessimo? Sono delle bellissime foto! È il tuo nuovo film, no?-
-Mh, mh- Paul McCartney ha detto che le mie foto sono bellissime! Paul McCartney ha detto che le mie foto sono bellissime! Non so se avete capito bene… PAUL McCARTNEY HA DETTO CHE LE MIE FOTO SONO BELLISSIME!!
-Oh, Paulie… a proposito… grazie per avermi invitato al vostro concerto.- Stupida Brigit! Lei lo sa che io ho una cotta per Paul, e sa anche che vorrei essere invitata da lui al loro prossimo concerto, quello all’Albert Hall, davanti alla Regina Madre. Lui ha invitato Brigit al concerto? Perfetto, ora sì che sono depressa. Annuisco, ed esco dalla stanza. Paul.. come ho potuto anche solo per un secondo pensare che tu fossi diverso? Che andassi al di là dell’aspetto esteriore? Macchè.. non ti posso dare torto, Brigit è carina, molto più di me… ma è fredda, è un pezzo di ghiaccio… è stupida, Paul! Sospiro… La mia panchina. Quella in pietra dove poco fa stavo seduta aspettandoti come nei miei sogni più belli. Mi ci lascio cadere pesantemente. Perché mi illudo sempre?
-Hey, Miss Asher…- No, no, non può essere vero. Che ci fa lui qui? Non doveva essere dentro con Brigit? E che cosa ha sulla guancia?
-Paul… cosa hai sulla guancia?- Sembrano le impronte di una mano.. un indice, un medio.. pfft.. povero Paul.
-È stata Brigit.- BRIGIT? La super squinzetta innamorata?
-Le ho detto che era una deficiente, e un’ oca, e lei non ha approvato.-
-A quanto pare…-
-Posso sedermi?- E me lo chiedi anche???
-Emh. Sì sì, ma certo!- Okay, sono prossima al collasso, e non scherzo.
-Jane, perché non volevi farmi vedere quelle foto?-
Perché ti amo, Paulie! Non posso dirtelo, no? Su, un po’ di coerenza! inventati una scusa, una cosa qualunque! Dal caldo che sento ho la sensazione che le mie guance abbiano preso lo stesso colore dei capelli; apro la bocca ma non esce alcun suono. Come sei bello quando sorridi così… O mio Dio… il tuo volto è sempre più vicino al mio, posso vedere i tuoi splendidi occhi verdi, il tuo naso perfetto… D’istinto la mia mano tocca piano le tue labbra, poi si sposta verso i tuoi bellissimi capelli neri. Sento le tue mani scompigliarmi i capelli, e le tue labbra sulle mie… Paul ,non ci posso credere. Mi hai baciato! La sensazione più bella del mondo!
-Miss Asher?-
-Sì?- Riesco ancora ad articolare le parole, mitico!
-Vuoi venire al nostro concerto?-
A-a-a-…AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!
-Sì..sì…sì!- Sorridi ancora, mentre io ho la sensazione che la mia vita d’ora in poi sarà sempre perfetta.


Jane Asher at the Royal Variety Show, 4th November 1963, London. Albert Hall Theathre.

 

***

Ma ciao, ragazze!! Intanto premetto che non sono molto brava a descrivere scene romantiche, anzi, faccio proprio schifo.. perciò critiche e suggerimenti sono sempre bene accetti!!
Mi scuso per il ritardo, ma ho avuto molto da fare con i compiti, e poi non avevo più ispirazione… A bocca aperta

Però ieri ho preso 6/7 di versione di latino!! Non è un granchè, ma è il voto più alto che abbia mai preso di latino…Triste

Sono proprio una capra!! xD

Ho saputo che a nessuno di voi si visualizzano i link del capitolo precedente.. probabilmente perché sono io ad essere un po’ (anzi molto più di un po’) imbranata con il computer, e nell’HTML non sono stati caricati, ma ora rimedio subito!!

[che gioia!!! xD]

BARBARA BAKER E THELMA PICKLES

PATTIE BOYD E I ROLLING STONES

GEORGE E PAUL AL CAVERN CLUB, 1962

I QUARRYMEN

JOHN E PAUL 1961

I BEATLES, 1962

JOHN, PAUL E GEORGE, 1957

PETE BEST E PAUL McCARTNEY (ma come diamine facevano quelle squilibrate a dire che Pete era il più bello del gruppo???)

PAUL McCARTNEY E DOROTHY RHONE (Laban, Clafi, Sofi...non uccidetemiiiiiiiiii)

IL BEATLES CHRISTMAS SHOW!!!


E ora, le recensioni (ma va? Ancora????) ebbene sì, vi tocca… xD

 

Laban: grazie, grazie… ah, mi pareva che “John, sospiro” fosse un po’ anomalo! Per un attimo ho pensato “Evvai, Paul è miooo”! e invece…Deluso xD scherzo GUginetta!!!!! Uffa, però...hai svelato il segreto della mia fanfiction!!! cattiva... Arrabbiato

Hey, io ho molti impegni!! (una donna in carriera come me… Animoticon) però ora ho aggiornato!! TI VOGLIO BENE, PICCOLA SPIA!!

Zazar90: Sì, John era un tenerone…Cuore rosso A quanto pare la vocina interiore di Cyn è piaciuta un po' a tutti, e ho deciso che tornerà... SOTTO FORMA DI SPIRITELLO MALIGNO CHE PERSEGUITERA' LA ONO!!!

Muaahahaha (e alla fine avete scoperto l'identità del mio spiritello maligno... )

Cosa so di Jagger e Pattie che tu non sai?? eeeeh, l'ha detto Laban! (a mo' di bimbi dell'asilo.. -è colpa suaaaaaaa!!- xD) mi ha rubato il lavoro! Ma anche così, non vi libererete presto di me...

TUTTI: ma va!! ma perchè????????

The Night Before 1965: Lo so, chi non preferisce Cyn al sushi isterico????? Grazie per il complimento!

Andry Black: Non eri l'unica a cui non andavano i link... è tutta colpa mia.. A bocca apertama ora ho messo le foto come mi hai insegnato tu! (sperando che si vedano u.u) Cosa ne pensi della vocina interiore modello "spirito maligno che perseguita la Ono"???

Clafi: la vocina interiore di Cyn riscuote successo!!! Bene, bene... Sorrisopurtroppo per te sono riuscita a finire il capitolo di Paul e Jane...ihihih.. ammettilo, speravi che saltassi Jane, eh? xD

Martina97: la vocina è tutta un programma?? anche quella della tua fic è fantastica!! Guarda, per questo capitolo temo che non rischierai di strozzarti con qualche panino... fa anguscia... Triste

TheThief_: ahahaha..John è risultato tenero a tutte voi "JohnLennenniane" (JohnLennenniane?? o.O... temo di non stare bene..xD) dai dai.. ora i link vanno!! (si spera..)

Pattie e il papero??? Ne parleremo alla prossima puntata

(ma che prossima??? ci vorranno due o tre capitoli di Pattie, minimo... e dati i miei tempi dovrebbe arrivare per il 2015, tipo il libro della Ono..xD)
 

Vi voglio bene!!

Baci,

Marty

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Capitolo 7
*** George&Pattie. 'Cazzo ridete??? ***


George&Pattie
 
‘Cazzo ridete???

 
Le parti scritte in grassetto corsivo indicano che è passato del tempo dalla frase prima;
E le scritte sotto le foto sono i miei commenti (era impossibile evitarle!!!)
Bene, mi pare di aver detto tutto…
Buona lettura! ^^
Baci.
 
-Pattie! Pattie! Pattieeeeeeee!- uffa, accidenti a te! Stavo sognando così bene!!
Un uragano biondo si getta a capofitto sul mio letto.
Ma come diamine fa ad essere dannatamente pimpante alle sette del mattino??
-Mhhhhhhhhhhhhhhhh?!?- Io a malapena riesco ad articolare una frase.
-Pattie! Pattie! Pattieeeeeeee!- la mia cara e dolce sorellina comincia a prendermi a cuscinate.
-Jenny, ti avverto. Colpiscimi ancora una volta e diventerai il mio nuovo quadro!-
-Se decidi di farla fuori io ti do una mano, sorellona!-
Paula entra assonnata nella mia stanza. Poverina… è fin troppo paziente!
-Mi ha buttato giù dal letto poco fa… e poi si è fiondata in camera tua…- Povera Paula… Jenny è terribile, a volte; e loro hanno la camera assieme.
Mi alzo a sedere sul letto e mi puntello con i gomiti.
-Allora, Jenny… perché sei così eccitata, stamattina? Novità?-
-Pf, probabilmente ha ritrovato la sua vecchia bambola!- Paula le fa la linguaccia. Un suo difetto è che è molto permalosa, quando si arrabbia sul serio.
Jenny ignora la battuta di Paula.
E questo non è affatto normale. Di solito le risponde e poi cominciano a scannarsi; in quel caso io prendo una scatola di popcorn e mi siedo sul divano, perché la cosa va sempre per le lunghe, ed è meglio di un reality show.
-Ho saputo che ieri George Harrison ti ha chiesto di visitare la sua roulotte!!-
Eeh?? E tu come lo sai?
-Hey! Quando ho detto “novità” intendevo tue, non mie!!-
-Su, su, sorellona, racconta… cosa avete fatto nella roulotte??-
-JENNY!- Oh, brava Paula…
-Che c’è? Devo essere sempre informata sugli inciucci amorosi di mia sorella… soprattutto se comprendono un bonazzo dagli occhi neri che suona nei Beatles!-
Ahahaha… un “bonazzo dagli occhi neri…” questa la dico a George, appena lo vedo. Però in effetti Jenny ha ragione. Un sorriso malizioso spunta sul mio viso, mentre i miei occhi incontrano quelli del mio poster. Il mio amore segreto… George Harrison.
-Yuhuuu.. sorellona??? Risvegliati dai tuoi ricordi!!- eh?
-Ricordi?-
-Sentila, Paula… fa finta di non capire…- un momento! Capire cosa?
-Non so di cosa stiate parlando…-
Jenny si inginocchia davanti a me, e mi guarda supplichevole.
A volte non capisco cosa passa nella testolina di mia sorella, ma quando fa così la rinnegherei volentieri.
-Eddaaaai… cosa avete combinato ieri nella roulotte???-
-Niente, Jenny…- e ora come faccio a dirglielo?
-…Non ci sono andata.-
Perché mi guardate così????
-CHE COSA??? HAI DETTO DI NO A GEORGE HARRISON PER LA SECONDA VOLTA?- shh, Paula! Ma che strilli? E chiudi la mascella! Ti sta strisciando sul pavimento…
-La prima posso capire, stavi con Eric, ma ora?- Jenny è sconvolta, e ora lo sarà ancora di più.
-Emh…-
Paula e Jenny strabuzzano gli occhi. Diamine! Ma perché devono capire cosa penso solamente guardandomi?
-No, non ci posso credere… Pattie!-
-Avevi detto che volevi lasciarlo!-
Ecco, e ora cominciano a farmi sentire in colpa.
-Lo so… ma mi dispiaceva. Cosa ci dice che George sia davvero innamorato di me e io non sia la solita ragazza da “una notte e via”? Io sono leale, non stupida…-
-Mmmmh, sinceramente, sorella cara, un po’ stupida me lo sembri.- Hey, Jenny! Un po’ di rispetto per chi ha due anni in più di te!
-Davvero, Pattie… ti ha già chiesto di uscire tre volte, e tu lo hai sempre rifiutato. Sarà già tanto se ti rivolgerà ancora la parola!! Ma se ti chiede di nuovo di uscire, vuole dire che è innamorato perso…-
Facile per loro! Non hanno un fidanzato di trent’anni!
Devo avere proprio un’espressione avvilita, perché Paula mi si avvicina.
-Oggi devi tornare sul set, vuoi farti scappare anche questa possibilità?-
No, certo che no.
Faccio di “no” con la testa, non riesco neanche a parlare.
-E allora vai. Cosa aspetti? Buttati.-
E va bene…stavolta accetterò il suo invito.
Oh, speriamo che me lo chieda ancora!!
 
Okay, eccomi.
Sono arrivata agli studi, ora in teoria dovrei sedermi al tavolo e dare prova della mia grande recitazione. Volete mettere la concentrazione che ci vuole a dire la parola “Prigionieri?” ?!!?
Soprattutto con Paul McCartney vicino e con l’obbligo di guardare negli occhi George??
-Grandioso! I Beatles sono desiderati sul palcoscenico, grazie!- Ah, ecco Dick Lester.
Ed ecco… oddio, no! Eccolo!!
Ehm.. oh, ma guarda che bel graffito c’è su questo soffitto dello “pseudo treno”!
Okay, Pattie… forse Jenny aveva ragione a dire che sei stupida.
-Bene, signorina Boyd?- oh? Ah, sì certo…
Dick mi chiama con la mano.
-Ora lei dovrà entrare da quella porta, sedersi al tavolo e aspettare che Paul si avvicini, poi dovrà dire “prigionieri?” appena il nonno vi avviserà che John e George sono galeotti. Okay?- Ma che, mi prendi per scema?
-Umh, non sono sicura. Potrei avere una battuta più facile?-
I Beatles scoppiano a ridere.
-Quelle spettano a John!- ahahaha, buona questa, Dick!
-Hey! Sei un suino!- sorrido. John non cambierà mai.
-Va bene, ragazzi, la pausa è finita. CIAK…AZIONE!-
Ora sto entrando e mi sto dirigendo verso il tavolo, mentre mi tolgo la giacca e Paula il cappello.
-Hey, guardate le ragazze!- John. Perfetto, questo è il segnale che devo posare la giacca sullo schienale della sedia.
Mi siedo.
-Buttiamoci!-
-Dovrei?!- Paul, sempre il solito.
-Attento ai diritti di tavole e ai larghi di barriere.-  eh?
-Cosa vorrebbe dire?- esatto. Sono d’accordo con Paul.
-Non lo so, suonava chic- o mio Dio, andiamo bene.
-George Harrison, liverpooliano chic!-
Già… liverpooliano chic e dannatamente bellissimo!! Per la miseria, Pattie!! Concentrati!
Paul afferra una bombetta dalla rastrelliera dei bagagli e si avvicina al nostro tavolo.
-Scusate, ragazze…-
Santo cielo! Mi sento il suo sguardo addosso.
-Paula, lo sento. Mi sta osservando.-
-Non ti preoccupare, sono qui con te.-
-Scusatemi, questi signori si chiedevano se due di loro potevano unirsi a voi.- Paul appoggia il gomito sinistro al tavolo.
-Lo farei io, ma sono timido…- tu??? Timido?!?!?
Ahahaha…
Scoppio a ridere, menomale che era previsto nel copione!!
Okay, ora devi guardarlo… sei pronta Pattie?
1…
2…
-Scusate ragazze, ma non dovete parlare coi prigionieri…- ecco, ci siamo.
3…
Accidenti quanto è carino.. oh, ahem..
-Prigionieri?- evvai, e la battuta è fatta! Roba da Nobel, no??
-In transito. Veri pezzi di galera.-
-Come?- Esclamano loro quattro.
-SCAPPATE RAGAZZE! Scappate finché siete in tempo!!-
Okay, dobbiamo alzarci.
Paula, piantala di guardare Paul e alzati.
Con calma… tanto chi ci corre dietro?
Usciamo con calma dalla porta.
Ah, fossero stati veramente dei galeotti a quest’ora eravamo già belle che stecchite, dati i nostri tempi di reazione!!
-EEEEEEE… STOP! Brave sorelle Boyd-
Perfetto..e ora siamo le “sorelle Boyd”.
-Pattie, Paula, potete andare. Domani dovrà venire anche Jenny, però.-
-D’accordo…-
Perché ho la sensazione che lui non mi abbia perso di vista un secondo?? Oh, George… posso ancora sperare…
Esco dallo studio.
La sua roulotte, con una targhetta con scritto GEORGE HARRISON sopra, il posto dove sarei dovuta entrare ieri.
Una cosa mi chiedo… ho fatto bene a rifiutare?
Beh, sto ancora con Eric.
Sì, ma ho fatto davvero bene a rifiutare?
No. Io ti amo George…
-Pattie?-
Controlliamo i sintomi: battito cardiaco irregolare, sudori freddi… George. Il mio piccolo miracolo personale.
-Cosa ci fai qui?-
Eh, eh… cosa ci faccio qui? Bella domanda! Che accidenti ci faccio qui?
-Emh, prendevo un po’ d’aria…-
Bugiarda…
-Senti, Pattie… volevo dirti una cosa. In questi giorni ti ho torturato, volevo uscire con te… ma ho saputo che sei già fidanzata, e volevo che tu sapessi che d’ora in poi ti lascerò in pace.-
NO, NO! GEORGE, NO!
-…tuttavia, vorrei prima fare un altro tentativo. Vuoi venire a cena con me, stasera?-
Pensieri inutili…
-SI’!!!!!!!!- Non so cosa mi abbia spinto ad accettare, né cosa mi abbia spinto ad abbracciarlo; ma non ho mai visto sorriso più bello.
È un sorriso da innamorato. Oh, George… con te andrei in capo al mondo…
Jenny, Paula, avevate ragione…
Oh, però, sia chiaro che non ve lo dirò mai!!!
 
-AAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!! Ripeti, ripeti!!!!-
Ecco, lo sapevo… ora Jenny strillerà come un’aquila per la prossima mezz’ora.
-Andrò a cena con George Harrison.- Andrò a cena con George Harrison. Sei parole. Ma per me ognuna è una gioia.
-AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!-
-Come è successo??- boh…
-Ero davanti alla sua roulotte e lui mi si avvicina da dietro e mi dice che d’ora in poi mi lascerà in pace, ma prima vorrebbe fare un altro tentativo.-
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!-
-E tu hai DETTO SI’!!- Sì!
-AAAAAAAAAAAAAAAAHHH!- okay, ora la strozzo.
-E BASTA JENNY!!!!!- Le urliamo contro in due, chissà che così non lo capisca meglio.
-Okay, ma ora… come ti vesti?-
Bella domanda…
-Insomma stasera sarai al centro dell’attenzione di tutta Londra, e da domani di tutta l’Inghilterra, e per giuntavai a cena con George Harrison; non puoi presentarti come un sacco di patate!!-
Come scusa???
-A parte il fatto che virgola brutta degenerata virgola, io non sarò mai un sacco di patate, cosa vuoi dire con quella frase?-
Jenny fa per rispondere, ma Paula interviene
-Beh, non puoi aspettarti che i paparazzi non seguano ogni vostra mossa! Insomma, vai a cena con il chitarrista dei Beatles!-
Perfetto, ci voleva… così come faccio con…
-…Eric?-
-Scusa?-
-Ho detto, cosa conti di fare con Eric?- Ma perché non mi date neanche il tempo di pensare???
-Non lo so…-
-Di certo lo verrà a sapere, sarai su tutti i giornali…-
Grazie, Jenny!!
-Vuoi ancora starci insieme?-
-Io…non so.. no, penso di no…ma non voglio lasciarlo ora, capite? Non sappiamo se è una cosa seria o no! Se si rivelerà una cosa seria, allora lascerò Eric; ma se si tratta soltanto di “una volta e via” allora non se ne parla proprio.-
-Già…sempre che dopo le foto di domani mattina ce l’abbia ancora, un fidanzato…- Bisbiglia Paula a Jenny, pensando che non le senta.
Ma non voglio rimproverarle, in fondo hanno ragione.
-BEH, ALLORA?? E I VESTITI??????-
 
-Stai benissimo.-
Ecco, perfetto… se cominciamo così mi sciolgo ancora prima di entrare nel ristorante.
-Ehm, grazie… anche tu.-
Sì, ma non guardarmi così! Non con quegli occhi!!
O non arrivo viva al tavolo!!
-Entriamo?-
Eh, beh…
-Oh, sì..certo.-
IIIIIIIIIIIIIIIIK!! MI HA PRESO PER MANO!!!!!!!!!
Ci sediamo al tavolo.
AAAAAAAAH!!! SIAMO VICINI! NON NEL SENSO CHE IO SONO DI FRONTE A LUI, NEL SENSO CHE LUI È SPIACCICATO ADDOSSO A ME!!!
Okay, svengo!
Mmh, mi sento un po’ osservata.
Sento una mano sulla mia.
Eh, no! Ancora???
-Qualcosa non va?-
FAI UN PO’ TU! STO PER SVENIRE E TU MI TIENI LA MANO!
-Mi sento osservata….-
George si guarda intorno.
-Naaa, ti staranno guardando perché sei bella-
Perfetto… attacco di tosse
-Pattie tutto bene?-
NO CHE NON VA BENE! HO RESPIRATO COSI’ TANTO QUANDO MI HAI DETTO CHE SONO BELLA CHE MI È ANDATA DI TRAVERSO L’ACQUA!!
-Sì, sì…tutto ok.-
Sorrido, e tu mi guardi e sorridi a tua volta.
Diamine, sei bellissimo.
-Uh, George! Lo sai come ti ha definito poco fa mia sorella?-
-Quale delle due?-
-Jenny…-
-Come?-
-Un gran bonazzo dagli occhi neri, testuali parole!-
Fai il tuo solito, bellissimo, sorriso.
(avete capito, no? Il classico sorriso “alla Harrison”!)
-E tu cosa le hai detto?-
Io? Eh, sapessi…
-Volete ordinare?-
SI’! OH, IO TI STIMO, CAMERIERE! MI HAI SALVATA…
     
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George! Che faccia… =)


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non ce ne è UNA dove abbia un’espressione normale!
E vabbè, pazienza… ti vogliamo bene lo stesso!!



-Mi sono trovata benissimo stasera!-
-Anche io! Sei l’unica persona che riesce a parlare di cose serie e furbe con me… a parte i ragazzi, ovvio..-
Oooh, e non sai quanta fatica ho fatto per articolare UNA sillaba…
-Ehm ehm..-
No, no no.. George non ci provare! NO, NO!
-BUONANOTTE, GEORGE!-
Salgo le scale di casa.
Accidenti che stupida che sono!!
Sì, concordo!
Oh, senti! Mi voleva baciare!!
Beh, era ovvio! Gli piaci, sei uscita con lui…
Ma io sto ancora con Eric!
Se sei uscita con lui non deve importarti più di tanto!
Zitta!
-PATTIE, PATTIE! PATTIEEEEEEEEEEEEEE!!- oh no, Jenny!!!!
-AAAAAAH!- Ecco, lo sapevo. Sono finita lunga distesa sul pavimento.
Ma perché mia sorella è così sgraziata?
-Jenny, se non ti sposti, dubito che Pattie riesca a raccontarti di lei e George!-
Raccontarti??? Ah, no! Non se ne parla proprio!
-Okay..- sbuffa mia sorella.
-ALLORA???-
-Allora cosa?-
-Come è andata?-
-Bene, Paula!-
-Vi siete baciati???- lo sapevo. Ci avrei scommesso che Jenny me lo avrebbe chiesto!
-Allora?-
-Emh..io…noi..lui..-
-Pattie, ma ti sembra il momento di ripassare i pronomi??-
Ah, simpaticona!
-Io..lui..ecco…no.-
-CHE COSA????????????????-
-MA CHE STRILLI?!?-
-Emh, Pattie? Ora stai strillando anche tu.-
Ah, è vero…dettagli.
-Ma ti rendi conto? Vai a cena con George Harrison e neanche lo baci?-
-Hey! Ti ricordo che sto ancora con Eric!-
-Sì, Pattie! Ma per quanto ancora vuoi fingere?-
Non lo so…
-Pattie, lui ti ama… vuoi continuare ad ignorare l’amore di uno dei quattro uomini più belli del mondo o finalmente ti fiderai di lui? Non vuole farti del male!-
 
-Hey, Pattie! Dove vai, esci ancora con George?-
-No, non oggi.- Le rispondo indossando un cappellino.
-E allora dove vai?- Interviene Paula.
-Vado a lasciare Eric.-
-EVVIVA!!!!!!!!- strilla Jenny.
-E come mai?-
-Beh, sono quattro volte che esco con George e quattro che scappo via appena tenta di baciarmi. Non ne posso più! Eric è il mio ragazzo, ma non per molto ancora. È tremendamente divertente stare con George. Noi vogliamo frequentarci solo per divertimento, senza dover parlare di fidanzamenti e matrimoni. [fonte: intervista a Pattie Boyd, 1964] insomma, io VOGLIO BACIARLO!!-
-EVVAI, PATTIE!!-
Sì, ora ne sono certa. È la cosa giusta da fare…
 
-George?-
-Dimmi, Pattie.-
È freddo con me, e non posso dargli torto… ho continuato ad uscire con lui nonostante sia stata ancora fidanzata con Eric, e non ho mai voluto baciarlo.
-Mi dispiace.-
-Per cosa? Avermi illuso così? Fa niente. Se è questo che volevi dirmi, puoi anche andartene.-
-Ho rotto con Eric.- Ecco, l’ho detto. Rivolta alla sua schiena.
Ma non importa, è una schiena affascinante.
-Cosa?-
-Hai sentito bene. Ho rotto con Eric.-
Oh, ti sei girato, eh?
-Perché?-
-Perché non ne potevo più di dover uscire con te perché mi andava e avere i sensi di colpa verso di lui. Non lo amavo più, punto e basta. Invece con te è diverso, mi diverto, mi sento me stessa.-
Gli tocco una mano.
-George, ti prego, guardami.-
Lui alza gli occhi: sono bellissimi, anche se tristi.
-Se mi vuoi ancora, se vuoi uscire con me dopo tutto quello che ti ho fatto, sappi che questa volta ci sarò solo per te.-
-Promesso?-
-Promesso. Mi piaci molto, George.-
L’ho detto. Non so perché, non so come, ma l’ho detto.
Finalmente rivedo il tuo bel sorriso.
La tua mano si intreccia alla mia, le tue labbra si posano sulla mia guancia.
-Anche tu mi piaci molto, Pattie.-
Poi, l’oblio.
Le tue labbra si spostano velocemente verso le mie, ma hai paura.
Si sente.
-Non preoccuparti, non scappo più-
Finalmente un bacio.
Un bacio dolce, vero, pieno di sentimento.
ah, George!
Mi guardi.
-Vuoi venire in Irlanda con me, John e Cyn, appena finite le riprese?-
-Con te verrei in capo al mondo…-
L’ho detto. Ho passato settimane a pensarlo e finalmente posso dirlo, urlarlo, farlo sapere a tutti.
 
-Dai, dai che parte!-
John corre verso l’aereo.
-John, calmati! Ci aspetterà, ne sono sicura.-
-Amore mio, io salgo. Se poi tu rimani a terra non dirmi che non ti avevo avvertito.-
-Uomini.- Sbuffa Cynthia.
George segue John, io e Cyn ci avviamo con calma.
-E così tu ora sei la ragazza di George.-
-Esatto.-
-Mi ricordo di te, ti ho visto durante le riprese di A Hard Day’s Night. Patricia, vero?-
-Emh, Pattie. Pattie Boyd.-
-Piacere, Pattie. Io sono Cynthia Lennon.-
-So tutto di te, me lo ha detto John.-
Che cara ragazza.
-Mi fa piacere…sono contenta che tu stia con George. Sei una ragazza molto bella, e hai un bellissimo carattere. Poi lui è davvero innamorato di te.-
Sento un improvviso calore alle guance: io e George non ne abbiamo mai parlato prima.
-D-dici davvero?-
-Sì, certo! Fidati di me… sto con John dal ’57, e ho visto passare una dopo l’altra tutte le ragazze di George. Ti assicuro che è la prima volta che lo vedo così.-
Wow..
-Allora, vi muovete?- La testa di John spunta dal finestrino.
-Arriviamo!- Risponde Cynthia.
è la prima volta che lo vedo così.
Che belle parole.
George mi prende per mano.
-Pattie, vieni vicino a me?- Mi sussurra.
-Sì…-
Ci sediamo dietro John e Cyn, che cominciano a parlare.
L’aereo decolla, e George mi stringe a sé.
Oh, George!
Appoggio la testa al suo petto e lo guardo negli occhi, sorridendo.
 George. Il mio ragazzo. Quanto è bello….
 
-No, ma quello che mi chiedo è come diamine abbiano fatto a trovarci!-
-Calmati, George.-
-No che non mi calmo, John! Ti rendi conto che i paparazzi ci hanno trovato anche qui? È la prima volta che esco con Pattie da quando è diventata la mia ragazza e loro mi trovano!-
-Appunto per questo, amico!-
Irlanda, qualche giorno dopo la nostra bellissima partenza. Quei bastardi dei paparazzi ci hanno trovato e mi hanno sommerso di fotografie, ora ci seguono ovunque, e io e George non abbiamo un attimo di pace.
E ora lui è da stamattina che gira come un ossesso per la camera d’albergo e sbraita loro contro.
-Hey, George! Ho un’idea…-
Ecco, non so perché mi senta così, ma ho la pessima sensazione che non andrà per niente bene.
-Cynthia, te l’ho mai detto che odio tuo marito?-
Sono, anzi, siamo infagottate in una ridicola divisa da cameriere, e stiamo procedendo di soppiatto verso la lavanderia.
-Mai quanto lo odi io in questo momento, ti assicuro…-
-Via libera?-
Oddio, mi sento Eva Kent. Solo che in questo momento il mio “Diabolik” è bello comodo all’aeroporto.
-Sì. Andiamo!-
Corriamo verso la porta, poi all’improvviso Cynthia slitta a sinistra, e mi trascina con sé dietro alla colonna.
-Perché..?-
-Shhh…- Mi indica un cameriere che ha appena svoltato l’angolo.
Perfetto…ora mi sembra di essere una coppia di ladre.
-Guarda, eccolo lì!- chi?
Ah, lui!
Il fattorino addetto alla lavanderia, che ci sta aiutando.
-Ha aperto la porta, andiamo!- corro nella lavanderia, mentre Cyn mi segue.
Il fattorino chiude la porta.
-Signorina Lennon, signorina Boyd, ci siete?-
-Sì-
-Perfetto, saltate dentro questa cesta.-
Che cosa????? Noi nella cesta dei panni sporchi? Ma siete fumati?
-Cyn… te l’ho mai detto che odio tuo marito?????- ma che schifo!
-Sì, ma ora entra, eh?-
Okay, se proprio devo.
-IIIIIIIIIIIIH, CHE SCHIFO!! UN PAIO DI MUTANDE SUGLI OCCHI!!!-
-Zitta Pattie!-
-IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH, UN CALZINO SPORCO!-
Ah, e poi sono io quella che deve stare zitta, eh?
-Signorine, siete a posto?-
Se questo schifo si può definire “posto”…beh, sì.
-Perfetto…ora porterò la cesta fino all’aeroporto. Okay?-
C’è un’alternativa?
-Cyn, non potevamo metterci un paio di occhiali come i ragazzi?-
-Non farmi parlare, và..che è meglio.-
 
Il portellone si chiude.
-Ehm, Pattie… vuoi ridere?-
Preferirei piangere, ma comunque…
-Cosa c’è?-
-Siamo chiuse dentro all’aereo. Il fattorino si è dimenticato di farci uscire.-
-E QUESTO TU LO CHIAMI RIDERE?????????????????????-
-Sì! Ridere….per non piangere!-
Ah, ecco.
-Possiamo uscire da qui?-
-Suppongo di sì-
Oh, grazie al cielo.
-Bene. E ora come si esce?-
E che ne so, io? È tutto chiuso a chiave.
-Un bell’urlo liberatorio?-
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-
-Signorine, siete qui dentro?-
Ma va?
-Ci dispiace tanto… adesso vi tiriamo fuori.-
Eh, grazie.
Ahh, libere.
Ma dove sono i ragazzi? Ah, eccoli la. Stanno ridendo istericamente.
Perfetto… ci mancava questo.
-Ah, George. Ahahahaha, eccole lì!-
-Ahahaha…hey, come è stato il viaggio dentro alla cesta dei panni sporchi?-
-No, aspetta…e siete rimaste chiuse dentro il portellone? Iihihihihihih-
Bene, oltre al danno, la beffa.
-‘CAZZO RIDETE??????-
_______
 "Lei è il mio genere di ragazza e ci piacciamo molto a vicenda, ma il matrimonio non è nei nostri pensieri. Speriamo di vederci più di ogni altro, quando si può. Non è un peccato avere una ragazza, vero? " [fonti: intervista a George Harrison, 1964]
-George?- -Dimmi Pattie.- -Ora posso dirtelo. Ricordi la prima volta che siamo usciti a cena che ti ho detto che per mia sorella eri “un gran bonazzo dagli occhi neri”?- -Sì- -Beh, tu per me sei sempre stato un gran bonazzo dagli occhi neri!-
_______
 
Zazar90: grazie!! xD io carico il testo come intervento nel mio blog, poi copio il codice HTML… ma viene male perché non tiene conto dello stile di scrittura (o, perlomeno, a me no.) =)
 
Laban: esatto! Il mio lavoro! Brigit è nato come personaggio da odiare!! xD le ho anche dato il nome “inglesizzato” di Brigitte Bardot per renderla più “presuntuosa”!!!
Mmmh, sì Dot non era il massimo…ma i gusti sono gusti, che ti devo dire? =)
 
TheThief_: ecco! Pete Best era brutto!!!!! Grazie, a quanto pare me la sono cavata con la scena del bacio! =) ahahaha…sì, mi sono venuti sul momento… da piccola adoravo Beep Beep e Speedy Gonzales! (adesso capite perché sono così.. u.u) beh, è vero…xD la frase “cinquanta su Paul e una su Ringo” non è mia, l’ha detta Crazy, mi pare, in una conversazione a cinquantamila su messanger… però un fondo di verità c’è, eh? Però Ringo è sempre Ringo!!!
 
Clafi: esatto.. muaahahahah.. te l’ho fatto apposta perché sei interista! xD
Hai ragione, il Duomo è più bello… perdono! =) tua sorella dice che Pete era più carino di PAUL???? o.O
E comunque Paul è Paulitico. Non Paulloso. Insomma, Paul è Paul. (L)
 
The Night Before 1965: chi non lo avrebbe fatto??? Hai ragione… io non so quanto riuscirò a trattenermi se me lo troverò davanti a settembre! A Verona! Al suo concerto! Sto già male adesso!! xD (faccio esercizi per allenare la mia gola agli urli, ehm ehm). Vero che erano teneri???
 
Andry Black: ma grazie! dici??? Wow! Sarebbe un miracolo se ci riuscissi!! XD no, non l’avevi ancora detto..hhihih.. però ti dico grazie lo stesso!! Kiss
 
Martina97: beh, grazie! tranquilla, è normale delirare! =) concordo!! Voglio essere invitata anche io da Paul McCartney!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
Grazie a tutte per i complimenti in Latino!!! =) =)
 
Bacioni,
Marty

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Capitolo 8
*** Ringo&Maureen. Lei? Ah, la mia segretaria! ***


 Ringo&Maureen
Lei? Ah, la mia segretaria!

 
-Signor Starr! Signor Starr!!- si fermi!!!!!
-Sì?- Oh, ce l’ho fatta. Accidenti se sei bello.
-Mi può fare un autografo? Per…favore?- Diamine, ho il fiatone.
-Certo, piccola… il tuo nome?-
-Mary…Maureen. Maureen Cox.- Andiamo bene.. mi ha già visto e non si ricorda neanche come mi chiamo… si vede che non ero così importante per lui.
-Ecco qui… a te.-
Oh, mi ha scritto la sua firma con un sacco di cuoricini attorno al mio nome!! Oh, Richie…
-Grazie…- Che begli occhi blu.. sarebbe bello poterti toccare,  e amare sapendo di essere ricambiata. Peccato che questo non succederà mai.
Santo cielo! Mi sento il suo sguardo addosso… sono così brutta?
Devo andare via!
-Aspetta, Maureen.. posso chiederti una cosa?-
-Sì…-
-Vuoi venire a vederci suonare?- RINGO STARR MI HA CHIESTO DI VENIRE A VEDERLI! DUNQUE GLI INTERESSO ANCHE SE NON VENGO PIU’ QUI CON DOT!!
A proposito, Dot. La mia amica Dot. Quella con la vera di Betty Boop, per intenderci.
Lei e Paul stavano per diventare una famiglia; per l’appunto stavano.
Durante l’ultimo tour dei Beatles ad Amburgo lei era stata ospitata a casa dei McCartney, per ricevere dalle varie zie di Paul un corso accelerato di faccende domestiche pre-matrimonio, e per essere accudita. Si sa, era incinta.
Ma perché uso il passato? Anzi, l’imperfetto? (nella vita ci vuole precisione)…
Beh, quando San Paulie e gli altri sono tornati, lui ha cominciato a distaccarsi sempre di più da Dot, secondo me perché leggeva la “Guida al perfetto marito e/o padre” al contrario; ma, tralasciando, lei si è sentita più sola che mai a meno di un mese dalle nozze.
Sapeva con tutta se stessa che Paul non era pronto per sposarsi, e tantomeno per diventare padre, a vent’anni…purtroppo avevo ragione io, ma sperava che con il figlio Paul avrebbe almeno amato lui.
Aveva perso tutto. L’amore che Paul provava per lei non era intenso come quello che John provava per Cyn, Dot era soltanto una cotta passeggera, e Paul si sentiva in trappola.
Così lei prese una drastica decisione, quella che Paul aveva rifiutato per mantenere vivo il suo onore… abortì.
Dal canto suo il Cavaliere Paul, una volta libero da vincoli matrimoniali, pannolini e anelli, aveva detto basta.
E aveva troncato la relazione con Dorothy. Da allora non ho più sue notizie, ed è per questo che McCartney non mi sta tanto simpatico.
Ma torniamo a noi…
RINGO STARR MI HA CHIESTO DI VENIRE A VEDERLI! DUNQUE GLI INTERESSO ANCHE SE NON VENGO PIU’ QUI CON DOT!!
A proposito, Dot. La mia amica Dot. Quella con la vera di Betty Boop, per intenderci.
Eeeeeeeeh, bossa! Ci siete cascati, eh?
Tranquilli, non soffro di Alzheimer. Sono Maureen, sono un po’ matta, Ringo Starr mi ha appena invitato ad un loro concerto, ma ho ancora una buona memoria.
Dunque…dopo questo monologo lui sta ancora aspettando una risposta.
-Certo che sì!!-
Che bel sorriso… non sei bello come Paul, o interessante come George, o carismatico come John, ma sei simpatico come..come.. beh, come Ringo! Sei un Beatle a tutti gli effetti, e sei dolcissimo. Altro che quel fanfarone  bel bambino di Pete.
-Bene, vieni dentro!-
Ommioddio… MI STA PORGENDO LA MANO!!!
-Hey, guarda un po’ chi c’è…l’amica di Bubbles-
SDENG!
Acc, rumore di un Mi cantino che si rompe.
Beh, anche tu John, lo sai che Paul non l’ha del tutto superata!!
-Mary, giusto?- Ma me lo fai apposta?????? Te l’avrò detto cinquanta volte come mi chiamo!!
-Tecnicamente Maureen- E ora ti strozzo, e ora ti strozzo. Diamine! Ma perché stare in compagnia di quell’uomo equivale ad avere istinti omicidi?
-Giusto, Mary.. bene. Che ci fai qui?-
Giuro che ora ti uccido…
Ringo rispondi al mio posto, o se apro bocca dovrete fare a meno di un chitarrista, fate un po’ voi.
Mi limito ad indicare Ringo, non si sa mai… gli istinti omicidi sono una brutta cosa.
-La ho invitata io.-
Grazie, Richie…
-Oh, oh!! Il piccolo Ringo fa progressi, eh? Guarda Paul, c’è la sua nuova fiamma!!-
-Eh?- Accidenti, che risposta intelligente ed esauriente! Torna a cambiare il Mi cantino, va’!
-Ahahaha, John… non si fa così…- In questo momento bacerei George, ma non lo faccio perché altrimenti sarà Richie ad avere istinti omicidi contro di me.
-Zitto, Georgie. Perché dopo tocca a te.-
-Come scusa?-
-Ma sì, dai… hai mollato la ragazza più bella di Liverpool per la musica!- GEORGE HARRISON HA MOLLATO IRIS CALDWELL???????? Mitico! Oh, ahem.. Richard.
-Beh? Hai qualche problema?-
-Molti, il primo è che sono sposato, comunque…-
-AHI! Oh stupidi!- beh, John…e ringrazia che quello schiaffo multiplo viene da loro tre e non da Cynthia, altrimenti avresti la testa su quel muro, ed il corpo al suo posto originario.
-Emh, Richie… Paul come sta?- tradotto: quel brutto **** ha superato la sua indifferenza per Dot??
Beh, che c’è? L’ho detto che McCartney mi sta antipatico!
-È molto distrutto. D’altronde devi capirlo: a vent’anni stava per diventare padre e marito in una volta sola!-
-Oh, certo. Terribile- Ma fammi il piacere, su!
-Già…non che non amasse Dot, ma di certo non così tanto da sposarla.-
-Oh, capisco.- Sì, sì.. contaci.
-Ma lui è distrutto.-
-Ah, vedo! Uuuh, come è distrutto! Mentre bacia quella ragazza ha le lacrime che gli scendono.-
-Na, sarà il rimorso.- Eh, certo.
-Secondo me è allergico al suo profumo…- Sbotto.
-Cory Sentrop. Frequenta da un bel po’ il Cavern. Scommetto che è contenta che Dot si sia levata dalle scatole- Okay, prima picchio a sangue John e dopo George.
-Hey, Paulie! Da quando è la tua nuova fiamma?-
Lui fa lo sforzo di girarsi verso John.
-Da adesso.- e riprende a baciarla con grande dispiacere di quella pu… lzella adorabile.
Che branca di rimorchiatori.
Richard mi sorride, poi sale sul palco.
Perché?
Ah, già..il concerto! Presa dagli inciucci di McCartney mi ero dimenticata il motivo per cui erano lì.
Ma si può??
John si avvicina al microfono.
-Salve a tutti. Mi sentite? Bene, questa sera…-
-JOHN!! JOOOOOOOOOHN!- Mamma mia, ma sopprimetela!
-Hey, baby. Dopo ti chiamo.-
Idiota… e quella intanto sviene. Mah, vai a capirli ‘sti fan.
-Dicevo, questa sera….-
-TI AMOOOOOOO!!!-
John guarda la fan: ah ah..ci godo!!! È grassa e brutta. E ora come la metti?
Si gira verso Paul e gli chiede di continuare.
Eh, no! Troppo facile così! Uff…
-Johnny diceva che questa sera…-
-PAUUUUUUUUUL!!! PAUL TI AMOOO!!- Cory tira una sberla a quella fan troppo coraggiosa.
Paul fa una faccia schifata, ma non credo fosse rivolta alla fan; penso che fosse per Cory: ahi, ahi, b….ella bambina! Duri ancora poco!!!
-Zitti, Paulie sta parlando!!! *- John indica Paul, ma ottiene solo il risultato di aumentare il volume delle urla.
[*=John lo dice all’apparizione dei Beatles all’”Ed Sullivan Show” di Miami, nel primo tour Americano del ‘64]
-BEATLEEEEEEEEEEEEEES!!!-
-Canteremo una canzone scritta da me e John: Love Me Do!!- Paul parla al vuoto, e per di più in modo veloce. Non ne può più. Ihihihi, come sono perfida…
-ONE, TWO, THREE…-
 
Love, love me do.
You know I love you,
I’ll always be true,
So please,
love me do.

Mentre suona la batteria, Richie mi guarda. Perché? Perché guarda me quando Paul dice “Love me do???”
Perché punta su di me i suoi bellissimi occhi azzurri?
Quegli occhi… oh, mi fanno sciogliere. Ma come posso pensare che tu sia davvero interessato a me? Sono una ragazza qualunque, Richie. Una scouser di Liverpool. Non una cantante, non un attrice. Una ragazza comune.
Love, love me do.
You know I love you,
I’ll always be true,
So please,
love me do.

“Per favore, amami.” Richie, io lo faccio già! Ma tu, tu… mi ami, Richard? Ami me come ti amo io? Sei disposto a dimostrarmelo? Sei disposto a far vedere al mondo intero che “musica” e “successo” non significano avere attrici o fotomodelle per fidanzate?
Someone to love,
Somebody new.
Someone to love,
Someone like you.

“Qualcuno come te”. In fondo anche voi eravate, anzi siete scouser di Liverpool. La vostra origine è qui, le vostre radici rimarranno sempre attraccate al porto, dovunque voi andiate. E allora perché, perché mi guardi? Non sono niente.
Love, love me do.
You know I love you,
I’ll always be true,
So please,
love me do.

La sai una cosa, Richard? Non importa quello che sono. Io sono una scouser, e ti amo. Ma ho le stesse probabilità di una fotomodella o di un attrice, e lo sai perché? Perché sono semplicemente me stessa. Me, ovvero Maureen. Maureen Cox.
Love, love me do.
You know I love you,
I’ll always be true,
So please,
love me do

Già, Maureen Cox. La fan dei Beatles che non sviene durante i vostri concerti. La fan dei Beatles che non sbava dietro a Paul McCartney. La fan dei Beatles che ha saputo guardare al di là del proprio naso. La fan dei Beatles che ti ama, Richie.
Semplicemente me,
Maureen.
L’ultima nota risuona.
I quattro si inchinano, devono lasciare il palco a Rory Storm.
Iris ormai non lo accompagna più. Come Dot, ha perso tutto. Ma non ci scommetterei così tanto; sono sicura che Iris e Paul sarebbero una bella coppia. Chissà… intanto lui è formalmente impegnato da… emh, ehm.. quattro minuti e venticinque secondi con quella tizia, sì… la cosa…Cory!
Oh, ecco i ragazzi.
-Hey, Maureen!-
Miracolo!! John Lennon si è ricordato il mio nome!!!
-Paul!-
Ahi, ahi..ecco Cory. Che puntualità! E ora vediamo quanto dura ancora, eh…
-Ihihih, sentiamo che scusa inventa questa volta…- Ridacchia George.
Scusa? Oh, di bene in meglio.
-Cory.- tono piatto, freddo. Non sembra neanche conoscerla.
Lei lo abbraccia, ma lui non si smuove neanche. Un pezzo di ghiaccio.
Se è così che si comporta, sono felice che con Dot sia durata così tanto!!
Grrr.. TI ODIO PER AVERMELO FATTO DIRE!!!!
Cory smette di abbracciarlo, e si allontana un po’ da lui, guardandolo con le lacrime agli occhi.
-Paul, ma…-
-Cory, che motivo avevi di picchiare quella fan, stasera?-
-Io…-
-Zitta!- Lei abbassa la testa. Povera ragazza.
Grrr… TI ODIO ANCHE PER AVERMI FATTO DIRE QUESTO!!!!
-Non è un comportamento che vorrei che tenessero le mie ragazze….-
Brutto…..LASCIAMI, RICHARD!
Richie mi sta tenendo bloccata per i fianchi.
-Maureen, Maureen, calmati. Vieni con me, andiamo a fare un giro.-
-Oh oh! Ringo e Maureen Starkey… suona bene, no George?-
-Uuuuuh, sì… chissà.-
Ma che due comari. Ci mancavano solo le tazze di the tenute con il mignolo alzato.
-Penso che Giugno sia perfetto per le nozze…-
-Sì, e per il vestito… colori pastello!-
-Ma va!! Meglio solari, porta bene!-
-Pastello. Non capisci niente di moda….- Sbotta George.
Okay. Se ora aggiunge un “cara futura suocera” comincio ad urlare.
E non sono la sola a pensarlo!! Richie ha la bocca spalancata, Paul ha le sopracciglia così sollevate che stanno sparendo sotto la frangia, e Cory sta cercando sull’agenda il numero del manicomio.
O forse si sta appuntando i minuti nei quali è stata con Paul McCartney! Meglio poco che niente, no?
Come sono cattiva…
Dicevamo? Oh, sì… SONO PER MANO CON RICHIE!!! E MI STA PORTANDO FUORI!!! IIIIIIIIIIH!
Ooh, l’uscita di sicurezza del Cavern… come è romantico… o mio Dio, l’ho detto davvero?
Richie mi fa sedere sul muretto di pietra.
-Maureen….- Che dolce, è tutto rosso!
Mi accarezza i capelli….
-Vorrei dirti una cosa…-
-Sì?-
La sua mano cerca la mia e si intrecciano. Richard, come sei tenero!
-Vuoi uscire con me?-
Quattro parole. Che provano che non importa chi sono, importa come sono!
-Sì!- Urlo. Lo urlo a tutti, sì! E chi se ne frega! Richie mi ha chiesto di uscire anche se non sono niente!
Lui sorride, imbarazzato ed innamorato.
-Richard…- Sussurro io, mentre tu sei sempre più vicino.
Mi prendi il viso tra le mani.
Le tue labbra toccano le mie, io socchiudo la bocca…
-Guardali, George! Crescono così in fretta…- John fa finta di asciugarsi le lacrime con un fazzoletto.
-È vero… il nostro piccolo Ritchie…- John e George si abbracciano: che soggetti!
Richard ride, sempre con il viso (troppo) vicino al mio, e poi mi bacia, incurante dei due che se la stanno ridendo a due metri da lui.
Beh, se lo fa Richie… cingo le sue spalle con le mie braccia.
-Hey, e Paul?- domanda improvvisamente la comare numero uno John.
-Era di là con Cory.- Risponde prontamente la comare numero due George.
Boh…entriamo un attimo, non si sente più urlare.
Capisco… Paul la sta baciando! Ma…
-Hey! Non era bionda prima???- la indico con l’indice, guardando scettica Richie.
-Mo?- Mi chiama lui.
-Questa è un’altra.-
CHE?
Spalanco la bocca.
-Lo so…ma ormai ci siamo abituati.
Scruto la ragazza… oh, no! È la fan che prima Cory aveva picchiato! Quella con la maglia con scritto “I LOVE PAUL” sopra!
Santo cielo, mi sembra di essere tornata a Pete Best e agli orridi maglioni.
E dire che sono passate due settimane!!
Bleah…
Paul si accorge della nostra presenza e si degna di mantenere un comportamento civile e adeguato alla situazione…
Ommioddio, sembro la mia prof…
(Ed è tragicamente vero! Sembro la mia prof di italiano!! Qualcuno mi aiuti!! Crisi di identitàààààààààà!! Oh, scusate… andiamo avanti?)
-Ragazzi, lei è Ruth.-
RUTH? MA CHE RAZZA DI….
-..nome bellissimo.-
-Grazie.- Risponde lei.
Dovere…
-Ruth.. come?-
-Oh, Lallemand. Ruth Lallemand.-
Di male in peggio.
Qualcuno si può chiedere perché stasera sono così…beh, semplicemente non mi va come Paul ha trattato Dot, e come tratta quelle tizie dannatamente..innamorate di lui! È pazzesco!
-Oh, Maureen! Ciao! Sei qui da poco?-
Spiacente, ma i Beatles dovranno fare a meno del bassista.
-Se per “qui da poco” intendi l’essere venuta cinque minuti prima del concerto, l’averti visto sbaciucchiare Cory, aver assistito al concerto, averti visto litigare con Cory, essere uscita fuori con Ringo e averti visto sbaciucchiare Ruth…beh allora sì!- Conto le varie situazioni sulle dita.
-CHI È CORY???- Urla Ruth.
Ups… giuro che non l’ho fatto apposta…  
Ruth stampa una cinquina a Paul. Ahi, ha l’aria di aver fatto male.. ehm scusate, piccolo inciso. Dicevo, Ruth stampa una cinquina a Paul e poi se ne va via indignata.
-Fa niente, tanto non mi piaceva…-
Okay. Ora i Beatles dovranno definitivamente fare a meno del bassista.
-Paulie, lo sai che questi due si sbaciucchiavano fuori dal Cavern??-
Maledetta comare George!!
-Oh-oh…davvero?- Paul mi scruta dall’alto in basso.
Che guardi??
-E bravo il piccolo Ringo. Te la sei scelta bella, eh?-
Pussa via! Sciò! Vade retro!! Richie digli qualcosa tu!!!
-Paul, non ci provare. Dico sul serio. Lei è mia-
Lei è mia… Lei è mia… Lei è mia… Lei è mia…Lei è..oh, vabbè..ho finito gli stili in cui scriverlo.
Dolce, caro, piccolo..si fa per dire, hai sei anni più di me… Richie!
È la cosa più bella che tu abbia mai detto!!
Gli rivolgo un sorrisone, e lui ricambia.
-È incredibile! Un giorno nascono, e poi….-
-È già ora di lasciarli andare!!-
-Okay, ora mi sto seriamente preoccupando per la salute mentale di questi due. È tutta la sera che si comportano come due comari!-
Richie ride.
-Chi, loro due?-
Noo, quei due là in fondo! Hey, scusate un attimo…! Ma secondo te???
-Ah, non ti preoccupare. Sono nati così….-
-Ecco, e questo è ancora più preoccupante.-
-Insomma! Io sono appena stato lasciato e voi vi preoccupate per quei due??- Esclama indignato Paul.
John ridacchia. Sembra (e dico sembra) essere tornato in lui.
-Ahahah…Paulie. Ma di che ti preoccupi? Il tempo di arrivare ad Amburgo da Astrid e Stu e vedrai quante ragazze ai tuoi piedi!-
-Intendi dire, quante prostitute ai tuoi piedi, considerato l’alto rango di persone che frequenta i locali dove suoniamo.- Interviene George.
-Tu sta zitto che è meglio, Geo. Ti ricordo che con una di quelle tipe ci hai perso la verginità….- Ribatte John
Ah! Non con Iris??? Complimenti!
-Shhh… che c’è il fratello!- George si guarda dietro, spaventato. Poi tira un sospiro di sollievo.
-Beh, Johnny. Tu ti sei fatto fottere la ragazza da Paul!-
Che cosa??
John tira su il naso, indignato.
-Se parli di Thelma, non è vero. Non me l’ha fottuta, io l’ho lasciata per Cyn e lei è corsa tra le braccia del damerino qui presente!- Indica Paul.
-Eeeh, già… le braccia più belle del West!-
-Hey, Paulie! A parte il fatto che il West è un pochino dalla parte opposta da qui, tu non eri depresso??- George…è un mito. Non conosce neanche i detti!
-Allora…intanto il West è un modo di dire… e poi no! Non più! Mi rifarò ad Amburgo!- Paul incrocia le braccia.
John ridacchia. Sapevo della sua mania di stuzzicarlo, ma devo ammettere che dal vivo è ancora meglio!!
-Quando partirete per Amburgo?- Domando stringendomi a Richie.
Non voglio che mi lasci!!
-Domani.-
È come se il mondo mi stia cadendo addosso.
Domani???
Non puoi lasciarmi, Richie!
-Mo, Mo… stai tranquilla. Ti scriverò spesso, davvero! E poi faremo ritorno tra una settimana!-
Troppo lungo.
E va beh, se me lo chiedi con quegli occhi…
Sorrido.
-Va bene, Richie.-
-Per favore niente sbaciucchiamenti in questo posto!- Esclama Paul.
-Ah! Senti chi parla!- Sbotto.
 
-Mo, abbiamo quasi finito… puoi cominciare ad aspettarmi in macchina? Preferisco che nessuno ti veda uscire con me…-
-Ma certo!-
Locarno, un anno dopo il ritorno da Amburgo.
I quattro sono tornati sconvolti, e ci credo! Hanno saputo dalla famosa Astrid che Stuart è morto da poco per un’emorragia cerebrale. Tra le sue braccia.
Mio Dio, chissà quella povera ragazza!!



John sul momento è quasi svenuto, sembra che con Stu se ne siano andati tutti i suoi amici “post-Beatles”, gli unici di cui sapeva di potersi fidare. Oltre ai Beatles, ovviamente. E poi Stu era il suo migliore amico, e nel primo viaggio ad Amburgo, nel 1960, ciò costò non pochi dissapori tra Paul, Stu e John.
Certo, a John rimangono sempre le sue sorellastre Julia e Jackie, ma non è la stessa cosa.
Paul dal canto suo si è ripreso presto: aveva superato la sua avversione per Stu, e quindi gli è dispiaciuto molto, ma da quanto ho sentito dalle prese in giro di John e George prima del concerto si è consolato presto.
È diventato padre.
Eh, già.. il nostro latin lover ha incontrato una cameriera di un club sulla Grosse Freihiet, Erika Hubers, il cui padre possedeva il club in questione, dove suonavano i Beatles.
Bene, il nostro caro Paul ha cominciato a frequentare Erika; e, dato che non imparerà mai, l’ha messa incinta.
Siccome la famiglia di Erika non era accomodante come Dot, appena lui le ha chiesto di abortire, loro hanno minacciato di fargli causa. Così la bimba è nata, e si chiama Bettina.
[http://archiviostorico.corriere.it/2007/maggio/21/accusa_Bettina_McCartney_mio_padre_co_8_070521003.shtml]
[http://www.tgcom.mediaset.it/gossip/articoli/articolo362686.shtml]
Non vi dico quante gliene ha tirate dietro Brian Epstein!
Poi, qualche settimana dopo, ha cominciato ad uscire con Anita Cochrane, una appena sedicenne, e l’ha messa incinta. Un altro figlio.
Solo che questo è maschio e si chiama Philiph.
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Sono sconvolta. Paul è una bravissima persona, ma ora? Per quanto andrà avanti così?
Da un mese Paul esce con Iris Caldwell, l’ex ragazza di George.
Bah, spero che non metta incinta pure lei, altrimenti lo senti Rory!!!
Mi vedo già i titoli sui giornali: “Rory Storm sfigura Paul McCartney. Perché? Gli ha messo incinta la sorella. Ah”
Beh, magari non proprio così, ma…
Ah, ecco la macchina.
Brr, che freddo fa qui a Locarno… ora chiudo tutto.
Anzi, no…lascio aperto il finestrino, perché tutto chiuso mi da l’idea di soffocare.
E adesso chi è quella?
Sarà una di quelle solite tipe che vogliono l’autografo di Richie e lo viene a chiedere a me… dopotutto alla EMI sono “la sua segretaria”.
La ragazza di avvicina al finestrino.
Oddio, ha un’aria minacciosa…
-Sei tu che esci con Ringo?-
Accidenti! Questa qui mi ha seguito!
-Oh, no, no… non io. È solo un amico di mio fratello.-
-Bugiarda.-
Che cosa?? E allora che me lo chiedi a fare se sai già tutto, saputella?
La mia espressione deve avermi tradita, perché lei continua
-Ti ho appena visto parlare con lui.-
Beh? È illegale parlare con un tipo famoso? Anche io e te stiamo parlando, ma mica stiamo insieme!!
Non rispondo, non so più che dire.
Intanto questa ragazza è sempre più vicina al finestrino, e il suo sguardo mette paura.
Accidenti a me e alla mia mania di tenere il finestrino aperto!
Tirati su, diavolo di un finestrino, presto!!!
La ragazza è vicinissima, ormai…
Tirati suuuuuuuuuuuuu!!
-AAAAAAH!-
La mano della ragazza entra attraverso il finestrino e mi graffia il volto.
Brutta troia!
-BASTARDA!! DEVI SMETTERLA DI USCIRE CON IL MIO RINGO! BRUTTA TROIA CHE NON SEI ALTRO!!!-
Direi che questa pazza isterica ce l’ha con me.
E ora, cosa armeggia?
Oh, MERDA! È un coltello!!
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!! RICHARD! AIUTO! PAUL!! GEORGE! AIUTO!! JOHN!-
La manovella del finestrino! Si è sbloccata!
Tiro su il finestrino, mentre il sangue del graffio mi bagna il labbro e Ringo e John accorrono, seguiti a ruota da Paul e George.
-Bastarda! Che credevi di fare, eh?-
Ringo afferra la ragazza.
-Richie, Richie… calmati. È una ragazza.- John lo trattiene, e lui molla la presa sulla ragazza, che è bloccata da George.
-Stava per uccidere Maureen!- Paul lo afferra per i fianchi poco prima che scappi alla presa di John.
-Tu, vai. Prima che loro decidano di lasciare Ringo. Guai a te se ti ripeschiamo in giro, chiaro?- George minaccia la ragazza, poi allenta la presa e quella corre.
-MAUREEN!- Richie si precipita verso di me, e apre la portiera.
-Mo, Mo!!- mi prende in braccio e mi tira fuori dall’auto.
-Sto bene, Richie. Sto bene.-
Comincio a piangere. Per un attimo ho avuto paura che aprisse la portiera e mi accoltellasse, e di certo l’avrebbe fatto, se non avessi chiuso il finestrino e non fossero arrivati i ragazzi.
-Sta bene?- Domanda John.
-Sì, è solo sconvolta.- Risponde Ringo.
-Tieni, Mo.- Paul mi porge un fazzoletto, mentre Ringo mi asciuga il sangue e George mi tampona il graffio.
Fico! The Beatles’ pronto soccorso! Non fossi così sconvolta scoppierei a ridere.
-Troppe emozioni per oggi, eh, Mo? Ti accompagno a casa.- Dice Richie.
-Aspetta, Ringo. Sei troppo sconvolto per guidare. Vi portiamo a casa noi.- John sale al posto di guida sulla macchina di Richie, davanti con lui Paul, dietro Richie, io in mezzo e George dall’altra parte.
Ragazzi, che nottata!
E che paura!!
 
Maggio ’64, Caraibi!!!!
Eggià… avete letto bene.
Sono qui in vacanza con Richard, Paul e Jane Asher, l’ultima fiamma del nostro latin lover preferito.
Noto con piacere che finalmente, dopo tante avventure (e tanti figli sparsi per il mondo, ma non stiamolo a dire…) Paul ha trovato il coraggio di annunciare alla stampa la sua prima ragazza fissa per più di un anno e mezzo.
Un record!
Comunque ci credo che ha deciso di rendere pubblica la sua relazione con Jane.
Lei è un’attrice. E anche famosa. Però è simpatica, davvero.
Le ho un po’ raccontato le ultime cotte di Paul, e lei si è messa a ridere e ha detto che se lo terrà ben stretto.
Quali ultime cotte? Eheh.. lo volete davvero sapere??
….
….
….
Vabbè, io ve lo dico lo stesso, eh?
Dopo aver troncato la relazione con Iris Caldwell circa tre settimane dopo la mia aggressione, ha cominciato ad uscire con Sandra Cogan, la sorella di Alma Cogan, una recente fiamma di John, con cui sta ancora insieme.
[Nota: Alma Cogan è morta di cancro il 26 Ottobre 1966, all’età di 34 anni. I Beatles le hanno dedicato una foto su un loro album. R.I.P Alma.]
 
  Image and video hosting by TinyPicAlma Cogan, ai tempi della sua relazione con John
Alma Cogan, ultimo anno di vita. La “
Image and video hosting by TinyPicfamosa foto” dedicata dai Beatles.
 
 
Image and video hosting by TinyPicSandra Cogan e Paul.
 
Jane comunque l’ha presa con filosofia, anche perché è stata troppo impegnata a consolare me.
Eh, già. Il caro, dolce e fedele Richie ha avuto una relazione con una tipa di nome Paula Bennet, nel ’63, mentre io ero a Liverpool, lui a spassarsela a Londra.
Ho anche saputo che evitava di farsi vedere dai paparazzi proprio perché altrimenti io sarei venuta a saperlo, e quindi lui non avrebbe più potuto fare il playboy in santa pace.
Ovviamente lo sono venuta a scoprire, e l’ho messo di fronte ad una scelta: o me, o lei.
Ha scelto me, ma ha impiegato mesi a farsi perdonare, fino a quando non ho accettato di venire in vacanza ai Caraibi con lui, Paul e Jane.
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A proposito, vi chiederete come ho fatto io, ragazza diciottenne di Liverpool, che vive ancora con i suoi genitori, ad ottenere il permesso di andare in vacanza ai Caraibi con il mio fidanzato, Paul McCartney e Jane Asher.
Semplice, no?
Per i miei genitori io sono a Londra a casa di Ringo.
Sono un genio, no?
D’altronde qui, tra gite in barca e alberghi è impossibile che venga riconosciuta da qualcuno.
L’unico problema sono i paparazzi, che per fortuna qua non si vedono, ….ad eccezione di quello laggiù, dell’altro sull’albero, e dell’altro in muta da sub.
Merda!
-RINGOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!-
-Mo! Che c’è?-
-COME CHE C’È?  PER I MIEI GENITORI SONO A LONDRA E QUI HANNO GIA’ DUE PRIME PAGINE, CON TUTTE LE FOTO CHE MI HANNO FATTO!!-
-Beh, Mo. Ormai il danno c’è. Mettiamoci in posa, almeno avranno delle bellissime prime pagine!-
Se non ho alternative…
-Che c’è, ragazzi? Ho sentito Mo strillare.- Arriva Jane.
-I paparazzi ci hanno beccato..-
-Paparazzi? Dove???-
Ecco, giusto lui ci mancava.
-Calma la tua mania per un attimo, Paul.-
-Ok.-
-Ora mettiamoci in posa… tanto vale….-
-Dite “cheese”!!-
-CHEESE!!-

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-Mr. Starr! Mr.Starr! chi è questa?-
-Lei? Ah, la mia segretaria….-
 
-MAUREEEEEEEEEEEEEEEEEEEN!!!!-
-Ecco qui. Foto sul giornale uguale punizione perenne. Aaah, bentornata a casa!-
Sospiro ed entro, felice come non mai.
 
***
Hola, belle  zuene!! Avete visto che ho aggiornato presto???
EVVIVA!! Su, su…non è il caso di svenire…xD ^^
Beeene, e ora rispondiamo alle recensioni.
 
Zazar90: eh, dai… non per ingelosire Ringo (e Paul!!) ma George era veramente un bonazzo!! XD
Come si fa?? Beh, è tutta un’idea di John, quindi… u.u
E pensa che è tutto vero!! Roba da pazzi…. Eh, già…l’ha fatto sudare, ma l’importante è che poi si siano mesi insieme!! *.* Baci!!
TheThief_:appunto! Non si può darle torto!! Sono contenta che vi sia piaciuto il capitolo! Guarda, secondo me Pattie e Cyn sono state fin troppo buone… io avrei strozzato John!!
Laban: ahahahah…ma dai, povera Jenny!! xD
Beh, in effetti poi può diventare pesante….=)
Hai visto che ho (più o meno) aggiornato presto anche ora?? Sarà la formula “Dot è brutta”??? XD povera Dot.  Kiss
Martina97: su su…deliri mentali più che capiti..xD *pat pat* ommioddio, avessi voluto anche stare nella biancheria sporca, mi sarei un po’ preoccupata!! Vabbè che George è George, ma c’è un limite a tutto!! XD
Clafi: Heilà, interista!!! =D ti ho già detto l’altra volta la mia opinione su Pete e Paul.. ma la ripeto xD
Ehm, ehm… PAUL È UN FIGO E PETE HA LA FACCIA DA IDIOTA!!!!! Ok, basta…=) hey, per me Paul sarà sempre PAULITICO! Oh! *si atteggia* XD
Andry Black: eh, già… di chi poteva mai essere l’idea??? ^^ grazie, grazie… troppo buona!! XD baci!
Anamita: Wow…sei stata l’unica a notare la battuta della schiena, quella “Ecco, l’ho detto. Rivolta alla sua schiena. Ma non importa, è una schiena affascinante.” *me profondamente offesa perché nessun altro l’ha notato* xD
Sì, povero Georgie…poi però Pattie è arrivata!!!! Grazie! Èil mio carattere che mi spinge a far parlare così i personaggi, ed è una cosa che mi piace da matti, soprattutto nei pensieri delle varie “Beatles’girls”..perchè posso scrivere quello che ho realmente pensato in una determinata situazione!!!! XD XD
FloWeR PoWeR: Grazie! una nuova arrivata!! =) sono contenta che ti abbia appassionato! Allora ti aspetto a recensire questo capitolo!!! Baci e pace anche a te!
 
Bene, ho ringraziato tutti. E posso chiedermi: ma Night dove è finita??? O.o
 
Baci,
Marty

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Capitolo 9
*** John&Cyn. Incinta…?? Sottotitolo: AAAAAAAH! Appendice al sottotitolo: TUMP! ***


John&Cyn
Incinta….??
Sottotitolo: AAAAAAAH!
Appendice al sottotitolo: TUMP!

 
Ancora non ci posso credere… le cose tra me e Lennon sono cambiate.
Cioè, tra me e Lennon! Ovvero me e il teddy boy, me e il mio compagno odioso, me e l’ultimo essere che avrei voluto vicino a me sulla faccia della terra, me e il mio attuale fidanzato.
Sospiro, alzando la testa da quel mattone che è il mio libro di storia dell’arte.
Mi stiracchio e mi alzo dalla sedia; è inutile continuare: sono stanca e non riesco a concentrarmi, in più ho anche un po’ di nausea.
Chi l’avrebbe mai detto che avrei passato la settimana precedente al mio esame finale per la maturità artistica a pensare a John?
Io no di certo. Forse Barb, ma lei sa sempre tutto.
Ora John è ad Amburgo, ma mi ha promesso che tornerà presto. Deve tornare! Questa casa è vuota senza di lui…
Poco prima di trovare questo monolocale e Garmoyle Road, cioè più meno intorno alla fine di marzo, io e Dot siamo andate a trovare i nostri rispettivi fidanzati ad Amburgo; e non posso ancora credere a quante porcherie girino in quei locali. Ma, trattandosi di nightclub, era praticamente ovvio.
La cosa di cui ho più paura adesso è che John si stanchi di me e mi lasci, magari anche per una delle spogliarelliste del Top Ten Club. Già, perché ora che sono “famosi” sono passati a nightclub di alto rango: non suonano più in buchi come il Reeperbahn, il Kaiserkeller o l’Indra Club, ora frequentano il top del top; pieni di spogliarelliste sexy e Preludin a volontà.
Buffo, vero? Meno di sei anni fa avrei sperato che John si imbattesse in qualsiasi esponente di sesso femminile capace di scollarmelo di dosso, ora la sola idea che sia a chilometri da me mi spaventa a morte.
Sei anni. Un bel po’ di tempo.
Durante questi sei anni abbiamo avuto anche noi i nostri momenti di crisi, e le nostre rotture per un po’ di giorni.
Sbadiglio, stendendomi sul letto a pancia in su, e osservando il soffitto della camera che divido con John.
O meglio, che dividerò con John, non appena lui si degnerà di tornare a casa.
C’è stata una volta in cui ha proprio superato il limite: eravamo appena fidanzati, ed eravamo ancora al college. Bei tempi, quelli… io avevo solo diciannove anni, e avevo iniziato a rivalutare quel rumoroso teddy boy che poi si era rivelato il ragazzo più dolce mai conosciuto.
Era sera tardi, e c’era la festa di fine anno scolastico, il 1958. Stuart mi aveva invitato a ballare, e io avevo accettato; ballando con lui diverse canzoni rock, scatenandomi mentre quel buffo ragazzo mi chiamava “cognata Lennon”; o, più semplicemente, Miss Powell, come John.
John era ubriaco, molto ubriaco; e ha sempre odiato ballare, perciò quando era partito il lento, avevo continuato a ballare con Stu. L’avevo fatto altre milioni di volte; la cosa che non potevo sapere, però, era l’effetto che l’alto tasso di alcool nel sangue di John l’avrebbe portato ad una reazione dannatamente esagerata.
Vedendo la sua faccia, e conoscendo il suo stato, Stu si era subito staccato da me; ed io avevo seguito John, che era corso fuori dalla sala infuriato. Pensavo con chi diamine potesse avercela, non mi sembrava di aver fatto cose che avessero potuto irritarlo in quel modo.
Ero corsa nel bagno delle femmine, per recuperarlo prima che potesse fare qualche disastro, singhiozzando e chiamando il suo nome a gran voce; e me lo ero trovato dietro alle spalle.
Neanche il tempo di chiedergli scusa, di domandargli cosa avessi fatto e perché fosse così geloso, lui mi aveva mollato uno schiaffo così forte che mi aveva fatto sbattere la testa contro il muro del bagno, e in seguito perdere conoscenza.
Non ricordo niente di quella sera; solo che il giorno dopo mi sono vegliata in ospedale e che John era vicino a me con un mazzo di fiori.
-Fuori di qui, Lennon. Tra noi è finita.- Lo avevo cacciato, a ragione. Ma non dimenticherò mai la sua espressione delusa e disperata. È stato lì che ho capito quanto in realtà mi amasse, sotto la scorza dura da teddy boy.
Mi alzo a sedere sul letto: il senso di nausea è diventato sempre più forte, e la testa mi gira.
John aveva cercato di farsi perdonare in tutti i modi possibili, e io alla fine avevo ceduto. D’altronde, come si fa a rifiutare un ragazzo che ti segue fino a casa tua e ti lascia sulla porta una canzone dedicata a te con un’enorme rosa rossa appoggiata sul pentagramma?
Immagino che questo sia uno dei vantaggi nell’avere un fidanzato cantante.
E ora sono qui, in un monolocale, a studiare per prendere la maturità artistica e ad aspettare che il mio ragazzo torni dal suo tour ad Amburgo. C’è qualcosa simile alla vita che avevo progettato fin da piccola? No. Ma a me va bene così.
Mi alzo definitivamente dal letto: stavolta mi viene proprio da vomitare. Sarà il caldo, siamo a luglio e c’è un’umidità afosa che ti fa appiccicare i vestiti addosso; quel genere di caldo che ti concede un po’ di pace solamente quando sei in piedi, o altrimenti ti fa attaccare ovunque; dal copriletto alla tovaglia di plastica del tavolo, come se fossero fatti di carta moschicida. Sempre che qualcuno ci si sdrai, sul tavolo.
Mi dirigo stancamente verso il bagno, trascinando i piedi nudi per terra; e cammino verso il lavandino, aprendo l’acqua fredda. Lascio scorrere il flusso sulla mia mano, e con essa i pensieri che mi hanno tormentato meno di cinque minuti prima; e appena l’acqua raggiunge una temperatura gelida mi passo la mano sulle guance pallide.
Sono bollente, ma non mi sento affatto la febbre; mi rifletto nello specchio: le mie guance sono grigiastre, come le nuvole di questa fredda città.
Il senso di nausea diventa sempre più forte, e mi costringe ad abbassarmi verso il gabinetto. Alla fine ho un conato, e vomito nel water.
Perfetto, proprio quello che mi ci voleva a meno di una settimana dall’esame più importante della mia vita!
Io chiamo Barb, ho bisogno di qualcuno che mi conforti.
Mi sdraio stancamente sul letto, e afferro il telefono dal comodino.
-Pronto?-
-Ehi, Barb…sono io!-
-Cyn! Da quanto tempo!!!-
-Eh, già…dovremmo vederci qualche volta.-
-So che stai preparando l’esame…come va?-
-Mmm, abbastanza bene, diciamo. Il tuo?-
-Ma sì, dai…niente di eccezionale ma sono sicura di passarlo… poi tanto ci vediamo lì. Come stai?-
-Eh…ho appena vomitato…-
-Ma dai? Che notizia interessante…-
-Eddai, Barb! Sono seria! Sto male, non riesco quasi più a pensare…-
-Su su, ora mettiti a letto e dormi, okay?-
Una parola….
-John quando torna?-
Non lo so, Barb, non lo so… sento una lacrima scendere lentamente sulla mia guancia destra.
Sei una stupida, Cyn…una stupida innamorata.
-Non so. Presto, spero.-
-Anche io. Ci vediamo, Cyn!-
-Ciao, Barb!-
Ripongo il telefono al suo posto, e mi lascio cadere pesantemente sul letto.
Mi stropiccio gli occhi e spengo la luce: forse Barb ha ragione…domani mattina starò meglio.
Buonanotte papà…buonanotte John!
 

***

Un giorno è passato, due, tre, quattro… e alla fine sono arrivata alla sera prima del mio esame per la maturità artistica.
In questi giorni ho cercato di riposare più ore possibili, e di studiare all’aperto, per scacciare il senso di nausea sempre più frequente.
Le mie guance hanno ripreso colore, e ho un aspetto notevolmente più sano; ma la nausea non accenna a sparire, e io sono preoccupata a morte.
Non tanto per la nausea, quanto perché domani sarà esattamente una settimana di ritardo. Una settimana di ritardo! Mai successo prima. E proprio ora che John è ad Amburgo e mia madre in Canada!!!
La mia solita fortuna!
Io spero tanto che quest’esame vada bene: sono giorni che mi ci preparo, anche se ultimamente passo molto più tempo a fare compagnia al gabinetto che al mio libro. Oddio, ti prego…fa che lo passi!! Ne va della mia vita…
Okay, basta Cyn. È sera, è tardi, domani hai un esame… vai a dormire.
Sono sola, in un appartamento troppo grande per me. Ho continui attacchi di nausea, e frequenti sbalzi d’umore. Non nascondo che vorrei John qui con me.
Sì, John: lui, il mio fidanzato, il teddy boy rumoroso, la persona più dolce che abbia mai conosciuto…lui, John Lennon.
Mi sdraio sul letto, e chiudo gli occhi: domani sarà una giornata faticosa, non stento a crederlo… papà, proteggimi tu!
 

***

L’esame è andato da schifo!
Barb, menomale che ci sei tu! Mi stai accarezzando i capelli, e cerchi di calmare i miei singhiozzi disperati.
È stato un totale disastro!! Il mio pianto aumenta di volume.
-Shh, shh..Cyn.. calma.-
-N..no che n..non mi calmo..B..barb! È sta..to un esame orr…ribile!!-
-Ma no, Cynthia… questo lo pensi tu!-
-N…no, eh? S..sono uscita q..quattro volte, e n..non riuscivo a…a concen…trarmi p..perchè avevo la…nausea. N..non è g..giusto! Io h…ho stud..iato tanto!- Sono disperata. Dopo tutto quello che faccio per mantenermi, curare la casa mia e di John, studiare, gradirei un po’ di riconoscimento! E invece no! Cosa può essere peggio di questo?
-Ma vedrai che è andato tutto bene. Ora vieni, andiamo a casa; devi dormire, hai ancora la nausea e stamattina ti sei svegliata prestissimo.-
Barb, amica mia… come farei senza di te?
Mi accompagni a casa e mi fai stendere sul letto, poi mi tamponi la fronte con un panno bagnato.
È arrivata Dot, voleva sapere come era andato il mio esame; ma ha visto le mie condizioni e ha rinunciato a chiedermelo.
Dormirà con me stanotte; tanto Paul è ad Amburgo con John; e lei vive in un monolocale poco lontano da qui. Un tempo viveva ad una porta dal nostro monolocale, ma ora che lei e Paul si sono lasciati è tornata dalla sua famiglia.

***

La notte è passata; a parte una levataccia alle quattro del mattino per la consueta visitina al gabinetto.
Ormai siamo amici… ho deciso che lo chiamerò Viccì. Che nome originale, vero?
Dot dorme ancora, d’altronde sono le sei e mezza di mattina; ma io giro da mezz’ora per la camera come un’ anima in pena: voglio sapere come è andato quel diamine d’esame!! Aaah, che nervi! Perché la scuola apre alle sette, eh???
Continuo a girare intorno per la stanza, a momenti scavo un buco. Dot apre gli occhi, assonnata.
-Cyn, sarà mezz’ora che giri in tondo. Rilassati! Vuoi mica scavare un fossato attorno al vostro letto?-
-Potrebbe essere un’idea…- Borbotto io, torcendomi le mani mentre continuo imperterrita a girare.
Dot sbuffa, poi solleva il cuscino e se lo preme sopra la faccia: dice che se mi guarda ancora un po’ le viene il mal di mare.
-Come è andata la notte?- Oh, a meraviglia!
Dorothy compie l’immane sforzo di alzarsi a sedere sul letto e mi osserva.
-Bah..consueta visitina a Viccì, niente di particolare.-
Dot mugugna qualcosa di incomprensibile, poi riprende il cuscino e si sdraia sul letto con un tonfo.
Ah, i miei complimenti! Hai la stessa delicatezza dell’uragano Kathrina!
Dot si sposta il cuscino dal viso, e apre un occhio.
-Coraggio Cyn. Smetti di scavare; sono le sei e quaranta, bisogna prepararsi se vuoi essere lì alle sette!-
Io non me lo faccio ripetere due volte: salto furiosamente nella doccia e in meno di due secondi sono di nuovo a girare in tondo.
Dot si alza sbuffando e si prepara in tutta calma.
-Avanti Dot! Usciamo!!!- La tiro per un braccio.
-Un attimo, Cyn! Devo finire di mettermi il cappotto.-
-Te lo metti fuori, dai!!-
Ihihih povera Dot… torturarla mi ha fatto tornare il buonumore. Ci voleva un po’ di compagnia; dopo mesi di silenzio!
In breve siamo alla scuola, alle sette e cinque spaccate.
Cammino titubante verso la soglia della scuola.
-Dot…ho paura!-
-Che cosa? Dopo tutto il casino che hai fatto per arrivare? Ora tu vieni dentro con me e poi io me ne torno a dormire. A casa tua!!-
Mi prende per un braccio e mi trascina davanti ai quadri della mia classe.
Il mio nome, il mio nome… ma dove è quella maledetta “P”??? Dunque dunque dunque… Anderson, Baker… C, D…. ah-ah! Ecco qui: CHE COSA??? NO NON PUO’ ESSERE!!!
Powell Cynthia: BOCCIATA.
-CHE COSA???????? BOCCIATA!!- Scoppio a piangere.
No, non può essere. Non a me. PERCHE’ A ME, EH?
NON E’ GIUSTO, NON ME LO MERITO!!!!
Esco singhiozzando dalla scuola, e Dot mi corre dietro.
-Cyn, Cynthia!! CYN!!-
All’improvviso, mi fermo. Ho il fiatone, il mio cuore batte forte, a ritmo irregolare; la testa mi pulsa, mi ronzano le orecchie e non riesco a sentire più nessun rumore.
Il senso di nausea è sempre più forte… vorrei morire.
John, ti amo.
Poi mi accascio sulla strada, e chiudo gli occhi.
 

***

-…ei sce…ma!!-
Apro gli occhi; tutto intorno a me è bianco. Sono forse morta?
Una tizia con un camice bianco mi attacca una flebo al braccio.
Occhei, direi di no…
Mi alzo a sedere, e mi giro verso Dot che singhiozza disperatamente su una sedia: -Come hai detto, scusa?-
Lei si alza tremando e mi raggiunge; poi mi afferra ed inizia a scuotermi, con le lacrime che scendono copiose giù dalla guance.
-Ho d..etto che s..ei sce…ma!! N…NON..F…ARLO M…MAI PIU’, h…hai ca..pito be..ne?-
Un’infermiera le si avvicina e le asporta gentilmente le braccia dal mio collo ai suoi fianchi, e la rimprovera:     -Signorina! Non con una ragazza nelle sue condizioni!- Io mi massaggio il collo.
-Ecco, Dot! Non con una ragazza nelle mie condizioni!- Poi ci penso un attimo. EHI, CHE DIAMINE DI CONDIZIONI?????
-…CHE COSA??? Che condizioni???-
L’infermiera respira e scuote la testa.
-Lei è incinta, non lo sapeva?-
CHE COSA??? IO INCINTA??? Ma se io e John abbiamo sempre usato i….MERDA! NON LI ABBIAMO MAI USATI!!!!
-A…a…a…- Dot mi passa preoccupata una mano davanti agli occhi.
-Oddio! La stiamo perdendo?-
Io tocco ferro mentre rispondo all’infermiera.
-No…non lo sapevo… in effetti. Ma ahahaha che bello scherzo- Scoppio a ridere forzatamente.
L’infermiera mi guarda con il sopracciglio alzato. Se fosse professionale farmi “pat pat” sulla testa e dirmi “poverina”, lo avrebbe già fatto.
-Non è uno scherzo, eh?-
Lei scuote la testa, e io abbasso il dito, sussurrando: -Merda!-
-E il suo fidanzato?- Io rialzo subito la testa.
-Lo sa sì o no?- Mi domanda ancora, in seguito alla mia faccia stupita.
Diciamo pure ebete…
Zitta vocina, non ora!
Chi lo avrebbe mai pensato?? Tu ingravidata da John Lennon. Sembra un ossimoro!
Maledetta vocina!! Se ti prendo… un momento! Sto minacciando di rincorrere e uccidere la mia testa?? Sto davvero male…
Scivolo lentamente lungo il cuscino.
Sei stata ingravidata da John Lennon, sei stata ingravidata da John Lennon!
-ZITTA!-
L’infermiera mi guarda scioccata, e io mi affretto a riparare il danno.
-No, scusi…stavo parlando con la mia testa.- Eh, beh….in effetti questo aiuta molto..
L’infermiera prende febbrilmente appunti:-Sembra che ci siano stati più danni del previsto…-
Stupida vocina impicciona!!
-Comunque, per quanto riguarda il mio fidanzato, non lo sa. E non so nemmeno quando potrò dirglielo… in questo momento è ad Amburgo.-
Cara Dot, mi sfiori il braccio.
Sento tutta la solidarietà che vuoi comunicarmi; lo sai anche tu che non è facile la nostra vita.
-Oh, Cyn…mi dispiace.-
No, no..Dot, non piangere.
ACCIDENTI! MA PERCHE’ DEVO ESSERE INCINTA E FARLA SOFFRIRE??!??!?
Ancora non le è passato il dolore per il bambino suo e di Paul, per l’avere avuto un aborto spontaneo (e non condizionato, scusate…l’ho appena scoperto…), e per essere stata lasciata da Paul esattamente un anno dopo la sua promessa di matrimonio.
Ha pianto, pianto, pianto. Disperatamente. Tutto il mondo le è crollato addosso; ed è andata a vivere in Canada.
Ora è tornata per le vacanze estive, ma so che ripartirà presto: non vuole vederlo. Non vuole incontrarlo. Non vuole soffrire ancora.
Anche se io so che persino Paul ha sofferto. Lo so, sembra ancora più un ossimoro di quello della mia gravidanza di John Lennon, ma è vero. Le ha detto: “non voglio sposarmi, così anche se ti amo dovremo finirla qui.”
Povera Dot. E se…anche John mi scaricasse così? E se non mi volesse? E se mi abbandonasse come Paul ha fatto con Dot? E se con tutto lo stress accumulato mi viene un aborto spontaneo?
Dot, sempre singhiozzando, alza la testa; e si asciuga le lacrime.
-Ma non importa Cyn. Non importa se dovrò vederlo; se dovrò parlarci, trovar mici faccia a faccia. Non me ne frega niente. Io per te ci sarò sempre; nel bene e nel male, nel caso John lo accetti che nel caso John lo rifiuti. Cambierò i pannolini, preparerò la pappa, ti farò rilassare, perché ti de…vi ril..lass..are.. cap..ito? pen..penserò a tutto io!- Ricomincia a piangere, e anche una lacrima riga il mio volto.
Tremando per lo sforzo, allungo il braccio, e le accarezzo i capelli. –Grazie Dot. Ora basta, eh?-
Cerco di sorridere per farla stare meglio.
-Cyn, oh Cyn…non so come dirtelo…-
DIRMI COSA???
-Cosa?- Maledizione, non farmi agitare!
-L’infermiera ha appena chiamato i ragazzi su ad Amburgo. Stanno tornando indietro!-
-CAZZO!- Urlo. Dot scoppia a ridere.
Ma che ridi? Che ci trovi di tanto divertente????
-Lady Finezza, proprio…-
Ah ah…battutona.
Dot vede il mio sguardo assassino, così smette di ridere.
-Emh, scusa…-
-E John lo sa?-
-Sa cosa?- Che vado a combattere con Xena! Ma secondo te?
-Che mi arruolo in marina….-
-Perché, ti arruoli in marina?-
Mio Dio… i singhiozzi l’hanno resa scema tutta in una volta?
-No Dot… che sono incinta!-
-Ahh, no.. l’infermiera ha detto che devi essere tu a farglielo sapere!-
Ah, gentile! Sbolognare questa responsabilità a me! Ma dico!!!
-Favoloso…-Borbotto io, appoggiandomi al cuscino.
-Ha detto che torneranno domani verso sera; e a quell’ora tu sarai a casa e io ti starò accudendo.-
La abbraccio. –Grazie, Dorothy.-
-Prego, Cynthia.-
Le vere amiche: con loro hai condiviso gli stessi momenti di gioia, panico, dolore; e ne sei sempre uscita con un sorriso. Sono quelle persone che ti fanno apparire ogni cosa meravigliosa, e che ti aiutano quando ne hai bisogno ma non riesci a chiederlo. Quelle che hanno già capito tutto ancora prima che tu glielo dica…
 

***

DRIIIIN!
Il momento della verità è arrivato, coraggio….
Ho paura, ma devo andare ad aprire. Mi alzo dal letto e cammino lentamente e titubante verso la porta.
Ad un certo punto sento provenire dalla cucina un rumore come quello di una mandria di bovini in fuga, e Dot mi si caracolla davanti, aggrappandosi alla maniglia della porta.
-E tu che ci fai qui? FILA A LETTO!- okay, okay… mi arrendo.
Dot abbassa il braccio e apre la porta: io sbircio titubante dalla sala, e vedo che il suo sorriso si è tramutato in una smorfia.
-E tu che ci fai qui, invece?- Quel “tu” è suonato molto minaccioso. Dot ha sputato contro il ragazzo tutto il suo odio.
-Io faccio parte dei Beatles.- Le risponde secco Paul. –E ora fammi entrare.-
Dot si sposta leggermente verso destra, e i Beatles –John, Paul, Ringo e George-, capeggiati da Paul; entrano in casa.
Dot corre verso di me e si getta tra le mie braccia; io la stringo forte. Non mi importa se c’è qui Paul. Anzi, è anche meglio! Così finalmente capirà quanto l’ha fatta soffrire.
-CYN! Amore mio, che ci fai in piedi?- John..amore… stai correndo verso di me: solo adesso mi rendo conto di quanto sei bello e di quanto tu mi sia mancato durante questi due mesi.
Due mesi. È da così tanto che sono incinta?
-John!- Dot si sposta e mi fa vedere i pollici alzati; John mi raggiunge e mi stringe in un abbraccio soffocante.
John, John, John.
John, mi baci, sembri in astinenza; cerchi il contatto con foga e mi accarezzi.
Sento gli altri ridere e fare battutine; ma non me ne frega assolutamente niente.
-Cyn, Cyn…come stai? Ho saputo che sei svenuta…-
-Sì, ero…sotto stress. Avevo appena scoperto di essere stata bocciata all’esame e non ho retto.-
Vedo Paul, Ringo e George avvicinarsi e accarezzarmi i capelli, darmi delle pacche sulle spalle, comunicarmi tutto il loro affetto e la loro comprensione.
John li ferma con una mano.
-Basta così: ora la ragazza ha bisogno del Metodo Lennon.-
Metodo Lennon????
Dot ne sa quanto me, visto che ha alzato le spalle.
-Tu lo sai qual è il Metodo Lennon, Miss Powell?- Diamine quanto sei bello…
-No, in effetti no…-
-Male, molto male…- ah, vediamo se dopo che ti ho detto quello che ti devo dire ti comporti ancora così… per la miseria, Cyn! Un po’ di ottimismo.
-Il Metodo Lennon è questo.- E mi baci, di nuovo. Esattamente come prima: mi stai comunicando tutto il tuo amore. Ma chi l’avrebbe mai detto??
-È anche chiamato Lennon-therapy-
-Lennon-therapy? Ahahahaha- E per la prima volta in quel giorno rido. E tutto questo grazie al mio ragazzo.
Tu ti stringi ancora più a me.
-Ahi, piano!- Esclamo io. Oh, merda! Ma che ho detto?
Dot mi lancia uno sguardo preoccupato. Grazie, lo avevo capito già da sola di aver fatto un casino!!
-Bene, ragazzi… noi andiamo, eh?- George salta su dalla poltrona –a proposito, quando è che ci si era seduto??- e si avvia verso la porta.
-Ciao ragazzi!- Ci saluta Ringo. Io ricambio il saluto con la mano.
-Allora ciao!- Paul si avvia verso la porta; Dot mi strizza l’occhio.
Se conosco bene Paul, in questo momento le sta chiedendo “Ma è incinta?” e lei sta annuendo con la testa.
Sono tornati a parlarsi grazie a me! Voglio un monumento!!
Okay, i monumenti a dopo… John è diventato pallido come un cadavere, ed è seduto sul divano con la testa tra le mani.
-Cyn…non è che hai qualcosa da dirmi?-
Chi, io? Nuoooo…
Abbasso la testa.
-John io….io… sono incinta.-
-John? JOHN????-
Oddio, no! JOHN!!!!! E poi vi chiamano sesso forte????
Corro verso di lui e lo schiaffeggio.
Ah, ok…apri gli occhi.
-Mi hai fatto spaventare..- Brontolo.
-Anche tu…- Sospira lui.
Io lo incenerisco con un’occhiata.
-È inutile che mi guardi così, sai??? Da quanto?-
-Due mesi.- Mi fai cenno di avvicinarmi; la tua mano trema.
Ti batti l’altra mano sulle tue ginocchia, e io mi ci siedo, titubante.
-E… tu… sei rimasta da sola per tutto questo tempo?-
Annuisco.
-Beh, ma c’era Dot.-
-Cyn mi dispiace tanto. Promettimi che non ti stancherai più così.-
Sorrido. Forse per me c’è una speranza! Forse lo vuole tenere!
-Cyn…mi sa che c’è una sola cosa da fare. Dobbiamo sposarci.-
Sposarci?? Io e Lennon?? Io e il mio incubo peggiore per tre anni di liceo? Okay, qui siamo oltre l’ossimoro. Siamo entrati nella pura fantascienza.
-Non mi sembri tanto felice…-
-Oh, no Cyn! Io ti amo, ne sono felicissimo, ma…mi hai preso un po’ di sorpresa…-
Povero John…
Ridacchio, e tu mi guardi storto.
-Povero Johnny….-
-Tu mi distruggerai, Miss Powell….-
Rido. 
-John…- Sussurro avvicinandomi.
Alzi la testa: hai ripreso un po’ di colore; ma sei sempre un po’ sconvolto.
-Lo conosci il metodo Powell?-
Sorridi, beffardo. Ora sì che ti riconosco!
-No… sentiamo, quale è?-
-Questo!- Grido, saltandoti addosso e buttandoti sul divano.
Ridi, e mi guardi, e ridi.
Poi poggi una mano sul mio ventre, e io te la stringo.
-Piano…non vorrei che si facesse male…- Sussurri. Avvicini la bocca al mio orecchio. -..Signora Lennon-
 
 
 

***

 
It’getting better!
Ma ciao!!! Ebbene sì..sono tornata con il nuovo capitolo.
Non mi uccidete per il ritardo!! Aaaaaaaah deponete le armi!! Prometto che il prossimo arriverà un po’ prima.. –se se…-
Evidentemente le formule “Dot è bruttissima” “Ma no era passabile” e “Dot è brutta” non funzionano più… -.-‘’
Dobbiamo trovare qualcos’altro…un rito vodoo, magari… ve ne fate insegnare un paio dalla Ono, così siete a posto…=)
No, seriamente…pensavo di dedicarmi per ora a Cry baby Cry, poi alle altre due storie..o comunque boh, si vedrà… xD (anche perché il prossimo capitolo è una Jane-Paul, perciò mancamento di ispirazione assicurata!! XD XD)
Passiamo alle risposte alle recensioni:
 
Laban: certo!! In confronto a quanto ci ho messo ad aggiornare ora, lo scorso capitolo è arrivato velocemente!! XD (Martina, ciò non ti scusa… vocina tornatene da Cyn!)
Ma no, dai…Maureen non è pettegola, è un’oculata reporter!! XD mmm…tutte balle non direi.. *Laban mi prende per il collo* Okaaay sono tuuuutte balle… :D
In effetti ora che ho letto quel pezzo di biografia mi sono resa conto dell’errore madornale che ho commesso *me inveisce contro le biografie incomplete di Mo’* e certo che Ringo è intelligente, scusa, eh! xD lui si mette in posa!! u.u Ha preso da me! –Se se…Martina sogna..- ma Paul è stupendo sempre, scusa!! <3 <3
Le due comari…xD non li vorrei mai come spettatori..xD xD Certo! George è l’esperto nel campo della moda!! Ma adesso è già prenotato, spiacente… deve consigliarmi il vestito per il matrimonio con suo figlio.. u.u Kiss!
 
Zazar: Hai visto che ce l’ho fatta?? Ma dovete cambiare formula, ragazze…xD
Ma grazie!! e sì, Mo aveva proprio ragione… altro che le solite ochette del Cavern!! Ahahaha e beh, sì..sono un po’ tanto impiccioni XD aspetta che glielo dico: RINGHINO E MO DEVONO POMICIARE IN PACE!!! Hai visto? Gliel’ho detto… xD
 
TheThief_: Grazie, grazie *me si inchina*. Gli autografi il Giovedì…=)  ahahaha e beh, già…le comari pettegole…e chi se non Geo e Johnny??? xD sì sì, infatti…gliel’ho già urlato di lasciarli pomiciare in santa pace! Eh, ma santi numi…un po’ di privacy a ‘sto mondo…xD
Ahahaha ma lo sai che Paul era un playboy!! xD xD una poteva essere bionda un secondo prima e bruna un secondo dopo!! =)
Anche io sto più per i colori pastello, lo ammetto…parteggio per George..muahaha
Io adoro il verde mela, il lilla e l’azzurro polvere. Poi il bianco, il nero, il grigio, il viola e il blu; ma preferisco i colori pastello –sisi-
Ringhino è intelligente e lo abbiamo capito xD e vabbè, dai…dici che vai a Londra e poi sei ai Caraibi?? Mmm…
Comunque sì..povero Stu..e pensa Astrid che se lo è visto morire tra le braccia?? O.o ;(
L’ho già detto, la formula non funziona più..xD alla prossima!!
 
Andy: ahahaha beh, ce lo vedevo proprio Paulie a guardare le due comari e ad alzare le sopracciglia…xD xD e già, chi non vorrebbe due comari così???? =)  Baci!
 
Anamita: grazie, grazie… è bello sapere che le mie battute sono apprezzata!! :D ahahaha, le “commari” sono piaciute a tutti..xD xD davvero è grazie a me che hai cominciato a “rivalutare” Mo’?? wow…^^ sono onorata!!! :D :D
Sì, infatti…come non distrarsi davanti a un George single??? *.* su su..ora basta…non devo tradire Dhani e Paul…xD No no..infatti..io non provo nessunissima avversione per Paul!!!  xD è solo che a volte aveva dei comportamenti un po’ troppo…ecco…superficiali nei confronti delle sue fidanzate… menomale che poi è arrivata Linda che si è fatta rispettare! Sissignore, Linda McCartney alla riscossa!! :D ma ce ne fossero, di uomini così..*.* *.*
E sì, Paul e i paparazzi ormai sono amici…xD xD
Per quanto riguarda la storia dei figli di Paul, è tutto vero… però soltanto Bettina (la figlia della ragazza di Amburgo) ha piantato un casino per far sapere a tutto il mondo che era figlia di Paul McCartney. Che poi io dico: scusa, eh, ma lui ti ha pagato gli alimenti fino al 1966, poi quell’anno ti ha versato sul conto una somma tale che ti ha pagato tutto fino al 2046, in cambio del silenzio di tua madre. Ora dimmi:MA PERCHE’ DIAMINE LO VUOI FAR SAPERE A TUTTI!?!? Bah..ma io non so, guarda… mi fa una rabbia…>.<
Comunque sì sì…l’aggressione a Mo’ Starr è avvenuta realmente!! Povera Maureen…=( chissà che spavento… ma per fortuna c’era Super Ringo..ihih bacio!
 
Clafi: e che ci vuoi fare… Paul resterà sempre un affascinante playboy!!! XD e sì, la gelosia è una brutta bestia…xD però a me quelle ragazze fanno un po’ pena…perché Paul se trovava una ragazza capace di tenergli testa ma di “farsi un po’ da parte” quando era il caso (Linda…ihihih) ci stava tutta la vita, se invece quella era un’ochetta, oppure troppo timida e fragile, o troppo possessiva e sgamata, la lasciava nel giro di due giorni se andava bene.
Io, per esempio, non avrei mai potuto essere la moglie di Paul per tutto il tempo in cui lo è stata Linda. Ho un carattere troppo diverso da quello di Lady Macca, e Paul probabilmente mi avrebbe scaricato subito…xD
Sì, infatti…Ringo non avrebbe mai dovuto tradire Mo!! (che tra l’altro, Ringo non sembra uno di quelli che tradiscono… che amarezza xD) ecco, tienigli il broncio, magari si pente!! XD e no, eh…George è il mio stilista, capito?? È il mio tessssssssssoro xD
Mettetevi tutte d’accordo e andate in massa dalla Ono per farvi dare un sortilegio da scagliarmi…xD magari aggiorno presto!!
Jane come al solito rovina tutto…-SISI-..xD maddai, povera Jane..=) ciaooo ^^
 
Night: eeeeh, visto che romanticona?? xD beh, dai, in fondo è vero…era praticamente l’unica che non sbavava dietro a Paul! (e a George e John)…mmm meglio depennare George… (e a George e John) ecco, ora va meglio! :D
Essì, Paul stava con Sandra Cogan…(bah…non era neanche ‘sta gran roba, preferisco Jane e Linda…-.- ma tralasciamo) eeeh, ‘sti latin lover…xD
Grazie!! Sai, ho notato che la mia storia tocca dei picchi stratosferici con i capitoli di Cyn, poi scende inesorabilmente con quelli di Jane, si rialza con Pattie e poi si abbassa un pochettino con Mo… mmm, ragazze…non è che fate le preferenze, eh???? xD grazie ancora per i complimenti!! Baci!
 
Martina: Sì, Mo era veramente un genio…non per niente è la mia preferita!!! xD
Sì, lei e Ringo erano carini e coccolosi! (come i pinguini di Madagascar…quanto li adoro!! XD) eeeh, le comari hanno riscosso successo!! E Paolino <3..essì, un rubacuori fatto e finito! (senti da che pulpito parte…xD)
George finisce sempre con l’essere quello adorabile…non so come mai…XD XD ma non è che tu sei un po’ di parte??? =) =)
Ecco il capitolo seguente!! (circa due mesi dopo…u.u) bacioni, la tua Lady Gaga!! XD XD
 
Baci,
Marty

 

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Capitolo 10
*** Paul&Jane E quando è troppo è troppo, eh!! ***


Paul&Jane
E quando è troppo è troppo, eh!!

 
Siamo nel 1966, ergo sono esattamente tre anni che sto con Paul McCartney.
Come va? Mah…abbiamo attraversato alti e bassi, come tutte le coppie; ma in questo periodo ce l’ho particolarmente con lui; perché dice di aver bisogno di più affetto da parte mia, visto che non ci sono mai.
Ah, faccia tosta! Come se non sapessi che gli basta schioccare le dita per avere tutto l’affetto che vuole! E che in questi tre anni le ha schioccate un po’ troppo volte.
Ma insomma, cosa sono io?? Un oggetto?
Ebbene, caro il mio McCartney; ecco una notizia di cronaca: ho anche io dei sentimenti! Stupefacente, vero??
Non nego una cosa, però: in questi ultimi anni, nonostante tutto, mi hai dedicato diverse e meravigliose canzoni. Insomma, come dimenticare capolavori come All my Loving, And I love Her, Things we Say Today, che ha scritto quando eravamo in vacanza ai Caraibi con Ringo e Mo’, oppure Every Little Thing, The Night Before, Another Girl…che gentile, in quella canzone avvisa la sua amante che non può continuare a frequentarla perché mi ama… disgraziato… vabbè, dicevo? Oh, sì…e We Can Work it Out, tanto per far conoscere al mondo i nostri problemi sentimentali.
Ma tanto non mi scappi, McCartney. Tu sei mio, e io ti farò vedere chi comanda.
Anzi, tra poco devo incontrarti: stamattina, uscendo dal mio appartamento mi hai detto che stasera, tornato dallo studio, avresti dovuto parlare con me. Bene, sono le sei di sera; e allora? Io ti sto aspettando; Paulie. Come sempre. Come tre anni a questa parte. Sono stufa di dimostrarti il mio amore e di non ricevere niente in cambio. Cosa devo fare con te? Lo vuoi capire che non basta scrivere canzoni struggenti d’amore se poi mi tradisci con la prima fan che passa? Non capisci, Paul, che questa non è una semplice storia? O perlomeno per me? Io ti ho donato me stessa, Paul, perché ti amavo; e ti amo anche adesso. Ti ho donato la mia verginità, perché mi fidavo di te, adesso non più.
Voglio prove, Paul. Prove che per te non sono solo un passatempo.
Perché se mi ami, Paul, hai davvero uno strano modo di dimostrarlo.
Sento la chiave girare nella toppa: okay, Jane, respira. È arrivato il momento. Fatti valere.
-Jane!- Esclami.
-Paul…- Voce piatta, senza alcun’emozione. Sei stupito, e deluso. Mi dispiace, ma scema due volte no.
-Dovevi dirmi qualcosa?-
-Sì…- Mi prendi per la mano e mi porti nella tua stanza, poi chiudi la porta a chiave.
-Allora?- Incrocio le braccia al petto. Diamine, quel ragazzo mi deve dare delle spiegazioni per il suo strano comportamento!
-Jane, dobbiamo parlare della nostra storia…- I miei occhi diventano due fessure.
-Tu non ci sei mai, sei sempre impegnata in qualche tour per il mondo con il teatro oppure stai un anno sul set per uno dei tuoi film. Non puoi starmi così lontano, ho bisogno di te! Per questo ti chiedo di abbandonare la tua carriera di attrice.-
Che cosa???????
-COOOSA?? PAUL, LO SAI BENE CHE NON LO FARO’!-
-NON ALZARE LA VOCE CON ME, JANE!- Stai urlando anche tu, cretino!
Mi mordo la lingua, non voglio peggiorare le cose.
-Non posso farlo, Paul, e tu lo sai…- Sussurro allora, carica di rabbia.
-Io penso che tu non voglia, Jane. Il che è diverso.-
-Ma come ti permetti!! Io ti lascio solo spesso, è vero, ma anche tu fai i tuoi bei tour in giro per il mondo, caro! E io non mi lamento!!!-
-Jane, io sono un cantante.-
-E IO UN’ATTRICE! E ALLORA?-
-Ti ho detto di non alzare la voce con me, Jane.-
Sento la rabbia salire, so di per certo che se non riesco a sfogarla urlando, scoppierò a piangere.
E io non voglio scoppiare a piangere. Non voglio. Sembrerei una debole.
-Paul, io almeno quando sono in giro per il mondo non ti tradisco con il primo fan che trovo.-
Paul socchiude gli occhi.
-Sono un ragazzo, non sono ancora sposato. Posso permettermelo.- Ma che razza di scusa assurda è mai questa?
-Oh, certo! Quindi teoricamente ora potrei uscire di qui e farmi il primo che passa, tanto non sono sposata! Ma ti senti quando parli???- Paul non risponde; so che è al limite della rabbia.
-Paul, io sono un’attrice. È la mia carriera, la mia vita. Tu non puoi permetterti di decidere cosa farmi fare, hai capito?-
-Sei la mia ragazza, Jane.-
-Ciò non ti giustifica! E poi devi smetterla di tradirmi con la prima fan che passa! Io sarei anche un po’ stufa! Hai il coraggio di chiamarlo “amore”, questo????-
-Sì. È amore. Ti ho dedicato diverse canzoni, Jane.-
-Non basta, Paul.-
-Senti Jane, mettiamola così. Abbandona la tua carriera di attrice, così puoi seguirmi nei miei tour e non ti tradirò più.-
-CHE COSA?? HAI BISOGNO DI ME CHE TI CONTROLLO, PER NON TRADIRMI? Sai Paul, esiste un modo molto più semplice, si chiama fedeltà. O amore, se proprio vuoi. Quello strano sentimento che io provo per te ma che tu ignori palesemente.-
-Come osi dirmi che non ti amo?-
-Sono i fatti che lo dimostrano, Paul.-
-Beh, anche tu allora non mi ami. Se mi amassi, lasceresti la tua carriera di attrice.-
Ora basta! La mia mano reagisce da sola, e stampa uno schiaffo sulla guancia di Paul.
-FUORI DI QUI SUBITO, JAMES PAUL McCARTNEY!-
Mi lancia uno sguardo carico d’odio, e esce sbattendo forte la porta.
Mi inginocchio lentamente a terra, tremando.
-Paul, sei uno stronzo!-
Comincio a singhiozzare disperatamente, accovacciata per terra. Come ha potuto farmi questo? Accusarmi di non amarlo, costringermi a lasciare la mia carriera di attrice, la mia vita…
Questo non è amore, Paul.
Continuo a piangere, sempre più forte; non riesco a calmarmi. Sì, perché nonostante tutto lo amo. Lo amo più di me stessa, e non riesco a capacitarmi del fatto che abbiamo litigato. Del fatto che si è rivelato essere una persona orribile. Del fatto che l’ho lasciato, e schiaffeggiato. Del fatto CHE IO LO AMO, MALEDIZIONE!
Ma lui no, o perlomeno non più.
La porta scricchiola, ed una persona entra.
Non so chi sia, ma al momento non mi interessa. Ho perso Paul, ho perso tutto.
-Jane…-
Alzo la testa.
-Peter….-
Mio fratello mi si avvicina, e mi prende in braccio.
-Jane, Jane… calmati. Raccontami, cosa è successo?-
Piango, nascosta nel suo petto; e piano piano racconto tutto, sfogo la mia disperazione e la mia frustrazione, il mio amore per una persona uscita per sempre dalla mia vita.
E Peter mi ascolta, mi accarezza i capelli, mi lascia sfogare, mi da ragione, mi asciuga le lacrime, mi consola.
Come farei senza mio fratello?
 

***

 
Sono passate esattamente due settimane. Due settimane da quella orribile sera. Dalla litigata con Paul, dalla mia rottura con lui.
Ho pianto, e pianto. Sono appena uscita dalla mia disperazione.
Paul non so come stia; e francamente non mi interessa.
Durante questi quindici giorni ha chiamato, più e più volte; ma io non gli ho mai risposto.
Era sempre Peter ad alzare la cornetta, e a rispondergli tutte le volte “Jane non è in casa”.
Non penso che ci abbia creduto; è più furbo di quello che si crede; ma, come ho già detto, non mi interessa.
Con lui ho chiuso.
Accendo la radio, dopo due settimane di silenzio. Non ho nemmeno più guardato la TV, non me la sentivo: sapevo che qualsiasi cosa mi avrebbe ricondotto a lui.
La voce del Dj gracchia qualcosa su un nuovo album, stiamo a sentire:
<< E ora, dal nuovo album dei Beatles, Rubber Soul… >> Ah no, eh!
Spengo la radio.
-Jane, riaccendi quell’affare. Mi interessa.-
Sbuffo, e obbedisco a mio fratello.
Pete se ne va soddisfatto.
<< … singolo “You Won’t See Me, scritto dall’ormai famoso duo Lennon-McCartney. >>
Oddio, dal titolo ho già paura. E se….??
Ma no, non è possibile. Di sicuro si è già dimenticato che esisto.
 
When I call you up                             
Your line's engaged

 

Ma chissà perché! ci sarà un motivo per cui non ti rispondo al telefono, no?? Scava un po’ nel tuo cervellino bacato…
 
I have had enough
So act your age

 
Ah, IO dovrei comportarmi da adulta?? Ma certo, come no! Infatti sono io quella che ti tradisce in giro quando tu non ci sei soltanto perché non sono ancora sposata!!
Ma fammi il piacere, va’…

We have lost the time
That was so hard to find

 
Aaah, non ricomincerai mica con quella storia della mia carriera che ci ruba del tempo, eh??

And I will lose my mind
If  you won't see me
You won't see me

 
Ah, beh, caro mio! Questo è un tuo problema…
 
I don't know why you
Should want to hide

 
Perché voglio nascondermi?? Perché mi fai schifo, James Paul McCartney! Perché non pensavo davvero che potessi arrivare a questo punto, perché pensavo che mi amassi.
Invece non era così. Sono stata solamente una stupida ragazza!

But I can't get through
My hands are tied

 
Cosa c’è da spiegare, Paul? Quello che mi hai detto durante la litigata è stato più che sufficiente.

I won't want to stay
I don't have much to say
But I can't turn away
And you won't see me
You won't see me

 
Non mi importa se non vuoi restare, se vuoi voltarmi le spalle. Io non ne ho colpa.
Io non voglio vivere con un uomo che si comporta così.
E tu lo sai, Paul. Anche se mi mancherai.
 
Time after time
You refuse to even listen


Lo so, Paul. Non ti voglio parlare. Ma mi pare di non avere poi tutti i torti, no?
 
I wouldn't mind
If I knew what I was missing
 
Vuoi dire che tu mi stai chiedendo cosa hai sbagliato soltanto perché poi puoi dire che hai capito perché non ti rispondo al telefono?? E poi così puoi anche lasciarmi perdere?
Mi sbagliavo, Paul. Tu non sei uno stronzo.
Sei un bastardo.
 
Though the days are few
They're filled with tears

 
Lacrime?? Ma mie o tue, Paul? Perché mi sembra molto strano che tu pianga.
Per me poi, per quella che tradisci così facilmente. Eppure il tuo tono è triste. Semplice coincidenza?

And since I lost you
It feels like years

 
Oddio… non puoi dirmi questo, Paul. No, non puoi. Eppure, mi sembri così dispiaciuto; così triste.
Ma quindi ti dispiace.
Yes, it seems so long
Girl, since you've been gone

 
Sento le lacrime calde scendermi sulla guance. Jane, Jane…ti stai facendo di nuovo incastrare, lo sai?
È soltanto un’altra delle sue canzoncine romantiche, niente di che.
“Sembra tanto che te ne sei andata…” oh Paul! Perché mi fai questo? Perché mi fai soffrire e non appena smetto di pensarti tu ritorni?
 
And I just can't go on
If you won't see me
You won't see me

 
Lo sai che per me sei come una droga, che in fondo io non smetterò mai di amarti, qualunque cosa succeda.
Perché ora ti ripresenti trionfante nella mia vita?
Dici che non puoi più andare avanti se io non ti voglio vedere: non avresti dovuto pensarci un po’ prima?
Sì, Paul…puoi anche arrabbiarti; ma io non dimentico così facilmente.
 
Time after time
You refuse to even listen
I wouldn't mind
If I knew what I was missing

 
Chi mi garantisce che, non appena abbiamo fatto pace, tu non corra da una delle tue amanti?
Sei così volubile, James Paul McCartney; eppure così fragile.
Basta levare qualcosa dal muro della tua vita e crolla tutto, inesorabilmente.
La mia domanda è: ma tieni davvero a me o è solo una cosa passeggera?
 
Though the days are few
They're filled with tears
And since I lost you
It feels like years
Yes, it seems so long
Girl, since you've been gone


Mi prometti che se facciamo pace qualcosa cambierà?
Mi prometti questo, Paul?
Mi prometti che se corro da te tu mi amerai seriamente?
Perché io ti ho donato me stessa, ti ho amato… e ti amo ancora adesso.
 
And I just can't go on
If  you won't see me


 
L’ho detto, non ce la faccio a starti lontano.
Lo so, sono una stupida: avevo promesso che non ci sarei più cascata, eppure l’ho fatto.
Cambierà qualcosa fra di noi?
Ma io ti ho perdonato, Paul.
Correrò da te, di nuovo.
Perché io ti amo, e forse ho capito che mi ami anche tu.
 
You won't see me
Oooh, oooh…
 
 
Peter rientra in camera mia; e mi vede piangere, ma con un sorriso sulle labbra.
-Beh, dai… dopo questo non puoi non perdonarlo!-
Rido, e gli tiro un pugno sulla spalla.
Sempre il solito!!
Ma ora non c’è tempo da perdere: prendo il giaccone e corro giù per le scale; non mi importa se calzo degli improponibili tacchi a spillo.
Paul, Paul, Paul… so già dove trovarti, sono sicura che sarai lì: alla panchina del Royal Albert Hall, dove ci siamo baciati la prima volta. Lo so, lo sento.
Corro, i tacchi mi fanno male, ma non accenno a fermarmi.
E alla fine, ti vedo.
Sei seduto sulla panchina, e sei girato di schiena.
La tua mano sfiora lentamente il tronco del vecchio albero lì vicino: il nostro albero. I nostri ricordi.
Sono a pochi metri da te, ma non riesco più ad aspettare.
-PAUL!!-
Ti giri, mi vedi correre verso di te, e un bellissimo sorriso illumina il tuo volto.
Ti alzi dalla panchina.
-JANE!-
Io mi butto tra le tue braccia, e tu mi stringi. Forte. Non mi avevi mai abbracciato così.
-Jane…Jane…Jane.- Sussurri il mio nome.
-Sono qui, Paul.. sono qui.-
-Perdonami… ho sbagliato.-
-Abbiamo sbagliato tutti e due, Paul. Ma ti ho già perdonato.-
Sorridi. E mi baci.
Mi sei mancato; queste due settimane avevano spento il mio desiderio di toccarti, e di baciarti.
Ma ora mi sento come se mi avessi risvegliato da un lungo sonno, e ricambio il bacio.
Ti desidero Paul.
Anzi, no… ti amo Paul.
Mi guardi negli occhi.
-Ti amo, Jane…-

***

Sì, io e Paul abbiamo fatto pace.
Ora sono alla mia scuola di teatro, la Bristolold Vic, e Paul mi ha promesso che mi verrà a prendere.
Mancano pochi minuti alla fine; non vedo l’ora di poterlo rivedere!!
Chissà cosa sta facendo, in questo momento…
POV. PAUL
Sto aspettando Jane, alla fine abbiamo fatto pace. In fondo non voglio che lei molli la sua carriera di attrice, è troppo brava! E poi, in effetti, sarebbe come se lei pretendesse di farmi lasciare i Beatles..: assolutamente improponibile!!!
Però le ho promesso che non faremo più concerti; e in effetti è un’idea che girava già da un bel po’ all’interno del gruppo. Infatti, detto fatto: il nostro ultimo concerto è stato compiuto, al Candlestick Park. Un po’ mi è dispiaciuto, lo ammetto, ma almeno avremo più tempo da dedicare alle nostre ragazze, e alle canzoni. E, soprattutto, niente più fan urlanti: ultimamente il fenomeno della “Beatlemania” era diventato un po’ troppo stressante.
A proposito di nuove canzoni… ho un motivetto che mi gira in testa da un pezzo, ormai…e ho anche già deciso di cosa parlerà: di un certo Padre McKenzie, e di una donna, Eleanor. Il nome lo devo tutto a Eleanor Bron, la nostra co-star “Amhe” nel film HELP!. Che donna grandiosa!
Però, questa “Eleanor” deve assolutamente avere un cognome; infatti sono giorni che osservo qualsiasi cosa che possa darmi un’ispirazione: un nome, una ditta, un discorso detto da quel mattacchione di Ringo; ma niente. Nemmeno le perle di saggezza di Richie funzionano.
Uffa…
Hey, e quello cosa è?? 'Rigby & Evans Ltd, Wine & Spirit Shippers'…oh,oh…
-Eleanor Rigby pick up the rise in the church were a wedding has been…-
 
Paul McCartney si alzò dalla panchina, soddisfatto.
E fu così che nacque una delle più belle canzoni dei Beatles.

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***

Ma ciao ragazze! O mio Dio, ho aggiornato presto. Ditemi la verità, siete andate a farvi dare un rito vodoo dalla Ono????
Prima di rispondere alle recensioni vorrei dirvi che ho messo tutta la mia forza di volontà per non commentare la frase di Jane “Paul, io sono un’attrice. È la mia carriera, la mia vita.”  Volevo scrivere “sai che roba…ora decora torte!!!” xD xD povera Jane.
Vabbè, lasciamo da parte i miei scleri mentali e rispondiamo alle recensioni:
 
Thief: naaa, non si è dispersa, non potrei mai abbandonare questa storia!! =) =)
Eh, sì..povera Cyn… ma con tutti i problemi che aveva sarebbe stato un miracolo che fosse riuscita a passare l’esame! Ma forse è meglio che sia stata bocciata… te la immagini una Cynthia insegnante?? Mmm, io no…
Eh beh, dai…la Lennon-therapy!! XD peccato che non ci sia anche la McCartney-therapy… ora la invento u.u
Ah, Michelangelo! Ecco perché ho aggiornato presto!! È il rito del coniglio!!!! XD XD ok, basta..altrimenti mi rimbambisco anche io e basta già lo zio Paulie… baci!
 
Manuuu: (uuuuuu…no, sono finite le “u”…acc xD) ma grazie!! ahahah Vocina for President!! xD  sì, infatti…ci manca giusto il Lucano!! XD XD
Mi fai da Musa?? Ehi, ma così mi rubi il lavoro!!! :D :D baci
 
Zazar: grazie Zazy!! Anche i tuoi capitoli sono bellissimi!!!
Hai ragione… che donna che era (ed è tutt’ora!!) Cyn! Eh, vedi? Sono tornate le vocine!! xD xD  sì, infatti..diciamo che la sorte ricomincia a girare dalla parte giusta!! E nascerà Jude, e nascerà Jude… *canticchia* l’umorismo inglese? Wooooooooow…*.* ma grazie!! è un complimento graditissimo!!! John versione romantico non te lo aspettavi, eh? Eh? Eh? *da le gomitate a Zazar* baciiiiiiiiiiiiiiiii
 
xSakuChanx: innanzi tutto devo trovarti un soprannome…mmm… xD ci vorrebbe Laban..=) =) 
Grazie!! ahahah tu saresti svenuta? Eh, ti capisco…John mica era da buttare via!!! :D
Baci
 
Andry: Vedi? Vocina for President!!! XD XD eeeh, se lo sta chiedendo mezzo mondo (mah, facciamo anche tutto).. JOHN! COME HAI POTUTO LASCIARE CYN PER LA ONO???
Bah.. ahaha vuoi anche tu la Lennon-therapy? Eh, provvederò.. xD John! Subito da Andry, fila!!! xD poi fammi sapere!! =)  ahaha grazie! davvero sei già scoppiata a ridere al titolo??? Wow…:D bacioni…
 
Night: Più che altro su Wikipedia non c’è mai niente… -.-‘  hai le nausee a causa di John? Uuuh, ma allora è una cosa seria!!! *stringe la mano a John*… ignorami xD comincio a cioccare… (trad. a sclerare… in dialetto zeneize, perché io sono la gabibba, vero Zazar??? XD) bacioni!!!
 
Baci,
la Gabibba Marty

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Capitolo 11
*** George&Pattie. Do you want to know a secret? ***


George&Pattie
Do you want to know a secret?

 
Dopo la nostra disastrosa vacanza in Irlanda, siamo andati a Wakiki, nelle Hawaii.
E ora, 23 maggio 1964, siamo a Los Angeles, sotto grande richiesta di George.
Della serie: per sfuggire ai paparazzi rifugiati nella metropoli più grande della California…
È il nostro ultimo giorno qui, dobbiamo tornare; anche Paul, Jane, Ringo e Maureen saranno ormai a Londra, e tocca a noi e ai Lennon.
Peccato, in fondo non mi dispiaceva stare a Los Angeles, se non fosse che la privacy è pari a zero.
Sospiro, salutando il solito paparazzo che da tre giorni staziona sul nostro balcone. Avrà già scattato tre rullini di foto… bah.
George stranamente sembra tranquillo… certo non è lui quello che doveva rimanere nascosto dalle grinfie dei paparazzi, e di conseguenza delle fan. Se qualcuno scopre che sto con George Harrison, ammazzano me, mica lui! Furbo, il signorino.
-Pattie? Vieni amore…dobbiamo andare!- George mi porge la mano, e io la prendo; trascinandomi dietro la valigia.
Osservo George, e rido.
-Ahah Geo!! Ma cosa ti sei messo?-
-Sono in incognito, baby!- George sorride da sotto i suoi occhiali da sole e dal suo cappellino giallo con visiera. Più che in incognito, sembrava appena uscito dal mattatoio.
-Tieni, non devono vederti.- Mi cala un cappello simile al suo ma color verde evidenziatore sugli occhi.
-Che?? Ma sei scemo?-
-No. Non ti riconosceranno, vedrai!-
-Lo spero…- Borbotto, scendendo le scale.
Tu e le tue stupide idee! Anzi, tu e I TUOI STUPIDI CAPPELLINI!!
-Dai, amore, stai benissimo!- Grr…
-Oh oh…-
CHE COSA?? No no, cosa vuole dire quel “oh oh”?
-Oh oh…COSA???-
-Emh, Pattie…ci hanno trovato i paparazzi!!-
NO! MA NON È POSSIBILE!!
COSA SI DEVE FARE PER PASSARE UNA VACANZA TRANQUILLA, EH??
A mali estremi…
-Pattie, cosa fai?-
-Mi levo il cappello…- Lo tolgo e lo lancio tra la folla.
I paparazzi smettono di litigare tra loro, e si girano verso di noi.
-Beh, complimenti, Pattie. Se volevi un modo per passare inosservata, lasciati dire che faceva proprio pena!-
Mai quanto i tuoi cappellini, caro…
-MR. HARRISON, MR. HARRISON!- Urlò un paparazzo.
-CHI È LA BIONDA?- Rincarò la dose un altro.
-Hey, signorina! Si giri!-
Massì, dai…tanto, ormai…
I flash delle macchine fotografiche ci accecano, i rumori rimbombano nella sala troppo piccola.
-Hey, mr. Harrison! Ci dice come si chiama la sua ragazza?-
-È carina!-
-Signorina, signorina, posa per noi?- Chiede uno. Menomale che qua non mi conoscono…
-Ci credo che è carina…lei è Pattie Boyd, la modella!-
Merda…
-SIGNORINA BOYD, LA PREGO! UNA FOTO CON IL SUO RAGAZZO!!-
Mi volto verso George, esasperata.
Ma cosa diamine hai da fissarmi, eh?? Come se non mi fossi accorta che stai ridendo!
Sotto gli occhiali da sole, i suoi occhi neri fanno capire che mi sta allegramente prendendo per il sedere.
La bocca sottile è piegata in un sorriso beffardo.
-George! Mi dai una mano, magari??-
Lui mi continua a fissare, calmo.
Aaah! Giuro che se non la smette esplodo!
Con un ringhio abbastanza sottovoce giro i tacchi e mi dirigo verso l’uscita, pronta a farmi largo tra flash e fotografi.
NO! Dai, George! Smettila!! Lasciami!!!
George mi trattiene per la camicia.
Grr ora giuro che gli mollo uno schiaffo!
No, Pattie, controllati. Sei in pubblico, con cinquanta fotografi.
Meditiamo… ooooooooooohm ooooooooooooohm
Okay, sto più o meno bene.
George si mette davanti al microfono per le conferenze e allarga le braccia, chiedendo il silenzio: l’intera sala si zittisce.
Ah! Manco fosse il Presidente!
-Gentili signori…permettetemi di presentarvi la mia sorellina di 29 anni, il mio accompagnatore.-
Che?? Pff… ma si aspetta che se la bevano??
1)      Sanno chi sono
2)      Si vede benissimo che sono più piccola di te
3)      Non ci assomigliamo per niente.
Insomma, per crederci dovrebbero essere proprio dei dementi cronici!
Tutti i paparazzi sono ammutoliti, e ci guardano, come per cercare qualche parentela.
Okaaaay, rettifico. SONO dei dementi cronici.
Almeno l’abbiamo scampata!
George mi prende per mano e mi trascina fuori dall’hotel.
-Aspetta, George… c’è ancora una cosa che voglio fare.-
Lui smette di trascinarmi e mi guarda.
Io gli tiro un ceffone.
 

-Pattie, amore?-
-Dimmi, Geo…- Non alzo nemmeno lo sguardo dal tavolo, tanto sono assorta dalle mie lettere.
Da quando siamo tornati a Londra, visto che le foto mie e di George a Los Angeles sono state scoperte da persone più furbe di quei giornalisti, ho iniziato a scrivere una rubrica per sedici riviste, chiamata “Lettera di Pattie da Londra”.
Molte lettere che ricevo sono intimidatorie, ma la maggior parte delle ragazze per fortuna mi chiede consigli su cosmetici  o vestiti, e io sono felice di dar loro una mano.
-Visto… ehm, il tuo rapporto non proprio brillante con le fan…- La mia mano scatta in fretta verso il mio braccio, poco sotto al gomito, dove qualche settimana fa vi era un enorme livido blu. Un riflesso incondizionato.
Fulmino George con lo sguardo.
-Okay, diciamo pure pessimo con le fan…-
Vedo la sua bocca muoversi, ma non sento alcun suono; ormai la mia mente è proiettata altrove, fino a qualche settimana fa, al mio fatidico ritorno a Londra, a quando ancora potevo uscire di casa:
 
-Geo…è normale che ci siano tutte quelle ragazze davanti a casa tua?-
Lo vedo sorridere, mentre guida.
-Beh, amore…saranno mie fan… non ti preoccupare.-
-ECCOLI!! SONO TORNATI!!-
-GEORGEEEEEEE!!!-
-AMORE SPOSAMI!!!-
-TI AMOOOOOOOOOOOO!-
Grrr… e il bello è che sorridi sentendo i loro deliri. Ti piace, eh?? AMMETTILO!
Stringo forte il bordo del mio giaccone.
Sento una mano sulla mia.
-Pattie, amore…non essere così gelosa. Io amo solo te, davvero.-
Sicuro???
Lui vede il mio sguardo, e sorride.
-Davvero…-
E va bene, ci credo…
-Dai, amore…tieni le chiavi. Ora scendo, firmo qualche autografo, e poi ti raggiungo dentro, okay?-
Prendo le chiavi.
-Okay…-
George mi bacia in fretta sulle labbra e scende, subito sommerso dalle fan.
Bah…stupide ochette…
Apro la portiera e scendo anche io, aggiustandomi il cappello sulla testa e infilandomi gli occhiali da sole.
-Guardate, è Pattie Boyd!!!- Urla una fan, indicandomi con il dito.
MA IO TE LO SPEZZO, QUEL DANNATISSIMO DITINO!!
Oh-oh…merdaaaaa!!
Un branco di fan comincia ad inseguirmi, e dalle loro espressioni si intuisce perfettamente che non mi amano per niente.
-Lascia stare il nostroGeorge!- Grida una, la più temeraria.
Il nostro George?? Oddio, ma quelle sono matte!!!
Mi faccio largo tra gruppi di fan che mi graffiano e mi tirano calci, e arrivo finalmente alla porta di casa.
Chiavi, chiavi…dove diamine le ho messe?? Le avevo in mano poco fa!!
Frugo nella tasca del giaccone.
ECCOLE!
Avvicino le chiavi alla serratura, ma mi trema la mano e dopo qualche tentativo le chiavi cadono a terra.
Mi accuccio per prenderle.
Oh, porca miseria!! I fan sono sempre più vicini!! Aiuto, George!! Dove sei?
Afferro le chiavi, ma il gruppo di fan mi circonda e non riesco più ad alzarmi. Me le sento addosso, mi stanno prendendo a calci, urlano frasi senza senso,  cercano di strapparmi via il cappello.
D’istinto mi copro il viso con le braccia, è l’unica cosa da fare.
Un dolore acuto poco sotto al gomito mi costringe ad abbassarle: una fan mi ha tirato un pugno nel nervo, e non riesco più a muovere le articolazioni.
Oddio, è finita…
Chiudo gli occhi.
Ad un certo punto sento l’aria fredda pungermi il viso, e il senso di oppressione svanire: George si è aperto un varco tra le centinaia di fan, e anche se non sento più niente, capisco che sta urlando loro contro. Non l’avevo mai visto così arrabbiato.
George mi prende in braccio e spinge via le fan che cercano di abbracciarlo, poi recupera le chiavi ed apre la porta, sbattendola in faccia a quelle pericolose ragazze.
Mi posa sul divano.
-Pattie!! Pattie…scusami tanto…prometto che non ti accadrà più niente di brutto…NIENTE!-
-Non fa niente, George…mi hai salvato.- Mi alzo a sedere sui cuscini, seppur con qualche difficoltà.
-Quelle fan non la passeranno liscia…- Mi accarezzi, e mi guardi. Sei davvero dispiaciuto. Io ti sorrido: non voglio che tu stia in pena per me!!
Alzo una mano per accarezzarti il viso, e tu mi afferri il gomito.
-Pattie, e questo?- Indichi il livido.
-Non è niente…- Ritraggo il braccio, e vedo la tua espressione contrariata.
Allora rido e ti bacio.
La nostra giornata finisce così: io e te, insieme.
Il giorno dopo sto già meglio, mi sveglio e sul cuscino di George trovo un biglietto:
Amore, sono in studio. Vedi di non cacciarti nei guai!
Ti amo,
George.
Sì, sarà una bellissima giornata, ne sono sicura.
Mi vesto in fretta e controllo fuori: nessuna fan, solo un’innocua ragazza che passeggia di qua. Non sembra pericolosa, e poi non ce la faccio a stare in casa tutto il tempo. Io esco!
Apro la porta, esco, e la chiudo a chiave con doppia mandata.
La ragazza è sempre lì, ma questa volta mi guarda.
Sarà stupita del fatto che esca dalla casa di George…
Alzo le spalle e muovo i primi passi fuori dal cancello. In un momento lei è dietro di me.
-BASTARDA!- Mi tira un calcio. Io mi giro per difendermi e lei mi sputa in faccia.
-TI UCCIDO SE NON LASCI GEORGE, CAPITO? TI UCCIDO!!-
Mi tira un pugno in pancia, e uno sul volto.
Cado a terra, incapace di difendermi. Non posso attaccare una ragazza! Nemmeno se per legittima difesa. In questo modo denuncerebbero me in quanto persona famosa, invece che lei.
Perché ai giornali non importano i fatti. Importano gli scandali.
Però posso spingerla via… le metto le mani sul ventre e spingo con tutte le mie forze; lei cade a terra e si rialza quasi subito, scoccandomi un occhiata carica d’odio.
-Ti ucciderò prima o poi. Appena sarai sola.-
Ma io SONO sola! Che sei, orba??
-PATTIE!!- Ommioddio, non sono sola!
-CYNTHIA!! CYN!-
Cynthia corre verso di me, tenendo per mano il piccolo Julian, un anno e mezzo.
-Pattie, Pattie…ma che ti hanno fatto?- Sospira, toccandomi il labbro spaccato. –È difficile essere la ragazza di un Beatle…- Riprende poi, aiutandomi ad alzarmi.
Sì, me ne sono accorta…
Le rispondo con un mugugno.
-Dai, vieni…torniamo a casa che ti disinfetto.-
Io apro di malavoglia la porta, e faccio entrare Cyn e Julian.
Ma perché a loro va tutto bene e a me no? Cynthia è la moglie di uno dei Beatles…perché non è mai stata picchiata??
Con questo non voglio dire che debba essere perseguitata anche lei, ma la invidio.
-Pattie…dove è il pronto soccorso?-
Ci penso un attimo. Dove può averlo messo George??
-Non ne ho idea…prova a vedere nell’armadietto del bagno.- Cynthia si dirige verso il bagno.
-Ciao, piccolo!- So di non essere esattamente presentabile, ma non posso non salutare Julian.
-Z..zia..- Mi ha chiamato zia??
-Ma tu sei la moglie di George?- Arrossisco, ne sono certa.
Oh, piccolino…vorrei tanto…
-No, Jules…- Sorrido e gli scompiglio i capelli. Prima che mi possa chiedere qualcos’altro, Cynthia è di ritorno con il pronto soccorso.
-Ah, vieni qui, Pattie.- Posa la cassetta sul tavolo, e io mi siedo di fronte a lei.
-Ora…- Comincia, tamponandomi il labbro.
-Sono certa che tu voglia sapere perché non sono presa di mira, vero?-
La guardo negli occhi, incuriosita. Ma voglio anche capire se è arrabbiata per la mia muta domanda.
-Tranquilla, è una domanda più che lecita.- Posa il cotone idrofilo, e prende un cerotto. –Vedi, io non so esattamente perché… ma le fan mirispettano. Penso che sia perché sto con John da otto anni, ormai, e siamo sposati da due, con un figlio di un anno e mezzo. Credo che siano rassegnate, o forse no…-
-Forse…sanno che bella persona sei…-Sussurro. Lei sorride, ma non risponde.
-Ecco qui. Impacchettata a regola d’arte!- Ride. Mi guardo allo specchio: beh, in effetti è vero…ho talmente tanti cerotti che sembro impacchettata.
E vabbè…
Quella sera non dico niente a George, e nemmeno per tutta la settimana che segue.
Soltanto otto giorni dopo trovo il tempo di dirgli che una fan mi picchia e mi minaccia di morte tutte le volte che esco. E che ha radunato un bel gruppetto di seguaci ugualmente assatanate.
-COSA TI HANNO FATTO??- Urla, poi si dirige come una furia verso la porta, io lo trattengo per la giacca.
-Ti prego, non fare loro del male. Non metterti nei guai. Sono solo ragazze!- George si irrigidisce, poi poggia una mano sullo stipite della porta, e la chiude lentamente a pugno.
-Non farò loro del male, Pattie. Le costringerò a smetterla.-
George esce dalla porta, ed un coro di “ooooooh” si leva dalla folla femminile, seguito da qualche svenimento.
Ah, ma io a tirarle su dal selciato non ci penso proprio!
Per evitare di essere inseguita ancora e di rovinare il bel discorso di George, torno in casa, e spio dalla finestra della camera da letto, al secondo piano.
-Sentite, ascoltatemi bene…-
-GEOOOOOOORGE!- Grida una.
-Non mi va come trattate Pattie, la mia ragazza.-
-GEORGE TI AMOOO!!-
-Non avete alcun diritto di odiarla solamente perché è la mia fidanzata, avete capito??-
-GEORGE SEI MIOOOOOOO!!-
-Perciò ora lasciatela in pace! Per questa volta sono clemente, la prossima non so se sarò altrettanto calmo.-
Una fan alza la mano, guardandolo negli occhi.
-Sì?-
-Lo sai che sei bellissimo?-
-Fanculo tutti…- George rientra in casa sbattendo la porta.
-SPARITE!- Si sente poco dopo.
 
-Pattie? Amore, ma mi stai ascoltando?- George mi fissa davanti a me.
Oh-oh…persa nei miei ricordi non ho sentito niente di quello che mi ha detto Geo.
Distolgo lo sguardo dal muro davanti a me e poso con cura la lettera sul tavolo.
-Emh, no, scusa George…dicevi?-
Lui sospira. –Dicevo che forse è meglio trasferirsi per un po’-
-Tra…trasferirsi?-
-Sì, togliersi dalla circolazione. Così tu potrai riprendere ad uscire di casa. I ragazzi approvano, anzi, me l’hanno consigliato loro. Non dico per tanto, una o due settimane, per riprenderci. Chissà, al nostro ritorno magari le fan ti lasceranno in pace.-
-Lo spero, George. Ma…dove andremo?-
-Io possiedo un bungalow, ad Esher, nel Kinfaus. Potremmo andare lì, ti va?-
-Io…io…sì, penso di sì.-
-Bene, allora preparati. Dopodomani si parte.-
Londra, gennaio 1965. Ultima volta che associo il mese “gennaio” a questa fredda città. Quando torneremo sarà già febbraio.
Per un po’ la mia casa sarà ad Esher.
Ma non c’è motivo di essere così pessimiste. C’è George qui con me; ci sarà qui con me.
E perciò va tutto bene.
 
 
Giorno di Natale, 1965, Londra.
La permanenza ad Esher è stata fantastica, George ha un bungalow veramente bellissimo; e poi, qualsiasi cosa con lui va bene.
Al nostro ritorno le fan ci hanno quasi lasciato in pace –bontà loro!!-, ma ancora non si rassegnano.
Tutte le mattine si accampano là fuori e non si schiodano dal giardino fino a quando George, vinto dalla disperazione, non apre la porta borbottando che deve andare in studio e non saranno certo delle ragazze assatanate ad impedirglielo.
La normale routine.
Adesso siamo in macchina per andare alla festa di Natale di Brian Epstein, e stiamo ascoltando la radio.
Ovviamente tutti i canali trasmettono il “Beatles Christmas Show”,ma a George tutto questo sembra non interessare.
Sembra più agitato del solito, non capisco.
-Pattie?- George è un tipo strano. Persino quando è agitato dice le cose con molta calma.
-Sì?-
La sua mano si poggia sulla mia.
-Io ti amo e voglio sposarti.-
Stai scherzando? Tu mi ami e vuoi sposarmi? Cioè, tu ami me e vuoi sposare me, proprio me?? Tu, George Harrison, vuoi sposare me, Pattie Boyd?
Okay, concentrati Patricia. Ti ha appena chiesto di sposarlo. Come minimo dovresti rispondergli.
Ma non so cosa rispondergli… COME NON SO COSA RISPONDERGLI?? È un dannatissimo monosillabo, Pattie. Sì. Due lettere. Esse i. S-I. Coraggio.
Lo guardo nei suoi splendidi occhi.
-Tu vuoi, Pattie?-
-Sì.-
Che splendido Natale…
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The Night Holly Journal
La Asher sfigura il bassista Paul McCartney. Lo sfortunato Beatle ha deciso che farà uso della chirurgia plastica
-Ahahahahahahahahahahahah- Rise John Lennon.
-Johnny, non si ride delle disgrazie altrui…- Lo riprese Ringo.
-Quel playboy di Macca ha avuto il fatto suo…- Continuò John, asciugandosi una lacrima dal ridere.
-Beh, speriamo che almeno adesso non la tradisca più…-George alzò le spalle.
Il giorno dopo…
John Lennon va a trovare il suo amico Paul McCartney - il chitarrista racconta: "Non ero riuscito a riconoscerlo. Con quelle bende sembrava un tricheco"
The Warlus was Paul…
 

***

 
Ma buongiooooooooooooorno!! Anzi, buonaseeeera... :) Dall’alto del mio ingegno acuto ho deciso di inserire una gag suggeritami da Night nelle recensioni, perché era troppo divertente! Cosa ne pensate??
Per quanto riguarda la proposta di George a Pattie, ci sono due versioni; entrambe confermate dalla Boyd. Io ho usato quella che ha confermato nel 1968, perché era sposata da due anni e quindi è più facile che sia la versione giusta; ma chissà…:D vi metto anche l’altra, così poi mi sapete dire quale delle due preferite:
Tuttavia, in una intervista 1989, Pattie ha ricordato uno scenario diverso:
"George saltò fuori dall’auto, e andò da Brian, tornò dopo dieci minuti, e disse: 'Va tutto bene. Brian ha detto che siamo in grado di sposarci nel mese di gennaio. Andiamo!' Ho detto: 'Cosa?' Non avevo idea che volesse sposarmi. Lui non mi aveva neanche consultato. Ma Brian ci aveva dato la sua benedizione e aveva detto che era tutto a posto. Dio aveva parlato! Sarebbe stato bello.
Io ripeto che è più facile che si ricordi a distanza di due anni dal matrimonio, che a ventitré, no?
Ora rispondo alle recensioni:
 
Zazar: mmm sì, un po’ tonna lo era xD Però devi ammettere che Paul è Paul. Non so se anche io sarei corsa tra le sue braccia in quel modo, però alla fine lo avrei perdonato di sicuro. Ma tanto, appunto, il vero amore di Paolino è Linda!! Muahahahah xD ehi, grazie!! :D sì, avevo aggiornato in fretta x) però recupero, promesso… ^^ baciiiiiiiiiiiii
 
Night: ho adorato la tua gag!!! Hai visto che l’ho messa?? :) mmm, penso che la Ono non centri… -.- infatti adesso ho ripreso il mio ritmo lento!!! XD uffa, mondo crudele :(  vabbè, comunque…io penso che Paul fosse un playboy assurdo…però sotto sotto amava Jane. Lo so che può sembrare strano, ma è una cosa complicata da spiegare…(anche perché non si ama tradendo o.O) però…non so come dirlo…diciamo che le altre (Linda esclusa) erano più “passatempi”, mentre Jane era quella “ufficiale” che rimaneva, nonostante tutto, la sua ragazza-
 
Andry: già xD ma l’effetto vodoo è già svanito :( tornate subito dalla Onooo!! XD mmm, deduco che non ti sta molto simpatica Jane… beh, sai…io non so se avrei rinunciato alla mia carriera. Certo, Paul è Paul (e mica John xD), però non puoi mandare tutto all’aria perché altrimenti lui ti tradisce, capisci? Pattie ha rinunciato alla carriera di modella per George, Jane non ha voluto smettere di essere un’attrice…sono due caratteri completamente diversi. (e poi…Geo non tradiva Pattie…) ahaha è arrivata la Lennon-therapy? Hai visto che consegna efficiente?? Devo inventare la Harrison-therapy per le Georgiane… Qualcuno vuole la Starkey-therapy?? Coraggio, ce n’è per tutte!! XD
 
Marty: Ahahah ti sei persa un capitolo, ti sei persa un capitolo!! *Marty mi strozza* grazie…:D però è vero…è un po’ (tanto) una caduta di stile…si vede che le piaceva di più decorare torte :) boh sì infatti…beata lei..*sospira* Sì, hai ragione…Cyn è una grande. E credo che tutti si stiano chiedendo perché Johnny abbia scelto la Ono… io penso che sia perché Yoko, essendo un artista, aveva (e ha tutt’ora) un carattere molto aperto e creativo, poi era una tosta; mentre Cyn era più chiusa e dolce, e soprattutto non sapeva tenersi stretto John. Yoko non ha mai permesso che John si allontanasse da lei; e quindi, sebbene abbia un carattere molto (molto) difficile, come creatività era più giusta per John. Oddio, spero di non averti confuso le idee :P xD hai visto l’infermiera impicciona?? XD sisi prima o poi ci sarai anche te tra le mogli di Georgino xD ho appena inventato la Harrison-therapy…te la mando via posta xD
 
Manu:tutte quelle “u”!!! <.< *me inveisce  contro Manu* xD ma dai, povera Jane xD sembra che non stia simpatica a nessuno (e infatti è così… zitta, vocina saputella >.<) xD pensa che la teoria di Paul “non sono sposato faccio quello che voglio trallallero trallallà” non me la sono inventata…Lo diceva davvero!! O.o
 
Thief: ahah ma Michelangelo ora non funziona più >.< useremo Gervis xD ahah anche tu ti aggiungi all’ “uccidiamo Jane fan club”?? xD io la invidio sempre Jane! Anche se Paul era un po’…instabile, ecco! (per non dire qualcos’altro coff coff) Hai visto che ho inventato anche la Harrison-therapy?? La mando anche a te? Tanto la produciamo in serie :)
 
Clafi: interistaaa!! Sei consapevole del fatto che modificando la recensione ne hai cancellato un pezzo?? (pat pat.. xD)  Succede sempre anche a me >.< così quando devo modificare qualcosa copio la recensione, poi la cancello e ne faccio una nuova^^ comunque, per quello che ho capito: muahah sì..ho aggiornato presto apposta per farti perdere dei capitoli!! *ghigno malefico* xD
 
Alexia: concordo…Paul è un verme!! >.< ma è un verme affascinante xD xD (lo so, lo so… sono da compatire) qui ci sta un bel “pat pat” di messanger…vero Clafi?? La nostra emoticon 2010….vabbè, tralasciamo :) non dare spoiler!!!! XD
 
Bene!! Ora vi saluto perché ho inventato la McCartney-therapy e devo assolutamente collaudarla xD
 
Baci,
Marty

 
 

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Capitolo 12
*** Ringo&Maureen. It's been a long long long long long long day... ***


Ringo&Maureen

 

It’s been a long long long long long long day…

 

Premetto una cosa: di questo capitolo so solo le cose basilari; il resto è inventato da me. Se qualcuno sa di più me lo dica e provvederò a modificare…:)

 

Siamo a Giugno del 1964. Domani i ragazzi partiranno per un tour mondiale, ed oggi hanno un servizio fotografico. Sono qui, seduta, vicino a Cynthia, ad aspettare che Richie e gli altri escano dalla porta.

È l’ultimo giorno che passo con il mio Richie, e voglio vederlo più tempo possibile.

Sfioro una lettera: è di un apprensivo papà che mi ringrazia del tempo che ho dedicato a sua figlia;  a me piace rispondere alle lettere. A volte ricevo delle bellissime risposte dai genitori. [fonti: Maureen Starkey - The Beatles, Hunter Davies]

È cominciato tutto dopo che Ritchie mi ha presentato come la sua “segretaria”; da allora lo sono diventata davvero.

Ho trovato un hobby presso il Beatles Fan Club, dove aiuto tutt’ora a rispondere alle lettere che i fan inviano a Richard, come Pattie fa con le lettere che vengono inviate a George, e Cynthia con quelle di John.

Jane invece non tiene la corrispondenza di Paul. A lui ci pensa suo padre Jim, e suo fratello Mike, e la zia Jin; insomma…la vecchia fattoria (ia ia oh) McCartney.

Ma quanto tempo è che sono dentro??? Stanno anche sviluppando le foto nella camera oscura?

Guardo Cynthia esasperata, e lei alza le spalle, contraccambiando lo sguardo.

Tanto lei ci è abituata!!

Si sentono delle voci al di là della porta (ma va?? Essendoci un fotografo e quattro Beatles!)

-RINGO?!! CAZZO RINGO SVEGLIA!- La voce di John, distorta dalla porta, appare preoccupata.

Molto preoccupata.

RINGO?? Ringo cosa? Cosa è successo?

Mi alzo dalla sedia di scatto, dietro di me Cynthia.

-RINGO!! LASCIATELO RESPIRARE!- Urla Paul.

Richie!!! Cosa è successo???

Mi sento immobilizzata per la paura.

Cynthia mi prende per mano e apre la porta, trascinandomi dentro la stanza.

A terra, vicino ad uno spaventato Brian Epstein, con la testa appoggiata sul grembo di George, c’è Richie.

-RICHIE??? RICHARD!-

Mi avvicino lentamente a lui, mentre Cynthia, spaventata quanto me, lentamente allenta la presa sulla mia mano.

-Co…cosa gli è successo?.-

-Non lo so!- Esclama Paul, preoccupato. Io alzo lo sguardo verso di lui.

-All’improvviso ha detto che non si sentiva bene ed è crollato giù come una pera cotta.-

-È solamente svenuto.- interviene John. –Però ci ha fatto prendere uno spavento coi fiocchi!-

Mi accuccio vicino a George e lui mi sorride, poi solleva delicatamente la testa di Ringo dalla sua pancia e la poggia sul mio grembo.

Io sorrido a mia volta, imbarazzata, e prendo tra le mie mani la testa di Richie, sussurrando:

-Ritchie…ma cosa mi combini?-

Lui apre debolmente un occhio.

-Mo? Sei tu?-

-Sì…sono io.-

-Grazie.-

Ringo riprende lentamente conoscenza, e si appoggia meglio al mio grembo.

John gli si avvicina e gli tira un pugno sulla spalla.

-Pezzo di idiota! Mi hai fatto preoccupare.-

-Ahia, cretino!- Ribatte Ringo. –Ma apprezzo le tue parole.-

Brian si accascia debolmente su una sedia.

-Non mi farete diventare vecchio voi quattro… Comunque, Ringo, tra poco arriverà l’ambulanza.-

Richie alza di scatto la testa. –Ambulanza??-

-Sì, caro. Non vorrei ti succedesse qualcosa durante il tour in Australia. Se devi stare a casa, meglio saperlo prima.-

-Aaah!- Sbuffa lui, ricadendo pesantemente sul mio grembo.

-Non mi piacciono i dottori…ci sono stato vicino abbastanza da piccolo.- Borbotta lui, incrociando le braccia.

-Emh…mia mamma era un’infermiera.- Si intromette Paul, schiarendosi la voce.

Io ridacchio: povero Paul!

-Sì, vabbè…ci sono sempre delle eccezioni.-

-Mo?- Mi chiama.

-Mh?-

-Mi accompagni all’ospedale?- Sorrido. Tenero Ringo…

-Certo!- Gli accarezzo i capelli.

John fa finta di soffiarsi il naso. –Che appuntamento romantico! Quale luogo migliore dell’ospedale più vicino??-

Cynthia gli tira uno schiaffetto in testa. –Insensibile…- Borbotta.

Paul scoppia a ridere e John gli punta un dito contro.

-Attento a te, Macca.-

-Uuuh, sennò cosa mi fai, Johnny??- Lo provoca lui.

-Dico a Jane che sei gay.- John sfoggia un sorriso sornione a trentadue denti.

LUI???? Con quel seguito di figli? Ah che battutona…

Paul sta per ribattere quando la porta si apre con un tonfo sordo.

-Signor Starkey?-

Un infermiere entra nella stanza.

Ringo alza debolmente la testa.

-Se mi può seguire, andiamo all’ospedale.-

Ritchie mi fissa, spaventato.

Io alzo la sua testa dal mio grembo e mi rimetto in piedi, poi lo aiuto ad alzarsi: barcolla e si appoggia a me.

-Se la signorina vuole venire…- Dice l’infermiere.

-Certo che vengo. Ci vediamo, ragazzi!- Saluto tutti e seguo l’infermiere.

-Ciao…- Sento Richard salutare.

 

***

-Signor Starkey…- L’infermiera entra nella stanza tutta precisina, con un foglio bianco in mano.

-Lei…-

-È incinto!!- Urlo io. Scusate, ma non potevo proprio trattenermi…l’atmosfera era quella!

Ringo scoppia a ridere e l’infermiera mi scocca uno sguardo truce.

-È proprio…ehm…necessaria la presenza di sua sorella qui?-

HEY! Aspetta un momento!! “Sorella” a chi???

-A-ehm…teoricamente è la mia ragazza.- Dice Richie.

Uah uah uah…ti sta bene.

Le guance dell’infermiera si tingono leggermente di rosso.

-Bene, dicevo… lei ha una tonsillite. Una brutta tonsillite. Niente di grave, eh…però dovrà stare qui per almeno un mese.-

-UN MESE?? Ma io non posso stare qui!!- Si lamenta lui.

-E invece lei deve stare qui.- Ribatte gelida l’infermiera.

-Ho un tour con i ragazzi domani!!-

Alla donna scintillano gli occhi.

-Ah davvero?? Allora è diverso…la faremo dimettere tra una settimana, intensificheremo le cure!-

Ringo saltella tutto felice sul letto.

Dio mio, chissà come me lo cureranno…

-Due giorni?-

-No-

-Tre?-

-No-

-Cinque?-

-No-

-Sei?-

-NO!! BASTA SIGNOR STARKEY! Lei uscirà di qui tra una settimana, punto! Non un giorno di più né uno di meno.- Detto questo esce, lasciandosi dietro una scia stomachevole di profumo dall’odore pungente.

Tossisco. –Accidenti, dovrebbe darsi una regolata con il profumo, quella lì.- 

Richie si lascia sprofondare nei cuscini.

-Una settimana?? Tonsillite!! Ti rendi conto, Mo?? E ora come lo dico a Brian??-

Io indico la porta.

-Emh…penso che lo sappia già.-

Lui si volta: Brian, retto da Paul e John, balbetta frasi senza senso, mentre George gli fa aria con un ventaglio.

-Lui…noi…tonsillite…no…tour…batterista.-

Ringo scuote la testa –Povero Brian…-

Lui sembra farsi forza. –Okay, coraggio. Non serve a niente disperarsi. Questo tour s’ha da fare, con o senza Ringo!-

-HEY!!!- Urla lui.

-Scusa…tra una settimana ci raggiungerai in Australia, per il momento starai qui assistito da Maureen. Al tuo posto cercheremo un altro batterista.-

Richie sbuffa come un bimbo, e mi fa ridere.

-Hey, Eppy!! Perché non Jimmy Nicol? È un ottimo batterista.- Dice John.

-Bah…- Ringo si butta sul cuscino e si tira le coperte fin sopra le orecchie.

Ma dico! Potrebbero parlarne anche fuori, no?? Adesso questo qui mi muore perché maniman va a pensare che lo vogliono sostituire!!

George fa uno dei suoi sorrisi sghembi e si avvicina al letto di Ringo.

Io lo guardo dritto negli occhi: che diamine vuole fare???

Apre la borsa marrone che quella brutta oca infermiera ha lasciato sul comodino di Richie e tira fuori uno strumento; tocca Richard sulla spalla.

-Avanti Starkey, si alzi… non ho mica tutto il giorno io, eh! Sono una donna in carriera!-

Pfft… che scemo!

Ringo si alza a sedere, stranito quanto me.

Scruto ad una ad una le espressioni dei presenti: John ha un attacco di ridarella, Brian ha afferrato il ventaglio di George e si sta facendo freneticamente aria, Paul li guarda con un sopracciglio alzato. Uno.

-Come? Scusa, Geo…?-

…Ma che diamine stai facendo??? Ecco quello che pensa.

-Geo chi, eh??? Mi tradisci con un uomo, adesso??- Lui comincia a gesticolare facendo una scenata in falsetto.

-Ma no, no…cara…ehm…- Rings lo guarda in cerca di aiuto.

Lui gli dà uno spintone. –Porco!- Urla in falsetto.

Sventaglia i capelli. –Ora spalanca la ciabatta- Dice con la sua voce normale. Ammetto che è un colpo.

John scoppia a ridere. –Mamma mia, che donna!-

Fa il verso a George, in falsetto. –Porco…- Poi prosegue con la voce più bassa del normale. –Spalanca la ciabatta!!-

Paul ride con lui. –Che donna, signori…che donna…-

George si rivolge a Brian, ritornando ad imitare un’infermiera.

-Senta lei, eh! Me li può portare via? Questi due animali non capiscono la vera professione! C’è gente che lavora qui!!!-

Brian, ancora scioccato, dà un colpetto sulla spalla di John.

Lui si avvicina a George e gli dà una carezza sulla guancia. –Hey, baby… ti chiamo più tardi.- George gli tira uno schiaffo. –Maniaco gay!-

John esce dalla stanza assieme a Cynthia e Paul.

-Senta, eh…signor Starkey. Se non si vuole far visitare passo alla sua amica qui che è anche meglio!-

Okay, spero che scherzi…

Ahah…la faccia di Richie è impagabile!!! Con la bocca ancora aperta, lo sta guardando come se volesse ucciderlo.

George toglie la borsa di pelle marrone dalle sue ginocchia (ovvero, la butta per terra), e si avvicina a Richie, infilandogli lo strumentino, che ho soprannominato Aggeggio, in bocca.

-COSA STA SUCCEDENDO QUI?-

Ahi ahi…prevedo dolori!
L’infermiera entra a passo di carica, pestando i piedi sul pavimento di marmo.

Guarda prima George, poi Ringo con la bocca spalancata, poi lo strumento che tiene dentro, infine la sua borsa per terra con un piede di George sopra.

-AAAAAH!! LA MIA BORSA!-

Si china a raccoglierla e ributta alla rinfusa tutti gli oggetti che erano sparsi per il pavimento.

Si ferma due secondi: mancano degli oggetti.

Si inginocchia e sbircia sotto il letto, poi si rialza, furiosa.

-TU!- Sputa le parole tra i denti.

-FUORI DI QUI, SUBITO!!- Lo afferra per le orecchie e lo porta fuori, anzi, lo scaraventa letteralmente.

-IL TEMPO DELLE VISITE E’ FINITO…E NON ME NE FREGA NIENTE SE SEI PINCOPALLINO O CHISSA’ CHI ALTRO!!- Gli urla dietro.

George sorride, si tira su il colletto della giacca, e cammina tranquillo per il corridoio.

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Poi torna nella camera.

-Bene. E ora fuori.- indica me, poi la porta.

CHE COSA????

-Senta, signorina…devo lavorare. Quindi fuori!- Riprende lei.

La guardo con ancora più odio. Ah! George la imitava benissimo.

Ringo si alza dal letto. –Se sta fuori lei, me ne vado anche io.-

MA DOVE VUOI ANDARE TU, CHE SEI MALATO!!?!?

Gli poggio una mano sulla spalla, poi mi rivolgo all’infermiera.

-Va bene, me ne vado. Ma sappia che ogni giorno sarò qui.- Mamma mia, suona come una minaccia.

Ma aspetta un momento…questa è una minaccia!

Richie mi sorride, e mi allunga un paio di chiavi.

-Tieni, sono quelle del mio appartamento qui a Londra.-

STARO’ NEL SUO APPARTAMENTO!!!!

Sorrido. –Grazie-

Mi avvio verso casa di Richard: prevedo una luuuuuuuuunga settimana…

Come faceva la loro canzone? Ah sì…It’s been a hard day’s night…

 

Giorno 1:

-Signor Starkey? Signor Starkey??-

-Ggnhhmmmpf!-

-EH???-

(Ciupa!!! Nd. Me che non centro niente con la storia)

L’infermiera antipatica di ieri si avvicina al suo letto.

-SIGNOR STARKEY!!!!-

Ringo vola sul soffitto.

-CHI E’???? Sono sveglio…sono sveglio…sono…- Ringo crolla sul pavimento.

L’infermiera prende una trombetta da stadio e la suona.

-AAAAH!! NOSTRADAMUS!!!!- Ringo salta su dal pavimento già in completo da Beatle.

Poi mi vede.

-MO!!! Hai visto che cosa ha fatto, quella??-

Si chiama trombetta da stadio, caro Richie.

-Mi ha aizzato contro un Tirannosauro Rex vivo!! In camera!!-

-Eeeh, che esagerato…tutto ‘sto casino per una trombetta da stadio.-

Gli faccio una linguaccia.

-Gna…- Mi risponde lui.

-Starkey?- Entra il dottore, calpestando la trombetta da stadio.

-AAAAH!!! LADY GAGA!!-

Vedo il dottore appuntarsi sul blocco qualcosa.

-Delira pronunciando nomi di persone sconosciute ma non per questo meno spaventose.- Sussurra, scandendo le parole mentre le scrive.

Mi spiaccico una mano in fronte.

It’s been a long day…

 

Giorno 2:

-Richie io…-

-AAAAAAAAAH!!!- Lui corre per il corridoio inseguito dall’infermiera, che brandisce una siringa.

-Richie…io…-

-UAAAAAAH!!- Ripassa per il corridoio, dalla parte opposta.

-Richard…-

-AAAAAAAAAAAAAH!-

-ECCHECAZZO, EH!-

It’s been a long long day…

 

Giorno 3:

-Buongiorno, Richard.-

-Buongiorno Mo…-

Oooh  bene…sembra normale.

È intento a scavare con un cucchiaino dentro ad una coppetta di gelato.

-Su avanti Stakey. Deve fare la visita. Spalanchi la bocca.-

-Ghaaaaaaah!- Lui la apre, con ancora il gelato al cioccolato in bocca.

Bleah…che schifo.

-STARKEY! Un po’ di decenza.-

Lui deglutisce rumorosamente e mi guarda divertito.

Che bambinone…

L’infermiera gli osserva le tonsille e poi gli chiude la bocca.

-Ci siamo quasi, ma dovrà fare gli esami. Se cortesemente mi dà quella coppetta di gelato, il dottore è pronto a riceverla.

Richie si stringe la coppetta al petto, e si piega su di essa.

-Noooo…questo è il mio tessssssssssssssoro! Eh no, eh! Mi sono sporcato il pigiama!!-

It’s been a long long long day…

 

Giorno 4:

 

-Buongiorno, sono qui per vedere il signor Starkey.-

-Quella stanza laggiù. Prenda.-

Ah…grazie. Cariiiino… ma che me ne faccio di un paraorecchie?

-È da stamattina che suona quella malnata batteria…-

Beh è logico, no? Deve mantenersi allenato.

Sorrido e prendo il paraorecchie, dirigendomi verso la stanza di Richie.

Oh mamma mia, che è tutto questo fracasso? Okay, non sarà corretto, ma io mi infilo il paraorecchie, non si sa mai…

Entro e… -AAAH!-

Lui è seduto sul letto e suona la sua amata batteria con il logo dei Beatles, che teoricamente dovrebbe essere in Australia.

-RICHARD! CHE CI FA LA TUA BATTERIA QUI???-

Lui, senza smettere di suonare, si gira e mi sorride.

Okay, so che non è del tutto giusto, ma se non la pianta di fare baccano gli tiro una scarpa.

Forse, è meglio che a tirargliela sia io piuttosto che uno dei tanti vecchietti isterici che proprio in questo momento si stanno lamentando con il direttore dell’ospedale.

Puff…menomale che tra tre giorni verrà dimesso…e partirà per l’Australia.

-NON ME LA SENTIVO DI LASCIARE A QUEL NICOLS LA MIA VECCHIA BETTY…- Mi urla per sovrastare il suo frastuono.

BETTY?? Chi è questa Betty???

Ah…ma…un momento…è la sua batteria.

Sì, le ha dato un nome…e io che credevo che gli fosse rimasto ancora un po’ di cervello…

-…E COSI’ ME LA SONO FATTA PORTARE DAI RAGAZZI!-

-Sì sì…ma Richie, smettila!-

-EH??-

Sordi felici!!

-STARKEEEEY!!-

Oh oh…

It’s been a long long long long day…

 

Giorno 5:

 

-Buongiorno Richie!-

-Buongiorno Mo’…che si dice?-

-Ti ho portato un giornale…guarda un po’ qui!-

-Non dirmi che ci sono i ragazzi in prima pagina!?!- Urlacchia tutto estasiato.

Io alzo un sopracciglio.

-Se… e tu non dirmi che ti stupisci. Saranno due anni che siete sempre in prima pagina.-

Lui ripiomba sul cuscino con un tonfo.

-Sì, ma cercavo di rendermi partecipe.-

Oooooh…povero Richard.

Mi avvicino a lui e gli porgo il giornale; lui lo srotola e scruta la foto in prima pagina.

 

 

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-Mmm…sono più bello io. Insomma, guardalo! Stona completamente. E poi, quella giacca bianca…tutti in completo da Beatle e lui…bah, non ha la mia classe.-

Ossignur. Che ho fatto…

-E poi guarda…ha la faccia da scemo. E tiene la mano come uno di quei bambolotti in commercio da pochi anni…come diamine si chiamano? Quelli bruni con la faccia da idioti ed il sorriso da ebeti che fanno coppia con le tizie filiformi bionde di plastica!?-

Ma che razza di giocattoli ha visto? Alien e signora ???

-Umh…dici Ken?-

-Ecco sì…ha la mano da Ken.-

Aaah ecco. Quindi la tizia “filiforme bionda di plastica” sarebbe Barbie. Okay capito.

-E quell’orologio poi…-  Storce il naso.

Non avrà mica intenzione di passare tutto il giorno a sparlare di Jimmy Nicols???

-Però quell’insignificante impermeabile…-

Sì…

It’s been a long long long long long day… Menomale che domani sarà fuori.

 

Giorno 6:

 

-Salve Richieeee!!-

-Mo!! Amore miooo!!-

Oggi è felice, perché lo dimettono. Avrebbero dovuto farlo uscire domani, ma alla fine ce l’hanno fatta prima.

Gli do un bacio veloce sulle labbra e mi siedo sul letto.

-Allora, come va?-

Poverino, ha l’aria distrutta.

-Yawn…non tanto bene…yawn… mi hanno svegliato presto per farmi gli esami, ma entro mezzogiorno sono su un’ yawn aereo per l’Australia. E così potrò raggiungere i ragazzi. Yawn-

Richie conclude il racconto sbadigliando alla maniera di un troglodita.

-Richie…HAI DELLE TONSILLE!!- Osservo stupita.

-Ma vaaaaa?!? Pensavi che mi avessero operato alla prostata??-

It’s been a long long long long long long day… Anche se forse oggi dovrebbe dirlo lui…

 

***

 

Well, well, well… cosa posso dire? Ora siamo a dicembre, è quasi Natale. Le vacanze sono iniziate e la EMI è in festa, finalmente… il concerto in Australia è andato benissimo: Richie è riuscito a suonare, e perfino a cantare… con il risultato che le tonsille si sono nuovamente infiammate.

E vabbè… è la vita.

Domani devono operarlo, e io ovviamente gli starò vicino… lo amo così tanto! E pensare che il nostro amore è nato per caso…pff, se ci ripenso, rido ancora.

Mi è venuto in mente il nostro primo incontro; anzi, forse è meglio dire scontro, quando oggi, tornata a Liverpool per fare i bagagli, ho rincontrato la mia amica con cui per la prima volta sono andata al Cavern, e che era con me quando temevo di aver fatto la più grande figuraccia della mia vita…

 

Liverpool, 1962

-Avanti Mooooo!!-

-Un…puff…momento…pant…Debbie!-

-Su su!! Sbrigati! Tra dieci minuti i Beatles iniziano il concerto, e il Cavern non si vede ancora.-

Ma che ha nei piedi??? L’argento vivo??

-Uff… che fatica- Mi siedo a terra.

-Mary che fai???-

-NON. CHIAMARMI. MARY. E poi vai avanti tu…lasciami qui…non pensare a me!- Che attrice melodrammatica.

-No no no no no!! Non ci penso neanche.-

D’oh. Non so perché, ma prevedo che in un futuro questa esclamazione avrà molto successo.

-Avaaaantiiii!! Io devo vedere Paul McCartney!!!- Comincia a piagnucolare.

Oooh mon dieu.

-E va bene…avanti, andiamo!- Mi alzo e lei comincia a trotterellare come Heidi.

-Che cosa avrà poi di così tanto speciale Paul McCartney, poi…- Penso, purtroppo a voce alta, in un momento di totale decerebrazione.

Oh.oh…La mia fine è vicina!! Mamma, papà…vi ho voluto bene.

Debbie si volta a 180 gradi tipo film dell’orrore.

-Che. Cosa. Hai. Detto??- Sibila minacciosa, sovrastandomi dal suo metro e cinquanta di altezza.

Precisiamo…non che sia una cima, eh! Ma almeno arrivo al metro e sessanta.

-Io…ehm…lei…voi…Nieente.-

-Facciamo una cosa…- Ok…è tornata normale.

Almeno si è spostata da me.

-Ti propongo una sfida.-

-Spara.- Tanto, non può essere così male. Debbie includerà di certo uno dei Beatles, e a me non dispiace nessuno dei quattro. Certo che il batterista…aaaaaah quello si che è carino…

-Scommetto che non riusciresti mai ad intrufolarti nei camerini dopo lo spettacolo e a baciare Paul.-

Pof, robetta. Ma…Paul? puack…

-Almeno fosse Ringo…- Sospiro.

Debbie sventaglia i capelli con aria di superiorità. –Se proprio vuoi, se riesci a baciare Paul, puoi baciare anche Ringo. Tanto non ce la farai mai.-

Tu non mi conosci, cara Debbie.

Quindi, io dovrei:

a)      infiltrarmi tra la folla

b)      baciare Paul

c)       baciare Ringo

Pof, robetta.

D’accordo…ora aspettiamo che lo spettacolo finisca.

Oh, un momento…prima deve iniziare.

Parto a razzo verso il Cavern, e in breve la volta di mattoni grezzi si staglia davanti a me.

Osservo la scritta: il neon di due lettere si è guastato, così ora si legge “The vern”, il vern. E sembra il nome di un aperitivo.

Entro nello spazio chiuso e umido del locale…per fortuna sono in anticipo e quindi è quasi vuoto, e si riesce a respirare.

Stremata, mi appoggio al muro umidiccio. Bleah, che schifo… un tubo si è rotto e c’è un’infiltrazione d’acqua che scorre nelle vene della parete.

Sono sicura che se non ci fossero i Beatles, nessuno verrebbe qui.

Eppure, ha un che di affascinante questo locale: i muri sono ricoperti di scritte, il tavolo addossato alla parete di fondo con un’avvenente barista bionda dal seno prosperoso contribuisce a creare quell’atmosfera un po’ da pub.

La gente comincia ad arrivare: manca ormai poco al concerto, e l’aria comincia ad essere soffocante; mi rannicchio vicino alla piccola finestrella e cerco di vivere l’ultimo refolo di aria fresca prima dell’oppressione.

Mancano pochi secondi ormai, Debbie mi raggiunge e comincia ad urlare il nome di Paul ancora prima che i ragazzi siano saliti sul palco.

Eccoli lì: John e Paul, con un atteggiamento da veri leader, avanzano senza paura verso i due microfoni centrali; George, più goffo e timido, li segue a distanza, e prende posto vicino alla batteria, per seguire sempre il ritmo di Ringo e tenere uniti i due cantanti principali nonostante le urla; il batterista, Richard, cammina dietro a George cercando di sembrare piccolo piccolo: non tutti i fan hanno ancora accettato il fatto che abbia preso il posto di Pete Best, e George stesso porta ancora i segni dell’occhio nero che un fan gli ha procurato mentre lui cercava di difendere Ringo.

Povero George… quella sera è anche finito sotto un autobus…

“George vote for me” mi ha ricordato Richie, poco dopo il nostro primo appuntamento…

Sorrido…povero piccolo…

Ma, dicevamo:

Richard prende posto dietro allo strumento, e cominciano a sentirsi i primi fischi ed i primi insulti urlati a gran voce:” Ringo mai, Pete Best per sempre!!” [“Ringo never, Pete Best for ever!!” George Harrison, the Beatles Anthology 1]

I ragazzi non si perdono d’animo, e cominciano a suonare. Paul sposta il microfono verso la sua bocca e comincia ad intonare Long Tall Sally, la canzone di Little Richard di cui continuano ad eseguire una brillante cover: la voce di Paul non ha niente da invidiare a quella originale.

Lo ascolto sfiorare gli acuti con precisione estenuante, e far scorrere rock puro dentro le vecchie fondamenta del Cavern, mentre attorno a me è il delirio: ragazze che strillano, piangono istericamente, si strappano i capelli…

Una ragazza è sconvolta dai singhiozzi e si appoggia al muro per avere un po’ di stabilità; poi scivola lentamente lungo la parete e viene inghiottita da un mare di folla.

Le ragazze scalpitano, urlano, saltano…vogliono raggiungere i loro idoli.

Spiacente, ma io non sto un minuto di più qui sotto al palco.

Faccio un segno con la testa a Debbie, voglio andare a sedermi al tavolo a bere qualcosa.

Lei nemmeno mi guarda, è troppo presa a sbavare per Paul. Ma tanto per i prossimi otto minuti si scorderà della mia esistenza, quindi non mi prendo la briga di avvisarla oltre.

Rischierei di rimanere sfigurata per averla interrotta.

Questo è quello che i giornali definiscono “Beatlemania”; solo che i ragazzi sono appena all’inizio della loro carriera…non riesco ad immaginarmi il “dopo”.

Mi siedo su uno sgabellone, e la cameriera bionda dal seno prosperoso si avvicina a me.

-Cosa ti porto, dolcezza?-

-Una cola, per favore.- e non chiamarmi “dolcezza”.

Un uomo distinto, in giacca e cravatta, si siede accanto a me; e la cameriera, dopo avermi servito, si rivolge a lui con un sorriso.

-E a te invece cosa porto?-

Lui posa la sua ventiquattr’ore sotto le gambe dello sgabello.

-Un bicchiere di scotch e cola, grazie.- Strabuzzo gli occhi: non mi sembrava proprio il tipo da “scotch e cola”. Quella è una bevanda da giovani arrabbiati, da teddy boy che vogliono fare i grandi. Lui mi sembra più il tipo da vino bianco.

Si gira verso di me e sorride: si è accorto del mio sguardo perplesso.

Mi tende la mano.

-Piacere, Brian Epstein.-

-Maureen Cox-

Il bicchiere di scotch e cola gli viene portato davanti; lui lo prende e beve una sorsata.

-Sai, prima non bevevo questa roba da adolescenti. Sono stati i ragazzi a contagiarmi…- Fa un cenno con la testa verso il palco.

-Ragazzi?? Dunque lei è il loro manager?-

Ride. –Eh già… ho importo loro di comportarsi come gente per bene almeno sul palco, ma purtroppo non c’è stato verso di convincerli riguardo all’abbigliamento.- Fa una smorfia.

-Cosa ha che non va?- Cioè, sono le solite giacche di pelle a collo tirato su, complete di camicie bianche e pantaloni skinny…

Insomma, l’abbigliamento alla Elvis.

-Beh, diciamo che finchè continueranno a vestirsi come trogloditi attireranno soltanto giovani, e finiranno per suonare qui per il resto dei loro giorni. Invece, se solo provassero a mettersi un gilet nero, una cravatta, e cambiassero quei pantaloni blocca-circolazione…, attirerebbero anche gli adulti, e allora sì che farebbero davvero carriera. Il talento ce l’hanno, la musica conquista…ma finchè rimangono qui a Liverpool non c’è molta speranza di diventare grandi. E la chiave è l’abbigliamento. Già grazie ad Astrid, una fotografa exies di Amburgo, si sono convinti a togliere quel ciuffo ribelle e a cambiarlo con qualcosa di più normale, ma…-

Eh, già… l’immancabile ciuffo a dorso d’anatra che copre in modo sexy l’occhio sinistro… aaah… peccato che adesso se lo siano tolti. Ma così sono carini…sembrano più piccoli, più vulnerabili…ma anche più adulti.

Chissà, forse Brian ha ragione.

Un momento…

-Exies?-

-Existentialist.- Presa dalla conversazione non mi accorgo che i ragazzi sono già alla fine della loro seconda canzone: dalle note più “pop” che aleggiano nell’aria, credo si tratti della prima ballata scritta da Paul; “In Spite Of All The Danger”. Bellissima.

Brian finisce il contenuto del suo bicchiere, ed io mi affretto a bere la mia cola; devo sbrigarmi, il concerto è quasi finito e devo infiltrarmi nei camerini prima che la folla mi impedisca di proseguire.

Una nuova canzone risuona nell’aria: “Kansas City”.

Mi alzo in fretta dal tavolo e sguscio tra le ragazzine urlanti, imboccando una delle tre porte di servizio che ci sono sul muro di fondo del Cavern: due ai lati del palco, una dietro alla batteria di Ringo, dalla quale escono i ragazzi dopo i concerti.

Tutte e tre le porte sbucano in tre corridoi stretti e umidi, che culminano in un’enorme salone dove ci sono i camerini dei cantanti.

Ed è lì che io mi fermo: alla fine del corridoio di destra, accanto alla porta del camerino di John Lennon.

Sento dei passi, e delle voci. La musica è cessata; i ragazzi stanno arrivando.

-Hey, ragazzi, che ve n’è parso?- Domanda George.

Paul alza le spalle. –Mh, normale, come al solito. Stesse scene di isteria.-

-Hey! Avete visto quei tipi che ce l’avevano con Ringhino?- Interviene John.

Ringo sorride e alza gli occhi al cielo: ormai ci ha fatto l’abitudine.

-Ma dico io, come si fa a voler male ad un così bel faccino?? Non è vero Ringhino Ringuccio??- John prende fra le mani il viso di Ringo, e gli schiaccia le guance.

-Ahia! Levati di mezzo, Johnny!-

-Uhuh…Ringhino ha qualcosa di strano. Sarà mica per quella ragazza bionda sotto al palco che strillava come un’oca?? Avanti, eh! Suuu…racconta al vecchio zio Johnny tutti i particolari sconci.- John tira delle gomitate a Ringo.

-Chi?? Quella matta con la maglia tutta scritta?? Ma vaaa… a parte il fatto che strillava il nome di Paul..-

Pfft…Debbie…

Paul si liscia la frangetta.

-Eeeeh, il mio fascino non perdona.-

John si lecca una mano e gliela passa sui capelli.

-AAAAH!! JOHNNY CHE SCHIFO!! I MIEI POVERI CAPELLI PAUL JR. E BRIGITTE!-

-Uuuh Paulla, come la fai lunga.-

-Shut up, Johanna.- Sbotta Paul.

George mi vede, anche se sono nascosta nell’ombra.

-Hey! Ma quella non è la ragazza che parlava con Eppy?-

Gli altri si girano. DIAMINE!

-Sì è lei!- John si mette a strillare come una donnicciola.

-Avanti, su, vieni… non ti facciamo del male, promesso.-

Esco dalla penombra, ed i miei piedi si muovono da soli; mi avvicino a Paul.

-Scusa, è per una scommessa.-

E lo bacio.

Mi aspetto che di sicuro non ricambi. Insomma, nemmeno mi conosce. E poi non so nemmeno con che coraggio mi sono avvicinata a lui.

Invece…sento le sue labbra dischiudersi, e cercare un bacio più profondo.

Gli altri tre fischiano.

-Seee una scommessa!!-

-UUUH! Guardate Paulie come la bacia! Sembra che la voglia mangiare!-

Dei sonori singhiozzi mi riportano alla realtà: mi stacco lentamente da Paul e mi giro verso Debbie, rossa in viso.

Lei è scossa dai singhiozzi, ha il volto paonazzo rigato dalle lacrime.

-Co.come hai po.tuto?-

-Debbie, tra di noi c’era una scommessa, o sbaglio?-

-Sì. M.ma tr.a di noi n.non ci sar.à mai più ni.ente. BRUTTA PUTTANA!- Urla. Poi esce in lacrime da uno dei tre corridoi.

-Uhu l’ha presa maluccio.- Osserva John.

-Un’altra volta non mi propone una scommessa così facile.-

-Trovi sia facile infiltrarti nei camerini per baciare uno di noi?- Domanda Paul, tra il divertito e l’indispettito.

-Tecnicamente non uno. Due!- sorrido maliziosa.

-Due? E sentiamo, chi sarebbe l’altro?- Domanda George.

-Se vuoi, io sono disponibile.- John si sfrega le mani, pronto.

-Na…non tu. Lui!- Punto il dito su Ringo.

-OOOOOH Ringhino ha fatto colpo!- Esclama Paul.

-Non ci posso credere…Se Ringo è preferito a me, allora devo essere veramente depresso.- Borbotta John.

-Ahah! Mi ricordi Paul!- George

-Ma brutto idiota!- Paul

-Su, ragazzi…lasciamoli un po’ soli…- John

I tre spariscono nel camerino di George, rumorosamente.

-Bene…io ora voglio andare a casa; perciò concludiamo qui questa scommessa.-

Mi avvicino a Ringo e gli metto le braccia attorno al collo, poi bacio anche lui, con naturalezza, come avevo fatto poco fa con Paul.

Nemmeno da lui mi aspetto tanto: sarebbe troppo bello che ricambiasse.

E invece…sento che anche lui vuole approfondire il bacio: ma questa volta non lascio che sia solo lui a baciarmi… ora voglio baciarlo anche io come si deve.

Dopo minuti, secondi, ore…non so quanto, ci stacchiamo e mi sorride.

-Finita la scommessa?-

Allora è questo che sono per lui…una scommessa!

Beh, in fondo me la sono cercata.

-Sì, finita.- Sorrido quasi forzatamente, uscendo dalla porta in fondo al corridoio.

Eppure, quel bacio mi è sembrato qualcosa di più di un semplice assecondamento.

Sì, ne sono sicura: questo bacio non lo scorderò tanto presto…

Mi tocco le labbra sorridendo maliziosamente, mentre scendo i gradini del Cavern.

 

***

Sono nella camera d’ospedale di Ritchie… è stato appena operato di tonsille, e stavolta gliele hanno tolte.

-Hey, amore…qualcosa non va? Sei pensierosa…- Richie mi tocca una mano.

-No… stavo ripensando al nostro primo incontro…- Sul suo viso compare un sorriso beffardo.

-Eeeeh, mi ricordo. Tu e le tue scommesse mi siete capitombolate nella vita.-

Ridacchio, poi mi avvicino a lui, allungandomi sopra il letto, e lo bacio appassionatamente, cercando di non pesargli troppo addosso.

-Ahem.- L’infermiera antipatica di sei mesi prima ci interrompe.

-Signor Starkey? C’è una visita per lei.-

-Ma chi…?- Domanda lui.

Un’anziana signora entra nella stanza.

-MAMMA!-

La signora Elsie Starkey.

Sorrido, mentre vedo Elsie scoccare un bacio sulla fronte del suo amato figlio.

Esco piano dalla stanza e mi chiudo la porta alle spalle: voglio lasciarli un po’ soli per la prima volta dopo tanto tempo…

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***

Ormai siamo a Dicembre inoltrato. Richie è stato dimesso poco prima delle vacanze di Natale, così abbiamo deciso di festeggiarlo tutti insieme qui a Londra.

A proposito, io per tutto questo tempo sono rimasta con lui, a casa sua, ed intendo rimanerci ancora per un bel po’…

Il tempo passato insieme è servito a rafforzare il nostro rapporto, a conoscerci ancora meglio e ad amarci completamente finalmente senza proibizioni, coprifuochi, assenza di privacy. Solo lui ed io, insieme.

Non è stata la mia prima volta, con lui, ma di certo ho passato il periodo migliore della mia vita.

Una sola cosa mi fa paura…tanta, tanta paura.

Ho un ritardo di due settimane.

***

I giorni passano, lentamente, Capodanno si avvicina, ed io sono sempre più preoccupata.

Passo le mie mattine a vomitare, ed ho il terrore che Richie lo scopra.

Sento il senso di nausea farsi di nuovo strada nel mio corpo, e corro nel bagno di sopra.

Mi accuccio sulle piastrelle di marmo freddo e vomito nel water, tenendomi indietro i capelli.

Sono nella merda. So di essere incinta, ma la mia paura mi ha impedito di comprare il test per verificarlo veramente.

Ma io non ho bisogno di verificarlo, purtroppo.

Il fatto è che ho 18 anni, lui 24, e lo stesso errore che tanto criticavo a Dot, ora l’ho commesso io.

Insomma, so che Richie è diverso da Paul; ma è pur sempre un ragazzo, un ventenne. E io lo sto intrappolando per sempre nel vortice delle responsabilità.

Prima o poi se ne accorgerà, o sarò io a dirglielo. E allora come la prenderà? Scapperà urlando? Mi sposerà perché si sente costretto? Mi lascerà incinta e disperata nella grande Londra?

Non lo so. So solo che ho paura.

***

Capodanno è passato, siamo ormai nella prima settimana di Gennaio. E così fanno quattro settimane di ritardo, un mese. Grandioso…

L’ultimo dell’anno, tutte le ragazze si sono accorte che qualcosa non andava: non ho praticamente toccato cibo; perché sapevo che qualsiasi cosa avessi mangiato, l’avrei prontamente vomitata prima di mezzanotte. Capodanno è un brutto momento per essere incinta…soprattutto se il tuo ragazzo non lo sa: devi passare minimo sei ore in compagnia di altre persone; e, se quelle persone sono i Beatles, anche otto.

Per fortuna i ragazzi non erano presenti quando, intorno alle undici, ho dovuto fare una corsa pazzesca in bagno per vomitare tutta l’acqua che avevo bevuto…

È stato lì che Pattie, mentre lei mi tirava indietro i capelli, Cynthia mi passava un asciugamano bagnato sulla fronte, e Jane mi versava da bere, mi ha detto:

-Mo’, devi dirglielo. E devi anche mangiare qualcosa. A voi due non fa bene restare digiuni!-

Alla parola “voi due” un brivido freddo mi era corso lungo tutta la schiena. Io e mio figlio. Io e il figlio di Richie.

-Sì, Mo’…Pattie ha ragione. Lo stress non aiuta in caso di gravidanza. E nemmeno la solitudine…- Una piega si era fatta strada sulle labbra di Cyn. Aveva fatto una pausa, poi aveva aggiunto, quasi sorridendo: -E nemmeno una scorretta alimentazione.-

Jane l’aveva guardata, compassionevole. John è quasi uguale a Paul; e, pur non essendo incinta, lei ha già provato dolore e solitudine.

Mi avevano fatto mangiare qualcosa e, prima che i ragazzi tornassero da sopra il tetto e ci dicessero che era l’ora dei fuochi d’artificio, mi avevano anche promesso che non mi avrebbero abbandonato un secondo.

Ma prima dovevo dirglielo.

Oggi è in studio, tanto per cambiare, a registrare il nuovo album dei ragazzi: Beatles for Sale; perciò tornerà tardi.

Ma io non resisto più; devo dirglielo. Prima che se ne accorga lui perché giro per casa con un pacchetto di cracker integrali che non mollo mai, scoppio a piangere in ogni momento e vomito praticamente ogni ora, sempre il solito pacchetto di cracker.

Dio mio…

Ormai sono le quattro del mattino… dovrebbe tornare a momenti…

Più che musicisti, quei quattro mi sembrano pipistrelli: ronfano di giorno, nella camera con le tapparelle abbassate, e lavorano di notte, ad Abbey Road, accecati dalla luce del neon.

E questo complica non poco i nostri rapporti con loro; specie se devi preparare la colazione alle otto di sera.

Specie se ormai l’odore del caffè ti fa vomitare. 

Dio mio… e due.

Oh, ecco! Sento la chiave girare nella toppa. Il momento della verità è arrivato. Signore, dammi la forza!

Richie entra in casa e chiude a chiave la porta.

-MO! Cosa ci fai ancora alzata?-

Mi muovo piano verso di lui, quasi fluttuando.

-Richie…sono incinta!-

Lui cade pesantemente sul divano.

Ecco, lo sapevo.

Tiene la testa tra le mani.

-Da…da quanto?-

Mi avvicino a lui.

-Poco…cioè, abbastanza da avere nausee mattutine, pianti isterici e tutto il resto-

Lui alza la testa.

-Oh, vieni qui…- Sospira; e, quando mi siedo vicino a lui, mi abbraccia, perso nei suoi pensieri.

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***

Sono passate quindici ore da quando ho detto a Richie di essere incinta, e lui non si è fatto vedere per tutto il giorno.

Stamattina, quando mi sono svegliata alle otto perché mi veniva da vomitare, ho trovato un biglietto sul comodino, che diceva di presentarmi alle sette e un quarto al Ad Lib Club.

È un locale esclusivo, chissà perché proprio lì. E chissà perché mi ci vuole portare.

Probabilmente vuole scaricarmi…

Mi avvio a passo svelto verso il club; vicino alla porta dell’entrata lo vedo… quasi sorride, ma si vede che è preoccupato.

Mi mette un braccio intorno al fianco, e mi guida verso un tavolo isolato dagli altri, con un separé davanti.

Mi fa cenno di sedermi.

-Mo’…Maureen, ci ho pensato tutta la notte.-

Ecco,  e adesso mi scaricherà dicendo che è troppo giovane e non vuole sposarmi.

-E sono arrivato alla conclusione che c’è un’unica cosa da fare. Una cosa che volevo fare da tanto tempo, ma non avevo mai trovato il coraggio. Il fatto che tu sia incinta accelera un po’ le cose…-

Oddio, quindi è da tanto che vuole lasciarmi!

Si inginocchia davanti a me.

Ma che diamine sta facendo??

Tira fuori una scatolina di raso rosso e mi guarda dritta negli occhi.

-Maureen Cox, vuoi sposarmi?-

Oddio. Oddio. Oddio. ODDIO.

Sento le lacrime salire, non riesco a fermarle, e nemmeno voglio.

Una riga lentamente la mia guancia.

Richie, sempre appoggiato per terra su un ginocchio, me la asciuga con un dito.

-SI!- Urlo.

Poi gli salto addosso, e lo bacio.

Lo vedo ridere, tra un bacio e l’altro.

***

It’s getting better

 

Tadaaaaaaaaan!

*la inseguono con i bazooka*

Ragazze, mi dispiace sul serio per il ritardo, ma scrivere queste 13 pagine è stato lo sforzo più grande che abbia mai fatto: scrivevo poche parole al giorno, spesso le rileggevo e le cancellavo quasi subito…anche adesso il risultato finale non mi piace.

L’ultima parte, dal racconto di Maureen alla fine, è stata più scorrevole, ma la proposta di matrimonio mi ha fatto sudare venti camicie… xD

(E oltretutto qua fa caldo… :P ---lasciamo perdere gli scleri mentali)

Continuavo a pensare che, se Ringo l’avesse mai letto, me l’avrebbe di certo fatto ingoiare.

Non perché non sia vero; insomma, il nome del club è vero, e pure il fatto che Ringo si è inginocchiato; ma è troppo diabetico per i miei gusti…:D

Sì, lo so…sono strana. Lasciatemi perdere…;)

Sono abbastanza arrabbiata per questa questione di internet…senza questa, avrei già aggiornato da almeno una settimana la storia di Paul, e oggi, l’8 luglio, avrei finalmente pubblicato il 12 capitolo di Cry baby Cry.

E invece no. Sono ferma qui chissà per quanto ancora.

E tremo al pensiero di tutti i capitoli/nuove storie che avrò da commentare.

Maledizione! Mondo crudele.

Ma adesso se mia mamma non chiama il tecnico la strozzo. Grr che nervi!!
*si autopatta da sola*

Beeene, e ora aspettiamo di nuovo internet per poter rispondere alle recensioni e quindi aggiornare finalmente le mie storie…

Dio mio che caldo…

E le risposte alle recensioni ve le sognate u.u

Come risarcimento vi mando un pacchetto di Beatles-therapy a testa xD

 

Bacioni!!!

Marty miracolosamente tornata per un giorno...(domani parto e ritorno l'8) -.-

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